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^ I
«^■*
,1
7 ^
^ì^^ù^'a prejjo Cltdcmo X alta e 9^à.
.S_T ORIA
DEL REGNO
EDELLA VITA
D 1
GU &T AV o ni
£_
T O M O PRIMO.
VENEZIA,
PRESSO ANTONIO 2ATTA E FIGLI.
MDCCXCIl^
ili
INTRODUZION^E.
F.
Ra tutti 1 regni del settentrióne, quello
di^ Svezia in ogni tempo fu chiaro per uo*
mini illustri, ed eroi che vi regnarono; e
per guerre e gesta gloriose dai suol abita-
, tori operate ^ e sostenute presso le limitro*
fé e le lontane nazioii • Specialmente però
nei secoli più a noi vicini^ e« soprattutto
nel presente, questo paese fissò T attenzione
dell'Europa 4 e interessò la pubblica curio«
sita. Le imprese famose di Gustavo Vas9
nel secolo XVL, di Gustavo Adolfo nel
XVHm quelle sorprendenti e quasi incredi*
bili di Carlo XII., la^ straordinaria ferm^
£a, e coraggio di Gustavo HI., le sue viHy^/
tù| le sue prospere ed avverse; fortune forma«*
* a no
i»
iv
no una serie d' avvenimenti ben degni
d^ tsscté colla storia tramaodati alla poste-
rità. Ognuno di questi eroi Svezzesi trovò
scrittori di chiaro ingegno , che le loro glorie
felicemente celebrarono e descrissero . La sto-
ria di Carlo XIL uscita dalla penna impareg.
giàbilc di Voltaire^ riportò mefitamentc ap*
plausi universali « Gustavo III. avrebbe ben
meritato d'essere celebrato da penna non
meao chiara e felice • Ma la pujtiblica curio*
sita, come potrebbe attendere dalla posteri»
tà uno scrittor di tal siorta ^ che appena net-
giro di secoli suol essere dalla natuta prò-*,
dotto ? Gustavo III troppo interessa il cuo*
re e r attenzione dell'Europa > onde lasciare
in silenzio le sue gesta gloriose per più lun-
go t^mpo. Il pubblico impaziente^ vorràdun-
que aggradire questa qualunque siasi storia s
deb suo regno e della sua vita, ch'io m'^ af-
fretto di presentargli. Essa non mancherà di :
precisione^ ftè dal v«r9 si scosterk: i fatti vi
sa-
}i
V
saranno <i9poMi toh tutta fimpariiaKtà che
da uno storico $i deve esigere ^ e con tutta
la chiarezza y e t ordine necesSàro per cono*
scere le cause degli avvenimenti y di cui vuol
essere il lettore Istruito. Si darà prima di
tutto UQ^ idea generale delle nozioni geogra-
fiche, e fisiche de! regno di >Svezia; indi del-
la storia dei re precessori di Gustavo III.
Si parlerà della dinastia regnante, delle re*
lazioni politiche della Svezia colle potente
straniere ; della religione , delle leggi civili
e criminali'^ dello stato militare , delle ren-^
dite e spese della corona , della popolazio-
ne, delle ricchezze ^ coltura , industria,*
commercio della nazione, del suo carattere,,
costumi, lingua, scienze, ed arti; e final-
mente della costituzione antica^ e della mo«
derna stabilita da Gustavo III., dal suo
giugnere al trono; e di quanto egli ha o-
perato nel suo regno, e specialmente in
questi ultimi anni per migliorarla,, e render-
la
vi
la più Stabile I e\inifbrme ai , principi nece$^
$arj alla prosperila della so» nazione . Final-
mente la guerra gloriosa da lui sostenuta
contro r impero di Russia^ fino all'epoca
della pace vantaggiosa da lui conchiusa coi
suoi nimici, ed al luttuoso avvenimento del<v
la scellerata congiura formata conrro la sua
vita preziosa , e degna dell' immortalità #
Tutta questa ^ catena di cose e di avveni*
menti formeranno un complesso variato 9
ma sempre interessante di nozioni, e di fat-
ti insieme concatenati , in cui il lettore tut«,
ta avrà sotto l'occhio la storia del regno ^
e della vita di Gustavo III. monarca di
Svezia, il cui nome è divenuto T ornamen-
to del nostro siecolo •
IN.
vii
INDICE
' Dei Capitoli Sì questo Primo Tomo .
CA P. I. NoT^ionì geografico- jiÀche sul te- '
gno di Sve':^a . • Pag. i
GAP. II. Ragguaglio succinto dei primi mo^
narchi di Sve:^ia che regnarono prima di
Gustavo III. sino a Btomo II f. i8
GAP. in. Comperidio storico dei re Cristiani
di Svezia . Dal IX, sino alla metà del se*
colo XV L deW Era cristiana. Gustavo Ta-
sa ascende al trono di Svelta . 48
GAP.. IV, Gesta dei monarchi svc:^resì da Gu-
stavo Vasa , fino a Gustavo Adolfo : guer»
re , vittorie e morte di questo principe. 90
CA P. V. Continuacfione della storia dei monar^
chi sve:f:^esi , dal regno di Cristina fino a
quello di Carlo XII. Compendio delle gesta
di quesi* eroe , fino alla battaglia di Pulta^
va. 140
CAP. VI. Vicende di Carlo XII. sino^ alla
sua morte : regno di Ulrica Eleonora , e Fe-
derico' d* Assia CasseL Adolfo Federico di
' Olstetn Gottorp eletto re di SveT^ia : avvenir
menti principali sotto il suo regno. Gusta^
vo III, ascende al trono di Svezia nel
CAP.
jf
i '
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M
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■V
5/
I l,ì ^#-
* ^.'
LIBRO PRIMO.
GAPITOI^O I.
NQs(ionì geografico-fiàche sul regno di
I
jIÌ_Ij regno di Svezia si stende sulla parte
più settentrionale dell' Europa , ed abbraccia
buòna porzione delle terre appena note ai
Komani , e da loro comprese sotto il nome
generale di Scandinavia. Presentemente ella
ha per frontiere , ^IF Onente la Russia, alF
Occidente iLCategat e la Norvegia» al Mez-
zodì lo stretto del Sund, e a Settentrione
gr incolti deserti della Lapponia Kussa e Da**
nese .
Tutto il regno si divide in ciaque parti
generali ; la Svezia propriamente detta » la
Gothia,» la Nordlandia , là Lapponia , e la
Finlandia. Ognuna di queste parti si suddi-
vide in molte Provincie; l'Uplandia, la Su*
dermania , la Nericià", la Westmania , e
la D<fl^arlia compongono la Svezia pro-
Tomo }. A pria-
t Del Regno e della Vita
priamente detta: la Cothia rinchiude YCU'
strogothìa, la ScBalandia , la "Westrogothip f
le isole di Gothland, ed Oeland , la Wer-
mlandia , il Feudo di Bous ^ la Dalia » la
Scania 9 THallandiii ^ e fa Blekingia: il Ge-
strikland , V Helsingia , la Medelpadia ^ la
tìiemtlandia, la Herjedalia , l'Ongerniania,
e la ^esterbotnja; costUuiscona la iMord-
landia .
La Lapponia svedese é divisa in sette di-
stretti; quello d^Asele , di Hienitlandia ,
d*Umeo, di Piteo, di Luleo^ di Torneo y
e di Kemi .- le provincie della Finlandia so-
iìo^ la Finlandia propriamente detta, Fispl^
di Oland ^ T Ostrobotoia ^ il Taivastus^, ia
Kìlandia, il Savolax^ e la parte dei feudi
di Kyrnencr e della .€arelia, che la t&vezia
ha canservato.
Le arnai vittoriose della Svezia avevano
aggiunta alla madre Patria, la Livonia^
r Estonia ; V Ingria , la Pon<erania , 1* isole
d'QeseU e di Bugen, la città di IXTismar ,
ed il suo territorio^ i Ducati di Bremen^e
Verden - Di questi bei possedimenti non a-
vanza ora che una parte della Pomerani^;
ulteriore (i): la Finlandia medesima è stata^
smem-'
(i) Za città di Vìsmar , ed il su& territorio^
colf isola df Hugfiu rimangono ancora alla
Svezia ♦
di Gustavo ìli. re di Sveccia J f
Smembrata. U acquisto deiirjsolai di S. ]^2f^ |
tolómmeo, sebbene sia dVotile per il cqttì-^ \
mercip v non è valevole però a compet^saje -l
((ueste perdite. ]
Le cinciue parti c^' essjepzuìmente com- i
^ongonQ la Svezia!, e che già accennaijimo ,
formano lo swo più vasto dell'Europa, se ,
^i eccettua la Russia. ìioìf ^ono gU scritto^
ri d'accpf do iSuU' estensione delk sua supterr
fiele ^ It Sig. Busching la fissa a 13^00 mi-
glia {Quadrate di Germania, e $embra cWfir
gli s'accosti più 9.1 vero. 1} regna di Sve-
zia è situato fra il 28^**, ed il 2^8.^^ grado
di longitudine, e fra il 55^°, e 70*"^ grar
do di latitudine settentrioitale . L'inverno
yì è lungo 4 sedcò e molto fredido; Testata
ccrtaf e fnolco calda . Gli Svedesi passano
r^pidaniente dall'una di queste stngioni ^tt
altra; la primavera e T autunno sono loro
quasi sconosciuti. La luna, le aurore borea-
li, ed il riflesso della neve spandono nellie^
lunghe notti invernali i una dolce e piacévo-
le chiarezza . Neir estate il sole rimane tajci-
to suirÒrizzoriie, che la notte si riduce ad
un leggiero crepuscolo: allora ja vegetazio-
ne acquista il suo vigore, e la natura sem-
bra riguadagnare quel tempo/ ch'ella ha
perduta quando dominavano It brine ed i
geli.
Si vede a TTorneOi nella provincia di Ws^
A 2 ster-
4 ' I>€l Regno e della Vita • /
Éterbatnia uno dei più rimarcabili fenomc^'
ni , cioè il solstizio . Due astronomi Svede-
si , r osservarono la pnma volta sul fine del
Secolo scorso: è noto che molti astronomi
francesi l'osservarono Tanno 1736. Mau-
pertuis era del loro numero. Questo filoso-
fo sempre inclinato alla singolarità, diven*
ne innamorato sotto il cerchio polare, e
soggiornando fra le nevi ed i ghiacci , com-
pose una canzone in onore della sua bella
immaginaria .
Sebbene la Svezia si trovi sotto un cielo
rigoroso, gode non ostante un clima più
ihite delle contrade dell'Asia, e dell' Ame-
rica, situati sotto gli stessi gradi di latitu-
dine . Senza fallo ella deve questo vantaggio
alle acque., dalle quali è bagnata ed inter-
secata. 1 temporali appariscono di rado in
questo paese; non v'è da temere delle be-
stie velenose; i terremoti qui non spargo-
no il terrore e la costernazione . Alcuni let-
terati nazionali pretendono , che si trovino
delle tracce di Vulcani estinti, ma le prò-.
ve che adducono , non sono convincenti •
Xi'arìa viva e' pura, che respirano gli Sve-
desi , li rende vigorosi , e li preserva da ma-
lattie epidemiche. La peste ha fatto strage
talvolta fra loro ; ma secondo ogni appa-
renza , il contagio vi fu trasportato dai
paesi meridionali. Spesso pervengono ad u*
- na
éi Gustavo liì. re di Svelta l f
^a età assai avanzata • A teoore d* ufia ilidf'
moria del Sig. Vafgentin , si è . trovato irl
questi ùUinri tempi, nel corso di nove in
dieci anni , 2036 uomini > e 3^40 donru»
sopra i 90 anni; 212 uomini e 32^ donne
fra i 100^ e 105 anni; 31 uomini^ e 3^
donine fra i 106^ e 110 anni; ti uominiy
« 19 donne fra i xii , e ilo anni; un uo»
mo di 111 9 ed unar donna di 127 anni,
Linneo dà alla Svezia 1.300 specie di
piante , delle quali 200 sonqi in uso nella
medicina, e 1400 specie d'anijn^lì; i lu-»
pi, le volpi, le lepri t gli uccelli di rapi-
na, i . faggiarìi ,. i galli di bosco, i pesci
d' acqua dolce , e salsa v'abbondano. Gli
orsi , le alci ^ i daini , le capriole , i marto-
ri, i eastori, e le faine, sono anirrrali più
rari . Si osserva , che di là ^ dall' Ostrogqtbia
non alligna V ischio , né la quercia al di . là
deir.Uplandta* la betulla eresce in tutte le
provinole: il pino selvatico, e l'abete, so*
no però quelli, che dominano nei boschi ^
dei quali è coperta la Svezia. Essi conser*
vano la loro verdura ancora neirinverno^
e consolano gli occh) affaticati dal monotO'»
no bianco della tle ve > ed in mezza ad una
morte universale, offrono un'immagine del*
la. vita. Le provincie settentrionali produ^
6onp molte sorta di frutti arborei di squisi^
. to sapore . ,
A j la
6 Pel Ségno £ della Vita
La Své2ia è riccaf in produzioni minera-
li. Il ferro vi si trova in lAolte contrade rf
fior di terra : sì ritrova in filóni ed in m^s*
i6t: ordinariamente è contenuto in una cal-
ce di ferro flogisticato; là n^iniéra di Da'ni-
Memora neir Uptafndia è la migliore. La mi*^
niera di Fahlxin dà del fame conosciuto in
tutta l'Europa; ella ha una profondità di
iSo tese; ìì minerale è una pirite molto
dura . A Sala nella "Q^estmahia ^i trova - la
miniera d' argento la più ricca del paese .
La Galena cubica forma il minerale : que-
sta miniera contiene qualche poco d'argen-
to puro : si è trovato ancora , già è podo'
tempo , nella Vermlancfia sotto degli strati
d'argilla , che traversano una miniera di
ferro • La miniera d'oro scoperta verso la
inetà del secolo^ a Àedelfors nella Smolaft*
dia, non dà il metallo ch'ella rinchiude v
che in quantità assai «carsa , contenuto in
uria matrice calcarea. 1 lavoranti talvolta nel
trovano piccioli pezzi d'oro puro. Sono ar-
rivati ad una profondità di 84 tese . Le vi-
scere della terfa forniscono inoltre del piom-
bo , marmo , allume ^ pietre da calcina ^
carbon di terra, vitriuolo, petrificazióni cu-
' riose, porfido, ametisii , pietra callamita^
ardesia, talco, argentò vivo , zolfo, rtiadre-
pérla^ ed alcune altre produzioni del regno
minerale.
di Gi/staw III. re di Sveccia . 7
Le altezze , )e «:olline e le montagne , sono
sparse con profusione nella Svezia . £^ ri-
niarcajyile il Sevebergsrygn . Questo è una ca<
tena di monti che dalla Yestrogothia comin-
cia ad innalzarsi sopra il livello del mare :
^i stende verso il Settentrione fra la Nor*
vegia> e la Nordlàndia, e :Separa queste^
due contrada per mezzo delle sue cime e*
ternamente coperte di neve. Il Sig. Pierg-
man stènde questa catena sino al settentrio-
ne delVAsia, dove finisce solo col finire
^ella terra da quella parte del globo . La
montagna di Kinnekulle sulle rive del lago
Yeoner, merita }' attenzione del viaggiatore.
£Ua è formata da tanti piani, posto Fano
sopra V altro ^ dei quali il più elevato pre-*
aeiikta una scerta non meno ricca che varia.
La montagna di Omberg nella Smalandia è
^a m maniera, che dalla sua cima $ì sco-
pione quattro provincie ^ sei città , e quat-
tro parocchìe. Questa montagna dalFuna
parte è bagnata dal lago Vetter^ e costeg-
giando il suo piede si ^rova una stesa ve**
Ha di pietre da calcina , che si stende mol^
to avanti sotto il lago. La sabbia, la ghia-
ra 9 la macìgna , le pietre calcaree « le ardé«
sie > diiTerenti pietrificazioni « ed il granito
costituiscono le montagne della Svezia. La
maggior parte ha per base il granito^ il
4uale tanto abbonda, nel paese, che si vèg*
" ^ A4 go-
8 Del Regno e della Vita ' >
gono grandi masse isolate, delle quali Ihól-'
te s'innalzano ad un'altezza considerabile •'^
Il Gettcberg nella Vestrogothia forma un
ammasso. di questa natura. Il Taberg, si-
tuato nslla Smalandiai è una catena com-
posta sol di miniere di ferrò : tre simili car
tene si trovano nella Lapponia Svedese, e"^
sono quelle di Kerumvara, Luosavara , e
Gellivara. .
Le valli e le pianure^ situate fra le col-
line e fra le montagne, sono assai atte a
colti vamento. Il calor del sole vi si con-
centra; e sorgenti 9 che cadono dair altez-
ze , che le circondano , le rendon fertili ,
quando non sono inafBate dalle piogge «.
L'aratro non rimane ozioso nemmeno in^
molte eminenze» le quali F industria ha
convertito in coltivate caiinpagne.
Le acque che bagnano ed intersecano la
Svezia 9 sono in gran numero. Qui si vede
un vasto seno del mare ; là v^ ampio la-
go; più lungi uh largo e rapido fiume, a
uno spumoso torrente. Il Baltico sembra
essere il dominio degli Svedesi r Egli sr
istende. lungo quésto regno, formai^^ due-
gran golfi, uno della Bornia, F altro della
Finlandia. Molto si è scritto -sulla diminu-»
zione delle acque di questo- mare , ed in-^
torno alla mttà del secolo sorse una di-
sputa . assai viva sa questo ^ oggetto fra i
tet»
é 0iisiax» II L re dì Sifei(ta . 9
ietfefati svedesi .Vi sono argomeoti pel si
€ pel t^o; e k quistiofte non è ancora de«
cisa ; 11 Sig. Bergman , nella sua descrizione
fisica della terra > inclina per 'ti sistema di
diminuzione: la sua autorità è di peso. Il
mar del Nord, p sia l'Oceano germaoico
bagna le provincie di Scania, di Hallandia^
di Vestrogotbia , e di Bohus, sotto il nome
di Categat o Schagerack Le coste di que-
ste Provincie in questi due mari> sono se«
minate d^ isole ^ di scogli, di promoi^torj ^
che formano dei golfi. e delie baje; questi
passaggi sì chiamano Schaeren nella lingua
del paese, e sono temuti dai naviganti.
I fiumi della Svezia scorrono rapidi, e
sono ricchi di pescagione i ma gli scogli e
i bassi fondi che vi sono in gran numero ,
impediscono i bastimenti di comparirvi.
Quello del Dal ha una caduta pittoresca vi-
cino ad Elfcarlebus neir Uplandia , ed il sala-
mone &i trova in Copia • Quello della Co-
thia è famoso per le cataratte di Trolhaet-
ta, nolne che significa r abtta'j^ione dello Stre-
gone. 11 fiume Motala precipita le sue ajc-
^ue in belle cadute vicino alla città di Nor*
koeping, e fornisce come quello di Dal ,
p^sca abbondante di salamone^ La maggiot
parte <klle provincie hanno dei laghi più
o.meno considerabili. Il Maelar irriga TU*
plandta , , la Suàermania e la Yestn»aaia ;
• egli
so J>ri JHégm 0' Heih Tifa^
4igli ha dodici miglia di lunghezza, (i) gù^
pra ceto di larghezza ^ Un numero sorpren»
dente d'ji^ole più o iii«tio grandi sorgond^
dal suo éeno: se ne contano ;9ino a li^^ i
delle quali molte hanno una estensione di
3,, o 4 miglia, e presentano un'immaginif
dell'abbondanza e della fertilità. Le riT0
del Maelar sono coperta di città , di villag-*
gi, di case villerecce^ e di castelli « Questo^
l^el lago si getta a Stockolm nel Baltico «
per due rapide correnti, una detta la cof-
Tente del ;Sund , T altra del ^ord. 11 Hìel^
mar bagna }a Sudermania , e la Nericia/
egli ha sette miglia di lunghezza ^ sopra tri
o quattro di larghezza ; vicino ^Ha città di
Torshella si scarica nel j^faelar; \t \io\t vi
sono meno ^nmerose che. nel suddetto là^^
go. Il Yetmer divide le sue acque fra tré
Provincie, la Yestrogothià > la Dalia, e ht
Yermlandia . JLa sua jutighezza |è di quattordi-»
ci
(/) S4SB \ tesi di Francia , fanno un migUo
svedese: ve ne sono io 13 di queste mglià
• sopra un grado.
Un miglio svedese corri^onde micino a sei fifé^
gita iialiane. Gioim assai il tenersi à pién^
te che ie miglia citate in guest" operetta ^
y intendono sempre miglia jvedesi .
S bastavo III. ré et Svezia . ii
et nfi^glia, é la sfaa lafglfeasza di sette . Il KVeT^
io delle sbe actjué è molto più elevato del
mar <lel ?fbrt , né! quale si soarìea per iriéT:-
10 del fiume di Gothia. Egli cresce, e cala
recìprocamente; è molto i^icco ifc pescagione,
€ contiene uh grafri ntimero d'isole. Il Vet-
l€x è il lai^o più interessante della Svezkt ,
a cjrgiòne dèi d^iffcrenti fenomeni ch'egli
presenta all' osservatore. Quattro provincré
so^no .bagnate dalJé soc acque , V Osirogot-
hià, la Ye^èrogothiaf > la Smalandia è la Ne-
rica. Nella sua più grande lunghezza con-
ta 15 migliai e la più grande larghezza é
di quattro. <Jàaranta fiumicelli si scaricano
iti questo lagò> il qu'ale èi getta nel Baltico
per là iSlojala. ta sua elevaziotie sopra i!
Baltico è assai 'jcdrisiderabile* Le èue acque
iotiò si chiare, ehe ad una {Profondità di
vénti tese, si distingue una moneta: in al-
edhi isiti lo idcandagho noti ha ancora tro-
vato il fondo. Il Vetter spesso cresce, jè
ca'Ia in pochissimo jtertipo : dei venti sotter-^
tanèi lo innalzano ; fa sentire un mormo-
rio > e heij presto siegue la témpestz. Gli
stessi venti spezzano quando meno si pensa
i ghiacci^ dei quali il lago si copre neir
inferno. Le materie sulfùree e bituminose >
nascoste liei fóòdo del Iago, ^-aprono un
passaggio, Ve k> scoppiò che n'è il risulta-^
jto, spaventa il popolo semplice ed igùo-^
lan-
t2 Jt>€l Regnò e detta fka
tante . Nella Lapponia svedese , due laghi iU
marche voli si trovano per la loro estensio-^
ne : e sono ^ quello d' Enara e di Kemiar-^
vi: ii primo ha 20 miglia, ed il secondo
33 miglia di lunghezza.
Un Autore svedese ^ ohe hai, scrìtto sopra^
le acque minerali della Svezia, ne contasi*
no a 360 dì tali sorgenti. Se ne trovano*
in tutte le provincie del regno. La sorgen-
te di Loca nella Vestmania ridonò la sa*
iute al re Adolfo Federico. Si trova vicine
a questa sorgente una terra , la quale im-
piegata in bagni freddi è molto salubre . \\
Sig. Bergman ha rese celebri le acque di
Medevi nella Ostrogothia . Egli le preferiva
a tutte le altre del regno ; e negli ultimi
anni di sua' vita » tutte le estati ne faceva!
i]so. DehI perchè non hanno esse potuto
prolungare d'avvantaggio questa vita sì pre*
ziosa per le scienze , e troppo sollecitamente
terminata. In una dissertazione , dove il Sig.
JBergman fa l'analisi delle acque di Mede«^
vi, egli dice, che sono molto leggiere, e
che hanno il sapore ferrigno , e che con«
tengono dell'aria fìssa e del fegato di zolfo r
Le strade maestre della Svezia sono lar^
l^he e htn tenute: siccome vanno tut^e ser-
peggiando s esse procaccialo al viaggiatore
grate sorprese, che servono d'antidoto alla
noja^ quasi inseparabile compagna ^ei lun^
\ ghi
i
, S Gustavo il/, re di Sveccia ; 1 3
gtii viaggi. Le situazioni pittoresche si pre-^
sentano in folla agli occhj , e ve ne sono
tali, -dàlie quali un paesista potrebbe ritrar-
re le più deliziose prospettive d' un caratte-
re singolare, e che diffìcilmente altrove si
potrebbero incontrare. L^ occhio con piace-
re si -fissa su quei dirupi orridi e selvaggi,
^he sembrano minacciare di cadere sulle
sottoposte verdi praterie; su quei boschi
oscuri e folti , che si allargano per dare ri-
cetto , fra le loro ombre, a coltivati campi
e greggiè numerose ; su quelle capanne, al-
berghi della 'pace , fabbricate sopra sabbio-
nose montagne, sulle di cui cime il vento
scuote akuni abeti qua e là sparsi. Voi a-
vete con grande fatica salito una montagna ,
dove lo scalpello aprì la strada? arrivato
alla sua cima , voi scoprite un liquido pia-
no', cinto da un bosco, gli arbori del qua-
le si specchiano nelle sottoposte acque . Tra-
versate quel bosco tranquillo e solitario , e
vi credete lungi dal consorzio degli uomini
e dalle abitazioni loro? di repente la" scena
si cambia; il vostro orizzonte si allarga ;
voi scorgete dei villaggi , dei giardini , dei
campi dove braccia robuste e vigorose e-
sercitano i campestri lavori. •
Ih tutta lar Svezia^si trovano ' 105 città.
Stokholm n-è là principale. Gli istorici na-
zionali pretendono, che la fondazione dì
que-
^xie^u oXuk Ti^omi ^^^^1 secolo XHI, 6
c^he le jfoD4aoìent^ sue fossero poste da Por-
ger soprannomi na^to Jadv titolo che coi;ri--,
5|)onde t maestro di palazzo v jlTna parte dt
Stokholm è situata nell^UpIandia , Taltr^
nella S^dé;r1?iania . Si vede il congnie delle
due Provincie in una ;si,rada( della città . Fai)-
brigata quasi -tutta sopra ^tte isole elevate,
ugnate da due grandi tvcque 4 il Baltico ed
il Maelar , cinia da aipntagpe v da boscijii e
giardini y la capitale 4e]Ja Svezi?r si pi'esen-
ta sotto degli aspetti a vicenda' maestosi e
graziosi « NeJJa sua più: grajid'estensio^nis ha
jdue miglia di giro. I difTerenti quartieri
^no, la città propriamente detta- il Rid«*
darholmy o sia T isola de' Cavalieri y Heli-
geandsholmen , p 3' isola dpllo Spirito {san-
to, Blasieholoien i o Tisol^ di San Biagio r
Skepsholmenf o l'isola delK Ammiragliato ,
ILongshoImen , a J' isola del re » Ladu;g9rd?-
landet, ed i due sobborghi del Settentriotie
p del Melodi . Le piazze pubbliche 1SOQ9
^olte; quella del sobborgo di Settentrione ^
è la più bella • Fra gli ediiìzj pubblici ^i
jdistit^uono ; il palazzo reale, il paIa;czo
della nobiltà ^ quello del magistrato f la Bor-
sa > il Banco y ed il teatro dell'opera nazio-
nale coir iscrizióne : Vnstavus IJL musis pa-
triis. Dinanzi al palazzo della nobiltà è in-
Rialzata la Statua pedestre di Gustavo 1 . Le^
fab-
yrichfi 4i lAgnp r usiMì yol^ ìa gran nu-'
jncrorf Vfii;inp ^ pw:o f$.coi«par^ndv , «e v^n^
goQo i^mpia^^ikE^ 4^ p^f^e fabbricate di matr
fQiìi e -pietre, el^ai^ti ,e solide. Si concaii9
^rStqKhplm dji^epi phie^ parrocchiali •> Tarr
c|>itoa)ya ddl^ fiuaji ha:, sìuih , che esci
d^ir ordinario • Jn /q(ii;^Ia di Ridd^rholm aa*
^ i sepolcri di JtfatgQO Ladulo^i di Garlp
yilL> di Qx^myo Àdpirp^v di Coirlo X., di
Carlo ili., d^Ulrica Eleonora < di Federi--
co i .di AdoU<> ìFederico , e di Luigia Ulri^
cat. Nello stfsso iCQ(np|Qr riposano k centri'
di Baner y je djl Torscwsontj quei due illu-r
stri Generali ,■ chp dopo la morte di Gustar
VP Adolfo i ^os^enneiro la .gloria delle .armi
syedesiì. Conviene ancora osseryfire la Chier
^a di Adplfp Federico ^ ohe .una volt» si
^hi^mSLva di 0* ^hQt pye Cu deposta^ las^por
gUa di Cartesio , ^\np g taitfo che iW $nr
^portata: in Francia, .^i jt nuoyaa^Qo^é ^retì^ «
tp nn mfyn^tntmp.^ )ptt on^orve ;la meaior^
ria di qQe.sto ifilo^ofo: rappresenta un genio
iti aria sppr^: uxi giobp; con una maivo strap-
pa U velpr che loicpprei e nelKaltrt tiene
mia fiaccola, per illuminarlo^ II porto di
Stòj;;hQlni è ugualmente vasto e si<:uro ^ ma
l'entrata è difficile. DalKuna parte di que-
sto V9^tp recitato s'ergono, per lungo trat-
to Y edi6zj' belli col castella alla loro testa ;
dall'altra jSè'ianal^na le montagne in forma
d'an-
i« Del Régno t detta Vita •
d'ani! teatro > le cime dei quaU sòdo co--
perte di case e di giardini . Dall' alte di que*
ste montigne si scopre la città in tutta la
sua estensione; il porto pieno di vascelli,
dei quali il cordame e gli alberi sembratio
utva folca fos'esta; dei cantieri dove risoonà^
no la sega ed il cartello; dell'isole sparse
qua e là , altre abitate e coltivate , altre
deserte e selvagge; un gran parco in un'o»
scura lontananza termina T orizzonte.
Gothembourg è la secondar città della
Svezia. Ella è situata nella Vestrogothia ,
fra il Baltico, ed iU mar del Nord .Carlo
nono la fondò; i Danesi la distrussero po-
co dopo. Gustavo Adolfo la ristabilì e le
diede dei privilegi proprj a farla fiorire*
Ella è ben fortìfìcfi'ta : vien divisa in città
alta è bass^, questa è intersecata da canali.
Il commercio di Goihembourg è molto e-^
steso; quel di Norkoeping s'estende ogni
giorno più; questa è la ferza città del re-
gno « situata in una pianura fertile e deli-
ziosa dell' Ostrogothia, Essa mostra molti
begli edifizj; la Motala ne abbellisce i con-*
torni. Upsala nella provincia d' Uplandia
serviva anripamente di residen$sa ai monar-
chi del regno; presentemente vi risiede il
primate del regno: la Cattedrale di .questa
città è il tempio più vasto della Svezia r
r^rcitettura è gotica « Si mostrano^ in que«
$ta
di Gustavo IIL re di Svescia . ly
sta chiesa le ossa di S. Erico , il sepolcro
di Gustavo I., e della sua famiglia; e varie
altre cose curiose. L'università di Upsala è
fiunosa r e degna della fama che gode . Cal-
mar nella Smalandia ha dato il suo nome
all^unione dei tre regni del Nord, opera
della politica di Margherita . Si vede anco-
ra la sala, dove questa unione fu conchiu-
^a. La vicinanza della miniera di rande, la
più ricca del regno , fa fiorire Fahlun nella
Dalecarlia . L'attività e comodità regnano
a Carlscrona nella Blekingia ; il pòrto di
questa città serve di stazione alla maggior
parte della flotta. Yadstena è celebre negli
annali della Chiesa « Santa Brigida visse in
quella città lungo tempo, e vi fondò an
monastero ; si conservano alcune reliquie
della Santa in una CHi^^^ ^ella città.
Tomo I. B GA-
i8
CAPITOLO II.
Hagguaglìo succinto dei primi monarchi di Své^
i(ia che regnarono prima di
%
G u s T A V d Ut.
sino a B I o X N o III.
L'Antica storia della Svezia è talmente
involta nella favola , negli assurdi e
negli anacronismi , che i più eruditi scrit-
tori della nazione, e delle cose sèttentriO'
nali, hanno inutilmente tentato di fissarne
con certezza T epoche, gli avvedimenti ed
il nome dei Sovrani ch'eressero il regno*
Tutti però convengono che l'antica Scandi-
navia fu da prima governata da giudici scel-
ti per un certo spazio^ di tempo dai voti
del popolo. Questa fu la prima formaf del
governo Ipvezzese , adattata alla natura stes-
sa del paese diviso tra un gfan numero di
capi> e di popoli diversi, finché Erico ^ o
come altri^ vogliono Svenoné fu innalzato al
trono di tutta la Svezia neiranno del inon-
do 2014, ovvero 1951, secondo l'opinio-
ne d^ alcuni altri,
£ri^ I
dì Gustavo JII. re di Svezia . tj^
Erico governò il suo popolo con applatt-*
so, coaservò la pace, ed aumentò i suoi
' docnin) , iiividildo colonie a Schoneri , ed
in diverse isole del noar Baltico.
t)opo la motte di lui , i Goti> o come
dicono alchiini scrittori^ prima ài questo
tempo gli Svezzesi furono divisi iti azioni ,
Q travagliati da guerre intestine per lo spa-
zio di 400 anni • Allora successe tiel regno
Gilfo , come vogliono alcuni autori di Sve-
zia, é di Norvegia. À questi successero se-
condo altri^ Umiilfo> Tor, Utber, ed Osten,
principi dei quali è quasi incerto il no-
11 primo principe però*, di cui abbiano
gli Sveize&i qualche specie di scoria^ si è Oten,
o come noi diCianò^Odinò^ del quale si di*
Ce ch'egli sisL passato dall' Asia nella Scan*
dinaviai poco prima dell' Era cristiana ^^ scac-
ciato dalle proprie sedii per T ardii tornane
Condotte da Pompeo * K fatila che questo
principe s^ aprisse^ per forza d' armi 4' un pas-
saggio sino air ultimo s^ttetitrione 4 conqui*
statìdo i Sassoni, debellando i popoli ed i re
circonvidini • Per qualche tempo Odino ten-
ne la sua corte ad Upsala / indi fabbricofH
una residenza vicino del lago di Lagen , dal
Suo nome chiamato Odenfala . Egli fu il pri-
mo legislatore dei paesi settentrionali « e spe-
cialmente della Svezia t formò diverse leggi
B 2 per
2 fi ' Del Regno e della Vita
f>er conservare il buon ordine nella società^
per iscabilire il calco di religione > e i diricct
delle cerimonie funebri . Egli ebbe per tri-
butar) i due re di Norvegia e Danimarca ;
ma da^suoi sudditi ribelli fu cacciato in esi-
lio > e visse lontano dal trono per ben die>
ci anni. Finalmente fu richiamato dai suoi
sudditi stessi a ripigliare Ip scettro, e dopo
la sua morte fa arrolato tra il numero de-
gli Dei 1 e fu adorato qual nume , essendo
a lui stato consagra^o un giorno d'ogni set-
timana . • , .
Niordo, successe ad Odino . Egli fu uno
de' sommi sacerdoti di Upsala , e fu debitor
re della sua esaltazione al trono alla credu-
lità del popolo . Venne debellato da un sq:
vrano della Moscovia, e la Svezia passò in
potere del vincitore; ma il popolo ^i ribel-
lò bea presto, e richiamò al governo il fugT
gitivo Niordo, che si era salvato nelle ter-
re di Danimarca •
Froto fu suo successore; principe religio*
so Q splendido , sotto il governo del quale
i regni del Settentrione godettero una pace
profonda . j^* fama eh- egli fosse il primo ad
illustrare i rempj degli Dei , allora dagli
Svez^esi adprati , ornandoli con magnifici
apparati , e specialmente quello di Upsala ,
cui cinse con lunga catena d' oro , ogni
apeUo deUa qu^le pesava più hbbre •
Po-
Hi Cdstavó ili. 7C di Své\tdl Ai
Poco dopo di luì, sali al trono Sigtrug cfitl
Successe un principe straniero che regn'a^a
nella Danimarica , e per forza d' armi e per
Inganno , avca otten*ut^ in moglie la figlia
del re svezzese . Là nazione però non' tardò
a ribellarsi, e fuor del regrio lo cacciò coH*
àjuto del re di Norvègia Snibdager ^ xhle di-
venne in tal guisa re della Svezia.. Egli èb-
he per successóre suo figlio Asmundo , il
quale morì ih battaglia contro il ^e di Di-
tiimarca , ed ebbe per successore Dfo suo
figlio , che continuò la guerra contro il re
Danese , e cadde finalmente estinto pet tra-
dimento nella sua capitale , per lAano del
^uo nimicò medesimo , Cui tiùsci di farsi
signore di tutta la Svezia .
l/ndingo fratello del re estinto , ftì acch-
ittato poco dopo, e posto ìtt trono dalla na-
.itione svezzese , intoUeralnte del giogo' Stra-
tiiero . La morte di Undin^go aprì la strada
a suo nipote Regnerò, figlio di Ufo; ma la
matrigna del re giovinetto , donfta am'bizio-
sa e scaltra , ritenne le redini del governo
per qualche tempo , finché faftto àdtìlto , e
sedotto dalle attrative ed esortazioni di Sùan
vita ,: figlia del re di Danirwa'rca , pose 1-
matrigna a morte ; e fu assoluto sovrano
della Svezia.
Oluardo , soprannominato Atebrod^ salì pò-*
scia al trono di su6 padre ? lece la guerra
B i ai
t\
»x Del Regno e della Vita
ai Russi, ai Finni , ed ai popoli d^Estionia
e Curlandia ^ e ridusse tutte queste nazioni
sotto il giogo $vez2ese . Nondimeno vinto
in battaglia dal re 4i Danimarciu , lasciò il
regno alla discrezione del nimico che se ne
rese padrone . Gli Svezzcsi però ribellarono
tosto , e posero sul trono Atila figlio d'
Oluardo^
Oiero suo ^glio regnò dopo di lui nella
Svezia . Egli fti liberale , umano e leggiadro,
« passò pel più gentile cavaliere delie cor-
ti del Settentrione , ondie guadagndssi il cuo*
re di Nanna , figlia del re di Norvegia , per
cui sostenne guerra contro il re di Dani-»
inarca , qW egli uccise in battaglia , e spo-
gliò del suo regno , Poco tempo però $i
mantenne in possesso delle sue conquiste /
poiché ribellando i Panefi , vennero ad aper-
ta guerra contro di lui , e gli diedero una
i)attaglia in cui egli perdette la vita.
borico o Koderico suo figlio , nondimeno
non solo si mantenne in possesso del regno
di Svezia, ma ridusse i Danesi alla sua ob»
bedieoza , e governolli per mezzo d' un Vi-
ceré .
Dopo )a sua morte regnò nella Svezia
Atila IL suo fratello , 3otto di cui erettasi
di nuovo la Danimarca, rìcominciaronple guer-
re tra le. due nainioni ^ ed il re svezzese
venne a tradimento ucciso dai suoi nimici ,
Ogmor
di Gustava III. re di Svezia . z 3
Ogmor ed Ugrino suoi successori , periro-
PQ egualmente in una battaglia navale .
Popp la morte di loro, gli Svezzesi eles-
sero in re Alarico , che impegnato in una
guerra contro ii re della Gozia, perì ucciso
in srngolarvtenzorie ,
Erico di Norvegia generale del. re di Da-
nimarca n^lia guerra contro 1' ucciso Alari-
co , in ricompensa della sua vittoria fu in-
nalzato al trono di Svezi«a , ed aggiunse il
regno de' Goti al suo proprio dopo la mor-
te di Gestibluntj^Q . -Disceso egli da una
delh più considerevoli famiglie nella Nor-
vegia, si accjaìstò gran fama per mezzo del
sao valore ed eloquenza , come artche per
Ja sua consumata saviezza. 11 re <Ji Dani-
marca niente operava senza il suo consiglio,
ed oltre alla corona di Svezia , eh' Erico era-
si procurata per mezzo dell' impegno di lui,
Froto continuametitc gli faceva regali in te-
sti nior>ianzci della ^-stiroa che ne faceva . In
una parola portò a sì alto §egno V amore
verso di lai , che si risolse dì congiugnere
msieme le famiglie col vincolo di matrimo-
nio, ed innalzare ^1 trono ^\ Norvegia , il
fratello dello stesso Erico . Aggiugnesi inol-
tre, ch'essendosi ribellati i Norvegi , il no-
vello re domandò ajuto dalla Danimarca e
Svezia . Froto , ed Erico marciarono con
ogni possibile speditezza per soccorrere il
B 4 lo-
26 JDel Regno f della Vita
malcontenti , i quali non paghi d'avere uc-
ciso il padre , stavano macchinando la mor-
te a Siwardo ^o figlio , e poiché vennero
meno in queir auetìtato, procurarono alme-
no d* impedire, (ch^ il mcdcfimo ascendesse
al trono, \
Malgrado di ogniN>peosizione , Siwardo fi-
nalmente ottenne la corona per {jruezzo di
un tale Stercather, personaggio fornito di
straordinarie ^ualit^ personali , e di una gran-
de influenza . Tutjayoka però ì Goti si
smembrarono dalla Svezia , e diedero la lo-
ro sovranità ad un certo Carlo , personaggio
d'una famiglia antichifllma e di una grande
popolarità • Sapendo Carlo che gli Svezzcsi
non avrebbero con pazienza sopportato quest*
atto d' indipepdenza , prese le più vigorose
misure per sostenere la sua autorità, e for-
mò varie e possenti alleanze • ligli adunque
diede in moglie "la sua figlia ^d Aroldo fi-
glio di Qlao re di Danimarca ; e Siwardo per
distruggere r^ntepzione di un tale maritag-
gio diede la sua figlia Divida, in matrimo-
nio a Proto fratello di Aroldp , conservan-
dosi in questo bodp la Panimarca la neu-
tralità fra loro ambidue. Però accadde tutto
altrimenti » poiché Àroldo si dichiarò a fa*
vore di Carlo, e Siwardo fu poderosamente
assistito da Froto. Quindi furono date diver-
se battaglie sanguinose , in cui Aroldo fu
as-
di Gustavo III. te di Svezia ^ tj
assassinata da suo fratello , e Frofo fu in^
naUato ai trono ^q\\z Danìiniirca ; ma egii
^oQ si godè poi lungamente i frutti della
£Ui| malvagità^ se pon che , sino a quando
giunsero ad esstrre adulti -i suoi Btpoti /fi-
gliuoli iìì Asoldo ^ che sipbondi di vendèt-*
ta ne ottennero una l^en segnalata , ^avendo
bruciato il loro zio nel ^uo palagio , e Ift-
pidaca ^ rnorte Ulvidà stessa • In appiMso
fecero invasione nella Sve£ia , ed nccisero
il re Sivardp dopo di averlo sconfitto m
{^attaglia .
Poiché 3iwardo non lasciò nessuna prole
maschile ^ il figlio di ^ua figlia Ulvida fu
innalzato ^1 trono della Svezia nella morte
di Proto : ma egli non ù godè lungamente
in pace la sua corona , poiché Àlden suo
cugino non contento di avere ammazzato il
padre, la madre , e Tavo di Erieo , stawa
ofa macchinando anche contro la vita di lui»
come il solo impedimento dì f^oter esso ot-
tenere le corone della Sveria e Danimarca ♦
In prima adunque egli si rese padrone del-
la Panimarea, si cui governo diede ad Arol-
do suo fratello , e qtsindi portossi nella
Gotlandia, dove reclutò una poderosa arma-
ta, colla quale marciò contro di Erico , lo
attaccò, e fu disfatto salvando con difficoltà
le reliquie della $ua armata in Elsingla • Non
essendosi punto avvilito per questa ripulsa «
egli
l8 . Pel Jfegna i della Vìtd
«gli reclutò la sua armata con ogni speditesi
za ed attaccò Ericfó la seconda volta con
raddoppiato spirito e i^igorey ma con fortu-
na som iglianre alla prima ;: poiché fu di bel
ìfuovo battuto , ^e ' costretta a ritirarsi colte
-dissipate reliquie delh sua armata nelle mob*
'Cagne- inaccessibili della Goilandia , donde
■'rion fu possibile ad Erico di poterrrelo slog-
'^ghr^ • Tinta volta però egli pensò ad uno strar-
aagemma, che cotriépose al suo fine . Esso
• fece Invafione nella Danimarca, disfece Arol-
do in quattro battaglie , ed obbligollo a ri^-
chiamare dalla Svezia il ^uo fratello AMen^
per la difesa dellr suoi propr) domin[ .
Nel ilnomento stesso che arrrivò Alden ,
avvenne che Aroldo fosse disfatto la quarta
l^olta> qàa(ì distrutta tutta la sua armata , ed
iégli medefìmo ucciso , mentre stava cercan-^
do di salvare • altrove le reliquie delle su^e
forze. Ottenuta eh' ebbe Erica questa vitto-
ria, si partì per la Svezia, dóVe Aldén per-^
seguitollo con una numerosa fiotta , risolu-
to di vendicarsi di tutte le sue perdite pe^
mezzo d'un decisivo combattìmento • Ambe- ^
due le flotte s'incontrarono nella Costiera di
Svezia , ed Erica , che fu tirato in un' insì-
dia, ricevè una totale s^confitta , netta quale^
perde fa vita.
i Questa vittoria aprì, la strada al trono d*
Svezia, che Alden aggiunse a quelk) diDa»»
ni-
di Gustavo II L re di Sve:(ia . ij
ni marca e Cotlandia , segnalando il princi-r
pio del suo regno per mezzo di una vigo*
rosa guerra , eh' egli fece contro i pirati e.
corsali , che avevano grandemente molestata
la navigazione del Baltico . Mentre che sta-*
va egh in simil guisa occupato j fu eccitata
upa ribellione nella Svezia da un certo Siwal*
do , il quale rappresentò al popolo , quanto
fosse cosa vergognosa» di riconoscere per re
quella persona, che avea bruciato il loro re
Siwardo , lapidata la sua regina Ulvida , uc-
ciso Tuliiimò loro re Erico , ed era egUmer
desialo uno straniera) . Esso gli anemoni , a,
voler scegliere un principe della loro pro-
pria nazione, il cui interesse, ed inclinazio-
ne Ip avrebbe ugualmente renduto affezio-
nato al paese. I suoi rimbrotti ed esortazlor
,ni fecero una grande impressione su gliani-
mi del popolo , il quale ribellatosi offerì la
corona a Siwaldo disceso dal sangue reale .
Alden volò immediatamente a calmare la se-
dizione ; e la sua presenza intimorì coloro
eh' eransi dichiarati a favore di Siwaldo .
Essi lo abbandonarono , e lasciarono solo
queir Eroe ad opporii a tutte le forze di \)6o
de' più ^ possentij^monarchi del Settentrione •
Siwaldp però nqn si avvilì d' animo ^ ma spe-
di uà araldo ad Alden, dichiarando ch'egli
lo avrebbe combattuto con i suoi figliuoli ;
fi;^ Aide,! raspose , che il partito non era.
/ ugua-
j[0 t>el Regna e ddla Vttd
b^guale; poiché egli solo verrebbe ad essere
ia tal caso opposto ad otto uimici : al che
avendo replicato Siwaldo ^ che i suoi figli
ed • egli medeiìmo erano uti solo èaiifgue , fu
accettata! là disfida ^ e gli otto combattenti
furono k^lati morti sul ca£i)po\ Or una pro<*
va di Valore e prodezza cosi tneravigliosa 4
e da stordire avrebbe dovuto natura aliente
frastornare gli 'altri dal dichiararfi nimicì di
Alden . Tuttavia un certo Aste» gli mandò
unai disfida 4 fidando nella sua enorme sta-
tura , ed in quella buona fortuna che fino
allora lo aveva accompagnato in tutti i suoi
cimenti i Fu adunque accettato il stio car-^
tello , e Alden combattè con lui e con sei
altri compagni 4 i quali tutti lascio morti
nel Campo é In éomma dopo essersi Alden
guadagnata la fama ben meritata del piìi
grande guerriero de' tempi suoi , ^e ne mp*
ri s e fecondo il costume di quel secolo • fu
registrato nel calendario degli Eroi.
Alden lasciò in testamento i suoi domin|
al suo parente Unguitì; dal che par che fia
confermata T opinione di coloro, i quadirap*
portano che A^miiudd ^o figlio fosse mor-
to pillila di lui. Pur nondimeno ^i ttectein ■
quistione i con buon fondamento, se questo
Unguitì fosse in qualche grado di aifiìnità o
parentela col^e^ Questo principe annesse U
corona di Cotlatidi^a a quella di Svezia 9 e
di Oustav^ IIL re ii Sve^ . 3 i
èe ne morì dopo un bre^e regno > che fU
prosperoso. Altri poi allegano cotw.tnaggior€e
probabilità s eh' egli perde la vita in una
battaglia contro di Regnaldo re della Gotlan»
dia 9 il ^ualè per dritto di conquista ducces*
se alla corona di Svexkl •
Quindi Hegnaldo ptt rendere la ^ua vitto*
Ha ancona più grande f e di maggior conse^
guenza > fece invasione nella Dahimarca col-»
la mira di unire quel regno alla sua coro'^
na . Quivi diede una battaglia, la quale con-*
tinuata per tre giorni con un furore senza
rallentamento , in fine terminò la medefima
o^a perdita della ifiii i Ora il dentino di
hegnaldo determinò la fortunsl di quella
giornata i poiché* un vano timore improvvisa-
mente occupò gli animi delle sue truppe ^
onde permisero chef i nimicì strappassero la;
Vittoria dalle loto mani ^ ed eglino si riti-
rarono alla lor flotta con gran precipizio *
In appresso, una gran parte dell'armata en«
trò nel servizio di Aco famoso pirata della
Norvegia i
Gli stòrici sonò grandemente divisi circi
il successore di Begsikaldo. Tengono alcuni
che ^srttunda figliolo di Regnaldo fu innal-
zato al trono di Svezia per i voti ut)iversa*<
li del pòpolo ; altri afermano , che la co-^
TOfia di Svezia cadde nelle mani di Siwal-*
do il vittorioso monarca delia Danimarca ^
As-
32 J)el JR^gm e della Vite
AstnuQdo ebbe quattro figli eh* erano i più
fj^roìiclabili pirati di quel tempo ; iquslU
divennero il terrore del mar Baltico » ed il
flagello di ogni onesta industria e pàpi6ao
cotpmercio . Per mare s' incontrarono essi
coi quattro principi della Danimarca , i qua*
li similmente menavano vita piratica ; quin-
di ne segui un fiero combattimento , ed aip'*
Ifidjae le parti adoperarono gli ultimi loro
sforzi per ottener la vittoria » e ciò ^cero
cpn tale eguaglianza di fortuna , eh' ebbero
t conchiudere una pace^ ed entrarono nel-
1$ più cordiale amicizia. I principi Svez^zesi
accompagnarono i loro novelli amici nella
corte di Danimarca , dove Agbord , ch'.eri
il xtno fratello , rimase perduto amante dì
Segris figlia del re, giovane principéssa che
possedeva ogni pregio , che possa ornare l0
spirito e decorare la persona . Costei prima
4el sqo arrivo era stata promessa in isposa
ad lldegislao nòbileGermano di grandissimo,
inerbo ; ma poi avendo 'ella cambiata* incli-
nazione nel primo abboccamento .col prin-.
clpe Svezzese , si accèse una tale g^ra' ed
emuUzione tra gli amanti \ che solamente
col sangue si poteva estinguere . lldegislao
vjcijeva' in ogni conto ricorrere al suo pro-
prio; coratggio per averne ,il dovuto compen-r
so e soddisfazione ) ma /u dissuaso dallo sfi-
4^re il suo rivale ? mercè \t insinuazioni ar?
ti-
di Gustavo I IL re di Sve:(ia. 33,
lUkipse dell* astuto 6 scaltro Dol visto > per-^
sooaggxo uobile , che avea fatti i capelli
caauti tra gl'intrighi delle coni. Egliadua*
qae intraprese a spargere i semi di gelosia
tra li principi Svezzese e Danese « e qaindi
^d obbligare il. primo di lasciare la corte •
X>e 3^e astuzie felicemente gli riuscirono ;
poiphè i Danesi furono tostamente convinti,
che i figli di Asmundo aveano segreti dise-
gni f quali andavano macchinando .ed ese-
guendo sotto la maschera di amicizia e di
stima. Essi adunque concertarono e risolsd*
%o di assassinare 1 quattro principi , ed ati-
tnalmente uccisero Elvino ed Armido ^ ch\
erano il secondo e V ultimo ; ma la loro
motte non rin^ase lungamente senza essere
vendicikta , poiché Agord si avventò colla
$pada alla mano contro i principi Danesi, e
lece loro sojSrire quel giusto castigo che bea
si meritavano la loro crudeltà e tradimento;
ina poi avendo immaginato e creduto , che
tu(ti i $upi sforzi per ottenere il consenso
del re a sp^c^are la principessa » sarebbero
staiti ormai vani , si procurò di avere acces-
so al palazzo, travestito da donna: ed essen*
do penetrato nella. camera della principessa;
s^ la condusse via. Si dice da altri , ch'eli
in.ajbii;i donneschi entrò nel servigio della
p^ncipe^sa -, trovò il modp di essere ammes»*
so al di lei letto^ la capì, ed essendo state ^
Tome J. G sco-
34 JOel Regno é delU.VkA '
scoperto, fu posto amort^^ Si aggiuoge^ cliif
la principei^ uscita quasi fuor di e^ tta T
amore e la disperaaion?, appiccò fuoco a(
palazzo, e constiinolld in^sieme con' se ste%^
sa, collo riccbe^sse^' e co* servi . Orsi il solo
Acquiti rimase vitro di tiitti i égli di At*'
iiiundo^ e immediatanfeme che fece fiforno
alla Svezia , fece let^ d' ua^ armata p€¥
Viendicare V ugcifione de' sutoi frateUi . Noa
si tosto ' ebb' egli me$fe a: terra le sae
truppe nella Zealanda , che ordioò' alle me-
desime che recidessero grossi rami di albo-»
ri y che dovessero portare nelk l^fo mancr
sinistra ^ niencre marciavano versala cap^i^
tale ^ Jjt senpaelie che eran intorno* allaf cit^
tà, furono sopraflatte da timofe> per la vis^
di un fenomeno tanta insolito ,: rassomigUatk*
dio un bosco ^ che si moveva ; ondo abbst0«
donarono i lorapo^ti ^^ e conroniearóno il
loro improvviso spavento a tutta: la; torte* V
II re punto non dubitò che ciò presagisse'»
lui danni e rovine, ma pur con^ tutto que^
sto egli si deteri^inó di morire gloriosamen^
te / e dopo di avere operata' ogni co^ per
la pre^ervaaione del suo popolo/ raccogBen'^
do insieme unesercCto in fretta, uscì fuc^deU
la città, cominciò un fiorissimo combattimen-
to e cadde estinto per le mani del nimica ^
Acquin fece uso della sua buona fortuna :
in maniera che dimostrò ^quanto poco egli'
se
éi Qnsiàvo ///. re di Svèzia. §4
sé la jH^itaise ; poiché la soa crudeltà Mfl
la pttixitÀ he a séfóo^ né ad età ; e tutti
sUn^a tiiunai ^ distidaione iuròtio trocidati a
MCigue fréddo é La Daiiifriatcà' vtdeasi già
Hédcta agli estremi, èra le inatcia délkspi**
rante libertà ^ Quando giunse avriso della
morte di Àsmundo . A tali horizie Àtqisìti
ti tiéÀittì nella Svezia con ogni possibile
èfiedìtezza, per assumere ia ^ov'#anitày lasciane-
<k^ il comando dell' irmata ad uno de' suoi
getìefaH> sopfannòminato il Superbo^ il qu«<^
le fu tosameiite scaccialo dal paeéé dopo l<t
{Partenza del ^uo àóvràod. Non passò lu 1^0
tempo che il re riparò ]e pierdite sofferte?
dal sito CrÉltìCfrale ) pdidhè sddrsé ed invaser
1% Danimarca coti p($deròSo eselrcittn \i^e per
assoggettare i Viiiti ad oj^ài possibile igne*
nprinìa^ pose Una dolina af lèfd governo, l|
^uai larter viene ocxìm^sSo da fturd i {tarici
Danesi . I rlttarteiiti anài dei» regno di què»
ito pritìcipe furono pacifici >« felici vta DaU
tiimaroa gli pag^ ah tributò, e la Svelia e
la Gotéandia loì riconobbero toÈaé' loro ìm^
mediarlo sovrano- » li' eqdltà pòi, la megera*
ftioUé ; e là predefl2a onde goVcfrfiò negli
«Ititiii atini delsUo reghó ^ pienamente scaiV'
eellarotlo gli errori commessi nel principio".
Per to ahni priana della sua morte egli per^
de 1^ tiso dì tutte^ le sue facoltà , e gli fa
facto succhiare il latte tolne un bambino '/
Ci Tut-
jrf^ hel Begm € della Vita
Tuttavia però egli conservò nell' animo t\io
V affetlo e stima de' suoi sudditi , e mori
sommamente da tutti compianto .
. ' Secondo moltissimi scrittori ad Acquin
successe EgilrAunijf ^ il quale poco mancò,
che non fosse privaK) della sua corona ,
mercè gl'intrighi di Tunno, che fu il teso-
riere neirultimo regno . Questo personaggio
lavea convertite iti suo proprio uso grosse
somme del pubblico danaro, é le ricchezze
!o abilìttirono ad aspirare alla sovranità .
Quindi per evitare di essere chiamato a ren-
der conto al giovine re , egli apertamente si
ribellò ed unì insieme un esercito numero-
^«o di disperati. I piccioli successi /che fu-
rono da lui ottenuti nelli primi suoi cimen^
ti colle forze reali ,' affatto non gli fecer
perdere' il coraggio . Essendosi egli troppo
«vantato ,ncl tradimento , sicché non i^o^easì
ritrattare con sicurezza > poneva a sacco e
depredava il tutto pernierà disperazione. El
diede otto successive battaglie , nelle quali
tutte fu vinto ^ sebbene Egil' fu così forte-
mente angustiato, che videsi obbligata) a ri-
correre per ajuto ad Asmando Ve di Dani*
marca . Allora, egli m bella maniera rivai*
se le forze contro dì Tunno , distrusse la
eua armata , lo cacciò in esilio , e passò 11
ffim»neate di sua vita in perfe^a tranquilli-
la • Egil terminò i suoi sfortunatamente ^
. poi-
et Gustavo ilt. te d% Svezia . ^f
poiché mentre un giorno se ne rieorDftvè
dalla caccia 9 fu assalito da un toro furìosOf
e cosi miserabilmente malmenato, eh' esalò
lo spirito in quel medefìmo luogo.
ho scettro di Egil fu posto nelle mani
del suo figliuolo Gotar , chiaftiaito da alcuni
scrittori Onar. Ld. prima cura di lab fu quel-
la, di fortificarsi per me2zo di poderose al-^
leanze , e di assicurare la tf anquillità del
suo popolo^ con entrare in tifattati di atìn)-
.«izia o parentela cogli Stati vicini • Conque"*
ssta mira esso gittò gli occhi.su la figlia di
Asmundo re di Danimarca , e domandò ìit
matrimonio la principessa . Fu adunque man*^
dato un . ambasciatore con uno Splendido
weoo, nella corte di Danimarca ; ma nel suo
passale ; ^ per la provincia . di AUahd , egli
fu assalito ed assassinato dai ladroni 4 i <^o»*
li si suppone che avessero operato a tenore
degli ordini del re danese. In questo lem pò
Siwaldo era salito sul trono di quel regno ^
e pàrea pochissimo disposto di Gondisceiidere
alle inclinazioni dì suo padre e dt\ sua so^
reiU; talché per evitar ciò, Gotar rimase per-
suaso , che Siwaldo si fosse appigliato a queli-
to stratagema così vile ed indirlo; Egli
adlunque per vendicarsene* immediaUnOentc
dichiarò guerra alli Danesi in Atland, e né
oitenne una vittoria di gran considefaiione^
Quindi coaquistò Sconen, e di4de II guaito
* C 3 a tttt-
)8 ^IM. Regno e della Vita
Zr tutte le Provincie nìmiche» fin a tanto elite
ottenne la sua desiderata principessi , e se
]j| condusse alla sua corte in trionfo. Nella
$ua ass<;nza uno de' suo vassalli avea man*
lenaco .un certo amoroso intrigo colla prin-
o|pes$a sua soiellaà ed il re nei suo ritorno
lo condat^.nà a morte ^ la>qual sentenza fa
eseguita senza niuna mitigazione « Gli amict
del jdefuptp si determinarono di vendioarse-
x^» ed invitarono 1 usurpatore di Daivimar-
j^, a .venire nella Svezia , promettendo di
jE^siAerlp con poderose forze nella conquista
,4^1 -regno. Jarmerico ( tale era il nome dell*
^.Wfiurpatore ) trasportafo da sommo piacere
,pef.^?5ersi a lui. presemata una ^sì belila op-
.pprtunità .di fomentare la sua amb-^ìone <,
j|^ipe»^è. iillcgramcnte le proposizioni fattegli
4aJlii; malcontenti , iSccbè pose in pie^i un*
.far^ta^ e cominciò una guerra crudele con-
^^o, la Svezia ^ Gotar punto non si atterri del-
.jiaioun mente tempesta; ma avendo radu na«
jte le; sue forze, marciò di buon'animo con*»
^ Jjro i Panasi « e loro diede battaglia . La
fprtuna però noa:gli fu propizia : fm disfar-
. Ip. con grande, strage^ e lasciato morto sul
f:ap?pp. di b^aagjlia , in mezzo di quel!' or-»
jjii^le macello. Jannerico jfece un uso bru-
itale >dclla sua vittoria » poicbè non .così to«
ftp Cu ricQnosciuto ^1 cadavero del re , che
Piegandogli la sepoltura , ordinò che fosse
cs-
di Gustavo JIL re di Svetta . 59
eiiposto su la dma di una montagna per es*-
ser p^^colo delle fiere 1 e degli nccelli dir^
piaa .. Egli giunse aacfae a tal grado d' in^
soIénza\ che m^iidò nella Svetta un'ìmma*^
gine di legnò rappretentaiite ' un corvo con
un' ìscri;zione cH'csprifiieva fcke il re Gotaif^
non era in queftó temptr dr flhrà "maggior ini'
porians^a che un ^corvo . jQaindi fu che *qde$to
sfortunaito principe djttenneidopo la snamof-
te it nome di Wandelk^oka, o sìa ^orvo.
Alden supcesse alla porona di sxto padre <»
e già stavasi prep^randQ di vendicare )a di
lui morte, quando ricevette^ avviso di tma
compiuta vittoria « phe Jarmieilco avea ù(-
tenuta iopra gli Slavi ef^ivotinnr: Or 'Que-
sta obbUgò U giovane re a sopprimere 11
^uo risentimento, betiphò fòsse tosa di 'som-
mo risdhio d^.dicbiariirpjaìguerrà, còsi pre-
sto nel suo regno contro dr uti prijicippd!-
Vicnuto altiero ; e grandemente forte jier le
sue. recitate conquiste • Non molto dòpo
tede finalmente aU^ sua impazienza di vèn-*
detta > ittacòò' HI nimico jper mare ^ e dopo
un sangqinoso^ conflittp phe contjnirò per
' tre giorni , conchiuse una pace, a cokidizio*
ne che Jarmerìco dovpsse sposare la snaso-
relW^ e ifindi in poi -^ vivere colla Svetìà in
una perfetta armonia. Ma questa buona in-
telligenza fra le due isorone non fcrche
41 breVè durata. Sroàyilda sorella del Alò-*
, C 4 nar.
4SO . Pel Itégna-^MUt ViéA .^
narqa s^izcse fii in^scamentig: accusaci éi\
4i/ki'iDaritQ;di mantenere oBÌa rea corrise^
poodenza coni Broder no geniftfo 9 e di facr
tp. questi) fu posto a moite^ essendo ilat^
sbranalo da' <:a valli . Or tixtta la civcospezio^
;ip e prudeitza di Àdel non lo poterono
tmfTt^^ere dal prerompere ^ in amare invetti'*
ifej9ontr0 di Jarnrerico, in ricevere queste s^f
triw noyelle . Egli jsolcnnemente giurò di
faj^ne vendetta , ed in quel medesimo ìsean*
t&<miie in opexaj mezzi onde venirne a
capp I sicché esiendo entrato nella Bantmar^
cajn .U114 maniera, ostile, pose a guasta e
rovina qu$iiiò:?mai'se. gli parava d' innanzi
s&fgsi jiQcontTare i nimici f i quali ;si trova*^
vaii^Jmmfissi an guerre civili , perciocché
Jarmerjc^ ,^er» Ja? «uà xrudelt^ era incorso
neirpd^ de\$fsioi^udtHti. Fioalmenre i(mo«
narca dii|f$<ii€9 ^iM^tto. a cercare ficove^
ra iiir uDa^jpenr vìHdìi forte^^a » ncit^egii ^vtz
fabJb»iìpat^ii?idQve fu asiediato digli Svezzesi,
e fatto prigione , arrotato vivo ^ e i «uòi
tesoi^i furono saccheggiati. Ade! finì la sua
spedizione colla conquista di Sconen^ Aliando
e BJeking^ ag^ugnéodo queste provìncie a^
la Cioiroua dìGotlandia. Quanto poi alla Da*
nlm^Fpa ^e^o la diede a Brodtf. figliuolo di
Jarmerico,) .sotto condizione jche. g^i ^p^gassis
un. c«rto annuale tribtto * Net ritorna che
^Ce 9IU Svezia,: il re oiTeri sacrifizio in.Upsal •
alli
^ . €ÌUstaVù IJjt> re l^ Sif^ia . .41
.^fi stoi falsi Dei ve Jiientre cha- stava cir-
aondando iLt^mpio a ca^vallo in (processione^
. fu sbakaìio dal medesiiuo ^ ed essendosegU
r sfogato il collo, esalò lo spìrito neir età di
jCìnquantacinque, dopo di averne regnati 45.
Os(an iaunediatamente. sali sul ^ono di
suo padre-, ed appena si era « stalli tko nella
.mvranità, quando si ribellò una delle più
considerabili famiglie della Svezia^ é tirò
nella loco fazione un gran numero di ade^
.renti . Ora • per reprimere questa sedizione
neir istesso' sqo principio, il giovitie monar-
ca coinlnypià la sua-^mareia alla ' testa di un* ~
arenata, e portossi nella C^tlandia^. Quivi 'I
ribelli trovarono un^ opportuna occa&ione' di
distruggerlo ; poiché circqndarono Is casti '
ov' esso alloggiava in tempo di ^otte , ed
appiccatovi fuoco' viT bruciarono il re * con
tutti i suoi^-Aguaci. Qi>sito» firineipe' mori
jìeiretàidl knnir"^)» dopo di averle regfto^
lo, 26. Jascian4o up 4^ìo e successore -^^«
fi di quesu età •
Inguar ereditò la eorotia di suo padre ed
anche lo spirito, guerriero dei suoi maggio^ .
li £n.dai più verd'anni di sua vìiM, e si
distinse come uno dei primi guerrieri di
quei tempii Snio era in possesso del trono
di Dai^niarca , ed aspirava alla - conquista
di Sconen; Questo secondo principe per ve^*
Aire a capo dei "suoi di^gniy era«i studiato '
di
44 • -^«^ Éegno e delta Vìid
ne seguì una guerca ; civile; ed csseodod
|}ata una battaglia, Asip:iuado vi perde la
vita , e la corona, e gli Svezzesi il migliar
monarca che avesse giammai impugnato il
lora scettro, Asmundo fa un principe gl0*-
rioso in guerra, saggio in tempo di pace.y
.ed il padre ed amicò dei suoi sudditi.
Dopo , un regno di 20 anni,. ad Asmundo
successe suo fratello Siwardo , cui la vittor
ria gli apra U strada al trono < L' ambizione
di questo, principe non si vide satolla col
possedimento . di tre corone ; ma gli faceva
d'uopo d'estendere i suoi dominj mercè la
conquista di Norvegia. La fortuna arrise ai
suoi tentativi > onde fa ch'egli vinse ed uc-
cise in battaglia Siwardo re della Norvegia,
"^e successe alla sua corona *, Divenuto borio-
so in mezzo, a. tante prosperità , egli esercir
tò le, più barbare, e capricciose crudeltà ,
leggendo i.suol : novelli sudditi con verga
di ferro.^ e, governandoli con tanta severità
ed, asprezza^ che tostamente divenne insoph
portabile ai.Noryegi. Quiesti adunque, si. rir-
ballarono e chiam^arono in loro ajuto i Da^
cesi, ì quali mostrarono di .avefc 1^ .stessi
inclinaziotoe di souotere il loro giogo. > Essi
aveano proclamato Regnerò, principe di e*
strazione norvegiana , per sovrano della Da^
nimarca : erano corsi, ad arrolarsi sotto ti
s^o stendardo i e lo avevamo esortato cotx
tan*
di Gustavo IIL re di Svezia . 4^
tanta vivezza e calore a marciare in soccor*-
so dei- Norvegi , che non lu ammessa nin-
na obbiezione per parte sua .-Regnerò .adan«
4iie jnconcró nel campò Si^wardo , lo vinse
ed uccise, e quindi dispose del regno di
Norvegia in favore del suo proprio figlio si*
milmente nominato Shvardo.
Irot^ £u dopo di ciò innalzato, al trono
della Svezia; ma sì mette in controversia
s'egli fosse iìgUò di Àsmundo o di Siwar-
do , oppure il fratello minore di atnbidue .
Da tutti universalmente' si concede che du-
rante r ultrriio regno , egli ottenne la corei-
tia di Gotlandia; e éhe a- tempo sud uha
^rahder quantità di- Coti e Danesi si stabilf-
totk(% nel paese: dei Y andai! nelt imboècatu-
€n del- fiume Odger^ fibbrìcanda Ta cinà di
Vineta cosi famosa nei secoli posteriori per
ii 6u« politissimo commercio V /" '- *
In tempo appunto che Itòt successe' n4Ì
Irono di Svezia, accadde t:he il re danese- a-
vendo ripudiata la sua propria, regina , do-
mandò in matrimonio Tera principessa del-
la Svezia. Secondo il -costume dì quei tem-
pi, kot ricusò d'accordare la destra di sua
figlia > priiua che il pf ètensote non si fosse
distinto per mezzo- di qualche tiobilè.impre-
sa onde meritarsela. .Ciò pose .in «opera il
di lei amante, avendo uccise moire béstie
selv^a^e ^ che si laseiarono in. libertà nella
. « ' ' ^ - . ca-
fiamefà defl« soa moamótata • Dà questa <k«»'
jma il re di Daiiiifiarta ebbe diversi fig^i ^' i
^aali tcitri imoto fatinosi' per la erc^lì^ i
Dòpo I* iitorte d'Irot, /w^^/ figliuolo ^
Asmdndo^- fu filialmente innalzato al irono,
da eùi ètatie ^ato Ingiùstaintiite escludo
per due r^ni. Di c|tìestO' re si fiferifirce^
lok' jessecido egli iti tempa di eoa giotinfezza
<dì ima disposkione di ahiino tròppo Mtèi
ìi rào tutore Suibdageto^ affine di fargli cam«^
Inare ^el suo'Ctoi^etamentOT obbUgoIlo à
fnan^aro órori di Icfpi^ la qual cura séctfà*
do'ciibd tie ^ìen detto, coséa niente pròduastf
il 4Ìe^erài!o effetto v Net gio^nd delfà éua
e^altaziofie alla corona , egli t adunò tvdtì'ì
piccioli re elle governavamo le di^efènti pfìH
vitt(Se delia Svezia r è si assise alla lordprcK
$en;^a sopra uno ^cfabello coUoòato iitnanti
al tròno. Quivi fb a lui preservato ^ fieconv-
4o r antico .costume > 4ln co^fìo pieno di
vino^ eh? ?egli sì. bete ^ giurando , d^di
stendere le frontiei:è 'della Svezia / tf petifC
neiratientatov Nella jstessa notte éég^tkc
dióioStròì cci fatti ^ chef nulla VòIeVa ò^se^-*
vare per radempimefito del suo Votói p€*-
che attaccò, fu^co alla Cfisa^, . daMno itsT^no
alloggiati s&ttxi di qaei/{»cci(^i re ^ t li ^i-^
Strusse tielle .fiamme^ Qr queste furono tali
violeinze , tlui . noa erano accòstomati' gli
Svezzesi ; laonde essendosi determinati di
pu^
derò batt^lia ad Ingcl.e.ìa. disfecero.; ma
là vitccfria noti fu decisiva ^ e servi aolamen-
le a prodd^re uft ti^atcato di gccomodairien-*'
(p^ In q[ue$til occasione logel $i portò col<*
Ù ^Ht2i:4ùppttttiiyt p>cz ^ifiieriiàì e All-
ibendo dna cordiale ricodcilia^òiie , grinv»*
f^(^ a lavilo ^j>v^ntOi t ijCQtùei gii bbbe tutti
fadunaii^ pose lÌMico olla casA^ e li àbbru*
ciò vivi . In tal ìPQdór ici^$i Itbterò di dodi-
ci piccioli tiranni, che aveano usurpato il
suptemo governo: di altretfiinte ptovincie
svedesi^ Egli ebbe una figlia iìonnoàte iAsa,
Mon men crudele di suo padre : ctfsa fa ma-*
fitsiu al pnltMiipe 41 Scaniicn^iidarlei msas^
sanato itiéieiiàe con 9UO cognato ti dando co*-
j$i 1 lo^ domi.itij itt poter dia hesiisi. Indi
Cfrcp rìcoiteta alla fCOiriSe :dl 'Siio padre; il
q^^lf eìfhe $ $oscerìere nAa> guerra aoistfo a
panesi vendicatori. del icmififatlo^ iti 0Ui fu
QOiStis^cto ad abbruciarsi tiel prqpria paiaa«
ap insieoie colU famiglia ir
Smo figliOiOIao; scappò kiaìr inòtn(dio« ma
noti giunse al trono ^ al quale; venne ^oatt*
tttito un nobile svezzese^ cboi |iortò il no»
m,e di Carlos Ma vinto attt:k!egli da Re-i
gnero re di Danimarca, ed cnaciso in ain^
gpl^r confitto « la corona M Sreeia passò
Si»l capo di Biorna ^ .principe ideila dina-r
stia
48 I>^ Régno e della fTtta
stia danese, e che fa il primo prìncipt^ crl-^
stiano della Svezia. »i ^ ^..^
. • . ... ./f. .\.i
CAPITOLO Itf.
. k
Compendio gòtico de re Cristiani ^'dì 'Své^.
t V-'" • <" •■»■
Ikil IX. sino -alla metà deU^eàdo TFlì
della Era cnstiùna. Gustavo' J^a «±€n^ '
' ' ' de (A tròno S^S^erià'.'' ''- -^'r
.Li. tv .4,
■ ^, . --■!■■ ì lì' Vii ''■■ ^.»i M»<ii# X . . .j •• •>
«.*&•' i«4.J^
••JUiA mizron. 8^ré«zlB»s(r tibh 'jpf^A^ido' adìfó-
«dmar^ -ad iih gfógcr'srrattiefó:/''at' 'fìb^
teòhtra-tì' rc'^ ^tóh^^-'ed^^ ìith*d '^tèfòrfo
iAèttlartda'*Hfct>^tì» ^tìi- i <cH^ii« Vàoffiiftftìo
%#i«>!fr petsSectìiìtìill :':II^pbpottt péto- ìlritj-
-*fr d*K*witte^rfu3»èfIèà i' to dtp^òèrfer '« iol^tilMil
«^ ^i%inbc(Jl3ò -fitìtó^^ddfo ^$fctetibt(y fé hi-
^•gfeli^cstl-'ditdè V site^'^gliò'tngp- piéf mó-
«^gfte 'é^l«l^%!ik'Hd«^ i-c di BatóMy ; td-'^ab-
•^bìttciè^-^ Wstttitttì ir tttttiaAèkrtvtfr 'La tó-
*ofrta che ptltrta^era-weditària, -divenne' e-
'^-^feittHra' sbtcò' tttrtrta ' nùovae' ^d^^^ di'fe
•€H^rtàfii', La^'sttìfla tìt Svèzia ^hònrp-tefe^**
-éa avvenimenti . df grande * i*jJi>rtattia^ > 'in
questi primi ieédit dei ctistJan^siìind/predi»
' ' T V 'Cafo
dì Gustavo III. re di SvcTi^a . 49
cato e stabilito in questa parte del setten-
trìoQC da var) tnissionarj usciti di Francia
e d' Inghilierira . Sotto i regni susseguenti di
Erico Vaderhead , Erico Seghersell , Erico
(S^chimilde, Olap Scqtkonung^ Asmando
JSloIbrenner , Asmundo Slemme , Stenchil ,
logo^ HaUtan, Filippo , Jugo IV» Ragaal-
do, Magno,, iSyerchero, Carlq e di. Erico il
Santo, niente di considerabile, avvenne nel*
Ja Svezia.
Dopo r estinzione della linea d' Ingo »
quella di Sverkero, e di Erico il Santo si
disputarono lo scettro , e cangiarono la Sve-
zia in un, teatro di cami,ficine,>QlL Fplkan*
gar , cornìncijLrono a regnare nel j 2 5^ . T«ìl-
déQiar fu. il primo re di questa linea « Egli
era %lìo di Birgerjarl^ il. quale si distin-
se per il suQ^discernimen^o. Ladplosfiat^l-
lo e successore di Valdemar si;abili savie leg-
gi ; ripresse V orgogKo dei grandi, ^ portò se-
co alla tomba VafTetp » e4 jiVdglpre dolla na-
4on0. Dopo^la, su^ morte* gU as^aisina^ienki
ed i tradimenti, segnalarono la f^#nigUa . reale.
Magnp ^oprannonjiaato ì^ aai^u^aw ^ fti p-
letto np. 131 8; %^\ pue^jne, la Noi:veg.ia
per , iir^ditk , e perd^jte p^r Ja sua ;sempli:à-
tà mql^e provincie della Svezia., 11. saio. fi-
glio Ho^an, o IJakon, divenne xp di Nor-
vegia, e ricusò la corpna di Svezia; ma ot-
tenne poi "quella di Danimarca , per mezzo
Tomo L D del
K^ o Dei Regno e della Vita
del suo matrimonio con Margherita figlU di
Valdemar . Gli Svedesi scontenti dì Magncr
Smek> lo deposero; ed elessero in sua veci;
Alberto di MekFenburg . Questo principe
estero li oppresse . Stanchi del giogo" deli^,
oppressione ^ chiamarono in loro ajuto Marr
gherita' vedova di Hakon . Margherita che
già regnava s.ulla Danimarca ^ e la Norve-
gia, abbracciò questa occasione di saziare
Tambizione che dominava nel suo cuore •«
Ella ascoltò gli Svedesi; dichiarò la guerra
al loro sovr^app, lo vinse e Io detronizzò ;
Non andò guari , eh' ella propose di fàrcr
un solò stato ài tre regni del Non, e di
riunirli sotto un medesimo scettro. L'unione
fu; conchiusa a Calmar 4iel 1397, cd^ i de-
putati dèlie tré nazioni vStipularc^Oji che cia^
scheduaa' delle nazioni sarebbe governata
secondo le' sue leggi . Questa coiidizione do- .
veva prevenire gli attentati del poter arbi*-
irario. Margherita la rispettò ,> intanto che.
vide Tedidzio ìa^lzato dalle sue mani anct>«.
ra vacillante V ma dopo avierla stabilito so^.
pra solidi fondamenti, ella non fu più tan-
to fedele ai suoi impegni; ella seppe per,
altro colorire le sue ingiustizie. Ma Erica
XIII. ^ cui ella ayea fatto eleggere per sua-,
successore , appertamente' adottò il sistema. ,
d' oppressione r Egli trattò là Svezia come.,
un paese 4i conquista, e confidò in mane
dei
di"6 astavo ITI, re di Svezia . 5 1
àti *I><irrcsl F'amminhtrazioire dì questo re-
gH»*, i quali sì resero colpevoli di mille
tìtìiose vessatlonì. I Dalecarùesi sdìegriati, si
rivoltano. Engelbrecht nato fra loro, e co-
fitfSciuto^ per le sue eminehci qualità , si
ttretfe alla lofò . testi/ combatte i satelliti
del tirahnofy e Vendica lanarione; Erico pro-
mette di fegnarc confoftne aUé Uggt della
Svèzia; ma $1 può far codto veruno' sulla
parola' d'un perfida «iespota? Engtlbrecht
viene assassinato dà un rivale invidióso del-
Id ètra éloria, e le Vessazioni ricominciano,,
I Dalecarliesi si rivolt^nro di nuovo,- ed in-
Vtfuppanó èella'Iord rivolta gif abitanti d'al-
tre Provincie. II tiranno comparve nella
Svezia alia testa delle isfue: tnappe; ina il
cielo «si dichiara per la buona causa. Erico •
è ridotto ^ fuggir ef nella Diniimarca ; ì Da-
ntisi ùgttà'f mente ^étaticbt iiella' sua tirannia ;'
non gli eoiicedóno lungo' itmptìtìti asilo;?
viene cacciato in èsiìid, e ,CristofeÌo di Ba-
vièra moiitt sol trono • Alla morte di que-
- sto pTinaipflp ^ xke ^egul nel Ì44S, gli Sve-
desi- eé-'i Jlorvcgcsi diedercf lo' scettfo'a Car-
lo Knu'tson d'uri» iHìrttrèf famiglia^' e che
areva legame cogU antichi re' dì Svezia. 1
Danesi 'lo desdiiàacrai^rfstiernro I. della ca-
sa-di 'Oldcnbafg;. L*Arclve<co^ xl'tJp*saI,
prtkroi potettte- ed ambizioso, nlivove intri-
ghi^èontro Càr^a^ e far passatt U Svezia liei
D X pò*
^a 'Uel Regno e della Fifa
potere di Cristierno* Questo ,jBoaarq^.,KkOt\.
avendo rispettato un popolo Rqxo custc^^
dei suoi privilegi, fu ben presto ^pogli^t^iy
della corona. Carlo la ricevette di ^ nuovo. ,^
e nuovamente detronjzzato venne risiabilit^c^
del 1461 V e regnò pacificaji^ente sìnq aU'aj(i<s
no 1470, nel quale mori, '. V
r Sten Sture il maggior nipple ^di Cado j pcei^
t^e U redini del govcrop 4:on titolo ;d^am>t
xninistratore : egli meritala quello di re ti
Ibrse se l'avesse conseguita ♦ s*^ ,n?t sarebbe
sno;strat,a men , degno « Cristief qo il qiaajf
pretendeva cb^ lìQCpra .|su&$|Me^' r^QÌODfl
di Caln)<iT,.^tbbeAe,^li Svedesi lo. nega^Q^
To,. trattò Sture d^ ribeìle.f; e Giovani^ir 6.uq
successpre feqe reiterati sforzi per.$ottamctr^
pare la .Svezi^a • ]Vl<^ l'anaraitiistraroFe sepgfi
liaa Atene rsì nel governo- La sua, feroiezza »
la sua prudenza V il suo zelo per ilben pub«
blico furono i saldi «pstegni del ^uo ppte-^
re* Suante Sturp degtio nipoic di questa
grand' uon^o , gli successe ; rese felice la na^
zione j ,che ^li .avea confidata U s^a- auton^
tà e destijiò per suo successore un "Vigilio a«
ipato. Sten Sture il minore.
, Cristìerrio IL y il Nerone delNord^ es-r
spndp pervenuto al regno di Danimarca yriotf
novo le pretensioni* dei §uoi antecessori i ma
no.n pitenne che rifiuti e ripulse.. Sdegnato
d' una resistenza tanto ardita , fece marciare
le
di ostavo III. re di everta . «j J
le sae truppe nella Svezia, e diede battaglitt
7L9é\xte: L'amministratore perì nella baita*
gKìt) ed il tiranno fu vittorioso. Seconda*
tè- dà 'Gustavo Trolle Arcivescovo di Upsal,
6iistiert)o pervenne alla mela propostasi ^ e
fti Coronata re nd 1519^. Egli segnalò ben
presto la sua potenza con atti di crudeltà
che sollevarono la nàziione Contro di lui i
La strage ctìe * egli fece fare a Stakolm ai
persahaggi f\\X' iWusttì del regno , mossero
tutti gli 'Svedesi à sdegtiò ed a furóre.
' Fra gK* estaggi che il re di Danini^rca
avea- peffidatnème' ottenuto dagìi SvczzcsI ,
ànhuttìetav^si "Gustavo Etiéksòn. 11- re Crt-
stkft*nt>aveii iridar^ tesate le prome/sc e le
iniàacèiè , pet distaccare V anirifto dì questo
giòthìe illustre sveizfese i rfafl partito ddl'am*
lùiiiistratòre.' Là sua ostinatezza per poco
non -gli costò la perdita della *ita , cónéIóS*
siacbè temendo il re del suo valóre' e co-
istanza > diede secréti órdini , che dovesse es-
Sei'C' strangolato in" prigione; ma Tofiiziale
danese* cui fii data una tale commissione,
detestando un'azione tanto perfida, audace-
jttiehte. fece delle rimostranze al re intórnp
alle conseguenze della '' medetìma, e lo in-,
dusse a' ritrattarsi dal suo proponimento, e
eemtentarst di confinare coli' ultimo rigòre
gli ostaggi nel eaitellò dì Copenhagen . Qui-
vi »rfcuoÌ di- èssi pétifotió, in GOHSCgnenza
• ^-^ ' D- '3 • -- ■-' de-'
^4 Del Itegrta e della Tìti
4^glJ aspri trattamenti i-icevuti., ma là for^
„cc^ 4s nerboruta Coinplessicne e lo spirito rJ-
jsplutp di Gustavo resistè ad 45gni crudeUf^
,.del je, Cristìérno, Tuttayolia ì)erò Erico Ban-
ner nobile danese, ..Hocco xla compassione
dei sjiioi patimenti ^richiese al re che met-
tesse Gusuvo. nelja «u^ custodia, pet ved^
re se Jo potesse indurre, ad kìbbracciare U
partjlQ. di sy^ Maestà , e fargli aprire gli oc-
^ «ni ,a ^uQ proprÌQ ^ yero interjesse. Cr^ìstier*
m, y\ aqpojiseniì, ma ^otto .condizione che
^ )^p dpye^sse ..condurre alla fortezza dì Calo
.jixelji^. Ju'Uandia , di cui «ss.o jera goyernàto-
je» e. pagare, ^oop^ scudi per suo riscatto ,
. ^.n.paso che; acga^es^e cbè Gustavo n^ scap-
/jp^as&ejvisi • Banner generosamente abbràcpiò
^ yi>a j.ale cpndizione , e §eco lui si menò il
.^sup. prigioniero, procurando, '.colja estrema
aj£UWe;^?a ìb rcura di scancellare dalla sua me-
,mpri.^ \\ cattiyp irattan^ehto^ cui era sog-
giaciuto a CopenbageP ._0r le nobili qua^li-
,t^ ^di , G.usjtavo si guadagoaronb ^on t^htii
] posganz^ r animo di Banner , e di xutt^ la
,5ga famiglia, che non era starp Juo^mente
À. ù^lPp quando ^bbe la libertà di andare
gir.^ndp , e.d. anche a jcaccia per suo diverr
iim^ento; ,ed ogni giorno si prPppnéano
nuove ricreazioni e, passatempi ; e tutti ^aci
jdella ,cont/;ad^,a lui ne accorreano- per da-
ri? divertimento aJ.forastierOt.Tutte*p.érò le
Jo^
di Gustala IH re di Sv^^jia . 5 ^
IpFp pr^zze non furono capaci a far sì, che
^j^^^ay.o si dimenticasge ch'egli era prìgio-
nkJ^pA "^ veruna di qi^elje civiltà e finezze
c^fsso ricevè , ppterono. compensare il suo
/cordoglio di essere posto fuor del caso pri-
yato d\ayer parte qella gloria jdella guerra."
}I suo ardente desiderio di , poter giovare
air a meni ni strado re, U sua gran passione di
difendere la propria patria contro gli .att^c-
ch^ di Crìstierno \ ed il suo risentimento cò.n*
tro la perfidia del monarca danese, gli à-
veanp impedito di. potere assaggiare le dòl-
<;:ezze del ritiro , ed il godiriientq della,. '|^ìu
perfetta amicizia. Tuttavia peifò egli soppor-^
lò il suo esigUo^ e soffri una tale «ittiaziò-
ne^ fin a tanto che le di^gra^ie in cài vi-
de invòlto Ù «uo paese, la>norte dciram-
piinistratpre , la rovina del suo partito, l* ór-
reiicìc) ri^acellodel éenato; e la jt4raonia'di
Cmi/Vrwo, tutte queste cose lo jcòn vinsero
pienai^epte che doyeàsl .tentare ogni espe^
diente onde ricuperare la sua lllpe'rtà, poi-
ché ciò- pò tr^be esserci il mezzo ' valevole
di Jibisrare la sua patria dalle, stesse fau-
èl della distruzione . Egli non potea. 'ope-
rare d'indurre Banner a itradlré l'interesse
.del suo re, quantunque grandissimi foèsero
\ iStati i cpptrassegni di amicizia e distinzióne
.che questi con lui avea usati; ma Si. andò
^ Jusingandp, eh e^ualpra avesse potuto rag-
D 4' •" ■ co- •
5^ pd'BMgno r della J(^^y
cpgli^pe^^ \ài sooaHfò eoo. cui 4vt2t' Cfisihrnó'r
fissato il. suo riscaico^ egU fkHrebbJb^cdjppCM^/
sene, via^ &9nza fasre nkioa Ifìgitiria al sto <^*
nevoso proteitore^ o violare i sacri frìtti dib^
VLtnmiiZr^ gratitudine ed ospitalità. In' qxxi'^^
lurw|vi^ evento esso gittdicava ^ Ae le obbl^-'
ga^iqni ai pubblico, ei doveri vef so la (»':
tria, d^visaDo fitr^valeré n tuitì i vincoli di''
uD privato riguardo • - . - , •'• •:
oQan :qa€«ti sentimentj ,. Gustavo momò tin
gìp;i^ Y^pra- iì suo eaVaWov ioiio pretesto .
dit^H>«kre a caccia secondo il siio sotito >'
ndl% foT'Cstd « Come fu ctgU giunto ad ntìt
con^^oi^nip dMt^^^ ; catBbiò Je sue vesti
co^'^lpito ^ì.mifSLtbàeo^» jr lasciato il suo "^
c^^o. v4aggiè^'d^ giorni a /{ttsdi p^r vie '
non batf{<He) e sopra • n^pniagne i|«rséA im^
pQSSÌbJ*M a 4Pi9i$s|i;si.^ e^ giimw nd'tefzo gioi^«
ho -^ inombrargli Qlii^i ntnnt^ poteV^ essere
aini«99KO;rsenz^ m^r^ u^pas^oroo; e 6d^ -
stavo .fjeq^e^' di, . presentarsi al governa^rd , .
o pur^,airii&eiàlj&. di guarda ^ i»v«iundo
di f sscre scoft^i'to . Ma felicemente per Itri
accadde ,< che allora ootre»^ quella stagione •
de^r anno j quando i mercatanti della bassa -
Sasspnì^ colà facevano considerevole traffico '*
ih ^«rov^nti^ i ?quali'ìsogliono essi comperare ^
nella Jutlandia • Crostavo si pose in 4^^^^^^ '
di ^ervo pr,e»so uno di cocesti mercatanti v -
onde col (a^cM di -un tal suo tfavesi;hnenv-^
to
a^B^iawJlf. ft ih Svezia . 5^
ttot^^^Uìiscì' di scap{»àif >fooiri del tefritorj
dtM^:»: ed ztfìivh a Lobeccd «
; ^em sd toste Banneir fu^ fatto consapevo-*-
ltf^<lj&Ua sua 'sca;ppata ^ che si parti \tk traC'»
ci» <ieI'^Aiedesimo cdU' estrèma solletitudi^* .
iìtf> ed avendolo trovato a Lubiecca , lo titn«
proverò coiv gran^ calore •^òònie ingrato e tra»
difore; ma i^sw rimase appagato T animo
di Banner per gli argomenti addotti da' Gii«
stavo V ^ apeeialmente- per la promessa che
gU. feea di rinfrancarlo' qu^into alla perdila
del S^/^ riscatto . Pep ta» qualcosa Banner
«Q.ne lìtocDÒ io dietro spàrgendo "vdce'i che
non aveva p4>tuló rittovaré 41 éHo^tfgìòtiie*'
ro . Cnnwfùi fii accede» ^ fabbia pc» 1^ di
lui. fuga, 'follemente temendo dìé'aSre^sè
ad atttpaversave tatti i «culi diségni nelfo '
Sve»a, sieohè diede^ordine'als^ gonferà^ "
le Olone > die ne^&oesee fe^ più dllig^i m
cerdie ^ e non k^asse< ìntet^to hitin' mèiàd
per arrestarlo* Gustavo* non pertanto* pe^5é«
vero lermissimp: e salda nei ^ol disegiii";,
stufz punto smarrirsi aHa vediita ' dee' péfi^ ^
coli, che lo circondavano» Egli rfcotse aHé^'
'reggenza che lo fornisse di un vdscellb pèt ^
trasportarlo nella Sveaia,' do^ sperava che
gli sasc^bbe rioscito di formare^ un palrtlf o' '
contro i Danesi: egli ^mlknente * cbrttò d^ '
tirare .iaelle sue xnisure li reggein^- di IM^t- ^
•ca^ rappresentando 4ii oapi^ dòi govei^o^^I ■-
f grim-
grappe? in^resie, chf: doycano,^|fMfr^ey|iQf|i.
porsi air ingrandimoaito c)i Su4 #a^s^ 4%*^
iifis^^ la quale per U (conquise^, .d^Ua J^ye-^
Àaerai.dxyeouca pa^rpna di tutfip jl cpn}-
fcaerfi^lo dd mar ^altipo. ]£gU piatto ^opxe
,)I.B^ ma^^cna «i^^rna, cb^ l'uQippexleile i?p«
rp^e. del iVordtr^vebj^e pregiud^eyole ^1
.j(f^<p,d0lj.e .c^à An^cMlch^, e , particoJ[.ar-
. «^flot^ al iCommercipi : di J^ubecca, Égli ri-
:C^ò inojitre alla irggen» > quella poetante
ifimici^ia che i Sovrani danesi avea^op di«
, i^oj^traia alla lorp r^pubbli^a; ^d air incpa^»
4xq: repe jarO; presAQKe queir JnvioJabrl^ jfi-
gciaiTÌ|9t cbe>i /e 4\ 3yipzi^, av^aop, palesato
' jrerp^ i^ <^il4.<J> I,»itibe,<jc^ j la quale ^ra ^e-
tckt^a-.d^lla su« lÀl^rià ^lli . .principi,, di qiie-
. «m p^e^e A $d jii^ Diodo partju^plarQ ^a^, fé jEl-
Tica„U .q^*k nfilj['aft0P;7Ì4& Ubqrom d»l-
^a MWA?»I? ^ì 'Wrald^jai^jrp U. .r/e dq^la Da-
, xMips^^ca • (i3i .^nur. parola ragipnò fon xapto
.jfi\9' ed.^txill^^,, cbe iiHieraB>«ìnce guadagnò
, dalla i>arte ^g^ua , JsTìcpla : Gemmsf, ch'era il
.primo CoinyBQJl^*^Miia la ffs^txxTà non potè
^es^ei p^r^ua^a né Indotta, ^ dichiararsi per
UB pa;;tiro $en^' fenici > (8 $ei).z*arme^ der^ro
-jp, cr^i^o • -Tuf ja y^l^ prima deJU sj^a par-
tenza il Copsple assicurollo , che qualora <b-
gli potesse p^et|erJa campo una .fo»a ^uf-
ficiente per far frpn^e al nipj^ico nel cam^
|)p, jn tal .w^ potr^bjbe ftdaxji. .nei ;^er^jigi
' del- '
di ^sfM& II Ir f # i» S^tì(ta . ij |t
dellia repubblica , ed- allora la reggeottt' 4
sarebbe immediàtaitli^ntc! dicbUrata* ìA 90ii
fìvì>r6 . Gufavo desiderò di tessere 'sbarcato
àf StockoJm, ma, o che il capHaiìo del ra-
%cellp avesse secreti ordini in cdtìtra?ìo, ed
iffari ed incombewp per altre^ parti » MtMs
un corso àìStrttìie» e fo pose a terra Vici-
no a Calmar y uh' era uria tìjtà totttfvià ItM-fti-
fa di guarnigione folle truppe di iGrBtfHa
vedova del ieggentò^: 'Per verità il gover-
^tìàtore teneà questa piazza pfef - i suoi ^o^
prj'fini^'e solamente aspettava dffàWi' i
miglrori patti * che potesse* coi Danesi . AH'of-
ra quanìdo giunge Gustavo*, ^i fece ti lui co-
noscere^ còme- anche ai prinèlpall ùffiéSali
":4clla.gùarjiigi6ne, che per tà'tn^ggtor parte
erano Gertìiahì-, e só!àa«l «tioi compagni
neirarmita déll'liltimo attuntólètrarore/ Er
gli adunque si lusingò ebe là sua tiascka ,
il suo fncrito, e Je sue parentèle gif avreb-
bero wnmecUatànìente procurato uwtal co-
' mandò. Ei dls$e loro, fche -Cól rìschio^ del-
' la sua vita! erasl egli abbaiidortato' nella Jo-
ro città per aver la ^oKa ^di dividere con
lessò loro Je fetlche ed asprezze , chepo*rèl>-
^'bero accadere in fare ire^stènza al tiranno ,
^^ pugnare per la difesa delfi libertà V e di
* tutto ciò , eh- è prezioso e caro a^H uòiéini
* *bravì e valorósi ; ma quella' triìppa ihercc-
':• paria veggendolo senza armata "t senza^sg-
- gua-
,% <
6ó Del JHfgtio è detta fitd^
goacl, lo riguardarono cpmé una petsorii
librati addetta alta, distruzrone > nBj^rò-
tftJK di abbracciare» le sue propbsfzmni / é'tói^
flàcclarSno àneora di ticeìdedb ti tràdlrfè^i
sè^lÀ^irèlrtieéesìino issatile ndh aVestSfé Ts(^
sciata la città. : - » . > -v
'^mwaftò^delnw Gtlstètó 1>feUa §ua appet-
tativi i Is' favolò di là'Còn grandi^inià spe*
liMiza'; ed essfendocfeè fl iuè arrido ^ sì era
M^ifc^o tempo pubblicami te* risaputa s
e^l fu Ili b^l niloVò eostfétto a rieòrreVe
i^f^abltì ^l *u<> paesano peV tenérti così
iBtóto^t^ aialte spic'^àtifcf^ì; *che stavano di-
éftHÀ per tì paese »hi tràécfa di fui . T3^t^
t«j im daricc^ dl^fittn© egfc piatto^ pfef^'ogrill
^t^àpftiere dt^tt' arnftt«^ dahese ;i è finàlinème s!
pbxib ^A »^* V^ccteiò ' cai téHc> <tt sila * fenili
g6à-»SÌla'ti»Md^v»an4a> Di là egìt ^tisèe^i
tMSi^^mtcI, ftfcend^ loro àapeHs il -srub ti^
tbrilOi^kietfe^8v«lzidV'|»'^fttidbli oh^ radu^h^-
lèrO'^viiiltte^ le 4bro forze, affine- dì aprirai d
nf^^xtZL un Misaggto pdf mezzo l' aMitttf
idìttjea dentro Stokiìolm in (^u^ì . tenvpo as^
Mìàfìttai ijtia egltnd ]puTe ricusarono à'ìtiì^
banner jn un attentato eosi p^rìglios^ e di-
speracoi. 'Essi non «erano più QuegH arditi
e*^)irttrépidi' Svczstsi, gelosi detta %oto H*
bèrtà.^ e gtqràli cimici delb tirannia ed op-^
pi^es^ione ; Tutti piegavano il collo ì^oiffé il
giogo del potere:, c«logt) (inolerà attuto 'à
di Gustavo II L redi Svetta. ^i
xva^pspT^ à^%^ medesimo .flgfil qualnQifQft
5p;5p€,tto ri V.?iv versione. al g^v^riiov cqntecvt
t^pslfdejja ,M^urti22^a ('personale, e ilifiMH
sirando. la piò estr^e^^a indiffiaren^a p^r.Ussd^
vezza dello Stato. . \ . .v ,*
. Avendo cor^peci^iU) iGas(«v0> cha iftmtvi*
le 5a^ezM. di proprio ìqcerisss^ avea ^ppimor
tato .^d a>b)>att»CQ il {i^qbMici^ spirito ^t^l
suole ^i^ouci, fe^e^ ca^o.coi paesani;, e «p^riH
va. cJidiiQ^. razza di gemini fieri >^d itil}i;^.
pH^QOj^rrper natura., i qualir niente. aveaAqi
cjie .^ern^re da. Cns^erAo» /?dverei)btrp.><Qi?^
grande aijdor^ abbracciata -i'aptporwnijà» 4fc
scacciarci il tiraniia^ e.<libertu-e b loiio yAt
ti;ia..£gU 4.unque, travvenaò i villaggi^ (MUi^
notes >^i;ingò alle persone: pirinf$ì|)aU.> e<&r
palip^otf di espose: cigli ..m^dfestòio 'lii'pidh
cp aik |o^ feste^ ^4 'H mtto JudaQociii
&aM:aU eglino^ dalle gMrrQ:,iieHe i^piali^infrlt
tìssimi «di loro aveanoperdtiid^^^isglc il
Sa4^i9^ qwle i 6gU ^ i parenti;.! paetatii
brutalmente gli rispos^^Ats ich'cdsi %o^m9^
XK> il sale e le ariaghei sotto i il g^v^tnpt
del re di Danimarca; e cht. ogrii lemati^
pcf venire a capo «di. una rivoluaionè , Mt
rebbe iiccompagnat^o da cerea ed indabltaM
rovina,, senza che. vi ^fos^ il prospetto di
migUorare la lora , cocK^zione ; poicbè pae^
sani essi, erano t.^ paesani trebberò rìmafti
chii^pqne mai fosse re. Finalmente dopo a-
ver
($4 J>el Regno e della Tk»
gentilàomOy il qaale immediatamente p6f-^
tossi alle miniere per offerire la sqa prot»*
zione a quel Io. sfortunato straniero/ ma oh
quanto rimase attonito e sorpreso d'animo^
allorché riconobbe le fattezze di Gttstavo\»
di cai era stato famigliare ed intimo amico
neir Università di Upsal! Tocco adunque da
compassione per la deplorabile circostanza
di un nobile cosi distinto e ragguardevole «
appena potè fregare le lagrime; ma non
per tanto ebbe presenza di spirito bastante
di non rivelare la scoperta. Nella notte et
mandò a trovare Gustavo, gli fece un'off
ferta della sua casa « e gli diede insieme la
più forti assicurazioni della sua amicizia e
protezione. Ei gli disse che avrebbe trova-
ta migliore situazione ed altrettanta sicurez^
za cóme nelle miniere; e che se mat per
avventura gli fosse accaduto di essere scor
perto t egli avrebbe pigliate le armi ii|
sua difesa Qon tutti i suoi amici e va$--
salii «
Gustavo abbracciò con gioja le obbliganti
oiflTerte dell'ospitale Dakcarliano , e si tiat-
lenne per più giorni con cotesto suo amicq^
come se non avesse nìun' altra intenzione ,
che di evitare la persecuzione de' suoi .ni-
-mici ; ma egli si applicò per tutto quel tém--
pò neir apprendere Je forze della provincia «
ed informarci eirca i sentimenti d^gji abita^
to-
.èéti iii^afì^afciòal ntìovo 9^èri\o« Coii totOr
-^0l(r €o«t^cd e'^técere; 'dell^ anìmo'àbo ' egH
riotescr dal^sop generoso ~ albei^ktore , ofatrl
^Jlaiecarliaoi porta vano ^ con itnpattei^at ìlfj^
jgpi, tiajtiese t cbe ateameéto' inormoravant^^er
<jQ3ir«e impostzikmir subtlife da (Vi>rrania\iSe
4ualr BdMuxus (SìÈsem adih vero iH^yète-^^ln
i^r jnedxisime' t ertli poccif rHi^vos {Borrmn.
,ciHh»efi»)!<t;nttiQ inuporfìibe «d) livto^teralvilfh,
/p^chè-.er^tMBttiAohres eh^Msè ablfD|nÌMm$qs>
40>xc»delriiìft'^etDStvv»»^^ja"4iittnnM^ lÀfl
Àe«^iiDaaImàrcavc^'?egh^paifCOf UXM da-
^am» tdsdt U[*?piijr4ìdm ingiurlav che :)sli£i-
tfessenaHuilcéat'libdnki eeelcertbbcr'ietiza^itttP*
^aciimlniàb^totfié' jheaa'3'pftrritieia w <;^ìmd|JL
•ìjk^dàtlesddbMo si!in'd)aiiiòi'<|eUi fcMein»^d«t-
pf!^ /soddisfaùfanq dtt* geimraiminicOf'ii^'stlO'»
4or>«iosGeioe » >o«0rjAebbasb«wìlar'n«fMtoM^
plregincd eefeltoAii^' (|elbi^pria '^ria*; -^i
dàste ja ;Ocnca«Oi«<rfaè aaf^ro«Mci3 pòtba nm-
tere in campo più di 20000 uomini *f bile
jQgB| iakàskor^ ^efà< vtdldoco * e wvsciRim* 'iS»r t^^la
-Stta' infaai^ia odi'mesifóre del^armi'' ,"" t'tht
XoònnqiKfteferiBO scollar -dsiuiaione^ ^namtnile
^el' foro pacw potrebbsfOv ts€i tbiàinard;*a
disfida 'tutte kt 'poccsoa 'della^ Dan*mfdrca'i
--ulia JreqMnteuipecizione idi; qtiefia^ óotiver-
«atticÉie' a^nìsnò Ofistavo a svitare: 1 sifoi^dt^^
^aiiAl'i^ad^ alfaargMewy i»ii>iiafpi!eKdftid»l''lft^
ok Tomo I. E fsli' •
àéé i^et Btgno e della t^ita ,
felice condi2;iooe della nazione , involta ot'-^f
mai nelle più profonde miserie , donde né
la fede dovuta a* trattati i tè la sommessio-
nc «d implicita obbedienza del pòpolo 1 a-
vrebbero potuta liberare , mentre cHe il
sanguinoso e perfido Cristiernd rinianeva in
possesso del trono. El gli disse , che qu<eir
infernale nlacello fatto a Stokholm altfù non
era , che titi preludio di altre più enórmi
crudeltà , ch^ le sqe truppe giornalctsénte
comraetteano nelle provincie ; e eh' era cos#
più gloriosa e sicura dì opporsi al pericolo^
ed audaref incóhtro al medefim.o , che di as-
pettare viliiieme di essere scannati dentro 1q
proprie lor case • Nulla però dì meno tutta
la rettorica di GustaVo altro effetto non pro-
dusse, se non che di far compari re ^ in as-»
petto più forte, al Daleòarliano , i pericoli
pnde andavano accompagnati i vasti di lui
progetti . „ Ove mai , diceva egli , sono le vo*
flre truppe , in cui sostenere ì voftri dise-
gni ? Quale armata avete vpi per opporrQ
alli vostri formidabili e numerosi Ainiicr > i
quali setìtbra che fin' ora rispettido i qostri
privilegi, ma senza meno èì faranno, a gùi-f
sa dì un torrente ^ ad invadere (|^uesta pro%
vincia , sul primo comparire di qualche Sol-
levazione,, ? Potrebbe smembrare- , che il ti-
more avesse fatto dimenticare al DaleCarHa-»
no com' egli poco prima si eoa vantato cjeU
.la
di Gustavo III. re dì Sve\ia ; éj
U fortezza della provincia^ poiqhò aVpresea^
te trovò nuovi argomenti con coi distrugge^
re tutto il suo passato raziocinio^ .e pertua-»
dere a Gustavo di alterare le sue risoluzio-
ni « £gli con grande veemenza andò spazian-
do sopra i suoi piani politici ^ Spinto meno
da riguardo ed attacco per la sua persona 4
che per dimoflrare che non era già la man*
canza di coraggio né di zelo ciò che lo im-
pediva dair abbracciare il suo partito . Tut-
tavoita però veggendo che Gustavo persi-
stea fermo nel suo primiero disegno di aper^
tamente dichiararsi contro i Danesi $ egli so^
lamente Ip consigliò a differire un tal passo
in una occasipne più opportuna , e favore*»
Toki quando per avventura tutta intiera la
provincia potesse dimostrale una propensio*
ne a ribellare. £gli disse ancora, che i pae-
sani non predavano che pochissimo riguar-'
do air interesse de* gentiluomini « eh' erano
da loro mai sempre risguardati come «severi
e rigidi padroni ;* che finora avevano soltan-
to mostrato alcuni segni d* inutile compas;-
sione per il macello avvenuto a Stokholm,
il quale richiedea qualche ingiuria personale
per eccitargli a risentimento ; e che questa
era cosa probabile che tra poco sarebbe suc-
ceduto; perciocché le truppe danesi avreb-
bero j secondo ogni verisimiglianza , distese
le loro depredazioni anche alla Dalecarlia^^
E 2 do-^^^
/$! . ' Del Regno e detta Vita
idDpo di aver roviniate j e rese esauste tutta
le altre provintìe; nel qual caso eglipotreb^
be sperare una universale ribellione . Per H
qual cosa egli pregò Gustavo a volersene
^rrmanqre quietamente nella sua casa £n a
tantO', che .le cose fossero più mature per
essere ^eseguire ^ e non distruggere, per la
sua inconsiderata condotta , la gloria di es-»
sere il vendicatore e liberatore insieme del-
la sua patria; poiché ogni qualvolta fosse
accaduto un tale avvenimento > la sua nasci-r
ta, ed jl suo merito gli avrebbero certamen*
te procurato il comando .
' Gustavo ben chiaramente si accorse che in
questo con^iglio/racchiudeasi più di timor»
che di irera prudenza ; ma la debolezza del
suo albergatore servi piuttosto ad eccitar^
eompassìóne nell' animo suo che indignazió-
ne contro di lui .Esso non lo credea già
amico de' Danesi , né capace di tradirlo ;
ma con tutto ciò fu di sentimento , che il
' rimanersi .più lungo tempo* nella sua casa >
siccome non avreW)e prodotto niun vantag*
gio reale , così ad altro non servirebbe se
non che a disturbare la vita di un noma
quieto e pat:i£co • Gustavp adunque dopo
avergli raccomandata la più profotjtda secret
lezza , e dopo avergli rendute grazie delU
amicizia ed ospitalità a lui mostrata, si cofM
gedò da lai nella notte, per via megUo n%<t
^ ' . ' ^ • scon-
(
à éustabo III: re di Sf6€\td . é§
icoodefe la sua strada ; e dopò;/ arare caitf^
Itilnitto a piedi per varj giorni , àttrà^i^ersait^
ilo montagne e boschi , senza V ajuto nep*
pore di Unai guida , egli alla fine, arrivò ife^»
licemente nella easa di un gentiluomo no^
minato Peiérson , che atea per ì addietro'
tòtiosciutd nel servizio dell' ardidca . Peter-
son lo ricevè con segni di perfetta stima e
rispetto ^ che soà^o cose mai sèmpre grate
agli sfortunati . Costui mostro di essere va^
ìphe più di Gustavo medesimo affannato dcP
le sue disgrazie ; prese ad esclamare contfd
la tirannia de'. Danesi^ ed allorché Custay<i
gli fece la prima proposizione di prender
V armi, e far lèva de' suoi vassalli ; egli ab-«
braccio un tal disegno con tuttd le apparen-^
£e di un arderitè ttÌQ . Il naicro eroe fis
Hcolnto di gioja pef iverè incontrato un gè-
tieroso Sv^zte^e , che. avea bastante animòr
di attaccarsi alia sua. fortuna^*, per il. che non
tralasciò Quseavd ne carezze iiè ptobesse ^
ò vantaggiose mir^ d' interesse, per cotrfer-*
mare. Peter^Qn nella sjia .Tisolu;tione , ed in
òontraceambio ne ricevè le più. solenni assi^
curaziofli. d'' inviolabile fedeltà.. -Or ifuesio
perfido fellone <SlàUmò i signori e: paesani y
eh' egli pfttendea di voler impegnare tìcl
eoo paittitOi e pochi, giorni «dopo porcosst
éecreta.metite d^ un ù^iialc danese , cui co-*
ixiunicò il ritiro ed i diseghi di Gustavo^
G ' j eolia»
7Ò Dèi Regno e della Vita
calla mira di raccomandarsi con ciò presso
§1 re Cristiemoy ed aspettando di essere ri-
incinerato in una maniera proporzionata all'
importanza del suo servia^io • V ufHziale da-
nese corse ratto e con ogni possibile spe-
ditezza alla casa di Peterscn eh' egli circon-
^dò con soldati > luisingandosi che sarebbe
impossibile a Gustavo di poterne scappare ;
ma tutte le sue precauzioni furono vane.
Quel nobile fu felicemente salvato la notte
innanzi, e fu tenuto della sua preservazione
alla moglie di Peterson , h^ quale tocca da
compassione , e forse accora da sentimenti
più teneri ^ a lui scopri )a perfìdia del ma*
rito , lo pose sotto la cura di un fedele do-
mestico , e lo fece condurre alla casa di un
certo Ecclesiastico amico di lei . Gustavo fa
ricevuto da queir Ecclesiastico con tutto quel
rispetto dovuto al suo proprio nascimento e
inerito , ed alle raccomandazioni della Pa*
ma , che glielo aveva mandato . Questo gen-
tiluòmo era colmo di zelo per la sua patria , e
per la chiesa ; la sua pietà era sincera e sen*
sa affettazione ; non aspirava a niuno avan«
;uLmento « e non si attaccava a niun partito ;
ma francamente assicurò Gustavo at\ suo
onore; esecretezza^ Quindi temendo egli che
q.uel domestico , che lo aveva condotto in
Ma casa p avesse ad imitare la tradìtoria
con-
di Gustavo III. re di Sve:^h. ' 71
condotta del suo padrone, rimosse Custavodalt
la chiesa, e lo nascose in un picciolo gabinet-
to, di cui esso tie teneva la chiave. Colà
portavasi egli ogn| giorno a visitarlo, e nel-
le loro Cot^versazìoni prese un tale amore a
Gustavo, ch'entrò con ogrti impegno e ca-
lore nei di lui disegni , e gli pron^ise che
per quanto mai si fosse disteso il suo pò-*
ter e e le forze $ue , ninna cosa sarebbe man-
cata per guadagnargli un partito nel suo vil-
laggio , e in qui^lunque altra par^ ancora si
fosse dilatata la sua inflcienza ; ma però lo
dissuase di comunicare i suoi progetti alla
nobilci^ della provincia , o di mettere fidan-
za alcuna nella medesima • Esso gli rappre-
sentò ) che i gentiluomi di Dalecarlia con-
tenti di quella sicurezza ed indipendenza ,
che godeano nelle loro montagne, pochissi-
ma cura si prendeanò <;irca li cambiamenti
nella Cjorte > ed il bene generale della na-
zione ; che con gran difScoltà erano essi
giammai indotti ad armare i loro "Vassalli «
perciocché le loro ricchezze consistessero nel
numero ed industria di costoro ; che perciò
il metodo sicuro era di far capo a dirittura
ai paesani , da' quali egli sarebbe stato più
podeirosa mente assistito , qualora volontaria-*'
mente pigliassero le armi , che qualóra fos-
sero costretti a farlo da' lóro padroni . L'av-
veduto ed accorto prete aggiunse, che per
E 4 riu*
\
f^jk Mei Èègno ft della Vita v . -
^iQscire felicemente nel suo piano , era éosé-
necessaria di far propagare artificiosamente un
rapporto., cbe i Danesi fossero in procinto'
di entrare nella provincia , affine di stabilire
nuove tasse per forza d*armi, la quale eon-
siderazione opererebbe con taaggior efficacia
sugli animi della moltitudine y che qualun-
que altro riflesso .' Di questo assunto s' in-^
caricò egli medesimo , promettendo a Gu-
stavo che un tal rapporto sarebbe divenuto
fra pochi giorni generale per mezzo de'suoi
parenti ed amici che teneva in quel distret- C
to • Finalmente consigliò a Gustavo cbe si
portasse a Mora> ove dovevasi fra pochi giorni
celebrare la festa annuale di' tuui i vicini vil-
laggi ; e questa , egli disse, cbe era una oon*
giuntura estremamente favorevole per i suoi .
disegni , poiché i paesani non mai sono ^\ò
audaci né più facilmente stimolati a ribellar-
si quanto in queste Assemblee , ove giudi-»
cavano essk delle proprie lòr forze dal nu-»
mero che ayeano presente . Egli assiouroUo
nel terppo medesimo y cbe per parte sua
impegnerebbe le persone principali della Dio*
cesi nel suo partito; e gli disse ancora , ch^e
sì potrebbe slimare sicuro quando una vol-
ta i paesani avessero pigliate le armi ii^
quella festività • , .
A tenore dunque del consiglio di questo
onesto e saggio consigliere y.Gtistavo ^
■^ parti
di ffUstdvb III. re dì Sxfet^a . t\
partì alla yolta di Mora, e come fii giunto
colà , trovò i paesani già informati de' suoi
disegni f e ch'erano impazienti di tedere uiì
nobile illustre per la sua nascita , pel suo
valóre espcri- suoi patimenti. Prima di far-*
si vedere in pubblico > egli si vesti d' uiv.
abito conveniente al suo ^rado^ aÓine diat*
tirarsi vieppiù V attenzione del popolo , il
quaPè sempre ammiratore di sì fatti esterio-
ri segni di grandezza «"Ttnalmeùte compari,
neir Assemblea vestito d'un aiAi d'4ntrepi«-
dezza e risoluzione / temperata però con ta-^
le afflizione d' animo , e mèlaneonta di voK
to che convenivasl alla sua situazione 9 do«
pò la morte di suo padre e di tanti senato-
ri . Tutti furono tocchi, da Compassione^ pri*
ma eh' egli avesse proferita nna sola sillaba;
ma j]oando poi egli venne a rafgtonare della
tirannia di Crìstierno ^ su f orrendo macello
fattosi a StokholAi , su le persecuzioni nel-:
le Provincie > e le miserie del regno in go*^
nerale, con termini i più vivi e moventi i
loro affetti , egli talmente accese gli animi
dell'Assemblea, che proruppero in esclama-^
zioni poco meno da- forsennati v in minacce
contro di Crìstiemo e dei Danesti, e giuraro-^
no che avrebbero, vendicata la morte de'lo-
ro compatriotti fino allo spargimento dell*
ultima stilla del sangue loro ^ Immediatameti-r
re adunque si risolsero dì i^inunziare alla fe<^
delci^
^4 -2>e/ Segnò e della Vita
deità che avevano promessa a Cristierno, ed
a sagrifìcare senza ninna distinzione tutti i
Danesi eh' erano nella provincia , come in
espiazione per }a morte di tanti Svezzesi •
Tuttavolta perd vi furono cert^ persone ,
che si opposero a questa rivolta , sotto pre-
testo di consultarne gli altri villaggi , prima
che si fos$e presa alcuna finale risoluzio-
ne • Se costoro fossero stati spinti da moti-
vi di prudenza , se avpss^ro timore del po-
tere di €fistiérno , oppure fossero In fatti del
suo partito , non- è incerto . La verità si è ^
che la proposta fu ributtata con indignazio-
ne da tutta r asseitiblea . I più aòcesi ed im-
pegnati nella ribellione, diventarono i mas-
simi fautóri di Gustavo , è tutti immediata-
mente corsero alle armi, richiedendo da lai,
della cui abilità , statura ^^ e robustezza ri«
masti er4no rapiti , di volarsi assumerne \\
comando.
- Niunacosa però contribuì così grandemente
ad ispirare negli animi toro la confidenza in
questo giovine nobile , quanto V osservazio-
ne che fecero alcuni uomini vecchj ,»che il
vento avea costantenfiente spirato dal Nord,
mentre che Gustavo fu occupato ad aringa-
re al popolo ; la qual co$a tra ì Dalecarha-
ni viene stimata per un infallibile augurio .
Così senza ulteriore deliberazione e piena-
mente persuasi, che ogni indugio altro non
sa-
di Gustavo tIL re di ^ve:^a . 75
sarebbe che un opporsi jalla volontà del eie»
lo , che qlj^i visibilmente si era dichiarato
in favore di distavo , eglino in quel me*
defimo istante formarono un corpo di 400.
uomini > dal qual numero ne scelsero i più
belli , e di migliori natali , affinchè servisse-
ro come un corpo di g;uar4ia al loro Gè*
nerale .
Essendo Gustavo desideroso di trarre prò*
fitto dal loro ardore , li condusse a dirittu*
ra contro il governatore della provincia.
Era suo impegno di anticipare le di lui mi*
sure , e far sì che non gli riuscisse di op-
porsi alla sollevazione de' villaggi . Con que-
sta mira ei divise le $ue truppe in un nu-
mero di piccioli porpi , affine di yie meglio
nascondere la sua marcia ^ e le proprie in*
tenzioni; e sotto il favore della notte e de'
boschi, arrivò co'suoi Dalecarliani per dif-
ferenti strade alle falde del castello del go-*
vernacore . L'oscurità e la sorpresa di un at-
tacco così inaspettato favorirono la sua in-
trapresa . Il castello fu preso per assalto, e
la guarnigione fu sacri^qata al giusto furore
delli Dalecarliani . . '
Per quanto lieve e di poca importanza
avesse pot^ito comparire questa intrapresa 5
pure servi ad animare i paesani ^ ed esalta-
re r alta opinione che faceano del loro co-
mandante • Tra pochi giorni quasi tutta la
prò-
76 J>el Régno è della fim
provincia si dichiarò per Gustavo . I paesa^
ni a truppe €ODCorreano sotto ili^o stendar*^
do , chi tratti da risentimento contro i Da-
- nesi , chi in espettazi.one di bottino v. altri
spinti dair amore delle novità ; d molti tii-/
rati da quella naturai^ iocoétanza nella di9^
posizione de' Dalecarliani , la quale gli ecot*
ta a ribellioni ed ardenti tentativi. Or com*
partrono nel suo campo molti de' gentiluo-
mini ^ e da altri fu provveduto di dinaro i
poiché erano tuttavia guardinghi nelF adot-
tare pubblicamente il- di lui partito.
• Il re Cristicrno fti tosto ragguagliato dei
disegni di Gustavo # ma non ne fu Spaven-
tato. £gii si vedea sovrano di tre possenti
regni, ed attorniato da una gran mohitudi*
ne di parenti , dipendenti ed alleati ; ùia cgir"^
$i fidava in m'odo particolare della sicurezza
che nascer dall' aver luì il possesso di tutte le
fortezlze dell^ Svezia. Vivendo egli adunque
jcon tale fiducia, ndn mandò che un tenue
distaccamento sotto il comandò di Soren*
^prby^ perchè assistessero ai suoi aderenti*
9ella Dalercarha ; Gustavo per contrario, non'
lasciò di prendere vantaggio da questa sicu^
rezza di Crìstierno; talmente che si avanzò'
con ^ooo uomini a ^esteraasf e sconfisse
Méleèn, il quale comandava un corpo di-
Danesi • In appresso egli mandò personfe 9'
iiella cui arbilitài ed integrità si potesse fida*-'
. • re/
di Onst^vo Uh re di Sv€Ì(ia. ff
ye, nelle Provincie di Nericta/Sunderma^
nia y Uplan^ia , e GorMandia occidentale , in
ciascuna delle quali esso guadagnò un gran
numero di amici. Nulla pero dimenoFAp
civescoTo di Upsal valorosamente si oppo*
se ai suoi disegni, e fece leva di numirrose
forze per il re Cristìerno non ostante le van-
taggiose proferte fattegli da Gustavo; ed
inoltre mancò pochissimo che non sorpren*
desse V eroe svezzese innanzi ad Upsal ; ma
poi fu egli medesimo sorpreso^ attaccato ^
e sconfitto con grande sua perdita dal va-
loroso Gustavo; dopo di' che marciò unita-
mente coi suoi* Dalecarliani a mettere V as^.
sedio a Stokholm. Ma la , sua armata era
troppo ^débole per un sì grande tentativo,
onde fu costretto lasciarlo.
Ogni giorno si accresceva il numero
delle forze del nostro eroe; poiché se gli
unì un rinforzo venuto da Lubecca V ed i
^paesani a lui si portavano in gran folla da
ogni quartiere del regno. Ora Cristìerno co-
minciò a riflettere seriamente sopra le con-
seguenze di questa ribellione, e rinvase tal*
mente acceso di sdegno per i progressi fat-
ti da Gustavo, che- fece rìmovére da Sto*
kkolm la madre e sorelle di quel nobile ,
rinchiudendole in^ una orribile prigione a
Copenhagen , e polendole a morte colle pi<l'
^^rudeli torture > sen^a* prestare hiun rigoaf^
do
ji Pt\ Regno e della VÌHL,
ito alle preghiere e suppliche della regina ,
la quale perorò a lor favore. Sul^ìto do-
po egli pose in prigione a Lieuward diver-
se altre sighore Svezzesi , imponendo alle
znedesioie l'orrenda incombenza che facesse-
ro dei sacchi, nei quali dovevano essere
gittate dairaho d'uno scoglio iumarerian^
ta vile e selvaggio e fiero era il risencimen«
\ te di questo sanguinoso tiranno ^ onde sfo-
gava la sua rabbia contro gì' inermi ed in*
nocenti .
Gustavo -fu commosso a dir vero p.er si^
fatti esempi di barbarie^ ma ciò fu con in*
dignaztone. Senza punto desistere dai suoi
progetti, affine di appagale V animo del ti-
ranno, esso li prosegui con raddoppiata for-
za e vigore per vendicare quanto più pre-
sto fosse possibile i Corti fatti alla sua pa^
tria. Egli adunque radunò gli srati della
Svezia a ^adstena^ e fu unanimamente scel-
to amministratore , nella quale qualità e
grado la Dieta gli prestò un giuramento di
fedehà^ a lui dando inoltre ogni possibile
assicurazione, che insieme colla loro vita e
colle proprie sostanz;e Vivrebbero assistilo le
sue generose intenzioni, di liberare il suo
paese dalla sanguinolente «isurpazione idi
Cnsiicrno. Frattanto il governatore danese di
Stokholip procurò d^ introdurre un convoglio
^i sussidio e rinforzi di provvisioni nella cit*
ta-
di Custaw ///• re di Svesta . 7^
tadella di Wadsteoa^ che !n quel tempo era
assediata da Gustavo ; ma fu il medesiniQ
intercettato, e le truppe danesi furono ta-
gliate a pezzi i Quindi Gustavo > per fare uso
maggiore di Un tal vantaggio 4 distaccò certi
reggimenti nella Finlandia > con istruzioni
di estirpare i Danesi id quella provincia »
marciai)do egli medesimo alla testa della
sud armata per cingere di assediò Stokholm.
Jl suo av,f icinattiento impresse tal^ spaven-
tò negli animi dell'Arcivescovo di UpsaU
di Slahòg> e Beldenacker ch^ erano i gover-
natori danesi, che imqii^diatamente^ se ne
fuggirono nella Danimarca > dove furono
freddamente accolti da Cristìétno ^ percioc-
che sMmmaginava che la loro fuga sarebbe
stata di éòmmo pregiudizio ai suoi affari
nella Svezia. Nel tempo medesimo arrivò
nella Danimarca un comthis^ario del Papa
per esaminare la morte dei' Vescovi iruci-
dati a Stokholpn ; e poiché Cristìemo ne ro-
vesciò tutto il biasimo sopra i due Vescovi
di Slahog e Beldenacker, furono ambidue
posti a morte per giustificazione del re.
Non Sazio ancora Cristi^rno del sangue
che avea fatto versar^ « mandò ordini espres-
si a tutti i suoi governatori ed ufHziali-
n^la Svezia e Finlandia > che violentemen-
te uccidessero tutti i gentiluomini svez;(esi
tallio amici che-nimici; il quale ordine co-
stò
86 Del Hegno è detta* tifa
ito la vita a itìoUl bravi iudiiti\ GTVSvez-
icsi fecero delle ràp^prcsàglìc ,''fc trudidarono
I Danesi évunifaè li trovavano ; -^furono pré-
Èi forti e casttHi , *le -guarnigioni passate a
fi! di spada, t Hr mtra 'adeguate al ^uolo*,
^r cosi togliere qoàhinque ritirata ai mi-
*hW-tièlf opprésèftpntJ e tiratinìa derRè' . *'
- Méntre che si' tàfperavano talt cose',** Nor-
hy tòfee via gli assèdj tft' Càlrfiar, Afeoi'e
StbkISolm con grah Tpfcrdita' per ffcrie degli
a^s^aiàtort. 'Gustavo per vendìcai^i di ciò ,
l^'pé*' inhiàfarè 4tf truppe, pose ' nuòvamente
P'àsscdfo àfla- cirtà di Stòkholm ; e per vìe
iSe^è tìktsditef néf Suoi disegni, cUie^e soò-
cériì'^li* "Vegg^fyza dì" llubecca; *éd una
s^tiiadi'a di' vasècMi per tenete 'bloccato II
j)orto*. La stia ' ridiìestà' gli fu accordata',
*fti sottéPtal^ cofidìtioni> che furono^ giudi*-
c*t*e^irf^giottevcdi da Gu^taS^ò ,^ sebbène Tur-
gifnzàf dei siio! affari" lo avesse obbligato ad
zìppì^ììzf^ii* Ea reggenza domanrfò , che
f amniifììstràtore' si doveva egli medesimo
òBb^gare/ a notne^ degli Stati ,'^ di pagaie
éòboo marchi di argento per rinfrancarla
àtììc s^pese* dell' arhianiento/ che fih'a tanto
eht il régno fosse in* fstato ' di pagare una
telsoTtinià, i mercatanti Lubechesf, i quali
fràfìGcavano nella ^ Svezia , dovessero essere
esenti- * da' tutti i daz) sopra i beni, che
j;*aninìettevano j|. o- si estraevanò; che si fós-?
ser
di Gustava IJl. re di Svezia . Si
$€ro. proibite fatte le altre nazioni aal coni*
xnerciare col]a^vezia> eche tutti somìglim*
ti traffici si dovessero, riputare illeciti ; che
Gustavo non dovesse, né. conchiudere una
pace , o pur anche eondisctndere ad una
tregua colla Danimarca , senza il concorso
della reggenza; e che ove la repubblicsi
fosse, attaccata da Cristiemo^ egli si dovesse
obbligare di entrare nella Danimarca alla
testa, di ioooo uomini, .Per guanto perni-
ciose ed ingiuste alla Svezia potessero com-
parire queste. condizioni^ pure Gustavo fu
costretto a condiscendervi . Fu adunque con«
chiuso il trattato, ed in conseguenza la
flotta Lubechese fece vela pe^ Sundercòping ,
e vi sb^roò le forze terrestri . Allora Gusta-
vo immediatamente spedi Bernardo Milano
proprio ioro, coit patriota ad assumersi un
tal comando, ma cotesti ausiltar) positiva-
inente ricusarono di volergli obbedire, e
coti termini premurosi domandarono di ve-
dere Gustavo, la' cui fama gli avea colà
menati per combattere sotto le di lui ban-
diere \ Fu adunque necessario di compia-
cerli , ed accordare la loro richiesta • Di fat-
to r amministratore si parti alla volta di Sun-
dercoping^ e vi fu ricevuto con alte accla-
mazioni da quegli stranieri, i qnali rimase*
ro per cosi dire incantati dalla , sua figura «
4e$trezza, affabilità , ed eloquenza* Quindi
Tomo I. F scn-
fri
senza n^na filuuaivM >a JÌ9i.pre$tafo^ti0^'if
richi^Ko giur^entp^ e si. -attaci^^Hio <^n
taoio.. ardore alIa.sQa fonala ^- xoipa^ s«i A)^
.«rp stati suoi sadditu * . ,
. Fieni iug Y che cooiaadava una squadra di
fregate sottilr egMipaggiate da Gustavo jrt io-
pero un servigio ovoUq Higealata $u1 primo
arrivo xhe fece innanzi a S£o}cbol«n «> AvencCo
fiLstfutto .e, preso ..un, .forte convoglio * che
r,aminiragliQ . danese studiavasi attutito po-
tere . di' far entrale nella cinà -- Norby ^i
jcammaricò; fprtexnc^ntc 4i una -lal perdita,
/ c4 afiatìco^i .per rÀpararJa >^- lapink pi^arò
;uh, altro io^^ con^pglip: di manlzippi ^>^w^
y jsioai t che de^raùno^sv d' mtrfìdurse tndla
^città!*' ;n;ia^ra4o;^gni qualunqM: oM«K:oifo
.ed,ppposi^zÀQA3e.*X^.b9Cca x^^ già
]>lpcqat4. dar.Fle^ing.^. e dalla' s^ad^a di
Jl^l}J)cg9lf/^ll^av;v^c^^alnen^(y deH* flotta^ da-
ne$f r^cpo^ifici^ «9^ far$i <una ,gag|iaKl% e fii^
^iosa scartila di. cannoni^ fó quale ^entititiè
% S^x%\\ Sina ^ tanto s che le not);e'|b]x>nt» se-
j)a;.atc, dalla noate;/Quindi Nqrbjr si rUir^
ad una? picciola^ isoja iiella^of^iera, $peran*
4q di ff innovare la zuffa il d> vegnente; ma
m iu . bloccata : di un fortissimo ghiaccia che
\ Ip ,inppedi di potersi: movere % Allora Gustas-
V4 formò r ardita risoluzione di bruciare la
j^ua .flotrta • Con questa mira marciò so«*
pra il ghiaccio alU testa dei Lubecbési^
pre--
S4^$ke^ìn.fè di Svezia . Òf
pMeiteìctogli in dh amceo^di sì' straordirlat-
'tìà fOLiSxtn dì rozzi indisciplinati paeiant, i
^Ii ccftx^porìevatito la siia pto^ria arnrfata,
q si avanzò col favore della notte fino ad
lana breve tllstaflzà dal riitniCcr prima che
ibase osservata. Norb)^ aoti si fosco lo sco-
"priv cH« tìdirtìWéiò' a^'faVcf nna tefrifalle "scà-
licsÉ du J^tì^i carihònl • "é 'mosfchettéria^t *tita
'Ciò ntilw àiUfiit i* LùWscKeti abdacèfinéntb
•(i0ntìtttfàr0no^-te'lorcf marctà con torci ac-
'teli ò^lle- màai/Afcunb' dei "più itltrépidt
^i&feìM*4rc3^rio ^^ ran»*pìcà#sl y di sopf^ ì ' laW
*<i^4ei/ v^€«tl§v tri^ftft^to
itó*e ^^%-U''gHiatìe:it)-aàì ' sóidirt dStfesi*; 'ì
HÌ[yriii{ .>pfUgdi\^Atiic/- cQvf ^ti vatitag^io ^daìf kl-
W d^f lor^ fiat*^ . 1K5 Questa %ttraniefatì|srt
tflìn«es?iXJ^>fe ife(2érrf* gflF^Ititoi -'itf^ ìrala-
i3e ili: ànèiéedtì^ le ^a»tt;^glr'tinr^pef far vìt-
l^ria V ^ gli 'ttltrf p^ la èòme rvtoioriic? • ijclla
j)fopria* vi'iat lia ^ótèc cfcé sbpifìaièg*'*^^ V
gV Jntoke in^ ptefonde tehti>re r ^ risS^rba di
qtiel Cembite -Ittme i - che^ 'Balèiava dàlFiir-
cessante fuoco- della' moscfietterìa'v e tórdi
;<fd^mi ohe tertevand lA tnaiio/ ì aLabctlte^
siv Maigt^do la brava resti^tctiiga fetta ^ dèci
0anesii molti dei loro vasdelH -foròno' posti
t ^wo, ed ahtoaridóftatt tot! -e^ttafe pirecì*-
pìa!«D ti dai viati che dai vidcìtórt/GH of-
X0ri deHe^ te«)febre\ » le * gcida fche manda vahty
ii lefitiv e coloro^ éhe miseranienic perfrd'he''
in mezzo al fuoco ^ la caduta de|;U slbei:!»
ed il naufragio delle navi furono tutte, co-
se, che inspiravano un terrore segreto ne-*,
gli animi anche più a,udaci e coraggiosi, t
Danesi trov4i'ono egualmente difficile di sai?
vare sé medesimi dalle fiamme dei loro va-,
«celli che ardevano , che dagli assalti dei
loro nimìci» Moki dèi loro .fiavigli furono
distrutti , ed avrebbero certamenie trovato
impossibile di poterne salvare alcuno^ sq
gli ufficiali, che comatidavano sotto Gusta?
vo avessero proseguito il loro colpo ,. e mo-
strata inclinazione d'interamente distruggere
i vinti , Questo è almeno il r^ccòato ctìe^
ne fanno gli scrittori svezze^ ^ quantunque
i Danesi affermino ch'e • il solo valore e la
grande perseveranza di Norby salvarono la
flotta. Non è manifesto se il generale la-
béchese fosse stato secfetamcnte guadagnato
e corrotto dall'ammiragUi) danese j. o %'he
il medésimo avesse avute fnstruzioni di tal*
mente bilanciare le cose tra ambidue ;k pac«^
ti , che niuna di esse avesse a prevalere i
certa cosa però è che punto' non rìguardam^
do le preghiere e suppliche di distavo ^
egli ordinò che fosse Sonata la ritirata ^ci
tempo appunta che aveva il nimico in suo
potere. Poiché la stagione not\ era di mot-
to avanzata, il calore del toic del giornu
appresso sciolse il ghiaccio,. e im pedi ch^ si
di Òuàavb TU. te S 'Svecjiìa . ^^
faéèssfefo più ultedoti tenftatìVi dalla parte
di^'Gustavo, e permise di far Véla air^m-*
iQiriglio d^hesfe. • '
Gustavo fu acceso di fabhia* per lai perfr
dia del Lubechesci per cui fu strappata la
yfttorià dalle iUe mani , e fu prolungata
y* assedio di Sjòkholrn , da cuj: ^dipendeva il
Sitcoesso di tutti i suoi disegni . Egli conob-
be, cl^é poca fidanza poteasi riporre in's'o»-
xnìgliaintr' allestì; ne. pénetTÒ i fero disegni;
Mia i^urc Hi^isimulò il Silo ' risentimento ^ pèf^
aiocc&è aveva bi^ogno^^ella flótta delh re*^
^ubìxllca, affine di bloccare' Stokholm pét
tóate . Itt Véce adiinqué . di mostrare albini
5^ho df tìialcontentaménto, egU pose ìè
frluppc di Lubeccà in buòni Quartieri dMn-
. verno; è quinci cogli. Svestzésì àccostamati
ialla severità del ctim^ar^Ttenrie la città stre'f^
tamemè Wodcata. . ' -i ' '
'Frattanto Nòrby sfava facendo prepari-
menti;per'sòécótreré eiSrcacementc Stokholmi
thè àllot'à tfóVavàsi ridotta a " grandi ,estre^
irrita ,qukitfo giunsero notizie che tutta là
Barfimatca si trovava-|^in arme contro di
€ristìemo. ì^^^^esto prmcipt, di un' natatele
iJéitìpte violento e dispotico, si rncttéa sot-^
idi piedi le leggìi d niun riguardo portava
ai jpTivilc^i del popolo»- disposa delle sostan-
te ed effetti dei suoi sudditi còme se fossero
ifirc^^rj; ed anch^' b Vita dipèhàca dalla pw*'
8é Del Regno e Éklla Vita
pria sua volontà. Egli pose a mòrte, sènW
xiiuna formalità di giudizio, diversi signori',
della primaria condizione, del cui effètto *e;
benevolenza egli sospettava: ma tutto que-
sto, iìi un niente a paragone di certe inde-
gnitìi che imprudempnientc fece contro gli
ecclesiastici mai sempre gelosi e vendicati-
vi. La. sua. tirannia ed oppressione, la cru-
^cftà e barbarie dpi suo naturale furono de-
gue,di f erdpno -, jma le offese da lui'rèirate
allfi cfiieR» .non poterono ' essere in verun
conto ^irasanc^te* '11^ popolo viene jmàiseip-
j^e mosso, dai Jforo. direttori spiriiualiy.gli
J?ccIesÌ3sUci icaricay^no dal pulpito i loro
^Imloi contrp di Cf^htjernQ^^ ,€ ciò fu un
sc^ó. a tutta h nazione, che prendesse le
I^otÌ^^ la fìaccpla deltó dìscor*
di^ clyiip . si'^cces^, nella Jutlanda/e. fé
^amj^ ÌQStp,si sparsero, C: dilfitarono p^
\l,i|^|p ^lel'Vregha. tià Ribellione divenne
gen?ra)e fr^ tutti i gradi ed:^ ordini di per-
' ^j5p^e^.,c niutf àltr?, cpsa jpotpv^ ^ppagat^e gli
"^^anìmì loro , se ^òn che \U . idépòsiÀone dèi
lìrqpno, £'mrierw(j Intanto jl^eg^^ndosi inca-
pace^ di potersi ppporfe .a qubirtorrente , si
ritiro nella <5ero^anla lusingandosi^ che per
I4 influènza^ e potere déirimpeiratore suo ca-
gnatò, tiitto l'imperio avre^ÌÌ0 pigliate, le
armi per ristatilire i suoi ^fìarl .^.Come Nbr-
by fu avvisato della sua deposizione , la-
nciò ^-
di Gustavo III. re di Sve^^ia • 87
sqiò il disegno di soccorrere Stokholm , e
ritfrossi coti tutta la sua éotta nell'isola di
GptìandiaV e pon )asciò che una tenue guar*
«rgione in Calmar .
Gustavo, à gu1s2l 4i un vero politico,
converti in suo propria vantaggio la con-
fusione che regnava nella Panimarca. £gli
tirò avanti f assedio di Stokholm; si rese
padrone di Calmar , passando a .fil ,dl spa-"
da la guarnigione; ridusse in servitù JMso-
la di Oeìandi'a , e la provincia di Bl^king ;
conquistò una gran parte (iella Norvegia;
«d in somma soggiogò rutta la SVeiia^ ec-
cetto che la capitale, Ja quale tuttavia rii
cusb 'di sottotfaettersi , ed* ostinatamente vol-
le sfidare la fatpe, le malattie, ^ tutte 1è
;aspre»^e , ^he^ vanno' porigiunte ad un lun-
go' e ^vlgoroBQ assedio .FlnalmèmV strérpi
per ogni pai'tè dall'armata e ^btta di Gu-
stavo » indebolita per la lunghezza * dell' as«
sedio> e jtiemendo iiisiefme delle mormora-*
^iòni d6i borghesi > 1 quali cominciarono a
dimostrare qualbhe inclinazióne >1 governo
deiratnministfatore, cedettero essi ad una
"^capitolazione, dopo aversi acquistato un o-
] nore im mortale per * )a loro gloriosa difesa •
' !La guai nsgiorìe non dbmandò altri patti ,
fuorché il pagamento delle somm'e loro do«
' vute éxCrìstierno; é Gustavo, cai la resa
'4ella dittò era tanto importante^ ricusò con-
' ' ^ ' F 4 tro
86^ il^i^l Segme éélcr J^^^y
troaaalla 'sua massima ordinaria^ utWiftfopfOM^
sizione ùntb svadtaggkAB . Egli s9ip«a iM^'
nissimo che.»' là guam^gtooe era ridotta ^aé^^
un picciolts^iiio jìiwlero f^di'èra éosnitx&ì^uiì^t
ogin3cosa necesBarìa, ed Yndek»€4itb 4ill<»'ft'-'^
nKv tfaHe inferoiiià , .^ e fatiche. Or Mtt^ <
Taffiiireiea dise>v)crìtà; cgir fboe la v jMtm
di im tirerò polìtico «mi < prolungane Tas^c^-^^
dioj^, e^i temea'' t^v * i^uaifdD ^ibkhoiiM^ st* ^
fboif afì^sa:* e ^:$kifoise> «sabrtMà. pet ;1Ji rigf»^
uHat.ipfiofi9iida pacr^ il: pdp^id «t MKA)bir&
pdixttix^ djmenrtieare da chi' dolesse ridófio-^i
sceiGctalf benefiaj' ^ eft: te vece* 4li; eiprimefle -*
la.'^spfr'^ipratìi&dìnr'i coderà in palatili 0 ^^ :
li -dfiirisicaiu iéhica '^hi ^déziètnec di .iSn qsdf^Mé^^ ->
Memreieèe laa capitale facea^M^i^tènm ,' <9#'^
potn^fae tfàsmsqcsie ^akhe gf^do ^x^ét^*
tesda^^ iinquietudind die reitdc^ebbèro^ )tii<>£
nedis^riv' ilati 'adufi^ue Sùttno' V\AOl\^^
à^\ì3gi^m gtudi^Dso prtwipa ]^ afvert^ ti^^-^
cintati i patti; clti€sli:da dna liravflpgureiffii^* '
giàitey qfae éàì proprio sua cuofr si^68fe&''^ì
bem dettati.: Gii stessi «9ollVi)0bbe^pet t^^ r
disóàjiB ima distau generale d:Blegttm; :dove ^
la nobiltà ed il popolo* concorsero in^gt«t»-
folla da tutte le parti per vedere Gustato ,>
riguardato da tutta la Svezia, come un V
roe ed il loro angelo tutelare. I prii^ii^pas*
si che diede la dieta si furono di riempie-
le la vacanza nel senato 9^ per mezzo-di nuo-
ve
Ve ^rflKiMi^ jn luogir di qo^infdki sa^
DaMt'i tht ftnoxìo lincsìlati va ^Stokholm ^
Gh^uvo ebbe i' aococcezsia di fare tolamenie
stegUere petfscm* 4»H« ^^ ^ ^ compimak
AftiMtgfadis^^oV « fess^o^ addette aLsooi
ìntewisw Qoitvli -r. oratdrd ddP assemblea
r^pMseiitò 9^ Stati Jii oectss&tà \dì lelps^
gtm sptàk»miintc ì^n twnnot^^h ieoe il.
rìl^-atto^i: £rustiivQ 4ipì>^Ad^^c<itto ^>ii^«
pemdWggìe^ obci cnrca^. tatti .i cgcattaB fcr ^ .
SQfléeMCi h iiì^H^ sò^r9M« .<es9eiiidttv3Éqia|i^ r
te dftìte pairi4 »* vigilante , .YaJóimQ ^ ^ aitino ?
e;^ttfle9M;ii'o^^ paareÉI>e liberastpécisesmi* -
pre ^ 9a2io96r dal gioga' di DaiàDoarcas e '
itisMfiggece ralTaticèHhl. 4ega«te dellar imBiveh- •
ziMie . éii Cstibwir * Disse dhe sarebbero ? in»» :
grat» eielecb^ M efHaSsevD idopO: ;tant0'HaiK^ '
ra«ìgli^$e^^pfQ9(fi idi axJtsietov >ad defegctfa..
p« »¥fai)o> -esetndo a< rlai debitovidelbE).
libale. Meq^ aiw^M roifttiéreì^ il fs^tipoon;
lo pi(pclaqi4^f ad atta v^e» Gustavo il m dek/ ^
la .ànecia }/ twitsi lardietfli fifgui T esempio ^del^ .
popolc^^r. e\tatta)la mziotw r^uarxlàl•«^chia*»^
tn^,£tostaw s^vattofe^ Ubt^afttsi) e m della*
-^ •••• '•. ; .. ^ •. .i i ^' . 1 f ♦ *• : . '
• * ^ T^
CA-
" !,': c apItòxd .][t ; ■; ;
Cfi$t^ dei snQmfiohi 4vè;y;ekì da CustavQ ^as
. jtf , i/?#ift ,, a i^usinyp 4d9lfQ i , guerre , mtp^
' • - 1 - •
%h W^vp" fnQWJca. svcjoqji?^ flo^pEvò il
fgiffpayaiK). U dipqi ,4^
l^upsq iC ,^^A,jg9va:Qp ^
J^o^, Sia^., J^'a'gtìqc^ura 54 ^':foipi3a:wcÌq
jIN^?ilWfow^.|A,^9xire.«' si jowò.iuna ilotta ,
jf' ^p^ìrpw> Je ficiiple, pubtoUche .wUe provìij-
,^e. j 4?l Ti^np *% il; iptroduziorip \ 4el ; luic^a-
.4ft»z^!;<Ì?l .R^,v> e^ci taf pilo ,^piap ^congiure ,
3 eh?, , j&i!;cm9# ^ «^«^ , 4* 4^5Uy,p,; e final-
,< jneptc Jo 3C^ttiro jdi venne ereditàrio ne]l^ ^sua
fanxigUa ppr un a^^^o solenAe^della djei^ nel
..i^i44V Egli morì npj j. 560 /lasciando di. se
,fania d'^npmo ^ran^e;. ,. ,-
JFrico XIV. , liftUo , magg joT di .Gustavo
,, 5ucce?se a sup padre . .XgU non .aye^i le gran-
di
di Gustavo III. re di Sveiim . ^t^
di qualità dd genitore. Una^ feroce ipocon-
dria acciecò^ la mente di questo prìncipe , e
lo ^strascinò a perdersi. Giovanni soofratel**
lo' facilmente pervenne atì abbattere uri prki^
clpèf as^rsò del sahgue ifèi suoi sudditi V e
divenuto il flagfellò det sùò ^egno ; Erico fu
deposto > cacciato in prigione « ed avvelena-
to per ordine di Giovanni. A quali orrìbi-
li eccessi non può condurre f ambizione e
la politica? Giovanni fposò Caterina Jagel*
fon. Égli là amava, si coTisiglìavacoi^ Ì4i«*
ella .aveva della influènza itèI'i?oh$ì^ió^"Zfe*
hntè per làf Tèligìorie catròUdà ,' eh' è'U* j^^àl
fe$saV'a, 4^dsta prltitipes^a 'Impegnò' il' siié
sposo a ricoptiurre 'gli^'^Sved^sl iotto là* ob-
bedienza dejìa ^nta' Sédfe? ma if'lutch^'
TSìsmo avèa dr^ià^^gittattf 'irbp'jyò ptt^^
Vàdìd,., è '^i storiti che it re ì^ctH'ptt *-
'stiqcaHi, tìon ;sérviróncr'#he à^-pift ratiiéa**
ìi\ 'diovatihj/ mùri^tìel ìr^fi ; noT^o'ièompfàii^-
^to', perchè |)ocó meHtaVa'xl'c&^drlc/. Soo 'fi^
^^^ìo' ^igiémoTido, di giii'Ri di ÌPojfòìiiat 'do-
veva succèdergli: ina' gli Svedeiì 'lo ^tcmie-
;vànp ugualmente,' d cómelRè dì Polonia',- e
cofhe' cattolico. €arlo' il figlio minore di
Gustavo , s' approìRttò dì questa ' disposizlo*-
ne del popolo, e si fece eleggere reggente
del regnp. Sigismondo intraprese'^di conqui-
stare la Svezia ; ma il Duca Carlo disfece la
%vtt armata ^ e s* impose la corona,' li regw
di
4*^ iièl/R^no ■edeta'fm'^
ér queitò principe' fu severo - è hoo di ii^
éò crudtic. Caflo èra darò , sangoinirio è
vrolciito ; égli morì d* un trasporto di cot^
Ieri-. •' ■ -■■■'■ ■ •■ - ■' ■•• ^^
' ^ Ma ii ^uò petdonare & tirh ÌX. Égfj'
d?ede, Gustavo Adolfo alla STezià, airEiji^
fòpt , alla posterità . Gli uòmini granV
éì' sono 'di tutti i. paesi e dì fatfi "/
ffefmpi . ■ Gustavo- II. fu 'egaalnfeittè gran-
de in p*ce ed /lèi * gtrèrf^ : egh. fu jf '
modulo dei^i «fqi e dei -re;, ' Églf ' sutcè»ì
^a"su% ^adre nel t^rt:;ln .miésttì fetìit^d
UByeìàà tri iti'i^ernl colla Da hi rti afeli "'
^ffà' Rùssia Nìr coHà Po-lpnià . Si' fe hW'
éé= collò*<!irè' pWirièvpQtén-ie' ed 'tftià \tre|iiS
CèWultim^^Itmttèdiatàm^nté ìà gtìerra dt
téligloné , •che i alloffa ardeva^ n^lfa 'Gcróià^'
Hia', cQnduMtó Cftììtavo iti «juèll'ita|erò. Li
stfi'^fhiat* non ei^ iittniero^,'jiia brava -
aggiirei*itó, --bénfè - dKciplinata , ■ e ' piena di
éotìfìdénza nel siao' tapò . Avendo dutìqué
é^mbittàtò h 'sue ir&ppe, arrivò nell'ai^
HrtW^ì Usèdóni ai 24 di ' gbgno, ed ìt^
ttìMUtàtHente fed* uno sbarco ; avendo grinr-
féfriàH e^iicuàta VolRn , e tutte le fottézt^
Aepossèdfeaiio.^L'iiitfla dì Rugen era stìti
l#ìfai*; già ■fWbtta fn servitù djil gteoeràlfe
Iieslas pét''tricftcre i» sicurezza una ritirata,
se mai la fortuna si fóssfe mostrata àvyers^
a|^i sfyttà àeì R-eV Ateudo ipa«sat« lo stre^.
'io
to o l^r^cciò 4i niare, Gwtavo diede Vz%r.
salto a A^olgàst^ disuibiuendQ il bottiqofrt.
léjae truppe; uij' altra bea munita fp^tsez-
za in quelle vicinanze soggiacque v al mede-*
sùxK> destino V e Baiìjiér fu lanciata ^orv'una
guarnigione id9r h rdifesai di ialir wn-*»,
quiste. Quindi la sua Immediata iinp^es^V
fti x:x)ntro di[Stctiao, che noìi .si tos|p i^
da lui i;)v^stitaji che il Duca di Pomeraoi^
avendo copseptlto di ricevere utia^ guarnita
glorie svei^ze^e/ le truppe del Duca fturpup.
incorpor^tef coir esercita del Sc<,..Qa^sio Ììx.
ot|t ipPÌf>o piolfio felice, ,«;, gf^ndcmWe J^ch
litp i dìsegQt di Gusta vqV cpri^^nocip?r^
gVitn periati > . i quali. si., erano avanzati fing
i^'C^rtz, col^ ?V^^ di guadagna» \\ p9%^^
sesso 4i qfeuefta .cittài cgs^ lipp^t^nt^,, Ma ^
politica del mpi^rpa ^w^^e^S^s^ più.9%
tré; poithè -persuase. a1 DjuCf^ dj^^ ^^fPiffi
con lui alleanza; e^^tw^to ^i&re ftjii<^!^»«i«5
%o cosi 1 ii>pr9y y isar9er>tc , , . f^ jcpp^pittcf r,^
^àmo giudizio e de^tfezza> ^h^l*In4»^i:at]9i;Q
s*ì<nmagìtìò, cKp il .medesimo av.w? 5^9^B«ft
ejssere stato prima CQncqrt^U)i..i li:). cg^nsf^pcR?
3^ di questa l9g;a ^: le i^npye 4^1 ^ farQxjQ
Ricevute ìb diverse (jittài del i;)upata9 e f^ì
yjde regnare la più iieifa at^Qlofit^.ua gl'iPbr
perieli e^onijeriani\ ciasoi^a riCHS9,nd9.4$
2> re quartiere. all^^dt ; » : » t 2>
*; ;Qucs|i 5accissi,;ippr^ec^a iiVi«Mì^)l|l
co-
- tewte Ai48t»ne v X^ilc * te * ^tìfcb ii ViééW* irf
oSs0oflhipÌglio' par la f^t^iliit^ «elei ìtnatime&i
dfdtRe fcveUGÌese . LiceftfcaP I» Ge^nfrahia^ Vtàìlit
4iss<tifiiCliie oi?ifé$ «ioa si^ tròVava affaitò tor
^Um^ ài éppópsk il torrente e' t^sì^Éeré" ài
btlHcosò Gustavo" v^ivéftuto^ altiero |^cr;la:
i9ktwiii' ^d ìtiMtiìf! ^so^tètiùt(y dàlia più
-beU*: OrispvwMU -arriiat^ tó^EWopa . Ino!-'
«lè gì' impitffiòU' iÈ^aho séneà Qfì genefa^t^r
fToi^eliè Ua0i«iMid# suprcmo^fii deputata tk
lUtigcliirt'hUitlQro di <lafìdidai} cK uià merito
ìnoaUo ifiegt^^te. Ttii^e kr pàfti ; (kmtjèrfeaiio
^éol.iomf .; 2ifiic& li« degrd^re -WallésfeWi *
,Elfllìpemt09€)je'st ridètlé' alUf^ iieóèàsll^ ^> tf*
^utt^leoswftla^ dìU ÉM (timissióiie t^ tictnm
;coQ^ tttezBt gettdli^ dolca • L'^Eleftore df B^
ittì^i^ pdnfMefavai qiieL: gentrafé coinè suo
-lassile 4: egSt meditftoi^ ^i«»ta«l il xftif ì^
<AUo^t ti^lo <al évifxtmo cétf^énd^y é pur
àitOt aa?««ee uflf jrttpSegb, pei* cut tionH^
^ed aàtorafeTÌUdibazit^ne .^ E^dend^ cgU^^^' c^<^
qfiidnte V al tifiaslosd V 5penéA:amk è Sagace^ gK
maRStt^ |ierò^ )( (;f iiéU^^^aliiza ^ di > àntmb ,
fu au«tózio«C3ri»^^Vèife 4# dif^iionfe dcH'ikfiN^
nata ,vcbii^«innafiÉrc'Ì£Ìr'prirfdpaIe xrcnna^^
una dielle >v$aè ^?^lafév àlb cui capacità
non vi |«jfe«sc -tìsetó per avv^nturaf ninfea
^bicsiorai. Hi e»Kì« Tllly fiìiStabUifio'comc;
stro-
, ^rofligpio |>^prio pei'wciieguire. cucici' 'élse-'
,g^fcl/f^ 4i. jf^iti ^quf^o generale. f(r~¥e8tita
;«^a ^HimjS^ivne <dV IM^res^i^la 4i <atiipo,
e J'ÉleUore divenne «altaMiieme gònfio del
:|)i](lspetto dj avere a vgo^rjnare^ d dktgcre
pgaL cosai a^ suo. pMcim^nK^v. - < «>
.; Fratianta essendo Cascavo fi^for»ao t3im
uà comì4^r9V9^| aarp<> di (foppe nellaiJFJà-
brodia >e ^IvQ^ift ^ott» la qtMdoica di G«-
M^vp Hof^i ^i'>fi6olsQ di dAioat^ciare^ grim^
Ipe^riaH fapii di MeeUanbntghfve di sfatto
jgll a^ac<^ e4i^CQ^ iw$0tizl^GfÀnh$!lgQxty
p qiiindi pQSé^X'{($fifdiO a,;qiicatt pinzai 'k
qual^ 4qPP^ a\«r i^cca vnn^xitstiiftatE diifesai,
iU da» lui jr^s^ì a4 a$aaItoi«.IIiiMeoiÉaitóYfn
4ato^ al Bq^^s^ti II ma i n^n fin ^ pomnrestei il
più .pi««ipl«^rPÌ<?agftì^ ,o< ^iU!«8olt»»^^^ì
'^ndip-ejii ìa:rfigid«^ 4^cìplìnihclle^^si lEiaÉi-
lenea, n^r arop^ia: «vezaecc . i Oi^ < .p A* nmizty
di qi^fsta c^qui$c^ e* 4i altle ^nietia-' domt-
4ei;^aU jQusiafror ^1 4^m:ì rui» peSia^a neihi
Lttfaua^, 4;i|^)r tBand^n^uigAiesirr e^^^neU» Skh
9ia; ma^, 4it| rtf^I vant^gio non fu otnomito
seiiza^ quache. if^frìbiMlorie pér< ]« pame- dd
ni mici »^ Il ^oi»i;f T^ly jjHVHCfSt^il irabvoi Braii-
debwgbcsje» difeso 4r J^4Mpblfi8efiy eda: una
goarnigione 4i 4il^ - n|il^ fatiti ^ < Le iscroiao^
ni ricevute dai Kni^aasfir*» iRirono^ di slog*
giare la piauav c4 ^tì'mi >^V»maML princi*
pàle^ ma credendosi di poMi rKisiere <»«tui^
ti
I
tif^^sSonì éà nimica « si. f datti ktm^ nd
«la posto, e la sSoiftèto dal gtotine^comte
Jài IljbKi(€eucQli\ il quafe cotk ùtt'hid^eo èi
iWiamia^ si «cagUò impecué^Mi^nté déàtito
iar> ìptcQQìz 9 ràfpinse gli assediati di ìfiMnzi ^
Jm^ e prese là; città colla spada aik nMint>
J30U iftfea prodigkeaL 4firage i Qaati d^ mila
ì /SvQtzesi' pecpiiano ìb questa occasione ^ e io^
-fauf eb|d Ki)9haus8f| con alcuni 'pochi uffi-
•^afli :>$pmmtm'àtano \fai eleiiàeji^a' del "viflò^
aon . fCuaiaira ài ^(xpirammodo altfttò {Ser la
jidl^iia/^i tanti, valocosi saldati , t^Ta imp^
jdy^aijnind«l>>okeiritcaes9em alcun beirefìètò
daHQjlQtoitConquisoe:^ Esso in^M»|ti ffa^ncforc
«opmj ^' (Mei>v Jpbà ; vaUdaméfttt' 1^^
-foiiM^jiiiuiqgiiarnigìooe di iiové^toÀÈii^«
iH^niDSO^tit lA>cotidatta del. wpu^SàìM^
'>iiAC6^dL'Ma»it')daLJElc impiccala dntsA^vaa.*
dief^ nson Jtm pxùj ckc iii èdopipio x4i«^ii& al
tlSWBfifo ^ Q» >il suo treno.; dà ^rtigUnterCM
4J^1 ,|«à? betldoclaC'. li ìfosse rmjàcvadt^a in quU
-ileoipo jMtffSttUMiipaY ^petciiè jnscedei^» ii ntt-
^mftfp ^^lAimffiPtQ «essaot» pezsii di gumì
^canAow; QQdeibaiieK leo^iarav la ^difi^ild
ostinata 9 ma infruttuosa; poiché Gustavotts-
1^ k 'piaz49 « i» presjS leolla spaila alla ma-
^iM.%' e. .%e. prigionieta' idi^^etna tuua.la
iguarwgMM^ ) «Miglio che.; <iuasiid)Qe mila
. ^^fhp , ùìtmiQ mcisl tticUa hiclraa . i . . •
t : JU jidiutope : ìH" v$«r^ù ^ di Fratiofacl^ €u|
it ' \ del-
lUIl^f^ù ^tiem^ con^iigneoza pec Guasti»-
«VQ9:pp>i<^!-per m&ao ^i tmat egli apxmm-
àfki^ii Wnii £lba ed -Oder hi ramèrcdoe.ie
^fKg , 04-^4)7^9^ ifMieme una bella aipentna
^2^Qi|^qpiip4zione. noo- solaneate: eoi jxaesi
,$af>ra 0}|9i)tpfvacì,vma^ eziandÌD oolla Sa»b-
Jkia^, <k1 aoqhe coi àomà&j <atditsa'y deUa
i^s9 d^tAustriaì. Il gonearalc imperialei fti 41
^ò }H%fn^Q.; onde per ì^pefiBre «i'-^fini-
^fcissi ck$l Re ^ ai deoormìftò di^ meet^re Vofr-
iiedicb a M4gdeburg'« colla ispcraioia vdi itcm-
r^ Cfà^^o^ ad: ima . battigia ; tta 6iri» Mar*
aà my^ce.dfriiiMCtarc in'irtoccwHiiiidi> qute-
a^ai (:kiì(, ppse; r«sedi<^ a 'Laiidsbefg;«Y'>e
a$f4^rad la, guamigiotiAu . E^.idegQo. idfi: qot >fi^'-
SfK9l».ri:1ie.iil ibcpo di ; tnppe ^ch^«mk ila'*
.pi6if^>ii^ (laestòf ìassedio fo ài si pxicà ^soti*
i^deii9zifinQE^s^:€gIt;a);rea fafmacb pe«9itfro
ài marinare' a icfaièdcce un- rlitibnair'dÀt*'-
xmaMrpf^rtpak prima che ifosaero maroliti
'^oradjpt&giomerhf CoReloastadiè fosóeio lès-
isi. grattdebiCBfie ^fioperiort^idl libme^ ^ei le-
«tra chiB .pc3^. avcvenicom $1 itawfcketk) poMti
arcstólàare' dildairgH bact^Ua nel campo a-
^ Giroa* qii^tOii tempo' I priMipi protesmi^-
Il deir imperlo; tennewo una dieta in Lip^a^
alla cpiale ti^ustavo «landò disputati. 'Ora
fu, che ugindMiente esM IVcd mò^ra dei
mMH talenti e come-BoidAtova; icomè pblici-
Tomo /. G co.
98 . . Del Regno e, della Vita
co . Con il più soprafino giudi^Jo , accorgi-'
mento y destrezza , e stabilità di condotta V
egli quasi costrìnse gli Elettóri di Bratrden-
borg e Sassonia a formare un trattato di lé-
ga; e durante una tale negoz]a2ione ri^coséb
contribuzioni sufficienti pei manteriinijento
della sua armata nel marchesato . Avendo
fatto questa colpo così importante f investi
Oripswald, dove comandava Pèrusìy ch'era
un cavaliere del Toson d'oro. Queisto uffi-
ziàle era bravo fino ad un segno di caval-
leria , ma era tenuto in avversione dai suol
soldati a riguardo della sua avarizia , la qua-
le dopa T amore della gloria militare, érà
la su» passione predominante; Gustava rf-
«aise sopraffatto dalle belli^ime opere eret-
te da quesito • 'ufficiale per la difesa dèlia
piazza, le* quali non pertanto furotJO di po-
co servizio .' Ferusi fece una sortita , e vi
fu* ucciso , ed inafieme con lui mori ancorar
là spirito della guarnigione. La^ piazza si
arrese y ed in questa maniera "fu ridótta in
servitù tutta' la^ Po'merania ; perfochè il Re
ordinò che si facessero solenni ringraziamen-
ti in tutte le chiese della Svezia. Quindi
«ssa marciò a Gustrow, in soccorso dei-
Duchi di Mecklenburg, e subitamente li ri-
mise nel possessa dr tutti i loro^ domln;-^
Wallestein avea tenuto il posseso di questo^
ducato, e vi aveva esercitata tale tirannia
che
et inastavo Ìli. n di SveT^ià . <f(^
cne "gustavo fu ricevuto dal jjopolo come ^
irrorò li^racorev e la ceriroonià delU i-
^aug'ura^ione del Duca fu: cpmpita.coQ ogni
pfpésibile pompa e magnificenza .
f^er ti;tto Questo teiripor il co^tó Tilly e-
fa stato impiegfato rieir assedio di* Magde-
burgh . r^reseàtemente ei lasciò^ PapperrheiriI
ìnnamzi a.questaf cittàf> e cól resto dell' ar-
ftìata: marciò dentro fa Turi tigia, per attaiC-
iiare il Landgravio dì Assia Caàsel , e i prin-
òipi della casfa di Sassonia, particolarmente
I^ Elettore ^ il quale in còntógùenza del suo'
ultimo trattato stretto con Gustavo,- veniva
riguardato come il giurato nimico' delW ca*-
ia d'' Austria . Avendo il He. inteso questa
niòvimento 4 manció verso T El^a , si accamn
fti a wértetì, dove ,a.]ui ^ì" uiììjl IL^ndr
gfavio di Assia, che fu il primo «d Upi^
fermo é stabile di tutti ì .^uoi alleati ger^
mani^ Ora l! Imperatore cominciò a cambia*-
ife di opinione rispett;o a Gustavo 4 eh* essgf
chiamava in derisione ttà re di rfevev ^(^ua^
le sarebbesi Iiquef'atu^ a itiisura ch'eglif $.i
avvicinasse ad un. clima più caldo; aia con**
tro ta suaf espectaziohe , egli trovò che I4
sua armataf and^avasi quotidianamente^ zùcxa^
scendo < e vide il monarca svezzese all^ te^-r
iii di unar formidabile confederatone det
prìncipi germani . Egli fu costretto a conti
fassare l' intréfprdità; ^ politica di -Ouf (avo^ ^
C^ :i ed
loo J)el Regnò e Mia Fitd^^.
ed avea già sperimemato il. ?alore di( quel* :.
le truppe, le quali ecatioia procinto: di .
dargliene prove più fatali. TìÌìj cbho V.ijfft^
dine di marciare nella Sassonia « mentre che i
Pappénheim stava commettendo le più or-^..
rihilt crudeltà in Magdeburg, la quai cit^i
eg^i avea espugnata dopo un ostinato, con^'
trasto. Gustavo fu invitato^ dall' £let€océt e/
si apparecchiò con sollecitudine per seguii!
tare gì' imperiali nella Sassonia. Esso formò'
il disegno di ricuperare Magdeburgh^ ma:
fu deluso in tale sua mira per i progressi.
che il conte Tilly stava sfacendo ocU'Blet-t?
forato > e per esser Papprenheim gittate egli:
jnedesimo dentro la^ città con tutta. «la sua
armata; il che avrebbe dovuto tiecessaria^
mervte rencisre un tale afssedio tedioso; A*
ven^o adunque abbandonata questa intra^
presa, afSne di guadagnare il comando del,
£om6 Havel, ordinò a Bonnier che attaocas»'
se Havelsburgh : la qual .cosa ei fece eott^
uno spirito e risolutezza meravigliosa ^ con-^
cipssiachè la piazza fosse stata sforzata e
presa nello spazio di poche ore, e tutta; la
gAiamìgione si fosse fatta prigioniera* ^er-^»
ben fu r immediato obbietto della operazio^
ni del Re. Bauditzen ed Ortemberg attacca-
romo questa fortezza con insuperabil corag^
gle, e la espugnarono con perdita conside*
rabUe nn ambidoe le parti dopo un ostina^^
to
é ÓustSca Hi. re éi lèveiid * tòt
to ^conflitta^ wNiiina cosa pef vero dire é
iejbbrrrà ìn^possibìle: ai soldati svezzesi^ i«
Qtfaii .combatteanò sotto gli occfaj ^di un roo*
àaqrca v 'th'«si rigaardaYaiio come: invìncibi-r
le. Or* questi viotaggi oii^ligarono TtUy ;^\
])C6curàr di snéu.er. freno di; progressi degli-
^ Svttzzesxi.lGon: questa mira esso* distaccò >!»:,
Vangaacdia- delia* sua armatar^-^composta >del.
fiore delia cavalleria imperiale > ed essendo;
xiurciata ^Do alla. distanta rdi ,pocfae migltr
dal campo del Rd» eiè^ produsse un'azione.
étertmittà per ti igeneralè' imperiai BctmtQt
jr;> e che pronosticò txiteridrì ;felict:>succes4t>
4^QtistaTe]$;.£>opo inift ^a sicaramticcia, Bem^;
stsin .fa i disfatto ed ticciso. ctm^ ci^oo det^
sooi .soldatì i ■ i4 qoiale? ^aataggio ' fu di somrv
mÀ c<iiesegatn(Ba' per H Re, eosiciossiaGbè at^
v€sss avvilito^ ili nimifcoviivcoraggitò' il pso«
prid suo- roercito ^ ed a lui dato tcmpor d|
riKdicamare tatti i xaoi di«caccameoti;.Nitinà
0092» potè essere fnù giDdizJfosa^^i|tiamo 1»
aitoa2ioH&v che iut scekm da.Oastav^; egli
avea in «uà balia dr attaccar^ it conte Tiftyi
d' impadire all' Blectore- di Sassosàa , ^ cho
pmìto non sb nmvease, o^raCiUasse^dal Suoi
patti , e di utitirarsi ad avansarrt vcr'SO' H
Sand « EgU^era. provvedtitoi d^ ogni cosa ne^
e^sfaria per mezao deli'£iba< e deUe fertili
acfatrade^xlie: gli, stavano 'd^;iQtomo. Le sua
^isGOBianse tran^^ pee ogni rj;gvaffdo^ takieiv»
loa I>el JRegno e delta Vita'
te «upcriori a quelle del nimico, che acce-
sero r animo di Tilly di una grande indi-
gnazione, e lo fecero marciare fino aHe 'li-~
nec svezzesi> ed offerire battaglia. Gustairo
saviamente si ritenne dentro le sue fortifica-
zioni. £gli si accorse, che gì* imperiali non
altro spiravano che furore e vendetta; ^-
peva benissimo che quel fiK)Co e coraggio
del generale , da cui si aspettava qiiatché
sonoro colpo, lo avrebbe anzi indotto ad
attaccare le trincee che a ritirarsi; laonde
Gustavo con tutta la cura e diligenza si
mantenne questo vantaggio» Or ^gni ccTsa
•successe conforme alla' sua congì.ettura ; poi-
ché il conte Tilly si risolse di far prova
della sua fortuna contro di Gustavo, onde
condusse le sue truppe con grande intrepi-
dttà contro di un campo eh' era fortificato
iii modo tale^ ch*cra quasi inespugnabile ^
è continuò a far fuoco nel tempo medesi-
tno con il pili estremo furore da una batte-
ria di trentadoe * pezzi di cannone; il che
non per tanto altro effetto non produsse ,
se non che di. obbligare il monarca svezze-
se a schierare la sua armata dietro la mura
di Wcrben- L'imperiale ripose le sae prin-
cipali speranze in poter esser capace d'in-
chiodare i cannoni del nimico, oppui^ met-
ter fuoco al lora campo in diversi quartle-
xi; dopo di che egli si propose dì f^rc i}
suo
di Gustavo III. rfi di Svezia . .105
isao grappe attacco.. Con questa mira ei cor^
rqpp^ alc.uoi prigionieri ^ i qaali dopo aver*-
si pre^o il suodkiaro,^ comunicarono a^Gu-
/St^ YO.il di lui .disiegoo^ Il Re adunque con*
Vjertì in proprio, suo vantaggio una tale cir-
costanza ..con quella prontezza di spirito
ch'era particolare a se medesimo, con or-
di;nare^ xhe si fissero, accesi fuochi in difFe-
rcnU p^rti dql suo campo, e che i suoi
soldati imitassero io strepito e rumore di
una .tumultuosa e disordinata marmaglia.
Tilly punto non dubitò che il suo strata-
^'enima avesse sortito il desiderato effetto;
onde condus^ie la jsua armata alla breccia
effettu^t^ dal suo cannone , dove fu ricevu-
to ^con tale salva di moschettate, che di-
strussero, la prima linea , posero . in disordi-
|ie infilare iila , e resero cosa affatto impra-
Xic^^bile 4i condurre' indietro i soldati all'
attacco. Mentra ch'essi trovavansì in que-
sta CQuCusione^ gl'imperiali furono attaccati
nella retroguardia dal generale Baudìtzen ,
il quale ^ortì ..fuora da un altro quartiere
del campo con grande risolutezza, combat-
tè , con molto ardore ed impetuosità, e fu
ricevuto da Tilly con eguale valore e capa-
-cità.. Quindi avendo egli ordinato al suo e-
sercito jche facesse alta, fece far fuoco dall'
artiglieria, e cosi tostamente convinse gli
5vezze.si, ch'egli era formidabile anche nel-
G 4 la
i|Q«^ Del Jt^io^ e ^ddla FlMi
la>;$Ma riUi^ia'; Il coDflicixii;fii dì biWù dm^
T^U i * Bwdiu^n ilei f tralpocci dbl ^^tm èortg^
g'fOi^^ Cftoeiò'in mesizo ai^nimici^e-ià^N^
t^t prigìpnkro , malgrado cb^suoi sfonei £
pi£i ^jSfxsmti ; ma to&caJSDeme fu liberato .pdh^
il:. vigoroso atfiacCQ^^e sfoszo' iìirìofso a'segoa^
di- non potersi ct^edere , fiat<0' da} :grovifiè
Viideslein .co» uitx. picciolà jatnixa^ la <l|[ua^'
l«:f>ugnai^oi;$i.apri a Viva ibrza indiecnsL
W ^t^dd xojn impareggiabile' valore, ed ìm^
trepi^2fa# Quivi fa » che^ il* Diica'tlì Sa«e-^^
^Kf^n^aC^opiegd in prima, quel gcan^iC^tag^
gilti» aho poi <ai ra^vvisò nei! picbo/colofiatil
gloria mtìA fnorte xii ^G^ìista^o, La perdrfr
fU.dÀ |^a& tx>iisidexa2iotie si per> Pniia , 'che
p^ r-^cra: paride. iua vìttom éu satigdiivcdat'
psr.gU &ve7tes:vc la dtsfkta ixm ià ignicM
mjjftioàa ^pt^x gl'imperiali ;. ma il x^tetd^^
principale che. »er dedus&e Oustarvos fff la
rigirata- del jcontr Tllly a. Mogdèhurg, e la
spirito e iCoeaggiD^cIre la miNlesiooa diffiise.
n^r armata sff^ezsesci^ lar. quale ai ravvisò e^
g^a:lernel valore^ • ai t nimìei # e vide che il
Iqfo Ee i^a supèriorevin puoto di coadotta
alloro aì fa0Km)^ei celebre generale. Per
Ick^spa^i^.di IO aoni TiUy era stato Btiina«
to il tna^sifivo ufficiale che fosse nell'Euro^*
pa>: la, quale sua £ima .stava fondala' sopra
vn rapido corso diwvittoriè ottenute in tren^
tas€4 Mcces^ve battaglie ^ Questa ripulsa an* <
dà
AiialfMitto a dinfriui^e l'alto ^uo cafaett^
tti^yM$m^ìdh la gloria dei suoi ilkni, d^
oaàhmse^ il -mondo che TiUy noi!k «ra di*
flil*' fiotfaicr'^ che non avesse rivale neirarcc'
<& -gìurtfogf^kve, €» die>non era invincibile.
S^ ^oanfetsò ^ bea' aocfa^ , secondo Mr. «Arter
dào éi su^parato^ da OijtsBWo pei punti pvìn-
d^U ""àù fià^vcti 'ài ìm • gtncfrale , nel irio*
dor^dii^f»h>aaad&re il sostentamento ad ùn'af-^
fliaCa^^ inj^fbmfioare tin campo , nel saper
mastcggi^e^ riltiglidria y eli in Quello spiri^
tO'toiaitivos c^ad'UQ batter d'occhio pe-'
nttra^ ro « 4»m|>m0de tticfo ^ imie^amente ' il di-'
sogno ^\t nemMs sa trovare i proprf^ rirtie*
d^ ierd «^dietftt > ^ arpiegi»re f^tafttaneaitien^'
te totla Tesatteaza d39tto^^ttdk> ed- applicft'^
zì4SNtie« GÈ questa itéstlmohiaivza di un rivale
C€H£ì|^tid3£iò$o ridondisi fiargboiQta lodeed^
altlsséoio^eBCoitiio dà Giuravo. ^ ^ >/ v it
iDofK> ftsosn^ azìbiie v la regìtia di Svezia
arrivfr nel ctmp® con vn rinforzo di Sóoor
fanti Myidapo ^essersi a^ grande stento éalvk^'
t2f dal^ naifcfragìo ^ cofidiossiachè il di lei va- .
sceUo se ne' fosae> andato si fetido nel «nafe^v
Nei tempo medésimo fu eonefaiMO *un trat-'
tato^con Cario L d' inghilterrai , in' virtù def
quide. quésto monai^òa permise al Ma richese
di Ainilttm di peclotare 6oob uomini perser-^
viato di' Gustavo . in virtù di una stiptila^^
ziwc 9 ^ attsiliafj inglesi dovevano i^sere
vi con-
catkiq0 ài corpq p^ìnQip^e 4§U\jiii:mfU9 4«
VKk iQotp% di 4000. Sv^^^^si, ^ Q 4^wyàno iti
qgai (E^osa pre3t4re obb/edienz^ agli. of4mì 4i
Quotavo :« m^ ^eir Jtssenz^ del Re d<i>y.6vaiio
^%^^P $4M;9 r i^tei^ 4i(WOQ$ d;el March^s/Sf*
,]^ 4^yesse d^re ,¥n ;giurameAio- di. fedcUÀ^a
Sia^; M^ii^st^ Svfnese*' Dallo >$pidco di-quesi^
j^^catp aj)pai;isce, ic;^^ Qwttyo .desiderava :4i
.filiere *coosideFato npn g\9...i)eU' s^peHo, di^.an
pifiac^)e $upplif;ani^ ^ »a <:(wpi5 il jgapo,, pw^
ftttoirp,:e se^o^pitoc^ d^Ila libi^nà;, erteli-
^nq oppi?essa»T4^1evorgftgI>««e «nìaur^ 4«}to
<c^s4 ,dip4i^^(ri^ ^ j[l.<Mar^^s^, t9fcat9.^0l$ «ir^
giaaò ^4 alteri 4i J$u9 co9itii^en{ei:e4 essoii-
dp. arrivato jp^,.<)r4M?l4i Gjjtsiavo, a Br^ewei»,
«oi^^tàfnpq«ijbiIe 4j-J?»Ìr^ c§H':Ar«wa ^«*-
%^. jlr 4]i c%]1Q5 fefie •iis^tei!?;:«Bi^ .^b^rpai^
le -sue iiruppQ,,i4i:4irizzskre.il s»q Cipfso p^r
il iipme 04w. viiS :,pprFe. a vCerra ^k si^ forze
ad.Ù$84pa>,..Qf giiii^ffio ^^^pneprt^i.il progcHo
del ,K^ (94.!PtUrqmo4o: ifintò rauitno ,§tto, $qa*
ci9&sia^che la s^^a^ Inten^VQnevei £Q^^e% cbi^gli
^»)5iJiarj dqvf^serq fyf^ ^o diversivo wì urri-
t0Pi©.dv.;Pr€yaiep> QHÌpdi,.pci Ti<ì^vaie ì\ /ni-
glior. prpfi^tp d4ie tìffio^tiA^e., egli pres^ie-
ijjeijtfi altefi^ il,,5Uf|rjpiaynO{,»' e dispose cl^ lil
corpo Brjttapiqp dove^^ operare ^u-]' Oder in
vece del We^eir« I4 ?ra()pia .pp^gnificò xjue^ta
plq;iqla ^ri^aiLs^.a jre vqlte itsw.nuqaerii.jilf
. Ger-
Gérili«iiiaf€ui immersa i»;totóiflio0e da tin cor^
pò ai-^trijppc Ci^i sew»ofi!tó«av€Ta quello «fi
6000. uoixii&i'^ ie Tillyjj^ìSl ^tìtokò «gb nìedesP
tdó imbarazzato Delle siib* ^procèdute. Una
velta el pebsò di maicibnK^ir' persona conire
del Marchese^, ma la partenza di 'questo* no^
bile pef ia Sile^ja Jo deiertninò ài tìnfoxtà^^
ré l'armata iiv quél paese èon tin faèn lerte
diseaccameuiOi al che possùnno -iké in «qual*
che maniera attribuife là dtisfotca Aiceedofm
in liipsia > di cqi ci aecingiiitio di* far f^fola^.
Firv rial tempo ria cm ac«;adde 1' ìikima
azione tra gli Svetaesi ed jmpefkrl! , -l&uslair^
sfj rifena« httt chiuso -rfenWo 4* subì trittdtìhi*'
memi > dove ' la «^a- armata era con ^fkMA
liberalità , ed in modo esliber^^ |)r€rrvddtt«
ta di ogni coW n^^essaritf * Ifilly ^po i»
^ua ripulsa &ce diirefli ^sferzi per-^aorpirettdè*^
re il campo e tirare- il Re 'atitm combatfrniètif
ito: ma poi veggehdolfiuiiU tutti i «uiii'^féN
zX^m rivòlse la sua maréia Terso laSassoftifft»
decerminato -o di porrdifi-desolatiofic qiuelF
£kuoraco , oppure costrignerte T Elciftore-a
dichiararsi in favore dfell' Imjperatore -Hijulhdi
non citante rinvito/aH0v'da6ustaiK)i^H'£let^
lore , quésti stava attualmente negoxianiìaàti
trattato colla casa d*Ausrifiav ma teineà-ehc
r armata ^eno il eoMandordel conte iTilly
Aòd foése -sufficteflte a proteggerlo jcoxlirtì? il
itisentimento del xuotiar<?a . ^rezzedé . JBtìil^xal-
tra
A
^ ■■ \
\
l^T Jtk^^'Jl^^iursxe della' f^ità^
tMvìfaite^ r^e. meiicrttbè^v'lNraiva tgft - ^0^ 'bUafi^:
ckmdonqiiìle T4Uie i^un^'^ {Promesse ^ i^o-'
veste jamtdere :j Tiily ^riia^ciò nel Cik)f€ dèh^
néunaccon potè^aoseve fpiù iivoréVdk VGaI^^
stato , quanto un tal* ptfsto dfirio^ pr«dipitbèb^:
mmiie :dal genMib im^rhrU, |W etU- r£k\*
tM0> Tenne te a»pci wodo^'aA esfi^e ^ 6ostre(^^
Ki i^'dnàiarani in £»vo»e 'dti^H Sv^esiv t^e^^^
tttzrcKtte afifte td) yeteseirfare ti Stto fkedt ^ki^v
la> rtolale distnmone h. : La «polMca de) Rev éo-^
]iHrr.a]ittIàe.l3.scdmigUata:pd Ifn pruderne itbl^
éortriiel iOonte ^icbntribuirofib'a'lktefìttiRar^
li: anfasoF ulèir £leno96 s t^e^avo^ ht^W^ ^^c^^
w tetto -fleminaedf&rrdifitrdniià f)s{yetK>s^i^di$
^av/yU^eeaa-^.eét l^(mtuosità ^ legN Vd^^ tbs^
ib^aviaiiiiiia itechiiftei H'ttilto^v ^itdrckè Gu-^
iiatxiR:teinf>(»eg^Vif^-ofiile prot^iravà di^cotfi'i
piare aoUa ^vza éette^rmt qttcl fehc'Gtìsla-*
ikfmw:wn^ggg}fa efliiat^ia metteva 'iri'^ftéeu«ik!f^
i^'CCf' .€citnsigH.<|na9prto<^'($gU 'da innamet^^
ycdìoccuienMcinplv e fallita s»oi" di^egni^ eÌH
ftMvd la sua fi^eoahi^a 4i ^^ ^itlote lurtaf ?a
piò .ìfii8tidi09Ov^^ ^acceso insieme di idègnb ift
4^ggend<r i stsoi altoii'« m^ottj peir^ il c^r^é^
^(ieinqtumt' anni ìlit^liAlen sef¥ig;, Msfinv^K
Udir rdavanù agt^ intendi lutìEvii»<>èi raggi- cM^
glèria di Gmca^vo^^^»! wsote^ di «Ibgàre te*'
ta^i9lttem9 l9kisiiai¥€ndcitt^. Aprendo daofue
C09 ftfsscaj xiq^H^maiCi «tini ì soi dittaceamai^
tLi;|aoil!^ò 9 gi)ì^:di 110 toMnte la SaMC^
ni» I € s<>j)m^c4 di .coHefnaziontt qarìV in*»
fejlce Eleuarato » gcN^damutfou ad estere ia
tutte r eca il teatt'Q 41 sangue > dì orrocee
d^le piùj:ragi<3he (Cilene. >t -
Uà prioce^ere <:o$ì contr addieirofrio al'coimiir
ne scntim^Qjti^ , deve comparire «loìto xiisqs^
si$i«fìte coHa generale condotta . deFlo esperi»*
nfe«^at9 Tiliy , . Alcoitt : sonttòri: ptt tpatssoi
ragtoxie^prpcurano di ^oyetcitive-il biatótia
sopra la Aorte 4i iV^eona v «d andie lafircm»
00 espfiefi^^cneme, ohe il Conterebbe 'oodtoè
di. d^evaat^r^ la ^^a^onia.:e porne ì\ assedicr a.*
l^ips^avOye V>S«kTC0re xi^Qin .si fiaate .immedià*'
ta^^me dichiarato con^foil^ :8vezia>i'0fciantsè
tosto adunque fu in veaiìut la ctoà.ddr)L]p8tas
che VEhfUQte spedì Aitihefan.a^ canpa/izlel
Re, rif^eidendc^o^che.macQtas^ìikJQQtap^
Qoantuncpie.G.u^tav^ sentkK .dólettà di im^
ule pr/oposta « H cui felid. cènpeeiietlaei gìài
pr^yed^a « ptr npndi^ìneiiQ la ricévè : foa uaT
aria di dignità,,, e. d'Use i* all' ambasctaiore^^
9.be nient^.più et? succeduto; di ii^eelcheìes'*
$0 .a?ea replicate volte ptedetto irli' Elettore «
Se Sua, A|{ez2a:> egli disseti avesse ^gate Iv
sue.anuponiziÌQni# nèSfagdbebnrg avrebbe ape-
fimentaia la crudele di un infiariato. nimica,
, Aè .la\$^ssoma. sarebbe atata ndoec^ a qùtila
, . pre-
tembite^ -^e ineiKCrttbè^''iitaiVa egli • xrdfi^-felfefìM^^
ciatiidflinqtt^le T4teile ^ism i frcxm«às^ ^gH i^o-^
vosàe atumdem^ 'TUIjr ^tibarciò hl^l <ntòf€ d«}^^
SOR» paete , e^ pMiinnl'^JMMiìedio n JL}|>xiÉ . OkP^
nèuDaocosa potè^csseiv ^ptù ^^«ròrèH^òle V
stairo , quanto un tal* pa^^M ddto' pr^oipimèbii
jMOiexdd geiiirbte i»nf(ertalé>^^|^
tMo< inennr àa anevto^^modo 'aA esMt# '4d$«f e(^
w^*?diriliàrani in favote degli Smucsìv^m^*»
tsmcme al&ie td)' fcresei^t^re il svro {kietè>^li^ n
la- ftolale distramene ^ La apolìtica del R^-^éo^ ?f j
Hsmiaiìsbe. la scdmigUata: pi 'Im proetemb tUl^P^ ^m
dMir idei iConte :^ ìcbntribiarorib'a iklt^AfiM W ^
1*: atniiBOFvdar JEletiofe^ XJtìfetavoi ffei»«fi«ttew ^
re tatto flemma ed indifferenza riispttto n qua |
parte egli si appigliasse* Tilly ^rà tutto foo ^
eo^ vivezza ed impetuosità ; egli yùìeti lìr? ^
re avanti a rischiare il tutto ^ aHorchè Gv
itavo temporeggiava; otide procurava di cot
picre colla forza delle armi quel che
Yo aorr maggior eiiìèacia metteva ir
ne co' cansigli . Inasptito egli d?
vali coQtratcempì, e falliti suoi
resero la sua vecchiaja di un
più fastidioso, ed acceso tn^'
veggcndo ì suoi allj
éìi cinqaanl' ai
lidi davanti a|
gloria di Giisj
Lipsia. o«^ ; ^,^
t.mcnit dvcbiarato
tosto adunque tu
tale
ai
Ila cM'
in ui^a
far sa»-
principe
edesimo
^sidenza
egli %i
uà vita e
Iella Sve-
dell' Elct-
lantenerc
nza i che
ile avreb-
a intiera-
legato il
alcuna
rovazlo-
1 affari,
armata
media-
end es-
(qua-
piena-
h- TI
terne
que-
' imen-
iorno
l'Otello
di
fio Pel Jiegno e détia fità^ '
ptm^io^ cofnpis$tdilèvdle^ sltiia;2ioxfé V Èfssd
(uycichiuse il suo' AicicorsTó còri hit noto ad
Afnbéimf eh* egli aveà fofitìàW uri progètto
d* impiegare cx>n vanfa]ggiò té sue truppe' iW
altra parte i ^t die T onore obblì^avalo ad as-
fisesre -r Elettore di BratidenBùrg , e i priri-
Clpl della Bassa-Safssofìia' . Finalménte però^
^cMitÀiiise UT! trààtftò / iii virtù àel* quate ftr
con<venùeò / che il principe Elettorale " dì
SasBOfìia dovesie^ risedere come tin ostaggio-
fletcairipo sveizese; che la città di %it-
(tfttòerg foése posta tra le sue rfianì.; che
l'Eletiofc^ dovesse fofnit-è ìe sue truppe col-
fa ^gi dì tre' itiesì •; che dovesse pro;
énxrt ì traditori della fazione Austriaca y
i quali aveano pervertiti ì suoi- consigli > e
^ttbiiSetfere a! Re* il loi^o Castigo ; e final-
Itìénfe che subito dovesse aver lùó^o tra la
Sinezir e la Sassonia un tratato óflensivo ,
e difensivcy. Questo trattato fu inimediat'a-
itlenié ratificato dall* Elettore , ^ q vi fu ag-
giiimeC'Una ^andé varietà di altre condizio-
ni^- cotne à dire , che non soramente Vit-
tetiibefg 4 ina eziandio tutto l^EIe'ttorato do-
vesse esiscre' aperto' alle truppe svèzzesi i*
caso" dt qualche rittfata ^ che si fosse dovu-^^
ta ìtifnfediatamente avanzare la paga d[^uii
mese/ e darsi una sicurezza per la riitia-
neiyte tomma ; che' fosse data at Re li-
na Ilota delli ìtaditori, ed insieme óna pie-
tia
di Cusiavo Ili. re (fi Svec^ra . ttt
'^a libertà di poterne disporre in quella tM*
'tìièra ch'egli stimasse più propria; in una
parola Arnheim ricevè istruzioni di fer sa»-
pcrt al Re, cHe non solamente il principe
Éuó figlio, ma eziandio T Elettore medesimo'
atreano proposto di ftre la loro residenza
fìel cartipo svezzese^ , coocios^iacbè' egli si
fosse deterniinato di arrischiar la sua vita e
fortuna nella causa .di Gustavo e della SYe^
iia. Fu aggiunto inottre per parte dell' Elet-
tore, che avrebbe intrapreso a mantenere
Tarmata sve2!zese durante la residenza i che.-
avrebbe fatta nellr suoi doinin}; che avreb-
be rassegnato il principale comando imierar
ifiente^ tra le Inani del Re,. ed impiegato it
^uo onore di non conchìudere pace- alcuna
^enza T intiero consentimento^ ed aj^pfovazio-^
ne di Gustavo . ....
In questa situazione troVaVansi gli a^ri-^,
quartdo Tilly', investi Lipsia con un'armata
composta di 44000 veterani . Egli immedìa^^
tametite citò il governatore che* si rendes»
se, dinunziaridogli la stessa veridqtta (qua*
lora avesse ricusato J eh' era stata piena-
mente praticata contro di , Magdeburgh • II
governatore chiese la libertà di poterne
cofusuìtare T Elettore; ma conciossiachè que-
sta gli fosse stato dinegato , esso quietamen-
te ubbidì alle intimazioni avute . Il giorno.^
appresso egli capitolò ancora per il castella
di
%i% Del Xfigno e deHa ITm
di Passenberg, il quale facilmentic affeUbe
potuto sostenere un assedio sufficienteméi^ie
lungo per poter venire in soccorso del niè-
de^imo Tarmata svezzese • L'Elettore essen-
dosi acceso di rabbia per la perdita di que*
sta città cosi pregievole, corse la po$ta
verso il campo svezzese , ordinò alla sua ar-
mata che si unisse a quella del Re con ogni
speditezza , e con tanta premura fece insisten-
za che si desse battaglia al nimico > che Gu-
stavo cede alle sue impazienti brame . Tilljr
si aspettava di dovere attaccare i Sassoni
separatamente ; per il qual fine avea esso, al^-
bandonata la sua vantaggiosa situazione in-
nanzi a Lipsia , ed erasi avanzato a ^Sre-
chtenfeld. Quivi Gustavo si risolse di com-
battere con termini uguali, ^ pari vantag-
gi. Di fatti marciò colla, sua armata a ve-
duta degli imperiali.' quivi fece ^ allo per
rinfrescare le soldatesche . Egli stavasi aspet-
tando che Altringcro con un forte rinforzo,
si sarèbbd tra pòchi giorni unito al Copte/
onde ciò venne a precipitare le misure del
Re. Nel settimo giorno di settembre, ei con-
dusse le sue truppe nel più bellissimo or-»
dine al campo di battaglia, facendo la sua
marcia con lentezza e silenzio^ , formando
gli Svezzesi una. colonna alla mano diritta,
e i Sassoni un'altra alla sinistra, montando
ciascuna di esse al numero di quindici nii^
la
it Gustavo fu. re di Svezia. iiy
Ta* uominV. -ir còme Tilty laisffeghahdo J'à-
jmo-di ùria seconda lìnea , schiero jutta là '
iua marcia in una vastissima fronte, colla
speranza per avventura* di cìrcbnaare i ' lati
dell' armata del Re ^* ma ogni sperimentato
ùfficfiale nel carhpo pronosticò quale sarebbe
stato r evento del combatiimiento dalla 'éft-
ccllehza , oiide sì erario dispóste Te tjrùppf
sv^zze^ì '. Gustavo, che si dlsfihguea per
d)è2Zo 'dr una piuma di*' color' verde 'che
portava nel cappello] ^oridùceal'àVtacco con-
tro qùeirala degl'i mpertaU, "eh* era ^'gbldata
da Pappehlieìm ) e dopo' "Un violènto vCÒq-
ftiiió rispihsé indìSfro quel sì*'bravo* gene»
iral'e ad una tale distanza ,, fchéVenpe a Jgua-
iagtiafè àilé sue ^ruppc un pulito Idèi' vela-
to, per ^cùl if fiamò andava a' capoarmi' cón-
tro dei mmìci ^ ed in? un ' modo . coi?sìdera-
éi4e i mbaràzzòu t^ lóro progctfure V <^\àtiio Ig-
slraórdinarìò sfòrzo fu fattoi* affine dfr sot-
trarsi ciat tiro 'dì una vaifaMttéria incori' cui
.ilfeòntei Tilty ^facèà'furtosanie fuoco so-
pra l' fiàrichi dell armata svézzesè. JPrattàiuo
il- geneiràle Bàrinier .taglìq'a pezzi le 'truppe
di Hólstéin, ch^crano cohtfoite dal loro va-
loroso Duca'VMt quale essendo ^ racchiuso' in
' mezzo fra due colonne / di' Svezzesi , ricévè
una ferita tnoftalé^ per ìb che ì suoi solda-
ti "dóra,andaròri6 quartiere. Pappenhéini sta-
va' per tutto qfuestb tempo facendo T più
"' Tomo I. H fu-
ti 4 pel Regno e della' Ituck
it^rtosi attacchi su la colonna sve^zeséi colU
speranza di riguadagnare la s^a primiera, si*
i;aazipne. Sette Volte egli condusse le $'u0
^uppe alla zuffa, ed altrettante vokfc fa
^ispinto dagli Svezzesi i qusin^unqvie non fos^
se sosteriuto dai Sassoni > i ^uali tostan^ente
furono discacciati, vìa dal campo dal conte.
Tilly. Ora tutta U forza delFeserciitò impe-
riale fu diretta contro, l'ala sinistra, degli
Svezzesi dove tomandavai il gener,alé Orn$
ina egli sostetinq Tattaco con ammirabile
fermezza fin tanto £he fu soccorso da CiJi'^
j^tavo , il quale per quel che sembra if0Q ri^
ponea che j>oca fidanza i^ei. Sassoni . Quindi.
aenza puntò scomporsi di ^nln^o per U Ip-
(a ritirata > egli ordinò al generale l^euffet
col suo centra che anda^ in assistenza dii
Orn; la qual cosa^ qqegli fece cpn t^tita,
iAtrepide2(2a, dkt la prudenza > T autorità ed
esempio di Tilly rum poterono persuadere-
oè indurre gl'imperiali ^ rinnovare T attac-
co. Quivi fu* che il reggimento scozziese.
praticò in prlma^ il nletodp di faf fpoca
pjsr v^^ di manipoli ; al che si attri-
Suisce Io s^fdimeqtp e confusione che cpm-*'
pari titell' a/mata imperiale «^ I4 tin^ parola t
nimici furono disfarti, e (utti si?? raglia ti ep«
ceito che il loro centro composto di diciot-
to regg^flttasi di fanteria vetetana., airvezzi
^laf yittoria e stimati invincibili • Oli sfqr**
zi\
di èustavo ìli. re di Ìve:^ta . it^
fei, che fecero per tìianfcnci-sr la tofo fattitff
turom a* dir glòftosi^ e ttitto cHc fòéscra
mfitti e distinti iti lince ititele dal fuoco'
tfcli* àftiglittiii 4 pur hohdiaieiiò eèsS rfón maf
tindtilarono ó^ fetroccdefono he c^Tder^ te
tt)nfusiòtte : (Quattro Reggimenti iti mo-
do |)ahìeblate; dò^o che i lóro ufficiali c-
*ano stati uccisi , sì fortharontì da' toro- me-
deìiimi ruri Cort)Oi e ritirandosi ài confini'
dei boSco, che àvean6 alle- Spalle^ resero
cosi dclu^ gli tìitìti sforzi délraf-màtìa svez-
àeseii e ibon 'mal' (tettiiatìdafrbnó qtiàrtierci ,
in* furane* f uttT fìnb all' ùltiìhò uomo taglia*
ti Ti ptzA. TMÌj V^rsò iagrirtie pef il desti-
iìo del étdl bravi "talloni > g fittatmetite sì'
ritirò con una* SJJecte di trionfò allrf iéstt
di Seicento (iomÌrif< li quali' hòri ploteròfio
essere" conctuìSfòtir'futèaYolta però essi fo^
Jrono tenuti drflk loro- safiWift maggiofrheri^
te dfe'téhebré deità hottfe ^' tìiéV al' pfòprio
loro t^alore; cf ' sé ^ufestt^nòfi^F fòsse ^ tem^
^6 interposta , » e^i nciJé^saftàirfente avreb-
befò doVuto titnzhtté bpptcs^ dal gfaii iiiii*-
ttieW dei hethici» ed a^^^ébl5ero avuta- parte
tic! dfesìind* d«l tòro tfàVi éOriVpàghi. Itcort*
ife tìUy fa Uhà volta fatto' pfigidtiiefa^ e
cbhdòStìacHè aVèssé rldfisatd di' ari-eridcrsì.
Uri uftìciiale SVeifeese didde fbócò alla sua
pi^tdla'^ ftìa* avendo fallato il colpo, fu fiit-
to^'mbrlfe Con jìh' archibusata dal Buca A
Hi Sa-
%l^$^ Pel JRegno^ e della Tii$ ^
^xèiLawcjnburgh , il quaP ebbe Tonorc di
liberare il; suo generale, ed impediie cheli
nuovo ciipiulo di disgrazie per la sua pri^
gipnia si fosse aggi un|o agli altri infortunj
4i questo veterano eroe. Sotte mila impe-
Tjali furono, lasciati morti sol cjimpo dì bat-
taglia; quattro m:ila ne . furon fatti prigia-
nieri ; tutti furon dispersi e sbaragliati ; un
bfl treno di artiglieria fu perdato insieme,
con più di cento' stendardi, bandiere,' ed:
altri trofei militari; ma quel cbe impoÈrtè^
più di ogni altra cosa si f ij , che le. misu*,
re dell'Imperatore furono intieramente rot^ '
te? e i; progetti della 'lega cattolica . fiirono.
tptalment^ sconcertati. Il disegno della Po-
Ipni^ ^itpihnetite dì rompere 1^ lega , ed at-
taccare la Prussia, mentre che Gustavo, stei^.
se impiegato nella Sassonia, andò a syani--
rq. P^r lo contrario il partito dei protestane
li .Germani pre^e coraggio, p cominciò a
pjQg^trate i mez?;^! qnde^ totalmente scuote^,
re il giogo della schiavitù in^periale. Tali
apppnto fqronp le conseguen'^q di questa^
vittoria cosi importante,, la quailc innalzò
I4 fama nelle cose militari di' Gustavo al:
più alto colmo di gloria , ^e . tras,metterà il
nome suo alla notÌTiia dei posteri tra qqelii>
dpi massimi guerrieri di Europa . , ..•»
L'opinione generale però si è^ che .Gu-»
stavo fece^^piccare maggiormente: ispoi ta-»»
' '-^ ' len-
di Gustavo Iti: fa dfSv&{)a. .-ììj
lenti ih ottenere questa vittoria, che il àtfd
giAidi^iO in saperne far uso , e proseguirla
innanzi. Se egli si fosse avanzato/ a Vienna
duratitela costernazìotie degV imperiali, -é
prinia ehe avessero atuto tempo di riaversi
ial loro smarrimento € raccogliere insieme
le lorb forze, egli è probabile cbc Tlmpe^
tatore darebbe stato costretto ad abbando-
nare la sua dapi'taie, e lasciare i ^uoi dò*
minj ereditar) alla mercè del éonquìstatorCi
M^ in luogo di ciò, il He attaccò Musburg;
e |>o$e a £1 di spada la guarrìigione^ eh«
consisteva in mille uomini ; dopo di che
•entrò egli tlel Circolo di Fràneonia; mentre
the i' Elettole di Sassonia stava occupato ili
mettere l'assedio a Lipsia. Così Tilly fti
lasciato in libertà di unire insieme le sue
disperse truppe , e formare nuoyanietlte un'afa
mata molto considerabile, per la utiione^ei
€o^j3Ì sotto il generale Altringerò e Fugg0*
rò . La. verità Si è che Gustavo temea, che
il <:onté Tilly si avesse ad avventate contro
i Sassoni, mentre che stava egli devastando
i dominj ei-editafj austriaci; per lo che egli
avrebbe potuto essere privato non solamen*
le d' un'alleato , tìia eziandio dei liberi quar-
tieri provveduti per le sue * truppe in Caso
della necessità dì qualche ritirata. Ciò adun-
-que fu^ che lo impedi di perseguitare i ni-
nnici per Brunsvich fino al Veser^ la qoal
H 3 co-
l^sa fortcmeiite temeast che pptrebbe fstpit
ug.ua}fDe^Dte pregigdizìevpld aljia cau$a comu^
ne , che una |np.ursione 9 scorreria neir 4ur
fitria, dapppfchè potrebbe ^x^ (ìrare tutto il
peso (Iella guerra isopra \ princìpi d^lla l^a^-
sa-Sas$onia, ed esporre al furore dei nimioi
1 pt:o|estanti del circolo superiore. Questui
fiìrco^tan^a, ed il consìglio dell' £lettore di
SassQpia deterfpinarp4)o Gustave a penetrare
;iella ^F'r^nconia , per il qual ine^2?:Q egli spe^
fava di guadagnarsi V affezione di .^utti %
rifprma^i nella Germania* 11 suo cancelliere
Oxeq$ti^r|i (tct delle rimostranze contro di
Questo pas^o; fna il Duca di "Vreimar for^
(eineqte ]o sostenne, e fjn^lmente guat|agn^
il suo pujjto. >.
Gustavo sped^ certe persone di credj;t(|
ed autorità per in^pegnare nel suo inieressf;
I prpfestanti d^^iralta Germania,, ed qn ta}
$uo piano felicemente riuscì; poiché jutii
liberamente si dichiararono in suo favore ,
eccetto che la città di Nuremberg, la qua?
le susfritò varie difficoltà. Nella Franconìa^
}\ Be ridqsse in servitù un gran ni|mero di
piazze^ particolarmente la fortezza di Wprr:
Jcburgh, al cui soccorso marciò il contf
TUly, ma groppo tardi per poter eseguir^
il suo disegno. Per questo tempo egli ave-
va radunato un esercito di ;8oco fami, e4
j^2 compagnie di cavalli , ^ tosts^meote dq?
di Gustavo ÌÌL re (fi Svelta . x x ^ '
pò ) lui $ì uni Cariò Buea di Holscein co^
iiQOO uomini; di modo ch'egli di bel nuo*
1^^ Superavar V armata sveztese in punto di
n^ftiero'. Ritiia^to egli deluso nella sui in-
tenzione di poter sQCCorrere ^orkburg, d{«^
refóe la ftua nyarcià Ver^o Rottenberg , ma
ebjt)e là disgrafia di perdere quattro teggl-
menti, i quali furono attaccati, e tagliati i
pezzi dd un distaccamento ^vezzese» Dopò
di. questi» vantaggio il Re sorprese Hahau 6
Francfort $opra il Maint;> quindi rivoglleh*
ào il suo cammino versa la parte del Pala*
tinaco , che in l^utl tempo era posseduto
<ld8li 3i)aghuoU , neir totrare che fece là
4uel paese , domandò al governatore di Syl-
va , se lo volesse riguardare come amico o
còcne nimico? Ed essendogli stato tispo^to,
che le sue ist^uz^oni èrano di dover assiste-
re all' Elettor di Magonza cóntro gli Svez*
zesi, egli A po^e a deliberare^ si dovesse >
o no dichiarare la gi)èrf à contro gli Spà*^
gnuoli, o|^urè trattarli , solamente come gli
alleati della léga cattolica , senza venire a A
un'aperta rottura colla corte di Madrid; 1^
quale secon^ia opiniotie prevalse per un ti*^
ttiore che il cobmereio aVftzzesé potrebbe
patire per te depredazioni di quéi di Dunk^
kerk . Tutta volta per&, egli tagliò à' pezfi
tin corpo di Spagnuèli , i qiiaU si ^f&tica^
fono di atitahrér^rdi atli suoi progressi, i
H 4. se-:
segll opposero, nella ijtrada verso OppeB^
hei/n.. CU-Spagnuoli.v cbie^avanfo a goarni*
^ione ael|a città di Magooza , si arresero
pei* i^apitoiazione e furono condotti^ a Lu^
3teniburg.
€osi rapidi furono I progressi di Custa*
▼o, chp la corte di Vienna mandò per ogni
parte a domandare soccorso^ :e sollecitare
insieme i prìncipi cattolici ad; armarsi in so^
stenimento della loro religione. Tuttavia pe-*
rò quel che maggiormente imbarazzava rim*
peratqre era la difficoltà di trovare un. gè-*
nerale capace di poter resistere a Gustavo ^
il cui nome era divenuto terribile nella Ger-*
mania • Sembra che la buona fortuna del
colite Tilly lo avesse abbandonato; e sua
Maestà imperiale per niun conto approvò la
proposizione fatta dagli SpagnuoU di nc^ette-
re il giovine Re di Ungheria in opposiziono^
ad un si graiide maestrevole talento, com'è*
ra quello del monfarca svezzese, non ostan-*
te phe ìt medesimo potesse condurre in cam«>
j)o poderose leve. La voce generale favori^
va 'W'allestein, ch'era on vecchio sperimen-
tato generale grandemente amato dai soU
Ani, e tamo ricco che poiea mettere m
piedi un^ armata a sue proprie spese; però
vi restava una sola difEeoltà, e questa era^
se quell'orgoglioso uffiziale avesse voluta
^accettare il comando , di cui era staio una
voi-
dìffMavóIII.ntéivétpà. tir
volta |)riYata *■ Iinalinente fa sormontata
questa obbiezione ^ poiché Walleicein ad i*
st^aiìone dei sudi amici fu persuaso ad ao^
ceccar^ la carica per la seguente campagna #
per il qual tempo egli s'impegnò ad au<*
menitare considerevolmente Tarmata a suo
proprie spese . Egli attese la sua; parola , ed
a capò di pqchi mesi tirò niente meno cb«
4ooob uomini dai dohiin) ereditar): dell'Ima
peratore; il che si può giustamente atino*
Tcrare tra le infelici conseguenze di essere
venuto meno Gustavo nella prosecuzione
del colpo che atea fatto a Dpsia,
Per tutto il corsa dell' invernata T eserci-
to dei Svezzesi si tenne in certo modo nei
campo , conciossiachè fossero essi continua»
itlelnte spediti in forti distaccameilti alla ri«
dazione in servitù di certe città, le quali
avrebbero potuto precipitare le operazioni
delle susseguenti campagne; e nella prima**
vera fu messa in piedi ufn'antitile nego2ia«
zione dal Re di Spagna per ottenere una
neutralità per la Baviera, e per diversi al^
tri stati cattolici . Prima che si fòsse avvi*
cinata Testate, gli Svezzesi aveano con*
quistata Crantznach , Bobenhausen , •
Éirchbergr su la Mosella ; aveano ripiglia^^
la Magdeburg nella bassa^Sassonia • Guglie}^:
n^o DuQa di Weimar aveva acquistato W
possesso di Gozlar, Notheim , Gotìugen» t
Da-
ii4 Jbel ìlegrio e^. detta Vito
nel ciàmpo spediti dal Re di Danimarca, 6^
feiferìdò la mediazianc di questo principe
per térriiìnare'le difTerèn^e tra la Screzia e
la c^sa d* Austria. Alla. loro proposta fispd*-
%t Guatavo , che tion sarebbesi potuto òtt^
nete niùrìa ferma e stabile pace, fin' a tanta
che si fosse unito 1* interesse dei protestan-
ti, e A fossero obbligati i cattolici i corl-^
cedere tali condizioni, che potessero hiéttef*
re in sicurezza la loro futura trdnquiltità «
Adunque era tìecessario, che li ètrlgnessé
air osSeryarlza . dei loro patti e promesse qual-
che vincolo più forte di cfuel che potesse
fafe la pura cera e la Semplice pergameÀ'».*
Conciossiachè gli ambasciatori noti aVesaero
avute istruzioni di proporre yerun* altra co-
it di vantaggio , la negò:^iaziòne andò a tef*
minare, corfie appunto era cominciata. Gu-
stavo ^i risolse di porre Hmìti air ambizione
austriaca, e noti volle pfestar orecchio a
niuna sorta dì condizioni, le quali noti a<>-
vesserò in mira un tale obbietto. Ora riti-
randosi egli da Ingòlstadt, intendea dì fat
provare ai Bavaresi quelle stesse barbarie ,
che il loro principe aVèa esercitate per it
torso di alcuni anni contro ^ i protestanti
deir Imperio; e di fatti ridusse in cenere
Morzbourg , Freisengcn e Landsbut, Gli |a-
bitanti di Moilaco salvarono k loro città
mercè la Commissione che fecero, portando^
le
di Guèlavo III. re di Svechi . 1 2 j
te chh Vi a Costavo, il quale si contentò
d'impafdronirsì di quarànta^ pezxi di canno-
ni, th' egli ordina loro che mandassero ìxk
Attgsburg-. Quindi avvegnaché i paesani si
fòssero uniti insìetn^ in diversi corpi , ed a^
vesserò uccisi tutti coloro ch'erano rimasti
itìdretro dal Corpo svezzese , il Be ordinò
che fossero bruciate le loro case ; ed iti u*»
t^ volta disfece up considerevole corpo di
iDilizia, eh' erasi unito alle forze regolari^
dell' Elettore ,
. Mentre che Gufavo era impiegato nella
^ggiogazione di Baviera i Vallestei» avca
radunato un vastissimo esercito. Egli fu pre-
gato dair Elettore che venisse in ajuto del
suo popolo ; ma in vet^deltta di quella pre-
ferenza ch'esso ottenne per il eonte 'filly^
il generale, permise ch'eglf riroaneSse per
qualche tempo nella più estrèma perplessità
di animo. \n luogo adunque di rivogIìer&
le sue armi, e dirizzarle per là Baviera, e--
gli improvvisamente 1$ rivolse vèrso la Boe^
mia con la' mira di tirare i Sassoni fuora
di quel regno ., non ostante che non avesse-'
ro i medesimi a riguardo della stagione , che>
poco promossa la causa' comune , ciò doven-^-
dosi attribuire alle pratiche di Arnlieim, il
quale era amico di Wallestein , e segreto ni-
nnco di Gbstavo\ Egli. era stato rimprove-
rato .dal Re pei^Ja saa codardia; è quantun*-
que
iti ' 'ì>€t Segno è^àélià Vita
%u^c riòti avesse Colaggio di apertamente rf-
sentir^ di un tale affrontò , par nondini«no
non potè giaitimai perdonare al Re ìP àuo
f imbrotto , allorché lagnavasi dell' irigiufiac
fatasi alia Sua ripdta^ione* Questo fu prin-
€ipalmente qxiel e He lo costituì nimicò del-
la S<^c2ia , e lo pose sul punto di escogita-
re per via di ogrii segreica artifizio tutti ì
me^ii^ con cui distaccare PEIetcó<^ dalla
lega dei protestanti- \{ qùal progetto non
era troppo facile a potérsi eseguire ,\ rfopó
gr importanti servigj che il Re aveà fatti al-
la Sassonia. Tratto egli adutiqiie dà Questi
motivi ifhpedi i^ibgfessi dell' afriìafa- sasso-
na nella Boemia > e pefmise à Tallestein
che guadagnasse una facile* vittoria, su la
iperania che f Eltttofe suo Sovrand i prin-
cipe addetto ai piaceri > ^i sai^ebbe tosta meii-
tt «aticato di tiri aJfeaftb Cosi inquieto -e
guerriero coni' efa Gusta Vo . Altri poli delli
consigliefi dell'Elettore «^rano ÉimJltiìenPe nel*
partito deir Imperatore. Essi cóntinuartiehte^
9ussurravaiì0 negli ofeòchj di lui^' che^ il
mt^narca svezzese aspirava al diadema im-
periale^ qualora egli fosse in ciò riuscito ^
dllegavatib che sua Altezza^ si Sarebbe tróva«^
co ili differràti circostanze dà qu^lfe, ih tixi
era presenttrt^ente sotto il governo dcIIi ca-»
sa^ d' Adstna . I duchi di Weimar, i quali
SÌ4 erano . fortemente ii^sinuati ii ella buona
grà-
éi Ciistaì» ìtt rt 4$vesfà. taf
^zi) del Rc« aTfd9;bero aHora probtlKÌìmMit^
esposta la loro pretei^sione ($ dititco alla dir*
gnità Elettorale. C&e F Iniettore del Palatina,
^lino dissero ^ $> sarebbe induhitatateeiite a£-
Àiicatò uh giortio a Vendicar* le ihgittrie.,
« torti a ki £atti dalli Sassoni. £ra cosft
evidente dalla condotta di G^ijua^vo tenui»
ki. AugsbuTgk, ch'egli òtadi p^ciposto dì ag*
giiigneré la Germania alU couraiia S. Sm<-
2ia ; e ch^ esa utt a^otito ptt iìd Elettore «
il. quale tro^vasi aU« uìHa della legi pitn
testante, di essere, reéo subordinato ad uà
barbaro principe del Nord; Goni tali argo-*
inenti i suoi cof'tigiani procufarotio di sd*
molate la superbia^ aa\bitione t terróre di
questo princip<t^ nòtent^el ch«l ^a ^ae»À
danese èì studiavi con un. metodo difieréhi*
te di tenete iu uguaglianza la bilancisi tt^
Gustavo , e V liùpctàtott . Ciò altro non erai
che formare un' alleanza coir Kighilief fa i 0-^
landa ^ e . i circoli dell' alta e ba^sa: Sasso-
nia. Mosso adunque da diff/sreiiti. tagioni , ei
spinto da utia varietà, di contrarj nù>i/iaìot^'
ti, r Elettore trovavaSi gràfldemente irhbai-
raz^ato; ma. la disgrasiatac maniera.^ codcuL
le sue truppe etano state discacciate fuorst
della. BoeiAia da. "^aUestein.^ Io conésrmàL
nella Ma pacifica; disposizione di. animo •
I felici successi di PappdKheim, còme aUf
cbe il vantaggia ott/enota aell» Soemia.rinrn
fran-
Il» JDel Sejgnù e deih^ Vka u
firMtarono gli «piriti degrii&periali. Dopo
che Cascavo ebbe richiamati i duchi di Wei*
mar e Bànnier dalla bassa-Sassonia per u-
nirst a lui nella Baviera , Pappenhelm ridue*
se in servitù e diede un crudelissimo gua-
sto ad una gran parte di quel paese. Egli
disfece un distaccamento di Svezzcsi davanti
Haxten, conquistò £imbeck> e fece un' ir*
ruoiònè dentro di Bremen fino a Stade ^
eh* egli presentemente si propose di voler
eedere, al Re di Danimarca , colla mira 4* in-
garbugliarlo con Gustavo .. Una tal propo«*-
sta alla corte di Copenhagen fu fatta colla:
pia. estrema segretezza % Cristiano da lungo
tempo andava cercando l'opportunità d'im--
padronirsi di Bremen; e la sola difEcoItà in
abbracciare le offerte degl' imperiali nàscea
dal timore di aversi a rompere colla Sve-
^a. Per tentare adunque di qual tempera
fossero gli Svezzesi> fu mandato un corpa
di truppe in Cluckstadat e Friburgo sotto
c|Balche specioso pretesto; ma non si tosta
furono esse arrivate^ che il Re di Svezia or-,
dinò loro che abbandonassero il paese ; ed
allorché le medesime mostrarono in ciò
qualche riluttanza , V Arcivescovo di Bremen
cominciò ad entrare in misure di cacóiarneli
per forza • Gli Svezzesi ebbero direzioni di.
assistere air Arcivescovo, e di far eziandio
Ufi' irruzione in ilolstein ^ ove ^ piò si £ossar
tre-
4i Cusiax» II J. fedi ^^vc:i^a . 12^
(tovato neceiiMrio ; per la qual cosa essen-
dosi accorto Cmii4n0 AM^k diiBcohà delU
ÌQtrapresa, stimò cosa propria di addurre
«us$ a Gustavo:, e, richianiare le sue forze «
r Ma le armi svezzesi non furono del tut-
lOv prosperose <K>ntro degl' impaciali; poiché
Pappenbeiip disfece la cavalleria dell' Arci-
vescovo a ^erden , e sorpresf no corpo di
lamerU Jvezzese davanti a Stade. Tre reg-
gimenti svezzesi furono similmente tagliati
^ pe^zi vicino % Kedingen^ m4 pur nondi--
meno Pappenhiim fu costretto a ritirarsi , e
ritrarre la guarnigione da Stade 1 della qua*
le gli Svezzesi . pigliarono immediatamente
possesso. Gili ^fagnuoli ancora furono prò*
sperost sul Reno superiore p ove ad un buon
numero dt aitrei piazze # 4sssi ridussero in
aervitù Spira. Poiché il principe di Orabge
ave^ fatta un'invasione nel Bracante , essi
furono chiamati nei paesi-bassi; il che po-
se termine alle loro conquiste, e soggettò
la loro retroguardia a ricevere una sconfitta
dagli Svezzesi , i quali li perseguitarono si-
00 a Treveri, e pigliarono un gran nume-
ro di prigionieri • Quanto poi a Gustavo ,
egli trovò per se un impiego sufficiente neir
alta Germania'. Wallestein e l'Elettore di
Baviera minacciarono di dargli battaglia con
forze grandemente superiori. Da una vitto*
ria essi nulla meno si propoaeano , che
Tomo L I l'in-
2 jd Del SegTia e della tkA
r intiera soppressione dell' interesse protestali-^
tei e consideratesi le crrcostanze avevamo
essi la più fondata ragione di aspettare f che
la fortuna sarebbe loro propizia. Gli Si^ez^
zesi si trovavano dispersi ptr ogni quaftie-'*
re della Germania^ le forze condotte dai
Gustavo eraiio di pochissiitio conto, onde
speravano di avventurarsi contro di lui pri-
ma che $<*glì fossiero potuti unire t suoi
distaccamenti / ma poi essi non rifiettevano
che il gran .talento di Gustavo era in se
medesimo uguale^ ad un' armata # e che il
suo intuitivo spirito e vivezza non mai per-
itiettevano che si trovasse in qualche imba*
raz^ nelle occasioni antSòfchè le più criti-
che^ Dopo che r Elettore ebbe fornito di
fortissime guarnigioni Ratìsbona^ ed Ingoi-
stadt y essa marciò ad Eger ptt uhìrsi a .
Vallesteìn. 11 Re lo perseguiti^ per il Palsr-
tinato superiore colla speranza di dargli bat-
taglia > prima che si fossero unite insieme
le armate; ma la spedizione dei Bavaresi
obbligollo a ritornare ad Hirsburg , dove
procurò di scegfiersi un accampamento, do-*
ve non potesse essere sforzato, o ridotto al^
la necessità di combattere con disugua{.,Iian'«
za dr numero. La situazione che fu da lai
eletta, fu nelle vicinanze di Nuremburg; il'
saccheggio della qual piazza Wallestein ave-
va promessa alle sue truppe , subito che ne
aves-
di Gustavo ili. re di Svè:^%à . 1 5 f
avessero disceccfaca la guartìigiont svezze*
se. Quindi pef ismoVere il Re da questo
posto, Ì*intperialista fece un movimento co*
me se si avesse proposto di entrare nella
Sassonia $ ina Gustavo era troppo ben infor-
filato dei suoi stratagernmi i onde restarne
ifigatin'ato. Dòpo e«i$ersi liiillahtato c^e tra
pochi giorni sarebbesi decenti ina to ^ se i)
Ke di Svezia i o pnx égli noledesimo doves*»
it essere M .padrona dell' uni verto^ essocam-
bio la ^ua idea di combattere; disse che a-
tea date battagtie abbastartz^ay e che presen*
teifìénfe voleva teiltar^ un altre/ metodo di
guadirgnare le vittorie. Il suo disegno era
di far perii'e di fame il Be nel suo cànapo,
obbligarlo ad abbandonale il suo posto ^ e
cosi sloggiare Nureoiburg « Lusiirgato egli
adunque da questa speranza > si accaitipò io
Utili Vatitdggio^a situazióne , distaccando tia
grosso corpo di cavalleria ^ef occapare i
posti necessari. Di fatti esso obbligò gli
SvesCzesi ad intralasciare i loro foraggi , ttit
((ùeàti furono abòndatìtemente ptrovtredtiH da
Nuremburg* In questa! maniera le artìiate
Stettero accampate per Varie settimslne £ln'a
tanto j che il Re essetido stato rinforzato da
quindid mila uomini; schierò le sue truppe^
ed offerì battaglia al nimico, la quale fa
ricusata da 'Wallestein , don avendo petlsie^'.
ro di lasciare il destilo dell' loipcrio ad e%*
i ^ $€r
132' D^l- Regno e della Vita
&er deciso da un solo combattimento. V^g-
gendo adunque che T animo di "^allestein
era determinato contro la battaglia, Gustavo
eresse vaste batterie contro del suo campo
dalle quali fece fax fuoco con incessante fu-*
rore, affine di tirarlo fuori delle sue linee;
ma conciossiachè fosse venuto meno il suo
disegno; egli si risolse di attaccare i suoi
trinceramenti colla spada alla mano. La
maggior parte dei suoi generali invano si
affaticarono a dissuaderlo da un tal passo ;
ma r animo del Re era già, risoluto . Esso
cominciò T attacco, lo sostenne con sommo
vigore , rinforzando uh distaccamento con
Taltro: continuò il combattimento per di-
verse ore, e finalmente fu costretto a riti-
farsi colla perdita di due mila uomini ^ sen*-
aa aver potuto fare la menoma impressio-
ne. 11 Landgravio di Assia, ed altri Ger-
mani eh* erano nell'armata del Re si lagna-
rono, ch'esso impiegava le loro truppe in
quei disperati attacchi , come se le loro
vite fossero, una materia d'indifferenza; e
per verità prevalse nel campo un generale
mormorio e scontento per un passo da lui
dato così imprudente» precipitoso, e'fatale»
il quale giustamente potrebbe riputarsi il
massimo errore nella condotta di Gustavo ,
errore che nacque dall'impetuosità del suo
coraggio.
In
éz Ùùìtavà ttL re dì Svezia . 133
tn questo siato ai tcovavano gli .a/Tari a
^uremburg, mentre che Pappenheim stava
operando grandi aziona nella bassa^Sassonia •
In diversi rincontri e sanguinose .soaramucc»
egli disfece gli alleali •(< truppe di Assia
furono poste iti rotta vickip WaU&roarsen,
il duca di Lrupenburg, ed U generale Bau*^
ditz furono costretti ad abbandonare Tasso-
dio Idi Callenberg .; Quindi egli soccorse WoU
fenbuttle , ridusse in . servitù lldesheim ^ e
prese la strada di Tburingen, a|Sne di u-
nirsi con TTallestein. I suoi, felici s^QcesM
furono principalmente dovuti alle dissetiftio*
ni tra i confederati^ alla rivalità e garaxfe^
regnava tra i generali -svezze^i > :.ed; al desi^
derio chef ciascuno avea , di comandare un
separato corpo di truppe; il che siccome
veniva a dividere le loro f{>r9e .,^fìsi li reti-
dea facilmente preda dei nimicj . Bauditz.o-
ra tra il numero di coloro^ la cui amM&Ì9-
ne superava la prudenza. Egli aversi acqui-
stata molta fama ì;ì qualità di generali^ di
cavalleria; ma la sua vanità lo spin^.a.d^^
siderare il comando dell' infanteria ^ Esso a«
vea fatto un servizio eccellente in una si^
tuazicme subordinata j e questa era h pro-
pria sua sfera, e non già quello . Cui egli
ardentemente bramava ^ cioè il ^ornando di
un' armata separata . La mala condotu .ed il
tradimento di Arnheim resero le armi deili
I } con*
134 ^^i Regno e ddlla Vita
confederiti ugualmente ìn&lici nella Sasso-
nia che nella Misnia* Esse consistevano in
sedici tnìla uomini, ch'era una truppa suf-
£ciente per operare grandi azioni; e pur
nondimeno altro non* fa fatto oltre allaaqg*
giogazione di Glogau / Arnheim mantenne
una secreta corrispondenza coti ìlTaUestein,
e sì allontanò dalle frontiere della Misnia,
affine di facilitare T intesa irruzione del ge«
iierale imperiale^ e disporre T ànimo deirE-
lettore Con maggior forza ad appigliarsi a
misure pacifiche « Gli Spagnuoli assisterono
Ambeitn nelli suoi sforzi per distaccare il
suo sovrano dall'interesse svezzese ; ma Gu-
stavo manti cosa intralasciò, la ifuale pò*
tesse impegnare la fedeltà di quel princi-
pe. Esso mandò il conte Palatino Saltzbach
4kl Augtisto;, affinedi porre innanzi alli suoi
occh) ogni obbìetto^ il quale potesse catti-
-^are il suo giudìzio; Egli insistè nella ne-
-cessila ili unire iostem^ i protestanti j come
una barriera propria tontro la casa d'Au-
stria ^ « r unica misura , ja quale potesse
impedire ch'eglino fossero panitamente ren-
anti schiavi. Tutta k potenza di queir am-
bizzosa famiglia sorgea dalla discordia delli
confederati; ed una risoluzione di operare
4Con umanità avrebbe tostamente fatto tra-
boccare la bilaiKia in lor favore , e gli
avrebbe insieme abilitati di sceglrere un Im-
(b^mfam HI. €€ di Sve^i^. 135
fieratore^dal proprio lor Aunocro. II conte
palatino aggiunse » che considerandcsi i ser-
vigi fittisi da Quscavo Adolfo, in liberare
i princìpi deir Imperio jjalla schiavitù, niun*
pkro avea un si buon diritto al diadema
ìmperi^Ie^ ]La gratitudine degli lìll^ctori^ ed
il proprio ^uo segnalato merito; il pc>tere
ch'esso avea d| ^^^^i^dere Ja religione rifor«
^ata per frenar^ ^ reprimere T insolenza
jdei Cattolici , e di .ampliare ^'interesse pro-
testante^ meramente innalzavano il monarca
svezzese sopra di ogni Rivalità * né certamen-
te^ r Elettore, di Brapdeiiburgh fu meno im«
pegnato ntir insistere su la necessità di un^
generale assemblea ed unione .delti proce»
stanti. Questo principe era intieramente ad-
.det^to a Qvis|tavo per la speranza che nutria.
va di stabilire una parentela tra le loro fa-
Oiigli.e poi matrigìonio fìel principe Eletto-
l'al^ eoa Crssiina principessa di Sve;?ia . Per
venire a |:apo di questo suo disegno > egli
.afTitirpStSi 5:0! più indicibile zelo e fervo*-
re» donde sperava di averne a dedurre un
immediaito vantaggio^ cioè quello di evitar-
si certe di^pnte 9 pbp .veri^mili?^eme sareb-
bero naite ^irca h Ponneraiiàa^ N.u;lla pei-ò
di .meno le risposte de ir Elettore dì Sasso-
nia farcelo generali 5 ^ si potè da lui esjtor-
«quere iiiurta cosa, U. quale battesse al chio-
49 ) ^d i)gU <^0 gran dem^zA^ i^Vmò ài
I 4 an«
ijó Del Regnò e della Vita
andar toccando I* affar principale, cotìcio!^
siachè si fòsse proposto dì adattare la ^aa
Condotta secondo le Congetture. ^ -
Queste erano le negoziazioni nelle quali
Gustavo era occupato, mentre che risedeva
nel campo a Nuremburg. Presentemente si
risolse di lasciare questa situazione, poiché
non potea né obbligare Vallestein ad eva-
cuare il suo posto , né a dare battaglia 4 Prima
però di levare gli accampamenti, fu messa
una ben forte guarnigione dentro Nurem-
burgh in caso di qualche attacco ; e quindi
Gustavo divise la sua armata in due corpi.
Il comando di uno di questi lo diede al
duca Bernardo con ordine di rimanersi nel*
la I^ranconia; T altro poi ei lo condusse in
persona verso il Danubio e !a Baviera. Im-
mediatamente Vallestein sloggiò, e rivolse
il suo cammino per la Misnia , con inteti-
ziòne di obbligare T Elettore dì Sassonia a
distaccarsi da Gustavo e tirare gli Svezzesi
fuori della Bavièra per il soccorso del loro
alleato . Il generale Olken già stava conr-*
mettendo terribili devastazioni in Voigo^
land ; laonde ciò fece cambiare ai* Re la soa
intenzione di proteggere i principi prote-
stanti, al che fare fu esso fortemente avvi-
sato da Oxetistierna. Intanto in oga^i minuto^
di ternpo arrivavano corrieri dalla Sassonia
con lettere premurose dall' Elettore^ richie^
dea-
dèCustSó III. re cffSifé^ . t jf
deiido là stia immediata assistenza. Setttà
ponm riflettere alF incostaMa di Augusto \
egli generosameivte corse ìfi suo ajuto ; coifi"
pslssfoaò le sue disgrazie , mentre che di«-
sprezzava la sua condotta « Egli temeta. cbc
la soa costernazione; noli lo arcsse ad in-
durre ..a formare unsi pace coir Imperatore
in^ pregiudizio disila Svezia^ e degte alleati
della medesima; è sperava che trovandosi
cosi vicino, avreblx potuto rimediare a quei
disordini che prevàteano negli stati della
bassa^Sassonia . Lasciando dunque • Gustavo
Orn con un esercito, nell* Alsazia; dove a*-
veva. esso fatto considerabili acquiste ^ e Bir-
kenfeldt conte palatino nella Baviera, si uni
al conte Bernardo^ e marciò con ^credibi-
le, diligenza nella Misnta, dove gP imperiali
stavano radunando tutte le loro forze. Esso
aveva ricbiamaCo il duca di Ldnenburgh
dalla bassa-Sassonia, e quel principe si era
avatizaito fino a tTalIemberg pei* unirsi con
lui ; ma poi avendo inteso che i nimici sta-
vano accampati a "W^etsenfells , € che Pap-
penbeim era stato distaccato con un corpo
ben forte y Gustavo si risolse di attaccare
gl'imperiali , prima -che ^ avessero potuto
nuovanorente unirsi. Con questa intensióne
esso marciò a Lutzen, dove diede quella
memorabile battaglia, che involò alla Sv^
zia il massimo di hi monarca . Esso attac-
t}« J>€l Ifegno fi Mh Vita
co Vallefitein con un fmrore incredibile; e
la fanteria ^yetztse si portò cop jun valore
da Hoxdirp^ rupp^ gr.impieria}ijiialgrado dei
loro più ^scirefni jsforfEi per manfeneirsi fef-
lài, e presse lotta la loro artigliena. La ca-
valleria iion potendo passare il iiome cosi
epeditamsnte , come il fie stimava necr^isa-
rio, esso. fec9> la strada accompagnato sol*
tanto ^1 féggimenicr Ai SmaaJand , ie dal
elUQi di Saxe^La^^eidbprghv caricò J nimici
con grafidfS jimpeiuosixk, ^ fu .uccis^o per
tradimen^ del Duca ^ il quale essendo srato
corrotto 4^V imperaiore , lo &ri con nn^ ar>^
chibugiata nel : 4o^o in mezzo al calore
ideir anione i.
11 rapporM della sua morte subitamente
si spiMse per tiitta T armata. Gli Svezzesia-
nlmati da rabbia e disperaitiooe raddoppia-
rono i loro sforzi 9 e 6i deiìermin^rono di
perire, p di far vendetta del bravo loro
o^onarca^ jil loro attacco adunque fu furio-
so ed irresistibile; poiché f;!' imperiali furo-
no rotti 9 dis&tti e iscacciati dal campo giu-
sto in lemipo piie Papj^enjaeim tpol suo fre-
sco corpo di eruppe ^sopraggiunse in loro
ajuto. Or ifop^o per qualche tem>po andò
ad arrestare il lorrente; i|*jazione fu rinoo^
vata , e Pappeiiheim ppènò mìracoU , ma non
potè resistere air impetuosità dei Svezaest •
jEsso fu mortalmente ferito, e grimpcrtaU
fu-
di Gustavo IIL re di Sveccia • s 3 9
furono la seconda volta sconfitti e dispersi
colla perdila di noTe^mUa uomini, che fu-
rono uccìsi nei campo e neir inseguimento*
Tnttavolta però la vittoria fu sanguinosa e
per verità fatale alla Svezia « ed alla ^ causa
d^i protestanti ; conciosiiachè jsi foss^ la me-
desima comperata a costo della vita del ma*
gnanimo Adolfo , eh' era V idolo dei • suoi
sudditi^ si terrore della casa d' Austria > e
l'ammirazione d'Europa. Sarebbe cosa inu-
tile di qui dilungarci sopra il suo caratte-
re.- ogni azione della sua vita lo^fece di-
stinguere e ravvisare iqual eroe!, impolitico e
sovrano; il tutto fu in lui nobile, subliitu:
e generoso r fin' anche le ombre 4ella sua
iaiaia procedeano ^da una 'virtuoià ambizisr*
sìe, x:h*è la campagna inepàralMlediella vel-
ata elevazione ideilo, idrico .
CA.
140
G A M T O L 0 t.
ContinUa^fione detta storia dèi monarcbi Sve^-^
s^esi p dal regno di Cristina fino a queìh
di Carlo 'XII. Compendiò ideile gesta. ^di
qUesf eroe ^ fino alla- battaglia di Pattava «
G
^RistÌDii ^glia di Gustavo e di Ilaria £-
leonora dK Brandénburgo era in etàp Uvinomv
callorchè. perdette àuoipadre^ijOxénstìtnsa di^
rigeva ^li afFari rie ila Oefnfania; egli at-
tendÒT^ a}le negoziazioni, < mentre Ycìmztf
Baderà (>iin.v^:iEocs»eh$ion e .- Uraiigell rìffCXT'
cavano viitonc. La- pace di Vestfalia fu con-
chiusa tvcl 1648, quella di Broemsebro era
già stata cotichiu^a nel 1645, Tuita e T al-
tra aumentarono la gloria, i domìn; e Tin-'
fiuenza politica della Svezia.
Intanto Cristina era pervenuta alla itiag-«
gìoranza; sino a tanto, che il saggio Oxem-
stierna fu suo ministro ed amico , ella sr ma*
atro degna del trono, ch'ella occupava: ma
cominciando a dispiacerle il consìglio di
questo rispettabile vecchio , ella perdette
r amore e la stima dei suoi sudditi. I fa-
voriti usurparono le ricompense ch'erano
do-
\
di Gustavo HI. re di Sveccia l 141
dovute al merito : i donativi profusi ave-
vano, vuotato T erario* pubblico. Si comin-
ciava già a mormorare, quando stanca delle
eure del governo, Cristina prese la risolu*
zione di rinunziare la .corona. Il piacere di
vivere sotto un eie! dolce ,- e propizio nel
seno dell'ani e snella sdcietà dei letterati,
sembrò a lei preferibile alla gloria di ren-
dere felice una nazione . illustre e valorosa.
Questa principessa più singolare , che gran-
de , della quale la posterità ha conservato più
fama> che stima, abbandonò il suo trono,
la sua patria, e la sua religione nel 1654.
Carlo . Gustavo , o Carlo X. figlio di Gio-
vanni Casimiro della casa palatina di due-
Ponti, e di Caterina, figlia di Carlo IX.,
fu destinato da Cristina per occupare quel
trono, ch'ella abbandonava; e la scelta fu
confermata dagli stati. Il regno di questo
monarca fu breve , ma : brillante . Volendo
Casimiro re di Polonia far valere il suo -di*
ritto sulla corona di Svezia, Carlo marciò
contro di lui; si venne a battaglia vicino a
Tatsavia, che durò tre giorni;, e Catlo vi-
deù fieri Polacchi tremar dinanzi: a lui. Ma
il re di Danimarca avendo dichiarata la
guerra alla Svezia , il. vincitore fu obbligato
d'abbandonar la Polonia e rivogl^er le^ su«
armi contro questo nuovo nimico. Egli. fe-
ce passare la sua armata sopra ti picciolo
Belt
Hi Del Éegfto e Stila fila
Bek sol ghiaccio « e s^ìmpadroni di qnzii
tetta Uk^ Danitiiarca 4 ed ottenne nel 1 6 5 8 <
h p2ict di Roschiid pei" U quale più pro^
irinde furoiio cedute alla Svezia . Successi si
brilhliti aràiarofio tottó iì Nòrd contro que-
sto fégiio. L' Itnt>é^atore , la Bussia, T Elet-
tore di Brandeburgo sì unirono ai ' ^uoi ni«
mici. Carlo intanto piantò 1^ assedio dinanzi
a Coiifenhaglìen ; mai fa ri$pinto. La niortef
poco dopo terminò la di lai (barriera ^ Egli
mori impfovtisamèntef 3 Gòtheniburg nel
liód» njehtre Voleva hidanafvi gli stati.
Carlo XI. suo églio noiK avetido che cin-'
qué anfiì> fa d^uopa ricorrere ad un consi*-
glio di reggen^^a , Qdello die Carlo Gustava
avea stabifito nel suo testatnento non fd còti-
feriiliatò dagli Stati, i quali notiìinafono U
f egitiat madre Edvige Eleonora ,- ed i cinque
gfandi uflSziali della corona . La pace d*0^
Uva rese la tranquillità al Settentrione liei
i66ó i imitìediainente dopo la mofte di Car-'
lo X^ La Svezii aderì nel 166S all^alléalnza
che ritìgbilterra e la Olanda conchiu^ero
per opporsi ai progetti ambiziosi dì Luigi
XlV. Carla arrivata a fegnafe di se Stesso /
diede ;iSColto ai partigiani della Erancia :
entrò nelle mire di questa corte ^ e fece
passare le soe truppe nella Germania ran-
no iéf4. Il gfand^ Elettore sconfisse gli Sve-
desi a Fahrbellin: i Danesi fecero on^inva^
sio-
di tì^Siav^ fl/é^ rìT iti Sx^ « I43(
Itone nefla ScanU, nia furono rtspinti. Car^
lo fece la psece nti 1679; e risòlvette nel
tempo medesimo di- rinuntiare alla stretta
alleanza che dopo Custavò Adolfo^ quasi
ittita incerr(i]ik>tie ^ avea legato la Svezia aU
la Franerà . tia cb^tituzione del regno soffiri
sotto questo priiicipe uri colpo fatale allt
libertà . Carlo si fece dichiarare soVfano sen^
za restrizione Veruna • La posterità deve per*
donare a •lui q[uestà usurpazione ^ ili graziai
deir indefessa cura ^ che impiegò ili tutto il
tempo del ^ suo regno per rklteriid buona
amminiistfàzione di quello . Egli ebbe $em^
pre pef iscopo U prosperità dello Stato t in
sua Condotta fti* ^envsf taccia, se ti eecettua
la forzata riduzione dei beni della' Corona y
che si trovavano' fra U mani àti nobili ,
Questa impresa fu eseguita coflf vn tigore
che talvolta s* accontava air ingiustizia . Car«*
lo fu mediatore della pace di Byswick nel
1697, il quale fu ancora ranito della SM
morte.
Catto Xlt figtiOi e successore del mo*^
narca defunto < era ìit età dì minore alla mor-*
te di suo padre , e fu lanciato sotto la tme^
la di sua ava, lai regirìa vedova Efeoifora,
la stessa che unita! a cinque settatori aveai
governato il regno nelfa minorità di suo fi«
glio Carlo XI. II giovanetto principe avea
quindici anni> ed in vigore deli' ultima vo^
lon*
Ì44 ^^ JRegno^ e ielìa Vite
Ùl di Carlo XI. la minorità dòvea) cessart
all'età di diciotto. Egli però seppe tosta
impadronirsi delle redini del governo, ed
emancipairsi da ogni tutela. Carlo XIL alta
sua esaltazione al trono assoluto trovò il
medesimo bene assicurato e rispettalo al di
fuòri: una corona rassodata nelle preroga-
tive più di quello che mai avesser goduto t
suoi antecessori: un tesoro ben maneggia-r
to , e tutta r amministrazione nelU mani di
onesti ed abili ministri. Egli era libero e
sicuro signore della Svezia , della Finlan-
dia, della Li vonia. Cardia « Ingria , di TTis*
mar e Viburgo, del ducato di Bremen e
T^erden., e di gran parte della Pomerania e
deir isola di Kugen: possedimenti a lui ga-
rantiti dai trattati di Munster, Oliva, e Kys*
wick, e difesi dal terrore che inspiravano.
I primi tempi dell* amministrazione del Re
non fecero formare idee molto vantaggiose
per lui , e parve che fosse statò più impa-
ziente che degno di. regnare. Veramente e«
gli non aveva alcuna cattiva passione, ma
nella condotta non si vedevano che traspor*
ti di gioventù e di ostinazione; pareva di^
sapplicato ed altiero . Gli ambasciatori >
ch'erano alla sua corte, lo stimarono anche
d' un talento mediocre , e lo dipinsero per
tale ai loro padroni. La Svezia aveva dì
lai la stessa opinione e. nessuno conosceva
il
di aùstamo III. re (H Sveccia ; 145
il f do vero caràttere ; anzi egli stesso Io i*
gtiocava , qtiandaair improvviso formatasi u--
oà. tempesta nel Settentrione , diede ai suol
iiascostì talenti occasione di farsi conoscere.
^ Tre potenti principi , volendosi prevalere
dòlla sua grandissima gioventù , cospirarono
qoasi nello stesso tempo a rovinarlo . il
primo fu Federigo IV. re di Danimarca suo
cugino; il secondo Augusto Elettore diSas*
Sonia e re di Polonia : ed il terzo , eh* era
il più pericoloso , Pietro il Grand Czar di
Mosoovia .. Per ben intendere questa storia* , è
MCessario sviluppare V orìgine di queste
guerre , che hanno prodottj tanti , e opsl
grandi accidenti ^ principiando da quella di
Danimarca • « .
Di due sorelle; che aveva Carlo XII » la
maggiore aveva sposato il duca d*01$tein ,,
prìncipe dotato di valore e dolcezza. Il du*
ca oppresso dal re di Danimarca venne à
Stole bolm colla sua sposa « gittandosi nelle
braccia del Re, e dimandandogli soccorso, non
solamente come a cognato , ma ancora co-
me a re d' una nazione , c)ie ha un odio ir*
recoaciliabile contrà i Danesi.
. L' antica casa d'Olstein , eh' e^ la stessa d'
Qldembargh , era arrivata, a conseguire il
trojjio di Danimarca per elezione T anno
1449 Essendo in quel tempo tutti i regni
dQl setteatrion& elettivi , quel di Danimarca
Tomo L ^1 P^
I4< Ì>^1 Segno e delia Vitù
poco dopo diventò ereditario • Uno d«^ nuai
K chiamato Cristiano HI. avea per suo féi^
tello Adolfo un amore cosi eccessivo , che
non se ne trova e^erh pio tra i principi; Egli
non voleva lanciarlo sen2a aovxatiità i e noti
potendo siriembrare i suoi proprj stxtiì con
lui divise , facto on acik>rdo curioso , |
ducati d'Oistein-Cottorp e di Slevich, sta«
bilendo che i discendenti d' Adolfa goyer^
nerebbero d* allora inilanii V Ohtein unita^'
mente coi re di Danlnfarca ; che i dde du«
cari sarebbero come in comune « e che il
re di Danimarca non potrebbe innovare co-*
sa alcutia neir Olsteiti senza il duca , sicco-
me nemmeno il Duca senza il Re. Un'unio*
ne cosi stravagante 4 della quale v' era però
tarato qualche esempio nella stessa casa per
picciolo épazìd di tempo i da ottanta anni
in qua era una sorgente di dispute, tra 1^
linea di Danimarca e quella di 01stein*Got-
torp^ pi^oCùrando sempre ì re di opprimere
i duchi i 6 questi di farsi indipendenti < U
ultimjo duca. colla sovranità aveva perduta
anche la libertà ; dipoi aveva ricuperata V
una e l'altra nella confederanza d^^lteoa 1^
anno 1699. coir interposizione della Svezia,
dell'Inghilterra e dell'Olanda ., che si fece^
ro garanti deir esecuzione del trattato • Ma
come un trattato tra Sovrani per lo più. «011
è che un accomodarsi alla necessità , finché
il
é Custtivb III. re H Sve^a . 114^
A più fòrte possa opprimere il pia debole ,
k disputa tra il re di Danimarca > ed ildf>*>
ca risorgeva più acerbamente che mai • Nel
tempo che il Duca si trovava a StocKolm 9
f Danesi già facevano degli aiti di ostilità
neir Olsceifl , e formavano il piano d^ uni^
lega segreta cof re di Polonia per opprime-»
re lo stesso re di Svezia •
Fedrigo Augusto Elettore di Sassonia, che
due anni innanzi era stato eletto» re di Vo^
looia y non ostante V eloquenza , e i maneg-
gi dell'Abate di Poligoac, e le rare qualità
del principe dt Conti Suo concorrente altro-^
no, era un principe ancora meno cognite
per la forza incredìbile del suo corpo, che
per il suo valore e la galanteria del suo spi-
rito • La sua corte era la più bella dell'Eu^
ropa dopo quella di Luigi XlVé Nessun
principe è stato più generoso , jiessuno do«
nò -9 ed accompagnò i stioi doni di tanta
buona grazia . Égli aveva comperata la mé«
tà de' voti della nobiltà polacca , «d aveva
sforzata V altra parte colh marcia d' un' ar-^
mata di Sassoni à' confini della Polonia ;
Stimò d* avere bisogno delle sue truppe pet
meglio stabilirsi sul trono ; ma bisognava
trovare un pretesto per ritenerle in Polonia,
onde le destinò ad attaccare il re di Svezia
per la ragioae che segue.
K z La
1^9 Pel Regno e della Vitk
La Livofiia , la più bella , e più fertile prò»
Tiiìcìa del settentrione , una volta era <k'
cavalieri Teutonici . I Moscoviti , i Polao-
chi , gli Svedesi se ne disputarono \\ posses*
.-€0 ^ erano già cent' anni che la Svezia la
godeva , e pella pace di Oliva in fine Teia
stata cejluta solennemente •
Carlo XI., nel rigore usato contra i suoi
sudditi f non s'era dimenticato di quelli deU
la Livonia ; h aveva spogliati de' loro prir-
vilegj , ed una parte del loro patrimonio..
Fatkul, infelicemente celebre per la sua mor-
te tragica , fu deputato dalla nobiltà della
liivonia per portare i lamenti della provine
eia al trono del Sovrano. Fece al suo pa«-
drone un' aringa rispettosa « ma forte e pier
Ila di -quell- eloquenza maschile , che suole
provenire dalla calamità , quando è unita all'
ardire; ma i re per lo più non considerar
no queste pubbliche aringhe se non per ce«-
rimonie vane, che l'uso vuole che si sop-^^
portino senza mettervi attenzione. . Tuttavia
Carlo XL ^ avvezzo a dissimulare i quando
non si lasciava trasportare dalla còllera ,
battendo una mano sulla spalla a Patkul >
gli disse „ vùt avete parlato per la vostra pan'
tria da uomo granfie : vi stimo^ continuate . Ma
pophi giorni dòpo lo fece dichiarare reo dì
l^sa maestà, e com^ (ale fu cond|nnato aW
S Gustavo tlL re ìt Svè:pa . i^
k morte . PaiKul , che s' era nafco$tó , fag**
fi e portò i Suoi risentimenti in Polonia' .
ù ammesso air udienza dal Re Augosto , e
lion ostante , che fbsse mprtò Carlo XI., la
sua. collera ateri do ragione di sussistere «
continuando aver forza la éentensa data con«
tra di ini, rappréseniò al Re poIacccQ la fa*
cilità della conquista tiella Livonia , .essen*^
do il pòpolo disperato, disposto a scuotere
U giogo della Svezia i un re giovine ^ ed inca-
pace di difenderai . Queste solllcita^iont fa-
rofìò ben ricevute da un principe già dii-^
posto di farne la coneìnista. Tutto ben prc^
Sto fu in prónto per un' invasione ìnlprovvi»
sa > senza neppure degnarsi di Ticorrere al-^
la vana formalità delle dichiarazioni di guer^
-ta, e de' manifesti .
Nello stesso tempo dalla parte della Mo-
^cóvia s' andava ìhgroésando la tempesta i
Pietro Alessiovvitz Czar della Russia, s'efca
già ì(enduto formidabile colla battaglia gua<»
dagnata contro i Turchi V anno 1696. , e
colla presa di Aczof , che gli apriva 1' Impe-*
rio del mar negro ; Egli però meritava il
ftomè di Grande, pet azioni molto più glo*-
tìose delle vittorie ; perciocché fu il fonda-
tore e legislatore del suo impefo , e forse
sarebbe stato più felice e più grande ancora,
Se sr fosse contentato di questi due titoli^ $ea^
xavolervi aggiijngere quello di conquistatore .
. K y L'In-
r^o ^el Regnò e della Vita
V Inglja V che giace fra SettentrìoM ià
Oliente ,. una volta apparteneva ai Czarì:,
ma dòpo la conquista fatta di queste due
Provincie da G4t«xavo Adolfo » la Svezia le
possedeva paci6camente« 11 Czar era impa-
ziente di £ftr valere* i* diritti, ceduti da' suoi
maggiori, ma hisognatidogh per \z, esecuzione
de'snoi disegni un porto nella parte orientale del
mar Baltico « fece lega col re di Polonia ,-
per levare alla Svezia tutto quello che pos-
sedeva tra il golfo della Finlandia « il mar
Baltico ,. la Polotria e la^ Moicovia • Ecco
quali erano i nimici che tutti insieme si
preparavano per atuccare il giovine Carlo XIL
Le notizie di tutti questi preparamenti
insospettirono il consiglio del Bel Nel tem^-
po che sopra questo si deliberava ,\ propo-
nendo alcuno di frastornare questa tempesta
.col mezzo de' trattati , Carlo levatasi da se*
.dere , con un" aria di gravità , e d' uomo su*
periore , che ha già pigliato il suo partito,
dis^e; ,ì Signori io ho risoluto di rwn far mai
guerra alcuna ingiusta , e di non terminarne
.una legittimamente intrapresa se non colia rovi-
na de miei nimici : ho già stabilito , andrò ad
attaccare il primo che si dichiarerai quando r
.avrò superato^ spero di metter qualche timore
negli altri . „ Queste parole fecero maravi^
-gli^re que' vecchj consiglieri 9 che si guar-
darono scambievolmente in faccia senz' ar^-
dir
/
di GtMato III. re di 5ve:[ià « 1.5 1
(iir di rispondere^ e vergognandosi di spe*
rare meno del loro padrone^ ricevettero eoa
ammirazione i suoi ordini per la goerra.
( Ognuno restò molto più sorpreso; quan*
do lo vide in uù momento abbandonare i
trattenimenti più inoooenti d^Ik giovenca»
Nello stesso tetapo ^ che si preparò alla^
guerra :» principia un nuovo geoere di vrta^
cHe non ha mai più lasciato * Innamorato
di Alessandro e di Gelare , ^1 propose d' i-
mitare in tutto qoesti due conqaistatoÌBi ^
fuori che ne' yizj . Non volle più sapere né
di magnificenza « né di giuoco > né di pas«;
satempo; ridusse la sua favola mguisa, c)|e
era frugalissima . Aveva amato il fasto de^
gli abiti , ma dopo non vesti più che da
semplice soldato • Veniva 9os]iettat6 , chs
potesse avere lavuta quakkef passione pei
una Dama della sua (;brte;. fosse o non fos*
se vero quest'intrigo, è eerto che allora ri-
nunziò per sempre alle donne, non sola*
mente per timore di potersi lasciar gover*
nare da loro, ma per servire di esempio a-
suoi soldati , che voleva tenere in una ri«
gorosissima disciplin^a fors"^ anche per la va»-
tìità di essere il solo tra tutti i re, che do«
masse un' inclinazione cosi difficile a supe*
rarsi • l^ece anche la risoluzione d'as^etierd
dal vino tutto il resto della sua vita > non
^ià com' è stato detto , per castigare un ec*
' ' K 4 ces^
i^i ^p€h Regno e didla Vite
cesso, nel quale si lasciò portare a hi ^^h
le azioni i^ndegne di se stesso ^ not>, ^sen-<
dovi cosa più falsa di q^uesta voce popola-^
re>- egli non era mai stato offeso dal vino,
sia si sentiva troppa riscaldare il suo tem^
peramentp ch'era rotto fuoco : col tempo
lasciò anche la birra, e si ridusse a berd
solameiite acqua . Inoltre ia sobrietà era
una virtù nuova nefl settentrione > ed egli
voleva essere in ogni genere^ un esemplare
a' suoi Svedesi.
. Avendo Carrlo confidati gli aifari del re-»
gno tra le mani di un consiglio scelto dal
corpo del senato , si partfi agli otto diMag^
gio, per non mai più ritornarvi; s'imbarcò
a Carlscroon , e si uni colla flotta degli al*
leati .. Avendo fatto uno sbarco con tutte le
sue forze neir isola* di Zealanda , egli disfe*
ce un corpo di cavalleria < che si oppose al
suo sbarco , ne marciò verso la capita]e , e
stavasf preparando a cignere di assediò Co-^
pcnhaghen-^ér mare e per teria , quando il
monarca danese , allora in Olstein , riguardò
con sua maraviglia e terrore la celerità del*
li movimenti di Carlo, ed il pericolo insie-
me della sua capitale e regt^o . Esso vide 11
mare Baltico ricoperto d' un^ armata navale
ostile, il giovine conquistatore nel mezzo
de' suoi dominj , la sua capitale già vicina
ad arrendersi , il suo popolo sojpraSàtto da
co*
dàCùstoM III. ft À Si;€s(ia . 1 5 ) .
«)^rnàgEione « e cóftto il suo regno divena-
to ona scena di terrore e confusione . Ot
tali circostanze piene d' imbaratzi V obbliga-
rono • domandare la pace: esso vide la ne^
oessità di fare giustizia al duca di Olstein ,
oppure di vedere ridotta in cenere la città
di Copenhaghen • La prima cosa dunque fa
da lui scelta^ onde fu cominciata uiia ne*
goziaztone a firamsteede ; fu continuata a
Trareurdal, e finalmente fu conchiusa nello
spazio di undici giorni quasi sotto leistesse
condizioni tome il trattato di Altena • Cosi
Carlo , la cut gioventù ed inesperienza lo espo*
Hevcmo alle macchinazioni di tutti i suoi vi»
Cini , terminò in sei settimaDt una guerra «
e in siffatta guisa ridusse a sottometter-*
si il più possente de' suor nimici , e neU
r età di diciott' anni divenne il tel'rore
del Nord^ e T ammirazione di tutta 1' Eu-»
mpa .
Ora essendo egli ini libertà di rivolgere
le sue armi contro degli altri principi, cho
avevano cospirato alla sua rovina ^ il gio-
vine monarca svezzese stava oonducendo le
soe ' truppe contro di Augusto di Polonia ,
il quale stava occupato in cignere di asse*^
dio Riga la capitale della Livonia , quando
giunse notizia che il Czar di Moscovta avea
investita Narva con looooo uomini. Carlo
ora suto falsamente ac^usator di aver.cominK
cia-t
^-^ \
cUita questa . guerra ; il Ctar eoiBinci^ ja
prima le ostilità « e la sua dichiarazione a*
•percamenté dimoscra ^ che T ambizione e la
«peranza di profiuare dalla situazione della
Svezia» furono i motivi dtella sua condotta •
Forse le più forti ragioni che compariselo
jielia sua dicfaiaratione di gnerira sono , che
non gli erano st?ti renduti onori sufficienti,
allora quando egli passò' incognitamente a
Rigai e ch^ erano $tate vendute le provvi*
sioni ad un prezzo esorfaStante alli suoi am-
basciatori * Nel cismre dell* inverno , quando
il Baltico appena era navigabile t Carlo à
imbarcò a Garlscroon, » discese a Pernav
fiella Juivonia ocin po«zioAe delle sue fgrze,
avendo le rinianenti' ricevano ordine perRe^r
vel . La sua armata non oltrepassava li
aocoo uomini^ ma eUie sopra i Rossiani o^
gni vantaggio, fitiorcbè quello del numero «
Il Czar ed il duca de Groy q\C era un
Germano furono i soU soldati tra gli asse-
diatori; ed il Ic^ro ei»mpiQ <loveva ìnciviU-t
ve ed instruire una vasta moltitudine di bar-»
bàri indisciplmati • La nobiltà della Russia
fra stata avvcicea di marciare alla cesia di
una tumultuosa moltitudine di schiavi • Pie-r
W. saggiamente si appigliò ali* unico metoi*
da di stabilire la disciplina è subordinazio-
ne* £ssò cominciò da se medesimo ad oc-
ciupare i più vili e bassi iofii^hi oeU' ai?
ma-
«laci , ed a battefe un tambupp prima ebe
avesse maneggiato- jl bastone . Carlo per k>
contrario si parti Còpe un generale a41a.t««-
sta di* truppe le m^gUo disciplinate in Eii«
ropa. Harci^ verso k Narva> e trovò che
il Czar ayea attraversato nella sua impresa
ogni ostacolo; 3000^ uomini erano stati si-
tuati lungo la strada in uno stretto luogp
per opporsi^ 4I di lui passaggio : cfuesto corr
pò era sostenuto da un altro Composto di
20000 Srreletzes , ch^ avevano preso posfo
aljcune leghe più vioino a Narva • Il Czar
tnedesimo erasi partito per accelerare la mar-
cia di un rinforzo , eh' egli aspettava di
40000 uomini ^ xon cui intendea di attacca-
Te gli Svezzesi ne* fianchi 1 Cx n%\\^ letrogui^
dia; ma la rapidità > la fonma, ed il va-
lore del re Carlo , resero vano ogni loso
sforzo. Coni 4000 cavalli ed un numero Cr
guale di £inti , egli si avanza in persona «
ordinando all'armata che lo seguitasse «on
ogni conveuiente ; speditezza , Egli adunque
con non più di Sooo uomini aitaccò le ar-^
mate russiane, una dopo T altra, Q le disr
fece , aprendosi la str^/la. versio il campo del
Czar davanti a Narva 4 eh' egU trovò fot**
tificato in una mapieta che dovette ri move-»
re dair animo suo qu&l dispreu^Oy itf cut
sempre tenne Pietro, qpanlo alla sua cdpa*
cUà. Erana sut^ formate linee di circf^ar.
val^
1^6 pel MegHo V tìeìla fik - ,
irallazione, e conu'ov^lhzlorié ^ e-^rti(icaffe
da fortini e da .i 5Ò ptnì di Cannone df
bronzò ordinati nella ^onte / msl Carlo ri-
guardò queste arti di éifesa corac le pre-^
cauzioni del timore. Appena esso diede zX^
le sue truppe lasfsc da una lunga mafcia, e
éà tre successivi combattimcritirtempo di
riposarsi , dhe promulgar ordini che si zu
toccasse un campo fortificato , difeso da %óocfà
ttomini , con un corpo che non etcedea là
decima parte Ài un tal numerò. Avendogli
«ino delli saòi ufBziatt rappresentata la sconr*
sigliata temerità dì urt tale a t feti tato; Che\
disse Carlo, forse voi dubitate che H re tH
Sv€J[ia con ^aoò Uùmmi^ non abbia da vin-^
ter ^i abbatter il C^ar ài Mosfcaoia coti soeoo?
Tuttàvoha perfr^ìl C^ar non si trovò preserie
iti concìossiachè stesse alloi'a occupato iti
radunare un'altfa ai^ntata .
Ai I) di Novembre , gli SveifÉesì comirt-3
tìano a battere i trinceramenti russiani /
ed avendo già fatta una breccia si a^anza-^
rono co' moschetti «Carichi ^ e colle Bajònet-
te in punta > scaricando il fuoco intieramen-^
te in faccia del nimièoV e sostenendo l'im-j
peto di tiitto il peso dell' armata russranaf
con ammirabile costala ed intrepidezza-^
Per lo spazio di mezz' ora il combattimen-
to fa ostinato e la vittoria dubbiosa. [ ne-
mici sostennero il fuoco cfegli Svezzesi senr
za
^ di Cujstam III. re di St^c^a . i ^
)^a* cedere un palmo di terreno : ed il Re per
distrarti , fece un attacco ad un altro quar-
tiere del campo . Quivi slmilmen^ fu esso
ricevuto pia calorosamente di quel che ad-
pettavàsi. Quindi alla prima scarica' che feh
cero i nimici , una palla passò velocemen-
te perla sua spalla, e leggiermenie lo ferL
Tosco dopò fu ucciso il suo cavallo , ed es«
sendo montato sopra un altro, fu a questo
tolta la testa da una palla dt cannone; e
Carlo montando sul ter,zo, gridò fortemente
e CM aria crucciosa ; coloro vogliono eh? io
faccia la cavallerizza. In tre. ore furono e$^
piagnati i trinceramenti ; ed il Re con 4000
uomini che componeano V ala eh' esso co-^
n^^ndava in persona, perseguitò un'armata
fuggitiva di 50000 sino al fiume Narva. Il
ponte cede sotto il peso dei fuggitivi Rus«
$iaiii) ed il fiume immediatamente fu cut
perto di cadaveri che andavano a galla • Un
gran numero fece ritorno al campo in dis«
pera^ione » e per qualche tempo si difese;
ma finalmente i generali Callowin e Fede-*
rowitz si arresero: 30000 furono parte ucr
Qjsi nelli trinceramenti 9 e nella persecu*
spione, ^ parte sommersi nelle acque ^ del
Narva; 20000 si arresero a discresione, e
iuroqp mandati via disarmati ; ergli altri fu^
tono dispersi. Cento cificjUanta' pezzi di bel-
imi caonooi ;tR mQrjt^^^ <5^ P^j^ diban^
die-
tiìére > 16 stendardi , e tutto il bagaglio à^
iiitnici, furono presi; e quel che fu tutta-
«vìa di tnaggiore importanza , il duca de
•Croy , il principe di Georgia , e sette altri
•generali furono tra il* numero de' prigionie^
ri . Ninna cosa potè essere più gloriosa al
monarca STezzese, quanta una vittoria gua<t
dagnaia sotto tali circostante $ ove però
ti eccettuiamo la grande generosità eh* egli
dimostrò verso i vinti. Essendo stato infor-
mato, che I mercanti dt Narva ricusarono
^* imprestare somme di deiuiro agli uifi^all>>
«h'esso avea tenuti prigionieri, mandò a!
duca tdc €ro7 mille ducati, e ad ogni u^
iikiale inferiore una somma proporzionata;
Assicurandosi con ciò egualmente la loro am-
mirazione della sua liberalità e valore .
• Frattanto il Czar stavasi avanzando con
•40000 uomini per circondare gli Svezzesi :
Avendo egli ricevuta notizia della disfatta
ilinanzi a Narva ^ ne fu grandemente crnc-*
ciato, ma però Tanimo suo punto non si
«vvill: „ io ben sapeva^ egli disse , che gli
fye:^:iiesi ci avrebbero battuii ; ma col tempo
€$à insegneranno a noi la maniera di saperti
bàttere^ „ Quindi fece ritorno a^suoi propr)
dominj ì si applicò diligentemente a teclu*
tare un altro esercito , e pose ogni suo stu-
dio in istabilsre la disciplina militare , e ri-
movere quel terrore, eh' erasi sparso per
tut-
é ùusMvù Utffé Svescia . $^f
tutti i Jooi jdomùil . filpggiò tutte le pi;0(»
vincie che aveva itivase^ abbandonò pef
qualche ^nipo i siioi gran t>rogeui^ e p€rr
mise a. Carlo di render esau&te k sue (pr'-
ze, diminuire le sue truppe, e vuotare il
tuo tetoro in proteguité la sua contesa con
Augusto re di Polonia « lAvea Carlo attuala
mente determinato di attaccare la Polonia^
sul>ito che avesse ridotto il re di Banìniar'r
ca, e lo Czar di Moscovia^alla necessità
d'intralasciare i loco. anvbiziosi disegni. Men«
trechè stava egli marciando a Narva^ ordi^
nò che si fossero formati magazzini a Lais :
io vado^ egli disse ^ m battere ì Moseavidi
fate che sieno pronti i magB^^:(tm a Lais ; ìq
f renderò questa pìa^^a nella strada che farà ^ y
per battere i Polacchi e Sassoni. ,, L* evento
giusti^cÀ una tale • predizione 9 per quaiìto
vanagloriosa possa ella sembrare p ed un zu
tacco appunto eia ciò che Augusto ^spetta^
vasi; e per quésta ragione si unì egli pia
strettamente con il Czar; ed amlùdue i prin»
cipi sMncontrarono a Birsen per concertar^
insieme le misure di difesa contro di un
guerriero , le cui vittorie minacciavano di
soggezione tutti i regni del Nord. Fu adun»>
que convenuto, che Augusto dovesse impìFe«»
stare al Ca^r 50000 soldati germani^ che si
dovessero pagare dalla Moscovia ; bh^e il
Czar dovesse mandare un egua| numero di
sue
sue troppe per essere iostniite neU'trte di
"guerTeggiaf e nella Polonia ; e che dovesse
pagare al Re la somoia di tre- ^milioni di
rissialleri nello spazio di due anni . Carlo
tebbe notiaia cosi dei trattato coqv deUa
conferenza; e per mezzo del suo minittroi
il conce Pi per rinvenne il tnetodo onde
renderne delusi gli effetti fi b[UAli avDcbbet»
ro potuto riuscire &taU alkiStetia^ e. ^
verità' anclve all' Europa man. ti
« L* armata sveazese arvea sveenàtoa Lair»
d0ve loro . ai un) era- rinforzo- "tea uco dalla
&9i^na.^ U pia a buon* ora tdKÌfC stagioos
le petmise, Gark> osci ici campagna > ed.
slDproiÌ9isaRveme^eeHDpàri presso ii fiume Dsih
il»,> lungo le cui lipolKle avea preso postOi
l'otravata Sassom. .Essi avevano, incontralo;
sitiistro successo nelllattentaio sopra la* cil>,
tài4i Rtga';;«il fe^àr Polonia si trovava 40f%
ftrtno t e' l>rma.t^ Sassona era^in :questo
Sempo comandata da Ferdinavdo duca di
Coiifl8odia« dal maresciallof i%c«au t e dèh
gMprale Pftuicet , tutti ufizialtdi gran yjè^
Tore ed esperienza. Avevano^ essi fortifica^ter
certe isole che difendevano la bocca 4el
fipme r ^ presa insieme ogni ahrja f^recaii-»
zione contro di un attacco. Il loro numera
era presso che uguale a quello degli £vea&^
zesi; i soldati erano forti e robusti # bène»
disciplinati e pieni di fedeltà ; ma il re Car*
. . lo
dk Custavo IH. re di Sx>é\ià . 1 6 1
lo- sdnpontò ogni difficoltà , avendo inveri-
tataì e fstca' jco&fruire una certa sorta di bar-
che . leggiere per traghettare il fiume con
sJtì; bordi , affine di mettere al coperto le
s«e troppe dal faoco del nimico; .ed aven-*
da osservato che il vento spirava dal Nord ^
ordiDò che si fosse appiccato fuoco ad una
grati quantità di paglia umida , il cui fu-'
moaudò a ferire direttamente nella faccia
del nimico; e vcivne con efficacia a coprire
ì.^ttoi^ xnoyicx^nti . In questa maniera esso
stabili io sbarco delle sue truppe, si lanciò
contro i Sassoni con gran furore , e dopo
né ostinato combattimento , ne ottenne una
mtnpiu^m vittoria • Gli Sveazesi furono sul
ùrincipio posti in disordine e sospinti al
nume; ma Carlo con una sorprendente com*
postezza d'animo Jt riunì nell' acqua j li
condusse iiidietro all'attacco , espugnò tutte
le opere de'nìmici , li perseguitò per due
leghe , uccise due mila e cinqueceiito uo«
mini sul campo, ne fece 1500 prigionieri,
pigliò trentasei pezzi di cannoni, cinque
paja di bxiudiere, sei stendardi , e tutto il
bagaglio de' Sassoni « -
. II giorno appresso il generale Morner fu
distaccato a pigliare possesso di Mitau , ch^
era la gapitale della Courlandia . La guar*
bigione si arrese quasi alle prime intima-*^
zioni ch'ebl>e di re&a, e tutti gli jdtri por;*
. Tom !• L" ti
liS^ JM JRegno.e dcUa FUa
fa, H:: ravvisò ^ che su^: Maestà svezzese aviof
jpaggiore: ii^uenza. in queir assemblea , che
il.T^ dì Polonia, lire Carlo si portò eoo
maggiore politica, in quest^ occasione , che
in. qualunque aUra; e.fu concercato il più
profondo prpgetlQ di un' intiera rivoluzione
tra il pardinale primate, ed il conte Pip;erjj
tenendp ppj tutto questo tempo il. prelato
nascosti i.fupi risentimeoti. ad. Angusto, ed
iofingendp la più forte aderenza ^ e fermo
attapcp al 3uo spv/ano per divenire, con mag:
giore sigu rezza Jl di,lul.p<;rjcplo5o. pìmico .
Facean$i intrighi, capeggi, e scerete piratir
phe. cpÀ ir^pen^etrabile ^egretespza .qejla sua
pa^a ^ in^ntrQ 9be St^va egli neLtem'po^ me*
jiesìinp; pi^blilicandP lettere circolari,, al pp-
polo : per t?«erÌQ fermo, e stabile neUa.sua
fipdeJt^L VPTIP^di Aqgustp , La dieta .fu «*:
pi^n<( di,con^Ìon?\ e finalmente si, dijciolT
$p, in diSQrdi;}e;, ^ gli affari del regnp venne?
rp tra le ];|iani del.$epatp ,mepp numeroso.^
p.per cpps€;giien^a tpenp tumultpp^o v.,^.viep-j
.più accpstumatp a .spedire ;gli affari. , Quivi
il partito syez;fcsQ.ffu' pienp e. così fort^. co-
^e,;iéll§ diet^, e fa stabilito che dovesse-:
rp jnanijiare vn'.atnbascieria ^ Carlo ;,. e che
Ì4 Pqspqlìta , o sienq i gentiluomini ppl^c*
pKli iip^^sspro montar^ a cavallo, ed ^sserp
monti [Contro gu^lqqqvie. i»yYcP>P^Ì^^9 ? ^%
à dustàbó iìì: re à Svelta . 'Ifif
1 principali regolamenti rìguardarooo V iù{
torità dèi He > dò ch'era la gran mita del
senato, di volef diminuire ,
Or' Augusto , quando, già èra tròppo tar-
di , si accorse del suo' erròte , lùa rioti per-
tanto non poteva e^U pensare a .ritrattarlo ,
tindé preferì dì ricevere dure leggi dal vit-
torioso Carlo/ piuttosto .che da' iifdditì eh*
egli era stato solito di considerarli come
schiavi . Pei- evitare adunque questo sfcornoi
sì amaro e splacehte , egli defertoifiossidl
sollecitare una pace sotto qualunque doiidf-
2ianéi.mà in ijualmatiifera dovesse mettere
in piedi una tiegoziazione^ senza cagionafà
'bmbraar senato, ciò era qdelcjhe la im^
baraztava .Finalmente fu risoluto, dì cornai-
tecttèrc tutto ciò -al manéggio dellai Contesa
ti Eintg!(mfarìl:» clf era dna dama famósa" per
il suo ingegno* e bellezza V nativa della Svfe*
jeià ^ t per tale- riguardò* privilegiata di'^faìPè
fina visita al suo naturale sóvr*ano ; senzìa
fhéorrere in aleuti Cospetto . Ooétei adun-
que si parti per: la Lituania ; ma poiché Gaf*
lo HcQìsò di vederla, e poiché tutti i^tri-
tagemi, d! tui aveva essa fatto uso^erand
:?iijscìti f ani ed infruttuosi , fu perciò ctt-
èiretta à ritornarsene in Varsavia piena 4l
itìm.iìarico, e déla3a nella éua aspettazione. -
ycr Id contr^ìo gli ambascfi^torì del sènató
iotmeriiatamehte ottennero udienza * Essi tU
i66 Del Begno t della Vita
chiesero ,4:fae sua Maestà volesse manfenere
la pace tra la corona di Svezia e. la repub-
blica ; volesse proteggere il paese , e loro
permettere di entrare in conferenze co' suoi
ministri . Il Re accordò ad essi quanto, desi-
derarono » assicurandogli eh' egli avea prese
le armi contro i Sassoni , in difesa delle Ir^
berik de' Polacchi , eh' esso avrebbe sempre
stimati $u0i amici ed alleati. Di fatti fura»
no destinate le conferenze da doversi, tene-
re a Kinschin ; ma Carlo tostamente cam-
l»iò la sua opinione, e disse agli aipba^cia-
;tori che converrebbe con loro conferirla
iWarsavia ... . ^
. Frattanto Augiisto trovando che \ì sup
-piagno di pace era rimasto deluso , si gittò
•tea le. braccia del penato/ ,ma v* incontrò
.«nai si aspra ripulsa, che rdetern^inossi di
• ricorrere un'altra volta all' altiero Svezzese, .
-Gon;questa mira ^gii di^accò il suo "Ciani-
berlano al re Carlo*; ma conciossiachè si
fosse obbliato di dargli un passaporto ,. Car-
lo ordinò che l'ambasciatore fosse arrestato.
• In tanto il monarca svezzese continuò ad
avanzarsi verso la capitale di Polònia, dove
il tutto era in confusione^ per questa inopì-
oata risoluzione . Quasi tutti i nobili se ne
fuggirono alle loro terre; ed il re Angusto
fu lasciato nella metropoli de' suoi d^omin) ,
assistito solamente dagli ambasciatori 'stra-
nie-
{li Gusiaak) HI. te di Sùej(ìa . i6f
nieri, e da pochi palatini attaccati alla sua
persona e ibrtana . Con questi adunque Au-
g«(seo tenne un consiglio, dove fu stabilito
che si dovesse ricorrere air armi , giacché
niuna cosa sarel^bcsi potuta otteneie col
mezzo delia negoziazione . Tutta volta però
qiliesto picciolo consiglio, quantunque fosse
x^rte'tpehte impegnato nelV interesse del Re,
non volle percncrttere che rimanessero nella
Polonia più di 6000 Sassoni > insistendo pa-
rimenti che questo tenue* corpo dovesse es^
sére coniandàtÀ dalgrande generale della
Polònia; cosi 'grandemente stavano essi ac«
faccatì a' privilegi dèlia repubblica . Fattasi
una tale risoluzione, egli lasciò Varsavia
giusto in tehi pò , elle* il re Carlo crasi av-
victnato* ncHat di^tanra dr poche miglia dal-
la città . Allora furono immediatamente man-
date intim^2itòtii dì resa agli abitami^ iqna-
li veggendo che ogni resistènza sarebbe va-
na, presentarono le chiavi' al^monarca svek-
zese , ma la citta della si martieAne per al-
pini giorni . t\
Non sì- tosto furono glv Sv^szesi* in pos^
sesso di Varsavia, che il Cardi naie primate
fu preso da una forte in ditìatione di avere
una conferenza personale èon^Oirlo , e ^ per-
ciò egli persuase ad Augusto v che *g)i' era-
no stati dati alcuni indizj' elle il re di Sve-
zia era disposto a porgere- wecchio-a^ patti
L 4 e con-
/
»68 .DclRègm V'^eilaV^ *
e indizioni , j^arcliè te glifetie fo^m (kìW
le pròprie ìniimsazioni . Aogussb bcil ^eo^
■nobbe la scaltra condotta del prelato, eia
non ancóra ^os'pèttava della sua fedeltà. Bi
fatti fa esso deputato al eampfo svezzese ù^
nitamferite col Conte Lecsìnésky pei- mette*
re in -piedi una negoziazione: Ora il foli»
prelato convertì uàa tale opponimità a-prdM
pfj suoi fini , sicché in una persor^ale xon-^
ferefiza col nimlóo della sua ptatfia mafcchi^
nò la cadutandei suo sovrano* v
Per tfucito tempo il re^ di Pbloiviai pftb-i^
bHcò crrdini thè si raduha^sfc^ la Póspolùa'i
Ussienò , cotne abblam dettd , i gerìtilùdftrf«»
ni di Póloìrtiat'mà ciò a «iente altro vals»!
che ad una vana cerimonia; ir totale stio
appoggiò « sostegno era ràrmdta sassona ^^
eh* erasi presentemente avànizata aHe frontie-J
re; come anche la nobiltà del palatinatd
di Craccovia, la quale unita in un corpo
si portò ad pfferire ìè loro fortune e vite
in servizio dì sua Maestà. Subito che i Po*
lacchi e Sassoni si furono uniti insieme i
Augusto marciò in traccia de' suoi nìmìcì ,
determinato di affidare la sua corona sopra
r esito di una battaglia , Carlo ebbe ootiiiti
di questo suo disegno , e si portò
Gltssaw per incontrare T csejg*^ -^ *'
de' Polacchi e Sassoni , che ^"
in una vantaggiosissima si
>
j
éi Qusiuw ìli. ré dir Sté^S. ' Ì69
m^nte sapericri lii humcr<y agli Sve^f^csi /
Pur nondimeno senia riguardar afiatto co-*
teste difficoltà, e la fatica delle sue trap^pe^
egli auaccò i nimici con un furóre presso*^
che incredìbile , e con una impetuosità ir-
i-esìstibtte. La fronte dc^ Polacchi era copcr-^
la da una palude ; ma Carlo prosegui Y at-
tacca con tanto vigore , the i nimici furo-^
no tostamente messi in disordine e scotific*^
ti, quantunque Augusto per ben tre evolte
gli avesse ricondoiti alla zuffa. Tutta yplta
però Tala sinistra delli Sassoni attaccò l'alar
diritta degli Svezzesi con intrepidezza , e gli
avrebbe sopraffani e uniti col loro gran nu-^-
liiero , se diversi reggimenti non fossero^
stati distaccati dalla sinistra iti loro ajùto /
Dopo un ostinato conflitto furono i Sassoni
finalmente rispìntì dietro la palude^ ed' infi-^
ne anche dal campo , malgrado della forw
tezza della loro situazione ^ delle loro paliz-*
zattì, cavalli di Frisa* e della loro propria
bravura. Cosi il re Carlo con un corpo di
12000 uomini guadagnò una compiuta -vi^*^
toria sopra 30000 valorose truppe e. ben
dtidplmace ^ con^^ue da un Re in persona,'
~ ^4 j^indiAttev^ la sua corona , per il
T il proprio orrore •
irono lasciati morti
e 2000 ne furotrof'
fai-
fatw.; .prigionieri , e furon pigliati inebri
l^ui i cannoni e l;>agagUo de'S^^soni .
^. Sii;^. maestà ^vezsKse proseguì il suo cor-^
50 , marciò a dirittura ^ Craccovia , ;dov®
Atigostp fuggì avanti di lui , e prese ognir
miao^ra possif^ile per rendere decisiva qaest'
^^oae« 1 cittadini della capitale pbbero il
^raggìp di chiudere le port^ In faccia at
conquistatore; ma le medesime furpno: aper-
te a viva forza , e la cittadella fu presa la
seconda, volta,, sebbene gH Svezzesl non a*
ressero.recata. la menoma violenza agli ibi-
ta^^ti^ J^irenda giunto in punto rinfrescate le
$ue truppe^ il monarca svezzese, lasciò la
capxtaJC; con Intenzione di perseguitare il
^,mico> fid impedire phe «iivesse a iradunare
.un' altra .armata; ma non aveva nl^rciato
pìjà che* solanacqte. poche leg|ie , qu^atìdó il
M^o cavallo fece, una caduta, e per .un tale
aQciden;e egU si «ruppe la coscia, e* fu co-
^etip a Titornàre a Craccovia , dove rima-
se sci. sciximane sptto la cura de' syoi Chi-
rurghi, lai^uesta maniera ebbe Augusto
qualche . respiro , che fu dà^i ri volito in
Qgni possibile vantaggio. Egli r^dunòfi dif-
ferenti .ordini dd regno a Mariemburg » e
quindi a Lublino . L' assemblea fu molto nu-
merosa .^ . ed interamente guadagnata dalli
donativi y dalle promesse , e sopraffina con^
dot-
di Gustavo III. re dtSbe^èa. 1 7 1 ' .
ffotta di Augosto, la cui affabilità > obBIK
gante maniera , e peregrine doti non miri
furono così pienamente esercitate come tiel*
h presente $ua angustia. Anche U Cardina-
le primate , sì fece vedere cointnosso dalle
«uè disavventure , si portò a corteggiare
il He , gli baciò la mano , ^e si lofTeri di
servirlo con là sua influenza^ fortuna, ed
a Costo anche della propria' vita , -quanttìn-
que il temporfeggiatite ecclesiastico avesse
tostamente rinunziato^ a quel dovere e/fe*
deità, che avea solennemente "giurato.- Dali-
la dieta fu risoluto > che h repubblica' do*-
vesse mantenere un* armata di ^0000 uomì*-
ni * ^er servizio del principe ; che sei setti-
mane sì dovessero assegnata ^ agli Svezèesi
per .dichiarare,se Tacessero scelta di pace, o
di guerra; e lo spazio di^mpo fu accor-
dato alli principi della casandi Sapieha^ ed
agli altri tutori delle turbolenze nella -Li-
tuania per fare le loro conscssìoni: Per di-
struggere gli effetti delle risoluzioni form^a-
tósi dalla dieta in Lublino , Carlo convocò
un* altra dieta a Varsavia; Queste due as-
semblee disputarono circa i diritti e la éo-
stituzione della repubblica , mentre che il
monarca svezzese essendosi riavuto della sua
ferita , ed avendo ricevuto un poderoso rin-
forzo dalla Poraerania , marciò contro le re-
lìquie deir armata ch'esso aveva sconfitta a;
Glis-
edistów ;: Av^ittio 'gittótò '"un pòiitìr io^H \Ì
imsìt Visitila i raggitjnseffSaPssom ch-érànd
comandati dal geoefale Stetiatìt; èitàt idrò^
battaglia a Paltàusck nel primo di' riiàggió'/
eé imierametTte li ruppe e dtspersfe, primi
eh'ei^i fidise- a pieno 'entrato ih un combat*
fimenéo':! tanto era grande il terróre del suo
Qome; Àu^us^io se ne foggi a Thorn nella
Prussia reale; e tròvacido che il re di Sve-
zia avev^ t>ropo«to* di mettere l'asàedio a
({uesia' pìaf22a/ '^li i?iv ritirò ""^eif tttàggtoré
s'iturezsa* in Salsattià«/dua maeslk pòlàecasf
òffcd^dl'iàrréttdere^la' città s^otto pattò, ché^
dla^ guàrntgiotie sì* fosse permesso dì ritirar'*
si nella:! Sa«soffia i ma Carlo risptìsef ,* eh' e-i-
gli inv^stivar fcrìpìafeza nì«rattientè cblla mi-
ra di divenire padrone delle truppe ''i cfhe la
difood^Md i lift ^aiglone fìi quasi termina^.
hrv |>t'i^a tJÌié'JgiiSveitesi potessero pianta^
re^d ìópo i^tmofni^ d?' batterria ! qaindi Thònt
fb^artaiHiifsria eoft gran vigore ,^ e difesia coti
intrepfdetszaì dal generale Rovel/ e da on^
guarnigione dì 5600 Sassoni.^ Dopo che Id
mtira erano sfafte battute per un mése /ff-
nalme'nte fti fatta una breccia, egli Svèz^esl
il prepararono a darle F assalto , quando^
Rovel si arrese a discrezione, e fa guarni-^
gione fu inandata prigioniera nella Svezia ;
Méntre che Tarmata svezzese stava itif4
pinata iti questo assedio^ i màg^istrati di
Dà».
||aD:^|ca. si amschjarpiao <di di;^astaro il rd
Ci^Ja^^^ in DR 40n)pQ qaandp tutti* ì {urifìcifil
del i^ord tremavano;. d^l %\xo nome. Essi
p^jrtaqtQ riigu3,ai:ono dì pccfticuere che i con-t
vogli , che vanivano ali* armata s^sKussy pas-t
sasseto per il fiqmet & tostamente fnYona
castigati 4ella loro tepoerità^ avendo U ge^s
tarale $t/?inboeck riscossa una grave con«
tribu2;vone da' Borghesi* £lbing yper la vati
(c(e3iiQa ragJLOQe fu pi^ aspramente trattata 4
CJarlo^ eptr^ in persona nella laiità, e pose*
^.quartiere le sue truppe tra 1? citila dim ^ ch\
egli disarmo; riscosse una .fsontjrìbpzipné di^
:;:óoooQ spudi f ed impossesstQtSsi 4i ^ix^
pezzi di cannoni > e 40000 pesi dì^ p^lirert
4a cannone , che stavano - ri politi ^U' trse*
naie ^ ■•'« . *■•»
Mentre che U re Carlo z&tavg guadagnane;
dp vant2iggi uguali a vittorie mila .laiiek^i:an«>;
spgiienza.i la dieta in/W^arsavia n^elle débi^:
te forrge jegol^ri depose il re Augitstai cdi
incardinale primatp che aveva ulcimamentet
giurata a lui eterna fedeltà, pronunziò la
sentenza , onde fu esso, dichiarato inpapace
di portare il diadema reale. Il come Piper
cpnsigliò, al re di Sviezia , che si propones-'
se, egli medesimo qual candidato perla cor
rona di Polonia » ma Carlo aveva già deter-^
minato che la medesima si fosse dovuta
pqnferirp nella persgna di Giacomo Sobieshi ,
eh*
tt4 ^*^ Se^no-e" Alta fità '-'-
cKTeVa a^figlìuòlo- maggiore delK ultimò *tg
dì Polonia^- ma concio$siachè qaesto prin-
cipe fosse stato preso nelle vicinanze df
BrcsUvia * e Condotto prigioniero con sud
fratello Costantino a Lipsia da un distacca-
mento'tli dragoni sassoni, la corona fu 'of^
ferta al principe Alessandro Soblèski . Il gè-
fieroso*» principe non potè non per tanto es-
sere indotto a pigliar vantaggio dall'infor-
tunio di suo fratello; onde ' richiese il re
Carlo xJi vendicare l'ingiuria fatta alla sua
ÀtnsgHa; d'impiegare Je sue vittoriose armi
va dare la libertà a qucgl' infelici prigfoiri'e--
rì; ie dì penetrare nella Sassonia-, le quali*
Cose tutte' furono' prontamente .promesse dà*
Carlo. Tuttavolta però varie dispute eftmd*
insorte nella dièta in Varsavia dopo T'as-^'
S€n«a dfel Re S e per dare cónto delle tné-
deshne, fa (irstaccata il giovine Stanidad'
Leèsivskjr, palatino' di Fosnania, air armata'
sveztéfie dalla detta assemblea. Or k grande-
impressione che la figura , T abilità ed il ca-^'
rattere di questo nobile fecero neir animo
di Carlo, scancellarono nel medesimo la
promessa fatta al principe Alessandro So-*
bieski ; onde dichiarò esso la sua intenzione ^
di voler dare la corona di* Polonia a Sta- •
nislao. La sua elezione riusci di un' estre*
ma g.io)a e gradimento per la dieta ; ed an*
che il Cardinale primace^ il qttarera desi^
de-
tk,j(jUjrwt« r, intéjpceg«04 non pptiè.r)^ar^
^e :StaDmao .pqsjedw tal rxn^rìtq^ <che te
tpcndeva. he» ..d^j^o .^ lipa .corpaa i,flvwnr
tunque aVe$se irVs^au^r^^V ,f?M JU^4i lui .gìo
t«ntù ed ine^pf rién^f^le reAdevunQ iivcf p^-
ce. di governare .uftl^ .n^teJonc JWPto ca'piiic*
dosa ^ Quesie ^bbkdani .però,j nop. 4?<*9^'?
di mm .peso presso di Carlp ^, oncfé. dissé^
al , primate i; m w .^it^rfiw. ^^^ ,Smi^lèa ^a
sotto s&prd Mella Mm ,.cfà % ,i Stabili il-gigruo)
delk $ua ^ìezipoe^ ^. ciaqge ,^i^m,flopp.^)
ci^é a' li di jlogUo.^ dell' aiiAO. i 704 , dich^
fece là;su4 -pximji risofa;«ioiie,iij;oljlocè la,
corona $ul capo .del giovine .paUlinp ^ Po^*
naiiia é inalgrado di tutti gVintriglixi -del pti-j
mate^4 il quale si e^ejjjò .dflla, dieta., nel;
giprnodclr elezione^ ^ andò spéi^indo^ ogni-
opportunità di .egualmente pre;gjud.icare..^Ur{
gustò :^ Cui aveva esso giurata abbedieM?,^;
che Stanislao^ cui.avevd ricusato di ^giura^
w, fedeltà. . . . , ; ,. . . , : .: .,. .
M,emv€i xke il ré Carlo stava, impiegato*
in^ dare, alla Polonia un monarca;» le. sue
truppe che si erano dispérse qua e. là pet
il pae&e , ebbero frequenti scaramucce cogli,
aderenti. di Augusto. Generalmentp parlatido
ess& fui^no vittoriose ; ma in una certa oc*
casione un corpo di 400 Sveszesi furono ta-
gliati a .pezzi da' Sassoni, e Lituani. Per.
vcn-
^rendiczTSi di quello afirooe> j Carld imppvfs
vlsamence si parti alia volta di.Nép^a^t^
coi grosso della sua armata in espe^ittas^ioi^
di ' sorpF£odere il re AugujSì'lo nelle- yicinaiif%
ze di Jamlaw. Uiti^'ùgii^ rktiase del^&o^
nel suo disegnò , o6d^ si risolse di' ci^ner^^
d' as$edio Leopoldo , ch'era la capital^ déU
gran ptilitinato di Russiai. Fu creduto qlie:.
la città avrebbe ' resìstito quìndi(:i ^ gìojrnt
^er mezzo della numerpsa- guarnigione ^ j?^
ideile beri valide fortifica tioiU »' che vi si e.%
rano erette dal re Augusta i ma Qarldl?*
prése ad assalta in un giorno solos ipassò a
£1 di spada tutti coloro « ch^ fecero resi^
stenza , e pigliò prigionieri il principe tìa*^
Jeschi , ed il palatino di Kalisch . Qaesta.
fu una delle più gloriose conquiste fattesi
dal monarca svezzese > e la piazza' era te^.
nutà per la più importante e forte della Po-*
Ionia. Quivi trovò esso un bottino di 400^
casse di oro e di argento coniato, di va-,
sellarne, di gioje, e di altre cose di gran,
valuta. Tutta volta però il rè Augusto glieP
accoccò; poiché avendo presa la strada di
Varsavia , era già in: punto di sorprendere il
suo rivale , il quale viveva nella capitale-
colla più perfetta sicurezza , mentre che il
re di Svezia stava pugnando le sue batta-,
glie e decidendo la sua briga. Intanto Au-r
gusto rinforzate d^ 9000 Russiani , e trovan^^
' : ' ' ' dQ
£ Giistnvo III. re di Svezia . ìtj
<tp*l 'passi aperti si avanzò con marce sfor-
zate alla città , ne prese possesso ^ obbliga
Stanislao a( tragittare il Vistola, con precipi-
dt> ; compari nuovamente qual sovrano del
^aese , pose ' tasse agli abitanti oltre 4clle
Ipro forze, t di^de la casa del Primate ur
Ultamente con quelle degli aderenti c)el gior.
vine Re, ad essere saccheggiate Ida^Ip >ue
soldatesche» Fu cosa rimarchevole, che, u
aunzio del Papa ; il quale accompagnò Au*
gusto in ogni rivoluzione di forturia , ora
domandò the il vescovo di Posmania foss^
posto nelle sue mani ; ed Augusto vò)pndfa
ht cosa grata alla Salita Sede, CQndi$i:f;s^
alla sua richiesta, e gli, consegnò il v^esco;-
yo , il quale dopo di aver vcduip il^ siip
palazzo posto a ruba e saccheggiato 4^\soU
dati , fu condottò negli . alloggi^m^Qti det^
nunzio, e di là fu poscia, mandato . iti ^as^
Sonia , dove se ne morì .
Per tutto questo tempo il contis Oro «. .000
1 500 Svezzesi vigorosamente difese la cit-
tadella. Finalmente, conciossiacbè la piazza
non si potesse più lungamente mantenere^
egli fu costretto arrendersi a discrezione » e
con questa nuova giunta di inortificazione ,
ch'esso fu il primo uiBziale general svez*-
lese, che fosse caduto tra le mani d^l re
di Polonia . Esso fu trattato con sommo
rispetto , e fu messo in libertà sopra la sua
Tomo /. M pa*
parola con diversi altri uffiziali ^vezzeéi % j
quali tuui furono per verità sopraffarti dàtP
affabilità, generosità e nobile porumcnrb -^
Augusto r . , . . .^
La riduzione in servitù dì Varsavia ^ ^ i
vantaggi ccoseguenti altro più nofv furono
che r ultimo sfono del monarca polacco^ i|
quale già era in punto di cedere il tuto^
alla fortuna superiore- del re di Svezia ^ Mfe
del suo rivale Stanislao. Le sue frupppe era^s
no composte di reclute sassone i n^n er^no^
di€ciplit>ate ^ né punto attaccate a^FolaccJ^iV
ma pronte ad abbandonarlo al prime perir,
colo « Carlo poi accompagnato da .^^nislaò^
scavaci avatizando- con una vittoriosa arma-^
tai i Sassoni fuggirono davanti a lui , e 1^,
città nelJa distanza di più leghe all' it)toriH>
gli ^ rtvandaffiHio 9 fare la loro, soiifitpi&siene -^
i;Poiac^h» e Sassoni erano dotto if comando.
àji ^chullembe^g generale fecondo ne' stra«»
tagt^pai , ben canto ^ cirscopetto g e -sagace f
ì|<:qfialè usò ogni espediente per tenere «
firen'oi i- progredì de'Svezzesi con im posse sar-
ai de' posti vantaggiosi r ^ ^oti' sacrificare^
piccole partite V affine di procurare la salvez*.
za del tuttOy-ecosiidgannare inidiict^ Nul-,
la però àk meno con tutta la aos penetra**,
doner ScbùUemberg rìmasedeluso e supth
rito nelle su? abilità di generale r Dopo
tina varietà dì moviment), artifiz) e contro-
mar-
di €usiàvÒ Hi. re di Svezia , tf^
feartlfe V ptafttd ii^uó campo vicino a Puniti
fiel'^pàlatìhato di Fósnania y immalginando
^kc'\tthàthtc^ svtizc%t ti dovesse trovare
nella distanza almeno di cinquanta; leghe ;
é ^ttindi rìntase' attonito e Sorpreso iti tro^
♦are v'ch^ egli efa appunto' arrivato in c(ael-
h vlciiianfey pronto già ad'aVVcntórsi cfontro
él^lui 5fcftzai essere fTrepafato^ La vetìtà fu,
eht Ciarla avea nlarciato e fatto tutto quel
gptttià ài cariinìtno fìef dorso di nove gior-*
W'^ Imitìaginatìdo dht i Sassoni aVrcbbera
^tta questa strada. Coti un' armati superici
tts^'i trm intiefanìente composta di t^vaili ;
Carlo attaccò i nimici ch'etano situati ih
tal maniera che impedivano di potef essere
ifl alcun: triodo cifcortdatl/ Scbullemberg ri-
cevè l^àt^àccio oen grande intrcpidez^; e là
90^ ptÌBìH fih essendo arktìaf a cori picche è
fucilil^nne É pf esentate una specie di_ri*
paro coGipOlifo di bajonette < Lai sefcondal H^
dea,' cfurvandosi ^u la prima fila ^ che ^ ^tava
in ginoCchioiii , faceva fuoco ^opra (e loro
teste 1 mentre che la terz[ache sitava ritta irt
piedi , manteneva un perpetuo fuoco . in e-^
strenpro grado travagliando^ e nuocendo te
cavelleria svedese che già pode ìri disòrdi**
ncw Queslta fu quasi h pfima* Ihiea di ca^'
valli, ch'era stata in ihodo' regolare oypo^
itd. alia fanterist nelle guefrfe del- Nofd; It
nuperioritk dei fecondi era itianifesta tiel pre^*
,M 2 s'cn-
i8o Del Regno e della Fka
sente incontro, ed il re Carlo perde la
bella occasione di distruggere tutta Tsirma-
ta sassona, con avere om messo di ordinar^
alla sua cavalleria che smontasse. Questo c;--
ra ciò che si aspettava il generale sassope»,
poiché ne temea le cònsegueiÌ2i? , <>nde.pr.e--
fentcmente si rallegrò d'un tal èrrojre *pre-.
sosì da Carlo. Dopo che Quoque il combat-
timentò fu continuato per tre ore,' i 'Sasf
soni si ritirarono in buon ordine^ Uscia|)id6.
agli Svedesi il campo, ma noa già la yit.-.
toria. Il re Carlo perseguitò i nin^fpi §n(ii,
Gùrau , e^ gli obbligò a ritir^jrsì ver 50 ì* O-j
dcr per foltissimi boschi quasi ^mi>enfitrabì.n
li fin' anche alla fanteria*/ ma pur ^noruUm^rr,
nò la* cavalleria svezzese si apri per^qiie||k
la étrada i e finalmente rinchiuse lSc|ii^lem%
berg tra il bosctìr étì"' il fiume 'OdervPVC
Carlo non dubitò che si sfarebbe dovuto af^
rèndere a disc/^ziòné, oppure morire colla spa-^
da tHà m^no, éònciosMachè non avesse |iè
barche i tè potiti ; ina il talento del general
gèrnianò supplì ad ognirnandanj^a;. p^oichè
ndla^nótte egli ordino che fossero congiqntc
insieme tavole e pezzi d'alberi^ sopra ^di cui
fSèb pàssafc le sue truppe^ méi^tre. che »g|^
Svè^zzfesi aitavano impiegati in^sloggiare tf^pc^t!^
to';abtoini ^ che Schullemb^rg vi avea s|)ediìk ,
rfà hhaW' benefizio né risultò ad- A^giii^^ìl/
ifàtìlé fu nuovamente costretto ad- abb^<|o
''- ' ì ' "■'' . \ - ; na-
di Gùitavó tu. re di Svezia • 1 8 1
naré la Pdlonia> a riiirani nella Sassonia >
e forti^are la capitale dei suoi dominj e*
rèditar j i eh' egli ogni giorno aspeuavasi di
vedere investitale Nella Polonia vi rimane-
vano albani pochi dìstaccameqti dispersi^
ifltapati dì far fronte, al vittorioso Carlo ',
òhe condaceiva un numeroso esibito ben
discipUhato e divenuto gonfio per ìk €on-
qnista 4
Or già la Polonia era intieramente tra le
mani degli Svezzési , i quali avevano^ simil-
mente disfatti diversi corpi di Itussiani , iih-
éapaci o piuttosto json vogliosi^ dppo la
battaglia^ di Narva^ di tentare la fortuna di
un generale combattimento . Ovunque ergno
gli Svezìesij seguivali la vittoria / essi nia|i&
conto faceano della disuguaglianza del sìfif-
mero; e Schullembecg fu il primo che avc^-
va dimostrato a Carlo ^ che vi ejranp ?àtxc^
truppe, fuora degli Svezzési, che intendean
Parte della guerra # Nella Livonia , a dir vero^
la grande superiorità delU Russiapi appena
rese possibile al generale ^vezzese Sclipp^en- ]
bach dia poterai mantenere nel 9up posto..
Fin dal tempo quando /successej a battagli.
di Narva, esio aveva colla più indicibile di*'
ligeniu provveduto per la difeisa di quel^,
piazza « ed anch«;di Perpt , giudicando cbe/^
\ primi ^forzi dql nimico saricbbero stati di*
retti ^onjtro di città cosi necessarie per lai'
M 3 con-
. 1
iti Del JZ^no e della Fha ..
conqoii^ta della provincia. Esso fortìiicò h
sua t>iccicla armata « còi)t noevve leve v fece
Ihcufótoni dentro t territor) nfmicl; ma in
obbligato a lasciare dal pWte ogni passo: e
cnlsùta oiTensiva; per la gran ^«olthodine
deìf itoscovici,^ f quarti ihèmdarono la pst>.
Vìiicia' a gaisa tf un torrente « figlino s^ im-
possessarono di tutti i posti pr6s$Owiifii]ine
'^arva« bloccarono la ' città ^er ogni.Uto»
. ed artti^anstme troncarono oghl jc^mmiica-
zlóne tra la' ^uérbìgioné* ed il mvrei^GA
picciolo ^quid^one svezzese in l^ano-pùcivò
di pehetrarè'dèr soccorso 'di (Narva^ afine
'^à'ihtróètfrVf Ife necessarie pìòvvhioÀil L*am-
* niiragliò;*rpVàndo ciò impossibile ,^ sia:cmhm-
iò |di'^^barcafe tin battaglione dìmlUeredo*
/ ^gehtp^ttó^h^f nella costiera ^i Ei^fotàar^ per
' tìnforaàrc ficKppcnbadi, Il <fi|^te^5ì» efa;;a^
vaniàtò a'^V'iss^teberg, per f^ivorirG^un tale
èbarCo ed 'iinione • Esso '£à attaccàiocnella
; s\Ì2k niafìrià dà ^ooc Russiant^ atli ^ualr o^
' stieiàtamenfe -si oppóse* perlai spatio di più
ore ♦Con non più di» Ì400'' tavalilv to» fi-
. naJmctite fu obbligato a Ufiral^i 4W fe^per-^
^^dita di'due peizi di eanfAt!yniV Sdippenfaach
piit^p non avvintosi per ^qtifeMK^^rlpufear^ pro^
isegOi la suai riioltìziOné ^ Id^SC^orrareéhirva
, jcon diligenza^^ tnstanckbSts ^ ìAti ^ ìt> pi^è^io^
^o nukiéro dei Ru^afil « « là pfnddbza del
tìzar resero vani tiitti i suoi sforzi « Or quel
prin-
S Cuuavo III. re di Sveccia . i8|
principe còtìtlit$S6 Tassediò ^ia persona, e
iìréc«¥finé J^iSOf 4>fi«*f cp* ;più. e$treaiQ
i^^btfre^t^Il aOO^Wle A)ffi> jg'4 htnwo per la
ifcratra ;di£m9>! ds^ .|*ti faftf . dejla , jxicdtsin|a
'>ptwa%^ feiwtè^idWit|ì;,i «api. .sfarzi ,co.i> mt-
jBe qjifUVùa! fh^ gii potc^S» inspirare Ja
<BX^ t%ptatttmhi ìii^e^S/ì^^. ed il j5or»ggiQ ;
jna^'UD:at^|j(i^fl<^ p^^eduto distrusse i
JmilhàclhMft fyti^h^i f^'\^h^,Jfs^cndo ve-
dtasdoMi^ Jff^BfizKK fiP^VÀaò ^ rlW«/» • seppellì
iana.^.|ini0 |^rtt^ejj!a «i^iwi^ìgj^Qn^r^pito le sue
oato«)if^«»i]e4 *tr%.noa }^r€fx^^i4i9sìmpì%i che
5iiÉBtptti«ftiini yi o9ftl?4;^p ^ iTioQj^ir?., 41 (ron^
-.ìtM'u U iClMv'Pi€i^e; , ifl»me4«3^^3j^fii>te, , ordinò
'? che.^sìafg^» ri«l^ Jl';^,?a*W r 4À, aSoqp «celti
l&eaòttUi Gyiie§¥PZAe|[^Hi^^rp .U J>rei;pia con
r f itiiiéfM»tei60|faffpaT,^c-4.^)^^^^^ rijpin-
• ^seco i-^R^Sjà|pijriaUf piiv^gjj^ p? esséfido
e «sst;dHi^t* pi^rn4ov4|f^K Q^pow/ a trft.altri
1 aaaocbitrfaiie^ii ,^d a0aiy;ft,;e^^ijisti jdKJGìiric
o p€»i ia #|0g% :f)$$iisteaa,a. chjs . ayeitaipip fatta >
-. p&mlmWi^iM9J^^Sìè:iti dal graq.Qumj^ro di
Btmici , questi già enfifarpjaio tvwiijljcposamen-
' te.^ TOfi ;fei iperdoiv^ronp »^ ad ,età.y né a
L .:j»«Ot;:p858;i.i:!V«^:<4)ltt? a ;6l di ^ad^» «Sfrt-
-i (|qctó; teigWEPigio^M?» P^rt^ 4eUa>qp^le si
: ÀSsoia.dJjscFezipna^ J$ la rimanente .$1 dtirò
3"*»tt»{ CÌ«t^llacd|;|v^9^rod.. . Vf ; , !
i«4 Miiègm ^ ékttà mìa '
potrebbe a soggiacere -àirbte$s« deftM»^
T)^^^rtii«itf 'Vlt 20oo<> RtKslatii U citnfe- ^iNtH-
V^ì6i è continuò ptr «ki hneré mese élMfL
terè^fe^'tìllci rtttm ed gtosso caiMòf!*) 15
Bt'i>tbi^c néW ^A' tèi graH copia ^
boMbePOll assedj^tl,' èlle non oltrepassa^
9iiW« il^ ùtrmetò 'di- r 5 (X>' uomini, nieti«i
ffé^^essci^^^r^resfiignefe' • i ^f^ieì : sortll6\
*iffttì|etiiL'* e iori^rcse farorto tótie posM
itt^j^a '^èt^ifrtfVagRàre gli assedtatèri; ìtìa
B tuètó $«vi'sWè«téhte *pci- profotìgare- YéP
teiioì'iA "^ù^fììpont^ ^òpo Aver fall* HÉH
hiìvà re^temas- lii costretta» id - arrenderii
1^ iroitdféic^;^' dtè dévessè mai^èfar fàeni
»àl!fir fohJ Ihwì e^birgéglio , ed essere scòr-^
tótii ^ Reircl%^»s^» «teHi^ Rdfssiaiii .- Qùtm
|^^è^\fé1la eàpiralÀiétte fu 1^^ ^«6è
i^f^tbf* r1btj^aron6^ trasportare i soldati"^
'Ì-tàrftk>' zfk ftéé del tranàtò, ritefiiìerè
prigionieri gli uffiziali per più giorni ; ma
4e htìiifecfce dfelK Corife di Stokholm final-
«e'nte gli obbligarono a fir gi!^ti2ia- ed a»
dempkre 1 loA) patti*
Dopò la riduzione in Servitù di *Kar^a ,
H Castello di Iwànogrod fu ckató ad arréi^
detsi dal getìeràle- Ogilby , ch\eira un uffit*
Aiì6 sco2ze^ ncf senHzio iràssiaho :' tatti»
Vbka però la guarltt^g^oiie* si determinò ^^1^
Starne alla Ma difesa, onde fecero resi^ett*
■"'• za
A 0mt0s)o III. $e 4i Sve^ . t6(
;tt> t^ pechi giorni^ e quindi ottenàefo oir
jQ^ilf voti condizioni , le ^lualt però furono
.pote ossernstC' Non solamente quefU guar-
Jligionc^ ma eziandio il conte Orn egli ^
'^^iaJi presi a Marva » furono manéati '\
filosca^ dove, furono cacciati in un oscuro
dtce^0>.ed in, ogDi riguardo trattati eoine
prigionieri;. .di un, popolo barbarp, a^ttp
^ordo ai dettami dell' onore e delU uanmi-*
tà« Intanto il Csar Pietro imroaginandoai ,
che il terrore dr q nette Jionquiste avrebbe
oosfretta JRevel a sotcom^c^f^i , .marciò alla
dkìtauza di poche leghe da quella città/, ima
poi .veggeadov ch& .4a guaroigiOQe ai /era
provveduta, per fare nna vigorosa difesa t ^gU
noti istimÀ. cosa propria d^ fvcQ^ ua~^assc|diQ
legolare in una stagioneu4eiranuo jeosi afa-»
vorevole « Quindi av/^da rlasoa^e «gjuarnigia-
m ftefle pias^^ ch'efifinq ne4 sup< RQlSiesao^
'^gli se: ne ritornò coi} rìAìa^etiae d4;^'4^er-
«ito nella Rossia. ^ ;;^ .. ^
Dopo . la ritirata dì iLugiffto> Ja J^olonia
^ intieramente governata dai re di Sfeiia.,
poiché il novello re Stanislao eratotalmen^
te guidatp dai ^uoi consigli ^ Furon fatti pre^
paratavi per la incorona^uone idi questo ^im»^
Ciipe^prìtaa che 1» fod-tun» io avesse; pi^r
la seconda ^volca a discacciare dalla sua;<:a-
plkale i Fu stabilito vdoyersi raduiiare una
di^ft a Passavia ; e ì^ óp pmi^ioue ^^Ila. gpi>
te "■
fa^di RotPa sembrava i* unicp ostacolo , che
Vi-fosse al pieno stàbSlimento di: Statiìita<^*
Il Ponieficc non potè evitare dr 'drcfahitarSl
per. Augusto il quale per un^ scorona a vé^
iihiurata la religione protestante, r di pfè-
^efirlo a Stanislao, ch'aera jtato innalzato èl
irpno dair eretico re dfella Svezia: *0i fìrtti
il^apa pubblicò Brevi > djiibn^landcr sca-
itmQìche contro ì) Cardinal prioiate, e'qtta-
^iunque ^altro dèi vescovi polacchi VU quale
^vésse assistito all'intesa infcoronazìonè. fa
.prfmijra di Carlo ^ t di Stanislap^-d* impe-
dire ]a dispersione di .qUest) . brevi ^ ^ilciÀii
|dfà^. quali non perjtaAto trovarono libera ^la
Strada in wars^ via 9 ed o furono ^-d**tfaa
forcis^ìma influenza. sopra gli anitnfl der^^èu-
. f ers^iziosi cdtA^tici i i[uali prci^Èwal^ un*
implicita, ^obbédic^za z\ Pa|>a^ osopra quel-
la dei politici., ì quali andavano* céi*eando
di ìùn^èptare il lèa'tor^ della loro rdxchtàra-
ziotie in favore del giovine mdtiarcà ; Furo-
* iio >|èàìj|òcate pijbblìcàil'-cdfrfì^ fh vifi^deì
,• .qu]a]i fqr'^proibito agli ecclesiastici 'di"Ì5u«i^
J^Junque grado, d'ihgerirst negli affati 6é*^-
^ Yfmp; e per maggiore isicurena,* le 'porte
,,d^le case dei prelati furono' guardai da
iqld^ armati per impedire > die vi emras-
j seco* pd j uscissero ifofàstiert; e'Garlo si
4 addossò /sopra di \t mcdfeshpo' 1* odiò di
i|ueU6' picciole 5&yeriU|.| a^nchè oonr^a^^este
^ "' *^-''" ' à -sui-
éi érUiiàvQ tlL rè 'à^Sòeì(ia . ¥»r
a. Recederà niuaa differènza tra Stanislao 'i
^e^i. ecclesiastici nella sua priina «salt^ziu!^
^e al trono. Atnbidue i principi sollecitarò-
.na il Cardinale prìtli2(te, che compisse* la
;cerimcnia.delVtncoròiìa2ione^ ma qtid ptle-
lato $t ritirò a Daoaùca per isfuggirc di con^
«sacrarC' un- re ^scelto contro le sue* inclina-
zioni. Tuttàvolta però- ^glt procurò di 'con-
dursi eon..ule fermezza /che impedi di' 4i^
^gustarsi od .Augusto «Carlo, Stanislao, òA
•il Papa; e ^pi)r nondimeno tqtti ebbero ra-
gione di biasimare il siio. astuto protefd^)^,
:/i cavilli e le tergiversazioni, quantunc(àe
. non< potes.sero giustamente atupcafsi ad al-
. cuna parte ddla sua condòtta «.
-. Le procedure della dilata ^ insieme Coli' au-
torità del re 4i Svezia 7 e 1^ ^uga dt itu-
^gusto tirarono, molti ^éh, hobjlcà a i^c^i-
re^la causa tdi Stanislao, i. quali Ifrano $fati
^ .gli acerrin^i aderenti del suo rivale. Smiel^
;giskia Stare$ta di Q^sna ,. il piti rlsolutéSe-
.^ace della foctuna . del re Aug^uistó /^ce
.aliarsi /spiritosi tentativi in àuò favore';^;ma
auttele sue.gegta non produssero ninn rea-
, le vantaggio al -suo sovrano, vii qiiate fu
coatreua'a ricorrere alla* mjediazlone ,dl sua
JMaestà prussiana* Egli adunque sollecita la
i'. CQxiù di fierlinp^ a .volersi* iriterpcfrre, e
tprocnrargUuna pai^e sótto Qualunque ' ton-
^^Mione-, ma sua Jftaestà prussiana ei'a^^trbp-
pò
f^ rpràddnte » ;siefifaèwt>lef8e Int^òl^Nitst M t!«
n^ difipum ooa un imotiaTCì :cos^ telUccHp Ir
fi^o.^ xom'cia il re di Swxia; Fianlibemé
Augusto 'ptrdè ogni spea-aiua in Tèggéiidé
i^ l|.9«o rìrak eia>^ai» -solMnMsMte i^^
cpFooatQ 4 ¥artavìir;'tthe Jn::'mag|^i^ f^ìté
dei, nobili avednoigiaf^taifeddtà a <SlBanì9)ae't
f (;hie nùtfiav dtlle paecnate di Envcpàv e^
ccttocbèv i Rufsidni ,. prestairario.: il 9à€hù>aìo
ti^uardo agli afiaH di Fiolonia, o^paichè tt*
messero del leMbiSvèm o pet^è- fo^ro
altrove iiysp&egate^.iì Caar per «td v<]}4«
re poise una. mafiOj:8usì}tatfict ati^^af^uUCia*^
tPi AugusiQt ect avendolo incontralo a^fi^ifod^
no conferi con loè» .e cai genopalé SehnW
lembexg. sopra Tin&Koe situazione d€^i' s^!K>i
a^ari^ In (lueato tempo Augusto era giàide-
posto iàdì trono ,.'jt per tale ragione non più
temefa di esasperare A Polacchi .per V atà-
missione deHe armate russiane nei domini-
delia repubblica; laonde fu risòluto che
un'armata di cento mHa uomini dovesse
aitapcare gli Svedesi nelle loro nuove con<*
quiate . Or quesui forza cosi prodigiosa to^
stamente entrò nella Polonia, ed e^endost
divisa in più picclole * partite , bruciarono
e distrussero i poderi di tutti coloro che
si erano dichiarati in favore di Stanislao*
Sessanta mila Cossaki sotto la condotta dei
generale Mazej^a similmente entrarosK) nei
do-
4 4«lfd liOtord^airaut: iool fiirow dibMbari.
$di«dl«m)bierg, istalli «nel tempo ^medesimo
Sfamando con un'atmaia di Sassoni; -e se
U luifiUH^ atV'CMe pdiQto determinare il -de»
^cina^ detta guerra « Carlo certameiice avrdb^
be^ dOYfilO soQCcfiabere^qico la ft>rza e 0e^
so deà^sufoi nimici; loa tuttavia - frevàlieror
la condottata il coraggiot eila-soa buéna^dt-
t^fia^ IL^orpo dunque dei Rossiani- fb aft-
l^oc^tP eictconfittooo9Ì/pr€tNaiAente, che tut-
te, le #f0iatQ £uran0V'diif)ecse prima cht zì-^
c0jEia i^^ loro ricevesse. de notizie dèll^ i dl«
sgraiie.; deir altra «^ .Lo ''slaggla«àieQt<y^ di
4^01000^. ftttaslani arppena «.potè' £ar^ ostacolò
alla itHifCta: dei Svezzosi /rpoichè'J Mtti^ti ^r^
terrill , viotr ,» dj$persr ; e^ovio^ti ^ se 'ne^fèig*
girotm.r pcecìpitosamence odi ià «^dal ■ Bot^kb^
nf y icvfmaado inmeraan^ice la Polonia /e^
lilfciafwlo Augusto JA preda dal Mo-'daUrfyo
dOfitiuq,!^ * •. 1 ». ' ... • t. '-:v.':::v '.-.•
.<. Né' centameme iSciiulkmberg>f6*iaecom-
psigi^ato da.forulinax Hìig^lomv c<Ài ^tutro il
fiup merùo^vC sirpo-iorkà' di^n^tnetò. Meti*
tr^.cluer^il ret Carla stava discacciando i Mòv
scovìtir^i'iiinaiiziablui netta JUituanta > SéhlaU
]em^efg.^ai«£va i:prei^ jpo6co in-onaO^oa-^
z)qa^ molto r> vantaggiosa s 'Cot vflfó]^gio
4btJageredotff alla^ mano dir itta^ Boéfftforlf
a^U sima6:$ii ^o la :retiH%ixaid^^ difesti'^aUa
.« - cit-
C^ jad'^Éig» t'Ma fica V
ilBk'^i FraN»enèftld(. CU Stétseil^ ^rmftyi^
no iohxxiMvt unii ^^lineÉ schietatk lungé il
fiQ«Dc:cofi4«lll e ''Cavimi trami^clliati ìMÌe^
«le^ ^e. tm, dHtrsi «inttagtìcmi é!'tssérr<
eVcmw Viiltaggtotetìlentesilciati nètta retro*
gibrdfo;) GotiMpi^tódiSpo^lSone atiaèdafoocy
rjj^auàeA z\\\'ii di febbrajo^ li riipkìseriy
èKi^VvxiMi cfc^crat uria . (liam ^li divenci^
t^fàtiU^9t\Uit^p^t 4i Augattp;» ed. in mcM:
fto iK ifieaa^^tf àfi^taroricr il^sid^^ otctn*^
«wm QfiacotìKipUittf Victoria y <A o^oraroiky
k'ijtài» Ikcnaf ehe i lui^hi ed itrtfyoiftaiid;
leivigi di Sji:fau)ktillkrgsiiàvtfvaèc$ cfelì 'tee**
rf»i?a{irttti«er ao^tHitata. RenscHHd era' statÀ
priitia dt ^esta batta^M chiaidató % V%t^-
oienioae dell' Aìes^andro del • flfard v^ tJna -
VittcMia di cotanta^ impQtt^^sLà' goadagnata^
contrai d t> utf -*gène^al6 - li rinomato alla ''''^^'
St^'di^itìnumcfo «operi ore di fbtóc, Vaii*^
tagg|ìoi^«iMiite sittiat* e di truppe betì dì^èf^
plinace, innalzò talmente il suor home, die
la agguagliò coti (]fM(t(> del suo sovrano v
fi^rò fin^^nchjBT gelosfa neH^antiiio di Car^
Io, il quale non potè aàtènefst di non e*-
sdaitfare ; ,v certamente Ken^^child non si 'Dorrà
pcMgonatè con i»é*^ ^ Èg{i è vei^ che la lOra
crudeltà dkrrusser i frutti del suo coraggio ^
poiché $ei ore dòfkr il cottibattimemo egli
ordina che più» di lood Emsiani fossero
trucidati a sangue freddo per mendicare \e
lo-
loio^iJNuie «neUa .Polonia^ e per quraUT
$obt:aisìone 4ieM infame tina victùriti i, ^^.^W'
\s^m ^Um >cafO: ai^rr^tbhe vtft^iiiidncK.il tiiia
^IfqMne: nei catalogo^! degli / «foè $tMze»i .»llft
pia looiaAg- posterìa glorlofio ^ ed ioitfiwUifi
]c5..Kma« i^wat.pocè Mwt piit iompixtSsk^ià»
k 4isfatu (lelli ^aMxni j^ polche iutierf .te^-4
gimisiusi gjkqirafiaJe ftrmi« tr pQ«$tfitrl>ntb
ghiere: per L»/vita ^lla vfMÀ fSitpipliefaevblri
pQsituta ^ ,Sc(i JuiU ne^furfNicy xii^ckii tal ({Ui»«
BOjr^r;^Q0P ^ /^rofi, fatti' pi^lgjb^ittri/ ma
{luj; tu^^xit^o Ia^<ij<^pro$hiic(iiè <lì)iehflAlfnu^
hu^ ^ fu f^aa vwa (aoi0 > gHidizlo ^ ló^te^^
Qjb^ (ol^qprwcci uD ti copr ivano « ^^ahsovo^
sorpresisi (e. sae; iruppe^vL ppiè cantace. lavsaa
s^n^tta m. Trpnt^fiei peeai^# catinoni y . i f cero
iqoscbeni»» 40, p4fa di li^aiuÌKsar«. e sfieiuiardiv
e.jciatto'/il bagaglk> $assdai« ; eaddero^ rea lo
mani del tgeverale SYezjme/ m» le conso^
guenae della vitioria fièiQ0a làttaviia^ >ptù
imporranti. Ka aperta uM strania nella Sai*
ipnia, e più.non rimaneva o$iaoolo^ aktsDv
al.xe di . Sveaia di poter pigliale possesso
dei domini erediur) dello sfortanato' Aàgu^
s(o, ora^ già ilimiciga edx ermnte itelta Po^to»*
nia> in cai non possedea neppure una $oIa
città faor di; CracooTia* Egli adunque 4 git^
€ò: dentro la medesima con pooibl reggimene
ti 4^a$&o&i y polacchi Y e^riissiaot , e comiìnci^
ad ergere alcaae^fortificaaiotii. per. difesa del»
la
191 I>el Itigm e dette Vita
la medesima; ma T arvicinamento 41 Vi^
yerfeldt generale sveazese ^ e le notìw che
il re di Svezia aveva già preso possesso «Id-
ia Sassonia « lo avvilirono nella sua < risolts^
ùone, posero in sconcerto tutte le sue mi»
sore e lo ridiissero su Torlo della dispera
tione •
11 re Carlo alla testa di 240Ò0 uomini
^ra già attualmente tncrato Hill' Elettorale
di SÌassonia per la strada di Lusaaia. Ìm
dieta in Ratisbona senz* a vere ' la forza di
mettere freno ai di lui progress , lo dsckla-
rò nimico delP imperio, ove avesse presunto
di tragittare TOder; ma Carlo disprezzo tft
loro impotenti minacce » e prosegui il coì«^
fo delle sue conquiste, senza punto temere
^i tutto il corpo germanico, e &^%e aneo^
ra lieto di avere un'opportunità d* emulare
la gloria di Gustavo Adolfo ^ con abbassai
re r alterigia della casa d'Austria. Egli è
certo , che il suo avvicinamento ai 6 di
settembre sopraffece la Sassonia di coster-
nazione, e per verità sparse terrore per tut-
to r imperio. I paesani sassoni abbandona^
rono le loro abitazioni, e tutto il paese fu
lasciato un ampio deserto fin a tanto, ch^
Cario pubblicò un bando «onde furono rav*
vivati i loro spiriti > fu accresciuta la con*
fidenza che riponeano nel suo onore « e li
condusse indietro ai loro diversi impieghi.
Una
di fCrUiftq^o JIJ.\^ di Svizia . .-^95
jra^è^rjatoi %clU Sai^o^ia non con atora mu
- »9l?e ^ii^Hii.j^rUfC ad uuA sollecito finip una
^f^^eL..ji{euAugtì$to ie»>4elf Czar ;<Ìi .Mo^aoijia;
^^%fj?^ aveadp \i^^tS<ifs<^i4., sostenuti. «4 s^fii-».
ti i loro disegni, era cosa ragioilev^4i^a''the
. 1^ J&l^ttQi^^ dovesse paFceGip^me ih ^cat^igo ,
ed es^j^nf iiiabilicato d^l pt]S>sf|ftuH:e« ^c^te
, misure^ «^^he(en4eano solamen^fi 4}!^^ spar*
gi^mJC*fltOf^deVsail%g^q, edrH^^ dé«r^??oft©4el*
' !fc .^Bfcj^' u«i4W ; vP^ c^3lu:S^u§rcCj^Ìflne
era det^rgii^iato a .inodfjrf^f f 1% ^jiia . vendete
ta>e periciò Tassicui§3^t,^^StaAUoi^.,.gU /fi-
lami deli' Elettoratp ;(^g,^tftJii polòfo , jcfe^d si
ed ,a^sseror;formie,hjiiloi^5^^
sQSt^no e i|ianteaim49|0{49llief s^)9 t(up|ie#
avrebbero godgfà ia';.stuk projifnf^f^ e,)Sa-
rebbero 'niant<(a^^y|vl j^sse^^a r{Ì^i loro^fx»-
. d^ri e sostanze i^^f lo €Q^ra|k^ aplprp i
quali o avesser9 pigik^ le arsii ^|Qi propria
difesa, o avessero esitate U lora: perso-
ne «^ oppure nascosti ì jbórò e^tti^ .narfb-
bero stati tramati col pivi, esiremo wÀgoie ^
come aperti nimici del suo governo^
Gli e^Tetti di questa proclamazione foro-
ao egualmente sa^tari agli Svezzesi ebe ai
Sassoni « po^c^è g|i uni ei^bef» lorqt ^aie>r
Tomo L N ta-^
t94 "^^^ Éegriò e delia Vita
teiihente, a]>prestate tmre. le cose neoessarté
alla vita , e gli altri non solsimente futona
esenti dal sentire i terrori delia guerra, ma
furono eziandio in qualche maniera manter
ttuti nel possedimento della loro libertà e
'sostanze; o almeno di qaella picciola por-*
siorie di libertà ch'essi gode^no socio il lo^
tO legittimo sovrano Augusto. 11 popolq ie«
ce ricorno in gran numerò a ripigliare le
primiere occupazioni ; T industria e la fatica
proseguirono il solito loro corso; ed il più
esano strettissimo ordine fu osservato nell''
armata svezzese; ma contattociò il paese
fu terribiknente .caricato di contribuzioni,
ed angariato di tasse. Carlo dal suo cam<*
pò promulgò ordini; perchè si radunassero
gli stati dà Sassonia , e che a lui trasmettesse*
ro un conto esateo delle rendite dell' Elet*
forato. Allorché egli fu in una convenien-*
te maniera informato di quel che il paese
poteva somministrare .j impose una tassa
mensuale di 6^^5000 risdollari; ed inoltre
©rdmò che gh abitanti dovessero • fornire ad
ogni soldato sveazese due libbre di carne^
trna eguale quantità di pane, dae quarti' di
birra^ quattro soldi al gìarnò e foraggio
sufficiente per la cavalleria. Questa cóntri*»
buzione fu esorbitante, ma in <:ontraecam-
bio il. re Carlo prese i 'più efficaci .mezzi
onde preteggere il popolo contro le depre-
; da-
é Gufavo III re di $vi^ . i^%
datiofti dèi soldati* Fu- ordiciaco> che in)
tutte i^ cìt(à dove stavaao a guarnigione ^■
. oppure i0 quartiere le troftpe ave£2«si j 1
posti dovessero dare certificai della oon^
dotta. dei soldati ch'erano alloggiati nelle
loro case, senza il quale requisito il %oU
dato efa privato della sua paga. Oltre a
questo regolamento , furono destinati inspet*
toti che vifitassera i qtiartierì Ogni quindi*
ci giorni, è portassero al Re un esatto rag«
gm^lio della condotta deUe sue forze • In
una parola gli Svezzesi getneano sotto la
più lyirribiie oppressione, di cui non osava^
no querelarsi, poiché veniva* autorizzata dal
loro conquistatore • Tutti non pertanto viveano
nella più perfetta sicurezza; essi erano unm
nazione dì iohiavi, ma però erano protetti
è difesi nella loro vita , per riguardo air in*
terèsse del padrone . Lt gran fiera di Lipsia
si celebrava secondo il toHto; e i negoziam
ti colà Si portavano senea niùn. timore ; ven**
.devano le loro merci , e se ne ritornayno
a casa coi loro profitti, ^ senza esser punto»
molestati.. / ; .
Per ladisifatta delF annata isaèsona, e pee
la presa xldU Elettorato*, oituguisai fili ridotto
air ultima Ylisperaztoiiey poiché rimase espo-*
sto lalhr mercè dei«Ru8sialii ,» quali erano
naturalmente suor ninfrici> ed OM imiti in«
«reme al suo intepesse per motivi solamen*^
N 2 te
196 P^i Régno e della Fita
fé di proprio vantaggio. In tali èstremitii
abban4onato egli ,dai Polacchi, e privato
deir assistenza dei «aoi sudditi ereditar) air
taccaci alla sua persona , fa egli costretto a
scrivere una lettera di suo proprio pugno a
Carlo XIL, sollecitando la pace sotto quel-
le condizioni^ che fossero pislciute al con-f
quìstatore di voler concedere. Di quest?
lettera esso incaricò il Barone ImhofF e Mr^
Pifingsten, dando loro pienissima facoltà di
sottoscrivere un tale trattato, quale potes-
sero meglio ottenere : ,> andate^ disse loro, a
cercate di procurarmi ràgionepoli e cristiane,
eondi^ioni 'f. Gonciossiachè allora egli si
trovasse in Bolpnia, espósto alla mercè dei
Russiani, temea che tali sue proposizijbni
ÌQon avessero à diventare pubbliche, e te-;
meva ancora che quél pericoloso alleato;
ch'esso andava cercando di abbandonare,
non avesse fatta vendetta di questa sua som*
missione al re di Svezia. Per la qual cosa
un 41I evento fu tenuto in una profonda,
secretezza , furono \ suoi messi introdotti
la notte nella corte svezzese , ed essendo
presentati a Carlo ricevettero la loro risposta
conceputa nei seguenti termini , cioè che
]I re Augusto dovesse per sempre rinunzia^
r^ la coroqa di Polonia^ riconoscere Sta-»
lìislao , je promettere di non mai riascende-*
fé sul trpno^. ove se gliene fosse presenut»
■' ^': ' / ■ •: '^ ■ ^ un' '
e// Gustava iti. re éiSve^ki i§f
kn* opportuna occasione ; è chò dovesse tì4
lanciare a tutti i trattati eonXjhlusi co| ni^
^ici della Svèzia ; e p^tticolarmetue. a quek
li che sussisteàdò tra lui e il Czar di Hói
ficòviai ed arrestare ogni qualu^tl^ue passo
è procedimento contro tutti coloro^ ch*e-^
ìrano passati d suo Servizio in quello della
Svezia . Questi articoli Carlo li scrisse di stia .
pifopria mano^ li consegnò al conte Piperà
ordinandogli di terminare la negoziazione
Cogli atnbaseiatori Sàssoni. Di fktti fo me^-^
^a in[ piedi una conferènza nelle vicinanza
di Lipsia, la quale per dii^ers.i accidenti fd
tirata avanti ad una lunghezza molto consta
derabile;
Frattantoi tutte ìe Potenze unite con tra
la Francia, e la Spagria sr posero in costerà
nazione .per T incursione fatta nella Sasso«^
nia/ I principi delia Germania in modc^
particolare fecero premura a Carlo di Spie-
gare i suoi motivi per questa cost straordi-
naria frattura dei privilegi del corpo germa-^
nico; ma non poterono ottenerne ninna sod«^
disfacente risposta. L' Imperatore avendo ve-
duto^ che le.. minacce erano vane , ebbe
ricorso alle luHnghé : il che s'immaginò ch^
avrebbe potuto operare con maggior effica-
cia ^u l'animo ostinato.^ e^ altiera disposi-'
zione del monarca Svezzése . Con questa
;iiìira fu mandato il conte ^ratislao in Sm^
x^% J)er Regno e della Vita
Sonia per fare apologie rlgaarrdo all'aspre
procedure della dieta tenutasi a Ratisbona,
il biasimo delle quali fu addossato su certi
focosi e turbolenti membri del corpo ger^
manico. Q^ivi parim^ente i ministri dell'In*
ghii terra ed Olanda prestarono i loro com^
plimenti all'eroe d^l Nord, gareggiando in<<
sieme chi di loro dovesse maggiormente
guadagnarsi il suo favore. Ora Carlo per di-
re il vero era . giunto ti più alto colmo
della sua gloria , essendo temuto , corteggia^
to ed accarezzato dalle più gran potente in .
Europa, mettendo una corona sul capo d'un
nobile privato ,' e bilanciando se dovesse ri-
durre un principe sovrano allo stato e con-
di2ion di suddito. I pieni potenziar) di Au-
gusto usarono tutte le arti d'intrighi, pre-
ghiere e suppliche per ottener termini più
favorevoli di quelli, ch'erano stati prescrit-
ti dal conquistatore: ma Carlo fu inesorabi-
le, e la costante risposta del conte Piper
si fu ; Tede sì èia volontà 4el Re mio sovra--
no , il quale non mai altera la sua rìsàlw^ìo-^
ne . Per conseguenza la pace non era pro-
seguita a trattarsi che molto lentainenteV
Era quasi impossibile ai plenipo^enziar) di
accordare quel che veniva richiesto , « Car-
lo non voleva prestar orecchio a niun' altra
sorte di condizióni. Tuttavolta però la for-
tuna sembrò finalmente essersi determinata
a can-
di Cubavo HI re di Sve:^. «9?
a ^cangiar panilo , e mostrarsi per uDa volta
ridente a prò di Augusto.
. Mentre che duravano le negoiiazipni ntW
Idi Sassonia, gli affari nella Polonii assunse--
ro un dii7<frente aspetto. Non ostante che
Poloski palatino dì Kiovia^ noniinaio gran
generale della corona da Stanislao , avesse
sconfitco un corpo dr Tartan, non ostante
che il medesimo palatino avesse battuti due
grossi corpi > i quali si erano avanzati fìno
al Vistula^ pur nondimeno Augusto trovò
la matiiera di radunare un* armata conside-
revole , cofi la quale avendo traghettato quel
fiume, obbligò i Svezzesi e Polacchi ad u*
iiirsi insieme in un'armata. Il principe Men«-
zìkofT» eh' era il gran favorito del Czar Pie-
tro, a lui condusse un rinforzo di 30000
Bussiani. Questo fu un sussidio^ il quale
sebbene fosse giunto in tempo opportuno p
fortunato neir esito, pure non fu per niun
conto gradito ad Augusto , il quale si tro-
vava immerso nelle più terribili apprensio-
ni , tem«endo che il detto principe Menzi-
k^ff avesse a discoprire la negoziazion/e che
stivasi trattando col re di Svezia. Secondo
e{U vedeast deposto dal trono dal suo ni-
mico, ed in pericolo di essère trattenuti>
prigioniero dal suo alleato, pella quale si-
tuazione il general ^vezzese Meyerfeldt, si
freseotò egli medesimo alU suoi sguardi al-
N 4 la
2Ò6. Del JRegno è életla fità
ia testa di un'armata di icoco uomini \|
quasi la meta dei quali erano svezzesi . li
medesimo fu costretto a dar battaglia; Men-
zikofF fu premuroso in ciò , e costrinse Au^
gusto ad accettare la disfida offerta dal genera^
le svezzese» Augusto sotto varj pretéssi ricusò
di attaccare i nimicì; ma poscia reggendo
xssere più lungamente .impossibile T evitare
di venire in azione^ si determinò di tosati*-
dare a Ma^erfeldt una persona , nella quale
Ti]joneva esso gran fiducia 9 per fargli «apeK
re la sua situazione > e consigliarlo a ritirar'-
ai. Il generale svezzese sMmmaginò che
qualche inganno si fosse tramandato; laon-
de ordinò a sei mila cavalli ^«che valicasse^*
ro il Prosna per riconoscere i nemici; ed
appena furono essi ritornati, quando Augu«-
sto e Menzikoff erano già in movimento
per dar battaglia cdn non più di ìoooo uo*^
mini • egli si mantenne fermo per sostenere
l'impetuoso urto di ben 40000 Polacchi*
passoni f Russiani , Cossarki , e Calmuchi . Ccl
suo centro, in cui esso attaccò gli Svezza*
si, sconfisse la prima linea del nimico, e
già era in punto di rompere anche la se*
conda , quando Stanislao insieme coi PoIk-
chi e Lituani cederono terreno permettendo
ai oimici, cheli mettessero in disordine.
Mcyérfeldt ora bene si accorse che aveva
già perduta la vittoria; ma però combatiè
di-
(ti Oustaui Ilìi re di Sveliti . ixri-
d&peratjiffletite , coUit speranza dt evitare Icr
scorno e disgrazia dì. pna disfatta. Alla fina
però fu totalmente 'Circondata, e dopo un'
ostinata difesa «fo costretto a capitolare e
perinettere che gli Svezzesi fossero per la
prima volta cc^ìq^istati da Augusto. I reg-*
gimftnti francesi e svizzeri » .eh' erano disser»
4ati dalli Sassoni , essendosi accorci che non
avrebbero incontrato niun quartiere, diede*^
ro nuovamente di piglio alle loro armi.^ der
terminali di vendere le loro vite . a quaiìtoi
più caro prezzo fosie possibile; la qual cgm*
sa obbligò Augusto ad accordar loro le mé^
desime condizioni che àgli Svezzesi ^ .Poto*
ski fu fatto prigioniero dopo aver pugnata
con una sorprendente intrepidezza alla testa
del suo reggimenio^ ed il ma^ior generar^
le ÌCrassau dopo' aver reiteratamente raccoU
to insieme un corpo di cavalli formato in
una brigata ; finalmente per mezzo di un
furioso sforzo penetrò per i nimiei e seap-»
pò nella Poànania.
Iti questa maniera il re* Augusto guadai
gnò una compiuta vittoria quasi contro la
$ua inclinazione, e nel mezzo delle tue
disgrafie entrò trionfante in Varsavia. Que^
sto momento però di prosperità , dervi so^
hmente ad inasprire le sue pen^e^ e rende-^
re August<) vieppiù sfortunato. Il re Carloi^
diventò inaggiormenie inflesisrbile allora qisanf
da
. vn^ Ù9I 'Begnt^ e della Fila .
do intese , che le sue thipfe erano state di^-
sfacte; ed il tu di Polonia. avea giusto al-
lora cantato il Te Deum a Warsavia, quan-
do il auo pknif^otdiftiario ritornò dalla Sas-
fonia col traccato di pace che lo privava
della tua corona . Egli esitò ^ fece alcuDl scru-
poli > ma finalmente k> aottoscrissc; dop0
di che. si parli alla vola di Sassonia con»*
tento di essere scappato dalle mani ;di al-
kati-y i quali non avrebbero mancato di
dargli nuova . cagione d'tnquiettidine > ove
fossero fatti conx^^apdvoh delle circostanze
del trattato « Tutta l'Europa rimase soptaf»
fatta .per questa cosi importante negoziazio*
ne. alcuni biasì(narotw> il rigoroso spirito
di Carlo > il quale persistè ealdo in deporre
d^l trono un principe , ch'era T antico al<*
léato della sua famiglia, e^ connesso insie*
me per i vìncoli del sangue; mentre che
altri ammirarono la sua disinteressatezza , in
avendo. cosi disposto di un regno conqut-
s^to, senza aggiugnere un palmo di terra
àji pK>pr} suoi domin j . Tutto il frutto, delle
itte vittorie consistè nella sola gloria di av-
vede ottenute; di aver deposto un re dal
trono, e collocata una. corona sol capo di
nn nobile privato»
Augusto vivea tuttavia in speranze, che
^a personale conferenza con Carlo, al^reb*
1^ raddolcito il oqore di quel, principe , e
* dir
di Gtlstaiio JII. re A Éve^ . SfOf
disponerlo insieme né esser meti tigowosd
in alcuni dei più sederi anicoii. i éne ré
s' incontrarono a Gonter sdori soi quartieri
del còme Pi per. La Iota, MH^trsacione in
qoesto primo congressù «i mfgfoiò' intiera»
meàte sopra diKorsi frivoli, é aeppur uht
sillaba fa proponxiit^ sopra il soggetto ^
che cagiona» im tale. ii>bdi?ameliitò. In ap*»
presso essi pranaarono ìAsieme 9 ed allori
Augusto; si studiai di persuadere al re di
Svezia > che non volesse insisiere di dover
lui dare in «ub potere Pathnl, che atto^l^
inente era il «sinistro del Gzar* di Mosco-
via. Questo passo > -egli disse, iarebbe ant
tale violazione, delle lèggi delle nazioni \
che avcebiMsro dato mùtivo m tvittè 1/ Euro-
pa di fprtcnaeìnte sdamare contro la sun
perfidia e. pasillatiimità. Egli umilmente dè-
sputò., che non volea deporre le armi ed
il titolo di re di Polonia/ egli è sufficien*
te > disse Angusto, chMo abbra efiettivamen-
te rìsegnato il potere , la carpna , le rendi-
te, ed i domìn; della Polonia; e rispetto
al resdtùire le gioje delIa*Gòrona a Stanislao^
egli disse che ciò^dovevaci fate 'col consen-
so della repoblflica ; poiché se mai quel
principe non. fosse capace ^dlt potersi mante-
nere sul ttono, i Pelacchi -potrebbero pei»
«are di aver diritto di domandare^ airfilee*
tore di Sassonia le gióje datesi vift «eoaa il
lo-
MJf: Del JRégno è Sella Viià
loro consenso .'Ma il re di Svezia non so^
lameotc fu immobile, in questi articoli del
trattato > mar eziandio in qualunque altro i
che anzi riscosse tenoriini è condizioni, che
furono tuttavia più intollerabili allo spirita
ed alterigia di Augusto^ Esso obbligò il re
elettore à mandare .^1 suo rivale le gioje
ed ardhiv; di Polonia, insieme con uns
kttera, in cui ìsi congratulava dellaì sua e-*
saltazione al trono, sàia quale rispose Sta-
i^slao con dignità e politezza v essendosi por^
tato in peisona a Lipsia per visitare quel
frrìncipe^ il cui diadema esso portava. Or
f[uesto fu il più alto colmo ^ cui potè gitt*^
gnere la gloria del re di Svezia, cioè di
vedere; due re nella sua corte ; uno dei-
quali aveva esso cTeposeo è T altro.. stabilito
nel suo trono: questo fu a dir il véro unr
barbaro onore y di cui niun* altro principe
in Europa sarebbési giammai milkntaco*'
EgK per verità macchiò V estremo splendore
a questa gloria per la inumana rnàessibilt^
là della sua vendetta cantra io «sfortunato*
Patkul già rinchiuso nel castello di Koneg^
atein nella Sassonia. Augusto si affatica
quanta^iù seppe e potè per salvare questo
-ministro; ma il tutto fu indarno. Egli pen-
^ un espediente per soddisfare al conquiH
autore, e salvare insieme il proprio .suo o«<
liiore V tDM ciò non ebbe nidn felice ^ucces^
di Gustavo IIL re A SveTfìàm m»5
^o , poiché prevalsa la cattiva fortuiia d|
Patkul . Augusto mandò le stie guardie , af^ '
finché consegnassero i^ prigioniero alle trup*
pe sveszesi , ma non prima eh' ebbe mandai
to un ordine al governatore del castello ^
che lo lasciasse fuggir via. L'avarizfa del
governatore, la fidanza che riponea Patkol
nel riguardò che sarebbesi dovuto prestare
alle leggi delle nazioni, resero delusi gli
effetti di queir espediente ch^ erasi pensato
per la sua salvezza. Si sapea molo bene,
che quel ministro era molto ri<xo; il suor
custode si aspettava un amplissimo guider?
done per la sua libejrtà; il che fu ricusato
di darsi ad esso PatkuU poiché noni dubi^r
tava che l'avrebbe ottenuta senza ninna
mercede . Mentre che stavano essi disputane
do questo punto, arrivarono ' le guardie #
immediatamente lo presero > e lo consegnaT
rono in mano di quattro uffidali svezzesi «
i quali aspettavano di ricevere il prigionie«r
vo. Esso fu precipitosamente condotto al
quartieri principali che stavano ad Alt-Raii«
$tadt'> dove continuò a dimorare per tre me*
si legato ad un palo con una pesante ca«
tena di ferro ^ dopo di che fu condotto •
CasimiCQ; Quivi fu etso giudicato da un
consiglio di guerra, e fu condannato coma
suddito della Svezia ad essere a/'rotato vivo
e fa|(ó in quarti. Una tale stni^m^ fu cse-f
ie8 Pel HégM e delia Firn
^oìdo egli radunò una dieta, ove s^lednc'n
mente depose dal Irono Stanislao colle me-
desime cerimonie usate in "W^rsavia per de*,
porre il re Augusto . >Niaoa cosa potè ugua-
gliarsi alla miseria della Polonia» poiché gli
stessi cittadini tra di loro si scanaarano
mutuamente, e le città, popolazioni e, vii-»
laggi erano ridotti in cenere . Tutto il pae«»
se/videsi allora diviso, gli Svezzesi ritenen^
done uda parte per forza del timore-, e il
Czar guadagnando l'altra per via di danaro
. t 'd' intrighi . Tali* disordini chiamarono un
pronto rimedio; e di fatti StanisJao lasciò
la Sassonia alla testa di sedici .reggimenti ,
e bene provveduto di denaro dell* Elettora-^
tò Stanislao fu riconosciuto come legittima
sovrano per ovunque ne; passava; fu ammi*
fata la stretta disciplina^ e T ordine rigoro-*
scy delle sue truppe, e per verità ciò som-
ministrò il più' folte, riparo ed argine aldi-
sordine e tumulto che prevalevano tra i
Moscoviti. La propria affabilità di Stanislao
ali fece fare acquisto di molti cuori, ed il
denaro sassone impegnò una gran parte
deli' esercito della corona , a disertare dal
conte Siniawòhi gran generale della Polo-*-
nia noòEìinato da Augusto. Pietro ben si ac-
corse di questo cambiamento: avea sperì-.
mentalo il gran valore degli Svezzesir e sa-^
pea rnoliQ bene U somma abilità di Lev*^
ven-^
a Gustavo IIL re di Svè:^ . 209
vfnbaupt; laonde stimò a proposito di riti-
rarsi nella Lituania sotto . pretesto che il
paese non lo potesse fornire delle proVisio*
ni e foraggio. nece$sario per sostentamento
di una sì grande armata..
Per tutto questo tempo il re Carlo stava
dando legge nella 1 Sassonia,, ed all'Impera-
tore, e ricevendo ambasciatori dalle corti
di Vienna , Londra , Versaglies e Madrid •
Il famoso Giovanni duca di Marlborough
gli fece una visita a Lipsia , e fu per av*
ventura il principale stromento di frastorna-
re Carlo dal progetto che aveva formato di
volersi interporre, nella. contesa tra la Fran-
cia e gli alleati. Alcuni scrittori allegano
che il Duca giudiziosamente ricorse al con»
te Piper per mezzo di donativi. Ma Voltai*
TC niega questa circostanza, e chiaramente
giustifica la purità e disinteressatezza di quel
ministro . In somma il gran progetto del re
di Svezia era di deporre dal trono il Czar;
e la sua attenzione a questo punto fu pro-
babilmente la vera ragione end' egli non si
volle frammischiare negli affari dell' Europa
occidentale . Egli godè non pertanto il con-
tento di umiliare la corte di Vienna, ed
obbligare Tlmperatore a fare alcune conces-
sioni di una eccessiva bassezza . Il conte
Zobar ciamberlano dell' Imperatore , aveva
V affrontato Stralenhcim , eh' era V inviato svez-
. Tomo L 0 zte-
2 IO Pel Regno e della Vùà,
zese , il qòale n« foce un si aho riseotimeif^
to, ctve air improvviso lasciò Vienna cenai
pfender congedo. Carlo domanda «oddit&«
zione , per la indignità a Ini recaiasi nellg
persona del suo ministro. L'Imperatctre t4^
mendb y che it He nel bollore della sifii in-
dignaaione avesse a formare qualche rìsolo*-
zióne ingiuriosa agli interessi dei confede*
rati , sbandi il Conte > ma questo eompen'»
so non soddisfece air animo del monafca
svez2ese , conciossiachè insìstesse cbe it coot
te Zobar fosse consegnato nelle sue mani.-.
Le sue domande furono accordate , e VltOfr
peratore fa costretto ad abbassarsi rstntoV
che dovette vedere il suo ciamberlano te-?
nato per qualche tempo prigioniero a ^e*
tino i dopo di che il re di Sveaia ne lo ri*
mandò a Vienna . Né certamente questo fu
V unico particolare , in cui Carlo mortificò
la corte imperiale . Mille e cinquecenti
Sussiant aveano scampate le spade svezzesi^
e sì erano ricoverati nelli domin; dell* Im«
peratore . Costoro adunque furono doman-
dati da Carlo , e la corte imperiale sarebbe
stata costretta a condiscendervi, se it mini-
stro prussiano non avesse artificiosamente petT«
sata la maniera onde farne scappar via que'
sfortunati rifuggiti i.
Or essendo* Carlo felicemente riuscito \n
tutte le sue domande fatte alla corte di
Vien-
S Custàii0 III^ re di Si)€\ia . tu
Vienna ^ sembrò di fissare la àufl Ifekidenzii
in Sassonia , Don con altra mira^x^v^e non
Cht di mokipltcare le ^ae richieste . 0ra ^
gli si dichiarò difensore dell' iniercssc pro-
testante nella Germania , e particolarnientev
de' sudditi protestanti , che avea V Imperato^,
re nella Silesia. Egli richiese che IMmpe^
ratore dovesse rinnovare e confefot&re alli
medesimi tutte quelle libertà e |>rivilegi ;
ehe si erano conceduti in virtù dei trattaci
di Vestfalia, ma che in appressa si erano
rivocati > od almeno resi elusorj nel tratta-
co di Ryswick. Nella maniera di questa in*
terposizione vi era qualche cosa estrema-r
mente insolente; l'Imperatore vide benissi-
mo Tindignita recatasi alla sua autorità ; mi
egli fu costretto a tenere celati i suoi sen*
timenti « e incedere tutto ciò che domane
4ava il monarca svezzese. Più di loo^chie*
se furono restituite alli protestanti , utiica-^
mei)te (ol fine di togliersi di bel nuovo af
medesimi t allorché la fortuna si foss^ Aio-r
Strata di un. aspetto torvo contro di Otrlò^
eh' era, il loro protettore. M^ Voltaire rìfe-»
risce un. ain^ddoio^ il quale dove sia .vero
pienamente dimostra il terrore» che questo
principe inspirò nella corte dir\jet)na* Al^
fora quando l'Imperatore foo rimproverato
dal Nunzio del Papa per avene in si fatta
guisa iagri6cato l'interesse della religione
0 2 per
Ili Ptl^Jtegno edeUà Vita'
per cU>Ugare uii principe eretico , rispose ;
jBuon per voi che il re di Sveglia non abòia
proposto . di fare anche me luterano ; pmthè
3€ Iq Mvfs^e preteso , io non saprei ridir» sé
avessi' potuto ricusare. Per verità taluno sa-
rebbe^i; ^ anche immaginato che Carlo nu«
dri$se^ qualche pensiero delPistesso Pontefi-
ce un -bel proselito; poiché essendosi acce-
so, di sdegno per la costante opposizione
della corte di lloma , la cui debolezza ed
intrighi esso disprezzava , disse al ministro
deir Imperatore , che gli Svezzesi avevano
prima di questo tempo già conquistata Ro-
ma f ed egli avrebbe potuto un giorno do-
mandare un inventario degli effetti quivi
lasciati' dalla regina Cristina.
Satollo finalmente Carlo della gloria ed
onore di avere deposto un re , incoronato
un aUro , umiliato T Imperatore > data la
legge: all'imperio^ protetta la religione pro«
testante» e ripiena l'Europa tutta. di terro-
^ Te insieme ed ammirazione» formò ^pensiero
di lasciare la Sassonia, per gir in- traccia
del suo gran piano di depor il €zar, e con-
quistar r immenso imperio della Bussia^ £<«;.
gli tenne profondamente secreto un tal suo^
disegno t ma fu del medesimo sospettatoti^
quando :esso cominciò la sita marcia allatd^ir
sta di unVfirmata di 43000 uomini, oh* e-^.
fHqio le j;?iigUqri,tf fypfpe ,tìi^cii^Jinft«c del NordU
.-.'■.^ - *> di-
it ÙUstavò ìli. re ài Svezia . irj
éivébute superbe per la vUcoria, e talinen^
te arricéhité di spoglie de' vinti , che ogni
soldato portò via cinquanta scudi dalVElet^
torato . . Mentre che V armata si troya\a in
piena marcia nelle vicinanze di Dresda ^ il
Re impravvisameate ^comjjarve accompa*^
gnato soltanto da cinque uffizialt ; Iio^spa^
vento immediatamente si sparse per V iarma«*
ta; ma i loro terrori furono tostamente di-
leguati , perla notizia , che sua Maestà era*^
si portato a fare una visita ad Augusto.
Le forze d^I ro di Svezia nella Sassonia,
Polonia 1 e Finlatidia , includendosi i Polac-
chi sotto Stanislao ^^ e V armata svezzese co-
mandata da Leweinhaupl, eccedevano iltiu-
mero di 70000 .uomini ; le quali forze era-
no più ehe suflicier^ti a poter eseguire tutti
i suoi progetti ^ se I4 fortuna si fosse mo-
strata favorevole « Pietro i) Grande trovava»
si allora nella Lituania occupato in. rinfran-
care gli spiriti di un partito^ che il ne Au'-
gusto parea che avesse totalmente abbando-
nato 4 Le sue truppe , eh' erano disperse in
picciole partite, furono da lai in utTistany
te radunate su ravviso ricjievuto della miar^
eia del re di Svezia « e si occupò itl.iare
tutti i possibili preparativi < onde fare una
vigorosissima resistenza a tal conquistatore^
il quale aveva per qaestó tempo antenato
il soprannome d' invincibile • Egli et'a g$à s>sl
0 5 pulì-
ti 4 ^^l Xegno è della Vita
punto di attaccare Stanislao > quando T av-
vicinamento del re Carlo sconcertò le sue
misure'» e sopraffece dì un improvviso timo^
re totta la sua armata « Cariò nella strada
£hp fece /diede udienza all' ambasoìator tur*
co imandato dalla sua corte a fissare la Sve-
£ia - neD'interc^e del Gran-Signore , come
un., alleato .oltre modo utile peVsooi disegni
che formati avea sopra la Germatìia e Rus-
sia « Avendo dunque lasciato Snnislao con
looooSveizesi nella Polonia, il Re conti--
jiuò la'Sua marcia verso Grodno , in trac-
cia delPafmata russiana'. Nel mese di geri-
naro egli passò il Niemen / ed entrò' nelfa
parte meridionale di Grodoo^ giusto iti tem-
pò che il Czar stava lasciando la città per
la porta settentrionale « Egli erasi avanzato
innanzi all'armata accompagnato' solamente
4a' 600 cavalli • Ora fu data notizia al Czar
di questa situazione > perlochè egli mandò
•indietro un distaccamento di 2000 uomini,
ì quali attaccarono gli Svezzesi che non tro-
^vanono preparati , ma furono tontamente
/sconfìtti. Questo sinistro successo fii seguito
nel totale sloggiamento della Lituania , con-
ciossidchè lo stesso terrore del nome di Gar-
lo'.avesse obbligato i Russiani a cercare scacn-
4)0 e ricovero nelle frontiere della Mospo-
•via • Colà furono essi perseguitati nel oiez-
a» ile* ghiacci ^ e delle nevi per foreste qua-
si
di Gftst^vp. JIlj, fA di Spe^^ia . ^15
fi impenetrabili sopra 1>^M tJÈMfi, jupghi
paludosi e stagni , ixiQRtagnc e/fiiami • Nìa-^
oa cosa jsembrav^ impraticabile a <!!arlo alla
resta di un'armata svezzese ; eiao continuò
à stafe sul campo in un selvaggio ptae^e del
Notrd, durante il corso dell' invierso ^ e foce
marcie sforzate , come se fosse -^itio. nelle
più belle e vaghe pianure deUe -Fiandre
nelU Stagione estiva, Carlo aveva bene pre-
veduta ogni difficoltà, ed era$i tleterminato
di sormontarle^ l^asendosi accorto» che il
paese non avrebbe potuto ' fcrtn irlo dj.veetó-
vaglie safficienii per unantteriiaiento'iksHa^ua
armata, e che gran parte di ciò che iioie*
desinio producea 4 era stato di^trut^adai ni-^
micini egli, ^i provide di una grossisiima
quantità di biscotto, di coi Tarrtiata prin-
"cipalmjsnte si alimentò e sostenne fin- a tan-
to, ch'egli arrivò alk spdndc del Berezine
a vista di Borislowi iQoivi il Czar avea pi^e-
$0 posto ed era intenzione del Ile di lEirar'-
lo ad una battaglia; affinchè ponesse qiikidi
penetrare senza niun ostacolo nella ,R«rsffia •
ìliiUa però di meno il Czar 'non t i$(ìAiò co-
«a propria di venire ad un'aziociev ma si
ritirò verso il Boris^enne^ e fu'rpeAscguita«o
•dal monarca svezze^, ^u%ito cb'ebhe riii-
^/rescata la sua irmata ne? quartieri 1, idove
furono ben pTOvvcdittl ^ e fomiti- delle cose
peccssalrip . - -...--::.--:-
0 4 Non
2ii^ . * P^'- Regno € dè^^^nm ' ^
litoti < éSMlìi» 6h« i Kudi^iani a^HMero dt4
strùttft lé^'stfade^^teM desolato il ptese-^ e
m'essa oj^i {Possibile ìtnpfedknencO' néUa^ni^r
éa* obe^èeea'!'u#màta s^ezzese ^ {mre qoMtl
^i avanzarono con gratf celerkà^, '•€ nftlla 1^
To marcia disfecero 2o<K>ò ni mici; quantun-
que sr trovassero questi per cofeì dire trln*
cerati fino' àlli denti • Questa fu una dclte
più ostinate l^àttaglie , che i Russian) aves^
sero giammai^ ^rischiato di sostenere contra
gli Sveztesi ; e consideratesi le circostanze,
ella fu 'lina 'déH« più gloriose che avesse
mai Carlo' òttetifulér • La memoria della me-^
desiata di^ viene '^preservata per una meda^
glia che ftip conizrca nella Svezia con questa
lÉcrizionè •/ S^tf ^ paktdes ,- aggeres , hostes
vi8i^ dofi^d'e po^iamnor' dedurre T opinio*
ne e coticitt^ che di essa fa htio in que* ,
tempi-4' quffndd le notizie di qualche fresca,
vittoria soleVa^^ ogni ^giórno pervenire alla
capitale / • . .
Quando iRu^iani ebbero ripassato il Bo-
rìstene , eh' è qtìel gran fiume che divide
là' Fellonia dalla' Moscovia » ed i Svezzesi
glif stavano segtieifido d'appresso; il Czar
eéminciò finalmente 'a consultare la sàlvez*
za de'suoi dómlfì) , ed a riflettere ^riamen^
tè'^lopra hr-cofisegoeìfae di proàegulrè una:
guerra con* ùtf prìntipev che non poteva^sk
seir vinto o^onquisiatò per rtfezzo^^i jHiH^^
■"''' • co-
a emMH) Iti. irei ^k Sve:^ • ^l^
mU'O <iificoltà é E^ll adunque determinossi
di oSkrìTC la pace , e di f^tti mandò, propo-
si^ùtù al re Carlo per inez^o di un . gentil
hiomo polacco , eh' era nella sua armata « La
sisposu del Re, fu qh^egli voleva trattarne
a Mosca ; il che^ essendosi riferito al Czar ,
fireddamente replicò *« i,, il. mio fratello Carlo
offetta di far la parte <f Alessandro il Gran^
de 9 ma egli non. troverà, in me un Dario „.
Tuttavolta per^ continuò a ritirarsi ^ ed il
Be ;i perseguitarlo cosi dappresso^ che ogni
giorno accadeano scaramucce coll^ retroguar--
dia del nimico^ nelle quali esso general*
mente, parlando ne ripprtava il vantaggio t
quantunque anche il vincere in queste azio-
ni non decisive riuscisse di detrimento > con<-
ciossiachè si venisse ad indebolire la sua
armata in un paese, dov^era impossibile il
far reclute • Vicino Smoleosko , esso disfece
con soli sei reggimenti un corpo di lopoo
cavalli e 6000 Calmuckì . In questo €om«
battimento la persona del Re si trovò nel
più estremo pericolo, poiché il nimico lo
separò dalle sue truppe . Or' egli , secondata
soltanto da un solo reggimento 9 pugnò con
tal impoto e furore , che disperse i nimicii,
e li discacciò d' innanzi a se giusto in teoi^
pò ch'eglino si cedevano in possesso del pri-
gioniero reale « Due ajutanti di campo ^ che
combatterono vicUui alla persona del Re^v
ÌFu-
4étfono tccXA. It ctvsAk) «he av^ ^x^ ^
se gli fu UCCÌSO;, e ^o i^oodierofa stesso an-
che lui morto a jerra ^ menu-e dhic oe pre-
«entaira un aitro # I fìlmici mmo penetrali
l>er 'U suo reggimenio 9 e gniniti' fino atia
persona del Re^ il -quale si dice che avesse
ammazzati dodici uamìni ^ seoza ricevere
,^ina sola ferita > • , > ^ ..
- 'Carlo i^f questo tempo trovavasi nelta
4ì3taiiza di loo leghe daMoxa# ma il Czar
'avea fatte4e strade impassabili^ o con al-
lagarle 4li acqua , o eoo aver fatti scayare
profóndi fossi ì, o • con averle ricoperte con
«pesai di legni e tronchi d* alberi: di foreste
^imiere, eh' egli ordinò che fos^ro recise.
Sgli similme^teavea distrutti tutti i villag-
gi per 4igni parte, ed insieme tolto via ogni
^odo possibile , onde non %\ fosse potuto
^roiQufalie il menomo sostenta^^to per un*
srmata « L' jinvertio si -era coiisideraHlmente
'avanzato 9 e già stavasi approssimando la
^stagione più rigida ^ ogni cosa minacciando
^^agli Sv^zesi > tutte le miserie di dover sen-
tir* il ifìrtd^o e la fame 9 mentre che Bel
:itemfp«hf9edesinniQ stavano ^sposti rad ufi pqs*
^letne nimico^ il quale avendo una perfetta
,. eogniàone del paese ^ ed insieme isn gran
ìnutinero supcfipré{dÌHtrnppe, avea xontixwe
,*opp(9rtu»^tà di travagliarli ed attaccarli con
i^MrTprisse . Q^ste coiìsìderazioni indiussèro il
.rh "^ re
di Sostai HL fti&Sveifa . oft^
tè -Hitìi} a. passare per rCkrahi « doveAf^
2eppa gentUaomò' pohccto occupava il poste
^i generale i e di capo insieme ddla naii-
^fbnc. Ma^eppa avea tempo fa rìc^vtìto oa
aiflrontor daf'Gzar\f ondfe si Valse di cfueoqt
t^pportnnttà per vendicarsene^ con entr^t^
ih trattato iiol re 'Carlo ^ figli adntKf «net pr»
xnise di ribellarsi ^ di assistere « il Ke ^con
^oooo uoihini insieme coti una« gra«i>iqilan-
liti di muniztorìi é vettovaglie ,>e c^nitith'
ti i suoi tesori chT etano jmmen^ . ijttjiidi
per favorire ana tale- unione , Y^tmàtà^ s^ttr-
zéser si avanzò verso ìì Dì^m^s «ve ido<vef-
tero tssi rncoiitrare miove '^^d ^tlaQdite^^-
'prczze e diflScoltàV DorTevas!<attrav«r«;ireofQi
Cresta più di 40 leghe di e<s(etiiioiie > ipie*-
na*^ di rupi r bahe , di tmM^gtite ^udl ,
e per aumento delle dìScoìA^, - T^fnia-w^fii
condotta per 30 leghe ^f libri 'deila> imda
4ritta. Tutta 1 artigtieria'fli ^rduta^ itintna-
sta sepolta ne' stagni e p^iìkàH: rie >prov«i-
sioiii dei soldati che consik^vtnf^ in^bUan*
so. Furono esauste, e tutta T strinata ei^^à
^ivenota emaciata ,' spoàvaài di Sferze ed^^e*
^^sausta ^' allora' quando arrivò alle sponde del
-Disna, òve^i aspettava no 'di dowr 4ncon-
"Irare* Mazepjéa scoi suo- ploM^so 4tofot«0 .
^SoriiuK) tloteitè «ssere il- lòro«09pi^ndhiien-
*to ; rittrasti coli detosi^ ^ ^powa^lii tnti^me
'éoìtCtiitto sotto U'Wììtt i^re^wrc dijived-
^'' do^
4ÌO p fiMée, iridi estreme fatiche, ia avendé
trovato io Tece <ii t»n alleato , le sponde
opposte dei fiaoie tTicopérte' di* un' armata
cetile 9 e lo stesso passaggio del ttiedesiiho
^asi impassabile • Di f^ti i Russiaar ai»^
vano scoperti i. disegni :dt Mazeppa ; onde
si avventarono contro i Cossacki^ li disfe^
cero e dtspersiero ,: trucidando , ò mettendo
alla toi'tui;»! tutti gli aderenti del principe
eh' jessi.feoero prigionieri* Un corpo di 8000
Moscoviti M| ' era/ già: penetrato per dàspntaire
il passo al re di Sveisa ; ma il ile fece ea^
lar^r i suoi Soldati per mezzo : dì foni gtò
fer. quella atnariperolt sp<mde ecosi^tragit*
^« A^ . finme i ini iaCeia de' nimici , piattos««^
eQ»>jai|d»re^ Auótos, <r passandolo sn certe
^Iterer frt^crtosainente composte , disfece I
Ru^ùinii.»; 'e i «prosegui avanti la sua strada,
eisQfìde» tuttavia eoaa^ incerta > ^ ^on poten*
dttsi'^ ridane ae U thràdimento orla disgrazia
4elfSU^ ABoyo alleato fosse mata la cagin^
nie.,;/di.tlin simile eontrattempo : L'infelice
ÌSm^ipig^ todtaòìentev comparve per dilegua-*
te tulle: le daUnetà / ma in vece di un'ar«
mata di 3.0000 uomini^ egli appena seco
ne condusse 6coo laceri avanzi, e rotte re^
liquie .delle, sue forze : tutte le sue città e«
moó s^ie ridotte in ceneri, e le provvi"»
sioni che avea esso raccolte ed nnite perii
re di Svezia ,. erano state prese dai nitnici»
Tot-
di Gustavo ìfL re A 1^e\ìa . i 2 r
Tutuvokd però egli diede speranà di po-
ter ^ser servizievole al Re, per mezzo dèl-
ia -sua- imelligenza e cognizione de liioght
in <|aesto barbaro paese ^ e mercè T affettò
de^Cossachi, i quali in risentimenta dé'Rus*
siani , ogni giorno concorrevano al carftpo
con provvisioni .
Quando Carlo entrò nell'Ucrain, egli rìv
mandò ordini al general Lewenhaupc , ch^
gli andasse incontro con 1500 uonrfni
con . un convoglio di provvisioni,' ad .
lu^go destinato per una tale un-iof^e. <'r <r
Carlo aspetta vasi di raccorre i truiti^di qtK-
sta sua precauzione « quando già si uni coit
lui Lewenhaupt, il qual era in imi'gi^iord
bisogno della sua assistenza'. Non si tosto^
Carlo si era staccato dalla strada m^iìjstr^
che conduceva a Mosca ; che il Czar appli*
co tutta la sua attenzióne per mettere o-
fttacolo al progresso di Lew^'trhaupt , e di-^
struggere que* grossi convogli ; onde avea
fatta provvisione • Vicino Lesno nella con^
fluenza de' fiumi Prx^nia é Sossa > cotnpàrì
esso con una numerosa armata 'a vista -dift
difitaccamento di Lewenhaupt / 11 SVez^e^e
punto .non si avvili d'animo r la ^c^ 4p2fr-
sast avea diminiiita l'armata del Czar dK
60Q00 fino a 24000 9 contro le quali fbfzS
tesor giodieò • cheT» éòoo ^Vtzzesi sarebbiJ»
riiisciià superiori ì Egli adunque - sdegnò^' di
.^^ r mu-
. iii ' Ihl n^f^ è delia y Hit' -
ttìunii^i di trinderatiieheifi e faatMécttòifiéf
é&mpo aperto dai Ru^stani , appuma intem^
pò checca vasi egli airanzando pet darelono
la bacUgKa . Dopò un ostinato conflitto , j
^liìwld fiiwno fispinel cdlla pier^itìt di l'^b*"
Docmni ; per le qual cosa Lewenbaiupt cpur
thìQÒ ht'ìitìà marcia ^ scnia però, avere in-
tbnìidfttf di persegukare un^ armata sei volte
più tiuoiero^a della' sua^ propria. Qnìndiper
fi^dimento della sua guida, egH si trovò
iinbat'az^ato in iK) pabse paludoso , ove le
sl#àde*^s( efàno rese ifnpassabili per i pro-A
£&Mì'Ù4ti fed alberi ^osVr a traverso- In
quésta* sittiatiòfie fuggii nuiih^amente. attac-
cato dal "Gi^ <sòi9if Muto da ty ttai la sua ar<^
mata . -Il' generale slvewesò distaccò duebat-
faj^idni per dtsputafjt ai nimici il passaggio
$iD»pra uti» palude $ ^ ma pòi veggertdo essere
. COSSI probabile, che sarebbero essi sopraffatti
dal- tìuWérò^supe^iOrc? de^nìmlci ,"hiarciòaU
la ééSGH di tutt^^l' infanferia in loro aj^o #
If confibattiifieritò fii fbfiòso ed ostinato; air
il tòraggto;ie T abilità dèi Svedesi finjalmen^
fcT'fii^evafeeto i ónde posero iRussiani in con*
fusiòWe'^ e^ già erano Sut punto dì guada-^
dagnar cottipiuta ' vltcpftà> quando il Czar
diede tirdftie ai Cosiacki e -Calmucki , che
fafeeèsero 'fuoco contro tutti que*Russiani ì
quali avessero abbandonati i suoi posti t
uccìdete fin'ancht me meckstmo , egli disse ,
^. tn^i, s0tò pfif. esser fia^i^md^t^o , <hè^ Mkf
0 jtxdiarle, ^U\ Cot^ti pfdtai{» CQVffi ^f^
cjie i\ proprio ^not ^«^mpia Qp^iritrottqr j;raA-
4isii«ri e^tliw A^iaifo il Czar àz\ ^àxuAj^
C fin«iQVò r attaC«> .^^cll'^ntfafa (4i i^nanpar
lode f . che Lcwc<>tai»|)f jfeveY? ;»t|rajMcWFq^
Qiuiri il Czar schiera . tiiiu iiuieratti^i^ : Jf
^» arenata pier .pr(U>iid^p i Si^ ; Difiii^.|r
« . gli. Svezzasi feccrq froi>ce ^ ; ^ pern 4ttc; iv^m
manteiiiKero. una saoguljckosa, Tflioxij^f. in ^\
il Cm pcfdè quwi 6ooo>i*oiHHJÌ, I^R^^sgi^gr
Ili fofOQO la Ur^, yolu posti ia.di$ord|Mi^t
qualità ^arriv^> U,.gei^al P^y^sf .^Qi!(Ì7Utii fqr^
te rinfprzo di» firc§^9 ir,URpC:y ^b4« fa ^Hi
liuto il Czar < di ripigliiMrc. fi^yaineme ,Vr^n
zioae^ che prcioiceoien^r ^^Q^i^H^ *$«n^
Biua raflcfiCamifiitp ,fi^.a Wf»t<» #:ri9h«. 1*
notH^ noYt :^eparò( i comb^t|eiur^r,N<3|9 {q^
si eia il . Talora! 3»TMzetfe f^giH^^to 4:p|ir^ fpa^
gior lustro e splendore qp^i^g in ^ti»e6t9»
comlutttmecrxo.;. ppicbè rido^ «ssi aì, pjic*
ciol numero. di, ^occ^ uomini ^ l?sM^>e fath
cati.dal coiubaitcrey e.dk^una JUi)pgà ip^r«(*
eia s ed ingQQóhri da un gi^ssissimo cqìQvo*
gUo, sostenne tre diversi asfalti, nel xnedcr
Simo giorno^ da un aì^iiCo def^svminato dt
C9nquistarc, ed il cai uamiero jxxontaya-.a.
6 ?oop uomini sotto la condotta di. Pietro,
il Grande. La mattina appressa il Cza^r or-.,
' di-
214 Pel 9égm$ e^ddhnm
ésinò • che si fosBc dato nn muyvo
»oii ostante che gK Svezi^ed mft$mrò {rigtta-
to posto la notte in on terreno molto vaa»
taggioso • Lewenhaupt avea formata ana sp€^
eie di riparo co'moì carri , a* quali fece orm
«peccar fooeoj per impedire che avessero
a cadere tra le mani de'nimici, enei titm^
pò medesimo poicfaè servissero a coprirete
wàt ritirata per mezao ^ del famo ^ i tocta via
1 Rosiiani vennero bastantemente in tempo
per salvare quasi 5000 carri di quelle prov^
visioni, ch'erano disegnate per Tangastiato
esercito del ré di Svezia; ed il generale
Pflug fu mandato con no forte distaseoK
mento ^ aftne di perseguitare ed attaccare i
Slimici la quinta volta . Lewenhaupt àssun*-
ae «ma tale aria di gravità a contegno, che
M Generale Pflng stimò cosa prc^ria di ofi*
ferirai un'onorevole capitolazione > la qua*-
le avendo ricusato 11 Svezzese, fo di bel
nuovo rinnovata razione, e sostenuta coli'
istesso spirito e vigore, come se fosse sta^
to il primo combattimento. Sempre ^enza
essere vinti o conquistati, quantunque ritt«
randosi , e diminuiti al numero di 4000
nomini » gli Svezzesi preservarono costante*
niente in rigettare ogni e qualunque condi-
zione, ed in combattere fino ali* ultima stil-.
la del sangue loro. Gli sforzi della cavalle-
ria nimica furono vani , poiché furono so»
ste-
sC€tHMl cooptai maraviglia costai&z^ « che
«|(}ad &ttfibmr furono* lasciati menti solcam-
po> 6 fa perm^fM a^ Lowcnbaupt éì prost-
g«ire la sua ^marcia ^ ma;. seosa^ catmanì o
j[Mrovvl6iOm .^ \\ prìBcipe MènikoC per v^l^
tà fu suovamencb ^tateato per jiitcsMieia
tua retroguàrdia' jr wi gb^vezaMi mMifiati-
rono^ tanca forMidabUi^v^^uncbe.rn itieBrona|-
le lori» più ' eàlàflflHtQse' cJTccEiianr ^ eh' «gli
rkircAsi senaa'&re^ uon ^sentati vo*^- te ^una
parola dopo^avcr^^Xcwetyhàaip^tMUftimi fxrr
tre giorni secsofiaigt^f^asarià^ .tdopòtfartòre
mcoBtrate tiitactle^diAcolcàtchbniM'bitnw*
«osa armantjy uai sdvaggio' paKsOi^^ eàiMta
^gdrosa 'Stagionava ftotefqnd» attii^csaie nel
tuo cammino-y ^U • anrìvè) -ìfioalmierite * mi
campo dei'sudi sbmTg> ^boE^^roiiHftoo «e*
inini^ e còH'eBaare:(ìiisie^:iii:4vtr'*^i:iccIli
^uasi 30000 t|ii]iidr.in?flìvoinrTéntontili*ildta.
sua marcia-.^ ->-'• . ^' o /'-'u-'^t •■ ..'•^•^ i-. •-.
: . Palle sopraddette* ciicÒsoBize» uhiarawcme
acorgeasi^ che la'^fortunà 'dcl4arflhrea»atawa
«oiuinciato a p^etiréeve Un^cafipottot'-fsfbvofe-
voie, uia pur noa^ditneBOoibgrBn'CGmggio
di Carlo, e delie sue troppe era iRettmpa-
Inabile. Essi erana diestìtuìti di- vtettova^e
senza niuna comoiricazione colla .'Sveaia< o
t^oloma^'eìn un paese dove il .solo rimadio
€:he rimanea era il proprio loro toraggki •
^i^esto secondo che tuttavia pensatasi >4' a^
. Tomo I^ P ve-
zie jDtl Hegno e ddlla fini
Verebbe sormontate le difficoltà , e gli avrebr
be condotti trionfanti alla capitale AfiiH
Eussiaj il cui saccheggip , e deposizione,
del Czar, avrebbero picoamcnte ricotti pe;!*:.
sate tutte le loro fatiche . Carlo non jnai
perde di vista un tale obbietto nelle m^ssh
me sue sciagure e strettezze , e tuti^ V «r-»t
mata sua sembrava animata dall' istesso spii
rito ed ambizione. Eglino adunque si risoln
sero di disprezzare le stagioni « e gli estren
mi patimenti della fatica, e fame, secondo
che avevano disprezzati i loro nimici. Laon--
de fecero lunghe marcie nel rpezzo del più
severo inverno^ che si fosse mai provato
nella Moscovia. Senza calvàri , e quasi sen^
za vesti e pane seguitavano e$si il loro Re;
senza punto mormorare , e si. vestivano ^
guisa di Selvaggi colle pelli di bestie /eror.
ci. La più gran parte de' cannoni , fu la*-^
sciata indietro ne^lagami> conciossiachè fosn
sero periti tutti ì cavalli da soma; e tutta
Tarmata cosi numerosa e fiorita , quando,
lasciò la Sassonia ^ era presentemente ridot-
ta a 24000 uomini emaciati i impoveriti,
ignudi ; ed a riserba del solo Coraggio , era-',
no affatto esausti di forase • Carlo avea spe*:
rlmentata la mortificazione neir^lnno .pre-
cedente; ma ora solamente cominciò, esso
a sentire il peso accuinulato delle disgrazie
e scorno • Più migliaia deliaci soldati cad«
de-
Jt ^ÙustavQ ììì. re di Sve\Ìa . i 2/
éerft a terra morti di freddo e di f*me in-
nanzi alli suoi occhj : egli se ne mosse 9
compassione; ma perseverò costante nella
stia òplhione ; e per verità [una ritirata in
Quello statò di cose sarebbe stata la più
irdua intrapresa. Prima del mese di febbra<*
jo gli Svezzasi non oltrepassavano il hume-
jTD^ di 18Ò00 uomini, còlla quale armata:
Cariò pefnetrò^ finalmente a PultòÀva nella?
frontiera orientale dell' Ukrairt. Quivi il Czar
aveà fòrniato' i magazzini 4 di Ciri Carlo avea^
risoluto di guadagnare il possesso^ poiché
sìh^dfSf egli eri' statb totalmente fofnito di
provvisioni dal itxo fedele alleato Còsaca
Io sìTorttìtiatò Màieppa . Il destinò di Pu)-*
towa dovea determinare (juelld della Sve-^
zia é Se Carlo fósde felicemente riuscito in
tale imprèsa, sarebbe ' rimasta aperta una
strada nno a Mosca medesima, ed egli a-* •
vrèbbe godtitó almeno di una grand' abbon«
dahzà di viveri, ed avrebbe avuto Toppor»
tunità di* àsjpettare 1* arrivò di alcuni rinfor-»
zi', i quali tuttavia si aspettavano dalla Sve-
zia i LiVt)nia , Polonia e Portieratìia * Pei* lo
contrarrò qualora egli fosse ' stato costretto
ad' abbandonare T assedio; 1* armata^ più ch«
mai avrebbe dovuto Timàfref espòsta alli ti-
gofi éélh fame; òotìciosSiaòhè il Cza^ sfés-'
te presehtemente occupato in dare il' gùasto^
A quelle contrade , donde i Cosachi ritrae-»
P a va-
ili JPel MègW € della Vita
«rano sussUlj per il campo svezzese. Ma^sep?
pa f che tepea segreta corrispondenza coti
ricucii degli abitatori > saggiamente consigli^
» Carlo , che. h città doveva e^s^re inve?
miVà » Le di lei fortificazioni erano moltQ
buone; la guarnigione montava a 9000 uo-
mini, e Carlo si trovava in bisogno del
grosso cannone: ciò ]^tik non psiante qu^l
capo de'Cosachi cqn graìide fiducia e ri^o-^
lutczza promise lieti successi , onde comin?
Ciarono le sp^ranzp a ravvisarsi f^\V armata
$vezze^e.
Di fatti il re Carlo investì Pultova coi»
un'armata , la quale non era sufficiente a
troncare U comunicazione tra la guarnigipt
ne, e il Czar , p bloccarne i passi in.^a-^
niera tale, che venisse ad impedire ch'egli^
no pqtessero ricevere soccorso. 11 general^
. StuCkelburgh fq distaccato con 8000 Svez?
zesi, e Cosachi di !à dal fiume, ^or^ljc^lawt
per quindi sloggiarne una partita di nimir
ci , che iptendeanq di penetrare in FuUovr
va; ma egli fu disfatto > p quasi tutto il suo
distaccamento p rimase annegato, o fu.fat**
to in pezzi , conciossiaohè fosse stato abr
battuto il ponte per impedire la sna ritirar
ta; ma neppure qyfisfa perdita potè scoragr
gire il re di Svezi^, onde proseguì T asscr
dio col pj]^ estremo vigere ^ p tostamente
fpppbbf per |a gij^dicipsa e rijiolsta. dif^sa^^
/ ' ''■;". • . che
di Gustavo ìli. fé dì Svelta 1 ii^
cHe fecero i nimici, ch'esso aveva già im
degnata loro l'arte di gtierregéiare. Furono
<fati diverbi assalti, in ciii feli Svezzcsi fu-»-
i'ono co^tantètnefìte rl^pinti con questa nuo*
ya mortificazione, cbe il principe Menzi-
koff avea gi^ trovata la maniera di far en*
trare tiella città 1200 uomini cot> ana gran-
de quantità di munizione. Per compimento
delle sue disgrazie , Catlo ricevè una ferita
da un colpo di carabina,- mentre che stava
osservando le opere militafi , che trapassò
il suo stivale, e gli slogò Tosso del tallo*
ile ; ma tatntst f(i la sua costanza , che un tai
accidente pas^ò senza che si fosse osserva*
to , poich'egU non mostrò la mehomsi tur-
bazìone di Volto. Per Sei ore tìopb es^
Continuò a stare si cavallo con ògtli calma
possibile, dando sempre i s'ùoi ordini fin' a
tanto, che r effusione dèi sangue lo fece *
Svenire ; ed essendosi Ì2t ferita scoperta da
uno de* sdoi seguaci , questi subitamente gU
arrecò T ajfUtd 4ei chirurghi i e Condusse sua
Maestà dentro la sua tènda. Dopo essersi
laminato il male, ^ vide che la ferita a-»
tea già Cdmlnciatò a tfiortìficafef , onde fu
opinione dell'arte^ Che la sua vita si potè»
Va solàpenie porre in salvo còl taglio . Al*
Jóra si vide T armata sopraffatta da una in-
dicibile costef nazione ; ma un certo New-
inan intrapres» là eura dii^alvar quel meiD*
-* V ^ bra «
^50 Del IRègm è della Fila ^
bro . Era necessario , che Vi sì fossero fjfe».
te profonde incisioni; ^, mettiti adunque alt
opera, disse il Re, tàglia pure con fran^^
cA^jj^ja, e non paventar di niente „; perlóc^
ìchè Carlo porse la sua gamba» mentre che
facevasi V operazione , senza la meiKmia a^
giuzione d' animò ; e mentre che sta^a^
fasciando la ferita , ordinò , che 3i fti$se datò
uii assalto nella vegnente mattina.
Per alcuni giorni il Czar con tin' armata
di 700CO ttomìiii, $e ne stette iu 'una pici-
ciòU distanza j travagliando il catrtpo syez*»-
xese colle sue partite, e distruggendo rutti
i convogli di prov visioni: ora giunsetò fé
nbtizìe che Carlo' fera già ccrm|Ìarso alla.t^
«ta delle truppe, come se , avesse ìnterizìo^-
Tie Mi attaccare le linee del '^e • I4 questa
ìjituazìonfe ferito com'era ed iticàpace dì a*
;iiofìi,'in un paese deferto senza poter ritir
rarsi, destituito di provvisioni^ e munizio*
tli, e quasi circondato dai nimici, Carlo
condiscese a radunare un gran cO^nsiglio di
guerra, it ^\iì risaltato fa ch'era espediente
di marciare fuor^^ delle trincee > ed attacca-
re i Kusslani. Mr* Voltaire per verità asse-
risce il contrariò / anche ih questa estremi-
tà, ilice r autore j il Re non chiamò alcun
consìglio, come sarebbesi potuto aspiettareV
ina ai 7 dì luglio, mandò a chiamare nelle
$ua tenda il marescialio Benscbild^ egli or<-
' . * di-
di Gustavo HI. re di Svelta . ì ^ i
(fino con deliberazione, e senza il menomo
tufbamento , che si apparecchiasse ad attac^
care il Czar nella vegnènte mattina. Il Ma-*
reseiaUo senza puntò contraddire alla volon-
tà del sao sovrano , lasciò la tenda del Re
per eseguire gli ordioi ricevuti. Ottomila
•uomini furono lasciati per difesa delle ope-
re, e per opporsi alle sortite degli assedia-
ti; e col resto dell'armata che montava a
26000 uomini includendovi 18000 Cosa-
chi, Carlo cominciò a marciare al far del
giorno per combattere il Czar. \n passando
egli per un' angusta via, furono veduti i
nimici schierati in due linee dietro i trin-
cera nctenti, la cavalleria nella fronte, e l'in-
fanteria nella retroguardia con alcuni vuoti
per lasciar rinculare la cavalleria in caso di
necessità. 11 general Sleppenbac^ fu imme-
diatanierite distaccato per attaccare la cavai*,
leria ; la ;qual cosa fu da lui compiuta con
itanta impetuosità, che i Russiani furono in-
tieramente rotti e sconfitti; ma essendosi
riuniti dietro T infanteria, ritojnàrono essi
all'attacco, e posero in disordine gli^Svez-
zesi , e fecero prigioniero Sleppenback ; Car-
iò fu portato nella sua lettiga alla scena
della confusione , ma la sua presenza tosta-
chente animò le truppe; ond' essendosi que-
ste riunite insieme, in un istante > si avan-
j^arono conira il fuoco di 70 pezzi di caa-
I P 4 no-
i j i 0ét ' Èigiiò 'é deità fi^
none, e dl'tm grati nutn^o ^!r fottlof^ ^
<:ùì ferano travagfiató e étlìs frdjntt t nei
fianchi . Ora la fxattaglra ; dìvcntic oltre éé
ogni credere Càlorosaf; ed ambidue i prin-'
jcipì diedero gli órdini loro eon qutl^la ' por
satezza di spirito e presènz^l é^Mimo eh' è
partidòlate ai personaggi veramente grassi .^
li Czar vide il suo cappello' trapassato^ 4%
un globo ignito, e Carlo nella sira lettiga
scampò uti' infinità di pericoli. Egli av^a
spedito il general Creutz con un corpo di
cavalli e dragoni perchè assalisse il nimica
nei fianchi; ma Creutz sbagliò la strad?, 0
questo gittò le fotldamehta di tutte le futa*
re disgrazie^ L'ìnfamefìa russiana sì aprì
dalle loro lince i si avanzò , e già era ftk
procinto di sopraffare col loro numero gU
Svezzesi » quando . un còl^ amìnirabtle del
. Czar inticfaroente determinò la vittoria ^ M
principe Menzìcaff fu distaccato ^ perchè art-
dasse a situarsi tra gli Svezzesi , e Pultowat
troncasse ogni loro comunicazione col cam-
po, ed attaccasse la loro retroguardia. £gli
eseguì i sDOf ordini con gran giudizio ed
abilità t distrusse un corpo di riserva di
3000 uomini, e cosi decise la* fortuna del
giorno. Tuttavolta però il Re avea schiera-
te le sue rimanenti truppe in due linee; la
fanteria nel centro , e la cavalleria nelle due
ale. Essi già erano stati ben due volile ri»-
ni-
di 0iHtavif UL rè £ Svt^: a^}
tiii^^e pfcscntcmeute fusono anaccati cpn
£^an. fucora da tijtte U parti . Carlo nella
Wi l^ttiga^.colU^pada sguainata in^ una mz^
1101.^ «OQ lina pistola aell' alcr^a i fa per o--
gHi dot^ presente «! Una. palU di cannone
Uccùs^ ambì^M I-i cavagli della lettiga^ ed
ap^òsi^ fttronp. $ostituiti gli s^ltri in vece 19^
U3m cjqando UiOa seconda. palla di cannone
fe(;e in pezzi la Jettiga , e ribaltò il Rp . I
soldati . lo crpdettero già uccìdo ; onde farq-r
Dkp sqrpresi da costernazione , , e la prifiia li*
^ea (i% g^à rollai fi la seconda fuggi.. Il riur
ciirst ejaaosa ipipossibile^ .cp^ciossiaché (iian-
€»$Bf la polvere. Il Re fece quanto noai fii
p^^sibile per Tìme^tere l'ordine delle solda^j
teschi; ma i. Ri^ss^ani premerono con tanta
gagliardia» che resero vani tutti 1 suoìsfor-
zi* Renschildt». e, diversi ufEziali |feneraU fu^
jon. fatti prigionieri; ed: il.Be sarebé^ i^fa^r
4ibilmente caduto anch' egli nelle, ip^nì dei
Inimici, se P^niatoski eoa amQiirabile pre-^
Moza di spirito non avesse schieraci 500 ca«
traili, circondata la persona reale <, e con un
furore incredibile non fos^e penetrato per
iEnezzq> di dieci reggitnenti nìoiici , e cosi
non fosse arrivato alle sponde del Boriste-^
ikp • I coqquistatpri assalirono il campp > e
BMmpadronìronp dì $ milioni in specie^
ah' erano le spoglie del re Augusto > nfiai
«on poterono |ippedirQ . che Levvenbau^
non
1)4 Ikl^égm t ieM Tiitf
fioD si ritiraise con 4000 fanti, e con tut-
ta la rimanente cavalleria alle sponde' del
Boristene rìmpetto a Kiovia> dove fu e&s4
perseguitato da Me nzikoff, e per nvancanzt
di ponti ò' barche fu costretto ad arrenderr
si d, 4ìs^Tczvonfi f In una parola la vittoria
fu compiuta, poiché tutta l'armata fivezze^
se, eccettoch^ alcuni pochi, i quali * seguii
taralo la fortuna del Re, o furono uccisi
o presi. GÌ' infelici prigionieri furono in ap-
presso dispersi nella Siberia > o barbaro pae-^
',5e dove U' necessità li rese ingegnosi, coil^
ciossiaehò ognuno esercitasse qualche arte
ed impiego, essendo cessata ogni qualunque
distinzione tra il soldato e TuiSztale^ com^
anche furotio intieramente abolite quelle dif'-
ferenze, che suol fare ìa fortuna degli uo^
.niini.r Quegli uffiziali ch^ non potevano lavo^
Tare in qMàlchie n«estier« od arte mecanica^
furono Costretti a. taglia re le legna e portar-
le ai soldati , i quali per questo tempo o
erano divenuti sartori , o calzola] , ferra] , 0
_ fabbricatori , q legnajuoli * Alcuni degli uf-
fiziali diventarono pittori, scultori od archi-
tetti; ed alcuni insegnarono le lingue e le
matematiche. Furono erette scuole pubbli-
che^ .le quali tostamente divennero cosi u-
tili e famose, che i ^li della nobiltà erano
da Mosca mandati ne}U Liberia per esservi
(^ducati^^menteche per. la vittoria di Pul^
tov-
di 4uìtavò IH. re ^^vi^ . i 3 f
tóirva;*Pictror il Grande tióti solo gittò 1^
fondamenta del potere *e ikurezza deHà
Kassia , ma eziandio deHe arti e scienze \
che in quel tempo etana intieramente *sct»-
nosciùtenel suo imperio. ^ \
Iti questa maniera: Carlo -XIL* iremie i
perdere in tin giorno 'sorlo i fratti di nove
anni di"6s!tiphe e stidori*> é-la gloria insiet
tac di presso che cento' vittorie « Egli ftiggl
uta in un mal ordinato edlesso^ acctjmp2K
gnato da tm picciolo drappello .di persone
ihvariabifrnente attaccate e Tedeli 'alla sui
^persona, ^ chi a ^iedi ^-e th\ a ^cavallo a tra*
VersV> di un deserto t ove non era da to-
dersi affatto hìuna casi o capanna, niun'à*-
"iiìraale \ erba od albero ; ' poi<chè' il tutto cr«
un vasto Oce^tK» di labbia, in cai mancò
pochissimo I che noti fossero quasi rimasti
' affocati per Tintenso caldo più intollerabile di
quei rigidi freddi^ ch'avevano sperimentati
neir entrare che fecero' nelle frontiere rus-
siane. X/a mancanza delF acqc^a avea ^oasi
distrutto r intiero numero di codeste sfolr*-
txmaté reliquie delP armata svezzése ; final-
niente però fu scoperta una fonte^ in cui
il Re e tutta la sua brigata dissetarono la
loro scte'^ e quindi procederono ad OzalcoT
città nei domìnj turchi, il cui Bassa che
\ erane il Govèrnàtotes li forni di ogni cosa
necessaria , e trattò il Re con tutto qurt
ri-
Ijd "-Crf Ségno i delia file n
khpetto, che dovuto era ad un così gfatr^
4e monarci. Già correa quasi il nono gión
^po di giugno # prinifa che si fossero pofutg
provvedere barehe sufficienti per trasporta*^
re il tutto; laonde pcè un tale acoidento
i|oo Svezzesi, e CSosàchi caddero nefìe ^a-
fìi delliimici , i quali continuarono Tinse-^
giiimienlo fino alle sponde del fiifme .Bogfar»*
Questa perdita toccò più vivamente T animo
del Re di tutte le altre sue passate sciagiH
re e patimenti v conseguenti della ^con#^
dlFultovvà. La disgrazia avea già raddoU
<;ho il suo cuore , .ond'egli presente fece
' per tla prima volta Conoscere aflcunl segtit
di estiere sensibile alle calamità , e dentimi»
passione. Egli adunque versò lagrithe in
"leggendo a traverso il fiume m^fdarsi via in
cattività la maggior parte dei. suoi pochi xi*
manenti amici, senza poter egli recare ai tìC*
idesimi niun'a^to o sollievo. Il Bassa andò in
persona a corte^arlov fece delle scuse pier
r indugio, che a^ea cagionata questa perdio
-ta ^ e ne fu severamente ripreso dal <Re v
eojste se fosse stato suo. proprio suddito'.
Carlo non era stato che pochi giorni ad
Ozakov , quando il Scrasquier di Ben-^ .
xleti ossia generalissimo delle forze tur-
che in Europa, mandò un Agà per compita
>inentare sua Maestà , per il suo arrivo nei
dominj turchi, per invitarlo' a fender > e^
ao-
di Gustavo Ut te £ Svezia l i^y
accf tiare il donativo di una bella tetid^
air oso tuÈco péfcEè si potesse béke adagia-
re nella strada . Ambidne i complimenti fa-^
vòno da Carlo accettali^ e quindi si parli
eon tutto il suo ^egoito^ scortato dal Bassa
di Ozakoy , il quate fornillo di ogài cosa
Bccessatia £no a Palanca , nel quàt' luògo il
Seras^uier si assunse egli il peso di sicco^
modare il fuggitivo monarca. Allora quan-
do arrivò a Bender, fu salutato dalla scari^
ca generale deìF artiglierìa, e dalle acclama-
zioni dei Giannizzeri j i quali furono squse
drohati p^pr far onore a sua! Maestà' còlta
flessa cerimònia p fòrmaliià , come se fosse
stato il gran Signore medesimo « Carlo pian«
%Q> la sua tenda tielle sponde del Miestérse
ricusò V invito fettogli di alloggiare nelli
^ttà^ Ji^sso fu visitato dal Séi^rasqùier^ fi^
trattato con somma ospitalità, fii provvedu-.
IO d' ogni cosa * necessaria ^ che quel paese
potasse pfoj^lurre; e nella saa massima esten*
sione fu praticata quella generosa massima
4el govecno turco y cioè di riguardare come
sacre le persone di quei principi sfortunati if
^\\t {r4 di loro siet^si partati a ricovero •
*;i
^^-
%^é Pel Jtegna é déU fiia
pon grandi e picciole palle « alla qual graft*
(dine il Re , secondo il suo costume , si espo^
se senza riguardo. In tale situazione è fa-
ma che fosse colpito nella tempia > e posto
a morte • Erano con lui due uffiziali fran-»
cesi, Maigret ingegnere che dirigeva Tasse-^
dio, e Siquier suo a)utante di campo « Pie*
ero a qualche distanza stavano fra gli altri
il conte di Scevrin, generale delle trincee ^
il conte Posse capitano delle guardie , e
Culbert ajutante di Campo • Al dire di Yol^^
taire i due fi-anccsi vedendo la caduta del
Re> e udendo un alto gemito^ s' accostare*
no, e lo trovarono morto.
Il racconto della mofte del Re pubblica*^
to per ordine del gòv^'rnp svezzese non ne
àk un minuto ragguaglio ^ e T attribuisce u«
nlcamente ad una palla di falconetto • Ma
il racconto che ne fece il conte di Lieven
al signor TITraxall , ci somministra aneddoti
ben digerenti. Egli cosi spiegcfssi, secondo
k relazione del signor Coxe nel suo viag^
gio nella Svezia»
: „ Pochi sono gli uomini oggidì viventi
che 'parlare ne possano con più certezza di
me , che 'mi trovai al campo sottAi Frìcde«
rìckshall al servìgio del Re in. qualità di
paggio in quellar^ notte stessa che cadde e-*
i^into . Son certo che fu assassinato . La
Àott0 era molto oscura; e ad 4ina tale ài-*
- - stan-^
f
• dt:Gtistavo III. ^e diS't€':^a . I4J .
stanta era quasi icnpcxssibllé. che ima palla
potesse giungere a ferirlo . Io vidi il còrpo.
del Re, e sono sici^ro che il' colpo riceva-
to« da lui nella tempia /fu di pistola. Chi
fosse r assassino è. ignoto 1 Si sosp^tò. di Si-
quier ; poiché non ^ trovava col Re avanti
il colpo i ma comparve un m^omento dopo .
Coloro che sonò :c<pcrii nelle cose di guer-
ra , ben sanno qnal rumore faccia una palla
$coé(^ata da un cannone : il colpo che ucci*
se il Re; fu totalmente diverso".
- Di Tatti questo medesimo Siquiér nel 1722
essendo a Stokhèlm, caduto in un delirio
per, febbre ardente', cor$e alle finestre della
sua stanza, .le apri, e sclamò ch'egli era
lo, sciamato che -àvea ucciso Carlo XII. ^ ma
nessuno prestò fede. alla' confessione d'un
uomo che mllora trovavasi ih frenesia . Mol»
ti altri ancora, ossia in delirio di mente',
o in punto di morte confessaronsi complici
della trama ordita ed eseguita contro Carlo
XII. fra i'quali si raccontano ansddoti/in*
torno Fabricio favorito del Re , e di un al-
tro uffiziale chiamato Cronstedt. Costui rac-
ponto al suo confessore Tolsca/Jio , come egli
di sugs^ rnano avea caricato il fucile , con
cui un certo Gherurose , che morì, luogòtcì-
nente generale e colonnello delle guardie
«vezzesi , uccise Carlo XII. La regina vedo*
va di Svezia, esaminata la ferita dell' estin«>
Tomo /. ' * Q to
^i Del Regno e della Vi(à
to monarca^ restò ferinamente persuasa ch'^ei^
gli fosse stato ucciso y non da palla di fai*
conetto y ma di fucile. Quest'of>inio]ie regnai
tuttavia nella Svezia fra le persone più il-
luminate; quindi è che uni certo Isigbam
gentiluomo svezzese> deputato nella dieta
memorabile del 1772, sì cspreiie con q^ue-
ste osservabili parole., ^ La libertà y si gran*
demente sublimata ^ sempre portata agli ec-
cessi, della quale siamo stati schiavi silun»
go tempo, che produsse pef noi in alcun
tempo di buono/* Orribile coiigettura^ ob-*
brobrio d' eterna infamia ! La^ vita def nostra
settentrional eroe Carlo XII. . .. Ma racca^»
pficcio nel pensarvi . • . egli era sul puntOF
dr riparar le perdile dello stato . Molto avrk
che dire la posterità sopra* questa deplora^
bile evento.**'
• Tale fu la iine di quest'uomcrstraordina^
rio , il quale avea stancata , per così dire la
fama;- il cui valore era più che umano. E-*
gli era sobrio ,> frugale e casto r la sua pa**
rola era sacra; T ingiustizia tremava dinanzi
a lui. Ma pel contrario qual ìmpeto y qua-
le ostinazione y^^ quaf mancanza di prudenza!
X.e> sue imprese furono utili ai suoi Dimici^
e funeste* per la Svezia. Gli Stati radunati
offerirxjno la corona*, ad Ulrica Eleonora ^
sorella minore di Carlo Xlf., a condizione
ch^'essa ricusasse al poter dispotico* IP du-
ca
di éustàxMA ìli. re di Sves;^ . i^^
òa di 0Q$c«iiì.av6a cpauigiani 9 diritti è Q\xt^
id età un t>rtncì^e .giovine ,^mato di mola-
te belle :c}Uatiià^ ed aivea 'Spo$aca la sorella
tliaggidte di Carlou M^.il suo partirò fecef
inutili sforai. Il Barone di Gòehat,« cde si
Sapeva essere del suo partito ^^ del* quale si
temeva il genio attiva^ fu arrestaoò ,< e con^*
clannatò a perdere la tesia 1. Id Vece di con^*
tinuare il negoziato colla Russia , cbé que-*-
sto tiiinistro aveà intavolata < fu rotto,' e si
Stimò ^più opportuno .rivx^Igérsi all'Inghil-
terra i alla Russia ià zMk Danimarca. Xa' pa-
ce èa cotickiusa tod queste tre Pòtenle a
tronxìiziom però svantaggiose f laf'Sves^ per-*
dette v.Bremen e Verderi , una parte della
Pomeranià> e> Teseàzioni del diritto del
l^ùnd i Alcuni milioni di scudi le furoiior
accordati per indetiniizànientti .
-' Iiltamò la dieta si èra. radunata a Sto*
kholmi il giorno 24 gennajo 1720 ^ Ulrica E^
leonòra propose di rinunziare lo scettro^ e ce*
derlo a Federico d* Assia Cassai suo spos^.
Questo prìncipe difatti fu x:£eato tt^ ttitìt pattò
che , rinunziasse aiicora ad alcuni altri dirìt-*
ti del sovrano poaerey Ma la Russia sempre
implacabile devastava le eoste del regno-.
Convenne pensare seriamente a procacciarsi
la pace coti questo formidabil nimico ; Si
ottenne -nel 1721 , cedendo la Livonia, 1?E**
stonia> I^Ingria> ed una parte della Carelia
Q 1 ^dei-
t44 ^^^ Segno e della Fita
e d^lla Finlandia. Le fondamenta di Pier
tr.oburgo erano gittate, e Pietro potè allora
continuare senza verun ostacolo a rassodare
il vasto edifizio di questa potenza , oggetto
de' soci desideri e delle sue fatiche. ' .
GJi Svedesi liberati dai loro più. molesti
nimici> si occuparono nsU* amministratone
interiore del loro p^esc, e s'affaticarono a
riparare per mezzo delle arti seguaci della
pace le disgrazie che la guerra airea. loro
attirate... U agricoltura fu promossa > Tindu*'
latria &i .premiata ,' il coro^mercio coniincià a
fiorir Sodamente. Ma il flagello medesimo
ch'era stato vsi fatale ai questa nazione , le
soprave/ioc di nuovo. L'alleanza concbiusa
cpila Francia nel 17385 un rancore invete-
rato , )B ^olti motivi di risentimento indus^
sero la nazione ad una rottura colla BuS'**
siaV La guerra insorta fra la * Porta Ottoma-
iìz « quella? potenza ne fu"l' occasione-; pcrr
ciocché ai 22 d! agosto, del 1 7 39^. la Svezia
avca conchiuso coir. Turchi* un ttattato d'al-
leanza- e di commercio. iSecondo gii articoli
di quel trattato era provveduto che se nasces«
ie« un^aggressìone dal canto della fiussia con-
irò la. Porta o la Svezia , queste si comuni-
cherebbero i mezzi . più efficaci per far t>es-
«are gì' in&alti.: che. se la. Aussia assaltexi la
Sveglia o ia Porta .^Ottomana V le ostilità ìsi
CQiwid«;reiaano come fatte ad ambedue' le
di Gustavo Iti. re dì Svezia . 445
jpòténK alleate : si farà la goerrd per mzt^
e per tetra air.aggr<»sore ; e nessuna delle
due p;itti deporrà l'armi prima d's^ver ot-
tenuta una giusta soddisfazione . Ognuno dei
coniraibnti s'impegnava a non dare ascolto
ad alcuna proposizione fatta dal nimico che
tenda a; pace 4 senza . comunicarla all'altra;^
e di njdn far jgiammai pace separata. La
guerra fa dunque, risoluta nella dieta del
I741 , e le truppe passarono nella Finlan-
dia ..Ha, Carlo XIL ed i suoi generali era-
fio estinti • I Russi che ^i attaccavano « non
erano ,più di quelli che si erano lasciati
^aragliafe si facilmenie a Narva. Più di
tu|.to péro le intestine discordie che cepe*
vanQ, diviso lo st^tq ^ nacquero alle operar»
ìioni di giierira.vll cimando delibar mata, fia
^Qcordatq al conte Carlo £fniUo di Lev^ren-
.habpt. Ma:priina' ch'egli fosse in easo éi
as6unij^re il cornando , il generale Yrangel
avea. perdita la battala di Wilmanjstrad ,
che co^tò la vita a 12 mila Svedesi. Una
subitanea rivoluzione pose Elisabetta sui
trono della, Kussia. Gli Svedesi si dichiara-
rono per questa principessa ^ e si oficriron«
di .np^antenerla nel possesso dejlo scettri ,
I/Jmpf3ratrice mostrò loro la. sua rioonor
scenda, ed acconsenti ad una tcegua. <M»
le ostilità hen presto ricominciarono.* Tair
m«ta svedese fu costretta a, capitolile ^ t gli
Q 5 Sta-
%46 DaI Segno e della Vita
Stati %ì radunarono. Lewenhaupt^ e Bud*
denbrockrvTKicalpati -del cattivo esito .d^Ua
guerra, furono condannati a morte e ppbòlU
camente decapitati»
Adolfo Federico della casa^ di Olstein
Gottorp^ e discendente per lìnea femmini^
le dalla famiglia Yasa, fu nominato, socce»'
sore al trono. Questa scelta che la :R ossia
propose , facilitò la pace , * la qaale^ si con^
Qlhiuse ad Abo nel' 1743. H* Gran duca di
Moscovia era stato dagli Stati di Svezia pie-
Hgat43'di voler accettare la corona svedese
^u^tido la morte di Federico d*A$sia Ca$-
ìsel venisse a- rendere -il trono* di Sve»i^ va*
carh te .'Ognun sapeva <:be tale olfbna noh
^e^n*ebbe accettata dal principe che doveva
«n giorno ascendere d trono imperiale di
B^^sia^ e che a tale oggetto avea pur >M-
^é'iàbbracciàra la religione rutena / Ma T^al-
^ezza del Gran duca • volle esigere dai «ì-
mici umiliati della Russia quest* atto-di som-
tifiissione unicamente per aver il piacere di
p^ter rifiutare una corona posta a suoi pie-
di ,• e porla sul capo di un principe della
%ua stessa famiglia v che allora n<>n era più
€he Vescovo della città 411 LQ4>ecca « In virtù
deHa^pace di Abo > k Svezia -eedet te una parie
^llaFìulaiidta,ekRiissir-s- impegnò a so-
stener V erede pesuntlVò della corona contro
la Danimarca, la quale volgeva in animo
di
di Gustaw III. re di Svelta . ^47
di rinoyare T unione fli C^almar, I Daltcar-''
liesl, addenti al principf di Papimaraa per
la sola ragione che vedeano il trono d|
Svezia donato lad una straniero per T in-
fluenza della Russia, non si lasciarono inti-
morire dalla prepotenza di ^ella corte »
Essi marciarono verso Stokholtn^ comi^iser
ro molte violenze in quefla capitale, e/noq
la lasciarono che dopo aver sostenuta una
battaglia nelle strade della città stessa, do*
ve restarono soccombenti , e furono obbli--
jgati a ritirarsi^
Molti sta.bilimenci , atti a far rifiorire le
arti utili» segnalarono gli ultimi anni delro«
gno di Federico . Questo principe yenne fi
morte nel 1751, .dopo aver qualche tempo
languido in luua torpaentosa debolezza) pror
dotta da un rallentamento generale dei suoi
organi. EgUvaiostrava del talento , e speciali-
tnente negli affari di maneggio, ft negl' in-
trighi .
Adolfo Federico sali sul trono /con I^ui-
già Ulrica sorella di Federico re di Prus-
sia. jLa dieta deir incoronazione non ^ sei>-
za gran qualche .contrasto; e ^ quei primi
torbidi furono forieri di quelli che scoppia*
rono in quella del 1756. La corte ay^a
numerosi partigiani. Questi Intrapresero di
vendicare i torti fatti al poter reale. dalk
rnorte di Carlo XIL fino allora» Ma ilpror
9 4 get^ '
248 Del Jlegw « delìa^Tiia *»
g^ttQ fa scoperto, e quelli che Io avevano
formato, e diretto , pagarono colla vita Vìm^
prudente zelo: da loro -mostrato pel propria
sovrano ; . . ., '
Appena passate queste Violenti turbolenze
intestinev altre ne sorsefo^ al 4i ifuon . La
guerra s'.era accesa in Europa ;. e per una
stravagante «jombinazione di politiche cause
si vide combattere da una part« la Francia, .
la Russia , T Austria; dall'altra il re Jdi'Prué-
sia e rjnghilt&rra. La Francia propose alla
Svezia di prender parte in questa gueri'^ ;
ed il partito dei cappelli eguali&^t)te potenti
nel senato e nella dieta non ebbe difiicohà
di far> accattare la proposizione . La Svezia
dichiarò per jnezzo d^l s^uo- ministro a Ba^
tisbonavC^he .essendo "garante della pace^ di
V(^'estfalia', essa vedeasi obbligata di far mar-
ciare «le sue rtruppe in Germarnia per 'Xkmttir
b'uire.a ristabilire ria tranqul}Ufà«/L* armata
svedese passò il naare ^ e si uni ai nome-
rosi nimici che volevano opprimeiè il graa.
Federico. Le cose presero una tal piegai
che nel iféa , il Monarca pru^iano avreb-* *
bé potuto approfittarsi dei vantaggi , che
avea« potuto procacciarsi , per piombare^ so-
pra gli Svedesi con una parte considerabite
delle &u«« forase .-^i comprese b necessità^
della pace j e si cercò di ottenerla. Là Re-*
giòia pr^Dtesse gl'interessi dei reg^o^ exi it
trat-
di Gtìsiai)0 Ili. re £ Sheila . 249
ffalcaovfti^sottosci^ito ad * Amburgo ai 2t
maggji» 1762'. ' ■ ^ :.
Ma^ le dissensioni domestiche ripresero H
loro corso. I cappelli ^ e le berrette si dnva^
no a vicenda i più neri assalti. Una fatale'
incoerenza neir amministrazióne pubblica h' è-
ra'un necessario efffetto. Queste cònvulsfotii
politiche, alimentate dai nimici della Ste**
zia , sforzarono il Re a deporre la 'xordna 3
ciò ch'egli fece ai i6 di dicembre 1768 . '
L' interregno] però non' fu di ben òorta dti**
rata . Cinque giorni dopo Adolfo FedeHco
ripreistt ie, tedxnir del governo/ dojfio aver
ottenuto che senza ulterior dil'àzione si ra^
dunasse la dieta straordinaria . Ognimò nis
atteiHleva regolazioni salutisri;^ ma Taspet^
tativa fu yana , e> le tuiboteoce contimi^-
Una' subitanea akopte tetrtinè i giorni cfel "
Re ai 12 di febbrajo r7fi . Una decisa in-
clinazione pel bene; intenzióni le più rette
e pune;*una bontà ^i cuore che si esternava
sopra un sembiante sempre dolce e 'piace-*
vole, sono i prinòipali tratti del carattere
di questo principe . Egli avea molta avver-
sione per quéi ooipi arditi e decisivi > che
spesso portano- seco ftineste cot^egueDze . I
faziosi non l'ignoravaiio^ e sapevano àppi^
fittarsene. La magni^cenz^non avea in lui
quel fa»to. che offende e tìbuua* Lk }>aTità
dei
i^jp Pel Jtegno e itila P'Um .
CDstttini era rispettata alla sua corte, ch'era
rasilo di quelle virtù domestiche che fan*
no la felicita d'una famiglia, ina che )
grandi di rado h^tino Ja fortuna di cono*
scere.
Adolfo Federico, e iLuigia Ulrica diedè-
SQ alla Svezia Gusùvo III; indi altri due
figli ina$chj Carlo duca di Sudermania j e
federico . Adolfo duca di Ostrogozia., ed una
principessa , Soffia Albertina abadessa di
Quidlimburg • Gustavo III. si trovava a Pa-
rigi quando Spirò suo padre. Egli ritorna
immediatamente ^ Stokholm , dove si rada-
juarono gli Stati.
. . Nei tempi remoti della monarchia svede-
jse Le 4ncoronazioni non erano- in uso^ Il
principe phedovea comandare alla nazione^
si metteva a pie del trono del suo anteces-
sore : dava gualche saggio di forza e di va-
lore ; bevea da un ^corho , o da un cranio ;
M poi s^liv^ sul trono, ib riceveva gli omàg-
.gi di quelli che ra^orniavaho. I romani
pontefici introdussero nella Svezia Tuso (l*ìn*-
..coronare' i re. Erico Knùtsoii phe comin-
ciò a regnare ^pel 1 2 1 Ò > fu il primo che pre-
se la corina dalle rh?ini d'un Vpscovo ^
Upsala godette per lungo tempo il privile-
gio esclusivo. dì essere la sola città, dov^
i monarchi svedesi potessero essere incoro-
/lati. Sotto il regno di Carlo IX. fu dichiar
jra-
di Gustavo ITI. rè di^ep^l z^ft
rato che 1^ incoronazione iì pòteta fare ^P
irove, se la circostanze lo ìrichi'i^essero . •
Dopo- questa^ Hcerimonìa, lì re deve visi-
tare '«occessivamence tutre* 1^ Provincie del
suo vasto regno , ciò che chiifDftd^i 4^riksga^
ta , Que^t' usan)^a ò uri avanio" 'j^e^osò dei
tempii quando le rélaàìi)ni dei |>fi0<:ipi cof
loi^o sudditi eraiiò più immediate , quandi
ì doveri delle ebrtc, 6 Ì^as$1daUV de! có*-
tigiadi non li Condannavano ancora a vive-
re «)tìo dorati tefti n^Ila rioja- .dei' palagi'.
Appartiene al Vescovo d' Upsala'Fificorona-
re il re.
Gustavo fu dunque coi soliti riti ricono-
sciuto e consagrato te per mano di questo
' prelato , £gli assunse il titolo di Gustavo
IIL per la grazia di Dio re di Svezia, Go-
zia, Yandalia^ Gran duca di Finlandia, è-
tede della Norvegia, duca di SléswigOl-
stein , Stosmarn , Ditmarsen , conte di 01-
denburg e Delnienhort . Altri mobarchi svez-
zesi aveano in diversi tempi aggiunti altri
titoli di puro fasto» Quando Cristierno IV»
dichiarò la guerra alla Svezia , egli addusse
fra gli altri motivi quello che Carlo IX. a-
véa preso il titolo di re della X^aponia. Chi
vorrà credere che questo titolo eccitasse la
g;elosia di qualsivoglia sovrano? Si prctem-
de che la corte di Danimatóà ponesse fra
gli altri gravami ricevuti da Carlo XII. il
ti-
i^2f, JM Regno t itila tha ècr
titolo a fé 4^1ai Scandinavia, che xin poe^'
ta latino >a^Yea<latt> a queseo monarca. Se
l'aneddoto è tero, può servire di lezione ai
poeti ^.opdti insegnar loro a moderare le.lci'
di y CoUe ^KO^jU incensano) i gr^tndi della ter-
ra . «Gustanrp IIL nacque H 24 gennajo 1746 ;
e '.nel titJ ascese ai trptt) p^ la mprie del
sno genitore Adolfo Fjedertco, In quale sta-
to egli t/o^asse il regno, e quali fossero i
limiti della sovranità da lui ereditata . d2bt
padre » si spiegherà diffusamente nel seg^en^
te capitolo»
% > . ' I . ; ».
. • I ', , ,
: i :• ,.• vi ,
. . . • • • j. ; • . H
I . ; » . . ' , > ■
. . . ■. 'rf I ' • •
CA-
CAPI T OLD Tir.
. ■ ^\ ' ■■< .' ■ ,\ ' .'
*r«/a del regno di S^ei(ia ùlf avvenimento ci
trono di Gustavo III. Zimitt del regio
potere. Corte del He: Potagi,, e luoghi di
• deli:^ie dei monarchi sve^'^ési; Gustava III,
* medita la rivolutone .
■i
s
Ebbene la Svezia- sia situata nel fondo
del settentrione; sebbene le sue risorse na-
turali Steno limitate, essa- nondimeno ha
lungamente rappresentato un carattere dì-
stinto sul teatro politico. Divenuta famosa
per le sue vittorie, che per quasi un secalo
segnalarono le sue armii la sua alleanza fu
ricercata , ed essa ebbe parte nei grandi av-
venimenti dell'Europa, facendosi rispettare
da per tutto col solo suo nome. Anche do-
po la sua decadenza, dopo rinbeboiimenta
nel quale fu strascinata dalP ambizione di
Carlo X'II. , la Svezia non è caduta néll'ob-
blio . La menìioria del suo antico splendore ,
r interesse che risulta dal suo governo , dal-
le sue rivoluzioni', alle quali è sottoposta,
r importanza che seco porta il mantenere
r equilibrio nel Nord , hanno sopra di lei
fis-
1^4 -^^ É^gnà e delia Viid
basata r attenzione delle altre Potenze .
Nondim^tió ill^àvVerilmcntó di Gustavo?
llL al trono, lo statof della Svezist era giun<-
to' al più bassc^ gradò di fbrzsi d di splcn-^^
dor«. Qqesto^ itgxiò aveà per lutigò tem-
po pi'esentato uno spettacelo singolare che
avea a se attirati gli sguardi di tutta l'Eu-
fopai cioè un continuai /ernìehto y perpetu!
contrasti^ che sogliono alterare là costitu-
zione degrinipetì.
Pochi paesi si trovano dove il governo/
cioè la base della felelicita dei popoli , ab*-
iDìa sofferto tante mutazioni v tante rivoluzlo^
qi, dov'essa sia ^tato tantd yacillanté , quan*
to nella Svezia. Sino dai tempi più remoti
eravi usi monarca, uni senato, una diett
^oniposta di var| stati; ma «costumi selvag*'
gi e barbari spesso turbavano* queir armòniaf
che doveva iim>e c^qesti tré depositar) del
poterei
' Nel lempddelP unione di Calmar, le leg-
gi fondamentali perdettero del tutto la loro^
influenza; l'anarchia ed il dispotismo regna-'
Vano a vicenda in tutto il corso di queir e^
poca sfortunata «Giorni' più sereni spunta-
rono però sulla Svezia . Gustavo I.- divenne
fé;- l'ambizione dei grandi del regno rice-
vettero un freno < e 'Sparvero i tiranni stra-
nieri . Il senato lo soccorreva con ^aggi con-
sigli: gli Stati si ridunayario in cii'cóstàrizc
d'im-
é j$ustàw III* re di Sfit^ìà . 4^5 ^
d^ importanza. Si conferva. J'attq di stcorcs^*
ia che Gustavo Adolfo riQiise airappretfen*
jtanti della riazione 8aIen4o al tronca Que-r*
$ta principe .promise di maiUéiiere la reti*-
^ane luterana , di deliberare inaieme cogli
^atì Sui cangiamenti da farsi ideile leggi ^
sulle imposia^iòni , sulle alleanze polUicibe >
i^ulle guerre da dichiarare, e sui trattati, di
pace da cohc^iiudere « Pxoiìiettei . inoltfis <li
conservare i privilegi dei quattro^ ordini y e
di non punire, nessuno ìq non dopo proces-*
si legali . AzeI Oxen^tierna y personaggio d' u^
na delle prime famiglie delÌa\Svezia i dove'»
va naturalmente interessarsi per U nobiltà^
Conculcato da Custavo Adolfa sopita la con^
dotta ch'esso doveva tener^^ coi nobili ^ pose
in vista i servigi y che quest.'ioi'dioef avea re^
si allo Stato y e quelli che . pc^evaC ancorai;
rendere nelle circostanze critiche . in; cui alr^
lora si trovava la Svezia y II mlonarca ap^-
provò i consigti del suo ministra 5 favori la
nobiltà^ e gli accordò nupvi privilegi v Cri-^
stina adotta gli stessi principj • I nobili ot^
tennero dalla sua geilefosità gran parte dei
beni della corona, e diVeimera rivali dejl
regia potere. Carlo X^ era |<npegnato ad
abbassarli y quanao uoa morte improvvisa
terminò la sua carriera • II loro credito si
sostenne ^ anzi s'accrebbe sotto il regno di
Carlo XL ^a gelosia e lo scontento: si ma^-
ni-
tf^6 Del Regno e della Tità
nifestarono , ed il Re già d^mrenato «maggio*
^ . re seppe approfittarsene* figli guadagnò li
'^ tre ordini inferiori 9 trionfò della nobjtià,
e si fece dichiarare assoluto monarca Ael
1680. La causa medesima avea prodotto lo
jStesso effetto in-Danìmarca. Dotato di mol-
te pregiatili qualità r saggio^ economo, a-
mante della pace, Carlo seppe conservare
r opera sita , e rendere il suo governo glo*
riosO'per la Svezia. £^li consolava i suoi
sudditi nella perdita dei loro privilegi, e
nell^ esercizio del suo rigore , facendo fiori-
re il commercio e. l'industria, riformando
le leggi, <lando ^alle. forze di terra e di ma-
re quel vigore che mancava loro > e procu-
rando al 9no regno un peso rispettabile nel-
la bilancia politica dell'Europa. Un suo fi-
glio nacque sovrano > e provò in tutta la sua
condotta d'esser tale^ non ascoltando che
U sua volontà 9 e precipitando la naziotie
in un abisso di mali«
Alla, morte di Carlo XIL una voce una-
nime domandava una rivoluzione nel gover-
no. Le circpsunze favorivano l'impresa.
P- Ulrica £icoaora pretendeva la corona. Que-
sta principessa mancava d'energia; essa te**
meva i partigiani del duca d'OUtein. Gli
Stati radjunati nel 1719* ottennero tutto dò
xhe dimandarono. Quando Ulrica ebbe de»
<àso di cedere lo scettro al principe Fede-
ri-
S Cu^tavo III.\te di Svelta . 257
rjpo fd- Assia Casse! sub sposo » $ì prescrisse*
to p^uave^ coedizioni.. JPbdcrico voleva ci-
soie, il diadema a qualunque costo: egli
accettò i patti proposti , ed * i privHegi del
popolo i^i dilatarono, ^'
Alla .^ovranifà assoluta eh' èra ddnita qua-
si 40 ai^ni successe adr un tratto/ e troppo
rapidamente: un a hbeftà - quasi ìHImitata/Ml
supremo pot^r^ e: a nelle mani degii Stati ,
Èssi mùtavauo* a loro piacere • le ieggì , di-
chW/Avau la guerra , facea no la pace, con-
clyiudeyaaò alieauze , e disponevano dell'ajt-
in^ta. Essi inoifre tassavano là n«ionc, e
si^ilivaao ciò che spettava alle moneta •
Essi radunatami ogni 5- anni , Convocati o
noti Goav-ocsUr^- e terminavano*!» dieta quan-
di-era dì lorpiacimfnK)^ '11 Senato era lo-
ro retpQf)fiabilc delia sua condòtta; cdvìl
R^ non poteva^.iatrodurre in questo corpo,
se .non unprdei tre «"oggetii^ che gli veniva-
no proposti: noù gli' rim^iieva adunque se
non il poter esecutivo ^ é^ il dirìtttsf di no-
9Vit>ar alle; càriche. L'uito e raltrp'fu ri-
stretto nella d.ieta del 17J6 ;^^ si i^rrivò 'fi-
no a provvedere una. ^ampa del nome reale
per servirsetje' ogni qua! volta il Re non
acconsentiva di sottoscriveisì -
La Coctp avca ^ti pariito segreto , che si
accinse a vendicarne la.<:ausa. il dome di
Brahe, il primo, signor del regno, e nelle
TotRO /. R cui
258 Del Re^no e della ftta
cui vene scorreva il sangue di Vasa^ it
conte di Hord/cd il barone di Hbrrt era-
no alla testa dell* impresa . Le armi eratìò
provvedute; i marinari guadagnati , il segna-
le sul punto di darsi , quando gli Stati fu-
rono istruiti del progetto . Il conte Hord
prese la* fuga: il cont« di Bralie fidatldosi
della sua nascita , contando sul suo «^an;^
di primo senatore del regno, sull'appòggio
della Corte é del suo partito *, restò in pa^-
se. Egli fu condotto in prigione.' Tutti
quelli ch'erano in sospetto «bbero là medé«
sima sorte • Il processò fu formato dinanzi
un tribunale, del quale i membri erano'
giudici e parte. L*odìo e lo spìtito di par-
tito pronunziarono la sentenza di mòrte.
Il conte Brahe, il birrone di Hòrn, e tre
altri furono pubblicamente decapitati nella
capitale di rim petto h*cbiesa di Ridderholm ;
e le guardie del Re vi furono ih parata.
^ In tal maÀiera lo spirito allora dominan-
te dei cappèlli manifestava il suo it\b *pef
ima libertà assai p4ù funesta che utile albf
nazione. L'induenza' del Re er? troppe^' in-
debolita; T equilibrio det potere era spari-
to, la libertà non 'riconosceva U freno del-
le icggl chiare e. stabili ; gP interessi non si
univano^ nei solo ed uhifo centrò* del pub-
blico bene. Le due fazióni dèi cappelli e
delle berrette sostenilte, una dalla Frarrcia;
< Tal-
Ji Gustava til n di Svff^tà. ii(^
i* altra dalFInghikeri:^, si contÌP»rhivari# pttr
pflimameoter^a Russia pr«valeira a vicenda
$econdo Tabiliià dei lott>^ capi. Iia corte
floccitava fra (jucste ?faziotfi , che non la so*
steneyano sincera ia«iite . 4)è ; t* una , né lUW
tra . . tic diete erano come cam'pi dt batta-
glia <iove combattevano pàssH%ni oppòste;
e met^fe ià taL maniera %i combatteva , il
disordine regnavaileiran»mi[||istra2i<>riek e Itf
ylttù ftazionaii petdevaho la* Joro energk.
tJna (ìieta rovinava ciò che >pn' altra savia-*
piente aveà stabilito; e nell<jf Svedese nata*
ralmente docile^ sinceèo ejeale^ s'insinua:*
và uxto «pirito -d' intrigo V di v^r^alltà, e 4ì
rivolta.
Non restava. adbn<fue ài Bé altro retag-
gio che «una córte di ^pparen^a -ed aloutti
Iqoghi di delizie per suo trattenimento . • £^ •
gli non era che*, un* ombra della ' sovranità •
lLcnare9ciaUo de) regimo era alla testa delU
corte. Dopo di lui tiene i) gran ciaibbeU
lanpt inoltre vi^sono . sdi ^rimi gemiluo*-
mini di ^altiera; i:)qi. graft cacciatore vdu9
marescialli, rùo -sòvra^intendente .alle fabbri*
che , ventiquattro gentilùofninl ordinarf ,
quattro primi paggi di camera con titolo
di .gentiiuomini oidiàaVj, due Intendenti d)
fabbriche , un maestEo ed un Sotromaestro
dir cerimonie; un. grande'^ elemosinière xon
cinque limusinieri ^ due primi medici 9-
R a ^uat-
j^o Pel S^gno, e xklla Vita
q^aitro Modici . due segrctarj d' ordidi > due
biblioiecap^ , oa lettore ctc. (*)• Un. \ki»
Ammiraglio dirige^ TarsaialeV ^ ile iMiy4K
cos£rutioDi. ii^ coree de4 .&c avelia malvf^:
il sts^ ifibinidl '" parficolarc , cui -^ttfiìeàsi U
snaFe9CìaUo dd regno.; ed ha pur /ancb'en*'
na cancelleria a parte.
La Regina, ed i principi del: sangue a«
veano anch'essi -una Gbrtc assegnata ad o*
tiore, che i;uTti. iiMieme col fie tenevano
residenza nel palagio di Stukhòlm , a * riser*
va dell'abbadem di :Guedlinburg «f la quale ^
ha.il soo palagio particolare nella piazza
d«l sobborgo^- di seuentridne ^ h%^ citt^ dì
Sicgunfa fu la residenza dei re di Svezia
n«j teròpi più. Femoti . Upsala lo dryenne
sotto i * re cristiani > finché la tedQ fu tras*
ferita. a Scokholoié >.• , ^■
. Gustavo Ut. al suo avvenimento al tro-'
fio si trovò dunque padrbne di' un vasto
palagio Jiclla ,capitaledei regno. (Juesta fab-
brica antica quanto . 1^ città fu consumata
dalle fiamme nel 1697 'socto il fw'gno ,; di
Carlo. XL nel momeoro dei suoi funerali «
'Nel
(*) // te Gustavo III. v\ ^ggitixi^e nel #77 2
. Ja. carica di gtande * Schiere del regno la
quale ha sotto di set un. primo Scudiere ^ e
j Sottoscudifri. ^ .^
éi Gnstam ìth re <ft Sìi^\ta . xòt
-%A tempo chb.si ripbiedeva per rifebbncar-
io la Corte dimorava net pahgio della fai*
tniglia Vrangfiil . Sì esegui «elt erigerlo il
disegno dei conte TS'icodemo Ttsstn sopra*'
~ Stante dlle^bb^iche* &{t[r..gtin(}Q quadrata
con due ale sicu^f<i^ su d^un'ahezza domina
tutta' la citcà^ iaal?SandQU sopra gli altri e^
difi^j; Di dettUo 'gare'ggtajio . r.cfeg^tizav' ed
il: buon gusto. 11 . tetto della.. graa- galleria
che la fiaromanon dlstrijsse^ aouprende ì ca-
nikciXQri. Esw/ur dipinto da. Jlhrcustabl a-
J>ile maestro , prptétjLo, dia .Cario /XL - La sa*
.kv degli Stali; offre ^\\^ cólpo .d'oGàhiO' J ai-
ponente -• Una rajcc.olca , di ;jqtiadrfc. presenta
-^jpeEzi rarir e curiosi 4 Aot'vcbità^di gran y^\o^
re S5>t>p spàrse : in ^Y^fj. apparta mdntlV sopra
;tiittó s'ammira rEudij3niianC;^ c-apa 4'opera
trovata. «ella vìlla^ Adciana.:
, ^\\ Re avea moki; alflri casteliiipel' suo 4if
peftQ , più o 4ne!K)V|^;?cani . daUa,^ capitale •
Da. Stoicholm V pet; \Ax viale che - com mcia
dop& V^^^ strada, detta, de}la. reggina v passato
r òs$eryatorib astronomico li passa a CatU
ifi/^,. situato in victnania dei-lago di Mae-
laf . La :C*bbrica è stata ff?is(iuEata: e mostra
.1 danni ricevuti dal tempo; ima Ji. giardino
è tanto meglio co.n^^rv^o- L' a rije ci basal-
to, moltissimo ) ed il buon gustd }e ha ser*
-v|to 'di guida* Èsse insiefc^e.uriite hanno
iprmato cupi, viali atti a pascere: Ma tene*
. R 3 . ' ra
fa malinconia , volte dì vcrduf a che tétì"-
peraRo gli estivi «a lori * tjnà fabbrica per
difendere le piànte delicate dal • rigori dell*
iùvwno 4 «fta vasca che rJftette le imnìa^inì
4egli alberi Éttcstoisl che r attorniano. Dà
una parte del giardino avvi un bosco W
sto ed ombroso: dall' altèa" un parco dove
a vede quella semplicità' commovente' che
Ba tanee grazie per chi^ atÀa la natura. 0-
gnunò sì ferma. voUMitìeri in" esso per go-
dere delk isiie delizici e petr contemplai^
tnà casa villareccia che hi regina Cristina
•vi fece inalMre ., Essa è d* l^no , 'e cade
Sotto i colpi del teaipó; ma le soé 'rovine
tanno, una certa attrattiva ehe dylpiiéé . ''È*
fam» che la Regina- ivi radunasse i letterati
che vivevano ^alla sua corte, fu ì quali
Cartesio, Sommo^ssà autore di versi làtiril e
^reci, Bochard famoso per i suoi Studi d*atf-
lichità ;.. Hiiéztó , Meimbotìio ed altri. *
All'ingresso d'un bosco che confilia^col-
la capitale dalla parte seltcntriònale > è' si-
tuaU la-ca««» df diporto d'Hagi. La natura
Ila fatto rialto per abbellire questo •ritiro
campestre ,-*- e l' mt iion ced€ alla ìÀiura ,
avendo prcsb per modello quei giardini, dèi
quali r Inghilterra fa tanta pompa, e che
attualmente tutta T Europa imita . Haga è
tara al re di S^eri», é tanto , che nel suoi
Piaggi ne prese da quella il nome . Ègrf -vi
SI
di Gùsiauo III. r^ éfi Svezia . 26 }
si ritirava freqaentehFìeiìte nel tempo memo-
rabile della sua vita, quando s* occupava a
forimre il piano della rivoluzione del 1772-
Contigua, a questo soggiorno v'f ra una ca-
sa semplicissiaia , dove.àbitàvja il conte di
Vergehnes ...
Continuando la strada del bosco , si arriva
à Ulricsdal. II palazzo è btn iiitjiato, e
fabbricato* d'un gusto antico: il giardino $
troppo nelle regole . Ciè , che vi si trova di
ipiù bello, è una fabbrica per conservare le
piante nell* inverno > dove l'aria piena dei
più soavi odori per un dolce incanto, fa
scordare la vicinanza del cerchiò polare.
Vlricsdal è circondato da boschi, da 6am-
pt, da praterie; Un braccio del Baltico lo
bagna ed adorna.
Drottirìgholm , dove ordinariamente la
corte passa la stagione dell* estate, sMnnalza
maestosamente in mezto al Maelar < a li'n
miglio da Stokholm. Il conte di Tessin for-
ino là pianta der palazzo: Fra le altre co^
se , che 'questa vasta fabbrica rinchiude ,
s* osserva un gabinetto di storia naturale ,
un altro di medaglie, una biblioteca ben
sc0lta , una raccolta di quadri. Questi sono
altrettanti iqonumentì del zelò, di Luigia Ul-
; rica per le atti , e per le scienze . Questa
principessa diede ancora Tidea del quartie-
re della China, che si vede in picciola di-
' R 4 stah-
stanza dal palasza^^/Cjial qoalctaMQil DriK
briq9tQ« 4;,u3nio t passeggi «Ì!ìa4ino . catte ie
grazie deU'iUuaiofte; .11 . gial'dioo! f sVetcehdt
e ,s'«bb.elli|pe p^t 1q fkrcmufe che. il B[« «
ne : t)ri?ndet, U. Qualo si..coai:ptaics a farvi te^
gnare quelle bellezze poetiche > .che^.irdilet-
tanti dei giardini hanno per si Itit^ixxetn*
pò si pogo, conosciuto , S^ potrebbe :J^hinQj«
to« in questo genere, nella Svezia .-La ontU'*
ra, vi . ha.: prafg^p. Tenttineoze^ i/rn|)f, le
acqi^j i boschi; m^ il climi ik nascose moU
ti ostacoli , < s' opftone : spesse al. ginto dell'
artisra-.. ..•••-•;. i l ^...^- - ly.iì
, Prottinghpltn occupa UM parte . deir-i-f
sola di' ](iQfoen^: piti addentro iti que&i'iso--
la, a ^anto della clii^s^ parrocchiale ù tro^
va un monumento ìcfac merita d'essetecQ-
no^>j3tp. Fra ì letfierati .che. riireaiio alla
corseti 4\ Luigia. Uii^ca^ questa illumiodtd
regina :4isiii)g(i:eVa KUngenstiernà, profon-
do filòsofo, che Cf^Ue sue scopórte ha e-
steso J litnitif dìplle <^ienze , e d»ft rimpiaz-*
zò nella carica.-di tnacsfifo del ; -prir^ci perda-
le,, poscia^ rè Gustavo IIL, il precettore Da-
lin, nel 1756. Quand(> quegli mori, la Re-
gina gli tributò tutti 1 contrassegni d' un
vivo cprdog;lio, e diede , in quell?. occasione
chiarainente a conoscere qii^i sentimenti a
lei inspiravano, gli studj letterar;. Ella s'in-
caricò deU'e^ecjuie di J&lingeastierna * II. suo
cor**
di Gustavo /// re di Stie^h , 26 5
«wpo b»pórtato da Stokhdlm arti' isola (H
Lofoèn^ fu esporto nelki chiesa, dove* in;-
sitine s'espose U' cassa ^ che chiudeva .le cel-
lieri di Dalin . "Fa 'pronuiiziaco un discorso
analogo alla circostanza , e finalmente si fe-
ce il sotterramento: a canto del tofnpio. Le
due casse* fìiroho pòste nella medesima tonir
ba> ed una. piramide, di marmo vi. fa pò*
vSta per ornafmentort salla quale dair una par-
te er^ scolpito 1! epitafio di Dalin , e dàiral"
tra queHo di Klingenstierna • Questa ceri^
moiiia fu onorata della presenza di^ tutta la
famiglia realu, e dei senatori ». Luigia Vin-
ca^ e Gustavo sparsero jdei iiori sulla 'tclin^
ba comune di questi due ucmiui , degni de-
gli omaggi non solo dei loro contempora-
nei, ma ancora di quei della .fqsierttà,.
I>Ion si lascino abbattere i talenti; resta per.
loro uh trionfo, che sa vendicare i disprejt-
zi deir orgoglio , fa freddezza dj^U* indiffereh-
za, ed i caprìcci della, sòrte*. ." . * ' .
Adolfo Federico > e Luigia Ulricà stabili-
rono diverse mamfàttBt?e a. Drottingh-olnr ,
.ch'essi medesimi dirigevano; esse decadet-
tero nel tempo dei torbidi /che /sopravcii-
nera. La Regina fece piantare intórno al
castello dei mori , e s' impegnò nella colti-
vazione dei bachi dà séta. Questo insetto
avvezzato alla dolce- influenza del sole Or
rientale, rimase maravigliato di vivere. ^ e
prò-
%i6 Pel jRegw e idh Vita..
prosperare oélto. vicinscnca del polo: xnit
questa caltora noii pbtevji essere , che. un
oggetto pej: la curipsità.* incontrava troppo
ostacoli, per rendere ut» utile reale e gene-
rale.
Dalt^.isob di Lo&en, Con un piéciolo
battello si passa a quella di Swartsioe, la
quale occupa nel Ma^Iàr - un^ estensione di
quattro miglia: ella è una delle più consi-
derabili terre j che alla corona appmenga^
no.' Il suolo vi è molto fertìlei* spectai-
mente in^ fieno. Il castello è una fabbrica
assaS semplice . Da quésto si passa in un
giardino ^' dove Forecchiò ' sente con piace- '
De, e sorpresa il camo armonioso delV usi-
gnuolo, uccello si cai^o, ma d raro li^l
Nord .. Si trova in quésto gi2(rdino un afbQ#
.#e, soito.il quale si preiende, che Gustavo
Adolfo facesse in compagnia d'Oxenstierna
it piano della ^guerra di Gernìiania.*
• ^ Dopo la morte* di Àcfòlfo Federico, la
Regina vedova passava ordf (^riamente Te-
state a Svvartsoe. La lettura, il ricamo^ i
P^séggi, 0 la caccia facevano a vicenda 4
suoi tratteùimenti- Il giardino at^uìstava ^
tutti, gli anni, nuova bellezza: sotto la dire-
zione del* suo genio. Ella di quésto molto
si compiaceva, e vi faTceva d^ordinarìo il
suo passeggio tutti i giorni . Spesso ancora *
ustìva nelle vicifie <:ampagne , per cedervi
Tuo-
ruotilo helfa sài innocenza , e la hatitirt
nella sua semplicità. ISoptU tutto si prende-
va'dilettò in un rustico podere d'un, vec-
chio othidgenariò , ^fimabifé per ciò che la
sUà memoria racchiudeva, e rispettabile pét
là stia virtù . Assisa ari suo itando , sot^tò u^
àa gran quèrcia , in Vicinanza delta sua 't%* _
panna « ella lo interrogava sulta sua sorte,
sulla sua famiglia» e sopra quei fatti, del
quali egli era sfato testimonio oculare. U
bàòi! vecchio rispondeva con quella itfgè-
nuiià' t quel candore che fanno itiipressioni
■ dolci é profonde lieir ahimé sensibili.' Iti u-
hà' vita sotriigliante Luigia tJlrìca' bbb'liò II
fòsto* delle* grandezze/- e le tempeste che
per sì \\ìng6 tempo aVévano 'intorbidato la
"•^(fc dei ' suoi' gidrtif. * «a ...
Sefte migiia da Stokho^m nella provincia
ìil SWè^m^nià vi è it bàst^ìld di eripsjiòlm.
IJueftó 'è ùrió dei'^^iù antichi ' del paese, e
r#fchitìiitturà' è Gotica. iC^Ii è. situato sulle
^^rivé'dcl Jfaelàr:'ibosc;hi,;f campi', letnpn*
tàgne che lo circotidana , rèhdonò la, su^ Situa*
* tioÀe* pittotescà . Ve appartenenze sono grandi,
'è danno grande rendita. ÉnVfando ìiel^càstel-
• lo, si veggono due/ grandi cannoni prèsi so-
pra i Russi r èssi ^rvonod^òtn'ameàto al co/-
tile. S'amtnirà ih seguitola solidità •del?' edifi-
^^ioj e la grossezza delle sue mdrj: si pò-
treb-
^$ò Pel Jìfgno t Ma ttté\
crebbe in un taso di bispgoo sostenervi dà
assedio con vantaggio . Conveniva fabbrica^
re in tal guisa, in quei tempii quando la
barbarie dei. costumi non permetteva ai cit-
, ladini di vivere in sicurezza sotto la prot^*
ziòne delle leggi: gli antenati di Gustavo
t.y i qi^li costruiroi)o Gripsholm, apparen*
temente, lo destinarono per un asrib, quan«
do formidabili (ruppe di eumuttoanti infe*
stavano il paes^e. ts interho del castello mo-
stra motte cose curiose « In una gran sala
sono uniti tutti i ritratti dei principi eonr^-
j.emporanei di (Gustavo L> in un*^hìra tìrc-
hq va$t4j.ma più etegame «si teggpnoi
ritratti dei. re, che regnavano tìeirantu>^
1^73 . !^inalmeme l* osserva un teatro, da.
poco tempo HnitOr e diversi appartam4jmf
ammóbìgliati di gusto , (^ripsfaolm è debito^-
're al ré regnante dei suoi orriamettU Bla
<laè luoghi interni ed otturi sotjò stati -c^-
servati nel. loro antico' st^tq. li) uno. di
qui?^i Erico XJV.» tenne pnchìvst suo foi<«
telto Giovaiìni ie Caterina Jagellon.- ,qi4«$ti
due .sposi vi rimasero per- alcuni anni ^^cd
ir loto figlio Srgiìsmpbdovi venne aljff jc-
ce.' Tsfelr altro molto più tetro e lugubre
ancpraÉripp provò. la y^delta d'un fìratél*
Io, ch'egli avrebbe dovuto trattare x:on più
mpdpraiione . (S^ipvanni , uscito dalla stia pri-
di Gustavo III. re fi Svè:(Uk • ^^
gipnej s' apixcpfittò delle dUposUloni, clie
gli Svedesi, mostravano per luì; detronizzò
lìfico, e. lo. ttauò con uà rigore b<icbaro*
Questo principe djetrohizzaio , fu strascinato
da una prigione all'altra : ^ Cripsholoi gU
fu. dato, per , abitazione . il. lopgp più orrido ^
e spavcniQ^ ,deL castcJlo^ 1 raggi del giur-
Bò non. vi, penetravano ; alcuno non ardiva
yisitare jl. prigioniero. < Erico soffriva delle
volte fame eseti?, e il suo persecutore fa
unto crudele V dì , negargli perfino | soccórsi
della religione* Si distioguono arréora sul
l:taviaieD£P di tavole i solchi che i suoi pie-
di vi traccrarono : si vede .... s' iunpridi-
sce > e si lascia Grlpsholm , con . cuore op^
prèsso dalla- tristezza .
, Stroemshòlm nclla/WestmanDÌa » dieci mV-
glia da StQkholm/è un castello rlmaccibtle
pe^r la siiuatione. Leveque del Maelar. dei.
fplti boschi > dell^ ricche: campagne, delle
belle praterie , foravano *un quadro, chein-
canta T animo e gli occhj . Il, castello Eckolm»
fimd' è stato v<enduto ad un inglese , stabi^
litosi a Siokholm • Quel di 1 riedicshof è
s^ato convertito in un Arsenale* il parco,
che appartiene; à •quest'ultimo, è uno dei
più belli passeggi, che offrano i contorni
di questa capitale .. Quando uno ^ che ama
la natura V ricerca i luoghi ombrósi e soli-
tàrj
tjì} Det Régno éWta VU& *
nt] ài (picelo pareri» ' che altro ,ohlàmentcf
iloirhantio> ke non un'amica rocca e dei
nodosi tronchi; quando siegne. quei sentieri
tortuosi 9 rhè lo conducono ora a dei ver^
di incoici campi, ora alle rumoreggianti ri*
ve del mare; quando s'imbatte in quel^
truppe di caprioli ^ che orfuggono> ors'ar-»
restano , or tornano a fuggire ; in quelle
greggi che vanno pascolando in silenzio;
egli ritrova unMmmagine *di quella calma ^
di quel eon tento., che Tudmo sempre cer^^»
ca, t si di rado ritroira.
Cttftavo JlL vedeva dunque tra questi
«ttòi palagi , e luoghi di delizie counnato
tutto il suo potere « «Vedeva i mali della
nazione esser gìdntt al colmo, senza eh' e*'
gli potesse in vemn conto porvi riparo r
né render migliore la sorte dei supi suddi-
ti . t)otato dalla natuca d^un'aniriia forte, e
formato con una eccellente educas&ione sen-
tiva tutto ii peso' della situazione in. cui
egli ^ si trovava , ridotto ad f sseve un > fan*-
tàsma di regio potere, che moto e vita ri-
ceveva dal solo impulso di pochi suoi sud-
diti , che avéano saputo impadronirsi di tat-
ti i dritti ed i poteri della sovranità. In
tale angustia collocato ^ Gustavo IIT. formò
il magnanimo disegnò di una rivoluzione
che ridonasse r antico splendore alla mae«*
sta
a Gustavo III. H di Svezia « i^i
sta del monarca > e huovq vigore aUa Mo-
zione svedese. In qual maniera felicemen*'
te una tale impresa conducesse a termine «
sf descriverà pienamente nel ^condo libr#
di quest'Opera,
CA-
*7i
CAPITOÉO Via
* -
£dwa:^ione di Gustavo II f. finche fu princi-
pe reale di . S%}e\ia . Suo ingresso in Sena^
io.
G.
"lunto Gustavo al duodecimo anno di
sua età, diveniva ittiportance T accostumarlo
air assiduità e^ applicazioni» necessarie per
sistemare cogli studj la sua educazione . Gli
Stati del l'egno ne diedero la direzione al
conte Carlo di Scheffer senatore di Svezia ^
consigliere» e commendatore degli ordini del
Ke . Egli scelse per precettore di consenso
col Re il celebre letterato ^sVezzese Samue*
,le di Kìingenstierna» che si accinse a for-*
mare lo spirito ed il cuore del principe
giovinetto , seguendo le istruzioni ricevute
dal. conte di SchefTer , dal medesimo comu-
nicate anche al Senato dt Svezia con sua
relazione « di cui ne fece la- lettura . il di
15 febbrajo. 1757. Non sarà qui. inutile il
darne, un fedele ragguaglio, onde venga il
Lettore a conoscere come dai principj sui
quali fu regolata 1* educazione di Gustavo
III. ne risultassero in lui quelle virtù, e
quel
di Guatavo III- re di Sveccia l « 7 j
qqel carattere che distinseco il corso intie*^
ro della sua vita pubblica , e del suo regno
glorioso.
^ „ il talento accompagnato da avversione
4lla fatica, è lan tesoro sepolto; né sareb*
he difficile il rinvenjire neir istorie tanto an*
ti che che moderne dei prìncipi , i quali do-
tati d' uno spirito elevato , niuna parte han-
Qo avuta al governo del. loro regno, solo»
, perchè sfuggirono la fatica ; disgrazia , che
loro non sarebbe accaduti^ , se neir educazio*
ne si fosse in loro, ridotta la fatica ad abito ^
il di cui potere in questo^ come in tutte
le altr« cose , s' estende sopra tutta la vits
4egli uomini • .
Per condurre ad effetto quest'importante
c^getto, più serj debbono essere gli studj
cii S. A. R. diretti a materie ^ che la debo*
lezza dell'età sua non gli ha fin qui per-.,
messo di conoscere. Regolare dev' essere il
tempo delle di lui occupazioni .. Le sue le-
gioni incotninceranno all^ ore io della mat-
tina . .
Dopo la cognizione di Dio, e del suo
yerp culto , oggetti , per i quali S. A. R. ha
v^n particolare Instrqttore> la maggior im^
portanza è*di farle conoscere in generale il
destino del genere lunano^ dei regni, e dei
. differenti pae^i^ la condotta e le bel(e azior
Tomo /. S ni
174 ^^^ Regno e della Vita
ni dei principi > è degli uomini celebri iti
'ogni genere 1 *
La saviezza e la virtù sono i due prin-^
cipali capì d'ogni educazióne^ ed ambedue
principalmence s'ottengono- con la lettura
dell'Istoria* Rappresenta essa con più veri-
tà, e con prove più convincenti accompai-
gna ciocché è necessario jfcr una giudizio-
sa, e virtuosa condotta s dì quello chc^ non
fanno i libri dogmatici éonipóstì per ìnsè-I
gnare la morale, e la politica. Cosi l'Isto-^
ria tanto* ^crà , che profana <Ìiventano T og-
getto principale delle leziotii, che a S. A.
Kealé dee dare il signor Consigliere, se-
guitando lo stesso metodo fin ad ora
praticato. I progressi di già fatti dal Prin-
cipe in qu'esto studio, ne dimostrano ruti-
liti. Permettenc^o oggimai Tetà sua di fis-
sare la sua attenzione , leggendo V istoria ,
sopra le leggi dei differenti pppoli , la situa-
zione , e la sorte dei quali sono per por-
si sotto i di lui occhj, il sig. Consigliere
troverà in questo studio infinite occasioni
da far rilevare e provare a S. A-'R..che non
sono stati felici i principi , se rron in quan-
to hanno protette e conservate le leggi, so-
pra le quali è stato fondato il poter loro;
che per lo contraria sono divenuti infelici
ogni qualvolta hanno vohito oltrepassare il
pò- ^
dr'Ùustcwo ///. re eli Sveì^ta . 17^5
. potire, che da • es^e loro era accordato;,
-Memorabili e sorprendenti esempj ne som«>
ministra sopra tutto V Istoria d' Inghil-
*terfa .
Abbenchè 1* Istoria giudiziosamente létta\
^da, come dissi ^ la miglior raccolta delle
•verità morali; pur nonostante affine di giu-
gnere a dare a S, A. R. idee chiare ed e-
videntì delte-^irtù e dei vizj^ è importante
farle conoscere qualche opera , la quale si-
itematicameAte tratti la morale < A tal ef-
fetto raccomarKio al signor Consigliere il fa-
re studiare a S. A. R^ 1* estratto da me ca«
vato dalle opere del WolfF, del Locke , del
Burlamachi> e d* altri «
Allorché S. A. R* avrà acquistate chiare
e precise Cognizioni dei Suoi doveri, come
uomo, sarà necessario Tistruirh) con ordine
e con sistema dei doveri eziandio cómft
membro delia società civile , e come desti*
nato per la sua nascita a divenir capo d'u-
na nazioae. Un breve, ma soHdo sistema
del diritto della natura ^ delle genti , già
da alcuni anni pubblicato a Ginevra > può
servire al sig. Consigliere per questo gene-
re d*instruzione, e tanto più volentieri rac-
comando questa piccioli opera, perchè fra
quelle che sono a mia cognizione, prova
in modo più convincente » che il dispotismo
S 2 as-
-2^6 > Hel Regno r della Vita
assoluto è dasnoso tanto al principe « che z\
«udditi ; che per lo contrario la libertà politi-
ca , ed il regio potere limitato ò^ leggi fonda*
' mentali essendo più uniformi alle leggi delU
natura , formano il governo il più glorioso per
il re , ed il più vantaggioso per gli uomit^
in generale. Neir istruire S. A. B. sopra
questi oggetti^ si compiacerà il sig. Censir
gliere di far uso principalmente dei motif-
vi , che si trovano neir estratto della con^
sulta segreta dei 14 febbraro 1^56, e pror
curerà di ben imprimerle neir animo gl'in^
comparabili sentimenti , e le verità contenur
te nella detta memoria istampata unitamente
air istruzione statami data.
Siccome in un secolo cosi illuminato co*
me il nostro noti rimane più dubbio alcuno 1
i:he r agricoltura^ le arti, il commercio, «
ia navigazione non siano i soli sicuri mezr
zi per accrescere l'opulenza, la forza, e la
riputazione delle nazioni > sarà necessario,
che con lo studio della geogra6a acquisti
S. A. R« la cognizione della situazione di
tutti i paesi del mopdo , e dei loro prodotr
ti, cpme altresì del numero, dell' indole^ e
4eir industria dei loro abitatori; tlei domir
p) attuali di ciascheduna Potenza ; della sua
maggiore o minore influenza nel commercio
ftp. Siinili (lognìzipni saranno assolutamene
ne-
di Cusiàtò lÌLfe dtSve^Ù ; iff
'iÌÈcéssarie a S. À: R: àllerchè si {Jorfà èót^
to i suoi oCch) qaanlo alla gehefàlé èèond-
inia d' un regno ap^artie^e . «
Le màtematlchd éssenzialméflté contribuìf^
élconò a ordinare le riostté Idee, ed i no<^
ètri ragiònàtiienti . Sa bène il signor ConsH
glierdj Òhe il talentò di S. A. R. infinita-
fhénte superiore afFetà sua , ha piercnessò
ii'ihcòmindafe ad insegnarle prifaià del coiì-
èueto c(aesta Scienza; e slcconie égli stesso»
thè meglio d'ogni altro può giudicare deN
le diiposiziòni , e àvanzaìtienti di S. A. R.
in questa parte > V ha trovata in istatò di
'p>o$egdir confutile viti tale studiò, si cóm-
jpiacerà tontiriùare le dì già irìtomirrciate le-
zioni , ifatorno alle quali mi diS[5ensarìo lè
di lui profonde cognizioni dallal prescrìzi<:^-
he di Cosa alcuha;
Fra le còghi^ioùl che, indif^èndentemenf*
te dalla loro utilità, sefvorio anche d'ado^
haihentd allo spirito > e che pef tal ragionb
^ono più conveniènti ad un principe, ài
tohsiderat la fisica sperimentale. Osseri^anjt
bene spesso persona del g^ali mondo ,' e ali*
thè di molto spirito, le quali per aver tra-
scurato lo studiò di questa scienza ybannt>
le più imperfette; le più grossolane, e !e
|>iù fal^e nozióni delle co^e cHè tutto di
èadqno sótto i riostrì occhj , e che hella
ÈisfQhtk sonio L'oggetto dei tratcenimenti tto-^
S y stri ^
278 I>él Regno € itila Fita>
stri. Subito che sarà S. A* B.. un poco più
inoltrata nella Geometria , il signor Consi-
gliere incomincerà dutxcjue le lezioni di fì-
sica sperimentale: e qui rimarcar debbo ,
che questa scienza ad esso signor Consiglie-
re è in parte debitrice della perfezione , al-
la quale è in questo secqlo pervenuta.
A questa istruzione il signor Consigliere
farà succeder quella degli elementi dell'ar-
te militare ' scienza , nella quale approfìtte-
rà maggiormente S. A. R. con qualche a^
bile ingegnere, che a tal effetto piacerà a
S. M. di scegliere.
La lingua latina, giudicata oggidì m^no
necessaria che in passato, .cosa che in par*
te può esser vera, essendo stati tradotti i
migliori autori in altre lingue vive, pensp
non ostante che S. A. R. i\on possa dispen-
..sarsi dair impararla . Oltre Tessere le mi-
gliori traduzioni sempre imperfette , e il
leggersi cori poco piacere da, chi intende la
lingua originale-» gode essa del vantaggio,
a lei particolarmente riserbaio, d'esser là
lingua dei dotti d'ogni paese, e nella qua-
le si fanno in tutte le università i pubblici
esercizi . Le iscrizioni delle medaglie , e
dei monumenti presso quasi tutte le nazio-
ni sono ordinariamente concepite in latino;
in fine questa lingua t talmente adottata in
Jsvezia nella real Cancellaria , che le lette-
re
di Gustavo III. re di Sv€:^ia . 279
re all§ maggior parte delle potenze stranie*
re, i trattati, ed altre transazioni con essQ
distendonsi ^^r^pre in lattino. Si compiace-
rà dunque il . signoc Consigliere di farne
proseguir lo studio a S. A* H.^ ed io mi,
lusingo di assicurare per tal niez^o a que-
sta lingua un proiettore, che la preserverà
dalU decadenza, che la minaccia la que-
sto paese almeno.
. S. A. R. non essendo per anche giunto
al grado dell^ necessaria perfezione neìror-
fografia delle lingue svezzese » e francese ,
si continuerà come pel passato cjuesto eser-
cizip . ; . .
Tutti gli studj^ fiti qui descritti occupe-
ranno. S. A. K. ciaschedun giorno delh set-
timana, eccettuatane la Domenica , dalle o-
re dieci delia mattina fìno ad un' ofa^ do-
po il mezzo giorno, e dalle, tre della s'era
fino alle sei, comprese le ore che verranno *
impiegate pef gli altri suoi esercizj^. La di-
stribuzione d^lle ore sarà prescritta a pacifk
te; e tanto meno può qui determinarsi^
che spesso sarà mestieri variarla.
Allorché S. A. R. avrà sufficientemefitc
profittato nel diritto pubblico universale i^
ed in quello delle genti , per poter inco-
miticiare a istruirlo pel diritto pubblico
della patria 9 vai a dire nelle leggi fonda-
meatali della Svezia, verrà comunicata al
S 4 8X-
28ò Pel Regno e della tttà
Signor Consigliere una particolare istr02ìotitf
su questo delicato soggetto.
Se il Serenisiimd Principe reale fa gravi
progressi, come si ha tutto il moti^ro di
credere > in tutte le parti delle indicatei
scienze, sarà per certo un principe sòmma^
mente illuminato ed instrutto : . ma non è
quello che forma la felicità d'un re^ e che
lo rende meritevole dell'amóre del suo pò**
polo. Vi abbisogna per questo più seAti-
mento che spirito; vi Vuole un'anima nò-^
bile ed elevata, uh carattere dolce « ed ùii
cuor ripieno di beneficenza è d^ amore pef
gli uomini. Per procurare ad un prìncipe
giovine questi gran vantaggi , deesi , nel
coltivare il suo spirito, aver atténlioité
tontìnuau al suo cuòre, ed al Suo caratce^
re, e dirigere, per quanto è ptossibìte, tut*
il i Suoi studj in modo, che il cuòre resti
commosso^ airioiato, é penetrato dal desi"
derio d'ottenere Tamofe, la stima,' e Taf-^
fezione degli uomini . La maniera di pen*'
sare del signor Consigliere , mi persuade
talmente delle ^ne premure riguardò' a que-'
Sto , che credo inutile il maggiormente
dilungstrmi su tal soggetto. Non mi rima-'
ne che porger voti,^affiAchò T Onnipotente
voglia: accordargli b sanità, e ogni altra
benedizióne necessaria in un posto si im^
portante e difficile.
Né
•flfi Ouilavo IIL te dì Svelta . iSt.
* Jf è solamente il conte di Scheffer si ri-
àcrinse. a dare una tale istruzione al prec-ec-
fere del PHncìpe reale, .uà volle di pitf
indirizzare al medóstmo^ terminato il corso
degli stud) , sotto il signor di Klingestier-'
na un'.iaterpretatìQhe e .spiegazione dello
legè^ fotidament^li del regno , concepita nei
tdgoentt termini .
Nel corso dei passati vostri studj aequt>>
liate avete molte cognizioni, ché~ha|ino a-
vuto per tscopo principale il piantare Hon-
damenti della grande ed importante scien-
za^ che si sta ora por svilupparvi; voglio
dire le leggi fondamentali della Svezia, che
contengono , e conservano la forma del suo
governo . Se dalla morale ha ricavata V. A.
, R; |a cognizione dei proprj- doveri eomc
uomo; se dal dritto- (^bblico universale
gli ha poscia imparati conte< membpd della
società civile, Y oggetto princip^aicaelle in-
struzioniìr<he ha avute > è stato di dispor-^.
re il^uo spirito ad un più rtflessitro e più
profondo studio di quelli 4 tome Svezzese , e
come . destinato dalla provvidenza a divenir
capo della sua nazione. Questi ultimi dov^T^
ri, che sono per V. A. R. i primi* ed4
più. sacri di tutti > si trovano intieramente nel-
le leggi da noi chiamate fondamentali, del-
le quali mi propongo spiegargliene il con^
tenuto.
S 5 Nel- '•
z%^ J>cl Regno € della Vita
Nella "giurisprudenza pubblica universale
T. A* R* ha di già veduto cosa sono V
leggi fondamentali in generale, cioè a dire
gli alti pubblici , che in una società civile
determinano i diritti e i doveri rispettivi
di chi governa , e di chi obbedisce; i óx^
ritti e doveri che stabiliscono la forma d*un
governo. In Isvezia questi atti pubblici
€ono
I. La forma del govèriio del 1720.
1* Il regolamento delle diete del i72)«
'3. Katto d'elezione del* 1743.
4» La promessa del Re del 175 1 come
|wre la prima di S. M« del 174).
t;. I^ costituzioni di tutte le diete nei
punti riguardanti la religione e la forma
del goryerno. ^
. Prima di passare alla distinta spiegazione
é\ queste leggi, e ordinanze^ debbo farvi
alcune osservazioni generali proprie a op-
portunamente illuminare questo gran sog<*
getto > affine di ben penetrarlo a fondo.
Primieramecite conviene osservare ^ che
tnite le nominate leggi fondamentali sono
approvate , raccolte f e stabilite a nome di
tuttavia nazione svezzese dai suoi rappre*-
•jentanti o deputati, i quali fin dai. più ri-
moti tempi hanno portato il nome fra lìoi
di Stati del rej^no. Vedrà V. A. R. in ap-
presso come sono composti questi Stati, in
qual
di Gustavo III. re dì Sve:(ia. ity
qoal maniera vengono eletti , e come auto*
rizzati. Basta qUi ch'Ella resti informità «
che in Isvezìa %\\ Stati del regno debbono
esser riguardati come la stessa nazione, e
come se tutto il popolo svezzese fosse ra*
donato e presente • Sembra potersi a questo
obbiettare > che gli Stati dovendo essere
eletti 5 e autorizzati , non si può concepire
Tidea d*un mandatario senza il committen*
ìe; e siccome il committente > o sia quello
che conferisce ia sua autorità ad un altro ,
gode incontrastabilmente del diritto di far
tendere conto al rappresentante delle sueo*
perazioniy parrebbe venire in conseguempt
che gli Stati non rappresentino tutta la na^
biotte ) e che questa abbia anzi il diritto di
chiamarli al rendimento dei conti* Ma sotf
altra vista convien considerare quéit' og-
getto ^ '
I.* Una società Composta di parecch) mi^
llotii di persone non può radunarsi in ùti
medesimo luogo per individui. 2. Ferque^
sta ragione tutto il corpo politico è in ne-
^cesaità di trattare gli affari generali per me2-
20 di deputati. 3. Da una tal necessità d-a-
giré f^er mezzo di deputati ne nasce, quella
di conferir loro senza riserva- i diritti e
r autorità di tutta la società; perchè se vi
volesse fare qualche eccezione, Kuso ét\
diritto eccettuato sarebbe egualmente irhpos-
si- '
a 84: -^^' Regno e^Mlck: Vita
sibil nel €*tto > e non pojtrebbe : aver luojgo^
in veruna, supposizione . 4* AUorchè una
società si è spogliata di tutti i »uoi diritti^
e di tutta la sua autorHàv e che^T ha co-
municata ai suoi deputati « dee svanire ogn'i^
dea di committente ^ e di no^nd^tdrio , mena-
ste questa porta secp una riserva di diritio
e. d'autDn^à. che impliqher^bbe contraddir'
zione. 5w Benché i debutati della società
svezzese^.o membri. della dieta siano muni-
ti di una piena' autorità) ciò t>pn ostante
non è questo in sostanza , che u!»9 pura
formalità stabilita dalle leggi per le ragio-
ni che ricorderemo più a basso, e dalle
qi^ali i>on si può nulla coif^chidere contro i
principi ^ generali abe $i seno stabiliti e
provarif . Da queste considerazioni .appari-
.sce chiaro, e incontr^stabik che gli Stali
del regno debbono esser riguardati , coptie
.dissi, quanto la iKizione isiessa . V. A. I(.
vorrà quindi ben o^serv^re <^ . che il fine 41
tutte Iq risoluzioni degli Stati comprese sot-
to il nome di leggi fondamentali, oltre k
conservazione della vera religione^ e della
su?i purità T è di prevenire T autorità arbi-
traria. Fin da più rimoti tempi la nasone
.svezzecie . ha avuto dei fre; ma la loro au-
torità lungi dal dipendere dal capriccip, e
dalla volontà d'un sol uomo, fu ser^pre
regolata e limitata. Il regno di Carlo XL,
e quel-
di Cùsmió III. te di Svè\ìa . r |f ^
e quello del suo figlio Carlo XIL , spnor i
soli da eccettuarsi. Sembra però che ia
provvidenza abbia perme^a questa ìnfrazio«
ne degli antfcbi' costumi^ e diritti della na-»
2iotìe svezzese, a solo oggietio di render-
glieli tanto più cari , e di risvegliare le sue
premure per difenderli don li più formida-
bili ripari. Allorché il re Carlo XIL, che
non lasciò figliuoli, ebbe terminata la sua)
' carriera ^ il risentimento del peso , e dei
mali del dispotismo era giunto al colmo*
La nazione ritornata nel diritto di disporre
di se stessa^ nulla ebbe più a cuore, che
il limitale T autorità reale in modo, che
ogni tentativo contro la pubblica libertà di-
Irenisse, se non totalmente impossibile^ aU
meno difficilissimo •
Occupati da questa sollecitudine gli Sta-
ti del regno ^ avevano certamente presen-
te all'aninra, e ciò eh* era avvenuto arllif
Svezia , e V esempio di altri regni i i cui
Sovrani avevano fatto ogni sforzo per me^-
tersi in possesso d' un' autorità arbitraria m
Ma se avessero potuto prevedere^ che na-^
scerebbe un di al trono della Svezia uni
principe dotato di qualità di spirito , di co^
gnizioni, e d'idee tanto giuste, e tanto pu-
re , quanto quelle che dalla mano dell* OH^
nipotente ha Y, A. H. ricevute, in tal ca-^
so meno estese sarebbero forse state le lo-^
tt6 . Pei JRtgw i d^ Fìta
fj^ precauzioni coDtro U reale autorità ; per-
chè allora facilmetite sarebbomi £gurati,
*cbc un limitato potere sarebbe ^t^to spon-
taneo al cuor di -Ufi prìncipe illuminato e
virtuoso , e eh' egli se ne sarebbe formato
una soddisfazione» e un piacere. Vi A. R.
comprènde con, facilità, e nteglio ancora
né rimarrà persuasa col crescer degli anni,
che la vera felicità d'un re è assicurata
piuttosto dalle leggi e dai regolamenti , che
dal capriccio e dall' arbitrio . ,,
Compito il corso degli $tud> e dell' edu-
cazione del Principe reale secondo tali io-
etruzioni^ ed educato Gustavo. III. al re^
«no di Svezia d^ si eccellenti precettori ^
^opo sette anni d' applipazìoue indefessa a)-
le scienze ed alle belle, lettere, egli neire-
4à di anni diciannove entrò nelP assemblea
del senato; e vi fu introdotto alla presenza
nlel re suo genitore dal conte di Scheffer
^uo ajo, p direttore; il quale in tal occar
-^ione tenne al Re ed al senato il seguente
osservabile discorra
DI-
di Gustavo filare <fc Sve^ict. ;^8j
DISCORSO DIRETTO AL RE.
ApOLFO FEDERICO , .
jlvantì V assemblea del penato , allorché il Pritir
cipe reale Gustavo vi fece P ingresso termi^
nata la sua educazione da S. E. Il C* JTn
Scheffer senatore eie.
COa la compiacenza dì V. M. e col coq*
senso degli Stati del regno ho io V o-
nore di dimetter oggi V importante carico
siatopni già per sette anni affidato • La gi£)r
}a> dalla quale mi. trovo penetrato alla vir
sta dell'esito felice di mie. premure, noa
mi accieca sul poco merito che a me ne
deriva. Tutto fu opera della provvidenza » '
che adornò la persona di S. A. R. dei più
rari doni della natura, che gli pose dinaa--^
ei gli occhj i più sublimi esempj, e ch<?
dispose che la sua educazione, affidati! fosStO
fin dalla più tenera età «1 più saggio , ^d
al più illuminato governo.
Debito mio sarebbe il rappresentare in
questo punto sopra quali qualità fondate so*
no le nostre grandi speranze; ma conoscen-
do la modestia di S. A. R. un più impor-
tante dovere mi obbliga a non fare il suo
elogiò alla presenza di lui stesso. Mi ^
dee però . conpedere di non passare' sotto si-
leni ^
iég t>€Ì Mgfio é della fiia
ìe;izio il suo profondo e tenero rispetto per
gli itugùsfi suol génrtoM. e l'ardjèntè sùd^a-^
more per la patria, (^esti Pentimenti. sonoy
se m'è permesso di così parlare, l'ani-
iSiat dèlia ^ua esistènza^ ed egli tie ritrarre
tutto giorno con rajuio dèlf Altissimo nuòvi
motivi di accenderai sempre pifi nelfe vir-
tù, che appartengono air elevazione dèfiud
rango, e che ne . formano Tornamento e
la glòrfa. • _
Betiediòa l'Cfhriipotehte iri questo pbntò
1* ingresso di S. A. R. nella carriera, a cui
lo chi^ors^ la éua nascita, e di cui l'hratl-
ho così presto réso dégno' le sue cognizio-
ni ! Possa questo giovine pvìhcìpt por tutto
il corso' df $ua ^ita disprezzaf la falsa glo-
ria di comparir grande, ed esser serislbilé
alla v'era, di formar dei felici. Poàsa es^ef
sempre persuaso che II suo potere, e h
'Tua autorità noix debbono', esser fondatf sufi
tfnioré, nia sul rispetto, e sali' aiiiore chd
itìspirano la giustizia , é la bontà \ jSfon po^-
sa giammai calpestare ,. ma proteggere t
riiatitenere nel lofo vigore le legèi! Pòssa
finalmente tener sènlpre chiuse Torecchié
alle lodi degli adulatori^ e non ascoltare
the il testini'onio di sua Coscienza f Acqui-
eterà aHoi^a il gran nome di vostra Maestà
un nuovo lustro nella persona di S. A. Hi'
e stnza adalazìone meriterà questo principe
di Gustavo IJI, re di Svec^k^ , jt8^
\\ nome di gran4<?f che pgrtcr^ con gloria
eguale, a qpells^ del famoso re di Svezi^^
GysTAYQ Adolfo, a cui per singolare dit
spo^izione deilsi provvidenza fin da ora si
Tassomiglia n^iressefe dppp di lui il primq
Fripcip^ ereditario di Svezia, cbe abbi^
prestatq a sqp padre sul crono, la fede, e;
r omaggio di suddito. Questa circostanza^
sia, per grazia deU' Altissiipq , il felic? prei*
sagio , che sopra la Svezia , e sopra | cuon
ri degli Sv^zzesi regnerà an?pra un* volt^
Qustax)o il Grande!
Bli raccom^ncip sil^a bqnt^ delja M. Yf
che fino all'ultimo respiro procurerò di nier
' Titarmi colla mia venerazione , colla mia fe^
deità , é col mio zelo .
Entrato il prìncipe erede del trono iX
Svezia nel Senato ;, e nel gabinetto, ed am?
messo nel consiglio degli affari di Stato ^ tov^
gli si diede prima di tutto, ad esaminare
con grande attenziot}e qual fx2sse Tammini^
strazione interiore , ecclesiastica , civile , crir
minale e politica del regno; in4i volle a-
vere una piena istruzione di quanto spetta
^Ua nazione sulla quale egli doveva xxn gior-
;^o regnare. E^' necessario di fatti ad un
sovrano il formarsi , dei paesi e 4ei popola
c\\t deve governare p una profonda cognizio*
n^. Gustavo nulla tralasciò di tutto que-
sto. Le ricchezze nafurali del saorfgno, 1^
. / pò-
!190 Dd Regno é déU Vita dt Gustavo IH.
jf^apolaziohe > il carattere nazionale , T educa-
zione , la cultura, T industria, lo statò dell'
/arti e delle scietiEe* Il commercio inferno
ed esterno, lo stato militare^ le rendite d
le spese dellai corona^ le finanze furono gli
oggetti che fissarono la sua atteitzìone . Noi
dì tutti questi^ somministreremo ai lettori
tin esatto ragguaglio, prima tli farsi al descri-
verà parttcolarnlènte il regno e ta vita di
Gustavo III. ónde tit risuki oi&Mdea chia-
to e precisa dì quantor avremo occasione di
trattare nel corso della medesima > e nei fat«
ti strepitosi degli ultimi anni del suo go-
verno 4 I
Fine dtt Toma I.
NOI
19^
NOI RIFORMATORI
DELLO STUDIO DI PADOVA .
A Vendo veduto per la Fede di Eevisio--
x\. ne, ed Approvazione del P. F. Gio.'
Tommaso Mascheroni Inquisitor Generale
del Santo OfEzio di Venezia nel Libro in-
titolato .' Storia del Regno , e della Vita di
Gustavo TerT^p re di Svezia Tomo I. MS.
non vi esser cosà alcuna contro la Santa
Fede Cattolica, e parimente per Attcsta-
to dei Segretario Nostro , niente contro
Principi^ e Buoni Costumi, concediamo
. Licenza ad Antonio * Zatta Stampator di
Venezia che possa esser stampato, osser-
vando gli' ordini in materia di Stampe ,
e presentando le solite, Copie alle Pubbli;^-,
che Librerie di Venezia^ e di . Padova r
Dat. li 12. Maggio 1792.
( Giacomo Nani Kav, Rif.
( Zaccaria V^llaresso Rif.
( Francesco Pesaro Kav,^ Proc, Rif,
Registrata in Libro a Carte 283 al Num. 1 5
Marcantonio Sanfermo Segr.
S T O RI A
DEL REGNO
E ISELLA VITA
D 1
GUSTAVO III
RE DI SVEZIA-
TOMO SECONDO,
VENEZIA,
PRESSO ANTONIO 2AT.TA E FIGLI.
MDCCZCIi;
CAPITOLO i,
Jmmìhìstraiìone interiore ^ ecclesiàstica^ civile ,
Criminale e politica del regnò di Svezia,
Kela^ionì dì questa Poten:^à (olle Corti
Straniere ^
L
/A DieCà in coi risiede U suprema' le*
gislativa autorità, è composta del Rè, le
cfui prerogative le' abbiamo già descritte', e
degli Stati V che veogono adtinati dal solo"
Volere della corona e cortsistc delle quadro
camere. 1. dei Nobili; II, del Clero; IIL
dei cittadini ; e IV. dei paesani .
I, La prima cantera è quella d'er Nobili r
Son eglino divisi in Conti, Baroni, e noti
titolata nobiltà. X7na famiglia una( volta' noi
bilitata contitìua tale da generazione in' ge^
lierazioney tanta nettai dritta linea che nfei
var) collaterali suoi rami {a} ; e tutti po$v
. .._._J : ^ ^ieg.
(a) 7/ Leggitore scuserà là lunghe^c^à della
seguente citazione , norì tanta in considera-'
elione della giuste^:i^a delle' ossetva:i^ioni , <f
delf applicàiione fattene al soggetto , quanta
pfirci^.egli è runica luogo, ove la differenza
' • A %• • /ra'
4 J>el Segno e delia Vìià
seggono gli stessi generali privìleg), che
consistono principalmente nella capacitli d^ es-
sere Senatori , Ciatf|iberlani , q di ottenere al*
tri civili impieghi Sintomo alla persona del
Re
tra l'inglese e la straniera nobìltk viene
^ predsamaite e chiaramente verificata.
^ Z' Inghilterra è r unico paese in Europa ove
la distinzione M per esempio^ del nobile , e non
nobile più lungi non si estende che quanto la
natura del governo lo sembra ricercare \ per-"
che quivi la nobiltà come tale non forma
già una distinta classe dal resto della na-
ipone « Siccome t erede è unicamente il capo di
ciascuna nobile famiglia che quivi ha titolo
agli onori e privilegi della dignità di Pari^
non è dunque f uomo che vantare possa u*
na lunga serie di titolati progenitori , ma
r erede che ha voce legislativa^ eh* egli ste9-
. 40 è nobile . / più giovini rami at queste
famiglie , siccome non hanno parte nella le-
gislatura ^ pochi sono quelli se non per cor-
tesia, che vengano distinti dai loro concit-
tadini^ coi quali eglino e i loro discendenti
assomigliansi e vengon tosto confusi nella
generale massa del popolo . Perciò questi
divengono una specie di anello tra la no^
biltà e i comuni; un anello che ^ connet-
tendo i loro interessi y previene ogni divisio-
ne
^ Gustavo III. re di Svelta. 5
Ke e della corte , e in una esenzion del ca*
pocenso. Il pocer creare iiuova nobiltà st^
ripósto nel Re ; ma il numero è limitato 4
In una Dieta tenuta sótto Adolfo Federico 1.
fu emanato 9 che niuno vi fosse aggiunto
finché le famiglie di quest'ordine non fos«*
sere ridotte a "* 1 200 *
11 capo di ciascuna nobile famiglia nella
dri^
^ — ^ • ' ^
ne ira questi due ordini fieÙa loro capacità
di memori della stessa società ì, e il quale
forma di quella società, una continua cate^
na y ninna parte della quale può toccarsi sen--
^a trasfondersi , per una quasi elettrica comu"
nica:^one a tutto il resto • In altri paesi ,
ove quei che sono una volta nobilitati tra-*
smettono gli onori e i privilegj della nobiltà
a tutti i loro posteri egualmente ^ nori vi è
anello a connetter i . nobili al resto detta
na:^ione'y al contrario una linea è tirata fra
-^essi a perpetuità i una linea che taglia per
così dirCy la catena della società in due^ %
separati termini della quale sembra piuttosto
che respìngano di quello che attraggano gH
uni agli altri. Per conseguenza quella con^
jffun:^ione di viste e d* interessi non può a^
ver luogo appieno nella nai^ioHe , dalla quat
unione dissi un libero governo dee in gran
parte riconoscere la sua salve^^a,*^
A 3
. I
è T>d Regno e della^Vzta
dritta Ifnea è per nascita uii membrb di
qnesta camjera; e rappreseti ta nella sua per-
sona , tutta la più giovanil parte di quella
linea , come altresì i rami collaterali . Se di^
Venta ^senatore , a causa del* 5uo ufiizip
'Vien'egli reso incapace dal? avere un luogo
nella dieta; ma gode l'autorità di trasferirò
la sua carica ad altro nobile. Qualunque
rappresentante che non voglia venire alla
dieta ) può mandare un sostituto, purché
€gU nomini una persona delia 5ua propria
famiglia (a).
Siccome vi «ono incirca j 200 nobili fa-
miglie « se v'intervenisse cfascun caponi
membri presenti nella camera ascendérebbon
a quel numero; ma non essendovi necessità
di
(a) Anticamente ciascun capo avea V autorità di
trasferir la sua carica a qualche altro nobile ;
ma siccome questo privilegio dava origine ad
un scandaloso traffico di vender le sedi \ la
camera fece un decreto , proibendo ad ogni
Yappresentantè di stabilire un nobile di al--
tra famiglia per suo sostituto in pregiudia^io
della sua propria famiglia in tutti i suoi
rami collaterali^ ciascuno dei quali poteva,
in preferènza ad un alieno^ preteridere un
diritto di assistere ad una dieta ; se il capo
non H)oles^é intervenire.
di Gustavo IlL re di\ Svèzia . 7
di assistere alla dietg ^ i rappresentativi va-
riano . .Neir ulcisno regno ^ allorché i loro
voci erano ^i m3|;giore ironseguenza di quél*
lo sknò' sotto la; pneseme forma di gover-»^
tio^ ordinarìaiXì^Qté asoeoficva.il loro njunsero
a 900, ovvero 6oa; e in una nowbìle oc-
casione , allorché Adolfo Federico intimò la
)sua intenzione di abdicare il trono, più di
tnille.' presero le loro sedi .
II. La seconda camera è quella del clero
(a) . I rappresentanti di ^uest* òi^dine consi-
stono dei quattórdici vescovi , e di un ccr*
to numero di ecclesiastici scelti nella se-
guente maniera ;. Lo scatto del Re essendo
prmnulgato al Cpn^sistoro od eccfcsiastica
corte di ciascuna Piopesi ^ V ultimo spedi-
'sce
(a) // Governatimi delle próvincie ^ e i Colon-
netii di ciascun reggimento intervengono al^
le semoni della dieta, ond* esporre i loro
rapporti ; ma non hanno voto , tranne quanr
.do prendono le loro secfii com'è ordinaria^
- nfènte 'il caso , ^ai rappresentanti del loro
. proprio diritto , o per sostitu:^ìone dej capi
4i nobili famìglie^ Queste circostante hanno
^indotto alcuni autori erroneamente ad asse--
firey che i governatori è Colonnelli hanno ,
jn gratta del loro ufficiò^ titolo' da sedere e
votare nella cam^era dei nobili,
; ^ B 4
t Del Segno e della fht»
sce una circolar letcera air Arcidiacono di
un diicrecto che ha il dritto di elezione:
ed egli comunica le citazioni agli ecclesia-
stici delle sue <liverse parocchie • GiascnniF
persona che possedè un benefizio, ed ogni
superiore o sotto^maestro delle scuole readi,
è un elettore , e può essere un candidato a*
bile a rappresentare quel distretto (a). Gli.
' Elet-
(a) La luterana è la stabilita religione dS Sve^
^ia. I membri sono Fescow, Degani^ Ar*
cidiaconi, pastori o rettori^ e amministratori
o perpetui Curati. Vi sono ^pmltordicì Dio^
ce^i; r Arcivescovato di Upsahy e i Vesco*
vati di Mndkiopingy Skam, Stroengnois ,
Waesteros^ Wexio^ Abo^ Zund, Borgo ^
Gotheborg^ Calmar^ Carhtadt^ ffermosand,
e Wasbp o Gothland. te rendite di Upsa^-
hj e Westeros ascendo^ ed inarca ioù$
lire sterline alt* anno; e quelle dei più basa-
si Vescovati a Itre 390. I Vescovi sono ob-
bligati a residencj^a , eccetto alT adunanza del-
la Dieta. 1 Capitoli di Upsala^ Land ^ e
Abo , i quali formano università , sono com-
posti dei Vescovi Degani che sono sempre
primarii professores di Teologia^ e gli al--
tri professori in diversi rami di letteratura ;
in quelle Diocesi in cui vi sono i gymna-
sia^ consistono del Vescovo ^ del Degano e
dei
ii ^wfv^ ///r re a Sififga : %
Sletl<»i adttaa^ in alc«if luogo verso \t
centro delF arciìdiacomai ; e la persona cfie
abbia la pluralità dei voti, viene scelta per.
iiippresemante« I Vescovi sono obbligati,
pagar le ?pese del loro , sedere in dieta 9
quantunque ordinariamente ricevano nelle
più gran diocesi quindici seeljrni al gioraor
e nelle più picciole dieci ^ ma le altre pa-
gar debbono pei loro eostìtuemi circa 506
scelini al giorno . Il numero dei rappresene
tati vi è incerta y perchè ciascun Àrcidiaco-^
no ha il privifegio di Spedir un membro,
o di unirsi con altro nella scelta di uno;
non di rado intervennero meno di ^ 50, nò*^
mai eccedettero So»
III. La terza camera i quella ^ dei xitta^
di ni» La Svezia contiene 104 città che go-^
dono il privilegilo di spedire membri alla*
dieta . Ciascun cittadino di queste città im«
pegnato in traffico e commercio , per cui
pa*
dtt LciSores gymnasii , a professori . Nella
I>iocesi di Wisby 0 Gothland^ il capitoh è
/ormato dal Vescovo e dai vicini Rettoti.
Vi sono alifeà tre sopraimendeffti r ^he hati'
fio il rango di Vescovi^ ma non siedono
nella camera \ il primo Cappellano del re;
il Rettore di San Nicola in Stokholm^ e -il
primo Cappellano delta marina^.
té Del Regno e ieUé^'TìM'
pagali tasse alla coróna diviene itlP età di
anni 2 1 un eleuore( a) \ ed ogrti cittadino
anco della più ba^sa meccanic'ar^ , che sia
stato libero Io spazio di sette ^nn!^ o un
Aldermen per tre anni continui , pàrclrè ginn*
to air età degli anni 25 , viene qualificato (*)
ad essere un rappresentativo. Ià citazioni dal-*
la corona essendo promulgate dai governa-
* to-
(a) I Comministri , 0 perpetui Curatì , scelgo*
' no altresì uh rappresentativo dcù Commi-
nistri dì ciascuna diocesi , ' '
(hi) Il diritto di votare dipende^ in divèrsi
luoghi j da qualità diverse-^ in alcuni luoghi
derivò da una certa tassa:(tonfi sopra- i capi*
tali impiegati nel traffico^ in altri da una
tassa soprr^ le terre dentro il recinto della
città etc. In tutti i casi ^ le persone che in
questa maniera contribuiscono ampiamente
alle pubbliche grave^e^ godono un aggiun*
, tu numero di voci proporzionato al molti-^
plice* the pagano. Supponendo^ per esem-
pio^ un^ annuale rata di ^. scelini , qualifi-
' ca per un voto ; una persona pagando
S scelini^iié 'ha due; io se, quattro voti,
e così in ' proporzione . In Gothenborg vi
sono ih Circa lóoo' elettóri \ alcuni ricchi
fàercflnti possèdoho parecchi centinaja di
voti. •^' * ^ "^ ,
di Xiùuàix) IH. ^t di Svezia : 1 1
«ort delle provitìciii, gli uScimi * le trà^mef^
tono al Majggiore e AldemeH éì ciaschddu*
ni cittk dtie ha il didtto ' di elegger mem-
bri . 11 ^ Maggióre aduna gli Elettori «ella
sala della città > e la' Iòr6 scelta è determ^
Hata'dalh pluralità; e a niùn ritiro fuorché
ai liberi bomìnf 'Viené* permesso J* essere
presenti . Cfaschcdan irapprc$fentatìte riceve
dalla loto còstijtuztone una picciola contri-
buzione , la -quale ' nelle • più* grandi ^ittà
ascende a 15 Vcelìnì incirca, e iielle più
picciole a 5,' 4» o due *'scelirti ài gior*
rDO durante h foro comparsa alla dieta ^
Il numero • dei metabri ifappresentantl
iquest'ordihe nbn era hì'ai precisamente lo
gtes^o.' Ciascuna ' città mercantile ' ha infatti
Il diritto di spedirne due , altane delle più
grandi Come Ootheborg^ Nòrd Kfoping,
^GefTe, e pòche altre tre^ e Stokholih sem-
pre ne depùu dieci {a), ma alcuhe' volte
una' o due pictiole città unite eleggono un
sdlo depurato ; e in -tfltri tempi ciascheduna
sceglie i suoi proprj Smembri. Il tónsuetò
' ' nu-
(a) Di questo numero quattro Sono eletti dal
Maggiore e dagli Àldermen v due dal cor--
pò dèi mercaìantV aìP tngrossò'\ due da quei
the vendono a ritagliò^ è due dalle pèrsone
impiegate nelle manifatture . ' • —
ti ^ De/ R^no e detU fìat
namere di raro è minore dol £00 , é ni»d
mai eccedette i ^op.
lY. La qoarta camera è quelU dei pae-
sani, i 6x cui rappresentanti sono e rengo^
no sceki dal seguente ordine di sud<&t» . La
definizione di un paesano é un affictajuolo
impiegato in agricoltura, che possiede ter-^
reno» il quale mai non si die a traffico ve*
tuno, né fMòt giammai verun civile ufficia «
Questa descriaione ìncKiude solam^eme foH
loro» i cui antenati erano altresì affitta)uOf
lif t non ebbero il titolo di nobili» citta^
dini, ovvero di proviniciali gentiluomini,
quantunque possano comprare i poderi del
paesano» o votare od essere eUui membri^,
La terra che qualifica il éttajiuolo » eh* è
un paesano 9 a divenir elettore « dev'essefe
4 terra della corona, ó di sua proprietà.
. La più pregevole di queste possessioni può
taiere i 300 lire sterline • La più povera in-
circa lire }ó. Se il terreno viene posseduto
da due o più paesani , il voto è diviso- tra
i diversi proprietar), ciasqatu) godente quel-
la porzione del voto che sia proporzionata
alla sua porzion della possessione, ma cia-
scuno di étsi è qualificato abile ad esse*
re un. rappresentante .
I paesani che in tal guisa godono il pri-
vilegio di nominare i deputati,, od esser
eglino stessi eletti, posèon dividersi in;, tre
cfas-»
a Custai)o HI. ri di Sve^a. 13
classi : i paesani le cui possessioni siano
terre della corona, da essi godute in vita
còl pagare un annuale censo, e dalle quali
non possano venire rimossi > se non quan-
do fossero formalmente colpevoli deiraver
negletta la loro cultura. Alla morte del
proprietario l'affittanza viene quasi sempre
accordata al figliuolo primogenito . IL e IIL «
quei paesani chb comprato abbiano per sei
a^nnij q dalla corona o dai nobili, la per-
petuità delle lora terre eoi pagare un
censo,
1} modo di elezione è come segue. lìa
citazione essendo spedita al Governatore
della provincia > egli la spedisce ai giudici
della Contea , ciascuno dei quali chiama i
paesani dentro la sua giurisdizione , acciò si
adunino nella corte di giustìzia, e alla sua
presenza nel giorno prefisso per la elezio <-
ne • I membri sono scelti a pluralità di vo-
ti • I costituenti unisconsi nel contribuire la
somma di tre quattro o cinque scelini al
giorno per le spese dei loro deputati alla
dieta. Gli elettori che ordinariamente adu-
nansi in ciaschedun distretto, sono di rado
meno di 30, o più che 100. 11 numero
dei rappresentanti nella camera dei paesani
è estremamente incerto, perchè due distret-
ti ordinariamente unisconsi nello spedire un
deputato ^ e in altri tempi n' eleggono due,
ma
i4 Pei Mepùi è ^ta^fiifi ;,
^a ad un ^vero ^calcola non niaMsi^endo tt(^^
a più di centq.
t^ Svezia è il sola paese, dovè i rap-
presentanti, def ceto dei lavprahtr formaha
qna classe separata, e; .distinta- nelle asserii'^
Ì)le(é nazionali/ Possono proporsi . tìcille d«e-
liberazioni relative ^agli interessi pubblici y^
molti oggetti' c(ie un p^aesatno. rioitsaprS: cq-;
floscere e valutale; ma si trattano molù an:"
Cora^ che Io r^uard^no pariicorafm^tlte , e;
per isviliipparc i . quali < le sue ^iflessionf
possono essere della piììrgrandef utilità. Nel^
le dissensioni medesime' i che non s(pno' al-
la sua. portata, egli porrebbe affejrrare dei
punti , di vista ass^l utili, se t\cr^eua gli
viene rappresentato nella iiua vera luce,
éenza raggiri insidiosi: il semplice buotì sen-
so, ^ la logica- naturafey giudicano^ spessa
tanto sfanamente^ quanto Io spirito- coltiva^
to dallo studio e colla faticar di mente. 0-
gni distretta olanda un deptitato e la spe-
sa. L'^ ordine dei paesani» e; qpello dei cit--
tadini hanno uri oratore notpihato dal Re^
ìi quale ancora assegna ai paesani un sègre-
ta:rio, impiego civile, e phe semprf ha: gran-
de lntfuenz:a. JL"" armata ancor essa sr può
fare rappresentare alla: dieta (fuando è con-
vocata^ I colonnelli dei reggimenti, ed ,un
^ Certa nu,qjero degli altri uffiziali dello stata
maggiore spnp i suoi deputat^ . Ti sono nel-^
■*'.'' I* *'
Ji ft^tap^o II/, ré .dì^ufih . r ^
U.pvCVid^,deì^^pas%ìdemì di terre # di iDìnic--
re e di ^abbrid^e> i quali non appartengo-
no a nitirio dei, quattro ordini del regno ;
siccame questa dasse di .cittadini non esi-
geva < quando gli stati furono organizzati ,
cglincf iio^n h^nno rappresentanti •
Le' funzioni/ colle quali s'apre e' chiude
la dieta, presetitàno un gratìde e belìo .spet-
tacolo . Il Re i iti tutto 1* apparato' della mae-
stà , si porta; dal palazzo alla Cattedrale^ ver
dove gli stati Io sieguono pfocessiorialmente .
L'ttifizio divino si fa seoipre al solito > a ri-
serva che un Vescovo fa tempre alloifa la
predica. Dalla Cattedrale 41 Ke^ e;, gli stati
passano in una sala del palazzp reale, de-
stinata per la radunanza dei Tappxeseot^n0
della naziQpe^4 L'assen)|)lea: si, pone in ordi-
nanza, ed il He s* asside, spf trono v Egli p^
nunzia uif discorso > al qua^e ; rispondono U
Maresciallo , e gli oratori : se vi sono delle
cose da esporre agli atati ,- il cancelliere U
legge. ' ^ ,;. ,.. ,
Gli stati radunati > stabiliscono .por elezio'-
ne di pluralità ;tli voti divèrsL,fomroissarj,
incaricati delle^^isciissioni previe degli og-
getti , che debbono essere * trattati ^ Questi
comitati rimettono ai loro costituenti il ri^
sultato dei loro lavori, e servono di gùHf
ai qaattjro ordini nei Ìor9'. decreti^ I voti ^
Con* .
a De Xegno e detta Vitm
considerano per ordini, t non sui deputati
}h confuso.
La nobiltà tiene le ave Cessioni nel 8ti6
palazzo; il clero nella sagrestia della Gatte«
•drale; la cittadinanza in una sala del pa-
lazzo della città 9 e T ordine dei paesani in
fin* altra sala di questo stesso palazzo .
In tutti gli Stati d*una certa estensione,
r amministratone interiore è una maéchi-
tia complicata 1 della quale le risorse sono
difficili a conoscersi : ma non si pentirà veruno
d'averla studiata. E' cosa interessante il sa-
pere per quali mezzi si conservino il ripo*
so , la sicurezza , e la prosperità dei cittadini •
Tutto il regno di Svezia è diviso in ven-
totto governi.
I. Governo di Upsala ; comprende la
uaggtor parte della provincia d'Uplaadia;
il governatore risiede ad Upsala.
IL Governa di Stokholm: egli compren-
de una parte della Uplandia, e di Suder*-
tnania: il governatore risiede a Stokohlm.
III. Governo di Skaraborg: comprende
la parte orientale della Vestrogothia ; il
governatore risiède a Marieholm vicino al-
la città di Mariestad.
IV. Governo di Obo , e Bioerneborg ;
egli comprende la Finlandia propriamente
detta, e risola di Oeland: il governatore
risiede a Obo,
V.Go-
di Gusèavo III. re di Sve\ìa l 17
V. Governo di Cbronoberg: comprende
la parte occidentale, e meridionale della
Sm.olandia: il governatore risiede a Crono-
berg» vicino alla città di Wexioe.
VI. Governo di Jonkìoeping; comprende
la parte settetitrionale della Smolandìa: il
governatore risiede a Joenkioeping •
VII. Governo di Vesimania •/ comprende
tutta la provincia di ^e^tmania, a riserva
di qualche distretto , ed una parte dell' U-
plandia: il governatore risiede a Vesteros.
Vili. Governo di Kymenegord : compr-en-
de la provincia di questo nom^c; il. Gover-
natore risiede a Heinola.
IX. Governo di Savolax; comprende la
provincia di questo nom&: il governatore
risiede a Cuopio.
X. Governo di Sudermania: comprenda
la parte occidentale di questa provincia : il
governatore risiede a Nykioepìng.
XI. Governo d' Ostrogothia : comprende
la provincia d* Ostrogothia ; il governaioce
risiede a Linfcioeping.
XII. Governo di Nylani , è Travasteaus:
comprende la parte meridioiiale della ^e-
strogothia, e la Dalia; il governatore risie-
de a Wennersborg.
XIII. Governo d'Elftborg: comprende la
parte meridionale della Vcstrogothia , e la
Dalia ; il governatore risiede a Vennersborgh,
Tomo IL \B XIV.
i$ Del Jtegno e della Vita
XIV. Governo di Calmar: egli compren-
de la parte orientale di Smolandia^ e Tir
sola d' Oeland •
XV. Governo di Kopparberg: egli com-
prende la Dalecarlia : il governatore risiede
a Fahlun,.
XVI. Governo d' Oerebro : comprende
tutta la Nericia , ed alcuni distretti di ^est-
mania, e ^ermlandia: il governatore risie-
de a Oerebro.
XVII. Governo di Carlstad: egli com-
prende la "^^ermlandia , eccettuati i distret-
ti compresi nel governo d' Oerebro: il go-
vernatore risiede a Carlstad.
XVIIL Governo di Geffeborg: egli com-
prende la Gestriklandia y e la Herjedalia : il
governatore risiede a Gelfe.
XIX» Governo di Norland occidentale :
comprende la Medelpadia , la Ongermania ,
la Hiemtlandia; il governatore risiede a
Hernoesatid .
XX. Governo di Vesterbotnia : egli com-
prende la provincia di questo nome, e tut-
ta la Laponia svedese > ad eccezione del di-
stretto di Husamo, che appartiene al Go-
verno di Uleoborg; il governatore risiede
a Gran , vicino alla città di Umeo .
XXI. Governo di Vasa: egli comprende
la parte meridionale di Ostrobotnia: il go-
vernatore risiede a ^asa*
XXII.
i/i Gustavo III. te-àLSve^a : 19
XXII. Governo djt Uleoborg : egti' com*
.prende la parte settentrionale dell' Ositrobot-
nia, ed il ducato di^Ki^samo nelb Lappa-
nia: il governatore risiede a Uleoborg.
XXII J. Governo di Gotlànd: comprende
l'isola di questo nome: il governatore ri-
siede a Visby.
XXIV. Governo di Malmoehus: com-
prende la parte occidentale , e meridionale
della Scania; il governatore risiede a Mal-
xnoè .
. XXV. Governò di Blékingen i comprende
tutta la provincia cosi detta; il governatote
risiede a Carlscrona.
. XXVII. Governo della ìlallandia; com-^
prende tutta la provincia di tal nome: il
governatore risiiede .ad Halmstad .
XXVIII. Governo di Gothembourg, e di
Bohus: egli comprende alcuni distretti del*
la parte occidentale della 'Westrogothia , e
la provincia di Bohus: il governatore risie-
de a Gothembourg.
Di questi governi , quelli di Malmoehus ^
di Cristianstad ^ di Blékingen e di Ostrogo-
tMa sono i più popolati; quelli di Gede**
horg, della Nordlandia occidentale, e d'U-
leoborg i più vasti; quelli di ^estmania >
di Kopparberg, di Carstad> e di Oevebro
i più ricchi in miniere é fabbriche di fer--^
ro. I govex;natori dei quali 14 sono presi
B a dal-
IO Del Regno e della Vita
dallo stato militare, vegliano sulla Eccono-'
mìa interiore del paese , sul mantenimento
deir ordine , e della pubblica tranquillità ,
siìir esecuzione degli ordini, e sul riscuoti-
smento dell' entrate della corona. Sono as-
ìstiti da un segretario, da un Tesoriere, ed
altri uffiziali subalterni . Ogni governo ha la
sua Cancelleria diretta dal segretario.
Relativamente all' amministrazione della
giustizia il regno è ripartito fra quattro cor-
ti reali.
L Quella di^tokholm, fondata nel 1614,
alla quale appartengono la Svezia propria-
mente detta , la Norlandia , e Y isola di
Gotland : ella è composta d' un Presidente ,
d'un vice-presidente, di 11 consiglieri, e
IO assessori, 35 corti municipali, 7 tribur
tiali di giustizia, e 31 giurisdizioni territo-
riali dipendono da questa.
IL Quella di Obo fondata nel 1523, al-
la quale* possono appellarsi i governi d'O-
bo, Tavastheus, e di Rymenegord: ella è
composta d*un presidente, d'un vice-presi-
dente, e 7 assessori; io corti municipali, 5
"tribunali di giustizia, e io giurisdizioni ter-
ritoriali ne dipendono .
III. Quella di Joenkoeping fondata nel
ié^4> alla quale ha appello la Gothia. El-
la e composta d'un presidente, d'un ,vicer
presidente, di 8 consiglieri, e di 8 asses<*
so*
di Gusta'ùo III, re di Sv^^ia .. <>!
sori; 45 corti municipali > 9 tribunali di
giustizia, e 58 giurisdizioni territoriali di-
. pendono da questa Corte .
IV. Quella di Wasa fondata nel 177^,
alla quale s' appellano i governi di Cuo-
pjo, Uleoborg e di Vasa. Ella è compo-
sta d' un presidente , e d* un vice-presiden*
ce, di 2 consiglieri, e di 4 assessori; ne
» dipendono 8 coni municipali , 2 tribu-
nali di giustizia , e 7 giurisdizioni territo-
riali .
Un Arcivescovo, e ij Vescovi formano
la ripartizione ecclesiastica.
L' Arcivescovato* di Upsala * è il solo Lu-
.terano, ehe esiste: efgli comprende rUplan«
.dia , la Westmania , la Oetriklandia, e
THelsinghia, 242 parocchie, 2.5 arcidiaco-
nati, 166 sussidiali ne dipendono*
I vescovati , fecondo il rango che loro
si dona.
I. 11 vescovato dì Linkoeping: compren-
de rOstrogothia, ed una parte della Smo-
landia: contiene il 8 parrocchie, 22 arci-
. diaconati e 148 Sussidiali.
H II vescovato di Skara; egli compren-
. de una paYte della Westrogothia , e della
Smolandia: contiene 172 parrocchie, 9 arci-
> diaconati e 114 sussid).
.; m. Il vescovato di Strengnaes ; egli
^ compiendo la Nericia e la Sudermania ;
B 3 N con-
2 2 Del Segno e della P'ità
contiene 158 parrocchie, 15 arcidiaconatì e
122 sussidj .
IV. Il vescovato di Westeros : compren-
de la maggior parte della Vestmanìa , e tut-
ta la Dalecarlia : contiene loi parrocchie,
14 arcidiaconati, e 84 sussidiali.
V. Il vescovato di Wexioe; comprende
la maggior parte della Smolandia ; 1S4 par-
rocchie > 12 Arcidiaconati, e 88 sussidiali
ne dipendono.
VI. Il vescovato d*Obo comprende la
parte della Finlandia, che forma i governi
d* Obò, Wasa, Uleoborg, ed una parte di quel-
li di Noland e Tavastheus ; come ancora il di-
stretto di Kemi nella La ponia: contiene 130
parrocchie , * 1 8 arcidiaconati , e 118 sussi-
diali .
VII. Il vescovato di Lund ; comprende
le Provincie di Scania e. Blekingia ; contie-^
ne 430 parrocchie, 24 arcidiaconati, e 22^;
sussidiali.
Vili. Il vescovato di Borgo: egli com-
prenda i distretti della Finlandia, che for-
mano i Governi di Savolax e dì Kymene-
gord, ed una parte dei governi di Tava-
stheus e Nyland: 60 parrocchie, 6 arcidia-
conati e 53 sussidiali appartengono a lui.
IX. Il vescovato di Gothembourg : com-
prende una parte della Vestrogothia , e le
Provincie di Bohus, e di Hallandia: ton-
tie- .
di Gustavo III. re di Svezia . 2 3
tiene 253 parrocchie, 9 arcidiaconati , e
102 sussidiali.
X. Il vescovato di Calmar: comprende
quella parte della Smolandia^ che forma il
governo di Calmar^ a riserva di alcuni di-
stretti, che appartengono al vescovato di
Linkoeping; contiene 58 parrocchie, 8 ar-
cidiaconati , e 42 sussidiali.
XI. Il vescovato dì Carlstad : comprende
la Wermlandia, la Dalia e la Nericia: ne
dipendono no parrocchie, 9 arcidiaconati ,
e 39 sussidj.
XII. Il vescovato Hernoesand: egli com*^
prende la più gran parte della Nolandia e
la Lapponia svedese, ad eccezione del di*
stretto di Kcmi: 128, parrocchie , 7 arci-
diaconati, e II sussidj ne appartengono.
XIII. Il vescovato di Gotlarid : egli com-
prende r isola di questo nome: 94 parroc-
chie, 3 arcidiaconat|, e 44 sussidj dipen*
dono da lui . 11 V^eécovo risiede a Visby :
gli altri Vescovi risiedono in quelle città,
che danno il nome ai vescovati .
I corpi , che in nome del Re presiedono
alla direzione degli afTari pubblichi , chia-
cnansi collegi : eccoli secondo il loro rango .
L II Collegio della guerra . Egli fu fon-
dato Tanno 1730; egli ha la soprainten-
denza dell'armata di terra > delF artiglieria ,
delle fortificazioni , delle fabbriche di salni*
B 4 tro,
^4 J^(^l Régm e della Vita
HO , delle xnunìzioDi e degli ospedali dell*
Armata. Questo collegio è nel medesimo
tempo un tribunale miliure dopo la sop-
pressione del consiglio generale di guerra.
Egli è divido in cinque dipartimenti ^ quel-
lo del Gran-Maestro dell* Artiglieria ; quel-
lo del quartier mastro Generale ; il Commis-
sariato della guerra > il dipartimento degli
affari civili, e quello degli affari economici
deir Armata. Egli è composto d'un Presi-*
dente , d'un Gran-Maestro dell' Artiglieria »
del Direttore delle for^tificazioni , del Capo
della Flotta dell'armata, (i) d'un Colon-
nello, di due Consiglieri, e di due Com-
missari •
II. Il Collegio deir Ammiragliato: egli
fu fondato nel 1634, egli haJa soprainteii-
denza delle forze marittime , e di tutto ciò
che vi appartiene . Da lui dipèndono i Pi-
loti delle coste ; è composto d' un Presiden-
te > di due Vice-Ammiragli, di due Colon-
nelli , e di tre Consiglieri.
IH. Il Collegio delle Cancelleria. Egli fu
fondato nel 1634. In questo Collegio si
stendono tutti gli ordini e risoluzioni , che
riguardano il regno in generale, le città, i
cor-
(i) Per flotta dell'armata s'intende la fipt^
tìglia dei bastimenti piatti.
di Gustavo IIL re di Svezia l i 5
corpi, ed i particolari: U direzione degli
jàrchivj 9 della Libreria del Re > e. delle stapi-
irie sono confidate parimenti a lui. E'efom-
ptisto d' un Presidente , del Consigliere della
Gatìcélleria del regno ^ del Gancellierej delU
CorV) del Cancelliere di Giustizia ^^ di, quat-
tro S^retarj di Stato ^ del Direttore delU
poste, di tre Consiglieji eci
IV. Il Collegio della Camera fu fondato
nel 1634 . Egli è incaricato d' invigilare
sulla entrata delle rendite pubbliche^ esuli*
avanzamento della coltura : da questo Col-
legio, gii impiegaci che riscuotono le pub'
bliche rendite , ricevono le loro 4struziotìi •
La Camera degli Agrimensori forma una par->^
te di questo Collegio > il quale ha un Pre«
sidente, un Yice-Presidente e sette Colisi-
glieri.
¥• Il Collegio dei Conti di Stato fu fon-
dato nV i68o«J^' incaricato della ripartizio<^
ne deir entrata pubbliche . Quelli che am*
ministrano queste rendite > debbono indirizr
zare a lui le loro proposizioni ed i loro
progetti • £' composto di un Presidente e
di due Commissarj di Stato.
VI. Il Collegio delle miniere attende a
tutte le scoperte , air economia , e giustìzia
delle miniere'. Fu stabilito sul piede attua-
le nel 1649 : è composto d'un Presidente,
d'uh
z6 Del Regno ^ della Vita
d' un Vice-Presidente > di 7 Consiglieri e di
5 assessori.
VII. Il Collegio di Commercio fu fotida«*
to nel 1637 : è incaricato di sovraintendere
al Commercio , alle manifatture e alle Doga-
ne • La Camera del registro dipende da que-
sto Collegio, eh' è composto d' un Presiden-
te , d'un Vice^Presidente, di 8 Consiglieri»
e di 8 assessori.
Vili. Il Collegio della revisione della Ca-
mera fu fondata nel 1689: egli deve aver
cura , che tutti i processi , che sono pen-
denti nel Collegio della Camera restino ter-
minati , e che le sentenze sieno eseguite :
che i conti della Corona sieno revisii senza
dilazione^ giustificati e registrati; è compo-
sto d' un Presidente , d' un Vice-Presidente ♦
di 8 Consiglieri e di 8 Assessori .
IX. II Collegio di medicina fu fondato
nel 1688 V egli è incaricato dell' in vigilanza
sulla medicina in tutto il regno; è compo-
sto'd'un Presidente, d'un Vice-Presidente,
e di 12. Assessori.! U primo medico del Re
è quello che ha la presidenza .
Tutti i Collegi sono a Siokholm. In que-
sta città vi $ono molti altri corpi , meno
considerabili , ma egualmente utili air am-
ministrazione pubblica ; le principali sono :
la ^commissione per la traduzione della Bi-
bia ,
Ji Gustavo III. re di ^Sve:^ta . ij
bia , la commissione delle leggi, la direzio-
ne generale delle Dogane^ la direzione dei
fondi per T estinzione dei censi, la commis-
sione deir educazione , la direzione della
cassa delle vedove e de' pupilli .
Le Provincie germaniche hanno un tri-
bunale , che risiede a Vismar, e nn gover-
natore che risiede a Stralsunda , un sovra-
ìntendente ecclesiastico che risiede a Gre-
ifswald .
Tutti gli affari sono decisi ih ultimo iap-
pello nel consiglio del Re ; composto per V
addietro dai senatori , ed attualmente dai
membri del supremo Tribunale . I Presiden-
ti ed i Scgretarj à\ Stato vi assistono ih
qualità di referitori. Il Re non vi ha, come
ancora per F addietro , che due voci negli
affari di giustizia , e la voce decisiva in ca-
so di uguaglianza dì voti .
Le tenebre dell' ignoranza degnavano dap-
pertutto . La superstizione dominava lo
spirito dell'uomo sotto il giogo di mille er-
rori ; vane jpratiche erano divenute V essen*
ziale della religione ; si faceva per Iddio
tutto, fuorché ciò,' eh' egli domanda. A
questa epoca umiliante , gli Svedesi abbrac-
ciarono il Cristianesimo . Olao , detto 1* in-
fante , lo stabilì al principio dell' undeci-
mo secolo . Gustavo I. salì sul trono di
Svezia , quando l' eresiarca Lutero predicò
la
j
»8 I>el Regno e della Vita
la sua riforma in Germania : ^esto prind-
pe formò il disegno di farla ricevere nei
suoi Stali . Egli ottenne il 9uo scopo : i suoi
Sùdditi cedettero all' influenza del suo spì-
rito* e passarono alle opinioni di Lutero
senza quasi accorgersene . Dopo la morte di
Gustavo si alzarotK) dei torbidi . Enrico XIV
mosirò deir inclinazione per il Calvinismo,
e favori quelli che lo predicavano nella
Svezia. Giovanni III voleva ristabilire la
religione cattolica; ma nel 1593 fu riso-
luto in un Sinodo d' Upsala , che il Lute-
ranismo sarebbe per sempre la religione
della nazione svedese.
Gli Svedesi hanno avuto per lungo lem^
pò abborrim^nto a tutù quelli , che non er-
rano della confessione Augustana . In tutto
il secolo passato , e in una parte ancora di
questo , non v' era che la città di Gotfaem-
burgo dove la tolleranza religiosa era sta-
bilita : nel resto del regno non erano tol-
lerati né Cattolici , né Riformati: non era-
no perseguitati , ma erano inquietati sotta
mano . I Dottori , che manifestavano prin-
cipe d'una savia moderazione, erano certi
d'eccitare lo sdegno decoro confratelli : due
Teologhi , Tersiero e Mathi» , furono cen-
surati e deposti per aver mostrato il desi-
derio nelle loro opere , di vedere tutte le
sette Cristiane riunite ia una sola.
Quan-
*\,
ài &ust€tvo III. redi Svezia. %p
' Quando Luigi XIV ebbe rivócato Tedit-
to di Nantes , quelli che per questa revoca
si trovavano senza patria , cercavano dapper*
tatto un asilo . Essi rivolsero ancora le lo-
ro mire alla Svezia ; né credevano che la
loro qualità di fiiformati li potesse nuocer^
in un paese protekante. Carlo XI regnava
allora , ed era impegnato nei suoi progetti
contro la nobiltà. Conoscendo P influenza
del Clero , lo consultava premurosamente .
La domanda dei Kifornfiatj francese fu
sottoposta alle deliberazioni degli Ecclesia-
stici»
. Ma il Clero consultato da Carlo XI , pen-
sò diversamente / Può darsi che temesse ,
che una Religione che nega la presenza rea-
le, il libero arbitrio, che fa salvi i fancìuU
li na^ senza Battesimo , che non ammette
immagini nelle sue Chiese , non potesse es-
sere ricevuta senza scandalo in paese Lute-
rano .
Carlo XI. credette trovare un mezzo dì
conciliare due differenti interessi , stabilendo
a Stokholm una Chiesa francese Lutera-
na y per quelli che avessero voluto passa-
re al Luteranismo rifugiandosi nella Svè-
zia . Questa sussiste ancora : ma il grègr
gè gallico Luterano non è mai stato nu-
meroso .
Sotto Carlo XII , la tolleranza non fece
prò-
|o Del Regno e della Vita
progressi; (i) le virtù pacifiche, che. sono,
proprie dell' anime cenere e dolci , erano
sconosciute da questo feroce guerriero. Un
Teo-
(i) Se V intolleran;^a y ed il fanatismo mìsero
r Europa , nei secoli scorsi ^ a fuoco e san^
gue , la iollerancfa che ora sotto il velo di
carità si va predicando da Un* empia filoso-
fia^ è per altri riguardi assai più funesta.
Non si tratta duna tolléran:^a » che la car
rità evangelica detta verso tutti gli uomini ,
di qualunque religione essi sieno . Sì sostie-
ne che per carità si debba favorire 7' erro-
re ( carità in vero di nuova stampa ) ; si
faccia una giusta distinzione fra tollerare
e favorire , e si vedrà che non sono in-
tolleranti quelli che non favoriscono gli er-
rori . La tolleranza moderna , guardata nel
suo vero aspetto, altro non è che un' a-
perm empietà: ella si riduce ad una tale
indifferenza per ogni religione , ciò che in
sostanza altro non è che un aperto dispreZ"
ZO d'ogni culto del supremo essere, un
settario è in errore ( cosa in vero deplo-
rabile ) ma questo errore può essere ma-
'teriale , ed almeno egli ha una qualche re-
ligione; ma un indifferente, un sostenitore
del tolerantismo moderno non ha religione
verinna , ed è apertametate un empio .
di i^ustavo ///. re di Stxec^ia . 3 1
Teologo di Greifswald F impegnò a formare
r eclitto seguente :
Se alcuno dei sudditi del re di Svezia
cambia religione , sarà bandito dal regno ,
e perderanno ogni diritto d' eredità > egli
«d i suoj discendenti •
Se^ aléuno introducesse nel regno persone ,
che -insegnino una religione differente da
quella del paese ^ sarà condannato a mul-
te e al bando .
J ministri esteri non avrianno libero eser-
cìzio di religione, che per, loro e per la
loro famiglia • Gli stranieri ^ d^ una religio*
ne differente > non avranno esercizio di cul-
to pubblico . I loro figli saranno battezzati
dai ministri Luterani , ed allevati nella re-
ligione Luterana', in caso contrario, non
godranno d'alcun privilegio civile. '
Non si è però potuto impedire ai mini-
stri esteri di amnìettere nelle loro cappelle
quelli della loro religione , che si stabilisco-
no nella Svezia . In questa maniera si er-
rano formati al principio di questo secolo
due ceti assai considerabili: Tuno Olande-
se , sotto la protezione del ministro d' Olan-
da , V altro Anglo-Francese , sotto la pro-
tezione del ministro d'Inghilterra. L'Olan-
dese sussiste ancora nella medesima manie-
ra ; r altro prese l' occasione del richiamo
dell'inviato d' Inghilterra nel 1741 » per
di-
32 Del RegM e dette Fìsm
dimandare al Governo un libero esercizio
della sua religione : egli era numeroso ed
in fiore: le manifatture ed il commercio e-
rano debitori di molto a lui. Egli ottenne
ciò che dimandava , e fece costruire qualche
tempo dopo un tempio nella Capitale . Sic-
come a quest* epoca i Francesi erano in mag-
gior numero degl'Inglesi , fu risoluto che
r uffizio divino si dovea fare nella lingua
dei primi •
Lo stabilimento di questa Chiesa fu an^
Cora quello della tolleranza nella Svezia : le
cognizioni s' estesero in questo paese : gli
Svedesi, che desideravano vedere le utili
arti fiorire fra loro , compresero di quale
importanza era il ben accogliere cittadini
industriosi . Si vide il Signor Feubre ric-
co negoziante , originario della Santozia ,
siedere neir Assemblea- nazionale , ed otte-
nere il titolo di Nobile ; il Sig. de Bous*
quet, gentiluomo di Linguadocca , fuggendo
le persecuzioni , pervenire al grado di Ge-
nerale ; un senatore dandogli la nuova del-
la sua nomina , aggiunse eh' ella avea incon-
trato delle difficoltà, e che il suo avanza--
mento era stato sul punto di mancare a
causa della sua religione . Come riprese il
Sig. Bousquet , non si era accordato il gior-
no innanzi il medesimo grado ad un uomo
che non ha religione veruna? Si trovò ,
ver-
di CustawIIh f^cH Sveiji^ik . ^3
vttm ■ r anno 1 7 V3 V ^tt^a ' colonia di Fftfttce-
si riformati neir isola di Selanda ih Dani-
marca. Scontenta ddk «uà sorte ^ ella cer-
cò di fissarsi altroye: il suo Capo; eh' era
un tate- de* la Porte V capendo il gméy^ che
si aveva nella Svezia • per le matfifacture ,
propose di stabilirvisi 4 ed il governo accet-
tò la sua proposizione^ La colònia consi-
stente in 3^ persone is^t trasferi alla (città di
^adscena neirOstrògothia; colà fo a lei ac-
cordato un nilni&cro., ed tin tempio • Ella
lavorò per alcuni anni > fòrmanclo degli ope-
ra) svedesi : finalmente non trovando più la
•ituazione a suo gusto, si dispì^rbci
Si tollerava nello stesso tempo iina setta
deua dei Pietisti, gente bìzzarVa ,e<:h*eratlo
scaci per del tempo occulti; ma tutto ad un
tratto comparvero, e sfecero parUr di loro.
Detestando i disordini ,■ che vedevaiK)' ih-
nondare la terra , risolvettero di cercare nel
mare del Nord qualche isola deserta, dove
fossero separati da ogni comunicazione col
resto dei mortali . Disgraziatamente non vi
e r^ cleono fra loro, che sapesse governare
una nave; appena furono nel ma;ré , che
V ac(ior$ero del pericolo /al quàte-sr espone-
vano ; e conobbero allora , che mefglio «ra
restar in mezto agli uomini profani, che
perire. nel mare del Nord. Avevano 'però
Tomo IL C h\-
A I
34 .JPcl RegmeSitIbt.Fita
biaosfi:>:$)' Un'isola «e ^ stabilirono in ^eV
la di "V^eFthdóe ^ alcunCs miglia lontana di
Scokholm, i loro cosmmi sotto esemplsri:
essi vivono ^nella più grande tranquiUitì ;
nellQ^tHo abitazioni regna da .per tutto la
proprietà i 1* ordine e la pace . ;
Jl, famoso Guedenborg da Bnineralogistr
divenuto Teologo « guadagnò dei discepoli i.
Il Cl«ro svededd.si mise iagnardia; alwm
Prelati giudicarono lof dof^ere di esaminare
il 'nuovo sistema ^11 risultato ne fu, che
l'opere di Guedenborg 4 essefldò contrarie
alla fede ortodossa / noi! ' doveaho essère
sparse nel pubblico : m>n ostante lo ^ono
Sfinipre state e lo sono ancora* 1 partigiani
del JMHJtQr Entusiasta si aumentano sem^
pre più f ihanno perfino Assemblee^ e co»-
mipc.latìo ia. £ìr scisma !| &om« le altre sc^
te *,:.v;.;.. • .
Gli
* Qufist0 Cuedcnborg tra assai famosa a e
faceva là sua dimora ìa Stokholm. Gli uo^
mini di critew h sdipaìbanoiin pù^i(0:^ i>
vn lentie impostoreh JSgli si cantava df
paéaf ì:^H spiriti . St- aìmno désiderùm
sap^fè^^c^he cosa da uno^tà morto $ spesso
Guedeffoorg i intricava d^inutrògaré lo spi-
nto, del defunta^ e ne riportava la risposta.
Da persona di fede furono sentite varie di que-
ste
Ji Gustavo tìt. te di Svelata , 3^
fell Ebrei , na:tìone "erkfitb ^ùlla fac^
6ia della terra , dovunque tniXixntzxì ,
tìon eradó zxiCoii ammessi nelFa Svezia; lo
Ikfònd nei 1776 , ed ottennero là petmis*
iiòne d* aVér Sinalgoghe a l^fòkbòlth^ a Go^
tembòurg 4 à Cìarlscrona ed à Norkoeping^
li Filosofo èra illKliffèretite ^ il ihercante s'af-
fliggeva. .
Questa tolleranza i che insétisìbiftttente si
èra ètabiliU V ottènne uti^i toletine Conferma
alla Dieta del 1 778 : ella fd cohf'éi'tnatà per
Questo decreto degli* Stati .
,i Siccome il libero esercizio di reìigiòne >
accordato a i|ikfllt i che si ètablliscono nel
f egno i cobVfene ècti quelk tolleranza ^ che'
onora T tititafnit^i e ch^ atto'aittienttj é.in^
tiodottà ili ^uasi tutti gli Stati 'BeBeam*^
ministrati; noi abbiamo troVatòV 6ÌK ^cst4
tollefatiza 'potendo tssei'e inlle alla Svezist ,
per i^lci riguardi 4 doVeà essere àmtifiessa
fri éi noi^ cori quelle HSéfVe che la pru^
détiza non tnetK> ^ che tè leggi fond^men^
tali del regod pfescri vòho . AVèncfo preso
qaest* oggetto iti dcHDeraziorte ^ tioì 'abbiamo.
\ " •' '.'- de-
iié risposte 4 che si spacciavano avute d($
quéste anime. Non ini pare àìtrò di biscia
grìo i per daràttéri^o^aré quésto itonio presso
^Stii giudizioso 4
fi i
>
jé Del Xegno€ della Vita ,
decretato , che il libero esercizio di ' religio-»
ne sarà permesso nella Svezia , $otto le con*
dizioni seguenti .
L Che quelli d' una religione straniera ,
che vogliono stabilirsi nella Svezia , non sa^
ranno ammessi alle cariche del regno «
IL S^ht non apriranno scuole pubbliche ^
per estendere la loro dottrina • .
III. Che non manderanno, fissionar) né
nel regno, né fuor del regno.
lY. Che non sarà permesso ^ di fondare
conventi di qualunque religione, o setta si
sia.
V. Che gli Ebrei non possano aver sinago-
ghe # che a Stokholm , ed in alcune altre cit-
tà considerabili del paese, dove si possa
vegliare su di loro. .
y|. Che non si farà alcuna sorte di pro-
cessione pubblica^ per nor^ iscaod alizzare i
deboli.
VII. Che si procederà a tenore delle leg-
gi del paese contro quegli Svedesi , che . ab*
bandonan9 la loro religioni^ (i).
YXII. Che niuno straniero di un'altra re*
ligione sarà membro della dieta.
Que-
(x) // bando e la perdita di tutti i privilegi
civili è la pena prescritta dalla legg^ in
somiglianti casi.
di Gustavo III. re di Sveccia. 37
Questa decisione essendo stata comunica*
ta al Re , S. M. ci ha dichiarato nella sua
rispósta, ch'ella ha veduto con soddisfazio-
ne la cura, che noi abbiamo preso per il
progresso del ben pubblico , occupandoci a
rintracciare i m^zzi di favorire la popola-
tione e l'industria. S. M. pensa come noi^
e riguarda h, rfcstra risoluzione, come ono-
Tevole air umanità > e ad una nazione illu-
^tninata e libera. Ella Y ha dunque appro-
vata tale, quale noi l'abbiamo concepita,
e colle riserve necessarie . S. M. ha dato
questa approvazione tanto più volontieri ,
quanto che è convinta dei solidi principi
della nostra religione , (i) e del loro a-
scendente su tutti i cuori svedesi. E' pia-
doto a S. M« d'aggiugnérè un punto alle
nostre risoluzioni * cioè che la libertà della
stampa non si stenderà a difendere i prin-
cipi d'altre religioni ^ o a combattere la
nostra*'.
Nel 1781 , i Cattolici ottennero unaper*
missione espressa, di professare pubblica*-
mente la loro religione, colle restrizioni
prescritte nel decreto degli Stati: in consc*
^ guen-
(i) Le espressioni di questo decreto non riu^
scirafttio H inciampo a chi considera ch^ è
composto fiat Lutefarft .
e 3
/
3$ Dd Jflegno e itila Tit(y
guenza eli questa permissione , Sua Saatitl
ha mandato in Jsv^zia un Vicario Apost^*
lieo. Si è ancora innalzalo nella Svezia un
tempio H^^rnhutiano; le idee di Zinzendorf ,
hanno travato accesso in mohe teste sved»^
si , ed i proseliti non magano ; gli Hern-
htttiani sono tranquilli j lat>orio$i e carHate-
voli; frani Certi d'una hao(^ morale.
Sono già sei ;ftnoi « che qacf uè nella €^
pitale una setta, della quale un artigia1[vo
era il capo . Questo secondo Cipvanni di
Leyden, avea fatto numerosi proseliti. La
sua dottrina, un ammas^ confuso Tdi tutto
quello 9 che le sette anteriori della stessa
natura ayeano predicato di piÙ9ESsurdo^ ^fz
esposta con gran zelo in numerose adut^^n*-
2e . Si credette di' dover pievpnire gV ìncon-
venienti 9 che potevano pascere da queste
jadunanze, jsempre notturne k non di rado
tumultuose.* furono proibite, e si arrivò fi-
no a castigare ji refrattarj ; ma i gettar} si
aumentavano in luogo ;di $c^m|re. FinaU
mente jsi prese il ripiego di f^r una Conv-
media ^ intitolata la Nuova Séiia , e di met^
tervi in ridicolo il capo ^ ed i discepoli.
La commedia sparsa nel pubblico per mez-
20 di quelli , che vendono le canzonette
per le strade fu rappresentata sul teatro nav
zionale repllcatamentè. Questa idea ebbe tut-
ta la riuscita desiderabile , IJ ridicolo dei
gè-
di Qustaw III. rs di Svezia , 39.
gfsd e, deUe contorsiooi della setta ixmi-
parve ìd pjiena lace<; ed i zelanti nbi> ito^
varoQo più dìscejpoli^
In quella pane della Finlandia ,: eh' ^
iìrontler^ ddJa Russia y vi sono alcuni di-
siietti di rito Gfreto . Jl povernorimanda dei
missionari nella Làponia, e fonda delle scuo-
le in questa, regione selvaggia ^ della quale
una par|:e degli abitanti soiio ancora neir i-
dolatria^ :
^Per rìnscir pieglio ad introdurre nella
Svezia il Luteranismo, {Gustavo I conserva
la gerarchia ; ma diminuì il potere e \^
entrate dei prelati • Jj'.A rei vescovo , i Ves-
covi, {gli Arcidiaconi, i Parrochi, edìCap-
pellani pompong^i^o 1^ Clero di jSvezia. La
nobiltà viveva irin^inziato ^Ua carniera leccle*
slastica» dopo T Introduzione del Lnteranis^
mo.^. Ma pomincia a rientrarvi ^ e sembrii
che non pensi ^ trascorare questa jlmpor^
tante risona.
Si applaudisce ^sommamente il zelo \ col
quale iiipmint rispet]tabili s'occupano nella
riforma delle. leggio P^sistano pure! con-
trastino cogli ostacoli I Senza fallo i pregiu*
dizj deir ignoranza , le viste conflannabili
deir jn^ressfi: , i giri della gelosìa, T indif-
ferenza, dei cuofi dori ed insensibili , s'op^
ponoano ai loro sferzi : ma^ V eloquente lor
voce trionferà tosto o lardi : dissiperanno
C 4 gVin-
40 Ifel lìegno e dèlia VUa
grittcami; strapperanno la larva dai I^ro
colpe voJt avversar); il loro nome saia' ris^
, penato , e le benedizioni dei popoli saran-r
no il premio della loro perseveranza • Bi-
durre X insolenza a tacere , metter il debole
e rmnocente a coperto degli atceatatì odio*
si« della. frode e della calunnia; ih una pa^
Tola far della legge una salvaguardia sicoray
illuminata e disinteressata per Tonoce, per
la fortuna e la vita degli uomini , è una
gloria che i buoni cittadini non^ saprebbero
comprar troppo caro. Occupandosi d'ogget-
ti* sacri , Tanimo si commove, s'in/iammav:
si porta invidia a quei mortali privilegiati ,
che possono agire in questa sfera > ed cm-
pierW dei salutevoli effetti del loro zelo.
Le Iq^ì. civili e criminali della Svezia
sono piti conformi ai gran principj della ra-
giot)e, della giustìzia , dell' umanità , di quel-
le di molti altri paesi.
Il dritto romano s'insegna nelle Univer^
sita ;. ma solamente come oggetto d' erudi-
zione, la conoscenza del quale può essere
talvolta utile al Giuriconsulto. Nel resto i
decreti oscuri e spesso inintelligibili diGlu-»
stìhiano, e di Teodosio, non hanno alcuna
influenza sulla sorte degli Svedesi: le leggi
nazionali sono quelle che. gli assolvono o
condannano. Queste leggi non sono state
dettate dal dispotismo^ in mezzo al terrore
e al-
di Gustavo III. re A^ Sw^pa . 41
e alla coste rsazione dei popoli; elleno so^
no il rìtuhaco . delle deliberazioni dell* As^
semUea nazionale •
L'origine del Codice svedese rimonta a
moki secoli addietro: monumenti autentici
dimostrano, che la nazione sino ai tempi
d' Oden , aveva una raccolta di leggi staiÀ»
lite in forma . I vassalli della corona ossia
i prìncipi tributar) essendosi resi troppo po^
tenti , si fecero indipendenti : da ciò no
proviene, che ogni provincia ebbe dellfleg*
gì particolari ..La potema reale ricuperò in
seguito i suoi diritti ; convenne raccogliere
i divelli codici , e rifonderli in un solo;
convenne altresì levar tutto, ciò , che sapeva
di ps^anesimo, e che non era più convenien^
te, dacché la religione cristiana era stata
stabilita nel regno* Quest'opera «fu comin-
eiata da Magnus Erilcson nel secolo XIY^
Quelli, che avrebbero dovuto secondare il
monarca» s'opposero all'esecuzione del suo
progetto: dei preti ignoranti 9 ed interes^^
sati fecero delle obbiezioni > alle quali il
credito che godevano davia del peso : con-
forme essi desideravano , il loro potere s'
accrebbe oeir imbarazzo ed opposizioni» che.
il Capo tetnporale incontrava , privo del
sostegno di un Codice di leggi chiare e so*
Udamente stabilite . Ma intanto gli abusi di»
Brennero intollerabili; i lamenti si fecero sen«
ti-
49 JDel RtgM e iella Vim
ìAt€ da tutte le parti , e Cristoforo recò *
jfioe r, opera, che Magniis avea ineoni|BCia^
ta; dò accadde alla metà del decimo quia*
tt> secolo . Questo Codice fu m^duto soc«
jfo il regno di Carlo IX, e sotto quello 41
Crostavo Adolfo ^ Ma non era aocora airi-
"vato a quel grado di perfezione del quale
era susfettibilel Le leggi politiche ss tro«
varano confiise eolie leggi civili e crìmi-»
0ali : il diritto phe si seguiva nelle cinà y
lura separalo affitto da quello della campa-*-
gvas era {Ncao d* espressioni ^ gotiche e di
tecmini antiquati > divenuti orvuM ^nintelli-'
gibili, per le rivo)unoni che avevano sof»
£Mrto \sL lingua ed i costumi: i fegolamen*.
^i è gli ordini pubblicati sotto gli ultimi
vegni iion yi erano stati iocprporati » Carlo
XI deputò u^^ Commissione. 9 ipompostft
di jariscbnsulti 1 più abili del regno , e qae«
sta commissione ^traprese il lavoro, ^enza
dilazione . Ma ben presto sopravyepnero lo
guerre di Carlo i^U , ed i disastri chequer
Ute prod ossero;. altri af&ri dccuparoiip il go<*
verno j ed y say| disegni 4i Carlo XI si
perdettero per laolto tempo di vlsu « Quan«
.do giorni pia eereni ebbero seapeia^o le tem'^
peste e le procelle , la coin missione delb
leggi occupò nuovamente; T attenzione f^gU
amministratori; ella fu incaricala di ricpr-
yninciare il suo lavoro , e d' impiegarvisi
fcn-
di Custapo JIL re di Svezia ] ^^
iénza interruzione. Il puovo Codice pomr
parve in un volarne in ottavo, jba nazione
iri' scopri con gio^a il carattefe di peifezio*
lie> che inan^ava nell'antico • Jfa fin sag-*
gio governo hoti trascura mai un oggetto
tanto Importante, quanto quello delia Le-»
gislazione ^9 un oggetto d' amministrazione
pubblica, che, non $arà giammai discuto
troppo presto. Alli dieta del 1778 fa de*-
, èreÌ|ito, iche il Ciodice nazionale- fosse n*
formato in ^olte cose , che si giudicavano
tìecessarié ^ > p che il Re aveva proposto i
Questi cambjaqienei comparyera munanoo^^
va edizióne^ Tanno X7S1» '
vJLe leggi civili y che il codiee contiene^
del quale abbiamo tessuto la storia, sono
tergati da}la saviezza; ^elleno sono adai$-
tate ài casi pa^tico)ari>dove la convenienza
l'esigeva: hapno ancora liìn. altro vanti^gio
più prezioso , qual è queIlo\ di abbreviare
le procedure, per mezzo della loro brevità
e precisione V jl raggiro non esiste dunque
lìèlla Svelia? 3i crederebbe messo affatto in
bando , leggendo le regole , ^he debbono
regolare i tribunali ; ma questo giostro si
.funesto per la società trova dei sutterfugj
che sfuggono al più accorto legislatore^
' Le leggi criminali che regolano i tribu-
nali della Svezia hanno nn carattere wu
prcn-
44 ^l ^ig^ à Metta Viià
preadcnie d"^ equità e d'umanità. Di questo
carattere: sono principalmente * debitrici alla
riformai che: hanno sùbito sotto il presente
governo . Le leggi stabiliscono una propor*^
zione esatta. fra il delitto e là pena • Quel*
la di morte non è ancora intieramente abo-
lita; ma ih molti casi è stara cambiata in
bando , percosse , ammende , e lavori pub*
blici • La legge prescrive ancora supplic} pt&
crudeli per quei misfatti , che fanno orro^
re: ma fortunatamente nella Svezia pochi
esempi si danno di tali misfatti : li nazione
è quieta, umana e docile « L* accusato non
ha da temere d* esser la vìttima d' una fa^
nesta precipitazione. Il giudice deve inter-
rogare Con premura , ascoltare con attenzio^-
iie> e cercare tutti gli schiartmenti eh' è
possibile di poter trovate /I testimon) fan^
no gtoràmen'to pHma d'esser ammessi a te-
stificare. II delatore, che accusa un colpe*
TOle col quale egli è complice , non fogge
la condanna e la penà^ Non hu- egli con«
ero r accusato > che delle presunzioni, delle
mezze prove? Questo ricupera la sua lil>er-
tà 7 e rientra in tutti i suoi diritti : s' egli
coiaiparisce nuovamente avanti al tribunale,
r antica accusa non gli reca alcpn pregiu-
dizio • La giovine spinta dalle seduzioni d*
amore ^ non è più esposta allo scorno delle
pu*
^ Gustavo HI. fé di Svèzia • 45 :
panizionì ecclesiastiche ( i ) : ella prova il
ngore « del bracca secolare y se, soffocando le
voci ' deJIit . natura/^ ella distrugge^ V essere in-
nocente, eh'.elkrdeve dare;all^ luce.o che
ha rgià. dato: m^ ancora in tal caso ella non
ò condannata ^;^iìpénler la vita 9 se non do*
pò che il Giudice, ha scrupolosamente esa-
minato tutte le/, circostanze , che potessero,
salvarla 1^ diminuendo il . delitto . ch^^ ella ha
QommessQ . lM[oltQ si scrisse. sulla p^na deir*
ia&titicidio in tempo della Dieta del 1786 ;
niente di nuovo però contengono questi
scritti: la materia è stata esausta da soritr
tari i. pia abili di. tutti i paesi /I patrioti
svedesi inicaricau della disccissione di que-»
sto punto, unanimajnentelconsigUarono i rap«
presentanti della nazione a conservare la
pena di mortevi* egHao provairono che mal*
gntdo' le snitìgaztoni ammésse nella Dieta
precedentfif, il numero degl' ìn£uidcidj non
s^era diminuito \n una maniera si seìisi^
bile come si era^ lusingato .. Il Clero dow
..'.'; V . .-man-
( i) Per r addietro una gtoxnnerfea di tal
fallo. ^ eran esposta in un .luogo eminente in
* Ditfi{jo €^la Chiesa ià giotm festivo , ed ik
tempo :delpt^^o Mivino\ e ricéveva dopo
. la pubblica, as^lu^ione . Z' istesso. era degli
.. uomini. . .
j
4é, Bd Htgno t éUla rUd
imnàò^y cke (Mieto rìstabiBti l falóani t/È^-,
clcsiastict :.egli z4ànce:fu ptf motivo^ che
rindolgetiza otaui colle! madri colpevoli ìn<
fluirà salila purità dei ÓD$tuc*i.,' ienU fecar
idcun reale utile allo stato r «ma questal do^'
manda non fu (ieròacconk^a^i llRe regiiah*»
te ha abolita la tortuni f . ài principio del
ilio regno ^ dónie una pratica^ che sorentci
e*pone T innocente ^ e non sempre scopre il
delitto; essa era stata impiegata i mt pet^
abuso. Gli ^tati non T avevano! giànlmaiani-
messa nel codice criminale |>er meizo d'al^
cun decreto;
1a Svezia aveva delle leggi, nell^avve*^
nimento al trono di Gustavo Adolfo: tna^
resecttsione dello leggi era lenu , itnbdrajtv
lata i é spesso ne tisoltavano • gì' incoila
vememi più grandi* 1/ amnsnistraaione del-*
k gi^tizis variava secondargli a v^énimen^
ti e le circostanze: i decreti d^ Astrea noi|
proteggevanoi^'iiinoòente^ é hoA • colpivano
il colpevole' £olla' necessaria energia d Gn^
iùyo mosso' dalle conseguenze , che abusi
si gravi dovevano necessariamente causare^
risolse di rinlediarvi • Per sub comando ta^
tono innalaati dei tribunali >^ uontini integri,
illuminati^ ed attivi vi futxMà fiìessi ^rfaf
giustizia . La nobiltà ed? il Clero ^lòsi det^
le loro prerogative^ e tertìendà dir perderle
per una istituzione ^ che gli assoggettava a
del-
f
di Gustg^vQ //A ff (fi 9ve^^ 4%
x^np Vo^xi, <lel Be ; 1^ lUgìMi v«^v« fU
d'uccòr^o con \ùxqì e secondò \% loro mi*
re, IMÌa (^««avo Adolfo OQil li ladciò iMì''
«)Qrìr«.F?r Apporre sUm^tó ai milconten-»
ti , egli idt^desiiHQ %\ ii$sogg«ttó a^ giiidi^iq
delU córte i^\t di Stokoioli» • Si iracttvat
della preteniìone d' un gentiluoiiH) f il >qiiih:
le pretendeva ifiveiidica^ un^ terrt^ che rìi
credeva appartenente al patrimonia mie ;
il proceiSQ tu formato; il g9llti}uo«cfvìtise
]a lite i e4 il menarca cÙ4 si. <fOvÒ prcaro*
te alla decisione , ascotcò la seetenaa . dei
giudici ; coti \|na moderatiprie esemplate #
figli dì pia onorò co! ij^qì elogj , e rìcomr
pensai. ministri. deU^ J^gii; i qoalt ave*?
v9no <rì$p«tii|to più i: diriiti ^%Va ginùiai*
pbe \% maestà reab» Quanto, grande wok
comparisce ^(|$taya ^dol^p }«( qmuA occat
Sioqe j f]i egli forte pi4 grande nel «anupiQ»
di Lipìia .0 di liir^zen ^ dov* egb colte, gli
allori ddla. vittoria ? £* f\k glorioso l'«^si^
curare -gli abomini negli asili Qomra l' ingiù»'
atiaia a I4 ffpde^^che (paveiitarB collo str^r
pito dei CQmbsttimenU . .7
Un giudica territoriale < assktitqi dadioc^
CI paesani. j cì^'egU consulta ^ tiene trevoht
ogni ann« dfll« seàiioni' in oeni Pislretta^^
In camppgi»;vi è .nH. iltrecttibniUilef chb
Ufnf una s«ssion«, ogni anno per ]>istrefi«^
to .
48 Jl>€l Aegna e della Fita
to . Nelle città ri sono tribunali compotti
di Bòrgomami e di Sindici. Le corti rea^
li> sono tribunali superiori, ai quali si ap^
pella dagli altri già nominati . Esse eonfer-
maiiò tutte le sentenze di morte, ed hanno
solo il diritto di giudicare i nobili .
Le parti che si credono lese , possono
nel caso che il Re lo permette, indirizzar-
si a hii e dimandare che il loro processo
sia rivisto •
I Giudici debbono strettamente seguire lo
spirito della legge ; è loro proibito , sotto
pene pecuniarie e deposizione > d- interpre-
tarlo secondo il loro interesse e le loro pas-
sioni : se p^ una simile prevaricazione ar-
rivano a far perdere la vita o 1* onore ad
un cittadino, essi subiscono là stessa sen^
tenza che hanno pronunziato cokitro dì lui.
L* uso può servire loro di gùidlaf ma uni-
camente nei casi dove il codice tace . 11
Cancelliere della giustizia è incombenzato
d'invigilare sopra i giudici e di processar-
li se operano controlli dovere 4èl loro
ministero: qu^to istesso magistrato è quel-
lo che presenta al pie del tròno i lamenti
di quelli , che pretendono di non avci* ot-
tesma giustizia . Avanti il regno di Carlo
XI , vi era nella Svezia un Cran*6iudice
del regno, Capo di tutti I tribunali, e che
presiedeva «ir awtoiiiiiifazione della giusti-
zia.
di Chistavo III. re di Svezia . 49
tit. Questa carica era la pritna del ^regho;
egli aveva la nomina di molte cariche del-*
la giadicatura> ed in alcune occasioni gìtì<-
^ dicava in ultimo appello • 11 Re regnante K»
ristabilito questa dignità però con quelle re*
striziohif che richiede T autorità reale.
Air apertura dei tribunali , i giudici assi-*
stono ai servizio divino; il ministro degli
altari mette loro solennemente Itnanzi agli
occhj quei doveri, che a loro incombono* •
Queita usanza ricevuta in molti altri paesi
«è rispettabile , e saviamente istituita. Chi
sarà quel giudice umano # il quale prostra-
to dinanzi air eterno giudice , in un luogo
sacro l dove tutto gli rappresenta V imtna--
giofi. della A^irtii» non provi una commozió-
ne salutare ^ e non s* investa d' un ardente
zelo « il quale lo animi neU' esercizio delle
ìMie importanti funzioni? • • . . ma si tcó-
vano dei cuori si perversi, cui nulla è ca-
pace di commovere ; che restano insensibi-
li ai motivi più augusti e àgli stiiholi più
forti. *
Se accade che una persona di nascita iU
lustre, o un corpo intiero commetta qual-
che delitto contro ilRe> il regno, o laco-«
rena, e che questo delitto non possa essé-
re giudicato da alcuno dei tribunali ordina-
ri , si stabilisce un tribunale del regno ; il
Ke vi presiede, i principi , ed i personaggi
Tom. IL "^ più
/
50 Uel Regno e della Vitm
più distinti dello Stato vi siedono; il Can^
celliece di giustizia vi prende la parte dei
pubblico; U segretario più atlziano di re^
yisione tiene il Protocollo 4 Xia sentenza si
pronunzia a porte aperte « .
Nel tempo delle Diete » che precedettero
la rivoluzione del ijjz^ gli Stati nomina-*
vano talvolta delle commissioni investite del
potere di -giudicare ; il partito dominante
regnava in queste commissfoni : chi era con*
dannato in una Dieta , veniva assoluto iieir
altra. Queste inquisizioni politiche sonopet
rite colla costituzione che le fece nascere.
Si ricorda però spesso ; ancora per confron-
tare gli effetti deir anarchia con quelU dei
despotismo, e riconoscere la perfetta ana*
logia ,
In più d'un paese civilizzato.^ le carceri
pubbliche presentano uno spqttacolo ribut*
tante*- vedendo quelle della Svezia , si ri-
conosce un governo y che ascolta 1^ voci
deirununità, e che distingue V uomo dal
bruto ««Non è già che queste prigioni non
fossero suscettibili di miglioramento; ma non
è già poco avanzato ^ mentre al vederli V
uomo si sente inclinato piuttosto a gemere
su i delitti di quei miseri che vi sono rin-
chiusi > che sulla durezza dei trattamenti che
provano quelle infelici vittime della corruzio^
ne , aspettando la loro sei;itenza .
Ta.
' 1
di Gustav^ III. re di SvcT^ia . 51
''%k\e era Io stato in cui Gustavo III tro-
Irò il regno pritiia di giugtierei altrotio; e tale
la costituziohe civik e Religiosa della na-
Ifotie^ Ora ci resta a ttiostraré quali fossero
le f dazioni politichel della Svezia colle po«
tttite straniere .
Dalla Storia è- hota l' infiaenzà ^ ch^ ebbe
la Svezia nella 'Germania air epoca della
guerra dei 30 anni i La pace di 'W'éstfalia
tertninò questa sanguinosa guerra net 1628.
Là Svezia ottenne^ oltre cinque milioni di
Scadi di Germania , P Arcivescovato di Bre-
rnetì i il Vescovato di Verden 4 l' utìo e V al-
tro secolarizzati in grazia sua ; tutta la Po->
merania ulteriore i T isola di Rugen sul Bal-
- tido i t la città di Visimaf nel Mekléii-
bufghese •
Allorché Luigi XIV, e isuoinimici con-
cbiusero la pace di Nimega , là Svezia vi
fu compresa per mezzo d' una particolare
convenzione ffa essa e V Imperatore ^ sot-
toscritta lì ^ febbi'aro 16^9. V Imperatore
»' impegnò a favorire il Duca d'Holstein'c
fare, che ottenesse condizioni Vantaggiose
dalla Danimarca, e dall'Elettore di Bran-
denburgo;
Carlo XII aVea riportato vittorie segna-
late nella Polonia . Dopo aver posto Stanis-
lao sui trono di quel regno < era entrato
come vincitore nelU Sassonia . In mezzo a
P 2 . que-
^1 Del Regno e dflla Vita
questi trionfi conchiuse il trattato d'Altian-
staci nel 1 707. Augusto vi rinunziò l{i co-
rona di Polonia; V Imperatore vi s'impe-
gnò a giammai domandare al Re di Svezia
i sussidj , che avrebbe dovuto somministra-
re nella guerra di successione , di trature
con dolcézza i protestanti di Slesia , e di
favorire il Duca di Holstein.
Le relazioni politiche, della Svezia colla
Francia,' rimontano sino al tempo di Gu^
stavo Vaia. Francesco I credette doversi
procacciare questo alleato contro Carlo Y,
e l'alleanza fu conchiusa nel 1542; ma non
ebbe alcuna conseguenza • Ferdinando lì y,
approfittandosi dei torbidi nati fra i catto-
lici ed i protestanti delF Impero , cercò
d'am piare .il suo domìnio nella Germania •
La Francia cercò i mezzi di tenere in freno
r ambizione di questo principe : ella trovò
Gustavo Adolfo disposto a secondare le sue
mire, e cohchiuse con lui un'alleanza a
Borneval nel 1631. Il trattata conteneva
che il Re di Svezia avrebbe mantenuto 36000
uomini neir AUemagna ; che il Re di Fran-
cia avrebbe sotnministrato annualmente
400000 scudi; che l'alleanza durerebbe si-
no al mese di maggio 1636 , e che. allora
se la pace non fosse conchiusa sarebbesì
rinnovata. Ella lo fu in fatti; ed ancora a-
vanti al termine stabilito nel 1633 a Heil*
brunn \
di Cuifaw ìli. re di Svezia . \ j
Brunii; poscia nel 1656 a Velmaf^ sì fee€*
to delie mtitnioiii adattate alle circostad-
4?e ; il trattato di Vestfalia ristabìli la traa^
quillitk in Gerfnania ; e le dae potenze s' In^
caricarono della garàntìà di tatti gli aftii^H
di cjuésto frattatov.^^^
La Francia contavWMipre Sulla Svezia ,
ttia si efa forrftuto In qu^o regno un par-
tìto Cóntro di^ lei ; efla pervenne non o-
^tante a far che il Re sottoscrivesse uii trac-
tato li I4 aprile léj"! ^ nel quale le due
Corti a assicuravano una reciproca ^^aÀtia ;
ed in xln articolo fu stipulato , che , se. al-
cun p^intipé dell'Impero prestasse assistcn*-
2a all'Olanda, la Svefltla, dopo avef tenta-
to la strada de' buoni uffiz) , cercherebbe dì
costrignerlo colle arrtii . Questo trattato con-
dos&e Carlo XI ad una guerra, che Io dis-
gustò ddl* alleaniia colla Francia. 11 raffred-
damento fì-a le due corti duròsftiòal 1^3$;
li 15 giugno di quest'anno conchiusero ufi
trattato di sUssidj , che però non fu l'atifi-»
cato, che nel 1738. Nel 1741^ un trattato
di' Commercio mise a cimento Questa nuo^
va unione; Ptf ikìgìéo éi questo trattato \
vien permesso ai sudditi del Re di Francia
d' introdurre nella Svezia tutte le mercanzie
Hdn proibiu dalle leggi del regno > edihe^
go^^tvi senza pagar altre tasse, che quelle
^t pagavMò i roed«liiAi Svedesi : salvo per
t> 3 al-
54 J^^^ Regno e della Vittt
altro il privilegio di franchigia , che godc^
vano \t nati svedesi . La stessa facoltà vìen
concessa ai sudditi del re di Svezia: saran*
no esentati da tutte le imposte sulle cari^
che delle navi , in tutti i casi a riserva di
quello, quando caricassero delle marcanzie
di Francia in un porto dif rancia > per tras-
portarle in un altro porto dello stesso re<-
gno. I sudditi francesi goderebbero nel por*
fo di Vismar, esclusi vamfcnte aUe altre na-
ziotrì, il privilegio di non pagare perleme^
canzie « che vi porterebbero sui loro prò-
prj vascelli, che li ^ per cento del valore
di dette mercanzie*. La Francia^ e la Sve*
zia hanno di poi fatto molte convenzioni,
relative ai sussid), ma che non Mno vena*
te alla pubblica cognizione*
Il primo luglio 1766, comparve in pub*
blico una convenzione, provvisionale ^ rati-
£cata per il Be di .Francia ^ li %^ luglio,
e per il Re di Svezia, U 10 agosto dell*
annor medesimo ,. £lla aveva per iscopo di
servire a spiegazione della conven'^ione del
di 13 aprile 1741 , e di base ad uh trat-
tato definitivo ; ecco gli «rtic<)U di questa
convenzione. Siccome in virtù deir articolo
III della convenzione del 1741 , i suddi^
del Be di Francia debbono godere nella «cit-
tà, porto e territorio di Vismar 1 ad esjcdu^
^ione di. tutte le altre, nazioni , 'derpfiviìegjio
di
di Gustavo III. re di Svecfia . 5 <;
di non pagare per. le mercanzie che vi por*
lerebbero 3ui proprj yasceUi, che li -^ per
cento del loro valore , e cV è stato conb-
ficiacof stante la natura e posizioi^edel por-
co di Yìstnar, che non si otteneva lo sco-^
]ìo che si cercava; dalU parte della corte
di Svezia 9 S. M. Svedese acconsentiva di
sostituire alle dette franchigie la libertà d}
deposito ne) porto di Gorhemboqrg nella
maniera e §otto le seguenti clausole . I sud-
diti dei Re di Francia avranno il diritto di
déposiure ne) porto di Gothembourg tutti
gli efletti , le produzioni e mercanzie , tanto
della Francia quanto delle sue Colonie d'A-
merica caricate sopta bastiinentt francesi ,
senza che, per ragione d'introduzione, deb*
bano andar solette ^d alcuna sorte di da-
^ , imposizioni , o diritti di qualunque sor^p
tacessi. sieno. Sarà loro parimente libero di
ziasportarle , se cosi piacerà loro, sopra le
proprie navi 9 oppure sopra navi svedesi ,
senza icbe pòsaa esigersi p^r ragione dique-
st'asponaeiòisev alcun dritto di dogana '» o
qualsiaia altro; e*ii#) caso. dMhtroduzio-
Be ,. . Q^ riatportazioive i • bastftnenti francesi
npn. pagheranno dintttm^ggk^ dielle sses-»
se- sijavr svedesi r 11 detto deposito non aven«
do.^^eo fine die 'd} fadititare'al ih creanti
fnmcèsilo apècoto' 'delle loro inereantie,sia
AC Uo stata del Re di Svèzia ^ sia negU altri
D 4 pae*
A I
)6 Del Regno e della Vita
paesi del Nord ^ le qMc che vi verranno de-
positate, saranno costantonente considerate
come a bordo dei bastimenti , che le avran^
no portate : per cons^uenza non potranno
esser soggette ad alcuna visita , sino al mo-
mento, nel quale si vorrà levarle dal dop
posito, per introdorle nel regno della Sve-
zia* Gli effetti e le mercanzie v che sicstrar-
ranno da questo deposito per fiirli entrare
nella Svezia , pagheranno sul luogo o alla
prima dogana del regno, dove si presente*
ranno , quei diritti , che sono già stabiliti da
pagarsi per tali mercanzie, o che possano
stabilirsi in avvenire , e nella medesima qoa*^
ta che avrebbero dovuto pagare, te fossero
etate introdotte nel deuo regno,. senza pas-
sare per il luogo depositario di Gothom-
bourg*
. U'Rp di Francia in compensa cede in pei^ v
pettto al Rei ed alla corona «di. Svezia , iti
tutu proprietà e sovranità T isola di S.3ar«
tolocncDeo nelle indie occidentali, eon tut-
te le sue dipendenze s^n» r^estrizione b ri-
serva. Questa cessionre non pregiudicherà pe«
r^ in veruna maniera ai. diritti di piopue*-
tà, o di possesso degi) ^bitasitt francesi, o
altri della detta isola. 11 Re di Svezia pso^
mette , e s' impegna dì ombervar ntàpn ^
e per sempre ai medesimi abitanti la lUi^-'
tà la .piii illimitata delia •réligipne caterii^
ca. .
isa. Gli abitami francarti ^ ittii, dkti\
se^ti sycUliti del Re CrisiianisGrino'neli'j
di S. Banolommeo » ed i foro dìstebdeiutfH
potranno in tutti v tei^pi Thiraral nel luogo
de) dominio del Se^ che a lo^ piacerà'^ t
potranno vendere e trasportare i ^^ro effet«
ci) senza essere inquieéati nelia loro emì^
grazione ^ sotto qoalonqìie pretesto si sia»
eccettnattf ii caso di debiti comratti t opro^
cessi crìminall; e non s* esigua giammai d^
loro alcuna cosà, a titolo di. duitto d'èstra«'
zione o sotto qualunquie zìup é *
Giorgio 1 f approfittandosi delle circo^
-stante , s' era impadronito di. Bremen e Ver^
den ; dopo la morte di Carlo XII , la Sve^
2ia costretta a soddisfare i suoi nimici &cc
la pace col Re d'Inghilterra li 20 iu>vcm«
bre 1719^ 9 e cedette^ a Idi, ed ai suoi é^
redi 9remen e Yerden , ed ottenne un*
somma di nn» milione di scudi .
Li 21 gennaro 1790» fii cpnchtnso fra
r iUrghilterra 4^ la Svezia on trattato, del qua*
le r articola essenaale era cfee il Re dMn«
ghilterra spedirebbe una squadi» nel Baili*
co> per aglr^ coltro» il Czar^ cxA qiiàler:i*
Svezia era ancora io guerra 1. La squadra af4*
rivo,- ma troppo tardi: i Russi avevwa
avuto tempori desolare le cosce della Svezia «
Carlos XI, eédcodo.aUeistakiae dei p«r«*
figtatii d«U4 timiAtì uf em. .deciso a .praan
der
ibr. parte, sella gv^va, che Luigi. ^17 co-
dvadò l'Mmo. 1674. Federico Guglielmo
detto il Grande Elettore^ fu d^lnumero dei
admici» cheCarloiIfMretce combi^tere. Idue
firincipi fe9cro una pace particolare, che
fii coQchiuà a & Qerl^ain in.Ltye Taono
1679. Il trattato. * della .Tcftfalia $srvi di
he». ÌA Svezia |:edette air Elenoce tutto
ciò, cl^e pofi^deTa di là dalVOdei:: ella ri-
fittQ^iò aocors^ alia participazidqe. delle ga«
belle $tahiUtcl a riguaido dell' Elettole nel-
la pomer^nia jukeriore: T Elettore s' impe-
gnò di non* cpatcuìre alcuna fortezza ntUìt-'
«ccn$ioiie dell?' tcfre ^ che gli iorono ce*
duie f .
Federico Gu^ielmo primo Re di Prussia
tirò profitto, ^ome gli altri cor^gnanti della
-Svezia , dalle di^grazìeL di Carlo ,XII i per
mezza; de( trattalo. di Stokholm ,. ^onchiu$o
nel 1720; egK ottenne la dtià di. 3tetino •
•d il suo dritto di gabella > Qoloaq, Dam ,
le isole de Yolin, 9 Usedom e tu(te leter*
re situate i^a fOder p4 al £^nc:/fa citabi-»
^iiò che qaiul«kinio fiume ierYiidbbe di
eòii4ne,> ed) appau-teirel^fbQ ii| <;omun^ alle
due potenze^^ il trattato. CQSichi(W> /ra le
atcem^ potehae ^ ^d Hamborgq. il |. febbirar^
|o 1761 , e ch^ ^teiminò ìa;guerra^ che la
Svo^ia avea £ftito 4Ila IViMsto: nfcUst.Pome-
nmia :, i^uilr-dan^ò^ iiei irattaod ptfe»dmi£l^
Quan-
di ifitstai)& III, fé diSve^. f ^
Qaando 11 trattato di pace di Nimeg^pa»
cìiicò i torbidi ao^taiti dalF ambizione di
XiUigi XIV , fii segnato nella città medest^
ma U tz ottobre 1679. un trattato parti-^
coUre frai Y Dhtndà e la Sirèzia , * nel quale
} due coh(ratttnfi s*^jimpegnaTano a scordar-
si del passato >é di rientrare in qaeUa buo^
uà iotelligenza f £he sempre avta .regnato
ft^ dì loro, '^ .'..,'' >
Il primo rimarcabile, iponcbiiìio fra 1$,
-Svezia e là Danimarca, è quello di !^aaryd,
fermato lì 1 3. ganparo x6 1 3 é Per questo
trattato fu stabilito, che ia Danirnarpa por-
terebbe nel sub scudo le tre 'corone; ma'
$enza prevalersi di questa prerogativa per
formare alcuna pietensionf a svafitaggio deU
ta Bvezia ; che dall' ài ti'a banda {a Svezia
sarebbe ::?libera: del diritto delSi^d: che ii
Re di Danimarca rescitliirebbe tutte le piaz-
ze, che aveva ècctipatò , eccettuato Slsborg,
e Gutdberg> i quali non saréblxro evacaa^
ti> se tìon quando la Svèzia avesse pagato
un milione ^4iAS$u4i viellò> spazia #$ei ztoh
iìV; L'aiinónia I fra' epiche lioer^iao^^ durò
sino alf auAO' x644.£llàr'ì fu intorbidila ^a
una ■ giyerrà: di poca durata ; jla^ pae^ odi 8ro^
em$ebròtirtermMè <^^»ta^igBerraln«L''^4i^
Ia I>anlT^QVfa ij^dette^ itila ^vezìa le pio«
^noie di Hièoitlimdia > è di Hlefedalta , adS^
isole di Oesfl, e 41 Go^alld^;^ylli tiuov*
0uer-
guerra s"^ Accese nel 1657» ni trattato di Rd^<
chi! vi oitse fine nel 1659.4 la Svezia ot«'
tentie in questo trauato la Scatta, THal-
kndia s 1^ Blekingi^ , il Feudo dr Hohu« ^
queUoidi Troctbéin 4 ' e TìSoIa'^ di Bornhotia i
U Re di 'Danimarca s'im{iegaò inoltre di
aoddis&rt il Duca d-^olstein. La Svezia
tinunziò -a lutfb i diritti, ohe il possesso
del Ducato di Bremen li poteva : dare sulle
contee éLlDelniienhorst^ < dt Ditmarseù , 6
sopra i beni d* alcuni gentiludmihi d' Hol-
stetiì . Appena questo trattato fa conchiuso^y
'la guerra s'accese di nuovo.* le operazioni
degli Svedesi furoiio dieno briitaoti. Carlo
Gustavo oiotr, esla reggenza ital»lita dagH
Stati ; concbiuse un trattato ar Go^nbaghen
nel 1660, Ilei ^uale'Ja Daiiitdarca rtcu(>erd^
il feudo diTtonthoni el'idDlaTiiiiBoriiboltn.
Mentre Carlo SI coinbaiteva per làcai)»»
«9: di Luigi XIV, i Danesi invasero là Sca^
aia; ai fece la .guerra con vantaggi quasi
uguali: ki /pace di Suàd ristaibili la calma
nel .1679 1 e oonfei^cnò.i .tcatfetr^iintecedenf-
tt. Il trattai di Travendal .<$b(nGaflo Xil
sferaò Fedortcoc'ìIY a conohiudiere liei 170^
assicurò .m\ .Dufca d' Olstein i sitioi diritti di
S0|rtanikà' nette ..cittk ^e dtstreftà a i!lui appar«
tenenti., ed .una ióguagHanaa perfefcsa come
Gbregnra^b ? -si' d^nfei^iBd dir pbkfì l'accordo
fatto' ansel^iònimfso rtgitaFda idi Tesco^ttor
di
^.J^
di Custavo III. ft di Sve^a • é f . .
ài Lubeccà e la Danimarca titiunziò al pos-
sesso alternativo col Duca di Holstein].
Tutti glvinimici, cheC^lo XII avea ec-
citato contro la Svezia, s^ approfittarpno aU
la sua morte -della situazione deplorabile de*
gii Svedesi, per istrappar loro delle condii»
ziòni vantaggiose di pace*. Nel trattatoceli^
chiuso colla Danimarca a Stokholm il dì
14.* giugno 17.^0, la Svezia s'impegnò a
non più opporsi alle convenzioni fatte fra
la Dani marca >« Francia, ed Inghilterra ri**
guardo al Ducato d'Holstein, per farlo rien-
trare nei possesso di questo Ducato di Slés-
ig, ed a non donare alcun soccorso al
Duca d' Holstein , per farlo rientrare nel
possesso di questo Ducato: ella accettò an^
Cora di pagare il drittp dèi Sùhd sul piede
delle nazioni più favorite. La Danimarca
rinunziò in compensa a tutte le sue pretèn*
sioni sopra Wismar>. e pagò alla Svezia le
somme di 600000 scudi. Il trattato co^*
chiuso fra le due corone nel i734/ricbìa«^
ma tutti i trattati anteriori , e concede alla
Svezia il dirìuo d' aver un uffizio di posta
a Helsingoer ed un Console incaricato di
riscuotere e pagare la Dogana delSund per
i bastimenti svedesi. Il trattato di Stroem^-
stad corichiuso nel 1731 , regola definitiva*
mente i limiti della- Svezifa e Norvegia,
Le pretensioni, che formò Giovanni Ca*
simì*
4i ^ H^igw r Héiia itila '
iimiro, ft dftiitia di Garlb X, elcHo d^gtf
Stalin accesero una guferra fra la. Sveaia t
1% Polonia «'Qiìejta guerra £u teritii^ata per
l4 paCfD d'Oliva nel i66c. Gloiranni Casi-
miro rleotebbé la nullità nei diriuì che a-^
neia preteso far valere . La 6ve:^ia òttennef
meta la Dvotoia al di là della Duòa , a ri^
«ervtt d'skufoe piazze e l'isola di Kugèn.
Sarebbe iùutild far ifaenziòoè degli anti-
chi trattati fra la Svezia e la Russia f le re-
lazioni |>òlieiehe di questi due paesi nondi»
vengono interessanti ^ ^è noti ài principia
del secolo /Li lò settembre (721, fu sot«
tSoscritto a Nystad uni trattato ^ del quale le
eondizioni etano : che il Czar conserverebbe
tutte le ptoviAcie conquistate dalle sue ar«
mi i cioè : La Li^onia ,' V Estonia i e l' In-*
grìa» uni parte della Carelia, il Feudo di
Viborg, quello di Ktxkoltn^ e tutte le ì"
Sòie della Curlahdia sulle coste della Livo'
nia, Estonia ed Ingria 4 come ancora della
costa Orientale di Bevel: che il re di Sve-
zia s'asterrebbe di pfendere i titoli delle
Provincie cedute <» e eh* egli medesiifto li da-
rebbe al Czar : che il Czar pagherebbe due
milioni di scudi alla Svezia^ e non si tue*
scolerebbe f&eglr affari doitìestìci di questo
regnp; e che sareobe permesso agii Svede-
si di comprare annualmente dei grani aBi--
ga , a Revel , e ad Arensbur^ per il valo-
re
f^:(tìf;(^oooo robii senza pagare gabella « Ttt
uni dopo h 21 xfebbra)i».i7:24>>^le doèpiyo
tenzè softoscriùero un trattata d'aUeàntt
difensiva per ' 1 2 anni ^ -Questo trattata em
appeiiai spirato^ che la gtxcn^M s'^ accese n^«
la JFiniandia. La pace £u concfainea ad Obo
li 17. agosto i.743 : la- Sveaìa * conferme
tQtce le cessioni fatte nel 1-721 > ella: cedetr
te di più unai parte di Kytnekégoitlv il àU
stretto di Nj/^slot e tutte . le isole situate al
Sund i ed all' Ovest del 6umt kymene • Gli
articoli del trattata di Nystad relativi al
commercio furono Obiife^tbati ;/
Carlo XII^ vinto a Fultavà ^ cercò una»
silo presso i Turchi: egli fu ricevuto con
quell' ospitalità genefo^a eh' è uno deitrai-t,
tati distintivi del caràttere di questa nazio^
ne • 11 valore e Tintrepides^a di Carlo fe^
cero grande impressione sui Mussulmafit/ e
-fece loro concepire la più alta slima diqgtt
Svedesi «Malgrado la distanza che la aiatti-
ra pose fra i paesi, cVessi abituo, i,doe
popoli si strinsero in una stretta amicizia • ,
II' apprensione i che la potenza Rus^ v loro
comune nimica dava, air uno e all'altro r
strinse vieppiù i legami di ^est' unione «
j^el 1756, due negozianti evedesi andaro--
no a Costantinopoli, e nel 17 97 la Porta
e la Svezia fecero un trattato di commer--
cio , in virtù del quale i t^egozianti- svede-
si
$4 JktJaigm'e.ììdbL:!^^^
ji è i loro vt8C€lli« :come ancoti»^ akfi 4i-
gofìMVM « cbe.n.tintvvaiio » .btìido Ai qs^
sci vasceIU.<» luitino unsiniieei lib|^t2t4ì£OfiH
a«rai0 ào : tutti . i pottfc dell: impero Tofoc» ,
pagando, liti* impoitt di .3^00, ^ipri; iOgtiiia
SQAO aeoti da. tiitto te: altre Jioposizioiù j .0
le . k»ro mtn:iMi€ non pagano che uo:,tre
pec »oo di^Doffuia^ Vn craitato più imp?^
taote ùtcora ici\Co»chiu%o:fira 4a. 'Penale la
'JSveba li. 22 agosto^ s.7^9«'del quale questi
sono i principali articoli. Sebbene vi ha
ooa.pace perpetiia fra la $v^ia e. la porta
4airQna. pane e la Russia diU* «altJpi ^ . ch^.
ttOQ^staaie ra.OA0i ^vveniige che qimt* ul-
tima .intoaprt Odesse .qualche* cosa contro |'
«utia.ol Vakra defilé potente pontrattanù»^ q^ifr
4irisen» di)aziooe:>sLcoinanichfri^nDp imea-
ai . ptàk pi^opr) a. far lessare gì' Mmi^ti.: i se. la
Jbiiàsia aica<scherà la: Svezia e ìsh B9rtaiO£-
tofaaviarlt osiiUtà si considereranno, faii^
ooma ad ambidue.; 91 firà « la gfierra pernia-
mi, o per tp:ra. .air aggressore 1 e nessiin»
.delle due pani deporrà le auni «.prima. dV
ver ottenuto una giusta soddbfaaione . (V
gnwio dei eontrattatui s'impegnata non da--
re niioolto pei piurta dei nimico ^d akufia
proposicippe , >Qhe leuda alla pace ^ ^en;za cp<^
municarla air.alu^ parte ^ e.a non £ìre aU.
cuna pape sepai^ia . Si conferma :per il pre-
iCnte trattato , i^oello di com mencia » epa-
chiù-
é Gustavo III: rt di Sveccia . ^f
ohioso^ nel 1737 i ed 1 sudditi svedeisi a-
Trauno neir impe^ ottomano le stesse im«
Hiunità, che le altee nazioni amiche dellaÙ
Porta. Le reggenze di Tunisi > di Trìpoli e
d' Algeri , essendo sotto la dominazione del-
la sabjlime Porta , ella dark loro parte della^
presente alleanza, e darà loto ordine di con-
formarsi. La Svezia ha ancora altre con*
reazioni particolari, riguardanti il commer-r
ciò con queste. Reggenze e coir imperatore
di Marocco..
JLa Slvezia lece un trattata di commercia
colla Spagna nel 1^51.. In vigore dì que-
sto trattato ^ rinnovato peK 1679 * ^ ^^^'
1747 , il comitìjercia degli Svedesi gode d'
uoa intiera sicurezza in tutti i porti della.
Spagna. Nel 1641 , si convenne col Por*
ipgallo , che. gli Svedesi goderebbero nei^
porti di questo regno tutt'l privilegi che
avevano ottenuto gli Olandesi . Nel 1747 ,
la Svezia conchiuse un trattato di commer-
cio col Re delle due Sicilie . Le due po-
tenze assicuravano al loro commercio ' una!
reciproca protezione.
La corte di Svezia da gran, tempo, man-
da un ambasciatore a Parigi; da alcuni an-
ni in qua ne ha uno a Copenaghen ; ella
tiene degP inviati straordinarj a Berlino, a,
Dresda» all'Aja, a Londra , a Madrid, sk
Pietroburgo, a Ratisbona ed a Vienna; dek
. Womo IL E mi-
^ I
6iK Pel Èegno e delta t^ità
ttiinistri a Costantinopoli, ad Hamburgo, à
Varsavia; degli Agtnti ad Amsterdam , ad
Hamburgo, a Li^bona^ aLubecca, a Napo^
li, ed a Roma ; im Gommissafto a Danzi-^
ca : dei Consoli geiierali a Bordeaux , a Ga«
dice , à Havre de Grace « a Hebinger ^ a
Marsiglia, a Porto oriehte> a Pietroburgo t
dei Consoli a Bayonna , a Boston^ a Ga^.
lais, a Cagliari > a C^rtagene^ aC^rktowa ^
a Groistc , a Dunkerque , ar Genova , a Hqn-.
fleur , a Livorno ^ a Londra , a Madera .j^
a Malaga « a Monpelliar, a Gèttc, a Nan-»
tes, a Nissa^ a Ostenda 4 a >7ìladcl£a ^ all^
ìsola del Be,. ed a Rotella, a fiiga , a Ro-^
chefort^^ a Roano > a Salò ^ a Tripoli ^si^
Tunisi Y a Trieste , a VeiBetia, ed. a Wfboi^>
Il Re ha ultimamente nominato un ìi|«
Viato «tcaof dinario a difietenti corti dMialia^ #
e sonò quelle di Napoli , Turine^ Firenze ^
Modena, Roma, e delle {(epubbliche di Ve-
nezia e di Genova.
' Ordinariamente x Stokholm vi è un am«
basciatore della Corte di Francia , un mìni^
stro Plenipotenziario della Corte, di Russia^
degr inviati «traordinar j dalla parte deUe cor-*
ti. d' Inghilterra 9 Danimarca^ Spagna ^ Pr0$«
aia 9 Saesonia, e dalla ^ parte delle loro alte
Px)teeze * La Francia manda un <^dosoÌe a
Gotbembourg, e Lubecca un/Agente a Sto
khQlm. » . . . .
CA-
' JHeAeif^e natitrdt della JSvin(iai ■■
topola:^xMU
s.
i£3^Ì!>eiie la nàrd'rafit mostrato ìiini^ ^H^'
dire£iorf€ segnaliata' per 'i paeèi ineridiotiali /
^M>ené ella ha * Tèrsa to i suol tesori coti
j>rofufsiohi *ópra di lora, non i\ « pòrà in*^
tieramente bordata di quelli' del settàitrió^
tit\ questa conitine madre è tenera e^bene»^
fica ancora sotto nìi cido il' più rigétoso;
ella è ingegnosa nel trovar mezti per arric^
efcìre^i suoi figli, a dispetto deJrMitéueriza
mortifera d^tin clima gelato.* il Lapptmé
non ha egli i'^uoi Beni ?' ^ - r - ^
La Svezia è copetta di boscagtìé^ dm
dominano soprattutto nella Nbrlandia e.nclk
Finlandia ; vi sì'^ vcttorio in -tutta la loto
bellezza , T ischio', la betulla , e T afbetó
nibdèstò rivale deli"' orgogliosa quercia. Que^
txì boschi forniscono legna da 'bruciare ^ là
^ii2^è il rigor del eIrma rende si hecessariai
delle tavole \ dei travi , del catrame , e pe*
c^. Essi meritano tutta 1' attcntzione del go*
verno ,* il quale In fatti si occupa in preve-
nire quelle rovine, che un' economia mal
E i itì- ,
\
6$» I>€l Regno e della fUa
intesa produce : ma a suoi sforzi non hanr
no sempre ottenuto il loto scopo ; i bosch|
Iranno soflèrto frequenti danni.
Un pae^e abbontlante di boschf dovrebbe
|)oter &r conto sopra una caccia abbondane
te ; elU però nella iSvezia non è tanto ^
quanto si potrebbe credere: conviene senza
fallo attribuire questo ai lunghi inverni. Ls^
caccia H'dei ^ift? enti uccelU , che la natura
ha destinato di vivere nel Nord, è la sola^
che ridonda in utile pubblico ; si trasporta
Sa tempo d' inverno » dalle provincie setten-
trionali a quelle del mezzodì ^ una sorprea*
dente quantità di faggiani , di galli di bos*-
co , che si vendono a un prezzo molto te?
»ue. ,.. \ .
'Vi sono poche specie di pesci > ch^ non
$i trovino nelle acque , dalle quali la Sve«
zia è circondata ed intersecata. II pesce.^
che nella lingua del paese $1 chiama «S'^/^em»
ming , e che altronde non è noto , abbonda
talmente in alcnni luoghi del Baltico , che
costituisce una parte essenziale del cibo
del popolo. Le pesche d' Halmstad ^ d'Elfcar^.
leby, e di Norkoeping danno molto sala-*
mone • U aringa fuggiva da ipìòf secoli te
coste della Svezia ; ella ricomparire verso la
metà del secolo presente: le principali pt«
sche sono nella provincia di Bobus • U prò?
dotto di questa pesca monta aiinqalqfiénte t|
500000
' ■ f
et Ù»sÌHv& iti: re di Sve^^ià) 6$
^oocoo tpnne; ciascheduna tonda contiene
inille aringhe. L'aringa della Svezia non ò
però mai cosi buona > qtianto /[ueHa deirO
landa; Quando es^a i^rriva suNe òoste d«i
^ord 9 è vecchia ed affaticati dal viaggia j
né .gli Svedesi hanno V arte di salarla e ca«>
)&tGldirIa come gU Olandesi •
Ma vi è nella Svezia una sorgente di fic-»
chezze naturali assai , più importante ancora i
e sono le miniere . Quale spettacolo non
offrono questi vasti sotterranei > dove ,si na^
BcotidcHto retori si preziosi 1 là natura com-«
pariice qui fra le ombre in una maestà im-^
ponente: ella vi è tanto varia > tanto ricca ^
^[ttantoa noi si presenta su quella superfi^
cie^ ch^ ella adorna colle sue opere maravi^
gltose; e l^uomo , sotto qual punto di vi'^
«ta d presenta egli? QuaP intelligenza ,^ qua)
costanza v qua! coraggio non . richiedtsi per
penetrare helle-^rófonde Viscere della ter*^
ra ? V* era necessaria ia speranza attiva , e
possènte d'arricchire; pter superare gli o^
stacoU itf apparenla insormontabili » a &Dtà
di persistere in' un'impresa non ixitto fati*
cosa e, penosa ) (hc,^paVetiMv0le*e ,perico#
lesa .Che si getti lo sguardo dall'una par<
te al lavorante dhuifa mtìnlera scavando le
viscere della (erta;, e dallValtnt aU'Atenoau-'
tt , che scorre i vasti spazjf dell' atnaos&ra 9
qual* audacia f.qMTt sforzi arditi?
E 3 Net
)
y
fé l>d ^Regno e Sèlla n#(s
N0IP yplandia , provincia a %}Sit£ ì rigtìai-^
éi una delle migliori; della Svezia V è situai
ta' Vi mihieri di f(;rro la più ri^cà dei re^
gno; ella è detta di Daonetnord. Questa
miniera/ occupa un distretto considera'bile ',
e rende per molte bócche il m^talfo 'ch'«t^
la contiene • La sua più grande profondità
è di .80 te$i; le sec^hi^ attaccate a gros^Q
funi girate da cavalli , servono per portar^
fuori il i^inerale della minieca: còlle l>rac*
eia rivolte intorno alla cùxAzp e coi^pìet^
appoggiati suU'otlo della secchia i lavbrat{4
ti scendono , e salgono coti aria la più franr
pa e sicura; eglino non rimangono 4tt quel
sotterranei, se non qutl- tempo > ch*è nece^«
sàriò al suo lavoro giornaliei*o • Fer mezzo
4' uh. macchinismo d'una ruota di i% brac-^
eia di diametro, >«C^ TacqOa dal fondo
della miniera^ e scola pet un acquedotto
<li 2500 braccia di lunghezza.' in distanze
più^ o tnena discoste da Dannemora' !si tro-*.
yano )e fornaci , e le fabbriche di Loeil;ad«
di Forsmarch , d*Ocsterhy^ di 6imù, idi
Harg, di Soedcrfote ; questi differentlluogh^
formanp tariti bórghi ben fabbricati e t^h
ter popolati. - . .
Tutta questa contrada riesco tniere'ssamej
ella chiama V attenzione di chi la scorre •
Bopo essi^r discesb in tilù Oscuro abisso > ri-
torn^n(iq 9 godtjr? \ò^ ya^^ liwe, focèhici
a Gustavo IIL te £ Sveci^ia . 71
con. piacere si fissa so^ra i folti boschi , sul
campi ^. sulle pratericysai giardini • Ilairorantì
delle miniere e' delle fornaci ben' alloggiati
e ben nutriti^ come lo sono Sn tutta là.
Svezia, presentano un^immaginé della robu*»'
^ezza , deir attiviti e della contentezza in-
sieme unire. Verso la mezza notte, s'apre
una scena la più sorprendente ; Ib strepito
del martello^ che fa risonare T ancudine ^
contrasta col maestoso silenzio delle campa-
gne e de^ boschi; le fiamme ch'escono dal-r
le fornaci , spargono i raggi defla Iuce# e
fanno un'illuminazione nel teatro della na-
tura. Si trovano in molte di queste fabbri--
«he i discendenti di^ quéi Valloni» i quali <
si stabilirono- netìa Svezia sotto il régno di.
Gustavo Adolfo > ed insegnarono agli Svede^
Si l'arte di lavorare inferro : essi si distin-
guona ancora per molti segni caratteristid ;
essi sono più ^ vivi, e più disinvolti dei tia*
lEionati; le loro ukanze sono a loro partico-
lari e scoprono il gusto.delV adornarsi : essi
si maritano. fra di loro, e^ tramandano in^
tal maniera di generazione in generazione i
loro costumi e le lóro usanze •
Vi sono delle miniere di ferrò nella mag-
gior parte delle proyincic del vasto regno
di Svezia ; non si potrebbero lavorare tut-
te > senza recar nocumento ad altri rami d' "
itvdastria nazionale.. Quelle che sf scavano ^ ^
li 4, rcar
'. 7^ . \J>ek'JRtgttO e della Ititd
tendono annaalmèiite 1,200000 Sdtfp^m^
di .o^inertle , il quak. fuso lende 400000
Scheppùnd di ferro / Questi lavori otenpan<»
in tatto il paese 15600 persone 4 secondo
it calcolo del Senatore Stockenstroem>^ ti
^aale.:faa trattato questo ^rgom^ito in ìm
discorso accademico • In un: altro discorso
«gualmeme pronunziato neir accademia del»
le jctenze di, Stokkolm , T autore , il dottò
Eolhem pi^ètende^ ehe le fornaci eie fab-
briche di ferro del regno v eiicT danno al
ferro 4^ei grado . di depurazione tiece^^arìo i
per és^er messo io opeta , coniumano jm^
nuàlmeinte 2,400000 cariche di carbone •
£i servono dbl.roineiale d'Utoen per, faci»
Jkare la fusione di quello della maggior
parte delle altre miniere • Utòeo è un* isok
d'abmne miglia dVestensione fxllsi px>TÌ(lc}a
éi Sudermania . Quelli , che scavano le mi^
iukce^ rèducono. ancora il itoincrale in rùas^
se per k fustone; ma non possono &rlo
fondete, se pòn trovano nei loro boschi
un» quantità di carbone sufficiente. U Co*
vetttp assegna quei boschi dei quali si ddve
servire a qucst'uio/ egli stabilisce ancona
•la quntità ed il prezzo del carbone /che
dobb^ tessere impiegato nelle fiirneci e nelle
-fabbriche é
MeUa p/oVincia di Balecarlia y ad una
piccipla distanza della citili di Fabluiiii si
sten-
llhidpiio per lungo tratto quelle ostureca-»
irecm ^ le ì|ua1ì racchiudono il tame. , che
ti considera per il. migliore ;d' Europa, >. La
timùera di Fahlun è antichissima ; la suil
maggior profondità è attualme^tb Ai i8d
tesi t qùal abisso I La> bocca principale pre«-
sema uno spettacolo sorprendente: Voi ve-
'dete dei vasti scavi ^ i quali mal diretti pe^
r addietro , sono crollati ed lianno prodot^
to ammassi di rovine* Strade: Zirlarne del
cielo, vi conducono ad una profondità con-
siderabils:. lì^ seguilo noi. scopiite; alilu^
Me ^^.di^ torcaè ^ chà vi precbdom^ , tléi rntna^*
.tt)ri \ e loro abitatio^i ^ dei cavalli 4 e del^
le scuderie ; . S^adopi^no scale di legno ; 1^
acqua viti'iolica^ rode ìtotk* mneno le irotidtf
xhe le catene di ferrd >' e rende impos9ìbil«
l'uso delle. secchie • Qual (;o]po ^'occhio
interessante nbn forma rap{«rato delle màc*^
chine necessarie per isbaratzare Id miniera
dall'acqua; che contiene; per far salire dal
profondo^ il minerale ì^ Quelle tronfie t quel-
le ruote, quei cilindri > quegli acquedotti
atCBstano gli sforzi e le. risorse delF iaieUi^
^genza dell' uomo « Nei contorni tIeUa mi--
niera noti. si veggono ^ che* dei dirupi sel-
vaggi , Dir. sttolct sterile ^ ed arbori jdiseccati
da una malattia > dalla quale furono attac^
cati qualche tempo indietro: un denso fu^
mo ccqpre Foriazonte ; la ciuà di Fahlun è
spes-
ti
f4 JP^ JRegno e della^ Fììa^
tpesso foTolta, in esso ^ e le sue fabbriche
se nCr riseototio « Il prodotto .della miniera
Ila subi^ dei notabìU divar|v egli era
. Mei i6)o. di 2COOO. Scheppund*
1675. l60QO.
.1690. lOOOO.
1708: S867.-
ì I752, 5000.
1767. 4995-
Dopo quest^anno non si è diminuito coft-
siderabilmente. Il rame di. Fahlun contiene
deir argento > ma ries(;e di troppa spes^ Ter
strazione , La miniera dVOtwidberg nella Smot-
kndia era stata per lungo tempo trascura-
ta; si è nuovamente intrapreso di scavarla;
ed il successo ha corrisposto al tentativo de*'
gì* intrapretìdanti ; ella rende 6 in 700 Schep-
Eand , Tanno^ Il prodotto annuale di tutte:
i miniere di rame della ÌSveaia monta a ;
in (^00 Scbeppand. Si fa a FatU^in^ quat;-
tro • volte la settimana , ima operazione > a^
la quale si as&iste con piacere i l minatori
iriandano sopraterra il prodotto della miniar
ra, qqando si è raccolto tanto da riempie-
re 36 secchie. Queste secchie vengono ri-
partite in tz masse di ugual valore ; quat-
tro di queste masse s' impiegano nel paga*
«uento delk spese e per gU anticipati; uno.
> . sci-
di Hùìtctéò ili. re é^'^Svei^a . f%
tiìmStorc ne 'fissa ifpfeztb,'«'rcgtdar'xlaaj «ri
n^ U vendita delle. 5 'alene.' masse ) qoèsta
vendita '*si fa imniedratamentè sii maggior òfw
Virente, '
La miniera di Fahiun è stata> lungo tem>
po una sorgente di ricchezze; si teme ; chf
ella cessi d'esserlo in' avvenire. UMeconch
mia viziosa j }^ aa mento delle spese > lei|ua*
U 6* accrescono col elicere dèlia profondità
del sotterraneo^ i» digerenti interessi di quei ^
che scavano > e di quei che fondono':, e,ip>
naimente il basso prezzo del rame haimo
prodotto un sensibile danno 'atlavori.Que»*
sto obbiet^o importante 'fu* soìttoposta alla
diìfcu^iontj degli Stali nel 1786*, s'implorai
rbno i soccorsi dei Batteo di Stckholm/nsiei
egli non volle arrischiare"! siidi acanzi ■• Sé
]e circostanze non cangiano ^ ^nbn si tra«
vera qualche espedienti^ -efficace $ FHflua
^qdrà iti total decadenza l = - * ;
Delie maniere d^ argentò , che la naturi
ha^ dato alla Svezia , qtrella di Sala nella
Vestmstnìa è la più antica'^ e «la più ricca;
Se si dà fede àgli autori nazionali \ ella
rcndcvr, nel secolo' decimo quarto ; fint^ a
14000 marche ogni anno / Qu^est^ abboddan^
:^ dimiirul* tatito che appena si poteva con»
tare- sopra mille marche alla fitie dell' ulti*
ma secolo v in qpestó però si sono otténufl
létpo/sino a' 1800.. Il minerale 4^ il pio^^
bo
f^ Ì>ei àègno è ieUa Vita .,
bo nefcestàrìp per la fosione. Antonio SVafi
abile mineralogista ^ ha ritrovato un irieuo
di ricavare dell' argento dalle scorie > che
a consideravano come inutili . La maggio^
profondità della ttìinitti di Salbefg.èdi.l6o^
lisi: si discende nella miniera in secchie^
< su^xlellé scale) l'interiore détta' miniera
iorprehde * Si eonstderano . dou mariavjglia
quelle splendide miaase^ dalle quali T.^iòmo
estrae quel metallo si caro alla sua cupidi*
giai Le iiKacchincf però della mimerà diSal^
berg hon sono da paragonarsi uè pel nu-'
tnerò^ né per la qualità A quelle diDaftoe-^
rnosa e di Fahltin • Vi sonò alcune altro
miniere d' argento nella Svezia ; ma il pto-^.
dotto è di poca considerazione . Fuso e raf->
fitlatd che sia V argento i »i nuttida alla Zec»
cà di Stokholm*
Nel 173:8 si scopri una miniera d' órd
nella Smolandia, in un distretto chiamata
Aeddforj: questa mintefa non è ricca., e
non reàde annualmente, che 5 ; in 600 zec^
chini, i quali non pagano le spese delP e^*
cavazioike. Ìol miniera di piombo, Stoocrta
nella Finlandia > non è ancora ben cono*
scinta ; si pretende ,, ehe il metallo non vi
sia abboniiante • A Dylta nella provincia di
Nericia sonosi ricavaci annualmente dal nri*.
nerale di zolfo 300 Scheppund , 8 a 900
Scheppund di vitrìuolo » e 1700 totine di
co-
di i^usiavoIII. re éft $ve:fjl^ . ff
color tosso i Andràrum , < Lofirars ; GtLiphj-s :
t^n ec, danno annualmtmè circa7oood!al-;
fame . La Scdhia ha delle miniere di éarr
bone di terra , che altimamente ha ìmp(s^
gnato P attenzione del govèrno • Le vene»
d* aMesia sono numerose e si scavano coti
ìflapegno; qttelle di marmo sona pia Tare
nsa più ricche. Le isole di Gotlana , e dir:
Oehnd hanno grande abbondanza di pietre
da calcina . ' • r
" Le miniere della Svezia: anticamentiq era^
no r appanaggio del Clero : furono trairfcu'?
Tzte^ dai proprietarj , che non conoscevtmQ
il" loro valore. La corona se le appropriò in
seguito > è le fece lavorare per mojto tem-
po a proprio conto. ElU cedette T esóava^
zione' a dei particolari con vantaggiose coti-
dizioni: se la miniera è situata su di un*^
fondo. libero, si paga alla corona on 3 , e
un terzo per^cento; e io per cento, qùaii?t
éo è sa d'una terfa tassata. I particolari ,
che prendono impegni còlla corona V for-'
mano delle associazioni ^ e li ripartiscono
in più , o meno carati . Non si iè travato
alcuno che voglia intraprèndere P escavazio»
ne della miniera d^oro d'Aedelfors.
La Svezia trova nelle viscere della terra
le sue più grandi ricchezze, e perciò merì-
t^menee quest' obbietto è sempre stato con?^
siderato con singolare attenzione . Sino dal
se-
fé' Jhi Aegntt e Mìa - ftti
itoo\o decìmotelrrd , si vxdfetrd dei regolai^
inenti che tigoardirifio te miniere i-Custa^'
voi , e Gustavo Adelfo tier feeéto. pubblii^
cafe un gran numero ; IL.t:ollegio:de!Ietni^^
iiiere* è uno ^tabtllttientò di sdmtna utilità;
ti sono fatte ddle atutazioni vantaggiose ià
questa, cpllegio negli ultiimi fémpi 4 e pio»
prie a siempre ^\h pèrftziobarlo K' Per soÌ^*
lievo di quelli/ che :Scalhmo le miniere^ df
ferro < e de^ proprietarj delle fabbriche ,' ìofj
stalnlitò > nel 1740 ,"uh tìànfco di ferro ^it
quale dà danaro ad ' impfestito si^ quésto
tnetijlo a un .4 per <5ento.r fondi éì que*^
sto Banco provengono dal guadagnò deVcoin^
nìercio> che Éi «gli medèsifno/b da certi*
diritti -i che riceve sul ferro asportato dagli'
altri i Gli è permésso di prendete ^lilte quel-^
le misure 4 che giudica a proposito * pe^ h
sQÓi interessi; gì' interessati si radunati^ ogni
tft anni'^ e nominano dei Direttori; ^
. l Tedeschi sono- stati quelli v^ cìrehanna^
insegnato agli Svedesi T arte di scavare ìé*
miniere; e di lavorare i metalli, che sì ri-*
cavano ; ma la parte di quest^arte; cheaj:!-'
partiene alla itieccanica , ostata sommahisn-'
te perfezionata da uno Svedese , del c^oalei
il nome merita Fimmortaliràrrelia sua pa-
tria. Le macchine; che sórprcndorio l'oc-*
chio a Dannemt)ra , a Fahlun ^ a Salbetg /
sono opere della feconda mente inventiva;
di
di èktfkv^ ìli. fé di ^è'^tà^ f^
dì^^Gcistoforo PoIheiD. Jolbcm fu cbiatoato
ia Bussia da Pictco ì;. ma ricusò quest' in^^
Vito : sembrala, a lui più glorioso di servi^^;
re la.siia patcia, che di dividere le sue fa^
tich^'^t): uà xjtatoteà' ìxn Impero. L^pa^^
tria oott si icordò d' un %Iia si degho^deì''
la sua riconoscenza : esisa gli aficotdò titoli >
ondi i e pensioni; Qua! piairere il vedere i
talenti aflaticarsi per il' /bene > ^pubblico 4 e
-quai consolaeionér vederli «coronati delle ri^;
com|>ense ohe, meritano / ^
Proporzionata ^lle 4'icchezaÈ^ .^naturali ideli
]>aese, distribui'la natura gli ai)ita]ii] Jìellè'
provitiaie della Sviziar; «e se il Settentrione
era un tempo ^ come disseta alcuni ^Toj^iuiii.
del genere umano ^oion lo è certamente. ai'
gtoti^ nostri*: Tutti gli Stati che compon-
gotioi questa^ vasta ragione.^ si risentono d^
uiia-mancatista d^labkatìti ^ die . riesce assai
nociva alla prosperità >« Zia ■^opolaztoner deb"
la Svezia aL pari di quella -della rBanimar*
€à^ e della Kussla è assai ddaole in .parare
gonecdellt popoìaziepe della, 'Francia ^dell^
Ailemagna 't' degli Strizzi^ « dell' Italia p m
dcB'.Olanda. 1
' la tutti- L secdi, xlt^ quali sr ha coniezzai'
da monumenti autentici ^ la ~ Svezia è staó;
poco popolata , Le lunghe e:sanguinose guer-
re , che questo .regno ha dovuto sostenere
^Hei due < secoli, che a questo precedettero «
han-
gir J9W Itegno e 4eUa Viith
banao atunenuto quella mancanza d* «bliaW
tori , che sembra a. lai natorak* Carlo Xli
gli portò il colpo più micidiale: per fornii
re alia sua ambizione- dei mezzi di £are asv
tedj» di dar battaglie ^ convenne strappale
r artigiano dalla sua bottega > ed il oonta^r
dino dall' aracco* AUa morte: dell' Alessaaidro
delia Scandinavia , non. iri era in tutto ìà\
regno un melone d'abitanti atti ài lavxM'o^
Gli opera) mancavano , le ddioU mani dk,
donne, di fanciulli > di v^ccbjv conducevtak
no Taraux^ e pure il nome di €arlo XII
jion è decaduto; il popola. detta Svezia la
venera , pronunzia con rispetto il nome, di
4f«iesu> Eroe , il di cui furore » guercieM ùi
si funesto^ allo Stato : non ne dobbianm ce»
star sorpresi: qualkà si luminose,, come ^uelt
le di Carlo , fanno scordare molti aiggravi «
e cattiva l'animo della moltitudine.*^ loSve*.
dese è nato cpraggioso ; la gloria delle ar-
mi ha sempre iattd scopra di lui la piì^ vi-
▼a tqiipressiooe.
I tempi cangiarono: /la lieóes^ità pòsafre^
no allo spiritò tnfcrxiale. i^ub r^ovemisuscv
seguenti sMneoraggiarono quei lavori ucitif
ohe fioriscono souo l'ombra .della pace.: t
£oraf tieri furono invitati > e si .seppe reiKlett
stabile la loro dimera ^accprdando loro pri»
vilegi civili e religiosi» La popolazione bea
(osto provò \ vantaggi di ornili saggi prov^
ve-
' di Cmldvo Ili.^ò di Svéglia. |t
iPtdItnenti.' ella sarebbesi aumentata ^tàsen^
Ahìlrume ancora ^ se lo ^spirito di partico
non avesse acceso due nuove guerre. Quel-
la della Finlandia costò 500000^ uomini ^
oltre un distretto considerabile di paese ^^
che n^ era stato il teatro , Quella di Pome-^
Vania; in apparenza meno risicosa, fa iti
£icti meno funesta: ma- le marcie lunghe e
faticose , la mancanza di viveri , e le* ma-
lattie contagióse fecero delle strage ^uasi
lama funeste quanto le battaglie ste&sè«^ <^
: Nel tempo posteriore a quest' epooheS fa^
tali^ il governo- non ha nulla ^rascuraòo per
attendere i < progressi della po^laztone . Le
leggi: penali sono state - addolcite dalla ts^-^
^òezza , e dall'umanità v 1^' tolkraai»i/fèlU
^^a è stau autoriazata dalla Di^a^;! ilCtoU
lagio della medicina ha ricevuto nuova ìstru*
alone, e più conveniente allo stato*, attuala
della società ; le Provincie sono st$te prov-
ì^dute di. medici grad^iati , i quali hanc^
cura degli ammalati poveri, ed impedisco*
no alk ciarlataneria dL sacrificare tante vit-
time nel popolo ; V innesta del. vajuolo sì
lungamente rigettata dalla moltitudine / ha
superato tutti gli ostacoli , e spande senza
apposizione i suoi benefiei effetti. Oli spe-
gli sono stati moltiplicati > ampliati, oprov<«
veduti di miglior regolamento..
' Quest* ultimo obbietto tanto importante ^
Tom. ir. 1? e vt
ti Pel Segno e della Vita
e vistoso , ha sopra tutto chiamato Y atten^,
aùone della capitale . Lo stabilimento più an-.
fico di questo (genere , fatto a Stokbolin »
è quello di Danwiken , picciolo luogo si-
tuato air ingresso della città dalla parte del
mezzodì • L'origine sua rimonta sina a Gu-
stavo primo. Il quale lo stabili , quando i
Conventi furono distrutti* I suoi successori
non r hanno perduto di vista; e molti cit-
tadini sensibili alle disgrazie deMoro fratel-
li , hanno aumentato V entrate di questo luo-
go con donazioni e legati. Questo spedale è
stato ultimamente diviso in tre. case diffe*?
renoi: Tuna è destinata per li poveri ed in*
fermi i ordinariamente in numero di 200 ;
neir altra sono i pazzi , e futiosi sino al nu-
mero di ^0 in 60; e nella terza gì' infet-
tati di morbo venereo dell' uno e deir al-
tro sesso> ancor essi in numero di 50 in
60. Un particolare donò , al principio di
questo secolo, un edifìzio assai vasto, e un
fondo considerabile per erigere uno speda-
le . Questa fondazione si è accresciuta per
mezzo delle raccolte annuali; detto speda-
le) provvede attualmente a 300 persone tan*-
to dentro quanto fuori di es$o. Nel 1752 ,
il governo apri un ospitale per gli amma-
lati, chiamato nella Svezia il Za^o^aretto rea-
le. Yi è luogo in questo per 100 ammala-
ti; alcuni pagano 1^ loro guarigione ; altri
la
di Gustavo III. re di Sveccia ^ 8}
ìà ottengono gratuitamente: non vi è mai
più d'un ammalato nello stesso letto. Cias-
cheduna parrocchi;i di Siokholm , ha il suo
spedale , del quale però le risorse sono as-
sai deboli 4 Due rispettabili asili accolgono
da ao sino a ^o vedove . Vi sono ancora
due ritiri per gli orfani, e per i figli dei
poveri ; V uno è stato fondato dalla città ,
l'aliro da una unione di parrii^olari* I fan-
ciulli v! restano sino ad una certa età ^ e
n'escono per essere messi a dozzina nelle
campagne vicine 4 Le due case delle parto*
rienti, fondate V una dopo T altra, T una
dal zek) della socÌQtk Pro patria , l'altra dal-
la cura del Governo < non fanno minor ca-
nore alla Capitale della Svezia .- queste so-
no la sorgente delle nutrici ', la scuola de-
^ll: uomini deirarte, che desiderano acqui-
^are una delle abilità più utili alP umanità;
gli asili delle madri povere ed infelici , che
non sono in istato di procurarsi quei soc-
corsi , de' quali abbisognano ; e finalmente
sono queste case asili , dove le persone gio-
vini , che hanno ceduto allaseduzionCi go-
dono dell'ombra del segreto , il quale con
idee consolanti le preserva da quegli atten-
tati , che il timore dell' infamia è dell' ab-
bandono , sempre pericoloso , potrebbe far
loro commettere . Dopo la fondazione fat-
ta nel 1775 sino al 1778 , in uno di que-
F 2 sti
84 -P*^ Jiegno e della Vita
Sii stabilimenti sono nati 113 fanciulli « II
vajuolo è innestato gratuitamente in un* aU
tra casa 9 che il Collegio di medicina ha
fatto accomodare a tal uso . Questo Colle-*
gio fu fondato sotto U regno di Carlo XL
Tutt' i medici del regno vi sono membri ;
più in particolare è composto d' un Presi-
deiijte, e d'alcuni Assessori: due professori
ìnsegilaoo pubblicamente > sotto la sua ispe-
zione 1 T anatomia , e la ostetricia. Vi è un
fondo stabilito sopra i dazj del vino, delle
acquevite, e del caffè, a suo vantaggio. A
Stokholm > già da più anni si è formata una
Società di Chirurgia , composta d' un Presi-r
dentei e di parecchj assessori; ella ha is-
pezione sopra i chirurghi del paésò.
Per conoscere esattamente lo stato della
popolazione del regno , gli Stati fecero , nel
1741, un'istituzione rimarcabile , e degna
d' essere imitata da per tutto ; questa è la
Commissione delle Tabelle. Quest'ulBzio è in-
caricato di raccogliere, e confrontare i re-
gistri dei matrimoni , degnati e de' morti ;:
egli nrantiene Corrispondenza con tutte le cit-
tà 9 € parrocchie del regno ; egli distribuisce
ai Magistrati , e ai parrocchi ìt modelli dei re-
gistri, divisi in più tabelle: la prima con-
tiene in generale le nascite , i morti , e ma-
trimoni ; la seconda i mòrti ; la terza il to«
tale degli abitanti . Le due prinie t^bellff
so-
éi distavo HI. re dì Sve^a . t^
tono accompagnate dal numero dei fanciirl'
li legittimi > ed illegittimi , da quello di
éxìt , o tre gemelli^ e da quello dei divor-
2j . si aggiugne ancora V età delle donne
partorienti , V età di quelli che muojona ;
le cause della loro morte , le ma)littie , che
hanno regnato in ciascheduna stagione : ec*
Non ostante tutti gli sforzi del governo,
per favorire i progressi della popolazione ^
manca d* assai , perchè la Svezia sia popola-
ta a proporzione della sua estensione ; Si
contavano
^el 175 1 — ^ 1 ttiilioai 2Ì966X animo
'I7S5 -^^ ^ 207599
1760 — ^ 1 . . rf • •. 38311J
I^6j •"-**• 2 . ; . . . 466568
1766 — *• 1 ^02363
176^ ^ 2 . ^ . . • 571800
1772 ~— 2 5è426l
Il Sig. Yargentirf , avendo ti'ovato dalle
relazioni di otto Diocesi del regno , che >
•dairanno 2775 sino al 1780, il nuniero
degli abitanti ih quelli ^ era accresciuto a
89000, ne concbiuse ift una inettioria pre*
tentata all'Accademia delle scienze diStolc^
holm, che le quattordici Diocesi > che com-
pongono il regno^ hanno guadagnato un au-
mento 4i 200000 anime dopo il 1772, A-
F 3 no
S6 JDel Regne e iellfi FUoi
no al 17S2, e che si poteva contare que*
st' ultimo anno vicino a tre milioni d' abi-
tanti nel regno > soprattutto comprendendovi
' le 1 00000 anime delle possessioni in Ger-
mania . Le braccia sono assai numerose neU'-
, le Provincie meridionali ^ diminuiscono a
misura che si avanza verso il settentrione ;
200 , o 300 persone occupam) spesso una
lega quadrata. Alcune però delle provincie
settentrionali hanno acquistato una popola-
zione più considerabile in un eerto numero
d*anni. La Nordlandia è una delle provio*
eie , che ha -provato una si felice rivoluzio-
ne in molti dei suoi distretti *. Nel 17Ì19
non si contavano nella Finlandia tutta , che
142606 anime; al presente ve ne sono più
di 600000, Ma la Lapponia , chi la colti-
verà mail Quando saranno popolate quelle
ragioni sterili , alle quali la natura negò
quasi tutti i suoi doni? Nella Lapponia Sve»
dese , della quale T estensione supera quella
di molti stati considerabili > non vi sono
che 7000* anime.
Un calcolatore economico svedese , ha
calcolato la ripartidone economica , la più
generale degli abitanti della Svezia deiran*
no 1760, Essi erano allora due milioni ^
383113, dettraendo da questa somma gì' in-
dividui , incapaci di contribuire air avan-*
a^amento deir industria , sia per la toro etàt
o per
di Gustavo III. re di Svezia . 87
^ per il loro ^tato , non vi restay^o che
un milione, e sette iti otto centa mila abU
^Ik al lavofo, i quali formano la base dei
ben pubblico. La popola^iqne ha fatto dei
progressi dopo quest' epoca , della quale si
tratta ; ma le proporzioni sono sempre le
medesime . Si ha una memoria del Sig. Var^-
gentin sulla ripartizione degli abitanti fra le
città e le campagne; T autore dà sei o set-
te persone ad ogni famiglia di città.; vi
erano in tutte le città del regno ;
nel 175 1 '-~» 34585 famiglie. >
- ©ci 177Z -i— 4ao70 famiglie,
questi due numeri moltiplicati per 6 \ dati-
no per il 27 51 -»-«• 224801. abitatuiàclie città
Se si^ sotcraggooo questi risultati dH to-
tale della popolazione dei due anni già di
soptd, indicato ,_ restana
nel 175 1 * — — 1,990837. abitanti del-
la campagna 1772*— r— 2,310806,
risulta perciò^ che li primi erano, riguardo
ai secondi:
nel 175 1, come 1000, — — a 8856,
\ 1772^» come 1000, — ^- a 8450,
^ ÌB&^ oomaiio a Stokholm 70000 anime (x) a
/ .. \ . — — ^ , ^ , .- ^
(x) ^iguardok a . qvéiio numero degli abkanti
(fi StQkholm som d'accordo coil' autore , sAr.
F ' 4 VaK
gt J}ei.Migna e delia Fks *
Gothembourg 20000, a Norkoeping 9000;
a Cariscrona 9000 , a Obo 8009 > a ^Gelfe
6000 , a Fahlun , Maltìioe , e Landschrona
4000. Queste sono le città più pòpoUee :
fra le altre ve ne sono di qiicUe , che non
haono 300 abitanti • A Stokholm nell^ spa-
zio di 12 a 16 9nni, il mimerò dei 1^-
ciuUi illegittimi $1 è accresciuto del dop*-
pio: attualmente ogni settimo parto è di
questo numero : i matrìiìEion) sono diminui-
ti in una maniera vistosa : nel 1767 » si
fecero 7321 e nel 1782 ^ 476: in uno di
questi. ultimi atim sono nate i8o7pefsow,
e. morti 3084*.
Ii;prospetto dei nati, e moni del Ttgno
in generale è più consoUnte : eccolo dall'
anno 1774. sino all'anno 1777.
Nà-
. tratiasi dei tassabili > e^ però cfi ^ei die si
trovana nei pubblici registri ; ma in questi
non sono comprese le persone sotto ì 14 ara-
rti j e sopra t 63 , oltre molte altre esercì
0 per legge 0 per frode .
£ Costavo III. re di Svelta . tf
N A * 1-
Anni.
Maschj .
JF*emmÌnÉi
Totale.
^774
47082
45380
92462
i7?5
47491
46030
• 933^1
1776
46280
44583
90863
»777
47122.
45334
92458
M 0
& T I.
Jinitié
Ma$chj„
Femmine i.
Totale .
1774-
37960
4924^
572*5
1775
32254
33158
65412
1776.
- .91982 .
3»437
64419
«777-
J5"7
36850
71957
Esponiamo, qui la Usta degl* infanticidi do*
pò il 1749 , sino al 1778 , quale è $(au
pubblicata dal Sig. Vargentin. /
\
L' aoBo 1749 — 9
V
aùno
1758 - 6
1750.. — IO
1759 -^ 15
1711 — 19
1760 — 7
1752 — 7
1761 — 13
1753 — »4
1762 — IO
1754 — 12
1763 -r*- IO
1751 — •"
1764 -^ 7
17^6 — 9
1765 — 14
1757 — It
1766 — 5
L'an-
90 I>el Regno e della Vita
L*anno 1767 — i8 L'anno 1773 — 18
1768 — 14 1774 — ifi
,769 — 6 1775 ~ j
1770 — 8 1776 — la
I77I _• 4 .1 1777 ^ 21
1772 — 1% 1778. — 10
Moki scrì^qri svedesi , de* qaali V ^^^tx--
sìoni si sono ripetute in esteri paesi, han-
no sostenuto , che le emigrazioni privassero
la Svezia d* ^n gran numero di cittadini:
ytili • L' Accademia delle scienze di Stok*
holm arrivò finò^ a proporre un premio , non
ha guari, per ritrovare i meazi di preveni-
re un mal si funesto allo stato • Ma st è
disingannato su questo puntov^è stato pro-
vaco 9 che le emigrazioni , de* quali si era
facto una pittura si innesta , non pQSsono
a^verè alcuna influenza Sopra 4 progressi del-
la popolazione. Cli Svedesi amano di viag-
giare ; essi si rappresentano gli altri paesi ,
più ricchi e ^più ameni dei loro : ai loro
Otchj sono questi quasi tanti teatri pia bril«
tanti, e pia vasti» dove la fortuna gli at-^
tende per Coronarli de* suoi favori. Ma gli
Svedlssi amino nell' istesso tempo la loro
patria: il suolo , che die loro 1^ nascita, è
impresso nel loro cuore ; non va guari ^
i:h& si fa sentire V ascendente irresistibila
4(ei legami della gioventù , dell' educazione «
- \ . dd-
Ji €uètàmTIL re dfSve:^. 9X
^elle prime abitudini ; la fortuna è meno
compiacente di qoello si era immaginalo ;
ella inganna- le speranze , che si erano con-
cepite ; si fa ritorno al seno delle proprie
famiglie, e si rivede la patrilsi con traspor-
to. ;AIcuni artisti stabiliti in Germania, ed
in "T* rancia , alcuni militari v che si fermano
in serviz) e^eri 9 non possono huocere col-
la loro assenna ' alla 1 massa deHa popola*
zione , : " *
Vi sono luilla Svezia degH ostacoli pitt
reali all' accrescimento della' popolazione
di questo regiio^ JJa fect^ndità delia specie
non è si gramde « come nei paesi meridio-
nali • Gli iiomini non possono moltiplicarsi
ct>n quella facilità^ sópra un suoTo restio »
sótto una latìtudifte, della qnale gli effetti
retidòn difficili^ l'industria » ed il lavoro ,
quanto in quelle contrade dove la natura se*»
conda con benigni influssi gli sforzi dell'in-
dustria » Sebbene prese $t àeno tutte le mi*
sare per prevenirie le stragr. delle carestìe «
pure gli effetti delle annate scarse sono an-
cora assai funestila quelle provincie natiH-
ràlmente sterili ? e situate m thaniera di non
essere si facilmwtte soccorse . Il 'grandioso
delle acquevite snerva lojo il corpo > di-
strugge il germe della riproduzione ; e gli
assoggetta a delle malattie > Tuna più mor*
tiferà dell' altra: uomini nati robusti, uo^
mi»
9» I>el Fègno e dèÙa VUd
mini nel fiore della più vìgorosft età Un^
goiscono , e sono Condotti alla tomba v\^
time della loro passione per air perfido 1^-
qnore * I macrimon) divengono di giorno in
giorno- più radi , e meno feiiai fira. i cìtta-v
dini deUe classi ' superiori >- c&tto fiKiesio^
dei lusso , detla. leggerezza i e della deprava^
itone ^ Quel male di tutti i mali , che af-
fliggono r umanità; il più direttamente op-»
posto alla propagazione della specie , avve^
ìenando le sorgenti della vita , si stende
eempre più nella Svezia t oltrepassa i limiet
della Capitale e si stende nelle campagne •
£' compasso nella Svezia un gran nir-
mero d'opere sopra la popolazione del pae-
se', e. sopra i mezzi d'aumentarla; ma nii>-
noo ha trattato questa materia meglio dd
Sig^ Yargentìn. In qualità di meàfibro deK-
la commissione delle Tabelle ^ qatito dotto
uomof si'oecupava con zelo intorno ad un
oggetto, che interessava ugualmente il suo
spirito ed il suo cuore . Tutti gli anni egK
presentava alF amministrazióne , delle noti^
zie esatte^ e 4ei risultati pieni di lumi^
Non esiste più quest' uomo rispettabile : le
scienze ^ la jpatria , V amicizia , piangono la
sua perdita-: il dolore più sincero Tha ac«
compagnato al sepolcro. Egli n'era degno:
quale vastità di cognizioni/ qual profondità
di raziocinio t qual quadratura di mente i
e nel-
di Gustavo .///. re di Svezia .' ^3
€ jàello stesso it«mpo qual modestia , . e quai
candore/ JSott si poteva veder il Sig. Var-
genttn, senza provare qaella venerazione,
che i talenti. e la virtù ispirano ; non si
poteva trattenere con lui senza tiiventare
maggiore » senza acquistare imove cognif-
zéoni «
CAPITOLO ,111.
Carattere nazionale • Educas^ione ^
Ra.i boschi 5 le rupif le montagne , del«!
le quali. è piena la Svèzia , vivono uomini
d* indole dolce ve pacifica . Il furto, Y orni-
cidio^iT assassinio > e in generale tutt'i gran-?
di delitti sono rari hz loro • : Nella guerra
medesima non si mostrano sanguinar) • Il
viaggiatore > che scorre il paese da loro
abitato, è costretto a pagare, un giusto tri-
buto di stima e gratitudine alla loro offir
ciosità , disinteresse ^4 ospitalità . Per na^-
tura serj e gravi, conoscono però e cerca*
no i preziosi legami della società. Sotto un
esteriore semplice , essi nascondono un pro-
fondo giudizio, un fino discernimento , uno
spìrito disinvolto j e spesso un^animo attivo
e for*
^ j
94 P^i Me^ e ddU Vita
CL forte é Per lunga tempo essi si sono di--
stimi per le gloriose imprese militari . Essi
hanno in seguito conoseiuto che non erano
inabili per le arti della pace^ I viaggi iian-
no per loro una grande attrattiva ; ma nel-
lo stesso tempo amano la kuro patria ^ non*
la perdono mai di vista e sospirano semj^rè'
per rivederla « Eglino sono attacca tissimi ai
loro superiori ^ e la maesdt reale è sicura
del loro rispettò < Essi sopportano la pover-
tà con pazienzat e coraggio ^ le ricchezze al
contrario hanno per loro del pericoloso.
Si trovano nella ìSvezia delle contrade^
dove regnano ancora costumi veramente pa-
triarcali ; qual purità ! quaF innocenza / qual*
candore! Vìaggiator]> chiunque di Vói è do«
tato d*un^ animo onesto e sensibile^ andate
a godere d^nno spettacolo si interressante *
Ntin Io merita eg^, q^uanto quelle meravi-
glie f che V arte e cfuei monumenti , che il
lusso ed il fasto offeriscono ? Ma non tar-
date: affrettatevi; di già la corratela spar-
ge il suo soffio distruttore; di già si cono*
sce più d' uria traccia de' suoi funesti efFet*
ti; massime perniciose, gusto per la frivo--
lezza, ambizione di somigliare ad altri po-
poli ^ de* quali generalmente si vanta latna^
niera di vivere, produrrano insensibilmente
una moluzìone, che farà fremereiogni buon
cittadino. Il grand* uso dell* acquavita non
è me-
di Gustavo IIL re di Stet^ta • 95
è mtTìQ pericoloso » meno contrario ai bao"
Ili costumi * I luoghi ^ dov* ella si vende 9 si
moltiplicano di giorno in giorno ; s^ in-
contrano ad ogni passo sulle strade le più
frequentate; qui è dove il la voratore ^ eTar*
tigiano vanno a i^agrificare il loro corpo e^
la loro anima ; . dove assorbiscono a lenti
sorsi un rveleno i che li snerva e li rende,
stupidi ♦ ^ \
Un Costume tazion^ distingue gli Sve«
desi dagli altri popoli d' Europa. Egli fa
stabilito nel 1777* collo scopo lodevole di
frenar il lusso degli abiti « Gli uomini por*-
tano un giustacofe > un farsetto # e delle
braghe molto larghe ; lacci alle scarpe ^ una
fascia y un cappello tondo ed un mantello «
Il nero è il color ordinario ; nelF abito di
cort^rJ^ fodera ^ il farsetto ^ gli orli del
mantello , i bottoni ^ la fascia ^ ed i lacci
sono di cplor ponsò « Le donne hanno uda
veste tagliata alla vita di color nero , con
maniche di gonfìetti di velo; una fascia &,
dei nastri/di colore : quelle , che frequen-
tano la corte^ hanno sulle maniche del velo
bianco «
Vi è tm costume particolare per i gior-
ni di gala • Gli uomini Compariscono ii|
abito di raso bianco, e con ornamento ta-
gliato a foggia di denti ; le donne in v^te di
raso bianco coi nastri, e le fascie di colore.
Due
0 DelRtgno é delU Vka^^
Due giorni dell' aono^ sono in pantwlM
Hianiera consacrati alU-ppbbUc» allegtc^'S
quello del prifno di JlAa^o ^ e quello :dl
San GiovaanU II primo, di M9SgiQ.$*ac«*
C{fidono fuochi nelle campagpe., intornila a^
quali si radunano « ed i, quali .seoibraincifaiir»
nunziare il calore bene6co « xàit la natun
U succedere airjigori dell'inverna: *si um»
scono ancora p;r far buona carne t ^fBèuere^
eoi bicchiero in mwo « 'midolla peliti ^ssa^
Il giorno dì S^ Giovanni, è ancora più a
propositi pec- fomentare ,la.8io)a eilNall$>^
greeza «Iia bella stagione si <è stabiltiHiiil
»ie spande dapperp)tto raggi «ivi&ianci; ^^
cime 4fl jH>$f^M t.iSLScite daUia lun^a pilgio^
qi;9 cpippariacon^ bolle,, ^ siptranti- alkgtia^»-
l'C greggie ne'.campi assaporano le orbejiai
scenti • L' uon>o si è svegliato da qual^pro^
fondo letargo^ nel quale era sepoltio ìa^e-
ine ooUa satura i una nu9va esistenza semr
bla rianimarlo^: le sue facoltà hanno ripre**-
so la loro euecgia ; il stto< cuore iSi è apef ««^
to a ricevere dolpi impressioni « Si raccaV
gono insieme la vigilia di & GloyanfOi* X>(i:
ca^e »sono adocpate con rami vierdl de^l
arbori •: I giovini d' a^inbi < i sessi tpiancano
in terra un legno aJtoe diritto,; tutto coperr
to di frondi, e fiori., intorno al quale baK*
lanp ^ino alla mattina \ Alcune tìr^> di sì*
poso avendo ristorate le forze > si passa alf
di gustavo ITI. redi $ve:(ia . - fz
tempio ) da dove avendo adorato V essere
Saprerno, nuovamente si dà in preda ali-
innocente allegria. In queste due feste si
sviluppa tutta la gioja; egli la esprime coni
le danz^ -, e con delle canzonette , dellQ
quali ta maggior parte sono nazionali: que^
iifa non è un^ allegria viva , ardente ed ec*^
cestiva 9 qual si vede nella Ltqguadocca f a
nella Provenza; più tranquilla , e più ri*
flessiva partecipa degV influssi del clhna.
Gli abitanti dei paesi mjér^ionali cerca*
no ripari contro il calore: i popoli del Set-
tentrione » che abitano la regione delia Bo^
i^a, sMndustriano di difendersi contrp il
fredda. Quest' arte è molto bene cotioseiur
u nella Svezia i le petliccie , H mantelli >'
l pastrani, gli stivali foderati rendono ec«
celienti servizi .
La maggior parte delle case soiìo fabbri*^
catp di legno; ma; queste fabbriche bénq^
costruite , e bene manten,ute ,, ^ono più cai:
de delle case di mattoni o di pietra: con^r
traggono meno V unxìdità > e mantengono
meno questo frigido elamento. Le fessure
delle finestre $ono turate con della carta,
o incollate ; s* usano, ancora finestre doppie ,.
,le quali però hanno V inconveniente di
rendere gli appartamenti molto oscuri in
tempo dell' inverno. Le s^ufe spno costrui-
ta ia una maniera particolare aV paese ; dj^t,,^
Tom. ff, G tix- ^
y
9^ Del Xegno e della Vita
tubi serpeggiano in maniera , da far circo-
lare il calore f ed impedirlo a dissiparsi xxop^
pò presto ; per mezzo di un ferrò si con-
dehìsa, e rarefa l'aria a suo talento'. La le-
gna non è cara , e non si prende gran cu-
ra a farine economia ; il prezzo delle vet-
tovaglie è parimenti assai tenue. Non'è Io
stesso delle manifatture e degli òbbiettrdi
lusso . 11 popolo vive pritu:ipalmente di pa-
ne duro , di pesce salato , o secco , e di
polenta: la birra è la sua bevanda ordina-
ria, e la trova a bìuon mercato • La carne
domina sull'altre tavole; al pranzo si pre-
mette una specie di colezione consistente in
hutiro , formaggio, carne salata e riqùoK^.
Il forestiero si maraviglia di vedere spesso
le donne bere di questi liquori > ordinaria-
mente assai gagliardi /colla medesima faci-
lità che gli uomini. 11 consumo del' vino è
molto considerabile ; ma gli eccessi sono
rari . L' uso del the , e del caffè s' estende
sempre più .
Non si può viaggiare per tà Svezia , sèn-
za restar maravigliato delle disposizioni fat-
te dal governo a comodo dei viaggiatori;
esse sono d*un carattere particolare è vera-
mente nazipnalè. I contadini somministra-
no i cavalli ; un cavallo si paga 4 schl.
per ogni miglio svedese, a riserva delte cit-
tà , nelle quali convien pagarne sei., Ogol
pò-
Jt Gustavo III. re di Svezia l 99
^òsta ha un certo hamero di cavalli asso-
gnati i ed in caso che questi tion bastasse*
•f o , se ne cercano degli altri nei contorni ;
quegli che provvede detti cavalli , presentaci
viaggiatore un lii>fo , nel quale le pagine
nono divise in ;più colonne : il viaggiatóre
vi nota il giprho , e Torà del suo arrivo»
il suo nome , il sTuo titolo ^ il luogo da do-
ve viene , è quello > verso il qaale è indi-
rizzato, il numero de' cavalli ^ che ha pres-
so, e la inaniera^ colla quale è stata ser-'
Vito • Questo libro si porta al £ne d'^dgni
niese al giudice territoriale. I cavalli ^ono
piccioli e di cattivò aspetto , ma non cor-
rono però meno rapidamente ; si cammina
Velocemente soprattuito' in tèmpo d'ihverno;
la slitta fende I* aria ; passa sopra i l*aghì ,
e le paludi coperte dì ghiaccio e neve ; vpì
$ieté al termine quando tneno pensate (t)*
Se
, — , — .-,*- ^. .. '
(^i) Sé r illustre Autore avesse viaggiato per
l^ Italia y fìon avrebbe lasciato per itoti cu^
ratina ^ o per dimenticanza di notare^ the
' nella Svezia è proibito sotto péna delle bat;^
chette^ ai Postiglioni A domandar /a buòna
mano. Se il viaggiatore ^ dopo una corsa
. di 10^ ò 12 miglia italiane^ dona loro due
soldi f essi sono contenti ; se poi arriva alla
generosità eccessiva di denàre 4 soldi , si
G 2 veg'
too J>d Regno e della Fita
Se si tratUQO i paesani con ^oIcezz;^a, $^ ot-
tiene da loro tuttociò che si vuole ; soltan-
to nei coatorni delU Capitjale essi sqqo in-
teressati e poco ti;auabili» Ella è cosa ^pi^-
ceyole > che uqo' stabilimento si comodo .,
$ia pregiudizioso all'agricoltura. Tali sonp
i. principali tratti, che o/Tronq in generale
41 carattere i ì costumi » e le usante dei fi*
gli della Svezia. .(Jualche variazione si scor-
ge esamitiaodo in particolare ogni provinr
cia^ La Scania p. e. godendo d^ ^n $\\6Ì9
fertile^ e che in generale si trpy^ n^H'op^-
■ • ' .^ ' Jeiv- ',
-•-• ... •[
peggono saltar per .aUAgr.€\'{(^ j. Mi: sta ^er^
, niesso di riferirla uri altra bagattella , nqn
, pero tale ver chi viag^tìk in altri pafiA» S
che. dair^ altra parte spiega mo^o il^ carata
, t^re nazionale del popolo di Svezia .' «Jia/q
Xtva la sera ad urC Osteria ; si vogliono scor
ftcare % hauti : chiunque si trova presente
'presta il suo servigio, n^ getieralmcritJ^ ..per^
^ xiò pretende la^ menoma cosa^ Un, Soldato j^
: il ^ quale prestò una volta un simil servi^fo^^
, mentre gli fu presentai Iq merciz4e.r OSr
/?<>j^:. possìbile ch'ella mi prenda perjpo-
mo da farmi pagare si pic9iolQ servizio?
; ,JParole, che , fuori della Sv^^ia , jscpb^nn , s}
.viaggi per molti paesi , «9». risg^ ffflm^al
^i sentir ripetere..
Ji Gustavo. IIL re di Sve:(ìa . i o 1
lenza, conosce, la sua situazione ^ e la fai
conoscere agH /altri . Lo Smolandese suo
vicino al contrario , abitando fra sterilì ru-
'pi , e terre foreste ^ è utnilp ^ dólce , som-
messo ; la più misera ricompensa il soddis-
'fa , e n^ esprime la sua riconoscenza in una
maniera la più inigénua e toccante . 11 Ve-
strogoto , che abita ancor esso un paese fa-
vorito dalla natura , cpnosce le risorse dell*
industria ^ e se ne prevale ; sopra tutto ié*
tende perfettamente il trafiSco d'ogni^gene^
re . li* Ostrogoto nulla ha in se; , che pos-
sa dispiacere , se non forse il suo nome >
egli si distingue per la sua politezza, per
la sua grazia nel parlare, per la civiltà det
le sue maniere! egli somiglia alla natura,
che intorno lo cirfge, e che dappertutto si
mostra, m aspetto . grazioso • La vicinanza
delU Capitale dà al Sq^ermàno^ ed Uplan»
dese una fisonomìa^'^quiyoca ^ dalla quale
sono stati sfigurati i lineamenti della natu*
ra • II Yestmaniese ha un esteriore pobile »
un carattere fernbo e deciso » costumi sem-^
plici, itia dolci; L'abitatore della regione ,
inetta la Norlandta , ha la ^statura alta , il
guarda impavido , la franchezza , e la pro-
bità^ dipinta sulla itorite ; esercite^ T ospita*
ìità con egùal premura e disinteresse • Il
finlandese è onesto , laborioso > indurito
nella fatica ; viene tacciato di durezza e d'o*
Q 3 $tì^
102 Del Regno e della Vita
«tinazioae. I Laponi, coofinanti colla Nof*
landia » hanno cominciato a^ civilizzarsi ; gli
altri seno ancora selvaggi, e non conosco-
no che T. istinto della natura.
Ma passeremo noi sotto silenzio *Ia tribà
si rimarcabile , della quale il nome risveglia
r idea del coraggio e del patriotisme? Sot-
to un ciela rigoroso , fra ihontagne coperte
di neve ^ otto o nove mesi dell' anno> 1
Dalecarliesi s'induriscono nei lavori più pe-
nosi , e non temono qualunque fatica ; so-
miglianti alle' rupi , frammezzo alle quali
abitano , resistono ad ogni urto ; intrepidi ,
e fieri, comq tutt'i montanari , fuggoh la
schiavitù , odiano V impressione ; gelosi dèf
jiroprj costumi, ed usanze* li trasniettonò
da x\\\dL generazione all'altra. Àbiti corti di
color o tutto neroj o tutto bianco ", iunga
barba , dialetto rozzo , tua nervoso \ li di-
stinguono dagli altri abitanti della Svezia ;
collocati sopra un sudlo ingrato , spesso non
hanno nutrimento , che un pane composto
^i farina grossolana mescolata con scorze ;
della polenta che T acqua sola\ ed un pòco
di pesce salato condiscono • Essf spatriano
in gran numero, per cercar la loro sussi*
stenza nelle provincie più fertili e soprattut-
to nella Capitale • Son impiegati nei trava-
gli pubblici e privati ; ed in tutto ciò , che
intraprendono \ maiiifestano intelligenza e
giù-
di Gustavo III. re dz ^ve:(ia . iq j
gitilo raziocinio • Nel tempo di questa Io-
fp dimora fuori della patria , cercano d^eco^
nQmizzare;! ed ammassare ciò che possono,
per ritornare , e provvedere ai ' loro biso-
gni > che si riducono a pochi • Semplici^
onesti , franchi . i Dalecarliesi , non sanno
4ifScìare quanto cohverrebbe della malizia
^ della frpde . L* astuzia d' alcuni scaltri av-
venturieri gli ha impegnati in alcune intrar
prese contrarie ai loro jproptj inter^$si , ed
a quelli dello St^tp ; ma il biasimo non
può cadere $opra di essi;; giaminai ebbero
debile intenzioni colpevoli • Il mantenimen^
tQ dei privilegi della nazione è lo* scopo'»
cV essi si sono proposti . L* epoca la pitt
brillante della. loro Storig è senza fallo quel-
la d^Ile imprese militari , nelle quali segn^«
larpnp il loro .valore y sotto il comando di
Q^stavo I ; essi liberarono i loro concittar
dini dal giogo dell' oppressione ; essi salva-
r.pnp la loro patria .
. La Capitale della Svezia non differisce da
tutte quelle altre città nelle quali cpnflui-
scona^ e si concentrano le ricches^ze degli
{Stati , A, riserva del più o meno provenien-^
te d^l grado di opulenza o di popolazione ,
Stókhplm offerisce lo stè9§o colpo d' occlìio ,
.Qhe le altre grandi città . Yj si vede il fu-
ror del lus^o passare dalle ' classi superiori
alle inferiori . II. gusto del piacere , che fa.,
G 4. na-
ic'4 DeVJtegno e della Vita.
nascere, il' disgusto per Ja fatica , ^ pdf ili
'proprio' dovere* La depravazione deicòstò*
mf, e la sedtntone , e iaicrificao<^ vxttkw
numerose; le mode e le usanze che t«ii«
«gono daHa Francia , ottengono sempre - nte
]>referenza segnalata , e ne risultano spesso
degli effetti singolari, che contrastano Ìbz*
it^raineiite con il clitna, e coi tratti iiidfcl»*
bili' del carattere nazionale .
Fra li pubblici divertimenti di Stòkholm
ti distinguono gii spettacoli . V Opera ha
acquetato un grado di perfezione che sor-
prende lo straniero < Si sappresentaob aIco«
ni pezzi originali ; gli altri sono tradu2i0ni
dal francese: le opere colla musica di ;6liik
sono sempre preferire • 11 Teatto ckianaio
// Teatro drùmtnaticù i è destinato peridrav^-
mi^ e per le commedie dì carattere «^^11
Teatro chiamatov^ii/fa comico ^ è per i com-
«pontnienti meno serf • Sebbene^ que$ld • dine
teatri abbiano fatto progressi , abbisognano
però di perfezionarsi « La commedia fran*-
cese nel passato era riservata per la aorte r
-tyraperò, da qualche anno, è rappresentala
ancor in pubblico. Il gusto degli spetteeoli
è^ssato dalla Capitale alle provincie/* Qo-
thembourg , Norkoeping ^ Garls^rona^ QtOj
Falb^n , hanno* teatri , e vien assicurato che
glMmpresarj ci trovano il Idro conto «
U Governo ha ^abakd a Stc^faok» vxx
tri-
dvtìttstatlo III. n di^Sve:(Uf ; 105
tnibunale di polizia a somiglianza di quello
*di Parigi. 11 capo di questo Tribunale è il
.^governatore della Città ^ «he sì fa rispettare •
iUna guardia vien distribuita nei di versi quar*
^tieri ; olla fa la ronda nell' inverno dalk
"-jdre nove, e nella state dalle dieel della se^
ra sino^lle quattro della mattinai ella gri-»^
dando dà avvisa delle ore ^ ^ acoompagnanr'
dole di queste parole; h mano buona ^ ed
^onnipotente di jDìq liberi In nostra cu A dà
fixocQ ;, e da incendio- -i questa guardia fa ri^
sonare tutta la città daU' «ma airakiraieeirie*
onUà :£oUe sue grida . Le ore vengono^ ww*
craiannunziate dall'alto delle torri- non un
•istrnm^eQtd i del qtnle il supn lugubre IK^
•profxiove al certa sog^i allefrl;. Buone 4i$^
posizioni prevengono le airagi deile^ iia^«
me ; e meno si faranno temere ^a * quando
le rase di legtto saranno del tutto svamitl^*
iJn ordine del Covano pmibisce d^ c^
etralrne delle nuove o rifabbricarne deBe
^'vecchie • La compagnia. d'assicurazione ^n--
fM gr incendj ha guadagnato la confides-
nz del' pubblico • Le Città di provincia pqs-*
fono mettersi a profitto i vantaggi > che 4ri-
^abitano da questo stabilimento egualmente »
die la Cfapitale.
Le strade di Stokholm sono illuminate
nelle noni d' inverno .. Alcune altre città
liatino imitato l'esempio della Capitale- S
ado-
lod J>eì Jfégnù e ielle fita
tdoprai«> a quest' effetto delle Lanterae. a^»
taccate alle case » o a dei p^li ; queste pe-
rò non rendono ^ che un lume debole. ed
incerto • Stpkholm ha delle strade larghe e
hcn tirate ; sarebbe da desiderarsi per 1 pe.-
doni vi fossero dei marcia^piedi , .e ch^ le
strade fossero meglio selciate .. 11 passeggio
pubblico , chiamalo il giardino del Be , pò-
ti^bbe essere più vasto.
. Questi caratteri dei popoli* che abitano le
varie provincie della Svezia^ ne. formano un?f
nazione, in complesso rispettabile., e ca|2ac^
delle maggiori azioni. I fatti consagrati nel-
le Storie fanno pieni^ima fede del vaIore>
deir ingegno , della costanza » della, sobrier
tà. , e di tuue le altre eccdlentì qualità ^
che distinsero in ogni tempo la.Svezzese
da qualunque altra nazione del settentfio-
ne • Ciò specialmente attribuir si deve al-
la^ buona educazione di quejsta eccellente
nazione.. . .
Bel vedere ì Governi divenuti piùaaìvi>
più generosi incora^ire le arti utili, e^
Aprire, nuove sorgenti air industria ^ d'agiOj»
e di prosperità 1 ma un obbietto più . etsenr
ziale ancora , non ha sinora impiegato h
loro attenzione con quel fervore ^ ch'egli
merita; cerchino prima di tutto, di deri^ ^gU
uomini principi e sentimenti! £a;vyiviuQ, ^f
pcrfezion>no V educazione con un' influenzi^
im-
ài Gustavo IH. reiiSvìi^ l J07
inattiediara delle Itoro cure ! I preglUdw) 'tt
fiminuirantio ; i sémi delle virtù si 8parg6-
ranno più largamente , e renderanno frutti;
èi vedranno iti numero minore quer morta*
li , cbe senza guida , sènz^ regola corrono
al loro precipizio , e la terra sarà più fe^
lice .
Le Università sono ùella Sveria come at-
iro ve i primarj stabìUmenti dlestinati alla
pubblica educazione. Quella d' Upsala èia
più antica ; ella fu fondata nel 1476. da
Steno Sture il maggiore, queir amministra-
tore , che illuminato , e sagjgio felicitò la
Svezia in un tempo ^quando questo paese
sembrava ùnicamente destinato all« tlìsgrar
zie ed alla sofferenza • 1/ Università dì • Up-
sala languiva in metzo alk turbolenze ed
alle sanguinose catastrofi, che seguirono ^
da vicino la sua istituzione • Gustavo I
non la trascurò; ma i figli di questo mon-
narca la perdettero di vista • Gustavo Adot»*
fo la rinnovò al prmcipio del suo regno;
questo Principe le assegnò dei foadì , e h
diede abili maestri , de* quali molti fut-onti
chiamati da esteri paesi . Locenìo molto veff'
Sato nelle antichità del Nord ; Freinsche-
mio , conosciuto pe* suoi comitienti sogli
antichi , e per i suoi supplementi a Tité
Livio ; Scheffer letterato quasi universale v
e di cui^la sana critica ha illuminato lesu«
\ ri-
^ I
lo8 JOel Regno e iella Vita
ricerche ; insegnarono a XJpsala . Uno Sve-
dese ri si distingueva nello stesso tempo f
questo era Olao Rndbek , autore della tz,^
mesa Opera solle anticaglie del Nord, tan-
fo rimarcabile per T erudizione quanto pef
hr ipòtesi e congetture che contiene . Int
questo secolo Linneo , Celsio , Valleriòr ,
Klingenstierna , tutti nati nella Sves^k, han-
no dato air Università tfUpsala la pia Itf-
minosa riputazione. Fra i professori attuati
il Sig. Thunberg, Melanderhielm , ì^rospe-
fin, e molti altri sono conos'ciuti per il la-
ro sapere ^ L'illustre Bergmar^ non e^isf^
pia; egli è molato iti un'età poco avanza-
ta^ vìttinìa del suo amore per le^atiéhé/
Pexthè mai questi niortali , che onorano V u-
mahità', che ne sona P ornamento, la\glo^
ria -della terra , pervengono essi si di rado
mi limiti i . più stesi della Vita ? Il Sig.
Thuhbcrg ha un gabinetto, che merita d'es-
ser veduto; vi sono raccolta molte curiosi*-
tà del Giappone : come sono , abiti^^ stru*
mentì, utensìli, e monete dei paese > nel
quale questo dotto naturalista svedese ha
fatto un lungo soggiorno •
La libreria dell' Università di Upsal éf
una raccolta preziosa e per il numero e t>er
la scelta dei volumi • La Storia naturale pé*
tò è la più distinta . Vi si conserva Un ma^
Aoscritro dell'Edda , che passa per il mi-
glio-
di Gustavo III. re 4i Sve\ia . 109
gjiprp di questo antico .Codice Teqlogo àfà
popoli del Kord . U.Cpdlce Argenteo è nix
altro t^sprp ^i, questa. Libreria ; egli coptici
|ie' la traduzione dei quattro Vangeli i^ lin-t
gu4 Moesp^C^otipa da Vlfila Vescovo^ ^ei
Goti nel quariQ ^ecqlo^ Le lettere d*oro,^
e d'argenta di questo , hanno fatto fare ^uol-r
te <:Qngetipre.: sembra eh' es^e sieno fexma?
te $ulla pergamena per: flìgzzp. d'una spfcie^
di. encausto .....»;;
L' Uni vessila d^Upsgl ha un giardino hor.
^anicp divenuto celebre per le f^tic^hf di
^Linneo. Appassionato per quella scienza ^^
eh' egli poltivaya , secondato aei suoi sibrzl;
dal Governo » non trascurò a^^un^i occàsìp-j
ne d*^ arricchire questo giarditio di tutto ci^ ^
che il regno dei v^getabijii coijitiepe di vpUW
curioso nelle quattro parti del mondo # Le^
piante che soffrono il dirpa del Nord^ ^onpt
in aria aperta , le ;iltre sono distribuite iq,
yarj appartamenti , doye godono .d'un gra*,
do di calqre nec^ssarip alla loro vegeta"^,
zione, ./ ^
L'Osservatorio è debitpre della si\a er«-^
ziot^ ad Andrea Celsio; i fondamenti^ han-
no patito, p le osserva^io^ spesso se ne.
risentono . Il teatro economico mostra i mo-t
delli degl'istruinenti inventati dall' ingegna
ninano , per facilitare i lavori dejr agricoK
tura (B dell'industria; l' elaboratojo della chW
mi-
y
\\%' JM Regno € detta Vita
lioni , ed imìxàtzizi , che non posfic^io #
meno di non recar nocumento alle loro fun-
zioni essenziali • Il metodo , eh* essi teoigor
no nelle loro, lezioni , è presso a poco Iq
atefso delle Università della Germania -, di
fado si servono del latino. La lìngua Sverr
dese ha preso il suo luogb • 11 Governo e
diversi particolari hanno stabilito dei fondjl
per mantenimento dei giovini , dei quali là
fqrtuna non corrisponde ai talenti •
Dopo le Università vengano i GoUeg) j
chiamati come nella Germania , Gi$masj^
i^no sparsi nelle Provincie ; la maggior pair
te sono situati nelle città , dove vi è uà
Yeicovo f ed un Concistoro. La Capital^
i\on dovrebbe ella avere uno stabilimento
di tal fatta ? I inaestri che insegnano nei
CoUegj , sono chiamati Lettori • Le scoole
sono in gran numero tanto nelle città , che
nelle campagne • Queste difierenu istituzio-
ni , non avendo seguito i progressi dei Ia«
mi • difficilmente produrranno quegli eletti ,
per i quali girono destinate dagP Istitutori,.
I Colleg} , e le scuole non si frequentanq
quasi da altri che dai figli del popolo • L^e^
ducazion^ dimestica regpla gli altri fino al
tempo, che passanq alle Uiù^ersità. L'edu^
cazioqe privata può aver i suoi vantaggi ;
ma ella ha ancora i suoi inconvenienti. Di
(adp vien ella affidata a mani degne di xen
.go^
goterla; elh non distrugge il pregiuduio
dètF orgoglio, ^n^ndi» Insieme ranghi està-»
ti^ £ila lascia' nelV inerzia la moli» più fot*
%t delle facoltà deir^iòmo,^ cioè remulàfzio^
l&e . Gli Stati fjcmdarefio tono il r6gnó>iH
Adolfo Federico una* scfaola di Cadetti dt
marina a^ * Xi^larlscrova ^ questo subiltmento
ha durjita fatica a prendere ' cbhsistQnt&i ^ e
ahoMra attuainiFeAlt non. è «teso, abbastan^
12L , per prócrùfara al paese \ 'lui vantaggi»'
sensibile e ^rdble* / "» . --
« .L'MflueArà'4elto^ lonhe tui^ ftlidtà del-^
}^<*tt>Hétà.'è< dMicieM^,' ^\è daAsegtieiirza' )«
•Jbro'^ educazione * dev& a sb chtaimare \t mag^
yiori .premare «v^ Ma poéhi -'pa^À /vì* soteo ^
dóve * un «xbbi'é^ d0tó cssibanaie t*sìa^ p^t^w^
n43to a'iqael^'grado dl'>per&ziotiRe à€Ì optale
è «stiMettibUt : Ndla Siiezia le figlie dei oótv*
faditù V e^ degli a^tigiant^Mno i^rruìt^t ntiid
pobbttqh^. sMòle. Qoelte^ di raoga -^iiì di«
stinto si hnii^ Qdicoro , in ciooglri dove si
fliiatS0dò*a» doztèna, éove* i ^t^asenti. iè. hau^
no Meco gli occhjv e dannoii<$it>^ dalle goves*.
Affiti. Si "preftristono volentieri le franoesii
fftr gov^rnMtM "^^ spesso avviene di/ sce^
gliere persone ' ppcd abili: per cale uffizio p e
te' Squali «tlrro marita non hanno che di par-,
laf. .ftaitiUo^'e tp -- «^ » -'^
^•Siirà dal principio del secolo , il Gover-:*
no aveva preso risoluzione di \ fondai^ un^
. Tom, II. - H . ca-
114 pel Regno e iella Tità.
casa y dove persone giovihi di qualità '« po«
co favorite dalla forrtma poces$ero trovare
un onorato asilo , e ricevere un* educazione
analoga alla loro nascita ; ma quésto pro-
getto svani . Akre cure assorbirono il zelo
e l'attenzione di chi governava. Luigia Dl-
rica venne in isvezia^ e sposò T erede del
trono di quel regno . Ella volle donare al-
la nuova sua patria una ciprovìi dei semi*
menti che per lei nutriva .«Il progetto fu
ripreso , e questa Principessa fece nominare
una cominissione , alla quale élla presie-
dette • S. Ciro servi di modello e fu fissa-
to, che questo convitto di giovani damir
gelle dovesse stabifìrsi a Vadst^na .Ma le
circostanze non permisero di seguire questo
piano : convenne pensare ad un altro n^ieno
vasto e meno dispeiidioso • Si raccolse per
sottoscrizioiie un fondo , le rendite delqua^
le furono destinate a dare pensioni più> o
meno considerabili , a4 un certo numero di
damigelle nobili tratte a sorte; esse portar
no la cifra di Luigia Ulrica > attaccata ad
un nastro azzuro . A Norkoeping si è aper-.
ta una casa, dove sei damigelle sonog edu-
cate gratuitamente, e sei pagano una doz-
zina assai tenue. Questa fondazione 2 do-
vuta alla munificenza del conte Calilo Schef-
* fer , e ad alcuni altri cìttcìdini generosi dell'
^«rdine nobile.
^ 11
di Gustavo ìtL re dt Sve:(ià . ! i ^
Il governo di Svezia , convinto , che V e*
ducazione pubblica influiisce djrettameace sul-
la felicità dello Stato , ha creato tina com^
missione; è dessà stabilita a Stokhqlm.'Yi è
ancora una Società colFistessa mira, la quale
pubblica libri elementari , ed altre Opere
utili . Il Sig. Gioervei , Bibliotecario del
Re , fa r autore di qoesu società .
CAPITOLO IV.
Coltura^ ed industria.
^\Cl^«i lavori , che rendono fertili i cam-
pi^ che aumeotaoo le ricchezze della natu-
ra , Èono degni d* attenziohe in tutti i pae-^
si: ma lo sono ancora più in quelle con-
trade, dove sembrano esser stati interdetti
air«iomo; dove F uomo ^ intrapreodendoli ,
contrasu con molti 09C^u»>li) e dà Icimiao-
se ^rove d* intelligenza , di piazienza e di
coraggio .
La caccia , e principalmente la pesca,
davano anticamente' il cibo ag^i abitanti
della Svezia; essi conservarono questo ^t^
nere di sussistenza più a lungo « che le al*
tre hazìotii; un genio dediso per i corniate
Ha ti-
ti6 Del Regno e della Vita
cimenti, e la natura del loro paésQ> sem-
bravano angora a ciò invitarli . Coli* andare
del tempo , essi pensarono non ostante ' a
coltivare il suolo , sul quale la natura li
aveva collocato . Gustavo I , che non tras-
curava alcun ramo dell' amministrazione pub-
3blica , molto s' affaticò per i progressi dell'
agricoltura; egli si tratteneva coi lavoranti
e comunicava, loro utili insegnamenti sull'ar-
te di tirar vantaggi da* loro possedimenti •
Egli era un padre illuminato e tenero , che
non temeva qualunque impegno, quando si
trattava della felicità de* suoi ngli . I regni ,
che vennero in seguito a quelli di Gusta-
vo , furono in parte soggetti a delle turbo-
lenze interne, ed in parte occupati inguer*
re, e conquiste • Gli Svedesi acquist^roifo
ricchi granari , acquistando la Livonia > e
molte Provincie della . Germania settentrio-
nale . Gustavo Adolfo , Carlo X, Carlo XII,
gli avveizarono più a maneggiare la spada ,
che P aratro. Altri tempi condussero altre
usanze , ed altre cure . I magazzini stra-
nieri si perdettero , e convenne riparate que-
sta perdita: questo non si poteva fare, sen-
za prestare la più grande attenzione alla colti-
vazione del suolo nazionale . Questa coltiyazto-
ne divenne T oggetto della sollecitudine del
governo , ed i particolari non s' applicavano
con minor zelo per farla 6orire. •: '
. .A - S'in-,
di Gustavo IIL re di Sve^^^tU . 1 x 7
S'Incontrano, girando la Svezia, deicam*-
pi ben coltivati , e coperti di segala, di fru-
mento , d'orzo , e d' avena. I prati non roah-
jcrano ; e ve ne sono dei naturali e dei for-
jtiati dair arte . Essi danno fieni- della mi-
glior specie : ma non si possono, segàrj» ch^
una volta . La maggior parte dei liegumi so*
no. conosciuti e coltivati ; le patate ctes^o-
no in abbondanza > ed il popolo comincia a
gustarle . I possidenti comodi hanno, dtif
giardini , degli orli , delle ajette ^ ^ degli
stanzoni d' agrumi , con istufe ^r T iiwér*-
no; Sulle loro tavole, si Vtìggóno delle, ci-
. regie , delle pere , delle susine , e de' me-
lon[i i che non vcFrrebbero disprezzati: nei'
paesi meridionali . Un industrioso coltiva-:
tore ha formato un giardino nelle vicinan^^
ze di Tournee ; è le s.ue fatiche s^no . sfate
ricompensate più d'una volta dalle abbon-
danti raccolte. Sotto il regno di Cristina^
comparve un ordine , ^che obbligava ogni
possidente di campagne a piantare degli ar-
bori fruttiferi intorno alla sua casa: quest'
ardine è stato trascurato , e pure l' esecu-
zione sarebbe assai agevole . Le ciregie co-
muni , i ribes , molte sorta di pere , ed i
pomi si maturano a cielo aperto nella mag-
gior parte delle Provincie > gli alberi do-
- mandano poca attenzione, ; ordinariamente
resistono ai rigori d^ll' inverno .. Fra le pe-
li 3 re,
ttS Bel Hégrtù e della fiià
re, che nella dvetia arrivano a maturità p
ti distingue la bergamotta ; fra i pómi'j
<}uelló d'Astracan 9 che ha il guSto il pìt
squiaito •
Da aleuni ai\nl In qua , t'applica nelln
Sveaia con fervore stila coltura del lino^ e
4€lla canepa ; e ciò produce i che la fore-
stiera vien introdotta in minor quantità. Il
tabacco, caro a tutti gli abitanti del Nord»
lo è ancora dgli Svedesi ; le campagne in- .
tonto alla Capitale , e a qualche altra città
ne. sono coperte . Le pecchie noti sono trai-
curate , ma il clima sembra non essere loro
favorevole; forse non si sono ancora abba*^
stanza indagati il modo d'allevarle , ed i ri-
guardi , eh' esse richiedono in un paese
freddò. ^
I boschi , le acque, i paludi, le ròcce j
0 le rhaccbie , occupano quasi la metà del-
la vasta estensione che formano alla Svezia .
1 proprietar) più comodi riducono molti sì^
mili luoghi a coltivazione. .Bssi fanno sal-
tare le rocce ; schiariscono i boschi ; disec-
cano le paludi-, estirpano le macchie; tutti
gli anjni , i campi, ed i prati s'aumentano;
tutti gli anni , V iriduMria fa delle conqoi*
sic sopra la natura. ^
la vegetazióne languisce per lungo tem-
po dell'anno ne) tettentrione ; ella tofftt «
perde delle^ fotze preziose , che implegbe-^
reb-
di Gasiavó III. re di Sve^^ia^. ir 9^ / ^
rebbe a profitto dell* uomo ; ma il vigore^
che le- resta , st spiega con una sorprenden-
te attività y quando la bella stagiona- si è
stabilita. II sole quasi iion abbandona Ter-
rizaonte ; 6gli riscalda V atmosfera , e dona ''
tduavolta ìmieme frutti e fiori. Si semina^
nel mese di Maggio, e si miete nel mese
di Agósto. Qqelle sementi, cheS nèìr au-
tunno , si confidano alla terra , presentano
liti fenòmeno non «meno sorprendente. Esse
sMnnalzano e formano una tapezzeria della
più vivida verdura : ma la neve arriva, ed
• occulta infithantinente questa ricca decora-
2ione. Per il tempo di sei , o sètte mesi ^
r òcclùo nulla più distingue, e la crede spa*
rita per sen^pxe. Al ritorno della Primave*
ra, élla ricomparisce In tutta la sua bellezr.
2a ; ella si è nutrita sotto la grossa crosta^
dalla quale era coperta: lungi d'aver .per-
.'duto del suo ornaménto e del vigore, ella
si mostra cdn nuove attrattive e ricrea la
vista d' ognuno •
Consideriamo un altro spettacolo che la
' campagna ^ofTr e nella Svezia .Una fiamma
strepitosa esce da quel bosco; un denso fu-
ino si sparge per lurngo spazio nell' aria .
Non -è egli ^n incendio? Si è appiccato it
fuoco ad utia certa estensione di questa
bosco ^ per ottenere un terreno da semina^
tt ^ ed al quale le ceneri servono d' ingras^^ ^
H. 4^ sa-
À I
1
120 Del Segno e efèlla Vita
sacnento : un simile terreno vien chian>at<l
Svedjeland. Questo metodo di render fertile)
il suolai non è vantaggioso; egli distrugge^
boschi ;• il terreno che procaccia , dopo aver
prodotto per due o tre anni , resta inutìlo
per sempre; con ragione perciò vien ri-
provato e di rado si ricorre a questo es-
pediente, dacché T agricoltura è stata per*-
' fezionata .
Il bestiame è una delle parti interessanti '
neir economia' rurale: gli Svedesi lo sanno ^
e non la trascurano • Ma il bestiame è nel
loro paese di piccola statura, come in tut-
to il Nord: lo sarebbe ancora di più , se
le specie non fossero state migliorate pet
la mescolanza. colle razze straniere • Egli non
può pascolare che per cinque , o sei mesi :
)1 restante dell'anno, egli è sotto tetto, e
costa al proprietario un considerabile, man-
tenimento 4'
Dal clima nascono nf)olte altre difficoltà
che danneggiano la coltura. . Primavere a-
sciufte, tempo da mietere umido # geli^^ehe
si prolungano , o anticipano ; ombre e A
freddo che spandono boschi folti , e palu-
dosi ; inazione , alla quale lunghi inverni
costringono , e nella quale V uomo egual-
«nente , che la natura sembrano sepolti in
profondo, sonno ; questi sono i. principali o-,
stacoli^ che il clima oppone >nclla Svezia at
prò-
^
di (}ùstek^ Ili. re di Sileni idi
pregressi là^Ua coltivazione. Quandi la xzc^
colta è fatta ^ nuovi ostacoli ìncoiicra Y a*
gricoltore , a ragione die! corso 4«ll'il*tei'nd
commercio. I can?iU di questo' commercio
spesso rimangono otturati in an paese va*
sto e nello stesso tempo tnal. popolato; L'u-»
so d'addossare ai. contadini il niant^nimen-'
to delle poste i accomodo df^ piaggiatori,
non può 'essere* che assai nociyp all' agricol-
tura;' II còutadiup è pagato, m;^ perde un
tempo prezioso: convien che trascuri occu-
pazioni a^sai più iisportanti , :\e .contrae l' a-
bito d^uha.vì£a> errante e vagabonda* Jje
«Carse andare, che frequentemente . arrivano 4
rovinano spe^so^Jl lavoratore: se egli non è
cogiodo^non trova mezzo veruno a proc-
acciarsi il riQianervte' del necessario; e le
raccolte che»vsi€'guonQ, sono r?»ediocri io
qualità e quantilà: .egli benedirà;, imagaz*,
aini pubblici , che pra si vanno costr^^eildo-?
JMa cojft tutti questi convenienti.; gli Sve-
desi' non si vedrebbero si frequente^nente
necessitati, di far venire grani da paesi*, e^
steri, 's« dd'ssero baujfio/ all'acquavita , ù
quale consuma una: patte coirsider abile del
prodotto del loro suolo .* Essi hanno la bir-^
ra; questa bevanda .nqtn potrebbe ella ba-
stare? Molti, che hanno trattato dell'eco-
nomia del paese ^ hanno sostenuto.^ che le
earestie erano meno frequenti nei tempi
A I
ixx Del Regno e detta VUé
passati , quando Y arte à\ coltivare ; la terrai
tion aveva fatto taiit^ progressi nella Sve^
23a , qaanti ha fatto al presente ;. ma qoam
do Toso deiracqoavita era scoiioscluto agli
5rede$l> eglino asseriscono ^ che al teiìipo
di (rustavo orlino s* asportavano biade .
Nella ScaHia, neìrOslrogothia, e nella Fin^
iandia le eolttrc , essenziali alla sossisttnza
deiraomo» possono farsi xon miglior suc-
cesso. La Scania ha il suolo, Cd il clioia
della parto settencrioaile della Germania;
tutte le sorta di biade dllignanb in questa
provincia . Il bestiame . vi riesce più grati-
4é, che nelle! ahre parti della Svezia^ O-
strógothia è tina contrada amena > interse^-
eata da collide e laghi ; i suoi abitanti ^o-
RO attivi e molto intelligenti : La t^inlakidist
Ita fertili pianure, edeccèllcttfi pascoli: vi
si è raccolta il venti , ed a^co il trema per
semente: la Cattcffa*^ il liiitó, il tslbacco, vi
liescono assai bene ^ Nella parie settentrio-*
naie della- Finlandia vi èrano dtfi vasti* di-
' strettii che i villaggi più Vicini si^etaao
appropriati , sèn^z* alcuna forma legale , e che
non potevano 'render utili « 11 governo gli
ha fatto misurare dagli agrimensori , ed h^
lasciato agli antichi proprietarj un'estensio-
ne proporzionata alle lóro forze; ir restò è
stato convertito in nuove . possessioni , sog- .
gette a ndfovc Imposte ; i coloni > che vi Si
sta-
s /
di 6ustav0 ìli. re di Svezia . ti)
stabiliscono , ottengono per altro un' <«eti2io-
ne di dodici anni . La Smolandja si sostie^
ne per mezzo dei suoi pascoli; l^Uplandia^
la Sudermania, la YestmaDia, e la Nericia
hanno un suolo assai ingrato; ma Tindu^
iiria degli abitanti viene in soccorso per
natura, ed òrdihariamehte procaccia Joro il
necessario. Nelle altre provimrie si Contn^^
sta cogli ostacoli, talvolta con buon esito i
talvolta con perdita. Vi sono degli anni,
nei ^uali si veggono costretti a mescolare
utia farina assai groèiolana in se medesima
con della scorda d'alberi e di radici.
L* economia! rurale è debitrice in gran
parte dì quel progressi, ch^ella fa nella
Svezia, all'Accademia reale delle scienze^ di
Stokolm. Questa dotta socletit ha sparso
della luce su molti essenziali oggetti dair
agricoltura, còlla pàbblicazione delle Sue
memorie. Élla ha fatto conoscere Farte di
distinguere le differenti sorte di tterre, d'in--
grassarle /e di lavorarle; ella ba fatto tenire
delle semenze^ da paesi esteri , e le ha dì-
stribuité nelle catnpagne • La Società patrio-
tiea^ fondata dai cittadini istruiti e generò-
si, ha acquistato diritti non tninori alla ri^
conoscenza del coltivatore. Ella pubblica
un giornale eCCKÌpmico: raccoglie mpdelli
degfistromenti di coltivazione i pii^ adat^
tati al pae<^, e ricompensa con premj quei
col-
y
124 ^^^ Bégno è iella Vttà
coltivatori, che si sono distinti per la lórcr
industria •
Si contano in tutto il regno, 80205 pos-
sessioni terrtttoriali , o hemman . Essi sono
o reali , Krono heman > o* immuni , Frelsè
hemman^ o tassati Skatte hemman. Quelli
della prima specie dipendono immediata-
mente dalla corona > la quale H dà in affit*
tOj putt Krono ^ quelli della seconda appar-
tengono alla nobiltà, e talvolta, per di-
spensa, a persone non -nobili; putt freìsci
che comprendono le seterier etc. quelli del-
la terza appartengono, riguardo alla pro^
prietà del fondo > parte alla Corona^ parte
a dei particolari > o nobili, o non- nobili ?
Qeir usufrutto poi, a quelli , che le coltiva-
no e ne pagano ì censi, Kronoskatte heni'-
man , Frelse skattehemman . E' stato lunga
jtempo proibito il dividere i possedimenti
territoriali i gli Stati rivocàrono questa proi-
bizione nel. 1746, e nello stesso tempo sta-
bilirono un Ufficio rf* agrimensura , Questo
TJfSzio è composto d'un direttore, d'un
Ispettore^ di cinque, agrimensori e d'un se-
gretario . Cento sedici agrimensori sparsi nel-
le, prò vincie> lavorano sotto la direzione di
'quest'uffizio. Eglino misurano le terre, per
facilitare la ripartizione delle imposizioni :
eglino, nel dividerle , danno loro quelle fi-
gure, che sono più favorevoli alia coltiva-
zio-
\
di Gustavo IIL re di Sve:(ia . ii^
;tiohe . I^e dividono in tante porzioni quan-
te il proprietario desidera • Questi agrimeur
sorì , scorrendo i distretti j ne formano del-
le carte geografiche e topo^afiche, e T Uf-
fizio se ne prevale , per dare al pubblicò
carte generali, o particolari del regno.
Quanto" riesce mai interressailte il riguar-»
dare Tuomo in quello stato, nel quale egli
più s'avvicina alla primiera sua esistenza 1
Quei rispettabili mortali, i quali un'assidua
fatica allontana dai vizj , su}le fronti dei
quali risplendono l'innocenza ed il candoA
re; che altro lusso non conoscono fuorché
un ciel sereno ed una^ fresca verdura, non
meritano essi la nostra attenzione, a prefe-
renza d'un cortigiano, cìié s'innalza a for-
za di rampicarsi*, d*un favorito dalla fortu*
na, che riposa sulle piume nelle braccia
della mollezza ^ d' un zerbino , che profana^
la dignità dell'xiomo , per la depravazione
dei suoi gusti? Entriamo nella casuccia d'un
contadino svedese. Ivi regnano l'ordine, la
proprietà, V ospitalità, e per lo più ancora,
la coqnodità ; si vede con piacere quello ,
che ivi abita; il suo cibo è semplice, e sot
stanzioso ^ ed analogo al clima; i siaoi abi«-
ti sono illesi; si manifesta nel suo volto
un'anima che non è abbattuta sotto il pe-
so della miseria; ordinariamente egli sa leg-
gere e scrivere. I principali tratti della sior
, ' ' ria .
126 Pel Segno e della Vita
ria del suo paese non gli sono ignoti; se
ne serve per crattehitnento cgi suoi figliuo^
li;^e per tal mezzo accende nei loro cuori
Ja fiamma del patriotismo. I contadini sve-
desi si dividono in più classi,' conforme le
terre che coltivano. Ve ne sono di quelli
che hanno in affitto terre della corona per
un certo numero d'ailnii; altri sono àfSttua-^
r| dei signori stri medesimo piede; vi è u-
na' terza classe la quale è più rispettabile.
Essa è composta di quelli che abitano le
terre tassate a vantaggio della corona ; egli-
no* ne comprano T usufrutto » che passa da
padre in figlio sino a tanto che fedelmente
adempiano le condizioni addossatesi • Questi
sono quei contadini, i quali la cosiituzione
ammette all'Assemblee nazionali. Di questi
molti ve tie sono stati, che hanno figurato
;in quei tempi critici quando Y anarchia spar*
geva i torbidi ed il disordine. Il nome
d' Olao Hokanson sarà sempre rispettato nel*
la Svezia. Questo contadino, nato in un vii''
laggio nella provincia di Blekiogia « fu de-
putato del suo ordine a dodici diete , ed
oratore a otto . Quando nel 1743 , gli Sta-
ti deliberarono sulla scelta d' un successore
al trono,, la Nobiltà, il Clero, la cittadi-
nanza unanimamente elessero Adolfo Feder
^ico: il quarto ordine non approvò quesl'
elezione; i contadini si amnaucinaroBo*, x
non
di Gustavo III. re <li'Sve^a . izj
ncn vollero dare i loro voti, che al pritici-
pe di Danimarca • Hokaiuon intraprese a ri-
condurli : Egli li r^dund > e nel tempo d' un*
ora li condusse ad unire il loro sentimento
ai voti d^li aRri ordini; Questo degno cili'-
. tadino mori a Stokholniì , in tpmpo della dieta
del 1769 in età di 75 anni .Gli furon &cti o-
norevoli funerali . IL maresciallo delia diec^«
gli Oratori del Clero, e della cittadi^anta^
tutti i Deputati deir Órdine dei paesani , e
molti eziandio degli, altri tre Ordini accom^
pagnarono il suo cadavere al sepolcro ìa fu-
nebre pqmpa; egli fu seppelìito neUa Chii>
sa di Riddarholm, doye ottenne un luogo
tiella tomba delia famiglia dei conti di ^r^
sen. Hokanson era dotato d'un raziocìnio
diritto d^urio spirito giusto, d*un* eioqueo-
ea naturale: senza studj egli aveva zcquU
stato della conoscenza, coU^ osservare e col
ieggere • Le distinzioni , che riceveva nella
JCapitale , i piaceri: dei quali era messo m
parte, nulla gli tolsero della sua amabile
semplicità. Assiso a Stokholm alle magnifi-
che tavole dei grandi del regno , non rit^r^
cioVa per ciò meno contento alle refezioni
campestri, che la sua capanna gli/oéeriva*
Quella mano^ medesima, che formava i de-
creti degli Stati, tracciava poscia coll'itra-
tro l solchi nei propr) campi. U re Fede-
rico in un viaggio die fece nelle provincie
mp-
Ì28 I>€Ì Regno e delia Vita
meridionali del regno si fermò col suo se^
' guico presso a Hokanson , e 'desinò sonò
si umile tetto di questo lavorarore. Quanto
interessante dovette essere questo incontra
della Corona coir aratro ; questo dovette es^
«ere il godimento dell'anima di Federico^
se il fasto e le grandezze non l'avevano re-
s^ insensibile ai sentimenti^ che ispira la
naturai
Le truppe, nazionali della Svezia sono ti*
partite nelle campagne. Che belvedere que-
gli uomini destinati a combattere ^per la pa*
tria , confondersi col coltivatore , e dargli
mano nei suoi lavori, e render fruttifero
quel picciolo terreno , che circonda le loro
casucce: non sono né avviliti dal vizio y
né snervati dal libertinaggio .11 genere di
vìta^ ch'essi menano, frugale, regolato, at-
tivo^ li fortifica^ e li rende . capaci a «sof-
frire i travagli e Ieratiche. Sul campo di
battaglia una moglie , i figli , gli amici dell'
infanzia e della gioventù^ un amato spggior*
no, dove hanno condotto i loro giorni in
pace , si presenteranno alle loro menti , in-
fiammeranno il loro foraggio, e renderanno
costante il loro ardore .
Dai campi , ove l' aratro apr$ il seno del*
la terra ^ passiamo alle officine sacre air in-
dustria. Doveva riuscire difficile^! ridurvi
uomini inquieti, erranti bellicosi : difatti i
Ji Cuskpoo IH. re dì Jlvec^ia . 1:29
primi mestieri furono stabiliit neila Svezia
cUili Tedeschi , i quali sortirono dalla barbarie
prima^ degli abitatori dell'isole di Scanddoavia. ,
In seguito sonosi formati artigiani nazionali ^
e moki assai abili . Ma la manifattura è ca-'
la soprattutto nella Capitale. Questo prezco
oaro è una conseguenza naturale della scar^-
seiza della popolazione, della mancanza dL^
ooncorrenza aumentata ancora per ragj^oai
particolari. Il numero degrindividui. impie-?
gati nella Svezia «ei mestieri , nop é a pror
porzione tanto poosiderabik , come alti'òve :
geoecalm^nte il pane« la iùo-a.^e Ijs cande^
le, di -cui s* abbisogna, ognuno, per costu»
me le* 'fa in propria casa.. I^e. abitazioni di
campagna, essendo fra loro in grandi di«
stàiize { e non consistendo- ordinariamxente ,
cdie in due, o tre fuochi > il paesano si
trova nella necessità d' essere il proprio cai»
zolajo j tessitore , .0 sarto . .
I corpi dei mestieri sono . organistati , co<f
me nella Germania. Qualche volta ^i è pen-.
aàto d'abolirli, ma s'incontrano teoppi..Q-$
ataroli • Non è cosa facile il cambiare usan.**
tt tanto antiche, quanto la società medesi-
ma I nella quale esistano ; elleno sono in un
troppo intimo legame cogli ajtri obbietti
deir esistenza civile.
.> liC nAanifattuce d'oignit genere sono state
lungo tempo sconpsclutb nella Svezia. Le
..Tomo ri. ^ l piò.
rjo I>el Hegno e della Vita
più antiche, delle quali parlano gli arraaU
del paese, ebbero pev ìicopo il primo di-
rozzamento dei metalli . ÀI princìpio del
tecolo passato ^nacquero molte mani&tcure
d'importanza ; si accrebbero coosièérabil-.
sntntc sotto il regiio di Carlo XL Questo
monarca vestì tutta Tarmata di panno fab-
bricato nel paese. Carlo XIL intraprese
delle guerra lunghe , sanguinose , e rovino-
se: le ^ fucine si sostennero; le officine rima»
scro ben .presto deserte • Si ripopolarono al*
lorchè ^ dòpo la morte di ^ questo re guer«-
riero, ottennero le cure d'un goirerno ptìi
impegnato per la vera , e solida prosperità
del regno >* L'agricoltura, ed il commercia
essendo due obbietti > che il zelo del pa-
triocismo promove , le manifatture non deb-
bono essere trascurate é Onori e ricompense
si diedero a qoeili, che coltivavano questo
ramo d'industria « Anticipati, e privilegi
furono accordati con profusione « Se questi
sforzi fossero stati accompagnati dalla co^
sunifi, e sistemati > avrebbero conseguito gli"^
efttti S più felici per il ben pubblico; ma
si presero degli abbagli, che ritardarono i
progressi del bène, che si era proposto di
fare. In luogo di consultare il clima, e la
natura. del paese nella sceka dei lavori prò*
posti aH' industria ^nazionale, si prese norma^
dai popoli, dei quali la posizione econ9mi«
ca
di Gustavo III. re di Sve:^la . 131
tSL e fisica toulmente differiva da qatlh^
della Svezia • la luogo di passare insensìbtU
niente dagli obbietti di necessità > o di utiU**
tà spda, agli obbietti di lusso ^ si cominciò
da questi ultimi tempii ed i .primi furano
trascurati < L^ intrigo e là cupidigia usurpa^
tono le rkoittpense destinate, e dovute al
talento ed alia fatica» In melzo a degli
urti di un gbvcriio 4ttasi anarchico , si di-*
struggeva con una^mano ciò, che Con Tal'*
tra si era iniiàlzat)&. I cappelli in lungo
corso d'aitni> ner quali- il loro, partito erar
stato predovninautr, avevano pi'ofuso il de-^
iìaro> per &r fiorire le - manifatture i malti
milioni sperano imbtegati a questo fine. Le
berrette, che divei^nero preponderanti nella
dieta del 176^ , troncarono tutto; Qd il co^
pò fu mortale per gU opera] « Le leggi pram-r
nacithe , pubblicate contemporameamente per
prevtoire le conseguenze, che si prevedevano,
non ebbero r«f&cto desiderato. Nel 1754 le
&bbriche occuparono 14301 persone > enei
1771 non s'impiegavano più che appena
9000 • Questa piaga funesta non è ancora satn
data , sebbene molti rimed) sieno stati applicati*
Indipendentemente dagli ostacoliyche na-
ti sono dagli errori d'amministrazione^ seoi'*-
pre sarà difficile, che le manifatture nella
Svezia pervengano a quel grado di perfe-
tione# che altrove > Questo paese ha ^pochf
I > spe-
/
\
131 Del Hegììo e delia Vita
tpecie di' primi materiali , e non è in istato di
proccaciarsi , par mezzo di colonie» quelli,
che a lui mancano. Gli spacciatori vi sono
in picciol numera ristretti e precar). Una
gran parte dell'arino, bisogna ricorreve al lu«
me srttjfiztale. Un'aria pura esige un forte
jiutrimento r e per consegnetiza dispendioso •
I patriottt Svedesi si lagnano ancora del
gusto troppo dichiarato per le mercaaxie
forestiere. Elleno sono in gran parte proi***
hite; ma con tutte le praibizioni vengono
introdotte . Le coste del regno sono* si e^
stese, ohe riesce impossibile il farle custo-r
dire in maniera di prevenire tutte le frodi «
Se Toperajo nazionale ha bisogno di emu*^
lazione, molto più, è a lui necessario uno
spaccio pronto e sicuro; e conviene, che
nel paese Istesso si stabilisca la concorren-
za; allora una rivalità auiva può produrre
efletti salutari. Se vi »eno dei capi ^ che a
dispetto^ di tutti gli sforzi cestitio troppo in-
feriori a quelli del medesimo genere» che
ai fabbricano in altri paesi , allora sia leci-
to introdurli, pagando i diritti d* introdu-
zione, p si proibisca Tuso di quelli.
Le manifatture di seta languiscono nella
Svezia ; i lavori , che queste producono , so*
no cari , e di qualità mediocre ; a riserva
dei veli , delle fettuccie , e di qualche altro
la^orq; ina pure conviene vestirsi di seta
spe-
^ S Gustavo IIL te éi Stènta. 1^3
^specialmente nella Capirle. Molte pfoibf^
zioni perciò sono state rivocatè; e capi proi-
biti per lo passato^ possono ora liberamen-
te essere introdotti nel paese , pagando quei
diritti, che sono prescritti. xlalle tariffe della
dogana: cosa bene dispiacevole» perchè a
causa di questo molti opera) si trovano sen*
.za lavori; e somme considerabili, impiega-
te nello stabilimento di fabbriche nazionali
di questo genere ^ non hanno prodotto un
bene reale e dtirévole.
I mestieri > che lavorano In cotone^ e pe-
lo di cammello » riescono meglio: ma ;ifou
^ut) in gran nomerò. I primi gèneri «chef
a mettono in opera ordinariamente «sono
passali per moke mani,^ quandp il comm«r'^
ciò gP introduca nella Svezia 1 ed il ^e)o «
che danno i becchi d* Asia trasportati y e
propagati nel clinu della Svezia f^ non for-
ma un oggetti di consegtten2a. Dopò^rdie
i montoni (i) dt razza Inglese «- Spagnuola
(1) Ècco, ciòi che À è venduto di lana del
paese alle fabbriche dopor l\(m^ 17// , /ì--
na al i'ft9 •
Anni
• lÀhhtc*
Anni
Libbre.
171 1,—
— 9281.
17IJ.-
— 24970'f-
T752 —
1754-
— ajiiVy»
I 3
i7S^
134 ^' /fegw 0 della Vita
e Tedesca , si sono molti pHcaii , ^ dopo che
li coltura del lioo, e della canepa si è e-
stesa, si fabbricano con successo , ed in
quantità considerabile panni, tek 6ne^ e
grossolane , (eie da vela e cordami . la
fabbricazione dei panni, monta all' incirca
ftanoalmente a ^ooooo rdlr: ^ e la Spa-
gna . ed il Portogallo (i) forniscono lane ,
Anni Libre ,
Anni Libre .
I7S5. — ^>78m.7.
1769. — -75108.Ì.
I75<Ì. r 22195..^.
1770- —^4882.^,
«757?*~3M««-
. 3771.—— 767014»
1772. — 716514.
1758. — J1474.
i759.-^3'i363-T'
1573. 88551.,
i7<o.— 53363.
1.774.— 105569.7.
1761.-^71294.
1771.— »M934.7-
1762.-^71294.
1776. — 133319.?:
1763. -^-6^999.
1777.— J4iMO-f-
1764,- — 67792,
1778. — 146260.-^.
I765.-7- 68215.
1779. _ 126999.
1766.-^65201,
17-67. —^261 5.
Totale 1984376^!:,
176*,—— *74ij22,-j.
(/) Dalla Spagna , e
dal Portogallo sono vc^
hute 'dal iiji sino
o/;i779.
Anni, Libbre.
Aiuii . Libbre .
1752. 4--. 67070,
1751. — 1003QI,
»753'.
di ostavo IIL re <U Sve^^a. IJ5 '
che conviene aggiugtiere e mescolare a
qaeile del paese • I panni fini sono sti-
mati, e Fuso è generarle; vengono anco^^
ra asportati , ed i premj invitano 4d a-
:sportarli . Sì dà il 12 per 100, quan-
do i drappi s' asportano a qualche paese
d'Europa; e 25 pec 100. asportando fuo-
ri deirfiifropa^ i panni ordinar) sono me-
ìkìo buoni e più cari; non resistono come
,i fini alle fregagioni che necessaria metue si
£inno lavorando , e io spaccio^ è più licni-^
ta-
Aani
Libbre..
Anni Libile .
^753»
.83645.
>7*8 50549.
1754-
82230.
1769. -—91200.
I7<5--
-— I035ÒX.
1770 45575.
1756.
— — 56608.
1771. 5Ì6266.
1757.
— 98478-'
1772 39^*5-
1758.
-^ 78638.
»773. 435 3^' •
1759.
- — 56410.
«774 «959-J.
jf6o.-
68013.
«775 57554-
1761.
— 97755.
^776.- 66368,
1762.
-^77985.
1777. — 209931.
1763.
17823.
1X78. 27739.
1764.-
1765.
-.— 35672.
1779. 69662»
70440. .
17661.
— i444a
Totale 20017x9.
1767.
- 43*75.
I 4
s
I
136 Del Hegne è della Fit^
.cato. I contadini fabbricano essi mcdesiitit
ì drappi, di lana dei quali si vestono > e dei
quali fanno gli abiti per i loro soldati. So-
no parimente la gente di campagna , e so-
pra tutto quelli di Vestrogothia , Norlandia
^Finlandia» che forniscono Ja maggior par-
te delle tele: esse sono buone « ed a prez-
zo molto discreto. Si . potrebbero incoraggi-
re le fabbriche rurali > a fine d' occupare gli
abitanti della campagna nei lunghi inverni,
«e le città fossero in numero grande , ed ab-
bastanza popolate • Il governo ha aperto nel-
la Capitale , ed ancora in alcune provincie ,
case di pubblici lavori , destinate a sollievo
dei poveri ; vi si ' lavora in lana , ed in li-*
no e canepa ; gfi appaltatori sono incaricati
dello spaccio.
Vi sono delle Cartiere in diversi luoghi ^
del regno, ma non bastano per il consu*
mo. Si preparano molto bene i cuoj^'ma
pure vengono ancora dalla Moscovia e dall'
Inghilterra. 1 guanti della Scania sono ri-
' cercati, e ne passa una grande quantità nei
paesi circonviciiri . La Capitale si è proc-
cacciato un conciatore , che ; fabbrica del
buon marrocchino . Negli ultimi anni, si
sono vedute nascere fabbriche per raffinare
iucchero , e sale; delle fabbriche d'amido,
di polvere, di tabacco, delle saponerie, e
dei molini d'olio* ISiei porti, dove si fa la
cui G^usiàvù III. r& di Svezia . 437
pesca deir aringa > braccia numerose si co
cupano a trarne 1* olio, che contiene. La
^porcellana, e la majolica di Marieberg, e
dì Roerstrand^ in vicinanza della Capitale *
sono d'una qualità assai inferiore a quella,
che la China ed altri paesi in Europa eon*^
ducono in questo genere; Le fabbriche di
vetro noti sono pervenute ad un alto gran
do di -perfezione : non ve tì^è che una^ la
qual sia veramente rimarcabile. Questa è
stata innalzata nella Finlandia da un uomo
attivo e pSeno d'intelligenza. Gli Svedesi
sono tanto più abili doratori, orefici, gto^
^jellieri^ e orologiari . S'applicalo ancora da
-qualche tempo con successo al ricamo.
Ma vi è un ramo d'industria, per il qua-
le la Svezia deve avere una segnalata pre^
dilezione , potendo aver una sensibile induen-
:^a sul suo commercio 4 e conseguentemente
• sulla ricchezza nazionale , ed è quella di no-
■\bilitare il legno ed i metalli « Il governò
rha conosciuto, e da alcuni anni in qua
gli accorda una partieolar protezione. Im-*
mensi boschi , dove crescono il faggio ^ la
bettuUa , l' abete , sono un tesoro , che un
lavoro industrioso può far valere assai. Da
» tempo molto indietro gli Svedesi hanno por-
. tato in questi oscuri ritiri , la sega , il mar-
tello , e la fiamma per cavare legna da brur
dare, tavole^ catrame ^ ceneri e della po-
tas-
■ j
^^9 J?el Jiegièoi e delle Fila
tassar ulcimamente si è cercato di estende^
re questo ramo di commercio» Vasti can-
tieri si 9ono formati in molte parti del re-
^no; gl'Inglesi, Francesi, ed Olandesi com-
prano nella Svezia ibastimenti fabbricati d'a-
bete intieramente» ma per un «prezzo assai
tenue. La gente di campagna della Vescro-
gothia , deUa Sudermania , della Norlandia ,
é della Finlacklia, fanno ingegnósamente u-
tensili d'ogni sòrta* In molte città, e nella
Capitale principalmentis » Tarte di falegna-
me, e d' ebanista , si sono perfezionate ad
un grado di produrre dei capi d'opra di
eleganza e di comodità di quei mobili, che
gl'Inglesi sono stati i primi a far cono-r
scere .
JLe ricchezze, ch'escono dalle miniere.,
che la natura ha sparso nella Svezia^ meri*
tane egualmente tutta V attenzione degli a-
bitanti di questo re^no . L'arte può condur-
li ad un grado di perfezione^ che sorprende
r osservatore. Anqora al principio del seco-
lo decimo sesto , molte oentinaja d' anni do-
po la scoperta delle miniere di ferro del
paese > questo metallo si dava nello, stato
suo naturale ai Lubecchesi, i quali dopo a -
verlo lavorato, ne rivendevano una gran
parte agli Svedesi j e guadagnavano tutte le
fatture sopra di quelli , che possedevano la
materia prima . Gustavo L intraprese di fai:
ce^-t
4i Gustavo JJL f€ di Sv^^a . jjp
<^$$zn questa VergQgna e pbrdiia .\ h prime
fornaci furono còs^'Utte sono il $ua regno ;
le fabbriche vennero in seguito, ed il nur
miero s' aumenta di giórno in giorno , Nel|'
Uplandia, nella .^e§tmania , nella Vernj-
lahdiat sono più numerose; i proprietarj
idi queste yasie ofEcinci i^ono 1 cittadini
più comodi dello Stato, Alcune delle fab-
briche adoperano, il metodo vallone , al-
tre il tedesco : questo risparmia molto di le-
gna e di carbone; quello produce miglior
ferro. IjC fornaci di fonte ^ riscaldano* nella
Svezia quaranta settitnane di seguito ; ban<-
lìo da |6, a ;8 aune francesi d'altezza.:
26 Seheppund di minerale faso rendono
nelle fabbriche zq Seheppund di ferro la-
vorato. Tutti questi lavori sono degni di
essere osservati • Quale spettacolo il veder
scorrere questa ferraccia ? £^la è un ruscel-
lo di fuoco ! Quante sensasioni si provano ,
quante idee si sentono nascere: alla vista di
5uesti figli di Vulcano ) che ammolliscono ,
^domano masse picsanci, che sembrerebbe-
,\ dover resistere a tutte le forze dell' uo«
mC/ Di 400000 Seheppund di ferro che
renvV>r'^ le fornaci, e le fabbriche joooq»
in ifitca ^vengono perfezionate nel paese me-
desimo in difFerenti maniere*
Si fondono delle ancore in molti luoghi ;
<|U«lli di SQcderfors passano per le mìglio^
rie
14^ 1>(1 Regno e della tìM
ri: i cànnotii di ferro ^ U bo^be, le fft^
nate, si fabbricano a Stafsfoe, a Oker", ed
a Finspong ; i ' cannoni di bronzo a Sto*-
kholm; i fucili» le lame, i carabini, altri
istromenii di strage 4 e di distruzione a NoN
koeping ^ a Joenkoeping e nella Capitale .
Le batterie di lastre di ferr^^, le fabbriche
di latta 4 d' accidjo , di fil di Sferro , di chio-
di e diversi utensili, sonosi considerabiN
mente aumentate in questi ultimi tempi ••
La città di Eskilstuna nella Sudermania è
rimarcabile per le manifatture d'acciajo> e
di ferro fuso, che il governo vi ha stabiFi^
to. La. città ha ottenuto delle franchigie v e
gli opera), che vogliono esercitarvi la loro
industria , ricevono nno stabilimento analo-
go ai loro progetti . Ve ne sono già molti
di singolari talenti , le opere dei quali ga-
reggiano con quelle, che T Inghilterra for-
nisce in genere di chincaglieria: se Io spa6*
ciò fosse considerabile e sicuro, queste ma-
nifatture potrebbero facilmente estendersi jt
perfezionarsi; ma questo^ vaivtaggio matura
loro; 0 da ciò provengono una specie d&
languore > e prezzi che sorprendono il fore^
stiere •
La maniera di Faihutx fu scoperta nel se-
colo decimoterzo, e qualche tempo dopo
furono trovate altre miniere contenti il ra-
me; ma gli Svedesi lasciarono scorrer^ipc^
ti
di Otisfaw III. re di Své^d,. t^r.
ti secoli, avanti di lavorarò da s'e\ nyedesi-
mi questo n^tzììo . Em V istruirono in»
quest* arte nel sedolo XVI ^ e» XV1II ; e 'nuo-»
vi progressi si sono fatti in qta«st'oltiiiio .^
Il rame viene fbsò in un. geatì numero»
di • fornaci sparse ali* intorna -delle . mi-:
niere • In un ^villaggio della Dalecarlia ,*
detto Avetadt, si raffina e dà* annualmente)
2000 Scheppund', il resto si aéf>0rtà , o vie^^
ne convertito in lastre per. feìdeaare.navi ,
e coprire le case > ia utensili o ià\monete^
Agginiìgendo ai diversi stabilimenti, già:
indicati, le fabbriche di salnitro stabilite
in tutte te prbvincie del regno, d'allume e:
di polvere dà cannone v della quale la prin*-:
cipale si trova a Hedemòra nelbi Dalecarlia,*
di vitriuolo> di color rosso, si iia uno sta-:
to compito dei lavori delF itidastcia sve--
dese- .. >
I privilegi esclusivi sono mlK, o nocivi,-
secondo le circostans^ ;. appartiene agli am-*
ta)inistratori di distinguere e pesare le cir^f
costanze ; vi sono dei privilegi esclusivi nel*
la Svezia, ma in picciol nomerò, ed il go-
verno sembra andar cauto a concederli. Si
stabiliscono le tasse, che T artigiano, ed il
fabbricatore deve pagare a ragione della
quantità delle officine, ed il lavoro che
n'esce.
I Francesi rispettano la memoria di Gol-
bert.
r4^ P4 Regno e deità Fittf
bert ; Oli Svedesi onorano quella di Luigi
de Greer i e di Cionak AlstMemer; questi due»
cittadini hon\ ciano investiti né Tono, uè
r altro del * atra ttere dì ministri \ mi ciò non
ostante reeero servizf i più: se^^ati alla na^
zione svedese. I lóro nomi senzst molto
brillare pct quello splctidor^ .che> j^toviene
da titoli pomposi, meritano però luogo a-
norevole ftegfi* annali del regno ^ La poste-
rità non domanda j se colui ^ del quale la
storia a lei '' tramanda la^ memoria ; fu di na«
scita iHustrcf; se ebbe un carattere pubbli-
co; se vis^e nei palagiV se famigliarmente
arveva accèsso' al trono^* ella- dofhanda sol-
tanto, se i^inupiegd in cose utili e glorio-^
se; se con Mloris'oiFaticava pei «suoi conctt*
tadinì; scegli allargò la sfera dejhi loro in-
dustria 'c ckUbi lorb felicità.
Luigi de Geer d'una famiglia patrizia
sparsa neUa Germania è nelle Fiandre > era
nato con onf attività instancabile» coi^ un
2elo arderne per tutte le intraprese d' im-
portanza. Egli si portò nella Svezia sotto
il regno di Gustavo Adolfo, e si stabili a
Noricoeplng , dandosi al commercio . Felici
speculazioni P arricchirono ben presto > e lo
posero in istato d'influire sul ben pubbli-
co. Le fàbbriche d* ottone sono debitrici a
lui del loro principio; egli stabili delle for*
naci e ^elte £ibbnche di ferro ; egli chia*
mò '
di Gustavo Ut ré di Svelta ^ 14 )>
mh dalle Filndre, e dal -paese di Liegi. li*
YaHaai, i «piali ixisegoafmio iì^ vero mod»
di fondere e tirare il itnc. . . ;
Intanto che gli Svedcsii riccdgHevftiX), dtf«>
gli: alioti nftik Geiniania ,. e: spargevano iii>
c|Mst!. impeto: lì , tcxsacs^idviie Ìok^ armi ^ dei*
forestieri gittarono nel paese di (|uestoi po-
pola goertiero 1 primi fondàìiietici delff arti
dell;^ pacca Ma un vicino sempre geloso f
la Dàtumare*4 s^ aggiunse àgli altri oemici
della Svezia vjed il.teatit>. di questa Miuova^
guerra ^oieirtv.fiss2tisi .nel cuore dd -regno i^
Gristioa vpreidde^ questa it^ricblò^ edeGcer
la aecòtìdò. Egli armò t.unh Óotca di tirenta-
vascelli HiercancUi 4i lai maggior, pane OlaO'^
desi) e la fece agire contco i Danesi « di'
conceiito colla reale ^ I^^cidao^ohevpubls^icn
fu -ancora abbietto della àia aiteaiioiic. M^
gli chiamò;: nel regnò Amos Comeniits:« il
qoale figutana in Germania^ e^sHncaricà^dit
riformare . le scuole svedesi. Questi senrizi»
sì importanti « si reali^^ {Produssero a lai 1#
rìconosoeniaa delGovernoL^ il quale gli dk'-
de in proprietà Terre e Casteiii; ebbe per lui
quei riguardi f che meritava^ $ e collocò le'
sue armi Ira quelle del)à. nobiltà del paese.
Ciò 9 ekf Luigi de Geer fi|' nel secolu.
scorsQ^^ GiQnft'Alstroeraer ò -stato nel pi)e*
sente « Questo utife cittadina è tanto più da^
stimare > quant9^ che per lungo tempo do»
/ vet-
144 J^^^ Megno e dMa Vita
vette Icktare contro gli ostacoli ijt te é\Sà^
colta. £gli em ostala onesii genitprì;, ma
poveri « in una lucciola tntià: di VestrogOK
thia , cbtainaca Aliogsos .r Uscito, dalla, sua
oscurità^ alb quale Jx; sua nascita e fortu*!
Ita scmbraiEano OMidaonarici^intrapnese dei
"visiggit e soggiorna T per qualche tempo la
liiondral Le sue mire 4i allargarono sg quo*
sto viftp teatro^; egli contemplando. (la pro«
spericàtdell' Inghilterra 9 compreso' Tim^br"-
tema. Miei lavori di quella ìndis&ti:ia# che l'i-
gnortnaa av-vilisce» er:vergognosi:pfqgrndiz|
han4ò £itco sì Luogo «tempo wtrascuraGer.aUa
iMggìor parte deUe^alire^iiaiìoni. CVIngle^
si^ i Francesi, ed i Tedeschi avevano. già
tlbvato la sorgente* ideila'; loro prosperità >
inaigli Svedesi non-. godevano ancora questa >
foAte. di pubblica felicità « Alstroemer ritorti
rio neUa.sna pa»ia, col bel disegno: dfillu-
Uitiaarc i suoi compatriotti sopra.! loro in^
teiìBSfii^ e di dirigerli m una: cartiera a lo-
^ aconosciuta . Eglf 4óaiandò plivil^io per
isiabilire delle fahbvrcbe. >GIÌ ìScatr raduna-
ti j nel X71), gli accordaroaa la a^a do*>
manda # ed egli, esegui il suo. piana nella
citià dov'era nato. Quésta. ci(tà< divenne il
brullo , dal quale sv spfar givano per tutro il
regno nuovi lumi e zelo per à progressi,
delle manifatturev Mello stesso tenipo Al-
$udemcr dirigeva! un commercio molto e^.
■ / sto-
di Gustavo III. re di Svezia . 14^
steso in compagnia d*unr altro rispettabile
cittadino Nicola Sahigren. Questa <:asa era
la prima commerciante del regno, e faceva
la gloria di Gothembourg, dove era stabi-
lita; ella non aveva meno di mira la pub-
blica prosperità > che il proprio interesse*
La gelosia sempre vigilante e lo spirito di
partito , abile a tendere insidie , non perdo-
narono ai patrioto che s' affaticava con tan-
to ardore per il bene dello Stato. Egli po-
teva essere stato sedotto da, alcune idee pia
brillanti che sòlide ; poteva in certe impre-
se avdr f>reso sbaglio intorno alla natura , e
le proprietà del suo paese . Ma qual è queir
4iomo che non isdruccioli in una nuova car-
riera da nessuno prima di lui battuta? Gli
abiti opera) /che Àktroemer attirò dai pae-
si forestieri, le maniere di procedere, i mo-
delli che egli fece * conoscere^ le premure
sue per gli ovili, ora di tanta utilità al re-
gno , giustificano la confidenza , colla quale
i ministri Tonorano. Federico I. lo decorò
deir Ordine della Stella Polare , e gli diede il
tjtolo di Consigliere di commercio. Adolfo
Federico lo creò nobik, e gli Stati decre-
tarono, nel 17^6, che il luo busto fosse
collocata nella borsa di Stokholm • Questo
ttìonumento non esiste anpòra ; ma è abba^
stanza per la slofria -il^-Àfstr()emer T esserne;
^tato giudicato degno.
- Tom. il. K CA-
146
CAPITOLO V.
Sciente ed Arti . Antichità,. e Linguài
A.
_ .Llorchè una ioaspe^au rivoluzione dis-
sipò le tenebre dell'ignoranza nelle parli
meridionali dell' Europa > la Svezia provava
ì funesti effetti dell'unione di Calmar. Que-
sto regno era in preda a tuti'i mali, che
seco portano la tirannia e Pòppressiosne- .
Il giogo dei Danesi fu alla fine spezzala
Cristierno, ad istruzione di quegli odiosi^
ranni , che calpestano coi piedi le leggi , e
la giustizia , e collo scetro di fi^ro abbatto^
<io r umanità, espiava col rossore e coi ri-
luorsi le indegne sue azioni . Gustavo I* era
re di Svezia. Ma questo monarca opn potè
favorire i progressi delle sciente, e delle
arti colla necessaria energia. Altri obbietti
di maggior importanza chiamarono a se tatr
ta la sua attenzione; egli rialzò le città,
contumate dajle fiamme , e le case atterrate
d^U esattori ; egli fece nascere V agricoltu*
la, Vindustria, ed il commercio* .Gustavi^
Adolfo compari sul trono ; Storiografi. di
vaglia ci hanno rappresentato questo prìn^
ci-
di Gustavo III. re di S^^ia. t^rf
cipe in mezzo ai combauimenti rit^CMzand^
i Moscov^if ed i Polacchi j Resta ansora
un vasto campo a quelli ^ che volessero far
conoscere le sue virtù pacifidie^ Saggio egual**
mente, che vigilante > egli riparò con un'
amministrazione benèfica le disgrazie segua*
ci della guerra. Le lettere ottennero anco*
ra la sua prot^^ione; egli le amava , e le
coltivava egli stesso', la sua spedizione in
Germania , la stretta unione, che qaella
fé' nascere fra la Svezia^ e la Francia > prò*
dussero nel carattere, e nei costumi degli
Svedesi una rivoluzione favorevole ai prò**
gressi delle arti .
Cristina riguardò i suoi sudditi come ina-»
bili per le fatiche dello spirito; ella non
influì, che ìndirettamente'^sui progressi ch'es-
se fecero « I dotti stranieri , che vissero alla
sua Corte, eccitarono T emulazione dei na«
ziotiali. Carlo X non cercò che la gloria
delle armi; ma il suo reguo fu di corta du-
rata. Quel di Carlo XI più lungo e pia.
pacifico iàvorì gli sforzi, che da qualche
tempo la nazione faceva per addimesticarsi
(!olle scienze e coir arti. Ma il rumore dei
combattimenti si fece sentire di nuovo •
Carlo XII. rianimò queir ardot guerriero,
che aveva sempre caratterizzato gli Svede-
si, nsa che ora cominciò a rilassarsi.
Quando dopo ventua'^uni di guerra ,11^
TL 2 pa-
^4^8 I>€i Rtgno.e d^Ua Vita
pacct.£». restituita al regno , inclinazioni pxioi
dolci rimpiazzarono rentusiasnip .nazionale.
]4on furono dimenticate quelle fatiche, che^
dissipando rigmòranza, distruggendo i pre-
gindiz) 9 raddolcendo i costumi « spargono la
più salutevole influenza ancor su quegli obr
bietti che si crederebbe avessero meno d'a-
nalogia con loro. Le muse si stabilirono
sella Svezia sotto l'ombra della libertà por
litica, civile e religiosa; il trono si recò a
gloria di proteggerle. Luigia Ulrica conu-
scendo il pregio delle lettere, onorò queU
li, che le coltivavano , della sua stima e pro-
tezione. Gustavo III. ha seguito le pedata
della j5ua Augusta madre.
Fino da) secolo scorso , le scienze in ger
ncrale chiamarono a se T attenzione degli.
Svedesi : ma particolarmente dopo il princi-r
pio del secolo presente , essi si sono di-
stinti in questa carriera. Linneo ha prodot*:
to una rivoluzione nella Storia naturale. So*
Under , Qiona-Bergio , Thunberg , p Sparr-.
man hanno sviluppato il suo sistema. Val-
lerio, Bergman, Scheele^ e Vilke hanno ri-,
schiarito con nuovo lume la Fisica « la Chi-
mica, e la Mineralogia. Polhern Klingeo-
stierna , Celsio, Stroemer, Vargentio , han-
no fatto scoperte le più felici nelU Mate-r
matica, tanto semplice quanto applicata «
Benedetto Bergloj Kryger , Fischerstroeqi ,
^ haiì"»
^^ ' di -bastavo III. tè diSvéf^tu . 1 451
hannd feticememe applrcato J prlncipj ddfd
scienze dhft«^traiive e iiatuFali àll^a^iwrtcu'*
ra , >l (tommercio / ed" air iiidustffcl : |ia iia^
tara ha drfto a-gli Sviédesi tiri gftfdiziò pro-
fondo i urt giusto diècentimeato e' qitellà
patema, ch^ st rtctóede p^f l'^oS:scrV2zic]f^
^te 5 dall'altra parte quel ^elo <!ct bcA ùubì;-
Wko, che si manifestò fra loro alla morffe
di Carlo XII, - a quest'epoca, quando il ló«-
To paese ntutò faccia , quando pel tm Àà^
eque uri nuovo ordihc di coàev fece loro
rigoardare le scienze sotro un punto di vt-
sta capace di cattivarK ; essii le videro in le-
gami coti moltir ranai dcirecorroniia pùbbli-
ca; ed il piacere di penetraPre addentro gii
arcani della namra^, ^V identificò nel lóro
spiìfho con quello di ao0tri*buire alla prò'
'spe^itàf dello Stato • •
Interessa sommamente txgnf tiaziofte illu-
niinata -l^aver degli annali, nei quali le ri-
vcrtii^i^rPi, clj'ellac ba soffiirto , le glorici
itrfprrse , ed i costuma dd -suoi antenati, le
fatiche e Je virtù degli otoiflini illustri, ch'el-
la ha pnodoftto, fileno 4^ mani abili e fé-
tléli "registrate, l'osto, ehe la luce sùienlift-
cà s'era spdrsa nella Svezia, s'intraprese a
fórmareUa storia nazionale; ma il successo
non corrispòW subito ai desiderio, Grossis-
simi volu Ali furono compilati sotto il regno
di Carlo X£; Rudteck,. Vcrelìg , ^Pering-
K } scho-
s^e Jfel Fegna e della Tim
sehoeld v,:9inrnas$iiro(io immensi maurialt ;
Cot)vt;iiiva; sbrogli^r^ questo caos, ed anU
Tiiftre que$C9 corpo t sema vita. Bsxizt^}iQ ^
Vilde s'incaricarono -di* '-questo latyoro i je
loro preduttoni sferiche, la maggior parte
^riue io lating., soQCr; lesatte e chiare; esse
iormano ciascheduna un componiméQtp ^del
quale i fatti sono insieme concatenati. Po-
co dopò Dalin intraprese Vìstessa carriera! .
Gli Stati s'incaricarono di scrivere la StOr^
ria del regqo in lingua svedese, li princi-
pio di quest'opera comparve nel pubblico >
Bel 1741; egli la codtinuò sino al regno d|
Carlo IX • Si oppongoio a questo storico
alcuna trasouranze; si critica la sua crono-
logia > della qualfi .prende pec fondameniio
l'ipotesi della diminuzióne insensibile. ^ìl$
acque del Baltico; ma si rende giustizia al
suo gusto, alla sga maniera di scriverla. Tn
fatti « Dalin scrisse bene; egli concatena i
fatti e rintraccU le cause degli ayyenimpn.r
ti; la Sua maniera d'jssporre è sempre pur
n, corrente» e /acile . Egli ha postoi.ia
ironte alla sua o^ra una descrittone,; diei
Cf>%mm, e delle Dsanze degli aotlchrì B^tì"
dinavi; questa descrizione èiiiaotQ ricc^ ^
quanto b^ne delineata. U Signor JE^tin h^t
dato al pubblico un Saggio s§fih Swria deU-
la SvcT^ia ^ stimabile tanto ptr la si^a mar
nicra d'esporre ^ quanto per ili suo fcjn.ìlQ j:
egli
di Gìimvù III. re di sbe^ia . 151
egli è pieno di penetrazione, di caratteri
bene delineati , di giuste rifkssioni; lo stile
^è elegante, rapido, fiorito; nulla di più
bello si può leggere in prosa svedese; ma
r amore non è pervei^uto , che sino ali* u^
nione di Calmar, e non vi è apparenza,,
ch^ voglia condurre la sua opera più avan-
ti:^ Il Sig. Lagsrbring ha dato fuori diver-
si volumi. d'una Storia diffusa sulla Svezia.
Questa storia non manca né di critica, ne
d* erudizione ; ma è difettosa nella esposi-
zióne. Lo stile è prolisso, e spesso si dif-
fonde troppo sulle particolarità; egli, come
il signor Botin, iion ha oltrepassato i cala«
mitosi tempi deir unióne di Galmar .
Oltre queste Storie generali , ve ne sono
ancora delle particolari* Si sono composti
degli annali ecclesiastici e letterarj ; compi-
latori laboriosi hanno raccolgo memorie, ed.
aneddoti, dei quali uno Storico guidato
dalla filosofia , e dai buon gusto , può ri-
trarne grandi avvantaggi « LMstpria di 6ù-
stavdf I4, e di. Etico XIV, del signor Celsio
Yescovb à^ dLand s sona peazi mt)lto istrut-
tivi , e chfèi? $i leggono * còri^ gran piacere ^
Ptesto V6rià(j6illa iaiee una storiar: di Gustav
vtr'iidoifb^ 'ù S^or Hallembcrg è *ócciipa*
to a • distenderla per ordine del Re « Ma ve-
tun petinelky svedese non delinerà il qua-
dro della vita; di Oxenstierna? Vi potrei^
K 4 es-
1 5 2 Del Megào t ìtetla Fiià ^ .
essere un soggetto più bello per titia Ster-
na? L'isteria delle altre nazioni ha sinora;
poco occupato gli scrittoli svedesi. X' unica
che si possa citare in questo genere, è* Z'/-
storia universale dopo Carlo V. de) signor" .
HalUnberg*
Se gli Svedesi sonori applicati alia Sto^
ria del loro paese; con eguale impegno
hanno promosso la. conoscenza .geografica.'
Za Svescia antica e moderna si trova in tut-^ -
te le grandi librerie. Questa è una raccolti
di stampe i rappresentanti le città, i porti ^
ì castelli, i giardini, i luoghi di qualche
singolarità^ le antichità, e tutto ciò, che
può far conoscere la Svezia ^otto il dop*-
pio aspetto già indicato. Questa raccolta pe-
rò non sarebbe una troppo fedel guida nei
tempi presenti. Il regno ha cambiato trop-
po dì faccia dopo il tempo # che comparve^
questa raccolta . Il Conte di Dalberg fu
quel cittadino zelante ^ ed abile , che diede
r idea di questa raccolta, e somministrò e-
gli rtìedesjmo molti, disegni ...Carlo XI e
Carlo XH .ifavosirono, un' intraplrefiia destina*
ta alla gloria dd paese ^^.sCìl quak .regnavA-t
B0i< Le stampe: dovevamat Mssfitti ZQcomptH
geate. di dedizioni storiche , et gtó^ratfcbe/
Questo laverò, che avrebbe inìeressata. e-»
gualmente gli stranieri , che «i t>iZiODàli , fu
óicominciato ; ma gli autori; iurono disanin
ma-
di Gustùvh ni. nr ^'S'òe^idX i|j:
mittl da raditi coi^tnaìteqirpi • Gusrffv^rl. few^;
ce formare la prima carta g€ogra£ca dd rc^
gno; ella vide la luco nel 16401,^: L'agri^
xnensura lia dato al 'puWylico. carré canto gc-^
nerali , che particolari;: le: quali uniscoha
l'esattezza colla chiarezza. Vexionio , c|ie fii
creato nobile sotto ilnomedìiOyUénstalpié ,
pubblica ndl^ àecolo passato una .desamioné
della Svezia in latino. La geografia dt qoe-^
sto regno in lingua svedese del tundd , e
della quale si sta imprimendo la sesta edi^
zion^ > è opera generalmente stimata ;
Non si trova provincia > la quale ridn sia
descritta. Si veggono ancora descirìzioni
molto diffuse sulle città principali. Un par-"
roco ha fatto stampare un volume intiera
sopra una sola parrocchia .. I curiosi trove-
ranno un' esatta y t dettagliata notizia di
tutte le produzioni tanto native del paese
che esotiche , le quali possono riguarilard
li Geografia e Storia della Svezia, ih un^O*
pera del fti signor Vart^hdz, intitolala 2
mUioteca^ IsiortcO'Sveo Gotica y compilata sul
modello V che il Padre le Long diede in
questo genere . Di già^ sono comparsi diver-^
si^ volumi, dei quali, ri ^bblico è debitore
al signor Goervel Biblioiecario del ^e . Que^
sto uoino letterato #ha acquistato una.ripti-
tazioa^, la quale, egli merita e ^o^xra. lutto
come giornalistsr . £gti è il primo, chci à«U
la
1^6 IM Regno t ieUa Vii4
polo felice s e contento, che ^cabili^cé fé
proprie leggio e regola egli medesimo là
sua fatica , ed il suo riposo ; dall' aUrà J>ai^'
da un popolo in preda alla dhcordtai il
quale dà un genio maligno stra^inasi in un
mare di sventure. Al suo sveg^laisi la Be*^
gìna chiama a sé la Libertà , ancora <a lei
presente ; fa eziandio preserìtarsi là Svetfisif
dinanzi al suo trono; parla ad ambedue,' 6
comunica loro il sogno avuto, ed il titnò'^
re 9 che quello ha impresso hel sfuó cuore •
Finito che ha la regina il suo discorso, là
Dea espone quei prineip;> che servono di
base al suo impero, e raccomanda alkcSve*
zia di segoidrli, se ella vuol godere calma
e felieirk. Uhica applaudisce a questo di*
scorso , e fa dei voti per la prosperità! del-
la sua patria. Poco dopo ella viene circon-
data d' un chiaror celeste , ed qua splenNiidà
nube 1^ innalza a) cielo.
Tar è la tessitura del poema di Dalin ; A
vede, ch'ella è difettosa per* più d'-un ri-^
guardo; ma questi difetti sono còmi^ehsati
da molti feliq. tratti. Ecct> come il ^pott^
descrive la mone di Carlo XII, e le f^t^
ste qonsegoenzi^ df^^uella :=: L- illustre "^ar-»
lo è già morto , ma la terra trema ancòr%
dal terrore,' in .cui i lampi , ed i fulmit\9
r avevano: involto. Una tètra caligine copre
il settentrione» Quella Inazione > che la po-^
ten-
di Gustavo II J. re ^ Sve^^hl ì^j
tefìzà di cinque; monarchi noti avt va potu-r
to abbattere, in diecinove >nni, riceve un
colpo falm inaiate da ,un vUépicimbo; il do-
\ot r opprime; ella lascia cadére rinsangui*
nato ferro , dacché questo Eroe più non e^
siste ^ il quale in tutti i climi valeva egli
solo più di un intiero esdrcito. L'antico co-'
raggio del Goto resta aU>attuto insieme col
sangue di : lui • II condottiere costernato^
s'arresta.* il .soldato sparge lagrime; cento
eroi bagnano del loro pianto il luogo, do-
ve spirò il primo degli eroi. Questo fune-
sto accidente riduce al niente una valorosa,
armata , come . se tutti gli Svedesi fossero
periti a Friedrtcshall . L' inimico riprende co*'
raggio; poco fa egli fuggiva col terrore di-
pinto sul volto; le Àquile Moscovite spie-
gano libere il. volo sulle nostre rive; T in*
solente Cosacco ardisce > sebbene con brac*
ciò ancor tremante, portar la fiamma sui.
baloardi della Svezia. :=: In un altro luo-»
go il Poeta fii il ritratto di Gustavo I , su
questo gusto ::;: . La più tarda posterità s'oc-
cuperà della grandezza dì Gustavo* Il co-
raggio svedese ascoso nelle cupe caverne ^ e
nel fondo di boschi selvaggi^ esce al suono
della sua ypce , e comparisce in pieno gior-
no . Fuggiasco egli stesso ^ ma senza timo-
re > in me:(zo ai pia grandi |>ericoli; I-Eroe
sprezza i ferri della tirannia di Cristierno «
^ .^ Egli
1 f t . i7^ Megna e itUa Vka
Egli compiange la morte d' aa venerabil Pa«
dre* e le lagrime di Gustavo si confemloi*
no con quelle dei suoi concittadini» In va*
no cerca egli il coiisigtio > il - senato della
patria, la sua forza 4 ed il suo nobil san«
gue; tutto è perito. Ma^ se ogni altra cosa
manca, gli resta il suo coraggio; egli sa
vendicare la sua nazione; Una sorgente a-
scosa' esce cori pena dalle sotterranee pri--
gioni; al menomo passo ella incontra degli
ostacoli; ma presto ingrossata dalle onde a-
jutatrici pretidé un vigoroso e libero varco;-
inaffia le campagne^ e porta le navi; cosi
Gustavo si apre un. cammino alla gloria .
Un pugno di combattenti ardisce presentar*
si sul campo di battàglia , ma egli è guida*
to dal valore e dall' intelligenza « Gustavo
s' avanza ad ogni passo verso il suo scopo ^
sbandisce per sempre i tiranni della Svezia
che la ^tenevano nelle loro catene . Qual
astro lumino^ del giorno , se dense nubi
hanno steso un vel oscuro sull'ampio cie-
lo , penetra le nubi , si mostra all' afflitta
terra, la consola, e le dona una nuova esi-
stenza! Tal Feroe Svedese fa splendere il
suo valore in mezzo alle tei^ebre, che co^
prono la sua patria; egli riconduce la lu-
ce, e per l'ascendente del suo genio la Sf*"»
zia diviene l'impero della libertà e delle
virtù .
Da-
di Gimat)o III. rt di$ve^4a . %^f
Dalin ha avuto dei successori 4iv pm
namero, é del quaìi tQoltihanna avaio.mi^
sorte felice^ < » -i' *
Ik poema del Conte idi Creati, imitAlat^
Atis ^ e Camilla , gode óeUa SvfeatìaL delU
più brillante TipotaEloItt i £gli dipiége ^
attori di duej^òvtói amanti, che viviK^Una
nei campi éeìMrcadìà.' k. bellezze di^ùe*?
sto poetila i tendono ^riocipahnenfie . àlran^
monia del verso, alla felice scelta dfells imr
jnaginii 6 alla purità della lingua sostettuta
da beila maniera di dire», Una filosofia, a
vicenda dolce é nervosa ^ caratterizza le 0^
di, le lettere in versi j le poesie campe-
stri , e le satire del Conte di Gyileiiborg è
Questo poeta è àtato meno felice hello sue
tragedie e nel suo poema epico > nel quale:
egli canta il famoso passaggio del Beh ^
che rese Carlo Gustavo padrone della più
gran parte della Daniniarca . La signora à^
Nordenflieht> è tenera^ dolente, e talvolta
languente; di questo SaBfo del Nord si
hanno delle Odi, delF Elegie, delle lettere
in versi , degP Idillj f ed un' Apologia delle
donne contro Gian-Giacomo Rousseau. U
ccmte di Oxenstierna, del quale il.sok> no-,
me interessa , ha pubblicato alcuni pezzi >
che fanno il maggior onor^e al suo genio.
La sua Ode sulla rnort^ di Gustavo Adolfa
ha quel fuoco ^ e queir elevazione^ che ri#
chie-
%$t P^ R^M e Mia Wila '^
chiude questo genere di poesie 'figH ne hk
4$mo un* altra sulla sperane ,* die si rilegge
sempre con nuovo piacere. Nei' ^ùoi iHiìe
^éati:^'4l Mauino^ e la Tepfvpesta^ la Aatei-
ra i dipinta con quei* tv^tt». felici^ che- dL-
•tinguono la Mésa ^tM tSantor d'Abele. %
«i^ftMir Kielgren dà>tf dived^^-dél gusìoVè
^tlta iaimagiturfiva nelle Oiéli^di^^ é nelle
m»:! 'satire; egl4 .ha^ n^esso ih * v^rsi bellissi-!-
fliì moki pezzi teatrali, dei quali 1^ autore
è.4K)genio coronato • f signori Klewberg^
Leopold, Lidner, e Sioeberg occopa&o '.pd^
sti distinti sul Parnaso svedese. ;
Il fuoco poetico può adunque ardere la
mezzo alle brine, ai ghiacci ed alle .ne.«
vi . 1 ' poeti del settentrione possano riu^
^1re in quel genere medesimo , che sem-
bra il meno analogo al carattere, dei pae^
se' 9 JcHe' abitano . 11 naturai talento , la
studio sopra buoni modelli, possono com-
pensare i felici effetti del bel cielo > e
della natura eccitante dei paesi meridio-*
nali. , .
Si trovano delle traduzioni in Isvedese;
m^ elleno non sono in gran numero; Ut
maggior parte degli autori anticipi aspetta-*
no ancora dei traduttori , e fra i moderici
le scelte che si sono fatte ^ potrebbero es-
sere più &lici. Sopra tutto dovevasi trak*
sciare di tcaxlurre . quei romaiui . objò^ , e4
in-
£ Crustaxjo Uh re <fi Sve:(ìa . 261
*|ast(>idi , che altro non offrono , che un tes-
suto bizzarro d'avvenimenti inverosimili , e
•ch^ non possono né perfezionare il gusto y
né il carattere d* una nazione.
.Quell'arte, che sparge le produzioni deU
io spirito, queir arte ^ che dag4i antichi non
era conosciuta , e della quale i moderni si
8ono stranamente abusati , è. pervenuta nel-
la Svezia ad un alto grado di perfezione.
I caratteri gotici , in uso da gran tempo ,
cominciano a cedere il luogo ai Latini . So-
no state ultimamente stabilite diverse fon*
derie di caratteri. Otto stamperie vi sono
nella Capitale , due a Goth^mbourg > una a
Norkoeping , a Upsal , a Lund , a Obo , a
Linkoeping, a Stregnaes, a Vesteros, a Ve-
xioe^ a Garlstad, a Calmar j a Vennersborg,
a Oefle, a Honoesand, ed a Fehlun. Seb^
bene la Svezia si gloriava sino dall'anno
1779, d'essere uno stato libero, la libertà
però delia Stampa fu accordata soltanto
«nell'anno 1766. La libenà della stampa (i);
aven-^
^i) Una nota non è luogo in cui tratiare un
si vasto argomento , qual è quello dèlia Li^
berta i cigno d^W uomo al somma desidera'-
to, e generalmente più funesto che non è
desiderato. Mì^ ristringo solamente a dire^
che siccome /' uomo privo affatto di libertà ^
Tom. II. L per-
.i6^ I>el RegnQ e iella Vita, .^
avendo causato degli abusi > che tp^jc^v^tf
il Governo, ella è stata ristretta.! e gif
stampatori sono responsabili di quello ;cbe
stampano. • <
Le arti nobili nacquero nella Svezia ., sor-
,to. il regno di Catto ]^I. LemkCt ed Ehjremr
strahl, stranieri Tun^ e T altro, ma paxa^-
jalizzati liti regno. dal lungo soggiórno^ ic^9
vi fecero, hanno, lasciato. preziosi modumenr
ti dei loro talenti . Lemke dipii\se U, bPCta^
glie di Carlo Z; che si veggono.nelpalazziQc^
. .. D^Qt.^:
___^____^^_^__________^ • ... *
, perd^Hhbe una qualiià ^senp^iate djilf uómQ^
, così una illmkata libertà cond^ucendokì q^^
.. ^i iftfalkbiitneme ad ogni, eccesso ^ ne fqtj
^ meHbbe ben, presto un essere peggiof^r .cfe^
. . te fere . Libertà adunque i:on frenq tftnvìe^
W che iiay acciocché non divevgani cohz
, tradditorf Voiao ^ s Libero. Ma se^là li-
i berfà. necessariamente deve essere frenat^^y
I fqrsc ìnu veruna cosa tichiedesi maggior fixnP
•cfie nella stampa. Vaglia Tesperien^^a per
tutte le ragioni, Qual monarca ^ quat Co-
; wruo , avendola accordata sens^a i Movu^
. . Imiti , non ha dovuto ben. prcMo risfrigp^r-
. lai Le magnifiche specula^t^ filosofiche, fi
krano spesso dietro funeste pratiche, ^yf^o
, pere, abbastanza filosofa . per concedè^ .(jAc
1» possono dare ancora • ?
di èuLstav^' ìli. re di Svezia . 1 6 J
|)ìbtrningholm . Ehrenstfahl fece il ricrattb
(li Carlo XI s il qaadro della suai incorona-
zione; e tìioki altri pezzi ^ che ancorasi
ammirano dai conoscitori . Nello stesso tem-
po'il Conte Nicòdemò di Tessih fece innal*
Ì:are 'degli edifizj sai nioddli, che danno
!Rortia, Fifènze, e Parigi; il Còn^e di Dai-
berg*^*^led^ il piano' -delki Svezia antica
moderna , dei qualV le stampe soiio ^tate
bène e^egiMte , e per riguarda al disegno e
per rificisioriev Ffa'gii artisti ^èdesi; che
sohosi discinti in questo secolo , si è reso
famoso il Sig. Lunberg morto ultimamene
ffe, il quale tt2t eccèlicntef ncirarte- <tó fat
ritratti : il Sig. Sergel acquisterà i^enza fallo
i9na riputazione ancof p^ù luminosa; égli <Ie^
te mettersi fra ì primi «caltoti d* Europa ;
le tnt. opere ùnis<5ono in se tuke- le bellez»
ze , clife lo scarpèllo è caphòe dt produrre ^
Si è osservato « che gli* artisti ^édc^i si feri*
marà ttien'o voldntleri nel loro paese > che
nei paesi forestieri* ef ciò norf d^te^ teca»
!^rpfesa ; essi trovano neir Italia v nella.
Francia \ e nell'Inghilterra deller agevolézze
è degrincoragginSenti ,' che il proprio paese
hocr potrebbe offerir loro / Nòli è ar Stok*
iialm , ma a Parigi ^ che lavorano Roselin^
Hàrt , e Ycrtmuller . Vi era necessaria la
I^rotezióne ')^ generosità di un re prcKector
L 2 di-
164 ^^l Begno e della Vita
dichiarato delle arti, per fermare il Signor
Sergel nella tua patria •
La Svezia , come la maggior parte degli
altri paesi d' Europa , ha le sue Società e-
rudite e letterarie . La più antica è la So-
cietà reale delle scienze fondata a Upéal
nel 1720, da Erico Benzelio, allora biblio-
tecario del Re , e che pervenne in seguito a
quella Sede Arcivescovile^. Questa Socieìà
pubblicò subito un giorniale , a fine di far
conoscere nella Svezia le migliori opere >
che uscivano alla luce w' paesi esteri • ElU
diede in seguito delie memorie , propria-*
mente cosi dette . I suoi lavori , che molti
ostacoli avevano interrotto , hanno ricomin-
ciato dopo alcuni anni sotto la protezione
del Duca di Sudemania ; le sue memorie
si pubblicano in latino . Ella ebbe per lun-
go tempo il Sig. Aurivilio per segretàrio ,
morto di ffesQd; egli era un létteVato de-
gno di stima > che univa ai rari talenti la
più rara modestia. Egli era eccellente nella
tonosccnza delle lingue orientali . *
' Nel 1738, il patriottismo gittèi le fonda-
menta deir Accadeinia reale delle scienze a
Stockolm . Linneo fu del numerò dei Fon»
datori . La Fisica , la Chimica ^ la Mincfà-
logia, r Istoria naturale, la Medicina, TE?
òonomia. politica , la Matematica, e U Mecr
di editavo III. re di Svelala . 1 6 <[
Mànica , sono oggetti delle occupazioni di
questa Accadèmia .. AUa fine d' ogni, trime--
stre élla pubblica iti. lingua svedese gli atti
' suoi relativi a questi differenti oggetti. Ella
fa stampare éeparatainente i discorsi d' in'r
grtsso 4 e quelli che si pronunzialo in al-
tre occasioni ; le opere che hanno ottenuto
il premio, eh' ella propone? le dissertazioni
. economiche , che a lei vengono indwizzate
da cittadini zelanti per ì progrèssi delle arti
isti ti . Fondata principalmente col degno sco-
po di contribuire per mezzo delle sue fati-
:che afllà prosperità pubblica , T AcCadcmi'a
delle scienze di Stokholm opera più di quei-
Jo^^ òhe parla; ella preferisce le sqoperteu-
tili j le m;emorie $cde alle oziose sp^cula-
•2iofti , ed alle amplificazioni rèttorìche . O-
gni ire mesi si scieglre tinJPresidenre fra gli
Aécademici , il quale dirige le operaziotti
dcir Accademia , e che nel congedarsi dal
suo p^osto pronunzia un discorso . Quest'uso
ha procacciato al pubblico un gran numera
di discorsi dotti ^ e ben lavorati j Ella ha
due Segre tarj , Tufto e l'altro perpetui; l'u-
no incaricalo delle osservazióni astronòmir
che f V altro della corrispondenza v L'Accade**
mia ha un osservatorio , fabbricato a sue spe^
-se e per proprio uso. Questo è un beli* e-
difizio , situato sopra un' altezza nel sobbort
go settentrionale^ Possiede ancora una case
L 3 mol-
766 I>el Regm e lieìla Vita ^
molto vasta , dove tiene {e sue cessioni , ''^
dove ha la sua libreria ,.ed il suo gabitieti
to di storia naturale. Questa dotta Società
ha dei fondi molto considerabili dovuti ut-
la generosità ^t diversi cdtnodi cittadini,^
manti della Patria • Nicola Sahlgren ^ riiécò
negoziante di Gothernbourg , ha fatto alFÀci^
cademia dei. donati vi , che farebbero ouor^
ad un Principe. Dal Governo. altro non ha ^
che il privilegio degli effemèridi , o almi-
nacchi • Gli Accademici non sono pension^.-
ti , ma li due Segretar; , il sopraintendenté
461. gabinetto, di Storia naturale i. ed II prò*
fessore di Fisica > hanno pensioni sopra i
fondi ^eir Accademia • \\ professore di Fi,-
sica., dà lezioni pubbliche in tempo d' ifi^
verno . Degli elogi ^ e delle medaglie con-
favano la menaoria degli Accademici. ;
. Luigia Ulrica, istituì , nel 17 «53, un'Ac-
cademia di belle lettere nella Capitale de}
fegno^ p, se ne dichiarò protettrice. Dalin^
^irhe il. suo merito avea fatto Maestro del
principe reale , ora re di Svezia , secondò '
^ mire della Regina . NoniiiiatO: Segretario
deir Accadjemia novella > diresse l lavori di
guesu unione con zelo ed intelligenza. Fu-
rono pubblicate memorie e distribuiti pre-
mj Luigia yirica assisteva spessq in perso-
na alle sessioni. Ella esaminava le produ-
zioni degli Accademici; ella suggeriva idee
iu-
di Gustavo tu. tt di Sve^a . jóf
ftimtooite V e la maniera di renderle utili é
gloriose. 11 passaggio del Beh, col quaU
Carlo Gustavo sbalordì V Europa intiera , e
sopra tutto i Danesi , fu il primo soggetto
proposto coti premio per la Poesia ; è ciò
che riuscì più singolare, si fu, che il pre-
tnìo toccò ad un palese, Sig. Lui^dbrf, che
in versi latini aveva cantato il vincitore del-
ta sua Patrisi • Ma un inaspettato contrat-
tempo sospese i progressi dèlF' Accade-
mia ^ nascente* Dalin alla Di^ta del tTH^\
rima§« inviluppato nelle sventure , che Yofc-
carono ai partigiani della córre ; gli*^^ co-
mandata d' abbandonarle ìa Capitale /-e di
non ricomparifvi senza pfetmissioti^ degli
Stati . .,La regina Istcssa* non poۏ^ porgere
alle lettere quelle cure che flerf avanti a^
veà loro con prodigalità còm'parriro'. Le ttfrì-
bolehze che agitavano il regtro/dòmàtìdafd^-
no tutta la sua aftefìSTioil^ /' L^Atcademia
languì neirinazioiie sino 'a tafeto che lacàte-^
ina fu ristabiliti; allóra! "ella rlììrttrònéHi
sua attività, sotto la prof^ziofie' deltà^ sui'
istìtutrice • Alla cfiorfe di Lbigiu 'Ulrich' ^
Gustalo III sì dichiarò per protettore ;ntl
f 7SÓ egli le diede nuovi statati ed il rid-
me di ACcadelnia di Belle^letteté ;' tf-tsttJ-
Tìa% é d' Aritìchttà'. Il pubblicò è ^debtttjfè
i questa SòcÌ45tÌL Ictlèl'aria di cin^^ Woliif-
-mì ài memorie ch^ circolano sopra fó Atti
^ ■ ^ ■ • ' ' " h 4 ^ t(.-^^
ucbii» «: JsulU 'ftoi;ia i t:BQÌÌà: UìUX^uùdìé^
pa^se • Ti SODO ancora insenfi gH elc^itdef
gl( Accadeoitoi morti: do^> l' mituzioBc ^ >^
dei ^^ggi dVuna tr^duaùotie di iTacitON^ièil
pstnegirico tli Plinio* Se $i ¥okYa trajdraTti^
quache. cosa, di Blinio. il gif)VÌM ì non -^k^
fcbbp. 8t^tft oiigtior. scelta quella delie sue
lettere? . , .;-.;... -i .' . .-->/•
. ..L'origine di questa. Accademia feccka nra
riftes^ìone « . Utta^ Prìtkcipessa forestiera :%' imr
pj^goa di porgeife alle .Muse svedesi inco4
rjiggìmefiti i negati; loto da .una principessa
tìtzioUilté Grisima trascurò! il laknto.naù)^
©ale.r^.gU preferì juttVimpemta straniera;
jimviagiiMndosi , ehe: ivit) pote$sefgtainroai e»
fere avvivato , lopriyj^.jdi quella energia it:he
«yri^bbe dovuto dargli: un regno luminoso «
Luigia Ulrica^li rese laigiostizia^ che merita^
.va ^ eio sviluppo , deL quale era suscettìbile.
v::Glì sforzi di questa principessa non furo*
4lO' inutili • L' emulazione nacque in ogni
luQgo j e genj dalla sòrte favoriti s' incarni^
p^rono alla gloria per la strada delle ietie-
fé* Molte persone distinte per la loro na^»
incita , e per lo zelo pei progressi della Ut*
telatura nazionale, formano una Societària
^luale pubblicò memorie sotto il titolo no^
•desto di hvofi di l^tferatuta , la quale sus*
-slstette pe^ alcuni anni . NeUe sessioni di
questa Società si svilupparaiH^ le belici di»
spo-
rT
^ a Qusmù ilL re dlSùes^a . Mf^
éposfzioni, delle qtiali la natura aveva do^
tato il Conte di Greqti , . il Conte di Gyl^
leobdrg ; e la Signpra d} Hordenfiyehc . Qaest^
óltima . era stata la fondatrice di questa u-»
|ii(me letteraril^ r t quelli, che la compone^
vanQ% diederq a lei .di comune consenso la
Presiden^ . Questa Dònna insigne nacque si
Stokholm al principio del secolo.^ Appena
uscita dalla culla « ella mostrò inclinazioile
per la lettura. Soggiornando in campagna ,-
in compagnia di parenti stimabili ^ ma di
spirita limitato , ì quali si erano ritirati dal
tumulti della Capitale, ella non trovò altri
libri > per appagare la sua inclinazióne , che
alcune operette di divozione ; le quali noa
y* ha dubbio ^ con ìscQpo assai lodevole >
pure non di rado , Sono scritte iti maniera
di annòjàre parte dei lettori . Non etano»
questi i libri , che convenivano ad un^ ani^
ma avida di apprendere ; il libro della na^^
tura chiamò la Sua attenzione é Ella Jo les^
se Con trasporto ; e la sua immaginaziofie
s'aceese. Tosto che il fuoco poetico che ìrt
lei si teneva eelato , trovò alimento ^ non
4ardò a manifestarsi. Un Innc^ al Creatore
fa il primo frutto d' un* attenta contempla-^
aione della natura • Persone istruite , e ca*
paci d'apprezzare i talenti > cominciarono a
dirigere la giovine poetessa ne' suoi studj^
ella imparò diverse lingue y. e lesse con at<»
ttn-
tf^ S)el ^If€gÀù^ flètta fUa .
t^nzi^oe dette. opere 'Capaci di perfezioiu^v^
rp , il suo gusto • , Era quelli ^ oKe tego^
lavano in taì -guìsa^ 1 suoi progressi letrc:^
rarj , vi fu un giovine ecclesiastico d' ufi
merito singolare • £g}i amò* il suo allievo ,
e fu pagato coti una tenera corrisponden^ay
Imeneo condusse i due amaóti al tempio
delta felicità . 1 lord giorni scorrevano de-
gni d'invidia . La felicità umana /^è i mor^-
tali ardiscono oltrepassarla , la sorte «i sa[
vendkaro , per insegnar loro , Che, , comd
jQomini spingono le loro pretensioni' froppo
lontano. Dopo sette oiiesi ^di matrimonio ,
}a morte delio sposo immerge la sposa nel
più acerbo dolore .Quando la mano I>ene(i««
ca del tempo ebbe mitigato le sue piaghe ,
ella riprese i suoi libri « ed i suoi stud). Il
pubblico accolse con meritati applausi la
maggior parte delle poesie ,. eh' ella àiede
alla Ilice; ma in particolare le sue elegie
furono accolte con universale approvazione.
L'amore aveva dato a quest'anima sensibi*
le il colpo più doloroso ; V amicizia fì| a
lei egualmente funesta; un amico, suo con-
solatoré , sua guida , le fu rapito dalla tnor*
te. Dopo ciò , ella noti conobbe più altro
effetto , che quello della tristezza ; un apcf*
bo dolore condusse leAtaniente alla tbipba
questa vittima della sensibilità , La éigt]iora
di Hordenflycht. mori nei r?63;- la stia* rir
pu»
4i 'Gustavo ITI. fedtlSve:^ . Sf t
jpvtàiiòne non fo lìnlitaiia ialla sola Svèzia^
&esner V Haller , fiolberg celebrarono il su^
gènio (i) ^ : ^
^ i y InÉ Svelta ha prodótto M ^^esto' seco^^
'■ 16 un'altra Donna egualmente celebre,' là
C x>ntéssa 'de' la Gardie nata Contéssa di TaU'^
òe . Ella mdò nel ij6i:. nella Pfovincm
della Ddlecarliar ^Nel tempo dèi suo ' sog-
* ' giorno in quella prùvincta^ seppe ^ c/tè' giù-
* fidamente si processapanò ' dodici gioì>artetiè
l Dàlecàrliési ^accusate* di softilegj^è effe é^
'\ rano sul punto di essere' cxindannate .'La
" Contessa manifestò ia pia' tiìvà cQrHpttssìórie
" plBr queste hiùìmedèlT irisiustììjià . ^mla so^
• pra alcuni' indt:Q ritévutr^ avea già sospet- J
taio , thè quèsf accusa intentata dal funài
• tismà del* popolo \ fosse stata asèoltatù dct
Giudici troppo crèduli . Quanta fu la sua
indegna:^iòne y allófchh le Dalecarliesi \'^ftruU
te della parte cV'ella prendeva della ioìh
disgru^id , implorarono ih sua asshtìsn:^a^ , fc
le esposerò' la loto innocen:fi\ Cofnmossh
dalle làgrime di queste Sfotiunate , pottò là
' ' '' lóro cdusa damanti un tribunale pia illumi-
nato e pia giusto \ JE's'sé furano pienamente
giustificate , e queìfanimd generosa ; che le
. axyis'a saivYité , vide unirii ' alla loro gfàtitu-
^* dine quella dell'intiera' nazione, Vnà Theda-
ìj% M Hégnù e delk tità
' Gustavo III si è dichiarato protettore
dtllc lettere; Colt' intenzione di lasciare. uà
inonomento darevole del suo 2elQ p<r i lo^
gha i battuta in occasione di questa Beneff^
ca anione , n' etemerà la memòria . Poco
tempo dopo la Signora de la Cardie trova
altra occasione di segnalare quei sentiménti^
che r umanità sofferente a lei inspirava .
Z^ innestamento del vajuolo abbracciato rifila
maggiof parte dei paesi d Europa » non h
era ancora nella Sveccia . I cittadini iUumh-
nati non desistevano di raccamdr^arla ^ da
per fiuio , ma la moltitudine guidata dal
prègiuài:^Ì0i non cedeva alle loro istan:^e. Et
Contessa de là Cardie persuase tré pàesarti
a fidare nelle sue mani tre fanciulli , per
far loro innestare il vajuòlò i e li mi^ fra
le mani (f un abile medico • £e sue spe^
fùn^^e non furono delusa I fanciulli sani ^
e salvi ritornarono alle loro case paterne .
Dopo tale evento il pubblico ebbe meno di
rìpugnancj^a per t innesto , e a poco a poc&
questo rimedio efficace per una malattia del-
le più micidiali ^ fu abbracciato in tutto il
regno M La ^ofitesscL de la Cardie moA net
176^ , funa febbre chi! ella prese , assisten*^
do a' suoi domestici y c/i* erano attaccad duU
la medesima febbre .
di "Gudtàto III. rè di Svezia . i f }
rò • {progressi nella Svezia , ejgli foiìdò , he!
1786 t òn' Aci:ademia Svedese a Scokholin
iut^ .modèllo deir Accademia francese • La^
Società ieiterària , che porta il iiothe di
Utile dulci è tin^ altra unione > che onora il
geiiio svedese * L% poesia^ e ^musica sono
le sirti , eh' ella coltiva . Ella pubblica una
accolta di poesie svedesi • Questa società
ha una campagna s 1^ quale ha preso il
liodfie d^ Apolltni iacrà ^ é si è stabilita à
Upsal. Sebbene h città di Gothemboùr^ è
consecràta a Mercurio ^ pure Apollo vi ha.
iincora il sud tegnb. Vi è iti questa città
urta Società di scienze ^ e belle lettere ; ella
pùbblica in isvedesè delle memorie^ t&lvol*
ta utili e dilettévoli^ I soggetti , eh- dia
propone air emulazione déglt scritti naziòr
Italia Sono d'ordinario bene scélti. Ultima-
ynentb ha propósto X elogiò di Solander ^
r amico di Baok> e questa importante que-
stióne; ^i spettacoli sono essi utili ^ a fiòciviì
A Land nella Scania vi è formata una So-
^ eietà Fi^iogfafica > della quale il nome es«
prime i lavori; ella è debitrice della sua er
tistet}^ ^ e della sua riputazione s principal-
mehte di Sigr Rei^io professóre nel!' tJniver-
liti di tif nd r
li Conte Garlo Gtìstàvo di Jessin j cono-
iduto: per^ lappar ce brillante y che^ ha rap-
prc-r
i 74 Del ItegM e ffelU Tftó '
presentalo bel teatrd politico » avea V ethì$f
9ia$iiio delle belle arti; egli bulla trascUii^
va' per farle fiorire nella Svezia. Ket 1775^
egli stabili a Stokholm un' Accadftihia tfi^
]>ittorajf e scultXifa sql piedtf de}le istitMio^^'
ni dello stesso £;ehere ch^ '^prisconcr a1tfq%
ve 4 L* Accademia si è notabllmiente estòs^V
dopo U sua fondazione : presentetniéntb «éHàr
ha una casa in proprietà' donata ^ Uì daf
Sig. Meier, ecteUente fonditdre .'In unar
delle sale di questa c^sa si veggono l.e 'a^^
tiòhe' figure di gesso, regalate da tulgt\XÌ3P
É darlo XI* Tutti gli anni tì tspóngonQ W
operazioni degli studènti , quahdp^ si- diatriv*
buiseonò i preìnj . Nel 1786V iV videro ddif'
lavori d' un contadino della Smolandia v' if
quale seni? altra guida , che la natura , erà^
arrivata a maneggiare il pennello , in tnà^'
fiiera di copiare dei quadri di Storia con
molto sucfcesto / egli ha dopo frequentate'
le lezioni dell' Accademia . Gli allievi , chQ
spiegano talenti singolari « ottengono pensìa^
ni dalla Corte , per soggiornare qgalchip^ i^m^y
pò in Italia . * . * v
I dilettanti di musica lianno; eretto 9
Stokhòldi un' Accademia ^ V occupazioni . ddf
la quale deve essere di far fiprìrr (tut&t^^U
nella Svezia ;'m9 ^sitiora i «Lézzi 4^ a^attza-
aienco» spnti) Ì9 lei mancMM fojr$e^tròvot
■ ri
^4q avvenire per p^z^fi, 4*uw Jott^ia,w
^ermpi^glf 44 Gòvcrpo, Ci)..;; . , ^^
^]}la^è t^pp di lasciare. Jc. saie Accad^-^
miche V e. visitarle queUe,. 4^v^ raccolte ^|
t?:oyanq le xmtp^U^ .^cll^ »Wura , t c?pt
4;Qp(?r^ delle arti y § i^ptqd^^\qni d^ig^n
i^lo r Jl gabip^^ttp di Storia naturale, di Proi-
tpinghplqiìt e quello d^.Sig. Carinoti spgrer
f^rìo .d| Stato ^ contengono .tesori pr^.;(|o$l:^,
I(«iQneo. ha fattp. jxnà Restrizione dell' iinp.i^
6;d.il Sìg^ jSparrnian^ è occupata a form^rn»
tipa. d^U' altrp , Il gabinetto. d| Storia .ns^tor^
ir^le dell' Acc^dffnja delle "^ci^qize è cpnsidei,
rjibile , àqpq c^e vi è. sta^ inipqrporata
quellp del Bjirpn d^ Gecr ,. ,11 gablpettp^ di
minerali 4elQolIegip dq^e tjninière^^ e qn^V^^
Io del Conte di Bi^^lke meditano V ^tteq^ip^
Ile elei, curiosi » Nel palazzo re^le dv i^^Qkr;
hplm si vede la, raccolta più ricca di qua««.
dri^ e s.tai9pe,qhe $i trovino, nelle jSves^U f
. Al. •
( I ) Non só come sta sfuggito alV illustre Jur,
tote una Società istituita nella S%ie\ia già
. ih ^Ualchi^ tempp 1 e che a mio parere , fy
. a^prf filla na^ior^eti quanttì qualunque altra f
.., Mf: h fi^r 4cqpo 4$ ipml^tiere ( empi^tq
Aeliq Moderna i^^créiuta .fh^o/ÌQ ;. hq pfe^
nome : prò £de > ^ Christianismo t
tjé M Repiù e Mia FUa
AIcqui pairicolari posseggono ancoca deH^^
ricchezze in questo genere . Si veggono pres»
so il Sig. Von-Breda ^ molti pezzi *deUa scuo-
la fiammii^a di grandissimo valore.
- Noi abbiamo di già avuto occasione 4i
parlare della Biblioteca dell* Università di
Upsal: ella è la più famosa del paese • La
Biblioteca del Re , situata in uno dei bracci
del palazzo , è antica y e provveduta di luta-
ti i libri buoni; vi si trovano ancora alcu-
ni cpriosi manoscritti. Questa Biblioteca sóf^
ferse assai a cagione dell' incendio , cbe con*
sumò la maggior parte del castello , alla fine
deir ultimo secolo .'Per (Questo accidente pc^^
rirono 1 8000 volumi stampati , e 4000 ma*
nostritti . Fra questi ultimi $i deplora sopi^
tutto un pezzo di Storia scritta da Gustavo
Adolfo ; non si salvaron di questo prezioso
manoscritto , che uno o due fogli ; questo
frammento è stato pubblicato dal Sig. Be'*
nedetto Sergio. La Biblioteca del palazzo
di Drottningholm , non è vasta, |ma risplen-
de per la sceltezza dei libri ^ per il colpo
d- occhio esteriore e per il belP ordine , col
quale i libri ìsono collocati . Quella dell' Ac-
cademia delle scienze di Stokholm cresce di
giorno in giorno per gli acquisti , ch'ella va
facendo. £lla contiene una perfetta raccol^
ta di tutte le opere svedesi , eh' esistono •
he antichità,. che oi&e la Svescia , non
' ' s sono
dì Gustato II L ft ài'svei(fa . 177
%%tÌLé da paragonatasi con quelte clì^ dll
v^iagg^tatore si notano^ sotto il bèi cirfS^'sùl
territorio ciàssico dell- Asia- , della Gfeéja^'è
deir Italia ; ma pure csée hanno •cort\hè
ìhteressrafk). Esse presentarlo molte memo-
rie ^^ che-^ a|>partchgonò air istoria de! fion-
dò e deir uomp . Gli Svedesi ne hanno sem-
pre 'fattb' gt^aii caso . Comparvero , nel seco-
lo passato , moke opere su questi monu-
menti dèi tert! pi amichi , e dei vantaggi ,
Are 'possono ritrarsi per la conoscenza della
storia antica del regno . Questo, cr^ I^^bb-
btetto fa vórìeo 'delle ricerche , e' fatiche Idi
Messenio , di Rudbeck v dì Verelio, di l^e*
f itigschoeld . <Jaìésti ' eruditi ^ ebbero tanta dd-
se d^amor per la patria S quanto di* sciep-.'
tz . Secondo loro , nian paese era^ tanto an-
tico , quanto h Svezia; veruna monarchia
potc\^ rimontare tanto addietro • Giovanni
Scheflferdi Strasburgo divenuto professore di
Upsal , intraprese di rovesciare i loro siste-
mi bizzarri > e fantastici • Lo sdègnb degli
atkiquarj patriotti s'accese; ^la disputa di-
venne viva ; Verelio si distinse per il* suo
ardore . L' Upsulia antiqua^Aì SchefFer, opera
détta', e piena d'una sana critica» fece na-
scere fra i' due professori una disputa^ la
quelle noti si terminò ,• che col frammettersi
della corte. Uno dei punti principali dell'
ambizione dj Verelio era quella di proyare^
Tomo II. " . M che
17 & JDel Begno e della Vita
che la Svezia era la patria di quegli atiti'*
chi Goti , vincitori dei Romani , come cosa
gloriosa fosse d' aver per avoli quegli uomi-
ni ignoranti e barbari , dinanzi ai quali
camminava la distruzione ; e che rovesciaro-
no i più bei monumenti delle scienze , e
delle arti.
In distanza d'un mezzo miglio da Upsali
vi è un villaggio chiamato Gamia Upsala $
il vecchio Upsal. Questo luogo era una vol-
ta il centro d' untone degli adoratori d' 0-
den ; qui si era eretto in onore di questa
divinità un tempio. QuaiKlo il Cristianesi*
mo fìi tradotto nella Svezia , questo tem-
pio fa spogliato degV idoli « de" quali era
pieno, e di tuui gli ornamenti del culto
pagano. L'edinzio stessa fu conservato « e
$erve ancora per chiesa agli abitanti del
villaggio .
Un poco più distante da Ùpsal si stende
.un gran piano , chiamato Motiol ; qui una
volta si elèggevano i Re ; si trova ancora
un ammasso di pietre > dette Morastenar «
pietre di Mora . Una di queste pietre si di*
stingue per la sua grandezza; si pretende »
che il Monarca vi montasse , come sopra un
trono 9 per ricevere gli omaggi de* suol
sudditi ; sulle altre si scolpiva il suo nor
me , e r anno nel quale aveva comiruuato
Si regnare . V occhio, scopre sopra qualche»*
duna
di Óusiavo ììt. re dì Svezia . tf^
dulìa di queste pietre di Mora le tre coro-
tee, che la Svezia porta per ist^mma .
Delle pietre poste in circolo^ d' ordina-
rio su delle picciole collinexce, ed in mez-
zo alle quali pietre una sempre s' innalza nel
mezzo sopra le altre r spesso fissano T oc^
chio dei viaggiatore. Queste erano l tribù-
nali) dove una volta la giustizia pronunzia-
ta le sue sentenze ; il primo Giùdice era
assiso sulla pietra più grande, e gli altri
prendevano posto intorno di lui •
I monumenti runici si presentano in f^I^
la; abbondano però soprattutto neirUplanr
dia e nella Sudermania • Queste sono pic-
ciole altezzt; con una pietra in cima , tal-
volta rozza , talvolta tagliata , ed ornata
d'iscrizioni. Sotto questi monutdetiti ripo*^
sano le ceneri , e le armi degli Eroi della
Scandinavia. Eroi terrìbili^ e de^ quali i ro*
manzi Islandesi raccontano prodigi . Le is-
crizioni hanno fornito vasto campo alte con-
getture degli eruditi nazionali ; se tie tro-
vano di quelle, colle quali si pretenda pro-
vare, che avanti la distruzione di Sodoma,
e Gomorra gli abitanti della Scandinavia ^
s'erano resi celebri per le loro guerre ; que**
sto certamente è andare troppo lontano •'
Tutte queste iscrizioni sono in lettere runi-
che , caratteri particolari degU antichi popo-
li del N<ird , e de* quali TOden introdusso^
M 2 ru'
i8o Del Regno e della Vita
r uso . Su molti monumenti ronìci^, si vedd
la figura d- yna Croce ; ella era V insegna
del Dio Thar.
Una delle Sagristie della Cattedrale d'U^
psal conserva molti monumenti dei secoli
remoti ; soprattutto s' osserva un vecchio
tronco d'un arbore « al quale un uccello
grande ha dato la figura , press' a poco »
d*una testa umana. Alcuni antiquarj svedesi
pretendono, che sia la. testa del Dio Thor^
ch'era adurato non solamente dagli Scandi-
navi , ma ancora dai Germani ; egli presie-
deva ai fenomeni dell'aria, e scagluva i
fùlmini. Era il Giove dei Romani. La lin-
guai cht parlano gli Svedesi, è ppco cono-^
sciuta. negli altri paesi; ma meriterebbe d'es-
serlo di vantaggio; la foru e 1* energìa for*
etano il suo carattere; la dolcezza, la fles-
sibilità , sebbene non a lei inerenti , comti
"ad alcune altre lingue , non sono però in-
compatibili colla sua itKlole. Questo idioma,
si è formato , come pure il Tedesco , l'In-
glese, e il Danese, da quello dei Celti, dei
quali gli Scandinavi sono germogli , Egli
prese lin carattere proprio etlistintoi quan-
do gli abitanti del Nord si divisero in di-
/verse nazioni, differenti , avendo ognuna il
proprio padrone ', proprie leggi ed usanze •
Ma questo carattere si alterò, nel tempo
d[eir unione di Calmar ^ ed in seguito nel
tem-
. di óustàvà HI. fé di Sve\ia . i9t
tèmpof delle guerre, che h Svezia dovetft
sostenere neirAIemagna • La facilità di coD-
fondefe il Tedesco , ed il Danese colla prò*
pria lingua , condusse gli Svedesi insensibile
tnente ad adottare ròolte parole > e mainiex^e
di dire , che s' tifano in D^tniiùarCa , ed in
Germania «
Verso fa* metà del secolo , Giovanni ìhré,
professore di belle lettefe a Upsal , fu irl-
caricàto dalla ReglÀa Ùlrica Eleonora S
tradurre in lingua Svedese la Biblioteque dés
J>amts de Stheele . Questo ìkvoro diede odr
Càsiosi^' al dotto profcàsoVe di fare ricerche
sòpYa la lingua del suo paese . EgR diede
aff |)ubblico' uh Glossatiùth Svéo- Gothicùm.^^
il quale è «A capo d'opera di critica e di
crùdiaitftìé . L' AiTtofe espone cori singohi^e
aemne Y analogia e Y etimologia della liti-
gtira ch^ egli vùòl far conosfcere ; Altri scrit^
toil ^ì sono iti pfogrestsó affaticati intorno
af inedesimo obbiettò ; essi hanno indicato
le fegolé , fis^ta Y ortografia , altfienò sino
zò un certo puntò , e purgato la linrgua sve*^
deSè d'una fólta di frasi strafniei^e i éhe nò '
aìcétarvano la purità e P originalità. Degl'in^
gegni felici , guidati dal buon gu^to ^ hanno
prubblicate opere, le quali si distinguono eoa
una dicituta élegahto e cotretta . V accade-
mia svedese recentemente fondata, ha per
iscopo principale delle sut fatiche di perfe»
M 3 zio*-
i82 Del Regne e della Fila
xionarc la lingua; ella pobblichcrSl un 4ir
zionario ^ una gramatipa .
Regnano nella Svezia , <K>me altrove , di-
versi d^alcni • Quello della Scania s' accosta
in maniera al Danese , che facilmente si
conosce essere questa provincia stata lungo
tempo soggetta alla Danimarca , Quello dei-
la Dalecarlta si scosta molto dallo Svedc-^
ae , propriameiue detto . Questo è un dia-
letto particolare, che ha conservato quell'e-
siergia,e qu^la ravideaza propria dell* amico
idioma Gotico . Si pretende ancora > che, nel
distretti più remoti della Dalecarlia , gli abi-
tanti si servano tuttora delle lettere runiche ,
I Finlandesi , ed i Laponi hanno e gli u-
ni ^ gli altri una lingua particolare . Quel^
la de* Finlandesi , a ciò che dicono alcuni
eruditi svedesi , ha molta relazione colla
lingua greca. Altri la fianno perfinp figlia
deir £brea • La lingua laponese ha dell* a-*
Balogia colla finlandese • Ihre pretende , che
queste due lingue, in origine poco dlfifèren*
ti , dominassero nella Scandinavia avanti
r arrivo d*Oden e de' Goti • Egli s* appog^
già alla testimonianza di diversi scrittori';
cita ancora delle parole, che si cotiservano
attualmente nella lingua svedese , e delle
quali non si può trovare Torigine , che nel-
le lingue della Finlandia e della Laponla •
Un Vescovo della Finlandia ^ per nome Jus^
le^
di Gustavo IH. re di Svezia . 1^3
leiìio, ha pubblicato un Dizionario in Fin-
landese e in Latino . Il Sig. Òhrling , nato
nella Laponia , ha fatto stampare ultima-
mente un Dizionario Laponese , Svedese ^ e
Latino , con una Gramatica Laponese del
Sig^ Llndalhl • In fronte a queste due ope-
re si è messa una prefazione assai curiosa di
Giovanni Ihre ; questo dotto Letterato la
compose poco avanti alla sua morte , accaduta
Tanno i?Sc. Egli si era di già fatto cono-
scere per molte produzioni dótte , piène di
critica e dì gusto ; il suo glossario , e le sue
ricerche sulU traduzione della Bibbia d'Ut-
fila , sono state slpplaudite non meno in Is-
vezia, che nei paesi stranieri. Ihre era nato
in Lund nella Scania, Tanno 1707 ;/cono-«
sciato per il suo merito fa nominato Segre-
tario della Società re^le delle scienze , e di
belle lettere a Upsal • Nel 1738^ egli ot-
tenne la Cattedra di politica, d'eloquenza,
innalzata dal Senatore Skitte , al principio
del secolo passato. Qaésta cattedra era stata
occupata da Freinshemio e da SchefFèr ; il
nuovo professore ne sostenne lai riputazio-
are.* il 9uo uditorio non era meno numero*
so , o meno brillante di quella di Linneo
e di Yallerio , i quali insegnarono nello
4testo t€mpo , T uno la scoria naturale , e '
l'altro la chimica. Ihre non si serviva né
suoi corsi di quel metodo nojoso t p^dan-
M 4 tes-
iS4 ^^i Begno e dèlia Vitd
tesco , il quale col facilitare la fatica al Mw^'
Siro, ritarda i progressi ai discepoli. 11 suo
era illuminato e filosofico ; la sua vivacità
fina ed ingegnosa, la sua memoria, arric-
chita d* un gran numero d'aneddoti, spar-
gevano sulle sue lezioni degli allettamenii «
che cattivavano la gioventù. Guidato da un
gusto deciso , conoscendo a fondo la le^
teracura antica , apriva ai giovini quei te-
sori preziosi i dove il talento attinge quelle
ricchezze , che la perfezionano y__ ed antìobi»
liscono. Ihre ricevette dal Governo^ in ri-
compensa delle sue fatiche, il titolo di Con-
sigliere della Cancelleria , la Nobiltà $ e VOt'^
dine della Stella Polare . V uomo di lettere
avrebb'egU bisogno di queste distinziohi ^
in nulla appartenenti al suo »tato , e senz»
analogia al genere del suo merito ? La com^
piacenza interna d*iin' anima , che si è sol-
levata sopra la comune degli uomini ; ì suf-
fragi , e la stima dei giudici competenti \ la
gloria d'illuminare gli uomini, non dovreh-
bero a lui bastare? E se pure un'ammini-*
straziòne generosa e saggia volesse . ritrovar
altro mezzo di render fecondo il talenta ,
procacci a quelli^ che b natura ne dotò ,
degli agi capaci a preservarli da quegl^iiiibarazzi
del bisogno » che spesso degradano uno scato
rispettabile , «ed. arrestano neUa loro qtf'rien le
oiù felici Scolta.
di Gimaio ITI. ré di Svèzia . i#;
CAPITOLO VI.
Commercio esterno , ed imerno «
JLjA Mtufa ha di^trjlbnito le sUe benefit
Qcnze colla più grande diversità sul globo
che noi abitiamo • Riflettendo alla diversa
distribuzione de' suoi doni< Tuomo ha cota*'
pre$ó le intenzioni di questa madre comu-
ne « 11 genio deir uomo ha tracciate cam*'
binazioni felici ; la sua abilità > ed il sn^
coraggio hanno vìnti gli ostacoli • Quali Ino-
numenti di sua gloria e grandezza n<m só^
noi mari con intrepidezza, valicati? Le re*"
gioni fra loro più distinta s* avvicinano 4 ,0
si comunicano scambievolmente i loro pro^
dotti. - .
Gli Svedesi scorrevano anticameme quel
mari, che bagnano il loro paese per e«ef«>
citare la pirateria . Efi(si abbandonarono que-^
ste scorrerie , quando un certo grado di di^»-
rozzamento ebbe raddolciti i loro costumi ;
ma non sostituirono sì presto una regolar^
navigazione e lo studio, del commercio. Le
ciba Anseatiche jQumerose e floride teneva-
no lo scettro del Baltico. Lubecca sopia^-
tutto
i96 J>d Repiù e idla fm
tutto imponeva alla Svezia pesanti tributi «
Gustavo I spezzò catene cotanta tergogno-
se , e funeste • Questo monarca aveva a cuore
la gloria e la prosperità de* suoi sudditi -^ abusi
non V* erano eh' egli non riformasse • I Lub-
bechesi, che avevano esercitato un imperio
assoluto nei porti della Svezia i furono spo-
gliati dei loro privilegi , e navi svedesi ^
videro' nel Baltico e nel mar di Nord. I
figli di. Gustavo I non estesero il com-
mercip nazionale : egli languiva . sotto i re*
gni di Erico XIV., di Giovanni III, e di
Carlo IX. Questi principi non ebbefo per
questo capo là sorte d'inserire i foro nomj
•ella serie del benefattori della loro patria.
- Gustavo Adolfo volle far avaioare il com*
mercio svedese con degli sforzi troppo ar«
did, e dargli un grado d' attivila , del qna^
k noa era ancora suscettibile • Nel i&zf ^
naoqueuna compagnia^ della i^ale le spe*«
dizioni dovevano stendersi nel r Asia , nell'A-
fcica e. ncU* America . Molti Svedesi passa-
Fonci nel nuovo continente ^ e si stabilirono
iaiomo al .fiume pe lavar ;i loco stabllimen-
ti presero coAsistenza , e nel 163 1 fabbri^
carono il forte Cristina, e la Corte viman^
dò un Governatore ed una guarnigione . La
nuova Colonia visse tranquillamente e pra«
sperò in tutto il tempo, in cui durò il re*
^no.di Cristina. La sua pace fìi intorbidata
allor
di Gustavo III, -re di Svt^m . tSf
allor quando Carlo Gttstavo intraprese trnai
guerra, la quale armò contro di ^lui tutto
il Settentrione • Gli Olandesi profittarono del
momento favorevole , e s'itppossessarono de**
gli stabilimenti svedesi nel!' America . Carlos
octupato a vincere i Danesi ed i Polacchi^
non potè dar soccorso ai suoi sudditi Amt<-
ricatii; e gli Olandesi sempre attenti , ove
si tratta del loro interesse , raccolsero paci^
fiocamente i frutti dei sudori altrui . Però
questi possedimenti sì facilmente conquista^
ti, furono in progresso rapiti loro dagl'In*^
gfési , e questi ancor essili perdett^o ^pet^
dèndo le tredici provincie , resesi ora indio
pendenti • Gli Svedesi avevano parimente
acquistato nel medesimo tempo , e nella me-*
desima occasione molte piazze stilla costt
della Guinea, ma ne funono egualmente spo-
gliati in parte dagli Olandesi e in parte dai
Danesi • La Compagnia' fondata ^ da Gustavo
Adolfo si risentì di questi ìnfortunj, e nom
fu di lunga durata • Pareli quest' epoca sem^
brava che il Governo s' occupasse seriamen-
te intorno ai mezzi di far fiorire il com«-
mercio , e la fsola guerra ne impediva li
progressi . Il Collegio del commercio fon-
dato 9 fissò il sistema delle monete > e le
fabbriche ottennero ificoraggimento •
Carlo XI governò per lungo; tempo e
«otto r ómbra d«Ila pace , la quale jaon b\
tur-
i8S Det Regna e dèlie Tifa
turbita # che al principio del suo regno. A
questo principe piaceva di specolare sugli
obbietti di pubblica utilità e ne aveva Fin*
telligenza ; egli prese savie mhufre per e*
stendere il commercio ; si formò un codice
marittimo • I diritti di dogana furono stabi-
liti per mcEio d'ona tariffa . Gh Svedesi ca-
scarono numerosi vascelli ^ e comparvero^
nei porti principali dell' Europa . Sì trattò
perfino d' aprire un commercio regolato fra
la Svezia 1 e la Persia per mezzo dei fiumi
della Livonia e dell' £stpnia , ma questof
progetto non arrivò a maturità. Carlo XII y
cbe non amava e non rtHendcva altro cbe
la guéria , al^bandonò le aikre arti al- Ipro'
destino • Le disgrazie , che le sue imprese
fecero piombare suUo stato, minarono ìlt
commercio • Per il tempo di cinque anni
successivi i neppur .una ^óla nave svedese
potè s^ire . 1J Olanda provvedeva il paese
a quelle cose ^ che bisognava far venit^e da
esteri paesi > e ohe in allora erano jéissai ni^ ^
merose • Nel 1723 , tucsa h marina mercàn'^
tik non passava i cento bastimenti • La fran^
chigra del diritto del Sund, vantaggio pre-^
ùosoy fu perduta nella paeey che convenne v
conchiudere eolla Danimarca.
Il sistema eeotiomico subì una grande ri»
voluzione dopo la morte di Carlo XII . CU
Svtdesi aprirono gU oqcbj: sn i loco interessi
' ?d
dt Gustava III. re eli Sveccia ^ 1 89
©d impararono a conoscerli . Dòpo questue*
pòca , il loro commercio ha facto un sen'
sibile avanzamento^ e massimamente negli
ultimi tempi . Essi lo fanno intieramente da
se medesimi , e la loro bandiera è cono-^
scinta nei mari i più remoti. Le loro navi >
assai bene costruite , sono in numero grande^
e procacciano loro considerabili guadagni
per mezzo dei noli e dei cabottaggi. A ter-
nore dell' atto di navigazione pubblicato nel
1738, le nazioni estere non possono spedi-
i;e su loro navigli, che i proprj prodotti ,
e quelli delle loro colonie , sono ancora
soggetti a delle imposte, che non paghino
ì sudditi del regno •
Lfr miniere, i boschi, e le acque sommi-
nistrano i principali artidoli d'asportazione •
Si spediscono in esteri paesi annualmente
fra 300, e 350 eoo Scheppund di ferro ,
Ferro in barre, in lamine, fèrro tondo ,
ferro lavorato , cannoni , palle di ferro , co-
stituiscono questa parte lucrativa del com-
mercio esteriore . Il prezzo <lel ferro in bar-
ré è fra 5 in 6. Risd^lleri • Sì temeva la
concorrenza della Russia •- La superiorità co-
nosciuta della bontà del ferro di Svezia ha
nonostante sostenuto il prezzo , e le ricer*-*
che sono sempre grandi. Ma T asportazione
del rame ha sofferto la concorrenza degrln-
glesi, i quali da qualche anno in qua, so^
no
I9Ò Pel Èegno è itila Fkà
fio abbondantemente foniti di questo Ine'*
tallo • Lo Scheppund di rame di primo get^
to si vendeta alF indietro quaranta rìsd.; ora
non se ne ricavano che trenta , e si stenta
a trovarne l'esito . Le piastre coniate , t
rottone sono però ricercati e questo rame
di commercio fiorisce • Secondo uno ^pec-^
chio , presetitato al pubblico dal Conte di
LiUienberg / antico Presidente del Collegio
delle miniere , il ferro ed il rame imbarca-
ti nei digerenti porti della Svezia , per e%*
sece- traspòrtati in paesi esteri , hanno reso
la somma di 46 milioni 152968/ risd. dair
anno 1760 sino alVanno 1779. GUà«ed<esi
asportano annualmente incirca 150000 doz-
zine di tavole , 2474 dozzine di travicelle «
4550 travi p 76000 botti di cattarne, 21000
botti di pece , 4000 botti di potassa • L'as-
portazione deH' aringa ascende un anno per
l'altto a i6q mila botti; quella dell'olio
d- aringa cresce' d'anno in anno , e dà un
jguadagno annuale di 5. in 6 mila risd. GU
articoli di riasportazione sono in picciol nu-
mero , e la Compagnia delle indie occiden*
tali somministra le. più importanti.
Se la Svezia ha molti capi d' asportazio*
nr, quelli eh' ella introduce non sonò in
minor numero . Quanti tributi non paga eU
la al forastiere? Ve ne sono di quelli, ch&
la necessità impone , ma.altil ve ne sotio «
che
di GustnVQ III. re di Stenta . igtt
che provengono d^ bisogni inverna ti dal
lusso ^ ed i quali di giorno in giorno si au-
mentano in cattai paesi . SMntroducono tal-
volta 500000 tonne di grani; comunemen-
te si consumano 286O00 tonne di sale l^afi«
no ; i vini , le sto& ^ i cuoj , il sevo , lai
cahepa , molte mercanzie , come zucchero ^
caffè ^ thè , tabacco > costano somme consi*
derabili al paese . E' stato provato dai re-
gistri della. Dogana > che i grani , il caifè ^
il thè , il tabacco , ed il zucchero , costano
annualmente più d*un milione di risdal*
Seguitiamo la bandiera svedese in quei
mari eh' ella frequenta . Il Baltico è per
natura il principale suo dominio • La Sver-
zia abbisogna di canepa , di sevo , di Cuo*
)a, di grano e di molti altri articoli che la.
Russia « la Curlandia , e la Prussia , e le
parti settentrionali della Germania posseg*
gono abbondentemente ; il ferro , il rame ^
Taccialo ^ la calcina, T allume^ e Taringa»
che ella dà in cambio a questi paesi , noia
bastano ad equilibrare ciò ch'ella riceve , e
vi è sempre pna perdita di i^o^a aoooce^
risd* Ella guadagna colla Danimarca e coUa
Norvegia ; mr questo guadagno resta assor*
bito dal contrabbando , che si fa sulle froa*
tiei-e della Norvegia .11 commercio della
Svezia suir Oceano Germanico # e T Oceano
Occidenule i' estende in Olanda > in Inghi]<«
ter-
191 jDtl RjCgno e della WUa
terra , lo Francia , ia Ispagna , ed in Porto^^
gallo • Gli Olandesi provveggono la Svezia*
di spezierie , di tabacco , di colori , di car-»..
H in troppo grande quantità , e prendono del
ano ferro , ed alcuni altri suoi prodotta
in troppo picciola quantità t perchè là ,bt-.
lancia possa pendere in ^no favore . La
Svezia spedisce nei porti di Francia ferro ^.
acciajo , rame , ottone , -filo d* ottone , e da
ferro , tavole « e catrame • Ella fa caricare
nei medesimi porti , vino , sale , bucchero
rozzo i fruui , e profitu ordinariamente; ii\,
quel commercio • Ma se si mettono a coiur
co , dice, uno scrittore nazionale , le somme «
che la gioventù svedese va a spendere neU
la Francia , e quelle che importano le stof^
f^i le mode , e le frascherie , che a noi venr
gono da' questo paese in si grande abbon-
danza , e de' quali la maggior parte entra
clandestinamente > si troverà, che il profitto
andèrà ìq fumo . La Svezia dunque perderà
daj^pertotto /isj potrebbe dire? Si vedrà, che
fa ^qcora dei guadagni / Ella tira daU' In-
ghilterra stagno, <^uo|a , birra, buttiro , ca-
SCÌO.J e fiarbon di terra , tutto per un valo-« -
re Ài tooooo. risd. Ella rende a questo re-
gno al cotìtrario, ferro, rame, catrame , la-^
Tole., aringa > il tutto per il valore di cir-
ca un mllìòcie di risd.; questo è un guada-
gi\o, ch^ può indenizzarla di molte perdio
te.
di CustavQ HI. re di Sveifid . 193*
te.'Gaadagaa ancóra consid'erabilmente óoU
la Spagna, e col Portogallo, i quali * non
pagano col loro sale , cdi lora vini , e colle'
lane , che prende nei loro porti \ il ferro
r arUgliefiia , il rame, i legnami, \ chickii,
ed il catrame eh' ella vi spedisce .
Le navi svedesi ^ frequentano : ancora il
mediterraneo; esse conducono^lìelr Italiai q
nel Levante 4 principali articoli d' asportai
zione e sopra tutto T artiglieria ; e riporta-
no sale> 'frutti , spezìepie , cotone e^drappi
di filo di cotone.. Qui è ancora*, dovejpro^
prietarj delle navi profittano pia a causa dei
cabottaggi; queste n^vi fabbricate e condot*
te da Eretici , furono quelle che condusse-
ro in diversi porti dell' Italia i Gtsuitù.esi*
Itati dalla Spagna, e dal Portog;4ÌlQ { i ) . Il
Go-
( / ) Sembra che qui s* intenda di cantare una
vittoria deir eresia , e della tolleranza sopra
i Gesuiti . ' Lascio da parte la puerilità di
simil vittoria; ma desidero ben di cuoj^r$nol'
te di queste viitorìe M eresiai, alcune per'-
sone acquistarono in tal incontra i lumi deU
la cattolica fede ; e si prof e ssana ognor grò-
te a quei religiosi, e principalmente a quel^
lo che fu V tstrumento della loro iUumtna-
- :^ione ( in allora, il Padre D. Emanuele /-
turriaga , ora Teologo di Mortsig, Féscfvo
Tom. II. N S
194 t2>W J^égno e Mia Vita
Governo accordò ranno 17)8 ^ ilprivUegk)
esclusivo del comnijprcio di I^evante ad una
CQfQpagnia^ che non mostiava né l^inteJli-^
genia , né V attività necessaria al 6ne ch'eJ-*
la si proponeva • Ella fu Sìbp|)ressa nel 17 ^ .
Lungo tempo si e pensato di formarne mia
suoya» ma finalmente si è abbandonata Tj-
dea , e4 A. commercio del Levante è intie*
ramente libero.
Lo sciogli cneiìto della compagnia deiri|i«^
die Orientali y la qaale fu. sacrificata a
mir^ politiche , fece nascere, quella della Sver
^ia stabilita a Gothembùtirg ; si presolo
queua ciHà i perchè genetalmehte U.. huq
portp è / aperto tutto. T anno i £nrico
ìkoanig^ e. compagni ottehnero una conces*
aione.per qaindici anni , .a. condizione .di
pagare lé risd. <» 31 schillihg per Last.al
governo^ Questa concessione essendo ^pira-*
. di Fano. },Gli, altri Svedesi in generale ei^
betp, ampio campo di dìshtgannarù dcgh,e'
normi pregitu^ succhiati. wlfèducacppne^ e
di souituirè^ siccome fecero ^ una grande ^i-
ma 'fi $ino un affetto che sembrava, neéjis-
. . pifabiie . Sì tfidero i Capitani ^ gli Jl/JS^a--
li y e sino i marinari ., non certo ièneri: di
cuere^: separarsi da questi Jteiigiosi, colle Ja^
. grime agli occhj.
di Gustavo HI. re di Sve:(ta. tq%
ti il fo rinnovata per venti annh e la com-'
pagnia s' impegnò di pagare al governo 8533
. risd. per ogni viaggio felice; ella acquistò
un fotedò permanente nel 1753 * O^l' anno
173 is epocsi della àoÀ nascita , fino air da-*
nò 1766 i quando ^pirò il suo^ secondi^ prit
vilegio,- dia costmi 22 itavi > le quali fece*
ro 6r^ vkggi a Bengala^ ed alla China; ^6
di questi viaggi furono felici, e procuraro-
no xtn àhno per' l'altro il guadagno d'un
40'^ per iQóé "•'^
A quésta, prima compagnia né Successe
tm'altifl cori prìvìlégi9 per venti anni, ter-
mine ultimaménte spirato M Ella -ha p^g^o
al Governo t'ideo» risd.. pef ogni hav^ feU-*
eetnente arrivata al porco di GothefnBburg ,
€ trenta tonnc d* oro ; «dieci ai titolò d*«-
vanzo, e venti a titolo d* impresti to ^ sema
frutto . Ella ha spedito , tutti gli àntriV diie
navi per la China ; i guadagni si ^ono so-
stenuti , anzi si sono aumentati . I direttori
hanno guadagnato T approvazione del' pub*^
bìico a causa dei cambiamenti vantaggiosi
dk loro fatti neirect)nomia; qaesti cambian
menti erano necessarj , ed hanno pròdotio
dei risparmi in profitto dégF fnteressati •
Una nuova compagnia delP indie* orienta-
ti si è formata ; jia ottenuto* il suo privile*
gio pei^ venti anni ; paga al governo come
r antecedente 1250^ risd. I forestieri pos^
N 2 sono
1^6 Del Regno e ddUa Fit€
sono concorrere egualmente, che i nszionaf^
li 9 formare i fondi di questa Compagnia ;
si dafino loro tutte le sicurezze necessarie •
I vascelli svedesi , che fanno il viaggio
della China , sono ordinariamente della por^
tata di 400 Last; hanno 150 uomini di e-
qoipaggio , e prendono 300000 piastre a Ga-
dijce . Queste navi portano seco ancora al-
cuni prodotti delia Svezia > e ritornano ric-
camente cariche di .thè , di setai di porcel*
lana, e di stoffe. Non rimane nel paese che
la minor porzione; gli Olandesi , gringresi,
e i Danesi , . ne comprano h maggior parv
te\ Up anno per F altro la Compagtòa ven-
de nei 'paesi esteri per più A'xtn milione di
tisd. delle m^canzie , eh' ella . riceve soptar
i suoi vascelli . Questo è il lucro più rea*
te , ed ancora il vero vantaggio ^ che, il re*
gno' riceve dal commercio delle indie omn^
tali. " i - ■
- L- acquisto dell- isola di S. Bartolommeo >
ha fatto nascere una Cohipagnis neir intlie^
occidentali. Il sno prii^ilegio è in ^aia del<^
ft ji ottobre 1716 ; ella non paga nulla
alla^Corpna, ed accoglie un Jbndo per sot*«
toscrjzioae • I/isola di S. Bartolommeo ha un
©o^ernatore, ed una gnarnigione ; vi tì'ò
ttsibiltei^ un> (Somiglio del quarle il GoMrna^
9om è ìh^eupé , 4B che deve secondate ^tt
Miqeiite Coiórpagfuat .Nel 1714 >5i uni una
Com-
Ji ' GUstaiio III. re di Sve^ . 1 9 /
MGom pagaia per la pcècà delle balene; clU
sussiste ancora 0 nia in uno stato dì languo-
re > dal quale difficilmente risorgerà : dei rii
vali attivi e potenti eccitano sempre contro
di lei ostacoli che attraversano i suoi sforzi; .
Soltanto rinunziando ai bisogni immagi'>
narj ^ ai capricci del lusso , calcolando i suoi
guadagni^ e le sue perdite con iscràpolosa
esattezza^ un paese della fortuna poco favò^
rito , può sostener la bilancia del commer^
ciò . Stratiiero . La Svezia fa venire dar pae^
^téri una quantità di merci , che sorprendo
«vederne F enumerazione; quanto s'aumea*
terebbe la sorpresa , se s' aggiugnesse tutto
ciò, ch'entra per contrabbando! A tal mo^
tivo il cdmmercid della Sveziaf è stato a lei
per lungo tempo svantaggioso . Ma ^ dopo
vènti anni in circa ^ la bilancia seralbrapen^
derfe iti sao favore . I guadagni provenienti
dalle vendite luci'ative della Compagnia
deir indire orientali > e dai noli , i quali sin^
golarmente nel tempo della guerra Amern
^ana sono stati di conseguenza, hanno pon^
tuto compensare le perdite occasionate daU
le eccedenti introduzioni»
Le sole città chiamate di Siapel , faanntf
diritto di fare il commercio esteriore: qoc^
sto regolamentò proibitivo è egli veramente
vantaggioso al regno ? la Fìnlaadia intiera
è stata priva, sino air anno 17^. del ptn
N 3 ' Tiv,
t9t I^el Regno e della Vita
vilegio di passare il Baltico > e di /portare
ella scessa i suoi prodotti all'estere nazioni ;,
questo divieto può sembrar duro a primo
colpe di vista , ma V osservatore imparziale
ne comprende facilmente le ragioni • Un pae-
se, si poco avan^^ato , quanto per luiigo jEem-
po è. stato la Einl^dia, in quelle cogQizÌQ<^
ni preliminari « che servono di guida, airin-
dustria dei popoli , può egli negoziare van-.
tn^gtosamente col forestiero ? Non deve egli
nece;5sariamente perdere in luogo di ggada-r
gnare? Non conoscerà egli in un pqnto ua>
lusso pericoloso ancora per quelle nazioni 9
le quali non l' adottano se non insensibile^
mente : .
Stokholni è alla testa delle città commer^
cianxi di Svezia ; la situazione di questa Ca-.
pitale 7 lagnata .dall' una. banda dalle acquea
del Ji^lticq, e dall' altra da quelle di Mae-
Itr j è ventagiosissiroa . Ella, unisce un mez-
za facile di raccogliere gli articoli d' aspor-
tazione , . e di distribuire nell' intpriorc del
regno quegli articoli che vengono di. fuori..
Il comm^ciodi 5tokholm è da 6 in 700 na-e
vili II porto non ostante che scogli ed isof.
le quasi, innumeiabili vi rendano rientrata
diffìcile 4 ha però grandi comodità » I va?
scellì vi si trovano nel cuore della città «
I^a fabbrica della Dogana è accanito della
fàda; si scaricaao i vascelli colla maggio;:
di Gustavo III. re di Sve^a . 199
facilità ; si caricano ancora senza il menomo
imbarazzo ; si è formato vrctno al porto uri
luogo di deposito con fabbi^che in volta i
dove sono in depositò i pirihcipali oggetti
d' asportazione . Questo luogo tocca dà una
parte il Maelar ; dall' altra il mare . Vi si
trovano il ferrò in grandi ftiasse , il ranie,
ed il catrame ; in più lontananza , ma' sem-
pre a luògo del porjo , sonovi le tavole, i
travi , ed altri legnami destinati per caricò
delle navi. Stoklvolm è debitrice di quest'u-
tile siabilimefnto ad un cittadino ; il ^uald
ha fatto un4 brillante figura nella sua pà^
tfia. Una grafìde pratica degli affari, un W
tività poco Comune con<lqisseTo Kierm^n ^
quel maggior ponto di credito ^ dove ' può'
pervenire uri particolare' ^eoa^ nascita e seti-»'
là titoli; égli fu uno dei G^i^pi del partito
dei Cappelli; ed alla Dieta del 1756 ; egli-
fece provare àlli partigiani della Corte V a-*;
scendente , che le sue "rfcchezzei '^d* i suò!
talenti gli avevano' procacciato. /Molte ope-
rò d'un' evidente utilità V ch'egli fece ese-'
guire coti buon successo^ gli acquistarono
il diritto alia riconoscenza della nazióne :
Ma in mef^zo ai Confetti ^i dc^e oppòste fa-
zioni/la sorte d^ un cittadino , che compa-
risce su questo put^blicò teatro , lè sog^igtta
a strane vicende, le berrétte dfiVetméro'pa-
jsfroh'e di quél potere', delqcialel Cappelli^
p^ Jki Segno ^ éeilaFii»
avevmo ^duto per si luogo. tempo> e tnP
co mutò di faccia • £ier osati pmvò. gli effet-
ti dell' odio e del risentimento : la .maggior
l^rte de^ suoi beni furono confiscati , ed cr
gli condi^nnato a passare il resto' de' suoi
\ giorni. in una fortézza dov'egli mori poco
avarui la rivoluzione del:i772 . - > <
Dopo Stokholm , Cothembourg fa il tom-
inercio più esteso; Questa città situata tra
il Baltico , ed il mare* del Nord , ha un
.vantaggio sopra la stessa Capitale > ed è che
i gliacci di rado chiudono il suo porto -•
iCus^vo Adolfo le diede dei privilegi , eh*
iella aveva $ncora , e che hanno eenrribui^
lo a. farla fiorire ; Inglesi , Tedeschi , ed Q-
dtandesHi sonosi ivi stabiliti in numero gran-
de^ mercè la libertà civile e religiosa che
godono. 11 suo comoìercio richiede cinque
in seicento navi . Fra gli articoU d' $àpor-
lazione T aringa , e l'olio d' aringa sono i
più considerabili . La Compagnia deil' Indie
Orientali avendo stabilito i suoi banchi e
xnagazzirii a Gothetnbourg , questa città go«
de il profitto principale d'un ramo dicom*
inercio il più florido^ ... »
. Norhoe^ing neirOstrogothia ha un buon
' porto; trasporta fuori del regno molto ot^
tone , e provvede le Provincie meridionali di
molti articoli essenziali, che le sue navipor^'
tano dalla Francia e da altri luoghi. Geffe
nella
dt CUsidbó II L re di Svìh^ià • aos
Nielli Gestriklandi^ è parimenti una pietà as^
sai mercantile: ella asporta atinaaìmente dà
34000 Scheppund di ferro . Il eòmmerciò
d' Obo , di Landscrona ^ di Gristianstad , <B
Carlserona^ d' Uddeyala , di Carlshamn s^a-f
vahza sèmpre più • Ma con tutti gli sforzi
ddle altre città di Stapel , Stokholm ,Me Gb»
thembourg hatino sopra di loro una supe-
fiorita decisa i Non è gran tempù , che
Stokholiti asportava 7 tredicesiihe ^ Gothem^
bourg 2 tredicesime dei prodotti della Sve-^
zia ; e rion restava alle altre città assieme ,^
che 4 tf edicesime ; V introduzione era ripar-
tita in tnanieraf , che la metà delle meVcait-^
zie iMntrodacevano a Stokholm , \ a Got-
tembòurg'^ ed il ^ toccava alle altre città di
Stapel i
Sopra tino scoglio assai somigliante al
quell'isola, che Òmero descrive, è situata
una città chiamata Marstrand ; questo luògo
fu dichiarato porto franco con un editta
del Re Tanno 1775. Indichiamo i prìneipà-^
li punti del regolamento che riguarda que^
sto porto . '
Tutte le mercanzie t^into forestiere , eh^
del paese , possono essere liberamentb in-
trodotte , depositate ^ e consumate a Mar-
strand ; s! asporteranno nella stessa maniera
tutte le ipefci comunque Tengano denomi-
na- '
lo^ J)el Regno e Mia Vita
tnue^^seBs' alcuna liniitazioM e su gualQiw
qae nave si sia •
Tutte le mercanzie trasportate dal portq.
di Marstrand in altro porto del regno sa-
ranno i^tsitatei e 'tassale ^ come se venisse-^,
ro da un porto straniero .
Tutte le mercanzie del paese asportate da.
Marsiraad pagheranno i medesimi, diritti di
asportazione, come se fossero asportati da
qualunque altro porto svedese per 1 paesi
esteri ..■-.".■.
Tutte le mercanzie: introdotte a Marstrand
pagheramno <^ per loo > e quelle rhe esco-
no ^ per loc- La metà di questi diritti
apparterranno alla corona^ e F altra metaaU,
la^ città di Marstrapd . Chiunque si stabilirà
a Marstrand > goderà un libero esercizio di^
religione , e non sarà soggetto ad alcun te-
goiamento della Dominante. .,
Gli abitanti ài Marstrand sieno forestieri ,
o nazionali > saranno esenti d'ogni tassa ^ a.
riserva del D^io imposto su i liquori ed i
eonf}mestibili.
Ogni forestiere ^ che avrà fabbricato „ a
compralo una casa, del valore di mille scu^
di di Jbanco, sarà considerato naturaliza^to «^
avendola posseduta due anni . . • ^
Chiunque si sarà rifugiato a Mar^rand,
per debiti V tà ancora per delitti ,.xiie uoii;
siano
di gustavo III: redi Sve:;ta . jo j
€iano ca{»tali, godrà ' sicurezza ;iuyrf saranno
pfiolescatì né i loro beni ^ né le loro pen^
sohe • • ' ....
Le mire del governo pon hanno ancora
ottenoto il loro effetto^ il porto franco e*
siste^ ma non è n!&olto popolato :> né moi'*
fo frequentato . Si pretende, che sinora fion
abbia servirò ad' altro , che a favorire il
contrabbando .
Per dare ai negozianti un nuovo ibotivò
di stendere |1 loro commercio , fu stabill^^
nel 1739 , la camera d' assicuranze maritti*
me'; le azioni' sono -mille ; ciascheduna di
1669 e iterzidlrisd. Quattro Direttori sceM
fri gP interessati , d^glt stessi interessati , pre*
siedono alla Camera , la quale gode dèlta*
pubblica confidenza.
La Gomi^agnia dei Paloambri, 'è un altro ^*
$tabilimento utile al commercio > e che bir
sogna fai* conoscere > ' Ella fu autorizzata ad
esercitare Id sue fun2Ìoni nel 17 3^4 da let^
tere patenti del Re e degli Stati. Ella otten«*>
ne npovi privilegi nel 1739 e nel 1741 ^
Questa Compagnia mantiene su tutie le co*
ste del regno, gente la quale al primo an^
nunzio d'un naufragio di qualche nave /ac-
corre sul luogo V e salva ciò che può
salvarsi. La Compagnia informa in seguito
i ^roprietarj e gli assicuratori dell' avvenu^*
$0; questi avendo fatto a lei intendere la
loro
ao4 <27e/ RepèO è dtlla -Vita
loro volontà, ella dispone degli dfi:tti ^Ì%
vati , e ne rende lonst conto dopo aver der
tratto dal prodotto degti affetti medesimi i
diritti, che a lei provengono: quesiti diritti
variano secondo 1q: circostanze. .Se questa
stabilimento da una banda ha deU\utUrtà ,-
dall'altra può avere degl'inconveniejiti: più
d'una volta sono nate .fra la Gonpagn^ia >
ed i Proprietarj , o gli Assicuratori, delle
diffico^à , che hanno. dato occasioni a liti «
ed aperto nii vasto campo agi* intrighi fo^
rensi ;
Ip uh paese poppbto e coltivata a! pron
porzione della sua estensione ^ il compaerr*
€io interiore può acquistare un vigore, che
cède non meno in vs^ntaggio dello Stato ^
che del particolare . La Svezia: con una Su-
perficie più vasta che non è la Francia non
hai che IO 5. città. Si trovano provincie intie-
re dove non ve n'ènéppur una; Gli abitanti di
caA[ipagna si trovano fra loro a distanze con?
stderabili; non si veggono grossi villaggi ,
dove i fuochi si toccano e si stringono ,
dove i fanciulli in truppe scherzano nlV
erba .
Il .commercio interiore languirebbe ancor
più nella Svezia , se la natura , ed il Cover-:
no non avessero forniti mezzi d'una comu>
nicazione facile e comoda • Le acque che
bagnano ed interessano il regno « riescono
d'una
di Gustavo fu. PS (k Sve:(id . idf
à* una grsrndissiroà " utilità per trasportate • da'
una provincia , e da ati^ ci^ttà air.alira i
prodotti del suolo e déirìtidustria. Si $óho
ricavati dà queste 'acque tutt* i vantaggi che*
possono dare scavando dei chinali. Il più an-'
tico e quello > che per mezzodì noire chiuv-
s€ unisce i Laghi di Maehr^e Hielmar vi-
cino alla città ^di Àr4)oga nella Yestmanoia.
Egli fu incominciato e finito "sotto Carlo XI.
Ultimamente $ono stati riparati i danni, che*
il campo aveva cagionati . Un picciòl fiume
che scorre vicino ad Àrboga, gittandolsi nel"^
]tfaelar ha facilitato questa ' unione . Quésto
canale mantiene un conintercio rejgolato fra^
mohe provincia e dodici città, le principa-^
Il delle quali sono Stoliholm i Upsar> Te*^
steros ed Arboga . -
Se si fosse potuta ottenere una c<^muni-v
cazione del lago Hìelmar con quello di Ven-'
ner % e metter a profitto* la comunicazione,'
ch'esiste di quést' ultimo'^ Iago còl mar di'
Nord , mediante il fiume di Gothia > vi sa-
rebbe una comunicazione non interrotta da
Gothemboùrg sino a Stokholm; ma T unio-:
ne di Hielmar còl Vènner*. ha incontrato.
i.' ,
ostacoli insormontabili; li Venner , come
già si disse , ha una comunicazione col'
mare di Nord per mezzo del fiume Gothia;
questo sarebbe già un vantaggio non indif-
ftrente per V interiore commercio , se il fiu?
2q6i Pel Xegno e detta fifa
ine non fosse sì pieno da bassi fondi e 6a«
teraete , che pochi siti vi sono dove riesce
navigabile •• Carlo IX felce scavare il cz-*
nate s che porta il nome di Carlsgràfi
La caterattsl di Gustavo III è Stata co-
stroita sotto il regnò di questd principe ,
ed i «vascelli vi passano senza pena • Ma
il più grande ostacolo rirhafie àtìcord ; que-
sto condiste nelle cascate d' acqus^ di
Trolhaetta i Quattro ve ne sono , che si reti-
dono riniarcabili per la loro violenza ; l'ae-
rina si precipita da un* altezza di più idi cen«
to piedi .in tina voragine che spaventa roc-
chio. Carlo Xli cui le difficoltà animairafLo ^
intraptese di combattere la hatutai < ei Fol^
hem fu incaricato di questa intrapresa ^ I
rovesci, a cui ben presto soggiacque il re^
gno, la fecer perdere di vista noti dfeno al
Governo i che al jyteccànico ^jSi riprese sot-
to il regno di Federico , e iì prosegui sot«
to quello del suo snccessote *V opera avan-
zò rapidamente') Folhem fece fare nn cana-
le e molte cateratte nel letto medesimo del
fiume ribello • Somme immense furono im-
pi^te , e la nazione ^i lusingava vedere
nn giorno questo lavoro finito , ma tìitti gli
sforzi furono inutili .^Polhem ,raorì avanti
di poter mettere r ultima mano air esecu-
zione dei suo piano ; e le cateratte, che a
poco a poco hanno oednto alla violenta
del-
éi Gmwùò ilt re di Svki(t4 • 207
éàU 9fiqiit , noi^ soqq .d'alcttoa utiUé.,r cilr".
Uno pprtaoo dfii ixo9>i.illjwtri r comt tf Ar.
dolfo Fedeiico^ 4i>Jes9iii>.di^£kob]i^di in»
r ckxaciitQ di$t^vic(ó(je noti le , ha xnaggiojpf
mente rispedito pfr,òò> . .
..A1p»M it)iglia di là rdal Trolhaettav f^i
veggouQ »ltr€ due .cateratte vd'OkcttUocn q
di.Sdit.. Oli astacSóli Ut quescci luògo, sono
stati . so^erati ; e le. cateratfie , fabbiicate per
pender questa j;>arte del fiume 4aìrJigabìle«
sono in buon suto. tlna strada pei" terra .,
formata don gi^andi spese f supplisce alla nar
yigszione i docve la ndtujra Vintexdice« Que-
sti, sforzi del gQvetho hannd ^avutd .la/.j^ù
segnalata influenza sai commetoib d^Ue prò»-
vincie occidentali^, e prlncipaìinente su queV-
Ì9 di Gotìieòibourg*. '' " ^ - *
A dispetto delle numerose dimcóltà> che
il progetto del canale di Trolhàetta ha. in^
contrato, non si è rituioziato a qoest^m*
piT»4 i e jsi lavora da alcuni anni sopra im
altro pianò • Si tratta di scavare., iin canale
lungo le rive del fiume » Le paludi t ì basii
£>hdl, e gli scogli de' qaali queste sono
piene 4 non lasciano spemre un^ esecuzione fa-*
Cile e pronta di qu/tsto nuovo piano . Ma
intanto che si aspetta , queste acque ritrose
hanno inghiottito milioni . Si era sparso ru*
more, che i Danesi £3Ssero d' accordo con
esse , per impedire la riuscita d' un' impre^
sa,
2oS ^ei Regno 4 detta Vm
M, che tendeva a diminuire il diritto def'
Sotid ; ma si prova evidentemente 4agr in*
telligenci « elle gli ostacoli, i quali U: nar
torà frappone , bastano per <leludere le spe-
ranze degli Svedesi . Un più felice successo
ha coronato i lavori di Stroemshokn nella
Yestmania ; le cateratte sono finite , ed :il
fiome è navigabile s egli congiunge il Hiel-'
mar al Barken , lago grande delia Dalecar-
lìa , e. facilita la comunicazione di più prò*:
vincie ricche in minière e fabbriche di fer-
ro colla Capitale .
II. Governo ha ancora fatto scavare dei
canali nella Finlandia . Questa contrada fira
tutte le parti della Svezia è quella dove il
commercio interiore languisce di più; moki
distretti sono separati da^ paludi , boschi e
fiumi , da' quali niun profitto si pQÒ, ritrarre
per la navigazione. Si cominciano a disc^c^^
care ' queste paludi ì, diradare i boschi e ren-
dere navigabili i fiumi • Sono state gittate,
le fondamenta di tre nuove città; sono Kuo-
pio , Tammerfibrs e ILaskoe
Le strade) maestre della Svezia ;, che. opera
sono di braccio umano , sono mollo larghe
e solide ; le. rupi , le pietre •, e V ar^na ne
formano la base : chiunque possiede un ter-
reno , contribuisce a mantenerle : debbonsi ri-
parare tutti gli anni immediatamente avan-
ti la stagione della mietitura , Si è tentato
di
di Gustavo III. ft,àiSi)eiia, %o^
di stabilire delle carrettiere fra Stokholm e
la Scania ; ma gì' inrpresarj ^ hatinò^ trovato
poco il loro conto , La posta delle lettere
fu regolata sotto il regno di' Crisiinar. ElU
è condotta <Ìa un certo numero di contadi-
ni affittuari della coronja; si chiamano le
terre, ch'essi hanno in affitto, Posthemman\
queste terre in virtù del loro destino sono
libere da molti) aggravj . Si vede bene spes*
so la valìgia fra le. mani ^ un fanciallo, il.
quale la trasporta^ da un luogo all' altco , as-^
siso tranquillamente sopra il «uo cavallo^ a
sulla sua carretta-, che non teme verun pe-^
ricalo: cosa, degna di attenzione, e' che fa
onore al carattere nazionale . Yi iotto pocht
paiesi dove si passano spedire i corrieri in
tal guisa .
Li trasporti , che non si possono fare per
acquai si fanno T inverno, quando la neve
si è stabilita; la slitta è vettura leggiera, co-
moda e di poca spesa . Per tal mezKo si
trasportano alle fabbriche di ferro , il mine-
rale, la legna ed il carbone. Le fiere prin«
cipali si tengono nelF inverno a cagione di
questa facilità • ^
Tom. IL O ^CA-
j>io Jfel Regno e della Vita
CAPÌTOLO VII.
\
Militare . Ordini cavallereschi . Rendite e spese
della Corona, Finanche é
i£ leggi pongono fine alle liti dei pirtU
colari; le battaglie a quelle dei principi ;
Conviene avere armi , flotte ^ arsenali , e
fortezze .
Carlo XI , divenuto Sovrano , spogliò i
nobili delle tèrre della Corona , che i suoi
antecessori aveano loro conceduto ; egli im-^
piegò la maggior parte di quelle pel man^
t'enimento deir armata s e dipde compimen-^
to alla grand' opra della ripartizione, delle
truppe , cK era stata intrapresa sotto il re*^
gno di Carlo IX.
Le terre della Corona , destinate a man-^
tener la soldatesca , sonò date a dei parti-»
colari coir obbligo di levare , e mantenere
itn soldato a cavallo , o a piedi .* si chia^
ma rustholl \z terra che prestaci ad un solda-
to a cavallo, e rote alcune terre unite per
fornire un soldato a piedi ; conviene che
sieno più terre unite , perchè sono meno
considerabili , che quelle della cavalleria .
Il
; I
di Gustavo III. re di Svezia. iti
li soldato riceve dalsuo principale una casa
con d'intorno uh picciolo terreno : questo
è ciò, che si chiama bosteìle : egli riceve
ancora alcuni effetti , urla somma di dena^
ro, ed ogni tre anni, un abito di panno
grossolano; hon si può esigere da lui alcun
lavoro , e volendolo impiegare cpnvien pa-
garlo a parte. I militari sopra il rango di
semplice Soldato , dal Sargente sino al Co-
lonnello sono mantenuti in maniera differen-
te. Il Governo dà loro uria casa, o bosteì-
le , con tin terreno di certa estensione ; as-
segna loro inoltre certe terrr, ì possidenti
delle quali sono tenuti a pagar loro degli
effetti, e foraggio; hanno ancora qualche
stipendio in danaro , ma assai tenue . Per
compiere il mantenimerito dell'armata, Ic^
Stato dà al semplice soldato una divisa , la
quale porta in tempo di rivista , ed in al-
cune altre occasiooi . Lo stato provvede an-
cora le armi , ed in tempo di guerra accor-
da una paga straordinaria «
Le truppe in tal manièra ripartite si ra-
dunano in corpo con più,o meno frequen-
za a tenore delle circostanze ; ma regolar-^
mente si esercitano ai tempi prefissi . Que-
ste truppe costituiscono il nerbo delia forza
militare del regno; eccone lo stato.
0 1 Veli-
212 Del Regno e della Vita
Ventitre Reggimenti d^ Infanteria 240CO
Otto Reggimenti di Cavalleria com-
presavi la bandiera della nobiltà 7400
Cinque corpi di Dragoni 3 400
Totale 34800
Lo stabilimento creato da Carlo XI , con^
fermato dai suoi successori ed approvato
dagli Stati , è egli vantaggioso , o no ? Lo
è a certi riguardi ♦ e ad altri no . L' ar-
mata nazionale svedese avrà difficilmente
quell'abitudine d'esercizio militare , quella
finezza di tattica, quella disciplina esatta \
e rigida , che distìngue le truppe, regolate
degli altri paesi . Ella lascerà nel regno un
vuoto funesto per T agricoltura , ogni volta
che marcerà contro il nimico; tha ella ris-
parmia delle somme considerabili allo sta-
to; ella in tempo di pace è d'una reale u-
tilità; ella deve necessaria aliente nutrire il
fuoco di patriQtismo : si ! il soldato svedese
è un cittadino , che affronta il nimico , ed
i pericoli per difendere una patria , dove
ha lasciato una moglie , dei figli 9 ed un
domicilio , cari al suo cuore .
Oltre. qùest' armata nazionale , la Svezia
tiene sempre in piedi un corpo di truppe
levaite , e mantenute sul piede delle altre
nazfioni, consistenti
in
di Gustava IH. re de Sve:^la . 113
in nove Reggimenti d'Infanteria 900C
. due Reggimenti di Cavalleria 800
Artiglieria - ^ - 2900
Totale 127Ò0
La cura delle Fortezze è confidata al cor-
po degl' ingegneri • Gothembourg , Varberg,
e Bohus, servono di barriera alla Norvegia;
daìla parte del Sund , nella Scania, vi sono
»Malmoe , Cr^stianstad , e Lanscrona : la for-
tezza dì Caloaar nella Smòlatidia tra import-
tante , quando la Provincia, dòv' ella é si-
tuata, faceva confine del régno verso méz*
zodì;' presentemente Dotrebbfc essere utile
come piazza d' armi . ITovisa , in acanti De*
gerby , e Sveaborg'sono le principali difese
della Finlandia ; le fortificazioni di Sveaborg
sono costate somme immense; sono alcuni
scogli, che formano tanti forti nei mare; sì
è dovuto lottare contro là natura , e lavo-
rare nel duro scoglio . Vaxholm , e Fre-
dricsborg difendono il porto di Stokholm ,
ed impediscono il passaggio alle navi di li-
nea , che difEcilmente passerebbero . Le ga**
lere, ed altri bastimejnti piatti potrebbero
trovare dei passaggi che sarebbe diflfrcilc di*
sputarli, ^i sono degli arsenali a Stokholm,
a Joenkoeping , e nelle fortezze : si vedono
neir arsenale di Stokholm , a Joekocping e
I O 3 nel-
t\-l
2t4 ^cl Hegno e della Vita
nelle fortezze i numerosi trofei , acquistati
soprai nimici del regno in quei tempi, quan-
do gli Svedesi non cercavano , che i com-
battimenti , e non abbandonavano il teatro j^
•che colla fronte cinta degli allori della vit-
toria ; si veggono ancora molti pezzi dell'
armatura del vincitore di Lipsia , e dell' e-
roe di Narva . Nel cappello , che portava
Carlo XII a Friedricshall , si vede il foro
della funesta palla ^ che in un batter d'oc-
chio rovesciò i più vasti disegni . I giorni
del Monarca, svedese furono essi troncati da
una mano d'un traditore? molti scrittori in-
clinano a crederlo . Quando Carlo vide pres-
so a Lutzen il luogo dove. Gustavo Adolfo
era stato ucciso , io cerco , diss' egli , di vi-
vere com' egli; forse Idcjlto mi concederà ,
qn giorno , un fine somigliante al suo /
difarti egli mori nella medesima maniera ,
e ciò eh' è più 9 la sua morte è divenuta
come quella di Gustavo Adolfo , uno di
quei problemi istorici difficile a risolversi.
La situazione della Svezia mette questo
regno in necessità di mantenere una marir
fia • La flotta fu formata da Gustavo 1 , e
crebbe copsiderabilmente sotto Erico XIV.
Ella decadette sotto i regni , che successe-
ro , ma Carlo XI la rinovellò . Quando Car-
lo XII fece il suo sbarco nella Danimarca,
ell^ era forte di trentotto vascelli di linea ben
equi-
di dustavò III. re di Sve:(ia . 215
equipaggiati ; ella diminuì , e rimase anzi
intieramente rovinata , quando la fortuna
tradì questo eroe svedese. 11 Governo qual-
che volta, dopo quest'epoca fatale , vi ha
rivolto il pensicre ; ma senza suscesso . Gu-
stavo III si è applicato con somma premu-
ra a questo importante oggetto, e la maria-
na, svedese è obbligata a lui dello stato flo-
rido j in cui presentemente si trova . L'eco-
nomia era viziata ; la disciplina era mancan-
te in molti punti ; la maggior parte dei va-
scelli erano vecchj^ e tarlati; si è fatta una
scelta esatta ; e tutti quelli , che non erano
più atti a servire, sono stati rimpia2;zati con
dei puovi , costruiti secondo i più perfetti
principj d'architettura, navale . Ventiquattro
vascelli di linea, dodici fregate > ed un nu-
mero analogo di bastimenti piatti > brigan-
tini e scialuppe formano la marina svedese.
I vascelli di primo rango portano settanta
cannoni , gli altri sessanta -, le fregate ,
la maggior parte , sono di quaranta ca-
noni .
Questa flotta ha la sua principale stazione
nel porto di Calscrona nella Blekingia ; al-
cune fregate giacciono a Gothembourg . Cal-
scrona è presentemente una città \ considera^
bile : fra le opere degne d'attenzione, si
distingue 1' arsenale , egualmente vasto ch^e
ben provveduto ; vi si osservano diversi di
0 4 quei
Il 6 Del Xegne. e ideila Vm- '
quei grandi la^'ori , che dimostrano la capa--
cità dell'uomo, e faoao onore at Governi .
Uno scoglio immenso situato dalla natura
all'entrata del porto, e scavato per ìsforzt
sorprendenti sotto la direzione di Polheim ,
serve per i vascelli , che debbono essere rU
sarciti . Con trombe a catena essendosi vuo*
tato il gran bacino dell' acqua , si fa cùr
trare il vascello per delle chiuse , che sa*
bito si chiudono ; finito il risarcimento , al-
tre trombe a catena fanno rientrare Tacqua,
le chiuse si aprono , ed il vascello è ri-
condotto nel porto. Da parecchj anni si
lavora per la costruzione d* un vasto recin*
tOf dove, la maggior parte della flotta possa
essere messa a secco , come in una rimes-
sa . Le persone dell' arte non convetigono
però suir utilità di questo metodo ; delle
.esperienze fatte con esattezza sembrano prò*
vare , che non è di tanto vantaggio , quan-
to si era immaginato .
Le coste del Baltico sono così piene d'ì«
sole , e di scogli , che le navi di linea non
vi potrebbero manovrare . Verso la metà del
secolo , un zelante cittadina , il General
Ehreii Swèrd , propose ai Governa di co-
struire una flotta di bastimenti piatti , i qua-
li potessero con sicurezza andare in quei
luoghi ♦ e servire per gli sbarchi • Il pro-
getto fu applaudito: ma lo spirito diparti-
to
di Custdvo Ili. re di Sve^^U • 21/
to si presentò in aspetto disfavorevole e per-^
venne a farlo rigettare Ir fu non ostante di-
messo sul tappeto , ed eseguito ^ Questa flot-
ta ,: chiamata la Hotta dell' armata , alla qoa^
le riesce assai, utile a cagione dei trasporti y
è ripartita fra Stokholm , e Sweaborg ; elk
consiste in Sessanta. bastimenti piatti airin^
circa: altri ^ono galere propriamente dette;
akri sono chiamati Touroma , ' e sono co-
struiti con regole conosciute da pochi .
La Svezia prende i suoi mtarinari dalle
sue Provincie marittime; e li mantien^e sùir
istesso piede delle sue truppe nazionali : il
numero è stato ultimamente accresdmo Sina
a 15000. La maggior parte degli UfEziali
hanno avuto occasione di formarsi neir ul-
tima guerra .Americana;/ essi hanno servita
coti onore la Francia y T Inghilterra , e l'O-
landa , e potranno yoglier a profitto della
loro Patria V esperienza , che hanno acqui-
stato • Per un regolamento assai lodevole ^
è permesso a degli UfHziali della marina
reale , di condurre navi mercantili •
La costruzione , ed il corredo d' uil va-
scello di guerra esigono una quantità di ma-
teriali : la Svezia fornisce se stessa di tavo-
le d* alberi , pece , e catrame : è obbligata
a far venire, la canepa , ed il legno di to-
^erc dJfr: paesi circonvicini.,
Due uomini ài singoiar meritò V Animi-
ra-
2i8 jPel Regno e della Vita
raglio TroUe ) ed il Contro - AmmiragUq
Chapman , hanno secondato con zelo le vir
ste del Re nella riforma della Marina • U
primo conosceva a fondo V economia , e la
disciplina; una mòrte prematura ha privato
10 Sta(o di questo . rispettabile patrioto ; il
secondo , il Sig. Chapman , ha diretto , e di-
rige ancora la costruzione dei vascelli; e-
gU ha soggiornato lungamente in Inghilter-
ra , dove con egual ardore , e successo ha
studiato r architettura navale • Si trovano
delle sue opere tradotte in molte altre lin-
gue .
Il soldato , che ha servito la patria ^ ha ^
diritto d' esigere provvedimento , quando non
è più in istato di portar le armi . Gustavo
ikdolfo assegnò il possedimento della ter-
ra dell'antico Convento di Vadstena , per
il mantenimento degl* invalidi , ed il
Convento medesimo per la loro abitazione.
11 Governo ha ultimamente mutato quest'i-
stituzione ; gr invalidi , in luogo d* essere
alloggiati , e mantenuti neir Ospedale , rice-
vono annualmente una somma di denaro •
Il corpo degli Uffiziali ha formato una
cassa 9 nominata la cassa delle pensioni dell'
armata : gl'interessati pagano il 6 per loo
delle loro pagh^ , ed in «cago a 30 anni
godono della paga intiera . Vi?è ancora un
fondo per i marinari invalidi , il quale si è
for-
di Gustavo III. re di Svèzia . 219
formato con delle contribuzioni annuali , e
con la. percezione d'alcune gabelle , 'che la
Corona ha conceduto.
Due Fcldc-MaresciaUi ^ diversi Generali ,
e Tenenti Generali ec, comandano l'armata •
Un grand'Ammiraglio , un primo. Amnriraglio ^
un Ammiraglio e diversi Vice-e Coniro- Am-
miragli sono alla testa; delle forze navali. ^
Le sguardie del cotrgo, dm^ 4 Drabanti ;
il reggimento ^ delle guardie, ed i cayalli
leggieri formano la guardia dei Re % della
quale egli medesimo è il Capo .1 Drabantl
sono divisii in quattro Compagnie , ognuna
delle quali è composta d' un Tenente Capi:
tano , di due Caporali , due Vice-Caporali,
e venticinque Drabanti , che godono il ran-
go di Cornetta. Questo Corpo è sèmpre Vi-
cino alla persona del Re , e T accompagni
ne' suoi viaggi. Il Reggimento delle, guar-
die di 1800 upmini , è in guarnigione a
Stokholm > e monta la guardia nel palazzo
reale , ed in altri luoghi . della Capitale. I
Cavalli leggieri in numero di ::^oo montanq
la guardia ài Palazzo reale 9 ed accompa-
gnano il Re in certe occ4sioni.
Le armate svedesi fecero la guerra col
successo il più glorioso. , iti tutto il secolo
passato ; quali allori non colsero sotto Gu-
stavo Adolfo , ed i suoi Generali sotto
Carlo Gustavo , sotto Carlo XII? Quarafpr
mi-
220 Pel Jtegne e della Vita )
mirazione, qual terrore non ispirarono esse
ai Tedeschi, ai Danesi , ai Polacchi , ed ai
Bussi ? Donde adunque proviene , che in
questo secolo elleno si sono sforzate in vano
due guerre a sostenere in due guerre la loro
antica gloria ? La tattica ha facto dei progres**
SI, che le turbolenze dell' Anarchia, ed altre
cure del Coverno della Svezia non ha per-
messo di mettersi a profitto/ L'armata an-
cora la più esercitata, non può contare so-
pra successi felici , quando ella dipende da ^
un C(>nsigIio incerto e vacillante fra pareri
opposti ; quando gli ordini sono gli uni con-
traddittori agli altri , quando lo spirito di
partito mette ostacoli al valor del guer-
riero .
Il desiderio d' incoraggire il merito , ha
fatto nascere quelle decorazioni , ora si va-
rie e numerose- Per rendersene degno , ri-
chiederebbonsi fatiche di rimarco , servizj se-
gnalati e virtù eminenti ; ma non servono
esse sovente di ornamento airuomo ^ il qua-
le in nulla è superiore agli altri , che per i
vantaggi della nascita , pei doni della for-
tuna , e pel talento dell'intrigo .
Non vi ha quasi paese , dove non s'in-
contrino delle Croci, e dei Cordoni : que-
sti segni di distinzione si trovano ancora
nella Svezia , dove vi sono quattro ordini
di Cavalleria.
Il
4
di Gustavo III. re di Sve:^ia . , ni
n primo è l'ordine' dei Serafini: si fa a-*
scendere la sua origine sino a Magno La-
dulos, e molti letterati svedesi hanno sii
ial punto critico esercitato la loro cruditio*
ne. Ciò ,ch'è certo, si è che il Re Federico
nel 1748 diede a quest'ordine la sua forma
presente, e stese 1 suoi statuti. Quest' or-
dine è destinato ai Re , ai Prìncipi , ed à
quei Cittadini , i quali col rendere alla pa-^
trìa straordinarj servigi , si sono innalzati ai
primi posti dello Stato . I Cavalieri nazio^
nali debbono essere 24, ed otto gli esteri •-
si potrebbe però passare il numero di qac'
sci ultimi in favore d' un qualche principe
attinente , o alleato della Casa Reale di Sve^^
zia . Il più anziano dei Cavalieri dell' ordi-^'
ne gode sempre una pensione di cento ris-
dalleri • Questo ordine interessa per fino il
filosofo, e r amico degli uomini: egli è in-
caricato della direzione degli Ospedali del
regno. L'insegna è una Croce a due pun-f
te, smaltata di bianco ;> in mezzo un globo
azzurro colle armi delta Svezia , e la divisa
J, H, S. ; il globo è angolato da quattro te-
ste di Serafini d'oro j colle ale spiegate , e
da quattro Croci Patriarcali. Quest'insegna ,
si porta suir abito dalla banda del cuore 9 '
in ricamo d'argento. Il Cordone è azzurto
ondato , e la croce vi sta attaccata ; sì por^
t4 dalla dritta alla sinistra • Si fa ancora a-
scen-
221 I>el jRe'gno é della Vitit
scendere ad un'antichità assai rimota risti-
tnskione dell' ordine della Spada : Federico^
lo rinnovò parimente nel 1748 : egli è de-
stinato per quelli , che si distinguono nelP
arte sì funesti per V umanità , ma per dis-
grazia troppo necessaria. Si ricompiensa ..a-
danque, ^i distingue^ si onora ; e secondo
Fattuale stato delle cose si deve ricompen-
sare , onorare , è distinguere quelli ^ che
iono eccellenti neir afte di distruggere i
suoi simili • Il numero dei Cavalieri dell'or^
dine della Spada non è fissato dagli statu-
ti : r órdine ha dfei semplici Gavalieri , dei
Commendatori ^e dei Gran^CrocL L'insegna
deir ordine è una Croce di Sant'Andrea a
due punte 9 smaltata in bianco ; nel ùiezzo
un globo azzurro colle - tre Corone di Sve*
zia , ed una Spada in palo ; le pcrnce della
Croce portano ancora delle corone, e. delle
ip'ade .. Il Rovescio presenta uria spada in
palo sopra il globo , in luogo delle tre co-
rone , con sopra una corona d' allorg ; e nel
contorno si leggono ìt parole ; prò Patria .
I semplici Cavalieri portano la Crocè alla
bottoniera dell' abito i con un nastrò nero 5
i Commendatori portano questa croce sul
petto , attaccata ad un cordone nero , e la
stella deir ordine ricamata in argento sopra
r abito dalla parte ' destra . Il celebre Haller
U Cavaliere della stella Polare ; ed è un
de.
di Gustavo IIL re di Sve:(la . 22 j
aécoirò per quesf òridijDe • Il Re dichiarò i
alcuni anni sono > che neir* avvenire vi sa-
rebbero sei cordonile sei picclole. croci da
distribuire nel Clero. Questa, istituzione sark
rispettabile ^ ella produrrà li più felici, ef-
fetti, se la croce servirà a decorare il Pa^,
store^ il quale avrà faticato a mantenetKu-
nioae > la concordia , e la carità nel spq
gregge , che astenendosi dall' intrigo e dal
maneggro , non ad altro è stato intento i
che air adempimento^ del dovere di suo sta-
to ; che avrà istradato il giovine tifel cam-
mino della sapienza , consolato il vecchior
già suir orlo della tomba , t conservato nel-
le famiglie la pace, e Tunione ;
Il Re è capo e Gran Maestro degli or-
dini cavallereschi. I Principi del sangue ne
nascono Cavalieri . Il Capitolo si tiene il
priitìo lunedi dell'Avvento e li 28 aprile.
^ Ma questi titoli d\ magnificenze 'non for-
mano la potenza d^ un Re , né la gloria d'una
nazione . Lo statò dell' erario. ^pubblico n'è la
solida base, ed il verp sostegno ..Sé resten->
sione geografica degli Stati decidesse della,
somma delle rendite loro > la Svezia sareb-
be uno dei più ricchi paesi dell' Europa ;
ma la cosa non accade così: lo Stato pujì^
essere vastissimo , senza avere grandi risorse \
la Svezia ne offre, una prova convincente .
L' entrate pubbliche della Stez&a , sono
. di
124 ^^^ Regno t della Vita
di due sorte ; V une stabili > e permanenti ,
le altre accordate a tempo dai Rappresen*^
tanti della nazione. L'entrate stabili proven--
gono principalmente dai beni della corona #
e dalla capitazione (i), dalle decime delle
biade t dalle tasse sulle terre > dalle doga-
ne, dazj e carta bollata. Una parte di que-
ste imposte si riscuote in danaro , un'^altra
ih natura . la maggior parte si percepiscono
ancora secondo la stima fatta oeir anno 1696 ^
sebbene dopo quel tempo la boltura > le mo«
nete^ ed i prezzi degli effetti hanno sofFei^
to notabili mutazioni • La nobiltà è stata e^
sentata dalla capitazione , ma in contraccam-
bio ella ha rinunziato alla cessione dei daz^
e dogane che avanti godeva . I paesani > che
hanno beni a cottimo dai nebili ^ pagano»
soltanto la metà in tasse fisse allo Stato > di
quello pagano i paesani che gli hanno dal-
la corona.
Quando i bisogni pubblici aumentano , per
particolari circostanze , gli Stati radunati ac-*
cordano dei Mssidj per un tempa determi-
nato •
Que-
(i) Za Cajnta:(tone fu stabilita nel 1627'^ n
paga da t^ sino ai 60 anni: ella varia se-
conda le Provincie'. '
' di jQtèfMoo III. ^re* di ^è^iik. . ^2$
",.. QueiM ifisocsa non è stata mai cAn ^ma
firedttQO^a impiegata i quanto sotto il regno
dì postavo Adollb . Qaesto' principe ebbe
(piesào occasione di ricorrere alla generosità
dell^ >na2Sone per trovar mezzi d* eseguir le
aiui^ geandi imprese ; accordati allora ' 4 tem-
jlOs'iIa maggior parte sono' rimasti stabili e
pccma^enti. Gli Stati deliberarono , nel 1786,
sul siussidio accordato iDel 1772 , e decreta-
rono che sarebbe prolungato per quattro a nr
ni, Q^lla: clausola , che si deterrebbe Tuno
p^r ciento della somma . Prendendo questa
risoluzione , (dicono gli Stati nel loro de-
(:.reto. ) , <i tenore del più prezioso privile-
gio , cHe le leggi ci accordano ^ noi non ab-
biaoio avuto, per iscopo di diminuire le ri-
sorse del governo , ma di dare alla parte
m^tio comoda , di quelli che sono soggètti
alla contribuzione , la speranza di esser un
giorno sollevati . Al chiudersi la Dieta , il
Ile dichiarò , che accorcerebbe d'^ un anno
ì\ terrpine prefìsso dagli Stati.
. Queste imposizioni straordinarie sono 9 o
effettive o personali . Gli stipendj delle ca-
riche , i prodotti dell' agricoltura , deir in-
dustria , e del commercio contribuiscono
principalmente a formare la spmma accor-
data dair assemblea nazionale * La riparti-
zioi^e si fa nella seguente maniera. Nella cit-
(à il magistra.to nomina uncerto numcDodei
Tome II. r prin-
130 J>€l Segno e dilla Vita
principali cittadini, i qaali s* obbligami^ boti
giuramento di tassarq gli abitanti a "tetiord
delle informazioni ^ che vengono loro pre^
seaute dai Commissar) <ìei quartieri » 4o
campagna il Governatole della Provincia
dirìge la ripartizione : egli d'accordile col
giudice territoriale sceglie tre pertonb ^elfat
nobiltà ì dei Clero ^ e dell' ordine dei pae^
sani V che tassano i diversi ^^f^retti ai ^uall
appartengono. Se questi lasiatòri lioii con*
vengonoi fra loro , la decisione vienef rimes-
sa ai loro costituenti . ì tassati^ éei si ere*
donò 4 possono fare le Ìoro rappre^'nlanze .
Ciascbedun distretto ha il suo ricevitore , il
quale ajutato da uir riscirótitoré ,' riscuote
tanto le imposte ordinarie i che straordina-
rie , e le rimette al Tesoriere del gWerno^
della Provincia y il ^ua|e Io fa pòscia pas-'
sare al Collegio de* conti dello Stato.
I conti sono maiìdati al giudice* territo-^
naie , il quale li rivede y vi fa le sue osser*
vazioni , e li matida al tribunale diel/a re-
visione della Provincia . Da questo passano^
al Collegio delia camera , ^ e finalniente su-
biscono un ultimo esame nel Collegio della
revisione . II ricevitore convinto di itegli-
genza, o cattiva amministrazione , è^éòncén-^
nato a pagare un ti per cento d' emenda ;
se non è solvibile, viene punito con peni
afflittive di corpo . Quegli , che ha rilevato
il
dì Cùitauò IJL re di Svi^ . i j I
il' difetto^ rìcevjB la quarta, parte ddla som»
tna , che la. coronft doveva percepire , ed il
suo nome è tenatà.ròòculto. Ma siccome è
disile a Tivederè àaz quantità v di volumi
mólto grossi ^ sfc^ge più d' un .xfolpevòle .
SI regola con princi^j di moderazione , ed
umanità nelle fiéeofsioni . Il lavorante non
è esposto 2( 4^eÙe .crudeli ibssazioni ì che
iti altri ^ati gli cavano le tagriùié ed i gè-
miti : possono portare i loro laménti a pie
del tròno , ed ottengono reniissione • Può
accadere ^ ohe tal volta si trovino degl* im-
piegati ^ che , abusando della loro autorità «
portino la desolazione lielb òaj^arina del con-
tadino : da pet tutto si trovano di quéi uò-
mini hdiTbztì i i quali sotiosi Spogliati del
sentiitienti della natura, e non sembrano go-
dere 1 che delle disgrazie dei loro simili ;
ma questi esattori agiscono contro lo spiri-'
tó del goverùo ^ .
Alcuni rami dL pubblica entrata esistono #
formati ih questi alitimi tempi , che rendo<«
no somme più o meno considerabili a te-
nore delle circostanze . Si è stabilita a Stok-
holm una lotteria reale, ed una cassa reale
di scontò : il monopolio dell' acquavita , di'è
durato alcuni anni , è stafo abolita , ma la
corona si è riservata una indenizzazione ìi^
fbiade . SI pretende cl^e il monopolio non
P a sia
1J2 i?el Segna è àella Vita '
sia stata tanto lucrativo , quanto gli autori
del piano avevano fatto sperare .
Contando tutte le entrate pubbliche , si
trova innanzi all' nltima; Dieta una somma
di circa due milioni dì Risdalleri (i ).. La
Pomerania , e gli altri ppssedimet^ti della
Germania assorbiscono, presso a poco ciò ,
che rendono, allo stato t-a causa dei dlspea-
dj, a cui danno occasione. L'entrate della
corona di Svezia sembreranno menq spro*
porzionate , riguardo agli altri paesi d'Euro-
pa « se si considera , che le terre ritolte da
Carlo XI alla nobiltà , somministrano in
gran parte il mantenimento dell' armata n^^^
zionale , e perfino di. molti, impiqghi civili.
Ma non ostante questo risparmio , il govem
no ha quasi sempre con istento fatto Jtonr
te alle pubbliche occorrenze (2) , e la spesai
ha sovente ecceduto a|r entrata . I sussid)
della Francia non sono stati sufficienti per
riempiere questo vuoto > e si è dovuto ri-
correre a deglMmpresttti tanto di fuori quan*
to in paese*
(t) Un risdallero di Svezia vale induca uvù-
scudo ....
( 2 ) Due sole epoche vi sono state d'una stqto
prospero : t una aiìa morte d^ Gustavo /,
l'altra alla morte di Carlo XI.
di Gustava III. re di Sve^ . 13^
S'ignorava non optante ^ questo e debifco^ 0
non fa nenim«no::cpr0ppstoiQigUi Stathn^ilà
Dieta del ijBéJ <^e3t'oggetiO' ife*etr»tD Aik?^
cusso .con t^DÉajpiùntl^^ccuratfi(22a avella Die*
«a del 1 789^ ,r.»mejai0rarbi|p per tanti rigaar-*
di: Il Re rimise va InGomicaro^scbre;* lo-sta-;
tb dei debiti; dslià coronai ufo. tt&/2ità^ che
montavano si ^m Itemi' venttìnor'/ p r joooéid
Hisdallcrii Fu domandata la garanffee degli
Stati; tanto per questa somma^ <pranto per
glMmprestiti , che di veni vano necess^rj per
le spéàe della guerra. Gli ordim* delCteiro?
della cittadinanza > e dei paesani ^«i presta-?
rono senza resistenza ai desidera della :(3br«
te ; la Nobiltà fu mebo facile , • ma^ cadette
infine ancor essa # ed accordcr h :^£tkniÌ2L i
Si presentò un' altra difficoltà .-11 csomìtaio
secreto giudicò / che. la corona' avrebbe br-
«ogrfo di 82 tonné d'oro ,' o sia un mìMo-
n^ , € 400000 Risdàtleri , tanto. per pagare
i frutti del debito , divenuto nazionale p^t
la garantia degli €tatì , quanto per sovveni-
re alle attuali occoprenze .1 tre ordini in>
feriori approdarono il contenuto della rap-r
presentanza del comitato . La nobiltà però
non fu dello stesso sentimento ,q: nuovi di*
battimenti si sollevarono nella camera:-' finis
rono: per la pluralità dei voti , e si accedei-'
te lillà decisione degli altri ordini. Questjh
ordini accordarono i sussidj sifìo'aija lenoM
P 3 dV
2 34 ^^^ Regno e della Vita *
d' una nuova Dieta ; ma la nobiltà prejle$f
fissare un tiifinine preciso: sostenne /che in
akra maniera )e: concessioni straordinarie dir
vef 'ebbero ..imposte .pérmaiiemi ^ p che al*
meno durerebbeno per tanto tempo ^ quanto
piacerebbe al. Re di non convocare gli Sta*
ti . Per trovar un mezzo di conciliazione , il
Clero propose , che nel caso , che, il Re noci
ifctimassa conveniente di convocare gli. Sta-
ti , potrebbe radunarsi ogni |re anni ui^
certo numero di persone , formando una de^
putazlone incaricata di prolungare il con4
sentimento .ai sussid}^ se, li trovasse ancóra
netessar} > ma senza poterli né aumentare «
né crearne, dei . nuovi . La nobiltà non apprp-
vò quets;ia proppsiziotie del .Clero , e noti
persistette neir opinione gik fissata , e di-
mandò che fosse prefisso un termine • .
Comparve allora una dichiarazione del Re#
la quale conteneva^ che. l'ordine equestre
attaccava i diritti del Monarca , volendolo
sforzare a convocare gli Stati al termine fisr
sato per la cessazione dei &ussid; .* eh* era
cosa di ^mi^a importanza nella situazione
presente del regno > che il nimico ignorasse
r epoca, qpando i rappresentanti della nà*
auone sarcherò nuovainente radunati . Ma
la. nobiltà fii inflessibile. Per métter fiit^ a
i|iie$ra opposizione , il Re risolvette di por*
msi in persona nella sala della nobiltà: gli
-, . aK
di dusiavo IIL re di Svezia . 235
a}tri ordini Ifurono avvisati di questa riso-
iuzion^} ^ìla §i sparge nel pubblico, e fece
UAa^^sfjijazione analoga alla sua importan-
za «Il pQpto.Io accorse da tutte le parti della
ci/là ì: e .<;ircondò il Palazzo della nobiltà .
La, presenza del Re non fece subito queir
(iflfetlChr <:h.e si era sperato ; ma finalmente
ella eriqinfó di tutti gli ostacoli e fu dato
il, CQf^enso«
Un diparti mentq I stabilitq sotto nome di
Camera di Conti degli Stati del regno t ma-
neggerà le nuove rendite e tutte le som-
xne , eh' entreranno nel!' antica cassa d'estin-
adpcie . Questo dipartimemo è composto d'uà
numero di deputati dei quattro ordini .
Se sì vuole esser convititi dei funesti' effet-
ti , che s^co ports^ il disordine tielle pubbliche
Fii>an^ev se si vuol conoscere quanto im^
porta .di procacciare a questa parte d'ammi-
nistrazione lumi^ esattezza , metodo , e vi-
gilanza/j| convieu leggere gli annali della
Svezia . ' :
Sino nel secolo scorso, le motiete d^ ar-
gento furono alterate, e lo Stato vi fece una
perdita di rimarco . Carlo XII introdusse
di nuovo quelle, monete di rame , che ave-
vano avuto corso anticamente: queste era-
no delle grandi lastre di rame molto inco-
^lOde per la vita sociale. La guerra aveado
a^ssorbito il tesoro pubblico , e Carlo vp^n«
P 4 do
236 l>el Regnò e della Viti
do continuarla a qualunque cotto , it Bafofi
de Goercz , fecondo in espedienti , propose
d'innalzare il rame, di dargli il Valore deir
argento , e di là provenne quella moneta
fatale > della quale il nome esprime la nà-^
tura ( I ) • Ella si moltiplicò a segnq , che
alla morte del Re , ve n* erano per piti di
sei milioni di risd. Il dono , che la Fran-
cia, fece alla Svezia , e le somme in indèn-
nizzazione delle provincie^ che furono cedu-
te^ servirono di paliativo e non di rihie*
dio . Le finanze tanto meno potevano ria^
versi dello stato miserabile , in cui si tró^
▼avano , quanto che la bilancia del eom-'
mercio in vervna maniera pendeva in fa<^
vore della Svezia .
Nel 172^, sMntrodpssero 16 schedule di
Banco , pagabili al latore ; hi allegava per'
ragione di questa novità il vantaggio* , che.
ne avrebbe la circolazione intema < Le som-
me contenute nelle schedule diminuirono 2L
misura , che spariva la moneta reale . II cor-
so
(i) Furono chiamate Mynttekeri che signifi-^
ca segno di monttz : portavano varj impron-^
ti^ ed ognuna di queste monete , cK erancf
di' rame ^ della grandei^'^a di un quattrino ,
doveva avere U valore in circa d'una lira
Veneta .
dì Guatavo III. re di Sve:(id. 2 jf.
to del cambio fece, tosto conoscere le cón-
togoejQxe, che , questo regolamento doveva
necessariamente produrre • Il male si aumen*
tava per- ragioni , che sono facili . ad inten-
dersi ; Il Banco fu richiesto di fare ìmpre*
sritt alla: Corona , ed a' particolari. Il rame
monetato fa asportato colla permissione del
governa;' ma il valore di questo rame non
ritornò in argento com' era stato decretato \<
La massa della carta s'accrebbe di giorno
in gioftio^ ed il corso del cambio causa del-'
le perdite enorjcni . Per renderlo più vantag-
gioso > e per ristabilire il corso incerto , e
capriccidso del commercio interiore, il go-
verno formò : dei banchi di cambio ; ma non
ottenne il suo sc^po . L'interesse personale,
e speculazioni mal riuscite attraversarono le
sue mire^ e la situazione clegli affari, rima-
se sempre la medesima. Le due guerre, che
la nazióne dovette sostenere , costarono più
miliodi V ed accrebbero il disordine . Nel
1765 , il Banco avea di eredito colla Co-
róna ; e (ioi particolari 73 v tonne d* oro .
Il corso, dd cambio sopra Hamburgo « fu
nel 1.762, a. 108 marche per uno scudo di
Banco . In tale stato di disordine si pensò
seriamente air introduzione di moneta effet-
tiva ; molti progetti furono proposti » ma
r esecuzione incontrava degh ostacoli .
, p 5 II
j I
2.3,8- Ifel Megna e della Tita
Il> Re r^Q&iiie adottò, ad 1777 ^ ^ pte^
no del Baron di Liliecrantz; per ,i|iJea¥o éi
imprestiti tolti in paesi esteri, lo Stata ag^
giunse al fonda della moneta eflfstti^a^chp il
Banco già possedeva ^ quattro mìliotii e mea>
zo di risd , 11 rame , che la Corona po0e«
deva a titolo di decime , fu egualmientejm*»
piegato a quest' uso. Tanto . pia facilmente
si è potuto ottenere questo inteiuo, quafuq
che i forestieri non hanno ritirato i loro fon-
di con troppa precipitatone ^ e cbeùl com-^
inereio che in tutto il tem.po delia gocrta
Americana fu assai vantaggioso, fece entra-»
re nel regno somme consider^ibiLì ^ Per dare
a questo sistema più di solidità ed jcffica-»
eia, sino dall'anno 1777 si paga^ una par-»
te degli stipendi civili , e militari iti mone'*
ta elettiva* Le antiche schedule sono stace
ritirate, ed il Banco le ha pagate in rame**
le nuove sono. in risdallert , e la minore ò
di ^ue risd* Questo provvedimento del go^^
verno è stato senza £illo svaiitaggioso <^ a più
d' lin particolare ; ma il ben pubblico lo dir
numdavaj e si è cercato di guarire la pia-^
ga nella maniera men dolorosa. Jl samera-i
rio , presentemente in circolazione i^può'eott^
siderarsi di nove in dieci milioni di rlsdal«r
Il frutto leg^e è del 6 per cento . < ^
Il Banco di Stokholm è degno diilF 4KÌ
ten-
di OumvQ in. re di Svezia. x^
tenuoiìe di i!uttt quelU , che $t\xàimo"gY ìtì"-^
teressi ecoaomici delté nazioni . Egli fu fon*
data nel 1657 , e rinovato nel 166 8, Uni
Livornese chiamato Fàlmstruck ne diede il
piano. Gii Stati del r^no , a riserva dell'
órdine dei Bontadini ,■ il quale ha riénsato di
^rcecipare di questa prerogativa , ne sonci
gli amministratori: eglino ne nominano dei
deputati , che invigilano sul mantenimento
dell'economìa Interiore del Banco /e che so-
no responsabili a dei revisori nomixiàti an-
cor essi dagli Stati ^ ed agli Stati medesimi
effondo fono radunati. Il Banco è dìviso^rt
diversi ufEz) , come la Cancelleria, V Ufficio
del Fiscale, il Banco di cambio, T Uffitìo
d'annotazioni' e numerazioni , la cassa d' im^
prestiti, r Uffizio di revisione e quella dello
echednle. Ognuno degli UfH^j è diretto da
otìo , o più Commissar). H Banco ha la s^cia
propria Cartiera vicino a Stokhòlm ; egli ha
ancora al suo servizio un fonditore di ca*
ratteri ed un incisore . Il governo gli ht
conceduto giurisdizione sopra tutt^ i suoi im«>
pieglati ; ma per le liti , che possono na«
scere cetn dei particolari, dipende dal tribu-
nale di Corte di Scokholm . Tutti gli . si abi*
limenti pubblici a riserva delk Zecta, han^
no i loro libri al Banco di cambio , e per^
ciò le Vendite più chiare dello Stato deb«>-
bo-
240 Del Regno e ièlla Vita
bono passare per qaest-uffiiio. I pardcofaTÌ
possono def>ositarvi t loro capitali , e rìd-^
rarli , quando ne hanno bisogno ^ pagando unr
Coarto per cento agr impiegati . Il Banco ^
imprestito dà le «sue assegnazioni iu qaeUa
del cambio* GF imprestiti sópra le terre > e
le ease non 'hanno .più laogo > ma si può*
prendere in impreatiio sopra il ferro, il ra*
me » e l'argento a un qaaf tro per ico. Que-
sta risorsa i ditsdm'ma importanza per i ne-^
gozianti . Le. ricchezze del Banco non sona
state note giammai ; qaesto è il Segreto di
Stato.- S' però facilcosa il comprendere/ che
dalPtma. parte .deve avcfr gnadagnata consi*
derabilmente Sopra i suoi iiiiprestftl , e d^\Y
altra ^ che il danaro effettivo non costituì*
sce che la minor parte, dei fondi , che posr
siede . Si ^calcola a delle somme molto con*
siderabili il guadagno, che fa soltanto sulle
schedule , ehe si perdono y o che sono cont
snnte dalle fiamme. Egli non ha giammai
imprestato né. alla corona ^ né ai partieola-
ri, senza atere tutte le necessarie sicurez-
ze. Il credito dunque , del qua)e (gode il
Banco di Ì5t(Àholm tanto nella Svezia ,
quanto in esteri. paesi è un. credito reale e
solido • Questo credito si manterrà ^ in quan-
to gli Amministratori non .abl>andoneranna
il sistema adottato , e del quale una liinga^
es-
di l^ustakio Ih. tè di Svèzia . Ì41
esperienza ìiz fioniprovato laTsoliaitk dell'i-
stituzione
Per dare tùxóvé nsorsé ài coMirtetcid; ed
air iìidàstrlà, il Governò petfhìsé- fìel 1775
ad una ^ocifetà <iì formare là "" Stòkhòltti uti
Uffizio di sconto : essendo spirato questo
^iri vilégio , è stata' ' stabilita tìna éamera rèa«
le di sconto , della quale il regolachento i
fn data dèi dì ì^ aprile 1^87: ella dee a-
vere un fondo di 40000D risdàl.
: lié ihbneie bhé haiinò torso nella Svèzia
sono ; d' oro , il ^fecchino a i risd; 46 schell:
d'argentò; ir Hsd; di 48 ^héll. nioheta i-
deale , che equivale a 6 tàlleri d^afgéhtò , d
iS talleri di rame , egualmente moneta idea-
le : li 2 terzi, 1 terzo, t dùodiceiiiitio , è
i vige^imòqliartò di i-i^d. vàglioho a prò-
porzione.
Dì rame,' il ènkenlslan't 6 styter settiplicè
di 3 rundstyck , od oert : il dubbehlant , 6
dopi^iò it'yver Ai • 6 rundstych , e V oert ^
o rundstyck , dei c(uàli ti fanilò un schel^
ting.
Ecco tutti 1 dbrii di cambj dèlia Syezit
à tenore del regolamento del 1^7^.
In Àmsterdani 4^ schei, più ò meno iz^
g;lloho i risA fc.
Copenaghen iòó<risd. ip. 124 risd. e.
Spagna 41 schei -^ i ducato di e.
Han-
Q^oborgp 47 — ? -^ pttvKW — ri64-^t
Lisbona 22 schei— i crusad. di 409. ris.
Livorno 47 «che^ rr- x pezu (i|.S reali .
Londra 4, ?i$d..^ l? schei, -r .? lira stcr.
Parigi 95 schei -^. ^ scucio di . 60 <j
Scràlsundji' iqo ri^d^ fp. — J33 risd. di
Potperania. . ;
Quevi corsi yarìanq secondo^ la bilancia
del commerciò»
. Si. osserva anpora, U ffgojamenfo, del 1664
riguardo aLpi^p^ci d^Ue monete.,
. 61 zccchifii vengono. tagUafi da lina mar-
ca d'pro d^l grido df finezza 25 can e 5
jgranr.
Da pna inarca 4' argento ;i fiinno 8 . risd.
del prado di finezza 14 lods ,> i grano ; si
sono ommesse le frazioni.
11 marco per il saggio d'orq si divide in
1.4 carati , e i 5 grani . ,
Il marco per il saggio, dèir argento è di
16 lods, e il lod j8 grani.
L' argento lavorato nella Svezia è di 13^
lods^ che co^rtspon^onp a 9^ ^^nari e 22^
gitani, dal qqaìe si deduce x ott. lods per
rimedio deQo scfirscggiare .
Il marco peso d'oro , e d'argento è i^
lods p 64. grani ^ o sia 4384. i|ssi •
Trentadue zecchine in peso da |>esar i zec-^
ehi-
ài Gustavo III. fé0 svétfia . ^4}
ghinl , corrispondono a 3. gncfe , e f: gcAs ,
jo grani di peso di Francia ^ e 'questo, at
2320 •^' assi peso di Trojes..
Vi sono quattro sòrte di pesi usati liei
commeì-cip in Isvezia. Primo: peso di vet^
tovaglia. Secondo: peso di miniera . Terao :
peso di città , e di campagna . Quarto : peso^
di ferro e di istapcl* Yi è ancora un péso
stabilito unicamente per la tnedicina.
Una libbra d«tta skolpund , peso di ^irctto-
yaglia , ha 8>Ì4S assi I Cn . marco péso di
miniera , fa 7821 f| ^asii. Un marco di città
e di campagna, fa T4SQ ~ assi .Un mar-
co peso di stapel , fa 7078 *7 assi • Un
sckeppund fé 20 lisptìnd 5 un lispund 20 skoU
pund . Un scheppund di stapel e di ferro
non fa che 16 lfspuAd\ a 20 hbbfe per H'sy
pund.. Unquintal, p centner fa 120 libbre,
una libbra 32 lods,'ò 132 dramme, a 69 5-
assi ciascheduna. La libbra dello speciale
pesa 7416 assi. ' '
La tonna , o sia botte per misurare i
grani, il sale, ed altre mercanzie secche,
è di ^3 quintesimi piedi cu))ìci di Sve-
zia , che corrisppndono a 7} i6 oncie cù-
biche di Francia .
Questa misura si suddivide in 2 spann ,
8 syrtel, 32 cappe, 56 canne, 112 stop ,
448 quàrter, 1792 oert^ o jungfrm.
La
244 -^^^ Jfegno é delta Tiià '
La tònna per gli umidii come la cai-nè?
il pcscfè , la farina contiene 48 cantile • Per
il catrame , è pece ana' tonna contiene 48^
a loò oncie cubiche la canna, una toiina
d'aringhe salate coiitiene loco aringhe;
%t 4. settime tonne di Svezia , fanno uri
last d* Hambargo ;
Un last fa ordinslriamehte 12 tonne . Utt
last di catrame , e di pece , fa 1 3[ tonne . Unt
ksc di ' pesce secco 1 2 tonne • Un last di
sale di Spagna e di Francia i S tonne . Un
last di eanepa , di lino , di cordami y
6 schepp, o 12Ó lips. di Svesta.
II fuder, o fatf di suddivide in x pippe^
4 oxhoe sd, 6 aHm# 12 oembaf ^24 ankar^
360 canne , 720 stop ^ 2880 quarter ^e 11520
fungfrii • La canna « o,.poc^ misura di Svè-
zia per materie liquide è 172, e 4 queli-
ti, oncie cubiche di Svezia , che corrispon-
dono a i}2 oncie cubiche di Francia;
il piede di Svezia è a quello di Francia ,
come loopo a 10943. ^ ^^^^ ^ fama è di
6 piedi. La pertica , o ruta è di 16 piedi.
il braccio , o aln ha 2 piedi di lunghezza ^ che
corrispondono a 263 i qu. linee di Fran-
cia.
11 mìglio svedese è computato iSooo aU
mar di Svezia , corrispondenti a 5483 e i
terzo tese di Francia, e. io 23 cinquantesi-
mi
éi Cusiavo III. r^ (fi. Svezia ; 24 5
m'ì dì quelle miglia , che fanno i^n grado
so^to rEqui^torc. '
L'Uffizfo deir agtìménsura divide il piede
in dieci OAcie a .dieci linee rpn$:ia^* ma or-
dinariamente i^oncia si conta dodici lii>ee .
. Il miglio quadi;ato di Svezia è di Ij^^Tm
ooooòo piedi quadrati di Svezia > b 324^00
ppoo d'alnar quadrati svedesi»
Fine f(el Tòmo Seconda ^
I N-
i4«
I k R I C £
DEI q > i* i T Ci il i
Che si contengono nei presei^t^ Volarne.
I
GAP. I. Amministrazione ifiterioff^ èccìeìtdstì'i
ca ^ civile , crifkìnale e poluicd de{ iegno
di Svèzia . Rela:^onì di questa Potenza
colle Corti straniera. pag. j
GAP. IL JPiGcAetjtfe naturali della Svezia. Po-
polazione; 67
GAP. IIL Carattere na^nate : Educa:[ioné i 95
GAP. IV. Cb//&fa J ed industriai 11^
GBP, V. Sden:^ ed Arti. Antichità i è Zin-
guù. 146
GAP. VI. Commerciò esterno^ ed iriterno.iS^
GAP. VII. Militare. Ordini cavùllerescbi ^ Ren-
dite e spese della Corona, Finan:^e . 210
NOI
ut
Noi RIFORMATORI
DELLO STUDIO DI PADOVA.
Avendo veduto per là Fede di Revisio-
ne, ed Àpprovaiiorié del P. /l Gioì
Totnmasó Mascheroni Ìnq|uiÌsicor (Generale
del Santo Offizio di Venè:(tà nel liibro in-
titolato . Stofid dei Regnò ^ e della Vita di
Gustavo Tér:^o ré di Sve'^^à Tornò IL MS.
non vi essef cosà alcana contro la Santa
Fede Cattolica ^ e parimente per Attestato
del Segretario Nòstro ì niente cóntro Prin-
cipi ì e Buoni Costumi , concediamo Li-
cenza ad Anton^ió Zattd Stampator di Te--
ne\%a ^ che possa esser stampata ^ osservan-
do gli ordini ili materia di Stampe , e
presentando le solite Copie alle Pubbli-'
òhe Librerie di Veneziai , e di Padova *
t)af. li ì2. Maggio Ì792.
( Ùtacomó Nani KaVi Éif.
( Zaccaria Valtaresso Jfif.
( Francesco Pesaro KaVé ProCé Rif^
Registrata in Libro à Carte 283 alNum. 15
Marcantonio Sanfermo Segr^
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