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Full text of "Storia del regno e della vita di Gustavo III. re di Svezia"

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^  I 


«^■* 


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7     ^ 


^ì^^ù^'a  prejjo  Cltdcmo  X alta  e  9^à. 


.S_T    ORIA 

DEL     REGNO 

EDELLA    VITA 

D    1 

GU  &T  AV  o   ni 

£_ 

T  O  M  O     PRIMO. 


VENEZIA, 


PRESSO  ANTONIO  2ATTA  E  FIGLI. 
MDCCXCIl^ 


ili 

INTRODUZION^E. 


F. 


Ra  tutti  1  regni  del  settentrióne,  quello 

di^  Svezia   in   ogni  tempo  fu  chiaro  per  uo* 

mini  illustri,  ed  eroi  che  vi   regnarono;   e 

per  guerre  e  gesta    gloriose   dai    suol  abita- 

,  tori  operate  ^  e  sostenute    presso  le  limitro* 

fé  e  le  lontane  nazioii  •    Specialmente  però 

nei  secoli  più  a    noi    vicini^   e«  soprattutto 

nel  presente,  questo  paese  fissò  T attenzione 

dell'Europa 4  e  interessò    la  pubblica  curio« 

sita.  Le  imprese  famose    di    Gustavo   Vas9 

nel  secolo    XVL,    di    Gustavo   Adolfo  nel 

XVHm  quelle  sorprendenti  e  quasi  incredi* 

bili  di  Carlo  XII.,  la^  straordinaria   ferm^ 

£a,  e  coraggio  di  Gustavo  HI.,  le  sue   viHy^/ 

tù|  le  sue  prospere  ed  avverse;  fortune  forma«* 

*     a  no 


i» 


iv 
no    una    serie    d'  avvenimenti    ben    degni 
d^  tsscté  colla  storia    tramaodati   alla  poste- 
rità. Ognuno  di  questi    eroi    Svezzesi  trovò 
scrittori  di  chiaro  ingegno ,  che  le  loro  glorie 
felicemente  celebrarono  e  descrissero .  La  sto- 
ria di  Carlo  XIL  uscita  dalla  penna  impareg. 
giàbilc  di  Voltaire^  riportò  mefitamentc  ap* 
plausi  universali  «  Gustavo  III.  avrebbe  ben 
meritato  d'essere  celebrato    da    penna    non 
meao  chiara  e  felice  •  Ma  la  pujtiblica  curio* 
sita,  come  potrebbe  attendere  dalla  posteri» 
tà  uno  scrittor  di  tal  siorta  ^  che  appena  net- 
giro  di  secoli  suol  essere  dalla  natuta    prò-*, 
dotto  ?  Gustavo  III   troppo  interessa  il  cuo* 
re  e  r  attenzione  dell'Europa >  onde  lasciare 
in  silenzio  le  sue  gesta  gloriose  per  più  lun- 
go t^mpo.  Il  pubblico  impaziente^  vorràdun- 
que  aggradire  questa  qualunque  siasi   storia  s 
deb  suo  regno  e  della  sua  vita,  ch'io  m'^ af- 
fretto di  presentargli.  Essa  non  mancherà  di  : 
precisione^  ftè  dal  v«r9  si  scosterk:  i  fatti  vi 

sa- 


}i 


V 

saranno  <i9poMi  toh  tutta  fimpariiaKtà    che 
da  uno  storico  $i  deve  esigere  ^  e  con  tutta 
la  chiarezza  y  e  t  ordine  necesSàro  per  cono* 
scere  le  cause  degli  avvenimenti  y  di  cui  vuol 
essere  il  lettore  Istruito.  Si   darà    prima   di 
tutto  UQ^  idea  generale  delle  nozioni  geogra- 
fiche, e  fisiche  de!  regno  di  >Svezia;  indi  del- 
la storia  dei  re  precessori    di    Gustavo    III. 
Si  parlerà  della  dinastia  regnante,  delle  re* 
lazioni  politiche  della  Svezia  colle    potente 
straniere  ;  della  religione  ,  delle  leggi    civili 
e  criminali'^  dello  stato  militare ,  delle  ren-^ 
dite  e  spese  della  corona ,  della   popolazio- 
ne,    delle    ricchezze  ^   coltura  ,    industria,* 
commercio  della  nazione,  del  suo  carattere,, 
costumi,  lingua,  scienze,  ed   arti;    e  final- 
mente della  costituzione  antica^  e  della  mo« 
derna    stabilita    da    Gustavo    III.,   dal  suo 
giugnere  al  trono;  e  di  quanto  egli    ha  o- 
perato  nel  suo    regno,    e    specialmente    in 
questi  ultimi  anni  per  migliorarla,,  e  render- 
la 


vi 
la  più  Stabile  I  e\inifbrme  ai , principi  nece$^ 
$arj  alla  prosperila  della  so»  nazione .  Final- 
mente la  guerra  gloriosa  da  lui  sostenuta 
contro  r impero  di  Russia^  fino  all'epoca 
della  pace  vantaggiosa  da  lui  conchiusa  coi 
suoi  nimici,  ed  al  luttuoso  avvenimento  del<v 
la  scellerata  congiura  formata  conrro  la  sua 
vita  preziosa ,  e  degna  dell'  immortalità  # 
Tutta  questa  ^  catena  di  cose  e  di  avveni* 
menti  formeranno  un  complesso  variato  9 
ma  sempre  interessante  di  nozioni,  e  di  fat- 
ti  insieme  concatenati ,  in  cui  il  lettore  tut«, 
ta  avrà  sotto  l'occhio  la  storia  del  regno ^ 
e  della  vita  di  Gustavo  III.  monarca  di 
Svezia,  il  cui  nome  è  divenuto  T ornamen- 
to del  nostro  siecolo  • 


IN. 


vii 


INDICE 

'  Dei   Capitoli    Sì   questo  Primo  Tomo . 

CA  P.  I.  NoT^ionì   geografico- jiÀche   sul   te-  ' 
gno  di  Sve':^a .       •  Pag.   i 

GAP.  II.  Ragguaglio  succinto  dei  primi  mo^ 
narchi  di  Sve:^ia  che  regnarono  prima  di 
Gustavo  III.  sino  a  Btomo  II f.  i8 

GAP.  in.  Comperidio  storico  dei  re  Cristiani 
di  Svezia  .  Dal  IX,  sino  alla  metà  del  se* 
colo  XV L  deW  Era  cristiana.  Gustavo  Ta- 
sa  ascende  al  trono  di  Svelta .  48 

GAP..  IV,  Gesta  dei  monarchi  svc:^resì  da  Gu- 
stavo  Vasa ,  fino  a  Gustavo  Adolfo  :  guer» 
re  ,  vittorie  e  morte  di  questo  principe.  90 
CA  P.  V.  Continuacfione  della  storia  dei  monar^ 
chi  sve:f:^esi ,  dal  regno  di  Cristina  fino  a 
quello  di  Carlo  XII.  Compendio  delle  gesta 
di  quesi*  eroe  ,  fino  alla  battaglia  di  Pulta^ 
va.  140 

CAP.  VI.  Vicende  di  Carlo  XII.  sino^  alla 
sua  morte  :  regno  di  Ulrica  Eleonora  ,  e  Fe- 
derico' d*  Assia  CasseL  Adolfo  Federico  di 
'  Olstetn  Gottorp  eletto  re  di  SveT^ia  :  avvenir 
menti  principali  sotto  il  suo  regno.  Gusta^ 
vo    III,  ascende   al   trono    di    Svezia    nel 

CAP. 


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*  ^.' 


LIBRO     PRIMO. 

GAPITOI^O    I. 


NQs(ionì  geografico-fiàche   sul  regno  di 


I 

jIÌ_Ij  regno  di  Svezia  si  stende  sulla  parte 
più  settentrionale  dell'  Europa ,  ed  abbraccia 
buòna  porzione  delle  terre  appena  note  ai 
Komani ,  e  da  loro  comprese  sotto  il  nome 
generale  di  Scandinavia.  Presentemente  ella 
ha  per  frontiere ,  ^IF  Onente  la  Russia,  alF 
Occidente  iLCategat  e  la  Norvegia»  al  Mez- 
zodì lo  stretto  del  Sund,  e  a  Settentrione 
gr  incolti  deserti  della  Lapponia  Kussa  e  Da** 
nese . 

Tutto  il  regno  si  divide  in  ciaque  parti 
generali  ;  la  Svezia  propriamente  detta  »  la 
Gothia,»  la  Nordlandia ,  là  Lapponia ,  e  la 
Finlandia.  Ognuna  di  queste  parti  si  suddi- 
vide in  molte  Provincie;  l'Uplandia,  la  Su* 
dermania  ,  la  Nericià",  la  Westmania ,  e 
la  D<fl^arlia  compongono  la  Svezia  pro- 
Tomo  }.  A  pria- 


t  Del  Regno  e  della  Vita 

priamente  detta:  la  Cothia  rinchiude  YCU' 
strogothìa,  la  ScBalandia ,  la  "Westrogothip  f 
le  isole  di  Gothland,  ed  Oeland ,  la  Wer- 
mlandia  ,  il  Feudo  di  Bous  ^  la  Dalia  »  la 
Scania  9  THallandiii  ^  e  fa  Blekingia:  il  Ge- 
strikland ,  V  Helsingia ,  la  Medelpadia  ^  la 
tìiemtlandia,  la  Herjedalia  ,  l'Ongerniania, 
e  la  ^esterbotnja;  costUuiscona  la  iMord- 
landia . 

La  Lapponia  svedese  é  divisa  in  sette  di- 
stretti; quello  d^Asele  ,  di  Hienitlandia , 
d*Umeo,  di  Piteo,  di  Luleo^  di  Torneo  y 
e  di  Kemi .-  le  provincie  della  Finlandia  so- 
iìo^  la  Finlandia  propriamente  detta,  Fispl^ 
di  Oland  ^  T  Ostrobotoia  ^  il  Taivastus^,  ia 
Kìlandia,  il  Savolax^  e  la  parte  dei  feudi 
di  Kyrnencr  e  della  .€arelia,  che  la  t&vezia 
ha  canservato. 

Le  arnai  vittoriose  della  Svezia  avevano 
aggiunta  alla  madre  Patria,  la  Livonia^ 
r  Estonia  ;  V  Ingria ,  la  Pon<erania ,  1*  isole 
d'QeseU  e  di  Bugen,  la  città  di  IXTismar , 
ed  il  suo  territorio^  i  Ducati  di  Bremen^e 
Verden  -  Di  questi  bei  possedimenti  non  a- 
vanza  ora  che  una  parte  della  Pomerani^; 
ulteriore  (i):  la  Finlandia  medesima  è  stata^ 

smem-' 

(i)  Za  città  di  Vìsmar  ,  ed  il  su&  territorio^ 
colf  isola  df  Hugfiu  rimangono  ancora  alla 
Svezia  ♦ 


di  Gustavo  ìli.  re  di  Sveccia  J         f 

Smembrata.  U acquisto  deiirjsolai  di  S.  ]^2f^  | 

tolómmeo,  sebbene  sia    dVotile  per  il  cqttì-^  \ 

mercip  v  non  è  valevole  però  a   compet^saje  -l 

((ueste  perdite.  ] 

Le  cinciue  parti    c^'  essjepzuìmente  com-  i 

^ongonQ  la  Svezia!,  e  che  già  accennaijimo , 
formano  lo  swo  più  vasto  dell'Europa,  se  , 

^i  eccettua  la  Russia.  ìioìf  ^ono  gU  scritto^ 
ri  d'accpf do  iSuU' estensione  delk  sua  supterr 
fiele  ^  It  Sig.  Busching  la  fissa  a  13^00  mi- 
glia {Quadrate  di  Germania,  e  $embra  cWfir 
gli  s'accosti  più  9.1  vero.  1}  regna  di  Sve- 
zia è  situato  fra  il  28^**,  ed  il  2^8.^^  grado 
di  longitudine,  e  fra  il  55^°,  e  70*"^  grar 
do  di  latitudine  settentrioitale .  L'inverno 
yì  è  lungo 4  sedcò  e  molto  fredido;  Testata 
ccrtaf  e  fnolco  calda  .  Gli  Svedesi  passano 
r^pidaniente  dall'una  di  queste  stngioni  ^tt 
altra;  la  primavera  e  T autunno  sono  loro 
quasi  sconosciuti.  La  luna,  le  aurore  borea- 
li, ed  il  riflesso  della  neve  spandono  nellie^ 
lunghe  notti  invernali  i  una  dolce  e  piacévo- 
le chiarezza .  Neir  estate  il  sole  rimane  tajci- 
to  suirÒrizzoriie,  che  la  notte  si  riduce  ad 
un  leggiero  crepuscolo:  allora  ja  vegetazio- 
ne acquista  il  suo  vigore,  e  la  natura  sem- 
bra riguadagnare  quel  tempo/  ch'ella  ha 
perduta  quando  dominavano  It  brine  ed  i 
geli. 

Si  vede  a  TTorneOi  nella  provincia  di  Ws^ 

A     2  ster- 


4       '     I>€l  Regno  e  della  Vita    •        / 

Éterbatnia  uno  dei  più  rimarcabili  fenomc^' 
ni ,  cioè  il  solstizio .  Due  astronomi  Svede- 
si ,  r  osservarono  la  pnma  volta  sul  fine  del 
Secolo  scorso:  è  noto  che  molti  astronomi 
francesi  l'osservarono  Tanno  1736.  Mau- 
pertuis  era  del  loro  numero.  Questo  filoso- 
fo sempre  inclinato  alla  singolarità,  diven* 
ne  innamorato  sotto  il  cerchio  polare,  e 
soggiornando  fra  le  nevi  ed  i  ghiacci ,  com- 
pose una  canzone  in  onore  della  sua  bella 
immaginaria  . 

Sebbene  la  Svezia  si  trovi  sotto  un  cielo 
rigoroso,  gode  non  ostante  un  clima  più 
ihite  delle  contrade  dell'Asia,  e  dell' Ame- 
rica, situati  sotto  gli  stessi  gradi  di  latitu- 
dine .  Senza  fallo  ella  deve  questo  vantaggio 
alle  acque.,  dalle  quali  è  bagnata  ed  inter- 
secata. 1  temporali  appariscono  di  rado  in 
questo  paese;  non  v'è  da  temere  delle  be- 
stie velenose;  i  terremoti  qui  non  spargo- 
no il  terrore  e  la  costernazione .  Alcuni  let- 
terati nazionali  pretendono ,  che  si  trovino 
delle  tracce  di  Vulcani  estinti,  ma  le  prò-. 
ve  che  adducono ,  non  sono  convincenti  • 
Xi'arìa  viva  e' pura,  che  respirano  gli  Sve- 
desi ,  li  rende  vigorosi ,  e  li  preserva  da  ma- 
lattie epidemiche.  La  peste  ha  fatto  strage 
talvolta  fra  loro  ;  ma  secondo  ogni  appa- 
renza ,  il  contagio  vi  fu  trasportato  dai 
paesi  meridionali.  Spesso  pervengono  ad  u* 

-    na 


éi  Gustavo  liì.  re  di  Svelta  l         f 

^a  età  assai  avanzata  •  A  teoore  d*  ufia  ilidf' 
moria  del  Sig.  Vafgentin ,  si  è  .  trovato  irl 
questi  ùUinri  tempi,  nel  corso  di  nove  in 
dieci  anni ,  2036  uomini  >  e  3^40  donru» 
sopra  i  90  anni;  212  uomini  e  32^  donne 
fra  i  100^  e  105  anni;  31  uomini^  e  3^ 
donine  fra  i  106^  e  110  anni;  ti  uominiy 
«  19  donne  fra  i  xii  ,  e  ilo  anni;  un  uo» 
mo  di  111  9  ed  unar  donna  di   127  anni, 

Linneo  dà  alla  Svezia  1.300  specie  di 
piante ,  delle  quali  200  sonqi  in  uso  nella 
medicina,  e  1400  specie  d'anijn^lì;  i  lu-» 
pi,  le  volpi,  le  lepri  t  gli  uccelli  di  rapi- 
na, i  .  faggiarìi ,.  i  galli  di  bosco,  i  pesci 
d' acqua  dolce ,  e  salsa  v'abbondano.  Gli 
orsi ,  le  alci  ^  i  daini ,  le  capriole  ,  i  marto- 
ri, i  eastori,  e  le  faine,  sono  anirrrali  più 
rari .  Si  osserva  ,  che  di  là  ^  dall'  Ostrogqtbia 
non  alligna  V  ischio ,  né  la  quercia  al  di .  là 
deir.Uplandta*  la  betulla  eresce  in  tutte  le 
provinole:  il  pino  selvatico,  e  l'abete,  so* 
no  però  quelli,  che  dominano  nei  boschi  ^ 
dei  quali  è  coperta  la  Svezia.  Essi  conser* 
vano  la  loro  verdura  ancora  neirinverno^ 
e  consolano  gli  occh)  affaticati  dal  monotO'» 
no  bianco  della  tle ve  >  ed  in  mezza  ad  una 
morte  universale,  offrono  un'immagine  del* 
la. vita.  Le  provincie  settentrionali  produ^ 
6onp  molte  sorta  di  frutti  arborei  di  squisi^ 
.  to  sapore .      , 

A     j  la 


6  Pel  Ségno  £  della  Vita 

La  Své2ia  è  riccaf  in  produzioni  minera- 
li. Il  ferro  vi  si  trova  in  lAolte  contrade  rf 
fior  di  terra  :  sì  ritrova  in  filóni  ed  in  m^s* 
i6t:  ordinariamente  è  contenuto  in  una  cal- 
ce di  ferro  flogisticato;  là  n^iniéra  di  Da'ni- 
Memora  neir  Uptafndia  è  la  migliore.  La  mi*^ 
niera  di  Fahlxin  dà  del  fame  conosciuto  in 
tutta  l'Europa;  ella  ha  una  profondità  di 
iSo  tese;  ìì  minerale  è  una  pirite  molto 
dura .  A  Sala  nella  "Q^estmahia  ^i  trova  -  la 
miniera  d'  argento  la  più  ricca  del  paese . 
La  Galena  cubica  forma  il  minerale  :  que- 
sta miniera  contiene  qualche  poco  d'argen- 
to  puro  :  si  è  trovato  ancora  ,  già  è  podo' 
tempo  ,  nella  Vermlancfia  sotto  degli  strati 
d'argilla  ,  che  traversano  una  miniera  di 
ferro  •  La  miniera  d'oro  scoperta  verso  la 
inetà  del  secolo^  a  Àedelfors  nella  Smolaft* 
dia,  non  dà  il  metallo  ch'ella  rinchiude  v 
che  in  quantità  assai  «carsa  ,  contenuto  in 
uria  matrice  calcarea.  1  lavoranti  talvolta  nel 
trovano  piccioli  pezzi  d'oro  puro.  Sono  ar- 
rivati ad  una  profondità  di  84  tese .  Le  vi- 
scere della  terfa  forniscono  inoltre  del  piom- 
bo ,  marmo  ,  allume  ^  pietre  da  calcina  ^ 
carbon  di  terra,  vitriuolo,  petrificazióni  cu- 
'  riose,  porfido,  ametisii ,  pietra  callamita^ 
ardesia,  talco,  argentò  vivo  ,  zolfo,  rtiadre- 
pérla^  ed  alcune  altre  produzioni  del  regno 
minerale. 


di  Gi/staw  III.  re  di  Sveccia .         7 

Le  altezze ,  )e  «:olline  e  le  montagne ,  sono 
sparse  con  profusione    nella    Svezia .    £^  ri- 
niarcajyile  il  Sevebergsrygn .  Questo  è  una  ca< 
tena  di  monti  che  dalla  Yestrogothia  comin- 
cia ad  innalzarsi  sopra  il  livello  del   mare  : 
^i  stende  verso   il   Settentrione    fra  la  Nor* 
vegia>  e    la    Nordlàndia,    e   :Separa  queste^ 
due  contrada  per  mezzo    delle    sue  cime  e* 
ternamente    coperte    di  neve.    Il  Sig.  Pierg- 
man  stènde  questa  catena  sino  al  settentrio- 
ne delVAsia,    dove    finisce    solo  col   finire 
^ella  terra  da   quella    parte  del  globo  .  La 
montagna  di  Kinnekulle  sulle  rive  del  lago 
Yeoner,  merita  }' attenzione  del  viaggiatore. 
£Ua  è  formata  da  tanti   piani,   posto  Fano 
sopra  V  altro  ^  dei  quali  il  più   elevato  pre-* 
aeiikta  una  scerta  non  meno  ricca  che   varia. 
La  montagna  di  Omberg  nella  Smalandia  è 
^a  m  maniera,  che  dalla  sua  cima  $ì  sco- 
pione  quattro  provincie  ^  sei  città ,   e  quat- 
tro   parocchìe.    Questa    montagna    dalFuna 
parte  è  bagnata  dal  lago    Vetter^   e  costeg- 
giando il  suo  piede  si  ^rova  una  stesa    ve** 
Ha  di  pietre  da  calcina  ,  che  si  stende  mol^ 
to  avanti  sotto  il  lago.  La  sabbia,  la  ghia- 
ra  9  la  macìgna  ,  le  pietre  calcaree  «  le  ardé« 
sie  >   diiTerenti  pietrificazioni  «    ed  il  granito 
costituiscono  le  montagne  della    Svezia.  La 
maggior    parte    ha    per  base    il   granito^  il 
4uale  tanto  abbonda,  nel  paese,  che  si  vèg* 
"  ^  A4  go- 


8  Del  Regno  e  della  Vita  '  > 

gono  grandi  masse  isolate,  delle  quali  Ihól-' 
te  s'innalzano  ad  un'altezza  considerabile  •'^ 
Il  Gettcberg  nella  Vestrogothia  forma  un 
ammasso. di  questa  natura.  Il  Taberg,  si- 
tuato nslla  Smalandiai  è  una  catena  com- 
posta sol  di  miniere  di  ferrò  :  tre  simili  car 
tene  si  trovano  nella  Lapponia  Svedese,  e"^ 
sono  quelle  di  Kerumvara,  Luosavara ,  e 
Gellivara.  . 

Le  valli  e  le  pianure^  situate  fra  le  col- 
line  e  fra  le  montagne,  sono  assai  atte  a 
colti vamento.  Il  calor  del  sole  vi  si  con- 
centra; e  sorgenti  9  che  cadono  dair  altez- 
ze ,  che  le  circondano ,  le  rendon  fertili , 
quando  non  sono  inafBate  dalle  piogge  «. 
L'aratro  non  rimane  ozioso  nemmeno  in^ 
molte  eminenze»  le  quali  F industria  ha 
convertito  in  coltivate  caiinpagne. 

Le  acque  che  bagnano  ed  intersecano  la 
Svezia  9  sono  in  gran  numero.  Qui  si  vede 
un  vasto  seno  del  mare  ;  là  v^  ampio  la- 
go; più  lungi  uh  largo  e  rapido  fiume,  a 
uno  spumoso  torrente.  Il  Baltico  sembra 
essere  il  dominio  degli  Svedesi  r  Egli  sr 
istende.  lungo  quésto  regno,  formai^^  due- 
gran  golfi,  uno  della  Bornia,  F  altro  della 
Finlandia.  Molto  si  è  scritto -sulla  diminu-» 
zione  delle  acque  di  questo-  mare ,  ed  in-^ 
torno  alla  mttà  del  secolo  sorse  una  di- 
sputa .  assai    viva    sa    questo  ^  oggetto  fra  i 

tet» 


é  0iisiax»  II L  re  dì  Sifei(ta .        9 

ietfefati  svedesi  .Vi  sono  argomeoti  pel  si 
€  pel  t^o;  e  k  quistiofte  non  è  ancora  de« 
cisa  ;  11  Sig.  Bergman ,  nella  sua  descrizione 
fisica  della  terra  >  inclina  per  'ti  sistema  di 
diminuzione:  la  sua  autorità  è  di  peso.  Il 
mar  del  Nord,  p  sia  l'Oceano  germaoico 
bagna  le  provincie  di  Scania,  di  Hallandia^ 
di  Vestrogotbia ,  e  di  Bohus,  sotto  il  nome 
di  Categat  o  Schagerack  Le  coste  di  que- 
ste Provincie  in  questi  due  mari>  sono  se« 
minate  d^  isole ^  di  scogli,  di  promoi^torj  ^ 
che  formano  dei  golfi. e  delie  baje;  questi 
passaggi  sì  chiamano  Schaeren  nella  lingua 
del  paese,  e  sono  temuti  dai  naviganti. 

I  fiumi  della  Svezia  scorrono  rapidi,  e 
sono  ricchi  di  pescagione  i  ma  gli  scogli  e 
i  bassi  fondi  che  vi  sono  in  gran  numero , 
impediscono  i  bastimenti  di  comparirvi. 
Quello  del  Dal  ha  una  caduta  pittoresca  vi- 
cino ad  Elfcarlebus  neir  Uplandia ,  ed  il  sala- 
mone  &i  trova  in  Copia  •  Quello  della  Co- 
thia  è  famoso  per  le  cataratte  di  Trolhaet- 
ta,  nolne  che  significa  r abtta'j^ione  dello  Stre- 
gone.  11  fiume  Motala  precipita  le  sue  ajc- 
^ue  in  belle  cadute  vicino  alla  città  di  Nor* 
koeping,  e  fornisce  come  quello  di  Dal  , 
p^sca  abbondante  di  salamone^  La  maggiot 
parte  <klle  provincie  hanno  dei  laghi  più 
o.meno  considerabili.  Il  Maelar  irriga  TU* 
plandta , ,  la   Suàermania   e   la   Yestn»aaia  ; 

•  egli 


so         J>ri  JHégm  0'  Heih  Tifa^ 

4igli  ha  dodici  miglia  di  lunghezza,  (i)  gù^ 
pra  ceto  di  larghezza  ^  Un  numero  sorpren» 
dente  d'ji^ole  più  o  iii«tio  grandi  sorgond^ 
dal  suo  éeno:  se  ne  contano  ;9ino  a  li^^  i 
delle  quali  molte  hanno  una  estensione  di 
3,,  o  4  miglia,  e  presentano  un'immaginif 
dell'abbondanza  e  della  fertilità.  Le  riT0 
del  Maelar  sono  coperta  di  città ,  di  villag-* 
gi,  di  case  villerecce^  e  di  castelli  «  Questo^ 
l^el  lago  si  getta  a  Stockolm  nel  Baltico  « 
per  due  rapide  correnti,  una  detta  la  cof- 
Tente  del  ;Sund  ,  T  altra  del  ^ord.  11  Hìel^ 
mar  bagna  }a  Sudermania  ,  e  la  Nericia/ 
egli  ha  sette  miglia  di  lunghezza  ^  sopra  tri 
o  quattro  di  larghezza  ;  vicino  ^Ha  città  di 
Torshella  si  scarica  nel  j^faelar;  \t  \io\t  vi 
sono  meno  ^nmerose  che.  nel  suddetto  là^^ 
go.  Il  Yetmer  divide  le  sue  acque  fra  tré 
Provincie,  la  Yestrogothià >  la  Dalia,  e  ht 
Yermlandia .  JLa  sua  jutighezza  |è  di  quattordi-» 

ci 


(/)  S4SB  \  tesi  di  Francia ,  fanno  un  migUo 
svedese:  ve  ne  sono  io  13  di  queste  mglià 

•    sopra  un  grado. 

Un  miglio  svedese  corri^onde  micino  a  sei  fifé^ 
gita  iialiane.  Gioim  assai  il  tenersi  à  pién^ 
te  che  ie  miglia  citate  in  guest"  operetta  ^ 
y  intendono  sempre  miglia  jvedesi . 


S  bastavo  III.  ré  et  Svezia .       ii 

et  nfi^glia,  é  la  sfaa  lafglfeasza  di  sette  .  Il  KVeT^ 
io  delle  sbe  actjué  è  molto  più  elevato  del 
mar  <lel  ?fbrt ,  né!  quale  si  soarìea  per  iriéT:- 
10  del  fiume  di  Gothia.  Egli  cresce,  e  cala 
recìprocamente;  è  molto  i^icco  ifc  pescagione, 
€  contiene  uh  grafri  ntimero  d'isole.  Il  Vet- 
l€x  è  il  lai^o  più  interessante    della   Svezkt , 
a    cjrgiòne    dèi    d^iffcrenti  fenomeni    ch'egli 
presenta    all' osservatore.  Quattro    provincré 
so^no  .bagnate  dalJé  soc    acque  ,    V  Osirogot- 
hià,  la  Ye^èrogothiaf  >  la  Smalandia  è  la  Ne- 
rica. Nella  sua  più  grande   lunghezza  con- 
ta 15  migliai  e  la  più  grande    larghezza    é 
di  quattro.  <Jàaranta  fiumicelli    si   scaricano 
iti  questo  lagò>  il  qu'ale  èi  getta  nel  Baltico 
per  là  iSlojala.  ta  sua    elevaziotie    sopra  i! 
Baltico  è  assai 'jcdrisiderabile*  Le  èue  acque 
iotiò  si    chiare,    ehe    ad  una  {Profondità  di 
vénti  tese,  si  distingue  una  moneta:  in  al- 
edhi  isiti  lo  idcandagho  noti    ha  ancora  tro- 
vato il  fondo.    Il    Vetter    spesso    cresce,  jè 
ca'Ia  in  pochissimo  jtertipo  :  dei  venti  sotter-^ 
tanèi  lo  innalzano  ;    fa    sentire  un   mormo- 
rio >  e  heij  presto    siegue    la  témpestz.   Gli 
stessi  venti  spezzano  quando  meno  si  pensa 
i  ghiacci^  dei  quali    il    lago    si  copre  neir 
inferno.  Le  materie  sulfùree  e  bituminose  > 
nascoste  liei  fóòdo    del  Iago,  ^-aprono  un 
passaggio, Ve  k>  scoppiò  che    n'è  il  risulta-^ 
jto,  spaventa  il  popolo    semplice   ed  igùo-^ 

lan- 


t2  Jt>€l  Regnò  e  detta  fka 

tante .  Nella  Lapponia  svedese  ,  due  laghi  iU 
marche  voli  si  trovano  per  la  loro  estensio-^ 
ne  :  e  sono  ^  quello  d' Enara  e  di  Kemiar-^ 
vi:  ii  primo  ha  20  miglia,  ed  il  secondo 
33  miglia  di  lunghezza. 

Un  Autore  svedese  ^  ohe  hai,  scrìtto  sopra^ 
le  acque  minerali  della  Svezia,  ne  contasi* 
no  a  360  dì  tali  sorgenti.  Se  ne  trovano* 
in  tutte  le  provincie  del  regno.  La  sorgen- 
te di  Loca  nella  Vestmania  ridonò  la  sa* 
iute  al  re  Adolfo  Federico.  Si  trova  vicine 
a  questa  sorgente  una  terra  ,  la  quale  im- 
piegata in  bagni  freddi  è  molto  salubre .  \\ 
Sig.  Bergman  ha  rese  celebri  le  acque  di 
Medevi  nella  Ostrogothia .  Egli  le  preferiva 
a  tutte  le  altre  del  regno  ;  e  negli  ultimi 
anni  di  sua'  vita  »  tutte  le  estati  ne  faceva! 
i]so.  DehI  perchè  non  hanno  esse  potuto 
prolungare  d'avvantaggio  questa  vita  sì  pre* 
ziosa  per  le  scienze ,  e  troppo  sollecitamente 
terminata.  In  una  dissertazione ,  dove  il  Sig. 
JBergman  fa  l'analisi  delle  acque  di  Mede«^ 
vi,  egli  dice,  che  sono  molto  leggiere,  e 
che  hanno  il  sapore  ferrigno  ,  e  che  con« 
tengono  dell'aria  fìssa  e  del  fegato  di  zolfo r 
Le  strade  maestre  della  Svezia  sono  lar^ 
l^he  e  htn  tenute:  siccome  vanno  tut^e  ser- 
peggiando s  esse  procaccialo  al  viaggiatore 
grate  sorprese,  che  servono  d'antidoto  alla 
noja^  quasi  inseparabile  compagna  ^ei  lun^ 

\  ghi 


i 


,    S  Gustavo  il/,  re  di  Sveccia  ;       1 3 

gtii  viaggi.  Le  situazioni  pittoresche  si  pre-^ 
sentano  in  folla  agli    occhj ,    e  ve    ne  sono 
tali,  -dàlie  quali  un  paesista  potrebbe  ritrar- 
re le  più  deliziose  prospettive  d' un  caratte- 
re singolare,  e  che  diffìcilmente    altrove    si 
potrebbero  incontrare.  L^ occhio  con   piace- 
re si -fissa  su  quei  dirupi  orridi  e  selvaggi, 
^he    sembrano    minacciare    di    cadere   sulle 
sottoposte    verdi    praterie;    su    quei  boschi 
oscuri  e  folti ,  che  si  allargano  per  dare  ri- 
cetto ,  fra  le  loro  ombre,  a  coltivati  campi 
e  greggiè  numerose  ;  su  quelle  capanne,  al- 
berghi della  'pace ,  fabbricate    sopra    sabbio- 
nose  montagne,  sulle  di  cui  cime   il  vento 
scuote  akuni  abeti  qua  e  là  sparsi.  Voi    a- 
vete  con  grande  fatica  salito  una  montagna , 
dove  lo  scalpello   aprì    la    strada?    arrivato 
alla  sua  cima ,  voi  scoprite  un  liquido  pia- 
no', cinto  da  un  bosco,  gli  arbori  del  qua- 
le si  specchiano  nelle  sottoposte  acque  .  Tra- 
versate quel  bosco  tranquillo   e    solitario ,  e 
vi  credete  lungi  dal  consorzio  degli  uomini 
e  dalle  abitazioni  loro?  di  repente  la"  scena 
si  cambia;  il  vostro    orizzonte    si     allarga  ; 
voi  scorgete  dei  villaggi ,  dei    giardini ,  dei 
campi  dove  braccia    robuste  e    vigorose   e- 
sercitano  i  campestri  lavori.    • 

Ih  tutta  lar  Svezia^si  trovano  '  105  città. 
Stokholm  n-è  là  principale.  Gli  istorici  na- 
zionali   pretendono,    che    la    fondazione  dì 

que- 


^xie^u  oXuk  Ti^omi  ^^^^1  secolo  XHI,  6 
c^he  le  jfoD4aoìent^  sue  fossero  poste  da  Por- 
ger soprannomi na^to  Jadv  titolo    che  coi;ri--, 
5|)onde  t  maestro  di  palazzo v  jlTna  parte  dt 
Stokholm  è    situata    nell^UpIandia  ,    Taltr^ 
nella  S^dé;r1?iania .    Si    vede  il  congnie  delle 
due  Provincie  in  una  ;si,rada(  della  città .  Fai)- 
brigata  quasi  -tutta  sopra  ^tte  isole  elevate, 
ugnate  da  due  grandi  tvcque  4  il  Baltico  ed 
il  Maelar ,  cinia  da  aipntagpe  v  da  boscijii  e 
giardini  y  la  capitale  4e]Ja  Svezi?r  si  pi'esen- 
ta  sotto  degli  aspetti  a   vicenda'  maestosi   e 
graziosi  «  NeJJa  sua  più:  grajid'estensio^nis   ha 
jdue  miglia    di    giro.    I    difTerenti  quartieri 
^no,  la  città    propriamente    detta-    il  Rid«* 
darholmy  o  sia  T isola    de' Cavalieri  y    Heli- 
geandsholmen ,  p  3' isola    dpllo   Spirito  {san- 
to, Blasieholoien  i  o  Tisol^  di  San  Biagio  r 
Skepsholmenf  o  l'isola    delK Ammiragliato  , 
ILongshoImen ,  a  J' isola  del  re  »  Ladu;g9rd?- 
landet,  ed  i  due  sobborghi  del  Settentriotie 
p  del  Melodi .  Le    piazze    pubbliche  1SOQ9 
^olte;  quella  del  sobborgo  di  Settentrione  ^ 
è  la  più  bella  •    Fra   gli    ediiìzj    pubblici  ^i 
jdistit^uono ;    il    palazzo    reale,    il   paIa;czo 
della  nobiltà  ^  quello  del  magistrato  f  la  Bor- 
sa >  il  Banco y  ed  il  teatro  dell'opera  nazio- 
nale coir  iscrizióne  :  Vnstavus  IJL  musis  pa- 
triis.  Dinanzi  al  palazzo  della  nobiltà  è  in- 
Rialzata  la  Statua  pedestre  di  Gustavo  1 .  Le^ 

fab- 


yrichfi  4i  lAgnp  r  usiMì  yol^  ìa  gran  nu-' 
jncrorf  Vfii;inp  ^  pw:o  f$.coi«par^ndv ,  «e  v^n^ 
goQo  i^mpia^^ikE^  4^  p^f^e  fabbricate  di  matr 
fQiìi  e  -pietre,  el^ai^ti  ,e  solide.  Si  concaii9 
^rStqKhplm  dji^epi  phie^  parrocchiali •>  Tarr 
c|>itoa)ya  ddl^  fiuaji  ha:,  sìuih ,  che  esci 
d^ir  ordinario  •  Jn /q(ii;^Ia  di  Ridd^rholm  aa* 
^  i  sepolcri  di  JtfatgQO  Ladulo^i  di  Garlp 
yilL>  di  Qx^myo  Àdpirp^v  di  Coirlo  X.,  di 
Carlo  ili.,  d^Ulrica  Eleonora <  di  Federi-- 
co  i  .di  AdoU<>  ìFederico ,  e  di  Luigia  Ulri^ 
cat.  Nello  stfsso  iCQ(np|Qr  riposano  k  centri' 
di  Baner  y  je  djl  Torscwsontj  quei  due  illu-r 
stri  Generali  ,■  chp  dopo  la  morte  di  Gustar 
VP  Adolfo  i  ^os^enneiro  la  .gloria  delle  .armi 
syedesiì.  Conviene  ancora  osseryfire  la  Chier 
^a  di  Adplfp  Federico ^  ohe  .una  volt»  si 
^hi^mSLva  di  0*  ^hQt  pye  Cu  deposta^  las^por 
gUa  di  Cartesio ,  ^\np  g  taitfo  che  iW  $nr 
^portata:  in  Francia,  .^i  jt  nuoyaa^Qo^é  ^retì^  « 
tp  nn  mfyn^tntmp.^  )ptt  on^orve  ;la  meaior^ 
ria  di  qQe.sto  ifilo^ofo:  rappresenta  un  genio 
iti  aria  sppr^:  uxi  giobp;  con  una  maivo  strap- 
pa U  velpr  che  loicpprei  e  nelKaltrt  tiene 
mia  fiaccola,  per  illuminarlo^  II  porto  di 
Stòj;;hQlni  è  ugualmente  vasto  e  si<:uro  ^  ma 
l'entrata  è  difficile.  DalKuna  parte  di  que- 
sto V9^tp  recitato  s'ergono,  per  lungo  trat- 
to Y  edi6zj'  belli  col  castella  alla  loro  testa  ; 
dall'altra  jSè'ianal^na  le  montagne  in  forma 

d'an- 


i«  Del  Régno  t  detta  Vita  • 

d'ani! teatro >  le  cime  dei  quaU  sòdo  co-- 
perte  di  case  e  di  giardini .  Dall'  alte  di  que* 
ste  montigne  si  scopre  la  città  in  tutta  la 
sua  estensione;  il  porto  pieno  di  vascelli, 
dei  quali  il  cordame  e  gli  alberi  sembratio 
utva  folca  fos'esta;  dei  cantieri  dove  risoonà^ 
no  la  sega  ed  il  cartello;  dell'isole  sparse 
qua  e  là ,  altre  abitate  e  coltivate ,  altre 
deserte  e  selvagge;  un  gran  parco  in  un'o» 
scura  lontananza  termina  T orizzonte. 

Gothembourg  è  la  secondar  città  della 
Svezia.  Ella  è  situata  nella  Vestrogothia  , 
fra  il  Baltico,  ed  iU  mar  del  Nord  .Carlo 
nono  la  fondò;  i  Danesi  la  distrussero  po- 
co dopo.  Gustavo  Adolfo  la  ristabilì  e  le 
diede  dei  privilegi  proprj  a  farla  fiorire* 
Ella  è  ben  fortìfìcfi'ta  :  vien  divisa  in  città 
alta  è  bass^,  questa  è  intersecata  da  canali. 
Il  commercio  di  Goihembourg  è  molto  e-^ 
steso;  quel  di  Norkoeping  s'estende  ogni 
giorno  più;  questa  è  la  ferza  città  del  re- 
gno «  situata  in  una  pianura  fertile  e  deli- 
ziosa dell' Ostrogothia,  Essa  mostra  molti 
begli  edifizj;  la  Motala  ne  abbellisce  i  con-* 
torni.  Upsala  nella  provincia  d' Uplandia 
serviva  anripamente  di  residen$sa  ai  monar- 
chi del  regno;  presentemente  vi  risiede  il 
primate  del  regno:  la  Cattedrale  di  .questa 
città  è  il  tempio  più  vasto  della  Svezia  r 
r^rcitettura  è  gotica  «  Si   mostrano^  in  que« 

$ta 


di  Gustavo  IIL  re  di  Svescia .        ly 

sta  chiesa  le  ossa  di  S.  Erico ,  il  sepolcro 
di  Gustavo  I.,  e  della  sua  famiglia;  e  varie 
altre  cose  curiose.  L'università  di  Upsala  è 
fiunosa  r  e  degna  della  fama  che  gode .  Cal- 
mar nella  Smalandia  ha  dato  il  suo  nome 
all^unione  dei  tre  regni  del  Nord,  opera 
della  politica  di  Margherita .  Si  vede  anco- 
ra la  sala,  dove  questa  unione  fu  conchiu- 
^a.  La  vicinanza  della  miniera  di  rande,  la 
più  ricca  del  regno ,  fa  fiorire  Fahlun  nella 
Dalecarlia .  L'attività  e  comodità  regnano 
a  Carlscrona  nella  Blekingia  ;  il  pòrto  di 
questa  città  serve  di  stazione  alla  maggior 
parte  della  flotta.  Yadstena  è  celebre  negli 
annali  della  Chiesa  «  Santa  Brigida  visse  in 
quella  città  lungo  tempo,  e  vi  fondò  an 
monastero  ;  si  conservano  alcune  reliquie 
della  Santa  in  una  CHi^^^  ^ella  città. 


Tomo  I.  B  GA- 


i8 

CAPITOLO    II. 

Hagguaglìo  succinto  dei  primi  monarchi  di  Své^ 
i(ia  che  regnarono  prima  di 


% 


G  u  s  T  A  V  d     Ut. 
sino  a  B  I  o  X  N  o     III. 


L'Antica  storia  della  Svezia  è  talmente 
involta  nella  favola ,  negli  assurdi  e 
negli  anacronismi ,  che  i  più  eruditi  scrit- 
tori della  nazione,  e  delle  cose  sèttentriO' 
nali,  hanno  inutilmente  tentato  di  fissarne 
con  certezza  T epoche,  gli  avvedimenti  ed 
il  nome  dei  Sovrani  ch'eressero  il  regno* 
Tutti  però  convengono  che  l'antica  Scandi- 
navia fu  da  prima  governata  da  giudici  scel- 
ti per  un  certo  spazio^  di  tempo  dai  voti 
del  popolo.  Questa  fu  la  prima  formaf  del 
governo  Ipvezzese ,  adattata  alla  natura  stes- 
sa del  paese  diviso  tra  un  gfan  numero  di 
capi>  e  di  popoli  diversi,  finché  Erico ^  o 
come  altri^  vogliono  Svenoné  fu  innalzato  al 
trono  di  tutta  la  Svezia  neiranno  del  inon- 
do 2014,  ovvero  1951,  secondo  l'opinio- 
ne d^ alcuni  altri, 

£ri^  I 


dì  Gustavo  JII.  re  di  Svezia .       tj^ 

Erico  governò  il  suo  popolo   con  applatt-* 
so,  coaservò  la    pace,    ed   aumentò  i  suoi 
'  docnin)  ,  iiividildo  colonie    a   Schoneri  ,  ed 
in  diverse  isole  del  noar  Baltico. 

t)opo  la  motte  di  lui  ,  i  Goti>  o  come 
dicono  alchiini  scrittori^  prima  ài  questo 
tempo  gli  Svezzesi  furono  divisi  iti  azioni , 
Q  travagliati  da  guerre  intestine  per  lo  spa- 
zio di  400  anni  •  Allora  successe  tiel  regno 
Gilfo ,  come  vogliono  alcuni  autori  di  Sve- 
zia,  é  di  Norvegia.  À  questi  successero  se- 
condo altri^  Umiilfo>  Tor,  Utber,  ed  Osten, 
principi    dei    quali    è  quasi   incerto    il  no- 

11  primo  principe  però*,  di  cui  abbiano 
gli  Sveize&i  qualche  specie  di  scoria^  si  è  Oten, 
o  come  noi  diCianò^Odinò^  del  quale  si  di* 
Ce  ch'egli  sisL  passato  dall' Asia  nella  Scan* 
dinaviai  poco  prima  dell' Era  cristiana  ^^  scac- 
ciato dalle  proprie  sedii  per  T  ardii  tornane 
Condotte  da  Pompeo  *  K  fatila  che  questo 
principe  s^ aprisse^  per  forza  d'  armi 4'  un  pas- 
saggio sino  air  ultimo  s^ttetitrione  4  conqui* 
statìdo  i  Sassoni,  debellando  i  popoli  ed  i  re 
circonvidini  •  Per  qualche  tempo  Odino  ten- 
ne la  sua  corte  ad  Upsala  /  indi  fabbricofH 
una  residenza  vicino  del  lago  di  Lagen ,  dal 
Suo  nome  chiamato  Odenfala .  Egli  fu  il  pri- 
mo legislatore  dei  paesi  settentrionali  «  e  spe- 
cialmente della  Svezia  t  formò  diverse  leggi 

B     2  per 


2 fi       '  Del  Regno   e  della  Vita 

f>er  conservare  il  buon  ordine  nella  società^ 
per  iscabilire  il  calco  di  religione  >  e  i  diricct 
delle  cerimonie  funebri  .  Egli  ebbe  per  tri- 
butar) i  due  re  di  Norvegia  e  Danimarca  ; 
ma  da^suoi  sudditi  ribelli  fu  cacciato  in  esi- 
lio >  e  visse  lontano  dal  trono  per  ben  die> 
ci  anni.  Finalmente  fu  richiamato  dai  suoi 
sudditi  stessi  a  ripigliare  Ip  scettro,  e  dopo 
la  sua  morte  fa  arrolato  tra  il  numero  de- 
gli  Dei  1  e  fu  adorato  qual  nume  ,  essendo 
a  lui  stato  consagra^o  un  giorno  d'ogni  set- 
timana  .     •  ,  . 

Niordo,  successe  ad  Odino  .  Egli  fu  uno 
de' sommi  sacerdoti  di  Upsala  ,  e  fu  debitor 
re  della  sua  esaltazione  al  trono  alla  credu- 
lità del  popolo .  Venne  debellato  da  un  sq: 
vrano  della  Moscovia,  e  la  Svezia  passò  in 
potere  del  vincitore;  ma  il  popolo  ^i  ribel- 
lò bea  presto,  e  richiamò  al  governo  il  fugT 
gitivo  Niordo,  che  si  era  salvato  nelle  ter- 
re di  Danimarca  • 

Froto  fu  suo  successore;  principe  religio* 
so  Q  splendido  ,  sotto  il  governo  del  quale 
i  regni  del  Settentrione  godettero  una  pace 
profonda .  j^*  fama  eh-  egli  fosse  il  primo  ad 
illustrare  i  rempj  degli  Dei  ,  allora  dagli 
Svez^esi  adprati  ,  ornandoli  con  magnifici 
apparati  ,  e  specialmente  quello  di  Upsala  , 
cui  cinse  con  lunga  catena  d'  oro  ,  ogni 
apeUo  deUa  qu^le  pesava  più  hbbre  • 

Po- 


Hi  Cdstavó  ili.  7C  di  Své\tdl      Ai 

Poco  dopo  di  luì,  sali  al  trono  Sigtrug  cfitl 
Successe  un  principe  straniero  che  regn'a^a 
nella  Danimarica  ,  e  per  forza  d'  armi  e  per 
Inganno  ,  avca  otten*ut^  in  moglie  la  figlia 
del  re  svezzese .  Là  nazione  però  non'  tardò 
a  ribellarsi,  e  fuor  del  regrio  lo  cacciò  coH* 
àjuto  del  re  di  Norvègia  Snibdager  ^  xhle  di- 
venne in  tal  guisa  re  della  Svezia..  Egli  èb- 
he  per  successóre  suo  figlio  Asmundo  ,  il 
quale  morì  ih  battaglia  contro  il  ^e  di  Di- 
tiimarca  ,  ed  ebbe  per  successore  Dfo  suo 
figlio  ,  che  continuò  la  guerra  contro  il  re 
Danese ,  e  cadde  finalmente  estinto  pet  tra- 
dimento nella  sua  capitale  ,  per  lAano  del 
^uo  nimicò  medesimo  ,  Cui  tiùsci  di  farsi 
signore  di  tutta  la  Svezia  . 

l/ndingo  fratello  del  re  estinto  ,  ftì  acch- 
ittato poco  dopo,  e  posto  ìtt  trono  dalla  na- 
.itione  svezzese  ,  intoUeralnte  del  giogo'  Stra- 
tiiero  .  La  morte  di  Undin^go  aprì  la  strada 
a  suo  nipote  Regnerò,  figlio  di  Ufo;  ma  la 
matrigna  del  re  giovinetto ,  donfta  am'bizio- 
sa  e  scaltra  ,  ritenne  le  redini  del  governo 
per  qualche  tempo  ,  finché  faftto  àdtìlto  ,  e 
sedotto  dalle attrative  ed  esortazioni  di  Sùan 
vita  ,:  figlia  del  re  di  Danirwa'rca  ,  pose  1- 
matrigna  a  morte  ;  e  fu  assoluto  sovrano 
della  Svezia. 

Oluardo ,  soprannominato  Atebrod^  salì  pò-* 
scia  al  trono  di  su6  padre  ?    lece  la  guerra 

B     i  ai 


t\ 


»x  Del  Regno   e  della  Vita 

ai  Russi,  ai  Finni ,  ed  ai  popoli  d^Estionia 
e  Curlandia  ^  e  ridusse  tutte  queste  nazioni 
sotto  il  giogo  $vez2ese  .  Nondimeno  vinto 
in  battaglia  dal  re  4i  Danimarciu  ,  lasciò  il 
regno  alla  discrezione  del  nimico  che  se  ne 
rese  padrone .  Gli  Svezzcsi  però  ribellarono 
tosto  ,  e  posero  sul  trono  Atila  figlio  d' 
Oluardo^ 

Oiero  suo  ^glio  regnò  dopo  di  lui  nella 
Svezia .  Egli  fti  liberale ,  umano  e  leggiadro, 
«  passò  pel  più  gentile  cavaliere  delie  cor- 
ti del  Settentrione ,  ondie  guadagndssi  il  cuo* 
re  di  Nanna ,  figlia  del  re  di  Norvegia ,  per 
cui  sostenne  guerra  contro  il  re  di  Dani-» 
inarca  ,  qW  egli  uccise  in  battaglia  ,  e  spo- 
gliò del  suo  regno  ,  Poco  tempo  però  $i 
mantenne  in  possesso  delle  sue  conquiste  / 
poiché  ribellando  i  Panefi ,  vennero  ad  aper- 
ta guerra  contro  di  lui  ,  e  gli  diedero  una 
i)attaglia  in  cui  egli  perdette  la  vita. 

borico  o  Koderico  suo  figlio ,  nondimeno 
non  solo  si  mantenne  in  possesso  del  regno 
di  Svezia,  ma  ridusse  i  Danesi  alla  sua  ob» 
bedieoza  ,  e  governolli  per  mezzo  d'  un  Vi- 
ceré . 

Dopo    )a   sua    morte    regnò  nella    Svezia 
Atila  IL  suo  fratello  ,    3otto  di  cui  erettasi 
di  nuovo  la  Danimarca,  rìcominciaronple  guer- 
re   tra     le.  due  nainioni  ^    ed  il  re  svezzese 
venne  a  tradimento  ucciso  dai  suoi  nimici  , 

Ogmor 


di  Gustava  III.  re  di  Svezia  .       z  3 

Ogmor  ed  Ugrino  suoi  successori ,  periro- 
PQ  egualmente  in  una  battaglia  navale  . 

Popp  la  morte  di  loro,  gli  Svezzesi  eles- 
sero in  re  Alarico  ,  che  impegnato  in  una 
guerra  contro  ii  re  della  Gozia,  perì  ucciso 
in  srngolarvtenzorie  , 

Erico  di  Norvegia  generale  del. re  di  Da- 
nimarca n^lia  guerra  contro  1'  ucciso  Alari- 
co ,  in  ricompensa  della  sua  vittoria  fu  in- 
nalzato al  trono  di  Svezi«a  ,  ed  aggiunse  il 
regno  de'  Goti  al  suo  proprio  dopo  la  mor- 
te di  Gestibluntj^Q  .  -Disceso  egli  da  una 
delh  più  considerevoli  famiglie  nella  Nor- 
vegia, si  accjaìstò  gran  fama  per  mezzo  del 
sao  valore  ed  eloquenza  ,  come  artche  per 
Ja  sua  consumata  saviezza.  11  re  <Ji  Dani- 
marca niente  operava  senza  il  suo  consiglio, 
ed  oltre  alla  corona  di  Svezia ,  eh'  Erico  era- 
si procurata  per  mezzo  dell' impegno  di  lui, 
Froto  continuametitc  gli  faceva  regali  in  te- 
sti nior>ianzci  della ^-stiroa  che  ne  faceva  .  In 
una  parola  portò  a  sì  alto  §egno  V  amore 
verso  di  lai  ,  che  si  risolse  dì  congiugnere 
msieme  le  famiglie  col  vincolo  di  matrimo- 
nio, ed  innalzare  ^1  trono  ^\  Norvegia  ,  il 
fratello  dello  stesso  Erico  .  Aggiugnesi  inol- 
tre, ch'essendosi  ribellati  i  Norvegi  ,  il  no- 
vello re  domandò  ajuto  dalla  Danimarca  e 
Svezia  .  Froto  ,  ed  Erico  marciarono  con 
ogni    possibile  speditezza   per  soccorrere  il 

B    4  lo- 


26  JDel  Regno   f  della  Vita 

malcontenti  ,  i  quali  non  paghi  d'avere  uc- 
ciso il  padre  ,  stavano  macchinando  la  mor- 
te a  Siwardo  ^o  figlio  ,  e  poiché  vennero 
meno  in  queir  auetìtato,  procurarono  alme- 
no d*  impedire, (ch^  il  mcdcfimo  ascendesse 
al  trono,  \ 

Malgrado  di  ogniN>peosizione  ,  Siwardo  fi- 
nalmente ottenne  la  corona  per  {jruezzo  di 
un  tale  Stercather,  personaggio  fornito  di 
straordinarie  ^ualit^  personali ,  e  di  una  gran- 
de influenza  .  Tutjayoka  però  ì  Goti  si 
smembrarono  dalla  Svezia  ,  e  diedero  la  lo- 
ro sovranità  ad  un  certo  Carlo ,  personaggio 
d'una  famiglia  antichifllma  e  di  una  grande 
popolarità  •  Sapendo  Carlo  che  gli  Svezzcsi 
non  avrebbero  con  pazienza  sopportato  quest* 
atto  d'  indipepdenza  ,  prese  le  più  vigorose 
misure  per  sostenere  la  sua  autorità,  e  for- 
mò varie  e  possenti  alleanze  •  ligli  adunque 
diede  in  moglie  "la  sua  figlia  ^d  Aroldo  fi- 
glio di  Qlao  re  di  Danimarca  ;  e  Siwardo  per 
distruggere  r^ntepzione  di  un  tale  maritag- 
gio diede  la  sua  figlia  Divida,  in  matrimo- 
nio a  Proto  fratello  di  Aroldp  ,  conservan- 
dosi in  questo  bodp  la  Panimarca  la  neu- 
tralità fra  loro  ambidue.  Però  accadde  tutto 
altrimenti  »  poiché  Àroldo  si  dichiarò  a  fa* 
vore  di  Carlo,  e  Siwardo  fu  poderosamente 
assistito  da  Froto.  Quindi  furono  date  diver- 
se battaglie  sanguinose  ,    in   cui  Aroldo   fu 

as- 


di  Gustavo  III.  te  di  Svezia ^      tj 

assassinata  da  suo  fratello  ,  e  Frofo  fu  in^ 
naUato  ai  trono  ^q\\z  Danìiniirca  ;  ma  egii 
^oQ  si  godè  poi  lungamente  i  frutti  della 
£Ui|  malvagità^  se  pon  che  ,  sino  a  quando 
giunsero  ad  esstrre  adulti -i  suoi  Btpoti  /fi- 
gliuoli iìì  Asoldo ^  che  sipbondi  di  vendèt-* 
ta  ne  ottennero  una  l^en  segnalata  ,  ^avendo 
bruciato  il  loro  zio  nel  ^uo  palagio  ,  e  Ift- 
pidaca  ^  rnorte  Ulvidà  stessa  •  In  appiMso 
fecero  invasione  nella  Sve£ia  ,  ed  nccisero 
il  re  Sivardp  dopo  di  averlo  sconfitto  m 
{^attaglia  . 

Poiché  3iwardo  non  lasciò  nessuna  prole 
maschile  ^  il  figlio  di  ^ua  figlia  Ulvida  fu 
innalzato  ^1  trono  della  Svezia  nella  morte 
di  Proto  :  ma  egli  non  ù  godè  lungamente 
in  pace  la  sua  corona  ,  poiché  Àlden  suo 
cugino  non  contento  di  avere  ammazzato  il 
padre,  la  madre  ,  e  Tavo  di  Erieo  ,  stawa 
ofa  macchinando  anche  contro  la  vita  di  lui» 
come  il  solo  impedimento  dì  f^oter  esso  ot- 
tenere le  corone  della  Sveria  e  Danimarca  ♦ 
In  prima  adunque  egli  si  rese  padrone  del- 
la Panimarea,  si  cui  governo  diede  ad  Arol- 
do  suo  fratello  ,  e  qtsindi  portossi  nella 
Gotlandia,  dove  reclutò  una  poderosa  arma- 
ta, colla  quale  marciò  contro  di  Erico  ,  lo 
attaccò,  e  fu  disfatto  salvando  con  difficoltà 
le  reliquie  della  $ua  armata  in  Elsingla  •  Non 
essendosi  punto  avvilito  per  questa  ripulsa  « 

egli 


l8      .    Pel  Jfegna   i  della  Vìtd 

«gli  reclutò  la  sua  armata  con  ogni  speditesi 
za    ed   attaccò  Ericfó  la    seconda    volta    con 
raddoppiato  spirito  e  i^igorey  ma  con  fortu- 
na som iglianre  alla  prima  ;:  poiché  fu  di  bel 
ìfuovo  battuto  ,  ^e  '  costretta  a  ritirarsi  colte 
-dissipate  reliquie  delh  sua  armata  nelle  mob* 
'Cagne-  inaccessibili    della  Goilandia  ,  donde 
■'rion  fu  possibile  ad  Erico  di  poterrrelo slog- 
'^ghr^  •  Tinta  volta  però  egli  pensò  ad  uno  strar- 
aagemma,  che  cotriépose   al  suo  fine  .  Esso 
•  fece  Invafione  nella  Danimarca,  disfece  Arol- 
do  in  quattro  battaglie  ,  ed  obbligollo  a  ri^- 
chiamare  dalla   Svezia  il  ^uo    fratello  AMen^ 
per  la  difesa  dellr  suoi  propr)  domin[  . 

Nel  ilnomento    stesso  che    arrrivò  Alden   , 
avvenne  che  Aroldo  fosse  disfatto  la  quarta 
l^olta>  qàa(ì  distrutta  tutta  la  sua  armata ,  ed 
iégli  medefìmo  ucciso  ,  mentre  stava  cercan-^ 
do  di    salvare  •  altrove  le  reliquie  delle    su^e 
forze.  Ottenuta  eh'  ebbe  Erica  questa  vitto- 
ria, si  partì  per  la  Svezia,  dóVe  Aldén    per-^ 
seguitollo  con  una  numerosa  fiotta  ,   risolu- 
to di  vendicarsi  di  tutte  le  sue    perdite  pe^ 
mezzo  d'un  decisivo  combattìmento  •  Ambe-  ^ 
due  le  flotte  s'incontrarono  nella  Costiera  di 
Svezia  ,  ed  Erica  ,  che  fu  tirato  in  un'  insì- 
dia, ricevè  una  totale  s^confitta  ,  netta  quale^ 
perde  fa  vita. 

i    Questa  vittoria  aprì,  la  strada  al  trono  d* 
Svezia,  che  Alden  aggiunse  a  quelk)  diDa»» 

ni- 


di  Gustavo  II L  re  di  Sve:(ia .       ij 

ni  marca  e  Cotlandia  ,  segnalando  il    princi-r 
pio  del  suo  regno  per  mezzo  di  una   vigo* 
rosa  guerra  ,  eh'  egli  fece  contro  i  pirati  e. 
corsali ,  che  avevano  grandemente  molestata 
la  navigazione  del  Baltico  .  Mentre  che  sta-* 
va  egh  in  simil  guisa  occupato  j  fu  eccitata 
upa  ribellione  nella  Svezia  da  un  certo  Siwal* 
do  ,  il  quale  rappresentò  al  popolo ,  quanto 
fosse  cosa  vergognosa»  di  riconoscere  per  re 
quella  persona,  che  avea  bruciato  il  loro  re 
Siwardo  ,  lapidata  la  sua  regina  Ulvida ,  uc- 
ciso Tuliiimò  loro  re  Erico  ,  ed  era  egUmer 
desialo  uno  straniera)  .  Esso  gli  anemoni  ,  a, 
voler  scegliere    un    principe  della  loro  pro- 
pria nazione,  il  cui  interesse,  ed  inclinazio- 
ne   Ip    avrebbe  ugualmente  renduto    affezio- 
nato al  paese.  I  suoi  rimbrotti  ed  esortazlor 
,ni  fecero  una  grande  impressione  su  gliani- 
mi  del  popolo  ,  il  quale  ribellatosi  offerì  la 
corona  a  Siwaldo  disceso  dal  sangue  reale  . 
Alden  volò  immediatamente  a  calmare  la  se- 
dizione ;    e  la   sua  presenza  intimorì  coloro 
eh'    eransi    dichiarati    a  favore   di  Siwaldo  . 
Essi  lo  abbandonarono    ,    e  lasciarono   solo 
queir  Eroe  ad  opporii  a  tutte  le  forze  di  \)6o 
de' più  ^  possentij^monarchi  del  Settentrione  • 
Siwaldp  però  nqn  si  avvilì  d' animo  ^  ma  spe- 
di uà  araldo  ad  Alden,  dichiarando  ch'egli 
lo  avrebbe  combattuto  con  i  suoi  figliuoli  ; 
fi;^  Aide,!  raspose  ,    che  il   partito  non  era. 

/  ugua- 


j[0  t>el  Regna  e  ddla  Vttd 

b^guale;  poiché  egli  solo  verrebbe  ad  essere 
ia  tal  caso  opposto  ad  otto  uimici  :  al  che 
avendo  replicato  Siwaldo  ^  che  i  suoi  figli 
ed  •  egli  medeiìmo  erano  uti  solo  èaiifgue ,  fu 
accettata!  là  disfida  ^  e  gli  otto  combattenti 
furono  k^lati  morti  sul  ca£i)po\  Or  una  pro<* 
va  di  Valore  e  prodezza  cosi  tneravigliosa  4 
e  da  stordire  avrebbe  dovuto  natura  aliente 
frastornare  gli 'altri  dal  dichiararfi  nimicì  di 
Alden  .  Tuttavia  un  certo  Aste»  gli  mandò 
unai  disfida  4  fidando  nella  sua  enorme  sta- 
tura ,  ed  in  quella  buona  fortuna  che  fino 
allora  lo  aveva  accompagnato  in  tutti  i  suoi 
cimenti  i  Fu  adunque  accettato  il  stio  car-^ 
tello  ,  e  Alden  combattè  con  lui  e  con  sei 
altri  compagni  4  i  quali  tutti  lascio  morti 
nel  Campo  é  In  éomma  dopo  essersi  Alden 
guadagnata  la  fama  ben  meritata  del  piìi 
grande  guerriero  de'  tempi  suoi ,  ^e  ne  mp* 
ri  s  e  fecondo  il  costume  di  quel  secolo  •  fu 
registrato  nel  calendario  degli  Eroi. 

Alden  lasciò  in  testamento  i  suoi  domin| 
al  suo  parente  Unguitì;  dal  che  par  che  fia 
confermata  T opinione  di  coloro,  i  quadirap* 
portano  che  A^miiudd  ^o  figlio  fosse  mor- 
to pillila  di  lui.  Pur  nondimeno  ^i  ttectein  ■ 
quistione  i  con  buon  fondamento,  se  questo 
Unguitì  fosse  in  qualche  grado  di  aifiìnità  o 
parentela  col^e^  Questo  principe  annesse  U 
corona  di  Cotlatidi^a  a  quella  di  Svezia  9    e 


di  Oustav^  IIL  re  ii  Sve^  .      3  i 

èe  ne  morì  dopo  un  bre^e  regno  >  che  fU 
prosperoso.  Altri  poi  allegano  cotw.tnaggior€e 
probabilità  s  eh'  egli  perde  la  vita  in  una 
battaglia  contro  di  Regnaldo  re  della  Gotlan» 
dia  9  il  ^ualè  per  dritto  di  conquista  ducces* 
se  alla  corona  di  Svexkl  • 

Quindi  Hegnaldo  ptt  rendere  la  ^ua  vitto* 
Ha  ancona  più  grande  f  e  di  maggior  conse^ 
guenza  >  fece  invasione  nella  Dahimarca  col-» 
la  mira  di  unire  quel  regno  alla  sua  coro'^ 
na .  Quivi  diede  una  battaglia,  la  quale  con-* 
tinuata  per  tre  giorni  con  un  furore  senza 
rallentamento  ,  in  fine  terminò  la  medefima 
o^a  perdita  della  ifiii  i  Ora  il  dentino  di 
hegnaldo  determinò  la  fortunsl  di  quella 
giornata  i  poiché*  un  vano  timore  improvvisa- 
mente occupò  gli  animi  delle  sue  truppe  ^ 
onde  permisero  chef  i  nimicì  strappassero  la; 
Vittoria  dalle  loto  mani  ^  ed  eglino  si  riti- 
rarono alla  lor  flotta  con  gran  precipizio  * 
In  appresso,  una  gran  parte  dell'armata  en« 
trò  nel  servizio  di  Aco  famoso  pirata  della 
Norvegia  i 

Gli  stòrici  sonò  grandemente  divisi  circi 
il  successore  di  Begsikaldo.  Tengono  alcuni 
che  ^srttunda  figliolo  di  Regnaldo  fu  innal- 
zato al  trono  di  Svezia  per  i  voti  ut)iversa*< 
li  del  pòpolo  ;  altri  afermano  ,  che  la  co-^ 
TOfia  di  Svezia  cadde  nelle  mani  di  Siwal-* 
do  il    vittorioso  monarca  delia  Danimarca  ^ 

As- 


32         J)el  JR^gm  e  della  Vite 

AstnuQdo  ebbe  quattro  figli  eh*  erano  i  più 
fj^roìiclabili  pirati  di  quel  tempo  ;  iquslU 
divennero  il  terrore  del  mar  Baltico  »  ed  il 
flagello  di  ogni  onesta  industria  e  pàpi6ao 
cotpmercio  .  Per  mare  s'  incontrarono  essi 
coi  quattro  principi  della  Danimarca ,  i  qua* 
li  similmente  menavano  vita  piratica  ;  quin- 
di ne  segui  un  fiero  combattimento ,  ed  aip'* 
Ifidjae  le  parti  adoperarono  gli  ultimi  loro 
sforzi  per  ottener  la  vittoria  »  e  ciò  ^cero 
cpn  tale  eguaglianza  di  fortuna  ,  eh'  ebbero 
t  conchiudere  una  pace^  ed  entrarono  nel- 
1$  più  cordiale  amicizia.  I  principi  Svez^zesi 
accompagnarono  i  loro  novelli  amici  nella 
corte  di  Danimarca  ,  dove  Agbord  ,  ch'.eri 
il  xtno  fratello  ,  rimase  perduto  amante  dì 
Segris  figlia  del  re,  giovane  principéssa  che 
possedeva  ogni  pregio  ,  che  possa  ornare  l0 
spirito  e  decorare  la  persona  .  Costei  prima 
4el  sqo  arrivo  era  stata  promessa  in  isposa 
ad  lldegislao  nòbileGermano  di  grandissimo, 
inerbo  ;  ma  poi  avendo 'ella  cambiata*  incli- 
nazione nel  primo  abboccamento  .col  prin-. 
clpe  Svezzese  ,  si  accèse  una  tale  g^ra' ed 
emuUzione  tra  gli  amanti  \  che  solamente 
col  sangue  si  poteva  estinguere  .  lldegislao 
vjcijeva'  in  ogni  conto  ricorrere  al  suo  pro- 
prio; coratggio  per  averne  ,il  dovuto  compen-r 
so  e  soddisfazione  )  ma  /u  dissuaso  dallo  sfi- 
4^re  il  suo  rivale  ?  mercè  \t  insinuazioni  ar? 

ti- 


di  Gustavo  I IL  re  di  Sve:(ia.       33, 

lUkipse  dell*  astuto  6  scaltro  Dol visto  >  per-^ 
sooaggxo  uobile  ,  che  avea  fatti  i  capelli 
caauti  tra  gl'intrighi  delle  coni.  Egliadua* 
qae  intraprese  a  spargere  i  semi  di  gelosia 
tra  li  principi  Svezzese  e  Danese  «  e  qaindi 
^d  obbligare  il. primo  di  lasciare  la  corte  • 
X>e  3^e  astuzie  felicemente  gli  riuscirono  ; 
poiphè  i  Danesi  furono  tostamente  convinti, 
che  i  figli  di  Asmundo  aveano  segreti  dise- 
gni f  quali  andavano  macchinando  .ed  ese- 
guendo sotto  la  maschera  di  amicizia  e  di 
stima.  Essi  adunque  concertarono  e  risolsd* 
%o  di  assassinare  1  quattro  principi  ,  ed  ati- 
tnalmente  uccisero  Elvino  ed  Armido  ^  ch\ 
erano  il  secondo  e  V  ultimo  ;  ma  la  loro 
motte  non  rin^ase  lungamente  senza  essere 
vendicikta  ,  poiché  Agord  si  avventò  colla 
$pada  alla  mano  contro  i  principi  Danesi,  e 
lece  loro  sojSrire  quel  giusto  castigo  che  bea 
si  meritavano  la  loro  crudeltà  e  tradimento; 
ina  poi  avendo  immaginato  e  creduto  ,  che 
tu(ti  i  $upi  sforzi  per  ottenere  il  consenso 
del  re  a  sp^c^are  la  principessa  »  sarebbero 
staiti  ormai  vani  ,  si  procurò  di  avere  acces- 
so al  palazzo,  travestito  da  donna:  ed  essen* 
do  penetrato  nella. camera  della  principessa; 
s^  la  condusse  via.  Si  dice  da  altri ,  ch'eli 
in.ajbii;i  donneschi  entrò  nel  servigio  della 
p^ncipe^sa  -,  trovò  il  modp  di  essere  ammes»* 
so  al  di  lei  letto^  la  capì,  ed  essendo  state  ^ 
Tome  J.  G  sco- 


34  JOel  Regno  é  delU.VkA    ' 

scoperto,  fu  posto  amort^^  Si  aggiuoge^  cliif 
la  principei^  uscita  quasi  fuor  di  e^  tta  T 
amore  e  la  disperaaion?,  appiccò  fuoco  a( 
palazzo,  e  constiinolld  in^sieme  con'  se  ste%^ 
sa, collo  riccbe^sse^'  e  co*  servi .  Orsi  il  solo 
Acquiti  rimase  vitro  di  tiitti  i  égli  di  At*' 
iiiundo^  e  immediatanfeme  che  fece  fiforno 
alla  Svezia  ,  fece  let^  d'  ua^  armata  p€¥ 
Viendicare  V  ugcifione  de'  sutoi  frateUi  .  Noa 
si  tosto  '  ebb'  egli  me$fe  a:  terra  le  sae 
truppe  nella  Zealanda  ,  che  ordioò'  alle  me- 
desime che  recidessero  grossi  rami  di  albo-» 
ri  y  che  dovessero  portare  nelk  l^fo  mancr 
sinistra  ^  niencre  marciavano  versala  cap^i^ 
tale  ^  Jjt  senpaelie  che  eran  intorno*  allaf  cit^ 
tà,  furono  sopraflatte  da  timofe>  per  la  vis^ 
di  un  fenomeno  tanta  insolito ,:  rassomigUatk* 
dio  un  bosco  ^  che  si  moveva  ;  ondo  abbst0« 
donarono  i  lorapo^ti  ^^  e  conroniearóno  il 
loro  improvviso  spavento  a  tutta:  la;  torte*  V 
II  re  punto  non  dubitò  che  ciò  presagisse'» 
lui  danni  e  rovine,  ma  pur  con^  tutto  que^ 
sto  egli  si  deteri^inó  di  morire  gloriosamen^ 
te  /  e  dopo  di  avere  operata'  ogni  co^  per 
la  pre^ervaaione  del  suo  popolo/  raccogBen'^ 
do  insieme  unesercCto  in  fretta,  uscì  fuc^deU 
la  città,  cominciò  un  fiorissimo  combattimen- 
to e  cadde  estinto  per  le  mani  del  nimica  ^ 
Acquin  fece  uso  della  sua  buona  fortuna  : 
in  maniera   che  dimostrò  ^quanto  poco  egli' 

se 


éi  Qnsiàvo  ///.  re  di  Svèzia.        §4 

sé  la  jH^itaise  ;  poiché  la  soa  crudeltà  Mfl 
la  pttixitÀ  he  a  séfóo^  né  ad  età  ;  e  tutti 
sUn^a  tiiunai  ^  distidaione  iuròtio  trocidati  a 
MCigue  fréddo  é  La  Daiiifriatcà'  vtdeasi  già 
Hédcta  agli  estremi,  èra  le  inatcia  délkspi** 
rante  libertà  ^  Quando  giunse  avriso  della 
morte  di  Àsmundo  .  A  tali  horizie  Àtqisìti 
ti  tiéÀittì  nella  Svezia  con  ogni  possibile 
èfiedìtezza,  per  assumere  ia  ^ov'#anitày  lasciane- 
<k^  il  comando  dell' irmata  ad  uno  de' suoi 
getìefaH>  sopfannòminato  il  Superbo^  il  qu«<^ 
le  fu  tosameiite  scaccialo  dal  paeéé  dopo  l<t 
{Partenza  del  ^uo  àóvràod.  Non  passò  lu  1^0 
tempo  che  il  re  riparò  ]e  pierdite  sofferte? 
dal  sito  CrÉltìCfrale  )  pdidhè  sddrsé  ed  invaser 
1%  Danimarca  coti  p($deròSo  eselrcittn  \i^e  per 
assoggettare  i  Viiiti  ad  oj^ài  possibile  igne* 
nprinìa^  pose  Una  dolina  af  lèfd  governo,  l| 
^uai  larter  viene  ocxìm^sSo  da  fturd  i  {tarici 
Danesi .  I  rlttarteiiti  anài  dei»  regno  di  què» 
ito  pritìcipe  furono  pacifici  >«  felici  vta  DaU 
tiimaroa  gli  pag^  ah  tributò,  e  la  Svelia  e 
la  Gotéandia  loì  riconobbero  toÈaé'  loro  ìm^ 
mediarlo  sovrano-  »  li'  eqdltà  pòi,  la  megera* 
ftioUé  ;  e  là  predefl2a  onde  goVcfrfiò  negli 
«Ititiii  atini  delsUo  reghó  ^  pienamente  scaiV' 
eellarotlo  gli  errori  commessi  nel  principio". 
Per  to  ahni  priana  della  sua  morte  egli  per^ 
de  1^  tiso  dì  tutte^  le  sue  facoltà  ,  e  gli  fa 
facto  succhiare    il  latte  tolne  un  bambino  '/ 

Ci  Tut- 


jrf^         hel  Begm  €  della  Vita 

Tuttavia  però  egli  conservò  nell'  animo  t\io 
V  affetlo  e  stima  de'  suoi  sudditi  ,  e  mori 
sommamente  da  tutti  compianto  . 
.  '  Secondo  moltissimi  scrittori  ad  Acquin 
successe  EgilrAunijf  ^  il  quale  poco  mancò, 
che  non  fosse  privaK)  della  sua  corona  , 
mercè  gl'intrighi  di  Tunno,  che  fu  il  teso- 
riere neirultimo  regno  .  Questo  personaggio 
lavea  convertite  iti  suo  proprio  uso  grosse 
somme  del  pubblico  danaro,  é  le  ricchezze 
!o  abilìttirono  ad  aspirare  alla  sovranità  . 
Quindi  per  evitare  di  essere  chiamato  a  ren- 
der conto  al  giovine  re ,  egli  apertamente  si 
ribellò  ed  unì  insieme  un  esercito  numero- 
^«o  di  disperati.  I  piccioli  successi  /che  fu- 
rono da  lui  ottenuti  nelli  primi  suoi  cimen^ 
ti  colle  forze  reali  ,'  affatto  non  gli  fecer 
perdere'  il  coraggio  .  Essendosi  egli  troppo 
«vantato  ,ncl  tradimento  ,  sicché  non  i^o^easì 
ritrattare  con  sicurezza  >  poneva  a  sacco  e 
depredava  il  tutto  pernierà  disperazione.  El 
diede  otto  successive  battaglie  ,  nelle  quali 
tutte  fu  vinto ^  sebbene  Egil'  fu  così  forte- 
mente angustiato,  che  videsi  obbligata)  a  ri- 
correre per  ajuto  ad  Asmando  Ve  di  Dani* 
marca  .  Allora,  egli  m  bella  maniera  rivai* 
se  le  forze  contro  dì  Tunno  ,  distrusse  la 
eua  armata  ,  lo  cacciò  in  esilio  ,  e  passò  11 
ffim»neate  di  sua  vita  in  perfe^a  tranquilli- 
la •  Egil  terminò  i  suoi  sfortunatamente  ^ 
.  poi- 


et  Gustavo  ilt.  te  d%  Svezia  .     ^f 

poiché   mentre    un  giorno   se   ne  rieorDftvè 
dalla  caccia  9  fu  assalito  da  un  toro  furìosOf 
e  cosi  miserabilmente  malmenato,  eh'  esalò 
lo  spirito  in  quel  medefìmo  luogo. 

ho  scettro  di  Egil  fu  posto  nelle  mani 
del  suo  figliuolo  Gotar ,  chiaftiaito  da  alcuni 
scrittori  Onar.  Ld.  prima  cura  di  lab  fu  quel- 
la, di  fortificarsi  per  me2zo  di  poderose  al-^ 
leanze  ,  e  di  assicurare  la  tf anquillità  del 
suo  popolo^  con  entrare  in  tifattati  di  atìn)- 
.«izia  o  parentela  cogli  Stati  vicini  •  Conque"* 
ssta  mira  esso  gittò  gli  occhi.su  la  figlia  di 
Asmundo  re  di  Danimarca  ,  e  domandò  ìit 
matrimonio  la  principessa  .  Fu  adunque  man*^ 
dato  un  .  ambasciatore  con  uno  Splendido 
weoo,  nella  corte  di  Danimarca  ;  ma  nel  suo 
passale  ;  ^  per  la  provincia .  di  AUahd  ,  egli 
fu  assalito  ed  assassinato  dai  ladroni  4  i  <^o»* 
li  si  suppone  che  avessero  operato  a  tenore 
degli  ordini  del  re  danese.  In  questo  lem  pò 
Siwaldo  era  salito  sul  trono  di  quel  regno  ^ 
e  pàrea  pochissimo  disposto  di  Gondisceiidere 
alle  inclinazioni  dì  suo  padre  e  dt\  sua  so^ 
reiU;  talché  per  evitar  ciò,  Gotar  rimase  per- 
suaso ,  che  Siwaldo  si  fosse  appigliato  a  queli- 
to stratagema  così  vile  ed  indirlo;  Egli 
adlunque  per  vendicarsene*  immediaUnOentc 
dichiarò  guerra  alli  Danesi  in  Atland,  e  né 
oitenne  una  vittoria  di  gran  considefaiione^ 
Quindi  coaquistò  Sconen,  e  di4de  II  guaito 
*  C     3  a  tttt- 


)8  ^IM.  Regno   e  della  Vita 

Zr  tutte  le  Provincie  nìmiche»  fin  a  tanto  elite 
ottenne  la  sua  desiderata  principessi  ,  e  se 
]j|  condusse  alla  sua  corte  in  trionfo.  Nella 
$ua  ass<;nza  uno  de'  suo  vassalli  avea  man* 
lenaco  .un  certo  amoroso    intrigo  colla  prin- 
o|pes$a  sua  soiellaà  ed  il  re  nei  suo  ritorno 
lo  condat^.nà  a  morte  ^  la>qual  sentenza    fa 
eseguita  senza  niuna  mitigazione  «  Gli  amict 
del  jdefuptp  si  determinarono  di  vendioarse- 
x^»  ed  invitarono  1  usurpatore   di  Daivimar- 
j^,  a  .venire   nella  Svezia  ,    promettendo   di 
jE^siAerlp  con  poderose  forze  nella  conquista 
,4^1 -regno.  Jarmerico  (  tale  era  il  nome  dell* 
^.Wfiurpatore  )    trasportafo  da  sommo   piacere 
,pef.^?5ersi  a  lui.  presemata  una  ^sì  belila  op- 
.pprtunità  .di  fomentare    la  sua   amb-^ìone  <, 
j|^ipe»^è.  iillcgramcnte    le  proposizioni   fattegli 
4aJlii;  malcontenti  ,  iSccbè  pose  in  pie^i  un* 
.far^ta^  e  cominciò  una  guerra  crudele  con- 
^^o,  la  Svezia ^  Gotar  punto  non  si  atterri  del- 
.jiaioun  mente  tempesta;  ma  avendo  radu  na« 
jte  le;  sue  forze,  marciò  di  buon'animo  con*» 
^  Jjro  i  Panasi    «    e  loro  diede    battaglia  .  La 
fprtuna  però  noa:gli  fu  propizia  :  fm  disfar- 
.  Ip. con  grande,  strage^  e  lasciato  morto  sul 
f:ap?pp.  di  b^aagjlia ,  in  mezzo  di  quel!'  or-» 
jjii^le  macello.  Jannerico  jfece  un    uso  bru- 
itale >dclla  sua  vittoria  »  poicbè  non  .così  to« 
ftp  Cu  ricQnosciuto  ^1  cadavero  del  re  ,  che 
Piegandogli  la  sepoltura  ,   ordinò  che  fosse 

cs- 


di  Gustavo  JIL  re  di  Svetta  .       59 

eiiposto  su  la  dma  di  una  montagna  per  es*- 
ser  p^^colo  delle  fiere  1  e  degli  nccelli  dir^ 
piaa ..  Egli  giunse  aacfae  a  tal  grado  d'  in^ 
soIénza\  che  m^iidò  nella  Svetta  un'ìmma*^ 
gine  di  legnò  rappretentaiite  '  un  corvo  con 
un'  ìscri;zione  cH'csprifiieva  fcke  il  re  Gotaif^ 
non  era  in  queftó  temptr  dr  flhrà  "maggior  ini' 
porians^a  che  un  ^corvo .  jQaindi  fu  che  *qde$to 
sfortunaito  principe  djttenneidopo  la  snamof- 
te  it  nome  di  Wandelk^oka,  o  sìa  ^orvo. 

Alden  supcesse  alla  porona  di  sxto  padre  <» 
e  già  stavasi    prep^randQ  di  vendicare  )a  di 
lui  morte,  quando  ricevette^  avviso  di  tma 
compiuta  vittoria  «  phe  Jarmieilco    avea  ù(- 
tenuta  iopra  gli  Slavi  ef^ivotinnr:  Or  'Que- 
sta obbUgò    U   giovane   re  a  sopprimere  11 
^uo  risentimento,  betiphò  fòsse  tosa  di  'som- 
mo risdhio  d^.dicbiariirpjaìguerrà,  còsi  pre- 
sto nel  suo  regno  contro  dr  uti  prijicippd!- 
Vicnuto  altiero  ;  e  grandemente  forte   jier  le 
sue.  recitate    conquiste  •  Non   molto  dòpo 
tede  finalmente  aU^  sua  impazienza  di  vèn-* 
detta  >  ittacòò'  HI  nimico  jper  mare  ^  e  dopo 
un  sangqinoso^  conflittp  phe    contjnirò  per 
'  tre  giorni  ,  conchiuse  una  pace,  a  cokidizio* 
ne  che  Jarmerìco  dovpsse  sposare  la  snaso- 
relW^  e  ifindi  in  poi -^  vivere  colla  Svetìà  in 
una  perfetta  armonia.  Ma  questa  buona  in- 
telligenza   fra    le  due   isorone    non  fcrche 
41  breVè  durata.  Sroàyilda  sorella  del  Alò-* 
,     C    4  nar. 


4SO      .  Pel  Itégna-^MUt  ViéA    .^ 

narqa  s^izcse  fii  in^scamentig:  accusaci  éi\ 
4i/ki'iDaritQ;di  mantenere   oBÌa  rea  corrise^ 
poodenza  coni  Broder  no  geniftfo  9  e  di  facr 
tp.  questi)  fu  posto    a  moite^  essendo  ilat^ 
sbranalo  da'  <:a valli  .  Or  tixtta  la  civcospezio^ 
;ip    e    prudeitza    di  Àdel    non  lo    poterono 
tmfTt^^ere  dal   prerompere  ^  in  amare  invetti'* 
ifej9ontr0  di  Jarnrerico,  in  ricevere  queste  s^f 
triw  noyelle .  Egli  jsolcnnemente  giurò  di 
faj^ne  vendetta  ,  ed  in  quel  medesimo  ìsean* 
t&<miie  in   opexaj  mezzi    onde    venirne   a 
capp  I  sicché  esiendo  entrato  nella  Bantmar^ 
cajn  .U114   maniera,  ostile,  pose  a    guasta  e 
rovina  qu$iiiò:?mai'se.  gli  parava  d'  innanzi 
s&fgsi  jiQcontTare  i  nimici  f  i  quali  ;si  trova*^ 
vaii^Jmmfissi  an  guerre  civili ,    perciocché 
Jarmerjc^  ,^er»  Ja?  «uà  xrudelt^  era  incorso 
neirpd^  de\$fsioi^udtHti.  Fioalmenre  i(mo« 
narca    dii|f$<ii€9  ^iM^tto.  a  cercare  ficove^ 
ra  iiir  uDa^jpenr  vìHdìi  forte^^a  »  ncit^egii  ^vtz 
fabJb»iìpat^ii?idQve  fu  asiediato  digli  Svezzesi, 
e  fatto  prigione  ,   arrotato  vivo  ^   e    i  «uòi 
tesoi^i  furono  saccheggiati.  Ade!  finì   la  sua 
spedizione  colla  conquista  di  Sconen^  Aliando 
e  BJeking^  ag^ugnéodo  queste  provìncie  a^ 
la  Cioiroua  dìGotlandia.  Quanto  poi  alla  Da* 
nlm^Fpa  ^e^o  la  diede  a  Brodtf.  figliuolo  di 
Jarmerico,)  .sotto  condizione  jche.  g^i  ^p^gassis 
un. c«rto  annuale    tribtto  *  Net  ritorna  che 
^Ce  9IU Svezia,:  il  re  oiTeri  sacrifizio  in.Upsal  • 

alli 


^ .  €ÌUstaVù  IJjt>  re  l^  Sif^ia  .    .41 

.^fi  stoi  falsi  Dei  ve  Jiientre  cha- stava  cir- 
aondando  iLt^mpio  a  ca^vallo  in  (processione^ 
.  fu  sbakaìio  dal  medesiiuo  ^  ed  essendosegU 
r  sfogato  il  collo,  esalò  lo  spìrito  neir  età  di 
jCìnquantacinque,  dopo  di  averne  regnati  45. 

Os(an  iaunediatamente.  sali  sul  ^ono  di 
suo  padre-,  ed  appena  si  era  «  stalli  tko  nella 
.mvranità,  quando  si  ribellò  una  delle  più 
considerabili  famiglie  della  Svezia^  é  tirò 
nella  loco  fazione  un  gran  numero  di  ade^ 
.renti .  Ora  •  per  reprimere  questa  sedizione 
neir  istesso'  sqo  principio,  il  giovitie  monar- 
ca coinlnypià  la  sua-^mareia  alla  '  testa  di  un*  ~ 
arenata,  e  portossi  nella  C^tlandia^.  Quivi 'I 
ribelli  trovarono  un^  opportuna  occa&ione'  di 
distruggerlo  ;  poiché  circqndarono  Is  casti  ' 
ov'  esso  alloggiava  in  tempo  di  ^otte ,  ed 
appiccatovi  fuoco'  viT  bruciarono  il  re  *  con 
tutti  i  suoi^-Aguaci.  Qi>sito»  firineipe'  mori 
jìeiretàidl  knnir"^)»  dopo  di  averle  regfto^ 
lo,  26.  Jascian4o  up  4^ìo  e  successore -^^« 
fi  di  quesu  età  • 

Inguar  ereditò  la  eorotia  di  suo  padre  ed 
anche  lo  spirito,  guerriero  dei  suoi  maggio^  . 
li  £n.dai  più  verd'anni  di  sua  vìiM,  e  si 
distinse  come  uno  dei  primi  guerrieri  di 
quei  tempii  Snio  era  in  possesso  del  trono 
di  Dai^niarca ,  ed  aspirava  alla  -  conquista 
di  Sconen;  Questo  secondo  principe  per  ve^* 
Aire  a  capo  dei  "suoi  di^gniy  era«i   studiato  ' 

di 


44        •  -^«^  Éegno  e  delta  Vìid 

ne  seguì  una  guerca  ;  civile;  ed  csseodod 
|}ata  una  battaglia,  Asip:iuado  vi  perde  la 
vita  ,  e  la  corona,  e  gli  Svezzesi  il  migliar 
monarca  che  avesse  giammai  impugnato  il 
lora  scettro,  Asmundo  fa  un  principe  gl0*- 
rioso  in  guerra,  saggio  in  tempo  di  pace.y 
.ed  il  padre  ed  amicò  dei  suoi  sudditi. 

Dopo  , un  regno  di  20  anni,. ad  Asmundo 
successe  suo  fratello  Siwardo  ,  cui  la  vittor 
ria  gli  apra  U  strada  al  trono  <  L'  ambizione 
di  questo,  principe  non  si  vide  satolla  col 
possedimento .  di  tre  corone  ;  ma  gli  faceva 
d'uopo  d'estendere  i  suoi  dominj  mercè  la 
conquista  di  Norvegia.  La  fortuna  arrise  ai 
suoi  tentativi >  onde  fa  ch'egli  vinse  ed  uc- 
cise in  battaglia  Siwardo  re  della  Norvegia, 
"^e  successe  alla  sua  corona  *, Divenuto  borio- 
so in  mezzo,  a.  tante  prosperità ,  egli  esercir 
tò  le,  più  barbare,  e  capricciose  crudeltà , 
leggendo  i.suol  :  novelli  sudditi  con  verga 
di  ferro.^  e,  governandoli  con  tanta  severità 
ed, asprezza^  che  tostamente  divenne  insoph 
portabile  ai.Noryegi.  Quiesti  adunque,  si.  rir- 
ballarono  e  chiam^arono  in  loro  ajuto  i  Da^ 
cesi,  ì  quali  mostrarono  di  .avefc  1^  .stessi 
inclinaziotoe  di  souotere  il  loro  giogo. >  Essi 
aveano  proclamato  Regnerò,  principe  di  e* 
strazione  norvegiana  ,  per  sovrano  della  Da^ 
nimarca  :  erano  corsi,  ad  arrolarsi  sotto  ti 
s^o  stendardo  i  e    lo  avevamo   esortato  cotx 

tan* 


di  Gustavo  IIL  re  di  Svezia .       4^ 

tanta  vivezza  e  calore  a  marciare  in  soccor*- 
so  dei-  Norvegi  ,  che  non  lu  ammessa  nin- 
na obbiezione  per  parte  sua  .-Regnerò  .adan« 
4iie  jnconcró  nel  campò  Si^wardo  ,  lo  vinse 
ed  uccise,  e  quindi  dispose  del  regno  di 
Norvegia  in  favore  del  suo  proprio  figlio  si* 
milmente  nominato  Shvardo. 

Irot^  £u  dopo  di  ciò  innalzato,  al  trono 
della  Svezia;  ma  sì  mette  in  controversia 
s'egli  fosse  iìgUò  di  Àsmundo  o  di  Siwar- 
do  ,  oppure  il  fratello  minore  di  atnbidue . 
Da  tutti  universalmente'  si  concede  che  du- 
rante r  ultrriio  regno ,  egli  ottenne  la  corei- 
tia  di  Gotlandia;  e  éhe  a-  tempo  sud  uha 
^rahder quantità  di- Coti  e  Danesi  si  stabilf- 
totk(%  nel  paese:  dei  Y andai!  nelt  imboècatu- 
€n  del-  fiume  Odger^  fibbrìcanda  Ta  cinà  di 
Vineta  cosi  famosa  nei  secoli  posteriori  per 
ii  6u«  politissimo  commercio V  /"    '-     * 

In  tempo  appunto  che  Itòt  successe'  n4Ì 
Irono  di  Svezia,  accadde  t:he  il  re  danese- a- 
vendo  ripudiata  la  sua  propria,  regina ,  do- 
mandò in  matrimonio  Tera  principessa  del- 
la Svezia.  Secondo  il  -costume  dì  quei  tem- 
pi, kot  ricusò  d'accordare  la  destra  di  sua 
figlia  >  priiua  che  il  pf ètensote  non  si  fosse 
distinto  per  mezzo- di  qualche  tiobilè.impre- 
sa  onde  meritarsela. .Ciò  pose  .in  «opera  il 
di  lei  amante,  avendo  uccise  moire  béstie 
selv^a^e  ^  che  si  laseiarono  in. libertà  nella 
.     «   '  '   ^  -   .  ca- 


fiamefà  defl«  soa  moamótata  •  Dà  questa  <k«»' 
jma  il  re  di  Daiiiifiarta  ebbe  diversi  fig^i  ^'  i 
^aali  tcitri  imoto  fatinosi'  per  la  erc^lì^  i 

Dòpo  I*  iitorte  d'Irot,  /w^^/  figliuolo  ^ 
Asmdndo^-  fu  filialmente  innalzato  al  irono, 
da  eùi  ètatie  ^ato  Ingiùstaintiite  escludo 
per  due  r^ni.  Di  c|tìestO'  re  si  fiferifirce^ 
lok' jessecido  egli  iti  tempa  di  eoa  giotinfezza 
<dì  ima  disposkione  di  ahiino  tròppo  Mtèi 
ìi  rào  tutore  Suibdageto^  affine  di  fargli  cam«^ 
Inare  ^el  suo'Ctoi^etamentOT  obbUgoIlo  à 
fnan^aro  órori  di  Icfpi^  la  qual  cura  séctfà* 
do'ciibd  tie  ^ìen  detto,  coséa niente  pròduastf 
il  4Ìe^erài!o  effetto  v  Net  gio^nd  delfà  éua 
e^altaziofie  alla  corona ,  egli  t adunò  tvdtì'ì 
piccioli  re  elle  governavamo  le  di^efènti  pfìH 
vitt(Se  delia  Svezia  r  è  si  assise  alla  lordprcK 
$en;^a  sopra  uno  ^cfabello  coUoòato  iitnanti 
al  tròno.  Quivi  fb  a  lui  preservato ^  fieconv- 
4o  r  antico  .costume  >  4ln  co^fìo  pieno  di 
vino^  eh?  ?egli  sì.  bete  ^  giurando  ,  d^di 
stendere  le  frontiei:è 'della  Svezia  /  tf  petifC 
neiratientatov  Nella  jstessa  notte  éég^tkc 
dióioStròì  cci  fatti  ^  chef  nulla  VòIeVa  ò^se^-* 
vare  per  radempimefito  del  suo  Votói  p€*- 
che  attaccò,  fu^co  alla  Cfisa^, .  daMno  itsT^no 
alloggiati  s&ttxi  di  qaei/{»cci(^i  re  ^  t  li  ^i-^ 
Strusse  tielle  .fiamme^  Qr  queste  furono  tali 
violeinze ,  tlui  .  noa  erano  accòstomati'  gli 
Svezzesi  ;    laonde    essendosi    determinati  di 

pu^ 


derò  batt^lia  ad  Ingcl.e.ìa.  disfecero.;  ma 
là  vitccfria  noti  fu  decisiva  ^  e  servi  aolamen- 
le  a  prodd^re  uft  ti^atcato  di  gccomodairien-*' 
(p^  In  q[ue$til  occasione  logel  $i  portò  col<* 
Ù  ^Ht2i:4ùppttttiiyt  p>cz  ^ifiieriiàì  e  All- 
ibendo dna  cordiale  ricodcilia^òiie ,  grinv»* 
f^(^  a  lavilo  ^j>v^ntOi  t  ijCQtùei  gii  bbbe  tutti 
fadunaii^  pose  lÌMico  olla  casA^  e  li  àbbru* 
ciò  vivi .  In  tal  ìPQdór  ici^$i  Itbterò  di  dodi- 
ci piccioli  tiranni,  che  aveano  usurpato  il 
suptemo  governo:  di  altretfiinte  ptovincie 
svedesi^  Egli  ebbe  una  figlia  iìonnoàte  iAsa, 
Mon  men  crudele  di  suo  padre  :  ctfsa  fa  ma-* 
fitsiu  al  pnltMiipe  41  Scaniicn^iidarlei  msas^ 
sanato  itiéieiiàe  con  9UO  cognato  ti  dando  co*- 
j$i  1  lo^  domi.itij  itt  poter  dia  hesiisi.  Indi 
Cfrcp  rìcoiteta  alla  fCOiriSe  :dl 'Siio  padre;  il 
q^^lf  eìfhe  $  $oscerìere  nAa>  guerra  aoistfo  a 
panesi  vendicatori. del  icmififatlo^  iti  0Ui  fu 
QOiStis^cto  ad  abbruciarsi  tiel  prqpria  paiaa« 
ap  insieoie  colU  famiglia  ir 

Smo  figliOiOIao;  scappò  kiaìr  inòtn(dio«  ma 
noti  giunse  al  trono  ^  al  quale;  venne  ^oatt* 
tttito  un  nobile  svezzese^  cboi  |iortò  il  no» 
m,e  di  Carlos  Ma  vinto  attt:k!egli  da  Re-i 
gnero  re  di  Danimarca,  ed  cnaciso  in  ain^ 
gpl^r  confitto  «  la  corona  M  Sreeia  passò 
Si»l  capo  di  Biorna  ^  .principe  ideila   dina-r 

stia 


48  I>^  Régno  e  della  fTtta 

stia  danese,  e  che  fa  il  primo  prìncipt^  crl-^ 
stiano  della  Svezia.  »i  ^  ^..^ 

.  •    .     ...  ./f.  .\.i 

CAPITOLO    Itf. 

.      k 

Compendio  gòtico  de  re  Cristiani  ^'dì  'Své^. 

t        V-'"  •         <"   •■»■ 

Ikil    IX.  sino  -alla  metà  deU^eàdo  TFlì 

della  Era  cnstiùna.  Gustavo' J^a  «±€n^    ' 

'  '  '    de  (A  tròno  S^S^erià'.''     ''-    -^'r 

.Li.  tv         .4, 
■      ^,  .    --■!■■     ì  lì' Vii      ''■■         ^.»i  M»<ii#    X        . .  .j    ••    •> 


«.*&•'     i«4.J^ 


••JUiA  mizron.  8^ré«zlB»s(r  tibh  'jpf^A^ido'  adìfó- 

«dmar^ -ad  iih  gfógcr'srrattiefó:/''at' 'fìb^ 

teòhtra-tì' rc'^  ^tóh^^-'ed^^  ìith*d  '^tèfòrfo 

iAèttlartda'*Hfct>^tì»  ^tìi-  i  <cH^ii«  Vàoffiiftftìo 

%#i«>!fr  petsSectìiìtìill  :':II^pbpottt  péto-  ìlritj- 

-*fr  d*K*witte^rfu3»èfIèà  i'  to  dtp^òèrfer  '«  iol^tilMil 

«^ ^i%inbc(Jl3ò -fitìtó^^ddfo ^$fctetibt(y  fé   hi- 

^•gfeli^cstl-'ditdè  V  site^'^gliò'tngp-  piéf  mó- 

«^gfte 'é^l«l^%!ik'Hd«^  i-c  di  BatóMy      ;  td-'^ab- 

•^bìttciè^-^  Wstttitttì  ir  tttttiaAèkrtvtfr  'La  tó- 

*ofrta  che  ptltrta^era-weditària,  -divenne'  e- 

'^-^feittHra'  sbtcò'  tttrtrta  '  nùovae' ^d^^^  di'fe 

•€H^rtàfii',  La^'sttìfla   tìt Svèzia  ^hònrp-tefe^** 

-éa  avvenimenti  .  df  grande  *  i*jJi>rtattia^  >  'in 

questi  primi  ieédit  dei  ctistJan^siìind/predi» 

'  '  T  V     'Cafo 


dì  Gustavo  III.  re  di  SvcTi^a .       49 

cato  e  stabilito  in  questa  parte  del  setten- 
trìoQC  da  var)  tnissionarj  usciti  di  Francia 
e  d' Inghilierira .  Sotto  i  regni  susseguenti  di 
Erico  Vaderhead ,  Erico  Seghersell ,  Erico 
(S^chimilde,  Olap  Scqtkonung^  Asmando 
JSloIbrenner ,  Asmundo  Slemme  ,  Stenchil , 
logo^  HaUtan,  Filippo ,  Jugo  IV»  Ragaal- 
do,  Magno,,  iSyerchero,  Carlq  e  di.  Erico  il 
Santo,  niente  di  considerabile,  avvenne  nel* 
Ja  Svezia. 

Dopo    r  estinzione    della    linea    d' Ingo  » 
quella  di  Sverkero,  e  di  Erico  il   Santo  si 
disputarono  lo  scettro ,  e  cangiarono  la  Sve- 
zia in  un, teatro  di  cami,ficine,>QlL  Fplkan* 
gar ,  cornìncijLrono  a  regnare  nel  j  2  5^  .  T«ìl- 
déQiar  fu.  il  primo  re  di  questa  linea  «  Egli 
era  %lìo  di  Birgerjarl^  il.  quale  si  distin- 
se per  il  suQ^discernimen^o.  Ladplosfiat^l- 
lo  e  successore  di  Valdemar  si;abili  savie  leg- 
gi ;  ripresse  V  orgogKo  dei  grandi,  ^  portò  se- 
co alla  tomba  VafTetp  »  e4  jiVdglpre  dolla  na- 
4on0.  Dopo^la,  su^  morte*  gU  as^aisina^ienki 
ed  i  tradimenti, segnalarono  la  f^#nigUa .  reale. 
Magnp  ^oprannonjiaato  ì^  aai^u^aw  ^  fti  p- 
letto  np.  131 8;    %^\   pue^jne,  la  Noi:veg.ia 
per ,  iir^ditk  ,  e  perd^jte  p^r  Ja  sua  ;sempli:à- 
tà  mql^e  provincie  della  Svezia.,  11.  saio. fi- 
glio Ho^an,  o  IJakon, divenne   xp   di  Nor- 
vegia, e  ricusò  la  corpna  di  Svezia;  ma  ot- 
tenne poi  "quella  di  Danimarca ,   per   mezzo 
Tomo  L  D  del 


K^  o  Dei  Regno  e  della  Vita 

del  suo  matrimonio  con  Margherita  figlU  di 
Valdemar  .  Gli  Svedesi  scontenti  dì    Magncr 
Smek>  lo  deposero;  ed  elessero  in  sua  veci; 
Alberto    di    MekFenburg  .    Questo    principe 
estero  li  oppresse .    Stanchi    del  giogo"  deli^, 
oppressione  ^  chiamarono  in  loro  ajuto  Marr 
gherita' vedova  di    Hakon .  Margherita    che 
già  regnava  s.ulla  Danimarca  ^    e    la  Norve- 
gia, abbracciò  questa    occasione    di  saziare 
Tambizione  che  dominava    nel    suo  cuore  •« 
Ella  ascoltò  gli  Svedesi;  dichiarò  la  guerra 
al  loro  sovr^app,  lo  vinse  e  Io    detronizzò  ; 
Non  andò  guari  ,  eh'  ella    propose    di    fàrcr 
un  solò  stato  ài  tre  regni    del   Non,   e  di 
riunirli  sotto  un  medesimo  scettro.  L'unione 
fu;  conchiusa  a  Calmar  4iel  1397,   cd^  i  de- 
putati dèlie  tré  nazioni  vStipularc^Oji  che  cia^ 
scheduaa'  delle   nazioni    sarebbe   governata 
secondo  le'  sue  leggi .  Questa  coiidizione  do- . 
veva  prevenire  gli  attentati  del   poter  arbi*- 
irario.  Margherita  la  rispettò  ,>  intanto    che. 
vide  Tedidzio  ìa^lzato  dalle  sue  mani  anct>«. 
ra  vacillante V   ma   dopo  avierla  stabilito  so^. 
pra  solidi  fondamenti,  ella  non  fu  più  tan- 
to fedele  ai  suoi    impegni;    ella  seppe  per, 
altro  colorire  le  sue    ingiustizie.    Ma  Erica 
XIII. ^  cui  ella  ayea  fatto  eleggere  per   sua-, 
successore  ,  appertamente'  adottò    il  sistema. , 
d' oppressione r    Egli    trattò  là  Svezia  come., 
un  paese  4i  conquista,    e   confidò  in  mane 

dei 


di"6 astavo  ITI,  re  di  Svezia .       5 1 

àti  *I><irrcsl  F'amminhtrazioire  dì  questo  re- 
gH»*,  i  quali  sì  resero  colpevoli  di  mille 
tìtìiose  vessatlonì.  I  Dalecarùesi  sdìegriati,  si 
rivoltano.  Engelbrecht  nato  fra  loro,  e  co- 
fitfSciuto^  per  le  sue  eminehci  qualità ,  si 
ttretfe  alla  lofò  .  testi/  combatte  i  satelliti 
del  tirahnofy  e  Vendica  lanarione;  Erico  pro- 
mette di  fegnarc  confoftne  aUé  Uggt  della 
Svèzia;  ma  $1  può  far  codto  veruno'  sulla 
parola'  d'un  perfida  «iespota?  Engtlbrecht 
viene  assassinato  dà  un  rivale  invidióso  del- 
Id  ètra  éloria,  e  le  Vessazioni  ricominciano,, 
I  Dalecarliesi  si  rivolt^nro  di  nuovo,-  ed  in- 
Vtfuppanó  èella'Iord  rivolta  gif  abitanti  d'al- 
tre Provincie.  II  tiranno  comparve  nella 
Svezia  alia  testa  delle  isfue:  tnappe;  ina  il 
cielo  «si  dichiara  per  la  buona  causa.  Erico  • 
è  ridotto  ^  fuggir ef  nella  Diniimarca  ;  ì  Da- 
ntisi  ùgttà'f mente  ^étaticbt  iiella'  sua  tirannia  ;' 
non  gli  eoiicedóno  lungo'  itmptìtìti  asilo;? 
viene  cacciato  in  èsiìid,  e  ,CristofeÌo  di  Ba- 
vièra moiitt  sol  trono  •  Alla  morte  di  que- 
-  sto  pTinaipflp  ^  xke  ^egul  nel  Ì44S,  gli  Sve- 
desi- eé-'i  Jlorvcgcsi  diedercf  lo'  scettfo'a  Car- 
lo Knu'tson  d'uri»  iHìrttrèf  famiglia^'  e  che 
areva  legame  cogU  antichi  re'  dì  Svezia.  1 
Danesi 'lo  desdiiàacrai^rfstiernro  I.  della  ca- 
sa-di 'Oldcnbafg;.  L*Arclve<co^  xl'tJp*saI, 
prtkroi  potettte-  ed  ambizioso,  nlivove  intri- 
ghi^èontro  Càr^a^  e  far  passatt  U  Svezia  liei 

D     X  pò* 


^a  'Uel  Regno  e  della  Fifa 

potere  di  Cristierno*    Questo  ,jBoaarq^.,KkOt\. 

avendo  rispettato    un    popolo    Rqxo  custc^^ 

dei  suoi  privilegi,  fu  ben    presto  ^pogli^t^iy 

della  corona.  Carlo  la  ricevette  di  ^  nuovo. ,^ 

e  nuovamente  detronjzzato  venne   risiabilit^c^ 

del  1461  V  e  regnò  pacificaji^ente  sìnq  aU'aj(i<s 

no  1470,  nel  quale  mori,  '.  V 

r  Sten  Sture  il  maggior  nipple  ^di  Cado  j  pcei^ 

t^e  U  redini  del  govcrop   4:on  titolo  ;d^am>t 

xninistratore  :    egli    meritala   quello    di  re  ti 

Ibrse  se  l'avesse    conseguita ♦  s*^  ,n?t  sarebbe 

sno;strat,a  men  ,  degno  «    Cristief  qo    il    qiaajf 

pretendeva  cb^  lìQCpra  .|su&$|Me^'   r^QÌODfl 

di  Caln)<iT,.^tbbeAe,^li  Svedesi  lo.  nega^Q^ 

To,.  trattò  Sture  d^  ribeìle.f;  e  Giovani^ir  6.uq 

successpre  feqe  reiterati  sforzi  per.$ottamctr^ 

pare  la  .Svezi^a  •    ]Vl<^    l'anaraitiistraroFe   sepgfi 

liaa Atene rsì  nel  governo-  La  sua,  feroiezza  » 

la  sua  prudenza  V  il  suo  zelo  per  ilben  pub« 

blico  furono  i  saldi  «pstegni   del  ^uo  ppte-^ 

re*    Suante    Sturp    degtio    nipoic  di  questa 

grand'  uon^o ,  gli  successe  ;  rese  felice  la  na^ 

zione  j  ,che  ^li  .avea  confidata  U  s^a-  auton^ 

tà  e  destijiò  per  suo  successore  un  "Vigilio  a« 

ipato.  Sten  Sture  il  minore. 

,  Cristìerrio  IL  y  il    Nerone    delNord^  es-r 

spndp  pervenuto  al  regno  di  Danimarca  yriotf 

novo  le  pretensioni*  dei  §uoi  antecessori  i  ma 

no.n  pitenne  che  rifiuti  e  ripulse..  Sdegnato 

d' una  resistenza  tanto  ardita ,  fece  marciare 

le 


di  ostavo  III.  re  di  everta .       «j  J 

le  sae  truppe  nella  Svezia,  e  diede  battaglitt 
7L9é\xte:  L'amministratore  perì  nella  baita* 
gKìt)  ed  il  tiranno  fu  vittorioso.  Seconda* 
tè- dà 'Gustavo  Trolle  Arcivescovo  di  Upsal, 
6iistiert)o  pervenne  alla  mela  propostasi  ^  e 
fti  Coronata  re  nd  1519^.  Egli  segnalò  ben 
presto  la  sua  potenza  con  atti  di  crudeltà 
che  sollevarono  la  nàziione  Contro  di  lui  i 
La  strage  ctìe  *  egli  fece  fare  a  Stakolm  ai 
persahaggi  f\\X'  iWusttì  del  regno ,  mossero 
tutti  gli 'Svedesi  à  sdegtiò  ed  a  furóre. 
'  Fra  gK*  estaggi  che  il  re  di  Danini^rca 
avea-  peffidatnème'  ottenuto  dagìi  SvczzcsI , 
ànhuttìetav^si  "Gustavo  Etiéksòn.  11-  re  Crt- 
stkft*nt>aveii  iridar^  tesate  le  prome/sc  e  le 
iniàacèiè ,  pet  distaccare  V  anirifto  dì  questo 
giòthìe illustre  sveizfese  i  rfafl  partito  ddl'am* 
lùiiiistratòre.'  Là  sua  ostinatezza  per  poco 
non  -gli  costò  la  perdita  della  *ita  ,  cónéIóS* 
siacbè  temendo  il  re  del  suo  valóre'  e  co- 
istanza >  diede  secréti  órdini ,  che  dovesse  es- 
Sei'C' strangolato  in"  prigione;  ma  Tofiiziale 
danese*  cui  fii  data  una  tale  commissione, 
detestando  un'azione  tanto  perfida,  audace- 
jttiehte.  fece  delle  rimostranze  al  re  intórnp 
alle  conseguenze  della  ''  medetìma,  e  lo  in-, 
dusse  a'  ritrattarsi  dal  suo  proponimento,  e 
eemtentarst  di  confinare  coli' ultimo  rigòre 
gli  ostaggi  nel  eaitellò  dì  Copenhagen .  Qui- 
vi »rfcuoÌ  di- èssi  pétifotió,    in   GOHSCgnenza 

•  ^-^  '  D-  '3  •    --  ■-'  de-' 


^4  Del  Itegrta  e  della  Tìti 

4^glJ  aspri  trattamenti  i-icevuti.,  ma  là   for^ 
„cc^  4s  nerboruta  Coinplessicne  e  lo  spirito  rJ- 
jsplutp  di  Gustavo    resistè  ad  45gni   crudeUf^ 
,.del  je,  Cristìérno,  Tuttayolia  ì)erò  Erico  Ban- 
ner nobile    danese,  ..Hocco    xla    compassione 
dei  sjiioi  patimenti  ^richiese  al  re  che  met- 
tesse Gusuvo.  nelja  «u^  custodia,  pet  ved^ 
re  se  Jo    potesse    indurre,  ad  kìbbracciare  U 
partjlQ.  di  sy^  Maestà  ,  e  fargli  aprire  gli  oc- 
^  «ni  ,a  ^uQ  proprÌQ  ^  yero  interjesse.  Cr^ìstier* 
m,  y\  aqpojiseniì,  ma  ^otto   .condizione   che 
^  )^p  dpye^sse  ..condurre    alla    fortezza  dì  Calo 
.jixelji^.  Ju'Uandia  ,  di  cui  «ss.o  jera    goyernàto- 
je»  e.  pagare,  ^oop^  scudi    per   suo  riscatto  , 
.  ^.n.paso  che;  acga^es^e  cbè  Gustavo  n^  scap- 
/jp^as&ejvisi  •  Banner  generosamente   abbràcpiò 
^  yi>a  j.ale  cpndizione  ,  e  §eco  lui  si  menò   il 
.^sup.  prigioniero,  procurando,  '.colja    estrema 
aj£UWe;^?a  ìb  rcura  di  scancellare  dalla  sua  me- 
,mpri.^  \\  cattiyp    irattan^ehto^    cui  era  sog- 
giaciuto a  CopenbageP  ._0r  le  nobili    qua^li- 
,t^  ^di ,  G.usjtavo    si    guadagoaronb    ^on  t^htii 
]   posganz^  r  animo  di  Banner ,   e   di   xutt^  la 
,5ga  famiglia,  che  non  era  starp  Juo^mente 
À.  ù^lPp  quando  ^bbe  la    libertà   di   andare 
gir.^ndp ,  e.d.  anche  a  jcaccia  per   suo  diverr 
iim^ento;    ,ed    ogni    giorno    si    prPppnéano 
nuove  ricreazioni  e,  passatempi  ;  e  tutti  ^aci 
jdella  ,cont/;ad^,a  lui  ne    accorreano-  per  da- 
ri?  divertimento  aJ.forastierOt.Tutte*p.érò  le 

Jo^ 


di  Gustala  IH  re  di  Sv^^jia .       5  ^ 

IpFp  pr^zze  non  furono  capaci  a  far  sì,  che 
^j^^^ay.o  si  dimenticasge  ch'egli    era    prìgio- 
nkJ^pA  "^  veruna  di  qi^elje  civiltà  e  finezze 
c^fsso  ricevè  ,  ppterono.  compensare  il  suo 
/cordoglio  di  essere  posto  fuor  del  caso  pri- 
yato  d\ayer  parte  qella  gloria  jdella  guerra." 
}I  suo  ardente    desiderio    di  , poter  giovare 
air  a  meni  ni  strado  re,  U  sua  gran    passione  di 
difendere  la  propria  patria  contro  gli  .att^c- 
ch^  di  Crìstierno  \  ed  il  suo  risentimento  cò.n* 
tro  la  perfidia  del    monarca    danese,    gli  à- 
veanp  impedito  di.  potere  assaggiare  le  dòl- 
<;:ezze  del  ritiro ,  ed  il  godiriientq  della,.  '|^ìu 
perfetta  amicizia.  Tuttavia  peifò  egli  soppor-^ 
lò  il  suo  esigUo^  e  soffri  una  tale  «ittiaziò- 
ne^  fin  a  tanto  che  le  di^gra^ie    in    cài  vi- 
de invòlto  Ù  «uo  paese,  la>norte   dciram- 
piinistratpre ,  la  rovina  del  suo  partito,  l* ór- 
reiicìc)  ri^acellodel  éenato;  e    la  jt4raonia'di 
Cmi/Vrwo,  tutte  queste    cose    lo  jcòn vinsero 
pienai^epte  che  doyeàsl  .tentare   ogni  espe^ 
diente  onde  ricuperare  la  sua    lllpe'rtà,    poi- 
ché ciò-  pò tr^be  esserci    il    mezzo  '  valevole 
di  Jibisrare  la  sua    patria    dalle,  stesse    fau- 
èl    della  distruzione .    Egli  non    potea.  'ope- 
rare d'indurre  Banner   a   itradlré  l'interesse 
.del  suo  re,  quantunque  grandissimi   foèsero 
\  iStati  i  cpptrassegni  di  amicizia  e  distinzióne 
.che  questi  con  lui  avea  usati;  ma    Si.  andò 
^   Jusingandp,  eh e^ualpra  avesse  potuto  rag- 

D    4' •"  ■  co-  • 


5^  pd'BMgno  r  della  J(^^y 

cpgli^pe^^  \ài  sooaHfò  eoo.  cui  4vt2t' Cfisihrnó'r 
fissato  il.  suo  riscaico^  egU  fkHrebbJb^cdjppCM^/ 
sene,  via^  &9nza  fasre  nkioa  Ifìgitiria  al  sto  <^* 
nevoso  proteitore^  o  violare  i  sacri  frìtti  dib^ 
VLtnmiiZr^  gratitudine  ed  ospitalità.  In'  qxxi'^^ 
lurw|vi^  evento  esso  gittdicava ^  Ae  le  obbl^-' 
ga^iqni  ai  pubblico,  ei  doveri  vef  so  la  (»': 
tria,  d^visaDo  fitr^valeré  n  tuitì  i  vincoli  di'' 
uD  privato  riguardo  •  -      .      -      ,       •'•   •: 

oQan  :qa€«ti  sentimentj ,. Gustavo  momò  tin 
gìp;i^  Y^pra-  iì  suo  eaVaWov    ioiio  pretesto  . 
dit^H>«kre    a  caccia    secondo    il    siio  sotito  >' 
ndl%  foT'Cstd  «  Come  fu  ctgU   giunto  ad  ntìt 
con^^oi^nip  dMt^^^  ;  catBbiò  Je  sue  vesti 
co^'^lpito  ^ì.mifSLtbàeo^»  jr  lasciato  il  suo  "^ 
c^^o.  v4aggiè^'d^  giorni   a /{ttsdi  p^r  vie  ' 
non  batf{<He)  e   sopra  •  n^pniagne  i|«rséA  im^ 
pQSSÌbJ*M  a  4Pi9i$s|i;si.^  e^  giimw  nd'tefzo  gioi^« 
ho -^ inombrargli  Qlii^i  ntnnt^  poteV^  essere 
aini«99KO;rsenz^  m^r^  u^pas^oroo;  e  6d^  - 
stavo  .fjeq^e^'  di, .  presentarsi   al  governa^rd , . 
o  pur^,airii&eiàlj&.  di  guarda  ^    i»v«iundo 
di  f  sscre  scoft^i'to .   Ma  felicemente  per  Itri 
accadde  ,<  che  allora  ootre»^  quella  stagione  • 
de^r anno j  quando  i  mercatanti  della    bassa  - 
Sasspnì^  colà  facevano  considerevole  traffico  '* 
ih  ^«rov^nti^  i  ?quali'ìsogliono  essi  comperare  ^ 
nella  Jutlandia  •  Crostavo  si  pose  in   4^^^^^^  ' 
di  ^ervo  pr,e»so  uno  di  cocesti   mercatanti  v  - 
onde  col  (a^cM  di -un  tal  suo  tfavesi;hnenv-^ 

to 


a^B^iawJlf.  ft  ih  Svezia .       5^ 

ttot^^^Uìiscì' di    scap{»àif  >fooiri    del  tefritorj 
dtM^:»:  ed  ztfìivh  a  Lobeccd  « 
;   ^em  sd  toste  Banneir  fu^  fatto  consapevo-*- 
ltf^<lj&Ua  sua  'sca;ppata  ^  che  si  parti  \tk    traC'» 
ci»  <ieI'^Aiedesimo    cdU' estrèma    solletitudi^*  . 
iìtf>  ed  avendolo  trovato  a  Lubiecca ,  lo  titn« 
proverò  coiv  gran^  calore  •^òònie  ingrato  e  tra» 
difore;  ma  i^sw  rimase    appagato    T  animo 
di  Banner  per  gli  argomenti  addotti  da'  Gii« 
stavo  V  ^  apeeialmente-  per  la    promessa   che 
gU.  feea  di  rinfrancarlo'  qu^into    alla  perdila 
del  S^/^  riscatto .  Pep    ta»    qualcosa  Banner 
«Q.ne  lìtocDÒ  io  dietro  spàrgendo  "vdce'i  che 
non  aveva  p4>tuló  rittovaré  41  éHo^tfgìòtiie*' 
ro .  Cnnwfùi  fii  accede»  ^  fabbia  pc»  1^  di 
lui.  fuga,  'follemente    temendo    dìé'aSre^sè 
ad    atttpaversave   tatti    i    «culi   diségni  nelfo  ' 
Sve»a,  sieohè  diede^ordine'als^    gonferà^  " 
le  Olone  >  die  ne^&oesee  fe^  più  dllig^i  m 
cerdie  ^  e  non  k^asse<  ìntet^to  hitin'  mèiàd 
per  arrestarlo*  Gustavo* non  pertanto*  pe^5é« 
vero  lermissimp:  e  salda  nei    ^ol  disegiii";, 
stufz  punto  smarrirsi  aHa  vediita  '  dee' péfi^  ^ 
coli,  che  lo  circondavano»  Egli  rfcotse  aHé^' 
'reggenza  che  lo  fornisse  di  un  vdscellb  pèt  ^ 
trasportarlo  nella  Sveaia,' do^  sperava  che 
gli  sasc^bbe    rioscito    di   formare^  un  palrtlf  o'  ' 
contro  i  Danesi:  egli   ^mlknente  *  cbrttò  d^  ' 
tirare  .iaelle  sue  xnisure  li  reggein^-  di  IM^t-   ^ 
•ca^  rappresentando  4ii    oapi^  dòi  govei^o^^I  ■- 
f  grim- 


grappe?  in^resie,  chf:  doycano,^|fMfr^ey|iQf|i. 
porsi    air  ingrandimoaito   c)i  Su4  #a^s^  4%*^ 
iifis^^  la  quale  per  U  (conquise^,  .d^Ua  J^ye-^ 
Àaerai.dxyeouca  pa^rpna    di    tutfip  jl  cpn}- 
fcaerfi^lo  dd  mar  ^altipo.  ]£gU   piatto  ^opxe 
,)I.B^  ma^^cna  «i^^rna,  cb^  l'uQippexleile  i?p« 
rp^e.  del  iVordtr^vebj^e    pregiud^eyole  ^1 
.j(f^<p,d0lj.e  .c^à  An^cMlch^,  e ,  particoJ[.ar- 
.  «^flot^  al  iCommercipi  :  di    J^ubecca,   Égli  ri- 
:C^ò  inojitre  alla  irggen»  >  quella  poetante 
ifimici^ia  che  i  Sovrani    danesi   avea^op  di« 
,  i^oj^traia  alla  lorp  r^pubbli^a;  ^d  air  incpa^» 
4xq:  repe  jarO;  presAQKe    queir  JnvioJabrl^  jfi- 
gciaiTÌ|9t  cbe>i  /e  4\  3yipzi^,  av^aop,  palesato 
'  jrerp^  i^  <^il4.<J>  I,»itibe,<jc^ j  la   quale  ^ra  ^e- 
tckt^a-.d^lla  su«  lÀl^rià  ^lli .  .principi,,  di  qiie- 
.  «m  p^e^e  A  $d  jii^  Diodo  partju^plarQ  ^a^,  fé  jEl- 
Tica„U  .q^*k  nfilj['aft0P;7Ì4&  Ubqrom  d»l- 
^a  MWA?»I?  ^ì  'Wrald^jai^jrp  U.  .r/e  dq^la  Da- 
,  xMips^^ca  •  (i3i  .^nur.  parola   ragipnò  fon  xapto 
.jfi\9'  ed.^txill^^,,  cbe  iiHieraB>«ìnce  guadagnò 
,  dalla  i>arte  ^g^ua ,  JsTìcpla :  Gemmsf,    ch'era  il 
.primo  CoinyBQJl^*^Miia    la    ffs^txxTà  non  potè 
^es^ei  p^r^ua^a  né  Indotta,  ^  dichiararsi   per 
UB  pa;;tiro  $en^' fenici >  (8  $ei).z*arme^   der^ro 
-jp,  cr^i^o  •  -Tuf ja  y^l^  prima  deJU  sj^a  par- 
tenza il  Copsple  assicurollo ,  che  qualora  <b- 
gli  potesse  p^et|erJa  campo  una  .fo»a  ^uf- 
ficiente per  far  frpn^e  al    nipj^ico    nel  cam^ 
|)p,  jn  tal  .w^  potr^bjbe  ftdaxji.  .nei  ;^er^jigi 

'  del-  ' 


di  ^sfM&  II Ir  f #  i»  S^tì(ta .       ij  |t 

dellia  repubblica  ,  ed-  allora    la  reggeottt'  4 
sarebbe    immediàtaitli^ntc!    dicbUrata*  ìA  90ii 
fìvì>r6 .  Gufavo  desiderò  di  tessere  'sbarcato 
àf  StockoJm,  ma,  o  che  il  capHaiìo  del  ra- 
%cellp  avesse  secreti  ordini  in  cdtìtra?ìo,  ed 
iffari  ed  incombewp  per  altre^  parti  »  MtMs 
un  corso  àìStrttìie»  e  fo  pose  a  terra  Vici- 
no a  Calmar  y  uh'  era  uria  tìjtà  totttfvià  ItM-fti- 
fa  di  guarnigione    folle    truppe    di  iGrBtfHa 
vedova  del  ieggentò^: 'Per    verità  il  gover- 
^tìàtore  teneà  questa  piazza    pfef  -  i  suoi  ^o^ 
prj'fini^'e   solamente    aspettava   dffàWi' i 
miglrori  patti  *  che  potesse*  coi  Danesi .  AH'of- 
ra  quanìdo  giunge  Gustavo*,  ^i  fece  ti  lui  co- 
noscere^ còme-  anche    ai    prinèlpall   ùffiéSali 
":4clla.gùarjiigi6ne,  che  per  tà'tn^ggtor  parte 
erano  Gertìiahì-,   e    só!àa«l    «tioi   compagni 
neirarmita  déll'liltimo   attuntólètrarore/  Er 
gli  adunque  si  lusingò  ebe  là  sua  tiascka , 
il  suo  fncrito,  e  Je  sue  parentèle  gif  avreb- 
bero wnmecUatànìente    procurato  uwtal  co- 
'  mandò.  Ei  dls$e  loro,  fche -Cól  rìschio^  del- 
'  la  sua  vita!  erasl  egli  abbaiidortato' nella  Jo- 
ro  città  per  aver  la  ^oKa  ^di   dividere  con 
lessò  loro  Je  fetlche  ed  asprezze ,  chepo*rèl>- 
^'bero  accadere  in  fare  ire^stènza  al  tiranno  , 
^^  pugnare  per    la   difesa    delfi    libertà V  e  di 

*  tutto  ciò ,  eh-  è  prezioso  e  caro  a^H  uòiéini 

*  *bravì  e  valorósi  ;  ma  quella'  triìppa   ihercc- 
':•  paria  veggendolo  senza  armata  "t  senza^sg- 

-  gua- 


,%  < 


6ó  Del  JHfgtio  è  detta  fitd^ 

goacl,  lo  riguardarono  cpmé  una  petsorii 
librati  addetta  alta,  distruzrone  >  nBj^rò- 
tftJK  di  abbracciare»  le  sue  propbsfzmni  /  é'tói^ 
flàcclarSno  àneora  di  ticeìdedb  ti  tràdlrfè^i 
sè^lÀ^irèlrtieéesìino  issatile  ndh  aVestSfé  Ts(^ 
sciata  la  città.  :  -    »    .     >    -v 

'^mwaftò^delnw  Gtlstètó  1>feUa  §ua  appet- 
tativi i  Is' favolò  di  là'Còn  grandi^inià  spe* 
liMiza';  ed  essfendocfeè  fl  iuè  arrido  ^  sì  era 
M^ifc^o  tempo  pubblicami  te*  risaputa  s 
e^l  fu  Ili  b^l  niloVò  eostfétto  a  rieòrreVe 
i^f^abltì  ^l  *u<>  paesano  peV  tenérti  così 
iBtóto^t^  aialte  spic'^àtifcf^ì;  *che  stavano  di- 
éftHÀ  per  tì  paese  »hi  tràécfa  di  fui .  T3^t^ 
t«j  im  daricc^  dl^fittn©  egfc  piatto^  pfef^'ogrill 
^t^àpftiere  dt^tt'  arnftt«^  dahese  ;i  è  finàlinème  s! 
pbxib  ^A  »^*  V^ccteiò  '  cai téHc>  <tt  sila  *  fenili 
g6à-»SÌla'ti»Md^v»an4a>  Di  là  egìt  ^tisèe^i 
tMSi^^mtcI,  ftfcend^  loro  àapeHs  il  -srub  ti^ 
tbrilOi^kietfe^8v«lzidV'|»'^fttidbli  oh^  radu^h^- 
lèrO'^viiiltte^  le  4bro  forze,  affine-  dì  aprirai  d 
nf^^xtZL  un  Misaggto  pdf  mezzo  l' aMitttf 
idìttjea  dentro  Stokiìolm  in  (^u^ì .  tenvpo  as^ 
Mìàfìttai  ijtia  egltnd  ]puTe  ricusarono  à'ìtiì^ 
banner  jn  un  attentato  eosi  p^rìglios^  e  di- 
speracoi. 'Essi  non  «erano  più  QuegH  arditi 
e*^)irttrépidi'  Svczstsi,  gelosi  detta  %oto  H* 
bèrtà.^  e  gtqràli  cimici  delb  tirannia  ed  op-^ 
pi^es^ione  ;  Tutti  piegavano  il  collo  ì^oiffé  il 
giogo  del  potere:,  c«logt) (inolerà  attuto  'à 


di  Gustavo  II L  redi  Svetta.      ^i 

xva^pspT^  à^%^   medesimo  .flgfil  qualnQifQft 

5p;5p€,tto  ri V.?iv versione. al  g^v^riiov  cqntecvt 

t^pslfdejja  ,M^urti22^a  ('personale,    e  ilifiMH 

sirando.  la  piò  estr^e^^a  indiffiaren^a  p^r.Ussd^ 

vezza  dello  Stato.  .  \   .    .v     ,* 

.    Avendo  cor^peci^iU)  iGas(«v0>  cha  iftmtvi* 

le  5a^ezM.  di  proprio  ìqcerisss^  avea  ^ppimor 

tato  .^d  a>b)>att»CQ  il  {i^qbMici^  spirito  ^t^l 

suole ^i^ouci,  fe^e^  ca^o.coi  paesani;,  e  «p^riH 

va.  cJidiiQ^. razza  di   gemini    fieri >^d  itil}i;^. 

pH^QOj^rrper  natura.,  i  qualir niente.  aveaAqi 

cjie  .^ern^re  da.   Cns^erAo» /?dverei)btrp.><Qi?^ 

grande  aijdor^   abbracciata  -i'aptporwnijà»  4fc 

scacciarci  il  tiraniia^    e.<libertu-e  b  loiio  yAt 

ti;ia..£gU  4.unque,  travvenaò    i  villaggi^ (MUi^ 

notes  >^i;ingò  alle  persone:   pirinf$ì|)aU.>   e<&r 

palip^otf  di  espose:  cigli  ..m^dfestòio  'lii'pidh 

cp   aik   |o^   feste^  ^4  'H  mtto  JudaQociii 

&aM:aU  eglino^  dalle  gMrrQ:,iieHe  i^piali^infrlt 

tìssimi    «di    loro    aveanoperdtiid^^^isglc  il 

Sa4^i9^  qwle  i  6gU    ^   i  parenti;.!  paetatii 

brutalmente  gli  rispos^^Ats  ich'cdsi    %o^m9^ 

XK>  il   sale    e  le    ariaghei  sotto  i  il  g^v^tnpt 

del  re  di  Danimarca;  e  cht.  ogrii  lemati^ 

pcf  venire  a  capo  «di.  una   rivoluaionè  ,  Mt 

rebbe  iiccompagnat^o  da  cerea  ed  indabltaM 

rovina,, senza  che. vi  ^fos^  il  prospetto  di 

migUorare  la  lora ,  cocK^zione  ;  poicbè  pae^ 

sani  essi,  erano  t.^  paesani  trebberò  rìmafti 

chii^pqne  mai  fosse  re.  Finalmente  dopo  a- 

ver 


($4  J>el  Regno  e  della  Tk» 

gentilàomOy  il  qaale  immediatamente  p6f-^ 
tossi  alle  miniere  per  offerire  la  sqa  prot»* 
zione  a  quel  Io.  sfortunato  straniero/  ma  oh 
quanto  rimase  attonito  e  sorpreso  d'animo^ 
allorché  riconobbe  le  fattezze  di  Gttstavo\» 
di  cai  era  stato  famigliare  ed  intimo  amico 
neir  Università  di  Upsal!  Tocco  adunque  da 
compassione  per  la  deplorabile  circostanza 
di  un  nobile  cosi  distinto  e  ragguardevole  « 
appena  potè  fregare  le  lagrime;  ma  non 
per  tanto  ebbe  presenza  di  spirito  bastante 
di  non  rivelare  la  scoperta.  Nella  notte  et 
mandò  a  trovare  Gustavo,  gli  fece  un'off 
ferta  della  sua  casa  «  e  gli  diede  insieme  la 
più  forti  assicurazioni  della  sua  amicizia  e 
protezione.  Ei  gli  disse  che  avrebbe  trova- 
ta migliore  situazione  ed  altrettanta  sicurez^ 
za  cóme  nelle  miniere;  e  che  se  mat  per 
avventura  gli  fosse  accaduto  di  essere  scor 
perto  t  egli  avrebbe  pigliate  le  armi  ii| 
sua  difesa  Qon  tutti  i  suoi  amici  e  va$-- 
salii  « 

Gustavo  abbracciò  con  gioja  le  obbliganti 
oiflTerte  dell'ospitale  Dakcarliano  ,  e  si  tiat- 
lenne  per  più  giorni  con  cotesto  suo  amicq^ 
come  se  non  avesse  nìun'  altra  intenzione  , 
che  di  evitare  la  persecuzione  de'  suoi  .ni- 
-mici  ;  ma  egli  si  applicò  per  tutto  quel  tém-- 
pò  neir  apprendere  Je  forze  della  provincia  « 
ed  informarci  eirca  i  sentimenti  d^gji  abita^ 

to- 


.èéti  iii^afì^afciòal  ntìovo  9^èri\o«  Coii  totOr 
-^0l(r  €o«t^cd  e'^técere;  'dell^  anìmo'àbo  '  egH 
riotescr  dal^sop  generoso  ~  albei^ktore  ,  ofatrl 
^Jlaiecarliaoi  porta  vano  ^  con  itnpattei^at  ìlfj^ 
jgpi,  tiajtiese  t  cbe  ateameéto'  inormoravant^^er 
<jQ3ir«e  impostzikmir  subtlife  da  (Vi>rrania\iSe 
4ualr  BdMuxus  (SìÈsem  adih  vero  iH^yète-^^ln 
i^r  jnedxisime' t  ertli  poccif  rHi^vos  {Borrmn. 
,ciHh»efi»)!<t;nttiQ  inuporfìibe  «d)  livto^teralvilfh, 
/p^chè-.er^tMBttiAohres  eh^Msè  ablfD|nÌMm$qs> 
40>xc»delriiìft'^etDStvv»»^^ja"4iittnnM^  lÀfl 
Àe«^iiDaaImàrcavc^'?egh^paifCOf  UXM  da- 
^am»  tdsdt  U[*?piijr4ìdm  ingiurlav  che  :)sli£i- 
tfessenaHuilcéat'libdnki  eeelcertbbcr'ietiza^itttP* 
^aciimlniàb^totfié'  jheaa'3'pftrritieia  w  <;^ìmd|JL 
•ìjk^dàtlesddbMo  si!in'd)aiiiòi'<|eUi  fcMein»^d«t- 

pf!^  /soddisfaùfanq  dtt*  geimraiminicOf'ii^'stlO'» 
4or>«iosGeioe  »  >o«0rjAebbasb«wìlar'n«fMtoM^ 
plregincd  eefeltoAii^'  (|elbi^pria  '^ria*; -^i 
dàste  ja  ;Ocnca«Oi«<rfaè  aaf^ro«Mci3  pòtba  nm- 
tere  in  campo  più  di  20000  uomini  *f  bile 
jQgB|  iakàskor^  ^efà<  vtdldoco  *  e  wvsciRim*  'iS»r  t^^la 
-Stta'  infaai^ia  odi'mesifóre  del^armi'' ,""  t'tht 
XoònnqiKfteferiBO  scollar  -dsiuiaione^  ^namtnile 
^el'  foro  pacw  potrebbsfOv  ts€i  tbiàinard;*a 
disfida 'tutte  kt 'poccsoa  'della^  Dan*mfdrca'i 
--ulia  JreqMnteuipecizione  idi;  qtiefia^  óotiver- 
«atticÉie' a^nìsnò  Ofistavo  a  svitare:  1  sifoi^dt^^ 
^aiiAl'i^ad^  alfaargMewy  i»ii>iiafpi!eKdftid»l''lft^ 
ok  Tomo  I.  E  fsli'     • 


àéé  i^et  Btgno  e  della  t^ita  , 

felice  condi2;iooe  della  nazione  ,  involta  ot'-^f 
mai  nelle  più  profonde  miserie  ,  donde    né 
la  fede  dovuta  a*  trattati  i  tè  la  sommessio- 
nc  «d  implicita  obbedienza  del    pòpolo   1  a- 
vrebbero    potuta    liberare   ,    mentre    cHe    il 
sanguinoso    e  perfido    Cristiernd  rinianeva  in 
possesso  del  trono.  El  gli  disse  ,  che  qu<eir 
infernale  nlacello  fatto  a  Stokholm  altfù  non 
era  ,    che  titi  preludio    di  altre  più  enórmi 
crudeltà  ,  ch^   le    sqe    truppe   giornalctsénte 
comraetteano  nelle  provincie  ;  e  eh'  era  cos# 
più  gloriosa  e  sicura  dì  opporsi  al  pericolo^ 
ed  audaref  incóhtro  al  medefim.o  ,  che  di  as- 
pettare viliiieme  di  essere  scannati  dentro  1q 
proprie  lor  case  •  Nulla  però  dì  meno  tutta 
la  rettorica  di  GustaVo  altro  effetto  non  pro- 
dusse, se  non  che  di  far  compari  re  ^  in  as-» 
petto  più  forte,  al  Daleòarliano  ,    i    pericoli 
pnde   andavano    accompagnati  i  vasti  di  lui 
progetti .  „  Ove  mai ,  diceva  egli ,  sono  le  vo* 
flre  truppe   ,  in    cui  sostenere  ì  voftri  dise- 
gni ?  Quale    armata  avete   vpi  per   opporrQ 
alli  vostri  formidabili  e  numerosi  Ainiicr  >  i 
quali  setìtbra  che  fin'  ora  rispettido  i    qostri 
privilegi,  ma  senza  meno  èì  faranno,  a  gùi-f 
sa  dì  un  torrente  ^  ad  invadere  (|^uesta  pro% 
vincia  ,  sul  primo  comparire  di  qualche  Sol- 
levazione,, ?  Potrebbe  smembrare-  ,  che   il  ti- 
more avesse  fatto  dimenticare  al  DaleCarHa-» 
no  com'  egli  poco  prima  si  eoa  vantato  cjeU 

.la 


di  Gustavo  III.  re  dì  Sve\ia  ;      éj 

U  fortezza  della  provincia^  poiqhò  aVpresea^ 
te  trovò  nuovi  argomenti  con  coi  distrugge^ 
re  tutto  il  suo  passato  raziocinio^  .e  pertua-» 
dere  a  Gustavo  di  alterare  le  sue  risoluzio- 
ni «  £gli  con  grande  veemenza  andò  spazian- 
do sopra  i  suoi  piani  politici  ^  Spinto  meno 
da  riguardo  ed  attacco  per  la  sua  persona  4 
che  per  dimoflrare  che  non  era  già  la  man* 
canza  di  coraggio  né  di  zelo  ciò  che  lo  im- 
pediva dair  abbracciare  il  suo  partito .  Tut- 
tavoita  però  veggendo  che  Gustavo  persi- 
stea  fermo  nel  suo  primiero  disegno  di  aper^ 
tamente  dichiararsi  contro  i  Danesi  $  egli  so^ 
lamente  Ip  consigliò  a  differire  un  tal  passo 
in  una  occasipne  più  opportuna  ,  e  favore*» 
Toki  quando  per  avventura  tutta  intiera  la 
provincia  potesse  dimostrale  una  propensio* 
ne  a  ribellare.  £gli  disse  ancora,  che  i  pae- 
sani non  predavano  che  pochissimo  riguar-' 
do  air  interesse  de*  gentiluomini  «  eh'  erano 
da  loro  mai  sempre  risguardati  come  «severi 
e  rigidi  padroni  ;*  che  finora  avevano  soltan- 
to mostrato  alcuni  segni  d*  inutile  compas;- 
sione  per  il  macello  avvenuto  a  Stokholm, 
il  quale  richiedea  qualche  ingiuria  personale 
per  eccitargli  a  risentimento  ;  e  che  questa 
era  cosa  probabile  che  tra  poco  sarebbe  suc- 
ceduto; perciocché  le  truppe  danesi  avreb- 
bero j  secondo  ogni  verisimiglianza  ,  distese 
le  loro  depredazioni  anche  alla  Dalecarlia^^ 
E     2  do-^^^ 


/$!       .  '  Del  Regno  e  detta  Vita 

idDpo  di  aver  roviniate  j  e  rese  esauste  tutta 
le  altre  provintìe;  nel  qual  caso  eglipotreb^ 
be  sperare  una  universale  ribellione .  Per  H 
qual  cosa  egli  pregò  Gustavo  a  volersene 
^rrmanqre  quietamente  nella  sua  casa  £n  a 
tantO',  che  .le  cose  fossero  più  mature  per 
essere  ^eseguire  ^  e  non  distruggere,  per  la 
sua  inconsiderata  condotta  ,  la  gloria  di  es-» 
sere  il  vendicatore  e  liberatore  insieme  del- 
la sua  patria;  poiché  ogni  qualvolta  fosse 
accaduto  un  tale  avvenimento  >  la  sua  nasci-r 
ta,  ed  jl  suo  merito  gli  avrebbero certamen* 
te  procurato  il  comando . 
'  Gustavo  ben  chiaramente  si  accorse  che  in 
questo  con^iglio/racchiudeasi  più  di  timor» 
che  di  irera  prudenza  ;  ma  la  debolezza  del 
suo  albergatore  servi  piuttosto  ad  eccitar^ 
eompassìóne  nell'  animo  suo  che  indignazió- 
ne contro  di  lui  .Esso  non  lo  credea  già 
amico  de'  Danesi  ,  né  capace  di  tradirlo  ; 
ma  con  tutto  ciò  fu  di  sentimento  ,  che  il 
'  rimanersi  .più  lungo  tempo*  nella  sua  casa  > 
siccome  non  avreW)e  prodotto  niun  vantag* 
gio  reale  ,  così  ad  altro  non  servirebbe  se 
non  che  a  disturbare  la  vita  di  un  noma 
quieto  e  pat:i£co  •  Gustavp  adunque  dopo 
avergli  raccomandata  la  più  profotjtda  secret 
lezza  ,  e  dopo  avergli  rendute  grazie  delU 
amicizia  ed  ospitalità  a  lui  mostrata,  si  cofM 
gedò  da  lai  nella  notte,  per  via  megUo  n%<t 
^    ' .         '  ^      •  scon- 

( 


à  éustabo  III:  re  di  Sf6€\td .      é§ 

icoodefe  la  sua  strada  ;  e  dopò;/ arare  caitf^ 
Itilnitto  a  piedi  per  varj  giorni  ,  àttrà^i^ersait^ 
ilo  montagne  e  boschi ,  senza    V  ajuto  nep* 
pore  di  Unai  guida ,  egli  alla  fine,  arrivò  ife^» 
licemente  nella  easa  di  un    gentiluomo  no^ 
minato  Peiérson  ,   che  atea   per  ì  addietro' 
tòtiosciutd  nel  servizio  dell'  ardidca  .  Peter- 
son  lo  ricevè  con    segni  di  perfetta  stima  e 
rispetto  ^  che    soà^o  cose  mai  sèmpre  grate 
agli  sfortunati  .  Costui  mostro  di  essere   va^ 
ìphe  più  di  Gustavo  medesimo  affannato  dcP 
le  sue  disgrazie  ;  prese  ad  esclamare  contfd 
la  tirannia  de'. Danesi^  ed  allorché  Custay<i 
gli  fece  la   prima    proposizione  di    prender 
V  armi,  e  far  lèva  de'  suoi  vassalli  ;  egli   ab-« 
braccio  un  tal  disegno  con  tuttd  le  apparen-^ 
£e  di    un  arderitè  ttÌQ  .  Il    naicro    eroe  fis 
Hcolnto  di  gioja  pef  iverè  incontrato  un  gè- 
tieroso  Sv^zte^e  ,  che.  avea    bastante  animòr 
di  attaccarsi  alia  sua. fortuna^*,  per  il.  che  non 
tralasciò  Quseavd  ne  carezze    iiè   ptobesse  ^ 
ò  vantaggiose    mir^   d'  interesse,  per  cotrfer-* 
mare.  Peter^Qn  nella  sjia  .Tisolu;tione   ,  ed  in 
òontraceambio  ne  ricevè  le  più.  solenni  assi^ 
curaziofli.  d''  inviolabile    fedeltà.. -Or   ifuesio 
perfido  fellone  <SlàUmò  i  signori  e:  paesani  y 
eh'  egli  pfttendea    di  voler  impegnare    tìcl 
eoo  paittitOi    e  pochi,  giorni  «dopo    porcosst 
éecreta.metite  d^  un  ù^iialc   danese ,  cui  co-* 
ixiunicò    il   ritiro    ed  i  diseghi  di    Gustavo^ 
G  '  j  eolia» 


7Ò  Dèi  Regno  e  della  Vita 

calla  mira  di  raccomandarsi  con  ciò  presso 
§1  re  Cristiemoy  ed  aspettando  di  essere  ri- 
incinerato  in  una  maniera  proporzionata  all' 
importanza  del  suo  servia^io  •  V  ufHziale  da- 
nese corse  ratto  e  con  ogni  possibile  spe- 
ditezza alla  casa  di  Peterscn  eh'  egli  circon- 
^dò  con  soldati  >  luisingandosi  che  sarebbe 
impossibile  a  Gustavo  di  poterne  scappare  ; 
ma  tutte  le  sue  precauzioni  furono  vane. 
Quel  nobile  fu  felicemente  salvato  la  notte 
innanzi,  e  fu  tenuto  della  sua  preservazione 
alla  moglie  di  Peterson  ,  h^  quale  tocca  da 
compassione  ,  e  forse  accora  da  sentimenti 
più  teneri  ^  a  lui  scopri  )a  perfìdia  del  ma* 
rito  ,  lo  pose  sotto  la  cura  di  un  fedele  do- 
mestico  ,  e  lo  fece  condurre  alla  casa  di  un 
certo  Ecclesiastico  amico  di  lei .  Gustavo  fa 
ricevuto  da  queir  Ecclesiastico  con  tutto  quel 
rispetto  dovuto  al  suo  proprio  nascimento  e 
inerito  ,  ed  alle  raccomandazioni  della  Pa* 
ma  ,  che  glielo  aveva  mandato .  Questo  gen- 
tiluòmo era  colmo  di  zelo  per  la  sua  patria ,  e 
per  la  chiesa  ;  la  sua  pietà  era  sincera  e  sen* 
sa  affettazione  ;  non  aspirava  a  niuno  avan« 
;uLmento  «  e  non  si  attaccava  a  niun  partito  ; 
ma  francamente  assicurò  Gustavo  at\  suo 
onore;  esecretezza^  Quindi  temendo  egli  che 
q.uel  domestico  ,  che  lo  aveva  condotto  in 
Ma  casa  p  avesse    ad   imitare    la    tradìtoria 

con- 


di  Gustavo  III.  re  di  Sve:^h.  '       71 

condotta  del  suo  padrone,  rimosse  Custavodalt 
la  chiesa,  e  lo  nascose  in  un  picciolo  gabinet- 
to, di  cui  esso   tie  teneva  la    chiave.  Colà 
portavasi  egli  ogn|  giorno  a  visitarlo,  e  nel- 
le loro  Cot^versazìoni  prese  un  tale  amore  a 
Gustavo,  ch'entrò  con  ogrti  impegno   e  ca- 
lore nei  di  lui  disegni  ,    e    gli  pron^ise  che 
per  quanto  mai  si  fosse    disteso  il    suo   pò-* 
ter  e  e  le  forze  $ue  ,  ninna  cosa  sarebbe  man- 
cata per  guadagnargli  un  partito  nel  suo  vil- 
laggio ,  e  in  qui^lunque  altra  par^  ancora  si 
fosse  dilatata  la  sua    inflcienza  ;  ma  però  lo 
dissuase  di  comunicare  i    suoi    progetti  alla 
nobilci^  della  provincia  ,  o  di  mettere  fidan- 
za alcuna  nella  medesima  •  Esso  gli  rappre- 
sentò )  che    i  gentiluomi   di  Dalecarlia  con- 
tenti di  quella    sicurezza    ed  indipendenza   , 
che  godeano  nelle  loro  montagne,  pochissi- 
ma cura  si    prendeanò   <;irca  li  cambiamenti 
nella  Cjorte  >  ed  il  bene  generale    della    na- 
zione ;   che    con  gran   difScoltà   erano    essi 
giammai  indotti  ad  armare   i  loro  "Vassalli  « 
perciocché  le  loro  ricchezze  consistessero  nel 
numero  ed  industria  di  costoro  ;  che  perciò 
il  metodo  sicuro  era  di  far  capo  a  dirittura 
ai  paesani  ,  da'  quali  egli  sarebbe    stato  più 
podeirosa mente  assistito  ,  qualora  volontaria-*' 
mente  pigliassero  le  armi ,  che  qualóra   fos- 
sero costretti  a  farlo  da'  lóro  padroni  .  L'av- 
veduto ed  accorto  prete  aggiunse,    che  per 

E    4  riu* 


\ 


f^jk  Mei  Èègno  ft  della  Vita  v        .       - 

^iQscire  felicemente  nel  suo  piano  ,  era  éosé- 
necessaria  di  far  propagare  artificiosamente  un 
rapporto.,  cbe  i  Danesi  fossero  in  procinto' 
di  entrare  nella  provincia  ,  affine  di  stabilire 
nuove  tasse  per  forza  d*armi,  la  quale  eon- 
siderazione  opererebbe  con  taaggior  efficacia 
sugli  animi  della    moltitudine  y  che  qualun- 
que altro  riflesso  .'  Di    questo  assunto  s'  in-^ 
caricò  egli  medesimo  ,  promettendo   a  Gu- 
stavo che  un  tal  rapporto  sarebbe   divenuto 
fra  pochi  giorni  generale  per  mezzo  de'suoi 
parenti  ed  amici  che  teneva  in  quel  distret-         C 
to  •  Finalmente   consigliò  a  Gustavo  cbe  si 
portasse  a  Mora>  ove  dovevasi  fra  pochi  giorni 
celebrare  la  festa  annuale  di'  tuui  i  vicini  vil- 
laggi ;  e  questa ,  egli  disse,  cbe  era  una  oon* 
giuntura  estremamente  favorevole  per  i  suoi . 
disegni ,  poiché  i  paesani  non  mai  sono  ^\ò 
audaci  né  più  facilmente  stimolati  a  ribellar- 
si quanto  in  queste  Assemblee    ,  ove  giudi-» 
cavano  essk  delle  proprie    lòr   forze  dal  nu-» 
mero  che  ayeano  presente  .  Egli  assiouroUo 
nel    terppo    medesimo   y   cbe    per  parte  sua 
impegnerebbe  le  persone  principali  della  Dio* 
cesi  nel  suo  partito;  e  gli  disse  ancora ,  ch^e 
sì  potrebbe  slimare  sicuro  quando   una  vol- 
ta   i    paesani   avessero    pigliate    le  armi    ii^ 
quella  festività  •  ,  . 

A  tenore  dunque  del  consiglio  di  questo 
onesto    e    saggio  consigliere    y.Gtistavo    ^ 
■^  parti 


di  ffUstdvb  III.  re  dì  Sxfet^a  .       t\ 

partì  alla  yolta  di  Mora,  e  come  fii  giunto 
colà ,  trovò  i  paesani  già  informati  de'  suoi 
disegni  f  e  ch'erano  impazienti  di  tedere  uiì 
nobile  illustre  per  la  sua  nascita  ,  pel  suo 
valóre  espcri- suoi  patimenti.  Prima  di  far-* 
si  vedere  in  pubblico  >  egli  si  vesti  d'  uiv. 
abito  conveniente  al  suo  ^rado^  aÓine  diat* 
tirarsi  vieppiù  V  attenzione  del  popolo  ,  il 
quaPè  sempre  ammiratore  di  sì  fatti  esterio- 
ri segni  di  grandezza  «"Ttnalmeùte  compari, 
neir  Assemblea  vestito  d'un  aiAi  d'4ntrepi«- 
dezza  e  risoluzione  /  temperata  però  con  ta-^ 
le  afflizione  d'  animo ,  e  mèlaneonta  di  voK 
to  che  convenivasl  alla  sua  situazione  9  do« 
pò  la  morte  di  suo  padre  e  di  tanti  senato- 
ri .  Tutti  furono  tocchi,  da  Compassione^  pri* 
ma  eh'  egli  avesse  proferita  nna  sola  sillaba; 
ma  j]oando  poi  egli  venne  a  rafgtonare  della 
tirannia  di  Crìstierno  ^  su  f  orrendo  macello 
fattosi  a  StokholAi ,  su  le  persecuzioni  nel-: 
le  Provincie  >  e  le  miserie  del  regno  in  go*^ 
nerale,  con  termini  i  più  vivi  e  moventi  i 
loro  affetti ,  egli  talmente  accese  gli  animi 
dell'Assemblea,  che  proruppero  in  esclama-^ 
zioni  poco  meno  da-  forsennati  v  in  minacce 
contro  di  Crìstiemo  e  dei  Danesti,  e  giuraro-^ 
no  che  avrebbero,  vendicata  la  morte  de'lo- 
ro  compatriotti  fino  allo  spargimento  dell* 
ultima  stilla  del  sangue  loro  ^  Immediatameti-r 
re  adunque  si  risolsero  dì  i^inunziare  alla  fe<^ 

delci^ 


^4  -2>e/  Segnò  e  della  Vita 

deità  che  avevano  promessa  a  Cristierno,  ed 
a  sagrifìcare  senza  ninna  distinzione  tutti  i 
Danesi  eh'  erano  nella  provincia  ,  come  in 
espiazione  per  }a  morte  di  tanti  Svezzesi  • 

Tuttavolta  perd  vi  furono  cert^  persone  , 
che  si  opposero  a  questa  rivolta  ,  sotto  pre- 
testo di  consultarne  gli  altri  villaggi ,  prima 
che  si  fos$e  presa  alcuna  finale  risoluzio- 
ne •  Se  costoro  fossero  stati  spinti  da  moti- 
vi di  prudenza  ,  se  avpss^ro  timore  del  po- 
tere di  €fistiérno  ,  oppure  fossero  In  fatti  del 
suo  partito ,  non-  è  incerto .  La  verità  si  è  ^ 
che  la  proposta  fu  ributtata  con  indignazio- 
ne da  tutta  r  asseitiblea  .  I  più  aòcesi  ed  im- 
pegnati nella  ribellione,  diventarono  i  mas- 
simi fautóri  di  Gustavo  ,  è  tutti  immediata- 
mente corsero  alle  armi,  richiedendo  da  lai, 
della  cui  abilità  ,  statura  ^^  e  robustezza  ri« 
masti  er4no  rapiti  ,  di  volarsi  assumerne  \\ 
comando. 

-  Niunacosa  però  contribuì  così  grandemente 
ad  ispirare  negli  animi  toro  la  confidenza  in 
questo  giovine  nobile  ,  quanto  V  osservazio- 
ne che  fecero  alcuni  uomini  vecchj  ,»che  il 
vento  avea  costantenfiente  spirato  dal  Nord, 
mentre  che  Gustavo  fu  occupato  ad  aringa- 
re  al  popolo  ;  la  qual  co$a  tra  ì  Dalecarha- 
ni  viene  stimata  per  un  infallibile  augurio  . 
Così  senza  ulteriore  deliberazione  e  piena- 
mente persuasi,  che  ogni  indugio  altro  non 

sa- 


di  Gustavo  tIL  re  di  ^ve:^a .       75 

sarebbe  che  un  opporsi  jalla  volontà  del  eie» 
lo  ,  che  qlj^i  visibilmente  si  era  dichiarato 
in  favore  di  distavo  ,  eglino  in  quel  me* 
defimo  istante  formarono  un  corpo  di  400. 
uomini  >  dal  qual  numero  ne  scelsero  i  più 
belli ,  e  di  migliori  natali ,  affinchè  servisse- 
ro  come  un  corpo  di  g;uar4ia  al  loro  Gè* 
nerale  . 

Essendo  Gustavo  desideroso  di  trarre  prò* 
fitto  dal  loro  ardore  ,  li  condusse  a  dirittu* 
ra  contro  il  governatore  della  provincia. 
Era  suo  impegno  di  anticipare  le  di  lui  mi* 
sure ,  e  far  sì  che  non  gli  riuscisse  di  op- 
porsi alla  sollevazione  de'  villaggi .  Con  que- 
sta mira  ei  divise  le  $ue  truppe  in  un  nu- 
mero di  piccioli  porpi  ,  affine  di  yie  meglio 
nascondere  la  sua  marcia  ^  e  le  proprie  in* 
tenzioni;  e  sotto  il  favore  della  notte  e  de' 
boschi,  arrivò  co'suoi  Dalecarliani  per  dif- 
ferenti strade  alle  falde  del  castello  del  go-* 
vernacore .  L'oscurità  e  la  sorpresa  di  un  at- 
tacco così  inaspettato  favorirono  la  sua  in- 
trapresa .  Il  castello  fu  preso  per  assalto,  e 
la  guarnigione  fu  sacri^qata  al  giusto  furore 
delli  Dalecarliani .  .  ' 

Per  quanto  lieve  e  di  poca  importanza 
avesse  pot^ito  comparire  questa  intrapresa  5 
pure  servi  ad  animare  i  paesani  ^  ed  esalta- 
re  r  alta  opinione  che  faceano  del  loro  co- 
mandante •  Tra    pochi   giorni  quasi  tutta  la 

prò- 


76         J>el  Régno  è  della  fim 

provincia  si  dichiarò  per  Gustavo  .  I  paesa^ 
ni  a  truppe  €ODCorreano  sotto  ili^o  stendar*^ 
do  ,  chi  tratti  da  risentimento  contro  i  Da- 
-  nesi  ,  chi  in  espettazi.one  di  bottino   v.  altri 
spinti  dair  amore  delle  novità   ;  d  molti  tii-/ 
rati  da  quella  naturai^    iocoétanza    nella  di9^ 
posizione  de'  Dalecarliani ,  la  quale  gli  ecot* 
ta  a  ribellioni  ed  ardenti  tentativi.  Or  com* 
partrono  nel  suo    campo  molti  de'  gentiluo- 
mini ^  e  da  altri  fu  provveduto    di  dinaro  i 
poiché  erano  tuttavia  guardinghi  nelF  adot- 
tare pubblicamente  il- di  lui  partito. 
•    Il  re  Cristicrno  fti  tosto     ragguagliato   dei 
disegni  di  Gustavo  #  ma  non  ne  fu  Spaven- 
tato. £gii  si  vedea  sovrano  di   tre  possenti 
regni,  ed  attorniato  da  una  gran  mohitudi* 
ne  di  parenti ,  dipendenti  ed  alleati  ;  ùia  cgir"^ 
$i  fidava  in  m'odo  particolare  della  sicurezza 
che  nascer  dall'  aver  luì  il  possesso  di  tutte  le 
fortezlze  dell^ Svezia.  Vivendo  egli  adunque 
jcon  tale  fiducia,  ndn  mandò  che  un  tenue 
distaccamento    sotto    il    comandò    di  Soren* 
^prby^  perchè  assistessero  ai  suoi   aderenti* 
9ella  Dalercarha  ;  Gustavo  per  contrario,  non' 
lasciò  di  prendere  vantaggio  da  questa  sicu^ 
rezza  di  Crìstierno;  talmente    che    si  avanzò' 
con  ^ooo  uomini  a   ^esteraasf  e   sconfisse 
Méleèn,  il    quale    comandava    un  corpo  di- 
Danesi  •  In  appresso    egli    mandò  personfe  9' 
iiella  cui  arbilitài  ed  integrità  si  potesse  fida*-' 
.  •  re/ 


di  Onst^vo  Uh  re  di  Sv€Ì(ia.        ff 

ye,  nelle  Provincie  di  Nericta/Sunderma^ 
nia  y  Uplan^ia ,  e  GorMandia  occidentale ,  in 
ciascuna  delle  quali  esso  guadagnò  un  gran 
numero  di  amici.  Nulla  pero  dimenoFAp 
civescoTo  di  Upsal  valorosamente  si  oppo* 
se  ai  suoi  disegni,  e  fece  leva  di  numirrose 
forze  per  il  re  Cristìerno  non  ostante  le  van- 
taggiose proferte  fattegli  da  Gustavo;  ed 
inoltre  mancò  pochissimo  che  non  sorpren* 
desse  V  eroe  svezzese  innanzi  ad  Upsal  ;  ma 
poi  fu  egli  medesimo  sorpreso^  attaccato ^ 
e  sconfitto  con  grande  sua  perdita  dal  va- 
loroso Gustavo;  dopo  di' che  marciò  unita- 
mente coi  suoi*  Dalecarliani  a  mettere  V  as^. 
sedio  a  Stokholm.  Ma  la  ,  sua  armata  era 
troppo  ^débole  per  un  sì  grande  tentativo, 
onde  fu  costretto  lasciarlo. 

Ogni  giorno  si  accresceva  il  numero 
delle  forze  del  nostro  eroe;  poiché  se  gli 
unì  un  rinforzo  venuto  da  Lubecca  V  ed  i 
^paesani  a  lui  si  portavano  in  gran  folla  da 
ogni  quartiere  del  regno.  Ora  Cristìerno  co- 
minciò a  riflettere  seriamente  sopra  le  con- 
seguenze di  questa  ribellione,  e  rinvase  tal* 
mente  acceso  di  sdegno  per  i  progressi  fat- 
ti da  Gustavo,  che- fece  rìmovére  da  Sto* 
kkolm  la  madre  e  sorelle  di  quel  nobile  , 
rinchiudendole  in^  una  orribile  prigione  a 
Copenhagen ,  e  polendole  a  morte  colle  pi<l' 
^^rudeli  torture  >  sen^a*  prestare   hiun   rigoaf^ 

do 


ji  Pt\  Regno  e  della  VÌHL, 

ito  alle  preghiere  e  suppliche  della  regina , 
la  quale  perorò  a  lor  favore.  Sul^ìto  do- 
po egli  pose  in  prigione  a  Lieuward  diver- 
se altre  sighore  Svezzesi ,  imponendo  alle 
znedesioie  l'orrenda  incombenza  che  facesse- 
ro dei  sacchi,  nei  quali  dovevano  essere 
gittate  dairaho  d'uno  scoglio  iumarerian^ 
ta  vile  e  selvaggio  e  fiero  era  il  risencimen« 
\  te  di  questo  sanguinoso  tiranno  ^  onde  sfo- 
gava la  sua  rabbia  contro  gì' inermi  ed  in* 
nocenti . 

Gustavo  -fu  commosso  a  dir  vero  p.er  si^ 
fatti  esempi  di  barbarie^  ma  ciò  fu  con  in* 
dignaztone.  Senza  punto  desistere  dai  suoi 
progetti,  affine  di  appagale  V animo  del  ti- 
ranno, esso  li  prosegui  con  raddoppiata  for- 
za e  vigore  per  vendicare  quanto  più  pre- 
sto fosse  possibile  i  Corti  fatti  alla  sua  pa^ 
tria.  Egli  adunque  radunò  gli  srati  della 
Svezia  a  ^adstena^  e  fu  unanimamente  scel- 
to amministratore  ,  nella  quale  qualità  e 
grado  la  Dieta  gli  prestò  un  giuramento  di 
fedehà^  a  lui  dando  inoltre  ogni  possibile 
assicurazione,  che  insieme  colla  loro  vita  e 
colle  proprie  sostanz;e  Vivrebbero  assistilo  le 
sue  generose  intenzioni,  di  liberare  il  suo 
paese  dalla  sanguinolente  «isurpazione  idi 
Cnsiicrno.  Frattanto  il  governatore  danese  di 
Stokholip  procurò  d^ introdurre  un  convoglio 
^i  sussidio  e  rinforzi  di  provvisioni  nella  cit* 

ta- 


di  Custaw  ///•  re  di  Svesta .       7^ 

tadella  di  Wadsteoa^  che  !n  quel  tempo  era 
assediata  da  Gustavo  ;  ma  fu  il  medesiniQ 
intercettato,  e  le  truppe  danesi  furono  ta- 
gliate a  pezzi  i  Quindi  Gustavo  >  per  fare  uso 
maggiore  di  Un  tal  vantaggio  4  distaccò  certi 
reggimenti  nella  Finlandia  >  con  istruzioni 
di  estirpare  i  Danesi  id  quella  provincia  » 
marciai)do  egli  medesimo  alla  testa  della 
sud  armata  per  cingere  di  assediò  Stokholm. 
Jl  suo  av,f  icinattiento  impresse  tal^  spaven- 
tò negli  animi  dell'Arcivescovo  di  UpsaU 
di  Slahòg>  e  Beldenacker  ch^  erano  i  gover- 
natori  danesi,  che  imqii^diatamente^  se  ne 
fuggirono  nella  Danimarca >  dove  furono 
freddamente  accolti  da  Cristìétno  ^  percioc- 
che  sMmmaginava  che  la  loro  fuga  sarebbe 
stata  di  éòmmo  pregiudizio  ai  suoi  affari 
nella  Svezia.  Nel  tempo  medesimo  arrivò 
nella  Danimarca  un  comthis^ario  del  Papa 
per  esaminare  la  morte  dei'  Vescovi  iruci- 
dati  a  Stokholpn  ;  e  poiché  Cristìemo  ne  ro- 
vesciò tutto  il  biasimo  sopra  i  due  Vescovi 
di  Slahog  e  Beldenacker,  furono  ambidue 
posti  a  morte  per  giustificazione  del  re. 

Non  Sazio  ancora  Cristi^rno  del  sangue 
che  avea  fatto  versar^  «  mandò  ordini  espres- 
si a  tutti  i  suoi  governatori  ed  ufHziali- 
n^la  Svezia  e  Finlandia  >  che  violentemen- 
te uccidessero  tutti  i  gentiluomini  svez;(esi 
tallio  amici  che-nimici;  il  quale  ordine  co- 
stò 


86  Del  Hegno  è  detta*  tifa 

ito  la  vita  a  itìoUl  bravi  iudiiti\  GTVSvez- 
icsi  fecero  delle  ràp^prcsàglìc  ,''fc  trudidarono 
I  Danesi  évunifaè  li  trovavano  ;  -^furono  pré- 
Èi  forti  e  casttHi ,  *le  -guarnigioni  passate  a 
fi!  di  spada,  t  Hr  mtra 'adeguate  al  ^uolo*, 
^r  cosi  togliere  qoàhinque  ritirata  ai  mi- 
*hW-tièlf  opprésèftpntJ  e  tiratinìa  derRè' .  *' 
-  Méntre  che  si' tàfperavano  talt  cose',**  Nor- 
hy  tòfee  via  gli  assèdj  tft'  Càlrfiar,  Afeoi'e 
StbkISolm  con  grah  Tpfcrdita'  per  ffcrie  degli 
a^s^aiàtort.  'Gustavo  per  vendìcai^i  di  ciò , 
l^'pé*'  inhiàfarè  4tf  truppe,  pose  ' nuòvamente 
P'àsscdfo  àfla-  cirtà  di  Stòkholm  ;  e  per  vìe 
iSe^è  tìktsditef  néf  Suoi  disegni,  cUie^e  soò- 
cériì'^li*  "Vegg^fyza  dì"  llubecca;  *éd  una 
s^tiiadi'a  di'  vasècMi  per  tenete 'bloccato  II 
j)orto*.  La  stia  '  ridiìestà'  gli  fu  accordata', 
*fti  sottéPtal^  cofidìtioni>  che  furono^  giudi*- 
c*t*e^irf^giottevcdi  da  Gu^taS^ò  ,^  sebbène  Tur- 
gifnzàf  dei  siio!  affari"  lo  avesse  obbligato  ad 
zìppì^ììzf^ii*  Ea  reggenza  domanrfò  ,  che 
f  amniifììstràtore'  si  doveva  egli  medesimo 
òBb^gare/  a  notne^  degli  Stati  ,'^  di  pagaie 
éòboo  marchi  di  argento  per  rinfrancarla 
àtììc  s^pese*  dell' arhianiento/  che  fih'a  tanto 
eht  il  régno  fosse  in*  fstato  '  di  pagare  una 
telsoTtinià,  i  mercatanti  Lubechesf,  i  quali 
fràfìGcavano  nella  ^  Svezia ,  dovessero  essere 
esenti- *  da'  tutti  i  daz)  sopra  i  beni,  che 
j;*aninìettevano  j|.  o- si  estraevanò;  che  si  fós-? 

ser 


di  Gustava  IJl.  re  di  Svezia  .       Si 

$€ro.  proibite  fatte  le  altre  nazioni  aal  coni* 
xnerciare  col]a^vezia>  eche  tutti  somìglim* 
ti  traffici  si  dovessero,  riputare   illeciti  ;   che 
Gustavo    non   dovesse,  né. conchiudere  una 
pace  ,  o    pur    anche    eondisctndere  ad  una 
tregua  colla   Danimarca ,   senza    il  concorso 
della    reggenza;    e   che   ove   la   repubblicsi 
fosse,  attaccata  da  Cristiemo^  egli  si   dovesse 
obbligare   di   entrare   nella    Danimarca   alla 
testa,  di  ioooo  uomini,  .Per  guanto   perni- 
ciose ed  ingiuste  alla  Svezia  potessero  com- 
parire queste. condizioni^    pure   Gustavo   fu 
costretto  a  condiscendervi .  Fu  adunque  con« 
chiuso    il    trattato,    ed  in    conseguenza   la 
flotta  Lubechese  fece  vela  pe^  Sundercòping , 
e  vi  sb^roò  le  forze  terrestri .  Allora  Gusta- 
vo immediatamente  spedi   Bernardo  Milano 
proprio  ioro,  coit patriota  ad   assumersi   un 
tal  comando,  ma  cotesti   ausiltar)    positiva- 
inente  ricusarono    di    volergli  obbedire,    e 
coti  termini  premurosi  domandarono  di  ve- 
dere Gustavo,  la'  cui    fama    gli    avea  colà 
menati  per  combattere  sotto  le  di  lui   ban- 
diere \  Fu  adunque    necessario    di   compia- 
cerli ,  ed  accordare  la  loro  richiesta  •  Di  fat- 
to r amministratore  si  parti  alla  volta  di  Sun- 
dercoping^  e  vi  fu  ricevuto  con  alte  accla- 
mazioni da  quegli  stranieri,  i  qnali  rimase* 
ro  per  cosi  dire  incantati   dalla ,  sua  figura  « 
4e$trezza,  affabilità ,    ed  eloquenza*    Quindi 
Tomo  I.  F  scn- 


fri 


senza  n^na    filuuaivM  >a    JÌ9i.pre$tafo^ti0^'if 
richi^Ko  giur^entp^  e  si. -attaci^^Hio  <^n 
taoio.. ardore  alIa.sQa  fonala ^- xoipa^  s«i  A)^ 
.«rp  stati  suoi  sadditu      *    .  , 
.  Fieni iug  Y  che  cooiaadava  una  squadra  di 
fregate  sottilr  egMipaggiate  da  Gustavo  jrt  io- 
pero  un  servigio  ovoUq  Higealata  $u1  primo 
arrivo  xhe  fece  innanzi  a  S£o}cbol«n  «>  AvencCo 
fiLstfutto  .e,  preso  ..un,  .forte  convoglio  *  che 
r,aminiragliQ  .  danese  studiavasi  attutito  po- 
tere .  di'  far   entrale    nella   cinà  --  Norby  ^i 
jcammaricò;  fprtexnc^ntc    4i    una -lal  perdita, 
/  c4  afiatìco^i  .per  rÀpararJa  >^-  lapink   pi^arò 

;uh,  altro  io^^  con^pglip:  di  manlzippi  ^>^w^ 
y jsioai  t  che  de^raùno^sv  d' mtrfìdurse  tndla 
^città!*'  ;n;ia^ra4o;^gni  qualunqM:  oM«K:oifo 
.ed,ppposi^zÀQA3e.*X^.b9Cca  x^^  già 

]>lpcqat4.  dar.Fle^ing.^.  e  dalla'  s^ad^a  di 
Jl^l}J)cg9lf/^ll^av;v^c^^alnen^(y  deH*  flotta^  da- 
ne$f  r^cpo^ifici^  «9^  far$i  <una  ,gag|iaKl%  e  fii^ 
^iosa  scartila  di. cannoni^  fó  quale  ^entititiè 
%  S^x%\\  Sina  ^  tanto  s  che  le  not);e'|b]x>nt»  se- 
j)a;.atc,  dalla  noate;/Quindi  Nqrbjr  si  rUir^ 
ad  una?  picciola^  isoja  iiella^of^iera,  $peran* 
4q  di ff innovare  la  zuffa  il  d>  vegnente;  ma 
m  iu .  bloccata  :  di  un  fortissimo  ghiaccia  che 
\  Ip  ,inppedi  di  potersi:  movere  %  Allora  Gustas- 
V4  formò  r  ardita  risoluzione  di  bruciare  la 
j^ua  .flotrta  •  Con  questa  mira  marciò  so«* 
pra  il   ghiaccio   alU   testa   dei  Lubecbési^ 

pre-- 


S4^$ke^ìn.fè  di  Svezia .      Òf 

pMeiteìctogli  in  dh  amceo^di  sì' straordirlat- 

'tìà  fOLiSxtn  dì  rozzi  indisciplinati    paeiant,   i 

^Ii  ccftx^porìevatito  la  siia  pto^ria    arnrfata, 

q  si  avanzò  col  favore   della   notte  fino  ad 

lana  breve  tllstaflzà    dal    riitniCcr   prima  che 

ibase  osservata.  Norb)^  aoti  si  fosco  lo  sco- 

"priv  cH«  tìdirtìWéiò'  a^'faVcf  nna    tefrifalle  "scà- 

licsÉ  du  J^tì^i  carihònl  •  "é  'mosfchettéria^t  *tita 

'Ciò  ntilw  àiUfiit  i*   LùWscKeti    abdacèfinéntb 

•(i0ntìtttfàr0no^-te'lorcf  marctà  con    torci    ac- 

'teli  ò^lle- màai/Afcunb'  dei   "più  itltrépidt 

^i&feìM*4rc3^rio  ^^  ran»*pìcà#sl  y  di  sopf^  ì  '  laW 

*<i^4ei/ v^€«tl§v  tri^ftft^to 

itó*e  ^^%-U''gHiatìe:it)-aàì  '  sóidirt  dStfesi*;  'ì 

HÌ[yriii{  .>pfUgdi\^Atiic/-  cQvf  ^ti  vatitag^io  ^daìf  kl- 

W  d^f  lor^  fiat*^ .  1K5  Questa  %ttraniefatì|srt 

tflìn«es?iXJ^>fe  ife(2érrf*  gflF^Ititoi  -'itf^        ìrala- 

i3e  ili:  ànèiéedtì^  le  ^a»tt;^glr'tinr^pef  far  vìt- 

l^ria  V  ^  gli  'ttltrf  p^  la  èòme rvtoioriic? •  ijclla 

j)fopria*  vi'iat    lia  ^ótèc  cfcé  sbpifìaièg*'*^^  V 

gV  Jntoke  in^  ptefonde  tehti>re  r  ^  risS^rba  di 

qtiel  Cembite -Ittme i - che^ 'Balèiava  dàlFiir- 

cessante    fuoco-   della'  moscfietterìa'v  e  tórdi 

;<fd^mi  ohe  tertevand  lA  tnaiio/    ì  aLabctlte^ 

siv  Maigt^do  la  brava    resti^tctiiga   fetta  ^  dèci 

0anesii  molti  dei  loro  vasdelH -foròno' posti 

t  ^wo,  ed  ahtoaridóftatt  tot!  -e^ttafe  pirecì*- 

pìa!«D  ti  dai  viati  che  dai  vidcìtórt/GH  of- 

X0ri  deHe^  te«)febre\  »  le  *  gcida  fche  manda vahty 

ii  lefitiv  e  coloro^  éhe  miseranienic  perfrd'he'' 


in  mezzo  al  fuoco  ^  la  caduta   de|;U   slbei:!» 
ed  il  naufragio  delle  navi  furono   tutte,  co- 
se, che  inspiravano  un  terrore   segreto   ne-*, 
gli  animi  anche  più  a,udaci  e   coraggiosi,  t 
Danesi  trov4i'ono  egualmente  difficile  di  sai? 
vare  sé  medesimi  dalle  fiamme  dei  loro  va-, 
«celli  che  ardevano  ,    che    dagli   assalti   dei 
loro  nimìci»  Moki  dèi   loro  .fiavigli  furono 
distrutti ,  ed    avrebbero  certamenie    trovato 
impossibile   di   poterne    salvare    alcuno^  sq 
gli  ufficiali,  che  comatidavano  sotto  Gusta? 
vo  avessero  proseguito  il  loro  colpo ,.  e  mo- 
strata inclinazione  d'interamente  distruggere 
i  vinti ,  Questo    è    almeno    il  r^ccòato  ctìe^ 
ne  fanno  gli  scrittori   svezze^  ^   quantunque 
i  Danesi   affermino  ch'e  •  il  solo  valore  e  la 
grande  perseveranza  di  Norby  salvarono    la 
flotta.  Non  è  manifesto  se    il    generale  la- 
béchese  fosse  stato  secfetamcnte  guadagnato 
e  corrotto    dall'ammiragUi)    danese j.  o  %'he 
il  medésimo  avesse  avute  fnstruzioni  di  tal* 
mente  bilanciare  le  cose  tra  ambidue  ;k  pac«^ 
ti ,  che  niuna  di  esse    avesse    a   prevalere  i 
certa  cosa  però  è  che  punto'  non  rìguardam^ 
do  le  preghiere    e    suppliche   di  distavo  ^ 
egli  ordinò  che   fosse    Sonata   la  ritirata  ^ci 
tempo  appunta  che  aveva  il  nimico  in  suo 
potere.  Poiché  la  stagione  not\  era  di  mot- 
to avanzata,  il  calore    del  toic    del  giornu 
appresso  sciolse  il  ghiaccio,. e  im pedi  ch^  si 


di  Òuàavb  TU.  te  S  'Svecjiìa  .      ^^ 

faéèssfefo  più  ultedoti  tenftatìVi  dalla  parte 
di^'Gustavo,  e  permise  di  far  Véla  air^m-* 
iQiriglio  d^hesfe.         •  ' 

Gustavo  fu  acceso  di  fabhia*  per  lai  perfr 
dia  del  Lubechesci  per  cui  fu  strappata  la 
yfttorià  dalle  iUe  mani ,  e  fu  prolungata 
y* assedio  di  Sjòkholrn  ,  da  cuj:  ^dipendeva  il 
Sitcoesso  di  tutti  i  suoi  disegni .  Egli  conob- 
be, cl^é  poca  fidanza  poteasi  riporre  in's'o»- 
xnìgliaintr' allestì;  ne.  pénetTÒ  i  fero  disegni; 
Mia  i^urc  Hi^isimulò  il  Silo  '  risentimento ^  pèf^ 
aiocc&è  aveva  bi^ogno^^ella  flótta  delh  re*^ 
^ubìxllca,  affine  di  bloccare' Stokholm  pét 
tóate  .  Itt  Véce  adiinqué  .  di  mostrare  albini 
5^ho  df  tìialcontentaménto,  egU  pose  ìè 
frluppc  di  Lubeccà  in  buòni  Quartieri  dMn- 
.  verno;  è  quinci  cogli.  Svestzésì  àccostamati 
ialla  severità  del  ctim^ar^Ttenrie  la  città  stre'f^ 
tamemè  Wodcata. .        '         -i  '       ' 

'Frattanto  Nòrby  sfava  facendo  prepari- 
menti;per'sòécótreré  eiSrcacementc  Stokholmi 
thè  àllot'à  tfóVavàsi  ridotta  a  "  grandi  ,estre^ 
irrita  ,qukitfo  giunsero  notizie  che  tutta  là 
Barfimatca  si  trovava-|^in  arme  contro  di 
€ristìemo.  ì^^^^esto  prmcipt,  di  un'  natatele 
iJéitìpte  violento  e  dispotico,  si  rncttéa  sot-^ 
idi  piedi  le  leggìi  d  niun  riguardo  portava 
ai  jpTivilc^i  del  popolo»-  disposa  delle  sostan- 
te ed  effetti  dei  suoi  sudditi  còme  se  fossero 
ifirc^^rj;  ed  anch^'  b  Vita  dipèhàca  dalla  pw*' 


8é  Del  Regno  e  Éklla  Vita 

pria  sua  volontà.  Egli  pose  a  mòrte,  sènW 
xiiuna  formalità  di  giudizio,  diversi  signori', 
della  primaria  condizione,  del  cui  effètto  *e; 
benevolenza  egli  sospettava:  ma  tutto  que- 
sto, iìi  un  niente  a  paragone  di  certe  inde- 
gnitìi  che  imprudempnientc  fece  contro  gli 
ecclesiastici  mai  sempre  gelosi  e  vendicati- 
vi. La.  sua. tirannia  ed  oppressione,  la  cru- 
^cftà  e  barbarie  dpi  suo  naturale  furono  de- 
gue,di  f erdpno -,  jma  le  offese  da  lui'rèirate 
allfi  cfiieR»  .non  poterono  ' essere  in  verun 
conto  ^irasanc^te* '11^  popolo  viene  jmàiseip- 
j^e  mosso,  dai  Jforo.  direttori    spiriiualiy.gli 

J?ccIesÌ3sUci  icaricay^no  dal  pulpito  i  loro 
^Imloi  contrp  di  Cf^htjernQ^^  ,€  ciò  fu  un 
sc^ó.  a  tutta  h  nazione,  che  prendesse  le 
I^otÌ^^  la  fìaccpla  deltó  dìscor* 

di^  clyiip  .  si'^cces^,  nella    Jutlanda/e.  fé 
^amj^  ÌQStp,si  sparsero,    C:  dilfitarono  p^ 
\l,i|^|p  ^lel'Vregha.    tià    Ribellione  divenne 
gen?ra)e  fr^  tutti  i  gradi  ed:^  ordini  di  per- 
' ^j5p^e^.,c  niutf  àltr?,  cpsa  jpotpv^  ^ppagat^e  gli 
"^^anìmì  loro ,  se  ^òn   che  \U  .  idépòsiÀone  dèi 
lìrqpno,  £'mrierw(j    Intanto  jl^eg^^ndosi  inca- 
pace^ di  potersi  ppporfe  .a  qubirtorrente  ,  si 
ritiro  nella  <5ero^anla  lusingandosi^  che  per 
I4  influènza^  e  potere  déirimpeiratore  suo  ca- 
gnatò,  tiitto  l'imperio    avre^ÌÌ0    pigliate,  le 
armi  per  ristatilire  i  suoi  ^fìarl  .^.Come  Nbr- 
by  fu  avvisato  della    sua    deposizione ,  la- 
nciò ^- 


di  Gustavo  III.  re  di  Sve^^ia  •       87 

sqiò  il  disegno  di  soccorrere  Stokholm ,  e 
ritfrossi  coti  tutta  la  sua  éotta  nell'isola  di 
GptìandiaV  e  pon  )asciò  che  una  tenue  guar* 
«rgione  in  Calmar . 

Gustavo,  à    gu1s2l    4i    un  vero  politico, 
converti  in   suo    propria   vantaggio  la  con- 
fusione che  regnava  nella  Panimarca.    £gli 
tirò  avanti  f  assedio  di  Stokholm;    si    rese 
padrone  di  Calmar ,  passando  a  .fil   ,dl  spa-" 
da  la  guarnigione;  ridusse  in  servitù   JMso- 
la  di  Oeìandi'a ,  e  la  provincia  di   Bl^king  ; 
conquistò    una    gran  parte   (iella  Norvegia; 
«d  in  somma  soggiogò  rutta  la  SVeiia^  ec- 
cetto che  la  capitale,  Ja    quale   tuttavia  rii 
cusb  'di  sottotfaettersi ,  ed*  ostinatamente  vol- 
le sfidare  la  fatpe,  le    malattie,   ^  tutte  1è 
;aspre»^e ,  ^he^  vanno'  porigiunte   ad  un  lun- 
go' e  ^vlgoroBQ    assedio  .FlnalmèmV  strérpi 
per  ogni  pai'tè  dall'armata   e  ^btta  di  Gu- 
stavo »  indebolita  per  la  lunghezza  *  dell'  as« 
sedio>  e  jtiemendo    iiisiefme  delle  mormora-* 
^iòni  d6i  borghesi  >  1  quali   cominciarono  a 
dimostrare  qualbhe  inclinazióne  >1  governo 
deiratnministfatore,   cedettero    essi  ad  una 
"^capitolazione,  dopo  aversi  acquistato  un  o- 
]  nore  im  mortale  per  *  )a  loro  gloriosa   difesa  • 
'  !La  guai nsgiorìe  non    dbmandò   altri    patti , 
fuorché  il  pagamento  delle  somm'e  loro  do« 
'  vute  éxCrìstierno;  é  Gustavo,    cai  la  resa 
'4ella  dittò  era  tanto  importante^  ricusò  con- 
'  '  ^  '      F    4  tro 


86^         il^i^l  Segme  éélcr  J^^^y 

troaaalla  'sua  massima  ordinaria^  utWiftfopfOM^ 
sizione  ùntb  svadtaggkAB .    Egli  s9ip«a   iM^' 
nissimo    che.»' là    guam^gtooe  era  ridotta  ^aé^^ 
un  picciolts^iiio  jìiwlero  f^di'èra  éosnitx&ì^uiì^t 
ogin3cosa  necesBarìa,  ed  Yndek»€4itb  4ill<»'ft'-'^ 
nKv  tfaHe   inferoiiià ,  .^  e  fatiche.    Or  Mtt^  < 
Taffiiireiea  dise>v)crìtà;  cgir   fboe    la  v  jMtm 
di  im  tirerò  polìtico  «mi <  prolungane   Tas^c^-^^ 
dioj^,  e^i    temea''  t^v  * i^uaifdD  ^ibkhoiiM^  st*  ^ 
fboif  afì^sa:*  e  ^:$kifoise>  «sabrtMà.  pet ;1Ji  rigf»^ 
uHat.ipfiofi9iida    pacr^  il:  pdp^id  «t  MKA)bir& 
pdixttix^  djmenrtieare    da   chi' dolesse  ridófio-^i 
sceiGctalf  benefiaj'  ^  eft:  te  vece*  4li;  eiprimefle  -* 
la.'^spfr'^ipratìi&dìnr'i  coderà  in  palatili  0  ^^  : 
li  -dfiirisicaiu  iéhica  '^hi  ^déziètnec  di  .iSn  qsdf^Mé^^  -> 
Memreieèe  laa  capitale  facea^M^i^tènm ,'  <9#'^ 
potn^fae  tfàsmsqcsie  ^akhe   gf^do  ^x^ét^* 
tesda^^  iinquietudind   die  reitdc^ebbèro^  )tii<>£ 
nedis^riv'  ilati  'adufi^ue    Sùttno'  V\AOl\^^ 
à^\ì3gi^m  gtudi^Dso  prtwipa  ]^   afvert^  ti^^-^ 
cintati  i  patti; clti€sli:da  dna  liravflpgureiffii^*  ' 
giàitey  qfae  éàì  proprio  sua  cuofr  si^68fe&''^ì 
bem  dettati.:  Gii  stessi  «9ollVi)0bbe^pet  t^^  r 
disóàjiB  ima  distau  generale  d:Blegttm;  :dove  ^ 
la  nobiltà  ed  il  popolo*  concorsero    in^gt«t»- 
folla  da  tutte  le  parti  per  vedere  Gustato  ,> 
riguardato  da  tutta  la  Svezia,   come  un  V 
roe  ed  il  loro  angelo  tutelare.  I  prii^ii^pas* 
si  che  diede  la  dieta  si  furono  di    riempie- 
le  la  vacanza  nel  senato  9^  per  mezzo-di  nuo- 
ve 


Ve  ^rflKiMi^  jn  luogir  di  qo^infdki  sa^ 
DaMt'i    tht  ftnoxìo  lincsìlati  va  ^Stokholm  ^ 
Gh^uvo  ebbe  i' aococcezsia  di  fare  tolamenie 
stegUere  petfscm*  4»H«  ^^  ^  ^  compimak 
AftiMtgfadis^^oV  «  fess^o^  addette  aLsooi 
ìntewisw  Qoitvli -r.  oratdrd    ddP  assemblea 
r^pMseiitò  9^  Stati  Jii  oectss&tà  \dì  lelps^ 
gtm  sptàk»miintc  ì^n  twnnot^^h    ieoe  il. 
rìl^-atto^i:  £rustiivQ  4ipì>^Ad^^c<itto  ^>ii^« 
pemdWggìe^  obci  cnrca^.  tatti  .i   cgcattaB  fcr  ^ . 
SQfléeMCi  h  iiì^H^  sò^r9M«  .<es9eiiidttv3Éqia|i^  r 
te  dftìte  pairi4  »*  vigilante ,  .YaJóimQ  ^  ^  aitino  ? 
e;^ttfle9M;ii'o^^  paareÉI>e  liberastpécisesmi*  - 
pre  ^  9a2io96r  dal  gioga'  di  DaiàDoarcas  e  ' 
itisMfiggece ralTaticèHhl. 4ega«te  dellar  imBiveh-  • 
ziMie .  éii  Cstibwir  *    Disse  dhe   sarebbero  ?  in»»  : 
grat»  eielecb^  M  efHaSsevD  idopO:  ;tant0'HaiK^  ' 
ra«ìgli^$e^^pfQ9(fi   idi   axJtsietov  >ad  defegctfa.. 
p«  »¥fai)o>  -esetndo    a<  rlai  debitovidelbE). 
libale.  Meq^  aiw^M  roifttiéreì^  il  fs^tipoon; 
lo  pi(pclaqi4^f  ad  atta  v^e» Gustavo  il  m  dek/  ^ 
la  .ànecia }/  twitsi  lardietfli  fifgui  T  esempio  ^del^ . 
popolc^^r.  e\tatta)la  mziotw  r^uarxlàl•«^chia*»^ 
tn^,£tostaw  s^vattofe^  Ubt^afttsi)  e  m  della* 

-^      ••••     '•.  ;     ..  ^      •.  .i  i     ^'    .   1     f  ♦  *•  :  .   ' 

•  *  ^  T^ 

CA- 


"  !,':  c  apItòxd  .][t  ;  ■;  ; 

Cfi$t^  dei  snQmfiohi  4vè;y;ekì  da  CustavQ   ^as 
.  jtf ,  i/?#ift ,,  a  i^usinyp  4d9lfQ  i ,  guerre  ,  mtp^ 

'    •    -  1  -  • 

%h  W^vp"  fnQWJca.  svcjoqji?^  flo^pEvò   il 

fgiffpayaiK).  U  dipqi  ,4^ 

l^upsq  iC  ,^^A,jg9va:Qp   ^    

J^o^,  Sia^.,  J^'a'gtìqc^ura  54  ^':foipi3a:wcÌq 
jIN^?ilWfow^.|A,^9xire.«'  si  jowò.iuna  ilotta , 
jf'  ^p^ìrpw>  Je  ficiiple,  pubtoUche  .wUe  provìij- 
,^e.  j  4?l  Ti^np  *%  il;  iptroduziorip \  4el  ;  luic^a- 

.4ft»z^!;<Ì?l  .R^,v>  e^ci  taf  pilo  ,^piap  ^congiure  , 
3  eh?, , j&i!;cm9# ^  «^«^ ,  4*  4^5Uy,p,;  e  final- 
,<  jneptc  Jo  3C^ttiro  jdi venne  ereditàrio  ne]l^  ^sua 
fanxigUa  ppr  un  a^^^o  solenAe^della  djei^  nel 
..i^i44V  Egli  morì  npj  j. 560 /lasciando  di. se 
,fania  d'^npmo  ^ran^e;.  ,.  ,- 

JFrico    XIV. ,    liftUo  ,  magg joT  di  .Gustavo 
,,  5ucce?se  a  sup  padre .  .XgU  non  .aye^i  le  gran- 
di 


di  Gustavo  III.  re  di  Sveiim  .      ^t^ 

di  qualità  dd  genitore.  Una^ feroce  ipocon- 
dria acciecò^  la  mente  di  questo  prìncipe ,  e 
lo  ^strascinò  a  perdersi.  Giovanni  soofratel** 

lo' facilmente  pervenne  atì  abbattere  uri  prki^ 
clpèf  as^rsò  del  sahgue  ifèi  suoi  sudditi  V  e 
divenuto  il  flagfellò  det  sùò  ^egno  ;  Erico  fu 
deposto  >  cacciato  in  prigione  «  ed  avvelena- 
to per  ordine  di  Giovanni.  A  quali   orrìbi- 
li eccessi  non  può    condurre  f  ambizione   e 
la  politica?  Giovanni  fposò  Caterina    Jagel* 
fon.  Égli  là  amava,  si  coTisiglìavacoi^  Ì4i«* 
ella  .aveva  della  influènza  itèI'i?oh$ì^ió^"Zfe* 
hntè  per  làf  Tèligìorie  catròUdà ,'  eh'  è'U*  j^^àl 
fe$saV'a,  4^dsta  prltitipes^a  'Impegnò'  il'  siié 
sposo  a  ricoptiurre 'gli^'^Sved^sl  iotto  là*  ob- 
bedienza dejìa  ^nta'  Sédfe?    ma  if'lutch^' 
TSìsmo  avèa  dr^ià^^gittattf 'irbp'jyò    ptt^^ 
Vàdìd,.,  è  '^i  storiti  che  it  re  ì^ctH'ptt  *- 
'stiqcaHi,  tìon  ;sérviróncr'#he  à^-pift  ratiiéa** 
ìi\  'diovatihj/  mùri^tìel  ìr^fi  ;  noT^o'ièompfàii^- 
^to',  perchè  |)ocó  meHtaVa'xl'c&^drlc/.  Soo  'fi^ 
^^^ìo'  ^igiémoTido,  di  giii'Ri  di  ÌPojfòìiiat  'do- 
veva succèdergli:  ina'  gli  Svedeiì 'lo  ^tcmie- 
;vànp  ugualmente,' d  cómelRè  dì  Polonia',- e 
cofhe' cattolico.   €arlo' il    figlio  minore  di 
Gustavo ,  s' approìRttò  dì  questa  '  disposizlo*- 
ne  del  popolo,  e  si  fece  eleggere  reggente 
del  regnp.  Sigismondo  intraprese'^di  conqui- 
stare la  Svezia  ;  ma  il  Duca  Carlo  disfece  la 
%vtt  armata ^  e  s* impose  la  corona,' li  regw 

di 


4*^        iièl/R^no  ■edeta'fm'^ 
ér  queitò  principe'  fu  severo  -  è  hoo  di  ii^ 
éò  crudtic.  Caflo    èra  darò ,  sangoinirio  è 
vrolciito  ;  égli  morì  d* un  trasporto  di   cot^ 
Ieri-.  •'  ■  -■■■'■  ■   •■   -  ■'  ■••  ^^ 

'   ^  Ma  ii  ^uò  petdonare    &  tirh  ÌX.  Égfj' 
d?ede, Gustavo  Adolfo  alla  STezià,  airEiji^ 
fòpt  ,    alla    posterità  .    Gli    uòmini    granV 
éì'    sono  'di     tutti    i.  paesi   e    dì    fatfi  "/ 
ffefmpi  .  ■  Gustavo-  II.  fu  'egaalnfeittè  gran- 
de   in    p*ce    ed /lèi  *  gtrèrf^    :    egh.    fu    jf  ' 
modulo  dei^i    «fqi  e  dei  -re;,  '  Églf  '  sutcè»ì 
^a"su%  ^adre  nel  t^rt:;ln  .miésttì  fetìit^d 
UByeìàà  tri  iti'i^ernl    colla  Da  hi  rti  afeli  "' 
^ffà' Rùssia Nìr  coHà  Po-lpnià  .  Si'  fe  hW' 
éé=  collò*<!irè'  pWirièvpQtén-ie'  ed  'tftià  \tre|iiS 
CèWultim^^Itmttèdiatàm^nté  ìà   gtìerra   dt 
téligloné ,  •che  i  alloffa   ardeva^  n^lfa  'Gcróià^' 
Hia',  cQnduMtó  Cftììtavo  iti  «juèll'ita|erò.  Li 
stfi'^fhiat*  non   ei^  iittniero^,'jiia  brava  - 
aggiirei*itó,  --bénfè  -  dKciplinata ,  ■  e  ' piena  di 
éotìfìdénza  nel  siao'  tapò  .   Avendo   dutìqué 
é^mbittàtò  h  'sue  ir&ppe,  arrivò  nell'ai^ 
HrtW^ì  Usèdóni  ai  24    di  '  gbgno,  ed   ìt^ 
ttìMUtàtHente  fed*  uno  sbarco  ;  avendo  grinr- 
féfriàH  e^iicuàta  VolRn ,  e  tutte   le  fottézt^ 
Aepossèdfeaiio.^L'iiitfla  dì  Rugen  era  stìti 
l#ìfai*;   già  ■fWbtta   fn    servitù  djil  gteoeràlfe 
Iieslas  pét''tricftcre  i»  sicurezza  una  ritirata, 
se  mai  la  fortuna  si  fóssfe  mostrata   àvyers^ 
a|^i  sfyttà  àeì  R-eV  Ateudo  ipa«sat«  lo  stre^. 


'io 


to  o  l^r^cciò  4i  niare,  Gwtavo   diede  Vz%r. 
salto  a  A^olgàst^  disuibiuendQ  il  bottiqofrt. 
léjae  truppe;  uij' altra  bea  munita  fp^tsez- 
za  in  quelle  vicinanze  soggiacque  v  al  mede-* 
sùxK>  destino  V  e  Baiìjiér  fu  lanciata  ^orv'una 
guarnigione    id9r     h  rdifesai   di   ialir  wn-*», 
quiste.    Quindi    la  sua    Immediata    iinp^es^V 
fti  x:x)ntro  di[Stctiao,    che    noìi  .si  tos|p  i^ 
da  lui  i;)v^stitaji  che  il  Duca  di  Pomeraoi^ 
avendo  copseptlto  di    ricevere    utia^  guarnita 
glorie  svei^ze^e/  le  truppe  del  Duca  fturpup. 
incorpor^tef  coir  esercita  del  Sc<,..Qa^sio  Ììx. 
ot|t  ipPÌf>o  piolfio  felice, ,«;,  gf^ndcmWe  J^ch 
litp  i  dìsegQt  di    Gusta vqV   cpri^^nocip?r^ 
gVitn periati > .  i  quali. si., erano   avanzati  fing 
i^'C^rtz,  col^  ?V^^  di    guadagna»   \\  p9%^^ 
sesso  4i  qfeuefta  .cittài  cgs^  lipp^t^nt^,,  Ma  ^ 
politica  del  mpi^rpa  ^w^^e^S^s^  più.9% 
tré;    poithè  -persuase.  a1  DjuCf^  dj^^  ^^fPiffi 
con  lui  alleanza;  e^^tw^to  ^i&re  ftjii<^!^»«i«5 
%o  cosi  1  ii>pr9y y isar9er>tc , , .  f^  jcpp^pittcf  r,^ 
^àmo  giudizio  e  de^tfezza>  ^h^l*In4»^i:at]9i;Q 
s*ì<nmagìtìò,  cKp  il  .medesimo  av.w?  5^9^B«ft 
ejssere  stato  prima  CQncqrt^U)i..i  li:).  cg^nsf^pcR? 
3^  di  questa  l9g;a  ^:  le  i^npye  4^1  ^  farQxjQ 
Ricevute  ìb  diverse  (jittài    del  i;)upata9    e  f^ì 
yjde  regnare  la  più  iieifa  at^Qlofit^.ua  gl'iPbr 
perieli  e^onijeriani\  ciasoi^a  riCHS9,nd9.4$ 
2> re  quartiere. all^^dt  ;    »       :  »     t        2> 

*;  ;Qucs|i  5accissi,;ippr^ec^a  iiVi«Mì^)l|l 


co- 


-  tewte Ai48t»ne  v   X^ilc  *  te  *  ^tìfcb  ii  ViééW*  irf 

oSs0oflhipÌglio'  par  la    f^t^iliit^  «elei  ìtnatime&i 

dfdtRe  fcveUGÌese .  LiceftfcaP  I»  Ge^nfrahia^  Vtàìlit 

4iss<tifiiCliie  oi?ifé$  «ioa  si^  tròVava  affaitò  tor 

^Um^  ài  éppópsk  il  torrente    e'  t^sì^Éeré"  ài 

btlHcosò  Gustavo"  v^ivéftuto^   altiero  |^cr;la: 

i9ktwiii'  ^d    ìtiMtiìf!  ^so^tètiùt(y    dàlia    più 

-beU*:  OrispvwMU  -arriiat^  tó^EWopa .  Ino!-' 

«lè    gì' impitffiòU'  iÈ^aho    séneà  Qfì  genefa^t^r 

fToi^eliè  Ua0i«iMid#  suprcmo^fii  deputata  tk 

lUtigcliirt'hUitlQro  di  <lafìdidai}  cK  uià    merito 

ìnoaUo  ifiegt^^te.  Ttii^e  kr  pàfti  ;  (kmtjèrfeaiio 

^éol.iomf .;  2ifiic&   li«  degrd^re -WallésfeWi  * 

,Elfllìpemt09€)je'st  ridètlé'  alUf^  iieóèàsll^  ^>  tf* 

^utt^leoswftla^  dìU  ÉM  (timissióiie  t^  tictnm 

;coQ^  tttezBt  gettdli^  dolca  •  L'^Eleftore  df  B^ 

ittì^i^  pdnfMefavai    qiieL:  gentrafé  coinè  suo 

-lassile  4:  egSt  meditftoi^  ^i«»ta«l  il  xftif  ì^ 

<AUo^t  ti^lo  <al    évifxtmo  cétf^énd^y  é  pur 

àitOt  aa?««ee  uflf  jrttpSegb,  pei*  cut  tionH^ 
^ed  aàtorafeTÌUdibazit^ne  .^  E^dend^  cgU^^^'  c^<^ 
qfiidnte  V  al tifiaslosd V  5penéA:amk  è  Sagace^  gK 
maRStt^  |ierò^  )(  (;f iiéU^^^aliiza  ^  di  >  àntmb , 

fu  au«tózio«C3ri»^^Vèife  4#  dif^iionfe  dcH'ikfiN^ 
nata  ,vcbii^«innafiÉrc'Ì£Ìr'prirfdpaIe  xrcnna^^ 
una  dielle  >v$aè  ^?^lafév  àlb  cui  capacità 
non  vi  |«jfe«sc -tìsetó  per  avv^nturaf  ninfea 
^bicsiorai. Hi  e»Kì«  Tllly  fiìiStabUifio'comc; 

stro- 


,  ^rofligpio  |>^prio  pei'wciieguire. cucici' 'élse-' 
,g^fcl/f^  4i.  jf^iti  ^quf^o  generale.  f(r~¥e8tita 
;«^a  ^HimjS^ivne  <dV  IM^res^i^la  4i  <atiipo, 
e  J'ÉleUore  divenne  «altaMiieme  gònfio  del 
:|)i](lspetto  dj  avere  a  vgo^rjnare^  d  dktgcre 
pgaL  cosai  a^  suo.  pMcim^nK^v.  -      <  «> 

.;  Fratianta  essendo  Cascavo  fi^for»ao  t3im 
uà  comì4^r9V9^|  aarp<>  di  (foppe  nellaiJFJà- 
brodia  >e  ^IvQ^ift  ^ott»  la  qtMdoica  di  G«- 
M^vp  Hof^i  ^i'>fi6olsQ  di  dAioat^ciare^  grim^ 
Ipe^riaH  fapii  di  MeeUanbntghfve  di  sfatto 
jgll  a^ac<^  e4i^CQ^  iw$0tizl^GfÀnh$!lgQxty 
p  qiiindi  pQSé^X'{($fifdiO  a,;qiicatt  pinzai  'k 
qual^  4qPP^  a\«r  i^cca  vnn^xitstiiftatE  diifesai, 
iU  da»  lui  jr^s^ì  a4  a$aaItoi«.IIiiMeoiÉaitóYfn 
4ato^  al  Bq^^s^ti  II    ma  i  n^n  fin ^  pomnrestei  il 

più  .pi««ipl«^rPÌ<?agftì^  ,o<  ^iU!«8olt»»^^^ì 
'^ndip-ejii  ìa:rfigid«^  4^cìplìnihclle^^si  lEiaÉi- 
lenea,  n^r  arop^ia:  «vezaecc .  i  Oi^  <  .p A*  nmizty 
di  qi^fsta  c^qui$c^  e*  4i  altle  ^nietia-'  domt- 
4ei;^aU  jQusiafror  ^1  4^m:ì  rui»  peSia^a  neihi 
Lttfaua^,  4;i|^)r  tBand^n^uigAiesirr  e^^^neU»  Skh 
9ia;  ma^,  4it|  rtf^I  vant^gio non  fu  otnomito 
seiiza^  quache.  if^frìbiMlorie  pér<  ]«  pame-  dd 
ni  mici  »^  Il  ^oi»i;f  T^ly  jjHVHCfSt^il  irabvoi  Braii- 
debwgbcsje»  difeso  4r  J^4Mpblfi8efiy  eda:  una 
goarnigione  4i  4il^  -  n|il^  fatiti  ^  <  Le  iscroiao^ 
ni  ricevute  dai  Kni^aasfir*»  iRirono^  di  slog* 
giare  la  piauav  c4  ^tì'mi  >^V»maML  princi* 
pàle^  ma  credendosi  di  poMi  rKisiere  <»«tui^ 

ti 

I 


tif^^sSonì  éà  nimica  «  si. f datti  ktm^  nd 

«la  posto,  e  la  sSoiftèto  dal  gtotine^comte 

Jài  IljbKi(€eucQli\  il  quafe  cotk  ùtt'hid^eo  èi 

iWiamia^    si   «cagUò    impecué^Mi^nté  déàtito 

iar>  ìptcQQìz  9  ràfpinse  gli  assediati  di  ìfiMnzi  ^ 

Jm^  e  prese  là;  città  colla  spada  aik  nMint> 

J30U  iftfea  prodigkeaL  4firage  i  Qaati  d^   mila 

ì  /SvQtzesi'  pecpiiano  ìb  questa  occasione  ^  e  io^ 

-fauf  eb|d  Ki)9haus8f|  con    alcuni  'pochi  uffi- 

•^afli  :>$pmmtm'àtano  \fai  eleiiàeji^a'  del  "viflò^ 

aon .  fCuaiaira  ài  ^(xpirammodo  altfttò  {Ser  la 

jidl^iia/^i  tanti,  valocosi  saldati ,  t^Ta  imp^ 

jdy^aijnind«l>>okeiritcaes9em  alcun  beirefìètò 

daHQjlQtoitConquisoe:^  Esso  in^M»|ti  ffa^ncforc 

«opmj  ^' (Mei>v  Jpbà  ;  vaUdaméfttt' 1^^ 

-foiiM^jiiiuiqgiiarnigìooe  di  iiové^toÀÈii^« 

iH^niDSO^tit  lA>cotidatta   del.  wpu^SàìM^ 

'>iiAC6^dL'Ma»it')daLJElc  impiccala  dntsA^vaa.* 

dief^  nson  Jtm  pxùj  ckc  iii  èdopipio  x4i«^ii&  al 

tlSWBfifo ^  Q» >il  suo  treno.;  dà  ^rtigUnterCM 

4J^1  ,|«à?  betldoclaC'.  li  ìfosse  rmjàcvadt^a  in  quU 

-ileoipo  jMtffSttUMiipaY  ^petciiè  jnscedei^»  ii  ntt- 

^mftfp  ^^lAimffiPtQ   «essaot»  pezsii  di   gumì 

^canAow;  QQdeibaiieK  leo^iarav  la  ^difi^ild 

ostinata 9  ma  infruttuosa;  poiché  Gustavotts- 

1^  k  'piaz49  «  i»  presjS  leolla  spaila  alla  ma- 

^iM.%'  e.  .%e.  prigionieta'  idi^^etna   tuua.la 

iguarwgMM^  )   «Miglio   che.;  <iuasiid)Qe  mila 

.  ^^fhp ,  ùìtmiQ  mcisl  tticUa  hiclraa .       i .    .    • 

t  :   JU  jidiutope  :  ìH"  v$«r^ù  ^  di   Fratiofacl^  €u| 

it  '   \  del- 


lUIl^f^ù  ^tiem^   con^iigneoza    pec  Guasti»- 
«VQ9:pp>i<^!-per  m&ao  ^i  tmat  egli  apxmm- 
àfki^ii  Wnii  £lba  ed  -Oder  hi  ramèrcdoe.ie 
^fKg  ,  04-^4)7^9^  ifMieme  una  bella   aipentna 
^2^Qi|^qpiip4zione.   noo-    solaneate:  eoi  jxaesi 
,$af>ra  0}|9i)tpfvacì,vma^    eziandÌD    oolla  Sa»b- 
Jkia^,  <k1  aoqhe    coi    àomà&j    <atditsa'y  deUa 
i^s9  d^tAustriaì.  Il  gonearalc  imperialei  fti  41 
^ò  }H%fn^Q.;    onde   per  ì^pefiBre  «i'-^fini- 
^fcissi  ck$l  Re  ^  ai  deoormìftò  di^  meet^re  Vofr- 
iiedicb  a  M4gdeburg'«  colla  ispcraioia  vdi  itcm- 
r^  Cfà^^o^  ad:  ima .  battigia  ;  tta  6iri»  Mar* 
aà  my^ce.dfriiiMCtarc  in'irtoccwHiiiidi>  qute- 
a^ai  (:kiì(,    ppse;  r«sedi<^   a  'Laiidsbefg;«Y'>e 
a$f4^rad  la,  guamigiotiAu .  E^.idegQo.  idfi:  qot  >fi^'- 
SfK9l».ri:1ie.iil  ibcpo  di  ;  tnppe  ^ch^«mk  ila'* 
.pi6if^>ii^  (laestòf  ìassedio  fo  ài  si  pxicà  ^soti* 
i^deii9zifinQE^s^:€gIt;a);rea   fafmacb    pe«9itfro 
ài  marinare' a icfaièdcce  un- rlitibnair'dÀt*'- 
xmaMrpf^rtpak  prima  che  ifosaero  maroliti 
'^oradjpt&giomerhf  CoReloastadiè  fosóeio  lès- 
isi. grattdebiCBfie  ^fioperiort^idl  libme^    ^ei  le- 
«tra  chiB  .pc3^.  avcvenicom  $1  itawfcketk)  poMti 
arcstólàare'  dildairgH  bact^Ua  nel  campo  a- 

^  Giroa*  qii^tOii  tempo' I  priMipi  protesmi^- 
Il  deir imperlo;  tennewo  una  dieta  in  Lip^a^ 
alla  cpiale  ti^ustavo  «landò  disputati. 'Ora 
fu,  che  ugindMiente  esM  IVcd  mò^ra  dei 
mMH  talenti  e  come-BoidAtova;  icomè  pblici- 
Tomo  /.  G  co. 


98  .     .     Del  Regno  e,  della  Vita 

co .  Con  il  più  soprafino  giudi^Jo ,  accorgi-' 
mento  y  destrezza ,  e  stabilità  di  condotta  V 
egli  quasi  costrìnse  gli  Elettóri  di  Bratrden- 
borg  e  Sassonia  a  formare  un  trattato  di  lé- 
ga; e  durante  una  tale  negoz]a2ione  ri^coséb 
contribuzioni  sufficienti  pei  manteriinijento 
della  sua  armata  nel  marchesato .  Avendo 
fatto  questa  colpo  così  importante  f  investi 
Oripswald,  dove  comandava  Pèrusìy  ch'era 
un  cavaliere  del  Toson  d'oro.  Queisto  uffi- 
ziàle  era  bravo  fino  ad  un  segno  di  caval- 
leria ,  ma  era  tenuto  in  avversione  dai  suol 
soldati  a  riguardo  della  sua  avarizia  ,  la  qua- 
le dopa  T  amore  della  gloria  militare,  érà 
la  su»  passione  predominante;  Gustava  rf- 
«aise  sopraffatto  dalle  belli^ime  opere  eret- 
te da  quesito  • 'ufficiale  per  la  difesa  dèlia 
piazza,  le* quali  non  pertanto  furotJO  di  po- 
co servizio .'  Ferusi  fece  una  sortita ,  e  vi 
fu*  ucciso  ,  ed  inafieme  con  lui  mori  ancorar 
là  spirito  della  guarnigione.  La^  piazza  si 
arrese y  ed  in  questa  maniera  "fu  ridótta  in 
servitù  tutta'  la^  Po'merania  ;  perfochè  il  Re 
ordinò  che  si  facessero  solenni  ringraziamen- 
ti in  tutte  le  chiese  della  Svezia.  Quindi 
«ssa  marciò  a  Gustrow,  in  soccorso  dei- 
Duchi  di  Mecklenburg,  e  subitamente  li  ri- 
mise nel  possessa  dr  tutti  i  loro^  domln;-^ 
Wallestein  avea  tenuto  il  posseso  di  questo^ 
ducato,  e  vi  aveva    esercitata    tale  tirannia 

che 


et  inastavo  Ìli.  n  di  SveT^ià .        <f(^ 

cne  "gustavo  fu  ricevuto    dal    jjopolo  come  ^ 
irrorò  li^racorev    e   la    ceriroonià   delU  i- 
^aug'ura^ione  del  Duca  fu:  cpmpita.coQ  ogni 
pfpésibile  pompa  e  magnificenza . 

f^er  ti;tto  Questo  teiripor  il  co^tó  Tilly  e- 
fa  stato  impiegfato  rieir  assedio  di*  Magde- 
burgh  .  r^reseàtemente  ei  lasciò^  PapperrheiriI 
ìnnamzi  a.questaf  cittàf>  e  cól  resto  dell'  ar- 
ftìata:  marciò  dentro  fa  Turi tigia,  per  attaiC- 
iiare  il  Landgravio  dì  Assia  Caàsel ,  e  i  prin- 
òipi  della  casfa  di  Sassonia,  particolarmente 
I^  Elettore  ^  il  quale  in  còntógùenza  del  suo' 
ultimo  trattato  stretto  con  Gustavo,-  veniva 
riguardato  come  il  giurato  nimico'  delW  ca*- 
ia  d''  Austria .  Avendo  il  He.  inteso  questa 
niòvimento  4  manció  verso  T  El^a ,  si  accamn 
fti  a  wértetì,  dove  ,a.]ui  ^ì"  uiììjl  IL^ndr 
gfavio  di  Assia,  che  fu  il  primo  «d  Upi^ 
fermo  é  stabile  di  tutti  ì  .^uoi  alleati  ger^ 
mani^  Ora  l!  Imperatore  cominciò  a  cambia*- 
ife  di  opinione  rispett;o  a  Gustavo  4  eh*  essgf 
chiamava  in  derisione  ttà  re  di  rfevev  ^(^ua^ 
le  sarebbesi  Iiquef'atu^  a  itiisura  ch'eglif  $.i 
avvicinasse  ad  un. clima  più  caldo;  aia  con** 
tro  ta  suaf  espectaziohe ,  egli  trovò  che  I4 
sua  armataf  and^avasi  quotidianamente^  zùcxa^ 
scendo  <  e  vide  il  monarca  svezzese  all^  te^-r 
iii  di  unar  formidabile  confederatone  det 
prìncipi  germani .  Egli  fu  costretto  a  conti 
fassare  l' intréfprdità;  ^  politica    di  -Ouf (avo^  ^ 

C^     :i  ed 


loo        J)el  Regnò  e  Mia  Fitd^^. 

ed  avea  già  sperimemato  il.  ?alore  di(  quel*  :. 

le    truppe,    le    quali    ecatioia  procinto: di . 

dargliene  prove  più  fatali.  TìÌìj  cbho  V.ijfft^ 

dine  di  marciare  nella  Sassonia  «  mentre  che  i 

Pappénheim  stava  commettendo  le    più  or-^.. 

rihilt  crudeltà  in  Magdeburg,    la   quai  cit^i 

eg^i  avea  espugnata  dopo  un  ostinato,  con^' 

trasto.  Gustavo  fu  invitato^  dall' £let€océt   e/ 

si  apparecchiò  con   sollecitudine    per  seguii! 

tare  gì' imperiali  nella  Sassonia.  Esso  formò' 

il  disegno  di    ricuperare    Magdeburgh^   ma: 

fu  deluso  in  tale  sua   mira   per  i    progressi. 

che  il  conte  Tilly  stava  sfacendo   ocU'Blet-t? 

forato  >  e  per  esser  Papprenheim  gittate  egli: 

jnedesimo  dentro  la^  città  con    tutta. «la  sua 

armata;  il   che   avrebbe   dovuto  tiecessaria^ 

mervte  rencisre  un   tale   afssedio  tedioso;  A* 

ven^o  adunque  abbandonata    questa  intra^ 

presa,  afSne  di  guadagnare  il  comando  del, 

£om6  Havel,  ordinò  a  Bonnier  che  attaocas»' 

se  Havelsburgh  :    la    qual  .cosa  ei  fece  eott^ 

uno  spirito  e  risolutezza  meravigliosa  ^  con-^ 

cipssiachè    la    piazza  fosse    stata   sforzata  e 

presa  nello  spazio  di  poche  ore,  e  tutta;  la 

gAiamìgione  si  fosse  fatta  prigioniera*  ^er-^» 

ben  fu  r  immediato  obbietto  della  operazio^ 

ni  del  Re.  Bauditzen  ed  Ortemberg  attacca- 

romo  questa  fortezza  con  insuperabil    corag^ 

gle,  e  la  espugnarono  con  perdita  conside* 

rabUe  nn  ambidoe  le  parti  dopo  un  ostina^^ 

to 


é  ÓustSca  Hi.  re  éi  lèveiid  *       tòt 

to  ^conflitta^  wNiiina   cosa    pef  vero  dire  é 
iejbbrrrà  ìn^possibìle:  ai    soldati  svezzesi^  i« 
Qtfaii  .combatteanò  sotto  gli  occfaj  ^di  un  roo* 
àaqrca  v  'th'«si  rigaardaYaiio  come:  invìncibi-r 
le.  Or*  questi  viotaggi  oii^ligarono   TtUy  ;^\ 
])C6curàr  di  snéu.er. freno  di;  progressi  degli- 
^  Svttzzesxi.lGon:  questa  mira   esso*  distaccò  >!»:, 
Vangaacdia-  delia*  sua  armatar^-^composta  >del. 
fiore  delia  cavalleria  imperiale  >   ed  essendo; 
xiurciata  ^Do  alla. distanta  rdi  ,pocfae  migltr 
dal  campo  del  Rd»  eiè^  produsse   un'azione. 
étertmittà  per  ti   igeneralè'  imperiai  BctmtQt 
jr;>  e  che  pronosticò  txiteridrì  ;felict:>succes4t> 
4^QtistaTe]$;.£>opo  inift  ^a  sicaramticcia,  Bem^; 
stsin  .fa i  disfatto  ed    ticciso.  ctm^  ci^oo  det^ 
sooi  .soldatì  i  ■  i4  qoiale?  ^aataggio  '  fu  di  somrv 
mÀ  c<iiesegatn(Ba'  per  H  Re,  eosiciossiaGbè  at^ 
v€sss  avvilito^  ili  nimifcoviivcoraggitò'  il  pso« 
prid  suo-  roercito  ^  ed  a    lui  dato  tcmpor  d| 
riKdicamare  tatti  i  xaoi  di«caccameoti;.Nitinà 
0092»  potè    essere    fnù    giDdizJfosa^^i|tiamo  1» 
aitoa2ioH&v  che  iut  scekm    da.Oastav^;   egli 
avea  in  «uà  balia  dr  attaccar^  it  conte  Tiftyi 
d' impadire    all'  Blectore-  di    Sassosàa  ,  ^  cho 
pmìto  non  sb  nmvease,  o^raCiUasse^dal  Suoi 
patti ,  e    di  utitirarsi    ad  avansarrt   vcr'SO'  H 
Sand «  EgU^era. provvedtitoi d^ ogni  cosa  ne^ 
e^sfaria  per  mezao  deli'£iba<  e  deUe  fertili 
acfatrade^xlie:  gli, stavano 'd^;iQtomo.  Le  sua 
^isGOBianse  tran^^  pee  ogni  rj;gvaffdo^  takieiv» 


loa         I>el  JRegno  e  delta  Vita' 

te  «upcriori  a  quelle  del  nimico,  che  acce- 
sero r  animo  di  Tilly   di   una   grande  indi- 
gnazione, e  lo  fecero  marciare  fino  aHe  'li-~ 
nec   svezzesi>  ed  offerire  battaglia.  Gustairo 
saviamente  si  ritenne  dentro  le  sue  fortifica- 
zioni. £gli  si  accorse,  che  gì*  imperiali  non 
altro  spiravano  che  furore  e    vendetta;  ^- 
peva  benissimo  che    quel  fiK)Co   e  coraggio 
del    generale ,  da    cui    si  aspettava  qiiatché 
sonoro  colpo,    lo    avrebbe    anzi  indotto  ad 
attaccare  le  trincee    che    a  ritirarsi;  laonde 
Gustavo    con    tutta    la  cura    e  diligenza  si 
mantenne  questo    vantaggio»    Or  ^gni  ccTsa 
•successe  conforme  alla' sua  congì.ettura ;  poi- 
ché il  conte  Tilly    si    risolse    di  far  prova 
della  sua  fortuna  contro  di  Gustavo,   onde 
condusse  le  sue  truppe  con  grande   intrepi- 
dttà  contro  di  un   campo   eh' era   fortificato 
iii  modo  tale^  ch*cra    quasi    inespugnabile ^ 
è  continuò  a  far  fuoco    nel  tempo    medesi- 
tno  con  il  pili  estremo  furore  da  una  batte- 
ria di  trentadoe  *  pezzi    di  cannone;    il  che 
non  per  tanto   altro   effetto   non   produsse , 
se  non  che  di. obbligare  il  monarca  svezze- 
se  a  schierare  la  sua  armata  dietro  la  mura 
di  Wcrben-  L'imperiale  ripose  le  sae  prin- 
cipali speranze  in  poter  esser    capace    d'in- 
chiodare i  cannoni  del  nimico,  oppui^  met- 
ter fuoco  al  lora  campo  in  diversi   quartle- 
xi;  dopo  di  che  egli    si    propose  dì  f^rc  i} 

suo 


di  Gustavo  III.  rfi  di  Svezia .       .105 

isao  grappe  attacco.. Con  questa  mira  ei  cor^ 
rqpp^  alc.uoi  prigionieri  ^  i  qaali  dopo  aver*- 
si  pre^o  il  suodkiaro,^  comunicarono  a^Gu- 
/St^ YO.il  di  lui  .disiegoo^  Il  Re  adunque  con* 
Vjertì  in  proprio,  suo  vantaggio  una  tale  cir- 
costanza ..con    quella     prontezza    di    spirito 
ch'era  particolare  a  se  medesimo,    con    or- 
di;nare^  xhe  si  fissero,  accesi  fuochi  in  difFe- 
rcnU  p^rti    dql    suo  campo,    e    che  i  suoi 
soldati  imitassero    io    strepito    e  rumore  di 
una   .tumultuosa    e    disordinata    marmaglia. 
Tilly  punto  non  dubitò    che   il    suo  strata- 
^'enima  avesse  sortito  il   desiderato   effetto; 
onde  condus^ie  la   jsua    armata    alla  breccia 
effettu^t^  dal  suo  cannone ,  dove  fu  ricevu- 
to ^con  tale    salva   di   moschettate,    che  di- 
strussero, la  prima  linea ,  posero  .  in  disordi- 
|ie  infilare  iila ,  e  resero  cosa  affatto   impra- 
Xic^^bile  4i    condurre'  indietro   i   soldati  all' 
attacco.  Mentra  ch'essi  trovavansì    in    que- 
sta CQuCusione^  gl'imperiali  furono  attaccati 
nella  retroguardia    dal   generale  Baudìtzen  , 
il  quale   ^ortì  ..fuora    da    un  altro  quartiere 
del  campo  con  grande  risolutezza,    combat- 
tè , con  molto  ardore    ed   impetuosità,    e  fu 
ricevuto  da  Tilly  con  eguale  valore  e  capa- 
-cità.. Quindi  avendo  egli  ordinato  al  suo  e- 
sercito  jche  facesse  alta,  fece  far  fuoco  dall' 
artiglieria,  e    cosi    tostamente   convinse  gli 
5vezze.si,  ch'egli  era  formidabile  anche  nel- 

G     4  la 


i|Q«^        Del  Jt^io^  e  ^ddla  FlMi 

la>;$Ma  riUi^ia';  Il  coDflicixii;fii  dì  biWù  dm^ 
T^U  i  *  Bwdiu^n  ilei  f  tralpocci  dbl  ^^tm  èortg^ 
g'fOi^^  Cftoeiò'in  mesizo  ai^nimici^e-ià^N^ 
t^t  prigìpnkro ,    malgrado    cb^suoi  sfonei  £ 
pi£i  ^jSfxsmti  ;  ma  to&caJSDeme  fu  liberato .pdh^ 
il:. vigoroso  atfiacCQ^^e  sfoszo' iìirìofso  a'segoa^ 
di-  non    potersi    ct^edere ,    fiat<0'  da}  :grovifiè 
Viideslein  .co»  uitx.  picciolà  jatnixa^  la  <l|[ua^' 
l«:f>ugnai^oi;$i.apri  a   Viva  ibrza    indiecnsL 
W  ^t^dd  xojn  impareggiabile' valore,  ed   ìm^ 
trepi^2fa#  Quivi  fa  »  che^  il*  Diica'tlì  Sa«e-^^ 
^Kf^n^aC^opiegd  in  prima,  quel  gcan^iC^tag^ 
gilti»  aho  poi  <ai  ra^vvisò  nei!  picbo/colofiatil 
gloria  mtìA  fnorte   xii  ^G^ìista^o,    La  perdrfr 
fU.dÀ  |^a&  tx>iisidexa2iotie  si  per>  Pniia  , 'che 
p^  r-^cra:  paride. iua  vìttom  éu  satigdiivcdat' 
psr.gU  &ve7tes:vc  la  dtsfkta  ixm  ià   ignicM 
mjjftioàa  ^pt^x  gl'imperiali  ;.  ma    il  x^tetd^^ 
principale  che.  »er   dedus&e    Oustarvos  fff  la 
rigirata-  del  jcontr  Tllly  a.  Mogdèhurg,   e  la 
spirito  e  iCoeaggiD^cIre   la  miNlesiooa  diffiise. 
n^r  armata  sff^ezsesci^  lar.  quale  ai  ravvisò  e^ 
g^a:lernel  valore^  •  ai  t  nimìei  #  e  vide  che  il 
Iqfo  Ee  i^a  supèriorevin  puoto  di  coadotta 
alloro  aì  fa0Km)^ei  celebre    generale.   Per 
Ick^spa^i^.di  IO  aoni  TiUy  era   stato  Btiina« 
to  il  tna^sifivo  ufficiale  che  fosse   nell'Euro^* 
pa>:  la, quale  sua  £ima  .stava  fondala' sopra 
vn  rapido  corso  diwvittoriè  ottenute  in  tren^ 
tas€4  Mcces^ve  battaglie  ^  Questa  ripulsa  an*  < 

dà 


AiialfMitto  a  dinfriui^e  l'alto  ^uo  cafaett^ 
tti^yM$m^ìdh  la    gloria  dei    suoi  ilkni,  d^ 
oaàhmse^  il  -mondo    che    TiUy  noi!k    «ra  di* 
flil*' fiotfaicr'^  che  non    avesse  rivale  neirarcc' 
<& -gìurtfogf^kve,  €»  die>non  era   invincibile. 
S^  ^oanfetsò  ^  bea'  aocfa^ ,  secondo  Mr.  «Arter 
dào  éi  su^parato^  da  OijtsBWo  pei  punti  pvìn- 
d^U  ""àù  fià^vcti  'ài  ìm  •  gtncfrale ,   nel  irio* 
dor^dii^f»h>aaad&re  il  sostentamento  ad  ùn'af-^ 
fliaCa^^  inj^fbmfioare    tin  campo ,    nel  saper 
mastcggi^e^  riltiglidria  y  eli  in  Quello  spiri^ 
tO'toiaitivos  c^ad'UQ  batter  d'occhio  pe-' 
nttra^  ro  « 4»m|>m0de  tticfo  ^  imie^amente  '  il  di-' 
sogno  ^\t  nemMs  sa  trovare  i  proprf^  rirtie* 
d^  ierd  «^dietftt  >  ^  arpiegi»re    f^tafttaneaitien^' 
te  totla  Tesatteaza  d39tto^^ttdk>  ed-  applicft'^ 
zì4SNtie«  GÈ  questa  itéstlmohiaivza  di  un  rivale 
C€H£ì|^tid3£iò$o  ridondisi  fiargboiQta  lodeed^ 
altlsséoio^eBCoitiio  dà  Giuravo.  ^       ^   >/ v  it 
iDofK>  ftsosn^  azìbiie  v  la  regìtia  di  Svezia 
arrivfr  nel  ctmp®  con  vn  rinforzo   di  Sóoor 
fanti  Myidapo  ^essersi    a^  grande  stento  éalvk^' 
t2f  dal^  naifcfragìo  ^  cofidiossiachè  il  di  lei  va- . 
sceUo  se  ne' fosae>  andato  si  fetido  nel  «nafe^v 
Nei  tempo  medésimo  fu  eonefaiMO  *un  trat-' 
tato^con  Cario  L  d' inghilterrai ,  in'  virtù  def 
quide.  quésto   monai^òa    permise  al  Ma richese 
di  Ainilttm  di  peclotare  6oob  uomini  perser-^ 
viato  di'  Gustavo  .  in   virtù    di  una  stiptila^^ 
ziwc  9  ^  attsiliafj  inglesi    dovevano  i^sere 
vi  con- 


catkiq0  ài  corpq  p^ìnQip^e  4§U\jiii:mfU9  4« 
VKk  iQotp%  di  4000.  Sv^^^^si,  ^  Q  4^wyàno  iti 
qgai  (E^osa  pre3t4re  obb/edienz^  agli.  of4mì  4i 
Quotavo  :«  m^  ^eir  Jtssenz^  del  Re  d<i>y.6vaiio 
^%^^P  $4M;9  r  i^tei^  4i(WOQ$  d;el  March^s/Sf* 

,]^  4^yesse  d^re  ,¥n  ;giurameAio-  di.  fedcUÀ^a 
Sia^;  M^ii^st^  Svfnese*' Dallo  >$pidco  di-quesi^ 
j^^catp  aj)pai;isce,  ic;^^  Qwttyo  .desiderava  :4i 
.filiere  *coosideFato  npn  g\9...i)eU' s^peHo,  di^.an 
pifiac^)e  $upplif;ani^  ^  »a  <:(wpi5  il  jgapo,,  pw^ 
ftttoirp,:e  se^o^pitoc^  d^Ila  libi^nà;,  erteli- 
^nq  oppi?essa»T4^1evorgftgI>««e  «nìaur^  4«}to 
<c^s4  ,dip4i^^(ri^  ^  j[l.<Mar^^s^,  t9fcat9.^0l$  «ir^ 
giaaò  ^4  alteri  4i J$u9  co9itii^en{ei:e4  essoii- 
dp.  arrivato  jp^,.<)r4M?l4i  Gjjtsiavo,  a  Br^ewei», 
«oi^^tàfnpq«ijbiIe  4j-J?»Ìr^  c§H':Ar«wa  ^«*- 
%^.  jlr  4]i  c%]1Q5  fefie  •iis^tei!?;:«Bi^  .^b^rpai^ 
le -sue  iiruppQ,,i4i:4irizzskre.il  s»q  Cipfso  p^r 
il  iipme  04w.  viiS :,pprFe.  a  vCerra  ^k  si^  forze 
ad.Ù$84pa>,..Qf  giiii^ffio  ^^^pneprt^i.il  progcHo 
del  ,K^  (94.!PtUrqmo4o:  ifintò  rauitno  ,§tto,  $qa* 
ci9&sia^che  la  s^^a^  Inten^VQnevei  £Q^^e%  cbi^gli 
^»)5iJiarj  dqvf^serq  fyf^  ^o  diversivo  wì  urri- 
t0Pi©.dv.;Pr€yaiep>  QHÌpdi,.pci  Ti<ì^vaie  ì\  /ni- 
glior.  prpfi^tp  d4ie  tìffio^tiA^e.,  egli  pres^ie- 
ijjeijtfi  altefi^  il,,5Uf|rjpiaynO{,»' e  dispose  cl^  lil 
corpo  Brjttapiqp  dove^^  operare  ^u-]'  Oder  in 
vece  del  We^eir«  I4  ?ra()pia  .pp^gnificò  xjue^ta 
plq;iqla  ^ri^aiLs^.a  jre  vqlte  itsw.nuqaerii.jilf 

.   Ger- 


Gérili«iiiaf€ui  immersa  i»;totóiflio0e  da  tin  cor^ 
pò  ai-^trijppc  Ci^i  sew»ofi!tó«av€Ta  quello  «fi 
6000.  uoixii&i'^  ie  Tillyjj^ìSl  ^tìtokò  «gb  nìedesP 
tdó    imbarazzato  Delle    siib* ^procèdute.  Una 
velta  el  pebsò  di  maicibnK^ir' persona  conire 
del  Marchese^,  ma  la  partenza  di 'questo*  no^ 
bile  pef  ia  Sile^ja  Jo  deiertninò  ài  tìnfoxtà^^ 
ré  l'armata  iiv  quél  paese    èon  tin   faèn  lerte 
diseaccameuiOi  al  che  possùnno -iké  in  «qual* 
che  maniera  attribuife    là  dtisfotca    Aiceedofm 
in  liipsia  >  di  cqi  ci  aecingiiitio  di*  far  f^fola^. 
Firv  rial  tempo   ria  cm  ac«;adde  1'  ìikima 
azione  tra  gli  Svetaesi  ed  jmpefkrl! , -l&uslair^ 
sfj  rifena«  httt  chiuso -rfenWo  4*  subì  trittdtìhi*' 
memi  >  dove  '  la  «^a-  armata   era    con  ^fkMA 
liberalità  ,  ed  in  modo  esliber^^  |)r€rrvddtt« 
ta  di  ogni  coW  n^^essaritf  *   Ifilly  ^po  i» 
^ua  ripulsa  &ce  diirefli  ^sferzi  per-^aorpirettdè*^ 
re  il  campo  e  tirare- il  Re  'atitm  combatfrniètif 
ito:  ma  poi  veggehdolfiuiiU  tutti i  «uiii'^féN 
zX^m  rivòlse  la  sua  maréia  Terso  laSassoftifft» 
decerminato  -o  di  porrdifi-desolatiofic  qiuelF 
£kuoraco  ,   oppure  costrignerte  T  Elciftore-a 
dichiararsi  in  favore  dfell'  Imjperatore  -Hijulhdi 
non  citante  rinvito/aH0v'da6ustaiK)i^H'£let^ 
lore  ,  quésti  stava  attualmente  negoxianiìaàti 
trattato  colla  casa  d*Ausrifiav  ma  teineà-ehc 
r  armata  ^eno  il  eoMandordel  conte  iTilly 
Aòd  foése  -sufficteflte  a  proteggerlo  jcoxlirtì?  il 
itisentimento  del  xuotiar<?a .  ^rezzedé .  JBtìil^xal- 

tra 

A 

^  ■■  \ 

\ 


l^T       Jtk^^'Jl^^iursxe  della' f^ità^ 

tMvìfaite^  r^e.  meiicrttbè^v'lNraiva  tgft  -  ^0^ 'bUafi^: 
ckmdonqiiìle  T4Uie  i^un^'^  {Promesse  ^  i^o-' 
veste  jamtdere :j  Tiily  ^riia^ciò  nel  Cik)f€  dèh^ 

néunaccon  potè^aoseve  fpiù  iivoréVdk  VGaI^^ 
stato  ,  quanto  un  tal*  ptfsto  dfirio^  pr«dipitbèb^: 
mmiie  :dal  genMib  im^rhrU,  |W  etU- r£k\* 
tM0>  Tenne  te  a»pci  wodo^'aA  esfi^e  ^  6ostre(^^ 
Ki  i^'dnàiarani  in  £»vo»e 'dti^H  Sv^esiv  t^e^^^ 
tttzrcKtte  afifte  td)  yeteseirfare  ti  Stto  fkedt  ^ki^v 
la>  rtolale  distnmone  h.  :  La  «polMca  de)  Rev  éo-^ 
]iHrr.a]ittIàe.l3.scdmigUata:pd  Ifn pruderne  itbl^ 
éortriiel  iOonte  ^icbntribuirofib'a'lktefìttiRar^ 
li:  anfasoF  ulèir  £leno96  s  t^e^avo^  ht^W^  ^^c^^ 
w  tetto -fleminaedf&rrdifitrdniià  f)s{yetK>s^i^di$ 

^av/yU^eeaa-^.eét  l^(mtuosità  ^  legN  Vd^^  tbs^ 
ib^aviaiiiiiia  itechiiftei  H'ttilto^v  ^itdrckè  Gu-^ 
iiatxiR:teinf>(»eg^Vif^-ofiile  prot^iravà  di^cotfi'i 
piare  aoUa  ^vza  éette^rmt  qttcl  fehc'Gtìsla-* 
ikfmw:wn^ggg}fa  efliiat^ia  metteva  'iri'^ftéeu«ik!f^ 
i^'CCf'  .€citnsigH.<|na9prto<^'($gU  'da  innamet^^ 
ycdìoccuienMcinplv  e  fallita  s»oi"  di^egni^  eÌH 
ftMvd  la  sua  fi^eoahi^a  4i  ^^  ^itlote  lurtaf ?a 
piò  .ìfii8tidi09Ov^^ ^acceso  insieme  di  idègnb  ift 
4^ggend<r  i  stsoi  altoii'«  m^ottj  peir^  il  c^r^é^ 
^(ieinqtumt' anni  ìlit^liAlen  sef¥ig;,  Msfinv^K 
Udir rdavanù  agt^  intendi  lutìEvii»<>èi  raggi-  cM^ 
glèria  di  Gmca^vo^^^»!  wsote^  di  «Ibgàre  te*' 


ta^i9lttem9  l9kisiiai¥€ndcitt^.  Aprendo  daofue 
C09  ftfsscaj  xiq^H^maiCi  «tini  ì  soi  dittaceamai^ 
tLi;|aoil!^ò  9  gi)ì^:di  110  toMnte  la  SaMC^ 
ni»  I  €  s<>j)m^c4  di  .coHefnaziontt  qarìV  in*» 
fejlce  Eleuarato  »  gcN^damutfou  ad  estere  ia 
tutte  r  eca  il  teatt'Q  41  sangue  >  dì  orrocee 
d^le  piùj:ragi<3he  (Cilene.  >t    - 

Uà  prioce^ere  <:o$ì  contr addieirofrio  al'coimiir 
ne  scntim^Qjti^ ,  deve  comparire  «loìto  xiisqs^ 
si$i«fìte  coHa    generale    condotta .  deFlo  esperi»* 
nfe«^at9  Tiliy , .    Alcoitt  :  sonttòri:  ptt    tpatssoi 
ragtoxie^prpcurano  di  ^oyetcitive-il  biatótia 
sopra  la  Aorte  4i  iV^eona  v  «d  andie  lafircm» 
00  espfiefi^^cneme,  ohe  il  Conterebbe 'oodtoè 
di.  d^evaat^r^  la  ^^a^onia.:e  porne   ì\  assedicr  a.* 
l^ips^avOye  V>S«kTC0re  xi^Qin  .si  fiaate  .immedià*' 
ta^^me  dichiarato  con^foil^ :8vezia>i'0fciantsè 
tosto  adunque  fu  in veaiìut  la  ctoà.ddr)L]p8tas 
che  VEhfUQte  spedì  Aitihefan.a^  canpa/izlel 
Re,  rif^eidendc^o^che.macQtas^ìikJQQtap^ 
Qoantuncpie.G.u^tav^  sentkK  .dólettà  di  im^ 
ule  pr/oposta  «  H  cui  felid.  cènpeeiietlaei  gìài 
pr^yed^a  «  ptr  npndi^ìneiiQ  la  ricévè  :  foa  uaT 
aria  di  dignità,,,  e. d'Use i*  all'  ambasctaiore^^ 
9.be  nient^.più  et?  succeduto; di ii^eelcheìes'* 
$0  .a?ea  replicate  volte  ptedetto  irli' Elettore  « 
Se  Sua,  A|{ez2a:>  egli  disseti  avesse  ^gate  Iv 
sue.anuponiziÌQni#  nèSfagdbebnrg  avrebbe  ape- 
fimentaia  la  crudele  di  un  infiariato.  nimica, 
,  Aè  .la\$^ssoma.  sarebbe  atata  ndoec^  a   qùtila 
, .  pre- 


tembite^ -^e  ineiKCrttbè^''iitaiVa  egli  •  xrdfi^-felfefìM^^ 
ciatiidflinqtt^le  T4teile  ^ism  i  frcxm«às^  ^gH  i^o-^ 
vosàe  atumdem^  'TUIjr  ^tibarciò  hl^l  <ntòf€  d«}^^ 
SOR»  paete  ,    e^  pMiinnl'^JMMiìedio  n  JL}|>xiÉ  .  OkP^ 
nèuDaocosa  potè^csseiv  ^ptù  ^^«ròrèH^òle  V 
stairo  ,  quanto  un  tal*  pa^^M  ddto'  pr^oipimèbii 
jMOiexdd  geiiirbte  i»nf(ertalé>^^|^ 
tMo<  inennr  àa  anevto^^modo 'aA  esMt#  '4d$«f e(^ 
w^*?diriliàrani  in  favote  degli  Smucsìv^m^*» 
tsmcme  al&ie  td)'  fcresei^t^re  il  svro  {kietè>^li^       n 
la-  ftolale  distramene  ^  La  apolìtica  del  R^-^éo^       ?f  j 
Hsmiaiìsbe.  la  scdmigUata:  pi  'Im proetemb  tUl^P^      ^m 
dMir  idei  iConte  :^  ìcbntribiarorib'a  iklt^AfiM W      ^ 
1*:  atniiBOFvdar  JEletiofe^  XJtìfetavoi  ffei»«fi«ttew       ^ 
re  tatto  flemma  ed  indifferenza  riispttto  n  qua  | 

parte  egli  si  appigliasse*  Tilly  ^rà  tutto  foo  ^ 

eo^  vivezza  ed  impetuosità  ;  egli  yùìeti  lìr?  ^ 

re  avanti  a  rischiare  il  tutto  ^  aHorchè  Gv 
itavo  temporeggiava;  otide  procurava  di  cot 
picre  colla  forza  delle  armi  quel  che 
Yo  aorr  maggior  eiiìèacia  metteva  ir 
ne  co'  cansigli  .  Inasptito  egli  d? 
vali  coQtratcempì,  e  falliti  suoi 
resero  la  sua  vecchiaja  di  un 
più  fastidioso,  ed  acceso  tn^' 
veggcndo  ì  suoi  allj 
éìi  cinqaanl'  ai 
lidi  davanti  a| 
gloria  di  Giisj 


Lipsia.  o«^  ;     ^,^ 
t.mcnit  dvcbiarato 

tosto  adunque  tu 

tale 
ai 


Ila  cM' 
in  ui^a 

far  sa»- 

principe 

edesimo 

^sidenza 

egli  %i 

uà  vita  e 

Iella  Sve- 

dell' Elct- 

lantenerc 

nza  i  che 

ile  avreb- 

a  intiera- 

legato    il 

alcuna 

rovazlo- 

1  affari, 
armata 
media- 
end  es- 
(qua- 
piena- 
h-  TI 
terne 
que- 
'  imen- 
iorno 
l'Otello 
di 


fio        Pel  Jiegno  e  détia   fità^    ' 

ptm^io^  cofnpis$tdilèvdle^  sltiia;2ioxfé  V  Èfssd 
(uycichiuse  il  suo'  AicicorsTó  còri  hit  noto  ad 
Afnbéimf  eh*  egli  aveà  fofitìàW  uri  progètto 
d*  impiegare  cx>n  vanfa]ggiò  té  sue  truppe'  iW 
altra  parte  i  ^t  die  T  onore  obblì^avalo  ad  as- 
fisesre -r  Elettore  di  BratidenBùrg  ,  e  i  priri- 
Clpl  della  Bassa-Safssofìia'  .  Finalménte  però^ 
^cMitÀiiise  UT!  trààtftò  /  iii  virtù  àel*  quate  ftr 
con<venùeò  /  che  il  principe  Elettorale  "  dì 
SasBOfìia  dovesie^  risedere  come  tin  ostaggio- 
fletcairipo  sveizese;  che  la  città  di  %it- 
(tfttòerg  foése  posta  tra  le  sue  rfianì.;  che 
l'Eletiofc^  dovesse  fofnit-è  ìe  sue  truppe  col- 
fa  ^gi  dì  tre'  itiesì  •;  che  dovesse  pro; 
énxrt  ì  traditori  della  fazione  Austriaca  y 
i  quali  aveano  pervertiti  ì  suoi-  consigli  >  e 
^ttbiiSetfere  a!  Re*  il  loi^o  Castigo  ;  e  final- 
Itìénfe  che  subito  dovesse  aver  lùó^o  tra  la 
Sinezir  e  la  Sassonia  un  tratato  óflensivo  , 
e  difensivcy.  Questo  trattato  fu  inimediat'a- 
itlenié  ratificato  dall*  Elettore  ,  ^  q  vi  fu  ag- 
giiimeC'Una  ^andé  varietà  di  altre  condizio- 
ni^- cotne  à  dire  ,  che  non  soramente  Vit- 
tetiibefg  4  ina  eziandio  tutto  l^EIe'ttorato  do- 
vesse esiscre' aperto'  alle  truppe  svèzzesi  i* 
caso"  dt  qualche  rittfata  ^  che  si  fosse  dovu-^^ 
ta  ìtifnfediatamente  avanzare  la  paga  d[^uii 
mese/  e  darsi  una  sicurezza  per  la  riitia- 
neiyte  tomma  ;  che'  fosse  data  at  Re  li- 
na Ilota  delli  ìtaditori,  ed   insieme  óna  pie- 

tia 


di  Cusiavo  Ili.  re  (fi  Svec^ra  .      ttt 

'^a  libertà  di  poterne  disporre  in  quella  tM* 
'tìièra  ch'egli  stimasse  più  propria;  in  una 
parola  Arnheim  ricevè  istruzioni  di  fer  sa»- 
pcrt  al  Re,  cHe  non  solamente  il  principe 
Éuó  figlio,  ma  eziandio  T Elettore  medesimo' 
atreano  proposto  di  ftre  la  loro  residenza 
fìel  cartipo  svezzese^ ,  coocios^iacbè'  egli  si 
fosse  deterniinato  di  arrischiar  la  sua  vita  e 
fortuna  nella  causa  .di  Gustavo  e  della  SYe^ 
iia.  Fu  aggiunto  inottre  per  parte  dell' Elet- 
tore,  che  avrebbe  intrapreso  a  mantenere 
Tarmata  sve2!zese  durante  la  residenza  i  che.- 
avrebbe  fatta  nellr  suoi  doinin};  che  avreb- 
be rassegnato  il  principale  comando  imierar 
ifiente^  tra  le  Inani  del  Re,. ed  impiegato  it 
^uo  onore  di  non  conchìudere  pace- alcuna 
^enza  T  intiero  consentimento^  ed  aj^pfovazio-^ 
ne  di  Gustavo .  .... 

In  questa  situazione  troVaVansi  gli  a^ri-^, 
quartdo  Tilly', investi  Lipsia   con   un'armata 
composta  di  44000  veterani .  Egli  immedìa^^ 
tametite  citò  il    governatore   che*  si  rendes» 
se,  dinunziaridogli  la  stessa  veridqtta   (qua* 
lora    avesse   ricusato  J  eh'  era    stata  piena- 
mente praticata  contro    di  ,  Magdeburgh  •  II 
governatore   chiese    la     libertà    di    poterne 
cofusuìtare  T Elettore;  ma  conciossiachè  que- 
sta gli  fosse  stato  dinegato ,  esso  quietamen- 
te ubbidì  alle  intimazioni  avute .   Il  giorno.^ 
appresso  egli  capitolò  ancora  per  il  castella 

di 


%i%        Del  Xfigno    e  deHa  ITm 

di  Passenberg,  il  quale  facilmentic  affeUbe 
potuto  sostenere  un  assedio  sufficienteméi^ie 
lungo  per  poter  venire  in  soccorso  del  niè- 
de^imo  Tarmata  svezzese  •  L'Elettore  essen- 
dosi acceso  di  rabbia  per  la  perdita  di  que* 
sta  città  cosi  pregievole,  corse  la  po$ta 
verso  il  campo  svezzese ,  ordinò  alla  sua  ar- 
mata  che  si  unisse  a  quella  del  Re  con  ogni 
speditezza ,  e  con  tanta  premura  fece  insisten- 
za che  si  desse  battaglia  al  nimico  >  che  Gu- 
stavo cede  alle  sue  impazienti  brame .  Tilljr 
si  aspettava  di  dovere  attaccare  i  Sassoni 
separatamente  ;  per  il  qual  fine  avea  esso,  al^- 
bandonata  la  sua  vantaggiosa  situazione  in- 
nanzi a  Lipsia ,  ed  erasi  avanzato  a  ^Sre- 
chtenfeld.  Quivi  Gustavo  si  risolse  di  com- 
battere con  termini  uguali,  ^  pari  vantag- 
gi. Di  fatti  marciò  colla,  sua  armata  a  ve- 
duta degli  imperiali.'  quivi  fece  ^ allo  per 
rinfrescare  le  soldatesche .  Egli  stavasi  aspet- 
tando che  Altringcro  con  un  forte  rinforzo, 
si  sarèbbd  tra  pòchi  giorni  unito  al  Copte/ 
onde  ciò  venne  a  precipitare  le  misure  del 
Re.  Nel  settimo  giorno  di  settembre,  ei  con- 
dusse le  sue  truppe  nel  più  bellissimo  or-» 
dine  al  campo  di  battaglia,  facendo  la  sua 
marcia  con  lentezza  e  silenzio^ ,  formando 
gli  Svezzesi  una. colonna  alla  mano  diritta, 
e  i  Sassoni  un'altra  alla  sinistra,  montando 
ciascuna  di  esse  al  numero  di  quindici  nii^ 

la 


it  Gustavo  fu.  re  di  Svezia.       iiy 

Ta*  uominV.  -ir  còme  Tilty  laisffeghahdo  J'à- 
jmo-di  ùria  seconda  lìnea ,  schiero  jutta  là  ' 
iua  marcia  in  una  vastissima  fronte,  colla 
speranza  per  avventura*  di  cìrcbnaare  i  '  lati 
dell' armata  del  Re ^*  ma  ogni  sperimentato 
ùfficfiale  nel  carhpo  pronosticò  quale  sarebbe 
stato  r evento  del  combatiimiento  dalla  'éft- 
ccllehza ,  oiide  sì  erario  dispóste  Te  tjrùppf 
sv^zze^ì '.  Gustavo,  che  si  dlsfihguea  per 
d)è2Zo  'dr  una  piuma  di*' color'  verde 'che 
portava  nel  cappello]  ^oridùceal'àVtacco  con- 
tro qùeirala  degl'i mpertaU, "eh* era  ^'gbldata 
da  Pappehlieìm  )  e  dopo' "Un  violènto  vCÒq- 
ftiiió  rispihsé  indìSfro  quel  sì*'bravo*  gene» 
iral'e  ad  una  tale  distanza ,,  fchéVenpe  a  Jgua- 
iagtiafè  àilé  sue  ^ruppc  un  pulito  Idèi'  vela- 
to, per  ^cùl  if  fiamò  andava  a' capoarmi' cón- 
tro dei  mmìci  ^  ed  in?  un  '  modo .  coi?sìdera- 
éi4e  i mbaràzzòu  t^  lóro  progctfure  V <^\àtiio  Ig- 
slraórdinarìò  sfòrzo  fu  fattoi*  affine  dfr  sot- 
trarsi ciat  tiro 'dì  una  vaifaMttéria incori' cui 
.ilfeòntei  Tilty ^facèà'furtosanie  fuoco  so- 
pra l' fiàrichi  dell  armata  svézzesè.  JPrattàiuo 
il- geneiràle  Bàrinier  .taglìq'a  pezzi  le 'truppe 
di  Hólstéin,  ch^crano  cohtfoite  dal  loro  va- 
loroso Duca'VMt  quale  essendo  ^  racchiuso'  in 
'  mezzo  fra  due  colonne /  di' Svezzesi ,  ricévè 
una  ferita  tnoftalé^  per  ìb  che  ì  suoi  solda- 
ti "dóra,andaròri6  quartiere.  Pappenhéini  sta- 
va' per  tutto  qfuestb  tempo  facendo  T  più 
"'   Tomo  I.  H  fu- 


ti 4        pel  Regno  e  della' Ituck 

it^rtosi  attacchi  su  la  colonna  sve^zeséi  colU 
speranza  di  riguadagnare  la  s^a  primiera,  si* 
i;aazipne.  Sette  Volte  egli  condusse  le  $'u0 
^uppe  alla  zuffa,  ed  altrettante  vokfc  fa 
^ispinto  dagli  Svezzesi  i  qusin^unqvie  non  fos^ 
se  sosteriuto  dai  Sassoni  >  i  ^uali  tostan^ente 
furono  discacciati,  vìa  dal  campo  dal  conte. 
Tilly.  Ora  tutta  U  forza  delFeserciitò  impe- 
riale fu  diretta  contro,  l'ala  sinistra,  degli 
Svezzesi  dove  tomandavai  il  gener,alé  Orn$ 
ina  egli  sostetinq  Tattaco  con  ammirabile 
fermezza  fin  tanto  £he  fu  soccorso  da  CiJi'^ 
j^tavo ,  il  quale  per  quel  che  sembra  if0Q  ri^ 
ponea  che  j>oca  fidanza  i^ei.  Sassoni .  Quindi. 
aenza  puntò  scomporsi  di  ^nln^o  per  U  Ip- 
(a  ritirata  >  egli  ordinò  al  generale  l^euffet 
col  suo  centra  che  anda^  in  assistenza  dii 
Orn;  la  qual  cosa^  qqegli  fece  cpn  t^tita, 
iAtrepide2(2a,  dkt  la  prudenza  >  T  autorità  ed 
esempio  di  Tilly  rum  poterono  persuadere- 
oè  indurre  gl'imperiali  ^  rinnovare  T attac- 
co. Quivi  fu*  che  il  reggimento  scozziese. 
praticò  in  prlma^  il  nletodp  di  faf  fpoca 
pjsr  v^^  di  manipoli  ;  al  che  si  attri- 
Suisce  Io  s^fdimeqtp  e  confusione  che  cpm-*' 
pari  titell' a/mata  imperiale  «^  I4  tin^  parola  t 
nimici  furono  disfarti,  e  (utti  si??  raglia  ti  ep« 
ceito  che  il  loro  centro  composto  di  diciot- 
to  regg^flttasi  di  fanteria  vetetana.,  airvezzi 
^laf  yittoria  e  stimati  invincibili  •   Oli  sfqr** 

zi\ 


di  èustavo  ìli.  re  di  Ìve:^ta .       it^ 

fei,  che  fecero  per  tìianfcnci-sr  la  tofo  fattitff 
turom  a*  dir  glòftosi^  e  ttitto  cHc  fòéscra 
mfitti  e  distinti  iti  lince  ititele  dal  fuoco' 
tfcli*  àftiglittiii  4  pur  hohdiaieiiò  eèsS  rfón  maf 
tindtilarono  ó^  fetroccdefono  he  c^Tder^  te 
tt)nfusiòtte  :  (Quattro  Reggimenti  iti  mo- 
do |)ahìeblate;  dò^o  che  i  lóro  ufficiali  c- 
*ano  stati  uccisi ,  sì  fortharontì  da'  toro-  me- 
deìiimi  ruri  Cort)Oi  e  ritirandosi  ài  confini' 
dei  boSco,  che  àvean6  alle-  Spalle^  resero 
cosi  dclu^  gli  tìitìti  sforzi  délraf-màtìa  svez- 
àeseii  e  ibon  'mal'  (tettiiatìdafrbnó  qtiàrtierci , 
in*  furane*  f uttT  fìnb  all'  ùltiìhò  uomo  taglia* 
ti  Ti  ptzA.  TMÌj  V^rsò  iagrirtie  pef  il  desti- 
iìo  del  étdl  bravi  "talloni  >  g  fittatmetite  sì' 
ritirò  con  una*  SJJecte  di  trionfò  allrf  iéstt 
di  Seicento  (iomÌrif<  li  quali' hòri  ploteròfio 
essere"  conctuìSfòtir'futèaYolta  però  essi  fo^ 
Jrono  tenuti  drflk  loro- safiWift  maggiofrheri^ 
te  dfe'téhebré  deità  hottfe  ^' tìiéV  al'  pfòprio 
loro  t^alore;  cf  '  sé  ^ufestt^nòfi^F  fòsse  ^  tem^ 
^6  interposta  ,  »  e^i  nciJé^saftàirfente  avreb- 
befò  doVuto  titnzhtté  bpptcs^  dal  gfaii  iiiii*- 
ttieW  dei  hethici»  ed  a^^^ébl5ero  avuta- parte 
tic!  dfesìind*  d«l  tòro  tfàVi  éOriVpàghi.  Itcort* 
ife  tìUy  fa  Uhà  volta  fatto'  pfigidtiiefa^  e 
cbhdòStìacHè  aVèssé  rldfisatd  di' ari-eridcrsì. 
Uri  uftìciiale  SVeifeese  didde  fbócò  alla  sua 
pi^tdla'^  ftìa*  avendo  fallato  il  colpo,  fu  fiit- 
to^'mbrlfe  Con  jìh'  archibusata    dal  Buca  A 

Hi  Sa- 


%l^$^        Pel  JRegno^  e  della  Tii$    ^ 

^xèiLawcjnburgh ,    il    quaP  ebbe  Tonorc  di 
liberare  il;  suo  generale,  ed   impediie  cheli 
nuovo  ciipiulo  di  disgrazie  per    la   sua  pri^ 
gipnia  si  fosse  aggi un|o  agli    altri    infortunj 
4i  questo  veterano  eroe.    Sotte    mila  impe- 
Tjali  furono,  lasciati  morti  sol  cjimpo  dì  bat- 
taglia; quattro  m:ila  ne .  furon    fatti    prigia- 
nieri  ;  tutti  furon  dispersi  e   sbaragliati  ;    un 
bfl  treno  di  artiglieria    fu    perdato  insieme, 
con  più  di  cento'  stendardi,    bandiere,'  ed: 
altri  trofei  militari;    ma    quel   cbe  impoÈrtè^ 
più  di  ogni  altra  cosa  si  f ij ,    che    le.  misu*, 
re  dell'Imperatore  furono    intieramente  rot^  ' 
te?  e  i;  progetti  della  'lega    cattolica .  fiirono. 
tptalment^  sconcertati.  Il  disegno  della  Po- 
Ipni^  ^itpihnetite  dì  rompere  1^  lega  ,  ed  at- 
taccare la  Prussia,  mentre  che  Gustavo,  stei^. 
se  impiegato  nella  Sassonia,  andò   a    syani-- 
rq.  P^r  lo  contrario  il  partito  dei  protestane 
li  .Germani  pre^e    coraggio,    p    cominciò   a 
pjQg^trate  i  mez?;^!  qnde^  totalmente    scuote^, 
re  il  giogo  della    schiavitù    in^periale.  Tali 
apppnto  fqronp    le    conseguen'^q    di  questa^ 
vittoria  cosi    importante,,   la    quailc  innalzò 
I4  fama  nelle  cose    militari    di'  Gustavo  al: 
più  alto  colmo  di  gloria  ,   ^e .  tras,metterà  il 
nome  suo  alla  notÌTiia  dei  posteri  tra  qqelii> 
dpi   massimi  guerrieri  di  Europa  .  ,  ..•» 

L'opinione  generale  però  si  è^    che  .Gu-» 
stavo  fece^^piccare  maggiormente: ispoi  ta-»» 

'   '-^         '  len- 


di  Gustavo  Iti:  fa  dfSv&{)a.     .-ììj 

lenti  ih  ottenere  questa  vittoria,  che  il  àtfd 
giAidi^iO  in  saperne  far  uso  ,  e  proseguirla 
innanzi.  Se  egli  si  fosse  avanzato/  a  Vienna 
duratitela  costernazìotie  degV imperiali,  -é 
prinia  ehe  avessero  atuto  tempo  di  riaversi 
ial  loro  smarrimento  €  raccogliere  insieme 
le  lorb  forze,  egli  è  probabile  cbc  Tlmpe^ 
tatore  darebbe  stato  costretto  ad  abbando- 
nare la  sua  dapi'taie,  e  lasciare  i  ^uoi  dò* 
minj  ereditar)  alla  mercè  del  éonquìstatorCi 
M^  in  luogo  di  ciò,  il  He  attaccò  Musburg; 
e  |>o$e  a  £1  di  spada  la  guarrìigione^  eh« 
consisteva  in  mille  uomini  ;  dopo  di  che 
•entrò  egli  tlel  Circolo  di  Fràneonia;  mentre 
the  i'  Elettole  di  Sassonia  stava  occupato  ili 
mettere  l'assedio  a  Lipsia.  Così  Tilly  fti 
lasciato  in  libertà  di  unire  insieme  le  sue 
disperse  truppe  ,  e  formare  nuoyanietlte  un'afa 
mata  molto  considerabile,  per  la  utiione^ei 
€o^j3Ì  sotto  il  generale  Altringerò  e  Fugg0* 
rò  .  La. verità  Si  è  che  Gustavo  temea,  che 
il  <:onté  Tilly  si  avesse  ad  avventate  contro 
i  Sassoni,  mentre  che  stava  egli  devastando 
i  dominj  ei-editafj  austriaci;  per  lo  che  egli 
avrebbe  potuto  essere  privato  non  solamen* 
le  d'  un'alleato  ,  tìia  eziandio  dei  liberi  quar- 
tieri provveduti  per  le  sue  *  truppe  in  Caso 
della  necessità  dì  qualche  ritirata.  Ciò  adun- 
-que  fu^  che  lo  impedi  di  perseguitare  i  ni- 
nnici per  Brunsvich  fino  al  Veser^  la  qoal 

H     3  co- 


l^sa  fortcmeiite  temeast  che  pptrebbe  fstpit 
ug.ua}fDe^Dte  pregigdizìevpld  aljia  cau$a  comu^ 
ne ,  che  una  |np.ursione  9  scorreria  neir  4ur 
fitria,  dapppfchè  potrebbe  ^x^  (ìrare  tutto  il 
peso  (Iella  guerra  isopra  \  princìpi  d^lla  l^a^- 
sa-Sas$onia,  ed  esporre  al  furore  dei  nimioi 
1  pt:o|estanti  del  circolo  superiore.  Questui 
fiìrco^tan^a,  ed  il  consìglio  dell' £lettore  di 
SassQpia  deterfpinarp4)o  Gustave  a  penetrare 
;iella  ^F'r^nconia ,  per  il  qual  ine^2?:Q  egli  spe^ 
fava  di  guadagnarsi  V  affezione  di  .^utti  % 
rifprma^i  nella  Germania*  11  suo  cancelliere 
Oxeq$ti^r|i  (tct  delle  rimostranze  contro  di 
Questo  pas^o;  fna  il  Duca  di  "Vreimar  for^ 
(eineqte  ]o  sostenne,  e  fjn^lmente  guat|agn^ 
il  suo  pujjto.  >. 

Gustavo  sped^  certe  persone  di  credj;t(| 
ed  autorità  per  in^pegnare  nel  suo  inieressf; 
I  prpfestanti  d^^iralta  Germania,,  ed  qn  ta} 
$uo  piano  felicemente  riuscì;  poiché  jutii 
liberamente  si  dichiararono  in  suo  favore  , 
eccetto  che  la  città  di  Nuremberg,  la  qua? 
le  susfritò  varie  difficoltà.  Nella  Franconìa^ 
}\  Be  ridqsse  in  servitù  un  gran  ni|mero  di 
piazze^  particolarmente  la  fortezza  di  Wprr: 
Jcburgh,  al  cui  soccorso  marciò  il  contf 
TUly,  ma  groppo  tardi  per  poter  eseguir^ 
il  suo  disegno.  Per  questo  tempo  egli  ave- 
va radunato  un  esercito  di  ;8oco  fami,  e4 
j^2  compagnie  di  cavalli ,  ^    tosts^meote  dq? 


di  Gustavo  ÌÌL  re  (fi  Svelta  .       x  x  ^    ' 

pò  )  lui  $ì  uni  Cariò  Buea  di  Holscein  co^ 
iiQOO  uomini;  di  modo  ch'egli  di  bel  nuo* 
1^^  Superavar  V  armata  sveztese  in  punto  di 
n^ftiero'.  Ritiia^to  egli  deluso  nella  sui  in- 
tenzione di  poter  sQCCorrere  ^orkburg,  d{«^ 
refóe  la  ftua  nyarcià  Ver^o  Rottenberg ,  ma 
ebjt)e  là  disgrafia  di  perdere  quattro  teggl- 
menti,  i  quali  furono  attaccati,  e  tagliati  i 
pezzi  dd  un  distaccamento  ^vezzese»  Dopò 
di. questi»  vantaggio  il  Re  sorprese  Hahau  6 
Francfort  $opra  il  Maint;>  quindi  rivoglleh* 
ào  il  suo  cammino  versa  la  parte  del  Pala* 
tinaco  ,  che  in  l^utl  tempo  era  posseduto 
<ld8li  3i)aghuoU  ,  neir  totrare  che  fece  là 
4uel  paese ,  domandò  al  governatore  di  Syl- 
va ,  se  lo  volesse  riguardare  come  amico  o 
còcne  nimico?  Ed  essendogli  stato  tispo^to, 
che  le  sue  ist^uz^oni  èrano  di  dover  assiste- 
re all'  Elettor  di  Magonza  cóntro  gli  Svez* 
zesi,  egli  A  po^e  a  deliberare^  si  dovesse > 
o  no  dichiarare  la  gi)èrf à  contro  gli  Spà*^ 
gnuoli,  o|^urè  trattarli ,  solamente  come  gli 
alleati  della  léga  cattolica ,  senza  venire  a  A 
un'aperta  rottura  colla  corte  di  Madrid;  1^ 
quale  secon^ia  opiniotie  prevalse  per  un  ti*^ 
ttiore  che  il  cobmereio  aVftzzesé  potrebbe 
patire  per  te  depredazioni  di  quéi  di  Dunk^ 
kerk .  Tutta  volta  per&,  egli  tagliò  à'  pezfi 
tin  corpo  di  Spagnuèli ,  i  qiiaU  si  ^f&tica^ 
fono  di  atitahrér^rdi    atli    suoi   progressi,  i 

H    4.  se-: 


segll  opposero,  nella  ijtrada  verso  OppeB^ 
hei/n..  CU-Spagnuoli.v  cbie^avanfo  a  goarni* 
^ione  ael|a  città  di  Magooza ,  si  arresero 
pei*  i^apitoiazione  e  furono  condotti^  a  Lu^ 
3teniburg. 

€osi  rapidi  furono  I  progressi  di  Custa* 
▼o,  chp  la  corte  di  Vienna  mandò  per  ogni 
parte  a  domandare  soccorso^  :e  sollecitare 
insieme  i  prìncipi  cattolici  ad;  armarsi  in  so^ 
stenimento  della  loro  religione.  Tuttavia  pe-* 
rò  quel  che  maggiormente  imbarazzava  rim* 
peratqre  era  la  difficoltà  di  trovare  un.  gè-* 
nerale  capace  di  poter  resistere  a  Gustavo  ^ 
il  cui  nome  era  divenuto  terribile  nella  Ger-* 
mania  •  Sembra  che  la  buona  fortuna  del 
colite  Tilly  lo  avesse  abbandonato;  e  sua 
Maestà  imperiale  per  niun  conto  approvò  la 
proposizione  fatta  dagli  SpagnuoU  di  nc^ette- 
re  il  giovine  Re  di  Ungheria  in  opposiziono^ 
ad  un  si  graiide  maestrevole  talento,  com'è* 
ra  quello  del  monfarca  svezzese,  non  ostan-* 
te  phe  ìt  medesimo  potesse  condurre  in  cam«> 
j)o  poderose  leve.  La  voce  generale  favori^ 
va  'W'allestein,  ch'era  on  vecchio  sperimen- 
tato generale  grandemente  amato  dai  soU 
Ani,  e  tamo  ricco  che  poiea  mettere  m 
piedi  un^ armata  a  sue  proprie  spese;  però 
vi  restava  una  sola  difEeoltà,  e  questa  era^ 
se  quell'orgoglioso  uffiziale  avesse  voluta 
^accettare  il  comando ,  di  cui  era  staio  una 

voi- 


dìffMavóIII.ntéivétpà.       tir 

volta  |)riYata  *■  Iinalinente  fa  sormontata 
questa  obbiezione  ^  poiché  Walleicein  ad  i* 
st^aiìone  dei  sudi  amici  fu  persuaso  ad  ao^ 
ceccar^  la  carica  per  la  seguente  campagna  # 
per  il  qual  tempo  egli  s'impegnò  ad  au<* 
menitare  considerevolmente  Tarmata  a  suo 
proprie  spese .  Egli  attese  la  sua;  parola ,  ed 
a  capò  di  pqchi  mesi  tirò  niente  meno  cb« 
4ooob  uomini  dai  dohiin)  ereditar):  dell'Ima 
peratore;  il  che  si  può  giustamente  atino* 
Tcrare  tra  le  infelici  conseguenze  di  essere 
venuto  meno  Gustavo  nella  prosecuzione 
del  colpo  che  atea  fatto  a  Dpsia, 

Per  tutto  il  corsa  dell' invernata  T  eserci- 
to dei  Svezzesi  si  tenne  in  certo  modo  nei 
campo ,  conciossiachè  fossero  essi  continua» 
itlelnte  spediti  in  forti  distaccameilti  alla  ri« 
dazione  in  servitù  di  certe  città,  le  quali 
avrebbero  potuto  precipitare  le  operazioni 
delle  susseguenti  campagne;  e  nella  prima** 
vera  fu  messa  in  piedi  ufn'antitile  nego2ia« 
zione  dal  Re  di  Spagna  per  ottenere  una 
neutralità  per  la  Baviera,  e  per  diversi  al^ 
tri  stati  cattolici .  Prima  che  si  fòsse  avvi* 
cinata  Testate,  gli  Svezzesi  aveano  con* 
quistata  Crantznach  ,  Bobenhausen  ,  • 
Éirchbergr  su  la  Mosella  ;  aveano  ripiglia^^ 
la  Magdeburg  nella  bassa^Sassonia  •  Guglie}^: 
n^o  DuQa  di  Weimar  aveva  acquistato  W 
possesso  di  Gozlar,  Notheim ,  Gotìugen»  t 

Da- 


ii4         Jbel  ìlegrio  e^.  detta  Vito 

nel  ciàmpo  spediti  dal  Re  di  Danimarca,  6^ 
feiferìdò  la  mediazianc  di  questo  principe 
per  térriiìnare'le  difTerèn^e  tra  la  Screzia  e 
la  c^sa  d* Austria.  Alla. loro  proposta  fispd*- 
%t  Guatavo  ,  che  tion  sarebbesi  potuto  òtt^ 
nete  niùrìa  ferma  e  stabile  pace,  fin' a  tanta 
che  si  fosse  unito  1*  interesse  dei  protestan- 
ti, e  A  fossero  obbligati  i  cattolici  i  corl-^ 
cedere  tali  condizioni,  che  potessero  hiéttef* 
re  in  sicurezza  la  loro  futura  trdnquiltità  « 
Adunque  era  tìecessario,  che  li  ètrlgnessé 
air  osSeryarlza .  dei  loro  patti  e  promesse  qual- 
che vincolo  più  forte  di  cfuel  che  potesse 
fafe  la  pura  cera  e  la  Semplice  pergameÀ'».* 
Conciossiachè  gli  ambasciatori  noti  aVesaero 
avute  istruzioni  di  proporre  yerun*  altra  co- 
it  di  vantaggio ,  la  negò:^iaziòne  andò  a  tef* 
minare,  corfie  appunto  era  cominciata.  Gu- 
stavo ^i  risolse  di  porre  Hmìti  air  ambizione 
austriaca,  e  noti  volle  pfestar  orecchio  a 
niuna  sorta  dì  condizioni,  le  quali  noti  a<>- 
vesserò  in  mira  un  tale  obbietto.  Ora  riti- 
randosi egli  da  Ingòlstadt,  intendea  dì  fat 
provare  ai  Bavaresi  quelle  stesse  barbarie  , 
che  il  loro  principe  aVèa  esercitate  per  it 
torso  di  alcuni  anni  contro  ^  i  protestanti 
deir Imperio;  e  di  fatti  ridusse  in  cenere 
Morzbourg  ,  Freisengcn  e  Landsbut,  Gli  |a- 
bitanti  di  Moilaco  salvarono  k  loro  città 
mercè  la  Commissione  che  fecero,  portando^ 

le 


di    Guèlavo  III.  re  di  Svechi .       1 2  j 

te  chh Vi  a  Costavo,  il  quale  si  contentò 
d'impafdronirsì  di  quarànta^  pezxi  di  canno- 
ni, th' egli  ordina  loro  che  mandassero  ìxk 
Attgsburg-.  Quindi  avvegnaché  i  paesani  si 
fòssero  uniti  insìetn^  in  diversi  corpi ,  ed  a^ 
vesserò  uccisi  tutti  coloro  ch'erano  rimasti 
itìdretro  dal  Corpo  svezzese ,  il  Be  ordinò 
che  fossero  bruciate  le  loro  case  ;  ed  iti  u*» 
t^  volta  disfece  up  considerevole  corpo  di 
iDilizia,  eh' erasi  unito  alle  forze  regolari^ 
dell'  Elettore , 

.   Mentre  che  Gufavo  era  impiegato    nella 
^ggiogazione  di  Baviera  i   Vallestei»    avca 
radunato  un  vastissimo  esercito.  Egli  fu  pre- 
gato dair  Elettore  che     venisse  in   ajuto  del 
suo  popolo  ;  ma  in  vet^deltta  di  quella    pre- 
ferenza ch'esso  ottenne  per    il  eonte  'filly^ 
il    generale,    permise    ch'eglf   riroaneSse  per 
qualche  tempo  nella  più  estrèma  perplessità 
di  animo.  \n  luogo    adunque    di  rivogIìer& 
le  sue  armi,  e  dirizzarle  per  là  Baviera,  e-- 
gli  improvvisamente  1$  rivolse  vèrso  la  Boe^ 
mia  con  la'  mira    di  tirare    i  Sassoni  fuora 
di  quel  regno .,  non  ostante  che  non  avesse-' 
ro  i  medesimi  a  riguardo  della  stagione  ,  che> 
poco  promossa  la  causa'  comune ,  ciò  doven-^- 
dosi  attribuire  alle  pratiche  di  Arnlieim,   il 
quale  era  amico  di  Wallestein ,  e  segreto  ni- 
nnco  di  Gbstavo\  Egli. era    stato    rimprove- 
rato .dal  Re  pei^Ja  saa  codardia;  è  quantun*- 

que 


iti       '  'ì>€t  Segno  è^àélià  Vita 

%u^c  riòti  avesse  Colaggio  di  apertamente  rf- 
sentir^  di  un  tale  affrontò ,  par  nondini«no 
non  potè  giaitimai  perdonare  al  Re  ìP  àuo 
f imbrotto ,  allorché  lagnavasi  dell'  irigiufiac 
fatasi  alia  Sua  ripdta^ione*  Questo  fu  prin- 
€ipalmente  qxiel  e  He  lo  costituì  nimicò  del- 
la S<^c2ia ,  e  lo  pose  sul  punto  di  escogita- 
re per  via  di  ogrii  segreica  artifizio  tutti  ì 
me^ii^  con  cui  distaccare  PEIetcó<^  dalla 
lega  dei  protestanti-  \{  qùal  progetto  non 
era  troppo  facile  a  potérsi  eseguire  ,\  rfopó 
gr importanti  servigj  che  il  Re  aveà  fatti  al- 
la Sassonia.  Tratto  egli  adutiqiie  dà  Questi 
motivi  ifhpedi  i^ibgfessi  dell' afriìafa-  sasso- 
na nella  Boemia  >  e  pefmise  à  Tallestein 
che  guadagnasse  una  facile*  vittoria,  su  la 
iperania  che  f  Eltttofe  suo  Sovrand  i  prin- 
cipe addetto  ai  piaceri  >  ^i  sai^ebbe  tosta meii- 
tt  «aticato  di  tiri  aJfeaftb  Cosi  inquieto  -e 
guerriero  coni' efa  Gusta Vo .  Altri  poli  delli 
consigliefi  dell'Elettore  «^rano  ÉimJltiìenPe  nel* 
partito  deir Imperatore.  Essi  cóntinuartiehte^ 
9ussurravaiì0  negli  ofeòchj  di  lui^'  che^  il 
mt^narca  svezzese  aspirava  al  diadema  im- 
periale^ qualora  egli  fosse  in  ciò  riuscito  ^ 
dllegavatib  che  sua  Altezza^  si  Sarebbe  tróva«^ 
co  ili  differràti  circostanze  dà  qu^lfe,  ih  tixi 
era  presenttrt^ente  sotto  il  governo  dcIIi  ca-» 
sa^  d' Adstna .  I  duchi  di  Weimar,  i  quali 
SÌ4  erano .  fortemente  ii^sinuati  ii ella  buona 

grà- 


éi  Ciistaì»  ìtt  rt  4$vesfà.      taf 

^zi)  del  Rc«  aTfd9;bero  aHora  probtlKÌìmMit^ 
esposta  la  loro  pretei^sione  ($  dititco  alla  dir* 
gnità  Elettorale.  C&e  F Iniettore  del  Palatina, 
^lino  dissero  ^  $>  sarebbe  induhitatateeiite  a£- 
Àiicatò  uh  giortio  a  Vendicar*  le  ihgittrie., 
«  torti  a  ki  £atti  dalli  Sassoni.  £ra  cosft 
evidente  dalla  condotta  di  G^ijua^vo  tenui» 
ki.  AugsbuTgk,  ch'egli  òtadi  p^ciposto  dì  ag* 
giiigneré  la  Germania  alU  couraiia  S.  Sm<- 
2ia  ;  e  ch^  esa  utt  a^otito  ptt  iìd  Elettore  « 
il.  quale  tro^vasi  aU«  uìHa  della  legi  pitn 
testante,  di  essere,  reéo  subordinato  ad  uà 
barbaro  principe  del  Nord;  Goni  tali  argo-* 
inenti  i  suoi  cof'tigiani  procufarotio  di  sd* 
molate  la  superbia^  aa\bitione  t  terróre  di 
questo  princip<t^  nòtent^el  ch«l  ^a  ^ae»À 
danese  èì  studiavi  con  un. metodo  difieréhi* 
te  di  tenete  iu  uguaglianza  la  bilancisi  tt^ 
Gustavo ,  e  V  liùpctàtott .  Ciò  altro  non  erai 
che  formare  un'  alleanza  coir  Kighilief fa  i  0-^ 
landa  ^  e  .  i  circoli  dell'  alta  e  ba^sa:  Sasso- 
nia. Mosso  adunque  da  diff/sreiiti.  tagioni ,  ei 
spinto  da  utia  varietà,  di  contrarj  nù>i/iaìot^' 
ti,  r Elettore  trovavaSi  gràfldemente  irhbai- 
raz^ato;  ma.  la  disgrasiatac  maniera.^  codcuL 
le  sue  truppe  etano  state  discacciate  fuorst 
della.  BoeiAia  da.  "^aUestein.^  Io  conésrmàL 
nella  Ma  pacifica;  disposizione  di.  animo  • 

I  felici  successi  di  PappdKheim,  còme aUf 
cbe  il  vantaggia  ott/enota  aell»  Soemia.rinrn 

fran- 


Il»       JDel  Sejgnù  e  deih^  Vka  u 

firMtarono  gli  «piriti  degrii&periali.  Dopo 
che  Cascavo  ebbe  richiamati  i  duchi  di  Wei* 
mar  e  Bànnier  dalla  bassa-Sassonia  per  u- 
nirst  a  lui  nella  Baviera ,  Pappenhelm  ridue* 
se  in  servitù  e  diede  un  crudelissimo  gua- 
sto ad  una  gran  parte  di  quel  paese.  Egli 
disfece  un  distaccamento  di  Svezzcsi  davanti 
Haxten,  conquistò  £imbeck>  e  fece  un'  ir* 
ruoiònè  dentro  di  Bremen  fino  a  Stade  ^ 
eh* egli  presentemente  si  propose  di  voler 
eedere,  al  Re  di  Danimarca ,  colla  mira  4*  in- 
garbugliarlo con  Gustavo  ..  Una  tal  propo«*- 
sta  alla  corte  di  Copenhagen  fu  fatta  colla: 
pia.  estrema  segretezza  %  Cristiano  da  lungo 
tempo  andava  cercando  l'opportunità  d'im-- 
padronirsi  di  Bremen;  e  la  sola  difEcoItà  in 
abbracciare  le  offerte  degl' imperiali  nàscea 
dal  timore  di  aversi  a  rompere  colla  Sve- 
^a.  Per  tentare  adunque  di  qual  tempera 
fossero  gli  Svezzesi>  fu  mandato  un  corpa 
di  truppe  in  Cluckstadat  e  Friburgo  sotto 
c|Balche  specioso  pretesto;  ma  non  si  tosta 
furono  esse  arrivate^  che  il  Re  di  Svezia  or-, 
dinò  loro  che  abbandonassero  il  paese  ;  ed 
allorché  le  medesime  mostrarono  in  ciò 
qualche  riluttanza  ,  V  Arcivescovo  di  Bremen 
cominciò  ad  entrare  in  misure  di  cacóiarneli 
per  forza  •  Gli  Svezzesi  ebbero  direzioni  di. 
assistere  air  Arcivescovo,  e  di  far  eziandio 
Ufi'  irruzione  in  ilolstein  ^   ove  ^  piò   si  £ossar 

tre- 


4i Cusiax» II J.  fedi ^^vc:i^a .       12^ 

(tovato  neceiiMrio  ;  per  la  qual  cosa   essen- 
dosi accorto  Cmii4n0   AM^k    diiBcohà    delU 
ÌQtrapresa,    stimò    cosa    propria  di  addurre 
«us$  a  Gustavo:,  e,  richianiare  le  sue  forze  « 
r   Ma  le  armi  svezzesi  non  furono  del    tut- 
lOv prosperose  <K>ntro  degl' impaciali;    poiché 
Pappenbeiip  disfece   la  cavalleria  dell' Arci- 
vescovo a  ^erden  ,  e  sorpresf  no  corpo  di 
lamerU  Jvezzese  davanti  a  Stade.  Tre   reg- 
gimenti svezzesi   furono   similmente   tagliati 
^  pe^zi  vicino  %  Kedingen^  m4  pur   nondi-- 
meno  Pappenhiim  fu  costretto  a  ritirarsi ,  e 
ritrarre  la  guarnigione  da  Stade  1  della  qua* 
le  gli  Svezzesi  .  pigliarono    immediatamente 
possesso.  Gili  ^fagnuoli  ancora  furono  prò* 
sperost  sul  Reno  superiore  p  ove  ad  un  buon 
numero    dt   aitrei  piazze  #    4sssi  ridussero  in 
aervitù  Spira.  Poiché  il  principe  di    Orabge 
ave^  fatta  un'invasione    nel    Bracante ,  essi 
furono  chiamati  nei  paesi-bassi;  il  che    po- 
se termine  alle  loro    conquiste,    e  soggettò 
la  loro  retroguardia  a  ricevere  una  sconfitta 
dagli  Svezzesi ,  i  quali  li  perseguitarono  si- 
00  a  Treveri,  e  pigliarono  un   gran   nume- 
ro di  prigionieri  •  Quanto    poi    a  Gustavo  , 
egli  trovò  per  se  un  impiego  sufficiente  neir 
alta  Germania'.    Wallestein    e  l'Elettore  di 
Baviera  minacciarono  di  dargli  battaglia  con 
forze  grandemente  superiori.  Da  una   vitto* 
ria    essi    nulla    meno    si    propoaeano ,  che 
Tomo  L  I  l'in- 


2  jd        Del  SegTia  e  della  tkA 

r  intiera  soppressione  dell' interesse  protestali-^ 
tei  e  consideratesi  le  crrcostanze  avevamo 
essi  la  più  fondata  ragione  di  aspettare  f  che 
la  fortuna  sarebbe  loro  propizia.  Gli  Si^ez^ 
zesi  si  trovavano  dispersi  ptr  ogni  quaftie-'* 
re  della  Germania^  le  forze  condotte  dai 
Gustavo  eraiio  di  pochissiitio  conto,  onde 
speravano  di  avventurarsi  contro  di  lui  pri- 
ma che  $<*glì  fossiero  potuti  unire  t  suoi 
distaccamenti  /  ma  poi  essi  non  rifiettevano 
che  il  gran  .talento  di  Gustavo  era  in  se 
medesimo  uguale^  ad  un' armata  #  e  che  il 
suo  intuitivo  spirito  e  vivezza  non  mai  per- 
itiettevano  che  si  trovasse  in  qualche  imba* 
raz^  nelle  occasioni  antSòfchè  le  più  criti- 
che^ Dopo  che  r  Elettore  ebbe  fornito  di 
fortissime  guarnigioni  Ratìsbona^  ed  Ingoi- 
stadt  y  essa  marciò  ad  Eger  ptt  uhìrsi  a . 
Vallesteìn.  11  Re  lo  perseguiti^  per  il  Palsr- 
tinato  superiore  colla  speranza  di  dargli  bat- 
taglia >  prima  che  si  fossero  unite  insieme 
le  armate;  ma  la  spedizione  dei  Bavaresi 
obbligollo  a  ritornare  ad  Hirsburg  ,  dove 
procurò  di  scegfiersi  un  accampamento,  do-* 
ve  non  potesse  essere  sforzato,  o  ridotto  al^ 
la  necessità  di  combattere  con  disugua{.,Iian'« 
za  dr  numero.  La  situazione  che  fu  da  lai 
eletta,  fu  nelle  vicinanze  di  Nuremburg;  il' 
saccheggio  della  qual  piazza  Wallestein  ave- 
va promessa  alle  sue  truppe ,  subito  che  ne 

aves- 


di  Gustavo  ili.  re  di  Svè:^%à .       1 5  f 

avessero  disceccfaca  la  guartìigiont  svezze* 
se.  Quindi  pef  ismoVere  il  Re  da  questo 
posto,  Ì*intperialista  fece  un  movimento  co* 
me  se  si  avesse  proposto  di  entrare  nella 
Sassonia  $  ina  Gustavo  era  troppo  ben  infor- 
filato  dei  suoi  stratagernmi  i  onde  restarne 
ifigatin'ato.  Dòpo  e«i$ersi  liiillahtato  c^e  tra 
pochi  giorni  sarebbesi  decenti  ina  to  ^  se  i) 
Ke  di  Svezia  i  o  pnx  égli  noledesimo  doves*» 
it  essere  M  .padrona  dell' uni verto^  essocam- 
bio  la  ^ua  idea  di  combattere;  disse  che  a- 
tea  date  battagtie  abbastartz^ay  e  che  presen* 
teifìénfe  voleva  teiltar^  un  altre/  metodo  di 
guadirgnare  le  vittorie.  Il  suo  disegno  era 
di  far  perii'e  di  fame  il  Be  nel  suo  cànapo, 
obbligarlo  ad  abbandonale  il  suo  posto  ^  e 
cosi  sloggiare  Nureoiburg  «  Lusiirgato  egli 
adunque  da  questa  speranza  >  si  accaitipò  io 
Utili  Vatitdggio^a  situazióne ,  distaccando  tia 
grosso  corpo  di  cavalleria  ^ef  occapare  i 
posti  necessari.  Di  fatti  esso  obbligò  gli 
SvesCzesi  ad  intralasciare  i  loro  foraggi  ,  ttit 
((ùeàti  furono  abòndatìtemente  ptrovtredtiH  da 
Nuremburg*  In  questa!  maniera  le  artìiate 
Stettero  accampate  per  Varie  settimslne  £ln'a 
tanto  j  che  il  Re  essetido  stato  rinforzato  da 
quindid  mila  uomini;  schierò  le  sue  truppe^ 
ed  offerì  battaglia  al  nimico,  la  quale  fa 
ricusata  da  'Wallestein ,  don  avendo  petlsie^'. 
ro  di  lasciare  il  destilo  dell' loipcrio  ad  e%* 

i     ^  $€r 


132'        D^l- Regno  e  della  Vita 

&er  deciso  da  un  solo  combattimento.  V^g- 
gendo  adunque  che    T  animo    di   "^allestein 
era  determinato  contro  la  battaglia,  Gustavo 
eresse  vaste  batterie  contro    del  suo  campo 
dalle  quali  fece  fax  fuoco  con  incessante  fu-* 
rore,  affine  di  tirarlo  fuori  delle  sue  linee; 
ma  conciossiachè  fosse  venuto  meno  il   suo 
disegno;  egli  si  risolse  di    attaccare    i   suoi 
trinceramenti    colla    spada    alla    mano.    La 
maggior  parte  dei    suoi    generali    invano  si 
affaticarono    a  dissuaderlo  da  un  tal    passo  ; 
ma  r animo  del  Re  era    già, risoluto .  Esso 
cominciò  T attacco,  lo  sostenne  con  sommo 
vigore  ,  rinforzando    uh    distaccamento  con 
Taltro:  continuò  il  combattimento    per   di- 
verse ore,  e  finalmente  fu  costretto  a   riti- 
farsi colla  perdita  di  due  mila  uomini  ^  sen*- 
aa  aver  potuto  fare    la    menoma  impressio- 
ne. 11  Landgravio  di  Assia,   ed    altri    Ger- 
mani eh* erano  nell'armata  del  Re  si  lagna- 
rono, ch'esso  impiegava  le    loro   truppe  in 
quei    disperati    attacchi ,    come    se    le  loro 
vite  fossero,  una    materia    d'indifferenza;    e 
per  verità  prevalse  nel   campo    un  generale 
mormorio  e  scontento  per  un  passo  da   lui 
dato  così  imprudente»  precipitoso,  e'fatale» 
il  quale    giustamente    potrebbe    riputarsi    il 
massimo  errore  nella  condotta  di    Gustavo , 
errore  che  nacque  dall'impetuosità    del  suo 
coraggio. 

In 


éz  Ùùìtavà  ttL  re  dì  Svezia .       133 

tn  questo  siato  ai  tcovavano  gli  .a/Tari  a 
^uremburg,  mentre  che  Pappenheim  stava 
operando  grandi  aziona  nella  bassa^Sassonia  • 
In  diversi  rincontri  e  sanguinose  .soaramucc» 
egli  disfece  gli  alleali  •(<  truppe  di  Assia 
furono  poste  iti  rotta  vickip  WaU&roarsen, 
il  duca  di  Lrupenburg,  ed  U  generale  Bau*^ 
ditz  furono  costretti  ad  abbandonare  Tasso- 
dio Idi  Callenberg .;  Quindi  egli  soccorse  WoU 
fenbuttle ,  ridusse  in  .  servitù  lldesheim  ^  e 
prese  la  strada  di  Tburingen,  a|Sne  di  u- 
nirsi  con  TTallestein.  I  suoi,  felici  s^QcesM 
furono  principalmente  dovuti  alle  dissetiftio* 
ni  tra  i  confederati^  alla  rivalità  e  garaxfe^ 
regnava  tra  i  generali  -svezze^i  >  :.ed;  al  desi^ 
derio  chef  ciascuno  avea ,  di  comandare  un 
separato  corpo  di  truppe;  il  che  siccome 
veniva  a  dividere  le  loro  f{>r9e  .,^fìsi  li  reti- 
dea  facilmente  preda  dei  nimicj .  Bauditz.o- 
ra  tra  il  numero  di  coloro^  la  cui  amM&Ì9- 
ne  superava  la  prudenza.  Egli  aversi  acqui- 
stata molta  fama  ì;ì  qualità  di  generali^  di 
cavalleria;  ma  la  sua  vanità  lo  spin^.a.d^^ 
siderare  il  comando  dell' infanteria  ^  Esso  a« 
vea  fatto  un  servizio  eccellente  in  una  si^ 
tuazicme  subordinata  j  e  questa  era  h  pro- 
pria sua  sfera,  e  non  già  quello .  Cui  egli 
ardentemente  bramava  ^  cioè  il  ^ornando  di 
un'  armata  separata .  La  mala  condotu  .ed  il 
tradimento  di  Arnheim  resero  le  armi  deili 
I     }  con* 


134        ^^i  Regno  e  ddlla  Vita 

confederiti  ugualmente  ìn&lici  nella  Sasso- 
nia che  nella  Misnia*  Esse  consistevano  in 
sedici  tnìla  uomini,  ch'era  una  truppa  suf- 
£ciente  per  operare  grandi  azioni;  e  pur 
nondimeno  altro  non*  fa  fatto  oltre  allaaqg* 
giogazione  di  Glogau  /  Arnheim  mantenne 
una  secreta  corrispondenza  coti  ìlTaUestein, 
e  sì  allontanò  dalle  frontiere  della  Misnia, 
affine  di  facilitare  T  intesa  irruzione  del  ge« 
iierale  imperiale^  e  disporre  T ànimo  deirE- 
lettore  Con  maggior  forza  ad  appigliarsi  a 
misure  pacifiche  «  Gli  Spagnuoli  assisterono 
Ambeitn  nelli  suoi  sforzi  per  distaccare  il 
suo  sovrano  dall'interesse  svezzese  ;  ma  Gu- 
stavo manti  cosa  intralasciò,  la  ifuale  pò* 
tesse  impegnare  la  fedeltà  di  quel  princi- 
pe. Esso  mandò  il  conte  Palatino  Saltzbach 
4kl  Augtisto;,  affinedi  porre  innanzi  alli  suoi 
occh)  ogni  obbìetto^  il  quale  potesse  catti- 
-^are  il  suo  giudìzio;  Egli  insistè  nella  ne- 
-cessila  ili  unire  iostem^  i  protestanti  j  come 
una  barriera  propria  tontro  la  casa  d'Au- 
stria ^  «  r  unica  misura ,  ja  quale  potesse 
impedire  ch'eglino  fossero  panitamente  ren- 
anti schiavi.  Tutta  k  potenza  di  queir am- 
bizzosa  famiglia  sorgea  dalla  discordia  delli 
confederati;  ed  una  risoluzione  di  operare 
4Con  umanità  avrebbe  tostamente  fatto  tra- 
boccare la  bilaiKia  in  lor  favore ,  e  gli 
avrebbe  insieme  abilitati  di  sceglrere  un  Im- 


(b^mfam  HI.  €€  di  Sve^i^.      135 

fieratore^dal  proprio  lor    Aunocro.    II  conte 
palatino  aggiunse  »  che  considerandcsi  i  ser- 
vigi  fittisi  da  Quscavo  Adolfo,    in    liberare 
i  princìpi  deir  Imperio  jjalla  schiavitù,  niun* 
pkro  avea  un    si    buon    diritto  al   diadema 
ìmperi^Ie^  ]La  gratitudine  degli  lìll^ctori^  ed 
il  proprio  ^uo    segnalato    merito;    il  pc>tere 
ch'esso  avea  d|  ^^^^i^dere  Ja  religione  rifor« 
^ata  per    frenar^    ^    reprimere    T  insolenza 
jdei  Cattolici ,  e  di  .ampliare  ^'interesse  pro- 
testante^ meramente  innalzavano  il  monarca 
svezzese  sopra  di  ogni  Rivalità  *  né  certamen- 
te^  r  Elettore,  di  Brapdeiiburgh  fu  meno  im« 
pegnato  ntir insistere  su  la  necessità  di  un^ 
generale  assemblea    ed    unione   .delti    proce» 
stanti.  Questo  principe  era  intieramente  ad- 
.det^to  a  Qvis|tavo  per  la  speranza  che    nutria. 
va  di  stabilire  una  parentela  tra  le  loro  fa- 
Oiigli.e  poi  matrigìonio  fìel    principe    Eletto- 
l'al^  eoa  Crssiina  principessa  di  Sve;?ia .  Per 
venire  a  |:apo  di  questo  suo    disegno  >    egli 
.afTitirpStSi    5:0!  più  indicibile    zelo   e   fervo*- 
re»  donde  sperava  di  averne  a   dedurre   un 
immediaito  vantaggio^  cioè  quello  di  evitar- 
si certe  di^pnte  9  pbp    .veri^mili?^eme   sareb- 
bero naite  ^irca    h    Ponneraiiàa^    N.u;lla  pei-ò 
di  .meno  le  risposte   de  ir  Elettore   dì   Sasso- 
nia farcelo  generali  5  ^  si  potè  da  lui  esjtor- 
«quere  iiiurta  cosa,  U. quale  battesse  al  chio- 
49  )  ^d  i)gU  <^0  gran    dem^zA^    i^Vmò  ài 

I    4  an« 


ijó         Del  Regnò  e  della  Vita 

andar  toccando  I* affar  principale,  cotìcio!^ 
siachè  si  fòsse  proposto  dì  adattare  la  ^aa 
Condotta  secondo  le  Congetture.  ^  - 

Queste  erano  le  negoziazioni  nelle  quali 
Gustavo  era  occupato,  mentre  che  risedeva 
nel  campo  a  Nuremburg.  Presentemente  si 
risolse  di  lasciare  questa  situazione,  poiché 
non  potea  né  obbligare  Vallestein  ad  eva- 
cuare il  suo  posto ,  né  a  dare  battaglia  4  Prima 
però  di  levare  gli  accampamenti,  fu  messa 
una  ben  forte  guarnigione  dentro  Nurem- 
burgh  in  caso  di  qualche  attacco  ;  e  quindi 
Gustavo  divise  la  sua  armata  in  due  corpi. 
Il  comando  di  uno  di  questi  lo  diede  al 
duca  Bernardo  con  ordine  di  rimanersi  nel* 
la  I^ranconia;  T  altro  poi  ei  lo  condusse  in 
persona  verso  il  Danubio  e  !a  Baviera.  Im- 
mediatamente Vallestein  sloggiò,  e  rivolse 
il  suo  cammino  per  la  Misnia ,  con  inteti- 
ziòne  di  obbligare  T  Elettore  dì  Sassonia  a 
distaccarsi  da  Gustavo  e  tirare  gli  Svezzesi 
fuori  della  Bavièra  per  il  soccorso  del  loro 
alleato .  Il  generale  Olken  già  stava  conr-* 
mettendo  terribili  devastazioni  in  Voigo^ 
land  ;  laonde  ciò  fece  cambiare  ai*  Re  la  soa 
intenzione  di  proteggere  i  principi  prote- 
stanti, al  che  fare  fu  esso  fortemente  avvi- 
sato da  Oxetistierna.  Intanto  in  oga^i  minuto^ 
di  ternpo  arrivavano  corrieri  dalla  Sassonia 
con  lettere  premurose  dall' Elettore^   richie^ 

dea- 


dèCustSó  III.  re  cffSifé^ .       t  jf 

deiido  là  stia  immediata  assistenza.  Setttà 
ponm  riflettere  alF  incostaMa  di  Augusto  \ 
egli  generosameivte  corse  ìfi  suo  ajuto  ;  coifi" 
pslssfoaò  le  sue  disgrazie ,  mentre  che  di«- 
sprezzava  la  sua  condotta  «  Egli  temeta.  cbc 
la  soa  costernazione;  noli  lo  arcsse  ad  in- 
durre ..a  formare  unsi  pace  coir  Imperatore 
in^  pregiudizio  disila  Svezia^  e  degte  alleati 
della  medesima;  è  sperava  che  trovandosi 
cosi  vicino,  avreblx  potuto  rimediare  a  quei 
disordini  che  prevàteano  negli  stati  della 
bassa^Sassonia .  Lasciando  dunque  •  Gustavo 
Orn  con  un  esercito,  nell* Alsazia;  dove  a*- 
veva.  esso  fatto  considerabili  acquiste  ^  e  Bir- 
kenfeldt  conte  palatino  nella  Baviera,  si  uni 
al  conte  Bernardo^  e  marciò  con  ^credibi- 
le, diligenza  nella  Misnta,  dove  gP imperiali 
stavano  radunando  tutte  le  loro  forze.  Esso 
aveva  ricbiamaCo  il  duca  di  Ldnenburgh 
dalla  bassa-Sassonia,  e  quel  principe  si  era 
avatizaito  fino  a  tTalIemberg  pei*  unirsi  con 
lui  ;  ma  poi  avendo  inteso  che  i  nimici  sta- 
vano accampati  a  "W^etsenfells ,  €  che  Pap- 
penbeim  era  stato  distaccato  con  un  corpo 
ben  forte  y  Gustavo  si  risolse  di  attaccare 
gl'imperiali  ,  prima  -che  ^  avessero  potuto 
nuovanorente  unirsi.  Con  questa  intensióne 
esso  marciò  a  Lutzen,  dove  diede  quella 
memorabile  battaglia,  che  involò  alla  Sv^ 
zia  il  massimo  di  hi  monarca .  Esso  attac- 


t}«       J>€l  Ifegno  fi  Mh  Vita 

co  Vallefitein  con  un  fmrore  incredibile;  e 
la  fanteria  ^yetztse  si  portò  cop  jun  valore 
da  Hoxdirp^  rupp^  gr.impieria}ijiialgrado  dei 
loro  più  ^scirefni  jsforfEi  per  manfeneirsi  fef- 
lài,  e  presse  lotta  la  loro  artigliena.  La  ca- 
valleria iion  potendo  passare  il  iiome  cosi 
epeditamsnte ,  come  il  fie  stimava  necr^isa- 
rio,  esso. fec9>  la  strada  accompagnato  sol* 
tanto  ^1  féggimenicr  Ai  SmaaJand ,  ie  dal 
elUQi  di  Saxe^La^^eidbprghv  caricò  J  nimici 
con  grafidfS  jimpeiuosixk,  ^  fu  .uccis^o  per 
tradimen^  del  Duca  ^  il  quale  essendo  srato 
corrotto  4^V  imperaiore  ,  lo  &ri  con  nn^  ar>^ 
chibugiata  nel  :  4o^o  in  mezzo  al  calore 
ideir  anione  i. 

11  rapporM  della  sua  morte  subitamente 
si  spiMse  per  tiitta  T armata.  Gli  Svezzesia- 
nlmati  da  rabbia  e  disperaitiooe  raddoppia- 
rono i  loro  sforzi  9  e  6i  deiìermin^rono  di 
perire,  p  di  far  vendetta  del  bravo  loro 
o^onarca^  jil  loro  attacco  adunque  fu  furio- 
so  ed  irresistibile;  poiché  f;!' imperiali  furo- 
no rotti  9  dis&tti  e  iscacciati  dal  campo  giu- 
sto in  lemipo  piie  Papj^enjaeim  tpol  suo  fre- 
sco corpo  di  eruppe  ^sopraggiunse  in  loro 
ajuto.  Or  ifop^o  per  qualche  tem>po  andò 
ad  arrestare  il  lorrente;  i|*jazione  fu  rinoo^ 
vata  ,  e  Pappeiiheim  ppènò  mìracoU ,  ma  non 
potè  resistere  air  impetuosità  dei  Svezaest  • 
jEsso  fu  mortalmente  ferito,   e  grimpcrtaU 

fu- 


di  Gustavo  IIL  re  di  Sveccia  •        s  3  9 

furono  la  seconda  volta  sconfitti  e  dispersi 
colla  perdila  di  noTe^mUa  uomini,  che  fu- 
rono uccìsi  nei  campo  e  neir inseguimento* 
Tnttavolta  però  la  vittoria  fu  sanguinosa  e 
per  verità  fatale  alla  Svezia  «  ed  alla  ^  causa 
d^i  protestanti  ;  conciosiiachè  jsi  foss^  la  me- 
desima comperata  a  costo  della  vita  del  ma* 
gnanimo  Adolfo ,  eh'  era  V  idolo  dei  •  suoi 
sudditi^  si  terrore  della  casa  d' Austria >  e 
l'ammirazione  d'Europa.  Sarebbe  cosa  inu- 
tile di  qui  dilungarci  sopra  il  suo  caratte- 
re.-  ogni  azione  della  sua  vita  lo^fece  di- 
stinguere e  ravvisare iqual  eroe!,  impolitico  e 
sovrano;  il  tutto  fu  in  lui  nobile,  subliitu: 
e  generoso  r  fin'  anche  le  ombre  4ella  sua 
iaiaia  procedeano  ^da  una  'virtuoià  ambizisr* 
sìe,  x:h*è  la  campagna  inepàralMlediella  vel- 
ata elevazione  ideilo,  idrico . 


CA. 


140 


G  A  M  T  O  L  0    t. 


ContinUa^fione  detta  storia  dèi  monarcbi  Sve^-^ 
s^esi  p  dal  regno  di  Cristina  fino  a  queìh 
di  Carlo  'XII.  Compendiò  ideile  gesta. ^di 
qUesf  eroe  ^  fino  alla-  battaglia  di  Pattava  « 


G 


^RistÌDii  ^glia  di  Gustavo  e  di  Ilaria  £- 
leonora  dK  Brandénburgo  era  in  etàp  Uvinomv 
callorchè.  perdette  àuoipadre^ijOxénstìtnsa  di^ 
rigeva  ^li  afFari  rie  ila  Oefnfania;  egli  at- 
tendÒT^  a}le  negoziazioni,  <  mentre  Ycìmztf 
Baderà  (>iin.v^:iEocs»eh$ion  e  .-  Uraiigell  rìffCXT' 
cavano  viitonc.  La- pace  di  Vestfalia  fu  con- 
chiusa tvcl  1648,  quella  di  Broemsebro  era 
già  stata  cotichiu^a  nel  1645,  Tuita  e  T  al- 
tra aumentarono  la  gloria,  i  domìn;  e  Tin-' 
fiuenza  politica  della  Svezia. 

Intanto  Cristina  era  pervenuta  alla  itiag-« 
gìoranza;  sino  a  tanto,  che  il  saggio  Oxem- 
stierna  fu  suo  ministro  ed  amico  ,  ella  sr  ma* 
atro  degna  del  trono,  ch'ella  occupava:  ma 
cominciando  a  dispiacerle  il  consìglio  di 
questo  rispettabile  vecchio  ,  ella  perdette 
r amore  e  la  stima  dei  suoi  sudditi.  I  fa- 
voriti   usurparono    le    ricompense   ch'erano 

do- 


\ 


di  Gustavo  HI.  re  di  Sveccia  l      141 

dovute  al  merito  :  i  donativi  profusi  ave- 
vano, vuotato  T  erario*  pubblico.  Si  comin- 
ciava già  a  mormorare,  quando  stanca  delle 
eure  del  governo,  Cristina  prese  la  risolu* 
zione  di  rinunziare  la  .corona.  Il  piacere  di 
vivere  sotto  un  eie!  dolce ,- e  propizio  nel 
seno  dell'ani  e  snella  sdcietà  dei  letterati, 
sembrò  a  lei  preferibile  alla  gloria  di  ren- 
dere felice  una  nazione . illustre  e  valorosa. 
Questa  principessa  più  singolare ,  che  gran- 
de ,  della  quale  la  posterità  ha  conservato  più 
fama>  che  stima,  abbandonò  il  suo  trono, 
la  sua  patria,  e  la  sua  religione  nel  1654. 
Carlo .  Gustavo ,  o  Carlo  X.  figlio  di  Gio- 
vanni Casimiro  della  casa  palatina  di  due- 
Ponti,  e  di  Caterina,  figlia  di  Carlo  IX., 
fu  destinato  da  Cristina  per  occupare  quel 
trono,  ch'ella  abbandonava;  e  la  scelta  fu 
confermata  dagli  stati.  Il  regno  di  questo 
monarca  fu  breve ,  ma  :  brillante .  Volendo 
Casimiro  re  di  Polonia  far  valere  il  suo -di* 
ritto  sulla  corona  di  Svezia,  Carlo  marciò 
contro  di  lui;  si  venne  a  battaglia  vicino  a 
Tatsavia,  che  durò  tre  giorni;,  e  Catlo  vi- 
deù  fieri  Polacchi  tremar  dinanzi:  a  lui.  Ma 
il  re  di  Danimarca  avendo  dichiarata  la 
guerra  alla  Svezia ,  il.  vincitore  fu  obbligato 
d'abbandonar  la  Polonia  e  rivogl^er  le^  su« 
armi  contro  questo  nuovo  nimico.  Egli. fe- 
ce passare  la  sua  armata   sopra   ti   picciolo 

Belt 


Hi        Del  Éegfto  e  Stila  fila 

Bek  sol  ghiaccio  «  e  s^ìmpadroni  di  qnzii 
tetta  Uk^  Danitiiarca  4  ed  ottenne  nel  1 6  5  8  < 
h  p2ict  di  Roschiid  pei"  U  quale  più  pro^ 
irinde  furoiio  cedute  alla  Svezia .  Successi  si 
brilhliti  aràiarofio  tottó  iì  Nòrd  contro  que- 
sto fégiio.  L' Itnt>é^atore ,  la  Bussia,  T  Elet- 
tore di  Brandeburgo  sì  unirono  ai  '  ^uoi  ni« 
mici.  Carlo  intanto  piantò  1^ assedio  dinanzi 
a  Coiifenhaglìen  ;  mai  fa  ri$pinto.  La  niortef 
poco  dopo  terminò  la  di  lai  (barriera  ^  Egli 
mori  impfovtisamèntef  3  Gòtheniburg  nel 
liód»  njehtre  Voleva  hidanafvi  gli  stati. 

Carlo  XI.  suo  églio  noiK  avetido  che  cin-' 
qué  anfiì>  fa  d^uopa  ricorrere  ad  un  consi*- 
glio  di  reggen^^a ,  Qdello  die  Carlo  Gustava 
avea  stabifito  nel  suo  testatnento  non  fd  còti- 
feriiliatò  dagli  Stati,  i  quali  notiìinafono  U 
f egitiat  madre  Edvige  Eleonora ,-  ed  i  cinque 
gfandi  uflSziali  della  corona  .  La  pace  d*0^ 
Uva  rese  la  tranquillità  al  Settentrione  liei 
i66ó  i  imitìediainente  dopo  la  mofte  di  Car-' 
lo  X^  La  Svezii  aderì  nel  166S  all^alléalnza 
che  ritìgbilterra  e  la  Olanda  conchiu^ero 
per  opporsi  ai  progetti  ambiziosi  dì  Luigi 
XlV.  Carla  arrivata  a  fegnafe  di  se  Stesso  / 
diede  ;iSColto  ai  partigiani  della  Erancia  : 
entrò  nelle  mire  di  questa  corte  ^  e  fece 
passare  le  soe  truppe  nella  Germania  ran- 
no iéf4.  Il  gfand^ Elettore  sconfisse  gli  Sve- 
desi a  Fahrbellin:  i  Danesi  fecero  on^inva^ 

sio- 


di  tì^Siav^  fl/é^  rìT  iti  Sx^  «       I43( 

Itone  nefla  ScanU,  nia  furono  rtspinti.  Car^ 

lo  fece  la  psece  nti  1679;    e    risòlvette  nel 

tempo  medesimo  di-  rinuntiare    alla   stretta 

alleanza  che    dopo    Custavò    Adolfo^  quasi 

ittita  incerr(i]ik>tie  ^  avea  legato  la  Svezia  aU 

la  Franerà .  tia  cb^tituzione  del  regno  soffiri 

sotto  questo    priiicipe    uri    colpo  fatale  allt 

libertà .  Carlo  si  fece  dichiarare  soVfano  sen^ 

za  restrizione  Veruna  •  La  posterità  deve  per* 

donare  a  •lui  q[uestà  usurpazione  ^    ili   graziai 

deir  indefessa  cura  ^  che  impiegò  ili  tutto  il 

tempo  del  ^  suo    regno    per  rklteriid  buona 

amminiistfàzione  di  quello .  Egli   ebbe  $em^ 

pre  pef  iscopo  U  prosperità  dello  Stato  t  in 

sua  Condotta  fti*  ^envsf  taccia,  se  ti  eecettua 

la  forzata  riduzione  dei  beni    della'  Corona  y 

che  si  trovavano'    fra    U    mani   àti  nobili  , 

Questa  impresa  fu    eseguita    coflf   vn  tigore 

che  talvolta  s*  accontava  air  ingiustizia .  Car«* 

lo  fu  mediatore  della  pace  di  Byswick   nel 

1697,  il  quale  fu  ancora  ranito   della  SM 

morte. 

Catto  Xlt  figtiOi  e  successore  del  mo*^ 
narca  defunto  <  era  ìit  età  dì  minore  alla  mor-* 
te  di  suo  padre ,  e  fu  lanciato  sotto  la  tme^ 
la  di  sua  ava,  lai  regirìa  vedova  Efeoifora, 
la  stessa  che  unita!  a  cinque  settatori  aveai 
governato  il  regno  nelfa  minorità  di  suo  fi« 
glio  Carlo  XI.  II  giovanetto  principe  avea 
quindici  anni>  ed  in  vigore  deli' ultima  vo^ 

lon* 


Ì44        ^^  JRegno^  e  ielìa  Vite 

Ùl  di  Carlo  XI.  la  minorità  dòvea)  cessart 
all'età  di  diciotto.  Egli  però  seppe  tosta 
impadronirsi  delle  redini  del  governo,  ed 
emancipairsi  da  ogni  tutela.  Carlo  XIL  alta 
sua  esaltazione  al  trono  assoluto  trovò  il 
medesimo  bene  assicurato  e  rispettalo  al  di 
fuòri:  una  corona  rassodata  nelle  preroga- 
tive più  di  quello  che  mai  avesser  goduto  t 
suoi  antecessori:  un  tesoro  ben  maneggia-r 
to ,  e  tutta  r  amministrazione  nelU  mani  di 
onesti  ed  abili  ministri.  Egli  era  libero  e 
sicuro  signore  della  Svezia ,  della  Finlan- 
dia,  della  Li  vonia.  Cardia  «  Ingria ,  di  TTis* 
mar  e  Viburgo,  del  ducato  di  Bremen  e 
T^erden.,  e  di  gran  parte  della  Pomerania  e 
deir  isola  di  Kugen:  possedimenti  a  lui  ga- 
rantiti dai  trattati  di  Munster,  Oliva,  e  Kys* 
wick,  e  difesi  dal  terrore  che  inspiravano. 
I  primi  tempi  dell* amministrazione  del  Re 
non  fecero  formare  idee  molto  vantaggiose 
per  lui ,  e  parve  che  fosse  statò  più  impa- 
ziente che  degno  di.  regnare.  Veramente  e« 
gli  non  aveva  alcuna  cattiva  passione,  ma 
nella  condotta  non  si  vedevano  che  traspor* 
ti  di  gioventù  e  di  ostinazione;  pareva  di^ 
sapplicato  ed  altiero  .  Gli  ambasciatori  > 
ch'erano  alla  sua  corte,  lo  stimarono  anche 
d' un  talento  mediocre ,  e  lo  dipinsero  per 
tale  ai  loro  padroni.  La  Svezia  aveva  dì 
lai  la  stessa  opinione  e.  nessuno   conosceva 

il 


di  aùstamo  III.  re  (H  Sveccia  ;       145 

il  f  do  vero  caràttere  ;  anzi  egli  stesso  Io  i* 
gtiocava ,  qtiandaair  improvviso  formatasi  u-- 
oà.  tempesta  nel  Settentrione ,  diede  ai  suol 
iiascostì  talenti  occasione  di  farsi  conoscere. 
^  Tre  potenti  principi  ,  volendosi  prevalere 
dòlla  sua  grandissima  gioventù  ,  cospirarono 
qoasi  nello  stesso  tempo  a  rovinarlo  .  il 
primo  fu  Federigo  IV.  re  di  Danimarca  suo 
cugino;  il  secondo  Augusto  Elettore  diSas* 
Sonia  e  re  di  Polonia  :  ed  il  terzo  ,  eh*  era 
il  più  pericoloso  ,  Pietro  il  Grand  Czar  di 
Mosoovia ..  Per  ben  intendere  questa  storia* ,  è 
MCessario  sviluppare  V  orìgine  di  queste 
guerre  ,  che  hanno  prodottj  tanti  ,  e  opsl 
grandi  accidenti  ^  principiando  da  quella  di 
Danimarca  •  «     . 

Di  due  sorelle;  che  aveva  Carlo  XII »  la 
maggiore  aveva  sposato  il  duca  d*01$tein  ,, 
prìncipe  dotato  di  valore  e  dolcezza.  Il  du* 
ca  oppresso  dal  re  di  Danimarca  venne  à 
Stole bolm  colla  sua  sposa  «  gittandosi  nelle 
braccia  del  Re,  e  dimandandogli  soccorso,  non 
solamente  come  a  cognato  ,  ma  ancora  co- 
me a  re  d'  una  nazione ,  c)ie  ha  un  odio  ir* 
recoaciliabile  contrà  i  Danesi. 
.  L'  antica  casa  d'Olstein  ,  eh'  e^  la  stessa  d' 
Qldembargh  ,  era  arrivata,  a  conseguire  il 
trojjio  di  Danimarca  per  elezione  T  anno 
1449  Essendo  in  quel  tempo  tutti  i  regni 
dQl  setteatrion&  elettivi ,  quel  di  Danimarca 
Tomo  L  ^1  P^ 


I4<         Ì>^1  Segno  e  delia  Vitù 

poco  dopo  diventò  ereditario •  Uno  d«^  nuai 
K  chiamato  Cristiano  HI.  avea  per  suo  féi^ 
tello  Adolfo  un  amore  cosi  eccessivo  ,  che 
non  se  ne  trova  e^erh pio  tra  i principi;  Egli 
non  voleva  lanciarlo  sen2a  aovxatiità  i  e  noti 
potendo  siriembrare  i  suoi  proprj  stxtiì  con 
lui  divise  ,  facto  on  acik>rdo  curioso  ,  | 
ducati  d'Oistein-Cottorp  e  di  Slevich,  sta« 
bilendo  che  i  discendenti  d'  Adolfa  goyer^ 
nerebbero  d*  allora  inilanii  V  Ohtein  unita^' 
mente  coi  re  di  Danlnfarca  ;  che  i  dde  du« 
cari  sarebbero  come  in  comune  «  e  che  il 
re  di  Danimarca  non  potrebbe  innovare  co-* 
sa  alcutia  neir  Olsteiti  senza  il  duca ,  sicco- 
me nemmeno  il  Duca  senza  il  Re.  Un'unio* 
ne  cosi  stravagante  4  della  quale  v'  era  però 
tarato  qualche  esempio  nella  stessa  casa  per 
picciolo  épazìd  di  tempo  i  da  ottanta  anni 
in  qua  era  una  sorgente  di  dispute,  tra  1^ 
linea  di  Danimarca  e  quella  di  01stein*Got- 
torp^  pi^oCùrando  sempre  ì  re  di  opprimere 
i  duchi  i  6  questi  di  farsi  indipendenti  <  U 
ultimjo  duca. colla  sovranità  aveva  perduta 
anche  la  libertà  ;  dipoi  aveva  ricuperata  V 
una  e  l'altra  nella  confederanza  d^^lteoa  1^ 
anno  1699.  coir  interposizione  della  Svezia, 
dell'Inghilterra  e  dell'Olanda .,  che  si  fece^ 
ro  garanti  deir  esecuzione  del  trattato  •  Ma 
come  un  trattato  tra  Sovrani  per  lo  più.  «011 
è  che  un  accomodarsi  alla  necessità ,  finché 

il 


é  Custtivb  III.  re  H  Sve^a .    114^ 

A  più  fòrte  possa  opprimere  il  pia  debole  , 
k  disputa  tra  il  re  di  Danimarca  >  ed  ildf>*> 
ca  risorgeva  più  acerbamente  che  mai  •  Nel 
tempo  che  il  Duca  si  trovava  a  StocKolm  9 
f  Danesi  già  facevano  degli  aiti  di  ostilità 
neir  Olsceifl  ,  e  formavano  il  piano  d^  uni^ 
lega  segreta  cof  re  di  Polonia  per  opprime-» 
re  lo  stesso  re  di  Svezia  • 

Fedrigo  Augusto  Elettore  di  Sassonia,  che 
due  anni  innanzi  era  stato  eletto» re  di  Vo^ 
looia  y  non  ostante  V  eloquenza  ,  e  i  maneg- 
gi dell'Abate  di  Poligoac,  e  le  rare  qualità 
del  principe  dt  Conti  Suo  concorrente  altro-^ 
no,  era  un  principe  ancora  meno  cognite 
per  la  forza  incredìbile  del  suo  corpo,  che 
per  il  suo  valore  e  la  galanteria  del  suo  spi- 
rito •  La  sua  corte  era  la  più  bella  dell'Eu^ 
ropa  dopo  quella  di  Luigi  XlVé  Nessun 
principe  è  stato  più  generoso  ,  jiessuno  do« 
nò  -9  ed  accompagnò  i  stioi  doni  di  tanta 
buona  grazia  .  Égli  aveva  comperata  la  mé« 
tà  de'  voti  della  nobiltà  polacca ,  «d  aveva 
sforzata  V  altra  parte  colh  marcia  d'  un'  ar-^ 
mata  di  Sassoni  à'  confini  della  Polonia  ; 
Stimò  d*  avere  bisogno  delle  sue  truppe  pet 
meglio  stabilirsi  sul  trono  ;  ma  bisognava 
trovare  un  pretesto  per  ritenerle  in  Polonia, 
onde  le  destinò  ad  attaccare  il  re  di  Svezia 
per  la  ragioae  che  segue. 

K     z  La 


1^9         Pel  Regno  e  della  Vitk 

La  Livofiia  ,  la  più  bella ,  e  più  fertile  prò» 
Tiiìcìa  del  settentrione  ,  una  volta  era  <k' 
cavalieri  Teutonici  .  I  Moscoviti  ,  i  Polao- 
chi ,  gli  Svedesi  se  ne  disputarono  \\  posses* 
.-€0  ^  erano  già  cent'  anni  che  la  Svezia  la 
godeva  ,  e  pella  pace  di  Oliva  in  fine  Teia 
stata  cejluta  solennemente  • 

Carlo  XI.,  nel  rigore  usato  contra  i  suoi 
sudditi f  non  s'era  dimenticato  di  quelli  deU 
la  Livonia  ;  h  aveva  spogliati  de'  loro  prir- 
vilegj  ,  ed  una  parte  del  loro  patrimonio.. 
Fatkul,  infelicemente  celebre  per  la  sua  mor- 
te tragica  ,  fu  deputato  dalla  nobiltà  della 
liivonia  per  portare  i  lamenti  della  provine 
eia  al  trono  del  Sovrano.  Fece  al  suo  pa«- 
drone  un'  aringa  rispettosa  «  ma  forte  e  pier 
Ila  di  -quell- eloquenza  maschile  ,  che  suole 
provenire  dalla  calamità  ,  quando  è  unita  all' 
ardire;  ma  i  re  per  lo  più  non  considerar 
no  queste  pubbliche  aringhe  se  non  per  ce«- 
rimonie  vane,  che  l'uso  vuole  che  si  sop-^^ 
portino  senza  mettervi  attenzione. .  Tuttavia 
Carlo  XL  ^  avvezzo  a  dissimulare  i  quando 
non  si  lasciava  trasportare  dalla  còllera  , 
battendo  una  mano  sulla  spalla  a  Patkul  > 
gli  disse  „  vùt  avete  parlato  per  la  vostra  pan' 
tria  da  uomo  granfie  :  vi  stimo^  continuate  .  Ma 
pophi  giorni  dòpo  lo  fece  dichiarare  reo  dì 
l^sa  maestà,  e  com^  (ale  fu  cond|nnato  aW 


S  Gustavo  tlL  re  ìt  Svè:pa .      i^ 

k  morte  .  PaiKul ,  che  s' era  nafco$tó  ,  fag** 

fi  e  portò  i  Suoi  risentimenti  in  Polonia' . 
ù  ammesso  air  udienza  dal  Re  Augosto  ,  e 
lion  ostante  ,  che  fbsse  mprtò  Carlo  XI.,  la 
sua.  collera  ateri do  ragione  di  sussistere  « 
continuando  aver  forza  la  éentensa  data  con« 
tra  di  ini,  rappréseniò  al  Re  poIacccQ  la  fa* 
cilità  della  conquista  tiella  Livonia  ,  .essen*^ 
do  il  pòpolo  disperato,  disposto  a  scuotere 
U  giogo  della  Svezia  i  un  re  giovine  ^  ed  inca- 
pace di  difenderai .  Queste  solllcita^iont  fa- 
rofìò  ben  ricevute  da  un  principe  già  dii-^ 
posto  di  farne  la  coneìnista.  Tutto  ben  prc^ 
Sto  fu  in  prónto  per  un'  invasione  ìnlprovvi» 
sa  >  senza  neppure  degnarsi  di  Ticorrere  al-^ 
la  vana  formalità  delle  dichiarazioni  di  guer^ 
-ta,  e  de'  manifesti . 

Nello  stesso  tempo  dalla  parte  della  Mo- 
^cóvia  s'  andava  ìhgroésando  la  tempesta  i 
Pietro  Alessiovvitz  Czar  della  Russia,  s'efca 
già  ì(enduto  formidabile  colla  battaglia  gua<» 
dagnata  contro  i  Turchi  V  anno  1696.  ,  e 
colla  presa  di  Aczof ,  che  gli  apriva  1'  Impe-* 
rio  del  mar  negro  ;  Egli  però  meritava  il 
ftomè  di  Grande,  pet  azioni  molto  più  glo*- 
tìose  delle  vittorie  ;  perciocché  fu  il  fonda- 
tore e  legislatore  del  suo  impefo  ,  e  forse 
sarebbe  stato  più  felice  e  più  grande  ancora, 
Se  sr  fosse  contentato  di  questi  due  titoli^  $ea^ 
xavolervi  aggiijngere  quello  di  conquistatore . 
.  K    y  L'In- 


r^o        ^el  Regnò  e  della  Vita 

V  Inglja  V  che  giace  fra  SettentrìoM  ià 
Oliente  ,.  una  volta  apparteneva  ai  Czarì:, 
ma  dòpo  la  conquista  fatta  di  queste  due 
Provincie  da  G4t«xavo  Adolfo  »  la  Svezia  le 
possedeva  paci6camente«  11  Czar  era  impa- 
ziente di  £ftr  valere*  i*  diritti,  ceduti  da'  suoi 
maggiori,  ma  hisognatidogh  per  \z,  esecuzione 
de'snoi  disegni  un  porto  nella  parte  orientale  del 
mar  Baltico  «  fece  lega  col  re  di  Polonia  ,- 
per  levare  alla  Svezia  tutto  quello  che  pos- 
sedeva tra  il  golfo  della  Finlandia  «  il  mar 
Baltico  ,.  la  Polotria  e  la^  Moicovia  •  Ecco 
quali  erano  i  nimici  che  tutti  insieme  si 
preparavano  per  atuccare  il  giovine  Carlo  XIL 

Le  notizie  di  tutti  questi  preparamenti 
insospettirono  il  consiglio  del  Bel  Nel  tem^- 
po  che  sopra  questo  si  deliberava  ,\  propo- 
nendo alcuno  di  frastornare  questa  tempesta 
.col  mezzo  de'  trattati  ,  Carlo  levatasi  da  se* 
.dere ,  con  un"  aria  di  gravità ,  e  d'  uomo  su* 
periore ,  che  ha  già  pigliato  il  suo  partito, 
dis^e;  ,ì  Signori  io  ho  risoluto  di  rwn  far  mai 
guerra  alcuna  ingiusta  ,  e  di  non  terminarne 
.una  legittimamente  intrapresa  se  non  colia  rovi- 
na  de  miei  nimici  :  ho  già  stabilito ,  andrò  ad 
attaccare  il  primo  che  si  dichiarerai  quando  r 
.avrò  superato^  spero  di  metter  qualche  timore 
negli  altri  .  „  Queste  parole  fecero  maravi^ 
-gli^re  que'  vecchj  consiglieri  9  che  si  guar- 
darono scambievolmente  in  faccia  senz'  ar^- 

dir 

/ 


di  GtMato  III.  re  di  5ve:[ià  «       1.5 1 

(iir  di  rispondere^  e  vergognandosi  di  spe* 
rare  meno  del  loro  padrone^  ricevettero  eoa 
ammirazione  i  suoi  ordini  per  la  goerra. 
(  Ognuno  restò  molto  più  sorpreso;  quan* 
do  lo  vide  in  uù  momento  abbandonare  i 
trattenimenti  più  inoooenti  d^Ik  giovenca» 
Nello  stesso  tetapo  ^  che  si  preparò  alla^ 
guerra  :»  principia  un  nuovo  geoere  di  vrta^ 
cHe  non  ha  mai  più  lasciato  *  Innamorato 
di  Alessandro  e  di  Gelare ,  ^1  propose  d'  i- 
mitare  in  tutto  qoesti  due  conqaistatoÌBi  ^ 
fuori  che  ne'  yizj .  Non  volle  più  sapere  né 
di  magnificenza  «  né  di  giuoco  >  né  di  pas«; 
satempo;  ridusse  la  sua  favola  mguisa,  c)|e 
era  frugalissima  .  Aveva  amato  il  fasto  de^ 
gli  abiti ,  ma  dopo  non  vesti  più  che  da 
semplice  soldato  •  Veniva  9os]iettat6 ,  chs 
potesse  avere  lavuta  quakkef  passione  pei 
una  Dama  della  sua  (;brte;.  fosse  o  non  fos* 
se  vero  quest'intrigo,  è  eerto  che  allora  ri- 
nunziò per  sempre  alle  donne,  non  sola* 
mente  per  timore  di  potersi  lasciar  gover* 
nare  da  loro,  ma  per  servire  di  esempio  a- 
suoi  soldati ,  che  voleva  tenere  in  una  ri« 
gorosissima  disciplin^a  fors"^  anche  per  la  va»- 
tìità  di  essere  il  solo  tra  tutti  i  re,  che  do« 
masse  un'  inclinazione  cosi  difficile  a  supe* 
rarsi  •  l^ece  anche  la  risoluzione  d'as^etierd 
dal  vino  tutto  il  resto  della  sua  vita  >  non 
^ià  com'  è  stato  detto  ,  per  castigare  un  ec* 
'    '    K     4  ces^ 


i^i       ^p€h  Regno  e  didla  Vite 

cesso,  nel  quale  si  lasciò  portare  a  hi  ^^h 
le  azioni  i^ndegne  di  se  stesso  ^  not>,  ^sen-< 
dovi  cosa  più  falsa  di  q^uesta  voce  popola-^ 
re>-  egli  non  era  mai  stato  offeso  dal  vino, 
sia  si  sentiva  troppa  riscaldare  il  suo  tem^ 
peramentp  ch'era  rotto  fuoco  :  col  tempo 
lasciò  anche  la  birra,  e  si  ridusse  a  berd 
solameiite  acqua  .  Inoltre  ia  sobrietà  era 
una  virtù  nuova  nefl  settentrione  >  ed  egli 
voleva  essere  in  ogni  genere^  un  esemplare 
a' suoi  Svedesi. 

.  Avendo  Carrlo  confidati  gli  aifari  del  re-» 
gno  tra  le  mani  di  un  consiglio  scelto  dal 
corpo  del  senato  ,  si  partfi  agli  otto  diMag^ 
gio,  per  non  mai  più  ritornarvi;  s'imbarcò 
a  Carlscroon  ,  e  si  uni  colla  flotta  degli  al* 
leati ..  Avendo  fatto  uno  sbarco  con  tutte  le 
sue  forze  neir  isola*  di  Zealanda  ,  egli  disfe* 
ce  un  corpo  di  cavalleria  <  che  si  oppose  al 
suo  sbarco  ,  ne  marciò  verso  la  capita]e ,  e 
stavasf  preparando  a  cignere  di  assediò  Co-^ 
pcnhaghen-^ér  mare  e  per  teria  ,  quando  il 
monarca  danese  ,  allora  in  Olstein ,  riguardò 
con  sua  maraviglia  e  terrore  la  celerità  del* 
li  movimenti  di  Carlo,  ed  il  pericolo  insie- 
me della  sua  capitale  e  regt^o .  Esso  vide  11 
mare  Baltico  ricoperto  d'  un^  armata  navale 
ostile,  il  giovine  conquistatore  nel  mezzo 
de' suoi  dominj ,  la  sua  capitale  già  vicina 
ad    arrendersi ,  il  suo  popolo  sojpraSàtto  da 

co* 


dàCùstoM  III.  ft  À  Si;€s(ia .     1 5  )  . 

«)^rnàgEione  «  e  cóftto  il  suo  regno  divena- 
to  ona  scena  di  terrore  e  confusione  .  Ot 
tali  circostanze  piene  d' imbaratzi  V  obbliga- 
rono •  domandare  la  pace:  esso  vide  la  ne^ 
oessità  di  fare  giustizia  al  duca  di  Olstein , 
oppure  di  vedere  ridotta  in  cenere  la  città 
di  Copenhaghen  •  La  prima  cosa  dunque  fa 
da  lui  scelta^  onde  fu  cominciata  uiia  ne* 
goziaztone  a  firamsteede  ;  fu  continuata  a 
Trareurdal,  e  finalmente  fu  conchiusa  nello 
spazio  di  undici  giorni  quasi  sotto  leistesse 
condizioni  tome  il  trattato  di  Altena  •  Cosi 
Carlo ,  la  cut  gioventù  ed  inesperienza  lo  espo* 
Hevcmo  alle  macchinazioni  di  tutti  i  suoi  vi» 
Cini ,  terminò  in  sei  settimaDt  una  guerra  « 
e  in  siffatta  guisa  ridusse  a  sottometter-* 
si  il  più  possente  de'  suor  nimici  ,  e  neU 
r  età  di  diciott'  anni  divenne  il  tel'rore 
del  Nord^  e  T ammirazione  di  tutta  1' Eu-» 
mpa  . 

Ora  essendo  egli  ini  libertà  di  rivolgere 
le  sue  armi  contro  degli  altri  principi,  cho 
avevano  cospirato  alla  sua  rovina  ^  il  gio- 
vine monarca  svezzese  stava  oonducendo  le 
soe  '  truppe  contro  di  Augusto  di  Polonia  , 
il  quale  stava  occupato  in  cignere  di  asse*^ 
dio  Riga  la  capitale  della  Livonia  ,  quando 
giunse  notizia  che  il  Czar  di  Moscovta  avea 
investita  Narva  con  looooo  uomini.  Carlo 
ora  suto  falsamente  ac^usator  di  aver.cominK 

cia-t 


^-^     \ 


cUita  questa  .  guerra  ;  il  Ctar  eoiBinci^  ja 
prima  le  ostilità  «  e  la  sua  dichiarazione  a* 
•percamenté  dimoscra  ^  che  T  ambizione  e  la 
«peranza  di  profiuare  dalla  situazione  della 
Svezia»  furono  i  motivi  dtella  sua  condotta • 
Forse  le  più  forti  ragioni  che  compariselo 
jielia  sua  dicfaiaratione  di  gnerira  sono  ,  che 
non  gli  erano  st?ti  renduti  onori  sufficienti, 
allora  quando  egli  passò'  incognitamente  a 
Rigai  e  ch^ erano  $tate  vendute  le  provvi* 
sioni  ad  un  prezzo  esorfaStante  alli  suoi  am- 
basciatori *  Nel  cismre  dell*  inverno  ,  quando 
il  Baltico  appena  era  navigabile  t  Carlo  à 
imbarcò  a  Garlscroon,  »  discese  a  Pernav 
fiella  Juivonia  ocin  po«zioAe  delle  sue  fgrze, 
avendo  le  rinianenti' ricevano  ordine  perRe^r 
vel  .  La  sua  armata  non  oltrepassava  li 
aocoo  uomini^  ma  eUie  sopra  i  Rossiani  o^ 
gni  vantaggio,  fitiorcbè  quello  del  numero  « 
Il  Czar  ed  il  duca  de  Groy  q\C  era  un 
Germano  furono  i  soU  soldati  tra  gli  asse- 
diatori;  ed  il  Ic^ro  ei»mpiQ  <loveva  ìnciviU-t 
ve  ed  instruire  una  vasta  moltitudine  di  bar-» 
bàri  indisciplmati •  La  nobiltà  della  Russia 
fra  stata  avvcicea  di  marciare  alla  cesia  di 
una  tumultuosa  moltitudine  di  schiavi  •  Pie-r 
W. saggiamente  si  appigliò  ali*  unico  metoi* 
da  di  stabilire  la  disciplina  è  subordinazio- 
ne* £ssò  cominciò  da  se  medesimo  ad  oc- 
ciupare  i  più  vili  e   bassi  iofii^hi  oeU' ai? 

ma- 


«laci ,  ed  a  battefe  un  tambupp  prima  ebe 
avesse  maneggiato-  jl  bastone  .  Carlo  per  k> 
contrario  si  parti  Còpe  un  generale  a41a.t««- 
sta  di*  truppe  le  m^gUo  disciplinate  in  Eii« 
ropa.  Harci^  verso  k  Narva>  e  trovò  che 
il  Czar  ayea  attraversato  nella  sua  impresa 
ogni  ostacolo;  3000^  uomini  erano  stati  si- 
tuati lungo  la  strada  in  uno  stretto  luogp 
per  opporsi^  4I  di  lui  passaggio  :  cfuesto  corr 
pò  era  sostenuto  da  un  altro  Composto  di 
20000  Srreletzes ,  ch^  avevano  preso  posfo 
aljcune  leghe  più  vioino  a  Narva  •  Il  Czar 
tnedesimo  erasi  partito  per  accelerare  la  mar- 
cia di  un  rinforzo ,  eh'  egli  aspettava  di 
40000  uomini  ^  xon  cui  intendea  di  attacca- 
Te  gli  Svezzesi  ne*  fianchi  1  Cx  n%\\^  letrogui^ 
dia;  ma  la  rapidità >  la  fonma,  ed  il  va- 
lore del  re  Carlo  ,  resero  vano  ogni  loso 
sforzo.  Coni  4000  cavalli  ed  un  numero  Cr 
guale  di  £inti  ,  egli  si  avanza  in  persona  « 
ordinando  all'armata  che  lo  seguitasse  «on 
ogni  conveuiente  ;  speditezza  ,  Egli  adunque 
con  non  più  di  Sooo  uomini  aitaccò  le  ar-^ 
mate  russiane,  una  dopo  T altra,  Q  le  disr 
fece ,  aprendosi  la  str^/la.  versio  il  campo  del 
Czar  davanti  a  Narva  4  eh'  egU  trovò  fot** 
tificato  in  una  mapieta  che  dovette  ri  move-» 
re  dair  animo  suo  qu&l  dispreu^Oy  itf  cut 
sempre  tenne  Pietro,  qpanlo  alla  sua  cdpa* 
cUà.    Erana  sut^   formate    linee  di  circf^ar. 

val^ 


1^6         pel  MegHo  V  tìeìla  fik    -     , 

irallazione,  e  conu'ov^lhzlorié  ^  e-^rti(icaffe 
da  fortini  e  da  .i  5Ò  ptnì  di  Cannone  df 
bronzò  ordinati  nella  ^onte  /  msl  Carlo  ri- 
guardò  queste  arti  di  éifesa  corac  le  pre-^ 
cauzioni  del  timore.  Appena  esso  diede  zX^ 
le  sue  truppe  lasfsc  da  una  lunga  mafcia,  e 
éà  tre  successivi  combattimcritirtempo  di 
riposarsi  ,  dhe  promulgar  ordini  che  si  zu 
toccasse  un  campo  fortificato ,  difeso  da  %óocfà 
ttomini ,  con  un  corpo  che  non  etcedea  là 
decima  parte  Ài  un  tal  numerò.  Avendogli 
«ino  delli  saòi  ufBziatt  rappresentata  la  sconr* 
sigliata  temerità  dì  urt  tale  a  t  feti  tato;  Che\ 
disse  Carlo,  forse  voi  dubitate  che  H  re  tH 
Sv€J[ia  con  ^aoò  Uùmmi^  non  abbia  da  vin-^ 
ter  ^i  abbatter  il  C^ar  ài  Mosfcaoia  coti  soeoo? 
Tuttàvoha  perfr^ìl  C^ar  non  si  trovò  preserie 
iti  concìossiachè  stesse  alloi'a  occupato  iti 
radunare  un'altfa  ai^ntata  . 

Ai  I)  di  Novembre ,  gli  SveifÉesì  comirt-3 
tìano  a  battere  i  trinceramenti  russiani  / 
ed  avendo  già  fatta  una  breccia  si  a^anza-^ 
rono  co' moschetti  «Carichi  ^  e  colle  Bajònet- 
te  in  punta  >  scaricando  il  fuoco  intieramen-^ 
te  in  faccia  del  nimièoV  e  sostenendo  l'im-j 
peto  di  tiitto  il  peso  dell'  armata  russranaf 
con  ammirabile  costala  ed  intrepidezza-^ 
Per  lo  spazio  di  mezz'  ora  il  combattimen- 
to fa  ostinato  e  la  vittoria  dubbiosa.  [  ne- 
mici sostennero  il  fuoco  cfegli  Svezzesi  senr 

za 


^     di  Cujstam  III.  re  di  St^c^a .    i  ^ 

)^a*  cedere  un  palmo  di  terreno  :  ed  il  Re  per 
distrarti ,  fece  un  attacco  ad  un  altro  quar- 
tiere del  campo  .  Quivi    slmilmen^  fu  esso 
ricevuto  pia  calorosamente    di  quel  che  ad- 
pettavàsi.  Quindi  alla  prima  scarica' che  feh 
cero  i  nimici ,  una  palla    passò  velocemen- 
te perla  sua  spalla,  e  leggiermenie  lo  ferL 
Tosco  dopò  fu  ucciso  il  suo  cavallo ,  ed  es« 
sendo  montato  sopra  un  altro,  fu  a  questo 
tolta    la  testa   da  una  palla  dt  cannone;  e 
Carlo  montando  sul  ter,zo,  gridò  fortemente 
e  CM  aria  crucciosa  ;  coloro  vogliono    eh?  io 
faccia  la  cavallerizza.  In  tre.  ore  furono  e$^ 
piagnati  i    trinceramenti  ;  ed  il  Re  con  4000 
uomini    che  componeano    V  ala  eh'  esso  co-^ 
n^^ndava  in  persona,    perseguitò  un'armata 
fuggitiva  di   50000  sino  al  fiume  Narva.  Il 
ponte  cede   sotto  il  peso  dei  fuggitivi  Rus« 
$iaiii)    ed  il  fiume  immediatamente    fu  cut 
perto  di  cadaveri  che  andavano  a  galla  •  Un 
gran  numero  fece   ritorno  al  campo  in  dis« 
pera^ione  »    e  per  qualche    tempo  si  difese; 
ma  finalmente  i   generali  Callowin  e  Fede-* 
rowitz  si  arresero:  30000   furono    parte  ucr 
Qjsi    nelli    trinceramenti  9    e    nella  persecu* 
spione,  ^  parte    sommersi    nelle    acque ^ del 
Narva;  20000  si  arresero   a  discresione,  e 
iuroqp  mandati  via  disarmati  ;  ergli  altri  fu^ 
tono  dispersi.  Cento  cificjUanta' pezzi  di  bel- 
imi caonooi  ;tR  mQrjt^^^  <5^  P^j^  diban^ 

die- 


tiìére  >  16  stendardi ,  e  tutto  il  bagaglio  à^ 
iiitnici,  furono  presi;  e  quel  che   fu  tutta- 
«vìa  di    tnaggiore    importanza ,    il    duca   de 
•Croy ,  il  principe  di  Georgia  ,   e  sette  altri 
•generali   furono  tra  il*  numero  de' prigionie^ 
ri  .  Ninna  cosa  potè  essere   più    gloriosa  al 
monarca  STezzese,  quanta  una  vittoria  gua<t 
dagnaia    sotto    tali    circostante  $   ove    però 
ti  eccettuiamo  la  grande  generosità  eh*  egli 
dimostrò  verso  i  vinti.  Essendo  stato  infor- 
mato, che  I  mercanti  dt    Narva   ricusarono 
^* imprestare  somme  di  deiuiro  agli  uifi^all>> 
«h'esso    avea  tenuti    prigionieri,   mandò  a! 
duca   tdc  €ro7  mille  ducati,  e  ad    ogni  u^ 
iikiale  inferiore   una   somma    proporzionata; 
Assicurandosi  con  ciò  egualmente  la  loro  am- 
mirazione della  sua  liberalità  e  valore . 
•    Frattanto  il  Czar    stavasi    avanzando  con 
•40000  uomini  per  circondare    gli  Svezzesi  : 
Avendo    egli  ricevuta    notizia   della  disfatta 
ilinanzi  a  Narva  ^  ne  fu  grandemente   crnc-* 
ciato,  ma  però  Tanimo  suo    punto    non  si 
«vvill:  „  io  ben  sapeva^  egli  disse ,    che  gli 
fye:^:iiesi  ci  avrebbero   battuii  ;   ma  col  tempo 
€$à  insegneranno  a  noi  la  maniera  di  saperti 
bàttere^  „  Quindi  fece  ritorno   a^suoi  propr) 
dominj  ì  si  applicò  diligentemente    a    teclu* 
tare  un  altro  esercito ,  e  pose  ogni  suo  stu- 
dio in  istabilsre  la  disciplina  militare ,  e  ri- 
movere  quel    terrore,   eh' erasi    sparso  per 

tut- 


é  ùusMvù  Utffé Svescia .    $^f 

tutti  i  Jooi  jdomùil .  filpggiò   tutte  le  pi;0(» 
vincie   che    aveva    itivase^    abbandonò  pef 
qualche  ^nipo  i  siioi  gran  t>rogeui^  e  p€rr 
mise  a.  Carlo    di  render  esau&te  k  sue  (pr'- 
ze,    diminuire  le   sue  truppe,  e  vuotare  il 
tuo  tetoro  in  proteguité  la  sua  contesa  con 
Augusto  re  di  Polonia  «  lAvea  Carlo  attuala 
mente  determinato  di  attaccare  la    Polonia^ 
sul>ito  che  avesse  ridotto  il  re  di  Banìniar'r 
ca,   e    lo   Czar  di   Moscovia^alla   necessità 
d'intralasciare i  loco. anvbiziosi  disegni.  Men« 
trechè  stava  egli  marciando  a  Narva^  ordi^ 
nò  che  si  fossero  formati  magazzini  a  Lais  : 
io    vado^    egli  disse  ^   m  battere  ì  Moseavidi 
fate  che  sieno  pronti  i  magB^^:(tm    a  Lais  ;  ìq 
f  renderò  questa  pìa^^a    nella  strada    che  farà        ^  y 
per  battere  i  Polacchi  e  Sassoni.  ,,  L*  evento 
giusti^cÀ    una  tale  •  predizione  9   per  quaiìto 
vanagloriosa  possa  ella  sembrare  p  ed  un  zu 
tacco  appunto  eia  ciò  che  Augusto  ^spetta^ 
vasi;  e   per  quésta  ragione  si    unì  egli  pia 
strettamente  con  il  Czar;  ed  amlùdue  i  prin» 
cipi  sMncontrarono  a  Birsen  per  concertar^ 
insieme    le  misure  di    difesa  contro    di  un 
guerriero  ,   le  cui  vittorie    minacciavano  di 
soggezione  tutti  i  regni  del  Nord.  Fu  adun»> 
que  convenuto,  che  Augusto  dovesse impìFe«» 
stare  al  Ca^r  50000  soldati  germani^  che  si 
dovessero    pagare   dalla    Moscovia  ;    bh^e   il 
Czar  dovesse  mandare  un  egua|  numero  di 

sue 


sue  troppe  per  essere  iostniite  neU'trte  di 
"guerTeggiaf  e  nella  Polonia  ;  e  che  dovesse 
pagare  al  Re  la  somoia  di  tre- ^milioni  di 
rissialleri  nello  spazio  di  due  anni .  Carlo 
tebbe  notiaia  cosi  dei  trattato  coqv  deUa 
conferenza;  e  per  mezzo  del  suo  minittroi 
il  conce  Pi  per  rinvenne  il  tnetodo  onde 
renderne  delusi  gli  effetti  fi  b[UAli  avDcbbet» 
ro  potuto  riuscire  &taU  alkiStetia^  e.  ^ 
verità' anclve  all'  Europa  man. ti 
«  L*  armata  sveazese  arvea  sveenàtoa  Lair» 
d0ve  loro  .  ai  un)  era- rinforzo- "tea uco  dalla 
&9i^na.^  U  pia  a  buon*  ora  tdKÌfC  stagioos 
le  petmise,  Gark>  osci  ici  campagna  >  ed. 
slDproiÌ9isaRveme^eeHDpàri  presso ii  fiume  Dsih 
il»,>  lungo  le  cui  lipolKle  avea  preso  postOi 
l'otravata  Sassom.  .Essi  avevano,  incontralo; 
sitiistro  successo  nelllattentaio  sopra  la*  cil>, 
tài4i  Rtga';;«il  fe^àr  Polonia  si  trovava  40f% 
ftrtno  t  e'  l>rma.t^  Sassona  era^in  :questo 
Sempo  comandata  da  Ferdinavdo  duca  di 
Coiifl8odia«  dal  maresciallof  i%c«au  t  e  dèh 
gMprale  Pftuicet ,  tutti  ufizialtdi  gran  yjè^ 
Tore  ed  esperienza.  Avevano^  essi  fortifica^ter 
certe  isole  che  difendevano  la  bocca  4el 
fipme  r  ^  presa  insieme  ogni  ahrja  f^recaii-» 
zione  contro  di  un  attacco.  Il  loro  numera 
era  presso  che  uguale  a  quello  degli  £vea&^ 
zesi;  i  soldati  erano  forti  e  robusti  #  bène» 
disciplinati  e  pieni  di  fedeltà  ;  ma  il  re  Car* 
.    .  lo 


dk  Custavo  IH.  re  di  Sx>é\ià .     1 6 1 

lo-  sdnpontò  ogni  difficoltà  ,  avendo  inveri- 
tataì  e  fstca'  jco&fruire  una  certa  sorta  di  bar- 
che .  leggiere  per  traghettare  il  fiume  con 
sJtì;  bordi  ,  affine  di  mettere  al  coperto  le 
s«e  troppe  dal  faoco  del  nimico;  .ed  aven-* 
da  osservato  che  il  vento  spirava  dal  Nord ^ 
ordiDò  che  si  fosse  appiccato  fuoco  ad  una 
grati  quantità  di  paglia  umida  ,  il  cui  fu-' 
moaudò  a  ferire  direttamente  nella  faccia 
del  nimico;  e  vcivne  con  efficacia  a  coprire 
ì.^ttoi^  xnoyicx^nti  .  In  questa  maniera  esso 
stabili  io  sbarco  delle  sue  truppe,  si  lanciò 
contro  i  Sassoni  con  gran  furore  ,  e  dopo 
né  ostinato  combattimento  ,  ne  ottenne  una 
mtnpiu^m  vittoria  •  Gli  Sveazesi  furono  sul 
ùrincipio  posti  in  disordine  e  sospinti  al 
nume;  ma  Carlo  con  una  sorprendente com* 
postezza  d'animo  Jt  riunì  nell' acqua  j  li 
condusse  iiidietro  all'attacco  ,  espugnò  tutte 
le  opere  de'nìmici  ,  li  perseguitò  per  due 
leghe ,  uccise  due  mila  e  cinqueceiito  uo« 
mini  sul  campo,  ne  fece  1500  prigionieri, 
pigliò  trentasei  pezzi  di  cannoni,  cinque 
paja  di  bxiudiere,  sei  stendardi  ,  e  tutto  il 
bagaglio  de'  Sassoni  «  - 
.  II  giorno  appresso  il  generale  Morner  fu 
distaccato  a  pigliare  possesso  di  Mitau  ,  ch^ 
era  la  gapitale  della  Courlandia .  La  guar* 
bigione  si  arrese  quasi  alle  prime  intima-*^ 
zioni  ch'ebl>e  di  re&a,  e  tutti  gli  jdtri  por;* 
.  Tom  !•  L"  ti 


liS^       JM  JRegno.e  dcUa  FUa 

fa,  H:: ravvisò ^  che  su^: Maestà  svezzese  aviof 
jpaggiore:  ii^uenza.  in  queir  assemblea  ,  che 
il.T^  dì  Polonia,  lire  Carlo  si  portò  eoo 
maggiore  politica,  in  quest^  occasione  ,  che 
in.  qualunque  aUra;  e.fu  concercato  il  più 
profondo  prpgetlQ  di  un'  intiera  rivoluzione 
tra  il  pardinale  primate,  ed  il  conte  Pip;erjj 
tenendp  ppj  tutto  questo  tempo  il. prelato 
nascosti  i.fupi  risentimeoti.  ad.  Angusto,  ed 
iofingendp  la  più  forte  aderenza  ^  e  fermo 
attapcp  al  3uo  spv/ano  per  divenire,  con  mag: 
giore  sigu rezza  Jl  di,lul.p<;rjcplo5o.  pìmico  . 
Facean$i  intrighi,  capeggi,  e  scerete  piratir 
phe.  cpÀ  ir^pen^etrabile  ^egretespza  .qejla  sua 
pa^a  ^  in^ntrQ  9be  St^va  egli  neLtem'po^  me* 
jiesìinp;  pi^blilicandP  lettere  circolari,, al  pp- 
polo  :  per  t?«erÌQ  fermo,  e  stabile  neUa.sua 
fipdeJt^L  VPTIP^di  Aqgustp  ,  La  dieta  .fu  «*: 
pi^n<(  di,con^Ìon?\  e  finalmente  si,  dijciolT 
$p,  in  diSQrdi;}e;,  ^  gli  affari  del  regnp  venne? 
rp  tra  le  ];|iani  del.$epatp  ,mepp  numeroso.^ 
p.per  cpps€;giien^a  tpenp  tumultpp^o  v.,^.viep-j 
.più  accpstumatp  a  .spedire ;gli  affari. ,  Quivi 
il  partito  syez;fcsQ.ffu'  pienp  e.  così  fort^.  co- 
^e,;iéll§  diet^,  e  fa  stabilito  che  dovesse-: 
rp  jnanijiare  vn'.atnbascieria  ^  Carlo  ;,.  e  che 
Ì4  Pqspqlìta  ,  o  sienq  i  gentiluomini  ppl^c* 
pKli iip^^sspro  montar^  a  cavallo,  ed  ^sserp 
monti  [Contro  gu^lqqqvie.  i»yYcP>P^Ì^^9  ?  ^% 


à  dustàbó  iìì:  re  à  Svelta .    'Ifif 

1  principali  regolamenti  rìguardarooo  V  iù{ 
torità  dèi  He >  dò  ch'era  la  gran  mita  del 
senato,  di  volef  diminuire  , 

Or'  Augusto  ,  quando, già  èra  tròppo  tar- 
di ,  si  accorse  del  suo'  erròte ,  lùa  rioti  per- 
tanto non  poteva  e^U  pensare  a  .ritrattarlo , 
tindé  preferì  dì  ricevere  dure  leggi  dal  vit- 
torioso Carlo/  piuttosto  .che  da' iifdditì  eh* 
egli  era  stato  solito  di  considerarli  come 
schiavi .  Pei-  evitare  adunque  questo  sfcornoi 
sì  amaro  e  splacehte  ,  egli  defertoifiossidl 
sollecitare  una  pace  sotto  qualunque  doiidf- 
2ianéi.mà  in  ijualmatiifera  dovesse  mettere 
in  piedi  una  tiegoziazione^  senza  cagionafà 
'bmbraar  senato,  ciò  era  qdelcjhe  la  im^ 
baraztava  .Finalmente  fu  risoluto,  dì  cornai- 
tecttèrc  tutto  ciò  -al  manéggio  dellai  Contesa 
ti  Eintg!(mfarìl:»  clf  era  dna  dama  famósa"  per 
il  suo  ingegno*  e  bellezza V  nativa  della  Svfe* 
jeià  ^  t  per  tale- riguardò*  privilegiata  di'^faìPè 
fina  visita  al  suo  naturale  sóvr*ano  ;  senzìa 
fhéorrere  in  aleuti  Cospetto .  Ooétei  adun- 
que si  parti  per:  la  Lituania  ;  ma  poiché  Gaf* 
lo  HcQìsò  di  vederla,  e  poiché  tutti  i^tri- 
tagemi,  d!  tui  aveva  essa  fatto  uso^erand 
:?iijscìti  f  ani  ed  infruttuosi ,  fu  perciò  ctt- 
èiretta  à  ritornarsene  in  Varsavia  piena  4l 
itìm.iìarico,  e  déla3a  nella  éua  aspettazione.  - 
ycr  Id  contr^ìo  gli  ambascfi^torì  del  sènató 
iotmeriiatamehte  ottennero  udienza  *  Essi  tU 


i66        Del  Begno  t  della   Vita 

chiesero  ,4:fae  sua  Maestà  volesse  manfenere 
la  pace  tra  la  corona  di  Svezia  e.  la  repub- 
blica ;  volesse  proteggere  il  paese  ,  e  loro 
permettere  di  entrare  in  conferenze  co'  suoi 
ministri .  Il  Re  accordò  ad  essi  quanto,  desi- 
derarono »  assicurandogli  eh'  egli  avea  prese 
le  armi  contro  i  Sassoni ,  in  difesa  delle  Ir^ 
berik  de'  Polacchi  ,  eh'  esso  avrebbe  sempre 
stimati  $u0i  amici  ed  alleati.  Di  fatti  fura» 
no  destinate  le  conferenze  da  doversi,  tene- 
re a  Kinschin  ;  ma  Carlo  tostamente  cam- 
l»iò  la  sua  opinione,  e  disse  agli  aipba^cia- 
;tori  che  converrebbe  con  loro  conferirla 
iWarsavia ...  .  ^ 

.  Frattanto  Augiisto  trovando  che  \ì  sup 
-piagno  di  pace  era  rimasto  deluso  ,  si  gittò 
•tea  le.  braccia  del  penato/  ,ma  v*  incontrò 
.«nai  si  aspra    ripulsa,   che  rdetern^inossi  di 

•  ricorrere  un'altra  volta  all' altiero  Svezzese, . 
-Gon;questa  mira  ^gii  di^accò  il  suo  "Ciani- 

berlano  al  re  Carlo*;  ma  conciossiachè  si 
fosse  obbliato  di  dargli  un  passaporto ,.  Car- 
lo ordinò  che  l'ambasciatore  fosse  arrestato. 

•  In  tanto  il  monarca  svezzese  continuò  ad 
avanzarsi  verso  la  capitale  di  Polònia,  dove 
il  tutto  era  in  confusione^  per  questa  inopì- 
oata  risoluzione .  Quasi  tutti  i  nobili  se  ne 
fuggirono  alle  loro  terre;  ed  il  re  Angusto 
fu  lasciato  nella  metropoli  de'  suoi  d^omin)  , 
assistito  solamente  dagli  ambasciatori  'stra- 
nie- 


{li  Gusiaak)  HI.  te  di  Sùej(ìa  .     i6f 

nieri,  e  da  pochi  palatini  attaccati  alla  sua 
persona  e  ibrtana  .  Con  questi  adunque  Au- 
g«(seo  tenne  un  consiglio,  dove  fu  stabilito 
che  si  dovesse  ricorrere  air  armi  ,  giacché 
niuna  cosa  sarel^bcsi  potuta  otteneie  col 
mezzo  delia  negoziazione  .  Tutta  volta  però 
qiliesto  picciolo  consiglio,  quantunque  fosse 
x^rte'tpehte  impegnato  nelV interesse  del  Re, 
non  volle  percncrttere  che  rimanessero  nella 
Polonia  più  di  6000  Sassoni  >  insistendo  pa- 
rimenti che  questo  tenue*  corpo  dovesse  es^ 
sére  coniandàtÀ  dalgrande  generale  della 
Polònia;  cosi 'grandemente  stavano  essi  ac« 
faccatì  a' privilegi  dèlia  repubblica  .  Fattasi 
una  tale  risoluzione,  egli  lasciò  Varsavia 
giusto  in  tehi pò  ,  elle* il  re  Carlo  crasi  av- 
victnato*  ncHat  di^tanra  dr  poche  miglia  dal- 
la città  .  Allora  furono  immediatamente  man- 
date intim^2itòtii  dì  resa  agli  abitami^  iqna- 
li  veggendo  che  ogni  resistènza  sarebbe  va- 
na, presentarono  le  chiavi'  al^monarca  svek- 
zese ,  ma  la  citta  della  si  martieAne  per  al- 
pini giorni .  t\ 

Non  sì- tosto  furono  glv  Sv^szesi*  in  pos^ 
sesso  di  Varsavia,  che  il  Cardi  naie  primate 
fu  preso  da  una  forte  in ditìatione  di  avere 
una  conferenza  personale  èon^Oirlo  ,  e  ^  per- 
ciò egli  persuase  ad  Augusto  v  che  *g)i' era- 
no stati  dati  alcuni  indizj'  elle  il  re  di  Sve- 
zia era  disposto  a  porgere-  wecchio-a^  patti 
L    4  e  con- 


/ 


»68     .DclRègm  V'^eilaV^   * 

e  indizioni ,  j^arcliè  te  glifetie  fo^m  (kìW 
le  pròprie  ìniimsazioni .  Aogussb  bcil  ^eo^ 
■nobbe  la  scaltra  condotta  del  prelato,  eia 
non  ancóra  ^os'pèttava  della  sua  fedeltà.  Bi 
fatti  fa  esso  deputato  al  eampfo  svezzese  ù^ 
nitamferite  col  Conte  Lecsìnésky  pei-  mette* 
re  in  -piedi  una  negoziazione:  Ora  il  foli» 
prelato  convertì  uàa  tale  opponimità  a-prdM 
pfj  suoi  fini  ,  sicché  in  una  persor^ale  xon-^ 
ferefiza  col  nimlóo  della  sua  ptatfia  mafcchi^ 
nò  la  cadutandei  suo  sovrano*  v 

Per  tfucito  tempo  il  re^  di  Pbloiviai  pftb-i^ 
bHcò  crrdini  thè  si  raduha^sfc^  la  Póspolùa'i 
Ussienò ,  cotne  abblam  dettd ,  i  gerìtilùdftrf«» 
ni  di  Póloìrtiat'mà  ciò  a  «iente  altro  vals»! 
che  ad  una  vana  cerimonia;  ir  totale  stio 
appoggiò  «  sostegno  era  ràrmdta  sassona ^^ 
eh*  erasi  presentemente  avànizata  aHe  frontie-J 
re;  come  anche  la  nobiltà  del  palatinatd 
di  Craccovia,  la  quale  unita  in  un  corpo 
si  portò  ad  pfferire  ìè  loro  fortune  e  vite 
in  servizio  dì  sua  Maestà.  Subito  che  i  Po* 
lacchi  e  Sassoni  si  furono  uniti  insieme  i 
Augusto  marciò  in  traccia  de' suoi  nìmìcì  , 
determinato  di  affidare  la  sua  corona  sopra 
r  esito  di  una  battaglia  ,  Carlo  ebbe  ootiiiti 
di  questo  suo  disegno ,  e  si  portò 
Gltssaw  per  incontrare  T  csejg*^  -^  *' 
de'  Polacchi  e  Sassoni ,  che  ^" 

in  una  vantaggiosissima  si 


> 


j 


éi  Qusiuw  ìli.  ré  dir  Sté^S.  '    Ì69 

m^nte  sapericri  lii  humcr<y  agli  Sve^f^csi  / 
Pur  nondimeno  senia  riguardar  afiatto  co-* 
teste  difficoltà,  e  la  fatica  delle  sue  trap^pe^ 
egli  auaccò  i  nimici  con  un  furóre  presso*^ 
che  incredìbile  ,  e  con  una  impetuosità  ir- 
i-esìstibtte.  La  fronte  dc^  Polacchi  era  copcr-^ 
la  da  una  palude  ;  ma  Carlo  prosegui  Y  at- 
tacca con  tanto  vigore  ,  the  i  nimici  furo-^ 
no  tostamente  messi  in  disordine  e  scotific*^ 
ti,  quantunque  Augusto  per  ben  tre  evolte 
gli  avesse  ricondoiti  alla  zuffa.  Tutta  yplta 
però  Tala  sinistra  delli  Sassoni  attaccò  l'alar 
diritta  degli  Svezzesi  con  intrepidezza ,  e  gli 
avrebbe  sopraffani  e  uniti  col  loro  gran  nu-^- 
liiero  ,  se  diversi  reggimenti  non  fossero^ 
stati  distaccati  dalla  sinistra  iti  loro  ajùto  / 
Dopo  un  ostinato  conflitto  furono  i  Sassoni 
finalmente  rispìntì  dietro  la  palude^  ed'  infi-^ 
ne  anche  dal  campo  ,  malgrado  della  forw 
tezza  della  loro  situazione  ^  delle  loro  paliz-* 
zattì,  cavalli  di  Frisa*  e  della  loro  propria 
bravura.  Cosi  il  re  Carlo  con  un  corpo  di 
12000  uomini  guadagnò  una  compiuta -vi^*^ 
toria  sopra  30000  valorose  truppe  e. ben 
dtidplmace  ^  con^^ue  da  un  Re  in  persona,' 
~  ^4  j^indiAttev^  la  sua    corona  ,  per  il 

T    il  proprio    orrore  • 
irono    lasciati    morti 
e  2000  ne   furotrof' 
fai- 


fatw.;  .prigionieri ,  e  furon  pigliati  inebri 
l^ui  i  cannoni  e  l;>agagUo  de'S^^soni  . 
^.  Sii;^. maestà  ^vezsKse  proseguì  il  suo  cor-^ 
50 ,  marciò  a  dirittura  ^  Craccovia  ,  ;dov® 
Atigostp  fuggì  avanti  di  lui ,  e  prese  ognir 
miao^ra  possif^ile  per  rendere  decisiva  qaest' 
^^oae«  1  cittadini  della  capitale  pbbero  il 
^raggìp  di  chiudere  le  port^  In  faccia  at 
conquistatore;  ma  le  medesime  furpno:  aper- 
te a  viva  forza ,  e  la  cittadella  fu  presa  la 
seconda,  volta,,  sebbene  gH  Svezzesl  non  a* 
ressero.recata. la  menoma  violenza  agli  ibi- 
ta^^ti^  J^irenda  giunto  in  punto  rinfrescate  le 
$ue  truppe^  il  monarca  svezzese,  lasciò  la 
capxtaJC;  con  Intenzione  di  perseguitare  il 
^,mico>  fid  impedire  phe  «iivesse  a  iradunare 
.un' altra  .armata;  ma  non  aveva  nl^rciato 
pìjà  che*  solanacqte.  poche  leg|ie  ,  qu^atìdó  il 
M^o  cavallo  fece,  una  caduta,  e  per  .un  tale 
aQciden;e  egU  si  «ruppe  la  coscia,  e*  fu  co- 
^etip  a  Titornàre  a  Craccovia  ,  dove  rima- 
se sci.  sciximane  sptto  la  cura  de' syoi  Chi- 
rurghi, lai^uesta  maniera  ebbe  Augusto 
qualche  .  respiro  ,  che  fu  dà^i  ri  volito  in 
Qgni  possibile  vantaggio.  Egli  r^dunòfi  dif- 
ferenti .ordini  dd  regno  a  Mariemburg  »  e 
quindi  a  Lublino  .  L' assemblea  fu  molto  nu- 
merosa .^ .  ed  interamente  guadagnata  dalli 
donativi  y  dalle  promesse ,  e  sopraffina  con^ 

dot- 


di  Gustavo  III.  re  dtSbe^èa.       1 7 1 '  . 

ffotta    di    Augosto,  la   cui  affabilità >  obBIK 
gante   maniera  ,   e    peregrine   doti  non  miri 
furono  così  pienamente  esercitate  come  tiel* 
h  presente  $ua  angustia.  Anche  U  Cardina- 
le   primate ,  sì  fece  vedere   cointnosso  dalle 
«uè     disavventure  ,    si    portò  a   corteggiare 
il   He  ,  gli   baciò    la  mano  ,  ^e  si  lofTeri    di 
servirlo  con  là  sua    influenza^  fortuna,  ed 
a  Costo  anche  della  propria'  vita  ,  -quanttìn- 
que    il    temporfeggiatite    ecclesiastico  avesse 
tostamente  rinunziato^  a   quel  dovere    e/fe* 
deità,  che  avea  solennemente  "giurato.- Dali- 
la   dieta  fu  risoluto  >  che  h  repubblica'  do*- 
vesse  mantenere  un*  armata  di  ^0000  uomì*- 
ni  *  ^er  servizio  del  principe  ;    che    sei  setti- 
mane   sì    dovessero    assegnata  ^  agli  Svezèesi 
per  .dichiarare,se  Tacessero  scelta  di  pace,  o 
di  guerra;  e  lo  spazio  di^mpo    fu  accor- 
dato alli  principi  della  casandi  Sapieha^  ed 
agli    altri  tutori  delle    turbolenze    nella  -Li- 
tuania per  fare  le  loro  conscssìoni:  Per  di- 
struggere gli  effetti  delle  risoluzioni  form^a- 
tósi  dalla    dieta  in  Lublino  ,  Carlo  convocò 
un*  altra  dieta    a  Varsavia;  Queste  due  as- 
semblee disputarono  circa  i  diritti    e  la  éo- 
stituzione    della  repubblica ,    mentre    che  il 
monarca  svezzese  essendosi  riavuto  della  sua 
ferita ,  ed  avendo  ricevuto  un  poderoso  rin- 
forzo dalla  Poraerania ,  marciò  contro  le  re- 
lìquie deir armata  ch'esso   aveva  sconfitta  a; 

Glis- 


edistów  ;:  Av^ittio  'gittótò  '"un  pòiitìr  io^H  \Ì 
imsìt  Visitila  i  raggitjnseffSaPssom  ch-érànd 
comandati  dal    geoefale  Stetiatìt;   èitàt  idrò^ 
battaglia  a  Paltàusck  nel  primo  di'  riiàggió'/ 
eé  imierametTte  li    ruppe  e  dtspersfe,  primi 
eh'ei^i  fidise- a  pieno 'entrato  ih  un  combat* 
fimenéo':!  tanto  era  grande  il  terróre  del  suo 
Qome;  Àu^us^io  se  ne  foggi    a  Thorn  nella 
Prussia  reale;  e  tròvacido  che  il  re  di  Sve- 
zia  avev^    t>ropo«to*  di  mettere  l'asàedio  a 
({uesia'  pìaf22a/  '^li  i?iv  ritirò  ""^eif  tttàggtoré 
s'iturezsa*  in  Salsattià«/dua  maeslk  pòlàecasf 
òffcd^dl'iàrréttdere^la'  città  s^otto  pattò,  ché^ 
dla^  guàrntgiotie  sì*  fosse  permesso  dì  ritirar'* 
si  nella:!  Sa«soffia  i  ma  Carlo  risptìsef  ,*  eh'  e-i- 
gli  inv^stivar  fcrìpìafeza  nì«rattientè  cblla  mi- 
ra di  divenire  padrone  delle  truppe  ''i  cfhe  la 
difood^Md  i  lift  ^aiglone  fìi  quasi   termina^. 
hrv  |>t'i^a  tJÌié'JgiiSveitesi  potessero  pianta^ 
re^d  ìópo  i^tmofni^  d?'  batterria !  qaindi  Thònt 
fb^artaiHiifsria  eoft  gran   vigore  ,^  e  difesia  coti 
intrepfdetszaì   dal   generale  Rovel/  e  da  on^ 
guarnigione  dì  5600  Sassoni.^  Dopo    che  Id 
mtira  erano  sfafte  battute  per   un   mése /ff- 
nalme'nte  fti  fatta  una  breccia,  egli  Svèz^esl 
il    prepararono    a  darle  F  assalto ,    quando^ 
Rovel  si  arrese  a  discrezione,  e   fa  guarni-^ 
gione  fu  inandata  prigioniera  nella  Svezia  ; 
Méntre    che  Tarmata   svezzese    stava  itif4 
pinata    iti    questo  assedio^  i   màg^istrati  di 

Dà». 


||aD:^|ca.  si  amschjarpiao  <di  di;^astaro  il    rd 
Ci^Ja^^^  in  DR  40n)pQ  qaandp  tutti*  ì  {urifìcifil 
del   i^ord    tremavano;. d^l   %\xo   nome.  Essi 
p^jrtaqtQ  riigu3,ai:ono  dì  pccfticuere  che  i  con-t 
vogli ,  che  vanivano  ali*  armata  s^sKussy  pas-t 
sasseto    per  il   fiqmet  &    tostamente  fnYona 
castigati  4ella  loro  tepoerità^  avendo  U  ge^s 
tarale  $t/?inboeck  riscossa    una   grave  con« 
tribu2;vone   da' Borghesi*  £lbing  yper  la  vati 
(c(e3iiQa  ragJLOQe  fu  pi^  aspramente  trattata  4 
CJarlo^  eptr^  in  persona    nella  laiità,  e  pose* 
^.quartiere  le  sue  truppe  tra  1?  citila dim  ^  ch\ 
egli   disarmo;  riscosse  una  .fsontjrìbpzipné  di^ 
:;:óoooQ   spudi  f    ed  impossesstQtSsi    4i   ^ix^ 
pezzi  di  cannoni  >  e  40000  pesi  dì^  p^lirert 
4a    cannone  ,  che   stavano  -  ri  politi  ^U'  trse* 
naie  ^  ■•'«  .  *■•» 

Mentre  che  U  re  Carlo  z&tavg  guadagnane; 
dp  vant2iggi  uguali  a  vittorie  mila  .laiiek^i:an«>; 
spgiienza.i  la  dieta  in/W^arsavia  n^elle  débi^: 
te  forrge  jegol^ri  depose  il  re  Augitstai  cdi 
incardinale  primatp  che  aveva  ulcimamentet 
giurata  a  lui  eterna  fedeltà,  pronunziò  la 
sentenza  ,  onde  fu  esso,  dichiarato  inpapace 
di  portare  il  diadema  reale.  Il  come  Piper 
cpnsigliò,  al  re  di  Sviezia  ,  che  si  propones-' 
se,  egli  medesimo  qual  candidato  perla  cor 
rona  di  Polonia  »  ma  Carlo  aveva  già  deter-^ 
minato  che  la  medesima  si  fosse  dovuta 
pqnferirp  nella  persgna  di  Giacomo  Sobieshi , 

eh* 


tt4        ^*^  Se^no-e"  Alta  fità  '-'- 

cKTeVa  a^figlìuòlo- maggiore  delK  ultimò  *tg 
dì  Polonia^-  ma    concio$siachè  qaesto  prin- 
cipe   fosse  stato    preso    nelle   vicinanze   df 
BrcsUvia  *   e  Condotto    prigioniero  con  sud 
fratello  Costantino  a  Lipsia  da  un  distacca- 
mento'tli    dragoni   sassoni,  la  corona  fu  'of^ 
ferta  al  principe  Alessandro  Soblèski .  Il  gè- 
fieroso*» principe  non  potè  non  per  tanto  es- 
sere indotto  a  pigliar    vantaggio  dall'infor- 
tunio   di  suo    fratello;  onde '  richiese  il  re 
Carlo  xJi  vendicare  l'ingiuria    fatta  alla  sua 
ÀtnsgHa;  d'impiegare  Je  sue  vittoriose  armi 
va  dare  la  libertà  a  qucgl'  infelici  prigfoiri'e-- 
rì;  ie   dì  penetrare  nella  Sassonia-,   le  quali* 
Cose  tutte' furono'  prontamente  .promesse  dà* 
Carlo.  Tuttavolta  però  varie   dispute   eftmd* 
insorte   nella    dièta  in  Varsavia   dopo  T'as-^' 
S€n«a  dfel  Re  S  e  per  dare  cónto  delle  tné- 
deshne,    fa   (irstaccata   il  giovine   Stanidad' 
Leèsivskjr,  palatino' di  Fosnania,  air  armata' 
sveztéfie  dalla  detta  assemblea.  Or  k grande- 
impressione  che  la  figura ,  T  abilità  ed  il  ca-^' 
rattere  di    questo  nobile   fecero  neir  animo 
di   Carlo,   scancellarono   nel    medesimo    la 
promessa   fatta  al    principe   Alessandro    So-* 
bieski  ;  onde  dichiarò  esso  la  sua  intenzione  ^ 
di    voler   dare  la  corona    di*  Polonia  a  Sta- • 
nislao.    La  sua  elezione    riusci  di  un'  estre* 
ma  g.io)a  e  gradimento  per  la  dieta  ;  ed  an* 
che  il  Cardinale  primace^  il    qttarera  desi^ 

de- 


tk,j(jUjrwt«  r, intéjpceg«04  non  pptiè.r)^ar^ 
^e  :StaDmao  .pqsjedw  tal  rxn^rìtq^  <che  te 
tpcndeva.  he»  ..d^j^o  .^  lipa  .corpaa  i,flvwnr 
tunque  aVe$se  irVs^au^r^^V  ,f?M  JU^4i  lui  .gìo 
t«ntù  ed  ine^pf rién^f^le  reAdevunQ  iivcf p^- 
ce. di  governare  .uftl^  .n^teJonc  JWPto  ca'piiic* 
dosa  ^  Quesie  ^bbkdani  .però,j  nop.  4?<*9^'? 
di  mm  .peso  presso  di  Carlp  ^,  oncfé.  dissé^ 
al  ,  primate  i;  m  w  .^it^rfiw.  ^^^  ,Smi^lèa  ^a 
sotto  s&prd  Mella  Mm  ,.cfà  %  ,i  Stabili  il-gigruo) 
delk  $ua  ^ìezipoe^  ^.  ciaqge  ,^i^m,flopp.^) 
ci^é  a'  li  di  jlogUo.^ dell' aiiAO. i 704 ,  dich^ 
fece  là;su4  -pximji  risofa;«ioiie,iij;oljlocè  la, 
corona  $ul  capo  .del  giovine  .paUlinp  ^  Po^* 
naiiia  é  inalgrado  di  tutti  gVintriglixi -del  pti-j 
mate^4  il  quale  si  e^ejjjò  .dflla,  dieta.,  nel; 
giprnodclr  elezione^  ^  andò  spéi^indo^  ogni- 
opportunità  di  .egualmente  pre;gjud.icare..^Ur{ 
gustò  :^  Cui  aveva  esso  giurata  abbedieM?,^; 
che  Stanislao^  cui.avevd  ricusato  di  ^giura^ 
w, fedeltà.  .  .       .  ,  ;   ,.    .  .    ,  :  .:  .,.  . 

M,emv€i  xke  il  ré  Carlo  stava,  impiegato* 
in^  dare, alla  Polonia  un  monarca;»  le.  sue 
truppe  che  si  erano  dispérse  qua  e. là  pet 
il  pae&e ,  ebbero  frequenti  scaramucce  cogli, 
aderenti. di  Augusto.  Generalmentp  parlatido 
ess&  fui^no  vittoriose  ;  ma  in  una  certa  oc* 
casione  un  corpo  di  400  Sveszesi  furono  ta- 
gliati  a  .pezzi   da' Sassoni,    e  Lituani.  Per. 

vcn- 


^rendiczTSi  di  quello  afirooe>  j  Carld  imppvfs 
vlsamence  si  parti  alia  volta  di.Nép^a^t^ 
coi  grosso  della  sua  armata  in  espe^ittas^ioi^ 
di  '  sorpF£odere  il  re  AugujSì'lo  nelle-  yicinaiif% 
ze  di  Jamlaw.  Uiti^'ùgii^  rktiase  del^&o^ 
nel  suo  disegnò  ,  o6d^  si  risolse  di'  ci^ner^^ 
d' as$edio  Leopoldo ,  ch'era  la  capital^  déU 
gran  ptilitinato  di  Russiai.  Fu  creduto  qlie:. 
la  città  avrebbe  '  resìstito  quìndi(:i  ^  gìojrnt 
^er  mezzo  della  numerpsa-  guarnigione  ^  j?^ 
ideile  beri  valide  fortifica tioiU  »' che  vi  si  e.% 
rano  erette  dal  re  Augusta i  ma  Qarldl?* 
prése  ad  assalta  in  un  giorno  solos  ipassò  a 
£1  di  spada  tutti  coloro  «  ch^  fecero  resi^ 
stenza  ,  e  pigliò  prigionieri  il  principe  tìa*^ 
Jeschi ,  ed  il  palatino  di  Kalisch .  Qaesta. 
fu  una  delle  più  gloriose  conquiste  fattesi 
dal  monarca  svezzese  >  e  la  piazza'  era  te^. 
nutà  per  la  più  importante  e  forte  della  Po-* 
Ionia.  Quivi  trovò  esso  un  bottino  di  400^ 
casse  di  oro  e  di  argento  coniato,  di  va-, 
sellarne,  di  gioje,  e  di  altre  cose  di  gran, 
valuta.  Tutta  volta  però  il  rè  Augusto  glieP 
accoccò;  poiché  avendo  presa  la  strada  di 
Varsavia ,  era  già  in:  punto  di  sorprendere  il 
suo  rivale  ,  il  quale  viveva  nella  capitale- 
colla  più  perfetta  sicurezza ,  mentre  che  il 
re  di  Svezia  stava  pugnando  le  sue  batta-, 
glie  e  decidendo  la  sua  briga.  Intanto  Au-r 
gusto  rinforzate  d^  9000  Russiani ,  e  trovan^^ 
'        :  '   '         '        dQ 


£  Giistnvo  III.  re  di  Svezia  .       ìtj 

<tp*l 'passi  aperti  si  avanzò  con  marce  sfor- 
zate alla  città  ,  ne  prese  possesso  ^  obbliga 
Stanislao  a(  tragittare  il  Vistola,  con  precipi- 
dt>  ;  compari  nuovamente  qual  sovrano  del 
^aese ,  pose  '  tasse  agli  abitanti  oltre  4clle 
Ipro  forze,  t  di^de  la  casa  del  Primate  ur 
Ultamente  con  quelle  degli  aderenti  c)el  gior. 
vine  Re,  ad  essere  saccheggiate  Ida^Ip  >ue 
soldatesche»  Fu  cosa  rimarchevole,  che,  u 
aunzio  del  Papa  ;  il  quale  accompagnò  Au* 
gusto  in  ogni  rivoluzione  di  forturia  ,  ora 
domandò  the  il  vescovo  di  Posmania  foss^ 
posto  nelle  sue  mani  ;  ed  Augusto  vò)pndfa 
ht  cosa  grata  alla  Salita  Sede,  CQndi$i:f;s^ 
alla  sua  richiesta,  e  gli, consegnò  il  v^esco;- 
yo  ,  il  quale  dopo  di  aver  vcduip  il^  siip 
palazzo  posto  a  ruba  e  saccheggiato  4^\soU 
dati ,  fu  condottò  negli  .  alloggi^m^Qti  det^ 
nunzio,  e  di  là  fu  poscia, mandato  .  iti  ^as^ 
Sonia  ,  dove  se  ne  morì . 

Per  tutto  questo  tempo  il  contis  Oro  «.  .000 
1 500  Svezzesi  vigorosamente  difese  la  cit- 
tadella. Finalmente,  conciossiacbè  la  piazza 
non  si  potesse  più  lungamente  mantenere^ 
egli  fu  costretto  arrendersi  a  discrezione  »  e 
con  questa  nuova  giunta  di  inortificazione , 
ch'esso  fu  il  primo  uiBziale  general  svez*- 
lese,  che  fosse  caduto  tra  le  mani  d^l  re 
di  Polonia  .  Esso  fu  trattato  con  sommo 
rispetto ,  e  fu  messo  in  libertà  sopra  la  sua 
Tomo  /.  M  pa* 


parola  con  diversi  altri  uffiziali  ^vezzeéi  %  j 
quali  tuui  furono  per  verità  sopraffarti  dàtP 
affabilità,  generosità  e  nobile  porumcnrb -^ 

Augusto  r  .      ,    .    .  .^ 

La  riduzione  in  servitù  dì  Varsavia  ^  ^  i 
vantaggi  ccoseguenti  altro  più    nofv  furono 
che  r  ultimo  sfono  del  monarca  polacco^  i| 
quale  già  era    in   punto    di   cedere  il    tuto^ 
alla  fortuna  superiore- del   re    di  Svezia  ^ Mfe 
del  suo  rivale  Stanislao.  Le  sue  frupppe  era^s 
no  composte  di  reclute  sassone  i  n^n  er^no^ 
di€ciplit>ate  ^  né  punto  attaccate    a^FolaccJ^iV 
ma  pronte  ad  abbandonarlo  al  prime   perir, 
colo  «  Carlo  poi  accompagnato  da  .^^nislaò^ 
scavaci  avatizando-  con  una  vittoriosa   arma-^ 
tai  i  Sassoni  fuggirono  davanti  a  lui  ,  e  1^, 
città  nelJa  distanza  di  più  leghe  all'  it)toriH> 
gli  ^  rtvandaffiHio  9  fare  la  loro,  soiifitpi&siene  -^ 
i;Poiac^h»  e  Sassoni  erano  dotto  if  comando. 
àji  ^chullembe^g  generale  fecondo  ne'  stra«» 
tagt^pai ,   ben  canto  ^  cirscopetto  g  e -sagace  f 
ì|<:qfialè  usò   ogni  espediente    per  tenere  « 
firen'oi  i-  progredì  de'Svezzesi  con  im  posse  sar- 
ai de'  posti   vantaggiosi  r  ^  ^oti'  sacrificare^ 
piccole  partite  V  affine  di  procurare  la  salvez*. 
za  del  tuttOy-ecosiidgannare  inidiict^  Nul-, 
la  però  àk  meno  con  tutta    la  aos   penetra**, 
doner  ScbùUemberg   rìmasedeluso  e  supth 
rito  nelle   su?  abilità   di    generale  r   Dopo 
tina  varietà  dì  moviment),  artifiz)  e  contro- 
mar- 


di  €usiàvÒ  Hi.  re  di  Svezia ,       tf^ 

feartlfe  V  ptafttd  ii^uó  campo  vicino  a  Puniti 
fiel'^pàlatìhato  di  Fósnania  y  immalginando 
^kc'\tthàthtc^  svtizc%t  ti  dovesse  trovare 
nella  distanza  almeno  di  cinquanta;  leghe  ; 
é  ^ttindi  rìntase'  attonito  e  Sorpreso  iti  tro^ 
♦are  v'ch^ egli  efa  appunto' arrivato  in  c(ael- 
h  vlciiianfey  pronto  già  ad'aVVcntórsi  cfontro 
él^lui  5fcftzai  essere  fTrepafato^  La  vetìtà  fu, 
eht  Ciarla  avea  nlarciato  e  fatto  tutto  quel 
gptttià  ài  cariinìtno  fìef  dorso  di  nove  gior-* 
W'^  Imitìaginatìdo  dht  i  Sassoni  aVrcbbera 
^tta  questa  strada.  Coti  un' armati  superici 
tts^'i  trm  intiefanìente  composta  di  t^vaili  ; 
Carlo  attaccò  i  nimici  ch'etano  situati  ih 
tal  maniera  che  impedivano  di  potef  essere 
ifl  alcun:  triodo  cifcortdatl/  Scbullemberg  ri- 
cevè l^àt^àccio  oen  grande  intrcpidez^;  e  là 
90^  ptÌBìH  fih  essendo  arktìaf a  cori  picche  è 
fucilil^nne  É  pf  esentate  una  specie  di_ri* 
paro  coGipOlifo  di  bajonette  <  Lai  sefcondal  H^ 
dea,'  cfurvandosi  ^u  la  prima  fila ^  che ^  ^tava 
in  ginoCchioiii ,  faceva  fuoco  ^opra  (e  loro 
teste  1  mentre  che  la  terz[ache  sitava  ritta  irt 
piedi ,  manteneva  un  perpetuo  fuoco .  in  e-^ 
strenpro  grado  travagliando^  e  nuocendo  te 
cavelleria  svedese  che  già  pode  ìri  disòrdi** 
ncw  Queslta  fu  quasi  h  pfima*  Ihiea  di  ca^' 
valli,  ch'era  stata  in  ihodo'  regolare  oypo^ 
itd.  alia  fanterist  nelle  guefrfe  del-  Nofd;  It 
nuperioritk  dei  fecondi  era  itianifesta  tiel  pre^* 

,M     2  s'cn- 


i8o         Del  Regno  e  della  Fka 

sente    incontro,    ed    il    re    Carlo  perde  la 
bella  occasione  di  distruggere  tutta    Tsirma- 
ta  sassona,  con  avere  om messo  di   ordinar^ 
alla  sua  cavalleria  che  smontasse.  Questo  c;-- 
ra  ciò  che  si  aspettava  il  generale   sassope», 
poiché  ne  temea  le  cònsegueiÌ2i? ,  <>nde.pr.e-- 
fentcmente  si  rallegrò  d'un    tal    èrrojre  *pre-. 
sosì  da  Carlo.  Dopo  che  Quoque  il  combat- 
timentò  fu    continuato  per  tre   ore,' i  'Sasf 
soni  si  ritirarono  in  buon  ordine^  Uscia|)id6. 
agli  Svedesi  il  campo,  ma  noa  già  la  yit.-. 
toria.  Il  re  Carlo  perseguitò  i  nin^fpi  §n(ii, 
Gùrau ,  e^  gli  obbligò  a  ritir^jrsì    ver 50  ì* O-j 
dcr  per  foltissimi  boschi  quasi  ^mi>enfitrabì.n 
li  fin'  anche  alla  fanteria*/  ma  pur  ^noruUm^rr, 
nò  la*  cavalleria  svezzese  si  apri    per^qiie||k 
la  étrada  i  e  finalmente  rinchiuse   lSc|ii^lem% 
berg  tra  il  bosctìr    étì"' il    fiume  'OdervPVC 
Carlo  non  dubitò  che  si  sfarebbe  dovuto  af^ 
rèndere  a  disc/^ziòné,  oppure  morire  colla  spa-^ 
da  tHà  m^no,  éònciosMachè  non  avesse  |iè 
barche  i  tè  potiti  ;  ina  il  talento  del  general 
gèrnianò  supplì  ad    ognirnandanj^a;.  p^oichè 
ndla^nótte  egli  ordino  che  fossero  congiqntc 
insieme  tavole  e  pezzi  d'alberi^  sopra  ^di  cui 
fSèb  pàssafc  le    sue  truppe^  méi^tre. che  »g|^ 
Svè^zzfesi  aitavano  impiegati  in^sloggiare  tf^pc^t!^ 
to';abtoini  ^  che  Schullemb^rg  vi  avea s|)ediìk , 
rfà  hhaW' benefizio  né  risultò  ad- A^giii^^ìl/ 
ifàtìlé  fu  nuovamente  costretto  ad- abb^<|o 
''-     '  ì     '  "■''       .       \  -  ;  na- 


di  Gùitavó  tu.  re  di  Svezia  •       1 8 1 

naré  la  Pdlonia>  a  riiirani  nella  Sassonia > 
e  forti^are  la  capitale  dei  suoi  dominj  e* 
rèditar j  i  eh'  egli  ogni  giorno  aspeuavasi  di 
vedere  investitale  Nella  Polonia  vi  rimane- 
vano albani  pochi  dìstaccameqti  dispersi^ 
ifltapati  dì  far  fronte,  al  vittorioso  Carlo  ', 
òhe  condaceiva  un  numeroso  esibito  ben 
discipUhato  e  divenuto  gonfio  per  ìk  €on- 
qnista  4 

Or  già  la  Polonia  era  intieramente  tra  le 
mani  degli  Svezzési ,  i  quali  avevano^  simil- 
mente disfatti  diversi  corpi  di  Itussiani ,  iih- 
éapaci  o  piuttosto   json    vogliosi^    dppo  la 
battaglia^  di  Narva^  di  tentare  la  fortuna  di 
un  generale  combattimento .  Ovunque  ergno 
gli  Svezìesij  seguivali  la  vittoria  /  essi  nia|i& 
conto  faceano  della  disuguaglianza    del  sìfif- 
mero;  e  Schullembecg  fu  il  primo  che  avc^- 
va  dimostrato  a  Carlo  ^    che    vi  ejranp  ?àtxc^ 
truppe,  fuora  degli  Svezzési,  che  intendean 
Parte  della  guerra  #  Nella  Livonia ,  a  dir  vero^ 
la  grande    superiorità  delU  Russiapi  appena 
rese  possibile  al  generale  ^vezzese  Sclipp^en-  ] 
bach  dia  poterai  mantenere    nel   9up  posto.. 
Fin  dal  tempo  quando /successej a  battagli. 
di  Narva,  esio  aveva  colla  più  indicibile  di*' 
ligeniu  provveduto  per  la    difeisa   di  quel^, 
piazza  «  ed  anch«;di  Perpt ,  giudicando  cbe/^ 
\  primi  ^forzi  dql  nimico  saricbbero  stati  di* 
retti  ^onjtro  di  città    cosi  necessarie    per   lai' 
M     3  con- 


.  1 


iti        Del  JZ^no  e  della  Fha  .. 

conqoii^ta  della  provincia.  Esso    fortìiicò  h 
sua  t>iccicla  armata  «  còi)t    noevve    leve  v  fece 
Ihcufótoni  dentro  t  territor)    nfmicl;  ma  in 
obbligato  a  lasciare  dal  pWte    ogni    passo:  e 
cnlsùta  oiTensiva;    per  la   gran  ^«olthodine 
deìf  itoscovici,^  f  quarti    ihèmdarono  la  pst>. 
Vìiicia'  a  gaisa  tf  un  torrente  «  figlino   s^  im- 
possessarono di  tutti  i  posti  pr6s$Owiifii]ine 
'^arva«  bloccarono  la  '  città    ^er  ogni.Uto» 
.  ed  artti^anstme  troncarono  oghl  jc^mmiica- 
zlóne  tra  la' ^uérbìgioné*  ed    il   mvrei^GA 
picciolo  ^quid^one  svezzese  in  l^ano-pùcivò 
di  pehetrarè'dèr  soccorso  'di    (Narva^  afine 
'^à'ihtróètfrVf  Ife  necessarie  pìòvvhioÀil  L*am- 
*   niiragliò;*rpVàndo  ciò  impossibile  ,^  sia:cmhm- 
iò  |di'^^barcafe  tin  battaglione  dìmlUeredo* 
/  ^gehtp^ttó^h^f  nella  costiera  ^i  Ei^fotàar^  per 
'  tìnforaàrc  ficKppcnbadi,  Il  <fi|^te^5ì»  efa;;a^ 
vaniàtò  a'^V'iss^teberg,  per  f^ivorirG^un  tale 
èbarCo  ed 'iinione  •    Esso  '£à  attaccàiocnella 
;    s\Ì2k  niafìrià  dà  ^ooc  Russiant^  atli  ^ualr  o^ 
'    stieiàtamenfe -si  oppóse*  perlai  spatio  di  più 
ore  ♦Con  non  più  di»  Ì400''  tavalilv  to»  fi- 
.  naJmctite  fu  obbligato  a  Ufiral^i  4W  fe^per-^ 
^^dita  di'due  peizi  di  eanfAt!yniV  Sdippenfaach 
piit^p  non  avvintosi  per  ^qtifeMK^^rlpufear^  pro^ 
isegOi  la  suai  riioltìziOné  ^  Id^SC^orrareéhirva 
,  jcon  diligenza^^  tnstanckbSts  ^   ìAti  ^  ìt>  pi^è^io^ 
^o  nukiéro  dei  Ru^afil  «  «  là  pfnddbza  del 
tìzar  resero  vani  tiitti  i  suoi  sforzi  «  Or  quel 

prin- 


S  Cuuavo  III.  re  di  Sveccia .       i8| 

principe  còtìtlit$S6  Tassediò  ^ia  persona,  e 
iìréc«¥finé  J^iSOf  4>fi«*f  cp*  ;più.  e$treaiQ 
i^^btfre^t^Il  aOO^Wle  A)ffi>  jg'4  htnwo  per  la 
ifcratra  ;di£m9>!  ds^  .|*ti  faftf .  dejla ,  jxicdtsin|a 
'>ptwa%^  feiwtè^idWit|ì;,i  «api.  .sfarzi  ,co.i>  mt- 
jBe  qjifUVùa!  fh^  gii  potc^S»  inspirare  Ja 
<BX^  t%ptatttmhi  ìii^e^S/ì^^.  ed  il  j5or»ggiQ  ; 
jna^'UD:at^|j(i^fl<^  p^^eduto  distrusse  i 
JmilhàclhMft  fyti^h^i  f^'\^h^,Jfs^cndo   ve- 

dtasdoMi^  Jff^BfizKK  fiP^VÀaò  ^  rlW«/»  •  seppellì 

iana.^.|ini0  |^rtt^ejj!a  «i^iwi^ìgj^Qn^r^pito  le  sue 

oato«)if^«»i]e4  *tr%.noa  }^r€fx^^i4i9sìmpì%i  che 

5iiÉBtptti«ftiini  yi  o9ftl?4;^p  ^  iTioQj^ir?.,  41  (ron^ 

-.ìtM'u  U  iClMv'Pi€i^e; ,  ifl»me4«3^^3j^fii>te, ,  ordinò 

'?  che.^sìafg^»  ri«l^  Jl';^,?a*W  r  4À, aSoqp  «celti 

l&eaòttUi  Gyiie§¥PZAe|[^Hi^^rp  .U  J>rei;pia  con 

r  f  itiiiéfM»tei60|faffpaT,^c-4.^)^^^^^  rijpin- 

•  ^seco  i-^R^Sjà|pijriaUf  piiv^gjj^  p?  esséfido 

e  «sst;dHi^t*  pi^rn4ov4|f^K  Q^pow/  a  trft.altri 

1  aaaocbitrfaiie^ii  ,^d  a0aiy;ft,;e^^ijisti  jdKJGìiric 

o  p€»i  ia  #|0g%  :f)$$iisteaa,a.  chjs .  ayeitaipip  fatta  > 

-.  p&mlmWi^iM9J^^Sìè:iti  dal  graq.Qumj^ro  di 

Btmici ,  questi  già  enfifarpjaio  tvwiijljcposamen- 

'  te.^  TOfi  ;fei  iperdoiv^ronp   »^  ad  ,età.y  né  a 

L  .:j»«Ot;:p858;i.i:!V«^:<4)ltt?  a  ;6l  di  ^ad^»  «Sfrt- 

-i  (|qctó;  teigWEPigio^M?»    P^rt^    4eUa>qp^le  si 

:    ÀSsoia.dJjscFezipna^ J$  la  rimanente  .$1  dtirò 

3"*»tt»{  CÌ«t^llacd|;|v^9^rod.. .  Vf    ;  ,  ! 


i«4      Miiègm  ^  ékttà  mìa  ' 

potrebbe  a  soggiacere  -àirbte$s«  deftM»^ 
T)^^^rtii«itf 'Vlt  20oo<>  RtKslatii  U  citnfe-  ^iNtH- 
V^ì6i  è  continuò  ptr  «ki  hneré  mese  élMfL 
terè^fe^'tìllci  rtttm  ed  gtosso  caiMòf!*)  15 
Bt'i>tbi^c  néW  ^A'  tèi  graH  copia  ^ 
boMbePOll  assedj^tl,'  èlle  non  oltrepassa^ 
9iiW«  il^  ùtrmetò  'di-  r 5 (X>' uomini,  nieti«i 
ffé^^essci^^^r^resfiignefe' •  i  ^f^ieì  :  sortll6\ 
*iffttì|etiiL'*  e  iori^rcse  farorto  tótie  posM 
itt^j^a  '^èt^ifrtfVagRàre  gli  assedtatèri;  ìtìa 
B  tuètó  $«vi'sWè«téhte  *pci-  profotìgare-  YéP 
teiioì'iA  "^ù^fììpont^  ^òpo  Aver  fall*  HÉH 
hiìvà  re^temas-  lii  costretta»  id  -  arrenderii 
1^  iroitdféic^;^'  dtè  dévessè  mai^èfar  fàeni 
»àl!fir  fohJ  Ihwì  e^birgéglio ,  ed  essere  scòr-^ 
tótii  ^  Reircl%^»s^»  «teHi^  Rdfssiaiii .-  Qùtm 
|^^è^\fé1la  eàpiralÀiétte  fu  1^^  ^«6è 
i^f^tbf*  r1btj^aron6^  trasportare  i  soldati"^ 
'Ì-tàrftk>' zfk  ftéé  del  tranàtò,  ritefiiìerè 
prigionieri  gli  uffiziali  per  più  giorni  ;  ma 
4e  htìiifecfce  dfelK  Corife  di  Stokholm  final- 
«e'nte  gli  obbligarono  a  fir  gi!^ti2ia-  ed  a» 
dempkre  1  loA)  patti* 

Dopò  la  riduzione  in  Servitù  di  *Kar^a  , 
H  Castello  di  Iwànogrod  fu  ckató  ad  arréi^ 
detsi  dal  getìeràle-  Ogilby ,  ch\eira  un  uffit* 
Aiì6  sco2ze^  ncf  senHzio  iràssiaho  :'  tatti» 
Vbka  però  la  guarltt^g^oiie*  si  determinò  ^^1^ 
Starne  alla  Ma  difesa,  onde  fecero  resi^ett* 

■"'•  za 


A  0mt0s)o  III.  $e 4i Sve^ .      t6( 

;tt>  t^  pechi  giorni^  e  quindi  ottenàefo  oir 
jQ^ilf voti  condizioni ,  le  ^lualt  però  furono 
.pote  ossernstC'  Non  solamente  quefU  guar- 
Jligionc^  ma  eziandio  il  conte  Orn  egli  ^ 
'^^iaJi  presi  a  Marva  »  furono  manéati  '\ 
filosca^  dove,  furono  cacciati  in  un  oscuro 
dtce^0>.ed  in,  ogDi  riguardo  trattati  eoine 
prigionieri;. .di  un,  popolo  barbarp,  a^ttp 
^ordo  ai  dettami  dell'  onore  e  delU  uanmi-* 
tà«  Intanto  il  Csar  Pietro  imroaginandoai , 
che  il  terrore  dr  q  nette  Jionquiste  avrebbe 
oosfretta  JRevel  a  sotcom^c^f^i ,  .marciò  alla 
dkìtauza  di  poche  leghe  da  quella  città/, ima 
poi  .veggeadov  ch&  .4a  guaroigiOQe  ai /era 
provveduta,  per  fare  nna  vigorosa  difesa  t  ^gU 
noti  istimÀ.  cosa  propria  d^  fvcQ^  ua~^assc|diQ 
legolare  in  una  stagioneu4eiranuo  jeosi  afa-» 
vorevole  «  Quindi  av/^da  rlasoa^e  «gjuarnigia- 
m  ftefle  pias^^  ch'efifinq  ne4  sup<  RQlSiesao^ 
'^gli  se:  ne  ritornò  coi}  rìAìa^etiae  d4;^'4^er- 

«ito  nella  Rossia.  ^    ;;^  ..  ^ 

Dopo .  la  ritirata  dì  iLugiffto>  Ja  J^olonia 
^  intieramente  governata  dai  re  di  Sfeiia., 
poiché  il  novello  re  Stanislao  eratotalmen^ 
te  guidatp  dai  ^uoi  consigli  ^  Furon  fatti  pre^ 
paratavi  per  la  incorona^uone  idi  questo  ^im»^ 
Ciipe^prìtaa  che  1»  fod-tun»  io  avesse;  pi^r 
la  seconda  ^volca  a  discacciare  dalla  sua;<:a- 
plkale  i  Fu  stabilito  vdoyersi  raduiiare  una 
di^ft  a  Passavia  ;  e  ì^  óp pmi^ioue  ^^Ila.  gpi> 

te  "■ 


fa^di  RotPa  sembrava  i*  unicp  ostacolo  ,  che 
Vi-fosse  al  pieno  stàbSlimento  di:   Statiìita<^* 
Il  Ponieficc  non  potè  evitare  dr  'drcfahitarSl 
per.  Augusto  il  quale  per  un^  scorona  a vé^ 
iihiurata    la   religione  protestante,  r  di  pfè- 
^efirlo  a  Stanislao,  ch'aera  jtato  innalzato  èl 
irpno  dair  eretico  re    dfella  Svezia: *0i   fìrtti 
il^apa  pubblicò    Brevi  >    djiibn^landcr  sca- 
itmQìche  contro  ì)  Cardinal  prioiate,  e'qtta- 
^iunque  ^altro  dèi  vescovi  polacchi VU    quale 
^vésse  assistito  all'intesa  infcoronazìonè.  fa 
.prfmijra  di  Carlo ^  t  di  Stanislap^-d* impe- 
dire ]a  dispersione  di  .qUest)  . brevi  ^  ^ilciÀii 
|dfà^. quali  non  perjtaAto  trovarono   libera  ^la 
Strada  in     wars^ via  9    ed    o  furono  ^-d**tfaa 
forcis^ìma  influenza. sopra  gli  anitnfl  der^^èu- 
.  f ers^iziosi    cdtA^tici    i  i[uali  prci^Èwal^  un* 
implicita, ^obbédic^za  z\  Pa|>a^  osopra  quel- 
la dei  politici.,  ì  quali    andavano*  céi*eando 
di  ìùn^èptare  il  lèa'tor^  della    loro  rdxchtàra- 
ziotie  in  favore  del  giovine  mdtiarcà  ;  Furo- 
*  iio  >|èàìj|òcate  pijbblìcàil'-cdfrfì^  fh  vifi^deì 
,•  .qu]a]i  fqr'^proibito  agli    ecclesiastici   'di"Ì5u«i^ 
J^Junque  grado,  d'ihgerirst  negli  affati  6é*^- 
^  Yfmp;  e  per  maggiore    isicurena,* le 'porte 
,,d^le  case  dei    prelati    furono'  guardai   da 
iqld^  armati  per  impedire  >  die  vi   emras- 
j    seco*  pd  j  uscissero   ifofàstiert;    e'Garlo  si 
4  addossò  /sopra    di  \t   mcdfeshpo'  1*  odiò  di 
i|ueU6'  picciole  5&yeriU|.|  a^nchè  oonr^a^^este 
^ "'  *^-''"  '    à -sui- 


éi  érUiiàvQ  tlL  rè  'à^Sòeì(ia  .    ¥»r 

a.  Recederà  niuaa  differènza  tra  Stanislao 'i 
^e^i. ecclesiastici  nella  sua  priina  «salt^ziu!^ 
^e  al  trono.  Atnbidue  i  principi  sollecitarò- 
.na  il  Cardinale   prìtli2(te,    che    compisse*  la 
;cerimcnia.delVtncoròiìa2ione^  ma  qtid  ptle- 
lato  $t  ritirò  a  Daoaùca  per  isfuggirc  di  con^ 
«sacrarC'  un-  re  ^scelto  contro  le  sue*  inclina- 
zioni. Tuttàvolta  però- ^glt  procurò  di 'con- 
dursi eon..ule  fermezza /che  impedi  di'  4i^ 
^gustarsi  od  .Augusto  «Carlo,  Stanislao,   òA 
•il  Papa;  e  ^pi)r  nondimeno  tqtti  ebbero  ra- 
gione di  biasimare  il  siio.  astuto  protefd^)^, 

:/i  cavilli  e    le    tergiversazioni,    quantunc(àe 

.  non<  potes.sero  giustamente  atupcafsi   ad  al- 

.   cuna  parte  ddla  sua  condòtta  «. 

-.       Le  procedure  della  dilata  ^  insieme  Coli' au- 
torità del    re  4i  Svezia  7  e  1^  ^uga  dt  itu- 
^gusto  tirarono,  molti  ^éh,   hobjlcà  a  i^c^i- 
re^la  causa tdi  Stanislao,  i. quali  Ifrano  $fati 

^   .gli  acerrin^i  aderenti  del  suo  rivale.  Smiel^ 

;giskia  Stare$ta  di  Q^sna ,.  il  piti  rlsolutéSe- 

.^ace  della  foctuna  .  del    re    Aug^uistó /^ce 

.aliarsi /spiritosi  tentativi  in  àuò  favore';^;ma 

auttele  sue.gegta  non  produssero  ninn  rea- 

,  le  vantaggio  al  -suo  sovrano, vii  qiiate  fu 
coatreua'a  ricorrere  alla*  mjediazlone  ,dl  sua 
JMaestà  prussiana*  Egli  adunque  sollecita  la 

i'.  CQxiù  di  fierlinp^  a  .volersi*  iriterpcfrre,  e 
tprocnrargUuna  pai^e  sótto  Qualunque  '  ton- 
^^Mione-,  ma  sua  Jftaestà  prussiana  ei'a^^trbp- 

pò 


f^  rpràddnte  »  ;siefifaèwt>lef8e  Int^òl^Nitst  M  t!« 
n^  difipum  ooa  un  imotiaTCì  :cos^  telUccHp  Ir 
fi^o.^  xom'cia  il  re  di  Swxia;  Fianlibemé 
Augusto 'ptrdè  ogni  spea-aiua  in  Tèggéiidé 
i^  l|.9«o  rìrak  eia>^ai» -solMnMsMte  i^^ 
cpFooatQ  4  ¥artavìir;'tthe  Jn::'mag|^i^  f^ìté 
dei,  nobili  avednoigiaf^taifeddtà  a  <SlBanì9)ae't 
f  (;hie  nùtfiav  dtlle  paecnate  di  Envcpàv  e^ 
ccttocbèv  i  Rufsidni ,.  prestairario.:  il  9à€hù>aìo 
ti^uardo  agli  afiaH  di  Fiolonia,  o^paichè  tt* 
messero  del  leMbiSvèm  o  pet^è-  fo^ro 
altrove  iiysp&egate^.iì  Caar  per  «td  v<]}4« 
re  poise  una.  mafiOj:8usì}tatfict  ati^^af^uUCia*^ 
tPi  AugusiQt  ect  avendolo  incontralo  a^fi^ifod^ 
no  conferi  con  loè»  .e  cai  genopalé  SehnW 
lembexg. sopra  Tin&Koe  situazione  d€^i' s^!K>i 
a^ari^  In  (lueato  tempo  Augusto  era  giàide- 
posto  iàdì  trono ,.'jt  per  tale  ragione  non  più 
temefa  di  esasperare  A  Polacchi  .per  V  atà- 
missione  deHe  armate  russiane  nei  domini- 
delia  repubblica;  laonde  fu  risòluto  che 
un'armata  di  cento  mHa  uomini  dovesse 
aitapcare  gli  Svedesi  nelle  loro  nuove  con<* 
quiate .  Or  quesui  forza  cosi  prodigiosa  to^ 
stamente  entrò  nella  Polonia,  ed  e^endost 
divisa  in  più  picclole  *  partite ,  bruciarono 
e  distrussero  i  poderi  di  tutti  coloro  che 
si  erano  dichiarati  in  favore  di  Stanislao* 
Sessanta  mila  Cossaki  sotto  la  condotta  dei 
generale  Mazej^a  similmente  entrarosK)  nei 

do- 


4  4«lfd  liOtord^airaut:  iool  fiirow  dibMbari. 
$di«dl«m)bierg,  istalli  «nel   tempo ^medesimo 
Sfamando  con  un'atmaia  di  Sassoni;  -e  se 
U  luifiUH^  atV'CMe  pdiQto  determinare  il  -de» 
^cina^  detta  guerra  «  Carlo  certameiice  avrdb^ 
be^  dOYfilO  soQCcfiabere^qico  la  ft>rza  e   0e^ 
so  deà^sufoi  nimici;  loa   tuttavia  -  frevàlieror 
la  condottata  il  coraggiot  eila-soa  buéna^dt- 
t^fia^  IL^orpo  dunque  dei  Rossiani-  fb   aft- 
l^oc^tP  eictconfittooo9Ì/pr€tNaiAente,  che  tut- 
te, le  #f0iatQ  £uran0V'diif)ecse  prima  cht  zì-^ 
c0jEia  i^^  loro  ricevesse. de  notizie    dèll^  i  dl« 
sgraiie.;  deir  altra  «^  .Lo  ''slaggla«àieQt<y^  di 
4^01000^.  ftttaslani  arppena  «.potè'  £ar^  ostacolò 
alla  itHifCta:  dei  Svezzosi  /rpoichè'J  Mtti^ti  ^r^ 
terrill ,  viotr ,»  dj$persr ;  e^ovio^ti ^  se 'ne^fèig* 
girotm.r  pcecìpitosamence  odi  ià  «^dal  ■  Bot^kb^ 
nf  y  icvfmaado    inmeraan^ice  la  Polonia  /e^ 
lilfciafwlo  Augusto  JA  preda  dal  Mo-'daUrfyo 
dOfitiuq,!^    *     •.        1  ».  '   ...     •  t.   '-:v.':::v     '.-.• 
.<.  Né'  centameme  iSciiulkmberg>f6*iaecom- 
psigi^ato  da.forulinax   Hìig^lomv  c<Ài  ^tutro  il 
fiup  merùo^vC  sirpo-iorkà' di^n^tnetò.  Meti* 
tr^.cluer^il  ret  Carla  stava  discacciando  i  Mòv 
scovìtir^i'iiinaiiziablui  netta  JUituanta >  SéhlaU 
]em^efg.^ai«£va  i:prei^   jpo6co  in-onaO^oa-^ 
z)qa^    molto  r>  vantaggiosa  s    'Cot    vflfó]^gio 
4btJageredotff  alla^  mano  dir itta^   Boéfftforlf 
a^U  sima6:$ii  ^o  la  :retiH%ixaid^^  difesti'^aUa 
.«        -  cit- 


C^        jad'^Éig»  t'Ma  fica  V 

ilBk'^i  FraN»enèftld(.  CU  Stétseil^  ^rmftyi^ 
no  iohxxiMvt  unii  ^^lineÉ  schietatk  lungé  il 
fiQ«Dc:cofi4«lll  e  ''Cavimi  trami^clliati  ìMÌe^ 
«le^  ^e.  tm,   dHtrsi  «inttagtìcmi    é!'tssérr< 
eVcmw  Viiltaggtotetìlentesilciati  nètta  retro* 
gibrdfo;)  GotiMpi^tódiSpo^lSone  atiaèdafoocy 
rjj^auàeA  z\\\'ii  di   febbrajo^   li   riipkìseriy 
èKi^VvxiMi  cfc^crat  uria  .  (liam  ^li  divenci^ 
t^fàtiU^9t\Uit^p^t  4i  Augattp;»  ed.  in  mcM: 
fto  iK  ifieaa^^tf  àfi^taroricr  il^sid^^  otctn*^ 
«wm  QfiacotìKipUittf  Victoria  y  <A  o^oraroiky 
k'ijtài»  Ikcnaf  ehe  i  lui^hi    ed   itrtfyoiftaiid; 
leivigi  di  Sji:fau)ktillkrgsiiàvtfvaèc$  cfelì 'tee** 
rf»i?a{irttti«er  ao^tHitata.  RenscHHd  era'  statÀ 
priitia  dt  ^esta    batta^M  chiaidató  %  V%t^- 
oienioae    dell'  Aìes^andro    del  •  flfard  v^  tJna  - 
VittcMia  di   cotanta^    impQtt^^sLà'  goadagnata^ 
contrai  d t>  utf  -*gène^al6  -  li  rinomato   alla ''''^^' 
St^'di^itìnumcfo  «operi ore  di  fbtóc,   Vaii*^ 
tagg|ìoi^«iMiite  sittiat*  e  di  truppe  betì  dì^èf^ 
plinace,  innalzò  talmente  il  suor  home,  die 
la  agguagliò  coti   (]fM(t(>  del  suo   sovrano v 
fi^rò  fin^^nchjBT  gelosfa  neH^antiiio  di  Car^ 
Io,  il  quale  non  potè   aàtènefst    di    non  e*- 
sdaitfare  ;  ,v  certamente  Ken^^child  non  si  'Dorrà 
pcMgonatè  con  i»é*^  ^  Èg{i  è  vei^  che  la  lOra 
crudeltà  dkrrusser  i  frutti  del  suo  coraggio  ^ 
poiché  $ei  ore  dòfkr  il   cottibattimemo  egli 
ordina    che    più»  di  lood  Emsiani  fossero 
trucidati  a  sangue  freddo   per  mendicare  \e 

lo- 


loio^iJNuie  «neUa  .Polonia^   e   per  quraUT 
$obt:aisìone  4ieM  infame  tina  victùriti  i,  ^^.^W' 
\s^m   ^Um   >cafO:  ai^rr^tbhe  vtft^iiiidncK.il  tiiia 
^IfqMne:  nei  catalogo^! degli /  «foè   $tMze»i  .»llft 
pia  looiaAg-  posterìa  glorlofio  ^  ed  ioitfiwUifi 
]c5..Kma«  i^wat.pocè  Mwt  piit  iompixtSsk^ià» 
k  4isfatu  (lelli  ^aMxni  j^  polche  iutierf  .te^-4 
gimisiusi  gjkqirafiaJe    ftrmi«    tr  pQ«$tfitrl>ntb 
ghiere: per  L»/vita  ^lla  vfMÀ  fSitpipliefaevblri 
pQsituta  ^  ,Sc(i  JuiU  ne^furfNicy  xii^ckii  tal  ({Ui»« 
BOjr^r;^Q0P  ^  /^rofi,  fatti'  pi^lgjb^ittri/   ma 
{luj;  tu^^xit^o  Ia^<ij<^pro$hiic(iiè  <lì)iehflAlfnu^ 
hu^  ^  fu  f^aa  vwa  (aoi0  >  gHidizlo   ^  ló^te^^ 
Qjb^  (ol^qprwcci  uD  ti  copr  ivano  «  ^^ahsovo^ 
sorpresisi  (e.  sae;  iruppe^vL  ppiè  cantace.  lavsaa 
s^n^tta  m.  Trpnt^fiei  peeai^#  catinoni  y .  i  f cero 
iqoscbeni»»  40,  p4fa  di  li^aiuÌKsar«.  e  sfieiuiardiv 
e.jciatto'/il  bagaglk>  $assdai«  ;  eaddero^  rea  lo 
mani  del  tgeverale   SYezjme/    m»  le  conso^ 
guenae  della    vitioria  fièiQ0a    làttaviia^  >ptù 
imporranti.  Ka  aperta  uM  strania  nella  Sai* 
ipnia,  e  più.non  rimaneva  o$iaoolo^  aktsDv 
al.xe  di .  Sveaia  di    poter  pigliale  possesso 
dei  domini  erediur)  dello  sfortanato'  Aàgu^ 
s(o,  ora^  già  ilimiciga  edx  ermnte  itelta  Po^to»* 
nia>  in  cai  non  possedea  neppure  una  $oIa 
città  faor  di;  CracooTia*  Egli  adunque  4  git^ 
€ò:  dentro  la  medesima  con  pooibl  reggimene 
ti  4^a$&o&i  y  polacchi Y  e^riissiaot ,  e  comiìnci^ 
ad  ergere  alcaae^fortificaaiotii. per.  difesa  del» 

la 


191        I>el  Itigm  e  dette  Vita 

la  medesima;  ma  T arvicinamento  41  Vi^ 
yerfeldt  generale  sveazese  ^  e  le  notìw  che 
il  re  di  Svezia  aveva  già  preso  possesso  «Id- 
ia Sassonia  «  lo  avvilirono  nella  sua  <  risolts^ 
ùone,  posero  in  sconcerto  tutte  le  sue  mi» 
sore  e  lo  ridiissero  su  Torlo  della  dispera 
tione  • 

11  re  Carlo  alla  testa  di  240Ò0  uomini 
^ra  già  attualmente  tncrato  Hill' Elettorale 
di  SÌassonia  per  la  strada  di  Lusaaia.  Ìm 
dieta  in  Ratisbona  senz*  a  vere  '  la  forza  di 
mettere  freno  ai  di  lui  progress ,  lo  dsckla- 
rò  nimico  delP imperio,  ove  avesse  presunto 
di  tragittare  TOder;  ma  Carlo  disprezzo  tft 
loro  impotenti  minacce  »  e  prosegui  il  coì«^ 
fo  delle  sue  conquiste,  senza  punto  temere 
^i  tutto  il  corpo  germanico,  e  &^%e  aneo^ 
ra  lieto  di  avere  un'opportunità  d* emulare 
la  gloria  di  Gustavo  Adolfo  ^  con  abbassai 
re  r alterigia  della  casa  d'Austria.  Egli  è 
certo ,  che  il  suo  avvicinamento  ai  6  di 
settembre  sopraffece  la  Sassonia  di  coster- 
nazione, e  per  verità  sparse  terrore  per  tut- 
to r imperio.  I  paesani  sassoni  abbandona^ 
rono  le  loro  abitazioni,  e  tutto  il  paese  fu 
lasciato  un  ampio  deserto  fin  a  tanto,  ch^ 
Cario  pubblicò  un  bando  «onde  furono  rav* 
vivati  i  loro  spiriti  >  fu  accresciuta  la  con* 
fidenza  che  riponeano  nel  suo  onore  «  e  li 
condusse  indietro  ai  loro  diversi  impieghi. 

Una 


di  fCrUiftq^o  JIJ.\^  di  Svizia  .    .-^95 

jra^è^rjatoi  %clU  Sai^o^ia  non  con  atora  mu 
-  »9l?e  ^ii^Hii.j^rUfC  ad uuA  sollecito  finip  una 

^f^^eL..ji{euAugtì$to  ie»>4elf  Czar  ;<Ìi  .Mo^aoijia; 
^^%fj?^  aveadp  \i^^tS<ifs<^i4., sostenuti. «4  s^fii-». 

ti  i  loro  disegni,  era  cosa  ragioilev^4i^a''the 
.  1^  J&l^ttQi^^  dovesse  paFceGip^me  ih  ^cat^igo , 

ed  es^j^nf  iiiabilicato  d^l  pt]S>sf|ftuH:e«  ^c^te 
,  misure^ «^^he(en4eano  solamen^fi    4}!^^  spar* 

gi^mJC*fltOf^deVsail%g^q,  edrH^^  dé«r^??oft©4el* 
'  !fc  .^Bfcj^'  u«i4W  ;  vP^  c^3lu:S^u§rcCj^Ìflne 

era  det^rgii^iato  a  .inodfjrf^f f  1%  ^jiia  .  vendete 
ta>e  periciò  Tassicui§3^t,^^StaAUoi^.,.gU /fi- 
lami deli'  Elettoratp  ;(^g,^tftJii  polòfo ,  jcfe^d  si 

ed  ,a^sseror;formie,hjiiloi^5^^ 
sQSt^no  e  i|ianteaim49|0{49llief  s^)9  t(up|ie# 
avrebbero  godgfà  ia';.stuk  projifnf^f^  e,)Sa- 
rebbero  'niant<(a^^y|vl  j^sse^^a  r{Ì^i  loro^fx»- 
.  d^ri  e  sostanze  i^^f  lo  €Q^ra|k^  aplprp  i 
quali  o  avesser9  pigik^  le  arsii ^|Qi  propria 
difesa,  o  avessero  esitate  U  lora:  perso- 
ne «^  oppure  nascosti  ì  jbórò  e^tti^  .narfb- 
bero  stati  tramati  col  pivi,  esiremo  wÀgoie  ^ 
come  aperti  nimici  del  suo  governo^ 

Gli  e^Tetti  di  questa   proclamazione  foro- 
ao  egualmente  sa^tari  agli  Svezzesi  ebe   ai 
Sassoni  «  po^c^è  g|i  uni   ei^bef»   lorqt  ^aie>r 
Tomo  L  N  ta-^ 


t94       "^^^  Éegriò  e  delia  Vita 

teiihente,  a]>prestate    tmre.  le  cose  neoessarté 

alla  vita  ,  e  gli  altri  non  solsimente    futona 

esenti  dal  sentire  i  terrori  delia  guerra,   ma 

furono  eziandio  in  qualche  maniera   manter 

ttuti  nel  possedimento  della    loro    libertà  e 

'sostanze;  o  almeno  di  qaella  picciola    por-* 

siorie  di  libertà  ch'essi  gode^no  socio  il  lo^ 

tO  legittimo  sovrano  Augusto.  11  popolq ie« 

ce  ricorno  in  gran    numerò    a    ripigliare  le 

primiere  occupazioni  ;  T  industria  e  la  fatica 

proseguirono  il  solito  loro  corso;  ed  il  più 

esano  strettissimo  ordine  fu   osservato   nell'' 

armata  svezzese;    ma    contattociò    il  paese 

fu  terribiknente   .caricato    di    contribuzioni, 

ed  angariato  di  tasse.  Carlo   dal   suo    cam<* 

pò  promulgò  ordini;  perchè  si   radunassero 

gli  stati  dà  Sassonia ,  e  che  a  lui  trasmettesse* 

ro  un  conto  esateo  delle    rendite  dell' Elet* 

forato.  Allorché  egli  fu  in    una  convenien-* 

te  maniera  informato    di  quel    che  il  paese 

poteva    somministrare  .j    impose    una    tassa 

mensuale  di    6^^5000    risdollari;    ed  inoltre 

©rdmò  che  gh  abitanti  dovessero  •  fornire  ad 

ogni  soldato  sveazese    due  libbre  di  carne^ 

trna  eguale  quantità  di  pane,  dae  quarti' di 

birra^    quattro    soldi    al    gìarnò  e  foraggio 

sufficiente  per  la  cavalleria.   Questa    cóntri*» 

buzione  fu  esorbitante,  ma   in  <:ontraecam- 

bio  il.  re  Carlo  prese    i   'più    efficaci  .mezzi 

onde  preteggere  il  popolo  contro  le  depre- 

;  da- 


é  Gufavo  III  re  di  $vi^ .       i^% 

datiofti  dèi  soldati*  Fu-  ordiciaco>  che  in) 
tutte  i^  cìt(à  dove  stavaao  a  guarnigione  ^■ 
.  oppure  i0  quartiere  le  troftpe  ave£2«si  j  1 
posti  dovessero  dare  certificai  della  oon^ 
dotta. dei  soldati  ch'erano  alloggiati  nelle 
loro  case,  senza  il  quale  requisito  il  %oU 
dato  efa  privato  della  sua  paga.  Oltre  a 
questo  regolamento ,  furono  destinati  inspet* 
toti  che  vifitassera  i  qtiartierì  Ogni  quindi* 
ci  giorni,  è  portassero  al  Re  un  esatto  rag« 
gm^lio  della  condotta  deUe  sue  forze  •  In 
una  parola  gli  Svezzesi  getneano  sotto  la 
più  lyirribiie  oppressione,  di  cui  non  osava^ 
no  querelarsi,  poiché  veniva*  autorizzata  dal 
loro  conquistatore  •  Tutti  non  pertanto  viveano 
nella  più  perfetta  sicurezza;  essi  erano  unm 
nazione  dì  iohiavi,  ma  però  erano  protetti 
è  difesi  nella  loro  vita ,  per  riguardo  air  in* 
terèsse  del  padrone .  Lt  gran  fiera  di  Lipsia 
si  celebrava  secondo  il  toHto;  e  i  negoziam 
ti  colà  Si  portavano  senea  niùn.  timore  ;  ven** 
.devano  le  loro  merci ,  e  se  ne  ritornayno 
a  casa  coi  loro  profitti, ^  senza  esser  punto» 
molestati..  /      ;  . 

Per  ladisifatta  delF  annata  isaèsona,  e  pee 
la  presa  xldU Elettorato*,  oituguisai  fili  ridotto 
air  ultima  Ylisperaztoiiey  poiché  rimase  espo-* 
sto  lalhr  mercè  dei«Ru8sialii ,»  quali  erano 
naturalmente  suor  ninfrici>  ed  OM  imiti  in« 
«reme  al  suo  intepesse  per  motivi  solamen*^ 
N     2  te 


196         P^i  Régno  e  della  Fita 

fé  di  proprio  vantaggio.    In    tali    èstremitii 
abban4onato    egli  ,dai    Polacchi,  e    privato 
deir  assistenza  dei  «aoi  sudditi  ereditar)    air 
taccaci  alla  sua  persona ,  fa  egli  costretto  a 
scrivere  una  lettera  di  suo  proprio  pugno  a 
Carlo  XIL,  sollecitando  la  pace  sotto  quel- 
le condizioni^  che  fossero  pislciute    al  con-f 
quìstatore    di    voler    concedere.    Di  quest? 
lettera  esso  incaricò  il  Barone  ImhofF  e  Mr^ 
Pifingsten,  dando  loro  pienissima  facoltà  di 
sottoscrivere  un  tale  trattato,   quale    potes- 
sero meglio  ottenere  :  ,>  andate^  disse  loro,  a 
cercate  di   procurarmi    ràgionepoli    e  cristiane, 
eondi^ioni  'f.    Gonciossiachè    allora    egli   si 
trovasse  in  Bolpnia,  espósto  alla  mercè  dei 
Russiani,  temea  che    tali    sue    proposizijbni 
ÌQon  avessero  à    diventare    pubbliche,    e  te-; 
meva  ancora    che    quél    pericoloso  alleato; 
ch'esso    andava    cercando  di  abbandonare, 
non  avesse  fatta  vendetta  di  questa  sua  som* 
missione  al  re  di  Svezia.   Per  la  qual  cosa 
un  41I  evento    fu    tenuto   in    una  profonda, 
secretezza ,  furono    \   suoi    messi    introdotti 
la  notte    nella    corte    svezzese ,  ed  essendo 
presentati  a  Carlo  ricevettero  la  loro  risposta 
conceputa  nei  seguenti    termini  ,   cioè    che 
]I  re  Augusto  dovesse  per  sempre  rinunzia^ 
r^  la  coroqa  di    Polonia^    riconoscere    Sta-» 
lìislao ,  je  promettere  di  non  mai  riascende-* 
fé  sul  trpno^.  ove  se  gliene  fosse  presenut» 
■'  ^': '         /    ■  •:     '^     ■   ^  un'    ' 


e//  Gustava  iti.  re  éiSve^ki       i§f 

kn*  opportuna  occasione  ;  è  chò  dovesse  tì4 
lanciare  a  tutti  i  trattati  eonXjhlusi  co|  ni^ 
^ici  della  Svèzia  ;  e  p^tticolarmetue.  a  quek 
li  che  sussisteàdò  tra  lui  e  il  Czar  di  Hói 
ficòviai  ed  arrestare  ogni  qualu^tl^ue  passo 
è  procedimento  contro  tutti  coloro^  ch*e-^ 
ìrano  passati  d  suo  Servizio  in  quello  della 
Svezia .  Questi  articoli  Carlo  li  scrisse  di  stia . 
pifopria  mano^  li  consegnò  al  conte  Piperà 
ordinandogli  di  terminare  la  negoziazione 
Cogli  atnbaseiatori  Sàssoni.  Di  fktti  fo  me^-^ 
^a  in[  piedi  una  conferènza  nelle  vicinanza 
di  Lipsia,  la  quale  per  dii^ers.i  accidenti  fd 
tirata  avanti  ad  una  lunghezza  molto  consta 
derabile; 

Frattantoi  tutte  ìe  Potenze  unite  con  tra 
la  Francia,  e  la  Spagria  sr  posero  in  costerà 
nazione  .per  T  incursione  fatta  nella  Sasso«^ 
nia/  I  principi  delia  Germania  in  modc^ 
particolare  fecero  premura  a  Carlo  di  Spie- 
gare i  suoi  motivi  per  questa  cost  straordi- 
naria frattura  dei  privilegi  del  corpo  germa-^ 
nico;  ma  non  poterono  ottenerne  ninna  sod«^ 
disfacente  risposta.  L' Imperatore  avendo  ve- 
duto^ che  le.. minacce  erano  vane ,  ebbe 
ricorso  alle  luHnghé :  il  che  s'immaginò  ch^ 
avrebbe  potuto  operare  con  maggior  effica- 
cia ^u  l'animo  ostinato.^  e^  altiera  disposi-' 
zione  del  monarca  Svezzése .  Con  questa 
;iiìira  fu  mandato  il  conte  ^ratislao  in  Sm^ 


x^%        J)er Regno  e  della  Vita 

Sonia  per  fare    apologie    rlgaarrdo  all'aspre 
procedure  della  dieta  tenutasi  a  Ratisbona, 
il  biasimo  delle  quali  fu  addossato  su  certi 
focosi  e  turbolenti   membri    del   corpo  ger^ 
manico.  Q^ivi  parim^ente  i  ministri  dell'In* 
ghii terra  ed  Olanda  prestarono   i  loro  com^ 
plimenti  all'eroe  d^l  Nord,  gareggiando  in<< 
sieme    chi    di    loro    dovesse  maggiormente 
guadagnarsi  il  suo  favore.  Ora  Carlo  per  di- 
re il  vero    era .  giunto    ti   più   alto   colmo 
della  sua  gloria ,  essendo  temuto ,  corteggia^ 
to  ed  accarezzato  dalle  più  gran  potente  in  . 
Europa,  mettendo  una  corona  sul  capo  d'un 
nobile  privato ,'  e  bilanciando  se  dovesse  ri- 
durre un  principe  sovrano  allo  stato  e  con- 
di2ion  di  suddito.  I  pieni  potenziar)  di   Au- 
gusto usarono  tutte  le  arti   d'intrighi,    pre- 
ghiere e  suppliche  per  ottener    termini    più 
favorevoli  di  quelli,  ch'erano  stati  prescrit- 
ti dal  conquistatore:  ma  Carlo  fu  inesorabi- 
le, e  la  costante   risposta    del    conte    Piper 
si  fu  ;  Tede  sì  èia  volontà  4el  Re  mio  sovra-- 
no  ,  il  quale  non  mai  altera  la  sua  rìsàlw^ìo-^ 
ne .  Per  conseguenza  la  pace    non    era  pro- 
seguita a  trattarsi    che    molto    lentainenteV 
Era  quasi  impossibile  ai    plenipo^enziar)    di 
accordare  quel  che  veniva  richiesto ,  «  Car- 
lo non  voleva  prestar  orecchio  a  niun' altra 
sorte  di  condizióni.  Tuttavolta  però  la   for- 
tuna sembrò  finalmente  essersi    determinata 

a  can- 


di  Cubavo  HI  re  di  Sve:^.       «9? 

a  ^cangiar  panilo ,  e  mostrarsi  per  uDa  volta 
ridente  a  prò  di  Augusto. 
.  Mentre  che  duravano  le  negoiiazipni  ntW 
Idi  Sassonia,  gli  affari  nella  Polonii  assunse-- 
ro  un  dii7<frente  aspetto.  Non  ostante  che 
Poloski  palatino  dì  Kiovia^  noniinaio  gran 
generale  della  corona  da  Stanislao ,  avesse 
sconfitco  un  corpo  dr  Tartan,  non  ostante 
che  il  medesimo  palatino  avesse  battuti  due 
grossi  corpi  >  i  quali  si  erano  avanzati  fìno 
al  Vistula^  pur  nondimeno  Augusto  trovò 
la  matiiera  di  radunare  un* armata  conside- 
revole ,  cofi  la  quale  avendo  traghettato  quel 
fiume,  obbligò  i  Svezzesi  e  Polacchi  ad  u* 
iiirsi  insieme  in  un'armata.  Il  principe  Men«- 
zìkofT»  eh'  era  il  gran  favorito  del  Czar  Pie- 
tro, a  lui  condusse  un  rinforzo  di  30000 
Bussiani.  Questo  fu  un  sussidio^  il  quale 
sebbene  fosse  giunto  in  tempo  opportuno  p 
fortunato  neir esito,  pure  non  fu  per  niun 
conto  gradito  ad  Augusto ,  il  quale  si  tro- 
vava immerso  nelle  più  terribili  apprensio- 
ni ,  tem«endo  che  il  detto  principe  Menzi- 
k^ff  avesse  a  discoprire  la  negoziazion/e  che 
stivasi  trattando  col  re  di  Svezia.  Secondo 
e{U  vedeast  deposto  dal  trono  dal  suo  ni- 
mico, ed  in  pericolo  di  essère  trattenuti> 
prigioniero  dal  suo  alleato,  pella  quale  si- 
tuazione il  general  ^vezzese  Meyerfeldt,  si 
freseotò  egli  medesimo  alU  suoi  sguardi  al- 
N     4  la 


2Ò6.        Del  JRegno  è  életla  fità 

ia  testa  di  un'armata  di  icoco  uomini \| 
quasi  la  meta  dei  quali  erano  svezzesi .  li 
medesimo  fu  costretto  a  dar  battaglia;  Men- 
zikofF  fu  premuroso  in  ciò ,  e  costrinse  Au^ 
gusto  ad  accettare  la  disfida  offerta  dal  genera^ 
le  svezzese»  Augusto  sotto  varj  pretéssi  ricusò 
di  attaccare  i  nimicì;  ma  poscia  reggendo 
xssere  più  lungamente  .impossibile  T evitare 
di  venire  in  azione^  si  determinò  di  tosati*- 
dare  a  Ma^erfeldt  una  persona ,  nella  quale 
Ti]joneva  esso  gran  fiducia  9  per  fargli  «apeK 
re  la  sua  situazione  >  e  consigliarlo  a  ritirar'- 
ai.  Il  generale  svezzese  sMmmaginò  che 
qualche  inganno  si  fosse  tramandato;  laon- 
de ordinò  a  sei  mila  cavalli ^«che  valicasse^* 
ro  il  Prosna  per  riconoscere  i  nemici;  ed 
appena  furono  essi  ritornati,  quando  Augu«- 
sto  e  Menzikoff  erano  già  in  movimento 
per  dar  battaglia  cdn  non  più  di  ìoooo  uo*^ 
mini  •  egli  si  mantenne  fermo  per  sostenere 
l'impetuoso  urto  di  ben  40000  Polacchi* 
passoni  f  Russiani ,  Cossarki ,  e  Calmuchi .  Ccl 
suo  centro,  in  cui  esso  attaccò  gli  Svezza* 
si,  sconfisse  la  prima  linea  del  nimico,  e 
già  era  in  punto  di  rompere  anche  la  se* 
conda ,  quando  Stanislao  insieme  coi  PoIk- 
chi  e  Lituani  cederono  terreno  permettendo 
ai  oimici,  cheli  mettessero  in  disordine. 
Mcyérfeldt  ora  bene  si  accorse  che  aveva 
già  perduta  la  vittoria;    ma    però  combatiè 

di- 


(ti  Oustaui  Ilìi  re  di  Sveliti  .     ixri- 

d&peratjiffletite ,  coUit  speranza  dt  evitare  Icr 

scorno  e  disgrazia  dì.  pna  disfatta.  Alla  fina 

però  fu  totalmente  'Circondata,  e  dopo  un' 

ostinata  difesa  «fo    costretto    a  capitolare  e 

perinettere  che    gli    Svezzesi   fossero  per  la 

prima  volta  cc^ìq^istati  da  Augusto.  I  reg-* 

gimftnti  francesi  e  svizzeri  »  .eh' erano  disser» 

4ati  dalli  Sassoni ,  essendosi  accorci  che  non 

avrebbero  incontrato  niun  quartiere,  diede*^ 

ro  nuovamente  di  piglio  alle  loro  armi.^  der 

terminali  di  vendere  le  loro    vite  .  a  quaiìtoi 

più  caro  prezzo  fosie  possibile;  la  qual  cgm* 

sa  obbligò  Augusto  ad  accordar  loro  le  mé^ 

desime  condizioni  che  àgli    Svezzesi  ^  .Poto* 

ski  fu  fatto  prigioniero  dopo  aver    pugnata 

con  una  sorprendente  intrepidezza  alla  testa 

del  suo  reggimenio^  ed  il  ma^ior   generar^ 

le  ÌCrassau  dopo'  aver  reiteratamente  raccoU 

to  insieme  un  corpo  di   cavalli   formato  in 

una  brigata  ;    finalmente    per    mezzo   di  un 

furioso  sforzo  penetrò  per  i  nimiei  e   seap-» 

pò  nella  Poànania. 

Iti  questa  maniera  il  re*  Augusto  guadai 
gnò  una  compiuta  vittoria  quasi  contro  la 
$ua  inclinazione,  e  nel  mezzo  delle  tue 
disgrafie  entrò  trionfante  in  Varsavia.  Que^ 
sto  momento  però  di  prosperità ,  dervi  so^ 
hmente  ad  inasprire  le  sue  pen^e^  e  rende-^ 
re  August<)  vieppiù  sfortunato.  Il  re  Carloi^ 
diventò  inaggiormenie  inflesisrbile  allora  qisanf 

da 


.   vn^       Ù9I  'Begnt^  e  della  Fila  . 

do  intese ,  che  le  sue  thipfe  erano  state  di^- 
sfacte;  ed  il  tu  di  Polonia. avea  giusto  al- 
lora cantato  il  Te  Deum  a  Warsavia,  quan- 
do  il  auo  pknif^otdiftiario  ritornò  dalla  Sas- 
fonia  col  traccato  di  pace  che  lo  privava 
della  tua  corona .  Egli  esitò  ^  fece  alcuDl  scru- 
poli >  ma  finalmente  k>  aottoscrissc;  dop0 
di  che.  si  parli  alla  vola  di  Sassonia  con»* 
tento  di  essere  scappato  dalle  mani  ;di  al- 
kati-y  i  quali  non  avrebbero  mancato  di 
dargli  nuova .  cagione  d'tnquiettidine  >  ove 
fossero  fatti  conx^^apdvoh  delle  circostanze 
del  trattato  «  Tutta  l'Europa  rimase  soptaf» 
fatta  .per  questa  cosi  importante  negoziazio* 
ne.  alcuni  biasì(narotw>  il  rigoroso  spirito 
di  Carlo  >  il  quale  persistè  ealdo  in  deporre 
d^l  trono  un  principe ,  ch'era  T antico  al<* 
léato  della  sua  famiglia,  e^  connesso  insie* 
me  per  i  vìncoli  del  sangue;  mentre  che 
altri  ammirarono  la  sua  disinteressatezza ,  in 
avendo. cosi  disposto  di  un  regno  conqut- 
s^to,  senza  aggiugnere  un  palmo  di  terra 
àji  pK>pr}  suoi  domin j .  Tutto  il  frutto,  delle 
itte  vittorie  consistè  nella  sola  gloria  di  av- 
vede ottenute;  di  aver  deposto  un  re  dal 
trono,  e  collocata  una. corona  sol  capo  di 
nn  nobile  privato» 

Augusto  vivea  tuttavia  in  speranze,  che 
^a  personale  conferenza  con  Carlo,  al^reb* 
1^  raddolcito  il  oqore  di   quel,  principe ,  e 

*  dir 


di  Gtlstaiio  JII.  re  A  Éve^ .      SfOf 

disponerlo  insieme  né    esser    meti  tigowosd 
in  alcuni  dei  più  sederi  anicoii.   i  éne  ré 
s' incontrarono  a    Gonter sdori    soi  quartieri 
del  còme  Pi  per.  La    Iota,  MH^trsacione  in 
qoesto  primo  congressù  «i    mfgfoiò'  intiera» 
meàte  sopra  diKorsi  frivoli,  é  aeppur  uht 
sillaba   fa    proponxiit^   sopra    il    soggetto  ^ 
che  cagiona»  im  tale.   ii>bdi?ameliitò.    In  ap*» 
presso  essi  pranaarono    ìAsieme  9    ed    allori 
Augusto; si    studiai    di    persuadere   al  re  di 
Svezia >  che  non  volesse  insisiere    di  dover 
lui  dare  in  «ub  potere  Pathnl,    che   atto^l^ 
inente  era  il  «sinistro    del    Gzar*  di  Mosco- 
via.  Questo  passo > -egli  disse,    iarebbe  ant 
tale  violazione,   delle    lèggi    delle  nazioni  \ 
che  avcebiMsro  dato  mùtivo  m  tvittè   1/  Euro- 
pa   di    fprtcnaeìnte    sdamare    contro   la  sun 
perfidia  e. pasillatiimità.  Egli  umilmente  dè- 
sputò.,  che  non  volea    deporre    le  armi  ed 
il  titolo  di  re  di  Polonia/  egli    è  sufficien* 
te  >  disse  Angusto,  chMo  abbra  efiettivamen- 
te  rìsegnato  il  potere ,  la  carpna ,  le  rendi- 
te,  ed  i  domìn;    della    Polonia;  e    rispetto 
al  resdtùire  le  gioje  delIa*Gòrona  a  Stanislao^ 
egli  disse  che  ciò^dovevaci  fate 'col  consen- 
so   della    repoblflica  ;    poiché   se   mai  quel 
principe  non. fosse  capace ^dlt  potersi  mante- 
nere sul  ttono,  i  Pelacchi -potrebbero   pei» 
«are  di  aver  diritto  di  domandare^  airfilee* 
tore  di  Sassonia  le  gióje  datesi  vift  «eoaa  il 

lo- 


MJf:        Del  JRégno  è  Sella  Viià 

loro  consenso  .'Ma  il  re  di  Svezia    non  so^ 
lameotc  fu  immobile,  in  questi    articoli    del 
trattato  >  mar  eziandio  in    qualunque    altro  i 
che  anzi  riscosse  tenoriini  è  condizioni,  che 
furono  tuttavia  più  intollerabili  allo  spirita 
ed  alterigia  di  Augusto^  Esso  obbligò  il  re 
elettore  à    mandare  .^1  suo   rivale  le  gioje 
ed  ardhiv;    di    Polonia,    insieme    con    uns 
kttera,  in  cui  ìsi  congratulava   dellaì   sua  e-* 
saltazione  al  trono,  sàia  quale   rispose  Sta- 
i^slao  con  dignità  e  politezza  v  essendosi  por^ 
tato  in  peisona    a    Lipsia   per  visitare  quel 
frrìncipe^  il  cui    diadema    esso   portava.  Or 
f[uesto  fu  il  più  alto  colmo  ^  cui  potè    gitt*^ 
gnere  la   gloria    del  re  di    Svezia,   cioè  di 
vedere;    due    re    nella    sua  corte  ;   uno  dei- 
quali  aveva  esso  cTeposeo  è  T altro.. stabilito 
nel  suo  trono:  questo  fu  a  dir  il    véro  unr 
barbaro  onore  y    di    cui   niun*  altro  principe 
in    Europa    sarebbési    giammai    milkntaco*' 
EgK  per  verità  macchiò  V  estremo  splendore 
a  questa  gloria  per  la  inumana   rnàessibilt^ 
là  della  sua  vendetta    cantra   io  «sfortunato* 
Patkul  già  rinchiuso  nel  castello  di  Koneg^ 
atein    nella    Sassonia.    Augusto    si    affatica 
quanta^iù  seppe  e  potè  per  salvare  questo 
-ministro;  ma  il  tutto  fu  indarno.  Egli  pen- 
^  un  espediente  per  soddisfare    al    conquiH 
autore,  e  salvare  insieme  il  proprio  .suo  o«< 
liiore  V  tDM  ciò  non  ebbe  nidn  felice   ^ucces^ 


di  Gustavo  IIL  re  A  SveTfìàm       m»5 

^o ,  poiché  prevalsa    la    cattiva    fortuiia  d| 
Patkul .  Augusto  mandò  le  stie  guardie ,  af^  ' 
finché  consegnassero  i^  prigioniero  alle  trup* 
pe  sveszesi ,  ma  non  prima  eh'  ebbe  mandai 
to  un  ordine  al    governatore    del  castello  ^ 
che  lo  lasciasse  fuggir    via.    L'avarizfa  del 
governatore,  la  fidanza  che   riponea    Patkol 
nel  riguardò  che  sarebbesi   dovuto    prestare 
alle  leggi  delle    nazioni,    resero  delusi   gli 
effetti  di    queir  espediente    ch^  erasi  pensato 
per  la  sua  salvezza.  Si    sapea    molo  bene, 
che  quel  ministro  era    molto    ri<xo;  il  suor 
custode  si  aspettava  un   amplissimo  guider? 
done  per  la  sua  libejrtà;    il   che  fu  ricusato 
di  darsi  ad  esso  PatkuU   poiché   noni  dubi^r 
tava    che    l'avrebbe    ottenuta    senza   ninna 
mercede .  Mentre  che  stavano  essi  disputane 
do    questo    punto,    arrivarono  '  le  guardie # 
immediatamente  lo  presero  >  e  lo  consegnaT 
rono  in  mano  di  quattro  uffidali    svezzesi  « 
i  quali  aspettavano  di  ricevere  il  prigionie«r 
vo.    Esso    fu    precipitosamente  condotto  al 
quartieri  principali  che  stavano  ad  Alt-Raii« 
$tadt'>  dove  continuò  a  dimorare  per  tre  me* 
si  legato  ad  un  palo   con   una   pesante  ca« 
tena  di  ferro  ^  dopo  di  che    fu    condotto  • 
CasimiCQ;  Quivi    fu    etso    giudicato  da  un 
consiglio  di  guerra,  e  fu  condannato   coma 
suddito  della  Svezia  ad  essere  a/'rotato  vivo 
e  fa|(ó  in  quarti.  Una  tale  stni^m^  fu  cse-f 


ie8         Pel  HégM  e  delia  Firn 

^oìdo  egli  radunò  una  dieta,  ove  s^lednc'n 
mente  depose  dal  Irono  Stanislao  colle  me- 
desime cerimonie  usate  in  "W^rsavia  per  de*, 
porre  il  re  Augusto .  >Niaoa  cosa  potè  ugua- 
gliarsi alla  miseria  della  Polonia»  poiché  gli 
stessi  cittadini  tra  di  loro  si  scanaarano 
mutuamente,  e  le  città,  popolazioni  e, vii-» 
laggi  erano  ridotti  in  cenere .  Tutto  il  pae«» 
se/videsi  allora  diviso,  gli  Svezzesi  ritenen^ 
done  uda  parte  per  forza  del  timore-,  e  il 
Czar  guadagnando  l'altra  per  via  di  danaro 
.  t 'd' intrighi .  Tali*  disordini  chiamarono  un 
pronto  rimedio;  e  di  fatti  StanisJao  lasciò 
la  Sassonia  alla  testa  di  sedici  .reggimenti , 
e  bene  provveduto  di  denaro  dell*  Elettora-^ 
tò  Stanislao  fu  riconosciuto  come  legittima 
sovrano  per  ovunque  ne;  passava;  fu  ammi* 
fata  la  stretta  disciplina^  e  T ordine  rigoro-* 
scy  delle  sue  truppe,  e  per  verità  ciò  som- 
ministrò il  più' folte,  riparo  ed  argine  aldi- 
sordine  e  tumulto  che  prevalevano  tra  i 
Moscoviti.  La  propria  affabilità  di  Stanislao 
ali  fece  fare  acquisto  di  molti  cuori,  ed  il 
denaro  sassone  impegnò  una  gran  parte 
deli'  esercito  della  corona ,  a  disertare  dal 
conte  Siniawòhi  gran  generale  della  Polo-*- 
nia  noòEìinato  da  Augusto.  Pietro  ben  si  ac- 
corse di  questo  cambiamento:  avea  sperì-. 
mentalo  il  gran  valore  degli  Svezzesir  e  sa-^ 
pea  rnoliQ  bene  U   somma    abilità  di  Lev*^ 

ven-^ 


a  Gustavo  IIL  re  di  Svè:^ .       209 

vfnbaupt;  laonde  stimò  a  proposito  di  riti- 
rarsi nella  Lituania  sotto  .  pretesto  che  il 
paese  non  lo  potesse  fornire  delle  proVisio* 
ni  e  foraggio.  nece$sario  per  sostentamento 
di  una  sì  grande  armata.. 

Per  tutto  questo  tempo  il  re  Carlo  stava 
dando  legge  nella  1  Sassonia,,  ed   all'Impera- 
tore, e  ricevendo    ambasciatori    dalle   corti 
di  Vienna  ,  Londra ,  Versaglies    e    Madrid  • 
Il  famoso    Giovanni  duca    di    Marlborough 
gli  fece  una  visita  a  Lipsia  ,  e    fu    per  av* 
ventura  il  principale  stromento  di  frastorna- 
re Carlo  dal  progetto  che  aveva  formato  di 
volersi  interporre,  nella. contesa  tra  la  Fran- 
cia  e  gli    alleati.    Alcuni  scrittori  allegano 
che  il  Duca  giudiziosamente  ricorse  al  con» 
te  Piper  per  mezzo  di  donativi.  Ma  Voltai* 
TC    niega    questa  circostanza,  e  chiaramente 
giustifica  la  purità  e  disinteressatezza  di  quel 
ministro  .  In  somma  il  gran  progetto  del  re 
di  Svezia  era  di  deporre  dal  trono  il  Czar; 
e  la  sua  attenzione  a  questo  punto  fu  pro- 
babilmente la  vera  ragione  end' egli  non  si 
volle  frammischiare  negli  affari  dell'  Europa 
occidentale  .  Egli  godè  non  pertanto  il  con- 
tento   di  umiliare  la   corte   di    Vienna,  ed 
obbligare  Tlmperatore  a  fare  alcune  conces- 
sioni   di  una   eccessiva   bassezza  .    Il    conte 
Zobar    ciamberlano   dell'  Imperatore  ,  aveva 
V  affrontato  Stralenhcim  ,  eh'  era  V  inviato  svez- 
.  Tomo  L  0  zte- 


2  IO        Pel  Regno  e  della  Vùà, 

zese ,  il  qòale  n«  foce  un  si  aho  riseotimeif^ 
to,  ctve  air  improvviso  lasciò  Vienna  cenai 
pfender  congedo.  Carlo  domanda  «oddit&« 
zione ,  per  la  indignità  a  Ini  recaiasi  nellg 
persona  del  suo  ministro.  L'Imperatctre  t4^ 
mendb  y  che  it  He  nel  bollore  della  sifii  in- 
dignaaione  avesse  a  formare  qualche  rìsolo*- 
zióne  ingiuriosa  agli  interessi  dei  confede* 
rati ,  sbandi  il  Conte  >  ma  questo  eompen'» 
so  non  soddisfece  air  animo  del  monafca 
svez2ese  ,  conciossiachè  insìstesse  cbe  it  coot 
te  Zobar  fosse  consegnato  nelle  sue  mani.-. 
Le  sue  domande  furono  accordate ,  e  VltOfr 
peratore  fa  costretto  ad  abbassarsi  rstntoV 
che  dovette  vedere  il  suo  ciamberlano  te-? 
nato  per  qualche  tempo  prigioniero  a  ^e* 
tino  i  dopo  di  che  il  re  di  Sveaia  ne  lo  ri* 
mandò  a  Vienna .  Né  certamente  questo  fu 
V  unico  particolare  ,  in  cui  Carlo  mortificò 
la  corte  imperiale  .  Mille  e  cinquecenti 
Sussiant  aveano  scampate  le  spade  svezzesi^ 
e  sì  erano  ricoverati  nelli  domin;  dell*  Im« 
peratore  .  Costoro  adunque  furono  doman- 
dati da  Carlo  ,  e  la  corte  imperiale  sarebbe 
stata  costretta  a  condiscendervi,  se  it  mini- 
stro prussiano  non  avesse  artificiosamente  petT« 
sata  la  maniera  onde  farne  scappar  via  que' 
sfortunati  rifuggiti  i. 

Or   essendo*  Carlo  felicemente  riuscito  \n 
tutte  le  sue  domande  fatte   alla    corte   di 

Vien- 


S  Custàii0  III^  re  di  Si)€\ia .     tu 

Vienna  ^  sembrò  di  fissare  la  àufl  Ifekidenzii 
in  Sassonia ,  Don  con  altra  mira^x^v^e  non 
Cht  di  mokipltcare  le  ^ae  richieste .  0ra  ^ 
gli  si  dichiarò  difensore  dell'  iniercssc  pro- 
testante nella  Germania  ,  e  particolarnientev 
de'  sudditi  protestanti ,  che  avea  V  Imperato^, 
re  nella  Silesia.  Egli  richiese  che  IMmpe^ 
ratore  dovesse  rinnovare  e  confefot&re  alli 
medesimi  tutte  quelle  libertà  e  |>rivilegi  ; 
ehe  si  erano  conceduti  in  virtù  dei  trattaci 
di  Vestfalia,  ma  che  in  appressa  si  erano 
rivocati  >  od  almeno  resi  elusorj  nel  tratta- 
co  di  Ryswick.  Nella  maniera  di  questa  in* 
terposizione  vi  era  qualche  cosa  estrema-r 
mente  insolente;  l'Imperatore  vide  benissi- 
mo Tindignita  recatasi  alla  sua  autorità  ;  mi 
egli  fu  costretto  a  tenere  celati  i  suoi  sen* 
timenti  «  e  incedere  tutto  ciò  che  domane 
4ava  il  monarca  svezzese.  Più  di  loo^chie* 
se  furono  restituite  alli  protestanti  ,  utiica-^ 
mei)te  (ol  fine  di  togliersi  di  bel  nuovo  af 
medesimi  t  allorché  la  fortuna  si  foss^  Aio-r 
Strata  di  un. aspetto  torvo  contro  di  Otrlò^ 
eh' era, il  loro  protettore.  M^  Voltaire  rìfe-» 
risce  un.  ain^ddoio^  il  quale  dove  sia  .vero 
pienamente  dimostra  il  terrore»  che  questo 
principe  inspirò  nella  corte  dir\jet)na*  Al^ 
fora  quando  l'Imperatore  foo rimproverato 
dal  Nunzio  del  Papa  per  avene  in  si  fatta 
guisa    iagri6cato   l'interesse   della    religione 

0   2  per 


Ili        Ptl^Jtegno  edeUà  Vita' 

per  cU>Ugare  uii  principe  eretico  ,  rispose  ; 
jBuon   per  voi  che  il  re    di  Sveglia  non  abòia 

proposto .  di  fare  anche  me  luterano  ;  pmthè 
3€  Iq  Mvfs^e  preteso ,  io  non  saprei  ridir»  sé 
avessi' potuto  ricusare.  Per  verità  taluno  sa- 
rebbe^i;  ^  anche  immaginato  che  Carlo  nu« 
dri$se^  qualche  pensiero  delPistesso  Pontefi- 
ce un -bel  proselito;  poiché  essendosi  acce- 
so, di  sdegno  per  la  costante  opposizione 
della  corte  di  lloma ,  la  cui  debolezza  ed 
intrighi  esso  disprezzava  ,  disse  al  ministro 
deir  Imperatore  ,  che  gli  Svezzesi  avevano 
prima  di  questo  tempo  già  conquistata  Ro- 
ma f  ed  egli  avrebbe  potuto  un  giorno  do- 
mandare un  inventario  degli  effetti  quivi 
lasciati'  dalla  regina  Cristina. 

Satollo  finalmente  Carlo  della  gloria  ed 
onore  di  avere  deposto  un  re ,  incoronato 
un  aUro  ,  umiliato  T  Imperatore  >  data  la 
legge:  all'imperio^  protetta  la  religione  pro« 
testante»  e  ripiena  l'Europa  tutta. di  terro- 

^  Te  insieme  ed  ammirazione»  formò  ^pensiero 
di  lasciare  la  Sassonia,   per  gir    in-  traccia 
del  suo  gran  piano  di  depor  il  €zar,  e  con- 
quistar r immenso  imperio  della  Bussia^  £<«;. 
gli  tenne  profondamente  secreto  un  tal  suo^ 
disegno  t    ma  fu  del  medesimo    sospettatoti^ 
quando  :esso  cominciò  la  sita  marcia  allatd^ir 
sta    di  unVfirmata  di  43000  uomini,  oh*  e-^. 
fHqio  le  j;?iigUqri,tf  fypfpe  ,tìi^cii^Jinft«c  del  NordU 
.-.'■.^  -     *>  di- 


it  ÙUstavò  ìli.  re  ài  Svezia .     irj 

éivébute  superbe  per  la  vUcoria,  e  talinen^ 
te  arricéhité  di  spoglie  de' vinti ,  che  ogni 
soldato  portò  via  cinquanta  scudi  dalVElet^ 
torato  . .  Mentre  che  V armata  si  troya\a  in 
piena  marcia  nelle  vicinanze  di  Dresda  ^  il 
Re  impravvisameate  ^comjjarve  accompa*^ 
gnato  soltanto  da  cinque  uffizialt  ;  Iio^spa^ 
vento  immediatamente  si  sparse  per  V  iarma«* 
ta;  ma  i  loro  terrori  furono  tostamente  di- 
leguati ,  perla  notizia ,  che  sua  Maestà  era*^ 
si  portato  a  fare  una  visita  ad  Augusto. 

Le  forze  d^I  ro  di  Svezia  nella  Sassonia, 
Polonia  1  e  Finlatidia  ,  includendosi  i  Polac- 
chi sotto  Stanislao  ^^  e  V  armata  svezzese  co- 
mandata da  Leweinhaupl,  eccedevano  iltiu- 
mero  di  70000  .uomini  ;  le  quali  forze  era- 
no più  ehe  suflicier^ti  a  poter  eseguire  tutti 
i  suoi  progetti  ^  se  I4  fortuna  si  fosse  mo- 
strata favorevole  «  Pietro  i)  Grande  trovava» 
si  allora  nella  Lituania  occupato  in.  rinfran- 
care gli  spiriti  di  un  partito^  che  il  ne  Au'- 
gusto  parea  che  avesse  totalmente  abbando- 
nato 4  Le  sue  truppe  ,  eh'  erano  disperse  in 
picciole  partite,  furono  da  lai  in  utTistany 
te  radunate  su  ravviso  ricjievuto  della  miar^ 
eia  del  re  di  Svezia  «  e  si  occupò  itl.iare 
tutti  i  possibili  preparativi  <  onde  fare  una 
vigorosissima  resistenza  a  tal  conquistatore^ 
il  quale  aveva  per  qaestó  tempo  antenato 
il  soprannome  d' invincibile  •  Egli  et'a  g$à  s>sl 

0     5  pulì- 


ti 4         ^^l  Xegno  è  della  Vita 

punto  di  attaccare  Stanislao  >  quando  T  av- 
vicinamento del  re  Carlo  sconcertò  le  sue 
misure'»  e  sopraffece  dì  un  improvviso  timo^ 
re  totta  la  sua  armata  «  Cariò  nella  strada 
£hp  fece /diede  udienza  all' ambasoìator  tur* 
co  imandato  dalla  sua  corte  a  fissare  la  Sve- 
£ia  -  neD'interc^e  del  Gran-Signore  ,  come 
un.,  alleato  .oltre  modo  utile  peVsooi  disegni 
che  formati  avea  sopra  la  Germatìia  e  Rus- 
sia «  Avendo  dunque  lasciato  Snnislao  con 
looooSveizesi  nella  Polonia,  il  Re  conti-- 
jiuò  la'Sua  marcia  verso  Grodno  ,  in  trac- 
cia delPafmata  russiana'.  Nel  mese  di  geri- 
naro  egli  passò  il  Niemen  /  ed  entrò'  nelfa 
parte  meridionale  di  Grodoo^  giusto  iti  tem- 
pò  che  il  Czar  stava  lasciando  la  città  per 
la  porta  settentrionale  «  Egli  erasi  avanzato 
innanzi  all'armata  accompagnato'  solamente 
4a'  600  cavalli  •  Ora  fu  data  notizia  al  Czar 
di  questa  situazione  >  perlochè  egli  mandò 
•indietro  un  distaccamento  di  2000  uomini, 
ì  quali  attaccarono  gli  Svezzesi  che  non  tro- 
^vanono  preparati  ,  ma  furono  tontamente 
/sconfìtti.  Questo  sinistro  successo  fii  seguito 
nel  totale  sloggiamento  della  Lituania  ,  con- 
ciossidchè  lo  stesso  terrore  del  nome  di  Gar- 
lo'.avesse  obbligato  i  Russiani  a  cercare  scacn- 
4)0  e  ricovero  nelle  frontiere  della  Mospo- 
•via  •  Colà  furono  essi  perseguitati  nel  oiez- 
a»  ile*  ghiacci  ^  e  delle  nevi  per  foreste  qua- 
si 


di  Gftst^vp.  JIlj,  fA  di  Spe^^ia  .    ^15 

fi  impenetrabili  sopra  1>^M  tJÈMfi,  jupghi 
paludosi  e  stagni ,  ixiQRtagnc  e/fiiami  •  Nìa-^ 
oa  cosa  jsembrav^  impraticabile  a  <!!arlo  alla 
resta  di  un'armata  svezzese  ;  eiao  continuò 
à  stafe  sul  campo  in  un  selvaggio  ptae^e  del 
Notrd,  durante  il  corso  dell' invierso  ^  e  foce 
marcie  sforzate  ,  come  se  fosse -^itio. nelle 
più  belle  e  vaghe  pianure  deUe -Fiandre 
nelU  Stagione  estiva,  Carlo  aveva  bene  pre- 
veduta  ogni  difficoltà,  ed  era$i  tleterminato 
di  sormontarle^  l^asendosi  accorto»  che  il 
paese  non  avrebbe  potuto  ' fcrtn irlo  dj.veetó- 
vaglie  safficienii  per  unantteriiaiento'iksHa^ua 
armata,  e  che  gran  parte  di  ciò  che  iioie* 
desinio  producea  4  era  stato  di^trut^adai  ni-^ 
micini  egli,  ^i  provide  di  una  grossisiima 
quantità  di  biscotto,  di  coi  Tarrtiata  prin- 
"cipalmjsnte  si  alimentò  e  sostenne  fin- a  tan- 
to, ch'egli  arrivò  alk  spdndc  del  Berezine 
a  vista  di  Borislowi  iQoivi  il  Czar  avea  pi^e- 
$0  posto  ed  era  intenzione  del  Ile  di  lEirar'- 
lo  ad  una  battaglia;  affinchè  ponesse  qiikidi 
penetrare  senza  niun  ostacolo  nella  ,R«rsffia  • 
ìliiUa  però  di  meno  il  Czar  'non  t  i$(ìAiò  co- 
«a  propria  di  venire  ad  un'aziociev  ma  si 
ritirò  verso  il  Boris^enne^  e  fu'rpeAscguita«o 
•dal  monarca  svezze^,  ^u%ito  cb'ebhe  riii- 
^/rescata  la  sua  irmata  ne?  quartieri  1,  idove 
furono  ben  pTOvvcdittl  ^  e  fomiti- delle  cose 
peccssalrip  .     -  -...--::.--:- 

0    4  Non 


2ii^    .  *  P^'- Regno  €  dè^^^nm  '  ^ 

litoti  <  éSMlìi»  6h«  i  Kudi^iani  a^HMero  dt4 
strùttft  lé^'stfade^^teM  desolato  il  ptese-^  e 
m'essa  oj^i  {Possibile  ìtnpfedknencO'  néUa^ni^r 
éa*  obe^èeea'!'u#màta  s^ezzese  ^  {mre  qoMtl 
^i  avanzarono  con  gratf  celerkà^,  '•€  nftlla  1^ 
To  marcia  disfecero  2o<K>ò  ni  mici;  quantun- 
que sr  trovassero  questi  per  cofeì  dire  trln* 
cerati  fino'  àlli  denti  •  Questa  fu  una  dclte 
più  ostinate  l^àttaglie  ,  che  i  Russian)  aves^ 
sero  giammai^ ^rischiato  di  sostenere  contra 
gli  Sveztesi  ;  e  consideratesi  le  circostanze, 
ella  fu 'lina  'déH«  più  gloriose  che  avesse 
mai  Carlo' òttetifulér  •  La  memoria  della  me-^ 
desiata  di^  viene '^preservata  per  una  meda^ 
glia  che  ftip  conizrca  nella  Svezia  con  questa 
lÉcrizionè  •/  S^tf  ^  paktdes  ,-  aggeres  ,  hostes 
vi8i^  dofi^d'e  po^iamnor' dedurre  T  opinio* 
ne  e  coticitt^  che  di  essa  fa  htio  in  que* , 
tempi-4'  quffndd  le  notizie  di  qualche  fresca, 
vittoria  soleVa^^  ogni  ^giórno  pervenire  alla 
capitale  /  •  .         . 

Quando  iRu^iani  ebbero  ripassato  il  Bo- 
rìstene ,  eh' è  qtìel  gran  fiume  che  divide 
là'  Fellonia  dalla'  Moscovia  »  ed  i  Svezzesi 
glif  stavano  segtieifido  d'appresso;  il  Czar 
eéminciò  finalmente 'a  consultare  la  sàlvez* 
za  de'suoi  dómlfì) ,  ed  a  riflettere  ^riamen^ 
tè'^lopra  hr-cofisegoeìfae  di  proàegulrè  una: 
guerra  con*  ùtf  prìntipev  che  non  poteva^sk 
seir  vinto  o^onquisiatò  per  rtfezzo^^i  jHiH^^ 

■"'''  •  co- 


a  emMH)  Iti.  irei  ^k  Sve:^  •      ^l^ 

mU'O  <iificoltà  é  E^ll  adunque  determinossi 
di  oSkrìTC  la  pace ,  e  di  f^tti  mandò,  propo- 
si^ùtù  al  re  Carlo  per  inez^o  di  un .  gentil 
hiomo  polacco ,  eh'  era  nella  sua  armata  «  La 
sisposu  del  Re,  fu  qh^egli  voleva  trattarne 
a  Mosca  ;  il  che^  essendosi  riferito  al  Czar , 
fireddamente  replicò  *«  i,,  il.  mio  fratello  Carlo 
offetta  di  far  la  parte  <f  Alessandro  il  Gran^ 
de 9  ma  egli  non.  troverà,  in  me  un  Dario  „. 
Tuttavolta  per^  continuò  a  ritirarsi  ^  ed  il 
Be  ;i  perseguitarlo  cosi  dappresso^  che  ogni 
giorno  accadeano  scaramucce  coll^  retroguar-- 
dia  del  nimico^  nelle  quali  esso  general* 
mente,  parlando  ne  ripprtava  il  vantaggio  t 
quantunque  anche  il  vincere  in  queste  azio- 
ni non  decisive  riuscisse  di  detrimento  >  con<- 
ciossiachè  si  venisse  ad  indebolire  la  sua 
armata  in  un  paese,  dov^era  impossibile  il 
far  reclute  •  Vicino  Smoleosko  ,  esso  disfece 
con  soli  sei  reggimenti  un  corpo  di  lopoo 
cavalli  e  6000  Calmuckì  .  In  questo  €om« 
battimento  la  persona  del  Re  si  trovò  nel 
più  estremo  pericolo,  poiché  il  nimico  lo 
separò  dalle  sue  truppe .  Or'  egli ,  secondata 
soltanto  da  un  solo  reggimento  9  pugnò  con 
tal  impoto  e  furore  ,  che  disperse  i  nimicii, 
e  li  discacciò  d'  innanzi  a  se  giusto  in  teoi^ 
pò  ch'eglino  si  cedevano  in  possesso  del  pri- 
gioniero reale  «  Due  ajutanti  di  campo  ^  che 
combatterono  vicUui  alla  persona    del  Re^v 

ÌFu- 


4étfono  tccXA.  It  ctvsAk)  «he  av^  ^x^  ^ 
se  gli  fu  UCCÌSO;,  e  ^o  i^oodierofa  stesso  an- 
che lui  morto  a  jerra  ^  menu-e  dhic  oe  pre- 
«entaira  un  aitro  #  I  fìlmici  mmo  penetrali 
l>er  'U  suo  reggimenio  9  e  gniniti'  fino  atia 
persona  del  Re^  il -quale  si  dice  che  avesse 
ammazzati  dodici  uamìni  ^  seoza  ricevere 
,^ina  sola  ferita  >         •  ,  >     ^    .. 

-  'Carlo  i^f  questo  tempo  trovavasi  nelta 
4ì3taiiza  di  loo  leghe  daMoxa#  ma  il  Czar 
'avea  fatte4e  strade  impassabili^  o  con  al- 
lagarle 4li  acqua  ,  o  eoo  aver  fatti  scayare 
profóndi  fossi  ì,  o  •  con  averle  ricoperte  con 
«pesai  di  legni  e  tronchi  d*  alberi:  di  foreste 
^imiere,  eh' egli  ordinò  che  fos^ro  recise. 
Sgli  similme^teavea  distrutti  tutti  i  villag- 
gi per  4igni  parte,  ed  insieme  tolto  via  ogni 
^odo  possibile  ,  onde  non  %\  fosse    potuto 

^roiQufalie  il  menomo  sostenta^^to  per  un* 
srmata  «  L' jinvertio  si  -era  coiisideraHlmente 
'avanzato  9  e  già  stavasi  approssimando  la 
^stagione  più  rigida  ^  ogni  cosa  minacciando 

^^agli  Sv^zesi  >  tutte  le  miserie  di  dover  sen- 
tir* il  ifìrtd^o  e   la    fame  9   mentre   che  Bel 

:itemfp«hf9edesinniQ  stavano  ^sposti  rad  ufi  pqs* 
^letne  nimico^  il  quale    avendo  una  perfetta 

,.  eogniàone  del  paese  ^  ed  insieme  isn  gran 
ìnutinero  supcfipré{dÌHtrnppe,  avea xontixwe 

,*opp(9rtu»^tà  di  travagliarli  ed  attaccarli  con 

i^MrTprisse .  Q^ste  coiìsìderazioni  indiussèro  il 
.rh  "^  re 


di  Sostai  HL  fti&Sveifa .     oft^ 

tè  -Hitìi}  a.  passare  per  rCkrahi  «  doveAf^ 

2eppa  gentUaomò'  pohccto  occupava  il  poste 

^i   generale  i  e    di  capo  insieme    ddla  naii- 

^fbnc.  Ma^eppa  avea  tempo  fa  rìc^vtìto  oa 

aiflrontor  daf'Gzar\f  ondfe  si  Valse   di  cfueoqt 

t^pportnnttà    per  vendicarsene^  con   entr^t^ 

ih  trattato  iiol  re 'Carlo  ^  figli  adntKf «net  pr» 

xnise   di   ribellarsi  ^    di    assistere  «  il  Ke  ^con 

^oooo  uoihini  insieme  coti  una«  gra«i>iqilan- 

liti  di  muniztorìi  é  vettovaglie  ,>e  c^nitith' 

ti  i  suoi  tesori  chT  etano    jmmen^  .  ijttjiidi 

per  favorire  ana  tale-  unione ,  Y^tmàtà^  s^ttr- 

zéser si  avanzò  verso  ìì  Dì^m^s   «ve  ido<vef- 

tero  tssi  rncoiitrare  miove  '^^d  ^tlaQdite^^- 

'prczze  e  diflScoltàV  DorTevas!<attrav«r«;ireofQi 

Cresta  più  di  40  leghe  di  e<s(etiiioiie  >  ipie*- 

na*^  di  rupi  r  bahe ,  di  tmM^gtite  ^udl , 

e  per  aumento  delle  dìScoìA^,  -  T^fnia-w^fii 

condotta    per  30  leghe ^f libri  'deila>  imda 

4ritta.  Tutta  1  artigtieria'fli   ^rduta^  itintna- 

sta    sepolta  ne' stagni  e  p^iìkàH:  rie  >prov«i- 

sioiii  dei  soldati  che  consik^vtnf^  in^bUan* 

so.  Furono  esauste,  e  tutta  T strinata ei^^à 

^ivenota  emaciata ,' spoàvaài  di  Sferze  ed^^e* 

^^sausta  ^'  allora'  quando  arrivò  alle  sponde  del 

-Disna,  òve^i   aspettava  no 'di   dowr  4ncon- 

"Irare*  Mazepjéa  scoi  suo-  ploM^so  4tofot«0  . 

^SoriiuK)  tloteitè  «ssere  il- lòro«09pi^ndhiien- 

*to  ;    rittrasti    coli  detosi^  ^  ^powa^lii  tnti^me 

'éoìtCtiitto  sotto  U'Wììtt  i^re^wrc   dijived- 

^''  do^ 


4ÌO  p  fiMée,  iridi  estreme  fatiche,  ia  avendé 
trovato  io  Tece  <ii  t»n  alleato  ,  le  sponde 
opposte  dei  fiaoie  tTicopérte'  di*  un'  armata 
cetile  9  e  lo  stesso  passaggio  del  ttiedesiiho 
^asi  impassabile  •  Di  f^ti  i  Russiaar  ai»^ 
vano  scoperti  i.  disegni  :dt  Mazeppa  ;  onde 
si  avventarono  contro  i  Cossacki^  li  disfe^ 
cero  e  dtspersiero ,:  trucidando ,  ò  mettendo 
alla  toi'tui;»!  tutti  gli  aderenti  del  principe 
eh' jessi.feoero  prigionieri*  Un  corpo  di 8000 
Moscoviti  M|  '  era/  già:  penetrato  per  dàspntaire 
il  passo  al  re  di  Sveisa  ;  ma  il  ile  fece  ea^ 
lar^r  i  suoi  Soldati  per  mezzo  :  dì  foni  gtò 
fer. quella  atnariperolt  sp<mde  ecosi^tragit* 
^«  A^  .  finme  i  ini  iaCeia  de'  nimici ,  piattos««^ 
eQ»>jai|d»re^  Auótos,  <r  passandolo  sn  certe 
^Iterer  frt^crtosainente  composte ,  disfece  I 
Ru^ùinii.»; 'e i «prosegui  avanti  la  sua  strada, 
eisQfìde»  tuttavia  eoaa^  incerta >  ^  ^on  poten* 
dttsi'^  ridane  ae  U  thràdimento  orla  disgrazia 
4elfSU^  ABoyo  alleato  fosse  mata  la  cagin^ 
nie.,;/di.tlin  simile  eontrattempo :  L'infelice 
ÌSm^ipig^  todtaòìentev  comparve  per  dilegua-* 
te  tulle:  le  daUnetà  /  ma  in  vece  di  un'ar« 
mata  di  3.0000  uomini^  egli  appena  seco 
ne  condusse  6coo  laceri  avanzi,  e  rotte  re^ 
liquie  .delle,  sue  forze  :  tutte  le  sue  città  e« 
moó  s^ie  ridotte  in  ceneri,  e  le  provvi"» 
sioni  che  avea  esso  raccolte  ed  nnite  perii 
re  di  Svezia ,. erano  state  prese  dai  nitnici» 

Tot- 


di  Gustavo  ìfL  re  A  1^e\ìa .      i  2  r 

Tutuvokd  però  egli  diede  speranà  di  po- 
ter ^ser  servizievole  al  Re,  per  mezzo  dèl- 
ia -sua-  imelligenza  e  cognizione  de  liioght 
in  <|aesto  barbaro  paese  ^  e  mercè  T  affettò 
de^Cossachi,  i  quali  in  risentimenta  dé'Rus* 
siani ,  ogni  giorno  concorrevano  al  carftpo 
con  provvisioni . 

Quando  Carlo  entrò  nell'Ucrain,    egli  rìv 

mandò  ordini  al    general  Lewenhaupc  ,  ch^ 

gli    andasse  incontro    con   1500    uonrfni 

con  .  un  convoglio    di  provvisioni,'   ad       . 

lu^go    destinato  per    una  tale    un-iof^e.  <'r  <r 

Carlo  aspetta  vasi  di  raccorre  i  truiti^di  qtK- 

sta  sua  precauzione  «  quando  già  si  uni  coit 

lui    Lewenhaupt,    il    qual    era  in   imi'gi^iord 

bisogno   della  sua    assistenza'.  Non  si  tosto^ 

Carlo    si  era   staccato    dalla    strada  m^iìjstr^ 

che  conduceva  a  Mosca  ;  che  il  Czar  appli* 

co   tutta  la  sua    attenzióne    per    mettere  o- 

fttacolo  al   progresso    di  Lew^'trhaupt ,  e  di-^ 

struggere    que*  grossi  convogli  ;  onde   avea 

fatta  provvisione  •  Vicino  Lesno    nella  con^ 

fluenza   de' fiumi    Prx^nia  é  Sossa  >    cotnpàrì 

esso  con  una  numerosa  armata  'a  vista  -dift 

difitaccamento  di  Lewenhaupt  /  11  SVez^e^e 

punto  .non  si  avvili  d'animo  r  la  ^c^  4p2fr- 

sast    avea  diminiiita    l'armata   del   Czar   dK 

60Q00  fino  a  24000  9  contro  le  quali  fbfzS 

tesor  giodieò  •  cheT»  éòoo  ^Vtzzesi   sarebbiJ» 

riiisciià  superiori  ì  Egli  adunque  -  sdegnò^'  di 

.^^  r  mu- 


.  iii       '  Ihl  n^f^  è  delia  y Hit'  - 

ttìunii^i  di  trinderatiieheifi  e  faatMécttòifiéf 
é&mpo  aperto  dai  Ru^stani ,  appuma  intem^ 
pò  checca  vasi  egli  airanzando  pet  darelono 
la  bacUgKa  .  Dopò  un  ostinato  conflitto ,  j 
^liìwld  fiiwno  fispinel  cdlla  pier^itìt  di  l'^b*" 
Docmni  ;  per  le  qual  cosa  Lewenbaiupt  cpur 
thìQÒ  ht'ìitìà  marcia  ^  scnia  però,  avere  in- 
tbnìidfttf  di  persegukare  un^  armata  sei  volte 
più  tiuoiero^a  della' sua^  propria.  Qnìndiper 
fi^dimento  della  sua  guida,  egH  si  trovò 
iinbat'az^ato  in  iK)  pabse  paludoso ,  ove  le 
sl#àde*^s(  efàno  rese  ifnpassabili  per  i  pro-A 
£&Mì'Ù4ti  fed  alberi  ^osVr a  traverso-  In 
quésta*  sittiatiòfie  fuggii  nuiih^amente.  attac- 
cato dal  "Gi^  <sòi9if Muto  da  ty ttai  la  sua  ar<^ 
mata  .  -Il'  generale  slvewesò  distaccò  duebat- 
faj^idni  per  dtsputafjt  ai  nimici  il  passaggio 
$iD»pra  uti»  palude  $  ^  ma  pòi  veggertdo  essere 
.  COSSI  probabile,  che  sarebbero  essi  sopraffatti 
dal-  tìuWérò^supe^iOrc?  de^nìmlci  ,"hiarciòaU 
la  ééSGH  di  tutt^^l' infanferia  in  loro  aj^o  # 
If  confibattiifieritò  fii  fbfiòso  ed  ostinato;  air 
il  tòraggto;ie  T  abilità  dèi  Svedesi  finjalmen^ 
fcT'fii^evafeeto  i  ónde  posero  iRussiani  in  con* 
fusiòWe'^  e^  già  erano  Sut  punto  dì  guada-^ 
dagnar  cottipiuta  '  vltcpftà>  quando  il  Czar 
diede  tirdftie  ai  Cosiacki  e  -Calmucki ,  che 
fafeeèsero 'fuoco  contro  tutti  que*Russiani  ì 
quali  avessero  abbandonati  i  suoi  posti  t 
uccìdete  fin'ancht  me  meckstmo  ,   egli   disse  , 


^.  tn^i,  s0tò  pfif. esser  fia^i^md^t^o  ,  <hè^  Mkf 
0  jtxdiarle,  ^U\  Cot^ti  pfdtai{»  CQVffi  ^f^ 
cjie  i\  proprio  ^not  ^«^mpia  Qp^iritrottqr  j;raA- 
4isii«ri  e^tliw  A^iaifo  il  Czar  àz\  ^àxuAj^ 

C  fin«iQVò  r  attaC«>  .^^cll'^ntfafa  (4i  i^nanpar 
lode  f .  che  Lcwc<>tai»|)f  jfeveY?  ;»t|rajMcWFq^ 
Qiuiri  il  Czar  schiera .  tiiiu    iiuieratti^i^  :  Jf 
^»   arenata  pier  .pr(U>iid^p  i  Si^  ;  Difiii^.|r 
« .  gli.  Svezzasi  feccrq  froi>ce  ^  ;  ^  pern  4ttc;  iv^m 
manteiiiKero.  una  saoguljckosa,  Tflioxij^f.  in  ^\ 
il  Cm  pcfdè  quwi  6ooo>i*oiHHJÌ,  I^R^^sgi^gr 
Ili  fofOQO  la  Ur^,  yolu  posti  ia.di$ord|Mi^t 
qualità ^arriv^>  U,.gei^al  P^y^sf  .^Qi!(Ì7Utii  fqr^ 
te  rinfprzo  di»  firc§^9  ir,URpC:y  ^b4«  fa  ^Hi 
liuto  il  Czar  <  di  ripigliiMrc.  fi^yaineme  ,Vr^n 
zioae^  che  prcioiceoien^r  ^^Q^i^H^  *$«n^ 
Biua   raflcfiCamifiitp  ,fi^.a    Wf»t<»  #:ri9h«.  1* 
notH^  noYt  :^eparò(  i  comb^t|eiur^r,N<3|9  {q^ 
si  eia  il .  Talora!  3»TMzetfe  f^giH^^to  4:p|ir^  fpa^ 
gior  lustro   e  splendore  qp^i^g  in    ^ti»e6t9» 
comlutttmecrxo.;.  ppicbè    rido^  «ssi  aì,  pjic* 
ciol  numero. di, ^occ^  uomini  ^  l?sM^>e    fath 
cati.dal    coiubaitcrey  e.dk^una  JUi)pgà  ip^r«(* 
eia  s  ed  ingQQóhri  da  un  gi^ssissimo  cqìQvo* 
gUo,  sostenne  tre  diversi  asfalti,  nel  xnedcr 
Simo  giorno^  da  un  aì^iiCo  def^svminato  dt 
C9nquistarc,  ed  il    cai  uamiero  jxxontaya-.a. 
6 ?oop  uomini  sotto  la    condotta  di.  Pietro, 
il  Grande.  La  mattina  appressa  il  Cza^r  or-., 
'  di- 


214        Pel  9égm$  e^ddhnm 

ésinò  •  che  si  fosBc  dato  nn  muyvo 
»oii  ostante  che  gK  Svezi^ed  mft$mrò  {rigtta- 
to  posto  la  notte  in  on  terreno  molto  vaa» 
taggioso  •  Lewenhaupt  avea  formata  ana  sp€^ 
eie  di  riparo  co'moì  carri ,  a*  quali  fece  orm 
«peccar  fooeoj  per  impedire  che  avessero 
a  cadere  tra  le  mani  de'nimici,  enei  titm^ 
pò  medesimo  poicfaè  servissero  a  coprirete 
wàt  ritirata  per  mezao  ^  del  famo  ^  i  tocta via 
1  Rosiiani  vennero  bastantemente  in  tempo 
per  salvare  quasi  5000  carri  di  quelle  prov^ 
visioni,  ch'erano  disegnate  per  Tangastiato 
esercito  del  ré  di  Svezia;  ed  il  generale 
Pflug  fu  mandato  con  no  forte  distaseoK 
mento  ^  aftne  di  perseguitare  ed  attaccare  i 
Slimici  la  quinta  volta .  Lewenhaupt  àssun*- 
ae  «ma  tale  aria  di  gravità  a  contegno,  che 
M  Generale  Pflng  stimò  cosa  prc^ria  di  ofi* 
ferirai  un'onorevole  capitolazione >  la  qua*- 
le  avendo  ricusato  11  Svezzese,  fo  di  bel 
nuovo  rinnovata  razione,  e  sostenuta  coli' 
istesso  spirito  e  vigore,  come  se  fosse  sta^ 
to  il  primo  combattimento.  Sempre  ^enza 
essere  vinti  o  conquistati,  quantunque  ritt« 
randosi ,  e  diminuiti  al  numero  di  4000 
nomini  »  gli  Svezzesi  preservarono  costante* 
niente  in  rigettare  ogni  e  qualunque  condi- 
zione, ed  in  combattere  fino  ali*  ultima  stil-. 
la  del  sangue  loro.  Gli  sforzi  della  cavalle- 
ria nimica  furono  vani ,  poiché   furono  so» 

ste- 


sC€tHMl  cooptai  maraviglia  costai&z^  «  che 
«|(}ad  &ttfibmr  furono*  lasciati  menti  solcam- 
po>  6  fa  perm^fM  a^  Lowcnbaupt  éì  prost- 
g«ire  la  sua  ^marcia  ^  ma;. seosa^  catmanì  o 
j[Mrovvl6iOm  .^  \\  prìBcipe  MènikoC  per  v^l^ 
tà  fu  suovamencb  ^tateato  per  jiitcsMieia 
tua  retroguàrdia' jr  wi  gb^vezaMi  mMifiati- 
rono^ tanca  forMidabUi^v^^uncbe.rn  itieBrona|- 
le  lori»  più  '  eàlàflflHtQse' cJTccEiianr ^  eh' «gli 
rkircAsi  senaa'&re^  uon  ^sentati vo*^- te  ^una 
parola  dopo^avcr^^Xcwetyhàaip^tMUftimi  fxrr 
tre  giorni  secsofiaigt^f^asarià^  .tdopòtfartòre 
mcoBtrate  tiitactle^diAcolcàtchbniM'bitnw* 
«osa  armantjy  uai  sdvaggio'  paKsOi^^  eàiMta 
^gdrosa  'Stagionava ftotefqnd» attii^csaie  nel 
tuo  cammino-y  ^U  •  anrìvè) -ìfioalmierite  *  mi 
campo  dei'sudi  sbmTg>  ^boE^^roiiHftoo  «e* 
inini^  e  còH'eBaare:(ìiisie^:iii:4vtr'*^i:iccIli 
^uasi  30000  t|ii]iidr.in?flìvoinrTéntontili*ildta. 
sua  marcia-.^  ->-'•  .  ^'  o  /'-'u-'^t  •■  ..'•^•^  i-.  •-. 
: .  Palle  sopraddette*  ciicÒsoBize»  uhiarawcme 
acorgeasi^  che  la'^fortunà 'dcl4arflhrea»atawa 
«oiuinciato  a  p^etiréeve  Un^cafipottot'-fsfbvofe- 
voie,  uia  pur  noa^ditneBOoibgrBn'CGmggio 
di  Carlo,  e  delie  sue  troppe  era  iRettmpa- 
Inabile.  Essi  erana  diestìtuìti  di- vtettova^e 
senza  niuna  comoiricazione  colla  .'Sveaia<  o 
t^oloma^'eìn  un  paese  dove  il  .solo  rimadio 
€:he  rimanea  era  il  proprio  loro  toraggki  • 
^i^esto  secondo  che  tuttavia  pensatasi  >4' a^ 
.    Tomo  I^  P  ve- 


zie        jDtl  Hegno  e  ddlla  fini 

Verebbe  sormontate  le  difficoltà ,  e  gli  avrebr 
be  condotti  trionfanti  alla  capitale  AfiiH 
Eussiaj  il  cui  saccheggip ,  e  deposizione, 
del  Czar,  avrebbero  picoamcnte  ricotti pe;!*:. 
sate  tutte  le  loro  fatiche  .  Carlo  non  jnai 
perde  di  vista  un  tale  obbietto  nelle  m^ssh 
me  sue  sciagure  e  strettezze ,  e  tuti^  V  «r-»t 
mata  sua  sembrava  animata  dall'  istesso  spii 
rito  ed  ambizione.  Eglino  adunque  si  risoln 
sero  di  disprezzare  le  stagioni  «  e  gli  estren 
mi  patimenti  della  fatica,  e  fame,  secondo 
che  avevano  disprezzati  i  loro  nimici.  Laon-- 
de  fecero  lunghe  marcie  nel  rpezzo  del  più 
severo  inverno^  che  si  fosse  mai  provato 
nella  Moscovia.  Senza  calvàri ,  e  quasi  sen^ 
za  vesti  e  pane  seguitavano  e$si  il  loro  Re; 
senza  punto  mormorare  ,  e  si.  vestivano  ^ 
guisa  di  Selvaggi  colle  pelli  di  bestie  /eror. 
ci.  La  più  gran  parte  de' cannoni ,  fu  la*-^ 
sciata  indietro  ne^lagami>  conciossiachè  fosn 
sero  periti  tutti  ì  cavalli  da  soma;  e  tutta 
Tarmata  cosi  numerosa  e  fiorita ,  quando, 
lasciò  la  Sassonia  ^  era  presentemente  ridot- 
ta a  24000  uomini  emaciati  i  impoveriti, 
ignudi  ;  ed  a  riserba  del  solo  Coraggio ,  era-', 
no  affatto  esausti  di  forase  •  Carlo  avea  spe*: 
rlmentata  la  mortificazione  neir^lnno  .pre- 
cedente; ma  ora  solamente  cominciò,  esso 
a  sentire  il  peso  accuinulato  delle  disgrazie 
e  scorno  •  Più  migliaia  deliaci  soldati    cad« 

de- 


Jt ^ÙustavQ  ììì.  re  di  Sve\Ìa .       i  2/ 

éerft  a  terra  morti  di  freddo  e  di  f*me  in- 
nanzi alli  suoi  occhj  :  egli  se    ne    mosse  9 
compassione;    ma    perseverò  costante   nella 
stia    òplhione  ;   e  per  verità  [una  ritirata  in 
Quello    statò  di   cose  sarebbe    stata    la  più 
irdua  intrapresa.  Prima  del  mese  di  febbra<* 
jo  gli  Svezzasi  non  oltrepassavano  il  hume- 
jTD^  di    18Ò00   uomini,  còlla  quale   armata: 
Cariò    pefnetrò^  finalmente    a   PultòÀva  nella? 
frontiera  orientale  dell' Ukrairt.  Quivi  il  Czar 
aveà  fòrniato'  i  magazzini  4  di  Ciri  Carlo  avea^ 
risoluto    di  guadagnare    il  possesso^  poiché 
sìh^dfSf  egli  eri' statb  totalmente  fofnito  di 
provvisioni    dal  itxo    fedele   alleato   Còsaca 
Io  sìTorttìtiatò  Màieppa  .  Il  destinò    di    Pu)-* 
towa    dovea    determinare  (juelld  della   Sve-^ 
zia  é    Se  Carlo  fósde  felicemente    riuscito  in 
tale   imprèsa,    sarebbe  '  rimasta   aperta    una 
strada   nno  a  Mosca    medesima,  ed  egli  a-*  • 
vrèbbe  godtitó  almeno  di  una  grand' abbon« 
dahzà  di  viveri,  ed  avrebbe  avuto  Toppor» 
tunità  di*  àsjpettare  1*  arrivò  di  alcuni  rinfor-» 
zi',  i  quali  tuttavia  si  aspettavano  dalla  Sve- 
zia i  LiVt)nia ,  Polonia  e  Portieratìia  *  Pei*  lo 
contrarrò    qualora  egli  fosse  '  stato  costretto 
ad' abbandonare  T assedio;  1* armata^  più  ch« 
mai  avrebbe  dovuto  Timàfref  espòsta  alli  ti- 
gofi  éélh  fame;  òotìciosSiaòhè  il  Cza^  sfés-' 
te  presehtemente  occupato  in  dare  il' gùasto^ 
A  quelle  contrade  ,  donde  i  Cosachi  ritrae-» 

P    a  va- 


ili         JPel  MègW  €  della  Vita 

«rano  sussUlj  per  il  campo  svezzese.  Ma^sep? 
pa  f  che  tepea  segreta  corrispondenza  coti 
ricucii  degli  abitatori  >  saggiamente  consigli^ 
»  Carlo  ,  che.  h  città  doveva  e^s^re  inve? 
miVà  »  Le  di  lei  fortificazioni  erano  moltQ 
buone;  la  guarnigione  montava  a  9000  uo- 
mini, e  Carlo  si  trovava  in  bisogno  del 
grosso  cannone:  ciò  ]^tik  non  psiante  qu^l 
capo  de'Cosachi  cqn  graìide  fiducia  e  ri^o-^ 
lutczza  promise  lieti  successi  ,  onde  comin? 
Ciarono  le  sp^ranzp  a  ravvisarsi  f^\V  armata 
$vezze^e. 

Di  fatti  il  re  Carlo    investì   Pultova  coi» 
un'armata  ,    la  quale    non  era  sufficiente  a 
troncare  U  comunicazione   tra  la  guarnigipt 
ne,  e  il  Czar  ,  p  bloccarne    i  passi  in.^a-^ 
niera  tale,  che  venisse  ad  impedire  ch'egli^ 
no  pqtessero  ricevere  soccorso.  11    general^ 
.  StuCkelburgh  fq  distaccato  con    8000  Svez? 
zesi,  e  Cosachi  di  !à  dal  fiume,  ^or^ljc^lawt 
per  quindi  sloggiarne  una    partita  di  nimir 
ci ,  che  iptendeanq  di  penetrare  in  FuUovr 
va;  ma  egli  fu  disfatto >  p  quasi  tutto  il  suo 
distaccamento  p  rimase  annegato,  o  fu.fat** 
to  in    pezzi ,   conciossiaohè   fosse    stato  abr 
battuto  il  ponte  per  impedire  la   sna  ritirar 
ta;  ma  neppure  qyfisfa  perdita  potè  scoragr 
gire  il  re  di  Svezi^,  onde  proseguì   T  asscr 
dio   col  pj]^  estremo   vigere  ^  p    tostamente 
fpppbbf  per  |a  gij^dicipsa  e  rijiolsta.  dif^sa^^ 
/  '     ''■;".  •  .    che 


di  Gustavo  ìli.  fé  dì  Svelta  1      ii^ 

cHe  fecero  i  nimici,  ch'esso  aveva  già  im 
degnata  loro  l'arte  di  gtierregéiare.  Furono 
<fati  diverbi  assalti,  in  ciii  feli  Svezzcsi  fu-»- 
i'ono  co^tantètnefìte  rl^pinti  con  questa  nuo* 
ya  mortificazione,  cbe  il  principe  Menzi- 
koff  avea  gi^  trovata  la  maniera  di  far  en* 
trare  tiella  città  1200  uomini  cot>  ana  gran- 
de quantità  di  munizione.  Per  compimento 
delle  sue  disgrazie  ,  Catlo  ricevè  una  ferita 
da  un  colpo  di  carabina,-  mentre  che  stava 
osservando  le  opere  militafi  ,  che  trapassò 
il  suo  stivale,  e  gli  slogò  Tosso  del  tallo* 
ile  ;  ma  tatntst  f(i  la  sua  costanza ,  che  un  tai 
accidente  pas^ò  senza  che  si  fosse  osserva* 
to  ,  poich'egU  non  mostrò  la  mehomsi  tur- 
bazìone  di  Volto.  Per  Sei  ore  tìopb  es^ 
Continuò  a  stare  si  cavallo  con  ògtli  calma 
possibile,  dando  sempre  i  s'ùoi  ordini  fin' a 
tanto,  che  r effusione  dèi  sangue  lo  fece  * 
Svenire  ;  ed  essendosi  Ì2t  ferita  scoperta  da 
uno  de*  sdoi  seguaci ,  questi  subitamente  gU 
arrecò  T  ajfUtd  4ei  chirurghi  i  e  Condusse  sua 
Maestà  dentro  la  sua  tènda.  Dopo  essersi 
laminato  il  male,  ^  vide  che  la  ferita  a-» 
tea  già  Cdmlnciatò  a  tfiortìficafef ,  onde  fu 
opinione  dell'arte^  Che  la  sua  vita  si  potè» 
Va  solàpenie  porre  in  salvo  còl  taglio .  Al* 
Jóra  si  vide  T  armata  sopraffatta  da  una  in- 
dicibile costef  nazione  ;  ma  un  certo  New- 
inan  intrapres»  là  eura  dii^alvar  quel  meiD* 
-*  V     ^  bra  « 


^50         Del  IRègm  è  della  Fila  ^ 

bro .  Era  necessario ,  che  Vi  sì  fossero  fjfe». 
te  profonde  incisioni;  ^,  mettiti  adunque  alt 
opera,  disse  il  Re,  tàglia  pure  con  fran^^ 
cA^jj^ja,  e  non  paventar  di  niente  „;  perlóc^ 
ìchè  Carlo  porse  la  sua  gamba»  mentre  che 
facevasi  V  operazione ,  senza  la  meiKmia  a^ 
giuzione  d' animò  ;  e  mentre  che  sta^a^ 
fasciando  la  ferita ,  ordinò ,  che  3i  fti$se  datò 
uii  assalto  nella  vegnente  mattina. 

Per  alcuni  giorni  il  Czar  con  tin'  armata 
di  700CO  ttomìiii,  $e  ne  stette  iu 'una  pici- 
ciòU  distanza  j  travagliando  il  catrtpo  syez*»- 
xese  colle  sue  partite,  e  distruggendo  rutti 
i  convogli  di  prov visioni:  ora  giunsetò  fé 
nbtizìe  che  Carlo' fera  già  ccrm|Ìarso  alla.t^ 
«ta  delle  truppe,  come  se ,  avesse  ìnterizìo^- 
Tie  Mi  attaccare  le  linee  del  '^e  •  I4  questa 
ìjituazìonfe  ferito  com'era  ed  iticàpace  dì  a* 
;iiofìi,'in  un  paese  deferto  senza  poter  ritir 
rarsi,  destituito  di  provvisioni^  e  munizio* 
tli,  e  quasi  circondato  dai  nimici,  Carlo 
condiscese  a  radunare  un  gran  cO^nsiglio  di 
guerra,  it  ^\iì  risaltato  fa  ch'era  espediente 
di  marciare  fuor^^  delle  trincee  >  ed  attacca- 
re i  Kusslani.  Mr*  Voltaire  per  verità  asse- 
risce il  contrariò  /  anche  ih  questa  estremi- 
tà, ilice  r  autore  j  il  Re  non  chiamò  alcun 
consìglio,  come  sarebbesi  potuto  aspiettareV 
ina  ai  7  dì  luglio,  mandò  a  chiamare  nelle 
$ua  tenda  il  marescialio  Benscbild^  egli  or<- 
'        .  *         di- 


di  Gustavo  HI.  re  di  Svelta .       ì  ^  i 

(fino  con  deliberazione,  e  senza  il  menomo 
tufbamento ,  che  si  apparecchiasse  ad  attac^ 
care  il  Czar  nella  vegnènte  mattina.  Il  Ma-* 
reseiaUo  senza  puntò  contraddire  alla  volon- 
tà del  sao  sovrano ,  lasciò  la  tenda  del  Re 
per  eseguire  gli  ordioi  ricevuti.  Ottomila 
•uomini  furono  lasciati  per  difesa  delle  ope- 
re, e  per  opporsi  alle  sortite  degli  assedia- 
ti; e  col  resto  dell'armata  che  montava  a 
26000  uomini  includendovi  18000  Cosa- 
chi,  Carlo  cominciò  a  marciare  al  far  del 
giorno  per  combattere  il  Czar.  \n  passando 
egli  per  un'  angusta  via,  furono  veduti  i 
nimici  schierati  in  due  linee  dietro  i  trin- 
cera nctenti,  la  cavalleria  nella  fronte,  e  l'in- 
fanteria nella  retroguardia  con  alcuni  vuoti 
per  lasciar  rinculare  la  cavalleria  in  caso  di 
necessità.  11  general  Sleppenbac^  fu  imme- 
diatanierite  distaccato  per  attaccare  la  cavai*, 
leria  ;  la  ;qual  cosa  fu  da  lui  compiuta  con 
itanta  impetuosità,  che  i  Russiani  furono  in- 
tieramente rotti  e  sconfitti;  ma  essendosi 
riuniti  dietro  T infanteria,  ritojnàrono  essi 
all'attacco,  e  posero  in  disordine  gli^Svez- 
zesi ,  e  fecero  prigioniero  Sleppenback  ;  Car- 
iò fu  portato  nella  sua  lettiga  alla  scena 
della  confusione  ,  ma  la  sua  presenza  tosta- 
chente  animò  le  truppe;  ond' essendosi  que- 
ste riunite  insieme,  in  un  istante >  si  avan- 
j^arono  conira  il  fuoco  di  70  pezzi  di  caa- 
I  P     4  no- 


i  j  i        0ét  '  Èigiiò  'é  deità  fi^ 

none,  e  dl'tm  grati  nutn^o  ^!r  fottlof^  ^ 
<:ùì    ferano    travagfiató    e   étlìs  frdjntt  t  nei 
fianchi .  Ora    la    fxattaglra  ;  dìvcntic  oltre  éé 
ogni  credere  Càlorosaf;  ed  ambidue  i   prin-' 
jcipì  diedero  gli  órdini  loro  eon  qutl^la  '  por 
satezza  di  spirito  e  presènz^l  é^Mimo  eh'  è 
partidòlate  ai  personaggi   veramente  grassi  .^ 
li  Czar  vide  il  suo  cappello'  trapassato^  4% 
un  globo  ignito,  e  Carlo  nella   sira    lettiga 
scampò    uti' infinità    di    pericoli.  Egli  av^a 
spedito  il  general  Creutz    con   un  corpo  di 
cavalli  e  dragoni  perchè  assalisse  il    nimica 
nei  fianchi;  ma  Creutz  sbagliò  la  strad?,  0 
questo  gittò  le  fotldamehta  di  tutte  le  futa* 
re    disgrazie^    L'ìnfamefìa    russiana    sì  aprì 
dalle    loro    lince  i    si  avanzò ,   e  già  era  ftk 
procinto  di  sopraffare  col  loro    numero   gU 
Svezzesi  »  quando .  un  còl^   amìnirabtle  del 
.  Czar  inticfaroente  determinò  la   vittoria  ^  M 
principe  Menzìcaff  fu  distaccato  ^  perchè  art- 
dasse  a  situarsi  tra  gli  Svezzesi ,  e  Pultowat 
troncasse  ogni  loro  comunicazione  col  cam- 
po, ed  attaccasse  la  loro  retroguardia.  £gli 
eseguì  i  sDOf  ordini  con    gran    giudizio   ed 
abilità  t    distrusse    un    corpo    di    riserva  di 
3000  uomini,  e  cosi  decise    la*  fortuna  del 
giorno.  Tuttavolta  però  il  Re  avea  schiera- 
te le  sue  rimanenti  truppe  in  due  linee;  la 
fanteria  nel  centro ,  e  la  cavalleria  nelle  due 
ale.  Essi  già  erano  stati  ben  due  volile  ri»- 

ni- 


di  0iHtavif  UL  rè  £  Svt^:      a^} 

tiii^^e  pfcscntcmeute  fusono  anaccati  cpn 
£^an.  fucora  da  tijtte  U  parti .  Carlo  nella 
Wi  l^ttiga^.colU^pada  sguainata  in^  una  mz^ 
1101.^  «OQ  lina  pistola  aell' alcr^a  i  fa  per  o-- 
gHi  dot^  presente «!  Una.  palU  di  cannone 
Uccùs^  ambì^M  I-i  cavagli  della  lettiga^  ed 
ap^òsi^  fttronp.  $ostituiti  gli  s^ltri  in  vece  19^ 
U3m  cjqando  UiOa  seconda. palla  di  cannone 
fe(;e  in  pezzi  la  Jettiga  ,  e  ribaltò  il  Rp .  I 
soldati .  lo  crpdettero  già  uccìdo  ;  onde  farq-r 
Dkp  sqrpresi  da  costernazione , ,  e  la  prifiia  li* 
^ea  (i%  g^à  rollai  fi  la  seconda  fuggi..  Il  riur 
ciirst  ejaaosa  ipipossibile^  .cp^ciossiaché  (iian- 
€»$Bf  la  polvere.  Il  Re  fece  quanto  noai  fii 
p^^sibile  per  Tìme^tere  l'ordine  delle  solda^j 
teschi;  ma  i.  Ri^ss^ani  premerono  con  tanta 
gagliardia»  che  resero  vani  tutti  1  suoìsfor- 
zi*  Renschildt».  e, diversi  ufEziali |feneraU  fu^ 
jon.  fatti  prigionieri;  ed:  il.Be  sarebé^  i^fa^r 
4ibilmente  caduto  anch' egli  nelle,  ip^nì  dei 
Inimici,  se  P^niatoski  eoa  amQiirabile  pre-^ 
Moza  di  spirito  non  avesse  schieraci  500  ca« 
traili,  circondata  la  persona  reale <,  e  con  un 
furore  incredibile  non  fos^e  penetrato  per 
iEnezzq>  di  dieci  reggitnenti  nìoiici ,  e  cosi 
non  fosse  arrivato  alle  sponde  del  Boriste-^ 
ikp  •  I  coqquistatpri  assalirono  il  campp  >  e 
BMmpadronìronp  dì  $  milioni  in  specie^ 
ah'  erano  le  spoglie  del  re  Augusto  >  nfiai 
«on   poterono   |ippedirQ  .  che   Levvenbau^ 

non 


1)4        Ikl^égm  t  ieM  Tiitf 

fioD  si  ritiraise  con  4000  fanti,  e  con  tut- 
ta la  rimanente  cavalleria  alle  sponde'  del 
Boristene  rìmpetto  a  Kiovia>  dove  fu  e&s4 
perseguitato  da  Me nzikoff,  e  per  nvancanzt 
di  ponti  ò'  barche  fu  costretto  ad  arrenderr 
si  d,  4ìs^Tczvonfi  f  In  una  parola  la  vittoria 
fu  compiuta,  poiché  tutta  l'armata  fivezze^ 
se,  eccettoch^  alcuni  pochi,  i  quali  *  seguii 
taralo  la  fortuna  del  Re,  o  furono  uccisi 
o  presi.  GÌ' infelici  prigionieri  furono  in  ap- 
presso dispersi  nella  Siberia  >  o  barbaro  pae-^ 

',5e  dove  U' necessità  li  rese  ingegnosi,  coil^ 
ciossiaehò  ognuno  esercitasse  qualche  arte 
ed  impiego,  essendo  cessata  ogni  qualunque 
distinzione  tra  il  soldato  e  TuiSztale^  com^ 
anche  furotio  intieramente  abolite  quelle  dif'- 
ferenze,  che  suol  fare  ìa   fortuna   degli  uo^ 

.niini.r  Quegli  uffiziali  ch^  non  potevano  lavo^ 
Tare  in  qMàlchie  n«estier«  od  arte  mecanica^ 
furono  Costretti  a.  taglia  re  le  legna  e  portar- 
le  ai  soldati ,  i  quali  per  questo  tempo  o 
erano  divenuti  sartori ,  o  calzola] ,  ferra] ,  0 

_  fabbricatori ,  q  legnajuoli  *  Alcuni  degli  uf- 
fiziali  diventarono  pittori,  scultori  od  archi- 
tetti; ed  alcuni  insegnarono  le  lingue  e  le 
matematiche.  Furono  erette  scuole  pubbli- 
che^ .le  quali  tostamente  divennero  cosi  u- 
tili  e  famose,  che  i  ^li  della  nobiltà  erano 
da  Mosca  mandati  ne}U  Liberia  per  esservi 
(^ducati^^menteche  per.  la  vittoria  di  Pul^ 

tov- 


di  4uìtavò  IH.  re  ^^vi^ .       i  3  f 

tóirva;*Pictror  il  Grande  tióti  solo  gittò  1^ 
fondamenta  del  potere  *e  ikurezza  deHà 
Kassia  ,  ma  eziandio  deHe  arti  e  scienze  \ 
che  in  quel  tempo  etana  intieramente  *sct»- 
nosciùtenel  suo  imperio.  ^  \ 

Iti  questa    maniera:  Carlo  -XIL*  iremie    i 
perdere  in  tin  giorno  'sorlo  i    fratti  di  nove 
anni  di"6s!tiphe  e  stidori*>  é-la  gloria   insiet 
tac  di  presso  che  cento' vittorie  «  Egli  ftiggl 
uta  in  un  mal  ordinato   edlesso^   acctjmp2K 
gnato  da  tm  picciolo    drappello  .di  persone 
ihvariabifrnente    attaccate    e  Tedeli 'alla  sui 
^persona, ^ chi  a  ^iedi  ^-e  th\  a  ^cavallo  a  tra* 
VersV>  di  un  deserto  t  ove    non    era  da  to- 
dersi  affatto  hìuna  casi  o  capanna,   niun'à*- 
"iiìraale  \  erba  od  albero  ;  '  poi<chè'  il  tutto  cr« 
un  vasto  Oce^tK»  di   labbia,    in  cai  mancò 
pochissimo  I  che    noti    fossero  quasi  rimasti 
'  affocati  per  Tintenso  caldo  più  intollerabile  di 
quei  rigidi  freddi^  ch'avevano   sperimentati 
neir entrare  che  fecero'  nelle   frontiere  rus- 
siane.   X/a   mancanza    delF  acqc^a  avea  ^oasi 
distrutto  r  intiero   numero    di  codeste  sfolr*- 
txmaté  reliquie  delP  armata    svezzése  ;    final- 
niente    però  fu  scoperta  una    fonte^    in   cui 
il  Re  e  tutta  la  sua  brigata    dissetarono   la 
loro  scte'^  e  quindi  procederono  ad  OzalcoT 
città    nei    domìnj  turchi,  il  cui    Bassa  che 
\  erane   il  Govèrnàtotes  li  forni  di  ogni  cosa 
necessaria ,    e    trattò   il  Re    con  tutto  qurt 

ri- 


Ijd      "-Crf  Ségno  i  delia  file  n 

khpetto,  che  dovuto  era  ad  un  così  gfatr^ 
4e  monarci.  Già  correa  quasi  il  nono  gión 
^po  di  giugno  #  prinifa  che  si  fossero  pofutg 
provvedere  barehe  sufficienti  per  trasporta*^ 
re  il  tutto;  laonde  pcè  un  tale  acoidento 
i|oo  Svezzesi,  e  CSosàchi  caddero  nefìe  ^a- 
fìi  delliimici  ,  i  quali  continuarono  Tinse-^ 
giiimienlo  fino  alle  sponde  del  fiifme  .Bogfar»* 
Questa  perdita  toccò  più  vivamente  T  animo 
del  Re  di  tutte  le  altre  sue  passate  sciagiH 
re  e  patimenti  v  conseguenti  della  ^con#^ 
dlFultovvà.  La  disgrazia  avea  già  raddoU 
<;ho  il  suo  cuore  ,  .ond'egli  presente  fece 
'  per  tla  prima  volta  Conoscere  aflcunl  segtit 
di  estiere  sensibile  alle  calamità ,  e  dentimi» 
passione.  Egli  adunque  versò  lagrithe  in 
"leggendo  a  traverso  il  fiume  m^fdarsi  via  in 
cattività  la  maggior  parte  dei.  suoi  pochi  xi* 
manenti  amici,  senza  poter  egli  recare  ai  tìC* 
idesimi  niun'a^to  o  sollievo.  Il  Bassa  andò  in 
persona  a  corte^arlov  fece  delle  scuse  pier 
r indugio,  che  a^ea  cagionata  questa  perdio 
-ta  ^  e  ne  fu  severamente  ripreso  dal  <Re  v 
eojste  se  fosse  stato  suo. proprio  suddito'. 

Carlo  non  era  stato  che  pochi  giorni  ad 
Ozakov  ,  quando  il  Scrasquier  di  Ben-^  . 
xleti  ossia  generalissimo  delle  forze  tur- 
che in  Europa,  mandò  un  Agà  per  compita 
>inentare  sua  Maestà ,  per  il  suo  arrivo  nei 
dominj  turchi,  per  invitarlo'  a  fender >  e^ 

ao- 


di  Gustavo  Ut  te  £  Svezia  l      i^y 

accf tiare    il    donativo    di  una    bella    tetid^ 
air  oso  tuÈco  péfcEè  si  potesse  béke  adagia- 
re nella  strada .  Ambidne  i  complimenti  fa-^ 
vòno  da  Carlo    accettali^    e  quindi  si  parli 
eon  tutto  il  suo  ^egoito^  scortato  dal  Bassa 
di  Ozakoy ,    il    quate  fornillo    di  ogài  cosa 
Bccessatia  £no  a  Palanca ,  nel  quàt'  luògo  il 
Seras^uier  si  assunse   egli    il  peso  di  sicco^ 
modare  il  fuggitivo  monarca.  Allora   quan- 
do  arrivò  a  Bender,  fu  salutato  dalla  scari^ 
ca  generale  deìF artiglierìa,  e  dalle  acclama- 
zioni dei  Giannizzeri  j  i  quali   furono  squse 
drohati  p^pr  far    onore    a    sua!  Maestà'  còlta 
flessa  cerimònia  p  fòrmaliià ,  come  se  fosse 
stato  il  gran  Signore  medesimo  «  Carlo  pian« 
%Q>  la  sua  tenda  tielle  sponde  del  Miestérse 
ricusò    V  invito    fettogli    di    alloggiare  nelli 
^ttà^  Ji^sso  fu    visitato    dal    Séi^rasqùier^  fi^ 
trattato  con  somma  ospitalità,  fii  provvedu-. 
IO  d' ogni    cosa  *  necessaria  ^  che  quel  paese 
potasse  pfoj^lurre;  e  nella  saa  massima  esten* 
sione  fu  praticata  quella    generosa   massima 
4el  govecno  turco  y  cioè  di  riguardare  come 
sacre  le  persone  di  quei  principi  sfortunati  if 
^\\t  {r4  di  loro  siet^si  partati  a  ricovero  • 


*;i 


^^- 


%^é       Pel  Jtegna  é  déU  fiia 

pon  grandi  e  picciole  palle  «  alla  qual  graft* 
(dine  il  Re  ,  secondo  il  suo  costume ,  si  espo^ 
se  senza  riguardo.  In  tale  situazione  è  fa- 
ma che  fosse  colpito  nella  tempia  >  e  posto 
a  morte  •  Erano  con  lui  due  uffiziali  fran-» 
cesi,  Maigret  ingegnere  che  dirigeva Tasse-^ 
dio,  e  Siquier  suo  a)utante  di  campo  «  Pie* 
ero  a  qualche  distanza  stavano  fra  gli  altri 
il  conte  di  Scevrin,  generale  delle  trincee  ^ 
il  conte  Posse  capitano  delle  guardie ,  e 
Culbert  ajutante  di  Campo  •  Al  dire  di  Yol^^ 
taire  i  due  fi-anccsi  vedendo  la  caduta  del 
Re>  e  udendo  un  alto  gemito^  s' accostare* 
no,  e  lo  trovarono  morto. 

Il  racconto  della  mofte  del  Re  pubblica*^ 
to  per  ordine  del  gòv^'rnp  svezzese  non  ne 
àk  un  minuto  ragguaglio  ^  e  T  attribuisce  u« 
nlcamente  ad  una  palla  di  falconetto  •  Ma 
il  racconto  che  ne  fece  il  conte  di  Lieven 
al  signor  TITraxall ,  ci  somministra  aneddoti 
ben  digerenti.  Egli  cosi  spiegcfssi,  secondo 
k  relazione  del  signor  Coxe  nel  suo  viag^ 
gio  nella  Svezia» 

:  „  Pochi  sono  gli  uomini  oggidì  viventi 
che 'parlare  ne  possano  con  più  certezza  di 
me ,  che  'mi  trovai  al  campo  sottAi  Frìcde« 
rìckshall  al  servìgio  del  Re  in.  qualità  di 
paggio  in  quellar^  notte  stessa  che  cadde  e-* 
i^into .  Son  certo  che  fu  assassinato .  La 
Àott0  era  molto  oscura;    e    ad  4ina  tale  ài-* 

-    -  stan-^ 

f 


•  dt:Gtistavo  III.  ^e  diS't€':^a .     I4J . 

stanta  era  quasi   icnpcxssibllé.  che   ima  palla 
potesse  giungere  a  ferirlo .  Io  vidi  il  còrpo. 
del  Re,  e  sono  sici^ro  che  il' colpo  riceva- 
to«  da  lui  nella    tempia /fu  di  pistola.  Chi 
fosse  r assassino  è.  ignoto  1  Si  sosp^tò.  di  Si- 
quier  ;  poiché  non  ^  trovava  col  Re  avanti 
il  colpo  i  ma  comparve  un  m^omento  dopo  . 
Coloro  che  sonò  :c<pcrii  nelle  cose  di  guer- 
ra ,  ben  sanno  qnal  rumore  faccia  una  palla 
$coé(^ata  da  un  cannone  :  il  colpo  che  ucci* 
se  il  Re;  fu  totalmente  diverso". 
-   Di  Tatti  questo  medesimo  Siquiér  nel  1722 
essendo  a  Stokhèlm,  caduto    in    un  delirio 
per, febbre  ardente',  cor$e  alle  finestre  della 
sua  stanza,    .le    apri,  e    sclamò  ch'egli  era 
lo, sciamato  che -àvea  ucciso  Carlo  XII. ^  ma 
nessuno  prestò    fede. alla'  confessione  d'un 
uomo  che  mllora  trovavasi  ih  frenesia .  Mol» 
ti  altri  ancora,  ossia    in    delirio  di  mente', 
o  in  punto  di  morte  confessaronsi  complici 
della  trama  ordita  ed  eseguita  contro   Carlo 
XII.  fra  i'quali  si  raccontano  ansddoti/in* 
torno  Fabricio  favorito  del  Re ,  e  di  un  al- 
tro uffiziale  chiamato  Cronstedt.  Costui  rac- 
ponto  al  suo  confessore  Tolsca/Jio  ,  come  egli 
di  sugs^  rnano    avea  caricato    il  fucile ,   con 
cui  un  certo  Gherurose ,  che    morì,  luogòtcì- 
nente    generale    e  colonnello    delle  guardie 
«vezzesi ,  uccise  Carlo  XII.  La  regina  vedo* 
va  di  Svezia,  esaminata  la  ferita  dell' estin«> 
Tomo  /.  '  *  Q  to 


^i        Del  Regno  e  della  Vi(à 

to  monarca^  restò  ferinamente  persuasa  ch'^ei^ 
gli  fosse  stato  ucciso  y  non  da  palla  di  fai* 
conetto y  ma  di  fucile.  Quest'of>inio]ie  regnai 
tuttavia  nella  Svezia  fra  le  persone  più  il- 
luminate; quindi  è  che  uni  certo  Isigbam 
gentiluomo  svezzese>  deputato  nella  dieta 
memorabile  del  1772,  sì  cspreiie  con  q^ue- 
ste  osservabili  parole., ^  La  libertà y  si  gran* 
demente  sublimata  ^  sempre  portata  agli  ec- 
cessi, della  quale  siamo  stati  schiavi  silun» 
go  tempo,  che  produsse  pef  noi  in  alcun 
tempo  di  buono/*  Orribile  coiigettura^  ob-* 
brobrio  d' eterna  infamia  !  La^  vita  def  nostra 
settentrional  eroe  Carlo  XII.  .  ..  Ma  racca^» 
pficcio  nel  pensarvi  .  • .  egli  era  sul  puntOF 
dr  riparar  le  perdile  dello  stato .  Molto  avrk 
che  dire  la  posterità  sopra*  questa  deplora^ 
bile  evento.**' 

•  Tale  fu  la  iine  di  quest'uomcrstraordina^ 
rio ,  il  quale  avea  stancata ,  per  così  dire  la 
fama;-  il  cui  valore  era  più  che  umano.  E-* 
gli  era  sobrio  ,>  frugale  e  casto  r  la  sua  pa** 
rola  era  sacra;  T ingiustizia  tremava  dinanzi 
a  lui.  Ma  pel  contrario  qual  ìmpeto y  qua- 
le ostinazione  y^^  quaf  mancanza  di  prudenza! 
X.e>  sue  imprese  furono  utili  ai  suoi  Dimici^ 
e  funeste*  per  la  Svezia.  Gli  Stati  radunati 
offerirxjno  la  corona*,  ad  Ulrica  Eleonora ^ 
sorella  minore  di  Carlo  Xlf.,  a  condizione 
ch^'essa  ricusasse  al  poter  dispotico*  IP  du- 
ca 


di  éustàxMA  ìli.  re  di  Sves;^ .     i^^ 

òa  di  0Q$c«iiì.av6a  cpauigiani  9  diritti  è  Q\xt^ 
id  età  un  t>rtncì^e  .giovine  ,^mato  di  mola- 
te belle  :c}Uatiià^  ed  aivea  'Spo$aca  la  sorella 
tliaggidte  di  Carlou  M^.il  suo  partirò  fecef 
inutili  sforai.  Il  Barone  di  Gòehat,«  cde  si 
Sapeva  essere  del  suo  partito  ^^  del*  quale  si 
temeva  il  genio  attiva^  fu  arrestaoò  ,<  e  con^* 
clannatò  a  perdere  la  tesia  1.  Id  Vece  di  con^* 
tinuare  il  negoziato  colla  Russia ,  cbé  que-*- 
sto  tiiinistro  aveà  intavolata <  fu  rotto,' e  si 
Stimò  ^più  opportuno  .rivx^Igérsi  all'Inghil- 
terra i  alla  Russia  ià  zMk  Danimarca.  Xa' pa- 
ce èa  cotickiusa  tod  queste  tre  Pòtenle  a 
tronxìiziom  però  svantaggiose f  laf'Sves^  per-* 
dette v.Bremen  e  Verderi ,  una  parte  della 
Pomeranià>  e>  Teseàzioni  del  diritto  del 
l^ùnd  i  Alcuni  milioni  di  scudi  le  furoiior 
accordati  per  indetiniizànientti  . 
-'  Iiltamò  la  dieta  si  èra. radunata  a  Sto* 
kholmi  il  giorno  24  gennajo  1720  ^  Ulrica  E^ 
leonòra  propose  di  rinunziare  lo  scettro^  e  ce* 
derlo  a  Federico  d*  Assia  Cassai  suo  spos^. 
Questo  prìncipe  difatti  fu  x:£eato  tt^  ttitìt  pattò 
che ,  rinunziasse  aiicora  ad  alcuni  altri  dirìt-* 
ti  del  sovrano  poaerey  Ma  la  Russia  sempre 
implacabile  devastava  le  eoste  del  regno-. 
Convenne  pensare  seriamente  a  procacciarsi 
la  pace  coti  questo  formidabil  nimico  ;  Si 
ottenne -nel  1721  ,  cedendo  la  Livonia,  1?E** 
stonia>  I^Ingria>  ed  una  parte  della  Carelia 
Q     1  ^dei- 


t44         ^^^  Segno  e  della  Fita 

e  d^lla  Finlandia.  Le  fondamenta  di  Pier 
tr.oburgo  erano  gittate,  e  Pietro  potè  allora 
continuare  senza  verun  ostacolo  a  rassodare 
il  vasto  edifizio  di  questa  potenza ,  oggetto 
de'  soci  desideri  e  delle  sue  fatiche.  '     . 

GJi  Svedesi  liberati  dai  loro  più.  molesti 
nimici>  si  occuparono  nsU*  amministratone 
interiore  del  loro  p^esc,  e  s'affaticarono  a 
riparare  per  mezzo  delle  arti  seguaci  della 
pace  le  disgrazie  che  la  guerra  airea.  loro 
attirate... U  agricoltura  fu  promossa >  Tindu*' 
latria  &i  .premiata  ,' il  coro^mercio  coniincià  a 
fiorir  Sodamente.  Ma  il  flagello  medesimo 
ch'era  stato  vsi  fatale  ai  questa  nazione  ,  le 
soprave/ioc  di  nuovo.  L'alleanza  concbiusa 
cpila  Francia  nel  17385  un  rancore  invete- 
rato ,  )B  ^olti  motivi  di  risentimento  indus^ 
sero  la  nazione  ad  una  rottura  colla  BuS'** 
siaV  La  guerra  insorta  fra  la  *  Porta  Ottoma- 
iìz  «  quella?  potenza  ne  fu"l'  occasione-;  pcrr 
ciocché  ai  22  d! agosto,  del  1 7 39^.  la  Svezia 
avca  conchiuso  coir. Turchi*  un  ttattato  d'al- 
leanza- e  di  commercio.  iSecondo  gii  articoli 
di  quel  trattato  era  provveduto  che  se  nasces« 
ie«  un^aggressìone  dal  canto  della  fiussia  con- 
irò  la.  Porta  o  la  Svezia  ,  queste  si  comuni- 
cherebbero i  mezzi .  più  efficaci  per  far  t>es- 
«are  gì'  in&alti.:  che.  se  la.  Aussia  assaltexi  la 
Sveglia  o  ia  Porta  .^Ottomana  V  le  ostilità  ìsi 
CQiwid«;reiaano  come    fatte    ad    ambedue'  le 


di  Gustavo  Iti.  re  dì  Svezia  .      445 

jpòténK  alleate  :  si  farà  la  goerrd  per  mzt^ 
e  per  tetra  air.aggr<»sore  ;  e  nessuna  delle 
due  p;itti  deporrà  l'armi  prima  d's^ver  ot- 
tenuta una  giusta  soddisfazione .  Ognuno  dei 
coniraibnti  s'impegnava  a  non  dare  ascolto 
ad  alcuna  proposizione  fatta  dal  nimico  che 
tenda  a;  pace 4  senza  .  comunicarla  all'altra;^ 
e  di  njdn  far  jgiammai  pace  separata.  La 
guerra  fa  dunque,  risoluta  nella  dieta  del 
I741  ,  e  le  truppe  passarono  nella  Finlan- 
dia ..Ha,  Carlo  XIL  ed  i  suoi  generali  era- 
fio  estinti  •  I  Russi  che  ^i  attaccavano  «  non 
erano  ,più  di  quelli  che  si  erano  lasciati 
^aragliafe  si  facilmenie  a  Narva.  Più  di 
tu|.to  péro  le  intestine  discordie  che  cepe* 
vanQ,  diviso  lo  st^tq  ^  nacquero  alle  operar» 
ìioni  di  giierira.vll  cimando  delibar  mata,  fia 
^Qcordatq  al  conte  Carlo  £fniUo  di  Lev^ren- 
.habpt.  Ma:priina'  ch'egli  fosse  in  easo  éi 
as6unij^re  il  cornando  ,  il  generale  Yrangel 
avea. perdita  la  battala  di  Wilmanjstrad  , 
che  co^tò  la  vita  a  12  mila  Svedesi.  Una 
subitanea  rivoluzione  pose  Elisabetta  sui 
trono  della,  Kussia.  Gli  Svedesi  si  dichiara- 
rono per  questa  principessa  ^  e  si  oficriron« 
di  .np^antenerla  nel  possesso  dejlo  scettri  , 
I/Jmpf3ratrice  mostrò  loro  la.  sua  rioonor 
scenda,  ed  acconsenti  ad  una  tcegua.  <M» 
le  ostilità  hen  presto  ricominciarono.*  Tair 
m«ta  svedese  fu  costretta  a, capitolile  ^  t  gli 
Q     5  Sta- 


%46         DaI  Segno  e  della  Vita 

Stati  %ì  radunarono.  Lewenhaupt^  e  Bud* 
denbrockrvTKicalpati  -del  cattivo  esito  .d^Ua 
guerra,  furono  condannati  a  morte  e ppbòlU 
camente  decapitati» 

Adolfo  Federico  della  casa^  di  Olstein 
Gottorp^  e  discendente  per  lìnea  femmini^ 
le  dalla  famiglia  Yasa,  fu  nominato,  socce»' 
sore  al  trono.  Questa  scelta  che  la :R ossia 
propose ,  facilitò  la  pace ,  *  la  qaale^  si  con^ 
Qlhiuse  ad  Abo  nel'  1743.  H*  Gran  duca  di 
Moscovia  era  stato  dagli  Stati  di  Svezia  pie- 
Hgat43'di  voler  accettare  la  corona  svedese 
^u^tido  la  morte  di  Federico  d*A$sia  Ca$- 
ìsel  venisse  a-  rendere -il  trono*  di  Sve»i^  va* 
carh  te  .'Ognun  sapeva  <:be  tale  olfbna  noh 
^e^n*ebbe  accettata  dal  principe  che  doveva 
«n  giorno  ascendere  d  trono  imperiale  di 
B^^sia^  e  che  a  tale  oggetto  avea  pur  >M- 
^é'iàbbracciàra  la  religione  rutena  /  Ma  T^al- 
^ezza  del  Gran  duca  •  volle  esigere  dai  «ì- 
mici  umiliati  della  Russia  quest* atto-di  som- 
tifiissione  unicamente  per  aver  il  piacere  di 
p^ter  rifiutare  una  corona  posta  a  suoi  pie- 
di ,•  e  porla  sul  capo  di  un  principe  della 
%ua  stessa  famiglia  v  che  allora  n<>n  era  più 
€he  Vescovo  della  città  411  LQ4>ecca  «  In  virtù 
deHa^pace  di  Abo >  k  Svezia -eedet te  una  parie 
^llaFìulaiidta,ekRiissir-s- impegnò  a  so- 
stener V  erede  pesuntlVò  della  corona  contro 
la  Danimarca,  la  quale   volgeva    in   animo 

di 


di  Gustaw  III.  re  di  Svelta  .     ^47 

di  rinoyare  T  unione  fli  C^almar,  I  Daltcar-'' 
liesl,  addenti  al  principf  di  Papimaraa  per 
la  sola  ragione  che  vedeano  il  trono  d| 
Svezia  donato  lad  una  straniero  per  T  in- 
fluenza della  Russia,  non  si  lasciarono  inti- 
morire dalla  prepotenza  di  ^ella  corte  » 
Essi  marciarono  verso  Stokholtn^  comi^iser 
ro  molte  violenze  in  quefla  capitale,  e/noq 
la  lasciarono  che  dopo  aver  sostenuta  una 
battaglia  nelle  strade  della  città  stessa,  do* 
ve  restarono  soccombenti ,  e  furono  obbli-- 
jgati  a  ritirarsi^ 

Molti  sta.bilimenci ,  atti  a  far  rifiorire  le 
arti  utili»  segnalarono  gli  ultimi  anni  delro« 
gno  di  Federico .  Questo  principe  yenne  fi 
morte  nel  1751,  .dopo  aver  qualche  tempo 
languido  in  luua  torpaentosa  debolezza)  pror 
dotta  da  un  rallentamento  generale  dei  suoi 
organi.  EgUvaiostrava  del  talento ,  e  speciali- 
tnente  negli  affari  di  maneggio,  ft  negl' in- 
trighi . 

Adolfo  Federico  sali  sul  trono  /con  I^ui- 
già  Ulrica  sorella  di  Federico  re  di  Prus- 
sia. jLa  dieta  deir  incoronazione  non  ^  sei>- 
za  gran  qualche  .contrasto;  e ^ quei  primi 
torbidi  furono  forieri  di  quelli  che  scoppia* 
rono  in  quella  del  1756.  La  corte  ay^a 
numerosi  partigiani.  Questi  Intrapresero  di 
vendicare  i  torti  fatti  al  poter  reale. dalk 
rnorte  di  Carlo  XIL  fino  allora»  Ma  ilpror 
9    4  get^  ' 


248        Del  Jlegw  «  delìa^Tiia  *» 

g^ttQ  fa  scoperto,  e  quelli  che  Io  avevano 
formato,  e  diretto ,  pagarono  colla  vita  Vìm^ 
prudente  zelo:  da  loro  -mostrato  pel  propria 
sovrano  ;         .    .  .,    ' 

Appena  passate  queste  Violenti  turbolenze 
intestinev  altre  ne  sorsefo^  al  4i  ifuon .  La 
guerra  s'.era  accesa  in  Europa  ;.  e  per  una 
stravagante  «jombinazione  di  politiche  cause 
si  vide  combattere  da  una  part«  la  Francia,  . 
la  Russia  ,  T  Austria;  dall'altra  il  re  Jdi'Prué- 
sia  e  rjnghilt&rra.  La  Francia  propose  alla 
Svezia  di  prender  parte  in  questa  gueri'^  ; 
ed  il  partito  dei  cappelli  eguali&^t)te  potenti 
nel  senato  e  nella  dieta  non  ebbe  difiicohà 
di  far>  accattare  la  proposizione .  La  Svezia 
dichiarò  per  jnezzo  d^l  s^uo-  ministro  a  Ba^ 
tisbonavC^he  .essendo "garante  della  pace^  di 
V(^'estfalia',  essa  vedeasi  obbligata  di  far  mar- 
ciare «le  sue  rtruppe  in  Germarnia  per  'Xkmttir 
b'uire.a  ristabilire  ria  tranqul}Ufà«/L* armata 
svedese  passò  il  naare  ^  e  si  uni  ai  nome- 
rosi  nimici  che  volevano  opprimeiè  il  graa. 
Federico.  Le  cose  presero  una  tal  piegai 
che  nel  iféa  ,  il  Monarca  pru^iano  avreb-*  * 
bé  potuto  approfittarsi  dei  vantaggi ,  che 
avea«  potuto  procacciarsi ,  per  piombare^  so- 
pra gli  Svedesi  con  una  parte  considerabite 
delle  &u««  forase  .-^i  comprese  b  necessità^ 
della  pace j  e  si  cercò  di  ottenerla.  Là  Re-* 
giòia    pr^Dtesse    gl'interessi  dei  reg^o^  exi  it 

trat- 


di  Gtìsiai)0  Ili.  re  £  Sheila .       249 

ffalcaovfti^sottosci^ito    ad  *  Amburgo  ai   2t 
maggji»  1762'.  '  ■  ^  :. 

Ma^  le  dissensioni  domestiche  ripresero  H 
loro  corso.  I  cappelli  ^  e  le  berrette  si  dnva^ 
no  a  vicenda  i  più  neri  assalti.  Una  fatale' 
incoerenza  neir  amministrazióne  pubblica  h'  è- 
ra'un  necessario  efffetto.  Queste  cònvulsfotii 
politiche,  alimentate  dai  nimici  della   Ste** 
zia ,  sforzarono  il  Re  a   deporre  la  'xordna  3 
ciò  ch'egli  fece  ai  i6     di  dicembre  1768  .  ' 
L'  interregno]  però  non'  fu  di  ben  òorta  dti** 
rata .  Cinque  giorni  dopo    Adolfo   FedeHco 
ripreistt    ie,  tedxnir  del  governo/  dojfio  aver 
ottenuto  che  senza  ulterior  dil'àzione   si  ra^ 
dunasse  la  dieta    straordinaria .   Ognimò  nis 
atteiHleva  regolazioni    salutisri;^   ma  Taspet^ 
tativa    fu    yana ,    e>  le  tuiboteoce  contimi^- 

Una'  subitanea  akopte  tetrtinè  i  giorni  cfel  " 
Re  ai  12  di  febbrajo  r7fi .  Una  decisa  in- 
clinazione pel  bene;  intenzióni  le  più  rette 
e  pune;*una  bontà  ^i  cuore  che  si  esternava 
sopra  un  sembiante  sempre  dolce  e 'piace-* 
vole,  sono  i  prinòipali  tratti  del  carattere 
di  questo  principe .  Egli  avea  molta  avver- 
sione per  quéi  ooipi  arditi  e  decisivi  >  che 
spesso  portano-  seco  ftineste  cot^egueDze .  I 
faziosi  non  l'ignoravaiio^  e  sapevano  àppi^ 
fittarsene.  La  magni^cenz^non  avea  in  lui 
quel  fa»to. che  offende  e  tìbuua*  Lk  }>aTità 

dei 


i^jp         Pel  Jtegno  e  itila  P'Um  . 

CDstttini  era  rispettata  alla  sua  corte,  ch'era 
rasilo  di  quelle  virtù  domestiche  che  fan* 
no  la  felicita  d'una  famiglia,  ina  che  ) 
grandi  di  rado  h^tino  Ja  fortuna  di  cono* 
scere. 

Adolfo  Federico,  e  iLuigia  Ulrica  diedè- 
SQ  alla  Svezia  Gusùvo  III;  indi  altri  due 
figli  ina$chj  Carlo  duca  di  Sudermania  j  e 
federico .  Adolfo  duca  di  Ostrogozia.,  ed  una 
principessa  ,  Soffia  Albertina  abadessa  di 
Quidlimburg  •  Gustavo  III.  si  trovava  a  Pa- 
rigi quando  Spirò  suo  padre.  Egli  ritorna 
immediatamente  ^  Stokholm  ,  dove  si  rada- 
juarono  gli  Stati. 

.  .  Nei  tempi  remoti  della  monarchia  svede- 
jse  Le  4ncoronazioni    non    erano- in  uso^  Il 
principe  phedovea  comandare  alla  nazione^ 
si  metteva  a  pie  del  trono  del  suo  anteces- 
sore :  dava  gualche  saggio  di  forza  e  di  va- 
lore ;  bevea  da  un  ^corho ,  o  da  un   cranio  ; 
M  poi  s^liv^  sul  trono,  ib  riceveva  gli  omàg- 
.gi  di  quelli  che    ra^orniavaho.    I    romani 
pontefici  introdussero  nella  Svezia  Tuso  (l*ìn*- 
..coronare' i    re.  Erico  Knùtsoii  phe   comin- 
ciò a  regnare  ^pel  1 2 1 Ò  >  fu  il  primo  che  pre- 
se   la    corina    dalle    rh?ini    d'un    Vpscovo  ^ 
Upsala  godette  per  lungo  tempo  il   privile- 
gio esclusivo. dì  essere    la  sola    città,  dov^ 
i  monarchi  svedesi  potessero  essere   incoro- 
/lati.  Sotto  il  regno  di  Carlo  IX.  fu  dichiar 

jra- 


di  Gustavo  ITI.  rè  di^ep^l     z^ft 

rato  che  1^  incoronazione  iì    pòteta  fare  ^P 
irove,  se  la   circostanze  lo  ìrichi'i^essero .    • 

Dopo- questa^  Hcerimonìa,  lì  re  deve  visi- 
tare '«occessivamence  tutre*  1^  Provincie  del 
suo  vasto  regno ,  ciò  che  chiifDftd^i  4^riksga^ 
ta ,  Que^t'  usan)^a  ò  uri  avanio"  'j^e^osò  dei 
tempii  quando  le  rélaàìi)ni  dei  |>fi0<:ipi  cof 
loi^o  sudditi  eraiiò  più  immediate ,  quandi 
ì  doveri  delle  ebrtc,  6  Ì^as$1daUV  de!  có*- 
tigiadi  non  li  Condannavano  ancora  a  vive- 
re «)tìo  dorati  tefti  n^Ila  rioja- .dei'  palagi'. 
Appartiene  al  Vescovo  d' Upsala'Fificorona- 
re  il  re. 

Gustavo  fu  dunque  coi  soliti  riti  ricono- 
sciuto e  consagrato  te  per  mano  di  questo 
'  prelato ,  £gli  assunse  il  titolo  di  Gustavo 
IIL  per  la  grazia  di  Dio  re  di  Svezia,  Go- 
zia,  Yandalia^  Gran  duca  di  Finlandia,  è- 
tede  della  Norvegia,  duca  di  SléswigOl- 
stein ,  Stosmarn ,  Ditmarsen ,  conte  di  01- 
denburg  e  Delnienhort .  Altri  mobarchi  svez- 
zesi  aveano  in  diversi  tempi  aggiunti  altri 
titoli  di  puro  fasto»  Quando  Cristierno  IV» 
dichiarò  la  guerra  alla  Svezia ,  egli  addusse 
fra  gli  altri  motivi  quello  che  Carlo  IX.  a- 
véa  preso  il  titolo  di  re  della  X^aponia.  Chi 
vorrà  credere  che  questo  titolo  eccitasse  la 
g;elosia  di  qualsivoglia  sovrano?  Si  prctem- 
de  che  la  corte  di  Danimatóà  ponesse  fra 
gli  altri  gravami  ricevuti    da  Carlo    XII.  il 

ti- 


i^2f,      JM  Regno  t  itila  tha  ècr 

titolo  a  fé 4^1ai Scandinavia,  che  xin  poe^' 
ta  latino >a^Yea<latt>  a  queseo  monarca.  Se 
l'aneddoto  è  tero,  può  servire  di  lezione  ai 
poeti ^.opdti insegnar  loro  a  moderare  le.lci' 
di  y  CoUe  ^KO^jU  incensano)  i  gr^tndi  della  ter- 
ra .  «Gustanrp  IIL  nacque  H  24  gennajo  1746  ; 
e '.nel  titJ  ascese  ai  trptt)  p^  la  mprie  del 
sno  genitore  Adolfo  Fjedertco,  In  quale  sta- 
to egli  t/o^asse  il  regno,  e  quali  fossero  i 
limiti  della  sovranità  da  lui  ereditata .  d2bt 
padre  »  si  spiegherà  diffusamente  nel  seg^en^ 
te  capitolo» 


%  >     .     '     I .  ;     ». 

.  •  I       ', ,       , 


:  i    :•  ,.•  vi      , 


.  .  .    •     •  •     j.  ;        •  .     H 

I       .  ;  » .      .     '         ,   >     ■ 

.     .   .  ■.  'rf  I     '  •  • 


CA- 


CAPI  T  OLD    Tir. 

.  ■  ^\    '  ■■<        .'    ■  ,\  '    .' 

*r«/a  del  regno  di  S^ei(ia  ùlf  avvenimento  ci 
trono  di  Gustavo  III.  Zimitt  del  regio 
potere.  Corte  del  He:  Potagi,,  e  luoghi  di 

•  deli:^ie  dei  monarchi  sve^'^ési;  Gustava  III, 

*  medita  la  rivolutone  . 


■i 


s 


Ebbene  la  Svezia-  sia    situata   nel  fondo 
del  settentrione;  sebbene  le  sue    risorse  na- 
turali   Steno    limitate,    essa-  nondimeno  ha 
lungamente    rappresentato    un    carattere  dì- 
stinto  sul  teatro  politico.    Divenuta    famosa 
per  le  sue  vittorie,  che  per  quasi  un  secalo 
segnalarono  le  sue  armii  la  sua  alleanza  fu 
ricercata ,  ed  essa  ebbe  parte  nei  grandi  av- 
venimenti dell'Europa,    facendosi    rispettare 
da  per  tutto  col  solo  suo  nome.  Anche  do- 
po la  sua  decadenza,  dopo  rinbeboiimenta 
nel  quale    fu    strascinata    dalP  ambizione  di 
Carlo  X'II. ,  la  Svezia  non  è  caduta  néll'ob- 
blio .  La  menìioria  del  suo  antico  splendore , 
r  interesse  che  risulta  dal  suo  governo ,  dal- 
le sue  rivoluzioni',  alle  quali    è  sottoposta, 
r importanza    che    seco    porta  il  mantenere 
r  equilibrio    nel    Nord  ,  hanno  sopra  di  lei 

fis- 


1^4        -^^  É^gnà  e  delia  Viid 

basata     r  attenzione     delle     altre    Potenze . 

Nondim^tió  ill^àvVerilmcntó  di  Gustavo? 
llL  al  trono,  lo  statof  della  Svezist  era  giun<- 
to' al  più  bassc^  gradò  di  fbrzsi  d  di  splcn-^^ 
dor«.  Qqesto^  itgxiò  aveà  per  lutigò  tem- 
po pi'esentato  uno  spettacelo  singolare  che 
avea  a  se  attirati  gli  sguardi  di  tutta  l'Eu- 
fopai  cioè  un  continuai /ernìehto  y  perpetu! 
contrasti^  che  sogliono  alterare  là  costitu- 
zione degrinipetì. 

Pochi  paesi  si  trovano  dove  il  governo/ 
cioè  la  base  della  felelicita  dei  popoli ,  ab*- 
iDìa  sofferto  tante  mutazioni  v  tante  rivoluzlo^ 
qi,  dov'essa  sia  ^tato  tantd  yacillanté ,  quan* 
to  nella  Svezia.  Sino  dai  tempi  più  remoti 
eravi  usi  monarca,  uni  senato,  una  diett 
^oniposta  di  var|  stati;  ma  «costumi  selvag*' 
gi  e  barbari  spesso  turbavano*  queir  armòniaf 
che  doveva  iim>e  c^qesti  tré  depositar)  del 
poterei 

'  Nel  lempddelP unione  di  Calmar,  le  leg- 
gi fondamentali  perdettero  del  tutto  la  loro^ 
influenza;  l'anarchia  ed  il  dispotismo  regna-' 
Vano  a  vicenda  in  tutto  il  corso  di  queir  e^ 
poca  sfortunata  «Giorni'  più  sereni  spunta- 
rono però  sulla  Svezia .  Gustavo  I.-  divenne 
fé;-  l'ambizione  dei  grandi  del  regno  rice- 
vettero un  freno  <  e 'Sparvero  i  tiranni  stra- 
nieri .  Il  senato  lo  soccorreva  con  ^aggi  con- 
sigli: gli  Stati  si  ridunayario  in  cii'cóstàrizc 

d'im- 


é  j$ustàw  III*  re  di  Sfit^ìà .    4^5  ^ 

d^ importanza.  Si  conferva. J'attq  di  stcorcs^* 
ia  che  Gustavo  Adolfo  riQiise  airappretfen* 
jtanti  della  riazione  8aIen4o  al  tronca  Que-r* 
$ta  principe  .promise  di    maiUéiiere  la  reti*- 
^ane  luterana ,  di  deliberare  inaieme   cogli 
^atì  Sui  cangiamenti    da    farsi  ideile  leggi  ^ 
sulle  imposia^iòni ,  sulle   alleanze   polUicibe  > 
i^ulle  guerre  da  dichiarare,  e  sui  trattati,  di 
pace  da  cohc^iiudere  «   Pxoiìiettei .  inoltfis  <li 
conservare  i  privilegi  dei  quattro^  ordini  y  e 
di  non  punire,  nessuno  ìq  non  dopo  proces-* 
si  legali .  AzeI  Oxen^tierna  y  personaggio  d' u^ 
na  delle  prime  famiglie  delÌa\Svezia  i  dove'» 
va  naturalmente  interessarsi   per  U  nobiltà^ 
Conculcato  da  Custavo  Adolfa  sopita  la  con^ 
dotta  ch'esso  doveva  tener^^  coi  nobili ^  pose 
in  vista  i  servigi  y  che  quest.'ioi'dioef  avea  re^ 
si  allo  Stato  y   e  quelli    che  .  pc^evaC  ancorai; 
rendere  nelle  circostanze  critiche .  in;  cui  alr^ 
lora  si  trovava  la  Svezia  y    II    mlonarca  ap^- 
provò  i  consigti  del  suo  ministra  5  favori  la 
nobiltà^  e  gli  accordò  nupvi  privilegi v  Cri-^ 
stina  adotta  gli  stessi  principj  •  I  nobili  ot^ 
tennero  dalla  sua  geilefosità  gran   parte  dei 
beni  della  corona,    e  diVeimera   rivali  dejl 
regia    potere.    Carlo  X^  era    |<npegnato  ad 
abbassarli  y   quanao    uoa    morte  improvvisa 
terminò  la  sua  carriera  •    II   loro  credito  si 
sostenne  ^  anzi  s'accrebbe    sotto   il  regno  di 
Carlo  XL  ^a  gelosia  e  lo  scontento:  si  ma^- 

ni- 


tf^6  Del  Regno  e  della  Tità 

nifestarono ,  ed  il  Re  già  d^mrenato  «maggio* 
^  .  re  seppe  approfittarsene*  figli  guadagnò  li 
'^  tre  ordini  inferiori  9  trionfò  della  nobjtià, 
e  si  fece  dichiarare  assoluto  monarca  Ael 
1680.  La  causa  medesima  avea  prodotto  lo 
jStesso  effetto  in-Danìmarca.  Dotato  di  mol- 
te pregiatili  qualità r  saggio^  economo,  a- 
mante  della  pace,  Carlo  seppe  conservare 
r  opera  sita ,  e  rendere  il  suo  governo  glo* 
riosO'per  la  Svezia.  £^li  consolava  i  suoi 
sudditi  nella  perdita  dei  loro  privilegi,  e 
nell^  esercizio  del  suo  rigore ,  facendo  fiori- 
re il  commercio  e.  l'industria,  riformando 
le  leggi,  <lando  ^alle. forze  di  terra  e  di  ma- 
re  quel  vigore  che  mancava  loro  >  e  procu- 
rando al  9no  regno  un  peso  rispettabile  nel- 
la bilancia  politica  dell'Europa.  Un  suo  fi- 
glio nacque  sovrano  >  e  provò  in  tutta  la  sua 
condotta  d'esser  tale^  non  ascoltando  che 
U  sua  volontà  9  e  precipitando  la  naziotie 
in  un  abisso  di  mali« 

Alla,  morte  di  Carlo  XIL  una  voce  una- 
nime domandava  una  rivoluzione  nel  gover- 
no.   Le    circpsunze    favorivano  l'impresa. 
P-  Ulrica  £icoaora  pretendeva  la  corona.  Que- 

sta principessa  mancava  d'energia;  essa  te** 
meva  i  partigiani  del  duca  d'OUtein.  Gli 
Stati  radjunati  nel  1719*  ottennero  tutto  dò 
xhe  dimandarono.  Quando  Ulrica  ebbe  de» 
<àso  di  cedere  lo  scettro  al  principe  Fede- 
ri- 


S  Cu^tavo  III.\te  di  Svelta .       257 

rjpo  fd-  Assia  Casse!  sub  sposo  »  $ì  prescrisse* 
to  p^uave^  coedizioni..  JPbdcrico  voleva  ci- 
soie, il  diadema  a  qualunque  costo:  egli 
accettò  i  patti  proposti ,  ed  *  i  privHegi  del 
popolo  i^i  dilatarono,  ^' 

Alla  .^ovranifà  assoluta  eh' èra  ddnita  qua- 
si 40  ai^ni  successe  adr  un  tratto/ e  troppo 
rapidamente:  un  a  hbeftà  -  quasi  ìHImitata/Ml 
supremo  pot^r^  e: a  nelle  mani  degii  Stati , 
Èssi  mùtavauo*  a  loro  piacere  •  le   ieggì ,  di- 
chW/Avau  la  guerra ,  facea no  la   pace,  con- 
clyiudeyaaò  alieauze ,  e  disponevano  dell'ajt- 
in^ta.  Essi    inoifre    tassavano  là  n«ionc,  e 
si^ilivaao  ciò  che    spettava    alle    moneta  • 
Essi  radunatami  ogni  5-   anni ,  Convocati  o 
noti  Goav-ocsUr^-  e  terminavano*!»  dieta  quan- 
di-era  dì  lorpiacimfnK)^ '11  Senato  era  lo- 
ro retpQf)fiabilc    delia   sua    condòtta;  cdvìl 
R^  non  poteva^.iatrodurre  in  questo  corpo, 
se  .non  unprdei  tre  «"oggetii^  che  gli  veniva- 
no proposti:  noù  gli'  rim^iieva    adunque  se 
non  il  poter  esecutivo ^  é^  il  dirìtttsf  di  no- 
9Vit>ar  alle; càriche.  L'uito    e  raltrp'fu  ri- 
stretto nella  d.ieta  del  17J6  ;^^  si  i^rrivò 'fi- 
no a  provvedere  una.  ^ampa  del  nome  reale 
per  servirsetje' ogni    qua!    volta    il  Re  non 
acconsentiva  di  sottoscriveisì - 

La  Coctp  avca  ^ti  pariito  segreto ,  che  si 
accinse  a  vendicarne  la.<:ausa.    il    dome  di 
Brahe,  il  primo,  signor  del    regno,   e  nelle 
TotRO  /.  R  cui 


258        Del  Re^no  e  della  ftta 

cui  vene  scorreva  il  sangue  di  Vasa^  it 
conte  di  Hord/cd  il  barone  di  Hbrrt  era- 
no alla  testa  dell*  impresa .  Le  armi  eratìò 
provvedute;  i  marinari  guadagnati ,  il  segna- 
le sul  punto  di  darsi ,  quando  gli  Stati  fu- 
rono istruiti  del  progetto .  Il  conte  Hord 
prese  la*  fuga:  il  cont«  di  Bralie  fidatldosi 
della  sua  nascita ,  contando  sul  suo  «^an;^ 
di  primo  senatore  del  regno,  sull'appòggio 
della  Corte  é  del  suo  partito  *,  restò  in  pa^- 
se.  Egli  fu  condotto  in  prigione.'  Tutti 
quelli  ch'erano  in  sospetto  «bbero  là  medé« 
sima  sorte  •  Il  processò  fu  formato  dinanzi 
un  tribunale,  del  quale  i  membri  erano' 
giudici  e  parte.  L*odìo  e  lo  spìtito  di  par- 
tito pronunziarono  la  sentenza  di  mòrte. 

Il  conte  Brahe,  il  birrone  di  Hòrn,  e  tre 
altri  furono  pubblicamente  decapitati  nella 
capitale  di  rim petto  h*cbiesa  di  Ridderholm  ; 
e  le  guardie  del  Re  vi  furono  ih  parata. 
^  In  tal  maÀiera  lo  spirito  allora  dominan- 
te  dei  cappèlli  manifestava  il  suo  it\b  *pef 
ima  libertà  assai  p4ù  funesta  che  utile  albf 
nazione.  L'induenza'  del  Re  er?  troppe^' in- 
debolita; T  equilibrio  det  potere  era  spari- 
to, la  libertà  non  'riconosceva  U  freno  del- 
le icggl  chiare  e. stabili  ;  gP  interessi  non  si 
univano^  nei  solo  ed  uhifo  centrò* del  pub- 
blico bene.  Le  due  fazióni  dèi  cappelli  e 
delle  berrette  sostenilte,  una  dalla  Frarrcia; 

<      Tal- 


Ji  Gustava  til  n  di  Svff^tà.      ii(^ 

i*  altra  dalFInghikeri:^,  si  contÌP»rhivari#  pttr 
pflimameoter^a  Russia  pr«valeira  a  vicenda 
$econdo  Tabiliià  dei  lott>^  capi.  Iia  corte 
floccitava  fra  (jucste  ?faziotfi ,  che  non  la  so* 
steneyano  sincera ia«iite  .  4)è  ;  t*  una ,  né  lUW 
tra . . tic  diete  erano  come  cam'pi  dt  batta- 
glia <iove  combattevano  pàssH%ni  oppòste; 
e  met^fe  ià  taL  maniera  %i  combatteva  ,  il 
disordine  regnavaileiran»mi[||istra2i<>riek  e  Itf 
ylttù  ftazionaii  petdevaho  la*  Joro  energk. 
tJna  (ìieta  rovinava  ciò  che  >pn' altra  savia-* 
piente  aveà  stabilito;  e  nell<jf  Svedese  nata* 
ralmente  docile^  sinceèo  ejeale^  s'insinua:* 
và  uxto  «pirito -d' intrigo  V  di  v^r^alltà,  e  4ì 
rivolta. 

Non  restava. adbn<fue  ài  Bé  altro  retag- 
gio che  «una  córte  di  ^pparen^a  -ed  aloutti 
Iqoghi  di  delizie  per  suo  trattenimento . •  £^  • 
gli  non  era  che*,  un*  ombra  della  '  sovranità • 
lLcnare9ciaUo  de)  regimo  era  alla  testa  delU 
corte.  Dopo  di  lui  tiene  i)  gran  ciaibbeU 
lanpt  inoltre  vi^sono  .  sdi  ^rimi  gemiluo*- 
mini  di  ^altiera;  i:)qi.  graft  cacciatore vdu9 
marescialli,  rùo  -sòvra^intendente  .alle  fabbri* 
che  ,  ventiquattro  gentilùofninl  ordinarf , 
quattro  primi  paggi  di  camera  con  titolo 
di  .gentiiuomini  oidiàaVj,  due  Intendenti  d) 
fabbriche ,  un  maestEo  ed  un  Sotromaestro 
dir  cerimonie;  un.  grande'^  elemosinière  xon 
cinque  limusinieri  ^  due  primi  medici  9- 
R     a  ^uat- 


j^o        Pel  S^gno,   e  xklla  Vita 

q^aitro  Modici .  due  segrctarj  d' ordidi  >  due 
biblioiecap^  ,  oa  lettore  ctc.  (*)•  Un.  \ki» 
Ammiraglio  dirige^  TarsaialeV  ^  ile  iMiy4K 
cos£rutioDi.  ii^  coree  de4  .&c  avelia  malvf^: 
il  sts^  ifibinidl  '"  parficolarc ,  cui  -^ttfiìeàsi  U 
snaFe9CìaUo  dd  regno.;  ed  ha  pur /ancb'en*' 
na  cancelleria  a  parte. 

La  Regina,  ed  i  principi  del:  sangue  a« 
veano  anch'essi  -una  Gbrtc  assegnata  ad  o* 
tiore,  che  i;uTti.  iiMieme  col  fie  tenevano 
residenza  nel  palagio  di  Stukhòlm  ,  a  *  riser* 
va  dell'abbadem  di  :Guedlinburg  «f  la  quale  ^ 
ha.il  soo  palagio  particolare  nella  piazza 
d«l  sobborgo^-  di  seuentridne  ^  h%^  citt^  dì 
Sicgunfa  fu  la  residenza  dei  re  di  Svezia 
n«j  teròpi  più.  Femoti .  Upsala  lo  dryenne 
sotto  i  *  re  cristiani  >  finché  la  tedQ  fu  tras* 
ferita. a  Scokholoié    >.•  ,         ^■ 

.  Gustavo  Ut.  al  suo  avvenimento  al  tro-' 
fio  si  trovò  dunque  padrbne  di'  un  vasto 
palagio  Jiclla  ,capitaledei  regno.  (Juesta  fab- 
brica antica  quanto  .  1^  città  fu  consumata 
dalle  fiamme  nel  1697  'socto  il  fw'gno  ,;  di 
Carlo.  XL  nel  momeoro    dei  suoi   funerali  « 

'Nel 

(*)  //  te  Gustavo  III.  v\  ^ggitixi^e  nel  #77 2 
.  Ja.  carica  di  gtande  *  Schiere    del  regno  la 

quale  ha  sotto  di  set  un.  primo   Scudiere ^  e 

j  Sottoscudifri.  ^  .^ 


éi  Gnstam  ìth  re  <ft  Sìi^\ta .     xòt 

-%A  tempo  chb.si  ripbiedeva  per  rifebbncar- 
io  la  Corte  dimorava  net  pahgio   della  fai* 
tniglia  Vrangfiil .    Sì    esegui    «elt  erigerlo  il 
disegno  dei  conte   TS'icodemo  Ttsstn   sopra*' 
~  Stante  dlle^bb^iche*    &{t[r..gtin(}Q  quadrata 
con  due  ale  sicu^f<i^  su  d^un'ahezza  domina 
tutta'  la  citcà^  iaal?SandQU  sopra  gli    altri  e^ 
difi^j;  Di  dettUo  'gare'ggtajio  .  r.cfeg^tizav'  ed 
il:  buon  gusto.    11 .  tetto    della.. graa- galleria 
che  la  fiaromanon  dlstrijsse^  aouprende  ì  ca- 
nikciXQri.  Esw/ur  dipinto  da.  Jlhrcustabl  a- 
J>ile  maestro ,  prptétjLo,  dia  .Cario /XL  -  La    sa* 
.kv  degli  Stali;  offre  ^\\^  cólpo  .d'oGàhiO' J ai- 
ponente -•  Una  rajcc.olca  ,  di  ;jqtiadrfc.  presenta 
-^jpeEzi  rarir  e  curiosi  4  Aot'vcbità^di  gran  y^\o^ 
re  S5>t>p  spàrse  :  in  ^Y^fj. apparta mdntlV  sopra 
;tiittó  s'ammira  rEudij3niianC;^  c-apa  4'opera 
trovata. «ella  vìlla^  Adciana.: 
,  ^\\  Re  avea  moki;  alflri  casteliiipel'  suo  4if 
peftQ ,  più  o  4ne!K)V|^;?cani .  daUa,^  capitale  • 
Da.  Stoicholm  V  pet;    \Ax    viale  che  -  com  mcia 
dop&  V^^^  strada,  detta,  de}la.  reggina v  passato 
r  òs$eryatorib   astronomico   li    passa  a  CatU 
ifi/^,.  situato  in  victnania  dei-lago  di  Mae- 
laf .  La  :C*bbrica  è  stata  ff?is(iuEata:  e  mostra 
.1  danni  ricevuti  dal  tempo;  ima  Ji.  giardino 
è  tanto  meglio  co.n^^rv^o-  L' a rije  ci  basal- 
to, moltissimo  )  ed  il  buon  gustd  }e  ha  ser* 
-v|to   'di    guida*  Èsse    insiefc^e.uriite  hanno 
iprmato  cupi,  viali  atti  a  pascere:   Ma  tene* 
.  R     3    .       '  ra 


fa  malinconia ,  volte  dì  vcrduf a  che  tétì"- 
peraRo  gli  estivi  «a  lori  *  tjnà  fabbrica  per 
difendere  le  piànte  delicate  dal  •  rigori  dell* 
iùvwno  4  «fta  vasca  che  rJftette  le  imnìa^inì 
4egli  alberi  Éttcstoisl  che  r attorniano.  Dà 
una  parte  del  giardino  avvi  un  bosco  W 
sto  ed  ombroso:  dall' altèa"  un  parco  dove 
a  vede  quella  semplicità'  commovente'  che 
Ba  tanee  grazie  per  chi^  atÀa  la  natura.  0- 
gnunò  sì  ferma.  voUMitìeri  in"  esso  per  go- 
dere delk  isiie  delizici  e  petr  contemplai^ 
tnà  casa  villareccia  che  hi  regina  Cristina 
•vi  fece  inalMre .,  Essa  è  d*  l^no ,  'e  cade 
Sotto  i  colpi  del  teaipó;  ma  le  soé 'rovine 
tanno,  una  certa  attrattiva  ehe  dylpiiéé . ''È* 
fam»  che  la  Regina-  ivi  radunasse  i  letterati 
che  vivevano  ^alla  sua  corte,  fu  ì  quali 
Cartesio,  Sommo^ssà  autore  di  versi  làtiril  e 
^reci,  Bochard  famoso  per  i  suoi  Studi  d*atf- 
lichità ;.. Hiiéztó ,  Meimbotìio  ed  altri.  * 

All'ingresso  d'un  bosco  che  confilia^col- 
la  capitale  dalla  parte  seltcntriònale  >  è'  si- 
tuaU  la-ca««»  df  diporto  d'Hagi.  La  natura 
Ila  fatto  rialto  per  abbellire  questo  •ritiro 
campestre  ,-*-  e  l' mt  iion  ced€  alla  ìÀiura , 
avendo  prcsb  per  modello  quei  giardini, dèi 
quali  r Inghilterra  fa  tanta  pompa,  e  che 
attualmente  tutta  T  Europa  imita .  Haga  è 
tara  al  re  di  S^eri»,  é  tanto  ,  che  nel  suoi 
Piaggi  ne  prese  da  quella  il  nome .  Ègrf  -vi 


SI 


di  Gùsiauo  III.  r^  éfi  Svezia .        26  } 

si  ritirava  freqaentehFìeiìte  nel  tempo  memo- 
rabile della  sua  vita,  quando  s* occupava  a 
forimre  il  piano  della  rivoluzione  del  1772- 
Contigua,  a  questo  soggiorno  v'f  ra  una  ca- 
sa semplicissiaia ,  dove.àbitàvja  il  conte  di 
Vergehnes ... 

Continuando  la  strada  del  bosco ,  si  arriva 
à  Ulricsdal.  II  palazzo  è  btn  iiitjiato,  e 
fabbricato*  d'un  gusto  antico:  il  giardino  $ 
troppo  nelle  regole .  Ciè ,  che  vi  si  trova  di 
ipiù  bello,  è  una  fabbrica  per  conservare  le 
piante  nell*  inverno  >  dove  l'aria  piena  dei 
più  soavi  odori  per  un  dolce  incanto,  fa 
scordare  la  vicinanza  del  cerchiò  polare. 
Vlricsdal  è  circondato  da  boschi,  da  6am- 
pt,  da  praterie;  Un  braccio  del  Baltico  lo 
bagna  ed  adorna. 

Drottirìgholm  ,    dove    ordinariamente    la 
corte  passa  la  stagione  dell* estate,  sMnnalza 
maestosamente  in    mezto    al  Maelar  <  a  li'n 
miglio  da  Stokholm.  Il  conte  di  Tessin  for- 
ino là  pianta  der palazzo:  Fra  le   altre  co^ 
se ,    che  'questa    vasta  fabbrica    rinchiude  , 
s*  osserva  un    gabinetto    di  storia   naturale  , 
un  altro    di    medaglie,    una   biblioteca  ben 
sc0lta ,  una  raccolta  di  quadri.  Questi   sono 
altrettanti  iqonumentì  del  zelò,  di  Luigia  Ul- 
;  rica  per  le    atti ,    e  per    le  scienze .  Questa 
principessa  diede  ancora  Tidea  del  quartie- 
re della  China,  che  si  vede  in  picciola  di- 
'        R     4  stah- 


stanza  dal  palasza^^/Cjial  qoalctaMQil  DriK 
briq9tQ«  4;,u3nio  t  passeggi  «Ì!ìa4ino  .  catte  ie 
grazie  deU'iUuaiofte;  .11 .  gial'dioo!  f  sVetcehdt 
e  ,s'«bb.elli|pe  p^t  1q  fkrcmufe  che.  il  B[«  « 
ne  :  t)ri?ndet,  U.  Qualo  si..coai:ptaics  a  farvi  te^ 
gnare  quelle  bellezze  poetiche  >  .che^.irdilet- 
tanti  dei  giardini  hanno  per  si  Itit^ixxetn* 
pò  si  pogo,  conosciuto ,  S^  potrebbe :J^hinQj« 
to«  in  questo  genere,  nella  Svezia  .-La  ontU'* 
ra,  vi .  ha.:  prafg^p.  Tenttineoze^  i/rn|)f,  le 
acqi^j  i  boschi;  m^  il  climi  ik  nascose  moU 
ti  ostacoli ,  <  s' opftone  :  spesse  al.  ginto  dell' 
artisra-..  ..•••-•;.  i      l    ^...^-   -  ly.iì 

,  Prottinghpltn  occupa  UM  parte  .  deir-i-f 
sola  di' ](iQfoen^:  piti  addentro  iti  que&i'iso-- 
la,  a  ^anto  della  clii^s^  parrocchiale  ù  tro^ 
va  un  monumento  ìcfac  merita  d'essetecQ- 
no^>j3tp.  Fra  ì  letfierati  .che.  riireaiio  alla 
corseti  4\  Luigia.  Uii^ca^  questa  illumiodtd 
regina  :4isiii)g(i:eVa  KUngenstiernà,  profon- 
do filòsofo,  che  Cf^Ue  sue  scopórte  ha  e- 
steso  J  litnitif  dìplle  <^ienze ,  e  d»ft  rimpiaz-* 
zò  nella  carica.-di  tnacsfifo  del  ; -prir^ci  perda- 
le,, poscia^  rè  Gustavo  IIL,  il  precettore  Da- 
lin,  nel  1756.  Quand(>  quegli  mori,  la  Re- 
gina gli  tributò  tutti  1  contrassegni  d' un 
vivo  cprdog;lio,  e  diede  ,  in  quell?.  occasione 
chiarainente  a  conoscere  qii^i  sentimenti  a 
lei  inspiravano,  gli  studj  letterar;.  Ella  s'in- 
caricò deU'e^ecjuie  di  J&lingeastierna  *  II.  suo 

cor** 


di  Gustavo  ///  re  di  Stie^h ,      26  5 

«wpo  b»pórtato    da    Stokhdlm  arti' isola  (H 
Lofoèn^  fu  esporto   nelki   chiesa,  dove* in;- 
sitine  s'espose  U'  cassa  ^  che  chiudeva  .le  cel- 
lieri di  Dalin .  "Fa  'pronuiiziaco    un  discorso 
analogo  alla  circostanza ,  e  finalmente  si  fe- 
ce il  sotterramento:  a  canto  del  tofnpio.   Le 
due  casse*  fìiroho  pòste  nella  medesima  tonir 
ba>  ed  una.  piramide,  di  marmo   vi.  fa    pò* 
vSta  per  ornafmentort  salla  quale  dair  una  par- 
te er^  scolpito  1!  epitafio  di  Dalin  ,  e  dàiral" 
tra  queHo  di    Klingenstierna  •   Questa    ceri^ 
moiiia  fu  onorata  della  presenza  di^  tutta  la 
famiglia  realu,  e  dei  senatori  ».  Luigia  Vin- 
ca^ e  Gustavo  sparsero  jdei  iiori  sulla  'tclin^ 
ba  comune  di  questi  due  ucmiui ,  degni  de- 
gli omaggi  non  solo  dei    loro    contempora- 
nei,   ma    ancora    di    quei    della  .fqsierttà,. 
I>Ion  si  lascino  abbattere  i  talenti;  resta  per. 
loro  uh  trionfo,  che  sa  vendicare  i  disprejt- 
zi  deir  orgoglio ,  fa  freddezza  dj^U*  indiffereh- 
za,  ed  i  caprìcci  della,  sòrte*.      ."       .    *  '  . 
Adolfo  Federico  >  e  Luigia  Ulricà  stabili- 
rono diverse    mamfàttBt?e    a.  Drottingh-olnr , 
.ch'essi  medesimi  dirigevano;    esse   decadet- 
tero  nel  tempo  dei   torbidi /che /sopravcii- 
nera.  La    Regina    fece   piantare    intórno  al 
castello  dei  mori ,  e  s' impegnò  nella   colti- 
vazione dei  bachi    dà   séta.    Questo  insetto 
avvezzato  alla  dolce-  influenza    del  sole  Or 
rientale,  rimase    maravigliato    di  vivere.  ^  e 

prò- 


%i6       Pel  jRegw  e  idh  Vita.. 

prosperare  oélto.  vicinscnca  del  polo:  xnit 
questa  caltora  noii  pbtevji  essere ,  che.  un 
oggetto  pej:  la  curipsità.*  incontrava  troppo 
ostacoli,  per  rendere  ut»  utile  reale  e  gene- 
rale. 

Dalt^.isob  di  Lo&en,  Con  un  piéciolo 
battello  si  passa  a  quella  di  Swartsioe,  la 
quale  occupa  nel  Ma^Iàr  -  un^ estensione  di 
quattro  miglia:  ella  è  una  delle  più  consi- 
derabili terre  j  che  alla  corona  appmenga^ 
no.'  Il  suolo  vi  è  molto  fertìlei*  spectai- 
mente  in^  fieno.  Il  castello  è  una  fabbrica 
assaS  semplice .  Da  quésto  si  passa  in  un 
giardino  ^'  dove  Forecchiò  '  sente  con  piace-  ' 
De,  e  sorpresa  il  camo  armonioso  delV usi- 
gnuolo, uccello  si  cai^o,  ma  d  raro  li^l 
Nord ..  Si  trova  in  quésto  gi2(rdino  un  afbQ# 

.#e,  soito.il  quale  si  preiende,  che  Gustavo 
Adolfo  facesse  in  compagnia  d'Oxenstierna 
it  piano  della  ^guerra  di  Gernìiania.* 

•  ^  Dopo  la  morte*  di  Àcfòlfo  Federico,  la 
Regina  vedova  passava  ordf (^riamente  Te- 
state a  Svvartsoe.  La  lettura,  il  ricamo^  i 
P^séggi,  0  la  caccia  facevano  a  vicenda 4 
suoi  tratteùimenti-  Il  giardino  at^uìstava  ^ 
tutti,  gli  anni,  nuova  bellezza:  sotto  la  dire- 
zione del*  suo  genio.  Ella  di  quésto  molto 
si  compiaceva,  e  vi  faTceva  d^ordinarìo  il 
suo  passeggio  tutti  i  giorni .  Spesso  ancora  * 
ustìva  nelle  vicifie  <:ampagne ,    per  cedervi 

Tuo- 


ruotilo  helfa  sài  innocenza ,  e  la  hatitirt 
nella  sua  semplicità.  ISoptU  tutto  si  prende- 
va'dilettò  in  un  rustico  podere  d'un,  vec- 
chio othidgenariò ,  ^fimabifé  per  ciò  che  la 
sUà  memoria  racchiudeva,  e  rispettabile  pét 
là  stia  virtù .  Assisa  ari  suo  itando ,  sot^tò  u^ 
àa  gran  quèrcia ,  in  Vicinanza  delta  sua  't%*  _ 
panna  «  ella  lo  interrogava  sulta  sua  sorte, 
sulla  sua  famiglia»  e  sopra  quei  fatti,  del 
quali  egli  era  sfato  testimonio  oculare.  U 
bàòi!  vecchio  rispondeva  con  quella  itfgè- 
nuiià'  t  quel  candore  che  fanno  itiipressioni 
■  dolci  é  profonde  lieir ahimé  sensibili.'  Iti  u- 

hà'  vita  sotriigliante  Luigia  tJlrìca'  bbb'liò  II 
fòsto*  delle*  grandezze/-  e    le    tempeste   che 

per  sì  \\ìng6  tempo   aVévano 'intorbidato  la 
"•^(fc  dei ' suoi'  gidrtif.  *        «a       ... 

Sefte  migiia  da  Stokho^m  nella  provincia 

ìil  SWè^m^nià  vi  è  it  bàst^ìld  di  eripsjiòlm. 

IJueftó 'è  ùrió  dei'^^iù  antichi  '  del  paese,  e 

r#fchitìiitturà'  è  Gotica.  iC^Ii  è. situato   sulle 
^^rivé'dcl  Jfaelàr:'ibosc;hi,;f  campi',  letnpn* 

tàgne  che  lo  circotidana ,  rèhdonò  la,  su^  Situa* 

*  tioÀe*  pittotescà .  Ve  appartenenze  sono  grandi, 
'è  danno  grande  rendita.  ÉnVfando  ìiel^càstel- 

•  lo,  si  veggono  due/ grandi  cannoni  prèsi  so- 
pra i  Russi  r  èssi ^rvonod^òtn'ameàto  al  co/- 
tile.  S'amtnirà  ih  seguitola  solidità  •del?' edifi- 
^^ioj  e  la  grossezza  delle  sue  mdrj:  si   pò- 

treb- 


^$ò        Pel  Jìfgno  t  Ma  ttté\ 

crebbe  in  un  taso  di  bispgoo  sostenervi  dà 
assedio  con  vantaggio .  Conveniva  fabbrica^ 
re  in  tal  guisa,  in  quei  tempii  quando  la 
barbarie  dei.  costumi  non  permetteva  ai  cit- 

,  ladini  di  vivere  in  sicurezza  sotto  la  prot^* 
ziòne  delle  leggi:  gli  antenati  di  Gustavo 
t.y  i  qi^li  costruiroi)o  Gripsholm,  apparen* 
temente,  lo  destinarono  per  un  asrib,  quan« 
do  formidabili  (ruppe  di  eumuttoanti  infe* 
stavano  il  paes^e.  ts  interho  del  castello  mo- 
stra motte  cose  curiose  «  In  una  gran  sala 
sono  uniti  tutti  i  ritratti  dei    principi  eonr^- 

j.emporanei  di  (Gustavo  L>  in  un*^hìra  tìrc- 
hq  va$t4j.ma  più  etegame  «si  teggpnoi 
ritratti  dei.  re,  che  regnavano  tìeirantu>^ 
1^73  .  !^inalmeme  l* osserva  un  teatro,  da. 
poco  tempo  HnitOr  e  diversi  appartam4jmf 
ammóbìgliati  di  gusto ,  (^ripsfaolm  è  debito^- 
're  al  ré  regnante  dei  suoi  orriamettU  Bla 
<laè  luoghi  interni  ed  otturi  sotjò stati  -c^- 
servati  nel.  loro  antico'  st^tq.  li)  uno.  di 
qui?^i  Erico  XJV.»  tenne  pnchìvst  suo  foi<« 
telto  Giovaiìni  ie  Caterina  Jagellon.-  ,qi4«$ti 
due  .sposi  vi  rimasero  per-  alcuni  anni ^^cd 
ir  loto  figlio  Srgiìsmpbdovi  venne  aljff  jc- 
ce.' Tsfelr altro  molto  più  tetro  e  lugubre 
ancpraÉripp  provò. la  y^delta  d'un  fìratél* 
Io,  ch'egli  avrebbe  dovuto  trattare  x:on  più 
mpdpraiione .  (S^ipvanni ,  uscito  dalla  stia  pri- 


di  Gustavo  III.  re  fi  Svè:(Uk  •      ^^ 

gipnej  s' apixcpfittò  delle  dUposUloni,  clie 
gli  Svedesi,  mostravano  per  luì;  detronizzò 
lìfico,  e.  lo.  ttauò  con  uà  rigore  b<icbaro* 
Questo  principe  djetrohizzaio ,  fu  strascinato 
da  una  prigione  all'altra  :  ^  Cripsholoi  gU 
fu.  dato,  per ,  abitazione .  il.  lopgp  più  orrido ^ 
e  spavcniQ^  ,deL  castcJlo^  1  raggi  del  giur- 
Bò  non.  vi, penetravano  ;  alcuno  non  ardiva 
yisitare  jl.  prigioniero.  <  Erico  soffriva  delle 
volte  fame  eseti?,  e  il  suo  persecutore  fa 
unto  crudele  V  dì ,  negargli  perfino  |  soccórsi 
della  religione*  Si  distioguono  arréora  sul 
l:taviaieD£P  di  tavole  i  solchi  che  i  suoi  pie- 
di vi  traccrarono  :  si  vede  ....  s' iunpridi- 
sce  >  e  si  lascia  Grlpsholm  ,  con  .  cuore  op^ 
prèsso  dalla- tristezza . 

,    Stroemshòlm  nclla/WestmanDÌa  »  dieci  mV- 

glia  da  StQkholm/è  un  castello  rlmaccibtle 

pe^r  la  siiuatione.  Leveque  del  Maelar.  dei. 

fplti  boschi >  dell^  ricche:  campagne,    delle 

belle  praterie ,  foravano *un  quadro,  chein- 

canta  T animo  e  gli  occhj .  Il, castello  Eckolm» 

fimd'  è  stato  v<enduto  ad  un  inglese ,   stabi^ 

litosi  a  Siokholm  •    Quel    di    1  riedicshof  è 

s^ato  convertito  in  un  Arsenale*    il   parco, 

che  appartiene; à  •quest'ultimo,    è    uno  dei 

più  belli  passeggi,    che    offrano  i  contorni 

di  questa  capitale ..  Quando    uno  ^  che  ama 

la  natura  V  ricerca  i  luoghi    ombrósi   e  soli- 

tàrj 


tjì}        Det  Régno  éWta  VU&   * 

nt]  ài  (picelo  pareri»  '  che  altro ,ohlàmentcf 
iloirhantio>  ke  non  un'amica  rocca  e  dei 
nodosi  tronchi;  quando  siegne. quei  sentieri 
tortuosi  9  rhè  lo  conducono  ora  a  dei  ver^ 
di  incoici  campi,  ora  alle  rumoreggianti  ri* 
ve  del  mare;  quando  s'imbatte  in  quel^ 
truppe  di  caprioli  ^  che  orfuggono>  ors'ar-» 
restano ,  or  tornano  a  fuggire  ;  in  quelle 
greggi  che  vanno  pascolando  in  silenzio; 
egli  ritrova  unMmmagine  *di  quella  calma  ^ 
di  quel  eon tento.,  che  Tudmo  sempre  cer^^» 
ca,  t  si  di  rado  ritroira. 

Cttftavo  JlL  vedeva  dunque  tra  questi 
«ttòi  palagi ,  e  luoghi  di  delizie  counnato 
tutto  il  suo  potere  «  «Vedeva  i  mali  della 
nazione  esser  gìdntt  al  colmo,  senza  eh' e*' 
gli  potesse  in  vemn  conto  porvi  riparo  r 
né  render  migliore  la  sorte  dei  supi  suddi- 
ti .  t)otato  dalla  natuca  d^un'aniriia  forte,  e 
formato  con  una  eccellente  educas&ione  sen- 
tiva tutto  ii  peso'  della  situazione  in.  cui 
egli  ^  si  trovava  ,  ridotto  ad  f sseve  un  >  fan*- 
tàsma  di  regio  potere,  che  moto  e  vita  ri- 
ceveva dal  solo  impulso  di  pochi  suoi  sud- 
diti ,  che  avéano  saputo  impadronirsi  di  tat- 
ti  i  dritti  ed  i  poteri  della  sovranità.  In 
tale  angustia  collocato  ^  Gustavo  IIT.  formò 
il  magnanimo  disegnò  di  una  rivoluzione 
che  ridonasse  r  antico  splendore  alla    mae«* 

sta 


a  Gustavo  III.  H  di  Svezia  «     i^i 

sta  del  monarca  >  e  huovq  vigore  aUa  Mo- 
zione svedese.  In  qual  maniera  felicemen*' 
te  una  tale  impresa  conducesse  a  termine  « 
sf  descriverà  pienamente  nel  ^condo  libr# 
di  quest'Opera, 


CA- 


*7i 

CAPITOÉO    Via 

*  - 

£dwa:^ione  di  Gustavo  II f.  finche  fu  princi- 
pe reale  di .  S%}e\ia .  Suo  ingresso  in  Sena^ 
io. 


G. 


"lunto  Gustavo  al  duodecimo  anno  di 
sua  età,  diveniva  ittiportance  T accostumarlo 
air  assiduità  e^  applicazioni»  necessarie  per 
sistemare  cogli  studj  la  sua  educazione .  Gli 
Stati  del  l'egno  ne  diedero  la  direzione  al 
conte  Carlo  di  Scheffer  senatore  di  Svezia  ^ 
consigliere»  e  commendatore  degli  ordini  del 
Ke .  Egli  scelse  per  precettore  di  consenso 
col  Re  il  celebre  letterato  ^sVezzese  Samue* 
,le  di  Kìingenstierna»  che  si  accinse  a  for-* 
mare  lo  spirito  ed  il  cuore  del  principe 
giovinetto ,  seguendo  le  istruzioni  ricevute 
dal.  conte  di  SchefTer ,  dal  medesimo  comu- 
nicate anche  al  Senato  dt  Svezia  con  sua 
relazione  «  di  cui  ne  fece  la-  lettura  .  il  di 
15  febbrajo.  1757.  Non  sarà  qui.  inutile  il 
darne,  un  fedele  ragguaglio,  onde  venga  il 
Lettore  a  conoscere  come  dai  principj  sui 
quali  fu  regolata  1*  educazione  di  Gustavo 
III.  ne    risultassero    in    lui  quelle   virtù,  e 

quel 


di  Guatavo  III-  re  di  Sveccia  l      «  7  j 

qqel  carattere  che  distinseco  il  corso  intie*^ 
ro  della  sua  vita  pubblica ,  e  del  suo  regno 
glorioso. 

^  „  il  talento  accompagnato  da  avversione 
4lla  fatica,  è  lan  tesoro  sepolto;  né  sareb* 
he  difficile  il  rinvenjire  neir  istorie  tanto  an* 
ti  che  che  moderne  dei  prìncipi ,  i  quali  do- 
tati d'  uno  spirito  elevato ,  niuna  parte  han- 
Qo  avuta  al  governo  del. loro    regno,    solo» 

,  perchè  sfuggirono  la  fatica  ;  disgrazia ,  che 
loro  non  sarebbe  accaduti^ ,  se  neir  educazio* 
ne  si  fosse  in  loro,  ridotta  la  fatica  ad  abito  ^ 
il  di  cui  potere  in  questo^  come  in  tutte 
le  altr«  cose ,  s' estende  sopra  tutta  la  vits 
4egli  uomini  •       . 

Per  condurre  ad  effetto  quest'importante 
c^getto,  più  serj  debbono  essere  gli  studj 
cii  S.  A.  R.  diretti  a  materie  ^  che  la  debo* 
lezza  dell'età  sua  non  gli  ha  fin  qui  per-., 
messo  di  conoscere.  Regolare  dev'  essere  il 
tempo  delle  di  lui  occupazioni ..  Le  sue  le- 
gioni incotninceranno  all^  ore  io  della  mat- 
tina . . 

Dopo  la  cognizione  di  Dio,  e  del  suo 
yerp  culto ,  oggetti ,  per  i  quali  S.  A.  R.  ha 
v^n  particolare  Instrqttore>  la  maggior  im^ 
portanza  è*di  farle  conoscere  in  generale  il 
destino  del  genere  lunano^  dei  regni,  e  dei 

.  differenti  pae^i^  la  condotta  e  le  bel(e  azior 
Tomo  /.  S  ni 


174         ^^^  Regno  e  della  Vita 

ni  dei  principi  >    è    degli  uomini  celebri  iti 
'ogni  genere  1  * 

La  saviezza  e  la    virtù  sono  i   due  prin-^ 
cipali  capì  d'ogni  educazióne^  ed    ambedue 
principalmence    s'ottengono-  con    la  lettura 
dell'Istoria*  Rappresenta  essa  con  più  veri- 
tà, e  con  prove  più   convincenti   accompai- 
gna  ciocché  è  necessario    jfcr  una    giudizio- 
sa, e  virtuosa  condotta  s  dì  quello  chc^  non 
fanno  i  libri  dogmatici   éonipóstì    per    ìnsè-I 
gnare  la  morale,  e  la  politica.  Cosi    l'Isto-^ 
ria  tanto*  ^crà  ,  che  profana  <Ìiventano  T  og- 
getto principale   delle  leziotii,   che  a  S.  A. 
Kealé  dee  dare  il    signor    Consigliere,    se- 
guitando    lo     stesso    metodo    fin    ad    ora 
praticato.  I  progressi  di  già  fatti  dal   Prin- 
cipe in  qu'esto  studio,  ne  dimostrano    ruti- 
liti. Permettenc^o  oggimai  Tetà   sua    di  fis- 
sare la  sua   attenzione ,    leggendo   V  istoria  , 
sopra  le  leggi  dei  differenti  pppoli ,  la  situa- 
zione ,  e  la  sorte  dei  quali   sono    per    por- 
si   sotto  i  di  lui  occhj,    il  sig.  Consigliere 
troverà  in  questo    studio    infinite  occasioni 
da  far  rilevare  e  provare  a  S.  A-'R..che  non 
sono  stati  felici  i  principi ,  se  rron  in  quan- 
to hanno  protette  e  conservate  le  leggi, so- 
pra le  quali  è  stato  fondato   il   poter  loro; 
che  per  lo  contraria   sono   divenuti  infelici 
ogni  qualvolta  hanno  vohito  oltrepassare  il 

pò-  ^ 


dr'Ùustcwo  ///.  re  eli  Sveì^ta .       17^5 

.  potire,  che  da  •  es^e  loro  era  accordato;, 
-Memorabili  e  sorprendenti  esempj  ne  som«> 
ministra  sopra  tutto  V  Istoria  d'  Inghil- 
*terfa . 

Abbenchè  1*  Istoria  giudiziosamente  létta\ 
^da,  come  dissi  ^  la  miglior  raccolta  delle 
•verità  morali;  pur  nonostante  affine  di  giu- 
gnere  a  dare  a  S,  A.  R.  idee  chiare  ed  e- 
videntì  delte-^irtù  e  dei  vizj^  è  importante 
farle  conoscere  qualche  opera ,  la  quale  si- 
itematicameAte  tratti  la  morale  <  A  tal  ef- 
fetto raccomarKio  al  signor  Consigliere  il  fa- 
re studiare  a  S.  A.  R^  1*  estratto  da  me  ca« 
vato  dalle  opere  del  WolfF,  del  Locke ,  del 
Burlamachi>  e  d*  altri  « 

Allorché  S.  A.  R*  avrà  acquistate  chiare 
e  precise  Cognizioni  dei  Suoi  doveri,  come 
uomo,  sarà  necessario  Tistruirh)  con  ordine 
e  con  sistema  dei  doveri  eziandio  cómft 
membro  delia  società  civile ,  e  come  desti* 
nato  per  la  sua  nascita  a  divenir  capo  d'u- 
na nazioae.  Un  breve,  ma  soHdo  sistema 
del  diritto  della  natura  ^  delle  genti  ,  già 
da  alcuni  anni  pubblicato  a  Ginevra  >  può 
servire  al  sig.  Consigliere  per  questo  gene- 
re d*instruzione,  e  tanto  più  volentieri  rac- 
comando questa  piccioli  opera,  perchè  fra 
quelle  che  sono  a  mia  cognizione,  prova 
in  modo  più  convincente  »  che  il  dispotismo 
S     2  as- 


-2^6  >      Hel  Regno  r  della  Vita 

assoluto  è  dasnoso  tanto  al  principe  «  che  z\ 
«udditi  ;  che  per  lo  contrario  la  libertà  politi- 
ca ,  ed  il  regio  potere  limitato  ò^  leggi  fonda* 
'  mentali  essendo  più  uniformi  alle  leggi  delU 
natura ,  formano  il  governo  il  più  glorioso  per 
il  re ,  ed  il  più  vantaggioso  per  gli  uomit^ 
in  generale.  Neir istruire  S.  A.  B.  sopra 
questi  oggetti^  si  compiacerà  il  sig.  Censir 
gliere  di  far  uso  principalmente  dei  motif- 
vi ,  che  si  trovano  neir  estratto  della  con^ 
sulta  segreta  dei  14  febbraro  1^56,  e  pror 
curerà  di  ben  imprimerle  neir  animo  gl'in^ 
comparabili  sentimenti ,  e  le  verità  contenur 
te  nella  detta  memoria  istampata  unitamente 
air  istruzione  statami  data. 

Siccome  in  un  secolo  cosi  illuminato  co* 
me  il  nostro  noti  rimane  più  dubbio  alcuno  1 
i:he  r  agricoltura^  le  arti,  il  commercio,  « 
ia  navigazione  non  siano  i  soli  sicuri  mezr 
zi  per  accrescere  l'opulenza,  la  forza,  e  la 
riputazione  delle  nazioni >  sarà  necessario, 
che  con  lo  studio  della  geogra6a  acquisti 
S.  A.  R«  la  cognizione  della  situazione  di 
tutti  i  paesi  del  mopdo ,  e  dei  loro  prodotr 
ti,  cpme  altresì  del  numero,  dell' indole^  e 
4eir  industria  dei  loro  abitatori;  tlei  domir 
p)  attuali  di  ciascheduna  Potenza  ;  della  sua 
maggiore  o  minore  influenza  nel  commercio 
ftp.  Siinili  (lognìzipni  saranno  assolutamene 

ne- 


di  Cusiàtò  lÌLfe  dtSve^Ù  ;      iff 

'iÌÈcéssarie  a  S.  À:  R:  àllerchè  si  {Jorfà  èót^ 
to  i  suoi  oCch)  qaanlo  alla  gehefàlé  èèond- 
inia  d' un  regno  ap^artie^e .  « 

Le  màtematlchd  éssenzialméflté  contribuìf^ 
élconò  a  ordinare  le  riostté  Idee,  ed  i  no<^ 
ètri  ragiònàtiienti .  Sa  bène  il  signor  ConsH 
glierdj  Òhe  il  talentò  di  S.  A.  R.  infinita- 
fhénte  superiore  afFetà  sua  ,  ha  piercnessò 
ii'ihcòmindafe  ad  insegnarle  prifaià  del  coiì- 
èueto  c(aesta  Scienza;  e  slcconie  égli  stesso» 
thè  meglio  d'ogni  altro  può  giudicare  deN 
le  diiposiziòni ,  e  àvanzaìtienti  di  S.  A.  R. 
in  questa  parte  >  V  ha  trovata  in  istatò  di 
'p>o$egdir  confutile  viti  tale  studiò,  si  cóm- 
jpiacerà  tontiriùare  le  dì  già  irìtomirrciate  le- 
zioni ,  ifatorno  alle  quali  mi  diS[5ensarìo  lè 
di  lui  profonde  cognizioni  dallal  prescrìzi<:^- 
he  di  Cosa  alcuha; 

Fra  le  còghi^ioùl  che,  indif^èndentemenf* 
te  dalla  loro  utilità,  sefvorio  anche  d'ado^ 
haihentd  allo  spirito  >  e  che  pef  tal  ragionb 
^ono  più  conveniènti  ad  un  principe,  ài 
tohsiderat  la  fisica  sperimentale.  Osseri^anjt 
bene  spesso  persona  del  g^ali  mondo ,'  e  ali* 
thè  di  molto  spirito,  le  quali  per  aver  tra- 
scurato lo  studiò  di  questa  scienza  ybannt> 
le  più  imperfette;  le  più  grossolane,  e  !e 
|>iù  fal^e  nozióni  delle  co^e  cHè  tutto  di 
èadqno  sótto  i  riostrì  occhj  ,  e  che  hella 
ÈisfQhtk  sonio  L'oggetto  dei  tratcenimenti  tto-^ 
S     y  stri  ^ 


278         I>él  Regno    €  itila  Fita> 

stri.  Subito  che  sarà  S.  A*  B..  un  poco  più 
inoltrata  nella  Geometria ,  il  signor  Consi- 
gliere incomincerà  dutxcjue  le  lezioni  di  fì- 
sica sperimentale:  e  qui  rimarcar  debbo  , 
che  questa  scienza  ad  esso  signor  Consiglie- 
re è  in  parte  debitrice  della  perfezione ,  al- 
la quale  è  in  questo  secqlo  pervenuta. 

A  questa  istruzione  il  signor  Consigliere 
farà  succeder  quella  degli  elementi  dell'ar- 
te militare  '  scienza ,  nella  quale  approfìtte- 
rà  maggiormente  S.  A.  R.  con  qualche  a^ 
bile  ingegnere,  che  a  tal  effetto  piacerà  a 
S.  M.  di  scegliere. 

La  lingua  latina,  giudicata  oggidì  m^no 
necessaria  che  in  passato,  .cosa  che  in  par* 
te  può  esser  vera,  essendo  stati  tradotti  i 
migliori  autori  in  altre  lingue  vive,  pensp 
non  ostante  che  S.  A.  R.  i\on  possa  dispen- 
..sarsi  dair  impararla .  Oltre  Tessere  le  mi- 
gliori traduzioni  sempre  imperfette ,  e  il 
leggersi  cori  poco  piacere  da, chi  intende  la 
lingua  originale-»  gode  essa  del  vantaggio, 
a  lei  particolarmente  riserbaio,  d'esser  là 
lingua  dei  dotti  d'ogni  paese,  e  nella  qua- 
le si  fanno  in  tutte  le  università  i  pubblici 
esercizi .  Le  iscrizioni  delle  medaglie  ,  e 
dei  monumenti  presso  quasi  tutte  le  nazio- 
ni sono  ordinariamente  concepite  in  latino; 
in  fine  questa  lingua  t  talmente  adottata  in 
Jsvezia  nella  real  Cancellaria  ,  che  le  lette- 
re 


di  Gustavo  III.  re  di  Sv€:^ia .       279 

re  all§  maggior  parte  delle  potenze  stranie* 
re,  i  trattati,  ed  altre  transazioni  con  essQ 
distendonsi  ^^r^pre  in  lattino.  Si  compiace- 
rà dunque  il .  signoc  Consigliere  di  farne 
proseguir  lo  studio  a  S.  A*  H.^  ed  io  mi, 
lusingo  di  assicurare  per  tal  niez^o  a  que- 
sta lingua  un  proiettore,  che  la  preserverà 
dalU  decadenza,  che  la  minaccia  la  que- 
sto paese  almeno. 

.  S.  A.  R.  non  essendo  per  anche  giunto 
al  grado  dell^  necessaria  perfezione  neìror- 
fografia  delle  lingue  svezzese  »  e  francese  , 
si  continuerà  come  pel  passato  cjuesto  eser- 
cizip .    ;  .        . 

Tutti  gli  studj^  fiti  qui  descritti  occupe- 
ranno. S.  A.  K.  ciaschedun  giorno  delh  set- 
timana, eccettuatane  la  Domenica ,  dalle  o- 
re  dieci  delia  mattina  fìno  ad  un'  ofa^  do- 
po il  mezzo  giorno,  e  dalle,  tre  della  s'era 
fino  alle  sei,  comprese  le  ore  che  verranno  * 
impiegate  pef  gli  altri  suoi  esercizj^.  La  di- 
stribuzione d^lle  ore  sarà  prescritta  a  pacifk 
te;  e  tanto  meno  può  qui  determinarsi^ 
che  spesso  sarà  mestieri  variarla. 

Allorché  S.  A.  R.  avrà  sufficientemefitc 
profittato  nel  diritto  pubblico  universale  i^ 
ed  in  quello  delle  genti ,  per  poter  inco- 
miticiare  a  istruirlo  pel  diritto  pubblico 
della  patria  9  vai  a  dire  nelle  leggi  fonda- 
meatali  della  Svezia,  verrà  comunicata  al 
S     4  8X- 


28ò         Pel  Regno  e  della  tttà 

Signor  Consigliere  una  particolare  istr02ìotitf 
su  questo  delicato  soggetto. 

Se  il  Serenisiimd  Principe  reale  fa  gravi 
progressi,  come  si  ha  tutto  il  moti^ro  di 
credere  >  in  tutte  le  parti  delle  indicatei 
scienze,  sarà  per  certo  un  principe  sòmma^ 
mente  illuminato  ed  instrutto  :  .  ma  non  è 
quello  che  forma  la  felicità  d'un  re^  e  che 
lo  rende  meritevole  dell'amóre  del  suo  pò** 
polo.  Vi  abbisogna  per  questo  più  seAti- 
mento  che  spirito;  vi  Vuole  un'anima  nò-^ 
bile  ed  elevata,  uh  carattere  dolce  «  ed  ùii 
cuor  ripieno  di  beneficenza  è  d^  amore  pef 
gli  uomini.  Per  procurare  ad  un  prìncipe 
giovine  questi  gran  vantaggi ,  deesi ,  nel 
coltivare  il  suo  spirito,  aver  atténlioité 
tontìnuau  al  suo  cuòre,  ed  al  Suo  caratce^ 
re,  e  dirigere,  per  quanto  è  ptossibìte,  tut* 
il  i  Suoi  studj  in  modo,  che  il  cuòre  resti 
commosso^  airioiato,  é  penetrato  dal  desi" 
derio  d'ottenere  Tamofe,  la  stima,'  e  Taf-^ 
fezione  degli  uomini .  La  maniera  di  pen*' 
sare  del  signor  Consigliere ,  mi  persuade 
talmente  delle  ^ne  premure  riguardò'  a  que-' 
Sto  ,  che  credo  inutile  il  maggiormente 
dilungstrmi  su  tal  soggetto.  Non  mi  rima-' 
ne  che  porger  voti,^affiAchò  T  Onnipotente 
voglia:  accordargli  b  sanità,  e  ogni  altra 
benedizióne  necessaria  in  un  posto  si  im^ 
portante  e  difficile. 

Né 


•flfi  Ouilavo  IIL  te  dì  Svelta .        iSt. 

*  Jf è  solamente  il  conte  di  Scheffer  si  ri- 
àcrinse.  a  dare  una  tale  istruzione  al  prec-ec- 
fere  del  PHncìpe  reale,  .uà  volle  di  pitf 
indirizzare  al  medóstmo^  terminato  il  corso 
degli  stud)  ,  sotto  il  signor  di  Klingestier-' 
na  un'.iaterpretatìQhe  e  .spiegazione  dello 
legè^  fotidament^li  del  regno ,  concepita  nei 
tdgoentt  termini . 

Nel  corso  dei  passati  vostri  studj  aequt>> 
liate  avete  molte  cognizioni,  ché~ha|ino  a- 
vuto  per  tscopo  principale  il  piantare  Hon- 
damenti  della  grande  ed  importante  scien- 
za^ che  si  sta  ora  por  svilupparvi;  voglio 
dire  le  leggi  fondamentali  della  Svezia,  che 
contengono ,  e  conservano  la  forma  del  suo 
governo .  Se  dalla  morale  ha  ricavata  V.  A. 
,  R;  |a  cognizione  dei  proprj-  doveri  eomc 
uomo;  se  dal  dritto-  (^bblico  universale 
gli  ha  poscia  imparati  conte<  membpd  della 
società  civile,  Y  oggetto  princip^aicaelle  in- 
struzioniìr<he  ha  avute  >  è  stato  di  dispor-^. 
re  il^uo  spirito  ad  un  più  rtflessitro  e  più 
profondo  studio  di  quelli  4  tome  Svezzese  ,  e 
come .  destinato  dalla  provvidenza  a  divenir 
capo  della  sua  nazione.  Questi  ultimi  dov^T^ 
ri,  che  sono  per  V.  A.  R.  i  primi*  ed4 
più.  sacri  di  tutti  >  si  trovano  intieramente  nel- 
le leggi  da  noi  chiamate  fondamentali,  del- 
le quali  mi  propongo  spiegargliene  il  con^ 
tenuto. 

S     5  Nel-  '• 


z%^        J>cl  Regno  €  della  Vita 

Nella  "giurisprudenza  pubblica  universale 
T.  A*  R*  ha  di  già  veduto  cosa  sono  V 
leggi  fondamentali  in  generale,  cioè  a  dire 
gli  alti  pubblici ,  che  in  una  società  civile 
determinano  i  diritti  e  i  doveri  rispettivi 
di  chi  governa  ,  e  di  chi  obbedisce;  i  óx^ 
ritti  e  doveri  che  stabiliscono  la  forma  d*un 
governo.  In  Isvezia  questi  atti  pubblici 
€ono 

I.  La  forma  del  govèriio  del  1720. 

1*  Il  regolamento  delle  diete  del  i72)« 

'3.  Katto  d'elezione  del*  1743. 

4»  La  promessa  del  Re  del  175 1  come 
|wre  la  prima  di  S.  M«  del  174). 

t;.  I^  costituzioni  di  tutte  le  diete  nei 
punti  riguardanti  la  religione  e  la  forma 
del  goryerno.  ^ 

.  Prima  di  passare  alla  distinta  spiegazione 
é\  queste  leggi,  e  ordinanze^  debbo  farvi 
alcune  osservazioni  generali  proprie  a  op- 
portunamente illuminare  questo  gran  sog<* 
getto >  affine  di  ben  penetrarlo  a  fondo. 

Primieramecite  conviene  osservare  ^  che 
tnite  le  nominate  leggi  fondamentali  sono 
approvate  ,  raccolte  f  e  stabilite  a  nome  di 
tuttavia  nazione  svezzese  dai  suoi  rappre*- 
•jentanti  o  deputati,  i  quali  fin  dai.  più  ri- 
moti  tempi  hanno  portato  il  nome  fra  lìoi 
di  Stati  del  rej^no.  Vedrà  V.  A.  R.  in  ap- 
presso come  sono  composti  questi  Stati,  in 

qual 


di  Gustavo  III.  re  dì  Sve:(ia.       ity 

qoal  maniera  vengono  eletti ,  e  come  auto* 
rizzati.  Basta  qUi  ch'Ella  resti  informità  « 
che  in  Isvezìa  %\\  Stati  del  regno  debbono 
esser  riguardati  come  la  stessa  nazione,  e 
come  se  tutto  il  popolo  svezzese  fosse  ra* 
donato  e  presente  •  Sembra  potersi  a  questo 
obbiettare  >  che  gli  Stati  dovendo  essere 
eletti  5  e  autorizzati ,  non  si  può  concepire 
Tidea  d*un  mandatario  senza  il  committen* 
ìe;  e  siccome  il  committente  >  o  sia  quello 
che  conferisce  ia  sua  autorità  ad  un  altro  , 
gode  incontrastabilmente  del  diritto  di  far 
tendere  conto  al  rappresentante  delle  sueo* 
perazioniy  parrebbe  venire  in  conseguempt 
che  gli  Stati  non  rappresentino  tutta  la  na^ 
biotte  )  e  che  questa  abbia  anzi  il  diritto  di 
chiamarli  al  rendimento  dei  conti*  Ma  sotf 
altra  vista  convien  considerare  quéit'  og- 
getto ^  ' 

I.*  Una  società  Composta  di  parecch)  mi^ 
llotii  di  persone  non  può  radunarsi  in  ùti 
medesimo  luogo  per  individui.  2.  Ferque^ 
sta  ragione  tutto  il  corpo  politico  è  in  ne- 
^cesaità  di  trattare  gli  affari  generali  per  me2- 
20  di  deputati.  3.  Da  una  tal  necessità  d-a- 
giré  f^er  mezzo  di  deputati  ne  nasce,  quella 
di  conferir  loro  senza  riserva- i  diritti  e 
r autorità  di  tutta  la  società;  perchè  se  vi 
volesse  fare  qualche  eccezione,  Kuso  ét\ 
diritto  eccettuato  sarebbe  egualmente  irhpos- 

si-    ' 


a  84:         -^^'  Regno  e^Mlck:  Vita 

sibil  nel  €*tto  >  e  non  pojtrebbe  :  aver  luojgo^ 
in  veruna,  supposizione .  4*  AUorchè  una 
società  si  è  spogliata  di  tutti  i  »uoi  diritti^ 
e  di  tutta  la  sua  autorHàv  e  che^T  ha  co- 
municata ai  suoi  deputati  «  dee  svanire  ogn'i^ 
dea  di  committente  ^  e  di  no^nd^tdrio ,  mena- 
ste questa  porta  secp  una  riserva  di  diritio 
e.  d'autDn^à.  che  impliqher^bbe  contraddir' 
zione.  5w  Benché  i  debutati  della  società 
svezzese^.o  membri. della  dieta  siano  muni- 
ti di  una  piena'  autorità)  ciò  t>pn  ostante 
non  è  questo  in  sostanza ,  che  u!»9  pura 
formalità  stabilita  dalle  leggi  per  le  ragio- 
ni che  ricorderemo  più  a  basso,  e  dalle 
qi^ali  i>on  si  può  nulla  coif^chidere  contro  i 
principi ^  generali  abe  $i  seno  stabiliti  e 
provarif .  Da  queste  considerazioni  .appari- 
.sce  chiaro,  e  incontr^stabik  che  gli  Stali 
del  regno  debbono  esser  riguardati ,  coptie 
.dissi,  quanto  la  iKizione  isiessa  .  V.  A.  I(. 
vorrà  quindi  ben  o^serv^re  <^ .  che  il  fine  41 
tutte  Iq  risoluzioni  degli  Stati  comprese  sot- 
to il  nome  di  leggi  fondamentali,  oltre  k 
conservazione  della  vera  religione^  e  della 
su?i  purità  T  è  di  prevenire  T  autorità  arbi- 
traria. Fin  da  più  rimoti  tempi  la  nasone 
.svezzecie .  ha  avuto  dei  fre;  ma  la  loro  au- 
torità lungi  dal  dipendere  dal  capriccip,  e 
dalla  volontà  d'un  sol  uomo,  fu  ser^pre 
regolata  e  limitata.  Il  regno  di  Carlo  XL, 

e  quel- 


di  Cùsmió  III.  te  di  Svè\ìa .     r  |f  ^ 

e  quello  del  suo  figlio  Carlo  XIL ,  spnor  i 
soli  da  eccettuarsi.  Sembra  però  che  ia 
provvidenza  abbia  perme^a  questa  ìnfrazio« 
ne  degli  antfcbi' costumi^  e  diritti  della  na-» 
2iotìe  svezzese,  a  solo  oggietio  di  render- 
glieli tanto  più  cari ,  e  di  risvegliare  le  sue 
premure  per  difenderli  don  li  più  formida- 
bili ripari.  Allorché  il  re  Carlo  XIL,  che 
non  lasciò  figliuoli,  ebbe  terminata  la  sua) 
'  carriera  ^  il  risentimento  del  peso ,  e  dei 
mali  del  dispotismo  era  giunto  al  colmo* 
La  nazione  ritornata  nel  diritto  di  disporre 
di  se  stessa^  nulla  ebbe  più  a  cuore,  che 
il  limitale  T autorità  reale  in  modo,  che 
ogni  tentativo  contro  la  pubblica  libertà  di- 
Irenisse,  se  non  totalmente  impossibile^  aU 
meno  difficilissimo  • 

Occupati  da  questa  sollecitudine  gli  Sta- 
ti del  regno  ^  avevano  certamente  presen- 
te all'aninra,  e  ciò  eh*  era  avvenuto  arllif 
Svezia ,  e  V  esempio  di  altri  regni  i  i  cui 
Sovrani  avevano  fatto  ogni  sforzo  per  me^- 
tersi  in  possesso  d' un'  autorità  arbitraria  m 
Ma  se  avessero  potuto  prevedere^  che  na-^ 
scerebbe  un  di  al  trono  della  Svezia  uni 
principe  dotato  di  qualità  di  spirito ,  di  co^ 
gnizioni,  e  d'idee  tanto  giuste,  e  tanto  pu- 
re ,  quanto  quelle  che  dalla  mano  dell*  OH^ 
nipotente  ha  Y,  A.  H.  ricevute,  in  tal  ca-^ 
so  meno  estese  sarebbero  forse  state   le  lo-^ 


tt6     .    Pei  JRtgw  i  d^  Fìta 

fj^  precauzioni  coDtro  U  reale  autorità  ;  per- 
chè allora  facilmetite  sarebbomi  £gurati, 
*cbc  un  limitato  potere  sarebbe  ^t^to  spon- 
taneo al  cuor  di -Ufi  prìncipe  illuminato  e 
virtuoso ,  e  eh'  egli  se  ne  sarebbe  formato 
una  soddisfazione»  e  un  piacere.  Vi  A.  R. 
comprènde  con,  facilità,  e  nteglio  ancora 
né  rimarrà  persuasa  col  crescer  degli  anni, 
che  la  vera  felicità  d'un  re  è  assicurata 
piuttosto  dalle  leggi  e  dai  regolamenti ,  che 
dal  capriccio  e  dall' arbitrio . ,, 

Compito  il  corso  degli  $tud>  e  dell' edu- 
cazione del  Principe  reale  secondo  tali  io- 
etruzioni^  ed  educato  Gustavo.  III.  al  re^ 
«no  di  Svezia  d^  si  eccellenti  precettori  ^ 
^opo  sette  anni  d' applipazìoue  indefessa  a)- 
le  scienze  ed  alle  belle,  lettere,  egli  neire- 
4à  di  anni  diciannove  entrò  nelP  assemblea 
del  senato;  e  vi  fu  introdotto  alla  presenza 
nlel  re  suo  genitore  dal  conte  di  Scheffer 
^uo  ajo,  p  direttore;  il  quale  in  tal  occar 
-^ione  tenne  al  Re  ed  al  senato  il  seguente 
osservabile  discorra 


DI- 


di  Gustavo  filare  <fc  Sve^ict.    ;^8j 

DISCORSO    DIRETTO   AL   RE. 
ApOLFO  FEDERICO     ,       . 

jlvantì  V  assemblea  del  penato ,  allorché  il  Pritir 
cipe  reale  Gustavo  vi  fece  P  ingresso  termi^ 
nata  la  sua  educazione  da  S.  E.  Il  C*  JTn 
Scheffer  senatore  eie. 

COa  la  compiacenza  dì  V.  M.  e  col  coq* 
senso  degli  Stati  del  regno  ho  io  V  o- 
nore  di  dimetter    oggi    V  importante    carico 
siatopni  già  per  sette  anni  affidato  •  La  gi£)r 
}a>  dalla  quale  mi.  trovo  penetrato  alla   vir 
sta  dell'esito  felice    di    mie.  premure,    noa 
mi  accieca  sul  poco    merito    che    a  me  ne 
deriva.  Tutto  fu  opera    della   provvidenza  »  ' 
che  adornò  la  persona  di  S.  A.  R.  dei    più 
rari  doni  della  natura,  che  gli  pose   dinaa--^ 
ei  gli  occhj  i    più    sublimi    esempj,  e  ch<? 
dispose  che  la  sua  educazione,  affidati!  fosStO 
fin  dalla  più  tenera  età    «1  più    saggio ,  ^d 
al  più  illuminato  governo. 

Debito  mio  sarebbe  il  rappresentare  in 
questo  punto  sopra  quali  qualità  fondate  so* 
no  le  nostre  grandi  speranze;  ma  conoscen- 
do la  modestia  di  S.  A.  R.  un  più  impor- 
tante dovere  mi  obbliga  a  non  fare  il  suo 
elogiò  alla  presenza  di  lui  stesso.  Mi  ^ 
dee  però .  conpedere  di  non  passare' sotto  si- 
leni ^ 


iég         t>€Ì  Mgfio  é  della  fiia 

ìe;izio  il  suo  profondo  e  tenero  rispetto  per 
gli  itugùsfi  suol  génrtoM.  e  l'ardjèntè  sùd^a-^ 
more  per  la  patria,  (^esti Pentimenti. sonoy 
se  m'è  permesso  di  così  parlare,  l'ani- 
iSiat  dèlia  ^ua  esistènza^  ed  egli  tie  ritrarre 
tutto  giorno  con  rajuio  dèlf  Altissimo  nuòvi 
motivi  di  accenderai  sempre  pifi  nelfe  vir- 
tù,  che  appartengono  air  elevazione  dèfiud 
rango,  e  che  ne .  formano  Tornamento  e 
la  glòrfa.  •      _ 

Betiediòa  l'Cfhriipotehte  iri  questo  pbntò 
1* ingresso  di  S.  A.  R.  nella  carriera,  a  cui 
lo  chi^ors^  la  éua  nascita,  e  di  cui  l'hratl- 
ho  così  presto  réso  dégno'  le  sue  cognizio- 
ni !  Possa  questo  giovine  pvìhcìpt  por  tutto 
il  corso'  df  $ua  ^ita  disprezzaf  la  falsa  glo- 
ria di  comparir  grande,  ed  esser  serislbilé 
alla  v'era,  di  formar  dei  felici.  Poàsa  es^ef 
sempre  persuaso  che  II  suo  potere,  e  h 
'Tua  autorità  noix  debbono',  esser  fondatf  sufi 
tfnioré,  nia  sul  rispetto,  e  sali'  aiiiore  chd 
itìspirano  la  giustizia ,  é  la  bontà  \  jSfon  po^- 
sa  giammai  calpestare  ,.  ma  proteggere  t 
riiatitenere  nel  lofo  vigore  le  legèi!  Pòssa 
finalmente  tener  sènlpre  chiuse  Torecchié 
alle  lodi  degli  adulatori^  e  non  ascoltare 
the  il  testini'onio  di  sua  Coscienza  f  Acqui- 
eterà aHoi^a  il  gran  nome  di  vostra  Maestà 
un  nuovo  lustro  nella  persona  di  S.  A.  Hi' 
e  stnza  adalazìone  meriterà  questo  principe 


di  Gustavo  IJI,  re  di  Svec^k^ ,       jt8^ 

\\  nome  di  gran4<?f  che  pgrtcr^  con  gloria 
eguale,  a  qpells^  del  famoso  re  di  Svezi^^ 
GysTAYQ  Adolfo,  a  cui  per  singolare  dit 
spo^izione  deilsi  provvidenza  fin  da  ora  si 
Tassomiglia  n^iressefe  dppp  di  lui  il  primq 
Fripcip^  ereditario  di  Svezia,  cbe  abbi^ 
prestatq  a  sqp  padre  sul  crono,  la  fede,  e; 
r omaggio  di  suddito.  Questa  circostanza^ 
sia,  per  grazia  deU' Altissiipq ,  il  felic?  prei* 
sagio  ,  che  sopra  la  Svezia ,  e  sopra  |  cuon 
ri  degli  Sv^zzesi  regnerà  an?pra  un*  volt^ 
Qustax)o  il  Grande! 

Bli  raccom^ncip    sil^a    bqnt^    delja  M.  Yf 
che  fino  all'ultimo  respiro  procurerò  di  nier 
'  Titarmi  colla  mia  venerazione ,  colla  mia  fe^ 
deità  ,  é  col  mio  zelo . 

Entrato  il  prìncipe  erede  del  trono  iX 
Svezia  nel  Senato ;,  e  nel  gabinetto,  ed  am? 
messo  nel  consiglio  degli  affari  di  Stato  ^  tov^ 
gli  si  diede  prima  di  tutto,  ad  esaminare 
con  grande  attenziot}e  qual  fx2sse  Tammini^ 
strazione  interiore  ,  ecclesiastica ,  civile ,  crir 
minale  e  politica  del  regno;  in4i  volle  a- 
vere  una  piena  istruzione  di  quanto  spetta 
^Ua  nazione  sulla  quale  egli  doveva  xxn  gior- 
;^o  regnare.  E^'  necessario  di  fatti  ad  un 
sovrano  il  formarsi ,  dei  paesi  e  4ei  popola 
c\\t  deve  governare  p  una  profonda  cognizio* 
n^.  Gustavo  nulla  tralasciò  di  tutto  que- 
sto. Le  ricchezze  nafurali  del  saorfgno,  1^ 
.    /  pò- 


!190  Dd  Regno  é  déU  Vita  dt  Gustavo  IH. 

jf^apolaziohe  >  il  carattere  nazionale ,  T  educa- 
zione ,  la  cultura,  T industria,  lo  statò  dell' 
/arti  e  delle  scietiEe*  Il  commercio  inferno 
ed  esterno,  lo  stato  militare^  le  rendite  d 
le  spese  dellai  corona^  le  finanze  furono  gli 
oggetti  che  fissarono  la  sua  atteitzìone .  Noi 
dì  tutti  questi^  somministreremo  ai  lettori 
tin  esatto  ragguaglio,  prima  tli  farsi  al  descri- 
verà parttcolarnlènte  il  regno  e  ta  vita  di 
Gustavo  III.  ónde  tit  risuki  oi&Mdea  chia- 
to  e  precisa  dì  quantor  avremo  occasione  di 
trattare  nel  corso  della  medesima  >  e  nei  fat« 
ti  strepitosi  degli  ultimi  anni  del  suo  go- 
verno 4  I 


Fine  dtt  Toma  I. 


NOI 


19^ 

NOI    RIFORMATORI 

DELLO  STUDIO  DI  PADOVA  . 

A  Vendo  veduto  per  la  Fede  di  Eevisio-- 
x\.  ne,  ed  Approvazione  del  P.  F.  Gio.' 
Tommaso  Mascheroni  Inquisitor  Generale 
del  Santo  OfEzio  di  Venezia  nel  Libro  in- 
titolato .'  Storia  del  Regno  ,  e  della  Vita  di 
Gustavo  TerT^p  re  di  Svezia  Tomo  I.  MS. 
non  vi  esser  cosà  alcuna  contro  la  Santa 
Fede  Cattolica,  e  parimente  per  Attcsta- 
to dei  Segretario  Nostro ,  niente  contro 
Principi^  e  Buoni  Costumi,  concediamo 
.  Licenza  ad  Antonio  *  Zatta  Stampator  di 
Venezia  che  possa  esser  stampato,  osser- 
vando gli'  ordini  in  materia  di  Stampe , 
e  presentando  le  solite, Copie  alle  Pubbli;^-, 
che  Librerie  di  Venezia^  e  di  . Padova r 
Dat.  li  12.  Maggio  1792. 

(  Giacomo  Nani  Kav,  Rif. 

(  Zaccaria  V^llaresso  Rif. 

(  Francesco  Pesaro  Kav,^  Proc,  Rif, 

Registrata  in  Libro  a  Carte  283  al  Num.  1 5 

Marcantonio  Sanfermo  Segr. 


S   T   O    RI    A 

DEL    REGNO 

E    ISELLA    VITA 

D    1 

GUSTAVO    III 

RE  DI  SVEZIA- 


TOMO    SECONDO, 


VENEZIA, 

PRESSO  ANTONIO  2AT.TA  E  FIGLI. 
MDCCZCIi; 


CAPITOLO    i, 

Jmmìhìstraiìone  interiore ^  ecclesiàstica^  civile , 
Criminale  e  politica  del  regnò  di  Svezia, 
Kela^ionì    dì    questa    Poten:^à    (olle    Corti 


Straniere  ^ 


L 


/A  DieCà  in  coi  risiede  U  suprema'  le* 
gislativa  autorità,  è  composta  del  Rè,  le 
cfui  prerogative  le'  abbiamo  già  descritte',  e 
degli  Stati  V  che  veogono  adtinati  dal  solo" 
Volere  della  corona  e  cortsistc  delle  quadro 
camere.  1.  dei  Nobili;  II,  del  Clero;  IIL 
dei  cittadini  ;  e  IV.  dei  paesani . 

I,  La  prima  cantera  è  quella  d'er  Nobili r 
Son  eglino  divisi  in  Conti,  Baroni,  e  noti 
titolata  nobiltà.  X7na  famiglia  una(  volta'  noi 
bilitata  contitìua  tale  da  generazione  in'  ge^ 
lierazioney  tanta  nettai  dritta  linea  che  nfei 
var)  collaterali  suoi  rami  {a}  ;  e  tutti  po$v 
.     .._._J : ^       ^ieg. 

(a)  7/  Leggitore  scuserà  là  lunghe^c^à  della 
seguente  citazione ,  norì  tanta  in  considera-' 
elione  della  giuste^:i^a  delle'  ossetva:i^ioni ,  <f 
delf  applicàiione  fattene  al  soggetto ,  quanta 
pfirci^.egli  è  runica  luogo,  ove  la  differenza 
'         •  A     %•  •  /ra' 


4  J>el  Segno  e  delia  Vìià 

seggono  gli  stessi  generali  privìleg),  che 
consistono  principalmente  nella  capacitli  d^  es- 
sere Senatori ,  Ciatf|iberlani ,  q  di  ottenere  al* 
tri  civili  impieghi  Sintomo  alla  persona  del 
Re 

tra  l'inglese  e  la  straniera  nobìltk  viene 
^  predsamaite  e  chiaramente  verificata. 
^  Z' Inghilterra  è  r  unico  paese  in  Europa  ove 
la  distinzione M  per  esempio^  del  nobile ,  e  non 
nobile  più  lungi  non  si  estende  che  quanto  la 
natura  del  governo  lo  sembra  ricercare  \  per-" 
che  quivi  la  nobiltà  come  tale  non  forma 
già  una  distinta  classe  dal  resto  della  na- 
ipone  «  Siccome  t erede  è  unicamente  il  capo  di 
ciascuna  nobile  famiglia  che  quivi  ha  titolo 
agli  onori  e  privilegi  della  dignità  di  Pari^ 
non  è  dunque  f  uomo  che  vantare  possa  u* 
na  lunga  serie  di  titolati  progenitori ,  ma 
r erede  che  ha  voce  legislativa^  eh* egli  ste9- 
.  40  è  nobile .  /  più  giovini  rami  at  queste 
famiglie ,  siccome  non  hanno  parte  nella  le- 
gislatura ^  pochi  sono  quelli  se  non  per  cor- 
tesia,  che  vengano  distinti  dai  loro  concit- 
tadini^ coi  quali  eglino  e  i  loro  discendenti 
assomigliansi  e  vengon  tosto  confusi  nella 
generale  massa  del  popolo .  Perciò  questi 
divengono  una  specie  di  anello  tra  la  no^ 
biltà  e  i  comuni;  un  anello  che  ^  connet- 
tendo i  loro  interessi  y  previene  ogni  divisio- 
ne 


^  Gustavo  III.  re  di  Svelta.  5 

Ke  e  della  corte ,  e  in  una  esenzion  del  ca* 
pocenso.  Il  pocer  creare  iiuova  nobiltà  st^ 
ripósto  nel  Re  ;  ma  il  numero  è  limitato  4 
In  una  Dieta  tenuta  sótto  Adolfo  Federico  1. 
fu  emanato  9  che  niuno  vi  fosse  aggiunto 
finché  le  famiglie  di  quest'ordine  non  fos«* 
sere  ridotte  a  "*  1 200  * 
11  capo  di  ciascuna  nobile    famiglia  nella 

dri^ 

^ — ^    •    ' ^ 

ne  ira  questi  due  ordini  fieÙa  loro  capacità 
di  memori  della  stessa  società  ì,  e  il  quale 
forma  di  quella  società,  una  continua  cate^ 
na  y  ninna  parte  della  quale  può  toccarsi  sen-- 
^a  trasfondersi ,  per  una  quasi  elettrica  comu" 
nica:^one  a  tutto  il  resto  •  In  altri  paesi , 
ove  quei  che  sono  una  volta  nobilitati  tra-* 
smettono  gli  onori  e  i  privilegj  della  nobiltà 
a  tutti  i  loro  posteri  egualmente  ^  nori  vi  è 
anello  a  connetter  i .  nobili  al  resto  detta 
na:^ione'y  al  contrario  una  linea  è  tirata  fra 
-^essi  a  perpetuità  i  una  linea  che  taglia  per 
così  dirCy  la  catena  della  società  in  due^  % 
separati  termini  della  quale  sembra  piuttosto 
che  respìngano  di  quello  che  attraggano  gH 
uni  agli  altri.  Per  conseguenza  quella  con^ 
jffun:^ione  di  viste  e  d*  interessi  non  può  a^ 
ver  luogo  appieno  nella  nai^ioHe ,  dalla  quat 
unione  dissi  un  libero  governo  dee  in  gran 
parte  riconoscere  la  sua  salve^^a,*^ 

A     3 


.  I 


è  T>d  Regno  e  della^Vzta 

dritta  Ifnea  è  per  nascita  uii  membrb  di 
qnesta  camjera;  e  rappreseti ta  nella  sua  per- 
sona ,  tutta  la  più  giovanil  parte  di  quella 
linea  ,  come  altresì  i  rami  collaterali .  Se  di^ 
Venta  ^senatore  ,  a  causa  del*  5uo  ufiizip 
'Vien'egli  reso  incapace  dal?  avere  un  luogo 
nella  dieta;  ma  gode  l'autorità  di  trasferirò 
la  sua  carica  ad  altro  nobile.  Qualunque 
rappresentante  che  non  voglia  venire  alla 
dieta )  può  mandare  un  sostituto,  purché 
€gU  nomini  una  persona  delia  5ua  propria 
famiglia  (a). 

Siccome  vi  «ono  incirca  j  200  nobili  fa- 
miglie «  se  v'intervenisse  cfascun  caponi 
membri  presenti  nella  camera  ascendérebbon 
a  quel  numero;  ma  non  essendovi  necessità 

di 

(a)  Anticamente  ciascun  capo  avea  V  autorità  di 
trasferir  la  sua  carica  a  qualche  altro  nobile  ; 
ma  siccome  questo  privilegio  dava  origine  ad 
un  scandaloso  traffico  di  vender  le  sedi  \  la 
camera  fece  un  decreto ,  proibendo  ad  ogni 
Yappresentantè  di  stabilire  un  nobile  di  al-- 
tra  famiglia  per  suo  sostituto  in  pregiudia^io 
della  sua  propria  famiglia  in  tutti  i  suoi 
rami  collaterali^  ciascuno  dei  quali  poteva, 
in  preferènza  ad  un  alieno^  preteridere  un 
diritto  di  assistere  ad  una  dieta  ;  se  il  capo 
non  H)oles^é  intervenire. 


di  Gustavo  IlL  re  di\  Svèzia  .         7 

di  assistere  alla  dietg  ^  i  rappresentativi  va- 
riano .  .Neir  ulcisno  regno  ^  allorché  i  loro 
voci  erano  ^i  m3|;giore  ironseguenza  di  quél* 
lo  sknò' sotto  la;  pneseme  forma  di  gover-»^ 
tio^  ordinarìaiXì^Qté  asoeoficva.il  loro  njunsero 
a  900,  ovvero  6oa;  e  in  una  nowbìle  oc- 
casione ,  allorché  Adolfo  Federico  intimò  la 
)sua  intenzione  di  abdicare  il  trono,  più  di 
tnille.'  presero  le  loro  sedi . 

II.  La  seconda  camera  è  quella  del  clero 
(a)  .  I  rappresentanti  di  ^uest*  òi^dine  consi- 
stono dei  quattórdici  vescovi ,  e  di  un  ccr* 
to  numero  di  ecclesiastici  scelti  nella  se- 
guente maniera  ;.  Lo  scatto  del  Re  essendo 
prmnulgato  al  Cpn^sistoro  od  eccfcsiastica 
corte  di  ciascuna    Piopesi  ^     V  ultimo  spedi- 

'sce 

(a)  //  Governatimi  delle  próvincie  ^   e  i  Colon- 

netii  di  ciascun  reggimento  intervengono  al^ 

le  semoni  della    dieta,   ond* esporre   i  loro 

rapporti  ;  ma  non  hanno  voto ,  tranne  quanr 

.do  prendono  le  loro  secfii  com'è   ordinaria^ 

-  nfènte  'il  caso ,  ^ai  rappresentanti   del  loro 

.  proprio  diritto ,  o  per   sostitu:^ìone    dej  capi 

4i  nobili  famìglie^  Queste  circostante   hanno 

^indotto  alcuni  autori  erroneamente  ad   asse-- 

firey  che  i  governatori  è  Colonnelli  hanno , 

jn  gratta  del  loro  ufficiò^  titolo' da  sedere  e 

votare  nella  cam^era  dei  nobili, 

;  ^  B     4 


t  Del  Segno  e  della  fht» 

sce  una  circolar  letcera  air  Arcidiacono  di 
un  diicrecto  che  ha  il  dritto  di  elezione: 
ed  egli  comunica  le  citazioni  agli  ecclesia- 
stici delle  sue  <liverse  parocchie  •  GiascnniF 
persona  che  possedè  un  benefizio,  ed  ogni 
superiore  o  sotto^maestro  delle  scuole  readi, 
è  un  elettore ,  e  può  essere  un  candidato  a* 
bile  a  rappresentare  quel  distretto  (a).  Gli. 
' Elet- 

(a)  La  luterana  è  la  stabilita  religione  dS  Sve^ 
^ia.  I  membri  sono  Fescow,  Degani^  Ar* 
cidiaconi,  pastori  o  rettori^  e  amministratori 
o  perpetui  Curati.  Vi  sono  ^pmltordicì  Dio^ 
ce^i;  r  Arcivescovato  di  Upsahy  e  i  Vesco* 
vati  di  Mndkiopingy  Skam,  Stroengnois  , 
Waesteros^  Wexio^  Abo^  Zund,  Borgo  ^ 
Gotheborg^  Calmar^  Carhtadt^  ffermosand, 
e  Wasbp  o  Gothland.  te  rendite  di  Upsa^- 
hj  e  Westeros  ascendo^  ed  inarca  ioù$ 
lire  sterline  alt* anno;  e  quelle  dei  più  basa- 
si Vescovati  a  Itre  390.  I  Vescovi  sono  ob- 
bligati a  residencj^a ,  eccetto  alT  adunanza  del- 
la Dieta.  1  Capitoli  di  Upsala^  Land ^  e 
Abo ,  i  quali  formano  università ,  sono  com- 
posti  dei  Vescovi  Degani  che  sono  sempre 
primarii  professores  di  Teologia^  e  gli  al-- 
tri  professori  in  diversi  rami  di  letteratura  ; 
in  quelle  Diocesi  in  cui  vi  sono  i  gymna- 
sia^  consistono  del  Vescovo  ^  del  Degano  e 

dei 


ii  ^wfv^  ///r  re  a  Sififga  :        % 

Sletl<»i  adttaa^  in  alc«if  luogo  verso  \t 
centro  delF  arciìdiacomai  ;  e  la  persona  cfie 
abbia  la  pluralità  dei  voti,  viene  scelta  per. 
iiippresemante«  I  Vescovi  sono  obbligati, 
pagar  le  ?pese  del  loro ,  sedere  in  dieta  9 
quantunque  ordinariamente  ricevano  nelle 
più  gran  diocesi  quindici  seeljrni  al  gioraor 
e  nelle  più  picciole  dieci  ^  ma  le  altre  pa- 
gar debbono  pei  loro  eostìtuemi  circa  506 
scelini  al  giorno .  Il  numero  dei  rappresene 
tati  vi  è  incerta  y  perchè  ciascun  Àrcidiaco-^ 
no  ha  il  privifegio  di  Spedir  un  membro, 
o  di  unirsi  con  altro  nella  scelta  di  uno; 
non  di  rado  intervennero  meno  di  ^  50,  nò*^ 
mai  eccedettero  So» 

III.  La  terza  camera  i  quella  ^  dei  xitta^ 
di  ni»  La  Svezia  contiene  104  città  che  go-^ 
dono  il  privilegilo   di    spedire    membri  alla* 
dieta .  Ciascun  cittadino  di  queste  città  im« 
pegnato  in  traffico  e    commercio ,   per   cui 

pa* 

dtt  LciSores  gymnasii ,  a  professori .  Nella 
I>iocesi  di  Wisby  0  Gothland^  il  capitoh  è 
/ormato  dal  Vescovo  e  dai  vicini  Rettoti. 
Vi  sono  alifeà  tre  sopraimendeffti  r  ^he  hati' 
fio  il  rango  di  Vescovi^  ma  non  siedono 
nella  camera \  il  primo  Cappellano  del  re; 
il  Rettore  di  San  Nicola  in  Stokholm^  e  -il 
primo  Cappellano  delta  marina^. 


té  Del  Regno  e  ieUé^'TìM' 

pagali  tasse  alla  coróna  diviene  itlP  età  di 
anni  2 1  un  eleuore(  a)  \  ed  ogrti  cittadino 
anco  della  più  ba^sa  meccanic'ar^ ,  che  sia 
stato  libero  Io  spazio  di  sette  ^nn!^  o  un 
Aldermen  per  tre  anni  continui ,  pàrclrè  ginn* 
to  air  età  degli  anni  25  ,  viene  qualificato  (*) 
ad  essere  un  rappresentativo.  Ià  citazioni  dal-* 
la  corona  essendo  promulgate  dai  governa- 

*    to- 

(a)  I  Comministri ,  0  perpetui  Curatì ,  scelgo* 

'  no  altresì  uh  rappresentativo  dcù  Commi- 
nistri  dì  ciascuna  diocesi ,      '  ' 

(hi)  Il  diritto  di  votare  dipende^  in  divèrsi 
luoghi  j  da  qualità  diverse-^  in  alcuni  luoghi 
derivò  da  una  certa  tassa:(tonfi  sopra- i  capi* 
tali  impiegati  nel  traffico^  in  altri  da  una 
tassa  soprr^  le  terre  dentro  il  recinto  della 
città  etc.  In  tutti  i  casi  ^  le  persone  che  in 
questa  maniera  contribuiscono  ampiamente 
alle  pubbliche  grave^e^  godono  un  aggiun* 
,  tu  numero  di  voci  proporzionato  al  molti-^ 
plice* the  pagano.  Supponendo^  per  esem- 
pio^ un^  annuale  rata  di  ^.  scelini ,   qualifi- 

'  ca  per  un  voto  ;  una  persona  pagando 
S  scelini^iié  'ha  due;  io  se,  quattro  voti, 
e  così  in  '  proporzione .  In  Gothenborg  vi 
sono  ih  Circa  lóoo'  elettóri  \  alcuni  ricchi 
fàercflnti  possèdoho  parecchi  centinaja  di 
voti.  •^'  *  ^  "^         , 


di  Xiùuàix)  IH.  ^t  di  Svezia  :        1 1 

«ort  delle  provitìciii,  gli  uScimi  *  le  trà^mef^ 
tono  al  Majggiore  e  AldemeH  éì  ciaschddu* 
ni  cittk  dtie  ha  il  didtto  '  di  elegger  mem- 
bri .  11  ^  Maggióre  aduna  gli  Elettori  «ella 
sala  della  città  >  e  la'  Iòr6  scelta  è  determ^ 
Hata'dalh  pluralità;  e  a  niùn ritiro  fuorché 
ai  liberi  bomìnf  'Viené*  permesso  J*  essere 
presenti .  Cfaschcdan  irapprc$fentatìte  riceve 
dalla  loto  còstijtuztone  una  picciola  contri- 
buzione ,  la  -quale  '  nelle  •  più*  grandi  ^ittà 
ascende  a  15  Vcelìnì  incirca,  e  iielle  più 
picciole  a  5,'  4»  o  due  *'scelirti  ài  gior* 
rDO  durante  h  foro  comparsa  alla  dieta  ^ 

Il  numero  •  dei  metabri  ifappresentantl 
iquest'ordihe  nbn  era  hì'ai  precisamente  lo 
gtes^o.'  Ciascuna '  città  mercantile  '  ha  infatti 
Il  diritto  di  spedirne  due  ,  altane  delle  più 
grandi  Come  Ootheborg^  Nòrd  Kfoping, 
^GefTe,  e  pòche  altre  tre^  e  Stokholih  sem- 
pre ne  depùu  dieci  {a),  ma  alcuhe' volte 
una'  o  due  pictiole  città  unite  eleggono  un 
sdlo  depurato  ;  e  in  -tfltri  tempi  ciascheduna 
sceglie  i  suoi  proprj  Smembri.    Il   tónsuetò 

'  '         nu- 

(a)  Di  questo  numero  quattro  Sono  eletti  dal 
Maggiore  e  dagli  Àldermen  v  due  dal  cor-- 
pò  dèi  mercaìantV  aìP  tngrossò'\  due  da  quei 
the  vendono  a  ritagliò^  è  due  dalle  pèrsone 
impiegate  nelle  manifatture .  '  •       — 


ti   ^       De/  R^no  e  detU  fìat 

namere  di  raro  è  minore  dol   £00 ,  é  ni»d 
mai  eccedette  i  ^op. 

lY.  La  qoarta  camera  è  quelU  dei  pae- 
sani,  i  6x  cui  rappresentanti  sono  e  rengo^ 
no  sceki  dal  seguente  ordine  di  sud<&t» .  La 
definizione  di  un  paesano  é  un  affictajuolo 
impiegato  in  agricoltura,  che  possiede  ter-^ 
reno»  il  quale  mai  non  si  die  a  traffico  ve* 
tuno,  né  fMòt  giammai  verun  civile  ufficia  « 
Questa  descriaione  ìncKiude  solam^eme  foH 
loro»  i  cui  antenati  erano  altresì  affitta)uOf 
lif  t  non  ebbero  il  titolo  di  nobili»  citta^ 
dini,  ovvero  di  proviniciali  gentiluomini, 
quantunque  possano  comprare  i  poderi  del 
paesano»  o  votare  od  essere  eUui  membri^, 

La  terra  che  qualifica  il  éttajiuolo  »  eh*  è 
un  paesano  9  a  divenir  elettore  «  dev'essefe 
4  terra  della  corona,  ó  di  sua  proprietà. 
.  La  più  pregevole  di  queste  possessioni  può 
taiere  i  300  lire  sterline  •  La  più  povera  in- 
circa lire  }ó.  Se  il  terreno  viene  posseduto 
da  due  o  più  paesani ,  il  voto  è  diviso-  tra 
i  diversi  proprietar),  ciasqatu)  godente  quel- 
la porzione  del  voto  che  sia  proporzionata 
alla  sua  porzion  della  possessione,  ma  cia- 
scuno di  étsi  è  qualificato  abile  ad  esse* 
re  un.  rappresentante . 

I  paesani  che  in  tal  guisa  godono  il  pri- 
vilegio  di  nominare  i  deputati,,  od  esser 
eglino  stessi  eletti,  posèon    dividersi  in;,  tre 

cfas-» 


a  Custai)o  HI.  ri  di  Sve^a.        13 

classi  :  i  paesani  le  cui  possessioni  siano 
terre  della  corona,  da  essi  godute  in  vita 
còl  pagare  un  annuale  censo,  e  dalle  quali 
non  possano  venire  rimossi  >  se  non  quan- 
do fossero  formalmente  colpevoli  deiraver 
negletta  la  loro  cultura.  Alla  morte  del 
proprietario  l'affittanza  viene  quasi  sempre 
accordata  al  figliuolo  primogenito .  IL  e  IIL  « 
quei  paesani  chb  comprato  abbiano  per  sei 
a^nnij  q  dalla  corona  o  dai  nobili,  la  per- 
petuità delle  lora  terre  eoi  pagare  un 
censo, 

1}  modo  di  elezione  è  come  segue.  lìa 
citazione  essendo  spedita  al  Governatore 
della  provincia  >  egli  la  spedisce  ai  giudici 
della  Contea  ,  ciascuno  dei  quali  chiama  i 
paesani  dentro  la  sua  giurisdizione ,  acciò  si 
adunino  nella  corte  di  giustìzia,  e  alla  sua 
presenza  nel  giorno  prefisso  per  la  elezio <- 
ne  •  I  membri  sono  scelti  a  pluralità  di  vo- 
ti •  I  costituenti  unisconsi  nel  contribuire  la 
somma  di  tre  quattro  o  cinque  scelini  al 
giorno  per  le  spese  dei  loro  deputati  alla 
dieta.  Gli  elettori  che  ordinariamente  adu- 
nansi  in  ciaschedun  distretto,  sono  di  rado 
meno  di  30,  o  più  che  100.  11  numero 
dei  rappresentanti  nella  camera  dei  paesani 
è  estremamente  incerto,  perchè  due  distret- 
ti ordinariamente  unisconsi  nello  spedire  un 
deputato  ^  e  in  altri  tempi  n'  eleggono  due, 

ma 


i4  Pei  Mepùi  è  ^ta^fiifi  ;, 

^a  ad  un  ^vero  ^calcola  non  niaMsi^endo  tt(^^ 
a  più  di  centq. 

t^  Svezia  è  il  sola  paese,  dovè  i  rap- 
presentanti, def  ceto  dei  lavprahtr  formaha 
qna  classe  separata,  e;  .distinta-  nelle  asserii'^ 
Ì)le(é  nazionali/  Possono  proporsi .  tìcille  d«e- 
liberazioni  relative  ^agli  interessi  pubblici  y^ 
molti  oggetti' c(ie  un  p^aesatno.  rioitsaprS:  cq-; 
floscere  e  valutale;  ma  si  trattano  molù  an:" 
Cora^  che  Io  r^uard^no  pariicorafm^tlte ,  e; 
per  isviliipparc  i  .  quali  <  le  sue  ^iflessionf 
possono  essere  della  piììrgrandef  utilità.  Nel^ 
le  dissensioni  medesime'  i  che  non  s(pno'  al- 
la sua. portata,  egli  porrebbe  affejrrare  dei 
punti , di  vista  ass^l  utili,  se  t\cr^eua  gli 
viene  rappresentato  nella  iiua  vera  luce, 
éenza  raggiri  insidiosi:  il  semplice  buotì  sen- 
so, ^  la  logica-  naturafey  giudicano^  spessa 
tanto  sfanamente^  quanto  Io  spirito-  coltiva^ 
to  dallo  studio  e  colla  faticar  di  mente.  0- 
gni  distretta  olanda  un  deptitato  e  la  spe- 
sa. L'^  ordine  dei  paesani»  e;  qpello  dei  cit-- 
tadini  hanno  uri  oratore  notpihato  dal  Re^ 
ìi  quale  ancora  assegna  ai  paesani  un  sègre- 
ta:rio,  impiego  civile,  e  phe  semprf  ha: gran- 
de lntfuenz:a.  JL"" armata  ancor  essa  sr  può 
fare  rappresentare  alla:  dieta  (fuando  è  con- 
vocata^ I  colonnelli  dei  reggimenti,  ed  ,un 
^  Certa  nu,qjero  degli  altri  uffiziali  dello  stata 
maggiore  spnp  i  suoi  deputat^ .  Ti  sono  nel-^ 

■*'.''         I*  *' 


Ji  ft^tap^o  II/,  ré  .dì^ufih .         r  ^ 

U.pvCVid^,deì^^pas%ìdemì  di  terre #  di  iDìnic-- 
re  e  di  ^abbrid^e>  i  quali  non  appartengo- 
no a  nitirio  dei,  quattro  ordini  del  regno  ; 
siccame  questa  dasse  di  .cittadini  non  esi- 
geva <  quando  gli  stati  furono  organizzati , 
cglincf  iio^n  h^nno  rappresentanti  • 

Le'  funzioni/  colle  quali  s'apre  e'  chiude 
la  dieta,  presetitàno  un  gratìde  e  belìo  .spet- 
tacolo .  Il  Re  i  iti  tutto  1*  apparato'  della  mae- 
stà ,  si  porta;  dal  palazzo  alla  Cattedrale^  ver 
dove  gli  stati  Io  sieguono  pfocessiorialmente . 
L'ttifizio  divino  si  fa  seoipre  al  solito  >  a  ri- 
serva che  un  Vescovo  fa  tempre  alloifa  la 
predica.  Dalla  Cattedrale  41  Ke^  e;, gli  stati 
passano  in  una  sala  del  palazzp  reale,  de- 
stinata per  la  radunanza  dei  Tappxeseot^n0 
della  naziQpe^4  L'assen)|)lea:  si,  pone  in  ordi- 
nanza,  ed  il  He  s*  asside,  spf  trono  v  Egli  p^ 
nunzia  uif  discorso  >  al  qua^e  ;  rispondono  U 
Maresciallo ,  e  gli  oratori  :  se  vi  sono  delle 
cose  da  esporre  agli  atati ,-  il  cancelliere  U 
legge.       '  ^  ,;.    ,..  , 

Gli  stati  radunati  >  stabiliscono  .por  elezio'- 
ne  di  pluralità  ;tli  voti  divèrsL,fomroissarj, 
incaricati  delle^^isciissioni  previe  degli  og- 
getti ,  che  debbono  essere  *  trattati  ^  Questi 
comitati  rimettono  ai  loro  costituenti  il  ri^ 
sultato  dei  loro  lavori,  e  servono  di  gùHf 
ai  qaattjro  ordini  nei  Ìor9'. decreti^  I  voti  ^ 

Con*  . 


a  De  Xegno  e  detta  Vitm 

considerano  per  ordini,  t  non  sui  deputati 
}h  confuso. 

La  nobiltà  tiene  le  ave  Cessioni  nel  8ti6 
palazzo;  il  clero  nella  sagrestia  della  Gatte« 
•drale;  la  cittadinanza  in  una  sala  del  pa- 
lazzo della  città  9  e  T  ordine  dei  paesani  in 
fin*  altra  sala  di  questo  stesso  palazzo . 

In  tutti  gli  Stati  d*una  certa  estensione, 
r  amministratone  interiore  è  una  maéchi- 
tia  complicata  1  della  quale  le  risorse  sono 
difficili  a  conoscersi  :  ma  non  si  pentirà  veruno 
d'averla  studiata.  E'  cosa  interessante  il  sa- 
pere per  quali  mezzi  si  conservino  il  ripo* 
so ,  la  sicurezza ,  e  la  prosperità  dei  cittadini  • 

Tutto  il  regno  di  Svezia  è  diviso  in  ven- 
totto  governi. 

I.  Governo  di  Upsala  ;  comprende  la 
uaggtor  parte  della  provincia  d'Uplaadia; 
il    governatore  risiede  ad  Upsala. 

IL  Governa  di  Stokholm:  egli  compren- 
de una  parte  della  Uplandia,  e  di  Suder*- 
tnania:  il  governatore  risiede  a  Stokohlm. 

III.  Governo  di  Skaraborg:  comprende 
la  parte  orientale  della  Vestrogothia  ;  il 
governatore  risiède  a  Marieholm  vicino  al- 
la città  di  Mariestad. 

IV.  Governo  di  Obo ,  e  Bioerneborg  ; 
egli  comprende  la  Finlandia  propriamente 
detta,  e  risola   di    Oeland:   il  governatore 


risiede  a  Obo, 


V.Go- 


di  Gusèavo  III.  re  di  Sve\ìa  l        17 

V.  Governo  di  Cbronoberg:  comprende 
la  parte  occidentale,  e  meridionale  della 
Sm.olandia:  il  governatore  risiede  a  Crono- 
berg»  vicino  alla  città  di  Wexioe. 

VI.  Governo  di  Jonkìoeping;  comprende 
la  parte  settetitrionale  della  Smolandìa:  il 
governatore    risiede   a    Joenkioeping  • 

VII.  Governo  di  Vesimania  •/ comprende 
tutta  la  provincia  di  ^e^tmania,  a  riserva 
di  qualche  distretto  ,  ed  una  parte  dell'  U- 
plandia:  il  governatore  risiede  a   Vesteros. 

Vili.  Governo  di  Kymenegord  :  compr-en- 
de  la  provincia  di  questo  nom^c;  il. Gover- 
natore risiede  a  Heinola. 

IX.  Governo  di  Savolax;  comprende  la 
provincia  di  questo  nom&:  il  governatore 
risiede  a  Cuopio. 

X.  Governo  di  Sudermania:  comprenda 
la  parte  occidentale  di  questa  provincia  :  il 
governatore  risiede  a  Nykioepìng. 

XI.  Governo  d' Ostrogothia  :  comprende 
la  provincia  d*  Ostrogothia  ;  il  governaioce 
risiede  a  Linfcioeping. 

XII.  Governo  di  Nylani ,  è  Travasteaus: 
comprende  la  parte  meridioiiale  della  ^e- 
strogothia,  e  la  Dalia;  il  governatore  risie- 
de a  Wennersborg. 

XIII.  Governo  d'Elftborg:  comprende  la 
parte  meridionale  della  Vcstrogothia  ,  e  la 
Dalia  ;  il  governatore  risiede  a  Vennersborgh, 

Tomo  IL  \B  XIV. 


i$  Del  Jtegno  e  della  Vita 

XIV.  Governo  di  Calmar:  egli  compren- 
de la  parte  orientale  di  Smolandia^  e  Tir 
sola  d' Oeland  • 

XV.  Governo  di  Kopparberg:  egli  com- 
prende la  Dalecarlia  :  il  governatore  risiede 
a  Fahlun,. 

XVI.  Governo  d'  Oerebro  :  comprende 
tutta  la  Nericia ,  ed  alcuni  distretti  di  ^est- 
mania,  e  ^ermlandia:  il  governatore  risie- 
de a  Oerebro. 

XVII.  Governo  di  Carlstad:  egli  com- 
prende la  "^^ermlandia ,  eccettuati  i  distret- 
ti compresi  nel  governo  d' Oerebro:  il  go- 
vernatore risiede  a  Carlstad. 

XVIIL  Governo  di  Geffeborg:  egli  com- 
prende la  Gestriklandia  y  e  la  Herjedalia  :  il 
governatore  risiede  a  Gelfe. 

XIX»  Governo  di  Norland  occidentale  : 
comprende  la  Medelpadia ,  la  Ongermania  , 
la  Hiemtlandia;  il  governatore  risiede  a 
Hernoesatid . 

XX.  Governo  di  Vesterbotnia  :  egli  com- 
prende la  provincia  di  questo  nome,  e  tut- 
ta la  Laponia  svedese  >  ad  eccezione  del  di- 
stretto di  Husamo,  che  appartiene  al  Go- 
verno di  Uleoborg;  il  governatore  risiede 
a  Gran ,  vicino  alla  città  di  Umeo . 

XXI.  Governo  di  Vasa:  egli  comprende 
la  parte  meridionale  di  Ostrobotnia:  il  go- 
vernatore risiede  a  ^asa* 

XXII. 


i/i  Gustavo  III.  te-àLSve^a  :        19 

XXII.  Governo  djt  Uleoborg  :  egti'  com* 
.prende  la  parte  settentrionale  dell' Ositrobot- 
nia,  ed  il  ducato  di^Ki^samo  nelb  Lappa- 
nia:  il  governatore  risiede  a  Uleoborg. 

XXII J.  Governo  di  Gotlànd:  comprende 
l'isola  di  questo  nome:  il  governatore  ri- 
siede a  Visby. 

XXIV.  Governo  di  Malmoehus:  com- 
prende la  parte  occidentale ,  e  meridionale 
della  Scania;  il  governatore  risiede  a  Mal- 
xnoè . 

.  XXV.  Governò  di  Blékingen  i  comprende 
tutta  la  provincia  cosi  detta;  il  governatote 
risiede  a  Carlscrona. 

.  XXVII.  Governo  della  ìlallandia;  com-^ 
prende  tutta  la  provincia  di  tal  nome:  il 
governatore  risiiede  .ad  Halmstad . 

XXVIII.  Governo  di  Gothembourg,  e  di 
Bohus:  egli  comprende  alcuni  distretti  del* 
la  parte  occidentale  della  'Westrogothia ,  e 
la  provincia  di  Bohus:  il  governatore  risie- 
de a  Gothembourg. 

Di  questi  governi ,  quelli  di  Malmoehus  ^ 
di  Cristianstad  ^  di  Blékingen  e  di  Ostrogo- 
tMa  sono  i  più  popolati;  quelli  di  Gede** 
horg,  della  Nordlandia  occidentale,  e  d'U- 
leoborg  i  più  vasti;  quelli  di  ^estmania  > 
di  Kopparberg,  di  Carstad>  e  di  Oevebro 
i  più  ricchi  in  miniere  é  fabbriche  di  fer--^ 
ro.  I  govex;natori  dei  quali  14  sono  presi 
B     a  dal- 


IO         Del  Regno  e  della  Vita 

dallo  stato  militare,  vegliano  sulla  Eccono-' 
mìa  interiore  del  paese  ,  sul  mantenimento 
deir  ordine ,  e  della  pubblica  tranquillità  , 
siìir esecuzione  degli  ordini,  e  sul  riscuoti- 
smento  dell'  entrate  della  corona.  Sono  as- 
ìstiti  da  un  segretario,  da  un  Tesoriere,  ed 
altri  uffiziali  subalterni .  Ogni  governo  ha  la 
sua  Cancelleria  diretta  dal  segretario. 

Relativamente  all'  amministrazione  della 
giustizia  il  regno  è  ripartito  fra  quattro  cor- 
ti reali. 

L  Quella  di^tokholm,  fondata  nel  1614, 
alla  quale  appartengono  la  Svezia  propria- 
mente detta ,  la  Norlandia ,  e  Y  isola  di 
Gotland  :  ella  è  composta  d' un  Presidente , 
d'un  vice-presidente,  di  11  consiglieri,  e 
IO  assessori,  35  corti  municipali,  7  tribur 
tiali  di  giustizia,  e  31  giurisdizioni  territo- 
riali dipendono  da  questa. 

IL  Quella  di  Obo  fondata  nel  1523,  al- 
la quale*  possono  appellarsi  i  governi  d'O- 
bo,  Tavastheus,  e  di  Rymenegord:  ella  è 
composta  d*un  presidente,  d'un  vice-presi- 
dente, e  7  assessori;  io  corti  municipali,  5 
"tribunali  di  giustizia,  e  io  giurisdizioni  ter- 
ritoriali ne  dipendono  . 

III.  Quella  di  Joenkoeping  fondata  nel 
ié^4>  alla  quale  ha  appello  la  Gothia.  El- 
la e  composta  d'un  presidente,  d'un  ,vicer 
presidente,  di  8  consiglieri,  e    di    8    asses<* 

so* 


di  Gusta'ùo  III,  re  di  Sv^^ia ..     <>! 

sori;  45  corti    municipali  >    9    tribunali  di 
giustizia,  e  58  giurisdizioni    territoriali    di- 
.  pendono  da  questa  Corte . 

IV.  Quella  di  Wasa  fondata  nel  177^, 
alla  quale  s' appellano  i  governi  di  Cuo- 
pjo,  Uleoborg  e  di  Vasa.  Ella  è  compo- 
sta d' un  presidente ,  e  d*  un  vice-presiden* 
ce,  di  2  consiglieri,  e  di  4  assessori;  ne 
»  dipendono  8  coni  municipali  ,  2  tribu- 
nali di  giustizia ,  e  7  giurisdizioni  territo- 
riali . 

Un  Arcivescovo,  e    ij   Vescovi  formano 
la  ripartizione  ecclesiastica. 

L' Arcivescovato*  di  Upsala  *  è  il  solo  Lu- 

.terano,  ehe  esiste:  efgli  comprende  rUplan« 

.dia  ,    la    Westmania ,    la    Oetriklandia,    e 

THelsinghia,  242  parocchie,  2.5   arcidiaco- 

nati,  166  sussidiali  ne  dipendono* 

I  vescovati ,    fecondo    il  rango    che  loro 
si  dona. 

I.  11  vescovato  dì  Linkoeping:    compren- 
de rOstrogothia,  ed  una  parte   della  Smo- 
landia:  contiene    il 8    parrocchie,    22    arci- 
.  diaconati  e   148  Sussidiali. 

H  II  vescovato  di  Skara;  egli  compren- 
.  de  una  paYte  della  Westrogothia  ,  e  della 
Smolandia:  contiene  172 parrocchie,  9  arci- 
>  diaconati  e  114  sussid). 
.; m.  Il  vescovato  di  Strengnaes  ;  egli 
^  compiendo  la  Nericia  e  la  Sudermania  ; 
B     3    N  con- 


2  2  Del  Segno  e  della  P'ità 

contiene   158  parrocchie,   15  arcidiaconatì  e 
122  sussidj . 

IV.  Il  vescovato  di  Westeros  :  compren- 
de la  maggior  parte  della  Vestmanìa  , e  tut- 
ta la  Dalecarlia  :  contiene  loi  parrocchie, 
14  arcidiaconati,  e  84  sussidiali. 

V.  Il  vescovato  di  Wexioe;  comprende 
la  maggior  parte  della  Smolandia  ;  1S4  par- 
rocchie >  12  Arcidiaconati,  e  88  sussidiali 
ne  dipendono. 

VI.  Il  vescovato  d*Obo  comprende  la 
parte  della  Finlandia,  che  forma  i  governi 
d*  Obò,  Wasa,  Uleoborg,  ed  una  parte  di  quel- 
li di  Noland  e  Tavastheus  ;  come  ancora  il  di- 
stretto di  Kemi  nella  La ponia:  contiene  130 
parrocchie ,  *  1 8  arcidiaconati ,  e  118  sussi- 
diali . 

VII.  Il  vescovato  di  Lund  ;  comprende 
le  Provincie  di  Scania  e.  Blekingia  ;  contie-^ 
ne  430  parrocchie,  24  arcidiaconati,  e  22^; 
sussidiali. 

Vili.  Il  vescovato  di  Borgo:  egli  com- 
prenda i  distretti  della  Finlandia,  che  for- 
mano i  Governi  di  Savolax  e  dì  Kymene- 
gord,  ed  una  parte  dei  governi  di  Tava- 
stheus e  Nyland:  60  parrocchie,  6  arcidia- 
conati e  53  sussidiali  appartengono  a  lui. 

IX.  Il  vescovato  di  Gothembourg  :  com- 
prende una  parte  della  Vestrogothia ,  e  le 
Provincie  di  Bohus,   e    di   Hallandia:  ton- 

tie- . 


di  Gustavo  III.  re  di  Svezia  .         2  3 

tiene    253    parrocchie,    9    arcidiaconati ,    e 
102  sussidiali. 

X.  Il  vescovato  di  Calmar:  comprende 
quella  parte  della  Smolandia^  che  forma  il 
governo  di  Calmar^  a  riserva  di  alcuni  di- 
stretti, che  appartengono  al  vescovato  di 
Linkoeping;  contiene  58  parrocchie,  8  ar- 
cidiaconati ,  e  42  sussidiali. 

XI.  Il  vescovato  dì  Carlstad  :  comprende 
la  Wermlandia,  la  Dalia  e  la  Nericia:  ne 
dipendono  no  parrocchie,  9  arcidiaconati , 
e   39  sussidj. 

XII.  Il  vescovato  Hernoesand:  egli  com*^ 
prende  la  più  gran  parte  della  Nolandia  e 
la  Lapponia  svedese,  ad  eccezione  del  di* 
stretto  di  Kcmi:  128,  parrocchie ,  7  arci- 
diaconati,  e  II   sussidj  ne  appartengono. 

XIII.  Il  vescovato  di  Gotlarid  :  egli  com- 
prende r  isola  di  questo  nome:  94  parroc- 
chie, 3  arcidiaconat|,  e  44  sussidj  dipen* 
dono  da  lui .  11  V^eécovo  risiede  a  Visby  : 
gli  altri  Vescovi  risiedono  in  quelle  città, 
che  danno  il  nome  ai  vescovati . 

I  corpi  ,  che  in  nome  del  Re  presiedono 
alla  direzione  degli  afTari  pubblichi  ,  chia- 
cnansi  collegi  :  eccoli  secondo  il  loro  rango  . 

L  II  Collegio  della  guerra  .  Egli  fu  fon- 
dato Tanno  1730;  egli  ha  la  soprainten- 
denza  dell'armata  di  terra  >  delF  artiglieria  , 
delle  fortificazioni ,  delle  fabbriche  di  salni* 
B     4  tro, 


^4  J^(^l  Régm  e  della  Vita 

HO  ,  delle  xnunìzioDi  e  degli  ospedali  dell* 
Armata.  Questo  collegio  è  nel  medesimo 
tempo  un  tribunale  miliure  dopo  la  sop- 
pressione del  consiglio  generale  di  guerra. 
Egli  è  divido  in  cinque  dipartimenti  ^  quel- 
lo del  Gran-Maestro  dell*  Artiglieria  ;  quel- 
lo del  quartier  mastro  Generale  ;  il  Commis- 
sariato della  guerra  >  il  dipartimento  degli 
affari  civili,  e  quello  degli  affari  economici 
deir Armata.  Egli  è  composto  d'un  Presi-* 
dente  ,  d'un  Gran-Maestro  dell' Artiglieria  » 
del  Direttore  delle  for^tificazioni  ,  del  Capo 
della  Flotta  dell'armata,  (i)  d'un  Colon- 
nello, di  due  Consiglieri,  e  di  due  Com- 
missari • 

II.  Il  Collegio  deir  Ammiragliato:  egli 
fu  fondato  nel  1634,  egli  haJa  soprainteii- 
denza  delle  forze  marittime ,  e  di  tutto  ciò 
che  vi  appartiene  .  Da  lui  dipèndono  i  Pi- 
loti delle  coste  ;  è  composto  d'  un  Presiden- 
te >  di  due  Vice-Ammiragli,  di  due  Colon- 
nelli ,  e  di  tre  Consiglieri. 

IH.  Il  Collegio  delle  Cancelleria.  Egli  fu 
fondato  nel  1634.  In  questo  Collegio  si 
stendono  tutti  gli  ordini  e  risoluzioni  ,  che 
riguardano  il  regno  in  generale,  le  città,  i 

cor- 

(i)  Per  flotta    dell'armata    s'intende    la  fipt^ 
tìglia  dei  bastimenti  piatti. 


di  Gustavo  IIL  re  di  Svezia  l         i  5 

corpi,  ed  i  particolari:  U  direzione  degli 
jàrchivj  9  della  Libreria  del  Re  >  e.  delle  stapi- 
irie  sono  confidate  parimenti  a  lui.  E'efom- 
ptisto  d' un  Presidente ,  del  Consigliere  della 
Gatìcélleria  del  regno  ^  del  Gancellierej  delU 
CorV)  del  Cancelliere  di  Giustizia ^^  di,  quat- 
tro S^retarj  di  Stato  ^  del  Direttore  delU 
poste,  di  tre  Consiglieji  eci 

IV.  Il  Collegio  della  Camera  fu  fondato 
nel  1634  .  Egli  è  incaricato  d'  invigilare 
sulla  entrata  delle  rendite  pubbliche^  esuli* 
avanzamento  della  coltura  :  da  questo  Col- 
legio, gii  impiegaci  che  riscuotono  le  pub' 
bliche  rendite  ,  ricevono  le  loro  4struziotìi  • 
La  Camera  degli  Agrimensori  forma  una  par->^ 
te  di  questo  Collegio  >  il  quale  ha  un  Pre« 
sidente,  un  Yice-Presidente  e  sette  Colisi- 
glieri. 

¥•  Il  Collegio  dei  Conti  di  Stato  fu  fon- 
dato nV  i68o«J^' incaricato  della  ripartizio<^ 
ne  deir  entrata  pubbliche .  Quelli  che  am* 
ministrano  queste  rendite  >  debbono  indirizr 
zare  a  lui  le  loro  proposizioni  ed  i  loro 
progetti  •  £'  composto  di  un  Presidente  e 
di  due  Commissarj  di  Stato. 

VI.  Il  Collegio  delle  miniere  attende  a 
tutte  le  scoperte  ,  air  economia ,  e  giustìzia 
delle  miniere'.  Fu  stabilito  sul  piede  attua- 
le nel  1649  :  è  composto  d'un  Presidente, 

d'uh 


z6  Del  Regno  ^  della  Vita 

d' un  Vice-Presidente  >  di  7  Consiglieri  e  di 
5  assessori. 

VII.  Il  Collegio  di  Commercio  fu  fotida«* 
to  nel  1637  :  è  incaricato  di  sovraintendere 
al  Commercio  ,  alle  manifatture  e  alle  Doga- 
ne •  La  Camera  del  registro  dipende  da  que- 
sto Collegio,  eh' è  composto  d' un  Presiden- 
te ,  d'un  Vice^Presidente,  di  8  Consiglieri» 
e  di  8  assessori. 

Vili.  Il  Collegio  della  revisione  della  Ca- 
mera fu  fondata  nel  1689:  egli  deve  aver 
cura  ,  che  tutti  i  processi ,  che  sono  pen- 
denti nel  Collegio  della  Camera  restino  ter- 
minati ,  e  che  le  sentenze  sieno  eseguite  : 
che  i  conti  della  Corona  sieno  revisii  senza 
dilazione^  giustificati  e  registrati;  è  compo- 
sto d'  un  Presidente  ,  d'  un  Vice-Presidente  ♦ 
di  8  Consiglieri  e  di  8  Assessori  . 

IX.  II  Collegio  di  medicina  fu  fondato 
nel  1688  V  egli  è  incaricato  dell'  in  vigilanza 
sulla  medicina  in  tutto  il  regno;  è  compo- 
sto'd'un  Presidente,  d'un  Vice-Presidente, 
e  di  12.  Assessori.!  U  primo  medico  del  Re 
è  quello  che  ha  la  presidenza  . 

Tutti  i  Collegi  sono  a  Siokholm.  In  que- 
sta città  vi  $ono  molti  altri  corpi  ,  meno 
considerabili  ,  ma  egualmente  utili  air  am- 
ministrazione pubblica  ;  le  principali  sono  : 
la  ^commissione  per  la   traduzione  della  Bi- 

bia  , 


Ji  Gustavo  III.  re  di  ^Sve:^ta  .         ij 

bia ,  la  commissione  delle  leggi,  la  direzio- 
ne generale  delle  Dogane^  la  direzione  dei 
fondi  per  T estinzione  dei  censi,  la  commis- 
sione deir  educazione ,  la  direzione  della 
cassa  delle  vedove  e  de'  pupilli . 

Le  Provincie  germaniche  hanno  un  tri- 
bunale ,  che  risiede  a  Vismar,  e  nn  gover- 
natore che  risiede  a  Stralsunda  ,  un  sovra- 
ìntendente  ecclesiastico  che  risiede  a  Gre- 
ifswald  . 

Tutti  gli  affari  sono  decisi  ih  ultimo  iap- 
pello  nel  consiglio  del  Re  ;  composto  per  V 
addietro  dai  senatori  ,  ed  attualmente  dai 
membri  del  supremo  Tribunale  .  I  Presiden- 
ti ed  i  Scgretarj  à\  Stato  vi  assistono  ih 
qualità  di  referitori.  Il  Re  non  vi  ha,  come 
ancora  per  F  addietro  ,  che  due  voci  negli 
affari  di  giustizia  ,  e  la  voce  decisiva  in  ca- 
so di  uguaglianza  dì  voti  . 

Le  tenebre  dell'  ignoranza  degnavano  dap- 
pertutto .  La  superstizione  dominava  lo 
spirito  dell'uomo  sotto  il  giogo  di  mille  er- 
rori ;  vane  jpratiche  erano  divenute  V  essen* 
ziale  della  religione  ;  si  faceva  per  Iddio 
tutto,  fuorché  ciò,' eh' egli  domanda.  A 
questa  epoca  umiliante  ,  gli  Svedesi  abbrac- 
ciarono il  Cristianesimo .  Olao  ,  detto  1*  in- 
fante ,  lo  stabilì  al  principio  dell'  undeci- 
mo  secolo .  Gustavo  I.  salì  sul  trono  di 
Svezia  ,  quando   l' eresiarca    Lutero    predicò 

la 


j 


»8  I>el  Regno  e  della  Vita 

la  sua  riforma  in  Germania  :  ^esto  prind- 
pe  formò  il  disegno  di  farla  ricevere  nei 
suoi  Stali .  Egli  ottenne  il  9uo  scopo  :  i  suoi 
Sùdditi  cedettero  all' influenza  del  suo  spì- 
rito* e  passarono  alle  opinioni  di  Lutero 
senza  quasi  accorgersene .  Dopo  la  morte  di 
Gustavo  si  alzarotK)  dei  torbidi .  Enrico  XIV 
mosirò  deir inclinazione  per  il  Calvinismo, 
e  favori  quelli  che  lo  predicavano  nella 
Svezia.  Giovanni  III  voleva  ristabilire  la 
religione  cattolica;  ma  nel  1593  fu  riso- 
luto in  un  Sinodo  d'  Upsala ,  che  il  Lute- 
ranismo sarebbe  per  sempre  la  religione 
della  nazione  svedese. 

Gli  Svedesi  hanno  avuto  per  lungo  lem^ 
pò  abborrim^nto  a  tutù  quelli  ,  che  non  er- 
rano della  confessione  Augustana  .  In  tutto 
il  secolo  passato  ,  e  in  una  parte  ancora  di 
questo  ,  non  v'  era  che  la  città  di  Gotfaem- 
burgo  dove  la  tolleranza  religiosa  era  sta- 
bilita :  nel  resto  del  regno  non  erano  tol- 
lerati né  Cattolici  ,  né  Riformati:  non  era- 
no perseguitati ,  ma  erano  inquietati  sotta 
mano  .  I  Dottori ,  che  manifestavano  prin- 
cipe d'una  savia  moderazione,  erano  certi 
d'eccitare  lo  sdegno  decoro  confratelli  :  due 
Teologhi ,  Tersiero  e  Mathi» ,  furono  cen- 
surati e  deposti  per  aver  mostrato  il  desi- 
derio nelle  loro  opere  ,  di  vedere  tutte  le 
sette  Cristiane  riunite  ia  una  sola. 

Quan- 


*\, 


ài  &ust€tvo  III.  redi  Svezia.       %p 

'  Quando  Luigi  XIV  ebbe  rivócato  Tedit- 
to  di  Nantes ,  quelli  che  per  questa  revoca 
si  trovavano  senza  patria ,  cercavano  dapper* 
tatto  un  asilo  .  Essi  rivolsero  ancora  le  lo- 
ro mire  alla  Svezia  ;  né  credevano  che  la 
loro  qualità  di  fiiformati  li  potesse  nuocer^ 
in  un  paese  protekante.  Carlo  XI  regnava 
allora  ,  ed  era  impegnato  nei  suoi  progetti 
contro  la  nobiltà.  Conoscendo  P influenza 
del  Clero ,  lo  consultava  premurosamente  . 
La  domanda  dei  Kifornfiatj  francese  fu 
sottoposta  alle  deliberazioni  degli  Ecclesia- 
stici» 

.  Ma  il  Clero  consultato  da  Carlo  XI ,  pen- 
sò diversamente  /  Può  darsi  che  temesse  , 
che  una  Religione  che  nega  la  presenza  rea- 
le, il  libero  arbitrio,  che  fa  salvi  i  fancìuU 
li  na^  senza  Battesimo  ,  che  non  ammette 
immagini  nelle  sue  Chiese ,  non  potesse  es- 
sere ricevuta  senza  scandalo  in  paese  Lute- 
rano . 

Carlo  XI.  credette  trovare  un  mezzo  dì 
conciliare  due  differenti  interessi ,  stabilendo 
a  Stokholm  una  Chiesa  francese  Lutera- 
na y  per  quelli  che  avessero  voluto  passa- 
re al  Luteranismo  rifugiandosi  nella  Svè- 
zia .  Questa  sussiste  ancora  :  ma  il  grègr 
gè  gallico  Luterano  non  è  mai  stato  nu- 
meroso . 

Sotto   Carlo  XII  ,  la  tolleranza    non  fece 

prò- 


|o  Del  Regno  e  della  Vita 

progressi;  (i)  le  virtù  pacifiche,  che.  sono, 
proprie  dell'  anime  cenere  e  dolci ,  erano 
sconosciute  da  questo  feroce   guerriero.  Un 

Teo- 

(i)  Se  V  intolleran;^a  y  ed  il  fanatismo  mìsero 
r  Europa ,  nei  secoli  scorsi  ^  a  fuoco  e  san^ 
gue ,  la  iollerancfa  che  ora  sotto  il  velo  di 
carità  si  va  predicando  da  Un*  empia  filoso- 
fia^ è  per  altri  riguardi  assai  più  funesta. 
Non  si  tratta  duna  tolléran:^a  »  che  la  car 
rità  evangelica  detta  verso  tutti  gli  uomini , 
di  qualunque  religione  essi  sieno .  Sì  sostie- 
ne che  per  carità  si  debba  favorire  7'  erro- 
re (  carità  in  vero  di  nuova  stampa  )  ;  si 
faccia  una  giusta  distinzione  fra  tollerare 
e  favorire ,  e  si  vedrà  che  non  sono  in- 
tolleranti quelli  che  non  favoriscono  gli  er- 
rori .  La  tolleranza  moderna  ,  guardata  nel 
suo  vero  aspetto,  altro  non  è  che  un'  a- 
perm  empietà:  ella  si  riduce  ad  una  tale 
indifferenza  per  ogni  religione ,  ciò  che  in 
sostanza  altro  non  è  che  un  aperto  dispreZ" 
ZO  d'ogni  culto  del  supremo  essere,  un 
settario  è  in  errore  (  cosa  in  vero  deplo- 
rabile )  ma  questo  errore  può  essere  ma- 
'teriale ,  ed  almeno  egli  ha  una  qualche  re- 
ligione; ma  un  indifferente,  un  sostenitore 
del  tolerantismo  moderno  non  ha  religione 
verinna ,  ed  è  apertametate  un  empio  . 


di  i^ustavo  ///.  re  di  Stxec^ia .         3 1 

Teologo  di  Greifswald  F  impegnò  a  formare 
r  eclitto  seguente  : 

Se  alcuno  dei  sudditi  del  re  di  Svezia 
cambia  religione  ,  sarà  bandito  dal  regno  , 
e  perderanno  ogni  diritto  d'  eredità  >  egli 
«d  i  suoj  discendenti  • 

Se^  aléuno  introducesse  nel  regno  persone , 
che  -insegnino  una  religione  differente  da 
quella  del  paese  ^  sarà  condannato  a  mul- 
te e  al    bando . 

J  ministri  esteri  non  avrianno  libero  eser- 
cìzio di  religione,  che  per,  loro  e  per  la 
loro  famiglia  •  Gli  stranieri  ^  d^  una  religio* 
ne  differente  >  non  avranno  esercizio  di  cul- 
to pubblico .  I  loro  figli  saranno  battezzati 
dai  ministri  Luterani  ,  ed  allevati  nella  re- 
ligione Luterana',  in  caso  contrario,  non 
godranno  d'alcun  privilegio  civile.   ' 

Non  si  è  però  potuto  impedire  ai  mini- 
stri esteri  di  amnìettere  nelle  loro  cappelle 
quelli  della  loro  religione ,  che  si  stabilisco- 
no nella  Svezia  .  In  questa  maniera  si  er- 
rano formati  al  principio  di  questo  secolo 
due  ceti  assai  considerabili:  Tuno  Olande- 
se ,  sotto  la  protezione  del  ministro  d' Olan- 
da ,  V  altro  Anglo-Francese ,  sotto  la  pro- 
tezione del  ministro  d'Inghilterra.  L'Olan- 
dese sussiste  ancora  nella  medesima  manie- 
ra ;  r  altro  prese  l' occasione  del  richiamo 
dell'inviato    d' Inghilterra    nel    1741  »   per 

di- 


32  Del  RegM  e  dette  Fìsm 

dimandare  al  Governo  un  libero  esercizio 
della  sua  religione  :  egli  era  numeroso  ed 
in  fiore:  le  manifatture  ed  il  commercio  e- 
rano  debitori  di  molto  a  lui.  Egli  ottenne 
ciò  che  dimandava  ,  e  fece  costruire  qualche 
tempo  dopo  un  tempio  nella  Capitale .  Sic- 
come a  quest*  epoca  i  Francesi  erano  in  mag- 
gior numero  degl'Inglesi  ,  fu  risoluto  che 
r  uffizio  divino  si  dovea  fare  nella  lingua 
dei  primi  • 

Lo  stabilimento  di  questa  Chiesa  fu  an^ 
Cora  quello  della  tolleranza  nella  Svezia  :  le 
cognizioni  s' estesero  in  questo  paese  :  gli 
Svedesi,  che  desideravano  vedere  le  utili 
arti  fiorire  fra  loro ,  compresero  di  quale 
importanza  era  il  ben  accogliere  cittadini 
industriosi  .  Si  vide  il  Signor  Feubre  ric- 
co negoziante ,  originario  della  Santozia  , 
siedere  neir  Assemblea- nazionale  ,  ed  otte- 
nere il  titolo  di  Nobile  ;  il  Sig.  de  Bous* 
quet,  gentiluomo  di  Linguadocca  ,  fuggendo 
le  persecuzioni ,  pervenire  al  grado  di  Ge- 
nerale ;  un  senatore  dandogli  la  nuova  del- 
la sua  nomina ,  aggiunse  eh'  ella  avea  incon- 
trato delle  difficoltà,  e  che  il  suo  avanza-- 
mento  era  stato  sul  punto  di  mancare  a 
causa  della  sua  religione  .  Come  riprese  il 
Sig.  Bousquet ,  non  si  era  accordato  il  gior- 
no innanzi  il  medesimo  grado  ad  un  uomo 
che    non    ha    religione    veruna?    Si  trovò  , 

ver- 


di  CustawIIh  f^cH  Sveiji^ik .         ^3 

vttm  ■  r  anno  1 7  V3  V  ^tt^a  '  colonia  di  Fftfttce- 
si  riformati  neir  isola  di  Selanda  ih  Dani- 
marca.  Scontenta  ddk  «uà  sorte  ^  ella  cer- 
cò di  fissarsi  altroye:  il  suo  Capo;  eh'  era 
un  tate- de*  la  Porte  V capendo  il  gméy^  che 
si  aveva  nella  Svezia  •  per  le  matfifacture  , 
propose  di  stabilirvisi  4  ed  il  governo  accet- 
tò la  sua  proposizione^  La  colònia  consi- 
stente in  3^  persone  is^t  trasferi  alla  (città  di 
^adscena  neirOstrògothia;  colà  fo  a  lei  ac- 
cordato un  nilni&cro.,  ed  tin  tempio  •  Ella 
lavorò  per  alcuni  anni  >  fòrmanclo  degli  ope- 
ra) svedesi  :  finalmente  non  trovando  più  la 
•ituazione  a  suo  gusto,  si  dispì^rbci 

Si  tollerava  nello  stesso  tempo  iina  setta 
deua  dei  Pietisti,  gente  bìzzarVa  ,e<:h*eratlo 
scaci  per  del  tempo  occulti;  ma  tutto  ad  un 
tratto  comparvero,  e  sfecero  parUr  di  loro. 
Detestando  i  disordini  ,■  che  vedevaiK)'  ih- 
nondare  la  terra ,  risolvettero  di  cercare  nel 
mare  del  Nord  qualche  isola  deserta,  dove 
fossero  separati  da  ogni  comunicazione  col 
resto  dei  mortali .  Disgraziatamente  non  vi 
e r^  cleono  fra  loro,  che  sapesse  governare 
una  nave;  appena  furono  nel  ma;ré ,  che 
V  ac(ior$ero  del  pericolo /al  quàte-sr  espone- 
vano ;  e  conobbero  allora ,  che  mefglio  «ra 
restar  in  mezto  agli  uomini  profani,  che 
perire. nel  mare  del  Nord.  Avevano 'però 
Tomo  IL  C  h\- 


A    I 


34         .JPcl  RegmeSitIbt.Fita 

biaosfi:>:$)' Un'isola  «e  ^  stabilirono  in  ^eV 
la  di  "V^eFthdóe  ^  alcunCs  miglia  lontana  di 
Scokholm,  i  loro  cosmmi  sotto  esemplsri: 
essi  vivono  ^nella  più  grande  tranquiUitì  ; 
nellQ^tHo  abitazioni  regna  da  .per  tutto  la 
proprietà  i  1*  ordine  e  la  pace .    ; 

Jl,  famoso  Guedenborg  da  Bnineralogistr 
divenuto  Teologo  «  guadagnò  dei  discepoli  i. 
Il  Cl«ro  svededd.si  mise  iagnardia;  alwm 
Prelati  giudicarono  lof  dof^ere  di  esaminare 
il  'nuovo  sistema  ^11  risultato  ne  fu,  che 
l'opere  di  Guedenborg 4  essefldò  contrarie 
alla  fede  ortodossa  /  noi!  '  doveaho  essère 
sparse  nel  pubblico  :  m>n  ostante  lo  ^ono 
Sfinipre  state  e  lo  sono  ancora*  1  partigiani 
del  JMHJtQr  Entusiasta  si  aumentano  sem^ 
pre  più  f  ihanno  perfino  Assemblee^  e  co»- 
mipc.latìo  ia.  £ìr  scisma  !|  &om«  le  altre  sc^ 
te  *,:.v;.;..  •       . 

Gli 

*  Qufist0  Cuedcnborg  tra  assai  famosa  a  e 
faceva  là  sua  dimora  ìa  Stokholm.  Gli  uo^ 
mini  di  critew  h  sdipaìbanoiin  pù^i(0:^  i> 
vn  lentie  impostoreh  JSgli  si  cantava  df 
paéaf  ì:^H  spiriti  .  St-  aìmno  désiderùm 
sap^fè^^c^he  cosa  da  uno^tà  morto  $  spesso 
Guedeffoorg  i  intricava  d^inutrògaré  lo  spi- 
nto, del  defunta^  e  ne  riportava  la  risposta. 
Da  persona  di  fede  furono  sentite  varie  di  que- 
ste 


Ji  Gustavo  tìt.  te  di  Svelata  ,       3^ 

fell  Ebrei  ,  na:tìone  "erkfitb  ^ùlla  fac^ 
6ia  della  terra  ,  dovunque  tniXixntzxì  , 
tìon  eradó  zxiCoii  ammessi  nelFa  Svezia;  lo 
Ikfònd  nei  1776  ,  ed  ottennero  là  petmis* 
iiòne  d*  aVér  Sinalgoghe  a  l^fòkbòlth^  a  Go^ 
tembòurg  4  à  Cìarlscrona  ed  à  Norkoeping^ 
li  Filosofo  èra  illKliffèretite ^  il  ihercante  s'af- 
fliggeva.      . 

Questa  tolleranza  i  che  insétisìbiftttente  si 
èra  ètabiliU  V  ottènne  uti^i  toletine  Conferma 
alla  Dieta  del  1 778  :  ella  fd  cohf'éi'tnatà  per 
Questo  decreto  degli*  Stati . 

,i  Siccome  il  libero  esercizio  di  reìigiòne  > 
accordato  a  i|ikfllt  i  che  si  ètablliscono  nel 
f egno  i  cobVfene  ècti  quelk  tolleranza  ^  che' 
onora  T  tititafnit^i  e  ch^  atto'aittienttj  é.in^ 
tiodottà  ili  ^uasi  tutti  gli  Stati 'BeBeam*^ 
ministrati;  noi  abbiamo  troVatòV  6ÌK  ^cst4 
tollefatiza 'potendo  tssei'e  inlle  alla  Svezist , 
per  i^lci  riguardi  4  doVeà  essere  àmtifiessa 
fri  éi  noi^  cori  quelle  HSéfVe  che  la  pru^ 
détiza  non  tnetK>  ^  che  tè  leggi  fond^men^ 
tali  del  regod  pfescri vòho .  AVèncfo  preso 
qaest*  oggetto  iti  dcHDeraziorte ^  tioì  'abbiamo. 
\  "     •'     '.'-  de- 

iié  risposte  4  che  si  spacciavano  avute  d($ 
quéste  anime.  Non  ini  pare  àìtrò  di  biscia 
grìo  i  per  daràttéri^o^aré  quésto  itonio  presso 
^Stii  giudizioso  4 

fi     i 


> 


jé  Del  Xegno€  della  Vita      , 

decretato ,  che  il  libero  esercizio  di  '  religio-» 
ne  sarà  permesso  nella  Svezia  ,  $otto  le  con* 
dizioni  seguenti  . 

L  Che  quelli  d'  una  religione  straniera  , 
che  vogliono  stabilirsi  nella  Svezia ,  non  sa^ 
ranno  ammessi  alle  cariche  del  regno  « 

IL  S^ht  non  apriranno  scuole  pubbliche  ^ 
per  estendere  la  loro  dottrina  • . 

III.  Che  non  manderanno,  fissionar)  né 
nel  regno,  né  fuor  del  regno. 

lY.  Che  non  sarà  permesso  ^  di  fondare 
conventi  di  qualunque  religione,  o  setta  si 
sia. 

V.  Che  gli  Ebrei  non  possano  aver  sinago- 
ghe #  che  a  Stokholm ,  ed  in  alcune  altre  cit- 
tà considerabili  del  paese,  dove  si  possa 
vegliare  su  di  loro.  . 

y|.  Che  non  si  farà  alcuna  sorte  di  pro- 
cessione pubblica^  per  nor^  iscaod alizzare  i 
deboli. 

VII.  Che  si  procederà  a  tenore  delle  leg- 
gi del  paese  contro  quegli  Svedesi ,  che .  ab* 
bandonan9  la  loro  religioni^  (i). 

YXII.  Che  niuno  straniero  di  un'altra  re* 
ligione  sarà  membro  della  dieta. 

Que- 

(x)  //  bando  e  la  perdita  di  tutti  i  privilegi 
civili  è  la  pena  prescritta  dalla  legg^  in 
somiglianti  casi. 


di  Gustavo  III.  re  di  Sveccia.       37 

Questa  decisione  essendo  stata  comunica* 
ta  al  Re ,  S.  M.  ci  ha  dichiarato  nella  sua 
rispósta,  ch'ella  ha  veduto  con  soddisfazio- 
ne la  cura,  che  noi  abbiamo  preso  per  il 
progresso  del  ben  pubblico ,  occupandoci  a 
rintracciare  i  m^zzi  di  favorire  la  popola- 
tione  e  l'industria.  S.  M.  pensa  come  noi^ 
e  riguarda  h,  rfcstra  risoluzione,  come  ono- 
Tevole  air  umanità  >  e  ad  una  nazione  illu- 
^tninata  e  libera.  Ella  Y  ha  dunque  appro- 
vata tale,  quale  noi  l'abbiamo  concepita, 
e  colle  riserve  necessarie .  S.  M.  ha  dato 
questa  approvazione  tanto  più  volontieri , 
quanto  che  è  convinta  dei  solidi  principi 
della  nostra  religione  ,  (i)  e  del  loro  a- 
scendente  su  tutti  i  cuori  svedesi.  E'  pia- 
doto  a  S.  M«  d'aggiugnérè  un  punto  alle 
nostre  risoluzioni  *  cioè  che  la  libertà  della 
stampa  non  si  stenderà  a  difendere  i  prin- 
cipi d'altre  religioni ^  o  a  combattere  la 
nostra*'. 

Nel  1781  ,  i  Cattolici   ottennero  unaper* 

missione  espressa,    di    professare    pubblica*- 

mente  la    loro    religione,    colle    restrizioni 

prescritte  nel  decreto  degli  Stati:  in  consc* 

^  guen- 

(i)  Le  espressioni  di  questo  decreto  non  riu^ 
scirafttio  H  inciampo  a  chi  considera  ch^  è 
composto  fiat  Lutefarft . 

e    3 


/ 


3$  Dd  Jflegno  e  itila  Tit(y 

guenza  eli  questa  permissione ,  Sua  Saatitl 
ha  mandato  in  Jsv^zia  un  Vicario  Apost^* 
lieo.  Si  è  ancora  innalzalo  nella  Svezia  un 
tempio  H^^rnhutiano;  le  idee  di  Zinzendorf , 
hanno  travato  accesso  in  mohe  teste  sved»^ 
si ,  ed  i  proseliti  non  magano  ;  gli  Hern- 
htttiani  sono  tranquilli  j  lat>orio$i  e  carHate- 
voli;  frani  Certi  d'una  hao(^  morale. 

Sono  già  sei  ;ftnoi  «  che  qacf  uè  nella  €^ 
pitale  una  setta,  della  quale  un  artigia1[vo 
era  il  capo .  Questo  secondo  Cipvanni  di 
Leyden,  avea  fatto  numerosi  proseliti.  La 
sua  dottrina,  un  ammas^  confuso Tdi  tutto 
quello  9  che  le  sette  anteriori  della  stessa 
natura  ayeano  predicato  di  piÙ9ESsurdo^  ^fz 
esposta  con  gran  zelo  in  numerose  adut^^n*- 
2e .  Si  credette  di'  dover  pievpnire  gV  ìncon- 
venienti  9  che  potevano  pascere  da  queste 
jadunanze,  jsempre  notturne  k  non  di  rado 
tumultuose.*  furono  proibite,  e  si  arrivò  fi- 
no a  castigare  ji  refrattarj  ;  ma  i  gettar}  si 
aumentavano  in  luogo  ;di  $c^m|re.  FinaU 
mente  jsi  prese  il  ripiego  di  f^r  una  Conv- 
media  ^  intitolata  la  Nuova  Séiia ,  e  di  met^ 
tervi  in  ridicolo  il  capo  ^  ed  i  discepoli. 
La  commedia  sparsa  nel  pubblico  per  mez- 
20  di  quelli  ,  che  vendono  le  canzonette 
per  le  strade  fu  rappresentata  sul  teatro  nav 
zionale  repllcatamentè.  Questa  idea  ebbe  tut- 
ta la  riuscita  desiderabile  ,    IJ    ridicolo   dei 

gè- 


di  Qustaw  III.  rs  di  Svezia ,        39. 

gfsd  e,  deUe  contorsiooi  della  setta  ixmi- 
parve  ìd  pjiena  lace<;  ed  i  zelanti  nbi>  ito^ 
varoQo  più  dìscejpoli^ 

In  quella  pane  della  Finlandia  ,:  eh' ^ 
iìrontler^  ddJa  Russia  y  vi  sono  alcuni  di- 
siietti  di  rito  Gfreto .  Jl  povernorimanda  dei 
missionari  nella  Làponia,  e  fonda  delle  scuo- 
le in  questa,  regione  selvaggia  ^  della  quale 
una  par|:e  degli  abitanti  soiio  ancora  neir  i- 
dolatria^  : 

^Per  rìnscir  pieglio  ad  introdurre  nella 
Svezia  il  Luteranismo,  {Gustavo  I  conserva 
la  gerarchia  ;  ma  diminuì  il  potere  e  \^ 
entrate  dei  prelati  •  Jj'.A  rei  vescovo  ,  i  Ves- 
covi, {gli  Arcidiaconi,  i  Parrochi,  edìCap- 
pellani  pompong^i^o  1^  Clero  di  jSvezia.  La 
nobiltà  viveva  irin^inziato  ^Ua  carniera  leccle* 
slastica»  dopo  T  Introduzione  del  Lnteranis^ 
mo.^.  Ma  pomincia  a  rientrarvi  ^  e  sembrii 
che  non  pensi  ^  trascorare  questa  jlmpor^ 
tante  risona. 

Si  applaudisce  ^sommamente  il  zelo  \  col 
quale  iiipmint  rispet]tabili  s'occupano  nella 
riforma  delle. leggio  P^sistano  pure!  con- 
trastino cogli  ostacoli  I  Senza  fallo  i  pregiu* 
dizj  deir  ignoranza  ,  le  viste  conflannabili 
deir jn^ressfi: ,  i  giri  della  gelosìa,  T indif- 
ferenza, dei  cuofi  dori  ed  insensibili ,  s'op^ 
ponoano  ai  loro  sferzi  :  ma^  V  eloquente  lor 
voce  trionferà  tosto  o  lardi  :  dissiperanno 
C     4  gVin- 


40         Ifel  lìegno  e  dèlia  VUa 

grittcami;  strapperanno  la  larva  dai  I^ro 
colpe voJt  avversar);  il  loro  nome  saia'  ris^ 
,  penato ,  e  le  benedizioni  dei  popoli  saran-r 
no  il  premio  della  loro  perseveranza  •  Bi- 
durre  X  insolenza  a  tacere ,  metter  il  debole 
e  rmnocente  a  coperto  degli  atceatatì  odio* 
si«  della. frode  e  della  calunnia;  ih  una pa^ 
Tola  far  della  legge  una  salvaguardia  sicoray 
illuminata  e  disinteressata  per  Tonoce,  per 
la  fortuna  e  la  vita  degli  uomini  ,  è  una 
gloria  che  i  buoni  cittadini  non^  saprebbero 
comprar  troppo  caro.  Occupandosi  d'ogget- 
ti* sacri ,  Tanimo  si  commove,  s'in/iammav: 
si  porta  invidia  a  quei  mortali  privilegiati , 
che  possono  agire  in  questa  sfera  >  ed  cm- 
pierW  dei  salutevoli  effetti  del  loro  zelo. 

Le  Iq^ì.  civili  e  criminali  della  Svezia 
sono  piti  conformi  ai  gran  principj  della  ra- 
giot)e,  della  giustìzia  ,  dell' umanità ,  di  quel- 
le di  molti  altri  paesi. 

Il  dritto  romano  s'insegna  nelle  Univer^ 
sita  ;.  ma  solamente  come  oggetto  d' erudi- 
zione, la  conoscenza  del  quale  può  essere 
talvolta  utile  al  Giuriconsulto.  Nel  resto  i 
decreti  oscuri  e  spesso  inintelligibili  diGlu-» 
stìhiano,  e  di  Teodosio,  non  hanno  alcuna 
influenza  sulla  sorte  degli  Svedesi:  le  leggi 
nazionali  sono  quelle  che. gli  assolvono  o 
condannano.  Queste  leggi  non  sono  state 
dettate  dal  dispotismo^  in  mezzo  al  terrore 

e  al- 


di  Gustavo  III.  re  A^  Sw^pa  .        41 

e  alla  coste rsazione  dei  popoli;  elleno  so^ 
no  il  rìtuhaco .  delle  deliberazioni  dell*  As^ 
semUea  nazionale  • 

L'origine  del  Codice  svedese  rimonta  a 
moki  secoli  addietro:  monumenti  autentici 
dimostrano,  che  la  nazione  sino  ai  tempi 
d' Oden ,  aveva  una  raccolta  di  leggi  staiÀ» 
lite  in  forma  .  I  vassalli  della  corona  ossia 
i  prìncipi  tributar)  essendosi  resi  troppo  po^ 
tenti  ,  si  fecero  indipendenti  :  da  ciò  no 
proviene,  che  ogni  provincia  ebbe  dellfleg* 
gì  particolari  ..La  potema  reale  ricuperò  in 
seguito  i  suoi  diritti  ;  convenne  raccogliere 
i  divelli  codici  ,  e  rifonderli  in  un  solo; 
convenne  altresì  levar  tutto,  ciò ,  che  sapeva 
di  ps^anesimo,  e  che  non  era  più  convenien^ 
te,  dacché  la  religione  cristiana  era  stata 
stabilita  nel  regno*  Quest'opera  «fu  comin- 
eiata  da  Magnus  Erilcson  nel  secolo  XIY^ 
Quelli,  che  avrebbero  dovuto  secondare  il 
monarca»  s'opposero  all'esecuzione  del  suo 
progetto:  dei  preti  ignoranti  9  ed  interes^^ 
sati  fecero  delle  obbiezioni  >  alle  quali  il 
credito  che  godevano  davia  del  peso  :  con- 
forme essi  desideravano  ,  il  loro  potere  s' 
accrebbe  oeir imbarazzo  ed  opposizioni»  che. 
il  Capo  tetnporale  incontrava  ,  privo  del 
sostegno  di  un  Codice  di  leggi  chiare  e  so* 
Udamente  stabilite .  Ma  intanto  gli  abusi  di» 
Brennero  intollerabili;  i  lamenti  si  fecero sen« 

ti- 


49  JDel  RtgM  e  iella  Vim 

ìAt€  da  tutte  le  parti  ,  e  Cristoforo  recò  * 
jfioe  r, opera,  che  Magniis  avea  ineoni|BCia^ 
ta;  dò  accadde  alla  metà  del  decimo  quia* 
tt>  secolo .  Questo  Codice  fu  m^duto  soc« 
jfo  il  regno  di  Carlo  IX,  e  sotto  quello  41 
Crostavo  Adolfo  ^  Ma  non  era  aocora  airi- 
"vato  a  quel  grado  di  perfezione  del  quale 
era  susfettibilel  Le  leggi  politiche  ss  tro« 
varano  confiise  eolie  leggi  civili  e  crìmi-» 
0ali  :  il  diritto  phe  si  seguiva  nelle  cinà  y 
lura  separalo  affitto  da  quello  della  campa-*- 
gvas  era  {Ncao  d*  espressioni  ^  gotiche  e  di 
tecmini  antiquati  >  divenuti  orvuM  ^nintelli-' 
gibili,  per  le  rivo)unoni  che  avevano  sof» 
£Mrto  \sL  lingua  ed  i  costumi:  i  fegolamen*. 
^i  è  gli  ordini  pubblicati  sotto  gli  ultimi 
vegni  iion  yi  erano  stati  iocprporati  »  Carlo 
XI  deputò  u^^  Commissione.  9  ipompostft 
di  jariscbnsulti  1  più  abili  del  regno ,  e  qae« 
sta  commissione  ^traprese  il  lavoro,  ^enza 
dilazione .  Ma  ben  presto  sopravyepnero  lo 
guerre  di  Carlo  i^U  ,  ed  i  disastri  chequer 
Ute  prod ossero;. altri  af&ri  dccuparoiip il  go<* 
verno  j  ed  y  say|  disegni  4i  Carlo  XI  si 
perdettero  per  laolto  tempo  di  vlsu  «  Quan« 
.do  giorni  pia  eereni  ebbero  seapeia^o le  tem'^ 
peste  e  le  procelle  ,  la  coin  missione  delb 
leggi  occupò  nuovamente;  T attenzione  f^gU 
amministratori;  ella  fu  incaricala  di  ricpr- 
yninciare  il   suo    lavoro  ,    e  d' impiegarvisi 

fcn- 


di  Custapo  JIL  re  di  Svezia  ]       ^^ 

iénza  interruzione.   Il  puovo  Codice  pomr 
parve  in  un  volarne  in  ottavo,  jba nazione 
iri' scopri  con  gio^a  il  carattefe  di  peifezio* 
lie>  che  inan^ava  nell'antico  •  Jfa  fin  sag-* 
gio  governo  hoti    trascura    mai  un  oggetto 
tanto  Importante,  quanto  quello  delia   Le-» 
gislazione  ^9   un   oggetto  d'  amministrazione 
pubblica,   che,  non  $arà  giammai   discuto 
troppo  presto.  Alli  dieta  del  1778    fa   de*- 
,    èreÌ|ito,  iche  il  Ciodice  nazionale-  fosse    n* 
formato  in  ^olte  cose  ,  che  si  giudicavano 
tìecessarié  ^  >  p  che   il  Re  aveva  proposto  i 
Questi  cambjaqienei  comparyera  munanoo^^ 
va  edizióne^  Tanno  X7S1»  ' 
vJLe  leggi  civili y  che  il  codiee    contiene^ 
del  quale  abbiamo  tessuto   la    storia,  sono 
tergati    da}la  saviezza;  ^elleno    sono    adai$- 
tate  ài  casi  pa^tico)ari>dove  la  convenienza 
l'esigeva:  hapno  ancora liìn.  altro  vanti^gio 
più  prezioso  ,  qual  è    queIlo\  di  abbreviare 
le  procedure,  per  mezzo  della  loro    brevità 
e  precisione  V  jl  raggiro  non  esiste  dunque 
lìèlla  Svelia?  3i  crederebbe  messo  affatto  in 
bando  ,  leggendo  le  regole  ,   ^he   debbono 
regolare  i  tribunali  ;   ma   questo   giostro  si 
.funesto  per  la  società    trova   dei   sutterfugj 
che  sfuggono  al  più  accorto  legislatore^ 
'     Le  leggi  criminali  che  regolano  i    tribu- 
nali della   Svezia  hanno  nn  carattere   wu 

prcn- 


44  ^l  ^ig^  à  Metta  Viià 

preadcnie  d"^ equità  e  d'umanità.  Di  questo 
carattere:  sono  principalmente  *  debitrici  alla 
riformai  che: hanno  sùbito  sotto  il  presente 
governo .  Le  leggi  stabiliscono  una  propor*^ 
zione  esatta. fra  il  delitto  e  là  pena  •  Quel* 
la  di  morte  non  è  ancora  intieramente  abo- 
lita; ma  ih  molti  casi  è  stara  cambiata  in 
bando  ,  percosse ,  ammende  ,  e  lavori  pub* 
blici  •  La  legge  prescrive  ancora  supplic}  pt& 
crudeli  per  quei  misfatti  ,  che  fanno  orro^ 
re:  ma  fortunatamente  nella  Svezia  pochi 
esempi  si  danno  di  tali  misfatti  :  li  nazione 
è  quieta,  umana  e  docile  «  L*  accusato  non 
ha  da  temere  d*  esser  la  vìttima  d'  una  fa^ 
nesta  precipitazione.  Il  giudice  deve  inter- 
rogare Con  premura ,  ascoltare  con  attenzio^- 
iie>  e  cercare  tutti  gli  schiartmenti  eh'  è 
possibile  di  poter  trovate /I  testimon)  fan^ 
no  gtoràmen'to  pHma  d'esser  ammessi  a  te- 
stificare. II  delatore,  che  accusa  un  colpe* 
TOle  col  quale  egli  è  complice ,  non  fogge 
la  condanna  e  la  penà^  Non  hu-  egli  con« 
ero  r  accusato >  che  delle  presunzioni,  delle 
mezze  prove?  Questo  ricupera  la  sua  lil>er- 
tà  7  e  rientra  in  tutti  i  suoi  diritti  :  s'  egli 
coiaiparisce  nuovamente  avanti  al  tribunale, 
r  antica  accusa  non  gli  reca  alcpn  pregiu- 
dizio •  La  giovine  spinta  dalle  seduzioni  d* 
amore  ^  non  è  più  esposta  allo  scorno  delle 

pu* 


^  Gustavo  HI.  fé  di  Svèzia  •        45  : 

panizionì  ecclesiastiche  (  i  )  :  ella  prova  il 
ngore  «  del  bracca  secolare  y  se,  soffocando  le 
voci  '  deJIit .  natura/^  ella  distrugge^  V  essere  in- 
nocente, eh'.elkrdeve  dare;all^  luce.o  che 
ha  rgià.  dato:  m^  ancora  in  tal  caso  ella  non 
ò  condannata  ^;^iìpénler  la  vita  9  se  non  do* 
pò  che  il  Giudice,  ha  scrupolosamente  esa- 
minato tutte  le/,  circostanze ,  che  potessero, 
salvarla  1^  diminuendo  il .  delitto .  ch^^  ella  ha 
QommessQ  .  lM[oltQ  si  scrisse. sulla  p^na  deir* 
ia&titicidio  in  tempo  della  Dieta  del  1786  ; 
niente  di  nuovo  però  contengono  questi 
scritti:  la  materia  è  stata  esausta  da  soritr 
tari  i.  pia  abili  di.  tutti  i  paesi  /I  patrioti 
svedesi  inicaricau  della  disccissione  di  que-» 
sto  punto,  unanimajnentelconsigUarono i  rap« 
presentanti  della  nazione  a  conservare  la 
pena  di  mortevi*  egHao  provairono  che  mal* 
gntdo'  le  snitìgaztoni  ammésse  nella  Dieta 
precedentfif,  il  numero  degl' ìn£uidcidj  non 
s^era  diminuito  \n  una  maniera  si  seìisi^ 
bile  come  si   era^  lusingato  ..   Il   Clero  dow 

..'.';  V   .  .-man- 


(  i)  Per  r  addietro  una  gtoxnnerfea  di  tal 

fallo. ^  eran esposta  in  un  .luogo  eminente  in 

*    Ditfi{jo  €^la  Chiesa  ià  giotm  festivo  ,  ed  ik 

tempo :delpt^^o Mivino\   e  ricéveva   dopo 

.   la  pubblica,  as^lu^ione .   Z'  istesso.  era  degli 

..  uomini.       .  . 


j 


4é,        Bd  Htgno  t  éUla  rUd 

imnàò^y  cke  (Mieto  rìstabiBti  l  falóani  t/È^-, 
clcsiastict  :.egli  z4ànce:fu  ptf  motivo^  che 
rindolgetiza  otaui  colle!  madri  colpevoli  ìn< 
fluirà  salila  purità  dei  ÓD$tuc*i.,'  ienU  fecar 
idcun  reale  utile  allo  stato  r  «ma  questal  do^' 
manda  non  fu  (ieròacconk^a^i  llRe  regiiah*» 
te  ha  abolita  la  tortuni  f .  ài  principio  del 
ilio  regno ^  dónie  una  pratica^  che  sorentci 
e*pone  T  innocente  ^  e  non  sempre  scopre  il 
delitto;  essa  era  stata  impiegata  i  mt  pet^ 
abuso.  Gli  ^tati  non  T avevano! giànlmaiani- 
messa  nel  codice  criminale  |>er  meizo  d'al^ 
cun  decreto; 

1a  Svezia  aveva  delle  leggi,  nell^avve*^ 
nimento  al  trono  di  Gustavo  Adolfo:  tna^ 
resecttsione  dello  leggi  era  lenu  ,  itnbdrajtv 
lata  i  é  spesso  ne  tisoltavano  •  gì'  incoila 
vememi  più  grandi*  1/ amnsnistraaione  del-* 
k  gi^tizis  variava  secondargli  a v^énimen^ 
ti  e  le  circostanze:  i  decreti  d^  Astrea  noi| 
proteggevanoi^'iiinoòente^  é  hoA  •  colpivano 
il  colpevole'  £olla'  necessaria  energia  d  Gn^ 
iùyo  mosso'  dalle  conseguenze  ,  che  abusi 
si  gravi  dovevano  necessariamente  causare^ 
risolse  di  rinlediarvi  •  Per  sub  comando  ta^ 
tono  innalaati  dei  tribunali >^  uontini  integri, 
illuminati^  ed  attivi  vi  futxMà  fiìessi  ^rfaf 
giustizia .  La  nobiltà  ed?  il  Clero  ^lòsi  det^ 
le  loro  prerogative^  e  tertìendà  dir  perderle 
per  una  istituzione  ^  che  gli   assoggettava  a 

del- 


f 

di  Gustg^vQ  //A  ff  (fi  9ve^^        4% 

x^np  Vo^xi,  <lel  Be  ;  1^  lUgìMi  v«^v«  fU 
d'uccòr^o  con  \ùxqì  e  secondò  \%  loro  mi* 
re,  IMÌa  (^««avo  Adolfo  OQil  li  ladciò  iMì'' 
«)Qrìr«.F?r  Apporre  sUm^tó  ai  milconten-» 
ti ,  egli  idt^desiiHQ  %\  ii$sogg«ttó  a^  giiidi^iq 
delU  córte  i^\t  di  Stokoioli»  •  Si  iracttvat 
della  preteniìone  d' un  gentiluoiiH)  f  il  >qiiih: 
le  pretendeva  ifiveiidica^  un^  terrt^  che  rìi 
credeva  appartenente  al  patrimonia  mie  ; 
il  proceiSQ  tu  formato;  il  g9llti}uo«cfvìtise 
]a  lite  i  e4  il  menarca  cÙ4  si.  <fOvÒ  prcaro* 
te  alla  decisione  ,  ascotcò  la  seetenaa .  dei 
giudici  ;  coti  \|na  moderatiprie  esemplate  # 
figli  dì  pia  onorò  co!  ij^qì  elogj ,  e  rìcomr 
pensai. ministri.  deU^  J^gii;  i  qoalt  ave*? 
v9no  <rì$p«tii|to  più  i:  diriiti  ^%Va  ginùiai* 
pbe  \%  maestà  reab»  Quanto,  grande  wok 
comparisce  ^(|$taya  ^dol^p  }«(  qmuA  occat 
Sioqe  j  f]i  egli  forte  pi4  grande  nel  «anupiQ» 
di  Lipìia  .0  di  liir^zen  ^  dov*  egb  colte,  gli 
allori  ddla.  vittoria  ?  £*  f\k  glorioso  l'«^si^ 
curare -gli  abomini  negli  asili  Qomra  l' ingiù»' 
atiaia  a  I4  ffpde^^che  (paveiitarB  collo  str^r 
pito  dei  CQmbsttimenU .        .7 

Un  giudica  territoriale  <  assktitqi  dadioc^ 
CI  paesani. j  cì^'egU  consulta  ^  tiene  trevoht 
ogni  ann«  dfll«  seàiioni' in  oeni  Pislretta^^ 
In  camppgi»;vi  è  .nH.  iltrecttibniUilef  chb 
Ufnf  una  s«ssion«,  ogni  anno  per  ]>istrefi«^ 

to . 


48         Jl>€l  Aegna  e  della  Fita 

to .  Nelle  città  ri  sono  tribunali  compotti 
di  Bòrgomami  e  di  Sindici.  Le  corti  rea^ 
li>  sono  tribunali  superiori,  ai  quali  si  ap^ 
pella  dagli  altri  già  nominati .  Esse  eonfer- 
maiiò  tutte  le  sentenze  di  morte,  ed  hanno 
solo  il  diritto  di  giudicare  i  nobili . 

Le  parti  che  si  credono  lese  ,  possono 
nel  caso  che  il  Re  lo  permette,  indirizzar- 
si a  hii  e  dimandare  che  il  loro  processo 
sia  rivisto  • 

I  Giudici  debbono  strettamente  seguire  lo 
spirito  della  legge  ;  è  loro  proibito ,  sotto 
pene  pecuniarie  e  deposizione  >  d- interpre- 
tarlo secondo  il  loro  interesse  e  le  loro  pas- 
sioni :  se  p^  una  simile  prevaricazione  ar- 
rivano a  far  perdere  la  vita  o  1*  onore  ad 
un  cittadino,  essi  subiscono  là  stessa  sen^ 
tenza  che  hanno  pronunziato  cokitro  dì  lui. 
L*  uso  può  servire  loro  di  gùidlaf  ma  uni- 
camente nei  casi  dove  il  codice  tace .  11 
Cancelliere  della  giustizia  è  incombenzato 
d'invigilare  sopra  i  giudici  e  di  processar- 
li se  operano  controlli  dovere  4èl  loro 
ministero:  qu^to  istesso  magistrato  è  quel- 
lo che  presenta  al  pie  del  tròno  i  lamenti 
di  quelli ,  che  pretendono  di  non  avci*  ot- 
tesma  giustizia .  Avanti  il  regno  di  Carlo 
XI ,  vi  era  nella  Svezia  un  Cran*6iudice 
del  regno,  Capo  di  tutti  I  tribunali,  e  che 
presiedeva  «ir  awtoiiiiiifazione  della  giusti- 
zia. 


di  Chistavo  III.  re  di  Svezia .  49 

tit.  Questa  carica  era  la  pritna  del  ^regho; 
egli  aveva  la  nomina  di  molte  cariche  del-* 
la  giadicatura>  ed  in  alcune  occasioni  gìtì<- 
^  dicava  in  ultimo  appello  •  11  Re  regnante  K» 
ristabilito  questa  dignità  però  con  quelle  re* 
striziohif  che  richiede  T autorità  reale. 

Air  apertura  dei  tribunali ,  i  giudici  assi-* 
stono  ai  servizio  divino;  il  ministro  degli 
altari  mette  loro  solennemente  Itnanzi  agli 
occhj  quei  doveri,  che  a  loro  incombono* • 
Queita  usanza  ricevuta  in  molti  altri  paesi 
«è  rispettabile  ,  e  saviamente  istituita.  Chi 
sarà  quel  giudice  umano  #  il  quale  prostra- 
to dinanzi  air  eterno  giudice ,  in  un  luogo 
sacro  l  dove  tutto  gli  rappresenta  V  imtna-- 
giofi.  della  A^irtii»  non  provi  una  commozió- 
ne salutare ^  e  non  s*  investa  d'  un  ardente 
zelo  «  il  quale  lo  animi  neU'  esercizio  delle 
ìMie  importanti  funzioni?  •  •  .  .  ma  si  tcó- 
vano  dei  cuori  si  perversi,  cui  nulla  è  ca- 
pace di  commovere  ;  che  restano  insensibi- 
li ai  motivi  più  augusti  e  àgli  stiiholi  più 
forti.  * 

Se  accade  che  una  persona  di  nascita  iU 
lustre,  o  un  corpo  intiero  commetta  qual- 
che delitto  contro  ilRe>  il  regno,  o  laco-« 
rena,  e  che  questo  delitto  non  possa  essé- 
re giudicato  da  alcuno  dei  tribunali  ordina- 
ri ,  si  stabilisce  un  tribunale  del  regno  ;  il 
Ke  vi  presiede,  i  principi ,  ed  i  personaggi 
Tom.  IL  "^  più 


/ 


50  Uel  Regno  e  della  Vitm 

più  distinti  dello  Stato  vi  siedono;  il  Can^ 
celliece  di  giustizia  vi  prende  la  parte  dei 
pubblico;  U  segretario  più  atlziano  di  re^ 
yisione  tiene  il  Protocollo  4  Xia  sentenza  si 
pronunzia  a  porte  aperte  «  . 

Nel  tempo  delle  Diete  »  che  precedettero 
la  rivoluzione  del  ijjz^  gli  Stati  nomina-* 
vano  talvolta  delle  commissioni  investite  del 
potere  di  -giudicare  ;  il  partito  dominante 
regnava  in  queste  commissfoni  :  chi  era  con* 
dannato  in  una  Dieta ,  veniva  assoluto  iieir 
altra.  Queste  inquisizioni  politiche  sonopet 
rite  colla  costituzione  che  le  fece  nascere. 
Si  ricorda  però  spesso  ;  ancora  per  confron- 
tare gli  effetti  deir  anarchia  con  quelU  dei 
despotismo,  e  riconoscere  la  perfetta  ana* 
logia , 

In  più  d'un  paese  civilizzato.^  le  carceri 
pubbliche  presentano  uno  spqttacolo  ribut* 
tante*-  vedendo  quelle  della  Svezia  ,  si  ri- 
conosce un  governo  y  che  ascolta  1^  voci 
deirununità,  e  che  distingue  V  uomo  dal 
bruto  ««Non  è  già  che  queste  prigioni  non 
fossero  suscettibili  di  miglioramento;  ma  non 
è  già  poco  avanzato  ^  mentre  al  vederli  V 
uomo  si  sente  inclinato  piuttosto  a  gemere 
su  i  delitti  di  quei  miseri  che  vi  sono  rin- 
chiusi >  che  sulla  durezza  dei  trattamenti  che 
provano  quelle  infelici  vittime  della  corruzio^ 
ne  ,  aspettando  la  loro  sei;itenza . 

Ta. 


'  1 


di  Gustav^  III.  re  di  SvcT^ia .         51 

''%k\e  era  Io  stato  in  cui  Gustavo  III  tro- 
Irò  il  regno  pritiia  di  giugtierei  altrotio;  e  tale 
la  costituziohe  civik  e  Religiosa  della  na- 
Ifotie^  Ora  ci  resta  a  ttiostraré  quali  fossero 
le  f dazioni  politichel  della  Svezia  colle  po« 
tttite  straniere . 

Dalla  Storia  è-  hota  l' infiaenzà  ^  ch^  ebbe 
la  Svezia  nella  'Germania  air  epoca  della 
guerra  dei  30  anni  i  La  pace  di  'W'éstfalia 
tertninò  questa  sanguinosa  guerra  net  1628. 
Là  Svezia  ottenne^  oltre  cinque  milioni  di 
Scadi  di  Germania  ,  P  Arcivescovato  di  Bre- 
rnetì  i  il  Vescovato  di  Verden  4  l' utìo  e  V  al- 
tro secolarizzati  in  grazia  sua  ;  tutta  la  Po-> 
merania  ulteriore  i  T  isola  di  Rugen  sul  Bal- 
-  tido  i  t  la  città  di  Visimaf  nel  Mekléii- 
bufghese  • 

Allorché  Luigi  XIV,  e  isuoinimici  con- 
cbiusero  la  pace  di  Nimega  ,  là  Svezia  vi 
fu  compresa  per  mezzo  d'  una  particolare 
convenzione  ffa  essa  e  V  Imperatore  ^  sot- 
toscritta lì  ^  febbi'aro  16^9.  V  Imperatore 
»'  impegnò  a  favorire  il  Duca  d'Holstein'c 
fare,  che  ottenesse  condizioni  Vantaggiose 
dalla  Danimarca,  e  dall'Elettore  di  Bran- 
denburgo; 

Carlo  XII  aVea  riportato  vittorie  segna- 
late nella  Polonia .  Dopo  aver  posto  Stanis- 
lao sui  trono  di  quel  regno  <  era  entrato 
come  vincitore  nelU  Sassonia  .    In  mezzo  a 

P     2    .  que- 


^1  Del  Regno  e  dflla  Vita 

questi  trionfi  conchiuse  il  trattato  d'Altian- 
staci  nel  1 707.  Augusto  vi  rinunziò  l{i  co- 
rona di  Polonia;  V  Imperatore  vi  s'impe- 
gnò a  giammai  domandare  al  Re  di  Svezia 
i  sussidj  ,  che  avrebbe  dovuto  somministra- 
re nella  guerra  di  successione  ,  di  trature 
con  dolcézza  i  protestanti  di  Slesia  ,  e  di 
favorire  il  Duca  di  Holstein. 

Le  relazioni  politiche,  della  Svezia  colla 
Francia,'  rimontano  sino  al  tempo  di  Gu^ 
stavo  Vaia.  Francesco  I  credette  doversi 
procacciare  questo  alleato  contro  Carlo  Y, 
e  l'alleanza  fu  conchiusa  nel  1542;  ma  non 
ebbe  alcuna  conseguenza  •  Ferdinando  lì  y, 
approfittandosi  dei  torbidi  nati  fra  i  catto- 
lici ed  i  protestanti  delF  Impero  ,  cercò 
d'am piare  .il  suo  domìnio  nella  Germania  • 
La  Francia  cercò  i  mezzi  di  tenere  in  freno 
r  ambizione  di  questo  principe  :  ella  trovò 
Gustavo  Adolfo  disposto  a  secondare  le  sue 
mire,  e  cohchiuse  con  lui  un'alleanza  a 
Borneval  nel  1631.  Il  trattata  conteneva 
che  il  Re  di  Svezia  avrebbe  mantenuto  36000 
uomini  neir  AUemagna  ;  che  il  Re  di  Fran- 
cia avrebbe  sotnministrato  annualmente 
400000  scudi;  che  l'alleanza  durerebbe  si- 
no al  mese  di  maggio  1636  ,  e  che.  allora 
se  la  pace  non  fosse  conchiusa  sarebbesì 
rinnovata.  Ella  lo  fu  in  fatti;  ed  ancora  a- 
vanti  al  termine  stabilito  nel  1633  a  Heil* 

brunn  \ 


di  Cuifaw  ìli.  re  di  Svezia  .         \  j 

Brunii;  poscia  nel  1656  a  Velmaf^  sì  fee€* 
to  delie  mtitnioiii  adattate  alle  circostad- 
4?e  ;  il  trattato  di  Vestfalia  ristabìli  la  traa^ 
quillitk  in  Gerfnania  ;  e  le  dae  potenze  s' In^ 
caricarono  della  garàntìà  di  tatti  gli  aftii^H 
di  cjuésto  frattatov.^^^ 

La  Francia  contavWMipre  Sulla  Svezia  , 
ttia  si  efa  forrftuto  In  qu^o  regno  un  par- 
tìto  Cóntro  di^  lei  ;  efla  pervenne  non  o- 
^tante  a  far  che  il  Re  sottoscrivesse  uii  trac- 
tato  li  I4  aprile  léj"!  ^  nel  quale  le  due 
Corti  a  assicuravano  una  reciproca  ^^aÀtia  ; 
ed  in  xln  articolo  fu  stipulato  ,  che  ,  se.  al- 
cun p^intipé  dell'Impero  prestasse  assistcn*- 
2a  all'Olanda,  la  Svefltla,  dopo  avef  tenta- 
to la  strada  de' buoni  uffiz) ,  cercherebbe  dì 
costrignerlo  colle  arrtii .  Questo  trattato  con- 
dos&e  Carlo  XI  ad  una  guerra,  che  Io  dis- 
gustò ddl*  alleaniia  colla  Francia.  11  raffred- 
damento fì-a  le  due  corti  duròsftiòal  1^3$; 
li  15  giugno  di  quest'anno  conchiusero  ufi 
trattato  di  sUssidj ,  che  però  non  fu  l'atifi-» 
cato,  che  nel  1738.  Nel  1741^  un  trattato 
di'  Commercio  mise  a  cimento  Questa  nuo^ 
va  unione;  Ptf  ikìgìéo  éi  questo  trattato  \ 
vien  permesso  ai  sudditi  del  Re  di  Francia 
d' introdurre  nella  Svezia  tutte  le  mercanzie 
Hdn  proibiu  dalle  leggi  del  regno  >  edihe^ 
go^^tvi  senza  pagar  altre  tasse,  che  quelle 
^t  pagavMò  i  roed«liiAi  Svedesi  :  salvo  per 

t>     3  al- 


54  J^^^  Regno  e  della  Vittt 

altro  il  privilegio  di  franchigia  ,  che  godc^ 
vano  \t  nati  svedesi .  La  stessa  facoltà  vìen 
concessa  ai  sudditi  del  re  di  Svezia:  saran* 
no  esentati  da  tutte  le  imposte  sulle  cari^ 
che  delle  navi ,  in  tutti  i  casi  a  riserva  di 
quello,  quando  caricassero  delle  marcanzie 
di  Francia  in  un  porto  dif  rancia  >  per  tras- 
portarle in  un  altro  porto  dello  stesso  re<- 
gno.  I  sudditi  francesi  goderebbero  nel  por* 
fo  di  Vismar,  esclusi vamfcnte  aUe  altre  na- 
ziotrì,  il  privilegio  di  non  pagare  perleme^ 
canzie  «  che  vi  porterebbero  sui  loro  prò- 
prj  vascelli,  che  li  ^  per  cento  del  valore 
di  dette  mercanzie*.  La  Francia^  e  la  Sve* 
zia  hanno  di  poi  fatto  molte  convenzioni, 
relative  ai  sussid),  ma  che  non  Mno  vena* 
te  alla  pubblica  cognizione* 

Il  primo  luglio  1766,  comparve  in  pub* 
blico  una  convenzione,  provvisionale  ^  rati- 
£cata  per  il  Be  di  .Francia ^  li  %^  luglio, 
e  per  il  Re  di  Svezia,  U  10  agosto  dell* 
annor  medesimo ,.  £lla  aveva  per  iscopo  di 
servire  a  spiegazione  della  conven'^ione  del 
di  13  aprile  1741  ,  e  di  base  ad  uh  trat- 
tato definitivo  ;  ecco  gli  «rtic<)U  di  questa 
convenzione.  Siccome  in  virtù  deir articolo 
III  della  convenzione  del  1741  ,  i  suddi^ 
del  Be  di  Francia  debbono  godere  nella  «cit- 
tà, porto  e  territorio  di  Vismar  1  ad  esjcdu^ 
^ione  di.  tutte  le  altre,  nazioni ,  'derpfiviìegjio 

di 


di  Gustavo  III.  re  di  Svecfia  .       5  <; 

di  non  pagare  per. le  mercanzie  che  vi  por* 
lerebbero  3ui  proprj  yasceUi,  che  li  -^  per 
cento  del  loro  valore ,  e  cV  è  stato  conb- 
ficiacof  stante  la  natura  e  posizioi^edel  por- 
co di  Yìstnar,  che  non  si  otteneva  lo  sco-^ 
]ìo  che  si  cercava;  dalU  parte  della  corte 
di  Svezia  9  S.  M.  Svedese  acconsentiva  di 
sostituire  alle  dette  franchigie  la  libertà  d} 
deposito  ne)  porto  di  Gorhemboqrg  nella 
maniera  e  §otto  le  seguenti  clausole .  I  sud- 
diti  dei  Re  di  Francia  avranno  il  diritto  di 
déposiure  ne)  porto  di  Gothembourg  tutti 
gli  efletti ,  le  produzioni  e  mercanzie ,  tanto 
della  Francia  quanto  delle  sue  Colonie  d'A- 
merica caricate  sopta  bastiinentt  francesi  , 
senza  che,  per  ragione  d'introduzione,  deb* 
bano  andar  solette  ^d  alcuna  sorte  di  da- 
^ ,  imposizioni  ,  o  diritti  di  qualunque  sor^p 
tacessi. sieno.  Sarà  loro  parimente  libero  di 
ziasportarle ,  se  cosi  piacerà  loro,  sopra  le 
proprie  navi  9  oppure  sopra  navi  svedesi , 
senza  icbe  pòsaa  esigersi  p^r  ragione  dique- 
st'asponaeiòisev  alcun  dritto  di  dogana  '»  o 
qualsiaia  altro;  e*ii#)  caso.  dMhtroduzio- 
Be ,. .  Q^  riatportazioive  i  •  bastftnenti  francesi 
npn. pagheranno  dintttm^ggk^  dielle  sses-» 
se-  sijavr  svedesi  r  11  detto  deposito  non  aven« 
do.^^eo  fine  die 'd}  fadititare'al  ih  creanti 
fnmcèsilo  apècoto' 'delle  loro  inereantie,sia 
AC Uo  stata  del  Re  di  Svèzia  ^  sia  negU  altri 

D    4  pae* 


A    I 


)6  Del  Regno  e  della  Vita 

paesi  del  Nord  ^  le  qMc  che  vi  verranno  de- 
positate, saranno  costantonente  considerate 
come  a  bordo  dei  bastimenti ,  che  le  avran^ 
no  portate  :  per  cons^uenza  non  potranno 
esser  soggette  ad  alcuna  visita ,  sino  al  mo- 
mento, nel  quale  si  vorrà  levarle  dal  dop 
posito,  per  introdorle  nel  regno  della  Sve- 
zia* Gli  effetti  e  le  mercanzie  v  che  sicstrar- 
ranno  da  questo  deposito  per  fiirli  entrare 
nella  Svezia  ,  pagheranno  sul  luogo  o  alla 
prima  dogana  del  regno,  dove  si  presente* 
ranno  ,  quei  diritti ,  che  sono  già  stabiliti  da 
pagarsi  per  tali  mercanzie,  o  che  possano 
stabilirsi  in  avvenire  ,  e  nella  medesima  qoa*^ 
ta  che  avrebbero  dovuto  pagare,  te  fossero 
etate  introdotte  nel  deuo  regno,. senza  pas- 
sare per  il  luogo  depositario  di  Gothom- 
bourg* 

.  U'Rp  di  Francia  in  compensa  cede  in  pei^  v 
pettto  al  Rei  ed  alla  corona  «di. Svezia  ,  iti 
tutu  proprietà  e  sovranità  T  isola  di  S.3ar« 
tolocncDeo  nelle  indie  occidentali,  eon  tut- 
te le  sue  dipendenze  s^n»  r^estrizione  b  ri- 
serva. Questa  cessionre  non  pregiudicherà  pe« 
r^  in  veruna  maniera  ai. diritti  di  piopue*- 
tà,  o  di  possesso  degi)  ^bitasitt  francesi,  o 
altri  della  detta  isola.  11  Re  di  Svezia pso^ 
mette ,  e  s' impegna  dì  ombervar  ntàpn  ^ 
e  per  sempre  ai  medesimi  abitanti  la  lUi^-' 
tà  la  .piii  illimitata  delia  •réligipne  caterii^ 

ca.     . 


isa.  Gli  abitami  francarti ^  ittii,  dkti\ 
se^ti  sycUliti  del  Re  CrisiianisGrino'neli'j 
di  S.  Banolommeo  »  ed  i  foro  dìstebdeiutfH 
potranno  in  tutti  v  tei^pi  Thiraral  nel  luogo 
de)  dominio  del  Se^  che  a  lo^  piacerà'^  t 
potranno  vendere  e  trasportare  i  ^^ro  effet« 
ci)  senza  essere  inquieéati  nelia  loro  emì^ 
grazione  ^  sotto  qoalonqìie  pretesto  si  sia» 
eccettnattf  ii  caso  di  debiti  comratti  t  opro^ 
cessi  crìminall;  e  non  s*  esigua  giammai  d^ 
loro  alcuna  cosà,  a  titolo  di.  duitto  d'èstra«' 
zione  o  sotto  qualunquie  zìup  é  * 

Giorgio  1  f  approfittandosi  delle  circo^ 
-stante ,  s' era  impadronito  di.  Bremen  e  Ver^ 
den  ;  dopo  la  morte  di  Carlo  XII  ,  la  Sve^ 
2ia  costretta  a  soddisfare  i  suoi  nimici  &cc 
la  pace  col  Re  d'Inghilterra  li  20  iu>vcm« 
bre  1719^  9  e  cedette^  a  Idi,  ed  ai  suoi  é^ 
redi  9remen  e  Yerden ,  ed  ottenne  un* 
somma  di  nn» milione  di  scudi . 

Li  21  gennaro  1790»  fii  cpnchtnso  fra 
r  iUrghilterra  4^  la  Svezia  on  trattato,  del  qua* 
le  r  articola  essenaale  era  cfee  il  Re  dMn« 
ghilterra  spedirebbe  una  squadi»  nel  Baili* 
co>  per  aglr^  coltro»  il  Czar^  cxA  qiiàler:i* 
Svezia  era  ancora  io  guerra  1.  La  squadra  af4* 
rivo,- ma  troppo  tardi:  i  Russi  avevwa 
avuto  tempori  desolare  le  cosce  della  Svezia  « 

Carlos XI,  eédcodo.aUeistakiae  dei  p«r«* 
figtatii  d«U4  timiAtì  uf  em.  .deciso  a  .praan 

der 


ibr.  parte,  sella  gv^va,  che  Luigi.  ^17  co- 
dvadò  l'Mmo.  1674.  Federico  Guglielmo 
detto  il  Grande  Elettore^  fu  d^lnumero  dei 
admici»  cheCarloiIfMretce  combi^tere.  Idue 
firincipi  fe9cro  una  pace  particolare,  che 
fii  coQchiuà  a  &  Qerl^ain  in.Ltye  Taono 
1679.  Il  trattato.  *  della  .Tcftfalia  $srvi  di 
he».  ÌA  Svezia  |:edette  air  Elenoce  tutto 
ciò,  cl^e  pofi^deTa  di  là  dalVOdei::  ella  ri- 
fittQ^iò  aocors^  alia  participazidqe.  delle  ga« 
belle  $tahiUtcl  a  riguaido  dell'  Elettole  nel- 
la pomer^nia  jukeriore:  T  Elettore  s'  impe- 
gnò di  non*  cpatcuìre  alcuna  fortezza  ntUìt-' 
«ccn$ioiie  dell?'  tcfre ^  che  gli  iorono  ce* 
duie  f  . 

Federico  Gu^ielmo  primo  Re  di  Prussia 
tirò  profitto,  ^ome  gli  altri  cor^gnanti  della 
-Svezia  ,  dalle  di^grazìeL  di  Carlo  ,XII  i  per 
mezza;  de(  trattalo. di  Stokholm  ,.  ^onchiu$o 
nel  1720;  egK  ottenne  la  dtià  di.  3tetino  • 
•d  il  suo  dritto  di  gabella  >  Qoloaq,  Dam  , 
le  isole  de  Yolin,  9  Usedom  e  tu(te  leter* 
re  situate  i^a  fOder  p4  al  £^nc:/fa  citabi-» 
^iiò  che  qaiul«kinio  fiume  ierYiidbbe  di 
eòii4ne,>  ed)  appau-teirel^fbQ  ii|  <;omun^  alle 
due  potenze^^  il  trattato.  CQSichi(W>  /ra  le 
atcem^  potehae  ^  ^d  Hamborgq.  il  |.  febbirar^ 
|o  1761  ,  e  ch^  ^teiminò  ìa;guerra^  che  la 
Svo^ia  avea  £ftito  4Ila  IViMsto:  nfcUst.Pome- 
nmia  :,  i^uilr-dan^ò^  iiei  irattaod  ptfe»dmi£l^ 

Quan- 


di  ifitstai)&  III,  fé  diSve^.        f  ^ 

Qaando  11  trattato  di  pace  di  Nimeg^pa» 
cìiicò  i  torbidi  ao^taiti  dalF  ambizione  di 
XiUigi  XIV ,  fii  segnato  nella  città  medest^ 
ma  U  tz  ottobre  1679.  un  trattato  parti-^ 
coUre  frai  Y  Dhtndà  e  la  Sirèzia ,  *  nel  quale 
}  due  coh(ratttnfi  s*^jimpegnaTano  a  scordar- 
si del  passato  >é  di  rientrare  in  qaeUa  buo^ 
uà  iotelligenza f  £he  sempre  avta  .regnato 
ft^  dì  loro,  '^  .'..,''   > 

Il  primo  rimarcabile,  iponcbiiìio  fra  1$, 
-Svezia  e  là  Danimarca,  è  quello  di  !^aaryd, 
fermato  lì  1 3.  ganparo  x6 1 3  é  Per  questo 
trattato  fu  stabilito,  che  ia  Danirnarpa  por- 
terebbe nel  sub  scudo  le  tre 'corone;  ma' 
$enza  prevalersi  di  questa  prerogativa  per 
formare  alcuna  pietensionf  a  svafitaggio  deU 
ta  Bvezia  ;  che  dall' ài ti'a  banda  {a  Svezia 
sarebbe  ::?libera:  del  diritto  delSi^d:  che  ii 
Re  di  Danimarca  rescitliirebbe  tutte  le  piaz- 
ze, che  aveva  ècctipatò ,  eccettuato  Slsborg, 
e  Gutdberg>  i  quali  non  saréblxro  evacaa^ 
ti>  se  tìon  quando  la  Svèzia  avesse  pagato 
un  milione  ^4iAS$u4i  viellò>  spazia  #$ei  ztoh 
iìV;  L'aiinónia  I fra'  epiche  lioer^iao^^  durò 
sino  alf  auAO'  x644.£llàr'ì fu  intorbidila  ^a 
una  ■  giyerrà: di  poca  durata  ;  jla^  pae^  odi  8ro^ 
em$ebròtirtermMè  <^^»ta^igBerraln«L''^4i^ 
Ia  I>anlT^QVfa  ij^dette^  itila  ^vezìa  le  pio« 
^noie  di  Hièoitlimdia  >  è  di  Hlefedalta ,  adS^ 
isole  di  Oesfl,  e  41  Go^alld^;^ylli  tiuov* 

0uer- 


guerra  s"^ Accese  nel  1657»  ni  trattato  di  Rd^< 
chi!  vi  oitse  fine  nel  1659.4  la  Svezia  ot«' 
tentie  in  questo  trauato  la  Scatta,  THal- 
kndia  s  1^  Blekingi^  ,  il  Feudo  dr  Hohu«  ^ 
queUoidi Troctbéin  4 ' e  TìSoIa'^ di  Bornhotia i 
U  Re  di  'Danimarca  s'im{iegaò  inoltre  di 
aoddis&rt  il  Duca  d-^olstein.  La  Svezia 
tinunziò  -a  lutfb  i  diritti,  ohe  il  possesso 
del  Ducato  di  Bremen  li  poteva  :  dare  sulle 
contee  éLlDelniienhorst^  <  dt  Ditmarseù  ,  6 
sopra  i  beni  d*  alcuni  gentiludmihi  d'  Hol- 
stetiì .  Appena  questo  trattato  fa  conchiuso^y 
'la  guerra  s'accese  di  nuovo.*  le  operazioni 
degli  Svedesi  furoiio  dieno  briitaoti.  Carlo 
Gustavo  oiotr,  esla  reggenza  ital»lita  dagH 
Stati  ;  concbiuse  un  trattato  ar  Go^nbaghen 
nel  1660,  Ilei  ^uale'Ja  Daiiitdarca  rtcu(>erd^ 
il  feudo  diTtonthoni  el'idDlaTiiiiBoriiboltn. 
Mentre  Carlo  SI  coinbaiteva  per  làcai)»» 
«9:  di  Luigi  XIV,  i  Danesi  invasero  là  Sca^ 
aia;  ai  fece  la  .guerra  con  vantaggi  quasi 
uguali:  ki /pace  di  Suàd  ristaibili  la  calma 
nel  .1679 1  e  oonfei^cnò.i  .tcatfetr^iintecedenf- 
tt.  Il  trattai  di  Travendal  .<$b(nGaflo  Xil 
sferaò  Fedortcoc'ìIY  a  conohiudiere  liei  170^ 
assicurò  .m\  .Dufca  d' Olstein  i  sitioi  diritti  di 
S0|rtanikà' nette ..cittk  ^e  dtstreftà  a  i!lui  appar« 
tenenti.,  ed  .una  ióguagHanaa  perfefcsa  come 
Gbregnra^b ? -si'  d^nfei^iBd  dir  pbkfì  l'accordo 
fatto'  ansel^iònimfso  rtgitaFda  idi  Tesco^ttor 

di 


^.J^ 


di  Custavo  III.  ft  di  Sve^a  •        é  f . . 

ài  Lubeccà  e  la  Danimarca  titiunziò  al  pos- 
sesso alternativo  col  Duca  di  Holstein]. 

Tutti  glvinimici,  cheC^lo  XII  avea  ec- 
citato contro  la  Svezia,  s^ approfittarpno  aU 
la  sua  morte  -della  situazione  deplorabile  de* 
gii  Svedesi,  per  istrappar  loro  delle  condii» 
ziòni  vantaggiose  di  pace*.  Nel  trattatoceli^ 
chiuso  colla  Danimarca  a  Stokholm  il  dì 
14.*  giugno  17.^0,  la  Svezia  s'impegnò  a 
non  più  opporsi  alle  convenzioni  fatte  fra 
la  Dani  marca  >«  Francia,  ed  Inghilterra  ri** 
guardo  al  Ducato  d'Holstein,  per  farlo  rien- 
trare nei  possesso  di  questo  Ducato  di  Slés- 
ig,  ed  a  non  donare  alcun  soccorso  al 
Duca  d' Holstein ,  per  farlo  rientrare  nel 
possesso  di  questo  Ducato:  ella  accettò  an^ 
Cora  di  pagare  il  drittp  dèi  Sùhd  sul  piede 
delle  nazioni  più  favorite.  La  Danimarca 
rinunziò  in  compensa  a  tutte  le  sue  pretèn* 
sioni  sopra  Wismar>.  e  pagò  alla  Svezia  le 
somme  di  600000  scudi.  Il  trattato  co^* 
chiuso  fra  le  due  corone  nel  i734/ricbìa«^ 
ma  tutti  i  trattati  anteriori ,  e  concede  alla 
Svezia  il  dirìuo  d'  aver  un  uffizio  di  posta 
a  Helsingoer  ed  un  Console  incaricato  di 
riscuotere  e  pagare  la  Dogana  delSund  per 
i  bastimenti  svedesi.  Il  trattato  di  Stroem^- 
stad  corichiuso  nel  1731  ,  regola  definitiva* 
mente  i  limiti  della-  Svezifa  e  Norvegia, 
Le  pretensioni,  che  formò  Giovanni  Ca* 

simì* 


4i         ^  H^igw  r  Héiia  itila  ' 

iimiro,  ft  dftiitia  di  Garlb  X,  elcHo  d^gtf 
Stalin  accesero  una  guferra  fra  la.  Sveaia  t 
1%  Polonia  «'Qiìejta  guerra  £u  teritii^ata  per 
l4  paCfD  d'Oliva  nel  i66c.  Gloiranni  Casi- 
miro rleotebbé  la  nullità  nei  diriuì  che  a-^ 
neia  preteso  far  valere .  La  6ve:^ia  òttennef 
meta  la  Dvotoia  al  di  là  della  Duòa ,  a  ri^ 
«ervtt  d'skufoe  piazze  e  l'isola  di  Kugèn. 

Sarebbe  iùutild  far  ifaenziòoè  degli  anti- 
chi trattati  fra  la  Svezia  e  la  Russia  f  le  re- 
lazioni |>òlieiehe  di  questi  due  paesi  nondi» 
vengono  interessanti  ^  ^è  noti  ài  principia 
del  secolo  /Li  lò  settembre  (721,  fu  sot« 
tSoscritto  a  Nystad  uni  trattato  ^  del  quale  le 
eondizioni  etano  :  che  il  Czar  conserverebbe 
tutte  le  ptoviAcie  conquistate  dalle  sue  ar« 
mi  i  cioè  :  La  Li^onia ,'  V  Estonia  i  e  l' In-* 
grìa»  uni  parte  della  Carelia,  il  Feudo  di 
Viborg,  quello  di  Ktxkoltn^  e  tutte  le  ì" 
Sòie  della  Curlahdia  sulle  coste  della  Livo' 
nia,  Estonia  ed  Ingria  4  come  ancora  della 
costa  Orientale  di  Bevel:  che  il  re  di  Sve- 
zia s'asterrebbe  di  pfendere  i  titoli  delle 
Provincie  cedute  <»  e  eh*  egli  medesiifto  li  da- 
rebbe al  Czar  :  che  il  Czar  pagherebbe  due 
milioni  di  scudi  alla  Svezia^  e  non  si  tue* 
scolerebbe  f&eglr  affari  doitìestìci  di  questo 
regnp;  e  che  sareobe  permesso  agii  Svede- 
si  di  comprare  annualmente  dei  grani  aBi-- 
ga ,  a  Revel ,  e  ad  Arensbur^  per  il  valo- 
re 


f^:(tìf;(^oooo  robii  senza  pagare  gabella  «  Ttt 
uni  dopo  h  21  xfebbra)i».i7:24>>^le  doèpiyo 
tenzè  softoscriùero  un  trattata  d'aUeàntt 
difensiva  per  '  1 2  anni  ^  -Questo  trattata  em 
appeiiai  spirato^  che  la  gtxcn^M  s'^ accese  n^« 
la  JFiniandia.  La  pace  £u  concfainea  ad  Obo 
li  17.  agosto  i.743  :  la-  Sveaìa  *  conferme 
tQtce  le  cessioni  fatte  nel  1-721  >  ella: cedetr 
te  di  più  unai  parte  di  Kytnekégoitlv  il  àU 
stretto  di  Nj/^slot  e  tutte .  le  isole  situate  al 
Sund  i  ed  all'  Ovest  del  6umt  kymene  •  Gli 
articoli  del  trattata  di  Nystad  relativi  al 
commercio  furono  Obiife^tbati  ;/ 

Carlo  XII^  vinto  a  Fultavà  ^  cercò  una» 
silo   presso  i  Turchi:    egli  fu  ricevuto   con 
quell'  ospitalità  genefo^a  eh' è  uno  deitrai-t, 
tati  distintivi  del  caràttere  di  questa  nazio^ 
ne  •  11  valore  e  Tintrepides^a    di  Carlo  fe^ 
cero  grande  impressione  sui  Mussulmafit/  e 
-fece   loro  concepire  la  più  alta   slima  diqgtt 
Svedesi  «Malgrado  la   distanza  che  la  aiatti- 
ra  pose  fra  i  paesi,  cVessi    abituo,  i,doe 
popoli  si  strinsero   in  una  stretta   amicizia  •  , 
II'  apprensione  i  che  la  potenza  Rus^  v  loro 
comune    nimica   dava,  air  uno   e   all'altro  r 
strinse    vieppiù  i  legami    di   ^est'  unione  « 
j^el  1756,  due  negozianti  evedesi  andaro-- 
no  a    Costantinopoli,  e    nel  17 97  la  Porta 
e  la  Svezia  fecero  un  trattato  di  commer-- 
cio ,  in  virtù  del  quale  i  t^egozianti-  svede- 
si 


$4         JktJaigm'e.ììdbL:!^^^ 

ji  è  i  loro  vt8C€lli«  :come  ancoti»^  akfi  4i- 
gofìMVM  «  cbe.n.tintvvaiio  »  .btìido  Ai  qs^ 
sci  vasceIU.<»  luitino  unsiniieei  lib|^t2t4ì£OfiH 
a«rai0  ào  :  tutti .  i  pottfc  dell:  impero  Tofoc» , 
pagando,  liti*  impoitt  di  .3^00,  ^ipri;  iOgtiiia 
SQAO  aeoti  da.  tiitto  te:  altre  Jioposizioiù  j  .0 
le .  k»ro  mtn:iMi€  non  pagano  che  uo:,tre 
pec  »oo  di^Doffuia^  Vn  craitato  più  imp?^ 
taote  ùtcora  ici\Co»chiu%o:fira  4a. 'Penale  la 
'JSveba  li.  22  agosto^  s.7^9«'del  quale  questi 
sono  i  principali  articoli.  Sebbene  vi  ha 
ooa.pace  perpetiia  fra  la  $v^ia  e.  la  porta 
4airQna.  pane  e  la  Russia  diU*  «altJpi  ^ .  ch^. 
ttOQ^staaie  ra.OA0i  ^vveniige  che  qimt*  ul- 
tima .intoaprt Odesse  .qualche*  cosa  contro  |' 
«utia.ol  Vakra  defilé  potente  pontrattanù»^  q^ifr 
4irisen»  di)aziooe:>sLcoinanichfri^nDp  imea- 
ai .  ptàk  pi^opr)  a.  far  lessare  gì'  Mmi^ti.:  i  se.  la 
Jbiiàsia  aica<scherà  la:  Svezia  e  ìsh  B9rtaiO£- 
tofaaviarlt  osiiUtà  si  considereranno,  faii^ 
ooma  ad  ambidue.;  91  firà  «  la  gfierra  pernia- 
mi, o  per  tp:ra.  .air  aggressore  1  e  nessiin» 
.delle  due  pani  deporrà  le  auni «.prima.  dV 
ver  ottenuto  una  giusta  soddbfaaione .  (V 
gnwio  dei  eontrattatui  s'impegnata  non  da-- 
re  niioolto  pei  piurta  dei  nimico  ^d  akufia 
proposicippe ,  >Qhe  leuda  alla  pace  ^  ^en;za  cp<^ 
municarla  air.alu^  parte ^  e.a  non  £ìre  aU. 
cuna  pape  sepai^ia .  Si  conferma  :per  il  pre- 
iCnte  trattato ,  i^oello    di    com mencia  »  epa- 

chiù- 


é  Gustavo  III:  rt  di  Sveccia .        ^f 

ohioso^  nel  1737  i  ed  1  sudditi  svedeisi  a- 
Trauno  neir  impe^  ottomano  le  stesse  im« 
Hiunità,  che  le  altee  nazioni  amiche  dellaÙ 
Porta.  Le  reggenze  di  Tunisi >  di  Trìpoli  e 
d' Algeri ,  essendo  sotto  la  dominazione  del- 
la sabjlime  Porta ,  ella  dark  loro  parte  della^ 
presente  alleanza,  e  darà  loto  ordine  di  con- 
formarsi. La  Svezia  ha  ancora  altre  con* 
reazioni  particolari,  riguardanti  il  commer-r 
ciò  con  queste.  Reggenze  e  coir  imperatore 
di  Marocco.. 

JLa  Slvezia  lece  un  trattata  di  commercia 
colla  Spagna  nel  1^51..  In  vigore  dì  que- 
sto trattato  ^  rinnovato  peK  1679  *  ^  ^^^' 
1747  ,  il  comitìjercia  degli  Svedesi  gode  d' 
uoa  intiera  sicurezza  in  tutti  i  porti  della. 
Spagna.  Nel  1641  ,  si  convenne  col  Por* 
ipgallo ,  che.  gli  Svedesi  goderebbero  nei^ 
porti  di  questo  regno  tutt'l  privilegi  che 
avevano  ottenuto  gli  Olandesi .  Nel  1747  , 
la  Svezia  conchiuse  un  trattato  di  commer- 
cio col  Re  delle  due  Sicilie  .  Le  due  po- 
tenze assicuravano  al  loro  commercio  '  una! 
reciproca  protezione. 

La  corte  di  Svezia  da  gran,  tempo,  man- 
da un  ambasciatore  a  Parigi;  da  alcuni  an- 
ni in  qua  ne  ha  uno  a  Copenaghen  ;  ella 
tiene  degP inviati  straordinarj  a  Berlino,  a, 
Dresda»  all'Aja,  a  Londra  ,  a  Madrid,  sk 
Pietroburgo,  a  Ratisbona  ed  a  Vienna;  dek 
.  Womo  IL  E  mi- 


^  I 


6iK  Pel  Èegno  e  delta  t^ità 

ttiinistri  a  Costantinopoli,  ad  Hamburgo,  à 
Varsavia;  degli    Agtnti  ad  Amsterdam  ,  ad 
Hamburgo,  a  Li^bona^  aLubecca,  a  Napo^ 
li,  ed  a  Roma  ;   im  Gommissafto   a  Danzi-^ 
ca  :  dei  Consoli  geiierali  a  Bordeaux ,  a  Ga« 
dice  ,  à    Havre   de  Grace  «    a    Hebinger  ^  a 
Marsiglia,  a  Porto    oriehte>  a  Pietroburgo t 
dei    Consoli    a  Bayonna ,    a  Boston^  a  Ga^. 
lais,  a  Cagliari  >  a  C^rtagene^  aC^rktowa  ^ 
a  Groistc ,  a  Dunkerque ,  ar  Genova ,  a  Hqn-. 
fleur ,  a  Livorno  ^  a  Londra  ,  a  Madera  .j^ 
a  Malaga  «  a  Monpelliar,  a  Gèttc,   a  Nan-» 
tes,    a  Nissa^  a  Ostenda  4  a  >7ìladcl£a ^  all^ 
ìsola  del  Be,.  ed  a  Rotella,  a  fiiga ,  a  Ro-^ 
chefort^^    a  Roano  >   a  Salò  ^   a   Tripoli  ^si^ 
Tunisi  Y  a  Trieste  ,  a  VeiBetia,  ed.  a  Wfboi^> 
Il  Re  ha   ultimamente    nominato  un  ìi|« 
Viato  «tcaof dinario  a  difietenti  corti  dMialia^  # 
e  sonò  quelle  di  Napoli ,  Turine^  Firenze  ^ 
Modena,  Roma,  e  delle {(epubbliche di  Ve- 
nezia e  di  Genova. 

'  Ordinariamente  x  Stokholm  vi  è  un  am« 
basciatore  della  Corte  di  Francia ,  un  mìni^ 
stro  Plenipotenziario  della  Corte,  di  Russia^ 
degr  inviati  «traordinar j  dalla  parte  deUe  cor-* 
ti.  d' Inghilterra  9  Danimarca^  Spagna  ^  Pr0$« 
aia  9  Saesonia,  e  dalla  ^  parte  delle  loro  alte 
Px)teeze  *  La  Francia  manda  un  <^dosoÌe  a 
Gotbembourg,  e  Lubecca  un/Agente  a  Sto 
khQlm.  »      .     .       .       . 

CA- 


'    JHeAeif^e   natitrdt   della   JSvin(iai  ■■ 
topola:^xMU 


s. 


i£3^Ì!>eiie  la  nàrd'rafit  mostrato  ìiini^  ^H^' 
dire£iorf€  segnaliata' per 'i  paeèi  ineridiotiali  / 
^M>ené  ella  ha  *  Tèrsa to  i  suol  tesori  coti 
j>rofufsiohi  *ópra  di  lora,  non  i\  «  pòrà  in*^ 
tieramente  bordata  di  quelli'  del  settàitrió^ 
tit\  questa  conitine  madre  è  tenera  e^bene»^ 
fica  ancora  sotto  nìi  cido  il'  più  rigétoso; 
ella  è  ingegnosa  nel  trovar  mezti  per  arric^ 
efcìre^i  suoi  figli,  a  dispetto  deJrMitéueriza 
mortifera  d^tin  clima  gelato.*  il  Lapptmé 
non  ha  egli  i'^uoi  Beni  ?'  ^  -  r  -  ^ 
La  Svezia  è  copetta  di  boscagtìé^  dm 
dominano  soprattutto  nella  Nbrlandia  e.nclk 
Finlandia  ;  vi  sì'^  vcttorio  in  -tutta  la  loto 
bellezza ,  T  ischio',  la  betulla  ,  e  T  afbetó 
nibdèstò  rivale  deli"' orgogliosa  quercia.  Que^ 
txì  boschi  forniscono  legna  da  'bruciare  ^  là 
^ii2^è  il  rigor  del  eIrma  rende  si  hecessariai 
delle  tavole  \  dei  travi ,  del  catrame ,  e  pe* 
c^.  Essi  meritano  tutta  1'  attcntzione  del  go* 
verno  ,*  il  quale  In  fatti  si  occupa  in  preve- 
nire quelle   rovine,   che  un' economia  mal 

E     i  itì-    , 


\ 


6$»  I>€l  Regno  e  della  fUa 

intesa  produce  :  ma  a  suoi  sforzi  non  hanr 
no  sempre  ottenuto  il  loto  scopo  ;  i  bosch| 
Iranno  soflèrto  frequenti  danni. 

Un  pae^e  abbontlante  di  boschf  dovrebbe 
|)oter  &r  conto  sopra  una  caccia  abbondane 
te  ;  elU  però  nella  iSvezia  non  è  tanto  ^ 
quanto  si  potrebbe  credere:  conviene  senza 
fallo  attribuire  questo  ai  lunghi  inverni.  Ls^ 
caccia  H'dei  ^ift? enti  uccelU  ,  che  la  natura 
ha  destinato  di  vivere  nel  Nord,  è  la  sola^ 
che  ridonda  in  utile  pubblico  ;  si  trasporta 
Sa  tempo  d' inverno  »  dalle  provincie  setten- 
trionali a  quelle  del  mezzodì  ^  una  sorprea* 
dente  quantità  di  faggiani ,  di  galli  di  bos*- 
co ,  che  si  vendono  a  un  prezzo  molto  te? 
»ue.  ,..         \  . 

'Vi  sono  poche  specie  di  pesci  >  ch^  non 
$i  trovino  nelle  acque ,  dalle  quali  la  Sve« 
zia  è  circondata  ed  intersecata.  II  pesce.^ 
che  nella  lingua  del  paese  $1  chiama  «S'^/^em» 
ming ,  e  che  altronde  non  è  noto ,  abbonda 
talmente  in  alcnni  luoghi  del  Baltico  ,  che 
costituisce  una  parte  essenziale  del  cibo 
del  popolo.  Le  pesche  d' Halmstad  ^  d'Elfcar^. 
leby,  e  di  Norkoeping  danno  molto  sala-* 
mone  •  U  aringa  fuggiva  da  ipìòf  secoli  te 
coste  della  Svezia  ;  ella  ricomparire  verso  la 
metà  del  secolo  presente:  le  principali  pt« 
sche  sono  nella  provincia  di  Bobus  •  U  prò? 
dotto  di  questa  pesca  monta  aiinqalqfiénte  t| 

500000 


'  ■    f 


et  Ù»sÌHv&  iti:  re  di  Sve^^ià)        6$ 

^oocoo  tpnne;  ciascheduna  tonda  contiene 
inille  aringhe.  L'aringa  della  Svezia  non  ò 
però  mai  cosi  buona  >  qtianto /[ueHa  deirO 
landa;  Quando  es^a  i^rriva  suNe  òoste  d«i 
^ord  9  è  vecchia  ed  affaticati  dal  viaggia  j 
né  .gli  Svedesi  hanno  V  arte  di  salarla  e  ca«> 
)&tGldirIa  come  gU  Olandesi  • 

Ma  vi  è  nella  Svezia  una  sorgente  di  fic-» 
chezze  naturali  assai ,  più  importante  ancora  i 
e  sono  le  miniere .  Quale  spettacolo  non 
offrono  questi  vasti  sotterranei  >  dove  ,si  na^ 
BcotidcHto  retori  si  preziosi  1  là  natura  com-« 
pariice  qui  fra  le  ombre  in  una  maestà  im-^ 
ponente:  ella  vi  è  tanto  varia >  tanto  ricca ^ 
^[ttantoa  noi  si  presenta  su  quella  superfi^ 
cie^  ch^  ella  adorna  colle  sue  opere  maravi^ 
gltose;  e  l^uomo  ,  sotto  qual  punto  di  vi'^ 
«ta  d  presenta  egli?  QuaP intelligenza ,^  qua) 
costanza  v  qua!  coraggio  non .  richiedtsi  per 
penetrare  helle-^rófonde  Viscere  della  ter*^ 
ra  ?  V*  era  necessaria  ia  speranza  attiva ,  e 
possènte  d'arricchire;  pter  superare  gli  o^ 
stacoU  itf  apparenla  insormontabili  »  a  &Dtà 
di  persistere  in'  un'impresa  non  ixitto  fati* 
cosa  e,  penosa )  (hc,^paVetiMv0le*e  ,perico# 
lesa  .Che  si  getti  lo  sguardo  dall'una  par< 
te  al  lavorante  dhuifa  mtìnlera  scavando  le 
viscere  della  (erta;,  e  dallValtnt  aU'Atenoau-' 
tt  ,  che  scorre  i  vasti  spazjf  dell'  atnaos&ra  9 
qual* audacia f.qMTt  sforzi  arditi? 

E    3  Net 


) 


y 


fé  l>d  ^Regno  e  Sèlla  n#(s 

N0IP  yplandia ,  provincia  a  %}Sit£  ì  rigtìai-^ 
éi  una  delle  migliori; della  Svezia V  è  situai 
ta'  Vi  mihieri  di  f(;rro  la  più  ri^cà  dei  re^ 
gno;  ella  è  detta  di  Daonetnord.  Questa 
miniera/ occupa  un  distretto  considera'bile ', 
e  rende  per  molte  bócche  il  m^talfo  'ch'«t^ 
la  contiene  •  La  sua  più  grande  profondità 
è  di  .80  te$i;  le  sec^hi^  attaccate  a  gros^Q 
funi  girate  da  cavalli  ,  servono  per  portar^ 
fuori  il  i^inerale  della  minieca:  còlle  l>rac* 
eia  rivolte  intorno  alla  cùxAzp  e  coi^pìet^ 
appoggiati  suU'otlo  della  secchia  i  lavbrat{4 
ti  scendono ,  e  salgono  coti  aria  la  più  franr 
pa  e  sicura;  eglino  non  rimangono  4tt  quel 
sotterranei,  se  non  qutl- tempo >  ch*è  nece^« 
sàriò  al  suo  lavoro  giornaliei*o  •  Fer  mezzo 
4'  uh.  macchinismo  d'una  ruota  di  i%  brac-^ 
eia  di  diametro,  >«C^  TacqOa  dal  fondo 
della  miniera^  e  scola  pet  un  acquedotto 
<li  2500  braccia  di  lunghezza.'  in  distanze 
più^  o  tnena  discoste  da  Dannemora'  !si  tro-*. 
yano  )e  fornaci ,  e  le  fabbriche  di  Loeil;ad« 
di  Forsmarch  ,  d*Ocsterhy^  di  6imù,  idi 
Harg,  di  Soedcrfote ;  questi differentlluogh^ 
formanp  tariti  bórghi  ben  fabbricati  e  t^h 
ter  popolati.  -      .         . 

Tutta  questa  contrada  riesco  tniere'ssamej 
ella  chiama  V  attenzione  di  chi  la  scorre  • 
Bopo  essi^r  discesb  in  tilù  Oscuro  abisso  >  ri- 
torn^n(iq   9  godtjr?  \ò^  ya^^  liwe,  focèhici 


a  Gustavo  IIL  te  £  Sveci^ia .       71 

con.  piacere  si  fissa  so^ra  i  folti  boschi ,  sul 
campi  ^.  sulle  pratericysai  giardini  •  Ilairorantì 
delle  miniere  e' delle  fornaci  ben'  alloggiati 
e  ben  nutriti^  come  lo  sono  Sn  tutta  là. 
Svezia,  presentano  un^immaginé  della  robu*»' 
^ezza  ,  deir  attiviti  e  della  contentezza  in- 
sieme unire.  Verso  la  mezza  notte,  s'apre 
una  scena  la  più  sorprendente  ;  Ib  strepito 
del  martello^  che  fa  risonare  T ancudine  ^ 
contrasta  col  maestoso  silenzio  delle  campa- 
gne e  de^ boschi;  le  fiamme  ch'escono  dal-r 
le  fornaci ,  spargono  i  raggi  defla  Iuce#  e 
fanno  un'illuminazione  nel  teatro  della  na- 
tura.  Si  trovano  in  molte  di  queste  fabbri-- 
«he  i  discendenti  di^  quéi  Valloni»  i  quali < 
si  stabilirono- netìa  Svezia  sotto  il  régno  di. 
Gustavo  Adolfo  >  ed  insegnarono  agli  Svede^ 
Si  l'arte  di  lavorare  inferro  :  essi  si  distin- 
guona  ancora  per  molti  segni  caratteristid  ; 
essi  sono  più ^ vivi,  e  più  disinvolti  dei  tia* 
lEionati;  le  loro  ukanze  sono  a  loro  partico- 
lari e  scoprono  il  gusto.delV  adornarsi  :  essi 
si  maritano. fra  di  loro,  e^  tramandano  in^ 
tal  maniera  di  generazione  in  generazione  i 
loro  costumi  e  le  lóro  usanze  • 

Vi  sono  delle  miniere  di  ferrò  nella  mag- 
gior parte  delle  proyincic  del  vasto  regno 
di  Svezia  ;  non  si  potrebbero   lavorare  tut- 
te >  senza  recar  nocumento  ad  altri  rami  d' " 
itvdastria  nazionale..  Quelle   che  sf  scavano  ^  ^ 

li    4,  rcar 


'.   7^       .  \J>ek'JRtgttO  e  della  Ititd 

tendono  annaalmèiite  1,200000  Sdtfp^m^ 
di  .o^inertle  ,  il  quak.  fuso  lende  400000 
Scheppùnd  di  ferro  /  Questi  lavori  otenpan<» 
in  tatto  il  paese  15600  persone  4  secondo 
it  calcolo  del  Senatore  Stockenstroem>^  ti 
^aale.:faa  trattato  questo  ^rgom^ito  in  ìm 
discorso  accademico  •  In  un:  altro  discorso 
«gualmeme  pronunziato  neir  accademia  del» 
le  jctenze  di,  Stokkolm ,  T  autore  ,  il  dottò 
Eolhem  pi^ètende^  ehe  le  fornaci  eie  fab- 
briche di  ferro  del  regno  v  eiicT  danno  al 
ferro  4^ei  grado .  di  depurazione  tiece^^arìo  i 
per  és^er  messo  io  opeta ,  coniumano  jm^ 
nuàlmeinte  2,400000  cariche  di  carbone  • 
£i  servono  dbl.roineiale  d'Utoen  per,  faci» 
Jkare  la  fusione  di  quello  della  maggior 
parte  delle  altre  miniere  •  Utòeo  è  un*  isok 
d'abmne  miglia  dVestensione  fxllsi  px>TÌ(lc}a 
éi  Sudermania  .  Quelli ,  che  scavano  le  mi^ 
iukce^  rèducono. ancora  il  itoincrale  in  rùas^ 
se  per  k  fustone;  ma  non  possono  &rlo 
fondete,  se  pòn  trovano  nei  loro  boschi 
un»  quantità  di  carbone  sufficiente.  U  Co* 
vetttp  assegna  quei  boschi  dei  quali  si  ddve 
servire  a  qucst'uio/  egli  stabilisce  ancona 
•la  quntità  ed  il  prezzo  del  carbone  /che 
dobb^  tessere  impiegato  nelle  fiirneci  e  nelle 
-fabbriche  é 

MeUa  p/oVincia    di  Balecarlia  y  ad   una 
piccipla  distanza  della   citili  di  Fabluiiii  si 

sten- 


llhidpiio  per  lungo  tratto  quelle  ostureca-» 
irecm  ^  le  ì|ua1ì  racchiudono  il  tame. ,   che 
ti  considera  per  il.  migliore  ;d'  Europa, >.  La 
timùera    di  Fahlun    è  antichissima  ;  la  suil 
maggior  profondità    è   attualme^tb  Ai    i8d 
tesi  t  qùal  abisso  I  La>  bocca  principale  pre«- 
sema  uno  spettacolo  sorprendente:  Voi   ve- 
'dete  dei  vasti  scavi  ^  i  quali  mal  diretti  pe^ 
r  addietro  ,  sono  crollati  ed  lianno  prodot^ 
to  ammassi  di  rovine*  Strade: Zirlarne    del 
cielo,  vi  conducono  ad  una  profondità con- 
siderabils:.  lì^  seguilo    noi.  scopiite;  alilu^ 
Me  ^^.di^  torcaè  ^  chà  vi  precbdom^ ,  tléi  rntna^* 
.tt)ri  \  e  loro  abitatio^i  ^  dei  cavalli  4  e  del^ 
le  scuderie  ; .  S^adopi^no    scale    di  legno  ;  1^ 
acqua  viti'iolica^  rode   ìtotk*  mneno    le  irotidtf 
xhe  le  catene  di  ferrd  >'  e  rende  impos9ìbil« 
l'uso  delle. secchie  •   Qual    (;o]po  ^'occhio 
interessante  nbn  forma  rap{«rato  delle  màc*^ 
chine  necessarie   per  isbaratzare   Id  miniera 
dall'acqua;  che  contiene;  per  far  salire   dal 
profondo^  il  minerale  ì^  Quelle  tronfie  t  quel- 
le ruote,  quei  cilindri  >    quegli    acquedotti 
atCBstano  gli  sforzi  e  le. risorse    delF  iaieUi^ 
^genza  dell' uomo  «  Nei   contorni   tIeUa   mi-- 
niera  noti. si  veggono ^  che*  dei  dirupi  sel- 
vaggi ,  Dir.  sttolct  sterile  ^  ed  arbori  jdiseccati 
da  una  malattia  >  dalla  quale  furono    attac^ 
cati    qualche   tempo  indietro:  un  denso  fu^ 
mo  ccqpre  Foriazonte  ;  la  ciuà  di  Fahlun  è 

spes- 


ti 


f4  JP^  JRegno    e  della^  Fììa^ 

tpesso  foTolta,  in  esso  ^  e  le  sue  fabbriche 
se  nCr  riseototio  «  Il  prodotto  .della  miniera 
Ila  subi^  dei  notabìU  divar|v  egli  era 

.  Mei  i6)o.  di  2COOO.  Scheppund* 
1675.      l60QO. 
.1690.      lOOOO. 
1708:     S867.- 
ì  I752,     5000. 
1767.  4995- 

Dopo  quest^anno  non  si  è  diminuito  coft- 
siderabilmente.  Il  rame  di.  Fahlun  contiene 
deir argento  >  ma  ries(;e  di  troppa  spes^  Ter 
strazione ,  La  miniera  dVOtwidberg  nella  Smot- 
kndia  era  stata  per  lungo  tempo  trascura- 
ta; si  è  nuovamente  intrapreso  di  scavarla; 
ed  il  successo  ha  corrisposto  al  tentativo  de*' 
gì*  intrapretìdanti  ;  ella  rende  6  in  700  Schep- 

Eand  ,  Tanno^  Il  prodotto  annuale  di  tutte: 
i  miniere  di  rame  della  ÌSveaia  monta  a  ; 
in  (^00  Scbeppand.  Si  fa  a  FatU^in^  quat;- 
tro  •  volte  la  settimana ,  ima  operazione  >  a^ 
la  quale  si  as&iste  con  piacere  i  l  minatori 
iriandano  sopraterra  il  prodotto  della  miniar 
ra,  qqando  si  è  raccolto  tanto  da  riempie- 
re 36  secchie.  Queste  secchie  vengono  ri- 
partite in  tz  masse  di  ugual  valore  ;  quat- 
tro di  queste  masse  s' impiegano  nel  paga* 
«uento  delk  spese  e  per  gU  anticipati;  uno. 
>  .  sci- 


di  Hùìtctéò  ili.  re  é^'^Svei^a .        f% 

tiìmStorc  ne  'fissa  ifpfeztb,'«'rcgtdar'xlaaj «ri 
n^  U  vendita  delle.  5 'alene.'  masse  )  qoèsta 
vendita '*si  fa  imniedratamentè  sii  maggior  òfw 
Virente,  ' 

La  miniera  di  Fahiun  è  stata>  lungo  tem> 
po  una  sorgente  di  ricchezze;  si  teme  ;  chf 
ella  cessi  d'esserlo  in'  avvenire.  UMeconch 
mia  viziosa  j  }^  aa mento  delle  spese >  lei|ua* 
U  6*  accrescono  col  elicere  dèlia  profondità 
del  sotterraneo^  i»  digerenti  interessi  di  quei  ^ 
che  scavano  >  e  di  quei  che  fondono':,  e,ip> 
naimente  il  basso  prezzo  del  rame  haimo 
prodotto  un  sensibile  danno 'atlavori.Que»* 
sto  obbiet^o  importante  'fu*  soìttoposta  alla 
diìfcu^iontj  degli  Stali  nel  1786*,  s'implorai 
rbno  i  soccorsi  dei  Batteo  di  Stckholm/nsiei 
egli  non  volle  arrischiare"!  siidi  acanzi ■•  Sé 
]e  circostanze  non  cangiano  ^  ^nbn  si  tra« 
vera  qualche  espedienti^ -efficace  $  FHflua 
^qdrà  iti  total  decadenza  l  =  -  *    ; 

Delie  maniere  d^  argentò  ,  che  la  naturi 
ha^  dato  alla  Svezia  ,  qtrella  di  Sala  nella 
Vestmstnìa  è  la  più  antica'^ e  «la  più  ricca; 
Se  si  dà  fede  àgli  autori  nazionali  \  ella 
rcndcvr,  nel  secolo'  decimo  quarto  ;  fint^  a 
14000  marche  ogni  anno  /  Qu^est^  abboddan^ 
:^  dimiirul*  tatito  che  appena  si  poteva  con» 
tare- sopra  mille  marche  alla  fitie  dell' ulti* 
ma  secolo  v  in  qpestó  però  si  sono  otténufl 
létpo/sino  a'  1800.. Il  minerale  4^  il  pio^^ 

bo 


f^  Ì>ei  àègno  è  ieUa  Vita  ., 

bo  nefcestàrìp  per  la  fosione.  Antonio  SVafi 
abile  mineralogista  ^  ha  ritrovato  un  irieuo 
di  ricavare  dell'  argento  dalle  scorie  >  che 
a  consideravano  come  inutili .  La  maggio^ 
profondità  della  ttìinitti  di  Salbefg.èdi.l6o^ 
lisi:  si  discende  nella  miniera  in  secchie^ 
<  su^xlellé  scale)  l'interiore  détta'  miniera 
iorprehde  *  Si  eonstderano  .  dou  mariavjglia 
quelle  splendide  miaase^  dalle  quali  T.^iòmo 
estrae  quel  metallo  si  caro  alla  sua  cupidi* 
giai  Le  iiKacchincf  però  della  mimerà  diSal^ 
berg  hon  sono  da  paragonarsi  uè  pel  nu-' 
tnerò^  né  per  la  qualità  A  quelle  diDaftoe-^ 
rnosa  e  di  Fahltin  •  Vi  sonò  alcune  altro 
miniere  d' argento  nella  Svezia  ;  ma  il  pto-^. 
dotto  è  di  poca  considerazione .  Fuso  e  raf-> 
fitlatd  che  sia  V  argento  i  »i  nuttida  alla  Zec» 
cà  di  Stokholm* 

Nel  173:8  si  scopri  una  miniera  d'  órd 
nella  Smolandia,  in  un  distretto  chiamata 
Aeddforj:  questa  mintefa  non  è  ricca.,  e 
non  reàde  annualmente,  che  5  ;  in  600 zec^ 
chini,  i  quali  non  pagano  le  spese  delP  e^* 
cavazioike.  Ìol  miniera  di  piombo,  Stoocrta 
nella  Finlandia  >  non  è  ancora  ben  cono* 
scinta  ;  si  pretende ,,  ehe  il  metallo  non  vi 
sia  abboniiante  •  A  Dylta  nella  provincia  di 
Nericia  sonosi  ricavaci  annualmente  dal  nri*. 
nerale  di  zolfo  300  Scheppund ,  8  a  900 
Scheppund  di  vitrìuolo  »  e  1700   totine  di 

co- 


di  i^usiavoIII.  re  éft  $ve:fjl^ .         ff 

color  tosso  i  Andràrum  ,  <  Lofirars  ;  GtLiphj-s  : 
t^n  ec,  danno  annualmtmè  circa7oood!al-; 
fame .  La  Scdhia  ha  delle   miniere   di  éarr 
bone  di  terra  ,    che   altimamente  ha  ìmp(s^ 
gnato  P attenzione    del    govèrno  •  Le  vene» 
d*  aMesia  sono  numerose  e  si  scavano  coti 
ìflapegno;  qttelle  di  marmo   sona  pia  Tare 
nsa  più  ricche.  Le  isole   di   Gotlana  ,  e  dir: 
Oehnd  hanno  grande  abbondanza   di  pietre 

da  calcina  .  '     •  r 

"  Le  miniere  della  Svezia:  anticamentiq  era^ 
no  r  appanaggio  del  Clero  :  furono  trairfcu'? 
Tzte^  dai  proprietarj ,  che  non  conoscevtmQ 
il"  loro  valore.  La  corona  se  le  appropriò  in 
seguito  >  è  le  fece  lavorare  per  mojto  tem- 
po a  proprio  conto.  ElU  cedette  T  esóava^ 
zione'  a  dei  particolari  con  vantaggiose  coti- 
dizioni:  se  la  miniera  è  situata  su  di  un*^ 
fondo. libero,  si  paga  alla  corona  on  3  ,  e 
un  terzo  per^cento;  e  io  per  cento,  qùaii?t 
éo  è  sa  d'una  terfa  tassata.  I  particolari  , 
che  prendono  impegni  còlla  corona  V  for-' 
mano  delle  associazioni  ^  e  li  ripartiscono 
in  più ,  o  meno  carati  .  Non  si  iè  travato 
alcuno  che  voglia  intraprèndere  P  escavazio» 
ne  della  miniera  d^oro  d'Aedelfors. 

La  Svezia  trova  nelle  viscere  della  terra 
le  sue  più  grandi  ricchezze,  e  perciò  merì- 
t^menee  quest' obbietto  è  sempre  stato  con?^ 
siderato  con  singolare  attenzione .  Sino   dal 

se- 


fé'        Jhi  Aegntt  e  Mìa  -  ftti 

itoo\o  decìmotelrrd  ,    si  vxdfetrd  dei  regolai^ 
inenti  che  tigoardirifio  te  miniere  i-Custa^' 
voi  ,  e  Gustavo  Adelfo  tier  feeéto.  pubblii^ 
cafe  un  gran  numero  ;  IL.t:ollegio:de!Ietni^^ 
iiiere*  è  uno  ^tabtllttientò  di  sdmtna   utilità; 
ti  sono  fatte  ddle  atutazioni  vantaggiose  ià 
questa,  cpllegio  negli  ultiimi  fémpi  4   e  pio» 
prie  a  siempre  ^\h    pèrftziobarlo  K'  Per  soÌ^* 
lievo  di  quelli/  che  :Scalhmo  le  miniere^  df 
ferro  <  e  de^  proprietarj  delle  fabbriche ,'  ìofj 
stalnlitò  >  nel  1740  ,"uh  tìànfco  di  ferro  ^it 
quale   dà    danaro    ad  '  impfestito  si^  quésto 
tnetijlo  a  un  .4    per  <5ento.r fondi  éì  que*^ 
sto  Banco  provengono  dal  guadagnò  deVcoin^ 
nìercio>  che  Éi  «gli  medèsifno/b    da  certi* 
diritti  -i  che  riceve  sul  ferro  asportato  dagli' 
altri  i  Gli  è  permésso  di  prendete  ^lilte  quel-^ 
le  misure  4  che  giudica   a   proposito  *  pe^  h 
sQÓi  interessi;  gì' interessati  si  radunati^ ogni 
tft  anni'^  e  nominano  dei  Direttori;     ^ 
.  l  Tedeschi  sono- stati  quelli v^  cìrehanna^ 
insegnato  agli  Svedesi  T   arte  di  scavare  ìé* 
miniere;  e  di  lavorare  i  metalli,  che  sì   ri-* 
cavano  ;  ma  la  parte  di  quest^arte;  cheaj:!-' 
partiene  alla  itieccanica ,  ostata  sommahisn-' 
te  perfezionata  da  uno    Svedese ,  del  c^oalei 
il  nome  merita  Fimmortaliràrrelia  sua    pa- 
tria. Le  macchine;  che  sórprcndorio   l'oc-* 
chio  a  Dannemt)ra ,  a  Fahlun  ^    a  Salbetg  / 
sono  opere  della  feconda    mente  inventiva; 

di 


di  èktfkv^  ìli.  fé  di  ^è'^tà^        f^ 

dì^^Gcistoforo  PoIheiD.  Jolbcm  fu  cbiatoato 
ia  Bussia  da  Pictco  ì;.  ma  ricusò  quest' in^^ 
Vito  :  sembrala,  a  lui  più  glorioso  di  servi^^; 
re  la.siia  patcia,  che  di  dividere  le  sue  fa^ 
tich^'^t):  uà  xjtatoteà' ìxn  Impero.  L^pa^^ 
tria  oott  si  icordò  d'  un  %Iia  si  degho^deì'' 
la  sua  riconoscenza  :  esisa  gli  aficotdò  titoli  > 
ondi  i  e  pensioni;  Qua!  piairere  il  vedere  i 
talenti  aflaticarsi    per    il' /bene > ^pubblico 4  e 
-quai  consolaeionér  vederli  «coronati  delle   ri^; 
com|>ense  ohe, meritano  /  ^ 

Proporzionata  ^lle  4'icchezaÈ^  .^naturali  ideli 
]>aese,  distribui'la  natura  gli  ai)ita]ii]  Jìellè' 
provitiaie  della  Sviziar;  «e  se  il  Settentrione 
era  un  tempo  ^  come  disseta  alcuni  ^Toj^iuiii. 
del  genere  umano  ^oion  lo  è  certamente. ai' 
gtoti^  nostri*:  Tutti  gli  Stati  che  compon- 
gotioi  questa^  vasta  ragione.^  si  risentono  d^ 
uiia-mancatista  d^labkatìti  ^  die .  riesce  assai 
nociva  alla  prosperità  >«  Zia  ■^opolaztoner  deb" 
la  Svezia  aL  pari  di  quella  -della  rBanimar* 
€à^  e  della  Kussla  è  assai  ddaole  in  .parare 
gonecdellt  popoìaziepe  della, 'Francia ^dell^ 
Ailemagna  't' degli  Strizzi^  «  dell'  Italia  p  m 
dcB'.Olanda.       1 

'  la  tutti- L  secdi,  xlt^ quali  sr  ha  coniezzai' 
da  monumenti  autentici  ^  la  ~  Svezia    è  staó; 
poco  popolata ,  Le  lunghe  e:sanguinose  guer- 
re ,  che  questo  .regno  ha    dovuto    sostenere 
^Hei  due <  secoli,  che  a  questo  precedettero  « 

han- 


gir  J9W  Itegno  e  4eUa  Viith 

banao  atunenuto  quella  mancanza  d*  «bliaW 
tori  ,  che  sembra  a.  lai  natorak*  Carlo  Xli 
gli  portò  il  colpo  più  micidiale:  per  fornii 
re  alia  sua  ambizione- dei  mezzi  di  £are  asv 
tedj»  di  dar  battaglie  ^  convenne  strappale 
r  artigiano  dalla  sua  bottega  >  ed  il  oonta^r 
dino  dall' aracco*  AUa  morte:  dell' Alessaaidro 
delia  Scandinavia  ,  non.  iri  era  in  tutto  ìà\ 
regno  un  melone  d'abitanti  atti  ài  lavxM'o^ 
Gli  opera)  mancavano ,  le  ddioU  mani  dk, 
donne,  di  fanciulli  >  di  v^ccbjv  conducevtak 
no  Taraux^  e  pure  il  nome  di  €arlo  XII 
jion  è  decaduto;  il  popola. detta  Svezia  la 
venera ,  pronunzia  con  rispetto  il  nome,  di 
4f«iesu>  Eroe ,  il  di  cui  furore  »  guercieM  ùi 
si  funesto^  allo  Stato  :  non  ne  dobbianm  ce» 
star  sorpresi:  qualkà  si  luminose,,  come  ^uelt 
le  di  Carlo ,  fanno  scordare  molti  aiggravi  « 
e  cattiva  l'animo  della  moltitudine.*^  loSve*. 
dese  è  nato  cpraggioso  ;  la  gloria  delle  ar- 
mi ha  sempre  iattd  scopra  di  lui  la  piì^  vi- 
▼a  tqiipressiooe. 

I  tempi  cangiarono: /la  lieóes^ità  pòsafre^ 
no  allo  spiritò  tnfcrxiale.  i^ub  r^ovemisuscv 
seguenti  sMneoraggiarono  quei  lavori  ucitif 
ohe  fioriscono  souo  l'ombra  .della  pace.:  t 
£oraf tieri  furono  invitati  >  e  si  .seppe  reiKlett 
stabile  la  loro  dimera  ^accprdando  loro  pri» 
vilegi  civili  e  religiosi»  La  popolazione  bea 
(osto  provò  \  vantaggi  di  ornili  saggi  prov^ 

ve- 


'  di  Cmldvo  Ili.^ò  di  Svéglia.         |t 

iPtdItnenti.'  ella  sarebbesi  aumentata  ^tàsen^ 
Ahìlrume  ancora  ^  se  lo  ^spirito  di  partico 
non  avesse  acceso  due  nuove  guerre.  Quel- 
la della  Finlandia  costò  500000^  uomini  ^ 
oltre  un  distretto  considerabile  di  paese  ^^ 
che  n^  era  stato  il  teatro ,  Quella  di  Pome-^ 
Vania;  in  apparenza  meno  risicosa,  fa  iti 
£icti  meno  funesta:  ma-  le  marcie  lunghe  e 
faticose  ,  la  mancanza  di  viveri  ,  e  le*  ma- 
lattie contagióse  fecero  delle  strage  ^uasi 
lama  funeste  quanto  le  battaglie  ste&sè«^  <^ 
:  Nel  tempo  posteriore  a  quest' epooheS  fa^ 
tali^  il  governo-  non  ha  nulla  ^rascuraòo  per 
attendere  i  <  progressi  della  po^laztone .  Le 
leggi:  penali  sono  state  -  addolcite  dalla  ts^-^ 
^òezza  ,  e  dall'umanità  v  1^'  tolkraai»i/fèlU 
^^a  è  stau  autoriazata  dalla  Di^a^;!  ilCtoU 
lagio  della  medicina  ha  ricevuto  nuova  ìstru* 
alone,  e  più  conveniente  allo  stato*,  attuala 
della  società  ;  le  Provincie  sono  st$te  prov- 
ì^dute  di.  medici  grad^iati ,  i  quali  hanc^ 
cura  degli  ammalati  poveri,  ed  impedisco* 
no  alk  ciarlataneria  dL  sacrificare  tante  vit- 
time nel  popolo  ;  V  innesta  del.  vajuolo  sì 
lungamente  rigettata  dalla  moltitudine  /  ha 
superato  tutti  gli  ostacoli  ,  e  spande  senza 
apposizione  i  suoi  benefiei  effetti.  Oli  spe- 
gli sono  stati  moltiplicati  >  ampliati,  oprov<« 
veduti  di  miglior  regolamento.. 
'  Quest*  ultimo  obbietto  tanto  importante  ^ 
Tom.  ir.  1?  e  vt 


ti  Pel  Segno  e  della  Vita 

e  vistoso  ,  ha  sopra  tutto  chiamato  Y  atten^, 
aùone  della  capitale  .  Lo  stabilimento  più  an-. 
fico  di  questo  (genere ,  fatto  a  Stokbolin  » 
è  quello  di  Danwiken  ,  picciolo  luogo  si- 
tuato air  ingresso  della  città  dalla  parte  del 
mezzodì  •  L'origine  sua  rimonta  sina  a  Gu- 
stavo primo.  Il  quale  lo  stabili  ,  quando  i 
Conventi  furono  distrutti*  I  suoi  successori 
non  r hanno  perduto  di  vista;  e  molti  cit- 
tadini sensibili  alle  disgrazie  deMoro  fratel- 
li ,  hanno  aumentato  V  entrate  di  questo  luo- 
go con  donazioni  e  legati.  Questo  spedale  è 
stato  ultimamente  diviso  in  tre.  case  diffe*? 
renoi:  Tuna  è  destinata  per  li  poveri  ed  in* 
fermi  i  ordinariamente  in  numero  di  200  ; 
neir  altra  sono  i  pazzi ,  e  futiosi  sino  al  nu- 
mero di  ^0  in  60;  e  nella  terza  gì' infet- 
tati di  morbo  venereo  dell'  uno  e  deir  al- 
tro sesso>  ancor  essi  in  numero  di  50  in 
60.  Un  particolare  donò  ,  al  principio  di 
questo  secolo,  un  edifìzio  assai  vasto,  e  un 
fondo  considerabile  per  erigere  uno  speda- 
le .  Questa  fondazione  si  è  accresciuta  per 
mezzo  delle  raccolte  annuali;  detto  speda- 
le) provvede  attualmente  a  300  persone  tan*- 
to  dentro  quanto  fuori  di  es$o.  Nel  1752  , 
il  governo  apri  un  ospitale  per  gli  amma- 
lati, chiamato  nella  Svezia  il  Za^o^aretto  rea- 
le. Yi  è  luogo  in  questo  per  100  ammala- 
ti; alcuni  pagano  1^  loro   guarigione  ;  altri 

la 


di  Gustavo  III.  re  di  Sveccia  ^       8} 

ìà  ottengono  gratuitamente:  non  vi  è  mai 
più  d'un  ammalato  nello  stesso  letto.  Cias- 
cheduna parrocchi;i  di  Siokholm ,  ha  il  suo 
spedale ,  del  quale  però  le  risorse  sono  as- 
sai deboli  4  Due  rispettabili  asili  accolgono 
da  ao  sino  a  ^o  vedove  .  Vi  sono  ancora 
due  ritiri  per  gli  orfani,  e  per  i  figli  dei 
poveri  ;  V  uno  è  stato  fondato  dalla  città  , 
l'aliro  da  una  unione  di  parrii^olari*  I  fan- 
ciulli v!  restano  sino  ad  una  certa  età  ^  e 
n'escono  per  essere  messi  a  dozzina  nelle 
campagne  vicine  4  Le  due  case  delle  parto* 
rienti,  fondate  V  una  dopo  T altra,  T  una 
dal  zek)  della  socÌQtk  Pro  patria ,  l'altra  dal- 
la cura  del  Governo  <  non  fanno  minor  ca- 
nore alla  Capitale  della  Svezia  .-  queste  so- 
no  la  sorgente  delle  nutrici  ',  la  scuola  de- 
^ll:  uomini  deirarte,  che  desiderano  acqui- 
^are  una  delle  abilità  più  utili alP umanità; 
gli  asili  delle  madri  povere  ed  infelici ,  che 
non  sono  in  istato  di  procurarsi  quei  soc- 
corsi ,  de'  quali  abbisognano  ;  e  finalmente 
sono  queste  case  asili ,  dove  le  persone  gio- 
vini  ,  che  hanno  ceduto  allaseduzionCi  go- 
dono dell'ombra  del  segreto  ,  il  quale  con 
idee  consolanti  le  preserva  da  quegli  atten- 
tati ,  che  il  timore  dell'  infamia  è  dell'  ab- 
bandono ,  sempre  pericoloso ,  potrebbe  far 
loro  commettere .  Dopo  la  fondazione  fat- 
ta nel  1775   sino  al  1778  ,  in  uno  di  que- 

F     2  sti 


84  -P*^  Jiegno  e  della  Vita 

Sii  stabilimenti  sono  nati  113  fanciulli  «  II 
vajuolo  è  innestato  gratuitamente  in  un*  aU 
tra  casa  9  che  il  Collegio  di  medicina  ha 
fatto  accomodare  a  tal  uso  .  Questo  Colle-* 
gio  fu  fondato  sotto  U  regno  di  Carlo  XL 
Tutt'  i  medici  del  regno  vi  sono  membri  ; 
più  in  particolare  è  composto  d'  un  Presi- 
deiijte,  e  d'alcuni  Assessori:  due  professori 
ìnsegilaoo  pubblicamente  >  sotto  la  sua  ispe- 
zione 1  T  anatomia ,  e  la  ostetricia.  Vi  è  un 
fondo  stabilito  sopra  i  dazj  del  vino,  delle 
acquevite,  e  del  caffè,  a  suo  vantaggio.  A 
Stokholm  >  già  da  più  anni  si  è  formata  una 
Società  di  Chirurgia  ,  composta  d' un  Presi-r 
dentei  e  di  parecchj  assessori;  ella  ha  is- 
pezione sopra  i  chirurghi  del  paésò. 

Per  conoscere  esattamente  lo  stato  della 
popolazione  del  regno ,  gli  Stati  fecero ,  nel 
1741,  un'istituzione  rimarcabile  ,  e  degna 
d'  essere  imitata  da  per  tutto  ;  questa  è  la 
Commissione  delle  Tabelle.  Quest'ulBzio  è  in- 
caricato di  raccogliere,  e  confrontare  i  re- 
gistri dei  matrimoni ,  degnati  e  de'  morti  ;: 
egli  nrantiene  Corrispondenza  con  tutte  le  cit- 
tà 9  €  parrocchie  del  regno  ;  egli  distribuisce 
ai  Magistrati  ,  e  ai  parrocchi  ìt  modelli  dei  re- 
gistri, divisi  in  più  tabelle:  la  prima  con- 
tiene in  generale  le  nascite ,  i  morti ,  e  ma- 
trimoni ;  la  seconda  i  mòrti  ;  la  terza  il  to« 
tale  degli  abitanti  .    Le    due  prinie   t^bellff 

so- 


éi  distavo  HI.  re  dì  Sve^a .         t^ 

tono  accompagnate  dal  numero  dei  fanciirl' 
li  legittimi  >  ed  illegittimi  ,  da  quello  di 
éxìt  ,  o  tre  gemelli^  e  da  quello  dei  divor- 
2j  .  si  aggiugne  ancora  V  età  delle  donne 
partorienti ,  V  età  di  quelli  che  muojona  ; 
le  cause  della  loro  morte ,  le  ma)littie  ,  che 
hanno  regnato  in  ciascheduna  stagione  :  ec* 
Non  ostante  tutti  gli  sforzi  del  governo, 
per  favorire  i  progressi  della  popolazione  ^ 
manca  d*  assai ,  perchè  la  Svezia  sia  popola- 
ta a  proporzione  della  sua  estensione  ;  Si 
contavano 

^el  175 1  — ^  1  ttiilioai    2Ì966X  animo 

'I7S5  -^^  ^ 207599 

1760  — ^  1  .  .  rf  •  •.  38311J 

I^6j  •"-**•  2  .  ;  .  .  .  466568 

1766  — *•  1 ^02363 

176^  ^ 2  .  ^  .  .  •  571800 

1772  ~—  2 5è426l 

Il  Sig.  Yargentirf  ,  avendo  ti'ovato  dalle 
relazioni  di  otto  Diocesi  del  regno  ,  che  > 
•dairanno  2775  sino  al  1780,  il  nuniero 
degli  abitanti  ih  quelli  ^  era  accresciuto  a 
89000,  ne  concbiuse  ift  una  inettioria  pre* 
tentata  all'Accademia  delle  scienze  diStolc^ 
holm,  che  le  quattordici  Diocesi  >  che  com- 
pongono il  regno^  hanno  guadagnato  un  au- 
mento 4i  200000  anime  dopo  il    1772,  A- 

F     3  no 


S6  JDel  Regne  e  iellfi  FUoi 

no  al  17S2,  e  che  si  poteva  contare  que* 
st' ultimo  anno  vicino  a  tre  milioni  d'  abi- 
tanti nel  regno  >  soprattutto  comprendendovi 

'  le  1 00000  anime  delle  possessioni  in  Ger- 
mania .  Le  braccia  sono  assai  numerose  neU'- 

,  le  Provincie  meridionali  ^  diminuiscono  a 
misura  che  si  avanza  verso  il  settentrione  ; 
200  ,  o  300  persone  occupam)  spesso  una 
lega  quadrata.  Alcune  però  delle  provincie 
settentrionali  hanno  acquistato  una  popola- 
zione più  considerabile  in  un  eerto  numero 
d*anni.  La  Nordlandia  è  una  delle  provio* 
eie  ,  che  ha  -provato  una  si  felice  rivoluzio- 
ne in  molti  dei  suoi  distretti  *.  Nel  17Ì19 
non  si  contavano  nella  Finlandia  tutta ,  che 
142606  anime;  al  presente  ve  ne  sono  più 
di  600000,  Ma  la  Lapponia  ,  chi  la  colti- 
verà mail  Quando  saranno  popolate  quelle 
ragioni  sterili  ,  alle  quali  la  natura  negò 
quasi  tutti  i  suoi  doni?  Nella  Lapponia Sve» 
dese  ,  della  quale  T  estensione  supera  quella 
di  molti  stati  considerabili  >  non  vi  sono 
che  7000* anime. 

Un  calcolatore  economico  svedese ,  ha 
calcolato  la  ripartidone  economica  ,  la  più 
generale  degli  abitanti  della  Svezia  deiran* 
no  1760,  Essi  erano  allora  due  milioni  ^ 
383113,  dettraendo  da  questa  somma  gì' in- 
dividui ,  incapaci  di  contribuire  air  avan-* 
a^amento  deir  industria  ,  sia  per  la  toro  etàt 

o  per 


di  Gustavo  III.  re  di  Svezia  .       87 

^  per  il  loro  ^tato  ,  non  vi  restay^o  che 
un  milione,  e  sette  iti  otto  centa  mila  abU 
^Ik  al  lavofo,  i  quali  formano  la  base  dei 
ben  pubblico.  La  popola^iqne  ha  fatto  dei 
progressi  dopo  quest'  epoca  ,  della  quale  si 
tratta  ;  ma  le  proporzioni  sono  sempre  le 
medesime  .  Si  ha  una  memoria  del  Sig.  Var^- 
gentin  sulla  ripartizione  degli  abitanti  fra  le 
città  e  le  campagne;  T  autore  dà  sei  o  set- 
te persone  ad  ogni  famiglia  di  città.;  vi 
erano  in  tutte  le  città  del  regno  ; 

nel  175 1 '-~»  34585  famiglie.      > 
-      ©ci  177Z  -i— 4ao70  famiglie, 
questi  due  numeri  moltiplicati  per  6  \  dati- 
no per  il  27  51  -»-«•  224801.  abitatuiàclie  città 

Se  si^  sotcraggooo  questi  risultati  dH  to- 
tale della  popolazione  dei  due  anni  già  di 
soptd,  indicato ,_  restana 

nel  175 1  *  — —  1,990837.  abitanti  del- 
la campagna  1772*— r—  2,310806, 
risulta  perciò^  che  li  primi  erano,  riguardo 
ai  secondi: 

nel  175 1,  come  1000,  — —  a  8856, 
\  1772^»  come  1000,  — ^- a  8450, 

^     ÌB&^  oomaiio  a  Stokholm  70000  anime  (x)  a 

/    ..  \  .  — — ^     ,     ^  ,     .-      ^ 

(x)  ^iguardok  a  .  qvéiio  numero    degli   abkanti 
(fi  StQkholm  som  d'accordo  coil' autore ,  sAr. 
F  '  4  VaK 


gt  J}ei.Migna  e  delia  Fks  * 

Gothembourg  20000,  a  Norkoeping  9000; 
a  Cariscrona  9000  ,  a  Obo  8009  >  a  ^Gelfe 
6000  ,  a  Fahlun  ,  Maltìioe  ,  e  Landschrona 
4000.  Queste  sono  le  città  più  pòpoUee  : 
fra  le  altre  ve  ne  sono  di  qiicUe  ,  che  non 
haono  300  abitanti  •  A  Stokholm  nell^  spa- 
zio di  12  a  16  9nni,  il  mimerò  dei  1^- 
ciuUi  illegittimi  $1  è  accresciuto  del  dop*- 
pio:  attualmente  ogni  settimo  parto  è  di 
questo  numero  :  i  matrìiìEion)  sono  diminui- 
ti in  una  maniera  vistosa  :  nel  1767  »  si 
fecero  7321  e  nel  1782  ^  476:  in  uno  di 
questi. ultimi  atim  sono  nate  i8o7pefsow, 
e.  morti  3084*. 

Ii;prospetto  dei  nati,  e  moni  del  Ttgno 
in  generale  è  più  consoUnte  :  eccolo  dall' 
anno  1774.  sino  all'anno  1777. 


Nà- 


.  tratiasi  dei  tassabili  >  e^  però  cfi  ^ei  die  si 
trovana  nei  pubblici  registri  ;  ma  in  questi 
non  sono  comprese  le  persone  sotto  ì  14  ara- 
rti j  e  sopra  t  63  ,  oltre  molte  altre  esercì 
0  per  legge  0  per  frode . 


£  Costavo  III.  re  di  Svelta .        tf 


N     A     *     1- 


Anni. 

Maschj . 

JF*emmÌnÉi 

Totale. 

^774 

47082 

45380 

92462 

i7?5 

47491 

46030 

•   933^1 

1776 

46280 

44583 

90863 

»777 

47122. 

45334 

92458 

M    0 

&      T      I. 

Jinitié 

Ma$chj„ 

Femmine  i. 

Totale . 

1774- 

37960 

4924^ 

572*5 

1775 

32254 

33158 

65412 

1776. 

-    .91982  . 

3»437 

64419 

«777- 

J5"7 

36850 

71957 

Esponiamo,  qui  la  Usta  degl*  infanticidi  do* 
pò  il  1749  ,  sino  al  1778  ,  quale  è  $(au 
pubblicata  dal  Sig.  Vargentin.  / 


\ 


L'  aoBo  1749  —    9 

V 

aùno 

1758  -    6 

1750.. —    IO 

1759  -^  15 

1711  —  19 

1760  —    7 

1752  —    7 

1761  —  13 

1753   —  »4 

1762   —    IO 

1754   —    12 

1763    -r*-    IO 

1751    —  •" 

1764    -^       7 

17^6   —      9 

1765    —    14 

1757    —    It 

1766    —       5 

L'an- 

90  I>el  Regno  e  della  Vita 

L*anno  1767  —  i8  L'anno  1773  —  18 

1768  —  14  1774  —  ifi 

,769  —  6  1775  ~  j 

1770  —  8  1776  —  la 

I77I  _•   4      .1    1777  ^  21 

1772  —  1%  1778.  —  10 

Moki  scrì^qri  svedesi ,  de*  qaali  V  ^^^tx-- 
sìoni  si  sono  ripetute  in  esteri  paesi,  han- 
no sostenuto  ,  che  le  emigrazioni  privassero 
la  Svezia  d*  ^n  gran  numero  di  cittadini: 
ytili  •  L' Accademia  delle  scienze  di  Stok* 
holm  arrivò  finò^  a  proporre  un  premio  ,  non 
ha  guari,  per  ritrovare  i  meazi  di  preveni- 
re un  mal  si  funesto  allo  stato  •  Ma  st  è 
disingannato  su  questo  puntov^è  stato  pro- 
vaco 9  che  le  emigrazioni  ,  de*  quali  si  era 
facto  una  pittura  si  innesta  ,  non  pQSsono 
a^verè  alcuna  influenza  Sopra  4  progressi  del- 
la popolazione.  Cli  Svedesi  amano  di  viag- 
giare ;  essi  si  rappresentano  gli  altri  paesi , 
più  ricchi  e  ^più  ameni  dei  loro  :  ai  loro 
Otchj  sono  questi  quasi  tanti  teatri  pia  bril« 
tanti,  e  pia  vasti»  dove  la  fortuna  gli  at-^ 
tende  per  Coronarli  de*  suoi  favori.  Ma  gli 
Svedlssi  amino  nell'  istesso  tempo  la  loro 
patria:  il  suolo  ,  che  die  loro  1^  nascita,  è 
impresso  nel  loro  cuore  ;  non  va  guari  ^ 
i:h&  si  fa  sentire  V  ascendente  irresistibila 
4(ei  legami  della  gioventù ,  dell'  educazione  « 
-   \  .  dd- 


Ji  €uètàmTIL  re  dfSve:^.        9X 

^elle  prime  abitudini  ;  la  fortuna  è  meno 
compiacente  di  qoello  si  era  immaginalo  ; 
ella  inganna-  le  speranze ,  che  si  erano  con- 
cepite ;  si  fa  ritorno  al  seno  delle  proprie 
famiglie,  e  si  rivede  la  patrilsi  con  traspor- 
to. ;AIcuni  artisti  stabiliti  in  Germania,  ed 
in  "T* rancia ,  alcuni  militari  v  che  si  fermano 
in  serviz)  e^eri  9  non  possono  huocere  col- 
la loro  assenna  '  alla  1  massa  deHa  popola* 
zione  ,  :      "  * 

Vi  sono  luilla  Svezia  degH  ostacoli  pitt 
reali  all'  accrescimento  della'  popolazione 
di  questo  regiio^  JJa  fect^ndità  delia  specie 
non  è  si  gramde  «  come  nei  paesi  meridio- 
nali •  Gli  iiomini  non  possono  moltiplicarsi 
ct>n  quella  facilità^  sópra  un  suoTo  restio  » 
sótto  una  latìtudifte,  della  qnale  gli  effetti 
retidòn  difficili^  l'industria  »  ed  il  lavoro  , 
quanto  in  quelle  contrade  dove  la  natura  se*» 
conda  con  benigni  influssi  gli  sforzi  dell'in- 
dustria »  Sebbene  prese  $t  àeno  tutte  le  mi* 
sare  per  prevenirie  le  stragr.  delle  carestìe  « 
pure  gli  effetti  delle  annate  scarse  sono  an- 
cora assai  funestila  quelle  provincie  natiH- 
ràlmente  sterili  ?  e  situate  m  thaniera  di  non 
essere  si  facilmwtte  soccorse  .  Il  'grandioso 
delle  acquevite  snerva  lojo  il  corpo  >  di- 
strugge il  germe  della  riproduzione  ;  e  gli 
assoggetta  a  delle  malattie  >  Tuna  più  mor* 
tiferà  dell' altra:    uomini   nati  robusti,  uo^ 

mi» 


9»  I>el  Fègno  e  dèÙa  VUd 

mini  nel  fiore  della  più  vìgorosft  età  Un^ 
goiscono ,  e  sono  Condotti  alla  tomba  v\^ 
time  della  loro  passione  per  air  perfido  1^- 
qnore  *  I  macrimon)  divengono  di  giorno  in 
giorno-  più  radi  ,  e  meno  feiiai  fira.  i  cìtta-v 
dini  deUe  classi  '  superiori  >-  c&tto  fiKiesio^ 
dei  lusso ,  detla.  leggerezza  i  e  della  deprava^ 
itone  ^  Quel  male  di  tutti  i  mali  ,  che  af- 
fliggono r umanità;  il  più  direttamente  op-» 
posto  alla  propagazione  della  specie ,  avve^ 
ìenando  le  sorgenti  della  vita  ,  si  stende 
eempre  più  nella  Svezia  t  oltrepassa  i  limiet 
della  Capitale  e  si  stende  nelle  campagne  • 
£'  compasso  nella  Svezia  un  gran  nir- 
mero  d'opere  sopra  la  popolazione  del  pae- 
se', e.  sopra  i  mezzi  d'aumentarla;  ma  nii>- 
noo  ha  trattato  questa  materia  meglio  dd 
Sig^  Yargentìn.  In  qualità  di  meàfibro  deK- 
la  commissione  delle  Tabelle  ^  qatito  dotto 
uomof  si'oecupava  con  zelo  intorno  ad  un 
oggetto,  che  interessava  ugualmente  il  suo 
spirito  ed  il  suo  cuore  .  Tutti  gli  anni  egK 
presentava  alF  amministrazióne  ,  delle  noti^ 
zie  esatte^  e  4ei  risultati  pieni  di  lumi^ 
Non  esiste  più  quest'  uomo  rispettabile  :  le 
scienze  ^  la  jpatria  ,  V  amicizia ,  piangono  la 
sua  perdita-:  il  dolore  più  sincero  Tha  ac« 
compagnato  al  sepolcro.  Egli  n'era  degno: 
quale  vastità  di  cognizioni/  qual  profondità 
di  raziocinio  t   qual  quadratura   di    mente  i 

e  nel- 


di  Gustavo .///.  re  di  Svezia .'         ^3 

€  jàello  stesso  it«mpo  qual  modestia , .  e  quai 
candore/  JSott  si  poteva  veder  il  Sig.  Var- 
genttn,  senza  provare  qaella  venerazione, 
che  i  talenti. e  la  virtù  ispirano  ;  non  si 
poteva  trattenere  con  lui  senza  tiiventare 
maggiore  »  senza  acquistare  imove  cognif- 
zéoni  « 

CAPITOLO  ,111. 

Carattere    nazionale  •    Educas^ione  ^ 


Ra.i  boschi  5  le  rupif  le  montagne ,  del«! 
le  quali. è  piena  la  Svèzia  ,  vivono  uomini 
d*  indole  dolce  ve  pacifica  .  Il  furto,  Y  orni- 
cidio^iT  assassinio >  e  in  generale  tutt'i  gran-? 
di  delitti  sono  rari  hz  loro  •  :  Nella  guerra 
medesima  non  si  mostrano  sanguinar)  •  Il 
viaggiatore  >  che  scorre  il  paese  da  loro 
abitato,  è  costretto  a  pagare,  un  giusto  tri- 
buto di  stima  e  gratitudine  alla  loro  offir 
ciosità  ,  disinteresse  ^4  ospitalità  .  Per  na^- 
tura  serj  e  gravi,  conoscono  però  e  cerca* 
no  i  preziosi  legami  della  società.  Sotto  un 
esteriore  semplice ,  essi  nascondono  un  pro- 
fondo giudizio,  un  fino  discernimento , uno 
spìrito  disinvolto j  e  spesso  un^animo  attivo 

e  for* 


^  j 


94         P^i  Me^  e  ddU  Vita 

CL  forte  é  Per  lunga  tempo  essi  si  sono  di-- 
stimi  per  le  gloriose  imprese  militari  .  Essi 
hanno  in  seguito  conoseiuto  che  non  erano 
inabili  per  le  arti  della  pace^  I  viaggi  iian- 
no  per  loro  una  grande  attrattiva  ;  ma  nel- 
lo stesso  tempo  amano  la  kuro  patria  ^  non* 
la  perdono  mai  di  vista  e  sospirano  semj^rè' 
per  rivederla  «  Eglino  sono  attacca  tissimi  ai 
loro  superiori  ^  e  la  maesdt  reale  è  sicura 
del  loro  rispettò  <  Essi  sopportano  la  pover- 
tà con  pazienzat  e  coraggio  ^  le  ricchezze  al 
contrario  hanno  per  loro  del  pericoloso. 

Si  trovano  nella  ìSvezia  delle  contrade^ 
dove  regnano  ancora  costumi  veramente  pa- 
triarcali ;  qual  purità  !  quaF  innocenza  /  qual* 
candore!  Vìaggiator]>  chiunque  di  Vói  è  do« 
tato  d*un^  animo  onesto  e  sensibile^  andate 
a  godere  d^nno  spettacolo  si  interressante * 
Ntin  Io  merita  eg^,  q^uanto  quelle  meravi- 
glie f  che  V  arte  e  cfuei  monumenti ,  che  il 
lusso  ed  il  fasto  offeriscono  ?  Ma  non  tar- 
date: affrettatevi;  di  già  la  corratela  spar- 
ge il  suo  soffio  distruttore;  di  già  si  cono* 
sce  più  d' uria  traccia  de'  suoi  funesti  efFet* 
ti;  massime  perniciose,  gusto  per  la  frivo-- 
lezza,  ambizione  di  somigliare  ad  altri  po- 
poli ^  de*  quali  generalmente  si  vanta  latna^ 
niera  di  vivere,  produrrano  insensibilmente 
una  moluzìone,  che  farà  fremereiogni  buon 
cittadino.  Il  grand* uso  dell*  acquavita   non 

è  me- 


di  Gustavo  IIL  re  di  Stet^ta  •       95 

è  mtTìQ  pericoloso  »  meno  contrario  ai  bao" 
Ili  costumi  *  I  luoghi  ^  dov*  ella  si  vende  9  si 
moltiplicano  di  giorno  in  giorno  ;  s^  in- 
contrano ad  ogni  passo  sulle  strade  le  più 
frequentate;  qui  è  dove  il  la  voratore  ^  eTar* 
tigiano  vanno  a  i^agrificare  il  loro  corpo  e^ 
la  loro  anima  ; .  dove  assorbiscono  a  lenti 
sorsi  un  rveleno  i  che  li  snerva  e  li  rende, 
stupidi  ♦  ^         \ 

Un  Costume  tazion^  distingue  gli  Sve« 
desi  dagli  altri  popoli  d'  Europa.  Egli  fa 
stabilito  nel  1777*  collo  scopo  lodevole  di 
frenar  il  lusso  degli  abiti  «  Gli  uomini  por*- 
tano  un  giustacofe  >  un  farsetto  #  e  delle 
braghe  molto  larghe  ;  lacci  alle  scarpe  ^  una 
fascia  y  un  cappello  tondo  ed  un  mantello  « 
Il  nero  è  il  color  ordinario  ;  nelF  abito  di 
cort^rJ^  fodera  ^  il  farsetto  ^  gli  orli  del 
mantello ,  i  bottoni  ^  la  fascia  ^  ed  i  lacci 
sono  di  cplor  ponsò  «  Le  donne  hanno  uda 
veste  tagliata  alla  vita  di  color  nero  ,  con 
maniche  di  gonfìetti  di  velo;  una  fascia  &, 
dei  nastri/di  colore  :  quelle ,  che  frequen- 
tano la  corte^  hanno  sulle  maniche  del  velo 
bianco  « 

Vi  è  tm  costume  particolare  per  i  gior- 
ni di  gala  •  Gli  uomini  Compariscono  ii| 
abito  di  raso  bianco,  e  con  ornamento  ta- 
gliato a  foggia  di  denti  ;  le  donne  in  v^te  di 
raso  bianco  coi  nastri,  e  le  fascie di  colore. 

Due 


0  DelRtgno  é  delU  Vka^^ 

Due  giorni  dell'  aono^  sono  in  pantwlM 
Hianiera  consacrati  alU-ppbbUc»  allegtc^'S 
quello  del  prifno  di  JlAa^o  ^  e  quello  :dl 
San  GiovaanU  II  primo,  di  M9SgiQ.$*ac«* 
C{fidono  fuochi  nelle  campagpe.,  intornila  a^ 
quali  si  radunano  «  ed  i,  quali  .seoibraincifaiir» 
nunziare  il  calore  bene6co  «  xàit  la  natun 
U  succedere  airjigori  dell'inverna:  *si  um» 
scono  ancora  p;r  far  buona  carne  t  ^fBèuere^ 
eoi  bicchiero  in  mwo  «  'midolla  peliti  ^ssa^ 
Il  giorno  dì  S^  Giovanni,  è  ancora  più  a 
propositi  pec- fomentare  ,la.8io)a  eilNall$>^ 
greeza  «Iia  bella  stagione  si  <è  stabiltiHiiil 
»ie  spande  dapperp)tto  raggi  «ivi&ianci;  ^^ 
cime  4fl  jH>$f^M  t.iSLScite  daUia  lun^a  pilgio^ 
qi;9  cpippariacon^  bolle,,  ^  siptranti- alkgtia^»- 
l'C  greggie  ne'.campi  assaporano  le  orbejiai 
scenti  •  L'  uon>o  si  è  svegliato  da  qual^pro^ 
fondo  letargo^  nel  quale  era  sepoltio  ìa^e- 
ine  ooUa  satura  i  una  nu9va  esistenza  semr 
bla  rianimarlo^:  le  sue  facoltà  hanno  ripre**- 
so  la  loro  euecgia  ;  il  stto<  cuore  iSi  è  apef  ««^ 
to  a  ricevere  dolpi  impressioni  «  Si  raccaV 
gono  insieme  la  vigilia  di  &  GloyanfOi*  X>(i: 
ca^e  »sono  adocpate  con  rami  vierdl  de^l 
arbori  •:  I  giovini  d'  a^inbi  <  i  sessi  tpiancano 
in  terra  un  legno  aJtoe  diritto,;  tutto  coperr 
to  di  frondi,  e  fiori.,  intorno  al  quale  baK* 
lanp  ^ino  alla  mattina  \  Alcune  tìr^>  di  sì* 
poso    avendo  ristorate  le  forze  >  si  passa  alf 


di  gustavo  ITI.  redi  $ve:(ia .     -  fz 

tempio  )  da  dove  avendo  adorato  V  essere 
Saprerno,  nuovamente  si  dà  in  preda  ali- 
innocente  allegria.  In  queste  due  feste  si 
sviluppa  tutta  la  gioja;  egli  la  esprime  coni 
le  danz^  -,  e  con  delle  canzonette  ,  dellQ 
quali  ta  maggior  parte  sono  nazionali:  que^ 
iifa  non  è  un^  allegria  viva ,  ardente  ed  ec*^ 
cestiva  9  qual  si  vede  nella  Ltqguadocca  f  a 
nella  Provenza;  più  tranquilla  ,  e  più  ri* 
flessiva  partecipa  degV  influssi  del  clhna. 

Gli  abitanti  dei  paesi  mjér^ionali  cerca* 
no  ripari  contro  il  calore:  i  popoli  del  Set- 
tentrione »  che  abitano  la  regione  delia  Bo^ 
i^a,  sMndustriano  di  difendersi  contrp  il 
fredda.  Quest'  arte  è  molto  bene  cotioseiur 
u  nella  Svezia  i  le  petliccie ,  H  mantelli  >' 
l  pastrani,  gli  stivali  foderati  rendono  ec« 
celienti  servizi . 

La  maggior  parte  delle  case  soiìo  fabbri*^ 
catp  di  legno;  ma;  queste  fabbriche  bénq^ 
costruite ,  e  bene  manten,ute ,,  ^ono  più  cai: 
de  delle  case  di  mattoni  o  di  pietra:  con^r 
traggono  meno  V  unxìdità  >  e  mantengono 
meno  questo  frigido  elamento.  Le  fessure 
delle  finestre  $ono  turate  con  della  carta, 
o  incollate  ;  s*  usano,  ancora  finestre  doppie ,. 
,le  quali  però  hanno  V  inconveniente  di 
rendere  gli  appartamenti  molto  oscuri  in 
tempo  dell' inverno.  Le  s^ufe  spno  costrui- 
ta ia  una  maniera  particolare  aV  paese  ;  dj^t,,^ 
Tom.  ff,  G  tix-     ^ 


y 


9^  Del  Xegno  e  della  Vita 

tubi  serpeggiano  in  maniera ,  da  far  circo- 
lare il  calore  f  ed  impedirlo  a  dissiparsi  xxop^ 
pò  presto  ;  per  mezzo  di  un  ferrò  si  con- 
dehìsa,  e  rarefa  l'aria  a  suo  talento'.  La  le- 
gna non  è  cara ,  e  non  si  prende  gran  cu- 
ra a  farine  economia  ;  il  prezzo  delle  vet- 
tovaglie è  parimenti  assai  tenue.  Non'è  Io 
stesso  delle  manifatture  e  degli  òbbiettrdi 
lusso  .  11  popolo  vive  pritu:ipalmente  di  pa- 
ne duro  ,  di  pesce  salato  ,  o  secco ,  e  di 
polenta:  la  birra  è  la  sua  bevanda  ordina- 
ria, e  la  trova  a  bìuon  mercato  •  La  carne 
domina  sull'altre  tavole;  al  pranzo  si  pre- 
mette una  specie  di  colezione  consistente  in 
hutiro  ,  formaggio,  carne  salata  e  riqùoK^. 
Il  forestiero  si  maraviglia  di  vedere  spesso 
le  donne  bere  di  questi  liquori  >  ordinaria- 
mente assai  gagliardi /colla  medesima  faci- 
lità che  gli  uomini.  11  consumo  del' vino  è 
molto  considerabile  ;  ma  gli  eccessi  sono 
rari .  L' uso  del  the ,  e  del  caffè  s'  estende 
sempre  più . 

Non  si  può  viaggiare  per  tà  Svezia ,  sèn- 
za restar  maravigliato  delle  disposizioni  fat- 
te dal  governo  a  comodo  dei  viaggiatori; 
esse  sono  d*un  carattere  particolare  è  vera- 
mente nazipnalè.  I  contadini  somministra- 
no i  cavalli  ;  un  cavallo  si  paga  4  schl. 
per  ogni  miglio  svedese,  a  riserva  delte cit- 
tà ,  nelle  quali  convien  pagarne  sei.,  Ogol 

pò- 


Jt  Gustavo  III.  re  di  Svezia  l        99 

^òsta  ha  un  certo  hamero  di  cavalli  asso- 
gnati  i  ed  in  caso  che  questi  tion  bastasse* 
•f o ,  se  ne  cercano  degli  altri  nei  contorni  ; 
quegli  che  provvede  detti  cavalli ,  presentaci 
viaggiatore  un  lii>fo  ,  nel  quale  le  pagine 
nono  divise  in  ;più  colonne  :  il  viaggiatóre 
vi  nota  il  giprho  ,  e  Torà  del  suo  arrivo» 
il  suo  nome ,  il  sTuo  titolo  ^  il  luogo  da  do- 
ve viene  ,  è  quello  >  verso  il  qaale  è  indi- 
rizzato, il  numero  de' cavalli  ^  che  ha  pres- 
so, e  la  inaniera^  colla  quale  è  stata  ser-' 
Vito  •  Questo  libro  si  porta  al  £ne  d'^dgni 
niese  al  giudice  territoriale.  I  cavalli  ^ono 
piccioli  e  di  cattivò  aspetto  ,  ma  non  cor- 
rono però  meno  rapidamente  ;  si  cammina 
Velocemente  soprattuito' in  tèmpo  d'ihverno; 
la  slitta  fende  I*  aria  ;  passa  sopra  i  l*aghì , 
e  le  paludi  coperte  dì  ghiaccio  e  neve  ;  vpì 
$ieté  al  termine  quando  tneno  pensate  (t)* 

Se 

,       — , — .-,*- ^.  ..  ' 

(^i)  Sé  r  illustre    Autore  avesse  viaggiato  per 

l^  Italia  y  fìon  avrebbe  lasciato  per  itoti  cu^ 

ratina  ^  o  per  dimenticanza   di    notare^  the 

'  nella  Svezia  è  proibito  sotto  péna  delle  bat;^ 

chette^  ai  Postiglioni  A  domandar  /a  buòna 

mano.  Se  il  viaggiatore  ^  dopo  una    corsa 

.       di  10^  ò  12  miglia  italiane^  dona  loro  due 

soldi  f  essi  sono  contenti  ;  se  poi  arriva  alla 

generosità  eccessiva  di    denàre  4    soldi  ,  si 

G     2  veg' 


too  J>d  Regno  e  della  Fita 

Se  si  tratUQO  i  paesani  con  ^oIcezz;^a,  $^ ot- 
tiene da  loro  tuttociò  che  si  vuole  ;  soltan- 
to nei  coatorni  delU  Capitjale  essi  sqqo  in- 
teressati e  poco  ti;auabili»  Ella  è  cosa  ^pi^- 
ceyole  >  che  uqo'  stabilimento  si  comodo ., 
$ia  pregiudizioso  all'agricoltura.  Tali  sonp 
i. principali  tratti,  che  o/Tronq  in  generale 
41  carattere  i  ì  costumi  »  e  le  usante  dei  fi* 
gli  della  Svezia.  .(Jualche  variazione  si  scor- 
ge esamitiaodo  in  particolare  ogni  provinr 
cia^  La  Scania  p.  e.  godendo  d^  ^n  $\\6Ì9 
fertile^  e  che  in  generale  si  trpy^  n^H'op^- 
■    •     '  .^  '  Jeiv-  ', 

-•-•  ...  •[ 

peggono  saltar  per  .aUAgr.€\'{(^  j.  Mi:  sta  ^er^ 
,  niesso  di  riferirla  uri  altra  bagattella  ,  nqn 
,   pero  tale  ver  chi  viag^tìk  in  altri  pafiA»  S 

che.  dair^  altra  parte  spiega  mo^o  il^  carata 
,    t^re  nazionale  del  popolo  di  Svezia  .'  «Jia/q 

Xtva  la  sera  ad  urC  Osteria  ;  si  vogliono  scor 

ftcare  %  hauti  :    chiunque    si  trova  presente 

'presta  il  suo  servigio,  n^  getieralmcritJ^ ..per^ 

^  xiò  pretende  la^  menoma  cosa^   Un,  Soldato  j^ 

:    il  ^  quale  prestò  una  volta  un  simil  servi^fo^^ 

,  mentre    gli  fu  presentai  Iq  merciz4e.r    OSr 

/?<>j^:.  possìbile  ch'ella  mi  prenda  perjpo- 

mo  da  farmi  pagare  si  pic9iolQ   servizio? 

;  ,JParole,  che , fuori  della  Sv^^ia  ,  jscpb^nn  ,  s} 

.viaggi  per  molti  paesi  ,  «9».  risg^  ffflm^al 

^i  sentir  ripetere.. 


Ji  Gustavo. IIL  re  di  Sve:(ìa .        i o  1 

lenza,  conosce,  la  sua  situazione  ^  e  la  fai 
conoscere  agH  /altri  .  Lo  Smolandese  suo 
vicino  al  contrario ,  abitando  fra  sterilì  ru- 
'pi ,  e  terre  foreste  ^  è  utnilp  ^  dólce  ,  som- 
messo ;  la  più  misera  ricompensa  il  soddis- 
'fa  ,  e  n^  esprime  la  sua  riconoscenza  in  una 
maniera  la  più  inigénua  e  toccante  .  11  Ve- 
strogoto ,  che  abita  ancor  esso  un  paese  fa- 
vorito dalla  natura ,  cpnosce  le  risorse  dell* 
industria  ^  e  se  ne  prevale  ;  sopra  tutto  ié* 
tende  perfettamente  il  trafiSco  d'ogni^gene^ 
re .  li* Ostrogoto  nulla  ha  in  se;  ,  che  pos- 
sa dispiacere ,  se  non  forse  il  suo  nome  > 
egli  si  distingue  per  la  sua  politezza,  per 
la  sua  grazia  nel  parlare,  per  la  civiltà  det 
le  sue  maniere!  egli  somiglia  alla  natura, 
che  intorno  lo  cirfge,  e  che  dappertutto  si 
mostra,  m  aspetto  .  grazioso  •  La  vicinanza 
delU  Capitale  dà  al  Sq^ermàno^  ed  Uplan» 
dese  una  fisonomìa^'^quiyoca  ^  dalla  quale 
sono  stati  sfigurati  i  lineamenti  della  natu* 
ra  •  II  Yestmaniese  ha  un  esteriore  pobile  » 
un  carattere  fernbo  e  deciso  »  costumi  sem-^ 
plici,  itia  dolci;  L'abitatore  della  regione  , 
inetta  la  Norlandta  ,  ha  la  ^statura  alta  ,  il 
guarda  impavido ,  la  franchezza ,  e  la  pro- 
bità^ dipinta  sulla  itorite  ;  esercite^  T  ospita* 
ìità  con  egùal  premura  e  disinteresse  •  Il 
finlandese  è  onesto  ,  laborioso  >  indurito 
nella  fatica  ;  viene  tacciato  di  durezza  e  d'o* 

Q    3  $tì^ 


102         Del  Regno  e  della  Vita 

«tinazioae.  I  Laponi,  coofinanti  colla  Nof* 
landia  »  hanno  cominciato  a^  civilizzarsi  ;  gli 
altri  seno  ancora  selvaggi,  e  non  conosco- 
no  che  T.  istinto  della  natura. 

Ma  passeremo  noi  sotto  silenzio  *Ia  tribà 
si  rimarcabile ,  della  quale  il  nome  risveglia 
r  idea  del  coraggio  e  del  patriotisme?  Sot- 
to un  ciela  rigoroso  ,  fra  ihontagne  coperte 
di  neve  ^  otto  o  nove  mesi  dell'  anno>  1 
Dalecarliesi  s'induriscono  nei  lavori  più  pe- 
nosi ,  e  non  temono  qualunque  fatica  ;  so- 
miglianti alle' rupi  ,  frammezzo  alle  quali 
abitano  ,  resistono  ad  ogni  urto  ;  intrepidi , 
e  fieri,  comq  tutt'i  montanari  ,  fuggoh  la 
schiavitù ,  odiano  V  impressione  ;  gelosi  dèf 
jiroprj  costumi,  ed  usanze*  li  trasniettonò 
da  x\\\dL  generazione  all'altra.  Àbiti  corti  di 
color  o  tutto  neroj  o  tutto  bianco  ",  iunga 
barba  ,  dialetto  rozzo ,  tua  nervoso  \  li  di- 
stinguono dagli  altri  abitanti  della  Svezia  ; 
collocati  sopra  un  sudlo  ingrato  ,  spesso  non 
hanno  nutrimento ,  che  un  pane  composto 
^i  farina  grossolana  mescolata  con  scorze  ; 
della  polenta  che  T  acqua  sola\  ed  un  pòco 
di  pesce  salato  condiscono  •  Essf  spatriano 
in  gran  numero,  per  cercar  la  loro  sussi* 
stenza  nelle  provincie  più  fertili  e  soprattut- 
to nella  Capitale  •  Son  impiegati  nei  trava- 
gli pubblici  e  privati  ;  ed  in  tutto  ciò ,  che 
intraprendono  \   maiiifestano    intelligenza  e 

giù- 


di  Gustavo  III.  re  dz  ^ve:(ia .       iq j 

gitilo  raziocinio  •  Nel  tempo  di  questa  Io- 
fp  dimora  fuori  della  patria  ,  cercano  d^eco^ 
nQmizzare;!  ed  ammassare  ciò  che  possono, 
per  ritornare  ,  e  provvedere  ai  '  loro  biso- 
gni >  che  si  riducono  a  pochi  •  Semplici^ 
onesti ,  franchi .  i  Dalecarliesi  ,  non  sanno 
4ifScìare  quanto  cohverrebbe  della  malizia 
^  della  frpde .  L*  astuzia  d'  alcuni  scaltri  av- 
venturieri gli  ha  impegnati  in  alcune  intrar 
prese  contrarie  ai  loro  jproptj  inter^$si ,  ed 
a  quelli  dello  St^tp  ;  ma  il  biasimo  non 
può  cadere  $opra  di  essi;;  giaminai  ebbero 
debile  intenzioni  colpevoli  •  Il  mantenimen^ 
tQ  dei  privilegi  della  nazione  è  lo*  scopo'» 
cV  essi  si  sono  proposti  .  L*  epoca  la  pitt 
brillante  della.  loro  Storig  è  senza  fallo  quel- 
la d^Ile  imprese  militari ,  nelle  quali  segn^« 
larpnp  il  loro  .valore  y  sotto  il  comando  di 
Q^stavo  I  ;  essi  liberarono  i  loro  concittar 
dini  dal  giogo  dell'  oppressione  ;  essi  salva- 
r.pnp  la  loro  patria  . 

.  La  Capitale  della  Svezia  non  differisce  da 
tutte  quelle  altre  città  nelle  quali  cpnflui- 
scona^  e  si  concentrano  le  ricches^ze  degli 
{Stati ,  A,  riserva  del  più  o  meno  provenien-^ 
te  d^l  grado  di  opulenza  o  di  popolazione , 
Stókhplm  offerisce  lo  stè9§o  colpo  d' occlìio  , 
.Qhe  le  altre  grandi  città  .  Yj  si  vede  il  fu- 
ror del  lus^o  passare  dalle  '  classi  superiori 
alle  inferiori  .  II.  gusto  del  piacere  ,  che  fa., 

G     4.  na- 


ic'4        DeVJtegno  e  della  Vita. 

nascere,  il'  disgusto  per  Ja  fatica  ,  ^  pdf  ili 
'proprio' dovere*  La  depravazione  deicòstò* 
mf,  e  la  sedtntone  ,  e  iaicrificao<^  vxttkw 
numerose;  le  mode  e  le  usanze  che  t«ii« 
«gono  daHa  Francia ,  ottengono  sempre  -  nte 
]>referenza  segnalata ,  e  ne  risultano  spesso 
degli  effetti  singolari,  che  contrastano  Ìbz* 
it^raineiite  con  il  clitna,  e  coi  tratti  iiidfcl»* 
bili'  del  carattere  nazionale . 

Fra  li  pubblici  divertimenti  di  Stòkholm 
ti  distinguono  gii  spettacoli  .  V  Opera  ha 
acquetato  un  grado  di  perfezione  che  sor- 
prende lo  straniero  <  Si  sappresentaob  aIco« 
ni  pezzi  originali  ;  gli  altri  sono  tradu2i0ni 
dal  francese:  le  opere  colla  musica  di ;6liik 
sono  sempre  preferire  •  11  Teatto  ckianaio 
//  Teatro  drùmtnaticù  i  è  destinato  peridrav^- 
mi^  e  per  le  commedie  dì  carattere  «^^11 
Teatro  chiamatov^ii/fa  comico  ^  è  per  i  com- 
«pontnienti  meno  serf  •  Sebbene^  que$ld  •  dine 
teatri  abbiano  fatto  progressi  ,  abbisognano 
però  di  perfezionarsi  «  La  commedia  fran*- 
cese  nel  passato  era  riservata  per  la  aorte  r 
-tyraperò,  da  qualche  anno,  è  rappresentala 
ancor  in  pubblico.  Il  gusto  degli  spetteeoli 
è^ssato  dalla  Capitale  alle  provincie/*  Qo- 
thembourg  ,  Norkoeping  ^  Garls^rona^  QtOj 
Falb^n  ,  hanno*  teatri  ,  e  vien  assicurato  che 
glMmpresarj  ci  trovano  il  Idro  conto  « 

U  Governo  ha    ^abakd   a  Stc^faok»  vxx 

tri- 


dvtìttstatlo  III.  n  di^Sve:(Uf  ;      105 

tnibunale  di  polizia  a  somiglianza  di  quello 

*di  Parigi.  11  capo  di  questo  Tribunale  è  il 

.^governatore  della  Città  ^  «he  sì  fa  rispettare  • 

iUna  guardia  vien  distribuita  nei  di  versi  quar* 

^tieri  ;  olla  fa  la    ronda    nell'  inverno  dalk 

"-jdre  nove,  e  nella  state  dalle  dieel  della  se^ 

ra  sino^lle  quattro  della  mattinai  ella  gri-»^ 

dando  dà  avvisa  delle  ore  ^  ^  acoompagnanr' 

dole  di  queste  parole;  h  mano  buona  ^    ed 

^onnipotente  di   jDìq   liberi  In  nostra  cu  A  dà 

fixocQ  ;,  e  da  incendio- -i  questa  guardia  fa  ri^ 

sonare  tutta  la  città  daU'  «ma  airakiraieeirie* 

onUà  :£oUe  sue  grida .  Le  ore  vengono^  ww* 

craiannunziate  dall'alto    delle    torri- non  un 

•istrnm^eQtd  i  del  qtnle  il  supn  lugubre   IK^ 

•profxiove  al  certa  sog^i  allefrl;.  Buone  4i$^ 

posizioni   prevengono  le   airagi  deile^  iia^« 

me  ;  e  meno  si    faranno   temere  ^a  *  quando 

le  rase  di  legtto  saranno  del  tutto  svamitl^* 

iJn  ordine    del    Covano   pmibisce   d^  c^ 

etralrne  delle  nuove    o    rifabbricarne   deBe 

^'vecchie  •  La  compagnia. d'assicurazione  ^n-- 

fM  gr  incendj  ha  guadagnato   la   confides- 

nz  del' pubblico  •  Le  Città  di  provincia  pqs-* 

fono  mettersi  a  profitto  i  vantaggi  >  che  4ri- 

^abitano  da  questo  stabilimento  egualmente  » 

die  la  Cfapitale. 

Le  strade  di  Stokholm  sono  illuminate 
nelle  noni  d' inverno  ..  Alcune  altre  città 
liatino  imitato  l'esempio  della  Capitale-  S 

ado- 


lod        J>eì  Jfégnù  e  ielle  fita 

tdoprai«>  a  quest'  effetto  delle  Lanterae.  a^» 
taccate  alle  case  »  o  a  dei  p^li  ;  queste  pe- 
rò non  rendono  ^  che  un  lume  debole. ed 
incerto  •  Stpkholm  ha  delle  strade  larghe  e 
hcn  tirate  ;  sarebbe  da  desiderarsi  per  1  pe.- 
doni  vi  fossero  dei  marcia^piedi  ,  .e  ch^  le 
strade  fossero  meglio  selciate  ..  11  passeggio 
pubblico ,  chiamalo  il  giardino  del  Be ,  pò- 
ti^bbe  essere  più  vasto. 
.  Questi  caratteri  dei  popoli*  che  abitano  le 
varie  provincie  della  Svezia^  ne.  formano  un?f 
nazione,  in  complesso  rispettabile.,  e  ca|2ac^ 
delle  maggiori  azioni.  I  fatti  consagrati  nel- 
le Storie  fanno  pieni^ima  fede  del  vaIore> 
deir  ingegno  ,  della  costanza  »  della,  sobrier 
tà. ,  e  di  tuue  le  altre  eccdlentì  qualità  ^ 
che  distinsero  in  ogni  tempo  la.Svezzese 
da  qualunque  altra  nazione  del  settentfio- 
ne  •  Ciò  specialmente  attribuir  si  deve  al- 
la^  buona  educazione  di  quejsta  eccellente 
nazione..        .       . 

Bel  vedere  ì  Governi  divenuti  piùaaìvi> 
più  generosi  incora^ire  le  arti  utili,  e^ 
Aprire,  nuove  sorgenti  air  industria  ^  d'agiOj» 
e  di  prosperità  1  ma  un  obbietto  più .  etsenr 
ziale  ancora  ,  non  ha  sinora  impiegato  h 
loro  attenzione  con  quel  fervore  ^  ch'egli 
merita;  cerchino  prima  di  tutto,  di deri^ ^gU 
uomini  principi  e  sentimenti!  £a;vyiviuQ, ^f 
pcrfezion>no  V  educazione  con  un'  influenzi^ 

im- 


ài  Gustavo  IH.  reiiSvìi^  l      J07 

inattiediara  delle  Itoro  cure  !  I  preglUdw)  'tt 
fiminuirantio  ;  i  sémi  delle  virtù  si  8parg6- 
ranno  più  largamente  ,  e  renderanno  frutti; 
èi  vedranno  iti  numero  minore  quer  morta* 
li ,  cbe  senza  guida  ,  sènz^  regola  corrono 
al  loro  precipizio  ,  e  la  terra  sarà  più  fe^ 
lice . 

Le  Università  sono  ùella  Sveria  come  at- 
iro ve  i  primarj  stabìUmenti  dlestinati  alla 
pubblica  educazione.  Quella  d' Upsala  èia 
più  antica  ;  ella  fu  fondata  nel  1476.  da 
Steno  Sture  il  maggiore,  queir  amministra- 
tore ,  che  illuminato  ,  e  sagjgio  felicitò  la 
Svezia  in  un  tempo  ^quando  questo  paese 
sembrava  ùnicamente  destinato  all«  tlìsgrar 
zie  ed  alla  sofferenza  •  1/  Università  dì  •  Up- 
sala  languiva  in  metzo  alk  turbolenze  ed 
alle  sanguinose  catastrofi,  che  seguirono  ^ 
da  vicino  la  sua  istituzione  •  Gustavo  I 
non  la  trascurò;  ma  i  figli  di  questo  mon- 
narca  la  perdettero  di  vista  •  Gustavo  Adot»* 
fo  la  rinnovò  al  prmcipio  del  suo  regno; 
questo  Principe  le  assegnò  dei  foadì  ,  e  h 
diede  abili  maestri  ,  de*  quali  molti  fut-onti 
chiamati  da  esteri  paesi .  Locenìo  molto  veff' 
Sato  nelle  antichità  del  Nord  ;  Freinsche- 
mio ,  conosciuto  pe*  suoi  comitienti  sogli 
antichi  ,  e  per  i  suoi  supplementi  a  Tité 
Livio  ;  Scheffer  letterato  quasi  universale  v 
e  di  cui^la  sana  critica  ha  illuminato  lesu« 

\  ri- 


^  I 


lo8        JOel  Regno  e  iella  Vita 

ricerche  ;  insegnarono  a  XJpsala  .  Uno  Sve- 
dese ri  si  distingueva  nello  stesso  tempo  f 
questo  era  Olao  Rndbek  ,  autore  della  tz,^ 
mesa  Opera  solle  anticaglie  del  Nord,  tan- 
fo rimarcabile  per  T  erudizione  quanto  pef 
hr  ipòtesi  e  congetture  che  contiene  .  Int 
questo  secolo  Linneo  ,  Celsio  ,  Valleriòr , 
Klingenstierna  ,  tutti  nati  nella  Sves^k,  han- 
no dato  air  Università  tfUpsala  la  pia  Itf- 
minosa  riputazione.  Fra  i  professori  attuati 
il  Sig.  Thunberg,  Melanderhielm  ,  ì^rospe- 
fin,  e  molti  altri  sono  conos'ciuti  per  il  la- 
ro sapere  ^  L'illustre  Bergmar^  non  e^isf^ 
pia;  egli  è  molato  iti  un'età  poco  avanza- 
ta^ vìttinìa  del  suo  amore  per  le^atiéhé/ 
Pexthè  mai  questi  niortali ,  che  onorano  V  u- 
mahità',  che  ne  sona  P ornamento,  la\glo^ 
ria  -della  terra ,  pervengono  essi  si  di  rado 
mi  limiti  i  .  più  stesi  della  Vita  ?  Il  Sig. 
Thuhbcrg  ha  un  gabinetto,  che  merita  d'es- 
ser veduto;  vi  sono  raccolta  molte  curiosi*- 
tà  del  Giappone  :  come  sono  ,  abiti^^  stru* 
mentì,  utensìli,  e  monete  dei  paese >  nel 
quale  questo  dotto  naturalista  svedese  ha 
fatto  un  lungo  soggiorno  • 

La  libreria  dell'  Università  di  Upsal  éf 
una  raccolta  preziosa  e  per  il  numero  e  t>er 
la  scelta  dei  volumi  •  La  Storia  naturale  pé* 
tò  è  la  più  distinta .  Vi  si  conserva  Un  ma^ 
Aoscritro  dell'Edda ,  che  passa  per  il  mi- 
glio- 


di  Gustavo  III.  re  4i  Sve\ia  .       109 

gjiprp  di  questo  antico  .Codice  Teqlogo  àfà 
popoli  del  Kord .  U.Cpdlce  Argenteo  è  nix 
altro  t^sprp  ^i,  questa.  Libreria  ;  egli  coptici 
|ie' la  traduzione  dei  quattro  Vangeli  i^  lin-t 
gu4  Moesp^C^otipa  da  Vlfila  Vescovo^  ^ei 
Goti  nel  quariQ  ^ecqlo^  Le  lettere  d*oro,^ 
e  d'argenta  di  questo ,  hanno  fatto  fare  ^uol-r 
te  <:Qngetipre.:  sembra  eh'  es^e  sieno  fexma? 
te  $ulla  pergamena  per:  flìgzzp.  d'una  spfcie^ 
di.  encausto  .....»;; 

L' Uni  vessila  d^Upsgl  ha  un  giardino  hor. 
^anicp  divenuto  celebre  per  le  f^tic^hf  di 
^Linneo.  Appassionato  per  quella  scienza  ^^ 
eh'  egli  poltivaya  ,  secondato  aei  suoi  sibrzl; 
dal  Governo  »  non  trascurò  a^^un^i  occàsìp-j 
ne  d*^ arricchire  questo  giarditio  di  tutto  ci^  ^ 
che  il  regno  dei  v^getabijii  coijitiepe  di  vpUW 
curioso  nelle  quattro  parti  del  mondo  #  Le^ 
piante  che  soffrono  il  dirpa  del  Nord^  ^onpt 
in  aria  aperta  ,  le  ;iltre  sono  distribuite  iq, 
yarj  appartamenti ,  doye  godono  .d'un  gra*, 
do  di  calqre  nec^ssarip  alla  loro  vegeta"^, 
zione,  ./  ^ 

L'Osservatorio  è  debitpre  della  si\a  er«-^ 
ziot^  ad  Andrea  Celsio;  i  fondamenti^  han- 
no patito,  p  le  osserva^io^  spesso  se  ne. 
risentono  .  Il  teatro  economico  mostra  i  mo-t 
delli  degl'istruinenti  inventati  dall' ingegna 
ninano ,  per  facilitare  i  lavori  dejr  agricoK 
tura  (B  dell'industria;  l' elaboratojo  della  chW 

mi- 


y 


\\%'      JM  Regno  €  detta  Vita 

lioni  ,  ed  imìxàtzizi  ,  che  non  posfic^io  # 
meno  di  non  recar  nocumento  alle  loro  fun- 
zioni  essenziali  •  Il  metodo ,  eh*  essi  teoigor 
no  nelle  loro,  lezioni ,  è  presso  a  poco  Iq 
atefso  delle  Università  della  Germania  -,  di 
fado  si  servono  del  latino.  La  lìngua  Sverr 
dese  ha  preso  il  suo  luogb  •  11  Governo  e 
diversi  particolari  hanno  stabilito  dei  fondjl 
per  mantenimento  dei  giovini  ,  dei  quali  là 
fqrtuna  non  corrisponde  ai  talenti  • 

Dopo  le  Università  vengano  i  GoUeg)  j 
chiamati  come  nella  Germania  ,  Gi$masj^ 
i^no  sparsi  nelle  Provincie  ;  la  maggior  pair 
te  sono  situati  nelle  città  ,  dove  vi  è  uà 
Yeicovo  f  ed  un  Concistoro.  La  Capital^ 
i\on  dovrebbe  ella  avere  uno  stabilimento 
di  tal  fatta  ?  I  inaestri  che  insegnano  nei 
CoUegj ,  sono  chiamati  Lettori  •  Le  scoole 
sono  in  gran  numero  tanto  nelle  città ,  che 
nelle  campagne  •  Queste  difierenu  istituzio- 
ni ,  non  avendo  seguito  i  progressi  dei  Ia« 
mi  •  difficilmente  produrranno  quegli  eletti , 
per  i  quali  girono  destinate  dagP  Istitutori,. 
I  Colleg} ,  e  le  scuole  non  si  frequentanq 
quasi  da  altri  che  dai  figli  del  popolo  •  L^e^ 
ducazion^  dimestica  regpla  gli  altri  fino  al 
tempo,  che  passanq  alle  Uiù^ersità.  L'edu^ 
cazioqe  privata  può  aver  i  suoi  vantaggi  ; 
ma  ella  ha  ancora  i  suoi  inconvenienti.  Di 
(adp  vien  ella  affidata  a  mani  degne  di  xen 

.go^ 


goterla;  elh  non  distrugge  il  pregiuduio 
dètF orgoglio, ^n^ndi»  Insieme  ranghi  està-» 
ti^  £ila  lascia'  nelV  inerzia  la  moli»  più  fot* 
%t  delle  facoltà  deir^iòmo,^ cioè  remulàfzio^ 
l&e  .  Gli  Stati  fjcmdarefio  tono  il  r6gnó>iH 
Adolfo  Federico  una*  scfaola  di  Cadetti  dt 
marina  a^  *  Xi^larlscrova  ^  questo  subiltmento 
ha  durjita  fatica  a  prendere  '  cbhsistQnt&i  ^  e 
ahoMra  attuainiFeAlt  non.  è  «teso,  abbastan^ 
12L ,  per  prócrùfara  al  paese  \ 'lui  vantaggi»' 
sensibile  e ^rdble*     /  "»  .    -- 

«  .L'MflueArà'4elto^  lonhe  tui^  ftlidtà  del-^ 
}^<*tt>Hétà.'è<  dMicieM^,'  ^\è  daAsegtieiirza' )« 
•Jbro'^  educazione  *  dev&  a  sb  chtaimare  \t  mag^ 
yiori  .premare  «v^  Ma  poéhi -'pa^À  /vì*  soteo  ^ 
dóve  *  un  «xbbi'é^  d0tó  cssibanaie  t*sìa^  p^t^w^ 
n43to  a'iqael^'grado  dl'>per&ziotiRe  à€Ì  optale 
è  «stiMettibUt  :  Ndla  Siiezia  le  figlie  dei  oótv* 
faditù  V  e^  degli  a^tigiant^Mno  i^rruìt^t  ntiid 
pobbttqh^.  sMòle.  Qoelte^  di  raoga  -^iiì  di« 
stinto  si  hnii^  Qdicoro ,  in  ciooglri  dove  si 
fliiatS0dò*a»  doztèna,  éove*  i  ^t^asenti. iè.  hau^ 
no  Meco  gli  occhjv  e  dannoii<$it>^  dalle  goves*. 
Affiti.  Si  "preftristono  volentieri  le  franoesii 
fftr  gov^rnMtM  "^^  spesso  avviene  di/  sce^ 
gliere  persone  '  ppcd  abili:  per  cale  uffizio  p  e 
te' Squali «tlrro  marita  non  hanno  che  di  par-, 
laf.  .ftaitiUo^'e  tp  --  «^  »  -'^ 
^•Siirà  dal  principio  del  secolo  ,  il  Gover-:* 
no  aveva  preso  risoluzione  di  \  fondai^  un^ 
.     Tom,  II.     -  H    .  ca- 


114         pel  Regno  e  iella  Tità. 

casa  y  dove  persone  giovihi  di  qualità '«   po« 
co  favorite  dalla  forrtma    poces$ero    trovare 
un  onorato  asilo  ,  e  ricevere  un*  educazione 
analoga  alla  loro  nascita  ;    ma  quésto  pro- 
getto svani .  Akre  cure  assorbirono    il  zelo 
e  l'attenzione  di  chi  governava.  Luigia  Dl- 
rica  venne  in  isvezia^  e  sposò  T  erede    del 
trono  di  quel  regno .  Ella  volle  donare  al- 
la nuova  sua  patria  una  ciprovìi   dei    semi* 
menti  che  per  lei  nutriva  .«Il   progetto  fu 
ripreso ,  e  questa  Principessa  fece  nominare 
una  cominissione   ,   alla    quale   élla  presie- 
dette •  S.  Ciro  servi  di  modello  e  fu    fissa- 
to, che  questo  convitto   di    giovani   damir 
gelle  dovesse  stabifìrsi    a   Vadst^na  .Ma  le 
circostanze  non  permisero  di  seguire  questo 
piano  :  convenne  pensare  ad  un  altro  n^ieno 
vasto  e  meno  dispeiidioso  •  Si   raccolse   per 
sottoscrizioiie  un  fondo  ,  le  rendite  delqua^ 
le  furono  destinate  a  dare  pensioni    più>  o 
meno  considerabili ,  a4  un  certo  numero  di 
damigelle   nobili  tratte  a  sorte;  esse   portar 
no  la   cifra  di  Luigia  Ulrica  >  attaccata  ad 
un  nastro  azzuro .  A  Norkoeping  si  è  aper-. 
ta  una  casa,  dove  sei    damigelle  sonog edu- 
cate gratuitamente,  e  sei  pagano  una    doz- 
zina assai  tenue.  Questa    fondazione    2  do- 
vuta alla  munificenza  del  conte  Calilo  Schef- 
*  fer  ,  e  ad  alcuni  altri  cìttcìdini  generosi  dell' 
^«rdine  nobile. 
^  11 


di  Gustavo  ìtL  re  dt  Sve:(ià  .      !  i  ^ 

Il  governo  di  Svezia ,  convinto ,  che  V  e* 
ducazione  pubblica  influiisce  djrettameace  sul- 
la felicità  dello  Stato ,  ha  creato  tina  com^ 
missione; è  dessà  stabilita  a  Stokhqlm.'Yi  è 
ancora  una  Società  colFistessa  mira,  la  quale 
pubblica  libri  elementari  ,  ed  altre  Opere 
utili .  Il  Sig.  Gioervei  ,  Bibliotecario  del 
Re  ,  fa  r  autore  di  qoesu  società  . 

CAPITOLO      IV. 

Coltura^  ed  industria. 


^\Cl^«i  lavori  ,  che  rendono  fertili  i  cam- 
pi^ che  aumeotaoo  le  ricchezze  della  natu- 
ra ,  Èono  degni  d*  attenziohe  in  tutti  i  pae-^ 
si:  ma  lo  sono  ancora  più  in  quelle  con- 
trade, dove  sembrano  esser  stati  interdetti 
air«iomo;  dove  F  uomo  ^  intrapreodendoli , 
contrasu  con  molti  09C^u»>li)  e  dà  Icimiao- 
se  ^rove  d*  intelligenza  ,  di  piazienza  e  di 
coraggio . 

La  caccia  ,  e  principalmente  la  pesca, 
davano  anticamente'  il  cibo  ag^i  abitanti 
della  Svezia;  essi  conservarono  questo  ^t^ 
nere  di  sussistenza  più  a  lungo  «  che  le  al* 
tre  hazìotii;  un  genio  dediso  per  i  corniate 

Ha  ti- 


ti6         Del  Regno  e  della  Vita 

cimenti,  e  la  natura  del  loro  paésQ>  sem- 
bravano angora  a  ciò  invitarli .  Coli*  andare 
del  tempo  ,  essi  pensarono  non  ostante  '  a 
coltivare  il  suolo  ,  sul  quale  la  natura  li 
aveva  collocato  .  Gustavo  I  ,  che  non  tras- 
curava alcun  ramo  dell' amministrazione  pub- 
3blica  ,  molto  s'  affaticò  per  i  progressi  dell' 
agricoltura;  egli  si  tratteneva  coi  lavoranti 
e  comunicava,  loro  utili  insegnamenti  sull'ar- 
te di  tirar  vantaggi  da*  loro  possedimenti  • 
Egli  era  un  padre  illuminato  e  tenero ,  che 
non  temeva  qualunque  impegno,  quando  si 
trattava  della  felicità  de*  suoi  ngli .  I  regni , 
che  vennero  in  seguito  a  quelli  di  Gusta- 
vo ,  furono  in  parte  soggetti  a  delle  turbo- 
lenze interne,  ed  in  parte  occupati  inguer* 
re,  e  conquiste  •  Gli  Svedesi  acquist^roifo 
ricchi  granari ,  acquistando  la  Livonia  >  e 
molte  Provincie  della .  Germania  settentrio- 
nale .  Gustavo  Adolfo  ,  Carlo  X,  Carlo  XII, 
gli  avveizarono  più  a  maneggiare  la  spada , 
che  P  aratro.  Altri  tempi  condussero  altre 
usanze  ,  ed  altre  cure .  I  magazzini  stra- 
nieri si  perdettero ,  e  convenne  riparate  que- 
sta perdita:  questo  non  si  poteva  fare,  sen- 
za prestare  la  più  grande  attenzione  alla  colti- 
vazione del  suolo  nazionale .  Questa  coltiyazto- 
ne  divenne  T  oggetto  della  sollecitudine  del 
governo  ,  ed  i  particolari  non  s'  applicavano 
con  minor  zelo  per  farla  6orire.  •:      ' 

.      .A  -  S'in-, 


di  Gustavo  IIL  re  di  Sve^^^tU .       1  x  7 

S'Incontrano,  girando  la  Svezia,  deicam*- 
pi  ben  coltivati ,  e  coperti  di  segala,  di  fru- 
mento ,  d'orzo ,  e  d' avena.  I  prati  non  roah- 
jcrano  ;  e  ve  ne  sono  dei  naturali  e  dei  for- 
jtiati  dair  arte .  Essi  danno  fieni-  della  mi- 
glior specie  :  ma  non  si  possono,  segàrj»  ch^ 
una  volta  .  La  maggior  parte  dei  liegumi  so* 
no.  conosciuti  e  coltivati  ;  le  patate  ctes^o- 
no  in  abbondanza  >  ed  il  popolo  comincia  a 
gustarle .  I  possidenti  comodi  hanno,  dtif 
giardini ,  degli  orli  ,  delle  ajette  ^  ^  degli 
stanzoni  d' agrumi ,  con  istufe  ^r  T  iiwér*- 
no;  Sulle  loro  tavole,  si  Vtìggóno  delle,   ci- 

.  regie  ,  delle  pere ,  delle  susine ,  e  de'  me- 
lon[i  i  che  non  vcFrrebbero  disprezzati:  nei' 
paesi  meridionali .  Un  industrioso  coltiva-: 
tore  ha  formato  un  giardino  nelle  vicinan^^ 
ze  di  Tournee  ;  è  le  s.ue  fatiche  s^no .  sfate 
ricompensate  più  d'una  volta  dalle  abbon- 
danti raccolte.  Sotto  il  regno  di  Cristina^ 
comparve  un  ordine  ,  ^che  obbligava  ogni 
possidente  di  campagne  a  piantare  degli  ar- 
bori fruttiferi  intorno  alla  sua  casa:  quest' 
ardine  è  stato  trascurato  ,  e  pure  l' esecu- 
zione sarebbe  assai  agevole .  Le  ciregie  co- 
muni ,  i  ribes ,  molte  sorta  di  pere ,  ed  i 
pomi  si  maturano  a  cielo  aperto  nella  mag- 
gior parte  delle  Provincie  >    gli   alberi    do- 

-  mandano  poca    attenzione,  ;  ordinariamente 
resistono  ai  rigori  d^ll'  inverno ..  Fra  le    pe- 
li    3  re, 


ttS        Bel  Hégrtù  e  della  fiià 

re,  che  nella  dvetia  arrivano  a  maturità  p 
ti  distingue  la  bergamotta  ;  fra  i  pómi'j 
<}uelló  d'Astracan 9  che  ha  il  guSto  il  pìt 
squiaito  • 

Da  aleuni  ai\nl  In  qua  ,  t'applica  nelln 
Sveaia  con  fervore  stila  coltura  del  lino^  e 
4€lla  canepa  ;  e  ciò  produce  i  che  la  fore- 
stiera vien  introdotta  in  minor  quantità.  Il 
tabacco,  caro  a  tutti  gli  abitanti  del  Nord» 
lo  è  ancora  dgli  Svedesi  ;  le  campagne  in-  . 
tonto  alla  Capitale  ,  e  a  qualche  altra  città 
ne.  sono  coperte  .  Le  pecchie  noti  sono  trai- 
curate  ,  ma  il  clima  sembra  non  essere  loro 
favorevole;  forse  non  si  sono  ancora  abba*^ 
stanza  indagati  il  modo  d'allevarle ,  ed  i  ri- 
guardi ,  eh'  esse  richiedono  in  un  paese 
freddò.  ^ 

I  boschi ,  le  acque,  i  paludi,   le  ròcce j 

0  le  rhaccbie ,  occupano  quasi  la  metà  del- 
la vasta  estensione  che  formano  alla  Svezia  . 

1  proprietar)  più  comodi  riducono  molti  sì^ 
mili  luoghi  a  coltivazione.  .Bssi  fanno  sal- 
tare le  rocce  ;  schiariscono  i  boschi  ;  disec- 
cano le  paludi-,  estirpano  le  macchie;  tutti 
gli  anjni ,  i  campi,  ed  i  prati  s'aumentano; 
tutti  gli  anni ,  V  iriduMria  fa  delle  conqoi* 
sic  sopra  la  natura.  ^ 

la  vegetazióne  languisce  per  lungo  tem- 
po dell'anno  ne)  tettentrione  ;  ella  tofftt  « 
perde  delle^  fotze  preziose  ,  che   implegbe-^ 

reb- 


di  Gasiavó  III.  re  di  Sve^^ia^.       ir 9^    /    ^ 

rebbe  a  profitto  dell*  uomo  ;  ma  il  vigore^ 
che  le-  resta ,  st  spiega  con  una  sorprenden- 
te attività  y  quando  la  bella  stagiona-  si  è 
stabilita.  II  sole  quasi  iion  abbandona  Ter- 
rizaonte  ;  6gli  riscalda  V  atmosfera  ,  e  dona  '' 
tduavolta  ìmieme  frutti  e  fiori.  Si  semina^ 
nel  mese  di  Maggio,  e  si  miete  nel  mese 
di  Agósto.  Qqelle  sementi,  cheS  nèìr  au- 
tunno ,  si  confidano  alla  terra  ,  presentano 
liti  fenòmeno  non  «meno  sorprendente.  Esse 
sMnnalzano  e  formano  una  tapezzeria  della 
più  vivida  verdura  :  ma  la  neve  arriva,  ed 

•  occulta  infithantinente  questa  ricca  decora- 
2ione.  Per  il  tempo  di  sei  ,  o  sètte  mesi  ^ 
r  òcclùo  nulla  più  distingue,  e  la  crede  spa* 
rita  per  sen^pxe.  Al  ritorno  della  Primave* 
ra,  élla  ricomparisce  In  tutta  la  sua  bellezr. 
2a  ;  ella  si  è  nutrita  sotto  la  grossa  crosta^ 
dalla  quale  era  coperta:  lungi  d'aver  .per- 
.'duto  del  suo  ornaménto  e  del  vigore,  ella 
si  mostra  cdn  nuove  attrattive  e  ricrea  la 
vista  d' ognuno  • 

Consideriamo  un  altro  spettacolo    che  la 

'  campagna  ^ofTr  e  nella  Svezia  .Una  fiamma 
strepitosa  esce  da  quel  bosco;  un  denso  fu- 
ino  si  sparge  per  lurngo  spazio  nell'  aria . 
Non -è  egli  ^n  incendio?  Si  è  appiccato  it 
fuoco  ad  utia  certa  estensione  di  questa 
bosco  ^  per  ottenere  un  terreno  da  semina^ 
tt  ^  ed  al  quale  le  ceneri  servono  d' ingras^^      ^ 

H.    4^  sa- 


À  I 


1 


120         Del  Segno  e  efèlla  Vita 

sacnento  :  un  simile  terreno  vien  chian>at<l 
Svedjeland.  Questo  metodo  di  render  fertile) 
il  suolai  non  è  vantaggioso;  egli  distrugge^ 
boschi  ;•  il  terreno  che  procaccia ,  dopo  aver 
prodotto  per  due  o  tre  anni  ,  resta  inutìlo 
per  sempre;  con  ragione  perciò  vien  ri- 
provato e  di  rado  si  ricorre  a  questo  es- 
pediente, dacché  T  agricoltura  è  stata  per*- 
'  fezionata . 

Il  bestiame  è  una  delle  parti  interessanti  ' 
neir  economia'  rurale:  gli  Svedesi  lo  sanno  ^ 
e  non  la  trascurano  •  Ma  il  bestiame  è  nel 
loro  paese  di  piccola  statura,  come  in  tut- 
to il  Nord:  lo  sarebbe  ancora  di  più  ,  se 
le  specie  non  fossero  state  migliorate  pet 
la  mescolanza. colle  razze  straniere •  Egli  non 
può  pascolare  che  per  cinque ,  o  sei  mesi  : 
)1  restante  dell'anno,  egli  è  sotto  tetto,  e 
costa  al  proprietario  un  considerabile,  man- 
tenimento 4' 

Dal  clima  nascono  nf)olte  altre  difficoltà 
che  danneggiano  la  coltura. .  Primavere  a- 
sciufte,  tempo  da  mietere  umido  #  geli^^ehe 
si  prolungano  ,  o  anticipano  ;  ombre  e  A 
freddo  che  spandono  boschi  folti  ,  e  palu- 
dosi  ;  inazione ,  alla  quale  lunghi  inverni 
costringono ,  e  nella  quale  V  uomo  egual- 
«nente  ,  che  la  natura  sembrano  sepolti  in 
profondo,  sonno  ;  questi  sono  i.  principali  o-, 
stacoli^  che  il  clima  oppone  >nclla  Svezia  at 

prò- 


^ 


di  (}ùstek^  Ili.  re  di  Sileni     idi 

pregressi  là^Ua  coltivazione.  Quandi  la  xzc^ 
colta  è  fatta  ^  nuovi  ostacoli  ìncoiicra  Y  a* 
gricoltore ,  a  ragione  die!  corso  4«ll'il*tei'nd 
commercio.  I  can?iU  di  questo' commercio 
spesso  rimangono  otturati  in  an  paese  va* 
sto  e  nello  stesso  tempo tnal. popolato;  L'u-» 
so  d'addossare  ai.  contadini  il  niant^nimen-' 
to  delle  poste i  accomodo  df^  piaggiatori, 
non  può 'essere*  che  assai  nociyp  all' agricol- 
tura;' II  còutadiup  è  pagato,  m;^  perde  un 
tempo  prezioso:  convien  che  trascuri  occu- 
pazioni a^sai  più  iisportanti ,  :\e  .contrae  l' a- 
bito  d^uha.vì£a>  errante  e  vagabonda*  Jje 
«Carse  andare,  che  frequentemente .  arrivano  4 
rovinano  spe^so^Jl  lavoratore:  se  egli  non  è 
cogiodo^non  trova  mezzo  veruno  a  proc- 
acciarsi il  riQianervte'  del  necessario;  e  le 
raccolte  che»vsi€'guonQ,  sono  r?»ediocri  io 
qualità  e  quantilà:  .egli  benedirà;, imagaz*, 
aini  pubblici ,  che  pra  si  vanno  costr^^eildo-? 
JMa  cojft  tutti  questi  convenienti.;  gli  Sve- 
desi' non  si  vedrebbero  si  frequente^nente 
necessitati, di  far  venire  grani  da  paesi*,  e^ 
steri, 's«  dd'ssero  baujfio/  all'acquavita ,  ù 
quale  consuma  una:  patte  coirsider abile  del 
prodotto  del  loro  suolo  .*  Essi  hanno  la  bir-^ 
ra;  questa  bevanda  .nqtn  potrebbe  ella  ba- 
stare? Molti,  che  hanno  trattato  dell'eco- 
nomia del  paese  ^  hanno  sostenuto.^  che  le 
earestie    erano    meno    frequenti    nei    tempi 


A  I 


ixx        Del  Regno  e  detta  VUé 

passati ,  quando  Y  arte  à\   coltivare  ;  la  terrai 
tion  aveva  fatto  taiit^  progressi    nella  Sve^ 
23a ,  qaanti  ha  fatto  al  presente  ;.  ma  qoam 
do  Toso  deiracqoavita  era  scoiioscluto  agli 
5rede$l>  eglino    asseriscono  ^    che  al  teiìipo 
di    (rustavo    orlino    s*  asportavano    biade  . 
Nella  ScaHia,  neìrOslrogothia,  e  nella  Fin^ 
iandia  le  eolttrc ,  essenziali  alla   sossisttnza 
deiraomo»  possono  farsi  xon   miglior   suc- 
cesso. La  Scania  ha  il    suolo,   Cd  il  clioia 
della  parto    settencrioaile  della    Germania; 
tutte  le  sorta  di  biade   dllignanb  in  questa 
provincia .  Il  bestiame  .  vi    riesce  più  grati- 
4é,  che  nelle!  ahre    parti    della    Svezia^  O- 
strógothia  è  tina  contrada    amena  >   interse^- 
eata  da  collide  e  laghi  ;  i  suoi  abitanti  ^o- 
RO  attivi  e  molto  intelligenti  :  La  t^inlakidist 
Ita  fertili  pianure,  edeccèllcttfi  pascoli:  vi 
si  è  raccolta  il  venti ,  ed  a^co  il  trema  per 
semente:  la  Cattcffa*^  il  liiitó,  il  tslbacco,  vi 
liescono  assai  bene  ^  Nella  parie   settentrio-* 
naie  della- Finlandia  vi  èrano  dtfi   vasti*  di- 
'  strettii  che  i    villaggi    più   Vicini   si^etaao 
appropriati ,  sèn^z*  alcuna  forma  legale ,  e  che 
non  potevano 'render    utili  «    11  governo  gli 
ha  fatto  misurare  dagli  agrimensori ,  ed  h^ 
lasciato  agli  antichi  proprietarj  un'estensio- 
ne proporzionata  alle  lóro  forze;  ir  restò  è 
stato  convertito  in  nuove .  possessioni ,   sog-  . 
gette  a  ndfovc  Imposte  ;  i  coloni >  che  vi  Si 

sta- 


s    / 


di  6ustav0  ìli.  re  di  Svezia .      ti) 

stabiliscono ,  ottengono  per  altro  un'  <«eti2io- 
ne  di  dodici  anni .  La  Smolandja  si  sostie^ 
ne  per  mezzo  dei  suoi  pascoli;  l^Uplandia^ 
la  Sudermania,  la  YestmaDia,  e  la  Nericia 
hanno  un  suolo  assai  ingrato;  ma  Tindu^ 
iiria  degli  abitanti  viene  in  soccorso  per 
natura,  ed  òrdihariamehte  procaccia  Joro  il 
necessario.  Nelle  altre  provimrie  si  Contn^^ 
sta  cogli  ostacoli,  talvolta  con  buon  esito i 
talvolta  con  perdita.  Vi  sono  degli  anni, 
nei  ^uali  si  veggono  costretti  a  mescolare 
utia  farina  assai  groèiolana  in  se  medesima 
con  della  scorda  d'alberi  e  di  radici. 

L*  economia!  rurale  è  debitrice  in  gran 
parte  dì  quel  progressi,  ch^ella  fa  nella 
Svezia,  all'Accademia  reale  delle  scienze^  di 
Stokolm.  Questa  dotta  socletit  ha  sparso 
della  luce  su  molti  essenziali  oggetti  dair 
agricoltura,  còlla  pàbblicazione  delle  Sue 
memorie.  Élla  ha  fatto  conoscere  Farte  di 
distinguere  le  differenti  sorte  di  tterre,  d'in-- 
grassarle  /e  di  lavorarle;  ella  ba  fatto  tenire 
delle  semenze^  da  paesi  esteri ,  e  le  ha  dì- 
stribuité  nelle  catnpagne  •  La  Società  patrio- 
tiea^  fondata  dai  cittadini  istruiti  e  generò- 
si,  ha  acquistato  diritti  non  tninori  alla  ri^ 
conoscenza  del  coltivatore.  Ella  pubblica 
un  giornale  eCCKÌpmico:  raccoglie  mpdelli 
degfistromenti  di  coltivazione  i  pii^  adat^ 
tati  al  pae<^,  e  ricompensa  con  premj  quei 

col- 


y 


124         ^^^  Bégno   è  iella  Vttà 

coltivatori,  che  si  sono  distinti  per  la  lórcr 
industria  • 

Si  contano  in  tutto  il  regno,  80205  pos- 
sessioni terrtttoriali ,  o  hemman  .  Essi  sono 
o  reali ,  Krono  heman  >  o*  immuni ,  Frelsè 
hemman^  o  tassati  Skatte  hemman.  Quelli 
della  prima  specie  dipendono  immediata- 
mente dalla  corona  >  la  quale  H  dà  in  affit* 
tOj  putt  Krono  ^  quelli  della  seconda  appar- 
tengono alla  nobiltà,  e  talvolta,  per  di- 
spensa, a  persone  non -nobili;  putt  freìsci 
che  comprendono  le  seterier  etc.  quelli  del- 
la terza  appartengono,  riguardo  alla  pro^ 
prietà  del  fondo >  parte  alla  Corona^  parte 
a  dei  particolari  >  o  nobili,  o  non- nobili  ? 
Qeir  usufrutto  poi,  a  quelli ,  che  le  coltiva- 
no e  ne  pagano  ì  censi,  Kronoskatte  heni'- 
man ,  Frelse  skattehemman  .  E'  stato  lunga 
jtempo  proibito  il  dividere  i  possedimenti 
territoriali  i  gli  Stati  rivocàrono  questa  proi- 
bizione nel.  1746,  e  nello  stesso  tempo  sta- 
bilirono un  Ufficio  rf*  agrimensura ,  Questo 
TJfSzio  è  composto  d'un  direttore,  d'un 
Ispettore^  di  cinque,  agrimensori  e  d'un  se- 
gretario .  Cento  sedici  agrimensori  sparsi  nel- 
le, prò  vincie>  lavorano  sotto  la  direzione  di 
'quest'uffizio.  Eglino  misurano  le  terre,  per 
facilitare  la  ripartizione  delle  imposizioni  : 
eglino,  nel  dividerle  ,  danno  loro  quelle  fi- 
gure, che  sono  più  favorevoli  alia   coltiva- 

zio- 


\ 


di  Gustavo  IIL  re  di  Sve:(ia  .      ii^ 

;tiohe .  I^e  dividono  in  tante  porzioni  quan- 
te il  proprietario  desidera  •  Questi  agrimeur 
sorì ,  scorrendo  i  distretti  j  ne  formano  del- 
le carte  geografiche  e  topo^afiche,  e  T  Uf- 
fizio se  ne  prevale  ,  per  dare  al  pubblicò 
carte  generali,  o  particolari  del  regno. 

Quanto"  riesce  mai  interressailte  il  riguar-» 
dare  Tuomo  in  quello  stato,  nel  quale  egli 
più  s'avvicina  alla  primiera  sua  esistenza  1 
Quei  rispettabili  mortali,  i  quali  un'assidua 
fatica  allontana  dai  vizj ,  su}le  fronti  dei 
quali  risplendono  l'innocenza  ed  il  candoA 
re;  che  altro  lusso  non  conoscono  fuorché 
un  ciel  sereno  ed  una^  fresca  verdura,  non 
meritano  essi  la  nostra  attenzione,  a  prefe- 
renza d'un  cortigiano,  cìié  s'innalza  a  for- 
za di  rampicarsi*,  d*un  favorito  dalla  fortu* 
na,  che  riposa  sulle  piume  nelle  braccia 
della  mollezza  ^  d' un  zerbino ,  che  profana^ 
la  dignità  dell'xiomo ,  per  la  depravazione 
dei  suoi  gusti?  Entriamo  nella  casuccia  d'un 
contadino  svedese.  Ivi  regnano  l'ordine,  la 
proprietà,  V ospitalità,  e  per  lo  più  ancora, 
la  coqnodità  ;  si  vede  con  piacere  quello  , 
che  ivi  abita;  il  suo  cibo  è  semplice,  e  sot 
stanzioso  ^  ed  analogo  al  clima;  i  siaoi  abi«- 
ti  sono  illesi;  si  manifesta  nel  suo  volto 
un'anima  che  non  è  abbattuta  sotto  il  pe- 
so della  miseria;  ordinariamente  egli  sa  leg- 
gere e  scrivere.  I  principali  tratti  della  sior 
,  '  '    ria  . 


126        Pel  Segno  e  della  Vita 

ria  del  suo  paese  non  gli  sono  ignoti;  se 
ne  serve  per  crattehitnento  cgi  suoi  figliuo^ 
li;^e  per  tal  mezzo  accende  nei  loro  cuori 
Ja  fiamma  del  patriotismo.  I  contadini  sve- 
desi si  dividono  in  più  classi,'  conforme  le 
terre  che  coltivano.  Ve  ne  sono  di  quelli 
che  hanno  in  affitto  terre  della  corona  per 
un  certo  numero  d'ailnii;  altri  sono  àfSttua-^ 
r|  dei  signori  stri  medesimo  piede;  vi  è  u- 
na' terza  classe  la  quale  è  più  rispettabile. 
Essa  è  composta  di  quelli  che  abitano  le 
terre  tassate  a  vantaggio  della  corona  ;  egli- 
no* ne  comprano  T  usufrutto  »  che  passa  da 
padre  in  figlio  sino  a  tanto  che  fedelmente 
adempiano  le  condizioni  addossatesi  •  Questi 
sono  quei  contadini,  i  quali  la  cosiituzione 
ammette  all'Assemblee  nazionali.  Di  questi 
molti  ve  tie  sono  stati,  che  hanno  figurato 
;in  quei  tempi  critici  quando  Y  anarchia  spar* 
geva  i  torbidi  ed  il  disordine.  Il  nome 
d' Olao  Hokanson  sarà  sempre  rispettato  nel* 
la  Svezia.  Questo  contadino,  nato  in  un  vii'' 
laggio  nella  provincia  di  Blekiogia  «  fu  de- 
putato del  suo  ordine  a  dodici  diete ,  ed 
oratore  a  otto .  Quando  nel  1743  ,  gli  Sta- 
ti deliberarono  sulla  scelta  d'  un  successore 
al  trono,, la  Nobiltà,  il  Clero,  la  cittadi- 
nanza unanimamente  elessero  Adolfo  Feder 
^ico:  il  quarto  ordine  non  approvò  quesl' 
elezione;    i    contadini   si  amnaucinaroBo*,  x 

non 


di  Gustavo  III.  re <li'Sve^a .      izj 

ncn  vollero  dare  i  loro  voti,  che  al  pritici- 
pe  di  Danimarca  •  Hokaiuon  intraprese  a  ri- 
condurli  :  Egli  li  r^dund  >  e  nel  tempo  d' un* 
ora  li  condusse  ad  unire  il  loro  sentimento 
ai  voti  d^li  aRri  ordini;  Questo  degno cili'- 
.  tadino  mori  a  Stokholniì ,  in  tpmpo  della  dieta 
del  1769  in  età  di  75  anni  .Gli  furon  &cti  o- 
norevoli  funerali .  IL  maresciallo  delia  diec^« 
gli  Oratori  del  Clero,  e  della  cittadi^anta^ 
tutti  i  Deputati  deir  Órdine  dei  paesani  ,  e 
molti  eziandio  degli,  altri  tre  Ordini  accom^ 
pagnarono  il  suo  cadavere  al  sepolcro  ìa  fu- 
nebre pqmpa;  egli  fu  seppelìito  neUa  Chii> 
sa  di  Riddarholm,  doye  ottenne  un  luogo 
tiella  tomba  delia  famiglia  dei  conti  di  ^r^ 
sen.  Hokanson  era  dotato  d'un  raziocìnio 
diritto  d^urio  spirito  giusto,  d*un*  eioqueo- 
ea  naturale:  senza  studj  egli  aveva  zcquU 
stato  della  conoscenza,  coU^ osservare  e  col 
ieggere  •  Le  distinzioni ,  che  riceveva  nella 
JCapitale ,  i  piaceri:  dei  quali  era  messo  m 
parte,  nulla  gli  tolsero  della  sua  amabile 
semplicità.  Assiso  a  Stokholm  alle  magnifi- 
che tavole  dei  grandi  del  regno ,  non  rit^r^ 
cioVa  per  ciò  meno  contento  alle  refezioni 
campestri,  che  la  sua  capanna  gli/oéeriva* 
Quella  mano^  medesima,  che  formava  i  de- 
creti degli  Stati,  tracciava  poscia  coll'itra- 
tro  l  solchi  nei  propr)  campi.  U  re  Fede- 
rico in  un  viaggio  die  fece  nelle  provincie 

mp- 


Ì28         I>€Ì  Regno  e  delia  Vita 

meridionali  del  regno  si  fermò  col  suo  se^ 
'  guico  presso  a  Hokanson  ,  e  'desinò  sonò 
si  umile  tetto  di  questo  lavorarore.  Quanto 
interessante  dovette  essere  questo  incontra 
della  Corona  coir  aratro  ;  questo  dovette  es^ 
«ere  il  godimento  dell'anima  di  Federico^ 
se  il  fasto  e  le  grandezze  non  l'avevano  re- 
s^  insensibile  ai  sentimenti^  che  ispira  la 
naturai 

Le  truppe,  nazionali  della  Svezia  sono  ti* 
partite  nelle  campagne.  Che  belvedere  que- 
gli uomini  destinati  a  combattere  ^per  la  pa* 
tria ,  confondersi  col  coltivatore ,  e  dargli 
mano  nei  suoi  lavori,  e  render  fruttifero 
quel  picciolo  terreno ,  che  circonda  le  loro 
casucce:  non  sono  né  avviliti  dal  vizio  y 
né  snervati  dal  libertinaggio  .11  genere  di 
vìta^  ch'essi  menano,  frugale,  regolato,  at- 
tivo^ li  fortifica^  e  li  rende .  capaci  a  «sof- 
frire i  travagli  e  Ieratiche.  Sul  campo  di 
battaglia  una  moglie ,  i  figli ,  gli  amici  dell' 
infanzia  e  della  gioventù^  un  amato  spggior* 
no,  dove  hanno  condotto  i  loro  giorni  in 
pace ,  si  presenteranno  alle  loro  menti ,  in- 
fiammeranno il  loro  foraggio,  e  renderanno 
costante  il  loro  ardore . 

Dai  campi ,  ove  l' aratro  apr$  il  seno  del* 
la  terra  ^  passiamo  alle  officine  sacre  air  in- 
dustria. Doveva  riuscire  difficile^!  ridurvi 
uomini  inquieti,    erranti  bellicosi  :   difatti  i 


Ji  Cuskpoo  IH.  re  dì  Jlvec^ia .     1:29 

primi  mestieri  furono  stabiliit  neila  Svezia 
cUili  Tedeschi ,  i  quali  sortirono  dalla  barbarie 
prima^  degli  abitatori  dell'isole  di  Scanddoavia. , 
In  seguito  sonosi  formati  artigiani  nazionali  ^ 
e  moki  assai  abili .  Ma  la  manifattura  è  ca-' 
la  soprattutto  nella  Capitale.  Questo  prezco 
oaro  è  una  conseguenza  naturale  della  scar^- 
seiza  della  popolazione,  della  mancanza  dL^ 
ooncorrenza  aumentata  ancora  per  ragj^oai 
particolari.  Il  numero  degrindividui.  impie-? 
gati  nella  Svezia  «ei  mestieri ,  nop  é  a  pror 
porzione  tanto  poosiderabik ,  come  alti'òve  : 
geoecalm^nte  il  pane«  la  iùo-a.^e  Ijs  cande^ 
le,  di -cui  s*  abbisogna,  ognuno,  per  costu» 
me  le* 'fa  in  propria  casa..  I^e.  abitazioni  di 
campagna,  essendo  fra  loro  in  grandi  di« 
stàiize  {  e  non  consistendo-  ordinariamxente  , 
cdie  in  due,  o  tre  fuochi >  il  paesano  si 
trova  nella  necessità  d' essere  il  proprio  cai» 
zolajo  j  tessitore ,  .0  sarto .    . 

I  corpi  dei  mestieri  sono .  organistati ,  co<f 
me  nella  Germania.  Qualche  volta  ^i  è  pen-. 
aàto  d'abolirli,  ma  s'incontrano  teoppi..Q-$ 
ataroli  •  Non  è  cosa  facile  il  cambiare  usan.** 
tt  tanto  antiche,  quanto  la  società  medesi- 
ma I  nella  quale  esistano  ;  elleno  sono  in  un 
troppo  intimo  legame  cogli  ajtri  obbietti 
deir esistenza  civile. 

.>  liC  nAanifattuce  d'oignit  genere   sono  state 
lungo  tempo  sconpsclutb    nella    Svezia.  Le 

..Tomo  ri.       ^  l  piò. 


rjo         I>el  Hegno  e  della  Vita 

più  antiche,  delle  quali    parlano   gli  arraaU 
del  paese,  ebbero  pev  ìicopo   il    primo  di- 
rozzamento  dei    metalli .    ÀI    princìpio   del 
tecolo  passato  ^nacquero  molte    mani&tcure 
d'importanza  ;   si    accrebbero    coosièérabil-. 
sntntc   sotto   il  regiio  di    Carlo  XL  Questo 
monarca  vestì  tutta  Tarmata  di  panno  fab- 
bricato   nel    paese.    Carlo    XIL    intraprese 
delle  guerra  lunghe ,  sanguinose ,  e  rovino- 
se: le ^  fucine  si  sostennero;  le  officine  rima» 
scro  ben  .presto  deserte  •  Si  ripopolarono  al* 
lorchè  ^  dòpo  la  morte   di  ^  questo    re  guer«- 
riero,  ottennero  le  cure    d'un  goirerno  ptìi 
impegnato  per  la  vera ,  e  solida   prosperità 
del  regno >*  L'agricoltura,  ed    il  commercia 
essendo   due  obbietti  >  che  il   zelo  del  pa- 
triocismo  promove ,  le  manifatture  non  deb- 
bono essere  trascurate  é  Onori  e   ricompense 
si  diedero  a  qoeili,  che  coltivavano  questo 
ramo    d'industria  «  Anticipati,    e    privilegi 
furono  accordati  con   profusione  «  Se  questi 
sforzi  fossero   stati  accompagnati   dalla  co^ 
sunifi,  e  sistemati  >  avrebbero  conseguito  gli"^ 
efttti  S  più  felici  per  il  ben  pubblico;    ma 
si  presero  degli  abbagli,    che  ritardarono  i 
progressi  del  bène,  che  si  era   proposto  di 
fare.  In  luogo  di  consultare  il  clima,  e  la 
natura. del  paese  nella  sceka  dei  lavori  prò* 
posti  aH' industria  ^nazionale,  si  prese  norma^ 
dai  popoli,  dei  quali  la  posizione  econ9mi« 

ca 


di  Gustavo  III.  re  di  Sve:^la .       131 

tSL  e  fisica  toulmente  differiva  da  qatlh^ 
della  Svezia  •  la  luogo  di  passare  insensìbtU 
niente  dagli  obbietti  di  necessità  >  o  di  utiU** 
tà  spda,  agli  obbietti  di  lusso  ^  si  cominciò 
da  questi  ultimi  tempii  ed  i  .primi  furano 
trascurati  <  L^  intrigo  e  là  cupidigia  usurpa^ 
tono  le  rkoittpense  destinate,  e  dovute  al 
talento  ed  alia  fatica»  In  melzo  a  degli 
urti  di  un  gbvcriio  4ttasi  anarchico ,  si  di-* 
struggeva  con  una^mano  ciò,  che  Con  Tal'* 
tra  si  era  iniiàlzat)&.  I  cappelli  in  lungo 
corso  d'aitni>  ner  quali-  il  loro,  partito  erar 
stato  predovninautr,  avevano  pi'ofuso  il  de-^ 
iìaro>  per  &r  fiorire  le  -  manifatture  i  malti 
milioni  sperano  imbtegati  a  questo  fine.  Le 
berrette,  che  divei^nero  preponderanti  nella 
dieta  del  176^ ,  troncarono  tutto;  Qd  il  co^ 
pò  fu  mortale  per  gU  opera]  «  Le  leggi  pram-r 
nacithe ,  pubblicate  contemporameamente  per 
prevtoire  le  conseguenze,  che  si  prevedevano, 
non  ebbero  r«f&cto  desiderato.  Nel  1754  le 
&bbriche  occuparono  14301  persone >  enei 
1771  non  s'impiegavano  più  che  appena 
9000  •  Questa  piaga  funesta  non  è  ancora  satn 
data ,  sebbene  molti  rimed)  sieno  stati  applicati* 
Indipendentemente  dagli  ostacoliyche  na- 
ti sono  dagli  errori  d'amministrazione^  seoi'*- 
pre  sarà  difficile,  che  le  manifatture  nella 
Svezia  pervengano  a  quel  grado  di  perfe- 
tione#  che  altrove  >  Questo  paese  ha  ^pochf 

I    >  spe- 


/ 


\ 

131         Del  Hegììo  e  delia  Vita 

tpecie  di'  primi  materiali ,  e  non  è  in  istato  di 
proccaciarsi ,  par  mezzo  di  colonie»  quelli, 
che  a  lui  mancano.  Gli  spacciatori  vi  sono 
in  picciol  numera  ristretti  e  precar).  Una 
gran  parte  dell'arino,  bisogna  ricorreve  al  lu« 
me  srttjfiztale.  Un'aria  pura  esige  un  forte 
jiutrimento  r  e  per  consegnetiza  dispendioso  • 
I  patriottt  Svedesi  si  lagnano  ancora  del 
gusto  troppo  dichiarato  per  le  mercaaxie 
forestiere.  Elleno  sono  in  gran  parte  proi*** 
hite;  ma  con  tutte  le  praibizioni  vengono 
introdotte .  Le  coste  del  regno  sono*  si  e^ 
stese,  ohe  riesce  impossibile  il  farle  custo-r 
dire  in  maniera  di  prevenire  tutte  le  frodi  « 
Se  Toperajo  nazionale  ha  bisogno  di  emu*^ 
lazione,  molto  più,  è  a  lui  necessario  uno 
spaccio  pronto  e  sicuro;  e  conviene,  che 
nel  paese  Istesso  si  stabilisca  la  concorren- 
za; allora  una  rivalità  auiva  può  produrre 
efletti  salutari.  Se  vi  »eno  dei  capi  ^  che  a 
dispetto^  di  tutti  gli  sforzi  cestitio  troppo  in- 
feriori a  quelli  del  medesimo  genere»  che 
ai  fabbricano  in  altri  paesi ,  allora  sia  leci- 
to introdurli,  pagando  i  diritti  d* introdu- 
zione, p  si  proibisca  Tuso  di  quelli. 

Le  manifatture  di  seta  languiscono    nella 
Svezia  ;  i  lavori ,  che  queste  producono ,  so* 
no  cari ,  e  di    qualità    mediocre  ;    a  riserva 
dei  veli ,  delle  fettuccie ,  e  di  qualche   altro 
la^orq;  ina  pure    conviene    vestirsi  di  seta 

spe- 


^    S  Gustavo  IIL  te  éi Stènta.       1^3 

^specialmente  nella  Capirle.  Molte  pfoibf^ 
zioni  perciò  sono  state  rivocatè;  e  capi  proi- 
biti per  lo  passato^  possono  ora  liberamen- 
te essere  introdotti  nel  paese  ,  pagando  quei 
diritti,  che  sono  prescritti. xlalle  tariffe  della 
dogana:  cosa  bene  dispiacevole»  perchè  a 
causa  di  questo  molti  opera)  si  trovano  sen* 
.za  lavori;  e  somme  considerabili,  impiega- 
te nello  stabilimento  di  fabbriche  nazionali 
di  questo  genere  ^  non  hanno  prodotto  un 
bene  reale  e  dtirévole. 

I  mestieri  >  che  lavorano  In  cotone^  e  pe- 
lo di  cammello  »  riescono  meglio:  ma  ;ifou 
^ut)  in  gran  nomerò.  I  primi  gèneri  «chef 
a  mettono  in  opera  ordinariamente  «sono 
passali  per  moke  mani,^  quandp  il  comm«r'^ 
ciò  gP  introduca  nella  Svezia  1  ed  il  ^e)o  « 
che  danno  i  becchi  d*  Asia  trasportati  y  e 
propagati  nel  clinu  della  Svezia  f^  non  for- 
ma un  oggetti  di  consegtten2a.  Dopò^rdie 
i  montoni  (i)  dt  razza  Inglese «- Spagnuola 

(1)  Ècco,  ciòi  che  À  è  venduto  di  lana  del 
paese  alle  fabbriche  dopor  l\(m^  17// ,  /ì-- 
na  al  i'ft9  • 


Anni 

•    lÀhhtc* 

Anni 

Libbre. 

171 1,— 

—  9281. 

17IJ.- 

—  24970'f- 

T752 — 

1754- 

—  ajiiVy» 

I     3 

i7S^ 

134         ^'  /fegw  0  della  Vita 

e  Tedesca ,  si  sono  molti pHcaii ,  ^  dopo  che 
li  coltura  del  lioo,  e  della  canepa  si  è  e- 
stesa,  si  fabbricano  con  successo  ,  ed  in 
quantità  considerabile  panni,  tek  6ne^  e 
grossolane ,  (eie  da  vela  e  cordami .  la 
fabbricazione  dei  panni,  monta  all' incirca 
ftanoalmente  a  ^ooooo  rdlr:  ^  e  la  Spa- 
gna .  ed  il  Portogallo  (i)  forniscono  lane , 


Anni          Libre , 

Anni         Libre . 

I7S5. — ^>78m.7. 

1769. — -75108.Ì. 

I75<Ì.  r  22195..^. 

1770-  —^4882.^, 

«757?*~3M««- 

.  3771.—— 767014» 
1772.  —  716514. 

1758.  — J1474. 

i759.-^3'i363-T' 

1573. 88551., 

i7<o.— 53363. 

1.774.—  105569.7. 

1761.-^71294. 

1771.— »M934.7- 

1762.-^71294. 

1776.  — 133319.?: 

1763.  -^-6^999. 

1777.— J4iMO-f- 

1764,- — 67792, 

1778. —  146260.-^. 

I765.-7-  68215. 

1779.  _  126999. 

1766.-^65201, 

17-67. —^261 5. 

Totale  1984376^!:, 

176*,—— *74ij22,-j. 

(/)  Dalla  Spagna  ,  e 

dal  Portogallo  sono  vc^ 

hute  'dal  iiji  sino 

o/;i779. 

Anni,         Libbre. 

Aiuii .  Libbre . 
1752. 4--.  67070, 

1751.  —  1003QI, 

»753'. 

di  ostavo  IIL  re  <U  Sve^^a.      IJ5  ' 

che  conviene  aggiugtiere  e  mescolare  a 
qaeile  del  paese  •  I  panni  fini  sono  sti- 
mati, e  Fuso  è  generarle;  vengono  anco^^ 
ra  asportati ,  ed  i  premj  invitano  4d  a- 
:sportarli  .  Sì  dà  il  12  per  100,  quan- 
do i  drappi  s' asportano  a  qualche  paese 
d'Europa;  e  25  pec  100.  asportando  fuo- 
ri deirfiifropa^  i  panni  ordinar)  sono  me- 
ìkìo  buoni  e  più  cari;  non  resistono  come 
,i  fini  alle  fregagioni  che  necessaria metue  si 
£inno  lavorando  ,  e  io  spaccio^  è    più  licni-^ 

ta- 


Aani 

Libbre.. 

Anni    Libile . 

^753» 

.83645. 

>7*8 50549. 

1754- 

82230. 

1769. -—91200. 

I7<5-- 

-— I035ÒX. 

1770 45575. 

1756. 

— —  56608. 

1771. 5Ì6266. 

1757. 

—  98478-' 

1772 39^*5- 

1758. 

-^  78638. 

»773.    435  3^' • 

1759. 

- — 56410. 

«774 «959-J. 

jf6o.- 

68013. 

«775 57554- 

1761. 

—  97755. 

^776.- 66368, 

1762. 

-^77985. 

1777.  —  209931. 

1763. 

17823. 

1X78. 27739. 

1764.- 
1765. 

-.—  35672. 

1779. 69662» 

70440.  . 

17661. 

— i444a 

Totale  20017x9. 

1767. 

-  43*75. 

I     4 


s 

I 

136         Del  Hegne  è  della  Fit^ 

.cato.  I  contadini  fabbricano  essi  mcdesiitit 
ì  drappi,  di  lana  dei  quali  si  vestono  >  e  dei 
quali  fanno  gli  abiti  per  i  loro  soldati.  So- 
no parimente  la  gente  di  campagna ,  e  so- 
pra tutto  quelli  di  Vestrogothia ,  Norlandia 
^Finlandia»  che  forniscono  Ja  maggior  par- 
te delle  tele:  esse  sono  buone  «  ed  a  prez- 
zo molto  discreto.  Si . potrebbero  incoraggi- 
re  le  fabbriche  rurali  >  a  fine  d' occupare  gli 
abitanti  della  campagna  nei  lunghi  inverni, 
«e  le  città  fossero  in  numero  grande ,  ed  ab- 
bastanza popolate  •  Il  governo  ha  aperto  nel- 
la Capitale ,  ed  ancora  in  alcune  provincie  , 
case  di  pubblici  lavori ,  destinate  a  sollievo 
dei  poveri  ;  vi  si  '  lavora  in  lana ,  ed  in  li-* 
no  e  canepa  ;  gfi  appaltatori  sono  incaricati 
dello  spaccio. 

Vi  sono  delle  Cartiere  in  diversi  luoghi  ^ 
del  regno,  ma  non  bastano  per  il  consu* 
mo.  Si  preparano  molto  bene  i  cuoj^'ma 
pure  vengono  ancora  dalla  Moscovia  e  dall' 
Inghilterra.  1  guanti  della  Scania  sono  ri- 
'  cercati,  e  ne  passa  una  grande  quantità  nei 
paesi  circonviciiri .  La  Capitale  si  è  proc- 
cacciato  un  conciatore ,  che  ;  fabbrica  del 
buon  marrocchino .  Negli  ultimi  anni,  si 
sono  vedute  nascere  fabbriche  per  raffinare 
iucchero  ,  e  sale;  delle  fabbriche  d'amido, 
di  polvere,  di  tabacco,  delle  saponerie,  e 
dei  molini  d'olio*  ISiei  porti,  dove  si  fa  la 


cui  G^usiàvù  III.  r&  di  Svezia .       437 

pesca  deir  aringa  >  braccia  numerose  si  co 
cupano  a  trarne  1* olio,  che  contiene.  La 
^porcellana,  e  la  majolica  di  Marieberg,  e 
dì  Roerstrand^  in  vicinanza  della  Capitale  * 
sono  d'una  qualità  assai  inferiore  a  quella, 
che  la  China  ed  altri  paesi  in  Europa  eon*^ 
ducono  in  questo  genere;  Le  fabbriche  di 
vetro  noti  sono  pervenute  ad  un  alto  gran 
do  di -perfezione  :  non  ve  tì^è  che  una^  la 
qual  sia  veramente  rimarcabile.  Questa  è 
stata  innalzata  nella  Finlandia  da  un  uomo 
attivo  e  pSeno  d'intelligenza.  Gli  Svedesi 
sono  tanto  più  abili  doratori,  orefici,  gto^ 
^jellieri^  e  orologiari .  S'applicalo  ancora  da 
-qualche  tempo  con  successo  al  ricamo. 

Ma  vi  è  un  ramo  d'industria,  per  il  qua- 
le la  Svezia  deve  avere  una  segnalata    pre^ 
dilezione ,  potendo  aver  una  sensibile  induen- 
:^a  sul  suo  commercio  4  e   conseguentemente 
•  sulla  ricchezza  nazionale ,  ed  è  quella  di  no- 
■\bilitare  il  legno    ed   i    metalli  «    Il  governò 
rha  conosciuto,  e  da  alcuni    anni    in    qua 
gli  accorda  una  partieolar    protezione.    Im-* 
mensi  boschi ,  dove    crescono    il  faggio  ^  la 
bettuUa ,  l' abete ,  sono    un   tesoro ,    che  un 
lavoro  industrioso  può  far  valere  assai.   Da 
»  tempo  molto  indietro  gli  Svedesi  hanno  por- 
.  tato  in  questi  oscuri  ritiri ,  la  sega ,  il  mar- 
tello ,  e  la  fiamma  per  cavare  legna  da  brur 
dare,  tavole^  catrame ^    ceneri   e  della  po- 

tas- 


■  j 


^^9        J?el  Jiegièoi    e  delle  Fila 

tassar  ulcimamente  si  è  cercato  di  estende^ 
re  questo  ramo  di  commercio»  Vasti  can- 
tieri si  9ono  formati  in  molte  parti  del  re- 
^no;  gl'Inglesi,  Francesi,  ed  Olandesi  com- 
prano nella  Svezia  ibastimenti  fabbricati  d'a- 
bete intieramente»  ma  per  un  «prezzo  assai 
tenue.  La  gente  di  campagna  della  Vescro- 
gothia ,  deUa  Sudermania ,  della  Norlandia  , 
é  della  Finlacklia,  fanno  ingegnósamente  u- 
tensili  d'ogni  sòrta*  In  molte  città,  e  nella 
Capitale  principalmentis  »  Tarte  di  falegna- 
me,  e  d'  ebanista ,  si  sono  perfezionate  ad 
un  grado  di  produrre  dei  capi  d'opra  di 
eleganza  e  di  comodità  di  quei  mobili,  che 
gl'Inglesi  sono  stati  i  primi  a  far  cono-r 
scere . 

JLe  ricchezze,  ch'escono  dalle  miniere., 
che  la  natura  ha  sparso  nella  Svezia^  meri* 
tane  egualmente  tutta  V  attenzione  degli  a- 
bitanti  di  questo  re^no .  L'arte  può  condur- 
li ad  un  grado  di  perfezione^  che  sorprende 
r osservatore.  Anqora  al  principio  del  seco- 
lo decimo  sesto ,  molte  oentinaja  d' anni  do- 
po la  scoperta  delle  miniere  di  ferro  del 
paese  >  questo  metallo  si  dava  nello,  stato 
suo  naturale  ai  Lubecchesi,  i  quali  dopo  a - 
verlo  lavorato,  ne  rivendevano  una  gran 
parte  agli  Svedesi  j  e  guadagnavano  tutte  le 
fatture  sopra  di  quelli ,  che  possedevano  la 
materia  prima  .  Gustavo  L    intraprese  di  fai: 

ce^-t 


4i  Gustavo  JJL  f€  di  Sv^^a  .      jjp 

<^$$zn  questa  VergQgna  e  pbrdiia  .\  h  prime 
fornaci  furono  còs^'Utte  sono  il  $ua  regno  ; 
le  fabbriche  vennero  in  seguito,  ed  il  nur 
miero  s' aumenta  di  giórno  in  giorno ,  Nel|' 
Uplandia,  nella  .^e§tmania  ,  nella  Vernj- 
lahdiat  sono  più  numerose;  i  proprietarj 
idi  queste  yasie  ofEcinci  i^ono  1  cittadini 
più  comodi  dello  Stato,  Alcune  delle  fab- 
briche adoperano,  il  metodo  vallone ,  al- 
tre il  tedesco  :  questo  risparmia  molto  di  le- 
gna e  di  carbone;  quello  produce  miglior 
ferro.  IjC  fornaci  di  fonte  ^  riscaldano* nella 
Svezia  quaranta  settitnane  di  seguito  ;  ban<- 
lìo  da  |6,  a  ;8  aune  francesi  d'altezza.: 
26  Seheppund  di  minerale  faso  rendono 
nelle  fabbriche  zq  Seheppund  di  ferro  la- 
vorato. Tutti  questi  lavori  sono  degni  di 
essere  osservati  •  Quale  spettacolo  il  veder 
scorrere  questa  ferraccia  ?  £^la  è  un  ruscel- 
lo di  fuoco  !  Quante  sensasioni  si  provano  , 
quante  idee  si  sentono  nascere: alla  vista  di 

5uesti  figli  di  Vulcano  )  che  ammolliscono , 
^domano  masse  picsanci,  che  sembrerebbe- 
,\  dover  resistere  a  tutte  le  forze  dell' uo« 
mC/  Di  400000  Seheppund  di  ferro  che 
renvV>r'^  le  fornaci,  e  le  fabbriche  joooq» 
in  ifitca  ^vengono  perfezionate  nel  paese  me- 
desimo in  difFerenti  maniere* 

Si  fondono  delle  ancore  in  molti  luoghi  ; 
<|U«lli  di  SQcderfors  passano  per  le   mìglio^ 

rie 


14^        1>(1  Regno  e  della  tìM 

ri:  i  cànnotii  di  ferro ^  U  bo^be,  le  fft^ 
nate,  si  fabbricano  a  Stafsfoe,  a  Oker",  ed 
a  Finspong  ;  i  '  cannoni  di  bronzo  a  Sto*- 
kholm;  i  fucili»  le  lame,  i  carabini,  altri 
istromenii  di  strage  4  e  di  distruzione  a  NoN 
koeping  ^  a  Joenkoeping  e  nella  Capitale  . 
Le  batterie  di  lastre  di  ferr^^,  le  fabbriche 
di  latta  4  d' accidjo ,  di  fil  di  Sferro ,  di  chio- 
di e  diversi  utensili,  sonosi  considerabiN 
mente  aumentate  in  questi  ultimi  tempi  •• 
La  città  di  Eskilstuna  nella  Sudermania  è 
rimarcabile  per  le  manifatture  d'acciajo>  e 
di  ferro  fuso,  che  il  governo  vi  ha  stabiFi^ 
to.  La. città  ha  ottenuto  delle  franchigie  v e 
gli  opera),  che  vogliono  esercitarvi  la  loro 
industria  ,  ricevono  nno  stabilimento  analo- 
go ai  loro  progetti .  Ve  ne  sono  già  molti 
di  singolari  talenti ,  le  opere  dei  quali  ga- 
reggiano con  quelle,  che  T Inghilterra  for- 
nisce in  genere  di  chincaglieria:  se  Io  spa6* 
ciò  fosse  considerabile  e  sicuro,  queste  ma- 
nifatture potrebbero  facilmente  estendersi  jt 
perfezionarsi;  ma  questo^  vaivtaggio  matura 
loro;  0  da  ciò  provengono  una  specie  d& 
languore  >  e  prezzi  che  sorprendono  il  fore^ 
stiere  • 

La  maniera  di  Faihutx  fu  scoperta  nel  se- 
colo decimoterzo,  e  qualche  tempo  dopo 
furono  trovate  altre  miniere  contenti  il  ra- 
me; ma  gli  Svedesi  lasciarono  scorrer^ipc^ 

ti 


di  Otisfaw  III.  re  di  Své^d,.       t^r. 

ti  secoli,  avanti  di  lavorarò  da  s'e\  nyedesi- 
mi  questo  n^tzììo  .  Em  V  istruirono  in» 
quest* arte  nel  sedolo  XVI  ^  e»  XV1II ;  e 'nuo-» 
vi  progressi  si  sono  fatti  in  qta«st'oltiiiio  .^ 
Il  rame  viene  fbsò  in  un.  geatì  numero» 
di  •  fornaci  sparse  ali*  intorna  -delle  .  mi-: 
niere  •  In  un  ^villaggio  della  Dalecarlia  ,* 
detto  Avetadt,  si  raffina  e  dà*  annualmente) 
2000  Scheppund',  il  resto  si  aéf>0rtà ,  o  vie^^ 
ne  convertito  in  lastre  per.  feìdeaare.navi , 
e  coprire  le  case  >  ia  utensili  o  ià\monete^ 

Agginiìgendo  ai  diversi  stabilimenti,  già: 
indicati,  le  fabbriche  di  salnitro  stabilite 
in  tutte  te  prbvincie  del  regno,  d'allume  e: 
di  polvere  dà  cannone  v  della  quale  la  prin*-: 
cipale  si  trova  a  Hedemòra  nelbi Dalecarlia,* 
di  vitriuolo>  di  color  rosso,  si  iia  uno  sta-: 
to  compito  dei  lavori  delF  itidastcia  sve-- 
dese-  ..  > 

I  privilegi  esclusivi  sono  mlK,  o  nocivi,- 
secondo  le  circostans^  ;.  appartiene  agli  am-* 
ta)inistratori  di  distinguere    e    pesare  le  cir^f 
costanze  ;  vi  sono  dei  privilegi  esclusivi  nel* 
la  Svezia,  ma  in  picciol  nomerò,  ed  il  go- 
verno sembra  andar  cauto  a  concederli.    Si 
stabiliscono  le  tasse,  che    T artigiano,  ed  il 
fabbricatore    deve    pagare    a    ragione   della 
quantità    delle    officine,    ed  il    lavoro    che 
n'esce. 
I  Francesi  rispettano  la  memoria  di  Gol- 

bert. 


r4^        P4  Regno  e  deità  Fittf 

bert  ;  Oli  Svedesi  onorano  quella  di  Luigi 
de  Greer  i  e  di  Cionak  AlstMemer;  questi  due» 
cittadini  hon\  ciano  investiti  né  Tono,  uè 
r  altro  del  *  atra  ttere  dì  ministri  \  mi  ciò  non 
ostante  reeero  servizf  i  più:  se^^ati  alla  na^ 
zione  svedese.  I  lóro  nomi  senzst  molto 
brillare  pct  quello  splctidor^  .che>  j^toviene 
da  titoli  pomposi,  meritano  però  luogo  a- 
norevole  ftegfi*  annali  del  regno  ^  La  poste- 
rità non  domanda  j  se  colui  ^  del  quale  la 
storia  a  lei  ''  tramanda  la^  memoria  ;  fu  di  na« 
scita  iHustrcf;  se  ebbe  un  carattere  pubbli- 
co;  se  vis^e  nei  palagiV  se  famigliarmente 
arveva  accèsso' al  trono^*  ella-  dofhanda  sol- 
tanto, se  i^inupiegd  in  cose  utili  e  glorio-^ 
se;  se  con  Mloris'oiFaticava  pei  «suoi  conctt* 
tadinì;  scegli  allargò  la  sfera  dejhi  loro  in- 
dustria 'c  ckUbi  lorb  felicità. 

Luigi  de  Geer  d'una  famiglia  patrizia 
sparsa  neUa  Germania  è  nelle  Fiandre  >  era 
nato  con  onf attività  instancabile»  coi^  un 
2elo  arderne  per  tutte  le  intraprese  d' im- 
portanza. Egli  si  portò  nella  Svezia  sotto 
il  regno  di  Gustavo  Adolfo,  e  si  stabili  a 
Noricoeplng ,  dandosi  al  commercio .  Felici 
speculazioni  P  arricchirono  ben  presto  >  e  lo 
posero  in  istato  d'influire  sul  ben  pubbli- 
co. Le  fàbbriche  d*  ottone  sono  debitrici  a 
lui  del  loro  principio;  egli  stabili  delle  for* 
naci  e  ^elte  £ibbnche  di    ferro  ;  egli  chia* 

mò  ' 


di  Gustavo  Ut  ré  di  Svelta  ^      14  )> 

mh  dalle  Filndre,  e  dal  -paese  di  Liegi. li* 
YaHaai,  i  «piali  ixisegoafmio  iì^  vero  mod» 
di  fondere  e  tirare  il  itnc.        .  .  ; 

Intanto  che  gli  Svedcsii  riccdgHevftiX),  dtf«> 
gli:  alioti  nftik  Geiniania ,. e:  spargevano  iii> 
c|Mst!.  impeto:  lì ,  tcxsacs^idviie  Ìok^  armi  ^  dei* 
forestieri  gittarono  nel  paese  di  (|uestoi  po- 
pola goertiero  1  primi    fondàìiietici  delff  arti 
dell;^  pacca  Ma    un    vicino  sempre  geloso  f 
la  Dàtumare*4  s^  aggiunse  àgli  altri    oemici 
della  Svezia  vjed  il.teatit>.  di  questa  Miuova^ 
guerra ^oieirtv.fiss2tisi  .nel  cuore  dd  -regno  i^ 
Gristioa  vpreidde^  questa  it^ricblò^  edeGcer 
la  aecòtìdò.  Egli  armò  t.unh  Óotca  di    tirenta- 
vascelli  HiercancUi  4i  lai  maggior,  pane   OlaO'^ 
desi)  e  la  fece    agire  contco    i  Danesi  «   di' 
conceiito  colla  reale  ^  I^^cidao^ohevpubls^icn 
fu  -ancora  abbietto  della  àia  aiteaiioiic.   M^ 
gli  chiamò;:  nel  regnò   Amos    Comeniits:«  il 
qoale  figutana  in  Germania^  e^sHncaricà^dit 
riformare .  le  scuole  svedesi.    Questi  senrizi» 
sì  importanti  «    si  reali^^  {Produssero  a  lai  1# 
rìconosoeniaa  delGovernoL^  il  quale  gli  dk'- 
de  in  proprietà  Terre  e  Casteiii;  ebbe  per  lui 
quei    riguardi f    che  meritava^ $  e  collocò  le' 
sue  armi  Ira  quelle  del)à. nobiltà  del  paese. 

Ciò  9   ekf    Luigi   de  Geer  fi|'  nel  secolu. 
scorsQ^^  GiQnft'Alstroeraer    ò -stato  nel  pi)e* 
sente  «  Questo  utife  cittadina  è  tanto  più  da^ 
stimare >  quant9^  che  per    lungo   tempo  do» 

/  vet- 


144         J^^^  Megno  e  dMa  Vita 

vette  Icktare  contro  gli    ostacoli  ijt  te  é\Sà^ 
colta.  £gli  em  ostala  onesii  genitprì;,  ma 
poveri  «  in  una    lucciola   tntià:  di  VestrogOK 
thia ,  cbtainaca  Aliogsos  .r  Uscito,   dalla,  sua 
oscurità^  alb  quale  Jx;  sua   nascita  e  fortu*! 
Ita  scmbraiEano  OMidaonarici^intrapnese  dei 
"visiggit  e  soggiorna  T  per    qualche    tempo  la 
liiondral  Le  sue  mire  4i  allargarono  sg  quo* 
sto  viftp  teatro^;  egli  contemplando.  (la  pro« 
spericàtdell' Inghilterra  9   compreso'  Tim^br"- 
tema. Miei  lavori  di  quella  ìndis&ti:ia#  che  l'i- 
gnortnaa  av-vilisce»  er:vergognosi:pfqgrndiz| 
han4ò  £itco  sì  Luogo  «tempo  wtrascuraGer.aUa 
iMggìor  parte  deUe^alire^iiaiìoni.  CVIngle^ 
si^  i  Francesi,    ed  i   Tedeschi  avevano. già 
tlbvato  la  sorgente* ideila';  loro    prosperità  > 
inaigli  Svedesi  non-. godevano  ancora  questa > 
foAte.  di  pubblica  felicità  «  Alstroemer  ritorti 
rio  neUa.sna  pa»ia,  col  bel  disegno:  dfillu- 
Uitiaarc  i  suoi  compatriotti  sopra.!  loro   in^ 
teiìBSfii^  e  di  dirigerli  m  una: cartiera  a   lo- 
^  aconosciuta .  Eglf  4óaiandò  plivil^io  per 
isiabilire  delle  fahbvrcbe.  >GIÌ  ìScatr  raduna- 
ti j  nel  X71),    gli    accordaroaa    la  a^a  do*> 
manda #  ed  egli,  esegui    il    suo.  piana  nella 
citià  dov'era  nato.  Quésta.  ci(tà<  divenne  il 
brullo ,  dal  quale  sv  spfar givano  per  tutro  il 
regno    nuovi    lumi    e    zelo  per  à  progressi, 
delle  manifatturev  Mello   stesso   tenipo  Al- 
$udemcr   dirigeva!  un  commercio  molto  e^. 
■  /  sto- 


di  Gustavo  III.  re  di  Svezia .       14^ 

steso  in  compagnia    d*unr    altro  rispettabile 
cittadino  Nicola  Sahigren.  Questa  <:asa    era 
la  prima  commerciante  del  regno,  e  faceva 
la  gloria  di  Gothembourg,  dove    era   stabi- 
lita; ella  non  aveva  meno  di  mira  la    pub- 
blica prosperità  >    che    il    proprio    interesse* 
La  gelosia  sempre  vigilante  e  lo   spirito   di 
partito ,  abile  a  tendere  insidie ,  non    perdo- 
narono ai  patrioto  che  s'  affaticava  con  tan- 
to ardore  per  il  bene  dello  Stato.  Egli  po- 
teva essere  stato  sedotto  da,  alcune  idee  pia 
brillanti  che  sòlide  ;  poteva  in  certe  impre- 
se avdr  f>reso  sbaglio  intorno  alla  natura ,  e 
le  proprietà  del  suo  paese .  Ma  qual  è  queir 
4iomo  che  non  isdruccioli  in  una  nuova  car- 
riera da  nessuno  prima  di    lui  battuta?  Gli 
abiti  opera) /che  Àktroemer  attirò  dai  pae- 
si forestieri,  le  maniere  di  procedere,  i  mo- 
delli che    egli    fece  *  conoscere^  le  premure 
sue  per  gli  ovili,  ora  di  tanta  utilità  al  re- 
gno ,  giustificano  la  confidenza ,  colla   quale 
i  ministri  Tonorano.  Federico  I.  lo  decorò 
deir  Ordine  della  Stella  Polare  ,  e  gli  diede  il 
tjtolo  di  Consigliere  di  commercio.   Adolfo 
Federico  lo  creò  nobik,  e   gli  Stati    decre- 
tarono, nel  17^6,    che    il   luo  busto  fosse 
collocata  nella  borsa  di  Stokholm  •    Questo 
ttìonumento  non  esiste  anpòra  ;  ma  è   abba^ 
stanza  per  la  slofria  -il^-Àfstr()emer   T  esserne; 
^tato  giudicato  degno. 

-  Tom.  il.  K  CA- 


146 

CAPITOLO     V. 
Sciente  ed  Arti  .  Antichità,. e  Linguài 


A. 


_  .Llorchè  una  ioaspe^au  rivoluzione  dis- 
sipò le  tenebre  dell'ignoranza  nelle  parli 
meridionali  dell' Europa  >  la  Svezia  provava 
ì  funesti  effetti  dell'unione  di  Calmar.  Que- 
sto regno  era  in  preda  a  tuti'i  mali,  che 
seco  portano  la  tirannia  e  Pòppressiosne-  . 

Il  giogo  dei  Danesi  fu  alla  fine  spezzala 
Cristierno,  ad  istruzione  di  quegli  odiosi^ 
ranni ,  che  calpestano  coi  piedi  le  leggi ,  e 
la  giustizia ,  e  collo  scetro  di  fi^ro  abbatto^ 
<io  r umanità,  espiava  col  rossore  e  coi  ri- 
luorsi  le  indegne  sue  azioni .  Gustavo  I*  era 
re  di  Svezia.  Ma  questo  monarca  opn  potè 
favorire  i  progressi  delle  sciente,  e  delle 
arti  colla  necessaria  energia.  Altri  obbietti 
di  maggior  importanza  chiamarono  a  se  tatr 
ta  la  sua  attenzione;  egli  rialzò  le  città, 
contumate  dajle  fiamme ,  e  le  case  atterrate 
d^U  esattori  ;  egli  fece  nascere  V  agricoltu* 
la,  Vindustria,  ed  il  commercio*  .Gustavi^ 
Adolfo  compari  sul  trono  ;  Storiografi. di 
vaglia  ci  hanno  rappresentato   questo   prìn^ 

ci- 


di  Gustavo  III.  re  di  S^^ia.         t^rf 

cipe  in  mezzo  ai  combauimenti  rit^CMzand^ 
i  Moscov^if  ed  i  Polacchi  j  Resta  ansora 
un  vasto  campo  a  quelli  ^  che  volessero  far 
conoscere  le  sue  virtù  pacifidie^  Saggio  egual** 
mente,  che  vigilante >  egli  riparò  con  un' 
amministrazione  benèfica  le  disgrazie  segua* 
ci  della  guerra.  Le  lettere  ottennero  anco* 
ra  la  sua  prot^^ione;  egli  le  amava ,  e  le 
coltivava  egli  stesso',  la  sua  spedizione  in 
Germania ,  la  stretta  unione,  che  qaella 
fé' nascere  fra  la  Svezia^  e  la  Francia  >  prò* 
dussero  nel  carattere,  e  nei  costumi  degli 
Svedesi  una  rivoluzione  favorevole  ai  prò** 
gressi  delle  arti . 

Cristina  riguardò  i  suoi  sudditi  come  ina-» 
bili  per  le  fatiche  dello  spirito;  ella  non 
influì,  che  ìndirettamente'^sui  progressi  ch'es- 
se fecero  «  I  dotti  stranieri ,  che  vissero  alla 
sua  Corte,  eccitarono  T emulazione  dei  na« 
ziotiali.  Carlo  X  non  cercò  che  la  gloria 
delle  armi;  ma  il  suo  reguo  fu  di  corta  du- 
rata. Quel  di  Carlo  XI  più  lungo  e  pia. 
pacifico  iàvorì  gli  sforzi,  che  da  qualche 
tempo  la  nazione  faceva  per  addimesticarsi 
(!olle  scienze  e  coir  arti.  Ma  il  rumore  dei 
combattimenti  si  fece  sentire  di  nuovo  • 
Carlo  XII.  rianimò  queir  ardot  guerriero, 
che  aveva  sempre  caratterizzato  gli  Svede- 
si, nsa   che   ora  cominciò  a  rilassarsi. 

Quando  dopo   ventua'^uni   di  guerra  ,11^ 
TL     2  pa- 


^4^8         I>€i  Rtgno.e  d^Ua  Vita 

pacct.£». restituita  al  regno  ,  inclinazioni  pxioi 
dolci  rimpiazzarono  rentusiasnip  .nazionale. 
]4on  furono  dimenticate  quelle  fatiche,  che^ 
dissipando  rigmòranza,  distruggendo  i  pre- 
gindiz)  9  raddolcendo  i  costumi  «  spargono  la 
più  salutevole  influenza  ancor  su  quegli  obr 
bietti  che  si  crederebbe  avessero  meno  d'a- 
nalogia con  loro.  Le  muse  si  stabilirono 
sella  Svezia  sotto  l'ombra  della  libertà  por 
litica,  civile  e  religiosa;  il  trono  si  recò  a 
gloria  di  proteggerle.  Luigia  Ulrica  conu- 
scendo il  pregio  delle  lettere,  onorò  queU 
li,  che  le  coltivavano ,  della  sua  stima  e  pro- 
tezione. Gustavo  III.  ha  seguito  le  pedata 
della  j5ua  Augusta  madre. 

Fino  da)  secolo  scorso ,  le  scienze  in  ger 
ncrale  chiamarono    a    se    T  attenzione  degli. 
Svedesi  :  ma  particolarmente  dopo  il  princi-r 
pio  del  secolo    presente ,    essi    si   sono  di- 
stinti in  questa  carriera.  Linneo  ha  prodot*: 
to  una  rivoluzione  nella  Storia  naturale.  So* 
Under ,  Qiona-Bergio ,    Thunberg ,  p  Sparr-. 
man  hanno  sviluppato  il  suo  sistema.  Val- 
lerio,  Bergman,  Scheele^  e  Vilke  hanno  ri-, 
schiarito  con  nuovo  lume  la  Fisica  «  la  Chi- 
mica, e    la   Mineralogia.    Polhern    Klingeo- 
stierna  ,  Celsio,  Stroemer,  Vargentio  ,    han- 
no fatto  scoperte  le  più   felici    nelU  Mate-r 
matica,    tanto    semplice    quanto  applicata  « 
Benedetto  Bergloj  Kryger ,   Fischerstroeqi  , 

^  haiì"» 


^^  '         di  -bastavo  III.  tè  diSvéf^tu .       1 451 

hannd  feticememe  applrcato  J  prlncipj  ddfd 
scienze  dhft«^traiive  e  iiatuFali  àll^a^iwrtcu'* 
ra ,  >l  (tommercio  /  ed"  air iiidustffcl  :  |ia  iia^ 
tara  ha  drfto  a-gli  Sviédesi  tiri  gftfdiziò  pro- 
fondo i  urt  giusto  diècentimeato  e'  qitellà 
patema,  ch^  st  rtctóede  p^f  l'^oS:scrV2zic]f^ 
^te  5  dall'altra  parte  quel  ^elo  <!ct  bcA  ùubì;- 
Wko,  che  si  manifestò  fra  loro  alla  morffe 
di  Carlo  XII, -  a  quest'epoca,  quando  il  ló«- 
To  paese  ntutò  faccia ,  quando  pel  tm  Àà^ 
eque  uri  nuovo  ordihc  di  coàev  fece  loro 
rigoardare  le  scienze  sotro  un  punto  di  vt- 
sta  capace  di  cattivarK  ;  essii  le  videro  in  le- 
gami coti  moltir  ranai  dcirecorroniia  pùbbli- 
ca; ed  il  piacere  di  penetraPre  addentro  gii 
arcani  della  namra^,  ^V  identificò  nel  lóro 
spiìfho  con  quello  di  ao0tri*buire  alla  prò' 
'spe^itàf  dello  Stato  •  • 

Interessa  sommamente  txgnf  tiaziofte  illu- 
niinata  -l^aver  degli  annali,  nei  quali  le  ri- 
vcrtii^i^rPi,  clj'ellac  ba  soffiirto ,  le  glorici 
itrfprrse ,  ed  i  costuma  dd  -suoi  antenati,  le 
fatiche  e  Je  virtù  degli  otoiflini  illustri, ch'el- 
la ha  pnodoftto,  fileno  4^  mani  abili  e  fé- 
tléli "registrate,  l'osto,  ehe  la  luce  sùienlift- 
cà  s'era  spdrsa  nella  Svezia,  s'intraprese  a 
fórmareUa  storia  nazionale;  ma  il  successo 
non  corrispòW  subito  ai  desiderio,  Grossis- 
simi  volu Ali  furono  compilati  sotto  il  regno 
di  Carlo  X£;  Rudteck,.  Vcrelìg  ,  ^Pering- 
K     }  scho- 


s^e        Jfel  Fegna  e  della  Tim 

sehoeld  v,:9inrnas$iiro(io  immensi  maurialt  ; 
Cot)vt;iiiva;  sbrogli^r^  questo  caos,  ed  anU 
Tiiftre  que$C9  corpo t  sema  vita.  Bsxizt^}iQ  ^ 
Vilde  s'incaricarono  -di* '-questo  latyoro  i  je 
loro  preduttoni  sferiche,  la  maggior  parte 
^riue  io  lating.,  soQCr; lesatte  e  chiare;  esse 
iormano  ciascheduna  un  componiméQtp  ^del 
quale  i  fatti  sono  insieme  concatenati.  Po- 
co dopò  Dalin  intraprese  Vìstessa  carriera! . 
Gli  Stati  s'incaricarono  di  scrivere  la  StOr^ 
ria  del  regqo  in  lingua  svedese,  li  princi- 
pio di  quest'opera  comparve  nel  pubblico > 
Bel  1741;  egli  la  codtinuò  sino  al  regno  d| 
Carlo  IX  •  Si  oppongoio  a  questo  storico 
alcuna  trasouranze;  si  critica  la  sua  crono- 
logia >  della  qualfi  .prende  pec  fondameniio 
l'ipotesi  della  diminuzióne  insensibile.  ^ìl$ 
acque  del  Baltico;  ma  si  rende  giustizia  al 
suo  gusto,  alla  sga  maniera  di  scriverla.  Tn 
fatti  «  Dalin  scrisse  bene;  egli  concatena  i 
fatti  e  rintraccU  le  cause  degli  ayyenimpn.r 
ti;  la  Sua  maniera  d'jssporre  è  sempre  pur 
n,  corrente»  e  /acile  .  Egli  ha  postoi.ia 
ironte  alla  sua  o^ra  una  descrittone,;  diei 
Cf>%mm,  e  delle  Dsanze  degli  aotlchrì  B^tì" 
dinavi;  questa  descrizione  èiiiaotQ  ricc^  ^ 
quanto  b^ne  delineata.  U  Signor  JE^tin  h^t 
dato  al  pubblico  un  Saggio  s§fih  Swria  deU- 
la  SvcT^ia  ^  stimabile  tanto  ptr  la  si^a  mar 
nicra  d'esporre  ^  quanto  per  ili  suo  fcjn.ìlQ  j: 

egli 


di  Gìimvù  III.  re  di  sbe^ia  .       151 

egli  è  pieno  di  penetrazione,  di  caratteri 
bene  delineati ,  di  giuste  rifkssioni;  lo  stile 
^è  elegante,  rapido,  fiorito;  nulla  di  più 
bello  si  può  leggere  in  prosa  svedese;  ma 
r  amore  non  è  pervei^uto  ,  che  sino  ali*  u^ 
nione  di  Calmar,  e  non  vi  è  apparenza,, 
ch^  voglia  condurre  la  sua  opera  più  avan- 
ti:^ Il  Sig.  Lagsrbring  ha  dato  fuori  diver- 
si volumi. d'una  Storia  diffusa  sulla  Svezia. 
Questa  storia  non  manca  né  di  critica,  ne 
d*  erudizione  ;  ma  è  difettosa  nella  esposi- 
zióne. Lo  stile  è  prolisso,  e  spesso  si  dif- 
fonde troppo  sulle  particolarità;  egli,  come 
il  signor  Botin,  iion  ha  oltrepassato  i  cala« 
mitosi  tempi  deir  unióne  di  Galmar . 

Oltre  queste  Storie  generali ,  ve  ne  sono 
ancora  delle  particolari*  Si  sono  composti 
degli  annali  ecclesiastici  e  letterarj  ;  compi- 
latori laboriosi  hanno  raccolgo  memorie,  ed. 
aneddoti,  dei  quali  uno  Storico  guidato 
dalla  filosofia ,  e  dai  buon  gusto ,  può  ri- 
trarne grandi  avvantaggi  «  LMstpria  di  6ù- 
stavdf  I4,  e  di.  Etico  XIV,  del  signor  Celsio 
Yescovb  à^  dLand  s  sona  peazi  mt)lto  istrut- 
tivi ,  e  chfèi?  $i  leggono  *  còri^  gran  piacere  ^ 
Ptesto  V6rià(j6illa  iaiee  una  storiar:  di  Gustav 
vtr'iidoifb^  'ù  S^or  Hallembcrg  è  *ócciipa* 
to  a  •  distenderla  per  ordine  del  Re  «  Ma  ve- 
tun  petinelky  svedese  non  delinerà  il  qua- 
dro della  vita;  di  Oxenstierna?  Vi  potrei^ 

K     4  es- 


1 5  2        Del  Megào  t  ìtetla  Fiià  ^ . 

essere  un  soggetto  più  bello    per   titia  Ster- 
na? L'isteria  delle  altre  nazioni   ha    sinora; 
poco  occupato  gli  scrittoli  svedesi.  X' unica 
che  si  possa  citare  in  questo  genere, è*  Z'/- 
storia  universale    dopo    Carlo  V.    de)    signor" . 
HalUnberg* 

Se  gli    Svedesi  sonori  applicati  alia    Sto^ 
ria    del    loro     paese;    con    eguale  impegno 
hanno  promosso   la.  conoscenza  .geografica.' 
Za  Svescia  antica  e  moderna  si  trova  in  tut-^  - 
te  le  grandi  librerie.  Questa  è  una  raccolti 
di  stampe  i  rappresentanti  le  città,  i    porti  ^ 
ì  castelli,  i  giardini,    i    luoghi    di  qualche 
singolarità^  le    antichità,    e    tutto  ciò,  che 
può  far    conoscere    la  Svezia  ^otto    il   dop*- 
pio  aspetto  già  indicato.  Questa  raccolta  pe- 
rò non  sarebbe  una  troppo  fedel  guida    nei 
tempi  presenti.  Il  regno  ha  cambiato    trop- 
po dì  faccia  dopo  il  tempo  #  che   comparve^ 
questa    raccolta .    Il    Conte    di    Dalberg   fu 
quel  cittadino  zelante  ^  ed  abile ,  che   diede 
r  idea  di  questa  raccolta,  e  somministrò   e- 
gli    rtìedesjmo    molti,    disegni  ...Carlo  XI  e 
Carlo  XH  .ifavosirono,  un'  intraplrefiia  destina* 
ta  alla  gloria  dd  paese  ^^.sCìl  quak  .regnavA-t 
B0i<  Le  stampe:  dovevamat  Mssfitti  ZQcomptH 
geate.  di  dedizioni  storiche ,  et  gtó^ratfcbe/ 
Questo  laverò,  che    avrebbe    inìeressata.  e-» 
gualmente  gli  stranieri ,  che  «i  t>iZiODàli  ,  fu 
óicominciato  ;  ma  gli  autori;  iurono   disanin 

ma- 


di  Gustùvh  ni.  nr  ^'S'òe^idX      i|j: 

mittl  da  raditi  coi^tnaìteqirpi •  Gusrffv^rl.  few^; 
ce  formare  la  prima  carta  g€ogra£ca  dd  rc^ 
gno;  ella  vide  la  luco  nel  16401,^:  L'agri^ 
xnensura  lia  dato  al  'puWylico. carré  canto  gc-^ 
nerali ,  che  particolari;:  le:  quali  uniscoha 
l'esattezza  colla  chiarezza.  Vexionio ,  c|ie  fii 
creato  nobile  sotto  ilnomedìiOyUénstalpié  , 
pubblica  ndl^  àecolo  passato  una  .desamioné 
della  Svezia  in  latino.  La  geografia  dt  qoe-^ 
sto  regno  in  lingua  svedese  del  tundd  ,  e 
della  quale  si  sta  imprimendo  la  sesta  edi^ 
zion^  >  è  opera  generalmente  stimata  ; 

Non  si  trova  provincia  >  la  quale  ridn  sia 
descritta.  Si  veggono  ancora  descirìzioni 
molto  diffuse  sulle  città  principali.  Un  par-" 
roco  ha  fatto  stampare  un  volume  intiera 
sopra  una  sola  parrocchia ..  I  curiosi  trove- 
ranno un' esatta  y  t  dettagliata  notizia  di 
tutte  le  produzioni  tanto  native  del  paese 
che  esotiche ,  le  quali  possono  riguarilard 
li  Geografia  e  Storia  della  Svezia,  ih  un^O* 
pera  del  fti  signor  Vart^hdz,  intitolala  2 
mUioteca^  IsiortcO'Sveo  Gotica  y  compilata  sul 
modello  V  che  il  Padre  le  Long  diede  in 
questo  genere .  Di  già^  sono  comparsi  diver-^ 
si^  volumi,  dei  quali,  ri  ^bblico  è  debitore 
al  signor  Goervel  Biblioiecario  del  ^e .  Que^ 
sto  uoino  letterato  #ha  acquistato  una.ripti- 
tazioa^,  la  quale,  egli  merita  e  ^o^xra.  lutto 
come  giornalistsr .  £gti  è  il  primo,  chci  à«U 

la 


1^6        IM  Regno  t  ieUa  Vii4 

polo  felice s  e  contento,  che  ^cabili^cé  fé 
proprie  leggio  e  regola  egli  medesimo  là 
sua  fatica ,  ed  il  suo  riposo  ;  dall'  aUrà  J>ai^' 
da  un  popolo  in  preda  alla  dhcordtai  il 
quale  dà  un  genio  maligno  stra^inasi  in  un 
mare  di  sventure.  Al  suo  sveg^laisi  la  Be*^ 
gìna  chiama  a  sé  la  Libertà  ,  ancora  <a  lei 
presente  ;  fa  eziandio  preserìtarsi  là  Svetfisif 
dinanzi  al  suo  trono;  parla  ad  ambedue,'  6 
comunica  loro  il  sogno  avuto,  ed  il  titnò'^ 
re  9  che  quello  ha  impresso  hel  sfuó  cuore  • 
Finito  che  ha  la  regina  il  suo  discorso,  là 
Dea  espone  quei  prineip;>  che  servono  di 
base  al  suo  impero,  e  raccomanda  alkcSve* 
zia  di  segoidrli,  se  ella  vuol  godere  calma 
e  felieirk.  Uhica  applaudisce  a  questo  di* 
scorso ,  e  fa  dei  voti  per  la  prosperità!  del- 
la sua  patria.  Poco  dopo  ella  viene  circon- 
data d' un  chiaror  celeste ,  ed  qua  splenNiidà 
nube  1^ innalza  a)  cielo. 

Tar  è  la  tessitura  del  poema  di  Dalin  ;  A 
vede,  ch'ella  è  difettosa  per*  più  d'-un  ri-^ 
guardo;  ma  questi  difetti  sono  còmi^ehsati 
da  molti  feliq. tratti.  Ecct>  come  il  ^pott^ 
descrive  la  mone  di  Carlo  XII,  e  le  f^t^ 
ste  qonsegoenzi^  df^^uella  :=:  L- illustre  "^ar-» 
lo  è  già  morto ,  ma  la  terra  trema  ancòr% 
dal  terrore,' in  .cui  i  lampi ,  ed  i  fulmit\9 
r avevano: involto.  Una  tètra  caligine  copre 
il  settentrione»  Quella  Inazione  >  che  la    po-^ 

ten- 


di  Gustavo  II J.  re  ^  Sve^^hl      ì^j 

tefìzà  di  cinque;  monarchi  noti  avt va  potu-r 
to  abbattere,  in  diecinove  >nni,  riceve  un 
colpo  falm inaiate  da  ,un  vUépicimbo;  il  do- 
\ot  r opprime;  ella  lascia  cadére  rinsangui* 
nato  ferro ,  dacché  questo  Eroe  più  non  e^ 
siste  ^  il  quale  in  tutti  i  climi  valeva  egli 
solo  più  di  un  intiero  esdrcito.  L'antico  co-' 
raggio  del  Goto  resta  aU>attuto  insieme  col 
sangue  di  :  lui  •  II  condottiere  costernato^ 
s'arresta.*  il  .soldato  sparge  lagrime;  cento 
eroi  bagnano  del  loro  pianto  il  luogo,  do- 
ve spirò  il  primo  degli  eroi.  Questo  fune- 
sto accidente  riduce  al  niente  una  valorosa, 
armata ,  come  .  se  tutti  gli  Svedesi  fossero 
periti  a  Friedrtcshall .  L' inimico  riprende  co*' 
raggio;  poco  fa  egli  fuggiva  col  terrore  di- 
pinto sul  volto;  le  Àquile  Moscovite  spie- 
gano  libere  il.  volo  sulle  nostre  rive;  T  in* 
solente  Cosacco  ardisce  >  sebbene  con  brac* 
ciò  ancor  tremante,  portar  la  fiamma  sui. 
baloardi  della  Svezia.  :=:  In  un  altro  luo-» 
go  il  Poeta  fii  il  ritratto  di  Gustavo  I ,  su 
questo  gusto  ::;:  .  La  più  tarda  posterità  s'oc- 
cuperà della  grandezza  dì  Gustavo*  Il  co- 
raggio svedese  ascoso  nelle  cupe  caverne  ^  e 
nel  fondo  di  boschi  selvaggi^  esce  al  suono 
della  sua  ypce ,  e  comparisce  in  pieno  gior- 
no .  Fuggiasco  egli  stesso  ^  ma  senza  timo- 
re >  in  me:(zo  ai  pia  grandi  |>ericoli;  I-Eroe 
sprezza  i  ferri  della  tirannia  di    Cristierno  « 

^        .^      Egli 


1  f  t       .  i7^  Megna  e  itUa  Vka 

Egli  compiange  la  morte  d' aa  venerabil  Pa« 
dre*  e  le  lagrime  di  Gustavo  si  confemloi* 
no  con  quelle  dei  suoi  concittadini»  In  va* 
no  cerca  egli  il  coiisigtio  >  il  -  senato  della 
patria,  la  sua  forza 4  ed  il  suo  nobil  san« 
gue;  tutto  è  perito.  Ma^  se  ogni  altra  cosa 
manca,  gli  resta  il  suo  coraggio;  egli  sa 
vendicare  la  sua  nazione;  Una  sorgente  a- 
scosa'  esce  cori  pena  dalle  sotterranee  pri-- 
gioni;  al  menomo  passo  ella  incontra  degli 
ostacoli;  ma  presto  ingrossata  dalle  onde  a- 
jutatrici  pretidé  un  vigoroso  e  libero  varco;- 
inaffia  le  campagne^  e  porta  le  navi;  cosi 
Gustavo  si  apre  un.  cammino  alla  gloria  . 
Un  pugno  di  combattenti  ardisce  presentar* 
si  sul  campo  di  battàglia ,  ma  egli  è  guida* 
to  dal  valore  e  dall' intelligenza  «  Gustavo 
s' avanza  ad  ogni  passo  verso  il  suo  scopo  ^ 
sbandisce  per  sempre  i  tiranni  della  Svezia 
che  la  ^tenevano  nelle  loro  catene .  Qual 
astro  lumino^  del  giorno  ,  se  dense  nubi 
hanno  steso  un  vel  oscuro  sull'ampio  cie- 
lo ,  penetra  le  nubi ,  si  mostra  all'  afflitta 
terra,  la  consola,  e  le  dona  una  nuova  esi- 
stenza! Tal  Feroe  Svedese  fa  splendere  il 
suo  valore  in  mezzo  alle  tei^ebre,  che  co^ 
prono  la  sua  patria;  egli  riconduce  la  lu- 
ce, e  per  l'ascendente  del  suo  genio  la  Sf*"» 
zia  diviene  l'impero  della  libertà  e  delle 
virtù . 

Da- 


di  Gimat)o  III.  rt  di$ve^4a  .      %^f 

Dalin  ha  avuto  dei  successori  4iv  pm 
namero,  é  del  quaìi  tQoltihanna  avaio.mi^ 
sorte  felice^   <  »  -i'       * 

Ik  poema  del  Conte  idi  Creati,  imitAlat^ 
Atis  ^  e  Camilla ,  gode  óeUa  SvfeatìaL  delU 
più  brillante  TipotaEloItt  i  £gli  dipiége  ^ 
attori  di  duej^òvtói  amanti,  che  viviK^Una 
nei  campi  éeìMrcadìà.'  k.  bellezze  di^ùe*? 
sto  poetila  i  tendono  ^riocipahnenfie  .  àlran^ 
monia  del  verso,  alla  felice  scelta  dfells  imr 
jnaginii  6  alla  purità  della  lingua  sostettuta 
da  beila  maniera  di  dire», Una  filosofia,  a 
vicenda  dolce  é  nervosa  ^  caratterizza  le  0^ 
di,  le  lettere  in  versi j  le  poesie  campe- 
stri ,  e  le  satire  del  Conte  di  Gyileiiborg  è 
Questo  poeta  è  àtato  meno  felice  hello  sue 
tragedie  e  nel  suo  poema  epico  >  nel  quale: 
egli  canta  il  famoso  passaggio  del  Beh  ^ 
che  rese  Carlo  Gustavo  padrone  della  più 
gran  parte  della  Daniniarca  .  La  signora  à^ 
Nordenflieht>  è  tenera^  dolente,  e  talvolta 
languente;  di  questo  SaBfo  del  Nord  si 
hanno  delle  Odi,  delF Elegie,  delle  lettere 
in  versi ,  degP  Idillj  f  ed  un'  Apologia  delle 
donne  contro  Gian-Giacomo  Rousseau.  U 
ccmte  di  Oxenstierna,  del  quale  il.sok>  no-, 
me  interessa ,  ha  pubblicato  alcuni  pezzi  > 
che  fanno  il  maggior  onor^e  al  suo  genio. 
La  sua  Ode  sulla  rnort^  di  Gustavo  Adolfa 
ha  quel  fuoco  ^  e  queir  elevazione^    che  ri# 

chie- 


%$t         P^  R^M  e  Mia  Wila  '^ 

chiude  questo  genere  di  poesie  'figH  ne  hk 
4$mo  un*  altra  sulla  sperane  ,*  die  si  rilegge 
sempre  con  nuovo  piacere.  Nei'  ^ùoi  iHiìe 
^éati:^'4l  Mauino^  e  la  Tepfvpesta^  la  Aatei- 
ra  i  dipinta  con  quei*  tv^tt». felici^  che-  dL- 
•tinguono  la  Mésa  ^tM  tSantor  d'Abele.  % 
«i^ftMir  Kielgren  dà>tf  dived^^-dél  gusìoVè 
^tlta  iaimagiturfiva  nelle  Oiéli^di^^  é  nelle 
m»:! 'satire;  egl4  .ha^  n^esso  ih  *  v^rsi  bellissi-!- 
fliì  moki  pezzi  teatrali,  dei  quali  1^ autore 
è.4K)genio  coronato  •  f  signori  Klewberg^ 
Leopold,  Lidner,  e  Sioeberg  occopa&o '.pd^ 
sti  distinti  sul  Parnaso  svedese.  ; 

Il  fuoco  poetico  può  adunque  ardere  la 
mezzo  alle  brine,  ai  ghiacci  ed  alle  .ne.« 
vi .  1  '  poeti  del  settentrione  possano  riu^ 
^1re  in  quel  genere  medesimo ,  che  sem- 
bra il  meno  analogo  al  carattere,  dei  pae^ 
se'  9  JcHe'  abitano .  11  naturai  talento ,  la 
studio  sopra  buoni  modelli,  possono  com- 
pensare i  felici  effetti  del  bel  cielo  >  e 
della  natura  eccitante  dei  paesi  meridio-* 
nali.  ,         . 

Si  trovano  delle  traduzioni  in  Isvedese; 
m^  elleno  non  sono  in  gran  numero;  Ut 
maggior  parte  degli  autori  anticipi  aspetta-* 
no  ancora  dei  traduttori ,  e  fra  i  moderici 
le  scelte  che  si  sono  fatte  ^  potrebbero  es- 
sere più  &lici.  Sopra  tutto  dovevasi  trak* 
sciare  di  tcaxlurre .  quei    romaiui .  objò^  ,  e4 

in- 


£  Crustaxjo  Uh  re  <fi  Sve:(ìa .       261 

*|ast(>idi ,  che  altro  non  offrono ,  che  un  tes- 
suto bizzarro  d'avvenimenti  inverosimili ,  e 
•ch^  non  possono  né  perfezionare  il  gusto  y 
né  il  carattere  d*  una  nazione. 

.Quell'arte,  che  sparge  le  produzioni  deU 
io  spirito,  queir  arte  ^  che  dag4i  antichi  non 
era  conosciuta ,  e  della  quale  i  moderni  si 
8ono  stranamente  abusati ,  è.  pervenuta  nel- 
la Svezia  ad  un  alto  grado  di  perfezione. 
I  caratteri  gotici ,  in  uso  da  gran  tempo  , 
cominciano  a  cedere  il  luogo  ai  Latini .  So- 
no state  ultimamente  stabilite  diverse  fon* 
derie  di  caratteri.  Otto  stamperie  vi  sono 
nella  Capitale  ,  due  a  Goth^mbourg  >  una  a 
Norkoeping  ,  a  Upsal ,  a  Lund ,  a  Obo ,  a 
Linkoeping,  a  Stregnaes,  a  Vesteros,  a  Ve- 
xioe^  a  Garlstad,  a  Calmar  j  a  Vennersborg, 
a  Oefle,  a  Honoesand,  ed  a  Fehlun.  Seb^ 
bene  la  Svezia  si  gloriava  sino  dall'anno 
1779,  d'essere  uno  stato  libero,  la  libertà 
però  delia  Stampa  fu  accordata  soltanto 
«nell'anno  1766.  La  libenà  della  stampa  (i); 

aven-^ 

^i)  Una  nota  non  è  luogo  in  cui  tratiare  un 
si  vasto  argomento ,  qual  è  quello  dèlia  Li^ 
berta  i  cigno  d^W  uomo  al  somma  desidera'- 
to,  e  generalmente  più  funesto  che  non  è 
desiderato.  Mì^ ristringo  solamente  a  dire^ 
che  siccome  /'  uomo  privo  affatto  di  libertà  ^ 
Tom.  II.  L  per- 


.i6^        I>el  RegnQ  e  iella  Vita,  .^ 

avendo  causato  degli  abusi  >  che  tp^jc^v^tf 
il  Governo,  ella  è  stata  ristretta.!  e  gif 
stampatori  sono  responsabili  di  quello  ;cbe 
stampano.  •       < 

Le  arti  nobili  nacquero  nella  Svezia .,  sor- 
,to.  il  regno  di  Catto  ]^I.  LemkCt  ed  Ehjremr 
strahl,  stranieri  Tun^  e  T altro,  ma  paxa^- 
jalizzati  liti  regno. dal  lungo  soggiórno^  ic^9 
vi  fecero,  hanno,  lasciato. preziosi  modumenr 
ti  dei  loro  talenti .  Lemke  dipii\se  U,  bPCta^ 
glie  di  Carlo  Z;  che  si  veggono.nelpalazziQc^ 

.  ..  D^Qt.^: 

___^____^^_^__________^       •  ...  * 

,  perd^Hhbe  una  qualiià  ^senp^iate  djilf  uómQ^ 
,  così  una  illmkata  libertà  cond^ucendokì  q^^ 
..  ^i  iftfalkbiitneme  ad  ogni,  eccesso  ^  ne  fqtj 
^  meHbbe  ben,  presto  un  essere  peggiof^r  .cfe^ 
. .  te  fere .  Libertà  adunque  i:on  frenq  tftnvìe^ 

W  che  iiay  acciocché  non  divevgani  cohz 
,  tradditorf  Voiao ^  s  Libero.  Ma  se^là  li- 
i  berfà.  necessariamente  deve  essere  frenat^^y 
I    fqrsc  ìnu  veruna  cosa  tichiedesi  maggior fixnP 

•cfie   nella  stampa.  Vaglia    Tesperien^^a  per 

tutte  le  ragioni,  Qual  monarca ^  quat  Co- 
;  wruo ,  avendola  accordata  sens^a  i  Movu^ 
.  .  Imiti ,  non  ha  dovuto  ben.  prcMo  risfrigp^r- 
.     lai  Le  magnifiche  specula^t^  filosofiche,  fi 

krano  spesso  dietro  funeste  pratiche,  ^yf^o 
,     pere,  abbastanza  filosofa .  per  concedè^  .(jAc 

1»  possono  dare  ancora  •  ? 


di  èuLstav^'  ìli.  re  di  Svezia .       1 6  J 

|)ìbtrningholm .  Ehrenstfahl  fece  il  ricrattb 
(li  Carlo  XI s  il  qaadro  della  suai  incorona- 
zione; e  tìioki  altri  pezzi ^  che  ancorasi 
ammirano  dai  conoscitori .  Nello  stesso  tem- 
po'il  Conte  Nicòdemò  di  Tessih  fece  innal* 
Ì:are 'degli  edifizj  sai  nioddli,  che  danno 
!Rortia,  Fifènze,  e  Parigi;  il  Còn^e  di  Dai- 
berg*^*^led^  il  piano'  -delki  Svezia  antica 
moderna ,  dei  qualV  le  stampe  soiio  ^tate 
bène  e^egiMte ,  e  per  riguarda  al  disegno  e 
per  rificisioriev  Ffa'gii  artisti  ^èdesi;  che 
sohosi  discinti  in  questo  secolo  ,  si  è  reso 
famoso  il  Sig.  Lunberg  morto  ultimamene 
ffe,  il  quale  tt2t  eccèlicntef  ncirarte- <tó  fat 
ritratti  :  il  Sig.  Sergel  acquisterà  i^enza  fallo 
i9na  riputazione  ancof  p^ù  luminosa;  égli  <Ie^ 
te  mettersi  fra  ì  primi  «caltoti  d*  Europa  ; 
le  tnt.  opere  ùnis<5ono  in  se  tuke-  le  bellez» 
ze ,  clife  lo  scarpèllo  è  caphòe  dt  produrre  ^ 
Si  è  osservato  «  che  gli*  artisti  ^édc^i  si  feri* 
marà  ttien'o  voldntleri  nel  loro  paese  >  che 
nei  paesi  forestieri*  ef  ciò  norf  d^te^  teca» 
!^rpfesa  ;  essi  trovano  neir  Italia  v  nella. 
Francia \  e  nell'Inghilterra  deller  agevolézze 
è  degrincoragginSenti ,'  che  il  proprio  paese 
hocr  potrebbe  offerir  loro  /  Nòli  è  ar  Stok* 
iialm ,  ma  a  Parigi  ^  che  lavorano  Roselin^ 
Hàrt ,  e  Ycrtmuller .  Vi  era  necessaria  la 
I^rotezióne ')^  generosità  di  un    re    prcKector 

L   2  di- 


164         ^^l  Begno  e  della  Vita 

dichiarato  delle  arti,   per  fermare  il  Signor 
Sergel  nella  tua  patria  • 

La  Svezia  ,  come  la  maggior  parte  degli 
altri  paesi  d'  Europa  ,  ha  le  sue  Società  e- 
rudite  e  letterarie  .  La  più  antica  è  la  So- 
cietà reale  delle  scienze  fondata  a  Upéal 
nel  1720,  da  Erico  Benzelio,  allora  biblio- 
tecario del  Re ,  e  che  pervenne  in  seguito  a 
quella  Sede  Arcivescovile^.  Questa  Socieìà 
pubblicò  subito  un  giorniale ,  a  fine  di  far 
conoscere  nella  Svezia  le  migliori  opere  > 
che  uscivano  alla  luce  w'  paesi  esteri  •  ElU 
diede  in  seguito  delie  memorie  ,  propria-* 
mente  cosi  dette .  I  suoi  lavori ,  che  molti 
ostacoli  avevano  interrotto  ,  hanno  ricomin- 
ciato dopo  alcuni  anni  sotto  la  protezione 
del  Duca  di  Sudemania  ;  le  sue  memorie 
si  pubblicano  in  latino  .  Ella  ebbe  per  lun- 
go tempo  il  Sig.  Aurivilio  per  segretàrio  , 
morto  di  ffesQd;  egli  era  un  létteVato  de- 
gno di  stima  >  che  univa  ai  rari  talenti  la 
più  rara  modestia.  Egli  era  eccellente  nella 
tonosccnza  delle  lingue  orientali .  * 
'  Nel  1738,  il  patriottismo  gittèi  le  fonda- 
menta deir  Accadeinia  reale  delle  scienze  a 
Stockolm .  Linneo  fu  del  numerò  dei  Fon» 
datori  .  La  Fisica  ,  la  Chimica  ^  la  Mincfà- 
logia,  r  Istoria  naturale,  la  Medicina,  TE? 
òonomia.  politica  ,  la  Matematica,  e  U  Mecr 


di  editavo  III.  re  di  Svelala  .       1 6  <[ 

Mànica ,  sono  oggetti  delle  occupazioni  di 
questa  Accadèmia  ..  AUa  fine  d'  ogni,  trime-- 
stre  élla  pubblica  iti.  lingua  svedese  gli  atti 
'  suoi  relativi  a  questi  differenti  oggetti.  Ella 
fa  stampare  éeparatainente  i  discorsi  d'  in'r 
grtsso  4  e  quelli  che  si  pronunzialo  in  al- 
tre occasioni  ;  le  opere  che  hanno  ottenuto 
il  premio,  eh'  ella  propone?  le  dissertazioni 
.  economiche  ,  che  a  lei  vengono  indwizzate 
da  cittadini  zelanti  per  ì  progrèssi  delle  arti 
isti  ti .  Fondata  principalmente  col  degno  sco- 
po di  contribuire  per  mezzo  delle  sue  fati- 
:che  afllà  prosperità  pubblica  ,  T  AcCadcmi'a 
delle  scienze  di  Stokholm  opera  più  di  quei- 
Jo^^  òhe  parla;  ella  preferisce  le  sqoperteu- 
tili  j  le  m;emorie  $cde  alle  oziose  sp^cula- 
•2iofti  ,  ed  alle  amplificazioni  rèttorìche .  O- 
gni  ire  mesi  si  scieglre  tinJPresidenre  fra  gli 
Aécademici  ,  il  quale  dirige  le  operaziotti 
dcir  Accademia  ,  e  che  nel  congedarsi  dal 
suo  p^osto  pronunzia  un  discorso  .  Quest'uso 
ha  procacciato  al  pubblico  un  gran  numera 
di  discorsi  dotti  ^  e  ben  lavorati  j  Ella  ha 
due  Segre tarj ,  Tufto  e  l'altro  perpetui;  l'u- 
no incaricalo  delle  osservazióni  astronòmir 
che  f  V  altro  della  corrispondenza  v  L'Accade** 
mia  ha  un  osservatorio ,  fabbricato  a  sue  spe^ 
-se  e  per  proprio  uso.  Questo  è  un  beli*  e- 
difizio ,  situato  sopra  un'  altezza  nel  sobbort 
go  settentrionale^  Possiede  ancora  una  case 

L    3  mol- 


766         I>el  Regm  e  lieìla  Vita  ^ 

molto  vasta  ,  dove  tiene  {e  sue  cessioni  ,  ''^ 
dove  ha  la  sua  libreria  ,.ed  il  suo  gabitieti 
to  di  storia  naturale.  Questa   dotta    Società 
ha  dei  fondi  molto   considerabili  dovuti  ut- 
la  generosità  ^t  diversi  cdtnodi  cittadini,^ 
manti  della  Patria  •  Nicola   Sahlgren  ^  riiécò 
negoziante  di  Gothernbourg ,  ha  fatto  alFÀci^ 
cademia  dei.  donati  vi  ,   che  farebbero  ouor^ 
ad  un  Principe.  Dal  Governo. altro  non  ha ^ 
che  il  privilegio  degli  effemèridi ,   o   almi- 
nacchi  •  Gli  Accademici  non  sono  pension^.- 
ti ,  ma  li  due  Segretar; ,   il  sopraintendenté 
461.  gabinetto,  di  Storia  naturale  i.  ed  II  prò* 
fessore  di   Fisica  >    hanno   pensioni  sopra  i 
fondi  ^eir  Accademia  •   \\  professore   di  Fi,- 
sica.,  dà  lezioni  pubbliche    in   tempo  d' ifi^ 
verno  .  Degli  elogi  ^  e  delle  medaglie  con- 
favano la  menaoria  degli  Accademici.   ; 
.    Luigia  Ulrica,  istituì  ,  nel  17  «53,  un'Ac- 
cademia di  belle  lettere  nella   Capitale    de} 
fegno^  p,  se  ne  dichiarò  protettrice.  Dalin^ 
^irhe  il.  suo   merito   avea  fatto  Maestro    del 
principe  reale  ,  ora  re  di  Svezia  ,    secondò  ' 
^  mire  della  Regina  .  NoniiiiatO:  Segretario 
deir  Accadjemia  novella  >  diresse  l  lavori  di 
guesu  unione  con  zelo  ed  intelligenza.  Fu- 
rono pubblicate   memorie  e  distribuiti    pre- 
mj    Luigia  yirica  assisteva  spessq  in  perso- 
na alle  sessioni.  Ella  esaminava   le    produ- 
zioni degli  Accademici;  ella  suggeriva  idee 

iu- 


di  Gustavo  tu.  tt  di  Sve^a  .      jóf 

ftimtooite  V  e  la  maniera  di  renderle  utili  é 
gloriose.  11  passaggio  del  Beh,  col  quaU 
Carlo  Gustavo  sbalordì  V  Europa  intiera  ,  e 
sopra  tutto  i  Danesi ,  fu  il  primo  soggetto 
proposto  coti  premio  per  la  Poesia  ;  è  ciò 
che  riuscì  più  singolare,  si  fu,  che  il  pre- 
tnìo  toccò  ad  un  palese,  Sig.  Lui^dbrf,  che 
in  versi  latini  aveva  cantato  il  vincitore  del- 
ta sua  Patrisi  •  Ma  un  inaspettato  contrat- 
tempo sospese  i  progressi  dèlF'  Accade- 
mia ^  nascente*  Dalin  alla  Di^ta  del  tTH^\ 
rima§«  inviluppato  nelle  sventure ,  che  Yofc- 
carono  ai  partigiani  della  córre  ;  gli*^^  co- 
mandata d'  abbandonarle  ìa  Capitale /-e  di 
non  ricomparifvi  senza  pfetmissioti^  degli 
Stati  .  .,La  regina  Istcssa*  non  poۏ^  porgere 
alle  lettere  quelle  cure  che  flerf  avanti  a^ 
veà  loro  con  prodigalità  còm'parriro'.  Le  ttfrì- 
bolehze  che  agitavano  il  regtro/dòmàtìdafd^- 
no  tutta  la  sua  aftefìSTioil^ /' L^Atcademia 
languì  neirinazioiie  sino 'a  tafeto  che  lacàte-^ 
ina  fu  ristabiliti;  allóra!  "ella  rlììrttrònéHi 
sua  attività,  sotto  la  prof^ziofie'  deltà^  sui' 
istìtutrice  •  Alla  cfiorfe  di  Lbigiu 'Ulrich' ^ 
Gustalo  III  sì  dichiarò  per  protettore  ;ntl 
f 7SÓ  egli  le  diede  nuovi  statati  ed  il  rid- 
me  di  ACcadelnia  di  Belle^letteté  ;'  tf-tsttJ- 
Tìa%  é  d'  Aritìchttà'.  Il  pubblicò  è  ^debtttjfè 
i  questa  SòcÌ45tÌL  Ictlèl'aria  di  cin^^  Woliif- 
-mì  ài  memorie  ch^  circolano  sopra  fó  Atti 
^    ■    ^      ■         •    '  '    "        h   4  ^  t(.-^^ 


ucbii»  «:  JsulU  'ftoi;ia  i  t:BQÌÌà:  UìUX^uùdìé^ 
pa^se  •  Ti  SODO  ancora  insenfi  gH  elc^itdef 
gl(  Accadeoitoi  morti:  do^>  l' mituzioBc ^  >^ 
dei  ^^ggi  dVuna  tr^duaùotie  di  iTacitON^ièil 
pstnegirico  tli  Plinio*  Se  $i  ¥okYa  trajdraTti^ 
quache. cosa,  di  Blinio.  il  gif)VÌM  ì  non  -^k^ 
fcbbp.  8t^tft  oiigtior.  scelta  quella  delie  sue 
lettere?  .  ,    .;-.;...   -i  .'  .  .-->/• 

.  ..L'origine  di  questa.  Accademia  feccka  nra 
riftes^ìone  « .  Utta^  Prìtkcipessa  forestiera  :%'  imr 
pj^goa  di  porgeife  alle  .Muse  svedesi  inco4 
rjiggìmefiti  i  negati;  loto  da  .una  principessa 
tìtzioUilté  Grisima  trascurò!  il  laknto.naù)^ 
©ale.r^.gU  preferì  juttVimpemta  straniera; 
jimviagiiMndosi ,  ehe:  ivit)  pote$sefgtainroai  e» 
fere  avvivato  ,  lopriyj^.jdi  quella  energia  it:he 
«yri^bbe  dovuto  dargli:  un  regno  luminoso  « 
Luigia  Ulrica^li  rese  laigiostizia^  che  merita^ 
.va  ^  eio  sviluppo  ,  deL quale  era  suscettìbile. 
v::Glì  sforzi  di  questa  principessa  non  furo* 
4lO'  inutili  •  L' emulazione  nacque  in  ogni 
luQgo  j  e  genj  dalla  sòrte  favoriti  s' incarni^ 
p^rono  alla  gloria  per  la  strada  delle  ietie- 
fé*  Molte  persone  distinte  per  la  loro  na^» 
incita  ,  e  per  lo  zelo  pei  progressi  della  Ut* 
telatura  nazionale,  formano  una  Societària 
^luale  pubblicò  memorie  sotto  il  titolo  no^ 
•desto  di  hvofi  di  l^tferatuta  ,  la  quale  sus* 
-slstette  pe^  alcuni  anni .  NeUe  sessioni  di 
questa  Società  si  svilupparaiH^   le  belici  di» 

spo- 


rT 


^        a  Qusmù  ilL  re  dlSùes^a .     Mf^ 

éposfzioni,  delle  qtiali  la  natura  aveva  do^ 
tato  il  Conte  di  Greqti  ,  .  il  Conte  di  Gyl^ 
leobdrg  ;  e  la  Signpra  d}  Hordenfiyehc .  Qaest^ 
óltima .  era  stata  la  fondatrice  di  questa  u-» 
|ii(me  letteraril^  r  t  quelli,  che  la  compone^ 
vanQ%  diederq  a  lei  .di  comune  consenso  la 
Presiden^  .  Questa  Dònna  insigne  nacque  si 
Stokholm  al  principio  del  secolo.^  Appena 
uscita  dalla  culla  «  ella  mostrò  inclinazioile 
per  la  lettura.  Soggiornando  in  campagna  ,- 
in  compagnia  di  parenti  stimabili  ^  ma  di 
spirita  limitato  ,  ì  quali  si  erano  ritirati  dal 
tumulti  della  Capitale,  ella  non  trovò  altri 
libri  >  per  appagare  la  sua  inclinazióne ,  che 
alcune  operette  di  divozione  ;  le  quali  noa 
y*  ha  dubbio  ^  con  ìscQpo  assai  lodevole  > 
pure  non  di  rado ,  Sono  scritte  iti  maniera 
di  annòjàre  parte  dei  lettori  .  Non  etano» 
questi  i  libri ,  che  convenivano  ad  un^  ani^ 
ma  avida  di  apprendere  ;  il  libro  della  na^^ 
tura  chiamò  la  Sua  attenzione  é  Ella  Jo  les^ 
se  Con  trasporto  ;  e  la  sua  immaginaziofie 
s'aceese.  Tosto  che  il  fuoco  poetico  che  ìrt 
lei  si  teneva  eelato  ,  trovò  alimento  ^  non 
4ardò  a  manifestarsi.  Un  Innc^  al  Creatore 
fa  il  primo  frutto  d'  un*  attenta  contempla-^ 
aione  della  natura  •  Persone  istruite  ,  e  ca* 
paci  d'apprezzare  i  talenti >  cominciarono  a 
dirigere  la  giovine  poetessa  ne'  suoi  studj^ 
ella  imparò  diverse  lingue  y.  e  lesse  con  at<» 

ttn- 


tf^       S)el  ^If€gÀù^  flètta  fUa  . 

t^nzi^oe  dette. opere 'Capaci  di  perfezioiu^v^ 
rp ,  il  suo  gusto  •  ,  Era  quelli  ^  oKe  tego^ 
lavano  in  taì  -guìsa^  1  suoi  progressi  letrc:^ 
rarj ,  vi  fu  un  giovine  ecclesiastico  d'  ufi 
merito  singolare  •  £g}i  amò*  il  suo  allievo  , 
e  fu  pagato  coti  una  tenera  corrisponden^ay 
Imeneo  condusse  i  due  amaóti  al  tempio 
delta  felicità .  1  lord  giorni  scorrevano  de- 
gni  d'invidia  .  La  felicità  umana /^è  i  mor^- 
tali  ardiscono  oltrepassarla  ,  la  sorte  «i  sa[ 
vendkaro  ,  per  insegnar  loro  ,  Che, ,  comd 
jQomini  spingono  le  loro  pretensioni'  froppo 
lontano.  Dopo  sette  oiiesi  ^di  matrimonio  , 
}a  morte  delio  sposo  immerge  la  sposa  nel 
più  acerbo  dolore  .Quando  la  mano  I>ene(i«« 
ca  del  tempo  ebbe  mitigato  le  sue  piaghe , 
ella  riprese  i  suoi  libri  «  ed  i  suoi  stud).  Il 
pubblico  accolse  con  meritati  applausi  la 
maggior  parte  delle  poesie ,.  eh'  ella  àiede 
alla  Ilice;  ma  in  particolare  le  sue  elegie 
furono  accolte  con  universale  approvazione. 
L'amore  aveva  dato  a  quest'anima  sensibi* 
le  il  colpo  più  doloroso  ;  V  amicizia  fì|  a 
lei  egualmente  funesta;  un  amico,  suo  con- 
solatoré ,  sua  guida  ,  le  fu  rapito  dalla  tnor* 
te.  Dopo  ciò ,  ella  noti  conobbe  più  altro 
effetto  ,  che  quello  della  tristezza  ;  un  apcf* 
bo  dolore  condusse  leAtaniente  alla  tbipba 
questa  vittima  della  sensibilità  ,  La  éigt]iora 
di  Hordenflycht. mori  nei   r?63;-  la  stia*  rir 

pu» 


4i 'Gustavo  ITI.  fedtlSve:^ .       Sf  t 

jpvtàiiòne  non  fo  lìnlitaiia  ialla  sola  Svèzia^ 
&esner  V  Haller ,  fiolberg  celebrarono  il  su^ 
gènio  (i)         ^  :  ^ 

^  i  y  InÉ  Svelta  ha  prodótto    M  ^^esto'  seco^^ 

'■    16  un'altra  Donna   egualmente  celebre,'  là 

C  x>ntéssa  'de'  la  Gardie  nata  Contéssa  di  TaU'^ 

òe  .   Ella  mdò   nel  ij6i:.  nella  Pfovincm 

della  Ddlecarliar  ^Nel  tempo  dèi    suo  '  sog- 

*  '  giorno  in  quella  prùvincta^  seppe  ^  c/tè'  giù- 

*  fidamente  si  processapanò  '  dodici  gioì>artetiè 
l  Dàlecàrliési  ^accusate*  di  softilegj^è  effe  é^ 
'\  rano  sul  punto    di    essere'  cxindannate  .'La 

"  Contessa  manifestò  ia  pia'  tiìvà   cQrHpttssìórie 
"    plBr  queste  hiùìmedèlT  irisiustììjià  .  ^mla  so^ 

•  pra  alcuni'  indt:Q  ritévutr^    avea  già  sospet-  J 
taio  ,  thè  quèsf  accusa  intentata   dal   funài 

•  tismà  del*  popolo  \  fosse  stata  asèoltatù  dct 
Giudici  troppo  crèduli  .  Quanta  fu  la  sua 
indegna:^iòne y  allófchh le  Dalecarliesi  \'^ftruU 
te  della  parte  cV'ella  prendeva  della  ioìh 
disgru^id  ,  implorarono  ih  sua  asshtìsn:^a^ ,  fc 
le  esposerò' la  loto  innocen:fi\  Cofnmossh 
dalle  làgrime  di  queste  Sfotiunate  ,  pottò  là 

'  '  ''  lóro  cdusa  damanti  un  tribunale  pia  illumi- 
nato e  pia  giusto  \  JE's'sé  furano  pienamente 
giustificate ,  e  queìfanimd  generosa  ;  che  le 
.  axyis'a  saivYité ,  vide  unirii  '  alla   loro   gfàtitu- 

^*  dine  quella  dell'intiera'  nazione,  Vnà  Theda- 


ìj%        M  Hégnù  e  delk  tità 

'  Gustavo  III  si  è  dichiarato  protettore 
dtllc  lettere;  Colt' intenzione  di  lasciare. uà 
inonomento  darevole  del  suo  2elQ  p<r  i  lo^ 


gha  i  battuta  in  occasione  di  questa  Beneff^ 
ca  anione  ,  n'  etemerà  la  memòria  .  Poco 
tempo  dopo  la  Signora  de  la  Cardie  trova 
altra  occasione  di  segnalare  quei  sentiménti^ 
che  r  umanità  sofferente  a  lei  inspirava  . 
Z^  innestamento  del  vajuolo  abbracciato  rifila 
maggiof  parte  dei  paesi  d  Europa  »  non  h 
era  ancora  nella  Sveccia  .  I  cittadini  iUumh- 
nati  non  desistevano  di  raccamdr^arla  ^  da 
per  fiuio  ,  ma  la  moltitudine  guidata  dal 
prègiuài:^Ì0i  non  cedeva  alle  loro  istan:^e.  Et 
Contessa  de  là  Cardie  persuase  tré  pàesarti 
a  fidare  nelle  sue  mani  tre  fanciulli ,  per 
far  loro  innestare  il  vajuòlò  i  e  li  mi^  fra 
le  mani  (f  un  abile  medico  •  £e  sue  spe^ 
fùn^^e  non  furono  delusa  I  fanciulli  sani  ^ 
e  salvi  ritornarono  alle  loro  case  paterne  . 
Dopo  tale  evento  il  pubblico  ebbe  meno  di 
rìpugnancj^a  per  t  innesto ,  e  a  poco  a  poc& 
questo  rimedio  efficace  per  una  malattia  del- 
le più  micidiali  ^  fu  abbracciato  in  tutto  il 
regno  M  La  ^ofitesscL  de  la  Cardie  moA  net 
176^ ,  funa  febbre  chi!  ella  prese  ,  assisten*^ 
do  a' suoi  domestici  y  c/i*  erano  attaccad  duU 
la  medesima  febbre . 


di  "Gudtàto  III.  rè  di  Svezia .       i  f } 

rò  •  {progressi  nella  Svezia  ,  ejgli  foiìdò  ,  he! 
1786  t  òn'  Aci:ademia  Svedese  a  Scokholin 
iut^  .modèllo  deir  Accademia  francese  •  La^ 
Società  ieiterària  ,  che  porta  il  iiothe  di 
Utile  dulci  è  tin^  altra  unione  >  che  onora  il 
geiiio  svedese  *  L%  poesia^  e  ^musica  sono 
le  sirti ,  eh'  ella  coltiva  .  Ella  pubblica  una 
accolta  di  poesie  svedesi  •  Questa  società 
ha  una  campagna  s  1^  quale  ha  preso  il 
liodfie  d^  Apolltni  iacrà  ^  é  si  è  stabilita  à 
Upsal.  Sebbene  h  città  di  Gothemboùr^  è 
consecràta  a  Mercurio  ^  pure  Apollo  vi  ha. 
iincora  il  sud  tegnb.  Vi  è  iti  questa  città 
urta  Società  di  scienze  ^  e  belle  lettere  ;  ella 
pùbblica  in  isvedesè  delle  memorie^  t&lvol* 
ta  utili  e  dilettévoli^  I  soggetti  ,  eh- dia 
propone  air  emulazione  déglt  scritti  naziòr 
Italia  Sono  d'ordinario  bene  scélti.  Ultima- 
ynentb  ha  propósto  X  elogiò  di  Solander  ^ 
r  amico  di  Baok>  e  questa  importante  que- 
stióne; ^i  spettacoli  sono  essi  utili  ^  a  fiòciviì 
A  Land  nella  Scania  vi  è  formata  una  So- 
^  eietà  Fi^iogfafica  >  della  quale  il  nome  es« 
prime  i  lavori;  ella  è  debitrice  della  sua  er 
tistet}^  ^  e  della  sua  riputazione  s  principal- 
mehte  di  Sigr  Rei^io  professóre  nel!' tJniver- 
liti  di  tif nd  r 

li  Conte  Garlo  Gtìstàvo  di  Jessin  j   cono- 
iduto:  per^  lappar  ce  brillante  y   che^  ha    rap- 

prc-r 


i  74       Del  ItegM  e  ffelU  Tftó  ' 

presentalo  bel  teatrd  politico  »  avea  V  ethì$f 
9ia$iiio  delle  belle  arti;  egli  bulla  trascUii^ 
va'  per  farle  fiorire  nella  Svezia.  Ket  1775^ 
egli  stabili  a  Stokholm  un'  Accadftihia  tfi^ 
]>ittorajf  e  scultXifa  sql  piedtf  de}le  istitMio^^' 
ni  dello  stesso  £;ehere  ch^  '^prisconcr  a1tfq% 
ve  4  L*  Accademia  si  è  notabllmiente  estòs^V 
dopo  U  sua  fondazione  :  presentetniéntb  «éHàr 
ha  una  casa  in  proprietà'  donata  ^  Uì  daf 
Sig.  Meier,  ecteUente  fonditdre  .'In  unar 
delle  sale  di  questa  c^sa  si  veggono  l.e  'a^^ 
tiòhe' figure  di  gesso,  regalate  da  tulgt\XÌ3P 
É  darlo  XI*  Tutti  gli  anni  tì  tspóngonQ  W 
operazioni  degli  studènti ,  quahdp^  si-  diatriv* 
buiseonò  i  preìnj .  Nel  1786V  iV  videro  ddif' 
lavori  d'  un  contadino  della  Smolandia  v'  if 
quale  seni?  altra  guida  ,  che  la  natura  ,  erà^ 
arrivata  a  maneggiare  il  pennello  ,  in  tnà^' 
fiiera  di  copiare  dei  quadri  di  Storia  con 
molto  sucfcesto  /  egli  ha  dopo  frequentate' 
le  lezioni  dell'  Accademia  .  Gli  allievi ,  chQ 
spiegano  talenti  singolari  «  ottengono  pensìa^ 
ni  dalla  Corte  ,  per  soggiornare  qgalchip^  i^m^y 
pò  in  Italia .  *  .     *      v 

I  dilettanti  di  musica  lianno;  eretto  9 
Stokhòldi  un' Accademia  ^  V  occupazioni .  ddf 
la  quale  deve  essere  di  far  fiprìrr  (tut&t^^U 
nella  Svezia  ;'m9  ^sitiora  i  «Lézzi  4^  a^attza- 
aienco»  spnti)  Ì9  lei  mancMM  fojr$e^tròvot 

■    ri 


^4q  avvenire  per  p^z^fi,  4*uw  Jott^ia,w 
^ermpi^glf  44  Gòvcrpo,  Ci)..;;  .  ,  ^^ 
^]}la^è  t^pp  di  lasciare.  Jc.  saie  Accad^-^ 
miche  V  e. visitarle  queUe,.  4^v^  raccolte  ^| 
t?:oyanq  le  xmtp^U^  .^cll^  »Wura ,  t  c?pt 
4;Qp(?r^  delle  arti  y  §  i^ptqd^^\qni  d^ig^n 
i^lo  r  Jl  gabip^^ttp  di  Storia  naturale,  di  Proi- 
tpinghplqiìt  e  quello  d^.Sig.  Carinoti  spgrer 
f^rìo  .d|  Stato  ^  contengono  .tesori  pr^.;(|o$l:^, 
I(«iQneo.  ha  fattp.  jxnà  Restrizione  dell' iinp.i^ 
6;d.il  Sìg^  jSparrnian^  è  occupata  a  form^rn» 
tipa.  d^U'  altrp  ,  Il  gabinetto.  d|  Storia  .ns^tor^ 
ir^le  dell' Acc^dffnja  delle  "^ci^qize  è  cpnsidei, 
rjibile  ,  àqpq  c^e  vi  è.  sta^  inipqrporata 
quellp  del  Bjirpn  d^  Gecr  ,.  ,11  gablpettp^  di 
minerali  4elQolIegip  dq^e  tjninière^^  e  qn^V^^ 
Io  del  Conte  di  Bi^^lke  meditano  V  ^tteq^ip^ 
Ile  elei,  curiosi  »  Nel  palazzo  re^le  dv  i^^Qkr; 
hplm  si  vede  la, raccolta  più  ricca  di  qua««. 
dri^  e  s.tai9pe,qhe  $i  trovino,  nelle  jSves^U  f 
.  Al.     • 


(  I  )  Non  só  come  sta  sfuggito  alV  illustre  Jur, 

tote  una  Società  istituita   nella  S%ie\ia  già 

.  ih  ^Ualchi^  tempp  1  e  che  a  mio  parere  ,  fy 

.  a^prf  filla  na^ior^eti  quanttì  qualunque  altra  f 

..,  Mf:  h  fi^r  4cqpo  4$  ipml^tiere  (  empi^tq 

Aeliq  Moderna  i^^créiuta  .fh^o/ÌQ  ;.  hq  pfe^ 

nome  :  prò  £de  >  ^  Christianismo  t 


tjé        M  Repiù  e  Mia  FUa 

AIcqui  pairicolari   posseggono  ancoca  deH^^ 
ricchezze  in  questo  genere  .  Si  veggono  pres» 
so  il  Sig.  Von-Breda  ^  molti  pezzi  *deUa  scuo- 
la fiammii^a  di  grandissimo  valore. 
-    Noi  abbiamo  di  già    avuto   occasione  4i 
parlare    della   Biblioteca    dell*  Università  di 
Upsal:  ella  è  la  più  famosa  del    paese  •  La 
Biblioteca  del  Re ,  situata  in  uno  dei  bracci 
del  palazzo ,  è  antica  y  e  provveduta  di  luta- 
ti i  libri  buoni;  vi  si  trovano  ancora  alcu- 
ni cpriosi  manoscritti.  Questa  Biblioteca  sóf^ 
ferse  assai  a  cagione  dell'  incendio ,  cbe  con* 
sumò  la  maggior  parte  del  castello ,  alla  fine 
deir ultimo  secolo  .'Per  (Questo  accidente  pc^^ 
rirono  1 8000  volumi  stampati ,  e  4000  ma* 
nostritti .  Fra  questi  ultimi  $i  deplora  sopi^ 
tutto  un  pezzo  di  Storia  scritta  da  Gustavo 
Adolfo  ;  non  si  salvaron  di  questo  prezioso 
manoscritto ,  che  uno  o  due    fogli  ;    questo 
frammento  è  stato   pubblicato   dal   Sig.  Be'* 
nedetto  Sergio.   La  Biblioteca   del    palazzo 
di  Drottningholm ,  non  è  vasta, |ma  risplen- 
de  per  la  sceltezza  dei  libri  ^    per  il  colpo 
d-  occhio  esteriore  e  per  il  belP  ordine  ,  col 
quale  i  libri  ìsono  collocati .  Quella  dell' Ac- 
cademia delle  scienze  di  Stokholm  cresce  di 
giorno  in  giorno  per  gli  acquisti ,  ch'ella  va 
facendo.  £lla  contiene  una  perfetta    raccol^ 
ta  di  tutte  le  opere  svedesi ,  eh'  esistono  • 
he  antichità,. che  oi&e    la    Svescia  ,    non 
'         '      s  sono 


dì  Gustato  II L  ft  ài'svei(fa  .       177 

%%tÌLé  da  paragonatasi  con  quelte  clì^  dll 
v^iagg^tatore  si  notano^  sotto  il  bèi  cirfS^'sùl 
territorio  ciàssico  dell-  Asia- ,  della  Gfeéja^'è 
deir  Italia  ;  ma  pure  csée  hanno  •cort\hè 
ìhteressrafk).  Esse  presentarlo  molte  memo- 
rie ^^  che-^  a|>partchgonò  air  istoria  de!  fion- 
dò e  deir  uomp .  Gli  Svedesi  ne  hanno  sem- 
pre 'fattb'  gt^aii  caso  .  Comparvero ,  nel  seco- 
lo passato  ,  moke  opere  su  questi  monu- 
menti dèi  tert!  pi  amichi  ,  e  dei  vantaggi  , 
Are  'possono  ritrarsi  per  la  conoscenza  della 
storia  antica  del  regno .  Questo,  cr^  I^^bb- 
btetto  fa vórìeo  'delle  ricerche  ,  e'  fatiche  Idi 
Messenio  ,  di  Rudbeck  v  dì  Verelio,  di  l^e* 
f itigschoeld .  <Jaìésti  '  eruditi  ^  ebbero  tanta  dd- 
se  d^amor  per  la  patria S  quanto  di*  sciep-.' 
tz .  Secondo  loro ,  nian  paese  era^  tanto  an- 
tico ,  quanto  h  Svezia;  veruna  monarchia 
potc\^  rimontare  tanto  addietro  •  Giovanni 
Scheflferdi  Strasburgo  divenuto  professore  di 
Upsal  ,  intraprese  di  rovesciare  i  loro  siste- 
mi bizzarri  >  e  fantastici  •  Lo  sdègnb  degli 
atkiquarj  patriotti  s'accese;  ^la  disputa  di- 
venne viva  ;  Verelio  si  distinse  per  il*  suo 
ardore  .  L'  Upsulia  antiqua^Aì  SchefFer,  opera 
détta',  e  piena  d'una  sana  critica»  fece  na- 
scere fra  i' due  professori  una  disputa^  la 
quelle  noti  si  terminò  ,•  che  col  frammettersi 
della  corte.  Uno  dei  punti  principali  dell' 
ambizione  dj  Verelio  era  quella  di  proyare^ 
Tomo  II.  "  .      M  che 


17  &        JDel  Begno  e  della  Vita 

che  la  Svezia  era  la  patria  di  quegli  atiti'* 
chi  Goti ,  vincitori  dei  Romani ,  come  cosa 
gloriosa  fosse  d' aver  per  avoli  quegli  uomi- 
ni ignoranti  e  barbari  ,  dinanzi  ai  quali 
camminava  la  distruzione  ;  e  che  rovesciaro- 
no i  più  bei  monumenti  delle  scienze ,  e 
delle  arti. 

In  distanza  d'un  mezzo  miglio  da  Upsali 
vi  è  un  villaggio  chiamato  Gamia  Upsala  $ 
il  vecchio  Upsal.  Questo  luogo  era  una  vol- 
ta il  centro  d' untone  degli  adoratori  d'  0- 
den  ;  qui  si  era  eretto  in  onore  di  questa 
divinità  un  tempio.  QuaiKlo  il  Cristianesi* 
mo  fìi  tradotto  nella  Svezia  ,  questo  tem- 
pio fa  spogliato  degV  idoli  «  de"  quali  era 
pieno,  e  di  tuui  gli  ornamenti  del  culto 
pagano.  L'edinzio  stessa  fu  conservato  «  e 
$erve  ancora  per  chiesa  agli  abitanti  del 
villaggio  . 

Un  poco  più  distante  da  Ùpsal  si  stende 
.un  gran  piano  ,  chiamato  Motiol  ;  qui  una 
volta  si  elèggevano  i  Re  ;  si  trova  ancora 
un  ammasso  di  pietre  >  dette  Morastenar  « 
pietre  di  Mora  .  Una  di  queste  pietre  si  di* 
stingue  per  la  sua  grandezza;  si  pretende  » 
che  il  Monarca  vi  montasse ,  come  sopra  un 
trono  9  per  ricevere  gli  omaggi  de*  suol 
sudditi  ;  sulle  altre  si  scolpiva  il  suo  nor 
me  ,  e  r  anno  nel  quale  aveva  comiruuato 
Si  regnare .  V  occhio,  scopre  sopra  qualche»* 

duna 


di  Óusiavo  ììt.  re  dì  Svezia  .      tf^ 

dulìa  di  queste  pietre  di  Mora  le  tre  coro- 
tee,  che  la  Svezia  porta  per  ist^mma . 

Delle  pietre  poste  in  circolo^  d'  ordina- 
rio su  delle  picciole  collinexce,  ed  in  mez- 
zo alle  quali  pietre  una  sempre  s' innalza  nel 
mezzo  sopra  le  altre  r  spesso  fissano  T  oc^ 
chio  dei  viaggiatore.  Queste  erano  l  tribù- 
nali)  dove  una  volta  la  giustizia  pronunzia- 
ta le  sue  sentenze  ;  il  primo  Giùdice  era 
assiso  sulla  pietra  più  grande,  e  gli  altri 
prendevano  posto  intorno  di  lui  • 

I  monumenti  runici  si  presentano  in  f^I^ 
la;  abbondano  però  soprattutto  neirUplanr 
dia  e  nella  Sudermania  •  Queste  sono  pic- 
ciole altezzt;  con  una  pietra  in  cima  ,  tal- 
volta rozza  ,  talvolta  tagliata ,  ed  ornata 
d'iscrizioni.  Sotto  questi  monutdetiti  ripo*^ 
sano  le  ceneri ,  e  le  armi  degli  Eroi  della 
Scandinavia.  Eroi  terrìbili^  e  de^ quali  i  ro* 
manzi  Islandesi  raccontano  prodigi .  Le  is- 
crizioni hanno  fornito  vasto  campo  alte  con- 
getture degli  eruditi  nazionali  ;  se  tie  tro- 
vano di  quelle,  colle  quali  si  pretenda  pro- 
vare, che  avanti  la  distruzione  di  Sodoma, 
e  Gomorra  gli  abitanti  della  Scandinavia  ^ 
s'erano  resi  celebri  per  le  loro  guerre  ;  que** 
sto  certamente  è  andare  troppo  lontano  •' 
Tutte  queste  iscrizioni  sono  in  lettere  runi- 
che ,  caratteri  particolari  degU  antichi  popo- 
li del  N<ird  ,  e  de*  quali    TOden  introdusso^ 

M    2  ru' 


i8o        Del  Regno  e  della  Vita 

r  uso .  Su  molti  monumenti  ronìci^,  si  vedd 
la  figura  d-  yna  Croce  ;  ella  era  V  insegna 
del  Dio  Thar. 

Una  delle  Sagristie  della  Cattedrale  d'U^ 
psal  conserva  molti  monumenti  dei  secoli 
remoti  ;  soprattutto  s'  osserva  un  vecchio 
tronco  d'un  arbore  «  al  quale  un  uccello 
grande  ha  dato  la  figura  ,  press'  a  poco  » 
d*una  testa  umana.  Alcuni  antiquarj  svedesi 
pretendono,  che  sia  la. testa  del  Dio  Thor^ 
ch'era  adurato  non  solamente  dagli  Scandi- 
navi ,  ma  ancora  dai  Germani  ;  egli  presie- 
deva ai  fenomeni  dell'aria,  e  scagluva  i 
fùlmini.  Era  il  Giove  dei  Romani.  La  lin- 
guai cht  parlano  gli  Svedesi,  è  ppco  cono-^ 
sciuta. negli  altri  paesi;  ma  meriterebbe  d'es- 
serlo di  vantaggio;  la  foru  e  1*  energìa  for* 
etano  il  suo  carattere;  la  dolcezza,  la  fles- 
sibilità ,  sebbene  non  a  lei    inerenti  ,    comti 

"ad  alcune  altre  lingue  ,  non  sono  però  in- 
compatibili colla  sua  itKlole.  Questo  idioma, 
si  è  formato  ,  come  pure  il  Tedesco  ,  l'In- 
glese, e  il  Danese,  da  quello  dei  Celti,  dei 
quali  gli  Scandinavi  sono  germogli  ,  Egli 
prese  lin  carattere  proprio  etlistintoi  quan- 
do gli  abitanti  del  Nord  si  divisero    in  di- 

/verse  nazioni,  differenti  ,  avendo  ognuna  il 
proprio  padrone  ',  proprie  leggi  ed  usanze  • 
Ma  questo  carattere  si  alterò,  nel  tempo 
d[eir  unione  di  Calmar  ^    ed  in  seguito    nel 

tem- 


.  di  óustàvà  HI.  fé  di  Sve\ia .     i9t 

tèmpof  delle  guerre,  che  h  Svezia  dovetft 
sostenere  neirAIemagna  •  La  facilità  di  coD- 
fondefe  il  Tedesco  ,  ed  il  Danese  colla  prò* 
pria  lingua ,  condusse  gli  Svedesi  insensibile 
tnente  ad  adottare  ròolte  parole  >  e  mainiex^e 
di  dire  ,  che  s' tifano  in  D^tniiùarCa  ,  ed  in 
Germania  « 

Verso  fa*  metà  del  secolo  ,  Giovanni  ìhré, 
professore  di  belle  lettefe  a  Upsal  ,  fu  irl- 
caricàto  dalla  ReglÀa  Ùlrica  Eleonora  S 
tradurre  in  lingua  Svedese  la  Biblioteque  dés 
J>amts  de  Stheele .  Questo  ìkvoro  diede  odr 
Càsiosi^'  al  dotto  profcàsoVe  di  fare  ricerche 
sòpYa  la  lingua  del  suo  paese  .  EgR  diede 
aff  |)ubblico'  uh  Glossatiùth  Svéo-  Gothicùm.^^ 
il  quale  è  «A  capo  d'opera  di  critica  e  di 
crùdiaitftìé  .  L'  AiTtofe  espone  cori  singohi^e 
aemne  Y  analogia  e  Y  etimologia  della  liti- 
gtira  ch^  egli  vùòl  far  conosfcere  ;  Altri  scrit^ 
toil  ^ì  sono  iti  pfogrestsó  affaticati  intorno 
af  inedesimo  obbiettò  ;  essi  hanno  indicato 
le  fegolé  ,  fis^ta  Y  ortografia  ,  altfienò  sino 
zò  un  certo  puntò ,  e  purgato  la  linrgua  sve*^ 
deSè  d'una  fólta  di  frasi  strafniei^e  i  éhe  nò  ' 
aìcétarvano  la  purità  e  P originalità.  Degl'in^ 
gegni  felici ,  guidati  dal  buon  gu^to  ^  hanno 
prubblicate  opere,  le  quali  si  distinguono  eoa 
una  dicituta  élegahto  e  cotretta .  V  accade- 
mia svedese  recentemente  fondata,  ha  per 
iscopo  principale  delle  sut  fatiche  di  perfe» 

M    3  zio*- 


i82        Del  Regne  e  della  Fila 

xionarc  la  lingua;  ella   pobblichcrSl  un  4ir 
zionario  ^  una  gramatipa . 

Regnano  nella  Svezia  ,  <K>me  altrove ,  di- 
versi d^alcni  •  Quello  della  Scania  s' accosta 
in  maniera  al  Danese ,  che  facilmente  si 
conosce  essere  questa  provincia  stata  lungo 
tempo  soggetta  alla  Danimarca  ,  Quello  dei- 
la  Dalecarlta  si  scosta  molto  dallo  Svedc-^ 
ae  ,  propriameiue  detto  .  Questo  è  un  dia- 
letto particolare,  che  ha  conservato  quell'e- 
siergia,e  qu^la  ravideaza  propria  dell*  amico 
idioma  Gotico .  Si  pretende  ancora  >  che,  nel 
distretti  più  remoti  della  Dalecarlia ,  gli  abi- 
tanti si  servano  tuttora  delle  lettere  runiche , 

I  Finlandesi ,  ed  i  Laponi  hanno  e  gli  u- 
ni  ^  gli  altri  una  lingua  particolare .  Quel^ 
la  de*  Finlandesi ,  a  ciò  che  dicono  alcuni 
eruditi  svedesi  ,  ha  molta  relazione  colla 
lingua  greca.  Altri  la  fianno  perfinp  figlia 
deir  £brea  •  La  lingua  laponese  ha  dell*  a-* 
Balogia  colla  finlandese  •  Ihre  pretende  ,  che 
queste  due  lingue,  in  origine  poco  dlfifèren* 
ti  ,  dominassero  nella  Scandinavia  avanti 
r  arrivo  d*Oden  e  de' Goti  •  Egli  s*  appog^ 
già  alla  testimonianza  di  diversi  scrittori'; 
cita  ancora  delle  parole,  che  si  cotiservano 
attualmente  nella  lingua  svedese  ,  e  delle 
quali  non  si  può  trovare  Torigine  ,  che  nel- 
le lingue  della  Finlandia  e  della  Laponla  • 
Un  Vescovo  della  Finlandia  ^  per  nome  Jus^ 

le^ 


di  Gustavo  IH.  re  di  Svezia .       1^3 

leiìio,  ha  pubblicato  un  Dizionario  in  Fin- 
landese e  in  Latino .  Il  Sig.  Òhrling  ,  nato 
nella  Laponia  ,  ha  fatto  stampare  ultima- 
mente  un  Dizionario  Laponese ,  Svedese  ^  e 
Latino  ,  con  una  Gramatica  Laponese  del 
Sig^  Llndalhl  •  In  fronte  a  queste  due  ope- 
re si  è  messa  una  prefazione  assai  curiosa  di 
Giovanni  Ihre  ;  questo  dotto  Letterato  la 
compose  poco  avanti  alla  sua  morte ,  accaduta 
Tanno  i?Sc.  Egli  si  era  di  già  fatto  cono- 
scere per  molte  produzioni  dótte  ,  piène  di 
critica  e  dì  gusto  ;  il  suo  glossario ,  e  le  sue 
ricerche  sulU  traduzione  della  Bibbia  d'Ut- 
fila  ,  sono  state  slpplaudite  non  meno  in  Is- 
vezia,  che  nei  paesi  stranieri.  Ihre  era  nato 
in  Lund  nella  Scania,  Tanno  1707  ;/cono-« 
sciato  per  il  suo  merito  fa  nominato  Segre- 
tario  della  Società  re^le  delle  scienze  ,  e  di 
belle  lettere  a  Upsal  •  Nel  1738^  egli  ot- 
tenne la  Cattedra  di  politica,  d'eloquenza, 
innalzata  dal  Senatore  Skitte  ,  al  principio 
del  secolo  passato.  Qaésta  cattedra  era  stata 
occupata  da  Freinshemio  e  da  SchefFèr  ;  il 
nuovo  professore  ne  sostenne  lai  riputazio- 
are.*  il  9uo  uditorio  non  era  meno  numero* 
so ,  o  meno  brillante  di  quella  di  Linneo 
e  di  Yallerio ,  i  quali  insegnarono  nello 
4testo  t€mpo  ,  T  uno  la  scoria  naturale  ,  e  ' 
l'altro  la  chimica.  Ihre  non  si  serviva  né 
suoi  corsi  di  quel  metodo   nojoso  t  p^dan- 

M    4  tes- 


iS4         ^^i  Begno  e  dèlia  Vitd 

tesco ,  il  quale  col  facilitare  la  fatica  al  Mw^' 
Siro,  ritarda  i  progressi  ai  discepoli.  11  suo 
era  illuminato  e  filosofico  ;   la   sua    vivacità 
fina    ed    ingegnosa,  la  sua  memoria,  arric- 
chita d*  un  gran  numero  d'aneddoti,    spar- 
gevano sulle  sue  lezioni  degli  allettamenii  « 
che  cattivavano  la  gioventù.  Guidato  da  un 
gusto  deciso  ,  conoscendo   a  fondo    la    le^ 
teracura  antica  ,  apriva  ai  giovini    quei    te- 
sori preziosi  i  dove  il  talento  attinge  quelle 
ricchezze ,  che  la  perfezionano  y__  ed  antìobi» 
liscono.  Ihre  ricevette  dal  Governo^    in  ri- 
compensa delle  sue  fatiche,  il  titolo  di  Con- 
sigliere della  Cancelleria  ,  la  Nobiltà  $  e  VOt'^ 
dine  della  Stella  Polare .  V  uomo   di  lettere 
avrebb'egU   bisogno    di    queste  distinziohi  ^ 
in  nulla  appartenenti  al  suo   »tato  ,  e  senz» 
analogia  al  genere  del  suo  merito  ?  La  com^ 
piacenza  interna  d*iin' anima  ,    che  si  è  sol- 
levata sopra  la  comune  degli  uomini  ;  ì  suf- 
fragi ,  e  la  stima  dei  giudici  competenti  \  la 
gloria  d'illuminare  gli  uomini,  non  dovreh- 
bero  a  lui  bastare?  E  se   pure   un'ammini-* 
straziòne  generosa  e  saggia   volesse  .  ritrovar 
altro  mezzo    di   render   fecondo  il  talenta , 
procacci  a  quelli^    che  b  natura   ne  dotò  , 
degli  agi  capaci  a  preservarli  da  quegl^iiiibarazzi 
del  bisogno  »  che  spesso  degradano  uno  scato 
rispettabile ,  «ed.  arrestano  neUa loro  qtf'rien  le 
oiù  felici  Scolta. 


di  Gimaio  ITI.  ré  di  Svèzia .      i#; 

CAPITOLO     VI. 

Commercio  esterno  ,  ed  imerno  « 


JLjA  Mtufa  ha  di^trjlbnito  le  sUe  benefit 
Qcnze  colla  più  grande  diversità  sul  globo 
che  noi  abitiamo  •  Riflettendo  alla  diversa 
distribuzione  de'  suoi  doni<  Tuomo  ha  cota*' 
pre$ó  le  intenzioni  di  questa  madre  comu- 
ne «  11  genio  deir  uomo  ha  tracciate  cam*' 
binazioni  felici  ;  la  sua  abilità  >  ed  il  sn^ 
coraggio  hanno  vìnti  gli  ostacoli  •  Quali  Ino- 
numenti  di  sua  gloria  e  grandezza  n<m  só^ 
noi  mari  con  intrepidezza,  valicati?  Le  re*" 
gioni  fra  loro  più  distinta  s*  avvicinano  4  ,0 
si  comunicano  scambievolmente  i  loro  pro^ 
dotti.      -  . 

Gli  Svedesi  scorrevano  anticameme  quel 
mari,  che  bagnano  il  loro  paese  per  e«ef«> 
citare  la  pirateria  .  Efi(si  abbandonarono  que-^ 
ste  scorrerie ,  quando  un  certo  grado  di  di^»- 
rozzamento  ebbe  raddolciti  i  loro  costumi  ; 
ma  non  sostituirono  sì  presto  una  regolar^ 
navigazione  e  lo  studio, del  commercio.  Le 
ciba  Anseatiche  jQumerose  e  floride  teneva- 
no  lo  scettro  del  Baltico.  Lubecca  sopia^- 

tutto 


i96        J>d  Repiù  e  idla  fm 

tutto  imponeva  alla  Svezia  pesanti  tributi  « 
Gustavo  I  spezzò  catene  cotanta  tergogno- 
se ,  e  funeste  •  Questo  monarca  aveva  a  cuore 
la  gloria  e  la  prosperità  de*  suoi  sudditi -^  abusi 
non  V*  erano  eh'  egli  non  riformasse  •  I  Lub- 
bechesi,  che  avevano  esercitato  un  imperio 
assoluto  nei  porti  della  Svezia  i  furono  spo- 
gliati dei  loro  privilegi ,  e  navi  svedesi  ^ 
videro' nel  Baltico  e  nel  mar  di  Nord.  I 
figli  di.  Gustavo  I  non  estesero  il  com- 
mercip  nazionale  :  egli  languiva .  sotto  i  re* 
gni  di  Erico  XIV.,  di  Giovanni  III,  e  di 
Carlo  IX.  Questi  principi  non  ebbefo  per 
questo  capo  là  sorte  d'inserire  i  foro  nomj 
•ella  serie  del  benefattori  della  loro  patria. 
-  Gustavo  Adolfo  volle  far  avaioare  il  com* 
mercio  svedese  con  degli  sforzi  troppo  ar« 
did,  e  dargli  un  grado  d' attivila ,  del  qna^ 
k  noa  era  ancora  suscettibile  •  Nel  i&zf  ^ 
naoqueuna  compagnia^  della  i^ale  le  spe*« 
dizioni  dovevano  stendersi  nel  r  Asia ,  nell'A- 
fcica  e.  ncU*  America  .  Molti  Svedesi  passa- 
Fonci  nel  nuovo  continente  ^  e  si  stabilirono 
iaiomo  al  .fiume  pe  lavar  ;i  loco  stabllimen- 
ti  presero  coAsistenza  ,  e  nel  163 1  fabbri^ 
carono  il  forte  Cristina,  e  la  Corte  viman^ 
dò  un  Governatore  ed  una  guarnigione .  La 
nuova  Colonia  visse  tranquillamente  e  pra« 
sperò  in  tutto  il  tempo,  in  cui  durò  il  re* 
^no.di  Cristina.  La  sua  pace  fìi  intorbidata 

allor 


di  Gustavo  III, -re  di  Svt^m  .      tSf 

allor  quando  Carlo  Gttstavo  intraprese  trnai 
guerra,  la  quale  armò  contro    di  ^lui   tutto 
il  Settentrione  •  Gli  Olandesi  profittarono  del 
momento  favorevole  ,  e  s'itppossessarono  de** 
gli  stabilimenti  svedesi  nel!' America . Carlos 
octupato  a  vincere  i  Danesi  ed  i  Polacchi^ 
non  potè  dar  soccorso  ai  suoi  sudditi  Amt<- 
ricatii;  e  gli  Olandesi  sempre  attenti  ,    ove 
si  tratta  del  loro  interesse  ,  raccolsero  paci^ 
fiocamente    i    frutti  dei   sudori  altrui  .   Però 
questi  possedimenti  sì  facilmente  conquista^ 
ti,  furono  in  progresso  rapiti  loro  dagl'In*^ 
gfési ,  e  questi  ancor  essili  perdett^o  ^pet^ 
dèndo  le  tredici  provincie  ,   resesi  ora  indio 
pendenti  •    Gli    Svedesi    avevano  parimente 
acquistato  nel  medesimo  tempo ,  e  nella  me-* 
desima   occasione    molte   piazze    stilla  costt 
della  Guinea,  ma  ne  funono  egualmente  spo- 
gliati in  parte  dagli  Olandesi  e  in  parte  dai 
Danesi  •  La  Compagnia'  fondata  ^  da  Gustavo 
Adolfo  si  risentì   di  questi  ìnfortunj,  e  nom 
fu  di  lunga  durata  •  Pareli  quest' epoca  sem^ 
brava  che  il  Governo  s'  occupasse  seriamen- 
te intorno  ai  mezzi  di   far   fiorire   il  com«- 
mercio  ,    e    la  fsola  guerra  ne  impediva    li 
progressi .  Il  Collegio   del  commercio    fon- 
dato 9  fissò  il  sistema  delle  monete  >  e    le 
fabbriche  ottennero  ificoraggimento  • 

Carlo    XI   governò    per  lungo;  tempo    e 
«otto  r ómbra  d«Ila  pace  ,  la  quale  jaon  b\ 

tur- 


i8S       Det  Regna  e  dèlie  Tifa 

turbita  #  che  al  principio  del  suo  regno.  A 
questo  principe  piaceva  di  specolare  sugli 
obbietti  di  pubblica  utilità  e  ne  aveva  Fin* 
telligenza  ;  egli  prese  savie  mhufre  per  e* 
stendere  il  commercio  ;  si  formò  un  codice 
marittimo  •  I  diritti  di  dogana  furono  stabi- 
liti per  mcEio  d'ona  tariffa .  Gh  Svedesi  ca- 
scarono numerosi  vascelli  ^  e  comparvero^ 
nei  porti  principali  dell'  Europa  .  Sì  trattò 
perfino  d' aprire  un  commercio  regolato  fra 
la  Svezia  1  e  la  Persia  per  mezzo  dei  fiumi 
della  Livonia  e  dell'  £stpnia  ,  ma  questof 
progetto  non  arrivò  a  maturità.  Carlo  XII  y 
cbe  non  amava  e  non  rtHendcva  altro  cbe 
la  guéria  ,  al^bandonò  le  aikre  arti  al-  Ipro' 
destino  •  Le  disgrazie  ,  che  le  sue  imprese 
fecero  piombare  suUo  stato,  minarono  ìlt 
commercio  •  Per  il  tempo  di  cinque  anni 
successivi  i  neppur  .una  ^óla  nave  svedese 
potè  s^ire .  1J  Olanda  provvedeva  il  paese 
a  quelle  cose  ^  che  bisognava  far  venit^e  da 
esteri  paesi  >  e  ohe  in  allora  erano  jéissai  ni^  ^ 
merose  •  Nel  1723  ,  tucsa  h  marina  mercàn'^ 
tik  non  passava  i  cento  bastimenti  •  La  fran^ 
chigra  del  diritto  del  Sund,  vantaggio  pre-^ 
ùosoy  fu  perduta  nella  paeey  che  convenne  v 
conchiudere  eolla  Danimarca. 

Il  sistema  eeotiomico  subì  una  grande  ri» 
voluzione  dopo  la  morte  di  Carlo  XII .  CU 
Svtdesi  aprirono  gU  oqcbj:  sn  i  loco  interessi 
'  ?d 


dt  Gustava  III.  re  eli  Sveccia  ^         1 89 

©d  impararono  a  conoscerli  .  Dòpo  questue* 
pòca  ,  il  loro  commercio  ha  facto  un  sen' 
sibile  avanzamento^  e  massimamente  negli 
ultimi  tempi .  Essi  lo  fanno  intieramente  da 
se  medesimi  ,  e  la  loro  bandiera  è  cono-^ 
scinta  nei  mari  i  più  remoti.  Le  loro  navi  > 
assai  bene  costruite  ,  sono  in  numero  grande^ 
e  procacciano  loro  considerabili  guadagni 
per  mezzo  dei  noli  e  dei  cabottaggi.  A  ter- 
nore  dell'  atto  di  navigazione  pubblicato  nel 
1738,  le  nazioni  estere  non  possono  spedi- 
i;e  su  loro  navigli,  che  i  proprj  prodotti  , 
e  quelli  delle  loro  colonie  ,  sono  ancora 
soggetti  a  delle  imposte,  che  non  paghino 
ì  sudditi  del  regno  • 

Lfr  miniere,  i  boschi,  e  le  acque  sommi- 
nistrano i  principali  artidoli  d'asportazione  • 
Si  spediscono  in  esteri  paesi  annualmente 
fra  300,  e  350  eoo  Scheppund  di  ferro  , 
Ferro  in  barre,  in  lamine,  fèrro  tondo  , 
ferro  lavorato ,  cannoni  ,  palle  di  ferro ,  co- 
stituiscono questa  parte  lucrativa  del  com- 
mercio esteriore  .  Il  prezzo  <lel  ferro  in  bar- 
ré  è  fra  5  in  6.  Risd^lleri  •  Sì  temeva  la 
concorrenza  della  Russia  •-  La  superiorità  co- 
nosciuta della  bontà  del  ferro  di  Svezia  ha 
nonostante  sostenuto  il  prezzo  ,  e  le  ricer*-* 
che  sono  sempre  grandi.  Ma  T  asportazione 
del  rame  ha  sofferto  la  concorrenza  degrln- 
glesi,  i  quali  da  qualche  anno  in  qua,   so^ 

no 


I9Ò        Pel  Èegno  è  itila  Fkà 

fio  abbondantemente  foniti  di  questo  Ine'* 
tallo  •  Lo  Scheppund  di  rame  di  primo  get^ 
to  si  vendeta  alF  indietro  quaranta  rìsd.;  ora 
non  se  ne  ricavano  che  trenta  ,  e  si  stenta 
a  trovarne  l'esito  .  Le  piastre  coniate  ,  t 
rottone  sono  però  ricercati  e  questo  rame 
di  commercio  fiorisce  •  Secondo  uno  ^pec-^ 
chio  ,  presetitato  al  pubblico  dal  Conte  di 
LiUienberg  /  antico  Presidente  del  Collegio 
delle  miniere  ,  il  ferro  ed  il  rame  imbarca- 
ti nei  digerenti  porti  della  Svezia ,  per  e%* 
sece-  traspòrtati  in  paesi  esteri ,  hanno  reso 
la  somma  di  46  milioni  152968/  risd.  dair 
anno  1760  sino  alVanno  1779.  GUà«ed<esi 
asportano  annualmente  incirca  150000  doz- 
zine  di  tavole ,  2474  dozzine  di  travicelle  « 
4550  travi  p  76000  botti  di  cattarne,  21000 
botti  di  pece ,  4000  botti  di  potassa  •  L'as- 
portazione deH' aringa  ascende  un  anno  per 
l'altto  a  i6q  mila  botti;  quella  dell'olio 
d- aringa  cresce' d'anno  in  anno  ,  e  dà  un 
jguadagno  annuale  di  5.  in  6  mila  risd.  GU 
articoli  di  riasportazione  sono  in  picciol  nu- 
mero ,  e  la  Compagnia  delle  indie  occiden* 
tali  somministra  le.  più  importanti. 

Se  la  Svezia  ha  molti  capi  d'  asportazio* 
nr,  quelli  eh'  ella  introduce  non  sonò  in 
minor  numero .  Quanti  tributi  non  paga  eU 
la  al  forastiere?  Ve  ne  sono  di  quelli,  ch& 
la  necessità  impone  ,  ma.altil  ve  ne  sotio  « 

che 


di  GustnVQ  III.  re  di  Stenta .       igtt 

che  provengono  d^  bisogni  inverna  ti  dal 
lusso  ^  ed  i  quali  di  giorno  in  giorno  si  au- 
mentano in  cattai  paesi .  SMntroducono  tal- 
volta 500000  tonne  di  grani;  comunemen- 
te si  consumano  286O00  tonne  di  sale  l^afi« 
no  ;  i  vini ,  le  sto&  ^  i  cuoj ,  il  sevo  ,  lai 
cahepa ,  molte  mercanzie  ,  come  zucchero  ^ 
caffè  ^  thè  ,  tabacco  >  costano  somme  consi* 
derabili  al  paese .  E'  stato  provato  dai  re- 
gistri della.  Dogana  >  che  i  grani ,  il  caifè  ^ 
il  thè ,  il  tabacco ,  ed  il  zucchero ,  costano 
annualmente  più  d*un  milione  di  risdal* 

Seguitiamo  la  bandiera  svedese  in  quei 
mari  eh'  ella  frequenta  .  Il  Baltico  è  per 
natura  il  principale  suo  dominio  •  La  Sver- 
zia  abbisogna  di  canepa  ,  di  sevo  ,  di  Cuo* 
)a,  di  grano  e  di  molti  altri  articoli  che  la. 
Russia  «  la  Curlandia  ,  e  la  Prussia ,  e  le 
parti  settentrionali  della  Germania  posseg* 
gono  abbondentemente  ;  il  ferro ,  il  rame  ^ 
Taccialo ^  la  calcina,  T allume^  e  Taringa» 
che  ella  dà  in  cambio  a  questi  paesi ,  noia 
bastano  ad  equilibrare  ciò  ch'ella  riceve  ,  e 
vi  è  sempre  pna  perdita  di  i^o^a  aoooce^ 
risd*  Ella  guadagna  colla  Danimarca  e  coUa 
Norvegia  ;  mr  questo  guadagno  resta  assor* 
bito  dal  contrabbando ,  che  si  fa  sulle  froa* 
tiei-e  della  Norvegia  .11  commercio  della 
Svezia  suir  Oceano  Germanico  #  e  T  Oceano 
Occidenule  i' estende  in  Olanda >  in  Inghi]<« 

ter- 


191        jDtl  RjCgno  e  della  WUa 

terra ,  lo  Francia ,  ia  Ispagna ,  ed  in  Porto^^ 
gallo  •  Gli  Olandesi  provveggono  la  Svezia* 
di  spezierie ,  di  tabacco  ,  di  colori  ,  di  car-».. 
H  in  troppo  grande  quantità ,  e  prendono  del 
ano  ferro  ,  ed  alcuni  altri  suoi  prodotta 
in  troppo  picciola  quantità  t  perchè  là  ,bt-. 
lancia  possa  pendere  in  ^no  favore  .  La 
Svezia  spedisce  nei  porti  di  Francia  ferro  ^. 
acciajo  ,  rame  ,  ottone  ,  -filo  d*  ottone  ,  e  da 
ferro  ,  tavole  «  e  catrame  •  Ella  fa  caricare 
nei  medesimi  porti ,  vino  ,  sale ,  bucchero 
rozzo  i  fruui  ,  e  profitu  ordinariamente;  ii\, 
quel  commercio  •  Ma  se  si  mettono  a  coiur 
co ,  dice,  uno  scrittore  nazionale ,  le  somme  « 
che  la  gioventù  svedese  va  a  spendere  neU 
la  Francia ,  e  quelle  che  importano  le  stof^ 
f^i  le  mode  ,  e  le  frascherie ,  che  a  noi  venr 
gono  da' questo  paese  in  si  grande  abbon- 
danza ,  e  de' quali  la  maggior  parte  entra 
clandestinamente >  si  troverà,  che  il  profitto 
andèrà  ìq  fumo .  La  Svezia  dunque  perderà 
daj^pertotto /isj  potrebbe  dire? Si  vedrà,  che 
fa  ^qcora  dei  guadagni  /  Ella  tira  daU'  In- 
ghilterra stagno,  <^uo|a  ,  birra,  buttiro  ,  ca- 
SCÌO.J  e  fiarbon  di  terra ,  tutto  per  un  valo-«  - 
re  Ài  tooooo.  risd.  Ella  rende  a  questo  re- 
gno al  cotìtrario,  ferro,  rame,  catrame  ,  la-^ 
Tole.,  aringa  >  il  tutto  per  il  valore  di  cir- 
ca un  mllìòcie  di  risd.;  questo  è  un  guada- 
gi\o,  ch^  può  indenizzarla  di    molte    perdio 

te. 


di  CustavQ  HI.  re  di  Sveifid .        193* 

te.'Gaadagaa  ancóra  consid'erabilmente  óoU 
la  Spagna,  e  col    Portogallo,   i   quali  *  non 
pagano  col  loro  sale ,  cdi  lora  vini ,  e  colle' 
lane  ,  che  prende  nei  loro  porti  \    il  ferro 
r arUgliefiia  ,  il  rame,  i  legnami,  \  chickii, 
ed  il  catrame  eh'  ella  vi  spedisce . 

Le  navi  svedesi  ^  frequentano  :  ancora  il 
mediterraneo;  esse  conducono^lìelr Italiai  q 
nel  Levante  4  principali  articoli  d' asportai 
zione  e  sopra  tutto  T  artiglieria  ;  e  riporta- 
no sale> 'frutti  ,  spezìepie  ,  cotone  e^drappi 
di  filo  di  cotone..  Qui  è  ancora*,  dovejpro^ 
prietarj  delle  navi  profittano  pia  a  causa  dei 
cabottaggi;  queste  n^vi  fabbricate  e  condot* 
te  da  Eretici  ,  furono  quelle  che  condusse- 
ro in  diversi  porti  dell' Italia  i  Gtsuitù.esi* 
Itati  dalla  Spagna,  e  dal  Portog;4ÌlQ {  i  ) . Il 

Go- 

(  /  )  Sembra  che  qui  s*  intenda  di  cantare  una 
vittoria  deir  eresia  ,  e  della  tolleranza  sopra 
i  Gesuiti  .  '  Lascio  da  parte  la  puerilità  di 
simil  vittoria;  ma  desidero  ben  di  cuoj^r$nol' 
te  di  queste  viitorìe  M  eresiai,  alcune  per'- 
sone  acquistarono  in  tal  incontra  i  lumi  deU 
la  cattolica  fede  ;  e  si  prof  e  ssana  ognor  grò- 
te  a  quei  religiosi,  e  principalmente  a  quel^ 
lo  che  fu  V  tstrumento   della  loro  iUumtna- 

-  :^ione  (  in  allora,  il  Padre  D.  Emanuele  /- 
turriaga  ,  ora  Teologo  di  Mortsig,  Féscfvo 
Tom.  II.  N  S 


194        t2>W  J^égno  e  Mia  Vita 

Governo  accordò  ranno  17)8  ^  ilprivUegk) 
esclusivo  del  comnijprcio  di  I^evante  ad  una 
CQfQpagnia^  che  non  mostiava  né  l^inteJli-^ 
genia ,  né  V  attività  necessaria  al  6ne  ch'eJ-* 
la  si  proponeva  •  Ella  fu  Sìbp|)ressa  nel  17  ^ . 
Lungo  tempo  si  e  pensato  di  formarne  mia 
suoya»  ma  finalmente  si  è  abbandonata  Tj- 
dea ,  e4  A. commercio  del  Levante  è  intie* 
ramente  libero. 

Lo  sciogli cneiìto  della  compagnia  deiri|i«^ 
die  Orientali  y  la  qaale  fu.  sacrificata  a 
mir^  politiche ,  fece  nascere,  quella  della  Sver 
^ia  stabilita  a  Gothembùtirg  ;  si  presolo 
queua  ciHà  i  perchè  genetalmehte  U..  huq 
portp  è  /  aperto  tutto.  T  anno  i  £nrico 
ìkoanig^  e. compagni  ottehnero  una  conces* 
aione.per  qaindici  anni  ,  .a.  condizione  .di 
pagare  lé  risd.  <»  31  schillihg  per  Last.al 
governo^  Questa  concessione  essendo   ^pira-* 

.  di  Fano.  },Gli,  altri  Svedesi  in  generale  ei^ 
betp, ampio  campo  di  dìshtgannarù  dcgh,e' 
normi  pregitu^  succhiati. wlfèducacppne^  e 
di  souituirè^  siccome  fecero  ^  una  grande  ^i- 
ma  'fi  $ino  un  affetto  che  sembrava,  neéjis- 
.  .  pifabiie .  Sì  tfidero  i  Capitani  ^  gli  Jl/JS^a-- 
li  y  e  sino  i  marinari .,  non  certo  ièneri:  di 
cuere^:  separarsi  da  questi  Jteiigiosi,  colle  Ja^ 
.   grime  agli  occhj. 


di  Gustavo  HI.  re  di  Sve:(ta.       tq% 

ti  il  fo  rinnovata  per  venti  annh  e  la  com-' 
pagnia  s' impegnò  di  pagare  al  governo  8533 
.  risd.  per  ogni  viaggio  felice;  ella  acquistò 
un  fotedò  permanente  nel  1753  *  O^l'  anno 
173  is  epocsi  della  àoÀ  nascita  ,  fino  air  da-* 
nò  1766  i  quando  ^pirò  il  suo^  secondi^  prit 
vilegio,-  dia  costmi  22  itavi  >  le  quali  fece* 
ro  6r^  vkggi  a  Bengala^  ed  alla  China;  ^6 
di  questi  viaggi  furono  felici,  e  procuraro- 
no xtn  àhno  per'  l'altro  il  guadagno  d'un 
40'^  per  iQóé  "•'^ 

A  quésta,  prima  compagnia  né  Successe 
tm'altifl  cori  prìvìlégi9  per  venti  anni,  ter- 
mine ultimaménte  spirato  M  Ella  -ha  p^g^o 
al  Governo  t'ideo»  risd..  pef  ogni  hav^  feU-* 
eetnente  arrivata  al  porco  di  GothefnBburg , 
€  trenta  tonnc  d*  oro  ;  «dieci  ai  titolò  d*«- 
vanzo,  e  venti  a  titolo  d*  impresti to  ^  sema 
frutto  .  Ella  ha  spedito ,  tutti  gli  àntriV  diie 
navi  per  la  China  ;  i  guadagni  si  ^ono  so- 
stenuti ,  anzi  si  sono  aumentati  .  I  direttori 
hanno  guadagnato  T  approvazione  del' pub*^ 
bìico  a  causa  dei  cambiamenti  vantaggiosi 
dk  loro  fatti  neirect)nomia;  qaesti  cambian 
menti  erano  necessarj  ,  ed  hanno  pròdotio 
dei  risparmi  in  profitto  dégF  fnteressati  • 

Una  nuova  compagnia  delP  indie*  orienta- 
ti si  è  formata  ;  jia  ottenuto*  il  suo  privile* 
gio  pei^  venti  anni  ;  paga  al  governo  come 
r antecedente  1250^  risd.   I   forestieri  pos^ 

N     2  sono 


1^6         Del  Regno  e  ddUa  Fit€ 

sono  concorrere  egualmente,  che  i  nszionaf^ 
li  9  formare  i  fondi  di  questa  Compagnia  ; 
si  dafino  loro  tutte  le  sicurezze  necessarie  • 
I  vascelli  svedesi  ,  che  fanno  il  viaggio 
della  China  ,  sono  ordinariamente  della  por^ 
tata  di  400  Last;  hanno  150  uomini  di  e- 
qoipaggio  ,  e  prendono  300000  piastre  a  Ga- 
dijce .  Queste  navi  portano  seco  ancora  al- 
cuni prodotti  delia  Svezia  >  e  ritornano  ric- 
camente cariche  di  .thè  ,  di  setai  di  porcel* 
lana,  e  di  stoffe.  Non  rimane  nel  paese  che 
la  minor  porzione;  gli  Olandesi ,  gringresi, 
e  i  Danesi  ,  .  ne  comprano  h  maggior  parv 
te\  Up  anno  per  F  altro  la  Compagtòa  ven- 
de nei  'paesi  esteri  per  più  A'xtn  milione  di 
tisd.  delle  m^canzie  ,  eh'  ella  .  riceve  soptar 
i  suoi  vascelli  .  Questo  è  il  lucro  più  rea* 
te  ,  ed  ancora  il  vero  vantaggio  ^  che,  il  re* 
gno'  riceve  dal  commercio  delle  indie  omn^ 
tali.  "  i  -  ■ 

-  L-  acquisto  dell-  isola  di  S.  Bartolommeo  > 
ha  fatto  nascere  una  Cohipagnis  neir  intlie^ 
occidentali.  Il  sno  prii^ilegio  è  in ^aia  del<^ 
ft  ji  ottobre  1716  ;  ella  non  paga  nulla 
alla^Corpna,  ed  accoglie  un  Jbndo  per  sot*« 
toscrjzioae  •  I/isola  di  S.  Bartolommeo  ha  un 
©o^ernatore,  ed  una  gnarnigione  ;  vi  tì'ò 
ttsibiltei^  un>  (Somiglio  del  quarle  il  GoMrna^ 
9om  è  ìh^eupé  ,  4B  che  deve  secondate  ^tt 
Miqeiite  Coiórpagfuat  .Nel  1714  >5i  uni  una 

Com- 


Ji  '  GUstaiio  III.  re  di  Sve^ .       1 9  / 

MGom pagaia  per  la  pcècà  delle  balene;  clU 
sussiste  ancora  0  nia  in  uno  stato  dì  languo- 
re >  dal  quale  difficilmente  risorgerà  :  dei  rii 
vali  attivi  e  potenti  eccitano  sempre  contro 
di  lei  ostacoli  che  attraversano  i  suoi  sforzi; . 

Soltanto  rinunziando  ai  bisogni  immagi'> 
narj  ^  ai  capricci  del  lusso ,  calcolando  i  suoi 
guadagni^  e  le  sue  perdite  con  iscràpolosa 
esattezza^  un  paese  della  fortuna  poco  favò^ 
rito  ,  può  sostener  la  bilancia  del  commer^ 
ciò .  Stratiiero  .  La  Svezia  fa  venire  dar  pae^ 
^téri  una  quantità  di  merci  ,  che  sorprendo 
«vederne  F  enumerazione;  quanto  s'aumea* 
terebbe  la  sorpresa  ,  se  s' aggiugnesse  tutto 
ciò,  ch'entra  per  contrabbando!  A  tal  mo^ 
tivo  il  cdmmercid  della  Sveziaf  è  stato  a  lei 
per  lungo  tempo  svantaggioso  .  Ma  ^  dopo 
vènti  anni  in  circa  ^  la  bilancia  seralbrapen^ 
derfe  iti  sao  favore  .  I  guadagni  provenienti 
dalle  vendite  luci'ative  della  Compagnia 
deir  indire  orientali  >  e  dai  noli ,  i  quali  sin^ 
golarmente  nel  tempo  della  guerra  Amern 
^ana  sono  stati  di  conseguenza,  hanno pon^ 
tuto  compensare  le  perdite  occasionate  daU 
le  eccedenti  introduzioni» 

Le  sole  città  chiamate  di  Siapel  ,  faanntf 
diritto  di  fare  il  commercio  esteriore:  qoc^ 
sto  regolamentò  proibitivo  è  egli  veramente 
vantaggioso  al  regno  ?  la  Fìnlaadia  intiera 
è  stata  priva,  sino  air  anno  17^.  del  ptn 

N     3     '  Tiv, 


t9t         I^el  Regno  e  della  Vita 

vilegio  di  passare  il  Baltico  >    e   di /portare 
ella  scessa  i  suoi  prodotti  all'estere  nazioni  ;, 
questo  divieto  può  sembrar    duro    a   primo 
colpe  di  vista ,  ma  V  osservatore   imparziale 
ne  comprende  facilmente  le  ragioni  •  Un  pae- 
se, si  poco  avan^^ato ,  quanto  per  luiigo  jEem- 
po  è.  stato  la  Einl^dia,  in  quelle  cogQizÌQ<^ 
ni  preliminari  «  che  servono  di  guida,  airin- 
dustria  dei  popoli  ,  può  egli  negoziare  van-. 
tn^gtosamente  col  forestiero  ?  Non  deve  egli 
nece;5sariamente  perdere  in  luogo  di  ggada-r 
gnare?  Non  conoscerà  egli  in  un  pqnto  ua> 
lusso  pericoloso  ancora  per  quelle  nazioni  9 
le  quali  non    l' adottano   se  non  insensibile^ 
mente  :   . 

Stokholni  è  alla  testa  delle  città  commer^ 
cianxi  di  Svezia  ;  la  situazione  di  questa  Ca-. 
pitale  7  lagnata  .dall' una.  banda   dalle  acquea 
del  Ji^lticq,  e  dall'  altra  da  quelle  di  Mae- 
Itr  j  è  ventagiosissiroa .  Ella,  unisce  un  mez- 
za facile  di  raccogliere  gli  articoli  d'  aspor- 
tazione , .  e   di    distribuire  nell'  intpriorc  del 
regno  quegli  articoli  che  vengono  di. fuori.. 
Il  comm^ciodi  5tokholm  è  da  6  in  700  na-e 
vili  II  porto  non  ostante  che  scogli  ed  isof. 
le  quasi,  innumeiabili  vi    rendano    rientrata 
diffìcile  4    ha    però    grandi  comodità  »  I  va? 
scellì  vi  si  trovano  nel  cuore    della    città  « 
I^a  fabbrica   della    Dogana  è  accanito    della 
fàda;  si  scaricaao  i  vascelli    colla    maggio;: 


di  Gustavo  III.  re  di  Sve^a .       199 

facilità  ;  si  caricano  ancora  senza  il  menomo 
imbarazzo  ;  si  è  formato  vrctno  al  porto  uri 
luogo  di  deposito  con  fabbi^che    in  volta  i 
dove  sono  in  depositò  i    pirihcipali    oggetti 
d' asportazione .  Questo  luogo  tocca  dà   una 
parte    il  Maelar  ;    dall'  altra  il  mare  .  Vi  si 
trovano  il  ferrò  in  grandi  ftiasse  ,    il  ranie, 
ed  il  catrame  ;  in  più  lontananza ,    ma'  sem- 
pre a  luògo  del  porjo  ,  sonovi  le   tavole,  i 
travi ,  ed  altri  legnami  destinati    per  caricò 
delle  navi.  Stoklvolm  è  debitrice  di  quest'u- 
tile siabilimefnto  ad  un  cittadino  ;   il   ^uald 
ha  fatto    un4   brillante   figura  nella  sua  pà^ 
tfia.  Una  grafìde  pratica  degli  affari,  un W 
tività  poco  Comune    con<lqisseTo    Kierm^n  ^ 
quel  maggior  ponto  di  credito  ^   dove  '  può' 
pervenire  uri  particolare' ^eoa^  nascita  e  seti-»' 
là  titoli;  égli  fu  uno  dei  G^i^pi    del  partito 
dei  Cappelli;  ed  alla  Dieta  del  1756  ;  egli- 
fece  provare  àlli  partigiani  della  Corte  V  a-*; 
scendente  ,  che  le  sue  "rfcchezzei '^d*  i  suò! 
talenti  gli  avevano' procacciato. /Molte  ope- 
rò d'un' evidente  utilità V  ch'egli  fece   ese-' 
guire   coti    buon  successo^   gli  acquistarono 
il  diritto    alia    riconoscenza  della  nazióne  : 
Ma  in  mef^zo  ai  Confetti  ^i  dc^e  oppòste  fa- 
zioni/la  sorte  d^  un  cittadino  ,  che  compa- 
risce su  questo  put^blicò  teatro  ,   lè  sog^igtta 
a  strane  vicende,  le  berrétte  dfiVetméro'pa- 
jsfroh'e  di  quél  potere',  delqcialel  Cappelli^ 


p^       Jki  Segno  ^  éeilaFii» 

avevmo  ^duto  per  si  luogo.  tempo>  e  tnP 
co  mutò  di  faccia  •  £ier osati  pmvò.  gli  effet- 
ti dell' odio  e  del  risentimento  :  la  .maggior 
l^rte  de^  suoi  beni  furono  confiscati ,  ed  cr 
gli  condi^nnato    a    passare    il    resto' de' suoi 

\   giorni. in  una  fortézza   dov'egli   mori   poco 
avarui  la  rivoluzione  del:i772  .  -  >    < 

Dopo  Stokholm  ,  Cothembourg  fa  il  tom- 
inercio  più  esteso;  Questa  città  situata  tra 
il  Baltico  ,  ed  il  mare*  del  Nord  ,  ha  un 
.vantaggio  sopra  la  stessa  Capitale  >  ed  è  che 
i  gliacci  di  rado  chiudono  il  suo  porto -• 
iCus^vo  Adolfo  le  diede  dei  privilegi  ,  eh* 
iella  aveva  $ncora  ,  e  che  hanno  eenrribui^ 
lo  a. farla  fiorire  ;  Inglesi ,  Tedeschi ,  ed  Q- 
dtandesHi  sonosi  ivi  stabiliti  in  numero  gran- 
de^ mercè  la  libertà  civile  e  religiosa  che 
godono.  11  suo  comoìercio  richiede  cinque 
in  seicento  navi  .  Fra  gli  articoU  d'  $àpor- 
lazione  T  aringa  ,  e  l'olio  d'  aringa  sono  i 
più  considerabili .  La  Compagnia  deil'  Indie 
Orientali  avendo  stabilito  i  suoi  banchi  e 
xnagazzirii  a  Gothetnbourg ,  questa  città  go« 
de  il  profitto  principale  d'un  ramo  dicom* 
inercio  il  più  florido^  ...  » 

.    Norhoe^ing  neirOstrogothia   ha  un  buon 

'  porto;  trasporta  fuori  del  regno  molto  ot^ 
tone  ,  e  provvede  le  Provincie  meridionali  di 
molti  articoli  essenziali,  che  le  sue  navipor^' 
tano  dalla  Francia  e  da  altri  luoghi.    Geffe 

nella 


dt  CUsidbó  II L  re  di  Svìh^ià  •    aos 

Nielli  Gestriklandi^  è  parimenti  una  pietà  as^ 
sai  mercantile:  ella  asporta  atinaaìmente  dà 
34000  Scheppund  di  ferro  .  Il  eòmmerciò 
d' Obo ,  di  Landscrona  ^  di  Gristianstad  ,  <B 
Carlserona^  d' Uddeyala  ,  di  Carlshamn  s^a-f 
vahza  sèmpre  più  •  Ma  con  tutti  gli  sforzi 
ddle  altre  città  di  Stapel  ,  Stokholm  ,Me  Gb» 
thembourg  hatino  sopra  di  loro  una  supe- 
fiorita  decisa  i  Non  è  gran  tempù  ,  che 
Stokholiti  asportava  7  tredicesiihe  ^  Gothem^ 
bourg  2  tredicesime  dei  prodotti  della  Sve-^ 
zia  ;  e  rion  restava  alle  altre  città  assieme  ,^ 
che  4  tf edicesime  ;  V  introduzione  era  ripar- 
tita in  tnanieraf ,  che  la  metà  delle  meVcait-^ 
zie  iMntrodacevano  a  Stokholm  ,  \  a  Got- 
tembòurg'^  ed  il  ^  toccava  alle  altre  città  di 
Stapel  i 

Sopra  tino  scoglio  assai  somigliante  al 
quell'isola,  che  Òmero  descrive,  è  situata 
una  città  chiamata  Marstrand  ;  questo  luògo 
fu  dichiarato  porto  franco  con  un  editta 
del  Re  Tanno  1775.  Indichiamo  i  prìneipà-^ 
li  punti  del  regolamento  che  riguarda  que^ 
sto  porto  .  ' 

Tutte  le  mercanzie  t^into  forestiere  ,  eh^ 
del  paese  ,  possono  essere  liberamentb  in- 
trodotte ,  depositate  ^  e  consumate  a  Mar- 
strand ;  s!  asporteranno  nella  stessa  maniera 
tutte  le  ipefci  comunque  Tengano  denomi- 
na- ' 


lo^         J)el  Regno  e  Mia  Vita 

tnue^^seBs' alcuna  liniitazioM  e  su   gualQiw 
qae  nave  si  sia  • 

Tutte  le  mercanzie  trasportate  dal  portq. 
di  Marstrand  in  altro  porto  del  regno  sa- 
ranno i^tsitatei  e 'tassale  ^  come  se  venisse-^, 
ro  da  un  porto  straniero . 

Tutte  le  mercanzie  del  paese  asportate  da. 
Marsiraad  pagheranno  i  medesimi,  diritti  di 
asportazione,  come  se  fossero  asportati  da 
qualunque  altro  porto  svedese  per  1  paesi 
esteri  ..■-.".■. 

Tutte  le  mercanzie:  introdotte  a  Marstrand 
pagheramno  <^  per  loo  >  e  quelle  rhe  esco- 
no ^  per  loc-  La  metà  di  questi  diritti 
apparterranno  alla  corona^  e  F  altra  metaaU, 
la^  città  di  Marstrapd .  Chiunque  si  stabilirà 
a  Marstrand  >  goderà  un  libero  esercizio  di^ 
religione ,  e  non  sarà  soggetto  ad  alcun  te- 
goiamento  della  Dominante.  ., 

Gli  abitanti  ài  Marstrand  sieno  forestieri , 
o  nazionali  >  saranno  esenti  d'ogni  tassa ^  a. 
riserva  del  D^io   imposto  su  i  liquori  ed  i 
eonf}mestibili. 

Ogni  forestiere  ^  che  avrà   fabbricato  „    a 
compralo  una  casa,  del  valore  di  mille  scu^ 
di  di  Jbanco,  sarà  considerato  naturaliza^to  «^ 
avendola  posseduta  due  anni .  .     •  ^ 

Chiunque    si  sarà    rifugiato    a   Mar^rand, 
per  debiti  V  tà  ancora  per  delitti  ,.xiie  uoii; 

siano 


di  gustavo  III: redi  Sve:;ta  .       jo j 

€iano  ca{»tali,  godrà  '  sicurezza  ;iuyrf saranno 
pfiolescatì  né  i  loro  beni  ^  né  le  loro  pen^ 
sohe  •  •    '  .... 

Le  mire  del  governo  pon  hanno  ancora 
ottenoto  il  loro  effetto^  il  porto  franco  e* 
siste^  ma  non  è  n!&olto  popolato  :>  né  moi'* 
fo  frequentato .  Si  pretende,  che  sinora  fion 
abbia  servirò  ad'  altro  ,  che  a  favorire  il 
contrabbando  . 

Per  dare  ai  negozianti  un  nuovo  ibotivò 
di  stendere  |1  loro  commercio  ,  fu  stabill^^ 
nel  1739  ,  la  camera  d' assicuranze  maritti* 
me';  le  azioni'  sono  -mille  ;  ciascheduna  di 
1669  e  iterzidlrisd.  Quattro  Direttori  sceM 
fri  gP  interessati ,  d^glt  stessi  interessati ,  pre* 
siedono  alla  Camera  ,  la  quale  gode  dèlta* 
pubblica  confidenza. 

La  Gomi^agnia  dei  Paloambri,  'è  un  altro ^* 
$tabilimento  utile  al  commercio  >  e  che  bir 
sogna  fai*  conoscere  >  '  Ella  fu  autorizzata  ad 
esercitare  Id  sue  fun2Ìoni  nel  17  3^4  da  let^ 
tere  patenti  del  Re  e  degli  Stati.  Ella  otten«*> 
ne  npovi  privilegi  nel  1739  e  nel  1741  ^ 
Questa  Compagnia  mantiene  su  tutie  le  co* 
ste  del  regno,  gente  la  quale  al  primo  an^ 
nunzio  d'un  naufragio  di  qualche  nave /ac- 
corre sul  luogo  V  e  salva  ciò  che  può 
salvarsi.  La  Compagnia  informa  in  seguito 
i  ^roprietarj  e  gli  assicuratori  dell' avvenu^* 
$0;  questi  avendo  fatto   a   lei   intendere    la 

loro 


ao4        <27e/  RepèO  è  dtlla  -Vita 

loro  volontà,  ella  dispone  degli  dfi:tti  ^Ì% 
vati ,  e  ne  rende  lonst  conto  dopo  aver  der 
tratto  dal  prodotto  degti  affetti  medesimi  i 
diritti,  che  a  lei  provengono:  quesiti  diritti 
variano  secondo  1q:  circostanze.  .Se  questa 
stabilimento  da  una  banda  ha  deU\utUrtà  ,- 
dall'altra  può  avere  degl'inconveniejiti:  più 
d'una  volta  sono  nate  .fra  la  Gonpagn^ia  > 
ed  i  Proprietarj  ,  o  gli  Assicuratori,  delle 
diffico^à  ,  che  hanno. dato  occasioni  a  liti  « 
ed  aperto  nii  vasto  campo  agi*  intrighi  fo^ 
rensi  ; 

Ip  uh  paese  poppbto  e  coltivata  a!  pron 
porzione  della  sua  estensione  ^  il  compaerr* 
€io  interiore  può  acquistare  un  vigore,  che 
cède  non  meno  in  vs^ntaggio  dello  Stato  ^ 
che  del  particolare  .  La  Svezia:  con  una  Su- 
perficie più  vasta  che  non  è  la  Francia  non 
hai  che  IO 5. città.  Si  trovano  provincie  intie- 
re dove  non  ve  n'ènéppur  una; Gli  abitanti  di 
caA[ipagna  si  trovano  fra  loro  a  distanze  con? 
stderabili;  non  si  veggono  grossi  villaggi  , 
dove  i  fuochi  si  toccano  e  si  stringono  , 
dove  i  fanciulli  in  truppe  scherzano  nlV 
erba . 

Il  .commercio  interiore  languirebbe  ancor 
più  nella  Svezia  ,  se  la  natura ,  ed  il  Cover-: 
no  non  avessero  forniti  mezzi  d'una  comu> 
nicazione  facile  e  comoda  •  Le  acque  che 
bagnano  ed  interessano  il   regno  «   riescono 

d'una 


di  Gustavo  fu.  PS  (k  Sve:(id .       idf 

à*  una  grsrndissiroà  "  utilità  per   trasportate  •  da' 
una   provincia  ,    e  da   ati^   ci^ttà  air.alira  i 
prodotti  del  suolo  e  déirìtidustria.  Si  $óho 
ricavati  dà  queste  'acque  tutt*  i  vantaggi  che* 
possono  dare  scavando  dei  chinali.  Il  più  an-' 
tico  e  quello  >  che  per  mezzodì  noire  chiuv- 
s€  unisce  i  Laghi  di  Maehr^e  Hielmar  vi- 
cino alla  città  ^di  Àr4)oga  nella  Yestmanoia. 
Egli  fu  incominciato  e  finito  "sotto  Carlo  XI. 
Ultimamente  $ono  stati  riparati  i  danni,  che* 
il  campo  aveva  cagionati .  Un  picciòl  fiume 
che  scorre  vicino  ad  Àrboga,  gittandolsi  nel"^ 
]tfaelar  ha  facilitato  questa  '  unione  .   Quésto 
canale  mantiene  un    conintercio  rejgolato  fra^ 
mohe  provincia  e  dodici  città,  le  principa-^ 
Il  delle  quali  sono  Stoliholm  i  Upsar>  Te*^ 
steros  ed  Arboga  .        - 

Se  si  fosse  potuta  ottenere  una  c<^muni-v 
cazione  del  lago  Hìelmar  con  quello  di  Ven-' 
ner  %  e  metter  a  profitto*  la  comunicazione,' 
ch'esiste  di  quést' ultimo'^  Iago  còl  mar  di' 
Nord  ,  mediante  il  fiume  di  Gothia  >  vi  sa- 
rebbe una  comunicazione  non  interrotta  da 
Gothemboùrg  sino  a  Stokholm;  ma  T  unio-: 

ne  di    Hielmar   còl  Vènner*.  ha   incontrato. 

i.'  , 

ostacoli  insormontabili;  li  Venner  ,  come 
già  si  disse  ,  ha  una  comunicazione  col' 
mare  di  Nord  per  mezzo  del  fiume  Gothia; 
questo  sarebbe  già  un  vantaggio  non  indif- 
ftrente  per  V  interiore  commercio  ,  se  il  fiu? 


2q6i      Pel  Xegno  e  detta  fifa 

ine  non  fosse  sì  pieno  da  bassi  fondi  e  6a« 
teraete ,  che  pochi  siti  vi  sono  dove  riesce 
navigabile  ••  Carlo  IX  felce  scavare  il  cz-* 
nate  s  che  porta  il  nome  di  Carlsgràfi 
La  caterattsl  di  Gustavo  III  è  Stata  co- 
stroita  sotto  il  regnò  di  questd  principe , 
ed  i  «vascelli  vi  passano  senza  pena  •  Ma 
il  più  grande  ostacolo  rirhafie  àtìcord  ;  que- 
sto condiste  nelle  cascate  d'  acqus^  di 
Trolhaetta  i  Quattro  ve  ne  sono ,  che  si  reti- 
dono  riniarcabili  per  la  loro  violenza  ;  l'ae- 
rina si  precipita  da  un*  altezza  di  più  idi  cen« 
to  piedi  .in  tina  voragine  che  spaventa  roc- 
chio. Carlo  Xli  cui  le  difficoltà  animairafLo  ^ 
intraptese  di  combattere  la  hatutai  <  ei  Fol^ 
hem  fu  incaricato  di  questa  intrapresa  ^  I 
rovesci,  a  cui  ben  presto  soggiacque  il  re^ 
gno,  la  fecer  perdere  di  vista  noti  dfeno  al 
Governo  i  che  al  jyteccànico  ^jSi  riprese  sot- 
to il  regno  di  Federico  ,  e  iì  prosegui  sot« 
to  quello  del  suo  snccessote  *V  opera  avan- 
zò rapidamente')  Folhem  fece  fare  nn  cana- 
le e  molte  cateratte  nel  letto  medesimo  del 
fiume  ribello  •  Somme  immense  furono  im- 
pi^te  ,  e  la  nazione  ^i  lusingava  vedere 
nn  giorno  questo  lavoro  finito ,  ma  tìitti  gli 
sforzi  furono  inutili  .^Polhem  ,raorì  avanti 
di  poter  mettere  r  ultima  mano  air  esecu- 
zione dei  suo  piano  ;  e  le  cateratte,  che  a 
poco  a    poco   hanno  oednto   alla   violenta 

del- 


éi  Gmwùò  ilt  re  di  Svki(t4  •     207 

éàU  9fiqiit ,  noi^  soqq  .d'alcttoa  utiUé.,r  cilr". 
Uno  pprtaoo  dfii  ixo9>i.illjwtri  r  comt  tf  Ar. 
dolfo  Fedeiico^  4i>Jes9iii>.di^£kob]i^di  in» 
r  ckxaciitQ  di$t^vic(ó(je  noti  le ,  ha  xnaggiojpf 
mente  rispedito  pfr,òò>  .  . 
..A1p»M  it)iglia  di  là  rdal  Trolhaettav  f^i 
veggouQ  »ltr€  due  .cateratte vd'OkcttUocn  q 
di.Sdit..  Oli  astacSóli  Ut  quescci  luògo,  sono 
stati .  so^erati  ;  e  le.  cateratfie  ,  fabbiicate  per 
pender  questa  j;>arte  del  fiume  4aìrJigabìle« 
sono  in  buon  suto.  tlna  strada  pei"  terra  ., 
formata  don  gi^andi  spese  f  supplisce  alla  nar 
yigszione  i  docve  la  ndtujra  Vintexdice«  Que- 
sti, sforzi  del  gQvetho  hannd  ^avutd  .la/.j^ù 
segnalata  influenza  sai  commetoib  d^Ue  prò»- 
vincie  occidentali^, e  prlncipaìinente  su  queV- 
Ì9  di  Gotìieòibourg*.  ''  "   ^  -         * 

A  dispetto  delle  numerose  dimcóltà>  che 
il  progetto  del  canale  di  Trolhàetta  ha.  in^ 
contrato,  non  si  è  rituioziato  a  qoest^m* 
piT»4  i  e  jsi  lavora  da  alcuni  anni  sopra  im 
altro  pianò  •  Si  tratta  di  scavare.,  iin  canale 
lungo  le  rive  del  fiume  »  Le  paludi  t  ì  basii 
£>hdl,  e  gli  scogli  de' qaali  queste  sono 
piene  4  non  lasciano  spemre  un^  esecuzione  fa-* 
Cile  e  pronta  di  qu/tsto  nuovo  piano  .  Ma 
intanto  che  si  aspetta  ,  queste  acque  ritrose 
hanno  inghiottito  milioni .  Si  era  sparso  ru* 
more,  che  i  Danesi  £3Ssero  d'  accordo  con 
esse ,  per  impedire  la  riuscita  d'  un'  impre^ 

sa, 


2oS         ^ei  Regno  4  detta  Vm 

M,  che  tendeva  a  diminuire  il  diritto  def' 
Sotid  ;  ma  si  prova  evidentemente  4agr  in* 
telligenci  «  elle  gli  ostacoli,  i  quali  U:  nar 
torà  frappone ,  bastano  per  <leludere  le  spe- 
ranze  degli  Svedesi .  Un  più  felice  successo 
ha  coronato  i  lavori  di  Stroemshokn  nella 
Yestmania  ;  le  cateratte  sono  finite  ,  ed  :il 
fiome  è  navigabile  s  egli  congiunge  il  Hiel-' 
mar  al  Barken  ,  lago  grande  delia  Dalecar- 
lìa ,  e. facilita  la  comunicazione  di  più  prò*: 
vincie  ricche  in  minière  e  fabbriche  di  fer- 
ro colla  Capitale  . 

II.  Governo  ha  ancora  fatto  scavare  dei 
canali  nella  Finlandia  .  Questa  contrada  fira 
tutte  le  parti  della  Svezia  è  quella  dove  il 
commercio  interiore  languisce  di  più;  moki 
distretti  sono  separati  da^  paludi  ,  boschi  e 
fiumi ,  da'  quali  niun  profitto  si  pQÒ,  ritrarre 
per  la  navigazione.  Si  cominciano  a  disc^c^^ 
care  '  queste  paludi  ì,  diradare  i  boschi  e  ren- 
dere navigabili  i  fiumi  •  Sono  state  gittate, 
le  fondamenta  di  tre  nuove  città;  sono  Kuo- 
pio ,  Tammerfibrs  e  ILaskoe 

Le  strade)  maestre  della  Svezia ;,  che.  opera 
sono  di  braccio  umano  ,  sono  mollo  larghe 
e  solide  ;  le.  rupi  ,  le  pietre  •,  e  V  ar^na  ne 
formano  la  base  :  chiunque  possiede  un  ter- 
reno ,  contribuisce  a  mantenerle  :  debbonsi  ri- 
parare tutti  gli  anni  immediatamente  avan- 
ti la  stagione  della  mietitura  ,    Si  è   tentato 

di 


di  Gustavo  III.  ft,àiSi)eiia,     %o^ 

di  stabilire  delle  carrettiere  fra  Stokholm  e 
la  Scania  ;  ma  gì'  inrpresarj  ^  hatinò^  trovato 
poco  il  loro  conto  ,  La  posta  delle  lettere 
fu  regolata  sotto  il  regno  di' Crisiinar.  ElU 
è  condotta  <Ìa  un  certo  numero  di  contadi- 
ni affittuari  della  coronja;  si  chiamano  le 
terre,  ch'essi  hanno  in  affitto,  Posthemman\ 
queste  terre  in  virtù  del  loro  destino  sono 
libere  da  molti)  aggravj .  Si  vede  bene  spes* 
so  la  valìgia  fra  le. mani  ^  un  fanciallo,  il. 
quale  la  trasporta^  da  un  luogo  all'  altco  ,  as-^ 
siso  tranquillamente  sopra  il  «uo  cavallo^  a 
sulla  sua  carretta-,  che  non  teme  verun  pe-^ 
ricalo:  cosa,  degna  di  attenzione,  e' che  fa 
onore  al  carattere  nazionale .  Yi  iotto  pocht 
paiesi  dove  si  passano  spedire  i  corrieri  in 
tal  guisa . 

Li  trasporti ,  che  non  si  possono  fare  per 
acquai  si  fanno  T inverno,  quando  la  neve 
si  è  stabilita;  la  slitta  è  vettura  leggiera,  co- 
moda e  di  poca  spesa  .  Per  tal  mezKo  si 
trasportano  alle  fabbriche  di  ferro ,  il  mine- 
rale, la  legna  ed  il  carbone.  Le  fiere  prin« 
cipali  si  tengono  nelF  inverno  a  cagione  di 
questa  facilità  •  ^ 


Tom.  IL  O  ^CA- 


j>io         Jfel  Regno  e  della  Vita 
CAPÌTOLO      VII. 

\ 

Militare .  Ordini  cavallereschi .  Rendite  e  spese 
della  Corona,  Finanche é 


i£  leggi  pongono  fine  alle  liti  dei  pirtU 
colari;  le  battaglie  a  quelle  dei  principi  ; 
Conviene  avere  armi  ,  flotte  ^  arsenali  ,  e 
fortezze  . 

Carlo  XI ,  divenuto  Sovrano  ,  spogliò  i 
nobili  delle  tèrre  della  Corona  ,  che  i  suoi 
antecessori  aveano  loro  conceduto  ;  egli  im-^ 
piegò  la  maggior  parte  di  quelle  pel  man^ 
t'enimento  deir  armata  s  e  dipde  compimen-^ 
to  alla  grand' opra  della  ripartizione,  delle 
truppe  ,  cK  era  stata  intrapresa  sotto  il  re*^ 
gno  di  Carlo  IX. 

Le  terre  della  Corona  ,  destinate  a  man-^ 
tener  la  soldatesca  ,  sonò  date  a  dei  parti-» 
colari  coir  obbligo  di  levare  ,  e  mantenere 
itn  soldato  a  cavallo ,  o  a  piedi  .*  si  chia^ 
ma  rustholl  \z  terra  che  prestaci  ad  un  solda- 
to a  cavallo,  e  rote  alcune  terre  unite  per 
fornire  un  soldato  a  piedi  ;  conviene  che 
sieno  più  terre  unite  ,  perchè  sono  meno 
considerabili ,   che   quelle  della  cavalleria  . 

Il 


;  I 

di  Gustavo  III.  re  di  Svezia.      iti 

li  soldato  riceve  dalsuo  principale  una  casa 
con  d'intorno  uh  picciolo    terreno  :    questo 
è  ciò,  che  si  chiama    bosteìle  :    egli    riceve 
ancora  alcuni  effetti ,    urla  somma  di  dena^ 
ro,  ed  ogni  tre  anni,    un  abito    di    panno 
grossolano;  hon  si  può  esigere  da  lui  alcun 
lavoro  ,  e  volendolo  impiegare  cpnvien   pa- 
garlo a  parte.    I  militari  sopra  il  rango    di 
semplice  Soldato  ,  dal  Sargente    sino    al  Co- 
lonnello sono  mantenuti  in  maniera  differen- 
te. Il  Governo  dà  loro  uria  casa,  o  bosteì- 
le ,  con  tin  terreno  di  certa  estensione  ;  as- 
segna  loro    inoltre  certe  terrr,  ì  possidenti 
delle  quali  sono  tenuti  a  pagar    loro    degli 
effetti,    e    foraggio;    hanno  ancora  qualche 
stipendio  in  danaro ,  ma    assai   tenue  .    Per 
compiere  il    mantenimerito    dell'armata,   Ic^ 
Stato  dà  al  semplice  soldato  una  divisa  ,  la 
quale  porta  in  tempo  di   rivista  ,    ed  in  al- 
cune altre  occasiooi .  Lo  stato  provvede  an- 
cora le  armi  ,  ed  in  tempo  di  guerra  accor- 
da una  paga  straordinaria  « 

Le  truppe  in  tal  manièra  ripartite  si  ra- 
dunano in  corpo  con  più,o  meno  frequen- 
za a  tenore  delle  circostanze  ;  ma  regolar-^ 
mente  si  esercitano  ai  tempi  prefissi .  Que- 
ste truppe  costituiscono  il  nerbo  delia  forza 
militare  del  regno;  eccone  lo  stato. 


0     1  Veli- 


212         Del  Regno  e  della  Vita 

Ventitre  Reggimenti  d^  Infanteria         240CO 
Otto    Reggimenti    di   Cavalleria    com- 
presavi la  bandiera  della  nobiltà       7400 
Cinque  corpi  di  Dragoni  3  400 

Totale  34800 

Lo  stabilimento  creato  da  Carlo  XI ,  con^ 
fermato  dai  suoi  successori  ed  approvato 
dagli  Stati ,  è  egli  vantaggioso  ,  o  no  ?  Lo 
è  a  certi  riguardi  ♦  e  ad  altri  no  .  L'  ar- 
mata nazionale  svedese  avrà  difficilmente 
quell'abitudine  d'esercizio  militare  ,  quella 
finezza  di  tattica,  quella  disciplina  esatta \ 
e  rigida  ,  che  distìngue  le  truppe,  regolate 
degli  altri  paesi  .  Ella  lascerà  nel  regno  un 
vuoto  funesto  per  T  agricoltura ,  ogni  volta 
che  marcerà  contro  il  nimico;  tha  ella  ris- 
parmia delle  somme  considerabili  allo  sta- 
to; ella  in  tempo  di  pace  è  d'una  reale  u- 
tilità;  ella  deve  necessaria  aliente  nutrire  il 
fuoco  di  patriQtismo  :  si  !  il  soldato  svedese 
è  un  cittadino  ,  che  affronta  il  nimico  ,  ed 
i  pericoli  per  difendere  una  patria  ,  dove 
ha  lasciato  una  moglie  ,  dei  figli  9  ed  un 
domicilio  ,  cari  al  suo  cuore  . 

Oltre. qùest' armata  nazionale  ,  la  Svezia 
tiene  sempre  in  piedi  un  corpo  di  truppe 
levaite  ,  e  mantenute  sul  piede  delle  altre 
nazfioni,  consistenti 

in 


di  Gustava  IH.  re  de  Sve:^la  .       113 

in  nove  Reggimenti  d'Infanteria  900C 

.  due  Reggimenti  di  Cavalleria  800 

Artiglieria  -    ^  -       2900 

Totale    127Ò0 

La  cura  delle  Fortezze  è  confidata  al  cor- 
po degl'  ingegneri  •  Gothembourg ,  Varberg, 
e  Bohus,  servono  di  barriera  alla  Norvegia; 
daìla  parte  del  Sund  ,  nella  Scania,  vi  sono 
»Malmoe ,  Cr^stianstad  ,  e  Lanscrona  :  la  for- 
tezza dì  Caloaar  nella  Smòlatidia  tra  import- 
tante  ,  quando  la  Provincia,  dòv' ella  é    si- 
tuata, faceva  confine  del  régno  verso    méz* 
zodì;'  presentemente    Dotrebbfc   essere    utile 
come  piazza  d'  armi  .  ITovisa  ,  in  acanti  De* 
gerby ,  e  Sveaborg'sono  le  principali   difese 
della  Finlandia  ;  le  fortificazioni  di  Sveaborg 
sono  costate  somme  immense;   sono    alcuni 
scogli,  che  formano  tanti  forti  nei  mare;  sì 
è  dovuto  lottare  contro  là   natura  ,   e  lavo- 
rare   nel   duro    scoglio  .    Vaxholm  ,   e  Fre- 
dricsborg  difendono   il  porto  di  Stokholm  , 
ed  impediscono  il  passaggio  alle  navi  di  li- 
nea ,  che  difEcilmente  passerebbero .  Le  ga** 
lere,  ed  altri   bastimejnti    piatti    potrebbero 
trovare  dei  passaggi  che  sarebbe  diflfrcilc  di* 
sputarli,  ^i  sono  degli  arsenali  a  Stokholm, 
a  Joenkoeping ,  e  nelle  fortezze  :  si  vedono 
neir  arsenale  di  Stokholm  ,  a  Joekocping   e 
I  O     3  nel- 


t\-l 


2t4         ^cl  Hegno  e  della  Vita 

nelle  fortezze  i  numerosi  trofei  ,  acquistati 
soprai  nimici  del  regno  in  quei  tempi,  quan- 
do gli  Svedesi  non  cercavano  ,  che  i  com- 
battimenti ,  e  non  abbandonavano  il  teatro  j^ 
•che  colla  fronte  cinta  degli  allori  della  vit- 
toria ;  si  veggono  ancora  molti  pezzi  dell' 
armatura  del  vincitore  di  Lipsia  ,  e  dell'  e- 
roe  di  Narva .  Nel  cappello  ,  che  portava 
Carlo  XII  a  Friedricshall  ,  si  vede  il  foro 
della  funesta  palla ^ che  in  un  batter  d'oc- 
chio rovesciò  i  più  vasti  disegni  .  I  giorni 
del  Monarca,  svedese  furono  essi  troncati  da 
una  mano  d'un  traditore?  molti  scrittori  in- 
clinano a  crederlo .  Quando  Carlo  vide  pres- 
so a  Lutzen  il  luogo  dove. Gustavo  Adolfo 
era  stato  ucciso ,  io  cerco  ,  diss'  egli ,  di  vi- 
vere com'  egli;  forse  Idcjlto  mi  concederà  , 
qn  giorno  ,  un  fine  somigliante  al  suo  / 
difarti  egli  mori  nella  medesima  maniera  , 
e  ciò  eh'  è  più  9  la  sua  morte  è  divenuta 
come  quella  di  Gustavo  Adolfo  ,  uno  di 
quei  problemi  istorici  difficile  a  risolversi. 

La  situazione  della  Svezia  mette  questo 
regno  in  necessità  di  mantenere  una  marir 
fia  •  La  flotta  fu  formata  da  Gustavo  1 ,  e 
crebbe  copsiderabilmente  sotto  Erico  XIV. 
Ella  decadette  sotto  i  regni  ,  che  successe- 
ro ,  ma  Carlo  XI  la  rinovellò .  Quando  Car- 
lo XII  fece  il  suo  sbarco  nella  Danimarca, 
ell^  era  forte  di  trentotto  vascelli  di  linea  ben 

equi- 


di  dustavò  III.  re  di  Sve:(ia .        215 

equipaggiati  ;  ella  diminuì  ,  e  rimase  anzi 
intieramente  rovinata  ,  quando  la  fortuna 
tradì  questo  eroe  svedese.  11  Governo  qual- 
che volta,  dopo  quest'epoca  fatale  ,  vi  ha 
rivolto  il  pensicre  ;  ma  senza  suscesso .  Gu- 
stavo III  si  è  applicato  con  somma  premu- 
ra a  questo  importante  oggetto,  e  la  maria- 
na, svedese  è  obbligata  a  lui  dello  stato  flo- 
rido j  in  cui  presentemente  si  trova .  L'eco- 
nomia era  viziata  ;  la  disciplina  era  mancan- 
te in  molti  punti  ;  la  maggior  parte  dei  va- 
scelli erano  vecchj^  e  tarlati;  si  è  fatta  una 
scelta  esatta  ;  e  tutti  quelli ,  che  non  erano 
più  atti  a  servire,  sono  stati  rimpia2;zati  con 
dei  puovi ,  costruiti  secondo  i  più  perfetti 
principj  d'architettura,  navale .  Ventiquattro 
vascelli  di  linea,  dodici  fregate  >  ed  un  nu- 
mero analogo  di  bastimenti  piatti  >  brigan- 
tini e  scialuppe  formano  la  marina  svedese. 
I  vascelli  di  primo  rango  portano  settanta 
cannoni  ,  gli  altri  sessanta  -,  le  fregate  , 
la  maggior  parte ,  sono  di  quaranta  ca- 
noni . 

Questa  flotta  ha  la  sua  principale  stazione 
nel  porto  di  Calscrona  nella  Blekingia  ;  al- 
cune fregate  giacciono  a  Gothembourg  .  Cal- 
scrona è  presentemente  una  città  \  considera^ 
bile  :  fra  le  opere  degne  d'attenzione,  si 
distingue  1' arsenale  ,  egualmente  vasto  ch^e 
ben  provveduto  ;  vi  si  osservano   diversi  di 

0     4  quei 


Il 6         Del  Xegne.  e  ideila  Vm-   ' 

quei  grandi  la^'ori ,  che  dimostrano  la  capa-- 
cità dell'uomo,  e  faoao  onore  at  Governi  . 
Uno  scoglio  immenso  situato  dalla  natura 
all'entrata  del  porto,  e  scavato  per  ìsforzt 
sorprendenti  sotto  la  direzione  di  Polheim  , 
serve  per  i  vascelli ,  che  debbono  essere  rU 
sarciti  .  Con  trombe  a  catena  essendosi  vuo* 
tato  il  gran  bacino  dell'  acqua  ,  si  fa  cùr 
trare  il  vascello  per  delle  chiuse  ,  che  sa* 
bito  si  chiudono  ;  finito  il  risarcimento ,  al- 
tre trombe  a  catena  fanno  rientrare  Tacqua, 
le  chiuse  si  aprono  ,  ed  il  vascello  è  ri- 
condotto nel  porto.  Da  parecchj  anni  si 
lavora  per  la  costruzione  d*  un  vasto  recin* 
tOf  dove,  la  maggior  parte  della  flotta  possa 
essere  messa  a  secco  ,  come  in  una  rimes- 
sa .  Le  persone  dell'  arte  non  convetigono 
però  suir  utilità  di  questo  metodo  ;  delle 
.esperienze  fatte  con  esattezza  sembrano  prò* 
vare ,  che  non  è  di  tanto  vantaggio ,  quan- 
to si  era  immaginato . 

Le  coste  del  Baltico  sono  così  piene  d'ì« 
sole  ,  e  di  scogli ,  che  le  navi  di  linea  non 
vi  potrebbero  manovrare  .  Verso  la  metà  del 
secolo  ,  un  zelante  cittadina  ,  il  General 
Ehreii  Swèrd  ,  propose  ai  Governa  di  co- 
struire una  flotta  di  bastimenti  piatti ,  i  qua- 
li potessero  con  sicurezza  andare  in  quei 
luoghi  ♦  e  servire  per  gli  sbarchi  •  Il  pro- 
getto fu  applaudito:  ma  lo  spirito  diparti- 
to 


di  Custdvo  Ili.  re  di  Sve^^U  •       21/ 

to  si  presentò  in  aspetto  disfavorevole  e  per-^ 
venne  a  farlo  rigettare  Ir  fu  non  ostante  di- 
messo sul  tappeto  ,  ed  eseguito  ^  Questa  flot- 
ta ,:  chiamata  la  Hotta  dell'  armata  ,  alla  qoa^ 
le  riesce  assai,  utile  a  cagione  dei  trasporti  y 
è  ripartita  fra  Stokholm  ,  e  Sweaborg  ;  elk 
consiste  in  Sessanta. bastimenti  piatti  airin^ 
circa:  altri ^ono  galere  propriamente  dette; 
akri  sono  chiamati  Touroma ,  '  e  sono  co- 
struiti con  regole  conosciute  da  pochi . 

La  Svezia  prende  i  suoi  mtarinari  dalle 
sue  Provincie  marittime;  e  li  mantien^e  sùir 
istesso  piede  delle  sue  truppe  nazionali  :  il 
numero  è  stato  ultimamente  accresdmo  Sina 
a  15000.  La  maggior  parte  degli  UfEziali 
hanno  avuto  occasione  di  formarsi  neir  ul- 
tima guerra  .Americana;/ essi  hanno  servita 
coti  onore  la  Francia  y  T  Inghilterra ,  e  l'O- 
landa ,  e  potranno  yoglier  a  profitto  della 
loro  Patria  V  esperienza ,  che  hanno  acqui- 
stato •  Per  un  regolamento  assai  lodevole  ^ 
è  permesso  a  degli  UfHziali  della  marina 
reale  ,  di  condurre  navi  mercantili  • 

La  costruzione  ,  ed  il  corredo  d'  uil  va- 
scello  di  guerra  esigono  una  quantità  di  ma- 
teriali :  la  Svezia  fornisce  se  stessa  di  tavo- 
le d*  alberi  ,  pece  ,  e  catrame  :  è  obbligata 
a  far  venire,  la  canepa  ,  ed  il  legno  di  to- 
^erc  dJfr: paesi  circonvicini., 

Due  uomini  ài  singoiar  meritò  V  Animi- 

ra- 


2i8         jPel  Regno  e  della  Vita 

raglio  TroUe  )  ed  il  Contro  -  AmmiragUq 
Chapman  ,  hanno  secondato  con  zelo  le  vir 
ste  del  Re  nella  riforma  della  Marina  •  U 
primo  conosceva  a  fondo  V  economia ,  e  la 
disciplina;  una  mòrte  prematura  ha  privato 

10  Sta(o  di  questo .  rispettabile  patrioto  ;  il 
secondo ,  il  Sig.  Chapman ,  ha  diretto ,  e  di- 
rige ancora  la  costruzione  dei  vascelli;  e- 
gU  ha  soggiornato  lungamente  in  Inghilter- 
ra ,  dove  con  egual  ardore  ,  e  successo  ha 
studiato  r  architettura  navale  •  Si  trovano 
delle  sue  opere  tradotte  in  molte  altre  lin- 
gue . 

Il  soldato ,  che  ha  servito  la  patria  ^  ha  ^ 
diritto  d' esigere  provvedimento ,  quando  non 
è  più  in  istato  di  portar  le  armi .  Gustavo 
ikdolfo  assegnò  il  possedimento  della  ter- 
ra dell'antico  Convento  di  Vadstena  ,  per 
il  mantenimento  degl*  invalidi  ,  ed  il 
Convento  medesimo  per  la  loro  abitazione. 

11  Governo  ha  ultimamente  mutato  quest'i- 
stituzione ;  gr invalidi  ,  in  luogo  d*  essere 
alloggiati ,  e  mantenuti  neir  Ospedale  ,  rice- 
vono annualmente  una  somma  di  denaro  • 
Il  corpo  degli  Uffiziali  ha  formato  una 
cassa  9  nominata  la  cassa  delle  pensioni  dell' 
armata  :  gl'interessati  pagano  il  6  per  loo 
delle  loro  pagh^  ,  ed  in  «cago  a  30  anni 
godono  della  paga  intiera  .  Vi?è  ancora  un 
fondo  per  i  marinari  invalidi  ,  il  quale  si  è 

for- 


di  Gustavo  III.  re  di  Svèzia  .      219 

formato  con  delle  contribuzioni  annuali  ,  e 
con  la.  percezione  d'alcune  gabelle ,  'che  la 
Corona  ha  conceduto. 

Due  Fcldc-MaresciaUi  ^  diversi  Generali  , 
e  Tenenti  Generali  ec,  comandano  l'armata  • 
Un  grand'Ammiraglio  ,  un  primo.  Amnriraglio  ^ 
un  Ammiraglio  e  diversi  Vice-e  Coniro- Am- 
miragli sono  alla  testa; delle  forze  navali.      ^ 

Le  sguardie  del  cotrgo,  dm^  4  Drabanti  ; 
il  reggimento  ^ delle  guardie,  ed  i  cayalli 
leggieri  formano  la  guardia  dei  Re  %  della 
quale  egli  medesimo  è  il  Capo  .1  Drabantl 
sono  divisii  in  quattro  Compagnie  ,  ognuna 
delle  quali  è  composta  d'  un  Tenente  Capi: 
tano  ,  di  due  Caporali  ,  due  Vice-Caporali, 
e  venticinque  Drabanti ,  che  godono  il  ran- 
go di  Cornetta.  Questo  Corpo  è  sèmpre  Vi- 
cino alla  persona  del  Re  ,  e  T  accompagni 
ne' suoi  viaggi.  Il  Reggimento  delle,  guar- 
die di  1800  upmini  ,  è  in  guarnigione  a 
Stokholm  >  e  monta  la  guardia  nel  palazzo 
reale  ,  ed  in  altri  luoghi .  della  Capitale.  I 
Cavalli  leggieri  in  numero  di  ::^oo  montanq 
la  guardia  ài  Palazzo  reale  9  ed  accompa- 
gnano il  Re  in  certe  occ4sioni. 

Le  armate  svedesi  fecero  la  guerra  col 
successo  il  più  glorioso.  ,  iti  tutto  il  secolo 
passato  ;  quali  allori  non  colsero  sotto  Gu- 
stavo Adolfo  ,  ed  i  suoi  Generali  sotto 
Carlo  Gustavo  ,  sotto  Carlo  XII?  Quarafpr 

mi- 


220        Pel  Jtegne  e  della  Vita  ) 

mirazione,  qual  terrore  non  ispirarono  esse 
ai  Tedeschi,  ai  Danesi ,  ai  Polacchi ,  ed  ai 
Bussi  ?  Donde  adunque  proviene  ,  che  in 
questo  secolo  elleno  si  sono  sforzate  in  vano 
due  guerre  a  sostenere  in  due  guerre  la  loro 
antica  gloria  ?  La  tattica  ha  facto  dei  progres** 
SI,  che  le  turbolenze  dell' Anarchia,  ed  altre 
cure  del  Coverno  della  Svezia  non  ha  per- 
messo di  mettersi  a  profitto/  L'armata  an- 
cora la  più  esercitata,  non  può  contare  so- 
pra successi  felici ,  quando  ella  dipende  da  ^ 
un  C(>nsigIio  incerto  e  vacillante  fra  pareri 
opposti  ;  quando  gli  ordini  sono  gli  uni  con- 
traddittori agli  altri  ,  quando  lo  spirito  di 
partito  mette  ostacoli  al  valor  del  guer- 
riero . 

Il  desiderio  d' incoraggire  il  merito ,  ha 
fatto  nascere  quelle  decorazioni ,  ora  si  va- 
rie e  numerose-  Per  rendersene  degno  ,  ri- 
chiederebbonsi  fatiche  di  rimarco ,  servizj  se- 
gnalati e  virtù  eminenti  ;  ma  non  servono 
esse  sovente  di  ornamento  airuomo ^  il  qua- 
le in  nulla  è  superiore  agli  altri ,  che  per  i 
vantaggi  della  nascita ,  pei  doni  della  for- 
tuna ,  e  pel  talento  dell'intrigo  . 

Non  vi  ha  quasi  paese  ,  dove  non  s'in- 
contrino delle  Croci,  e  dei  Cordoni  :  que- 
sti segni  di  distinzione  si  trovano  ancora 
nella  Svezia  ,  dove  vi  sono  quattro  ordini 
di  Cavalleria. 

Il 


4 


di  Gustavo  III.  re  di  Sve:^ia .  ,     ni 

n  primo  è  l'ordine' dei  Serafini:  si  fa  a-* 
scendere  la  sua  origine  sino  a  Magno  La- 
dulos,  e  molti  letterati  svedesi  hanno  sii 
ial  punto  critico  esercitato  la  loro  cruditio* 
ne.  Ciò  ,ch'è  certo,  si  è  che  il  Re  Federico 
nel  1748  diede  a  quest'ordine  la  sua  forma 
presente,  e  stese  1  suoi  statuti.  Quest'  or- 
dine è  destinato  ai  Re  ,  ai  Prìncipi ,  ed  à 
quei  Cittadini ,  i  quali  col  rendere  alla  pa-^ 
trìa  straordinarj  servigi ,  si  sono  innalzati  ai 
primi  posti  dello  Stato  .  I  Cavalieri  nazio^ 
nali  debbono  essere  24,  ed  otto  gli  esteri  •- 
si  potrebbe  però  passare  il  numero  di  qac' 
sci  ultimi  in  favore  d'  un  qualche  principe 
attinente  ,  o  alleato  della  Casa  Reale  di  Sve^^ 
zia  .  Il  più  anziano  dei  Cavalieri  dell'  ordi-^' 
ne  gode  sempre  una  pensione  di  cento  ris- 
dalleri  •  Questo  ordine  interessa  per  fino  il 
filosofo,  e  r  amico  degli  uomini: egli  è  in- 
caricato della  direzione  degli  Ospedali  del 
regno.  L'insegna  è  una  Croce  a  due  pun-f 
te,  smaltata  di  bianco ;> in  mezzo  un  globo 
azzurro  colle  armi  delta  Svezia ,  e  la  divisa 
J,  H,  S.  ;  il  globo  è  angolato  da  quattro  te- 
ste di  Serafini  d'oro  j  colle  ale  spiegate  ,  e 
da  quattro  Croci  Patriarcali.  Quest'insegna  , 
si  porta  suir  abito  dalla  banda  del  cuore  9  ' 
in  ricamo  d'argento.  Il  Cordone  è  azzurto 
ondato  ,  e  la  croce  vi  sta  attaccata  ;  sì  por^ 
t4  dalla    dritta  alla  sinistra  •  Si  fa  ancora  a- 

scen- 


221        I>el  jRe'gno  é  della  Vitit 

scendere  ad  un'antichità  assai  rimota  risti- 
tnskione  dell'  ordine  della  Spada  :  Federico^ 
lo  rinnovò  parimente  nel  1748  :  egli  è  de- 
stinato per  quelli  ,  che  si  distinguono  nelP 
arte  sì  funesti  per  V  umanità ,  ma  per  dis- 
grazia troppo  necessaria.  Si  ricompiensa  ..a- 
danque,  ^i  distingue^  si  onora  ;  e  secondo 
Fattuale  stato  delle  cose  si  deve  ricompen- 
sare ,  onorare  ,  è  distinguere  quelli  ^  che 
iono  eccellenti  neir  afte  di  distruggere  i 
suoi  simili  •  Il  numero  dei  Cavalieri  dell'or^ 
dine  della  Spada  non  è  fissato  dagli  statu- 
ti :  r  órdine  ha  dfei  semplici  Gavalieri ,  dei 
Commendatori ^e  dei  Gran^CrocL  L'insegna 
deir ordine  è  una  Croce  di  Sant'Andrea  a 
due  punte  9  smaltata  in  bianco  ;  nel  ùiezzo 
un  globo  azzurro  colle  -  tre  Corone  di  Sve* 
zia  ,  ed  una  Spada  in  palo  ;  le  pcrnce  della 
Croce  portano  ancora  delle  corone,  e. delle 
ip'ade  ..  Il  Rovescio  presenta  uria  spada  in 
palo  sopra  il  globo  ,  in  luogo  delle  tre  co- 
rone ,  con  sopra  una  corona  d' allorg  ;  e  nel 
contorno  si  leggono  ìt  parole  ;  prò  Patria  . 
I  semplici  Cavalieri  portano  la  Crocè  alla 
bottoniera  dell'  abito  i  con  un  nastrò  nero  5 
i  Commendatori  portano  questa  croce  sul 
petto ,  attaccata  ad  un  cordone  nero  ,  e  la 
stella  deir  ordine  ricamata  in  argento  sopra 
r  abito  dalla  parte  '  destra .  Il  celebre  Haller 
U   Cavaliere    della    stella  Polare  ;   ed  è  un 

de. 


di  Gustavo  IIL  re  di  Sve:(la  .      22  j 

aécoirò  per  quesf  òridijDe  •  Il  Re  dichiarò  i 
alcuni  anni  sono  >  che  neir*  avvenire  vi  sa- 
rebbero sei  cordonile  sei  picclole.  croci  da 
distribuire  nel  Clero.  Questa,  istituzione  sark 
rispettabile  ^  ella  produrrà  li  più  felici,  ef- 
fetti,  se  la  croce  servirà  a  decorare  il  Pa^, 
store^  il  quale  avrà  faticato  a  mantenetKu- 
nioae  >  la  concordia  ,  e  la  carità  nel  spq 
gregge  ,  che  astenendosi  dall' intrigo  e  dal 
maneggro  ,  non  ad  altro  è  stato  intento  i 
che  air  adempimento^  del  dovere  di  suo  sta- 
to ;  che  avrà  istradato  il  giovine  tifel  cam- 
mino della  sapienza  ,  consolato  il  vecchior 
già  suir  orlo  della  tomba  ,  t  conservato  nel- 
le famiglie  la  pace,  e  Tunione  ; 

Il  Re  è  capo  e  Gran  Maestro  degli  or- 
dini cavallereschi.  I  Principi  del  sangue  ne 
nascono  Cavalieri  .  Il  Capitolo  si  tiene  il 
priitìo  lunedi  dell'Avvento  e  li  28  aprile. 

^  Ma  questi  titoli  d\  magnificenze  'non  for- 
mano la  potenza  d^  un  Re ,  né  la  gloria  d'una 
nazione  .  Lo  statò  dell' erario. ^pubblico  n'è  la 
solida  base,  ed  il  verp  sostegno  ..Sé  resten-> 
sione  geografica  degli  Stati  decidesse  della, 
somma  delle  rendite  loro  >  la  Svezia  sareb- 
be uno  dei  più  ricchi  paesi  dell'  Europa  ; 
ma  la  cosa  non  accade  così:  lo  Stato  pujì^ 
essere  vastissimo  ,  senza  avere  grandi  risorse  \ 
la  Svezia  ne  offre,  una  prova  convincente  . 
L' entrate   pubbliche   della   Stez&a ,    sono 

.    di 


124        ^^^  Regno  t  della  Vita 

di  due  sorte  ;  V  une  stabili  >  e  permanenti , 
le  altre  accordate  a  tempo  dai  Rappresen*^ 
tanti  della  nazione.  L'entrate  stabili  proven-- 
gono  principalmente  dai  beni  della  corona  # 
e  dalla  capitazione  (i),  dalle  decime  delle 
biade  t  dalle  tasse  sulle  terre  >  dalle  doga- 
ne, dazj  e  carta  bollata.  Una  parte  di  que- 
ste imposte  si  riscuote  in  danaro  ,  un'^altra 
ih  natura  .  la  maggior  parte  si  percepiscono 
ancora  secondo  la  stima  fatta  oeir  anno  1696  ^ 
sebbene  dopo  quel  tempo  la  boltura  >  le  mo« 
nete^  ed  i  prezzi  degli  effetti  hanno  sofFei^ 
to  notabili  mutazioni  •  La  nobiltà  è  stata  e^ 
sentata  dalla  capitazione ,  ma  in  contraccam- 
bio ella  ha  rinunziato  alla  cessione  dei  daz^ 
e  dogane  che  avanti  godeva .  I  paesani  >  che 
hanno  beni  a  cottimo  dai  nebili  ^  pagano» 
soltanto  la  metà  in  tasse  fisse  allo  Stato  >  di 
quello  pagano  i  paesani  che  gli  hanno  dal- 
la corona. 

Quando  i  bisogni  pubblici  aumentano ,  per 
particolari  circostanze ,  gli  Stati  radunati  ac-* 
cordano  dei  Mssidj  per  un  tempa  determi- 
nato • 

Que- 


(i)  Za  Cajnta:(tone  fu  stabilita  nel  1627'^  n 
paga  da  t^  sino  ai  60  anni:  ella  varia  se- 
conda le  Provincie'.  ' 


'   di  jQtèfMoo  III.  ^re*  di  ^è^iik. .       ^2$ 

",..  QueiM  ifisocsa  non  è  stata  mai  cAn  ^ma 
firedttQO^a  impiegata  i  quanto  sotto  il  regno 
dì  postavo  Adollb  .  Qaesto'  principe  ebbe 
(piesào  occasione  di  ricorrere  alla  generosità 
dell^  >na2Sone  per  trovar  mezzi  d*  eseguir  le 
aiui^  geandi  imprese  ;  accordati  allora  '  4  tem- 
jlOs'iIa  maggior  parte  sono'  rimasti  stabili  e 
pccma^enti.  Gli  Stati  deliberarono , nel  1786, 
sul  siussidio  accordato  iDel  1772  ,  e  decreta- 
rono che  sarebbe  prolungato  per  quattro  a  nr 
ni,  Q^lla: clausola ,  che  si  deterrebbe  Tuno 
p^r  ciento  della  somma  .  Prendendo  questa 
risoluzione  ,  (dicono  gli  Stati  nel  loro  de- 
(:.reto.  )  ,  <i  tenore  del  più  prezioso  privile- 
gio ,  cHe  le  leggi  ci  accordano  ^  noi  non  ab- 
biaoio  avuto,  per  iscopo  di  diminuire  le  ri- 
sorse del  governo  ,  ma  di  dare  alla  parte 
m^tio  comoda  ,  di  quelli  che  sono  soggètti 
alla  contribuzione  ,  la  speranza  di  esser  un 
giorno  sollevati .  Al  chiudersi  la  Dieta  ,  il 
Ile  dichiarò  ,  che  accorcerebbe  d'^  un  anno 
ì\  terrpine  prefìsso  dagli  Stati. 

.  Queste  imposizioni  straordinarie  sono  9  o 
effettive  o  personali .  Gli  stipendj  delle  ca- 
riche ,  i  prodotti  dell'  agricoltura  ,  deir  in- 
dustria ,  e  del  commercio  contribuiscono 
principalmente  a  formare  la  spmma  accor- 
data dair  assemblea  nazionale  *  La  riparti- 
zioi^e  si  fa  nella  seguente  maniera.  Nella  cit- 
(à  il  magistra.to  nomina uncerto  numcDodei 
Tome  II.  r  prin- 


130         J>€l  Segno   e  dilla  Vita 

principali  cittadini,  i  qaali  s* obbligami^  boti 
giuramento  di  tassarq  gli  abitanti  a  "tetiord 
delle  informazioni  ^  che  vengono  loro  pre^ 
seaute  dai  Commissar)  <ìei  quartieri  »  4o 
campagna  il  Governatole  della  Provincia 
dirìge  la  ripartizione  :  egli  d'accordile  col 
giudice  territoriale  sceglie  tre  pertonb  ^elfat 
nobiltà  ì  dei  Clero  ^  e  dell'  ordine  dei  pae^ 
sani  V  che  tassano  i  diversi  ^^f^retti  ai  ^uall 
appartengono.  Se  questi  lasiatòri  lioii  con* 
vengonoi  fra  loro  ,  la  decisione  vienef  rimes- 
sa ai  loro  costituenti  .  ì  tassati^  éei  si  ere* 
donò  4  possono  fare  le  Ìoro  rappre^'nlanze  . 
Ciascbedun  distretto  ha  il  suo  ricevitore ,  il 
quale  ajutato  da  uir  riscirótitoré  ,'  riscuote 
tanto  le  imposte  ordinarie  i  che  straordina- 
rie ,  e  le  rimette  al  Tesoriere  del  gWerno^ 
della  Provincia  y  il  ^ua|e  Io  fa  pòscia  pas-' 
sare  al  Collegio  de* conti  dello  Stato. 

I  conti  sono  maiìdati  al  giudice*  territo-^ 
naie  ,  il  quale  li  rivede  y  vi  fa  le  sue  osser* 
vazioni ,  e  li  matida  al  tribunale  diel/a  re- 
visione della  Provincia  .  Da  questo  passano^ 
al  Collegio  delia  camera  ,  ^  e  finalniente  su- 
biscono un  ultimo  esame  nel  Collegio  della 
revisione  .  II  ricevitore  convinto  di  itegli- 
genza,  o  cattiva  amministrazione  ,  è^éòncén-^ 
nato  a  pagare  un  ti  per  cento  d'  emenda  ; 
se  non  è  solvibile,  viene  punito  con  peni 
afflittive  di  corpo  .  Quegli ,  che  ha  rilevato 

il 


dì  Cùitauò  IJL  re  di  Svi^  .       i  j  I 

il' difetto^  rìcevjB  la  quarta,  parte  ddla  som» 
tna ,  che  la.  coronft  doveva  percepire  ,  ed  il 
suo  nome  è  tenatà.ròòculto.  Ma  siccome  è 
disile  a  Tivederè  àaz  quantità  v  di  volumi 
mólto  grossi  ^   sfc^ge  più   d' un  .xfolpevòle  . 

SI  regola  con  princi^j  di  moderazione ,  ed 
umanità  nelle  fiéeofsioni  .  Il  lavorante  non 
è  esposto  2(  4^eÙe  .crudeli  ibssazioni  ì  che 
iti  altri  ^ati  gli  cavano  le  tagriùié  ed  i  gè- 
miti :  possono  portare  i  loro  laménti  a  pie 
del  tròno ,  ed  ottengono  reniissione  •  Può 
accadere  ^  ohe  tal  volta  si  trovino  degl*  im- 
piegati ^  che  ,  abusando  della  loro  autorità  « 
portino  la  desolazione  lielb  òaj^arina  del  con- 
tadino :  da  pet  tutto  si  trovano  di  quéi  uò- 
mini hdiTbztì  i  i  quali  sotiosi  Spogliati  del 
sentiitienti  della  natura,  e  non  sembrano  go- 
dere 1  che  delle  disgrazie  dei  loro  simili  ; 
ma  questi  esattori  agiscono  contro  lo  spiri-' 
tó  del  goverùo  ^  . 

Alcuni  rami  dL  pubblica  entrata  esistono  # 
formati  ih  questi  alitimi  tempi ,  che  rendo<« 
no  somme  più  o  meno  considerabili  a  te- 
nore delle  circostanze .  Si  è  stabilita  a  Stok- 
holm  una  lotteria  reale,  ed  una  cassa  reale 
di  scontò  :  il  monopolio  dell' acquavita ,  di'è 
durato  alcuni  anni ,  è  stafo  abolita ,  ma  la 
corona  si  è  riservata  una  indenizzazione  ìi^ 
fbiade  .    SI   pretende   cl^e  il  monopolio  non 

P    a  sia 


1J2         i?el  Segna  è  àella  Vita    ' 

sia  stata  tanto  lucrativo  ,  quanto  gli  autori 
del  piano  avevano  fatto  sperare  . 

Contando  tutte  le  entrate  pubbliche ,  si 
trova  innanzi  all'  nltima;  Dieta  una  somma 
di  circa  due  milioni  dì  Risdalleri  (i  )..  La 
Pomerania  ,  e  gli  altri  ppssedimet^ti  della 
Germania  assorbiscono,  presso  a  poco  ciò  , 
che  rendono,  allo  stato  t-a  causa  dei  dlspea- 
dj,  a  cui  danno  occasione.  L'entrate  della 
corona  di  Svezia  sembreranno  menq  spro* 
porzionate  ,  riguardo  agli  altri  paesi  d'Euro- 
pa «  se  si  considera  ,  che  le  terre  ritolte  da 
Carlo  XI  alla  nobiltà  ,  somministrano  in 
gran  parte  il  mantenimento  dell'  armata  n^^^ 
zionale  ,  e  perfino  di. molti,  impiqghi  civili. 
Ma  non  ostante  questo  risparmio ,  il  govem 
no  ha  quasi  sempre  con  istento  fatto  Jtonr 
te  alle  pubbliche  occorrenze  (2)  ,  e  la  spesai 
ha  sovente  ecceduto  a|r  entrata  .  I  sussid) 
della  Francia  non  sono  stati  sufficienti  per 
riempiere  questo  vuoto  >  e  si  è  dovuto  ri- 
correre a  deglMmpresttti  tanto  di  fuori  quan* 
to  in  paese* 

(t)  Un  risdallero  di  Svezia   vale  induca  uvù- 

scudo .... 
(  2  )  Due  sole  epoche  vi  sono  state  d'una  stqto 

prospero  :   t  una   aiìa  morte  d^   Gustavo  /, 

l'altra  alla  morte  di  Carlo  XI. 


di  Gustava  III.  re  di  Sve^  .       13^ 

S'ignorava  non  optante  ^  questo  e  debifco^  0 
non  fa  nenim«no::cpr0ppstoiQigUi  Stathn^ilà 
Dieta  del  ijBéJ  <^e3t'oggetiO'  ife*etr»tD  Aik?^ 
cusso  .con  t^DÉajpiùntl^^ccuratfi(22a  avella  Die* 
«a  del  1 789^  ,r.»mejai0rarbi|p  per  tanti  rigaar-* 
di:  Il  Re  rimise  va  InGomicaro^scbre;*  lo-sta-; 
tb  dei  debiti;  dslià  coronai  ufo.  tt&/2ità^  che 
montavano  si  ^m Itemi'  venttìnor'/  p  r  joooéid 
Hisdallcrii  Fu  domandata  la  garanffee  degli 
Stati;  tanto  per  questa  somma^  <pranto  per 
glMmprestiti  ,  che  di  veni  vano  necess^rj  per 
le  spéàe  della  guerra.  Gli  ordim*  delCteiro? 
della  cittadinanza  >  e  dei  paesani  ^«i  presta-? 
rono  senza  resistenza  ai  desidera  della  :(3br« 
te  ;  la  Nobiltà  fu  mebo  facile  ,  •  ma^  cadette 
infine  ancor  essa  #  ed  accordcr  h  :^£tkniÌ2L  i 
Si  presentò  un' altra  difficoltà  .-11  csomìtaio 
secreto  giudicò  /  che.  la  corona'  avrebbe  br- 
«ogrfo  di  82  tonné  d'oro ,'  o  sia  un  mìMo- 
n^ ,  €  400000  Risdàtleri  ,  tanto. per  pagare 
i  frutti  del  debito ,  divenuto  nazionale  p^t 
la  garantia  degli  €tatì ,  quanto  per  sovveni- 
re alle  attuali  occoprenze  .1  tre  ordini  in> 
feriori  approdarono  il  contenuto  della  rap-r 
presentanza  del  comitato  .  La  nobiltà  però 
non  fu  dello  stesso  sentimento  ,q:  nuovi  di* 
battimenti  si  sollevarono  nella  camera:-' finis 
rono: per  la  pluralità  dei  voti ,  e  si  accedei-' 
te  lillà  decisione  degli  altri  ordini.  Questjh 
ordini  accordarono  i  sussidj  sifìo'aija  lenoM 

P     3  dV 


2  34         ^^^  Regno  e  della  Vita       * 

d'  una  nuova  Dieta  ;  ma  la  nobiltà  prejle$f 
fissare  un  tiifinine  preciso:  sostenne /che  in 
akra  maniera  )e:  concessioni  straordinarie  dir 
vef 'ebbero  ..imposte  .pérmaiiemi  ^  p  che  al* 
meno  durerebbeno  per  tanto  tempo  ^  quanto 
piacerebbe  al. Re  di  non  convocare  gli  Sta* 
ti  .  Per  trovar  un  mezzo  di  conciliazione ,  il 
Clero  propose  ,  che  nel  caso  ,  che, il  Re  noci 
ifctimassa  conveniente  di  convocare  gli. Sta- 
ti ,  potrebbe  radunarsi  ogni  |re  anni  ui^ 
certo  numero  di  persone ,  formando  una  de^ 
putazlone  incaricata  di  prolungare  il  con4 
sentimento  .ai  sussid}^  se,  li  trovasse  ancóra 
netessar}  >  ma  senza  poterli  né  aumentare  « 
né  crearne,  dei .  nuovi .  La  nobiltà  non  apprp- 
vò  quets;ia  proppsiziotie  del  .Clero  ,  e  noti 
persistette  neir  opinione  gik  fissata  ,  e  di- 
mandò che  fosse  prefisso  un  termine  •   . 

Comparve  allora  una  dichiarazione  del  Re# 
la  quale  conteneva^  che.  l'ordine  equestre 
attaccava  i  diritti  del  Monarca  ,  volendolo 
sforzare  a  convocare  gli  Stati  al  termine  fisr 
sato  per  la  cessazione  dei  &ussid;  .*  eh*  era 
cosa  di  ^mi^a  importanza  nella  situazione 
presente  del  regno  >  che  il  nimico  ignorasse 
r epoca,  qpando  i  rappresentanti  della  nà* 
auone  sarcherò  nuovainente  radunati  .  Ma 
la. nobiltà  fii  inflessibile.  Per  métter  fiit^  a 
i|iie$ra  opposizione  ,  il  Re  risolvette  di  por* 
msi  in  persona  nella  sala  della  nobiltà:  gli 

-,  .  aK 


di  dusiavo  IIL  re  di  Svezia .       235 

a}tri  ordini  Ifurono  avvisati  di  questa  riso- 
iuzion^}  ^ìla  §i  sparge  nel  pubblico,  e  fece 
UAa^^sfjijazione  analoga  alla  sua  importan- 
za «Il  pQpto.Io  accorse  da  tutte  le  parti  della 
ci/là  ì:  e  .<;ircondò  il  Palazzo  della    nobiltà . 

La,  presenza  del  Re  non  fece  subito  queir 
(iflfetlChr  <:h.e  si  era  sperato  ;  ma  finalmente 
ella  eriqinfó  di  tutti  gli  ostacoli  e  fu  dato 
il,  CQf^enso« 

Un  diparti mentq  I  stabilitq  sotto  nome  di 
Camera  di  Conti  degli  Stati  del  regno  t  ma- 
neggerà le  nuove  rendite  e  tutte  le  som- 
xne  ,  eh'  entreranno  nel!'  antica  cassa  d'estin- 
adpcie .  Questo  dipartimemo  è  composto  d'uà 
numero  di  deputati  dei  quattro  ordini  . 

Se  sì  vuole  esser  convititi  dei  funesti'  effet- 
ti ,  che  s^co  ports^  il  disordine tielle  pubbliche 
Fii>an^ev  se  si  vuol  conoscere  quanto  im^ 
porta  .di  procacciare  a  questa  parte  d'ammi- 
nistrazione lumi^  esattezza  ,  metodo  ,  e  vi- 
gilanza/j|  convieu  leggere  gli  annali  della 
Svezia  .  '       : 

Sino  nel  secolo  scorso,  le  motiete  d^ ar- 
gento furono  alterate,  e  lo  Stato  vi  fece  una 
perdita  di  rimarco  .  Carlo  XII  introdusse 
di  nuovo  quelle,  monete  di  rame ,  che  ave- 
vano avuto  corso  anticamente:  queste  era- 
no delle  grandi  lastre  di  rame  molto  inco- 
^lOde  per  la  vita  sociale.  La  guerra  aveado 
a^ssorbito  il  tesoro  pubblico  ,  e  Carlo  vp^n« 

P     4  do 


236         l>el  Regnò  e  della  Viti 

do  continuarla  a  qualunque  cotto ,  it  Bafofi 
de  Goercz  ,  fecondo  in  espedienti ,  propose 
d'innalzare  il  rame,  di  dargli  il  Valore  deir 
argento ,  e  di  là  provenne  quella  moneta 
fatale  >  della  quale  il  nome  esprime  la  nà-^ 
tura  (  I  )  •  Ella  si  moltiplicò  a  segnq  ,  che 
alla  morte  del  Re  ,  ve  n*  erano  per  piti  di 
sei  milioni  di  risd.  Il  dono  ,  che  la  Fran- 
cia, fece  alla  Svezia  ,  e  le  somme  in  indèn- 
nizzazione  delle  provincie^  che  furono  cedu- 
te^ servirono  di  paliativo  e  non  di  rihie* 
dio  .  Le  finanze  tanto  meno  potevano  ria^ 
versi  dello  stato  miserabile  ,  in  cui  si  tró^ 
▼avano  ,  quanto  che  la  bilancia  del  eom-' 
mercio  in  vervna  maniera  pendeva  in  fa<^ 
vore  della  Svezia . 

Nel  172^,  sMntrodpssero  16  schedule  di 
Banco ,  pagabili  al  latore  ;  hi  allegava  per' 
ragione  di  questa  novità  il  vantaggio*  ,  che. 
ne  avrebbe  la  circolazione  intema  <  Le  som- 
me contenute  nelle  schedule  diminuirono  2L 
misura  ,  che  spariva  la  moneta  reale .  II  cor- 
so 

(i)  Furono  chiamate  Mynttekeri  che  signifi-^ 
ca  segno  di  monttz  :  portavano  varj  impron-^ 
ti^  ed  ognuna  di  queste  monete  ,  cK  erancf 
di' rame  ^  della  grandei^'^a  di  un  quattrino  , 
doveva  avere  U  valore  in  circa  d'una  lira 
Veneta . 


dì  Guatavo  III.  re  di  Sve:(id.       2  jf. 

to  del  cambio  fece,  tosto  conoscere  le  cón- 
togoejQxe,  che ,  questo  regolamento  doveva 
necessariamente  produrre  •  Il  male  si  aumen* 
tava  per-  ragioni ,  che  sono  facili .  ad  inten- 
dersi ;  Il  Banco  fu  richiesto  di  fare  ìmpre* 
sritt  alla: Corona  ,  ed  a'  particolari.  Il  rame 
monetato  fa  asportato  colla  permissione  del 
governa;' ma  il  valore  di  questo  rame  non 
ritornò  in  argento  com' era  stato  decretato  \< 
La  massa  della  carta  s'accrebbe  di  giorno 
in  gioftio^  ed  il  corso  del  cambio  causa  del-' 
le  perdite  enorjcni  .  Per  renderlo  più  vantag- 
gioso >  e  per  ristabilire  il  corso  incerto  ,  e 
capriccidso  del  commercio  interiore,  il  go- 
verno formò  :  dei  banchi  di  cambio  ;  ma  non 
ottenne  il  suo  sc^po  .  L'interesse  personale, 
e  speculazioni  mal  riuscite  attraversarono  le 
sue  mire^  e  la  situazione  clegli  affari,  rima- 
se sempre  la  medesima.  Le  due  guerre,  che 
la  nazióne  dovette  sostenere  ,  costarono  più 
miliodi  V  ed  accrebbero  il  disordine .  Nel 
1765  ,  il  Banco  avea  di  eredito  colla  Co- 
róna ;  e  (ioi  particolari  73 v  tonne  d*  oro . 
Il  corso,  dd  cambio  sopra  Hamburgo  «  fu 
nel  1.762,  a.  108  marche  per  uno  scudo  di 
Banco  .  In  tale  stato  di  disordine  si  pensò 
seriamente  air  introduzione  di  moneta  effet- 
tiva ;  molti  progetti  furono  proposti  »  ma 
r  esecuzione  incontrava  degh  ostacoli . 

,  p  5         II 


j  I 


2.3,8-        Ifel  Megna  e  della  Tita 

Il>  Re  r^Q&iiie  adottò,  ad  1777  ^  ^  pte^ 
no  del  Baron  di  Liliecrantz;  per  ,i|iJea¥o  éi 
imprestiti  tolti  in  paesi  esteri,  lo  Stata  ag^ 
giunse  al  fonda  della  moneta  eflfstti^a^chp  il 
Banco  già  possedeva  ^  quattro  mìliotii  e  mea> 
zo  di  risd ,  11  rame  ,  che  la  Corona  po0e« 
deva  a  titolo  di  decime ,  fu  egualmientejm*» 
piegato  a  quest'  uso.  Tanto  .  pia  facilmente 
si  è  potuto  ottenere  questo  inteiuo,  quafuq 
che  i  forestieri  non  hanno  ritirato  i  loro  fon- 
di con  troppa  precipitatone  ^  e  cbeùl  com-^ 
inereio  che  in  tutto  il  tem.po  delia  gocrta 
Americana  fu  assai  vantaggioso,  fece  entra-» 
re  nel  regno  somme  consider^ibiLì  ^  Per  dare 
a  questo  sistema  più  di  solidità  ed  jcffica-» 
eia,  sino  dall'anno  1777  si  paga^  una  par-» 
te  degli  stipendi  civili ,  e  militari  iti  mone'* 
ta  elettiva*  Le  antiche  schedule  sono  stace 
ritirate,  ed  il  Banco  le  ha  pagate  in  rame** 
le  nuove  sono. in  risdallert  ,  e  la  minore  ò 
di  ^ue  risd*  Questo  provvedimento  del  go^^ 
verno  è  stato  senza  £illo  svaiitaggioso  <^  a  più 
d' lin  particolare  ;  ma  il  ben  pubblico  lo  dir 
numdavaj  e  si  è  cercato  di  guarire  la  pia-^ 
ga  nella  maniera  men  dolorosa. Jl  samera-i 
rio  ,  presentemente  in  circolazione  i^può'eott^ 
siderarsi  di  nove  in  dieci  milioni  di  rlsdal«r 
Il  frutto  leg^e  è  del  6  per  cento  .       <       ^ 

Il  Banco   di   Stokholm  è  degno   diilF  4KÌ 

ten- 


di  OumvQ  in.  re  di  Svezia.       x^ 

tenuoiìe  di  i!uttt  quelU  ,  che  $t\xàimo"gY  ìtì"-^ 
teressi  ecoaomici  delté  nazioni .  Egli  fu  fon* 
data  nel  1657  ,  e  rinovato  nel  166  8,  Uni 
Livornese  chiamato  Fàlmstruck  ne  diede  il 
piano.  Gii  Stati  del  r^no  ,  a  riserva  dell' 
órdine  dei  Bontadini  ,■  il  quale  ha  riénsato  di 
^rcecipare  di  questa  prerogativa  ,  ne  sonci 
gli  amministratori:  eglino  ne  nominano  dei 
deputati ,  che  invigilano  sul  mantenimento 
dell'economìa  Interiore  del  Banco /e  che  so- 
no responsabili  a  dei  revisori  nomixiàti  an- 
cor essi  dagli  Stati  ^  ed  agli  Stati  medesimi 
effondo  fono  radunati.  Il  Banco  è  dìviso^rt 
diversi  ufEz) ,  come  la  Cancelleria,  V  Ufficio 
del  Fiscale,  il  Banco  di  cambio,  T  Uffitìo 
d'annotazioni'  e  numerazioni ,  la  cassa  d' im^ 
prestiti,  r Uffizio  di  revisione  e  quella  dello 
echednle.  Ognuno  degli  UfH^j  è  diretto  da 
otìo ,  o  più  Commissar).  H  Banco  ha  la  s^cia 
propria  Cartiera  vicino  a  Stokhòlm  ;  egli  ha 
ancora  al  suo  servizio  un  fonditore  di  ca* 
ratteri  ed  un  incisore .  Il  governo  gli  ht 
conceduto  giurisdizione  sopra  tutt^  i  suoi  im«> 
pieglati  ;  ma  per  le  liti  ,  che  possono  na« 
scere  cetn  dei  particolari,  dipende  dal  tribu- 
nale di  Corte  di  Scokholm  .  Tutti  gli .  si abi* 
limenti  pubblici  a  riserva  delk  Zecta,  han^ 
no  i  loro  libri  al  Banco  di  cambio  ,  e  per^ 
ciò  le  Vendite  più   chiare  dello   Stato    deb«>- 

bo- 


240        Del  Regno  e  ièlla  Vita 

bono  passare  per  qaest-uffiiio.  I  pardcofaTÌ 
possono  def>ositarvi  t  loro  capitali  ,  e  rìd-^ 
rarli ,  quando  ne  hanno  bisogno  ^  pagando  unr 
Coarto  per  cento  agr  impiegati .  Il  Banco  ^ 
imprestito  dà  le  «sue  assegnazioni  iu  qaeUa 
del  cambio*  GF imprestiti  sópra  le  terre  >  e 
le  ease  non 'hanno  .più  laogo  >  ma  si  può* 
prendere  in  impreatiio  sopra  il  ferro,  il  ra* 
me  »  e  l'argento  a  un  qaaf  tro  per  ico.  Que- 
sta risorsa  i  ditsdm'ma  importanza  per  i  ne-^ 
gozianti .  Le. ricchezze  del  Banco  non  sona 
state  note  giammai  ;  qaesto  è  il  Segreto  di 
Stato.-  S' però  facilcosa  il  comprendere/ che 
dalPtma.  parte  .deve  avcfr  gnadagnata  consi* 
derabilmente  Sopra  i  suoi  iiiiprestftl  ,  e  d^\Y 
altra  ^  che  il  danaro  effettivo  non  costituì* 
sce  che  la  minor  parte,  dei  fondi  ,  che  posr 
siede  .  Si  ^calcola  a  delle  somme  molto  con* 
siderabili  il  guadagno,  che  fa  soltanto  sulle 
schedule ,  ehe  si  perdono  y  o  che  sono  cont 
snnte  dalle  fiamme.  Egli  non  ha  giammai 
imprestato  né.  alla  corona  ^  né  ai  partieola- 
ri,  senza  atere  tutte  le  necessarie  sicurez- 
ze. Il  credito  dunque  ,  del  qua)e  (gode  il 
Banco  di  Ì5t(Àholm  tanto  nella  Svezia  , 
quanto  in  esteri. paesi  è  un.  credito  reale  e 
solido  •  Questo  credito  si  manterrà  ^  in  quan- 
to gli  Amministratori  non  .abl>andoneranna 
il  sistema  adottato  ,  e  del  quale  una   liinga^ 

es- 


di  l^ustakio  Ih.  tè  di  Svèzia .     Ì41 
esperienza  ìiz  fioniprovato  laTsoliaitk  dell'i- 


stituzione 


Per  dare  tùxóvé  nsorsé  ài  coMirtetcid;  ed 
air  iìidàstrlà,  il  Governò  petfhìsé-  fìel  1775 
ad  una  ^ocifetà  <iì  formare  là  ""  Stòkhòltti  uti 
Uffizio  di  sconto  :  essendo  spirato  questo 
^iri  vilégio  ,  è  stata'  '  stabilita  tìna  éamera  rèa« 
le  di  sconto  ,  della  quale  il  regolachento  i 
fn  data  dèi  dì  ì^  aprile  1^87:  ella  dee  a- 
vere  un  fondo  di  40000D  risdàl. 
:  lié  ihbneie  bhé  haiinò  torso  nella  Svèzia 
sono  ;  d'  oro  ,  il  ^fecchino  a  i  risd;  46  schell: 
d'argentò;  ir Hsd;  di  48  ^héll.  nioheta  i- 
deale  ,  che  equivale  a  6  tàlleri  d^afgéhtò ,  d 
iS  talleri  di  rame  ,  egualmente  moneta  idea- 
le :  li  2  terzi,  1  terzo,  t  dùodiceiiiitio  ,  è 
i  vige^imòqliartò  di  i-i^d.  vàglioho  a  prò- 
porzione. 

Dì  rame,' il  ènkenlslan't  6  styter  settiplicè 
di  3  rundstyck  ,  od  oert  :  il  dubbehlant ,  6 
dopi^iò  it'yver  Ai  •  6  rundstych  ,  e  V  oert  ^ 
o  rundstyck  ,  dei  c(uàli  ti  fanilò  un  schel^ 
ting. 

Ecco  tutti  1  dbrii  di  cambj  dèlia  Syezit 
à  tenore  del  regolamento  del  1^7^. 

In  Àmsterdani  4^  schei,  più  ò  meno  iz^ 
g;lloho  i  risA  fc. 

Copenaghen  iòó<risd.  ip.  124  risd.  e. 

Spagna  41  schei  -^  i  ducato  di  e. 

Han- 


Q^oborgp  47  —  ?  -^  pttvKW  —  ri64-^t 

Lisbona  22  schei—  i  crusad.  di  409.  ris. 
Livorno  47  «che^  rr-  x  pezu   (i|.S  reali  . 
Londra  4,  ?i$d..^  l?  schei,  -r .?  lira stcr. 
Parigi   95    schei  -^.  ^   scucio    di .  60    <j 

Scràlsundji'  iqo  ri^d^  fp.  —  J33  risd.  di 
Potperania.     .    ; 

Quevi  corsi  yarìanq  secondo^  la  bilancia 
del  commerciò» 

.  Si.  osserva  anpora,  U  ffgojamenfo,  del  1664 
riguardo  aLpi^p^ci  d^Ue  monete., 

.  61  zccchifii  vengono.  tagUafi  da  lina  mar- 
ca d'pro  d^l  grido  df  finezza  25  can  e  5 
jgranr. 

Da  pna  inarca  4'  argento  ;i  fiinno  8  .  risd. 
del  prado  di  finezza  14  lods  ,>  i  grano  ;  si 
sono  ommesse  le  frazioni. 

11  marco  per  il  saggio  d'orq  si  divide  in 
1.4  carati ,  e  i  5  grani .  , 

Il  marco  per  il  saggio,  dèir  argento  è  di 
16  lods,  e  il  lod  j8  grani. 

L'  argento  lavorato  nella  Svezia  è  di  13^ 
lods^  che  co^rtspon^onp  a  9^  ^^nari  e  22^ 
gitani,  dal  qqaìe  si   deduce  x  ott.  lods   per 
rimedio  deQo  scfirscggiare  . 

Il  marco  peso  d'oro  ,  e  d'argento  è  i^ 
lods  p  64.  grani  ^  o  sia  4384.  i|ssi  • 

Trentadue  zecchine  in  peso  da  |>esar  i  zec-^ 

ehi- 


ài  Gustavo  III.  fé0  svétfia  .      ^4} 

ghinl ,  corrispondono  a  3.  gncfe  ,  e  f:  gcAs  , 
jo  grani  di  peso  di  Francia  ^  e  'questo,  at 
2320  •^'  assi  peso  di  Trojes.. 

Vi  sono  quattro  sòrte  di  pesi  usati  liei 
commeì-cip  in  Isvezia.  Primo:  peso  di  vet^ 
tovaglia.  Secondo:  peso  di  miniera .  Terao : 
peso  di  città  ,  e  di  campagna  .  Quarto  :  peso^ 
di  ferro  e  di  istapcl*  Yi  è  ancora  un  péso 
stabilito  unicamente  per  la  tnedicina. 

Una  libbra  d«tta  skolpund ,  peso  di  ^irctto- 
yaglia  ,  ha  8>Ì4S  assi  I  Cn .  marco  péso  di 
miniera ,  fa  7821  f|  ^asii.  Un  marco  di  città 
e  di  campagna,  fa  T4SQ  ~  assi  .Un  mar- 
co peso  di  stapel  ,  fa  7078  *7  assi  •  Un 
sckeppund  fé  20  lisptìnd  5  un  lispund  20  skoU 
pund  .  Un  scheppund  di  stapel  e  di  ferro 
non  fa  che  16  lfspuAd\  a  20  hbbfe  per  H'sy 
pund..  Unquintal,  p  centner  fa  120  libbre, 
una  libbra  32  lods,'ò  132  dramme, a  69  5- 
assi  ciascheduna.  La  libbra  dello  speciale 
pesa  7416  assi.  '     ' 

La  tonna  ,  o  sia  botte  per  misurare  i 
grani,  il  sale,  ed  altre  mercanzie  secche, 
è  di  ^3  quintesimi  piedi  cu))ìci  di  Sve- 
zia ,  che  corrisppndono  a  7}  i6  oncie  cù- 
biche di  Francia  . 

Questa  misura  si  suddivide  in  2  spann  , 
8  syrtel,  32  cappe,  56  canne,  112  stop  , 
448  quàrter,  1792  oert^  o  jungfrm. 

La 


244  -^^^  Jfegno  é  delta  Tiià  ' 

La  tònna  per  gli  umidii  come  la  cai-nè? 
il  pcscfè ,  la  farina  contiene  48  cantile  •  Per 
il  catrame ,  è  pece  ana'  tonna  contiene  48^ 
a  loò  oncie  cubiche  la  canna,  una  toiina 
d'aringhe  salate  coiitiene  loco  aringhe; 

%t  4. settime  tonne  di  Svezia  ,  fanno  uri 
last  d*  Hambargo  ; 

Un  last  fa  ordinslriamehte  12  tonne .  Utt 
last  di  catrame  ,  e  di  pece ,  fa  1 3[  tonne .  Unt 
ksc  di  '  pesce  secco  1 2  tonne  •  Un  last  di 
sale  di  Spagna  e  di  Francia  i  S  tonne .  Un 
last  di  eanepa  ,  di  lino  ,  di  cordami  y 
6  schepp,  o  12Ó  lips.  di  Svesta. 

II  fuder,  o  fatf  di  suddivide  in  x  pippe^ 
4  oxhoe  sd,  6  aHm#  12  oembaf  ^24  ankar^ 
360  canne  ,  720 stop ^  2880  quarter  ^e  11520 
fungfrii  •  La  canna  «  o,.poc^  misura  di  Svè- 
zia per  materie  liquide  è  172,  e  4  queli- 
ti, oncie  cubiche  di  Svezia ,  che  corrispon- 
dono a  i}2  oncie  cubiche  di  Francia; 

il  piede  di  Svezia  è  a  quello  di  Francia , 
come  loopo  a  10943.  ^  ^^^^  ^  fama  è  di 
6  piedi.  La  pertica  ,  o  ruta  è  di  16  piedi. 
il  braccio ,  o  aln  ha  2  piedi  di  lunghezza  ^  che 
corrispondono  a  263  i  qu.  linee  di  Fran- 
cia. 

11  mìglio  svedese  è  computato   iSooo  aU 
mar  di   Svezia  ,   corrispondenti  a   5483  e  i 
terzo  tese  di  Francia,  e.  io  23  cinquantesi- 
mi 


éi  Cusiavo  III.  r^  (fi.  Svezia  ;     24  5 

m'ì    dì   quelle  miglia  ,   che  fanno  i^n  grado 
so^to  rEqui^torc.  ' 

L'Uffizfo  deir  agtìménsura  divide  il  piede 
in  dieci  OAcie  a  .dieci  linee  rpn$:ia^*  ma  or- 
dinariamente i^oncia  si  conta  dodici  lii>ee . 
.  Il  miglio  quadi;ato  di  Svezia  è  di  Ij^^Tm 
ooooòo  piedi  quadrati  di  Svezia  >  b  324^00 
ppoo  d'alnar  quadrati  svedesi» 


Fine  f(el  Tòmo  Seconda  ^ 


I  N- 


i4« 

I    k    R    I    C    £ 

DEI    q  >  i*  i  T  Ci  il  i 

Che  si  contengono  nei  presei^t^  Volarne. 

I 

GAP.  I.  Amministrazione  ifiterioff^  èccìeìtdstì'i 
ca  ^  civile ,  crifkìnale  e  poluicd  de{  iegno 
di  Svèzia .  Rela:^onì  di  questa  Potenza 
colle  Corti  straniera.  pag.  j 

GAP.  IL  JPiGcAetjtfe  naturali  della  Svezia. Po- 
polazione; 67 
GAP.  IIL  Carattere  na^nate  :  Educa:[ioné  i  95 
GAP.  IV.  Cb//&fa  J  ed  industriai               11^ 
GBP,  V.  Sden:^  ed  Arti.  Antichità  i  è  Zin- 
guù.                                                   146 
GAP.  VI.  Commerciò  esterno^  ed  iriterno.iS^ 
GAP.  VII.  Militare.  Ordini  cavùllerescbi ^ Ren- 
dite e  spese  della  Corona,  Finan:^e .  210 


NOI 


ut 

Noi    RIFORMATORI 

DELLO  STUDIO  DI  PADOVA. 

Avendo  veduto  per  là  Fede  di  Revisio- 
ne, ed  Àpprovaiiorié  del  P.  /l  Gioì 
Totnmasó  Mascheroni  Ìnq|uiÌsicor  (Generale 
del  Santo  Offizio  di  Venè:(tà  nel  liibro  in- 
titolato .  Stofid  dei  Regnò  ^  e  della  Vita  di 
Gustavo  Tér:^o  ré  di  Sve'^^à  Tornò  IL  MS. 
non  vi  essef  cosà  alcana  contro  la  Santa 
Fede  Cattolica  ^  e  parimente  per  Attestato 
del  Segretario  Nòstro  ì  niente  cóntro  Prin- 
cipi ì  e  Buoni  Costumi  ,  concediamo  Li- 
cenza ad  Anton^ió  Zattd  Stampator  di  Te-- 
ne\%a  ^  che  possa  esser  stampata  ^  osservan- 
do gli  ordini  ili  materia  di  Stampe  ,  e 
presentando  le  solite  Copie  alle  Pubbli-' 
òhe  Librerie  di  Veneziai ,  e  di  Padova  * 
t)af.  li  ì2.  Maggio  Ì792. 

(  Ùtacomó  Nani  KaVi  Éif. 

(  Zaccaria  Valtaresso  Jfif. 

(  Francesco  Pesaro  KaVé  ProCé  Rif^ 

Registrata  in  Libro  à  Carte  283  alNum.  15 

Marcantonio  Sanfermo  Segr^ 


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