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Full text of "Venetia, città nobilissima, et singolare"

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^1> 


I 


il  Ci   -f*» 


VENETIA 

CITTA  NOBILISSIMA, 

ET    SINGOLARE, 

Defcritta  in  XII II.  Libri 

DA   M   FRANCESCO    S^NSOVINO. 

NELLA  QVALE  SI  CONTENGONO  TVTTE 
he  Guerre  pafiate  j  con  P^ttioni  Illu/lri  di  molti  Senatori . 
Le  yitede  iTriacipit&zli  Scrittori  finteti  dei  tempo  loro. 
Le  CkiefCtFabricffCtEdi^it&Titlaz^  publichij&priiutti. 
Le,  Leggi  t  gli  Ordini  ■  &  gli  yfi  antichi  >  e$*  moderni  t  con 
altre  cojif  appreffit  T^tabiUt  &  degne  di  Memoria . 

CON    AGGIVNTA 

Di  tutte  k  Cofe  Notabili  della  flefla  Citt:i  >  fatte  >  &  occorfe 
dall'Aimo  i;8o.  lino  a!  prcfentc  i66j. 

DAR  GIVSTINIANOMARTINIONI 

PRIMO  PRETE  TITOLATO  IN  SS.  APOSTOLI. 
Doue  vi  fono  pofte  quelle  del  Strìnga  ;  feruato  però  l'onlìne  del  med:  Sanfouino . 

COTi^  T^^rOLE    COVIOSISSIME, 
ALL'  ILLVSTRISS,  ET  ECCELLENTISS.  SIC. 

•^l-ArPv^-^^k-TI  E  P  O  L  O 


i 


.IN  VENETIA.    AppKflbSteIBnoCnni. 


coJt  uc£K_z^  De  sFtmou,  et  t, 


*-;„< 


I  L  L  V  S  T  R  I  S  S 

E  ^  T: 

ECGELLENTIS 

SI    G    NO    RE. 

DIVEDE  h  luce  delle  Sumpe 

^  del  Saofouino ,  Libra  di  mo 

>  aggiunte  di  ottanta  anni  (pai 

t  .fecondo  ingegno^  è  ancp  il 

f  patidcl  Nome  REGALE, fon 

pitie ,  e  fertunaco  ATcendencc  di  felicità  à  ; 

tali ,  con  confacrarlo  all'imino^talità  del  mei 

V.£.Illu(l{inìma/&  alla  fua  Ciblime  viniì, 

aufpici  di.  così  benigna  Stdla  non  pauenti 

Momi)  Se  Ariltatchi . 

E  pei  veiità  in  tutti  i  modi  dalla  mia  diu 
C>  doueua  dedicate  al  Tuo  NoiiKgloriofo  <ju< 
che  viene  atiichita  ,  &  imptetipfìta  da  dou 
di  Glotia  dell' Etoìcbe  attieni  in  efla  rcgiO 
iafmente  di  Iacopo,  &  Lorenzo  Tiepoli  Pa 
Se  ambi  doi  Dogi  •  Il  primo ,  che  alia  vinti 

*     : 


trebbe  ornamenti  Reali ,  col  Macrinaonio  d*vna  Figlia  del 
Rè  della  Ra(cia  ^  il  fecondo ,  che  nulla  tralignante  dal  Puf 
dre,  forti  per  Moglie  quella  gran  Principelfa  di  Schìauonia . 
Quefti  Furono  doi  Lumi  radianti  del  Veneto  Cido,  da_rf 
auali  vennero  augmentati  fregi,  efplendori  al  fuo  NobiliC* 
(imo  Cafato  ,  &c  moltiplicate  le  Palme  alla  Paula  per  lt_9 
memorabile  Vittoria,  ottenuta  da  Lorenzo  de  Genoued  à 
Tiro. 

Tralafcio  di  profeguire  il  racconto  delle  glorie  di  (uA 
Famiglia  »  peròcne  il  fuo  minimo  vanto  è  d'hauer  partorito 
Oratoria  Monarchi, Generali. a grEfserciti, Capitani  fupre- 
mi  all'Armate  Maritime,  e  riempito  co*  fuoi  gloriofi  Germi 
tutti  i  podi  più  riguardflQoli  delle  Publiche  Cariche,  cosi 
nella  Patria,  come  fuori.  Confeflb,  che  tutte  le  virtù  come 
Stelle  luminoG;  rìceuono  il  fplendoré  dal  Sole  della  fna 


Cappella  fondata  da  fuoi  Madori  nella  Chte(à  di  S.  An- 
tonino, e  rinouata  da  Lorenzo  Tiepolo  Senatore  di  akiflìmo 
grido»  in  cfccutione  della  volontà  di  Luigi  Procurator  di 
S.  Marco  fuo  Padre.  Ella  è  riguardeuole  per  i  lauori  à  (lue- 
co,6c  oro>  per  le  Pitture  di  Iacopo  Palma,  per  le  Sculture 
del  Vittoria  $  ma  refa  Auguftiflìma  per  il  Corpo  di  S.  Sab- 
ba Abbate  ,  donato  da  fuoi  Maggiori  à  quella  Chieià  all- 
hora ,  ch*habitauano  nella  medeuma  Parocchia 5 ma  fonda- 
to poi  il  nuouo  Palazzo,  mcntouato  in  queft* Opera,  D6- 
rrìicilio  al  prefente  di  V.  Et  nella  Contrà  di  S. Felice ,  volferp 
anco  tras£erir  il  Corpo  di  eflb  Santo  da  quel  Tempio  i 
quefto>  doue  condutolo  in  Barca  fino  alle  RiuCyUmòfitati 

tuui 


ami  in  terra  il  Santo  Còrpo ,  da  Co  (leflTo ,  {enza  opera  hu- 
man a , ritornò  miracolofamentc  à  S.  Antonino,  ouc  rìpo(à 
in  Nobile  Sepolcro  di  finiffimo  Marmo .  Da  che  n'aunien- 
ne  l'ardente  diuotione  profèfiau  da  Tuoi  AntccelTori  i  Se 
che  viuaanco  arde  in  V.  E.  à  cote  (lo  Santo,  mentre  a  tutti 
di  Sua  Ca(à  li  vierie  po{!o  in  fècoiido  Nome ,  quello  di 
Sd^ba,  come  fu  in  Vladislao  vno  de  figlioli  di  V.  £.  Bat- 
Kfizzato  in  $. Barnaba  l'anno  153  5. a  5.I>ecetnbre,Fe(liui- 
tà  di  detto  Santo ,  dal  Cardinal  Federico  Cornaro  Patriar- 
ca di  Venetia,  e  tenuto  al  Sacro  Fonte  da  Angelo  Contjfr- 
tìni  Caualiere ,  pofto  {otto  riccò>,e  Maeftofo  Baldachino  , 
In  Vefte  Senatoria»  e  Stola  d'Oro>  per  ordine  Pubhco  in 
Nome  della  Macftà  di  Vladislao  Rè  di  Polonia, per  cenno 
di  cui  fa  decorato  con  l'iftefib  Nome  Regio ,  vnito  à  quel- 
lo di  Sabba^per  la  diuotione  di  efib  Santo . 

Qual  Bactefimo  fu  folennizato  con  apparato  Mae(lo(b , 
«  pompa  Reale ')«ilèndo  il  Bambino  portato  alla  Oiiieiàdal 
ContB  Pietro  Orlando  Coltalco, accompagnato  da  MuHca 
Eccellente,  Tuoni  di  Trombe  ,  e  Tamburi ,  concorrendo  à 
cosi  gran  Cerimoiiia  non  folo  infinid  Nobili  >  e  Popolo 
della  Città }  wì  dello  Stato  ancora ,  vennero  in  numero 
grande  e  Caualieri  ,&  altri  Feifbnaggidi  (lima .  In  oItrc._^ 
offerifce  tauta  materia  d'Encomi  j  la  Tua  Eccellenti  (lì  ma  Ca- 
fa,  che  (ùeglia  pidto(lo|i  Cronologici  a  formarne  gl'annali, 
che  gli  Storici  à  regiftrarne  nudi ,  e  (empiici  racconti . 

Onde  per  non  Snarrire  nella  vafticà  di  canti  raguagli  il 
filo  di  quello  racconto,  ho  (limato  Betie  ridringere  in_«» 
Gompeodiofi  periodi  t  geftiBamo(i  degrEccelientidìmi  Si* 
gooti  fooi  Fratclb , tutti  desinati  al ^ruitio  della  Patria, è 
in  Terra,  ò  in  Mare ,  come  Luigi,  che  morfe  Prouedicoif 

^'4        in  Cam- 


in  Campo  nelPvltima Guerra  del  Polefì ne.  Domenico ,  cbtf 
ihorfe  nel  Porto  della  Suda ,  mentre  era  Capitano  delle  Ga- 
leazze, che  per  non  abbandonar  quei  gran  Legni  »  commefli 
dal  Senato  alla  Tua  cuftodia  »  de  al  Tuo  valore,  volfe  più  to- 
Ao morir  in  effi,che  fmontar  in  terra  per  curar{ì,come  era 
efbrtato  da  Girolamo  Morefini  Generale  da  Mar . 

Antonio,€heritrouando(ìin  Armata,rottoil  Commando 
del  Prouedttot  Generale  Gio:Iacopo  Zane>colto  di  MoTcher- 
tau  nella  fronte,  cade  eilinto  nel  Porto  di  VegIia,Gtouine  di 
gran  corraggio ,  e  prudenza .  Ma  molto  più  di  efpettatione  » 
Lorenzo, che  applicatoti  allccofedi  Mare,  dopò  efTer  ftaco 
Capitati  di  GoIk>,  e  Proueditor  del  (^Armata,  e  datto  fàggi 
di  gran  virtù  »  e  Talora,  ^to  Confìgliere,  morì  dopò  bauer 
£?ruito  alla  Patria,  e  in  Terra,  e  m  Mare .  Marco,  che  fu  Capt- 
tan  di  Naui,e  di  Galee,  il  quale  per  i  patimenti  d«l  Mare,  re* 
£o  infermo ,  terminò  U  vita  )  e  finalmente  Giouanrti  virtuo- 
fìnìmo  fC  fapiemiflì^o  Senatore ,  e  Causliere,  difertiflìmo 
Oratore,che  dalle  (uè  virtù,  &  Nobili  maniere»  fò  inalzato:  ad 
ottenete  il  primo  poflionelkgratiadtVladisko  Rè  di  Polo- 
aia,  e  ne  dimoilo  viuiiègni^ieftraordiflanoafiktto,  deAi- 
Dandolo  Tuo  commeiTo  à  rtceuer  la  noueHtiSpoià  in  Vienna, 
Cecili»  Renata  Figlia  di  Ferdinando  1 1.  l'anno  1 53  5  intiemr 
con  tanti  PritKÌpi,.e  Signori.  La  qual  fìiotione  fecr  con  tan- 
ta puntualità ,  &  ordioe,  che  aportò  (lupoti^  e  merauiglie . 

Mandato  poi  dalla  [(epublica  yanno  i545>Atnbafciator 
Bftraordinarto  aUa  fudetta  Maeftà  per  negotij  importantif- 
fìmi  >con  il  folito  valore  £b(lenne  quella  Carica  con  tanta 
(plendore>  e  decorose  con  tanta  prudenza  firà  le  pericolo- 
fe  gelofìe  di  quei  Miniftri  ,e  de  i  Principali  del  Regno  in 
negptiato  cosi  fpinofb^e  rileuante ,  oltre  à  profufi  di^endi^ 

per 


pcc  U  Cofoqiiiione  della  SerenìdìmA  Regina  Lodótuca.^ 
Murìa  di  Niuers  %  ch*hcbbe  ad'  inopouerire . 
.    Noi  ritorno  poi  dall' Anobafcieria  del  1 547.  fermatofi  per 
faa  iadirponcione  improuifa  àConiglianoi  cagionata  dalle 
fatìche,dallt  patimenti  addile  paglioni,  dalli  perigli  maggiori 
di  ciò ,  che  mai  (i  poteiTero  efpr imer>  in  pochi  giorni  pagò  il 
tributo  alla  Natura»  con  render  pietofàìnente  l'anima  a  Dio^. 
«(Tendo  la  Tua  morte  accompagnata  dalle  lacrime  vniueifali,  e 
de  Cittadipi,e  de  gl*E(leri,roprauiuendo  però  lunmórtal  Tuo 
Nome  in  faccia  di  tutti  iSecou  ad  onta  del  Tépo,edeiroblio. 
Tali  «dunq;  Girono  i  motiui,  che  m'obligarono  à  con(àcrar 
qucftctmie  deboli£iti«he  a  V.  E,  &  per  eiTer  Lei  vn  compcdio 
di  tutte  le  virtù ,  &  vn  rampollo  di  qudla  Pianta ,  ch'Jbà  ger- 
minato Huomini  di  così  alta  ftima>non  elTendon  dimodrata 
inferiore  ad'alcuno  diedi  in  tutti  grimpieghii  e  Tpecialmen- 
te  nel/e  due  Tubiimi  Cariche  di  Capitano  di  Brefcia,  e  di  Ge- 
nerale di  Palma,  dopò  hauer  CcotCo  tuti'I  Mare  ne  gl'anni 
fiioi  più  giouinili,  riportandone  le  Beneditttoni  da  Popoli ,  e 
dalla  Pattia  il  merito ,  e  l'agradimento  \  fpecialmente  per  ha* 
uerle  prodotti  cosi  generofi ,  &  lUufttiflìmi  Figlioli.  Luigi, 
che  dopò  il  valorofo  gouerno  di  Macha/ca  in  Dalmatia ,  con- 
tro l'Armi  Ottomane,  &  il  Reggimento  di  Rouigo  gIorio(à- 
mente  efercitato  in  quei  gelofì  cófini ,  di  prefènteiì  troua  alla 
Regenza  di  Verona ,  con  tanto  applaufo  vniuerfale  di  fauiez- 
za^di  Giuftitia,d'humanltà,  e  d'incomparabile  (plendore .  Di 
Francefco  Signore  di  fuprema  bontà,  e  di  coditioni  (ìogolari» 
con  cui.  fi  ttou^  accafata  Lucretia  Cornata  Nepote,  e  Prone- 
potè  di  Fracerco,e  di  Giouani  Padre,e  Figliolo  Sereni(s  Dogi 
di  Eterna,  e  fortunata  memoria .  Di  Lorenzo»  foggetto  d*alto 
fpiritoiedi  Virtù  fopra  grande ,  e  di  qualificate  prero^Ltioe, 

che 


che  nella  Tua  cenerà  età  hi  viaggiato  la  Francia ,  la  Spagna*^ 
hnghilcerra .  la  Fiandra ,  la  Germania ,  e  le  parti  piti  Nobi. 
li  d'Italia,  con  canto  merito»  e  lodi  diV.  E.  eh' ha  voluto,  e 
fàputo  fupptire  a  tucct  i  numeri  della  più  diligente ,  amoro> 
rajt&efquifìca  Educatione. 

Non  udcgni  dunque  V.  E.  ad  aggradire  intedtmonio  di 
£ii(ccractfGma  diuotione  quefta  mia  Opera  s  ed^  accoglierla 
focto  l'ombra  della  Hia  immortai  Procecctone  »  dono  in  ri* 
guardo  del  vado  Tuo  merito,  picciolo  ,  e  qua(ì  che  confi- 
nante col  niente»  grande  per  lirpedo  del  cuore  »  che  non 
ròeflere  più  diuoto,.  elTendo  tutto  diretto»  &  incento  al- 
veneiactone  d*vn  tanto  Nome» alla Grande2za  delquate 
riueiente  m'inchino . 

Cafa  b  12*  Sette:mbr&  itf^j- 


Di  V.  E.  Illudridtmii 


Gwftinidn»  Mdrtinhvi 


AD 


A   D     AVCTOREM 

Additamenti . 

Contmit  UDKIACJE  LOer  Uc  IupgiiU  GtntU 
AS* ,  yiru ,  Vira ,  Ttmftrd ,  Ttapla,  "Dma . 

ymis  Uefi  j  retri»  fti  t<m  ruta  «nfi»  firn* , 
Vt  Jktt,  tic.  t^Bimctbecd,  Uitr. 

Om»U  difiiitStit  rrirtitrit  4rU.  ^ùt  Autbn-f 

3VSTWIA-NVS  .  EimyusfiKltgi'vMltì 


A  CHI 


A  CHI  LEGGE. 


PCeoUFenetiadelSanfouim  con l'^^ggi'onta  daìl'anjio  1580.  doue 
^  egUtcrnìina,fmo  al.  prefetftefóó^. 

f'     Il  Stringa  vi  Jecéancb'i'sti'rti'aggiontà  ài  folii6.àmi,  cioè:  dal 

>   i^8o.ftnoai  lóQO.mabàdimanierainfertifit fuoTeJiaconqueU 

\  loMSjtnfouinotcijeponft  difieTnel'.vnodvU'dtro.t  oltre  che  egli 

7  muta  l'ordine  de  Sejlieri ,  e  delle  Chiefe .  &  altera  molti  racconti 

k  di  effo  Sanfouino .  ^ejÌo  ù  ^uuor  Cla[fico,degno  di  commendatio- 

ne,non  fdapertiiwèntimefch'è  0igolare%miper  Cordine,  fif 

eruditione  ;  e  perciò  mi  è  parfo  bene  lafciar  tuttofi  fuo  Te/io  ltbero,e  li  raccontìnel  fuo 

ordine,&  cfier,  efolfo  agogni  raccontvt  potiergli  i'additÌDne,come  t^unto  bàfatto>  con 

mutaticne  di  Caratteri . 

In  qucJìop^olHJne  fono  corfi  de  gl'errori  (cfiendo  la  flampa  madre  di  ef^)  non  fo- 
lodi  lettere  falfe ì^he periodtmutUati tftfuiuocationi', e italtr'i  fór'tii  DiélJi  nonbò 
fatto  nota  ;  percbe  il  f^io ,  e  dotto  Lettore  li  potrà  facilmente  conofcere  >  &  emen- 
dare,&il  Lettor  fempfice , li  pajferà  Jen'^auuederfi  diejft. 

Quejta  materia  delle  cofe  di  yenetia  è  da  conUnuare  per  tuttala  dwationedi  cosi 
Inclita, e  Gloriofa  Città ,  che  vuol  dire  per  tutta  l'eternità  del  Mondo;  poiché  ella 
non  mancherà  fé  non  cclmancar  delmedeftma  Mondo, come  dottamente  lo  dimo- 
J^ra^e  proua  Tietro  Romero  nel  fuo  difcorfo  intitolato:  VenetiaEuiternaj  v'edtn- 
doft  di  giorno ,  in  giorno  nafcere  tn  quefia  marauigltofa  Heggia  t  cofe  nuoue  >  come 
erettioni  di^Uari,di  Maufolei,  con  altri  ornammtidi  Tucure,  e  Scolture  ì  Ma- 
gnifici Edifici^,  e  publici ,  e  priuati .  Sentendofìdel  continuo  fatti  Illujìri  in  Mare, 
Cr  interra  di  quella  Screniffima  Rcpublica ,dimojfrandoci  fcmpre ^tti di  Religio- 
ne, di  Bontà  1  f'i  Ciujìitìa ,  d'Equità,  di  Forte'^Ta ,  e  d'altre  Virtù ,  che  fono  tutte  cofe 
di  rtgtjlro ,  e  di  memoria  ;  fi  però  ni  fon  difpojio  di  continuare  d  fcriuere  col  mc~ 
djimo  ordine  tutte  le  cofe,  che  accadono,  &  accoderanno  in  auuenire,  [ino,  che 
,  Iddio  mi  prefia  vita ,  per  formare  vna  continuatione  ed  prefente  Tomo,  quando  pe~ 
rò  vedi ,  che  quefie  mie  fatiche  già  fatte ,  ftanp  aggradile  dal  Mondo .  Coi  dar  fuori 
anco  dne  aUrc  opere  di  materia  Bifiorica»  htaemiofa.  Vale. 


AVT- 


o 


^'V  Y0R1    OlOr  A^l>4 


Nel  preferite  Volujne 


-fu:. 


ALbertp  Graotzio . 
Albertino  Muflaco 
Aleandro  Alberti     ■  . 

Andrea  Dandolo 
Andrea  Mocen^o 
AitonioSrclIa 
A'idrea  Morefìnj  HHlortco. 
Alf<Miro  Lofchì  Hiftotico. 
Battìfta  Egnatio 
Benuenuto  Rambafdi 
Beninccndi  Raujgnanì  .    . 

BemardoGiuftìniano 
Bernardino  Corio 
Bernardino'  Scardeonc 
Biondo  da  FotU 
BartiOa  Nini  HiRorico. 
Capitolari  ài  diuerfi  offici 
Cariò  Sigonio 
Caflìadoro  Senatore 
Cornelio  Frangfpaoé 
Cronche  i  penna 
11  K.Carlo  Ridolfi 
Donato  Gianotti 
Francefco  Petrarca 
FrancefcQ  Gutcciardini 
Ftanccfco  CJJiirino 
GabricBo  Simeóni 
Gafparo  Contarinì  Cardinale 
Ciouanni  Bembo  Cronìfta 
GioLianni  de  Conti  CronifU. 
Giouanni  Villani 
Giouannij  Nauclero 
Giouanni  Simonetta 
Gto:Giorgio  TriffiiH> 


■  :-t,:-3 


Gio:  Jacomo  Caroldo 
Gio:Battìfta  BanHifìb 
GioSanifta  piala 

■GiJriiftedbViferduiiw   ■ 

G  io>Frantc^LoredaQd 

Libri,  e  rcgiftri  diuerfi .  -  : 

Marc'  Antoni© ^abellìco 

Marc'Antonio  Michele  .  \'^ 

MarjnoS^pato  ■  -  '        '£ 

latteo  Vaiani--       •     ■     ■  A 

Matteo  Palmìeio 

Nic(HÒZeik>  "  ...    'f 

Oratìoni  i  Prencipi  Veneti 

Paoro  GÌOUÌ6  :      '.C 

Paolo  Ramali*  - 

Patti  dìnerfi  antklri  ;' 

Pietro  Gujlombatdo 

Pietro  Marodk» 

■  Pietro  Dciftw  ■  >* 

■  Pietro  Paolo  Verger»    -^        ^    '  i 
Pietro  Damiano 

Pietro  Bembo  CarSinale  .V 

Pietro  Gìultinìano 

Paofo  Partita  Hiftwico.  vv 

Prinilegij  antichi  diuerfi 

Rafaino  Caldino   '  '■■.• 

KaffacifoVblaterafto     ■         -  -  \ 

Raffaello  de  Mafièi. -1-.' l'i  :*  --  ^ 

Scritture  autentiche  antiche 

Statuto  Veneto 

Sopplemeoto delle  Croniche] 

Nauigationi>SE  via^ . 


MATE- 


MMBRIE»    CHE    SI    Tn.ATTANO 

NELL'  OPERA   PRESENTE, 

DKlinu  in  XI  IH.  Libri,  de  qmli  fi  ragiona. 

NEtprìmo  del  SefiìCM  di  Ct^UBo»  dùuefi  defiriumo  le  Cbufe,  i  Motù^eru^ì0- 
ratorifà  Corpi  Stntiy  i  Sepolcri  >pi  Mpitt^  »ie  Statue Je  T  tttwre,  le  Librerie  »£ 
Ciardiiib&  altre  tefeimportiatit(befitrctiami»eflò,  '\ 

J^  Seeondadi^teUa  di  Sfim  Marco  t 
"Ufi  Teri(ff»di  Caaareio . 
Xf'  i^urto  j  dttm  Volo , 
Jiel  Quinto  di  Saat  A  Croce  . 
^l  Se/Mi  Dorfoduro . 
^iSettimotieUe  Fraterwe  *  6  Scuote  Grdndit  (Jr*  d^ìtorigtnià^itutioBitprOHenti  «  & 

ordini  toro, 
VsWQttauot  delle  Fabriche  publiche  di  VUt^ÀeUe  Troewratie»  de^Ifota  di  SJalto  » 

delF^rfemUCi  dH  Pontico  de  i  Tedefthit  &  di  etiuerfi  Studi . 
^iel  t^otto^Ua  maniera»  eommodità  i  &  IxSe:^  del  Fabricar  di  yenetia»  de  i  Va- 

M^i  priuatt,  &  laro  ^KaMtltd,&  delU  ricci»r^^«  de  loro  ornamenti. 
7iel Decimo, de %liyfi,& Copimi indiuerfe  materie, degli Habiti antichi ,  &  mo~ 

denri,de i MatriwtM^e iVartitde i FMneratitdelle  Fepe,delle  y'enute.didiuerfi 

TontijicitJmptradorùìlS'  Hi»  in  qmefta  Cittd>  df  di  motte  altre  cofe  fomigUanti . 
Vsl^fndetimo,  della  Grande:f^at  &  D^ùtd  del  Principe  di  Venetia . 
'liei Duodecimo t.deffjtadau'Piàdicbetntrio^d^ Doge ttrdeUe loto  Ordini i& 

ct^oni, 
7{et  Terxpdecimo»  deUe-yite  de  'Prin(ipi,f9'  de  i  letterati  yenetì,  che  fumo  fetta 

W/i  Trineioit  &  in  ^mU  profeffione  fcriuefferojSr'  lafciaffero  libri  . 
"HglQjiartodecimo  i  pojto  vu  Cronico  particolare  delta  Città  ,  done  fono  i  Dogi,  i  Ttt- 

triarcbi  di  Grado»  i  yefcoui,  &  Tatriarchi  di  yenetia .  I  Cardinali ,  i  Trociirato-i 

ri,  i  Cancellieri  Grandi,  con-tcCuerrcle  Taci^Lethe,&  le  Tregue.  CU^Acqui* 

SU,  le  "Perdite,  le  Sftte>&  k  littorie ,  con  tutto  quello  che  i  corfo  netlaJtepi^lica  > 

§iu  d  frefnte  ^ 


DELLAVENETIA 

CITTA'  NOBILISSIMA 

Defcritta  da 
M- FRANCESCO  SANSO VINQ 

HOR^     ^4MTL1^T^,     £T    ^CC  tLBSC  I  y  T  ^ 

DAD.  GIVSTINIANO  MARTINIONI 
Frìmo  Prece  Ticolitoia  SS.  Apolloli. 

LIBRO      PRIMO. 

'" I FFERMA  Tito  Liuio  i  Cornelio  Nipote ,  &  Strabene  i  con  faj 

'  jnag^or  parte  de  gii  Scrittori  >  che  gH  Heoeci  di  Paflagonia  dopo 

la  morte  ai  FÌIcmencRèiorOa  venuti  in  Italia  con  Antenore,  & 
p  Tcacciati  gli  Euganei  >  fi  fermarono  in  (]ue(la  Proiiiiicìa  chiamata 
^  poi  dal  nome  loro  Venetia  >  i  cui  habitatorì  nobiliOìmi  fra  gli 
>  altri >  per  giudicio  della  Rt-publica Romana;  fnrono,  comeat- 
b  tefta  Cornelio  Tacito  nel  quiotodccimo  libro  de  gli  Annali,  fat- 
'i  prima  Cittadini)  &  poi  Senatori  dì  Roma.  A  quella  ProuìnciaafTcgnando  alai- 
ni  i  confini ,  dìlkro  die  da  Occidente  era  il  Mincio  »  il  Lago  di  Garda .  &  il  fiume 
Sarca;  da  Oriente  le  foci  del  Ti.Tiauo .  con  parte  del  mare  Adriatico  ;  da  Settentrio- 
ne i*Alpi  TaorifanC)  che  diuidono  l'Italia  dalla  Germania ,  &  da  ntezzo  giorno  le 
bocche  dell'Adice .  con  le  paludi  di  Melata,  &diBet^antino.  Contiene  diucrfc_. 
Nobi!i>  &  antiche  Città,  le  quali  ripiene  di'diiariirimiperfonaggipeEricciiezze, 
&per  faneoc,  faremo  illulb-i  ne' tempi  andati;  perciochc  vi  fi  annoueraPadoua, 
Vdcrzo,  Viccnza,CiuitaldiBenaoo,  Aitino,  EftCj  atTrcniro fino à Trento.  Da 
..  A  que- 


%  DEL    SESTIERO 

ni  barbare  nelle  perfecutioni  d'Italia  >  nacque  nelle  fue  vicine  Lagune  >  vn'akra  quid 
nuoiia  lYouincia  detta  Ducato  :  tanto  più  ammiranda  >  quanto  ch'ella  fti  pofta  nel- 
Tacque  >  la  quale  per  non  cifer  punto  minor  di  quella  che  la  produfle  i  edificando 
delle  reliquie  della  defolata  Prouincia»  nuoue  Citta  per  diuerfe  iTole  delle  Lagune^  » 
creflfe  in  breue  fpatio  di  tempo ,  Rialto>  Grado  >  Cartello  Oliuolo,  Caorli>  Heracleat 
Equilo  y  Torcelio  %  Burano>  Pele(lrina>  Chioggia>  Capodargert»  Malamoccot&Ma- 
rane  •  Di  quefte  le  principali  furono  >  Rialto»  Gradoi  Heraclea^  &  Caftello  Oliuolo. 
perdoche  eflèndo  i  Veneti  intenti  finanzi  ad  ogni  altra  cofa)  ai  culto  dftìioo  irti  p(P 
fero  i  primi  fondamenti  faai  •  Conck>(ia  che  in  Rialto  i^'eftinto  miqicololamenteB 
fiiocoacctifo in cafadifintinopo  Architetto)  vi  fiì  edificio  pec  toto S A Ilfiot# 
confacrato  poi  »  con  modo  infolito  non  da  vn  folo  y  ma  da  quattro  vefcoui  dcùe 
vidne  contrade  •  In  Grado  Elia  Greco»  buomd  di  fanta^ita ^ndò il  Patriarcato  » 
In  Caftello  Olinolo»  la  fam^lia  de  Samacali»  detti  hoggi  Caaotorta»  vi  fobico  (auan- 
ti  ad  (^i  altro  edificio  di  muro  )  vn  Tempio  d  San  Sergio  &  Bacco  •  £t  in  Heracles 
le  prime  pietre»  che  vi  fi  mifero»  vennero  calle  facre  mani  di  Magno  nobile  Altinate» 
&  Vcfcouo  di  Vderzo  i  dopo  la  cui  rouina»  conduccndo  egli  i  Veneti  nella  più  ripo- 
ib  parte  del  Golfo  »  vi  confirufTe  la  prcdetu  Citti  ;  nella  quale  doppo  \  Tribuni  »  i 
Maeftrì  de  Canalieri»  ò  foldati»  fu  finalmente  inftituito  il  £>oeato  •  il  cui  Trono  »  èc 
la  cui  maedd  nata  in  Heraclea»  &  di  quindi  transferito  a  Malamocco  »  fii  poco  da  poi 
feraiatFo  &  ilabilito  in  perpetuo  nell^XfoIa  di  Rialto  •  La  quale  prima  i  eflere  habita- 
ta  in  quella  prouincia  ò  Ducato  »  prendendo  tiittauia  felice ,  6c  gagliardo  augumen- 
to  »  cofi  per  k  genti  di  terra  ferma»  come  anco  per  quelle  deU*Ifolc  all'intorno»  dopo 
la  traslatione  del  Principato  in  Rialto  »  diuenuta  ampia  »  &  honorata  Cittd  »  &  rap^ 
prefentando  col  corpo  Ino  %  tutta  quella  Pifouinda  dalla  quale  jfu  partorita  (  poi  ch'- 
ogni Cittd  pofta  all'intorno  di  lei  da  Capodargere  d  Grado  è  connumerata  perfua 
contrada  )  afluufe  in  fé  ftefla  »  non  folamentela  nobiltà»  le  richezze»  &  ogni  altro  or- 
namento deirancica  Prouincia  del  fuo  continente  »  ma  le  tolfe  anco  il  nome  »  chia- 
mandofi  non  più  Rialto»  ma  Venetia  »  &  Vcnetie  nel  numero  del  più  »  come  quella-, 
che  pofta  nclfombelico  del  Ducato  »  centro  d'amendue  le  Prouincie»  rappreienta  la 
Prouinciat  &  r^gc»  Scjgouema»  come  donna»  &  Signora  rvnapartc  »  &  raltra . 

Giace  adunque  la  Città  di  Venetia  nel  mezzo  dell'acque  falle  »  difefa  da  Leuante  > 
da  vn  Lido  aperto  in  fette  Iuoghi»il  quale  circondando  Tvltimo  golfo  del  mare  Adria- 
tico» forma  alle  fpalle  profonde  paludi  »  fatte  parte  dallo  fcaricapiento  dei  fiumi»  & 
parte  dal fluflo»  &  rtìftuflb  del  mare;  conciofea  che  cadendo  dall'alpi  fette  fiumi» 
cioè  il  Tagliamento»  la  Liuenza»  la  Piade»  la  Brenta»  il  Pò»  TAdice»  &  il  Bacchiglione, 
&  paftando  per  efiè  lagune»  sboccano  in'mare  »  &  da  Ponente  è  guardata  »  &  circon- 
data per  lungo  tratto  fino  d  tramontana  da  i  mattini  di  terraferma  lontani  da  lei 
per  Io  fpatio  di  cinque  miglia»  &  dairOftro  dai  fini  della  Città  di  Rauenna.  Fra  i 

Suali  confini  (che  fono  le  proprie  mura  della  Citti  di  Venetk  )  é  circoita  alFintorno 
a  diuerfe  Ifolette  >  sii  te  quali  apparifcono»  quafi  come  tante  rocche»  ò  fortezze  >  di- 
uerfe Chiefe»  qual  lontana»  &  cjual  prcfTo  »  perdoche  dalla  parte  de  monti  fi  vede 
S.  Giuliano»  S.Secondo»  S.Giorgio  d*Aiega»&  Santo  Angelo  di  Concordia»  Da  quel- 
la di  mare»  San  Nicolò  S*  Francefco  dal  Diferto»  S.  lacomo  di  Paludo»  Santa  Hcicna  » 
Santo  Andrea»  S.  Chriftoforo  dalla  Pace»  San  Michele»  San  Lazzero ,  &  San  Seruolo» 

&  più  oltra  San  Spirito,  San  Clcmepw^  Santa  Maria  di  Cratia,  &  San  Giorcio  Mag-^ 
giore*  " 

Gira 


DI    CASTELLO    LIB.  L 


.^«^  ^w«»^.-«^  otto  mislu  compitttca  m  ^o.  contrMc  >  con  ^o.  Chteie  ^4* 
mite  comcnunemente  paroccbie  >  &  capo  ogni  vna  di  cfTe  di  vna  contrada  •  Conde- 
ne^trìiDente  59.Monifteri>  j  i.  di  Frath  &  28.  di  Donne  Monache  dedicate  al  culto 
di  Dio  •  Gli  oratori))  &: gli  Spedali  vi  fcmo  itt  buon  numero»  officiati  come  le  Chiefe> 
&(^iChiefa  ha  la  piazza»  &  il  pozzo  publico  >  fpaciofe  per  la  maggior  parte  >  &: 
quadrate .  Et  perdoche  difcorrono  i  canali  per  la  Citti  in  quella  maniera  che  fanno 
ic  vene  per  lo  corpo  humano;  formando  ciiuerfe  Ifolette  in  numero  pur  troppo 
grande  >  parte  Atte  dalla  natura»  &  parte  dairardficio>  però  450.  &piàponu  di 
pietra  vina»  le  congiungono  infieme  V^tì»,  con  l'altra»  imgombrate  da  nooilimmi  edi- 
fici» da  palazzi  illmtri»&  da  machine»  &  Tempi)  veramente  reali  ;  i  guali  tutti  (i  vi 
per  terra»  &  per  acqua  con  gran  commodb  »  &  in  picciole  barche  b  eniflimo  ornate  » 
dette  gondole  »  al  numero  tra  quelle  proprie  de  nobili»  &  de  Cittadini»  &  fra  le  mer- 
cenoarìe  »  di  9.  in  io«  mila  »  pronte  coC  in  tempo  di  giorno  come  di  notte  al  feruigio 
diogn'vQo  molte  delle  quali  ftanno  fui  Canal  grande  »  a  i  traghetti»  il  qual  ba- 
nale efiendo per  fcmghezza  1 300.  pafla  dalla  Do^a  di  Mare  fino  all' vlcima  punta  di 
S.  Chiara»  &  nonattrancrfiato  da  ponte  alcuno»  mori  che  da  quello  di  Rialto»  ii  paflfa 
conk  predette  barche . 

L*ana  poi  di  gtanctemente  buona»  conciona  di'è  purgata  dal  fluiTo»  ScrefluiTo 
delTacqua»  laquJuecrefcendo»<^ni5.horefolieua»  &  fcemando  conduce  via  dò 
cbe  de  di  corrotto  òdi  immondo.  Oltre  i  ciò  la  moltitudine  de  i  fliochi  rifolue  i 
^^tpori  maligni»  &  i  venti  foffiando  liba:amente  »  &  (copertaniente  per  tutto  la  ren- 
dono pia  chiarsU&Caiubte.  Si  aggiunger  queftola  faifedine»  che  cflendo  per  na- 
tura fnù  calda»  8c  meBomunida»  genera  vna  temperie  molto  vguale»  &  foaue .  Onde 
peidò  fi  vede»  conmarauigliadei  forcftierì  »  gran  copia  di  vecchi  di  grandiffima^ 
età»  pitti  di  carne»  diritti»  robufti  »&direuerenda  apparentia  per  la  canine  »  &  per 
labellezza  de  corpi  »  mannello»  ch'è  maram'gliofo  a  vdire  »  hd  quell'aria  vn  priuUe* 
gip  (pedale  dalla  natura  »  che  ogn'vno  di  qualunque  natione»ò  fotto  qual  clima  fi  vo. 
glia  nato  »  fi  conforma  con  effa  con  la  fua  compleifione  »  fentendone  pari  beneficio  » 
cxA  qudli  che  fono  auczzi  alTaria  fottile»  come  alla  «ofla. 

Abbonda  il  paefe  di  ampliffimepefcagiom*  di  pelei  nobili  in  tanto  numero  »  che 
tea  pure  fi  ft:^iifcono  ^li  habitanti  di  efia  Cirri  due  volte  ogni  giorno»  isa  fene 
manoaiX)  ancora  alle  vicine  ck ti  di  terraferma»  cofi  fuddite  come  efterne  •  U  mede^ 
fiiao  avene  de  gli  vccelli  marini  »  i  quali  fono  dì  fattezze  »  &  colori  cofi  vari)  »  che  è 
impofiibil  cofa  i  poterlo  efplicare  •  Et  la  diuerfiti  loro  è  tanta»che  noi  ne  habbiamo 
vccuiti  prefi»&  ritratti  al  naturale  co  colorì  dall'eccelJete  mano  di  Manno  Malipiero 
Gentilhuomo  di  vinadflimo  ingegno»  più  di  200.  forti  »  onde  fi  può  dire  che  quefto 
luogo  fia  propriamente  la  cafa  loro.  Per  quelle  cofe  adunque  »  &  per  altre  infinite 
appreifo  »  quella  Citti  ottiene  »  &  hi  ottenuto  per  molti  fecoli  il  Prindpato  fra  tut- 
te raltre  del  ox>ndo  »  come  ammirabile  per  tante  fuemarauigliofe  doti.  Però  gli 
Scrittori  la  chiamarono  Singolare  »  Percioche  fé  alcune  furono  bellifiime  di  fito»  oc 
con  ricchi  &Q:andi  edifici»  nondimeno  hebbero  qualche  fomigUanza  con  l'altre.  Ma 
quefla  fola  pofta  nel  mezo  dell'acque  »  non  hi  cofa  in  terra  alla  quale  fi  pofia  parag  o« 
nare.Condo&ui)e  Tvnico  fito  fuo  è  di  modo  congiuttto  con  le  fue  parti»che  fi  gode  in 
vn  tempo  medefimo»  la  commodiri  dell'acqua  »  &  il  piacere  della  terra  •  Sicuro  per 
non  efier  pofto  in  terraferma  da  gli  aflalti  terreftrì  »  &  ficuro  per  non  eiTer  nella  pro- 
fonditi del  mare  »  da  i  maritimi  aifalti .  Di  maniera  che  fé  l'altre  Citti  guardano 
8c  conferuano  i  loro  Cittadini»  con  le  mura»  con  le  torri»  &  con  le  porte»  quella  aper- 

A    a  ta» 


4  DEL    SESTIERO'    ' 

tai  &  knti  riparli  non  fobmence  è  ficura  comes'è<ktto  »  ma  con  mirabil  prouedi-' 
mento>rende  anco  (kure  quelle  cittd  che  dormono  fotto  la  cnfiodia  de  gli  occhi  fuoi. 
E  (ingoiare  confiderata  la  cagione  dell'origine  Tua.  Pcrdoche  eflendo  il  mondo  in 
gran  parte  contaminato  dallanerefia  Arriana  »  molti  popoli  fuggendo  (oltre  all'ini- 
quo Imperio  de  Barbari»  che  per  ogni  verfo  cercauano  di  spogliare  airitalia  i 
uioi  honori  )  la  corrotta  religione  che  eìfi  teneuano»  (i  ridu&ro  m  qnedi  luoghi»  do« 
uè  in  fegno  de  i  loro  animi  catholfci>  &  veramente  fedeli ,  edificarono  tante  chiefe-» 
quante  vediamo  >  ampliando  il  dominio  col  fauor  del  Cielo  »  per  la  (incera  religio* 
ne>  &  per  lo  vero  culto  di  Dio>  il  quale  vi  (i  vede  feruentiiHmO)  &  grande  >  quantoìn 
qualunc^ue  altra  parte  fì  voglia  d'Europa  •  Onde  però  infinite  furono  in  ogni  teriipo 
rattioni ,  che  ella  fece»  Sedie  tuttauiafd»  coli  col  nesotio  come  coti  Tarmi»  per 
conferuatione  di  Santa  Chiefa»  &  di  Chriflianitci»  come  e  ben  noto  a  tutti  coloro  che 
leggono  nelle  hiftorie  le  cofe  pa(rate .  Singolare  oltre  i  ciò»  perche  eflèndo  commo- 
da a  tutte  le  nationi  cofi  vicine»  come  lontane  >  -  ci  concorre  oalle  ptàlo^inque  parti 
della  terra  ogni  gente  (onde  ci  (i  veggono  perfooe  digerenti»  6c  difcordi»di  volti  >  di 
habitì»  &  di  hngue»  ma  però  tutti  concordi  in  lodare  cofi  ammiranda  Città)  per  traf- 
ficare» di  mercantare  ;  Coneiofia  che  la  mercatura  ci  è  m  colmo  »  Se  la  moteitudioe 
deirani  è  incredibile  »  Se  in  tanta  eccellenza  che  nulla  più  •  Ne  ci  è  punto  minore  la 
copia  di  tutto  quello  di  buono  che  s'appartiene  all'ornamento  della  vita  Nobile»  8c 
ciuile»  fiorendoci  le  lettere»  &  Tarmi»  con  molta  gloria  della  Citti  •  Singolare  anco  m 
perche  fé  Taltre  circondate  da  fertilrdimi  campi ,  à  pena  hanno  a  baftanza  il  viuece 
necclTario  a  ipopoli  loro  »quefta  fola  fenza  altro  terreno  »òpianura»  nonpurnutri* 
fce  abbondeuolmentc  il  fuo  numerofo»  Se  quafi  infinito  popolo»  ma  fpe(re  volte  Qod* 
Io  delle  circonuicine  Città  •  Singolare  parimente  »  perche  in  vn  tempo  moànimo 
hebbe,  &  l'origine  fua»  &  la  fua  ubertd  •  Onde  non  nacque  mai  »  nemori  in  Veneria 
alcun  Cittadino  »  che  non  nafce(re  »  &  mobfle  libero  •  La  qual  libertà  non  le  fumai 
turbata»  &  ciò  per  la  forma  del  fuo  eccelfogouemo.  Coneiofia  che  temperato  di 
tutti  i  modi  migliori  di  qualunque  fpetie  di  publica  animinifiratione  »  &  compofto  i 
guifa  di  harmonia»  proportionato»  &  concordante  tatto  i  fé  iìcSò,  è  durato  gii  tao- 
d  fecoli»  fenza  feditione  ciuiie»  fenz'armi»  &  fenza  fangue  fra  i  fuoi  Cittadini  »  inuio- 
labile»  &  immaculato  »  lode  veramente  vnica  di  queita  Città  »  della  quale  no|i  può 

f|loriarfi»  ne  Roma»  ne  Athene»  ne  Cartagine»  ne  qual  fi  voglia  altra  RepubHca  »  che 
ut  ftatapre(ro  àgli  antichi  di  maggior  ^ido.  Singolare  oltre  a  quefto.  Perciochc^ 
fatta  reiugio  della  nobiltà  »  i  primi  haBitatori  »  ricorrendo  nelle  fuenture  della  Pro- 
uincia  per  faluarfi  in  quefli  luoghi  con  fperanza  diconfeniarui  il  feme  dell'ornamen- 
to» &  della  libertà  rf  Italia»  dicckro  cffcmpio  altrui»  che  ne  tempi  fiitnrijgli  altri  moC 
Ci  dalTiftefib  defiderio  »  faceflèro  il  medeiìmo  in  tutti  i  fecoli  »  volendo  ialnar  fé  iìeflì 
con  quelli  honori  che  apporta  allo  huomo  la  maggioranza  de  loro  pafl'ati .  Et  fingo* 
larimma  finalmente,  perche  ripiena  di  fplcndore  per  il  fuo  diuturno  »  &  indicibil  go- 
uemo»  rapprcfcntando  à  vn  certo  modo  la  fcmbianza  della  Republica  Romana.^, 
mantiene  con  degnità  preflb  à  tutte  le  nationi  che  vigono  lòtto  il  Cielo»  quell'autto- 
rità  reuercnda»  per  la  quale  dia  è  celebre ,  &  grande .  Oltra  che  ne  gli  alfalti  fatti  ne 
tempi  andati»  da  gli  Infedeli  alla  gente  Chriftiana»  ha  foftenuto»  quafi  antemurale  di 
tutte  Taltre  Prouincie  doue  s'adora  il  nome  di  Chrifio,&  tuttauia  foftiene  col  fuo  in- 
uetcrato  honore  &  valore»queIla  ripuratione  che  è  rimafta  all'Italia»  doppo  Tecddio 
dell'antico  Imperio  Romano»  couiC  rifugio»  &  fatate  di  tutti  i  fedeli .  Quinci  auiene 
che  e  riputata  domicilio  illuilrc  di  gloria .  Perocché prouenendo  la  glona  dalla  rk- 

tur 


tor  e  A  $  T  51  t  O    lìB.  t        I 

td»  efl*  tuctam  rihtfe  »  at  riAMc  b  ^acfta  con  0^^ 

Ina:  fopraU quale (aldament^ fermata >  bdfaputotrouarmodojchenonvno^notf 
pochi  »  non  ix^ci  fignot^iano»  ma  molti  buoni  >  pochi  migliori>  &  inficmemetice 
FS'ottimo  folo  •  Et  fingolari;ffiipa  per  (iairo  albergo  del  viuere  humano»  perciochc 
jn  nefiun*altro  lato  dell' vm'uerfoi  Io  huoftìff  è  afloluto  fignor  di  sé  medefìmoi  de  beai 
ddla  fortuna»  &  dello  honore  y  più  che  in  cjuefto  *  Onde  però  fn  intjsrpretato  da  al» 
cuni>  die  qudla  voce  VENETI  A  >  voglia  dire  Veni  etiam  >  cioè  vieni  ancorava  & 
ancora»  perdoche  quat^  viqlte  verrai  »  fempre  yedrai  nuoue  cofe>  &nuoue  bel- 


C>^cfki  Ctttsladunque  diuifa  nel  foopiti  £blto  corpo  da  vn  canale  che  sbocca  ia^ 
qtt«lc  Iagone»dalla  banda  de  i  due  Cauelli  pofti  fui  Lido  :  fu  compartita  da  i  noftri 
niMggwrhin  fei  fefti»detti  volgarmente  Se(Ucrif&  vollono  che  tre  di  qui  da  Canaleyff 
diiam  Jiflero  i!d  CaAeUo  >  di  San  Marco  »  &  di  Canareio  >  &  che  tre  di  là  foiTero  detti 
di  Sao  Polo  >  di  Santa  Croce  f  &  di  Dorfoduro  »  denominandoli  forfè  dalle  piùfuo- 
Im1ì>  6c  prindpali  Chiefe  della  Cictj.  U  SeftiejrO  adua^ae  di  CaQello  :  primo 
fraglialtri  per  la  ChieCaCathedrale  del  Patriarcato»  f^efe  nome  daft'Solctta  chia- 
mata (hi  gb  Antichi  Cafteilo  01kiok>7  &  hora  femplicemente  Caftello .  La  quale  Ih^ 
letta  è  feparata  dal  corpo  delia  Citti ,  da  quella  parte  che  è  dirimpeto  alla  bocca  del 
lido  y  ma  congiunta  poi  con  vn  lungfaiflinx)  ponte  di  legno  •   Si  dice  che  Antenore 


giniife  in  quello  liu^  :  &  vi  formò  quaiivna  terra»  la  quaieegli  chiamò  Troia;  & 
dalla  qual  forfè  Tlfcnia»  fu  per  Tauenire  nominata  CaAello  •  Et  che  di  quindi  entrato 
per  la  foce  deUa  Breata  ne  i  campi  fotto  i  monti  Euganei  »  vi  edificò  Padoua  »  ouero 
lecoodo  Bkrì  Aitino  •  Scrìue  A  ndr^  Dandolo  Doge»huomo  integerrimo»  &  dottif- 
fimo  nel  tempo  fuo»  che  i  primi  che  vi  fabrìca/Tèro  mronoi  Sama^i»  chiamati  hog- 
gidx  Cauotorta  >  &  fi  dice  che  vi  fondarono  vna  Chiefa  fotto  i  nomi  di  S.  Sergio  »  5c 
Baccoj  doue  ripofero  i  corpi  loro  •  Si  hi  parimente»che  ella  fu  Citt:i  feparata  dalla^ 
tThcd  di  Rialto  >  non  altrimente  »  che  fia  diuifo  hoggi  Burano  da  TorceUo  •  La  qual 
cof^  fi  prona  per  antiche  fcritture  «  Conciofia  che  frinendo  Carlo  Grofib  Imp.  alla 
iVép.  &  occorrendoli  di  far  mendone  d'alcune  dttà  del  Ducato  còputa  Ciftello  Oli- 
uolo  (rà  le  Citti  con  quefte  parole  •  dtm  Vrfo  Duce  reneticorum  »  idefi  cum  habitat^ 
ribusRiuoalti,  C^riOlwU,  Clugia,  TorccUuCmtatis'Hpu^yEquUiy&c.lXmtàt- 
fimo /crine  Othone»  Lothario»  &  diuerfi  altri  Imperatori  i  in  diucrfe  occafioni. 
&jpetò  fti  collocatain  queirifola  il  Vefcouado»  acdoche  efiendo  Gitti  haiteffè»  nel- 
la Ipirituale  il  fuo  capo»  poi  che  il  Trono  Ducale  capo  del  temporale»  era  ftato  poflo 
ndla  Cittd  di  Rialto  «  Percioche  effendo  eli  habitatori  delle  Iiole  circonuicine  flati» 
éersrantetnpofottorobedienzadelVefcouodiMalamocco»  &  venuto  Tanno  di 
Chrifto  774.  he  dalla  edificatione  di  Rialto  25^1.  adunatafi  vna  parte  del  popolo  »  Se 
dei  Clero»  conftimirono  vn  Vefcouado  nuouo  m  quella  Ifola  »  al  quale  s'accodarono 
kGcmdki  Rialto»  Luprk>  »  &  Dorfoduro  •  Et  Papa  Adriano  confermandolo  gli 
diede  molti  prioilegi  »  &  vi  mifero  per  primo  Vefcoùo  Obelalto  »  ouero  Obeletòli- 
gbnolo  di  Eneogiro  Tribuno  di  Malamocco»  approuato»&  inueftito  dal  Doge;&  co- 
iterato  dal  Patriarca  di  Grado .  H  qual  Vefcouo  fi  fottofcrifle  »  Vefcouo  Ófiuolenfe 
fino  all'anno  1 09 1  •  nel  quale  Henrìco  Contarinò  2  ^  per  ordine  de  Vèfcoui  mutando 
il  Titolo»  fu  primo  che  lottofcriueffe  Vefcouo  Calteflano»  &  durò  qucfto  vfo  fino  al* 
Tanno  145 1 .  nel  quale  effendo  venuto  in  competenza  il  Patriarca  di  Grado  »  che  al- 
l'hora  habitaua  in  Venetia»  nella  Chiefà  di  S.  Silueftro  »  col  Vefcouo  di  Cadello»  Pa- 
pa Nlopljl  Quinto  dichiarò  per  vn  Brcue>  che  quelle  due  Chicle  fi  doueffero  incorpo- 

A    5  rarei 


f  DEL    SESTIERO^ 

feChìefe  •  Morto  adunque  Dotnemco  Michele  Patriarca!  dietd  di  47.^nni*  Loren- 
zo Giuftiniano  Vefcouo  di  CaftellOf  che  era  di  8o«  bebbe  il  Patriarcato  di  Grado  »  8c' 
^}dfi  cel&ndo  il  titolo  di  Vefcouado^ch'era  dbrato  727.  anni  fotto  5  2 .  VeTcoui^fi  con* 
alerti  in  Patriarcato  di  Venctia  >  eflendo  il  predetto  Giuftiniano  il  primo  Patriarca^ 
di  quella  Cit^. 

SAN    PIETRO. 

Contiene  la  prerentelfoletta  la  Chiefa  di  San  Pietro»  veneranda  per  Pantichiti 
fuasper  lo  Principato  ch'ella  tiene  fra  Taltre  conte  Metropolif&  per  la  d^itd  del 
Patriarcato  >  percioche  fi  dice>  che  fu  per  riuelatione  di  S.  M^^^no  fondata  >  &  finita 
l'anno  841  •  da  Orfo  Participatio  Vefcoao^  &  fiì  condotta  dpenetdone  in^.  anni  »  8c 
confacrata  à  S/Pietro  per  memoria  della  principal  Chiefa  di  Heraclea»  Città  la  pri- 
ma volta  habitata  dal  popolo  Venetiano  •  Ma  eflendo  ne  tempi  di  Viod  Michele  di- 
ilrutte  da  vn  fooco  diueiìe  cafe  all'intorno  con  qualche  intacco  dd  corpo  della  detta 
Chiefa»  fu  riformata  con  alfai  grofle  muraglie  >  mantenendofi  tuttania  rordiue  della 
fuacompofitura  tratta  dal  modo  del  fabricar  Greco.  Ftì  poi  ne  gli  vkimi  tempi 
adornata  di  nuoui  edifici  ;  percioche  Antonio  Contarini  decimo  Patriarca  »  aggmn« 
(e  da  i  Iati  del  Coro  >  due  Cappelle  honorate  ;  &  le  dotò  di  beffici  per  aocreicimen« 
to  de\  culto  diuino  • 

Quella  dal  Iato  deftro  dedicandola  al  Smtiflimo  legno  deUa  Croce»  che  quiui  fi 
conlerua  con  altre  Relimiedefcrìtte  nella  qui  fotto  imcrittione  »  gii  inti^;Uata  iii^ 
marmo  »  e  pofta  in  efla  v^apella  : 

Sacellam  hoc,  qùifc}iiisaccedi$  >  venerare  :  Cmcetlis  ferreis    ^^ 
CtBXclauditur»  tribus  ex  Barba  Chrifti  decorata  pillisi  ClauofV^   \ 
Calioetqiiodi^ì^lospn^itiaaìt»  miracuIofagutcsLSanguloiSf  ^^ 
Coronr  Accufeo  $  Virgim's  veftimemo»  ^  vera?  Crucis  fragmeoto»' 
.  A  qua  Ant.  Conc.  Patriarcha  Aram  nuncupari  voluit .  Monumcn*^ 
tum  fibi  pofuic  »  à  fiindamenas  expenfis  proprijs  ercxic  $ 
I>otauitq.pietatis»  &religtooisdocumencucnt 

Et  quella  dal  lato  manco  te  dedicò  al  Santiffimo  Sacramento  >  douc  vi  &i 
feritto  i 

Cum  in  altero  cempli  lacere  Cruds  ligno  Anc.  Conc.  Pa triarc. 
Aram inftituerìt  ChriAo  lefu^  qui  in  ilio  humanum  redemit  genus  ] 
Sedem  in  altero  dicari  debere  proprio  i£re  pijflimè  iudicauic  • 
M.  D.  XVl.  Caneat  imer  hos  parieKsquis  monumentum 
Sibicottftituerej  Chriftienimefh 

Et  vi  fu  parimente  giunto  rOratorio  del  Beato  Lorenzo  Giuftiniano  Primo  Pa-* 

tnarcadiqueftaChìcu>lacuifantitai>  &  la  cui  dottrina  nota  ad  ogni  mo^  meritò 

per 


DI    CANTILLO    LIB.  I.        7 

per  duerfi  miracoli  fitti xU  lui»  Akarci  Cappdia  »  &  Statua  mannorea  polla  fui  fuo 
Kpolcro  aU*iacontro  del  predetto  Altare  :  pre£R>  alla  quale  fi  legge. 

BQ^tusLstureatkttluftiniaousprtmiisVcnectarttiD  Pacrìarcha 

Die  Vili,  laouartj  M.CCCC  LV. 

A  cui  piedi  >  nel  oiedefimo  Oratorio  >  volle  effer  pollo  Bernardo  Giuftiniano  figli- 
uolo di  vn  fratello  di  eflb  Patriarca  >  huomo  ffluftre  per  lettere  >  &  per  negotio  nelle 
cofe  della  Repub.  &  per  le  fue  qualità  merìteuole  d'ogni  honorc  »  con  l'infrafcritta^ 
Biemoria  • 

BenurdusIdUmaàns  Leonardi  Procnratoris  fibus.  Beati  Laurentij 
PatriarchasNeposi  Miles»  Orator  »  &  Procuratore 

Oltre d  dò fd parimente  ornata  ddla  CappeUa d'ogni  Santi»  fatta  ricca da^i* 
oerfi  Pontefici  di  varij  tefori  fpirituali .  Fuori  della  qjale  fono  in  diuerfi  luòghi  del 
corpo  deUa  Chie{a  >  memorie  de  Patriarchi  pafsati. 

Fra  le  guali>  queDa  di  Vicenzo  Diedo  Patriarcaj  dooe  fopra  la  porta  maggiore  di 
dentro  fi  iegge  di  lui  • 

VincentiosDiedasampUffimis  Magiftratibus>domiiforii!g^  ad 

LVIatttistannttmàdmtrabili  £apteotia>  atq.  integritate 

Pa6m6tas%  exprxfcétma  Pataùiaa»  adhuiusCiintatis 

Patriardnniin  eledus  >  cuoi  templi  >  /Eàiumq.  adiacemium 

Reparationem  f  &  Cleri  inftitutionem  operata  »  atq.  impenfam 

Per  qoadriennium  non  fruftra  contuliffct  s  Multis  Religionis, 

Et  prudentiae  pratclatil&mis  exemplis  editis  »  magno  totius 

OidtatisMcerore  fexagenarius  obijt .  Anno  Sah 

MD.LIXt  icx.  Idtis  Decem>^ 

Di  Maffeo  Giràrdo  >  Patrìarca>  e  Cardinale  fi  dice  > 

MapheosGhirardusPatrìarcha  Venetivum 

Dalmatiseq*  Prìmas  S.  R.  E.  Cardiiulis . 

M.  ecce.  XCIK 

Locus  Carnis  proprìus  terra  eft . 

DiMaixo  Nicola  Vcfcouo  Caftellano, 


Marce  pie,  Paftor  bonus  >  Arca  Sophie 

Viuis  per  merita  vkttttnin  do^  polita  1 

Com  careas  ftella*  qua  fulgcbas  lachrtmari 

Debe$  Ecdefia  dehinc  caatiira  pari . 

A  4        Non 


8  DEL    StStitKO 

Non  modicum  Aere  deBes  *  modicutnq.  dolere  ? 
AdmifiiTe  bonum  cum  Prxfulepatrepatrooum* 

Hic  pugnando  tua  prò  libertate  putrefci^ 

Cuius  lans  *  &  honos  manifèftus  in  Orbe  nitefcit. 

Cleri  pra^dium  I  via  pacìs>  cuius  hoaori 

Et  laudi  viuit  nefcia  fama  mori. 

Vos,  qui  tranfitis  omnes  bine»  atque  reditis, 

Picite  quae  Chrifti  pietas  fit  promptior  ifti . 

Anno  Domini  MCCXXXV.Menfis  Marti  j«  ^ 

Obijt  in  aurora  in  Chriflo* 

JDì  Nicolò  Morofini  Vefcouc  par  anch'egli  Caftellano; 

Dodor  opus  decreta  legens  egi  »  eligor  Vrbé 

Hac  Prasiul  »  Papae  iam  Protonotator^  acerbi 

Dum  belli  ad  fioem  pf  nes  hoftes  oro  fuperbos  • 

Euocor  ad  fuperost  cum  faftibus  ofla  relinqued*. 

Bis  decima  »  &  quarta  Nicolaus  luce  Nouembcis»    .. 

Mauroceno  auras  liquit  >  tunc  mille  trecentis  ; 
Aque  noueOf  &  feptem  dedeslabentibusanop.' 

Del  Vefcouo  Bartolomeo  Qnerini. 

Ecdcfi;  Redor  conftans  certamine  Pnefuf, 
Dux  iuris ,  fi£t\s  inde&lTus  fic  venerandus  : 
Inclitus  •  &  grandis  vtrtutum  >  plebis  amator 
Bartholomfus  audens,  Venetorum  »  femper,  &  Vtbh2   . 

Qìlirìnus  genere»  magnorum  tutor,  &alto 
Hic  iacet,  bic  tegitur»  cubar  hic,  filet  aftra  meietur^ 

Anno  Domini  M.  CCCXXXM. 

Bi  Marco  Landò  Vercouo . 

Praefulis  hoc  Marci  tenebrofo  claufa  ièpukhr» 

Oflia  iacent,  quem  Landa  Domus  generofa  creauit  ^ 

Mente  fenex,  astate  vtrens,  compefcuit  acri 

£rraiitem  Clerum  Audio  »  qu«  mille  laborum 

Caufa  fttit»  verum  metuendi  nulla  perieli 
Tempcfta^tQC  vanus  honoTi  non  vile  poKfta^; 

"         -       •-  Hunc 


DI    CASTELLO    LI5-  L        p 


Hunc  à  iufticic  potuit  diuertere  curfu, 

Ecckfia?  fic  iara  Tua?  protcxit,  8c  auxit. 

Quod  mortale  fuit  morbo  correptus  in  Vrbe 

Exiuf t>  a?thereas  peti jt  pars  coelica  fedcst 

Obijt  anno  Domioi  M*  CCCC  XXV, , 

Di  Francefco  Bembo  >  che  fa  Prìmicerìo  di  S.  Marco>  poi  Vcfcouo  CaftcUano  : 

Puamos  Bemba  viros  parìac  generoHi  propago  i 

Hic  t^rancìfcas  crit  ventura  in  fscula  teftjs  • 

Qfii  pictate  facris  imbutus  legtbus  %  annos 

Quindenos  Veneta^  diuinus  Epifcopus  t  Vrbi 

Prxfuit  esemplar  fidei,  pra^o^tor  honefii  : 

Tuffi  ChriAo  morien$i  Pater  opumus  omnia  legar. 

Di  Filippo  Correr  Fratello  di  Papa  Gregorio  XIL  che  fii  anch'eflò  Vefcouo 
^aftcUano  • 

Pars  fluida  tngeni j  iacet  hic  tumulata  Philipp! 

Corrarij  »  fed  men&  emicat  vnde  fuit. 

Virture)  ac  prole  patriot  comprcxus  faonores » 

Gregorio  Papa  fi^atre  leuàtus  er^t  • 

Vi  erano  in  quefta  Ghiera  altre  memorie  di  fuoi  Vefcoui*  che  dal  tempo  fono  fta- 
te  corrofc .  Le  predette  fi  kggeuano  fotto  à  fepolchri  attacati  al  muro  in  aria  ;  hora 
cflcndo  ftati  leuatij  &  le  offaTotterrate  nel  fuolo  per  ordine  di  Lorenzo  Prioli  Cardi- 
nale» e  Patriarca  >  fi  veggono  folamcnte  effe  memorie  pofte  ne  pareti  di  efla  Chicla . 
E  anco  degna  di  confideratione  ralcare>ia  mi  palla  con  San  Giouanni  Battifta  di  ma- 
no  di  Paolo  Veronefe  pittore  ecceUene  :  fu  confacrata  à  Dio  da  GiooMni  Triuifanò 
XIIU.  Patriarca  >  l^gendofi  dal  lato  dritto  di  eflo  Altare» 

* 

Ioannes  Triuifanus  lur.  V.  D.  Patriarcha 

Venetiaruin»  DiuiCypriani  Abbas, 

Omni  Virtutum  genere  ornatiffimus. 

Et  in  obeundo  munere  Epifcopali  praeftantiflifflus ,' 

Hanc  Aram  Diui  loannisEuanoeliftjecIic^it» 

Dotauit ,  &  Sepulchrum  fibi  vittus  pofuic. 

CID.O.LXXXVIU.    , 


«  » 


Et  dal 


IO  D  £  L    S  E  S  t  I  E  R  Q 

Et  d«l  latto  manco. 


Patriarcbales  proUentus  valde  auxic 
Appesa  Abbatta  S.  Cypriani»  Syxtì  Papas 

Ao^oritate  t  ac  Senatus  faucMre  » 

Vixìt  annosLXXXVII.PatriarchaXXX:- 

Abbas  IX.  DcctSt  UU  Non*  Augufti» 

M.D.XC 

Viano  al  detto  Altare  vi  è  anco  il  fuo  ritratto  fcolpito  in  marmo  •  Qoefto  d^do 
Prelato  fìl  vno  de  Patriarchi  che  interuenero  nel  Concilio  di  Trento  • 

Vi  fi  vede  anco  Ik  Cattedra  di  Sw  Pietro  di  maraio>  delia  quale  fi  fertmia  quando 
fu  Vefcouod^Antiocbia  >  donata  alla  Republica  da  Michele  Paleolo^olmp.  iU.  Co- 
fiantinopoU .  Et  di  faao  vi  fi  confcruano  fiotto  confeffione  f  corpi  di  San  Sergio  >  & 
Bacco  mardrf  I  pofti  in  iftt^arca  di  marmo  da  Angelo Badoaro»  Tanno  ySx.alrhora^ 
che  ^edificio  non  era  cefi  grande  >  né  riatto  nehnodo  che  fi  vede  a  i  tempi  noftri  • 
Vi  fi  confema  parimente  vna  croce  di  rame  >  la  quale  fi  dice^  che  eflendo  fiata  tco-^ 
uata  in  pelo  df  acqua  con  gran  marauiglia  di  ogn*  vno>  fa  con  fbllenniflima  proceffiO'^ 
tte  portata  nei  predetto  luogo»  8c  vn  Canonico  della  famiglia  de  Vignate  le  fece  vna 
Cwpelh^&ladotòdelfùo.  Ne  tempi  andati»  innanzi  cti^  la  Cbiefa  di  S.  Marco 
foffe  finita  >era  frequentata  motto»  percioche  vi  fi  conduceuano  tutte  lefpofe  che 

1^'"  "^ "*  "         *    ualchevolta^ 

àdelUCittdf 
compiuto  come 
f^^è  detto  la  Cappella  de!  I><^eji  fi  mutarono  le  confuetudini  p  redette  • 

ADDITIONE- 

Loretmp^T^W  Cmfdòtate'Patriaria  xy.  rìnouò  la  facciata  della  Chiefa  ,  facendola 
tutta  ti  Pktrar ina ìfiriana%9rdaa$a  da  Francefcù  Smeraldi  detto  fracà  architetto  • 
In  émefiafc9m  tre  porte  ^  Quella  dimeno  i  cinta  da  doiVAc^  Corinti  conjrontifpitio. 
Dalie  parti  di  mez^  fonouidutgrancolohnedi  ordine  compofito  con  piedefialU^  chefo^ 
fiengonoitm^iorprontej^Uia  >  ndcnimes^  fono  due  chiaui  incrociate  >  fiondo  ferita 
ioneUacormce^ 

Dea  Optimo  Maximo* 

ìfel  ieflrolatùtriglintcreolMmi  dutadarrnLCornice  à  quefia  ffrfcrittifue  : 

Domus  Domini  a^*ficata  fopraErmampetran)^ 
Io  longft»  dtenim  •  Anno  falatis  MD.XC VL 


Clemcme 


A 


DI    CASTELLO   LIB.  L        iF 

Ettidfimfirofil^e, 

r 

Lturèoc^  S.  R.  E.  Card.  PnoII ,  Patiitr.  Veoet; 

Piam  Monnm.  Anno  fai  Patr.  VI. 

Marino  Grinumo  Duce  Vcn«iarun  • 

Le  due  pùrteminwrifmoremtedaébietìUtfiriC 
tonale.  Tuitaqnefiafacciataèlmgapieàiój. 

L^^rnioióo^.d  IO. Febraro fi accefefitoco nella S^efiia 9  cbearfe,  e<onfHmò  rk^. 
chiffime»  e  numerofe  'Paratmret  freHùfiffimi  Urgeutarie  >  molte  »  &  import aatifcrittwpe  » 
libri,  priiiileggi ,  con  tutti  li  libri  Corifii  di  rak^e  ineflimabile  manufcrittiin  Tecorinacon 
miniature  eccellenti  d  oro,  fogliami  >  e  figure  ^H  che  fa  di  danno  notabiliffimo  per  la  perdio 
taditantecofe,  qnaU  per  F  antichità,  per  lamro,  per  lamateria,  &  per  lararitd  era^ 
uofiifnatiffime  • 

La  CìnefafApoi  da  fondamenti  riedificata  in  helliffima,  e  moderna  forméi  di  ordine  Co- 
rimoda  Ciouanni  Titolo  xyill.  Tatriarcafcpra  il  modello  di  Giouanni  Grkpigliayprin- 
eipimdo  Panno  di  noftra  falute  i6ti.  (che  fi  il  ter:^  del  f ho  Matriarcato  )  d/ar  demolire 
la  Chiefa  yecchiafudettadefcritta  dal  Sanfètino ,  riducendola  nello  flato ,  che  s'attroua  al 
frefente  in  anni  9.  in  circa  ch*egli riffe difoiTatriarca  •  Quefla  dunque  èfatt4  à  Crociera, 
con  tribuna  nelmexgp  ccferta  £piombo,aUa  quale  di  dentro  gira  intomo  yn  Vergolato,  & 
i  retta  ila  quattro  archi fofieuuti  da  gran  comne  Corinte  con  f noi  pilaflri .  "ìlella  parte  de- 
ftra  è  la  CMpetta  del  Cardinal  Vendr amino,  e  Tatriarca,  non  ancora  del  timo  fornitale  ri* 
cinod  quefla,  quella  di  Marco  Laudo  gid  Fefcouo  CafleUano ,  /òpra  il  cui  altare  fi  rede  la 
pala  ai  tutti  i  Santi  fattadiMofaico,.  Tiellafiitiftrai  l'altare  erettoper  ordine  di  Pran^ 
cefco  Moro  fini  Trocwator  di  S.  Marco  LetteratiìBmo,  eprudentijpmo  Senatore,  che  mor^ 
fé  pochi  anni  fono  9  hauendo  Francefco  Snfchi  dipinto  eccellentemente  la  Tanolacon  la 
M  aéonna,  S.  Francefco,  S.  Elena ,  e  S.  Tomafo  ^poftolo .  Da  i  lati  ri  fono  li  ritratti  di 

So  Moro/ini ,  &  di  Elena  C(^Uofua  Conforte,  fcolpiti  in  marmo  da  Clemente  M^$ 
to  d  quali  fono  pofti  li feguenti  Elcgii . 

Maicfias ,  qnam  furpic&  Viitor  Frontis 

Frane.  Mattroc*  D.  M.  P.  referc 

Hic  iUc  >  at  non  ille  rnus 

Lingua»  &caIaaiodiièitèffiiiIdpIe3t 

Mente  »  &  manu  impigrè  Omnigenus 

Moderandis  Prouìmijs  ter  Magous 

Imperandis  arfais  ter  maior 

Matturandis  Confilijs  ter»  qnaterq;  Maxifflus« 

Fdtria  »  Taruifium  »  Brixia  teftes 

Palma  »  Candia  »  iterum  Candia. 

Peifuicatiam  carde  fèUciter  oruenca 

EIo- 


f 

fot 


12  D  E  L    S  ES  T  I  E  R  O 

E  lonis  Monte  importato  in  Forum  fonte 

Veneto  furoptu  Romano  aufu , 

Immortaliter»  hilariter»  irrigua 

Vircus  Ixoigniore  fempcr  imbre  recreatà 

Fato  ìrrafcere  fero  te  adueotalTe ,  &  abi . 

Obijt  a  Ann.  ìEn  XXCU.  Sai.  Hum.  MOCKU. 

OSSA 

Helenae  Capellae 

Omnigents  virtutibus  iofignitae 

Matrona; 

Frandfci  Mauroceni  D.  M.P. 

Coniugis  Proedile^ 

Genere ,  Forma  ,  Vetuftate 

Graecam 

Fide»  Pudore»  Pietate 

Romanam  Helenam 

Referentis 

In  hoc 

Porremo  huroanitatìs  domicilio 
Requiefcont  • 

La  Cappella  Maggiore  ha  vn* altare  nel  tne'S^  ifolato  i  principiato  Panno  1 6^9 •  di  ùrdi^ 
ne  pnbUco  >  per  voto  fatto  dal  Senato  nella  prejente  guerra  col  Turcoy  in  homre  del  Beato 
Lofen'3^  Giufiiniano  primo  ^Patriarca  di  Fenetia  >  al  cui  fi  afcende  dal  piano  di  detta  Cap^ 
pella  per  cinque  gradi  di  pietra  mandolata  da  Fcrona  fino  al  piano  della  TradeUa  doue  vi 
è  il  Tarapetto  di  marino  fino  bianco  da  Genoua  tutto  lauorato  d^intaglio  con  Cartelami ,  e 
nelle  marche  vi  fono  Hiftorie  del  medefimo  Beato  con  figure  di  baffo  rileuo  in  rame  dorate 
à  fuoco .  Dalle  tefle  del  Tarapetto  vi  è  vn'interuallo  di  piedi  tre,  e  vn* oncia  >  con  vna  rifa^ 
Ut  ai  che  forma  vn  quarifello  confotto  vn  Kodolone  di  marmo  fino  bianco  da  Genoua  fatto  d 
Tartimenti  di  rileuo  con  macchie  tncafiate  di  rojfo  di  Francia ,  africani  bellijjimi,  e  ver^ 
doni  da  Genoua  >  feguitando  ejfo  Rodolone  pajfato  il  auarifello  in  rotondità  ^^  e  poi  forma  di^ 
uerfi  cantoni  >  che  vanno  à  tuarfufo  il  fecondo  quarifello  per  foflentamento  aelf  vma  doue 
hd  da  ripofare  il  corpo  di  quefto  Santo  Tatr  torca  i  gir  anelo  in  rotondità  sì  da  vna  parte  co^ 
me  dail*altra  con  doi  quarifelli  per  parte,  che  hanno  dafofienere  quattro  figure  pur  di  mar» 
mo  de  Santi  Vietro,  Marco,  Giouanni,  e  Ta^lo  di  altera  quanto  il  naturale  >  religate  eoa 
fottobafa ,  cimafa ,  e  coione  Uè  pur  di  ^ffricano,  &  in  detti  quarifelli  lefue  macchie  di  rof^ 
fo  di  Francia .  Sopra  la  Menfa  fld  il  quarifello  chefojlenta  Cvrna ,  alto  come  gli  altri^  & 
nella  Maeflàfopra  efìa  Menfa  vi  fono  compartite  le  tre  virtù  Teologali  puredi  rame  do* 
rato  come  nel  Tarapetto  diuife  da  quattro  putini  di  marmo  fino,  f colpiti  da  Clemente  Moli 
Bologne  fé .  Sopra  quefio  quarifello  vi  fono  tre  ordini  di  Scalini  di .  4ffricano ,  efopra  qucfli 
vi  anderd  quattro  l4ngelt  pur  di  marmofino^  con  vn  gruppo  di  putini^che  tutti  hanno  aafo^ 

fterìcr 


t>  li  e  A  SITE  Et  Q   LIB.  I.        ij 

fitmrFvma 


fM^fto  altare  non  eccede  la  jommitddeUi  fcalmUo^^^  Vvrnky  emendo  il  rimanente  dalle 
parti  adomato  di  macchie diroffo  di  Francia  y  sAfp-icanit  Perdoni ,  e  Bianco  ^  e  7{egrù 
Orientale^  in  varij incaffamenti  4  VArtbitetto  di  così  nobilFàbrica  è  Baldiffera  Longhena, 
€hc  ordina  anco  Ugran  Machìnadet  Teitipio  deUa  Madonna  della  Salute  i  &  altri  Ed^- 
€if  ancor  4i9  come  fi  airi  dfuoi  luoghi .  Da  t  lati  della  C  appella  fudetta  no  fono  altre  due  mi  • 
norÌ3  nellafiniftra  fi  conferua  il  Santifjim'o  Sacramento ,  in  ricco  altare  per  fine':^a  di 
marmit  e  ngnardeme  per  diffegno^  e  perornameìHi  i  ^e  i pareti  di  quefta  Cappella  in  due 
hmgfoe  tele  jono  dipinte  due  H^orie  9  Cvrtaidemorficati  da  Serpenti,  regiftratanelLib. 
de  "hffim.  al  ZI.  del  Caualier  Liberi  ;  L*  altra  è  l*^doration  de  Magi  raccontata  dati  Euan^ 
Selifta  San  Matteo  alcap. 2.  dimanodel  Lucfjefe .  Isella  defira  non  è  fin*  hora  eretto  oil^ 
tare  »  t^è  f^tto  aUuif  ornamento  •  T^elt  altro  (patio  della  Chic  fa  fono  compartiti  tre  ^rchi 
fer parte i  ogjfUfpati^concoìonneyepUafinfùprapkdefiattideWordinemedefimoMfuor  de 
^puai  canto  al  muro  fonofituatiparimente  tre  Jtltari .  Queùo  di  San  Giouanni  con  Sari'» 
ti  Tietro  > e  Vado  1  dimano  di  Taolo yeronefe >  jù erettoaa  Tatriarca  Triuifano 9  come 
racconta  difopra  il  Sanjoumo  •  Quello  di  San  Cipriano,  la  cui  Tauolafu  dipinta  da  ^leffarr 
dro  yarotari ,  èflato fondato  in  memoria  del  Cardinal  Trioli ,  e  Tatriarca  fudetto  perfuo 
Te/lamento  >  enequito  poi  per  oréuje  f  e  tefigmento  di  Marco  TrioUfiifuo  ^ipote,  l'anno 
J.6^.douef%U%gedaiùttidiejfo%  invno 

V.        a        M. 

Lapis  hic  alterum  »  Bon  alium 
Ac  oppofitQs  exìbcat  9  extbet  idem 

Laurentius  Priolus 

Ad  Vener.  Patriarchatuin  cnocatos  . 

A  vita  non  proba  plures  euocauit  » 

Cleri  fui  tiK>res€ertirlegibusvJufsczeiiifliS 

Puabus  perifedis  Synodis» 

Auc  efformauìt»  auc  reibrmauit. 

4  Clemente  VIIL  &  R.  E.  Cardinalis  ctkàu$ 

Vefiium  purpuram  >  vita?  candore  ornauit 

Altare  boc^quodeligendum  ille relfqoerat 

Et  Marcus  Priolus  eiushfepos  inchoauerac»  . 

Per^*t,  viri  fui  iulfu,  poft  viri  Obitum 

Maria  Lauredana  Anno  M-  DC«  XU 


4 


14  Di  B  II  '  S  B  S  T  TE' R'OI  1 

D.  O.  M. 

Situs  hìc  ed  in  qao  olìm  fitum 

Qiiicquid  in  magnis  fpeftatur 

Vt  magnum  edici  nomen  poteft 

Res  tantum  indicar!. 

LaurentlusPriolus  Ioan.  F.PatriciusVcrift.' 

Reipublicae  natus  bono,  bene  res  Reipublicae 

Ad  fummum  Pontificem 

/  Exterofq;  Reges  »  ipfe  nunquam  Pnidcntfc 

Exterustra^uit* 

Rexit  Populos  ,  à  pc^ulis  erìgendus 

In  Patria  ad  fuminos  honores  eue^s* 

Dignitatum  onus,  ea  fuftinuic  dignicate 

Iure  vt  vertatur  in  dubium 

lionoribus  an  ipfe  «uAus  *  vd  ipfo 

Auéti  honores. 

'ì^eitatgrefìo  della  Torta  ffriwipale,fopra  la  banca  della  Compaia  de  Calcai,  è  dipìn- 
t9  il  mangiar  delf^gaello  che  fecero gpHebrei  nel  pajfar  dell' Eg^to  >  priuciptato  da  Vie- 
troMdombr a»  acni  diede  fine  »  prì' la  dilnimorte  Antonio  ^lienfe.  DaBafortafudetta 
fittod  Scalini  della  Cappella  m^^imv  è  limgt  quefia  nnma  Chiefa  piedi  96.  tn  circa . 

Federico  Comaro  Cardmakt  e  Tatriarca  XIX.  refism-ò  la  Sagreftia,  ch'era  romnofa  per 
confa  delta  fabriea  ;  adomò  efia  Chiefa  dell'Organo  y  confacrandola  con  foUenne  rito  d  2. 
Settembre  M,DC.XLII,  In  memma  diche  fid  ferino  in  marmo  fopra  la  porta ,  che  dif- 
tmc  nel  Tatriarcatoì 

Rder.  T:  S.  Marcì  S.  R.  E.  Card.  Cornelius 

Patriarchà  Veneciarum  Dalmatiacq;  P. 

Caftellanam  Principis  Apoftolomm  Bafiiicam 

A  D.  Magno  Epifcopo  e^trudam 

In  ampliffiml  templi  formam ,  religiofa 

loannis  Tbeupoli  Fatriarcbae  Munincentit 

Reda^aminftruxit. 

Frane,  de  Graffis  Clodi  >  &  Vinc.  Milano 

Capttletif.  Epifc.  faffragantibus 

Solemni  ritu  confecrauit. 

Sacro  Reliqniarum  Jhcfauro  ditauir* 


D  I  re  A  SI  T  nth  Oi  tlB.  L        15 

Sàcrariiun»  ^  ^*  ^^^  Mttt.  Satcelhiiii  collapfa  teftkult  » 

Anno  Salitt.  M.  DCXLII.  Dedic.  2,  Sept. 

Qua  vifitantibus  Templ^m  ìpfum  ^uotanis 

Centum  dierum  Indulgentiam  conceflìt. 

Vtb.  Vili.  Pont.  Max.  Frane.  Erkio  Ducq  Veneto.' 

Fece  anco  porre  tifiefo  Card,  Comaro  "ptf altra  fietrafofra  la  parta  della  Sagreflìaycon 
lagni  Cotto  mfcrittÌBne  ,  in  memma  del  ytt»  fatto  ed  Semttadivifitat  ogn'anno  quefta 
CbtefaliS.  Oenaro Fjtfiimtd  del Bem  Uremn  Cìii{iittianoprm^'Patriarea4fV«iima» 
per  U  MfrmimeddU Città daUafiera  fefte deW  anno  16^0.  .  . 

Beato  LaunnttoIuftkiUaa  Primo 
VeneHanuii  Patriarcbae 
Stirpit  CUffitiidine  AiKufto^    . 
Sanfiftnbnix  gloria  longe  ÀttgufiioM 
Tutelari  Nummi  Beneficemìflìno. 
Ad  factdscttiiis  CinecesTemplum  Uludraaces hoc, 
~     ~         Cioitate  ia  Peailentia 
Tanri-CùB»  «luùjjiun .  eucrta 
Q0otanis  eius  die  perpetm  l^iGtutace 

Celebrando.. 

Senitua  ReUgiofiififflus 

Venecationis  ergo 

Ex  voto  acccdit. 

Federìcus  S.  R.E.  Card.  Coroelius 

Maximi  cultus,   minimum  argumencum 


LeUe  memorie  de  Fefcoui,e  Tairkrchi  atitkhi  regifirate  difopra»  nwfiwde  al  prefen- 
te,  renonqtteUadiVket^oDiedty&diMarcoLaodo.  De  Vatriarthi moderni neffm-- 
^rejio  detta  Chiefa  vi  è  lafepotttara  di  Matte»  zane,  fopra  la  quote  filerei 


OSSA 

Matthxi  Zane 
Patriar^s  Venettarum.^ 
Obi|t  M.  DC. V.  iX.  kal.  AugufH. 


£  njtl  Coro  dietro  alFMtarey  queìUdlCiouaitiiiTiepoiOiCberino^^  laChiera»  dou$ 
ne  i  auattroangoUdieffavifid  intagliato imD.  perciarsHno»  e  nel  mcT^yn  J.cof  «- 
mtmv:  I>on3nc,DikxJil>ccprcin,DoinusTU«.  tbt  così  eili  efplico  nel  fuo  TeJU 


16  DEL    SESTIERO: 

memo,  GhmiidT»ejfaìo'ìÌìiimMfitàttt(kVMtìnrca^  eBeti^fiCewi 

tUhmmo  è  per  po/ter  arila  fuietta  Chiefa  v^itog^  tonffiem  Ufeguente  EU^h , 

D.  O.  M. 

loanni  Theupòlo  Venetiarum   Patriarchi 

Iagen(j,4tt(^  animi  magnitudiae  Eximio 
lanocemiae  »  ac^ao^icaiB  faina  CIarifliax>J 
■-  X^  Dioittjs ,  raraBxemplo,  contemptist  Afperìtatem  fecuws  vitd^ 
Affidttis»  fwo  Dà  Gloriai  Vigili js>ac  iaboribu^  pcrfimdtii.  HvicM    . 
Exigao  tempore  Monumenta  pie  »  ic  miciScèconfcripfit» 

Saplenter  Academias  inftitutt. 
Templumhoc  Othedràteadmiraadnmopns»  immenfisfumptìbus 

fi  fondamentis 'Magnificentius  leflituit. 

Ecclefias  DD.  BarriMrionei,  ac  Benedilla  «labemcsconftruxir. 

Coenobium  S.Cypriani  lamigneabfumptnminftaurauttr 

lognKla,  ac£:rè  innamcfa  per  Vrbem  Sacdk  fiooftitirit. 

Forlstn  Oppidis  Coloni».  Leonicì»  MontisSciIids,Plebls  Sacct^  acq: 

Ea»  &  extruxit,  dcditauit.  AmpliffimasopcsiaPaupereseffudit. 

C$Ieffia  ^grotis  AuxìUa  impanidè  tulit .  Demum  Ingentìbus  aiifia» 

Ac  ù&h  infignis,  In  maxima  renun*  expedatione  Patriae 

AmamiftmiiSt  Pnblico  omniiim  ludu. 

Deceffie  Noms  Mai;  Anno  i6^t, 

Ioannea  TheupoIu»ex  Frao-e  Nepos»  Patruo  vere  Magno 

M.  P. 

Cm  ¥r ance fcù  Morofini 'Patriarchi  XX  0  che  r  tue  al  preferite  Zelantijjimodelculto  di 
Shy  hatierehbe  dattofine  hormai  d  molte  cofe,  che  mancano  in  effa  Chiefa  >  fé  famor  deUa 
"Patria^^taffetto  ardente  della  Santa  Fede^  non  l^baueffemlfmto  ad'offerire  al  TMblicQ 
conrpronta^^  yolontaria  efibitione  (in  Panno  1^44.  ducati  fei  millia  annui  durante  la  pre- 
fente guerra  col  Turco  •  Facendo  oltre  di  ciógrandi  Elemòfine  y  foccorrendo  famiglie  fni-^ 
ferabUi,  aiutando  largamente  molte  CiteUcy  per  il  loro  maritare  y  e  Monachare  y  mandane 
do  ne  T efori  del  Cielo  tutti  i  Trouentiy  &  entrate  fue  per  mano  de  Toueri . 

i^eft^el^ftffimo  Trelato  difingolar  bontà  >  e  di  coftumi  Santiffimi  cm  prudentiffmù 
moA-pd  anco  ordinando  dyirtuofay  eSantaritailfuoCleroy  regolando  idif ordini  y  e  di-^ 
Mj'i^endo  i  ritti  •  onde  effendale  attimi  (uè  tutte  cenfpicuel  tutte  diurne  >  e  marauigliofey, 
to  rendono  medefimamatte  degno  di  alti ffimacommendatkme. 

Poco  dificefta  è  (kuato  ¥«  ben  compoftoi  &  ricco  campanile  d'aflai  bella  gran- 
dezza, il  quale  fi  feee  ne  primi  anni  dei  PtóKipatodiChriUofbroMoro.  Et  con- 
fiuncacoo  la  Cliiefi  li  vMc  ilPalaazo  Bati^rchal   vecchio  per  edificio  >  &  nx)UQ 

più 


DI    CASTELLO   xrB.  t      17 

Ì^miimod(Mhe  bello  ò  vj^  per  aixhitettmii:  pei^^ 
cioiko  di  terretKh  ha  molte  Sale  ampie»  &  fpatiofe  >  ftak  quaU  vi  ibno  rictttti  in^ 
vnimtti  i  Vefcoui  >  &  i  Patriarchi  >  che  fono  flati  dal  ptiactpio  fino  atf  anno  prefen* 
tt,  co*  Imo  Elogi]  fignificanti  i  nomi»  le  famìglie»  &  gli  anni  ne*  anali  effi  gouemaro* 
no  (piella  Chiela  •  Et  fii  ampliato  da  Pietro  Pino  Vefcouo  »  che  ttì  Tanno  1152.  &  ch 
famato  in  gran  parte  »  per  memoria  del  qoate  vi  fi  leggono  qaefti  due  vetfi  • 

Pina  domus  Petto  Bxlgct  infoois  alunHia> 
Vrbs  Veoetum  hoc  praefiile  oara  pio  • 

Lo  riftorò  anco  Antonio  Contarino  in  diuerfe  fue  patti  •  &  fra  Paltre  cofe  rifece  i 
ritratti  al  vitto  de'  fuoi  preceflbri  »  &  fotto  r  vltimo  furono  aggiunte  quefte  parole  • 

Quos  fpedas  Antiftitesex  ijs  vnus  AmoniusCont.  Patriarcha 
X.  cibi  fpedandos  pia  mente  curauìt  M  D  X  V 1 1 1.  Tuo  x  1 1. 
;  namq.  funt  omncs»  qui  abhac  vrbe  condita  fiiere  •  Hocfbr^ 
fan  fcirc  volcbas.  Abinunc&vale. 


Li  Fefc^  adfmquet  e  Tatriarcbi  dipinti  neUafudetta  Sala  »  e  che  furono 

fino  dfref ente  fjonogf  in frafcrittì. 

\lfibeUato  Marmo  figliuolo  di  Enegro  Tribuno  da  Malamocco,huomo  di  vitafin^olare$ 

;  ^reUgiofo tanno.  774 
\.    M€?iiS.annidofH>lafuaelettione,&Ufuecelfe. 

^%   iCbriftoforoDamiato  Greco  tanna.  79^ 

)    .Orfo  Orfeolo  fratello  del  Doge .  8of 
:4    jOiouanni  Sanuto  deW  ordine  deUi  HimiUati  letteréUdy  e  di  buona  yita  yijje  6.  me  fi  • 

;8ll 

^  ,  Mauro  P^icentiot  che  Mfii/iefi0mù  • 

6   iDomenico  Badoero .                   *'  96% 

1-7    rCrafioEatio.  87 J 

M   iGiouanm Sanuto.  889 

^   Cionanm  ^uuenturato  aquilino .  8fi% 

10  Xoren%$  Timens  Deum  Monaco  bianco.  918 
XI    Domenico  Moro  Feneto .  9}^ 

11  jxmenico  Dauit  Eremitano  Feuetù.  94^ 
13  Tietro  Malfatto  Tadouano .  97^ 
^  QrfoMagadiz^^Feneto.  9^t 
IS  X^menico BaéKro  Veneto .  99% 
x6    Tietro  Qmntay  alle  Veneto .  loco 

1 7  Gregorio  Giorgi  Veneto.  1 00^ 

18  Marino Caffiauoyfneto.  loiò 

19  Domenico  Grademgoyeneto.  1^4^ 
)Q  Domenico  Grademgo  yeneto  •  ^^$9 
V  A/irrmContarini yeneto.  1091 
^          *  m           ri-  " 


it  £>^  t   S  IS  T  tER  Q     r 

^5  ritdMichielef^entto.  "7^ 

t6  '  FitipfoCafioloymeto.  ^^9i 

a 8  r it al  Michele  yeneto.  1*55 

29  Marco  Moro  fini  Vemt^*  '*57 

j^o  TietroTinoFeneto.  ^                 "g 

jt  Gualtiero  jlgnus  Dei Fenetol  ^*^* 

3^  Tomafo  Simondo  Feneto .  ^ *7* 

3^  Tomafo  Franco  Feneto.  '*7* 

j 4  Bartolomeo  Quermi  Feneto  •  '^^ 

55  Simon  Morofini  Feneto^  J**^ 

35  Ramberto  Toto  Bolognefe .  "^ 

37  fatofno'Contarim  Feneto .  *  -  '^^J 

38  Bm^t^t^  QnermVMM  ^  '  ^5*^ 
39*'  MichieleCalergi Feneto.  ^  ^\k 

40  angelo  Delfino  Feneto .         *  -  1330 

41  7{icolò  Morofini  Feneto .  '^4^ 

42  Giouanni  Barbo  Feneto.  J^J^ 
4j  ^  Taolo  Fofcari  Feneto .  ^5>^ 

44  Giouanni  Amadio  Feneto  Cardinale .  v  ^Z£ 

45  jingeto  Correrò jpoiTapa  detto  Gtegmo  XI !•  *3|9 

45  Giouanni Loredano Feneto.  *5*5 

47  FrancefcoF altero  Feneto.  .^^S 

^8  Cirolamé  Delfino  Feneto^  ^^^ 

49  Franctfco  Bembo  Feneto.  '5^ 

0  Mar  co  Landò  Feneto.  *^ 

1  Francefco  Malipiero  Feneto.  j-m^m^M  ^^^ 
a  Lorewj^p  Giuftiniano  il  Beato  primo  Tatriatca^^^^^^^^  ^  ^47^ 

3  Maffeo  Conturini  Feneto .  '^Ik 

4  ^Andrea  Bondumiero  Feneto.  ^4^ 

5  Gregorio  Correrò  Feneto.  ^4*5 
5  Giouanni  Baroni  Feneto.  ^4^ 

7  M^eoGhir  ardo  Cardinale  Feneto.  *  ^4^ 

8  Tomafo  Donato  Feneto .  '  4P* 

9  .Antonio  Soriano  Feneto .  '5^ 
66  Ludouico  Contarini  Feneto .  *  5^ 
di  .Antonio  Contarini  Feneto^  1^09 
6z  Girolamo  Quirini  Feneto .  _,  ^5*4 
^3  T/>r  Francefco  Contarini  Feneto  •  '  5  54 
j(S4  FicenT^  Diedo  Feneto .  ^  551 
.6j  Giouanni  Triutfano  Feneto .  ^5*^ 
^d  .  to(ren%$  Trioli  Cardinale  Feneto .  '  5  J^ 
d7  Matteo  Zane  Feneto.  ^2a« 

(58  Francefco FendrammoFcnetoCardinak.  ^-     ^ 

^    <  Ciò- 


DI    CASTELLO   LIB.L        i> 

I9  Gimmmi  TiefoU  Venete .  1^19 

70  Federkoti^maroCmimaU Veneti.  1611 

71  Gio:Fr0icef€oMorofiniVe9$ei^^eyÌMe4dprefeme,  1644 

LertWKP  Trhti  Cardmaie,  e  Tatriarea  rifformò  %  e  rimùiemò  la  facciata  >  &  le  ftanxc 

iketmamoHù  foprsit  Campo .  //  Cardinale  yeniraminoj  e  Vairiarca%  quelle  che  gmardor 

mfifraUP^ipM^efeeeancoilf^jg^delUSaUfit^  Tatriarcbi%  fionda  egliri- 

tratto  in  i^^Ouaiodime'i^  di  mano  di  Iacopo  Talma  con  le  yirtà  Teol^ali .  ti  C mimai 

Conutroy  e  Tatriarca  rifece  la  CtPpeUa  di  S^Oitffto  Martire  con  tatare  >  la  cui  pala  fn 

evinta  da  Girolamo  Feraboftl^  itfnale  ri^affe  in  offa  il  medefìmo  Cardinale  ginocdìione. 

Li  Corpide  SS  Martiri  Sergio  j  eBacco  fieonfernanoitiT4Ctriarcato,  fintanto ,  clic  fi 

fimfca  altare,  ò  CapeUa  doue  doneranno  effer  ripidi . 

tlfadctto  Tatriarca  Moro  fini  finente  ha  fatto  molte  fpefe  in  far  riparar  ejfo  Tatriar. 
tm  in  molti  luù^ìh  che  diroccaua  :  Onde  per  computi  fatti  dal  principio  della  Jua  elettione 
i^fia  imdtdy  fnfàan^  córrente  ch^iófMno  16$^.  hàfpefopà  di%^.  nùUa  àncaH 
cmprefonreJUtaw^iiéokeCafeèMagmr^  ohre  l)àrifattola 

cupola  del  Campanile  sfacendola  coprir  tutta  di  La/ire  di  piombo . 

ìiuando  vaca  quefia  Stde  Ta$riarcak$  itS enato  elegge  tofio  il  Succefforcicbef^cia  (ah 
medice il  Stringa  )  ordinato  con  le  conuementi conditioni%  tr  con  le  f olite  cerimonie  in  Ta^ 
triarca  ;  il  Doge  con  la  Signoria  montato  in  certo  giorno  determinato  ne  i  Viati  d'oro  9  yà  à 
letuer  aueUo  con  molta  pompa  aita  cafafua  >  coniucendolo  fino  alla  Chiefa  di  S.  Tmra  di 
Caftetto  col  feguito  di  vua^an  ifuoniità  di  Gondole  t  &  fbecialmente  di  cfueUe  di  tutte  le 
Chiefe  Tarocbialiy  guarnite  di  panni  di  [età  >  e  toro  con  ^injegne  delle  lor  Chic  fé ,  &*  ^r-^ 
mi  delnuoHO  Trelato,  doue  in  ciafcheduna  di  effe  Gondole  intermene  il  THouano ,  e  Titolati 
déUa  Chiefay  éhe  rapprefenta ,  IlDogepoili  da  con  molta  folennitdi&fefiain  detta  Chie^ 
fa  ^Patriarcale  il  pofiefio  del  'Patriarcato .  Dipoi  condottolo  di  fopra  ne}  Valai^  della  f uà 
re/idem^aj  fi  Ucentia  da  luu  e  fé  ne  torna  akfuo  Bucai  VaUn^ . 

Il  Clero  di  quefta  Cathcdrale  confifU  di  venticinaue  Canonici  ;  cioè .  dodici ,  che  rifie- 
4fln0 *  detti Canonicidi dentio j  comprefo in effi le digniti di ^rch'iiiacoT{Otjtrciprete , & 
"Primicerio;  &dtridodici  detti  Canonici  di  fuori  y&quefti  fono  Vtouani  detta  città;  ri 
i  poi  il  Canonico  Teologale  9  che  in  tutti  fanno  H predetto  numero  di  venticinque  • 

In  oltre  ri  fono  fei  fatto  Canonici  »  con  molti  altri  Preti,  e  Chierici . 
•  In  0ccafione  di  Sede  vacante,  li  predetti  Canonici  creano  Sicario  Generale,eleggono  del 
loro  numero  tre  Ecconomi  d  quali  e  commeffa  fpectalmente  la  cuflodia  del  Patriarcato ,  e 
raccommandato  il  maneggio  delle  entrate .  Creano  anco  Cancelliere ,  J^ntif  >  Fattore,  H 
tutto  per  il  bum  gouemo,  e  cuflodia  di  quello ,  durando  dette  cariche  tutte  folamente  fino 
dpmefio  del  nuouo  Patriarca ,  al  quale  poi  fono  obligati  à  render  conto  dette  entràtefcof-^ 
fCi  e  dj  tutto  quello  èlnecefiarioch*egPfappiax&conofca. 
Sotto  la  cura  diquefia  Chiefa  fono  intorno  d  8000.  anime . 

Santa  Maria  delle  Vergini  » 


ALrìncontro  delta  detta  Ifola  >  neHa  quale  fono  dìoerO  giardini  fpar^  fra  le  cafo 
,  del  hio^o  :  dall'altra  parte  doue  fi  pafla  per  vn  hinghiffimo  ponte»  è  pofto  il 
nioniflero  c^lledonne  monache  »  chiamatocla  moderni  le  Vergini  ;  &  altre  volto 
'  detra  Santa  Maria  in  lerufa^m  •  Cliiefa  a&i  fcnerandà  »  &  fòbricata;da  Pietro  Sllia* 

B    a       ni 


IO  DEL    S'SS  T  I  ERt3 


k  *. 


fùP^piociperanhotMS.ad  iaftawa d'VgoUno  Cardinale Oft«MfiB^tf<]i^  a| 
Papato  ni  dectx>  Gregorio  Nono  :  &  dotato  .dal  detto  Prinope  con  te  Aie  facultdyr 
con  ordine  che  folTe  de  fuoi  iucceflc»d  nel  Principato .  Onde  p^ciò  auuiene  >  dhe  H 
Principe»  ceremonialsiente  (pofa  in  pcrfona  t  la  Badefla  nuoua ,  in  rìco^itione  del- 
rapticafiia  preniinenza.il  detto  luogo  arfe  Iranno  1^75.  insieme  con  diuerfecafisù 
ch'erano  all*intomas  onde  fu  poi  rifatto  dal  Senato  molto  più  ricco»  &  bello  del  pri^. 
mo»  con  varij  ornamenti  •  Fra  quali  fono  affai  notabili  due  belliflimi  fepolcri  in  aria 
di  marmo»  Tsrno  dH  Francefco  Giulio  »  che  ne*  Tuoi  tempi  fi  dilettò  molto  della  Scotn 
tura»  &  della  Pittura  »  ndle  quali  due  profeflioQi  fecep^r  lungo  tempo  confenia  dì) 
rariffime  &  efquifite  cofe  »  &  l'altra  di  Hietonimo  GinfibimaQO  %l4uolo  di  Marincu 
ameodue  Protettori»  &  ProcoratOAri'del  oioniftcro  • 


'* 


A    D    D    I    T    I    O    N    E, 

Terima  mfcrittìone  mtagliata  in  pietra»  p^  fi^ta  U  porta,  minare^  pare  »  che  fiMrj^ 
Cbiefasij  fiata  fondata  28.  ami  prima  di^Uo  racconta  iL^  Sattfomno  ;  poiché  fi  Ugg,^ 
inefia.  .     ' 

Templumhoc  ab  Alex.  Iti.  Pont.  l^ridericoBarbaroda 

Imp*  Sebaitiano  Ziano  Veoet.  Principe  «M.CLXXVIL 
Fnndatum»  àlulia  etufden}  Imperatorisfilia  prima 

Abbatifla  redum  j  Maria  cìeAa  Benetti  Patritr  Vener. 
Abbatifla  inflaurandum  »  &  amplificandum  mandauit.     j 

Apoloaìo  Maflfa  Philofopho  »  ac  Monaficrij  Medico  %  &  >     \, 
ProcuratoreconfuIentCtatque  procurante  • 
M.  D.  L  XXXI.  kaL  Auguftì,. 

Refiaurata,  aiunqi$ey  &  aggrandita  la  detta  Chiefa  daW^bhadeffa  Benetti  fidett a  apr^ 
parifce  molto  beBa  di  formai  eir  ìwbile  per  diuerfi  ornamenti;  fri  ifuali  vi  è  il  Tabernacoli' 
pofiofopra  l*sAltarprincipaU9  benordinato  conpraporùontuanìchitcttura  difinijjlme  pie'-- 
trty  epretiofimarmiydoueneikéfuattroportellediramedibuona^rmayche  fonoine^     > 
ri  dipinfero  quattro  valorofiVittori  l^injrafcrifte  Hifiorie [acre  i  In  quella  di  mc^  Tie^ 
tro  Mera  Fiamit^  fece  la  Cena  di  Chr^o  «.  //  mangiar  iell^^ffiello  Tafquate  degl'He^^ 
breifCh*èallapartedeflraàdi  Giouanni  Laudisi  ^Ua  finiflra  il  Caualier  Carlo  Rtdolfi 
Eccellente  Tittore9&  Er-uditofcrittorcy  nella  fua  ?ioHenhi,figurò  Uibimelech  Sacerdote  > 
d^e  dà  il  pane  della  proùgfitione  à  Dauid  ^  l^ll^dtra  ydme  el^jlngeloyche  porta  il  pane 
S-tAcinericioad^Elia  i  fu  opera  dìTietroyecclùa..  DaUe  parti  poivi  fono  due  angeli  di 
Marmo  fcolpitìda  Girolamo  Campagna .  7{e gl'altari  ancora  vi  jono  degne  Tauole  > 
poiché  Tafe  pafe  Tittor  Veneto  fece  quella  diS  .Sebafiiano  fretto  con  motte  fi&tre.QueU 
la  con  S.S^oftinOy  S^Mareo^  e  Santa  Margarita  fu^lauorapa  dtt^ntonio  ^renje.  Matteo 
Ton:i^ne  Ma  fìniftra  della  Cappella  Magpore  formò  l'Ecce  Homoy  con  SS.Tietro,e  Fran^ 
cefeoneUapaTteiv^eriore .  Q/ieUaco^Iadi^adre  f^  .A!f^eU  y,che  defcendono  conghir^ 
lande  in  wtanotla  dipinfe  lacoùo  ValmaiLgiouine.L^altrapuiie  conIddiaTadre  difopm  e 
S^to  S.Giarffo>e  S. emonio  tdi  mano  di  angelo  MAX^m.  Et  da  Michiel  Ciouanbono 
fàfaeta  queUadelU^léJdddtna  ^  AUa ^arte  defiroiìkeìS entrar  miCbiefa  W. è  yn.  Quadic^ 

fatto. 


D  r  <J  A  S  t  E  Li  Ó    LlB.1.        ai 

fài$iMèfak9,UqUdUferHiikit^perTalk^ 

tmtheBa»  e  flimMh  che  da  GPcci  ijM9  y$lm^  Cùmprart  <9ndt^ent0^fiméferf$n€rh  irdU 

kbr  Cbiefa:  ma  mefie  Afmadjenan  fé  ne  fono  voluto  prméore . 
Contorna  fin»  d  frefenf e  Ft^  dei  Dogi  iiFenetU  in  dar  il  pc^fttffo  éit  motte  jtbhs^ 

i^di4eno  Monaftero;  poiché  il  Doge  MarinGfimani  fanno  1 598;  d  17.  Febbraio  fpoti 

bfédbbadelfa  con  foUnne  cerimonia  Soffia  MaUpiero  >  &  dopo  la  Meffa  $  che  fa  cantataJla 

Miebkl  di^PrioUf^efcomdiFicen^yatireUaQuerini  per  nùtneéieffa  Ubbaieffa,& 

tà  tutto  A  Monaftero  in  rendimento  dtgratie  d  Sua  Seremtd  %  così  parìe  :  tt^ati  animimi 

uten  euitaye  $  aUf.  efftéjgere  non  p^eff^éjuipromfecóllatisbeneficiisfiminus  ad  referen* 

dam  grmtìamfatiffacere  muralet^  ad  pradicanikm  tamem  &  habendam  non  fé  fé  accin^ 

pt-»  Qnam  w  rem  ne  per  not  in  eo genere  peccetur  :  J^osf  atte  maximo  beneficio  tmàxi^ 

moéf.hotmred  Serenitate  tua(F cucirne  Trinceps)  affeàa  fnmusi  totq.  SacrofanSis 

ftétcaiiottibus  eufHdatf  abs  te(ydmfU(fime  uintifles  )  nobis  ipfis  non  mediocriter  defuijfe 

yiderettuo'  yft  ytrique  de  gratiis  famem  agpndis  non  cogitautffemus.  Iniun&um  efi  mihù 

omnmminfatttiffinM9ythocmunusperfoluerem:Ìn  quo%  yt  incfteris  rebus  tantarum 

MatrtimiOC Si^rormuìudkimtfemperft^pexi: ita  nnnc(pa€e  ipjarum  dixerim)id  ip^ 

fmuitidiciumd^ideraui:T^nonmirum  /it$fi4nprafentiade  ingentibus  meritis  veftris 

yerbafacere  perhorrefcam .  Etenim  ijua  lingua  in  terris  de  yobis  di^ni,&  aptè  hqueturi 

iimtUtMtA  htAifmMbilteficii  magnkudinem  fatis  expticare  audebtt  f  Tro  in  ipfi^^ui  tan^ 

itBenep€Ìì^&  auSib§nùrisejtifiitisMSores9&effemresiidipfum(i{uafo)  Coptatione 

€omprehendatis  :  00/.  ynum  hoc  Jit  tufUr  omnium  •  Datum  erat  »  yt  Marinus  Grimanus 

Fenetiarum  Duxt  jp^iinttr  fua  inftpiia  Crucem  rubram  deferta  ob.etneritam  fuorum 

maiantm  yirttttem  $  acportam  gfmam  recuperanda  Frbe  SanSa  Hierufalem  :  is  jte^ 

dem  Sacram  SMarid  de  Firgimbus  in  Hierufalem,  obantìqmfHmis  fuis  mmunitatibusf 

C*  ffrimlepjsiampropè  incUnamem^ftug^laridextmiatet  dcdil^entiaper  auSoritatem 

Tonttficiam  erigendomi  oc  confirmaniam  curaret .  Datum  erat»  yt  MarmusiUe  Dux  ad* 

mirabili  Sapientiai  ac  fietatein  Deum  nobis  Sophiam  Maripetram  tucretttr  9^u£  incom 

par  abili  fua  yita  provitate  »  mir^coq.  an^dio  nos  duceret  i  oc  gubemaret  • 

Da$um  denique  erat  »  i^^  Grimanus  cum  effet  Dux  s  Monafierium  hoc  i  Federico  Seeuu' 
do  Imperatore  exadificatum»  iUtbattttUf  imuoU^tmq*  in  M^ripetram^  tanquam  infirmam 
petramcoUocatumtOtfiodiret^acproteffretsttect^yt  ftémsDuodemMakfU^^ 

imperatoriumfulgoremadiungeret. 
Quasquidem  res  ytiCctlolapfasfatisadmirarinonpéffumMs:  ita  yobis  prò  agenda  gfra^ 

tìjspariayerbamuenirenonyalemus .  f^tocirca $  ^m oratkni  meaimponamcumìlUs 

ttkberrimis  carminibus: 

In  fiera  diim  flouij  cunem  :  dum  mondbusvmbrc 
Lolfa:abiiDt  Gonoen  :  polus  daiD  fiderà  pafixc  : 
SoDfK  bene»)  oomeoq.  vefirua»  laudeaq.  «meboac* 

D«ì. 

Francefco  da Mdim anch' egU Doge imuef» in  UtkMefia»  &  diede  U  popejjb  d  Ga^ 
briclada  Molino  con  pompofo»  e  foihniflimaaf^ 

--  B    3       pò    ' 


t»         IP  E  li  5J5S  T  I  8  Kp: 

ceOamtCeklleGrìmimareckàim'eUg^  lode  ìli  effd\AbbMcffkf  end 

fine  così  diffe . 

QnanmremriderfytSereniffimusnofterl^emM  Ut^  ad  Te  in  jlbba^am  perpe^ 
tuam  ^mfimumdam  y  tr  binis  exomémdam  ànnidis  cbarus  aceeditfédierocnmSaplyjfrf 
Tafkirdem  Dismtatem  i  altero  yero  Ditti  M$arcibnius  IncfytgVrbis  pétroni  ìnuàjmem 
prafenente» tutelam  y  cyc  patrocininm  'Hsf^i  Trincip'ts  ambmts  indicantibMf  ^in  f^pmm 
dkpUcau  fideiigemittoq.  Defponfationis  %  -pt  olim  B.  Inliam  pranominati  Caf^rii^  Wiliam 
Sacrofan&i  htUus  Cctncèij  ^ntiftitem  primam  Sebafliantts  ZiéomSfglorioff  re€oriàtÌ9nU 
Tmceps  ijfdem  infiptibtts  omattit,  decorami .  Qttod  fiotti  tjgre^tm  ftiprems  in  V(^  col^ 
lata  Dtgnitatis  extat  monttmentttm»  ita  infigni  renottationis  accejjume  amflificatitr.  jQ«4* 
profter%S  ereni ffinta  'PrincepSi  qui  fummo  cum  Ubbatiffa  7{ofbrapropinqtiitati59  Famuiéh 
Sttéiii%  &  ^moris  rinculo  tenerih  was  tibi  debitas  prò  tot  »  tanttsq.  in  nos  cottatìs  benefit 
cijsgrates  rependam  non  inuenio;  Ideo  obuoluto  capite^  quoR  pudorts  confcientia  tal^atan^ 
ti  muneris  officium,  imbecillitati,  &  rerborum  utopia  adeo  impar,  meltori  modot  wo  pof^ 
fum  promptiperfoluo  :  infignem  apud  T^os  tuorum  meritorum  memoriam  inniotate  $  fièq%.^ 
recolemus  %  &  huins  immortalis  benefieentia  monumenta  perpetuò  nofiris  animis  yigerf* 
ftudebimus  •  ■ 

T ibi -pero  lUttfirifftmaTraful,  qui  morum  San8itate$  yitaq.  integriate  prafiJgesp 
memorem  animum  fummagratitttdinis  loco  confecramtis  ;  DeumOpt.Max^  cènixi  de*, 
precantes  >  vt  Hanc  SerentUtmam  Rempub.  $  His  patribus  j  Huic  Senatui  »  Totiq.  poptdo^ 
Feneto  femper  ampliorem  i  multoq.  magis  Florentem  $  quanditi  fucrit  i  fernet  >  oc  tuca*, 
tur,  Dixi. 

S«D  Danielb» 

,  t 

ET  non  molto  difcofto  è  (itoato  il  nnioniftero  di  San  Paniello  7  babicato  prfmaJ 
daFratì)&poidadonneniìònache«  L'anno  11 32.  Gioaanni  Polani  fatto  Ve-, 
icouo  $  donò  incontanente  vn  terreno  à  Daniello  Abate  Ctftercienfe  fuo  umiliare  » 
&  htiomo  di  faota  vita  »  il  quale  vi  edificò  fopra  il  moniftero  predetto  >  &  vimife  i 
fiioi  monaci .  Altri  dicono^  che  il  detto  Abate  era  della  fomiglia  Molina  >  che  ha  per 
ìnfe^  la  Ruota  bianca  $  &  rofea  :  &  altri  vogliono  >  che  Angelo  Participatio  Doge 
dede  principio  al  predetto  edificio.  Ma  chiara  coTaèche  in  quella  fabrìca  ftì  £- 
fpenfata  gran  parte  della  facotti  de  Bragadini)  &  che  fu  accrefciuta  dal  Vefcouo 
Polani»  fotto  ai  quale  vi  furonopofte  donne  monache  dell'ordine  di  San  Benedetto  » 
&  dopo  quefto  la  famiglia  Vernerà  vi  aggiunfe  ornamenti  :  fta  quali  vi  fono  di  pit- 
tura»  vna  palla  di  mano  di  lacomo  Tintoretto  >  doue  Santa  Caterina  difputa  con  eli 
Idolatri;  &  vn  San  Hieronimo  dipinto  »  da  Marco  Bafaiti  >  maeftro  affai  celebre  del 
Aio  tempo.  Ripofa  in  quefto  tempio  il  corpo  di  San  Giouanni  martire  Duca  d\ 
Aleflandria»  fopra  vn'altare  in  vn  fepolcro  dorato  »  il  quale  fu  condotto  à  Venetia^ 
l'anno  1 1 1 3.  da  Rodoaklo  Riore  di  San  Dahielkf  >  allora  picciolo  Oratorio  9  &  non 
ridotto  alla  grandezza»  che  gli  diede»  pochi  anni  dopo»  il  Polani.  La  hilloria  del  qual 
Duca  fi  contiene  in  pittura  nel  coro  aefla  Chtefa  • 


^jD- 


A    D   D    I   T   I   O    N    fi. 

IteM  i6i7^à  if.  Magffofà  iraslatadoUC^rpùiel  fudetto  SXìmmmi  cmfóHeHif^ 
fmfroctffmch  epofio  foprs  yn'^kare  d  «^erzfs  Cbiefa^euo  nmmfmente  alfuagloruh^, 
fimme^  m  nobilijjlmo  Sefokm  U  cui  pdlU  fè  dìfwad  da  ^lejjéuidro  Farowi^ifirM^ 
émcfféiUmedefiwMSaìUonelUfr^iofuJ^e^^  Fi  fmo  due  altre  Tiimh 

Uiimateaij^DomeoMTiMfrettOyneUequaUMfmfc^iQmyna  laiiafcka  diGie$ino^, 
frt  Red€HMref  &  welPaUra  laT^ciut  pure  del  fi^TrecurforeGiim^  fi  i; 

daee^primip^élU  fabrkaieltyikarMiiggim^  ceubmitue^f^  diffffm^  &  di  finirmi' 

Sant'Anna  t 

DAITaltro  Iato  por  alTincontro  quafi  di  S*Piccro  su  Tacque  del  dio  canale  fi  troua 
S*  AnnaJuogo  antico9&  faabicato  parìmentc  da  monache^  &  per  la  fiia  molta^ 
v«cduezza>quafi  del  cucto  nudo  di  bellezze:  ma  veoeraadoasi  per  le  doone  dalle  qua- 


li i^kfficia^i^^si  per  lofito  nobile  doueépoflo  • 

A   D   D   I   T   I   O    N   E. 

nominando  quefla  tìriefa  ^pvmo  inferno  per  la  fua  motta  veechie^T^  >  ritroudhdoft 
\Abhadeffadique^fAuùpla  Madre  Gabriella  Marcello  Panno  itf  24.  Gentildonna  di  gran 
yirtà»  e  valoreffece  elU  cominciare  à  demMr  t antico  edifiao^e  dar  infieme  principio  alla 
nmmafiMca^netUfmded^.  di  Ottobre  del  medefimo  anno  fa  pofta  con  follennitdlapri'- 
^lajfictraconU  fe^temimemarie  [colpite  in  effa  9  cioè: 


^    i. 


D.    O.    M. 

4 

VtbtnoÒdauo* 
Francifiqo  Eridò 
Federico  S.  R.  £.  Catd  Cornelio 
Cabnelia  MaKello  '' 
P.P.  P.P. 
piomiD  Eleenosyius 

Glorialo  Dei 

Mooialiuip  Benefi^'iipn 

OAeptaos 

D.  Ani»  Mooafterio  Praefideotes. 

P.    P. 
M.DC.  XXXlV.'lIILNooatOaobrìi. 


%  ' 


B    4       Si 


y 


^4  DEL    S  JES  T  IB  R  a 

SicmtHniiopóiillamrocmÌMHdfidtèciM 
tome  apparifcc  alprepmte  in  beUa,  e  l^iairaforma  ffafira  il  modello  di  Francefco  COHr 
tini  jlrchitetto^  euhmocosì  degna  mdcbmaJUu  fatta  fm  d'Elemofinè  9  nelle  MàU  cuh 
coftfe  anco  lapietafnbUca  con  rilenanti  fomme  di  contanti  >  e  quantità  di  imerfa  materia 
neceffaria  per  così  [anta  opera .  La  Cappella  grande  infieme  con  l'Mtareipémìmenio^pit* 
twrà  >  tr  altri  ornamenti  »  che  fono  in  epa  9  la  fece  per  voto  i  qnattr*  ordini  di  Maeflrwi^ 
deltjùfendcy  cioè:  Calaffai,  Remerit  Marangoni^  e  Segaci»  efsendoftatit  per  imefceffiù* 
t^e  di  S^Annaspreferuati  dalla fierijjimapefle  deWànno  16^0.  ti  foKtto  è  beniffimo  diffe* 
fnat03  e  €ompartito%  ledendoli  figimtt^  diS.Mat-' 

teOf  e  le  quattro  doti  del  Corpo  Beato^  opera  di  Francefco  Hftfdri  celebre  Tittare  dt^  tempi 
mftriiilqnaUdotteuadipigiUreancontlfOtmtoitime^ 

gel^a;  ma  fida  perfonadinota  fatto  fare  dfue  fpeje  altra  Ihjhriada  TOtoredi  poco 
intendimentoy  il  che  pregiudica  afsai  aW ornamento  di  efsoft^tto .  'ìtel  Cfiro  interiarf  fo^ 
mcottocati  due  Quadri  di  mano  di  Alberto  Durerò  donati  già  dquelìe  Venerande  Madri 
da  Filippo  Terv^. 

Terminata  quoR  del  tutto  così  nohìl  fabrica  >  terminò  anco gt anni  di  quefta  mortd  in* 
ta  lafudetta  Maire  Gabriella  Marcello  »  che  fempre  fopraintefecon  grahdifftmo  Xflo  i 
detta  fabrica $Canmì6$ud  ^2{mmbre^ e deU'efdf^  efiendo  flata  Abbadeffa 
tre  yolte:  Onde  nelle  Sacri  fontìom  Ejfequiati  fit  Mata  con  elegante  Oratùme  dal  Dottore 
Anttmio  Cogani  Sacerdote  Titolato  in  S. Maria  Ttoua,  la^qual^Oratione  tJUoMata^  &  de^ 
tficOtémlUMadre  Barbara  Marcello  T>{epote  della  defont a^  anch' e f sa  GentUdonna  di  gran 
nùrito^&cheTHuemqueiSachChiofbìconmolt'rfsemplaritd» 

Fu  finalmente  confecratoqueftoT empio  alU  6.  di  Lr^lio  del  16^9»  da  Gio:  Francefco 
Morefini  T^atriarca  di  F'enetia  ;  in  memoria  di  che  è  fiata  pofio  vn  marmo  fopra  la  poitf 
wutggioredi  dentro^^  douefono  int^liatc  le  feguenti  parole  •  -        ^  " 

Ioana.  I^^anc  Maiffoòen..Patr.Ven«DaIiD:q,Priin# 

Tciiipfucn  Hòc  . 

Beate  AnnsrMatri  Dti^zxà  Vii:ginj$ 

Et  SanOalàenedi^  Abb.Dicatam  fblemoi  rit» 

*  Confeaauic; 
Anno  fallir:  M.  D C  LVIIII.Die  VllnUj 
Akx«  V  FL  Pont»  Max.  loaon.  Pìfauro  Due  Vcnct# 
nciCQsi  MOfiHnici /iDDatiua  cTOcnrantc 

Mmb  DedkattbatsTrìt  fèmpec  Dorafnka  i.EniÌ<ieni  menfirJ 

San  Domenico. 

^V'ia  ksb&ttMtx  renendod  verfo  la  cittd  ^  è  ficuata  la  ChicTa  «fi  S.Domentco  ha- 
^  bitau  da  i  firatrì  predicatori»  &  honorata  pec  molt^  fue  qualità:  perciodìe  ella^ 
il  fabdeata  ft  dc^aca  dar  Marino  Giorgi  cognominato  Santo  rDogé  49.  che  faran- 
no 1 3r:i:i*  ft  adbmau  di  marmi  nel  corpo  fuo  quadrato  >  &  accommodata  d*ampk> 
OonifteroiatcttganiinicaB  libreria  abbondante  di  beUiffimilibri  >  &  di  diuerfe  re- 
•1        .      f  liq}ùcL 


D  tCAt  T  1 3L  t  O    LI  ai        3^ 

a^%Ie.^pa)iilHì«ibi^và|r^  Cro(X  di  CbnOo .  Vi  a 

amen- 

^alealla 

dfftrb  vi  è  la  prima  cappìdlaibbdau  da  Antonio  Mada'bencmerito  ciellaJlep.  per 
mke  file  notabili  operacioni»  &  ridotta  à  fine  da  Lorenzo  M^a  fuo  %liuoto  :  huo« 
mo  «coeUente  ndle  iettere>  &  Seo^ario  del  Senato  i  &  da  lui  ornata  di  vna  palla  1 8c 
dì  diucarfi  altri  quadri  di  nobili  |Httare>  di  mano  diHieronimo  da  Bref(ua»  Et  nel 
tao  Chioftropnndpale  giace  in  beUiflimo  fepolcro  di  marmo  in  aria>  compartir  ó  in 
due  parti»  Nicolò  Mafia  Cilofofo  a  &  Medico  illaftre  de  tempi  noftri  >  ilquak  1ul> 
Icritco  diuerfe  opere»  che  vanno  per  le  mani  de  gli  huomini  dotti  >  8c  fa  rìpnuto  >  & 
ftimacomolto  dalla nobiltsiVenitianaf  eretto  da  Maria  Grifalconi  fua  pinola  la 
Ilio  nocQ^'col  nttatto di  marmo  fcolpitoda  AlcflEwdro  Vittoria  »  con  quell'inferita 

tiOQC* 

NICOLAI  MASSiE  MAG^HPHILOSOPHI 
AC  MEDICI,  MARIA  F.  POS  VIT 

M   D   LXIX 

Et  dalTaitra  pane  deUa  porta  del  Capìtolo  de  frati  (luogo  parìiiiente  deUa  pre- 
dettat^raiglìa  )  è  pofta  la  memoria  nel  modo  medelùno  m  Apollooio  Mafia  Filofo> 
£d!»  9c  Medico*  fuo  nipote»  con  qnefte  parole . 

Moniimeotàm  Apollonio  Maflie  Philofòpho  ad  Mcàko 
Antonij  filio  poficum  >  vteflèteius  indlducn  virtutis,  ad 
^  fiuniUae  aomioifq*  umBoriam  fempiterflani . 
';  M    D    LXXIl.  Kal.Aug: 


.  -  f 


Et  noti  molto  lont^Uio  fì  ferba  CcTare  Albei^tto  Giurìfcobfolto  celebre  >  &  at- 
tre volte floio precettore.  I^ualeeflrendogiouanedi  molta r|>eranza >  ritrouandofi 
ùgoiiemodiBagnacauaUoi  fi  moricob  dolore  de  gli  àmid>  &  deJlWuerfalo* 
fc  vi  fi  legger. 

Csfari  AJbetghedo  ìqrircoDfulcifs*  du»  Heroills 

'II.  Ducis  Penariie  deei.eto  Magnacaballf  infigid     '' 
CURI  linde  prseft ,  immarara  morte  prartieoto  • 
'    Alberghetus  pater  piemifs.  P;  Vixft  ann.  X  Xnif; 
D.    XX.  obijtAanoSaltttis.  MD  X^III. 
VI.  Kal.Sept.  ^  .  * 

m 

II  fuo  campamk  Panno  li^.  cadde  itdrra»  allora  che  vna  kH9à  di 
&  di  vento roppe molti  nauib  >&  mandò  in louioa  moltiediìSci»  cofi  publia»  co 


itf  t)  E  t    *  H  S  T  I  È  R  O  I 


prjuadicon  angario  di  fiituit)  mate  :jperaochcin^  $ei- 

rhi  con  groflfo  eflcrcìto  »  hancuanoeipuenato  la  Tana»  con  gran  fpa»iitientoj  8C' 
danno  del  fangue  Chriftiano .  Allo  Spedale  ói  qitefta  Chiefa  era  pvtpofta  al  goner- 
no  »  ^  IO.  anni  fono  1  auellaCaflandraFedek»ch'dfièndofanioTapermolce  fcien* 
tie  nella  giouentà  (uà  >  ra  renerita  dal  Polmano»  da  Hermoiao  Barbaro  »dal  SabelH^ 
coj  &  da  molti  ahri  Scrittori»  che  ne  fe^ro  faonorato  ricordo  ne'  loro  fcrìtti  i  &  fii 
feppellita  in  quefU  Chiefa  • 

A   D   r>   I   T   I   O    N   É. 

Si  yede  al  frefente  quéflaChttfa  mokéiiuerfadi  fórma  da  qHcUd »  che  la  ieftrittt 
il  Sanfimmodt  fofra  ;  poiché  rimodernata  mtcmo  att'armo  1590.  fk  è  di  lunghe:^  j  -è 
di  aUei^  accrefcima  fiàd^yn  terxp^eUuate  le  cappelle  parecchie  y  che  ut  occMé^ 
nano^rmane  tutta  Jpatiofa,  tmdat  e  bdla%  am  ykrij  ornamenti  di  pittìtre  $  e  fcol-' 
tnre.  .  . 

Hd  gt altari  nobili  »  e  ricchi  per  la  fine^^  de  marmi  $fer  difcgno  »  e  per  altri  nota-- 
bdi  frep .  Sopra  tritar  Maggiore  yi  fono  quattro  Ungeli  di  Bron%$  di  mezzana  gran-' 
dts^a  ^gettati  da  Bartolomeo  Bregantio  >  quali  foflengono  il  Tabernacolo  j  09^  di  legno 
diluentemente  inti^liato  9  e  riccamente  dorato.  Frale  pitture  %che  fanocopiofe  inque- 
fioTempio  pie  più  Eccellenti  9  e  fiàmate^^fono  due  quadri  4a  siati  dell'aitar  delRofario^^ 
nequaltda  Maffeo  f^erona  furono  dipinti  due  miracoli  3  f^mto  di-pu  Caualiere  di  Bret^ 
ragna  %  che  in  >na  batt/^lia  ottenne  fegnalata  vittoria  contro  infinito  numero  diHere* 
tici  ^apparendogli  laTcrgint  con  moki  ^AngeUin  fuadiffefai  perjefjlar  auue^  di  re^ 
citar  U  Rofario .  Valtro  e  parimente  di  vn  Caualiere  liberato  da  demoni  in  ytrtà  tm 
Hofario  piiftoghiuléfio mentre vdiua  la  fredicadiSan Domenico . 

Sotto altorgano yiè-pnUtieutovt^ amécumSamiéimModi gfctwi UalmAra .  la-» 
topo  Talma  lauorò  quattro  Tmolc,  Cima  del  ^p1fe  d^io  cot^  angeli  piat^enti  intorno 
alCroc^fjfi. 

La  feconda  di  San  Giacinto  genufleffo  %  che  mira  con  m(dta  dìuoti^nela  Vertìne  in 
Gloria .  La  ter^a  di  Santa  Catterina  da  Siena  y  che  fi  fpofa  cck  Chr^ ,  pittura  mrtto  /li- 
mata.  La  quartaèquetladi  Santa Febronia.  Il  S.Ramumdo ,c%e  rarcaimare 9  fliope^- 
ra  dinAfMnio  .Alienfe  yU  quale  fece  anco  ndfrepo  U  Chrifio  condotto  al  Monte  Cabtmié.^ 
JUferifce  il  Stringa  ,chefiiiin  quefia  Chiefa  fepoìto  Girolamo  Querini  Tatriarca  di  yene- 
tiaconqucflainfcrittionei 


Hicronymiis  Quirious  »  ne  kmì  ca^auer  io^erctun^ 
Corpus  conficitur  Doosipi»  hic  voluit  biunari  :  qui  ado- 
lefcens  ittThonia?  Donati  irerba  pmniuii  iiirauit»qiiefiiiii 
Monadica  digcic.  fyhkc^tusp  9t  Pacriirciu  Patriarcbam 
itt3Ri  tenax  imitati»  :  Obìjc 

M.    J>.    IIV. 


Et 


D  I    C  A  S  T  E  ft  L  d  LIB.  t        ^j 

Si  AaMio  Diodo*  die  fu  Fcocutacor  di  SJhtatco  *  cdMBcii^^ 

•    ■     .        '  .     •     . 

Sq»ulchtum  Antoni]  Diedi ,  qui  domi  »  fbrif<|.  non  miqoc  (o^ 
ti(er,qiiaai  iuQè  Reipub.  geftì  Procnfitor  Dtui  Marci  fiótns, 
atq.  in  co  Magiftntn  pie,  cafteq.  veHàtus.  0akui  cltros ,  8^ 
ittcundus.Anno    M.  CCCC  LIX. 

VitciTimtbdkSktahuocaoSgciaàombu*  Sloggi: 

I 

FffgidapnecliniindaodnnthgCBiariorapitrem  ■     . 

Thomam  de  Scenis  >  mens  cuius  in  alta  relucec  • 
Religionis  honor  >  /pcculiini  vinutis  in  omnes 

Semper  vlnque  éùi»  dilini  ièmioa  wtdn 
Feraidusinpopulofparfitquod  gratusomni 

Dominici  praediura  fequens  v^ìgia  >  mentem 
Intulit^hereis  pofi  loccpedtiira  crìumphis  t 

Sta  (oditto  ancodi  Ste£ux>  DorkGeaoaefe  : 

SupbamnDefkktknxageùact^fOMia'tttìMi  acfpe»pii. 
no  Wr  IfflMBc  iuoentutia  (  pto  ^lor  )  fabiaras .  coetem 
omn^s  cdiqoic  €ontinenti«»  atainnocentisezempluni 
finyilarc»  parentHxis  varo  niefiiramit  >  &  amids  defidfr; 
rinm ,  quale  nemoantentrìfte  >  ac  lachrimabiile . 
Vixit AanvXXiL  Menfcs  Vili.  Obijt  die  xix. 

DecM.D.XLII. 

VtfatanftniCRiom  vicaiq^ifteMb  di'è  lafeguente  : 

AttgsftinttsdeAngefot  Patria  Pifaurtenfistfibitfratri- 
busq.  fttis  >  ac  eoruD  potentati  hoc  facrum  dicanit* 
M.  C  C  ce  L  XXXXVIII.  Sifte  gradum.huc 
tandem  miièrt  dcibeadite  >  iute  cft  certa  fapoiìièrténe^ 
utenendaTMe. 

NdCIanftnx»doaeQifcp«ltoPaok>CoaftaMeFcrnu«re>  fi  vedeb  Tua  Statua 
IcolpiuiD  marmo  dal  Vittoria  fotu>  alla  quale  i  fcritto  di  lui  ; 


Paulo 


is         bÈ  t  s É s  r  I  E  R  o 


Paulo  Conftabltì  Pacrhio  Ferrarìenfi  pned.  famil.  Ccnértfi 
Magiflro,  qui  Plùbfoph.  ac  Thcolog-  ioterp.  batrct.  prauir* . 
Inquifit.  Sacri  Palatij  Magift*  Ahiidìs  Virtutit>us  ad  fum*'  ' 
mam  d%nitac€in  in  Aio  or4.  fibl  adituin  patefccit .  Vode 
Prouinc.  perluRran.  &  communi  comnio^  »  ad  quod  na- 
tus  erat  omni  ammi  >  ac  corporis  contentione  confulca 
Aan. seuc.  fuae  L  XH I.  Deceffic  x  ▼.  KaL  OAob. 
M.  D.  LXXXH. 
F.  Pauluslfarefins  Miraod.  Mag.  Prou.  Ter.  Sanft.  acSoc. 
Noffl.coc.Ocd. 

* 

S«n  FranccCco  di  Paola .' 

A .  D     D     I     T     I     O     N    E. 

'^tt'mcOHtro  di  San  IXmenico  oltre  il  eanale  %  tiaChiefa  di  San  franeefco  di  Paola  i 
prima  intitolata  di  San  Bartolomeo  :  ma  per  efier  picciota  >  recchia  i  e  cadente  %  fa  dalla 
Cafa  Querinidena  dalle  Tapom ,  ta9mo  i  ^96.  fono  H  principato  di  Tafqud  Cicogna  » 
dato  principio  dnnom  9  e  beUo  Baccio  9  Ugnale  fa  poi  continuato  9  e  perfettionato  con  t^ 
Elemofine  di  pij  fedeU  :  MafRme  bauen^à  DXefare  Caraffa  impetrato  dal  Senato  »  che 
li  Tadri  deU  ordine  d^l  mede  fimo  Santo  potefiero  yentr  in  qntiRa  città  d.  fondar  la  loro  Re^ 
licione  f  officiar  ^uejia  nnoua  Chic  fa  »  &  h  abitar  quejìo  luogOfdoueftd  faoricato  pifr  d^Ele^ 
mofinevn'ifnpioi  e  commàdo  Moneterò. 

FrigtohUmemideUaChieRifyifonotreTalkdimanodilacopoTalmaiC 
nmuiata^Flm^inedeMMaimmadiChìognai elatere  diaknneSa^eyergmi.'HeU 
tritare  diSan  Franeefco  intomo  alla  fnapsura  >  Tietro  Malombra  dipinfe  i  di  Inimi^ 
racoli.  Il  foffitto  fatto  d  fpefediD.Cefare  caraffa  fudetto  è  tutto  di  mano  di  Ciouanm 
Contarino»  hauendonel  mexjf  figurato  la Refurrettione  di  Chrifio»  e  d* intomo  /^^n- 
nuntiata^laT^^iuitd  del  S  amatore  %  i  quattro  Dottori  della  Chiefa»  alcune  attioni  del 
Safito  >  e  due  Ustorie  della  Cafa  Cataffa  »  con  qudttìo  ^rmi  di  quefta  f amplia  >  che  fllto 
di  Vapa  Taolo  IF.  di  D.Carlo  Cardinale  s  di  D.Tiberio  Duca  di  7{pcera  >  &  ai  D.Giouanni 
Duca  di  TaUanOi  ^  Il  mede  fimo  D.C  efare  fece  tùtco  la  Cappella  ma  deftra  della  Maggio^ 
re  con  la  f uà  Sepoltura  »  yedendofi  da  i  lati  le  qui  fatto ^  infcrittioni  : 

C«(ar  Caraf a  filius  Diomedis ,  fratris  IIluftr|ff mi  Tibe^ 

rlj  Carafa:  Ducis  Nuceric ,  patria  relida  aliam  ùuienU» 

Scnatus  Veoecergarebenignitatet  vbi  in  fpcm  certam 

{.    fibi.pofuicluuKwinumquiecisvfque  ad  (iiem  mundi 

VlcifflUffl* 


Vt 


i 

i 


D  I    C  A  S  TE  IL  a  LI  R  L        iji 

» 

Ve  plures  "^ioà  Deun  haecRelpe^  prò  fe  SailAos 
Deprafcatoreshàberet,  Oefar  Canfa  Beati  è  Paula 

Francifcì  Familiam  Sumino  ftudio  traducendam 
Itnpetrauk,  vbi  ipfi  fibi*  d(  pofierìus  fuis  Sacelliiin»  1 

Ac  fflofMimcnram  «dificandum  curauit . 

Santo  Antonio  • 

SV  la  man  deilra  andando  per  fianccb  dopo  aflai  lunga  ftrada»  apparìfce  il  Temolo 
di  S.Antonio>  fituato  quafi  su  la  punta  di  Veneda  che  riguarda  verfoi  dueCa* 
fieUi  •  Luogo  altre  volte  con  titolo  di  Spedale  >  ma  poi  per  Io  concorfo  del  popolo  f 
per  dìuerfi  miracoli  £iitti  da  vna  imagine  della  Beata  Vergine  y  conuertito  in  Chiefa 
di kfioame»  &  finahpente  ridotto  infabrica  veramente  reale»  fui  modello  di  lacomo 
Lantani  Architetto .  Fiì  il  primo  fondatore  &  anco  Priore  >  Franciotto  della  nobile 
Simiglia  de  gli  Abati  Fiorentino  »  il  quale  la  dedicò  al  nome  di  Santo  Antonio  di 
Vienna»  fi  come  per  quefta  memoria  f colpita  in  pietra  preflb  alla  porta  di  Sagre* 
ftia  appare. 

•% 

Anno  Domini  134^.  in  la  feda  d'ogni  Santi  io  lo  tempo  dello 
ladito  Signor  Mixier  Andrea  Dandolo  Doxe  de  Veniexi3  >  & 
ddRciierenda  in  Ctffto  pare  Mixier Nicolo  florexini  Vefco^ 
uo  de  Veniexfa  i  fb  metuda  la  prima  piera  de  quefta  benedetà 
diexia  de  Mikier  Sando  Antonio  de  Viena  >  &  cantada  la  pri- 
ma mcfa  •  E  fo  dado  lo  dito  luogo  per  Io  honefio  religiofo  Mi« 
xter  Franciotto  de  li  Abati  de  Florencta  de  Io  ordene  de  Mixier 
Sanfto Antonio  de  Viena»  primo  Prior,  &  fondator  del  dito 
luogo»  Siandolinobeli» &  faui  Signori  M.  Lorenzo  Minio»  e 
M.Criftòfalo  Iftrigo»  e  M.  Cane  Becin  »  e  M.  Girardo  delli  Ne^ 
itodi»  &  M.  Nicholo  Magno  Procuratori  delio  diro  luogo  »  per 
lo  qual  fiafempre  fata  Oratione  per  tutti  quelli»  li  quali  ha  da: 
to»  e  darà  de  li  luoi  beni  per  leuar  quella  benedetta  GItexia  »  e 
Mixier  Marcho  Catapan^  e  Mixier  Vielmo  Stracarol . 

Si  dice  ch'i  qiiefta  fpefa  concorfe  quel  Nicolò  Lioni  Procurator  di  S.  Marco  »  cho 
fcopri  la  congiura  del  Doge  Faliero  >  &  che  dopo  lui  la  famìglia  Pifana  fabricò  gran 
parte  del  luogo .  Et  non  molti  anni  fono»  parendo  alla  Cafa  Grimana  »  &  ad*  alcune 
altre  infieme  di  ri  tarla  del  tutto  più  magnifica»*  grande»  fi  cominciò  dalla  facciata  : 
la  quale  bene  intefa  per  ordine  d'Architettura  f  hi  nel  fuofrontifpitio  fcritto.  PE- 
TRVSGRIMANVS  PRIOR  VNGARIìE.  Sono  in  quefto  Tempio 
diuerfiomamenti  notabili  di  pittura;  percioche  dalla  parte  defira  vi  fono  Quattro 

riccbiflimi  altari  •  Il  primo  di  mano  di  lacomo  Palma  fu  fatto  per  ordine  di  Nicolò 

Cap-^ 


^  DÉLSEST  lEU'O 

Cappello  Generale  dell'Armata  Vinitiana  odia  gue^  >.  che  fi  hehbe  con  Baefith .  le 
cui  memori^  fi  leggono  in  alcuni  qa^in  di  marmo  »  che  méttono  di  deaero  la  porta 
in  mezzoi  con  ^ueua  infcrittione  t 

r 

Nìcpiao Capelloi  qui  dafli  Pratfc&us  Baiafita?  Othom.  lòipen 
Remp.  perfcquemein ,  cam  fortiter  >  ac  fbelicifs.  tutatus  ed:  t 
Cyproinfula  feruata  »  dum  Vetif  tias  ouans  reuertitur  Corcy- 
ra^  laboribus  confedus  fatis  gloria?  vlxìflfct j  fatoj  fui$>  ac  patrio; 
iniquo^  prserjpitur a    MCCCCXCI*  .. 

Vixitannos  L  V.  M.  X#  Vin.  &  Dommiciis 
F.  pierati$i  &  virtutis  ergo  P* 

It  fecondo  dedicato  alla  famiglia  Pafqualiga  dimoflra  vn  bcIHffimo  Chrìdo  fatto 
da  buon  maeftro  >  in  memoria  di  Pietro  Pafqualigo  Senatore  in  quel  rem  pò  ilhiftre  ; 
perciocheeflcndo  huomo  dottiflìmo>  &  hauendofi  acquiftato  gwinde  honore  per  te 
cofe  di  lui  ralorofamente  fatte  %  fa  Ambafciadorc  a  tutti  i  Princìpi  di  Chriftiànitsì , 
&  fi  mori  di  veleno  in  Milano  preffo  al  Rè  Francefco,  &  lafciò  diuerfi  trattati  cosi  di 
Metafifica>  come  di  Thcologia .  Scriuc  di  qucfto  huomo  Pietro  Giuftiniano  nel 
hb.xij.  della  fua  hiiloria.  &  nel  detto  Aiogo  fi  legge . 

Petrus  Pafchajicus  Doc.  Celeberrimus  eque^  prasclariflunos  » 
perfèi^sOrator,  optimus  Scuator  Icgatiouibus  ad  Lufitanif  •. 
Hifpanije»  Britannia;  i  Vngaria^i  Regesi  loiperatoremq.  Max- 
&  Burgundos  fcelicirergeftis ,  L^gatus  ad  FraacifcutQ  Galliae 
Regen»  Mcdiolani  dica  fuum  obijc.  M  D  X  V. 

Et  dall*altra  parte. 

Franctfcus  Gallorum  Rex  Pctri  Pafchalici  virtutes  tanti  fecie  ^ 
vteius  funus  magnifica,  &  publica  pompa  Mediolani  cele« 
brandum  »  &  Oratore  ad  hoc  ipfum  desinato  i  cadauer  honori- 
ficecomicance;  in  patria  reportandum  curaueriti  quod  in  hoc 
monimentoconquiefdt.    Vixit  ann»  XLllL 

lltcrzo  ricchiffimo  di  colonne  >  di  marmi  *&  di  molto  oro  ^contiene  con  dilica- 
tiflìma»  &  eccellente  pittura,  lahiftoriadidieci  mila  martiri  fatta  da  Vittorio 
Scarpaccia  pittore  nobiliflìmo  del  fuo  tempo-  &  nK>lto  ftimata  da  gli  intendenti,.  & 
conlacrata  da  Hettore  della  fomiglia  Othobona  allora  Priore  di  quello  Tempio ,  a* 
predetti  martiri,  Scornata  del  legno  della  croce,  &  d'altre  reliquie  di  martiri ,  cotale 
m  prciTo  fi  legge  • 


D.O- 


t>  I    e  AlTBt  l  O   I.IB.  I.       il 

X>.  (X  M  Maityraim].z.millibiiiUedorOthoboiNis 
pacraus  templi  Aotifl^s  vcuit  in  peftiicntia  »  Aflconiifs  Con-» 
tarcDus  ex  Canonico  loci  Pont«  VenetustUgno  cmcii  ipfonioiq. 
martyrumadditisrcliqutjs^facrautc  M.D.XIL 

Et  dairaltro  lato  (feUa  predetta  infcrìttione  fono  fitifrarcritte  parale  in  honor  di 
Aimniioi  Sedi  Stefano  Othobonibenefiierìti  della  RepJ Oli  difeeadeim  ixoooSc^ 
cretari»  Se  noi  vedeinnx>a  tempi  noftri  Gian  FrancefcoGran  Cancelliero  oon  Het>- 
tore>&IJoQacdoSecreeariif  &  coaakriiboi  nfooti  in  molta  npatactooe.  I  quali 
Antonip»&  Stefano  fatti  chiari  per  le  guerre  ette  fi  fecero  nella  Moreaooi  Tiaroo» 
fono  ricordati  nel  decimo  liixdeUe  Hiftorie  di  Pietro  Gmftiniaoo  « 

Stephano  patri  >  Amonia  and i  HcAor  Ottobonus  noncmeo* 
tum  Me  fòibòicum  portnm  ab  hofte  occupatnm  trepidante 
clailc»  nani  fiia  folus  ingrdTus  e({»  M.  CCCC  LXX.  Illepr«« 
lIoNauali  ad  Coryphafium  expttgnata»  turcànin)  maxima 
nani  igne  concepto  comburitur  M.  patriat  vterque  nati» , 
oonfibì, 

U  guarto  lut  dipinto  dentro  lo  rponfalitio  della  Beata  Verginccon  eccellenti  figo- 
re»  fiinute>&  riputate  aflai  da  i  buoni  macftrij  &  è  della  famiglia  Qutrioa  « 

Vi  giacciono  parimente  due  Vefcoui  »  Fvno  d'OiTcro  >  dbeWiTe  ranno  14; o^&ltì 
della  cafa  dalle  Fornaci  >  della  quale  altre  volte  vifle  vnCanceHier  Grande  dellau; 
Rep.  &  f altro  fiì  di  Imeria  Panno  ijtfi.  &  (i  chiamò  Ottobellino  de  i  Corradi  da^ 
Lodi  legifta  celebre  &  famofo .  Et  poco  difcofto  è  la  memoria  del  Pellctciero  Medi^ 
co  Francete  di  chiariffimo  nome»  honorato  di  perpetuo  mooimenfio  dal  Cardinal  di 
Lòreno  l'anno  1 5 5 1.  nel  quale  eflb  Cardinale  m i  Venetia . 

Et  iui  predi)  nella  Cappella  grande»  fi  cooferua  quel  Vittoria  Fifoni  >cbe  ne  tem« 
pi  calamitofi  della  guerra  co  iGenouefii  per  la  quale  fi  perde  Chioggia»  (aiuòla^ 
Kepé  &  h4M  libertà. .  QQcfti  honoraro  con  pribbco  onerate  dal  Senato>hd>be^d  glo- 
ria ddlitB«^^TÌttiìflaftama|Kdeihc>per^  eccellenti  fatti  éc  per  gtan- 
dezza  d'animo  vinfe  fenza  alcun  dubbionòn  pare  i  progenitori  fiioi  9  ma  aaco  tutti  i 
foci  coùcitudini  in  quel  tempo  :  onde  ripiene  le  Hiftoric  de  fuoi  chiarirmi  fatti  t 
hebbe  quefta  infcrittione  • 

I  .  •  - 

iBcUras  hic  ViOor  Pi&nc  fttrpù  almBims 
.  Armorninboffilein  caput  eqaoreclaftm 
.  TJieno(tefiitÌNÌiicpatriadatidit>atJllc 

Egredìtur  clauram  refcraos  vbi  Brondufus  Altis 

Stragibusinfignis  dedudt  io  equora  Brìntam 

Mors  beu  magna  vetac  tunccummare  claflibas  implec* 

Dal. 


3i         DEL  ra«  T  f  E  R  o    •" 

Dalltiliio  lite  giace  Aam^» Gfinwii  Dtfft^s.^l  qnalcil  Gioiiio  tóì^crtu 
particolare  Ek^EJo  nel  foo  libro  dedi  huomini  ilhifjtri .  Ec  dalla  finiftra  della  Cappel- 
la è  ripoHo  Pietro  G  rimani  Prior  di  Vngaria  Tuo  telinolo . 

La  pietà  con  le  Marie  pofte  nella  grancola  dalla  fmiftra  fd  opera  di  Guido  da  Mo^ 
dona  Pittore»  hauuto  in  gran  pregio  da  Alfonfo  Rè  di  Napoli  •  Vi  gmcc  pariniente 
Pietro  Landò»  che  h\  Principe  l'anno  tSjS.  pcrcioche  la  fua  cappella  tutta  di  pietra 
Iftriana»  adornata  di  figure  di  tatto  rilieuo  >  &  grandi  ài  naturale  »  con  la  ftatua  del 
predetto  Dc^efcolpite  da  Pietro  da  Salò»  rende  bella»  &  gran  maefbi  al  predetto 
Tempio. 

lui  preflb  è  fabricata  la  nobil  Chiefa  dello  Spedale  di  Santo  Antonio  per  voto  del* 
ta  Repub.  la  quale  guerreggiando  col  Turco  per  difefa  della  ckrd:  di  Scutari  »  che  fi 
perdeua  Te  non  comparìua  con  molta  preflezza  vn  certo  numero  di  Marinari  >  efait^ 
dirada  Dio  di  quanto  defideraua»  il  Senato  fodisfece  :  &  fii  dato  il  Iuoto  per  ricetto 
de  marinari  ridotti  in  vecchiezza»  fica  pelleppìni»  &  come Iuoqo  del  pwlico  £à  cam* 
meflb  il  gouerno  al  Prindpe  •  Mae(reQdoeflbperlecontÌ0Oue»&jaipartaati  facea-^ 
de  dello  flato  impedito  :  permefle  che  entrai{ctx>  in  Tuo  hiogo  a  quel  carico  i  primi 
huomini  della  diti .  onde  i  Procuratori  di  Sau  Marco  detti  de  Supra  »  jfottentraronq 
àquellaoira. 

ADDITIONE. 


"^da  Cappella  del  Doge  Landa  vi  fono  collocati  negt angoli  di  ejfa  tre  ritratti  [colpiti 
in  marmo,  di  tr  e  pr  e jlant^fimi  Senatori  deWifleJfi  famiglia.  Il  primo  e  di  Antonio  Landò 
Trocurator  di  S.  Marco,  nominato,  con^motcafia  lodei  inpiù  d'vn  luogo  da  Andrea  Ho* 
rofini  nella  fua  Hiftoria  yenet.  Et  fatto  ai  detto  fua  ritratto  ò  fcritto  . 

Antonio  Landò»  Hierony mi  Corcyras  in  funima  pra^fe^ùra 
defungi»  filto»  pctri  Principis  pronepQti^  qui  in  cruento  Naua* 
li  aduerfus  curcas  pra^lio  fanguineoi  impcndit  «  Patri»  mom 
luftitia  omnibusq.  pacis  artibus  Clariilinìus  Patauìj  Pra^tor, 
Militai is  Annona?  fupremus  Cura tor  »  Brisciae  pra^feàua ,  Diui 
Marci  Procuratori  Totiusq.  continemis  cum  fummo  Imperio 
iterum  Lcgatus  •  Pio  Aui  Decora  praircr  Arinmum  Paftigium 
aequauit.  Hieronymus  Landò  Eque$  parenti  opttmo  pfofuit. 
Vixitannos  LXHILM.UH  D^XH.ObiìtXH-KaL  Fcb. 

M  DCXVlll 

Il  fecondo  r; tra  ro  è  di  Giouanni  Landò  fratello  del  fudetto  Antonio  j  che  fu  pio» 
e  reUgiofo  Senatore  >  &  però  fi  legge  di  lui  • 

Io- 


D  r   a  A  S  T  e  1 X  Q  3XfB.L        «| 

Iomdì  Landò  Hieronynii  filio  >  Aatoalj  Dtnt  Mwci  mnJMitt. 
Fracrti  Senftori  presumi  ffitnp  PJettte»Ae)j^ne|  Innoceotia 
latèconfplcup*  £xopibùs  fiiis  a»bir£3>i  ptxtéjihif  largtendi 
indttlfic.  Deo  jiflidlie»  &  PatrijéinfemieittoptuBt  merìtus,  rat» 
xina  uinenaDÌaaiiDodcratioùea4  honorum  CTulmina  Cape- 
fcenda/uftinqpdaq.  i^n  fibùfed  Fratribus  fumiao  JEre ,  ac  la- 
bore eftfufFragafusV  qui  fex  pulcherrimo  familiae  documento 
vnaconcordfter>atq.  ideo£*lff1t^igngan)i  vixere.  Hierony- 
mus  Landò  Eques  magna  éius  Liberalicace  audus  Paterni  ani* 
ni partió  ìngent&fìQ  meritorù(B«  eziguum  Hoc  M.D. 
Vixtt  ann.  LX  XML  M.  V 1 1.  Obìjt  X VJIL  K«».  lari. 
M'.  DO  XX Vini. 


J 


Il  ter^o  ritratto  è  di  Fìtàl  Lindo  fi-atàUo  incVegU  deài fidati  jintonio ,  e  OioHami  j 
fottaoMqHoleèpoftoUqHÌ'fominfcrittionc: 

Hoshabuitcnltus.  Vitalls  Landò  Hteronymi  fiKusi  Antoni; 
Procorat.  Frater.  Qjii  itv>£feQ(b^adUiperomneshonores  ve- 
ótas,  Confilìarìj  muneie  non  femel  audus  i  Patauina  praefedu- 
.  '  fa pt^puèeatort .  Dcmum  acerbiffia»» ardcilbru w  dolori''  ;  ^. 
bus ,  a jpublicis  curìs  abdw^is  cura  c^  •  &  fexàgjnta  annoc 
ezpieaet  mortalitatis ,  reliquum  in  Eremo  Camalditleofiam 
^  «d  CoUes  Euganeos  humari  mandauit .  Hieronyorus  Landò 
Equespatmo  B.M.  Cenocaphum  pofttit  • 

Deceffit  anno  M.  DC  XXXf. 
Nono  KaL  Decembris  «     .    " 

Da  i  lati  deW Ultore  di  djieci  mila  Martiri  della  famigUa  Ottobona  $  Ifùfonò  le  memorie 
di  Leonardo^  e  Ciò:  FrafUefco  Ottoboniy  che  riufcirono  ambidue  Gran  Cancellieri  della  Rj^ 
publica  pofiefotto  d  lor^  ritratti  pulpiti  in  mfrmo^  Di  Leionar^  fi  Ugge  : 


1. 


Leonardo  Ottobooo  pietate  iofigni 

Felicitate  amabili^ 

In  patriam  fidefpe^ato 

Longa  migni  Cancellarij  prxfèéluracund^ 

Partibus  boni  cinta  egsegiè  fondo,  fenioq» 

Veritts  Quam  morbo  conico. 


(• 


Et 


14  1D  "E  L    S  E  S  T  I  E  It  O 

lotlrui*  Òttfaobono  fpeftttaeSapiefttiie 

Vfro  >  Magno  Veoetiaruo  CaocellaiÌQ 

De  Patria  *  De  Rep.  opti  me  mer&o  » 

AdDiraodjé  fide!  rirtutis  animi 
Nuoqnam  intermorituro  exoDplo . 

Stn  Biagio. 


A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

InquefU  fkcùia  Chiefa  fi  vede  qualche  rinouationet  ma,  no»  vi  elenio  deimaeofa  mt* 
mvraèdetfi/ralafm  di /lime  altro,    Soloche  le  anime  d^qneJU  panctMa /può  ^^o* 

San  Martino . 

"i  1 

IM  déntro  fra  terra  è  San  Mattino,  il  quale  mentre  che  iBacfoirì  nuuidaaano  aJ 
fer9Cb& a  6»oco i'Iudia  >  &  che  i LoogobariU come  vinci^>rr  la figooreg»atiano 
po'  la  oiaaiar  parte»  (lì  edificato  da  i  nopili  di  Padoua>8c  di  Rauenoaichc  ntuggen- 
do  in  queue  Uàmt  dalla  rabbia  de  i  toro  nenuci  >  fi pofero  fopra  due  Ifole  chiamate 
k  Gemelle:  ft  fecerouqoefta  Chiefa»  reftanrau  poi  da  i  Valareffi  »  &  quella  di  S.Gio- 
oanni  Bragola*  A  tempi  noftri  quafi  dislatta  da  tutto  per  la  vecchieeza  $  fà  ricomin* 
data  in  alna  forma»  fui  modello  di  lacomo  Sanfonino  Arcbitetto»&  Ingcgniero  del- 
la RefiuScriue  il  SabeUico(quafi  comeper  eflempio  della  pariimonia»  &  della  poca^ 
ambinone  de  Veneti  in  quei  tempi)  che  vi  era  vn  fepolcro  commune  à  tre  famiglie  » 
volendo  inferire  »  che  allora  gli  huomini  fi  contentauano  con  animo  pvv>  &  nnicfib 
del  poco»poi  cfa*al.corpo  mento  conccdeuano  ltx)go  cofi  flretto»  8c  angufto  • 


■  » 


A     D     D     I     T     I     O     N     E. 

Già  dmim  amU  reftè  Urrnmats  ftefla  Chiefii  nella  fprmd  tic  ominciata  fopra  il  mod<Bù 
di  lacifo  Sanfomno  .Architetto  fmetto .  fj  due  Quadri  pofli  da  i  lati  della  Cappella  aliati* 
mfiradelUMaggforeUdipinf^  lac^Valmailgtouane  >  figurando  inatto  %  Chrifio  nofiro 
SéMOtorcy  cbepartM  la  Croce  al  Camario;  nelfmro  il  medefimo  Chriftq^fU^ellato  alla  Co^ 
Ifmna.  Tielfojfittù  "PtdeR  ma  ben  ime  fa  architettura,  che  gira  intorné  t  fatta  àfrefco  da 
Domenico  Bruni,  epel /patio  H  mex^$  Oi$:  lac^  TedraUfeceil  Santo  Fefcouo  Martino 
portato  dagl^^Milr»^i^ . 

In  teflimofio  ai  dmor grande  di  vn  figlio  verfo  la  Madre  »  ftd  rio;^^  la  feguente  m  e« 
mfimi 

D.Mag* 


D  I    C  A  S  t  KVLÙ:  L 13.  l      Ji 

Sibiq»  Vtabyt,  BeudtStopMMn  Ut^gA  pktate 

Filiusi  vceìusingrenlo  iaoeos  aOquando 

In  Pmkm  leaigraroi»  ecoias  vteioegiediefls  > 

HucoUm  ataueiic  viuens  • 

H.    H    P. 

•  •  •  «1    ^  •         ^ 

t^Ì0ic»*qHdUiiGìMutiitàStlammp  graiMm»  (enoMre»  ette  nurfe  Geiftrde  4 
TatmspHbiìmiùfmtfptfta  f(tmé  filo  fmm9ftmi»itu^mot€be  due: 

loanni  Sabosooo  ■  ^ 

AloigjSgmorttAiPpliflMat  imirfJfiwoSeiHteril      .    ^   >- 
•  '  Filio 

fiiegaiida  morta  f  vi»  itiMgrittM;  fuper  hiidcs 

Celebrando  ^ 

la  RepubHca  adminiftranda  Optimatx  Càft^atiflìmo 

Boris  Clatp»  Domi  «doirando  V<. 

Fraoclfco,  lacobo,  Ptcro»  firatrìbos  pncdarìffin»  ^ 

SttperftiH 
ProttindiK  Forilulfj  in  Arce  Pa!m«  Aimmocitoi  Impeci» 

Paek&ovkàfaaùo» 

BeraardosMautocenus  Conibbrìnaspc  telUmentb 
Compuflarius .  Hte  memoria:  monumenui  prodi- 
jandit  aoBonim  viiibtu  ifieeromn  manfura.  P.C* 

Afc^CXXXXVim 


*         f    «  •   a     y 


Ittica  jinémetue  ietta  Cbiéfa  il  t^obiliffimo  Depopto  di  Frdncefco  Erìno  Doge  py. 
Ae  fàl^atmoiói^.ordffuuédammiàtrd'pifii  eteimmd^p'ima  che  morifie;  ricco  per 
fnena  di  manm  >  &  mirébile  per  architettura  •  Tendano  ne gl^intercolmni  vari  trofei 
ml^yirmdelU  fik^fkmigUa.TietfpatiadimemJUcolk^  SimuaygrMieMt^m^ 
mét^fed0n»mtfon0rmat$o  diricntm  fkppUAe  i  diligenmmntt  fceipka  da  Matreé:^ 
Cameri4tlàffeSaét€fedetempiwa^fCbefi  fiel^ 

*  •  *  * 

Dei  Glori* 
.    Pa^  amori  »  pofteritatis  Docitmento 

Franciiou  Erìcit»  Veatriatutn  Dos  ^ 

Coeletti  ope,Rcip.IÌBnìgnitaw'  "'-'' 

PnKipnis^niutibus  Terrai  Mari  perfonAiis 


♦  .M 


jj?       !  1>:  E  U  TESTI  E  R  p  :  n 

D^oùfuiot  AmlaaflriilodnD  in^nitiis  iiàpedio 

;  :  Abfens  >ad  priod^us  Migium  euedns      7. 

t.     .      .  .    .    Viuens 
,  .HocpéreiiiiegrtUamnit  moQiiiBMtaai  . .  Z 
..    .    fieriiuttu 

SoMd  fteftaparoccbiafimo  mime  iiool 

%    .    .  .••■■-  •     .    .  ..  .    !t        "        ■ 

S.Gioaj|nni Bragola ?  .    -- 

Voa  delle  otto  CJùefe,  edificate;da  S.  Magnò 

MA  raimo  irj.  lajpkciola  Chida  di  San  Giouanfil  in  Bragola  fiì  éà  tutto  rifatta 
da  Giouanni  TaIonico>  con  le  piazze  dinanzi^  &  per  fianco  •  Si  dicci  che  i  Ve- 
BCti  antichi  9  ^uarnauaoo  le  piazze  dc^  per- 

cioche  altre  rolte  la  piazza  t  cli'é  dietro  alla  Chie(a  era  luogo  di  métcato  i  però  la.» 
Chiefa  fiì  detta  in  Bragola  •  Altri  vogliono»  che  haudTe  cotal  t^pme  i  perche  vi  fi  pe- 
fcaua»  condòfla  che  Inr^olare  in  quei  tempi  fignificaua  pèfcare  t  Se  altri  diflèro  $  che 
la  Chiefa  prefe  il  cognonoe  da  vna  Proutncia  detta  Bragola  i  dalla  qual  fiì  portato  41 
corpo  di  San  GmiaiBÙ  liflMfinarJool  cui  nome  ftt  £;ibria 
hmque  modo  fi  Ha»  fi  cohferuano  in  quefto  luogo  facro  alcune  reliquie  di  S.  Giòuan* 
ni  Battifta  condotte  di  Leuante  Tanno  95^2.  da  Domenico  Badoaro  Vefcquo  di  01i« 
uolo .  Vi  giace  anco  il  corpo  di  San  Giouanni  Limofinarìo»  che  viflfef  aimo^io.  &  fii 
Patriarcha  di  Aleflandria  9  in  vn  fepolcro  aflai  ficco  fuori  del  Coro  verfò  mezzo 
giorno .  E  aflfai  notabile  per  pitture  £ute  ne  i  tempi  nofìri  ;  coodofia  ehe  V  Aitar 
maggiore  fu  òpera  di  Gian  Battifta  da  Cònigliano  >  doue  è  ritratto  il  belliffimo  fito 
deUaiua  patria  à  La  palletta  alla  deftra  con  la  refiirrettione  di  Chriflo  %  fa  fatta  da^ 
Luigi  Viuarino  d^Mdrano  Pittor  celebre  ntl  fuofecolo  :  &  l'altare  di  Samo  Andrea 
6à  dipinto  da  Antonio  fuo  fratello  .*  La  qippella  de  Nauaieri  »  con  Talur^della  Cro^ 
ce  la  lauorarono  Bartolameó  Viuarino;  &  Gian  Battifta  da  Conigliano  « 

ADDITIONE» 

« 
•  * 

,f^tn4ffEceeB<tttiTittiereregifirMtéi  fofutiaì  SatifUmi»  irtfKÙm  ém-  met4f 
ptfi€dtp(ii»^»mfii»éi  minor  adonutmtato  delle  prime-;. ptkbe  fiyede  la  iena  dà 
chifioiiSfm.'H$^e(mgU.4fofièUM tm Quadn tUmmuUTms Èoatbm »  Vitmeéè 
grmprem  '.  Iacopo  'Patma.  >miitt  ^tri  i^rifece  in  vm  T^sfih».  S^nort,,^  ìim4 

tiedi  àsffApofioti  >  doue  da  prof  e  fiori  vien  molto  Jumato  vn  Seruo  >  che  porta  vn  vafe  com 
ti  mommento,  E  neltéltro  Chrifto  condotto  dintoaù  i  Ctùfafio ,  con  San  'Pietro  in  attodi 
parlare  conl'^nceUa»  che  fono  due  fingnlari  figure.  Sopra  la  porta  della  Si^efiia,  in  al^ 
tri  duenuT^ifm.  QiMtH  ifomdipinte  la  FtageUatione  aWi  Cokmta  r'&  la  Coromumedi 
/^diCiesàChrifioytfei^4elffirite^Leonard9C«r»aa, 
•S^9à^ne0amarifimincircttaHme»y)<>^ 

>4       '  Sari' 


DI    C  A  S  TELL  O  i,l|.L       n 

AtkUkàùó* 


u\** 


PEr  tranerfo  m  denteo  è  ficcato  Saf^tp  AQ^niiio^  edificato^tf4%i>n^^  Pittici- 
patii»  allora  che  mbbe  t>er  lui^  tèmpo  fl  Pntiéipato'detta'ciml  •  Etamofo  pò? 
focorpodiSantoSabaAbaceichevì(refaiiao5iS.iiegliheeòm  CappadociafU 
cui  corpo  fii  portato  dffia  citti  d'Acri  i'atitio  1248.  Vi  dipiafe  Leonardo  Boldreiio» 
&  Lazaro  Sebaftiani  t  tVnp  la  palla  ^  San  Francefco  con  unto  Antonio  »  &  San  Ber* 
nardino  9  &  r  altro  ?na  pietd  pofta  fopra  il  Cotpos  Domìnit  c<m  maniera  aflài  polita* 
&g^tile. 

A    P    D    I    r  I   O   N    E. 

Francefco  Tiepob  ter  effequire  l^  "Volontà  di  Litigi  fuò  padre  »  rinoiib  la  C  appelbtdfSam 
Sabba  tutta  di  marmtfiniy  infìemefou  P./tUare  fjcpra  Aqude  rip^a  il  Veneraniù  Cerf^ 
del  medepmo  fanto  m  "Vj^il  Seùoipropur  dÌmarmi(md^^o , 

LaTaséoUdoueapParifceil  pqft^iwnatoda  geJ[tigeU  tutte  Poltre  pittiti 

nych'aicrnanùeJjacappeUa^ptrìm  QftmdalLa^ 

to  dritto  redefiUfiatiut  di  iJ^TitpohfudettoJf^  itt  marmo  da  ^U^mdroFitto^ 
fia^fmo  Ma  quaU  ft  legge . 

Aloyfio  Theupòlo  t^.  Marci  Proc  Laàrentij  F.Salt.  Am- 
plifs.  ^ ^t^rrifno» cum «aionip  Aiorum  9 qui  O.  Sabas 
coipone  hdnc  Ecdefiam  doi^ruq^  jEleligioms  veftigia  imi- 
«ifnruf  hoc  Sacclium  inilauraif  ^ecreuUTec ,  iminaicaraq» 
norte  pranientus  «(Tet  %  vt  fiflgtilarls  dm  pfetàtis.i  volkimaF 
tis^.  leftìrooniuiii  appareret  • 
Francif.  F.  ob  meanì  in  Pattern  ol»lehian.F.CVix.  An*  L  Xlt 
Meo.V.Di.LOj»jjc.  An.  M.  a  XC  Die  XX.  Un. 


fi'. 


Ter citra%ediUgev^4i  Nicolò Brunefi  Tiouano$  Canonico 9  e  Dottore p  che  >iue  al 
prefente  ,fiè  rieducata  la  Cappella  martore  con  le  due  minori  da  i  lati . 

La  maggiore  contieni  rn  Maeftofo  Jtitare  di  pietra  Ifirianat  e  Marmi,  e  negtmterco- 
lunni  vi  JEmno  due  piedeflaBiper  due^  figure  di  marmo  9  n^  quali  fi  cuftodifcono  inynùU 
Cigli  Santi  con  quefto  0i€O  : 

Vt  mate  de  noftris  pellasenr  cordfbus  hoftjs  » 
Marmoreus  retinet  Criffflatà  Sacra  loctis . 

EtnMakrolaCrocettadiS^akbàcotiiaitrod^i^cbedieei 

Crux  Venerata  Sabba;,  fydus^  <piod  capfula  claudit  • 
Credet  fugat  fèbres,  fpafmaùb  ^c^a  »  ttiem. 

* 

C .  3       'HsOa 


Il        ,   t>  E  L    S  E  S  T  I  E  R  O 

'HeUd  C4Melb  d  man»  iritté*4^  ^{B0È(niuifi4jfà  la  fuietu  Croettta»  W  i  rìm^ 
ftaUmemmotcHiaqd  fatto:' 

*  »  M 

.  .  Oiici,<iuafiìt>iuii$S^iiuto!bus£e|UlMit  ] 

Mnltis  niraculic  ìiìfigiii  »  faperiortnn 
TcmporaiD  inkiria  cum  intra  domeftices 
Parietes  non  eo,  quemdcficebac  >  oitui 
P>mineretur  »  Paulus'de  Comitibus 
Templi  AndOet*  ad  VenetianiinCaaònicus; 
Ve  honeftioredeinceps  loco  afleruaretor» 
Huoc  »  «re  jxoorìo  loculuo)  conititntt. 
M.b.LXXXIII. 

s_  .  ■  • 

*  .  •  <t 

Santa  Ttìnìul 

PIùycr(òrArferia!eèhCUo&di&in1Vio^ 
Celfat  ma  poi  rinooata  ne*  tcfopi  oo^i^li  dentro»  &4i.&on  •  Habitò  m^quefia 
contrada  vicino  alla  Ghiera»  la  nobu  profapk  de  iBoecoIfj  1"  quali  inftitnirono  lo 
Spedale  delle  Boccole  non  molto  lontano  Aooindi.  Vi  rìpoui  il.  corpo  di  Santo 
Anaftafio  inarme  portato  da  CoftandoopoU  Vaniio  iaoo.da  VatoMnoTalareffi^ 
cffendo  alJiPiafdiicipsiHeiidotE^^ 

A  1?   D   I   T   I   O   N   e. 

DailatiielCinrùin  fmoduetetediràtapoTalma^  douemltintar^aPe Chrifh prtk 
fi  neltHottih  e  neW altra  tifieffo  AagellatoalU  Cdnma. 

Girolamo  Santa  Croce  dipinfe  U  tauola  nella  Cappella  di  cafa  Sagredo  %  finrando  in  ef- 
fa  S.  Gerardo  Tatrith  Feneto  della  medefima  famìglia  Sagredo  >  U  quale  fu  Fefcouo  di 
Vn^eriat  e  martire,  chiamato  t^foftok  di  quel  Regno ,  ferie  fue  fante  operationi.  f o- 
fienneìl  Martirio  tann»  10^7. 

Soprala  portavkino iquefta Cappella  fi  rcdeUmcmoria  di  Tietro  SagredoTroOh 
fatordiSMarco^cbedice: 

pctrOfIoanti»Sagredo»vfiIbD«M.prDC^  uaflib.fyeAMr 
u  rd^gione  in  Deun  :  infigni  pittate  io  patriam  :  incolpata  lo* 
ftitia  in  omnes:coBfpfCOo  MigiAratibiis:  pr^toris  probatiffine 
perfoodo^  coi  ipià  dcmon  mors  fpcs  vitO!  fìiit.  IaaQnes»&  Lati- 
rentios  Sagredo  ex  fratrtdieX VI  II.  lanijM  DC  LIl  U 

SonoanimiinquefiaTarocchia  ztoo. 

San 


D  r  O  A  S  T  É  L  E  O  LIB.  L        39 

é 

SanSeuero* 

|L  /Aaflai  riguardeuole  per  Vzsmcz  fonna  è  il  picciol  Tempio  di  San  Scuero. 
IVI  QaeRo  m  fabricato  lopra  vna  Ifola  chiamata  Gemella  %  da  Oifo  Parddpatu> 
Vefoouod^OUuolo  Panno  841. 8c  ordinò  per  teftamentoi  coinè  C0&  di  fiio  pa^- 
inoniOf  che  (bfle  foctQpofta  alla  Chiefa  di  »n  Lorenzo  9  ch*era  parimente  fia  fattila 
ra  •  Et  ancora  che  diu^  Vefcoui  di  Caftello  $  8c  i  parrochtani  medefimi  tentaflero 
piti  volte  in  diuerfi  tempi  di  fottrarla  dalle  monache  $  fci  però  per  decreto  di  pid  di 
50.  Pontefid  Romani  ftabilitcb  ch'egli  fofTe  di  effe  monache.  La  cui  fola  Badeflà  vi 
ordina  quattro  cappellam^  &  altri  chericiieI^gtndo(i  i  fiia  volontì  «  Iacono  Tia- 
coretto  vi  dipinfe  fa  paffione  dixrhriftoi  &  fu  opera  aflai  lodata  • 

Sottri  qu^  Chiefénfim^éfoimi  ijoq. 

St  Maria  Fòrmofat 

NOamdcodircoftofiarrìaaiSaata  Maria  Fonnoft;hqoah(  fa  h  prima  Chic» 
£bcheinVenetiafoffi;confacrauaI  pome  di  Sanca  Maria.  Fa  edificau  per 
leuebciooe  di  San  Magna*  &  ri£itca  poi  fanno  841 .  da  Giouanni  Sanato  Vefcooo 
Olinolenre>&dinuouo  fò  reftaurata  dalla  famigha  Tribuna  >&  finalmente  l'anno 
1075.  (à  tìàon*  4  pctfettÌDne  da  Pa<dp  Barbetta  fai  modello  ìkt  focpo  di  mnenf 
della  Chiefa  di  San  Mai«o .  Vincenzo  Capello  cfaianfs.  Senatoee  Gentrahi  da  Ma^ 
te  pili  volee  »  te  bonoraco  <ld  flatoa  pcdmra*  8c  di  fào  e<ndleotc  elogiadal  Gioi|io 

Sei  ISvpfao  (1^  ^  huomini  ilMrx»  vi  fece  la  £iocìatA  di  pietra  Ifhiana  rft  W  fiì  [N^ 
o  la  preTeote  iucrittione . 

Vineentiiis  Capelli»  Maritimanun  remm  pcritiflSot»  »  & 
andqwKiini  laodilHispM^Trlreinkiinonerarttrum  Praefe» 
Ausiab  Hènrioo  VÌI.  Bricaani«  R^einfignedonatusCIàf* 
6s  JLe^tHS  V« IiDp.I>efi^.  t^x  cjafl^n <le4iuùt»  CQUap^tn-  ^ 
nanalem  difdplinam  tefticuit ,  ad  Zacsinthum  Anatìm  C^* 
faris  Legato  prifcam  Vcoetani  virtutem  oftendic  • 

Et  daU^ahra  parte» 

In  AinbraciQ  6tm  Birlianifl'im  OitMiiDicc  claffis,  Pacon 

ioclufic  I  poftridie  ad  intefnitfoneqa  deletijrus  nifi  nitài  Chrt- 
fiianttadoeiìb  vefofffent.  Ih  Rizonicofìntt  Caftro  nonoex^ 
pugnato  DÌDi  Marci  Procur-  vniuerfb  Reip.  coflfenfa  créa-  ' 
tns.  io  patria  morìnm  totius  duitatis  moerore  »  Anno  «tatis 
LXXll.  MDXI.I.  XIV.Kai  Sept. 

Sono  in  qoefto  Tempio  i  corpi  di  San  Nicodemo&  Saturnino  col  capo  diSan^ 
Romano  j  già poftiui cu  Domenico Badoaro sii  quale  fa  Vefcouo  Oliuolenfe  l'iati- 

C    4       fio 


ADDITIONE. 


fi'P0kmft^Cbkfkjimmint.^A^  M^^pmemttiifianymt  »  e  aimme  S 


fm, emhemmuftmime a  jlrdiitmmr»,eéiMerfe  frinii  fmx;  Ae  ti 


htliiUvkméasCb^,4tdkéUiS.rr0Krp»»Uemfgmrs/UfirntUlt^ 

.IséBki 


ftuUMtnm.  IxéUie^*  riè  iricn  UUmt  fétt»  fn  ytfid 

the  tìir^mm^SnrmcdU  ,  e  ùmg/tmimr  TQmtmmFmnm^fadTmU^kM^éiTMl»  r. 

tfmfmrimuiAjlimia*  »  Si  yeie  m€trd  •mfmtìc»  TtmU  Spmté  tsnm  147C.  ìm. 


Sanu  Marina* 

DTmcoocmpcrSaocofciiboccMeKc  9  jpportfK 
fiolDt^fiuiiacu  ft  «kdkm  i  SJU^ 
isypfcliff  jnfibivioifai,  flcni  corpocoodoctD  À  Vcpctia <fa Cufl jiw ìiiupoIi  pop 
Cj(WBMWiBoota»diclDhd)bcdfcakPtttpooadGiccb 

dJcdcoccafiooedioiiicareflckoloddbChkfajD&Maxrà.  Vièttaoi^     cap« 
pdIadiS«Lft>erak9TÌficaunmofaflooilalpopok>coo  moka  dàiocìofie  •  Sooom 
cocfioloo^dotprìodpillloftdt  Mkiidc  xeno  Doge  6t.àMt  fa  Twoo  1400.8C 
Nkalò  Maixdlo  De«  ^.  cfac  fifle  l*jiBO  147^  Aff  nia  A  p«to 
ixto  il  ii^akxD  ncduffioio  per  niolco  oro»  ticiau)  lo 

lacet  io  hoc  Toonilo Seremis. PniKcps  &  O.D.  Midiad 
SceiiOfOfimDitxVciieLaiiuciisIiifthia?»pads,&  vbena- 
tis»aiiffiMcnhiff  reqiiieibtbpaoe.obi]t  MCCCCXI^ 
B.XXVI.DcccmiMis. 

fCcolaw MafeeBaf  Doz-Oarifli^ ,  iufiiiSf  padficos» 
CBofitteratof ,  Tbertads  anooiut  aorarìo  po^lioo  >  €^^- 
«atoTt  Cypco  io  poKfiatcm  leotpco»  Scadrà  acer^^ 
cionimoMdìooelibaaMa»coris  R*P.  Ananas  vìooisb»» 
!<»£)•  t  io  panpcicf  pii(s.  aaimam  coelo  lue  crvlidir 

Da 


D  I    C  A  $ T  I  B  L  a   LIB.  L      41 

.  Ik^altcoIatofifeo^geTDflilfaitméqiieftte  pofta  <UI Senato  al nótee  diTad- 
deodallaVolpeda  Imola:  il  quale  fiì  condottfcrodeUa  Repub.&  fi  portò xaloroTa- 
oifote  oell  Vlcime  guerre  di  Padoua  9  &  vi  fi  l^lge . 

Thadeo  Vnlpio  Equiti  Pr«f.  fortifr.  leoepne  vrbis  Para- 
iù  j .  faaa  D.  Marine  luce  >  tiitbori  prudentiffimo»  Carniae 
or»  propugnar,  acerr.  cierdtUs  VeRet.ad  Bononiam  Ter* 
uatori  praecipuo)  Andreas  GritusDuzSena.  q,  gratìff; 
éptfitie  fempìeT  de  Reo.  Venet  Montmen.  aetern.  hac  pò- 
dOtaum  fede  ime  poi.  ann.LX.Obijc  MDXXXIIli 
AilMJDXXIX^ 


•     f 


t      4 


,  Sd  raltar  grande  foMcoUocacetrefiguredl  marmo  al  naturate  9  fcoIpkeda^L^ 
fCoaoBrtgno.EtlapalladelBactefimódipftttirafiidi  mano  di  Donato  Venecia 
iio>  cheyme  Tanno  X4}8. 

ADDITIONE.  ^ 

f9rmaUr4imfiiaUt&  éicmufa la S^^rqm  f^  ^p^^  diGhiB^mifta  Btifti  Tmantydi 
qftefiaCbiefa$  che  riueal pr^nte$bmmBìUtterdtop  e  dicoftumi  lodeuoU • 
•'  Sonofottoptfie  dqn^a  cara  Mime  aaoo. 

San  Leone. 

DA  cinefta  parte  per  fianco  fi  vi  al  Temolo  di  S.Leone  Papa»  detto  volganneBtCj» 
S.Lio  •  Pofledeua  altìre  volte  H  moniitero  di  fanta  Croce  in  Luprio»  ma  Bade- 
rò Vicario  di  quefto  liu^  >  con  Gionanni ,  &  Pietro  fuoi  fratelli  tutti-delia  famiglia 
B4doaM»nditnaroào9  dandoloalf  Abate  della  Carità  l'anno  1121.  per  fami  vn  mo- 
nìfterodimoQadtperciodie  poco  innanzi  era  ftata  edificata  là  Cariti  dalla  filmi* 
^  GiuHana  •  Dipwfe  in  quella  Chiefa»  Marco  del  Moro  Veronefe  »  il  Caligaretto  9 
iial^llofeoiMUbl^ao  to  Cena  di  Chriftot  Faltro  vn  San  Giouanni  Battila»  &  il  terzo 
San  Mtchek. Da oian  manca  <telh>altar  principale  è  la  memoria  di  IacomoGufl<> 
UbcoQ  vaquadro  dimarmo  :  il  quale  fiì  Senatore  di  molta  (lima  ne*  tempi  noftri  • 

ADDITIÒNE. 

QueflfL  Chic  fai  dedicata  à  S  .Le<me  IX.  Tontefice ,  la  cui  fefla  fi  celebrai  1 9. .  4prHe  >  e 
9au  Huouamente  quap  del  tiata  rifattat  èfpecialmente  la  Clelia  grande  con  beOoy  e  rie* 
€0  jlkèm%  émtlUBfa^dlmadMnf&weOa  Tamia  Chrifia  SMM^noftre,  morto  i  fofte- 
nntoda9f:.AMfpUySanJLeù»9^%&mriSm^  .•■  • 

DeU^pitture  re^ifbraté  di  ffpra  dal  Sanfoumo  ffi  yedefolo  la  Cena  di  Cbrifto  in^m  Qua- 
dro attaccato  al  muro,  di  Marco  dai  Maro  >  eia  tauola  con  Sin-GiouamU  EtMngelMa  net 
mc^  di  Santi  Tlsfolò  >  e  Francefco  del  Cal^aretto  :  ndn  redendofi  pia  U  SMicbele  del 


>1 
4x       ;    D3t   SBSTIBICOi 


yfficiaturadelUChiefafSÌancoperUj^eU^tcbetienedclUfab^  acMrendé 

dmfiibifosnic^éimftte$c$medigwm9 


Sa^ca  OuiftifM  • 


EAncoparocchiala  Chiefadi  Santa Giuftinaf  quamnorae  habicata da  donile^ 
monache  >  pcrcioche  vi  tengono  cappeDani  alia  cura  dol'amme  •  Si  dice  che  ftt 
fabrìcata  per  ituelarione  di  San  Magno  •  Refhuirarono  il  monillero  Pietro  Mwofi* 
no»  Michele  Comaro»  Bertuccioi  &  Lorenzo  Delfini  molti  anni  fono  :  &  il  ^etto  Lo- 
renzo donò  il  terreno  per  forni  il  luogo  delle  donne.  La  Chiefa  poi  conquaflata  per  1  • 
aiuiciBtd  ftta>fifiniramio  1500^  per ojperadi  Zaccaria  Barbaro»  di  Marc*Antonio 
Morofihiy  di  Hteronimp  Contatint»  dt  Mattbeo^  &  Andrea  I>odato>&  di  Hieronim<» 
di  Giouanni  »  i  quali  donarono  groflafomma  di  danari  •  Dentro  daUa  j>orta  mae^ 
ilra  R  vede  vn  (affo  fitto  nel  muro»  fui  quale  Sanu  Giuftina  orando»  lafciò  le  veftigie 
delle  ginocchia .  Riferifce  loScardeuOne  nella  fua  hiftòrìa  di  Padooa  »  che  tornando 
Giuftina  dalle  poflfeffioni  del  padre  »  aiTalita  a  ponte  Como  da  i  miniftri  di  Mafièn* 
tio  Tiranno»  al  ouak  era  ftata  ac«u£ata  come  Coriftiana»  difeda  dalla  carretta  »  Vin* 
ginocchio  At  la  detta  pietra»  hKpial  poi  fóportauda  Padoua  in  quefto  luogo .  DS^ 

Ì^inTe  la  (latUgrandcafl^j^entilanitcMavco  Zoppo  da  Bologna  Tanno  14^.  Et  fa 
"altare  ricchimmo  di  pormti  »  &  ferpendm  della  famiglia  Doke  »  fono  due  Statue  di 
marmo  pario  >  poco  meno  del  naturale»  di  mano  di  Antonio  Looibardo»  &  di  Paolo 
Milanefe  Statuari)  afl&i  famofi  nel  tempo  loro  •  Ma  di  gran  lunga  auanza  l'opera  di 
coftoro»  vnCbriftodi  marmo  di  abemqiiafi  d'tti  braccio»  fcolpito  da  Tomaio 
Lombardo»  che  fu  ailieuo  del  Sanfouino  » 


,» 


A   D   D   I   T    I    O    N    E. 

ItaCMUa  il  Stringa  >cheiptt  habkaffem anticamente  Fwmà  debordine  di  SMia  Br^iddà 
fHoUlàcentiati  tanno  i^^o^fifffrra  introdotte  parte  delle  Monach^diSMta  Maria  &gtm 
^ì^UdiMnranoych^eranoinmoUankmero  ^  Fùrifiokatriceaneoradi  épufioTemfrio  Ut 
Madre  perpetua'PafiiHaligp  priora  didetto  Iko^^tamio^ióooiridncendolo^ift  pia  ampUp 
t  nwikma  formai,  cfae  però»  [me  me$noriA.ple$^J[c$lpit^  in.  mmmù[of»a:  U  fonai 
Maefita  didentro  «. 

Din»  Vn^NNs»  &  Mart^n-t»  tti(Noe  Saatm»  *. 
ìM'C ecce Reftauramm M.  CCCCCC 
®  D.    a    M 

fi(deitamhmc  RetKrendtfs»  D.  Dontioktis:  Epiicopus  Cìùt' 
.  men^conTeecaiiit  tohooorcai*6anA»  luiKoar  VirgimV,  & 
ìflmytky  afkiiù  Dosùdì  Ni  IX  XXll>  Domìnka fiecunda 
Maii.dteXV. 


,\ 


DI    CASTELLO    LIB.  !.    4j 

Budcoi  RaanLfBi^ean  PilqiHligaAàoiMi  banana 

Mamllcrij  pnhKBs  OBfeniatrix  ad  pUlduiotem  for^ 
,  mìtiorcdcgit;ManaI(erinmadcaiara(Mìaitin  vlóia*c^ 
oimsdauih  ÀvmuDqueauafiì  fiiaduaentis  tcfiitiiit, 
■tq. omwit,  M.  O Ci  UlunrifkU  Reuemidilt.  OoiBÌ> 
DoLaurcntb  PriaIoS.lt.E.Oudui>Ii>  PuritrduVe- 


moaisiatilUrvcMfi^mJcriitùni. 

TraditiM  di  Bclb!i<bantiqiii(  indnbit  lÌMceffione^  lane 
elle  ilbm  pemm ,  ip  «jiu  laSiM  Virgo  imprcffit  velli- 
gioa  gMiilIcslMiit  AubAiaffre  orinone  lubita  aoK 
mait)riiiiaitqinnlikn[ianiAcinitasadiideIiuiadaio. 
noihiàcta.M  CCCXILXfi.  Die  KX.  Augufii. 

IfiMt  Statue  di  Hanno  pam  fopraiiamìiute.tpui»  fi*tt  feflem  éu  H^i  neUiia- 
temBmmidelt^Uarmagstm'e,d»MeÀtarpiaUfi^ekeltvnot 

Impi*4iHa'vatbi||Mlio  firtc  «gaiiia  Bctmst 
Petn  Ociglailjjs  inqueudiobit. 


iMedmi 


Dinino  Sbauit  aqnis  de  Inoiae  Aqvtiiat 
Hioc  beni  de  CbrUlo.dcq.  parente  docet,' 


fa 
M 
rio 


t 


44  DEL    SESTIERO 


, .  ,   I  fficrJdUfiuidli^^tfermmlMltrlimifl  If  unii  ili> 

mr^Mnmemtrmi,  LUmQtuiiri fifr^le  foru^fvmdìTktn-Feabét. 

LtFMtiiȎifai  fmumfigiwufituraMMa  16411. per ardme,  tTefijaumttUGirtU- 
m»Soeiar^*Pnaanawi$SMMU,&CmuUav ,  ama  ti  fiart  IftrimtttJiuu  et 
BtJàifftralMl^>auUrdì<tett9,iioriiat  tmpa/Mttmtre  riami  fettfìti^  mtrwtt 
Veminaiu  f^^melmmftiiiCimitaimSwm^TnanturéiSMtireòteC^^ikre, 
fnlfiijJa  CltmatteU9uBalaffufe,iiipemecmleÌMeSulticiaiUtitebe'raffl^ait4f 
mmaUTtutitaUrtUeiitrTdiileiùEU^ìatti^t^criattCiait 

ioinniSafcnniìoEqirai  O.M.  Procnrjt. 

Qeì 

Mttìioii.  qnHiiaq.  Vrbaiw  Magiftntilmfc  Bogo^ 

UKafi  >  Brizuoai  &  Pacaoiiia  pnsiaris,  iu^ii 

I.  BcixiapcflilcntÙBi,  FamiiiaB 

'«•  Lcgationtbas  aaplift.  id  FU* 

leni.  IIt.GalìxRc8c<'>4EiBB 

>ni.  Vili.  Rom.  PoooficB  GIo- 

vt£k.ìc  MjgmficcodCb 

Obitis. 
Inter  Pone.  Maz.HUp.  Rcgcm ,  &  Remp.  Vcnec. 
StcroliodiiBi  adueniu  Turcba*  Fzdus  idt .  pa- 
canq-cum  SdjriDoTiircaram  Imp.  conftaaiB.  ne- 
tum  M  phiUp,  IL  nt.  ord.  Ujgatiu  probauic . 
Viiittnnoi  LXXXIV.  Obijc Anno  ì  Chrift.  Na- 
tio. M  OC  II.L 

CFtUriJtieritrattifcfittvMtìUdeliraÈtPaltnaUafiiiiftrat  fimodiGirvIsmaTt- 
fiftcrfHdetto^  di  Frncefcù  Cattaliere  frauUi,  &  jiiliuolidel  fmietto  Cmmmii  .     - 
Vìnftritttone  del  primo  i  tate  i 

HKR)nyiaoSuperaatioEquiriD.M.PioambI(»nn.  Eqn.& 
O.M.Pn>curat.  F.Qui  fapreinas  in  Vrix  Digniatcs  >  Legatiti 
net  Max.  ad  Philip,  III.  ad  Philip.  I V.  Hifp.  ad  Ludouicum 
XUI.  Gallia;  Rcgea.  Ad  Paiilum  V.  Greg.X  V.  Vrbanuffl  VIlL 
Soffl.Pon(.  bpieoter,  ac  rpkndidils.  geffit .  Ad  Mattiim  Impa 
Lmtm,  immaocm,  &  cficntam  VTcoccorum  Piraticam  oc 
Aniacioo  Gnu  cadiciius  ntirpauit . 
Vi(it  ano.  L  X  V  li  I.  Obijt  An.  i  Chrifto  Nato 
MDC  XXXVt 


D  I  re  :A  Sr T  1 1  L  O  XCB.I.       4^ 

St  ddt diro,  carne  fi^r    • 


t. 


o 

.^ 


FrànciTcoSqperaQCjo,Hqaìtì>Ioah.  Èqu.  Se  D,  M.  proc.^ .' 
F.  Qtii  AmpliTs.  fn  Cìaitate  Muneribus  egregie  pérfun- 
ótns ,  Vicemic  Praslè^us  diflìdijs  omnibus  de  Ciurtàte  '* 
fublatis  >  eiufdeiD  CoocUiun  ad  probauoi  qiue  ad  bue 
vigetfbrmam  redegic.  Ad  loyofittin.  Oucem  excipiea-   . 
dum.  &  Veaedas  deducendum .  Ad  Phttip.  !  I.  ad  Philip.' 
11 L  Hifp.  Reges  »  Ad  Rodtil.  II.  Imp.  Legatos .  Ad  Paul, 
V.  Roin;Pontif.  deiìgnatus  obitt  ad.  A  Caribo  Nato . 
M.DCViI.VixIcann.L. 

Sotto  alla  Cornice  delta  Porta  vi  è  poi  la  memoria  di  quella  che  hanno  efeguito  la 
tidetTefiatore^laqHaleacaratteriiorOfdice: 

lacobus»  6c  Benedi^us  Superantij 

Ioaii.Eq.  &*D.M.  Procurac.  Fifìj. 

IoaniKs  Eq.  &;  Fratrea  »  ex  Làtuemio  Nepotes 

P*     F*  .■.,■» 

ExHicronyai  fiq.  arProenitt;  Tcfiameót»* 

DopofcrìtUÌkiK^e  fiiiette  fi  è  diuf' principio  'éuhm  rìéc«TSei4uiiolò  di  m«mo  fitio 
»iiu(irdiniJ^ciiiame99mttietmimtecmm€hi%etiarft^ 


VMmh 


Di^prìmrientaU»ii.As>itfi*  e  Cimikuetil  tutto  in  fondo  4iLtipitUu;^lo,dLapisLt^S^  • 
leeotomefonodiiiafpi'orofio.  f^ifonovafi,ebalauftridi  bron%pdoratÌt  & altrKtnkt' 
matti  »Opér^Molto  nobile*  e  digrón  Jpefa.        '  . ..    • 

Sonofeggettedqiie^p4roccltia$ntoni9dtioo,amtfie, 


San  Giouaoni  in  Olco  2 


1 


I^Erlango  tratto  di  m  fi  peraiene  i  San  Gioàaimi  ito 

Jt  Nuono  dal  vol^  •  Fàopendefia£imigltaTrìuifana:>cbe  Irdcdicòalo^^ 
diSanOioaaam£iuuigdifta  :  il  quale  per  ordine  di  Nerone  Imp.  fil  pofto  nelt'olia 
b(rftote«  La  ibi  ihoraraéfiil modellò  della  parte  di  aKcaodelteàMo^Mrm  di 
San  Marccvconia  ina  tribuna  di  iopra  r  Andrea  Bono  Wfomo  d^fiqinlo1a<on(acrd 
fanno  1 09*  IM|»n(e  qui  dentro»  Hiefonirnol>^  San 

Cofmo»  &  Daniiano»  &  il  Calinretto  vna  cena  •  Di  Scokora  vi  fono»  ^^ 
bdla4òrma  j  fané  di  lacomoColonnaattmio  del  Sanfouino .  Giace  da  vna  parto 
Francesco  Landò  Dottore»  &  Caaaliero>  con  T infcrittioAe  di  qpi«By  terii  kè 
^cnti»  • ....  


tue  Fra»- 


è,       '    * 


44       .:  T}JB  t    SISTrEfC-^O 

Fraocifcùm  »  anem  Landa  piiiin  nilicalea  propagò 

FunAns  in  hoc  tumnlo  conrìnet  ofla  breui  • 
Qiiein  Do^r,qnemclattts.^qiiesi  vhtàce  decort 

Du^it  vitale  geotis»  Ànbishonor* 

A   D   D   I   T  J   O    N    Er 

hh  &EHai^eUfia,  CmannU  di  mono  di  Frmcefcoka  Baffano:  ma  ritoccala  fai  di  nùom  dOr 
aliTQpittorethaperdutaaffai^MdUbiUiì^  penneH  deW^ 

•Auninrc.  Da iUui detta Cé^Uayii  fimo m$r4CéU del  mede fi^ 
frenato  al  martirio  >  dipinti  da  ^tuonio  Foler  •  Si  yede  in  gran  Quadro  pofto  da  -mt.lato  d 
me^  Cbiefa  la  Croc^fRone  del  Saluatare  rapprefeniata  aa  francefco  M0f$te  Metzaao  • 
Ha  [otto  di^eqiteftaCbiefa  anime  1600.  . 

SanProcolo. 

i  ■»  r 

I  '  .  »  ■     *  » 

pOcodìIiit^èfitaatoSaQProcoJOf  fottopoflo  alle  Doline  iiiodacbe  diSan  Zac^ 
1  caria ,  che  vi  tcngcmo  va  Vicario,  angiifto ,  &  fcnza  ornamenta  alcuno .  Solo  vi 
fi  nota  vna  inferi ctiòne  di  vno  Amadeo.deBuonguadagni  fatta  Taitno  ijSp.coa^ 
titolo  di  Vicecancelliero  del  Comune  di  Venetia ,  per  la  quate  fi  conofce  quanto  al* 
IorapoteflepoMK'|iettiVinirianirainlHtiooe»«cdkc  •  .       l 

AICCCLXXXlX.]>ieXXniLDeceiiibrtf.Faaiiiii 
fMkfaocopiicìnfeaiffioiiem  peccatonia  Sapfcndf  >  ^  ca- 
tholici  viri  >  D.  Ainadei  de  Bonguadagnis  commendabilìs 
VàDecanceilary  Communis  Veacdarum« 

ADDITIONE. 

Dalle  Monache  fmlette  fu  HfiUfdelttOf  iraatuig^t.  tielTrincipato  di  FroHcercé 
Erinf:Ondeappariffièpià  ampio  *  e  tueid»  di  ùrìtfia.J^i  mancano  però  molte  cofcye  fbe» 
sialmemegta^namentidegtotl*ari»iejìiaùmm  fòt»  erette  fé  mtnk  Mtnfejitè  dee* 
kbranoUMe^ .  ^^Mto^ienfit ejbrefi treHHhrie del recehio Teftame^ .  EtSatà^ 
»Termdamimagrm^teUf^r^ChriSf  Siffmiioftroleuato  di  Croce  daGiefegò,  e 
VjcoèMoamaUre  jigmt  mtrabUmme  diipi^,  e  >«gameme  colorite.  lUaualàerHe^ 
nUdipmtonmMMenttà^TamleytTmacmUM^aa^ 

9etret»»*SaoGiofep0e »laUra co»  il  reccbio Sacerdote  Zaccaria. gimechiotù^  ebe ha 
iKlUbraccUil  póptetfGmoMi  BattifiaMoteodiriceiterla  dalCiHo .  /•  quefla  cbiel 

Tiitta  quale  fono  anime  9%o.in  cirea « 


*•  •      a 


Sui 


Di  cJ^sr  Eli 0  xr?-i     ^ 

San  CMnzmà  dt  i  Fortani. 

Òkn  Gibuitmi  indtxdato  de  Furfani»  fft  nel  tempo  de  Ónalierf  TempfairQf  pat> 
.  !>:  duro  da  loro  •  Ma  effetido  IV>r<y ne  kxo  fpeiM  da  I^apt  Cl^ 
ibmciadiPflippoRèdiFrandatamie.fcrìcionoip^  pafcedekm 

beni  fiì confegnata  à  Caualìeri  di  RIkkIì»  cbianfìtciho|5gi  di  Malta  :  fra  quali  hebbe*- 
tx>qiidlo Priorato.  Ix^Mflieggoiio adunque iMaiteui&iPont^i  pcrfauttoritA 
lotQtflacfero  in  vfo»  di  darlo»  gcconferirtoiclM  piace  toro:  pl!T^^ 
d'mcraea.  Ne  tempi  noftri  Papa  PaotoTdm  >  to  coiMeflfe  d  Cardia 
fiK>ii^ioee»6t  dopo  ld>  che  mori»  penimhe in  AM&^^  fuo  frateUotat  premce 
Cardinale ftmde»  maiionperòcoiiìeiCaidmaie^  ma  cornea  Caoaliero di  Mal- 


Vicino  ài  detto  è  rOratonodefla  natiotte  Sclnanom  fotto  titotodi  SauGìoc]g;iot« 
con  ricca»  &  bene  intefa  ftruttura  fattapochi  anni  fono .  Era  già  Spedale  ibtto  moke 
di  Sanu  Caterina»  &  lo  pofledeua  il  predetto  Priorato  di  San  Giouanni  • 

AD    D    I   T  IO    M   Et 
'    ri  fimù  firf  Hmrfe  fktmrc  tùmmeniMh  tm^  nM^JtUnr  M^^no^eil  Sf^n^r^ofim 

Um^.  Lami^t$nf9faUrMpalUDano  ygrgtmU  i9McumaHifi0riadHBaneftm0di  Chri- 
fio  m^ HUgimMtume .  Layepgmc  mnmuiéUMf  Jingdo ^fkiMma m Iscopo  Tal^ 
nM^lgidiàmtt.EtAmaftkhiiScmiaCAUtrmaèMjintmio  ^tiBnfttdqH^  fne  4mcB 
Ùp'an€^i^bmecimSX}kìirgw$dfeiK€§deADr«^ 

Carpacméij^eakimeaniMiéMmcielm  ètte 

Hifiùrie  SHétugctkhe  •  immemméàelUrcii^Céttìmèe  dihm  0rgt9fi§  fi  i^geml  /riih 
tifpitio  ii  efp)  i 

Collabeiitem  liiiilia  Vctuftace  ^dcfli 
I>f  uo  Gcot^io  dicatam  ^  Collegiiifai  Iljrri^ 

Pietate»  &  awmi  magnitadiM  lofigniiMi  » 
Suo  Attoria 

M.    J>.    LI. 


San  Filippo  3  &  lacomo. 


fituatoairinoonttodiSanTheodoro»  cflbiéoalcw  vòlte 


A   D  D   l!  T   I   O-m  ,E, 

Wfemi»ì^fìper9hUMÌiSua5erettitÀitdtTmi»aeoriii'S40M<ire^  trA^a^ 
«àà  alami  ami  >  ricino  alta  CbiefÀ  deUo  Spedale  di  S^Antonio ,  «  rkwnfita  l'habitat  imi  4 
<:Primiceni.  li^ieue  ttalafciaiftii far  mentiime  delle  pitture» -ch'adonum ^HcM 
Cbièfa;  poiché  foto  fiate  fatte  da  frimi  pittori  dell'Età  nofira.  La  Tauola  adua^ 
iieWjtìtar  principale  >  doueèfiff&afo  Chrifi»  morto  con  ,4HibU  pÌMg/fnti yfùoper*  di 
aaopoTtàmdìf&  è  fmUnunte  fua  l'akra  con  la  rargine  ,t}>e  fiàgfi  in  ìS^itto ,  iIHhA', 
érveon  SamU  ^ppolonia»  aUatfttaU  vatgcm  fixappatii denti*  è  dima»»  diU^iB^ 
fatto  Vipote  di  Vaolo  Vermefe  ;  Et  l'altro  done  efj'a  Santa  fid  in  Oratiwe  nel  me^  delie 
fiMmme »fii iaéi^iofa  faticadiS0itóVerandaiChetW^i$iin  efo.Gio: Tieifi^.Mhcira 
Trimicereo  di  S.Marcot&che  riufcì  poi  "Patriarca  di  y enetta .  L'odor atione  de  Jìfapi 
M  -Pietro  Damiai.  tieUaCafpelUimla  ftniflra  detta  M^^ff^e  >  Mt^eo  Verona  ritrai^ 
menatela laFergine  y  che  fé  ne  pajfai»  Egitto . 

San  Francefco  della  Vigna. 

MA  tornlatno  vtt  p^o  i  dietro  liktChiefo  drSan  Frainrefco  dalbt  Vi^t*  Vieri 
altre  vokc  nciriatroiio  fuo  quando  éf a^di tauole  >  il  fepolcro  di  Lodouico  Rè 
di  Sicilia»  il  cui  corpo  eifendo  portato  dalia  cirri  di  Hierutalcm  in  cambio  di  va.» 
corpo  Tanto  9  venato^  a  notida  del  vero  »  Ai  pofto  in  alto  con  vn  panno  dì  fcarlatto 
tper  regno  di  honorc .  Acquiftò  il  cognome  deira  vi^^a  per  San  Bernardino  :  perciò- 
€h.*e(rendo  Guardiano»  8c  habitandò  jaUorjt  hi  San  Francefco  dal  Diferto  »&iule  Vt« 

Siolei  poco  difcoflo  dal  lido  >  ridotto  il  comiento  d  Veneda  per  più  comaiDdo  d^ 
i  6ratt>  lo  nominò  dalla  Vigna .  FA  gist  opera  della  famiglia  Marcimana  >  &  f ù  fa- 
toie^  di  nuoqp  à  temici  noftrì  bA  OKKlello  dd  Sanfouino  »  con  tanta  bellezu  >  ch'è 
tenuta  fta  le  prime  della  citti  •  Gli  adornamenti  fuoi  rari  per  qualitdi  fono  di  nioitf 
eccellenza  cofi  nella  pittura  come  in  altro  •  Percioche  enrrandofi  in  Chiefa  nellai^ 
facciata  di  dentro  fopn  la  porta  grande»  fi  ripofano  dne  Cardinali  della  famigliai^ 
Grimana  t  Doiitenico  oleato  da  Papa  Alelfandro  VI.  &  Marino  fatto  da  Clemente 
VII.  Vi  è  pafiràct\tc  Marcò  Patriarca  d'Aquilca>  che  l'anno  ijjyrfù  Generale  di 
Papa  Paolo  III.  p%f  la  lega»  che  fi  fece  cbntra  le  forze  di  Solimano .  Dalla  finiftra  fo- 
no cinque  cappelle  :  laprimaifellequaliède'medefimi  Grimani»  &  fpecialmente 
del  Patriarca  Giouanni»  che  vi  fece  iir  l'omametSTo  del  volto  di  lauori  di  ilucco  »  d'- 
oro »&  di  pittura  alla  Romana  da  Federigo  Zuccaro»  &  da  Battifta  Franco  nobili 
Pittori  deli'eti  noftra  •  La  feconda  i|a  U  pajla  di  bado  rilicuo  fcolpita  da  AlefTandro 
Vittoria .  La  terza  dipinfe talìcómó  Tirttorcttpf  ne!  ari  mezzo  giacciono  i  Baffi .  La 
quarta  dedicata  alla  cafa  Dandola»  barattare  di  mano  diGioTcppeSaluiati.Et  la 
<}kiata<fit  i^ÌH(liniafti>  fiì  opera  di .  •  ; . . .  douè  fi  legge . 


.* 


D.  a  M.  LAVRENTIO  I VSTINIANO 

D.  MARCI  PROGVRATORI  ANT.  F. 
ET  FRANCISCO  VXORI  AMANTISS, 
,M.    D.    LL 


»      T 


è 


Et 


D  IOC£STE£L  a  XCB.  t      ^ 

-Qrdiffalaa parte»"'''  .  '^•■■'     • 

JKNtONré  IVSTINIANO  SSMATORf 
'       ANTONII  R  ET  POSTERrS  ANNX> 

W.    D.    LL       * 


•         t 


t    «  ' 


li  mfcrictione  di  Mar^Ancooio  Triuifaao  Pnadpè  ne  :tc(n^  noftri  di  rài  " 
»lare»che  dice. 

parerna  vùtute  ac  ^ria  fetn^rtlaros  «  omnibus  faono» 
ribtts  ^t^ie  perfuodos ,  à  patribus  inulto  ipfii»  genio 
Prìocq»t  oooMatos ,  cum  annum  Rempub.  fanA«  gu- 
beroaffif ,  Maig^ìsfuniaió&l  don  fàanbi  ioilginial . 
aula  int<Brtforinuil«igtttudinc»£cactt  ante  araisembua» 
tnfflOBMppamwil mmmtàmiffaaùtia  CfiBhiffibeati&.    .     < 

MOLV.  LOftw 


«  • 


Dì  quindi  ^eiitrt  nelb  Cappella  de  Profeti  deOa  caTa  Giuftiniaiia  tutta  copertaJ 
^-^gwcttedjme^arilkuoconrìccluf^  p^gnui^ 

^lkpctmiMg(URioèmoito  honorata;  «e  vibno  qpèt&'ixouk- 


détuMcQtpo 

'     Hicrpnimo  luftmiano  Ant.  F.Sdiltori  folkìBBiI  {^ 

-      dcntia  »  &  -ìot^iuic  claco  S.  Marci  Procuncioneoi 

adepto  t  PCi^.oaMiefsfefevrbaBas4igniMte»iniiÌca 

cuu  ìattd^  verfatO;,  <fin  vixitafin.  LXH'dles  XIX. 

, .      Agne^  $a<fuajrta  ^ec»  E  coqiiigt  vnuàaù  Gbi  po« 

fietirq.Ai»F.C. 

Et  dalhaltraparte* 

HieroDìmó  Badnario  Sebaft:  P.  8c  Hleronfanò  Badoa* 
rio  Iac>  F.  virls  &  fanditate  vit»  io  Rep.  adtninilltan^ 
da  confilio  ac  fide  cum  prìuatiai»cunipablic{frodtto- 
fis  >  AgnefinaBadoarla  haeres  patris  magniq.  patruo 
eedme  de  fé  meritisi  fnarÌDiUospiecatts    "*'       '' 

H.  M.  P. 


•  * 


■         * 


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•    • 


Dd 


Del  qual  Hieronimo  GioftinixnO)  Se  Agnefìna  anacndue  vT^àj^fibJf^fJtìtffiitc 
hooorata  per  moki  fauomini  ìlluftri.  pa^ciue  Marc'Antonio  Giuniniano  gent il'nuo- 
mo  d'innocente  tiaitoitftVl  dafi'affilVTtpK  et  q>$cÌGfo  64  tpt^gti  «^ 

Etria  nel  tempo  Tuo  iDeoiie  pCD'aievtefofr^atp^ppcdiniTipcttoi  qudJodd 
incipc  Triuiianoi  Domenico  fuo  radrc>  i  cuitchiaii^atcij  &  là  cut  eccellente  Tirtiì» 
non  pift'flì  tt^ttata  da  gì»  hiflorìci  del  nofiro  tcmpOi  ma  viue  ancora  Bc  Jtaeti  prd» 
foiPe^ibA  4tbc«&Uatxi>  perdonile,  c^  al  cc«i^rvofÙ4^e|inqslw 
Rqi.fiCTiiìk^aDO'qtteflspiacQle..    ,"  ■.  .     -  '■ .  i  :■:  ■  i~-  -.  '    . 

PLVRI3V5  LEGATIONIBVS    IN  ITALIA,  -  * 

GALUA.HI.SFAKIA  .G>eRMANIAF<ìQtH-:      -A  ;■ 
STANTINOP.  ET  4GIPTO.  F. 

Et  dall'altra  parte»  ' 

■-     :iì:  .  '..-,.  .■■.,,.,.■    .  i 

I>omla^Tdtti£inisEcpr»ProctiiaiDr<Z>iittMiircr.r  ..-.l' 

Venete  Imp.  GUflìs  iouiaiunnii  Sedatori  ìKiDeum  '..,  - 

pietateuÌDpattiMDcbacscatent  àifuniaiB&dp.aft'  .  '^,   i 
gotijsianocentirs  deccffit,  inenmfitbilefoAerìscxem- 
plum.    M.DXXXV.  XXVnjJDccenb. 

KeUaCaptielIktn  Moftra  Donna, Tà  cui  palla  Al  ^'pintadaFràFrancefco  da  Ne^ 
eropontcmu  buon  maeftro)  ricca  per  molti  porfidi  >  binarmi  diprcEEO*  g^cé> 
Marc'Antonio  Morofìno^il  quale  nelle  guerre  di  Lombardia  hebbe  carichi  d'impor- 
tanzai  per  la  Rcp.  Racconta  di  «>{hiii  il  Bunbo>  it  Pietro  Gùiiliniano  nelle  lóro  Hi' 
florie>cbe  inconttando/ì  egljperTia  indue Aird>afciaddri  Fiorentmi  >  ch'erano  an* 
dati  à  Maffimilianolmp.  mOc  kvoj  Dìo  vifalui^al  qoale  iFloreatimaon  tift>orero 
nulla.  Il  di  fidente  ìncoQtEatill  vn'alcravoUa>noavol£QdoiFiorentiiu  ceacrla.* 
▼iai  il  MoroGno  il  quale  bell^  &inarau4gliofa  degniti  t>cl  volto  >  &  la  pcrfoua  alta.. 
&  erande  haueuaiprcfovno  di  roto,  lo  (pinfc  di  forK  che  lo  gettò  ncl/ango,  dicen- 
doli .  Impara  vaTaltra Tolta  i  cedere à  i  maggiori  dì  te-.  Habbiamo robto xeferirej 
quello  fattoi  pctciochc  è  anco  accennato  neUa  feguente  iaCcrictione .  '     :    t 

wii-  ■  ■'■• 
wite 
fìinc 
ndi« 
ma- 
rtini 
„     'tuta 
tetneritatcLeeatusincaÀrìs,  Imperatoriaoinniainu- 
oiafxUdtcroDJjc.  lafubrìco  bello  MagifìerEq.defi- 


D  I*>(?«  S  T  E  1 1  O  :XIB.L       fi 

!:  iaH>i'etiiliaaKnj.«niiit  iUgoo^^elùiiu,  ,. 

Ecdalf altra  pzrcc«  ' 

'«»taBlMibo>dM.EQièwrux  vimiti>8c{inEd»<:    ;        .■' 
'  -  '  rÌTrafijrtei«JB8remòiiBii(ie(iii«jftnt,  «aia*  I«n  **'•''»     =  '■ 
te.domvidntotaoEuropainaiiniri  tonerà  Reii)jì.'ar.'''''  '   ' 
IiiAuoG  belli  caiifaaipriddcrecoateadic.diaino  confi- 
aIiDpcria,8c 
-i,.;'  inltiscladibiu,  ,;':!,., 

ilwftioMfHt' 
.  '  ifaixadini  r 

jàmilii  vAifiufiu  Icgito.  vixit  Ano.  LXXV. 

'  NeHaCipK!l>coilflKnn>ltan»iioria<kUa famiglia  BaibanilapaBati dì 
'nifìfaK>idrBl£nKtFranca:8rMftixiripoftlFi'anc8&oOuiatieTa*&  ftooHatortfac 
Tortile  nella  Hitfiialaàna  difterie  cofeìatMupliniohi  carichi  ncUaRa^  fittila*^ 
)ibcr4Brdyjd;«tnwftriaìlSLailMJ6Za(xaràto<%b'M>kMaiK<H!iraCaaali<rà>lc 
'Ptoctmcor  di  SiAMarco  .&  cfxno  Hehxiolao  figliaok)  di  Zaccaria  >  il  quale  dotdfi. 
'-fimo  neMe  idencie»  6c  anaooeiato  fra  i  più  illuftri  huomini  del  fra  tempo  nelle  lètta- 
^lilVefcODO  di  Veronal  &  poi  Patriatead'Aqoileìa:  Se  di  rincoatio  fi  legge.-     ^ 

'^'      ft^c{r«o  BaH^Oi  Btjnlti.ftociintoriq.  Di  MiKi,,  Mi- 
'...■'   litÌMi  fitetaiamq. Tpuod^e  ^figoito,  miiItiJq.Magt  L' 

'-'■  fir«iibiit,LcgatieoiW>ÌiiPaefrawisianecciitUs.ia»  ^." 
'•'•     ai>,a'idep«tìaìrHi9bUbarfeamBiìxùiiibciMneHlo, 

EtandfcusptBncpojjiofuit.        ,,,., 

:  Etdairaltnpjrtc. 

ZaccarucBarban>,.F(>scilciF.fiqiutì.  Pia:ilt;ui»i0.'      ' 
Mani)  vii» hmmiaUfai».  &  cfairirsiHcna^ioq.  fili» 
«US  integerrimo.  doAils>  lingUatttiBq.  fciftia  ittMi» 
tib.Ftiaa^aef<>s.  :!, 


..]>.•», -li» 


f%      .' D jE l>  sur IE.RdQi   I 

iMiiniB«naaifo^daBened«tfi^Diaoa>laqiÉ^e-e  tankain'graningiodti 

Si  coofetna  |ariincntein<yicto  ii6qy>tilPoge  Aiktota  Crim»fr'ÉMW  BMaottn» 
do*cofne  iiio«>«dogDViio:&ìl Conte  Fraoiccfoo  Camùgmob  cfacfiiGcoeale 
ddlft  RepaUica . 

laBbRuiaddinomftefD  è  padmeoteoocabileiKrqnnùi  &p^ 
hi  odUqtulé  Andrea  BrtgidvM  ^:llim>tti*o  IM^ 
danari.  Efiuài—mc cofacccriimt» il coipétiifraó  <%plraiettf  ta&fecsodo  N 
aocko  YfodeaoariMffiai  EcA  laoocaitiCìMa  M4ra>Caa«[^ 
fcom'cofi&ttoowftetodicofe.    ^    .~  tt^^z.-- j-.  .  . 


A   D   1>   I   T...I.  OH   B 


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mùfo^rcUietf^^HdreaTéaUdio  di  etèrne  latinoÀiUìiioMhmumiiiiètmfMQ^mi' 


rabilmenie  wmfartk%cm  mifmrmi  propmtkme  •  G^uUsw^i 


\cMf02JbmK.MtnelfTegiof$  legge :X>cosmmfitTfiàtg&jU 
ri.  Vs  gl'ituercoìlHnni  fSno  formati  iue^m  7{tccbi  >  $te  ì^UjUamo  collocate  due  ^ 
redi  Brmt^p eccedenti iluéOitrélef^mlUMUddelbra  raùfPepmtOf  ilVrefèia  Mut ^  àcm 
fiedi  i  fcritt9  :  Miaiftro  Vaibramm .  QMella  attafimlira  Pjtpi^Ulo  Sm  Taotop  eftd  me- 
defmsmeme  fcmto  :  DiTpefi£ttoriIiicis.  Cmàn0n€ÌelF^4Heficed§4m  i^lfimra$ 

§iiiilmu^iMipt6d9$XMmOpa$.  Sofnraef^VicthiMyu^foiteiimAii'f^ìn 
4ìttdho€^InbeUiffMiCéKtmeTidor4ti  •tttlt  ^,i 

Mie  Coèmmemiomp  cberexfomimen^Fttmtiffitif,  d^vnUtàfi  rede Me* medcfim 
CéPrmeri /colptt9;HùnEntmf^c%tetiùri.M  rfo/r^to^f  Inccrionq. Bella ^  La,Pf^^ 
pài  p'MdedpMpartienep&méeficfafrddMeietmBe^clKfi^ 
Um^  ine  imame%3(fi  Urna  >&aUrimrname»ti^  .«. 

T^IU  CapfelU  de  i  Grimam  oltre  àgli  éébellimenti  defcritti  di  Copra  dal  Satifmnefy^ 
Wfeéefimo  Feèrigp  Zuca^rw^  (eoe  ancoU  palla  delt^Mtare cmCjidoratìmc  daH^gff^  ^' 
anaoi^é^dalUcMiUtiinpmodnef^uredi 


Cémm  B9mtti  Scidmci 
tré;  Comici  Imo.  SiredepoimlpgrttiiàteéélUite  fiimdi  fartgcut. 
fiteéti  csTMtterè  M  hnm;^éotati»  tbf  éUumm^ip  ima  t  louu*J^tm»tm  P«c.  AquiL  et 
^UeronJmo  Pacrc  Ant.Ft'vacMo*  in  fpem  cataro  fibipouiic  haoc  dooram  onieds  * 
vitpie  ad  diem  njundi  rkimom .  Et  mltdtra  :  Si  Chrflha  detet»  CbàrogeìtfAo  in  u- 


rne  Crudt  affixo»  quod  etat  contnriom  oobts>  Klunvxit:  Nos  coimùiiSq»^ 
in«cecnamIu(Uciam»lcpa(»mrefiitsanus.£CTMfie^C4r4tfm>/(xM  rinn^  ie  fic- 
tresmi  fori  4m  tran»  fofH  .^a  {tfoUw(flfUiulmmoitlfaHmpi».dieffaQfffeUa» 

hmtdcr€JUrmit[éemlMUtfimafthm»i)r»atit4i*iiiti. 

La  pmiofa  Tantia^aetfo  Tmtntm  >  thten  MÌh  am^  d^b^Ua  H  Mafji*  tm 
Jffeodtm  >  a Gàfrgii  »  fke  f<mcmm  itCwpPétChrilh ud  Sepitcra %  fu  giimlh 
tata» 


StjiaUaielkifiimaCafPdU  ù6vilUmani>  lafciatatnbtimcoialSanfmtt»*thii^^^ 
f^eWie  méanGMfeppe»  S„4iit»imUbbate,eS.  Cattmaa»fioperadiTMUrerone' 

Ui^  iMtt^  Stamfa  4d  Carm»  iciò  tavèrna  aw9  U  CoHatìer  Sfd9^  neik  fofjf^^ 


D  I  vx^  A^ff  ir  1  c  L  a  l^l*  L     ti 

{^è$dm  em  ilMartiméi  Sm  L€irem(p  >  fmt^ddSttmaCroCfJ^ol^  diligmfemimc.f  m* 
fdSaiUQDuMMffQfhfoin^aUGKM4ettéi€»*mé^^  impiegai  m 

fi  yffitijf  chi  di  foffiare  nel  fmco  per  accenderlo  maggiormente  >  chi  di  portar  carbonep 

&  chi  di  premer  ^é*  girar  il  Santo  Corpo  con  fonine .  Sta  prefente  F'^Uertano  iUntdete  » 

circondato  da  Terfonàggi,  Corte^gumi*  eCuardie^  fon  infinito  popolo  fparfkper  le  Loggte^ 
fiuefire^  e  colonnati}  il  tutto  diflrmiito  con  ordfHe ,  e  dtfegno .  V architettura  apparifce  mi- 

rabilcf  &*  il-cotarité  vaghiffi^  é 

TielC^kMe^dtmwitrMBaCafipeUa  di Tr^^ettri è h  jMft^  Jf  S.  ^ntpmda  Vadoua 
eon  altri  Santidipinta  già  da  Girolamo  Santa  Crocei^  ma  al  prefente  deturpata  da  altro 
VittorCiCheppetefeaccommodarla^HQYidel  portone^  vede  fi  la  Cappella  della  Concettione» 

detta  Santa  per  le  indulgeir^  cohcefftda  Sommi  Tonteficijfpeciatmente  d  C  onfratri  di  ef* 
fa%  dome  neiFuiltarei  pofla  la  Toma  con  la  fTergincrè  S^an  Sehi^timo  di  ma>0  di  Gio:  Bel- 
Uno  •  Prd  la  Cappe^ìii^ptfijmianixietta  di  Trojfeù  >  &  la  Maggiore  vi  è  vn^^ngufio  luo^ 
gOy  accommodato  in  forma  di  CappfUefta,  dedioatp  a  S.Dìdaco  >  ò  Dìe^o  >  doue  nelU  patta 
deWMtaréèdipmtoefiòy(ttiromanodirif(ùtariì^e  Lampada  >er  f^ 

eperadi Santo Teranda-^Si  ^Meua  ^U  tioUMCappeUaaUafingtraddla  mt^^ìólre  la  vera 
ffigjiediSJrìiumfUfofraalht^^t0^^ 


*  ^  t 


li  Patris  Seraphid  effigies  vera  Francifd 
Staturamec  quoque  (aerù  ftìgiiiitibti^  clari  » 
Defiderio  Martyrj*s>ordjnisPatriaixlue  Mioonin 
indffl^  Dmr  csrlcftia  «egwf  teoemct  •.■■■■ 

Ma  acquiflat^  ipoChi  of^ni  fino  detta  Cappella  da  Francejco  Giufliniano ,  che  fi  j^tfco^ 
ito  di  Treuifoi  la  fece  Yeed^cate  con  heUoy  e  ricco  altare  >  confecrandola  tMa  Vergine^  ^ 
d  San  Francefcos  e  petòìekata  iVffigi^  fndetu  vi  fece  pohetnona  Tamia  con  là  Madon^ 
na^eSan  Franetfco.  d^tà  tcceUenmmente4a  SantoTer^néa .  Le  fcoUnre  di  marmo  »  e 
le  due  ^rmediàrmrs^p  »  fonftfdk  Clemente  Moti  Seultor  Bolognefe .  La  paU^  di  7{cfira 
HomtSipofla  netta  CappeUd!JiMàrc^,Antonio  Morófino  %  tenuta  dal  Sanfouiùo^  per  opera 
di  fra  Francefco  da  't(ejgrop(mÌ&  »  ferine  il  Caudier  kido$  s  the  dia  sij  di  mano  di  laco^ 
beìioFlore.     ■ 

jipprejìo  Francefco  j  e  Zacharia  Barbaro^  nominati  di  fopradal  Sanfouino  >  giace  anco 
Marc'^mtonio  Barbaro  IlUiflrepor  molte  Legatitmi  ;  ma  fpecialmenie  per  efferfi  ritrona^ 
to  Bxilo  d  Ccflantinopoli  tanno  1 570.  quando  Selino  he  de  Turchi  ruùpe  la  pace  con  la  Ke. 
publica  9  Perche  fé  bene  era  cujìodito  flrettamente  con  guardie  nella  propria  Cafa  acciò 
non  vfcilje  di  effa^  ne  praticaffe  con  alcuno^  nondimeno  con  la  fua  fomma  virtà»  eferme:!^ 
^adianimoynon  mancò  di  dar  continuamente  auutfodVadri  di  tuttofilo  fimiaua  fa^, 
cendoinCoftantinopolit  delle  deliberationi del Diuano,  edegf ordini  pia  Jegrett datti d^ 
l'ifkffe  ScÙMo;che  perciò  vten  altamentexommendato  dal  Taruu  nella  Seconda  parte 
della  fua  Hifioria  yenetiana>  e  degnamente  nominilo  da  Andrea  Moro finijnella  fua  fM- 
fioria  ftct'  yenetianay  e  da  altri  ancor a%  che  fcriffero  la  Guerra  di  Cipro  di  quel  tempo .  Sem 
gue  dopùU  Cappella  di  Cafa  Barbaro  >  quella  de  Badoari,  la  cui  Tauola  (  doue  è  figurato  la 
Mfmrrcuim^dieMftù)fùlauorataconparti£(Aar^uim  daVaotoreronefhy  che  perla, 
Twttd\  &  beUeTgA  fka ,  è  fiata  dimdgata  dal  Cbàiano  con  le  fmfiémpe .  Ha  }  i^H  di. 

.1  D   3      q^^- 


5>  t>EV  $  B  $r  T  TE  R  q 

tafidiEHrofacenffiagréniode,  mcrje  finalmeHtimVerietkimemn  feHep^aifiiU 
imuo  H$  Frama\4niSafiuum'  StraùNUnari$^ai  Henrkp  Iti.  fuìimi$y6^  Se  dice  : . 

Andrea;  Baduarìo  Equiti,  Petri  F. Sedatori  integefrìnio» 
quìEloquentia^qua  mùificè  valuit*  vAisfemper  optimè» 
plurimis  Pra;feduris  egregie  admìnifiram  f  finiùmq*  inter 
Remp.  2C  Caf(aieot  difceptariònè  permidata  ,  &  nriigo» 
cum  iplendore  ad  Pont»  Max.  ad  Philippum  Hió»aiiHu'UiD , 
adHenrkucn  I  II.  Gallia?»  &  PoloniarReges  legationibus 
habit^i  Pace  caio  Selyfflo  Turcacuor  Imperatore  Reipuin 
nomine  firmata,  adtfenrìctim  GalliaeRegem  Lqgatus  iee- 
nun  profidfcens  >  in  ipfoniee  itinere  ad.  ^Etemam  Sedein  eft 
cuocatus  )  graui  ciuium  onmiufflyddore ,  magna  Reip«  ia- 
durai  egr^io  pofieris  telido  ad  laudem  evemplo  «  D;  vàtìt 
anoos  LX. 

faltroàglorUdelCaudierjlWeHoBaiMm&ètàlJ^x 


A  *k  4        j  a 


Alberto  Baduario  Equid»  Ai^dK  E;  quirA  odccarPattiif  > 
ex  aduerfofid  »  annosa  viuendo ,  non  aflecattu*  a^auic 

Sloriam  ampUflìmis  domi  >  fòrisq.  honoribus  apud  PhI  • 
ippun  Himanianim  Regem ,  Hudulphum  IL  C«fa- 
lem ,  Pontinces  Max.  Sixtum  V.  Vrbanum  VII.  &  Gre- 
goritim  XIV.  Legationibus  obitìs.  apud  Ihnocentium 
IX. quod PontifeX} apud Clem. Vili  quod ipfe extin- 
élus,  ne  initis  quidem>  inclyto»  Angelus,  &  Ioannes  Fra. 
tres  Parenti  Opt.  p.  C 

Anno  a  Cbrifto  nato  M  D  X  C 1 1.  IV.  Kal.  Maij  ^ta- 
cis verofuc  L  L  Men<  IV» 

De^  4piaU  Andrea,  e  ,MbcrU>ne  farniodemamentìmeU  fcritt^  dc'lor  tempi  $  &m 
partìcolare  Andrea  Moro/ini  nella  fua  H$oria  rmetiana  .  Tiella  Cappella  ykino  d 
quefiai  ch*è  la  ter^a  in  ordine  di  Cafa  Contarina  il  Taima  fece  la  tergine  in  Gloria  cm  U 
SS.CiùHanniEuangelìfta%  Tiicolò  ^  e  Lodouieo  r^fcoui ,  &  il  Serafico  San  Francefco  al 
quale  ù  dedicata  •  TleWvUima  pot  dirimpeto  d  quella  de  Grimani  ft  vede  la  Tonda  em 
S.Gio:  Battifla ,  San  Girolamo  >  Santa  Cattarina  >  &  altro  Santo  di  Giofeppe  Torta  detto 
Saluiati.  Sopra  tritare  di  Cafa  Okinafpcfioin  Sagrefiia,  Taolo  Feromefe  fece  la  palU 
dfrefco,4^ingend0itt$fiaiéMadomra$ con S£ioi  Battìfia > &  S. Girolamo  ginocchióni. 

Di 


DKOilSTEtLQ  JL(^I:       is 

ti  fatti  amai  di  orHae  Ctn^oRtlh  ertftifUa  TfrMì  t  e  yaure,  Tyno  di  Andrea  Gritti  Da- 
tele»* Ti»  fan»  I  w.£dMdilfìiàl^  Orini,  tlie  fi  J4m  ditiau  ^ge  ,,  tt,  dtgm 
MÌimde»di,i^lltl^f>iitdcliamdd^UtÌ>«ió*fiivti^,pa 
U  •Pamtat  e  Monjtm  con  altri  ftraaien*  Di  TnadoMnefi  mentine  'Ptetn  Gti^tiìtìimà 


'HelfaUròdii'riiUtanòr' 

TriidanoGHttDSéaatoci  OptimOiiAodrcse  Dueit-Anc) ,' 

liaiuiijTima£&iohiiaMSm«et>bfidioiieiii,Catanéx> 
rinOO)  publicoq. fanne ob  rcmpHKbti  gcflim  dato. 
AndteasGritnisDuz  T.F.I.  DecèffitoàuagcDatiiù 
Aii.kkC]XLKX»tU- 

ft,ctìo  di  Clemente  Qttauo  t  che  dice  : 


^atiffuClémetae  Qttauo 

loann!  MatlarQSÌsa,'^tii(.'Ciin)ion^  bfttBae  fgà 
■ddefccnd.  qincuin'zvi.aiiiiniiratt!i)^eRt>£qiiicuin 
Cohorti  io  Gallia  fBmiM.gun  lande  gia^ti  &  in  natia 
{oc  XVIII.  imnl&ri.'&'atètbàlmilteVenctijsoccu- 
bnic .  CMiredujs  Epifco^ui  Melfetenfis  Legat.  AppQDl»  , 
lianiaóanti^menaisP.obijiiDìe^'ìfiliiiJjj.  .'  ''   ' 

'  ìtui^aineleafe!iidttteeìmmn>6'ljMÌmitìirf^<TntmMr4iSMtim 
PMiiietlMnmMetlmSelÈtlmhimo  fimMlUi^,*miitnUllin.Ciffelb,ilfi 
PllcrUmliiint^i^nrt»arin:CtkfaiikdicilttiSMaiatit(.i:mK  filiate 

«sifuìttiàitimitti.mtimiiitfm.m'Tjm.e 

•umnedi  tarasiae,&miimfmifm-imìlflitnim>ie^ffelfi  numi,  wifjilr* 


;5  DXL^ESTlKKOr- 

rim.ls  pareti  famuatimtnfiatidfénmafiéifgra^amtem^m  fmitml^mmi 
iumAiiimanufim,tltiimiitigauamaiu  fregflU,&-li4nf.  IlftnimtMtmt  ftttt 
mfiBKili  fm^turmi,  cf^tsm.  jOtw^tlft  iOt  Ctfcla  Mld  j<li|»n  ii 
marmi  fmttemcottmriUdiwunmf^Ut  &fmiceae4iBrtmmtréi^tu,tfymtU 
rltm,fmitt»acdUmeM<iitiT>.adlMtttitifttttsKfìr  [a^itmaim  fm 
tlmnréhdi  Frmufa  CmitnmDfclm)  zio,  t  fornata  fi  Ita'  H'^iV'^l^ 


Deceo  Legationibusapudmaiores  Orbi$P]rnallas 

Digniffioipafunaus  '    ~ 

Vd  oolen  .A  immiu  witr  RdpublKc  pfcfit 

Vi»ciaPnndpatuAD.I.Men£llt.  ."', 

Obijt  An.  fai.  M.  DC  X  X 1 1 1 1.  die  «.  Deceob.' 

MafintfrariiiK/tnItniifarittiìK:: 

loames,  &  Aloyfiiu  Eques  O.MaKi  Procnan» 

Nicolai  Cantarelli  Filij 

Seteniffiin!  DudsFtaodfd  Nepotes  Obfeqaenciffilat 

Sacelluo  hoc  exornanint 

Et  gnu  animi  mcmenampoAiete      - 

Anno  Oomioi  M  OC  LV  H I L 

SS.GioHanni,&  Paolo. 

\A^fS^Ìf  nc*ifc6bric»  èqjienadi  San  Gioianni.Sc  Piolo  habitàa  <Ia  i  fra- 
JVl  tl(tenoI^de^l*B^cat(m.•L•anl»Iy4.effi:ndoIft)ia,clIepefaMllel^. 
•cqlla|JacolIloThlep<>teI)o«e  41.  la  donò  à  i  (rari .  i  quaU  nel  principio  .i  cdifica- 
!?2? 'K'"™'»T?-PSM™' ™  *""»■  P"  to' trail»»  fi  f«s  l'edificiè .  cte  ir 
wdeUpt^te.NoMiffln»perlito.pCTciochc  è  pollo  qnaSnd.aiotdelh  cittì» 
»nltaittuta,aKorKliel»MMei»ddfArcliitettara<ìa^^ 
2^atpet«l*cllinwitj  di  jimm.diftatqe,6c  d'atei  arfeB0ti5>iii»ftd«gBe  di 

■         ■  'Sa. 


D  f  e  A  S  t  B  L  L  O  LIR  I.       ^7 

giaodmò  fedki  Prìtic^)idi  Vmeda 


autore  di  quello  (krario  con  Lo* 
poru  grande 

Inyìfémtko  Sepolcro  dimarmonel  quale  fi  legge  i 

Quos  natura  pares  »  ftudiis  »  virtutibus  atq. 

Aedidic  ttluftres  Genitor ,  Natusq.  fepulti 
Hac  fub  rupe  Duces  Venecum  darUfima  proles 

Theupuia  coUatis  dedit  ho$  celebranda  criumphis  • 
Omnia  pnpfentis  donauicprcdia  Templi 

Duz  laoobu^,  valida  fixit  moderami  leges 
yrbis  »  &  ingratam  redimens  oertamine  ladram , 

|>aliBaciosq.  dedit  patrie  poft  Marte  AibaAos 
Graiorun  pelago  maculauit  fai^iinedaflca 

'  Sufdpit  obliitos  Principet  Lanrentius  Ifttos  • 
Et  domuitrigfdos  ingenti  eladecadetìlés     •        i 

Bononiae  pomilos  :  bine  fubdtt»Céniia  <ieffit  t 
Fuodauere  vias  pads  »  fottisq.  relida 

Re,  f upetos  Caais  petierunt  mentibus  andx> .' 
Dominuslacobttsobijt  MCCL I. 

DominosLanrendus  d5ife  M  CC  L  X  X  lU. 

Rioieri  Zeno  Doge  4^  dhe  fìi  taanp  I  »5».  Gìooanm  Dandolo  Doge  47.  dK  ili  1 
iamio  u8o.  8c  i  po(to  nelpciino  dibliro  conqaelU  infotttioae . 

Dandalei  Generis  magna  vimite  loanoem 

HaecbreuisiUufimooootiaetvrnaOocan.^  * 
Oaruit  in  magnis  eins  (iapienda  rebus  » 

Qpem  monftrauemot  ardua  HiBiz  piobiiai , 
Confilio  pollensf  fenin  maturfis ,  acutia 

Ingemapnidensydòquioq  poiens» 
Prccundts  patria»  fummo  dfinrìc  amore 

IHius  ad  regimen  pronidus  atque  vi^  • 
Anni  dnm  Chrifii  currebant  mille  ducenti 

OAogiaunoaem ,  fpiricns  aftra  pe^  •         ) 


5§        /  O  E  L   i  1 1  f  {  9.  R,  O 

Qgì  defiindorafli  ftntttn'fiiftagì^Iiioe 
X)ecedeqs  mundo  cofffodatur  tn . 

Marino  Giofòio  Doge  49.  che  fu  ranno  ijii.-Marìno  F^iep 
fawK»  1154.  Gian  Dclfeo  Doge  jtf.  che  fu  l'anno  ij  55.  &  è  rii 


V**  * 


grande  .Marco  Comaro Dog  ^  ^ 

che  fu  Iranno  1381.  &quefticme  fono  parìinence  nella  predetta  cappcUa»  (otto  al 
qual  Morofino  fi  leggono  quelli  veri!  • 

Inclita  vitalcs  Micha^  9U<{(n  duzit  in  apf as 
MauroceoadomusVeqetiiiD.Duxciuibiisingéas  .       ■'.  -' 
Speseratt  alta  j>«i;aas,.iptercìjpit  ardua  ra(um  -t 

Co^Dil^yirti^potens.fiiftè^fisacqtus  •  • 

Itiftiti>»fiéuaiorìeos^tnaB|»erfe<nikIudus'       ^       /;'  ,, 
Qua  d]ùs  eft,  iacet  hjf;,  menscaudet.  fama  cprriifqat  ;     '     ^ 
M.  CCCLpCXft.  Pit  X  V,l.  Qjftobris  fuii  fcpu  Itus  * 

Antonio  Veoiax)  Doge  fo.  che  (ttfanno  tjBi.fituatofb^a  la  pc^d^ 
in  ricco  ièpolcto>con  la  iQ&alctitta>ia|Bmoda . 


•  1 


Qtttfquiiad  iofigoemetKQtilap^aluiiiiiULÀ^^ 
log^mem  cuii^.CÌQQi!CS.|Méc  marpio»  fe 
CMteiDphre  Ducera»  Pfiacefks;  hjìc  ille  per  ^ii^^ 
Venerìo  Ama  VQUUnsiA^lRMiiti^orbeQi  » 
Q^'  tribus  hanc  Vrbem  Joftm.totjfl^g.  petjipoof 
](exerat,aeQK>bi|n40Ì9i9eftte9>p9i^.ÌììuftM 
Taruifioa  fuat  calteUa  &  maenia  matti 
^Èieé0»»  DyracliiHm»  Corcyra^.  ^^jpoida&iti 
Plurima  patta  nana,  ponas  fibi  fumpm  ab  ilio 
Quem  genuit  nomoancitiit  dtim  oen^  jutt» 
IpfiHsvcclaiftiiuBÌCHitdeinaiiMi]F4i» 
Reddidit  Vogarle*  RcgioflefcqMtta  fuor»* 

Raptadofis,  ne^iatìiigHOt  Fuflaaieiiibiies 
Obfiitìt,  Italtcataipacaiit  niiltaperoMa 

Tnrbida>pofttcmsabiemicfein(iific.«Aris> 
Milk  qnadringentisClHiftìiedefidbiis  annk 
bftititatraàes  v^t%alri«iNoMi&bfìs . 


•  p 


*  .-  >  *. 


DI    CA  S  T  B'L  t?ÒJIiIft  K        fi 

icntdoDe. 

HMbrénUniuftri  Moceotsla[b  oi^ginéThoioaitt 
Magnanimum  tènec  Vrna  Docem ,  grauts  i^  ittódtflQf 
Ittftirìa?  Prìncepsq.  fiiit  •  decòs  ipfe  Seòatus 
Aeternos  Veoetum  titubi  iuper  àfira  loéauic  • 
HtcTeucramtumidamiieleuklaaequoreclaflbtil»  '' 

Opfida  Tanitfi  *  Ceoet»»  Fdtrìq.  rMcmic. 
VogarìcundoniiitriMMi,  Patritioq.  fob^'c 
In(K  Fori  lolijtCattaruatSpalttunq.  Tragurum  ^ 
Aequora  DÌrati^  patefedt  CMufa  peremptis 
Digna  pplum  fQoijt  patrijs  laens  fetta  triuosplus . 

Pafqoal  Milq^tM  Ddge  Sy  die  fti  ìixsaa  14^7.  tiduo  atti  Sigtefti'i  >  in  àtoùu- 
ineoto  ora  U  (uà  fiatila  <Dll«u>  &  vi  fi  l^gd  * 

Pafdiàlis  Maripctnis  P.  Maximis  Reìput»  Seoatoribua  >  r 
bontiate,  &  eloquentia  fempcr  par  •  ttoliglonis  ac  leriim 
vfu  nulli  fecundus,  &  cum  ijs  laudibus  m  cìuitate»  in 
locun  Franciici  Fofcari  adbvc  vìuentis  à  oatribuà  fi«fe» 
^us ,  qiiod  antea  doni  debilitatmn  crac  *  Aia  autboritaiie 
in  pri(unum  ftatum  diuìnkùs  reftltuit .  SìAx  in  ^iucip* 
AMkllU.  MeikfesVI.  Dics  VLObijc 

MCCCCLXI» 

PicCTòMoceni^  Doge  72.<he  fuf atino  14^5.  in  dodiiffiÉlà  teèimtiifi^^ 
Iftrìaoa  con  1 7.  figure  di  marmo  al  naturale  »  fcolpice  da  Pietro  Lombardo  %  &  da 
Antonio»  &  Tidlio  fuoi  %KiAIi:  conia  Qatu^ pedeftte  di  (Òpiaal  dUbitr«  dcii  que- 
fteparok  nel  fuocorpo  EX  H05TIVM  MAN  VBIIS»  ficmcrìtaminto» 
perciocbe  per  cofe  belliche  di  mare  fu  molto  eccellente»  la  cui  viu  fu  (crittà  da  G#* 
nolano  elione  filo  contemporaneo^  &  di  fotto  fi  legge  (Juefto^itaffio . 


FettDMooehigo  Leonardi  F.ocmi^s>iioii  oanis  Qpdmi 
quam«laquentMStiiSeiiatorÌ5  fiMiB^ 
MftQi  «tris  liDper  atori .  Qui  Afia  à  fauc»  Hdlcfeoùti 
vf q.  10  Syrìam  ferro  igniq.  vaftata ,  Càtaaiitois  Regi- 
bttt  Veoetoriun  foci js»  Othomanno  oprcffis ,  Regno  re- 
>  »  piratis  vndiq.  fublatis  »  Cyproà  coniuratiéiioà 
:i  celericate  t  quam  prudcntia  reoe|>ta  »  Scodra  du* 

9ah 


.III 


69         '  O  B  t    STESìTIE  R't>       t 

dn,  &aiifrkiitfakofafidieiidiber«ta»aMiB«n^ 
citer  gdfiffi:^  ablèos  D.M  arci  Proairator  inde  Oux  gra-. 
to  Patnim  CDofenfu  croftos  cft  ^  loannes- tettius  ab  hoc 
Duz  &  Nioolaus  Mooenigi  Fratres  pientiis*  6:  M  D.  Vi- 
xitannosLXX.  Men.I.  IHes  XX*  Obijc  non  fine  {tua- 
mopopuli gemini  ^Dncarasfui  Anno  primo,  Mcnfe  fe- 
cttodo,  die  XV.  Anno  (alucis  MCCCCLXXVI. 


'LchefiiTanno  1477.  in  fepolcrodi  fìniiinno'nar- 
motConbeUefigure  Bi  manotUTuliioLombardóSailccKe  ecceUeote*  nelcoi  cor* 
pò  è  notato . 

Dux  Ioanncs  Mocenigus  Thom«  Patrui.  &  Petri  fratris 
Ducum  fecucus  veftigfa,  bellum  Ferrarienfe  inuitus  ge^   -   ' 
ut  »  &  Rod^  pcnimulam  adiecit  imperio  >  pacem  co- 
luicRemp  Venetam  adminiftraufc  •  iuAitia,  probitate». . 
&  pmdentia»  Dux  Opt>  &  amantifs.  Reip.  habitus  eft* 
L.  F.  P.    Obiit  Anno  M  C  D  X  L  V,  vixit  annos 
L  XX  VI.  Due.  annos  VII.  mcnf.  V I. 

1  ' 

à 

Leonardo  Lanredano  Dc^  74.  che  61  l'anno  t  ;o  t .  nella  cappella  grande  »  éc  Lui- 
gi Mocenigo  Doge  84.  ctie  tu  Tanno  1570.  rìpofto  fopra  la  porca  nùggiore  di  den- 
tro con  Lauredaiui  Marcello  fna  confort.  La  quale  donna  di  molto  vabre  premorì 
al  marito  alquanti  anni  prima . 

Oltre  a*  predetti  Prindpi  vi  fi  vedono  tre  ftatnc  eqncftri  grandi  3i  naturale  >  con- 
(acrate  dal  Senato  allo  honor  (ingoiare  >  l'vna  di  Nicola  Orfino  Conte  di  Pitigliano  » 
il  quale  fu  Generale  della  Repub.  nell'ardentifs.  guerre  che  fi  fecero  in  Lombardia  > 
&  lototno  alla  citti  di  Pàdona>  fotco  alla  quale  fi  Kgge . 

KicolaoVifinoNoIad^ìtianiq.  Principi  longe  Clarifs. 
Senenfium»  Ftorentinipopuli,  Sixti,  Innocenti],  Akxan- 
dri  Polir*  Max.  Fecdinandi ,  Alphonfiq.  luntorls  Reg. 
Neapolit.  Imp.  foelicilfimo ,  Venerar  demum  Reipub.  per 
XV.  annóf  magnisclarifSmifq.  rebus  gcftis,  noniflSme  à 
grauiflima omnium obfidione  Patauio  conTemato,  vir- 
tutisacfideifingularis  Senatus  V.  M.  R  P.  P.  obiit 
attat.LXVIII.MDiX. 

L'Altra  di  F.Leonardo  da  Prato  Caualiero  di  Rhodi ,  &  fingolar  Condiitticro  del 
tempo  luo,  delle  genti  della  Repub.  óon  qncftc  parole . 

Leo- 


D'I  :  e  A  $  TI  t  X  <r  tì%  t       €i 

*  £e<XiMcRiiìii  t^ihiio  ttrilìtcB  fiùtìfllMiRB»  de  ex  piovo- 
^ttione  fenper  vidoreai  >  'Pnefe^m  Ferdinandi  Innio* 
lift  À  l^derid  Regum  NeapoIitaoonifn,ob  virtutem  te^* 
feèribtts  Naualìbufq.  pr^lijs  £;lidffimum  »  nagofs  cRt- 
riffim^  rdMispso  Veneta  Rep.  gefiik»  ab  hofiecatliimi 
l>ohàMfl>LaMitdanusPr|noep$  attByÌtfc.ordo  Senat 
torius»  pnidetitjae,:&  fomtadia&  ergo ,  ftaraa  lue  fi^uc- 

firi  donandtmccpfuit» 

,-'■   ■  .  ■  ,        ,  , 

la  tersa  41  Bartolomeo  Cogliotie  da  Bergamo  Generale  parimente  dell'armi 
Venete  >  fatta  di  bronzo  »  &  còHotata  di  fiiori  allo  fcoperto  •  Et  fu  Io  Scultore  An-» 
drea del  Verrocdiió  Fiorentino.  ScdfTe  la^udi  mieftohiiomo celeberrimo >& 
bene  mciCitop^Jafda^niiYfedeted  alla  B^p^Hctio^^  Aio  compatriota»  Et  G 
Iq^ono  od  pjf4iftaUo  qwfie  podie  ptf^ 

BARTOIOMÉOCOIEÒNO  BÉftGOMENSl  OB 
MILITARE  IMPERIVM  OPTIME  GESTVM. 

loamMioro»  &  Marino  Vcnerio  Cftratoribus 
Aiui.Sal.  M.  CCCCXCV. 

Di  fo^ra  alla  poeta  per  fianco  dalla  parte  done  é  l'Orlino  >  fi  vede  laftat^  ped^ 
Are  di  Dionifìo  Naldo  da  EfrifigheUa»  {colpita  da  Lorenzo  Bregnoi  &  pofta  per  ordì- 
nedel  Senato. Coftnieflendoòenei^iedellafanceriatS^adòperò  nelle  guerrecon.» 
tanto  ardoreper  ]aRepiib.€hf  il  SqMt<(^.  gticoniactdla.prcdeq^meaiorìa  t  {cri  fii 
pofto  di  iotto  ^joefta  imiprìttioDe . 

Inperator  »  Dndor ,  Eque»  Miìéfq. ,  DionyCj  Kaidi 
condUDtur  hlc  oflTa .  Hic  iuoiorein  Ferdinandum  Re- 
gno à  Gallis  pulfinh  reftituic»  Venetis dignitatem  Ini* 
perU  fuftiniiii .  Fide  ac  fortitudine  incomparabili  io- 
ter  aUos  l}biaa  peditam  Pratfèdos  Patauiun  feniank. 
Moriens  oiiniis  vigiliis ,  hoc  vinutis  fu«  perpecnuoi 
flioniuDemuni  dar  ifitoK>  Lautedano  Prindpe  ex  am- 
pliiSnfi  SenatoMiuthoritate»  merait .  Obiit  ^a. 
AaboXLV.AnnoMDX. 


"-  Vi  ^aceparitneote  il  Conte  Guido  Rangone  ìBnftre  nella  miUtia  &  de  prìncqjftH 
Capitani "^  tempi  noftri .  Etnei nieaK>delTempioéco»beirordine il  wpokroffl 
qiid  HìeroÀinK»  «  CatuOe»  c6c  nelte  o^  nuuBttiine  (òpraaa^ 


-/** 


ri         :    D  E-t    SESTI  EJCO  ;  'u 

gK  huomini  ddb  6a  prpfitpia^nmCMmeiMeper  acqaiA|rQ^oriai«H>f)^^  net 
mezzo  dell'arane  falfe  :  &  Antomoiiio  ngliiiok)  >  che  fu  «micatore  della  vjr^  pater» 
Ba  fi  come  neUa  Giornata  che  n  hebbe  con  Selini  Rè  de  Turchi  l'anno  xiii.'Sc  ìtL» 
molte  altre  ptoue  dimòArò  coraggiol'amente)  vi  fece  fcolpire  ?ii  ' 


HieromiBo  Ctoab  Cfaik.  Fr»I}atic  fiogulamp  &  ^te. 
giaiiiibrais.  virUoÙBfiaagniradiiiem  quiiitdaulradfi' 
ne  lachr^is  vinquam  {lot^it  ?  con  In  medjoxurfo  pre« 
dàrifs  rerum»  Zicimhi  aiortttas»bellic2difcqriiii«tit3Ìi»> 
rum  gloriam  illuftrauetic ,  Imperàtorìs  aetads  fuat  reli- 

2UQS  authoricate  &  coofilio  vicerìt .  Pofteros  memora- 
ili  jlJa  pugna  ad  Aainm  Grecai  prpmootorium  docue- 
tk»ipnm  ptrichiuinfit  Panici»  Veneto^  prò  tìtase  Reip. 
in  omni  fonnna  acriter  decertire.'  Ant.  paterne  virtiiu 
iffljiitorMDt.VixkaRBQ8Lll.  Obi/c  MDX^V. 


I  «  '   '   , 
li».  • 


1-   n 


n 


%     i 


ykìMalnpfarhèUCapfeUadeiT^bilide  CattalU^douc  fUfep^  Iacopo  Colutilo 
Fnonefe  Generde del  ScìuuoxU cui  rotore mcmà  di efierfawTi^^  della ISOUiMca . 
Onde  poinedifcefe  Marino  Senati»' preftantiffimo^  &  eloquentìffimo  di  mefiitemfi»  la 
CHirirtiyiiteinSigifmmiox0'  Antonio  f mi  bombati  flgtikoH.  InfMefta  CffppeÙavti 
yn  beltot  &  bene  iraefo  Sepolcro,  per  opera  del  predetto  Marino  %  [otto  alenale  fi  legge  à 
g^riadilacopo  fitdetto .  '*        • 

MUiViae^Ieodòr»  )ata?q.  tremendus  in  armis 

Hk  de  Cauallis  lacobus  fiur,  àlcaq»  gcflit 
^noVeiKCis  caput  armigeruin  duo  (uloiinat  ho&t$ 

Voioi  quem  camum  capìt  bax  domos  apra  Scpulchii  • 
DecefficMCCC  UeXXIilI.dieXXIllH«WiaF* 


ScriticmoUo  ie^^mente  di  qneffa  valorofo  Capitano  ^Vietro  Giufiiniano  nella  [uà  Hi^ 
fioriaFenetiana^ 

Dinan2ÌarAlfc2rgcaodeffi{X|(^  de  frati  di  godio  Sa«^ 

crarioi&  furonqdiTorcdlo,  di  Chioggia>diCaftclla*d'Aiimonia  >di  Ceaeda ,  d - 
Ari  >  8c  l'vltimo  >  Arciucfcouo  de  Taranto .  de  iquafiqacltoaiCcncda  fa  F.Antonio 
Còrraro  nipote  di  Papa  Gregorio  X I L  Et  nell'introito  d^a  cappella  è  ilinonu- 
me^tod^Andrea  FrixiJero>  che  fa  a^uCaneelMcr  erande  di  Venctia . 

£  anco  honotara  per  dioerfi  huomini  iUuftri  ne|e  Ietterei  percioche  oolfti  Corte  ò 
Cimiterioper  fiancoj^  fa  pofto  in  bella  fepokura  per  quei  tempi»  queFContc  Riccar* 
doNUlombraccfeberrimaGiurifconfako»  il  quale  chiamato  dalla  Signoria  >  accio- 
che  riuedefrc  k  1^  di  quefU  Otti  sii  poftc  infieme  dal  Dog^ 
altre  appte^fgmato  ufuo  i<3mq^  m  qucAeparti»  l^ciò  i  facceflori^de  quaii  vv- 


D  r  ò  A  s  T  Et  t  o  *m  I.     ^ 


ne  al  prefeiìte  Bait(domeoin»lti&  f<K!a,4iiM^ìfm^9f^X3k»J!^iÌ!CÙ  ail$t;o(ibfc/  • 

ya$  iitns^legtfinq,  ijibiar,  Hoc  compare  Do|ftor 
Comirisdé  m^ftnerìuTatiQiitecaredrse* 
Dotacus  titulfs  Ricardus  prole  Malumbra  » 
Maleus  ens  vmbra; ,  patria;  decns  »  atq.  Cremooae 
Qiii  gratiis  Veoelisiicet  hic ,  (ed  n  wR»  laadìs    ^ 
Viuet  iàma  viri  QuUum  perimraper  aHiuoTr. 

Obi/tanno  Dòmini  M  CCCXXXltlI. 

Bartolomeus  Malumbra  nati  picatiis*  refiaurauk  ' 

M  DXXVia  die  niL  loUj. 

Ce  poco  dffeoftoàHoicoperto  Iti  affai  hnmileau^^     fono  f*ofla:<!iTù(giGrifaI^ 
comdocdrs.hiioinoiidl6lidgueliebrea»grtca  perlai 

fua  fàmx  in  Eittidard^  HàFraaceEco  I#  viiiiifegnòper  toolti  anni  letteoegreche  i  & 
hebrecf&lamatheitnadca.  Andaoopc^i  i  Roma  (ceto  Leone  X»  /lette  peralcon^ 
tempo appreOb Andrea ISdEercatdlo Canonico; dai q^  confeguitoii  cognome  di 
Meicacdio  Cperdòdie  era  della  fdxràgUz  Dragàna  )  ritornalo  x  Yetictia  >  fu  final- 
mente per  la  lapientia  «  &  dottrina  fua  nominato  Grifalconi»  acquiftando  illuftre  fa- 
ipajvei&dfuoicittadmij  diTpatandofpeflbi&ipc^pIcSgen^n^e  CfaicfediSan 
Glorcio  Afaggiore  a  di  S.  Giouanni  >  &  Paolo^  d^  j  Crocicchicri  9  8cdci  Scmi^  Qi* 
vili  legge,'  ' 

ALOYSlO  GRIFALCONIO  TRILINGVI  HVMA. 
DlYINAQj^SAPIENTIA  EXCVLTISS.  LAVRBNT. 
GRIFALC  F.  EL.  P.P.P.P.  B.M.  V.A.  IXVL  O; 
MDIV.O.N.,SS.H.    hf.    H.    N.  ,         . 


Et  nel  primo  Chiofirogiace.F.Stfl0<Ib  Medici  ealiittatìft.Fl}6rofo»&Tbeol(^ 
ftngolare»  che  leiTe  publieameate  per  molti  anni  per  ordine  del  Senaco:&  celebre  per 
laecceUciitc  fnjidotaài»*  ' 

F.  Sixta  Medices  Veo*  viro  religione  Dodoi  prtideo.  de 
human,  infignl  fummis  celeber.  Iiuius  Coenobi;  &  torin$ 
Pro«Snt$kmuneiibu$  egregiefarp^ 
ahn.Sac.  Theo,  in  Gim>  Par.  atque  in  Patria  vtramqucrf 
Pbybf.  esimia  ettm  laude  publice  profètfusv  tandem  à  ' 
Dco  euocatus  ad  coelef  ritam  »  fum.  totius  ciuitatis  do- 
lore deceflit . setar. fuxLX. dieXVIII  Nou. M DLXL 
E  Hlerooy.  Viclmus  Ven.  T1|bo1.  Piiecep.  &  tamquam 

patri  de  fé  op&  mer&o  P.  C: 

Mar- 


r4  DH    Sfi  $T4  ERt; 

Mirmore  hi  exigao  ùtìsHHaattomtiit  ttoRHB 
Sccibere  SixtaE  Pater»  caetMi-qttis  rcferac . 


i.  « 


Et  quali  di  rìncontroitna  per  fiaocot  fi  legge  inhonoì^MlKa^l^rlncelffai  ec» 
€elleatehiiomo»& che fii Gran CanceOieredelIa  Rep.atnìto»  Se  honorato  molto 
dall*vaiiierlale>  quefta  infcrittione  • 

DEO  OPT.  MAX. 

Andreas  Fraocifcus  Petrì  filrus  >  poft  rónumerd  prie* 
daraq.  fumoHeprudentic  &  fidei  exéooph  edita  >  gra-  ,. 
tus  Patribos  ob  ingenij  manfaetudiaetn  >  &  beneficea" 
ttaoifingtilareinq.  in  faos  pietatem  »  chanis  onmtbus  •  ' 
vntuecf»  aobilkatis  confenfu  *  Magnus  Veneti  Reipw  • 
tofttts  Caooellariiis»  humi  è  regiooe  qaierdt  >  vttHiDq. 
parentem  à  k  ance  hic  oondicos  feqnutus.  ièqutttii- 
ramq.  proiapiam  omnem,  id  qiiod  ferum  optet»  ireruiQ 
expedaf» .  Vixit  aonos  LXXIX.  Dics  II.  M  D  L  L 

Et  nel  medefimo  ChioftrOf  con  eflempiò  di  (ingoiar  fempliciti  di  quei  tempi  »  fi 
ìtg&:  in  vn  (epolcro  non  punto  ambicioiamente  ornato»  ma  fchietto  i  quefto  epitaf- 
fio fontano  da  ogni  Tanitd  di  ampollofe  parole  • 

t 

MCCeDCVI.  DIE  P.  SEPTEMBRIS.SEPVLTV- 
RA  EGREGII,  ET  STRENVI  VIRI   D.    AN-     ." 
PRE/E  ERIZO  HONORABILIS  PROCVRATO- 
RISS.  MARCI, BT  SVORVM  HìEREDVM. 


^  # 


Et  nello  fuolcer  del  cantone  doue  è  la  porta  cl\*eritra  ne!  fecondo  Chioftro ,  giace 
lacomoCieraVefcouo  di  Corone  :  nato  di  honoratifs.  famiglia  ^c  illuftre  per  va^ 
Cardinale,  &  per  dioerfi  Sccretari  *  altri  huomirii  chiari ,  il  qual  làcoiiìò  fii^  fanta 
▼Ita,  &  eflemplare  •  t  /       . 

Et  poco  più  oltre  dal  lato  del  Franccfcbi  Gran  CancelHero ,  ripofa  Antonio  Gra- 
denigo  con  Alifla  fua  moglie,  il  ou^Ip  fìi  Cnntf^  ^'  a  rh^  r^o  nn^  *  <•  >.!)  a^^:.ì,^  .'^Ti^a;*^ 
crfeuc 


101 


Si  vede  anco  in  Chicfa  il  Sepolcro  di  IV&ttheo  Giuftiniaoo  Conte  di  taitoiffo .  8c 
ini  prcOo  è  npofto  Odoardo  Vindcfor  Barone  Inglcfe,  con  l'epitafio  prcfeote . 

Odoardo  Vuiodefor  Baroni/^Dgl.  Paientlb.  orto. 
Qui  dum  Religlonis  quadam  abundaotia  vitvpto» 


D  l    e  A  S  T  I  t  l  O    L^.L        6$ 

bitate  &  faairitate  mònnoi  omnilwsclianis  clarafqj,^ 
vlcam  d^eret ,  ifflmàcufa  morte  correpto  >  celeber- 
rimis  exequijs  decorato ,  Georgius  Lecher  aSaùs 
poni  curaiùt  • 

Obijt  Ann.  Domini  M  D  LXX mi. 
Die,  Menf.  lan.  X  X 1 1 H.  iEtatis  faac  X  L  H. 

Fiion  della  Chiefa  daJla  parte  della  ftrada  commune»  s'entra  per  Io  «iiitero  helT* 
Oratorio  di  Santa  Qrfola»  antico  edifitio)  nel  quale  è  dipinto  i  quadroni»  la  hiftoria 
fiu  con  nobile  eccellenza  d'artificio  da  Vittorio  Scarpaccia  Pittore  di  molta  autori^, 
ti  nel  Aio  tempo>&  il  quale  dipinfe  anco  nella  Sala  del  Configlio  * 

PreiTo  poi  aua  fcuola  di  San  Marco»  è  (ìtuato  vn*altro  Oratorio  •  dedicato  alla  fa« 
miglia  Gabriella  i  &  confacrato  al  nome  della  Beata  Vergine  della  Pace .  Vi  fonc^ 
figure  di  mano  di  Lorenzo  Bregno»  in  memoria  di  Lorenzo  Gabriello  Vefcouo  di 
Bergamo  j  con  quelle  parole  • 

Neu$Bergomas»tuùm  Laurentium  Gabrielcm  re- 
pofcisj  excubans tue  fum  »  fac  clyfmum  Annis  tibi 
triginta  reddtdi  Pontificatum  »  hunc  Virgini  famu* 


lari  padfice  cujMo^t^iogo  ne  vexes 

XII. 


0,tótO§ 

M    D 


Quanto  poi  aHa  Pittura»  ci  hanno  dipinto  in  diuerfi  tempi  i  più  famofi  Pittorliche 
fiano  (lati  m  quelle  parti . 

Entrando  adunque  in  Chiefa  per  la  porta  maeftra  daUa  finiftra ,  fi  vede  la  Palla  di 
S.  Agoftino  fatta  i  |;uazzo  da  Lwgi  Viuarino  ;  quella  di  San  Pietro  martire  »  prìma^ 
da  lacomello  dal  Fióre  >  &  poi  ri  tatù  del  tutto  da  Titiano  Pittóre  illullre  •  Et  nella 
^eftia  vi  è  vn  Chrifto  con  la  Croce  in  fpalla  di  mano  del  detto  Viuarino  * 
,  ^Ma  dalla  delirai  la  Palla  di  San  Tomafo  fu  opera  di  Gian  BeOfop ,  il  quale  dipinfe 
aHcò  quell'altra  di  San  Vincenzo»  San  Kocco»^&JSan  Sebaftiano  :  Stìicjlz  Cappella  di 
^^  Luigi  fatta  da  Andrea  Stprnado  Configliero  allora  >  &  poi  Procurator4ÌiS.Mar« 
co,  il  qual  mori  Tanno  1478.  vi  dipinfe  il  oredetto  Viuarino  • 

Ma  (otto  al  parco  la  cappelletta  dalla  tiniftra  fii  di  lacomo  Bellino .  Nel  voltar  dei 
cantone  per  v(cir  della  porta  nel  cimitero»  la  pallanella  finidraffi  di  mano  di  Ròoxh 
aflai  famofo  maeftro.  Et  la  delira  con  Santo  Antonio»  che  difprala  It  limofifte  i  pch 
neri,  fu  di  Lorenzo  Lotto  Vinitiano . 

A    D    D    I    T    I    O    N    E* 

'HeìtjiUare  deWOratùm  della  Tace  è  pofta  m'imna^di  Maria  Sémifflma^  e 
iiceji  effer  mtcUa  >  che  San  Giùuamn  Datnajceno  teneuanem  [uà  C^a  in  Damafco  >  di^ 

E  nan^ 


^^  DEL    SESTIERO 


\a 


^are  per  frode^&i^'omodiLemelfaitroIWipfrat^ 

lUucoKtanoqttefh miracolo ùióitdfpnHkrtfwm  ^uriù  conaltri 

icffU  Scrittori  9f!rT^icfimc0nMrcJlmtéaoing^  iato  éiéfkcjlé  Oratorio  H 

mano  di  Giulio  dal  Moro.  Scrine  astringa  ^AcTadettalmmagjitK  fù^pmauinFene^ 
tiatdnnoi2^9»ottenntadaTéa^Moi^jfk§i  Cotifiam^ 

tinopoUiedonatadiineftiVadriDominicamiiSS.GioicVaolOi&poi  collocata  indetta 
altare  con  dincrfiornamemi  Pannò  x$ot.  Leandro  dà  Baffanodipinfci^ 
aU*^ttare9  il  Miracolo  di  qnel  dinoto  della  Fergine^  al  qnale»  dopo  morto»  efepoltOpti  nac^ 
ijne  dalla  boctu  vn^jtrhore,  ntUe  cmfo^  era  effrefìo  :  Aae  Maria  • 

Ottennta  la  grande  >  ememcrJbUe  istoria  contro  Turchi  Iranno  1 571 .  crMt  in  ma^ 
niera  la  diuctione  del  Sacro  HofarìOfCheliConfratridieffowinonarom)  iktoro  CapfeBa»  <!r 
Ultore  con  fontuofa  ferita  9  adomandola  di  rare  S colture  »  formate  da  jilejjandro  Fit^ 
tma%  che  fa  ancor..trcbitetto,  &  da  Girolamo  Campapui  >  &  di  EcceMemi  Titture  ;  f&i^ 
che  Iacopo  Tintoretto  nel^Oudto  del  foBno  »  dipmfelaVertìne  in  atto  di  porger  Rqfanj  S 
SanD(mtenic09criSantaCattarinadaSiena%conilTontètice9Tm!itratore9  KèfOogedi 
Fenetiot  &  altri  Totentati  >  pofti  di  f otto  ginocchioni  9  fece  il  medcjmo  Tintoretto  U  Crth^ 
cifilfof  pofio  nel  vano  dirimpetto  aW  Ultore ,  con  la  tergine  fua  Madre  tramortita  9  eie 
Marie,  apparendo  vfcir  da  Monumenti  molti  Corpi  di  Santi  rifkfcUotiw'Come  nacconta  /*- 
Euangelijta  San  Matteo .  In  altro  yano  dal  lato  fin^o  rappraentè  il  conflitto  Tuonale  » 
&  Vittoria  contro  Turchi  %  affiftendo  à  Chrifiiani  Mttrianofira  S^fioht  %  t  SantaGith 
fliua. 

Leonardo  Coronanel  primo  fpotìo Ottagono Mfeffitto fóce SJ^oiMmcot che  predicala 
diiiotione  del  Rofario  >  il  Quadro  nel  vano  alla  defirot  con  Sacerdoti  »  che  celebrano  Meffe  9 
pco  virtù  déiUe  quoli^  rengono  Uberate  dagli  jli^rìÌ9  unirne  dal  Turgatorio  ;  La  Jiatini^ 
tà  della  Madonna,  f  afta /opra  ima  delle  Torte9etinalmente  la  Tallo  dietro  aU'UUare  con 
t^nnuntiota,  oprra»  che  viene  moUolodata  »  ejtimoto  da  intendenti  «  Iacopo  Talma  di^ 
pinfe  il  Varadijò  nel  Talco  fopra  P Altare  9  il  San  D  memo  9  che  ottiene  Indulgenu  dal 
Tontefice  per  le  Corone  del  Rofari09  nelP altro  Jpatio  Ottagono  vicino.  Di  Domenico  Tinto* 
retto  è  lodatiffimoAQuodropoflo  fopra  yna  delle  Torte  9  con  la  fpiegatura  della  Lega 
Cljriftiana  contro  TurchÌ9  douefmo  ritratti  al  naturate  il  Tontefice  Tio  y.  Filippo  II.  Et 
ti  Doge  Luigi  Mocenigo  ginocclnati  dinau^ial  Saluator  del  Mondo  9  ^  alla  Fergjme  Ma^ 
ria  fua  Madre  »  dietro  a  quali  fono  medefimomente  i  loro  Generali  9  cioè  :  Mar^^Araom 
CoUmna9  Gioumtni  d^AHftria9  e  Sebafiiono  Feniero9  con  Santa  Giuftina  9  che  porta  la  Talm 
ma  à  ChriftianÌ9  mentre  apfarifce  bmp  il  combattiment09  hauendo  pofio  gratiofamente  in 
rn  canto  fra  alcune  herhC9  il  r or  atto  del  Guardiano  della  Seda  di  quel  tempo  9  fatto  motto 

Isvifiiatione  detta  Ferpue  è  ditantoTeranda . 

7^ifi^iù9douifonorMreJh$tatiliMifier^delSant^moKofariO9duedieffifon0 
diPrami0omBaJIano9Cioè9laÌUfcitadi  CbrifloSigì^  &  ilmedefmo  Orante 

HeW Morto.  Di  Leonardo  Corona  è  U  Chrifio  flogelLuo  9  &  Coronato  di  fpine  9  come  èfari-- 
mente  ancofuo  Inondata  al  Monte  Caluario . 

La  Refurrettione  la  fece  il  Talma .  La  Tnrificatione  della  Fergine .  Andrea  f^icenti^ 
no .  //  Ciuditio  Finale  »  Taolo  Fiamengo .  7N(e  altro  ri  è  di  notabile  in  quelgiro . 

Za  Confraternita  dei  T^tme  di  Dio  ha  anch'ego  la  fua  Cafpdlo  fituau  i  mtTMCbie^ 
f^fnobHepercofirmtunhdiordineCorint09Conrieco,&  bcnor4inatoUkan£fin^i 

Mar- 


D  I  ce  A  S  11  E  L  L  p  LIR  L        ^7 

M0wà%(mMaJRm6tì»fiffiréi^  «ir 

maUrituóchi  frùporthmui .  La  rms  i  lamrauà  fiwcamefjit  à Ot^^yCot^yMgi^  Pìr« 

Uff* 

ikii  tettivi  fma  ine  VortCfper  le  quoti  fi  entNttiiftimti  $  arlotti  di  effa  Cmtfraicm^ 
tifémc  ffcomtrmt^rgentatuty  ftimat^ma  perla  quatuiti  »  e  fmiguttifi^ma  fmt  la 
fnigdàrkiJ^ioam;  Lecere  9  LériyVa^ati^  Diuimi 

leftatfefrtefàmeokmnate  per  fe^ateredue  archi  murati ,  che  e^oMigpm  ht  vm  la 
Circone^(meielfaiMtore,eneltattr^itBaftefimdiGi^  d^iiité^ 

daVietroMerafkaniM^. 

7{eUa  TMola  ddf^jfuarei  ^traiùCbr^  Ctoe^ù  eon  ta  Maddatenatcbe  ai^éeeia 
UCroce9&  SanTomafoc(mTiMaUy&  Mitra,inattoiimoJtrareilmedefim9Cr4^^ 
opera  di  Tietro  Liberi  Caualieret  ch^è  molto  piacciuta  altvnitterfde , 

V^Uar  Maggiore  di  queftogran  Tempiot  rimmato  d  di  noftri  »  è  Ifolato  >  di  ordine  com^ 
pofito  fatto  in  m  arcoy  chepafìa  concomne  di  tutta  tondo  di  candidiamo  Marmo  da  Ca^ 
rara^  confuoi  contra  pillé^%  efiédiJlM  iferucndo  la  Cormeeper  impcfta  deW^rco%  che  fi 
dxAodùrnatodtrrwi/piiiOyfemd^Mefipofai^  perla  varie^ 

tàiefnevjtdàMgmm»  &nfaglHfpmapeediJ€gpQ^  f^imancatia perà  àdmojlUaye  le 

SMt^fdebeqiuUidoueràeffer  adomato  A 

Le  Tinture  pia  cetetrifparfeper  la  Chiefa,  oltre  aUe  fopra  nominate  datianfoumOifoM 
le  feguènti:  DilacopaTintorettoèynQMdropoJhiuFaltodirineoiUro  alla  forra  grande 
ipieài  étàCkr^\€ontfcH^me  del  Tefiamenso  f^occbioxcioè  :  U  FratHciaiodi  Caino  >  il 
Sacrifieio  di  ,^rwno%mn  il  Serpente  di  Bronxj^eretto  da  Mosè  per  rifanar  là  morficati  da 
Serpenti .  IH  ^4[Mpmtfyo  Farotari  fono  altri  quattro  Quadri  pofti  da  i  lati  del  fudetto  »  con 
Miracoli  de  San  Demeiticp. 

T^Ua  Cappella  di  San  Hiacinso  W  è  la  Tatsola  conia  Madmna^  &  il  medefimo  Santo 
di  mano  di  Santo  Veranda  >  &  nelle  tele  Laterali fìno  rapprefentati  dot  miracoli  9  ^vno  da 
laeofm  Tabnsf  Inoltro dalCmdierLeandrodaBaJfano,  ilquale  dipinfe  anco  laTauola 
MI  in  Sm^ifpmaTriniti^ediuerfi  Santi  %  pofie  nelU  Cappella  alla  defira  della  Mag- 
pnre*  * 

.^tUMa^Sdp^feukétff^an^SoMDomenk^  Imi  frati;  -nenenr 

ioli  jinnnmìftratoUpane  da^ijùmli  in  ima;  &  neWaltra  il  medefimo  SantQ%  Ae  ottk^ 
nedaHomorio  IIì.Tontefice la coiyirmatione della  fita  Regola  f  doue  fono  ritratti alcu^ 
mCnréinali$  &TPadridiqueftolmgo$cbe7HneuanoaUÌwra .  £^  di  quefto  buanVittore 
ancora  la picciola  Valla  con  Chrifio  rifufcitato  pofiofiràgU  ^pofloU  9  la  quale  storna  l^jll^ 
taredelÌ^Oratmo^dàS,yicenxjf. 

TisUa  /udettaSagr^a%  Andrea  Vicentino  >  dimofirò  anch^egli  in  gran  téla  la  conce f^ 
fumé  fatta  da  Iacopo  Tiepolo  Doge,  d  Vadri  debordine  di  Vr^dica:m,dettmgo  do:ebéèi^ 
tono  dptefente  $  ine  fu  Fanno  i  it^  effóndo  in  quel  tèmpo  Ifìla  poftafirà  te  acque^yeden^ 

ii^màtiritra$Halnatmrak%e  ^tedabnet^PràToma^ 

rial^mtM  i6o6^  Marco  FeceUioJlipotediTitianofigwin^ 

atto  di  fiUminar  ilmondo  »  c<m  la  r ergine  Niadre  j  cBe  gli  ^moftra  i  Santi  Domenico  a  e 

Francefco  pofti  fopra  il  MondOidone  fi  legge  : 

Et^atttseft  Domiods^ 

E  [tendo  ini  ritratto  A  Vadre  Antonio  SirafinopCbefeee  orngr  epa  Sagre/Ha .    . 
.'  ì  .  £    2        Ec 


d«  D  Eìr  S  B  S  TI  E  K  JOJ  .  . 

fé  Iranno  1501.  eretto  dal  lato  finiflro  della  Cappella  Mt^ppre  >  con  cofbruttura  maroki^ 
glhfadifimflmiMaamidiormecompofito^etec^^  tondo  ^ fiondo  coUofata 

nello  fpatìo  di  mez.^  la  Statua  del  medelmo  Doge  fedente  in  maefid  »  grande  al  namta^ 
le» fedita  moUo  diligentemente  da  Girolamo  Campagna  con  due  altre  fiat  ne  da  i  lati  in 
piediifigmficante  queUaaUa  deftra  lafor^a  deWjlrmi  della  Republica  »  e  quella  alia  fm^ 
/i^.f  ,-^.  j_  ,.r — ._  .«. — ^  ^'^'^Mropatrauau^conelufamCambrai  ,allaqf^9 


m^mmm  www  wjrwmw  mmm^m  v  «wwv  www  wwmww  www^^  ww^^  ■  i  ipiy^i w  ■  *^^^  wwwwwvjwww^rw   iww  •«•  *  ■■     w  w^W''rw  w  ww^^VLr'  ^ 

tu  fEkgivd  caratteri  d^arOfifiiccf 

0.    Ó.    M. 

Leonardo  Lauredano  Principi 
Todusfèrè  Europae  Viriuoi  Cameracenfi  foedeee 
In  rem  Venetam  confpirantium  furore  compreflb  _^       ^ 
Patauio  obfidione  leuatoi  fortunis  >&  filijs  prò  communi 

Salute  obie^*  Terreftris  Imperi;  poft  acerbiffimHm  bellum 
PrifUna  amplitudine  vindicatatdignicate»  &  Pace  Reip.  reftituca , 

£oq*difficillimo  tempore  conferuata»  &  optimi  gefta,Pio,  Forti, 
Prudenti.  LeonardusAbneposP.C.Vixitann.t^}CXXI((*  , 

In  Ducatu  XIX*  Obijc  M.  D.  XIX. 

yedefineiranafrigtijtharidettA MaimnayediSanf^icenxfirtff^rna  difitii^ma 
Marmo  >  neUg  qiuik  Jtd  ripofta  la  pitie  di  Mar^jintonio  Bragadm  >  fatto  wtàeimemc 
fcorticar  vino  dal  Barbaro  Muftafd,  coatro  la  fede  data,  nella  refa  di  Famagofla  [amo 
*^7i,Viiancoil  fm  ritratto  fcolpito  in  marmo  at  natarale  con  la qià  i^iimta  «^ci#- 
tìoae  i 

D.        Ol        M. 

Marci  Antoni  j  Bi:agadeni  »  dum  prò  fide  »  &  Patria  bdb 
CypiaSalaminac  contra  Turcas  conftanter,  fortiterq.  co- 
nun  Priacipem  iìiftineret.  longaobfidiooe  vidi,  àper&Ja 
hoBis manu»  ^o viuo  »  ae  intrepide  fufiferentc  dbtrada 
pellis  annofalutìs  W.  D.  LXXI.  XV.  KaK  Sept.  Antonil 
rratrt»opera>  &  in^nfa  Bifantiohuc  adueda  >  atq.  hic 
iitorco  »  Hermolaa  »  Antonioq.  ffli/5  piemtffimts  ad  fun- 
iBtOei,Patriirpatiernia.Qonilnia  gloriam  fempiternam 
fofit».  AniMTfaliMis  M  D  XC  VL  vixit  anoo»XUI. 

-  ■  ,•        -  Et 


D  1    e  A  S  T  E  1  X  0    UKÌ:        tS^ 

EtiuipococHfcofto>èlamanomdiLu%iMichkie  litccraMAnoyC  pnidcatS- 
fimo-Senatore  >  che  dice  : 

•  * 

Alo3rfio  Michaelt»  Marci  Ant.FilSenatori  Integerrhno  > 

Omni  fcientiarom  genere  ornato»  atq  Oratori  facundiffimo 

Ex  Foro  ad  maiorcs  Reip.  dignitatcs  votato  i 

Dum  in  Senatu  difficilimè  confultatione  propofita  » 

Incredibili  cura  oamium  admiratione  fententiam  diceret  » 

Improuifaniorte>efugeftucorrepto.  Ioannes  Cornelins 

Marci  AnttFiLVxoris  Fratermoeftiifimus  ex  teftamenta 

Pofuit .  Vixft  ann.  LVI.  Obijt  Xi 

Kal.-Maiji58p. 

lóefce  maeflofoi  e  riguardemU  il  Ùepofito  di  CaJ^  Mocenigo  y  formato  in  diuerfi  ordini 
di  Vietra  Iftriana$  &  altri  marmicon  i^icchh  e  Statue ,  il  quale  occupa  in  dtex^  t  e  lar^ 


Litigi  II*  Trocurator  di  San  Marco  ^  che  tnorfein  Candia  l'anno  i  tf  ;4.  mentre  efercitaua 
glcriofamente  la  feconda  volta  ilfupremo  carico  di  Capitan  General  da  Mar  contro  il  Tur^ 
€0^  al  quale  inferì  gran  danni  con  VMtaggi  not^AìUffìmi  della  Republica .  Et  di  Luigi  III^ 
che  fu  padre  detti  imenti  Luigi  /.  Trocurator  di  S Marco,  dijJf^II.  detto  Leonardo  >  fu 
l>roueditor  deW armata  >  che  fra  l'altre  f uè  [egnalafe  imprefe  riacquijtò  la  forte^^  di  S. 
Theodor 0  ricino  à  Canea.  Di  Luigi  IH»  detto  .Antonio»  &  dlLu^i  Quarto  detto  Tietro 
Trocurator  di  S .  Marco . 

n  fono  dueftatue  Equejiri  tutte  dorate^  pofie  per  decreto psAlico,  di  doifamofifRmi  Ca^ 

fiiani  de  tempi  n^i;  Vvna  di  Tompeo  Giuftiniano  Genouefe  >  che  confumato  nelle  guerre 

M  Fiandra,  perde  il  braccio  deftro  fotto  Oftende  >  efer citando  la  carica  di  Maftro  di  Campo 

di  foHtaria  Italiana^hauendofcritto  anco  tHiftoria  dette  Guerre  feguitein  quei  paefi  dot-» 

Vanno  i6oi .  fino  alla  Tregua  condufa  tra  le  Trouincie  ynite  y&i  Cattolici  >  dnfà  A  anno 

kSoj.  tenuto  poi  dfcruitio  detta  Republicaj  hebbe  impiego  netta  Guerra  del  Friuli  »  incO' 

nincia^fannoifiis^cinurogjUjlrcid^  ela^ 

trocinid'F'fcochitConTitolodi  Maftro  di  Campo  Generale,  efacendofi  comfcere'nel  C<nu 

figlio,  e  neaoperationi  quel  valorofo,  che  girerà,  mentre  fé  ne  ftaua  offeruando  vn  fito  per 

pajiar  il  Lifom^p ,  &  aUoggiar  l^ Efferato  netta  Campa^  di  Goritia  »  colto  di  mojchetata 

finì  la  yita  in  Lucinifo ,  e  portato  il  cadauere  i  ycnetta  »  faite  le  folite  Tompofe  Efequie 

funerali,  condotto  d  SS»  Gioi  e  Tado,  accompagnato  dal  Doge  con  la  Signoria  »  come  èjoli^ 

to  far  fi  àfimili  Capi  di  Guerra  ,lifkncl  pieaeflaUo  detta  Statua ,  intagliata  la  qui  Jotto* 

fcrittamcmma: 

PMspdo  loftiniano»  Patritio  Gtfnuenfi  »  prarcipuarum 

Arciam  in  Belgio  espugaatorì,  intrepida  Brachij 

Obtriincati^ne  apud  Oftendw  Gotlcixr*  Venetsq* 

R,P*  Cum  armisldiperio  Prsf.Gen.  adNaus. 

E    3        toni- 


jo  DEL    SESTIERO 

loulfto  FlamiDicrepo;  ManetonfeOb.  M.  DC  XVI. 

Armis  I  &  Calamo  Bellatorib.  confpicùoiniratrici 

Faas  ièniato  poft  Fumu  puh.  Stamm  Eq. 

Et  Moounentum  ex  S.C 

Valtra  èdiHoratio  Baglioni  Termit»  Eforitnenmo  Capuano,  eondotto-daUa  mtpiAU- 
ea  cmT Itolo  it  Cot«neUo»pofcia  dichiarato  dal  Senato  fapra  intenderne  di  tutta  la  Fanta-' 
ria,  cbemtrfemt^e^  ueiia  medefimaguena ,  mentre  fiera  •ppoÒo  con  500,  Fanti  af 
mgropo  ffuadrmedi  CauaUi  fui  Carfih  che  pertanano  fottorfe  iGradifcat  Onde  hono- 
ratodt  magnificentiffimi  Funeralicome  fipra  fu  fcritto  in  Hanno  fitto  alla  fnaftatna  .♦ 

Horatio  Baleonìo  Stemmate  A  uornm  de  Rep. 

benemeritorum  infigni . 
VirtMte  propria  ùaisq,  egccgijs  infigniori .  Quiprima- 
riits  in  Exerdtu  Veneto ,  dum  in  I^ydia  fbrttter  intét 
priroos  dìmkando  comrailitones  hortatur ,  hoftes  p(^ 
innumerosftratosinfequknr,  tamq.  ad  vi^riamafpN 
rat,  |lofÌosà  oppetit .  Pro  fingulatìbus  roerìtis  Senati» 
Optmiusadperpetuam  eiufdem  geftortun  memomin 
Monumentum  Pubtico  decrece  fiatnic . 
Summo  tothis  Rcip.  &  exercitus  merore  interì/t . 
X  m.  Kal  Septembris  M.  DO  XVII. 

r^Sfi^t&^^/T^  '^^  ^  '  *:  *  Ko-mbre  da  Antonio  CorraroVé^ 
fft^dtCeneda^'h^potediTapaGregmoXII.che  prima  era  flato  Frate  di  qneft'ordéne 
JkmmKanOtOmtefi  caua  da  certa  infcrittìone  antica  pofia fatto  aWor^ano . 

luiatfreffo  foprala  porta deUaSagjreflU  (Udipintavna  TaUna  toudne  Fame,  cbc 
fnonauo  te  trombe, fattaporredagUHeredi  di  Giacilo  TahuaU  rumane  »  dedi^Mul 

^TJ2f^  ^^««M|»  P^«  irreccbio,  <sr  alf métto  TalmaLme,conlilmrk^^ 
tt  fcolpttialnaturalc&lafeguente  nota  :  6w«««>vv»«Hffwr«r«^- 

Titiapo  Veoelioi  lacobo  Palma  Seniori, 
lunioriq.  Mtc  Palmeo  Communi  gloria 

M.  PC  XXL 


DailatìdelU  portadeUa  Sagrefitavifmodue  Memorie  quali  Rmili Tcolùite  ti 
mtdiparagoncdcaratterid-oro,  P>nadÌLodouie0Comm>Xdke!^^ 


inMar- 


IX    O.    M. 

Hofpes  fic  age  vt  fequaris 
Condor  hoc  Tumulo 

Lo- 


D  I:  e  A  S:  T  E  I.  l  O   t  IB.  L 


7* 


Lodòuicus  Comanus  PatritiqsAotnetfw.  panne  ifHid 
Santones  (  Gallos  Flandrw  toparcha  vtraq.  Falla- 
cie clarus  (  e  Martio  fiataDorum  Lycaeo  ad  Veneta 
CaftraEuoaciisxx.annunicurrufortem9  fidelem- 
q.  Nauatii  operam ,  dumq.  mUlcuin  ^ibimi  «  ma* 
aoi^  acienim  >diredoris  muoerìbHs  decoratus  >  ad 
labbiDiorcs  honores  feliciter  contendo  .  Vitam» 
qaam  Venetae  Reip.  mateftati  deuoneram  libentjfs. 
pcoiadi.  Hipolytus  fraterdileóUis.inihi  beneme- 
Rotiousrens  mootimentum  hofce  non  fine  lacrimis 

M.DCXLV.  XXIII.  Apri». 

VéUtrà  di  HenricoStuanOfdouefì  legge  i 

D.    O.    M. 

Illnfiri  Domino  Henrko  Stuerto  D*  Aubi  gni 

Secundo  Genko 
Exceileotiffiffll  Prindpis  Etmeì  Duds  L^uinf» 
^  Propinquitate  »  &  generofiflìna  indoJe  preclara 
Hùronyonis  Vveften  Britaniarum  Regis  ad  Serenìr 

Reoipublicam  Venetam 
L«^nis  fuaniflGmo  Affini  M.  M*  p. 
M  DC  XXXVII.  Vixit Ann. XVir. 


pmttnu  ss,  GtoMtttun  e  tooiù  etn  U  mai  atsfactme»to  «eic^rmata  Turcbefea  VMOtofw-. 
Pericre  alla  nofira  di  Legnu  e  di  gente»  fatto  il  comando  deltimiito  Lorenrp  Marcello  Ctan- 
fan  Generate  da  Mar»  U quale  reflò  morto  da  vn  colfo  di  Canonata  nel  fine  della  Vittoria  , 
^  la  quale  fece  voto  il  Senato  di  vifitar  quefia  Chteftin  td giorno ,  Stdfcrittoin  ejja  9e- 

Venetorumad  Hclerppntì  Angufijas 
,'     loGgnit  de  Turcica  Qaffi  Triumphua 

Lanrendo  Marcello  debellante 

MDCLVI. 

Faaftas  SS.Ioann.  &  Fault 

XXVI.  Inni/. 

Bertucio  Valerio  Duce. 


7^  DEL    SESTIERO 

StdpkdivièUwimeielTìtt9re»ebedk9: 

lofcph  Hentius  de  Augqfta 

VOraicrio  di  S. Or  fola  è  flato  yUhnamente  rifatto  con  me^e  Lune,  che  lo  reMono  agid 
più  Incido  di  prima,  &  perciò  le  "Pitture  del  Carpàccio ,  che  fono  in  efTo  fi  ^àftimin  tutte  le 
loro  farti .  E  frequentatagli  quefiagran  Chiefa  del  continuo  da  mokitiudine  di  Gente  per 
flnmgewi^,  che  fono  in  efja,  per  la  copia  di  ideffh  che  quotidianamente  fi  celebrano  $  per 
le  Treaiche,che  fi  fanno  in  ognitempo  da  fanu>fìhuomini  >  per  gli  apparati  nobili ,  e  ric^ 
chi,  che  fi  vedono  nelle  maggiori  folennitadi ,  per  Pejjemplaritadei  Tadri ,  e  per  la  dUi^ 
ffnte,  e  pmtual  loro  (^satura  de  Diuini  Officij  :  onde  riceuendo  perciò  grandi  Élemofine  9 
hanno  potuto  riedificar  i  loro  Clauflri,  accrefcere  nuoue  fabriche  i  rifformar  fiami^  9  aUat^^ 
gare ,  &  abbellire  il  lor  Conuento  tutto  • 

Spedale  di  S.  Gioiianni  ^  e  Paolo  • 

E  Anco  dietro  alla  Ghiera  Io  Spedale  con  titola  di  San  Giouannii  &  Paolo»  il  qua* 
le  fu  inftituito  Panno  133^.  da  vn  Gualtiero  Ceroico  hupmo  di  commoda  fa- 
culti ,  Se  reijgiofo  >  percioche  hauendo  ottenuto  il  terreno  da  frati  vi  fondò  <)uell - 
opera  •  La  quale  col  tempo  accreiciuta  cofi  io  fabrica  come  in  eflercitio  di  pietd ,  è 
duienuto  luogo  famofo»  &  celebre  fra  gli  altri  della  citti  >  con  Taiutode  gli  buomini 
^atholici»  che  fomminiftrando  per  l'amor  di  Dio  parte  delle  faculti  loro  j^fq^engo-* 
ao  attione  cofi  religioia»  ic  Ghriftiana  • 

ADDITIONE. 

la  Chiefa  di  quo  fio  Spedale  è  di  bella  forma,  rimodernata  nuouamente  con  Altari  rie-- 
ebiffimi  per  marmi  da  Carrara,  e  cartetami  rimeffi  di  roffi  >  e  -perdoni  di  Francia ,  con  le 
T amie  de  migliori  Vittori,  che  'pininoal  prefente,  hauendo  Matteo  Tonini  lauorato 
éiuelladiS.Fitippo7Uri,checelebraMefÌa .  FrancefcoWéfchi quella  àella'HAfcita  iti 
Saluatwie  con  San  lojcppe.  San  Carlo ,  e  Santa  Veronica ,  Ornila  con  il  Crocifinò  èéi  Vs^ 
aM  Renieri.  VaUrapoideUaMadonna^eliSS.  do: Batt^a^ Francefio la  feccE^ma^ 
no  fùdifcepéodelVreu  Genouefe.  ^ 

SanGiofeppc. 

IMonffieri  delle  donne>  fono  in  quefto  Seftiero  diuer(i>  oltre  a  pttdetti  facrarijdel- 
le  parocchie  &  de  frati:  fra  i  quali  San  Giofeft)  è  moderno  per  èd^cio ,  ma  anti- 
co per  inftituto.  Vi  fonoduepallediafTaigentileopera»  l'vnadellaTrasfi^ratio- 
ne  del  Signóre»  &  Taltra  di  Parrafio  Pittore»  che  vi  fabrìcò  il  fuo  altare»  dipit^to  da^ 
Ini  con  maniera  dilicata  Se  bene  inteOsi . 

Vi  giace  anco  Giouanm  dk  Sole  Giurifconfolto  celebre  %  &  Qiatore  dà  molto  no- 
ne in  quefti  tempi» 


D  r^CfA^^Tf  *ÌIl  O   LIÉ  l/      7J 

-  '■  '   '^'   ••         À  b  'ti 'i'^t'  I  o"n::e. 

Hifaia  la  Cappella  Manhre  di  quefia  Chic[a  cofi  l* altare  di  beila  9  e^  mpdema  forma  j 
dé^a  pietd  di  Gitotatko  umiani  Prociìmcr  di  S.  Marca  >  &  taué^  >  a^e  fa  Tadre  di 
Marino  il  Doge  f  fece  far  amo  la  Tauota  aSefio  Mtare  dd  t^tofr/te»  e  famofo  Tittare 
Taoh  Nerone  fé  y  che  r^prefentò  in  effala'ììatimtd  del  Salual^^  con  Taftori  intoma  al 
IPrefipe .  Leggendo  fi  à  gloria  del  rifacitore  fitto  alfuo  ritratto  fcolpito  in  marmo  %  e  pofio 
da^  rn  l^^o  di  detta  Cappella,  la  qui  fotfo  regijirata  infcrittiohè  : 

Hieronymvs  Grìmanus  ad  immcirta^tatem  vi^^^ 
itndam  nattis«|ferpctuum  fui  nomitiÙcelebritatem,  jqx- 
ximis  rebus  prò  Repub.  géftis  >  futnmlj^d.  Lt^tlonibùs , 
esimia  cum laude»  PatrJaeq.  d^itate  ooftis  >  in  anitnis 
hofaiaUmadeptus:  Cuius  uflgulanoi  eloquenciam9  ac- 
cerrimumq.  iudidum  Sdnatus  ingenti ,  &  ornamento ,  & 
vtilicate  difficilimis  temporibus  escpertus  eft .  A  Pio  IV. 
Pont.  Max.  Equeftrì  d^nitateotfOatus;  à  %p.Procurator 
magna  omnium  Isetitia  creatusi  omnibus  virtutibus  Prva- 
dpe  digois  omatiffirous  »  vt  Prindpis  tantum  nomen  in  eo 
Ótìkts  defideraret .  A  nqos  qatips  LXXf'II. 
Cum  ab  humanis  rebus  ad  Òeìeftem  j(àslicitatem  viuemi 
femper  optati£fimam>morieiui  tam  prpximam  demigraf- 
fet»TriftiffimuQi>bom>omnji^fardé^^ 

Po(to:is  autem  fpe^àtilfimumpptitni  Senatoris  exem-, 
plumielinqnens.  l      < 

H.  S.  E.  Ob.M.t).,LXX.Pr.Kal.Maii. 
Marini^Sy^  HermoIausFiIii  mcefiiis.  -pof. 

hel  fudetto  Taolo  Veinméfé  è  ancora  (pofla  in  altro  altare)  la  Tamia  con  Chriflo  nel 
Tabor,  che  perla  fkabeB^t^a  fa  data  atta  flampa.  QntUàdel  SanMichieleconyn  ri* 
tratto  di  Senatore  è  di  Iacopo  Tiniorett0  ^Dipinfe  ti  Talma  H  depofio  di  Croce  nelfeno  della 
Madre  >  del  quale  fono  medefimamefjite  alcune  figure  di  chiaro  fcuro  pofte  da  i  lati  delt" 
^Itar  Madore .  Ver  comn^iffime  di  Mark  Grimmifudettofece  il  Veranda  la  Valla  con 
lidio  Tadrcy  S^goftino  >  &  la  Maddalena .  Aeca  molto  fplendore  à  queftaCbiefa  il  ma^ 
rauigliofo  MaufoleodiMarinùrimmi  predetto  Dòge  ^8.  fituato  fopra  la  Torta  del  Ca- 
nale compofto  tutto  di  marmi  fimffimiyi  di  moltopei;g$(mTqu4ftrogr^  colonne  di  ordine 
€OtMofit99qualifoflengonalaCornice$  che  cantina  per smta  U  latitudine  di  queftonobHe 
eiificvh  ^  fopra  effe  ri  fono  i  quarifetli%  dpue  pofanfl  qudttròMui'e  di  tutto  toniq^  grandi  al 
naturtde  ftdpite  in  marmo»  dimofiranti  le  flirta  Cardinali  >  Vrudenra»  Giuflitia  >  ForttT^ 
%ai  e  Temperanza  •  ^7^)^Tintercolimnida  imaparte  dfè  la  deftra  0vn  Sepolcro  di  bel- 
f^nta  forma  tconUfiamd^Hi^^fiefa  foprof  grande digMiralefcolpita  in  marmo  9 


'T        f  * 


74  DEI,.  5BVT|B%0 

efùttoiimiikadréCùn  figure iihwi%jiiÌH^^^TÌli^ 
ne  in  Doge  cm  quefla  mfcrittione  i 


Priocipaciis  Virtute  Partir  meiiK>rraieiiipitei^ 
M  D  XCV^VLKaL  Maii^ificacìs  LXli. 

IkùtaUraaUafimfir^  ipofio  rn^aUro  fepokro  fumile  cm  la  fiattta  della  Do^areffa  Mù^ 
refhta  Morefm  jua  moglie  »  con  altro  quadro  di  [otto  di  brons^^  che  dimoftraJafua  Coro^ 
maioneinDogareffa ^&  la Trefematìone deUaKofa  benedetta 9  mandatale d donare  dal 
Tontefice  Clemente  Vili.  fSr  altra  in[crittùme%  che  dice  : 

Diadeihatis  iopofitf»  Hilaritas  publics  • 
M  D  XC  VII.  IIIL  Nonas  Maij\i£catis  LIIJ 

1  Manti  di  fi^dktftatm  fonòtauoratidOrOy^U  fepokrimMticon  tefte  alate  4r 
fpiritelUfiolpiieinbmxjf^.TMhf^^  è 

ynquadrodimarmoconbeltatornamento^intorno^nclquale  incampo  d^orofi  li^edi 
/jnejh  Ottima  Trmcipe  tinfiafcritto  Elogiù^i 

D.      a      M. 

Marino  Grimtno         ' 

Prmcipi 

Opt.    ^lici&. 

Rvturis    Prjrfedurìs 

Legaribnibas  .-«4»>'x 

lisquibBfq.  tn  Rep.  Mtanerì&uscgie^^fuado     « 

Qni 
Aanonam  adleuauit  >  ^Erarìum  auftaoit 

Vrbem-exomauit  " 
Ab  fpfaq.  nQsda  aueittc  Flumm»  • 

Palipap  Òppidum  extruxit 
Ad  Chriftlani  Orbis  fecuritatem  • 

Mocam  GalUam  Ciiàlpinaa 

OMnpfCmt* 

Salutare  Rcip>  fàcdus  opportuni  iìccìt  ^ 
Pacem  Itali»  fuauiflimani 
.Confirmauit         Protulit 
Pins  I^dens 

Obijt    Ann.    MDCV. 
VixitAno.  LXXin.M.VI.D.XXV. 
J^httXtlmpefabuQdUs*    •  ■ 


IMII 


DI    C  A  S  T  E  1  L  O    LlB.  t      ^  j 


/in&l^^  ^^4^11^1 1  fiàare  fonei  fiate  f colpite  da  Giràtamo  t^mfdgia  cambre  Sctdtare . 

//  foffitto  deUa  C^efa  i  fìftt9  wiouamef^  €m  mMeJh$ièoU  ^rikitettuta  >  dipinta  da 
Gio:  ^ntmùo  Bok^ffuffe . 


mi 
m 


Santa  MarU  Cdleftc . 


NE  tempi  (KlaconEX) Thì^do  Dose.4#.  veoufte  i  V^xittu  alomie  ttooache  dd 
territorio  di  Piacenza  da  vn  luogo  <:hiamatQ  Cobn3di>a  j  died«ro|2tincipio  al- 
Tedifitio  della  Cdeftria .  Que(le  eflendo  di  vita  esemplare  >  &  &uorite  oalla  nobil- 
tsU  accettandadfe  mélte  gentildonne  $  rìdtfdTero  à  perlectiionci}  detto  facrario  •  Ec 
cdbidodiuentEtOiCcleiM:^  cofiper  ftaoiero  %  8c  qualittt<lidoQtic,iii€Mdie  9  come  an* 
co  per  edificicb  l'anno  i  %69.  aUinf.  di  Setteinbre>.vno  incendio  delT^feiule  rouinò 
non  pur  la  Chiefa  >  ma  anco  il  monillero  in  gran  parte .  Era  nella  Chiefa  vecchia^ 
il  corpo  di  Lorenzo  Cd(i  Doge;  7.  che  fìi  ranno  ijdi.Vifùancorìpoflo  con  pom- 
pa fQlenne  dai  Principe  &  dalla  S^noriai  che  raccompagnè»  goel  dark)  Seno  >  cho 
iahiò  la  Patria  col  fuo  valore  da  Genouefi  afprifficni  nemici  della  fua  liberti .  Et  ne  i 
prefenti  anni  venuto  à  morte  Tdfone<5abrie1l0  ouquo  SMMcH&diquefti  ^fecoii  #  1  cui 
fcritti  fono  reueriti  da  gliintendenti»  vi  fii  feppellito  con  molto  honofre  • 

A   D    D   I.  T  ;I:  Ou.N    B^ 

Kotéinata  quella  Chiefa  ter  l*  incendio  dd^Uìfenaie  JudettOi  fk  rieducata  di  fama  di- 
herfa  da  quella,  che  la  defmneUStringchpoicbeeUamnè  potùnia,  ne  Uà  jin$itsmpio$ne 
megli  ornamenti  gàUda  lutine  vedefimtim^tt^néM0a  $fgtì»^  Omieamem  cptmne 
di  ordine  Corinto,  che  fofiengono  la  Corniccjjw^aa  t  cii^eMttQ,t[eMfi$  >  il-f/^i  /«« 
€Ìdo  9  efpaciofo .  Ha  da  i  lati  della  tunghexAa  tre  Jlltariper  parte  qucqt  fimiU  di  marmi 
fmf&aen  inteft  per  difegno,  abbelliti  di  f^itti^ie,  vafi^  &  altri  ornamenti .  In  capo  è  la 
Cappella  Maggiore,  con  ricco  Mtwt^  ctr^iumnè  meo  le  due  minori  da  i  lati  •  ?^i  brac-- 
ciò  jiniftro  è  Jrtuato  targano  fondato  nel  piano  della  Chiefa  tutto  di  marmi  bianchii  e 
mandolaH  di  Verona  €onvoUi,  e pAaftriaimdine Ionico^  Le  Tattdedegfi  otitari  f9M 
tuue^thmmriniinfigni.  DiTmsBùkMeiqnelUconS.^ntoni>^bbate3SanJìiifio9,e 
San  yicengfi.  Di  Undrea^yiùefiumoiedmt  dpdicfi  miUa  MémÙKÌ,44eUiSS.Diacm  SUf- 
fmopcLorem^ .  Mafeo  Feronafeael0Sani4Ekm^ond^neakriSan^J^€fimL  une  ne 
fece  ilValma^  Cima  aeUajlfiimu.d€UaVergine><h^è  la  principale  iV^étmdelCrmfiff^ 

£mkMadeimuhlaMaidakna9&^^i$af^DipÌ94^S^.Qrfm^ 
torettù.Jiep9rulU4elCorganoxifùarifeealdifuoafiUFerg  datt^p^elO', 

£  di4emvo  San  Ctotianni tEMongeUfia  %  &.San  Lmp  Fefcomdi  TolofafOpera  dd  virjtno- 
fiffimo  Tiberio  Tinelli  Caualiere  •  Si  confagrò  quefio  Tempio  fmm^i  u  come  dimofbra 
^mtap^inMarmo  fapra  U  S$^Jm  cbedicez 

Deo 


yg  DjB  t    S  JE  $  T  I  B  R  O 


1  . 


.  l3ie6B.Maiteta  CoeUsaflttinpur, 

Sinfti'iK}.  fienediao,  &  Bernardo  AbbtcìV 

FrandfbUs  Vèàdrameous  Patrìarcha  yenetiarum' 

Dalmancq*  Pàin9f>  l^conardo  Donato  Principe  » 

ONiieaauic.  Itwocencia  Vailareflia  AbbattCfa , 

Prudendaq.  la^faha  Sacrrfta  curandbns. 

Vl.Kat.Maij.  M.0C.XI. 


»; 


SUretiPrato  pwmMarmoMt^mpOtfhe  fi  di/lrmo*  e  riedificato  tegrendcfi  foùrala 
fineflra  del  Capitalo:  --^.••'    J-        .  . 

Qjiefta  Otiefa  dedicata^  Saott  Maria  della  Celeftia,che 
già  3  6.  Anni  dalla  violenza  dd  Fuoco  dell'Arfenale  fìj 
atterrata .  per  prouo^r  al  Culto  Diuinó  >  &  acaefccr 
la  deuotion  de  fedeli,  Innocentia  Yalareflb  AbbadelTa, 
&  Raffaella  Salamon  Priora  del  Monafterìo  col  coQ- 
feofo  deir^ltte  monache  han  fatto  erigere  in  quefta  r 

degna ,  &  pia  augufta  forma  l'An.  M.'  OC*  VI* 

Templum  hoc  Àflfumptae  in  C^Ium  Mari»  antiquìtus 

Dicanim»iextumiaiiks&trigcfiaittmaanirai»  Finiti- 

OK)  Naualis  jaccodio  clirutum  .  Mil.  rexcentefimo 

Quinto  ab  hoc  Sacrarum  Virginum  Coenobio  redi-  ^  ^c. 

tutnm  fult  •  Hierony mo  loftiniano  i  Ludouico  Pfirba- 

rigo  »  Bernardo  Memo  Procuratoribus  • 

Santo  Sepolcro . 

<  VrOn  è  di  minor  rcuercnza  il  moniftcfo  chiamato  il  Sepolcro,  per  vn  Sepolcro  di 
*  i^  marmo  fatto  i  fembianza  di  quello  di  Gierufalem ,  che  ingombra  quafi^«*ca 
la  Chiefa  •  Vi  fu  ne  gli  anni  andati  fatto  vn  nuouo  portone  da  Thomafo  Filologo  cist 
^Rauenna .  PocodUcoAo  vi  (i  crouavn'^kro  portone  doue  era  la  cafa  nella  quale  ha«- 
^bitana  ilPetrarca»  quando  per  nome  de  Principi  di  Milano,  kì  (datore  alla  Repubi 
daUaosaie  fa  molto  honorato  :  conciona  che  haucndo  eflò  fatto  dono  alla  detta^  9 
,della  iua  libraria ,  il  Senato  fece  rinfrafcritto  decreto  >  il  quale  ho  votato  regiftrarc 
in  qnefto  luogo  2t  perpetua  gloria  di  ouel  lo  huomo  tanto  eccellente,  flimatò  notk^ 
rponto  meno  viueodo»  di  quello,  che  n  fia  (lato  dopò  la  morte  Tua  • 

Dice  adunque  il  predetto  Decreto  fatto  Tanno  nóz.zUié^,  di  Settembre  »iaqu&- 
ftamaniera. 

Con* 


•     V 


K  '^ 


D  ÌOQA  »  f  B  È  £  OI  4LFB.I.       77 

del  Beato  Marco  Enangelifta,  &  ad  honor  8c  fama»  quel* 
lo, ch*è^s^QiriQ^f  D.fsaocefcpt't^^fnvta,  la  evi  faina 
hoggì  e  canc4  in  tatto  il  pond9,4;e  9p^  fi  ha  io  nemorU 
di  huomini  che  fra  Chriftianì  fia  Ùato  giamaì  ò  Ha  »  vn 
Filófofb  inorale  &  vn  P&èta  cbegliff  pòfla  paragonaitf^^H 
fia  accettata  la  fuaoblatioòe  £;<^dQ  li,  iòraqii  della  |à^^^; 
£:a(crittt|x>U2«fccittadi.fuamaao.  Ètfiapcefo»  chea  . 
poflfa  fpendere  del  mon^»  per  là  caft  &  feabkatloiie  lita 
in  vita  Aia  per  modo  di  affitto,  fi  come  parerà  alli  Confi' 
glieri  ,&  Capi ,  ò  alla  maggior  parte .  Offerendo  li  Pro- 
curatori detìz0àè£iàis*t^us»è^it  k§maSi.atqcdSuAec 
per  il  lu(^  doue  haueraoi»  adéferiipetè  &  ctmfisrilàti' 
i  fuoi  lihru^  Et  il  tenore  dclàa  poliza  è  quello.  DefidAn 
Fr^éfcO)  dionee  per  bcDedeilfieJitO'Mvco  Enai^i- 
fé  cefi  piacerà  à  Chriflo»  Ae  à  lui,  di  non  so  qoami  li- . 
.  »retti,i  quali  egli  poffiedeal^f^cnteòchefinfepoflfede- 
rà  ;uiMiiqnefiAdKBtlibrt  noa  &»>' jvenduti  »  ne  per  qual 
fi  vogUa  modo  mal  trattati ,  ma^eaàodB&raati  in  alcun 
luf^o  da  eflèr  deputato  à  quefip  eflètto .  il  qual  fiaficuro 
dal nioa>,tt: dalie pioggie;  à honor  dieflo  Santo,  de  à 
memoria  di  eflb  Francelco:  Se  per  confola'tione ,  &  com- 
modolNXpctUQ^gUingegnoti  de  nobili  di  qitelUcittà* 
cbèfijifecteraano  di  oo^'toti  Sue  ■ ..  :. 


*  ' .  j 


A    D    DI    t   I    O    N    È. 

Snhro  al  fopradetto  Sepolcro ,  ehepeìr  parere  del  Stringa  fa  fiuto  fanno  1484.  v/  è  rn"- 
\AUare  ricco»  e  bello  tutto  di  marmijoftenuto  in  aria  da  quattro  angeli  pur  di  marmo  an- 
ct^efi .  Qmui  fi  vedono  rimelfì  con  (aftre  >  &  altri  pez^ii  di  finiffimo  Tùrfido  •  T^el  para-^ 
pettodi  elfo  altare  fi  legge:  Surrcxit  viòla  Chriftus  de  morte  trhimphans  •  E  di  foito; 
Bxurgat  Dominò  wr\  pia  turba  Comes  • 

La  Tolta  del  medéfimo  Mtart  è  tutta  di  mH^^fàointerfiata  »  è  lauorata  vagamente  di 
Pietre  fine  di  pia  colori,  con  quattro  cobmnelle  pur  difinijfimo  inarmo  •  La  pòrteUa  >  che 
chiude  il  Corpo  del  Sonore  è  di  bronT^p  dorata  con  figurme  dibaffo  rfleuot'^he  dimoftrano 
la  liberatione  delle  unirne  di  Santi  Vairi  dal  Limbo .  Da  i  lati  in  due  piccioli  Tacchi  ftan- 
no  collocate  due  fkurine  di  S  .Già:  Battifla ,  e  di  S.Tietro  >  con  mf  altra  di  Chriflo  rijttfctta^ 
to  nella  cima .  E  fcritto  nella  Cornice  a£ck9 .  Hk  àitas  ei  Cou^islefa  CMftì  •  Et  à 
bafsoì  Hic  Deus  c&j  Tervq.  CrQd$i^lÌs>  ^^  CK^umose  •  Std  ferrato  queft'^are  da 

v:  Ì4th 


7»  M3  lill  3^1liE-I^,>o 


ì 


tt  ,     .A 


Da  t  lati  fono  poftt^uefii  due  verp:        ... 

Confda  viiloer&as  Oòmiarhic  Crucis,  ttq.  ocrfuiiifnr, 
Portia  &  ip(c  parens  rentta  proftranis  adora . 

Iniiuerfi  fiuioUQifadt^ira^  Si 

difcendepcrmaffradmelcancoìio  iel  predétto  Sepolcro  in  yn  luogo  chmfoioue  è  pcflo 
ma  figura  diC^fflo  grande  alnataraki  che  è  i^ìfimo  dal  popoUrcon  tnotta  frequen^ ,  e 
diuoti(me.  Sopra  aOapot^yUmaUiadmmataildiiierfiùe^^ 
fcrimiS^oMm^  '^^         ^ 

Et  difmri  d  man  manca  fm  fcolpitim  marmo  in  lode  ìi  qtécjf opera  gtmfrafcritti 
yerfi: 

Hocmnkim  ipeaetui  op»  coapagitw;  auOiiliis 

RupibusartificiSaxaftuaUk marni.  . 
Gens  Maulbleunfileat  vdaoa  Sepitkmin 

Q^fwt  &<lQiiiniKfartia  Roma  Air  • 
Illa  dao  ooogella  vid  monumenta  fiiere  > 

Hoc  Chrifti  tanta  mole  paratnr  opus . 
QuantobominesfiipertNnpnBaat  fiexfumoMim»  &  AxtStotr 

Tanto  hoc  cftillis  clarhis.  &  fflcKus. 

Fuori  di  detto  Sepolcro  netU  Cbkfa  fi  vede  la  Statua  di  GirtUtmtkCwtaritàt  e  jfltto  «T 
efialaquìregifirata  memoria: 

HietoayoioCMtateflo DiuiMarcìlProcnratorì»  maritimi 
difc^Iina  fortitudine  animi ,  &  bellicis  artibus  pr«eftanti£> 
fimo»  triremibus  femel  »  de  iterum  Praefedo  »  Cy pri  a  Pirati^ 
bus  dcfenforì,  amico  vero»&  fideli  Atoysius  Fofcarius  P.C* 
VixitaanosLVI.obijt  M.  D.  LXXVIL 

ri  èaacofteSa  di  GiotBatt^  Veranda  fi  freJloHtij^mo  Filofofot  &  Medico ,  po^  at 
la^itaittManwkdàMe^miroy'ittoriaxUquaLdicet 


I<>.Bapti(bePieranc|«  Pbilo(bpbo>  ac  Medico 
Qiii  praeclariffimarum  aetium  praefidio  mum'tus  »  vel 
Florentis  mgenij  acumine  »  vel  diuturno  medicina 
vfii ,  deiperatos  quofq.  dum  fanari  pofle  ofteadiflet  » 

«Mnki  FatoOuitatiseMptureft* 

Vìtodciebeneffi«P« 


y 


DI    C  A  ST  £L  L  0  .LI%  t      ^ 

DeeeOt  X  nn.lCafeii.  MknQ.  hi  D.  mXVt 
;  AiiùOiEcatis  Uia      «^  <« 

S0tt0  4dtOt%àaom9r*  fileggi  Piajr^crm4t 

D.    O.    U. 

Làarencio  Bn^Mleao  Fantini  A 

Senatori  P^roden. 

Rel^ònù  >  ac  HiiBMnicatB  Afflane 

pfticnfibas  E^nrtum  odiekMagnifioen.gdUs 

E.  Patanina  denium  PratftAora 

AdConfiliarìj  gradtun  eucAo 

In  ^yloOi  fuNiffii  a^ce 

Dùnadmaioraniaipfonivìrnitanoilerec 

Vitafunao 

Làucentids  Kepos  in  tanti  viri  netnonaa 

P.  ClD.    Io.  C  XV. 

* 

Andféai  Grotta 

Georgij  Fjlitts.  Georglj  Pater. 

Gafpar  nepos  ex  facobo  Fratre 

Ciues  Veneti  Mercatores 

Teaplun 

In  hancanguftiorem  »  ^neftantiorenM|.  formaoi 

Aram  Mutaptx  Deipare  Virghi  (aerala 

Pio  animo*  £repief>rk> 

ciexeic» 

'  T^mofUMòdegne  piwatinqueflaChicfaìpmcheLeattirodaBé^^^ 

fece  il  miracolo  di  MclCiudeo,  che  lafciò  le  mani  attaccate  al  Cataletto  $  mentre  ewMi^ 

mewuf$sfn7^aHa^imf  edirei  funerali  della  Santiffima  Verone.  DelTabn$aèlapalla 

della  Verffnè  affimta  al  Cielo  $  PoflaneWjAtare  delti  fudetti  Grotta .  E  neW^Uare  dd 

Sacramentodtj^felaTanolaSantoTerandai  doueèrappr^entatalaTrefeniatmdella 

Madonna. 

SaaLorenzo. 

ANgcIoSartioìpatio  D(^9.cliefiiraiiiio8o9.  edificè  San  £omiso»ft  San  Se-' 
tierosuleiffrfcdmmatcGcaicUe^&lcdicdc  ifrxdpcr  hi^^         NfaL> 

Orfo 


uo  OliuolenTd'anno^^ì*  vi  mdSbdpQoe  monjicfae:  &haucnaoui  creata  per  Bado* 
fa  Romana  fua  forella  ;  lafdò  wr  teftamento  a  Cfriàfa  di  San  Seuero  >  ch'era  di  fuo 
patrìmoniO)  alla  predetta  Badefia  &  alle  monache  «  LaCci^  anco  tutti  gjii  ftabili  >  6c 
cafamentì  ch'erano  all'intorno  di  detta  Chiefa)  con  queflb  pcròi  die  douefleto  cele- 
brar gli  oÉci  diuini  in  canto  feroio  >  eflendp  obligace  a  rìconofcere  il  Vefcoao  con^ 
qualche  cenfo  •  Di  qui  è  che  quelle  donne  mandano  ogni  anno  al  Patriarca>  il  di  dei- 
la  Vigilia  di  San  Pietros&ìdj  Mnct>4didk^abo2Mlati.&ibnari  j  i  quali  gli  fono  por- 
tati (fai  Cappellani  di  San  Seuero  >à  <}u^Ii  all'incontro  fono  donati  alcuni  pani  della 
menfa  Patriarcale .  E  aduqque  San  Lorenzo  luogo  im portjinte  per  l'orìgine  fua  >  & 
perlaricchezza>ch'effi3pbmedeabanrì()uo.&  aoa^^ehiChier^  non  fia molto 
grande  di  corpa»:fi  mofiiftero  ìèjperòlargfaiiEmo  per  ógni  .Tei6)i4f|iabitato  da  buon 
numero  di  donne>  &  tutte  nobili  de|Ia  città  •  Per  nanco  vi  è  {'Oratorio  ò  Cappella  di 
San  Sebaftiano  >  che  altre  volte  fu  parrocchiale  :  &  è  foctbpofto  alle  monache  »  lo 
quali  danno  vna  certa  ricògnitione  al  Patriarca»  quando  va  il  giorno  della  feftiuita 
tua  à  predicami  ò  d  celebrar  la  Meffa  :  &  in  qùcftcyè  riporto  il  corpo  del  Beato  Gio- 
uanni,  che  fu  PioMiniQ<U.San  Gio«3tQQÌdècQUacQ  :  *1i  lafc#  yerfere  al  popolo  per 
la  licenza  che  fu  di  ciò  concelTa  da  Papa  Boniifatìo  Ottauo  * 

Nella  Chiefa  di  San  Lorenzo  fono  i  corpi  de  Santi  Barbaro ,  Ligorio  y  Gregorio 
Vefcouo  nella  Cappadoéia,  Paolo  Vefcouò>  &  màrtire»  Platone  »  &  Leo  >  che  fu  Vi- 
nitiano)  &  della  famiglia  Bemba  •  Quello  Sacraru>è  T$fita»>  ogni  anno  dal  popolo 
con  gran  frequenza»  tutte  le  I>omeniche  di  Maggio  :  &  vi  vanno  atwo  molti  forcmc- 
rì  per  l'indulgentia»  col  cui  mezzo  fi  dice  che  fi  caua  vn*anima  del  Purgatorio  •  9o^: 
to  Tangiportoc  fepolto  quel  Marco  Polo  cognominato  Milione  >  il  quale  fcriflfe  l 
via^i  del  mondo  nuouo  »  &  chefù  il  primo  auantt  Chriftoforo  Colombo»  die  rìtro- 
ualle  nuoui  paefi.  al  qualeiion  fi  dando  lede  per  le  cpfe  ftrauaganti  »  che  egli  raccon- 
ta» il  Colombo  aggiunfe  credulità  ne  tempi  de  tioilri  padrì  »  con  lo  hauer  ntrouata^ 
quella  parte»  per  inan2igiudicauda  huondini  Angolari  tion  punto  faabitata  • 

• 

ADDiTIÒNE. 

Intorno  aWanno  ¥<9o.  fotto  il  ^Principato  di  Tìrfqual  Cicogna  fi  rmonè  da  fimdatnentt 
la  fudctta  Chiefa^  riducendola  in  formagrande  con  poptfrtionate  dimenftomneWjilte^; 
%a^  Larghex^aj  e  Llmghe^xf  *'  ordine  Comporto .  Sopra  il  modello  di  Simon  Sorella  :  Mf 
non  fi  gode  f^ett amente  della  bellezx^  di  (j  uè  fio  Tempio  per  ejfer  diuifo  da  vn  muro  ti- 


Cittdijld  fuuato  nel  me^  del  fudetto  muro  »  e  vien  chiufo  da  ejjp)  ne  i  lati .  Queflo  ,i  * 
fHochma^andijfma  tutto  di  finijjimo  Marmo  bianco  da  Carrara  »  che  fa  Mtare  nelU 
Chiefa  interior  e  ^  e  ftmi  nella  Chiefa  ejler'iore .  Le  colonne  fono  di  nero  »  e  giallo  pur  dello 
flato  di  Genoua  lunghe  piedi  1 2 .  mezj!>  in  circa .  Li  capitelli  fono  di  ordine  compofito  inta- 
gliati à  fogliadirouerey operati conogmdUigeHxjadaGio'.  Maria  detto  diCanareggiof^ 
mofìfsimoMaeflìo  nell'arte  di  ScarpeUino.  'HelVarapetto^nelU  QuarifeUi  delle  cekn- 
net  &  nelli  ornamenti  tra  QuarifeUo,  e  Quarifeìlo  fi  vedono  diuerfe  macàne  yfpeciaitne»' 
te  di  pietra,  di'P^mcHtre  del  pi  beiioB  che  fi  troni x  che  fanno  rn  belliffmo  oréwj  eficflm 

in- 


fi  fj  e  A  S  T  SU..!  O    LtB.i:       9Ì 

latrati  con  ctrteUmhe  Mai^coti,  ptim^  fiSr^fhtVi  viienttmmifiMM»  eattetu  ine 
beB^e  fiatile  di  fim(pmo  Marmo  tèà^tì  ^tiifalej^inta  JiS.Loreia^  t altra  éi  San 
SebifiiaM .  Sotto  d  detti  Tiùchi ,  eftfra  ftfti  autra  inferno  mfU  Quaifi  tàtmùfà^^imé 
éÌTai»etr*ifor4ti,ed9ratidfìioco.So^aUC*pitéUi^amotMàritraMe,Fr^fo^amrifi 
ettiApra  ifiufli  m  Mv^per  formar  il  imito  di  me^^o  >  e  Arma  itfm  Frwitefpitio  i  cm. 
éK  figure  diftefe,  eeoù  medefÌMamente  netti ai^  delti  inltì .  Sopra  te  colonne  frìM^»- 
UfiTKgnno'fuattrobellt^mefidt»fm^piidi.'t{etme^èpé}toitTiéernaeoU  pnrijM»' 
M  tmmeìoiiMre,  m^^gU  di  marmi  fini,  fatto  in  doi  ordini .  cioi  Cavtto ,  e  emfn^rto ,  e 
fòpatd  detti  doiordintyiiHfmroccMta  alto,  confof^at4fMaC*b4.  Lo  colonne  d^p/im» 
mHaefono  di  ^ffritaao  aaticot  e  (fue&e  del  fecondo  di  marmo  macchiato  di  Candìa .  tifili 
TiedefLdlidtilefolomieyi  fono  rime^dH.afiMav.ilot  come  ancoindiueìiiiUtritHoehi, 
Lap&rtadi^aefioTabernacolo  na  freggioè  fatta divn  pmjt di  ^gata  macchiata» 
the  è  cofafuperb^mn .  Uppafifcono  altre  macchie  di  diid^ri  dk  diuerfi  colori ,  difirAniti 
con  difmto,  e  proportionct  che  io  rende  molto  dilettenole  alla  yifta ,  Oltre  alle  Bafe,  e  ca^ 
pitelU^tmte  teeolmae,b4  anfndibromdMemigeti,&  altre  jifftreconTrmghimMtre, 
ftidifftfùJì^gfiUrifiimot  e  difpefa  iacr^bUe .  Onde  è  ammirato  per  dpiigrande ,  per  il 
Pìi  mt^iificot  &perilpià  ricco  di  quanti  ne  fona  eretti  jin'hara.Vimtantore  di  eoa  mìm* 
vit<^ei  cioè  altare  >  e  Tabemacolofi  Girolamo  Campagna  famofifsimo  Scultore  di  cm 
fono  anco  lefndette  Statue  >  e^gnre . 

In  altri  fei  altari,  che  fono  injuefia  Cliiefa,fitìtatì  da  i  latitre  per  partetcarrifponden- 
ti  m'aff  altro  di  marmi  fini  ben^mo  mtefh  fi  veggono  due  Tonde  di  Iacopo  Talma,  fyn* 
ton  Sbarbaro  iecf^itato,  e  portato  al  Cielo  da^^ngeU.  L'altrAii  Chrtflo  Croàfiflo .  tH 
Domenico  Tintaretto  èjuella  di  S. "Paolo  yefcoMÓprangtdato  da  mimigoldL  E  di  Santo  ?#■ 
fifnJa  è  la  V.trpae  Uwmta  al  Cielo ,  col  ritratto  del  Fefcmm  Sofommo  4i  Veia  «  del  ^uì&e 
ftU^neiUjuafepóUura  p(^i  piedi  di  detto  Altare* 

D.  O.  M. 
Ioanni  Sozomeno  Eqntri  i  Feadatirio  fteeai  Cfrprì  In  eniM- 
gnatione  Nicofis  capto  i&redempto.beae  de  Rcpublt- 
ca  aerilo  >  ft  lidio  Filio  I.  V.  I>.  ft  B^irì  eoa  Mfaus  fi' 
liei»  s  CUudiits  Sozomenns  Pois  Epifoopus*  parenti 
c^ino ,  Fratri  d  ilcÀiffimo .  nepcttStas  »  ac  pofteris  i  hoc 
monumcmum  pofuiti  Altare  cresit,  &  douulc-  Aano  la- 
'         bileì.  M.DO 

.  L'affetto  di  queflo  Tempio  è  maeftofocoi 
mfimhcomedeueeferfatt^.  "ìieldtsfart 
^  piombo  con  dentro  -rna  cuffia  >  e  memoria 
J^4  S^ra,  la  qualfi  efpoae  nelle  foUnniu 
Smta  Candida,  con  altre  reliquie  di  Santi ,  ■ 

lettere  da  vua  parte  hebraiche,  e  daU'attrA 

Jaqu^  vJtimì  anni  è  fiato  rifiorato  C  Or. 

•riModi  degne  pitture»  e  fpetulmentedd 


San  Giorgio  d(i  Crccì . 

^^El  tiamo^efiffiodi  iSan  Lorcnio»  zppmke  la  bella  &  honoracaChiefii  fyaszZ 
jyi  daltonatìonGreiiajhquak ridotta m  dalkMocw» 

ixMneaoco  da  tutte  Taltre  Proumde  loro  :  ddfe  queOa  parte  dopo  ch'dla  lafciò  Sia 
Biagia>pcr  hooorarui  la  Macftd  di  Dio  fecondo  1*  vfio  die  loro  amichi.  Nd  qnal  loogo 
cdi&aa>  con  bdl'a^rchicetrura»  &  iholco  ornato  nella  fua  facda  con  pietre  IftriMieL/  • 
x:oncomndo  gli  huomim  di  qiieltofUrpe»9*adimino  fecondo  iM^  loco  eoa* 
iblatiotlii  abbracciati»  fauorici»  &  hauuti  in  protettione  dalla  Ropwlica  come  gente 
bàìen^rita  per  tante  operationi  fatte  i  benefitìo  dd  SeMt^ 

ADDITIONE. 

Temfiopdifabrkamir^dfàlefeJfefaU^^n^ 

^an  GioaanoiLaterano. 

V 

QVafi  alPincontro  per  tratierfo  è  San  Gionanni  taterano  detto  prima  San  Gio^ 
uaeni  Terraro  >  pia  tofto  Oratorio  che  Chiefa  • 

Le  donne  di  qoefto  luc^o  furono  altre  volte  mandate  nel  moniftero  di  S. 
Anna»  al  quale  è  fottopofto  •  Ne  paflati  anni  arfe»&  fi  trattò  di  leuarle  del  tatto.  lyU 
rdUurato»  tuttauia  (erue  più  per  vdirui  MeflO&  da  i  circonuinii  che  per  altro 

ADDITIONE. 

Saa  ^accana. 

FRà  tutti  i  monifterì  di  donne  monache  >  quello  di  San  Zaccaria  è  nobiliffimo  per 
diuerfe  fue  qualità  • 

CiuftinianoPartidpatfoPoge Decimo»  lofabricò  o  reftaurò  l'anno 407. dall- 
eiifìmièrie  di  Venetia  »  &  Fanno  827.  di  Oirifto  »  pregato  da  Leone  Quarto  Impe« 
ntow  m  Cbftantinopoli  »  il  quale  non  folamente  gli  mandò  danari  »  ma  huomim»  flc 
nuKdlri  eccellenti  neH*Architettnra»acciochei!fàcdlèvna  bella  Chiefa  &  fi  finffl'e 
tofto.  In  grafia  del  oual  Leone»  fl  Doge  fece  fcolpirene  capitelh  delle  colonne  f- 
ac]uiie  Imperiali  che  fi  vearono  ancora  nella  Chiefa  vecchia.  Et  quando  il  Tempio 
•ili  condotto  i  coperto  »  il  Doge  volle»  che  il  Clero  »  dopo  vna  folenne  proceflSone  » 
^reg^  per  là  faiuteddllmperador  tanto  fuo  amico.  Et  venuto  eflòDogestmor- 
tcH)raaio  nelibò  teihmetito  (però  in  hngua  latina)  in  qucfU 


DI    C  A  S  T  E  i  L  O    imi.       «i 

JUrit  (Àtpirfto  loogo  nella  Vtlk  delle  Gttttbawre  locco 
il  Ducato»  &  qaa{j  dei  tutcp  dii^tco  per  U  6uk  moka  vec- 
chiesza^  *uègli§ ,  ^xmnmitiuto ,  the  fono  tMftfutti  im'verd 

n4émgtÌM^smK(g3KfmUiatM$iW4  (^/ivf  f2di^'9*gA'^)ti7*c** 
méi9do,  chefia  dato^dejfomoBiptr»  i  (^o.  //^'r  ^Ar^ntù^  Cv*  /^ 
Stluè^U  ^uaiiper4/t4»(i  il  Okrkfi  Ùtge  tAgnelUmk  fàJrt,^ 
iéfiUòfei^^etmmenn,  ^uand»  tr^^^mto  efi  QakfA  cm  fueUà  dil 

Oltre at predetto teiUcnentofi  leffievii&atxdhttìiKiediruaiiiJUxxmcQiil^^ 
iiaatoii  à  detto»  coiuiuefte.  fMme  • 

SUmto\ìktiéifh»^fifihimùy^fnhle49lSdn$oK9mmi9  fm^, 

*Mmi9^d9foni$i90liÙ9g$iCmHfPwrm^hf,f^(^Mi,iì^i4m 
mìfii  primifi^ii  quaimcnte  io  Giufiioiano  Jpdto  Imperinle ,  i^ 
^9ge  di  VmtMfer  retulitticne  det  Sign^Utfiro  OnnipvttntCji^  ' 

ftr  Afinmi^dMunttM  Sg9tmffiimJmf»4t»reO*  ^9i^ermtot». 
éèlhpieeM  tuttoitmmdoy  Leone  ,Jofo  molti  henefici a  mi  con- 
eej^yjfeci  queflo  moniflerio  d$  Vergini  in  Vemtk^feiondoihe  i0Ok 
*v<flle  che  fi  edrficdffe  dcBdpropHd  Càmera  jfmperidle .  Et  iàcoM' 
téumtUiCjkomdi  ckempcemm^ejtomandòebe  mi  fife  dàtom^, 
''p*  dt]gentp^f,on  Altrt  cofe  necèjprie  »  Oltre  à  ciò  ne  fece  dire ,  d» 
cmfecfàr  quefia  Ch'ufi  Sane  a ,  le  reliqpie  di  San  'ZaccarM  ^rf» 
Jtt4^  dei  legno  efoBa  Croce  del  signore  ^  4el  fatmó  M  Santa  Ma't 
ria,  onderò  de  *vepmenti  delSaltMore^  te»  ahrefintf  reliquù,'. 
Mandò  anco  Je  co/e  bifigptmlipfrfineHa. operai  ^,  maefirAtOci*^ 
eioche  fifimffeprefìo.Et  come  fu  compita  Jktta  congregatone jhò 

Fa       wAtfi 


*»  y»  * 


84  DEL    SESTIERO'' 

*vtàtù,chepftt^ÌDiaewtiniuémtntefirUfitbitt  4H  fii^'i 
jmftrdt§r€  ^  dt  fmi  \ktcii .  EttUiiòtréfima  tbcfiferUffitr^ 
wtUà  Cerner*  ytMteUurteJitefirietétniletUrt  d'uro  w^fiéi 
méttrUy^ Udott»iCb*eff*ntbdm4ndàté.  Et fvogUimtiéie  re* 
fifimpreneSd  Camera  iielMiht  'PaUzjy  ,aathtbétt^im»1^9m 
fornai  Jiré,  cheUMomtfierUdts^nZaeutrU  fiaAùffatf 
ikaUratefir* ,  cheJiqtttUa diLteoeSaat^  fi»ftri 

Tenuto  adunque  in  reoeradone  in  ogpi  tempo  per  la  Tua  nobilti  Bi  risicato  da  P** 
pa  Benedetto  Terzo>qaando  fii  a  Venctia  ne  predetti  anni  >  0c  tu  diie  anni  dftpoi  laj 
ltfaTemita*conunciatoarìfared2ljitedettoGiu(tìoìano.  ilqual  P^  donò  iMa- 
donna  ^nelìnaMorofìnilJadeiraii  corpi  di  San  Paocratioiflc  di  $ant3  Sabina)  die 
erano  i  Konu .  [>ofledeu2  quello  facrario  gran  terreno  airiqtòmtt  >  Se  efa  fuo»  done 
Iwrai  la  Piazza  publica  di  San  Marco,  pero  roIendoSebaftianoZÌaiuI><^}S.ain- 
pliar  La  Piazzai  ottenne  il  terreno  dalle  nionache>&  all'iacontro  diede  loro  pò  Uè  lEo- 
ni  fiilTrinifano  1 8c  s'obligò  allora  (per  quanto  lldice)di  vifìcaf  ogni  anno  in  perpe- 
tuo il  giorno  di  Pafqua,  la  Chiefa  loro.  PoffedèpanmenKlaChieradi  S.Ra&dKr* 
per  la  cagione  come  in  quella  (ì  é  detto . 

Ora  conitHiiato  in  qualche  parie  Tancic^  odifido  ■-  &  reOato  tpitì  pooa  >  doue  le^ 
donne  al  prcfeiite  (ì  riducono  i  celebrar  gli  offici  diuinii  fi  deliberò  dal  Senato  di  fia- 
brìcar  la  Chiefa  nuoua  vicino  alla  recchia>  &'iì  cominciò  fotto  il  Principe  FoTcariiSe 
fii  finita  in  diie  Tolte:  ma  con  diucrfa  m»i^*4'Ardiitemira .  £ila  iigaackiBc  ricc  « 
ih  belliìlìmi  &  fìnUIìmi  marmi>con  bene  intefa  &  omau  facciata  dau^nti^Se  per  fian- 
co poffiede  ampli  &ft>adonfflardmt.  Le  coPe  nobili  djquefto  luogo  fono  aio  Ite  Se 
diuerfe»  &  condegne  a  tanto  Tempio,  perciochct  okre  d  corpi  Sancì ,  &  aUe  reliquie  • 
che  donarono  Papa  Benedetco>  &  Leone  Imp-vi  Ibno  anco  quelli  di  Sati  Leene  >  &  d| 
San  Timfio  heremicaicbe  fu  condotto  i  Venecii  da  DOmeniòft  Itandt^  prc^enito- 

jeOt- 

o.Ee 

rddta 
wsidi 
la  dei- 


fidi  8c 

rd. 

iils.ac 


DICASTEt  LO    LIB.  t      Sf   " 

Marco  SanntoFran.  F.  Senatori  io  R.P.  primario ,  Eloqttentia 
omnia,  eruditione  praeflantis.  Franta  pientifis.  F. 

Giouanni  Capello  CttulieixH  il  quale  dopo  molti  Magiftrati  %  ic  ambafciarìe  ha- 
ante  dalla  Reo.  fotto  Oratore  ad  Hcnrico  1 1.  Ri  di  Francia  >  fi  inori  in  Parigi  9  &  gii 
Apollo  queito  epitaffio  • 

j 

Ioannes  Capellus  Eques  >  poft  admioifiratam  mulcoa  an* 
DOS  innocenter  Rémp.  Prsefcduris  &  Legationibus  ma- 
gnificenciffiffle  fuDAus  %  magna  (a^  cum  laude  Lcgatns 
Secundum  ad  Henricum  Gallorum  Regem  »  Lutetia;  Pa* 
rifiorum  obi/c»  magno  cum  hutus  ciuitatis  moerore  «  eiuc 
ofla  translaca  fune  Petri  filij  cura  «  vt  patri  fibi^  pofteris 
boc  MoDU^OecVixic  annos  LX>Men.X.dies  LohikvcfD 

M.  D  L IX.  die  X 1 V.  Sept«mbm. 

Pietro  Cappello  figliuolo  di  Gìouanm  Procurator  di  San  Marco/icuato  dirimpet-* 
co  al  predetto  Giouanni  Caualiero»  &  vi  fi  legge  «  « 

PETRO  CAPELLO   IOANNIS  PROCVRA- 
'     TORIS  DIGNISSIMIFILIO  SENATORI  OP- 
TIMO    MDXXUIL 

La  famiglia  de  Conti,  notabile  pèt  diuerfi  huomini  di  valoi^,  de  quali  vnò  di  loco 
(triffc  vna  cronica  Vinitiana»  come  attefta  Marc^Antonio  Michele  Patritio  »  ne  Tuoi 
memoriali  •  Et  nelTetà  noi^a  Natale  de  Condt  huomo  Angolare  per  lettere  greche» 
&  latine»  ha  publicato  la  hiftoria  de  fuoi  tempi  >  oltre  molte  altre  cole  icritte  da  lui  » 
tutte  ripiene  di  efijuifita  dottrina.  Seno  parimente  di  quefiaiNicolò  de  Conti  8e  fra» 
celli»  prepofti  al  ma^ifiero  deU'artigliene  djd  Senato  » 

La  famiglia  Ricaa»  antica  &  honorata  per  diuerfi  Secretari  »  Oratori  »  &  celebri 
Dottori  illuftri»  della  quale  è  Paltarp  di  San  CoTmo  1 8c  Daoùano  dipinto  da  Giofep« 
pe  Saluiati»  con  quelle  parole  • 

Hic  iacee  Venerabilis  vir  D.Prèsbycer  Ioaones  Riccio 
Veoeciarum  Archidiaconiis  »  &  Scrcoìfiiini  D.  Ducis 
Cancellarius  « 


de  Bovghi»  de  i  Frefchi ,  8c  de  i  Franchi  »  antiche  ndlaJ 
cittd  &  honorate  per  titoli  di  Secretariatidi  letteratura  »  &  di .  trioni  duili  »  perciò- 
che  Carparo  Secretano  del  Conf.  de  X.  fu  molto  Itimato  da  i  Padri  per  accorcesza 
d^ingegno  •  Et  Gttn  Battifla  Borghi  Secretano»  &  Crooifta  era  itilerito ,  &  amato 
molto»  &  Zaccaria  de  i  Frefch i  S  cere  tario  del  0>nC  de  X.  fu  di  tanta  prudenza  »  che 
oltre  4  diuerfi  altri  n^tij  importanti»  conchiuic  la  pace  per  la  Repub.  con  Selim^ 

F    3        loip. 


^  DEL    SESTIERO' 

Impe^.d^  Turchi  r^.onp  1503*  &  fu  parimoite  &:crcaurìo  Giorgio  Frtoco  ranni» 

1524.  * 

Ne  voglio  lafciar  di  cfire  che  Federigo  Iir.Imperatore»eflèndo  venuto  i,  Venetui* 
ìfifitò  quèfta  Chida  con  gran  foIennìU  per  ere  eiomiconcinoui»  &  le  concede  molte 
gratie»  al  quale  le  donne  monache  fecero  granai  &  honorace  acc<:^Iienzet&  dooi  imk 
tabili»  fecondo  che  alT  vna  parte  &  Palcira  n  conuenne  :  U  che  oltre  a  quellg  >  vi  kan* 
no  feppehti  ne  tempi  andati  diuerfi  Dogi  • 

A    b    D    I    T    I    O    N    E. 

Circa  tarmù \^9%*te èttmache rifomarùnò  imdfmrte deità  fid^tta  Chiefa »  empiimi 
io  il  lor  Coro,  e  rinouando  élcum  uim  >  ^  perciò  trmlaair^m  i  Jude^i  Cwpi  Santi  C9m 
foienmffim  a  pr4>ceffione  i  &  incruento  del  Dc^e,  e  della  Signoria  »  Unendoli  dal  Loc§  r^ 
formato  doutgiacenano  t  e  ponendoti  in  7{obiti  Seùolchri [opragli .  4ltari . 

Quello  di  San  Zaccaria  jU  [opra  Ufiio  Ultore  Eretto i  mev^t  cMefa  t  Leggenii^i  nei 
Sepolcro  dora$ò  :  Coipvs  S.^ccharic  PatriiSanai  Ioaanis  Bapciftar  •  Gii  amtebi  fmm 
pofti  nelle  CappeUette  dietro  alfUUare  Ataggiorc  i  doi/eft  vedono  k4orù  imagjmi  difille 
dall^Mienfe. 

LauoròilValnutlaTanpladelSanto  Vrofeta  9  portato  al  Cielo  da  gli  UngetifCon  ftitt* 
la  della  MMomut  in  Gloria,  con  fatto  San  Benedetto  >  &  altri  qnmro  Santi  ; 

7{el  Tabernacokh r^uardenole  Per  difigm>,eper  Hne^t  di  Marmi,  rapprefenti (fio- 
forno  attioni  della  V^ifltone  di  Chnfla,  e  nelfQKganofignri  Oanide^on  la  Teftadi  QoUa,in* 
contrato  dalle  OonzjMe  di  Gierufalemme,  &  nfitwri  U  Santi  Zaccharìa ,  e  lix^io  »  Vici- 
no alla  Sagreflia  ^  fituato  il  depofito  di  Uleffani/n  littoria  famofijfìmo  Scultore,  pie fiolci 
ma  bello  dmarauiglia . 

Fi  fano  da  i  lati  due  ijgnre  di  marmo,  che  in  >^  di  colonne  fafientano  il  Frontifpiào  % 
rapprefentantiti^na  la  TÌttura,t  altra  ^UrchitettMrOjUel  Fronti/pie  io  ve  n*è  rn*mra  fi^ 
gn$cante  la  Scoltura  • 

7{el /patio  di  me7^  è  pojh  H  fno  ritratto  fcolpito  d4  lui  med^fimo  in  marmo  infieme 
eonie  judette  figure^ <T  vi  fi  legge: 

Alexander  Vittoria»  qui  iriuens  • 
Viiios  duxk  è  nar  «ore  vukus  • 

£  [opra  la  fua  fepoltnra  nel  pani  nenfo. 

Alexander  Vittoria 
Cuius  Anima 

In  benedizione  6t. 
M.  O  C  V. 

S$n  Lazaro  Spedale  di  Mendicanti  « 

Uttarg^MUCitiddattapartediTramontanaper Raggiunta  deUe  fondamente mme; 


D  I    e  A  S  T  E  E  L  O   LIB.  I.         87 

fì  id  Senato  cmcePo  a(t alcuni  T^obUi  di  pio,  e  caritatiu$^  XS^o,  capaciffimé  terreno  eoHtl* 
gUùdcmmentoieVairiDomimcanidi  SS.GioHonni,  eTaolo%  per  fondami  il  predetto 
Sfedde,  e  ricHMne  mefhi  Pomri  infermi  >  e  mendicanti. 

FridettiTigbUi^neheweparticolarcura  Tiìcolò  Quetimqu.Tietro Senatore  di^an 
bmtdi  il  quale  fi  adoperà  di  maniera  in  opera  fi  pia^  cbe  col  fuo  me^^,  e  con  fefbàrfo  ut  al* 
quanti  mtVa  ducati  del  fuo  proprio  »  fi  diede  principio  aXtedificatione  di  yn  tanto  luogo . 

^tti  IO.  di  Deeembre  del  tóoi.  per  conce ffìon  Tublica  fi  trafportarono  tutti  li  mobili 
deWlfola  di  SJjti^mh  acciò  feruifferoper  vfo  dì  quejh  nuouo  Spedde  >  appticandogti  anco 
tutte  tentratei  &  renétìte  di  efja  Ifola  •  Le  Reliquie,  che  furano  le  Tefie  di  Santi  P dicita  > 
CofticOf  e  di  Eleas^aro%  mi  O^o  di  San  La%arOi  &  rn  ditto  di  Santa  Maria  Maddaleua^fii^ 
rouopcfte  in  San  Marcò  %  e  ai  là  traslatate  con  folenne  jprocefpone  >  e  coucorfi>  di  popolo  d 
miefia  nuoua  Cbiefa  fabricata  di  tauole  in  quei  principi]  »  doue  aBa  prima  MeJJai  che  in  effk 
fi^ehhrèildiio.  tebraro  féfhmtàdiSM  Sebaftianodel  i6oi.  rolfe  interuentrui  il  Doge 
MariuGrimanicon  la  Signoria. 

Intanto  firaccogUeuano  tutti  lipoueri  diogni  feffo  9  &  età  ^  che  andauano  PerlaCittd 
ibiadendoJmofina;  fi  che  crefcendo  il  numero  di  poueri ,  fa  anco  ingrandito  il  luogo  di-fa^ 
ìtiAe  per  il  fa  di  tauole:  Ma  concorrendo  ad^operafi  otamokiSigikoriySÌ  TJ^pbili  %  come 
éakre  cond{tioni,fipoferodfarfabricarilmedefimotuogodi'Pietrafopr^  ilmodellodel 
Scumocckh  €0$  loggie  >  Cortilli  >  e  Sale  ampl^fime  >  e  in  breue  tèmpo  n  vide  terminata  la 
metà;  re  fiondo  par  quakhp  tempo  la  Chiefat  &  t altra  metà  di  Tauole . 

Fé  poi  nel  meqxo  fakricata  ta  Chieja  in  betlifflma  forma  di  ordine  CoHnthOiCon  la  Cap^ 
f^Mi«gfoff>d9€oUreatt.AUare3ricchifflmopermarmÌ9&altri^  thailTam 

uimeuto  Jafiricofo  di  finifftmi,  e  y ^biffimi  marmi  ;  T^elTaUrofpatiò  della  Cbiefa  t  ri  fono 
oM  ^pMtrojtUari  di  ordme  pur  Corintho  di  finirmi  Marmi  %  lakorati  à  Carrara^  cM 
akre  oèetre  macchiate^  tutti  Jimili .  Il  primo  alt  entrar  in  Cbiefa  à  defira  mano  >  che  ha  la 
palla  del  9%Felice%  lauorata  da  Michiel  Tietra  Fenetumo  $  è  di  Cafa  Capello ,  ejfcndoui  vu 
ritratto  in  A(armo  con  queftainfcrittionei 

A 

VinCcmio  Capello 

Ad  Maria  tutanda  ntco 

Ntttium ,  acTriremium  Prarfeób 

Piratarum  audaciam  dom  repellcret 

Immatura  morte  fubrepto 

iEtatis  XXXVI. 

Benedi  Aus  Archiepifcopus 

£c  Nicolaus  Franca 

Ad  Aram  6.  Ftlicii  ab  ijs  croftam 

Monimentum  hoc  P.C* 

Aono  M  DC  L\U 

Il  fecondo  fattùdagUEreiidiBortoLfnu0B&rsmti9,coHlapi^a  t^SanGiofeppe»  d* 
dtri  Santi  »  dipiata  da  ^UJaadrt  ZimHi  Mok^^*^  V^  fi  ^« 


.1 . 


F    4       D.O. 


is 


0EL    SESTIERO 


a    O.    M. 

BanholouMto  BergoDcio 

Viro 
Probkate  t  |>rudentja  •  opibus 

Late  Claro 

Ne  cui  mors  rapuerat  vkani 

Oblitiiodirìperec  gloriam 


Ifabella  Tafcha 

Marito  dile^ffimò 

Superftes  Mxftiffiffla 

Àmoris ,  &  Fidei 

Moouaieiitiim 
P. 

M;  DC.  XLH* 


//  prmotàlafinifira  Eretto  da  Ciò:  Domenico  Bùuia  dedkiUoA  San  Sebt^ùmU  t9i 
Tatuila»  è  di  mano  di  Giaeopo  Talma»  e  ftd  [(ritto  da  i  lati,  : 

D.  a  M. 

Diuo  Sebafttano 

Martyri  • 

Tutelari  propitiatori 

Arahòec 

Dicata  Efto 


loannes  Dominicus  Biaua 

Angelica  Coniuges 

Vaanimes 

Ita  fanxerunc 

M.  DC  XLVf; 


//  fecondo  fondato  da  FratelU  Tafcay  nel  quale  fi  vede  S.  Elenat  che  adora  la  ritrottata 
Croce»  "Pittura  molto  ftimata  di  Suer^^n  da  Cento»  con  la  prefente  memoria  : 


Aram  ligno  vit»,  ac%no  ludici;. 

Ad  vit»  refurredioqein 

Ad  ludici;  expe^tionem 

Sibi  »  fuisq. 

Monumeatom 


Thomas  Alexander 

Ambrofius  »  Petrus ,  Andreas  • 

Aonibaiis  Tafchae  viri  optimi 

Filij  vnanimes 

Cum  Paride  patruele 

Ponen.  Curar. 

M.DCXU1. 


VleB^entrata  ottanti  detta  Chiefa  »vi  fmio  due  Memorie  fatte  di  Marmi  a/pti  heOeéU 
ordine  Corintbo  *  con  le  flattte  di  dm  Maffimi  Benefattori  aitpiefio  pio  keo  »  Pima  del  gfd 
BartoUtmeo  Bontempelli,  ebiamato  dal  Calice  >  che  dice  : 

Bartolomxus  Bootcmpellus  >  A  Calice 
Pijs  largitfoniousinfignis 


Magnus 
Xenodocnìi  buina 

lofiitutor  •  ErcAor .  &  A^or 


Cuios. 


D  1    C  A  $  TEL  t  O    tlRIi        99 

Cuios 
Exiiiiia?gratf«»  Graciofcaemula  Frttte 

Peraudae 

Hinc 

Saxea  ex  Icone 

Adamantina  pauperum  memoif t 

Superìs  alterna?  micabunr* 

Gnbeniaton  pia  grautadine  recolitur  J 

An.M.DCXLL 

VéiUrà  di  Ch:  Domemco  BkM»  &  è  fiijfrafcrUia  : 

Io:  DoraeniwBiauaede  CaracdsBergaùiCQtis 

Ara  Tempio 
Donis  Xenodochio  a^dicìs 
Magnanima  vbiq.  pietate 

Spedato 
Mendicantium  Virginum 
Gubematorii  Moecenati»  patri 
Optime  merito 
Perenne  in  lapide 
Perennius  in  animis 
\    Stmulacrum 
Pr«fides  vnanimes 
P#    P. 
Anno  M.DCLVliDie  X.  Decembris: 


r  * 


InChk/ameora w  fimSrelt^mttìm^Benefattm» tnaitde  pofia  ftpra  lapof 
t0  Viano  ^Sì^gnfiiaf 

D.     O.     M. 

Ftaocifcus  PaganelIusBergooias 

Pia  munificentia 

Ingenti  legacoauri  pendere 

Hwni'TempiiiEdificio  magamcentiiu  abfoloto 

.  Fafttgìatoq. 
.  Sibiieteroas  Sedes  Inter  foperascollocauit. 
""     HofpitftUsDQaiiiBcAo 

A 


^  D  E  L    S  E  S  T  I  E  R  O 

Largitori  opdm*  Colleg»  Tuo 
Gntian  nocnoniinciituni  rependunt . 

Et  ftfra  tiWdtra  fwta  vicino  alt^iUare  di  Sa»  Giofeppe  fi  Ugge  fiieJtiUtra  i 

D.  a  M. 

Antoaitts  Oauaroa  Floreattmls 

Honefia  mduftria  qusfitis  opcs 

HttMB  Templi  ischoaadas  ftniAiiiie 

Dutnpiè  Icgat 
Sms  diuitiis  in  Ccelum  ^ 

Feliciori  negotiarìone  traduAis 
Aliis  perfidendae  kdt  extmplun 
Cuiu$  alterna?  muncris  rccordationi 
Huius  Xcnodochij 
Prjtfides 
P.P. 

E  penhenm  mancano  in  ogni ttjnpoS^mi  di  vera,  e  Ctm^iana  Vieta  t  è  fiato  net 
prefenteanno  i6^^  dattorne  aU4fa€Ciaiadeltaltra  meti  éelt  Hofùedale^  redendofi  ho^ 
ratnttoU  fisa  afpena  terminato ,  il  qtfolrkfcebetto  »  emaeftofodi  ìmghe^zA^  compre f^ 
la  CMefa^di  pafia  fettanta  in  circa  fitnato  dalla  parte-di  Vanente  [opra  il  Canale  detto^ 
di  Santi  Gi0nanni%e  Vaolo,  continuandofi  tuttauia  il  lauòro  di  dentro  >  per  perfettionarlo  di 
krene%  comefmrà  adornato  di  marmi  amo  l^afpetto  deUa  Cbiefa  • 

Si  mantengono  per  ordinaria  Aoo.  in  ^<K>^l^onemiferabiu.  Si  alU  delle  figliedi 
bnonaindolef  quali  infirutte  nellaMufica ,  cantanio  ^am  diuerft  ftrumenti  Muf$caU  ynelk 
filennitàdi  tutto  tannarle  Mejjèy  i  t^efpri  >ele  Compiete  >  e  fpecialmente  nella  Quadra- 
Zefima  con  gran  concorfa  di  Vopolo  »  come  fi  fa  ancora  ne  gC altri  tra  principali  Spedali 
deUaCittà. 

Santa  Maria  dei  Pianto*. 

^etprincipatadiFrancefcadaMolin&intomoaB^anno  16^9.  fa  fatto  wto  dal  Sennt$^ 
a  fondar  quella  nuoua  Chiejai  per  ptacM  Ciradi  Dio^e  liberar  la  I^pubUcadaMa  cruda,  €r 
it^ufta  guerra  molala  da  Turchi:  omtk  datto  prinàpiù  àlted^catione ,  reftà  in  pochi  anni 
terminata  in finrma  OttagonaM  ordine  Corinto  »  4edkMnd0laAiMr&  aUa  Gtoriofa  Vergi^ 
ne  con  titolo  della  Madonna  del  Viauto  >  e  dotta  alle  Eremttedi  S.  ^goftino ,.  emriarò  mì 
ó^prHe  i6s9.frrom^leuaie  dal  Atonafieradl  Buranotre  donne  dellUftefio  ordine ,  e  eon^ 
dotte  in  m  Burchiello  dalli  rkarii  VutriardhUe ,  e  TorveUanè,  dalli  Signori  fopra  ti  Ma- 
nafierif,  accommaatedaUe-pri^^eGeutUdìmc  della  Città  ^  arriuarom  i  an^a  nuoua 
Cbiefafituata  fopra  alle  fondamenumioue,  poco é^ofla  da  SJPrancefco  delkr^na  •  & 
ini  sbarcate,  coperte  con  ruuidapanria  nero,tenendà(jgn'vnadie[fe'mCrociJì0^  nellema- 
m,furonoincontratedÉlCiero  ,t  riceuuteda  Monftg.  VatriardSa  nella  Cbiefa ,  doue  can^ 
tatotHium>s  Vctà  Creator  Spidtu^^J  Cantico  :  BM«diAus  Dominus  Deus  Ifrael  t 

anr 


DI    CASTELLO   LIR  l       91 

miartmnelUClaHjkra  fhoHcniQynbclh*  amPà^f  commùdQ  UM0fi§r^€0iigmtù  alU 

ncdcpma  Chiefafeìabricato  con  effa.  Detu  fotia  Meffa  idmeieftmo  Téttrianba,  nelfi- 

m  cpmmnmi/  (fneUe  tr$  rtligkfe  >  quali  cmfitmate  nelU  reiigim$e ,  ehe  prrfeffnno  i  ci/Ha 

rif$rmM4iS0^gQftm$  dokcràmiomfimiteU  nomile  fpo  fé  H  ChrifiQ  »  che  fi  occetteratMU 

dùMeMdo  per  femprs  refiat  éUttumer^  di  dodici  9  alU  quoti  è  fiéM  agnato  dM  Tubléco  ren^ 

dite  per  il  loro  rito  $  e  veflito  >  &  altri  bifygni  $  oltre  altinfiitutione  di  cinque  Afanfionarie 

quotidiane  da  ogifiarfi  inqMpa  Cbiefa  p^atepurdai  Tiético .  Si  vano  ergendo  gt  Ulcari 

di  fini  Marmi»  con  rimegi  di  ^ffricanii'perdomte  roffi  di  Franciaiparagoniigr  altre  pietre; 

vedendofi  terminato  quello  diTief^ntonioZon  9  e  Fratelli  f  con  laTauola  dipiata  ecc^ 

lentemenee  da-Praneefco  Kftfchi,  deueritraffe  ti  SS.Prancffco  di  Taola»  e  odntmio  di  Ta^- 

douakoH  Cbriflo  bambino  nella  braccia»  di  [opra  è  vn  .jtngeìp»  che  nelle  mani  ha  im  breui  • 

^e  e  ff  ritto  ChdxixziÀaUa  parte  del  detto  i.Francefco  di  VaMa/lr  m  Gi^  dalla  par* 

iediS.^nronioinfeffieperconofcereffiSanti.  Apiedipoi  iyn'altrojtngelo fedente fitk 

atto  di  fonare  la  lira. 

yUmamente  nel  Principato  di  Giouanni  da  Trfaro  è  flato  pofio  vna  Tietra  fopra  té 
porta  di  dentro»  doue  in  Campo  d^oro  è  internata  la  qiàfotto  infcrittione  » 

D.    O.    M. 

Coooplorand  Deipare  ' 

publico    Voto    Tcttiplum 
Sacrisq  virginibus  excitata?  JEócs 

Vt  piis  odeliufD  manibus 
Pro  ReipubJJcar  IncolufDrtatelitetur 

AnneMDCLVlU. 
loanne  Pifauro  Veoetiarum  Principe  • 

Gli  Spedai  eli  qnefto  Sefticro  fono  diucrd  >  cofi  di  huoroiai  come  di  donne»  i  q«a- 
1i  gouernati  da  i  loro  Priori  »  &  forniti  Ultamente  di  tutte  le  cole  neceflàrie  per  fo- 
ftegao  de  pouerii  hanno  cura  de  gli  ammalati .  Et  fra  qi^fii  fono  oltre  al  predetta 
di  San  Giouanni»  &  Paolo»  &  di  Mendicanti»  vi  è  queUo  della  Pietri  »  nelquale  fi  rac-^ 
cdlgonoi  bambim*gettati  via  dalle  Madri  »doue  finutrìfoooo  in  gran  numetx>»o 
con  larghiffime  ^(c  fatte»  cofi  dal  PuUicojCQme  daIprtuato»laau  PdoraéoMi* 
fermata  dal  Doge  « 

Nella  Cbiefa  di  qoefto  Spedale»  la  quale  ibenifliino  officiata»  vie  la  Prefenta* 
tion  ddla  Madonna  fatta  da  Iacopo  Palmat  e  di  Santo  Peranda  è  la  tela  del  Rofarìo» 
Seguitano  poi  quello  di  San  Pietro»  Se  San  Paolo»  di  GiesùChrìfto  i  d^l(e  Boccole  »  la 
Caladi  Dio  inftituita da  Maggio  Pwllicciaro  l'anno  1272.  Nel  predetto  Seftierodi 
Caftello  fono  in  fomma  XIII.  Contrade  •  X 1 1 1.  Chiefe  parocdiiali.  V.  Chiefe  dì 
Prati.  X  I.  Chide  di  monache .  X  X*  Corpi  Santi .  XXXIL  Organi.  XX Vili.  Torri 
facreò  Campanili  .III*  Orarorii.  III.  Principali  Spedati  «  X.  Piazze,  LacafàdelF- 
ArfenalcXVIIL  Palazzi L.  Giardini .  XXXX.Statue Marmoree.  VLCanalli  do^ 
fati .  L  X 1 1 1 1.  Ponti  di  pietra.  XX  VIIL  Pozzi  piiblichi  »  &  XXVI.  Corticognomi- 
natepcr  lo oomc  di dìiiicrfc famiglie  » fabricatdd dpcr altro accidcoce inumtria di 
tfle  Corti  # 

DEL- 


9* 


DELLA  VENETI  A 

CITTA  NOBILISSIMA 

Defcritta  da 
M-  FRANCESCO  S ANSOVINO- 

LIBRO      SECONDO. 

^  L  fecondo  Seftiero,  prcfe  il  cogHome  dalla  Chiefa  dr  San  Marco  »Ia 
^  quale  quantunque  non  fiacathedrale»  è  però  riputatala  prMna_, 
I  dopo  la  Patriarchale:  fi  perche  è  confacrata  à  quel  Sàtojch'è  gon- 
I  lalone  &  auocato  della  Citti>3c:  lì  perche  è  cappella  del  Doge>ott> 
j  de  il  Seftiero  prefe  nome  dal  più  nobile  &  eccelfo  luogo  >  che  fia_« 
?  nelfuocorpo.  Et  pttcioched  comincia  da  quefta  ad  aiinoucrar  i 
h   luoghi  Sacn  chr  ti  Ci  trouano>Ia  quale  è  notabill^ma)  &  chiama- 
ta aurea  da  gli  Scrittori,  ho  voluto  defcriuendo  fi  iiobii  luogo,  dillcndcrmi  larga- 
mente .  conciofiachc  trattando  di  cofa  fingolare  &  piena  di  molti  ornamenti.&  &1- 
I«ie.  mi  pareua  di  mancar  molto,  cefi  alla  srandezza  di  quefto  Sacrario .  come  an- 
co a  me  medefìmo .  fé  io  mi  foffi  efpedico  di  cofa  tanta  importante  »  con  poche  p»> 
rote* 

San  Marco. 

r  .   j        /-^Veflo  Tempio  adunque,  poftofu  la  piazza  publica  della  città  >hebbe  pnaàpio 

iy^  ^^U^'^yj  in  vn  cantone  del  Pala»o  Ducale  l'anno  829.  alli  4.di  Marzo,  &  ftà  cominciato 

in  forma  di  cappella  jsi  pcrcollocarui  il  corpo  di  San  Marco  porta» d' Alcf- 

fandriaI>annopredctto>&fìancopercheella  folle  per  feniitiodel  Doge.  Conciofia 

che  cflendoiì  fondato  il  Palazzo  publico  per  habitatione  del  Principe  j  &  per  render 

ragio- 


DI    S    MARCO    LIB.  ri. 


9Ì 


rt^nMtipofKriOjpamed^ftntfcliifX^ la CSudafi^e congiunca  al  I^azzo  >e& 
fendo oo&conueneuoIe>cbclaeiufUtias'zbbracci)  fecondo  quel  detto  detSakno 
coakpace&con  la  religione.  ÌIprinndcherimeiTe  pietra  fii  Gtuftiniano  Partici* 
pati»  Doso  X.  ma  non  unendo  potuto  fìniiia  *  Giotianoi  Tuo  fratello  >  8c  focceflbre 
UriduIIeabiioncenninc.conciofìacheGiuftiniaiiolafciòinceftarnento  la  (uà  ro- 
loQtd  »  &  Giotianni  l'dTegui .  Auenne  poi  che  ella  fa  abbniciata  dal  popolo  quand» 
«maMasòPìeCFo  Ciadiano  I  III.  di  quella  nome,  Dogezi. che  fi)  Vamiop/f.  at- 
tento cbe  diueittato  dranno  della  Rep.  fu  morto  come  iè  detto  alerone ,  col  fìioco . 
Dopocofhiii  PìettoOifeok)  fuo  foccefforei'  rifece  la  Chiefa'  piti  m:^n3ìca>  8t 
ampia  cbe  non  era  prima  >8Evo(le  che  6  chiamalTe  cappella  dei  Dogi.  Scriue  Aa- 
fbm  Dandolo»  dK  ella  fii  fìnits  nella  forma  che  fi  rede>da  Uomenico  Contwrinì^he 
fttraanoi047.&l'afFEnnanell'ediEcofattodaluiinmateria  deiCanonici  diSaiiu 
MarcO)  fotto  la  data  delTanno  1 3  ;  3 .  allì  1 7.di  Giugnot  dicendo.  Ver  Tetmm  V^feo- 
Ut^eteUfiamtpfammoccafit'PttriCaiidiamDiuisprMefJorisfiii  t  extiflam  intendi» 
Mmmmit.  Qiiam  Dominicus  Cwtwrenoféfiea  infarina  qua  mmc  cernifur  refiattratiit  ^c, 
LkqualreflaoratKMiefatcadimattoniòpietrecocteifinìl'anno  loji.che  fìiilwi- 
model  DcffieSe)Qo(uofucceflbre*ficomeatce{Unoqiieftiditevei&  fcolpìiinnfe^ 
ftiMo  <li  detu  Chicùj  in  TU  cnnicc  di  pietra . 

Anno  milleno  tranfado  bifq.  Trìgeao 
De  fiiper  vndecìoio  Aite  It^prìmo  • 

nSebiopoì  D<^  X  XX.  filli  primo  che  comindafie  a  farla  iacroflar  di  finìffinoi 
manBÌ>ficvifccecondiirredaAthene&dadiucrfcIfoledelUGeed2>&daUa  Mo- 
reaa  molte  colonne*8c  diede priocipio  a  far  laoorar  di  Mofaico  il  fuo  Cielo.Sc  Orde- 
bfi>Falien>DoeC33.cheTi0el'aiinoio85.1a  fece  confacrare  agli  octo  di  OctOr 
tet*.- 

OrarArchicecam di qoefto Tempio >£unt^>  oon  tanto  pergrandeajta&.Iar4  : 
gbcBU*  «mie  fono  mola  ahri  in  Italia  >  quanto  mirabile  per  riccbea»  >&  di  maaifrt 
Ta  greca  :&  la  pioma  in  wdinatt  da  ottimo  mae Are  :  ma  .Ja  facciata  mo  (b«  i  Boa^ 
conifpoadendo  punto  alla  piantai  d'cffer&ita  da  m'altta  mano  meno  intcndenre^ 
Qgeftadafia  Mite  di  fiionrapprelenta  con  tanti  tabeniacolL>&  con  tanti  >ìcdiij»i 

twan  II  Aliami  con  eftrema  dil^enza»  Toa  compofìmra  tedefca^fi  conte  fono  itie^. 

definUiaKnte  tutte  le  MvìcfaecDmiociate  in  cMci  tempi.  Lapactedifopta  delku* 

fudau  è  compartita  in  cinque  Tolti  pieni  &  feditati  fui  muro,  de  quauqncUQ^ 

meno  fupera  col  giro  >  &  con  la  punta  tutti  gli  altri:  &  fono  tutti  lavorati  di  opera 

di  Modico .  Fra  Hn  Toho  »  & 

con  vna  f^ra  fotto  di  marmo 

icftom&  filami .  La  parte <l 

parte  di  (oprai  con  tu  corrido 

Tolti  di  (otto  fono  follenati  da 

l'vna  fopra  l'altrai  con  r^Ia  ] 

nerano  m  quello  facrario  fra  \ 

comefùon.  Ogni  Tolto  ha  la: 

que  dì  metallo»  due  Tfuali»  &  t 

Da  tJaci  della  porta  BMcftia  d 


54:  DEL    SnSTl^KO    r 

&  vakin  •  Sapri  al  portone  gka  ni  voko  cm  vn  f^^ 

todi  animali  con  nutrauigtiofo  artificio  «Italia  partedi  San  Baflb  corre  rondine  me- 
defimo  de  predecci  volti  cofi  di  fopra  come  di  fotto  •  Si  vede  il  medefimo  dall'altro 
lato  verfo  u  Palazzot  doue  à  parimente  vna  porta  per  fiancoi  per  la  ouale  s'entra  ad 
Bactifterio»  vicino  alquale  la  CapcUa  dei  Cardano  interrompe  l'ordine  de  predec* 
ti}volti.  Sul  colmo  del  Tempio  afparifcono  cinque  cube  in  croce  (opra  le  fpalledc^ 
Toltidi(bttOiche  fermano  il  corpo  fuo»  Le  quali  cube  con  tutto  il  rimanoitedel 
colmo»  fono  coperte  di  piombo  9  cofi  affinato  per  la  (unghozza  del  tempo  datt&mog* 
gje  &  dal  Sole»  che  ha  più  tofte  fembiansa  d'accento  ro9DBO»chedl  piombo.  Sui  cor« 
ridoredi  mezao  fono  accomodaci  canaom  di  piombo  >&diMme>  1  quali  cìcencndft 
l'acque  piouane  dal  colmo»  le  gettano  fu  la  piazza  in  sraad'abbohdaaza  t^ouerice* 
oute  da  alcuni  canali  ocailti  »  ffiUandofi  &  purgandoli  col  meosso  della  labbia  •  &  ca^ 
dendo  ne  posai  vicini>tomaao  a  beneficio  degli  habitanti  che  fono  all' Jnfiomo.I>aI- 
..i^  la  parte  dinanzi  fili  pianodd  volto  madore»  fi  veggonoKqiiai^ 
J^,^  h  ^f^;^  bronasojcofi  radsicoe&ioia^qiieftaeempo  non  fe  ne  troua  <pari  alcuno  in  qnaUi  i^o-i 

gUa  pane  dd  nKiado  «QudU  furono  Bttti  fott  dalpQpok)  Rofli^ 
iwieJta^madorehebbevittsrùideiParthi:  teglia  polli  «ndU^raai 

confacrato  al  Tuo  nome  :&tiràuanó  la  quadriga  del  Sole  9  fi  come  fi  vede  fino  i^i  di 
noftri  neirouefcio  d'alcune fucmedaglieynellequali  fono  fcolpiti  i  predetti  caualli» 
con  Quette  medefime  mouentie  &  atutudiai  nelle  teUe^  ndlegambe  »  &  co  i  petto- 
rali al  coUo>comc  hanno  i  prefenti  « 

Ma  partendofi  Coftantino  da  Roma  cnmndoddaflè  laledeT4f)perfale  in  Oriente  t 
gH  portò  a  Bifanxo».doue coUocati  nello  hippodromo» come  ferine  Niccta  Aconiate 
gpreco»viftettero£noa  qKiettemp«hohelakepub.Vinftiana  s^impadronidiCoIiin. 
tn0]>oli»alla<|Dalecflenaaperoenuta;tameti^ 

ec«&nckwiidetticauialli>Ni|arinaZeno>che  vifailpr^  Podx^  per  laSìgnoea  > 

IjMond&aVienetiainfiemecondiuerfetauoledi  porfidi  »difei|ientim^  4cdi  ricchi 

marmi»&effi:ndaicauaIJtiripoftineirArfenale  conerò  a  qualche  rifchìo  d'efibreJl-^ 

^     ^     «inatidi«.dK£mi.mafiRala]eMieiamofóua 

ftr^C^        tòAcommodoOc  ficuceinfopra  aliaCMefa .  Nelfentcare^in.Ohiefa  per  qaakiiKiae 

P9itafiv<^]ia*cofidinanzjconieperfianco  dalla  pasce  di  San  fi«flo»n  truonavtfaii^ 
g^ierto  aoanciche  itenrri  net  cof^po4d  Ten 

0dladelCardinal2Srii0»&^fimaétnvolfeoÌAK>rmji<te  itf* 

b^ùftraddlaiTOKtaprinc^irfeàripofta  la  Frkidpeila  Felice  mogliedi  Virai  Mi^ 
abele  Dage3a.  n^ittfudonnailliiUfea^metiiD  dueanni  dopo  jlnlaf<- 

iito..8clieI  maanodiiòcsaialcixieifrgodiice  ^^ 

•  m 

C^fiia:imDimltitHt>fedfil»  tiofb^  tttlir,  '  ^ 

Vilalk&Belixcomuitt  Duci&haec  Michaeiis» 

OoGidi^tii&Ai&infldbittS  À  tiuili»  •,  .    . 

Ckdnfatvtfs  Gei».  «i4cH»&  panaci» 

Sic  fìtbidza  Deo  iniO'firDeretiir  ea. 

Guitt  llkSffiKlklNdll&ttKSO&dBGltU  ^ 

j  Yuitii 


DI  «  M  JL  a<j o  xmìii     si 

t«  sfmXt'WOKttwmm  CmW  s 


>t 


C»tcp»»  luMiiD»  fntfogìrqiicaiot  tuiDiiltm»r 

Ad  StrepituB  anlIuB  cortoat  ipia  irar  • 
Indole  praecltM»  prKcfarn  iiMÌ»le  cara« 

Cunftis  larga  fuÉta-largafed  m^ifoli , 
VtlaboracaetaseutooeiurdMitBoiiefttt,  ; 

Cam  pia  piata  tulit.  plwa  mlttifeciipié . 
Htnctz\emdc&entmMmmmkiptte(h, 

DantpiavotJkDeoqiiopociatiirtfi».  '  ^ 

Fafdbus  ecce  granò,  nìfcci  1)008  coiMfeeonmfc  • 

Mcote  Oew»  vmì^  corpoivfadit  do». 
Er^  qatd  cenfo^iiaid  Ss  decias  an|tte  iiiii«it8S  » 

&iIcicecumpereaot&citodefiàaQC.  • 

Vergendo  il  omtonàle  pine  dia  detta  mano  oltre  alla  porta  per  fianco  i  è  polla 
^aiXQlonieaGradea]^ Doge  5a« che  fu  faana  uji^m  tegmen  aifitt  kcHio  per 
iguei  cempjr  cottqueftv  yerfi  • 

MciibiistafigpmteailMfixkittdoIeciann,  *^         ,\v 

Oarior&neriri»»  patri;  ftniacetr  honoris  r     '^ 

Claiiditur  hoctannilo,  Cradenigo  Bartotomeus  ^  i 
£tux^(is.VeiieMiiii»^uast»defooi^  ioamoi  ^ 


jtnooBmmt» 


»1ontati»]^«Ma8ÌiiO.MQtoGao  IXwe  ^t^.  chewifie  tiaa»  iTffi  Wj 
Ìii«otpno4BiecJQte%H»«c^<iea.qiKfU|KKl»|MMmto. 


HICREQVIESCIT  MARIMVS 


MaaocfiNvsnvx^ 


aBiioix>8f.neLaitidwinodiaaiizifikg8c 


f 


Coftor  hohcftttis»  Diix  omnitnodeprokiotl* 
la  commuiie  bonus»  (ènper  ad  omnia  p:<MUis  » 

PidUiffii  ooofef  uaM  nefioE»  boMcoacerMnr, 
Dun  «eiefiiuii  ghetta  senonans-^  più»  reddi»  boMftn». 

Cimaaq.iiiaMidetiicioosidasftmpèC'ateo^ 


Ve 


«       ■   « 


^  D'EX    SJBS  T  lE  RQ    : 

Vt  fient  plenùs  quicvaq.  veoket  cgénar. 

Plus  quoq.  longioqwKefoiieiis  qaìiin  «arac  piopmquot 
Vita  foie  cuius  patrÌK  crettor  hoftibus  huius  > 

Reddens  tranquillos,  hos  lingua  vinbas  illos  • 
Cuins  erat  fare  populot  prò  pace  fabire  » 

In  quocunq.  foref  eiq>eB<ilta  Goe  hboiei  ; 
Decretis  legum  muoienj  •>.*  teglia  > 
•  Vt  fieres  horum  Rcy  &  corre Aoc  tMwm  » 
Fama  fuper  coedros  cuiit»  dtdit  ice  FaiedroA» 
Chrifti  natali*  pcragts  dum  fefta  Vìtalis  • 
Duceris  ad  fiiMis  tà^iu  dokur  omnibus  vnua  » 
obijc  V*Fal&  D  i.  De».  Oomin.  Veo» 
Dux....Ami*.«»-D^ 
lQUid.llII. 

Vi  giace  aaco  Ord^laffb  Paiicro  Doge  u  •  &  Domenico  Sdoo  Doge  {9.  ma  non 
Gsàà  punto  in  che  patte  del  Tempio .  Suolgendofi  alla  deftra  nel  cànAme  de  i  por- 

i^^^juMya^    ricali:  le  colonne  di  Serpentino  rotre  alquanto  r  &  (enza  fottio  alcuno  9  vi  furono 

Oiìl^o^  /J^portate  diGierufalem^dalTcmpìo  di  Sàlooioiie  «&iuipreflo^ 

\ik^         diBattifUOrdinalZeno.  CKiciticffcndo  Prpionotarioftifattoyefcouodi  Viccii. 

r    II  ^      za»  &  l'anno  14^8.  fu  creato  Cardinale  da  Papa  Paolo  U«(uo2Uo  per  parte  di  (oretta* 

^.[hd^^  &  Tiffe  nel  Cardinalato  j  3. anni. 

Dice  il  Bembo  neUaluttoriA»clie  itCàrditHlle  yenendo  da  Romarih  Aneona>nafGO« 
fé  in  vn  muro  della  Chiefa  i5.mila  ducati  d'oro»  i  quali  il  Papa  tolfe  >  bruendone  ha- 
lartOfKxkiadalSeiucD*  finabnencetròuandofitn  Padoua  mori  l'anno  1501.  hauea* 
do  lafdato per  teftame^to  molti  danaii  &  gran  quantità  d*atgento  lauorato  »  ^la^ 
fua  cafa»  i  fuoi  parenti>à  diuerfe  Chiefe  &  alla  Rep.  la  quale  gli  fé  Panno  1515.  vnx^ 
eterna  memoria»  non  pur  con  la  pttdettìi  capella  »  ma  con  la  fua  Oatua  •  Percioch^^ 
nel  mezzo  è  pofto  vn  caflfone  di  bronzo  akoy&Iatgo  con  diuerfe  figure»  foma  ilquale 
giace  il  Zeno  con  k>  habico  Epifcopale .  In  faccia  della  capella  »  è  l'altare  di  bronzo  > 
caB)aNoftraDOQna»&lnPietro»8cSanGioiianni  Battitta di tikto  tondo»  pur  di 
p    I    bronzo»&  grandi  al  naturale  »  fcolpiteila  Pier  Giouagni  CaTOffgtto .  II  ciborio  ài 

%  WUhA  hh^Mklgpj^  ^  aptiog^afio  fu  colonne  di  bronzo  kmora^cmf  gran  dili|enza  »  fopra  le  quaS 

é  (colpita  l'ini^na  della  famiglia  Zena  •  6c  in  memoria  ^a^  Sif^oria  fi  troua  ogni 
anno  m  San  Marco  del  mefe  di  Maggio  alle  fue  funerali  • 

rjUiCt^iutijL^      ^  rincontro  all'altare  perfiancò  »  fi  rede  in  cnanho  vna  Noftra  Donna  féltn  alla 
'^        greca  »  &  in  vn'altro  quadro  pur  di  marmo  collocaci  di  fotto  R  leggono  l'infrafcric^ 
ce  parole. 

Aqua  quae  prios  ex  petra  mlnculo/ie  flvxit  t  Oratìoiie  Vro- 
Dhct»  MowproduOa  c&,Nunc  awcm  bac  Mtdiaelisftodio 
ubicar»  queq»XeriiB»  Cbfiflft  &  sooóigein  Ifcoem  ; 


K^ 


DI    S.    M  A  Rr  C  O   XIR  II.        >7 

Le<|«ditno(faaiio»  clieMkiiiafeP4Ue(d^  <Ì*Xcetif  #  ticrouò 

<|iièltocqtta«  eoa  la  cpial  Moi$è  cra£k  lafece  alp«g>olo  d'Iùrael  la  qual  fino  al  Aio  tem- 
pocraftara faiarnca  f  &  vi  m^e  por  immuri^^la  predecu  ioTcritcione  che  fiipoi 
fonaoi  da  Ooflantinotiolt  k  &  afliiC»  in  qaefto  luogo  «  8c  all'incontro  vi  è  va' Angelo 
Ko^có  ddte  medefioia  pteoa  •  Di  quindi  s'entra  nel  Battifterio  >  chiamata  altro  ^nji/^^ 
voice  la  capella  de  i  putti;  alia  cui  fioittra  t  i  in  aria  la  fepoltura  di  Giouanni  Soranzo  ^^ 
Doge5o.ctieviirci'annoi^U«  Senz'altro  dall^aruai  in  mori.  Nclmevxoè  voagran-^*  <  i 
pila  di  bronzo  con  vnSi*GioutQflifiattiftaincima>  in  attodi  battezzare  afTai  gran* 
de^  £t  cnieflo  Uracorio  €  ctitto  ornato  jdtinotaico  per  opera  ài  Andrea  Dandolo  Do- 
ge %z  .cbefii  fatino  i  }4;  «il  Quale  è  vicino  alla  porta  ch'cfce  iw  piazza»con  quelli  verfì 
Mmulcacidai  Pctararcaf  &  <u  B^c^tend^  Gran  CanceUiero  come  per  le  fue  lertero^ 
kéttc  J'vno  all'altto  fopra  quella  materia  li  vede  • 

Opein  rcucrcnda  còhors  vìrtatuoi  tempore  wxW^  KU^^Ai^ì/iiyì 
Dcferaitj  gelidi  breais  ha?c  tener  aala  fepulcri  t  .  i     : 

Mettbra  valentiseraat  probitas  cut  dogmau  fen  fusa 
logeniusi  peaefrtos  modos  atq;  prouinmis  aiti  > 

Nobiliratìs  opus^  monim  feriefcii'  vetufias  t 

Qyì  dedtt  afliduos  patrie  memorandus  honores  • 
£t  quia  dnk  fofiam  po|)uh>  fuageAa  per  orbem  • 

PiHrafioit  calMfiiis  mu'Jeo  reeir^nda  notare . 
Dandula  quem  fobolespepericgeQerofa  Ducatum  • 

Andream  omnimodam  Venetum  ratione  meoten  t 
Septìteadunq;  diesSeptembris  mille  trecefltoSf  ^ 

Qjiatuor  at  decies  iam  qui  nq;  dediflet^  obiuic  • 

Il  qual  Principe  fcrifTe  gli  annali  &  la  hiftoria  della  Tua  patdafCO  i  Tocceffi  del  mon- 
àù.Scù  dice  che  fu  iX  primo  della  nobikaL  Vinitiaaa  »  che  riceuefle  l'inf^ne  del  Dot* 
forato .  La  pietra  dell'altare  di  quella  capella.  è  quella  medelima  fopra  alla  qualo  4/^y^ti/U> 
Giesù  Chrilto  predicaua  in  Tiro ,  &  Sidone .  &  fu  portata  l'anno  10^7.  da  Vital  Mi-  é^J^^rtA,^ 
chele  Do^e  32.  Sopra  la  quale  è  la  fedia  di  ialTo  doue  fedeiu  San  Marco  in  Aquilea .  ^U^  a>v^ 
£t  daQa  miiitra  dell' Altare»  doue  (i  vede  vna  teda  dipietra  in  alco»  vi  fono  due  lapide  ii^kjj^ 
lotto  ctia  teda»  che  furono  della  prieione  doue  San  Giouanui  Battifta  fu  decollato»&| 
ancora  vi  fi  fcorgono  alcune  goccie  di  fangue  »  portate  anco  elTc  dal  medclinio  Do* 

Ora  ritornando  vn'altra  volta  alla  porta  oaaeftra»  (i  vede  il  pauimento  %  che  gira^  mi-'u^  r^ 
intorno  all'angiportoilauorato  i  compartimenti  di  minutiifime  pietre  di  diuerii  co*  hJ^^^ 
lorijda  diligcnctffima  mano  di  maeftri  prouifìpn^ti  dal  dominio  per  quello  effetto . 
ndlaquale  opera  è  incredibil  cofa  à  penfare  qual  tempo>&  qual  quantità  di  danaro  li 
fia  rpefo)&  u  fpenda.Dinaiizi  alla  porta  grande  ch'entra  in  Chiefatuel  mezzo  i  punto 
delle  due  por;e  dell'angiporto  per  fianco  >  l'ordine  de  i  compartimenti  è  interrotto 
da  alcuni  quadroni  i!d  pierva  rotta  >  fra  i  quali  su  quelb  di  mezzo  imbroccato  con  va 
qoadretiadiJboQnso  £uMft'6^gHami#  fi  dice  che  Papa  Akffandto  Terzo  pofe  i  piedi 

G  lui 


>8  DE  L    S  ESTI  EU  0:t 

fU  cdiò  d  Federigo  L  Imperatoti.  13ki  f  tod 

dine  cUcobnhe  graffe  &  grandi  >  fra  te  qu^  Difin^ 

■  pra  àH'an«[iporto  ii  colmo  è  sfondato  jn  forma  di  quadrone  ;  ma  daUe  bancks  Gocror 

jUc^  con  diuene  cubettc» dipinte  di  mofaicoi  con  varie  hiftorìe  dslTeftamecito  VMckm 

\  I  In  campo  d*oro  con  tanca  ricchezza!  che  arrecca  ftopore  ad  ogni  tqo.  Sopra  le  opali 

I   q     /  .   hiftoriedifottOfftdailariièfcriccalalorofimificationccoav^ 

OM  ^Mii*>^  ^no  profetie  dcUe  cofc  future  •  percioche  fi  dice  che  l'Abate  Koachitio  li  ttonàio^ 

Venetia  in  qud  tempo  >  che  fi  diede  prindpio  à  lauorar'  di  mofaico  ^  Ac  fimoftra  ao^ 

Cora  in  San  Marco  il  luogo  doue  efib  habitana  >  Se  diede  l'imicQtkMe  di  quanto  6  v^ 

de  fattoi  cofi  dentro  come  fìiori  di  Chiefa .  Che  i  due  frari  &  fopra  la  porta  del  Svk 

tuarìo  foronopreaeduri  da  lui  molti  anni  prima  che  ventfiero  al  mondo  >i^nifìca«w 

do  Tvno  per  San  Domenico  >&ralfto  per  San  I^ancefco  »  con  motoe  akre  cofoap-» 

preflbf  attorno  alle  quali  fi  pafcono  >  &  fi  fono  pafciuti  diuerfi  ingegni  tro«>o  curìofi 

Li;^  ^  '    delle  cofe  che  hanno  i  venire .  NeM'entrar  dd  corpo  deUa  Chieiailaiandou  gU  occhi 

^^TfL^  ^1  li}^  *'^^*  ^  vedela  più  memoranda»  la  piU{aobile>  &  la  più  perfetta  figura  che  fia  (lats 

'^j^J^  ^   mai  fatta  di  mofaicoj  in  qual  fi  voglia  parte  dd  mondo  i  giuditio  vniuerfale.Et  qae« 

fta  è  vn  San  Marto  Euangelifta  >  il  quale  parato  col  piuiale  iSc  alzando  le  braccia  ri» 
guarda  in  Cielo»  &  fu  opera  di  Fntngefoo  >  de  di  Valerio  ZufiCftijmendae  fratelli»  Jc 
prouifionat;i  largamente  dallaRep*  per  la  Ipro  éccdléiiza  iti  quell'arte  »  in:  omnom 
de  quali  é  fcritto  di  fotto  • 

Vbi  dilfgenter  infpexeris  artemqi  ac  laborem  Francifcì 
&  Valeri/  Zuccati  Venctorum  fracrum  agnoueriSi  tnm 
demum  ìudicato  •     M  D  X  L  V« 

* 

f^  .  l  ^jx^      Di  qui,  riguardandc^  in  Chiefa,  R  difccnic  jl  fuo  corpo ,  compartito  in  forma  di 
^**»^  Croce  &  diuifoda  volti  che  portano  in  capo  vn  corridore  à  mezz'aria  :  per  lo  quale 

fi  camina  dall' vna  &  dalPaltra  parte  dcUa  Chiefa  i  gli  Organi  che  rifpondono  (opra 

il  coro.  Daquefti  corridori  pendono  25.  feudi  di  25.  Principi  appefi  quiuinelfa^ 

mòrte  loro  per  memoria .  Il  molo  del  Tempio  è  tatto  d'opeia  vermicolata  >cioè  di 

mofaico ,  con  diuerfe  inuencioni  di  fogliami ,  di  fregi ,  di  grottefche ,  d'animali  »  8c 

"^  d'altre  cofe  efquifite  che  arrecano  diletto  i  gli  occ  hi ,  &  la  maggior  parte  di  que  Ae 

m^<^   ìLÌ  ^^^^  '  hanno  »  fi  come  s*è  detto ,  fignificato  di  cofe  future ,  ò  di  precari ,  ò  di  anerti* 

TK^'vi^Ht^^^^menti,  come  per  effcmpio.  i  due  galli  che  portano  in  fpalla  vna  Volpe  figurati  nel 

*  detto  fuolo,  (1  dice  che  s'interpretano  per  Carlo  Ottauo,  &  per  Lodouico  X I L  Rè 

di  Francia ,  che  portano  fuori  dello  flato  di  Milano  Lodouico  Sforza  aftutiflimo 

Prindpe  de  fuoi  tempi ,  parafato  per  la  fua  accortezza  alla  Volpe ,  &  di  cpiefti 

•y '^     >      i  fimboii  vi  fc  ne  vede  gran  copia  •  I  paricti  all'intoriro  fono  tutti  incroflati,  &  coper^ 

^  fi  di  finirmi  marmi  ridotti  in  tauole  d'affai  honefla  grandezza ,  di  maniera  che  non 

^  fi  Vede  punto  di  caldna  òdi  mattoni  in  neffun  luo^o*  Le  quali  tauole  fegate  àz^ 

principio  nel  mezzo ,  fanno  perle  vene  &  macchie  loro  alcune  corrifpondenze  di  la* 

uoridcafoopcratidallanaturach'è ftuporcà vedere.  &firaraltrc fi  notano  nella^ 

crociata  :(  banda  finiftra,  due  tauole  di  marmo  bianco  con  alcuni  tramezzi  dinaro 

per  cofa  marauigliofa .  percioche  nel  congiupncrfi  ddl'vna  tauola  all'altra ,  le  vene 

della  pietra  foniiano  l'efngie  di  vno  huomò ,  lineata  cotanto  artifido  da  tutti  i  lati  j 

che  Alberto  M^gno  ne  fece  ricordo  nella  Meteora  9  comeiU  cofa  notanda .  U  fafit^ 

to 


DI    S.  rH  A  KC  O    liB.ll 


99 


«5  SdfarQiiefiiÀtuttord'òra  quatto  alctaipa  f  &  d'orafiniflimo  ibttilmenteiitoor- 
•Mrato  nella  feqyrficic  cldk  tpiociAle«piette  con  {e<}uali  (i  compone  il  mofaico  :  onde 
epéròdmaChiefaftui:ea«mliptakorofonoIc{)ittiirenfiarnGK>r^  (fe  però  (i  può 
dir4|aefto  dtoloal  mofaico)  deUe  quali  il  Tempio  i  nccameotc  ornato  • 

Sono  iaqoeOo  colmo  diuierfe  hittorie deUa Sacra  fcrittura  >  mefcolate  anco ojpc*  ^  ffr^.:Kj\  ^ 
fte»  con  diuerfe'profette^  actòoDO  alle  cuaU  fi  leggono  TerG  latini  ia  rima  >  fignifican^ 
d  il  contenuto  delle  pitture  •  fra  le  quali  guafì  cucce  facce  da  greca  mano  >  ve  ne  fono 
alcune  nobilifh]^  laooratenetf  npi  no(m  »  Sì  Joda  da  gli  infiendenci  Palbero  della 
aicendenza  di  noftra  Doaoa  poflo  fopraiacappella  di  Santo  Kìdoro^  nel  quale  (i 
^opmpraìde  mirabile  incdljgenza  deU*arc^fìce  >  nel  diftender  ranca  machina  in  C  hre- 
Ite  /patio  di  luc^o .  Sopra  al  pulpito  doue  fi  canta  rEuangel  io  >  le  nozze  di  Cananea  ' 

fono  riputate  per  cofa  ungolare .  l'opere  dell^Apocalipfide  fratelli  Zuccati  non  han- 
no paraj^one.  nefl'angiporto  fi  nota  per  cofa  belliflima  il  giuditio  di  Salomone:  &  ne 
gli  acchi  della  porca  grande»  Ia.I!^kura  di  Chrifto  con  cacti  i  quadri  all'incorno*  Vi 
^no{>arimencédiuérfiniccHcott  figure  fole  <$  motta  perfertione .  In  fomma  net 
dìmo  dcJoò  lofiStto»  fi  vede  ricchezza  &  bellezza  ineftimabile  cofidi  fpefa  come  d*^ 
artìficio»d'iog^aòf  &  di  mano  »  de  più  induftri  huomini  de  tempi  noftrf  •  Pende  dal 
voto  di  mezzo  »  qiufi  i  mezza  la  Qiiefa  >  vn  gran  flendardo  di  teca  poftoai  ^  perpe^ 
tua  memoria  della  cittd  di  Brefcjaf  la  quale  liberata  da  vn  lungo  afifedio  del  Duca  dt 
Milana  dalla  Rep.  lo  prefentòaUaSjgnorìa  l'anno  1440.  in  (egno  della  fua  gran  di-j 
uotione. 

Ma  ncoman^o  dt  nuouo  alla  porta  maeAra  di  dentro  %  alla  finiftra  mano  fi  t  roua  ^lU<>r<, 
Vo  capitello  con  vu  picciolo  Altare  douefi^ionora  l*Imagine  ài  vnChrìfto  >  il  qual 
capitello  l'anno  ì  190^  era  in  (Mazza  i  punto  in  quel  luogo  doue  è  hora  il  primo  (ten« 
ù9a(do 'V€xio\ùC2ÌcvaJ0faji ^  Ma  hauendo  vn  fcelerato  con  empia  mano  >  percofìb 
Qudl'Imagine  con  TU  pianale  1  onde  vfci  fuori  della  pia^a  fat^ucifli  portato  in^ 
Quefii  con  tuti;o  il  capitello^  &  collocato  doue  fi  vede .  Più  innanzii  la  capella  nuOf 
uà  della  Madonna  1  la  cui  palla  con  figure  di  pietra  di  rilieuo  >  fu  fcolpica  aa  Michele 
Gianbono  l'anno  14S4.  lui  preflb  è  la  capelia  di  Santo  Ifidorofabricaca  da  Andrei 
Dandolo  Doge  I*^nno  1 314S.  doue  è  il  corpo  del  Sanco  •  percioche  porcac(^  daUlfola 
di  Chio  Tanno  x  1 2  5 .  dal  C>oge  Domenico  Middle  >  &  edendo  ftato  fmartico  fino  i 
tempi  del  Dandolo»  ritrouato  4  nuouo  >  il  I¥indpe  gli  confacrò  la  capella  tutta  or- 
nata di  mofaico»  &  lo  rìpc^iafak^e in  vnfepolcrodi  maciio  con l^io^ 
role  fcoipite  pur  in  maniio  » 

Corpus  Beati  Indori  pimenti  tumbaetaucfitur»  VenetHsdjIa- 
tum  à  Chio^per  Dotninicom  Michaelem  locHttim  Vcnedanim  « 
Ducem  in  M  C  X X  V.  Qui occuke  in  EcdeGt  S^Marci  per*» 
manfit  vfqueadiACépcionem'aedificationisrtti?  CappcUa^»foo 
nomine  (dificaie»  jfìcfptafdacante  (X  Andrea  Dandulo  Inclita 
VefietiarumDuce»  Ae  tefoporc  Nobilioni  Tiroram  D*  Marci 
Lauredano,  &  Nicolai  Lion ,  &  loannisuefphino  Procurato» 
rumEc€lcfi£S.MaR»ikiMCCCLV.aen(elulij>dieX«    ' 


G   »      Et 


f-Uils^i-f-^ 


100        D  S-L    S  ES  T  lE  R  Or 

'  Et  (u  finita  da  Giouanni  Oradeiii^  DM^e  f ^  die  tiib  Pai»  i  f$j$;^éftr)d6  Pik^^ 
curatori  Marco  Loredanoi  Nicolò  LioneiSc  Giotuuini  DèUàio .  Pwo  ^<>ltve  è  (KH 
fto  raltare  di  S.Giouanni  Euangelifta  confc^ato  alla  faicertiE4dla  Madotma*  cIm^h 
^  mata  S.Maria  de  Mafcoli.  Ec  dalla  parte  di  morì  del  detto  altare  %&  vede  l'antioo  aU 
T  tare  di  S.Paolo  Eabricato  l^an.  i^^^.rm  rifatco  poi  di  mamiacoa  la  Ùwax  del  Su- 
toi  fottoChrìftoforo  Moro  Doge  66.  percioche  in  ima  baiai  dritto  • . .  .   ' 

DVCE  INCLITISSIMO  ET  PIBNTIS'SIMO  .    ' 

CHRISTOFORO  MAVRO  PRINCIPE. 

.  in  fronte  del  Coro  è  l'aitar  grande  pofto  fotto  vn  volto  ò  dborìo  df  fer^ndfioT  • 
ibftenuto  da  quattro  colonne  di  marmo  di  notabil  bellezza  •  percioche  ogni  colonna 
i  lauorata  daua  cima  al  fondo  di  figure  di  tutto  rilieuo  i  alte  poco  più  di  vn  palmo  > 
rapprefentanti  le  hiftorie  del  teflamento  vecchio  >  &  del  nuouo  9  cofa  di  gran  magi« 
ftero»  &  di  fpefa>&  fatta  per  quello^  phe  G  può  giudi care^nella  Grecia^Surparapetto 
dellaltarejfono  Quattro  buangelifti  di  bronzo  2l  federe  >  d'altezza  di  tre  quarti  di 
brac€ip>  fcolpiti  aa  lacomo  Sanfouino  >  il  quale  fu  Prothomaftro  ptouifionato  d^a 
Chiefa  •  Mz  mirabile  Se  fuor  di  modo  inedimabilc^è  la  palla  dd  ddtto  altare .  la  cm 
coperta  di  Aiori  fu  vna  parte  dciraltar  grande  di  Santa  Sofia  di  Coftantinopoli  >  tt  la 
dipinta  da  Paolo  >  &  da  Giouanni»  &  Luca  fuoi  figliuoli  •  &  la  qual  coperta  inftemp^ 
con  la  palla»  s'apre  in  due  parti  da  mezzo  in  su  con  vn  molinello  i  mano  podo  die- 
tro airaltare.  Pietro Orfeolo  Doge  ai.che  fu  Iranno  pyd.ordinò  che  iì  facefTe  la  j^re^. 
detta  palla  2tCoftantinopolf  per  l'eccellenza  de  sii  artefici  che  allora  fiorinano  liui 

2ueU*imperio.  8c  ridotta  i  perfettione  con  lunghezza  di  molti  anni  per  diuerfi  acci^ 
enti»  fii  condotta  i  Venetia  (otto  OrdelafFo  Faliero  Dpge  jj.chc  viffe  Tanno  1 1 02. 
fc  collocata  su  l'altare.  &  l'anno  1 209.  fotto  Pietro  Ziani  tu  rmoiiata  da  Angelo  F«^ 
lieto  Procurator  della  Chiefa,  &  vi  aggiunfe  diuerfi  ornamenti  di  ^ioie  »  &  dt  peiiò  ; 
9c  l'anno  1345.  fotto  il  Principato  d'Andrea  Dandoloifi  riftaurò  di  nuouoa  &  n  fi  a(> 
crébbero  diuerfe  gemme  di  pregio  con  quefte  due  iofcrittìoni  « 

Anno  milleno  centeno  iungito  quinto 
Tunc  Archlatus  Faledrus  in  Vrbe  Ducabar 
Ha^  nona  fa^a  ftik  te»  Petre  ducan te  Ziane  » 
Et  procurabae  tunc  Angelus  ada  Falcdrus 
Anno  milkno  bis  centenoq.  noueao  • 

Et  l'altra  daH'altro  lato . 

Poft  ouadrageno  quintOi  poti  Mt  trccèotos 
Daoaultts  Andreas  pr^latus  hofloceiiti€al>at  » 
Hobilibesq.  viris  cune  procurantibus  al  mara 
Ecclefiam  Marci  veiftrandum  iure  Beati 
De  Lauredanis  MarcQ,  Frefcoq  Qp  irino  » 
TumvctusIwcPalageinmispretiolaooiiarar» 


mUc  qoali  in  foraui  di  nicchi  fono  ^ivierCi  lauori  a  compafli  fregiaci  di  rubini  »  di  dii^ 
manti»  di  fmeraldi»  di  perle»  8c  di  altre  nobiliffime  gioie  di  gran  valuta  •  Dinaoai  alr« 
Àltareidoue  fi  mette  il  pallio»  vi  è  il  parapetto  di  fmiffimo  argento  indorato»  &  fcol- 
pè»  à  figuae  greche  di  vn  palmo  l'vna»  diftinta  IVna  dalf  altra  con  diuerfe  colonnec-  • 
ce  pnoportionate  alla  grandezza  delle  figure.  Dentro  nel  corpo  dell*altare»(idice»dic 
é  vn  gran  caflbne  chiuio  ab  antiquo  con  molte  fplanghe  &  trauerfe  di  finto»  &  fi  cre- 
de per  molti  che  vj  fi  conferui  il  corpo  di  San  Marco  •  Dopo  il  predetto  altare,  è  fi* 
tuato  il  luogo  del  Sacramento»  dinanzi  alquale  fono  quattro  grofle  colonne  dialaba* 
ftro  »  lunghe  due  paffi»  &  trafparenti»  di  ineftimabile  valuta .  II  Sacrario  dell*EiKari-> 
ftia  è  rinchiufo  con  vna  portella  di  bronzo  »  con  figure  di  mezzo  rilieuo  »  fcolpitadal 
Sanfóuino  con  artifido  notando.  Dalla  finidra  s'entra  nella  Sagreftia»  la  cui  porta  di 
bronzo  fcolpita  di  baflfo  rilieuo  dal  predetto  Sanfouino  »  contiene  la  morte  »  &  la  i^- 
ftirreCtìone  di  Cbrìfto»  con  i  Vadgeliiti  Se  i  Profeti  su  cantonali  »  opera  di  venti  anni 
quanto  d  fattura  »&  di  valore  infinito  quanto  Sprezzo»  &  degnifimia  d'ogni  lode^ 
quanto  a  Scoltiira  »  tiella  quale  per  la  fua  molta  bellezza  »  Federigo  Contanni  Procit- 
lator  della  Cbiefa  t  vi  fece  »  come  in  cofa  nobilifltma  de  per  douere  eCfere  etema  »  in* 
t  agliare  quelle  parole  • 

Deo  D.Marco  Federicns  Cont  D.  Marci  ProcSaii^ 
cius  erario  Pmfc^s»  erigi  curaak. 

Et  pia  fotto  vi  fi  bgge  • 

opus  lacobi  Sanlouiiil* 

Nellaouale  opera  fi  dee  notare»  oltra  allo  artificio  delle  figure»che  vi  fono»  le  pn^ 
fpettiue  de  i  paefi  di  bafib  rilieuo»  fatte  à  fembianza  di  pittura  •  &  che  nelle  tefte  itu 
fuori»  vi  fono  i  ritratti  d'effo  IaconM»di  Tittano  Pittore»  &  diPietro  Aretino»che  fii^ 
rono  ftrcttilRmi  amici  infieme  nel  «ttnpo  loro .      -  ^ 


aoraci  a  t$tHc  per  i  cherìci»&  pc^  i  Setutorì  »  i  quah  ne  tempi  folenni  a  cuoprono  eoa 
tani  contefti  d'oro»  &  di  (^z  i  fi^e  »  fatti  non  molti  anniibno  in  Fiorenza .  Di  lo* 
pra  à  i  Tedili  fono  due  peripli  dirimpetto  l'^nó  all'altro  con  tre  hiftorìe  di  bronzo  per 
pergoto»  contenenti  la  vita  di  San  Marco  :  (colpiti  dal  Sanfouino ,  Si  fale  al  coro  per 
tre  ordini  di  fcalini  da  tre  hioghi  »  L'entrata  di  mezzo  è  la  più  bella  »  percioche  corre 
vn  parapetto  per  larghezza  del  coro»  di  porfidi  »  di  ferpentini  »  &  di  marmi  »  fopra  al 
quale  giacciono  colonne  di  pietre  fimili»  che  foftengono  vn  gran  comicione»ful  qua> 
le  fono  in  piedi  14.  figure  di  marmo  grandi  al  naturale  »  rapprefentanti  gli  Apoftofi  » 
eoa  lacroce  nel  mexzodi  argento  puro  »  Se  mafiiccio .  Dairvna  parte  alTaltradd  cok 
ro»  fopra  alcuni  pilaftri:  le  quattro  colonne  che  vi  fono»  due  per  banda»  con  vn'ange^ 
Io  lauorato  di  mofaico  in  mezzo  d'ogni  due  di  loro  »  fono  dei  pulpito  ò  pergolo  della 
cafa  di  Pilato»  che  guardaua  fopra  la  piazza  :  fui  cpjalè  fii  condotto  Chrillo  »  quando 
difie  al  popolo  »  ECCE  HOMO  :  &  m  fegno  di  ciò  i  predetti  Angeli  hanno  in  mano 


C^^H<- 


fioiftra 


imidalc,  finifcftia*  lU^v^c— 
G    3       cid>a. 


ìoi  B  E  L    S  B  t  T  I  E  R  O 

ffotoi&calhoraffpivdicsKpidfelefmim  iaqiieftofi  apprcfenta  4ÉI 

W  Ramai  Mufict  Iacamar  gli  «Éki  dium 

VkjiH>  i  queAo^ fimaco  l'aitare  di  Sà«^  lacofiiD  timo-di  i^ 
l^liF^^liSaii  I^IOycM  par  liaMO>  cot^Ia  in^ 

'-'       .     .  *       •  .  '        r 

DVCE  INCLITISSIMO  ET  MENTISSIMO 
CHRISTOFORO  MAVflLO  PRINCIPE^ 

Nel  pibQro  doue  s'appoggiail  predetto  altacet  amaci  altre  voice  S*Macco»  quàiw 
<jk(  il  popolo  dolente  per  ulua.pccdita«  perche  noau(apeua  doueii  fofle»  orando» 
fiigkia^o»&inaploraadoUgiNi^fuafUQcrcàda.I^  {coprirci 

ila*e  era  quel  Santo.  .       •        ^ 

Molhraio  adunq^  va  beacelo  fuQ8i<li  quel  jpibidro  >  vi  fii  da  indi  ia  poi  cemiUL  qE 
tjHittattìa  fi  tiene  vnalatHpadaaccefa  .luipccftoèbcafpclbcoaratoredlSattLcd» 
nardo  >  il  quale  disfiatto  pochi  anni  Tono  per  fami  vna  porta  che  ciufcife  in  Corte^ 
Palazzo»  fi  trouò  pieno  ai  molte  reliquie  •  Poco  più  oltre  nel  canton^leper  Bznc&i^ 
entra  nel  Santuaj»a#  fopra  la  cui  porta  vàé  va  Civ:iilo<:ott  la  (uà  veca  ^gi!^  •  In  quo* 
Jj  y.  r^  fto  luogo  fi  conferuano  le  reliquie  &  le  giofe .  percioche  vi  fi  fcrba  principattncnto 

vna  ampolla  del  vero  fangue.di  Chnfto>  ti  qtuw  venuc^at  BaractMMfeCict:!  ài  lem* 
falem»  fu  di  quindi  portato  i  Venetia  »  come  riferifce  il  Cardinal  Contarino  nelle» 
opere  fue  >  ma  il  Dandolo  fcriue  che  fu  mandato  àVenetia-da,  CbftanotoopoKb  ^1 
Doge  Henrico  Dandolo .  Quello  (ì  moftra  due  volte  Tanno  9  il  Giouedi  Santo  alle 
Scuole  &  fraterne»  &  la  Vigina  dell' Afcenfione  alfe  dome  •  > 

Vi  è  fimilmente  vn  gran  pezzo  del  l^o  dellaCroce>ilquale  eflfendo  Iegato|in  certo 
anamciito>«ntratiifaocoiiiiSacttaa«io*r^  iijo.  ficotiiciaà  iatero>  anoonulie 
roroamentoKilfenìezàoarfo^  Lacooce  che  ponanaiarfriolfo  Coftantinolnspé  Va0 
^cbiiKliiiet^nore;  Vna  patte  ddbcoepamSaiiG^^  Vopezao^ 

colonna  doue  Cnrifio  fu  flagellato  •  Vmt^ioaicyia.ceroaa»  Parte  ddihraeciMkftco 
.    ^SaatiicakPartcd^mibracgig^acdàvaagawibjidiSan-Giaggio^Pan^ 

IttdiSaoThcodoso.  Vndicogroflòdi^SaaMarcD  •  Paris  deltebiuusdadt  SLSergKbdk 
Bacco.  VtfrbracciodtSan  Magno*  Vtiacofta  di  SatrStefano  •  I  Vattagetifcnttilidet^ 
ttre  d'moxlÌJiia0O*di  San  Giouanm  Chnfòftoma  •  Vna  bmig^'ncdi  nofira  Donna^ 
tityiotada  SanLoca.  VnbdIiflimoditadcMa  Maridalrmt,!!  ViatgekxiUSaftMacco 
ichtsodi  6aajnanobcbefi.bebbcf  anio  1472.  de  naoi te  altre  cofe  ok^  fifonor  haaute 
jaxittterfi4Sinpi  parte-dalia  Grecia^  oliando  i  noAti  vi  lb;:bbaO'damtmo«  &  pàcte  da 
diuecfiPrìmapi.wlaKiodO'pccdiaertcoccafiont  j&fo^  andar* 

4te>comeèbeniiocoàcbileggrlrbilk>rie>&tiitteappcobaoedìri  Papai  a)k>radtf 
«itraaa  fiioco  nel  Sautuario  fanno  i^^le  predetteraquicióinafeto  intatte»!!  < 
me  per  ptoceflò  fJMnnato  per  otxUiie  (no»  (opra  quelte  materù 
dentro  e  laifamxa  di  quelle  gioie  8i  di  Quegii  omam  «iti  che  il  volgo  chiama  oQom»* 
nemente  teforo^ment)ellole  d'eflèr  veauta>&  confiderato  per  la  quantità  (ua^  iL(|Lia«* 
le  fi  hebbe  parimente»  patte  per  la  dimfione  che  fececo  i  noltn  delia  città  dì  Qkftaa** 
tinopoli  co  ìFrancefi  Tanno  Lzoi.pocapiuòmcno^pari£peraltidacqmftidimcrftd 
'  *  aliiccitc^tfatd  daUa  Rep.  neteoiptoadad  >&pacte:iadiiifirfi  alisi  modi.  Staùoitbo 

Tan- 


D  r  s;  li  A  R  e  o  iib.il      j«| 

NnmT74^GfOBamiiI(1lp.^éGreddkdealaS^fl^  '     ' 

porti  m  Santuario  •  - 

Sono  in  qttefto  Sancuario  <iiucrrc-corone>  come  peccorali  d*of6  poti(Sm«  »  tf  otaC» 
ficcidjtcmpeftacttli  fìniffimegioie  pertucti  i  latÌ9SiiKrraldi>lV>patf>Rìbm^^ 
con  perie  ai  ftraordttiari»grandtziBt  •  comi  imceri  d'atfcomoioeuboni  groffi  fimt»va<k 
ff  d*oro>  chioccìoletf  Agata»  &«N  diarproiti  grandena  mirainle .  VtimMiio  gmd^ 
fimo  htfciacQ  alla  Signoria  dal  Cardinale  Domenico  Grimatti»  Vno  orctuoto  ai  prt- 
tJofiiBmasioiàdonatx)  alla  Repudi  VitmcaCano  Rèdi  Per&ff  ali»  candelieri»  cwci» 
fazze  di  ChriftaUoibacim'  9  boccali  &  altra  coTe  d'oro  »  «e  ^air^ent0  in  gran  mimeio  » 
Vi  fi  Vede  fabcrretta  Docate  circondata  d^ono finiffimtS  fregiata  di  ome  &  4i  gtoiift 
con  m  onrbone  in  cima  di  raluta  ài  moke  A  moke  migliaiadi  ducati.  Viti  mannenèa 
ri  fa  colloc^o  Vn  diamante  l«ato  (bpra  vn  belKifi  rto  pie  d*ofo>chc  Henr ii?o  HI.  Rè 
di  Franda  de  di  Polonia  »  dono  al  Principe  Luigi  Mocenigo  quando  fu  in  Veneti»»  i 
qual  ficonfctua  in  memoria  di  tanto  Principe. 

In  fomma  non  fi  poòcosi  a^olmentc  efpJica;rela  ^anttti  delle  cofe  $  tie  Peflef 
loro»  fé  non  fi  rede  con  l'occhiò  vero  gindice  S  tanta  ricchcaa»  petxrloctie  la  deghi^ 
ri  della  Rep.IacnradeifQoiPrincfpÌ5&:Iahingh^ztadei  tempo»  ita  potiftoracco»^ 
in  quefta  ficurrffima  partetiuelloi  che  non  fi  troua  in  cefi  gran  copia»  in  ak:bnoà)tro 
In^;odclmoddo .  Et  quefto  cofi  fatto  teforo  fi moftta  ogni  anno  in  pubtìcD  pet  te 
frac  (blenni  •  de  fi  mettcgran  parte  fu  TAltar Grande»  con  marauiglia  de  ti^tdM^ 
ti  »  fic  de  Prìncipi  eftemi  »  i  quali  fi  fa  federe»  otiando  capitano  in  qnefta  parte .  Au«- 
Henne  che  vna  volta  fftrubbato  da  vn  Greco  cmamato  Stamatd .  coftui  rèftando  In 
Chiefa  occultamente  in  tempo  di  notte  cacciatofi  (otto  mo  altare  A  cauando  il  ter* 
jxno  fortcrra  per  diritta  linea  verfo  k>  albergo  del  teforo  >  &  vfcendo  fuori  la  matti* 
ha  alTaptir  dcBa  Chiefa»  portaua  via  fai  terra  lotto  la  vefiaitt  cofi  continonàndo  qne^ 
fia  opera»penetrò  nel  luogo»  dal  quale  traflè  foori  cioche  K  panie?  ma  perche  le  gran 
cofe  operate  in  mala  parte  »  non  poffono  per  gitrditio  di  Dio  ftare  occohe  »  hauendd 
cflb  nel  volprfi  partir  di  Veaetiailionato  a  vn  Tuo  compare»  vna  delle  predette  gioie» 
ft  accnfato»  prefo»  de  punito  del  fuo  delitto .  Nel  cantonale  della  dcftra  vicino  alla.^  .  ^  ^^ 
porta  del  Batttfterìo  »Tono  tre  figure  chiamate  i  tre  Santi  »  di  mano  dVn  Santo  hno*  ^  ^  ? 
mo  Scultóre  si!  quale  hauoto  comandamento  da  Decianó  Imperatore  etefcolpift**^^^  '^ 
GioueiGiunonéj&  Mercurio»  fece  vn  Giesd  Chriflorvna  N.Donna»ft  vn  S.Giòuan* 
vi  EuaagicBfta»  onde  fò  perdo  da  queH*empio  matti  ridato.  &  dfc  ftarue  furono  pot* 
tatedst  Aqnrlea  à  VeiKtm»  Matomando  piò  a  dietro»  dopoilCora^tntraneHa^ 
fagreftia  •  Quefta  ha  la  fua  volta dr  Mofatco  n>imstffi{mo»&  per(èttÌ(imo>&  fu  lauo^ 
rata  parte  da  Marco  Luciano  Riccio  »  &  parte  da  Franceféo  Zuccatto  »  &  fi  finì  Tan- 
no 1 5  3  v.\£tm(it  altintofno  A  gliarmari  te  de  i  banchi  fono  di  iiniorafbgolare»  Se 
di  diuecfe matti»  p^ijcioche  il  quMrodoue  fono  ti  foiunidc  i  paramcnci  »  forono  in- 
t^Kati  dai  Cànozsi  »  &  le  £gure  parte  fono  di  A t^pnio  >  Se  di  Paolo  Mancouani  »  & 
parte  di  Bernardino  Fferrizcnee.  Vi  fono  anco  due  ^adri  di  P^SebafiiauoSchiauooe 
Conueffo  di  Santa  Lena  * 

Soncuoneffii  qoefto&mofoTempio»  prìnilegitto  ».  fiHiorito  »  &  efakato  da  di- 
tierfi  Papokri  IikÌ^'  iacrì^  percsoche  il  moniftcrodcUe  Vergini  riconófce  il  Doge» 
Scia  detta  Chiefa  per  capo.  Gli  &>edati  di  San  Klarco»  &  della  Cafadi  Dio»  La  Ghie* 
fa  di  Santa  Nf  atia  in  Broglio.  La  Chiefa  di  San  Felice  d'Atmtano  »  onero  di  San  Filip- 
IK)i8cIà€Oino;Lalfautia4iSai^oEgidi^4iFotiaMU4  XI  Sin  lacoma 

C    4         ' 


r^ 


Ì04  D  E  L    S  EST  TE  R  O 

'il vt4^  di poodda  1  & laX^uefa di  San GkniaaQi Nuom  di  Rialto •  La  prima pcrfoiu  di 
qocfto  Tempio^  dopo  il  OQge>è  il  Primoceripól  quale  vi  fu  inftimito  da  i  primi  cenv»' 
pi  della  Aia  edificatione  per  degnici  del  Principe  •  &  è  elcctot  &  inueftico  dal  Doge  > 
&  proueduto  d'affai  Jarj^a  encrau  Se  condecente  al  Tuo  (lato  •  Se  dee  per  legge  l'anno 
I47I.8C  iif78.  eflornoble  VinitianOf&  dieci  di  25. anni.  Celebra  con  Io  habito  Cpi- 
fcc^alej  cipà  con  la  mitrajCOQ  i'anello  >  &  col  palèorale  per  concezione  d'Innocenzo 
IIIIJ'annoi25x.IlRocch0ttoperbreuediPapaAle(undro  V.Dà  labenedittio^ 
ne  al  popolo»  per  Bolla  di  Papa  Cjiouanni  XXIII.  Concede  indulgenza  di  40.  ^mi» 
dopo  la  folennicà  della  Meffii  detu  da  lui  »  per  autcoricà  hanuu  dal  predecco  Papa^ 


>  quefto  ticolo  dalla  Chiefa  di  San  Tbeodoro  i  quefta .  Il  terzo  è 
il  maeftro  di  Coroi  il  quarto  due  Sagre(lani>il  quinto  due  ba(ilicani>  che  hanno  il  go^ 
nemo  de  preuenti  del  clero  •  Vi  fono  24.  Canonici  ordinati  abiuitiquo  per  c^KUkQ^ 
del  Doge  1  dodici  de  quali  fono  propri;  (acerdoti  della  Chiefa  »  &  1 2.  tono  Piouam 
per  la  ^tti  >  per  la  regolatione  fatta  da  poi  Tanno  1494.  nel  quale  i  Canonici  erano 
tf  .&  i  Piouam  1 8.  &  in  cafo  di  vacanza  fé  il  prete  Canonico  muore  j  g^  foccede  l'vno 
de  i  focto  Canonici  che  fono  per  nu.6.  Se  fé  muore  il  Piouano  Canomco  »  §li  foccede 
TU  piouano.  Inoltre  vi  fono  4.  Diaconi  con  4.  Sottodtaconi  >  con  altri  ordmi  appref* 
io>  che  G  conuengono  ad  honorato  clero  pò:  Tempio  cofi  famofo  Se  illuftrc  •  1  Quali 
Canonici  hebbero  da  Martino  V.  la  concezione  di  portar  la  mozzetta  ò  zanfaraa  di 
pelli  di  vari  Se  dofR.  L'ordine  di  officiar  quefto  Sacrario  è  fecondo  Pvfo  della  Chiefa 
Coftantinopolitana»  ma  non  però  molto  differente  dalla  Romana>ma  tanto  aifiduar 
Olente  che  nulla  pid  •  Et  quanto  alle  cofe  neceflarìe  per  quefto  negotio  >  la  fpefa  d*- 
f  /v..-  ^^    ^^j  jmjjQ  p^^jjj  pjjj  di  1  a.  mila  ducati»  conciofìa  che  vi  fono  prouiftonati  due  Orga* 

nifti deprimi  d'Italia  »  con  groflfo  ftipendio  »  il  Maftro  di  Capella  con  buon  numero 
di  Cantori.  I  Canonici>&  fottocanonid»  i  maeftri  di  Moraico>i  Protlii  Guardianij  & 
altri  miniflri  diucr(h  fenza  le  cere» gli  inceh(i>  gli  olij  >  &  gli  altri  fornimenti  che  fi  rir 
chi^gpno  i  tanto  luogo  •  Oltre  i  ciò  polliede  per  benehcio  di  Papa  Alefliandro  1 1 L 
'  memore  della  cortéfia  che  eflb  riceuè  dalla  Rep.  vna  Indulgentia  perpetua  >  la  qual 
t  comincia  la  Vigilia  dcll*Afcenfione»  &  dura  per  tutto  il  giorno  dietro»  mentre  chic  in 
Piazza  fi  fa  la  fiera .  AUa  quale  concorre  per  diuotionc ,  non  folamente  la  Citti  >  &  i 
circonuicini  popoli  in  sran  frequenza»  ma  anco  le  genti  foreftiere  »  Se  di  paefi  lonta* 
ni.  &  perciòche  la  predetu  Indulgentia  à  cofa  notabile  >  ho  voluto  i  coofobKionc 
de  leggenti:  regifirarla  in  quefto  mogo  •  Se  cofi  dice  «  , 

* 

ALEXANDER  Epifcopus  Scruiis  Scruorum  Dei.  Vottierfis 
Cbri(lifidelibusprarientjbus&  fbtQris  falutem  Se  Apofto- 
Kcam  bcnedi^iooem .  Licet  adomnes  S^^.E.  fideics  ^  ma-  ' 
nifkètitUt  noftrar  dexteram  debeamus  ex^ndere  d^tri- 
cem,  maxime  taacii.  fpkitttaKs  grattar  jpr^ogatip^  »  ii«s 
decer iHosattollere  8c  mgaioribus  bene&emi«  noùtx  uh 
Moribus  ampliare)  qui  k  nobts  &  S.  R*  E*  feruentiórì  deuo- 
lìoae  exhibeiiti  &  io  fide  (^ 


•  . 


atea.  Sànè^turcàfnemesrt  Ecdefia  Sanai  Marc!  Ve- 
ncttarum  •  •  •  •  •  dicecefié  prf minentioribus  frequcnte- 
tur  botioribus»  &  ve  Chrifti  fideles  co  libencìus  deuotio* 
oif  caufa  coaftuanr^sd  eandem  aiaQufq;ad  confcruatioticia 
eius  dein  promptius  porrìgant>adiutrices>quo  exinde  dono 
coeleftis  grana?  cònfpexehnt  fc  ibidem  vberius  refertos,  de 
omnipoieotis  Dei  mféricovdi^Sc  Beatorum  petri  8c  Pau- 
li  Apoftolorum  eius  autori  tate  confici  omnibus  verepoe- 
nìtentibus  6c  confèflis  &  contritisiqut  die  Afcenfionis  Do- 
mini noftri  lefu  Chrifti»  à  vefpera  vigilia?  ip(ius ,  vfque  ad 
vefperam  eiufiiem  diciididam  SanéU  Marci  Ecclefi^  de« 
uotè  vifitauerint  aanuatim»  &  manus  ad  eius  conferuatio* 
nem  pprrexerint  adiutrices  »  plenam  omnium  fuorum  pec« 
catorum  abifolutionem  concedimus  •  Infuper  per  fepteìn' 
dies  di^m  feftum  fequentesi  &  quemiibet|ipforumdie« 
rum  de  inìun^*s  ipforum  poenitenti js  »  feptimam  partem 
mifericorditèrin  domino  relaxamus»  praefenttbus  perpe- 
tuis  temporibus  duraturis*  Nulli  ergo  omnino  hominum 
NceatèancnoAra?conceffionis&  relaxationispaginam  in«» 
fringere,  y el  ei  aufu  temerario  contratre.  Si  q ws  autem  hoc 
attemptare  praefumpferit ,  indignationcm  omnipotentis 
Dei  >  &  beatorum  P^tri  &  Pauli  Apoftolorum  eius  fc  in^ 
curfurumnouerit»  atque  in  estremo  iudicio  diftridi  Iudi« 
cisiracrudeliterpermulAari.  ^        ^ 

Datum  Veneti>,apttd  S«M^cni|i  y|.  id.  Maij.  Ponti» 
ficatus  noftrì  anno  1 7*      TeÀes 
^AJpInmfiis  Epiicopos  Portiiaift 
Angelus  Epifcopus  Sabinenfis . 

Frater  Ernandus  Eccle6a?S.Ana(!a(]afPrcsb}^rCardinalis. 
Cyprianuf  S.Cbrifogoni  Pre4>yrer  CardinaUs  • 
Simeoo  &Laurentij  in  Damaio  Presby  ter  CardiqaUb 
Helias  SS.  A  poftolorum  Presby  ter  Cordinalis^  _ 
.    BaHlius S.Mariat Nouat  Diaconus  Cardjnalis« 
Theodonis  S«Eufiachij  Diaconui  Cardinalis  • 


f 

i 


S'tggìMfteaBe  predette  cofe  roraamento  rtile  8c  religk>ro  del  Scminarìa  ooooa» 
Qieoc^  lolQCiiito  pb  detta  Chicf^ 

ri 


«•  \ 


io6  D'  I  L"  r  E  S  TI  EU  P 

ri  de SupOttocto  Jl  §potttp(eoia  fXQÌo^ RmiftcW  Fnu»e^  Alk^tufireee  rtfetù 
maco  de  i  Giéwitbhuomp  per  dotttioa  &  per  nobui  &  otrimi  coftumi  ipolto  eflèm- 

8 lare .  lì  quale  effendo  flato  prima  Canonico  di  San  Marco  per  alcun  tcmpo,richie- 
o  da  i  Proeuratori>  come  ben  conofciuto  da  loro  petlaAia  (blfieientia  ii  boati  »  al 
fno  GenorakperlogcNienio  u«dme  >  lo  ceocodiito  k>W4  hAoeDdo  e0D ,  Rett^^ 
(quantaoqHCOoofia&pixifcab)  prima  voluto  dal  Papa  *  conceflìoac  &  Jicentia  di 
quefta  afamiwStntifm:*  fi  come  per  breue  fcrit  co  dal  Cardinal  di  Còrno  >  per  or  di- 
ne di  N.Signore»  appare . 
"      •"  "  "    "^  >Ffiippo*&Iacotoi»>s'écencona(aodcw&hone(n> 

:hii^  i  Sopra  to  porta  del  quale  «  in  memoria  della 


gradtudioe 
ufcritciooe . 


Sentoariom  Cfegorianoin 
Sanai  Marci  Vcncdarum. 


1b  Ivs  i£dibtn ,  &  Dei  omnipotcfitis  gjotia  •  &  Ecctefi^^ 
kif^te  fpecioeoi  Gregorì j  XUl  Pont.  Max.  aii^cijs»  Ni- 
colai de  Ponte  Puci$  fapieotiaadbtbica»  omni  aoimorum 
mcMieratiofie  ivuenHOi  diuiasiupplicajitiujiu  QH<^iàdtiai 
EcdcfiaiB  pfffdi^oi  illniteaturuni»  dn&ìSSmttm ,  lauditif* 
fimumq.  »  kmj^r  pradicabitur.  pietate  Bcuereadiis.  Primi- 
cerii  Afeyfij  Diedo*  virtute  lacobi  Superaotia  EqHÌtis ,  M. 
AntonU  Barbaro.  Jacobi  Fufcareno  Equitis^  Federici  Con- 
ta!eno,  Ffanciia  Prioloa  Andre»  Delf  biooi  &  Uieroi^mi 
Anulio  Piooifatorum .  qvoma  laus  >  &  pietaa  niiaqDaia 
cnorietur.    MDLXXX> 

A  D  D  r  T  I  o  N  5: 

\  •  .  I 

féncoy  e  fpecialmentt  la  Cena  diChrina  i£  te  tifjSf^  ii  CémaGaUkanel  ^dtù  Mamóre 
ykmoaìe^lkirdiSsnT(tobxlHt$mmiac^riM^^^  Cartonin e  BmoUmca 

BtK^laH&raiéilM^faicQ. 

7{eUa  -poUa  fapra^t^kar detti  Haàmut>eiefi  fandaki  di Chrijhin  Tmaus  co*  di^ 
fiepoli,ecemefiide€9B  /ora  diU  Ma$fe^$.  quali  Corami  fifitana  Sfatati  da  Leandro  da 
Bajfano. 

LaSin^ogaRebrcaconJign^catimmane^ilSatmtor  fopr4  il  Capitello  %  con  Santa 
Andrea  in  Croce  %akme  figure  deglijtp<^oti%  che  fono  netta  incita  deU^ingreJ^o  della 
Chiefa  >furonoinumtìm  di^jimonio^tienfe  ^  omfamandofi  fui^  Cartoni  nella  fianca 
d^  Vrocuratie  doue  fi  leggono  le  Scienza . 

DiA»agi»ntm»a  fmem^liCattomdetUyobamlprimoingrtgàdellaCbief^ 
éThr^femfm&im£iatidt^gfiaMgiUdeiMform,cnelU  faccia 

muror^ 


fd/^  £  1A<Z^^ 


DI    1    MAKCO    LIt.IK      ief 

ti(me9eqMandófaUdCicla$fanip0ÌinMqfmodaSciphneGaet^ 
quefta  mfeffione . 

DiHtfe  ancora  co0m  i^BodkPfo  ^iUValUMt.Uéini'yimfimJkite  perfeta^  i  'gem^ 
mefretiofe , in  campi iòr^U Sétuéoort €4m^  JiMoH éiUe  p^tì.VgtUc^ippMàiiS. 
Iftdjro  fece  tMiata  del  SdimioniUCakk^  End  bhgo  òtte  fi  c^l^ 

feruano iTaramcnti  ctnàMi^TnQnaài^cònjtf^^fcUefiii^ 

t^ìioSacranentò-.  ^  ^  , 

^  QkrtaUiipfcndh che p^ni^noJalU corridori r^eriti di  foprnddSanfmino^feneyci^^^f'^ 

)[oifo  altri nncwa  di  Trìnciptdefhmi  iaVIJai&  taV<me  >  déne  ternana  4  mtiJhfìmu  San^ 
ouiwhftnf^  al  prefente^  quali  fonoflimatilfìmi  per  intaglio  >  e  riccbiffimì  per  òro  ctm  mob^ 
fgàre  0pUficant  ie  Cieti  fiidiiu  dhiéefnmm  9fitPxn  QenenlMt  feftenmtìkU 

mxtj^itf amante  Gklen  Ìin§oJb^ant  iéan»fc§fie  fimifis 

rimenlèoag/f^^^éiefsifdii^  mor-- 

fé  Fanno  1 6$  6.  finitimo  Aprde%  è  tntti>di4afkaàtUfgmm  ^ 

t^am$(^i6vf.ad4ff.jl^ntiUndbtmn  Ftancefco  Mav^^ 

nhc^im  C$mar^4»lk'Gt^ieditSatgmm$  éiqniftammClmfap  paroimnnedme  timtam- 
tariate^  e  regolate  Particolarmente  le  Santi fsime  KeUqnie^  &  fi  fono  ritronaufinp^afari$^ 
Ij^prtt^ìd^^  abolita %ne fi^  fapeua^  che  cofit  yWy'y^vi/^ 

nten.^pt^ma 

In  yna  Cajfetta  Jt Argento  dorata  yn  yafetio^oro  mafsiccio  conpàfakgf^eobaànimfpH^ 
tate 

Sanguinis  viiiifidiiaarertorpnKuhifli  » 

Ènella  partedi  fono 

Ex  immaculad  verbi  lateie  effli»t# 

Dentro  il  yafetto  toro  yen*  è  vii  altro  di  CrifiaUo  con  yn  Crocififfof colpito  nel  copeftom 
iiaf^n^€oné$ittH€gnfdi^9^  intettprMtftie 

lefus  Chriflus  Rex  Gloriae 

B;nelcircohdieJJmt^ieHayà/bm^qnefle^al0rir^ 

Habes  me  Chriflùm  gellans  fangauieni  carnis  mot. 

EtindettoyafèttoéiCr^étonHfimckoadkevacehian  SSaagne  oangdMo^e  parte 
fparfo  fopra  fili»  yeUh  i  bombagio . 
Ì{eU*tfleffd  Civetta  fono  Retìqniarij  dT Argento  dorati»  dentro  i  qnali  yifono  f epatata* 

WÈ^'^m  Hit   ili  I  Ali  Ti  riM  **--*'• --  • 

stento  Pm/evitrtfiriwutpne» 

Della  Santa  Sindone.  Della  pnrpnrea  yefle.  Della  Centura  di  Chrifto  deUa  Càiàa  d§m 
ifadonnairÙeUJnteoadittaleatTijh  fiti^  Frofmenti^kllaSpi- 

neuCorona.Delfangne  di  SanHhgmtakone  Martire.  DetUCapalèiài  Santa  Barbar  a.  Mih 
quie  di  San  Giorgio,  e  diS.UndreaO'  di  molti  akriSattti.  DHlatte  della  Beatissima  rer^ 
pneinynajtì^olletta.  fc* 


tot  DEL    S  E  S  T  lEJL  O 

HjC'injfmnéomLatme. 

De  Coitdk)»  quiiuk  in  Cena  Donimi .  De  reftitn^^ 
De  Corona  Chrifti.  De  Lioteanme  Chrifti.  De  Ugaoiìoc  Chrifti  • 
De  Cìotara  SmAx  Maria:.  De  Fazole  Cbrifti.  De  Candela  Chriflji. 
-  ^    De  Capillis  Sanéti  Ioanni$  Baptiftar*  De  Capillis  Sanai  PauU . 
-De  digito  Sandi  Ioannis  Bapuftx.  De  Mantello  Szndx  Mmx  •      . 

In  yn" altra  CafiettaJtjtrgentorn  foraercM  con  F hifrafcr ine  Reliquie  »  &  infèrii-'^ 
tmi. 

Lignum  Sanaiflims  Crucis  •  De  Coliunna  vbi  flagellatos  foit  Chriftns .  De  Spi- 

nea  Corona  Chrifti»  la  quale  è  £iniie  à  creila  >  che  Ci  moftra  il  Venerdì  Sanu^  • 

De  Arundine»  fuper  qua  pofita  fuit  f pognia  felle»  &  aceco  plena#  aun  qua  poQitr. 

tus  fiiit  D.N.  lefus  Chrimis  fupra  Crucem  • 

Vna  Caffetta  d*^rgentoin  parte  dorata  fatta  in  mbatr^oratg  conP^Arma  Medici^ 

MitriaTapakdadoiiatMte con  yna Reliquia  di lon^bei(^M&  grofiez^d^imditoincir^ 

cafen^  nota  alcuna.  , . .  i^ 

Dot  altre  C affette  d'argento  Dorate  con  Keliéfuie  de  datiti  %  &  di  luoghi  Sacri  •  yn  O^ 
intiero  del  braccio  dt  San  Giorgio  in  ligatura  d^ argento  con  gioie  anticbi^fime  e^  ieWW^ 
greche  interpretate  t  , 

Gcorgfj  Martyrisatmatamfcretisficleai 
De  hoftibus  vidoriam  reportabo  • 

Di  San  Tantaleone  vna  mano  ligata  in  argento  • 

Tre  cuogoli  con  quali  fè  lapidato  Stufano. 

Vna  Croce  di  Oro  mafsicciogùùeUata  con  del  Legno  della  Santi ffma  Croce  di  molto  'ws^ 
worOé 

Vn^akra  Croce  formata  del  Legno  della  Santifftma  Croce  diloa^xBT^  poco  meno  (& 
me73!pbracio  fomitad^oromafsiccio,&' m*Uqmlaìtoroconquattro  Statuete^e  lettere 
latine  da  dietro  y  che  dicono  i  .         ' 

Còndidit  hoc  fignitm  Ghirardi  dcxtcra  dfgiMim 
Quod  luffit  Mundns  Rex  Francus  Duxq.  Secundus  • 

Grà^corum  didus  Henrìcus 
Vt  hoc  bcDcdiAus  Bello  ficurus  fcmper  nianeat  quafi 
inurust  Amen« 

tn  m  Reliquiario  di  Criftallo  fornito  d*^rgento .  Fn  Dente  di  San  Marco  Euat^el^a  « 
ehelonomina. 

FhUAtro  Riliqniario  coperto  d'argento  dorato ,  &  gioiellato  dorato  con  diuerfe  Reli^ 
quie  da  yn  Sereréiffimo  Trtncipe  con  l'uifirit  rione  Jeguente  :  ; 

Hfaccfiopropitiusfcruo  tuo  Ioanoi  Duci»  ; 

'  San    ' 


D  r^  1    MARCO   IIK  IL      *o# 

—  #  -  -       . 

^  SanTheodorol 

Dietro  d  San  Marcoi  &  nelcircuitodelleXue  mura  è  Gtutto  SaaTlieodoro  >  giaJ 
primo  Auocato  della  citta»  &  Chiefa  per  quanto  fi  dicei  edificata  da  Nar&^^ 
quancfo  ottenne  vittoria  de  i  Gothi  ib  Italia»^  fi  come  anco  fu  da  (pi  edificato  $an  Ge« 
miniano  •  Nella  qual  Chiefa  era  il  Vicario  >  che  co]  predetto  nome  fi  (^hiamauano  i 
Piouani  delle  parocchie  per  k)  pili  >  vfandofi  però  l'vno  >  Se  filtro  di  quefii  QtoU  dzl 
e  laro  ne  tempi  anddcs  • 

Al  prefentetidrOratoilo  predetto  fi  aduna  per  l'orainario  la  Santa  Inquifidone 
con  Paififtenza  di  grauifiimi  Senatori  del  Configlio  de  Dieci  >  cuftodi  della  fede  Ca- 
tholica»  &  cooferuatori  del  viuere  religiofo»  &  chriftiano  • 

< 

.  San  Gemioiano . 

*  ■.-•♦- 

|p\  AS'dtrp  ctoo  della  maàzi  all'ineontro  di  San  Marco  è  la  Chiefa  di  San  Gemi- 
JL/  niano  edificata  nel  luo  principio  da  Narret:e  Capitano  JUufire  di  Giuftiniano 
Imperatore  che  viflc  Panno  di  Chrifto  5  3 1  •  perche  efiendo  focòs^ò  Geniale  ia^ 
^go  di  BeUfiurio  contra  i  Gothi  in  Italia  >  la  Republica  gli  diede  fanore  con  guelP- 
armata  ch'ella  haiieùa  in  quel  tempo .  ondeKarfete  fatto  voto  >  quando  hatiefle  vit- 
tona»  di  edificar  in  Rialto  due  Chiefe  delle  fpoglie  de  neaiid>  Vvxìà  i  S.Theodoro>8c 
l'altra  i  San  Geminiano^  rotti  i  nemici  9  adem  pie  quanto  promefle .  Fabricò  adun- 
que San  Geminiano  su  la  piazza  »  la  quale  non  paflaua  allora  doue  fono  hora  le  Pro- 
cnratje  •  perche  in  quel  tempo  fcorreua  vn  canale  per  trauerfo  della  Piaz2a>dal  Pón- 
te chiamato  de  i  dadi»  &  detto  altre  volte  il  mal  pafio  :  per  lo  qual  fi  vd  nella  calle  de 
ìfabbrì»&sboccaua  nel  canal  grande  da  quella  parte  doue  è  poftala  Zecca:  8c  la^ 
Chiefa  era  sa  la  rìua  del  detto  canale .  Ma  efiendo  Principe  Vkal  Michele  Secondo 
di  quefto  nome>xihevi£fe  l'anno  i  i5dL  ò  veto  Sebafliaoo  Ziani  fuófocceflbre  >  atter^ 
rato  il  canale  »  &  allungata  la  piazza  quafi  il  doppio  »  &  disfatta  l'antica  Ch  iefa  >  la^ 
portarono  coli  doue  è  fabricata  al  prefente>  ma  confum  ata  anco  quella  da  glianni  fi 
cominciò  a  rifabricark  di  dentro  l'anno  1505.  fotto  ilDoj^e  Loredano.  Alla  fine 
ptanie  al  Senato  di  finirla  fui  modello  del  Sanfouino  idi  maniera  che  fotto  Lorenzo 
de  Prioli  Doge  8 1  .che  viffe  l'anno  15  s  tf.  procurando  ciò  Benedetto  Manzini  Pioua- 
ix>  d*efia  Chiefaj  fi  melfe  fine  all'edintio  >  come  attefia  quella  infcrittione  • 

JEdcm  hanc  vAìs  non  vetuftifiimaqo  folum  »  fed  ètiam  au- 
guAiffitnam»  Senarus  Venetus  antiqua  religione  obftri^us, 
*'  inàgnificetltius  pecunia pubtica ,  reficiendam  decreuit  Aq« 
poft  ChriAi  Natìu.  M D  L  V  li.  fumma  Bencdiai  Manzini 
Anriftitisqira» 

La  qt^I  Chiefa  quantunque  piccola  9  è  forfè  la  più  ornata  di  c^ual  fi  voglia  altraJ 
nella  cittd .  percioche  eflendo  ai  deaoro»  Se  di  fiion  incroilata  di  Dfiarmi  i  &  dì  pietra 
Iftriana»  è  ricchiffinu  &  bene  intefa  per  {trattura . 

NelU£icmdidctitroefeÌtetiiapedeìke<UMftM^  MJdiéle^ròAiratordiSJaa 

Marcò' 


no       .Di  EX  rSJE  JTtE  FtLOr    ( 

Marco  che  fìi  Generale  ^aano  i^^^coaduernCoictioiu»  rvna  dalla  fioidraclique- 
fio  tenore. 

^ekhiorìs  MkhaeBs  Amàtn  MitrrU  E  fSdcri  L^ 
terdtMHsfPalétij  Comitis  Dtui  Mani  'Prpc^armimm» 
tdyjuflitidyfirtttudù,  quièusàd  amptiffimes  dìffrita* 
tis  grddus  eUtus ,  ttrra  marif'  Remp»  fapitmtr  ad" 
tBiuifirmit . 

Et  Talcra  dalla  deftra» 

Dalmdti^q. Leg.  Ml> XXXtX.  Corcha  M  DLFm. 
QUffs  Mdrisq.Jmp.  HDL  XP,  Vrhes  mu»h4t ,  '  ' 

foptdos  in  officio  t  (^  fidi  continHÌt  thofiìnm  impetum 
Teprejpt-ìd'tligenttfi.omnim  KeipJtuoUtmìtatem  di* 
fftitatemj.firtumit . 

Et  del  qiiale>rìpofto  nel  mezzo  del  Tempio»  fi  legge  in  vna  lapida  • 

Melchior  Michael  Eques  D.  Marci  Procurator»  fciensfe 
breui  Chrifti  Seroatori  animam  redditurum  »  Tiunulmn 
oCbus  pr«parauic  i  an«  fai.    M  D  L  XX*    Eius  aera. 

LXXXI. 

Sono  in  quefto  Tempio  tre  belle  figure  di  Scoltura  poftesu  raltar  grande  in  tré 
nicchb  con  panni  &  con  attitudini  molto  vaghe  y  Ai  mano  ài  Bartolomeo  Bergama* 
fco .  Vna  teda  al  naturale  di  marmo  di  Matcheo  Eletto  mi  Piouano  ài  quefto  Ino- 
goifcolpita  da  Chridofbro  dal  Legname  che  fu  anco  Architetto  della  Chiefa  di  den^ 
tro  l'anno  i  $05.  pofta  fri  due  colonne  dalla  finiftra  della  Cappella  grande  1  &  vn'al- 
tra  pur  di  marmo  di  Benedetto  Manzini  fatta  da  Aleflandro  v  ittoria  >  &  pofta  anco 
fra  due  altre  colonne  dalla  deftra .  Et  fu  la  porta  per  fianco  verfo  San  Moife  »  la  teda 
di  bronzo  di  Tomafo  da  Rauenna  Procurator  della  Chiefa.  Di  pittura»  vifUpinfe 
altre  volte  Gian  Bellino  in  quella  Palla  douo  fi  vede  hoggi  Sanu  Caterina  >  di  mano 
di  lacomo  Tintoretto.  &  Bernardino  da  Murano  vi  fece  la  Santa  Helena  9  d  i  cui  pie- 
di fotto  allo  fcabello  fi  ferba  vn  pezzo  del  legno  della  Croce  >  donato  alla  Chiefa  dal 
predetto  Michele»  oue  è  fcritto  • 

Ligitnm  Crucis  à  Pio  1 1 1 1.  Pont.  Max.  dono  daram  Mei-  .' 

cmoàMichode Procar.S.Mard & Eauitì, ab eodem Poau    '\[ 

dele- 


Romam  congratulatum  zdijtkt.  QHod  qmdtm  ligmin  ' 
Crucis  t  ideai  Melchior  cum  magis  conueniat  loco  iimiari 
SKxoMctefooi  r^ÌHÙt»  vbi  cuuuilita  offibiu  pneparauic  • 

MOLXX. 

Vi  giace  in  bel  fepolcro  pofto  in  aria  Gian  Pietro  Stella  Caualiero>  cbe  fa  Cancel- 
jìer  Gcatide  ranno  i5X2.()ercheeirendohuoniodi  valore>ficracte  mdte  Je^^acioni  • 
Se  condotte  i  6ds  diuerK  imprefe  per  le  ^erre  ardenti  ne  gli  anni  precodeott»  meri- 
tò d'eflere  honorato  dalla  Rep.  &  gli  fa  mfcritto  qaeflo  epitaiio . 

* 

Io.  Petrus  Stella  Eques ,  chanis  Seoanii  Veneto  •  gratus  ex- 
teris  Principibus ,  Magni  Cancellarij  dignitatem  ingenti- 
bus  meritis  confecutus  t  npofiens  <|uoq.  memoria;  prodef- 
fet,  exemplum  duibus  tam  cnagnifice . 

ìxdprcSo  è  hdeareidi  LodooicoSpùidk  Secretarla:  di  fam^ia  faMorati*  9c  mot- 
to nobile  nel  Regno  di  Napoli  9  dallaouale  difcende  la  prefente  •  molci  &inoid  anni 
tono  :  Il  quale onuuodinìxhtniaimiixBdebeU'afpacenza  alla  Chieu  dapiedi 
▼i  è  icntco  • 

LudouicusSpinelIusàSecretis  de  R^bbOpCfoeduis. 
Vxori»  Pofterifq.  monumentum  hocviuenspofuit* 
MDLXXIIL 

* 

Per  fianco  è  te  caj^Ua  Sanfooìna  >  con  m  Cracififfi)  a£Ga  bdlo  di  mano  del  Faen- 
tino» per  opera  di  chi  ferine  le  prefenti  cofe.  &  vi  fi  ripoTa  lacomo  Sanfouino  Archi- 
tetco»&  Scultore  della  Signoria»  al  quale  il  figliuolo  mfle  il  prefente  epitafio. 

lacobo  Sanfouino  F.  qui  Ron«  lulio  1 1.  Leoni  X*  Clemen- 
ti Vii.  Pont.  Max .  maxime  gratus  »  Veaeti/s»  Archìtedurae 
Sculpturacot  intermortuum  decns  prlmus  exdtauit»  C^iq;  * 

à  Senatu,  od  eximiam  virtutem  lioeraliter  honeftatus,  fum- 
mo cittiutfs  merore  deoe^  Frandfcus  F.  hoc  M.  P.  D.  Vi< 
xit  Ann.  X  DH 1.  Obiit  V.Kal.  Decembris.  M  D  LXX. 

£t  nella  lapida  in  terra  >fotto  la  qualegiace  il  predetto  Sanfonino»  con  Fiorenza 
tua  nipote}  morta  d'eri  di  XI.  anni  è  fcritto . 

lACOBO  PATRI  OPT.  FLORENTI^  FILIit  DVL- 
CISS.  SlBI  SVISO.  FRANCISCVS  SANSOVINVS 
P.  MDLXX. 

Et 


Ili  DELSESTIERO    : 

EtaifofMaOatNiiiuiofcrit^^  fidce  jQ^Ilocart  3  rìtcatto  di  tsMtno  del  detto 
Iacofiio£modaluìallo(pccchio  »  3c  air*iacoQtro  va  la  memoria  col  rìcrauo  pari- 
metite>di  Francefco  •  II  qual  lacomo  qud  folTe  &  di  quanta  eccellenza  neir^ma  cofa « 
&  neiralcra»  oltre  che  lo  dimoftrano  l'opere  f  uè  nelle  citt^I  di  Roma  >  di  Fiérèoza  >  ic 
di  Veoecìa»  fipuò  ampiamente  vedere ndla  mafia  dcfcricu  da  Giocsio  VaTarì 
Aretinoi  ne  i  f|ioi  Ià>ri  de  gli  Scultori  &  Pittori  • 

ADDITIONE. 

Hcn'afCbe  fi  tnmmafvlnmacafa  delle  Trocura^iemioue^rejtathiuf^  Cbiefdda 

gli  ^ngolito  Cantoni  di  quefte  due  celebri  fabriche,  Vrocuralie  nnoue»  e  vecchie  iferuen^ 
do  per  profpettiua  da  quefto  ^apo  della  Tiaxx.a,  comcfeme  rincontro  atPaUro  capo  quetU 
di  San  Marco . 

Sotto  à  quefta  Taroctbia  fono  anime  i  joo. 

San  Mojsè . 

Dietro  i  San  Geminianofitroua  il  tempio  aatico  di  SanMoisè  fabricato  daUaJ 
nobilfifima  fitmgtia  Sco(^ra  l'anno  795.  &  redaurato  in  parte  fecondo  alcani 
dalla  cafa  Veiiiera .  lacomo  Palma  vi  dipinfe  vna  palla  dt  molu  bellezza  &  llimata 
da^gli  buon)! ni  di  giuditio .  Vii'aJtra  ne  dipinfe  nella  cappella  Giu!imiana  Giofeppe 
Saluiaci}&vn*altra Iacono Tinroretto.  Qui^iaceMatcheo  I^atidolo  Proatracore 
&  Senator  celeberrimo  del  tempo  nodro .  &  Bernardo  Giorgio  Poeta  affai  (limato 
nella  lingua  Laciiìa*  del  quale  R  legg^. 

Bernardus  Georgios  Nicolai  F.Helifabet  Valeriar  vvofi  » 
Clara;  F.  Coniugate  de  prole>  fibiq.  viuentibus  poli  lata 
nouifs. Solit P.Ann. ChnUSalttt.  MDLX.  «tat.vefo 
fuaeana.  LXXIiL 


-  * 


ADDITIONE. 

Sono  alcmù  a»mÌ9  che  fi  diede  prùicipio  i  dafare  quefla  Cbiefa  per  cffer  cadènte  »  e  fi  fi* 
no  fin'hora  riedificate  le  tre  Cappelle  >  Mag^iare ,  e  laterali  con  1 1  Sa^cfiia  •  //  re  fio  ftà 
ancora  in  piedi  con  molto  pericolo  per  h  fnagran  vecchieT^a.  V picare  del  Sacramento  è 
riguardemlc  per  la  fine^xjcy  e  ricche^zA  di  marmi,  per  difegnotper  omamentiiC  per  ilTa- 
bernacoloy  the  vi  po(iafopra  pur  anch'effbdi  marmi  con  ce  lonns  »  e  rimeffidi  v<ùrif  colori . 
La  confratemidd  della  Croce  hd  netto  ilfuo  MtAr^fon  biHle  colonne ,  &^  é^Uri  ornamenti 
di  fini  marmit  e  la  Tauola  di  mano  del  Caualier  Liberia  che  ha  la  Croce .  Li  Santi  Antonio 
d^JPadoHay  e  Francefco  di  TaoU  in  vna  nube  >  &  à  piedi  S. Elena  ^e  S,  Antonio  abbate 
con  vn  morto  refufcUato .  Fn' altro  ancora  è  flato  fabricato  da  Alberto  CoT^  per  fua  Di^ 
uotione  Gcntilhmmo  molto  TiOi  e  Rcligiofo,  di  belli} fimi  marmi  anco  queftoy  e  vaghi  orna-- 
menti.  Tifila  chì  Tauola  è  ia  Beata  yergmcy  il  Beato  Felice^  <ÌT  altri  Santi  dì  mano . 
SiritroHono  in  quefiaVarocchia  anime  i^oo. 

San 


r  '     •* 


D  I- Sr  U  icKCC   ILI Br II.      \ii 

'       S*  Malia  Z^oigo . 


1  i> 


SAnta  Maria  Zebenigo  ini  poco  lontana  ^  fu  opera  della  famiglia  Ikrf^anìga  j  Scfen^T 
doIa>  &  Barbarica:  &  ancora  che  per  (ito  fia  antica^  fa  pero  reftanrata  ne  tempi 
pitfenth  {Mrimidaóftiftiniano  Contarini  >  &  poi  da  Giulio  fuo  fratello  Procurator 
di  San  Marco  •  GiofeppoSaluiati  vi  dipinfe  vna  Nuntiata  nell'altar  grande  •  lacomo 
Tintoretto  fece  le  portelle  dell'Organo  ;  &  il  quadro  nella  cappella  grande  fa  di  Ce« 
fare  Tonano  •  Nella  qual  cappella  apparifce  vn  beli*  ornamento  di  marmo  con  due 
figure  affai  gentili  col  ritratto  nel  mezzo  del  predetto  Giulio  Contanni^  ic  fii  opera 
d  Àleflandro  Vittoria  allieuo  del  Sanfouino»  ScnH  legge  « 

Qui  fuperis  patrìoeq.  dedit  Aia  votaperennis. 
Virgìneas  inter  toUitur  ecce  nanus  •         ^ 

nbiftrano  quefto  Sacrario  due  chiarìffimi  perfonaggi»  &  famof!  per  lettere»  8c  per 
eccellente  dottrina.  L'vno  è  Sebaftiano  Fofcarini  Filofofo  di  profonda  fcientia>&:  ri? 
^tato  fra  i  principali  nel  tempo  fuo>  al  quale  fu  pofta  queft'infcrittione . 


Accipite  Veneti  Ciues  3  quod  di  optimum  in  rebus  huma- 
nis  >  humanas  res  contemnere  •  Vixi  Reipub.  quamdiu  pò • 
txdf  mihi  oerie  parum  »  &  hic  vno  i^u  extin^  . 

L'altro  è  Hieronimo  Molino  cultismo  Poeta  nella  lingua  Tofcana ,  del  quale 
vanno  per  le  mani  de  gli  huomini  dotti  vn  Volume  di  Rime  molto  leggiadre  •  &  al 
^uale  Giiilio  Contarini  >  come  ottimo  amico  >  pofe  la  ftatua  aurea  con  qoefla  ùi* 
icrittione  • 

Hieronymo  Molino  vero  Mufarum  aiutano  >  quihu- 
mo  cineres  »  imaginem  nobis  »  ccelo  animam  dica- 
UIC  VM.  Kal.  Jan.  M  D  LXIX*  lulius  Còncareno 
D.  Mara  Procurator  infigni  amore»  &  pietace  »  Iute 
fieri  cur. 


N^ 


ADDITIONE- 


HàdinuoHoauefldChkfalaCappeUa  del  S antiffimo  S^^mento  riedificala  in  heUa 
forma  con  il  Taoemacolo  di  Marmi,  fapra  il  quale  >i  è  vn  Chriflo  ripifcitato  fam  da  €iH^ 
liodHMero. 

Oltre  alle  Reliquie  antiche^  the  amuìfi  cmJeruanOi  che  fono  del  Legno  della  Santi} ftma 
Croce^  il  Capo  di  San  Veregrinot  che  ritiene  ancora  parte  della  Carne  ;  yn'Offo  del  Corpo 
di  San  Martino  Fefcouo  >  le  quali  tutte  reliquie  furono  adornate  di  finiffimo  argento  da 
.Antonio  de  Vefcoui  Trete  Titolato  di  quella  Chic  fa  3  e  che  fa  lungamente  Cancelliere  de 
legati  ApofMici  rifedenti  in  yenetia^con  bettijftfha  fadtura,  &  molta  fpefa .  Si  aggion  • 

H  ^ono 


114  H^tt    SÈ^TIÈRO^ 

g(mUfegHmtì:VnORoéelbTactìodiSmitAGÌHStìti^  Martire  imato  i  ^ue^ 

fio  Tempio  da  Francefco  Duodo  q.^Uafe  tomo  1 5$  i  •  hatauo  in  dm»  da  Un  dal  Cardmale 
lUffro  (H.tob(me$  an^raKeferendariodeV^vmbe  Inoltra  Segnatiara. 
;  D^nh parimene il€j«ffo  di S^^naffiafio  Martire cmyn  -mifemM  pi^atintodel fan^ 
gue  di  qaefh  Martire .  jtltre  reliqme  ancora  di  S^o4sftffit%  jlpoflom^^  jlwreUa  >  e  Candi- 
da MiortirihaiéMte4al  fudetto-Dmdo  di  ordine  diW^Ituf^emioXJI^amfo  16%  ud^  Mon^ 
/hnor  rigido  fuoVicegerente  >  che  già  eftraffe  da  i^arij  Cimitpri^  &  che  in  ffteli^Mpf 
^conferuauaoo  appreffo  U  Monache  di  Torre  de  Spacchi  y  oueerala,  /^^^  dctmedeftmm 
J?ontefke  in  liomOi .  Del  quaL  Corpoy  e  reliquie  donafccomefopra  ne  fA  fatta  folen^etras^, 
lationt  con  Pinteruento  del  Clero  tutto  d  fpefci  di  Girolamo  Dnodo  frateUo  del  predetta 
Francefco  y  e  collocate  fopra  gli  altari  di  detta  Famiglia  nella  mcdefima  Chieja  tornii 
16^6.  d  11  M  Maggio . 

Quefia  come  detefrinie^ondate  netti  Colette  di  queJla.Cittàyfk  ietta  Matrice^  e  ritiene 
fotto  di  fé  altre  i  j.chiefe  F  ilialiy  cheli  fono foggeHey  i  Santi  TnteUriye'Fafréni  deBeqna^ 
li  fono  f colpiti  in  vna  Croce  d^^r^entoy  fatta  con  grande  artipcioycfpefa^  cheperlafuafìn^ 

folaritdt  e  bellcT^  fi  reggono  dtuerfe  compofitioni  in  lode  deB^%4rte  »  della  Mjateria$  è  de 
anti  contenuti  in  effa  Croce . 

oiUa  cura  di  quefla Chiefa  fono  foggftte  anime  1 300. 

Sstn  Maurttlo  • 

r  poco  più  oltra  è^SaaMaurkio  fabdcaco  dalla  fiun^gtia  CandiaiuucbUUnata^ 
hoggi  Samita  • 

'    Veiefi  rimodernata  la  Cappella  Maggiore^  t^a  palla  del  SJPrancefco  è  di  mano  di  mn<- 
tolo  Certi  fa  aliieuo  dì  Maffeo  Ferona  ytl  quale  fece  anco  dguaz,'^  molti  Quadri  d'intorni 
à  quefia  Chiefay  che  la  rendono  affai  adoma  • 
Le  anime  di  quefia  cura  fono  in  circ^a  6oo* 

San  Vitale. 

NEireftremo  detta  piazza  di  SaeMkSre£uK>  è  poftcìSan  Vimr^QcKficit)  fabrìcato 
da  Vita]  Faliero  Doge  3 1.  che  fu  Tanno  1084.  &  confacrata  a'  Santo  del  Tuo 
nome.  Vi  (ì  vede  di  buona  mano  >  la  palla  dell'aitar  grande  con  San  Vitale  à  cauallo 
fatto  in  fcorcio  con  molto  artificip .  A  pie  del  fup  capgipanile  lono  due  infaittioni 
antiche  di  vn  Caio  Numerio  :  portate  credo  io  da  Puòla  • 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

.*  Modernamente  fece  Antonio  MienfeUV  ergine  ^nnuntiata*  E  nella  Cappella  del 
Sacramento  dipinfeChrifìorifHfcitato.e  chef  ale  al  Cielo.  Giace  in  quefla  Chiefa  nelle  Se-^ 
polture  defuoi  M  allori  loren':^  Marcello  L'inuitOy  il  gbriojoyilquale  effendo  Capitan  G^ 
.  neral  del  Mare  perla  Republtca  combattè  con  C^Armata  del  Turco  à  ùardaneUiydellaqfia^ 
te  ne  riportò  memorabile  vittoria  Iranno  1 6^6.à  %6.di  Gtugno,e  mentre  corraggiofamente 
fedina  il  Bafsd  da  mare,  chefuggiua  con  fole  1 4.  Galere  mal  trattate  anch^e^  1  colto  da 


E 


m 


D  I:  Sw   MARCO   LlB.iI.        a 

^  iiroii  Cmme'ffàtodd'CafieUo^tlU'mtotid»  a)dòà%od«r  U  premiò  delle  fuefatùi^ 
àtet  òdrv^tMe  fempre  à  Gloria,  ài  Dio»  &  tOhmar  iella  Tania . 
Sdaalm/pu^paneebiaii'io* 

San  Rocco  &S.Margarìta. 

E:Ptìf  frrtltc,  oltre  aUa  ftatcnu  diS.Stcfai^ 
fto  •  loc^  Qclfiio  fmcifio  dedicato  àSanta  &ifafitia>&  di  fabrica  nuoaa .  Petv 
doche<e£feii£^pffiiM  vn  Lupanario  pubticoi^arfe  alla  fraterna  di  S.Rocco  %  che  ha- 
iietia'|>oc0ÌiiaoziikMutoquelcorpoSantodiGermania»di  fabricai^  il  collegio 
loro  «^a  acoomodacifipoi  vicino  i  i  Frarìilafciarono  il  terreno  vacuof  il  quale  pro^ 
£uiaco  di  niaouo  con  cale  di  legno  dalle  meretrìci  >  fu  finahnente  ridotto  in  SacrarÌQ 
di  donne  monache:  &  ornato  di  djucrfi  abbellimenti  di  altari  &  di  fcpolcri  • 

A  P   D   I   T  I   O   N    ^ 


^Raettntail  Striuu,  cbcritrouéniofU»  TwaUo  vn  Mvmifler»  di  M&nathe  em  titolo  H 


S.MargaritaycfienaofiperPantichitdfua  romuuo  it^eme  con  la  Chiefihquefla  di  là  partii 
Ufh  V€m§st<k  mVenHi^f  e  fermate^  in  ^fuefiolssago^m  ^frnio  di  Trancefeo  Faliero  9  di 
MiAiele%  e  FrancefsaiaLe^f  defjerapriffcipio  d  ^mfla  nmua  fabrica  deWiamo  1488.4 
%$^^^.,j£prHetomfÌ9WMenU>'di  Maffeo  Gerardo  Tatr^  fa  poi  Cardinale  y  che  yi 

^tkt,prmatàmii^^au$nta7nei^ftmam^ni0x^  fi  fecedeUnmagi^ 

m  delia  Madama  SmaiffimadaWuhmt4^cbi$^^l  rnsono  >  fegaiffe  l*anno  1 5  jr?.  adi  1 1. 
Lu^a  cmtinUimemoMiMrem^  Trieli  VaUiarcha^e  Cm^imUt^e  diceicbe^fla  imagi^ 
9Cpffe4m$kamen$tnMa£a$hedréedi  Mifitranella  Morea/la4faalciftd  dijhrtmadm 
TmthhfoSe  dàlia  non  ìòche  tempo  ritroka$a  appreffb  imhellijpmo  fonte  ad^wn  luogo  dei^ 
to  zaeowhhdime  Uficfgbricatù  i^n  Tempio  in  honorfitoy  operando  qimd  motti  miracoli . 

Chefoffi^poitra^kad^apoUdi'Rflmamayevifl^fiefinocbe  venne  in  poter  di  Tm^ 
l^itSrmwrafo^fottaUdV^enetiada  Francefio  Barbaroycifera  Trtmeditore-^e  dcm^* 
ta  i  quéfla  Chiefa .  Di  ornamenti  moderni  Monte  Mei^f^mod^infeìa  Tanolaxcn  iaVer^ 
pne  é^mtaalCielos  e  li  SS.  Rocco,  e  Margarita . 

San  Samvelloa 

ET  indi  fi  camina  à  San  Samndlo  >  Tempio  Éitto  Tanno  Mi^dale  famiglie  Boi* 
dù  &  Soranza  $  in  tre  nani  con  colonne  di  marmi  grechi .  In  quefto  luogo  Do* 
nato  Vinitianoi'an.i45owdipinfe  vna  noftra  Donna  nella  oicclua  di  mezzo»  vn  Saxi^ 
lacomo»  &Sah  Hieronimo  nellanicchia  alla  deftra  i  &  vnSan  Vittorio  »  &  S.Kicolò 
con  la  Ncmtiata  di  (òpra  nd  finfftro»  aUa  finiib-a  >  della  palla  deirattare  ddta  Frater- 
na de  i  Faie^oamiò  Marangoni  ;  ic  Francefco  Moranzorre 'ri  fece  gli  mtagU  ^ 

Vi  dioinle  anco  la  taoola  di  San  Hteronìmo^  Se  Sm  ScMOiano ,  &  S.  Luigi  pofta.^ 
alle  rpatìe  del  coro^  Francefco  de  Francefchi  ran.i448.  Bt  óltre  d  ciò  la  palla  m  tela 
dell*  Afcenfionc  di  noftra  Donna  è  opera  antica  &  di  raon  maefttò  • 

'(  H    1  AD- 


iis  D  EL    S  E  ST  ffi  R  O 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

TieWnAUare  del  Someno  dipinfe  Antonio  Folcr  il  Tr^U  SétmucUa  $  e  Sm  Mattc$ 
\époflolQ  •       Le  anime  jono  intorno  à  2000» 

Santo  Angelo  T 

LA  Chiefa  di  S. Anj^elo  dedicata  altre  volte  i  S.Moro^fii  eretta  dalle  fìaniglie  Mq^' 
rofina&Lupaniza»  Scaltri  dicono  dal  Doge  DomemooContarìai.  Il  coi  cam- 
panile tà  più  volte  in  diuerà  tempi  percoflodatÌui(aetta>  confticmo  wodigio  di  in- 
fortuni) allentiti  alla  Rep.  in  diuerfì  tempi .  Giace  in  quefta  %  Rocco  Cataneo  Vero* 
nefe  Auditor  perpetuo  di  diuerfi  Legati  o  Nontij  di  Veacda  1  come  huoiqo  d^ttHs» 
QcBe  Leggi  &  nelle  lettere  humane . 

ADDITION    E. 

icriue  il  Stri9^4  >  che  ilfadeno  Campanile  fo^e  pendente  molto  per  duetto  delle  fimda^ 
mentat  che  da  vn  Maeftro  forefliere  fojje  diri7;s:Ato  col  lenargli  il  terreno  dalla  parte  0^ 
fofl'aallafnapendenT^.  Che  dopo  e jfer  flato  dritto  vngior no,  Ó^vna  none  fidamente  ia--^ 
deffp  alla  fine  Copra  il  tetto  de  i  Frati  di  S.Steffano  • 

Terche  nel  fanno  lóji.dip.  Settembre  feftiuitd  di  S.  Michael  jtrchangelo  parue  tbe^ 
Iddio  perfuaDiuina  Bontà  efandifjeì^orationideUa  Città  s^tta  per  la  crndelpefle,  chef-- 
baueua  in  gran  parte  /popolata;  perciò  Francefco  Lazaroni  Dottare  nella  Sacra  TetdogiBp 
€  nell'ima ,  e  Inoltra  legge,  Trotonotario  ^pofhlico,  e  che  fa  gran  tempo  Vicario  Genera^ 
ie  di  Federico  Cardinal  Cornaro  Patriarca  dlVenetia,  e  Vicario  Generale  pur  anco  di 
Gioì  Francefco  Moro/ini  Vatriarca  finente,  come  Vionano  dt  quefla  Chiefa  la  rinouò  tfuaR 
per  la  metà  dalla  parte  di  Leuante ,  dedicandola  alla  Vergine  Saatiffima  Lanreutna  detta 
falsae  ,&à  San  Michaele  jtr congelo  in  rendimento  di  gratie  per  la  ftn^olar  gratia  rice^ 
unta  da  Dio  in  liberarci  da  cosi  fiero  male,  inflitnendo  ingiomi  determinati  n  recitar  fo^ 
lennemente  le  Litanie  de Santicon  altre  diuate'Preciiondenell^m'co  di  meno  della  nuMéi 
fabrica,nellipilajbri,  che  b  foftentano,  e  nelle  bafi  yfec e  f colpire  in  campi  dtoro  li  fegnenfi 
Blogfj,  infcrittioni,  e  femenxje  della  Sacrafcrittwra.  cioè  i 

Apparebit  Arcus  meos  m  Nubìbu»  » 

Etrecordabotfoederismei  Vobifcom. 
Salus ,  &  Pax  in  Virtute  tua , 

Et  abundantia  ia  Turribus  tuìs . 


*  DIuafaluscumMichaeleArchangeloJpfa  Die  Ded[icaci<> 
niseius-pnmiHn  Salutari  M.  DC  XXXL  fraéia  pefte ,  ve* 
nit  in  adiutoriun  Veneto  populo  Dei .  Arcumergo  Dininr 
Foederis>  Pio  Senatus  Aere,Francircus  Lazaronus.S.TlKoI. 
9clV.D.  Prot.  Apoft.  Pleb.  Vie.  Geo.  Patriarch.  in  Templi 
Rparatfonecrczic. 


Bo^ 


M  ;5.   M:rA  R  C  G   Eia  IL       117 

ttosétUaiW.  Kidjfte^^SnMifòrni  Urania  JikNfta,  Sm- 
dasM^rì^adfPc^JkjCMeii^rceppbnerepretTa  Pelle  $  Michael 
AixhangeIii$»C«^^sIr«ttooiicilia(oeafe,  venitlaadiii- 
ttttttw  pòflp  Dei»  Mbleaa^ftdriain  erge  Stadi  Angeli 
oiincu|>anint.  Anno  D.  XC  D.  Giegorìo  Magno  Pont. 
Maxioio*  qui  Maioribiis  Litanijs  prò  Gratiarum  Anione 
Preoesa<]iecit:Mauri49k2m^Cftore.  O  Beacas  Vrbes  Reip. 
Makftaic^  &Diiunia  Grati»  inuicemiEmulas. 

»  ; 

D.    O.    M. 

Chrifto  Saluatori 
\  B*M*V,  Lauretanae  falutari  ; 
AcIvÙchaeli  Archangelo 
Defenfori»TuteUribii$.&  Titularibus 
'  Atcum  ftlikis,  &  pad»,     '■ 

Pioialute  Publica 
Perpetme  Foeiicjtads  Votuo). 

,.       F.L.P,  AnooialuiB  MDCXXXXfl. 

Vrt>anoVJIlPont.Max.       '      ; 
Francifco  Ericio  Duce  Vcnet.     ■      - 
Et  Lapif  f  quem  erexi  in  Tinilan 
Vocabitur  Òomtis  ÌDei.  Gen.  cap.  xx  v  1 1 1. 
Ma(y%l%«rtt  Gloria  Donins  iftius 


•U!- 


•r    '^iafutépublica  , 
itdnòram  omnium  Vocis  *' 


Litaniteperfedac  Laudis  ex  ore 
Infantium  fingulìs  feitis  Ferijs  ; 

kemq.  Dominicis  dicbus 

AdConftit.  Synod.  Pf  isfcripnim 

Pro  Beneficio  indidac. 

Anno  ab  Vrbe  condita  M  CC  XXL 

Federico  Tic.  S.  Marci  S.  R.  E. 

Presb.  Cardinali  Cornelio 

Patriaicha  Venctiarooi  « 


A 


t  '  * 


H    3        U«» 


fi8  DEL    SESTI  Elio: 

ra  netta  Chie^cf»  mH[pmtmlfttU£difr^axciap(U9^m*elmè^^        ìijinomar 
ilrefiodiqHdmCbiéfaih'MeHdoftWhoraìàto^èfìHctm^  ài  ìiuéui  'Ultori » 

& btmtmiti mi^S(òiitt*nte4eeeriawéw4ltòrp9 WS.tk*^iSità niitmtt Vfteimo  dalai 

Sono  dqu^cnra  fono  anime  2400.  . 


• .    «  ^  * 


San  Benedétto'. 


SI  troua  poi  San  Benedetto  fattq,pcr  opera  de  i  Caloprini,&  de  i  Falieri.  Habkato 
prima  da  Monici,  diuentò  loii.annitwo  Parrocchia  •  Vi  fi  moftraiia  la  tcfta  di 
San  Vito,  vna  fpalla  di  San  Gregorio*  conghoffi  de  Santi  Tiburtio ,  Valeriano  »  &: 
Cataldo .  lacomo  Tintoretto  vi  dipinfe  la  palla  dell'aloe  grande .  &  dipinfe  anco 
nqlla  cappella  Contarina  tntta  ornattitii  RuctM  >  "St-d^ofo  >  il  Prefepio  •  Ndla  qual 
cappella  fi  legge  in  memora  dc^fuoù&fericatmifqileftÀepicafio  • 

Dommicus  (cntdKt»ut^  hU^.  ^fL^àx.  mmurìlms  k 
Kep.fmGius,poft^mmeie(»Jhit^iLeg4tum  egarét  im 
fatrUm  mehìi  wr,  Mt^.ÌÌ«y.'PtWK,Ìiieronymiqì  m- 
mine,  exAngHi  FrJtQòtwp,  aram  hattctrin  curmt . 

Affincontro  con  qud  medefimo  onuméotbé  fcHtttn 

Anitìm  QmtAttnus  ^rkwcìfà  OH  Imi  Stndtòrìs  filìus  » 
JEre  fhi  ^pstrts  teJÌ4t»efMp  p'resp'mmffiyfitap  mdw 
ftrUy  4c  diligehtià  adauSìé  y  rejthutt  ortMMi,  Deop 
bone  ipfam  dUAn<Um  curadt .  ÌA  D  L^XIL 

A   D   D   1   T   I   O  "N    E. 

pftffi*CìnefatmrUienefiàyéfiiShiàs 

aipMadafondamemidéU^mimiriifoio:Fatriarca,{bfi'Pifiel'amo  lÓip.inbeUa»  e 
moierna  forma .  E  nobìl^nm  f  Ultore  fabricato  da  Uméìo  Cantarmi  CauaUere»  e  Tro- 
cttratordtSan  Mano,  e  da  Domenico  fnofr atetto  frautW'm ,  e  prudentigim  Senatore  , 
Tadre  dt  Giulio  Vrocitmor  di  San  Marco»  per  efferamtejh  difin^fimi  marmi  con  vaghi  , 
e  ncm  ornamenti ,  la  cui  Tamlaia  fecero  lauorar  in  Homada  Vittore  molto  filmato ,  la 
quale  contiene  la  f^ergine  in  Gloriale  fotto  San  Ùomenico,  eJTUntelo ,  che  fcaccia  Luci- 
fero  • 

Vìi  altra  fé  ne  yede,  doue  impprefmato  "Sm  Stkaftim>  l^ato  atPvn'Ulbero  Saetta- 
to, 


D I  s;'  wa^b^  e  o  lib.  il      ^^ 


(^iiejla  cura  ha  anime  mtomodjotfC  '         .      • 

Sftft  PjNCl'IltàllO  • 

ET  San  »aremkiM»pe>iBneituMI»firibct*Glàtfibtt4^ 
greco.  &  notabile  altre  volte  per  Immagine  miraa^ofa  di  vn  Choila  ìmAo  (òtto  it 


Al   D-   DnlT    1=  a   M    E. 

.  *        ■  '  j 

'    SsQ  Ptmtiiiòl 

Il  Tempio  cK  Sao  Faniiào  j  fafcric^o  gt^  dalla  ftuniglia  Pifana  «  »  rtftaurato  conJ 
bella  formai  tempi  noftri;  d  degno  di  ntemoria .  Perciochc  fu  nobilitato  per 
vpà  imagioé  detk  Vergine  portata  oaUa  pttdfettà  famiglia  ±  Venetia  %  dalie  para  di 
Icuaate  •  La  oualc^  òperanao  oiiracolorameate  diede  occafione  di  ridurre  9  tempio 
iTfuo  debito  fine  4  ' 

ADDITI    ONE. 

{^TanfioèmirabUeperir^nbi»tt*ira*Ptmfi(«»mt*^m4rm»y^>ù4^  L'^ltO' 


4>ufia.  iii(mt(im  i . 

w 

Templi  Affiiflet  lotnoes  Pòmellìus  Aram 
]>tim  tìhi  Virgo  dktt.  cor»  animauM}.  faaat . 
i<Jai.Ka1,Innli. 

Fn^attrc^kare  fi  yedcerenùnttoHomcntc  di  rincontro  d^  e  fatto  fi* 

^iU\U^ej^odifiiimacmhTcmdétii  raffftef^tò  U 

y'ifìtiftUatdétei  Afadonmi  ton  gtan  iib^enzA  >  e  fhH^  •  Sopw  ima  dette  petrte  vede  fi  U 
tergine  ^Awmntiata:  dipSktii  dà  C^are  dMle  T^mf^  VitPor  yenetiam  •  In  yna  gran  tela^ 
Leonardo  CcronadimofMtaCr&e^JJhne  di  (Ar^a  >  ^pera  moUo  kdaték  da  imemo^tifer 

Mmeiitità4ià^fiffa'9ìP€fUli9fìr^difi^^  & 

'^jikììfSuiffkni/^^  J0il4iQfiH?dm  iil09^Hfi9ml^fftikr9^SapraUpQt^ 
*.^-..>  ^  H^  ^       ta 


ii«         .  p  £  L    S  &  syUH  KOi: 

t€tìfCÌifiBtm'¥eìfnJl«tiM*yUirttQ^0Ì»^m  UUaàmuh^m  f^'m»  tt  Sminaci. 
éoueèmcoritrattosinocchioneilfildeuoFiouMo . pf^eui^^Gi^epfc Eitfi»  ii»dttgf4hi* 
QttefWPMmuhia  fa  {<^  anime  %oo,meprtit,       . 

QVindàfi  traila  Stn  Luca  licisatontlhuiibilic&jdeSac^  fi  fi  Tedr 

salajnasMfiìoiUladicoiidiioaofcwapeai^^  delta  fiito^^iif^ 

Dandola. 
Fùpobflibteatcfl^iiiioftridahiiomhiCM^ 
iK>  pofti  in  vna  meddima  tomba .  I  quali  renati  à  morte  in  mif era  &  infelice  fortu- 
tu  »  furono  meffimfieme  coli  morti»  poi  che  tutti  viùendò  in  vnniedeiimo  tempo» 
non  poterono  fopportar  da  gloria  r  rao  dell'altro  •  Et  di  qoefti  il  primo  fii  Lodouioo 
I>okè  ^k>0U  Tn^ico  I  cIk  tnportò  ikiokeop^ 

ciffimamente»  fra  le  <|oatt  Ai  mottolodaco  I^Oratore  di  Chrerooe.  U  fecondo  &  Jjìoh 
nigi  Atam^ii  da  Cagli»  fommo  offcruattHt  delle  cqgolt  della  Iti^M  Tofcana  •  B  ter- 
zo fu  Alfonio  VUoa  Spagnuolo»  che  fcritfe  la  vita  di  Carlo  V,  &  di  Ferdinando  I.  JpEh 
peradore  •  Vi  dorme  parimente  in  vn  cic|>oftapaRo  in  aria»  quel  Pietro  Aretino  »  il 
quale  fu  cognominato  Pisello  de  Principi  per  lalicentiofa  prefuntione  deUa  fua^ 
mordaciffima  penna»  &ircnaleinorendoperdè  del  tutto  il  nome:  poi  cheefiendo 
ignaro  di  lettere»  &  operanao  per  &rza  di  natura  ne  fuoi  capricci>hcDbe  dopo  moiy 
te  il  meritato  premio  della  fua  petulantia.  conciofia  che  eiTendo  le  cofe  fue  reputate 
dalla  Chiefa  poco  chriftiane  »  furono  vietate  del  tutto  i  lettori  >  Se  fi  fimsbbe  itfffittCD 
cancellata  la  fua  memoria»  (e  1^  Ariofto  burlandofi  del  titolo  »  ch'egli  fi  haueua  prtifii 
indebitamente»  non  haueflfe  detto  nel  Furiofo  > 

Ecco  il  flagello 

De  i  Principi»  ìì  diafailNetro  Aretino  • 

ADDITIONE. 

Oltre  atti  predtni  Firtuofi  ftpoUiin  quefU  Tempio  »  W  pace  anco  SMamo  Jtkfcel^, 
ihe  fcriffi^  U  modo  di  comporre  in  verfi  »  e  [opra  f  im^^rWir  di  motti  Trincipi  i  &^  aUri  T^e^ 
fonaggji  di  ftima .  Fedefi  quefta  Chiefa  tutta  rinóuata^i^ndamenti  in  beUa  »  e  moderna 
forma .  T^IT altare  della  Cappella  M^^pore  dipit^  la  T\aftia  Vaolo  f^cnmefe^e  ti  qua- 
drida  iloti  li  face  Ltdgi  Eet^atto  T^ipoteaet  medefimo  Vao^apprefantando^in  rno  Chrp- 
fio  SUg^  7(ifiro  in  atto  di  Commmicar  g^i  Apofloli  »  e  neliqltro  come  fé  ne  Jid  éUnanzi  à 
TilatOt  che  Jilaua  le  mani .  HeUi  pilafiri^.  che  fofiengfmo.  Inarco  della fteffa  Cappella  fi  teg^ 
g^  Ufe^iente  injcrittione  t 

Cappelkm»  &  Altare  S.LucarEuangeIii(bt  dtcatum»^Safuaton  qnoq»  lefu  ».     . 
&  Sacratiffiino-eiusGorpori  Concordi  anima  Clenis  >  &  fodetas  Sacra* 
memidicarunt.  M.D.  LXXXL  Et  Magnifìcentiffimè  pietatis»  &  reli^ 
pooi$  ConfratsespKopri|8rimpen(is  inftaunirunc».  ^ornarunt  » 

IliimoétgU.^ari  eretti  di  nmmotlauoròkr4Uola:7^olèRaimero  TimreTUtmit^ 
pfmlio dil%en*ementcfigm^and0inefia il 9amot$  litici  di  frama^  S4npL£tcilia%  f 

Soma. 


Dfi    M  aUCO    LIB.  il      iVr 

fymàìàdrgàrha.  Il  f^m  potè  r^Huardeuole  fimo à  frejkod'a  D&mefàco  Bnmictm  fi 
hd^aréine  di  architettura  f  e  aitanto  rilie$iO  9  che  par&tm  edificio  in  piedi^  riufcendo  ya^ 
^bif^mo  oltre  al  colorito,  per  le  colonne  comicionif  capitelli,  ba/ie,  fogliami  ffcartocci  >  cor* 
Tidarit  e  tribune,  che  vi  fi  veggono .  Continuai  ^erettione  degli  Altari,  che  mancano ,  per 
dil^nxfl  >  ^  foUecitudinedi  Gio:  Battifia  Faoris  Dottore  nella  Sacra  Teologia  Tiouano  di 
ftepa  Cbkfa,  Canonico  Tatri4rcalc  >  e  Vicarie  di  Gioì  Prancefco  M  orofini  Tatriarca  per 
b  Monache  $  ìmnto  di  fingj^lar  dottrina  i  che  fa  riff^enderequefidChiefa  cm  la  ben  ordi-^ 
naia  officiatnra,  che  rende  confolata  la  Taroccbia  con  taffìdna  ^  e  diligente  cura ,  leggendo 
ed  cowtmuo  dottrine ,  efcienze  d  Chierici  della  Città  %  allenandofi  perciò  fempre  tmonc 
piante  p&la  y^adel  Sigttore . 

%0^ù.jtngmc  in  wxafM»  fatto  dfnefiacnra. 

-  -  ~  » .     (•  _  •^*  ' 

San  Satuatore ,  , 


1 1 


CI  tede  parimente  fairìcca  &  bdla  ChkTa^i  SanSaluafiofe>fabrìcata  come  fi  dicei 
O  per  retKladone  di  JSan  Magno  dai  Oalara:^&  Carofi>  &  habitata  da  Preti ,  ma 
Boàrio  Michele  ch'era  Vicariò  d'efla  >  prelb  habito  di  Canonico  regolare  >  mutò 
l'ordine»  &  fu  approdato  da  Papa  Innocenzo  • 

La  Chtefa  vecchia  con  fottoporcico  >  fotto  al  quale  albergò  ma  notte  Papa  Aki- 
liiidfo  IIL  baueoa  vna  cuba  lauorara  di  mofaico  per  opera  di  Marino  Morofino 
Doge  43 .  che  la  fece  £are  fanno  1 14S.  Fu  poi  riiatta  la  fisU>rica  ùxl  modello  di  Tullio 
XombardQ  famofo  Architetto  >&  Scultore  m  quelle  parti»  imitato  dalla  parte  di 
loezaodattaCbieSii^  SaaMirco  »  8c  vi  Ai  óonfenia&>  ralta^e  di  Sin  Tomaio  confa- 
crato  dar  Vbfildo  Caidinaie  OftienTe  rann01178.il  qpalfupoi  Papa  con  nome  di 
Ludo  IIL  È  venerabile  »  oltre  i  eli  altri  omamenticou  per  la  ftruttura  fua  comepcr 
altro»  per  Io  corpo  di  San  Theodoro  »  che  fu  il  primo  Protettore  della  citti  •  il  quale 
fa  acquiftato  da  lacomo  Dandolo  l'anno  1256.  percioche  trouandofi  coftui  nel  mar 
madore  con  1%.  galee  »  &  hauendo  prefa  la  città  di  Mefembria  lo  traflfe  fuori  della 
Chieia  diSanta  Soma  &  lo  oonduflfe  a  Coftantinopoli  >  &  di  quindi  Marino  Dandola 
lo  portdaI'Vbietia»  Sèfcrchc  habitaua  in  cjuella  contrada  lo  ripofe  in  quefto  (aera- 
rio»  ancora  thn  okd  dica  che  re  Io  metteflè  G  iouanni  Badoaro  Patriarca  éi  Grado  ^. 
Vì/ivededimannQvaSanHieroniniofcoIpito  da  TomaTo  Lombardo  allieuo  del 
Saofonino.  &  fotto  Torgaiio  in  due  nicchie  5an  Hieronimo  »  &  San  Lorenzo  di  mano 
del  Danefe  Cutaneo  da  Carrara»  &  di  lacomctto  Colonna  amendue  allieui  del  San« 
iouino»  &  amendue'  concorrenti . 

Vi  è  parimente  di  Scdtura  la  palla  deiraltar  grande  di  fìniflimo  ai^nto»  &  lauo* 
rata  con  f^ire  di  baffo  rilieuo  alte  vn  piede .  Di  pittura  fi  vede  nella  capella  del  Sa- 
gnunentbria  Cena  di  Chrifto  di  Gian  Bellino  »  &  fu  Tvna  delle  coft  eccellenti  »  die^ 
egHoperaife  ^mai  »  &  nella  capella  alla  finiftra  vnapalla  di  Hieronimo  da  Treuifo 
ukuo  di  Titiano  :  &  fui  catenale  della  fagredia  vna  Nuntiata  dipinta  dal  predetta 
Titiatio  •  &  la  tauola  di  Santo  Agoflino  con  monaci  inginocchiom  fa  di  mano  di  La-^ 
nx6  Sebaftiani  «  Vi  giacciono  fimilmente  tre  Cardinali  della  fanHglia  Oornara»  in-# 
fepolcro  di  marmo  »\:he  ocaipa  tutta  la  faccia  fopra  la  porta  della  u^reftia ,  di  nu- 
no  di  Bernardino  Contino,  de  quali  vno  è  Marco  creato  da  Papa  Akdandro  VI  J'aiK 
no  1 50oi*altroFrtticefoo  creato  da  Clen^nce  VIL  Tanno  1 5^7. 6c  ilacrso  Andrea  , 
creato  da  Bipa  Pacl^fiL  Tao.!  S44JUl'si)C0iiCfodiqiKftì>  finom 


> 


:ii4  P  K  L    S  E  $  TJf  H  O  ' 

Inliw  MtMw  VicBDoenfis 
Scttlpcor  >  PiOor ,  &  Aidùaetiau 

F. 

£  0e/  fHAUÒ  delfeditceh  in  pietra  di  pano^we  : 

Lauremiiis  Superandot 

Eorum  Filue  Vir. 

ExTcfiameoto* 

Siopra  H  FrMtifpitèo  iamlatorìiifn  S. Andrea  fcdpHo  ia  mmrmù  frmit  più-del  na^ 
turéti  e  daWaitro  yuSan  BenedeM  >  che  dimofiroHt  t  nomi  delii  predetti  Defmi  >  cm  t- 
mmiDolfineynupefpitrtet&i^nmMwtenn  .La toro fepoitttraii piedi dett>4ltare  fih 
detto  doue  èfepolto  anco  Praiuefeo  vnico  loro  figUnelo  molto  ceMnrato  dal  Stròfa . 

.Altmetntrodi  quefUt  ve  nefim»  dot  altri  ;  ma  infieme  eenffonti  »  fbigolari  ftrfim*$%- 
rat  e  ricchi  per  la  materia  *  fatti  in  doi  mrdiai  di  "Pietra  di  parai^Bne  con  cotmae  bdiiffime 
di  tutto  tondo,  che  hcmno  H  capitelli*  e  Itafe  di  brun^ .  1^/  primo  ordina  eh? è  dorico  tuo  dai 
napac^$mifpétii  diuift  da  cmnne  iteggonft  iefiatue  diflefefopra  ifi»olchri  di  doi  FntteUi 
Digit  Aefnrono  Lerenzate  Gironimo  "Primi,  fcolpite  ia  marmo,  e  dilisentetnente  t onorate 
è  «ro  .'/(KM  aUe  qMUincampo  atro»*  d  caratteri  d'oro  dgloria  loro,  fiiaai^Uata  del  prim 

D.    O.    M. 

LaiHcmiàs  Priolo 

Dux 

Sapieotta  filoquentia 

Infigoii 
Legarìonibus  fnmnis  Quìbufq.  muneribiu 

Clariis 
paulì  I V.  Pont.  Caroli  V.CcL 

Concitatòs  animos  Deliniuic 

Pacem  Fundauic 

Italiani  Tranquillauit 

Peftilentiam  Extinxit 

Remp.  Bene^effit 

Pius  Portis        Prudens 

Proc.  D.  M  de  Vltra  ex  Tcft. 

Lud.  Prìolo  Proc.  Nep.  P. 
ÌEit  An.LXXVilII.  M.  U 
D.IIl.Inprinc.vnU 

E  del 


D  I    SI    M  A  KC  O    LI1.II.       «wj 

EtMfcmih  . 

D.    O.    M. 

Hierooym  us  Priolo 

Ditt 
loftitict    Pnidentùe,        Legum 
y index  Tutor 

Vrbcm 
'£dibus        Specimen      Templis 
Ezornanic  AuÓtzmt 

pacem    ,    Italiae  Confirmau't 

Remp.        Sartam  .       Te^am 
Ab  ornai     Pericolo         Seruauit 
Fratemae    Virttitis         ^mulus 
IRtocu*  !>•  M.  de  vlcra  ex  Teftamento 
.  ""        Lud.  Priolo  Proc.Fil.P. 
yix.  An.  LXXVII.  M.  XL 
D.XXl.InPrinc.III. 


e\ 


*    * 

^tlfltùrime  difipras  cVè  Cò^pofitOM  Tacchi  formati  da  Colonne  vi  fono  due  gran  fi^ 
gare  fcolpite  in  marmo  daGiuSù  talMoro»  t  vna  di  S. Lorenz/)  ytaltra  di  San  Girolama» 
cbe  fono  t  Santi  laro  tutelari,  de^uali  portauano  i  nomi . 
Sonofohopojk  à  queftatbiefa  2000.  anime  in  circa  » 

San  Baitolomco. 

SVI  corto  dcM  ftiedefima^via»  fu  fondato  il  Tempio  di  San  Barroromeo>  che  h  pn- 
ma  volta  fiì  dedicato  i  San  Demetrio  >  &  fu  faorìcato  da  Marco  Orfeolo  >  &  da^ 
Bartolomeo  Aio  figliuolo  :  rifatto  poi  in  3 .  naui  dalle  famiglie  Salonefi  i  Bekjgna  8c 
Vallare/fa  •  &  altri  dice  dal  Doge  Seluo .  E  fottopofta  aHa  cura  del  Patnarca>il  qua^ 
le  vi  mette  vn  Rettore  con  titolo  di  Vicario.  Fu  nobilitata  pochi  anni  fono  da  Cnri* 
ftoforo  Foccari  Tedefco  >  il  quale  vi  condnffe  vna  paHa  di  Noflra  Donna  »  di  mano 
d'Alberto  Duro>  di  bellezza  fingokire>  per  difegno»  per  diligenza!  &  per  colorito.  Vi 
fii  anco  dipintoi  su  la  fepoltnra  del  detto  Foccari ,  alcune  figure  da  Batcifia  Franca» 
&  Marco  del  Moro  vi  fece  TAltare  d'Ogni  Santi . 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

Furono  gìd  riformati  gFjtltari  >  e  fatti  di  marmi  alta  moAema  am  ornamenti  dimoia 
ffefa^  e  fpeciabnente  il  maggiore/fopra  U  quale  è  ripofloil  Tabernacolo  di  finifsimi  marmi 
con  nmckie  »  e  moke  fiznre  d$  bronzò .  Gumanni  Tiepolo  Tatriarca  rinouò  poi  la  Chiefa  > 


rUuceniola  al  fiato  >  cheftanroua  alprefente  j  nr ff^  f i^fe  yf ian/i  iMlrr  fcMr^  di  tìMir^ 
hmmini  modemit  coyn^e  neW^Uare  dma  natìóHe  ^Mnamtat  Vjlmumtiata  con  gloria  iP* 
angelo  di  mano  di  Giàuanni  Kxtbamer .  La  tanola  di  Santo  Mattia  di  Leonardo  Corona  • 
//  San  Michieky  che  difcacciai  pemonit  con  Iddio  Tadrein  Gloriadi  Vietro  Malombra  • 

Dipinf e ilValma Ut ouotadeltMtar Martore j  figurando  In^efia  il  Santo  ^pofloUf 
{corticato,  e  di  Quadri  Laterali  con  il  mede  fimo  Santo,  che  Battei^a(neltyno)il  Rè  Toù'^ 
mone  di  Armenia  è  la  Regina,  àneWaltrO  qHàndòMène  percoffbikSatteliti  C(f  bafioni.  Im 
oltre  fece  il  gran  Quadro  eon  l'Hffi<^M  del  Serpente  di  broìr^fdone  oUHncontro  lamrò  San^ 


to  Veranda  quello  della  Mona  »  che  daprofejfori  viene  molto  loìato ,  infieme  con  la  yifitic 
di  nofira  Dmna,  e  nella  SagrefHa  la  Miffione  dello  Spirito  Santo .  f  retta  quefia  Chiefa  da. 
Bartolomeo  Giera  Dottore  nella  Sacra  Teologia,  e  neWvna  $  e  IMra  Legge  j  aWéol  Ficom 


rio  Generale  di  Gio:  Frmcefco  Morofini  Tatriarcaprefen$e  • 
Sotto  dquefta  cura  fono  anime  looo. 

SanGiuJiano. 

'         t,  '■  é    * 

POco  diTcòfto  è  ficuàto  San  Giuliano ,  luogo  antico  8t  ef étto  xlalla  £amiglia  Ba  Ibi 
in  }•  nani  >  ma  pòi  rifatto  del  tutto  i  perruafiotlc  &  fpéfa  iti  pacte>  di  Thomafo 
da  Rauenna  Mcdicoi  fui  modello  del  Saniouino  quanto  alla  faccia»  su  la  quale  appa- 
rifce  la  memoria  dd  detto  Thomafo  »  con  U  foa  (tatua  $  bronzo  $  Se  con  quc(uw 
infcrittiono . 

ThomdsVhyloUgusl^AutmìAsThyltcuSyàerehonefiU 

Senàtuspermiffit,  fittati  erigi  fecit .  ìlUs  animi  ^  bàs 
ttÌAmc9rporismonumentum. 

Ann. Mundi  VlMlìCCt  tttt  No». OHob. 

Jefu  Cbrifii  M1>LIIII  Vrbit  H  C  XXXIUI 

e 

Vi  fono  venerati  i  corpi  di  San  Floriano  martire  »  &  di  San  Paolo  primo  ìi^eniK 
ra>  il  anale  l'anno  1240.  fu  condotto  à  Venetia  da  lacomo  Lanzuolo  >  che  lo  hebbcr 
dalr Abate  di  Santa  Maria  Periletto  in  Conftantinopoli»  ma  però  fenza  il  capo>  il 
quale  fu  altre  volte  portato  i  Roma  • 

Nella  Chiefa  Vecchia  Gian  Bellino  dipinfe  la  Noftra  Donna  »  Santa  Caterina^  » 
U  San  Daniello  con  la  Niintiata  di  fopra  •  Lataro  Sebaftiani  vi  fece  S.  lacomo ,  Saa 
Marco»  &  San  Hieronimo  con  tre  quadretti  nello  Scabelk)  •  Boccaccino  Cremonefè 
vi  lafciò  di  fuo  vna  Nofìra  Donna  con  quattro  Santi,  &  Antonello  daMefHnache 
fìi  il  primo  ìnuentore  della  Pittura  à  olio»  fece  il  San  Chriftoforo»  &  Pino  da  M eflina 
U  Sé  Sebaftiano  »  che  fono  da  i  lati  del  San  R occo  fatto  di  rilieuo  •  Et  la  palla  di  mar* 
madeiraltare  del  Sagramcoto  di  mezzo  rilieuo  >  fu  opera  di  Hieronima  Campa^ 
sua  Veroncle  r 

.1 


D  It    MARCO  tlR    II      117 

ADDf'VIONE. 

^ne  affinfcrittmc  r^crita  dal  SofifimHh  di  Tomafo  da  Hauom^fi  rcde  mUaCaffd- 
U ìil'if^jme  da  ila$ÌdeW Alme  anco  iiUcfidn^ 

p.    O.    H. 

ThoHic  Pt^ilologt  Rang.  Raiiea  Phy  f.  Eccien  &  Pab»^ 

Proc  Of».  merico ,  R  •  0>ixìiiicntarij  • 

M  D.  II.  C  In  fpem  Refur.  futuri» ,  &  imaort* 
gloriar  perpeniuia  noBunemum  ex  lefia.  P. 

\a 


%% 


,      iqueJhCbkfai  è  fiata  ^co  ornata  di  ricchi  uiUarh  e  dfVinm^^      .  frd 

^ fari  è  beiijfimo  auetto  della  Scuola  di  Marx.m  per  marmi,  per  dijfegno  »  per  intagli  • 

&  altri  ya^i  lamri,  ha  poi  due  figure  yna  per  lato  di  San  Daniele»e  Santa  Cattar  ina  fcol^ 
fite  in  marmo  da  Aleffandro  rettoria  >  ehefece  medefimamente  il  ^Parapetto  pur  di  mar^ 
mo  di  baffo  rilieuo  figurando  in  effo  la  Vjttimtà  deia  Madonna .  Queflo  Ultore  è  dedicata 
JS^:  Fergma  Ufimta,  rapprefentata  neUa  Tanola  di  mano  del  Toma .  JlUafinifira  deHa 
Clelia  Maggfwre  9  né  la  minore  dedicata  à  San  Gionanni  Euangelifia  con  nobUe  Ulta- 
re^  e  Valla  del  medefimo  "Palma .  Il  Talco  è  benifjimo  disegnato  »  e  compartito  »  oue  nel 
:Éffa4ro  grande  di  nu^  dipinfe  pure  il  Valma  San  Cimano  9  che  [ale  al  Cielo  j  riceunt§ 
naIlaSantifimaTrinitd  con  molti  Santi  intorno^ 

Fece  medefimamente  fopra  le  Comici  due  titri  Quadri  9  che  fono  ChrifU  moflrato  da 
.  mtoo  al  popolo^  e  iafita  Refkrrettione  •  Ultri  due  ne  lauorè  Lemardo  Corona,  cioè  :  Ven- 
trata diCbrifio  Trionfante  in  Gerufalemme^  e  quando  fé  ne  ftddinanT^  Caiftffbp  che  fi 
4^arcm  le  y  e  fittemi  San  Pietro  interrogato  dattjtnct&at  &  altre  figura  nel  Palco  «  Sono 
d$  Santo  Peranda  le  due  tele,  che  dimoflrano  diuerfe  attioni  di  Sciocco ^  FA  opera  di  ^»*. 
drea  Vicentino  la  pittura  ne  portelli  deWOrgano  così  di  fuori^  comedi  dentro  «  Sopra  ima 
dette  porte  Tri  è  vnSanGpPokfmo  di I^^  Baffano ,  &  fytto  ad^effb  la  qtà  jotto  iiÉt^ 
fcrittione. 

Hicfonymo  Vignolé  Equi  ti  egregio»  huiofq.  Ecclef*  PrQC# 
meritiffimoi qui praner alia  multa,  quaeviuens  in  hanc  ae- 
fieni  contulij(4>^ii^i9  >  n;ior jem  etiam  ex  t^ftamemo  anai^ 
uerfarias  exequias  ;  manfiooarianiq.  perpetuai»  inftftuiti 
Prardicaiorb  Clerici^»  Sepultui  aride  Pauperibus  legatum  pe- 
renne reliquit»  Lacunarque  templi  «re proprio  facieadun» 
ac4ecorandum  mandauit» 

Objyt  Dk  XXL  OO.  M.  D.  LXXXV. 

Bernardo  Kotta  Dottore  neWyna,  e  l^altra  Legge  come  Piouano  di  quefla  Chiefa ,  (&  i 
anco  Cawmiaodi  S  Marco.)  La  fa  odiare  dtligentiffimamente  ccfifomma  edificatione  ,c 
contento  diParochiani ,  quali  medefimamente  fono fouenutiprontijimamente  intuiteti 

accorr eti^e  ne*  bifomi deW anima .     Efjèndo in  quefia  faroechia  anime  intnmo  itioo. 

San 


ia8        DEL   SES  TI^  RO»  C 

SanBaffo. 

PHr  fianco d  San  Marco  veifo  lo  horiuolo  e  la  picciola  Chiéfa  di  San  Baffi>s lal^ 
quale  (à  ricca  altre  voice  di  più  di  due  mila  ducaci  di  encraca»  ma  ftieruata  da  va 
fuo  Piouano  per  farfi  Vefcouo  >  Bieca  debile  »  non  ciene  altro  di  buono  in  lei  >  fé  noa^ 
vna  palla  dipmca  da  Leonardo  Boldtono»  &  la  memoria  in  fepolcrò  di  Gian.Battida 
Adriani  Secretano  del  Configlio  de  X.  huomo  già  di  nobile  ingegno  i  &  di  maneg^ 
ciò 

A    D    D    I    T    I    O    N    E.;     ,  ; 

E  fiata  nuùuamente  accrefciùta  per  alte%z.a  con^mev^  Lune  >  chefitumina:  riatti  gU 
altari  alla  moderna  di  marmh  con  altri  ornamenti  ordinarij  » 
mprotiondofi  [otto  à  qnefta  cura  fido  anime  400, 

San  Stefano . 

OLtra  alle  Parrocchie  fi  tnioua  il  Tempio  di  San  Stefano  primo  per  graìide»a>ft 
bellezza  >  dopo  le  Chiefe  parrochiali  di  quefto  Seftiero>  il(]ualefi  fini  l'anno 
1 3  2  5  •  II  corpo  fuo  di  ftruttura  Tedefca  ripieno  d'ornamenti  »  &  di  ricchi  marmi  »  8c 
colonne>  è  afiai  capace  :  &  commemorato  fra  i  primi  della  città .  U  coro  è  diuifo  da 
vn  parapetto  di  marmo  >  fopra  il  quale  collocate  alquante  nobili  colonne  >foftengo- 
no  gli  ApoAoIi  di  marmo  grandi  al  naturale  fcolpiti  da  Vittorio  Gambcllo  •  Si  vede 
anco  vna  figuretta  di  marmo  fopra  vnapila>  fatta  Tanno  1 50  j.  dal  Mofca  fcukoro 
afiai  (limato.  Vi  è  medefimamente  di  fcoltura  vna  palla  di  bronzo  di  mezzo  rilie- 
uo>  per  opera  di  lacomo  Soriano  da  Arimino  Medico  di  molta  fama  al  fuo  tempo» 
con  rinfcrittione  • 

HJc  fituseft  veneta  Surianusin  Vrbelacobùsj 

Vrbe  nihil  Veneta  dignius  orbis  habet  • 
Nati  &  pofieritas  fecura  mens  reddita  coelo  » 

Phyficus  &  patria  natus  Ariminea  • 

II  cui  fepolcrò  di  marmo  di  afiai  nobii  lauoro  j  fi  ripofa  fopra  due  grifoni  di  mez- 
zana grandezza  •&  nel  corpo  fuo  vi  fi  legge . 

RVRA,  DOMVSt  NVMMI,  FELIX  HINC 
GLORIA  FLVXIT, 

Et  più  oltre  il  ritratto  di  Marmo  di  Gian.Battifta  Ferretto  Giurifconfulto  Vicen- 
tino >  collocato  fopra  il  fepolcrò  fuo  j  e  facto  di  mano  d'Aleflandro  Vittoria .  douc 
lilcgge. 

IOANNI  BAPT.  FERRETO  VICENT.  IVR.  VTR. 
DOCT.  PRiCSTANTISS.  ET  INTEGERR.  VIROi 
IVLIA  VXOR  PIISS.  ET  SIBI  POSVIT. 

Di 


D  I    S.    M  ARCO    L lÈ.  II.       i2p 

Di tntttint  T^fiMO  dikicrit  qi^adri  nel  Chiofho  rdhurato  da  F.  Gd)rle(lp  Vìrdtìt^ 
no»  di  mano  del  Pordononc  eccellendflimo  Maeftro  in  quell'arte  •  £c  in  Chiefa  aUa 
ddtra  la  palla  di  San  Hierònimo  di  Giouann  f  >  &  Antonio  Viuarìffi  che  furono  Tan- 
no 1441  •  &  l'intaglio  dell'altare  fu  fatto  da  Gafpato  Moranzone .  Et  alla  finiftra  la^ 
palla  ai  Santa  Monica  »  nella  quale  fi  veggono  aiuerfi  habiti  antichi  de  Vinitiani  »  de 
medefimi  Viuarini .  &  la  paHa  di  San  Marco  fu  opera  <fi  Giorgio  Viniciano  •  ^  fer« 
bano  quinci  auro  >  il  Cardinal  Beltrando  di  Tolofa  Legato  di  Germania  »  Bc  è  ripo« 
ilo  fotcò  lV>i^ano  •  Bartolomeo Ltuiano»  che  fii  Generale  della  RepUbl.  l*anno  1 501* 
Andrea  Contarmi  Doge  59.  che  vifle  Panno  1^68.  Francefco  Nouello  da  Carrara^ 
Signore  vltimo  di  Padoua .  I  Contarìni  Conti  del  Zaffo  •  Hercole  Bentiuoclio  nipo- 
te di  Gionanni  I L  Signor  di  Bologna>  dolciflimo  Poeta  Tofcano  >  &  Marmo  Gior- 
gio Filofofb  dottiflimo^  &  Senatore  lUuftre  1  in  ricco  fepolcro  con  que Ae  parole  • 

Marinus  Georgius  Philofophus»  Orator ,  Scnacor,  Clarifs.  ^ui 
praetcr  optimaritm  artitiin»  iìiic  tota  Italia  exterifq.  geotibus 
fummo  honorcac  nomine  Legatustinnumerabiles  Prouin* 
cias  Albi/ 1»  domi  lorisq.  Magiftratns  amplifa.  quofqé  facilli- 
meadeptuseft»  &fummacnm  laude  gcffitj  Inter  quos  ca« 
'  ptiuus  prò  Rep«  fiiAus>in  dfuturnam  valctudinem  cum  inci- 
diflet»  leges  vrbanas  ex  S.à.  corrigens  f  lugente  duitate  ex- 
tindus  eft.  H.S.  M.quodHelena  Maura  Vxo.  fequatur  T.F. 
V.Vix.Ann-LXV/. 

Antonio  Comaro  Filofofb  parimente  celeberrimo  $  il  quale  IdTe  per  lungo  tempo 
nello  (hidio  di  Padoua  .&  Ti  è  fcritto . 

Antony  ddcineres  ^atòr  aJffa  ^ 
Hk  Cottulius  ìlie  qmm  Jòlehdnt  ^ 
Rerum  princifU  ^€y  dm  Jocentmi . 
Ohm  J»tenoreéc  fiufcre  jitheusc. 


Accitm  f^trUs  fubinde  ad  ifdss 
Ornétus  t'OubfpfiifcéM/p , 
DùGfrkd ,  Finetdm  htémit  V)rhem 


Lorenzo  Rocca Cancelller  Grande*  nelchioftro  poco  dUcofto  daBa  cappella  de 
Coati  dal  Za£R>.  &  vi  fi  legge . 

^  *^ip.  ih  ddmimifirétione  yerfimàU ,  ^  ddàmplìfs* 
in  Uffédm  rite  w  e§  coitnnditìs,  Lémrtnt^  7(occbd 


ISO  DE  L    S  E  S  TtER  O    I 

fVoSts  imitémtUmfftponiti*  Ndm  cum  yirtutis  ipft  reti' 
etéiatquétnm  cdtor  nffyueqHdqi  fludiofifi.  exittù,  es 
froÈ^  ùó»it4(e  affi  innectntià  decùramt ,  n  fià  «rdmis 
*Tj'tttcip4tum  incndthtU  omnium  confenjh  faerit  confèm» 
tuSi  4nn0s  ad  Seftu4gint4i  tdm  ttétm,  wttbru  m  pum. 
txcedensy  certiffimam  rutragtorU  &*  honorum  édipifitn» 
darum,  cuHdis  ratMum  decUrdUtt»  Gtw^ìus  5ttfb4mu 
neffs  ^dtifi.  F. 

ADDITION5. 

Di  quel  fra  GémeUf*  fbe  rtfimré  il  Cbi^fitOtfi  legga  t 

Gabriel  Venetus  Auguftianoram  Eremitarani  Atagifter» 
Domum  fociorum  igni  afliimptain  à  fondameatis  tettituit  • 
M.D.XXXH. 

Et  di  otndrea  Contarini  Doge  ^^.fudettò . 

HJc  Sacer  Andreas  Sttrps  Contarcna  norantr 

Dux  patria?  pra^ibus  fenior»  qui  ianua  Ones  $ 
Marte  fuo  ftindeosi  &  vidoc  Òa0e  pQtitusiAmiflfaai» 
Veneto  Clugiam,  pacemq.  reduxit  • 
M.  CCC  LXVlI.  Ihix  Crcattis. 
M.  CCCLXXXIKin  Cisdamfttbktot. 

In  memoria  della  Famìglia  Swiana  vedonfi  ijuefli  rerfi  fdpra  l^na  Sepoltura  rigeriti 
dal  Stringa,  che  fono  di  queil^apo  Siriano  Uedieù  fofra  $ominàUi  dal  Sanfokino . 

Hoc  tibi  do  Virgo  coeti  Regina  SaceUii^i 

Hoc  lacobe  maior  Ditte»  cninoi  q^  tibi , 
Sit  precor»  vt  velis  cura?  Suriana  propago 

Suit  nari  medicus  fit  lacobiq.  pater. 
Sit  Patria  &  vitreis  qua  currit  ariminus  vadis  • 

Votaq.  fint  dulcis  coniugis  Eugenia?  ^ 

Nec  minus  excetfi  Veneti  res  aha  Seoatuf , 

Quo  duce  partu»boaosi  gloriai  noaeir»  ope«; 

Se^ 


D  r  &    MARCO    LIBilI.       i|i 

HMtoloPfpo  dal  Ferme»  cMifueftamfimfiMei    . 

Hanc  quia  femper  erac  cum  corde  affe^us  ad  Vrbetn» 

Interiora  fuo  hic  voluic  cum  corde  locati  : 
Ottta  fed  reddi  patri»  Au  neaibra  Verona?  • 

lacobus  aHDorum  Princcps  de  Vcrjne  latiqje  • 
Militia?  fublimis  honos»  que^i  gloria  reritiB 

Geftarum  in  belloi  qucm  pacisfaiW^  togat« 
Confilia  illuftreoi  i^  &  nulli  éoQre  iècuoduoi  • 

Ipfius  angttigeaa  tam  rammuni  pMdus  ia  aula 
Vox  habuiti  cspit  GalloSi  vtrm(e  fu^nic^ 

Germanos»  fic  Italiam  fit  rìftoi  ademit 
Gentibus  externis>  alijs  ac  (gept  fubadis 
'  Ho(KbitSi  imperio ligornmOttcisoppkia  A;  vrbes 
Addidit»in  toto  fama  notiffimus  orbe . 

Hic  qtioq*  prò  attgenda  Veneti  ditìone  Senatua 
€>iaseMipars,ipretttlicf«liciteraraia  • 

Luce  obit  Ianni  bis  fena  in  menfe  feqnuto 
Miile  ..•.  centum  quattuqr  currentibus  annis  : 

FAgid  leuato  U  parapetto  di  marmò%  che  iUtidetu  S  Cor 6%  e  con  quei  mairmi%  colonne»  e 

fgure  fiidette  d^gU^PofloU  »  fi  fono  adornati  i  Vareti  lacerali  deità  Coppetta  Maggiore  > 

nel  meT^^o  delta  quale  epofto  l'altare  di  ordine  com^fito  fatto  in  tre  archi  forati»  con  co- 

hnne  di  tutto  tondOi  confuoi  contrapUt^i  tfopra  jmi  piedeftaffi  iferuendo  ut  Cornice  per 

impofla  deW^rco  maj^óre»  d^uatefi  akdaéornaio  di  Frontiffit»  %  e  fatto  a^effofi  pofa 

A  Tabernacobdifimj^mmarmi^diliìgentemente  Uuorato  confkgwredi  brom^»  colonne»  e 

cmarapilaftrit  efopra  ma  tribuna  di  rame  dorata  »  che  lo  rende  mófto  pago  à  riguardanti  • 

7{elli  volti  è  archi  da  iUti  tifano  accommodate^fopra  doi^attofì  peducci  doiftmre  gran-- 

di  d  naturale  fime  di  br(m:i(o»  fatto  le  qu4ii  tra  li  piedeftalti  vi  fono  dot  porte  »  che  feruono 

per  tranfitar nel  Coro.  Ericch^fimù^.4ltare delta  Madonna  detta  Cintura»  cMaeftofa 

fatto  di  marmi  fiatiffmi da  Carrara  tbeniff^  omatodidoifyure  facete  in 

marmo  di  mto  tcmo%  pcfie  da  i  lati»rapprefeaitànti  li  Santi»  Kocco»  e  Sebaftiano  »  con  altre 

^cora  nel  fnmtifpitio  »  reftan^  ihbéfa  d*intomo  da  beUijJirao  ordine  di  colonnelle  di  finif-- 

fimomarmoaffricano »  e daCarrara  »laeuiTauQlaédimanodi Leonardo  Corona »che vi 

fece  inefpila  V'ergine  affimtafaftenutu  da  vna  fiabe  con  molti  ^ngelrtti  %  t  fofto  S^go^ 

jUno»  Soma  Monaca»  SatM  iteffamye'hljcoLhneltaquale  vi  vsojiudioùarticolare»  e  per-- 

Wò  viene  vnitterfahnente  lodala»  eftimata  »  come  vna  dette  principali  jue  opere  ^  JPipinfa 

emonio  Foler  la  Tolta  di  San  Stefano  lapidoto  »  appre^lapappetta  di  Mar  in,  Giorgj^^ 

Tiftta  Sé^efka  vedefi  ingran  Quadro  A  Martiriodi  San$9Ste^anio»fiinitipiatoia  Sgf^ 

lo  Veranda  ;  malafciaio  imperfettopor  la  di  lui  maru  • 

1    ^       Ter 


j$%  DEL    SESTIERO 

Terr^armar»&à^aadirUTattadirmeMtrod  Sa» fattale, fì  letuaaUCuffflume 
giaceua  ucadauero  di  Barto  torneo  ^^tuiaiuh  coperta  di  relitto  Creme  fino  >  e  pefia  in  ter- 
ra; Efopra  la  medefima  porta  >  per  Decreto  ViAlicolifiipofto  vna  Starna  "Pedeftre  fcol^ 
ta  in  marmo  con  dilierfi  ornamenti»  e  fatto  la  qui  regiftrata  memoria  : 

Bartolomeo  Liuiano  Imperatori 

ì^luri  mis  Bdlb  fpeékato 

Q$cm  ad  Caldura  prarpropera  mots 

Fii^m  laboribnsabfltdit 

Noàts  Odobris* 
Senamt  dkatam  oKttorìaa  renoQMdl 

Ad  Bcrìte  Gloria;  Perennitaceiii  •        / 

M,DCXXXUI. 

4 

t  f 

QjiefioGranCapitanoianimocofhnte»pTndtHte>&ìmòtàfi^enerdé  desfiEferàti 
della  Hepublica .  Terilfuo  valore,  &  incorrotta  fede  fA  fatto  Ì(obile,gli  fi  donato  il  Co- 


aaua  ytgnoria  >  e  uaatoaa  ^narea  Hiuu0ero .  Cu  fnrono  mart- 
roTiòlico»  edonato  i  fna  mo^ •mnValSuAm.yenttia  <m c»h 
quanta  feudi  almefe  in  vita  f ita . 

lui  -picino  è  ^effigie  fcMita  in  marmo  di  "Pietro  "Porta  Medico  vakrofijtònot  e  fot- 
to  ad'efia  Leggefi  .   '^fl    '    ' 

t.    D.    O.    M.    S. 

Pctro  Porta  Philofopho,  Medicoq.  Preci.  Oodrina 

Vimiteq.  tam  in  Pacrit ,  quam  io  hoc 

Ac  io  alijsRelig.  MonafterìjSt  &  locis  pijt 

Celeberrimo»  immatura  morte  pra?uento 

Melchior  frater,  ac  Marcus  Balareno 

Ambo  I.  V.  C.  Gomifs.  ex  Teli. 

M.    H.     P.    C 

Obijciiiiio  Domini  M*  DC  X1II|.  VIIL  Id.Iaii: 

iEtàtis  an.  XXXVIIL 
Mcn.  X.  DI.  XVL 

SofrakVonaM^S»^dfdeatm»i  poffalaSeottMEtptefire  di  Dominieo  Contarini 
mtadoratacon  bOtigmi  ornamenti  di  cohnney&  akri  marmifinii  che  fa  "Prone J^or  Gè-- 
nerak  in  Campoper  la  Hepnbticain  tempo  delt^lniano  ,  celebrato  in  pia  èn»ihi  da  Vaol» 
^VMtantthfnna^triaFenetiamttefottoadreJfaStatnapt^itcaratten  d'oro 


Di    $.    M  A  R  C  O    LIB;II:        133 

Dominicus  Contfreno»  Duidore  Copiarum  LiuiaQo» 

Proukòr  Generaltc 
Hehietijs  fubOppido  Meiegnano  profiradis 
Auais  Lombardia  Vcnecis 
Lilia  Stemmati  Gontarenoà  FrancifcoGalloriim  RcgeiniunAis 

Faederaca  Gallo  Repdblicà 

Acciptt  Monumentum 

Àogelus  Eqaes  D.  M  Procurator»  &  Dominicus  Fracer 

Patnio  Nfaxino  ex  Tcftaracfito  •  P  ?•  M.  DC  L. 


w-Trocuraior  di  San  AUorco^hiofiffimo  Senatore  per  te 

tadh  e  Carkhet  menmeie  dentrth  efmni  della  Citid . 

Smoal^pialritrattoè  foftalaqtàrepftrauimez 


-A 


Angelo  Gpiìtare(ioEqti!t.ac  D.MardPri 

Quem  Refp.  fuinmisaclinioiftratioBibus  natum  nada 

P^  adolefoentiam  maxìmis  laudibns  cradu^am 

AdfDpremainvfi].aetateinpraeciputs  Vibis  Magiftradb. 

CiuicaciUD  pranèduris»  &  per  Enropam  ordinari js 

Eteztnordioarìjs  legadonibus  addiztt 

Apttd  Galli;  t  &  Angliae  Reges,  Ferdinandum  fi  I.  Imp. 

Vcbanun  Oftaumn  »  lanoceotium  Peclmuoi 

PoDCifices  Max.  Felidffimè  vbtq.  compertuiB 

Sempcr  defiderabit 

Huic  ianKNtali  Hcroi 

Dominicus  Contareimsfraterfepulci^lem  yEdem 

P.AnnoM.DC.LVJl 

^elCla$4ifùatie(iTa yi  pmo  attredepit  memorie  •  jlp^effo  alta  porta  deUa Chiefa  yi 
è  U  jepolcro  di  Domenico  da  Molino  fratello  di  Ftauceko  il  Doge;  rirtnof^mo  Senatore 
€on  il  fm>  ritratto /cogito  inmarmo^  e  nel  moT^  di  ejpifepolcroi  caratteri  ^gropUgge 
iilm: 

^ 

Angofto hoc  Clauditur  Cippo  «cuiasauguftao  .  .. 

■  Nm  cspit  ori>is  faiaaiB 

DoBioiciK  MoUnos 

Olii  iD.iioQfiniiaiida  Reipy  Maieftatcw  Pk^ndiendaq. 

.,  I^nnim  gloria  óunqaan^iiictit.       > 

r    3        Fratti 


1J4  I>  ?  J*    S  B  S  T  I  E  R  Q 

Fritti  DoldfiìiM 

Fraoc  D.  M.  Proc? 

Masttiffiauis  pof. 

Obìjt  Dee.  ièx.  Kaleodas  Decemb.  M  OC  XXXV. 

VincaDnosLXil.diesXXVI. 

SoffraUrott» delU lUm >i è yritdtri  fepólcro di  Vicetn^  Guffini  CoMotiere »  freftan-^ 
tifimo  Senatore  fmo  forre  dabU  medefimo  mentre  vineuneon  quefia  infcrittme, 

Viocentius  Gtiflonus  Eques 

Franciici  Filius 

Pluribus 

Pr«tuiis>  praefeóhirìs,  Legationlbus§^ 

Perfunàis   .. 
Diu  Rdp*  Concilio  fumino  Audio  inciirf>iiic* 
Nec  non  Rebus  fuis  coofuleos 

Adhuc  viuens 
Hoc  fibi  pofuit  fflonumenhiiii 
Anno  Doain!  M  DC  XLII. 


'•»,/» 


E  dopò  metto»  d<me^fii  fepokonelmnroparialfiuioèflatopeilhimapkciola^rà 
^  parinone»  dono  fono  mtt^Uate  te  fefftenti  r^be . 

Vinoendtis  Guflfonus  Equcs 

Senator 

Francifci  Ftlios 

Hiclacet 

Obìjt  anno  M  DC  Lllt. 

Die  XX.  lannarij 
Aati$fu«LXXVIlL 
McnfesXI.Dic$XVI. 

E JUtapcftanmuamenter^altra Memoria  con  itritratto dfmarm  di  Wdtroyhb' 
eenu>  Gnfioni  Caualiere  »  e  Trotm-éttor  di  S Marco»  ea^hmto  del  foprafcritto  doné  i  cm- 
rntteridoro  jUtieedilni, 

Vincentins  Eqnes  t  Andre»  Eijnitis  Pilios  Dei  >  Se  Patri» 

Gritia.  D.Mard  Procurator  Guflonus.  Domi  Fprisq* 

Fundns  fiipremb  publicis  onerìbus .  ve) 

Confiiiat^  ni  Aipicotis  Cooflii,  y  cT  Pntfcai 


V*  nffiis, 

Vd  ànicot. 


ViàmalUVm  ' MeJieo  Mmtìu  Ti*- 

me  conta  fiiaSfk  ieSlàtAU  fM  frttif- 

fim*  ^miaht  'PerJ  [«9  giommento  i  Vi- 

Mnti>e'Pofitrhnz  'teomaici<aad4are4é- 

TX  ,    o..  -    m;:',;,;;.?-  ^:::::^x^ 

Viinanum  ViiiUnBn  Vfnraiiiìi  iCììkìo.        5,5'u     J 
McdiciiiDra<èO|>ifeiaia>&£ilutiicai'         ' 

Cui c{t«i. vflpnooivi    «  '' 

Afliu^crentnicritò ,  facnq.  fubmictetcBt 

Mnltosiaraaimas  ..?'  '' 

Linggciaaiiusq.vruàPan^GiiiuUiiMun      V'     ; .~  * 
Vttmplimfaibecéacquitet  /     . 

Moistaiidnaipfati^MsJamatHBtilti  ;  ^''   ;^^^^^       . 
Qiiain  ille  priss  ;  .'-,,",    „!.',    ' 

Clatii&rao  aomini  ..e       ->- 

DaAarcnptiaaestnmerat  ,..•,..,      . 

ObiitIV.N6n.Matta!inba'Cfcl.natò'Mi>eLV»lt    '     '  ' 

>  Asi«iw)fe5ooU>»MMaBaieramP< 

■  '  ActcTntiiiigratiÌBi«aiin<mumentuiii,''    '     "       '  < 

,:^'»«SSo-..    .,       ;„     ,     ,„..  ...i.,:,    .      ^.    ^,r,.,rv^  ,         1 

■  ^WeiirfnjipàiKiniatiAiacViatM'^ 

:'.  -Codilittó  fdb  hoc  lapae ',;:•'■ ,°' 
Cv^lttRaduI^léìWcanu  EquK..'. 

■■■    '    Cum  Almi '■■,■''  ''■" 

Calamo  1  &I>9ai><ci||p    ," 


,i-:ù5i.0( 


Efeputdujaauerècaiàfctw,'  ^r..'' <.'^.i,n;v 
1  4      T« 


-;7  t;;    .,:".- 

*  ■  Vtquiosta  autttur  •       ■ 

^ti -^  -e -'*  ;.    "  ■'■  ' 

''visfcani  .dìesV. 

Obrifa  LVHL 

'■•,"-.'..*..''.   IScUòU  «li-Siwi^Abtinò. 

E  Anco  mcamciite  ornato  l'Oratorio  chiamato  di  San  Fa  ntino  :  &  ds^catAx.^ 
S.Hi»onìfno .  In  queflcAi.^tcllii  ollr^  che  operaio  coomipuamcnce  per  Dio» 
hanno  per  cura  priiicipalipeiite  >  d'accompagnare  ;ilìa' morte  Irci  condannati  dallx 
Giuflitia,con  habt^  rteflò,*  Wgi*re .  Ec  in  qltcfto  fi  vede  fr  pilla  dell'altare  eoa* 
San  Hierooimo  dipi||tni4t  JihtrcÀ  del  Moro>&  iUo£Stto  di  mAK)  di  lacomo  Tinto- 
retto  . 

A    n    D    I    T*    I    O    N    E. 

Ùuejto  eràiori^èjtatodeltuno.jrifatto  così  dentro,eamefHori,et>erfemmatotoitgra» 
fpda^yi&MO  dot  boriili  principale  è  formato  tutto  diTietrada  Varofigoiie  ,  con  te 
cotonnc  ìfrif^gìo  ,jUìrftj^inoì  menfii ,  parapetto  t  efeaUm,fi  che  appare  tHtto  nero  benif- 
ftrtio  ordmàto ,  &omato .  ti(yiwr^(j,»i  pdper  ordmmo  it'Crociftffo  (  a«ch'e%linen>y 
che  ptrtoBOi fratelli tffi«io ac£aiupM$aMoi Tatìevtial.TatibMio.  I>atlati-vi  fom  due- 
jifjire  il  Brotf^cl^vn»  détta  F'er^me  Saati^taa ,  C  altra  di  San  Gionatinh  grandi  ioeo  me» 
del  natHxde  gettate  da  Megandro  littoria,  di  cui  fhto  ancone  dell' ijleffo  MetaU»,  Ifjln- 
f^eli  pofH  fopra  ti  frmtifpicio  con  Miflétif  delUVagionc  nelle  mata.Valtro  dedicato  à  Star 
Girolamo  Jacfiilmdgineinil.wiSfQjfeifitAiitp'i'iìootliattcofiniffim»  dal  meJefim» 
Vittoria ,  ch^  f¥9'i  «f»  i'j^Uare^fojtifCftplafte  di  ^artn*  jim^mr.  ■  Ji^l  polca  be- 
BÌffh»o  di(fegnaht  e  tompartiio  finipdì'Bjjm  ù)fe  Orò^ece  ilTalma  tré  forti  di  Su^ap, 
che  apportano  principamente  foUtMbvtl/jMmrfe^piirgatorio  :  Il  celebrar  delie  Me/~ 
ftìtlndulge»^  cotieéàiueJd^Mtmfv^ktt^aÌUcévnfiàfir^!i^ofme>cbe  fi  forno- 
perA'anime diDefoati t.ÌnvirtÀ4ftcÌuvetif^Ul^atfjj:onaoite  ftnime  purganti  nellt 
fiamme.  '"''... 

-"  t»m  iJptmflHiit^riritn^  XtdiUi'vmoti'Setla  Chkfaiitptattròprincìpdì  >  e  ^  ètri 
4*e£ÌJ^bdOinit f«W(  fatti feri^v*  fbp)nt tàl&ìnàtéria .  l^tttrcUittrditiuefìo  iaop? >  «■  r 
rantf*à)d-9uUa\*it:Ct¥mct^deèr3tdi^dipy^'l6oH»dé€0fsmla>a^ 
ttr  ifiofìroidijlinu  in  parti  i  priacipiaad»  nel  primo  Qkadro,d4£Oratione  neUhorto.  '^t 
ftcendo,  baciato  da  Gimtapfpii^.déUe-^Jirlffiy-^eLttf^f^ff^  dimani  à 

Caifafso.'Ucl  ^MMr^ocMuiofliiedeUiColom|MfiMeilato■^^el  quinto  la  Ceronatione  di 
hineJtÌglfeftomoftratoda'ySa>ótApopiStoÒ{tlJettpinincatainato  ai  Cduario,  cai 
dutofotioalgraiu  peff^éii^  Critt  t'ì^^tntiuo^Jìefoigiiiidofi^a  la  Croce .  T^elt  viti, 
mo  teuato  di  Croce  da  Giofeffò ,  e  tiicodemo  \  Qiialpaffionefi  toù  al  viuo  rapprefentata 
da qtteftodegno THttorachc'itiiHcevt.cbi  ft'fia comfiifer$tioae, e eompkntione . Ut  fopra  ' 
tjjò  Oratorio-doue  i  laSiuola  »  che  fi  radunano  i  Confrati ,  diprnfe  il  Tirttoretto  la  Tauola 
ielC^^AUore  conparticolar  ftkihti  ,edil^e7^iWuranéo  tnejfa  San  Girolamo  Orante  it^■ 
yna^rfttAtC(ifìnxaiUr«^1^f>T»lìltt'vTU^ato^ùUay'griii»ifofìtnHla  da  quattro  vaia- 
-.  1         f     '  cijjimk 


DI  3.  MARCO  LIR  It  isj 

t^imi  ^r^eli  ;  "Pittura  molto  pregiatat  e  lodata .  Jl  fo^to  di  manodel  "Palma  >  in  cutft 
■vede  la  fermine  ajpmta  al  Cielo  >  con  li  venti  quattro  yttcbioni  adoranti ,  descritti  da  S. 
CuMaani^  ^n^eli>  che  li  volano  intorvo , 

Soùra  le  nubi  jbno  coHocati  jldamo>  &  Eua,  con  altri  Santi  "Patriarchi  >  e  "Pronti  >  fra 
quél  ritrafie  T titano  >  il  Vittoria ,  &  altri  amici  fuoit  efeftcjjo  con  la  moglie .  Et  intomo 
alSefoUrofèce  alcune  gran  figure  degli  ^pofìoli  di  San  Girolamo ,  e  di  Sunt'  ^goftino  . 
TS^el  recinto  poi  di  effa  Scutìla  rapprefintò  la  vita  di  San  Ciiotamoinpià  Quadri  ;uel  pri- 
mo vcdeft  quando  i  condotto  in  vifìane  diuam^al  Tribunal  di  Dioie  flagellato  >  per  effcrfì 
dilettato  di  legger  le  Opere  di  Cicerone .  T^el  fecondo  quando  fu  creato  Cardinale  da  Ta- 
fa  Damafo .  'J<^1  fcrjy  l'edifìcatione  delfuo  Conuento  in  Bethelemme .  7^(  auartoquan- 
dogtoafe  il  Leone  feTita,mentre  leggeua  la  Sacra  Stritturadfuoi  Frati ,  "^ci quinto  ftd  il 
Saato  intento  al  jutdio.  "ì^el  fefio  gli  vengono  prefentati  alcuni  doni  da  Mercanti.  T^^ 
fettimo  quandogiunfe  al  fine  della  vita .  'tletT  vltimo  appare  d  S.  ^gofiino ,  mentre  era 
portato  dagl^ .Angeli  al  Cielo .  L'Oratorio  è  frafuentàtiffimò  particolarmente  il  Venerdì  > 
celebrante  in  tal  giorno  molte  Mejfe  pert^aime  di  Defonti  * 

S.  Mdria  della  Faua  . 

L' Oratorio  umilmente  di  S.Marra  della  Faua>Jl  cui  dìritro  ticotoé  Santa  Maria  di 
Confolatione  :  fu  prima  vn  Capitello  >  nel  quale  l'imagtne  di  noflri  DoiMii  di- 
pintai  operando  miracoli  per  rciielatione  della  moglie  di  vn  Francefco  Amadi  >  che 
TÌlTe  l'anno  1^80.  R  edificò  il  luogo.  Si  crearono  in  principio  6.  Procuratoriitte  No- 
bili) &  tre  Cktadtnii  includendo  in  (pdìò  numero  gli  Amadi  >  i  quali  Icuata  li  cura. 
dalla  Chiefa  diMM  Lio,  vi  mifero  al  goucrno  vn  Cappellano.  Hoggì  fatco  nobile  per 
bellii  Se  ricchi  ornamenti  d'oro  >  fu  dipinto  da  Paolo  Vcroncfet&  da  Benedetto  Tuo 
fratello*  coH  la  palla*  come  anco  il  fomtto . 

Santa  Maria  in  Broglio. 

I  A  L  capo  della  piazza publica.  dietroalla  Chicfa  disanGcminianoiè  pofta  la 

.l\  Chiefa  di  santa  Maria  in  Broglio  >  ò  Bruoloi  perciòche  era  tutm  cjiiello  (patio 

lui  quale  fono  fabricati  eli  edifìci  delia  predetta 

dire  giardiriOj&  Ci  dice  che  era  fl  gÌardirto>&  il  Br 

Dalla  qua!  voce  Brolo*  nacque  qucd'  altra  dibro 

ccr'emonie  *  &  di  quelle  infranti  preghiere  *  &  Cor 

con  l'altro  quando  ricercano  di  ottenere  alcun  > 

tempi  antichi  all'vlanza  de  i  Cindidati  Romani  i 

fuo  chi  padana  ^chianoata Broglio*  'fìponiìiiò  e 

Broio.      '  "  ,  - 

Fa  rie  tempi  andati ,  htbìtationedc  i  Caualieri  dclTempìo.  ìquali  furono eftinti 
da  Papa  Clemente  Quinto*  ad  Ìn(tanza  del  Rè  di  Francia  fecódò  la  commnne  de  gfi 
Scrittori,  L'anno  ijij.eflendo  PnocipeGiouanniSoran2o*gIi  compari  inaiuivii 
Nicolòda  P^rma  Priore  d  ì  san  Giouannì  de  Soriani*  &  vn  BuQuaccorfo  da  Treuifo* 
amenduc  Caualieri  di  Rhodi)  &  Io  ricercauono  per  nome  del  Papa  d'aiuto*  &  dì  fa- 
ttore* i  enbnr  in  poflèflo  ne  beni  de  Templarr,cne  fi  hancflero  fui  Dominio  Venetoà 

quali 


ijg  DEL    S  E  S  TI  E  1.  O 

^uiU  erano  fiad  apfrfkati  dal  datto  Pootefice  alToRliiìedcCaiiafieri  Hkrofolimìta^ 
ol*  &  fra  raltrccofe  chicdeuatio  la  detta  Oliera;  ndU  c^ 
rif  vno  Emanuelb  Priore  del  dettò  laogo  •  Si  ricercaoono  (u  roccafioncddlarichie» 
fia  loro  i  principi^  della  detta  ChieTaj  &fi  trouò  che  ella  fiì  edificata  de  denari  del 
CoinuncA  dei  nobili  di  Nreoetìa»a>nccduta  poi  al  detto  ordine  ddT  in 

detto  luG^o  fi  riccucuano»  6c  allontanano  di  Annbafciadoridi  Prenc^  eflemi»  cho 
vcniaaoo  i  V6netia:&  qualunque  altra  periona  importantcad  ogni beoeplacieo  del 
Doge^IlPrindpeGiouanni  Daiidok>fdonò appello  luogo  vnpeza»del^ 
Croce  di  Cfariflo^  il  quale  peruhcmie  nelle  mani  della  maglie  di  Marino  Morofino 
Luogotenente  in  detto  Oratorio ddGrao  MaeAro  •  Ma  ricaduta  poi  allaSJgnoria» 
&  annefla  alla  Cbieia  di  s^Marco  1  venne  fi>tto  la  cura  de  i  Procuratori  de  Supra  f  8c 
fo  dedicata  alla  fraterna  de  i  declutdie  vi  celebrano  U  fcfttt^ 

ADDITIONE. 

Cadi  gii  a  terrd  Per  recchiex^  ^f^o  Oratorio  ^e  fu  riedtficlm  dalla  Ctmfratemitd 
deltufcenfwne  de  licenza  del  DcgCpe  degli  Trecmatmri  di  fofra^ome  dalla  qìà  ingjiwta, 
tnfcrmtoue  pofta  nel  mexjio  deUa  facciata  appar  s 

Teai|4um  hoc  Eccle&r  S.  Marci  adiundum ,  Se  Beate  Marias 
Virgini»in  Broleodicatum»  Aotooius  Pini  q.  I^urcotij  Guar- 
dianus  Scobe  SanAiiiSaur  Afoenfiontf  rcftaurauit  4e  Ikemiaf 
&confenru  Sereniflfifni  Prindpis»&  IllnftrìfliaoniciiDD.Pro- 
curatorum  de  Supra  Ecclefias  San^  Marcb  M«  D*  XCVlIk 
XX.MartJj\ 


Spedale  di  Saa  Kfaico- 

L'Oratorio  fioiilmente  chiamato  spedaletto  i  pie  del  campanile  di  san  Marco  iJfil 
inftituito  come  in  fondo  di  fuo  patrimonio  #  da  Pietro  Orfeolo  Doge  »  il  quale 
condottofìcelatamenteinGuafcogaaconGuarrino  Monaco  9  fini  gli  anni  fuoiin 
vita  Monadica  &  folit^  ria  >  Se  fatto  celebre  ftanra  di  Gian  Batrifta  Egnatio  huomò 
dottiilimo»  &  eflendo  Priore  del  detto  luogo  >  vi  Icfle  publicamente  per  lungo  tem- 
po .  I!  Principe  vi  crea  il  Priore  »  il  quale  cq  i  proiienti  ordinati  dal  predetto  Pietro  1 
foftiene  afqiwnti  poucri  •  Pochi  anni  fono  t  fu  reftaurato  da  Silueftro  del  pene  »  iion 
la  prefente  infcrittione  • 

Aram  DeDOpt.Mas.acD.  Marco  Euan§eliftc  tutelari  Vrb», 
creda  a  Pctro  Vrfeolo  Veoeciarum  Duce .  Qui  Prindpatu  de- 
poficovefetotuai  religioni  daret.ac  priuatisiftis  Aiis  acdibus 
pauperum  diueriorio  coofticutis  GuariiHioi  Aquicanum  Mo> 
nacnuio»  Romualdo ,  ac  Marino  Rauenatib.  mooachiscomi' 
tìjb,  vai  cuoi  Gradonico*  &  Mauroceoogeoeris&cutus,  Ao. 

979* 


DI    S.    MARCO    LIB.ir.       15^ 

-mI. i»  D^MìcIimIì*^  Cufiao^,  OMiltis  pofi  ffiottem  toiracoKs 
mmk ,  Syluefter  del  Ben ,  Aloyfij  Mocen%o  Serenifs.  Vene« 
darum  Priac.  domefticus»  facrorum  flamen,  atch  D.  Marci  Ca- 
noaicNs  »  eximia  optimi  Principis  liberalitate  Xcnodochij  htt« 
ins  Prior  fnSe^s  inftaurauic.  Et  ad  perenne  Ducis  Vrfeoli 
decus ,  ac  diutitraam  Mocenigo  vaius  omnium  liberalilfimi 
Mvcenatis  memoriam»  beoeficioruiaiBeinor»  ek^um  addi- 

imiterò  pdft  nagnam  haìialeai  vlftoriam  anno»  obi}t  autem 
MdLX^II.  IV.  ^Nóo.AiiguftitCumXenodocbioprae- 
^SiifltAtBi.;!.!!!»!!:^!!!. 

ADDITIONE. 


Qratoiio  de  Zoppi . 

i^mfió  ifitiééito  Bella  'Piofnta  di  S.  Arselo  •  Fa  anticamente  fabrUatù  da  lacòùo  Mùre^ 
fini  3  di  tuiji  yedono  fjirmjapfa  Uparta  \  e  dedicato  ^WAngeh  Gabriele  >  lafciando  4. 
Menaci  ma  CHra%  di  quello  Inogo,  quali  viflefserofino  alt  anno  1007.  Mora  è  fatto  Con  fra-- 
tentità  de  lopoi  con  titm  delt  jinmmciatay  &  al  prefentd  è  flato  rifornuuo^fabricato  vm 
l^eW  Altare  Ot  Mofmifim  dr  ornato  di  belle  Titture . 

ifa^mntt  od  predetto  SeafecaXVI.Coatrade.X VI.  Chiefe.t  Di  Frati.  I, 

^. . ìaf/-frft-  TY.  CoqfH  Santi .  Quaranta  Organi.  XVII.  Torri  facre .  V.  Oratoriik 

ni.  Spedali.  XII.  Piazze.  I.  ZeccaTL  Libraria  di  San  Marco.  IIL  Orologi)  publici .  i. 
Acmamentario.XVin.  Palazzi.  XXXIX.  Giardini.  CXV.  Statue  Marmoree. 
XXVn.  Di  Bronao.  X.  Porte  di  Bronzo.  IV.  CauaUi  di  Bronxo .  LXXX  Vili.  Ponti 
di  pietra,  n.  Poni  di  Bronzo.  XXVII.  Poxzi  publici.  I.  Fraten»  grande  XVIU. 
Coiti  Publidit.  £  LVI.  Tribonali  di  giuftida»  <i(  goueroo; 


y 


DEL- 


14» 


DELLA  VENETIA 

CITTA^  NOBILISSIMA 

Defcritta  da 
M- FRANCESCO  SANSOVINO- 

LIBRO     TERZO. 

Contrada  di  Canareio  hebbc  il  cognome  fuodafle  canne  >  le  auabVa^ 
doperauano  pcc  fabricar  le  nauij  coiddoue  è  polla  al  prefcnte  la  Chitf> 
fadiSanlob.  ^ 

Da  quefto  Canale  adunque  tutto  il  Sefticro  s'intitolò  Caoarek^ìl qua- 
le fi  come  de  gli  altri  pcrauanti  s'è  detto  >  hi  copia  di  Parrocchie  &  4i 
ii  monache  come  di  frati  >  fi  come  più  oltre  fi  poai  vedere . 

Santa  Lucia. 

\7Icino  al  Corpus  Domini,  è  il  Tempio  di  Santa  tacia  fabricato  raaiw  t  i9i.altre 
*  Tolte  fotto  titolo  della  Nuotìau.  ma  detta  poi  Sanu  Lucia  per  lo  corpo  facto 
di  lei)  il  quale  portato  di  Siciliaà  Coftancinopoli  da  Bafilioi  &  da  Coftantinoi  fii  poi 
condotto  di  quindi  à  Venetia  da  Henrico  Dandolo  eflendout  Bailo  per  la  Repub.  8c 
ripofto  in  S.Giot^Ìo  Ma^òreidoue  flette  fino  che  fi  ampliò  la  detta  Chieiài  quan- 
tunque fi  dica  che  bora  {la  fotto  S.Croce .  Alla  quale.  Lionardo  Mocenigo  Caualie- 
ro:confacrando  la  cappella  ma^iorci  diede  principio  i  bello  &  honorato  edifitìo  : 
ma  inccrrono  per  la  fua  mortie . 


DI    CÀNAREIO   LIB.  ITI.      141 

A    P    D    I    T    r   O    N    E. 

I 

laCéippeUa  Maggiore  fondata  4al  CauaUer  Mocen^Otè  di  forma  ouafa  di  ordine  Com^ 

atOtCon  colonne^  Comict  >  e  'ficchi  di  pietra  Ifiriana  >  nella  quale  vi  è  il  ritratto  delfon^ 
we*  teneramente  [colpito  al  vino  in  marmo  da  ^leffaniro  Vittoria  celebre  Scultore  ; 
msfin^otare  ne  ritratti .  Sópra  tritare  fld  vn  ricco ,  e  Maeflofo  Tabernacolo  di  finiflimi 
marmi  con  rim'^fji  di  rarij  colori  in  pii  ordini  diuifo ,  &  ornato  di  figure  di  Bronio .  Dal  la^ 
Hfiniftro  diquefia  CAppelkt  Donato  giglioni  JipbUeFioreni'mo  nfereffe  vn* altra  Canno 
I  ^9%.  in  hem&re  della  yer^me»  e  Martire  Santa  Lucia  con  ricco  altare  yfopra  il  quale  ri* 
fofa  il  Corpo  di  efsa  Sant^  m  Hobile  Sepolcro  di  Vietra  •  vagamente  dalla  natura  Mac-* 
emata .  Iacopo  Talna  dipmfe  la  Tauola  di  efsé .  4ltare  em  la  medefima  J^ergjme  >  e  Mar* 
tire$  dbefenevdal  deh»  &  alcuni  ritratti  della  Famiglia  Baglioni .  In  due  tele  laterali  » 
feceancoin  vnaladetta  Santa  rapita  in  Eftafi  al  Sepolcro  di  Santa  ^gata^  con  Eutitiafua 
mUtére  inferma»  che  fld  in  Oratione  per  ottener  la  faniid  •  t{ell* altra  dimoflrò  la  traslatio^ 
weéelCinrpo  della  iflefsa  Santa  da  Coftantinopolid  Fenctia .  Si  legge  nel  Tarete  deftro 
égftria  di  efso  BagOoni  :  , 

Donatus  BaHionius  Nobitis  Floreotinus 

Sacellum  hoc  D.  O.  M.  Beat«q.  Luciae 

Vif^mif  te  M artyri  à  fundamentis  reflituendum 

Curauitt  atq.  inibì  Michaeli  Angelo  Patri  » 

Calmilo  Fratri  »  eiusq.  vxori  Catherine 

Guicdardioaefibi»  Se  Coftantlae  Cocchine  Matri 

Superftici  monuaientuai  quod  Poflcros  fequatur 

P.AnnoM.D.XCn. 

Kefiapoiehiifa  quefta  Cappella  con  bella  ferrata  ornata  di  vafi  »  &  altri  lauoridi  Ori- 
eaico. 

Vanno  lóop^  gittò  à  terra  ilreffo  della  Cbiefa  veccbiaÀando  principio  aUannmsneU 
ìafi)rma$cheapparifceal  preftnte  9  ordinata  dal  famofo  architetto  Andrea  Taladiodi 
wdme  Ionico  fino  alUpinma  Cornice  fé  foprndi  efsa  fegue  l*ordine  Corintodi  formaqutk- 
irata  con  colonne»  cormci»e  lacchi  di  Vietra  Ifiriana»  e  fa  tanta  la  foUecitudine  delle  jlf  o» 
nache»  €  la  pietd  di  loro  Vrocuratori»cherefiòquaftdeitutto  fornita  in  tempo  didne  anni  > 
nemudinonfa  mai  impedito  itlauoro  ne  da  pioggie»  ne  da  ^ui  ;  perche  ò  cadepono  dinotm 
te»é  in  giorni  fefiinif  efseniofi  ciò  of ternato  per  cofa  miracolofa .  ^lla  deftra  della  med^^ 
ma  Cappella  Maggiore»  T^jcolò  Verei^^H^He  Fiamingo  rifabricò  t  altra  si  la  forma  fief- 
fa  di  quella  del  Baglèoni  hmendQ  il  'BaJn^fudetto  tanorato  [a  Valla  deWjlkate  »  cb'è  Sin- 
€mttmdiGimaQbmoemt$n4nna.Si  legge  in  caratteri  fcatpUHnTietra  pofiUailaiii 

Nkolao  I^eters,  alias  Perez  t 
Nobili  Antuerpìenii 
-  hKcolai  Equina  HierofolymitamF* 

Qui  rara  prudencia  clams 
Venctar  Politico  Phamid  iminecaras 


141  DEL    SESTIERO 

Comitads  9  &  liberalitatis 


I       • 


Cundoram  antmos  fibi  deulofèrat 

Pietatts,  acReligion» 

A  prima  ^ate  cultor  eximitts 

Sacellum  hoc  erexerae. 

Nouiffimorumq»  memor 

Vrnam  fuoi  fuotuiaq.  cioeri  paraùcrat 

Anno  falutis  M.  DC  XXII. 

Vitadenum  quinquaginca  fex  Aqoìs 

Praeclare  fundo 

Paupeies ,  &  optimi  quiq. 

Pias  lacryn^asobtuleronc       ' 

AtVxorSybiUa 

Sororesq.  Ifabella ,  &  Agnea  M^fUis. 

Cumlacrynis  Elogium 

Poiuerunt . 

Amo  Oomioi.  M.  DC.  XXVIII.    , 

GhUMHiTifpolottérhora  Vrimieerio  di  San  Marco>chefàpoi  TÓtriarca ,  ereffe  tri- 
tare dedkato  in  hoMredelFEfPetMMne  dei  Vartaili'H«fha  bmndyt  Iacopo  Valma  vt 
dipi>tfeU'PM0%il^Maklm>ràMColeportelitdeU'afSano,  facendo  dt  dentro  SanuLm- 
tiay  e  S^zoflino,  e  di  fuori  PUnawitiata .  E  difua  mano  medefimamente  la  Tamia  dtS. 
Tmafod^UqumcktodagU  UngtUcfmeiugplarerginatc .  L'akraTauidacm^.jtg«&t' 
no,  e  molti  altri  Santi  èopera  di  Leandro  da  Bafiano.  Monfignar  G  iorgio  Tclacco,cbe  i  fi*- 
toàmf^ediauefiereneraiideHoiiacbeperaeorfoditrenta  feiMtù »vt  hajatto  Tm'- 
«ìraMtiawinoaUaSagnfiiatthe^rkfceTmpoeo  ofiuro  per  il  fuo  t  ma  è  cbianffmo  parU 
Sante  Rfl^it»ehe  ytiono%pergti  ornamenti ,  per  le  parature  »  e  per  d  Santo  a  cut  e  aetU' 
eam»  eh'è  Sam  Girokmo  *  del  quale  effo  "Polacco  era  dinot^mo  i  che  perciò  intitolo,  qnefio 
Saerariù^.^tntr9  di  Betteteme»immtmioriadelU  Grotudtutt  efstSaiMfete  afpra^e  fenc' 
tapenitwu>c  m  fià  ftritta  : 

Sacelliun  hoc  Antro  BethrenlHco 

Et  inquilino  eius  Hieronymo 

Ioan.  Theupolus  VrlHs  Patriarca 

Sacris  Lipfanis  ditamm  cUcaoit 

M.  DCXXiX.  11 X.  Id.Decemtk 

Georgius  Polaccusextruiiit»  &  faaa  fupeiledile  donauit 

Ambo  b»  MiniAerij  XXI. 
AcEtifCfuopiisIaboiibiis  Pacco. 


D  I  i  C  A  N  A  R  E  I  O  LIB.  II;l    143 

(^u^  Totac€ofik  tinflitiitofe  di mak^  J^ionh  chefs^ctlebranek  qiufiti  Chiefa  MeB^ 
memaue  cpfamio  cùnpmfrum  ieU'miime  >  cioè  la  ti^mu  i  none  giorni  auanti  il  Vffi^ 
talesinmemoriadinouémcfichelaP^erpne  port^nel  ventre  il  Salumre .  ItWmMd4lc§ 
elei:  quel  giorno  in  cui  caie  t^imunciaSone  detta  Madonna  •  //  rranftto  di  Chrglo  >  e  di 
Maria  per  impetrar  buona  morte  i  Fedelifmuto  dgti  ^goni^anti  >  &  alle  anime  purgami 
ti  foUeuamento  • 

P  A  finalmente  Confeerata  quefla  CbiafaPamui  i6ij.  da  Prancefco  Fendramno  Cardia 
nalCi  e  Vatriarca  di  renetta,  il  dì  XXt.  di  y^gucmbre  >  Feftiuità  della  Vrefentdtione  dd^ 
la  yerffne,  in  honore  della  fua  ^nnunciationef  e  di  Santa  Lucia  f^ergjne%  e  Martire  #  /ar« 
$0  il  Trincipaio  di  Giauanni  Bembo  :  che  però  fi  yedein  àie  Vietre  pofie  fapra  le  pmt 
t  infrafcritte  memorie: 

Màes  bafcae  D«  Annuotiatae  Marat»  ac  B.  Liidc 

V.&M.Saaai« 

Vetnftaté  ramain  vodique  mlnantes 

A  fundameotis  in  fplendidiorem  hanc  formam  ex  PalJadij  Arcbetjrpo 

Eugenia  Dieda  Prstfè^a  »  &  Moniales 
loan.  fiemlM  D.  Marci  Proe.  Ludouici  Barbadici^  Philippi  Bc  mbi 

Donati  Ballionjj,  Auguftini  à  Ponte 
Refiituendas  ope ,  &  opera  C 
M.DCXI. 

FhMdfcu^Cardinalis  Vendrameaus  Vrbis  Patfiardu 
£odein  Ioan.  Bembo  nunc  Ducei  Chiifiioa  ZilioU       ^ 

Pradfe^  Dicawt. 
M.  DC  XVlt  Ipfis  Feri  js  Tempio  Dicata: 

Deipare 


Corpus  B.Loci$  V.  &  M.  Magni  fllius  Henrid  Dandoli 

Principis  ftudio 

Byzantio  Venedas  aduc^ftun» 

Io  D.  Gcergij  Maioris  Phano  MCCHI.  repofiton 

Hoc  poOea  S.C  M  CC  XX  C.  laoauarij  XlIX* 

Loce  translatum 

Voacam  Parochialibusiurib.huic  Virg. 

Annontiarae  Caenobio 

SÌXBS IV.  Pont  Max.  Duce  Pattibusq*  vniiiet& 

HiiiBfte  V  jrginua  Colleg»;  Saoaitad  iddÈ&USaùs  Fiagitaotib. 


144^        DEL    SESTIERO     ^ 

M  C  D  X  XIIC  Die  IV.  Maij  D.  Monica  Kcato 

Apoflotica  benignitateconceflif» 

Georgius  Polaccus  itnoioRalitati  monumcntum  hoc  confecrandum  C 

MDCXVIl. 

S.  Hieremia  / 

PIÙ  verfo  Canareiò  è  la  Chiera  di  San  Hieremia  di  a0ai  honefta  grandezza  >  cdili^ 
cata  dalie  famiglie  Rimonda»  Morofìnai  &  Malipiera»  &  fatta  nobile  per  il  cor- 
po di  San  Magno  Vefcooo  di  Heraclef  ripoflo  ftiori  del  Coro  dalla  deftra  >  il  quale 
nel  tempo  fuo  beneficò  molto  quella  Prouinciai  con  topera  &  col  opofiglio .  E  anca 
nobilitata  per  lì  de(H>(iti  del  Conte  Pietro  Erdendo  Sisnor  di  mokeCaitella»  il  qua- 
le dì  fratello  delNltimo  Cardinale  di  Stri^nia»  &  delle  famiglie  Tomafina  &  Fsiec- 
ta.  della  quale  Antonio  Filetto  fii  Vefcouo  di  Concordia  l 'anno  1287.  &  della  To- 
mafina>Fatio9&  Domenico  edificarono  la  cappella  di  marmo  con  la  palla  pantacn- 
ce  di  beUiflime  pietre.  .  , 

A    D    D    I    T    I    O    N    E- 

La  Cappella  Maggiore  fu  rincHatamfomcl^amo  1600  Jn  alJaibeUa»efpacÌ€fafrrméU 
e  C(mf aerata  à  Maria  femore  F  ergine  f  la  tui  Imagine  j  e  di  filieuo  [colpita  m  legno  da  Gèo* 
Tietro  ScrouaigioMane  ftimaeo  aU'hora  di  molto  -valore  j  efsendo  quefta  ma  delle  fue  pri^ 
meoperci  eftd  r^oftafopra ricco  altare,  fatto  di  marmi  con  moUi ornamenti .  Ledmu- 
le  lateralifiérono  dipinte  da  ^Uf Sandro  yàrotari  >  che  fece  m  yna  l^^doration  di  Magi  » 
con  yna  gran  Croce  diflefa  al  piano,  intomo  alla  quale  fcher:^ò  diuerfi  ^ngeletti.  E  nel^ 
l*altra  la  Tur ifìc attorte  della  F ergine i  dwe  fi  yede  il  Secchio  Simeone  >  che  ha  nelle  Inrac-^ 
eia  il  Bambino  Ciesà  y  e  riuolto  al  Cielo  rende  gratìe  à  Dio  di  hauer  reduto  il  Kedentor  del 
Mondo;  il  tutto  con  belliffima  difpofttionef  ordini  di  architettura^  cfrofpettiue . 

Fece  l'ijiefo  Farotari  nel  Fronttfpitio  di  effu  Tribuna  f^ra  I^Mtare  in  trefpatii  Angte* 
li  ingloria,  cfje  fumano  varij  ifbrumenti  >  vagamente  ve  futi  •  ^^ella  Cappella  del  Sacra^ 
mento  Antonio  ^lienfe  >  dipinfe  da  i  lati  in  vno  il  cader  della  Manna  à  gli  Hebrei  nel  de- 
ferto} e  neU altro  i  medeàmt  morficati  da  Serpenti^  opera  ben  intefa^  &  diuifatai  &  indme 
fpatvjminoriritrafiejlbelleyeCaino»  con  il  facrijicio  di^bra^mo.  (.a  volta  deWiflefsa 
Capellafù  dipinta  àfrcfco  da  Matteo  Ingolla  il  quale  vifscù  varie  cofe  della  vita  di  Chri^ 
fto .  La  Tauola  con  la  tergine ,  in  Aria  j  t  SMa^no  t  che  pone  C  orona  d'oro  in  Capo  d  Fc^ 
nettai  è  di  Iacopo  Talma . 

Hd  antnte  quefta  Tarrocchia  6600» 

San  Marcuok. 

IMdi  trapaflato  San  Lionardo>  che  fii  fatto  Tanno  1025,  &  doue  hebbe  il  fuo  primo 
principio  la  Scuola  ò  Fraterna  della  Cariti  l'anno  1260.  Si  giugneal  Tempio  ;di 
Santo  Hernugorai  detto  corrottamente  Marcuola»  edificato  &  parte  di  quelle  per* 
ione  che  per  la  tema  de  lA^gobardi  rifuggirono  in  quefte  paludi  ^  hopora  de  San- 
ti 


DICANA&EIO    LIB;  III.    ^5 

ti  Kcrmftgora»  &  Foitiiiiacch  AiMjedddIaCJtrà 

cc^n>  foffinro  cittadmh  &  teftatmito  ^  da  ì  Lq^ 

gneri.  E  lu^o  venerando  per  lo  dito  di  San  Giouanni  Battifta»  col  quale  moftrando 

Sfo  Giesù  Cnrìfto  difle .  Ecce  i^pms  Meiqmtoltkfeccata  mundi.  Portato  da  Sebafta  d 

Veneda  Tanno  1 109.  &  ripofto  m  qUèftoSacratio  dal  V'eTcouo  di  Caftello:  la  cui  fé- 

ftiuicd  vi  G  celebra  ogni  anno  folennemeace  *  Se  anco  venerandoper  vn  pezzo  àcl  le-> 

gno  <idhSantilfima  Croce . 

ADDlTtONE- 

SiT^edeinqiteflMChnfarimoÌ0witdUC4fpe^M4^  fBf^lé^ 

nCfC  marmi:  mafia  riguarienole  per  la  Tauola^  che  contiene  la  tergine  ^fjunu  al  Cielop 
e  di  fatto  {tanno  li  Santi  Oermtigoray  e  Forttmmo'Vefiitièon  tfeìU  andari  di  panni  >  dipinta 
con  molta  delicatcTL^a  da  Leonardo  Corona . 

uscoboTinmeml4mftètact^diciìirifhf^UUt^ 
iftatoUuatOyepofUmUcopètt.iiWoéefìmTint»^  tM 

tonata  deta  Ccronation  dtfpine  è  opera  di  Iacopo  Valma .  E  di  Taolo  Farinata  fld  dijmM 
il  Batte/imo  di  Giesà  Chrifto  •  Vanno  16  j  }i>.fn^rtitarpna  cof^atemìtà  del  ChrtfiotC  fabri^ 
catoni  ynC^hare»  e  capùella  chinfa  di  muri  con  heìlifjime  ferrate  pofia  fotta  il  V artico  della 
Ckiefa^  alla  qnalefanoftatecancege  molte  Indnl^en^e  per  Inanime  de  Morti%&  ^aggregata 
d  quella  della  Morte  di  tLoma .  Toc$  d^coìh  ia  detta  CafpeUa  l'anno  poi  1 644.  fnaa  i  Can^ 
fratt'Càificata  U  ScuoUdn^hétUpmafirma  j  donefi  radmana  àfmi  tèmpi  per  creargli  <^ 
cidi  di  detta  confraierniàdf  e  per  altre  accorrenxjh  edone  confmtamlecere^  $  Libri  %  oificf 
Doppieri^  Tatatmci  ^fgentarie^  &  altra  •  Sapra  la  Vartoiai  ^pteM  f^ica  jlà  fcrittom 
marmo  z 

D.    O*     M. 

ScùxAx  del  Sàntiffimo  CtòcefiiTo 
Aggiogata  ài|uella biella  Morte 
Di  Roma^  fondata  l'anno 

FrÀ  i  murideUa  Chiefa  in  dimfié  Utog^  incanna  tré  Oanne^  dre  per  ì^ànflènUitUa  yita 
ìarOffano  chiamate  PEremite  di  S.  M  arcuala.  Qnmdo  ne  mnort  yna  dì  é^  vefnctede  fn^ 
bito  -pn*  attrai  ma  non  eccedono  mai  il  numero  di  tre. binano  di  fole  Elemofine,che  li  venga^ 
no  portate;  perche  non  mandano  in  akùnffèipa  in  eè^ca  per  la  città  di  cofa  alcuna^effla' 
[ciano  vedere  da  alcuno  Jlanno  -pu^Oràiòriocon  vn\  dltare  doue  adona  la  Santa  Meffa  ogni 
^mo  da  Sacerdoti^  che  lui  celebrano  per  laro  diuatione . 
Sana  le  anime  di  quefta  Tatracckia  8400. 

San  Lconatdo. 

ADDITIONB. 


SifbndèqnefiMCbiefatannotQVS.Silénorifimnatiéi  Ultori,  è  ridmti  oBaftma 
moderna.  Di  notabile  fi  vede  il  Quadra  del  Redentore  rijjorm  MaLìmimmmo  ìli  matkmt^ 

K  gliofa 


tj^s  D  E  L    S  £  S  T  I  B  R.  O 

gtìofa  attitudine»  dipinto  da  Antonio  jtlienfe .  Quim  bfbbe principio  la  ScttoUh  ò  Fraterna 
delia  Carità  Fanno  1160.       Le  anime  fotto  d  quefta  Chiefafono  circa  d  500. 

Santa  Maria  Madalena  • 

LA  Madalena  antico  Sacrario»  fu  opera  della  famiglia  BaflEii  edificata  da  loro  co-*^ 
me  cappella.  Fatta  poi  Parrochia)  fa  diungo  andare  ornata  di  due  auadrotu 
dipinti  da  lacomo  Tintoretto  >  né*  quali  fono  efpreffi  >  la  conuerfione  d*efla  Madale* 
na>  &  la  penitenza  fatta  da  lei  ne  i  bofchi  di  Marfilia .  Et  è  l'ultima  Chiefa  vifitata^ 
éal  popolo  nella  oercmonia  vfau  dalla  cittsl  la  fera  del  Venerdì  Santo  • 

ADDITIONE. 


OkrtdiMQnadromfiidettidipintidal  Tauoretto  >  èfua  operaliporteSi  d^eorgam  i 
ne  fi fcorgefin*hara  altro  di  memor abile  •        Hd  anime  6^0. 

San  Marciliano  •  \ 

ET  pia  difcofto  è  San  Martiale  detto  Marciliano  dal  volgo>  &  quefta  fu  opera  del- 
la famiglia  de  Bocchi  Tanno  1 1  ^.nobile  per  l'Imagine  della  B.  Verjgi  ncjla  qual 
fi  dice  che  per  fé  medefima  renne  da  Riminijin  quefte  parti .  La  contraaa  fii  edifica- 
ta dalla  antica  famiglia  D^U'dana  j  la  qual  venuta  i  Venetia  l'anno  70? .  allettando  ì 
foreftieri  ad  habitamit  di  accomodanano  di  danari»  perche  fi  fabricafle;  La  qo^  fa^- 
miglia  hebbe  poi  dalla  Rep.diuerfi  honori  •  lacomo  Tintoretto  vi  dipinfe  la  hiftocÉa 
del  detto  Santo»  &  Titiano  vi  fece  la  palla  con  PAneelo  Raflaello»  &  eoa  TiÀsih  deal- 
tri  ornamenti  vi  furaopjKr  lo  paflàco  confilmati  dal  tempo  ^ 

ADDITIONE. 

Tlella  Cappetta  del  Sacramelo  f^lienfe  dipinfe  con  peU^ina  imiemme  Cbri/k  rì^ 
fbrgente  conmoki  ^ngeliintomo,  che  tengono  in  mano  li  MifierideUaT^^Jìone.EtUCéh 
maUer  Vignano  Fiorentino  fece  il  Chri/hf  ch*i  d  dirimpetto  • 
Sono  Jqggette  à  qnefia  cwra  anime  x5H^. 

Sanca  Fo(ca« 

D All'altro  Iato  di  qui  y  e  fituata  Santa  Fofca  anco  ella  antica  »  doue  dipmfe  n|t 
palla  Vittorio  Scarpaccia  Maeftro  chiariifimo  nell'età  fua»  Se  Bonifatio  Vcror 
nefe. 

ADDITIONE. 

In  qneftiyttimitem^fi  rifatta  la  Cappella  Maggiore  dalla  Confraterniti  del  Sacra- 
memo,.  Fi  i  anco  di  Iacopo  Talma,  vn  Chrijio  in  Croce  >  mirabile  per  tojflndio  vfato  nelle 
mmbra$  e  perté^tto  di  pietas  che  rapprefenta  i  con  li  Santi  Maxco^e  '^cM  inocchio- 
m.      le  emme  fono  900^ 

San 


DI    C  A  N  A  R  E  I  O   IIB-  IIL      i47 

SanFclke. 

ET  SanFdicc  già  34.anm  rifatto  di  nuouo  fecondo  l' vfo  moderno  rie  inRkvàto  l*« 
anno  9^6.  dalla  famigUa  Gallina»  hd  gli  ornamenti  fuoi  degni  di  conlkleratio- 
ne.  conciona  che  il  Tintoretto  vi  fece  la  palla  di  San  lacomo  >  la  cena  di  Chrifto  »  8c 
r^lcaro  di  San  Demetrio. 

ADDITIONE. 

La  TaUd  deW^ltar  Miliare  fa  opera  del  CauaUer  Vafgnano  Fiorentinoye  neìlaS  cuoia 
te  Centureripofta  per  fianco  di  quefia  Chiefa  vi  è  yna  Tauola  con  la  Madonna  di  Gio:BeUi^ 
no.  La  CappeUetta  à  manfiniftra  nelt entrar  in  Chiefa  con  la  yerpne  MadretS.GioiBatti' 
ftai  e  S.Tietro  di  BrwKofwrono gittate  da  Ginlio  dal\Moroyche  fcolpì  anco  le  altre  duefigu^ 
re  in  marmo»  che  rendono  maggiormente  adomo  quefio  luogo .  Tacila  Cappella  del  SacrO' 
mento  è  del  Tint$retto  il  Cbftfh  orante  neW Morto  >  e  di  Gentil  da  Fabriano  è  la  Tamia  con 
S.Tat^  e  S Antonio  Eremiti  • 

Vorgano  è  notabile  per  tintagliot  e  per  éffer  riccamente  mefio  à  oro  $  effendo  di  machina 
grande .       Uà  anime  1 200. 

Sanu  Soffia. 

SAnta  Soffia  dall'altro  canto:  creata  dalla  cafa  Granfona»  altri  dice  Guffona  Patino 
I020.  è  reftaurata  ne  tempi  noftri .  Vi  dipinfe  la  palla  di  San  Paolo  primo  bere- 
mita  &  di  Santo  Antonioi  Gentile  da  Fabriano»che  fu  maeftro  nella  pittura  de  i  Bd* 
lini. 

A    D    D    I    T    I    O    N    B. 


In  qnefia  Chiefaapparifce  diwtono  t^Akar  Maggiore^fatto  in  afiai  beUaformot&^tdùr^ 
nàto  della  Valla  di  Cbrifto^dfe  entra  in  Cafa  di  MartatC  di  Maddalena  con  altre  figure,  di^ 
fìnta  Eccellente  da  Francefcoda  Tonte  da  Baffano^chefà  Emulo  dilacopo  fuo  Taare  nella 
Tittura^  La  Tauola  deltUjfmta  è  di  mano  dt  Leonardo  Corona;  &  iui  vicino  fopra  la  por* 
tavièm  Quadro  di  Le^mdro  Bafiano^  nel  qnat  efnreffe  la  TS(atiuitd  della  Fergme. 

Roberto  Stro^  GentiFhuomo  Fiorentino  erejfe  rna  CappeUetta  vicino  alla  Sagreftia^c 
neUa  Tauola  dell'altare  vi  fece  ritrarre  f annunciata  di  Fiorenza  da  Iacopo  Tdma.  La-^ 
notò  anco  iHfUffo  Talma  i  Vorutli  delCOrgano  y  figurando  in  effi  C^Adorationdf  Magi  al  di 
fuori,  e  nella  parte  di  dentro  S.Giouanm  >  e  S Marco  ;  Efopra  la  S^eflit  vii  vn  Quadro 
diuifo  da  yna  Cornice  doratain  duefpatijtnequaliil  medejimo  Talmafecem  vnolaCir* 
conci ftane  di  Chrifto,e  Leandro  Baffanofudetto  lafua  Ti^tiuitd.  Fi  è  di  piA  la  Cena  di  Chri* 
fio  con  gf^pofioli  di  Taolo  Nerone fe%  doue  la  Menfa  è  tiraci  in  profpettiuaifimtdoglfjtpo* 
floli  con  dmotUme  per  douer  efer  communicati^ 

jl  quefla  cura  ponno  e^er  foggetto  intomo  d  aooo.  anime  • 

K   s       San 


V4?  D  S  L    S  E  S  T  1  B  R  O 

S.Apo(lolt. 

ET  più  Ycrfo  Rialto  fi  troua  h  nobil  Chiefa  di  Santi  Apoftoji ,  fondata  per  reuela- 
tiene  di  S.,Ma^nO)&  fabricata  dalle  famigrie  Eriza>&  Cornara  :  ma  in  quedi  ^m- 
ni  ridotra  in  ahra  forma  &  guafi  del  tutto  mioua;  &  veneranda  per  t'atfidué  predica* 
tioni,  che  vi  fi  fanno  da  i  primi  Theotogi  di  Chriftianitd  chiamati  i  quello  con  grof- 
fe  prouifioni .  Dipinfc  in  querta  Chicfai  Benedetto  Diana  eccellente  Maeftro  nclTar- 
te  lua»  la  tela  di  S.Lucia  con  altri  ornamenti  •  &  fu  nobilitata  dalla  cafa  Comara.per« 
che  nella  Chiefa  Vecchia  era  collocata  la  Regina  di  Cipci»  la  quale  disfacendofi  il 
Tempio  per  murarlo  di  nuouo»  fu  portata  i  San  Saluadore.  &  fopra  alla  porta  deftra 

g'ace  Hieronimo  Coruaro  nipote  della.  Regina:  Se  alla  fioiftra  Giooanni  (aa  fvafieUo. 
t  i  mczz4  Cbicfa  nella  cappella  della  cafa  predetta  bellifllnu  &  riccbifltma  cmanto 
più  n  poifa  vedece  >  e  ripoko  in  fepolcro  di  auurmo  in  aria  Marco  Comaro  bisoipo* 
to  di  Marco  Principe  che  fti  l'anno  1 3^5  .&  padredeUa  Regina  eoo  queft'kfcvittioiie* 

Menù  Cùr»€lio  Ef.  Georgif  ^ce  Mhp  l^rétcÌ4ri  F. 
Mara  "Ducisex  Jadrea  "Tr^nepoti  sinéi.  Opt.fim'^ 
ma  Saptent.  Maxi.  Optb.  (jf  "Xeneficent.  t^  Càthtrvtét 
Cypriét  "^gmét . 

Et  in  vn'altro  campo  verfo  la  porta  fi  legge . 

CeorgkxBqé.  F.  FientiffmHS  IXMArciPraai* 
rator  ^  Marci  SdcrofinGfée  "^pmanéc  Ecdejtét 
Qtrdiaalii  GmtiTy  ^atri  Metitifimù^  7. 

AlTincontro  in  vn*altro  fepdcto  fimile  è  pofk) Giorgio  Comaro  padre  diPrance- 
fco  Cardinale»  di  Hierónimo^di  lacomoi  &  di  Giouanni  de  quali  dicemmo  di  Copra» 
&  fratello  della  Regina»  la  quale  rioiafla  Vedoua  »  egli  indu({c  à.  raccommandar  quel 
nobilifliino  Regno  alla  Repub.  onde  facto  Caualiero  dal  Scnatx^»  &  Procuratordi 
San  Marco  come  benemerito  »  gli  fu  pollo  da  figliuoli  quello  epicafio  nel  pdmo 
canifK)* 

Framifitu  dmelius  SaaofanSét  Kcmahét  Ei^ 
HtfétQardinatis^Ucùbiis  1^. Mar  ci  Vrocuré^ 
iarf  Hiit$nymusy^  Jomufs  Fr.fué  oc  Ps^ 
triéf  Pdr$ntt  ^ 

Et  nel  fecondo  campo  feguita  • 


DI    C  A  N  A  R  E  I  O    LIB.  IIL     to 

09§rgi$  (orwelio  Ef  l^tii  Marci  Procuratori  éMo. 
genere  atqi  opibiàs  darò ,  virtute  rero  fiimmisqifièìs 
erga  Remp-  merìtit  darioriy  cuius  ^vnius  epera  Qatba^ 
fina  Serore  Regina  eiuff^  Pofleris  mira  T>$etate  poji 
Hebitis  y  Jmperinm  Venetmn  Cifro  Jn/uia  anàum 
ornatumqè  e/1. 

Marco  adanmic  figlhioio  di  Giorgio  fii  Caualier^  Illuftre  &  Senatore  beaemertto 
ddla  Repiib.  &  oisnipore  di  Marco  Gornaro  Doge  s8.chc  viffe  l'anno  i}5$.&  venu- 
to i  morte»  porcato  A  Santo  Apol  tolo  con  po.npa  reale»  gli  fece  Toratione  funerale  » 
Pierro  Contarino  huomo  d^ctiflìino»  Se  honorato .  Di  quello  furono  figliuolo  Gior- 
gio» &  Caterina .  Giorgio  ftì  fatto  Canaliero  dal  Senato^  &  Procurator  di  S.  Marco  • 
Cacerina  fu  maritata  à  Giacco  Rè  di  Cipro  dalla  Signoria  >  che  l'adottò  per  figliuo- 
la .  La  ouaie  rìnuntiato  il  Regno  alla  Rep.  ve;iiita  i  Venetia  »  fu  proueduta  di  cadcl* 
h  &  di  larghe  entrate  per  vfo  fuo .  Di  Giorgio  nacque  Marco  »  che  fu  creato  Cardi- 
nale da  Papa  AiefTatidro  VI.  l'anno  1 500.  Francefco  fatto  Cardinale  da  Clcm.  Vii. 


dinale  creato  da  Giulio  III.  &hoggi  Camarlingo  di  Santa  Chiefa»  di  Giorgio  Ve^ 
Iraiio di  Treoifoi  di  Federigo  Veicouo  già  di  éergamo»  &  hora  di  Padoua  »  di  Fran- 
cefco >  &  di  Marc'Antonio  »  che  mori  a  Crema  >  eie  quali  habbiamo  voluto  epilogar 
^uefto  poco  >  in  que(lo  luo^o  per  eiTere  quella  famiglia  molto  chiara  »  &  illufìre  »  &r 
benemerita»  così  della  Patria»  carne  della  Sacrofaiica  Chiefa  Romana  •  Alf  incontro 
de  predetti  fopra  alia  Sagrcftia  è  rtpofto  Stefano  Thiepolo  Procurator  di  San  Mar- 
co» celebre  per  due  Generalati  >  &  per  molte  opere  memorande  fatte  da  lui  per  la^ 
Repub.  alla  qiiale  morendo  »  lafciò  in  fuo  luogo  Paolo  parimente  Proau-atok:  ài  San 
Marco  $  che  viue  ai  prefeute  • 

ADDITIONE. 

Dopo  la  rinouatìone  di  queflo  Tempkh  è  flato  anco  adornato^  &  abbellko  éi  unitari,  Tit-' 
turCiC  Sculture:  ma  fra  1^  altre  cofd  che  lo  rendono  vago  >  è  il  fonino  formato  da  primi  Tit^ 
tori  di  quel  tempo .  Darh  t^arotari  adunque  Ttttore%  &  architetto  Eccellente  fece  t^r* 
chitetture  intorno  compartendo  nel  mexxo  di  efie  quattro  Hiflorie  degli  atti  degli  ^poflo- 
lii  che  fono  in  vna:  Giouannii  e  Andrea  ^poftoti  %  <àc  in  Samaria  Battcìtjano  u  conutrtiti 
da  loro  alla  fede  di  Giesù  Chrifto  j  difcendendo  fopra  di  effi  il  Spiritò  Santo .  In  vtf altra  il 
Martirio  di  S. Stefano .  "ideila  ter^a  la  caduta  di  Simon  Mago  al  femplice  fegno  di  Croce 
fatto  da  San  Tietro .  La  quarta  la  Conucrfton  di  San  Taoto  •  Francefco  Monte  McT^zano , 


che  gira  intmio^furono  alcune  ccbritc  da  Monte  mezz^tnOi  aUre  daltuiUenfc  ;  così  ango 

'  K   3      m/t 


tfi     :     nTL    S  E  ST  I  ERO       ^ 

yna  parte  di  ofiifro  il  SacrificfO  di  Uhramo^e  dafi'dtra^il  Frafrictdio  di  Como;  e  di  fuori  » 
fece  Mosèf  che mM^a  àgliìtebrei  mirficati  da  Ssrpenti]  queìlo'<$ brqn^oda  mfitttOf  nei 

quale  rinardémiq^r^b^^  ^*Lodo^ 

uico  yeJcQUoJi  mano  ai  ^nfonio,Valt9ia ,  Wppte  ^el  Valma  rqfchio ,  e  T^adre  di  facùp» 
Talma  detto  iUp^téonCf  &^  fiedi-di  efia  TN^oUyJopra  ìlmq^$mo  ^ttoire  fi  vede  vnx 
belli  ffipna  H0^nM^4i  hfsOfmJeifnte,  4^0ìifi^ie*ji^^4^fi\m^  ^}  ^Wtff^tW^agH^ 

Iacopo  Talma  fiidetto  dìpinfeloTauola  con  S.Giot  Ba^tifta»  e  moifi  akri  Santi.TMla  Cap^ 
pella  alla  defira  della  Maggiore  idi  Cafa  BragadinayDomemco  Tinfope$$Oì4i^iHS0keU*^U 
tare  SXodouico  yefcouoi  ma  auefto  fu  leuato  dapadroniy  quali  ceffero  detta  Cappella  >  dr 
Uifor^  allaConfraermt4^dell*Avgel9£HfiodeffyH4h  é^eiéith- 

4.0.  L4  TciHoU  neWjiltar^  ielU  7Ìjtifiif4  dpllii:  M^ionna^fà  oper^dji  GJiHiim^,  Con(ar4m  •. 
T tetro  Mtr4 ,  Vittor  Eiammgol4UoròÌ0;VaU4 canali  dodici  jfpóftpli^ ^  ^etiidpfi  f^SHtct  im 
klcwe,  Ttfie  diejfi ,  de  naturali, .  iiyi^ccftpafe^  efffi^PaUf^fi ytimnfi^  dk  Mimd.^aìo^f^ 
fimap  qftalf  dfceffif  ài  fiata  dipint<^da  S.Lfu:éfl]Eii0nielJ(i^,cfK  quìimQ0lifif.afa>^aft9f  H^ 
dprnocmagjiiùrmente^  yhòy^*4^^^^pare4i:(Uc.ato  all^Kergincj,^,  ¥?H'^^:^bkCMtfh^ 
ri^^i  doueftd  ripofl^  effaScutfa  f colpita  in  finifj^m^  Marmo^di  tuff0,  tpp^  dfill^,  ff^dfiT^ 
^aln^turalei  3  calcandolo*  piedi  la  tefÌa4elrTir4n9  ìmpjerof^M^tfìHmK^  ifH^fTHKÒi 
piedeflalloè  int(^Uatadi:me7^ritipmfil.  martimdiMpaSAnf^:  l^J^pAi¥W.f^ik 
foffitto,  e  il  Cornicione  da-vnapartfi  deU;kC)ii^fafonocmiipj{ìPtitj:iMri^:W 
ti  degli  jipofloli,  4cme  difiegnaf^eorincipi4ted^IiWPpO:finpfireftoi^9^ 
te  terminate  poi  tufte  da  Domptico  fuo^fklii^lO'.,  Li  dqi:  Quadri  l^ffri^l^,  nflìoa  (l^PP^iH 
Maggiore ,  Cvno^  (^h*è  qufiÙo4j^ll^Cenar>pi  ìipÌHt<^  da^Qefareda,  Cc^lémhi  tialtr.0:4fU^ 
M:anna  viene  dalla  C^ya-dil^apù  t^ermifci  ;  ma  non  è;  fua  opera^K^m^  Ttie^fi-  fk^^at^  4fk 
mQlti.  SMf^P^lPoinqH(:JìaChiefafAf^,cp,GiHjUman<^Vrofurat^^  WiofCfhC^e  iwh 

f€j:anm  i64j.,chiariJfìmo:  per  k  fupjfiemm^iieg&di^uerrat  r  fempre  [ofiptm,  d^  lm.^m 
dpiCQrOf  e  vantaggi  della  Kepuì^c^  e^per  altre  cojùicuey  &  4te  carifbe^  *.  ttdfgma^Uof/fi-^ 
nitff^^flkfu^.ff^ntermi^sldiSHtro^fii^m  fmridt^^^  QiPPÀhfemPre  ejfercjtofpCPnJf^ 
fomm^aMe  ^f^mef^rd  fpt^oneUa^nHiimri^f  chef<vri  cwM  4fuo^rannompdAtQi¥r. 
fimÌMQ^eXSirdm^fuQiitgUmkpr/tf^  gn^fia  Cbi^ajnelFanQ,fir4:gH 

altari  diS.Oio:  Battifla,  e  di  Santa  Catterina  >  concedutogli4M.SfU^Ke.ml9.noflìro.Cafifj^ 
lo.  ideila  Cappella  di  Cafa  Cornara  fono  fiate  nuovamente  aggiunte  due  memorie  j  />;m 
di  GiroUmo  Caualier$  e  TroQirat^r  di  S. Marchi  chiè  lorfeguente^ 

Htoronytno  Corneli&EqiHti  $  acIK  M.  Procuratoli 

<$rAui07aio^  integerrimo,  Cai  i^tonter  Sseipubljca?  Boniim 

htiliiUoridi.  Pluries  Con(ili4rÌQ»  &  Sapiemi  PlBdca 

Et  Protcori»  &  Prjifedo.  PatftUÌnfModerMorl 

tycei .  Pro  Pafthedaf  vallo  Congcncrali \ 

Generaili  MuItodes.T«cr«  firmsi  tum  CoramiinuJo» 

Ttim  Prouìfofi.  In  eademi  Fctta  noii'refiiel  ImperMcri  ì 

AdVriMmiffl.VIlI.  Oratori  Vbìq.  Georgi;  patris, 

Qftipamxi.QoafibJoatu&cIaflkiscQnfè^us  «cmnnìs^ 


DI  ^  A  K  Am  B  I  O  LIBL  IIL      i(t 

CorcyK^4Bmit.ieiniil«erì»  f afeftti«DaMlfiaro  GcokIbs 
Nani  mabr  Pratrun  Federici  t  Frincifó*£quÌN't>dE  Aaatéx 
Ad  voti  M.t^.  Obìjc  òiSaùa  Noùelnbris.  M.  DÒ  £ÌtXUu. 

^atisLXXII. 

rtfbrtf  i«  jtnèreafmfigUMUh  the  làotfsgìmofìh  caratando  per  lafèdeteper  la  V*^ 
triMfottoKettmUfrìceHemhvna  mùfchmatutiel  petto, ^endo.  General^ net  tim»  di 
tiaAiA»inmrhi<m^j^fMi!iiièmàmilàifìtìldtì^ìi infimi  àUrrmffeth UeTlirm i-èhe 
iMaM»frèiiii-^tteai^iéii^à.UtfitiaeWàh^iàm 

Ù.    Ck    M. 

Òat  jidttiikttftìi  pic^kltrq.  i^ò^^^^^^ 

Toga  «quc  cìanis»  &  trak«  ^)ilnc  Vera^ 

l^òtebUt'wcàrùminuànónicòoatù.iò^^^ 

Ardens  occurrit»  Se  ohkffx  Cydoni  fedulò  fert  Aippctiast 
Et  operi.  Miltpq^x  (WnfoftìVkeaMtlatharìoo 
Fili»i<]ui  &  pugaabs  vulnus  «ccepit.  de  nunquan 
.   Deditìomacouièuin  buffi 

Terrea  ìdiis  pecore  glande»  r^uto  patrie  nomine  rfioriturJ 
iEtemum  viauhis  i  ifitatislK^aìttcìs  Mi  DC  XLVL 

Tkirùs  e  Lorenzo  Zaghis  fratéUi  »  hamto  acauiftato  la  Cappella  con  ffjfjiitarè  funata 
dirimpetto  aUa  Sagre/Ha  igidfabrìcata  da  G^ej^e  F mordi  >  e  qaim  netta  fepoltura  pqfia 
nel  mexxjD  del  pauimento  hanno  pitto  ^drh  te  clnèti  tflf  Ortenfio  Zaghis  toro  Vadre  %  mor^ 


to  tanno  1 646.  à  5  .^jlprAe  di  età  d^anni  éf.  Éamofifsimo  Medico  >  e  celebre  per  topera* 
tùmida  lui  fatte. 

'  Sotto  dqHeftaTarroccbia  fono  anime  }^QO» 

MA  in  San  Cantiano  ficuifcé  Yfih  fiiri  i  §è  Ù^ricMtìi  iz  ì  Zeni  »  rihice  aibì  il  cor- 
po facro  di  San  Maifimo  Vefcouoi  &  di  Santa  Sauina.  Et  èparimente  notan^ 
*iia  fallar^  di  $jm  bua  4i  Mia  inneAeidne  per  o^ta  di  QidbShni  2o^:£t  ini  Mef- 
(dgfaceÒu^  Vittuti^he  i«llle  giierreeo  iTedefcttii  molti  anni  fonos  r6cC(MrfcOf«^ 
Pf9^:aMk>if»j^mia6ml^^^  PrbqediteiÌD  in  haogù 

'  éiQiB»  Fà«to  G^qsbMì  del  qfulfe  fimo  ^ifeoe  }è  hifterife  f  u  porto  Talorofamciiee> 

fciittionc.       '  .  V  .  . 

^^  K    4       loa^h 


iji  D  E  L    S  ES  T  I  E  R  O       - 

Joimni  Vìttùm  Bruiti,  tiicretU  FUùi  Andrea 
Bernardi  Vx»r  'Patri  optìmeSier  ito  inJUuratUt. 
MDXHU. 

ADDITIONE. 

* 

Qficfla  Chiefa  fuò  dirp  ried^catat  per  efferftuU  riformata  in  tutte  le  fiéc  parti  ;  fi  che 
é^arijce  al  preferite  di  ieìla^  e  leggiadra  forma .  uéda  fìniflra  della  Cappella  Magffore  U 
Signori  Fidman  ne  hanno  coftrutta  vna  nùnore  >  degna  della gjrandeT^a  deW animo  laro  » 
tutta  de  pia  eletti  marmif  che  trouarji  poffonoi  con  colonne  di  Uffricano  »  e  fregi  rimefsi  di 
macchie  di  Francia .  Quefia  ha  tettar  e»  cke  in  yece  di  TaUafjfifono  due  jlngeli  di  mar^ 
mo9  cbefoftef^ono  yn  Cafone  di  mormone  rame  dorato%  éme  ripofa  il  Corpo  di  S.H^Jftm^ 
yefcouo  di  Reggio  >  e  Copra  ejfo  Cajfone  rtèla  fua  Statua  di  marmo  con  due  altri  angeli  9 
Pvnot  che  foflenta  lofkola'^^o  del  Manto%  e  taltro%  eh:  tiene  la  Mitra  Epifcopale .  rifonm 
poi  altre  emquefiatuefuperiorif  ciot  La  Beata  f^erpne*  San  Gionanni»  San  TaolOyCon  due 
^ngelettif  pur  tutte  di  maatmo .  La  volta,  e  tutta  lauorata  dftucco  »  e  mefia  d'Oro  confe^ 
fioni  >  figurine  di  baffo  rileuo  >  &  altri  ormmenti%  con  li  quattro  Dottori  della  Chiefa  ne  gli 
^t^olif  che  pare  Joftenghino  laTribuna .  Sta  fcrittod  caratteri  d^oro  in  marmo  di  Ta-' 
rangone,  da  vna  parte 

Ditto  Maximo  Epifcopo . 

Ioan*  Paulus.  Martinus,  Ltidouicus  *  Benolchis  > 
Chnftophorus,  &  Dauit  Vidmani  Fratres»FamUÌK  Requie  hic 

Conftitnta  Patri/s  Obuf j 

DD.M.DC  XXXIX. 


loaoni 
Fiiij 

PStteraae  Beneficeatiae 

Meinores 

Lacclio  Estrucib 

P.    P. 

Obit.MDC  XXXIV. 

Dimtafteftopent  fit  H  Sadtmte  Clemente  Moli  Stlognefe .  ta  ferrata  »  dr  ébinée 

rtftanohiie  Coppetta»  e  rkeamente»  e  Ttagamettte  ornata  (U  Bronci  .  L'Mtra  C'appetta  al' 
de0ra  dalla  ti^^ffore>fA  eretta  da  Sehafiùm»  BmdUiehe  yifie  Tititatio  in  fiefta  Cfrfts 
faìmtrmà^  am»emm  l^amo  t6^o,tbdicandola  iSan  FiHtfo'Heri.  Da  iUuiyifomy 
èie  fiame  dt  fime^fimt  di  Brmofocem  lefue  infcrittionifotto  »  /wM  di  ejfs9  Timmù  t  ^al- 
tràMyitfmfrat^AafimftmUT^tamnióiQ* 

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©  I    e  A  N  A  RE  I  O    LIB.  MI;     ifs 

HQuwìroconfvlthna  CentUChrifio  pojh  ncUa  CaptelU  del S agramente  fa  dma^ 
éaUa  Cafa  Hotfd  quefia  Chiefai  &  è  filmato  opera  di  Vam  reronefe . 

Si  y^de  finalmente  la  memoria  del  rirtuoflffimo  Tiberio  Tinelli^  celebre  Vittore ,  le  cui 
$ftre  fimo  ftimate  al  paride  pia  famofiVittorii  e  piacquero  tanto  d  Liiigi  XIIl.Rèdi  Fran^ 
eiof  chegCinniò  Lettere^  che  cotnmetteHono  d  fuoi  rapjprefentanti in  Italia  >  che  lo  creaffero 
Canaliere  deW ordine  di  S.Michiele  inuitandolo  all^  fua  Corte  i  Onde  yenuto  d  f^enetia  in-. 
^neigiarm  CarhDuca  di  Crequì  ^mbafc. Straordinario  per  quella  MaeftiM  conferì  l^ordi- 
ne  predetto  di  SMichiele  à  nome  delCbrifiiamXmó  Rè  Luigi  Xlll.  di  Francia  >  e  di  1^« 
narrili  cingendogli  lo  flocco  dorato»  donatogli  dal  Duca  di  Cmdal%  che  volle  trouarfi  prefen- 
te  con  moui  altri  Signori . 

^  QuefU  Cerimonia  fa  fatta  nel  Talagio  di  Cafa  Grimani  fituato  à  Santa  Maria  Formo^ 
fa  dime  era  trattenuto»  e  fpefàto  dal  Viélico  efso  ^mbafciatoreifri  la  Meffa  folenne  »  che 
ini  fu  cantata  nella  Cappella  del  mede  fimo  Talapo  • 

Sopràlét^p^aadunqne  che  difcorre  nel  Campo  fi  legge  t 


lioEquiti 
Qjiem  Mortaliu  A  loiagines  animantein 

Mors  heu  Rapuit  ìotempedina 

Vt  Natura?  ab  Aste  deuiftae  indulgeret  • 

loanocs  Baptifta  CafcUa  Amifies 

FratriBcoeaicnmi: . 

Mocreof  Pof. 

Vixit  annos  III.  M.  IV.  D.  XML 

Obijtanno  M.DC.XXXV1IL 

S<^aU  predetta  inùrittùme  riè  il  Fatuo  daue donerà  coUoearfi  iifmritratto  fcripi^ 
ioinmarmo  iC  foprata  fepoltnranel  fuohdoue  ftdfepolta  anco  fua  Madre  %  mortapo- 
€od^  di  btip  e  fcritto: 

Sebafiiane  de  Rubeis 

Tiberij  Eqttitis  Tiodli 

Tumulata  Gnu 

HicOffa 

VAitae  Cìttcres  Aerane  Tcrm 
h/Utùowt 

Viiit  annos  LXXUJ* 


Biémnk%40o. 


S.  Maria  Nona  t 


*' 


|Ndipec4 


:o  kmtiM  fi  vede  Sanu  Maria  Nuoim  rdlsdraii  aetcttpi  n^ 
mente  abbcUiM  di  onMmcnaoobUi.paaadictoBilUdiS^  HìecoiMM  fedi 

maoo 


,,4  I>EL    SUS  TIE  Rg 


waiiocKTitiaiio  Pittore  IDuftrc.  Et  quclk  di  &n  Vittorio  tutt 
CIÒ  notabile  &  rara  »  fu  opera  dì  l^rancefco  i  &  Valerio  Zuccati  «  La  cena  di  Chrifi4 
(kl  CaligarettOi  &  l'altare  di  Trifone  Oradenigo  d'aflai  buona  ni^iio  <  Vi  giace  fo« 
pra  alla  porta  per  fianco  Fortunio  Spira  da  Viterbo  Filosofo  cekberricno  #  di  pro^ 
fonda  fcientia  >  trattenuto  honoramente  da  liuio  PodoOthlro  Arciuefeouo  di  Ci-i 
l^>€Offqoefte  parole*  > 

PértMiiès  Spkd  mai  Liuràritm 

Ldtidc  ^ràJlaMifimm  bk  firn  èp. 

ADDITION& 

jlgìi  ùnmetaifiidmi  di  qutfiaChiéh,  fi  n^m^tt  chifertffèr  t^ìmi  Mjrim^ 
H  d'vtta  Fraterna  di  "Preti  Secilàri»  l^ifi  legge  m  efso  : 

Colfegium  Sacerdotùinr,  animi  gratir  èc  Piiwis  ■  ;^ 
£rgo  Aram  haoc  Aiis  fìimptibus  erìgendun  cQ  n 

M.D.LI1,  , 

Che  il  Qnairù  con  la  lR!ffiirréÌH<fm  di  Offì^^  /tt  dipinto  id  Leon  ardo  Corona .  Monte 
Mezzano  fece  UTawUconir^/fkfMfflMtkloglljtM/hlii^^^  La  tettap 

che  rappr^ema  il  cader  def^  Manna  igU  Mehrei  HrìDefertOy  fa  opera  di  Filippo  Zanim^ 
berti f  dif cepola  del  Terania  à  ^phnàe  poi  quefiu  Chiefa  anca  qn^fito  algouemo  Spiritua- 
le per  la  diligenza  >  &  a0(biita  del  'Fiouano  ,cheé  Lmgi  Zane  Dottore  neU*pna  »  e  Faltra 
legge  ^Muocato  Ecckfiaftico%  &  FifcMe  H  (hot  fraltefto  Mòto  fin»  Tatriarca  viuente:  è 
parimente  Titolato  in  auefiafieffa  Chiefa  Antonio  Coffanif  Dottore  anch'egli  in  Cannonicop 

am^^S^ertmiiiM0fUmatèiÈnHdtitùp0bomà^i^itditj^  ''- 

S.Giotiaoju  Chdfoftcìmo  • 

FV  parimente  reftaurato  SM  Cièiidttli  ChiifóffMao  fui  modello  di  Sebaftiano 
daLuganoiofecondoaltridfllMoroLoiiibii'do»  amendue  affai  buoni  Archi*^ 
tetti  •  Et  nobilitato  noi  da  Giorgione^  9^^  Franco  famofiifimo  Pittore  »  il  qua- 
le vi  cotninciò  la  pafla  grande  con  le  tré  virtiì  tbeologichi^  &  fu  poi  finita  da  Sebo- 
ftiano,  che  fiì  Frate  delp^étÀbò  h  Hcwia,  che  ti  dfpMfói  frefco  la  volta  della  tribu- 
na .  &  da  Gian  Bellino  »  che  ri  fece  Ucaii^  iiSan  Marco .  Et  da  Tullio 
f cultorc>  di  cui  mano  furono  gf  x  AfOftoU  dì  mr^or  ri^euo  • 


ADDITIONE. 


tietla  Catella  Mt^gurefi  reie  h  Luigi  Benfatt»diie  tele  con  la  ecnfetratime  del  me- 

i^UmtmlUdlffUié  Sìi^taiMUitt-ndietultéintti04i9SmmM^iémt*)^ih' 


ri- 


D  I    C  A  N  A  R  n  a  IIRIIL    tjj 

'  mtim  «tt(  Pé^àfha  vii  a  HtrtÉto  H  marni  di  Iacopo  frath  f^gjOi  VèoHsm  Ì9  qui: 
fidCkiefé»hirife«ilit^  fUnuPi^m,  Déeendofidilui  mltEbgio  fo^o  fornai  ritratta 

O.  O.  M, 

laeobo  Vall^  Dinini  |Iiir.  Gonfultiflìnio  ac  in  àmfis  dcfioien. 
fif^lari  Ctthcdr.  PrioNmi,  defade  DiM .  Ctoonico ,  Se  Con- 
gregationis  O.  Cantiani  Archipresb.  meritiffiaio  in  Dixcefa» 
na  fywlQ  {u(|.'Dq>iiiaio*  Trium  ReJigìQoom  MH.  Coofcr- 
uatori»  Gueab  ApoAoIica  Sede  ludìce  Uelegaco  Fìdeliffioio 
Cleri  Accerimo  defenfori  à  quo  ob  ingenij  pra?ftanciffin)uni 
AoJfQÌq*  Alacriuct  ter  Ronain  ad  Clem-O^aaim  pone  Max. 
MSiSu»  Bnt»  cttoiq»  per  anoos  XL.  hutus  Ecckfia»  Pkb.  Vtgi- 
lantifs.  Eamqs  ampliando,  ornandoq;  indefedfus  excitilTec ,  Prf- 
lati  tandefli  sdanriffimi  *  Patri^eq.  amantifiSesì  tuia  oominv* 
tum  f^^ii  Clartif  I  de  <|iio  illud  apte  di^uoi  eli ,  qu«  re/ooodec 
ingenua  loquituc  fideliq.  quidreotit»  raericts  »  &  virtutibus  IH. 
diem  Cumm  datile  cxtremum.  Kat.  lun.  M  DC  XVI  i  iEtatia 
anno  LXIX.  Nicolaus  TafTus  t  V.  D.  ex  Sor.Nepos  aciiiccef- 
ior  grati  animi  arguacnto  pei|>ctuo  P.C* 

Si  eonferiuoto  quitti  mdte,  Heliquiti  de  tanti»  fra  le  qmdii  di  notabile  U  braccio  dritte  ài 
S.GÌO:  Chrifcflomo  Titolate  di  mie  fio  Tempio  ; 

Hdanime  Jfntfidife^ffi4Cbie£atiiatani»ÀgQ9» 

SanloU 

S.Opate^pradecceChk&paitocchiaficklprefec^  éegm  dìcmft. 

I*  dcFanone  dNiierfi  niemfterì  frd  i  qudf  i  San  fo^ 
arcjo»  nuouo  per e^ficìo-»  perciochc io  fabrìcd  Chrtftofòro  Mora  Doge  »  dickt 
hKmà  1 46t.Sc  lo-canceflTe  i  i  (pm  di  San  Francefco  %  concidlia  die  traaMdoGr  ?ùdc^ 
M  a  Padoua  douegli  fddetto  dal  Beato  Fra  Bernardino  >  che  farebbe  I>i^ dopo  Jn 
mortectel  Ftofcari»  Se  emendo  facto  Pa(qaal  Matfpiero  kt  hio||o*  del  ¥okm  y  cb^enu 
tido»  Qiorco  it  FoCcari  fìi  fatto  il  Nforo>  itquaTe  permemona  cK*  quel  Beato^  ocdfnè 
Il  pi^edeeta  Chiefà^  Se  le  diedelarghi  prouenti  1  Se  v^torAinò  ance  K>  Spediate .  Si  Set 
<^  Ìn<]iiKftoluo^  (ì  confòrua  il  corro  di  SiaiiLuca  •  Vlft  rede  di  fcoleiira  in  mortm» 
di  mezaarilteuo  »  la  palla  della capeila  di  Pietro<jrimam  Ptocurator  di  San  NbrM 
fatco.da>iU30CMifoRofleHi Fiorentino.  Et vn*altra palla  pur  d!t  marmocon  mSaiz^ 
Giouanni  B^Ka  di  mano  di  buon  maeftro.  Ma  di  pittura  »  Pìiftaredetfa famiglia^ 
BorGara9€ol€hriftò>cheoraJiellohorto^  ScccHr^iApodofrehedòrmonorlb  di 
Marco  Ba&iti  ^Sc  Talt^  vicino  douc  ffretì^ma  Noftra  Ddnna^on  SattSebafttaiw 
d^deftwac-San  tobdirifafioiftra^  fadipinteKteGfgn  BftBteoidrfoiaptmw  tauoi* 

la 


iSé  D  B  L    SESTI  ER  O 


to  faffa  dolio  $  tìfc^  mdttcfle  fuori .  Se  fì  come  albra  fu  ftimata  mòtto  da  i  bmm 
maelh-f  jjcofi  al  prdfcntc  per  la  ftia  moka  cccelleoza  è  tcnora  in  gran  prezzo .  &  Tal-» 
tro  altare  iui  prcffo  con  la  Madonna  che  apprefcnta  il  fuo  picciolo  bambino  al  Vec- 
chio Simeone,  fu  fatto  da  Vittorio^&arfrKcia^.  ?  Vi  dipinfe  anco  Battifta  Franco  9  Si 
Franccfco  de  Francefchi  vi  fece  la  palla  di  Sanro  Andrea  »  il  cui  ornamento  fu  di  ma- 
no di  OarparoMoraii7onc&  nel  refettorio  la  vita  di  SinFrancefco  fd  veccBia  fat- 
tura di  Frate  Alberto  Arlarti  •  Dinanzi  all'aitar  m^^iore  in  vaa  gran  lapida  è  in- 
tagliato. . 

CHRISTOPHORFS  MAPKO  "PRtHCE^S. 
MCCCCLXX.  MENSIS  SEPTEMBKIS, 

Et  phì  in  fuori  fi  veggono  diucrfc  memorie  della  fam»t?tia  Pcfara  •  Nel  chioflro  è 
ripofla  Dja  Moroiinà  Prlndpefla^gii  moglie  di  Nicolò  trono  Doge^/*  che  vìffe  N 
anno  1471.  &  vi  fi  legge . 

Dtx  rarifs.  mulicris  IlIuftnTs  Doni.  Nicolai  Throni  In- 
cliti DucisVenetiarum  coniugis ,  humili  hoc  in  loco 
corpus  iuflu  Tuo  conditum  eil  •  ani mum  vero  eius  prò-    " 
pter  vita?  virtutam  &  moruai  fan^tatccDsad  coclcftcm 
patriam  aduoIalTe  credendum  eft  • 

Ann.Salutis.  M  CCCCLXXVIII. 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

Gimtoin  Genetta  tanno  16$  i  .Renato  di  ^oyer  de  Talmy  Conte  i\Argenfon  j  mandata 
jlmbafciaior  Straordinario  alla  Republ.  dalU  Maejià  ChriJUaniJfiina  di  Ungi  XIV. cade 
amalato  prima  di  efporre  $n  Tiéblico  la  Jita  ^mb^ciata ,  di  maniera  che  in  pochi  giorni 
morfe:  Onde  fatteci  per  ordine  del  Senato  CEfequie  ,econla  pompai  e  magnijicenz,afolite 
f0rfi  àfimiU  Vcrj&naggk  Renato  [ho  figliuolo  dejiinato  anch'cgli  sAmbafaator  Ordinario  ^ 
Bci  medejimo  tempoifrcc  in  quefta  Chìefa  Ergere  vn  Maa folco  alla  memoria  del  Taire  9 
Jje  per  marmiy  per  ^oftrutturay  e  per  fignificati  è  memorabile .  Sopra  il  [nolo  adunque  deì^ 
iaChiefaj  e  pofio  rn  Quarifello  majjìcciodi  marmo,  e  forma  Quadrata .  Sepraad'effojlan^ 
moflue  Leopardi  Coronati  9  [colpiti  in  finiffimo  marmo  bianco  da  Carrara,  quali  premono 
conle  7;amp€ globi pwdeU*ilIefio  marmo 9  foficHendo con  il lordorfovn  nobile  fepokro  di 
Taragone  mirabiimuntt  lauorato  ,  entro  al  ^uale  giace  il  cadauero  dell' cJUnto  Signore  » 
Sopra  ad*effjfePoUro  è  gettato  vn  Lenzuolo  dt  marmo  fino  bianco  da  Carrara  >  doue  fiede- 
yn  puttinato  allato,  che  con  Unguida  manofofliene  vna  rouerfciata  Lanterna,  &  appoggia 
il  broiLcio  dcjbvfopra  vn  libro  fatto  maejirettolmente  delfudetto  marmo  bianco  da  Carrom. 
ra .  Dietro  al  Sepolcro  appoggiata  al  muro,  fi  malT^a  vn  grande  ^guglia  di  paragone,poflo 
fifi*'a  ii  T aloni,  con  vn  vtifo  nella  fommità,  che  cinto,  manda  fuori  molto  fumo ,  &  ornato  di 
{àfc4e  di  OUuQ .  Da  i  lati  fono  due  colonne  di  bianco ,  e  negro  da  Carrara  di  ordine  Dorico  , 
qéijli  rcggBuo  la  Cornice,  t  dietro  ad'^fic  vi  fono  quattro  pilaftri.  J^el  Frifo  di  paragone,  è* 
mci^a  di  nìormo  bianco  quefta  abbreuiatura  ;   coronata  di  f opra  j  formata  di  tre  lettere  ^^ 

cioè 


DI    ^A  N  A  R  5  IO  tU%  ih     157 

fiwiifiotpiti  ieiUt  MAdtrt  »  #  mogtk  %&  à  vtemowdi  ^luUe  pradmiti  digitare  4i  J^a  vi 
f(m»yti4iymH«m4^iéiSerp9ntuSMrnUfiìmkc^  fu 

ivo  frmcif^sitffi$K^  famigUey  €mè  :  di  Mtmivwranc^j  Sanpwret  Be^uau  $  e  ddiu  vd  pm 
fmr$n$h  »  mei  mei^  s^^tendc  ilfcud^  (t^rgtnfoMÌftt  àmfei  in  ^natìfo  paytiiCioè  delpdmiH 
6r  ^rgeìffamaÀe  if$uUigidfàflmna$09&fa$to  itBfùkn  &  fmadinn^fi  t^  U  feudo  Ve^ 
ntt:  ^Ua  f&mmitd  poiiC  p^to  il  Urne  di  S.  kiéuc^ . 

Sluefi'i  VmUne,  &  la  forma  della  Machina .  Li  fuéi  Mifuinf  »  &  figliati  fona  U  ff^ 
guerah  Tutu  qttef^ùpera èfoftenuta dalla  fadetta  qnadm %  efsrmapicira^  aicaò^ fiferid 
t§mPhe  diari  eterna  eoi  mondo.  Li  Tardi  alcojinme  antico  coronati  %fono  fimk^Lo  della  fa^ 
mi^ha  de  Foyenco*  piedi  fremono  li  Glolrit&  mfiemek  vaniii  del  Mmdo.  S^et^ono  en 
lefpaHe  A  Sepolcro»  nel  quale  è  pofto  H  corpo  del  defonio  %  &  qnefii  animali  domftici  fmm 
qni^i4Hmo  offèqnìo  al  Tadrone.  U  Picciolo  jtìiseto^  chefkde  fapraté  fepolcm  %  e  pomo  di 
Linotfoloy  dice  moUecofe^nifieando  bAmeir  del  figlia  femca  benda^  Tiaige  Upaé^e^e  co* 
mfce  quanto  piange  ;  fofliene  con  langmda  marno  la  roua^fciaia  lanterna  >  d  perpetua  moh 
moviadelPefimta  pita,  che  piange.  Mo^a  il  Genio  Tutelaredi  tutu  kfamklia%  che  èfih- 
pra  le  Genealogie .  appoggia  iluraceiofapra  fontine  deferitto  delia  prima  firpe'Finlmia^ 
e  dimofira  f  ArunfomoMUa  quale  fi  tratta  ydfederiuaJaU^ifieffkVat/nia.  Vieiro  Vei^ 
fiOiChefi  vede  fatto  il  rouerfciofo^o,fcrittoin£aratteri  iPcro  ndfudetto  libro  diede  fri»- 
eipÌo4qnefia  Gente  ;  da  quelle  nacque  Renato  t  il  quale  con  ret^ofa  wtn  acquifi^gran 
nomof  e  lafcià  d/igUonde  kauefferoafinùtarìo .  VjigugUai  gierogl^co di  perpetuità  %il 
quale  premette foda^  e  permanente  fama  dof^o  la  morte^  alfepolto .  £  pg^fopra  d  Tabmi, 
con  qtiaUgiuoeMdo»a«^antickiy  piacque  ff^nmentareUiorfor^  mmobilipertan- 

topefihdenotanoa»€oraimmoMefn^mtaMf^afonelUfomnùtd^gid4di^ 
tif  per  abbmggiar  incenfo  mandafuori  molto  fumo;  così  viene  din^ifirato  Ufoaue  odore  éelt- 
k  vita  ken  trafeorfa^ct^fcaturijfce  dal  SepoUro  ;  Lef^cie  dìoUua  d4  vna  parte  rodalfaU 
tra  denotano  il  carico  >  &  la  mente  d^vn  pitcifico  Legata  »  ^  m/omfettam  fifieffa^pace  t§ett 
compagna  d^vna  buona  vita.  Le  due  colonne  dimoftrano  duplicato  offitio  J^vn  vero  Sapien^ 
te;  La  Religione  verfo  Dio;  la  Fede  verfo  Regi  i  alle  anali  come  djortiffime  colonne  fa  ap^ 
poggiat  oin  tutta  la  vita  inanimo  d%  Sfinato,  &  qt$élob4feua  confegmto  da  Maggiori  »  im^ 
per  oche  ninno  de  Tdmijfk  mai  heretlco%  ihvera  ribelle .  Li  quattro  pilajlri  rapprefentano 
t  antico  efiemplare  de  f^oyerM  quale  abbracci4ua  le  quattro  flirta  Cardinali  >  cosi  antica^ 
mente  era:  Visi&  Prudentia:  md  Henato,  prefa  la  Togahauea  aggiumoiMìitiSLac  Teai* 
peranua  feruant  • 

M  figlio  poi  piacque  fefmft  ii  quefia  nuoua:  Nec  fcadusjttiec  elattis  •  J{eifrifo  negro 
fpicanobianchcf  e  coronate  le  ture  intrecciate  di  Vaimele  Gigli(come  fopra)  quali  mofbr^ 
no  il  TronometT^gmce  Cognome  del  Defonto>  e  lo  dimoftrano  nato  »  e  morto  tra  Gigli  deUa 
Tatria .  Li  feudi,  e  vaft  conferpentifnietti  fono  iti  memoria  di  quelle  prudenti  Madame  9 

&pcrditmftxa9rehgmoffMir^ 

due  AngelifmUmente  ve  flit it  .Acanti  della  Gente  Talmia,fofiengono  U  Scudo,  <rhCo^ 
tona,  &con  la  fofituxai  &  con  te  mani  partano .  Vno  di  quefti  mostra  itfepolcro  dicendo  : 
Ncc  fradlus,  ùoèdaUa  morte  qnettofche  èfepolto.  L^dtro  pro^  da  riguardar  fi  le  natine 
i»fcgne  tanto  proprie  della  famigliAquanto  de  p^trentii  e  diceste  elactis:  cioè  dalla  vani-- 
tà  mentre  y^^t  di  t^mtoìplemlore  de  VIomU^c  parentele.TionPotea  meg/Uaadt^tarfinue^ 
ftoftgnificatQ^be  auuifaae  tutti  à  conofcere,  e  confemare  agmftato  inanimasi  neUaprofpe^ 

ra» 


*<«  D  B  L    S  E  S  TI  EU  O 

faicmne  nella  auuerfafortuM.  HtAhiamo  detto  difaùra»  che.Uprmc^diffimùJtuiik  i  dM^ 
fo  in  quattro  parti^nelle  quali  fono  [colpite  le  Armi  de  Montmorancii»  Sancerre  t  Beaunau  » 
&  Laualf  &  che  nel  mei;^  è  pojlo  iljcudo  ^Argenfonij  >  dmfo  amìfeffo  tu  quattro  farti  » 
cioè:  del  Talmio,&  Argenfonìoy  che  per  dichiarar  meglio  anco  quefio^  dicoi  che  il  prtmo^^ 
epitimo  quarto  è  di  F'ayert  è  -pero  Vaulmy  y  li  quali  portano  U  feudo  impreco  di  color  celefle  » 
€on  due  Leopardi  d'oro  alTyfofn^  antica  Coronati.  Il  fecondoy&  ter^  è  di  Guefaultf  ò  yero 
d^^rgenfony  de  quali  tmica  herede  fa  congionta  in  matrimonio  al  Conte  Valmio  •  Siferui^ 
nano  ivn  fpatio  d^ argento  fafciato  di  negro .  D'indi  Tietro  Voyer  figlio  minore  deWhere^ 
de  Guelfaultf  al  quale  s*afpettà  il  Caftelloy  &  tutto  il  dominio  d^^rgenfon  3  con  il  metter  in 
cblimone  il  picciol  feudo  di  queflo  nomcy  li  reftitui  nuoua  vita.fraponendo  alU  Leonardi  Ta^ 
terni,  le  materne  fafcie  •  In  oltre  il  feudo  Veneto  poflo  più  adentro  del  feudo  9  fu  dono  del 
SenatOyfolito  dar/i  dbenemeritideUaRepublicaverp'atiai&' affetto.  La  corona  riguaT" 
deuole  per  le  Ter  le  »  è  antico  ornamento  della  dijcendenx,^  Talmia  »  &  .Argsnfonia  i&ri^ 
donatagli  dd  Chrifiianijfimo  Rè  •  Vinfcritttone  pojia  di  f opra  y  che  dice  :  chrifio  Fauente  • 
dimofira  t animo  deW.Auttore  yerfo  il  Saluatore  y  &  che  queft opera  è  fiata  incominciata  9 
&  fornita  con  l* aiuto  di  ChrifU .  Il  Leone  poi  di  San  Marco  ad" alto  yfù  poflo  perche  il  Con^ 
te  d*.Argenfon  donò  alla  Republica  intiera  auefia  mole  $  raccommandando  alla  di  lei  Reti' 
giont^  confegnando  l*0(fadel  Vadre .  Ildono  y  (Srla  raccommandatione  piacque  ,al  Trin" 
cipey  &  acciò  fofje  manifefta  fimile  accettationcy  commandò  il  Senato  y  che  rifofiepofi^  di 
fopra  hnfema  di  Fenetia .  E  e  per^chi  offeruafìe  l*.Architetturay  acciò  nonfiimafie  errore  % 
quelloy  che  flato  fatto  appoftatamente  ;  dico»  che  fé  bene  à  prima  rifta  tutta  t  opera  afpmi^ 
fce  Doricay  è  però  mifta.  Le  pietre  della  Tofcana  »  fi  vedono  ornate  d'ornamenti  Dorici  •  La 
colonna  Dorica  è  fottilcyC  lungay  che  infinuerebbe  qualche  ollegreT^  nel t animo  di  ri^uar" 
dantii  ma  qui  conueniua  il  pianto  •  La  colonna  Tofcana  è  più  breucy  e  bajfay  e  perciò  più  co»-^ 
veniente  al  pianto:  Onde  è  parfoconueneuole  d  periti  iljeruirfi  difimiUcoUmne  >  come  pia 
proprie  al  doUntwtr  aUnragUme . 

Chi  defiderapià  cofe  intomo  la  rita  sfatti  $  e  coftumi  deldefonto  Renato  >  leggz  il  qui 
Jmo  ElogiOi  chrè  l*ifleffo  (colpito  à  caratteri  d*oro  nell'jiguglia  : 

D.    O.     M. 

Renttus  de  Voyer 

De  Paulmi; 

Comes  d'Argenfon 

Chrìftiaoiffimi  Regis 

Ad  Seremfliaiam  Rempublicam 

Legatus 

Pareotibus  Illttftris* 

Petro  de  Voyer,  &  EIiTabetha  Huraulc.  Altero,  ex  confpicua 

Gente  Comitum  de  Paulmij ,  Nobiliura  Turonenfium  Prarfc^  • 

Altera  Magai  Huraltij  Francia  Cancellarli  Nepte  • 

Profapìa  foblimii 

tXvat  prifco  Cntdx  fanguine  in  Galliam  otim  deriuata  : 

Per  Conacftabiics  ac  Ouces  de  Moncmoranciii  Comìtes 

^ "     De 


DICA  N  A  R  E  I  O    Eia  Ut    t'59 

De  Sanoerrci  de  Laual>  de  Beauuau»  alidsq.  proceres, 

Neuem  ab  bine  (xcvAis  euoluitur  • 

Perpetuis  munerìbus  Clarus . 

Quaeprimusexiuagetke  mais  ante  vnis  Gloriola 

Togatusgeffit.  Senttor  primùin.  in  Tuprema  Curia  «cuoi 

LibeUonim  Aipplicnin  Magifier»  inde  Comes  Confiftorìanus  * 

Et  Regìbus  ab  intimìs  celfisq.  confiliis . 

Temp^aneis  Clariflìmus . 

Nullis  laboribus  Se  curis  jaipar>ad  maxima  quasq.  tramanda 

AdhibitttSt  in  decem  Regni  Prouinciascum  fummalurirdìcundi 

Potevate  mifliiSt^umeadem  Regios  Exercitusexpeditioaibus 

Tredecim terra mariq  moderatus* 

Rebiis,geftis  incJitus . 

Celebres  iflas  ad  Tanrtnum  inducias,  quouis  Bello  Hifpanìs 

Fonefttores>  tamfolerterquam  opportune  pepigit*  Cum 

Catalanis  >  vt  Gallico  nomini  accederent  »  tranl^it .  Pi^onct 

Et  Aquitanos  fèditìonibus  perdieos  ad  obfequium  reduxit  • 

Virtutibus  abfolutus  • 

ModeiUa  in  hoooribus,finjgulari  »  iEquitate  in  iudiciìs  firma  » 

PrudcDtia  in  negotiis  exquiuta ,  Aiauicate  erga  Aios  incofflpj|rabiIi» 

Fide  in  Reges  antiqua  I  pierate  in  Dcum 

ReJ^ic^ffima  :  cui  tandem  ^  coeterìs  omnibus,  quantum 

Fas  fiiit,  abdicatisi  Sacerdotio  fé  confecrauit  • 

Veneti jsdefidenftns. 
Qnò  Legatus  à  LudouicoXlV.  cum  iam  Vrbem,  nagtia 

Et  feftiua  pompa  ingreiTurinexpe^retur»  malore 

FeAìuioreq.  Coeium  eft  ingreflfus  :  lu^uoff  offidum  > 

Serentffima  Republica  fnts  »  hoc  eft  >  Magnificentiffimis 

Sumpubus  celebrante .  Febre  fublatns  1  i  L ID.  lui. 

Ao.  hi  M.  DC.  LI.  Aet.  LV. 

Hic  finir  eft. 

Amanriffimo  Patri  Renato 

Amantiffimus  Filius  Reoatut 

Nominis*  ac  Legactonis*  Vtinam . 

Et  Virtutum  Harret.  Cum  Ludu 

diri- 


KTo  D  H  L    S  E  STI  EK.^  ;  r 

ChHflMWO  pdfnic .  Seaatiisq. 
Pietati  oofliinewkiiìc . 

T^lCapitth  ielfrimotUufiro  vi  è  anco  qoeJt'aUra  mfcrittime  ', 

A.    M.    D.    G. 

Memorie 

fixcelfi  ac  pr«poteocf$  Dom&ii     ^ 

D.RenatideVoyer 

ECbmhibu»  de  PaulAij 

Comitis  d'Argenfon 

ChrlIUanUfiaiiLudoaiciXIV.Reéf^     •    v   i 

AdSereniffiaiaiiì  Retnp.  Legati  l 

Cuio$  exta  Ctppiis  fate  fiabec 

Cor  Galha  poffidtt  •  "  "* 

Corpus  iti  Maalbleo  Iacee 

Fama  terras  implet  •        ^ 

Anima  Ccelìs  xternum  vftiec: 
Plurafi  reqm'ris  Viatóc 
In  Tempio  maimortUcet»       •     "     / 

t  '   '      '  •'  * 

Il  difegnù  di  quefiù  'Hfbites  e  riffmdem4c  Edi/kip.9  è  T^enu^  dà  Rèma  •  Qtd  poi  fa  ordt- 
natodaCiMdio'Perreaudi'Parigipcelebre  SCitUore,iìquatefece  ém€9  le  Statm^tTardi» 

€kJirmiJudette.Sihg^tìl[uommeneClobi,cìoè* 

CUudius  Ferrea  u  ParigiauslackiMC^ 

S*  Mada  de  Semi. 

^ yf  A  afiai  maggior  di  queOo  Tempio  è  quello  di  S.  Maria  de  i  Semi  fa(to  in  vn^ 
IVJL  quadrone  ,ac  ornato  di  fcolture  &  pitture  >  &  con  nobili  &  ricche  cappelle  di 
huomini  illuftli.  ^erriochc  Paolo  Veronefe  Tidipinfe  la  B.  Vergine  con  S.Agofti- 
no.  Giofeppe  Saluiati  vi  lanofò  rAfllmciooe  nella  palla  ddl'altar  niaggiore.Giouan. 
ni  di  Bruggia  vi  fece  la  palla  col  Prefisso»  &  co  i  tre  Magi  • 

Vi  fono  etiandio  cinaue  hiftorie  di  (coltura  di  bronzò  molto  vaghe  >  neiraltarc  di 
Gabriello  de  Garzoni  che  fii  Caualiero  di  Malta .  E  medefimamente  illuftre  per  due 
Principi  Angolari  che  vi  fi  fetbano .  LVno  fu  Andrea  Vendramino  Doge  60.  e  he  vif- 
fe  Tanno  1477.  collocato  inbeUiffimo  fqpolcro  di  marmo»  notabile  fra  gli  altri  de  Ila 
città  per  compofituraSc  por  otiancicd  di  figure  marmoree  btne  intefe  >  &  per  altri 
abbellimenti  di  finifs.  pietre  .L'altro  fu  Francefco  Donato  Doge  78.  che  vifle  Tanno 
X  Hh  ^  nella  cappelli  grande  giace  Zaccaria  Vendramino  Procurator  di  S«Marco» 

che 


DI    éX'S  A  R  EI  O    Llilll    igi 

Si  dlrtKMrUftaJiVefifc  Infili  di  <S  %ftillo  ài\liScikSìgr«tM 

t,  fi  mbglte  di  Nicoli  di  Bile  Olia  di  fittiti  .&iiÌiA  ÌBtiiatt  miékeJ 
inatte. 

:  ^ItìaìiScflàrij^Jt^iiiStìBiyiroiiéprJltritS,  Ganti 
Pìincipisfil'U.  Nicobl  ffinl»CernitwiC)iicu  irauifi  ob$c 


■     tiihBflrJi''  ■■■;■■ 

t^ì>»c1lj«fifÌ.'ii«Mfii!*fglMtil  iHlìttìffilt9di  ficèiA  )  f>IcS- 

re,  Akno  ii>4. 

Et  vicinali  Samtì^^Sj^Ui  Situa  pét3^K  di  mifirap  /Mn^uio^immo  fe- 

Ktcco^^f  rH3léot^)  df  Giouffirtl  eimfltùdìClédcipb'  (dbift  kmbsXtyitici  primi 
indine»  iAc«ttiintria(rH«)tt«loa«^Wit)iò^mgiim:»«t%iti^ 
legge. 

jMjomifirififi  %Jlmiili/t^MfgifirntitmJìmmisp 
in  Ajìi  ^  Emtf  LiMtunibutfimSm,  aim  Td- 
0ì>MHJìl^iUìi  ^mudp^iFirfàri^iJài^       ....... 

mjjitiiutt  mimri  ixercitmiqmmj'mrum  luci»  in- 
tirati  fUij  Pitatifi.fi)fitri^  ;  '  ) 


di 
le 


SnQin  vn  tettato  tnc^^fimo  intorno  i6oo.  pecfonci  3(efferqtaixlor4rtc  loro  perlai 
iiafó  tutti  coloro  j  chf  atteddono  alla  fetaCchiamano  ancora  Tofcahi»  nopfoU-r 
lentc.s'africdiironó»  ma  ftccro  dìuerfc  £abrichc  &  Palazzi  per  la  citti .  preftarono 
danari  alla  Rep.&  altre  cofe  operarono  di  fomma  importanza  >  percioche  (i  troua^ 
che  hebbero  i  conto  de  loro  capitali  vn  milion  d'oro  >  di  maniera  che  moltf  matìta- 
tono  le  fìgtiqole  ^v^entilhnocnini  della  citti  ^&ialcqni  di  Jorq  foropo  fatti  qobili  de! 
CbnfigUo .  I  predetti  adurique>,cdmcató  tòri  X.cjife  per  ékìfc  i  ì  poueri.»  il  }>rfedetto 
Oratorio  9  kvctò  aticò  tti  faldne  per  cdhdunifj  itRtttere  co'^Jtiòi  compiàgni  per  ga- 
iiemo  della  fraterna  •  Et  lo  fornirono  d'argentarie>  di  paramenti  j^  fc^d'a^qpfe  ne* 
cefllarìe  al  culto  diuino  •  &  vi  fpefero  intorno  à  22.  mila  ducati  9  viciti  tutti  dallepre- 
dette  cafe  di  condotte!  che  furono  Verruzzi»  Tomafìni»  Perduzi»  Garzonit  Martinis 
da  Poggio?rrepini>Angolie}FantinellÌ9  Guidiccioni»  Pifanelli»  Or&Ioua»  Lamoerd» 
Bonicardiifarurt^>RuuldellifParigi>Turchi»Nardi»Bartolomei^og^ 
ni)  Micheli  >  jjc  Malpigli .  In  meniioria  adunque  della  predetta  edificatione  de  (ronfe* 
cratione>  fiieggononnfrafcrittè  parole  intagliattin  vna  pietra  di  vn  p^adrò  « 

Ant^o  1 1  yó.  de  Setteinbrio ,  ia  di  de  San  Michiel ,  fò  figrada  . . , 
qbeftfi  (iapellà  per  Mìfer  Gioùmni  de  l^iacentini  Veftouo  ' 
di  Venìcxià ,  in  lo  (o  primo  ano  •  '&  per  Mcier  Piero  Nadal  . 
Vefcouo  de  lefolo . 

Et  fu  dipinta  ]«lli'ftoria.dd  Vòlto  Saiko  >  netkk'frateifnf  'Mi  Nkdetto  Sip.mite«v 
Io  l'anno  1370.  .      .      .    ,  ».  ...../ 

.        A    £>    D    I    TI    O    N   B. 

1..  .        *      t* 

TJel  ClaufbrOi  in  ynj^an  Caffone  di  tnarmo  in  arie  fftàfepot^  SantomdiSantmf  Af  r- 
iico  gran  nome,  chtlcffè  Irnigamènte  Medicina  in  Tadotu,  e  vièta  fcguentcinfcrittiimc  i 

.  *  •  •  •        ■        •  "      4       ' 

SanAorij  de  Sandlorijs 
'  Is  olim  Theorycus  ord. 

PrimarSedis 
Io  Gymnafio  Patatiioo 
Yixttaonòs  LXXHII. 
McnfesXL  Diesili  -    -  ^ 

'  ObìjtVIKal.MattijMpCXXXVl  ,     '     . 

HoralIlLNoais. 


•^    mm\     t,> 


JnCbieJafKn  vicino  alla  partaf  che  difcorre  nel  ùredetto  Clanjhaviè  delmedefimo  vn" 
wUra  memoria  con  Ufiioritratta di  marmo  9  e  in  lettere  d'oro  vien  effrefio  quafi hfiejjo', 
che  fòpra  • 

"tieìla  Sagrefliaf  ia  Tau^ladeirukarcfè  operata  ds Benedetto  Diana.  Ih  due  Tortelli 

'fopra. 


'*      '*         ^Br\ttw>j9  ^* 


DI    Cf'A'NA  k  ET  O   £IB.  ili.      iis^ 


"■k". 


vedi 

kct. 

min} 

IL 

CÒtitA 
foàià 
Hinii 
vriiHi 
Chril 
tmù 

ireue 

fna  Cornice  di  marmo ,  che  camina  dal  Coronino  alfepolcro  del  Doge  Andrea  Fendramt' 
no,  foftenMtf'^jfofoif^edt'stTUiteloHico.fo^  Cini<^  {^mJCapitiìii.,4ifoiCtRii  rotonda 
•fnitecmefjaCormceffàpraU'qmlihannoda^ofar'e^aUmefzu^^ 
piteditMtotémk}'r'ij>f^f^^lìMiifsrfSVii-tAmòrali.  itfitdMeihhàintfcpà'r ano  anco 
sanitari,  c^fAìto.gtftfiii  (^jj^i^é^OAf  («.^^^«MV^Wf'ft"**'':'»*^!*?  f^'^^f'll.n  ^  port* 
magiare  >  renaetidg  meiìa  parte  msefiofn ,  e  S>a^  per  così  bea  inteji ,,  e  ìpen  diùffii  oma- 
mentitftUtifaM  dalli  piìfni  4K4lt^tUo  Bòit,  Cittadim  bÒuor^tilfitfn  di  f^tnittu ,  H  quale 
è  per  ergere  ^tatVi^rre^Vonobìlìffiimo^UareconJaJuafePoUtfrad  piedi 
piamente,  ©*  chriftiantm&nte  (mentre  egli  è  dncora  in  yjU  )  il  fine  deC'humanità  ,ch'è  i 
morire,      -v  M'i  3i»  H-i  '   -  .•'-■-■..  v.»  u...  .  .  .x  '  ..\^  ■■  ■   ..:  <  :.\  ■  .k\ 

ILTempk)  di  San  Chrifl9(liFa¥hta(t^o>(m  Sftl^a  M&]i4-d^^^ 
tlcoi  oc  habitato  da  Canonici  regolari  voltici  dì  turchinoi  e  di  ricca  &  honorata_. 
fìnitcura>&  pieno  di  bellezze  mcnPT^&ilfj  Se.afX»àde.  conciona  che  fu  diquefto 
ordine  il  Beato  Lorenzo  Giultiniano  Primo  Patriarca  di  Venetia ,  il  cui  corpo  giace 
i  Cafìeilo.  &  qui  fì  celebra  il  fuo  Altare  con  la  palla  dipinta  dall' eccelle»  tifluno  Por- 
dooone,  ■         ,_  ,r,    F   ■'  '.:■'■■:    ■'.■-.■-•'''',       -  ■■     ■  :.  ■■-       ■■'' 

Nella iacaata ^parifcona  i ; . figurcdt  maribo •  deUoqualì  Ja  O^tiore poRtc h 
Upottigi'and(;inmezj«tfufcQlpira  daiBanotoradOtficliefvqeiafhonia  di  Palsxz«.! 
Il  coIoiTo  di  San  Chriftoforo  fu  l'aitar  grande  «:&i  opcEi'diGafparo:  MorftiwOHCA -1? 
qualelofccefulamìfuradclviuoifl  queda  maniera.  Che  emendo  itatol'an.  1470. 
portato  d'iDgjiilterra  d  Venetia  la  parclla  del  ginocchio  dt^l  predetto  Santo  >  il  Mc- 
ranzope»  tolta  la  fua  mifura ,  Se  formato  vn  ginocchio  fcconao  quella  proportìone  > 

''  .    '  La        Stia- 


15^        P  ?  ^    S  ^  ?  T  f  B  R-aOi 


qi^alc  làcóifto 
ropuptaul. 
ib  fittila  a^ 
lòiijitoalpilr- 

èf*(ì  i*>ftrii 

Srj:fuoiq)ttl- 


Vtkri»  yrfiiit  Juiif  AfiiiL  "Primipi  gSf  F.  fer  tmiet 

'lltmik.PM-Jmfm4s7isfHb.ptrmSf,JiiVemu 
itrmm  itrn  mftttù  »mìi ,  p^nii  fi4in''il ,  »c  ;^iUljS 
DucismuHerefu»Slt,tum'uit>uJw*tiit.Mrirgt- 
rtnddrum  cmji,  ^^  ^tWi^  /l/Mi  Mi»l'f'l ,  'vnt 
cum  mius  "^iifut-micme ,  Vx.  ^  Filij  dtUnlu 
'  'fMie.jtiif.MLyi.  men/.f'.  '■ 
BmXXFUÌ. 

^rincontrogUKqudVe&ouodeMam.cJie  viiiendo  Aleffandió  prime  Dna 
4lt;t«i«li!t>fdcDnieSigntiil<iìt)udliCird,niiifopala  móne*»  ridetto iani'a_, 
pKcioI»  villa  di  CkiarignagD/olTHiiilano .  fi  mori  da  molto  nicno ,  die  huomo  rri- 


D  I  jC  A  N  A  R  E  I  O   tlBilU.    i6$ 

ttrfus  %Miiift^  dt  Mdrtijs  de  MeMcìs  Epifisi  ^itt" 
fienfis ,  extuit  de  fventu  matrh  fia  am»0  torrenti 
M  DXl  die  XXI  menps^iouembris ,  hot  a  medie 
emn  XXILDereÌiquit4$ttem4ÌmdAti.MDLXXlf^» 
menfe  9^embris  die  XU  Nttncvere  càdMer  eìus 
efi4m  i»  fvenire  nnerfiut  hic  Ucet» 

Per  fianco  di  ftiorb  (i  edificò  pochi  antii  fono  la  fraterna  di  Santa  Maria  di  M ifbri* 
cordia  i  trafportata  da  i  Frari  in  quefto  luogo  >  cffendo  fuo  Rettore  Domenico  Bo- 
namor  huomo  di  eccellente  ingegno  9  &  Caufidico  integerrinu)  9  come  actefta  la  in- 
frafcritca  memòria  poiia  fopra  l'albergo  predetto  • 

Dominuus  Bonamer.  ^  T>.  3artholome$  Caufidiciu  ^ 
!}Qtarws  Veaetiarum  ;  T(e£Ì9r  btHufie  CoUegij  fé» 
fraterna  S,MméeMifiricùrdU^ercàtorum,eAm  ex 
Mtgutìo  lece  rubi  primo  pofità  erat  ,fùo  fiudio  bue  tras  ' 
ferenddm  duxit.  ^  Iccum  butte  dim  fràtem§  Sdn^ì 
Cbrifiepberi  ei  modo  rvnite  rvetufiate  coìUUnumy  i»' 
fiétttrottdum  e^  in  batte  'vertufiiortm  firmam ,  ipfius 
Cottegtj  mercAtorum  confetifit^  et.  futnptibus  r educe»' 
dimcurauit.An.Salu,  M  ÙLXX.  yi'Kjdetuias 

t  * 

Decemhis .  Vrbis  vtro c^ndifés  MQU  Mundi  aia* 
temyLFlLLXX^ 


A    D    D    l   T    I    O    N    E. 

Oltre  alle  cofe  dette  di  fopra  dot  Sanfouino  y  W  è  di  notabile  al  prefente  la  Cappella  della 
Cafa  Contarina  con  ricco  Mtare^  fopra  il  fuale  è  pofta  la  Tancia  di  Santa  jimefe  con  nu^ 
merofacomitiua  di  Vergini  %  che  facendo  Oratione  rifufcita  il  figlio  di  Sinfromo  Trefetto  di 
Uoma  ili  quale  volendole  far  violenza  nel  Voftribolo ,  doue  era  ftata  cornetta  per  ordine 
di  e(fo  Tr^ettOt  cade  morto t  dipinta  Eccetlentemente  da  Iacopo  Tintore tto .  Sta  qmuife* 
folto  Gafparo  Contarini,  che  fu  Cardinale  di  Santa  Chiefa^  del  quale  fi  yede  ilritrattofcol 
pito  in  ma^mo  dal  Vittoria^  e  yifi  legge  fotte . 

Cafparis  Contareni  S.  R  E«  Card.  Offa,  cuius  admirandam 

Imegricatem  »  ào6ttimm^zc  eloquemiam  in  vtraq.  Rep. 

L    }       Et 


IS^        :DEL    SE5TIB.IIO      ~ 

Ce  tpmi  (uBnos  Reges»  gefta,  &  fcripa  tcftanttir.  Bopooì» 

LegaclPootif.  nature  ceffit  M.  D.Xi-IL  vixit  annos  LIX* 

Aloyfius  Eques.  &  Gafp.  ex  fratre  Nep.  tanjto  viro. 

StiattàUro  Ita»  tMùncontn  éiqMfiot  fiitmelh  ii  TomaJbCcntmrmi  TroairatùrJi 
San  Mèrco  efftiato  m  MmuQ  ialfi^ffo  rittom  <mlaqm  fitto  mfcrittme . 


Thotnse  Contareno  D.M.Proctiratori  atopliffimis  omnibusì 

Summìsq.  Reìp.  mumribus  tèrra  >  marìq*  egregie  perfunAo  ' 

Effigicm ,  &  dulce  Patriae  merenti»  folàtium  »  &  perpetuum  tatui 

Senatoris  ConÙiùtix»  &  integritatis  Monutnemuin . 

Thom.  Iunior  (ibi.  Se  alijs  ad  iioitandain  P.  C« 

Vixic  annos  XG  Obijc  «nno  M.  O.  LXXVIU. 

Wimumente  Cono  fiate  poftt  due  dtre  mtmoriey  fvna  alla  defira  »  tattra  aUaJm^a  ii 
quella  iiTomajot  con  le  fue  fìgkre  cosiate  dal  naturale  mfinifBmo  marmo .  La  frimaèà 
Tomajb  Cantarm,  dfiaréffimo  Senatore  >  chefA  ilprim*  xdmbafciaioretthe.maadafu  U 
Hcpublica  olii  Stati  di  Olanda»  come  t^par  dalL'^tcpo  qià  fatto  repftraOt , 

Thomae  Contareni  memoriaE  •  qui  fui.  fuorumq.  itamenor  nolult 

VMere,  Tt  totus  Patria;  viuerec .  Ingenium  naìftut  ad  prrclara. 

Genio  natus  ad  darìora.  Vtcuoiq.  pracclariffima  femper  aggrefli». 

Quot  fubiùit  Prouihcias,tot  difpofuit  Regna .  Ipfe  dignus  Imperio. 

Frìmus  Venetonin  in  Hólandia  Orator.  Ad  Monarchitm  Germannai 

Dcfignattv*  Ad  Paulum  MaxiPoAt.V.'ti/iunere  orat.  perfundust 

Defiihdus  eft.  Atatis  anno  LI  II. 

Domini.  MDCXVa 

Vincentius  Contarenus  Ittftafecit. 

Anno  Domini  M  DC  LUI. 

-  V^altra  è  ii  Lmì  Cmtarìnit  Caualiere,  prudentiffimo,  e  fapientiffimo  Senamey  il  qua' 
lefer  le  egregie  pie  attimi  viene  celebrato  »  e  lodato  da  gli  Hifhrici  del  fuo  tempo  >  e  di- 
ce effa  memoria: 

Aloyfius  Contarenos  Eques  »  Cla  rus  origine  «  clarior  ingenio» 
Vktitc  Clariilimus.  Poft  famara  f'adis  deuidam»Germaniam» 
Galliaro»  SuetiamiHirpaniam»  Holandiam*compofitam.  An. 
gliam  Galliam  pacatas .  Thraces.  Venetis  reconciliato9>  orbem 
totum  non  tàm  dto  paffibus  pcragr  atum ,  qnam  yìitutibus  il- 

luftra- 


DI   t:  AN  A  R  ElO   LIR  HL      iijry 

luffratum .' Cum  ram  fibi  fatìs.  Patrie  mulcnra  »  Gloriae 
pluriom  vixiflet  »  M ufther  ad  Gallos  Plenipot.  delegatus . 
Ad  Turcas  Orat.  défignatus  in  Albo  immortal.  Ggnandus  • 

Obiic  Aetat.  iam  anno  L 1  tll.  D.  XI.  M.  X I. 

Piecatis>  ac  vìrtuttun  ìmtcs»  Vincenrìus  Contareoiis 
Patruo  fuo  H*  M.  P.  anna  M  DC  L  li  L 

Sapra  le  pmrU  Miatpori  è  fcfia  yn  Qjfodr»  con  il  rkrattù  iel  Beato  Larenf^o  Gmfimùm»di 
muoio  di  Gentil  BeUmo .  'h(fUa  pima  Caf fella  alla  fin^a  nelPeatr^ue  in  Chiefa  >1  vmt 
Eccellente  Tauola  c«n  San  Lmeni^  Santa  Elem  >  &  altri  Santi»  lamrata  da  Jasopo  Tal- 
mail  f^ecchio* 

Nella  Scuola  di  Mercacami 
Accennati  di  fopra  dal  Sanfouinow 

ti  Tmtortpo  dipinfe  la  Tauota  con  la  latinità  iella  r ergine .  Ti  "Palma  fece  i  Spor^aìt 
ieUHfieffa  Vergine .  Di  ^ntmo ^lienfe  fi  yede  diuerfe  H^oriepwr  di  Maria  Santij[/imA 
Jbiegate  ncUa  Sda  difofra  %  con  due  alni  i^fodri  del  Martirio  di  San  Chriftoforo  nella  Sa- 
Uterrena^ 

Vi  fono  altri  Quadri  di  Domenico  Tintoretto  nella  Sala  di  fopra  >  doè  :  V^ùparitime 
ieU^^tigelÉÀT^m.L^AdorationdeMé^.  Conmolti ritrattinelle  parti dewjtltare.. 
E$nelUSda$errenaidifiktmaMo  ancorala  palla  con  il  S.CbrHìof«ro%  &  altre  Pitture . 

DoforegifirateUci4e[ndetteifia$ùeretto'9nricco%m 
fmofareialConte  Girolamo  CMax.%a  V^bile  Veneto  in  memoria  defuoi^  e  [uà  ^mentre 
e^  amora  yéue .  E  perche  la  materia  deUa  quale  è  coftrutto  è  preti^a^  bordine  fingulare  » 
egfì  ornamenti  yamiKmiipeHiò  mi  obliganad  defcriueme  almeno  parte%  e  deWvna  >  e  de 
gaahri .  Sopra  djumadmfue  della  CStefa  canto  al  muro  in  fpatiofilfimo  vano  è  pofio  vU 
90griùue  di  pietra  maudùlata  da  Verona%pregaÈù%  &  lufirato  j  qualfofiicne  quefio  nobiUS^ 

fimo  E^iù^  con  UfuoipiedefiaUi  di  marnoo  fino  di  Carrara  interfiatid         diFrancia» 

9"  biqnco^e uerodìTortù  Venere.  Segue  infabro  HjtgjriaueiChe  religa  tutti  quattro  li  Qu^ 

rifelli  con  kfim  yani^  tutto  di  roj^  di  Francié»tm  k  EafitCoUmnei  e  capitelli  di  ordine  com^ 

p^o^semhefie  colonne  di  rofso  di  Francia  di  valore  cwfiderabUe  %eli  capitelli  diligen^ 

temente  intagtiarì»  e  beniffimojjpiccati  d  fòglia  di  rouer eccome  fono  anco  intagliati  con  o^ni 

ddigem^  àfefioni  tra  li  vani  di  detti  capitelli  a  fiorii  fruttile  fog  He .  Fra  te  colonne  irijono 

ine  tartellmiconretftairirimèl^  dibianco  %e  neroorientale%eferpentino  te  nel  corpo  di 

iici(^  pur  fra  effe  colonne  yi  è  vn  requadro  fcolpito  fintagLiò  Urabetco  conil  fondi  dt 

bianco%enerodi  portoVenere  .Ujtrcbitrauo%cbe  fdfoffitto,èancb^eglidimarmofino%il 

fnfoi^niodirt!ffod&Francia>&Ucornàce diordine CimpofitoimodigUonit  intOÈMata-A 

^fe%  ek^  di  rotare .  Sopra  à  detta  Cornice  vi  fono  tre  Cartelloni  intuitati  àfefioni^d 

i  quali  fmo  ripofti  due  requadri  rimeffi  drroffo  di  Francia^  ferpentinoy  bianco»  e  neroOrien- 

toU  con  dnecarteUe  pofie  da  i  lati  di  elfi  Cartelloni  »  rimefie  di  rofjò  di  Francia  iC  foprdd 

ietti  Cartelloni fU  ma  cormce  Corintia  intagliata  d  foglie  %  e  rofe  condue  remenati»  fra 

q^aìi  è  fitnata  l^jtrma  di  quefia  "HpbHiVima  F amistà  CauaxfA  di  marmo  fino^e  beniffima 

wtàguata .  "HetfiutercobmnifMocouocatedue  ftatuedi  marmo  fino»  rapprefentautift^ 

Honorem  &  la  Vvrtà^fcolpite  da  CitifioFiameì^o. 

L   d^       Due 


16$       '      D  E  L    S  ES  T  I  E  a  O    • 

Due  altre  ve  ne  fono  caricate  [afra  i  Remenatit  che  dimcflram  fyna  ha  'Pruien%a  $  i'd- 
tra  Ut  MagHanimiii%fcolpite  da  Francefco  Cat$rMi .  Sapra  le  Cimafe  delle  cokmne  vi  fona 
ime  pkt tini  piangenti  [opra  T  efebi  di  morte  .  Ts(èllo /patio  poi  di  me^  vie  vn  QuartfeUo 
intarfiato  di  macchie  di  ^labafbro  con  vìf  Guado  nel  mez^xo  di  pietra  di  Tardone  9  il  Qnal 
Quarifetto  regge  vn\Agnglia  di  pietra  di  par  agirne  da  Brsfcia  >  ornata  da  i  lati  di  due  fcar^ 
tacci  intagliati  di  marma  fino  >  e  rimejp  ai  rayodi  Francia  y  &  alabaflra  $  [opra  alla  quale 
farà  collocato  il  ritratto  del  medefimo  Girolamo  Cauai^a  {colpito  in  marmo  al  naturale 
dal  Carr arino  y  il  qual  ritratto  è  digli  fornito .  Tifila  profpettiua  deW^gi^lia  vi  onderà 
pElagiOfdoue  fi  racconterà{cred'ió)  come nelcorfadi ^.  anniyfùfempre  impiegato  in  fer^ 
mtia  delia  RepitbUca  ion  28.  impieghi  Efierniy  occupata  del  continuo  in  maneggi  di  Vacd  di 
Guerra^  di  Leghe,  di  apertura  di  paffi  3  e  d'altri  importanti  affari  »  hauenda  fempre  operato 
con  vantaggi  Tublici  9  &  can  molta  f uà  lode  ;  che  però  fa  decorato  dal  Senato  del  Titolo  di 
Conte. 

Et  finalmente  come  Panna  i6$%J  29.  GennarOf  hauenda  offerto  loo.mila  dkcatial  Tu^ 
hlico  per  li  bifagni  della  pref ente  guerra  col  TurcOifofie  creata  TJobile  Tatritio  infteme  c<m 
li  Signari  Leoni  di  Tadoua  Conti  di  Sanguinetto  9  nella  qual  cafa  ha  maritato  due  fue  J^e* 
fate  •  V architetta  di  così  notabile  opera  è  Ciafeppe  Sardi  verfatifimo  in  queflaprafeffpH, 
ne. 

S.  Maria  de  Crocicchicri  • 

DEI  medefimo  habitodi  (juei  dallo  botto  »  fono  i  padri  del  Tempio  de  i  Crodc« 
chieri}  non  meno  rinerìto  y  Se  honorato  per  ftrutcura  &  per  altre  cofe  d^ne  di 
lode  rperciochePietroGuffoni  edificò  la  Chiefa  &  lo  Spedai  Tul  Tuo  terreno  i  &  lo 
^coQceue  al  clero  con  Tacque  Se  con  gli  edifìci  che  vi  erano  attorno»  Se  Bono  Orioiiio 
iierede  lo  dotò .  &  Tanno  1 148.  vi  entrarono  i  Crocigeri  »  de  quali  fu  imientore  Cle- 
to difcepolo  di  San  Pietro»  &  Ciriaco  Vefcouo  di  Hierufalem  >  che  ritrouò-infiemo 
con  Santa  Helena  la  croce  di  Cbriflo»  &  ordinò  che  la  porcaiTero  fempre  in  mano. 
L*anQOÌ  51^.  arie  la  fabrica  vecchia:  &  i  chioflrì  furono  col  rimanente  riatti  per 
opera  di  Luigi  Dardano  Cancelliere  Grande  Protettore  >  &  benefattor  del  Conue»- 
to.Nobilita  queflo  Tempio  fecondo  che  fi  dice  il  corpo  di  Santa  Barbara  portato  da 
CoflantinopoH  Tanno  99 1 .  da  Giouanni  Orfeolo  »  figliuolo  di  Pietro  Doge  15,  Pez^ 
cioche  trouandofi  coflui  con  Otbone  fuo  fratello  in  quelle  parti  >  hauendo  Giouannt 
colto  per  donna  vna  nipote  ài  Bafilio»  &  Coftantino  Imperadori  :  nel  tornare  à  Ve- 
iietia>  la  moglie  portò  il  predetto  cocpo  rSc  fu  ripoflo  in  San  Marco»  oue  Tann*  h>oS« 
Orfo  figliuolo  del  Doge»  fatto  Vefcouo  di  Torcello  »  &  pregato  da  Felicita  fua  fòvd- 
la  BadefTa  di  San  Giouanni  Euangelifla»  gliele  mandò  i  Torcello  »  alla  fineriportato 
i  Venetia  fn  pofto  in  vna  afbi  ricca  &  honorata  cappella  i  mezza  Chtefa.  La  nobìK* 
ta  parimente  la  famiglia  Zena»  percioche  vi  fi-ferba  Catarino»  Pietro  gii  retierito  da 
SoUmanoImper.  de  Turchi»  con^^ande  vtile  della  RepuU  Se  della  Chriftianiti»  Nt« 
colò»  &  altri  huomini  &  Senatori  lUuftri  •  La  profapia  de  quali  congiunta  per  fail- 
le» con  Vfuncaflano  Rèdi  Perfiarcon  eli  Imperaclori  di  Trabifonda»  &  coni  Du- 
chi delT  Arcipelago»  s^è  da  noi  trattata  aicroue  ;  ragionando  di  Carlo  Zeno»  che  nac- 
que di  quella  flirpe  •  lacomo  Tintoretto  vi  dipinle  la  palla  delTaltar  maggiore  »  da  i 
cui  lati  Aleflandro  Vittoria  fece  di  flucco  »  Santa  Helena  »  &  Santa  Barbara  •  Dipin- 
(ero  nella  medefima  cappella  due  quadroni»Andrea  Schiauone»&  il  Tintoretto»Pao« 
loVerooefe  vi  feccia  NadukidiChrìfto.  EcilCrocifia»  di  Sagreilia  fu  di  Gio- 
uanni 


DI    C  A  N  A  R  E  I  O    LIR  III.     169 

fLtmi  de  Manfiieti .  La|>ana  di  San  Lorenzo  fii  dipinta  da,  Titiano  >  à  cui  piedi  è  fc- 
polco  Lorenzo  MaHblo  vltimo  della  fua  famiglia  >  &  padre  di  Don  Lorenzo  M^f- 
folo  dell'ordine  di  Monte  Cafinocultifs.  Poeta  nella  lingua  Tofcana*  &  vi  fi  legga- 
no quelle  parole . 

Ldureutió  Maculo  Fir^  Patrkio  ordinìsOptimo  ^ 
ìncuius  obitH  tota  \  ^  Kobilis  mafiuUrum  VmA^ 
ita  fimm  bàhuit .  jffibMa  ^iriffa  Fx0r  Pienti/}. 
M. T.  0%  Anno/dutìs  mùLVI.  Minfe  Jan. 

La  quale  Ifabettai  illuftre  per  cosnitione  di  Ietterei  per  grandezza  d'aninio>&  per 
]bellezza'di  corpo^  fa  da  Pietro  Benibo  Cardinale»  &  da  Giouanni  della  Cafa>  amen- 
'due  principali  huoniini  dell'età  nollra  nella  Poefia»  feruita  con  la  pre{enza»&  reuetì- 
ta  con  ^  icricti.  S^  Carlo  Gualteruzzì  d'alto  >  $c  nobile  fpirito  >  le  confàcrò  la  Hillo- 
ria  del  Bembo  tradotta  in  volgare . 

Dentro  dalla  porta  maggiore  >  è  collocato  in  bel  fepolcro  Priamo  da  Legge  Pro* 
curator  di  S.Marcoj  col  ^Uuolo  parimente  Procuratore  • 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

é 

Tifila  ÙaùpeSa  della  Cafa  Zena>  douefianno  fepolti  quei  Terfonaggi  nominati  dal  San^ 
foumoi  vi  è  la  Palla  dell'Unwmciatat  ii^nta  da  Giù:  Battila  da  C mugliane  con  SS.  Mar-* 
cOiC  SebafiianodaSe parti;  e  di  Latahtioda  Zimini  è  iHiftoriettadiS.  M arco  dalt^ parte 


CtoHamtife  S^  Benedetto  per  lAUare  di  TelUciari,  detti  yarotari  9  horaripofia  nel  Coro% 
effendoftrinouato  Calcare»  &  anco  la  pittura  per  mano  di  IacopoValma,che  vi  ritrajìe  U 
DecoUatitme  di  S.Gìo:  Battifta.  Giouanni  tiejpolo  gid  Patriarca  Si  yenetia ,  erefse  L^Mta-- 
re  deW angelo  Cuftode»  e  Iacopo  Talma  dipthfe  la  Tauola .  La  Cappella  vicmo^  à  quella  di 
Santa  Barvarafu  fondata  da  Lodouico  yfper,  vno  deprimi  ^uuocati  del^oro  j  il  cui  corpo 
è  ripojfio  in  beUijJima  fepoltura  »  fituata  nel  me:i^  delfuolo  • 

,  •  Stfra  tjiltareingran  T^icchiofld  collocata  l'Imagine  della  MadomUifcolpita  in  mar^ 
m#  d!a  Andrea  aquila  Trentino .  ri  fono  altri  fei  TJJcchi  con  figure  di  marmOi  compartiti 
con  beltordine  di  architettura^  e  la  volta  è  tutta  lauorata  dftuccoi  mefia  d  oro.  Il  Quadro 
€on  Rincontro  di  S.Giioachinoy  &  Anna  è  di  mano  di  Matteo  Von%pne . 

Ilfudetto  Iacopo  Talmàlauorò  il  Coro  j  rapprefentdndo  da  vna  parte  di  e^o,  P Andata 
di  Chrijh  al  Caluario  •  La  Crocififflone.  Et  la  Liberàtione  di  Santi  Padri  diàl  Limbo.E  daU 
tdtra>gU  H^breit  tJ^emangiano  l'Agnello  Tafade  $  con  due  Profeti  da  i  lati.  Efotto  effo 
CorodipinfeilS.Chrifiofcro. 

Sopra  la  porta  della  Sagreftia,pofe  la  Ferine  nel  me%o;o  degli  Angeli ,  e  dalle  parti  il 
SaluatorCi  che  dif cacciai  Compratoriy  e  venditori  nel  Tempio ,  e  quando  entra  Trionfante 
in  Gerufdemme .  Sotto  tO  rganofece  vna  delle  Fiftoni  di  Ezechiele  i  e  intomo  dia  Cafsa 
yarie  Hifhinie  4elk  Sa^a  Serittura .  Vitella  iagrehià  dipmfegli  Webrai  nel  Deferto^  mar-' 
ficati  da  Serpenti  cm  Sm  Cleto^  Santa  Elena  daUè  Parti . 


17P  DE  L-  S  E  S!^T  I-E  R  e       e 

S sicari  tiflitHtionCi  e  Urif orma  dcìt or  dine  Crocifero .  Vinuepuione  della  proce , 
!0  Imperatore  che  la  riporta  in  Gerufalemme .  E  [opra  t Ultore  flàUf^ ergine  con  aUu^ 
ni  Beati .  J^el  Dormitorio  di  quefti  Tadri,  dipinfeT^oJira  Signora  adorata  dagli  Unge  Ut  e 
neU\Af petto  di  vna  Scala  Onuentione  della  Croce.  In  yngran  volto  nel  Reffetorio  uTin^ 
foretto  yeccbèo  rapùrefentò  le  'H^Kf^  di  Cana  Galilea^  che  pereffére  opera  rara ,  e  finga- 
iare/fAgià  dotta  mia  Stamfada  Odaardo  riaUtt{  Bolognofe  .JfsUa  ^Scmta  df  Sarti  fi 
yede  la  Valla  con  la  P' ergine  i  S.HomoBon  »  e  Santa  Barbara  di  mano  di  Bonifacio  Vene^ 

tiano. 

IlmedefimoTotmaneWffoffitalettopollo  altm(mtrodelMon4fi0myi  lamròil  fofftt- 
tOf  &  la  tokola  del^ Ultore  >  facendo  da  i  lati  S  .Cleto  Tont.  ifiitntore  iella  KeìigUme  Cro- 
ciferoy  e  Vaiolo  IV.  Vont.  che  porge  rn  Breue  aWUmhafciator  Veneto .  Fece  in  oltre  il 
Doge  Renier  Zeno  con  la  Dogareffa  Loicia  Contefsa  di  Vrata  >  i/  qnal  Doge  lafcièmott^en- 
trota  d  auell'Hofpitale .  Sopra  le  porte  figurò  chrifto  flagellato  in  vna»  eneli^oltra»  tpiath^ 
do^fupofto  net  Monumento. 

Terminò  in  fine  toperafua  in  qneflo  Ihocù  ,  il  Vatma  9  con  alcmie  attieni  del  Doge  Taf^ 
quat  Cicogfia%  diuife  in  tre  gran  Quadri ,  hauendo  ritratto  nelle  Vitture  di  queflo  Hofpitate 
molti  Vadri  deWordincy  Senatoria  &  altri .  ' 

Ilfepolcro  di  Vriamo  da  Leggeyoccennato  difbpra  dal  Sanfouino ,  i grande  9  e  Maefhfà, 
che  occupa  tutta  la  facciata  di  dentro  de  Uà  Vorta  Maggiore  fCoftrutto  di  belliffimi  Marmi» 
€  compartito^  con  mirabU  ordine  di  ùrchiteituroi  in  trefpatij  $  in  quello  di  me^T^fld  tFr* 
na  in  Aria  con  il  ritratto  in  marmo  del  predetto  Vriamo,  efuo  El^io  %  che  dice  : 

Priamo  Lcgio ,  Andrene  filio  D.M.  Procuratcurt  *  cuius  cnm 
ÌDaedibilero  vitae  imegritatem  >  tum  czimian;!  in  àdminì- 
ÙxMdi  Rcpub.  SafHéntiaiD  pofierìtas  omnis  tU  in  p^ie* 
tttiimpraedicabit,  vteaadmirarifacilius  poffiti^^pianilmli^. 
tari  •  loannes  filius  Equcs  *  Comes  i  ac  Procurafbr  fede  •  C 
Vixic  annos  LXXXVllL  Obijt  VLIdusSeptemb. 
M.D.  LVIl. 

In  queliù  alla  defiratfimite  di  Fma»  ritratta  iftdGìMuamifm  figfim^  fitCauédicre» 
C«meteTroc»ratordiSMarco»c<ml^Elo^ioancoratcb'iH  fóttofcr^ot 

loanni  L^o>  Priamt  F.  Eq.  Corniti.  D.  M.  Procurato^ 

ci Apud  Òuroliim  IX.  CaliMriun  >  Carolum  V. Romano- 
rum  Regea  Legationibus  perfondo  >  In  Dalmatia  contri 
Turcasiummo cum Imperio.  In  patria Tutanda,  Tua-  * 

dcnda.  Forti .  Prudenti .  Pio  •  loannes  »  Andreae  Proc*  F. 
Tanto  Auo» 

y.  A.  L  X  X IV,  Obiit  Nona»  Martias.  M,  D.  XXC. 


D  r    e  A  N  A  R  E  I  a   tlfe.  III.    171 

Trocurattrdi $,Mmrvo»iimi  f dritto.  \ 

Andreas  L^ius  D*M.  Procuritoo  Eximiasparentìs 
Ioanois  Equitis,  Procuratoris  Viitutes  admiratus. 
DigBÌtate  parta .  Amplitudine  feruara»  FeUdtate 
Quaefita,  «emam  tandem  LXXViJI  Gratis  anno 

Eft  Adeptus.  VL  KaL  Nouembrjs .  Od.  Io  C I V. 
loaooet  Filius  »  Patri  Monuncntum  paraait. 


$ofraUpùrta»dteiifcorreHelclauJlr(hfi'pede'pH'altro  beUifJimo  Depofito  diTafiiuat 
Cicopta  Doge  LXXXFU.  che  yiffe  Pm.i%%^.  fatto  tutto  di  pietra  Iftriana,  con  lafna  Sta- 
tna  coricata  alnatttràle*  vi^ferUatoritorotemaefit^ofer  ^rchitettmraìconl»  feguen- 
ti  Infcrittim 

Pafchalis  Ciconia;  Venetiamm'Prihcipis 
Memori»  fempiterna? 
Qui  poft  Remp.  domi,  fbr»  èdigoicate  foepius  adminiibatam^ 
poft  Cteteofem  Infulam  >  cut  per  decennium  fummo  cum 
Imperio  pnefiiit ,  in  Manali  ad  Echinadas  praelio  incolumen 
referuatam  I  qua  caufa  Cydones  iiii  Statuam  in  fòro  &  C. 
patria  fuie  taaldem  Prtncq>s  mira  omm'um  conlenfione  crea- 
tus,eam  pariter  per  decennium  tanta  aflìdnitate,  &  diligen- 
tiagubernauiti  vtdeeiuscommodis  »  atq.  vtilitatibus  non 
prins  finem  fecerit  ,quam  animam  efflanerit ,  &  ad  fiineros  » 
com  diù  «tenutati  ìvm  iaterfuiflcc,  non  £nc  opinionefan^ 
tatis  euolauit  • 

Obijt  Die  1 1.  Apriiis.  M  D  XC  V.  Aetatis  fiue 
anno  LXXXV.  Mcnf.  X.  Di.  XXV. 
Principatus  vetofuilX.  Mcnf.VII.  Di.  XV. 
Pafchalis  Ciconia  ex  trarre  Nepos  mse(U£mns 

P»    C."        * 

V^à*  ^^^  anc&ra  fono  notate  quattro  altre  attionifue  particolari  >  la  prima  è  que^ 
fiay^e  mentre  vima  la  Meffa  mgiomo  in  Candia  yft  leuò  tOftia  <:onfarrata  daW^Utt^ 
re,  e  lemttafi  in  acre,  benché^  il  Sacerdote  face ffe  ogni  sfarxj^  per  riceueriatoniò  d  fermar* 
fi  nette  mani  di  quefto  Trencipe:  Onde  è  fcritto 

Vclut  alter  Syneoo>  mantbus  Chriftum 
cxccpìtt 

Sper 


lyi  DEL    SESTIERO 

E  per  il  fiio  valwe 

Et  veluc  alter  OaaidCMrtae 

in  Bello 
Patauioin  paeftilentia 
Et  Patrias  in  fame  pra^fto  fuit  • 

Fu  jlrcbkettOi  e  Scultore  di  così  "tlpbU  Sepolcro  il  Campagna . 

Mora  Ffficimo  quefta  Chiefa  ti  VP.  Gefuiti,  quali  ritmutti  in  Venetia  nel  principio  iel^ 
Vanno  1 6%  7.  cm  peìmijjione  del  Senato  ak'ìjlan^a  del  Ton$efice  Uleffandro  FU. che  fup^ 
prefie  la  Religione  Crociferajhebbero  dal  mede  fimo  Senato  la  Chiefa  con  tuttigliomamef^ 
ti  di  effa»  Argentarie^  e  Tarature;  Et  anco  ilMonaftero  per  loro  habitat  ione . 

San  Buona  Ventura . 

A.  D    D    I    T    I    O    N    E. 

Ticino  al  Berfaglio,  poco  difcofto  da  San  Luigi ,  abitano  i  Tadri  riformati  di  San  Fran* 
cefco ,  quali  ottenuta  licenz^n,  dal  Senato  di  poterft  fabricar  vn  luogo  neUa  Città  per  loro 
\Abitdtione  y  fondarono  la  Chiefa  &  Monaflero  alt  incontro  di  S.'hlèotò  de  MendicoUytan^ 
no  lóo'^.  fotto  il  Trincipato  di  Mar  in  Grimani  ima  non  Uriufcendo  il  {ito  per  li  contimd 
firepitiy  e  rumori  di  quelle  genti,  che  gì:  interrompeuano  li  loro  Efercitijfpiritualiy  ne  quali 
flannoquafi  del  continuo  occupati;  Fu  da  alcuni  Mercanti,  chiamati  Vifuti,  e  Stella,  dinoti 
di  quefta  Keligiùne ,  acquifUtonuouo  fondo  dalla  C  afa  lena,  t  quiui  fabricarcno  nuoua 
Chiefa,  enuouo  Monaflero, Onde  poi  tanno  i6z^. li^JVttobreygiornodéSan  Francefco 
fi  partirono  ejji  Tadri  dalla  loro  prima  ^bitatione ,  procejfionalmente  portando  feco  il 
Santiffrmo  Sacramento,  e  tennero  in  queflo  luoco,  doue  fanno  molto  frutto ,  sì  per  tEfem^ 
pUaità  deUa  vita,  sì  anco  per  la  predicatime  della  parola  d^  Iddio.  La  Tauola  delt^ltar 
Maggiore  Cm  la  Madonna,  e  S  .Buonauemwra  orante  fA  dipinta  da  Domenico  fintorettOi  e 
li  quattro  Beati  dai  lati  di  quefta  C  appetta,  da  Matteoingoli. 

Santa  Mai^a  di  Nazareth  • 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

tenuti  à  Fenetia  li  Tadri  Carmiìitani  Scalzi ,  che  Hconofcono  per  loro  Madre ,  &  In- 
flitutrice  Santa  Terefia,  &  impetrato  dal  Tublico  di  poterft  fabricar  Chiefa,  e  Monaflero, 
comprarono  i  Stabili  di  Ficenì^  Feniero  apprefjò  Santa  Lucia ,  fopra  il  Canal  Grande  con 
tutti  liRortiiC  Terren  Facuo,  che  difcorre  nella  Lacuna  incontro  San  lob ,  e  quiui  dirin^ 
petto  à  San  Simonpicciolo, hanno  eretto  vnaChicfa  tanno  16^0.  fenza  alcun  ornamento 
ò ordine  di  4rchitettura,  dedicandola aUa  Santijftma  tergine,  fottoil  Titolò  di  Santa 
Maria  di  TsfaT^reth,  la  qualfolennitd  vien  celebrata  da  efsi  Tadri,  la  Domenica  infra  t^^ 
ottona  dell^  Epifania,  e  ciò  fu  fatto  nel  Dqgado  dì  Francefco  da  Mclin.  Mora  hanno  datto 
principio  à  nuouo  Edificio  per  far  vn  Tempio  celebre,  come  hanno  in  molti  luochi  d^ Italia  » 
&  in  Spagna,  perfeguitare  dopo  queflo  la  fabrica  anco  del  Monafterio  • 

San- 


DI    ^  4  N,A  R  I  I>Ov  ^Ift  Ilt     J7I 

pitiwa»  fu  opera  di  P.aoiòWÌBMÌdte;.8entf  meno  giaoc-'Nìcafówl'^^ 
rwnr  di  San  Marco  con  qaefto  epitafio . 

%  qj^q  fcabfillo  deirÀi|gc^o>rot)d  ftOÌ^  h^tabflU?  ^^f  4!  i"^?  («di^^  ff^ 

menta  dknaKep.per  lacomo.  Se  Placido amcnduenr^tellL  >  &  Qt^lfw  ^  Talare  iK 
bonorata  dal  Veicoiio  di  Bergamo  loro  fratèllo .'  K  vi  in  tèrUt  vh'  E>^acciò  dì^I AI^ 
fio>  condotto  à  Vcnetia  l'anno  lap^^^ella J|bla  palimene  da  Marco  Minocro . 

A    U.-fi;,  J,  .T-,iJo^-W^-  E. 

'appella  M tutore  della  vttitat 

_     i/«4  Ueftirrcttwu.  Sopra  li  jlt~ 

m  deUe  eolamet  Andrea  F^Utìitìite  fìrMò  dl^fcJ^flm^i'eCTefiamento  becchi» ,  ctm^ 
partite CM^rehitattKi.  i«r-*Mf*  mS ,,4ltPmÌ*^Àikmn'f&0^ li^ttro  tele  con 
SMHta  Caterina  in  Efiafi  aitanti  la  f^erpnemi^f^^eriatte^SWa.  Il  [m  Battefim», 
Quando  deputa  con  U  Dottori .  £Sntdjifehfé^MnaQp:on[ifrBato  U  martirio  )  vieti  portatg 
dagli  ^«Sf^nel  Marne  imàVfwiVpefifdni^Pe^ami'Ms.Michieiet  che  di/cacciai 
Fit^fàdipituo  daUxÌltd3^'e-»am>idckuaUat.TiÌbàbtìialtU  '  '^  * 

noJtMi riccamente  fabricati di fitti^i^mofmiieneigfìmo,  uitataFlmaginedi  effoS 


JoSm- 

.„ -«, -a  ~ -, ---^^--l^fidettoUUareMhm- 

m  pofh  vita  Tamia  dipISia  SÌ»m»  pitmi^gdifmi^Ssg^SSi^  fepoUi  d»  refctm 
ìitqueJUcl»efthfvHofi^Ciir<ìkm9s0^pm»OiÌCi^cà^^^  ;  L'atÒvCirtUiluìUh 

ga3iAfmifì^PMyefeoMtdiFam4^tflaip0i(f altri  Ikt^i. 


tOt  chrera  di  rilieuo  intimata  ia  ItpUt  grame  ól(n 


Coj^pdj^^hii^. 

rvAlTalttt 
U  nobile 

xUChiCai 

diFeltR.r- 

anno  i^o^.U 

Parata  Badd 

irte  per  viu« 

furiadirenn 

igrandemm. 

te.  Viidiit 

tocodleMi^ 

rieàtrornoj 

Siofeppo  Sal- 

uiatirper o( 

La  palla 

ico  manieri.» 
gre- 

^74   •-•.^' d ^M r ' s^ i st'i iko  '  9 


greca  diuerfe  opere  per  la  Cittd»  flaillbtfodré)f&l&hioftro  di  S.Giouatmi  >  Se  Pae^ 
K> .  La  palla  di  noftra  Donna  con  vna  profeettiua  é^  cafameati  i  di  Lazaro  Sebaftt a- 
nii  £tk|«Jl»diSiPi«ci!Dhfari)ii»&ftbfj!baliv*:iaciScBaftèdMa(Mm 
«kdiKyÌan^attUb,4EfCGoi%liaaoaOkii)0kdi<ìiaB^         io  e.  t.  qo  ii!  £-iii}..ci  i, 

ADDITIONE. 

^^ifc/i  rinouata  la  Cateti  fHamore  ccm  (tiùérje  pinuyc,&  dltn  Qt-haìilentì  .  ^  me^ 
za  Chieda  è  fiato  eikàioìakPtmsià^^^^'l^  '  P^  ^ 

fhnex.xa  de  mar  mi,  per  figure',^  per  intagth  ma  t^olé^  ff^(!  (^  T^t*^<i  >  ^^  contiene  t^ 
^doiratione  de  Magi,  dipinta  con  tanto  Jiudio  dhlaCopàTomaichttper^fua  Eccellerne 
è  fiata  ppfla  in  ijìampa .  Tii/lp  {p4ti/o[op^r^la  T<irfa  mag^ipredi  dentro,  jtà  emto  nmua^ 
inente  'vn  nobile  Depofitòpet  càmp'ofitura,  9  ^Wthórnìi  in  fnemofia'di.légoftihOie  dt  Afar^ 
co GradentghiTatrtarchi  di  Jtquile7iadigni1]imiVrùlatì,  con  li'tdrtfrittdni  ffoloin  in 
ynamoyefìttoad^effttif^^  ^      -.  ^^  ^   '-;^  •     m-^I-^J.^I'^'^^i  -  ^ 

'  Aìijguftinàs  dra Joififcul^    ^• 


/efflpci 


•     •    ' 


i»»  j     V    I 


'  T  .  ^  <^ìai»olrigenatm4)€iunpriei^ttìiApictste   >  s .    v^v  ^ 

■'  ,■    ' ,■-'■"  •    M^xraiusr-      •"      ;v      '  vV  ..■ 

.    .,      QiJi fibialiqMandoUto cenuro.  ,,.      ,.;v.^^. 
Marcimi  Gradonicum  afdfcf t  rùcedToreai  .  -  m  . .  >  .  \ 
Ne  vflqaato  de  hac  Cathedra  definat  t>eDemereri 

DomiisC^adonica.  .  , 

/r .  • .  V) ..        CiaaencHiftga-ia.6j#cwt'4(3yftemteàa-  L.;  «- •  .  -r  (A  !,'U 
-kR  òv^a  !.  j .  .. .  '  ,  iAfia;clftitito(OiiinBenta>i»cinlioria».  ^  ;  :  "'  .  >  ;  i 

I  *  *  4 


D.     O.     M. 

■■■iij  -^  . ,  ■  Marcus    -Gradooictts-        .^■..-m-h' lu-.J  ^-j 

•  '  •  •  AugoftalioIimfCoiBnwnlsVìrduòcatór-     •  «  ^i*'-'  vi 

.;    '  I>cìn.Crct«Ì)iic.itit^polteahtìrcfédl-     V     V 

r    .    Sufficuur  ,    • .  .  .     


t  ' 


RoRrìsy  Fafcibust  Infulis^  par  vbiq> 

Qui  Pontificafi  muncrc  diu  fun^s 

t/,,  jSug<?ium  jurf  1  at4oiuriarupcrftitum 


D  I    CbA!^.4  *  JE  ^  P   S-IB-cilI-      f7J 

■  .■■/.'..'•■ruAnfeBuf^T'iB^.;'.  :.■.,•..■."  ■■■  ■',--• 

:  iHteonyiyoiFRitie  fti(:c^fl<jrB,.(Ufu»      .. 
■'  ■  .'.    ..  ■  ,' ■  ,'.  Hic    ,,   "         ■  ■. 
loannem  laCobuth  ex  fràtre  Nepocem  ' 

Spegne  indolis  «dolefceniem 
Suuin  qHondaiii  iii  vita  dditiuni 
,.,,.  ,,^  ,.„,j,SlJiIii»,intUBW|i  Kqgiatecoijfottcn  r 

.,. /'.v, ,VMi..':'^-tf  •■   ■  ,       '  Voluiccooptari. 

!..       NegubsaSxischariiasiiHiKnt,- 
Motsdiradiuelktec 

■^v  :;:;,;,■■;■    ,,.  ■■,-.  ■     '  Vttisq.  ^  , .  •  , 

.  ■      Br«tri,acfilio  bencmerentibiu 

t  .      >'  Daniel  Gr^pmcin 

, .     '':\  ':'',  "';  Ainom>  Stgratituduiisergo  P. 

SaacoAIuigi. 

V '-rEll'dtlttnd'delb  dctdjjuRe  lietiffitna  per  belle  contrade ,  é  pollo  f  anHconkK 
,^V  nifteTO  dfS.Liiigi  tuDìtato  da  donne  monache .  nel  quale  u  S.Hfiròhink)  nel 
«retto  fu  latte  da  AlenìoMtlanefe.  Il  Giinbono  cidipìnfo  la  palla  deJl'Aftargran- 
dej8cl'AItaredi5.A^ofiinorSc  Nfarcò  Vèghia ri  Ufciolalullorta  dì  S.Luìgim  d^ 
ncrfiquadfìditeladipimiiguazzo.  '       ' 

ADDITI    ONE. 

.Somfodtiaimhcbe^^itarmi^ore  i flato rìiuHttoJi Legno y  UqudUi  miraiìleper 
lagTrMdmOtepergPmhKÌi  i  ma  VoUo  pii  ri/ptend^ntaper  ^er  nufft  tutto  à  Oro .  L'^M- 
t4rdis.ZjMi<UKlf^è lutoriet^ctttiiiUbiU^m  marmi.  Il  Chr'iflo  ttrmutodi^me 
^i^nttia^tffltwuo  Fokr. 

San  HicrOBima     .         . 


"Kit*-.  ' 


ìlkolaorontartnoAkfìì^TMH  SUfl^ùri  Optima  > 
Fili/  mccfHfs.  Péfkiriùmii  'm.  tStltmìf,  VL 
'Dits  xml. Oh^t  !d  a  iJCXLpidteJ^t 

A-.-Di  :p..;ivT  f.Oì^  ,£.;,:> 

Jonaa,  San  Tiicolà,  e  Santa  Orf^  di  OtAl^QìfÌH  ti  Ctìùgliano,  limato  prr  vna  ieUe  mi- 
ghorimerefus.  laTaH(ll^f0P:inif.etg,^?(^f>rv^i^i>^^.M'^^^1tFlSUa>eontem^ata 


aa  motti  Santi,  fàdipintada  iMegoJ^ma.,  ij^fymtia  fatto  modernamente  è  beniffimo 
dijsgnatoj  e  compartito .  Trulla  fcuotì  àì^Simfù ,  vìàelì  dot  Qtidiri  di  Gio:  BeUim  ,  » 
■»na  fià  H  Santo  Dottore  fedente  in  atte  iifàA'eaare  à  [noi  Frati,  ijualifiedano  ancb'effl  t~ 
mtorwinnaturaUJfi'ne  fofiikn',  ma,pààiti)g^^àhr3t<4Ì''t4aiojferHato  vaFrate,  che 
difìende alcuni drappiin vita  £o^'f,-,3tóC^r?jfti.'tì  '''ifl"^/^"  ^■"•f"  iit'tto  al  ftudio. 


con  altri  Frati,  che  leggono  ,alm  .cn^S^'of^ow,^^  molto  artificio  ,  e  diti 

gen'^,  equini  il  Vittore  vIpJ^HjUóAmìi^  ntempo,  mS^fife .  che  fa  del  14^4.  Due 
aUii  ve  ne  fono  di  fautore  Carpaccio  ;  nclpripi^irapprejentò  il  fanto  ginocchioni,  che  rice~ 
ne  la  Santifftma  commmione,  efiendo^mlòAiitte  dtlUvita ,  con  motti  Vairi  fuoi  ùifcc' 
foli  Oranti .  T^el  fecondo  lo  figurò  mortojiefofopra  vna  fiora,  co'  Frati  piangenti,che  tea- 

!...„*.._ -..„j.  ^^11.... / r — "-allume -J^mgiffuitfrg^ajf/^ 

.         »  «wcorwfl:^  aa^iKjli  tre  prm- 
cifaìifftmi'fi^etti  dell' e'td  Uro, 


Capu^cine . 
ti  ì>  i  T  i  ò  M  È: 


gfso ,  deftderofa  difertiir  à  Dia ,  deliberò  fi  i^fHf  ilti  UpmAS  ì 
Regata  di  Santa  <;hiara  :Qn^e  rit^atafi  l'anno  160z.aUi4.4i  Olt*- 
'h{obiU,eCitt33tm3tmMtrd.ViU.invnaCafadSantaGiHlliiia 


Sonna^nKfilaCrsfso 

ch'i  fecondo  la  prima  Regola  d  _  ^ 

bre,  con  altre  doumi  T^ili,  e  Citt^tìhn  M  itihiri.  tff  2i.  in  yna  Cafa^  SantaCiufima 


DI    C  A  N  A  H  E  1  O  XB.  IIL      177 

nache  caaaaicamenUft  ftrrate  in  perpetua  Claufurai  fottoilVrincipato  di  Leonardù  Do^ 
nato  tomo  x6io.^aUi^.di  Ottobre.  Ma  perche  hortnai qnefte  noueUe  fpoje  di  Chrijtb 
erano  crefcinte  d  mmero dij^.nè  potendocapire  in  cosi  angufia  Inoco^femó da  taro  Tra^ 
CHTAtori  li  furono  comprate  altre  due  Cafe  d  Sa$^  GiroUmoJ.^v^a.da  vu  Gruato>  f  altra  da 
yn  FrafcarioUa,  e  qmui  fondata  nuoua  Cbiefa,  cnuouo  Monafierio  9  furono  dette  Capueti-' 
nCi  l'anno  161^  il  meje  di  Maggio,  leuate  di  Quinta  valle  da  Francefco  Feniramino  alC-- 
bora  Tatriarca  di  renetta  t  prima  i  che  fojfe  creato  Cardinale  >  e  condotte  in  yn  fuo  Bur- 
chiello à  ijuejia  nuoua  habitatione  ^fituatafopra  la  fondamenta  di  rincontro  à  San  GiroU-^ 
mo%  douc  continuano  fino  a  dì  prefetti  in  ReUgiofaje  Santa  yitay  effendo  quefta  Chi  e  fa  con 
fecratainhonore  di  Santa  Maria  Madre  deChedentcre  y  la  qujii  foleunità  yien  da  effe  ce* 
lebr  atali  8.  di  Settembre  giorno  della  'ìiatimà  della  Madonna  • 

Vanno  poi  162^.  il  primo  giorno  di  Ottobre  y  fitconfacrataquefla  ChiefadaGiouanm 
TiepoloTatriarca  di  ^enetia,  come  fi  vede  dallùnfcrittione  in  marmo  pofta  foprala  por^ 
ta  grande  •  Di  notabile  yifono  tre  Tauolcj  lauorate  da  Iacopo  Talma . 

Santa  Maria  di  Mirericordia  • 

ETSancaM^adi  Mifcricordia  »  die  diede  il  home  atta  Scuola  ò  Fraterna  dcllaj 
Mifericordiai  e  fimilmeacefabricaantKra.pcrcioche  fu  fondata rao^  939«  da 
Celare  de  lulìj  decci  anco  Àndreardi>Sc  fu  habitata  prima  da  Romitif  &  poi  da  F  rati 
che  viueuano fotte  vn Priore.  Ma hauendo vna peite difertato  il  luogo >&rimafto 
fole  il  Prior  fuo  della  famiglia  Donata  ^  hebbe  licenza  dal  Papa  di  tedare  i  &  lafciò  U 
lufpatronato  alia  famiglia  de  Mori.  Vi.dipinfeviìSan:£aflbiello  Gian  Battiftada^ 
Conigliano  • 

ADDITIONE. 

Sta  collocato,  vicino  all'aitar  Maggiore  V antico  Sepolcro  con  le  Ceneri  di  lacopQ  Moro 
Vrocurator  di  San  Marco  >  nominato  aal  S abellico  nel  lib.  5  •  della  feconda  Deca.  Leggen* 
dofi  in  effo  fepokro  : 

Qui  decus  Vrbis  erat  »  Patria?q  fidelis  amator 

Confilium  Vene tis  adhibcns  vbiciraiq.  falubre  i 
Maura  dedit  foboles  lacobis  cui  fplendida  nomen 

Continet  hic  tumulusi  fua  fama  >  fed  vfq;  fonabic  : 
Curantìs  cenfum  Marci  fapteotlus  almi 

Prodiga  pauperibus  Chrifti  manus  extitit  eias . 
Qiii  matis  in  bello»  &  terra?  Capitaneus  vnquam 

Fundere  non  propriam  renuit  probitate  cruorem 
Occubuit  nimio,  Venetumq.  labore  gerendis 

Laudibuftì  vnde  aitet  celebri  memorandus  honore* 

OMjtM.GCCLXXVlL 
Die  X*  lanuari j . 

M  Rife- 


r78  DEL    SESTIERO 

Hiferifcc  H  Stringa  effirui  in  quefia  Chiefa  tEfitafio  di  Gabriel  M9m  Senatthr  $  e  Catrd^ 
fh'Ct  ^HOf  dice  egu  %  di  GioMtmi  CaùaUere  >  che  mar  fé  in  Kama  ^nwajeiator  per  la  Ke^ 
ftéika  appreffo  Gregorio  XIV.  dal  quale  fa  perfmalmente  vifitato  pin  vòlte  9  e  nel  fine 
della  ritagli  fa  dai  tnedefmo  Vontefice  ammirar ato  U  Sacramento  dettEflrema  Vniio^ 
ncy  honoreparticolaret  e  firacrdinario .  /»  però  hi^  vfato  egni  diligenza  per  yeder  il  detto 
EfitafiOi  e  regiflrarlo  in  quella  aggiuntai  ma  non  ho  potuto  ritreuarlo  .  Li  Trioridiquefto 
htoco  fono  fiati  decorati  da  Tapa  Clemente  Vili,  di  poter  yfar  la  Mitrayc  Taftorale  neUe 
folenni  celebrationi  di  Diurni  Vfficii  d  fupplicatione  di  Girolamo  Semina  Vriore  in  quel 
tempo  ;  Huomo  per  virtà,  per  Dottrina^  e  per  innocenza  di  vita  >  caro  attefìo  Vontefice  >  è 
da  tutti  vniuerfalmente  amato^  e  filmato  ;  il  quale  fa  poi  da  empio  9  efacrilego  auuelenatù 
nel  Calicey  mentre  celebraua  la  Santa  Meffa  •  t'anno  1601.  che  però  /opra  la  fna  fepot* 
iutali  fùpofiolafeguenteinfcrittione: 

Hieronymo  Sauina?  >  Ciui  Veneto  >  San  A»  Marlae  Mife- 
cotdìge  Priori  »  viro  bonatum  Arcium  ìofigiii  fcritia  Cla* 
ro  i  fed  ob  pietatem  CUriori ,  quam  eciam  moricns  er- 
g«  hoAcm  »  qui  ci  venenuia  in  Calice,  dum  facra  pera- 
gerer  I  propinaucrac,  magois  argumentts  o/tendit.  Com- 
niflar  ij  pò  fuere. 

Obijt  Die  IX-  lun  M.  DC I.  Anno  ^Etatis Aia?  U 
Priorarasrero  X.  H.  M.  H«  N.  S. 

E  perche  egli  era  Confinate  della  Scuola  grande  deUa  Mifericordia  i  fuoi  confratelli ,  m 
memoria  di  yn  tanto  huomo ,  rolfero  anco  ejfi  poner  vna  Tietra  nella  parte  tenena  detta 
loro  Scola  conlettereinta^iate  »  che  dicono  : 

à 

Hieronymo  Saninse  San^se  Mariae  Mifericordiae  Priori  » 
&  Collegi)  huius  Frati,  Viro  teligione,  dolina  »  caete- 
risq.  animi  dotibus ,  vel  ipfi  Clemente  Vili.  Pone.  Max. 
valde  charo  »  I^onrìfìcaltbas  Infìgnihus  ab  eo  »  publicisq. 
ntuneribus  exinde  decorato»  let  bali  (Pròh  facinus)  facri- 
ficanti  liquore  ìmpiè  extinéio»  Fratres  arooris  tefiimonio 
pofoere .  Anno  ooitus  eros  M*  DC  l> 

La  porta dellaChiefoii  fhtéwmmimtie  adamata  cm  bd  fepoUr9  yiMe è  ctttoeato 
Gafparo  Moro  fapietitiffimaSenatore ,  con.  ilfuo  ritratto  di  fafra  Jioipitp  i»  marmo  da 
clemente  Moli  Bolognefe»  legg^ndofi  in  effo  ftf  olerò  : 

EK     O.     M. 

Gafpari  Manro  San^  P.  Patri.  Ven. 
Pio»  ac  Plrtrdentf  viro 

Do- 


DI    CANARÈIO   LIB,  ili      lyp 

DoArina»  Phihtfophia  pnrdpuè.  &  varia  Eruditione 
Singulariq.  Teroperantia»  epuris  fapiencias  Fontibus  haude  # 

Abomni  luxa  aliena  fpe^co  • 

Orto  M.D.  LXXXV.XI-Augufti. 

Vita  furiiao .  M  D  C  L.  XXI.  Manij . 

Nicolaus  Lo^us  Marci  F.Pat  Veneti  Nepos  P. 

Aii«M.DCU. 

Dipoi  è  flataineroftata  tutta  U  facciata  di  quefla  Chic  fa  di  Tietra  viua  IftrioM  eoa  fH^ 
lafiri  Corinti  >  che  r^ono  il  frontifpicio  >fopra  il  quale  fianno  collocate  tre  figure ,  cioè  U 
fr ergine  nella  fonanitd%  e  due  angeli  da  i  lati  adoranti  • 

Due  altre  ve  ne  fono  da  i  lati  della  porta  >  eccedenti  il  natwrde  %  che  rapprefentano  ^^ 
ma  la  Coftamyi  i  l*altra  la  Mifericordia  »  tutte  fcolpite  in  marmo  dal  fudetto  Clemente 
Moli  1  quale  fa  anco  architetto  di  così  degfta  opera  « 

Santa  Maria  de  i  MiracoK . 

MA  ricca>bella)&  eulta  Cbtefa  è  quella  di  Santa  Maria  de  i  Miracoli  •  Era  l'anno 
1 480.  rimagine  di  Qo^  Donoa  »  va  cappello  alla  porta  della  Corte  Nuoua 
all'incontro  della  cafa  de  gli  ^nadi  da  Santa  M^uìna  in  vna  calle  ftrecta  di  quattro 
piedi  •  Moftrati  per  tanto  dittero  miracoli»  &  concotrehdoui  tanta  gran  moltitudi- 
ne di  popoloj  che  s*andaua  ddfcfaio  di  ftxfogarfi»  la  predetta  Imagine  fi  trasferi  nel* 
k  Corte  d^li  Amadi.  &  fi  cràaroiio  Procuratori  su  quella  materia  Leonardo  Lore- 
do»  che  fu  poi  Doge>  Marco»at  i^;o(lÌQO  Soranzii  Andrea  Erizo3  Paolo  Contarmi»  & 
Nicolò  Donato  :  percioche  ^a  in  pochi  mefi  raccolto  di  offerte  &  limofine  più  di 
gemila  ducati»  de  quali»  fi  ccn^  Iji  Corte  Nuoua»  che  era  della  famiglia  Bcmba^ 
&C^rina^jfifecetoChiefa»jioiifi^M  alcuno  à  fpefa  per  farla  or- 

nata. I 

Si  comprò  parimente  la  coktc^etta&qMgUa  Barofta  »  &  fi  fabricò  il  Moniftero  % 
doae  fi  collocarono  diuerfe  monache  di  quelle  del  Moniftero  ài  Santa  Chiara.  Que- 
lla é  fiata incroftatd  di  fuori  di  finifiìmi  nurmi  »  &  di  dentro  il  fimile  per  terra  &  per 
tutto»  con  belliifimo  fofiìtto  in  volto  meffo  à  oro  con  molta  ricchezza .  Giouanni  de 
Pennacchi  da  Treuifo  vi  dipinfe  diuerfe  tefte  di  Profeti  allf  intorno  •  Gian  Bellino  vi 
fece  vn  San  Hieronimo  nel  deferto  •  I  putti  di  marmo  collocati  fotto  l'organo  »  fì»- 
rono  di  mano  dell'antico  Prafiitele  »  &  portati  d  Venetia  dalla  Citta  di  Rauenna^ 
molti  anni  fono . 

Tullio  Lombardo  vi  fcolpi  le  flatue  di  nurmo  della  cappella  grande .  Vi  fono  an- 
co opere  di  marmo  parlo  celebrato  da  gli  antichi  per  il  più  nobile  &  per  il  più  fine^ 
che  produca  la  terra  •  Nella  fronte  fono  ornamenti  di  porfidi  &  ferpentini  polli  con 
mirabile  arti6tio.  Et  di  (opra  alla  porta  grande  fi  vede  in  mezz'arco  vna  Noflra^ 
Donna  di  tutto  tondo»  di  Pirgotele  ottimo  fculcore  dell'età  fua  • 


M    %       KT>^ 


i8o  DEL    SESTIERO 

■    À    D    D    I    T   T  Ò    N    E.    •     "    "^ 

Vietro  Mirchejio  fece  per  voto  U  palla  dell'aitar ^civie  ,tuttadi Marmo  tinbtltif- 
fima  forma,  e  vagamente  Utlorata,Jlando  (opra  ejìo  J(ltaré  due  figure  diSanti  Tietrvt  e 
Taoio  con  alcuni  ^ngeletti  di  Brmz/i .  che  U  rendono  molto  adomo . 

Sono  in  fomma  in  quefto  Seftieroi  Xin.  Contrade.  XIH.  Chicfe  Parocchiali .  VI. 
Cliiefe  di  Frati .  IV.  Corpi  Santi.  I.  FratmiaGrande .  XXIIII.  Organi .  X  X I  r  li. 
Tom" Sacre. IH. Oratori). II. Spedali. IX. Piazze.  XXXIH.  Palazzi. XL VI.  Giar- 
dini.  X  X I  li  I.  Statue  Marmoree. IX mi. Ponri.  XXX  VU.Pozii.EXUK. 
Corti  PnWkhe. 


DEt 


i8i 


DELLA  VENETIA 

CITTA'  NOBILISSIMA 

Defcritta  da 
M- FRANCESCO  SANSOVINO- 

LIBRO     Q_V  ARTO. 

anoi  palTaremo  di  U  dal  Canalcìn  quella  parte  della  Citti,ch'è  com- 
jartitaiotreatcriScfticri.cioèdiSan  Paolo>chc  volgarmente  fi  di- 
xSan  Polo,  di  Santa  Croce.  &  di  Dorfoduro.  &"?aucIlando  pri- 
nieramente  deiScftierodiSao  Polo  non  molto  grande. 

San  Polo. 

D tciamocheta Chiefadel detto Samo>daI  quale  il  Seftiero  prefi:  il  cognome,  fU 
opera antica&fondatada Pietro Tradonico  Doge  i3.&GiouannimofìgIiuo- 
)o>  che  ral'anno  8  jy.AIcti  dicono  dai  SJeuoIiide^ualiAleiTandro,  ch'era  il  principa- 
le>edificòSJ^ppolIinarel'aniioio^4.La  partedidictro  della  Chiefa  fimileiSaoj 
Hieretnia,  è  fatta  all'vfanza  Greca .  Il  ciborio  di  dentro  lauorato  i  mofaico,  confer- 
va lapalla  grande  d'argento  indorato  con  figure  di  mano  Greca,  &la  hifloria  di 
Chrifto  quando  laua  i  piedi  à  gli  Apoftoli ,  quando  ora  al  padre ,  &  quando  fu  croci- 
fiffo.  Paolo  Veronefe  vi  fece  vna  palla ,  He  Taitar  di  Santo  Andrea  è  di  ottima  mano  . 
Vi  fi  ripofa  Amo  de  Maggichc  fu  VefcouodiTrcuifo .  &  Cefare  Podocataro  nobi- 
lirs.CauaIÌero .  E  il  campanile  antico ,  &  coperto  di  Piombcfi  fece  col  danaro  di  Ni- 
colò Dandok>>Scnatore  gel  tempo  fuo  de  prindpali .  Sa  la  piazza  di  qnefto  Tempio 
era  per  ocdiiucio  il  mercato  generale  più  giorni  della  Settimana;  ma  l'anno  1292. 

M    3        pa- 


iB%  DEL    SESTIERO^ 

Mrcmlo  che  |M!Cio  n  doucffe  I  Jf  bcntntjo  dite  csfipchc  pcf  <|ilRro  iirpctw  tmi  fl^v* 
fictamao  trowabrae  ;(  Sia  Marco»  i  Padri  ordinarono^  che  E  ftfetOMedrJi  àcefe  4 
S.RilD^  il  SaUMUo  fu  U  Piaaìa  di  S«Marco  f  fi  come  sToffiocu  al  p^^ 


X 


ADDITIONE. 

d  Mofaico;  poiché^  intorno  alt  anno  1 600.  fii  demolita  >  e  riedificata  in  moderna  >  e  ben  in* 
tefa  forma  per  opera  di  Antonio  Gatt^già  Timano  >  recando  U  CappeUagjrmUe  aàmub^ 
ta  di  belliffimo  altare  9  di  marmi  fini  ^M  cui  paUa^fChe  contiene  laCon9ier/kae<ktSantm 
Titolar  e  f  è  di  mano  di  Iacopo  Talma,  comefoffo  anco  li  (Quadri  laterali  itwnocan  SmAnti^ 
àio  ^bbatCi  tentato  da  Demonij;  l'altro  con  Chrifto  >  che  da  lapoteftd  d  S.Tietro  di  fio  FU 
cario  in  Terrai  porgendogli  le  Chiaui;  &  tiflefjo  San  Tietro$  Ae  manda  San  Marco  d  frc^ 
dicar iTEnangetio .  LaTanoladiTaolo  Feronefe^  accennata  difopra  dal  Sanfoumo^  è 
quella  del  fùonfalitio  della  tergine  •  //  Tintor etto  fece  Tjoflro  Sonore  che  communica^ 
^pofhli  neWylthna  Cena .  La  Tancia  della  tergine  ^Jjunta  neit altare  della  Fam^M 
SoraniA  fu  dipinta  da  Luigi  Benfatto  infìeme  con  molte  anioni  della  tergine  •  Di  Fratta 
cefco  Vta^fA  Capuccino  è  fopra  yn'MtareU  Dottor  delle  Gentil  che  predica.  JieWOrga-^ 
no  P^y€nnuntiata,&  vn  Quadro  neW^ngoh  con  S.Silueftro  i  che  Baturr^  CafianOiipo  Im^ 
peratore.  TJella  Cappella  del  Sacramento  vi  fono  quattro  Qua(bri  %  ftimati  di  Giofeppc 
Torta,  detto  il  Saluiati .  7{ella  C appella  fudetta  rifatta  datmedeftmo  Antonio  Gatto  tSo^ 
nano  fi  vede  itfuo  fepolcro  con  il  fuo  ritratto  fcdpito  in  marmo  >  &  ma  diceria  ^fÌH  per 
effer  troppo  tediofa  /fi  tralafcia  di  regifirarla .  Fn* altro  JepoUro  è  fituato  fopra  la  Torta  , 
verfo  me7z,ogiorno  y  con  la  fuaftatua  fopra ,  di  Giouanni  di  Trioù  >  primo  Trocurator  di 
S. Marco  ai  quefta  Fanùglia,  dicendofi  dt  lui  : 

Hunc  ad  bellatrahi  Venetam  ficmicancia  corda  » 

Para,  timore  valens»  Patri»  dcfendit  bonorcs 
Graadioiis  extolli  qui  laudibus  acquare  tcrrae  s 

Deoiqtte  promerui t>  foboli  dedit  atq.  nitorein  # 

Le  animo  di  quefta  Cbiefa  fono  al  numero  di  2200. 

SanThomaTo» 

DI  Quindi  fi  palTa  i  San  Thomafo»  antico  »  &  venerando  Tempio  »  &  gii  fabrìcato 
dalla famielia  Miana,  poco  difcofto  dalla  Chiefa  de  Frati  Minori  di  San  Fran- 
ccico.  Et  in  quello  fi  difcende  nella  guifa  che  fi  fa  in  San  lacomo  di  Rialto .  apertif- 
fino  argomento  della  fua  ftrattura  fatta  gii  per  molte  centinaia  d'anni,  percioche^ 
eflcndocrefciuto  il  terreno  dalla  parte  di  fuori,  il  primo  fuolo  della  antica  Citti, 
nmafto  nel  fondo  :  ne  di  fegno  dell'opere  che  sa  far  la  natura  ne  gli  elementi .  Et  at- 
torno i  quefta,  la  predetta  cafahsbJjcfcmprc  le  fuc  habiutioni,  fi  come  anco  vi 
topo  al  prelente. 


A©;i 


D  I    &    POLO    LIB.IV.        iSj 

A    D    D    I    T    I    O    N    E, 

La  forte  yerfo  Oriente,  è  tutta  rifiuta  in  modemafòrma  j  e  formata  la  Cappella  Mag^ 
ffore  C0n  bell'altare  di  Marmi  finh  e  Retrocarot  cm  altri  orrnamenti  intomo  alla  Chieja  % 
e/pecialmente  nell^Mtare  de  Calzjolai  jfece  il  TaUna  la  Tauola  con  il  Santo  loro  Trotet^ 
fere  ^niano  • 

tn  quejia  Cbiefa  tTiouano  Matteo  CSertotQ  motto  ftimato  per  tajua  erttditiOMe  %eri^ 
ncritoper  lafna  dil^enxA  neltactorrere  à  bifogni defuoiTarroccbiani • 
Sono  te  anime  iioo. 

San  Stino. 

DT  rincontro  per  fiùco  alla  Chiefade  Fcati  Minori  >  dalhiltra  rma detfa  fraterni 
de  i  Fiorentini!  è  fituato  San  Stoino,  il  quale  altre  volte  R  chiamaua  San  Stefano 
Confeifore  •  Et  ancora  che  il  detto  facrario  iia  antico  >  peto  rìnouato  più  volte  $  hi 
pochi  ornamenti  *  perciodié  quei  che  vi  erano^cotrfìiinAti  dal  tempo»  fono  del  tutto 
eftinti.  Vifivedealprefente  la  palla  dell'Aitar  grande  fatta  *da  ooona  mano.  Se 
laoMio  Tln&oretto  vi ktkuoratovna palla  delI'Alfiiittieae  dìNoflra  doMatnot* 
IO  oetbft  9c  ben  fatta» 

A    D    IX  I    T    I    O    N    E* 

lytpparifcequalcberinonatmc^eqii^beMfellmKntoi  mamnfonocofc  notàbile  >  ne 
da  re^iftrarfi  . 

Ha  anime  inmno  à  looo^ 

Santo  Agollino  l 

ET  per  non  molto  fpatio  ài  vìa  (iguane  alla  Chiefi  di  Santo  Agoftino  .Quefla  fii 
fabricata ranno  looi.  da  Pietro MarturìoY'ercouoOliuokme  della  fan^lia 
di  Quintanalle .  La  qnalepolTedendo  ne  tempi  antichi  gran  parte  dell'Ifoladoue  è 
^uaco  San  Pietro  di  Caftellò»  le  diede  il  cognome  di  Quintauaile»  Et  voUecoftoi  per 
tefiamento  ch'ella  foSt  fottopofta  >  come  cofa  fatta  del  fuo  patrimonio!  ò  forfè  de 
prouenti del fuoVefcouado> alla giuri£ditti9ne  del  Vefcouo  inperpetuo>  (ìcóme 
per  antiche  memorie  fi  vede  • 

ADDITIONE, 

llStrmap(meqnetpeXf0diCoImmai  eh' è  fuori  delta  Cbiefa  i  ma  attaccata  ai^effa%it^ 
fieme  con  le  lettere  intagliategli  d'^intomo  >  che  fono  tefeguenti  i 

De  Baghmorite  Tlepolo  fò  quefio  Terreno» 
E  mò  è  pofto  in  commuti ,  acdoche  fia 
A  ctalichedttn  fpauemo  per  fempit*  e  iémpre  nii. 
Del  sUUfr  trecento»  e  iliefe 

- j^   ^      Ame- 


il4  D  EL    S  ES  T  I  E  R  Ó 

A  me2o  il  coefe  delle  Ceriefe 
Bagiamonte  pafsò  il  Ponte , 
i  E  per  eflfo  fò  fatto  il  Confegio  di  diefe  • 

^  jtrfe  quejta  Chiefa,  inficine  con  la  Cafa  del  Viouano  tanno  i  djp.  ma  fu  cosi  grande  la 

ddigcnUf  e  foUicitidine  di'^k  tempOfCm 

V ^mcjìne dclTublico  i  e  de  priuati  la  fece  riedificare  inbellijfima  >  e  moderna  forma 
fijfpra  il  modello  di  Francefco  Contini  »  inìieme  con  la  Cafa  •  In  vna  delle  Torte  vi  fece 
foner  quefla  memoria  : 

Voracibus  repente  flammis  abfufflptum  » 

Charitatisflammaillicò  repara tun  «  : 

Nicolao  Fòrmentino  Antiftite 
Anno  falutis  M  DC  X  X  X I X. 

m  natakUci  i^i  è  tritar  Mé^giorcy  hello  per  iifse^noper  marmh  e  per  ornamenti  dì fi^ 
ffire  d^inkigUf  Cr  akri  Uutori  »  E  di  bella  forma  >  e  t/i  ricchi  marmi  ancora  t Eretto  da  la^ 
copo  da  Le^fjs^  che  ha  la  Tauola  di  mano  del  Canalier  Liberi }  con  il  Crocifijfo  i  S.France^^ 
fcoi  e  due  altri  Santi,  dotte  da  yn  latoftd  intagliata  in  pietra  lafèguente  mfcrittione  » 

D.    O.    M. 

lacobus  Legius  tumex  Legato  Lucrecia;  Coatarenst 

Michaelis  Legij  Vxo?is»cuniproprijs  expcnfis  annue  nte 

Kicoiao  Fòrmentino  Plebano  |lIuftrirs.Ordfflariiauthoricate  futfttlco , 

Altare  à  fundamentis  erexit.  An.  Domini.  M  DC  XXXX  VL 

Sono  le  anime  Too^ 

San  Baldo. 

EParitnchte  afTai  nobile  Tedilicio  di  S.  Vbaldo  chiamato  eorrottamehte  Boldi^ 
dal  volgo»  il  c|uale  fu  fabricato  dalla  famiglia  Giuda  >  &  Trona  >  percioche  vi  fi 
conferoa  ilcapo  di  Santa  Agata  •  il  ori  corpofu  portato  di  Leuante  ne  tempi  di  Hen^ 
rico  Dandolo  Doge  40.  Il  auale  eflendo  (lato  alrimprefa  di  Terra  Santa  &  nelle  cofc 
di  Coftantinopoli  1  arricchì  grandemente  la  cittd  con  diuecfe  reliquie  hauutt  da  lui 
in  quelle  partj>  come  diuoto  >  Se  amator  della  patria  ^ 

ADDITIONE. 

J^n  riè  che  aggiugper  folo  che  le  anime  afcendono  al  numero  di  4oat« 

S.  AponaFe» 

MA  molto  pfiì  difcoftoi  &  vicino  à  Rialto  è  Santo  Apollinare  detto  vo^armentc 
Aponale.  Q^^fto  Tempio  fit  opcu  di  Aleflanoto^  Sieoolo  la  aii  lamigUa  i*-^ 
t  anna 


fi  i    s:    POLO   LIRIV.        i9s 

$hlK>,iaj4..  infieme  con  fa  Scopxra  (i  dice  che  fiabricò  fa  Chiefa  di  San  Moife .  Vene- 
rsuida  per  il  corpo  di  Iona  Profeta  coUocaco  fuori  del  coro  fopra  l'Altare.  Anto* 
ii]oViuarinodeli47o.vilafciò  diuerfe  opere  di  Tua  mano:  ma  confumaceda  gli 
anni. 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

yedefirimodematalaCappella  Maggiore  con  bello  f  e  ricco  altare  di  Marmi ^  dota 
Matteo  Tngoli  vi  fece  la  Cena  di  Chrifioi  con  il  Santo  f^efcono,  &  il  Beato  LorenT^  Giufli^ 
niano.  l^eW  altare  de  iT^liaVietratdipinje  la  Tamia  con  li  Santi  quattro  Coronati» 
jtndreaSchiauone^chenei  pilaftri  fece  anco  t^nmmciata.  yn^altraTauola  lauorò  il 
Talma  conlaTlatiuitddella  Madonna  per  tritare  de  Farinariy  infieme  con  quella  del 
Depoflo  di  Croce  nel  feno  della  Madre  fua . 

LMgji  Benfattojfpiegò  ingran  Quadro  la  Battaglia  accaduta  tra  il  Tiranno  Mei^ntio  »  e 
Coflamim  Imperatore  nella  Campana  di  Roma .  Enel  fpatiò  vicino  >  rapprefentà  la  Re^ 

J[ÌHa  Santa  Etena  sbarcata  di  nane  >  dinama;*  alla  quale  icondotto  quel  Giuda  hebreo  >  che 
apeua  dme  era  nafa^la  la  Santa  Croce.  T^el  giro  della  Chiefa  y  formò  il  Santo  Confecrata 
yefcouo.  Gli  fponjali  della  Fermine.  E  H^doratione  de  Magi  • 
Sono  foggette  d  quefta  Chiefa  tpoo.anime. 

San  Silueftrò. 

ET  diatro  àOè  fpalle  di  Santo  Agonale  è  fituato  San  Silneftro»  eretto  (fa  gli  Andre- 
ardi  detti  anco  lulij»  de  quali  fit  opera  la  Chiefa  di  S.MarjadiMiferìcordiala 
cui  cafas'eftinfe  l'anno  1126.  La  fraterna  di  San  Rocco  inanzi  che  fermaflfe  il  fuo 
domicilio  à  i  Frariy  Pamfdiò  grandemente .  Et  fu  altre  volte  refidenza  de  Patriarchi 
di  Grado  3  fino  che  il  Patriarcato  s'vni  con  Caftello  »  come  s*è  detto  altroue .  Et  fa 
confacrata  da  Papa  Aleffandro  IH.  Vi  R  guardano  diuerfe  reliquie  »  ritrouate  in  vn 
cacóne  afcondito  >  perriuelatione  di  vno  fpiritato.  Camillo  Balino  vidipinfe  il 
quadrone  dello  fponfalitiodi  Noftra  Donna  >  &  Paolo  Veronefe  fece  l'altro  con  la.» 
hiftoria  de  i  M^i .  L'Altare  de  mercatanti  dal  vino  fu  per  Architetturaydi  Gio:  An* 
tonio  Rufconii  &  per  pittura  di  Giofeppo  Salutati  •  Sii  la  Piazza  per  fianco  pochi  atv- 
m  fonoiii  edificò  il  collegio  dei  predetti  mercatanti  dal  Chiona  Lombardo  » 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

Ter  cémprohare  maggiormente  quanto  diceUSanfouino  intomo  allaeonfècratwne  di 
que^Tempio>  il  Stringa  vi  fofe  anco  Nnfcrittione»  intagliata  in  vn  pilaffivj  che  è  la 
Jottofcritta  : 

Ad  honorem  Beata?  Mariar  >  Patriarcaruoi  »  8c  oinnhiiQ 
San^orun»  confecrata  fuit  Eccleiia  ifta  per  Dominum 
Alexandrum  Papam  11 1.  die  primo  Menfis  NoueoH 
ia  Feftoomaium  San^rum  •  M  C  LXXVII. 

n 


tSó  DEL    SESTIERO 

€be  BivneKM  Chri/ht  àr  il  Quadro  cm$  tiflefió  ^attè  nelF^wto .  Si  è  dotto  frincipio  aia 
riaofMioìte  ìeka  Cappella  Maggiore  ^  &  erettionedeW^Uare  9  deti/Male  èfiuu  U  Men^ 
fa  »  pofli  i  piede ftalli  >  e  bafepc^r  le  colonne  s  il  tutto  di  belliffimi  »  e  finirmi  Marmi  :  Oitie 
che  da  queflo  principio  i  fi  può  attenderyn^andej  Maeftofo»  t  ripiardeuote  Edificio . 
Sono  foggettedqueJU  Tarrgcchia  anime  1600. 

San  MatMo .' 


/ 


A    D    D   I    T   I    O    N    E. 


ZH^pt^bàocomnfammtioneilSmifommhPerefer 
mento  di  Urdnttttnra^  SenUttra,  ò  Tittura .  il  Strmga  però  dice^  cbcfrffe^iperadettafs- 
7H^UaGt$flm*CheelfaChiefafogè 

gj^evioJV.haUinùfiaeoltddiele^ere  Dic€tìnc9% 

che  U  TaUa  dell^^Uar  Maggiore  sii  H  mano  di  Girolamo  Santa  Croce  • 
Le  anime  fono  6^0^ 

San  Giouanoi  Nttouo  detto  di  Rialto  » 

• 

T2  Tiliritta  fronte  ìéckM  San  Mattheo  vicino  alle B;eccarìe>fi  vede  Sm  Gkm$sw^ 
Jlt  U0iofinario>  detto  coniunciiiffiteS.GiouanmNuouoj.gUinft^^ 
Uni  &  rìf^o  (K>ì  fui  onodello  d*Aatomo  Scarpognino ..  Il  (uà  campanile  hi  comhw 
dato  Iranno  i  j9&.  &  finito  con  lo  horiuolo  Tanna  i^io*.  La  paite  didentro  àdfcty 
ganoéopera diHicronimodePrìolifi^iolodi  LorenaBo><klqiMte  fi  v^mono  di- 
iieife  infcrittiom  in  diuerfi  luoghi  facri  della  città  .laTcibona di  dea^iro  mutuerata 
4la  Santo  Zago»&  la  palla  di  San  GiorElemofinario  Patriarca  di  Ah^ffiuidriadaTi» 
tianoi  col  quale  concorrendo  Giouanni  Antonio  Licinio  da  PordonOne»  rifece  la^ 
palla  di  San  Scbaftiaiio  di  molta  bellesza .. 

ADI>lTIONE. 

flnefta  Chiefttfogtìacealla  pot^d,  egimfdittionede  Dq»  >  quali  eleggono  S  Tiouanf» 
^  Treti  Titolati  diejfa .  Ter  il  fuoco ,  the  fi  acce  fé  m  Riatto  del  i^i}.  che  diftrufie  molte 
eéifcy  e  bonegherfeguendo  fino  a  S*Aponaley  reftò  incenerito  anca  quefio  Tempio  »  quale  fa 
poi  rifatto  M  ^4fH^a  Gritti  Doge  nói  E  perche  in  quella  confufione»  e  rouina  ietfincendios 
rimisero  le  Jbrade  fmarrite  >  ceranti  i  termini  de  pi  Edificij  ;  perciò  da  iTarochi  di  S^m 
Mattio^urono  yfurpati  moltiìuochi%  eftendendofi  aentro  d  confini  iella  'Parrocchia  di  San 
(jfiouanni:  Onde  nata  contefafopra  ciò  i  fu  poi  decifadal  Doge  Tiicolò  daVonte  >  ponendo  i 
confini  aUrpUM^  e taltra parrocchia i  iichepy^edeiaiknoteincifeinéoipdafiri^  qui  /or- 
io  regiftratei 

TenpIum&oc»q0odaonoàCEirUti  Nauti  tertìockaffla  - 
ii^ra  millefimum  quing«ntefimum  cuintota  lafuU  Ri- 

ylalti* 


DI    S-    POLO    LIB-IV-         i«7 

uialtifuuigoe  conflAgratum  oomierat)  Andreas  Gtitti  Prt» 
ceps  Scfeniffimitt,  &  Pacronusi  Nicolai  Martini  Plebani  di* 
ligeotia  reftttttit  • 
Mox  veròilludfuosfinesia  tanta  lacendij  vaftitate  turbatos  l 
Se  à  Ditti  Matthaei  Tempio  oaupatos,  Nicolai  de  Pónte 
Principisi  &  patroni Sereniffiai  fapientia  poft triginta »  6c 
odo  annos  iiuibns  difcqitattim  fott  i  legitt  me  recuperanit .. 


Hora  queflo  Sacrario  è  ornatìffimo  mafime  di  future  è  atuìche  %  e  moderne  »  vedendo^. 
prima  dH celebre  Titiano  la  Tauola  deltjthar  Maggiore  id Santo  refcouo  Giovanni ,  ii% 
atto  di  far  Ekmofma  aJtvfiponereio  •  Dà  Gir.  jimonio  RegiUoda  Tordinmt  i  t altra  ta* 
noia  nelFJiltar  de  Corrieri  com  Santa  Caterina^  e  Santi  SebafiioMOt  e  Rocco  »  cl^e  è  -pna  fin^ 
gidar0ma  Tittttrajfatta  da  quef^infiffte  9  &  Eccellente  huomo  in  concorren:^  diTitiOf 
no.  "tUWjtk^^e  deVolamlidì^fe  B(mifacioF enfiano  la  falla  com  la  Madonna  in 
yna  nme,  &  dùiedi  li  Santi  ^pojloli  Vietro^e  VaolOfC  t'Euangelifta  S.  Marco  •  //  Corona 
fece  il  Quadro  deità  Manna.  La  Crocifi^one  di  Chrifto .  VOratione  nelt^HortOy  e  la  Refur^ 
rcttiome  in  due  mei^  Lune .  Li  porteUi  deltOrgano,  doue  è  effigiato  il  Doge  Leonardo  D$^ 
nato  fa  opera  di  Marco  FeceUio.LaCenadiChr^y&illauardepiedidgUjlpojloli  /a- 
no  di  .Antonio  .Mknfe.  Domenico  Tintorettoritrì^e  in  i^na  meyL  LnnaHDoge  Marin 
Grinumi^elaDpgan^afuamoglie^  con  diuerfi C^atiTolainoU  adoranti  t Eterno  Va- 
dre  ^ 

In  altra  me^a  Luna  fece  il  virtuofiffimo  Tiberio  Tinet(i€auaUer&  San  Marco  con  Li^ 
bro  in  mano,  &  in  altra  parte  Francefco  Fabrici  fuddtacono  inquefta  Chiefa  9  che  tiene  le 
jtrmi  del  Doge  Giouanni  Cornaro .  DalCnuaUerpoiCarlo  Riiolfi  fa  rapfrefentata  tHù^ 
fioria  dtU^^dor^awne^&offertadeMagi. 
Sotto  à  éjuefta  Chiefa  fono  anime  150. 

Fmri. 

ir^Opo  le  parrocchiali  9  fcgae  la  memoranda  fabrica  di  Santa  Maria  inticoUtaZT 
jL^  uiorioia»  8c  cognominata  de  i  Frarif  principale  &  maggiore  di  tutte  l'ahre^^ec 
edifido»  &  perciò  detta  comunemente  la  (Ja  Grande.  Neprinù  tempi  (u  in  quefta 
luogo  vna  Badia  di  monachi  bianchi  »  mz  eflendo  venuto  in  quefte  parti  San  France* 
fco>  ottenne  dal  Dominio  (e(!bndo  allora  Doge  Henrìco  Dandolo)  tutto  il  terreno 
cel  fuo  circuito  >  onde  cominciata^  la  machina  in  quella  forma  che  fi  vede  »  conoor- 
(ero  alla  ^fa  molcti  cosi  nobili  coine  citudini .  E  fra  gli  alcri  »  vn  ^nrilhoomo  del* 
la  famiglu  Gradeniga  vi  ereiTe  quattro  colonne  con  le  lue  mura  da  i  lati.  vn*altro  de 
Giuftimani  ve  ne  fece  due>  Se  vn  cittadino  della  Cafa  A§;uiè  ve  ne  pofe  vna.  Et  Paolo 
Sauello  Barone  di  Roma  Condottiero  allora  delPar oli  della  Repub.  vi  fece  i  Volti  • 
U  Campanile  fa  cominciato  da  vtf  altro  della  ftirpe  Viara  $  il  quale  vi  fpefe  fino  aHa 
meti  1 6.  mila  ducati»  &  poco  dopo  fattofi  frate  del  luo^o  1  fopraprefo  dalla  morte^ 
non  ^tè  ridurlo  i  fine»  onde  l'altra  metd  fu  compiuta  cfalla  natione  de  i  Milanefi  >  Sf 
de  gli  huominideOa  Terra  di  Manza.  Vi  fi  honora  ogni  anno  >  nella  Domenica  di^ 
Utero  da  tutto  il  pc^nrfo,  il  fanguf  di  Chrifto  portato  da  Coft  antinopoU  >  fi  corno 


iSS.         DEL    SESTIERO 

per  vna  infcrittionc  prcflb  al  fuo  fcpoJcro  s'attcfla ,  &  donato  infieme  con  delPvn- 
guento  col  quale  la  Maddalena  vnfc  i  piedi  a  N.  Signore  d  quefto  Sacrario  da  Mar- 
chiò Triuifano.  nel  pilaflro  della  aii  cappella  fondata  da  i  Triuifani  della  Giudecca  » 
fi  legge  la  prefcnte  infcrittione  à  perpetuo  ricordo  della  fua  gratitudine . 

Melchior  i  TriuifinOy  Fault  Triu.  F.  j^i  cum  Galieorum 
Romania  Fr^tftRus  eJSet ,  ex  CcnfiantincpoU  ^àtrÌ4m 
Rediens  Fr^aeJìJJtvii  Saluatoris  nofiri  le  fu  Chrifti  San^ 
guinìs  gutum^  Maru  Magdalena  njnguento  infiéfam^ 
diuino  nutu  a/portare  nteruiJSet ,  in  yrbe  ìam  dudus  > 
tundem  buie  Conuentui  pie^  ac  benigne  donauit .  Ex  qu§ 
n$n  ingrati  tanto  munere  y  huius  Qonuentus  Fratres  » 
•  •  •  Nonnulla  aita  dona  yna  cum  dare  Sacri  eius  D. 
DepofitiSaceUfémiHocfkb  Diui  Archangeli  vMìchaeiis 
Atéfpicijs  prout  extat  extruflum  y  eidem  largitori  ^ 
FoSl.FeTpetuo  BM.Dkauere.Ann.  Sai.  MCCCCLXXX^ 
XVlllKaLMaij. 

Vi (i hcnoraparioiente il Chrifto miracolofo (xtuato i mezza  Chiefa .  i cui  piedi 
è  fepolto  quel  Titiano  »  che  fu  celebre  nella  pittura  >  fri  tutti  gli  altri  del  tempo  no- 
firo  •  £  medefimamentc  molto  chiara  &  illu(lre>  per  fcolture  Hiuerfe.  Conciona  che 
fopra  alla  porta  maeflra  fi  veggono  due  gran  figure  di  marmo  di  buona  mano  •  Di 
dentro  neila  cappella  de  Fiorentini  »  il  SanGiouanni  Battifta  di  legno  indorato  >  fìi 
fcolpito  dal  famofiifimo  Donatello  >  che  fece  in  Padoua  il  cauallo  di  Gatta  Melata  » 
Di  rincontro  alla  predetta  Cappellai  il  San  Giouanni  Battifta  di  marmo  pofto  fopra 
la  pila  de  Giultìniani»  fu  opera  di  lacomo  Sanfouino .  Nella  cappella  di  San  Pietro  la 
palla  di  marmo  é  bene  intefa  &  fcolpita .  L'Angelo  nella  cappella  di  San  Marco  fu  di 
mano  di  lacomo  Padouano .  La  Statua  di  Nicolò  Trono  Doge  67.  con  diuerfe  altre 
figure  che  vi  fono»  fu  lauorata  da  Antonio  Bregno.  la  fiatua  pedeftre  di  Benedetto 
da  Pefaro  fu  fatta  da  Lorenzo  Bregno  •  Et  il  Marte  di  marmo  lo  fcolpì  Bacdo  da 
Monte  Lupo  Fiorentino  •  &  AlefTandro  Vittoria  fece  la  palla  di  marmo  di  mezzo 
rilieuo  con  San  Hieronimo  di  tutto  tondo  fu  l^altare  di  Hieronimo  Zane  Procurator 
di  San  Marcoi  fepolto  in  quefta  Chiefa.  &  la  facciata  dauanti  del  coro  tutta  di  mar- 
mo» fu  lauorata  per  opera  della  cafa  Morofina  à  figure  di  Profeti.  Nella  pittura  >  Ti- 
tiano dipinfe  la  palla  della  Noftra  Donna»  vicina  all'Arca  del  Pefaro  •  Nella  cappella 
de  i  Milanefi»  la  palla  del  ricchilfimo  Altare  per  molto  oro  »  fu  cominciato  da  òua* 
rino  Pittor  Milanefe»  &  finita  da  Marco  Bafaito  •  La  palla  maggiore  »  fu  del  medefi- 
mo  Titiano»  giudicata  da  gli  intendenti  per  la  migliore  opera  Se  molto  ilhillre  •  Vi 
dipinfe  anco  Antonio  Viuarino  la  palla  della  feconda  cappella  vetfo  la  SagrefHa  »  8c 

Gio- 


D  I    S    P  O'L  0    LIB.  IV.         i8p 

GiofnéeSfluiatì  TtJafciò  di  (va.  mano  la  palla  polla  fra  l'altare  del  S.Hieronnno>  & 
il  Chnuo  miracoloTo .  Di  huomìm  grandi  vi  giacciono ,  lacomo  da  Pefaro  Vefcono 
di  Bafib>  il  quale  fu  Generale  di  ao,  galee  di  Papa  AleiTandro  VI.  conerà  il  Turco  > 
nella  guerra  che  fì  fece  con  lui  per  le  cofe  della  Morea .  Et  fotco  il  ricchilfimo  fepol«   ' 
ero  di  marmo  doue  è  fcolpica  la  ftatua  diftefa»  fi  legge . 

JacohusTifitifius  Paphi Epifippus,  quiTurc4s BetU 
feipfrm  face  rvincebdt  ex  t^hili  inter  Venetos  dà 
'Nobiltorem  iraer  Angelos  Familiam  delatus ,  Nohìli/' 
fimàm  in  ilU  die'QoronAm  iufio  Indice  reddente  j  hic  fi' 
tusexpe^at*  Vixit  Annos  *VUtonkos,  Obijt 
MDXLVILlX,Cai.  Aprii, 

■ 

FrancefcoForcariDc^etf4.che All'anno  141 3. in  repoltiiri omariflimo  pttfigjx^ 
re  di  marmo»  poftt  nella  cappella  grande  occupante  qua(i  tutta  la  faccia  della  cap- 
Isella  alladefttaj&  di  (otto  è  pofto . 

Accipìtc  Ciues  Francifci  Fofciri  veftri  Ducis  imagmem  »  inge- 
nìo ,  memoria  ^  eloquentia ,  adha?c  iuftitia ,  fortitudine  ani- 
mi >  fi  nihilamplius»  certe  fummorum  Principum  gloriam 
«mulari  contendi  •  Pietati  erga  patriam  mex  fatisfeci  nun« 
quam  Maxima  bella  prò  veftra  falute  &  dignitate  i  terra  » 
mariq.  per  annos  plufqu^m  triginta  geffi ,  fumma  felicitate 
confect  •  Labantem  fuMiIfi  Italise  libertatem ,  Turbatorcs 
quietiscompefciii^Brixiamt  BergomUm>  Rauennam>  Cre« 
mam  Imperio  adfunxi  veftro  .  Omnibus  ornamentis  pa- 
triam auxi .  Pace  vobis  parta  »  Italia  in  tranqurllum  foede^ 
re  redada  1  poft  tot  labores  exhauftos  attatis  an.  LXXXlHl* 
Ducatus  quarto  Aipratricefimum,  Salutisq* 

M  ecce  L  V 1 1.  KaK  Nouemb.  ad  a?ternam  requiem 
commigraut  • 

Vos  luftitiam  t  &  Concordìam  quo  fempiternum  hoc  fit  Impe- 
rìum^conferuate. 

Nicolò  Throno  Doge  tfy.che  riflc  l'anno  1471  •  nel  coi  fepdcro  pofto  alKncontro 
^1  Dù^  Fofcarij  copiofo  di  molte  figure^  è  la  (latua  in  piedi  di  marmo  di  tutto  ton-      f 
*^&yifilegge» 

Nico- 


i5>o  ;P  B  L    S  E  S  TI  B  R.O 

Nicol«)$  Thronus  i  Optiflaus  dm  %  Optimus  Seoator  t  Opti» 
mus  AriftocratiarPrincrpsfuit.  Quo  fceUciflSao  Daceflo* 
rencirs.  Venetorum  Rcfp.  Cyprum  Imperio  afduie ,  CHm 
Rege  Parthorum  contra  Turchutn  focìa  aroM  coniuiixic  • 
fraudatam  pecuniam  viua  illius  effigie  refignauit  »  cqius  in* 
nocencirst  manìbui  batic  merìtatn  dluini  operìs  mo2emiPÌÌ)i- 
lippus  filius  perenni  «ecernicace  pofuie  • 

Mar^hiòTriuiranoGonlaftatua  pedeftre  in  (epolcro  iUoftre»  Senator  cde 
ino>  &  Generale  della  Rep«  i  cni  fatti  defcritti  dai  Beobo  »&  da  gli  hiftoi^ki  d 
temypù  Ip  fecero  memorando .  &  vi  è  1*  infrafcritta  inferite  ione  • 


i  *  * 


MdcbìoA Trkifino qui  Fird.%CUjfem  Ventufinù  '  - 
depHlit,  cum  Carola  Ftmu  7(-  AdT^rr.  Profpcre  cot^ 
flixit  ft  Crem^f^am  Veneto  adiunxìt  Jmferh  Ul  Jmf. 
Ohijt  M  ecce . .  •  Fiiif  Piemìfs.  Pof 

Franccfco  Bernardo  CauaKero  :  bclliflimo  ài  perìona»  Se  viuciflicxio  d'incdletto  » 

il  quale  dinxorandain  Ii^hilcerra>doue  era  ammirabile  i  qiiellaCofte  perle  fue  ra- 
re quali  ti  >  paci  fico  coni  autor  icd&  deftreszafuaFrancefco  Primo  Rè  di  Francia» 
con  Henr.co  Ottauo  Rè  d*Inghilterra,  onde  benemerito  di  quelle  maeftà>  ritomaro 
alla  Patria»  andaua  à  primi  honorì  della  Republica»  fe  non  moriua  fi  può  dir  nel  fio*- 
re  deii'etd  fua.  &  gli  fu  poAo  quello  epitafio.. 


Francifco  Bernardo  Benedici  F»qui  cun»  àdhuc  adolefcens 
apud  Britanaos  agpret  pacem  »  fruAra  antea  ab  illti« 
ftiifs.  viris  tentata  a  ioter  Henricum  Angliae  &  Fran- 
cifcum  Galliae  Reges  compofuit  >  obq.  egregium  fa- 
cinus  Equeftri  dignitate  ab  vtrifq.  Regtbus  infigni» 
tus  s  tandem  in  patriam  reuerfus  ».  Retpub»  muneribui 
tanta  ai&duitatea  ac  diligcntia  interfutt  »  vt  gratus  omni* 
bus»  Tribunitia  Magiftratunondum  exado  S.  C  ad  Tur« 
charum  Imp*  Leg^tus  des«  Annum  vix.  nonum  fupra 
trigeiinoum  attingens  »  diem  Amrn  obierìt»  &  cextiffiman» 
de  fé  fuoamam  dignitatis  expedationem  fecum  •  •  •  ab- 
fiolerit»  Poft.  m  asfti(&  pofuere.  M  D  L  V  L 

Paofo  Saucllo  PriiKjpe  Romano  con  la  ftatua  equcftre  vicino  alla  Si^eftia  M 
quale  valorofo  neirarmi  &  fedele»  militando  per  la  Rep.  d  Verona  &  Vicenza  »  coo-^ 

tra 


D  l    S.    POLO    LIB.  IV.        ipi 

tn  i  Clrrftcefi  contratta  per  l'alfidue  fatiche  afpriffima  malattia  «  ridotto  i  Pado-' 
uà  )  fi  morì  con  dolor  dell'  ▼niuerfale .  &  coadotto  i  Yeiietia  >  gti  forono  pofti  i  rcr- 
fi  infrafcritti . 

Hk  iacee  armipotens  Pauku  de  ftirpe  Sabellus 

lacoluinì  quo  Rema  parens  gauderct  alnmno  » 
Hxc  fibi  td  extremim  ftatuebat  femina  prifc» 

Reddita  virtatis ,  non  hic  Sdpionibus  impar  • 
Non  Fabijs  virtme  fok  belloq.  domtq* 

Magnnierat  vir  Marte  ferox  pmdeasq.  toptàs . 
Confi^  hjc  Appnlìae  viftricia  campìs 

AgmJna  dkexitv  Caroli  Tub  nomine  Regis . 
Eccum  Dux  Ligurum  Galeatz  inftiffifflus  Heros 

Crefdt in  Italia  multa cum  laude  fub  ilio. 
Hic  tnlie  arma,  acles  ftranit ,  terrasq.  fabegte 

Poftquam  cum  Veneti  virtus  animofa  Senacus 
Carrlgeram  delere  domum  cupit  i  obfidet  rrbem 

£uganeum>  belli  Du^r  caftrisq;  locatis 
Ad  Baflàn^ihim  com  iam  prope  vìftor  haberet 

In  manìbus  Patanum.  melioris  auda  titumfilii 
Gaudia  pefte  fouaii  eft  corpus  rapìeme»  vocàtos 

Phaebus  adorato  Chriftt  dum  volult  ab  orttt 
Lttftra  ducenta  vnoai  &  temumqifRer  anreii^  aanh 

Teniaq.  Oftobns  Iwt  ìnfauftiffima  fulget . 

Benedetto  da  Pefarofopra  il  por«oaediSa£;i!eftia  Nericato  in  tao  hcHantccotù 
beUiffime  colonne  di  marmo»  del  quale,  eflen^  Generale  ddU  B«p.il  Sabeilwo  feti- 
uè  r<^rationi  illuflri .  &  vi  fiki^ . 

Benedidus  Pifaunis  V.  Clarìf!;.  Imp.  7tttCanimCliÌi>tllK* 
teraexIonioinHellefpontUm  fugata ,  altera  in  Ambradd 
Sinui capta,  Lencade&Cepluilenia espugnati»,  alijsq.  rei* 
cuperatìs  InfoUs ,  Naupita  obfidione  IH^rara  >  Ricbio  bt- 
iiifs.  Pirata  interfèdo,  Diui  Marci  Procurator  creatus»  pace 
'"'ra  >  Cordfie  obijt . 


f  tiUÌK 


lacomo  Marcello  in  bielliifimo  fepolcro  >  ooe  è  lai  ftatua  ftàtfkc  rftratta  al  natu- 
nde  •  huomo  eccellence  nella  militia  marittioia  >  &  di  chiariflimo  nome  nelle  guerre 
chcfifeccncolTucto»  &€eiRé  (f Aragona»  percioche  haaendo  efpugnato  pili 

voice 


iSfi  DEL    SESTIERO 

volte  ai(lella&  città,ii  come  attefta  il  Sabeltico  nella  hiftoria»  finalmente  prefo  Gai^ 
lipoli  in  Calaj^ria»  fu  morto  in  battaglia  ^  &  vi  è  infcricto  • 

lacòbo  Marcello  Chr.  F.  Viro  innocenriTs.  Se  Clarifs.  fumtnis 
domi  fotifq.  digaitatibus  ex  Repub.  fundo.  Qui  quater 

'  poftreoio  dimciJioribus  Reip.  temporibus  cutn  vniucrfa  Ita» 
lia  belium  gerebatur  Claflìs  Irap.  ageret ,  ora  maririma  vn- 
diq.  fidelitcr  conftanterq.  defenfa  »  Vibeoi  G»lIipoiiin  m 
Salentinisaggreflfusefpugnauic,  in  ipfavidoria  intrepide 
occumbees»  veteris  difctplina!  dccumentadutbus  fuis  reli- 
quit  {  Caufam  honorificis  pra?bite  pacis  conditionibus  de- 
diti publicislachryniis in funus elato.  Ludouicus&  Petrus 
filij  pientiCf.  pofuere.  M  CCCC  LXXXI 1 H. 

Luigi  dalla  Torre  Contc>  fratello  del  Conte  Hieronimo  pofto  in  depofito  hooora' 
to  fopra  la  porta,  per  la  qiial  fi  difcciide  nel  chioftro .  Francefco  Dandolo  Doge  $  r. 
che  vifle  l'anno  1 3  zS.ripoilo  in  faccia  del  Capitolo  nel  chioftrp  vicino  alla  porta  per 
fianco  del  coro»  del  qgal  fi  legge . 

Laudibus  ìnnumcris  meritisq.  parentìbus  ifte 

Francifcus  virtutc  nitens  eia  riflitna  prolcs 
Dandula  quem  genair,  patria?  venerabilis  huius 

Dux  fuit  illuftris ,  quilibertaris  amator 
£  domuit  faftus  rumidos  &  viacla  refoluit. 

Marchia  quas  duduna  nimi  utn  quoq.  prefTa  iacebac 
Teruifina  quidem  vicinaq.  caftra  Salinis 

Attentataruit*  claradum  rexit  habenas  * 
Qìiaq.  decus  terraq.  Mari  fìicceflìbus  auxtt , 

Hic  Venetum  patriam  hofti  magis  effe  timenda 
Fecit,  at  vndeno  foUj  pr«figni$  in  anno 

Deceilìt  foebx.  domini  tunc  mille  titcentos 
Ter  denofq.  nouem  Pha?bus  deuoluerat  annos 

Luxq:  nouembris  erat  cun^is  celeberrima  é'uis. 

Lodoiiico  Fofcarini  Giurifconfulto ,  &  14.  volte"  Oratore  i  i  primi  Prindpi  di 
Chnltianita,  &  finalmente  Procurator  di  San  Marco  l'anno  i4'58.&  vi  è  fcritto. 

LodouicoFofcareno  Diui  Marci  Procuratori ,  Viro  &  fumm« 
cloquentiaf  gloria.  Se  ciuilis  pontificiis  iuris  fcicntia,  atq; 

Phiio' 


DI  ;S.    f  O  LO    UK  IV.        m 

..   fiùIofiGiplii«ficiiiopsaAaiitiyPttn»«ofl6tiò 

kmpamaitK  XIV.  Legatiooes  diuturno  morbo  eoa- 
traÀo ,  ante  diem  è  vita  egrdTo  >fili;f  ieatift.  Patri  bene* 
merito  ponieniQt  • 

Federigo  Coroaro>ripoftòncnaraacappeUarotto  titolo  di  S,Mtixo  La  memo* 
m  del  ou  valore  nelle  guerre  di  Lombardia  è  cclebrau  dai  SibeOko  nel  feccmlo 
de  Uà  Quarta  Deca:  &  lopra  il  fepolcro  fi  legge . 

étft  tiéroy  ^  GefMtens.  btlb  lab^rAntem  fame  Pu.  Rem. 
fifiiniUt  »  cpes ettm dmkwum <vjm ^  fàtr'ut  Ukorihus » 
tmn  Mnis  rebus  mdgnificè  pi^ifimper  impert^t  >  ex 
medefiU  efUm  étp  hffiteia  primam  ttttà  Undem,  ìw 
gittti  omnium  mgftitU  extw£Ì0 ,  te fie  funere  non  mmus 
Ciuium  Ucrimit,  quàmmeritis  ÌAudibus  celebrate^  ^ 
eine  pofttrh  Jo4m»esFF*b»eS4cttìumdt(dùit* 

Pietro  Mimi  Vefcouo di  Vicenza*  huotno  dotto uelle  lettere  Greche  &  Latine* 
fcnotsòiledelfuoceinpocoaqti^  veirfi.  ^ 

> 

Qyt  oolttmcQ  patri»  finrat ,  (pei  fida  Semtus 

Pontificis  faai  premia  promerinis . 
Enitttic  latioparicer  fer«ooepela(gD, 

Hic  decos  ^  fandc  religionis  hooos . 
Occiipat  hoc  tàndem  Emiliaoos  mar  more  Petrus 

Qyem  Vincentiniooogemuere  pattern. 

Sui.  P.  MCCCCLXlia 

*  ■ 

Vi  fono  anco  rìpo(BÌuori  della  porta  per  la  quale  fi  vi  i  San  Rocco^dueperfena^ 
gi  iUuftri  per  lettere  •  P  vno  fu  Pieno  Valeriaoo  dottiifimo  nelle  lingue  &  di  gran  no« 
me  in  Italia»  Palrro  fa  Vrbano  Bohanio  dell'ordine  de  propri;  frau  »  eccellente  huo* 
fiK>  nelle  fcieaite  Scndla  lingua  Greca  • 

Quafi  nellafine  del  maggior  chioftro  »  fi  vede  dalla  parte  finiftra  l'Oratorio  fotto 
titolo  di  San  Nicolò»  fatto  da  Nicolò  Leoni»  per  vna  cortefia  »  ch'eflo  rjceuè  da  i  fra- 
ti» la  quale  gli  fii  dinegata  da  vno  altro  conuento  •  il  aual  Nicolò  Senatore  iUuflre»  fU 
Procorator  (ti  San  Marco»  &  Coprendo  la  congiura  del  Doge  Faliero  «  la  quale  gli  fd 

N  reue- 


j^4  tiEL    SESTIERO 


reuelata  4a  AoKrMdo  B^tamtAaiteiùaatlitrc  >  BoffmdtfaitR  cò&retuaffie 
libertii  della  Patm»  Sevi  fi  legge* 


il  t     4 


V^ùIm  Leem  Settatori  Opttmo^Orattrifbiuméttqf 
^a  onafleriolt  htnefico  Funddtori  •  Obijt  iimto  Cbri- 
pMCCCLn 

w 

La  palla  principale  fiì  dipinta  dairecccUentidimo  Titiano  • 
Ai'HirodcKhioftrosul'acquaèfituacala  fraterna  de  i  FiorcQtitii  ggl  incorno  ± 
40.  a.  li  inftitiiita  da  Chfrico  Barducci»  Giamt^ttifhi  Gambarello  >  Sc^como  Nar- 
di» '  :  onfennara:ca  fuoi  capitoli  dal  Oaca  di  Fiorenaa  ;  t^eUa  quafe  fecQOflo  iVfo 
del!^  ationC)  celebrano  gli  offici  diuinii  &  vi  creano  il  Guardiamo  d'etTa  fraterna  $  8t 
il  Coni  :)lo>  che  con  i  Conngiierì  amminiftra  gitiftttia  fra  loro  medefimi  •  $  ael  giw- 
no  di  Scjx  Giouanmfiatti(U  Auocato  loro/celebraao  fokooiifioiafc&a.*  ;    . 


* 


A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

llStrinpi  lodam^lto  Tietro  SimsFvémc^  M^ikc^  Ckugic^^  mmt^tii .guarire 
ntde^icarnofitd^ediceeJierceUbratodaltrincimeUaìFaUopiai  Créct^eda altri jttato» 
ri  ne*  loro  ferini;  &  che  njfepdto  in  quefla  Chhfa  per  tneX^  P^kar'diS.piroUm^  $  cm 
queflo  Epitaffio  [opra  lafita/epoltura  : 

* 

Petra  Siuos  Gallo»  Mèdico  noflra.tempefiate  celebnriino ,  &       s 
curandai  Carancul«>  Vefica;  collo  adnata;  »  Authori  vere  Prin- 
cipi: Io.  Carolus  F.ncftift.  dnfdein  arcìs  profeObr  »  fibiq.  ^ 
han-edibus  P.C. 
Obijt  Anno  M.  D.  XCIUl.  m  Kal.  Ape Uis  < 

Torte  ancora  la  memoria  di  MÒdcfia  dal  Toz^  detta  Moderati  Fonte^  Donnaiigra»^ 
de  eruditioney  che  compofe  diuerfe  opercyc  in  verfotc  in  prò  fa  »  della  (juale  ne  fanno  Ijonora^ 
ta  meniione  dinerfi  fcrittori .  Sti  fepotta  nelprimo  Clanflro  vicino  alla  Madonna  mira- 
eolofa  9  leggendojifopra  il  fuo  Monumenti  é 

ModeAc  à  Puteoi^  Foemuu^doaifliaMe  # 

Quae  varios  Virtutis  parrus  Moderarle  Fontis  nomine 
rythmys  hetrufcis  (quibus  memoranda  cecinit)  &  fer- 
mone  continuo  foeliciter  enixa  »  natura?  partum  dum 
ederet»  puella?  vitam*  (ibi  vero  mortero  (pwh  do- 
lor) afciuit  { Philippus  de  Georgi  js  Petti  F.  in  0£  fu- 

per 


D  IO  S>   :C  K  a  CE    tlB.  V-        1^5 

per  aquis  prò  fen  Doin  pnblid  iwa  defendens»  amltttifk 
fima?  Coniugi  P. 

Obijc  Anno  Domini  M  DXC IL  Kal.  Nouemb. 

Tlella Cappella»  e  fepokwnt  dtMilanefi  è  feppellito  Claudio  Mtmteuerdi  Maeflro  di 
Cappella  di  San  Marcoygran  teorico  di  canto%  e  di  f noni .  Famofoper  iifuo  valore»  e  per  le 
fue  C0mpof$tionÌ9  delle  fuati  ne  fino  gran  parte  in  fiampa  »  Maicfe  quefiogrand'huomo  Z - 
anno  1643.  il  Primo  diDecembre . 

.AffregòaUét  fortadelCbutfir^^vièimbeldepcfitoornatQcon^fiSl^ 
tia4tAtanoZeMQf^efionodiTorceUocQnilfuoritrattafcolpitoin  marfno*  cfotto  qne^ 
fia  infcrittione  i 

'  Marco  Zeno  TorcelIdnQ^iCcopo»  qui  dodilSf 

.: ,  Piu$>  PnuleiuiihtiiiuQiififQHs^»  imegritat^, 

&  ▼tftntefipnihominein*  Ex  Senatoria     - 

Purpara  ad  Sacram  Epifoopalem  Thiaram 

Buc^u^»CoBluiDq,promeritus»piè>ran^éq. 

Ex  hoc  humano  car^rse  euolauic  • 

Dominicus  Fnter  Marci  Antohij  Patrie 

.  Seaatorìs  Ampllfltmi  Mandato  P.C 
VixìcaatK>sLV«M.  V« 
.     OÙjt  MDCXU.VlILIdMsFebniarij. 

i4ltiHedtttroii^ueJioHfifiat0folhnMCHammteTnfaUt^  pHkgranieii  Machina fma 
qtkifi  fimik  di  marmi  diGirolamoFenien  >  con  [mritratttk  di  marmo»  e  memoria  /e- 
gitentei    .,. 

••■'•'       ■     D.'   O.    Mi    •'■'•■''•  ■ 

HJeronyino  Venerio 
Nicolai  yiim  Filio  . 
Ìntegrìtaté>Prttdenna>acIuftitìainGgmto  .    .r 

Ftaeturisi  praeft^ris  magna  cum  laude  perfun^ 

<     .JNliC9lapsfilius|!>.M.Procnr9^or  . 
....       '  otiedieritiap,  ac  rctìer^mljB. 
'..'.    i'       r     ^Moautacntum  pofuir;     •     .    ' 


;  •  i.     ■  -  » 

ultimamente  è  flato pùfbneUa  fepoltura  di  fuoi  Martori  Giouanni  da  Tefaro  Doge 
iQn.  Morto  tvltimoéU  Settembre  i6$9.  che  vijjè  Doge Johmefi  iS.  in  circa  »Onefh buon  ^ 
^iMiìpe  bà  làfciat9  fra  l^altrt  cofeUoéci  milla  ducsfi perii  Depofìto  daergerpin  qàtfU  ' 

^bk{aalfm>jlìfg^min4e^       ,  .     r 

:>  N   a      Si 


.» 


t>4  I>  E  E    S  E  S  TI  1  R- O      ^ 

5i  dà  pi^mciphdprefent^alla  Tabricddcl  mmo  jtkàre  H  S^^jintùnk  4ék  Tadmai 
qmUper  finc:^  di  marmhPerdigiffUh  e  per  amamentì  di  ^gftre^  Untagli^  e  d^aUro^ftì^ 
rd  fitmaiiffimo  »  e  mcmoìwile  » 

San  Nicolò  di  Frarl  • 

1  k 

ADDITXONE. 

làfcdUfrindpdcMCemMadif^addSiuifs^  %efTéÌ 

ttofa^meritaancodiefferd^crUta  in tfiudche panel  yt i adiméfue la  f^cr^ine  fiprM  mm 
nube  col  bambino  GiesH  in  braccio  adorato  da  ine  ^ngeletti. 

appare  S.T^kolò  veftito  in  habito  facerdotaU,  e  fiorale  dentro  afim  antico  ,  troni* 
nato  ed^cio  ^ini  (Oprafio  ftd  SanTictro»  e  S.  Caterina  ^formatétmotto  delicatamente  com 
Santi  Franeefco%  eldntonio  da  Tadoua  .  Da  altra  parte  è  San  Sebafiiano  9  che  nel  mirarla 
hdpià deliritÈhchedel dipinto . Qnefla tauola icetèhté^fhna  periadà^enn/t^ &  appU^ 
catione  co*  qnaUfntanarmadalgranTitiano.  Jli^  fié/hmm-mModidìn^  Mrc 
pitture»  fatte  da  EqceUenti  hnomm%  come  le  duf  Tanole  >  i^vna  del  Salnatore  lenatodaUa 
Croce  pofio  nel  feno4elia  F  ergine  Madre^con  Santi  ^ndrea^  e  7{icold  JL^altra  all^meon-^ 
tro  di  ftefla  di  S.Óiox  Battila»  che  predica  aite  gjtntinel  Deferto  j  opera  di  Taoto  Fiamen^ 
gpi  iptale  dipinte  anco  neltorgam^^damof  &  Ena . 

LuigiBen  fiuto  f^efepra  kcmticiCbrifié Signor T^gfiro» che  fitne>d  alMonteCai- 
Mario  condoito^da  mokiMiniftri .  F^nrà  il  Talma  TJ^firo  SignmFe  depo/h  di  Croce  ;  il  me^ 
defimo»  che  trae  dal  Limbo  i  Santi  Vadri  dotte  ritrose  molti  fuòi  ornici^  Il  San  Francefco^ 
che  riceue  le  Stimmate»  &  in  alcuni arcbettiporte  delia  fna  vita .  Carlo  »  e  C Ariele  Ctk^ 
Uari  figlinoli  dell'Eccellente  iPaoln  fecero  il  Sdnatore  amìéttù  i  Caìft^o . 

SanGioiunni  Enangclìfta» 


forpatronaco  loro  il  Priorato  del  predettò  luoeo  •  L*edi(itio  è  vecchio  per  atMkbicì; 
&  vi  fi  Tede  U  detto  Samo  dì  (bKO(>  d'altctsa  a  vo  bracci^di  mano  di  T^^ 
-bardo. 


In  terra  ropravn^Iapida.di  marmo  d  pie  della  porta  prindpala  comune  itnttau 
la^sunigliafi  kgge. 

fOftfiri  Béuburjóium  t^4m^  7^.  Auéred  'Sdàur^^ 
StfulcrimMDLXyHh 

tfqiiftIGiolUttiiù  Andsea JK»cabilc($.  SeoaiQKf  teuiiti  cotti  gli  faooori  importtntl 
ètìkkb^  patrìaftfidioeCIicomea'accetaia  acU*infrafcritto  epicafio  )  che  fbiduencai!^ 

>        di 


J^  I  '  1     P  O  L-  Ò     Lift.  IV:         I9i 

lUfìèirU'gllea  gtoRk  à  fadlA^ 

tione  confano  poi  la  Rep.  Tanno  1571.  Pòfto  pertanto  m  omatils.  fepòlcro  con^ 
la  ftatua  di  marmo  fcolpica  dal  Danefe  Cattaneo  da  Carrara»  vi  (ì  leggono  le  pre- 
feaci  parole . 

Bccft  ì^axxtiis  Andre»  Badiitrì j  hulQ&loci  Prioris ,  pertnt- 
ral>iliter  duftaeffigies»  magfti  i(idexim(mi>&  mariti- 
nie4i/a{>ltoat£iiHite€brttai.  Qgi  cum  hoooRs  ottM 
mtidkt  oonlccun»,  pienKeihi  teptopefeà  rmn  to- 
'■  Ij^r^nexq>trtremeai  iliamnoDilem  adinuenitpii- 
gtikiM^alispropugQaculttia»^  vircutispraefiamis  vùi 
.  '«pttdpo Aeros  claris  teftiaioaiuiB  •  Vixic  An.  LXXXI  I« 
OhIjtMDLXVl. 

~  Cedi  dentro  dalla  Cniftrafìrerba  Angelo  Bàdolro*  che  Toccefle  nel  Priora^  à^ 
Giouanni  AAdrea*  in  fepoìcit»  di  nucmo  infaitto . 

Angeli  ftiduarìj  Pdorìs  »  Senacoris  optimi  »  qui  priuacis  re- 
bus gereiidis>  publicis  admiaidrandii  »  H<Mpfcale  paepe- 
ro»  regendo»  fedulam  animi  virtutero,  fummam  ingenij 
probltateffl»cliaifeMeliK|;  praiffftrr  fifìg^l^em  »  Albertus 
«cPetrosfliitchaix>spareotiscitiQfes,{Hetatedci^pr6*  .' 
iiecutt,hi€oaaQuiefcendacuraruat.Vix.Abii.  LXXIfc 
M.  VI  obìjt  M  D  LXXI. 


r 


.  C-ì  ...  '  •       .  I 


i        f 


A   D    D   I  ,T   r  Q    N    E» 


•  L  ' 


SanlLocco. 


.*.-;  i 


EAticoffot2^ite  ti  Teni^ió^di  San  Ròcco  (ituato  dietro  alla  Chiefa  de  i  Frari  >  a^ 
n^^kato  dal  corpo  del  Santo»  gt^  portato  dt  Germania  da  alcuni  mercatanti 
Tedeichi>^c6lk>dito  éa  fàltar  s^rande  ifi  belHffirtio  (èpolcro  di  marmo  ;  dà  i  lati  del 
quale  le  due  figere  di  manno>  di  tutto  tondo  >  di  San  Sebaftiano  >  &  di  San  Panraleo« 
ne»  furono  (colpite  dal  MoTca  nobile  artifice  del  fuo  tempo  •  Et  il  fanco  fopra  hitca 
di  S.R6CC0  fu  ai  m^no  di  Bartolomeo  Bcr^amafco  •  Dalla  delira  in  entrando»  Titia- 
'    •  '   *  -       ^lapdkUan  ^  ^*~  '-^         •       ^^^" ^ 

■la  (tettaptdeito  cfl  Vft  i^^etìe^  .  &  la 

N    j       me- 


j^e         /DEL    S  E  SrT  I  BR.a: 

memoria  fopravDap^ad'vafiaiooedel  (angue  reale  di  Franda*  «teft'óidnQifL 
Oriago  dalla  furia  de  i  contadini  l'anno  1518. 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

SlVùrienone^  che  lauarò  la  Tribuna  dfrefco  come  fopra  >  dipinfe  ancora  i  cglh  nefmrJ 
teUi  di  grande annario  pafb  à  me^^Ckstfa  i  San  Martino  d  eanoUq  9  che  dìinie  il  TJbaro 
per  dame  la  metà  alpotfcrof  con  Sat^  Cbnjioforo  in,  altra  parte>  e  motti  mendichi  dintorno» 
jlU^incmitro  di  auefto  il  Tintoretto  fece  in  altro  armario  in  concorren'M  del  Tmfdemme 
ChrifhalU  Vifam>che libera  il  La^$ientej^^mandando^Ì9cbepp^  e 

che  fé  ne  Yada.  Tip  pareti  de(U  Cappella  Maggiore  j  nella  fommiti  rjMfsefemò  la  prefa 
di  San  Roccot  quando  partito  di  tolta  ritornò  in  Francia  doue  ardeuano  U  guerre  »  &  per^ 
che  era  veflito  da  pellegrino  fa  (limato  foia  de  nemicit  e  per  tale  fàprefo  da  Stati  >  e  pofia 
in  prigione  da  yna  parte  >  e  dall'altra  efp  Santo  vifttato  dalie  Fiere  nel  Deferta  •  In  ètri 
daeQuaàronLBietodqHe/Ufformèmvno  j  i0uHlof)f  itale  ripieno  diuferm%  done  il  San$ù 
fona  vn*aPpeflato  con  il  fegno  della  Croce .  't^ell  altro  dipinfe  il  Santo  giacemipt  nel  letto  9 
ferito  dalia  pefle^  wfitatoda  -pn'jfn^eloi  in  atto  di  confolarlo  »  vedefi  (UcmA  Pa^  mcate^ 
natif  altrif  che  pomono  il  capo  fuori  delle  ferrate f  &  altre  cwriofitadi  degne  di  ammiratio^ 
ne:  ^e  portelli  deWorgano  effigiò  San  Kocco ,  che  riceue  in  Roma  la  Benedittione  dal  Ton^^ 
tefice,  e  la  y ergine  Awunciata  dalt  Angelo .  Tutte  le  (uiette  pitture  fono  preciùfifinte'fC 
Jtimatiffime per  la  rarità  della  compofitionet  per  efféifite^]^  di  Hfcgno  j  per  ecceUem^a  di 
coloritole  per  if corei  mar anìglit^.  Fkimémente  fi  è  fattoil  foffuto  beniffmo  difegna* 
to %e compartito t& il  fmmenté^. 

San  lacomo  di  Rialto  • 

MA  nobiUfs.  fi  può  dire  il  Tempio  di  San  lacomo  di  Riaitò  *  ^déche  fu  la  pri- 
ma opera  fatta  di  pietra  in  queflacitti  Tanno 411. Conciofiadic  hauendoi 
Barbari  lacchcg^iata  qnefla  Prouincia  >  &  rìfu^ite/i  molte  genti  m  fluefte  lagune  » 
£ntinope  CandiottO)  maeflro  di  far  barche  •  hanendo  fatta  Viia  cafa  ina  con  24.  al- 
tre cafe  di  tanole  su  Tlfcla  di  Rialto  >  &  cflendofi  appiccato  il  fuoco  in  cafa  fiia  coa^ 
fpanento  de  fuoi  vicini»  imJFJorato  ccn  lacrime  Taiuto  dìuino  >  &  fatto  voto  i  San  la- 
corno  di  edificargli  vna  Chiefa  in  quella  cafa  >  il  fuoco  fi  eflinfe  per  vna  repentina  te 
fubira  pi«>gg}a>  onde  Tanno  42  *i .  fu  fatta  la  Chiefa  >  &  Fanno  422.  fa  confàd-ata  9 d& 
quattro  Vclcoui»  cioè  da  Seueriano  di  Padoua»  da  Ambrogio  ouera  Uariodi  Alcinoo 
da  Giocondo  di  Treuifo  >  &  da  Epodio  di  Vderzo .  Et  il  primo  facerdoce  d|e  vi  ra 
meflò  hebbe  nome  Felice»  con  feliciffimo  augurio»  poi  che  concorrendo  taii^^lati 
iliuflri  i  quella  ceremonia»  ella  doueua  per  Tauenire  effer  Chiefa  >  della  più,  retigiola 
«I  chiara  citti  che  nafceffe  giaraai  in  Italia  /Fiì  adunque  fabcjcata  «gi^  m6<>.  anni» 
.^a  perciò  ch'ella  andana  in  rouina  gii  500.  &  più  anni  fono  »  Domenico  Sciluo  Dfi- 
gc  3o.Ia  reftaurò  in  gran  parte  Panno  1 07 1  •&  vi  fece  i  lauóri  di  mofai<;o  »  che  vi  ^n<> 
al  prefente  •  L'anno  poi  1 53 1 .  Natal  Reghia»  che  vi  era  al  goucmo»vi  fece  nuouo  r<;^ 
(lauro&fi  come  per  la  memoria  pofht  fotto  il  portico  fi  legge . 

Qmupum  Templi  ixtirhnm  fértem ,  ìJétdis  KbtgU 
?Ubànus^  'FrtthnQUrm  4pofiolmt^  wnriorìs 

etiam 


irr'S.    P'OL^O    LIB.rV.         i5>7 

etUm  rtfircUw^  tn  hdnc  Augu^iorém  ftrmàm  excr^ 
nénidm  f$»m  fdrum  cunmft .  Amì  i  iaSlis  Temph  ^ 
Vrlfis  fimddmmtis  Cmttfmv  deàm»  fù^ra  miUefi'' 
nikm.yiIlL  Kdl  Aprii.  Anno  'vero  (Jbrtfiiéméi  Sdlw 
tfi  MD  XXXL  Vili.  Kal.  Aprii.  Fréij  ^  Tempii 

La  compofitura  della  tefludine  èjcofi  ben  raccolta  infieme  &  mantenuta  da  i  volti 
che  foftcrigonò  gli  archi,  che  è  mirabil  cofa  à  vedere,  &  può  dirfiche  ella  fofle  il  mo- 
dello della  Chieia  di  San  Matco .  Et  aiKoradieil  Tempio  Ha  picdok>&  angufto: 
però  per^pfctre  ócTelIentt  &  fini  »^erpitture  antiche  ,per  ornamenti  d'ahari  ,*&  per 
reiKreii(|adMOtioneèic>r&iaprinai)a}e.  &vi  fi  celebrano  di  contioouamoltc^ 
mefle  •  &  il  Qiouedi  Santo  è  vintatà  da  tutto  il  popolò  per  diuèrfe  Indu%enze  con* 
cefleicjtédfórooghodadineHiPontefìcr.  Il  colmo  di  fuori  é  di  piombo ,  &nella^ 
fua faccia cootienern grande  hòrìuolocol  razzo,  il  quale dintoftra  alle  dioerfe  na- 
rioni  del  inondo ,  che  concorrono  co  i  traffichi  /fu  la^piazza  £to^ofiffima  di  fiialto , 
tutti  i  mòmeati  de  tempi  fatto  gii  roti;a  Michele  Steno  Tanno  14 io» 

'        A   O    D    I    t    I    O    N    e: 

■  « 

Oltre  alU  memorU  f^detta,  pofia  [otto  il  ffirtico  ,dcUf  riftAuratimt  fatta  da  ^atal 
HeghUjfi  vede  anca  lajegunit^.  Ter  P'lndidgen'3^  TlenaHd  concefia  dal  Vontefìce  JUcf- 
fandroTerT^  in  perpetuo  il  Gionedì  Santo. 

Ne  vicjffitudatcmporum  Indulgentiam  perpetoò  plenatiam 
ab  Alcxandro  1 1 1  Pont.  May.  huic  iEdi  M  C  LXXVlI.  coUa- 
tam  obliterarct  »  Natalis  Rhcgia  PJcbanus  1  &  Prothonotarius 
ApojRolkut  P*Gt    •  , 

Vannofoi  1 601  »  per  Decreto  del  Senato^  (  e  fendo  eadente  per  ia  veccMtsftM)  fA  riedi^ 
ficata  [cfraliCfuaantifafmnat  aliato  perètil  fuolo  9  eCedSfieio  tuuot  Onde  riefce  pia 
Maeftojo ,  e  yagp  di  prima  in  memoria  di  che  è  pofto  il  foitofcritto  Epitimo  /opra  U  porta 
principale  di  dentro  : 

Ir  -  < 

HidC  Diacobo  A(K)(l6lo  à  pritaib Vrbis  llradASientis  dìca^ 
tatn  JEdemiin  Vetmàt^mentedi  ex  maiòrai»  religióne  Sé* 
oa.  Coafttl.  reftaurandam  prtfca  eius  forma  feruata ,  opus  In-  ' 
«qmim  fiernardus  Theupolo .  Io.  Donato.  M.  Antonius  Lon. 
gaia  lacobui  ZaneSaIispr«f;peffficJendimi  CAnno  falutis 
M  DCL  AbvAe,  di  Ade  toaiiàs  M  C  L  X  X  X.MarìniGri. 
mani  Dnsttii»  VII. 


yn"  altro  ff^/f  ne  l^e^manra  in  talfrofolfto  Jopra  alfraparté^^  tbc  ifct  :  ,^ 

Vetu<ll0iiqa«  Rt^«Ui  IXl4CQbo  ApQ^ol»  i  pfinir  Velila 
cond Jtqtibus  Acde^i  vptQ  crctìuiD,ajq»<!i>  V*  MaiVfs  hcb?^ 
.  domddx  perpetue  plepan>  Indufgcorùe  cqUACce  ab  Alesc 
'^   III.  Vmerijs latitante condecoratam  ;  poft quam Sumno^ 
Pontifici,  àpatribushoBorificèezcepto  Fridòi'kits  A^no^ 
barbus  Caefar,  qui  eum  terra,  mariq.  armis  iofédabatuc  filio 
cju$  Othone  à  Sebaftiano  Zìani  Duce»  nauali  viéloria  fupe- 
tato»  pace  firmata,  fé  fttbiedti  &  oùraculoprarterea  mannuii 
meiDorabikin  ,quod  hec  vna  ignom,  qui  no^  I  II  1 .  ]d.  laiu 
M.  D.  X  n  I.  Riuoaltinam  loAtlani  temporis  fer^  moiqeato  ' 
cpnfuinp(ìt,.ettaièrit*  vetuftate  pene  attrltani»  viri  Oariffinu 
Petrus  de  Ponte,  lacobus  Mauroccfius ,  Benedidus  EritiHS  • 
&  FFancifcos  Marlpetrus  ^Ws  pr^fedi  tn  ele^ntiorem  htoc  ^ 

formam  S'Cfumma  culto  dignitate,  &  Vrbisìplendore  retti- 
tuerunt.  Anno  ab)  Incarni  Domini  M.  DG  Ab  Vrbe  ve- 
ro condita  M  C  LX  X I  X>  Marini  Grimani  Ven.  Dncis,&c<i 
Anno  VlitHiérony  ino  ab  Aqua  Aotiititi»  &  D.  Marci  Ca.- 
oonici  Procurante. 

^  1 

T^eiZi  pilaftrUella  Cappe fia  Marnare  è  intagliata  altra  memoria  della  jua  fondati^ 
meà  confecratùme»  e  riedipcatione  deTtenoTi  come  fegue  :     ' 

r  » 

* 

Fundamenta  huinfce  Templi  D.Iacobo  Apoflolo  ex  voto  ere- 
ai  taOa  fucre  Cbriftiana;  ialnus  anno  CCCC  X  X  L  l>itxxv. 
Marti j.  Zoziaio  Romano  Pdnt.  Hanorio  Imperante  i  dedica- 
no celebrata  fequeate  anno'eodcm  die  per  quartuor  Epifcopo^ 
Seuerìanum  Patauinum,  Hilarium  Altinatem,  lucundum  Tar-. 
iiji0nuis»  d(  Epo4mn,OpiMrgloMmi<:ivra  vero  Fo^  Stuetib- 
tl  prioiam  delegata  i  ime  vetufta^e  Are  «boJeta  «Qoqxrm  fune 
induftria  Natalis  Regia  Caneiici  Ceeeceniìs  »  qui  eleAus  Pic> 
l>anus.&  diaoìtoplo  io  fplendidiorem  Bcclefiam  infttiinto^ 
yt  «dificationis  >  G(Hirecr<M3onis,ii^ftur«tioiiÌ9*  8c  dcAbnif 
monumentum  po0ei;ir9ti  f  QÌia(|H€rec  >  haee  ia  maroiore  xntzt^ 
da  curaujt  :  <|uc  omnia  &  temporis  &  lociiitiifuÀicononi ,  ac 

pene 


DI    s:    POLO   LIB/IV.        15»^ 

^  ■■■■è,i^iifuiBjjMirfciuiijfiimiriyAMUiaeMurtaMO,em«i>i    - 
^  ."^ci^.  Mara ,  «q.  hwas  fialdix  PJcbamu  hoc  Buris^ 
^'    iE^Jùiiaffic.AjiiioDoaiiuMOC  Dìexsy.Mtftir. 

fM^ta  ieBaCd^UaMixTporeètamraa  iftmu  e»  oro»  epittaivaeévmi.  L'^l- 

pgùra  ,'rappri^eniaHte  S  Jacopo  fcolpho  iti  marmo  di  mìo  tmdopraadetU  naturale  i^a 

mem9ra^§rsl^a^»%^ci^0Ìnhi^l^fg^anOtqi^fono^erpmlt\ii^]ffiil^- 
^ilaltr amami,  à\^  ^r^Km^M)ul.jtat9MolAbatrìiait}UÌUTMfl(m 
^taieèdmrm^g^malnamriAf^'  EceAente  getto  ài  GtntiOitirCatipl^laSlm» 
y'erottefe>dfCiùoaomc<iUKittor^tJ^jt0fJÌ£$incbea4orjum^o^ar*,  ,^tffmc(m~ 
tro  di  P^ly /»Mfo  ¥"^1^  ^  ^^'^'^f^  Àffaibel^ ,  eoa  taTaiuta  >  eie  cq^n^oitn- 
mpumadimhÌoaiaarc9f^iUm>&itMe  fftJlorU/l4to  purdeSaf^eiv  Dipiafe  it^ 
Malombra  dae  me-w  Utae  foprn  le  ftrte  «  figurando  fa  vna  Taf  a  ^UBaiidro  III., che 
fMe  il  fiede  fid  em>  à  federic^mftrattr*  i  «  ntfftHlra  tificSa  Tomnce  »  die  farge  al 
"PiomarioUSreHedeUalndid^etttatatttefia  Aqu^ttChièfauCiOHedtSarao.  Domenit» 
Tiatoretto  fece  US.  ^Htotuo  tentato  da  Detum»  Jotta  wi*  forme»  cfmiiteùtrutid^ 
Cfel^.aiSant9VeTìBiiUiat>ef<ifhtKCr<Ke^ 

Si  troaano  in  romma  in  qnefio  Sciti^.  K.  Contrade.  1X.Chiere  inocchiali,  t. 
Chiefa  di  Frati.  II.  Fratone  GrandL  UL  CoNii  Santi.  X.  Omani>  X.  Torri  Sacre^ . 
ni.  Oratori).  III.  Spedali.VI.  Piazze.  XXVTPalazzi.  XXV.  Pozii-  XXK.  Giardini. 
Vii.  Statue  inannoi;*^.  I.C»allQdoatav  i  X  XlXIXi^^ciiti  di  pirtra  >&  X  V 1 1 1. 
Coitipubliche . 


DEL. 


«.■o» 


DELLAVÈ^EHA 

CI  T T AV  N  Q $1 L Ì5 S  MA  ' 

;  .'  ■'    Defcrìt^a  da;';;"  '"::'"" 

k- FRANCESCO  SANSOVn^- 

LIBRO      CLV  I  N  t  O.  , 

L  Sefticro  dì  Santa  Croce  non  molto  grande  fé  non  in  quanto  che  l'Ifo- 
Ic  drcoQuiciock  fono  fottopofte.  fii  intitolato  dalla  Chiefa  di  Santa.. 
Croce  in  Luprio  *  conle  da  phì  nobile  in  quel  tempo  >  &  principale  fri 
le  Chiefe  di  quelle  conttadci  chiamate  allora  Luprio  ò  Lupao. 

.  Sadta  Croce. 

INquefloSeftiero  adunque  è  Santa  Croce,  fabricata  dalla  famiglia  Maftropetrat 
altri  dicono  Badoara .  perciaehe  Badoaro  Vicario  della  Chiefa  di  SanLio>  la_> 
diede  all'Abate  della  Carità»  fi  come  dicemmo  in  San  Lio  •  il  anale  vi  tenne  per  lun- 
ghiflìmotempomonacidell'ordinefucfupoi  conceduta  d  donne  monache  dalJe^ 
qm\i  i  al  prefentc  habitata .  Vi  giace  Domenico  MorolìnoDogejtf.  che  jìi  l'an- 
no 1 148.  doue  fi  l^ge . 

M  C  L  V.  Menf,  Ftb.  Hic  iacct  Dotninlcus  Moroceno  Q, 
Dux  Venetiarum  I  cuoi  Sophia  Vxorc  Tua  DucifTa,  Qui 
Di»  iùit  bonus,  &  ptudcoòffimus  I  plcQus  fide  &  vcrìMte  I 


D  1    S..  C  %  OC  E    LIB.  V.        201 

'.     il  «tfiMMr  patri» .  Ifte  fitte  expvgnttor  Tf  ri  •  TcMpoic 
Ifiàis  capti  eft  Ifttia»  &  I^la  cum  50.  galeis . 

Qgdla  è  vifitata  dalle  perfoné »  in  Oitti  i  Vaierdi  dell'anno  »  ma  ne  4  Vcnccrfi  ad 
Édcfc  di  Marxoj  il  popolo  vi  concorre  con  molta"  - '^  '  "*    '     ' 

b  «fiutioiic  fìit^con  ppro  9  &  dinota  cuore  >  £ 

IMo^^fifegratict^  Keil'entrar  della  pòrca  perfiancoful  canal  Grande  vie  af&flb 

vno  edificio  conékmo  alla  fratqwi  della  Croce,  nel  quale  >  òftre  à  molte  operc^ 

fietie  di  caritd  »  fi  m|rfta  c^anno  vn  certo  numero 4x  don%elle>  à  bo^ore  &  gloria 
iDio. 


:.  :A   p\D    ITI    O    N    E.. 

.  v  i     V       '        t^ 


Ì^4iMrjÌ4  Cfri^/4  paròei^ifiei  benché  c^Udta  da  Monache,fu  rimodernatale  ridetta  in  affai 
heìtafórk94'kk0rna  aÙ^anào  1 5po»  nelTrincipàto  di  Vafqud  Cicùgnai  e  poi  eonfecrata  t- 
4Mm  iSoò,  it^.di  LugjUo .  Iacopo  Tintoretto  ^idipinfa  la  pdta con  7{^b^ Sonore  mo9^ 
tu  9  fofiemto  da  vn*^ngehcoml  rUrmo  di  Sifio  V.  Tontefice.  Giomnm  C&ntdrtno  fifce  ^ 
quadro  della  OocifijK(medi  ChrifSoy  poflo  fopra  il  BabcodeUaConfraièrmU  del  Smtiffimé 
sacraménto .  Leandro  da  Baffano  fi^rò  la  ^erpnt  fedente  fotto  itBaldaàbiwh  e  San  Ci^ 
Totkmot  neUa  TaikÀa  fopraP  altare  diòirolamo  Sor  iati»  i  fiondo  anch'e^l^ritratto  in  Ve^ 
ftif  StHàtoriaginocchìomadorante .  Vi  fono  tre  altre  Tanole  di  mano  di  Iacopo  Vahna  > 
tìoèzVjlnnuHciatatelàHatiHiUdi  noflro  S^re  pofi^nelle  Cappelle  dt^i  lati  della 
Mf^giórti  &  quella  con  Santi  M'arco^  CariOj  e  Dndouieo  neltMfar e  ricino  dlapotta  del 
CmMgrattdtt  ^neportHli  deWOrgam  fece  ta  Regina  Saba  ox^  due  Santi  P'efcoUiir^U 
U  CappelU  Maggiore  ^  fimo  duàtr^  Cpo^ 

cififfiine$  ^akrodegli  H ebrei  morUcati  da  Serpenti  nel  Deferto .  Quefto  dipinto  dal  TUot^ 
to$  f  altro  da  OdoardoFialetÈo.  "^  '     I  .     ' 

.       Sonole  anime  2JOO. 

.  San  Simtfon  Grande  « 


^  rCrfo  il  anal  grande  fa  $ENKlafca  Panno  ptf  7.^^  Sit^eoie  Profeta  dalle  famiglie.» 
V  Ghifa»  Aolda>&  Briofa.  anguftò  per  terreno»  ma  venerando  per  due  corp  i  Sim- 
ti  <àe  vi  fi  ferbano  •  L' vno  di  San  Simeone  predetto  >  &  l'altro  di  Santo  Ermolao  Pre- 
temartire  portati  Tanno  1205.  da,  Andrea  Baldoùino  »  &  da  Anselo  Drufiano»  che^ 
gli  hebbero  dalla  cappeOa  di  Sanu  Maria  >  ch*era  attaccata  per  hanco  alla  Chida  di 
Santa  Sofia  in  Coftancinopoli.  , 

AD    l>  I*'  f    I    &  N'   B. 


j  cbe*PiJiferbanOi  l*vno  di  San  Simeone  predetti 
Mxtrtireyportatid  Fenetia  Vanno  izo%Aa  Andrea Baldouino^ e  da ^ngeh Drufiano»  che 
tifhebymroduUa  Cappella  di  Santa  M  or iay  eh*èra  attaccata  per  fianco  alla  Chiefa  di  Sai^ 
^"^Sf^nrtoi^uatìnopoW.  U  foffittoit^  ionben  defignati 


com^ 


€ompanimenti$fpHt0tnc  rnu  Vi  fmMmradMid  fff^4ii4gf9^  Mìgatbmeme 

ma^liate  grmdi  ài  naturale^ ,  Ggnificanù  i  doieci  ^fofioU  >  ctdorite  >  e  dorate  ipapefrd  i 
Jpattj  de  i  volti ,  che  foflengoho  tx  nane  di  me^J^  •  Sopra  il  banco  delta  Scuola  ael  Sagrai 
tnento  il  Tintoretto  dipinfèla  Cena  di  Chrtftj  conili  Jipofloli»  e  Iacopo  Vajntafèce  la  Ta^ 
HcÀanéWAUér  Ma^gjim  ccm  la  f^er^ine^  eht  prt finta  al  Santo  t^e^ùhh  SifHéMe  H  Bdm- 
^inoGiesù^ 

L^Ogkioi^lfHnrgo  %  th'ern  fttum aitineontto  di fèefkt  Chikfiifiitii  mttiantHrii^ 
fportato  foùra  ta  fonùmmta  della  Cróce  in  Capo  del  Canal  grame  doke  e^i  sbdtCatlMm^ 
Laguna  % <T  iui  rtediflt:ato  in  ^Bgrande  >  e  tcmmòda  Jhrma  y     *  ^ 

Soggj^ciemdquefiaiMefiianimtijoù.  ,       ,,  ;.  4.  *        .J 


^.  «  ^ 


San  Simone  Apóftolo^  detto  S.Sinton  Picciolo; 


&  La <)a<^e  antica  per  edmcio:  fut>Qchtji(uù|ìq^Yrc(Uiii^a<li  miou»  io  moltQ»^ 
parci  A  ÀU'kvyMuro  quali  dsità  quale^di  qu^  dairacqùa*  à  utuato  To^^ia  del  Piuw 
go;  kioeoÀtQ^oitaiiitc  pir  Io  giramentoiteU'am:  dd  lauifidojrtc  cui  opt  raru-fi  (jpMt 
acpmavnmUiQqd'oraaU^antu)»  gouemacodavn'orciitìe  di  dccadim  ropcajl^^ 
(OH  auttori^  riceuuta  dal  Seiwo>  che  giiidicanQ  in  prìma  itiQ:aiitia  per  o^  loom^ 
itiqueJl'arte^&coadaoMqafecoiido  lelp^ibciòiM^^  EtolixeiS^^KÌidtt 
l^iviKx^caflieraàc»tnarikì^adavfxManoaU*alu^  vi  (onafcriMQb  p$^ttori> 
capkaiv»  ùmx  &  cofi  bmMw.  oÌ&ciéiy  i  quali  ciKcìinceiidi  al  han«fiftto  pubUca  t  (ot 
iKs^ibcto^cAiaiMagilliratadelIiSigcK^  \ 

A    D    D    I    t    I    O    M    E.  l 

Sopra  Lk  fondamenta  tongail  Canal  grande  %  fi  vedelapicciola  Chiefa  di  Santi  Simone  % 
<  Giiàa  ^p(jftoU% fatta  gid  da  t  Birofi,  e  detta  commimernenteS. Simon  Ticciolo  >  ta  fWtf/e 
antica  per  edificio^  fa  pochi  anni  fofta^  refiaurata  in  ^n^djk  fna  parte  ^ 
Jtnime  1200^ 

S.  Giomuini  Dccolktò^ 


- 1 


i 


hXi  Giouamit  Decolfato  fu  opera  della  fàm^Ua  Veniera  >ri(taurtf  0  poi  netem^ 
noM.  La  cut  f^iukéficekbraperlac^ione  cbe  G$*è detto  più  dece  fìd  li- 
o  X 1 1.  dfii  prcfentc  Volume . 

A   »  I>   I   T   I   O    N   E^ 


*  Si  redealprefemte  oiAelUia  ^nefia  Chiefa  m  motte  fue  partii  efpecidm€nfe  la  CapftP^ 
ha  Hasgfore^done  portato  tettare  netmts^  di  efiajMn fatto  vn  retrocoro\3  mi  quale  i 
SacerSSi cantano i Dméni Qffitif  $ itche  riefce di mokocommodò ^e  di mag^r, diuotione  ^ 
'HsWMtare  Erettada  Gio:  Batti  fUT^^ax^o^  e  dedicato  à  San  FiUpp&7ferio^%itCatMlier 
trarlo  Ridolfi  >  chiaranm fido  per  la  Vitturay  cbéJUmataperla  penna%e^iiildaf^ù  Soj^'-i 
piifiattodifjcm^ikT^^  yii  yit  Fati^ 


D  1  ?:5.JiO  ROCCE:  LIB.  V.        ios 

iiuUt^AtttemHU€f[9kùm      ififforsiopirOnauh'BaniimtiCbe  era  foUto  fer^e  aU 
UMeJjadiquefioSMtOxUqual Onauio  fiì  pòi cretuo  CWrdinate  ncUd  feconda Tromoiio- 
ne  di  demente  FUI.  e  detto  il  Cardinal  Bandini . 
Sono  le  anime  joói,    '  I     . 

Siiti  lacomò  dell'Orio . 

t     ■  ■ 

ET  più  citte  è  fai^contrada  di  Loprto»  nella  qaale  è  ficuato  San  lacomo  di  Luprio>8c 
I  ddloRiojdcceaMnroitaiiicnteddl'Qrio.  Fu  reftaarato  a  di  noftri  coti  diner- 
^omamenci .  (>e(!CÌocbe  la  piUla  di  San  Sebaftiano  fu  opera  di  Gian  Bono  Marifcal^ 
cchScè  tenuta  in  pr^io  da  i  buoni  maethri  •  Quiui  pre(fo  fi  vede  in  piedi  vna  colon- 
ia di  !|.tanccia&gi:H^  alla  fuaphiporci^  cheéripu« 
tata  più  tofto  gioia  cliepieva»  Paolo  Vecooére  vi  dipinfe  la  cappellani  San  Lorento 
fornita  di  marmiicciii  Talcare  carico  di  molto  oro.  Vi  fi  troua  anco  vn  pulpito  di  for- 
ma ottangola  di  fini ffimo  fPMnyh  qM 4i(ÌBgiK>  nstabìle  »  itiquale  fi  ripofa  fopra  vn^ 
balauftro  fimilmente  di  marìnoi  con  maniera  có(i  ftrauagante>  che  fi  può  annouerar 
fra  le  cofe  più  fingolari  ddla  dttJ.Poco  prefiò  la  cappella  dd  Battifterio  fabrìcata^ 
jda  Gian  Maria  (U  Ponte  Pionanò  del  luogo;  à  dcgntL  di  confideratione .  percioche^ 
cicca  di  lauori  d'oro»  8c  di  ftucdii  ^  &  con  pitture  nobili  &  Angolari  contiene  lapalla 
di  manodi  la^mo  Tibtocetto  •  U  fofiitto  fopra  l'altare  della  Concettione  fu  opera 
di  Paolo  Vefonefe  •  Di  rincóntro  è  fituato  Io  Spedale  col  titolo  del  predetto  Santo  9 
fplKD  b  Olia  dePrpcnratori  di  S.Mar€o  de  Supra . 

A    D   D    I    T    I    O   N    £•         .  ' 

Modernamente  èfiatorinanato  la  Cappella  del  Santiffimo  Sacramento  con  heìlo^  e  ricco 

Téfcmacolo  di  fimeyagHmarmi  .LaTMBUdotie  ^arifceUy'ergìneinariacim  San 
GkmannheS.VjcoUilyefcm>yfàdi^madaFrancefcoda'Ponted^ 

anco  in  Urna  tela  il  Treemfor  di  Cbrifto^^  che  prèdica^  Turhe .  T^eMa  Cappella  di  San 

I^enxainfonodne  ffanteUdiÌ4a:apoVdma%inintaddUiinaUè  fi^        effipSantoim 

MtUh  che  pare  dicìn  mTirano^  e  rapace  f^aleriano  doneftana  rmfto  il  T eforo  di  SjChiefa  % 

mtìftrandogUynamoUitudkmdipoiÙTi^ài^  'H^aìtraraffrefen^ 

UH  martirio  delmedefimoSant0'^f7^{flUSmrt^  MirneHi- 

fime  del  Te/lamento  Fecchio^q^  t  H  cader  deUa  Hannah  mangiar  deltjignel  Tafcale, 

Sa  fommerfiondiF^i^imei&,direiconitritr4ttodiGio:Miaria  daTonte giàTianano in 

VijUchiefayenélViàk^igig^  -^         -       ^ 

.dqnifiacMrafonofottopcfiaanime  3000. 

SanStoi.   .        _. 


•  •'>  »...       -  .1      ••* 


NOn  menoè  Iodata  la  Chiefa  di  Santo  Euftachio  detto  Stai  dal  Volgo»  dedicato 
prima  d  Santa  Caterina.  Siditechefooperaddta  fàaugIiaderO)rno»la^ 
qua!  mancò  Tannoift^ó.  Ha  quello  (aerano  ilcapo  del  detto  Saunto»  della  moglie»  de 
àoMìwìlli.ìììmosoékm^^  fopralacappeliagaHide  ò  mtfliMmo  dcUa  ìkl^ 
novfWl»    .4   - .  «^    .  .    -.  4 


I 


^04        D  E  Lì  S  E  STjJ  R  R.30  I  ri 

lacomo  Palma  ri  dipiafe  vna notte^coo  vn  Chrfllo  «chcora ncUo  hoM^i  òMte^ 
{UniaufriiefuelapiUiu%olare«  ,        e  >       .. 

ADDITIONE, 

yifouinfhè  fiate 

Sa* 
tran 

^^, _-,^.^^ ,      , ,    ^^tioccHpémanùp^fàfjti 

diftefla  Chiefa .  V£lfe^m  della  Cappella  del  SoHMmo  S^aametao  il  Ci^ana  fece  f^ 
Filaria  ièlla  Marma  •  Ùomenicà  Tintorettoii^fe  ta  Tancia  deW^UofgranieifaeeM» 
meffa  l*^ffwua  deUa  tergine  . 

*  Sta  fepoka  incmo  alfMtar  del  S antifimo  m  Mimftro  di  Spagnai 
ni  nella  wica  di  S  epe t aria  apprefio  la  B^epnblica  leggendoli  di  Sti  : 

Cattile  Hefnanda&ìISMretfs 

PhilìpplRcgisCaiholici 
Apud  Veaetosper  decenoiuin 

Hooorifice  perfun  A» .  - 

Maria Lopcs  Vxor  P.C  Obiit  die  9.  O&obtfs  t^6ji  . 

'Hetme7$^delUCImfa%inynafepolturadi  pietra  da  parane  è  int^^Uàta.  la  Sfotta 
infcrtttione  : 

Melctuori  Noirot  Mobilia  Antuet'pteQfis 

Moribiui  »  de  opibus  Claro 

Ingeiwa  %  iatcgcrrimo  in  omoes 

Nterentibus  cunétis  ercpto 

Atatisfiueann.tfi, 

BtttaOar  Fra  ter.  &  Ncpotet 
la  hoc  Kfonumemum 
Maeftiffimi  tranftuJere 
AiuufalutisNtOCXJaX.XX«KQiieiabri&  .     ^^ 

i  .  •     '  .  »  TP 

•  *«**»  .,  st  •  i     à 

in  ifuefiATarrocckùi  fono  anime  iio<x^ 


Maria  Ma 


Sanu  Maria  Macer  Domìot. 

Fiìofare  Santa  Maria  Matcr Domini  eretta  Tanno  ^.  dalla  famiglia  Capellar^'à: 
jrcrfbmnca  d  tempi  nofinsulaforma  dcUacubadimc^zo  di  S^  Maroonièicul^ 
tiiiift}a&ÌHiiii£ùaaj^&ro(ò«tsl  Ib  qwcftaTemp%la^ 

palla  dell'altare  di  t£eronimo  Contarim  Dottor  che  viiTe  Tanno  1 5 1  z*  fu  di  n^O  di 
•  ,ai  Frjuu 


DI  s.  :  c  R  o  CI  I  ib;  V.      ioj 

,  Priixdto3iffii^ai&J9òai£uioyeiniiH|;n£ccel&C(!n^iCbrì^ 
Alcargrande  è  di  Sniffimo  Argento,  ouc  in  a  r.  quadro  dì  mezzo  rìlieuo  li  contmi/ij 
bf^onediChnfloid'opdraGreca.  La  coi  lapida  di  raumo  rodbfn^iraltqallli 
coi^Gtft  èopeta  antica  eoa  beUiffitne  kctere  Rontante  che  dicono  > 

QCaligarina 
fjft(lorationèd< 
ntbtnaco  PiOiu 
dlpinròilaAng 
AnfonjqMtndl 
G»uanaìftttri , r o»-  • 

HiHè  iixtnnì  n/trij^ue  Acerbe  diJùnUìs  ,  'O*  Ànn4 
Vxtri  Jnc9mp4TàyiU  (um  f IM  Jntìmdifs.  Vmt  XIU^  : 
Ann.  Védui  Ttii^ànm  Anétf*  Fiims,  0f  fibi  ^ 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

"ì^  è  molto  terapiche  fi  riparato  aU'(^i«'it4  di  quefla  Chi^*co»Papertara  iiakuk_ 
ne  fiàefire  informa  di  me^  Lime,  fatte  doue  erano  prima  ItfineJlrelteruondetdaUe  qu*- 
ti  rtceuendo  fuficiente  liane,  fi  gode  afiai  della  fma  btUexxa.  Strine  il  Strilla,  clU  mitica^ 
mente  in  quefto  luocc  abitajìero  Monache  fatto  Titolo  di  Santa  chrifUna  »  <&"  che  foQefitt» 
fondato,  e  dotato  digrofie  entrati  dalla  Fam^4  OUuipi  4a.Tefaro . 

LaCens  diCbrìM  tenuta  dal  Sanfouino  >  e  dal meiefimo  Stringa  per  opera  di  Bomfa- 
tip,  chiamato  da  ejji  Feronefe ,  da  intendeati  >  e  fpecialmente  dal  Catalier  e  tri»  H/dolfi  i 
j^ara  per  frittura  del  "Palma  yeccblo,  che  fa  Maefiro  del  fudetto  Sondati»  detto  Fen^^ 
tiano,enmFerìmefe,       Le^aìine  foaoSoo.  ' 

SanCafTano. 

tN  quello  Sefticro  adunquefì  contiene  San  CalTano  >  il  quale  (u  prima  dedioto  a_> 
1  SaouCecili^paichelohebberofabricatDlefamt^IieMìdieleacKfinotài:  itn 
habìtaronod(»tie monache.  VifioooferualateftadiSantaCecffia.  fiidìnotaMe 
fivedevnpQlpitodimaraiofopracinguecoIonnedìfetpsiitiBO  di  moka  bdletm. 
Ancooclkida  Meflùu  tnuentordel  dÀingere  d  oLioi  vi  fcxe  vnap3Jla.l3como  Tlnco- 
lettD.vicLipWeilChriQoicbccauaiSanti  Padri  del  UinbO)il,Crodfiflb>&  la  palla 
dell'Aitar  tna^iore.  lacomo Palma  Vcccfiio  vi  fece»  netia.medefìnia  cappella  dd 
Mcffioefe>lavicadeIlaMadoana.  La  pieti  con  Santa  Maria  Maddalena  vi  fupofta 
pcropera  di  Luigi  Scorlaco  Piocurator  di  S  Jtiatco.  Et  l'organo  fii  di  maao  di  Fraw 

Vrlja- 


iotf         "D  EX    5  E  5  IIBXO   i 

Vrti«liótdqajfefidkeJanit&{>ilheaoobd)bcaIàn^ttceinporo^6tt^^      , 
menci.  —  ' 

Sooabcxodifa^o^qiKflo  Tcmoki  dtle  Theatri  b^l^mi  edffictti coa%fii 
grande,  rrob  iniorau  ooMca^  l'altro  rotonitk  .dipad  di  mn  nooKmdi  poMooi 
per  rcd  carui  ne  tempi  del  Camcuat&Comedie)  fecondo  l' vTo  della  cicut . 

A    D    D    ì    T    I    O    N    E.  ' 

)  principio  alla  rim/tatime  dì  qiafig  Cbitfa  >  &  i  ^»afi  al  prtfente 

'e  ternùntìaton  'bella,  cofiruttura  di  ordine  Corrinto.F'edetulofi.  tfnfit 

;  bello  diforma  >  rictoper finezza  dimarmi^e  tn^  peronumàtti^ 

itturenarrare  difopradatSanjimno »  il  meiefimo  T/dm^f^ffibì» 

.Gionanni  nel  me^  degli  ^pe/loii  Vietro^  TaiàoA  S^t  ifatu^fiSi 

di  San  Girolamo  cifè  pitttera^MatiJfima .  E  nella  Cappella  alla  fmijbra  della  maspart  > 

Leandro  da  Baffano  fece  neU^AUare  la  Vergine ,  che  vijìta  Santa  Elifabctta  »  infieote  «m 

liQtuulripo^idailati.RfsifiraUS^itigfiynSui^trngrii^fH^ 

me  firauagamei  M  però  lo  filmo  di  perfoaa  fempUfe,  &pui,^ièil  ffjfitnfe  •  ^ 

QuaadofiardbilipirtoalCielofiiteato       _  ;  ;  ;    .> 
*4Vrd4rtlCorpóaUrgnuiMadte  antiqua    /  .''.'••'-. 
FeiAofepoIcroiardf  pietraobliqiu       .    ■    -,  ,       .    l 
Mille  fetnnta  do  con  cinquecento  > 
V.    C.    F. 

Deili  Tbeatri  fé  oc  dirà  à  fqo  luogo  .^ 
StmUn^H^Varoctìtiaaimiut^oo. 

San  Nicolò  de  Tolemini. 

Ivi  preflb  è  la  renerabil  Chiefa  di  San  Nicolò  detto  de  Toletitini  >  già  commoda 
'ftanza  di  Gian  Piero  Carrafa.  Il  quale  haueodo  rifiutato  il  VcfcouaA)  XheA^. 
noicotidocto'lt  in  quelle  parti)  vi  iniUtiiì l'ordine  de  Preti >  chiamaci  Volgarmence 
Chietini.  £c  fatto  poi  Cardinale!  rìufcì  finalmente  Papa*  fc  fu  detto  Paolo  tv. 

ADDITIONE. 

' .  li  fiiietti  Tadri  Theatmi^  Chietini  (come  li  chùata  il  SanfoHÌtio)l^arMi>pd  la  tré- 
ietu  chieditene  fendoTom  altra  maggiore  poco  difcoflo  dalla  prima  ,  t^i  multa ,  ch'of- 
fiómoal  prefente,&  che  io  inora  defcriHO.  Diedero  admque  principio  alia  fùndattone  di 
ejìa  l'anno  1 5  9 1.  ael  Triacipato  di  Vafeliaie  Cicogna,  feguendo  iiiamro  c6n  beliate  motto 
ben  iatefa^icbiiettnratfopra  ti  modello  di  VicenT^p  Scarno'^  Famofo^rthitet».  Sila 
è  fatta  4  Crociera  ben  proportionata  in  Utnghex?^  >  -e  largherà,  e  di  Capo  ha  la  CappeUa 
Ma^ieretConbetà^ltarenelme'T^i  e  paia  dietro  H  Coro.  ^deftra,e  finifìradidetta 
CaPpeUafmoleSa£refiie,elnos,bipersampanili.  Da  ambediitttati  àxUaltmikKzA» 

ha 


M  .^5:1  tkO  et    LÌBi  V.       'io> 

Ì9Ìfi* àappltlkfft forre y^aktmif^^  Tratta  ta^eU^.etaìtraJim^ 

pftàjti  moke  aM4t  ardine  €&mp(^to  9  e  tesi  fono  oHcom  compartiti  altri  pilòri  nel  rima^ 
nenteéi  tutto  Uifótpo  delta  Chiefa  7  itptalitolgtMo  sa  l'ornamento  principatede.  cornicia^ 
menti  con  modigtioniy  che  ranno  gtrandOi  e  ryalendo  tutto  intomo,  e  poco  più  aèìUtopiin^ 
aptaiarolt  a  del  corpo  dimesso. 
Le  Cappelle  hanno  lumi  da  alcune  Limette  fatto  alle  toro  yolte  ;  &perakre  Lune  mag^ 

Jiorif  che  fano  ai" alto  fapra  te  C<frnich  e  fopra  dette  CapfeUd  vengono  abbondanti  lumi  - 
ifpofti  qudy  e  làperil  torpotUtf^e  della  Chiefa .  Jielme%K*idéUa  Cr^ce  forge  h'cupo^ 
lifomdata  iù  tfuMro  pUafirmimatfitcii  molto  ben  murati  >  alla  quale  pn^ntcamtf  vn  ra. 
j^iiffimo  pergolato*  V^jtfpetP^ditnkflo  Tempio  è  verfoVonente  vicmo  d  Canale  dett0 
€otmnunemente  de  Totentmi  ;  V  Aitar  Maggiore  guarda  à  Leuante . 

Tutti  gli  Mtariy  così  li  fei  delle  CapoeUe  fudette  come  li  due  eretti  neWefiremità  deWi 
bracci  delta  Croce  canto  al  muroìfono  fingulari  per  difegnoyricchiljimi  per  fine7^:ì^  di  tnar-^ 
mif  de  quali  fono  confiruttis^  e  yagbifsimipsrgli  ornamenti  di  figure  j  di  rafi ,  d'intagli,  &^ 
altrilauori.        *       jr^^yJ^\  r        :  .      -  •  .  >*    , 

Le  "Pitture  (benché  modMìe)f0ìi0Ect€Uettli^trat!e  dìt principali ffimi  huomini  di  que^ 
Mpf^>ffJl^onei,fJyffOt^  ne^T^uola  4^3^arediCafi9  Camark 

fece  la  P^ ergine  in  Gloria .  ì^eAa  Cappella  di  Cafa  Grim^imé^gurò  il  Salutatore  con  la  Ver-^ 
gine  I^adrt  1  e  San  Vietro  con  le  chiam  inmano  »  e  fotta  le  adirne  4cl  Turgatorio .  Jlella 
volta  UTonteficCj  che  Porge  Breui per  fHffragio de  morti  •  Dalle  parti  delt altare,  fece 
t^nnuntiata  fC  iaTtilttaJi  Santa  Maria  Elifaketta  •  Tigl^  Cappotta  vicina  ,  doue  è  la 
ToHola  conti  Martirio  di  j^^4  Cecilia ,  rapprcfcfitato  dal  T^rocaecino  9  il  mvdefimo  VaU 
ma  rìtraffe  efia  Santa  conJ(alerianofuofpojp$  coronati  daU'\yirfgelo  con  Corone  dKrofe ,  e 
nel  dirimpetto  i  Santi  Tiimr^}  &  Falcriano  decapitati  sfatti  fepeltrè  in  tempo  di  notte  da 
Santa  Cecilia  9  eviMa^laMóltdiJLdpiénio,  &ilntratto  deUfiflefio  'Pittor  Talma. 
7{ella  volta  ancora  aipinfe  la  S anta  F'erpnetintaéa Splendori  j  con  molti  .Angeli  ^  che 
tengono  firumenti  Multe aliy  e  corone  di  pori . 

Dalle  parti  deW  attore  fono  Santa  Caterina»  e  Santa  Cecilia .  É\àel  Palma  medeftma^ 
mente  la  Cena  di  Chriflo  hofiafétnra  la  Porta.  Di  Santo  Peranda^fmo  fue  opere  la  Tauola 
con  il  Beato  .Andrea  .Auellino9.cfQfngrf€  (flekxminMeffkj  yedendofi  effo  Beato  foftenu-' 
t$  da  vn  Padre  del  fuo  ordine,  e  da  vneniericonelt  atto  dello  fuenimento,  molto  proprio,  e 
naturale .  La  Tauola  del  Beato  Gaetano  Tiene,Fondatore  della  Religione  >  circondato  da  i 
tre  voti  de  Kegolari ,  Obcdien  x.a ,  Pouertd ,  è  Cafiita,  rapprefeAtaH  con  pellegrina  inuen^ 
tione .  "^eW .Altare  Eretto  da  Gio:  Francefco  Labia  l^jidoratione  de  M(^i .  Il  San  Seba^^ 
fiiano  a  cui  vengono  tratte  Itfi^cie  da  due^ietófe  donne  •  £  P^ngelo  R^aelo  con  Tobia 
à  mano .  La  Tauola  con  jS.CarhBorofnco  in  p^edi  veftito  cm  ifi  Pianetta ,  e  angeli  1  che 
Uaffiftono.  *    '        I,      *     '       :       * 

'Helgiro  della  Chiefa  fono  dmèrft  Qtiain'di  Véatr^  e  Santi  di  mano  di  pittori  di  nome  > 
ediflima  comedi  Bernardo  Suè^PpcteGeÉOuefewe  dfaUH  .tn  memo/ria  della  fud  3edi* 
catione ^e  Confefratione  Ji  le^s^jn  vn  i(4rn^pK^faprn  U^pa  di  dentro  :  ' 

i 

Dieo  >  &  S.NicoIao  TòIcDòoitti  piorum  ftqie 
Clerici  R^nburesextruxerc. 
I^ffttlbf^f  jZ^aiie  Ratnajfcbat  Marino  Grioiaiio^Prinolpe 
Confc^iMlu  Xlll.  Kalv  Moit.  MDCIf. 

-  f  *  O         Ben» 


i^  DEL    S  E«  TIE^  O  ■ 


ir* f  (opr.adSilthnritrMtifi:olfitìÌBmarme . ffopraJ* w4t«ir viif**»»»»";"» /«» »^ 

di  marmifiniÌenilfymlm9rath&itat0ÌMi,f(ntoàrìlKamfimfH^  ,ftiM«»* 

eiMMtù  a  Tadrtt  dice  : 

Ioanni  Cornelio  Vcnciiarum  Dùci  Inclyto 
lu^tia»  acfùetattcoaiprcuo 
{>f inHe  vere  Sdlowfapicnti»,  Mecenati  fnptemi  Adriatici  cxm  Apsthm 
Qui poft Vcronar. Brixìae»Patauiiq.  praefeauras optìmègeftas 
Poft  Proc Jignitatcm,  Altioraq,  Rcipufccora 
Taode»  merito!  un  dinesj  folium  maieftansafcendft 
Quopcr  Ittftrum ,  &  mcnfcs  aUqnot  ftHcìter  illuftrato 
Obijt  tandem  Anno  Domini  tà  DC  XXI Ve  iEtatisfuaLXXv. 

Vt  cocnucài5  in  terds  eximium,  Csleftf  exaltaKtttc  in  glena  • 

Mnif^eum  hoc 

Quod  FrancUciis£liu$  erigere  in  amoris  fignum  dccfeucrat  » 

PedencuS'NcposgratiffimusadimpIciue 

Anno  taiMCii  M  DC  L  V I* 

VakrodiFramJÌKyilJFàlioèttffffientei 

l'raBcifco  Comelio  loMMis  Dtids  fillo 

-Centefimo  Venctiamm'Dud 

integerrimo  Principi  de  Repilblica  optimè  meritò 

PatiMB  |a«trì>  vììms  decod»  vrbi(9..proiucatts«Kemplo 

Qg»p0ft  Brixitffrcfetftticaaf  alijfq.  hoooribtis  deeórtttis 

Pieno  eledorum  confenfu . 

Liectremiens  .regafi  diadematedecòratus^alfic 

Hicptarcipitinifflium  abreptus  ^to 

Boft  ootteoi'ibhimiHDdoAipcftdecein  djesfui  priiilJjMnìit 

:  Su  tctàà  euòfcuiscad  JMes 

Ve 


D  I  ^.  ^  e  R  Ó  CE   LlR  V.        2c^ 

"-  IMìoìrlótfiitHtiR'  LauretdotHNretnr;  Anno  Domiiii  >ftf  D€I»VL 

AecatisfuarLXXih   n    / 
Hocalterum  Maufbleuai 

Screniffibio  parenrì  Federìcns  fìtitis  ieuesh: 
Anno  Sai.  WDC  tVI» 

♦  ■  ;  .  .         t      j     •  <  -  ■  ■•  ■ 

S^AnétH, 

ALte  fpalle  del  predetto  luogp  t9m*t  f^VQH!&icU  dì  Santo  Andrea  detta  de 
Zira»  la  quale  con  la  fapciapgu^rda  la. terra  feiroia^^da  (]iiella  parte  doue  R  fcuo* 
prono  per  linea  diritta  i  ntiòiiti  Euganei»  &Jpertratierfo  quelli  del  Vicentino;habica« 
^^  ^^  donne  monache  dell'ordine  di  Santa  Chiara  •  Vigacc  Marco  Gofm^o  Ve- 
di NapoliheQa.Nforea>Giunrcon(hlto  celebre  neTeti  Tua.  &  fuori  (hlcatnpQ 
éJR:bpéJ)(itaia  Prìndpeflra,n^^  Michele  Sceno^chefiU'anno  140Q.  Airincon- 
£ro  pìn;  fianco  hdt^fbterna  de  P^^^  pittura  bene  intefi  &  di 

outno  di  m^eftr^  écceiletite  •; 

A   t»   D   I   T   I   Q    N    E. 

Le  Manatht  di  éftitfhtkogakònPm&  ddtariùitdi  Santa  Chixra%comcfMa  H  Sanfoumo  % 
màfomdelNìiìmediS.Jts^pm.HStmsar^if^  tmfcrUtmt  ietta  fkiettaTrìncèfef^\ 
ffh  mogfitài  McbietSUm^p^d  intomo  atfito  fepotcro  >  e  dice  e^  lafeguentc  : 

Hic  ttc^  Corpus  SerenMìm»  D;  Marina»  vxoris  q.Sereni^.  & 
Ea^eociCpriocipis  D^CMicha^I^  Steno  oKm  iaclyti  Ducis 
VenetiariUD»qua? obijc  die  4  Menfis  Maij  M  CCCC  X  X  i  L 
Animacttiusrequie/catÌRitfMC*.  . 

ZjbuainfÌAtiÈgipufiàChiefaneiltp>io*i/&eprmipali  cmftmtwmitrt^^Gnjtlttui 
fmtdàlmàdAigtutmtaitttìtamefhràwbneate  mn^tìacitm  ctlnne  ,fiartùma;h  fSgft 
re^tmitttiegmaeattdnaii,  f^MSpmnfaTmaia^imle  Uifuoltettrée  cgtaèr»  anu»-^ 
mem^catSjOintaamA  mtmdàTavlkyeniotfi^figannfattovmiit  Capsumim  «m4i 

fmmCUlwrt  dtUa  Maimu  ima  CMcma.i'Jmntouii^tiMffku ,  tfmtiv  itìcefi  fi^e  di 
Vma^Uf$Ml.émÉiAÌakiiQM^M(mitàieqamàbfAàyautk^tCtmeeitnd»  tàfi^ 
IvMgmi^VieMttiaÀttÈtiiFtielà^AeirìfuafffaaqiufU  CtìefkHptint94ettjtfcen^ 
weiór-^famtgiamo  dijigofia,  Ueétte  teU  Lmndi  adU  C4ppttU  M<^an  etn  U  Cro» 
à^gbue  diGSmàChafiauMyaAienétabrA  UCmàeàn^afafirii»fimmdifiiatàA 
tmkenuiTimmeÈtu-  ■  -■  u.  '        .  ' 


-r,' 


f' 


ET  (IVcdeMinMrti^  dì  Stinta  Chiara  >  congiunta  alfa  ckci^  per  m  Ponte  dt  le» 
gliahJièioan  Aiiicnuiche  dcH^Mndine  di  San  Fraiicei€0^8fi  làbfficato  altre  volte 

dalia  (^MKffÈùVwm&ìliitmd^  »  Vi  ctttopcr ipaaailt€tiii«^pcaiorie«)Ciche^-nM 
i.'  I  O    z       ^ 


aio         ^  E  1 1  S-E'S  T  I  E  R  O  .  :\ 

finita .  '  '  "      -  r  .' 

A    D    D-  I'  T    I   O    N    E. 


f    1  > 


Horafi  vede  lafrefmte  ChiefafinUa,&  abbellita  di  decenti  jlltm^  e  di  degae  pitttnre» 
delle  quali  le  più  (ingoiar i  fono  la  Tauolacon  la  Madonna  Cotonata  >  e  fotta  alcuni  Santi 
della  Religion  Francifcana  di  mano  del  Malombra .  ^i  è  vn^akra  Tauola  molto  bella  di^ 
finta  djd  Talma  con  Santi  Ubaldo,  Buona  Ventura  >  Ludouùo  >  Francefco  >  e  Antonio  da 
Taitma.  Quella  deW^mmuiata^  e  deli'y0ièn^  •  //  S^  Gvmanni  >  che  batte?;]^  Chrijh 
è  di  Matteo  limoli. 

GicBiì,  eMam.  ^   A 

A    D    D;X,t    I    O    ìi\.M.      ' 

Vanno  i6to.ntirataft  Donna  Jtn^ela  Maria  Tafqualigo  Gentildonna  Vénetiana  ififie^  j 
me  con  imafuaforellajìr  altre  fedict  figliuole  pur  V^obiliyinjfna  cafa  con  terreno  >aà0>4i] 
r^^ione  dillo  Spedale  de  Tefferi  Tedefchi,Dofta  in  Contri  della  Crocè  ',  nel  ca$^o  deuajcà^ 


to  il  tempo  di  lor  vita  in  quefh  luogo  iti  ordine  KeUgiofó ,  fotto  il  Titolo  di  GiesAy  e  Maria  : 
Onde  ottenuta  Ucatza  dal  TuUico  di  poter  fabrècare^  coflruffero  yn  mgufU  Mon^flcfcop^a^ 
pace  falò  dÌ2Q.Monacbe,&  rnapicciolaChiefafenxA.alcunnotabile  ornamento  .  JLppro^ 
uato  poi  à  Roma  Cordine^e  l* inflitutione^iceuerono  vUimamcntc  dal  Sommo  'pontefice  In^ 
nocentio  X.la  Claufuray  permettendo^  che  la  Madre  Suor  Cberubina  Balbi  y  pur  anch*ejjk 
Gentildonna  Venettma  difantiffima  yit4  %potege  vfcér  dal  Monaftero  4ùS.^Jpdrca  ^douc 
era  fiata  tre  volte  Ubbadeftaye  trasferir ft  in  qucfio  nuouoyper  regolarloyc  'darli  fórma.  Po- 
ro dopo  quefte  cofe-morfe»  chefkl'aunoi6%z.la  fudettà VafqkoUga  jtuttriccdi  vosi  fan- 
ta  Opera.  .....:.. 

Santa  Hekna. 

NEiroffitio  della  Saniti  dòiie  fì  leggono  i  Scftieri  |ier  Tocdmelora»  fiStAc  cflMn- 
uidne  alla  citt2i>fabrìoate  ò  con  Chiefe  ò  con  Gkt£i>{bno  «omprefofocco  il  {im^ 
iente  Seftkro.  Lafdando  aduDque{>cr  hora^di  ra^aar  delle  ckti  ò  cecrr  di  Torcdk 
Io»di  Btncanoidi  Mdzorbo>di;^inrano>&  di  Peleftnna>dmnio  Mameottidé  luoghi  f j^ 
cri  airintomoHledicati  idioerfi  Sancì»  icjmlifetiEa  àlccm  dubbio  cooie'véri  amici  di 
Dio>Ia  conferuanocon  le  pregfaia^^prdlò à  S.D.M •> inufta  daglifommii  detmoi^ 
do*  &  nella  Tua  fempre  eterna  libertà^eficndo  moko  più  (kura  la  guardai  celefte>cfac 
la  terrena  deUe  fortezze  &  dellfe  muraglie .  Ne  viene  adunane,  inanzi  fra  Takie  Xlfokz 
doue  è  fìtuata  la  Chiefa  di  S-Helena  dent  dal  volgo  Lena.  Fu  Jl  fondatore  ic  hiuttcH 
.rti  Alefiìuidro  BorromeQ>nobilD&dcoà  liu6itu>3ddlaG^  taìOpÌÌ 

quale  habicando  in  Venetiaifabricòsu  1  Ifola  vna  Cappella>&  lajoOttfaoM  i  &àtfiietu 
madre  di  Coftantino  Imp al  cui  co|^  $r|  Aa^pj^rtato  da  Coftantinopoli  a  Venet la 
fan.  1 1 1 3.&  ripoflo  nella  Chiefa  de  i  Sèrbi  'y  fu  pòi  trafportato  di  quindi  alla  Chiefa 
dft  Carmioi  ranno  laoS.Cinfe  Pho^odimufa^&vifecevttfiarameiito.d'otìdiviiQ-» 
Meflale  i  penna  beIUlfinK>i  vna  croce  di  valuta  di  quatttYKCofiOiducati  t  ft)g»litrc^^ 
£nisaparipcxartifi<;ù^&vttGi^(^ACoaiam^^  i./^  > 

Da 


DI    S."  C  1  O  C  E    Lift  V.        ut 

X^qof^toaSfmi^pàmMofni^  qùsàt  ègB  fpefe  molti  danari»  la  coTa  andò  tan^ 
to  ioaosi»  che  i  dì  ooftri  quefco  Tempio  è  tenuto  per  vno  de  i  nobili  deUa  città  •  La 
fua  ftrattiaa  è  d'ordine  tedefco  »  &  affai  largo  >  &  ampio  col  moniftero  capaciflimo 
di  molti  frati»  ddrordine  del  Monee  QUueto^  Ap^Minfconò  in  più  luoghi  Jc  memp- 
riedelBoromeocofi  dentro  come  fuori  •  perciocne  fuori  della  porta  maeftara  foM 
intagliate  lettere  in  vn  marmo  fitto  nel  muro  che  dicono  • 


iitis  Alexander  vir  fionromeus  Ecrufcui 
Nattu  «lifli  Sàato  Miniate  ptopagine  darà  ^ 
Frater  &  ipfe  Aius  c^oq.  Boaro  meus  ancnis 
Sortibus  e^hibitus  »  i^cri  fecere  capellam 
Hanc  Helene  fuum  bonore  faac  fulgente  parata 


r 


Et  di  dentro  nella  captìella  done  giace  M;corpo  della  predetta  S^n^fi  vede  in  ter- 
Ta  dinanxi  al  parapetto  deli*alcare  I^ffigie  del  detto  Aleflfandro  milito  con  le  rnani^ 
€iìc  i.Comeoi  &  col  cappuccio  in  aipo  alla  fiorentina  >  focondp  f^£o  di  quel  tempo  » 
^  àftomo  al  fepolccp  u  legge  • 

« 

Hoc  fepulcrum  efi  maffilfici  ^  Genetùp  fvlri  T>. 
AìtxmMde  Ifonromeis  J^^nl  Ftliffi  »  e/kctèf- 
forum  fmtum  y  qui  ex  hoc  ficuU  migrditU  Die 
yiU.Menfis  Julij  MCCCCXXKI. 

U  fomiglìante  fi  vede  di  Tuo  fratello  Conte  di  Valtaro»&  d'Arquato»  conciofia  che 
nella  cappella  predetta  è  pofio  dalla  finiftra  vni!q(xikro  di  marmo  eoa  diuerfe  figucc 
picciole  afiai  bene  incefe^&con  f^gh'ami  9  &  altri  ornamenti  molto  ricchi .  (otto  al 
quale  fi  leggono  m  campo  turchino»  lettete  in  forma  Goth ka  mefle  i  oro  •  &  quefta 
opera  fu  di  mano  di  Mattheo  de  Reuetti.da  Milano  l'anno  iaiz^ 

Infigneo  virtute  vùrum  CofDitetaq.lliitre  » 
Vallis  de  Arquad  doosiniuii*  cctcberrima  pi«fens 
Vraa  tener,  nntam  genuitFlorencia  pioletn  » 
Hicpietatìshonor*  grauis  &  Tedatpr  honefti 
Boaromeus  erat  iuChis,  ditaiiic  ^enoa 
Seofier,  at  bis  meritis  Aiperum  penetrauit  ad  aula»  r 
Mattheus de.Reuetds Mediolancd. fecic  i4a2, 

r 

Tu  finalmente  protettor  di  quefta  Chiela  &  benefattóre  non  punto  meno  del  Do- 
someoi  Thomafo  Talemi:  il  qii«?e  hauendo  fpefo  molto  nell'edificio ddla  Cfaiera>la« 

O    3       fciò 


»U         V  DJL    S  E5T1EKO  ì 


I     ; 


Hociaoet  illoftri  conclufos  martnore  Thomas 
QtiidoTalcnt»  clarus,  fed  cIar2oralti$ 

Attibusi  ingenfìs  iuRis,  Clariflimus  autem 
Moribus  &  vita>propno  teftatus  y  t  apre. 


»  1 


I  /* 


Et  dall'altro  lato  dplfepolcoo  detto»  «erft>  il  cantoaateiii 


^— .t  ^  ji 


'  *ii  i  «^ 


i     ♦  1  ì5J 


Hac  mar  is  incóleret  fedem  (znÙifRmus  orda 

Moncis  Oliueti  mentis  nimc  coogrua  fumit 

Suffiragium  heres»  S  an  Aa  tuo  precis  Fìeleiia  tanto 

.    .    '     FacquodparcflsborumcocKiicfcatagmiaaffaattiii^' 

«  Da  quali  Takntffu  anco  febrìcata  la  nobii  cifad  San  Benedetta}  famofa  perla 
Proferpina  &  per  lo  cauallo  dipinto  dal  Pordonone  Pittore  illttftreiful  Canal  grande» 
peruenuta  poi  nella  famiglia  a*  Anna  •  Nella  qual  cafa  fi  trouano  lauorati  da  Titta- 
noi  vno  Ecce  hotpo>  &  vn  quadr^  di  noftra  Donna  i  con  diuerfe  figure  &  ritratti  de  i 
predetti  Anna>di  molta  bellezza .  E  not4|)itela  Aia  ragreftia>peitioche  il  fuolo  è  tut- 
to di  (malto  asuitQj& bianco  con  efcmifi^o  lauoro  veripicot^tQ»  ^l  èfyxzpi  i|uadret* 
ti  con  fei  faccie  bislunghe:  &  in  ogni  quadrétto  vicendeuolmente  è  i^olpita  vn'aqui«- 
là  nera>  &  vn  bréue  in  kttera  di  forma  Ftancefey  che  dice  luftittian} .  La  quale  opera 
fodìGiouanni»  &  di  Franccfco  fuo  fisiiuolodelkiproùipia  Giuftiniana^  atnenduc 
Caualieri  &  Senatori  •  Si  come  per  rìnlcrittione  pofta  i  pie  dell'altare  fi  legge  • 

J^nrtes  Jiffiinian.Pater,  et  Franci/ctts  fitius  Se- 
mt^09ts  Oftimi  /ttauuli4,  tt  dignitate  Etptefiri  i»- 
fignes,  hic  déuduntttr ,  MCCCCLXXIX, 

Et  gli  armari  lauorati  con  bellifiimt  tarfie  da  F.Sébaftiano  i  &  da  F.Giouanni  da 
Verona  ottimi  mat Art  io  quell'arte  >  nellVno  de  quabfi  confcrua  oltre  ^  molte  altre 
reliquie}  la  parte  di  dietro  del  capo  di  San  iacomo  Appftolo .  E  parimente  notabile 
il  Coro  •  ne  1  cui  Tedili  di  carfia  i  oltre  i  i  difegni  de  i  fogliami  che  vi  fono  »  &  le  pro- 
{pectiue>vi  fono  ritratte  ìa  ^4.fedili  >  J4.  atta  delle  principali  del  mondo  à  punto  co- 
me elle  fonoicon  molto  arti(icio»&  ^^eata.  &  fii  di  mano  dd  predetto  F  .^ebaftia- 
no  da  R  ouigno  conuer  fo  é  i  queft'ord«nc  »  che  vitf  e  fanno  i  ^8o.  Difmfe  l'aitar  gran- 
de carico  per  molto  orò ,  Iacomo  Palma»  &.vi  fece  k  biitoria  de  i  Magi .  Vi  dipinfe 
ancone!  Refettorio  vna  Madonna ,  Donato  Vinitiano  »  che  fu  Panno  1451.  &  vtfal- 
tra  ne  fece  in  Chiefa  fuori  del  Coro  Iacomo  Moranzone.  Sono  in  que fio  Tempio' 
diunrfi  huomini  iUuftri  della  Rei>.cofi  19 tempo  di  pace  >  come  di  guerra  «-  Percìodie 
vi  giacciouQ^cominciandofi  dalia  poru  principale  mplto  oroata»  Vinorio  Cappettoic 

la 


^ 


D  r  &    e  R  O  e  IB    LIRV.      ^t% 

Ucm(fan)apeJe{&e£atcidifiiti^^  Atttomodenta* 

ncScuIcor  Vinitianch  &  di  gran  nome  alfno  cempò  »  ^  po^a  ingmocchiciif  ^anzi  i 
Santa  Heleaa.Quefti jTracconta  il  Sabellko)  fu  Generale  nelle  guerre  chelfi  tratcaro* 
no  cori  Baefit  Rè  de  Torchi  nella  Moreaft  &  rotto  à  t>atraflb  i  (ì  morì  èì  dolore  nel- 
rifola  di  Negropontej  &  fu  da  i  figliuoli  Andrea»  todouicoiac  Paolo»  honorato  con 
queiUmfiiiìOria  • 

xlmis  rebus  Gepis  tti  Et  LX.  Jmós  ndtus  y  àk  annù' 
SdlmsMCCCCLXXX.JlManksinBuboiedPe' 
, f^. Hk  tius offa  i»  Qaeio  duimà ,  Amdfjetts ,  LudHti* 
au^  VMbu  ¥il^  Pientifi,  Titnmì  0f t'irne  ppmmt 


▼alore.&vìfìl^ge. 


MtipoLénretUM  'Pdttli  Fiiia  SH.  T).  7r/W  1>xiù 
^ar^i  Procurdtùrss  Neptti  elafi.  Venera  Preuì' 
fori  IF.jfJ. Martijde/imaoMùìLnupimPo* 
Jlerh  condittm , 


*  i, 


Pietroi  &  lacomo  Loredanipadre  &  filinolo  >  amendue  chiariffimi  per  fatti  ho- 
noratì  "&  bebenMitì  della  Repab.parti£:be  Pienoheììa^DttmMa  httibépet  fe#za 
TraùIttCgoalloi:aiinportaQCe»roppc^Genoiie(i>&  i  Tti^cM  piGtìUppiir^  à  Porto 
Delfino.  Vltimanienteeflcndo  Capitano  datl^armata  in  Pò  Qoatra  Fil^pò  Duca  di 
Milanò>fii  vtlcnatoda  i  nemici  fanno  66.  deliberi  faa.  lacomo  non  puntò  jninor  del 
padre>'effendofi  perduto  CoOantinopcdi  j  mantenne  la  Grecia  corttra  i  Tvrrchi  ;  arfe 
1 8.gal(c  di  Cornei»  fottoitiefie  Ylkiz  di  R hcdi  che  s'era  rìbdbta»  porsòil  mare  da  i 
pirati»  &  altre  cofe  opef  ò  deUc^quafi  tratta  ampiamente  il  predetto  Sàbellico ,  onde 
meritarono  rintìrafcrittaepitano»  -       ** 

Vtriqne  teatri  »  &  Allo,  Petro  &  làcobo  Lauredanls  >  ambob^    ?  . 
vfrìs  fummis  &  triumphatoribus  fortiflimis»  pacis  belliq»  ar- 
tib.  clartfltmts  •  Alter  virtute  fua^Daknatas  domuit  >  expu- 
gnato  munittfs;  Traguri;  oppi  do  >  Tmrcas  &  Geo  uenfes  fi»* 
git  »  Foroaidolofos  vtrifq.  duplid  ^rìdòria  Valter^»  ad,^alli»       ,. 
polim  p  altera  ad  portum  De Jpbiaum .  Demum  belìo  Phi- 

O    4  Phì^ 


Philipp! CO  Padaaes  cldfis  Pr^fcdos^per  iofidtas  hoflifi  rèòcaó 
fublatus»  aetatis  fa«  aiuVI.  &  LX.  Alter  autem  reram  geftarun 
magnitudine,  velmunerum  vaiietate  canto  parenti  par»  Reip. 
Qunquam  non  bellator  fidaul  ac  confultor  illuftris  >  ezanima* 
tam  6c  r  uentem  Grecita  Coftantinopolitana  dade ,  f abftiniMC 
&  recreauic .  Praedarorìas  naues  Turcicas  >  ad  duodevigtnd  ca- 
ptasincendit.  Rbojdios  contumacttcr  (è  babentes-Cl^  c^ 
do$,iniperaca  ac  tutum  facete  coegit«  Mare  ìn&fttun  brcdooi- 
busexpuènaiùt.  Sicq.  1 1 1.  fmp.  virtutis  fax  fami  &  ipleodore 
nominis  tuie  terrori  hofttbus  prodire.  In  aciem  eo  imperante 
non  andieocìbus  >  vt  qnam  Ibrtuna  patri  conceflbrat»  rormido 
boftiUa.filiQ  bene  gercndat  rei  ademeriroccafiooemt  v'mt 
ìmiocentifs.  Conceffit  naturae  annum  agens  L  X  X  V.  charìfs.& 
qpiatfffimus  patrtar .  Quod  funeiis  fui  moeroredeclaratum  eft  • 
Ant.  9c  Petrus  Laaredani  nepotes  Se  fili  j  pientils.  memoriae  & 
fMctatia  ergo  fimul ,  itero  &  pòfteris  viui  dedere . 

Pietro  Balbi  di'dictio  Generale  Tantio  1440.  mentre  cfte  s'applrecdiia  per  le  oofe 
della  Morea  venne  i  morte . 

Antonio  Donato  che  l'anno  1460.  bebbe  chiaro  nome  per  molti  maneggi  di  gaes^ 
ra  per  la  fua  patnai  dalla  qual  ni  jnolto  amato. 

Ftancefco  de  Roffi  A  mbafciatore  del  Rè  d'Inghilterra  l'anno  i  $ai .  honorato  da 
Antonio  Talenti  Fiorentino  con  quello  epitafio . 

Fraodfci  Rubet  ex  Brltaaia  dieriori  momnKn.Qiod  mifertm 
putatisfelidflìmum  esperi  tnortmis  fum>  tum  cum  fuaue 
raihieratviuetepriiim  Prouincìarum  Senator  L^tus  ad 
Veneto»  attatum  dorens  (uSsÓki»  y  Amonius  Tafentus  de 
Florentia  Mediolant  PariQ  Senator  ac  Mediolairf  coadi 
apud  gentile»  fnos  cnrauit»  Obiit  M  D  X  X 1* 

&  finalmente  Domenico  Aleppo  Ve{oouo  di  Chiflàmo  huoaao  di  lettere  »  il  qi»' 
te  morì^  fanno  1503. 

ADDI    T    IONE. 

jt  quefU  Ifok  nmfaprfi,  che  aggh^o'e  %  mnyedendop  in  ejfa  altri  wnamtiUiyAe  H 
4efcri$tiédSmf9Him^  ì 

È 
•  •  • 


Dt    s:    CROCI   LIRV-        ii^ 

S.  Andrea  delia  Cettofa . 

T)Oco  più  oltre  è  rifoladella  Ccrcofa  ch^uiata  Santo  Andrea  di  Lio  «  Nel  princi*' 
Jl  piò  vi  habitarono  frati  di  Santo  Agoftjfo,  ma  il  Senato  poi  la  conccffe  à  i  Cerro- 
fini  i  luogo  ampio  con  bei  Chioftri&  giardini  f  ma  il  Tempio  è  di  compofìcura  di* 
fconcertata  percflere  edificato  in  più  volte ,  Vi  dipinte  dentro  Marco  Bafaiti  mae« 
firo  di  molto  nome  >  ic  fece  ti  palla  dell'Aitar  grande  con  la  Conuerììone  de  gli  Apo« 
fioli  Tanno  i$io.  doue  fi  veggono  belliflimi  &  vaghiffimi  paefi  >  colori  viuifiimi  i  8c 
Sffitc  con  mot^a  gratia  »  Vi  dipinfe  anco  nella  cappella  di  Federigo  Vallareiìb  otti- 
mo Senatore)  Titiano  Vecellió>  &  vi  fece  vn  Chriuot  che  porta  la  Croce .  Sonò  ripo- 
ni nel  detto  Sacrario  diue^  hnomini  di  valore  •  de  quali  vno  è  chiaro  per  la  militia^ 
lacomo  Barbarigo  >  che  nella  Morea  Tao.  14^5  •  fu  Proueditore  del  campo  della  Re- 
pub,  contra  il  Turco  %  Se  vi  mori  in  vna  giornata  come  attella  il  Sabellico  nell'ottano 
libio  della  Hiftoria  Vinitiana  • 

D.  0.  M.  JmoÌm  Bérbàdicò  Senatòri  ifnegerrlmù 
Biliò  ^elòfonejfdco  Legato,  prò  Cbrifli  fide  Patriaf.- 
PMerrime  interempto  »  m  Hieronyme  CUrifs.  Jndo^ 
lufitioMCCCCLXmnId.Augufli. 

Et  della  medefima  ^miglia  vt  fono  parìmentet  Hieronymo  Barbarigo»  che  R  por- 
tò valorofamehte  nelle  guerre  della  Romagna»  &  fu  velenato  da  i  nemici  • 

HkronymoBéBthddùù'ProcFrdnc.ProcF.FUminU 
imexptJithneVenemkofiiH  Pdtr'ui'citi  *vixeratex- 

Marco^  9c  Agoftino>  che  furono  Principi  ameodue  Pvno  dopo  l^akro»  i  cui  depoli* 
ti  furoho  poi  fatti  nella  Chiefa  della  Cariti  doue  efli  haueiiano  le  habitationi  »  come 
s'è  detto.  Vn*altroAgoftino»  la  cui  prontezza  &  grandezza  d'animo  operò  tanto» 
che  fi  fece  quella  giornata  memorabile  col  Turco  ranno  1571.  nella  quale  confacra- 
toilfuofiEmjgiuealui  liberti  perpetua  della fua  patria»  rimale  eftinto  combattendo  t 
con  grauifiimo  danno  della  Cfariftiantol»  poi  cn'dTendo  ceflato  quel  mezzo  eccellen^ 
te»  udiflblfe  la  Lega»  la  quale  quel  fempre  inulto  heroe»  hora  vngendo»hora  pungen- 
do» tenne  falda  &  ferma  fino  i  quel  punto .  Degno  veramente  d'eterna  memoria^  » 
perdoche  egli  fu  belHffimo  »  con  volto  militare  »  &  in  tutta  la  difpofitiòne  del  corpo 
ino  rìgoardeuole  molto  fra  gli  huomini  armati»  &  con  fiorita  eloquenza  ammirabile 
frali  togari. 

Orfato  Giuftiniano  »  illuftre  parimente  per  fìranchezz^  di  animo  »  &  per  cortefit 
magnifica  »  &  di  gran  nome  in  Italia  per  molte  fue  legarioni  •  Il  quale  eifendo  fuc- 
tm>  nel  Generalato  à  Pietro  Loredano»  &  hauendo  operato  gran  cofe  nella  Morea» 

fi  come  attefU  si  SabdUco^oel  liU  Ottano  ddla  hiftoria^fi  morì  in  Modon^ 
.-     :  ""■"  hora. 


^iS  D  E  X    SE  $  T  I  E  R  O^ 

hora .  Et  è  rìpofto  (opra  yn  aSboe  di  mstnnó  ad  èatsto  ^ vna  capj^la  >  con  la  fta> 
tua  à  giacere ,  fcolpita  da  Antonio  Dentone  per  ordine  di  Marino  Giuftiniano  »  &  vi 
^  lèggono  i  prefenti  verfi .  ^ 

Illc  Procurator  Veneta  modo  maximns  Vrbe» 
Orfatus  iacet  hic  loflinianus  Eques . 
Qui  Turcos  bimari  Glaflts  PraeKdus  ab  jdhno 
Dum  fugat  ò  fatum  quanta  trophea  rapis  • 
Deceflìt  anno  Chrifti  M  CCCCLXlIII.  V.  Id.  Q^nt. 

lacQQciQ  Soranzo  Proainnx>r  di  San  Marco  nella  fuaornttiffi(na  cappella»  il  ari  al^ 
tatۏdtmaimadiaKzaarilieiK>dia(&igau;il  mano  fooipico:  per  opera  di  FratH 
ccfco  fuo  figliuolo  y  &  padtc  di  lacomo  alprcfcnte  Procurator  di  Sati  Marco  >  di  Lo^ 
renzo  »di  Gioiunni  Caualiero  i  &  di  Vittorio  %  huomini  chiari  &  iliuOd  nella  Rcp^ 
«e  vi  fi  legge.  .  -^         .    '^rP  ^ 

lacoboSupcraatio  D.Kfarci  Ptrocur»  Senatori  griin£r.  fuinma^ 
int^rkatis  &  mwxentix  viro  ampliis.  io  Rep.faoaorif>»fiiti« 
do»  Francifeus  F.  Seoator  patri  cpt.  Ce^ilia^  lailintaoK  ma- 
tri  offici  &  pielite  ergo  fibiq»  &  harrcdi&us  pofuit.  Vixì  Ah*. 
LXXXmia  ObiitlU.  Id.Nou.M  D  U. 


«  <  -•  * 


AtttonioSorianoPatri^cadi  Venetiaottauoper  ordine  dopo  il  Beato  Lorenz>> 

Giuiliniano  conllnfaittionc  «. 

.    *  •       ■  • 

i>   o^   Ili       ^ 

AntooioSuciano  Pamarchae  Venedarun»  »  Anto(liusE(|l^4r 
Auguftinos  FwS.  Michaelis  fìlt|,  patruo  benemerito  D.M.P. 

Vix.AnaLlf.M.V.D.XXIV.  Obi'it  MD  VlILAnifc 
Patriarchatu&  fui  UIL 

• 

GJQi^KamfdpofhxndlartiaTetaaìeotére^capp  nellaqnale  firipoia 
Paolo  già  (timatoduU  Repubi  Qk>ni^^  Concarim  Oator  celebre  nel  fiiotempoA 
«lalla  cui  Scuola  rfdronoi  primi  Oratori  della  Citti  •  Il  qtiafe  morendo  dopo  mot-» 
ti  bonori  confegoiti  neUa  Keputx  taTciàcomcteftimonidel  Tao  valore  Andrea»  huo^ 
«iodigrand*doqucnza  che  fòperò  tutti  gli  akri  nelle  cofe  criminali  >  Kioriò  che> 
morì  perla  peOe  paflara  iGian  Bsattifta  t  tk  Paolo^il  quak  Tanoo  i  yjiMìaàcon  la 
irirtùft  conJa  grandezza  delPanimo  fuo  l'ITola  del  Zante  dall';armiTurche£^eJraii^ 
ccfco  Grimam  f^iuok)  di  Pietro  col  prcfente  epitafio . 

Irandfco  Griflitlio^)  Pcttiffiio»  Marctis  Aiit.  ViiKcntii^ 

Petrus  D^ard  Pcocuratc«'es»atq^  At|drea$  filli  ananti^^ 

po(ut«- 


D  l>  S;    C  R  O  <?  5    IIB.  TV.        iij^ 

poltoae.  Ob^e  Aao.  M  D  XXXlXdie  I.M«ni^  Viik 
,     Aon.  LXXXV.  Menf  XI.  a  XXI II. 

Aotonio  ViflcigimTa.Sect^ariodel  ConQe  Diecù  II  ouare  fa  dì  tanto  valorot 
die  maneggiò  con  molta  Tua  gloria  diuerfe  imprefe  per  la  Rep.  &  fu  oratore  al  Poiv- 
tefice  con  tanta  fatisfattionedel  CoQciftoiD  >  che  Innocentio  con  vn  fuobrene  net 
quale  lo  celebra  con  molte  lodi»  ricerca  il  Do^c  Ago&ino  Barbarico  che  lo  lafci  nel* 
la  legatione  per  lungo  tempo  •  Erahnomo  di  bucme  &  belle  lettere ,  &  dilettandofi 
della  lineua  Volgare»  coimofeaicunt  Capitoli  in  ^ormadt'Satire .  doiie  defcriuendo 
▼iti)  &  le  virtù  con  (Ule  auai  grane  >  pieno  >  pùngente  &  neruofo  >  fii  ne  fuoi  tempi 
molto  honoratOf  &  Topere  fne  lette  auidamente  da  gli  intendenti  • 

•Antonk  VimìlHtrrn  wiro  doSfrhtd  ^«Uqumìéh,fide^ 
O*  mtigriMi  éfnd  Vemttm  Samum  (JUri/sMc  TJ, 

ADDITIONE. 

I^ìnmuù>  & dinotahUeinquefUCÌnefd  fi  i^deyrtuUarene^  Cappettaalta  defltn 
i$tU  idaggjart  férmatùdi marm  fin^micMfHonro  C^éonet  rmeffi  ^m^ffimi  UT  d^ 
tri0nam€MthUctiiTaiieUtchetontiineSan  BrimF$»datar4iqtéeJUieUgiome  è  di  ma-- 
i^^di^^fColònimeriiUtunofanùifpefeddMon^  É  ancóra  didegnaférmatedi 
fbùffimmmrmit^UaredilM^iGrimaHiarmefioi^ 

Aloyfitis  GrioMmo  Acchiepifcopiis  Creten&  t 

Poft  Vetiet«  Rei^lica?  adnìDìftrationeni 

£cdc(ìa?  (iurmuocrt  Obkns  vtraq«  pittate 

Prodentia  »  acfummfe  Eloquemia?  viribw 

Poftreaiuaa  vero  opibus ,  ac  tnerìtis  augens  > 

Immonale  fui  Tefiimonium  pofteris  cun^is 

Sapfom  prsebuit« 
Fratres  pofuere 
Obiitanno  1619  JEutkùue€i. 


Uno  Mparìfce  altro  editare  compofto  pur  di  fini/Jimi  marmi  am  quau 
9r9UiM4»w^j  dififtgHlar  dijfcgHOf  eformafOmatìffimo  di  rimejji  >  &  figure  >  efpecialmtnu 
di<impt€f  che  rappreftntano  t  vna  la  Fama  >  &  Paine  quattro  le  ^irtà  Cardiuaii  »  Vru^ 
dnK^Oi  GiiéfiUiay  Fort€^^%  e  TemperofixMy  eretto  alt  immortai  nome  di  Gio:  Battifia  Gri^ 
^ani  Trocnrator  di  San  Marco$  che  quiuifiàfepoko  ^  il  quale  eletto  Capitan  Generale  da 
Mar$  in  Imco  di  Giouanni  Capevo»  ancb'egU  Vrocurator  di  San  Marco,  mentre  fi  attende^- 
iiadaljuofommo  y^ej  e  dalla  mirabile Jua  prudeva  egetti  memorabili,  polito  da  fé- 

rijjima 


^%iZ  D  Et    SESTIERO 

iegnif  e  móka  gente  fommerfo  famu)  1 54^.4  jM  Mwn^ . 

T>letta  Toma  di  efio  AUare  è  dipinto  Chriflo  Crocifijph  la  Ferg^e  Madre^San  Ciouén^ 
ni  &  altri  Santi»  yeaendofi  anco  il  mede  fimo  Grimani  ritratto  in  abito  di  Geniale  •  ^Ua 
finifira  deW aitar  Ma^iore  >  in  memoria  di  Iacopo  Soran^p  fapient^mo  Senatore  fi  leg^ 
re  lafegueìke  injcrtttione  : 

D.     O.     M. 

lacobus  Superantto 

lotnois  Equitis ,  &  Procuru. 

Filius 
Obi jt  Anno  1 649.  fcxto  Menf.  Odobr» 

iEtacisruaeSi. 
Ioanncs  iEques  >  Andreas ,  &  Hierooymus 

Ncpotcs 
ExTeftamento. 

San  Giorgio  Maggiore . 

ALl*inconrro  del  Palazzo  Ducafe  è  fituata  Tlfola  di  San  Giorgio  Martore  habf- 
tata  da  Monaci  dell'ordine  di  San  Benedetto .  Fu  altee  volte  foctopofta  aUa^ 
Chiefa  di  San  Marco  9  ma  Tanno  982 .  ritornato  di  Guafcogna  Giouanni  Morofino  > 
diHie  era  flato  niolti  anni  in  vita  Romitica  con  Pietro  OrfcoIoDoge  i2.già  fuo  Tuo* 
cero»  ottenne  in  dono  Mfola  con  la  Chiefa  che  vi  era  >  da  Tribuno  Memo  Doge  24. 
&  vi  meife  i  predetti  Monaci  ^  facendoui  vna  nuoua  Badia  •  Et  vi  era  allora  vna  Li- 
breria» con  ciuerfi  altri  ornamenti  &  ricchezze  per  commódo  della  Chiefa  •  &  nella 
Ifoletta  era  preflo  alla  Chiefa  vna  Vigna  &  vn  bofco>  &  vn  molino  con  due  rote»  che 
feruiua  al  Palazzo  Ducale  >  fi  come  nella  diftefa  della  detta  donatione  fi  contiene^  » 
fotto  di  20.  di  Dicembre  »  fottofcritto  da  1 16.  teftimoni  •  Auuenne  poi  per  quanto 
fi  dice»  che  Tanno  xao $•  effcndo  (lato  sbranato  da  alcuni  cani  del  luogo  »  vn  figlinolo 
del  Doge  Pietro  Ziani  »  moflb  dall'ira  &  dalTcftremo  dolore  »  arfe  il  luogo  con  parte 
de  i  monacif  ma  ritornato  in  fé  (leflb>  &  pentito  per  Tammonitione  del  Papa  >  non-» 
folamcntc  rifece  il  moniftero  >  magliconcefiediuerfe  gratiej&  lo  honorò  molto» 
pcrcioche  egli  vi  haueua  vn  fuo  Palagio  >  con  molini  &  altre  cofe  ch'erano  peruenu« 
te  nella  famiglia  Ziana  •  Rifabricataui  aduncjue  la  Chiefa  Vecchia  dal  Dose  in  bella 
forma»  Tlfola  fu  ridotta  i  cultura  con  dilicati  giardini  &  con  horti  delitiofi  *  eflfendo 
del  tutto  diuenuta  libera  del  moniflero.  &  ancora  che  Tanno  ii%9.  andafle  per  terra 
gran  parte  del  hiogo  per  vn  terremoto,  che  fece  gran  dannò  d  tutta  la  cittd>  tuttania 
reftaurato continouò fino i  quelli  tempi.  Ne  quali  efiendofi  molto  inuecchiato» 
parue  i  gouernatori  de  monaci  di  rifar  la  Chiefa  su  la  forma  d'vn  modello  fatto  al- 
tre volte  &  haiiendone  data  !a  cura  ad  Andrea  Palladio  Architetto  di  molto  nome  > 
i\\  ridotta  in  pochi  anni  al  fuo  fine .  E  adunque  fabrica  mirabile  &  bene  intefa»  con.. 
magnifica  &  larga  fpefa  fatta .  Et  per  fianco  oniata  di  vn  belliflimo  chioftro  con-» 
vaghe  verdure  di  allori  &  di  boflì .  Al  cui  capo  è  pollo  il  Refettorio  nobile  &  decno 


D  P  S.    C  R-  G  C  E   1113.  V.        xig. 

lAi  coofidcntione  per  laiwftnrttuia /Gióce-ki  coidto  Tompiò  AaHfòìdH^.Stefatuè 
|^runomtttire>  Dottato  d  Veaedal'antipijo9.altri  dicono  1 179.&  n^euoco  dal  pp- 
peto  con  mcdca  letitia>  del  quale  alcuni  potanti  inftituita  la  fraterna  di  San  Stefano  > 
aggrandinmo  la  feftiuiti  foa  %  in  tanto  che  qùefta  Chiefa  fu  per  tn  tempo  chiamata 
S&  Giorgio»  &  San  Stefano  •  Vi  è  parimente  il  corpodi  San  Paolo  Martire  >  tolto  i 
C^ftantinopoli  .dall'Abate  Palalo  con  Taiuto  di  Marino  Storiato  Podeftdper  la  Re- 
pi^.di  Coftantinopoli>  &  condotto  d  Vcnetia  •  Et  anco  i  corpi  di  Santi  Cofmo  %  & 
D^mianoi  co^  va*altro  San  Cofmo  %  che  fuconfeflbre .  Vi  dipinfe  Luigi  Viuarino  la 
palla  dlella  Madonna»  &  Paolo  Veronefe  fece  nel  refettorio  le  nozze  diCananea^con^ 
qiaraumUolii panieri  &  niolto  lodata  da  i  buonf  maeflri  •  Ma  non  è  punto  inferiojre 
i  ^al  u  Voglia  altra  della  città»  la  Libreria  4i  quelli  monaci  »  la  quale  fìi  fabricata^ 
dalCófmo  de  Medici  quando  fu  confinato  d  Venetia  dalla  fua  Rep.  doue  fi  veggono 
le  iafegne  delle  palle.  &  tentò  anco  di  far  la  facciata  della  Chiefa  >  ma  non  gli  ni  per- 

mo- 
▼no 
prc 


iacet  hic,  &  laus  Venetorùm  > 
\  |)()mìni<;u$  Michael,  quem  timet  Hemaouel  >     .  . 
Dm  probus  &  fbrtìs ,  qnen  loms  ad  bue  colie  orbi* . 
'  Prtdet»  cofiiSlto  fummus  &  tngenio  > 
.     ,!iniM&à<JUyiridcclaratcapdoTyri,  ,     .      .   ' 
i^v  \         )WeritìuiSyn«,naenor&  Vogar»* 

Qgi  fede  Venetos  in  pace  manere  quietos , 

Donecenim  viuit  patria  tuta  fuic . 
Qttlfquisad  hoc  pnlcnr  um  vfqie«  fpc^re  %MM)nim  » 
G^pj^aaitrDeuiDfled^prQpcerenBi.  •■ 
Anno  Dqbìoì  M  C  XX  VUL  Indiàipne  Vii. 

.  :;  Obijt.pomìnicus^licbiel  DHX;Ve/KCi^* 

"*/  r'"''         ',  ''.'ri  ^'1'  '  **' 

Ualtrofu  Sebaftiano  Ziani Doge  38^ cnefu  Tanno  1173.  delquale  (i  vede  intera^ 
la  flatua  diftefa  fui  fepolao  fopra  la  porta  vecchia . 

m 

Hic  Duk  eg^gfuéi^fa|k{ei»H|liM$>  OJnwrtfTd^ 
Vioft  cnm  ChriftoV  mundoluavÀfiiaii^élcit, 
Sebafiianus  vocitatus  in  orbe  2ìanus  >.,..- 
Cum  Papa.  PrincepsXlérus ,  plebs  hunc  recolebant  > 
Ittftus»purus,caftus,  mitisi  C9i^«placebat . 
Confino  p9)|^?t  Mr»  ;i^9«s«i9l  iipahttò^ns , 
Robur  9|i9g«iWKff»(iflt  toft^wifaiQimi» 

1^1  Et 


I        "      «• 


ti.      ' .        J  i 


%xa  DUft    XM^TIM  Ita 

Bìnos  eoflfranxit  gtadios,  &  more  rdbflir , 
Etoquium  &afiis,  booitas  dementii  cenftu» 
Illi  pare^uKt  nulla  virtutecasebot . 
O^ic  afuio  DoBiiai  M  C  L  X  X  V I  i  L  Mengr  Aprili^; 

li  tettOf  &  Yltnno>  Pietra  Zianichefò  fcprcHfto  nel  épakro  rfrf  precetto  Jdia-* 
ttb  no.  E;  Tanno  1 474M  fi  ripofe  Triadano  Grittr  Generai  dell'armata  dr  Mareiilta-* 
(Ire  huomo  di  queircc^ .  alle  cai  futierafrfu  prefenttìi  Pttndpe  con  taSignònat  8c 
gli  fufatcal\>ratìoae:(daHennolao^3iubaroI>ocroreifir^^^  zi.ivxé^  Ì 

quale  poi  riufcì  come  à  ben  noto  ad  ogni  vno  • 


»  '  t 


»      *  '  w    1 


A   D   t>    I    T   I   O    N    E. 

*  l'I 


ancoMr 

ma  delle  pia  rigmrdcuoU  della  Crt$d  ^ 

colonne  di  ordine  cùmpo{ìfo%  cìk  renana  noèite  Front ijpitìa  su  [afammiid  de(^^lei0anna 

awfkefiatuedi  marmai  feolpiteaa  Battifta^AoMef e ricetnito^.  7i(e  ^i^ercotmm  in 

due  lacchi  fon0£và$oa€dkg  gfya^J^mfrdifurwfùdiligemtemt^ 

fanti  hma  SSte§tm  U  Troiémmire»  Nkra  S.Gi^iò  ^  OtìUpmi  vji  jMf  due  Depofiti 

Cotonnafé  di  ordme  Corinto^  fatti  finali  co'nfepotcn»  e  ritratti  uotfiti  in  masm^ .  L^no  i 

del  Doge  Trihurk  Memo%  il  qnale  dofùhauei'^oftcmato  la  HèpuStica  per  iUcoffi^i  quaitor^ 

dmafmi%riftttntiataUdigniìd,fifÌc0Mmaco^in  féefh  iiiéca^  "ì^tl^^ti^depofito  jto» 

al£epacnkfilesse,  i  i^j  '  .p 

Pdfisi.indcOaènrsII.C^kodiD'ift  Rem.miri&è 

VtaeterttamcmaK|.ceftioreiii  ààipUceiemt 
Gtoriam  %  abdicata  Imperio  »  hanc  InfuIacB  ^ 

Monachus  incolait»  ac  eiuTden  Inftituti , 

Viris  pie  legauit  ^ 

Ikccfltt  DCCCG  XC  lU 


•.  >   * 


t  r  I 


Vakro  è  di  SfhaJtiauQ^  Zimi  t>^g^  3&  ^el^Hole  i  Jcritte  fitt^  aì^epdcfii    * 


t         ' 


Memorrà»       - 
^ebaOiaai  Ziani  Ihtiìa^  Ooet»  »  CBitis 


DI    &    C»OCB    LIB.  V.       aat 

l>intaidi ,  moz  offióSi  dcGnha.  endnn 

inter  fé.  &  Alaandrum  H  I.Pont.Mu. 

Pids  ^rUoniB  voluit.  qua  nutans  CtifHaoa  ReTp, 

Tandem  fobia»  diffidio'CDaqmeuit. 

Monachi  plttrìbiB  dbftriai  Beoeiìciia 

Cckbiiori  locp  monamcaium  telUtuere  • 

MDCX. 

ObiitMCLXXVIH. 

^      (pittio  iì  iìuKx.9ftpra  Itt  porti  vi  i  U  memmA  delta  fvulgthiìtt  ^  Cflmfmtth- 
Jo  tli  mi  deffta  tiifitio  I  che  dice  i 

D.        O.        M. 

Sacran)> 

Gcergij  •  ac  StephtBì  Prothoia.  . 

Tutela 

Monachoram  Xxt 

MPLVl. 

A  fundamcncis  exptam 

Adic^a  Ffoote  abfeliitna 

"Ann» 

Hunana!  nparatiMit 

MDCX. 
Xeon.  Ddd.  Prin^ipe^ 


mUi.a 
difiuri 
nefireti 
in  care» 
format 
S.Benei 
Fece  e. 

[feitiiie*etMmiaii^eemfmportioMaifi0tBixt,iV4ta^reTeiitfii>cmt^mnlMeUrtht- 
tettura,iefelm^.bMagttefni^tMpifioiKi^ì»{ammA^SiUàfiwt,eÌ0*9fBplàmii$m- 
tef^rcmt gmftwMtefawCTtg .  V^uurediuiUMteeeà  fucgoliriferà^fi ^Ibtrtode 
ì^mU  Piamtmo  gtóHmedii$.ami  >che  ìa.fie/hhiitm  lidimMrèini-iiilcimVttalrM , 
StfaradettoCorodaWOrgmopeJhmaere lofleniaedacctaimedop^  di  nurmocamet- 
ttact  e  pitijìri  di  ordine  Corinto,  vnfnoh  rimerò  di  miirmi  beinomi  t  che  yà  da  vne  parte 
"ila  sèffépiate  dalTaitra  atti  Cianuri.  Voltar  Maggiore  i  Ifotate  compojìo  difniffitni  >  e 
. .      '  •  pre- 


3.%i         /D  ETL    S  ES  T  tEA  O    : 

chefoflengono  yna  gyan  Talla  di  nome  dorata^ftpiificanie  il  Honi^  epofta  per  Tabema^ 
colo.  Sopra  ai^ejifl,  tatuata  yna  figura  del  TadreEterno  iti  piedh  nel  me^^  è  vna  colom^ 
ba  dimoflratiu  lo  fpmìo  Santo ,  &  à  piedi  m  ma  partrtofar  cnflodh  >  JfPjr J*tf  U  SantiJJimù 
Corpo  di  Chrifto.  Tutte  lefudettefigitrefonó  di:Bron7;fiSramiipQCo  meno  del  naturale^pe^ 
ra  finge  lare  di  Girolamo  Campana .  Li  jlngeti  pofti  dalle  parti  pur  delfifteffo  metallo ,  è 
getto  di  Tietro  Borelli .  Fi  fono  altri  ornamenti  nc/fndetto  Coroye  Cappella  MaggioreiCo* 
me  li  d$dici  ^poftùH  ulti  doipiediy  e  ìne^z/^  infl^Udri  in  ie^no  di  fitti ,  e  pofti  ne^U  angoli 
delle  vie j  Per  doue  fi  afcende  alte  Sedie .  Due gtan  Candellieri  di  Bron^y  che  ftanno  nel 
j'uolo  da  i  lati  deW  Saltar  Maggiore  cofifigm-Cffeftom,  if0r{  »  fjr  altri  lauori  di  gran  ftima  »  e 
valore.  Fn*  altro  tutto  d'Argento  per  il  Cereo  Taf  quale  y  e  cofe  fimili .  V,e  i  V  areti  laterali 
veTgpnfi  due  gran  Quadri-di  Iacopo  Tintorettoydoue  in  yno  dipinfe  il  cader  della  Manna ,  e 
neWahro  la  Cena  di  Chrifto  con  gli  Jipofloli .  Ti  pauimento  tutto  »  e  notabile  per  difegno ,  C?* 
per  la  diuerfità,  e  fincz.'^a  de  marmi .  Chiude  finalmente  efta  Cappella  bellUjìmi  Balauftri 
di  marmi  finii  e  pretiofi  •  Fuori  di  effa^for^e  ad* alto  la  Copula  »  con  yaghifjimo  pergolato  > 
che  gira  intorno^  retta  da  quattroÀrchifoftemHda  colonne  di  ordine  compofito  t  epUaftri . 
J^elle  Cappelle  della  Crociera  fono  eretti  ^uatfvq  beUiffimi  altari  ^  fra  quali  è  notando 
quello  di  Vicen*^  Mcroftni;  poiché  nelle  hclonntyc  Tarapetto  apparifcono  vn  CrocififfojTe'- 
Jle  di  huomitìiy  yna  di  morte >pèfciy  e  yccetlh  il  tutto  prodottaddlla  Tslatura»  e  nate  sJenzA 
alcun  artificio^  dalle  veni  »  e  macchie  de  i  marmi .  « 

La  Tauola  di  queflo  ^It areiche  contiene  il  Saluator  rif sorgente  dal  Sepolcro,  con  ritrat^ 
ti  di  diuerfi  della  Famiglia  Moropna^fu  operji  ^^/  f^dctto  Iacopo  Tintoretto.  micino  ad^ef^ 
fo  altare  vi  è  il  ritratto  fcolpito  in  marmo  éelimdatore  con  jotto  quefta  infcrittione  : 


Viacentio  Mauroteoo  Equiti  »  Sm&i  Moftci  Procuratore 
gradum  fa&is,  confilijsq  pra^cljUfis  adepco>graui(fiinis  Reip» 
temporibus  Prouiforispoeraiis  amBere  in  tuenda  ora  ma- 
ritima  fortiffìmèf  vfo  Oratoris  dignitate  apud  Grcgorium 
XIlL&amplifl[imfsaIij&  hoooribas  magpjficcntiffimè  fun« 
Ao  »  paterna  piccate  longè  pratftanciflimo  i  Andream  F.  L. 
D.  6c  jnlrifioè  indolis  adolefcentem  fnaisio  cuin  tHmiiua 
dolcy  peregrè  redenndo  fiifantio  mortuum  eodem  lice  ni- 
mulo  condendum  curauit  pij  in  parentem  filii  M.P. 

Vixittmios  LXX  V II.  Kal.  Marti  j  Deceflit  an- 
no MDLXXXVIIh  . 

hffCondojlkandaquefiolataieftroèdedicmàSanStefmo  nella  aUVàUaèra^^ 
pwfmato  ti  fnatnartìrio  con  ifuantitÀ  di  ftpure  dì  mano  del  mede  fimo ,  TintorMo . 

Giace  anca. il  corpo  di  queftoGhriofo  primo  martire  in  efto  ^It^e  ,  come  fi  catta 
dalle  narratioai  fMpite  inmarm^^e  pefte  dalle  parti  deWtfieffo  Ultare ,  che  fono  te  /fe 
guenti:  /   .^  .       .    .. 

!         ••.'  ^    4 


^'        *  •.  *    .  ...  '„,'.* 


Diuus 


DI  %    CROCE  ttB.  V.        aij 

'1>iiiiB  ScqiinmiB  ProthòmacQrr  artaO' poft  CfarìlhiiD  «tun 
XXXHU.à  ladaisfajuis  petinis,  Itietofofyfliis ,  martyrìo 
(cwoi«inr;atq.hiterfati^scarlice«  refèmir  Syonti  condmist 
cìnsoflaititiltis  poft  aonis  Honoris  Catfarìs  tempoK  Luciano 
l^raesfayceco  diuioo  mooitu  paftfada .  &  ex  Syone  Gonftiinti* 
uopoUm  à  (Mft  muliete  luliaaa»  Conftaarìno  Heradi;  imperati- 
tè  M  CcftiftiCntfjrmin  primiitn  Bafiiicam  translatà»  Vcnetias 
ìndefloiulper  Pecrnm  Venetum  Monacumxranfbefta,  Pafcha> 
le  1 1.  Pont.  Opt.  Max.  Alexio  Conneno  orientis ,  &  Henrico 
' 'occidenti» Iiiàperat. «dito infigni  miraculoi  dnm  ve^ores^f»-* 
.    ,df^ffla  iad^ati  temperate  maJeam  deik^rent  •  TtibunusMe» 
.:.  u  no  huius  Ca^bij.  Abbas  maxiiaè  pius  Tempio  vewci  in 
^  Ario»  ofixfmaia  recondidk.  Ioanne  Gradonico  Patriarcht  ' 
'Ciradenfc, & Ordclapho Falctro  Venedarum  Principe  V HI, 
.-.    .K?Uu|ii,MCX.    '  . 

Offa  DluiScephanl  Protomartyrls  cuniadhuc  in  vetufta  sede 
coodepmtiir»  Gallo  Equina  oranti  ihidem  ab  Angelo  caslefti 
oraculo  mUnifeOab  petentibus  VilhelmOi  atq.  Alberto  Au« 
ftrio?  Ducibus  t  Senatus  Conf.  referata  funt  KaK  Septembr. 

;  MCCCLXXIX*  Se4  nono  hoc  Tempio  in  Diui  Georgìj  t  & 
ipfius  Prothomartyrìs  honorem  à  Monachis  in  aUguftiorcm 
formam  fé(HtutQi  vtteri  a^e  folo  acquata ,  quo  ara?  maximse 
fondamentaiacerentur»  vniuerfae  A:rè  Ciuitatis  in  hanc  In* 
Ailam  conoirfut^Detpaca?  AiTumptionts  fedo  die  Ioanne  Tri^ 
uifano  Patriarcha  Venetiarumipr«euntibus  Abbatei  &  Mo^ 
nachis.  byrnaosq»  &.  laudes  caneiltibus  »  Nicolai  de  Ponte 
Venetiarum  Principis»  &  Senttus  pra^fentia,  vetere  Protho- 

^  martyris  monumento  demolito  »  venerabundi  m  onachi  ea- 
demin  hoc  ipfum  fub  vefperam  fuppliciter  intulere»  atq« 
intra  Aram  conftituere ,  Gregorij  xii  uPontificatus an- 
no rx.  Rodulpho  IL  Romanorum  Imperatore*  xviix. 
Kal.  Sept.  M  D  LXXXl. 

Gl*altridHeMtari  dette  Cappelle  della  Crociera  dal  lato  finiftrol^vno  èdeUaFamigtia 
Bollanh  vicino  al  cui  è  pofta  la  qui  ingiunta  memoria  : 

P      '  Do- 


Ili        /H  EX    rE  S  T  t  E  R  O  ì 

Dominici  BóUttio  Senfttorì  gcauifliiDo  Brixianàm  pratorafi 
. ,    difficilIiims.teiDporibus  gerenti  ab  eaaddulideiti  Ouka^ 

EpifÓDpatuin  dittiniciis  vocato ,  vigtmi  »  À  ampltiis  aama  io 
r  eius  adminifiratione  fingulari  Vigitanria  >  &  fanéèttate  ooi* 

Aimptis  >  iUràs-oflibus  Brùciae  condtcis ,  hoc  io  patria  rnonit'- 
•    BcntttiD  quod  pofterì  ièqoaQttir  »  Anr.  &  Vino  lacòbt  Fra* 

tus Fili) pie pouieruot. I>ècrffican.I)oiiitni  MI>  DXXIX» 

BriiUid.  Aug.aano&iiac<  LX  V*  menfes  v  z .  dìeSjduoc^      ^ 

V4^o  haUlanola  pur  del  Tintaretto  >  mila  quale  ficeU  yìr^c^  apunu^  Cielo  i 
coronata  ila  Dio  Vadre  >  e  dalfigtiuolo  >  e  fatto  ^fopra  le  nubi  alcuni  Binati  di  Queu^  Religio^ 
ne .  ^{eH'altra  [patio  della  hmghrs^a  ,fono  compartiti  tre  archi  p&r  parte  Jòjtèkiti  da  pi^ 
laflri  C$rinth  entf%à  quali  cauto  al  murof&uafttuati  pàriràehte  fii  àlfri  jtUariM  marmi 
finii  e  di  fingfilar  forma .  Vjl  primo  à  dejbra  mano  entrando  in  ^hytfjftfi  7^  M  TauoUt 
con  la  "ìHatiuiti  di  Chriflo%  opera  famofa  di  lacoDo  da  Bajfano^  deHocommunemfffe  il  Baf-^ 
fan  yttchio .  7{fl  fecondo  yi  è  vn  Cbrifio  Crocififio  grande  di  legno  intd^Uato  dì  tutto  riU^ 
uo  bellifjimo  in  atto  difpirarey  in  campo  di  paragone .  7{el  ter^oil  Tìntorttto  fuietto  di^ 
pinfe  diuer fi  Santi  marttrii^timvarijmodiy  de  quali  molte  reliquie  fono  ripofie  Ih  ejjè 
altare  ;  "tìel  frimo  dmanjìniflra  leandro  da  Baffano  ilCauakere^àgwrò  SantaJMia  ti--- 
rata  da  più  paiadiBoui  per  condurla  al  Tojlribm  di  ordine  diTt^chaftoVrefem  di  Wd- 
cletiano  per  farli  perdere  la  fua  FirginiU  :  ma  lo  Spirito  Santo  In  forma  di  wkmiera  >  che 
re  fa  immbUe^  riufarono  yani  tutti  i  rfer's^i  del  Tiranno.  Vlflfecoffdo^  ^  ta  BjsatA  Perfine  di 
marmo  ^on  jlngeli  fcolpiti  nel  fafjb  medefimo  di  mano  dèi  Campagna .  //  ter^  baia  Ta-- 
noia  con  San  Giorgio  à  Cauallo  >  cne  recide  il  Drago  fatta  da  MattioTmxone\  e  pofia  nt 
luo^o  a  quella  di  Domenico  Tintoretto,  leuatadau' attore  »  eripofiainSagreflia  da  yn  la^ 
to  di  effa%  douènelC altare  vi  è  quelta  della  Turificatéone  delia  f^er^  del  TaUfia . 

7{ella  Cappella  de  Morti  delConuento^  vedefi  la  celebratiffima  pittura  del  f^ecchio 
Tintoretto  nominato  più  rolte  di  fopra^hè  il  Redentore  leuato  di  Croce.  Oltre  allememo^ 
rie  defcritte  di  foprayi  fono  ancora  le  feguentiiprimaneipilafhì  dettaCappetla  maggio^ 
re  fi  yedi  il  tempo  della  Dedicatione  diqueflo  ricco  Tempio,  tegiflrato  à  caratteri  dorotcbc 
diconot 

Pro  vetere  ilIo>  quod  Aoniiabiuac  DC* 

A  Veneto  Senato 

CoUendam  acctpcrant 

D.  Benedici  Monachi 

Nottun  hoc  celebre  Tecnpluo 

Ad  Palladi;  Archetypum 

Mira  pictate  addidere 

Francifcus  Vendramenus  vrbis  Patriarcha  dicauit 

Quarta  menfislanuarij 
Dominica 

Quae 


D  r  s:  rrc  r  o  c  e  xi  b.  v.     ìiy 

r.    ;  '   Qntqfotànais Celebris érfc 

D<IBiiiaicoPerofio  Abbate >ac Generali praefide curante^  - 

MDCX. 
Leonardo  Donato  Dnce. 

TltltandHoinfaecmaUafortadelCt^appmfceyrinouafo  il  Deùofito  picalcii  Do* 
menici^  Mic^iete  con  bella  Anhitettùra  di  Batdiffera  Longhena  >  &  U  Ritratto  f colf  ito  in 
wtarma  è  àfftra  di  Battifla  Tagliarit  con  fono  l^  Epigramma  antico  pofto  dal  Sanfouino  j  ^« 
gjmumi  johinmemoriadellarmcMationc 

Hoccelnclyti  Ducis  fepulcrum  vetuftate  deftruAum 
,  .  PJjflSi&o  Senatus  Decreto 

Monachi  veteri  prorAis  (èruato  Epigrammate 
Rerum  cztruzere  M  DC  X  X  XV  n.  j 

IféiiMio^èUfep^Mrdéqtiel  Monaco  ^  che  portò  drenetia  ilO&rpùii  SanSteffanOf 
couqmpi  htfiritwmez 

OlEiPetri  Veneti  Monachi  ^  qulCorpus  Ptotomartyds 
'    "•       *  '        *     :itM.  ex. 


f^ifonodue  altri  riguardeuoli  Depofiti  fatti  di  finiMèrmi^  di  ^obile  .architettura^  or^ 
na$i  di  ColònncStatuCfe  Troffei,  l*yno  è  di  Leonardo  Dmato  Doge  Ìq.  fintato  Jbpra  la  por- 
ta della  Cbiefa  di  dentro{la  cui  yirtHy  e  fatti  mèmorabitiffono  regiftrati  dagli  Hiflorici  del 
fm  tempo  9  e  fpecialmenteda  Andrea  Marefwi  neh^Hifioria  Venetìana^  d  quale  fttipe 
anco  la  fua  vita  in  vn  Libro  particolare  flampato  dal  Vinelli  l'anno  i  $2  8.  )  con  lafua  ef- 
fyfa^fcqlp!!f^ainmarmo>e  fatto  ad^ejja  il  qui  i^iunto  Elogio: 


*     «  >     t. 


I^onavdi  Donato  Venetiariiin  Principis  Ofla  ctw  iuflbliic 
condita  fnnt .  Quitotius  Aia^  virae  cuifo  funinia  femper 
I  lote^ritate  ooodnuisq.  labodbus  tranfa^ae  nihil  carj^ns 

vnquaQi  bahnit»  quam  patria;  liberute»»  Reiq.  Publicae 
decorem  »  Ae  commodam  » 

VixitannosLXXVLmenf.v.  Obiit  anno  Domini 
M  DC  X  II  3yil>VMljs[jlAglminl$aono  v  i. 

nenfe  V I* 

.•.,..'••■... 

Vdtrùè  a  Marcantonio  Memo  D<^e  pò.  cbeJUcceJ^e  alftMet»  Donato  ertttvà 
man  fìnijka  neWmrare  in  Chiifa  con  il  fno  ritratto  fcolpito  in  marmo  >  e  fatto  afeffi  i 
Urittoi  \         ' 

P   a       Mar« 


Z2<s  DEL    S  E  $  T  I  :fi  li  Q  a 

Marco  Antonio  Meòio  in  regend»  popnlis  fingùlari 
fumma  vrbis  >  &  Orbis  laeticia  ad  Dacatum  Venettiriun 
eueéb  »  Petrus  »  &  Marcus  Antonius  ex  Tribuno  Memo 
pronepotes,  &  hgredes  Patruo  digno  fieri  curarunt  • 
Vixit  annos  LXXIIII  in  ducatu  tu,  menfes  1 1 1. 
dies  VI. obiji  XXVI 1 1. O^ob.  M DC  XV.  . . 

■■     '  *  •  ^      ■  ? 
'AltMtardelCrocififioneUi  pUafiri  del  volto  foMinàfempietraii  fart^tme  iéam^ 
ieri  d^oro  le  qui  regi/Irate  memorie  : 


*■  1 


Grimana  Lanréntius  loilinianus 

Pptima  buds  optimi  H.    S.    E. 

Fìlia  Qjia  Toga,  qua  Sago 

Laurentii  luftiniani  Et  Liburtiico  in  primis  cdljo- 

Quo  cum  fuauiffime  vixit  Fulta  patria  Titulis  fultus*       ^ 

Oratorcs  ad  Aiperos  Obiit  anno  M  D  C  X  X* 

Hic  cineres  indiuiduos  Gloriose 

Marito  fibi  pie  ftatnit  ^  Vixit  ann*  L, 
Vix.amj.xxxxii/W^y'' 

Obiit  MDC  XX.    '  "^ 

Termina  il  ricchifftmo  coperto xosì  iella  Cbiefa,  come  delk  cupuley  Tribune  ^  e  Campai 
wHe  it  tutto  laftrieatv  di  piombo,  valore  di  fomma  confìderabHe  di  dinaro  • 

//  Conuento  è  accrefciuto  di  clauflri  con  doppie  eolonne,  doue  vi  fimo  cipreffi  ^St  olire  vau 
^  Ver%jfre  j  e  di  moke  Tiobili  Tabriche  >  e  fpecialmente  il  luoco  per  la  Libraria  quale 
vanno  d  rim&demandof  &  ampliando  >  siche  in  bi^eueper  ijuantttà  tu  Libri ,  petJjualtti  di 
Stampe^  &  per  diuerfitd  di  praterie^  fard  dell^  più  notabili  di  f^^netia  •  Mirafi  ancora  vnm 
Scala  fatta  nuouameute  maeftofih  e  df  fi>mma  beUe%z^a  in  due  rami  con  alcuni  pati  9  #  pò* 
[ite,  balaufiri  >  e  Statue  ,frà  quali  vna  Fenetia  nel  Ticchio  di  mex^xp  [colpita  in  marmo 
dal  Caurioli  ,e  due  f^irtù  in  due  altri  Tacchi,  opera  di  Battifia  >  e  Ciouanni  Vagliari  »  L*^ 
JLrchitettura  è  veramente  reggia,  ordinata  da  Bddifpera  Lm^enfi  »  * 

•   •  '  1  .   .    '        ...       ' 

Sta  CleittCBCt .  * 

ET  poco  difcofto  è  S. Clemente)  fatto  ne  tempi  di  Pietro  Polani  Doge  3  5.  che  f& 
Tanno  1 1 3 1.  da  Pietro Garileflò>  con  vno  Spedale  appreflb^il  quafe  fiì  polfedu- 
toprìma  da  i  poueri»  ma  peruenuto  in  podeftd  de  i  Patriarchi  di  Grado ,  &  leuàtofi 
Io  ipedaie  per  rincommoditd  del  paflaggiò  >  diuenne  finalmente  luògo  de  i  frati  del- 
la Cariti.  &  vi  giace  il  corpo  di  Santo  Ariano  • 

AD- 


«■ 


f>  l    S.    e  R  0  CE  .  LIB.:  V-        «27 

A    D    D    I    T    I   O    N    £• 


Qjfe^tfdafi  empermiffione  VubUca»  T^enduia  da  Tadri  Cammei  MfSàkri  Lattrmm^ 
fi  delU  Carità^  à  Vadri  Eremiti  CamaUolefi  di  Hm  l*ama  i  ^44.  "hlel  tife%ji0  deìU  Cbtefii 
per  opera  di  Prancefco  Layproni  Dottore  nella  S.T.&  neWvna  %  e  raltra  l^gge  t  Tkmam 
diS.jingelo9  &  aXtvora  Ficariogenerale  TatriarcaUf  fa  fabricato  la  Santa  Cafa^  k  finii^' 
ktudineai  quella  di  Loreto^  done  olii  SSettembre  16^6.  fi  trasUtò  eonfUenmtdt  e  eoncor^ 
fo  di  popolo  la  SJmagine  deBa  M adona  di  Loreto^  quale  p  confernana  nella  fudetta  Chie^ 
fa  dekaCariedfineajfiiita  dittato  tondo  in  yn  tronco  di  Ctprefio  9  infieme  con  molte  Keti^ 
quic  de  Santi  alla  detta  Ifola  di  S.Clement»  • 

Mora  dmqne  viene  officiata  da  detti  Venerandi  VadridiKua  laCbiefa  di  queft  Ifola» 
eon  motto  decoro»  fiondo  del  continuo  in  orationi»  contemplationi  »  vigilie  >  epemten^  •  La 
facciata  è  fiata  rinonata  con  varij  ornamenti^  da  Bernardo  Morofini  d^ni^mo  >  efrefiém- 
iifjfimo  Senatore  compartita  con  pilafiri  1  e  cornici  di  Marmo  in  tre  ordini  ;  nel  primo  da  i 
lati  deUaporta  vi bd  fatto poner  ti  ritratti  fcolpiti  in  marmo  con  le  memme  $  &  .Armate 
di  T^aui,  &  Galee  di  Francefcofno  Tadre  j  che  dice  : 

FuncifcoMaurpcenolpedatc  vutot»,  dc  Confili j  Senato* 
ri,  qui  cotnparanda?  pradcntia^  magna  orbis  parte  peragrata» 
patria?  reddituscum  eodem  integritatCt  atq.  abftinemiatqiti 
Vrbanos  Magiftratns  ge0erat  Cretam  Prouinciam  admini* 
ftralleti  ceJfiorum  onerariarum  Pra^fedus  public»  iibertatis 
hoftibus  cefi5»aur  fugatis  Adriatici  pofleflionem  retinuit»ma« 
gnaq.  familiaris  rei  iaótoranon  (emcl  affisdus»  vtramq*  fbr- 
tunam  moderate  tulit* 

Demum  Corcyra?  anno  Scalari  cxtindus  Trifte  fui  defide*» 
riumbonisooinibus reliquie /Chriftitiati  itfiS. 

Et  di  Tomafo  fuofralettoi  queUoy  che  con  tanto  %elo  di  Ùio»  e  della  Tatria  fece  prone  fo^ 
frabionane  conno  Turchia  &  che  finalmente  tanno  1 6±fé  combattè  con  la  fna  'ti^ue  fo^ 
la  40.  Galee  Turchefcbe,  nel  qual  conflitto  1  portato  dal jmo  gran  coraggio  ne  pericoli  mag^ 
glori,  colto  da  colpo  dimofchetata  >  vi  lafciò  la  vita  per  viuer  eternamente  nel  Cielo  9  e  ne 
omride  glibmmòn  fino,  che  durerà  il  mondo.  Ilfuo  tì^io  adunque i l*inprafcrino : 

Thomae  Mauroceno  excelfi  inuidiq*  animi  viro»qui  earandem 
onerariarum  dudor  >  polt  obfeOafii  ad  (i^lapfponti  fauces  Tur- 
dcam  Claflero  t  dum  elapfam  Creta?  finibus  aucrtere  fiudec  » 
oifu  in  mcdiam  fola  Prastoria  delatus  >  drcunfùfam  barbarìam 
non  diu  modo  Aiftinuit»  ac  repulit;  fed  late  edita  mortaliomi  ac 
nausgiorum  flrage  ipfo  purpuratò  interfcdo  inter  promptif- 
fiiBot  dimicans»Dei  ac  Patria?  fpirinimimpendit  ann«  1  ^47* 

5    i      "Hsi 


s^         /  D  E  t    S  ES  t  PE  R  d  " 

^/  /irrd»(to orrf/w  W  fimdiue  ficchi  c$u  ikegrm  fiatué^feolpite  in  marno,  fma  ti 
S.Bfnedettói  Inoltra  di  S. Romualdo . 

'  /^rf  terÌ!&,  é^ifUimo  fiitcottita  hFerfjhte  emduie  J4n^di ,  dfe  fìfief^pn^  U  S<mt^ 
€'afa  fatta  in  nhtrmoà  b^'riUko  /  ^ofHraUpcrta  i  fttuatal^jirma  M^pr^hti  é$rà^ ^ 
Jlmh  fcrittfynel  Jfatio  del  volto  di  ejfa  parta . 

• 

Bernardus  Mauroceiius  parenti»  ac  fl'atrì}  cui  in  Im* 
periafufEe^ius  cft  oj^ime  mentis  • 

P.    c. 

'S^pr4Um€defmafmadidentr6ftèdamfTimpì$alerg9ryn  tMUffiim^  mtp^Um 
di  marma  aita  memoria  di  Girolamo  Gradenigo  fa  Tatriarca  £  .AcmMeia .  ìfclla  f^^nm 
fimohormai  flati  fabrieati  intorno  d  dieci  Eremi  da  ditserfl  Gentile httommi 9  &"  akri  Si^ 
fftMVif^perabitatiomdiiptefliRel^iofhefen'andrd  facendo  de  ^dtri  fm  ^  foffmm 
jerkire  per  il  numero  de  Tadri  deftinati  ad*habitar  in  qiiefloUiogp . 

Sanca  Maria  delle  Grafie. 

Qyinéioon  molto  loatano  apparifce  in  IfolaSaota  M&ri&deUe  Ccatie»  die  I^aii- 
no.H  i9.  arfe  dalla  Chìefa>  &  dalla  Canoua  in  fuori ,  alla  quale  ogni  principio 
del  Mefe  concorre  frequenza  di  popolo  per  Tua  diuotione.  luògo  nobik  per 
fito>  &  per  fabrica  9  &  ornato  per  lo  fepolcro  dell'vltimo  Cardinal  Pifani  • 


»      t 


A   ]>   P    I   T    I   O    K   E. 

Sofr»  la  fffolttiradetfiidemCardittal  Tifoni  ftlfi^ge  : 

Aloyfio  PifaooCardinalt 
Sorores  PieoUflìiDc  cKTeiUmento 

PoAierc 

ObìJMJ70. 

TarefChetjtìtarMagiimre  sif  fiaio  fabricatò  dà  lm  "Hjfntio  ApoftoUeOf  vedendofi- 
fcritto  in  >na  bafe  delle  colonne  Ma  deftra  : 

D.   a   M,  & 

-  '  DCÈfUìi  Virginì  j 

Anibai  Capim  AxciiicpSieQ|rtis  Neiip. 
-Sttonni  Pont.  Lcgatus;  apiid  Sereniflimuin  Ouceoi 

Et  Remp*  Venet.  £re  Tuo . 

VsWenirarinCbiefaMdi^dtèfttuatahiCappe^  de  CariinaUr diari  sfatta  ài 
faitfHa  r(awda  cm  pUaftri  ài  ordine  Ionico  >  &  cornice  »  che  gira  intorno  »  e  liga  tutta  effit 


D  K  $.  C  ft  O  C  £   Xm  V;        iaa 


Aiiguftinus  Tit.S.Marci.  S.R.  E 

Pracsb.  Card  Valen'us  EpiTc. 

Verónenl'.  Huius  Congr.  FcAilanae 

Prol. 
Vbft  annos  76.  obiit  ann.  I  *o  tf . 

"JllUfmifiraèCdtradiVUtrù^tJieiffaCardintle  Vefem»  ii'PadMttia  tutto  fimUt 
éiUAprimOtConilrUrtiuiìnMtnrdigimo  fMtoiittnrrttffiyiiitìUtt  lesgendof$di  im  inca- 
Totteriem^  fo^a: 

Petrus  TU.  S.M.S.R.E. 

Piaesb.Card.  Valeri  US  Epircopus  Patauia. 

Huius  Congfffgationis  Fefal. 

Protcc 
Vixic  an.5  4.obìjc  aon.  iifz^k 

Ij  fudetH  ritratti  fnrimo  fatti  iaA'tKa  dal  CMi^tr  aerniM  famofa  fckttore  con  diti- 
ffnxA  >  e  fludio  particolare . 

Zj  Bmcbi  J^vuomafonaii  raditi  di  nuce ,  fatti d  partiatinti  >  e  v^riamet 
ìi  pauimentOi  è  di  betlilBiao  difegnoi  rimefia  in  varie  fgrrae,  di  marmi  $tii$ 
diuerft  colori .  La  Tauoia  deU^Ttare,  che  contiene  la  ì^ergine  in  Gioria  con 
vnhe  FraaceJcVf  e  Carlo  è  di  huena  mam.  RefiaJÌHalmentc  chiufa  qugfia  riti 
tute,  e  LtcidiÈme  ma^v  di  acciaio  omutt  di  S4laufk-i^  vafì  di  Snnf^.  ti  f 
gmofumùdifbiiidalàciypoTmtorettù. 

Santo  Spirito  ; 

MAdigt^aJm^ruperaidettidaelooghìjlt  CfiicTa  di  Santo  S|ririto*  iidbit^ 
non  pur  per  lìto>inajierftTumira>p:r  opera  del  Sanfoutno.  Perciodic.  òlut 
ch'é  ricca  di  belle  (latue*  di  ctuoftrJ^&di^tAipli  giardini)  èanco  ornata  di  molto 
pitture  nobilti  Se  fatte  da  huomini  famofì  in  quella  itté .  conciolìa  che  il  Gobbo  Or- 
ganifta  Vicentino  vi  djpinre  la  palla  d  man  delira  dell'aitar  grande.  BooifatioVe- 
«Mcfeviti&iàtaipxlkdvIU Madonna.  GiofeppeSaliiiau  t1  inR'ùiùSèno  del  Ao- 
'       '       dToCWcototkgttAfftaoli^  TÌGiaiiOTÌbHi4rù>iKl.pfì'iiiòvigotde(U 

P    4         ia 


y       d;b  L  s  E  sTii^ira  * 

fiifgioutntùi  il  foffictOr<litHiico  io  tre  cMàtU  ne  qutfi  fi  rede  mo  AbndHlth  dief«^ 
dmcAf  VII  Caini  che  occide  AbeU  8t  yn  Dauid  che  tsnoiazn  Golia  »  &  la  palla  dellv 
aitar  grande»  con  vn'altra  tauola  appreflo  »  con  atti  tanto  viuenti  con  panni  &  colo-\ 
tJd  cofi  bcXiu  che  fono  mirabili  i  rìiguardare  •  Gian  Maria  Padoaano  vi  footei  ia^ 
«ra  di  Moisi  di  marmo»  che  è  su  la  pila  d'altezza  di  vn  piede  Se  meuo  »  8c  le  dit^^ 
8|^pDit<itf  fono  su  Paltar  maggiore .  Nicolò  dall'Arca  Scniauone  vi  fcolpi  il  PfAfim 
di  terra  cotta  colorito  di  mezzo  rilieuo.  Olerà  ^tciò  vi  èvn  artificiofo  Cauddia» 
di  lMX>nzo  di  molta  vahita  • 

ADDITIONE. 

SMMreffa  la  Keìigkme  di  Cammei  KegoUrU  Ae  habitastano  quefi^IfaU  Paum  ié^6.  fa 
per  ardine  del  Senato  trafpmate  tutte  le  jlrgentarie  »  Tarature  »  &  altri  ornamenti  alla 
nmuaCbiefadeUaMadmna  della  Salute  per  rph^  ornamento  di  effa . 


Sanl^ranccfco  del  Difertò. 

pvl  verfo  la  parte  del  Lido  doue  fono  i  Caftelli»  è  pofto  San  Francefco  d^ft>ererto> 
JlJ  1u<^o  già  habi  tato  dal  Beato  Bernardino  »  che  diede  principio  i  &  Francefco 
della  Vigna:  &  po(]kduto  da  i  Padri  di  quell'ordine  • 

ADDITIONE. 

£  molto  fireqwtmato  qutfto  lu^o  dal  populo  della  Città  »  e  d^ altri  ancora  »  quaii  vi  eon^ 
eorrottùper  lor  diuotionet  e  per  ejjer  la  chiefa  benijjimo  officiata  da  quei  Venerandi  "Padri  » 
rì)e  fono  riformati  di  San  Francefco. 

Sanlacomo  dtPaludo. 

ETllTola  di  Sanlacomo  di  Paludo»  della  quale  elTendo  padrone  OrfoBadoara» 
la  donò  à  Giouanni  Tronp  ;  che  vi  edificò  vno  Spedale  con  la  Chiefa  confàcra*- 
ta  al  nome  di  San  lacomo  per  ricetto  de  i  pellegrini  •  Fiì  poi  habctata  da  donne  mo>> 
nache  deU'òrdine  Ciftertienfe  fino  fan.  1417.  nel  quate  leuate  via  le  donne  per  effinr 
laogodtfcommodo»  &  lontano»  rimafe  à  frati  Minori  di  San  Francefco  ^ 

Santo  EraGno  » 

VI  è  parimente  SaiKoErafmo  con  belle  &  delicate  vigne  &  giardini»  da  quali  fi 
fomcxMiftra  aUa  circi  copia  di herbaggi  »  &  di  frutti  >  iiimoka  abondanu  & 
perfetti» 

S.  Nicolò  dei  Lieo» 

SVtlidodallaparte  del  portoè  pollala  Chiefa  di  SanNicdò  habitau  éaimo» 
oad  di  San  Giorgio  Maggioctibqpalefdfabricata  per  ordine  diDomeak* 

Cott- 


D  irs.    e  no  e  E    LIB.  y.        isi 

CoiBtiuriooDoge  29;  die  fii  Iranno  1044.  nel  qnial  giaceìl  (uocort^  in  bello  %  Se  ricco 
fepòlcro  di  marmo  di  porfidi  &  ferpentini .  Di  cjuefto  Sacrario  m  tratto  gii  Nicolò 
GidUniano  Monaco>  per  ordine  del  Papa  1  accìoche  reflaurafle  la  nobilimma  fami- 
dia  Giuftiniana>  che  s^dlinfe  nella  guerra  di  Emanuello  Imper.di  Coftantinopoli 
'^  '    *  '  >nna  Anna  figliuola  del  Doge  Michele  >&  riceuuta  d*  "    '   " 

e  ritornò  di  nuouo  in  M oniftero»  doue  fabricati  alcuni 
feppellito  con  Anna  •  &  1*  vno  j  &  l'altro  per  la  Santità 
loro  s^acquìftarono  titolo  di  Beato,  i  cui  ritratti  fi  vigono  in  coro  >  con  la  finirà  di 
S.  Nicolò  nel  mezzo .  Vi  fi  ripofa  il  corpo  di  San  Nicolò  Vefcouo  delle  Smirre  coa^ 
yn'altro  San  Nicolò  Zio  del  primo .  Et  vi  è  Tepolto  in  tomba  di  marmo  Salinguerra 
Torello»  die  afpirando  al  dominio  di  Ferrara  9  fu  fatto  prigione  da  inoftri&  con^ 
dòttoaVeneda.  lui  predo  òvnmarauigUofopcozo  d'acqua  dolce  di  cofi  abbon- 
dante vena»  che  fornendo  tutte  le  galee»  &  le  nani  che  efcono  dalla  Cittd  >  è  riputa- 
to pili  tofto  per  vn  miracolo  di  natura  che  per  altro  >  poi  che  la  detta  acqua  noa^ 
fiv  icema  ò  fccca  giamai  • 

ADDITIONE- 

Dkefi  di  pia  »  che  la  detta  ^cqua  mai  diuiene  putrida  »  (quando  è  portata  fuòri  d^U  ma- 
rinari%  &  che  nel  loro  ritomo  à  Venetia  è  così  perfetta^  e  d$  così  rara  bonti^cheoare  tratta 
althora%  alUhora .  In  quefli  y  Itimi  tempi  è  fiata  rinouata  la  Chiefa^  e  Campamle  da  fonda- 
menti in  moderne»  e  T^obili  forme  • 

In  effa  Chiefa  vi  è  ima  cornice  >  che  gira  intorno  yfoftenuta  da  Vdaftri  Corinti  9  con  tre 
CappeUe  per  parte»  entro  alle  quali  fono  f$tuati  ricchi  altari  per  marmi  ifig^c  >  &  altri 
mnamenti .  Voltar  Maggio/re  è  in  Ifola  >  lauorato  à  Trapali  di  marmi  Sniffimi  9  rimeffi  à 
fogliami  di  varij  colori»  ftimatiffimo  per  lafpefa»  e  per  ulauoro .  La  facciata  non  è  per  an* 
co  terminata»  foU  la  porta  è  abbellita  di  colonne»  ^guglie»  fepolcro  »  eftatua  di  marmo  per 
memoria  di  Domenico  Contarini  Doge  »  fondatore  di  quefto  Uéogjo  »  come  ne  fa  mentione  di 
fopra  il  Sanfomno .  E  fitto  oà^eQo  fepoliro  è  pofto  il  qui  regiftrato  Elogio»  cioè  : 

D.    O.    U 

I>oinioico  Contareno 

Qjii  rebellein  Dalmatiam  compresa  fodera  domuie . 

Gradum  pulfa  Aquilcìenferecepit 

Normannos  in  Apulia  vicic 

Pace  Patri»  reddita ,  Religione  auda  • 

Hoc  Nicolao,  Ae  altero  Angelofum  Dad" 

Conftmóla  Teniplai  ampliffimis  locupletata  prouentibus 

Saais  Diuorumcineribusornauit. 

Aeternae  I^cipis  memori» 

DC.  poft  obinun  annis,  27.  cnm  pnrfiiiflèc 

Me- 


xsx         Die   S  E  SrT  1  B  R  O^  r 

MoB^i  Cafin.  bcoefóormn  ntnouei 
Hac  ttunttli  renouarìone  Itane  • 

Annai£fo, 

IPYAIU  dcftra  fi  ve^  la  Chiefa  ctiS.Lazaro .  Quiai  fi  gonernam)  i  Id^bmff  ftpai^ 
JLr  dal  commercio  de  gli  altri  con  ocasa  cura  &  prouificoc  dcRc  céfe  che  bffi)« 
S^uno  &Uc  mfermiti  loro •  '^ 

ADDTTIONB. 

^t^fMavtfitdéanématai  doptfy  che  fi  trtifpùrtòHtm&ìatm^tdei^  mendìCM  ^ 
tome  fi  è  detto  djm  bt^o  nel  Sefikro  di  Cibilo .  Hora  dal  TiMco  è  fiata  ameejjk  mtiO^; 
itmiVadri  Dommùani,  fitfgiHdi  Caniia  fer  l^imuifione  de  Turehi . 

Lazaretto  Vecchio . 


ETpcrfiancohiiTnabìfeeciMido  chiamato  lasaretM  Vecchio,  ttqnate  Vwan/m 
1427.  iHedi&ato  dalla  Signoria  per  gli  ammorbati .  percioehe  baicndocliaL^ 
tolto  il  luogo  ±  m  Fra  Gabriello  dell'ordine  Heremitano» Ji  qu^  allora  fi  chiamaoii 
S^Maria  in  Nazaretii  f  onde  è  corrottamente  cKiamaco^dai  volgo  Laureto»  gM  dJc-r 
de  per  rieompenfa  òS.SpirìtOi  ò  San  Clemente  •  Si  odiarono  per  taoto  ìi^ohcAo^ 
fcoglfp  diuene  &  commode  &  capaci  ftsmse  9  non  tanto  per  fouenire  a  gli  intenm  » 
come  dice  il  SabcMico»  guanto  anco  per  dare  aiuto  i  poucri  9  i  qmti  condoni  à  qw^ 
fto  luogo  erano  curati^m  commodamcote .  Et  acciocKe  fi  haiM(fe<tìNgenit  go»»v 


ftituironoTemMti)  Medich  &  akre  perfooe  pronte  per  t  ftvuigi  dcgliarnmaTatì.  eon 
ordine  che  fì  è  poi  Tempre  oiTeniato  fino  a  quello  anno  157^.1!  quale  fcriuendonoi 
k  pre&nti  cofe  »  barbiamo  veduto  per  la  hocrenda  pefte  di  quefto  anno  »  ripieno  di 
Otto  mita  perfone  infettate!  con  gran  dannoi  &  dolore  delfafflitta  citnt  • 

Lazaretto  Nitotto* 

I 

TSAfraltnrparte  della  terra aD^oppofito  del  Vccdìioi  fir fatto  Panno  i4tfS.vn*altro 
Jty  LazarettochiamatoNuouoper  eflfer  pofteriore  in  fabricaal  Vecchio  >  con.-» 
cento  camere»  &  con  vnavigmferraet^i)ql1aledalla  lontana  hi  fembiansadi  ca« 
dello»  come  ampio  di  circnrto.  Vi  M>ìta  vn  Pfiore  con  gK  ordififmedefimi  ^I  Vec 
chic:  ma  yi  vanno  (bUn^nte  i  faoii  che  effisndofi  mefcolati  con  eli  infernu >  dubitan» 
do  di  qualche  contagio  >  fi  ritirano  i  quefto  luogo }  &  vi  &nno  la  continnàcia  di  t%  • 
giorni  »  La  qual  cofa  hauendt»  iioconofcinta  per  f^rona  con  mio  grauiffimo  danno 
per  la  morte  di  Aurora  mia  figlinola  d'età  di  mdbpi  ami  y  &  per  lo  difturbo  di  Bfcne- 
dctt  a  Mifocca  mi»  <on(<Mrte  >aUora  che  iu  la  pefie  >  l*antio  1^7^.  mi  priace  di  raccoi^ 
ur  roi;dine  che  fi  mantenne  in  quel  trauagfiO)  i  esempio  dei  Principi  eftenui  acc ioi- 

c^hc 


DI  &c% OC  E xmr.      1$$ 

vcofo  ilfTOfK^o  ne  f uoi  infogni  vt^eoct  >  &  accioche  iiapariaa  ad  imicarij  coaoporsL» 
veramonce  degna  di  loco^  Se  dz&iac  jaaemoiìa  perpetua  à  gloda  di  auefta  j^fetniM* 
cton  dabUo»  duifttaHa  8c  pìecofa  cictd .  &anoiulaQque  da  8«  in  io.  mua  perfone  m^ 
5.mila  ò  piàbarchè  •  À  tuttiqoefti  per  la  maggior  i^arte  poueri  (percioche  ri  erano 
anco  diuerfi  nobili  &  cicadini»  che  viucuanoàlpefe  proprie)  Se  fpogtiad  de  loro  *be- 
luinfetti^lafciadà  Veneria>fidau^ la (pef^dalpubiico persi. gio^  .  Il  numero  di 
tanti  leg;ni  cofi  piccioli  conne  gro(fi(p^rcipche  vi  crino  alcuni  ar(ili>che  fono  corpi  di 
galee  disforniti)  pofti  intomo  à  LazarettoìiaRCua  ferabianza  d'armata  che  aflèdiaf^ 
le  vna  Cittidi  mare.  Si  vedena  in  àlco  vna  bandiera»  oltre  allaqaale  non  era  lecko 4i 
|>afirare>  &  poco  preflb  era  la  forca  per  caftigo  di  coloro  >  che  non  b^iucflero  obediro 
d  comandamenti  de  Superiori . 

La  mattina  i  bora  cot^petente  comparmano  i  vifitatorì  j  i  aUali  andando  i  barca 
per  barca»  intendeuano  fé  riera  alcuno  ammalato  :&  trouanoone  gli  mandauanoi 
Laasaretto  Vecchio  «  Non  molto<Iopo  fopraueniuano  altrej>^che  cariche  di  pane  » 
di  carne  co(ta>  di  pefce^c  éi  v^no^^  ac^ffpàitaoafio^ébgrAmo  la  detta  roba  d  ragio- 
ne di  14.  fojdi  il  gfomoper  bocca»  con  tant'ordine  »  &  con  tanto  filentio  »  che  nulla^ 
0ui  •Ali  {»c  della^crafi  leaciiia  raa  harqaoifiia  mirubik  di  diuerfe  voci  di  ooJòro  $  che 
9Ì  iaono  dell*Aue  Maria  lodauano  Dio  ^  cantando»  chi  Leunie  &  chi  Salmi  «  U  tem- 
po di  notte  non  (i  fentioa  pure  rna  parola»  pia*  vn  zitto  ».  di  modo  che  harefte  detto  j 
.die  non  vi  fofle  vno  huomo  vàio  non  che  otto  i>  dieci  mila  perfone*  Ma  non  era  però 

fiomo»  che  noQ  foflfero  rimorchiate  50.  barche  almeno  piene  di  ^nte  che  reniuano 
far  la  contumacia  :  le  <|tiali  tatte  er^o  accettate  &  falatate  con  Ucto  applaufo  »  Se 
con  allegrezza  di  ogn' vno»  protedanao  i  vegnenti  che  (teffero  di  buono  animo  »  per* 
che  non  vi  fi  lauoraua  »  &  erano  nel  paefe  dtCujcagna  •  Ind^^ron  preghi  che  vfduano 
dal  profondo  del  cuore»  (ì  voltàuano  al  Cielo  »  &  d  man  giunte  pregauano  per  lo  per- 
pecuomanteaimento  di  qu^fta  R^umb« Era  anco mtnbil  cola  i  v^fereidiuinero 
delle  barche  che  andauano  i  vifitar  le  loro  brigate  oon  diuerfi  tiafrafcaoienti.  Et  non 
picciola  marauiglia  dauano  d  riguardanti  »  le  cafe  di  taucrie  fatte  dal  publico  intorni 
à  i  margini  del  Lido  fopra  la  marina  per  commodo  della  gente  :  peraocfae  dalla  lun>- 
gapaceii(ijalbrma4i  vna  nuoua  citta  :  &  per  alerò  di  grato»  &  giocondo  aijpecto  > 
4[}uaadodi  animi  troppo  atterrici  da  tatn:o  nuUc^ìiott  foflero  fmiGfipreffi  6c  ooctt- 
pati  j^  ettrema  compaifione  &  dolore  s 

A    D    D   1    T    I    G    N    E. 

td'P^deWìum^  i6ìù.di<iiidlo  foffènel^  di  fopra  nanata  dal  SMpmin^^ 
aWabbonioHxadel  f^t$03  erano  gli  tJtppreJsì  dal  malevrouifti  di  Meiki  tCirugici^  &  alfn 
Miniai; MmaticofiT^aliiif^mimedicamentìi  ^fsifiitidammero  fH§Ui9m€  4$  SaC9t^ 
doti,  che  li  confolauom-i  &  amminiflrauano  i  Santijjimi  Sacramenti . 

F 
*  .  *   *  •  *  '- 

San  Seruolo. 

\yf  Olto  più  lontano  »  ma  dalla  parte  del  Lido  »  fi  troua  Tlfola  del  monifterodi  San 
^Vi  Senioh):ifam£a  gii  dimenaci»  trànfportati  poi  f  anno^itf^  dall'Attere  loro»  d 

S.lla- 


1S4  t>Cl    SESTIERO' 

S.Ilsrio  per  confenfo  <f  Angelo  Participatio  Doge  •  ^  ripieno  poi  d'altri  frati,  dopo  i 
quali (oc^fero donne monadhe di habito negro.  In  queAo  Sacrario  renne  altr^^ 
volte  occuttamcnte  Othone  Imperatore  l*annO  998.  vi(itato  anco  ocailtamentoi 
da  Pietro  Orfeolo  II.  di  quefto  nome .  Vi  giace  San  Leone  Vefcouo  di  Modooe.  Et 
vi  fono  anco  le  memorie  ai  Michele  Soriano  Dottore  &  Caaaliero  >  &  huotno  chia- 
riamo in  quefti  tempi  • 

ADDI    TIGNE. 

Le  M(mache  di  ifuefio  luogo  furono  trafporiate  in  f^enetia^  ioue  prima  abitauano  U 
Giefuitiy  come  fi  dirà  p  à  auanti  nel  Sefliero  di  Dorfo  duro  alla  Cbiefa  di  detti  Giefuiti . 

fiora  per  Decreto  Tublico  fono  Jiate  collocate  éfuì  le  Monache  venute  dal  Regno  di 
Candia  per  fuggire  la  crudeltà  ^  e  barbarie  de  Turchia  quali  principiamo  a  inuader  r/« 
fo  Regno  Como  1^45. 

San  Chriftoforo  della  Pace. 

FRdVenetia&  Murano  è  collocata  rifola  di  S.Chriftofbro  dalla  Pace,  per  ecct« 
(lotie  d'vna  pace  guidata  &  conclufa  fri  la  Rcpnb.  &  Francefco  Sforza  Duca  di 
Milano»  da  vn  Fri  Simone  delPordine  Heremitano  >  che  in  quel  tempo  (&  fu  fotto  il 
Principe  Fofcari)  era  cognominato  il  Fratacchione  .  Il  quale  riceuute  molte  corteftc 
dal  Senato»  hebb^  anco  in  dono  quefto  luogo>  fui  quale  aiutato  dalla  Signoria»&  d*al« 
tre  perfone  fue  diuote»  fabricò  la  predetta  Chiefa  confacrata  al  (iidetto  Santo  • 

ADDITIONE. 

Di  fwioUat^  e  diraro  yitinque^a  Cbiefa  la  Tauola  con  il  mede  fimo  Santo  »  &  altri 
Santi  daSe  parti  di  mano  di  Iacopo  da  Tante  di  Bafiano  detto  communemente  il  Bajfam 
yecchiOf  pofla  nella  Cappella  alla  deftra  della  Maggiore  ;  cbe  per  la  fua  belleT^  fa  datta 
aUa  ftampa  da  Egidio  Sadeler  • 

J>{elLa  Cappella  di  Cafa  More  fini  vicina  al  Coro  >  ve  n*è  vn' altra  »  dipinta  da  Francefc0 
2tù;,;;o  Iranno  1519.  con  San  7{Jcola,  S.jintonio  t^bbatd  e  Santa  Caterina .  Dalla  forte 
fimJirA  neli'entrar  in  Cbiefa^  abbo^  foUmente  il  Valma  Fecchio  altra  gran  Tauola  com 
la  Madonna  fedente^  e  due  gran  fizure  da  i  Uti^  che  rapprefentano  i  SS.Giouanni  Battijla  » 
e  Girolamo.  7{ella  Cappella  allafiniflra  vna  Tauola  con  San  Ciò:  Battifìa,  San  Girolamo  m 
e  San  Fra>ìccfco  di  manierai^  Santa  Croce.  ^Ua  deftra  ncirentrar  in  CbiefanelPvlth- 
ma  Cappella  la  Tauola  con  ^an  Girolamo  fedente  t  e  li  Santi  Tietro ,  e  Taoto  da  i  lati  di 
Ciò:  Bellino  dipinta  Iranno  j^o^.  Si  veggono  efpofìi(benche  corrop  dal  tempo)due  Stendati 
^li^quali  furono  donati  da  Francefco  Sforma  Duca  di  Milano  al  fudetto  fra  Simone  auttor 
della  Tace.  Da  i  lati  della  Cappella  Maggiore  fono  f colpite  in  marma  kffgucnti  ifiemoriù 

lacobo  Antonio  Marcello  Equiti  Senatori  Clarifliimo  Bri* 

xia  dura  Trienij  oblidionc  Icuata.  Benaco  Laceri  admirabili 

ihucnto  Claflc  per  montes  immiflfa  Verona  è  Picinnini  fau- 

cibiu  crepta  Raucona  cius  du€tu  aurpìcijsq.  loiperio  Vene* 

ta 


D^  i  CUOCE  ÈiB. V.     In 

iÒ2Ìki6ti Abdua amne prlmun  abeofiU  erato  cum ad  Me> 
..dfolani  vfq.  porns infulcatum  dTet »  vbi  ill«  iEqueftris  di- 
gnicas virtutis ergo  parta,  ac  Regni  Neapolicani  maritima 
pra^fedttra  à  Renato  RegeconuniflTa  >  cutus  &  facra;  fodeta- 
ti  ineer  prtmos  adfcriptus  eft*  pace  demum  honeftiffima  eiu» 
opem  vnluerfas  Italia?  data*  Valerius  eius  filius  M.p. 

Nicolaus  &  Petrus  Nepotes  te  Mat. 

eftreiRafn  operi  naoun  imeooi  ciuartint 

M.D.L.V.k.D. 

IRetro  Marcelo  »  lacobt  Antooij  fiUo  Equiti ,  qui  pateraae  vir- 
tnkis  aeniulator  Rfaodiginam  Pòly  neflinn  patria?  primositib- 
.  didit.  M^rtinengium  aduerfus  hoftes  aceriinos  feruaui^Caf' 
.  /fqitlo^tfin  faitum  &  Biblenam  caepit  duriffirnam  omnium  > 
obudioQeiaab  hoftepafliis .  Vnde  Pifis  Libertas  incolumis 
manfir>  Amptiffimis  bonortbiB  fìinAo  famma  femper  in  pa^ 
triam ,  in  Denm  pietate .  Valerius  Frater  Clarifs.  Marcella? 
familiae  tcAiinonium  poAut . 

Nicolaus»  &  Petrus  fratres  fècerunt. 

Extrefflam  operimanum  imponi  curanuit  • 

San  Michele . 

PTù  oltre  dgiugné  i  SanMichelej  pofleduto  da  i  Frati  delfordme  diCamaldoIì.D' 
fuori  dalia  mialc  fi  vede  vna  rìcchiifima  cappella  fobrìcata  di  marcii  i  difpiccata 
daUorpoddlàChìe&t  filtra  già  per  oTCra  di  vn^^encildonn^  della  tzùiMmvL^  Se 
ne  fiì  Architetto  Guglielmo  Becganiaibo .  GU  ornamenti  &  t  fogliami  della  portai 
del  Tempio  furono  lauorati  da  Ambrogio  da  Vrbino  •  Vi  fì  vede  fopra  vna  pila  vn 
San  Giouanni  di  bron:to  affai  bello  •  Et  la  prima  palla  à  man  dei  Ira  lotto  il  varco  fiì 
di  mano  di  Andrea  di  Bartolo  da  Siena .  &  la  '  paUetta'  nell'altra  cappella  dalla  fini* 
ilra  della  Croc^yConlanpflraDonnay^c  con  due  Santi  per  fìancc(>  col  ritratto  di 
Pietro  de  Prioli  Proairatór  di  San  Marco  %  cbe  vi'fTe  del  1482;  fu  opera  di  Giouanni 
Bellino  •  Vi  fono  etiandio  due  mezze  figure  di  San  Pietro ,  &  San  Lorenzo  di  mar- 
mo>  nella  cappelletta  di  Pietro  Donato  >  dipinte  da  boòn  maeft  ro  •  La  Refurrettiò- 
ne  à  olio»  fu  del  mpdefimo  Gian  Bellino  •  &  il  pie  focto  la  pila  deU^^a  fanta  è  £1* 
bricato  d'opera  antica . 


a  ; 


AD- 


i3(r  DEL    SESTIERO 

A    D    D    I    T    I    O   N   E. 

7{eUa  Saffrejtia  ri  è  vna  TéUiota  cmU  Madonna  »  &  akr^  Santi  dipinta  da  Gio:  BatH^ 
fta  da  CimegUanoy  il  cui  nome  è  feruta  d  piedi  di  effa  Tauola. 

Entro  atta  Cappella  alla  deftrd  detta  Maggiore,  ripofa  in  belfepotcrOf  ilCorpo  diS^Clam» 
dto  Martine  €ou  altre  RMimCf  porMoJa  Sfima  ^mm  1619»  à%9.  Sctttmfnrtt^mdalt^ 
mfcrittione  pofta  nel  medejimo  federa  fi  vede^vSrèlaf^uentfz 

Corpus  Sandì  Martirìs  Claudii  Commencarienfisanno  D.  CCC  ì. 
Paffi  V  f  I.  lidi)  con  pdlrfbus  ftcliquiis  aliorum  fanaorum  »  huc  ex 
Vtbe  Roma  translatitm  &  pofitum  anaò  Domini  M  DC  XVIUi» 

Die  19.  Septembris. 

SofralaVcrfafinncipak  fUerefionóbik  Sepólcro  in  mènanid  di  Gimdmtil>d^ore'' 
fcouQ  di  Ficensub  e  C  ordinala  creato  da  Clememc  Filici  (qit4Sép§krf  i  di  marmi  fini 
con  quattro  colonne  diordiae  Corinto  ^  . 

7ie  gtintercolmni  fono  fituate  due  flatucy  rapprefentànti  la  Fede,  e  la  Vruden^fat^ 
te  dal  CauaUer  Bernino  celebre  Scuùor  in  Roma  >  pendendo  fopra  di  effe  f^^rnti  dorate  di 
Cafa  Delfina  ;  tid  [patio  di  mexM  è  il  fepolcro  di  nobil  fmna  ùùn  fbpra  il  ritratta  fcoL* 
^oinmarm^deiL defonto Cardinakt del  minÈlfgant^ £it^9^fid^^ - . 

loanni  Delphino       , ,  •      . 
VeoetxRomulidumq.  fplendori  rutilanti 

Ciiius 
Vimis .        Visit. 
Memoria  •      Vtuir. 

Gloria.       Viuec. 
HIc 
Ad  Regem  Poloaix  defignatus  orator*  ad 
Reges  Hifpanùe.  de  Galiat  pturies»  ad  Carfarem*  ad 
Ctenentem  vi  1 1.  pron-adiaoti  nomine  LcgationibusoptinaèfìiivSkiis* 

Dilli  Marci  Pcocurator  aUnmptus  > 
Vinccotie  Epifcopatuipratficitur»  . 
£t  abecraem  Pontif.  Max. 
Interporpuntt  Collii j  Cardines  adrcribitnc 

Omoes 
Ita  kindesomohim  tttlit 
V^fpfiasiapientie  fulgori  nitiifiifiiBo»  fé  fé  9^Iitt  , 
Rez,  Regnum  credere  non  trepidarit . 
Obijt  in  pàtria  longèmaiora  adomans.  ^ 


v».'*  '  «^ 


M  DC  XXIL^tatisiaK  LXXyiL 
NiccrfausDelphinus  Nepos»  &  Heres 

Patnip  ADolUfiao  at^opunè  de  le  merito» 

P.    C. 

.Mtre  memòrie  tmeora  fi  tfggtnok  queJU  Chiefa  »  i'Hmmim  Chiari  »  &  lUiifhi  per 
Sentita»  per  Lettere»  e  per  armi,  'affaretti  delta  Cappella  del  Sacramento  in  lode  J^tdn- 
drea  Uredanoda  vniato  fi  dice: 

AodimLaaredjtmis,  hOcoIat  F.  magai  aaimi  nr.Venerìq. 

■  '^  F-*fFTffTttIifgatnffiiin  H^ft'KiA»  ad  Vincentùin.  jceciimè.iiii*^  ^ 

gnans»  ne  ante  aAaevit;  bene  getta  minas  bonetto  facceflìifìe- 

darer;  hoftili  oìafiu  fortiter  cadere  maluit,  qaam  turpi  Alga  li- 

beidiiiperdfe  » 

MDXHL  VII.rd.Odob. 

ViaitAnn.  LXUI. 

E  dàlt altro  i 

Andre,  tau.  NicoU  P.  cuiiis  animi  virttites  è  regione  intiié' 
re  licer  non  mòdopra^^aras  acdes  dum  viueret  erexir»  veruni 
ctiamaeteroitatis  memor  annua  pecunia  monachts  piò  lega- 
.  .  UU  magolficaq.  Tettudine  huic  Tempio  addita  »  hoc  moou.-  . . 
mentumfibli  &  Mariae  Baduariae  v^orioptimaeTettamei»* 
to  fieri  infiit. 

H.M.H.N.S. 

tieìla  Civita  della  iefiirrettiene  è  pfiaU  feptente  Infcrittione  ;         , 

Contarci»  Gooigja  R.Q^IXMaf!9'AaL 
Ob.M.p,LXHli.M.la,: 


EtinqaeUadeUaCroceyi  fottotiafraJcrittedeT^biliTriM  t 

Ù>nftantino  PrioIo«  Francifci  Filio  Ano  Senatori  omnibus' 
numerJs  abfoluto  Vincehtina  prx&iSt,  Bergomenfi  ,  Os- 
menfiq.  prae^  integerrima  perfun^  An<  Tal.  Al  D.  LVUI. 
Aeffta.XLVi.mortuo. 

Francifcoq.  Conftantini  F.  Patri  Sen.  Amplia. 

Innumerìs  Magiftrat.  Praeftd.  &  Legac  obiti» 

Do- 


^j^«         D  E  L    S  E  S  t  I  E  R  O 

Domi  foriiq.  éjfficHlifliis  Retp.  teriiporjlbus 

Patria;  Cariffimo 
Ingetiio»  Virtute,  Fide,  luft.  Facandia»  &  Conftant. 

Claro 
Ad.  à  par»  Virg.  M.  DC.  XX.  «tu.  fuc  LXIV. 

Vitafiiodo* 
Hieronymi  primus,  fecundus.  terdus  »  Petrùsq.  Prìofi 
Fratres  Filij,  &  Ncpotcs  M.  p.  M.  DC.  X  XI.       . 


taurentio  de  Piiolis  Se^at.  Confutiiatits.  In  Repub. 
forisq;  ampli(s.  honor.  fìindio  Pccri  Procur.  F.  Ann. 
LXXlI.obijcdieX  XIII.  Sept.MPXVllI.  Paula: 
Barbadico  Hierotrytni  Ploc.  S.  Marci  Patria:.  Pac. 
Filix Matronae  Integ.  Ann. L XX  III. Obijc die  i  S. 
Decemb.  M  DXX  Vili.  Hicrony.  P;  corom  Fi- 
lius  Parenc.  Meritirs.  P. 


I  ft  1         I  II   1    I  -     


Aloy uo ,  &  loanni  Prioiis  Fratribii;.  , , 
Petti  Diui  alarci  Procuratotis  Filij 

Quorum 
Alteri. fuffragat.  An.Ikl.  M  D  XX I X.  Proc digm 
adeptus  reiT)elq$&  ìteriità  in  Principacas  petit.Can* 
didatus  altet  poft  mukos  tnagiftrar.  innocentiflìme 
gcftos .  An.  Domini  M  D  X  X  X 1 1 1.  Confiliarius 
renunciatusRcnipub.diu  quaflatam  opibus  ambo 
opetaqj  6c  conniio  iìrmarunt. 


f      i 


Ftancifcoq.  «  Lawentio  Frati  e  eorum  Nepoti  Atauo 

Senatori  probicate .  pietateq.  confplcuo 

An.  Chriftì  M  D  X  L.  a;tat.  fua  LX 1 1 1.  dcfunao 

Hieronymi  primus,  fecundus  »  cere.  Petrusq.  Prtoli 

Fra- 


DI    S,    C  R  O  C  B    LFB.  V.      aj^ 

Frattf»,  &Nepoce$.P.M.I>C.  XXI. 
Sebaftiano  Prìolo  lur.  vtriq*  Dodorl 

Litteris  Gr«c.  Hcbraij.  Chald.  eraditifs. 

Sapìemifs.  Loqtìem.  FacuDdifs.  Nicofiae 

Reg.  Cyp.  Archiepifcopo  Integer.  Pecri 

Procur.  F.  Ann.  XUI.  obi.  die  1 L  OOobr. 

M  D I L  Hierooymiis  Prìolus  Nepos  Patruo  RcuerenfUffimo 

.  P. 

Sotto  dl^organoèpùflo  UCoroo  di  vn  tal  Eufehio  Spagnuolo  y  che  fi  fece  MoiuOo  in  éffte^ 
fio  Moaafiero ,  mentre  (  come  jcriuono  alcuni)  era  jtmbafciator  della  Corona  di  Spagna 
appreffo  la  Republica . 

'Ufi  fefoicro  è  notato  il  fegnente  Epitafip  fatto  da  jtldo  Manutio  : 

le^or  paromper  (ì  fte ,  rem  miratn  leges , 

Hic  Euiebij  Hifpani  Monachi  Corpus  (ìcum  cft  • 

Vir  vodecunq.  qui  fuit  dodiflìmus  « 

Noftraeq*  vitzexcmplaradmirabilcy 

Mo  rbo  faboraos,  fexdccim  cocos  dies , 

Edens,  lìbcns  nihil  prorfus,  &  vfq;  fuosmonc as> 

Deum  adijt,  hoc  fcire  vcdcbam,  abi>  &  vale  <> 

4 

DaU^aìtto  lato  di  rincontro  afftrgano  vi  è  la  tuemor'u  di  Tietro  Beljh»  >  dtefè  ^  vttim 
Generale  perpetuo  delta  dti^eiatvmeCafnddideafet  la  qmd  dice  : 

Petro  Delphino  Veneto,  Priori  Saoae  Eremi  CamakkiH  • 

Aceiufdein  Ordiots  Generali  *  viro  raodimooia ,  eloquentia  » 

Acomni  hamanicate  pratdtto  >  com  Reiigìonetn  per  V.  & 

XL.  anoos  integerrime  reziflet,  Monafterium  hoc  Diui 

Michaelis»  tuittó  ìpk  pròfèfluseiclenuhtea  prsefuerat, 

Ac  PauesBiemitar  hiiinfmodi  poiuere  ofiìum  monumencum* 

Vixit  amios  LXXXI.  Proéeis.  L  X I  ]  I.  Obiit  anno 

Domini .  M  D  XXV.  Die  z  v.  lanuarij . 

lt€0roètmto  di  fnigmi  marmiconinté^Udiligent^pmiierimejpiiforfidi»  e  ferpen^ 

<X^  Con* 


%^  DEL    SESTIERO 

CwJeriumoiiiieJliWiniei'pn  ìaippamtmiot  fittìed^.  r»iero  (ftnuerfo  Mattemutìc^ 
famojilJimo  d penna  in  Ber^awinaf  e  miniato  rcbe  per  il  fi»  valore  meritò  >  che  li  fvffero 
fatte  Medaglie  di  Brónzi  con  ìafiia  effigie  al  naturale^  e  dintorno  caratteri  j  che  dicono  : 

Frater  Maprus  S.  Michaelis  Morìanenfis  de  Vcnetijs  >  ordina 
Camaldulcnfis  Cofoiog^r  ap  hus  ÌQcoinparabills .. 


»  t   • 


X» 


S.  Giorgio  d'Alega  •' 


DA  altra  parte  apparifce  S.Gior^io  d'Alcgadi  frati  turchini  »  inftitiiito  daHa  fa* 
miglia  Giuftiniana  >  de  guali  Pietro  vi  ordinò  la  loro  Congregarionc .  L'edifi- 
cio Ai  molfo  orfiat09  con  fabriche  d'importanza  :  &  fn  fauoritada  diucrfi  Potntfid» 
Scdicjueft'ordine  fu  il  Beato  Lorenzo  Giuftiniano  Patriarca  *di  Veneria»  Hannoi 
Padri  predetti  vna  copiofa  libraria  in  ogni  facultd  di  coTe  rare  &:ftngolarL  Vi  fono 
medenmamente  diucrfe  pitture  :  fra  le  quali  la  tauola  di  Santa  Otherina  con  quat* 
tro  Santi  in  quattro  nicchi  Iguazzot  fii  opera  di  Fn^efco  de  Fra.ncefghi.  a^  la  tano- 
la  di  San  Pietro  >  &  dì  San  Paolo^  con  quen'altra  di  San  Marco  ^  fu  lauomta  da  i  Vi* 
uarini.  • 

Et  nella  Sagreftia  i  paftorladoranti  Giesù»  con  Paeft  aflai  vaghi  &  grati^il  furooQ 
di  Giouaa  Eattifta  da  Coniglianoj  alìieuo  di  Gian  Bdtinoi  Tanna  1 497.    ^ 

*      -  *         •  '  '      '  - 

S.  Angcloidi.  Concordia  • 

»...  i 

Dietro  trifola  predetta»  è^i:  fianco  S.  Angelo  di  Concordia»  habitatione  Panno 
lotfo.difraùi&coaccduta  poi  ddonnc  aonadie»  Finaknante  dishabitau 
per  rincommoditd  del  luo&Oj^&  per.  Tintemperie  dell'aria  >  fu  confegnata  dal  Senato 
all'artificio  della  poluere  (Klla  ^fa  delTArfenale  per  ficurezza  del  fuoco  • 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

Kora  viaitbiamataxtmmimemgme  S,.Abi^bMÌ0Vobmtpet  igtMftfildetta , 

'  $.Ai)ig«ladi  Coocoficfiav 

A   D   I>  I    T    ;   O    N    E. 

Quefftm^àhraJfliettas  chiamata  gii  S.^4nHhéR€om(i¥$a%Jituatain  me^^  fregne 
yicino  aUa,GimUlxas^  con  thìefan  UbkaHm^  e  "Clanfiri,  dònefianna  Frati  Carmelitani  0/- 
feruanti  della  Congregatione  di  Mantoà%  e  arefcta .  Dieefi ,  che  foffe  concejfa  à  detti  Frati 
tanno  1518.  dalle  Monache  di  Santa  Croce  della  Giudee ca^  con  permiffione  delTrincipe  % 
obligando  effi  Tadri  d  tener  le  fabriche  in  concio,  r  eparar  le,  e  rejiaurarle  fecondo  i  bijogni» 
e  toccorrenT^e  ;  edidareogn'ann^in  perpetuo  Me  predette  Madri  ibte  cattMoni  di  du^ 
libre  l*vno»  cioè:  vno  nella  fejìa  di  Santa  Croce  di  Maggio  9  l'altro  ilgwrno  della 


ce 


DI    Si    CROCE    XIB. ,       441 

c^VSOfrffllr-f.  Qiùià pmgùHùi Titcfii  tmepnn a^héHifC  ffmfm^ipm unità 

SanSecoodo. 

0trìaip£Ko  i  quefta  per  bngo  tntto  dì  riageio  *  fii  fimo  del  10:14.  daJU  famigliA 
B»^  il  moniftcro  di  Sin  Secondo  >  pocolontaoo  dalla  Citt'i  >  daSa  parte  di 
Canareio .  Nel  quale  cfTendo  gid  donne  monache  »  fu  poi  coiiceduco  i  frati  religto- 
fi:  Styi  fi  ferba  il  Corpo  di  San  Secondoi  condotto  da  Adi  di  Lombardia  d  Venetia 
moftianm  fono.        i 

SI  rìtrooano  jn  Tomnla  n^'asteifcrheo  SeftÌero.Vni.Contride.  V]lJ!;OiKre  par- 
rdochttli.  I.  diPrctiRegolari.  IV.DÌ  Moniche .  UC.  Catpi  SantL  ^Toiri  S«c^. 
X.  Organi.  Hl^Oratorij.  IH.  Spedali. VI.  Piatee.  L.  Giardini.  XCVI.  Ponti.XVIU. 
Pozzilubli<bi.  EcXX  III.  Corti. 


<J_  i        DEL- 


Ì42' 


DELLA  VENETI  A 

citta;  NOBILISSIMA 

Defcritta  da 
M  FRANCESCO  SANSOVINO- 


LIBRO     SESTO. 

lOdcSeftieriéDotfodurOiCofì  dettodalla  forma deI11foIà>  IxJ 
^cflendocc^mrfcojjliojerainguifadidorfo.  Qneftaftì  l*vltima_* 
della  cicti  che  fofìe  habita».  pcrcioctic  eflendo  cfpofta  all'incur- 
de  nemici  dalla  parte  di  mare  >  non  vi  fi  edificana  punco .  Ma  ve- 
alPrincipato  Orfo  Partìciparìo  Doge  ij.chcTÌfle  l'anno  8^  voi- 
>  &  confegnò  il  rerreno  per  rarut  cafc  >  i  gli  htiotnini  deputati  al 
feniit  io  fuo  chiamati  Efcufati.  quaG  Scudati,  che  hoggj  didamo  Scudieri . 
Trouo  in  Toa  fctittura  antica  notate  qucfte  Rubriche . 

Exckfatide  MftrianOt  &  corion  uomina,  &'fiau  ^ 

Excufati  de  Maxfirbo*  &  ifti  firn  ie  maiwAus  >  (r/wtf  tj^ 

Ixcufaii  ie  TorcelUh  Cr  fmt  9. 

Excufati  de  Cofiaatiacor  &  fuu  ijr, 

Excufasi  de  "PrioratM  Louoli  >  Ó"  fìmt  i  jr. 

Mdc  fmt  nomma  Excufatorum  qiàferumcin  Tdatki^fMìtt  1x4* 

l^ptnina  Excnfatarmn  nofiri  VàUttjJÙ'fmt  198*  &c. 

Di  maniera  ch'io  credo  >  Te  noftmi  inganno)  che  gfì  ETcufatiH  eleggeflcro^aHe^ 
drconuicine  terre  delle  contrade,  oercioche  Tolo  perche  remiflero  il  Dogci  ma  ano» 
per  poitidpate  di  qud  gcadapcr  uuoc  del  Principci  8c  per  godere  di  qucUc  détici»* 


Ì>1     DORSODVRa    tlB.  VI:  ^41 

ìttthcteictiano  gU  ECaxt^ì  peiibnsli  del  Doge  >  in  qudla  manien  die  hoo  hoggt 
per  fiuiore  gli  Scudieri  del  Papa^ 

Mold  adunque  de  predetti  Ercufati  andarono  ad  habitare  in  Dorfoduro  •  Et  oltre 
idò  venuti  in  difcordia»  i  Bdei>PolanÌ9&  Giuftiniani»  co  i  Barbolani  >  Selui  &  altrcj; 
funigliCf  le  quali  poi  ritornarono  d'efìtio  ad  inftanza  di  Lodouico  Imp«apparentadt 
Meme  i  fi  trasferirono  in  Dorfoduro  per  ordine  del  medefioio  Doge  •  ratto  per 
tanto  il  predetto  Seftiero  popolofo>  fi  riempiè  ^  Ca(e  &  di  Cbiefe  • 


p 


San  Nicolò  de  Mendicoli . 

iTiì  inanzi  è  Panuca  Chiefa  di  San  Nicolò  detto  de  Mendicoli  fatta  da  i  2ancaruo-* 
li»  &  refbuirata  in  gran  parte  pochi  anni  fono,  nella  quale  i  di  Qobile  il  corpo  di 
San  Nichetoi  con  diuerfe  pitture»  ma  corrofe  dal  tempo  • 

ADDITIONE. 

tiejbmrata  ^Jla  Chiefa  Cùmc  [opra  yfììpofcia  adornata  di  mólte  >  e  fìnTuUri  pitture  % 
yedendoft  di  Leonardo  Corona,  Chrifto  Giesùj  che  entra  trionfante  in  GeruTalemme  >  poflò 
fopra  la  porta  contigua  aU'uéltare  del  Santi ffimoj  e  nelfoffitto  il  Santo  Vefcou»  T^colMhe 
appare  ad^ alcuni  Marinari,  trauagliati  da  gran  tempefla  di  mare  •  T^elfpatio  ritondo  del 
foffitto  Francefco  Monte  Mez.'^ofece  il  mede/imo  Santo ,  che  fé  ne  vd  al  Cielo ,  infieme 
con  t^nhitetture  di  tutto  effò  foffitto .  Luigi  Benfatto  Topate  di  Taolo  Serene  fé  >  dipinfe 
in  gran  cerchio  dinanz^i  alla  Cappella  gr^ieil  Santa  Fefc9m  portato  dagli  angeli  al 
Cielo^on  vaghiffimo  pergolato ,  &  Coro  di  angeli  • 

Lifei  Quadri  poflifopragt^rchi  della  T^auata  di  me7^ ,  cioè  ila  7{afciU  del  Salua^ 
tere,  f^aoration  de  Magi,  il  Batte  fimo  nel  Giordano,  tOration  nell'Horto,  ilmedeftmo 
Bafciato  da  Giuda,  &  prefo  dafoldati  •  Et  fopra^vn' altra  porta  rapprefentò  Mosi  bàm^ 
bino  9  faluato  dalla  figlia  di  Faraone  ;  EnetTalcodiquellaTlauata  fece  yarie  miraci 
iella  Croce»  &  attioni  della  tergine  $  &  finatmeràe  neW Organo  figurò  il  Samo  cenfasr^ 
to  yefcouo .  . 

DiIaco0oTalma>ìèvn  Quadro  fopra  le  Comici  cen  H  miracolo  fatto  dal  medefimù 
Santo  yefcoua  di  multipUcaru  Orano . 

Si  numerano  fotta d  quefiaVarrocchia  anime  3500. 

San  Raffaello . 

ET  per  fianco  è  pofta^antichiffinia  Chiefa  di  S.  Raflaello»  edificau  da  coi  la^ 
Chiefa  di  San  lacomo  di  Rialto  •  Percioche  nella  feconda  venuta  d'Atila  in  Ita- 
lia» dubitando  Genufo  chiamato  anco  Giglio  da  alcuni»  Signor  di  Padoua  »  che  At« 
tila»  dopo  refpn^adone  d' Aquilea»  non  fi  voltafle  i  fuoi  danni»  per  hauer  dato  aìu^ 
to  alla  città  d' Aquilea  ccnrefierdto  Padouano»  mandò  neirifola  di  Rialto»  la  moglie 
Adriana  co  i  figlmoUnCon  lafamiglia  &  con  gli  arnefi  fuoi  più  cari .  La  quale  sbarca- 
ta i  punto  in  Dorfoduro»  fece  voto  all'Angelo  Ra&ello»  ai  fabricar  al  fuo  nome  Voa 
cappellai  s'il  marito  fi  fiiluaua  da  fuoi  nemici  • 

CL  3        tor- 


144    V     i  D  K  L    5  E5  T  ì  £  k  (5      '    ^ 

i  IPòmato  adiiiiqMOsnftiHo  lìbero»  h  dolina  ibdfsfece  al  voco.8t  faabkanchy  inque-^ 

(la  contrada  fì  diede  i  praccicar  con  le  donne  di  San  Zaccaria  >  fole  ifìonache  ìfi  Cfotl 

^ró»o'in<5iiéftaCftt<.  Perdte  edcndOfÌTiia  delle  %liuole  tfA^iriafia  inua^hita<ii  1<^ 

' tt>f  n  fece  monaca  >  &  (li  dice  che  fu  la  feconda  Badeffii  di  San  Zaccaria  >  di  maniera:^ 

•che  contratta  fra  loro  iflretta  anucitia>  letnonache  fakndoogm  Sabato  in  barcàj  «• 

4liiuatió  i  San  Raffaello  i  &  vi  cantauano  vn  folemie  Vefpro .  Ma  venata  la  Sfenora  i 

morte»  lafciò  pct  tcftamento  TOr avòrio  aBe  monache  >  alte  qnaK  f&  per  ImgtiìAino 

tempo  fottopofto .  Il  quale  eflendofì  l'anno  8p9^  abbruciato  per  vn  tuoco  >  che  con- 

fumd  tutte  le  cafe  all'intorno  i  San  Raffaello  per  repclatione  ai  San  M^o  t  fu  rifa- 

bricato  di  nuouo  dalle  fattriglte  Candrana  dt  Ariana  »  &  le  donne  di  S.  Zaccaria  ner- 

detono  la  giurifdittione  •  De  quali  Ariani  fì  veggono  ancora  Tinfegne  in  diucrfì  lup- 

^1  Jdcd  TcmpiOi  &  vi  è  ripofta  l'Arca  loro  poco  fuori  del  coro .  Pomede  di  Sàcw  il 

^^orp6  di  SrNìce»  Vefcouo  d'Antiochia  •  Vi  dipMe  in  vna  cappeHa  de  i  Micheli  Va 

San  Nicolò»  con  San  Luigi»  K.San  Giouanni)  vn  Pittore  chiamato  jl  Piua  •  Vi  è  anco 

di 

«a 

fopra  la  fcpoltura  del  Celfì.  &  dopo  il  Rigabelli 
,ua<!mt(maiee}  condotto  à  Vcnetia  da  v  n  Tadefco .  il  qnai  fànorìoo  ^  Macmé  Stoa- 
tO)  che  fcrKIe  lahiftorias  diede  il  cornomedi  TorfeUoai  Sanato  •  ma  eftinto  ttcoìl 
TorfeiJo»  ii  r  ìero«rano  i  Ninfali  >  c£e  £  c^ne«aao  attauerfodicokidie  f;lì  fonau 
eoa  le  dita*  &  erano  co  taiU  4x>m€  gjU  pi^n  i  #  ma  £  toccaiiano  ibhM^^ 
lira.  &  di^efli£rfie  vede  reftmpiofoMaviuportadefo  eenettaSaUdcl 

Cìltui  Com^  in  m»o  à  gU  Angdi*  nella  £ucia  dd  pai:adsi<x  VimnmcitefittOM 
\]Ci(tY)ttau  gh Or gioMbeiòoo  in  ito  *"> 

A   D   D   I   T   I   O    N   S. 

•    •  .  ■  ■  . 

éeTemfiopténc^t$daJhttdMmmfil'dmmi6iii.nil  Vrimrpm^  éi  Ornami BernSo  fi^ 
fm  H  ióoMkdì  frmc^jiùCmtìm  ctm>frejbaddì!ti€$pe^amti  Pont  >  yìi^4i  la  Ma^i^ 
re,  che  all^incontrù  di  Tramontana  ^/Id  fofio  in  Ticchio  vn" angelo  moUo  ben  ftatptt^  in 
mgoHimche  uuaoXA  H'nattaralè€m  TiAta  imàm.Valtre  thiti^ardmn  /'Mi  Wr^  Onen^ 
te,  Coltra  verfo  l*Occafo$  con  due  Campanili  pmili  ceferti  di  fiombo .  Si  M^^ua^uim  il 
fudetto  Corpo  di  S.^iceta  Martimipafttm  wegm  fefohn^  fofna  J*,MMrc4eltjtilgtt9^  Il 
Tabernacolo  fitHOto  fopra  l'altare  della  Cappella  Malore,  e  tutto  di  fini/limi  marmi 
con  colonne,  e  rimejjt  di  poriji  e  Traghi  volorhcoftfgure^  altri  ornamenti  di  Mronxjheret^ 
io  da  Luigi  fofc orini  Vrocurator  diSitn  Mmvh  che  Vfert?  al  predente  >  il  i/uale  fece  anco  la^ 
firicareupauimento  con  marmi  finidiuifati  efìa  Cappella  •  Prà  le  Vitture  ri  è  diftr^olare 
,y^\tmAa  con  Sakfrmcefi»tAeriCMghr  Stimmate  dilmèpoTédmk^pefiéinhaUffinfó 
éékarenellaCapeUaalUdeftradelU  Maggiore,  fMdstada^ff^ 

Uiégi  Btfrfattód^nfe  in  due  Q^fodri  l'^dngelo,  cbe  accompagnaToka^  dr  il  Cemmiom» 
dhr  fupplica  il  Salékitare  «  Inoltro  quadro  Antonio  ^àUo^  feceil  Serpente  di  Aropnu)  cm 
-due  fgure  di  Trofetti.  Sii  fatto  gran  parie  dèi  f noto  delia  Chiefadi  quadri  H  mmmircfi., 

a  hiémhi,  fi  Tkidergemh^*Ultari, che  marnano  9  ferratura  ini 
i  wc9to$  e  peijtUtoue  • 

Hd  quefia  cura  anime  3  2  oo.  . 

San 


D  !    D  O RS-ODY-R:  O    Liti  VL    ^x 

LOiktaoo  poi  di  quindi  vcrfo  terra  fennaf  la  profapia  deBafei  »  (àbricò  Saa  Ba^fi- 
IJo>  il  quale  caduto  Tanno  1 347.  per  va  terremoto  »  fu  rifatto  come  G  vede  «  Si 
ripetano  in  quefio  Sacrario  S.  Co(tantino  ConfeOore  che  venne  d'Ancona»  &  il  Bea-^ 
to  Pietro  Acocant9  nobile  Vinitiano  • 


A    D    D    I    T   I    O    N    Er 


Si  vede  di  nmuo  in  quefta  Cbiefa  C^Uar  ^ande  fatto  di  marmi  fini  in  forma  moderna  i 
con  due  porte  da  i  lati%f  eirle  qmlifienna  nel  Cororpiofladietìà  ad^effb  Mtare .  'ÌJ^e  i  vani 
fopra  i  yoUi  della  'Kauata  di  me^  vi  fona  akmigran  quadri  con  Hiftorie  diuerfe  del  Te^ 
ftamcmé  re^dm^difimida  ratòrefi  VikeHMnut  VUwa  dHfagb  èdi  Cmill»  ìUrpe- 
S»*VFuéfdiGie(efftS€9larul^Qua^li^  TNm 

dMiU  :f)Mo0mfKdatia  i  Jk»iA$  di  H»^^  di  TìHoMm  del  fit^èatteo^la  CenordtCbrifiót  « 
Vicino  oiaCéfpeH^MSamiffin»  VietroHeràFiaminsdtfecjeUSabiatwt 

^andotÈoalCmam^lgjmge  qttefUCbi^  BMfdamao  ,4ndearam  ùottottc  mlU  Sumi 
Tùà^%ìmm^mol0  fStum  fer  Leture . 

Sostata  quefi£Ciiefa$ficontanaanimt  1900^ 

^  $||9ca  MargKcrìca . 

Dlfcollo  cento  bracda  per  diritta  linea  apparìfce  Santa  Margherita  fabricataJ 
fotto  Pietro  Tradonico  Doge  i  a«cb€  iq  Hmvio  837.  da  Gemano  Bufi^aco  pa« 
dre  di  Mauro  quinto  Vefcouo  d'OluioIo  •  La  cui  cappella  grande  di  mofaico  di  ma- 


k^iieftò^  TeiMW^  la  inaggiored^ 

yacciHoonffltop  dcQtfmeliti ,  \ 

A    D    D    I    T    I   O    N    E.  •  i 

La  Cappella  grande  di  Mofaico  9  fu  per  la  fuayecchieT;^  gettata  i  terrai  e  rifatta  in 
JSÈf$f$AmQdarn4ate  qM0idr^  lummo^ 

Ja:^fmkdlk  (pulipno  ^^  le  Indette  TitturedelTtiuoretto  con  OMùmta  di  fregi  <U  ai- 
fira^ntancy^Voi&anèaÈUlMoperd^eg^  ntabemacglo  %  cbe  yf 

fqfafi^a;SHamramtcSediperi  Sacerdoti  dinoce  beni^fiUk  compartita  conint^Ui  p 
^icofonnelle  dimarma  Snq  maeehiata^cbe  le  dimdpm  ,^pet  cmtintMr  poialtri  omamàUi  1  f 

forfè  rmaùare  tutto  il  rèfiadeUa  chic  fa. ,  ,      i- 

SmoU  anime  %QOQ.iHCitca. 

Sin  Pantaleonc.^ 

F^i  qtteflcappanTee  motto  nobile  San  FaneaTeone»  (bndamlluhw  to^^.  ^alle  fai- 
miglieS%nol|8irC^ 


-e;'! 


a4<f  D  E  L    SB  S  T  I  E  R.  Of 

&  in  Padoua  Dotta  della  qaale  ih  ogni  et^  fono  flati  al  gooemo  huomini  che  poi 
riufcirono  Vefcoub  Arciuefcoui  »  &  Prelau  importanti  •  Il  paradifo  Sguazzo  nella^ 
cappella  i  mezza  Chiefaj  fu  fatto  da  Giouanni»  &  Antonio  Viuarini  Tanno  1444,  ^ 

J>aluHle{ Sacramento  è  di  marmo  di  mezzo  rìlieuo  •  Vijgiacepariment^  vn* Ardue- 
couo  di  Corfiì  della  famiglia  Gritta»  &  vn  lacomo  Barfaldo  Oancelliero  del  Princi- 
pe Tanno  1 300.  &  Piouano  del  luogo  •  Vi  flette  vn  tempo  fotto  il  portico  vn  gran^ 
falRh  portato  dalle  fondamenta  di  vna  fortezza  allora  chiamata  Mongioia^ch^era  de 
Genouefij  per  ricordanza  perpetua  della  vittoria»  ^  dell'efpugnatione  d'elTa  fortcz* 
ia>  hauuca  da  Lorenzo  Thiepolo  • 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

Hd  di  rarù^uefla  Chiefd  U  TamUMf^ltarg^andCi  done  Téoìo  f^ermefifece  ilSan^ 
tù%  cheguatifct  yn  fancmlo  9  edai  lati  della  Cappella  Iacopo  Talma  rapprefentò  in  dm^ 
ghm  (Quadri  -m  miracolo  del  mede  fimo  Santo  di  rifanar  vn  Var alitico  prejente  flmpera- 
Écr  Maffimiano  in  thuh  e  neU*altro  lafua  DecoUatione .  E  di  Vacio  fudetto  medefimamen^ 
te  la  Tastala  con  S.Bemardinòpofta  neltotUàre  de  Lanainoli,^  itQuadrotche  rapprefeth- 
ta  lo  Spedale  di  Sienafdoue  San  Bernardino,  prima  di  farfì  Religiofo  ,feriiii$a  à  pouerìin^ 
fermi  in  tempo  di  pefie.  In  Sagreflia  vi  è  vn* altra  Tamia  con  il  Senatore  depofio  di  Oro- 
ce^dipinto  da  ^Icgandro  ^arotari  detto  il  Tadoanino  9  &  vna  delle  fià  Eccellenti  opere  9 
che  sii  vfcita  da  fiioi  pennelli. 

3000.  £  pin  anime  fono  in  quefia  Tarrocchia  * 

•  '      "  .  ■- 

San  Barnaba. 

DI  quidam  quale  fi  dimoftra  à  r^uardanti  con  honorata  apparenza  S.BariHUia^ 
aiTai  i^oflfimodo  Tempio  con  fpatiofa  piazza  edificato  da  sii  AdanU  Jn  queftou 
▼ede  di  buonoiuella  cappella  dalla  lininrasla  palla  à  guazzo  della  coron^tione  di  No-^ 

ftra  Donna^on  Angdi  &  Santi  ailai.  &  fu  di  niano  di  Giouanoi  8(ii!A2lton^ 
ai. 

ADDITIONE. 

Oltre  atta  Valla  ie  i  Fiuarini  vi  è  ancomtelta  dell^Mtar grande  fHmatacommmtemefp^ 
te  da  intendenti  di  Damiano  MaT^fà  difcepolo  di  Titiano  ,/f  bene  il  Stringa  la  pane  per 
opera  del  Tintoretto .  La  Tauota  con  la  7{attuitd  della  Madonna  fa  dipinta  da  jtntonio 
Woler.  laèopo  Talma,  fece  in  vn  Quadro  la  Cena  di  Chrifto  con  gt'^ùofhli  molto^  presta 
daVrofejJbri .  £  ftpolto  in  quefta  Chic  fa  Claudio  jlriojlo  "Hifote  aelfamofo  Lùdòmco  H 
'Poetai  del  quale  fi  vede  Ut  feguente  memoria  i 

D.      a      M 

Claudio  ArroAo  Poetae  Nepoti,  qui  poft  Leganones  muttas 
9pud  Piim  QttanumPont.  Maib  Carolim 


I 


DitrtJnsaDv&oi  LiB.  ri.      147 

Imponi  I L  Hifeaiiiiuoai  Rege»  »  aepoftpemo  apnd  hadb 
&renUIiiDain  Kemp..  prò  Prindpibus  Eftenfibus  honorl» 
ficèperaAas,cuiB  prìuatc  vit^ftudioaliquot  aoQos  Deo» 
fibiq.  vixiflet ,  fecandum>  &  odo^mum  annum  natus» 
&lidflime  ex  h^c  vita  demigrauit  V  li.  Kal*  Decem- 

1"  2,  .^. ,  • 

San  Gcruafo  2 

Ndi  poco  diTcofto  fu  redificaco  Tanno  1028.  il  Tempio  di  San  Gernafo»  &  Pfotafo 
_^  detco  dal  Volgo  Trouafo»  dalle  famiglie  Barbariga  &  Caraaella  •  Ampio  >  nota- 
bile! &  di  bella  apparenza  $  nel  qoal  fi  conferua  il  corpo  di  San  Grifogono  ^  che  vi  fii 
portato  da  Zara  •  &  nel  fottoportico  è  polla  la  memoria  di  Antonio  Milledonne  Se- 
cretario  del  Config^  de  Diedihuooio  di  fomma  pnidenza  &  di  conofduto  valore  • 
Et  di  dentro  vi  hi  parimente  vn  nobile  Altare  >  pofto  in  honorata  cappella  del  me* 
defimo  Secretarlo.  La  qualChtefa  come  anticaperrapparenzifua  9  fu  da  quellfttn 
fiiorì  di  San  Pietro  in  Caftcìllo»  la  maggiore  che  (offe  fatta  d  Tuoi  tempi .  ò  perch'ella^ 
in  quello  SelUerohauefle  luogo  della  prima  >quan  come  più  d^na  di  tutte  Taltrc» 
circonuidne»  òpure  perche  feruide  a  gran  parte»  ne  gli  onici  diuini  della  gente  anco 
diktda  Canale.  Conciofia  che  ella  hilembianzai  vn  certo  modo  di  Cattedrale  • 

ADDIT-IONE. 

Cade queflù  Tempio  fémno  \^%i.ptrUfua  Vtcchin^  »  il  quale  fu  poi  riedificato  in 
maggior  aripiex.%a  >  e  di  Più  notabile  >  &  bella  apparenza  fopra  il  modello  del  peritiamo 
architetto  Andrea  Téltadio.  V{onripofi  più  in  quejUChiefail  Corpo  diSanGrifogono, 
offèndo  fiato  riportato  à  Zara . 

FràgFomamenti  commendabili»  in  è  la  Cena  del  Stoi$n  con^  Apofloli  di  Iacopo  T inf- 
ioretto 9  il  quale  fece  anco  laTanola  con  S^uintenh^bate  tentato  da  Demonij  in  varie 
forme  di  Donne ipofia  nella  Cappella  di  Antonio  Milledonne  Segretario  fudetto  la  cui  vi- 
ta  fu  ferina  da  altro  Segretario .  Quejle  due  opere  del  Tintore tto  per  la  loro  rarità  fi  veg^ 
gono  tn  ifiampa  •  Tielì^Mtare  di  Gto:  Sarbarigo  Trocurator  di  San  Marco,  dipinfe  la  Ta^ 
uoU  Tietro  Malombra,  facendo  in  e  fi  a  la  Beata  tergine  con  San  Francefco,  e  San  Libera-' 
le  .  oiUre  quattro  Tauote  ri  fono  di  Iacopo  Talma,  trna,  che  rapprefenta  la  'Hafcita  deU 
la  Madonna,  PaUrala'fuajtnnunciatione^ofia  neUa Cappella  dett abbate  Benedetti  ; 
La  terxAhà  il  Redentore  del  Mondo  depoflo  di  Croce  con  ta  tergine  Madre,  e  le  pietofe 
Marie  •  La  quarta  contiene  la  F ergine  in  Gloria  con  San  Gio:  Battifta ,  e  San  Marco ,  & 
i  piedi  San  Domenico,  San  Francefco,  e  Santa  Lucia, pofianelC altare  eretto  da  Domeni- 
co Lione  con  quefla  memoria  : 


•  •  •  ■  >^ 


Deo  Opt.  Max.  &  Deipare  Virgini 
SàceUom»  atq.  Aramcum  flaniae)  voi  falutarìs 


Ho- 


i^         D  B:  L   S  JB'S :T  F  JI CRTO r 

NdAia  prò  xninvfoflMtf»  vxDtì%  flfc  iìnnm 
iMDoletur,  Doomuìcus  Leo  >  Aioy^F.Semrac 

loannés  Marcus  Molinus  lulii  F.  Sacelltjini  bqc  »  a^cjj 
Aram  cam  Flamine  ad  Laudem ,  &  glorlam  Òmnipo* 
tentis  Dei  »  San^iffianeq.  dttr  Geaitr«tfs  Mari»  femper 
Virgiais  prò  animae  fuae  »  Se  vxoris  Cariifimc  i  fuorumq* 
AliueerìgeadDoC  i5^f»  ;) 

4 

StdfcpoUoiHfteJfaCbiefihféctfkmófalacofa^  Kika^che  elfend&Capi$é»ictk  f^ 
mperh  VfioM^émUéfrefènÈegiefrétUTmcQ  fppflojfiDm^MeUifer  impedir  Pp^ci^ 
H  diiffici  flrem  att^rmai^  Twchcfkot  wpottni^  cmèa$ierlà.s  fer  Uyem^^mtppm^i»  * 
mentre  vjf€itiai^àéut*Mac€arta  net  p(n^  doue  incendiò  9  e  disfece^  moki  éi 

smlem%  aUrinegit^if0ni(h  attirine  frefe%  tibetimdohu9nnHmef^difchiM$  eféiamte^ 
fhi^denemcit  refiandonemeni  più  diyooo.  Segm  wnefi^fdJtmdi^^di  Mfég^é^i 
liM^per^ilehefikdect^ratadelUd^mtddiCandkreéeiSen^  e  dén^aegUmae^èm^ 
M  ai  3  QOQ«  ducati  di  bn^na  yalnta.  Sopra  la  fnafepottwra  è  intagliato  quefia  SifigiQ  % 

BqahtsIacobcRip» 

Offa 

Hac  vraa  componuntuc 

Cq^kitcgitiir  oofflen 

Qvtoà  * 

KoQhabetVrnam. 

luftintts  Scnacor  Frat« 

Acroitati  Fratria 

MDCLV, 

Siri^ltathnidiqneJhyé^roJ^S^reilCMte  ^ifònfo  lofchi  nfi  f  fmi  Contendi 
'^fici.  •  ^ 

Sotto  i  ftefla  Cbiefa  fono  anime  z^^oct^ 


r     * 


^ 


SAm^Agoefe  Tempio  affiti  vnertndo  wxìatanmrh  «mi  KModollpoMlft  Mr 
15 .  ^mi  Manti  alla  kitàtmà  fita»  fìifoddata  ,chi  dkt%L  i  Mdlini  ttobili  allfira 
non  pure  in  VenetieMna  al  prcéeim  ia  Fioiienaa»  ft  in  Romi>  St  di  antica  pcofapia^ 
pcncheCicerMefarkoffdOiiiqcicftagem^idtiMdiceda  Ma  in  q^uaku^ 

mie  anodo  fi  {b>  è  Chte&  molto  antica  &  di  bella  ftmtcwa  (  Et  vi  fiiròorail  corpo  di 

•  s.  Venetto  •  Okte  à  qàcttsi  vi  (i  adona  ma  fraterna  la  miai  ctta  vna  nriora  che  «in 

*  goaemo  ^  gimiam  dooKdte  fino  all'età  da  maritoi  dalla  quak  >  appimlciido  co(b« 
'tniciDiH&akretktilccMWienettoliadomìeyfonopoì  maritate  d  mdfeixìonache^ 

fie  ffloniftcri  «  fecuntrando  in  luogo  di  c^wUe  cbe  tacano  akredoiiae(i<i>o&  tanec 
éì  peFfoncfeonwate  fcr  i^ottimaìnftkutione  dd  loogo  4 

ADDITIONE, 

'timfi  yenetafiàin^IUChi^aU  fidemCiifr]^ 
temoo  detta  pia  reftauràrtone  •  La  Youda  iettaX appella  grande  con  ilmartìtio  della  Saf^ 
taTmelareèdimattoditaCùpo  Talma  nm  ben  finita.  7{eW altare  eretto  da  Andrea 
BertìtgOf  JtUgandroy'arotaridipinJilaTaiiùla^  fumando  in  effa  San  làcépo  jipoftoU 
congrandeliéikemafediU^enKa  »  si  yede  anco  del  medefimo  Talmavn  ritra$fdiGa^ 
ff  aro  Martini  0Tionan6mfkeJÌ0Chiifit, 

£i  m«rMMitM»ri800. 

SanVitJó. 

SAn  Vito  fd  opera  della  Crfa  de MagmfaAm>?t7.fl0bilitata  prima  MfIocorp<i 
della  Beata  Contefla  della  famiglia  Tagliapierai  ^  poi  per  Tandjua  dei  Principe 
che  la  vìfiu  ogni  anno^  fi  come  nel  la.  lihto  s^&4etce^»  -  ■  ■  u 

A   I>  D   I   T   1-  O   N   E. 

Hi  ìmUì  omammi  quefia  Ghie  fa ,  e  fri  lepitture  è  fakolare  U  TatuU  ioue  fau»  éi- 
finti^^tìntfisaui»  efiemh  §perA4ei  atià^hflgUnii^ihcfinmM  fmtft  'Pìulih  ftp»- 
t4tàif9  iieifiia^jtkar  Mx^gim^  di  mano  tU  JUmeèìngiH.  radeU  StmgtiiehtUfatia 
M^SSm*  fi0fl»M  fmaunie  pdtJkMtedeUM«4»  H òtkmmi  Tie^ir  «Mw«MÌn» 
Te0mmtciimdeiSen»t0>  niuUikt^trilfesfmte  ì 

M.CCCXVMI.Dicicvnt.IùI$.  ;        ^         ^ 
Itetn  I  qnodpalieftrate  ',  quaefuerUDtde  DomoBaianodtis 
proditoris  concedantur  Eecicfia^Sanài  Viti  prò  repara* 
tione  portae  maiorìs  ipfius  Ecdefiìt  • 

■    *  '    - 

Stfnoìc  anifne  iioo* 

»  ■* 

^  -    -     ■       •         —  Sa.'  . 


150  D  £  L    SESTIERO 

San  Gregorio  • 

Svi  canal  glande  ò  qoafi  poto  in  dentro  rrTpomle  per  fiancóSan  Gregorio^edifeio 
della  faniigUaPa(quafa>hablcato  gii  da  frati  monaci  Cottola  cura  a>  Abate» 
il  reftaurato  dal  Vefcouo  Bartolomeo  Paruta  huomo  dotto.  Il  qoaleicontra  fua  ve- 
gliai hauuta  quella  Chiefa  da  Califto  III.  col  mezzo  di  Filippo  Paruta  Arciuefcooo 
di  Candia*  fommamente  amato  dal  predetto  Pontefice  >  vi  fii  il  primo  Abate  di  eue- 
Ila  famiglia .  Et  percioche  quefto  luogo  fottenttò  nelle  ragioni  di  S.Ilario  gid  fabrj- 
catodaGiuftinianoDogedecimo>diquiè>che  pofliede  gran  parte  del  territorio 
deUe  Gambarare»  di  TrelIigoli>&  d'Oriago  >  sì  per  antiche  ragioni  &  giunTdittiom*  % 
come  anoo  per  priuilegi  &  per  doni  di  diuerfi  Imperatori  •  Vi  fi  vedei pochi  anni  fo- 
no» per  gratia  elei  Senato  >  quel  Marc*Antonio  Bragadino  martire  di  Chrifto  »  il  qua- 
le difendendo  la  Città  di  Famagofta  nelllfola  di  Cipro  %  fu  crudelmente  efconato 
dall'empio  Barbaro  Muftafì  Generale  di  Selim  Imperatore  de  Turchi»  nella  guer- 
ra dell*  anno  1570. 

ADDITIOIJE. 

IlSMnga^regifira  lefeguentìmJcrUtìonidtl  fudetto  Marc'jtntCfHìo  Bragadino .' 

Marci  Antonij  Br;lgadeni  Pntfi&ì  infignis  Reliquiaeg^ui 
Orhomanorum  potentia  acerbe dcceflìt,  &  Io:  Aloy (ij/ac 
Andrea?  fratrum  Senatorumq.  intcgerrimorum  oflfa  >  in 
hoc  familia?  fua?  fepulchrofita  funt  :  Antonius  veròpten- 
tìfs.  illis»  ubici.  Tiuenti  fccic.  M  D  LXX VI. 


Èimm  pUaftro  della  Cappella  Maggiore  : 

Marci  Antonij  Br«gadeniPra?feai  infignis  Rcliqui^e  ; 


flageUatù 


Cohmna*&  il  mede  fimo  Croc^jfo  con  molte  figure  di  mano  del  Foler.  DeffJtlunfe  iilLa^ 
iforo  rejufcitato  da  Chrifto  di  fingolar  beae:^a.  Fece  Domenico  Tintoretto  U  Quadro  della 
moltipUcMion  del  pane,  epefci  per  fatiar  le  turbe  »  molto  fiimato,  douefono  vnpouero ,  ^ 
ynayecchia  naturali ffimt.  E  d  prefente  abbate  di  quefto  Iwm  il  Cardinale  ChrUlofwo 
yidmantiobile Feneto .  ^  * 

Sotto  àjiuefk  Chiefa  fonò  anime  2000.  in  circa . 


t  . 


S.  Eufemia . 


A^ir"\^°i"'i^**i'.*'?*'^®  ^"r?°  trattodi  Dorfoduro,  fi  dificnde  di  li  dal  Canale ,  1*. 
Ifola  della  Giudecca,  chiamata  prima  Spinalonga ,  ma  Giudccca  poi ,  per  la 
prima  habuationc  che  vi  fece  knatione  de  Giudei  quando  venne  à  Venctia  Sono 


m 


Dì  ^  ORS  O  D  V  KO  tm  TX        a j  i 

k'ipifcOiip^Chiere  (bctò  il  pttdéttoSeftieròf  conhoiti  Scgiardiui  in  tanta  còpia»  che 
condifcono  in  ogni  tempo  qfOl/R  torta  la  città  • 

La  Tua  Piene  è  la  Chiefa  di  Santa  Eufemia  >  detta  Fomia  daHa  plebe  9  antico  edifi* 
do»  della  famiglia  Dente»  della  quelle  Gioiianni  Tanno  P5 1.  fii  Ambàfciatore  di  Pie- 
no Candiano  IIL  Doge  all'Imperatore  &  altri  dicono  da  gli  Ifcoli ,  da  Selui  »  &  da  i 
Barbolani.  L'anna  1378.  vifuronomandate  le  reliquie  di  S.TccIa»  Eufemia»  &  altre 
ioficmc  da  lacomo  Goqte»  Patriarca  di  Aquilea  • 


ADDITIONR 


In  inteftifnjflimi  pafpaiamù  èfiat$  rejkwraio  il  Camffanile  Còme  ancù  la  Chiefa  in  moU 
t ibimif  che  rofUnatia  9  e  dentro  abbellita  di  Altari  9  e  pittnre.  Di  antico  (i  amfnrna  ma 
TmoU  di  mano  di  Bartolomeo  y'marm  con  San  Rocco  nel  mexzjì  in  campo  d'oro^e  Usanti 
Sebafliano»  e  ludomco  in  due  tticche  dalle  parti  •  'HeUa  Cappella  del  Sacramento  fece  Lni^ 
gi  Benfatto  (a  Cena  del  Signore^  &  il  Centurione . 

Sono  foggetteàque ftaTarroc^ia  anime  ^ioo. 

San  Biagio  Catoldo* 

MA  su  la  punta  delPIfola  verfo  Padoua  giace  il  Tempio  di  S.  Biagio  »  &  Catoldo 
detto  dal  volgo  Catoldoper  fattura  &  Capouani»  de  Pianighi»  &  de  gli  Agnuf- 
dei»  de  quali  Gualtieri  Agnnfdei  fu  VefcouoOIiuolenfe  Fanno  1272.  Ma  derefitta^ 
pòi  ò  per  la  lontananza»  ò  per  altro»  la  Beata  Giuliana  che  habitaua  in  Padoua»  tras- 
m'itali  in  quefto  facrario»  indimi  Pordine  delle  monache»  &  lo  rei taurò»fic  accrebbe» 
&  ornò  molto.il  cui  cotpo  fi  vede  ancor  intero»  con  marauiglia  de  riguardanti  »per* 
Cloche  morta  Tanno  1 226.  &feppellita  nel  cimicerio»  fu  ritrouata  molti  anni  fono 
incorrotta»  &  intera. 

ADDITIONE. 

« 

mpofail  corpo  delta  fitdetta  Beata  Giuliana  tergine  [opra  vnf  altare  in  beUiffimo  je^ 
fulcro  DoratOf  &  ini  appreffofià  attaccata  atvna  colonna  lafiu  Legzenda,  che  narra,  co* 
me  ella  difcefe  dalF^ntica,  e  T^biliffima  Trofapia  de  Conti  da  CoUauo .  Come  nell'età  di 
dieci  anni  difpreziaffe  i  benifugad  del  Mondot  efifacejfe  Religiofa .  Come  li  apparfe  Sati 
Biagio,  eie  dicepe,  che  douefie  venir  a(t abitar  in  yenetia,  nel  luogo  intitolato  SX^atoUo  > 
e  the  coA  faceffe . 

Chefoffe  poilaprima^hhaieffay  eRegolatrice  di  queflo  luogo,  alquale  concorrejje 
medie  't^obill  yerginiper  dedicarfi  d  Dio  »  tratte  dalla  Santità  di  queftà  Beata  ;  e  come  A 
fMricage  il  Monaftero.  7{arra  ancora  i  miracok  operati  da  S^D.M.  per  mrt(t(d  di  quejU 
fua  Sema  »  raccontando  finalmente  il  tempo  della  fua  morte  »  che  fa  iranno  1  i6o.  &  mm 
come  dice  il  Sanfouinodi2t6Xhe^<.  anni  dopò  morta  folfe  fiata  ritrouata  nel  Cimiteri 
éouefUfepoUOf  pma,  &  incorrotta  il  giorno  detta  fefta  di  Santa  Maria  Maddalena;  di  do- 
mlékuayfiktraslatau  fòlennemente  fopraf altare fudetto  •  f^edendofi  nel  detto  Cimi* 
terQpian$ataTma€olmna  di  marmo  con  vna  Croce  di  fopra  in  memoria  di  eoa  gran  fatiOiii 
fertefmmioédlms^dimefiett^fi^em 


/ 


i5»         t>  E  L    SE  S  T  I  E  R  O   ! 

knne  di  f tetra  Ijtriam  di  Mto  twfdo»  douejU  muoù  neua  eonice  ^efio  :  > 

HocQpusfa^iimfuit  i$p5. 

ExUtente  A.  R.  D.  Lodooica  Kfalipietro  l 

Jn  ChUfa  vi  fona  due  Eccellenti  T duole  di  Iacopo  Talma  l'vna  con  Cbrifto  Cirocififiot  T* 
4kra  con  San  Biagio  pcfta  inncco  jiltare  eretto  nmuameme dalia  compagnia  de  Fila  Ca^ 
napa  ^ 

ShUcdmo  ddU  Giudecca» 

SI  Tcde  anco  ncinfola  San  lacomo*  detta  altre  roltc  Santa  Maria  NoucHa.  Marft* 
lio  da  Carrara  Signor  di  Fadona^  lafcid  per  tcftamento  centomila  ducati»  perche 
(i  edificafle  vna  Chiela  nelMfola  della  Giudccca  >  &;  volle  che  (òffe  dotata  di  oitterìb 
ricchezze  &  poderi .  &.  gli  cflcaitori  del  teftamento  furono  i  Procuratóri  di  San-. 
Marco .  adunque  fatta  ò  rifatta  la  prefente>  fa  coofacrata  l*anno  1371  •  da  diwerfi  Ve- 
fcoui)  fra  QuaU  vn  fu  Paolo  Folcan  Vc&ooo  Cadèllamii  al  nome  di  S.Iacomo  di  Ga- 
Utia.  &  vi  furono  collocati  per  habitationc  i  frati  de  Serui  i  quali  é  fottopofta  e 

A    D    D   I    T    I   O   N    E. 

Jtyj^èmu^temp^fb^P^f^^iriinedilli'Procmratori  diS.  Marco  è  fiata  riedjficaiaim^ 
fia(^efainfteme^coHÙCamPamU^  fm9acon^Cìol0Wi4Ur^ 

ime  compQftt^cbe  tolg<ma$a  la  cornice  t  chfi  cinge  intorni  M^ciàf  con  dite  grò»  co^nc 
di  mèo.  UHm  di  Tietra  mandokata  da  Veruna  di  piedi  quatordiei  l^nna  im  eircox  cb^ff^m^ 
^ono  il  pe^  deUa  medtfima  cornice  in  aere  %  pojia  in  tefla  della  cappella  Haggioife  %  dme: 
yi  è  l^^kar^  Ifolato,  e  dietro  oA^ffb  H  Coro  ^girando  [opra  alte  Sedie ,  che  fona  di  noce,  rm 
yagp  corridoro>  e  nel  Talco  di  efjk  eappeUai  dipinta.  U  Kergj^e  Jiffìtnta ,.  cinta  %  e  corteg- 
fjjAfa  da  gl'jin^elidi  mano  di  Giofephe  Hentio  di  .Augufla .  Jlel  [patio  della  Chef  a  fono 
eretti  fei  Mtart%  treperfaxteybjtnimmo  compartiti ,  di  belle  forme  ^  ricchi  per  fioe^M  di 
marmir  &  adomati  di  pitture^efco^nre^  Hanm  quefii  'Padri  net  toro  Kefettorh  tHÌj^ria 
4efcritta  daUH^E^HangeUfia  San  Luca  al  j.  ione  è  fibrato  H  Sataatore  aUa^  Menfa  con  £ew 
wi  Banchiercif^  molti  Scribi^  e  Wariftix  de  ijuati  pare^he  alenni  fi  fcandaleTXino^e  dimane 
dir»  à  i  Difiepolii,per(he  il  tur  kfaefiro  manp  con  peccatori  >  e  fiiblicani  l  si  reiono  com^ 
fartimentìdicptime,  %  &  archi  ycon  flatne  m  nicchi ,  ebetle^  orchitettHre  ;  Opera  fHnut^ 
fyia  di  CarloyC  Gabriello  CaUari  figliuoli  di  Vaolo^  Benedetto  C  altari  fratello  di  efio  Tam-^ 
%  ftce  è  tèrmine  tHtti^j^ameutiy  che  cinffmo  lepitture  del  fofjìtto  di  Taoh ., 

$.Crocc  delU  Giudccca» 

\f  le  ajtceftomaSanuOa^  }vU)ì^ 

^  gHakrij &  omatadiditmfc heU<?»?« Se dicitcoito.  a0ai  lac^ >.&t€»p<tceic«» 
gjiiwhh{<  coafioauimto  fksm»  Ic^abic^timi  per  cfie  donne.  Vi  giace  'mMi  tepékr 
crorilcorpodl&Ataai^  toriata  dtCQfttwt^  (mmMàM 

^  od:- 


/ 


t>X    PQRS05)VR.O  LIB.  VL       ijj 

todiU.lKa^càsK»  •  11  Chetilo  di  inarmo  qoafi  di  due  braccia  fiUl'alcare  dalla  fini- 
ftwLjfii  opera  Giacomo  Colonna.  ' 

Qjud  ptj^'uvocnanmma  *  &  grattofa  cappella  è  la  ftataa  di  oianno  in  honoto 
di  GiUftinhMoCiktftitiiani  Gran  CoiniiK(idaeoffe.&  Luo|ocenente  del  Gran  Malko 
della  KeHj^one  dì  Maka .  ^Uqnale  hnomo  fitigolne  9c  duaro  per  la  fiia  conofciata^ 
boati  fu  pollo  quefto  epicamo  » 


K     .. 


Jitji^dnuitéitrtntìj  ^uft^F.  tuìusì  regióne  ifnàginem 

*viies,  Fàti^itij  fmò^i^s  Vir  ^<p*flM  i^  t/n$hrim  fie  • 

rum  yhìute  ffditUrus  >  Hierofifymitand  1(eHgiùnis 

.  B^ues  Mdgn£  Qrucu  i  ìSiu/qj  Magni  PrafeSi  Prema" 

'  i^vr,:mimi  etidmhn^Mf  ^  retigfene  y  if/  fietéte  i» 

I  I>em»t.tì^  honànatiditr  txmks  K  7.  Féxit  Jmn, 

tXXTllL  iW.  X  ùits  rilL  OlHjt  X.  Dtfem^rif. 

M  D  LXlt. 

'^epieitfidU  delie  Cappella  Maggior  e  ì  [colpito  il  tempo  della  fondatione  di  quefté 
Vhiefa,  edèUa  fiéadeiicationeyleggeniofiin  vno  : 

PiioM^isCmddkatsfttadMiK^         KaI.Mivi«fta  MDVUI. 

£t  m  alerò: 

^em  haoc  Anton.  Oontaren.  Vrb.  Amiftes  V  II» 
kal.MaijdicauitMDXI. 

^Uajiniftra  della  fuietta  eappeìla  vi  ì  quella  di  Cafa  Aforefìni  >  con  la  memoria  di  Gio^ 
francefco  di  questa  Famiglia  >  U  quale  efjendo  Bailo  d  Ccfiantinopoli  per  la  Republica  di 
yerietiaifu  da  Siflo  V.  Tont.  fatto  f^efcoHodi  Òrefàay  poi  mandato  dal  medeftmo  'Hwitto 
in  Francia  nelle  turbolenT^e  di  aWhora  in  quel  Regno.  Lo  creò  finalmente  Cardinale  »  man^ 
dandogli  in  Francia(doue  egli  rifedeua)  itCappeuo%  con  nuouo  Titolo  di  Legato .  Le  attio^ 
ni  memorabili  di  quefto  degno  Trelato  fono  regiftrate  da  grHiflmci  di  quei  tempi .  S^ 
yolfe  effer  fepolto  in  Brefcia  ;  ma  li  fratelli  di  lui  .Agoflino  $  e  Luigi  Seuatorigraui(fimi$c 
Heligiofiffimt  fecero  porre  la  detta  memoria  >  che  dice  ; 

/  ,      •  •• 

D.    O.     M. 

Io.  Prancifco  Mauroceno  S.  R.  E.  Cardinali  ^  viro»  qui,  fic 
generis  nobilitate  »  &  fumma  in  rebus  agendis  prudentia  » 
&  aitmia  in  Detun  pietate  ita  claniJr  5  vt  onnioos  Europk 

Pria- 


254  ^^  ^    S  E  S  T  I  E  H  O 

PrìndmbBS  gratt»  io  {Mtmis  atq.  acceptus  fdertt  »  e^ 
Rcjpub.  Veneta?  Bifantij  Legttum  t  SJnus  V.  Briiciame  Ec<- 
clefias  prsefedc  »  non  multo  pofi  autem  Apofiolic»  Sedia 
Nuncium  in  Galliam  mifit  ;  tbiq.  recrudefcentibiis  illius 
Regni  motibus  infolita  honoribus  prserogatiua  Cardioa* 
lem  9  &  LegatttiB  aeauit  i  quo  in  munere  fumma  fide ,  & 
kìtegcftate  fe  ffURt  ;  propterea  ih  fequemiàm  Summorum 
Pootificum»  prarfettimq.  in  Clementeni  V I  i  l*  |;rati4  flo- 
ruit  ;  qui  tanti  viriobitum  humaniflimi  de/lcuic«Moctitu$ 
ed  Brixiae  anno  Domini  M  D  X  C  VL  iEtatl^  Aia?  L  V 1 1 1. 
Ibiq.eo  fic  iubente  fepultus  eft  •  Verum  Auguftinus»  Se 
Alc^fius  Mauroceni ,  vt  aliqih>d  fui  in  fratrem  meritutn 
gratianimi  tcftimomumeztai^  tue  vbiGentitfum  in^tu^ 
dTacondita  funtcxiguttm  ftp  illius  ppomerie|s.iii9noimm- 
tumP.P. 

Il  fudetto  Lu^  fratello  del  Cardinale  fa  otm  di  Gio:  Francefco  Morefmi  Tatriarca  di 
Venetia  riftente,  e  di  Luigi  fuofratelloTrocurator  di  San  Marco»  che  morfe  l'amo  165». 
ài%Ài  Giugno. 

^  mex3^  Chiefa  vi  è  vn  quadro  grande  con  la  Croce ,  cST  la  Vergine  in  Gloria  [opra  et 
ejfa»  &  i  piedi  diuer fi  Santi»  pittura  molto  commendata  di  Matteo  Vonx.one  >  del  quale  è 
anco  yn^aUro  quadro  minore  dal  lato  di  quello  con  Santa  Elena,  che  adora  la  C  rocei  altìn^ 
contro  di  quefh  fopra  la  porta  ve  n'è  yn*aUro  in  figure  ùicciole  con  attieni  di  Sam^^tana* 
fio  fatto  dal  Cauallier  Tia':^ .  Si  è  (tatto  principio  alvErettione  dell' Jtltar  Maggiore  di 

marmi  fini  nella  forma  moìema  • 

* 

San  Cofmo  ,&  Damiano  ^ 

Dietro  i  Santa  Eufemia  fi  troua  San  Cofmo  >  8t  Damiano ,  nuouo  per  edificio  >  Se 
honorata  habicatione  di  donne  monache  :  trasferite  Tanno  15^2.  da  San  Se- 
condo 9  nel  detto  moniltero  >  percioche  pofto  in  (ito  commodo  >  ha  larghe  &  capaci 
fianze  •  E  in  quefta  Chiefa  di  buono  vna  palla  pojla  i  man  deftra  nel  mezzo  d'efla^ 
Chiefa:  &  fu  dipinta  Panno  1445.  dai  Viuanni.  Se  Tornamento  d'intaglio  fu  fini- 
to da  Chriftofìolro  Ferrarefe. 

■ 

w 

\ 

ADDITIONE. 

La  palla  >  cjye  ferine  il  Sanfouino  efier  di  mano  de  i  Viuarini ,  fu  dipinta  da  Giouannà 
Buonconfigii;  io  diméìlra  la  fottofcrittione  pofla  nella  Sede  della  Vergine ,  che  dice  :  Ioan- 
nes BonconfiUus  Marifcalchus  de  Vicenda  1497.  Di  Iacopo vàlmaè  la  Tancia  pofim 
neW^Uar  Maggiore  cretto  da  Benedetto  Afoto  Trocurator  dì  S.Marco,dtmccw  fommà. 

diti- 


DI  BOllseDVRO   UR  VI.        2,7 

iSke^%  dr  apptkatiime  rìtrafkla  f^erginc  etm  Sami  Btnedetto,  SebaftiofUhe  FroHcefc^ 
yeicndofi  anco  a  Tume  deW Ruttore .  Fece  Iacopo  Tintore tto  duq  altre  Tauole  l^Pna  cm 
Chrifio  in  Crocea  la  Ferpne  Madre,  il  Santo  Euangelifta  Gtonami^e  la  Maddalena  à  piedi 
ietta  Croce.  V altra  conia  Vergine^  ti  SamiCofmo%  e  Damiano,  Santa  CecOiat  SSecùnié. 
t  Santa  Marina ,  V 

«  Cappuccini  • 

tri  fu  ancQ  ne  tctyipi  nóftri  fermato  Palbcrgo  de  Frati  minori  dell'aatica  ofleruan 
V   ladiSanFraDccfoj^chiamatìyofea^        Cappucdni,  inOituiti  la  prima^ 
voltaueteinpinoftri,daFraPaolodaChioggia,ficome  ampiamente  Ct  Icff^e  nel 
trattato  in  quefta  materia»  di  GiofeffoZarlmoMaeftro  di  Cappella  di  S^Marco    n 
picdolo  Oracoriorde  quali»  haucndo  il  Senato  fatto  votodi  fabricare  vna  mdtnifica 
ChicfaaIRedentórdeiMondoperlo  fiero  accidente  della  morcalitidel  157^  s'ae- 
Srandicon  fpefa  veramente  reale,  onde  Iranno  i  J77.  i  tre  di  Maggio ,  dopè  vna  de- 
uotiflima»  &  folenniflima  procefltone  fatta  dal  clero  della  ci  tti ,  &  dopcm  celebra^ 
rione  del  diuino  o|fcio  nella  Chiefa  di  Santa  Croce  alla  Giudecca,a  Principesco!  Pa- 
triarca» gettò  la  prima  pietra,  con  gran  confola  tione  delPvniuerfale ,  &  con  ferma^ 
Iparanza  della  liberatione  del  contagio  (i  come  auuenne.  La  qiial  Chiefa  »  mcntro 
fcriuiamo  fi  vi  tuttauia  per  ordine  del  Senato,  fabricando  con  follecitudine  &  dili- 
genza» (ul  modello  d'Andrea  Palladio  • 

ADDÌTIONE. 

'^Bafudetta  prima  pietra,  pofta  come  nana  il  Sanfouino  furo»»  intagliate  ie  feguetti 

E]cp!o>  fq^emtiK].  vóto  Reip.  adarcenda  fuigura  dirjepe»$ 
Redempr.  DeoSan^ae  D.Gr^.XHI  Pont.  Max.  Veoet.  Duce 
Aloyfio  Mocenico.  Ioan.  Triuif.  Patriar.  M  D  LXX  VI. 

w 

U  quefio  nobil  Tempio  adunque ft  Scende  per  fedivi  pedini  lunghi jpieditrentafei .  La 
portadeW entrata  è  retta  da  due  colonne  Corinte,  che  reggono  yn  maefiofo  Frontifpitio.Tlìe 
gC^AMmdi  della  facciata  fono  due  colonne  corinte  con  fuoi  pilaflrt,enegti  fpatiidueilic^ 
fWtfjT  ìafi^mmita  deOa  facciata  è  regokua  dagrande  Frontifpitio  •  Dalla  porta  (ino  àfcali^ 
ni  della  Cappella  M^ore,  fono  piedi  72  Jn  circa^e  lofpatio  della  largherà  è  piedi  60.  m 
circa.  Da  ciafcuna  dme  parti  fono  fiutate  tre  cappelle,  con  fuoi  Mtari  di  marmi  fini,  diui^ 
fé  da  due  gran  colonne  Corinte,  con  arcofopra,e  anmice,  che  gira  intorno ,  efìjfiienela  'poi-' 
ta,  tra  le  quali  fono  alcune  Tfjcchie  con  Sibille  dipinte  à  chiaro,  e  f curo  ddfrèCofmo  piat^ 
ZA  Cappuccino.Sopra  la  porta  è  vna  mex^  Luna  d^inta  pure  d  chiaro,efcuro  col  Doge,  e^l 
Senato  dinan:^  al  Redentore,  accompagnato  da  Santi  Marco,  e  Francefco ,  e  duepaggietti 
mgonoàl  Modello  di  Fenetia.  Dalt  altra  parte  è  S. Teodoro  conio  fiendario,  leftzèndoh 
»tl  giro  deW Ureo-. 

Protegdm  Vrbem  iftam  »  &  faluabo  eam  propter  me* 

£  fotto  in  vna  lapida  pur  fi  legge: 

R 


Ì5«  D  Et:    S  ES  TI  ER  O 

Chrifto  Redemptorì 
Ciuitate  graui  peftUentia  libeì'aca 
..       Senacusexvoto. 
Prid.  Non.  Scpt.  Anno  M  D  LXXVI. 

7{ell' angolo  i  man  dritta  ftd  artigliato  in  marmo  : 

Duce  Aloyfio  Mocenico  V.  Non.Maij.  An.  M  D  LXXVI* 

l^jtell'aitro iman  manca'. 

Prìmarìns  Lapis  à  Ioanne  Tnuifano  Patriarca  Venetiarum  • 

D^altro  capopoi  della  Chiefa  è  fcrttto  alla  defira  : 

DucePafcaleCiconia  V.KaLOa.  Aa  M  D  XCn. 

Et  (A  dirimpetto: 

Confecratum  à  Laurcntio  Priolo  Patriarca  Venetiarum  • 

^l  primo  altare  d  mano  dcflra  nell'entrare  è  la  T^afcita  di  Chriflo  dipinta  da  Tran* 
cefco  da  Baffano  •  T^el  fecondo  Chriflo  Batte:^j^o  da  S.Giouami» principiato  da  TaoloVe* 
ronefey  e  terminato  poi  da  fuoi  H eredi . 

T^tterxj»  è  il  S amatore  flagellato  di  mano  dì  Iacopo  Tintoretto  •  J^l  quarto  in  ordine 
dalla  Parte  finifiros  è  il  RedenM'e  Portato  al  fepotcro  di  Iacopo  Valma  •  ^m  quitto  Chri^ 
fto  rijufcita  dalmonumento,  fatto  aalfudetto  Francefco  da  Bacano .  "Hélfefto  t^fcefa  al 
Cielo  del  Salnatore  di  Iacopo  Tintoretto  fudetto.  La  cappella  maggiore  è  Imga  piedi  do.  e 
larga  45  An  circa^omata  dt  colonne^  e  pilori  corinti  con  rifftUi  »  compartita  da  Feneftre ,  e 
da  Hjcchie  confignre  di  Trofetti  »  e  Dottori  a  chiaro  9  e  fcuro  dipinti  dal  predetto  Vadre 
Tian^.  Jiel  nUn^  è  tritare  vfopra  cni  è  pcfio  il  Tabenuut^e  cm  pittme  di^  Francefco 
da  B^kno^  &  ytn  Crocefiflò  di  Bronzjo ,  con  due  figure  di  Santi  Marco ,  e  Francefco  pm  di 
Brons^  dalle  parti»  eccedenti  il  natur alcy getto  celehre  di  Girolamo  Campagna  Feronefe . 
Dietro  tMtartPer  douefi  pafla  al  Coro,  alcune  gran  colonne  corinte  firmano  m  metjua^ 
arco  difingplar  belle z';^  >  &  àgl'Ungoli  del  giro  fono  appefe  due  Hifioriette  del  Secchio 
Tejiamento  fatte  dal  Valma.  %el  Coro  fono  due  me*;^  figure  fopr a  le  porte  fyna  di  Chrp- 
fio  Ecce  Home.  Valtra  dells  tergine  pioì^entCi  del  medefimo  Valma. 

Ì!{eUa  Sagrrftiafimo  anco  pitture  di  Gio:  BelUuotdel  Ti/n^sdel  Valma^  ddtu^lienfet  e 
di  Carlo  Saraceno .  Sotto  al  Coro  nett altare  è  il  Croce fifio  dipinto  datfifleffo  Valma  con 
laFirgine^eSanGiouannidalleparti^enelati  dell'altare  in  duemeix^  Lime  appare 
Chrifh  orante  nell*HortOi  e  San  Francefco  >  che  riceue  le  St  immise  di  Santo  Ver  (mia .  E 
lajiricatpqueflo  famofoy  e  ricco  Tempio  di  quadroni  di  marmi  fini  roffi^e  bianchi,  e  la  Qop^ 
pella  Maggiore  di  altri  colori  in  varie»  e  vaghe  forme,  è  poi  coperto  di  Laftre  di  piombo 
con  la  Tribuna,  e  CmnpémU . 


;i. 


San 


S.GiouaDoi  dèlia  Giudecca  • 

DT  rincontro  à  San  Giorgio  Maggiore  è  iìtuato  San  Gionanni  Bat rida  per  ordi- 
ne de  i  BonaccorfiLucchefi  Tanno  1309Ì  con  fpcfa  di  24.  mila  ducati  >  altri  di- 
cono de  Bondoli>&  de  i  Grettoli  che  mane  '  '  "*  ^ 
àeazy  per  chioftri»  per  borri,  &  per  molte 
to  da  frati  bianchi.  La  cappella  maggiore 
anno  1 5 1 1  •  le  parole  del  aii  fepolcro  pofto  nel  mezzo  dimoflrano,  ch'egli  ìoSt  huo* 
mofingolarei&fingolarmente  amato  dalla  Repub.peri  fuoi  meriti  >  perciochcì 
yMS legge.  .   . 

Laurent ìj  Qtg»o^i  Btrgmi»»  Viri  iffgeaui  bìcfitd  fiat 
offi\  €uit$s  <^rius  tprudentìd yO*  animi  magnitudi 
t^tà  fuk ,  ^Uùdnedmn  ex  eiut  ^eribus  de  firuitijs 
quib.  ioti  yèwetiarum  Reip.prpfyit ,  nomtn  fitmamai 
èmmortalem  adeptus  e  fi .  Sed  oh  eìus  decefum  filios  ò* 
fÀtrÌ4mhAnc  tùdfiUfs.mafiiJpims  reli^HÌt .  0  mirum 
frobitdtis  fietimen  >  ò  mortem  mftltcifs.  inJiciumqs 
ùmnìàmortaliacitoiuaaefiunt ,  Ohijtdnno  Dmini, 
M  ÙXXri.  Dit  Xiy.  JuUfy  faUKdprkts  Cd" 
pelia  bète  (^  completa  M  ù  Xh  die  FÌL  julij  pr» 
fi^acbaredt^^f* 

A   D   D  I  T   I   O   N   fi. 

IH  notabile  fi  vede  nelli  pmellideltOrgfmo  U  pittura  di  Giouan  Banifta  Cima  da  Co- 
negliano,    ■ 

ConoeriitCv  * 

•^  Tpodiiannìfooo*  fifabricòilMonifterp  delle  Qonuertite*acdoche  ficome  le 
Xl/  veleni  conTacraté  al  feruitio  di  Dio  iunno  ricetto  per  coQr9ruarfì>così  le  pec> 
cacrici  paoitct  habbiano  pannuSDtedooe  (aluarH  ia  tuttp  da  i  peccati .  Quiui  dimo- 
rando affai  gran  nomerò  di  donnea  tutte  bellinìme(percioche  ìion  vifi  accettano 
fé  non  quelle  che  hanno  fÒBkma  beiti)  acctoche  peatendòlì  don  ricaggino  ne  pecca- 
ti per  la  forma  lord  attrattiua  de  gli  altrui  deiiaerij  fi  eflèrcitano  con  ordine  mirar 
*  ■  ÌA  diMCtfi  artìficij . 

R    X  AD- 


%^9         DEL    S  E  ST  I  E  R      ^ 

A    D    D    I   .T    I    O    N    e; 

Hamto  quefU  Donne  la  lor  Chiefa,  mtiiolua  Santa  Maria  MaddaUna  nùn  mokogroH^ 
4fì  ma  ben  dijpéfta,  e  ben  tenuea  i  am  quakhe  confìderabile  ornamento  >  &  in  particolare 
nell*^ltar  Maggiore  yi  è  la  tela  con  la  Maddalena^  che  sgobbane  in  Chriflo  ifltmato  da  tèi 
Ortolano^  moUoben  dipinta  da  Luigi  Benfatto.  Di  mano  di  Iacopo  Talma  è  il  Clmflo  orante 
neU'ÓHo^Jbfiemao  da  vn'^ngelo;  e  nel  foffitto  fece  la  Santa  Titolare  portata  al  Cielo  io. 
fP^ngeli^ 

Zitelle. 

NOn  meno  fono  notabiti  le  ZiteOe»infticatte  da  poco  ttmipo  ìncpà .  Percìoché 
alcune  honoratiflime  gentildonne>prouedendo  con reUgiofa  curai  quelle  po^ 
uere  fanciulle  >  che  effeodo  orfane  andauano  vagabonde  perla  atti  >  fottoarono  il 
luogo  loiroconordìne  molto  pio.  IXmeinftrutteottiniamente  da  matrone  elette  é 
coule  Officio»  nella  via  del  Signore  i  &  prouedute  del  vitto  i  $*efikrcìtano  nelle  cok^ 
dittine  con  falute  dell'anime  loro. 

ADDITIONE. 

*"  ' 
Quefiopio  luogo  i  fiato  fabricato  confbefa  confìderabile»  e  fé  bene  non  ri  fono  ornamenti 
di  ^rchHettwra»  è  non  di  meno  ben  intefo,  ben  difpoflo,  capace  »  e  comodiffimo  •  La  Cbiefa  è 
chiufa  nel  me^  della  (ita  facciata»  quale  è  di  rincontro  alla  'Pia:mi  di  S  Marco .  Ter  A^ 
infcrittioni  che  fono  neUd  cappella  maggiore^pare^che  sij  fiata  fondata  da  Bartolomeo  Mar^ 
fhejifleggendofidavniato: 

Di  O.  M.  Dciparxq.  Virginii  An.  Doinint.  M  D  LXXXVL 

E  dall'altro: 

Bartholomaeus  Marchefius  Zac.  Fil.  «re  Tuo  S 

Fu  f  architetto  il  famofifjimo  Andrea  Valladio,  terminato  poi  dalSo:^etto  fui  mode  f- 
lo  delmedefimo  Valadioy  hanendo  le  fife  par  ti  tutte  corrifpondenti»  con  Tribuna  >  che  gira 
intomo  quafi  d  tutta  la  Chic  fa»  coperta  di  piombo»càm*è  anco  tutto  il  rejkh  e  tetto  del  luogo^ 
Voltar  principale  i formato  di  marmi  fini  di  bella  forma  con  la  Tauola  di  matto  di  Fran- 
ctfco  da  Baffano»  doue  è  figurato  la  Vrefentatione  della  Madonna,  fotto  al  qual  Titolo  è  de^ 
dicata  efia  Cbiefa.  rifouadue  altri  nobili  Jiltari  pur  di  marmi  fini,  mo  de  quali  fi  eretto 
da  Federico  Contarini  Vrocuratordi  S.Marto .  Il  Chriflo  orante  nell*Ortoh  dipinfe  lacopt^ 
TalmaXefi^liuoU  di  quejio  pio  luogo  fono  per  ordinario  al  nJifi^o.  mantenute  fo  tamente 
cqìU'EUm^^dcpii  feditile diqu^eoffiamtùfcne maritano ^enéyanno  Monache ^^^ 

Accademia  de  Nobili . 

AD0ITIONE. 

In  quell'I  fola  della  Giudeccaypi  è  anco  rrf accademia ,  ò  Collegio  di  Tiobili  eretto  dal  Se-^ 
nato  Panno  i6i^.e poi  commeffo  il  gouerno  di  effoalli  Signori  Riformatori  dello  Studiodi 
Tadouacon  quattro  ^ggittniiichefimprefono  de  primi  »  e  pia  rtguwrdcuoli  Senatori  deUm 
^     V.  .     .:  Qui.^ 


DI    DORSODVTCd    LIE  VL    ijp 

Qtmyalteuanoneltimm'delS^ttarDh^Immtt  V(fid^ 

twrty  &  aritmetica»  auaranta  GemiPbuomini  Ciuati  à  forte  neVEcceUentiffimo  CoUeghp 
net  mòdih  e  far  ma  meaefima  che  s'vfa  neU'eflratti&ne  detti  7{obiU  alla  ballotta  dfarojfer  U 
proaa  di  Santa  Barbara .  Veti  delti  predetti  ao.  GentìtbHomini  neWingreffo  in  qnejto  tm* 

pnmdeueeffer e  né  minare  delU  dieci amU%nè  magiare  detUtredki 9  ne  m 
aimoraruif  eccedente  lii%.  anni  di  età  • 

V accademia  è  mantenuta  del  tutto  9  effe  fot  a  dal  Tnblico»  la  W^J^a  afcende  ifftpr-^ 
no  à  fette  mi&a  ducati  aWanno»  de  quali  ve  ne  può  efier  miUe  JC EJjibitiQne  volontaria  »  af- 
fignati  da  particolari  >  che  furono  :  Gumami  Tiepolo  affhora  Trimicerio  di  San  Marco  >  ^ 
^efu  poi  Tatriarca  di  Fenetidy  da  Ottauiano  Bon  grauiffimo  t  e fapientiffmo  Senatore  9  e 
dada  Trocttratia  di  feltra . 

Sofra  intenie  finalmente  in  quefto  Cotepo  vn  Soggetto  con  titolo  di  Kettore  9  eletto  da 
gli  Rtformatori»  &  ^gmnti  i  fudettiì  e  poi  confermato  dal  Senato  con  prouifione  di  duca^ 
iijoo.altanno  sfotto  al  qualUettore  vi  fono  vnMaefiro  di  beile  lettere  9  tre  Ripetitori, 
quattro  Seruitori  9  vn  Cuoco  9  vn  fotto  Cuoco  9  &  vno  Economo  #  che  bà  Fincomben^a  del 
f^ito. 

San  Scbaftianot 

MA  ritornando  di  nuouodVenecia  dalla  parte  di  San  Bafilio  9  fi  Tedequafi  per 
fronte  ilbelliffimo  Tempio  dedicato  i  òzx\  Baftiaaoialtre  volte  Chieia  paroc- 
chiale»  reftaurato  i  tempi  noftri  cosi  dentro  come  fuori  9  con  la  faccia  d'ecceUente^ 
iimetrìa»  &  confacrato  i  anno  i  ^6%.  dal  Vefcouo  de  i  Roffi.  EUccodi  bellezze  diuer^ 
fé»  &  culttfs.  per  qualiti  di  cofe  nobili  &  rare  •  Conciofia  che  dalla  deffara  vicino  0z 

E  erta  per  fianco  è  pofta  la  palla  dipinta  dall'eccellentiffimo  Titiano  »  con  San  Kico* 
>>  in  rìcchiffiitio  altare  di  colonne  &  di  marmi  nobili»  per  opera  di  Niccrfò  Ctzffa 
Oratore  eloquentifs.  &  de  primi  Caafidici  de  nofiri  tempi  •  Et  nel  corpo  dello  Alta^ 
re  ù  leggono  Tinfrafcritte  parole  • 

VijcoUus  Crdffus  forum  frìmum^hutlgàtìonemith 
indeficutus,  admir/à  fùHuné^fèrtmAt  •nmibusfi*^ 
Uàtiés  yéd  firumiterum  rtu€ffiu%  himc  poftremo  1$^ 
cumiéAornm  omnium  i  &mìftrÌ4rHm  qmeum^pbi 
^  pojicris  P.  M  DLXUl 

Nella  prima  cappella  dopo  la  predetta»  la  Ntmdata  fo  di  mano  di  Batcifta  ài  B<i« 
nifatio  da  Verona  • 

Ndlafeconda»fabricata  in  memoria  deli*antico  Nfelio  da  Cortona  Generalo 
della  faaceria  della  Republ.  da  Melio  da  Cortona  cdebre  QiurìTconrolto  »  &  Orato- 
re» la  noftra  Donna  di  marmo  fu  fcolpiu  da  Ton^afo  Lombardo  »  d  imitatione  della 
Vergine  pofta  oeUa  Xx)ggetta  di  Piazza»  di  mano  del  Sanfoumo  •  dalla  cui  fioiUra^ 
fiicgge. 

H    I  Meli» 


tgo  B  B  L    SESTIERO 

Mello  Gonona  Vnitierfi  Piedìtaens  Vtxkóto  fcxéméSnh  >  ac 
fideì  mcoiii{»arabilis ,  Qyi  magnis ,  claFiflimisq.  rebus  prò 
Wcoen  Repub.  geftis»  Scodra  ab  obfidione  liberata  >  Profli- 
gatis  hoftibus  ad  Molinellam  locum  in  Bononienlìs  agri  fi- 
nibus ,  Corina  feu  VegKa  Infula  conferuata,  in  bellum  de- 
mufD  Ferrarìenfi  forti»,  ditnicans ,  tormento  bellico  iftiK 
occubuit ,  Melius  Conona  lurifcont  Se  Oefariiepotes,aiio 
paterno  pofuere. 

Nella^tcrza  della  famiglia  de  Garzoni  >  la  palla  del  CrocififTo  fu  opera  d!  Paolo 
Veronefe.  Et  lui  pretfogiaceinfcpolcrodi  marmo  Archiccecurato  dal  Saófoiùno 
Liuio  Fodacatharo  Arciuefcouo  di  Cipro  con  quefta  infcrittione . 

Lmhs  Todachdtarits  Qffrms  ArtMtpìfiùpHs  Letico» 
fim.exTeJlam»to,OhijtAÌVLy.Xiy.  KaiFfù» 
y,f,4n»,LXXXl 

■  La  CMjpella  grande  eoa  la  hiftorìa  di  San  SebalHano  da  tatti  i  lati  fii  dq)inta  daJ 
Paolo  Yeroneie.  il  <)uale  nel  folfitco  sfondato>  che  comprende  con  m:o>&  con  pittu- 
re tutto  il  corpo  del  Tempio>  fece  in  compartimenti  di  quadri  &  di  tondi  >  la  Hifto- 
|-ia  della  Regina  Hefter>  con  tanta  forza  d'attiicon  fi  bei  panni  >  &  con  colerito  tanto 
gentile  >  che  fu  reputata  per  cofa  ilkiftre  >  poi  che  fu  fatta  nella  prima  fua  giouentii . 
La  palla  di  marmo  nella  Cappella  Grìmana  fu  fcolpita  da  Alefiandro  'Vittoria..  • 
il  mule  vi  fece  anco  la  f  tatua  di  marmo  di  Marc'Antonio  Crimani*  fotto  alla  qua» 
ke^fctittp. 


Marco  AmonioGrìmaiio  Senatori  integerrimo  >  &  tam 
eundis  MagiAratibus  quam  ^timis  coafiUjs  %  domi  lerisq. 
optimè  femper  de  Repub.  merito*  ac  poft  Vincentium  & 
Petrnm  fratres  Procuratoriam  dignitatem  ampliflimis  fuf- 
fragijs  adepto*  Objjt  anno  SalutisMDLXV.  XI.  Martii. 

Vizitann*  l'XXXI*  AJoyGus  &  Odauianus  filii  pientiflìmi 
H.  P.  M. 

* 

NcOa  Sagreftiaili  9.  Quadri  che  la  circondano  con  vaghiiCnui  vifta  >  furono  dipi 
ti  da  i  VeroHcf.  ^  il  S.Moisè  fu  di  lacomo  Tintorccto .  Nel  cui  Veftibolo  giace  Kie^ 
roninio Rag4szuoIa»lcReratohuocno  del  tempo ftio>  &  fonuno  Lcgifta  oeliaRcp. 
il  quale  fu  Cancelliero  del  Patriarca  &  vi  fi  legge  • 


ri. 


DIPORSODVRO  LIB.VI        3,tfi 

Jtì,  Am  BgldÌ9  Làura  fdtmihus  Opt.  Arkme  taf. 
FUUfmuifi-  '•vitd  funSiit  y  Dttria  ceaiu^  Cérifi^ 
Egidio,  Simphoroféti  Itberh  dtdàfs.  n/.Jibi  paJl^.Hi^ 
tonymus  %egaz,oU  H. M.P.MD XL  VIU. 

ViappariTcefìmiltnence la mcmoriadi Domenico  Beuilaqua  huomo  dibontdSe 
dotoìna  &igolare>  &  Secretarìo  del  CoangUo  de  ì  Dieci .  con  l'epitaffio. 

Doninìciu  Beuilaqua  ExcelG  Deoemutrum  Confilij  i  $ecre< 
ttt  mioimus  *  Hereduaiq.  cioeribus  id  nouiffioiuai  diem  yu 
vsast  hoc  voluìtpoai  moaumentum .  M  D  L  XXV* 

ADDITIONE. 

£  fiagotart  metra  la  Tauoladi  Cbrifio,  che  fé  ni  vd  in  Èhaus  cm  li  dèi  Difeefàli  Lueot 
9  ClnfatlamrMta  con  particolare  applicatione  da  Andrea  Schiauone . 

tleBacappeUade lMÌni,che è laprimaaUa  fìniflranell'entrar in Chieft  I  appgrifce  Ia 
ConuaftondiSan'PA^  fatta àMofaico da, 4rminio zuccata  valente  Maefim  inquefU 
prt^efftone.  l 
difopradati 
fiav  della  Ti 
ehericeuaùb 
La/^KidoiOé 
ftaimomoUii 
fé  ia  Coronati 
libri,  e  cartel 
iudiSon^aa 
Cbr^.  Tri 
tieatdefcritti 
tue»  cani,  fer 
Giuda,  cIkU 
Saluatorecon 
fcttorio  fecei 
Girolamo,  tS' 
necanaitriBt 
toVaotOtdom 
fotta  oifeQop  K^e. 

Paulo  Caliario  Vcr<uien.  Pilori 
NltOrW^mulo^Artisanr^ulo  '  ^ 

Su^Otte  Htis  I  Fami  viùxuo . 

R   4      Ctt- 


%(f%  DEL    S  E  S  T  I  E  KQ 

Qinnioi  • 

y^Rande  6c  bel  lix^o  è  poi»  con  cotnmodo ,  8l  largo  Conoento  » 
V>  Maria  dcCarinini»  nella  quale  Benedetto  Diana  fainofo  maeftto  nella  pittura  » 
fece  la  palla  con  tre  Apoftoli  dentro»  &  Lorenzo  Lotto  vi  dipinfe  per  fiancolatauo- 
la  di  San  Nicolò  con  San  Giouanni  Battifta  in  aria.  Vi  dipinfe  anco  Lazaro  de  Seba> 
ftiani  la  Mifericordia  col  DioPadre  »  che  lascia  faette  con  S.Rocc()  i  guazzo .  Vi  fi 
ripofa  Marc' Antonio  Venterò  Dottore  &  Procurator  di  S.Marco>  Senatore  integer- 
timo  dell'età  noAra*  &  Daniello  fuo  ^liuolojall'vno  è  infcritto. 

Màrci  Aotonij  Venerìj  Phil.  Opt.  Mer.  D.  Marci  Rxìcurteoiis 
oflà.  Vixicann.  LXXU.  menf.  ix.  OIhjc  MDLVI.IV. 
NoiuApriL 

All'altro. 

Daaid  Veoerau  Mara  Antonii  Phil.  D.  Marci  Procàratorìa 
Optine  meriti  filius,  fibi  &  pofieris  viueos  P.  M  D  L  V 11. 
lUld.  lan. 

Vi  fono  parimente  le  inTegne  della  famiglia  Poiana  con  la  infaittipne  ', 

Marino»  9c  Dionor»  Polani  ParentibusOptimis»  Francifco 
firatrìcariis.  fibi  Se  pofterisTriphon»  Bemardusi  &  Betaar* 
dinus  filli  ii)cfti($.pofttere.  MDLXVt 

Et  qncQe  della  CafaCiurana  alia  delira  della  cappella  grande  >  dotiè  in  fepdenra 
Ai  marmo  di  diuerìa  forma  daU'vfo  communc»  fi  ripofa  Luca  con  la  ftatn»  ai  8iar> 
mo>&vifil^ge. 

LiU£  Cìnrdno  SmMm  Oft,  ^  Amplifi.  honortbns 
¥im^^,  Tetrm  Gffgius  tx  Smre  Nef9s,ftfiitidum 
curéUtit,  Deceffit  Ann.  M  T>  HI. 

KaJTmcoQtroqudte della  fàmìgtia  Gueradoue  fi  legge. 

PETR  I    GORII    OSSA. 

Et  vicino  aOa  porta  del  Chiofiro  apparifce  il  fepolcro  di  belfO)  &  vago  difegno  > 
petto  da  Pietro  Ciaranovalorofogentilbuoino>&d*animo  veramente  inuitto  >  fi 
comcneila^ietrapriBKafi  poti  vedere  per  Popere  fue»  fatte  cosià  Zara  comc> 

altro- 


DI  DORSODVXOS  UE  V:i.        i^# 

«krOkè  à  bebefido  della  ba  patria»  ad  Andrea  CiaranO}  con  l'infrafcrìtto  cfi^ 
cafllo. 

Aodreae  Gunno  »  Qui  rèi  militari  «nnis  xx.  Strenue  operam 
nauando  »  Mugiam  *  totamque  Iftriain ,  ab  Vonorum  im- 
pem  feruauit ,  Turcarum  vim  in  Dalmatia  icpreffit ,  Crew 
ouimcum  ezulibusobfidionednxitf  ApuIiamàCaefarian» 
reoipenuiit ,  Atque  ideo  de  Rep.  opdmè  meriti»  anno  arra» 
ik  ùixLVltL  faelidterobiic»  Andre»  deinde  fummas  fpel 
Molefoenei»  poft  nauftagium  *  morbo fublato  »  pettus  Ciu- 
ramis  iUì  fflius  >  buie  vero  pater  pientils»  M.  H.  P. 

M  O  LXXll. 

ADDITIONE. 

r 

VkìmMaCappMadiSan'PiHrOiyiè  la  fiatiuiiBronxfi  di  LorenMLoMrettù  Frate 
di qiiì^0rdm€9€€reàiop9iVefcm^diAdriadaGr^^  XIF.LtsgfndùfiinfHatneni^ 
ria  fom  ad^  effa  fta$Ha: 

LaoremiusLaurettus  Veneti»  Carfflelica>  Epifcopus  Adriie» 
Santimonia  f  Sapientia^omnilaudisezcellentia  prasclarasì 
Orator»  Philofbphusi  Theologus  fommus,  in  Concilio  Triden* 
dno  admirabiW)  apud  Gregorium  xi  1 1 1.  Pont.  Max.  qui 
cuffl  Epifcopum  fecit,  admirabilfs  >  apud  omncs  fummis  bono- 
ribasdignuséftìmanismultisbonis  hoc  tempio»  &  monade- 
rio  mSto,  poft  ann.  astatis  LXUI.  &>ircop.  v  1 1  •  fna  hic  oflTa  fé- 
pelìri  mandanit  Obijt  t  v.  Kal.  Feb.  M.  D.  lIC 

Fi  fmoaltretb^  fUtwres  cosìantkbe^  come  nu^enit:  dette  aniicM  è  U  T^atimtidi 
T^ofbro  SigBorediptnta  da  Gioì  Battifia  Cima  da  Conegtianot  doue  ritra/ic  S.Elena  >  tr  al- 
tre  figufe .  Di  laeepo  Tint^retto  èlaTauota  della  Circjmcifkme  s  creduta  da  moki  dello 
Scbiaume.  Crifiofm  Tarme  fé  fece  ne  i  portelli  dell*organo  l'^nmmtiata^  e  li  Santi  Eliat 
&  Alberto .  Andrea  Schiauone  lattar ò  il  Coroj  cìfera  in  aere  »  figurando  fotta  ad^efio  la 
Vergine  con  Angeli  intomo»  difMO  San  Tiettv,  e  S.  Elia*  ne  gt  Angoli  li  Euaf^elifti,  nel-- 
la  parte  interiores  fAnnmtiata,  la  7>{afcita  del  SaUtatore»  etAdoration  de  Magi,  e  nella 
forte  yerfo  tAhar  Maggior  e  »  il  Signor  tentato  nel  deferto  ;  quando  chiamò  Tieuo  dalla 
Vljuicelìa»  e  la  Samaritana  al  Vo^o  «  Di  moderno  f$  vede  di  Iacopo  Talma  nella  CappeU 
la  MMgiore  il  miracdo  di  Chrifto  nel  fatiar  con  foco  pane  fameiicbe  Turbe  t&in  akra 
piccioUtelay  la  Vergine  con  Giesà  Bambino  net  femh  e  k  Santi  7iicolò$  Giouamù  >  e  San-* 
taMariua. 

Si  fono  eretti  tre  nmm  AUarij  Pvno  della  Confraternita  deW  Abito  »  ricco  per  marmi  » 
mbie  peréfegno^&ornatifimoper  figm'e9&  altrilmiTi.  il  fecondai  di  Sau  Ubera- 


%S4(        BEL    SESTIERO 

Uf  ancì/eglidihdla  fgrma$  e  marmi  firn  cbH  la  Tameia  H  manodi  Jludrta  Vkàiiìm .  ti' 

$erx^  è  quello  del  Cbrifto,  flimatiffimo  per  la  fine^^a  di  marmi  >  di  porfidi  >  e  ferùentmi  » 
&  in  particéUre  per  due  lafltette  pofie  nelle  bafi  delle  colonne^  flimate  gioie .  tAlefiandra 
Farotm  detto  il  Tcédoanino  fece  in  gran  Quadro  vicino  àU*^Uar  di  S.  Liberale  vn  mira^ 
colo  di  ego  Santo,  in  liberar  dalla  mérte  dueghuani  CauaUeri  condennati  mgiuftamente  al 
patibolo  »  Sopra  la  porta  maggiore  v  yn  srande  >  e  riguardeuele  Depofito  »  eretto  al  nome 
glorio fo  di  Iacopo  Fofcarini  Caualierey  e  Trocurator  di  San  Marco,  [oggetto  difomma  vir» 
tu,  yalatet  e  prudent^x .  Quefto  è  fatto  in  doi  ordini  >  il  primo  Corinto  ^ene  gtintercolunni 
fono  fìnte  due  porte  murate  doueflamo  intagliati  diuerfi  Trofèi  diba^o  riUem  ;  Verdine 
di  [opra  è  compofito  con  la  fiatua  in  piedi  gr^mde  al  naturale  con  mantò$  e  baflone  daGene^ 
ride  collocata  nel  [patio  di  mcT;^  in  ricco  'picchio  >  e  neUi  [patii  minori  fra  le  colonne  vi 
fono  due  figure  ffgnificanti  la  Carità  9  e  la  Speranza .  A  piedi  di  effo  Bepotito  nelU  Quari^ 
felli  fono  intagliate  maritime  armate  >  ordinate  >  efchierate  >  che  dimóftrano  tt  fupremù 
commando  del  Mare,  ottenuto  più  d'ima  volta  dal  fuogran  merito  >  e  valore  *  Sotto  aU0 
fiat  uà  in  pietra  di  paragone  à  caratteri  toro  fi  legge  tinfrafcritto  Elogio  : 

D.      a      M. 

lacobo  Fofcareno  D.  Marci  Procuratori 

Ob  ciuilem  fapientìam ,  rei  militaris  fciendam 

Etmagnam  Animi  Celfitatem 

Vniuerfus  Veaetorucn  confèofus  in  grauioribiis  Reip.negotiis 

Prioias  femper  dctulit  partes 
Hioc  ad  maxifflos  Europa?  Prindpes  legatusmiflus 

Fidei  f  &  Eloquenti» 
Dux  ad  Ulyrìcos  fines  tuendo^  ek^ns 

V  jgilantitff  &  fortttudinis 

Bis  naridniae  daffis  I  mper  acor  didus 

prouidi  »  &  excelu  animi 

^et«  Infttlar  praniibr  redtus  Didator  hOxa 

Stadfj,d&£ipienti« 
Seinperi  &  vbrq.  Domi»  foris,  pace»  Bello,  Togatus  »  Armatns 

lufiitiaei  prudentiar  >  pietads , 

Et  Virtutum  omnium 

Egrc^um  exemf^r  (efeexibnic 

Tot  igitur,  tantisq.  encomiis  clarus  Cflum  petiit  atino  1602. 

Io.  Baptlfta  FiL  D.  Marci  Procur.  adpataaoe 

Gloriasnetom  proprias  afpiraBs 

Pofieroruffl  incitamento  P. 

li 


DI    DORSODVRO    UB.VIi»<ri 

tlC$ro$df€fàmaefcàme%fAChi€fa%fàÌ4Uàtoìf4mioi6^i.^  di  Bccenibreù§i 
fteme  cm  t organai  <mde  la  Chiefa  rie f ce  pia  lucidat  e  chiara.  Officiane  i  Tairi  ti  Dimi  9f^ 
ficij  al  frejente  neUa  Cappella  Maggiore  dietro  all^^Uare^pofio  al  meT^rfi  di  detta  cappeU 
la  fecondo  Pyfo$  e  forma  moderna  9  f opra  il  quale  ftd  vn  beUiffimo  Tabernacolo  dimarmi 
finif  e  forma  fi^gulare .  V  organo  anch*efli  è  fitnato  vicino  aUa  medefima  caùpella  »  e  Co* 
ro.  La  amfratemitd  deU^jlbito  parmcluano  ha  fabricato  vn  lm>go  canto  atta  Chiefa  per 
tiduttione  de  confrati,  e  conferuar  ini  C^rgentariey  cere,  parature  $  &  altre  cofe .  Qntfio 
Inogoéomatodi  molte  pittnredi mano  di  jtUSaniroV affari. 

Soccor(b  • 

ADDITIONE. 

ToeoMfe^oda  i  Carmini  fopra  la  fondamenta  che  difcorre  à  San  KagkeUo  i  il  pio  Ino^ 
go  del  Soccorfh  con  la  fna  Chiefa  picciola:  ma  affai  bella,  con  pilaflri  Corinti ,  che  reggono 
èa  carme,  che  gira  intomo .  Tiella  Tonala  dell^jtltare  fecero  Carlo ,  e  Gabrielte<alian 
figliuoli  di  Taolo,  la  tergine  fopra  le  VQà>i,  fotta  la  anale  Jlanno  alcune  lafcinè  Donne,  in* 
ginocchiate,  che  deportano  i  laro  ornamenti  aigiaie,&  ari.  jtltre  più  lontane  flanna  à  fé* 
dere  fótta  d  portiehi,  intente  in  vari  lanari  per  f uggir  l^otio.  Fa  c(mfecrat  a  fanno  lóoy.da 
LorenT^  Tr esatto  yefcono  di  Chioggia.  7ont.  Taolo  V.  Tapriarca  il  Cardinal  Fendranù^ 
tto$e  Doge  Leonardo  Donato  • 

S.Maria  della  Carità. 

D  All'altra  parte  del  Canale ,  i  Giuliani  conftruflero  la  honorabii  Chiefa  di  Santi 
Maria  della  Carità  Tanno  1 1 19.  Percioche  dfendo  prima  di  cauole  attorno  ad 
vn  capitello  d*  vna  Imagine  della  Verginei  famofa  per  diuerfi  miracoli  »  Marco  Giu- 
liano la  fbndòi  &  indi  crefcendo  i  poco  i  poco  diuenne  celebre  (ri  l'altre  della  città* 
£t  hauendola  Papa  Innocenzo  1 1.  concedila  al  Priore  di  Sanu  Maria  in  Porto  da^* 
Rauenna .  vi  furono  pofti  ad  habitare  Canonici  regolari .  Fu  poi  fatta  molto  pili  Il« 
luftre  da  Papa  Aleflandro  III.  quando  ridratofi  à  Venetia  per  la  perfecotione  di 
Federigo  Imper.  vi  dimorò  occultamente  &  fconofciuto  •  Percioche  non  felamentc 
la  honorò  conia  prefenza  (ut,  ma  le  diede  vna  Indulgenza  perpetua  &  fimile  i  quel* 
la  della  Chiefa  di  San  Marco  >  alla  quale  concorre  non  pur  tutto  il  popolo  di  Veoo- 
tia  >  ma  quali  di  tutta  la  Prouincia  alPintomo ,  il  terzo  giorno  d'Aprile  •  In  memo- 
ria deUa  quale  fi  le^e  fbtto  alTarme  fua  fopra  alla  porta  maeftra»  rinfaittmic 
kìfcniaàttt^. 


Alex.  Ili  Pont.  ^ax.  Federici  i  rM  prefigge  ^ 
has  ficras  reguldrìum  edes  prò  msmere  rocefto  ho^ 
ftitdtttdtis  ifuxauSio  ittdulgentiàrum  thefmro  ferpe^ 
tuo dicdmt.  MCI XXVU. 


Sr 


tas         DEL    S  E  s  T  r  E  ft  O 

Si  Iepe>  oltre  alla  predetta  mTcnctione  rinfirafcricu  Bolla  dd  medefimo  P^a^  i 
in  qucfia  forma  > 

ALEXANDER  Epifcopus  Serunt  ScruonimDei»  dile- 
aisfilijs  Prioria  fratribus  Sanda?  Manie  de €haritate»fa« 
lutem  &  Apoftolicam  beoediAionem  •  Cum  prò  commodo 
generalis  Ecck&x  »  cuius  curam  &  regimen ,  liccjC  immeriti 
geiimusi  vcniflièmusf  Domino  ducente  >  Venetias  $  ad  peti* 
tionem  veftram  prò  noftci  officii  debito  »  nonas  Aprilis  Ec« 
defiam  veftracn  t  innocata  Spiritus  fan^i  gratta ,  dedicaui* 
mus»  &  omnibus  qui  in  anniuerfario  dedicationis ,  vel  td- 
bus  poit  eandem  Ecdefiam  contrito  ani mo#  deiioco  &  humi- 
liter  vifitaueritf  de  p^nitentla  (ibi  iniunda  vigìnd  diesi  con'- 
fifi  de  mifericordia  lefu  Chrifti  »  &  beatorum  Apoftoloram 
Peni  &  Pauli  meritis  duximus  indù! gendos.  Ne  igitur  iUud 
indulgentia?  quod  vifitantibus  Ecclefiam  veftram  annuatiot 
indummus»  impofterum  à  memoria  hominum  elabaturi  re« 
miflionemquam  fcdmus  audoritate  Apoftolica  confirma« 
mus^eamq.adperpetuammemoriam  futurorum  infcriptis 
duzimus  redigenda . 
Data  Veneti js  in  Riualto  i  quarto  KaK  luoii  • 

vi  fono  diuerfi  nobili  ornamenti  >  de  quali  la  palla  di  San  Ciouanni  Euangel jftaJ 
dipinu  à  guazEO  fu  fatta  da  Giouan  Bellino»  6c  lo  fcabello  di  fotto  %  fu  opera  di  Lau« 
ro  Padouano  •  Et  la  palla  di  Noftra  donna  fu  dipinta  da  Gian  Battifta  da  Coniglia*» 
no  fuo  allieuo  •  Titiano  vi  fece  la  Nofhra  Donna  che  fale  i  gradi  net  Tempio.Nel  pri- 
mo chiollro  fi  veggono  due  quadri  dì  bronzo  di  mezzo  riiieuo  nel  fepolcro  di  mar* 
mo  pofto  in  aria  di  Briamonte  Capitano  illuftre  >  nell' vno  de  quali  è  vna  battaglia^ 
|>edeftre>  &  nell'altro  vna  i  cauaUoi  fcolpite  da  Vittorio  Ganmello.  Et  nella  cappel* 
la  del  sioiel)iero>  è  vn  Chrifto  di  bronzo  di  buona  mano  • 

Vili  veggono  fimilmente due  ftatue  de  Principi  Barbarighi>  i  quali  hauendo  le 
(Unze  loro  nella  prefente  contrada»  voUono  e(fer  ripofti  in  quefto  uobililfimo  Tem«- 
pio  •  &  furonoi  Marco  Barbarigo»  &  Agoflrino  amendue  fratelli»  percioche  hauendo 
occupato  tre  volti  non  forati  &  congiunti  infieme  con  colonne  doppie  »  vi  fono  tre 
belle  figure  in^^iedi  di  tutto  tondo  >  &  nel  volto  di  mezzo  è  coUocato  vn'Altaré  »  alla 
cuidef&aèfituata  laftatua  di  marmo  del  Doge  inginocchioni  >  &  dalla  finiftra^ 
vn'altro  Doge  fimile  al  primo .  &  fotto  il  primo  de  volti  predetti  fotto  vn  fepolcra 
di  manno  do^e  fi  vede  aiftefo  Marco  Doge  72 .  che  vi0e  Tanno  1485.  vi  fi  legge  in 
campo  d' oro  • 

Marci  Barbadici  Prìndpis  offa  hic  funt.eiufdem  redè  fadorum 
inter  hoounes  nunquam  interìtura  laus  •  Qiiem  cum  diu  in 

Prin* 


DI  DOaSODVRD  tlB.  VU       tsi 

Ptindpatu  adoiirari  non  potuifTént»  eundcm  pene  viuen- 
tein  Patrfae  iterum  reftituerent ,  Auguftinum  fracrem  ei  fuf- 
fecerunt»  debftum  virtutìtefiimoaiuai  »  quod  antea  inaudi- 
tum ,  pofteros  ad  gloriaci  femper  excitauìt .  Prarfuit  meo- 
fe$  XX.  Vix.  Ann.  LXXH.  M  CCCC  LXXXVI. 

Sotto  all'atcro  volto  oltra  all'Altare  in  fq>olcro  fienile  à  mezza  aria  »  &  di  pari  la- 
noro»  Se  bellezza»  vi  é  tìpoAo  Agoftino  fratello  Doge  ^3 .  che  gli  foccelTe  nel  Prìnci- 
caC0)&vifile^e. 

AogufiinusBarbadici».  fratriDuci  opctmo  Incredibili  totius 
ciBÌtatiscooiénfu  fufièàus  Rhetico  bello  con£^o>  Cypro 
Kcq^  >  Piradstoco  mari  fublatis  »  rebus  Italia  pefi  tmos 
ad  Tarum  Gallos9  Ferdinandumq  iunioreoi  in  Regnum 
reftitutumcoBp^tki  maritimis  Àpuli»  q>pidis ,  Impe- 
rìoadiundis  >  Hetrufco  tuniultu  (edato»  Cremona»  A  bdua* 
naq.  Glarea  receptis  »  Cepbalonia  de  Tnrcis  capta  »  florén> 
dfs.  Reip.  ftatu  viuens  M.  H.  P.  Visic  Aan.{L  XXXIK  prae^ 
ifiut  z  V.  O.  XX  H  JL  Obiit  M  D I. 

Pia  oltre  la  palla  di  San  Cìorgìo  di  marmo  >  legata  in  bellifs.  altare  ipòn  ricche  & 
nobili  colonne»  fu  compofidone  di  Chriftoforo  CJobbo  Architetto  Milaiicfe>per  or- 
dine di  Giorgio  Dragano>ricocdato  dal  Sabellico  nel  IO.  librodellaj.Deca  per  huo* 
mo  di  mare>  &  dejla  cui  ^simiglia  fu  Lui^j  Grifalconi  Filofofo  IHuftre  de  nollri  rem- 

Ei  fepolto  nel  cimiterio  di  San  Giouanni  &  Paolo .  AIlÙQContro  apparifce  la  cappel* 
i  di  San  Saluadore»  notabiliflima  (ti  tutte  Paltre  della  cittì»  edificata  da  Domenico 
di  Pietro  gioiellicro  ricchiffimo  »  &  antiquario  »  con  marmi  »  con  porfidi  >  &  con  fer- 
pentini  molto  alla  grande*  Il  Coro  di  rare  tarile  adomato  fd  fatto  da  AlefTandro 
Brigaio  • 

VI  è  parimente  di  notabile»  il  chioftro  con  bellei  grofle  7  &  fpefle  colonne  compo^ 
fio  da  Andrea  Palladio  nobile  Architetto.  Si  ferba  in  quefto  Tempio  il  corpo  di'San* 
toAnianoVefcouod'Aleflandria»  che  fu  discepolo  di  San  Marco*  Nel  mezzo  della 
Chiefa  è  il  fepolcro  della  famiglia  de  Roifi  di  Parma» della  quale  Pietro  fu  iGenera- 
le  della  RepuD.  &  il  Conte  Guido  l'anno  1490.  fu  feppellito  m  quefto  facrario  »co* 
me  nobile  v  initiano  benemerito  della  Signoria  >  fi  come  altroue  habbiamo  lunga- 
mente trattato  • 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

£  heUiffima  U  Tamia  di  La^^aro  rifufcitato  dipinta  v^amente  dal  Caualier  Leandro 
da  Bafjano  •  Efpongono  quefli'Padri  in  Chiefa  nelle  maggiori  folennitd  dell* anno»  li  tiuanr0 
Enan^tijti  di  mano  del  Cokalièr  TAerio  TinelU .  ^Ifktcontro  de  Depofitide  i  Dogi  Bar- 
bar ijfii  inietti  vi  i  i^l/Mi  'Hkotò  da^  Tonte  Doge  8^.  ordinato  dal  Scamog^  ,4rchitetitQ 

dino- 


953  DEL    SESTIERO 

di  nomCi  U  qude  è  clemUQ  ia  una  con  yn  fodo  baftantutth  imef^ano  quaUn  fiedefiaUi  » 
fùpra  quali  ftanno  quattro  &ran  colonne  cannelate  di  ordine  compofito,  con  contrapHéfin^t 
pilaftrini  d  cantoy  le  quali  formano  tre  fpatij .  Sopta  effe  colonne  pra  per  tutto  tornamene 
tocche  va  riffalendo^  enelmei.jp  haynfrantifùiciOifottoalquakè  yn  bello,  e  ricco  ^rcc, 
nel  qude  pò  fa  yn  largo  piedefime  »  cl)e  regge  Japra  di  Je  iT'ma  di  fiaifimo  marmo  mac^ 
chiato  con  il  ritratto  di  detto  Trtncipe  pojlofopra  à  detta  Frnafcolptto  in  marmo  circonda* 
to  da  alcuni  putittii  fatto  dal  celebre  Scultore  ^leff andrò  littoria .  jllla  deflra  >  e  ftniflra 
delì^^rcù  ne  gUnterccLunnifono  due  gran  nicchi  ne  quali  ftanno  collocate  dueftatue  i  rap^ 
prefentanti  due  virtù .  Mtre  flatue  jono  fedenti  f ut frontifpicioad'alto,&  altre, che  pò* 
fano  in  piedi  a  dritto  delle  due  eftreme  colonne  doue  camma  yn  mez:^  ordine  i  ti  quale  fa 
finimento  dell^Altezji^  di  quejf  òpera,  la  quale  èùoi  ornata  di  Vittorie  jfeftoni  «  requadri  > 
fentenxjs,  &  altre  cofe  Pofte  con  molta  grauità,  &  decoro.  T^el  piedeftallofotto  allaftatua» 
ò  ritratto  del  Trine ipe  e  mt agliata  lajeguente  ihfcrittione  : 

Nlcolao  de  Ponte  Prind{>i ,  qui  ad  Reipob.  adminiftratio» 
nem  praeter  nobilifs.  fcienttarum  oraamenta  y  fingularem 
quo().  fapientiam  atq.  innocenciam  cum  attuliflTet)  amplifs* 
hoQoribus  ac  Legationibus  apud  omnes  Enrops  Principes 
prxclarifs.  ({xnÙ\is,  illisq.  potifs.  daabus ,  altera  ad  Tridea- 
tmucn  Synodum ,  altera  exa^a  iam  aitate  ad  Greg.xii  t. 
Pont.  Max.  Aifcepta  opt.  de  patria  meritusad  Principatum 
eueAus«  Rep.  grauifs.  sere  alieno  liberata  •  Vrbe  plurimis 
belli  fubfidijs  »  &pacis  ornamentis  auda;  deceffit  memo* 
rabtie  Aiis  cinibus  exemplum  • 

M-  D.  LXXX V.  1 1 1.  Kal  ScxtrL  vixit  annos 
L  XXXX 1 1  IL  in  Principatu  V 1 1.  McnC  tv. 
DicXL 

Sopra U capo  delle Firtàfi legger 

Esimi»  virtutis  monumenta  ad  gloria?  fiudia  excitanda  • 

£  fottoi  piedi  di  effe. 

m 

Vit«  currtculam  exiguum  glori»  yeròvìmmenfum  l 

llecrpodiqtefiofì^^'PrencipefipùJh  in  yn  fefolor»  fattùlipitf^f^i  iifiài^' 
«M  faragime  dpiamterra .  .  .     '      '■ 

E  anco  fepoùùin^fta Cbiefa L*m^  Moctnìgfh Caualiere»Trùitaratai'iiSMm'to»e 
Capitan  Generale  da  Mar»  il  Grande»  U  forte  ,il  terrer  de  Turchi  »  che  mvrfe  Homo  1^57. 

d  t9»    ' 


DI    DORSODVRO    LIRVL    iìp 


■ 


^quefio  Campione  fa  per  Decreto  TubUe^fano  fmam^i 
cai  Chsefa  di  San  Marco . 

Santa  Marta  # 

NEll'eftrctno  defladttd  che  guarda  verfo  Padoaa  è  il  Tempio  di  Santa  Maruu 
habitato  da  donne  Monache  fabrìcato  gii  dalla  famiglia  de  SalaoKMii .  Hi  (e* 
gno>  &  recognitione  della  c]ual  cofa>  fuole  ogni  Badcfla  fatta  di  naoao  mandar  nel 
tuo  princ4>io  i  donare  al  più  vecchio  detta  caf a  vna  roTa  di  feta , 

In  quefio  fi  vede  la  palla  in  due  nicchi  incontro  alla  porta  dalia  finiftra»  dipinta  da 
ISartolomco  &  da  Antonio  Viuarini  % 

ADDITIONE. 

[yueflaChiefaifiatarifaitamaìcim^  (uepartìprmdpaiuermuéH gl^^kart  dimsrr 
ìttifini  con  raghi  ornamenti  fecondo  fvfo  moderno.  Di  pitture  fece  Luigi  Benfatto  la  yits 
di  éjueftaSmtain  dieci  Quadretti.  Si  vede  di  Leandro  da  B^ano  9  Cbrifio  nella  Cafa  di 
Al  arta,  e  Maddalena^  Di  Matteo  Ingoii  èia  tela  conia  Vergine  ^  che  adora  U  Bambino 
desti. 

S.  Maria  Maggiore  • 

PIÙ  oltre  Santa  Maria  Magare  di  nuouo  edifkio»8e  hiogo  didckme  monache» 
ha  vna  palla  notabile  di  SaaCiouanni  BattiCU  nel  deferto:  &  fii  di  mano 
dell'  eccellente  T{tiano  • 

ADDITIONE. 

£  omatiffima  quefla  Cbiefa  dì  Titture;  poiché  oltre  alla  nobil  (fima  palla  del  S.Giouan-^ 
ni  di  Titiano  detta  difopradal  Sanfouino ,  vi  è  anco  queìla  deWjtUar  Maggkfre  con  tjif- 
[unta  della  yeifgiuef  dipinta  dal  celebre  Taelo  Feronefe  • 

Li  due  Quadrompofli  in  ejfa  Cappella,l'vno  delli  Sponfali  della  Fcrgine  )  taltro  di  San 
Gioachino  fcacciato  dal  Tempio  fono  delfamofo  Tintoretto .  T^W^ttare  di  cafa  Marcel^ 
I09  -vi  è  ma  TauoUf  doue  appari] ce  la  F ergine  fedente  fatto  àdvn  albero  con  Santi  Giù- 
uanniye  Marco»  e  Senatori  delTifteJfa  famiglia  ritratti  in  yefti  Ducali  ginocchioni  adoranti 
effa  F ergine ,  con  loro  figliuoli  9  pittura  molto  beila^ftimata  da  intendenti  y  di  Battìjfta  dH 
Moro.  Del  'Palma  è  tAnnmoiata  ne  i  lati  delt^ltar  Maggme^e  la  Tamia  con  la  Corona^ 
flotte  deBa  Madonna%neW^ltare  deUtAuocatoBallarinoTVUdoration  de  Magi  è  ^Do- 
menico Tintoretto  •  Zf  Aliare  di  Cafa  Mocenigo  i-  andfegUarricebitto  di  pretto  fa  paBa  » 
operata  doBonifacio  Fenetiano  doue  ritrajfe  la  BJFm  Gwiacomempiata  ia  Santi  Tiàtroi 
Francefion/tmlreaìtò^Mena.  Et  in  honore  di  ctn  erefp:  quefit^ttaret  e  detmà  caratteri  m* 
tagUatiinmarm^.i 

•        •  Fran- 


ÌT^  D  E  E    5  E  S  T  I  fi  R  O       : 

Francifcò  Moeenko  Senatori  optimo  !>•  Marci  Pròoira^ 
tori  Clarifs.  Sacellum  hoc  prius  ex  cius  voluntate  à  funda- 
mentis  extruAo»  Fìlij  pientìfe.  Patri  t  fibiq.  atq.  Ha^rcdibus 
arternufn  monumentimi  pofuere.  An«  DcMiini  M  D  X^UL 
DicXX.Iulij. 

Moki  altri  Qiiadn fi  veggono  appoz^iati  alte  colonne  9  &  attaccati  in  altri  luoghi  della 
Chiefayvno  de  quali  è  di  Giouanni  Bellino  doue  è  dipinta  noftra  Donna.  Fn' altro  con  più 
Simti  del  Valma  Vecchio.  Di  Iacopo  daVonte  di  B:ifi  ano  è  P^Arca  di'Hy$  douè  entrane 
per  Vn  Tonte  li  quadrupedi  di  tutte  lefpetid  e  per  lafenefira  i  volatili:  opera  mirabiliffim$> 
che  Viene  copiata  del  continuo  daftudiofi  della  Tittura.  Di  quefta  mano  virtuolafono  ano^ 
ra  le  q^ttro  Stagioni.  Li  altri  Quadri  dell'adultera  1  del  Centurione  9  de  fi^li  di  Zebeieù 
peri^qkalidimandaiamadredChrifioladeftrafela  fifiiftra  nel  Regno  de  Cieli ,  &ilSaU 
uatore  neWOrto  foftenuto  da  vn' .Angelo  fono  opere  ftngulari  del  celebrati^mo  Taolo  Ve^ 
ronefe.  i^e  ivaniaìladeflradieffaChiefa  fece  .Aleffandro  Varotari  in  vno  la  Vittoria 
ottenuta  da  Camothefi  in  virtù,  della  vefle  dcUa  Madonna  contro  t^ormami  C  in  altri^al^ 
tri  miracoli  di  effa  Vergine .  liella  Cappella  di  S.Francefco  vi  è  la  fepoltura  di  Lmgji  Méh 
lipiero  fondatore  di  quejlo  luogà»  come  fi  vede  ddtinfcrittioneiChe  dice  ;  ' 


Aloyfio  Maripetro»  quitemplum  hoc  Diu«  Marias  Maiori 
dicatum  a?re  Aio  à  ftmdamentis  exftruéndum  curauit.  H.  M* 
H.  N.  S.  pwter  vxor.  M  D  X  XXV  IL 

Vno  de  maffimi  benefattori  di  queflo  luogo,  è  Tomafo  Canale  Mercante  honoratiJJimoM 
éowjia  Cittiy  che  viue  al  prefente»  Uguale  fece  refiaurare la  fepoltura  di  fuoi  .Antenati^ 
piuataneUa  Cappella  Maggior Ci'Picmo  all'altare  >  fopra  alia  quale  è  incifa  laquì  fot^ 
to  infcrittkme  : 

Thomas  Canalis  quondam  Amonij  fiergomenfis  Fih'ut 
Summa<um  pictate  hoc  (ibi»  vxori»  poQerisq.  fuis 
Tumuluminftautarì  iuflit.  1 

Anno  Domini  millefimo  fexcentefhno^  Trigefimo  quinto 
Die  odauo  menfis  Nouembris  / 

Gieruaci  • 

* 

SV  la  mcdcfima  fondamenta  apparifcc  il  Tcmpfo  de  i  Giefaati  compoflo  con  af- 
fai bella  forma  così  di  dentro,  come  di  fuori .  Era  per  auanti  su  qnefto  fondo  vna 
picciola  Chiefetta  di  San  Hicronimo,  &  i  frati  fi  chiamauano  allora  i  poiieri  di  San- 
ta A^ncfci  dalla  cui  Chiefa  fono  per  poco  fpatio  difcofto .  Ma  hauendofi  mcflb  ma- 
no alla  coftruttionc  d'effo  luogo  allora  tutto  pieno  di  paludi,  &  di  fqueri ,  fi  fabricò 
nel  tempo  di  Nicolò  Marcello  Doge  6i.  che  fu  Panno  1473.  Il  quelle  fi]  molto  aflFct- 

tio- 


DI    D  O  R  S  0  D  V  Kpr    tj  jp.  VT.  zjf 

tkMvtto  à  quflAoiacrariai  Se  ^morendole)  diede  loto  dìuer/i  aiatù  Se  come  prottttxh 
re  vi  lafciò  alla  morte  Tua  tapezzarìe  diuerfe»  argenti  per  Altari ,  &  altri  ricchi  om^ 
menti.  Fra  quali  fono  vn  Chriflo  d'argento  d'altezza  quafi  di  vn  briccio  dimoltsL^ 
bellezza.  &  2 .Candelieri  di  diafpro:  fu  le  quali  tutte  cofe  è  fcolpita  J'infegna  del  de^ 
to  Doge.  A  quefto  luogo  il  Beatp  Lorenzo  Giu(liniano>  donò  la  Tua  cocolla^  tenuta^ 
dìi  frati  come  reliquia.  Oltre  alla  anale  vi  fono  delle  reliquie  di  Santo  Andrea>di  San 
Giouanni  Chrifoftomo,&  di  San  Sebaftiano.Di  fuori  fono  collocate  j. figure  di  mar- 
mo, cioè  vna  Refurrettionc,  vn  San  Hieronimo  j  6c  vn  San  Giofeppo .  In  Chiefa  vi  è 
vna  palla  di  Cbrifto  in  Crocei  lauorata  dal  Tintoretto.  Vn  Dio  padre  di  lacomo  Pal- 
ma 11  Vecchio»  con  vna  pietd  di  ottimo,&  intendente  maeftro.  Furono  protettori  di 
qiiefti  Padri>i  Corboli  di  Fiorenza  in  quefti  tempi,  de  quali  vi  giace  Francdco  fama=* 
u  6c  honorata  periòna  nelle  cofe  della  mercatura  • 

A    D   D    I    T    I    O    N    E. 

V\A  Itenjefìet  mite  òpere  à  quefli  "Padriychefono;  in  otto  quadri^  l'^nnontio  à  Zatcd-- 

'  riaéetla  ndfcita  diGhumni.  La  vifita  di  Santa  Eltfabetta .  La  nafcita  del  Santo  Vrecur^ 

'  jwé.  Vifte falche  predica  alle  genti.  V^ngelot  che  annuntia  à  ùajlori  la  Hafcita  del  Sai-- 

•iutère.  Come  viene  adorato  nel  Trefepe  da  paftori .  La  yifita  de  Magi ,  e  la  Turificatione 

della  tergine.  Kaùprefentò  ancora  la  confertnatione  della  Regola  de  Giefuati .  Dipinfe  in 

altre  la  Tamda  col  martirio  di  S.Catterinay  &  in  altra  li  Beati  Giouanni  Colombino  ifiitu^ 

ter  e  di  quefi^ordincy  dr  Frmcefce  Ficej^delL*  ordine  ftejfi  ambi  dot  Senefi .  T^el  Kefett^ 

rio  fece  alcune  Hijloriedcl  Fecchio  r^;»^»ro . 

Fa  mefttione  il  Strida  di  vn  Benedetto  Bramier  fepoltò  in  quefta  Chiefa  9  e  fiottìo  di 
,  k  affo  rUeuo  fopra  la  fepoltwra  con  la  feguente  ottaua  ;  . 

A  te  gran  Rè  del  Ciel  con  puro  core 
Conlacro  lapid  degna»  e  miglior  parte 
Come  Taltra  donai  su  1  più  bel  fiore 
In  fcruitio  di  Carlo  al  fiero  Marte  « 
Do  alla  Patria^  e  à  gli  amici  ogni  mio  honore  i 
Nel  cui  feruftio  oprai  l  ingegno,  e  l'arte  • 
Di  giouar  ad  ogn  vn  fu  il  mio  diletto  • 
Benedetto  Bramier  da  ogn*  vn  fuidetto  • 

,  Incuràbili . 

Dieci  paffi  più  oltre  (ì  troua  Io  Spedale  cosi  di  huomini  come  di  donne  de  gli  Incu- 
rabili inftituito  l'annd  1522.  Percioche  hauendo  per  auanti  Papa  Leone  X.  de- 


inou^bili  in  qualunque  luogo  >  ò  cheper  tempo  1 

S  volle 


• 

Volle  dieifflmcs&ftietnétii  è?ti*iSpdtti>fo(Ibroitiembrìdependcnrì^^pieUoj^^^^ 
Mp^rò  alcan^edadttk>'di'dnSpcdà1i<lepM        ,  cdticedetido  addetto  Ar£hi(pe- 
dm  <URofM&f  ifbditMttlbrhtòmiiMpi^^  &  tem- 

ttorfldi^'fi  tenere  &  in'fùetfe  >  che  fòAo  (là^ei  concem  ^  ttioìti  Sommi  'Pontefici  i  gli 
^edafi'di  San  Spirito  m  Sifixtà>  di  San  {àcomointrompoftellft»  &  di  Sdb  inii(Sitie  Sai* 
ttatwisdiR4omai&cheiGot]erntftt>ri>iminiftrìj  &  altri  della  cobftateniita  de  gli 
S^d^i  de  gli  Inc^abili)  liaueflerò  yg^alrtibnte  & ¥enst*alcttna  àifktwt^  >  come  fé  st 
4oro  da^ACipio^fi>fn^o  ftateconcefici  leiftefFe  gratie>  &  t^ufl^Q^  lO^ituali^  tòcn* 
ipàctàì  ày^kn^y^ztì  conceili  da  molti  !>ònttfid  Tuoi  antece(fori  aSn  GOiièYnacòri  »  Se 
tttfttK^idemfoptti^crfttiiSpedaU^  &diSanìa:comot>tedettd»  &Sdb 

loiagìfie  Salaiooris . 

Fatto  per  tanto  il  luogo  di  legnai  Pietrò€òfttatini  diefìd  pòi  X^efòouo  di  ftalfò»1i[t 
il  primo»  che^oifondafle  di  muro.  &  non  molto  dopo»  Antonio  Centani  Caualiero  fi- 
gliuolo di  Marco»  diede  princbio  allaChiefaouam»  fai  modello  del  Sanfouino»  &  vi 
tucono  collocati»  l' Altare  di  S.Orfola  di  mano  delTintoretto  »  la  p^Ula  del  Chriflbo  iti 
Croce-»  &  vn'altra  pallaparicnejfite  di  Paolo  Veranefe^  Lo  ^Meivut  ^<^4gi#  di 
Abbiti  Se  Cittadini  con  befie  &  rèligiofe  regole  per  ia  diva.d'^poueri  >  ^  bottocMa^ 
&  hobilifs^  gentildonne  &  matrone  lianno  in  cuftodia  Je^azelleraUe  qcialtfTolmdo 
màricarfi»  &iiauéndo  la  vòlta  deirantianitd  danno  loro  cento  ducAti<per  voà  >  &  t$« 
i  quelle  clie  non  hanno  l'antianità  del  tènlpo  • 

A   O    D   t    t   %0    N    È. 

^ct^i^€f^9ìntaiie$tè'U  Sdititi  h  TMok  ctm  tJtthtiMbUìx .  "QnéUìtdiSXht^ìmi 
è  di  mano  di  Gioumni  Rot^mer .  ^  fiatai  fktfo  diftuùuo  sfondato  ton  ùrotécmbenU^ 
fegnati  compartimemi.'ìlel^Ouato grame  di  metn^  è  dipinto  il  TaradifOidifeffMto,  e  prìn* 
cipiato4alTeranday  terminatò^pmferUdiM4$0rttydà  tffknctfcè  M^ci  Titt&r  f^i* 
tentino . 

'Hetti  due ouati  minori  vìfbhoHUe^iiù^abotefym  regijlìitta  inS. Matteo  al  cap.ti.  del^ 
le  iio^  del  figlio  del  Rè,  attenuali  dnfrò^l tfàaiatb  fenxa  pòntrft  là  ^efle  wn^^^iale  , 
che  fu  po$  per  commandamento  iet^Xi^étìkiBoebn  k  mM  re  fiidi  ìégàie  Helle  tenebre  ^  e 

J)ene  eteme,  il  che  fu  PHr^Mmeme  efpreffo  da  Serhm^  Stros:,'s;i  iRri^»e  littore  Genone^ 
e.  V altra  deltiftepo  Èuangelifia  al  cap.i  5  .deUe-cinàue  Feìcgini^ùrudentii  e  cinque  paxjj^g^ 
taf  presentata  da  Alefiamfo  rdrcftiiri.  Il  contbrtiò  fa  iaUorato  aa  altro  1?ìttore . 

ET  cammando  per  diritta  linea»  fl^Kgtie^  Spirito  Santo»  Tempio  habitato 
da  priOTache  dell'ordine  d;  $a~u  HÌéronimo»  focto  la  regola  di  Santo  Agoftino  • 
Il  qual  Sacrario»e(rendo  ne  tempi  de  noftrì  maggiori  di  legno»  fu  fatto  di  pietra»  non 
vna'vòltafola/madBearTre'pei'fidtirloa\>etfettionfe.  Etin'Vntdmpomcdefimo  fci 
anco  fabricata  ia  fraterna  por  fianco  dello  Spirito  Santo,  co  i  tefori  delle  Indulgenze 
.  donate  i  qùefte  dofilAr»  da  dmerfi  Pontefici  Rbnfifthi .  Alla  quale  è  ptepofto  vh  Prd^- 
dcnte  d'annoln  anno  fotto  titoloni  Guardiano»dcl  corpo  dcptó  eieeti  &  fcclri  dtta- 
dini,  I  quii  fìutoodnieiSe  o^K^iaxiom^tiigiofe  «e  esimane .  ct^fidìce  eheilprhno  » 

che 


DI  DOR^OfDV aq  UB.  VI        27J 

che  fondàfle  la  Qiiefa  di  pietra»  fq  vqkSaivo  V^rd«  >  qi^Ito  afièttionato  al  predetto 
laogo.EtHieronimodenrioIiauitQÌn  parte  4  f^bric^r  la  i^cqata.  Vi  fi  vede  di 
buono»  la  palla  deirAltargrandehittoraea  daTitiano ,  &  tenuta  con  molta  cuftodia 


CelefUna  PifiaiiiBadeffadel  momUero 


ADDITIONE. 


Efmgulare  ancora  la  Valla  della  vijìfa  de  M4Ri  dj^iiUa  i4  Xi^loretto  •  £  fiate  eretto 
tmouamente  da  TijfedeU  yn  ricco  ^Uareéfininmi  marmi^in  honore  della  Madonna^con 
titolo  della  Salute  •  Sofra  la  porta  Mi^^lvi^dÌ'i&i^<>fiy^de^ynmaeftofo  9  e  ben  ordinato 
deputo  fabricatoykimamente di i^P^Ml:^^  di  tre  graniffimite 

freflantiffimi  Senatori  di  Cafa  Varut<h  con.  li  lororitrafti^l^ti  in  marmo  >  e  [otto  ad^ejji 
lifeguenti  Elogjj:  Il  fin  eminent^t  &jìtnato  net  me^^z^té  ausilo  di  Vado  Varuta  Canalie* 
re^&'TrociiratordiSan  Marcocbm^fer^legaHmhferTretureie'Prefettiirefeperal' 
tri  fuf  remi  maneggitd^itéitMì^'fbejflJImci^  dadm  coàdentro»  come  fuori  deUa  Città; 
rifplendendo  ancora  niaggwrmen^^ff^^w^  fT^if^tii^tn^fcritta  dalla  jua  eruditat  e  fa* 
nutfapennatdiuifainduep^tif^pjpiCipifi^  44ll!aVHH%l3i^^  continuando  fino  alt  anno 
x%jx.  Dice  adunque  il  fuotÀogfOì, 

More  in  Deùin>oreìnExtetos»i»itiiiéSi  calamo  In  pofteros. 

Nauus»  dil^rtus,  fidu$>  firugi 

Mìlitaris  iterum  «ris  in  Archiduds  confinijs  Praefèdus »- 
Romaeapud  Giemcnte«>Vfll.ikiM>a{egatiis  ordinem  ordine 

Mox  Ff|aiÌa»€Uii»adeiiodera 

Tum  ad  Margaritam  Piiàtìitim  ÌMmxm  tencQtem  iter  extra  : 

Domum  an.iEtaiìis....*iMKaliiat^  ^tlemptn»  fpolia;  tu  ne  luge 

Sanguine  clarns,virtute  nifMiiiSiniunereplinNUfeus*  atramentocandidus. 

Fimo  non  Fama  exutus  ann.  Sal.httiii.  M  u  XC  Vili,  die  v  i.Decemb. 

UUa  i^a  èpofii  quello  di  .Andrea  TìffKtft^if^  del  fuietto  Tath  »&  dice: 

Paùfl 

Natura  frater>  vittufe  Jj^ulàt 

In  artatfs  ffoire      , 

PatrF^s  i»  qiltus  LcnQciìifjs 

Intctpj^hgi  C^Hq.  tpms 

E  penilo  hattfta  lufliato  Òrbe 
.-f.  --  $  »      Pro- 


^74       DE^i  sB  s  t  i  E  ag 

Pmdenrìa  matunis 
Ottomanicum  Sydus  ad  Echioadas 
Fumifertsdefèdum  ignibus 
Vel  oculonim  iafeqoiuiu  acie 
Quasftor  Vctoass  prouìdns 
yitra  mindumpraeterordìnem 
'  Cepiarumdu^ex  ordine 
Pii^tus  Bergomi  pcaettHr 

Trao^odanìs  fiiy  DOS 
Audor  metandis  fedulùs 
Ctmdo  milicum  agmìni 
y  Io  Gallia  Q£ilptna  pratftdiw 

E  mortali  andem  fkto 
Noininis  aeternitatem  praefecit 
Ann.«ta(  LXVIL 

Salhaai.  M  DC  XXIL 
.  DieNouemb.  ', 

* 

fefftefteUodiUarcoTanttatUlafMtifiratihuefikj^e! 

Marcus  Partici     ,       - 

lacIitaPauUfebolcs 

Patrem  pacruumq. 

Amuficatus  rdferens 

Ve  tumtilis  aabobus  Teftamento  : 

Btfibipofitts,  cinovq. 

Proximus 
Ita  oec  ticuUst  nec  genere 

Dcsencr 

Voits  vtroq.maior 
Ni  fingati  Maximi 
I^ouindaseaienfiis  Priacip^ 
Noti  circini  otio 

Sed  itineruai  oegotio     t 
Cofmogradus 
.  .  Teto  pererrato  Orbe 


f        m       *~ 


\   - 


\\ 


r* 


,r 


>  .  . 


1  •. 


Ad 


D  I    D^  R  S  ,0t  P  y  E  O  :  UB.  Vii  171 

Regundae  Rd 
Artein  drdidt  poblicse 
.Prafa«tate,hiiiiuuMcate  iuxtt 
?  Oprìme  de  oUMUims  Qterìtt» 

Stnator  OiDfukas  ^ 

Goofilóriiis  feoior  >. 

Fato  iuibìs  iQC(«fiilM  ' 

Nivl(afandiisiioiiKiueàr<S  -■  ^ '' 

Ano.ctat»LIII. 

Sai.  hun.  M  J>^  "^m^L-ì^^  X 1 1.  lulii . 


>«        vf 


Giefiiid. 


«  •• 


pvAUa  pircc Verfo  Dogana  fi  ttouano  i  Preti  Riformati*  detti  Gicfuiti  *  inftituton 
A^  d^vna  ottima  regolatione  alla  vita  Chriftiana  ^  nella  quak  facendo  molto  frut^ 
to  con  la  predicatione  &  con  lajconfeflionei  fono  vtìli  molto  nella  vigna  del  Signore^ 
La  Chiefa  loto  reftaurata  di  huoiio  in  commoda  &  bella  forma»  è  vifit ^^  di  contino* 
no  dalla  ma^k>r parte deUadtti.^pdejklpmuMdi  molti  abbellimenti  s*è  fatta^ 
nobile  &  chiara  fra  Taltre.  perdo&<rvirono  qoattro  belliffime  palle>  Tvna  deUa  paf- 
tìow di Chrifto dipinu da lacomo  Palma.  L'alti:4  de  gli  Apoftoli  San  Pietro»  ScSaa 
Paòkh  fatta  da  lacòmo  da  Ba(Eino  •  La  terza  della  Circoncisone  di  Noftro  Signore  1 
di  mano  di  Marco  del  Moro\  8i  Vvìtìtriz  ài  San  Francefco  di  Simònéttò  da  San'  Ca- 
fciano  •  Vi  è  parimente  ilfoffitto  molto  dcco»  &  degpo  diconfiderationei&  fii  ope« 
ra  di  Paolo  Veronefe  ;- 

Vi  fi  £ibrica  più  oltre  i  qnefto  vn  beUiflimo  tabernacolo  per  metter  su  l'aitar  prin« 
€fpcriéHieAqu«^eeriporifikorj)b  di  MoÀro  Sign.  con  intagli  cofi  fingolari^con  tsxh% 
nmccfaena  d'oro»  &  con  pitture  còsi  nobttf»  di  mano  di  Paolo  predetto  >  del  Palma  • 
ar  djVranc^eo^da  TMhno  >  che  fard  cofa  veramente  degna»  non  pur  deDa  fudettjif^ 
Cfaida»  ma  di  quella  religiofa  Città  • 


A    D    D   I    T    t    O    N   E. 


■  • 

f  LicentiatiUGiefuitidiariin^del Senato dalUCindf&damtù 
1606. allivo.  di  Magno  nel Trmipata  di  Leonardo DouaPo  percaufa  deWinMdem^  fa, 
^(fldatta  quefla  ornSylimo-Chiefa^  e  Manajkro  (ridutoUm  ClMjwra)0€r  decreto  deime^ 
deftìihdSenàtOy  Me  Monache j  che  abitoHono  1^1  fola  di  SSerùolo,  &  ciofegm  Iranno  ;6i5#^ 
d  2j.GiimH>3  nel  qual^mOitnandate  à  btimffimékiìora  le  Tiatte  della  Signoria  d  leuar^ 
le;  Montonella  primaC^bbadeffa  con  la  vieU-deHe  Monodìe,  il  F icario  Tatriarcate,  & 
vn  Canonico  di  Cafiello .  Vlelì^ altra  emrò  la  Triwa  con  t^ altra  metd  yillor  Confejfore  >  eJr 
iKijièrj  Caww^a;  Le  impmpmmipiMMaM^mVrocsfigà  parvmu  TmitedatMét^f^ 

"-    '  .  5    3       dalli 


v-»«« 


l-^S  D  E  L    SB  S  T  lE  R  O       :  '' 

ialli4oro Gouemaiùrh dafaratìMCtUMUriancm'a 9 aariofi iiitidertdnmtii  tutti  perà 
ncUe  froprìe  góndole  • 

Giame  4  quefto  luogo  fmontartmo  con  ordine f  entrando  in  Chiefa  proceffhnalmente  doue^ 
tal  Vicario  fudetto  intonato  il  te  Deutn>/2  poi  feguitato ,  e  cantato  tutto  dalle  medeftme 
èladri  à  due  Cori  in  canto  figurato,  il  quale  terminato^  e  dette  le  Orationi  couuenienti  ^fu^ 
rono  introdotte  netta  Claufif4f  tìr  arriuate  nel  primo  Dormitorio  ,gli  fu  fatto  dal  predetto 
y icario  vn  dotto,  e  pio  ragionamento  dopò  il  quale,  partito  con  tutti  quetti,c}ferémoreco,re^ 
ftomo  effe  Madri  fole,prouifte  di  tutto  quello  lipoteua  bifognare  fino  al  trafpmo  dalle  lor 
Maffaritie .  E  quefla  Chiefa  dedicata  à  Soma  Maria  dell*Humiltd,  clfè  la  Fifitatioue  daU 
U MadùnHa,qualeR celebra alU%.diLuglìioi&  per^c i beniffimo  vj/iciataM  piene  per 
€iè  frequentata  dei  conttnuadal  popolo  • 


.  ì:. 


Càteckumcni* 

ADDITIONE. 


,■•  ^ 


Dietro  alla  fudetta  Chiefa  è  il  luogo  de  Catecbumeni^doue  del  continuo  fi  ricettano  T  ur-^ 
chi,  Mm,,Hebrei ,  che  vengono  al  lume  detta  Santa  Fede  Cattolica  »  neUa  quale  fono.i»^ 
firuttitprimadiriceuer  il  Santo  Battefima.Egouernatoqueflo  luogo  da  pij  Sigimi,  i^puàk 
s^aioprano  con  tutto  lo  fpirito  in  così  degtM^  e  /anta  opera  • 


Ogni  Santi 


SI  ha  flit  cafo  diqitefle  Chiefe  Ogni  Santi  di  donne  Moniche»  madi  nuouo  edi&oo^ 
chiaro  per  Santo  Barbarigo  >&  per  lacomo  Duodo  • 

ADDITIONE.  : 

», 

Ki  di  notabile  quefla  Chiefa  la  TauoladelC^ltar  Maggiore  t  netta  quale  il  v^te^ 
Taolo  yeronefe  rapprefentò  la  Gloria  de  Beati  »  con  la  Vergfne  netta  fommitd  CofomUtim 
Dio  Vadre,  e  dal  Ftzlimlo .  T^ettiportetti  dett'Organo  fece  ancora  f^doratione^e  Jf0l 
^  i  Dottori  detta  Cbiefa%e  fotto  alla  Cafa,  ^Eterno  Tadre  circondato  da  Cherubmi  Tf^ 
faibettoPMtare  fabricato  di  nuouo  di  marmi  fini  con  laTauola%  che  contiene  UViftté^ 
ti^  iella  Madama,  dipinta  dalCaualier  Carlo  Kidotfi  • 

Fifono  molte  altre  putute  moderne  dì  diuerf e  maniere  »  pofieneirani  di  effaCbiefap 


éuttuFecchia,  O"  mincontro  in  aUratela  il  Sepolcro  di 
PreMarietamnauyerfoUmeiepmofepokro%degfÈa\ 

TiÌDid . 


uCbrii 


VIcim>alUDo£afiachMire>fittocialaTrinitd:fabricaai^icta&  di  molta  dinc^ 
ckme^la  quale  facaii(b»<u  &in(tioin 

allo- 


UkMdvttSen^W  mondo  mfefuorato  nell'acolito  di  terra  Sjtrita^f  fi  faceoàM 
fpeffi  paffaggivciSorVa..  Per  cagione  de  quali  y  cfllendo  Véneda  ccknmoda  fola  per 
quei  paefi  iog):ÀiBauoiic  cercaua  di  hauer  luogo  pric^riainauefta  citti  pct  le  €o^ 
loro .  &  tanto  p\ù>  quanto  che  la  Repub«.  abbracciando  ìzmo  Santa  inteutionetcìoft. 
folo  daua  ricetto»  ma  aiuto»  &  £siuore  cpn  legni  6c  con  armi  contra  gli  iitfedcli»adaii- 
gumento  della  Santa  fede  di  Chrifto  • 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

Qfefta  Chic  fa  è  m  pécrte  disfatta  per  occ  a  flotte  della  nuoua  fabrka  di  quella  della  MÒ^ 
doma  della  Saltae.  La  Scuola  nondimeno^  che  fu  per  la  medefima  caufageitata  à  terra  »  e 
fiata  riedificata  itti  yicitto  dotte  termina  ta  Domta^  è  pofii  in  etjd  >  //'  cimine  qttadri  del  Ti$t* 
iorctUh  che  fotiù  la  Creatione  de  pefckqiteUe  aegt^nimalii  U^xrmatione  di  Eua ,  tijiefia 
€0H^damo%  chemangiam  il  Vmo%  e  la  morte  violenta  di^bel»  Quali  erano  ineffa 
Cbiefa  detta  Trinitd.  ^ 

Santa  ThercHa  • 

^bplTlONE. 

Vamo  K645  •  akmte  Dotmepie  ottener  Ikett^a  dd  Vrincioe idi  poter Ji  fahricar  è  Chte- 
fa^e  Monafterioper  inftituiretardme  Carmelitano  di  Santa  Therefta  in  quefta  Otti  :  onde 
dMero  prmcipio  allanoro  nel  luogo  douegià  ahitauanò  li  Vadri  riformati  di  S. Buona  ren- 
tura%  incontro  alla  Chiefa  di  S.T{Jcoiò  de  MendicoU  »  e  comprate  alcune  Cafe  ini  vicine  $fi 
fimo  dilatate  in  maniera^  che  hanno  confirutto  capaci»e  commode  abitationi  »  e  dopè  hauer 
crdmata  »  e  riordinatM  la  Chiefa  pia  rotte  »  finalmente  in  jueff  ritinta  fabricatione  del 
1660.  t  hanno  ingrandita  in  tutte  le  f  ne  parti  t€r  eretti  in  egaricchiffimiMtari. 

G^Uo  detta  C affetta  Ma^jmre  è  maeftofo  occupando  tutta  la  fauiata,  fintato  difintf-^ 
pmimarmhconfeicohnm  atropo  J^Francht%edueV^chidailatidacMocaruid 
t9te%yifomrimefidmerfidiyamitepretiolimarmiiconaltriorn^  Sgurcintaglh 

^attelamfdtuttofattoeonfpejaincredikile.  La  fmtTauola$dte  contiene  SantaTberma^ 
fidipintadaTficolòMfiiniero  Wttor  Fiameugo  con  élritrattodiCiouanniMoro  prefian^ 
infimo  Stnatore^benefattotref  e  protettore  di  quefie  nonetto  Hel^iofe.  Sono  renard enoU 
anco  ii  due  alla  fitt^a  neWentrarin  Chiefa  »  e  fpecialmente  il  dedicato  d  Santa  Orfola\ 
oompoflo  di  marmi  fopra  fini  con  rimejpf  figure^iitagli%  &  altri  lanari  di  gran  filma  y  lactt 
TattolaèdimanodiFrancefcoRufcbi. 

Vakroè  antìfep  di  marmi  quafi  fimUi  atti  fudetti  $  &  hd  omametui  fingplari  $  confai 
grato  tttlaBJ^.delCarmine$qttalc  fi  yedefyuratanelli 
pone  Carmelitanay  fatta  dalfitdetto  JiicolùKeimero  • 

Ùalt^itrapaTtealtincontrodiquefioneèterminatoinfdttOydoueapparifu 
Ut  f .Angelo  MicbieledipitttomoltodUicatamente da  frd  Mt^mo  Cappuccino  dayero^ 
ttd.  Si  andrà  di  breuedèrgendo  altri  AUari,  fi  fora  il  pammento  di  marmi.  Il  fofitto  farà 
dipinto  con  architetture»  e  figure;  sìcheterminate  dette  cofe^fi  potrà  annouerare  fra  Ma^ 
gn^ciTempif  della  Città.  llRufchifudettoba  finito  vn* altra  Tauolacon  Santt  Franeefoe 
Antonio  da  9adona9&  altri  poftaneUaC(^ttaalh  fin^adeUaMt^giore  neltAl^ 
rauHwamemepriacMato. 

-  S     4         M*. 


»7l         D  X  t    SE  $  T  I  E  ft  0' 

Madonna  delIaSaluce  • 


A   D   D    I   T   I   O    N   E, 

'TerlaTefteieìtannoióio.cbe  affliggeuasefpap^UuattittalaCindffeeeròtò  USe^ 
nato  di  edificare  m  magnifico  Temuto  Mui  Beata  P' ergine  >  e  f  intitolale  S.  Maria  delta 
Salute:  Onde  terminato  il  Utogo^diftrmte  Ufdbriche  %  che  im  eramhfu  dt^.di  Marzo  del 
i6iiJolennemente(dopò'céÌebratalaMeìfa)dalTrincipe9C0l"Patriarca9  fofia  la  fri* 
maTictraconqHeftd  infcrittipne: 

* 

* 

D.    O.    M. 

.  Diiue  M^rise  Salutis  M^tri 

templi  iEdificandi  .    j 

Ad  peftileotiain^eztiiig^uaidaB 

SenatuséxVbto  ' 

-    Primus  hic  iiapis  eft .  ;    , 

Anno  Domini  M  DC  XXXL  n v.  MjUtij 

Vrbaoo  V  JI I.  Snrono  Ponriiìoe 

Nicolao  Concareno  Duce 
Ioanne  Theupolo  Pamarchji. 


\ 


^  titosHaMOcmùéUoneUeMed^cd^OrOid^^rsemo^efdltrùmetalhpihfrefiarM 
fepohein^lfondo»^lU6.p0Ì4iUScttemin'edelmedefittoaMttOffifriM 
àaimtwihncqiaUT^iaMiovnoTmmlimmiCeutoc  cento  ctn^tmnta 

fàtcTaUffràdirouercéOnarotLanfep&dmèeffMmifd^ 
4ttndii%^&^aUridi  io.il  ftkUlaHoropfmtocontnttafoUecàim^ 
W^fiincirca.Soprail^mdMtmh^fattoHfuolodiTaMolomdiromre^ 
gati$  e  concatenati»  s^incomincià  d  Umorare  con  fietre%  e  matta»  al^^andofi  lagifìan  macAi^ 
na  netta  fmna^  e  modello  ordinato  dalt^drcbitetto;  fiche  fino  d  éimfio  tempo  >  ck^fcrim  m 
cb*imlpnedeU'annoi660kaffar^comefegne:Trima  fiafcenàea  éfnqh  J{obdTem^ 
pofìtrgrandiffin^  [cannata  tàmarmo  di  Mm 

Ut  e  gira  poi  in  cinque  faccie,  arrinando  ad  vnfpakofbpanimento  lafbricato  di  marmo .  Lai^ 
fndiMafaociatai  tutta  inenfiata  di  marmo  con  quattro  gran  eohnne  di  oriinecomf^to^e 
fitoipiea^/kdUbtto»  quali  ctionnecon  hafi%  e  a^teUiyafcendono  aitaltts^  di  piedi  trenta^, 
Tifgf  intercolunni  vi  fono  due  7{icciji  colonnati  per  parte,  h^noftùra  takro  dinifi  da  ima  \ 
cornice  interrotta»  mrnatidifefloni^  altri  lauori  di  diligente  intagtiù.  Il  Portone  dimoile 
fatto  d  volto  di  ordine  Corinto  con  duefiatue  raffrefentanti  due  SibUUefiefenegU  Ungala 
fopra  effì  voito%fco^ite  in  tnnrmoéa  Franccfco  C amoli.  Il  Cornicione fuferiare  èdi  ord^ 
me  compofito  confrontifpitio  ,neiafommità  del  quale  vi  anderd  l'Imitine  di  Maria  Sat^ 
ti^mafcalpitaiuMarmodituno mdo  di  attex^^a  dipiedi  otto  »  eia  i  lati  di  efiavifaran^\ 
no  quattro  Ui^ù  in  atti  riuerenti^&  adoranti.  U  capitelli  comporti  fonointagtiatid  /ìm 
g^  di  rouere^C'  li  Corinti  d  foglie  diOUuo.  si  veggonodue  altre  facciatemnori  pcftefem 

fianco 


D  I  ^DORSODV^RO'Cm  VL    ft^^ 

diuCappeSe,  nelìpoH»  di  mex,-KO  vi  è  vn  tiicchio  grande,  efràit  pUalirt  due  abri  minori, 
.sestrofaiaUaChieftilriènelme^o  ya£BlMMidk  ottangolare  di  pudi6o.(U  diametro, 
'trelmaZadezt>4nzobfoHOptÌtiottopiedeJhaiiUciMdieei,elopraad'egift^ 
co&ineditMttotondoaite  piedi  treataeonbafi.ecapttrlU'dionUne  Compofitoitttt^Uatià 
'fydicdt  rouere,tiraidopfrmfalar»tt9ttiajòpra  ad'efìe  colonne  vn  comitienecotMofit» 
«K piedi fei, cimfopra à queUoilfiiop^i»dictlomeUe  per  eaminarui  ^intona ,  &  om 
'fiedefUiUperco&ieaniiottofiatiucQr^oadeKtiÀgi'^t^teeafiteUi  delie  ottoeolan- 
ne^cberegganeUfniettoComieione. 

FrAieJmdetteatueolotuievifMe^rcbi  ottoaperttdtptedtdtfnonedi  diametro  m  tuee* 
fofienutt  da  piU^  dopM  di  ordineCorinto ,  e  ior  capitetit  intagliati  d  fogHedi  otim  da  ee^ 
%brì  intt^iatori.  Sopra  al  comiàoae  fndettoviiTmaeiejtatiotte  in  alw^t  da  detto  or~ 
dine  eomp^utydifiedttrentaf  che  fegnita  FordineottmtgoUre  coafedeeifenefiromÀa  qn*- 
UriceueaàmddtttetiimetiittAUmtwda,SofTaàdettaeUuationeeanitnaviealtracor^ 
pieeddentaUradtTomiaiwmitiaie  ,Coprep«itiittataftidettaI(ottonaa  grandeCi^a* 
fimtatM  foptvegadUargbr^  di  piedi  fett*nta4oidi Diametro,  erilenante  in  dtex.xti 
piedi4inmmt€,f9rata  nei  majo  JUafiiperM  di  foro  circatare  di  piedi  dieoi  di  diametro 
tn  Uue  prférKorm  (opra  vna  Lampada  atta  Piedi  trenta-in  forma  di  rocehell»,  ò  reeehet- 
to,  ridotta  in  ottofacciate  con  otto  fiaefitHmi,d^ibHiti  per  opt'vaa  di  effe,  di  doMe  coderà 
iUÌaoe,cbeiUiimmeritiittaefpt-Cnpód*dideaaro,laqiiale  fardlatarataaJtucelH  ,oro,e 
pittKrtfeBenda  ai  di  fimri  coperta  ^i^re  di  piombo.  Sopra  alla  Lampada  fard  fituato  vn*~ 
^txoio^altitoìni^BO,  coperto  di  pi<mbo,e  qnefto  moltogrande  per  lafna  dìfiam.a 

Moma  di  piala  medeftma  CupoU  vn  corridoretthegira  lU  difmriiper  tutta  la  fu 


^4  piedi  otto  m  cava.  Si  ftUirica  al  prefenteitSantmtriOt'òCm^UaM^^giore,  quoti  di 
fama  eirceixreiiu^da imiitto all'aitro  piadkortama ,  e  larganella  -magpor  hr^ÉCT^^ 
piedi  quaranta,  adornata  di  belUffma  ^rcbaetturaindoi  ordini,  il  frimoCoriato,-ttfecm* 
doComp^itOiófeendendo  in  alse^XF*  Vaato-èla  JÉmonàafuéma.  7(<r1h  porri  nrcolari,vi 
foóofeifivfinniperpartetìoo  colmmedi«rdme  lonmteCormito.^lmé^^tìtàetta  c^ 
feUa  è  fituato  tritare  Ifolato,  di  marmi  fini  daOtrrara  ff'Vifwnum^rmeffi  di  beltMmi 
Macchie,  e  bronzi  dorati  à  fmco,cm  diottro  cohanedeU^ifieJÌ»  ntarmoJ>iaMeh0nK  di  or- 
dine Corinto,  quali  formi  fdo  ifoU  fu^  di  colonne  fie- 
di  difdotto  tvnò  ,eiilor<  'on  volti  /«prd  intagliati  da 
fit^iUare  Scultore  a  telU  di  effi  volti  li  fimo  èie  gran- 
di sAUIe  per  vno.  1{eU,  '-a  vaa  Cupola  fimde  a  queU 
la  della  Smonda,  mudi  idettoifofto  UCoro,doue  i 
Tadri  recitano  i  Diuini  C  ■ata^na$9Ìipiliifiri  a  ardi' 
ne  Imci,  i  primi,  tiftct  io  lucidiffìmo^f^a  d  detta 
Còro  vi  è  laSa^efitaJ»  ■  ventijei,  digraa^alrets^, 
fatta  à  volto  eoa  Lunett  e  predetta  li  anderanno  dne 
Campanili  vuiti  con  effafabrica,  quali  nafceramo  dalli  copèrti  di  detta,  efupereranno  tat- 
teL3;a  delle  Cupale,  ornati  anch' ejji  di  betl^im  a  architettura . 
fuori  ieUa  rtsóndafudetta  nel  piano  vi  è  vn'andito,  die  gira  intorno  oiteffajargo  piedi 


i8é  DEL    SESTIE  K^       ' 

eoSmiuiltaritUsr^  fiedii9.*corrtfpondenticgn'imadiej}èa^ymnlt9  icUa  medejim» 

Deft^barineuiteivimato^nhoratfeitonitdedieatodS,^ntmwdif'PAlUMa,tiabUe 

per  iifegno  di  ordine  Corinto ,  e  ricco  per  marmi  i  tutti  bianehijpmì ,  efìniffimida  Carrara 
con  la  Tanola  di  nano  dei  Caualier  ùberi,  il  ijuak  ha  fatto  difopra  le  tre  petfoue  della  SS. 
TrinitàjVadre,  FiglìMolo,  &  il  Spirito  Santo .  "piel  mev^  figurò  it  Santa  fofhuto  da  Jlh' 
geli}  &  à  piedi  rapprefentò  yenetia  Maejlo/a  in  abito  di  Regina ,  &  in  atto  fMpplicheuoU  . 
Si  iranno  di  brenertaUri  emine  Jlltari ,  anch'effi  di  marmi finit  e  di  forme  fingutari ,  fi 
come  faranno  anco  aipinte  te  loro  Tauole  da  pia  Ecceltenti  "Pittori,  che  vintilo  atprefente, 
liei  fne^u)  delia  volta  dellà-S^eflia.fmo  cotlocaU  li  tre  Quadri  del  celebre  Titiaw^ua- 
li  t  rano  nel  foffitto  della  Cbiefa  di  S  spirito ,  ciotiilFratricidio  di  Caino  ;  Il  Danìde  con  it 
Capo  troncato  à  Golia .  Et  t sbramo  pronto  4  faer^car  il  figlinolo  tfaae .  ly  intomo  fot» 
allaCornice fono  accommodatidtri  quadri  di  mano  del  Saimati,  che  erano  «elR^etorh 
pur  di  S^ptritOtfri^kaliènotabile  laCenadiChrifio  congl'^pofiolt .  Jlppefo  potai  pa- 
rete dalla  parte  defirafi  vede  il  grande ,  e  bellifftme  ijuadro  delie  T^^s^'  di  Cana  Ciàiiea  > 
dipinto  dal  famofo  Tintoretto ,  che  per  la  fna  EcceUen^  fu  dotto  in  Stampa  da  Odoard» 
rialetti8olopiefe,t{nal  era  nel  Refettoriil^ -padri  Crociferi.  Tutte  U  predette  pitturt 
furono  leuate  da  i  Utoghi  fudetti  di  ordine  del  Senatofdopòfkppreffe  queUe  due  religumi  ■)  e 
trafportate  tiuiuiper  ornar  quefio  mirabil  Tempio ,  fatto  fopra  il  modello  del  commendm  - 
le  architetto  Baidifiera  Lor^heaat  che  fornita  del  tutto  >  cofierd  al  Vublico  intonìo  à  mn^ 
•Zp  milione  ^oro.  Dal  che  fi  può  conefcere  quanto  sif  grande  la  Tietdia  Keligiane ,  tf-a  kx^ 
lo  del  culto  di  Dio  in  qnefia  Sercaiffma  Kepublica .  officiano  quefta  Chiefa  li  -Padri  f  4Wm- 
fchit  à  quali  fu  eoncejìaper  Decreto  Publtco  tanno  i6$6. 

Nel  fu  {crìtto  SeRiero  fono  in  fomma  XI.  Contrade. XI.  Chicfe  patrochialf.  XIII, 
Chiefe  di  Frati.  VIILChiefe  di  Monache.  Voa  Fraterna  Grande.XX  VI.  Torri  facre. 
VLCorpi  Santi.XXVni.  Organi.II.  Oratori.  III.  Spedali.  X.  Piazze.  XIX.  Palaizi, 
XXVIII.  Giardim.  V.  Statue  marmoree.  XLIX.Ponci  di  piecra.XX.  Pozzi  publichi* 
&XL.  Corti. 

Sono  parimente  neIl>irole  circonuicine  che  fono  al  numero  di  XIII. n(Hi  connumew 
rando  S.Iacomo  di  Paludo.  ne  S.FranceTcodal  Difcrco.  XILChìcTc  di  Frati  J.dÌMo^ 
iuchc.X.CorpiSaatijaU.Torrifàae.&V.Ajttue.  V 


DEL- 


iSr 


DELLA  VENETIA 

CITTA^  NOBILISSIMA 

Pefcritta  da 
M.FRANCESCO  SANSOVINO- 

HOR^     U  M  •?  L  I  ^  T  Ut     ET     UC  C  HES  C  IVT  U 

D  A    p.    GIVSTINIANO    MARTJNIONI 
PriiQo  Prete  Titolato  dì  SS.  Apoftoli. 

L  I  B  R  O     S  E  T  T  I  M  O. 

)òIeChÌere>iMoiuacn>s)iOratorìji&^l^dali>ch«di  fopns'^ 
sno^fìcrouaQofralepiiinpnonueiScrcÌJgiofe  congrceacioni  della 
itti>  (ci  Fracernci  chiamale  comuoemente  Scuole  Grandi  de  i  fiatcu- 
tCODciofia  che  abbracciano  gran  quantità  di  pei^onecòR  nobili  co- 

iecitTadìni&popolari>&ronofottopolle  al  Con%lÌo  de  Dieci .  In 

iocofereIigiorc>percioche  qualìconiein  Academia ò Scuole publì- 

die  vi  fi  imparano  *&  eflercjcanol'operatìomCbriOiane  d  beneficio  deiranime  de 

fitttiAi  così  rootdj come  viui*&  iUuuri&digraflbeneficio  per ipouerìd gloria  di 

Scuola  deUa  Carica . 

LA  prìnia die  foOè  Inftkaìu  fh  Sanu  Maria  della  Caiìtd»  &  fi  cominciò  ran.iitfo. 
d;^hLecniardo>  fii  rocca/ione  della  Vergine  miracolofa  per  la  quale  fii  edifi- 
cata b  Cariti .  &  da  quella  tane  l'altre  cinque  fnefero  la  forma  loro  >  cofi  nel  modo 
ddla  fabrìca  come  del  goucmo .  CcHiciofia  che  in  ogn'raa  fi  crea  del  corpo.de  citta- 
énà  per  vn'annoi  vn  Guardiano,  al  quale  fi  di  titolo  di  grande,  rìfpetto  alla  cura  fua 
di  tante  pcrfoge*  8c  riTpetto  anco  all'altro  Guardiano  >  ch'i  focto  di  lui  chiamato  da 
Matùoo .  VaVicaho  con  akri  officiali^  Se  miniftii)  &  li  dodici  della  Gìuiuairofiicio 
■    A  ■      -  4, 


aa*  DELLE   FRATERNE 

taiK>fìatloix>^&qQcflifcmailnfiri]oditutcó  ìlgouerno.  Il  Guardiana  Graiide  col 
Vicariervanno  veftkr  nell^  foienaiffima  fefHuiti  dei  Corpo  di  Chriftos  Tmo  di  coler 
cremeiinaeon  le  maniche aJli  E>ucale^&  Taltrodi  panno  pauonazzoi  comito  »4o- 
me  rappceCentanti  io  quefia  patte  À  Dominio  t  &  per  l'ordinario  fi  corner  inlUttito 
orocedenteab:  andqooi  fi  honora  il  Guardianacon  titolò  di  M s^ifico  •  Creile  ifci 
§cuoIei  maritano  ogni  anoa  fenza  alcuaidubbia  più  dà  i  $00.  doazelle  con  rentritc 
de  i  ìafci  de  i  tcflamenti . 

DìTpenfiitoitdiJlmeiite  cafc^d^arì»  ff rinc^mantellit  8c  alt^cofe  Ì0i 
notabd  fomma  d'orcN  perci^ehe  àgeiynxdisffc  Fraterne  ha  di  kendia  int< 
qpe  ò  fd  niila  ducati  di  (bbili  ficdìpoderi  ^t  tutti  i  predefcti  <»kian  9  mA' 
come  dell'altre  fraterne»  (i  creano  co  modi  mede(imi>che  fa  quefta  •  Et  nel  veto  ap- 
portano grande  ornamento^  &  giouamento  infieme  all' vnàierfale .  Pércidche  oltre 
che  fqpò.copioiaineate  fornita  dfat^eodidi  paramenti!  di  fecrofante  reUowe  i  &  di 
altre  cofe  appartenenti  al  culto  di  Dio  >rapprefentano  anco  vn  certo  moao  di  go- 
uemo  ciuilei  nel  quale  i  cittadtni^uafi  in  propria  Reppb.  hanno  i  gradi  Se  gli  honori 
fecondo  i  meriti  >  &  le  qualit^loro  •  Hanno  etiandio  diuerfe  bellezze  i  cosi  di  fabri- 
cbe  y  come  di  pitture  &  d'altro  •  Perciocke  ÙTqciefta  delia  Carica  edificataf|fre(t>  M 
canal  grande  &  per  frontedella  Chiefa  delta  Cariti)  grande  &  otpace  a  laftanzà 
con  bellaSald  Se  albergo  >  vi  foiK>  gli  Apoftoli  fattid  guazzo  maKiori  del  natorale  » 
da  lacomcllo  dal  Fiore»  che  nSè  l'annoi  14 ^S*  ^^  n^l'Albengo  la  noftra  Donna  di- 
pinta anco  eiHEd  guazzo  5  fu  opera  di  Antonio  Viuàrìno  da  Murano'.  Vifìvcdc^ 
criandio  il  ritratto  del  Cardinal  Beifarione  »  il  quale  veftjto  ésk  fratello  di  Scuola  >  h^l 
qufuipreflb  il  cappello  da  Cardinale.  Quello  huomo  Angolare  nelle  dottrine  9  ha«^ 
iiendo  fatto  dono  al  Senato  della  fua  Libreria»  fi  a>me  s^è  detto  altroue»  fii  parimen- 
te cortefe  i  quella  Scuola»  di  vn  quadretco»  nel  qaale  fono  dipinti  allVfanza  greca  ia 
Capitoli»  i  mifterij  della  Paflione  di  Chrifto>con  le  paiole  greche  del  Vangelo  pofte 
di  tetto .  Vi  fi  vede  etiàddio  vtrquadreap  con  vna  tjedadi  Chrilo  li  maeiti  fatta  à 

Sazzo  da  Andrea  Bellino  •  Di  fotto  nel  primo  piano ,  U  leggono  in  tef^na^iaflM 
Uafuaedificatioiie>&deUardhMiatfoiieilnfrafctttteparde.  :f!c 

idipcduerum  MCCL  X»  Succefiorcs  fverò  reJlMra*       /* 
mrwtt  MÙLXyL 

é 

£t  dall'  altra  parte  >       - 

Dtmmhmytuettm  ,  7(elfii99i ,  Legiy  Jufiìéktùn»' 
firuat  T^mfuk,  Chéritàtè  >  Am^t ,  Tittàtt  /Man  • 
MDLXVL 


S'  ' 


AD- 


^ 


ò  SCHdÈtTQJlANDI  LIR  VII.       z$$- 

:       A   J>'P    I    T    I    O    N    E. 


.  .    f  t     j 


■  S«U0  al  ritrafto  det  prcdett^CardìMlBefiarme  fono  intagliate  in  marmo  le  feguen- 
tiv^het  eioèi 

SiqaandO)  Fratres,  ocolas  huc  adieceritfs ,  BeflTarionis  Car- 
dìnalrsmemorìam  pie  colere  ne  grauemini  »  qui  maiorum 
vedrcMium  in  Ce  taivoiam»  atq.  obferuantiam  grate  repucans» 
LJgaoCnicisSan£dffi»»,reruatorisChrifti Tunica»  mul- 
ìSsq»  pr«t;erea  religiofiffimis  >  ac  pretiofiffimis  muneribus  fé 
ipfqm  priuans ,  ijs  Sacrarium  hoc  vefirum  >  &  vetudate  i  &  . 
'r\  $aD^'aiQBÌ4apttd  omnes  daruai)  viaeos  perpetuò  deco- 

0 

Tteffrfcettder  alta  feda  difopra  in  faccia  delle  due  f cale  i4Jhno  due  infcrìttimt  quel- 
UattédhitUidicei 

Quid  prodeft  tioinint,  fi  charitate  hotbinem  non  alit  ?  Cha- 
lìcas  enim  à  0eo  defcendit  :  fi  charitatem  in  pauperes  babe* 
blmus*  fedenin  ccelo  anlmabus  noftris  lucrabimur  • 

MDLXVI. 

'  l'attrad  man  manca: 

M  CCCXXXX  nil.  adi  1 2.  de  Auril. 


•  *  « 


- 1 


-f.! 


Qyefia  pofefiòn  fòcom^nzada  al  homxrde  loaltiflimo  Dìo,  e 

.  de  la  io*  dolce  Mare»beadffimaMadonna  S.  Maria  de  la.  Ca- 

ritade>'e  |Ser  E^n ,  e  honor ,  di  tutti  i  noftri  Frari  de  la  Scuola 

:  deli batudi, e  fò  complida  del  mefe  de  Zcneri  e  tutu  la 
.  pofe^  fò  comenzada  *  e  complida  in  tempo  di  meSacx 

f]'  Mattio  Wktoì  del  Ssmto  Vidal ,  Vardiam  de  la  ditta  Scuola , 
ècon  tutti  li  foi  compagni  fò  complida  >  e  roborada»  e  col 
facto  de  Santa  Maria  >  e  de  le  borie  de  li  boni  omini  de  la 
Scuola  fò  pagada. 

Scuoia  di  San  Giouanni  Euangelifta  # 

T\Dtto  ta  Cantd  fu  cominciatol'anno  i2^i«IaScueladiS.  Giouanni  Euangelifta:| 

Jb^'if  CUI  ridottola  prima  volta  fi  fece  alla  Chiefa  di  S,  Aponale  .Indi  i  poco  tem- 

>K».fi   pò 


*84  I> ^LtlE  FU  A IBR^MD UDZ  C 


-> 


Eo  Ottennero  dalla  &migliaBadaaraterKn(>^ddue  ^^11^  Tanno  1^07.  Pai« 

ergo>  &  k)  ediiicaron  molto  nobilmente  •  Ec  cominciata^  la  fabrica  Panno  ij^S. 
focto^  Principato  d'Andrea  Dttndok>9  fifitàl^amio  i^ojf.édn^  di'NfSirBO>  ht»  U 
Guardianato  di  lacomo  Tartaro . 

II  Salone  di  quefta  fabrica  è  lungo  ^4.  piedi  &  largo  24.  &  ha  la  Tua  falita  per  fian- 
co con  belli^na  fea^  ioiifata  poé  da  qudia  di  ^^  M^fcor^ .  I^'oNUricdf):  Musano  è 
come  quelig  della  Coxiti^  Et  è  ricca  di  prouenti  di  cafe  ^  Se  di  podi^d,  pc;rip  rmritar 
delle  fanciulle)  !f  per  gif  altri  bifogni .  Anzi  quefta  haùipiìì  dell'^altre  vnp  firalordi- 
n^io  detto  (accth  che  ogni  donzelfa  figliuola  de'  frateltrdf  Scuolarcherbgtia  é  mo- 
nacare»  ò  nurkarfi  por  i£*ett3  Io  ricrrckìiitalfa  fraMniè^efienck)  pelò  di  bSlfii  lortu* 
nai  riceue  di^ci  diKati  per  fuo  foaegne . 

Ma  molto  la  rende  illuftre  &  chiara  la  Croce  mkaodoCadel  S^u^tiiSuuq  Ij^gpo  do- 
ue  fu  morto  Chrifto,  che  i  fratelli  conferQano  con  molta  vQneratÌQneJa<iuàte  ^tmo^ 
fa  per  diuerftnMtaeoli»  le  diede  reptitationeSegrancteaia .  l^apm^  r^.  rn  f^ippo 
Mafferi  Caualiero»  &  gran  Cancelliero  del  Regno  di  Gierufalem  y  hauutab^iaidono 
da  Pietro  Tomafo  Patriarca  di  Coftantinopoh  la  diede  à  quello  Sacrario .  Et  por- 
tandola ì  fratelli  in  cima  al  peaneHo  %  auenaf  fra4iiier(c  akM  «ofeiiàritte  diqàenA-* 
Santidìina  Croce>che  andando  la  Scuola  d  San  Lorenzo  nella  Feftitik^{uA>te  oéti^i 
potendo  paflarfì  fui  ponte  per  la  fola  delle  brigata  vfciu  del  pennello»  cadde  in  ac- 
<}ua>  ma  ftatuioelk  fiHpeCa  iaada  fopra  all'acqua^  Andxca  Vendramioo  Guardiano 
in  quel  tempo,  hebbegratia  di  poterla  toccare  &  ricuperare.  . 

Auenne  parimente  iS. Lio  vn'al tra  marauiglia  jwrvn  fratefto  di  Scuola  pdto  di- 
noto d^eflfa  Croce,  che  ncUaoiorrefiiai»  non  potè eéfer portatftal  Au»  hmaMrS,  co- 
me attefta  vna  parte  del  Configlio  de  X«  fattai  Vmw  i  yj^  gli  1 1  •  di  M ^^io  ia^ 
D^ateria  de  predetti  due  miracoli  memorandi .  Vi  fono  medefimamente  pitture  di- 
uerfe,  della  hiftoria  del  tedamento  vecchio>&  nuouo,  con  la  P4flionc  di  ChjriAcH.  QQa 

J>unto  Volgari,  &  la  feconda  parte  di  quefta  opera  fu  di  mano  di  lacomo  BelIino,cfte 
éce  anco  la  feconda  parte  della  Natiuitd .  Nqli'^lbe^o  6  y^l^o^  dipinte  le  hifto^ 
rie  de  i  miracoli  della  predetta  Croce,  di  buona  mano,8c  dimuern  maeftri.Concio- 
fia  che  la  prima  tela  à  man  d^ftra  ia  di  benedetto  Diana  •  Xjl  feconda  di  Gì^a  Belli- 
no, ameMiie  ledatiflinFn^  èc  famofi  maeftrìw  La  tersa  «(^Gionanm  de  Manfueth^&  la^ 
cela  alla.  finiOra  dcH'^Altarc*  eli  Vittorio  ScsrpsiQm  IvKKrmdiTara  ccceUenya  •  L'al- 
tra alHooontro  fa  di  GiouanaiMarifcako»  £t  qlfxe  alI'Altai^r»  A^prìq;)?»  tela  daliaL^ 
fini  Ara,  Hi  dipinta  da  Lazajro  Sebaftiani«  l^z  feconda  da  Genu'l  KetUna»  9c  ut  terza  da 
Giouanni  àc  Manftieti.  La  palla  deH'attare  ià  opera  di  lacomo  B;?Hino  •  Nel  fecondo 
aJbergodidientray  ilfoflkto  fu  ^utodal  tempre  metnorandoTkiaiio  •  Et  tiuella  fac- 
ciata dalla  finiftea  purtc^^ode^  m  qwilro  di  IlQC£;^T^e(<Q  %  #  Une».  ^HN^eoza  j  & 
belleziu  che  è  ftbiaXQdx  cnolto  prc»o. Vi  fonoetiandio  diuar(f  rf^iquie  >j6^  le  qua* 
Kfinota  vna  gamba  diS.MartjnQ^&la  tefta di S.  Angelina,.  Ndla^ facciata  all'incon- 
tro del  Tribunale,  d^sue feggono'  i  Gouemanti,  fi  comema  tu  TabemacolQ  ài  opera 
Tedcfca  di  radici  di  perle»  con  la  hifloria  della  Paflione  di noftco-Stgaom  Ìa  figure^ 

Siccoledi  baffo  rilieuo,  di  grandezza  tutta  la  machina  di  poco  più  d'vn  braccio»  ma 
ief(roifitavaghczza»&divaloredimQlti,8crnoItidiucatiji  4(%dono fatto  aBa^ 
Scuola»  di  Limo  Podàchatavo  ArciUeftouo  di  Cipri  ftatellodi  effil  Scuola .  Della^ 
<|Qak  fii  fatto  medefimamente  fratello  l'aooo  157^  JFU^pq  U,6.è  dj  Sp^na^]^;^ 
àaoè)tlaoPigUuQ)0:tDoaGiouiUwd'AuIUàa&^^      cfelRè  FQippo^ukgQ  <l(i$: 

fnat^ 


O  se  VOLI  GRANDI  L!R  VII      28^/ 

tcimOrmttMèmé^ptoShi  t)tteÌUK!q»b.ItoMko  Colpo  Doca  di  Nictt; 
KioGordo  Scellei  Grati  Vtiof  d'Vùgiuiz  h  làcomo  ÌSceUti  foo  feicdk>  Coamienilacor 
di  temralem»  Va'alcM  Riccardo  %elld lupme  del  primo  Riccardo  »  Felke  Nkto  di 
CuTniaa  mpoce  dell'Oratore  •  Odoardo^ran  Barone  ad  R^nod'lfig^tltorrsitfc 
Oiriftoforo  Sak^ar  creato  del  detto  R^  tikiìdo  aUora  Gaardiano»  Bernardino  de  i 
Na&Vicarto>GioiiaiiaaFtgoliiio>Gtiardiatio  da  tnatttnOf  Ortaoiano  Zecco  Dotto- 
re» &Scr  mano  GìoiiaiMiidft  Pace  •  Sono  anco  feaellj  di  <)aefto  ridotto  »  i  Frati  Mino* 
«f  la  icitiOiìe(a^  per  Rmcb.  Stài  qui  è»  che  la  Ooofteiuca  ài  laaaro  »  ^pmdo^  tao- 
ihraìl  £ftn^  miraooMo  al))opolo^  t  Fr<ti  fanao  inteodei^  alta  Fn^^MfOome  à  Ì9^ 
te  fratelli  >^e'vtngiiiiiOdió(icadO'i  ondala  comparendo  pmcelfioMlmeMe  alU 
Ghiera»  &  traas^icalì  tcttùh  cappella  nu^giocc^gode  delia  deootioie  del  predec 
co  faaguc  coa^eniato  ne  Fxarì  ». 

ADDITIONE. 

rfhréUièel  eap^éatteaptrt^U  fnm^SigiMone  yjbì  il  carneo  bianco  >  fhffra  a  ^nule  trail 
<i0kUkTt  t4mf.^ìim>^<:4irom  •  Afcrt9  il  fecondo  ne  ìrfti  il  toBaUù  rofio  con  U  Canatiere  » 
che  haucagtm  fpaia  alta  mano .  aperto  il  tetm  ne  yfcìMca^ktSo  nero  con  il  CauaUere^ 
che  banca  la  Stadera  »  UpertoU  qnarto  ne  vfcì  updUiiocon  la  Morte,  che  auerratvccide» 
e  debella  Topolif  Regi^  imperadori  »  Monaribifer  Upotcfii  dattali  [opra  le  quattro  parti 
della  terra. 

La  feconda  >^ìone  è  la  regnata  nel  cap.y.  done  appari fcono  li  eletti  »  fignati  daU^jtn^ 
jfdOi  4CCÌÒ  non  yjenghino  motefiatif  ne  tràna^ati  da  empij  ;  doi  dnodeci  mUla  per  d^fcbst^ 
onnaTribà  He  Iffrael  %  La  ter%a  è  delcap^p^  done  slacciati  i  quattro  angeli  $  che  fiaunno 
confinati  neWEtfrate»  e  raccotto  da  loro  Tngr^tnde^  terribile  Ejfercito^  yecidonoia  ìeri^ 
jpartedegt^buemtni.  La  quarta  è  queUadeUaP'ersme 'Pepita  dt  Stde^  cormata  di  iodici 
Stelle^  con  la  Luna  /òtto  d  piedi  dejfcrictanelcap.i2.  con  ill>rag(me€tc.  In  ciéfcbeéun  de 
Quadri  rtè  S^Gionanni  in  atto  diuriuere  le  predette  rifioni  » 

JnàkrogTM  Quadro,  dipinto  iaSMioVeranda^èroPffrefet^  tfr 

ZnangeUfid^ùofio  nella  Caldaia  dioglio  boUentecon  mola  per/onaggi  a$fienei^  e  matiigd^ 
dÌ9  cht  in  dmcifi  modi  mantengono^a  fuoco. 

bomemco  Tintoretto  andf^li  formò  in4lcuni  Quadri  dinerfe  attiom  de  gli  JfpoflMè 
n^e^uaUinteruiene  il  medej^o  Santo  tratte  da  gli  attiioro  • 
]  ■ . 

Scuola  deUaMìfericor^lìàC 

ll^r£l  SeOìero  di  Caiurdo  fitontiene  la  Scuola  >  Se  ff^^ 


dadaella  de  Mercatanti  ab  antiquo  ^ddla^jtiale  Csiccin- 
filo  mendoiie  di  fopra£uieHanao  di  S•^darìa  dello  horto  «  Lo,  ùbdca  veccia  è  ri- 
«Suardcuole  molto:  petdoche  la  Sala  è  lunga  fc  larga  quanto  altra  the  fia  ndlaCitti» 
con  beUoi  &  honoraco  a&ergò  • 

Con  tutto  quello  l'anno  1 5  34.  poco  più  ò  meno  »  efTendo  Guardian  Grande  Fran- 
cdcoFelettoeOcelkntif$.  Oratore  <cCaufidico>  diede  principio  d  m^altn^  Scuola 
nuooaper  ^nco  della  yeccUa>ful  modello  dilacomo  Samouìno  :  de  fi  £ibrkò;coa^ 


$&j    i:^  t^iiLE^Kktmcì^'W 


yv 


MtdUflKnafpe&.  LaqifideperqMHtddifofidamehta^gn)<(^ 
per  bcHcizadi  oompofitura,  e  la  più  notabile  &  la  mèglio  iritcfa,pct  giudirio  dt  i  pé' 
riti  in  qucfta  profeffionei  che  fi  troui  nella  citti .  Mabcn  fi  crede  chcnon  fi  habbia^ 
<Ia  reder  cofi  toftp  il  fuo  fine»  (e  non  fi  dcftafle  petóuentur a  qualche  fpirito  nobilc-#  > 
che  fliman^lo  veramente  lo  honore  &  la  gloria  della  fna  patria ,  jprocutaffc  quando^ 
che  fiafdi  mandarla  inanzi  più  che  fi  può .  Uà  la  fabrica  vecchia  (opra  il  portone  la.* 
ftatua  di  noftra  Donna  di  marmo»  con  bell'aria^belle  mani,  &  co^  pan^i  molto  bcnj» 
intefi,  ^  fu  fcolpita  da  Bartolomeo»  che  fece  il  Portone  di  Palazzo.  Scd^lpi  fimilmen- 
te  le  figure  che  fono  nel  frontifpitiod'eflà  Scuola,  fornita copiofameoco  di  argenta- 
.  ricdi  vafi^di  reliquie ,  &  d'altri  ame fi  ncceflarijà tanto  ridotto.  Nel  quale  tiene  il 
.  volgoxhe  fi  riduca  la  maggior  parte  de  i  cittadini  originari)  >  &  che  permeila  i  tkà^ 
certo  modo  preceda  all'altre  per  qucfto  conto .  .  ,  .    . , 

A    D    D    ITI    a    N    E. 

LaStatiMdincftrADowiMheerafopraUTartooedelUfiérita  Vettì^à^tme  é^e il 

^^SxmfouinodifopraffUcoUocataalprefente  fopraU  porta  é^  fabrita  nmuaféme  hamr 
no  tra/portato  ogn' altro  ornamento ,  che  fi  ritrouana  indetta* JcuolOi  ve  uhia^y  bt 
eejja  d  Teffitori  di  panni  di  feta .  .     : 


s 


Scuola  di  San  Marco . 

1  ha  parimente  vn*altra  Scuola  Grande ,  fotto  tìtolo  di  San  Marcò  >  fituira  vicina 
alla  Chiefa  di  San  Giouanni  Se  Paolo,  notabile  per  edificiò,per  numero  di  perRy- 
ne,  per  entrata,&  per  ogni  altra  qualità  di  cofe  eccellenti  •  Nd  principio  fi  riduceuj- 
no  a  Santa  Croce  m  Luprio:  ma  riceuuto  Tanno  i4!?8,  vn  fondo  da  i  Irati  di  S,  Gio- 
uanni &  Paolo,  a  partirono  di  colà  nel  giorno  della  fertiuitd  di  S.  Marco  i  con  folcn- 
niifima  procefiione.  Auenne  poi  che  Tanno  1 48  5 •  arfe  Talbergo ,  onde  fi  rifece  Tedi- 
■  ficio  l'anno  14^0.  in  quella  torma  che  fi  vede  nora,  cioè  ampio  >  con  capaciflinia  Sa- 
la &  connumerata  fra  le  principali ,  &  vi  fi  monta  per  due  fcale  commode  &  ricche  % 
&difottolofpatioèconfimileiquel!odifopra.  La  faccia  di  fuori  é  tutta  incro^ 
dilata  di  marmi  finiflimi.  con  aflai  bella  ftnittura .  Le  figure  di  marmo  pofte  fopra  la 
porta  nel  frontifpitio ,  Scriaiperate  dall'incendio ,  fiirono  fcolpite  dal  fónradettO 
Bartolomeo  •  I  due  quadri  di  mezzo  rilieuo  pofii  da  ilati  del  portone^  con  due  mira- 
coli di  San  Marco  fono  di  Tullio  Lombardo.  NelTcntrar  della  Scuola,  il  Chrifto  fat- 
to i  guazzo  nello  horto,  fu  opera  di  Giorgio  Schiaiione  allicuo  dello  Squarcione  •  I 
quadri  nella  Sala  co  i  miracoli  del  Santo,  di  lacomo  Tintoretto .  &  Gentfl  Bellino  vi 
dipinfe  il  quadro  I  nel  quale  San  Marco  predica  a  gli  infedeh  pofioin  faccia  deU*4I- 
bergo.  &  Giouanni  de  Manfueti,  il  quadro  doue  San  Marco  guarifce  vn  calzolaio  •  Il 
quadroalladefiradoue  è  efprefia  quella  fortuna  memorabile  per  la  quale  S.Gior- 
,,  gio;  San  Marco,&  San  Nicolò,  vfciti,  come  dicono  Tantiche  fcritture ,  dalle  Chiefo 
K)ro,  faluarono  la  Città ,  fu  di  mano  di  lacomo  Palma ,  altri  dicono  di  Paris  Bor- 
done. 

Vi  fu  anco  cominciata  Tarca  di  Noè  da  Bartolomeo  Montagna ,  fu  h  quale  Bene- 
detto Diana  diede  principio  à  vna  fantafia  che  non  fu  finita  da  lui  per  Tincetidio .  Il 

mar- 


O  SCMOtB  OiiANDI  LIB.  VII       287 

gìiSiftSriolB  San  Marcofu  di  Vittorio  Bellmìano .  Sono  in  qnefto  ridotto  in  gran  co- 
pia tìoàìckzt  di  tutte  quelle  cofe  che  fi  conuengono  i  honorata  congregatiòne  •  Ne 
^ttmipaflati  ri  in  rubato  vno  anello  di  San  Marco  y  che  (i  conferuaua  con  molta^ 
ycammncy  il  quale  fa  con  altri  argenti  disfatto^  &  venduto  dal  mal  fattore  a  cValla 

i«e^foc>pectOi  ne  riceoè  il  debito  fupplicio  Se  caftigo . 

• 

L  A    D    I>   I    T   I    O    N    E. 

^Li  iMréC^ii  San  Marco  rapprefèntati  ddt  Tintorettù,  n^lli  (Quadri  della  Sa  la,  accen^ 
tkttiéi  jopradalSa94<fiùnoiJ^  da  MalamoccOye 

HnfiicodaTorceUoMercMtif^enciianifChtottenero  in  Mefiandria  da  Sacerdoti  Greci 
Hmfodieffb  Santo. 

Bone  t^Eccelknfe  Vittore  formò  in  Imgo  Torticate  w  va^iffimo  ordine  di  fepolcrìai'^ 
TMiinfroJbettika. 

tid  fniki  pèfhHfMdefim  corpo  in  cosi  marauigtiofo  fcorcio ,  chi  da  tutte  te  part^ 
fegne  CoccìMoy  cheto  mira  •  Fi  dipinfe  anco  vn'iniemoniato  con  moti  >  &  agitationi  motto 
froPriCi^fkttHrali .  ì^el  fecondo  >edefi  portar  il  corpo  del  Santo  alla  T^ue  da  mercan- 
ti fndetti$  e  per  la  jragranxa  %  che  fi  fparfe  netU  Città ,  fi  accorgerono  li  Ukfiandrini  del 
jantohcrtoi  onde  ^pf citi  per  impedirlo^  (i  lena  vn  così  pr ocello fo  tempo  >  che  hehbcrò  agio  li 
fiffjmmcrcantidiconaur il SantoCorpo  faina  alla  T^of .  'hjd  terzo  dimojìrò  come  il 
Sm^  Enoi^etiflaliberalfeyn  Saracino  3  che  fé  n'andaua  con  altri  infedeli  in  rna  liane 
wr^  Jtle^dria:  ma  lenatéfi  fiera  tempefla  di  mare  >  e  rotta  la  detta  t^ane  >  //  Saracino 
fitdettoimiocòcon  fidncidgramleilnomediSan  Marco%  dal  quale  fi  riportato  miracolo- 
famlenteìieUo  fchifo  one  erano  f aliti  i  Mercanti  f^enetiani  per  if campo  >  e  così  fi  fottraffe 
dal  perizio  del  mare  $  e  della  morte .  I^el  quarto  poflo  in  tefta  alla  Sala  dalla  parte  del 
CampOidipinfeconftraordinmaapplicatione  quel  miracolo  del  Santo  nel  liberar  il  feruo 
divnS^nordiTroHenMi  il  quale  venuto  pennato  àyenetiaàvifitare  il  Corùo  di  San 
Marco  emiro  Hyriere  del  fiso  Signore  $  e  ritornato  àcafay  il  padrone  ordinò  à  firn  min-- 
firi  y  che  in  pena  della  trafff^one  9  li  cauaffero  gl'occhi  :  Onde  pronti  alCeffecutione  >  fi 
rnppero  par  miracolo  tutti  gfifirumentifen?^  poter  oberar  ct^a  alcuna  d  danno  dei  pk- 
tìente  :  implicò  perciò  bordine  il  maluaggio  Signore  %  che  li  fodero  fpei^xMe  le  gambe  >  e 

»}$catii  piedi;  ma  fi  ruppero  parimente  i  martelli  9  e  mannaie  9  ftcbrU  dinoto  femore^ 
Uefo  fràUrottm'edeiegm^edefannfappàrendog^       Marcoinaereà  Imrarioda 
tormmti. 

F€oe  il  valorofo  Tintohttio  m<dti  pcrfttutggi  con  biz^^wri  vefhtii  intentid  yn  tanto  mira* 
coloi  &  vn  minijlro  mqftra  i  rotti  fbrumenti  al  Signore  »  il  quale  fiede  in  alto  fiordito  per 
itamo  atmemmfu^^  Domenico  Timoretto  figliuolo  ddfudetto  figurò  ì?i^pari$ione  del  San-- 
io  neUaCbiefa  Ducale  con  mdtiritratti  de  cottati.  EtdaiùttdeW,MtMrt  fectla  tras* 
lattonedelCorpodi^Saatodyenetia$conlinwacolioccorfiperyia^h. 

X 

Scuola  di  San  Rocco  • 

^?Naf^ta  fratctna  fa  eretta  da  certi  huomini  di  rehgiofa  vita ,  in  quel  tempo  % 
^  dieu  corpo  di  San  Rocco  portato  di  Germania  à  Veneda  9  &  npofto  in  S.Giu- 

1  Uano 


iSS  DELLE  ^RATEHNB 


«  f 


litiio  la  prìmi  volta»  la  liberò  da  Ttia  acetbtfitma  pefte>  gii  90.  anni  fono*  (^dli  pcP 
f^^^Hpftimil ridotto  loro  a  San  Rocco» &  Santa  Margarita  ;  maottenuto  poi  da  i  Frati  Mi- « 
non&ir^byttm>  vacuo^  vi  edificarono  la  Chicta  &  la  Scuola»  intitolata  i  San  Rocco  •  * 
Fecero^^ijpo  la  faccia  della  loro  fraterna  tutta  inaoftata  di  aobiliffimi  nsarmi  »  - 
&  ricca  di  ornamenti»  con  incredibil  fpefa .  Alla  qual  cofa  fare  gli  aiutò  grandraieo^; 
te»  molti  anni  fono  l'Imagine  di  Chriuo  dipinta  eia  Titiano  »  la  quale  facendo  diuerii 
miracoli»  fu  frequentata  con  amplidlmc  limo/ine  &  doni»  non  {xir  da  tutta  Venetia» 
ma  anco  dalle  circonuicine  atti .  Accreiiciuta  poi  per  i  tempi  calamitofi  del  morbe 
(il  quale  ha  fpeflfo  dato  moleftia  à  quefte  parti  )  di  limofine  »  di  lafci  »  &  d'altri  vrili , 
&  vini  prouenti  »  diuenne  finalmente  la  pm  ricca  fraterna  di  tutte  l'altre  •  L'edificio 
nobilifumo»  per  ftruttura»&  con  belliifime  &  ardficiofe  leale  >  è  fommameate  arric- 
chito di  pitture  notande .  percioche  vi  fono  nell'albergo  diuerfi  quadri .  Neil' vno  de 
quali  è  la  hiftoria  di  Chrifto  quan  do  orò^ello  horto»  nell'altro»  quando  fu  coodotco 
auanti  d  Pilato>  nel  terzo  quando  fu  croc^fiflo  nel  monte  Cakarìo  >  &  nel  quarto  la^ 
(uapaifiooe»  col  fòffitto  compartito  in  diuerfeinuentioni»  tutto  di  mano  di  laoo» 
mo  Tintoretto»  fratello  »  &prouifionato  della  detta  Scuola  ò  fraterna .  aka  qpiale  ha 
voluto  con  cortefe  animo  dimoftrare  quanto  egli  foffe  amoreuole  &  grato  con  l'in- 
duftria  del  fuo  eccellente  artificio .  Et  quefta  fraterna  è  parimente  fònuta  éA  pcctiif* 
iima  ibnuna  di  cofe  condecenti  al  culto  diuino  »  &  di  ^rofla  quantità  ài  danari  che  fi 
difpenfa  i  fua  gloria.  Et  pare^che  nelle  procefiioni  di  tutto  ranno  »  ella  ia pompale 
in  numero  di  perfone»  preceda  all'altre  ^&  Ipetialmente  nel  Giouedt  Santo-»  dl^elkL0 
vanno  a  San  Marco  à  venerare  il  Sangue  miracolofo  •  Percioche  il  popolo  concoD- 
re  i  tanto  fpettacolo  per  veder  quella  particolarmente  »  conciofia  »  che  in  quella^ 
notte  vi  caminano  in  próceflione  gran  numero  dibattati  con  marauigliofa  diuotio^ 
ne  •  dal  quale  vfo»  anco  l'altre  fìraterne  hanno  introdotto  ilmedefimo  gii  pochi  aa*«. 
ni  fonò .. 

ADDiriONE. 

Oltre  aWu^lbtrgùfitdenòiiìpinfe  Ameiefim  Tintcretto  il  foffitto  della  Sala  Mederei 
f gufando  in  rari  compartimenti  di  e fp>TStwrit  del  Feccbio  Teftamento  »  come  Isti^gref- 
ficne  di  jtdamoi  &  Em  ^  Mosè  che  percnate  il  f(^  »  e  riefce  t'acéjMa .  Gimut  vomHatù 
dalla  Balena.  Ilferpente  di  Brom^^  Il  facr^io  di  ^braamo.  Il  cader  (klU  Manna.  Et 
il  Sacralo  deli^AgnelOi  conaUnne  yifiottinegli  angoli  •  In  dieci  gran  Quadri  nel  giro  dr 
effkSalarfèce  la  Vjfcita  del  S^Uuatare^  UBéUtefimonel  Gmdano  »  la  fua  Bfifurrettiane  » 
L'OrationneWHoìt^^LaCenacongliUPoftoU.IlmiracolodicinaueTani^  e  dueTeftà^ 
H  Cieco  nato .  Vjtfcefa  di  Chrifio  al  €ieto  M  LaugmdùTifattata  alla  THfcina.  E  finalmen^^ 
te  fijleffo  Chr^  tentato^  nel  deferto . 

Tiapprefentò-neWjtìMreVUpparitiùnedi  San  tSKco  a^alcuni  languenti  rcom  il  ritrattò 
del  CaxdinalBrittanicoyil  quale  feffuaodaL  Santo  in  tempO' di  Te^T  ritenne  imùrefja  la 
Croce  nella  frontexrefiando perciò  illefo  dal  male .  Orna  anco  il  detto  Vittore  di  jue  opere 
U  Sala  terrena^  vedendoli  in  altrigjranQuadriUf^ergine  annunciata  ^  LKAdùratvmdt 
Magi.  Lnfle/ia  ì^erpnei  che  fugge  in  Egitto .  Laftrage  de  g[  Innocenti^.  La  Circoncifumc 
del  Saluatore  ..Et  t^fjuntadeha  tergine  .r 

La  maggior  parte  di  quefte  "Pitture  fono  pofte  in  iftampa  da  diuerfi  per  la  loro  rarità  >  e 
heUe^;^  venendo  anco  eopiate  del  continuo  da  Vittori  così  Italianiycome  Oltramontam  ^ 

a 

SOKK 


O  S  e  Voti  GIL  A>?j6iLlBÌ  VII;    i9Ì^ 

V---, 

Scùo  la  di  StU'Theodorò  • 

Intima  delle  fraterne  Grandi  >eleatca  nel  tempo  no(lro>,  è  quella  di^SaiTTheo-^ 
>  doro  •  la  qualceflendo  primapicciolaf  &  fatta  da  i  Mdìrciarì  »  crefciuta  di  huo- 
mini  faoilcofi  :  fu  finalmente  dall'Eccelfo  Configlio  de  Dieci  annoueràta  la  Sefta  &à 

fatoe. 

Fondata  adunque  fecondo  l'ordine  delle  precedenti  »  &  co  medefimi  officiali  af 
gòuemo  filo»  fi  poTero  Ticino  allaChiefadi  San  Saluadore»  nella  quale  giace  il  car« 

C>di San Theodoro>&compmtouivn fondo  Ticominciarono  i  fabricar il  ridotto 
ro  •  Ec  ancora  che  ella  non  habbia  rendita  alcuna  (labile  »  &  fia  fondata  folamen* 
tcsttlibocfede  firatelli:  non  è  punto  inferiore  all'altre  nelle  cofe  appartenenti  al 
debào  loro  >  anzi  nelle  procefidtii  fiirede  molto  ben  fornita  diameu  di  granfa- 
Iuta  .  Oltie  à  dò  difpenfa  amplifiime  limoftne  »  marita  donz elle  »  8c  diflr&uifce  al- 
tcecofc  à  poueri  in  abbondansa»  con  molta  lode  de  fsoi  firatelli ,  i  quali  infernoratj 
afiff operedi cantii  foftcngooocon  tanto  fplendore^  carico  iti.  tanta  importantia. 


.  t 


A.D    D    r   T    I    O    N    E. 

Dice UStringMfCbc  il  primo  ^cke^Hefii  Confrati  dccompa^ajferù  al  fepéUrù  dopò  U 
mttmnù  ài  qsufta  Scuola  »  fofc  M^c'j(ruonio  Micbiek  prefiantiffimo  Senatore  »  Vadre 
già  di  Luigia  che  al  fuo  tempo  era  Sauio  di  terra  Ferma . 

Queffa  fabrìca  è  digii  urminata^  mi^pme  al  difaari  >  &  ultimamente  fi  è  fatta  lafac-^ 
ciata  tuttéfdi  Tietra  yiua  Ifiriana  in  doi  ordinii  il  primo  Ionico»  quel  difo^  oom^fito  con 
moUii  e  TMght  ornamenti.  Sopra  al  frontifpitio  fono  fituate  cinque  nMU  figmremtaglMt 
in  marmo  di  tutto  tondo»  la  principale  è  di  San  Theodoro»  t altre  di  angeli  •  CtuefU  faccia* 
ta  è  fiata  fatta  per  legato  lafciatoii  dal  gid  laeooo  Gatti  Mercante  in  f^enetiaUlqual  mor^ 
fi  tanno  i  óagJi  1 6.  Febraro»  e  lafciò  per  diuerfi  ledati  pijt&d  particolari  intomo  a  cin^ 

Sjuecento  mula  ducati»  come  fi  vede  daWefiratto  detfiéo  Teflamentofiampaio,  ftAito  4où^ 
afua  maiale .  Ver  quefia  facciata  lafciò  trenta  milla  ducati  »  come  lafciò  anco  Per  queM 
della  Chieja  di  San  Sduatore  altri  feffanta  milla»  4  per  far  quella  deUa  Cbiefa  aeWHofpim 
tolde  Mendicanti  altri  trenta  milla.  Ulle  quali  fi  darà  principio  di  hreue  »  effendoftìior^ 
m^i  fatti i  modelli  da  Giofeppe  Sardi  Jtrchitetto,  e  dòtto  principio  diauorar  i  marmi.  7^e^ 
Viei;j;p  della  fudettdfaceiaiOi  in  i^nformitd  di  qmnto  habbiamo  detto  ,fid  firitto  : 

D.    O.    M. 

Diuoquoq.    . 
Martyri  Th«odoro 
Nota  lacobi 
•    ~  Galli  Magnificentù 

RcHdo  Actc 


inaimoreoroauic« 

f  "  T   t      Saio- 


Scuola  della  PafSone  * 


"i^ 


Qyid  à  ìmitatioQe  drqucAe  grandi»  ma  non  però  nel  numetodelle  fei  j.qiiaiicut|Z 
.  que  non  putito  minore  perxjuantità  di  (rateili)  s'è  leuata  in  quefVanni  vn*alcnt 
Scuola  chiamata  delta  Paflione^nudiuerfa  di  habiti&  difegnali.  Quefti  (ireffio^ 
r«»  vna  vptea  l'anno  in  proceffione  >  cioè  la  notte  del  GioileiU  Santo  qnando  fi  noft» 
all'acre  àrappm#  il  faneue  miracolofo  •  II  ridotto  loro  fa  alla  prima  in  ^an  Giuliano  ^ 
ma  poi  fu  traportaco  a  i  Frari  •  Gli  offitiali  di  quella  difpenuno  Umofine  i  mwàm» 
don2ellCf&  fanno  come  l'altre . 

Le  Domeniche  di  Quareiima  vifìtano  la  Chieta  di  San  Pietro  à  tmitatione  dello 
fei  grandi»  &  crefcendo  tuttauia  in  perfone  &  in  diuotione  >  (i  icrede  die  col  tempo 
haiK>ia  i  riufcir  cofa  importante  •  Alle  predette  Scuole  s'aggiugne  vn  numero  iacre^ 
dibile  di  Soiole  ò  fraterne  dette  picciole  collocate  in  diuerie  Cbtefe .  percioche  o^ 
arteC&  l'arti  ci  fono  in  gran  copia)  ha  la  fua  Scuola  gosemaea  dal  Callaldo  aatwale 
con  la  banca»  &  regolata  dalle  deliberationi  fatte  da  loro  fecondo  i  bifogni  ddl^arti  t . 
le  quali  tutte  fono  fottopofle  alla  Giuftitia  Vecchia.  Dalk  quali  fraterne  ò  fcoole 
pia:iole  in  tempo  di  guerra  >  (i  trahe  quantità  di  huomini  -per  armare  >  fecondo  \z^ 
qualità  d'effe  fcuole .  Et  ogni  fcuola  ha  in  ogni  Chiefa  il  fuo  altare .  &  molte  di  loco 
maritano  donzelle»  difpenfanò  limofine»  &  fanno  co(i  fatte  altre  opere  pie*  • 

Oltre  d  dò  vi  fono  le  fcuole  del  Sacramento  in  ogni  Chiefa  appartate  da  quefle 
dell'arti»  le  quali  hanno  cura  folamente  all'Altare  del  Corpo  di  Nu&gnore^enend(rfa 
in  punto  di  paramenti»  di  luminari»  &  d'altre  cofe  bifogneuoli  à  cofa  tale  •  Et  queftet 
dopò  il  giorno  fòlenne  del  Corpus  Domini»  nel  quale  la  Signorìa  fa  folenniffima  pro^ 
ceffione»  fiumo  ogni  anno  la  Domenica»  fecondo  la  rottaloro  la  proceffione  per  la^ 
detta  feflniiti  •    * 

Ora  tutti  i  (oprz  namti  luoghi  facrì  »  cofi  di  Chiefe  come  di  ogni  altro  Sacrario 
edificato  in  quella  Citii»  è  impoffibil  cofa  à  narrare  >  quali  ricchezze  habbiano^^in^ 
quanta  copia  per  amminiftrar  ^It  offici  che  s'appartengono  à  fuaDiuina  MaefUV 
uhM  che  tutte  le  Chiefe»  per  picciola  che  fi  fia>  hanno  il  campanile  »  l'orgaho»  &  la^ 
piazza  ò  per  fiancoò  dinanzi.  &  c^i  piazza  ha  il  fuo  pozzo  publico  »  di  modoi  che  fé 
tu  diftendeffi  in  circuito  tutti  gli  (pati  j  vacui  di  quefta  Città  »  vedrcfti  fadlmcnte  vn 
larghiffimo  campo  per  èdificarnivn'altra  gran  Città  appreflb.  Et  tuttauia  noi  fap« 
piamo  »  che  molte  Cittadelle  prindpali  in  Italia  &  polle  In  terra  ferma  »  doue  non 
mancaua  loro  il  terreno»  hanno  à  pena  vna  piazza  publicà  • 

Sonoparimente  in  tutte  le  Chiefe»  Sacerdoti  fecondo  la  conuenienza  del  luogo  »  i 
quaU affiduamente attendono akarìco loro.  Et  tutte  le  cere  che  fi  confumano  dal 
clero  per  qual  fi  voglia  occafione»  fono  biaochiffime  come  neue  »  6c  le  gialle  non  fo- 
no in  conto  alcuno*  Apprefib  quefto  «ogni  Chiefa  ha  qualche  prouento  »  chi  più»  chi 
neno»  &  i  Piouani d'efle  fonocreati  ^a  dttadini  &  popolari  »  che  pofiì^ono  (labili 
ielle  contrade»  per  via  di  fufiragij  Se  approbati  &  confermati  dal  Patriarca  •  In  fom* 
la  la  qualità  delle  ricchezze  &  del  gouerno  loro  è  di  cofi  fatta  maniera  >  che  ogfd 
;hiefa  di  Venetia  può  dirficonc^  ragione  vn  picciolo  Vefcouadp/.  • 


AD- 


Ì>1  DORSODVRO  LIB.VI.         ipt 

''  "à    D    D    I    T    I    O    N    E. 

S  ffodaia  quefio  ridutto  cm  lafìta  Chiefa,  ò  Oratorio  nel  campo  de  Trtrtt  fu  pà  Cétifìt^ 
natfédl  fuocot  e  rifatto  l'amoi^  fi'},  come  fi  ie^eneiriafcrittioHe  pofla  jbprala  ports, 
€ht  dice: 

~  Ràcs has  olìm  incendio  abfumptas,  gratuito  piorum  hominum 
«re  reficieqdas^wariuc loanoes Baptifla à  Bella»  huios  Coo- 
fraternitatìs  Cuftùs  maior,  Io:  Serenellius  Vicarias  *  Io:  Beltrar 
miu5cuftosBiinór«&lotArcheiÌu$Scrìbaviucum  alìjs  Col- 
lc^s.AaaoMOXCIII. 


T     3        DEL- 


ìi>i 


DELLA  VENETI  A 

CITTA  NOBILISSIMA 

Defcritta  da 
M- FRANCESCO  SANSOVINO- 

HORU    UWPLl^TU,     ST     UC  C  RES  C  I  VTU 

D   A    D.    GIV-STlNtANO    MARTINIONI 
Primo  Prete  Titolato  di  SS.  Apofioli. 

LIB.RO     OTTAVO. 

che  habbiamo  defcritto  i  badanza  la  Cini  per  via  diSeftierì  *  quan- 
)  alle  Chiefe  &  luoghi  pi)  *  confacract  al  culto  di  Dio  ■  ornate  rìcca- 
lente&copiofedi  tutte  quelle  cofcchefipotfonò  chiedere  à  bocca_j 
ppartenenci  i  così  fatta  materia,  paderemo  hora  A  i  luoghi  publìchi» 
:  non  facri* &  primieramente  C\  fauellera  della  Piazza  publica  con  tut- 
iaceniii  come  parte  principale  &  di  molta  importanza . 

riazzadi  San  Marco. 

QVcfta  adunque  diciamo ,  ch'è  pofta  da  quella  parte  che  riguarda  fra  S.Giorgio 
Maggiore  K  San  Giouannt  della  Giudeccsi  qua/ì  nel  mezzo  arco  del  Canal 
grande  >  cominciando  l'arco  dalla  punta  ai  Santo  Antonio  >&  dillenden- 
doli  jìno  d  Rialto .  Ella  é  Tpatiofa  »  &  larga  ■  Si  bella  quanto  altra  Piazza  del  mondo 

come 


FVBtlCHE  XIB.  Via  x^$ 

comeatidftiilPedra]x:atKl4.dcltefu€femUt^  Fur^mlf^ 

dH$  in  fla$$a  ilio,  cm  nefch  m  terrarum  orbis  panm  habeat»  Se  tatù  copectt  &  dri^iar 
ta  di  mattoni»  ò  pietre  cotte»  per  opera  di  Rtniero  Zeno  [>oge  44.  &  d'Antonio  ve- 
nkrol^^etfi*cnelafecefinjrcrannoi38i«òfe€ondoaltri  1^94*  La  Aia  iituatione 
compartita  in  qaattro  auadrì»  &  coi^iunta  iniieme  >fi  riduce  m  va  corpo  fola  >  for* 
mando  invn  tempo  meacfihio  quattro  Piaxze  •  Percioche  fé  fi  rì^iarda  bene  »  il  Pa«* 
lasuK)  ha  due  Piazze  al  feruitio  fitt>  >  T^ia  perfronte  fui  canal  grande  »  &  iViltta  per 
Bmco  di  rincontro  alla  libraria»  quadrata  ogni  Tua  &  con  la  (uà  giufta  largheaza^  « 
lAQite£s^San>dbccohalafuachendifteiKleiinaa  &SanBaflb 

ha  (imilmente  la  fuàper  fianco  della  Chiefa  di  San  Marco  dal  iato  della  Canonica. 
Ma  mi(urando(i  la  più  lunga»  ch'è  quella  di  San  Marco»  ella  è  di  470.  Scpiù  piedi  »  & 
di  larghezza  iM«  9cfm.  Srdallocolome  fino  aHa  Torre  lielie  hore  ò  io  (fiatio  di  500. 
piedi . 

Ora  dandofi  principio  dallaparte  ch'è  volta  verfo  la  torre  »  fi  vede  vna  banda  di 
cafe  tutte  vjguak  dr  ^dsza  Se  dt  lunghezza»  che  corre  fino  aH'eftremo  della  piazza^  > 
con  la  faccut  vguale  di  fimmetria»  pofta  fu  pilaftrì  »  Se  colonne  di  finiiBma  pietra^ 
Jftriana»  in  tre  fuoli»  tanto  vaga  &  ricca  i  vedere  che  nulla  più  :  &  quefte  fi  chiama- 
no cafe  nuoue  della  Procurarla»  rìfpetto  aite  vecdiie  che  fono  ali*tncontro  »  Se  furono 
fincate  fui  modello  di  Maftro  Bono  Protho  di  San  Majrco  •  Si  legge  che  Scbaftiano 
Ziani  Doge  j  S«  edificala  pi^eisza^con  va  corridore  per  lo  quale  «'andana  attorno  da 
tutti  i  lati»  &  del  quale  ne  apparifce  ancora  qualche  vefligio  »  &  tutte  quefte  fabriche 
furono  lafciate  alla  Chiefa  di  San  Marco  dal  detto  Ziani  »  con  buona  parte  della  mer- 
ceria •  Dalla  parte  del  canal  grande  fono  le  cafe  de  Procuratori  >  il  cm  obligo  è  di  ha« 
bitarui  per  riipetto  della  Chiefa  »  della  quale  quelli  de  Supra  hanno  il  gouerno  »  &  la 
cura»  &  anco  per  molte  altre  occorrenze  delta  Repub.  ettendo  effi  i  primi  huomini 
della  Citti.  *        , 

Di  rincontro  alla  Chiefa»  s'ergono  in  aria  tre  flili  ò  furti  chiamati  volgarmente-» 
i^ndardi»  fitti  (ubafe  ò  balauiln  di  bronzo»  fcolpiti  à  figure  di  mezzo  rUieuo»!  quali 
ftendardi  fignificano  franchigia  >  &  lit>ertd  dipendente  da  Dio  »  Se  folo  »&  non  da^ 
Principe  alcuno .  Si  dice  che  rapprefcntano  anco  i  tre  Regni»  di  Venetia»  di  Cipri»  Se 
di  Candia .  Ciie  gli  vltimi  foffero  Regni  è  noto  ad  ogn*  vno  >  ou  che  Venetia  fia  no 
minato  Regno»  lo  habbiamo  dimortrato  ampiamente  più  inanzi.  Altre  volte  lo  rteo-. 
dardo  di  mezzo  pollo  nel  tenipo  di  Paolo  Barbo  Procuratore»  che  fu  Tanno  1 5  o  i  •  fu* 
folo.  Vi  furono  poi  aggiunti  gli  altri  due  nel  ouarcoanfio  dei  Prindpe  Leonardo 
Loredano»  fi  cos^c  fi  legge  da  pie  •  Sopra  i  predetti  ftili ,  fi  mettono  per  le  felle  fo- 
lenni  »  tre  gran  rtendarcu  d'oro  >  &  di  feta  ai  gran  valuta  »  rifatti  focto  Hieronimo 
Idioti  Do^>  Tanno  is59. 

ADDITIONE. 

tfora  tfttefta  Tfaz.^  apparifce  pia  larga  »  pia  fpatiofa  »  e  più  amata  di  queOo  fojle  ne 
tempi  amati;  poiché^  gettate  a  terra  le  cafe  Fecchie  de  Vrocnratori ,  d*  altri  Edificif  an* 
tìchif  ehe  l^òccupoHonopfi  è  terminata  lafttperba  >  e  ricca  fabrica  deUe  Trocuratic  nuoue  : 
onde  da  m  lato  ha  per  tittta  la  fua  lur^heiz»^  la  fabrica  defcritta  di  [opra  dal  Sanfouinoj 
che  principia  daUa  torre  delle  H^e  »  e  corre  fino  aWefiremo  della  Via^:^  »  chiamata  da 
M  cafe  wtone  de9a  Vrocuratia^  e  daHP altro  la  nnouijprna  fitéetta  »  che  principia  al  Cam-- 
>   .  "  T    4       panile^ 


2>4  DELLE  V  RATER»B 

Pattitele  fidìftendfpnretiaìmeaftaoaltyiHmopii^ 

ftemirabiUfabriàìefChiudononelmer^UCbicfa  diS.GeminiaHo'>ch'i  da  m  capo  di 
effa  Tiasmt  yerfo  affrico  Tonente,  di  rincontro  d  quella  d$  S. Marco ,  cVè  yerfo  gre^o  £c- 
Mante .  Dice  il  Stri^a^he  lafudetta  Tias^xA  svi  al  prefente  lunga  piedi  5  a<x  f  Uórga  tfkU  ' 
i8o.  La  fua  forma  è  Quadrangolare  >  non  molto  dal  Sole,  ne  da  venti  impetuofi  ofefa^  e  - 
fpecialmeute  al  prefente  per  ralte:^a  delle  predette  Hobili  fabricfìt  :  Che  tifò  fé  tamrn 
diffe  di  tei  U  Tetrarca,  quamotmtato  di  f^va  dal  SoMfmno^  fé  U  inde fieaJ^^ 
mai-auMeper  la  fua  beile^j  e  per  la  fua  magjnificeuxA .  //  mede  fimo  S^it^  nel  4i^ 
fcorfo & i  ftendardi  regiflraìinfmttimincifetteiBalaufbi  di  OwH^^  accemtate anc^ 
dal  Sanfouino$  quali  dicono  :  ^ 

Principe  optifflo  Leonardo  Lauredano  Duce  Veneti 
anno  IV«  Marco  Antonio  Mauroceno  Equ.NicoIao 
Triuifano»  Paolo  BarboEccIeiueSanAi  Marcì  Pr»; 
curat. 


<  -*> 


E  à  b^  in  è  pefto  il  nome  deU^.^rteficet  leggendofi  : 

Opus  Alesrandri  Leopardi  An.  Domini  M  D  V.  Meo* 
Aug. 

Li  flendardi  fkronorinouati ancora  Iranno  1600.  fotto  il  Doge  Marin  Crimani  riccln 
di  feta  ,&  Ojro . 

Campanile  di  San  Marco* 

PEr  fianco  vérfo  il  Canale»  è  la  notabil  fabrìca  del  Campanile  9  TCrdoche  oltra  af^ 
l'altezza  è  fondaco  marauigliofameate  fotterra  >  &  tirato  aifopracon  mura* 
glia>&  con  architettura  (labile  &  foda .  Le  Tue  fondamenta  furono  gettate  nel  tem- 
po di  Pietro  Tribuno  Doge  i^.fanno  888.  L'anno  poi  1 148.  R  cominciò  i  tirar  la^ 
muraglia  di  fopra  fotto  il  l>oge  Domenico  Morefìno  •  E  fu  ordinato  che  fofTe  com- 
imme  al  Palazzo»  &  alla  Chiefa»  feruendo  neN'occorrenze  aH'vno  >  &  all'altro  luogo  » 
L*anno  1329.  fii  rinouato  per  opera  di  vno  Architetto  chiamato  il  Montagnana  •  Et 
Vanno  1^00.  arfenellacreatione  di  Michele  Stenoper  le  fede  dei  popolo  fatte  in^ 
tempo  di  notte  co  i  fuochi.  Et  l'anno  X4i7.jpercoÌloda  vna  faetca  cdefte  >  fu  la  cimz 
ch'era  di  legno  »  abbruciò  fino  fui  viuo  del  (affo  »  onde  fu  poi  rifatto  di  pietra  nelfa^ 
forma  che  n  vede  al  prefente  >  &  dorato  nobilmente  fino  allo  etlremo  della  fua  pun- 
ta. Con  tutto  ciò  l'anno  14JP0.  s'abbruciò  pervn'alcra  faettache  meffi:  anco  fuoco 
nel  Campanile  de  Frarì  • 

Finita  la  fabrìca  auuemie  vn  miracolo  non  punto  volgare  •  Percioche  cadendo  vn* 
operario  dalla  Già  cima  »  raccommandatofi  di  cuore  i  San  Marco  >  s'appiccò  con  le 
mani  in  cadendo  i  vna  traue  che  fporgeua  in  fuori  cjuafi  à  mezzo  campanile  >  &  fo*- 
AtmendoG  fortemente»  reftò  fofpefo  in  aria>  onde  atucandofi  con  funiifi  calò  in  terra 
fenz'alcun  male .  Gira  da  pie  per  ogni  verfo  i62.piedi.è  alto  fino  al  primo  fuolo  16^ 
piedi*  &  di  quindi  all' Angelo  152.  li  quale  Angelo  pollo  in  cinu  ranno  i5i7«èaitoi 

16. 


PVBLICHE  LIB.  Vllf.  t^f 

t&f  l^iedi  bfto  di  l^tìo>&  coperto  tutto  di  rame  dorato  ia  atto  di  d$x  la  ben'edftcio{ 
àe  <  Il  qo^poftofopravn  perno  dì  ferro»  fi  volge  attorno  fecondo»  che  fofiìaiio  t 
vcptì  >  non  altramente  che  fi  faceua  la  ftatua  pofta  fopra  vn*alti(Iiina  torre  d' Athe* 
OCtil^ial  girando  moflrana  la  qualità  de  venti  >  come  ricorda  Vìtruuio .  Dal  piano 
ddle  campane  fino  al  fojffitto  doue  eUe  ftanno  appefe  >  la  fabrica  è  fatta  in  volto  con 
«offe  &  alte  colonne  di  marmo .  Di  fopra  corre  vn  pc^giuolo  di  fuori  di  colonne  di 
bronzo»  alto  quanto  vno  huomo  »  per  lo  quale  fi  camina  commodamente  attorno  à 
tutte  le  faccie.  Ne  i  quadroni»  dal  poggiuolo  in  sii>doue  il  campanile  comincia  à  pie- 

Ì;arìi  in  piramide»  fono  fcolpjti  Leoni  di  martno  di  notabil  grandezza*  Di  dentro  ha 
e  muraglie  doppie»  &  quella  di  fuori  è  grofla  5  •  piedi  »  &  i  volti  delle  fcalc  che  vanno 
all'altrp  muro  di  dentro  fono  di  larghezza  di  é.  piedi»  le  quali  montano  fenza  fcali* 
ni  »  &  ad  ogni  ramo  di  fcala  doue  fi  volta  »  fi  trona  vn  patto  con  la  fineftra  che  dà  lu- 
me. Scuopre  con  l'altezza  fua  iton  pur  le  lagune  &  la  terra  ferma»  ma  quando  è  buon 
tem(>o»  &  fereno»i  nauiganti  che  fi  partono  d'Iftria  lo  veggono  per  lo  fpatio  di  cen« 
to  miglia  lontano  • 

Hi  la  cuftodia  di  q^uefla  nuchina»  vn  cittadino  ben  nato»po(loui  dal  Dominio  con 
£Uario  di  i  <o.  ducati  l'anno  »  il  quale  vi  tiene  huomini  pagati  »  che  fuonano  per  leg« 
gè  1413.  alle  hore  ordinate  &  commefie  loro»&  non  altramente  • 

ADDITIONE. 

.  Si  reie  bordi  quefta  marau^iiofa  fabricd  in  Ifola;  poiché  fin  tanno  1 59 1  ^furono  gettcù 
te  à  terra  le  cafe  Veuhie  de  Trocurator'h  che  erano  attaccate  à  lui  »  &  fi  gode  da  terra  fi^ 
no  alla  cima  di  tutte  quattro  le  Cue  facciate .  Dice  il  Stringa  »  che  il  miracolo  raccontato 
a  fopra  dal  Sanfouino^  sij  repffrato  in  rn  libroy  conferuato  nella  Sagreftia  di  San  Marco  > 
dotte  è  fcritto  di  quefto  particolare  : 

Dam  confumanda?  Procera^Turris  Campanaria? ,  iuxta  Ec« 
clefian  SanAi  Marci  in  altum  ereéte»  quidam  operarius 
operamdaret»  eiusq.  vertice  pcrficiendas  dìHgentius  infer- 
uiret;  delapfus  exterius,  in  pra^eps  fbrebatun  Sicq.  ad  ima 
defcendendo ,  inter  ipfa  pra^cipitia  votum  vouit  Deo  »  &  6. 
Marco  femanfurum  perpetuò  in  feruitio  S.  Marci»  fi  eum  de 
inftanti  perìculo  liberarec .  Cumq.  cadens  base  firmiter  prò- 
mififlfet,  tigno  cuidam  iquod  extra  eandem  turrim  fub  eius 
medio prominebat  ipfi  turri  propter  operam  exteriorem  in- 
iun^umt  finealiquacorporis  la^fioneadfaaefit»  ibiq.tandiù 
abfq.  labore  fé  tenuit  »  donec  fune  fubmiflb  »  incolumis  in 
terram  veniret.  Promifliionem  autem  >  &  votum  quod  kct- 
rat»  deuotè  impleuit:  &  afiiduè  in  Sandi  operibus  laborans» 
falttberdmè  diem  claufit  extremum  • 

n 


2^  DEL'tE  FHATERMB  : 

Iìw$^efimùStriM4riferifceUnkmerodeUeCamfhmi9Ìn(^  vetigtùm^ 

fonéUe%  dkendot  che  fimo  quattro*  e  tutte  di  ottimo  fitono .  Che  la  minore  è  chiamata  Trot^  * 
tiera%  UT  anco  Campana  dopò  'hjona.  La  fecondale  detta  me^a  tem^  •  V  altra  'Hona  •  E 
fvltima%  eh* è  la  maniere  è  nominata  U  Maratona .  Che  con  la  Marangma  à  l)ore  %^ne 
^mi  feriali  fi  [nona  l*^ue  Maria.  Con  La  Me%f,a  terz.a9fi  dafegno*  quando  è  yn*hora  di 
notte .  Con  la  i^ona  >  optando  è  yn*bora ,  e  me^^  di  notte .  Et  con  là  Marangona  quando 
fono  fonate  le  due  hore .  Et  che  tutti  quefti  fegni  durano  per  il  fpatio  di  vn  quarto-  iC- 

Che  con  la  Marangona  fida  fegnoquandoè  mèx.T^  notte.  Con  éa  men^  terx.a  nello 
fpuntar  deW^lhaftjuona  il  Mattutino,  nel  qual  tempo  fi  apre  ogni  giorno  la  Chiefa  di  San 
Marco.  Fn*hora  dopò  fonato  il  Mattuthuhfifuona  la  Mar  arcana  per  darfegno  $  che  lena 
il  Sole*  e  di  là  d  me^^P^^  fifuona  per  altre  tanto  fpatio  la  Campana  di  mex^  terxA  ;  ^ 
yn*hora  dopo  baflata  quelky  con  la  marangona  fifuona  TerzA^  con  la  T^ona  quando  è  mr^ 
^  dì;  e  nù:^hord  dopò  fi  fuona  la  Trottiera  saetta  communemente  >  la  campana  dietro 
'ì^ona,  la  quale  dura  me^hora  continua  ;  &  vrtbora  dopò ,  con  la  campana  detta  "Ugna 
fuonano  f^efpero.  Lefefle  però%  cosi  di  precetto  >  come  di  confuetudine ,  e  di  Val<£(zj>  non  fi  ^ 
fmnai  ne  fi  dafegno  del  leuar  del  Sole  >  non  di  mezxa  terza  >  ne  la  campana  diètro  ì{pna  ; 
Ogni  mercordì  ftfuonadoppioyicino  aU*bora di me:(^<i  terz.% ,  e  ciò  per  antico  yfo  ifotén^. 
do  fi  in  tal  tempo  far  da  tutti  i  Canonici  »  e  Clero  dCsan  Marco  vna  Trocefiione  attorno  la 
Chiefa .  . 

In  ogni  prima  Domenica  di  Me  fé  fi  fuonano  dòidoppij  l'vno ,  poco  dopò  r  altro  >  e  V*^fli 
per  le  duevroceffioni  j  che  fi  fanno  ;  La  orima  col  portar  il  Santtffjimo  Sacramento  deffu^i"  ^ 
rare  dmoftrar  aprigionieri  interuenenaoki  in  quejia  tutto  U  Capitolo  dei  Canonici .  Lafe- 
inonda  fi  fd  attorno  la  Chiefa,  cantandofi  le  Litanie  • 

7{ella  Quadra^efima,  nette  Figlie  commandate  i  &  nelli  quattro  Temùori  delHanno  » 
immediate  dopò  ter z^a^  fi  fuona  la  Trottiera  per  il  fpatio  d*vn^^ue  Maria,  cheddfegno  del 
digiuno .  //  jabbato  SantOy  all*hora  di  mezj^  tet^a  >  fuonano  per  poco  fpatio  di  tempo  tre 
campane  rna  alla  roitaxftgnificando  quefti  tre  fuoni  le  t  re  Marie%  che  andarono  per  tempo 
al  Monumento  del  Signor  e ,  come  narrano  gli  Euangelifti  ycheperà  fono  dette  lo  tre  Cam^ 
pane  delle  tre  Marie .  Quando  è  Configlio  ìa  nuttina,  tafera  auanti>  dopo  t^jtue  Maria  ifi 
fuona  la  Trottiera  per  lo  fpatio  di  vn  quinto  ihora  >e  ta  mattina  al  teuar  del  Sole  ton  la 
Campana  Marangma  fifuonamnuotie  botti  tantodtftanti  l'vno  daW altroché  durano  tutti 
nuoue  il  fpatio  di  vn' bora  i  dopò  ì  quali  fi  fuona  per  mezXhora  continua  la  Trottiera  9  H 
quale  cefiata^  tutta  la  l^biltà  yd  in  Configlio>}uonandofipoi  f abito  il  botto  di  terza . 

Quando  fi  fd  il  ConfigSo  il  dopò  definaret fi  fuona  dopo  terza  la  Trottkra^  e  pofcia  i  botti», 
conti  reftoy  comefopra  ìtMCon  più  bremtà  • 

Se  viene  condannato  alcuno  a  Mortis^^ifuona  per  mez,x.\horacontintui  m^abra  Campai 
na,  affai  più  piccioli  delle  predette  quattroychiamata  la  Renghiera .. 

Suonafi  anco  og  ni  voltai  che  difccnde  il  Trencipe  con  la  Signoria  in  CbieffTy  e  doppio  con: 
tutte  le  Campane.  Ilfimile  vien  fatto  >  &^  con  moltidoppii  due  giorni  innati ,  e  nel  dì  me^ 
de  fimo  dell^  quanrajUemitd  di  San  Marcoi  eie:  nella  principe  di  ^Hlc;  neir  appari- 
tione  delfuo  Corpo  dxi.di  Giugno^  "Hella  Confecratione  della  fua  C  hiefa  d^di  Ottobre  ^ 
E  nella  Traslatione  il  di  vltimodì  Gennaio .  Facendo  fi  parimente  il  mede  fimo  nella  folen^ 
nitd  dell*^Jbenfiene.  T^^fW*!  morto  de  Tapififiionano  nuoue  doppij  al  giorno  per  tre  di  con- 
unni .  Facendofi  il  fimile  nella  morte  de  A^«  "H!^  mmtc  de  Tatrùtrebi  fuonano  feirol^ 
te  quando  fono  morti  9  &  altre  fei  quando  vengono  fepolti .  T^ella  morte  del  Trimocerio^ 

fuor: 


P  V B  L I e  H  E  LIF.  V^llt.  4p7 

fitónano  trefegni  per  voUaj  ilfmilefifà  de  Ficarifi  de  Canonici  diSan  Marco  %  t  de  Vro^ 
curatori.  Così  anco  de  jlmbafciatori  de  Trencipi^  e  de  Capitani  Generali  da  Terra.  "ì^elU 
Crcatione  de  Tonteficififuonano  per  tre  giorni  continui  nuoue  rotte  ilgiornOf  apùicciandofi 
om  [era  in  Campanile  200.  lumiere ,  facendofì  l^ifteffo  anco  nella  Crcatione  de  Dogi .  Si 
juona^Hando  alcun  Capitano  da  Mar  vd  in  Chiefa  di  San  Moixorà  riceuer  il  Stendardo  del 
Generalato,  e  quando  efce  dopò  riccuutoj  e  fé  ne  yà  alla  Galea  accompagnato  dal  Doge  >  e 
dalla  Signoria}  continuandofi^ffmare  fino  eh* il  detto  Doge  ritorna  à  'Palazxo  ^FinameU' 
te  f nona  fi  in  tutte  le  procejjionh  che  vengono  fatte  fra  l'anno  • 

Procuratk  di  San  Marco . 

Contiguo  alla  predetta  fabrica»  Tono  )e  Procutatie  di  San  Marco .  Ma  acciocho 
s'incenda  mqglio  qiiefta  materia  da  i  foreftieri»  cioè  qual  fìa  la  AepAtà  del  Pro« 
curatore»  l'offitio^  &  il  carico  fuo  nella  Rqnib.  ne  rajnoneremo  in  quefto  luogo  qud 
ranco»  che  ho  ttouato  neHe  memorie  antiche  di  queita  Patria.  E(fendòfi  adunque  da*^ 
te  principio  alla  £ibrica  del  Tempio  di  San  Marco  da  Giuftiniano  Participatio  Do* 
gè  Decimo  1  &  continouandofi  i  farfi  maggiore  di  corpo  >  &  più  ricca  d'ornamenti 
da  i  fnoi  fucceffori>&  crefcendo  tottauia  la  cura  ddl'cdifitioj  al  qiiale  il  Principe  non 
poteua  attendere  per  l'occupadoni  delle  cofe  del  Tuo  ^ouemo  »  paroe  à  Padri  di  quel 
tempo»  di  creare  vno  huomo  di  crédito  >  &  di  riputa  tione  »  al  quale  fi  defle  il  gouer* 
no  àsXi^  fabdca  >  &  lo  chiamarono  Procuratore  $  effendo  l'offiuo  Tuo  di  procurar  il 
nhimento  delPopera  con  ogni  induftria»  preftena»  &  belletEBa  •  Ma  qual  ròfTc  il  pri- 
nkb  &  quando  creato  non  li  ha  certezza  alcuna  •  Andrea  Dandolo  neireditto  ìa  ma-* 
terìa  de  Canonici  di  San  Marco»  par  che  accenni  »  che  quella  degniti  hauefle  princi^ 
pio  fottoil  Doge  Domenico  Contarini»  che  fu  Tanno  104}.  perciocheegU  ragio^ 
nando  di  qnefto  dice  » 

"SonmèHi  cum  Jingulis  portiùhihus  dtffjttì  CdpelUì»^^^  ^ 
fiifiqmnter per  Perrmn  Vrfeolo ,  ^d  Ecdefism  ipfimin 
itK4pi  Tetri  Càndkuo  Dmis  prMtforu  fui  «xupdtn  in* 
teudio,  remuduit»  ^uam  DeminUus  Qnureno  pofien  h 
ferma  quà  ntmc  cernttur ,  refamMÙt .  'Proemréter  eidem 
Eeclepa, ,  C^  fukricée  tum  annmis  reddaibus  extiiit  ctnjli* 
tmm  0*0, 

Di  maniera  che  fi  può  crederecheerrino  tD(tlqnefli>  dbe  fcrilbtoidw  il  Procanu 
torefo&rìtRMdtoaJloncheilDogeZiaiiilarciòperteftainento  diaerfi  ftabiltatta 
Chie(a*  poi  che  eflò  fii  ordinato  per  tanti  anni  innanzi  che  fofle  fktto  il  Ziani .  Il  «tet- 
to Procurator  adunque  fi  fottofcriucua  in  qtteAa  manienu  ^o  ^Ans^^aUan  "Pro- 
curator  Operis  Beati  Marci .  Maperciocbe  col  tempo  acquiftandon  dominio  *  &  inFW 
pciróperouit&peFtctra»oQ(RkfaceaéecofniiiciaionoacrcfiDere>  l'anno  itjt. 


19%  DELLE  FA  BRICHE 

cflendo  allora  Doge  lacotnoThiepolo»  fu  al  primo  aggiunto  vn  compagno  ,  &fù 
creato  Piero  Dandolo  alli  ia.  di  Maggio .  &  ranno  1^59.  fatto  il  Dogato  di  Rinier 
Zeno,  fu  aggiunto  il  terzo,  che  fa  Marco  Soranzo,  alli  ly.di  Nouembre.Sc  Vzxi.iiói. 
fìi  fatto  il  quarto  • 

Qucfti  eflcndo  huomini  di  conto»  &  illuftri,hebbcro  oltre  i  auello  della  fabrica^  % 
altri  carichi  d'importanza  %  &  acciuiftandoH  rìputatioc^er  fa  loro  bontd ,  moltipli- 
cando i  lafci,  furono  coftretti  i  diuiderc  i  ridotti  fra  idBronde  ne  fecero  tre>  eflendd 
i  Procuratori  rimafti  tre  per  numero,  &  s'ordinòiche  T  vno  attendefle  alla  Chicfa,  & 
fofle  chiamato ,  de  Supra ,  che  Taltro  gouernaffe  le  commeflarie  di  li  da  Canale  >  & 
fo(Te  detto  de  Vltra»&  che  il  terzo  prouedetTe  alle  commcflàrie  di  qud  da  Canale,  & 
fofle  nominato,de  Citra.  Et  accioche  fi  haueflero  d  procurare  i  negotij  con  più  com- 
niodo  ,&  acconciamente,  Tanno  ij  19.  furono  creati  due  Procuratori  per  ridotto  > 
dandofì  loro  in  ferbo  i  priuilegi  del  Dominio ,  &  tutte  le  fcritture  d'importanza  •  &; 
Tanno  1442.  vollono,che  foffero  tre  per  luogo,  onde  fé  ne  crearono  à  tre  per  ridotto 
p.in  tutto,&  anco  in  maggior  quantità,  fecondo  il  bifogno ,  &  l'occorrenze  della  eie* 
ti.  Quefli  Tanno  1 268.  turono  fatti  fornitori  &  effecutori  de  i  tefbunenti  commeffi 
lorodal  Principe>&  dall'officio  del  Proprio,  &  creati  tutori  doue  non  fonoKu:quifta* 
rono  vn  mane^io,  per  cagione  de  i  laici  de  i  teftatorì ,  pur  troppo  grande,  ondt^ 
hanno  il  gouemo  d'vn  numero  incredibile  di  pofTeffioni  &  di  cafe,  indiuerd  terrìtorij 
di  queflo  flato .  Oltre  à  ciò  diftribuifcono  cafe ,  danari,  farine ,  &  altre  cofe  i  tutti  i 
Seftieri,  per  buona  &  gran  fomma  di  danari.Et  prouedono  à  ì  poum  marinarj(&  s'- 
intendono marinari,  i  compagui  di  galeafCalafati,maraneoni,  &  remari,che  haobia* 
no  fatto  tre  viaggi  almeno  da Corfù  in  li)'nelle neceflitdioro ,  alloro  bifogni  per  Ta;» 
mor  di  Dio.  Hanno  le  cafe  in  pìazza,fecondo  che  tocca  la  volta.£t  Tanno  1 559.  à  za. 
xli  Settembre  f  fu  rinouata la  legge  che  facefTero  la  guardia  alla  piazza  condiuerfi 
toomini  dell'Arfaiale,  quando  è  adunato  il  Conftglio .  S'adunano ,  i  loro  oAdi  per 
dare  audiénza  &  fpedir  diuerfi  negotij  tre  giorni  la  fettimana,cioè  il  Martedi,il  Me^- 
coledi,il  Giouedi,&  il  Sabato  per  Tordinano.  Et  vno  di  quelli  della  Procuratia  de  Su- 
pra vi  (^ni  Settimana  vna  volta  in  Chiefa  d  vedere  il  bifogno  fuo.  Et  hanno  le  chiaui 
deUc  reliquie  delle  Chiefe  della  Città,  percioche  elle  fonofotto  tre  chiaui,  Tvna  è 
queftadci  Procuratori,  Taltra  ki,  appreflfo  i  Procuratori  di  quelle  tal  ChieYe ,  &  la^ 
terza  la  tengono  i  Piouani  •  Sono  creati  Saui  del  Coniglio ,  detti  communemente 
Grandi,  d  oue  per  Procuratia  :  &  hanno  anco  altre  degniti ,  fecondo  che  pidce  al  Se^» 
nato.^  .  \ 

Quello  carico  adunque  laboriofo  nel  principio ,  fu  conuertito  in  degniti  coli  fat- 
ta, clib  dopò  il  Principato,è  la  fuprema  che  dia  la  Repnb.  perciochc  fi  honora  conu 
(jueflo  titolo,  orni  huomo  di  valore,che  eitendofì  eflercitato  luteamente  in  pianeggi 
importanti  perla  patria,  (Ifia  por  rato  di  modo,  che  Io  habbia  Ben  meritato  con  r- 
opcre  fue.  &  (ì  fuol  dare,  dopò  molte  fatiche  durareK]uafi  come  per  premio  de  meri- 
ti altrui,&  per  ripof»,  &  riftoro.  &  è  degniti  che  fi  tiene  in  vita,  alla  quale  cedono  in 
f>reminenza  tutte  Taltrc,  dal  Confiiliero  in  fuori#  quando  fi  troua  in  palazzo.&  i  Do- 
gi per  l'ordinario  fi  creano  di  queftotorpo .  pcrcioche  mettendofi  nel  numero  dei 
Procuratori,  i  primi  benemeriti  della  citta,  &  eleggendofi  nel  creare  il  Principe  il 
più  meritcuole,éx)ece{Iarioi  che  il  Doge  efca  le  più  volte  dal  grembo  dei  Procura- 
tori . 

Con  tutto  ciò  dal  di  che  fuinflituita  la  degniti  Procuratoria  fino  i  quefli  tempi» 

fono 


fyaUCHELI&VlH;  pi 

fòlio  tiofdd  di  toro  iS.Prìticm^^^       t^.aelhPix>caiadà€kSc^ra>cifl<|nedJiqoel^^ 
de  Cittat  ft  8é  diqattUdt  Vkta*  pcrcióc^ 

A   D    D    I    T   I    O    N    E. 

Udiykréu 

r 

De  Suora  faronot 

ts7f  Iacopo  Cootarim*  ;  1473  Nicolò  Marcello.' 

t|li  Giouanni  Scranno  •  148;  Marco  Barbarìgo. 

i|4}  Andrea  Dandolo*  1485  AgvfiiooBarbarigo. 

ti$6  Gtouanoi Delfino»  ijai  Antonio Grimani.- 

116$  Marco  Comaro.  zjaj  Andrea  Gritti. 


1381  Michiele  Morofinl  '     1538  Pietro  Landò. 

tdfoo  Mkhiele Steno.  i6ad  Giouanni  Gomaro J 

141 3  Tonalo  Mocenigo.  1^4;  FrancefcodaMoIin. 

1471  Nicola  Trono*  tf^Z  GionaonidaPcfarp» 

Li  Priacipi  deHaPfocuratia  diCicr» 

fono  li  arguenti  : 

Gio:Gradenigo;  158;  PàfquarGcognì.' 

13^  .  Andrea  Contarinì»  t;^;  MarìnGrimani» 

14»  3    FranoefcoFofcarì*  ttfoj  Leonardo  Dcmaio» 

1474    Pietro  Mooenigo.  1^18  Antonio  Prioli . 

.1476    Andrea  Vendramino.  .   i6%$  FrancelcoGoBCUioi* 
1501    Leonardo  Lmedano. 

Li  Procaratorì  di  quella  di  Vltra  I 
che  foao  fiati  Dogi; 

9457    Pafquil  MaU|Hero.  ts$t    M. Antonio Trìuifano. 

t4tfa    ChriAoforo  Moro.  1^59    Girdanò de  Prioli. 

*545    Francefco  Donato  .•  1570    Luigi  Mocenigo . 

^  Ì577 


.^ 


iàà  DILLE  f]^A*«t«« 

i;77    Sebaftian VcDieto.  i<i;     Giouanni Bembo ^ 

i;78     NicolòdaPontc.  i^ji     FnncclcoErizzo: 

i«ii     Marc' AntoqJQ  Mono, 


4 

trotnetinmuf: 


Nell3lorocreatiotKdtaneDgrado>(ìfftnnodaipi^Pi&  aiTiicÌ>&  dalli  Cini* 

quelle  dimo&rationidi  leticia  con  fiiochiicon  ftrotnetinmufici  &  con  altre  a]Iegrcz* 

zciche  n  foglioao  ìnquclledc  Cardinali .  Et  noi  habbiamo  Tcduco  fcriuetido  qnefte 

co(e)  la  creatione  di  Nicolò  da  Ponce  oipote  dei  Doge  prefcnte  >  nella  quale  >  Don_> 

pure  fi  fecero  diuerfìfegnifecoatto  iirolito''dellacitta>ma  fì  (onaronod  gloria  Ic^ 

I  ..        --  ...  "  fino  alle  quattro  horc  di  notte  :&  fi 

tuma nelle  creationi  de  i  Papi  >  &de-ì 

nanìch:  ducali,  &  celTano  d'andare  ja, 

di  )  8:  in  Confrglio  ,de  Dieci  per  giùo-' 

incipi>Sopraueditori  all'ArfenaiejGfe-' 

lepub.  A  quelli  cofi  fatti  tiuomini  dt 

0  per  Procucatia  :  liiori  chequella  qe; 

rtrànoi  &  Vincenzo  Riccio  amendue 

ler  rirpetto  della  Chiefa.  i  quali  fona 

>lle^o.Hanno  ctiandio  NocariiC^Ir' 

deniieri,ProchÌ»  Comaadacori>  Òapicani.  &  cotali  alu-i  otiìciaK  i  fembianza  di  NU- 

gìftratO)  le  quali  tutte  cofe^li  rendono  pieni  di  grandezza  &  dìreuerenza.  Et  peir- 

cioche  quefta  degnicd  fiiblimie'é  ftata  cor  tempoi  &  è  tuttauia  in  diucrfe  fami^Uc>niì 

è  piaciuto  di  menerei  Procuratori  ia  qiie(k>  luogt^  col  tempo  nel  qnalc  elfi  furono  » 

per  ordine  di  alfabeto . 

Che  quanto  poi  al  giomo.  che  eflì  furono  creati*  li  piiò  ampiamente  redere  oelf- 
Tltitno  libro  chiamato  Cronico  di  Venctia . 


BADOARIGMioo. 

mi 

Agoftino. 

IS8J 

Marino. 

1310 

Pinro. 

itflS 

Albano. 

M«S- 

Giouanni . 

.   l«4« 

BASEI  BaTcio. 

I1J7 

I  uigi . 

■4» 

Giouanm . 

iioS 

BELEGNI.FìUppo. 

U4( 

BARBARI  Francefco. 

145' 

Marco. 

1294 

Zaccaria. 

1487 

Paolo. 

l6lt 

M.  Antonio. 

IS71 

.  Gìud'Aatonio. 

Antonio. 

i»iS 

Paolo  . 

1649 
loSji 

BARBI  lacomo. 

"34 

BEMBI.Pafquale. 

Pantalone . 

1366 

Pietro . 

II4J 

Gtiouannì. 

I39i 

CÌDuanni. 

l6éx 

Paolo. 

1501 

BERNARDI.  Nicolò. 

I4SS 

BARBARIGHI.Giòuaoiu. 

1)98 

Paolo. 

\r4 

Francefco , 

1441 

Nicol*. 

HieBoaimo, 

\tl 

BOLANI.  Marccx 

•51» 

Marco. 

BRAGADINLGioiBUini. 
Bcnucdo. 

'.^ 

AgoftiM. 

.48$ 

lui. 

PVBLICHE  LIR  Vili 


l&i 


Hicronimo .    " 

Antonio  • 
BONI.  Aleflandro . . 

Filippo  . 
CANALI.  Guido. 

Antonio  • 

CAPPELU.  Marino. 

Giouanni  • 

Antonio* 

Paolo . 

Andrea . 

Vincenzo . 

Vincenzo. 

Giouanni  Caualicr  • 

Giouanni. 
CAR  AVELLI.  Marino. 
CELSL  Nicolo. 

Marco. 
CENTR  ANIGHI.  Tomafo . 
CICOGNA.  Pafquale. 

Antonio  • 
CONTARINL  Marco. 

lacomo . 

Marino  • 

Nicolò  detto  Negro. 
;     Nicolò . 

Stefiano. 

Andrea  • 

Antonio  • 

Andrea  • 

Stefiano . 

Federi^. 

Natalino . 

Nicolò . 

Andrea  • 

Leonardo. 

Bertucci. 

Giouanni  • 

Giulio . 

Aleflandro .' 

Tomafo . 

Francefco . 

Tomafo . 

Feder^. 

Hicronimo. 

*• 


1497  Gio:  Paolo . 

i$37  Zaccaria. 

158$  ^     Bernardo. 

1 5  70  Francefco  Caualier . 

j  óèo  Simon  Caualier . 

1313  Arselo  Caualier. 

16^  Andrea  Caualier .   • 

i%6i  Luigi  Caualier  « 

148^    .  Giidio. 

1513  Marco. 

I  S»4     CORERI.  Angelo. 

1537  Filippo. 

1538  Paolo* 
1631  .    Lorenzo. 
x($53  Iacopo . 

i($45  Angelo  Canaliet> 

X410      CORNAIQ.  Marino  • 

i2($8  Marco. 

1363  Pietro. 

1241  Federigo. 

1583  Giouanni. 

1596  .    Giorgio. 

1143  Francefco. 

1267  Iacopo. 

1285  Paolo. 

1299  Francefco. 

1325  Giouanni. 

1 3  47  Girolamo  Caualier . 

1352  Nicolò  Caualyr. 

1414  Gio:Battifta. 

1434      DANDOLL  Marino . 

144 1  Riniero. 

1444  Pietro. 

i45($  Iacopo . 

1462  Andrea. 

1463  Gratone. 
X483  Andrea. 
148  5  Leonardo. 
1489  Mattheo. 

1537  DIEDI.  Antonio . 

1538  Domenico. 

I  $43      DELFINL  Guglielmo  : 

1556  Belello. 

1557  Giouanni. 
1570  Andrea. 

1572  Giouanni  Caualier. 


1594 
'1600 

i6o% 

1^20 
164% 
164$ 

i66z 
126$ 
1407 

143^ 

1^49 
1660 

1304 

1374 

1485 
J486 

ISP9 
»5" 
iS37 

1577 

1584 
1609 

1624 

1*45 
1649 

119Ì 
1217 

i23r 

1^79 
ia9J 
131$ 
1331 
138S 

X457 
14^4 

1300 

1350 
IJ7J 
1598 


Do- 


Sòl 


bELLE  FÀBRICllE 


I1C0« 

Girolamo  • 
Lunanlo* 
PÓNATI.  Leonardo. 
Bartolomeo  • 
Andrea  • 
Fraricefco  • 

Leonardo  Canalier» 
DVODLChriftoforo. 
Francefco  • 
Domenico  • 


\ 


EMI.  Giorgio  «. 

Iacopo. 
£RIZL  Andrea. 

Antonio. 

Francefco . 
FAUERI.AngeIo. 

lacomo.. 

Nicolò. 

Nicolò. 

Nicolò. 
FINL  Viccnzo . 
FOSC  ARL  Francefco  . 

Marco.. 

Filippo. 

Francefco 
FOSCARINLlVtua.o. 

Giouannf^ 

Giouanni. 

Lu^f. 

lacomo  «. 

Gio:  Battifta .. 

Girolamo .. 

Luigi . 
1  i.  Gennaro.  Michiel . 
FOSCOLO.  Leonardo  » 
FRATELLI.  Leonardo . 
GABRIELLI.  Andrea. 

Zaccaria^ 

Lorenzo . 
G  ARzONL  Marino . 
G&ADENIGHI.  Moife. 

Pietro.. 

Bartolomeo» 

Giovanili. 


1605 
1661 

1427 

1449 
1531 

1591 
1490 

1587 
1592 

i66q 

1584 
134« 

i5i8 
1108 
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Gionanm*. 
Luigi. 
GR!MAI«.  Pietro. 
Giouanni . 
Bertucci . 
Antonio. 
Antonio  • 
Marco. 
Vittorio . 
Vincenzo. 
Pietro. 
Hieronimo  • 
M.Antonio. 
Ottauiano . 
Marco. 

Marin  Caualier  i 
Almord. 
Antonio  Caualier. 
Gio:  Battifta . 
Giouanni  Caualier. 
Francefco  • 
GIORGL  Grattano» 
lacomo. 
Giouanni . 
Luigi. 
Luigi . 
Luisi. 
GIVLIAI^I.  Paolo- 
GIVSTINIANL  Orfatto» 
Pancratio . 

Tomafo . 

Marco.^ 

Panaatio . 

Bernardo. 

Nicolò. 

Pietro. 

Leonardo. 

Orfatto . 

Bernardo  • 

Hieronimo. 

Andrea . 

Lorenzo. 

Sebaftiano .. 

Luigi. 

GiroIaoK). 

Macco. 


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"yVBUCHBLlXVfri: 


GRITTI.  Andrea. 

AtefTandro . 
GVORO.  Raffaello . 
GVSSONI.  Andrea. 

Vincenzo  Caualier  • 
LEGGE.  Luca. 

Giouannt. 

Giouanni» 

Priaoio  • 

Andrea. 

Giouanni  «^ 
LAj^L  Pietro. 

Antonio . 
vLIONL  Nicolò. 

Andrea.       »* 

Nicolò. 
^      *     Marino.        ^ 

Andrea . 
lOiREDANI.  Marop  i 
i      Paolo . 

Luigi . 

Pietro . 

Luigi. 

lacomo* 

Giorgio  • 

Antonio . 

Gabriello . 

Leonardo. 

Lorenzo-. 
M  ASTROPETRL  Nicolò . 
MALIPIERL  Pafqualc . 

Steffano. 

Luigi. 
MARINI.  Domenico. 
MARCELLLNfcolè. 
^  Pietra. 

^  Hieronimo . 

Pietro . 
'  IffiMI.  Domenico .    • 
f     Filippo . 

Marc' Antonio  • 
^fOLINl.  lacomo . 

Benedetto. 
.  '      Xiarco . 
^  <'     Luigi* 
•:0 


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itfjtf    ^  •  i      Marco. 

1509  Gafparo. 

1578  Francefco  Caoaljer  # 

tftjt^  Francefco . 

2522      M  V  AZZL  Angelo . 

i6$o      MOSJUTacomo* 

24^4  AitfoQio. 

2522  ChriAotaca* 

2537  ,  Giouanni. 

2  5  $5  Bernardo. 

257J  *      Ben^tso-. 

rtf2o     MOROSINI.  Andrea. 

2534  Tioffio. 

i6ix  Michele. 

1355  Marco. 

1473  Andrea  4 

2495  Nicolò. 

2499  Michele . 

2  $22  Luigi. 

1294  Bairtolomeo^ 

131^  Domenico. 

2382  MJlnoooio. 

2425  Carlo. 

1442  Battifta . 

24^  VincenBso* 

2474  Barbon. 

2478  Francefco . 

2480     ^  Luigi. 

t^^  Angelo. 

i^i6  Pietro. 

2 184      MOCENIGHL  Pietro. 

1445  Tpmafo . 

24£>  tTeonvdo. 

2647  Pietro. 

2505  Nicolò. 

24tó  Tomafo. 

-25*^  Antomo. 

2537    •  Leonardo. 

2595  Francefco.  . 

2188  Tomafo. 

2229  Luigi.  ' 

2^2  Giouanni. 

22tfi  Giouanni  Canalkr. 

2340  Leonardo.. 

2442  Lui^  detto  Pietro  •    . 

2ji6    *  Luigi. 

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DEtLE  FABRICRS 


Luigi  •  1^50 

Luigi.  1661 

MiCHELLMichide.  xm9 

Carlo.  1182 

Giouanni.  1261 

Afarchiò.  1275 

Fantino.  1428 

Pietro.  1448 

Kicolò,  1500 

Marchiò .  1 5|8 

6iouanniCaaaIjer«  Ì^So 

Luca.  .  1587 

Ludottico .  1646 

MVLA.  Lorenzo .  1579 

Hieronimo»  1572 

MiANI*  lacomo  »  1563 

MOSTO.  Luigia  1^45 

NANL  Paolo.  i$73 

Anodino  Caualier*  xtfia 

Giouanni»  16$  a 

Agoftino»  1648 

Gio:  Battila  Gaoalier  »     1 660 

7.  M^gio.  Antonio .  i66% 

NEGRL  Nicolò.  1299 

PASQV  AUGHL  Luigi  .  1 522 

Lorenzo.  15»^ 

Filippo.  16 1% 

PAR  VTA.  Paolo  Caualicr*  1 59^ 

PESARI.Luca.  i459 

Benedetto.  i$oi 

Pietro  e  152» 

Hieronimo.  i549 

Giouanni  Caiulicr  .r  1641 

Leonardo»  1^49 

PONTL  Nicolò.  1570 

Nicolò..  1580 

Antonio  •-  1631 

PISANI.  Luigi.  1S16 

Giouanni  ^  152$ 

Luigi .  1647 

Francefco  ^  ^6^9 

Andrea .  itf  $4 

Almorò.  1556 

PREMAKINì.  Riniero  .  1 1 8 1 

PRIOLL  Giouanni..  i45J 

Pietro .  14S» 


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Francefco* 

luigi  • 
Antonio . 

Nicolò . 

HieronindO . 

Lodouico . 

FrancefcQ . 

Gio:  Francefco  • 

Lu^i. 

Antonio  Caualier» 
Michiele  • 
QVIRlNLMarino^ 
Pietro. 
Marco. 
Nicolò . 

Francefco^ 

Jumo. 

Bertucci. 

Paolo. 
RIVA.  Bartolomeo. 
RINIERL  Daniello . 

Luigi . 

Iacopo . 
SAN  VTI.  Paolo . 
SAGREDI.  Bernardo  l 

Nicolò  « 

Zaccaria  » 

Pietro . 

Nicolò  Caualier» 
SELVI.  Domenico. 
STENI.  lacomo. 

Michele  » 
SrORLADL  Giouanni  » 

Marino. 

Luigi. 
STORNADL  Anditi^ 
SORANZI.  Marco. 

Antonio .    . 

Giouanni» 

lacomo. 

Benedetto» 

Nicolò. 

Vittorio» 

lacomo. 

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Cpj^Mianni  ^VM^^é^t 


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Girólii&o  Qtaaikr. 
Benedetto.  jif>^-  . 

THIEPOLI.  Bartolomeo . 
Marino. 

Sce£fano . 

Loigi.    « 

Paolo. 

Almorò. 
THAONI.  Paolo. 

Nicolò , 

Filippo . 

Antonio . 

Luca. 

Filippo . 
TRIVISANL  Pietro. 

Bianchioo. 

Pietro. 

Nicolò. 


Iacono. 

Tomafo. 

Nicolò. 

Domenico  * 

M.Antonio. 
VAL  ARESSI.  Luigi 
VALIERI.Siiueftro. 
V£NIERL  Leonardo. 

Luigi .      * 

Michele . 
Antonio . 
Franeefco . 


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Manno/ 

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M.AiKcmo. 

Bernardino* 

Sdiaftiano. 

Nicolò . 

Lorenzo. 

Sebaftiano  • 

Nicolò . 

VENDRAMINL  Andrea. 

Zaccaria* 

Nicolò , 
VIARI.  Vincenzo. 
VITTVRI.  Pietro. 

Mattheo. 
ZANE.  Nicolò. 

Francerco  • 

Marco . 

Hieronimo*^ 
ZENI.  Rimeri . 

Andrea. 

Giouanni  • 

Marco. 

Carlo  « 

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Hieronttno. 
RenierCauaIkr>» 
ZIANL  Marino. 


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Ora  entrandoH  nel  Cortile  di  qaefti  tre  ridotti  oongìonti  infieme>&  veggono  fot» 
la  Loggia  cinque  lunette  con  diuerfe  Pitture  i  olio  di  mano  de  primi  maeftri  della^ 
dttd:  Percioch^  vi  lauorò  lacomo  Tintoretto»  Paolo  Veronefe*  Marco  del  Moro  >  & 
altri .  Nel  primo  ridorta  i  capo  dcUa  fcalat  ch*è  quello  de  Saprà  #  che  hi  laair4  8c 
gouerno  in  particolare  della  Chiefa  di  San  Marco  >  fono  nel  fecondo  albetgoi  ti^ 
tratti  al  naturale  di  dinerfi  Procuratori  moderni.  Fra  quali  è  viittdffimo  Antonio 
Cappello^  &  dall'altro  Iato  Federigo  0>ntarinf  %  8c  Vittorio  Grimani  d'SIuOre  tm^ 
mona»  &  Giouanni  da  Legge  Caiulieroi  &  Senatore  eloqventiffimo»  8c  di  vinaciffi^ 
mo  ingegno .  &  parimente  lacome  Soranxo  vecchio»  di  venerando  >  &  graue  zipct* 
$Xh  auo  del  predente  lacomo  Soranmo  Procuratore  nel  medefimo  ridotto  •  Vi  è|>irì* 
mente  vn  quadro  d*vn  San  Hieronimo  di  mofaico  >  di  mano  di  Francefcò  Zuccato  • 
tenuto  per  vna  delle  cofe  rare  ch'egli  facete  giamai .  Nella  terza  ftanzetta  ornata  dì 
flucchi  &  d'oro  %  fono  i  ritratti  de  Principi  che  vrdrono  »  come  s'è.  detto  >  di  quefta^ 
Procuratiat  tutti  di  mano  di  lacomo  Tiutoretto .  U  fecondo  ridotto  in  faccia  dclla^ 
ficaia  è  quello  di  Citta»  &  vi  fo(M>  etiaadio  ritratti  tnbili  >  de  quali  è  molto  riguarde^t 
noie  quello  di  Carlo  Morofini.  Va       II 


j?*r  DBLM  FABR !CKB! 

*  Sterzo  in  tefta  del  cèrr^ofe,  è  quello  d'Vltisi#r<ÌMe«»ì  ritofttd  dttrii  di 9KinQh 
riti  »  t  molto  (ingoiare  aquftdmdi  HicroninwSBinc ,  chcftiOiacprie  raiiQMtfi. 

^   ^  A   D    »    I    T    IO    NE. 

^  lifuicttitréridùtthcb'èranQ€m^iHnti  infiem^fmrona gettati  d  terrétanfio  i  %pu  $  e 
t^fpèrtati  nella  fabricaécHu  Ubreria^  oue  ragkmmofi  di  ejfapià  auanti  ^fLdirdabco  del 
fitéyé  de  gli  ornamenti  loro.. 

Racconta  il  Stringa  in  chrmoiófi  eleggano  i  T^omratoritle  fefle^  che  (ifanM  àa^  elèt^  ' 
tfi &He  Cerimonie^he  mfonomel  ùj^Uarn  poffejfo di  tanta  diTnitd.  Dice  adumpàe^ttmor^ 
r^  vnl^rocuratorct  datta  notkiadidò  al  CoUegm  vifine  ordinato  Jubitoitjgtm  Cemfiglio  » 
M  ijàale  ballofMiWti^^keUh  AedimandMnodeHa  dignità  Ji  quattro  fCb^  bmmo  maggior 
rtumero  di  yoti  fauoreuoli^f&no  ribatlottatit  de  quali  nomane  Trccuratore^  chijiifefagjfd^ 
fri  tri  di  TfOti.  Fatta  FeletticHe^fe  l'eletto  fi  trona  in  ^onfigliOi  yà  alla  prefem^a  del  ^itgf  » 
éqaiiii  da  lui}  ò  in  abfemìa  dalCmfìgUere  pia  rectì^^iceuiua^er  f^gno  dit(dfuA  eltmo^ ." 
iMT  >  imaflola  di  v eluto  cremefino  >  fé  ne  discende  ni  di  VaUi^o  >  accompagnato  dk  i  fuoi 
piÈ  propinqui^  &  montato  in  gondola  9  fé  ne  vd  a£t-  fua  habitatione  ;  onde  fi  fatmo  \per  tre 
gièrm  continui  molti  fegnidi  aUerrei^t  con  trombc^tamburi,  fuochi  i  sbarri  di  mortaret* 
Ayfuèni  di  Campane^  incendif  difiatuegrauide  difnofibi  artificuUii  e  cofafimili»  d^enfan* 
io  è  poueripane% 'Pinole  danari  <, 

^  Stabilito  poi  il  giorno  di  pigliar  il  poffeffo ,  fatti  inuiiar  i  parenti  tutti  >  &  altri  V^bili  4- 
hìcifuoi  in  buon  numero^  i  adunano^  tuttllfefliti  con  yefle  difeta  alla  Ducale  amnelina  » 
non  ^ù  in  Cbiefa  di  San  Mctsè(come  dice  ilfudette  Stringa)  ma  in  Chiefa  di  San  Samato^ 
re^é  quiui  ydita  la  Mefiai  toMmoMO  ver/o  la  Chiefa  di  San  Marcd  camimando  per  là  Mer^ 
tériiijintalioccafioniiadobbutadeficcofe  pie  preciofe  9  e  piàbeUe^'cbe  fianùmqueUentt^^ 
merofe  botteghe.  Caminanaimuuw  tutti  iferuiimi^e  famigliari  nel  Procuratore  %ftguo^ 
mi  Ai  iniftri  della  fua  VrocuraHéh  poi  /  due  fuoi  Gafiddi^nelmezAode  quali  fid  il  fuo  Cap^ 
felbmo.  Viene  finalmente  il  'l^rocmratore^accomp^^fmto  dal  più  Secchio  Vrocuratare  >  te^ 
ifendo  laftmflra  datwùouo  «  P^am»  d  due^d  due  anco  gf  altri  Vrocuratori  >  e  cosi  con  tifteffo 
Ctiitie  tutti  gannitati  in  numero  di  $òa:é  H  600.&  bor  più,  hor  meno .  , 

Giunto  il  uuouo  Trocuratore  in  Coro  fi  pone  mffnoochione  dalla  parte*  oue  è  U  Sede  Du^ 
cedei  effemdo  efio  Corofornitodi  T^ppe^^rie;  con  l^infegne  di  San  Marco  >  &  della  fua 
CafatOi pofìefopra-certtfeftonif  che  adomanolt  porta  Maggiore  deUa  Chiefa rcome  anco  - 
tapcna  dclCoro^  tra  le  colonne  del  parammo  dieff»  Coro,  aprendofi  per  talcerinsoniaan^ 
co  la  Talk  aurea .  Ode  auiui  Meffa  bafja  9  cantandofifoto  alcuni  concerti  da  i  ìi^ufici  di 
Cappella  alFofftrtiono,  alla  leuéUione,  &  dopò  U  Co^nmunione . 

Finita  la  Me  fa  il  Maeftro  delle  Cerimonie  fd  leuare  il  Trocuratore  3  U  quale  gittèfene 
idl^^ltarefU  Sacerdote  dice  alcuni  verfetù%  &  rtffponforij  con  tre  Orationi  tgli  dà  l^Acqu^, 
S untai  dipoi  mettendo  le  mamfopra  ìuUalre  giura  alla  prefenz^  del  Sacerdote  di  masM^ 
nerCi  an^emard  >  difendere  1  aumentare  tutte  quelle  coje  >  che  fono  in  honore  9  eglwria  dL 
Dtoy  t^  bòncrt^  e  benefico  dtllaSerenìffima  Hepubltea }  U  chedetto  >  egiuraiOf  offerifca  1 1;| 
lafcia  fopra  fjiUart  yna  borfa  Creme  fina  con  alquanti  Cecchini  >  quali  ytmno  diuifi  frà-^ 
Canonici^  folto  Canonici^  Maeflro  diCenmome^Sagrefiani^  altri.  Offerta  la  detta  oorfa^ 
difcendedalCUltarciecvlmtdefimoordme$che  >icnemCbiefa  >  rfcendofuoriper  tapor^, 
ta  di  S. clementi.  9  afcendele  fcale  del  Pa/^r^t^p»  efc  ne  fd  in  Codtgio  *  oue  giunto  %  e  faita^ 
ruriuerente  iudmo  alDogje%  (T  éèUaS^noria  cimaffettuofepaivle  rende  infinite gratie  aJt^ 
•       '     '^  .     '  .       .      la  ^ 


PVBLICHE  LIR  VW.  j^/ 

is  9,ep9btka%  che  thMi  altre  omifuo  merito  %  fatto  deg^o  t^n  tanto  hoimre  »  fcofrenéo 
mmnto f ara fèmfrep'anéeNhTtgofm in  fforgerUf angue y  &  metterla  yìta  propria^t 
de  fijiiiioU  con  tutte  iefue  facoltà  in  feriùgio  della  Vatria,  promettendo  it^etite  di  offerusr 
mmolabilntente  tntte  jneMe  cefct  che  [pesteranno  al  f no  carico. 

P mito  9  eh" egU  ha  ai  parlare  9  il  D(^eUrifponde  in  conformiti  dfUecofe  dette  da  lui  $  e 
raccommanddtoli  il^ouemo  della  Trocuratia  $  &  fpecialmente  le  comminarle  9  & i punti 
de  Teflamenth  accioche  habbino  auella  intiera  efecutione  9  che  igiufia ,  &  honefta  confiir* 
me  alla  yolnntd  de  tefiatori  9  che  hanno  con  talJperanXa  fidato  ilfuo  rntUe  mani  de  Trocu^ 
rotori  9  come  in  luogo  fieuriffimo  >  edadouer  effer  eterno .  Liporge  nel  fine  in  mano  certa 
fcrittura,fopra  la  fuale giuratOt  eh* egli  bà  diojferuarc  quanto  difopra  9  li  di  nelle  mani  le 
ChiauideìlaTrocuratiafortealDogeinanT^idaifnodeGafialdi  %  e  così  dattogli  il  pojfeffo» 
fi  parte  difcendendo  per  (a  feda  de  Gigiti»  eje  ne  vi  alla  portaperia  quale  fi  afcende  d  ri' 
dotti  delle  tre  Vrocuratief  &  quiui  fermatoft  »  tutta  la  comitiua  de  ^{obili  9  che  lofeguirno 
ditynOfad^vno  prende  UcenzA  da  lui^Pofcia  andato  dtfopra  al  ridotto  deUajua  Vrocuratia^ 
fé  nefiede  con  tfnoi  Cotkghi  per  auaiche  pei^'h  e  così  termina  la  cerimonia^  che  fi  fi  inft^ 
miti  ouaftoni .  jd  tutti  li  Mobili  del  Maggior  Configlio  mania  il  nnouo  Trocuratore  quat^ 
propani  di  Mccbaro  per  ciafcbeduno . 

Loggetta . 

A?ie  del  campan9k<iirìmpetto  alla  porta  di  Palazzo  è  ficuata  la  Loggctta  antica 
per  inftttaco9  &  rouinata  del  148^.  per  la  furia  dVna  raecca9  la  quale  percoccn* 
ck>  la  cima  dei  Campanile  mandò  tanca  materia  i  terra  9  che  diftru(D  quali  o^ni  co* 
fa.  Rifatta  :fdunqne  con  rarctutettura  dei  Sanfou  ino  bene  ordinata  &  inteudila* 
ì]oroCorinthio9  na  nella  faccia  fua  ornamenti  di  molto  artifido  con  unificati  ef- 
quifici  •  Percioche  nelle  nicchie  che  fono  i  punto  quattro  >  vi  fono  quattro  ftatue  dà 
bronzo»  di  mano  del  detto  Sanfouino  •  L*vna  figurata  per  Pallade»!' altra  per  Apollo» 
la  terza  per  Mercurio»  &  la  quarta  per  la  Pace.  Oiceua  l'Auttore  di  eflfe  ltatue>quan* 
do  rendeua  ragione  defli  Iattura  &  del  ritrovato  loro»  che  la  Citti  di  Venetia»  ha  di 

J^ran  lunga  auanzato  tutte  Paltre  Rq>ub.  con  la  diuturnità  del  tempo  $  col  mezzo  del 
uo  marauigliofo  goucmo»  &  dièndo  nel  fuo  primo  1  rato.  Quefto  mantenimento(di« 
cena  egliJ[non  può  dirli  che  fia  proceduto  da  altto  effettoycbeda  vaa  fomma  fapien* 
za  de  uioi  Senatori  »  conciofia  che  hauendole  dato  buon  fondamento  con  la  religio* 
ne  &  con  la  giultitia»  é  durata  &  durerà  lungamoite  • 

Hauendo  adunque  gli  antichi  figurata  P^de  per  la  fapientia  »  bò  voluto  (diceua 
c^]ì)  che  quella  figura  fia  Pallade  armata^&in  atto  pront09  &  viuente  #  perche  la  (a* 

Eentià  di  auefti  PadnS  nelle  cofe  di  Stato  i  Angolare  &  fenza  pari  alcuno  •  £t  ÉuieU 
ndo  poi  della  flatua  del  Mercurio  foggiugnieua  •  £t  perche  tutte  le  cofe  prudente- 
mente penfìte  &  difpotte9  hamiobifogno  d*efiere  cfpreCe  con  eloquenza  9  percioche 
le  cofe  dette  con  facondia9  hanno  molto  piti  forza  ne  gU  animi  di  coloro  »  che  afcol- 
tano9  che  queHe  che  fi  efoongono  fenza  eloquenza»  &  m  quelU  Repub.  la  eloquenza 
ha  fempre  hauuto  gran  luogo»  &  gli  huomini  eloquenti  vi  fono  (tati  in  numero  gran- 
de &  iw  fommo  grado  di  riputatione  :  ho  voluto  hgurar  Mercurio  »  come  fkniiicatì- 
uo  à:tlc  lettere  &  della  eloquenza  «  Quell'altro  clf  è  Apollo  9  efprime  »  che  n  cornea 
i  Apollo  GsoiScn  limole»  &  il  Sole  t  veramente  va  iblo  »  &  non  più  »  &  però  fi  chiama 

V    2        Sole» 


30$  DELLE  FABR]CHE 

Sole»  cofi  aoefta  Reyub  J>er  cofrftitutkmi  dì  teggj^per  ▼niofie>&  per  incorroira  libera  ^ 
ta  è  vha  iota  nd  moodo  tenza  pin^regolata  con  ghiftitii  &  c6n  tìifHentiz .  CNtre  à  ciò 
fisi  per  oeaNmOf  clic  qnefta  lutionc  fi  diletta  per  ordinario deUa  mufica»&  però 
Apolloèhguratoperlamufica.  Ma  perche  dalPvnionc  de  ìM^ftrati  che  fono  con- . 
giunti  infieme  con  temperamento  indicibile  >  efce  inufitata  harmonia  9  laqualpdv 
Kttia  queOo  ammirando  gouemo  >  però  fiì  fabricato  l*Apoib  •  LVltima  (moa  è  fai  - 
Pitt^.  quella  pace  tanto  amata  da  quclta  Rep.  per  la  quale  è  crcfciuta  à  tanta  gran* 
de?za>  &  la  quale  la  conRituifce  Metropoli  ci  tutta  Italiafper  i  negotij  da  terra  &  da 
mai»,  quella  pace  dicoiche  il  Signor  diede  al  Protettor  di  Vcncda,  S,  Marco»  dicen* 
ècyMyPax  tibi  Marce  Euangeliflameiu.  La  qualcdalla  religione>dalla  giuftitìai  &  dal« 
l*òireruanza  d^llc  leggi>prouiene  in  ouella  maniera  che  èicc  il  concento  da  ma  bea^  • 
concorde  harmonia.  cosidiceua  egli  • 

Ne  i  tre  quadri  di  baflfo  rilieuo  pofti  di  fopra  alle  predette  quactto  fignre  fi  eoo* 
tiene  il  donunio>&  la  Signoria  di  terra  ferma  &  di  mare  •  Conciofia  che  nd  cpiadro 
di  mezzo  fiede  vna  Venètia  m  forma  di  Giuftitiai  fotto  alla  ouale  fono  diOefi  1  fiumi 
che  yerfano  acqua»  &  quefti  rapprefentano  le  cittd  di  terra.  Nelt^altto  quadro  da^ 
parte  di  mare  è  fcolpita  Venere  fign  ifìcatiua  del  Regno  di  C^'pfo»  come  (]^eUa  che^ 
iti  Dea  &  Regina  di  quel  Regno.  Dall'altro  lato  è  vn  Gioue  che  fu  Rè  di  Candia» la^' 
cui  fepof tura»  come  afierma  Lattantio  Firmiano»  ftette  lungamente  in  quell'Ifola»  te 
appreifo  vi  è  il  Laberinto>doue  habJtaua  0  Minotauro  •  &  acdoche  fi  conofca  che  la 
figura  fia  Gioiie»  vi  è  vna  Aquila  in  aria  che  gli  porge  la  Verga  reale  >  &  tutte  quefte 
cola  fono  efpreffiue  deirifoladi  Candia  •  In  facda della  porta  taacOra  »  GÌaètielIa^ 
Loggia»  è  collocata  vna  nicchia  fopra  il  (c%^  de  i  Procuratori  »  nella  quale  è  vna^ 
Imagine  di  Noftra  Donna  con  San  Giouanni  Battifta  bambino  di  tutto  tondo»  temi* 
ta  in  molto  pregio  da  gli  intendenti»  8c  fii  di  mano  d'eflb  Sanfouino .  Serutua  la  pré* 
detta  Loggia  ne  gU  anni  andati  per  ridotto  de  nobili»  i  quali  ne  ^mptcofi  di  verno  » 
come  di  Itore»  vi  paflauano  il  tempo  iniagionamenti.  Ma  cefiaco  quel?vfo»  fld  ferra* 
ta  per  la  ma^ior  parte»  fiiorì  che  ne  giorni  che  fi  fa  gran  Configlio .  Perdoche  alk>« 
ra  1  Procuracoriftoccahdola  voltai  vicenda  ado^i  Procuratia>i  danno  alla  guar- 
dia»fino  che  i  nobili  efcono  di  Configlio  »  per  orduie  dell'anno  i  ^69.  od  qual  k^ 
quello  hotribile  incendio  defrArfeiwUe  • 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

Mentre  ft  è  per  fléimpariquèfii  f(^lhhémnoiéitt9 principio  aJtvna  aggbmta  à  deti4i^ 
t^^ff^^filpriormenudinan:^  alla  JkafacciatMi  ma  perche  fi  yede  fiiChorafentmil  fiith- 
mji  pmerà  Ufmfinimentth  dietro  à  quefl^opera . 

Libreria  di  San  Marco  : 

All'incontro  del  Palazzo»  fi  vede  la  fabrica  moderni  chiamata  la  Libreria .  Ia^ 
cui  Antifahi  ferue  come  per  Studio  Publico  a  Lettori  falariati  dal  Senato»  cb^ 
tnfegnano  alla  gioucntiì  le  lettere  greche  &  latine.  Ql"  fi  conferua  la  Libreria  di  San 
Marc0  i notabile  quanta  ahra  fi  voglia  in  qualunque  parte  d'Italia.  Percioche  n^^ 
tempi  di  Francefco  Pctnffca  »  fi  diede  principio  à  mettere  kifieme  vna  copia  di  libri 

fin- 


PVBLICHE  LIR  VUL  |o^ 


,è!\'j  •   r 


_.     ibui»pìocàRMdòciòiID(^eDand^  Edi  Petrarca 

oflm  il  fao  ftudk)  al  Senaco>  (i  conie  s'è  detto  altroue .  Venne  poi  il  Carcfinal  Beffo* 
lionei  buooio  di  molte  lettere  >  2c  affettionato  alla  Repub*  il  quale  morendo  Tanno 
1473.  le  lafciò  i  fuoi  libri  >  che  in  quei  tempi  furono  i  più  belli  &  famofi  che  hauefl^ 
Europa .  Perciochc  quello  huomo  ilhiftre  (alla  cui  corte  concorreuano  tutti  i  dotti  » 
mentre  tu  in  Roma>  doue  era  il  foftegno  dell'afflitta  virtù  i  elfimdo  le  cofe  di  Grecia 
in  rotttua  per  la  prefura  di  Codantinopoli  occupato  dal  Turco^laluò  diuerli  libri  rari 
in  diuerfe  facukii  ch'erano  difperfì  per  la  Grecia»  Se  che  gli  furono  poruti  da  dtuer^ 
le  partii  &  venuto  i  morte  volIe>  come  s'è  dettOicheioflèro  del  Senato>&  ordinò  per 
va  tafclo»  che  H  edificale  vn  luogo  per  conferuarii .  Oltre  i  ciò  Hìeronimo  Leandro 
dalla  Mota  Cardinale  di  fomma  dottrina»  lafciò  al  dominio  la  fua  Libmria  •  II  mede- 
fimo  fece  vn  Cardinal  Grimani  •  I  quai  tutti  libri  furono  per  vn  tempo  tenuti  nelku» 
Sala  di  Palazzo  >  che  fi  chiama  lo  Scrutinio  •  &  meffi  poi  (opra  la  Chiefa  di  San  Mar- 
coi  non  efiendomdto  ben  guardati  1  fé  ne  fniarrirono  alcuni  »&  alcuni  Girono  tra^ 
icrìm  8c  altri  rubati»  fecondo  che  piac(][ue  i  chi  ne  haueua  il  gouemo . 

Parendo  adunque  a  I  Senato  »  che  all'incontro  del  Palazzo  publico  doueff:  apparir 
qualche  ediiStio  honorato  (  percioche  per  inanzl  vi  erano  botteghe  &  hoftarie  per 
foreftieri)&  che  per  conferuatione  ddla  Libraria  fidouefle  efeguir  lavolonti  del 
Cardinal  predetto  >  commeflò  à  Procuratori  de  Supra  Tanno  15  ;6.  quello  carico  >  fi 
fece  la  prefente  fabrica  fit^olare»  fui  modello  del  Sanfouino  »  nel  temilo  di  Antonio 
<!:appeIloi&  di  Vittorio  Grimani»  allora  Procuratori.  Ec  percioch'ellà  doueuadi- 
ftenderli  ouanto  alla  fàccia  »  non  folamente  fino  al  cantonale  della  becdiria  »  ma  cir^ 
condar  la  Piazza»  cominciandoli  dal  Campanile»  Se  feguitando  à  San  Gcminiano  »  Se 
voltando  alle  cafe  nuoue  finir  alla  Torre  delle  bore  »  vedendo  l'Architetto  >  che  il  fito 
della  Piazza  era  il  più  nobile  che  habbia  qual  altra  cit  t2(  R  fia  »  mettendoui  ogni  ftu- 
die»  la  fece  ricca  d'ornamenti  »  &  di  lauori  di  ogni  matiiera  feconcb  le  regole  de  gli 
antichi»  &  volle  che  folTe  di  compofitura  Dorica  Se  Ionica»  &  piena  di  colonne»di  fre-* 
gi»&  di  cornici  honorate .  Ma  fra  le  altre  cofe  vi  è  di  notabile  il  cantonale  verfo  la-* 
panatteria  »  fatto  con  molta  induilrìa  »  Se  con  arcifitio  non  efcogitato  giamai  da  gli 
antichi  nell'ordine  Dorico .  Perch'elfi  non  voltauano  il  cantonale  per  la  dilficultk 
della  corrifpondcnza  dell^methope  co  triglifi»  conciofiache  douendo  per  la  jSmme' 
cria  della  fabrica  »  efler  di  pari  fpatio  l' vn  triglifo  dall'altro  »  e  U.  mcthopa  di  fopra^ 
non  variar  pur  d*vn  pelo  dalla  nufura»  fi  difproportionaua  la  fimmetria  nel  volgcrer 
il  cantonale  »  onde  eili  per  ciò  facendo  facciate  in  quell'ordine  non  te  volgeuano  »  6 
che  la  conduceuano  in  forma  sferica»  per  guardarfi  da  quella  dilficul ti  •  Volendo  a^ 
dunme  il  Sanfouino  »  prouar  con  nuoua  inuenrione  »  fé  gli  reufciua  qiiedo  tentatiutf 
coli  itrau^nte  non  fatto  giamai  da  tanti  huominf  chiari  nella  fua  profeinone»siun- 
to  con  la  fabricaalcantonale»loIafc:òpervn  tempo  fenza  voltarlo»  &  volle  cneaU 
tri  Architetti  ne  (aceffero  modelli.  Furono  per  tanto  mandati  di  Lombardia»  di  To« 
£cana»da  Napoli»  da  R  orna»  &  d^altri  luoghi  diuerfi  difegni  (opra  il  detto  cantonale . 
£tilCardinal  Bembo  di  felice  memoria»  amando  fbmmamente  ruttigli  artefici  di 
fama>&  affaticandofi  volentieri»  come  defìderofo  »  che  queUa  opera  riufciflc  perfet- 
ta >  per  l'amore  intenfo  >  ch^eflb  porcaua  alla  patria ,  mandò  al  Sanfouino  diuerfi 
fchizzi  di  cofe  fatte  da  gli  intendenti  4i  Roma .  He  Claudio  Tolomei  cIk  haueua  in- 
ttituita  vnaAcademia  per Pinterpretatione  di  VkruuiQ»  fece  il  medefimo.  Final- 
mente dopò  qualch'anao  ^  tenendófi  per  ogài  vno  »  che  il  Sanfouipo  non  potefle  ò 
non  fapeue  rifolucrfi  in  trouar  modo  di  finire  iTece  in  pochi  giorni  Topera  che  fi  ve* 

V     4^  Oc 


r' 


310  DELLE  FABRICHB 

de  con  maranìglis  di  ogn'vno  «  Perciocbe  lo  htxmio  accorto  ^  hinendo  fitttòin  elfi 
yn  modello  dì  legno  occu]tamente>ritroaò»non  fenza  difiìcultdyl'inucnrione  del  caiv 
tonale»  con  faluezza  delta  proporttone  dì  ouanto  s'è  detto«onde  nonpur  la  cìttiim^ 
;Ii  Architetti  &  gli  intendenti  deU'artCj  recarono  pienamente  fodishitti  •  Ora  l*or-- 
Jine>  come  s'è  detto  >  è  Dorico  con  belle  &  polite  colonne  di  pietra  Iftrìana  •  Ne  gli 
aiuoli  de  i  volti>  le  figure  de  i  vecchi  con  vali  vcrfanti  acqaa>{ono  (i^ificatiui  di  fin* 
mi.  Et  nelle  chiaui  che  ferrano  i  volti  nel  me2zoi  fono  tefte  di  huomjni  »  di  doone»  & 
di  Lioni  interzate  >  le  ouali  tutte  furono  fcolpite  dal  Danefe  Cattaneo  »  da  Pietro  da 
Salò>  da  Bartolomeo  Ammannati  >  &  da  diuerfi  altri  nobili  &  laudati  Scultori  •  La 
cornice  fra  triglifo»  &  triglifo»  contiene  vn  quadro  con  labadnetta»  vn*altro  quadro 
con  fpoglie  d'armadure»  &  vn'altro  quadro  con  San  Marco  in  forma  di  Lione  »  coa^ 
ordine  tempre  interzato .  I  volti  fono  i  tf.in  tutto  »  &  rìducendoli  fino  al  cantonale^ 
della  beccaria  faranno  22*&  vi  fi  fale  per  tre  fcafini  •  Dall' vn  pilafho  del  volto  aU*al* 
tro  fono  tf.piedi  &  mezzo>  &  da  colónna  i  colonna  S.piedi.  Dalla  colonna  al  muro  di 
dentro  doue  Ranno  le  botteghe  di  fotto>  è  aflfai  buono  fpatio  »  &  il  foffitto  è  tutto  m 
volto»  compartito  con  lauori  di  ftucco»  che  vanno  d*óro  »  Se  dipinti  •  Di  fopra  all*or» 
dine  Dorico  è  l'altra  parte  deDefineftre  di  compofitura  Ionica»  le  quali  corrifpon- 
dendo  vna  per  voko  »  fanno  il  numero  di  itf.fineflre  con  4.  colonne  per  fianco  ad 
ogni  fineftra.  Ne  di  aiuoli  delle  fineflre  fono  vittorie  »  cioè  donne  con  Tali  collocate 
dTedere  fu  le  fineffrc  ne  detti  OTgoli ,  per  accompagnar  l'ordine  Ionico  »  ch'è  molto 
pili  fcarmo»  &  morbido»  che  non  è  il  Dorico .  &  le  chiaui  de  i  volti  dellb  finefìre  »  fo- 
no tefle  di  donne  &  di  Lioni  interzate  come  nell^ordine  di  fotto  .  A  pie  delle  fineftre 


liffimi  feftoni»foftenuri  da  putti  igmidi»lauorati  co»notabile  arte.  Di  (éprz  alla  cor- 
nice corre  vn'altro  pogginolo  di  colonnelle»  diftinto  in  16.  campi  propordonati  all^ 
ordine  di  fotto .  Et  fopra  ogni  pilaftro  »  che  corrifponde  al  capitelo  della  colonna  di 
fotto»debbc  andare  vna  figura  in  aria  di  tutto  tondo  grande  al  naturale»fi  come  fi  ve* 
de  per  eflèmpio  fui  cantonale  verfo  il  campanile  »percioctepreflb  aIl*obelifco»vi  è 
poito  vn  Nettuno  di  mano  di  Bartolomeo  Ammannati»  che  fu  alliéuo  del  Sanfouino^ 
La  porta  principale  di  cofi  celebre  ^ifitio>  ha  il  &o  volto  foflenucoda  due  donne 
cheferuonoinluogodipilaftriòccwnne:  le  quali  foftenendo  quel  pefo»moftrano 
Éitica  &  le^iadria  infiemc  »  &  furono  fcolpite  da  Alefl*andro  Vittoria  •  Le  fcale  iiu* 
due  rami  )anghe»commode»  Se  belle  »  huiorate  di  fopra  di  flucchi  con  oro  »  &  pitture  r 
forono  per  icoltura  Éitte  dal  detto  Vittoria.  £t  per  pitturala  prima  fiidimano  di 
Battifta  Semolelli>  la  feconda  di  Battifta  del  Moro  Veronefe  •  Sul  primo  patto  fi  tro^ 
nano  alcune  colonne  di  cofi  fatta  qualiti»  che  partecipano  della  gtoia»8c  nirono  por* 
tate  d*I(lria  per  quello  edifitio.  In  cima  dell'altro  ramo»  è  la  Sala  de  Lettori  quadra- 
ta» ampia»  &  ornata  di  marmi»  di  pitture  »  &  di  (hicchi .  Et  più  oltre  la  porta  della^ 
LitMreria  con  colonne  di  ferpentim  &  di  mifchi  ^contiene  di  lopra  vn  quadro  di  raai> 
mo  con  qucfta  infctittionc  » 

rBefiarhnìs  CdrimMistx  (tg.  Senatus  héJpiyPróCHraf^ 
rum  Dim  Màrci  cwa  ^bUiffi  Trono  >  Antony  Camello  y 


PVBLICHE  LIB.  Vili;  iii 

"j^dreéB  Ltono ,  ViUork  Gr smano ,  Joannis  à  Lege  >  Jo-^ 
annis  à  Lege  Éq.  Biblhtbicé  mSirnìid ,  ^  ereSta .  M. 
%4nt.  Trimfim  Principe  ab  ì^rbt  Condita . 

M  c  XXX  in. 

Per  qucfta  porta  s'entra  nella  Libr.copiofa  di  cofc  fingolari,  &  cópart ita  co  diucr- 
fi  banchi  dalla  diritta  &  dalla  (iniftra>&  (i  diftende  (ino  aicantonak  della  panatteria# 
alla  cuftodia  della  quale  fii  meflb  dal  Pubrico  Luid  Gradcnigo  gentilhuomo  dottiP- 
fimo>  &  di  bontd  Angolare .  Il  foffitto  Bitto  in  volto  è  dipinco  notabilmente  da  i  pri- 
mi Maeftri  d'Italia  «Et  é  diftinto  in  2 1 .  tondo  >  che  occupano  tutto  lo  fpatio  del  fof^ 
fittoi  condofia  che  per  largo  vi  fono  j  .tondi  &  per  luogo  fette.  Dall'vno  de  capi  nei 

Ì>rinio  tondo  è  erpreflò  il  trionfo  vfato  da  i  Capitani  >  con  beli'inuentione  &  con  co* 
òrito  leggiadro  f&^ioace.  Nel  fecondo  (i  contiene  la  d^nitd  de  gli  Imperi j>  &  de 
Regnii  nd  terzo  il  Sacerdotio .  Et  qiiefti  fbrono  dipinti  da  Andrea  Schiauone .  Nel 
primo  tondo  del  fecondo  campo  è  figurata  la  Munca>con  diuerfi  ftromenti  &  bizza- 
rie  di  rinotrati .  Nel  fecondo  e  ritratta  la  Geometria  &  TArichmetica  co  i  loro  fe- 
gnii&  nel  terzo  è  lo  bonore  allvfanza  antica  9  con  perfone  intorno  >  che  l'incenfano  » 
&  fanno  facrificiOf&  furono  di  mano  di  Paolo  Veronefe.  Nel  primo  tondo  dd  ter- 
so campo  (i  figurano  diuerfe  cofe  che  R  conueng[ono  i  tutte  le  fcienz?.  Nel  fecondo» 
il  diletto  di  diuerfe  arti»  la  facilini»  il  buono  habito  delle  fcientie&  delle  virtù.  Nd 
terzo  fono  le  Matematiche  co  loro  ilromenti ,  &  ^li  fece  Benedetto  fratello  di  Paolo 
inredetto  •  Nel  primo  tondo  del  quarto  fpatio  è  dipinta  la  Vigilia  i  il  digiuno  »  la  pa« 
tientia  &  altre  cofe  che  fi  ricercano  i  gli  amatori  della  virtù.  Nel  fecondo  9  la  gloria» 
la  beatitudine  >  &  l'altre  felicità  che  s*acquiftano  col  mezzo  delle  fatidie  per  confe^ 
guir  efla  virtù  »  &  nd  terzo  quelle  cofe  che  (i  fanno  per  l'acquifto  della  predetta  >  8c 
quefli  furono  di  mano  di  Giulio  Licinio .  Nel  primo  tondo  del  quinto  campo  (i  vede 
r  Agricoltura  con  Pomonà»  con  Cerere  »  Se  Vertunno .  Nel  fecondo  >  la  caccia  oue  è 
Diana  8c  Atheone>con  cani>reti>8c  altre  cofe  neceffarie  i  quell'arte .  Nel  terzo  è  la^ 
follecitudine»la  fatica^l'eflfercitiOf  &  cofe  altre9&  le  fece  Battida  Franco  .  t?A  primo 
tondo  del  Sefto  fpatio  è  figurata  la  virtù» che  difprezzando  la  fortuna  fi  volge  alla^ 
prudenza»  alla  giuftitià»  affa  fortezza»alla  temperanza>&  all'altre  compagne.  Nd  fe- 
condo Farte  con  la  fifionomia»che  dimoflra  rin^e|gno»racutezza»  &  la  folertia»  con^ 
Mercurio  appreiTo»  &  Plutone.  Nel  terzo  la  Miiitia»&  furono  opera  di  Giofeppe  Sai- 
iiiati .  Nel  prìmo  tondo  del  fettimo»  &  vltimo  campo»  appari(ce  la  Natura  oinanzid 
Gioue»  che  li  chiede  licenza  di  produr  ogni  cofa  »  &  Pallade  confi^lia  Gioue  deirpr^ 
dine  •  Nel  fecondo  la  Theologia  dinanzi  à  gli  Dei  »  alla  qual  Ganimede  porge  l'anv- 
brofia  Se  il  nettare  »  modrando  in  atto  ciò  ch'ella  opera  alla  Fede  »  alla  Speranza  »  Se 
alla  Carità  •  Nel  terzo»  la  Filofofia  naturale  »  pofta  nel  mezzo  dd  mondo  con  gli  ele- 
snenti»conle  herbe»con  gli  animali  »  &  con  gli  huomini  attorno  :  Se  fece  il  tutto  lacor 
moTintoretto. 

A  quefta  fabrica  cosi  illuftre  »tenuta  da  i  periti  per  la  più  bella  opera  che  fi  veda.» 
hoggi  in  Italia»  fii  oppofto»  ch'ella  foife  baifa  rìfpetto  alla  fua  larghezza  •  Alla  quale 
oppofitione  l'Architetto  rifpondeua»  che  pan^onanada  al  Palazzo»  ch'é  dirimpet- 
co»  fenz'alcun  dub^  dia  à  baflEa»  ma  perciochc  n^ordinarla  non  fi  hcbbt  in  confi- 

dera- 


I 

^ 


fi%  DELtE-FABRICHB^ 

deratione  HPalazzo  >  non  fi  decmect^re  in  conftrano  ToppoiSciotie  quèKiAi  oaefto 
capo,  ma  quanta  al  fuo  corpo  confiderato  iti  k  llctto  >  dicena  »  che  douendofi  ella  di- 
ftender  in  quel  terreno  pct  lut^Of  &  cffcndo  il  luogo  occupato  dalla  Zeccai  non  era-* 
poffibile  allargada  dalla  parte  di  dietro  >  &  dinanzi  non  (i  poteua  per  non  àitaccar  il 
termine  circonfcricto  della  Piazza:  onde  non  haueado  fpalie  i  fu  neceflario  darle  l'al- 
tezza i  proporcione  della  larghezza  :  accioche  folle  con  fimmetria  per  tutti  i  vcrfi  » 
^  in  confegueoza  più  durabile  &  forte  • 

AI>DI    TIGNE. 

i^fta  '^[obiU  f  e  ricca  fabrkx  è  affai  pia  lunga  al  prefentc  di  quello  era  al  tempo  dei 
Sanjoumo  ;  poiché  leuata  la  Beccaria^  e  trasferita  in  capo  U  ViaT^  y  prelp>  la  Chiefa  del^ 
t^fcenfione,  (già  ditta  Santa  Maria  in  Broglio  )  è  fiata  accrefauta  di  altri  cinque  vólti  > 
con  tutti  gli  ornamentile  parti  fuperiori  come  gt  altri;  onde  confìfteadejfo  efsa  fabrica  di 
volti  ZI.  efsench  tutta  la  fua  facciata  lunga  piedi  i6i.  principiando  dal  Campanile  f  e  aur^, 
dando  fino  alfefiremo  della  Zecca^  doue  termina  • 

Kefia  anco  ornata  di  tutte  Is  figure  accennate  dal  medefimù  Sanfouino  >  quali  fi  veggonà 
collocate  fopra  li  pUaftri  di  tutto  tondo  grandi  al  naturale  fatte  in  marmo  da  ceMri  ScuU 
toriy  quali  raùprejentano  diuerfi  ^umi,  e  Deità  de  i  Gentili  >  cume  Tromel^yeo  famofifjimof 
%4fbrokg0y  &  ilprim^  (àeformafse  Phuomo  in  Tittura^  7{ettuno  Dio  del  Mare .  La  terra 
Madreimiuerfale.^ncoMartio quarto Ki de  Romani.  Zeffiro  f^ento Occidentale  ,  cht 
Ipira  nella  Trimauera.  Hercole  il  T^ano  figlio  di  Gioue.  ^done  amato  da  renere.V^b* 
boiydanzA^  Tintone  &è  deU^InfemOi  &  delle  Hicchei^e .  Tritane  figlio  di  V^ttuno .  TrOm 
ferpina  figlia  di  Gioue  di  triplicata  poun^a^  hauendo  virtà  in  Cieloy  doue  è  chiamata  Luna% 
in  Terra  doue  è  detta  Diana%  e  neìV Inferni  doue  è  nomimua  Vroferpina.  Mercurio  Dio  del^ 
ttì^quen'j^.  Tomona  Oca  de  i  fiorii  e  de  i  frutti.  Edo  Dio  de  venti .  Cerere  Regina  ds  Sici-- 
Ha  inuentrice  dell' jigricoltwra.  Bacco  primo  inuentore  del  Trionfo  9  e  Dio  del  Fino  •  Diana 
JOea  della  Ca/iitd.  Saturno  Tianetadiumo  Tadredi  Gioue^  di  Viuto  >  di  T^ltwtOy  e  di  Gìh^ 
mone.  Gimfona  moglie  di  Gioue  Dea  del  Cielo  ^  &  delle  RiccheXzje .  Gioue  Dio  del  Cielo  j  del 
Fuocox  e  della  Bontà,  frenerò  Bea  delì^Amore^  e  della  Beitela .  apollo  Dio  della  fapien^ 
XA.  Min: i  uà  Dea  deUe  fcienzsj  inuentrice  del£OUua  &c.  Marte  Dio  della  Guerra  9  fig^ 
di  Giou€x  e  di  G&mone  « 

Quali  fopradette  fiatue  fono  fiate  fcumattconattitudinij  con  abiti  i  &  con  Inftrumenti 
nelle  manifignifitcantila  loro  naturale  le  loro  operationi  »fi  come  erano  figurate  dagt^n^- 
tichii  oltre  che  hanno  altiffmi%  e  virtHofijfmifimfUati.  La  portaprincipaìe  per  la  quale  fi 
entra  in  qttefia  Reggia  fabrica,  i  la  medefima  de  ferma  dal  Sanfouino .  La  Salar  ch^egli  di* 
ce  de  Lettorii  horae fatta  Mufeoy  doue  fi  conferuano  ntolter  e  diuerfe  fiatue  di  marmo,  con 
altre  ./{ntic^lie,  tutte  pxetiofe  1  e  di  gran  ftma  >  la  maggior  par  te  lafciate  alla  Republica 
da Gi0uamiiGrimaniVatriatcad*\AquiUiAfer fuo tefiamentotr accolte  da  lui  in  Romat 
dalla  Grecia^  e  da  aUre  parti  con  fpe fa  incredibile. 

Fi  fono  anco  i  dodici  Imperatori  Romani  pur  di  marmo  belHffimi ,  e  fb^tari ,  donati  al 
TubUcoda  Domenico  Grimani  Cardinale.  Dimerfe  altre  fiatue  furono  pur  donate  da  Fedt^ 
rico  Contarini  Trocurator  di  S.Marcox  che  bebbe  il  corèo  dal  Senato  di  far  accommodar  in 
qucfUnobil  Salale  dette  fiatue,  &  anticaglie:  onde  fono  mirabilmenuxt^ibuite ,  eadlo^ 
cote  alcune  in  nicchia  altre  fopra  piedefUtli,  quali  Copra  cornici,  quali  in  altri  fiti  $  che  pe^ 
rà  fiipraUfortadidentrOiViiUquèin^iuntainfcrittiimei 

'Signa 


PVBLICHELIB,  VttL  jji 

iigMMariDOKaperuiciqMtoimà  Doiràutt»  Ciftittitfe 
Cri  mano.  Ant.  Prindpis  F.  &  poftea  à  Ioanne  Patriar. 
Aquileienfi  eiufdein  Princ.Nepote»  Pafquale  Cicodea 
Duce*  magna»  patte  Reipublicae legata;  pacttm «ero 
Marino  Grimano  Principe  à  Federico  Contareno  Dilli 
Marci  Procurar,  ad  abfolucum  omamentnm  fuppleta , 
idem  Federicus  ex  Seoatus  Gonfulco  hoc  in  loco  repo-^ 
oenda  cHrautc. 

Anno  Domini  MDXC  Vii 

à 

Vs^^ingrepo  della  poriOt  fmo  alla  parta  detta  Libraria  9  eh* è  al  dirimpem  di  queUa  vi  i 
>nf patio  per  tranfitarui^  largo  quanto  largire  fo^o  effe  porte,  e  da  i  lati  vifianno  Gelófie  di 
ferro  dorate  iigentildiffegnoi  per  le  anali  fi  veggono  le  fudette  Statue,  &  anticaglie. 
Taffata  qneftaffi  entra  nella  Sala  de&a  Libreria,1arga  quanto  è  f  antedetta  ;  ma  molto  pia 
Umg(i  di  efia,  e  molto  pia  copiofadi  Libri,  di  4nc&o  era  al  tempo  del  San  fonino ,  effbnéo  ob* 
ligatfmH  U  ftampatari  detta  Città  >  e  detto  flato  9  di  ogni  Libro ,  che  flampano  ,  portarne 
rno indette  Libraria.    ' 

Sono  poi  al  prefenteefji  libri  tenuti  in  gran  regiflro  perdiligen7^,ecura  di  Mmfignor 
Ciò.  Matteo  Bufironi,  Trepo^  detta  Caàthedrale  di  Kimini,  (oggetto  litteratifimo.  Dottore 
in  Pilofofia,  Teologia»  e  Legge»  e  rerfatìffimo  nelle  lettere  Greche  >  //  qnde  ne  è  bora  il  Cu^ 
Jiode . 

^  Oltre  aUa  quantità,  e  qualità  de  Libri,  di  Vitture,  &  altri  ornamenti ,  eh}  fono  in  outfU 
Sala,  defcritti  dal  Sanfomno,p  veggono  anco  intorno  à  muri  alcuni  Filofofi  dipinti  dalTin^ 
foretto,  tra  qualii  notabile  il  Diogene  fatto  da  lui  con  partic(4are  ftudio^  &  applicatione  • 
oileffandro  Varotari,  detto  il  'Paaoanino,rifece  vno  de  tondi  detta  volta  >  cheti  eraguafla-^ 
tthfonHando  in  eBo  atlante  con  il  Glòbo  Celeftefopra  le  fpaUe,  il  Fiume  Tliìo ,  e  P^firo*- 
h^ia,  per  effer  flata  portata  dal  medefimo  Jltlante  neW Egitto  •  VrtalJtro  tondo  ini  prego 
fn  rinouato  da  Bernardo  StroT^  Trete  Genouefe^e  dipinfeinefio  la  fcoltura .  Tornando^ 
fuori  di  quejle  due  Sale,  Libreria^e  Mufeo  ;  da  vn  lato  della  Jcala  vi  è  la  fianca  de  Lettori  p 

?'  }ualiftipendiatidal  Senato,  leggono  Rettorica ,  Filofofia ,  Legge ,  lettere  Greche,  &  altre 
rienxjt  alla  Gionentà*.  Efìendo  anco  per  tutti  i  Sefiieri  detta  Città  altre  Scuole  Tubliche  di 
Grammatica ,  &  H umanità  ,€on  Maeftri  vaiorofilfimi  fiipendiati  andfelji  dal  VubUco . 
DaW altro  lato  di effa  feda  >//  entra  in  vno  de  ridotti  de  Vrocuratori,  chiamati  di  Supra  » 
quali  hanno  cara  della  Chiefa  dt  S  Marco.  Quefto  ridotto  ha  treflan'^  netta  prima  fi  eon^ 
jeruano  Léri,  e  fcritture  in  firmari  di  betta  forma ,  &  dipinti  gentimente  à  jlrwefco  di 
ebiarofcuro  con  Oro . 

Isella  feconda  flanno  i  due  Caflaldi,  quaU  rifcuotono,  Centrate  di  effa  Vrocuratia ,  epOr 
gano  à  chi  hanno  ob^go .  7{ella  terta  eh*  è  la  più  grande ,  più  bella,  e  più  commoda  fi  radìi^ 
nano  i  'Procuratori .  Tutte  quefteftante  fono  fatte  à  volto  confiucchi,  ^  oro,  ornate  dUn^ 
torno  de  ritratti  di  molti  Vrocuratori,  che  fmronof  &fono  al  prefente  di  quefta  Vrocuratia^ 
&deiDogitutti,chefonoflatiVrocuratoriinefiafinoalprefente,de  qualiritratti  molti 
fono  di  manodel  celeire  Tintoretto ,  cheficon^conodal  frefco ,  &  viuace  colorito ,  cke 
paiono  vini.  Due  ve  ne  fono  di  mano  del  Caualiere  Tiberio  Tinelli ,  cioè ,  quello  di  Franccr 
fio  Morofinif  Crdi  Simon  Cont orini,  qualtraffe  dd  caiaucre.  E  anco  dd  medefimo  Tintm^ 

retto 


314  DELLE  FABRlCHfi 

fetioUChr^dep0jhiìCro€erfituuÈoininumei^aLwùi.  riitti  ie  fitie f re  Ut  ^uefleirt 
ftsm^Kf  riguardano  fiipraaUa  Tia:^.I>ifc€ndendoperlafHdetiafcaUf^ 
>ef/iyftaltra  per  la  quale  fi  vddgl^alm  due  ridotti  dewp  due  dtre  Trikuratie.  QueUé^ 
dalla  forte  delta  Violerai  è  dellaVrocuratia  diCitra  con  tre  flange  fatte  a  volto  emfbtc^ 
€hii  &  oro9  ornate  anchejfe  di  ritratti  de  f noi  Vrocnratorif  &  de  Dc^i  vfeiti  di  qnefta  Tro» 
curarla . 

Oltre  à  molti  di  mano  delfudetto  Tintoretto  ffono  nobiliffimi  li  ritratti  delti  Efm  Marin 
Grimanif  &  Antonio  Vrioli^fani  dal  Caualier  Leandro  da  BafianOi  il  quale  Perdimofirar 
ilfito  nome  dipinfe  in  mano  dAUjlefso  Doge  Trial i  vn  fiore  di  Leandro,  '^coìò  Reniero  ri^ 
trafse  li  Trocuratorii  'ÌUcolò  J/'endr  amino»  f^icen^o  riaro,  &  Lorenxjo  Gabrielli. 

7{elt altra  porta  dalla  parte  della  Zecca  R  entra  nei  ridotto  della  Vrocuratia  di  FUra  • 
anclj^egU  con  tre  fian:^  »  nella  prima  mirafi  vn'Ecce  Homo ,  di  mano  di  Giulio  dal  Mor$ 
molto  bello.  Sono  ornate  quefleftanT^e  come  t altre  di  ritratti  de  fuoi  Vrocuratori  »  e  Dogi  % 
parte  fatti  dal  Timor  etto»  da  Taolo  BrefcbiAa  Domenico  Tintoretto  %  da  'HicoU  tLemero  9 
&  da  altri  y doro  fi  Vittorio  che  il  nominarti  tutti  farebbe  diceria  troppo  lunga  • 

Fabrica  nouiflima  di  noue  Palazzi  per  abicatione  ài  none 

Procuratori  di  San  Marco  « 


A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

Fa  dotto  principio  à  così  degnai  e  riguardeuole  opera  tanno  1 5  8  j .  con  fpefa  del  Tublicó 

ÌaVroct€ratori  a  Supra:  stanno  i%9j.  fu  dal  Senato  approbatafotto  il  Doge  Marin  Gri* 

mani  con  terminationcy  che  fi  douefse  feguire  come  fi  è  fatto  fino  alprefente .  Dopò  ilCan^ 

tonale  adunque  iella  Libreria^  yerfo  la  panatteria,  che  confi  (le  dì  tre  volti,  contiguo  ad'ef^ 

fOffegue  il  Corpo  diquefia  mirabit  Fabrica^  fatta  in  tre  ordini  ;  il  primo  Dorico ,  //  fecondo 

Ionico  con  colonne,  fregi,  comici  >  &  altri  ornamenti  ,gjinflo  all'ordine  della  Libreria ,  rfc- 

fcritta  difopra  dal  Sanfouino.  IlterxjD  ordine  è  Corinto ,  e  fu  i'inueniione  di  f^icen^o  Sca^ 

mo^f^jtrchitetto  di  molto  nome,  con  fineftre,  colonne,  &  altri  vaghi  ornamenti  corri^ 

fpomtenti  d  gt altri  due  ordini  di  fotto .  Valtej^  di  quefia  fàbbrica  è  di  piedi  66.  Lunga 

piedi  100. in  circay^hrgapiedi  i  zo.  nel  primo  ordine  vi  è  il  Vortico ,  che  continua  dal  Ju^ 

detto  Cantonale  fino  ah*eftremo  della  Viai^t  con  le  fue  Botteghe  di  diuerfe  merci ,  e  con 

quattro  Unditiixhefermnooer  tranfito  addotto  di  efse  abitatìoni,  bauendo  la  prima  il  fuo 

btgrefso,  e  Cortile,  che  corrifponde  alla  Tiai^a  del  Tal  f:^ .  La  facciata  è  tutta  cofirut- 

ta,  &  incroftata  di  pietra  viua  Iftriana  finiìfima.  Gl^ .Archi,  ò  volti  fotta  a  così  grande ,  e 

maefiofa  fabbrica  fono  ^6.&  altri  fette  fono  nel  cantonale  dalquale  vien  chiufa  la  Chiefa 

di  S.Geminiano  da  quefio  lato,  fi  come  è  chiufa ,  nelt altro  lato  dal  Cantonate  della  fabrica 

detta  communcmente  delle  Trocuratie  pecchie  come  è  detto  altroui . 

2^cca. 

Nm  fine  tóU  Libraria  Tcrfo  il  Canate,  giaccia  Zecca ,  machina  importante ,  8c 
fatta  dalSaafouinopcrordiaeddrEcceJfoCotifi^Tliodc  Dicci  ;  la  quale  e  fin- 
golarcpcrcompofiturai&tantormtachcauUa  più,  pcrciochc  ri  fono  tutti  quei 

luo- 


r 


^ ^ìsifog^XTìozVr^irpfkiqd^'otptddlPv^^  i 

S^orì»  &  nriniflTi  per  le  cui  Éimiyaflk  J  iinmfflgiiìdd4Upan)  »  Ma  fra  tutte  fai- 
lUtfta^nQtabil  coGb  che  ella  è  tutta  tefliica  cosi  di  (otto  come  di  fopra  >  8c  itu 

di  I^Mb  dimaoiera  che  pei<iortc;zzaà  &p^ 
cuoo»  che  fé  lepofia  paragonare  « 

^Layottttyiwcipafe  ^rfdto  Pian9(  ccrciacbe  vi  fi4ewtra.aiicoperUdtta)  dioxK 
Ara  al  primo  iiiconcro  la  fode^za  dell'eoifido  •  coociofia  che  è  compofto  4*or4ÌQc^ 
KttfticomefcolatocolI>ori(x>*&iiiJuogo  di  colouoeò  jxilaftri#die  foUea^jonp  il 
portone»  fono  due  termini  (colpiti»  moko  pili  ^At|4i  iFoavol ta  de  mezzo  del  natura-^ 
le:  fatti  nobilifiimamefite .  Nel  mezzo  del  Cortile  (  alFintomo  del  quale  corrono  le 
botce^ò  fucine  doue  li  conia  la  moneuj)  i  pofto  mpc^zo  di  fcurma  ottangolare.^ 
(a  la  cui  cima  fìede  vno  Apòllodi  pietra  fcolpico  dal  Danefe Cattaneo ^  il  quale  tiene 
in  mano  alcune  vcn^ed'oco  »  cooiigiiifii^tione^cheroro  tiafce  nelle  vifceredella^ 

terra  per  rirtii  del  Sole»  figurato  da.gli  antichi  |>erA^l{a^4i  falealprìmo«  &al  fé*- 
condapalfio ^r due  (caleiregieche Tono  airioc^ntro  1* «na  dell'altra»  alla  cui  foouni- 
tà  fonoi  ocundori  »  cfaearaoodano  il  luogQ .  La  princmal  faccia  di  iiiori  »  rifponde 
fui  Csoal  grande  d*ordinc»  t>^trte  Ruftico»  He  parte  gentile  »  con  tal  mefcolanza»  ch'i' 
dìktteodle  altocduo»  &  fecondo  Je  t9gQÌc4k  Vitrnnio .  Le  Sale  fono  in  volto  con  le 
camere  fecrete.  Lajprigione  dell'oro  coniato  e  tutu  di  pietra  viua  per  ogni  yerfo  : 
con  fioeflbe  groffipne  di  ferro»  che  ttguardano  nella  detta  prigione»  Sotto  alla  Zec- 
ca dalla  parte  dell'acqua»  foQoper  lat^ezza  deUa  fua  faccia  fra  volto  »  &  volto»  di^ 
uerfe  botteghe»  delle  quali  il  Publicojietrahe^tiie  di  momento  per  Joiito  doueeBe 
fono. 

Hstquefto  luogo  alcune  pinwc  «icrmooaUli^  '  Iralt  ^ili  la  tauola  con  la  DoAea 
Donna»  che  fiede  coi  putto  in  braccio  »  fu  fatta  da  fieuMetto  Diana* 

A    D    I>   I   T    I   O   N    E. 


Mntrò  àBapma  frin^ale  fimfiUMeJmsra9$fi4t^  ìHufp^UioJcolpité  m  marne, 
a  tutf  tond03  l*VttaJa  Titimo  affetti  »  eìalfirA  daCivotitim  CaniMffia  »  rafjtrefimanH. 
dueG^aHti9Ìnauodipercmieref&  recidere cbémwHC  pfwjMmefje murar  mdèU0  Am^ 
mm  qualche  mal  fiats  arre€cauéh^iH^  Tmnmsécki^éitkMre àgteittranti . 

LeJMie^}edenedifopra4alSanfasmhtb^g90é^ 

tu  per  largheo^  della  fm  faccia  ,fono  fiate  lenau  >  e  ferrati  i  ydti  cw  marmi  di  cadine 

ri^licoyctnr^p&ndeme al reflo di efia  faccia^  Oice fi Stm^a,  €be .ciò  fqfje  fatto fa^ 

ricardo  di  vao  »  ch'era  condennatom  yita  frigia^  »  rimmerato  poi  della  iUkei^ 

ti.  Frale  Titture  memorabUi  èilquadro  con  dm  rùratti  ^emflefi  d 

tum^  alia  Verpfte  con  Santi  de  ^oro  90^^  tkro  Tratettori,  fatt9 

da  Benedetto  Diana  •  I^tt  altri  ye  ne  fono  di  mano  di 

Bonifacdo  ^cioè  laRegina  Saka  aUaprefem^ 

a  Salomone t&tudoatatim 
deMagf^ 


Pe- 


3i(^  0ELtE  FABRICHÈ 

Fefcatui  di  San  Marco. 

iilcantonilC]  s'entra  nella  Pefcaria  Urgai  Acfawf  |Mr 
0  i  gnuiiri  del  Pt4>Iico  t  l'ofHdo  della  Saniti)  delle  Legne  * 

i  magaziDìi  ri  erano  fqtien  >  deae  fì  fìbticxaanù  fe  tiauo 
}fle.  vi  erano  anco  cafotci  di  legno  >dooe  R  teneoano  i 
BaReptib.daiFiorentjni>&Leopardi  hanud  dalPreto 
li  ordinarie  >  doue  (ì  tennero  gii  i  Genouelì  >  dopò  la  rìcn- 
i  fecero  adunque  iti  va  tempo  medefìmo  i  granari  >  &  la^ 
a  della  Trinità  >  acdodie  prouedcndo  il  Senato  di  biade 
lueCTe  doue  collocarle.  &acdoche  renendo  Icmcrcanrie 
>  per  mare)  vi  fbffe  chi  le  riceuefie  >  &  ripofte  rìfcoceffe  le 
giulFe  &  doùate  entrate  &  prouentti  che  per  qBèUe  perueagooo  al-Comane . 

InquefloIuogoadunque<&nclIa'PefcariadiRtaIto>fìtrouadaerolteil  gtomo» 
tanta  copia  di  pretioH  pcfci  in  tutto  il  tempo  dell'anno  ■  Se  fecondo  le  loro  ftag^ml» 
ch*à  itnpoflìbil  co(a  i  poterlo cfprimere  .  Percioche  (ì  cofhimz  perla  più  geoee 
(ciuantuiiaue fi confumt ogni fettimanajoo, buoi]  ijo.  Vitelli >  con  vn  luuneco in- 
credibile ai  capretti]  di-po!Iamit8c  d'altri  cama^cbe  vengono  di  bora  ìnboradÀ 
terra  ferma)  di  hauere  ogni  di  fulanienracame&  pefce.  ilqtul  pefce  recamento 
Ippplifce  in  grati  parte  al  numcrofo  pt^lo  di  quella  cittd .  < 

Due  Colonne  di  Piaeza. 

MA  tornando  di  naoqp  ajla  Piasza  >  fono  erette  poco  difcoAo  dalla  6»caria  * 
due  gro(rc&  alte  colonne  di  tiranita»  It  maggiori  di  quella  Citti  .  -Ptirono 
condotte  da  Collan  tinopoli  al  numero  di  tre.  &  cffendo  fu  ceree  caracche»  nel  ut^le 
ih  terra  ma  di  loro  cadde  in  acqui  >  &  cacciandoli  nel  fondo  per  lo  fuo  pcfo  t  Se  non 
fipotendocauare^tmodoalcunovirimalé. Onde  crefciuco  poi  col  tempo  il  terre- 
noi  (idee  credere  che  lìamolto  inprofondo.  Etancorachene  gliannìpallati*  vn^ 
maeflro  J'andaflc  cercando  per  moiri  t^iomi  con  vn  hinghifl!mo>  Se  appunuto  ferro  ■ 
ch'egli  cacciatta  nel  fango  con  fperanza  di  vno  officioi  che  gj  i  (u  promelTo  :  la  fìta  fa- 
tìcani  vana . 

Oaede  due  adunq;  fletterò  per  molti  anni  diflefe  in  terra^non  fì  trouando  perfona 
cui  batlafie  l'animo  di  leuarle  in  piedi .  Alla  fine  ni  Lombardo  chiamato  Nicolò  6a- 
raniero  k  dirizzò»  Si  ne  hebbe  bonetto  premio  «oltre  aI  quale  rolle  pri  uilegio  >  che  i 
giocatori  haitedero  libertà  di  giocare  i  pie  delle  dette  colonne ifenza  pena  3lcuna.La 
qual  franchìgia  deigiocatotjconfennaanco  il  Bembo  nel  primo  della  fuaHifloria 
mentre  dice.  Fu  ordinato*  chene  idadii  ne  ad  altro  gtuocho  •  che  à  fcacchi  nelle  eie- 
ta)&  ij.miglia  incorno  non  (ìpotellegiochare  eccetto  nondimeno  i  tempi  delie  noa- 
K,  &  le  ho(  terie  j  &  cjuella  parte  dellà.Pjaz2a  di  S.  M  jrco,  che  alle  due  colonne  è  po- 
fìa>  &c  il  qual  vfo  poi  fu  leuaro dal  Principe  Gritti.  Et  da coilui  forfè  deriuò  poi  il  vo- 
caboloaibaratticri&ladroncellidal cognome dtqueAo  Architetto)  &  fì  diceche 
fece  vn  modello  del  Ponce  di  Rialto .  Ricrouò  anco  certe  cafle  di  legno ,  con  le  quali 


PVILICHE  LTB/.VIIt  (Ij 

dritè  sd  8c  tàiU  mmdaua  in  cima  del  campanile!  arena  >  pietre  i  Scalcina  con  griti^ 
diffima  £3icuiti*  &  forco  la  fua  difdplina  s'aìleuàrono  diuer/i  Machematici  »  &  archi* 
'  tetti.  S'è  introdotto!  che  fra  quefte  colonne  fi  fa  giuftitia  de  Rei  >  la  qual  prima  fi  fo- 
lena  fare  i  San  Giouanni  Bragola.  Su  T  vna  di  loro  più  vicina  al  Palazzo  >  è  pofto  vou 
San  Marco  in  forma  di  Leone  fatto  di  Bronzo  >  con  la  tefta  volu  verfo  Leuante  >  per 
iS^no  deirimpcriOf  che  fi  tenne  altre  volte  in  quella  parte  >  &  fu  Taltta  è  la  (tatua  di 
marmo  di  &Theodoro  chiamau  da  Pietio  Giulonzardo»  che  fu  prefente  l'ann.  1 3  29^ 

auando  fu  polla  in  cima»  S.Giorgio  •  Nella  cui  ftatua  fi  nota  auafi  come  per  difotto» 
li'cUahabbia  lo  feudo  nella  man  deftradouendohauerlo  nella  finittra»  qualcofafu 
dal  maeftro»&  da  Prefidenti  in  <]uel  tempo  dell'opera  fatta  con  bellifiimo  fignifica- 
to>  perdoche  fi  volle  con  fi  fatto  fimbolo  dimoftrare  $  che  l'animo  della  Rep.  non  fu 
4xm  di  oflfender  aIoano>  ma  fi  ben  di  defenderfi  dall'altrui  oflFefei  jpoi  che  ella  tiene  ar- 
enata di  difefa  qneUa  mano  con  la  quale  fi  fa  per  ordinario  l'ofFcia  •  Incorno  i  ouefte 
colonne  furono  altre  volte  botteghe  ile  quali  occupando  lo  fpatio>cne  corre  tra  N 
Tna  &  hahra»  itnpèdiuaoo  la  veduta  del  canaki  &  arrecauano  indegnicd  &  bruttezza 
alU  matta»  aria  fanno  15  294  il  Doge  Gritti»  per  ricordo  del  Sanfouino»  fece  leuarc 
ogniimpaiimcBeoi  &  da  indi  in  qMte  colonne  fi  v^g^  al  fondo* 

Tocrc  delle  bore  di  Tiazzìt . 

J  jk  U^incontro  dall'altro  lato  deOa  Piazza  fu  fatta  la  torre  delle  horemotabile  quan^ 
Jt\  u  altra  fi  fia«  percioche  è  di  affai  honefta  altezza  >  incroftata  di  finifiimi  mar- 
mi •  I>i  fotto  è  vn  portone  per  lo  quale  s'entra  di  Piazza  in  merceria  >  onde  alla  pri- 
ma veduta  rapprelenta  quafi  come  vna  porta  per  la  quale  fi  vada  nella  città .  Di  fo- 
pra  è  io  borriuolo»  che  moftra  le  bore  col  raggio  >  il  cui  circuito  occupa  gran  fpatio 
di  luogo.  &  fotto  al  cerchiof  che  contiene  i  numeri  fino  à  24.  fono  i  fegni  del  Zodia- 
co» jn  campo  turchino  mefTo  i  oro .  Et  vi  fi  vede  parimente  il  Sole  &  la  Luna  >  quaii- 
ào  i  (egini  h  riceuono  di  mefe  in  mefe  >  percioche  cam  inano  infieme  col  moto  cele- 
Ile.  Di  fopra  al  tondo  terminato  da  vna  bella  cornice»  fiede  rimagine  di  N.  Donna^ 
di  tutto  tondo»  grande  come  il  naturale  »  8c  indorata  »  i  au'  piedi  le  gira  intomo  vn^ 
mezzo  cerchio  m  fuori  »  &  ella  è  collocata  fra  due  porticene  »  dalIVna  delle  quali  vf* 
cendo  vno  Angelo  con  la  tromba  »  è  feguito  da  i  tre  Magi  i  grandi  quafi  come  il  na- 
mrale:  &  paflamtole  dinanzi  le  fanno  reuerenza  col  capo  »  &  entrano  per  l'altra  por- 
ta »d  forza  di  mote»  che  danno  lóro  il  moto»  &  il  girare.  Pili  alto  in  campo  azin-ro 
fiellatp»  è  fcolpito  va  Leone  con  l'ali .  &  su  la  fommitd  della  Torre  fono  due  flatue 
di  bronzo  chiamate  Morì  dal  Volgo,  nel  mezzo  de  quali  è  foflenuta  vna  campana^ 
grofla  fopra  vn  palo  di  ferro»  su  la  quale  le  ftame  battono  le  hore  à  vicenda  »  con  va 
martello  per  vna  »  fnodandofi  da  mezzo  in  fu  con  arte  notabile  &  bella .  Et  qtiefla^ 
operafuiabricatarannoi49^.daGian  Carlo  Rinaldi  da  Rhe^io  •  Il  quale  huo- 
mo  £amofo  nelle  mathematiche  »&  di  molta  efperìenza  jn  cosi^tti  magifteri»  fa 
chiamato  dalla  Repub.  dalla  quale  rimunerato  cortefemente  Se  prouifionato  con 
.Ttilt  de  fuoi  difcendenti  »  fi  fermò  in  quefte  para  »  &  fece  diucrfe  cole  degne  di  me- 
moria^indiuecfiluoghi  deUo  flato.. 


AD- 


sii  6ÉLL  i  ^iJA'tfftìCHff  ^* 

.  À  i>  u  1  r  r  o  N  E. 

in  cent  ftfle  fùkimi  »  &  egn^horoi  ddgi(nn»fer  tuno  U  $  etnfo  >  €Ì3e  atra  la  Piera  icU*jt^ 
ftenfkne^ 

In  ifuefìhpitimiìemfì  fhm^ir  fregati  imaim 
t$Pai;urro^fjhcbefarealfrefmtevperanmm  / 

» 

Palazzo  Publico  • 

T>ErIkncadi  SàftMiurCh  èlieuato  il  Piltteoàtìh^gciocU.  Perdòche  portammil 
X^  Rialto  ilTrono  Ducale»  Angelo  Panicipatìo  I>ogeNoao9iiicdeincOQCaiience» 
felice  prindpk)  à  vn  hiogo  puhlicoiitoac  fi  pN^edc  ammlmficarris^^  j 

Fu  pertaneocominciataclOQe  R  vedci  fkitio  al  pónte  cfdfat  ps^ut  9  ìSc  nCpòndwie 
fiilCttial  grande .  Atfe  >  &iti4ri^oj^à  Yolce  ^  Petdodie  Pietro  Ùrfeolo  ^ptimo  di 
que[kKK>nKscheia^l%mK>-^7&  corniti»^  f^brici  jEbbrociacaper  auaaq  4^ 
popolo»  quando  ammazzò  Pietro  CandianoDefge»  la  finì.  Et  Panno  iio5.  vfcito 
fuoco  di  vna  caf a  priuata>  &  diftcìitco  San  Lor^nro^n  Seiicro>San  Zaccaria»  de  San- 
taScolaftica  finoi  San  BilbiarTé  pftrteàé#aIa«Ee»AflèDaChiera  di  San  Marco  »  de 
fottoGiouanniMocenigaEU>ge7i.chcYÌirelìuinoi477;fiiconrumatoin  vna  notte 
buoqa^parte  del  ParaxzoDuealc.  perche  ha^nddwiiminiftro  lafciata  per  trafqirag^ 
^inp»  Yiiacandela  accefa  nellafuacappclla ,  cadutavi  appiccai!  ftbcb  »  fl  qoale'  dl^ 
icendo  (Inutri  il  giorno  fe^nte  »  &.  la  notte  alle  4.  bore  diede  faorìla  fiamma -^  Il 
medtfimo'auenne  róctoLui<>i  Ntocenigo  Doge  S4.ranno  1574.  condofiacbe  haiien^ 
dofifattoilAioamuialeign  ii»  di  Maggio  »&  celebrato  vniblenne  conoitoin  ihi* 
lazzo:  s'acccfe  il  fuoco  per  poca  cura  de  luoi  miniftri»  in  vna  camera»  per  la  qnalTa<» 
kndoallc  Tcale  difopt^a»  s*abbruciò  il  Coll^io»  l'anticollegio  »  &  laSaladel  Pr^iuti  » 
fitauentata/i  la  fiamma  ^llaChiefa»  liquefece  vna.Cul>a  di  piombo»  &.piii  oltre  (arcb* 
be  andato»  fé  la  gente  com^t  tanto  incèndio»  non  lo  hauefleefb'nto.  Il  medefimoa^» 
uenncfbttoSebaftianoV^niero  DogeSs.alIora  che  s^àbbruciò  la  SaFi^  dU  Gran^ 
Configliacoaqaella  dello  Si:rutinio.  I  quali  tutti  fuochi  &  dltrì  apprelfoihò  auertito 
per  la  hiflorìa  >  che  hannopced^to  inogni  tempo  guerre  $£  trauagti  »  dopò  le  ouali 
fono  feguiti  felici  Scauenturofifoccefli:  Percioche  nelllnfantia  della  Città  »aiiero 
a4.cafe  ditauok  nelMfola  di  Rialto»  &  indi  ipoco  Arila  ritornò  d*Vngarik:&  tic  fc^ 
gui  che  Rialto  fi  augiunentòdi  popolo»  &  di  nobiliV  con  tanto  acctefcimcnto»  che  le 
cafe  di  Ic^no>(imutatx>no  in  ricchi  palagi  di  marmi  .* 

Sotto  PietroOtóidtano  s*abbrucio  il  Palazzo  »  8c  noftimoltò  pcn  vchncro  i  Siradtó 
in  Italia»  &  foccefTe  che  Piettt>Orfeolo  Doge  gli  vccife  &  diftruflfe .  Sotto  Ordelafe' 
Faliero  il  fuoco  disfece  16  Jfolc»  conùndandb  da  San  Lorenzo  come  siè  detto  »  fmKJ'à 
Sàn^Baffi)»  &  pocodopò  il  Rè  d*Vhgaria  moflc  la  guerra  in  Dalmatia ,  pet  le  cofc  di 
Zara»  &  ne  fegui»  che  il  Faliero  ricuperò  non  pur  la  Dal  matia,ma  j^umc  àHTiwpe^ 
fio  Veneto granparte  della  Ctoatia.  Et  nel  tspmpadi  SfcbafWano  Ziant  atfcWfola  di 
SlMaria  Matcr  uomini  con  molti  edifici- pCfWichi  &  priuati,8cfra  pochi  meli»  6ilx^ 
:rracon  Federigo.  Impenper  PapaAleflatiaro .  &.aucttne  die  fìprefe  Odiooc^fii*  ^ 
iuolo»  Se  la^Repub.  ne  acquiftp  grandi  IloiHj^ri . 

^ —  A^  j —  -^^ntarini&'abhcuccid  ilmpratero  delle  Vergini  >  indii  pocoLco*    *  I 

polda 


«^ 


^VELICHE  LTB.  VIIL  $19 

poldo  Dua  di  Auflria  fcorfe  fui  Vinitianot  &  ^on  tnpico  dopò  h  rotto  i  de  fcacciap 
ip  da  noftru  Sotto  Michele  Sceno  arfe  il  Campànil  di  San  Marco  >  &  nacque  la  guer- 
ra del  Rè  d*Vngariagouernau  da  Pippo  Spano  :&  occorfe  che  Pippo  mniortOffi 
bebbe  il  Friolit  &  s'aggiun(e  allo  (laro  tutto  quello  di  pili  ch'è  da  Vdme  in  Id  •  Sotto 
Giouanni  Moccnigo  arfe  il  Palazso  :  fi  mo(le Farmi  contra  Ferrara  i  &  ne  fegui  che 
fi  fece  1  acquifto  del  Polefene  di  Rouigo .  Sotto  Leonardo  Loredano  abbrucio  Rial- 


roppe  Tarmata  fua  con  faluezsa  di  tutta  Chriftianitd .  Sotto  Luigi  Mocenico  abbru* 
dò  il  Palazzo»  Se  fu  moflala  guerra  da  Dio  i  che  eftinfe  in  Venetia  molte  migliaia  di 
perfonct  &  la  falute  fui<:he  efTo  per  Tua  mifericordiai  vinto  dalle  preghiere  de  giufti» 
uberò  la  Città  in  quel  tempo  à  punto  nel  quale  fi  credeba  che  il  contagio  doueflo 
con ma^ior progrefTo eltinguere il  redo. 

Ma  ritornando  al  filo  del  noftro  ragionamento  primiero,  venuto  aì  Principato  7<f  •  -V-*^ 
SebaftianoZiani»  che  vifle  Tanno  II7J.  non  folamen:e  rino.iò  il  Palazzo  t  ma  lo  ag-  Péu^^'^/i 
grandi  per  o^ì  verfo  •  Ma  afcefo  al  Ducato  F^anccfco .  Fofcari  >  che  fu  Tanno  1425  •  ^ 

panie  i  Padri  d'ampliare  il  Palazzo»  Sciarlo  condegno  i  tanta  Piazza»  &  i  tanta  cit- 
tà. Et  cominciando  dal  detto  cantonale  doue  fu  lafciato  il  vecchio  >  H  tirò  fino  allx^ 
porta  grande  »  che  fi  chiama  hora^alla  Carta  :  &  coperta  la  faccia  di  marmi  rofii  & 
oianchi  diftinti  in  piccioli  quadri»  il  detto  Principe  vi  fabricò  la  porta  di  marmo icon 
la  fua  ftatua  condiuerfe  fi^e.  Cominciando  adunque  il  Palazzo  di  fuori  fino  al 
canto  dell'armamento  ha  17.  volti»  &  ogni  volto  è  largo  io.  piedi>che  fanno  in  tutto 
perlung[hezzaconlecolonnepiedi2oo.  DalTarmam:ncopoi  fino  alla  Carta  fono 
i8.  volti  della  med^fima  larghezza  de  gli  altri»  che  fanno  per  lunghezza  piedi  20;. 
Le  colonne  di  fotto  non  hanno  bafe»  ma  capitelli.  A  mezz'aria  corre  vn  pogginolo  di 
colonelle»  co  fuoi  voi  ti  acuti  alla  tedefca»  da  quali  procede  la  fortezza  ai  quefta  ma- 
chiiUf  6  come  noi  moftrammo  altre  volte  al  Senato  »  jier  vna  noflra  fcrittura  »  che  fi 
legge  nel  nofim  Secretarlo.  Da  indi  in  sii»  la  faccia  è  (oda  fino  al  colmo  »  il  quale  era 
di  piombo»ma  efiendo  feguito  Tincendio  nel  Palazzo  Ducale  »  l*anno  1 5  74.  fi  copri 
di  rame.  Percioche  fi  conobbe  che  liquefacendofi  il  piombo»  &  cadendo  su  le  traua- 
menta»  accendeuano  molto  più  rodo  la  materia  fecca  »  Se  era  in  confequenza  cagio- 
tte  di  maggior  danno.  Dalla  parte  del  Canale  fotto  iportichi  fono  le  prigioni  che^ 
vanno  in  ctentro  nel  corpo  del  Palazzo^  ,^ 

Ma  tornando  alla  porta  maeftra»  diciamo»  che  le  fu  dato  principio  Tanno  1439.  &  /  n^^^*  '^  ^  ^^ 
fu  fabricata  d^  fommo  4  imo  di  marmo  in  forma  piramidale .  Da  i  lati  fono  quattro  ^ 

figure  poco  minori  del  naturale  dimoftranti  le  virtù  nobili  del  Principe  Fofcari.  & 
dì  (òpra  alTerta  è  fcolpito  vn  Leone  alato»  di  molta  bellezza ,  con  U  ftatua  del  Doge 
in  ginocchioni  ritratta  dal  viuo:  &  fii  opera  di  Bartolomeo  Bonq>  del  quale  s*è  detto 
più  volte.  Scriue  Pietro  Guilombardo  »  che  nel  luogo  fteflò»  Tanno  i  ?  ?  5-  ^  portato 
vn  gran  faflb  del  quale  fi  fece  vn  Leone  »  che  fii  porto  fopra  la  porta  del  Ducato  •  lui 
all'incontro  preflo  al  Battifterio»  i  due  pilaftri  quadri  lauorati  alla  Soriana  con  lette-  <^-^f, 
re  in  quella  lingua,  ma  non  intefc»  fi  dice  che  furono  portati  d^Acrijpsrch^  haucndo-  ,^^  rir  t^ 
la  Menlchefad^  Rè  de  Saracini  affediata  &  prefa,  Tanno  ia9i-ladittru(re»onde  i  Vi- 
nitiani  che  vi  fi  trottarono»  fé  ne  vennero  alla  patria»  con  7.famigne  principali  del 
luogo,  che  furono  poi  fatte  nobili  di  Venecia .  Et  con  quei  pilaftri  ch'erano  aU'vna-» 
delle  fuc  porte»  arrecarono  dincrfe  altre  riccliczzc,  nel  tempo  del  Do^e  Pietro  Gra- 
^  X  dem- 


ìli  DELLE  FABRICHE 

denigo  •  &  etiti  quelle  portarono  goel  peno  di  colonna  >  doue  (ijFamio  i  btndf  »  Ac  le 
qdatcrd  fóure  di  por fioof  che  s'tbbraccìaiio  infieme  5  coflocate  fbl  caùtoitàle  delfau 

ffc.'  ^^f^       Ràtru  delle  gioie  di  S.MàrO).  Da  quefta  porta  appirifce  in  faccia  la  fcala  veramente 

reale dtcandidìffimo marmo  lauoratad  ftrafoti>  ia quale (bmdofi ai  campanile»  fi 
fCttòpre  dalla  cima  in  fondo  j  &  (i  fa  il  medeiiitio  quando  s'entra  in  Paiauò  per  fian- 
cò i  per  lo  apparenti  (lìmo  fuo  fìto  j  per  Io  quale  (i  formano  due  Cotti  s  là  grande  8t' 
comuncflc  la  picciola  de  i  Senatori .  All'incontro  della  fcala  pure  in  faccia  $  ta  fabriC* 
fi  congingne  con  la  Chiefa»  con  vn  tolto  di  diucrfi  ornamenti  6c  con  buon  numerò  di 
fijjurè  grandi  quanto  il  viuo>  fatte  di  buòna  mano  prima  fotto  il  Fofcari>  8c  poi  (otto 
il  Principe  Moro,  che  fu  Tanno  14^2 .  Et  per  fianco  ù  fale  per  vn^tra  fcala  coperta^ 
di  piombo  chiamata  la  Fofcara ,  dal  cui  capo  fi  circonda  per  tutto  if  Palaztor  1  doue' 
fono  fopra  la  cortei  corridori  fimili  i  gli  altri  fòpra  alla  PìMtz  >  fra  i  ^uali  corridóri 
fiono  le  flange  chiamate  Corti  ò  tribunali  de  Giudici,  che  tengono  ragione .  St  di  fot** 
/^i,,-^^       to  di  effi  nel  mezzo  della  Corte ,  fi  veggono  due  bcjliffimi  fotti  di  bronzo  fttagliaf £ 

di  fogliami  &  dd  figure^di  mano  di  Nicolòj^^oaiti  &  fratelli.Ma  tornando  alla  fca- 
la principale  di  marmo (bercioche  filale  al  Faiisczo  per  quattro  fcale  )  fi  tròuano  ttd 
fuo  piano  due  Colofli  ò  (tatue  di  marmo  >  chiamate  dal  popolo  Gisauti  $  che  appòr^- 
tano  macftd  &  grandezza  alla  fcala. Et  Pvna  fu  figurata  per  Martc,&  l'altra  per  Net-* 

^t^.^-ySiÌM^  tunojfìgnificatiueamendue  lo  (lato  di  terra  Sdimarc  /di  mano  del  Sanfouino>  & 
.^^*-  porte  in  opera  Tannò  1 5 <5(5.  All'incontro  delle  quali  fi  vede  vno  Adamo»  8t  vna  Eua  di 

yC  ,v>  'i  suu^^^  tutto  tondo,  fcolpite  da  Andrea  R  iccio  Padouano ,  con  diligente  fattura .  La  faccia 

,v.  ^  ^  del  Palazzo  Ducale  Cpercioche  quello  dauanti  su  la  Piazza  è  dd  Publico  per  i  Magi^ 

ftf atii  &  quell'altro  fii  fatto  per  habicarionc  particolare  del  I>rindpe)cominciata  dal 
Doge  Marco  Barbarico,  Ìl  finita  da  Agoftino  fuo  fratello,  &  focccflorc,  fu  opera  d*-  ' 
AjTtomoJfeegno  Architetto ,  &  Prothomaftro  del  Palazw .  Di  rincontro  alla  fcala^ 
predetta  in  faccia  del  corridore  apparifce  nel  muro  vna  lapida  tutta  d*oro,  poflaui  i 
iionor  perpetuo  di  Henrico  III.  Re  di  Frauda  &  di  Polonia  per  la  fùa  felice  venuta^  ^ 
Tanno  x  574.  doue  fono  fcritte  con  fmalto  roflb  in  campo  d'oro  quefle  paròle  • 

Henriciis  II L  Gallile  Rex  &  L  Poloni»  Chriftitnirs.  àcce* 
pto  de  immatura  Caroli  V  HIT.  Galli*  Rcgis  fratris  con- 
ìunAiflimi  »  morte  trifli  nuncio  è  Polonia  in  Franciam  ^  ^ 


ineundam  Regnum  hapreditarium  properans ,  Venetias 
anno  Salut.  M  D  LXXIIIL  Xini.  CaJend  Auguftr 
acccfTjt .  Atq.abA/oyfio  Mocenìgo  Screnifs.  Vetietorum 
Principe!  &omml>ushuiurce  Reipub  ordinibusi  non  mo- 
do projpter  veteris  amicitiae  ncccmtudincm ,  veritm  etiam 
ob  fingularcm  de  ipfius  esimia  virtutcarquc  animi  ma- 
gnitudine opinionem ,  magnifìcentirs.  poft  hominùm  mc- 
moriam  apparata ,  atq.  alacri  Jtalise  proprie  vniucrf»,  fum- 
morumq.  Prìncipum  prjefertim  concurfu  exceptus  cft.  Ad 
cniusreigratiq.  Regis  animi  erga  hanc  Reropubl  memo- 


ri am 


PVBLICHE  LIB.  Via  jxi 

rfafls  (émplttrntm  Senatus  hoc  monumencuni  fieri  cura* 
nit  •  Arnoldo  Ferverlo  Secretioris  Confici  participe  >  Regio 
apud  Remp.  Legato ,  id  edam  poftulante  • 

Ec  l'omimento  actorao  alla  predetta  infcrittioncdi  marmo  >  con  fettoni  &/igtife  » 
&  fogHamif  fu  di  mano  di  AkOandro  Vittoria .  ^ 

La  predetta  beltifli  na  fcaU  con  la  faccia  dcìFcdiGxio^  fa  comandata  dal  predet*  ^^^..^....^vt^ 
-to  Antonio  Bregno»  8c  gli  intagli  it^ttefcfaene  volti  iacima  alla  fcabit  furono,  fat**;^  F^f  ^^^ 
ti  da  rv^tp^ptgft  ^  jf  Bernai^no  Mantouani  «  Dalla  finiftra  del  piano  >  vicino  i  vna 
fcala  per  tefta  >  è  fìcuata  la  Cappella  di  San  Nkolo  fatu  l'anno  1 1 1  x«  dal  Do(^  Pie«- 
tro  Ziani  per  comtnodiri  del  principe  >  il  qoale  per  legete  era  tennto  andarui  ogni    ^ 
mattina  alla  Meira»aaanci  che  fi  facete  la  Sala  celle  tel):e  «  &  la  Cappella  vicina  al  cA/^^r/^- 
Coll^k>»maeflèndoillu<^o  dishabitato»  &  qtiafi  disfatto  per  la  vecchiezza  »  il 
Principe  Leonardo Lorèdano  lo  reftaurò>  Se  ri  fecela  facda  di  marmo  >  che.  rifpon- 
de  fula  Corte  de  isSeoatptit  fì  come  (t  vede  per  le  infégne  •  Et  in  kiogo  di  colmo  >  vi 
fabricò  vna  terrasta  di  fopra>  che  fenie  per  giardino»  &  getta  in  cafa  del  Doge.  £t  il 
Principe Grittt  ti  pofe  fu rakare  la  palladi  marmo  con  figure  ^i  mez^o  rilieuo^onde 
ridotto  il  luogo  i  bellézsa  j  la  Signoria  vi  afcolta  ogni  anno  vna  Meifa  folenne  >  nella 
feftfuitd  di  San  Nicolò.  '  .. 

D*altrapatteneiroffitiodeirAuo^ariac  affife  vn  quadro  di  lacomo  Tintoretto 
€0Q  tre  fi^re  al  naturale  dal  viuo  »  di  tre  i^uogadori  inginocchioni  >  l'vna  di  Octa^ 
mano  Valicto  Sehatore  di  prudenza  »  &  di  bonti  angolare»  Se  di  conofciuto  valore  > 
Pakra  di  FrancdcoPifani>&  la  terza  di  Michel  Bono»$;entilhnomini  fìngolari.  Et 
poAo  difcoftoda  loro  fi  veggono  pur  nel  medefimo  quadro  >  i  ritratti  dA  Nicolò  Pa-^ 
damhO)  8t  di  OttauianO  Vallerò  %  amendue  d'animo  veramente  nobile  >  &  principa^ 
liflimi  Notari  Se  Secretati  di  quel  loogo .  Et  più  ohtre  nel  ridotto  de  i  Cenfert  >  i  due 
Quadri  di  pittura  furono  »  IVno  fopra  la  portaid*  Antonio  Palma  s  l'altre  all'incontro 
oiCamiMoBaltno.      -  v     ,^ x»!icyi.,v..  . 

C^iindi  Viano  i  mezzo  del  corridore  del  Palazzo  Ducale  fabri<^o  di  nnouQ  dal 
Doge  Donato  come  fi  vede  per  lefiie  itiTegne  >  è  la  ricchi^ima  fcala  che  conduce  al-* 
le  ftanae  del  Prìncipe  dalla  finiftra^  &  dalla  defha  per  vn*alcro  ramo  alla  Cancellala  i 
te  al  Collegio  s  la  ti.ualeiti  lauotata  di  Pi  tture  >  da  Battifta  Franco»  &  di  ftucchi  da^ 
Alcflandroyittorift%  (otto  ì  Prìiìdpi  Prioli.  Alla  fommird  della  quale  »  il  Salotto  col 
foffitto  dfpÌnto7&  mefeò  i  oro  con  quattro  quadri  all'intorno  >  fu  di  mane  di  laco- 
nio  Tintoretto .  EtdalIafinfftras^ntraallaCancellaria,doue  fi confcruano  rànci- 
che  &  le  moderne  fcrkture  della  Reoub.mancffeiate  da  Secrerari  eletti  del  corpo  de 


J>4U-     ^^^ 


j  v^icczaini  >  oair eccello  M>niigiK>ae  uiecheon  vn  tiiprema  capo  loro»  cne 
tolo  di  CanccltierGrande .  Il  quale  carico  fi  dorta  con  groflì  proncntij  &  con 
fé  prcn;tincnzef  dal' Maggior  Configlio  >  allVno  meriteuole  de  i  Secretati  >  de  < 


diucr- 
durakì 


^ 'accompagna  ...^., — ,  —  ^ -. — 

che  (][tieftoofiìtiofoflb  da  400.  anni  in  dietro.  Perche  per  auanti  non  fi  nominai 
non  il  CanceHìcro  del  Doge . 

'   Ma  perche  la  Repi^.  crefceua  nelle  facendc> Vintrodudc  vrfakro  Cancellieto  d 
Coa)une>  che  fu  poi  detto  Crandei  rifpetto  i  quei  due  Cancellieri  del  I>oge  >  ch^ 

^  X  %      chia- 


$11  DELLE   F  ABRIGHE 

chiamano  Ia&riori>i  oiiaU  altre  volte  furono  tre  •  Tiittauta  non  voglio  ccHar  di  di* 
recheranno  1314.  vn Marco  dalla  Vigna  chiamato  da  alcuni  Cancellier  di  Vene* 
tia&  da  alcuni  altri  Cancellier  del  Doge»  fu  fatto  Patriarca  di  Grado  ;  £e  che  l'anno 
1321.  ouero  ij  53^  vn'altro  nominato  Andrea  Dotto  Cancellier  di  Venetia  fii  creato 
Vefcouo  di  Cbioggia  •  La  cjual  cofa  ancora  che  apporti  quialche  dubbio  in  quella-» 
materia»  crédécò  die  foflTe  intomo  sIfiCancelliefi  del  Doge»  poi  che  fi  vede  deter- 
minatamente il  tempo  de  Cancellièri  Grandi  del  Comune .  Percioche  Tanno  1257» 
fifa  mentione  di  vn  Corrado»  &  di  vn  Maeftro  Tanto  Cancelliero  •  Sotto  à  quali  fu 
ftatuito  »  che  fi  fcriuefle  vn  Libro  »  doue  folTero  notate  le  giurifdittioni  della  Rejpu** 
blica»  doè  patti  »  priuilegi  »  feudi  »  &  cofe  fimili.  Et  che  bkre  à  ciò  ogm'  CoofigUeto 
haueiTe  il  fuo  capitolare  a  cafa»&  vfcendo  di  oifitio  lo  reftituiflè  • 

Si  l^ge  in  vna  commeffione  del  Doge  Zeno  fatta  Pdnno  i2tf7.vna  fottofcrittione 
di  quella  maniera.  Ego  Canradns  7{otmks,  &  Ducalis  jiaUt  f^enet.  CancelUrius  •  Et 
in  vn'altra  fcrittura  formata  l'anno  1 268. è  fcritto  dal  Doge .  Manu  aoftrafiibfcri^ 
mtiS3&  iffam  BuUa  noflra  aurea  communiri  mffifnusi&  per  màtmm  Conradi  C^iféofira 
Cancctlarij  fecimm  roborariJ^t  Tan.  1 273  .fotto  Lorenzo  Thiepolo  fi  legge  in  vn  patta 
coni  Pifam.  EtprHiens  vir  Conradas  ùHcalis u^nla  Venettarum  CanceUariuSi  Sindkusf 
'ProcwtaMyty  certHs  nuntius  di^i  Ducis  &c.TTou<y  parimente  il  Cancelliero  con  tito- 
lo di  Maefhro.Perdoche  in  vna  commcifiont  fatta  dal  DogeTanno  1281.fi  le^e^> 
^Sum  Venetiis  in  Ducali  VaUtiOyprafentibus  Mazijlro  Tanto  CanceUarie^Rufticljm  Be- 
nintendi^Marco  Siboto  &c.CotxMO  medefimo  fi  2ottofcrìue»£f 0  Corradus  Tiatarius  et 
Ducalis  ^ul£  yene tiara  J^otarius .  Et  voglio  credere  che  quefto  Corrado  fofle  il  pri- 
moichehauefTc  titolo  di  Grande»  il  quale  fi]  della  fanuglia  de  Ducati  &  vifTe l'anno 
j2tfg.A  coftui  focceffe  Tanto  Tanti  Tanno  1282 .  &  quclH  due  furono  infiemc  amba* 
fciadori  in  piti  luoghi  i  diuerH  Principi  per  le  bifogoe  della  città.  Se^  dopo  coftoiro 
Nicolò  Pidorino  l'an.  1 32}.&  vifTe  in  quello  hooore  24.anni  »  &  dopo  hii  l'ann.  i347« 
entrò  Benintendi  de  Rauignani  j  huomo  celebre  per  lettere  »  gran  pratico  delle  cofe 
del  mondo»&  adoperato  dalla  Rep.in  molte  kgacioni»&  fu  grand'amico  del  Petrar* 
ca»&  vifTe  1 8.  anni.  &  gli  focce^e  Tan.  1 3  tf  5.  Raffaello  detto  anco  Rafaii^o  Carefini  1 
non  punto  inferioK  d  Benintendi  %  percioche  oltre  alle  lettercicra  huomo  facultofo  $ 
di  molto  fe£uito»&  anK>reuole  allapatria»onde  nell'occafione  dell'a(priffima  gnecra 
de  Oenoucibhauendo  aiutata  la  Rcp.con  le  fue  £!icult;i»fu  fatto  nobfle  del  Con%liOf 
te  con  tutto  ciò  volle  continouare  nel  fuo  grado .  Sdrifle  la  hiftoria  delle  caie  di  Ve» 
netia»continouandoquella  d'Andrea  Datolo  Doge»  &  trattò  i  foccefli  del  Principe 
Andrea  Contarini .  Mancò  la  fuaftirpe  in  Giouanni  fuo  figliuolo»  che  fu  Podeftidt 
Vicenza» molto  diffimile  al  Padre.  Dopò  Rafainoi  che  vi(k  25.anni»hebbe  il  fuo  luo- 
go l'anno  i^po.Piettode  Roffi  cognominato  Quaranta»chc durò  4Utnni .  Et  morto 
coftui  entro  Tanno  i  ^94.Defiderio  ò  Defiderato  Lucio,  alquale  focceffe  indi  i  2.an- 
ni  Gian  Vito.nel  cui  fuogo  fu  creato  Tanno  1405  .Nicolò  di  Gherardo  .al  quale  ven- 
ne dietro  Tanno  feguenteGioiianni  Piumazzo  »  &  l^mno  1428.  fii  creato  Francefco 
Beuazzano»progenitoredi  quello  Agoftino  »  che  i  tempi  nofiri  fu  riputato  aflTai  d^Ua 
Corte  Romana»&  celebrato  dal  Giouio»  &  amato  dal  Cardinal  Bembo»  come  Poeta 
illuftre  nelle  cofe  latine  &  volgari,  al  quale  fcgul  Francefco  dalla  Sega  Tanno  143P.  & 
viffc  }i.  anna  &  hebbe  per  focceflbre  Tanno  1470.  Alcffandro  dalle  Fornaci  cogno- 
minato Salone»  che  viffe  io.  anni»  &  diede  luogo  i,  Febo  Cappella  »  huomo  di  i^ran^ 
fentimento  »  &  fpirìto  nelle  cole  di  Stato  9  8(  di  riputationc  a  ^  di  molto  merito  con 

la  Rcpublicaranno  1480^ 

Et 


,•       ♦ 


FVBLiclrE  1*16»  vai.        IH 


•'  Bt  indi  11.  ànm  hébbe  ù  foo  grado  Gioaanni  Dedo  t  ri  cordato  ipeflb  nelle  hifk>rie 
MiUiche per  la  fua  prudenza»  &  per  le  cofe  fatte  da  lui  in  tempo  di  guerra  &  Ài  pace  • 
Al  quale  ieg^  Panno  1 5  io.  Luigi  bardano  (^anticbiffi(na  famiglia>&  che  deUe  glab- 
re di  Padotia  hebbe  carichi  imoortanti»  &  fu Proueditora  i  Mirano  in  ^fuei  maneggi. 
Ne  quali  fodisfecc  cofi  bene  alla  Repub.  che  il  Confìglio  de  Dieci  lo  faonord  afiai  co 
firoi  decreti)  come  in  quelli  fi  legge .  Et  gli  foccelTe  Tanno  fegnente  Francefco  Fj^« 
nolo  Giurifconfuito  •  al  qual  venne  dietro  Tanno  1^16.  Gian  Piero  Stella  Cauaiier» 
honorato  »  di  molto  noiBe  >  &  amico  di  quali  tutti  i  Principi  edemi  »  che  riffe  fcttc^ 
anni  •  Dopò  if  quale  entrò  Nicolò  Aurelio  Tanno  152  j.  perfonadi  molte  lettere»  ma 
sfortiinacoi  percioche  rimoflo  dalla  degniti  »  fu  potto  in  luogo  fuo  Hierommo  Dcd^ 
per  i  (boi  benemeriti  &  per  ht  memoria  di  Giooanni  fuo  anceceffore  •  Dopò  coftui 
habbiamo  veduto  Andrea  .de  Francefchi  grato  alla  citti»  ofiitiofo  per  gli  amici  >  &  dt  , 

ottimi  coftumi»  Lorenzo  Rocca  perttiffimo  delle  Leggi  di  quedo  5tato»  9c  huomo  di 
molte  lettere»  Gian  Fràncefco  Ochoòono  »  memorando  per  l'accorcezn  del  fuo  vi** 
piciffimo  insegno»  &  di  così  profonda  memoria  (  della  qual  fece  gran  profeifione^  ) 
che  fo  miratnle  ad  ogn*  vno  •  Andrea  Fria&£Ìero  di  moka  banti»  èc  Diouanni  Formen* 
toy  chetine  al  preferite.  cA  X/" 

Ora  tornando  al  nofhò  primo  inftituto»  s'entri  (pofpofta  la  Qwiccllaria)nelSaIo-w^^^ 
ne  dinanaii  all^Antioollegio»  &  di  quindi  nel  Qollegio^  Era  quefto  Igogo  <^^  anni  fogo  »  t.<?  if^^f  ^  e 
ornato  marauiglfoTafnente»  come  ridotto  principale  del  Doge  »  &  della  Signoria^  • 
Percioche  oltre  alle  cofe  meffe  i  oro  »  &  fatte  di  marmo  »  vi  erano  tr«  gran  quadroni 
dipinti  da  Gian  Bellino»  8c  daTitiano»  i  più  rari  &  fingolari  ch'efli  faceflero  giamai  » 
nel  maggior  colmo  ò  vigore  dello  fpirito  loro  più  tiuace  &  ardente  in  quella  prpfef- 
ikMie.  NelT Anticollegio  era  vna  tauola  dltalia  co(i  perfetta  nelle  (uè  mifure»  che  di« 
uerfi  Principi  ne  domandarono  TeiTemplare .  Il  Salone  auanti  alT  Anticollegio  haoe* 
uà  il  foffitto  nuouo»  carico  d'oro»  8c  ammirabile  per  i  fuoi  intagli  »  con  pitture  efqui* 
(ite  fatte  da  i  primi  di  quede  parti  »  &  le  pente  di  marmo  pano  colonnate  &  figurate 
con  gran  maettria»  le  guati  tutte  cofe  furono  gjafnmy  g  ^  fa^gq  f^tt^^lSlX  ''^ 
luogo  delle  quali  ii  veggono  al  prefente  altre  bellezze  di  colori- &  di  Ibicchivera» 
mente  reali  &condefflud  tanto  Dominio,  Q>ncio(ìache  nel  primo  Salone  per  co»  ^^A  a  V 
tranielT^jllticoIIegio»  il  folfitto  è  fatto  alla  Romana  con  ori  &  ftucchi  »  &  pitture  ;1I  ^^  ^y  ^^.^ 
fuo  compartimento  fii  di  nUnó  d' A  ndrea  Palladio»  gli  f  hicchidel  BORibaroa»  &  4'al<  ^     .  /  '  ' 
.  tri  Scultori  »  le  pitture  di  lacomo  Tincorcctio  »  8c  linueatkine  iii  cohii  che  fcriue  Ic^ 
jMrefentf  cofe . 

Quedo  è  didinto  in  tre  quadri.  Nel  primo  Venetta  è  mandata  da  Gioiie  in  quede 
acque»  perch*ella  fu  fatta  per  dirpodtione  di  Dio  »  acciòche  vi  (1  cònferui  la  religicme 
&  la  liberti  chridiana.  Nel  fecondo  fi  vede  vna  donna  che  rompe  vn  giogo»  con  altre 
figure  attorno»  che  portano  il  pileo  infegna  deHa  liberta  »  percioche  eflendo  nata  li^ 
beta»  ha  mantenuto  »  &  mantiene  l'antico  fplendore  della  liberti  d'Italia  »  alla  qiiale 
tutti  rifuggono  come  in  porto  ficuro  »  àc  libero  i  ciafcuno  »  per  conferuatione  della^ 
▼itia  Se  delle  faculti.  Nel  terzo  è  dipinta  vna  Giunone  accompagnata  da  diuerfe  <^ir« 
tu»  (igntHcatiua  di  nobiltà.  Conciona  che  nel  fuo  principio  i  nobili  partorirono  que* 
do  domicilio  >  &  Imperio  »  &  mantennero  fempre  incorrotto  il  fangue  loro  illuftre . 
Dalla  parte  del  Canale  fopra  alle  fìnedre  è  efpt^iTo  vn  Nettuno»  che  fpofa  Vcneda^-' 
in  memoria  di  Papa  Alcflandro  IIL  che  diede  il  dominio  del  mare  i  Sebadiaoo  Zia- 
ni  Principe  deHa  Kepub.  Dalla  parte  verfo  Piaeza  fi  vede  Venctia  Vergine  »  la  quale 
.<on  la  fua  incorrotta  patiti>  fi  difende  dall*infolcnasa  altrui»  &  s'appoggia  al  mondo» 

X    3       per- 


,  J14  DStUE  PABfUICHia 

Nelle  otto  maodfliieipirle'  per  icntto  il  cofnponimento^  fi  raf^prefentt  Io  fiato  del* 

laiBLepnb.  |ìitclieM&oodt|Mace<>ctafigarc  per  otto  Cittd  principali.  Coftciofìa^ 

chcJicUaioma  jèpofta  Veoonao)!  fuo  beUi/fica^i  8c  antico  an&ceatro  »  Netta  fccon* 

èt^9Bàom»Agi$mc$Ufcrì\ibnchckb>B  Nella  terza  BreCcia  circon^ 

éata  dait*accne>  ddfe  quali  la  predetta  è  cof^ofa  fabricatrice .  Nella  quarta  i'Iilcia^ 

cbe  tiea  la  corona  ia  niano>  non  cffeodo  più  in  podefti  di  tette  coronate.  Nella  quin« 

ta  Treoifib»  con  dkierfi  prii^kgi  &  danari»  &  CNM  h  ^da  per  la  pu^ 

fa  la  prima  deUe  circontiicine  che  fi  detfe  alla  Rcpub.&  donò  aUa  Signocia  non  pur  ic 

•leddimai  tna  anco  cotte  le  ine  particolarì  entrate  del  cofOBne  che  fono  abbondan«^ 

ti  •  NeHa  icftala  Patria  del  Frtoh che  mecte  la  fpada nelìasuaìna  p  dopòoioke  ener* 

re  fotte  da  iPacriardiid'Aquiiea  eoo  quefloftato.  Ndlafettivia  Vice«acoa  ouier- 

fi  (hictiffcrcioch'diaè  ilgtardinodi  Voietia.fit  odia  ottaiia  fi  figura  Aldoo^Acri- 

fi  ''^4cbConaodaigUe&rouineperraQtichi(i^I>iqoeftas'^^ 

/'Jjci^iQ    roxxil  fofiiaodt  ftucchi»  &  poi  ndCoUegio  con  beUiffino»  &  vivetelo  con  fnirabil 

ijf^^i    ^  compartimento  ricco  di  moltx>  ordTperaoche  fi  contengono  mJ  fuo  campo  éuut^ 

/  ;.^     qaadròoicon  vnoooatooel  ateno«ridnd  ai^òmo  d'akve  forme  di  figure  sferiche 

le  acute  che  lo  rendono  vaghtffimo  airaltroi  veduta.  Nel  primo  é  dipinto»  k  Giafti- 

tia>&laPace»chelionoranoIaCìttidiVenetia.Nell'ouatodiipezsoé  larel^iooe 

con  YQ  facrifido.  &  oeU'altro  qoidco  rerb  H  Tribunale  del  Doffi  fi  contiene  ?n  Mae» 

re&vnNeàiina»perlafìxteKzaditerrajacdiniarediq^e(h>ftato    Nelprìmocon* 

do  fopra  aUaooru  fi  iMgr^C  VSTODES  LIBERT  ATIS.  Nelfecondo  ói  ibpra  REI- 

PVB.  FVNDAMENTVM.  Et  à  piedi  NVNQVAM  DEREUCTA.Nel  tet9 

ROBVR IMPERII.  &  dalla  deftraddla  porta  lui^o  il  muro  è  dipintala  moderan* 

ca  di  Dauic  &  di  Solone.  L'induftria  di  Archimede  »  &  la  manfueuidine  di  Claudio  • 

fit  dalla  fimAra»  laliberalitid'Akirattdro»  la  Continenza  di  Marco  Curio»  9l  rObo» 

dienzadi  lisonida^  NeghouatibisUin^ghi  dalla  dei)ra*nel|H:iflsiola  (cmeuadi  Siila» 

«d  ieoQodo»rofièrta  di  uccio  di  morir  per  la  Patria»  nel  terso  Caronda  che  per  can« 

femarle  lue  Leggi  fi  diede  la  morte.  Dalla  fio^a  nel  primo  la  fortezza  d'Alcflan* 

rfrOtOd  fiicondo  il  Sacrificiodi  Aleflandto  fopra  dodici  altari»  ne!  terzo  Seleuco  >che 

/    ^    r    £  fa  cauar  ^i occhi  per  la  giuftitfa.  Vi  è  parimente  U  Fede  &U  Concordia  con  altri 

'  /        cmameoci.  Infaceta  del  qualfoAtto»d  punto  di  fopra  al  Trono»  vi  é  figurataper 

*  Venetia  »  vna  bellifiima  R^ina  coronata  »  la  qual  coróna  col  corno  Ducale  »  Seba- 

filano  VenéerOychel'i  dinanzi  in  ginocchiooi  vefiito-cU  bianco  •  £t  aitto  fii  opera  di 
Paolo"         '    -'   •      .^  •.    .    .^ 


w  f 


so. 

là  Catìccllaria» 

sid  quale  fi  diede  principio  i  ridurfi  il  Configlio  (brande  »  &  durò  per  cotale  eflfettQ 

£n0  all'anno  142  ^  Perciochc  parendo  »  cbe  il  luogo  non  fofie  capace  »  fu  ordinata^ 

:^.  f^  la  Sala  fui  Canal  Grande»  la  qual  fi  fini  nel  predetto  tempo  del  423. &  fu  la  prima 

^  ; , .    ^olta  che  vi  fi  fece  il  Configlio .  onde  il  prdentc  rimafc  per  lo  ridutto  del  ConfeUo 

xiciPcsadi.  -^-»-. 

In  qucfto  adunque  il  Cicto  fu  fatto  per  difcgno  di  Chriftoforo  Sorte  Veroncfe  :  flc 
ne  quadroni  compartiti  incorno  alle  mura»  fi  dipigne  di  continouo  tutto  lo  Stato  di 
Terra  Feima  pofledoto  dalla  Repub.  di  p^efe  in  paefe»  con  le  difianze  »  Sl  i  firrdcJr 
le  città»  delle  Cailclla  »  &  de  tantori  j»  co  loro  confini  »  in  quella  m^mif  ra  che  fi  vedp 

vna 


pvBtìCfiÉ  tis.  vnt        m 

Tfti  piatte  del  mondo  nella  Sala  dciOoge*  M  prelfo  feM^vndkf  IiKfKrMorì  di  mar- 
mo» fatuo  il  vero»  tutti  antichi  &  beUi  $  quanto  pia  R  pofla  defidcrare  %  6c  di  molto 
preigio»  parte  hauute  da  diuetfe  CìitA^  &  parte  da  Principi  >  cheUrbatmo  donate  «  & 
m  teda  vièpoitoTn*alcarcrperd9»eircMcesde  por  ftakrecrtca  incaci  del  I)oge.  ^  ^^ 
Et  da  altro  lato  è  la  Chiefuola>^doue  la  Signoria  i  hora  di  ter^a »  afcolra  ogni  gk>mo  o/^ ^ '  -^^ 
la  Meflfa  •  La  palla  del  an  Aitare,  con  m  Oirt{l0  fls^eftatv  è  ncMifs»  quanu  altra  (i 
fia  nella  Cictd>&  fu  di  mano  di  vn  Fiammingo  «  y^       /^ 

Ora  «fori  d  i<ncitt  looghi^pai&alfe  Sak  ddrfiic^ 
por  Pit?t«r^  notabiH  Scéoofici  PercèochradbfSateikIiribuMle»(ènorapf>idè  /^  ^<^ 

ti  net  fao  ciclo»  icafipropiij»  die  s*a^ietcabo  al  detto  Gonfigtia»  coooofia  che  vi  fi 
¥cdcriaratca»coiTm]OtoiniicntioiielaHeidaiieirauaro4ii^  più  ^ritreiti^A 

RibclKonc  »  accoci^agnata  dalia  Sodomia  »  te  dalla  Falficétoìica  de*  nMoearì  •  8i^ 
fcrone^ipìncr  da  Pmuo  VeraocfeÀ  Bartifta  Farinattt»»  8c  dal  BasàccoacmU  com-. 
panh*Molirikirafqaadridolio»&lÌniienrioKÌti  di  Daniel  Barbaro ^cttod'A'^ 
qtrilcadoctifiMo$pRÌifauoiii^  Salavicina»firapprefeqia  nel^ 

mc0»Sm  MarcoìnafiafoélaaicongU 
la  F^»  la  SpcranntdcU  Canti»  Vie  paooietttcvn  quache  coli  vtt  Chr^lo  mMto 

foffen      ^^ -         "    —  ^     -      —  -      •     — 

netra 


iMlen«to^did8eAraelr»&k>feccAtttoiidk>daMem^  ^  j^/^ 

nella !MadctgiinCtott(^fe »c0PMnciata dopò  l^mno  i jc^^ &  finirà  Paono^:;  ^      ^ 
143  j.  FU  la  ^nSna  ifokadqvtita  a  rerde  di  chiaro»  &  fcuro;  &  lafecouda  fu  rifatta  di  ^^  «p*  ' 
Aucni  cotori*^8cilpriBM>cbrvic€loriÌefi)Giianeoto  >tt  qoakJTanno  ijff .  vi  fece 
iMParadirointeftadelIaSala.  Vi  laoorò  anco  akimt  altri  cpiadii  »  fra  qbalt  tuo  fu 
MeBo  ddta^gqerradi  SpofeOMrtcm  rico|xrto  da  Titiano.  £t  hm.poi  t^ffu^ri 

fifeceftcieÌ&ebai|Mratodq^awct^  fidfe»  ch'era  bMGpgna  dei 

D(^e  Steno.     .^^ 

Ma  fMceduto  al  Principato  Nicttiò  Marcdfo^  panica  l^adri  che  fi  rin^ 
Pitture dteHahtftofia  di  FedccijgoInDpen  &^d  fa  l'tanoo  1474.  &  Panno  1479.  fiirq^ 
no  rifatti  moki  quadri  Vecchi .  peraie  vineiido  allora  i  Viuarini>  i  Bellini  »  &  diueriK 
afcrì  nttori  dincme»  piacque  al  Senato  di  femirfi  dell'opera  loro»&  perèipredétti 
iMRiendooi  mtSò  mano»  rinaoarono  qoafi  c^ni  cofa .  Concio&i  che  il  otiadeo  dono 
Othooefib^atodala  Rcpcib.s'appctfeiftaua  al  Fadre  »eflendo  prima  ftaro  ihpihm 
dal  PìQukUo.  con  diuerfi  ritratti»  fra  quali  era  quello  d^Andrea  Vcndraasiao»  che  Ai 
9  piùbef^tùmnc  di  Vcnctaat  fiioì  tempi»  fu  ricoperto  da  Lirici  Vioarino .  Il  qua- 
dro <itf  confetto  naoale»  fu  ricoperto  da  Gentile  da  Fabriano  Pittore  dftamanpn* 
farionescbehaneiidD di ptoutfione caducato  9  «orno»  ireftiua à  maniche  aperUL»* 
€kntaBellino>rarimentcnevelàmo^taltri»piSt^  Taltrai  gloria»* 


principi»  ctrers^io  nelle  Lunette  attorno  àlE  salai  Ritto  il  loffitito  •  Ora  queflo  luc^o 
è  hxngo  I  sapiedi  &  tergo  74.  Et  il  (no  capo  é  dalla  parta  di  Leuantc  »percioche  ol- 
tre cmW  e  dipinto  il  Paraoito  con  k  Gerarchie  de  gKAi^eU»&  coi  C^^  ^Santit 
vi  è  anco  poftd  il  Trono  del  Prìncipe»  co  fegèi  de  Configlieri»  &  de  ^  altri  r^enti  > 
che  formano  il  corpo  della  Signoria.  Ilquaftronofi  legge»  che  era  altre  volte  nel 
meaaoidone  fono  hora  le  due  finefhe  che  guardano  io  Corte»  Sopra  alfeggiodei 
Principe»  erano  quattro  Verfi  »  compofti  da  Dante  Alighieri  Poeta  Fiorentino  >  che 
^&umràaqò  lantaira del  Paradifo •  &  fiirono  fatti d4  lui  quando  venne CXratore  à^u 
V^9^p<ìriS%nondtlUuennaj&erauo       - 

X    4  ..    Vm^-:i 


izs  DCLtE^ABRiCHE: 

VéimréenMJfe  giitmrmPédré^ 
^er  fylU  bétser  »  fuA  détti .  ttiné  , 
C»fiei  che  fu  deljlm  pghml  fimdire 

*  > 

l>j  ft^M  afl'Tna  ddk  pone  per  fianco  craiK)  doe  SaM  Romid 
cane  fta  loro>  feto  poigroanoryiio  all'aititi  perdimo» 

fhrare  che  igouemana  di  qoefto  Stato»  debbono  eflere  infiemeTnacofamedefima» 
anandofi  intenfamente  l*Tn  Pakio»  &  comoinnicando  f tuo  atfaltro  glihonorì  con^ 

r       ,  I    cariti»  &  con  giaiUda  per  maniienimento  della  IflMti.P  s'entra  nella  SabU 

Ìa//  id    4cUoSgiitinio»  latta  (òtto  il  Principato  ddFoTc^ 

/i«>u/*««^ilf>ala2zoZ^doue  èfoolpitadimesonlicDOiiuGàiftìtttinnialiinettatTol^^ 
i  Padri>  clie  fi  continouafle  fino  al  cantone»  che  hog^  fi  ch^ 
ceto  predetta  Sala>B  coi  foffitto  in  qnefti  anni  >diwntom  tre  y^^ 
GionannìAmonioPofdonooc  con  arte  inaradglio(a»  per  gU(c^    perinudi»  £c 
perfinnentionedie^fiTedeaa:  nella  qnalfitttnra  il  Pittore  fiipctò  tutti  gbakri- 
«Uafua  profeifioiie  •  Vi  fi  vedeitt  anco  h  battaglia  nauale  >delra^ 
co»  fatta  da  I  noftrì.  NeUa  qoale  con  ma^iftero  indicibile»  6c  con  Tn  inira^^ 
fc  viluppo  di  cofe»  &  con  gioppi  £mtaftichi  di  petfone  »  fi  c^ 
rappreientaua  <)nella  lìnnpre  menM>randa  Vittoria  che  fi  ottenne  gii»  fotto  il  G 
rafatodi  Sebaftiano  Veniero  »  &  era  di  matto  di  IiymoT|ntorttto  •  Vi  fi  TedenaJ 
etiandio  (opra  il  Tribunale  dipinto  vn  di  del  GindSiò  in  molta ibn^a  &  difraio  »  ri- 
tratti de  Pnncipi»Loredano»&  Moceni^o»  del  medefimo  TiqtoiXSP- 1^  preflò  era  bt 
Sala  del  Collegio  delU  15  •  con  dioerfi  nnatd  di  Dc^f  paflitti  d'ialtezza 
•    r     ^  mezao  in  habito  antico»  huorati  gii  da  Duaro  Smaftlani.  Ma  tornando 

*  ^  nella  Sala  Graii^»  vi  fi  comindaua  dalla  parte  doue  erano  i  Santi  Romiti  »  la  bi<» 
ftoria  di  Federigo  Imperar,  la  quale  andaua  circondando  la  Sala  iadioerfi  quadfooi  t 
con  rare  pitture»  con  WinTcrittioni  de  fotto»  de  loro  unificati  »4iinano  del  Peamr* 
ea»rimatace  mi  quafi  del  tutto»  ddSabclIicOfCOfBeu  vede  per  le  prime  copie  cbci 
fono  in  dinetie  mani  • 

Dandofi  adunque  pritìdpk>  da  i  ^tti  Romiti»  fi  conteneiu  nel  primo  q^^ 
fino  al  foffitto»  comr^^a  inuentione  di  deche  figure»  Papa  Adrianoiche  coronaoa  fo^v 
lennementerimp^nelbChiefadiSan  Pieax>»aoue  erano  diuerfiperfonaggiiqpeUA 
ceremoniaicon  ritratti  di  molti  nobili»con  bei  panni»&  begli  atri  »  &  molto  kxlau»  £c 
fodimanodiIj|coaioTintotetto:8c  difottomcampo  dorovifileggcua» 

Mriéfnu  'PèntMdx.FetUrkim  EiuBàrhum  '^^wuui 
Jmf, inffmkMs i»  D. Tetri dearéutit.  MCL XIL 

Nd(ecoodoeraerprdIàvaasu£&cheauenQe  inRcMiudopòla  coronatiotie  >  fir» 


•/  • 


qnafi  fino  alfiad^ltioQc  dcQ'Imperauioix*  fic.<^^ 


PVBLtCHÈ  LrlB.  Vili.  5*7    '^^^^-^ 

^djTitknoi  doiicfrarakrearfc  nocabiljfi  vcdeua  tu  cauallo 
armttih  <b  moica  oeliezza.  ic  vi  era  faitto  • 

■ 

7(§m4»i  fdmilUm  fmftréOoris  i  Vrsiù  Nerónis profeSlì 
ed  mtUm  •AirUm  éggtndimtm' dd  tmorkm*vffHi 

I  I 

t 

Nel  terzo  era  dipinto  >  ch'dTendo  (lati  crefati  ì>ODtifìci  Aleflàndro  III.  ft  Ottanio 
Scifii)àtico>chiatnact  amendue  dall'Inipcr.i  Pauiai  &  non  hanendo  Aleflfand^  vola, 
to  andarui  l'Imper.  confermò  Octauiano  >  &  l'adorò  >  con  infinito  difpìacere  d'Alef- 
(anàra.  &  fa  d  i  mano  di  Paolo  Verootfe  >  &  tì  era  infcritta . 

JUxMtbmm  ni  Poni.  Max,  Rite  ertdtum^  Oda» 
$àÉmim*t»fkf4ShmJmp,Federk»sT$iii$Mmem»(mtsfi 
jIUx,  dtU*  eitu  éudietfs  noufuìt.  Jtap  Pederieus  U  4t^ 
ftrtnt ^TMài^iMum  ^uìédfe  ijt  'Pont*  dedétémiti  àc^ 
ytmréfmeft. 

Nel  qiMHEBDidkenfefi  Federile  diSpo&odi  qaat^eiiere  in  (lato  il  Papa  fcirmatico  » 
fi  vedetta  che  Papa  Meandro  Io  fconiuiucaua>  8c  gli  proceftaua  gaerra  •  onde  vi  era 
erpreffalaceremobiachefifoolfaredal  Pontefice  in  qiielfatto  :  condiuerlb  figure 
snolto  bea&tntc(e»cooattittidinif  con  habiti>  con  coloriti  >&  con  paoni  molto  fin* 
golari»  8c  to  dipinfe  ilTintorgtto>  8c  vi  erano  guefte  parole . 

JnfeUnta  PtdtrMMàtm  Mex.Pont.  Anéthemàte  0 
SÌ«  iàdi3é  dirimi  fS^  froftdfa.  Pederims  Jm'     ^ 
,    ftrdt.  iniquo  tdictt  fibdUts  fito4  4b  Alex.  Pmtt,  4/iV« 

'  ■  .  .         . 

Nel qtimto fatto  da Tit;i|nQffm  incredibile  indoftria  Se  arte»  fi  rapprcCbotattf  Ìm' 
giornata  di  Spoleti  nelI'VmBrìa  •  Doue  >  oltre  alle  cofe  notali  che  vi  appannano  »  fi 
moftrauai  gli  ocohi  de  tigtiacdanti  vn  Capitano  9  ch*e(Iendo  de^  al  rocpMe  d' vn^ 
laSà  fi  faceua  armare  da  vn  ragazzo»  nel  petto  della  cui  corazza»  rif^lendèuano  con 
incredibil  magifkro^i  luAriii  c&ri»  &  i  itueiben  à^Vàrtmicéapmà»  de  quali  era 
yeftito  il  ragazzo . 

Vi  era  parimente  vn  cauallo  di  eftrema  bellezza^  &  vna.  giotiane  che  vfcendo  di 
vna  fbfja»  &  falendoxli  Copra»  nooftraua  nel  volto»  vna  gran  paura  •  Et  fotto  non  vi  fi 
Iqf^geua  ntilla  • 

Nei  fello  appanlla^a^)paNccbio  del  Ri  di  Francia  per  difendere  il  Papa*  onde^ 


52S  DSLLfi  FABRICHB 

fnettendoffilfordinerYiìo»  Scfattrot  fi  vecleiiaiK>4iiierfi  groppi  dr%m«  >iif  pliioib 
di  te(te>&  d'altre  cofcscenuce  in  quel  ccoipch  che  fiutKXMip^  ps^io« 

&  vi  erxQOUco . 

te  ^ 

*Pr^»iit  KtxtnclìtmheBmm  ^«Uùy^t/t  *PmtìficUii* 
fftìtdtem  tunetur  fdrtmtur  iHfìmfite  drmd  ,  àdfk»i 
Ftderke  Bùtmt^  Dàci»  Getét ,  Germani ,  ^  JtéUi .  "^eg  i 
FrÀnà4  fétmmt  Angltch£ritéiimgFlimér$>^tBurfffU' 
dten/ei ,  (^  yk/coats  * 

Nel  daaimatì  còmpreodau  U  (bpcema  hoatà  del  Papa  ^  quale  hanendo  conf^^ 
4eracQ, c^ lacuecra apparecchiata  per  fua  cagione > potent  apponir  gaut  danti» 
alla  Rcpub«C3ÌriiJ!u»i»  deliberò  di  ricatri^Veaeg^coaie  ttcitd  liba»  »  jieHgio. 
fa>  &  ficuca  «  haucndo  per  opinione»  che  s'arrederebbero  l'anot  >  quando  nefluno  di 
loro MHi  %eflè  dclue  egli  fi  fòflè:  fpcraadtt  in  caocQ  k<lkril  tempCKWeo^^ 
cofe.&^icrA' 


^  r' i^* 


Pifttijix  netit  CMflUnérum  mìSU  fid  edufi  hafiili' 
teteatfii^eniyceUté  fetfimM  iUgmtiUe  y  inuiu  t»» 
tiffii^  yftutioffiisiirdm  fvrbem  fc  c»ntutu  Gregérf 
Sdcerdftis  bakit»  >  faitp  htc  ftfmà^fhmt  fi^imm  fm* 
ptA  tentefiamn^  m  mtUefimMm  99^  fiti  fiifimm*n<  Jk' 

Millo  ottano finatonerti  feoteienttécl  cantoatÈe-ràK»  faóaycàc  gettai  verib 
la  Zecca»  fivcdoMishe  dS&MdofiiIfanaiHcogpitoNridiacto nella  Cbieia  della Caritds 
iu  conosciuta  da  vn  foreftiero  »  che  to Tcopri  aua  Signorìa .  Et  viefl  digintoil  Prin- 
cipe col  Senaco»che  andana  d  kuarlo  col  Bucentoroirìconofcendolo  per  Saato  Pon> 

te}ìce.&  le  figure  di  quefto  quadro  erano  ake  poco  più  di  TU  braccio  )&  fatte  da^ 
^ao^^too  s&  di  <oa«eta« 

• 

'TtiméknàtÌitittthMdtàf$ui€énùnìe9t  SéU^  Sdtmtt»' 
ftt,  ftiébmeuimeitm  éJ Mamifiet:ÌMm  SmEUMéatÙL 

JEc  fecodifcoftodalle  ptedetteparple  ch'erano  quafi  cadocbc^file^eua  » 


^yBtlCHIrf-IfifVlH.  i^p 

%• 

^«^  ìAm»  tvifitérti  EccUfiàm  fitfréfir^tam  SénUéc  Md» 
rU  de  Céritdte ,  cogmuit  *Papam ,  nenficdt  JBuJiri  7)«« 
mitfSekàpidmZuni t  tmu  iiidjfto  yiunUnm  Dm^ 
fikiliter  fimmmlfmit**0mtéUEc(Ufid* 

Et  poco  predo» 

Bux ,  wtfU»^ ,  mhìfes ,  ^  tita  Vtnetìsnm  ànhh  > 
fimtiiter  Pdtriarcba  GréJeufis,  O*  Bpt/èopitsCafhSd' 
nus  citm  tité  cUro  permnimt  cam  trucihus  4Ì  D.  P4r; 
fm  ééùàmtmiihmtó  €tmmfr .  Ùtmt^s.  Orni  gtmi- 
...  htf  ficjfis  dedtt  ojcitlà  dJ  Bedti/s.  fedes  frxfintMs  cU* 
midcm  >  Mitrdm  ^  trmmentd ,  pedum ,  Z^  nnforums 
*utm  etndepiipt9f  i^wmrtt  duiimim  ^  Pimifics^éP' 
ndmentd  ,  t^ttid  *B  in  nfrhe  tm0mdMhM  ,  IC^pO' 
Unti . 

Vri  9  fìnìtnento  del  detto  quadro  >  8e  il  prìnapio  deI^a}tt<o  >  che-^iBgoftt  »  km»  <li 
mezzo  per  tcftaddla  Sala  due  fineftronii  fia  iqoalieTarco^ito  m  San  Matcooon 
rarmì  de!  Dog;:  Vendramino  da  i  Iati*  che  toglieaaao  io  vacuo  rame  Contacòift^» 
d'Andrea  vltimo  Doee  di  quella  famiglia . 

Nel  nono  quadro  dopò  il  fìneftronc>  s'abbracciaua  la  cercinoni«<ie[  Papft  >  qnaa** 
ào  dette  diuerfi  priuflegi  8e  honorì  al  Principe  8c  faoi  fooceflori .  Donc  òpi^eua  i 
cero  bianco  al  I^indpe*  in  fegno  deHa  buona  rifoiatione  dd  Doge  in  oimideK  it 
Papa  >  Se  della  patronia  di  San  Marco .  8e  quefto  quadro  ia  facto  daG^mj^BcMÉio» 
&  vi  erano  fcrìtte  le  fegoenti  parole  > 

TD«y  ,  nmmrfi  ptpith  cùmtidMtt  ed  Akdre  Bctlepét 
SdnSit  ^Marci  Pàp^m  tum  cantUrus  (^  deuotimt  per' 
dbtcit  ^rvH  ptr/onàm i  fàcidtdtem ,  màgmtmùnem  Cini'- 
tutti  ,  O*  totmn  1)»mtnmm  in prote^i9Utm fitsm^ 
Sittlepd  ttmPtd  tjHesìdnt  •fert  ^<v 

£t  daValtro  lato  fi  lagena  contìnouaado  la  predétta  materia . 


né  0£L1E  FAÈRICdS 


« 

poji  €HfH  I  ferfctMù  in  fiùs  froaffionibiis  n/t&rtrmr . 

Nel  4cdmo  voi^Kulofi  il  canttmtlc»  fi  fcox^gena  àiépìmo  dal  medefimo  maeftroi  9 
tratta  6 della  pace  del  Papacon  l'Imperatore  fatto  dalla  Rcpublica  pcrlo<juale  fi 
maiidauano  Ambafciadori  ad  inciaidetia  rok^édfflxnpaM^Sc  Ticranocato  • 

Pro  pace  tréSiàndà  mittùntur  ad  Jmperdtorem  tmit  i» 
^Jpmi4  refieUmemyfoUnnes^Amhdfcidtoresctun  Utteris 
1>m4ltbus  qudsPapàmdndat  per  Dttcem  mwMi  'Bulk 
ftt$mhe*  cum  figure  S Màrci  atque  Duce. 

Etpetóocheild«toG«ndfceraritornatodaCoft»nooopoli»do!iie  |uuieaa£atto 
il  mritto  del  Tucco,  dal  auaie  era  (lato  creato  Caualiero  (6  come  ho  veduto  nel  fiio 
priuilegio;  con  moki  ricchf  doni»  fcriflc  fotto  al  predetto  quadro  i  fegucnti  verfi , 

CeutUis  pMriét  tUdtè  bsc  mtnumeàu  'JBclàms  > . 
Ottomano  acci4»s,  munerefa^Ms  Eques . . 

Et  in  qaefto  quadro  ripieno  di  bcHe  figure,  con  molto  dÌ*^no.  8c  co»  colorici 
grandemente  vaghi  &  fini ,  con  profpettiue  molto  ben  tirate  &  mtefè  dal  Pittore ,  fi 
notaittno  tre  c&fc .  L'rna  lo  habico  degli  Ambafciatori  di  quel  ttmpo.i  quali  porta* 
nano  II  bauaro ,  &  le  trombe  d'argento  quando  andauano  all'Imperatore .  il  qualo 
.^ito  doro  per  luoghrilìmo  tempo,  pcrciochel'an.  1295.  andauano  con  l'infegne  chia- 
mate Imperiali  cioè  col  San  Marco  dentro,alle  tclte  coronate,  &  ritornati  dal  carico 
totonle  rendcuano  alla  Signoria .  L'altra ,  l'erro,  comune ,  che  il  Papa  deffc  i'autto- 
.riia  al  Principe  noilro,  di  figiHare  in  piombo:  hauendola  e(fl  ab  antiquo,  come  fi  ve- 
'età  cMrainente  pid  oltre  nel  prcfentc .  La  terza,  il  modo  col  quale  andaua  veftito  il 
vancflucrGrande,  nel  tempo  che  fu  dipinto  il  quadro  da  Gian  Bdliuo  •  Percioche 
con  haWtorungo,rofato,&  con  le  nanichep.  udenti  come  i  caffettani  dietro  alle 
fpaUe,  &  con  beretta  a  tagliere  in  capo,  dimoilraua  grandezza  &  macftjì,cofa  molto 
grauc  &  bella  i.  vedere . 

Nell'vndccimowtt  |ioftiran-J<ttadegliOratorjdFederico,&rac€rbarifpoai^ 
hauuta  da  lui  unomo  alla  pace  che  fì  tratcaua ,  &  di  fotto  fi  leggcua . 

« 

Jmperator  T>rimo  Amhafiiatorts  Utanter  rectpit ,  fii 
at$dito ,  qftodveneraftt  ad  tra^andnm  pacem  rigide  rt* 
Jpondit ,  juodPapam  fugtttUHm (ibt  tradant ,  ^  noUnt 
/actrc  gucrram  alienam  Juam ,  nu  fufimerc  auem  totus 
Mnndks  ffquttkr ,  a/iequw  parare  /e  ad  bellnm . 

Et 


4 


A 


PVBLICHÈ  LIB:  vili;  jji 

L  ^i^/i  referunt  Pepa  O^  Duci  rigubtm  jfmperatórìs  rf- 
fiottfim .  P4^tf  plurimum  expamt ,  fid  beni^iffìmùs 
Dhx  ipfitm  bortdtur  dkens,  oh  reuerentiam  fida  Cotbo» 
ticg  ^  SmcU  4Màtris  EccUfis  fviriliter  defindttur . 

Neldaodecimo  era  figurato  il  Papa  ch'efortaua  il  Doge»  che  con  jo.  garee  vfcKIé 
in  tnare.contra  l'armaca  dell'Imperatore .  &  gli'daua' la  f^adain'  manom  f(^o  di 
perpetua  giuftìda»  &  donaua  à  Vinitiani*  che  aadalTero  à  quella  imprefa»  piemlfimo 
peraoQO  m  colpa  &  di  pena>  &  di  fotto  vi  era . 


I 

( 


t 


Hortàtur  tAUxMftder  1>i»t.M4x»  'Prhàpem  ^  Fene* 
fs^ytcum  XXX,  Trìremihtis  Puèltc^e  dd  hellumr.hh 
ftructis ,  prò  pietate  O*  religione  fitrttter  in  hoflem  mo' 
Hiànt ,  dtttqne inclitoDucì , (^ fmcejforihus enfim  per* 
petnum  lnftiti£  inpgne  hdhenditm  i  Qoeteris  ad  betlm» 
emti^us  pleni/Bmam  ddt  yeniam  ' 

t 

Etdàltàltrolàtocra  fcrittoi 

PoSiqudm  trepide  nuncìétum  ejl  ^uinqs  &*  fepttugintM 
Hofiiumtrirtmes  Otbonis  Jmper.  Filij  dnctn  éduenU" 
te  >  tnm  Venetus  Dux  circa  SàlbUictm  Hifiria  Pronte»' 
torimeifitos  ad  pugnane  bertatus  edick^  fvt  quumfir* 
rumi  fi  ta  hefiemn;ìbratumyiderint»  fùoejcemplo  di' 
miۈrent* 

Nel  tredecimo  era  diligenremence  elTempIàta  la  bavaglia  nauale  del  Prìncipe  cod 
Othone»  nella  qual  fi  fcorjgeua  la  gran  patiencia  di  quel  Pittore  nel  conflitto.  Perdo* 
die  efprimendol'intrecciamento  delle  galee>  là  furia  de  combattenti!  &  la  vittoria^ 
identica  >  mdiftraua  altmi  quel  fatto  con  marauigliofa  eccellenza  «r  Et  fii  opera  di 
Gian  Bellinoi  &  fi  dice  che  flette  fa  quel  kmoroj  ^ici  «mi.  Se  fi  lagena  di  toiv^ 


Jtrùxrtrlnq^  fTétlMmcommittitur  ^  demum  Dwc  fiì^ 


forii 


torU  c/affi  difiecta ,  Otho»em  cum  triremibut  L  J^  Ctlfk, 
reUqutSi  pr^Ur  p4Hc'4s  qiM  celeri  fi^à  olfierMt ,  OHf 
igni ahfumptis , 4ut ntf  Mdr't  de^re^s . 

M       * 

Nel  quarteded  tio  il  Papa  abbracdana  il  Doge  >  &  lo  falacaua  Sì^or  (fel  mare  > 
&  <^liporr;MMt)V^l<!Hoeoiài»i«lQrpof44)«Qftat  «qbo  Ìp  fvypctDÒn^  jfaeno  del 
fuo  Imperio  >  che  ^^li  daua  dell'acque  falfe  per  la  riceuutd  Victoria .  &  vi  éralcricco. 

CompleSittur  Utdhundus  Pontìfex  Venetunt  Oucem  ìn- 
ciitam  'Vtciortam  reportantemy  (^  peU^  Oomtmim  fi-* 
lutat.  tradir  ei  a»ulum  quo  tlU  ^  reltqui  'Priocipes ,  i» 
*vtri  pérpitHÌff  JmperifdrffimMUm  ^^Mt'tmois'  ^fitk 
^i  ^are  di/p«np»ent . 

Nel  qiiintodecimojO.hone  tratto  di  prigione  protncttcoa  su  la  fua  fcdcd'cfrer 
mezzano  fra  il  Pàpa&  Tuo  padre»  di  coni^udcr  la  pace  lOndk  (ipartina  per  quefta 
effetto  »  de  i^qfcri^rioqc  diceua  « 

•■  *  * 

Oth$  Jmperatorìs  fittiti  diutnà  motùs  nfoinntdU  \fi  fu- 
tut£  pdcts  €um  Federico  Taire  arbitrum  'PMKJfifi ,  0* 
Venetis  poUtcetur  dtp  itd  fide  db  eo .  dcce^td ,  cufi^did 
hberdtur* 

Nel  fcftodccimoi  Otiioqe  Vapprefenmu  al  p9dre  tptto  9ikfft>  »  per  la  fua  lii^ra- 
tione.  Il  qu^e  addolcito  Panìmo  fuo  feroce  &  perAiafo  dal  figLiViìIo  alla  pace  :  otte^ 
nota  liberta  di  tifatt»rla»  la  <aiidudeua.'<i  fl  kggeoa  « 

•■        ■,■•■.'  ""^ 

Ldtdtitr  Imperdtor  <vlfifilìo ,  cutus  confidhtld^t9ÌdHr 
m$  dbborruerdt  dftimus  f,  tdodem  *z/t^its  f  ci  trd^attdéc    . 

pdw  tributi  poteRdtem  * 

Et  weftaopera  Ai<xunio£Ìaia^UIjugi  VijjirìnQjt  tiureimm  A  morte  »fii  finita  d^i 
OìM BéllHio»  coQ  Quniera  moke  dilicata  &  gentile . 

Nel  decimofettiraoi  il  Pontefice  condotto  con  l'Imperatore  in  Chiefa  di  S.Marco> 
fattalap^0in6Mfrid(ado<'(^q44hUigUma;tcMirpie4er^  fu* 

periorit;! .  &  vi  era  fcritto  « 


*v.-^,.    ^*^  •-.        *    ^    /•    ^      * 


PVBUCBE^LtB.  Vrii  III 

fmpim$tothèf$efim^bHptìikftlhyia9€hril^ 

die  cum  Rom.  pput,  Veneto^ue  lattee  pmm  fitmàrm»\ 

Etquelfe  età  A>teo  d«  Titràrtó»  &  fa  il  prlftio  àuàdro ,  ch'tóli  ftcélfe  miTs  «aU 
»  «àWrtUti  per  U  pM  nira  Pittura ,  the  fo^ffirrqS  luoS .  '  * 

Nel  dccimootauo,  il  Pipa  con  molti  Cardinaii  bc.  Vefcoui  ittfi«iiie,detìaia  Meflk 
lolennein  San  Marco,  cpnccdeua  Indulgentia  perpetua  nel  giorno  deirAfcenfione.i 
tutti  ploro,  che  rificiflcrol.  detta  Chicfa .  Et  quc(k)  fu  lawratoda  Vit;Ss2^ 

»  '  .  -         ■  -^ 

«Jw^w«f  >m  io  D  Aw  ^mi  Mi*  Akx.  P^nt,  òmH- 
àdiu^ikti  flmàm  dèimwim  tfei^Umptr^im  tèiHtf* 

fi  yfiftimd  ftccàtorum  parte  per  octaudm/retumtànti* 
bus  remijfa. 

iJSrlil'^KT^'  "  r*P*  conccdeua  rombrella  al  Principe,  &  fuoÌ  focccflbri,  fit  te 
imerc  caduche  non  vi  fi  poteuano  a  patto  alcuno  vedere . 

.  fluaui!?SAfe*Ìf^*'^'^^'"P^?*'*'"\^"  Incontra*^ 

w  5"»^  vfato  II  Senato,  &  li  popolo,  con  le  trombe  &  co»  gli  ftcndàrdi  con  mola  tó^ 

tw,  erano  nceuuu  dalla  città;  &  vi  era  infcritto,  S"«'=''^r<u  coamoicaica- 

Proficìfcmtur  hinc  %orMm  cum  celeri  tquìum  Atex^n. 

Tont.  ìmpirmr  ^  tmsc  Venetm ,  ftibus  ibi  »fpr9pm* 

pdtttibui  emnes  fupremi  ordittis  amifiites  cum  t»to  clero 
pndeunt  cbuiàm  ^  feruti  primores  ciuitdtts  .  ,  .  .  . 

iótàqi  nobdttds,  peftremo  multitudo  ingens  Rudi»  ejfu- 
f4t  fvetmntes  cum  multa  Utitia ,  O*  rvtner ottone  excipit . 

Nel  ventefimoprimo,  il  Papa  dona  ja  ai  Principe  otto  ftenda-di  ài  diuérlì  colori  » 
*  ~*''^"^  trombe  di  argento  in  fcgno  di  lionore,  acciocbe  i  fuoi  focceflbri  le  por- 
tallero  in  trionfo  per  (uà  memoria  ,&  fi  leggena . 

Obtultt  7{»manus  1>opulus  Alexandro  ingrtSo ,  od 9 
nMrij.  cpleris  yexilU  toùdtmqi  urgenteas  tubus,  ^um 


I 

I 
( 


^    3J4  MLLE  FABRICHB: 


»    ,  ' 


Ntl  Tcntcfimofccondo»  il  Pontefice  con  gli  akri  due  Priocipvandaua  d  S.G  ioum- 
ni  Latcrano,  doiic  apparecchiati  due  Seggi ,  il  Pontcfi<;c  comandò  che  foffe  porcaco^ 
iltcrzo  per  il  Doge»  &  volle  che  Pvfaffe  in  perpetuo .  &  vi  età  fcrkto . 

fyùijit  Alex.  Pont. LateraneH/em/Safilkam.  cu»*  ImpC' 
ratnt  (^  Veneto  Duce .  Hic  cum  forte  felld  ejfet  rund 
fpfinùfici  élterd  Federico  Imftrétori  firMd  \  tertkm, 
yeym^  Herni  'm^ ,  deditqfte  tdm  Uà  ad  cHrrdh  SeU^e. 
hjtgne qmm  ^eris  VentSotim  Ombm  perfim.hdr, 
hpd/tm»    . 

*  '  '  »  *  ^  • 

.         - 

HI  «  «  4  * 

Ne  quali  tutti  quadri  erano  diuerfi  ritratti  di  Senatori  &  huomini  illuAri  >  dipinti 
di  tempo  in  tempo  da  diuerfi  eccellenti  Maeftri.  Percioche  cominciaodofi  da  qucfto 
vltimO)  &  andando  fino  airaltro  capo  del  Salone  preflo  allo  Scrotinio ,  fi  vedeua  Tef^ 
figie  di  Marc'Antonio  Sabellico»  di  Gregorio  Amafeo>  &  di  Giorgio  Menila .  Et  nel 
quadro  più  okrc  di  Titiano»  vi  erano  al  naturale  Pietro  Bembo  vene  fu  Cardinale^  t 
lacomo  Sannazaro!  nobihfs*  Scrittori  nella  lingua  Latina  &  Volgare>&  Andrea  Na-' 
uaiero  •  Giorgio  Comaro  fratello  della  Regina  di  Cipro  ^  in  vede  d'oro  >  Antonio 
Trono  Procuratore,  Domenico  Triuifano  Caualiero  >  &  Procuratore  Padre  del  Do- 
ge, Marco  Grimani  Procuratordi  San  Marco,  figliuolo  di  Antonio»  allora  Principe  > 
Paolo  Capello  Procurator  di  San  Marco ,  Gafparo  Concarini  d'età  gioitane,  &  che 
poi  nella  matura  fu  fatto  Cardinale,  Marco  Dandolo,  Padre  di  Matdieo,che  fìi  Pro* 
curator  di  San  Marco ,  Fra  Giocondo  Architetto  Veronefe ,  AgofHno  Bcnazzano» 
Marco  Mufutò ,  &  Lodouico  Ariofto  •  Et  più  oltre ,  nel  quadro  dòue  il  Papa  conce- 
deua  l'Indpleentiacon  diuerfi  Cardinali  dalla  deièra  >&  dalla  (iQÌ8ra,fi  vedeuano 
efprefii  mirabilmente  quafi  mtti  i  Cardinali  Vinitiani,  ch'erano  flati  fino  i  quei 
tempi,  doè  A  rigelo  Correrò  i  che  fu  poiGregorio  XII.  Francefco  Landò ,  Pietro 
Barbo,  che  poi  fatto  Papa  fu  detto  Paolo  Secondo,  Marco  Barbp.  >G  iouanni  Miche- 
le, &  Gibuan  Battffta  Zeno,  figluioli  dì  due  forelle  del  predetto  Pontefice,Piefro  Fo- 
fcari  Vcfcouo  di  Padoua,  figliuolo  di  Marco  Procuratore ,  che  fu  fratello  del  Doge 
Fofcari,  &  Domenico  Grimani  figliuolo  del  Doge,  tutti  i  Cardinali ,  Et  oltre  à  pre- 
detti nel  ciuadrofeguente  erano  polli,  BvTnardo  Giuftiniano  Procurator  di  Sanu 
Marco,chefcri{relahiftoriadi  Venetia.  &poco  difcofto  daluiUonardofuo  pa- 
dre, anco  cflo  huomo  chiaro  per  lettere,  &  per  dottrina,  con  Beffarioue  Cardin.  Ni- 
ceno,  vcftito  con  lohabiro  de  Monaci  di  San  BafilJQ , 

Nciraltroquadro  contiguo  al  predetto, douc  era  vna  lunga  fchiera  di  huomini 
fegnalati  di  quel  tempo ,  &  poftì  à  due  i  due  j  che  accompagnauano  il  Prindpe  Ziani 

aU". 


PVBLICKELIB.  Vili  m 


itf  aroAltài  fi  TràdiaCiouanni  Barbarìgo  Caualietó  >  &  Prociiratore  di  San  Maiw 
€o>Tadeo  Giuftiniano  Caualiero»  Vittorio  Pifaui»  Gioudnni  Hemo  Caiialiero>0c 
Francefco  Sanutò)  amendoe  broueditori  in  campo  nella  guerra  de  Ferrara»  Pancia 
mGiorgio  Dottore  &  Cauaiiero>  Carlo  Zeno  Procuratore^Roflb  Marino»  Anto- 
nio Bernardo  Dottore  &  Canaliero  >  Fantino  Michele Caualiero.  &  Procurata- 
reV  Marco  Zeno  Caualiero»  Marco  Lippomano  Dottore  >  Barbon  Morofini»  Ni« 
coi6  Canale»  Lauro  Qgirino»  Virai  Landa  luniore»  Francefco  Diedo»  Marco  Sanu^ 
tò9  Nicolò  &  Francefco  Contarìni  padre  &  figliuolo  tutu  Giurifconfulrìjcetebri^ 
tiffimidcHuotcrapo»  con  fottane  di  bmccat^^L^gn  ma^^ 
|£TiaucuanòirBaùaro*d*rmdiitì  hàKtoilGylanza'a  &.  iSfeae. 

'  '^vedeoano  ancora  in  habito  togato  canati  dal  vino  >  &  dal  naturale  >  Marino 
Cattmello  Procuratore  9  Antonio  Contarìni  Procuratore  cognominato  dal  ditor 
fratedodel  Doge  Andrea  Contarìni»  Luigi  Storiato  Procuratore  »  Federigo  Con* 
tarini  Procuratore  da  San  Luca  »  &  Filippo  Trono  figliuolo  del  Princi  pe  N  icolò  • 
Orfatto  Giuftiniano  Caualiero  chiariflinio  per  molte  ambafctarìe»&  per  altri  fat-- 
ti  tonorato»  Trìad^ioGritti  Generale  »  Pietro  »  &  lacomo  Loredano  j  padre  &  fi* 

giQOlo»iamendae^rocuratori«  Antonio  Loredano  Caualiero  fatto  dal  Senato  per 
fua  valorofa  difefa  d  Sentati  »  Francefco  Barbarigo  cognominato  il  ricco»  padre 
de  i  due  Prìncipi^  Federigo  Cornato  da  Santo  Aponalc  Procurator  di  San  Marco  • 
Vital  Landò  fratello  del  Cardinale  »  Francefco  Barbaro  acerrìmo  difenfor  della^ 
Cittal  di  ^efcia>Z^ccarìa  fuo  figIiuolo>che  fii  padre  di  Hermolao  atnendue  Procu* 
ratorì:  Et'àppreflfo  i  oiefti  fi  vedeua  il  Biondo  da  Porli  hiftorìco  di  molto  «nome  « 
MaroaComaro  Cauaiiero  padre  della  Rc^na  »  &  lacomo  de^  Lufignano  Ré  fuo 
«nero9  tutto  armato  ih  arme  bianche»  Luigi  Fofcarìni  Dottore  &  Procuratore  • 
Tomafo  Lippomani  dal  banco  »  Chrilloforo  Duodo  Generale  &  Procuratore  »  & 
Vittorio  Capello  »  che  fu  Generale .  Marc' Antonio  Morofino  Caualiero  »  &  Pro^ 
cui^or  di  S.Marcó»Benedetto  da  Pefaro  Generale  ^Z  accaria  Contarini  Caualiero 
padre  di  Francefcoiche  fii  Procuratore  di  S.Marco>vicino  al  quale  fi  ?eckua  Taltro 
Zaccaria  Contarini  fuo  bifauo»  veftitod'vn  manto  cremòfino  foderato  ^*crmdim 
fopra  l'anni  col  capoccio  in  tefta»  dipinto  in  queft'habito  »  per  dimoftrar  iUaiore 
di  qud  Senatore  creato  dalla  Republ.pìù  volte  Prouedicor  m  campo»&  feflantsacro 
volte  mandato  Ambafciadore  d  diuerfi  Principi.  Vedeuafi  ancora  Andrea  Donato 
CauaHere&getkroddDogeFofcariiCon  manto  dibroc<iato»  predo  d  Bartolo- 
meo fuo  padre  &  Procuratore.  lacomo  Veniero  Generale  di  mare  •  lacomo  Mar- 
cello Generale^e  morì  d  Gallipoli  nella  Puglia»&  preflb  à  quefti  Candianò  Bola^ 
«i  Dottore»  Gian  Francefco  Paiqualigo  Dottore>cbe  pareua  che  po^dTe  vii  libro 
it  Paplo  Ramufio  Ginrifconfulto  celebre  dell*ctd  fua»che  fu  padre  di  Gtouaoni  Bat- 
tila Sccretario  del  Configlio  de  Dieci  ^  &  haueua  da  lato  Gentil  Belitno  ^  Dopò  d 
Vjo^ feguiua vn drapellodi  perfonaggi tutti iingoiari nelle  lettere  Greche ic L»- 
tsn^  &  di  conò(cmta  dottrina  r&  qùetU  erano  »Giouanni  Argiropolo  »  Theo4pm 
Gau»  EmaittKllo  Chrifòlora»  Demetrio  Calcondife  »  &  Giorno  Trapefuntio  »  ve- 
iUtì  vguaimente  alla  greca  con  otpelli  in  capo  »  quafi.in  foggia  Albanese  »  Et  allc^ 
fbaUe  di<iuefti  fi  Tcorgcuano  Angelo  Politiano»  Hermolao  Barbaro»  &  Hicronimo 
Donato  veftko  d^oro  con  bella  &  ricca  coDana  al  collo  •  .  * 

Antonio  Cornato  Lettore  in  Filofofia:  Zaccaria  Trinifano  Dottore  &  Caualio- 
voàcon  vn'altrò  Zaaaria parimente  Dottore &CaualiecaIuo  figliuolo»  co  i  cap- 
-   ..  y  pucci 


r 


LC^^ 


o\a  c.w^.it^-5 


iis  DELLE  FABRlCHa  T 

pocd  m  tdte  tlhMeica,  PaoloBaibo  CautU^ 

AiMolìMtche  %k  fìgltoolo 4i Hennco  oogoomiBaco  dalle  dnc  Tom»  Aurhm 

]>m(!k)lo  UoctORi»  chcincom 

ritordi  Sao  Macco»  Datnemco  Marìaoftocuracore 

lo  Midide  Dottorc>  Canalìenh  ti  Ptocuratoró  « 

Ddl'akro  Iato  fXM  della  Sala»  dalli  parte  del  Canal  Grande  •  dd  cm^ 
gania  dopò  tarocca  diSpokti»  erano  io  qaeltodd  Tkìto^ 
fìUK)  Tiepolo  Procuiatcr  di  San  Kfarco  m  arnac  bianche^  al  1^^ 
caoteiTQcapkaDO  della  Chiefa  il  Pafadduailbaftooc  dd  GgicHilato  conerà  Fb* 
darigo:Ei^ilTie|x>IopoftoincBes2odidaePacrin:^       qiMlil^mo€raDanid 
Barbaro  Elecco  d' Aquika»  &  Taltro  del  Grimani .  Et  più  olcre  fi  vedeoano  Fflippo 
Trono»  laconK)  SoranzD  Prociiratoir  &  anodi  lacooioCanaiìcr  Ae  Pix)o«i^^ 
Vittork>  Grimani  9  &Gioaanaì  di  Legge  CanalieroiFrococtMm  di  SkaMarcOd 
Mattamonb  Veniero  Dottore  •  e  Procuratore  »  FrancefcoCoataino  PiOcUMo» 
re^Marco  Fofcati  padre  di  Pietroi  Bernardo  Nauaiero  Canalkra^chepoi  &  Car* 
di&ftÌe»MarC  Ancook)  Midide  hwmx)  dottilIi«x>  »  de  padre  <Kingi  f  tacerca  TOiCt 
AMOgadoreoicnrreicrittiaaookcofc  pctfemi«&  GaiftinfauioGtnftiQiani  wmbl^ 
CònimcodacòredeU'ordiaeHic]x>rolimitanoconakriappreAò«  fitodqDaaroéi 
Faolo  VeroiKfe»  £  fcorgeoa  Luigi  Mooem^ 
che  onori  neUa  gioroani  dd  7 1 .  Pado  Tie^olo  Canaiiere  8e  Pim)^ 
cantonio  Barbato  Procoracore»  M*  Antooio  Grìmaoi  Procnratortdc  MdredfO^ 
cantano^  che  fa  paritnoireProciffatorei  Nicolò  Zenokche 
Iìc|lttio)od*vii*alcro€acmno9  Fraocefco  Lorcdaoooipotede  LconaidoPitodycifli 
Aobdteéella  Vaogadiaza»  AncottioCapelloiGfulfo  Cootacim9&  LotcnaoGioM^ 
viOiao  ftocuraton»  tgqn  vAntonio  fi»  fraiello>at  Leonardo  Mtocoutgo  C«naÌiflto>  fit 
ini  lòpraTnpoggtoote  erano  ritratti  Andrea  GradcnJgójMtflre  di  Lnigiawifclte 
Senatoria»  ftGionamufiatditeiUmufio  Secretai»  de)  Qx^Uo  de  D  I 

padtediPaoJoti  quali  iwtna  die  n^ionaflat>.in(k^     £tnw*fdtimodelTÌBlo»>        l| 
itao  (lauaiio»>taTfaìò  Midide  Procura^^  SorianoCa» 

afcrablaccmio  BaixH  Pietro  SanMo  .&  Afm>nio  LoQ^n  ^ 
_  _,       COmoGuiìMit»  Antonio  CaIbo»Gio«  Macdieo  BemboA  BcntoHno  Rinìero  in^ 
Lr^^       wllodilJiii<àPiocHratott>LeqnaHtuCT  oonfamage  dai  dfingrojtel  1577,  ap^ 

fortatono§tttdii^pigcft^^ 
^mfemibuonami»  &  delle  memonc  di  tanti  petwnatgi  ecoòHcntijdequali  iTnwoKlft 

*tàrcVoI«óòpiofò. '    

J>.1^^  Riatta  per  udcok  Saia  con  anoiki  compartinieiiti  {)er  difiqpio  diCiiriftofiMO 
^Sort e»  cefi  dd  A>^o  dipìnto  i  hifknrie  di  Atti  Voìetit  come  da  i  iati  t  «i£  «^^ 
ictoincnobiD  di^naiòla  due faifkirie  »  cioè  1)0^ 

deiraoqiufto  iitto  daUa  Repub.  di  Coftantinopcdi  ^  tratta  da  i  f d  Libri  latini  ddf  « 
^KOcpiifiodi  Ooftancinopoliticrittida  Paolo  Ramufio  bmioreiiecondoi  Commea»' 
tìn)diGioftedo  ViUaniiiiaoCaualferoJ^rancele><iie  fitrouòpcefenee  ailimpcse»- 
ia.  Con cpdt'oidine»chendla faccia dalki parcediSanM 
attk>m  di  Federigo  con  la  Rcpub^dd  tempo  fChei^  fti  trouaoo  oeHaCacitiL 

;finoailafua  gicad  Romai  &neiralcra  Tcrtoii  canale»  refpeditione  predetta-Emau» 
CO  Francefi  :  &  cooiinciandofiieluftorie  dal  capo  dd  tribunale  »  le  doeppiaieCiat 
del  anondo»  nel  finire  vengooo:dti(contrarfi  fui  cantonali  ail^incontro  dd  tnibu- 
iuk^dailacJddIeÀcfire«  NdcuinieKioècoUocau^  in  t^cflifltnu  «cdda  di 

mar* 


*V<*iC-'^, 


^  < 


PVBLIGHE  LIR  Vili  «7 

maitnLU  Battìi  di  Nofha  Doima  QDl  Cl^^ 

de  (^ai«a  il  natiKak^à  fc4ere>€oo  4«ftngcli  jotom^  >  Icolpìu  dalacon^o  Sf  i^oii^ 
iXh&aàta>dachifcriueIecoreprcfenti»alSenato.                   '  -  ^  ^ 

Di  quindi  fi  pafla  alf  armamento  delPEccclfo  Con%liodc  Dicci  %  la  cuiporta-#^^»c^  j^i^i»^ 
dauand  è  di  legno odoratiTs.diCedroy fatto  condurre^  per  mdunrta d^ péPOpcAa^  /^  ^^^' 
di  Gian*Battift«  Ramttfio  bredetto^dall'EcceHbConfi^lio  deX.dal  Monte  LAkmio 
fino  in  Cipri  >  Sedi  Quindi  a  Venttia»  congroffiffima  ipefa.  Il  quale  trmàmenrà 
confiftedirqgfftrp^algafnrie^  &  rpatiòfe  »  ripiene  ^  corfaletti  tfeNiffimi  »  coperei 
di  panno  d'oro»  di  giacchi»  d'armi  di  baila  in  di     '^  "      -    •    .t     i^ 


uerfc  foggie  9  d'archi 
Ibràiey  di  fréccte»<I'arch|hufieletttffiai!»&dV>gni  altra  fotte  d*amel!  per  armar 
rn  gran  numero  di  petfone  &  fi  conreruano  con  Q:andiflimai:iira  fecto  u  gonema 
d'yndto>dino  prooifionato»  ifqtriteha carico  dt  Birtetencr  hictde  9e  nette .  CNtre 
#ciò  vi  fi  ferba  la  ftttuadf  marmo  »  confacrataaUa  memoria  di  Giberfoda  Co« 
rw^»ehehuinot;73|;fe  Generate  della  Repubw&^ottennehomNim  vktorit;^ 
^fRèd'\^i^;arài  od  giorno  di  San  Marcilitno  :  la  coi  feftittttdi  fi  gmtrdft  p^  io 
detto  ìriipetio* 

Vi  fi  ferba  parimente  yn*altra  ftatua  »  la  qual  fi  crede  che  fofle  di  Btanea  Màri« 
moglie  dd  Duca  Francefco  Sferza»  8c  la  ftatua  di  matmo  di  PranccTco  NoueBiMla 


GarraraThamoSiga  di  Padooa»  con  altre  cofeacQuiftate  nePa  Vittoria  dd  1571; 
notabili  &  fingolari.  Et  quefte  fono(deIie  itf .  Sale  che  fi  includono  in  quefto  Palan- 
te} le  piti  alte  per  fito»  Se  fopiàfecretc.Nellafrcde^^  grandifiimi  ^H>c^-^'^^t^' 
fineftroni»  l\no  rifpoodente  fopra  al  canal  grande  •  fatto  cid  fotto  Midid 


grande •  fatto  cid fotto  Michele  Steno  ^^^^ 
Doge  tfa.8(  feltro  lopra  la  Piaùa  edificato  rotto  il  Fofcan  D<^  6±X\  come  per  T* 
infqgne  loro  fi  rede  »  ornati  ameodue  con  inti^li  »  8c  fodiami  »  &  ngure  diuerfe  di 
pietra .  Su  le  coi  cime  dalla  parte  di  Piana  fi  vede  ma  Venetia  più  akik  che  il  na^ 
tarale»  eoo  lo  fcettro  in  mano  »  &  dalla  parte  del  canal  grande  vna  gtuftitia  »  ftol^ 
pire  INma  &  faitra  da  Aleflandro  Vittoria .  Il  qnale  parimente  fece  fopra  la  oor- 
tabelIiffimaddCoOqgioledne  figure  di  danno  diftefe  fui  frontifpicio  »  doe  laJ 
OJuftitxa>&laPace. 


\     V 


ADDITIONE. 


Ter  fig»lr  Pèrdine  ddS0^hftk§òf  MdrèanimifeHdùletó/tò  trMa/fktedaefi&f  è 
fmcpafltriarmentedituogo^iniiiogofeeondtìa^  - 

J^ctt^uogaria  adunque  oltre  il  quadrò  deì  Tmwettofudettòfi  Tedeflfra  H  ri*»-^?^8*-* 
naie  ^  Leone  aUtofbuboh  di  S Marco  etmH  Libro  éferio  9  nelquateèfcrimt  -"** 

JLegibii$»qiiU>iisiiQmodeiatahQmioun  fi^caiit;ur  CHpkS^ 
QsenpiaiD  parere  cogatis  • 


Dd  VM  ptoruèSatt  Oinlamo  >efiito  da  CardàiaU  >  fitpm  tdfu4e.]^im  krtm  em 
fuefitumertémeiitot 

Panite  qocnpiafB  irati  non  ftttnacis  • 

'  Y    »       Ho- 


338  DELLE  FABRICHB^ 

HomiDum  vero  pledentes  errata  ,IIIa  non  tam  magnimÀìè 
peccati.quamTcflraCIcnicntiat&aianfuetudineffletianiinl* 

loatus  Vmetus  anno  1 4J9. 

y  ergine  Madre  »  e  da  San  Giougmi  fnfra  il 

■e  ritratti  di  tre^Mgadcri  prosati  iiiumù 

tti  gaocchmi  fw  dmaaxì  aUaVetgfite  dd 

Scab  da,  che  conduce  aUe/ianK.9  del  Vriacipetatia 

che  vi  ii(^me  >  e  gran  colonne  una  per  lato  t  fopua  le 

alle  dii-  da  Titiano  oifpetti  %  rapfa-ejentanti  Heùole  > 

zedel  il  Mondù .  ^fcendendopù  d  fecóndo  raóvhfi 

Vnnd-  gifife  in  marmo  ^andial  naturaUififfi^an' 

V''"*8"  I  di  Iacopo  Tintoretto  eontet^ono  in  vao  yd- 

jT?"°  'incudine  per  ridnrlpad'vna  perfetta  fitrma  ^ 

tinifiratione  della  HepabUca ,  &  tjlrmatùre 

yarie  >  che  fi  veggono  tratte  per  terra  1  dimojlrano  gli  apparati  1  che  fi  fanno  delle  eofe 

militari, 

j^l  fecondo apparifcono le Grttìie  aceompagntUe  da  Atercurio ,  Vvmtè  appoggiai» 
odnndadoipoicheleGratieficorrifpOttdono  glivffici:  V  altre  dnè  tengono  il  mtrto  te  Ut 
rofa  fimboU  di  perpetuo  amore  ;  Sono  accompagnate  da  MercuriOyperSte  le  gratie  fi  de- 
uwo  concedere  con  ragione  t  come  apunto  fono  difpeufate  dal  Senato  d  benemeriti  fuoi» 
Tiet  terzo.  Marte  vien  cacciato  da  Minerm,  mentre  la  "Pace,  e  t^bondanxAitfte- 
megioifcono.  Minerua  è  qui  mtefaper  la  fapierriA  Vublica  >  che  si  tener  le  guèrre  M»4 
tanedalloStato,dachenenafcelafelicitddefud3iti,e  cagima  l'amore  verfailfr^y 
tipe. 

"Hel  quarto  fid  ariana  ritrouatajda  Bacco  fui  lièo  coronata  da  tenere  di  Corona 
aurea,  dichianmdola  lAera,  &  insegandola  al  numero  delle  Celefii  Imt^ini ,  che  ymt 
dentare  >  genetta  nata  in  una  fpiaggia  di  mare  1  refa^bondeuole.  non  jolo  togni  bene 
terreno,mediantetacelefiegratia:macoroiuUconcoronadi  libertddatla  Diuinama^ 
no»  per  regnare  eternamente  col  mondo.  In  fflr:^^a  il  "Palco  fece  il  ritratto  del  Doge  Giro^ 
lamo  Trioli,  dcuila  Giujlitia,  accompagnata  da  yenetia,  porge  lafpada,  &  le  fiilanciet, 
cmferendoie  il  dominio  de  Vopoli.  yi  afflile  in  aria  SanMarcoProtettore  inattòdileg- 
gere  vn  Libro ,       _         . 
Salone       "Hello  Salone  auanti  V.Anticollegio,oltre  die  "Pitture  del  Tintoretto  defcritte  dd  San- 
auanii   fonino,  uifono  anco  iefeguenti,pc^  ne  i  vani  d'intorno  «d'elfi}  ;  in  quello  di  me^ofrà  le 
l'Ami-    -parte  dell'^nticoUegio ,  e  Tregadi  è  rapprefentato  in  gran  tela  il  regal  apparato  fatt» 
coJlej.   «/  Lito  l'anno  1 574*  "ella  venuta  di  Henrico  TerK.9  Re  di  Francia  à  Genetta ,  one  fi  ve- 
de la  perfona  di  efp  ìXèfmontata  di  Galea  inuiarfi  verfo  la  Cbiefa  di  San  TijcolòadCar-^ 
dinaie  S.Sifio  dia  deftra,  d^  U  Doge  Luigi  Mocenigo  alla  finifira,  incontrati  dal  Vatriar- 
ea  Giouami  TrÌMifaao,frà  t.Caiulteri  che  portano  VombreUa  ,fi  veggot»  '^'effigie  natu~ 
tali  di  lacapoSoranto,  di  Marcantonio  Barbaro,  di  Taolo  Tiepoio  Trocuratori  di 
San  Mano  te  Sputoriffan^mitveggonfimedefimamente  dopò  U  Rèfeguire  moki 

■■■■--  Se- 


PYBLICHBXrB.  VUlf  51^.-/ 

9frimtfHié^i»eidpHmodeqMatii  Iacopo  F9^^  HSm 

Matcì^JéumcfykèmoltoymatCH^ 
Gtmematcre  deaa  Gale^fn'edetta  che  fi  vede  alla  pMpfa4i  lei. 
Qjiefiayemta  èdeftrina  diligeiuemente dal  Sanfmaoqià  auanH  nette yetmte  de 
'  '  "ìemi.  Udemoffaratofà  dfpinte  cwfframtappticatione  da\4n4rea  Ficentì^ 


.  umamdrinadiienoilttadnke  fmo  figwrjtiaknm  ^mbafciaim  9  che  parlano  al 
Trem^emtCollégio^tìr  dmaaofimftracaaio  édte  finefire  (opra  U  rioyedefi parimenie 
mdtroqmdrodipntidtn^mhafciatoriTetfi^^  al  Doge  Cicogna  ^  dome 

iferaUoroil^piefanowòodripamiiM  &oroeefimi  a  fogliami  >  maaiaHin  domi  alta 
KcplAlkadaMel9ìt;t^ifAioiSecretaHdelSenat09^  vari  perfonamdiaerfameK» 
rijfiti.  Qjfefflcimute fmmolauor^M4a  Cario  i  e  Gabriele  (^àiarfpgUuoli  di  Vao- 

Da^dtrapaneneUòJ^aHoiimet'^  frakporie tchevamo atU CanceUa^^  >  &d 
€ònflglio^$uecÌ9ÌngraH  QkadroappaTifceynaVerginecon  la  Croce  %  &  Calice Jn  ma* 
t^f^0caiMhFàe^llaadosiHoccbmi  atumtì  ategaU  D^e  emonio  GrimaniPefii^ 
Mmjim9hiancheéÉferadelpr0TiHaao^ 

t^tTamtcataoiepnefirea^itriOfèf^at^^ 
MVeneUfhaMcndoilO<^f:^aimpTouifa  Hor  meatreque* 

gQfiprafatajperàQfapknriafit^z,a  P^ecMa  ^introdotto  U  Melata  da  Feronefi  per  la 
pokadtl  Feyom  $p^edH  foga  i  nemici  fino  al  Vonte  nuotto ,  eh* era  parte  diiegno  i  che 
feria  calca  de  CaoMifi  rnppcs  refianio  affogati  alami  defm  nel  finmr^  falnandofi  tri 
queUifolo  Iacono  Qamano^  Mattato  dot  nno^  del  canallo^  ^  fi  fcorge.il  Capitano  fo^ 
frainiancoéeflNepe^Che  fi  mimo  à  fnoi  con  molti  a  piedi  1  &  a  canallo  »  che  fiera- 
ntente^omba$tonù^0Cr  ahripagatéd9onte  fegnono  il  nemico  fngato  ;  e  Pii  ritratto  Gi- 
rolamoMa^ì^ìBatimolio  amico  iólTjttorc  con  bafia  in  monorm  atto  di  adontare  >n 
Candierém 

^  iìntfiofattóyè mol$o benerapprefentato per dHìgenz^a  y  e i^alore iiGionanniContarini 
CauaUerejfiimatìffimo  littore  ;fi  come  i  anco  dottamente  defcrrtto  da  Tietro  Giuftinior 
no  nella  fna  H^kria  Veneta  nel  fine  ddfettimo  latra.  DalV altro  capoJopra4a  corte  il  me-- 
defimoóontariniritra^eil  BogeGrimani  ginocchionicon  San  Marco  ^  che  gli  additala 
P'erginéiinnanzjaUafMalefti  viC angelo,  chefnonail  Lituo  »  Santa  Marina  $  e  S.Seha^ 
filano^  In  me  fio  Salone  iri  fono  quattro  porte  coUnnate^dneperlato^  e  corréf ponderiti  urta 
aU^aUrOfèellìffime  con  hafue  capitelli^  moko  ricche  feriafine^^  di  marmi^opra  aUa 
Cornice  diciafcheémia  di  ejfefono  collocate  tre  fignre  di  rihen%U  quali  hanno  fi?niRcati 
aonuinienti  a  quello  fi  tratta  ne  i  luoghi  »  nai  quMfer  efiefi  entra^  I  quéfigtùficati  fo- 
no  efpreffif  e  dichiarati  dal  Stringa  come  feme^ 

X^figurepcfiefopraUportafCheyd£CotteglofonolnFigilan^aytEloquenXfa,&U 
Sacilaàdeltjiudiett^.  St^alUdefkatEloquenXa^quale  fida^aruichi  riffiita  di 
cangiantixolorhcome  qneUaiChe  nella  facondia  vile  varie  opimonne  ripiani  efplìcandoB 
e  narrando;  &  come  quelùche  decide^  e  paria  fogni  Colore  nel  modoycol  quale  fi  cMuei^ 
cotto  le  cànferper  la  y^lociti  dtlt intelletto  y  che  muouedal  cuore  »  e  dalCammole  cofcy  e 
nella  lingua  pkeftamente  »  &xon  pronteK^a  le  manda .  'Hella  mano  defira  tiene  ma ii^^ 
mOpattornoUquale  medefi  imferpe  inuoltato  :  quefia  accenna  la  pruden%a^  e  quella  di^^ 
poca  dà  limatura  degli  concetti  •  Hd  nelln  manofiniftra  il  caduceo  di  Mercurio^  si  qu- 
le  i  figmradel  traXtatodcll^tiiratoTC  iCÌf è  mandato  à  crattar  di  face  9  di  concordia  9  e  di 
9PMmc, 


44f  DBIL^  FAERICITE: 

panefinifhra  ipefla  la  faciUtà  deWat$dienM  * 

•V  {^fUèinM(Um$ab€Vdyben€impkna3dihelUf^ 

t(tmgeUoy  chi(mai0Hinax:Kf*^Girifauo9CÌ9€pereff€rféMkéd^édxj^     temidCm 

lojC  dal  Cielo  calar  già  fenzjiflef so  d'ali  ;  &  per  ejfere  tatuo  facile  al  combatterct  &  ais 

^comlffd, fa  dagli  Eginii  i^eturaioperyentriieperMarief&ft^lafr^eaAJhcemc 

fi  trotta  ttcUe  GiercgUficbe Ietterei  la  4pial  Idea  comùeite^cbemp0riéi  tttmttare  petrptt^: 

^  iMHmerabili . 

..    Ha  in  U9ULmati0Wkiruotadicarro;hdfaUneUi talari^ iptetlhéf'm^^ 

ffti  bomeri,  cotfte  a  ifiuUa^cbefadlmemetitmMe  ne  ifìtùi  emétti  f ammonii  co^ 

t9kteU€ttQ^&  tmlmemettmmecgfUpefoytroni^amaf^nofpe^^ 

cùipenetfabikinogfttmme^inog/UfacIUragfone^TiflfnexAiticolb^^ 

Quffta^è  vnadùìimhcbe  haungatto  camanie  bt  wtmtoi  éteocdri  yolatìU  temine  eliè 
contafacciavoUataaU^apparirml^atiroradetSoterComecbeUy'ig 
UgiomOfèdefiatadaimortaliiinelleoperetònelUgnardiat  òtnpgUidtrétfmnliipèm 
egnipreteflo  dette  cofe'pniHerfalif  che  fi  trattano 9 s*argnifcon»»&cbr fi goneman^per 
paficnrep&perpii  rtilvicnegHagcttideUeoperattoni  in  qnanto  affefnitdj  che  à^ 
tnttigmétf  &  particolarmente  ^apùartten^  alti  SfittorifOfficiaU^trÀtinifiri^oltrecbn 
firneancoramlTmere^ reperì  animo bmnOiUcorpopirineeUeM 
gilaniuterafiimata»comelajplemtardel  Soleda^ocratici^àleip^^fiofà  appUcM^ 
tOilSocraticogalbhche  folca  eJpnrfacr^atoaffattìtoratCioèaUa  nombtceiepofctafiiai^ 
ttano  atte  cMre  della  f^^tatn^a  dinmatchefonate  ooerationi  di  tme  le  artico'  fdenx^  s 
laonde  aUmàgli  fecero  gliocchi  fifl  Scettro  fonane  ali$c§nu(  pre^ffima  afcoltatrice^ 
&  fnipremna£niatnce%&  feTfpicaJtriee%& 
ewtenX£^^ 

fìf^tre  figftrefkrcnùJcolpitedaGirolamoCamft^tut  cm  lifitiettiGierogl^bi 
ferdknqfirareijMelio^chefFtratianelCoiUgio^ 

Sopra  la  portadelTregadi  yipacchno  altre  tre  figure  rrapùrefentmtitaGnerra  >  U 

TaccfittlaDeaTaUade.jilUd^aiUTacey^avnabelladonnaff'andetfam^a^ 
€oifonatadilanro9coicrinid*oroycotmantello(tora%&  fa/tolaverde  ^etntta  fparfadi 
fiori^tnttafiacenolewcon  ynafaceUapche  abbmccia  l'armi  nemkbe ,  col  ram^d^oUna  dal 
latodeUafnceUaje  dallamam^deftracotcorm^detta  Opklentia»di  frnttipdi fiorii  eM 
gemmeripienop&mlcuimev^deUericcbe7^z^fot;pitferroieli^mero:perAeef^ 
.  Tace  i  la  prbnipaktfnprema^  immetta  Idea  detti  dodici  Iddij  contentitcbefono  ipinon 
frif  aWagricoltHra%  iifnaiifòttodeUa  Tace  adducono  i  benigni  »e  girati  frutti  • 

^tta  finiftrai  la  GuerraeoUapo  armato  di  celiata  non  alta  ima  che  mnnifie  Hca^ 
pot  econladejlramanomcfirantedi'poleryibrare  il  tirfo di  Sacchi  che  è  ima  lancia 
con  un  largo  ferro  9  &  acuta  in  cimai  mail  ferro  ^9l!rebafia{ma  di  fronda  dbedera^* 
petti. 

Ha  la  tunica  lungaproffoye  fuccifitaiUn  mante  tto  fatto  di  caprai  oucrdi  bcbridc,  &  tie^ 
nt  al  latoyna  sfinge  9  che  mofiraefer  armata  tutta  di  corpose  di  gambe  LeottiiK  9&  l^ 
/accia  9&  il  petto  di  donna  con  capelUrubicomli  9  il  capo  coperto  tì f inietto  9&'con'pn4 
ciampa  tiene  abbracciato  uno  feudo  9  chehaneimt^o  dipinto  itterrore  »  armato  con  Ut 
tcfta  di  Leonc^  moftra  monentia  di  muhcbe  combattafConche^  amichi  figuificauan3 
con  tati  ffgni  così  gli  effetti  dellaguerra  $  come  gli ftraté^emmi ,  primieramente  tronmà 

-   *  dn 


ég9mfùvPenbèejfii^i€9miM$Mimfi^  iHmke  tm  l'ami  afiofk  fatte  Nk 
ì^AéUtU  spade  in  fmM^idotmetklmcie^ 
$narmidim4^llia9eU€9rax3^fanoUJUe9&'foM 

dBéMafrim0Rè»cbefMùuucitoU,&fim§ftròiHffte^ 

1  .¥'Hefi^ntlme%faTaUadt^fer4trlce?ar  fnratettiice  delle  arti  ^rapprefantata  amte^ 

dafUanticbiinfigtiradiD(mnaarmataceac(nra7^%&lacelaiam 

piemp€t$edelUGnfmif^welk^fcud»delUtefiadiMediifa;àpieà   pcflóUJìie ielle 

nccì)e%ifjt^ekièVlmmtet&weùri^f^ 

0pieUiefeHaeet^ettdocieco^^p9t€eHUmaf€beratmpimwtamperda^ 

m^cbefakUwtà^foeUefìurfacmdkemdifi^  fading  per  dritti^ 

ida^cemfatìeaitr  DragogU'ìhemp^perf^mfieatodelU 

€beUirirtm^premBde^9Apnterit0fCrnelpttf^  Etaaefiaiqitetlat 

dfegieBaammfali^&iMegpi  imperio;  Et  efaperauefio  ha  la  celata  alta  9&tr^ìdcéb 

aeàtemfemaùiM  ftmtefmti  dalle  ^9ig^iteimezj9delUtéfia9&  pemtacdri 

éeMihmfefieauti  daieigriffem  j  afe  meflram  mfieme  lafarT^adetì^imeUetto  »  &  cù^ch 

weeaiteeetiumpU%&cem%ag^^ 

mÈùaUeaffMpenioebefSrMsfiage  In* 

fi^^detteffere  omaMe  ;  VaUperUfkmafeprefiea^^il  carpidi  Leone  per  la  ga^ 

fteiarfrcm  9  eosìfiutdatente  Up^enif  così  ancoper  la  tefta  deltjlqaUa  fi  accennanojfi' 

tmperii  diegeilmm  ;  Lagidam 

tammofche  digerijcelecye  pntdeati;  Hrefto$cbefiyede  tatto  di  Leone  da  mei^  indtetra 

fiwofiralafen/kedifpofitimiedel  >^ore;Leìympedinaau  dijlqiàlagjiijirtqjiijpar^ 

ehclairirtnèpejfenHfempreapreai^ 

HàilpettoeffaTaUode  coperto  daUEgjdejConUGoTg^M 
oMnde^  eomeàpmM  farfnote  MeUafaeuUdf  che  rèeà  aitimi  tm^akntiaypallare^  terra- 
teifpanento  impromJih&  af salto  :  Et  perciò  Marco  Tnltiot  chiama  efiafapienja  Miner^»^ . 
imGoe'fmaA'Veias;&per(faefhh 

knsffi^  à  Tan^ongUocchi  mareMti^  torbidi;  &  Tanfi  qnelloyche  timo  ifhrori  Pìf- 
mci  inpertmhare  le  ordùuMi^  de  nemici.  s 

'  ^Kaancaràtttir^itìflacafinta  cortame  fnceinta^con^  wtrochetto  hiancé%  lafiola  rof^ 
fa%elm^a^Umantetto  azjtrrOi  ò  certUeo;  perche  per  qnefie  ye^fanofigfiificaie  le  t^^ 
fieapaelMeffairirtà^fanoqueAe^chedéminano.VaaM^ 
tìonecauaUerefcaiilbiàmoperlachiarexju^fede  >  caftimokia  >  &òfiermmnAdel  corpo*'. 

Urolfopèr  Sfaldati  pedoni  della  firatepa;  Vjtfia  bingaiqnOa  Tmrtà$cbedHùmanà 
percnotTf  LofamOfCondinerfiif^oment$antat9daltart^ce%mofirà  Uartidaleiritrù^ 
mate  nel  nadri^eie  Cittijidtie  rocbcf  adeffìh  da  effa  Bea  canferuMe^eome  yirtA  immorA 
talei  detta  Athanatay  del  Senatofapienscat  &  Trencipeffàtla  qnate  trono  la  forma  deB^ 
C^Aigtiflromemidalan0rared(erro^&  ilLeffiametitteff^^ 
ntùAapaUf&laqnietef  tanrogionenoU  i^agricottnra  •  Le  predette  tre  fignre  fono  flatm 
{colpite  da  jlleffandro  littoria  •  .        / 

<  SopraUpmaiti^eyàd  ConfigUo  di  Dieci  fano  collocate .  La  Kjtl^ne$UGnt0itia$t!r 
iafnprema  udnnonti.  La  Heiipone  è  pofla  alla  dejbra»  come  protettrice  princ^ale  dello 
dmnecofe^ederel^iofhffw^uai%&JU9nniepttÌ9e 


nàuodi/lelUtttfftofpUndeme^comennSUe^percbe  tende  Uf^ 
medeWaUìj^mo^fnpretm&  eterno  Inme^  cr  h^nkoi  &  immort^  Iddio*  che  opti  cofa 


r  A     n^' 


,41  .t)ELLE  PAffUICHll 

freuetkfrèggtf&fiimema.  HiliCajf€lUt9mcmimyH(hche^€édgìi^Ut0^ 
daUa  tefta,  ergliyeUa  Uff  die .  Ver  jmyeftimentihiilnuMeSoJtiirù  am  Ufiu  ùb^ 
Jbik  T^jk  cortame  bianca.  Cime  un  rocb^M  cinta  %fifradc^  fMapwrfureai  mr 
yna  moMtìeu  ilTempio»  ch'i  in  cima  degli  angoli  delfrontìfpiM  9  ha  Pfte  imagtnifdeUO' 
Fede  con  la  libra  in  mano.  DeltaSperam^  conti  fiori.  EtdellaCarità  colbambmo  im 
btaccì0^famiuìUaPiedi%&m^amkefferktrefigfinie&egr 

U  braccio  ha  lednetaieae  della  Legge. 

otUaftniiha  i  la  Giti^ia  coronata  di  diamamite  dicmbùmbiMmUcapeUi  Imtgbfydfe^ 
picMùpromkorecdmMme^Ua^dteifeée^eiiilgmdi^pià^ 
per  kparole,e  per  &  orecchi  fi  odam^coldirimttetUiriflacomùrrtneUi 
mìnÌ9&comeFergjmmcùrroÈiaMUcaftuUbiancaiCinta$uUtMapmf^ 
fO*ilmantelbpmpHreoidaunamanùpoirgelatàx::^%écraterai  daltakra  mano  bamo 
fcettro^heincmahatafecuredédnetagUdcUalegffttra^Ui 
iba  da  ferra  cm  Ugitéfla  JònMki  àddoffb. 

Lafttprema  ^sàttùritdcbeftànelme^Mhrapprefenta  infabaKcgma^aibrauiMéo^ 
pèJeJpaUe  doB^amarcxA  ^làoteglàdMnkjceàiroconmf^qMiUin  cima  pcoromuadi  ot»^ 
me,  co  i  capeUid'oré^éiunamanùtiem  mmaUilfima  fiamma,  che  fi  ftende  T^rfoHck^ 
loyche  è  quel  irigor,  ibe  eónfinr^di  cmentattone  della neritd  dett^nimotgmérMOgfiti^ 
ca,ecomanda%&  ilScei$rOycl»contakraman<yricetttdattamoreèiftÈ^^ 
tiift^Ì4h^cbec^UFeie%9!rcontaTietdfàilgii^ 

mitiene^eperciàticneallaiadMeyafii,^  ewttadelbene%chefiiinpiediàel*aUro^del$m^ 
UìChefiàpertraboceare.. 

Ufcettro  ha  dne  animaìi  netta  cima,  cioitotqmfa  di  fitto,  net  catte  il  Vigano  àpor^ 
che  lafH^emritdfi  mofiri  ef[er  fofientojki  dalla  pietà  «.  fìuefie  trefigftre  fimonU  mano  ^ 
PrancepoCaàcekari  ^ 

Sopra  aMap>rta  che  vdalUCancelfyriarf  fono  abre  tre  FmaginfpC^  Fedeltà,  ti^ 
Secret  ezx^,e  la  Dili^nxA .  La  Fedettd  èpofiaaUadefira  ;  tiene  un  parodi  Fiamit^i^  fit 
appogpa  ad^Tmgranjcndoyche  nel  metso  ha  dite  mani  depre,prefe  mfeée ,  le  ^naMflrin^ 
gononcadkeeoli  Metcmio,  conche  moflrala  FedeJa^Concordia,  &  la  Voce  %  con  I^o0t^ 
nanx^  del  mmuQamorey  &  con  lafelicitd  infieme  ». 

sii  aUafimftraEi  Secretezja  infttmadiuna  bella  DomutcolcapoinbÉ0^9&  amr^ 
niataiannfiio  grandcyC  grof^mametlo:. 

Hdle^braociaf&knkuUi^latédd  mantelline  in  modo  ycbe  fi cmtfconoimc^^ 
t^mantethcopertÌ9&yainUpertrafiwen:^^^ 
HdU  bocca  Telata  di muiJmiliffinMbenda>fottoka^ 


dipt^enano  i  Bfimani^/tngerona  Bea  ,.pernfoftrare  il  faper  tacere  ifecreti  dei 
acciò  che  non  faceff€ro*yùomtfe€eCSeramy\j;he  per  haner  rittelat^  nccute^  nome  dk 
Momayfìixafiigamrolendùpeitciè  annertmeyche^faceffàro^comefecero^à  Lucia  Tapirioi 
U  quale hauendofentito  ifecnetiéel  Senato^  èa  lui  determinati^  non  B  rittelàmaiad^alCH» 
no,  anconcf)e  egli  [offe  giokinetto^^onde  perciò  trd  la  moltitndine  ,jneeonfegullat  ^atia  dà 
potex  in  quella  pueriCetà  itdire  in  Senato  con  la  togafretefia^^in  qfteUa  merito^cbesjtìt 
fpffe  dedicata  vnaftatua  per  maraniglia. 

Ter  queflo  aiunque4M  lafeeretezf^  la  bocca^>ekta,efittioUtogafretepkla  bian€d>i, 
&fottiliffima  tunicaxCopertadulgrànmanteUo ,  che  lignifica  U^fortexAa  k&  capacità 
deuecofe,  che  gli  fono  fiate  eommeffi,  che  fino  gUinfiniticoncetti.,  che  motte  uake  ficer^ 
wonof  &ficompartonOiJi!^fijdtfp^onofjmo  uUaforT^jh&capac^d  delgouerno  tpofùia 

».  •..      «" 


PVItieitR  I?IB.'VHt  i^i. 


téfmeie/tmaftereteT^jfa  tiene  uttmio  ma  bella  nttuota^  die  per  ugni  parte  la  circomUft  e 
dalla  nibe  nafce  un  Inme  >  che  gli  èfottd  ilche  dinota  la  fecretesxa  i  &  la  ittbbieti  di 
quanto  R  contiene  [otto  le  t  qfe  della  Cane  e  Ilaria .  E  nel  mexjo  la  ailtgenzjX  • 

Quefia  i  una  figura  di  Donna  *  che  ha  in  mano  il  calamo  da  fcriuer  con  carta  ò  libro  9  il 
ùlico  delle  lettere  9  e  colcanallo  alato  per  le  cofe  »  che  fi  determinano  nettefpeditioni  di 
Una  ferma  >  &  per  Jmare  »ùer  ejjer  detto  animale /limato  /imbolo  della  pre/lcX^  >  ^* 
perche  fi  aodrifce^  &Jerue  neue  cofe  terre/bri  »  &  è  nato  dal  mare  fecondo  la  fauola  ma* 
Tfile»  &coueffiifi  dimo/lranoJe  e/peditioni  celeri  nelle  armi»  &'  negli  aùnifi  >  e  nella  di^  ' 
Mg^^4 de  mortali» 

lUalamo%e  la  cartdferue  nelle  memorie»  neUe  cofe  deWobligo^ellaìeggef  &  in  tutte 
le  attieni  del  gouerua  ^ 

Que/Ufigaraa^cora  ha  te  ali  su  lafommitd  iel  fronte»  per  la  pre/lev.a  »  per  lafam^»  * 
tTperUpreflauM  di  ciòcche  l'inteUetté  difcernejé'  vede  con  agile  modo  lo  feri  uè  se  tra- 
/parta  fenxa  impedimento  «  //  fcultore  di  dette  tre  figure  fa  Cimo  del  Moro .  Tutte  l& 
^radette  figure  fouù  nfolto  appropriate  aMi  luoghi  dauefmo  ciMocatef&  ini  pofìe  con  fom^ 
maprtutem^&giudido.  '- 

V^ntico^tepù e  ornato  anch*egUdi/lucchi  me/fi  a  ^o»e  nel  me7;f^  del  fiotto  appari^''  Ao^ 
fitaVeuetia  com  malti  Verfon^i  >  che  tengono  varie  infegne  Ecclefutftice ,  &  due  Car^'  colica 
nficofia  per  inferir f  P^bbondauT^a  delle  rendite  dello  /tato  >  il  tutto  colorito  a  frefco  da       ^* 
Taelò  yeremrfe  • , 

Jiella  Sala  delCoUe^o  oltre  alle  Titture  defcritte  dal  Sanfouino  >  >i  fono  altri  tjuat* 
ÉfO  gran  Qjfodrtmi  di  mano  di  Iacopo  Tintoretto . 

.  T^el  primo  iridno  al  Tribunale»  ritra/ìe  il  Doge  LtUgi  Mocenico  inginocchioni  adorane 
ti  UKfidetuore  con  San  Marco  alato»  e  di  lontano  fono  Santi  Tutelarn»  edue  ritrattidi 
Senatori  detta  fua  Famiglia . 

T^ei  fecondo  figurò  ^S^icòlà  da  Tonte  con  la  Madonna  fotto  unBaldacbino  »  fofienm 
da  ^agelettiiCon  San  Giofeppe  vicino  »  &  appre/fo  al  Dtgis  San  VJcoìò  »  San  Marco  »  ^Soìz  del 
ionio  jtntonio »cbe  per effer  queff^operafmgolare»  >oye  il  valorofo  Vittore  poneruiil Coìlcg^. 
jfuamme. 

.  Tisi  terxfi^giò  il  Doge  Francefco  Donato  con  San  Marco»  San  Ffancefco»eSanta 
Caterina  martire»  VifecepocodifiantelaprudenM  conunbreue  in  mano  »  oueifcrit-- 

fa; 

Vtprndentia  onoqiiaiB  poeoitendiim  io  magois  Cdofilijs.         ] 

JUlaTemferanxA  ofn  altro  heue»incui  fi  legge: 

SkTemperamia  iexempluiii'ièmper  fe^uendoflreiitlbi»  dedit 

Che  furono Firti^  ammirate  in éfue/hdegnoTrencipe. 

7{el  quarto  fopra  la  porta  principale»  vede  fi  Andrea  Grittirlk  Vergine  fopr a  m  pie^ 
inailo  con  molti  Santi  intomo»  tra  quali  è  Santa  Marina  con  Talma  in  mano»  in  memo- 

i^ieliaefuifiàdiVadoua yfeguito Udì  17.  Li«lio  giorno  deUafuafe^dnel^ 
J%<>^.BQenàoil6rittiail^hiifraTrou€ditoredetìh^ercitoVmt€tiano.  > 


■V.     ♦ 


U 


*"^    t»       -» 


^^f  DE  LI  E  ^  P  A  B  RI  CHl^  • 

La  SaUdélConffgDo  diTtegaiibiaHCb^^a  miamentèT^b^hniierk€b0nrì;p§S^» 
&ala  del:  ch€  oktc  mL  CicLo  mirabile  per  aijjegtto  i,pcr  tntagSyC  per  cficp  nuffo  tutto  i  caro  9  >efgtmfi 
fc^a.-  Vittmi:  fretbfìffme  ^tx  prima  Taeopo  Tèaontto  in  lufigp inou^ifitpikiilTroBo Ducale  ». 
^^      titraj^f  làio DogiTietraLando>&  Marcò Xntxmio  Triui^attoadarantéitmmaSaUta* 
tOKfiyJoftetmto  iaglk^ngcU  con  SantiTrotettoriiaUt  fortK 

in  ahroQuédto  ùoflo  nel  giro  di  quefia  Sala,  fece  il  rttratto  del  Doge  Tieivo  Loreian&' 
Unum^il^ ^ngmiae  eitiuon  San  Màtco ,  &  altri Smtk ,edi Ibntano/tvmfclaVfai^t^ 
diSan  Marcoh  tirata  in  beltà  pro^ettiu^^  T^eL  mts;^  det Ciclo  fig/teà  ^enetiacint^^ 
moUiDeUalhqualeiTritoni^ettì^neideperordmediMercum 
èributkdLCiMh^%maQ€  dicòraUi^  perktòaltrccolepetlofeMme  adfimfKtamt  t»^ 
ima^  ^ 

.  Tte^uatofiprà  U  TrìBmtak^  veit  mtMtare^ffra  H  fude ihn£HàfRit>eumCali^ 
4^  jJlpi^kémtijL  Santiffimo  SactanteniUMn^nfato  dot  Sommo  TOutefice  ir^mcchiatoi 
aou.Cardinakf&'dUnVteUti;  àjj^poidieffo^MtofeèfigxiMoitJ^  k 

Scnaio.a^jtntiiiiSacr amento  tjfendo^  fmtto-  in  un.  breue  :        TatduLlbK.       9er 
dimofkartcl^k.magiMrìfperw^ 
USfipublUatpMQneaaSMta:B€d€^^ 

.  Murao^eceUioT^te  dhTitianondhf&ffBi  Cietb^Vìdcotdipinfe  tafrolpettHia det^\ 
b  Zecca  con  Fabri^che  coniano  Monétet  efetuiciChe  partanowltBrario  Vublico  ftaffe  9, 
&^yerghediQro%!S^^gento^&facjd»Ùidtnmjcont^a^  Man-^ 

girato,  fer  dimofbrare  lamagrv^c^a,  &"  ricche:^  dè^la.  HgpmUM\JmaltrOdOuaito  Mt 
lìitoi^fihtriodà'Pala^  Girolamo  Gàmbaraio,feccU  Doge  con  lur^bonfidtiintomóù 
j^iJonpinoltrealtte^Hattro  graniele  cdlocatouclgètoÀLmanodilacopo'Palma^i.éo^ 

ieir 


tic.inunafefiafifraiaportadél^^ 

TrioliadotmuiAsalMatffKCiCon  là  Forgine  x,e  San.Marco^xSt'paceSf  fianuodueSantide- 


Sofratà  porta  fSbcf^dColti^rifprefàiti^on^^  LegaSCam* 

braiifuccefja  ne^tempi  deLùoge  Leonardo  Loreiàno  ;  Std  adunque  U  'Dogtindmes^  eom^ 
trcMtiatcbeimfugpaio  fiocco  in  aitoM^a/fpromare  ^.con  il  Leone^yna  Gimtmettéiarm^. 
mtAcorraxZ^>£tELmo^pfigHrataper  imUraceial^' 

fiutlo,  incuiappaionù  le  armi  de  Vrencipi colètgatkf..  In imxanto^ftanao  la  Tactytlt  i V 
^dbkmdanxj^  >cbefi9ifi>rtinno  fottoHgo$temo  di  queftofrudente  Vteucipe  fjSnfi>fra  S^ 
y$lano  due  Vittorie  con  Corone  diOUuoiA  lungi  appare  la£ittddL'Badoua  ysome  quella;^* 
d^efuOrmuirecuptratadaUàt^puUica. 

Tiella  teryttritratto  il  Doge  'Pttfcale  dcoffutfìenufkffb  coniSan  Marco  !cbe  là  rac^ 
€$nnnanda.dMldentore%la  Fede  é^effè  con i^ftebianca^xCopertada^T^^ 
cvnfierefelacroce;LaGiufti$ia,ela.Tace9chefi  abbracciano,  <9^MfoU'diCandia^fnr' 
mata  in4ma.bflU  Giouine  con  ì^te  inmano^^  LoBeritao^prseffo  per.efser ftàta  Umga^ 
utente  g^iferfiata^ffya^^oléHM  medeftrriòDosf  ssome  penerali  y.yedtmo^.^o  tafiktu^ 
erettagllda  CittaiinideHa  Canea  per.  hauerìacouferuata  illefdJdt^armt  deTuràri  nel* 
lafamofa Vittoria  J^auale  fanno  ly/v^Menutadallk  Kepuhlica:^  Et  nella,  quarta. fid: 
itrDoge  Francefco  Vernerò  innanti  d  Fenetia  affifa  inXrono^oùnmoke  CittdaeMo  Staso^ 
mette  anali  fu  ei^  Rettore ,  che  te  reecano  varif.Donì . . 

Dm  lato  delie  fiheftre,th^quelloabe giarda  fopraùl  Hio  diT^atàT^^  pmbtoraaoh 
itkino  alTrébuuate  èdipintaC^^ie  di  Marco  Trmif ano  graiàffimo Senatore  in  piedi  ^ 
obe  con  unamanoal^mofirami^  .ornata  di  Galee  grofse^  fotpj^Ai  T^aui^  oÈrdeQu: 
tMttiarmétti  ré^fnfentata.ppa  lefine^reconilMoto:  Hoc  vobis  iter  ad  glotf  '  ^ 


?:.»— -^ 


iiMre«  ■ 

farmatclrfra  d  ^uel  temfo  i  ioàe  i  ritrMUoil  Beato  Lorenzo  Vù^wdanòy  yejlifo  Tmtìfi^ 
€almcnteìcbe  meneveimcrato  da  tre  Pyfcom  in  Patriarca  >  1:011  S enotere  ajjifientiy  che 
fmnolegjter  41  SreueiiPaps  T^kcii  plinto  ^nel  quote  ^fxitaròf  -cbeU  due  CbigfeJt 
CraitheafiCafièUoli  douéferoincoifarore4ì^eme  1 0nde  meno  Domenico  Michiele^éhe 
€ru  TMtriarca  di  Graio^U  Beato  torem;^  ^xb*ero  Véf;om  di  Camello  >  HJiò  padronedel 
ToiriorcotOie  caia  fu  cìnamato  primo  Tatriw€adi  P'euetia .  Oai  lati  deUajiirtatcbe  ri 
4d  C  oUegio  Tri  fono  iuetirimU^f atti  con  'mirabile  maefbria  >  y^ameme  mtati^  e  ri^a^ 
$Hcnte4Ìn'4tiil:unoiinuifiraiJtgnicelefiit&^  Vétro  difiit^ueJ^bo^ 

re.  /  .  :   • 

OltreaIte£ccéUentiVittlfretCbe93omanoUSole  iA  Coiiftfiio  ii  Dieci  iefcnttedal 
Saafomno^yeMefMoaltrediVittoripià modernimeJpecfdlmet^teingaellaAtl  T4ihma^^4i^^ 
Uff^aUftalein^antelayedéfi&manodiJintonìo  Mienfel^Ht^onoWeMà^i^uO'  conf 
iiprf0fir4Uiiinatt^alìtedentore  con  numero  di ferùifxbe^a^         Fanitrìtmone^et  ^  !}^ 
^rgemme fer fame  dono  éUrergfno^G'mt^muojp^ft^^  &4?9^ 

tajnitte^  * 

ìiu^j^itur ai  molto  ammirata  sljer  TinHettHone^  iì  anco  per  feferuìama  ii  molte 
heUe^e.  Dne^dtreiuugbe  tèlefotf/^pofle  dai  laH^  ione  in  yna  i  Toppr^entata  la  TPace 
^Itaba^apparemhdiìontanoni  jtmbdmtoriVeneti  >  incontrati  in  BaUg^  '4a  nobili 
TerfonaggifedaprelfoimetéJimiJ[mb4fciatonfeienticolTontefice<:Ume^  Setti'^ 
9M.  Vlmperatmre  Carlo  QvàntoXardimmon^dtìiiOraton  de  frencipi.  te^endòfi  m 

amcantoz 

,         .     •  ■        ■  ».  .    ^ 

■  •  ^  ^ 

^P4X  ItaltsBonoinKiiaita  14.  DXXIX* 

1 

^  nei  mezp 

Ad  htìSm  reointateiD  ifirmandafli 
Acccffitprifca  Vciietonini|>i0tas, 

QtfefUteUfkditigenumente^ipiwÈa  da  Marco  Veceìlio  ^ipotediTitiémo^ 
"HclFaltrailCaualiere  Leandro  da  BaffanOf  titrafieil  DqgeSebafti4no^Ziai$Ì9ébeV^if* 
torioforitomaHdodMMrmaU  ^FedericoBarhariffaJmfermore  yienemcomdto4d 
Tonile  ^dlefiandro  Terz$^  chegliporge  ynT^netlOm^tccii^^^émaoferiffjmdd^ 
t acqueo  Impero^dimeffe  fpofared  AUtee^ 

*  Bieiroai9ÌpafonoC4ardinoii^eVretatij&iLTitto9tmedepmo^rit^ 
quei  Terfom^^cheportanoJ'ombrella .  Tarknouei^ienilìiogeff^f^^ 
da  Capitani  con  fcbiaui^  cbeportanopredcy  &  amefi  militari  >  em^mpareiPArmaiHk 
Veneta.  7i{eifr0o  chegiraintomofrailfiìfittot  e  ledette  pitture^quale  Ìormo<onfm* 

Uni  dipinti,  che  teffgono  varie  cofe  in  mano  9  fi  IcgptioMcampo  idoneo  U  f^kemi lim^ 
iatsff.  Sopra UTroiKOi 


Quod 


\  • 


\. 


T^^  D£LL^  FABRICHE 

..,'.•      ■  ••••,.•■, 

Q|iod  in  corrMCa  Rel^o  peperìt 
louid^q;  VfftasedtKaiiit . 

7^1  lato  deftroi 

Pneclane  Vifbis  nerit» 
Felici^  léteroac  InperìiifD . 


Dalfiniftft 

Dum  fpleodore  glorie  aug^tur 
MirobeaèregoaadiexeiDpIo*  . 

Sopra  le  pneftre  alt'mcmtro  iti  Tribunale  : 

Natta  voqaam  temeritate  cooiaiida 
Deo  Optimo  Maximo  fauente  tandem  J 


T 


I 


/ 


*'■  V      7  €01  laUroU  1577.4^/  ^riffcipat&diSe^aftfM^enicroitghrioi^     che  rouinorono  te 

*  .  J  piA  riguaricmU  >  r  &r|!r  farti  del  Talaggiù  Ducale  >  refiando  per  il  primo  ince$$eràe  h 

\  nobi/^Jime  Sale  del  Tregadif  e  del  Collegio  con  t altre  iute  vicine  à  quefic  :  e  per  cagiotic 

j  del  fecondo  te  Sale  dello  Scrutmùhe  del  Ma^gjor  Configlio  con  tutti  gH  ornamenti  riccbif^ 

1  j  fimiiC  fmoLari  defcritti  di  [opra  dai  SanfoumOf  rimanendo  efiinte  tante  degne  memorie^, 

li    e  fatti  lUuftri  di  queflaSereniffimaì  e  potente  Republica.  ,  ^ 

Fa  deliberato  daiSenatodirefiaurarele  parti  Hifiruttedal  fuoco  jfeilxa  akerareim 
parte  alcuna  la  forma  antica  di  offo  'Pdag»  9  e  di  procurare  >  che  gli  ornamenti  da  far  fi 
fofierograndiyCr  iltu/hii  che  perciò  chiamarono  da  diuer fé  parti  éC Italia  i  più  celebri  ar^ 
chitettiiféuhori  >  e  Vittori  >  che  fi  trouaffer&in  quei  tempo  ;  acciò  la  nuoua  reftauratione^ 
riufeiffe  pia  raga  %  e  più  bella  di  prima  ;  &  fopra  t'inmntiooi  degli  Mellimenti  »  e  fpe^ 
iiatmente  deUe  Titturt»  diedero  il  caricad  Iacopo  Contarinif  &  d  Jacopo  Marcello  Gen^ 
tUhuoffUniintendentiffimi  della  pittura  $^edeH'Hiftorie%  aggiunto  a^efflanco  Girolamo^ 
Bardi  Fiorentino  MonacoCamaldoUfeHiflaricodimoUanQmeyiqua^rifaUelepredct^ 
tesate,  &  arricchite  di  rignardeuoU  ornamenti  quelle  del  Collegio^  Tregadiy  e  contigfte% 
Come  habb  a  mo  rapprefentato  di  fopra  >  )  fi  fono  adoperati  in  modo  9  che  l*Hifiarie  de  pa^ 
tetiy  e  defoffkti  deltvna,  e  Inalerà  Sala  dello  Scrutinio  %  e  gran  Con  figlio  >  fono  fiate  vci 
r amente  con  inuemione  mirabile  $  e  con  ^iudtcio  >  e  prudenza  indicibue%  da  loro  ordinate  9 
eéifpofleijcguendol'ordincdetempuche  meglio  non  fi  può  dtftderare  ;  hauendoriguar» 
do  di  far  chiaro  almondo%  che  daènafcimento  della  Città  t  fino d tempi prefenti^fempra 
è  fiata  qucfia  Hepublica  lUuJbrata  cosi  di  rittoriet  come  di  fatti  predar iffimi  :i  e  >irtuofi 
de  fuoi  Cittadini . 

Si 


P-VmtlCHE  1TB.  Vm  347 

-V  9livm6iill^MÌmiqn€Ìihir0tff4m  deth  Scrutine» {Umg^  Piccure 

"paSa  14.  largapajpi  ladr  alta  dal  prifMpùoio  fino  al  Corniciontf  che  circonda  il  falco  >  della  Sa 
t4à6.)leUUioniinfrafcritte.  la  dello 

Tielfrimovtadropòfiontlfarete^chcrigiuKrda  fofraUTia^di  ocrut. 

tlery^tf  nelt entrar deUaporta  principale  > apparifce t^ffedio , che  TipinorUè d'ItaUa.fit 
gùbiolo  di  Carlo  Mano  Imperatore  ùofe  d  nome  del  ^adre  intomo  d  renetta  tanno  M 
^brifio  2o9.porftktaend0fidi'Pincerlacmla  fame  %  hauendocon  podere  fa  armata  fet» 
rata  d^opti  intorno  ipaffi»  acciò  nelUCittd  non  entri^ero9  né  ge^ 
éèndo  tutti  f  Capitani  dett Esercito  Francie  »  e  docile  $  e  pericdojo  il  tentar  di  banerla 
per  altraiM;mai  Veneti  fcoperto il  penfiero de  Tlemici,  raccolte  tutte  lefarine%edel 
'PtAUcOi  e  de  Vriuatii  fatto  di  effe  gran  quantità  dipane  $ne  gettarono  in  copèa^conma^ 
chine  nel  Campo,  e  neWjirmata  nemica  t  facendo  con  tal  d^toflratione  credere  d  Tipi* 
m>9  che  ne  Uà  àttdfoffe  Mondanzji  di  tktte  le  cofe  neceffarie  per  fopportare  lungamente 
tdffedkn  Dakbe  osannato  ilnemico$  chiamò  i  ì^afieUi  pofli  alle  bocche  de  Fiumi  $  e  fi 
dtfpofe  di  tentar  timprefa  con  la  forzai  con  formio  foprauanxAndo%  e  di  legnii  e  di  gente 
iyenetiéi^efto  quadro  i flato  dipintodalacopoTalma. 

^l  fecondo  fegue^UyittoriaJifluale  rapportata  da  Fenetlanicol  tagUar  i  Legami 
del  Tonte  fatto  dt  Tauoli  fopra  Botti  da  Tipino  fudetto  doue  i  nemici  reflorno  Rogati  t 
the  pertiàH  luogo  yien  detto  Cdnal  Orfano  ^  che  prima  era  detto  Canal  Ureo,  i^fh 
^HOikofApritàadìpimo  da  Francefco  daB^anot  ma  andatod  male  per  lepioggieTfi  >e«. 
de  al  prefente  4i  niano  di  Andrea  Vicentino . 

.    J^elter^ùiHordmefinmaiComePUrmatayenetaifptdita  dal  Senato  i^erfolaSo- 

ria  contro'pfmf edeli  tomo  1123.  Sotto  il  comando  del  Doge  Domenico  Micbieìe  %  arri^ 

maffed^^OfCÌìceraagediato  inquel  tempo  dal  CaUffd  delt  Egitto:  OndeifutefliUft, 

combattuta  da  Veneti  corraggiofamente  fermata  nemica^affondarono  U  maggior  par^ 

ttdi^ptdla%  tagliando  d  pe^  il  rimanente»  facendo grandiffimafirage  de  qu^arliari  » 

O'jsiportandonefignalatiffima Vittoria .  Qutfi  -pedeVUttogenerofodi Marco  Barbaro^ 

cìfera  Troueditor  detta  fudotta  Armata  Veneta,  il  quale  combattuto  fieramentedawkt 

tìalea  Capitanale  da  altri  legm  de  nemiciiC  da  effi  mal  trattiOOiC  perduto  il  prop^ 

dardo»  fi  <^fe  con  tanto  ardire  alPmpeto  de gì^Infedeli»  che  vecifedi  ptopriamamoik 

CapàMO^  pif efesia  Galea  nemica;  leuando  pojcia  la  faccia  dal  turbante^e  con  un  braccio 

tedfo  dal  cadmerò  di  quel  Capitanojhaaendole  fatto  nel  mcKxjo  vn  cerchio  difangue»  Ik 

fpiȈ  in  luogo  delperdutoflendardo.  Onde  >olfe  che  ifuoi  defcendentid  perpetua me^^^O;- 

ria  dioueflaattione;nonpiàMagadefÌ9  come  prima  f$  chiamavano  ;  maBarbarifi  denéh% 

mna^ro:  yfandfi  ficr  ^rmagentilitia  in  yece  delle  tre  refe  toro  in  campo  turchino  %  A 

nuouo  cerchio  rofjo  in  campo  bianca.  Fa  ilTittore  Santo  Teranda . 

.   Continua  il  quartoQmdro  9  mi  quale  è  dimofhrato  L\  4 ficàio  di  Tiro  fortij^ma  C4ttà 

Jul  J^hrre^poflo  déU  medefmc  Doge  Domenico  Michiele  dopò  la  liberatione  delZaffo  >  ah 

fiemeconk'^eriitodiVarimonao  Tatriarca^  e  Luogotenente Hegiói doue  diuuigatofi 

da^4ligni>(7  im4i  delta  Gloria  de  Venet.  >  che  douendo  fopragiugnere  mtmerofo  efer^- 

cito  infoccorfo  de  Saraceniiil  Doge  penf^ma  di  leuarfi  da  tal  Jiffedio  con  tutti  ifuoi^efat^ 

uarft  col  benefit^  della  f uà  armata .  //  che  riportato  al  Do^e  yfece  di  fubito  leuar  i  Ti^ 

fnoniyc  ideile  delle  PaleCfC  por  far  il  tutto  in  campQ  alla  preJenM  di  VarimondoTatriarr 

ca^e  de C$pit^nidei^.Ef€reito> per  confermar  ma^g^rmente^  et  lageoerofttà  delfuoa- . 

ninioi&  lafuafede'.  Dipinfequeflo fatto (fucceduto /*4ii.i  128, intorno, AUen fé. 

9^d  $.&  yifimo  da  quefla  parte^  è  fpiegata  la  Vittoria^che  riportarono  Giouannif  & 
fh<mriToÌaniilprimof^gUHi^i^f^9(r^^ 


* 


34»  DEtLIE  FAKltlCffEl 

lafciatori  »  per  aiuto  alla  Hepablica  mandarono  60.  Galee  beniffmo  Umme  fo$to  il 
€omaMd0diThitro'PólattiD9gefMdeme^m»ix4i*àd4mnM  Bftg^xtétmaamalatoj^ 
UDòge^marì  netti  fola  JiSkéiia^4onehaMeM  fauinouédiffimi  aejfM0i^  iafdamb  U 
^intdeOr^rmata  oUifniettiGimuamhir  genieri fmj^pmi^^arfrattUù  $  da  qmU 
dffndata  frima  tlfoia  diSkiha^  t$ltogU  Ceirfà^mmtmrom  keifUmufaéi  RMgtìef^ 
fé'w^maàUHefeartndqmllmgh  vemuidgimmtafimarom^tdiifec&rùmmù&tm 
Ùrmata  Hfiolef  ebe  lif^gteroton  ferdita  di  to.  Vjmsr^éà'  altri  LmAtmomt  fi  ti^ 
9iràinSicilia%lilKrattdùinéiM^mod0EmannclOi&tnfta  U Oncia  àMUinoUm^de 

^i^fimandi^cmmoltalodedeiTalémi. 

LaTinmraidimanadiPrancefcóTtr%ó. 

jtìhncmttr^delUfHdeuayiMriadattdP^lat^ 
mjb'a% tr Ltfwta^ shepaga migrai$ Conl^io  »  W^ 9»  mirabiie iìfodro pMd  q/tate  Jj^ 
^ifoTintorettoefpreffelarecuùeratimfdiZarafCberibeU^^  DomimiirenetOffi 
diede  àUtdomcoKè di  f^nghena:  Onde  U  Senatori ffedi  rnafodeacfajémuua  fte^ 
Èo  la  dìrettione  di  Mareo  Ginftimano  9  U  optale  fofioni  ta^MaU  riatpero  i^anna 
1J45.  ■....„.  .... 

Kneli^an^fojfiraU  fnmmfnefira%&  ilcetnUciùm 
ktm»  t^icgmfeUfrefadiCanarofauatanm  i^j^da  Vimr  V^dnHadmjiSinki  c^ 
fit  ano  nelle  Impre fé 'fanali. 

Se^pdineOa  ^Mv^trihm4t%  etraUta  fin^brala  ceteiratiffima  yjnaria'ì{fude 
0$emaadallal[^pmliea^da  VrendpiCoUegati tanno  t57t. d  CmtTyLai  deSa  nume^ 
wofa9.epotenU^rmaudiÌekmlmperat4nrde  TmdÀ%ffi€gua  in  gran  telaàa  Ua^ 
drea  Vicentino  ^ 

ìifelU  Tom  fegnemidadinefUpartep fimo  andate  ÀmdeleTiu^ 
di  mano  di  Jacopo  Talma%  gnalifarmmiOTimeffe  dibrem  per  ordme  Tnblico  daJSccet^ 
imtiTitiori^  .X 

Inteftadifte^^alafoprailTt^nmdt^apparifceilGiìiiìtio^  rapfn^entat^ 
itt  tengatela  dal  fiidetto  Iacopo  Vaùma  ^ 

VSVdco^TtgHardenokpergtinugUi  peri  diligenti  tamri  fatti  4  JtrAefco$efe^U 
9icche7^deltoro%  fono  compartiti  tre  ordini  di  vanir  done  fanocoUocati  tu  forte  di 
Ì^adr$i^tprimoordine%clfiiineUodim:exjofiHio  p^^l'imprefeTablfcbei  "ì^fe^ 
mtdOfCb^aneUodellebMdtf^Efen^i  particolari i  E  nel  ten^o  le  Virtà  Morali^ 
oheÀg^fadiCorona%cii^ono£ognimtarnoyflr  le  particolari p  &Je  Tnblicbè  ^r* 
tioni^ 

VriftCipiamloadkmpttiaitimprefeTMU^  vededi  manodijùtdrea  Vicentino  » 
nei primoonatolMt^piedii^^  e  largo  t€>^  entrai 

diedero  iyiemti  nnVortodiMi^^'Kfam  sfotto  il  comnaniodl  Gioikvmi  Miclnele  fi^ 
gUitoto  del  Doge  Vit^etitAeme  con  jérrigo  Contarini  Vefcono  Cafieltano ,  tanno  io$rtS. 
prendendo  2<x  Galee>  &- facendo  aoock  prigioni  ^ 

y^lrano  fègnenttr  cb*iilfe0mdo  inordine  di  forma  quadrar  di  piedi  1%.  perogt^ 
rerfoyda  Afonteme^ano  Udime^kiUola  r Storia  yckei  renetiani  fiportaroHo  netta: 
attedi  jtcrirdeGenonefi^l^Mno  12^.  althory  che  qnei  popoli  thaueua/toconJhttanno^ 
Ma  ^rmé^aneUa  Sorta  ddannideUaRepnbtica. 

&  amtttìoni  .Andrea  Zeno  con  24*  Galee  per  reprimere  le  fortx  loro  finito  con  Lù^ 
9€nnoTiepoloVroHedùorernpferofAmatammicnconl'ac^Jb  div^.-legnif  &4i 


topo,  frjfkmi  I  biiim  TtokmMìie  HthmfenU^éMmkmÀe  meieBmiCemmsfi , 

àkUmita  Vittmia^  che  A  ripenè  déUU  9fpMics  4$  i  medefimi  Gmmefir  in  Sicilia  /« 
0umoiw6%.idUVfmeii9mMér€0<hMen^p  $IMQ^ 

mfprai4eodod7{fmic$t».(hd€e9rtJUmdme  fimm^rfifakuncal^  fiigamhilC^ 
pkfH9(hmMij€fcbeiig^MfMiu  fi  fatte  fifff^^  ^  c9i$dmcmU  in  Finctia  lym, 
frigioni. 

Ccmiiméil^inéH^  f^€$h  éifitméfModrMiUaapmitjg^AdtU^Mtrofudettonelind'^ 
ItmiralidimamdiGinìièidMmU  prtfa delUCitU  diC^a  pcghdma  4Uebara  da 
Gcnouefh  fatta  da GimamttSùram^ò  f(chefAp$i D€ge  )  tamiù  1196. dotte difredoìa  U 
CictÌ9  ta^adOtnottefitttMkìiatti  cariche  di  mtrcamia^ti^^^ 
itt§4ipr(ka^  diurna  fette  ritornò  d  Fenetia. 

TiettyltimùvattoanatoftpraUTribnnatefiitededititaìtQdiFrancefco  daBaffaneig 
ft^ta  di  Vadettth  temtta  alfhirada  CmrarefiifmQU  Ttattediten  Catlizeno^  &  fem^ 
cefcù  da  Molino  tanno  1 40  j. 

JiofèlefttdettefMiebemfrefet  cetstettttune^nadri  del  primojerdine  9  fefftem  ttel 
.  fecondo  li  Efl  empi  parttcotari. 

flprimptfionelitanofrdt^onétodelUimprefe^&UFirtn  MoraU$d^ 
TNao^f^Ogi  rappr^entaf  dal  Vittore .Antanio^iienfe d  cìnarot e  fcnro%  tuttodì  for-^ 
$etje.%9ChedtmtfiròiiBofeOrdelago  Fahero fatto  Zara  fanno  luo.  La  quale  ribellatala 
fidalfImperiodelU BepnUica  fitOedad  Stiano  Secondo Kid^FtiAeriaionde  ajfedia^ 
ta  dal  Doge,  &  attaccata  la  giérnataCampaUfejfo  Doge  per  dar  pm  animo  a  ftH^^ 
ftneUeprimefik  ddtordhatnfop  &  dopò  haner  tom\tmtuo^amf^menUf&  fattodà 
foftefio  gfMprone$fiiycòfodagUFn^^$i4inali^opraf  fdegpode 

Fetietiani^defidarop  di  vendicar  U  morte àellirT^  rottile  fnggati^tìr 

ricttperomo  ta  dettaCittàdi  Zara^ 

^^dtakr0OHaté'tricinod^n^fivedeefprt§tda(HtiU^  Motom  d^bimhe  ftttrot 
laTemperan^  cbeysòilÒogeBomeniooMichielein  Sicilia  renando  t  ritmtando  d$ 
lattante  dytnetiagloriofo  per  tante  inoprtfe  9  e  littorie  ottennUffixeSf^ 
tanna  ii%%.eff&tdomdtomnoratodaCecUiam  ^€belùi^iro€reare  tiè  di  Mei  9^ 
gnoy  e  ciò  congrand'i^an^a  ;  ma  egli  rijpofc  Uro  f^e  fé  fi  volettanodare  fottoìa  ^jtfth 
wkalihaiterekheauetiaU^edij^inofftioaafi^  oUfgato^ come  mene 

fkrognihmnCittaiinotefiimarpmtotì^o^  M  fartfcaUréH 

tereffe. 

JnMtro  Onato  foprsdTrAnnaledalla  p4frte  del  Cortile  sdipinft  il  medeftmo  iSMp 
del  Moro  laCoftMffdi  ulrrigo  Dandolo  ,4im^ata  Pan  a  17$.  in  CdfiaminopoU  done 
eraUmhafciatorperla  Keptmlica  apprefio  Emanne&e  làtperator  de  Oraci»  ti  fttak  li 
faceperderUlncedegl'OfCclHConBamiinfocatÌ9percbe4ì^^ 
della  RepnbUca^ 

Ettteffvkimoonatopm'ancb'effòdifortnaontaaf  fitnato  alfincantro  del  primo  4atr 
Dofj^  FalierorC  Jlatodimofiratoda  Antonio  Ulienfe  d  chiarore  fcttro»  lo  fpre^^deU^ 
cofe  delMmdo^  che  fece  UDogeTietro  Zianif  erUx^lo  d^  Sfilatone  f  eti'esli4h' 
nioflrò  fanno x%%y. qnando  r$ntò^  la  dfgnitd  Dncale  per  farfi  Monneo^  &ierm  4 
Dio. 

OUredjntdetHitani^penefìnoaltridodicidifarntatriang^ 


imo%ne  ^ualiifmiorappreféutate  dodici  y irta  Morati  i  le  fei  prime  ^frincifàandoddlla 
forta^rmcipale9€ioètreddlatodelUpiaaxa7etredJlatodaCorti^ 

rtonio 


^yo  *ÉlLlfA6Ul'CHÈ  ' 

SrnM  Jtlièi^etfmlefe^tii  U  Ùifc^tma  MiUtareia  terra  T^f arati  M'MHiJiMMff 

'àrinàtaiiCtm ma!i;^fnrataueìle mani , moflrando  con effadiHefjeDiiehmeytlr  JSrrai 
da  CHerràt  vedendo  di  Imtam  >n  princìpio  it  Forte-^^ . 

■  \4ffmontroètaDifciplinamilitare-damaretfonoformadidomadìmeiXiietd,aF-- 
mata  fiao  alla  Cintitr  a  di  mte  arme,  tenendo  in  mano  yna'Hiite  ,&  à  fmioitiH  fon» 

'yifhom^ncirrei&  Vele  con  dikerfì  altri  arnéft  màrinarefchi,  dife^i,&  moderi  di  va-' 

rie  forti  di'ìijMlij. 

•  'Sepie  dalla  parte  deBa'Piaxxata  Clemente  "^ifmefla  giàfa>.  fHa  d&hna  di  affètto 

'tntdtograue  fedente  fopra  vn  manfueto  Leone }  ih  tmatàanaha  vn'jtjìa  ,&'C(/n  faltrd 

^ettà-piail  fnlmine  iiGioue . 

DalTaltra  parte  dirimpetto  à  qiiefla  è  la  Contordia  ;  cioè  >  vnadsmui  con  vna  Taxjùi 
rfella  defiré,  e  nella  fmiftra  ha  due  Coroidi  Douitia ,  ccn  vn* Cicpgnìi  à  t  pttài  fimbalo 

-fecondo  li  Egiit^ delta CoHcm-dia.  '  ' 

tóntroHa  vrt/o  tapioca  la  Liheraiitd ,  riceàtHente  yefiita ,  cfce  caudndo  fmridhnt 
Vafo  Dinari,  li  va  fpar^endo  con  vijo  atlegro,  e  ridente . 

■  ■  JiWincantrofid  la  Magnificenyi,  che  toglie  fuori  d'vn  rafi^  Mitre ,  Scettri ,  Corone  y 
tSrftltreinfegned'honore  per  prefintarte,  e  donarle. 

'  ■  te  dn:  fcguenti  da  irn  lato,  e  l'alno,  di  mano  dì  Marco  de  THiant  ,fono  (  dalla  parte 
della  piat-xa)  La  FortCT^  »  armata  fino  alpeito ,  U  quale  appoggia  la  Ctàta  itHércole 
fopra  h  tefta  d^vn  ferocijfimo  Leone .  Et  dalla  parte  del  Cortile  e  la  Temoermxa  ,cht 
iìeneinboceavnmorfodacaMaUo,haihvnàmamynTimone%  &  neffattra  ì>n  Com- 

allìni  due  per  lato  »  corrifpondènti  Pvne ,  lUCidtre  , 
\tiai  finta  una  do  rmu  alata,  che  tiene  netta  mano  di- 
tniflra  un  freno,  ^df mi  piedi  foHffFafci  »  e  Secnrt 

ia  itrmata ,  con  vn  Serpente  dpiedi  >  che  hd  tre  Te» 
ne,  Fi  è  poi  la  Fede  Tublica ,  rapprefentata  in  rUa 
tedi  nudiiftendtndo  la  mano  delira  in  atto  diporger- 
à  piedi vna Tortore.  Et  aWopp^oèiaKet^ionet 
&-ìt  alice. 

W altro  alcuni  Trtangoletti  )  J7  leggono  in  ejp  dodH 
rdenone^ehe  fono  :  la  Fama  in  atto  di  correre  >  céà. 
ccbmta.  La f^iitoria firmata , carica  dipoluere,e 
f'jpogiie fé  prigioni  àyincitéfi.'Labttona  Fami,  i 
la  palla  con  ah  di  piedi,  ^*n  braccio  da  mifurare 
ti  verfo  la  fronte .  La  Taciturnità,  che  \yà  l^effigie  de 
1  defira  alta  bocca ,  &  vn  Vero  nell'altra  con  té  fue. 
t piena  d'occhi,  e  d'orecchi .  La  ferità ,  ornata,  e  ri* 
0  àguifa  didueftelle .  H  "Pudore  ccn  la  faccia  coper- 
t%lt  veggono  gl'occhi,  f  la  faccia .  LaFertaità  ,che 
le  fi  tiene  U  coda  in  bocca,  &  nella  fini/ha  hd  quat- 
tro pallet  una  d'OrotUna  ^jlrgento,  la  te  r^a  di  ra  me,  la  /f nafta  di  fcrro.La  Secur(à,che 
ha  una  mano  un  Scettro,  eneU'altra  vna  "Palmi  con  vria  fiammaat  fuoco  ,}id  àfederce 
ripofarfi  ad'vna  Colonna .  La  Irrigatione  de  i  Taeft ,  in  figura  di  Troferpina ,  che  fid  à 
federe  vaino  ad'unfafìo;  baia  grembo  m'Occha^datla quale  fcaturiffè  Va'.Acquà 
limpida, e  chiara.  Gli  altri  tre  e ffetti,che  fe^anòjfimi-^bottdaìtx^tfHMfrre,  ^ 

la 


PVBLicHE  lib;  nit         IH 

dex^nelmedefimofoffluofono  dipìnti  à  chiaro  >  efcurofei  Trofei  militari  •  7{el  primo 
fim$jtrtizlimefjtrcMbH(ii&  dtrimfirumentiiafmco.iXf$€mi(kcantimt  Corfaktti^ 
pHtÌ9^  Mire  Armaxwrt.  Quefii  due  fimo  di  jlnumio  UUatfe  •  IlterxjD  èfmnatO'diMo^ 
rhniiCJtluefConfpadCfe  pugnali  que^ofàdifinto  da^Marco  di  Titiano ,  Ì{(A  quarto. vegy 
goì^t  TronAetTambnritTifitrif  &  altri  it^b'omentifimili .  Il  quinto  è  di  Laute  >  picebe, 
&  altre  armi  lunghe.QuefH  due  li  fece  Oidio  del  Moro.  Ilfefhii&'  -pltimo  dipinto  da  Cà* 
-*-'"-  •  -"--  ^  a  Torieforti  di  arcbibufii&  altri  capricci J'ali  fono  g^omamenti  moder* 

[pbi^fimaSaladfUo  Scrutinio»  dattaquale  f  pacando  alla defcrittione delle 


lete  comparti 

Ayenetiafer 

riaourò  nettai 

maconofciuto^ 

ffrmanJoinTènraSantafhmanifefiàdD^geSebaliianoZiam 

frimo  Quadro  dto  piedi  %o.  &  largò  i6.  e  mofirato  come  UùTge  fen'andafle  con  la  Sir 

gjnoriaàUa  Chic  fa  della  Caritifincontrato  da  quel  Super iore^e  da  tutti  quei  C ononide  tf o- 

ne  fatte  Oratkmiifiieuàil  Do^et&  andò  al  Vont^Ce^leffandro  Tera^  il  quale  ftaua  àk 

ginocchioni  in  vna  deUe  parti  pia  rimote  della  Chiefu  ^  adorandolo  come  pr icario  di  Cbri^ 

*  "Hel  fecondo  >  redefi  faUfoccamentOicbefucceffefrd  il  'Pontefice^  ^  il  Dogei  e  lade^ 
liberatìone  di  mandar  due  jlmbafciatbri  t^ Imperatore  Federkoprimo  con  Duùali  cqm^ 
Ètiffiemper  trattar  fecola  pace  squali  due  quadri  fimadi  mona  é  Carlo,  e  Gabriele  Ca!^ 
liari  figliuoli  jti  Taolo  • 
■\  Segue fipfaUprimoFiiefironetil 
hiancotprima,  che  par  tiferò  II  Amb  ^ 

San  Marco  ampompa  folenné^  vemttofiaUalettio^deìJ'^geM'Papa 
agjmacilafteitewnùrareilD^e^&'la^  ^diedoUJudettoCero  »  eh 

mente  inmnaUcbefilegzfil  yangf^f^fmk  accèndere  nelle  Mefse  /Papali 

èohlAtmedé^Cbiefa&ùiot^ùmm 

1tfaffero%& felopmi^eróinnanfs^^.    .  >,     .  .' 

Queflofamirà  prima  dipinto  da  Tiburtioda  iokgna  ;  ma  bara  fi  mde  tapprefentato 
ialCaualieréLeandrodaBafian<hilqualeritrafseM:perfima del  DigeZiani,  Marm 
MriÉoànifCdipinfefnolti'Prelati^fTSenàtmtùltidal^iuo. 

*  7^1'f^anodùpàilfudetto  fine^pone f continua farriuodelti^jtmbafi^^ 

^bue  riceuutifMmfamente,  e  lietamente  dalf^Imperatoift^aiqualefdopàùrefentate  le 
Lettere  di  credenxay  efpofero  la  Uro ,  dmbafcidta:  ma  intefa  la  cagione  della  loro  m^'^ 
ney  che  era  per  impetrar  la  pace  ad^jlleffandro^fi  (Utero  di  manitraiCbe minacciò  la  8^« 
pfAlicafenonlidauanellemaniefioTontefice^ 

Il  che  fentendogii^mbafciatori  gli  rifpoferoi 
U  guerra,  fi  licent$arono%vitornandoeM  celerità 

&  al  Senato  diquat^  erafucceffi  ^  (hie^attkne  iÉiirahilmeme  ffaegatadat  ledere  i 
lacopoTintoretto.l 
. .  Vre^  d^quefioà  Tfèdefi  il  Doge  à  montar  in  Galea  9  per  andar  con  ^  Urmoi 

rtmut  ^.^ff^à^n»ad[  rmcr^imaprimbe^^ 


\  ; 


Il«  ilEtUfi  IFIABKICHI 


demi.    '    .       '  "  ^,         *  * 

Qutftéi p9tticfikfkt$am>fMtia4a  Fnnc^dA Baffìma^  S^mU  jec^mU  fàiqfirmt 

4AatiepMkét  t  ftilU)deltt$KipctMM€ifùdnicO:> detU^imleerd  GtmoNik  <^tam 

tcreM&UVapa  dona  al  Doge  Panello  9  acciò  oifi* anno  nel  dì  delP  Afcenfione  y  fpofi  d 
m0reinffgnodelyeif0,&J^f^^^'!^mimà3j^  pMnnc^  t  Siglici 

H0rt^^Ì!fffi^Jittmtiang!ÌtèJìt^^  . 

S^fK^yanQ^ìricm$9.comcOimieTn€»iijBMàia^ 
tmUMtU  TMctcon  l^lmùt^Mort  /m^fAdit  Jkatumi^primA  ipmiÉefi^tsntrMiOi  dìàà 
fatitiiirjmdétù  d  "Pauia  l'Mm  i  ifj  Jr atte  coi  fadiì^c4odif^  aiUpau .  léÈCép^  P«^ 
wu  ncfnii  V^tart^  e  tàraffe  m4fi^  ^HodrowadtiSfnnun  %  A  Brmcefcbi  Cakidièet 
ffamk%&  moUi{miamici» 

Depà^flùm  i^defi  l^arrùà^à  Fem»U  deitlm^rnimr  t edifica  ytMktù  da  Rotàia  i. 
ll^immM^&néinNmat^fùprafjttm^udeUa^^  Chkspftdd 

]»0ge%téim^ttiCsxdm4Uèma$d4Ud4Tiùit^^ 

Imperatore  alla  Chiefa  di  San  MarcOf  doue  era  il  Vapa  yejlito  con  gli  jlbiti  VontifÌM^ 
Uit^i4$aUmamoimpehéàin»fifai$^mhmèpex,baciaretHp^  Vafà^UfuUe 
mlfKfslierlotidì^ilMdkp^ 

Ubist8c€OKukàbis  Ixoeicm^  Dracooem .  ^cmì  rispondendo  gedcfw  :Naa>  tìbh 
fed  Pctro,  Replicò  ti  Tapa  :  Et  inihi>&  Pctro  .  ,  ^      .    .      .         -  /. 

\omefUecnnc€^àiinTi^f£^  ddt^ceef^onc %  lioi^ 

WulSi»V'Pieniria»j&.renti^^  ^.    \ 

-  JlVktoretcbedpprtffe^fia^'^Mi 

S0pmiU  portale  vd  nlla  QnarantìaCiml  nmM^  offmiSi  tanino  del  T^  »  imparm 
tcte^  &  Doge  in  jincomafi^nìUrmoM  deUnUepÌMicatdone  il  Tapa  fece  il  émà  deU 
tOmbreUaal  Doge  da  portar  fi  in  perpetuo  da  Ini  ytpèCG^arineiJA  folenni^  ÌlnefU:è 
ojperàdiGirHamoGambarat$.VItLijfadroi9^  fik^a  printa,^H  cammedeìU 
pauinu  t  cberifpomle  fèpra  la  Tia^xn  »  vàè  tofrino^^  cbe  feewa  li  proietti  VrintìM 


nelUCittd  di  Romay  coni  doni  fMiidAl:Ponteìfke  al  Doge  delti  ùttoSttndn^  ddhjo 
Trombe  f Argento  %dd  Gnandalt  itom  »  <Sr  SrdiameUa  Chiefé  diSanOionafmiiate^ 
9an$%dip^daGintin  ddMmé^  Terminanda^èHifiofUtdti^  Vapa^Mefi^anitm 


Tenff. 

J^'aétrolatoxUlla  Sdane  i  f^anidelUfaCtìatap  cbegnarda  v^  tlfota  di  S.Gim^ 
nof  dinifata  ancora  tei  in  più  quadri  %  è  fiata  rapprejentata  da  diuerfi-  Viatori  la  conqn^ 
JU  della  Ciitd  di  Cofiantinopoài  onde  nei  primoéfuadro  fittta$nf$ra  lapeirta  fin^na  di 
mteftaSalayelaprima  fineflra  fi  intra  l!wrrinodV^netia  di  Baf  tonino  Cónte  diFian* 
ha»  dLArri^  Canta  di  San  VoèOydi  Lodouico  Conte  di  Sanoia%é'  di  Monifatio  Marche^ 


fé  di  Monferrato»  con  altri  Verfonaggi  lUuftri  Capi  de  i  Croce fegnati  •  piér  tcfi^ditinnè 
delUSoriac$ntrogtInfedeli;€perogim'atafoUmewtenteìofi£fmtn^  deUe  CajuMa^ 
ttommMatìn^diSJiMrcotanno  imi»//  Do^c  ^rtipfjmdfb  pde  il  pn^ntw^peit 


fiar^  il  ra^mamefUò.  Quefto  quédrafii  prima^  4ifmtoda  pamenieo  Tmtùretm  ma  ^ 
dato  di  mMffit  rifatto  da  vn'Olrramontdno.     '      '    '     [ 

"Hetfeguentet  yedeuafìfihierata  l*^twatarn&iffahidj^dééAwmerofa  di  240.  Gà* 
Ice  t  delle  quaU  era  CapitJtm  generale  il  fuiettaOoge  \ArrigfB  Mhmdoto  »  &  Trouediter 
Marco  GiifJonUottepontidZara^ebrs'eraribeltata  alla  I^^^  e  duttafi  al  Uè  di 

yngariay  la  racquifiarono .  Quepùfauo  »  era  prima  rdpprefentato  da  Leonardo  Corona 
da  Murano;  magnaflatofipertefioggkifìlfiMUìnoia  Andrea  Vicentino^comefi  vede 
atfrefente . 

Soùrail  fineflrone delTergclaè  efpreffb  >  come  il  Doge  medeftmofoggiogafiiZaraH* 
niirioellatifi  comefopra%  yenne  incontrato  da  Cittadini  veftiti  di  biancotche  gli  reccano 
àt  Bacini  te  chiaméilU  Chtài  idatCteraconCroche  datmgafebiera  A  JSkmne  $  rfìm- 
cMUh  ^efiibiamhe%rmettenéofineUa  pietà  delTrirtcij^  il  qmltypi^ 
CapfdeOaSeditimt, benigmmemt  rieatèingraiiataCittd  :  Ls pittnra^  ^èi  mane  -S 
Bmnmicff  Tinivrett»* 

"Ufi  Fano  yicinof  fi  vede  il  Fancitdlo  ^lefio  figlinolo  ttfofcio  Comneno  impetamé 
a  CofiantmMok^fitg^  datti  mani  del  2ioi  ififnat&prefefita  atOoge  Lertereài  fiUffo 
Imperatore  é  Getmanìa  fuo^Co^ftator  >  raccomandandolo  alDogé  $  e^  è  faìvni  Cfotm^ 
gnkiìMeìò^rknpeTàlIfkif^  UdigmtA  d  Taire^eme  con  lo  ttatthrirannkameme  yfir* 
ptttoglidat  fhtttUo^.  fi  Vittore  fi  Andrea  Ficentin&. 

Segue  Mnrtffoit Metto  tapanka de ff  Armata  da  Zaratan.xtóiMne  kaséea  fnet^ 
tM9iC  andata  aCàjtmtìmpoUy  rottala  Catena  del  VortOtCfie  fiùtrtttier{aua%  lo  préfcrth 
éiéokefkÈgko  il  fi^amio^  e  trattone  il  Secchio  I faccio  diprigùmtf  comfyetolo  al  Bog& 
Damdm^rip^^^tetla  Sedia,  Queflo  quadro  era  prima  di  monade^ JftkttfkiiHagné^ 
ferlepioggicfiiridipint&datacopo'Palmit. 

Continua  il  feconJoacqniflo  di  CoftantinopoUtfatto-dalme^fimoDog^^ 
rft  ondey/htoHclipro^eonlelteliqniede  Samk  &  iCittaOnii  ricevono  atMttonVrin^ 
€ipif  detta  Legas  i  qmiti^tuttoche  hamffero  Htmnttitat&contrctUfdneixlh  Aujfh  $  éfe  /H 
poi  prinoé  ritolta  AÌe(lhMar7;flfìf(Srb(ilih^ 
t^nnerorda  medefimrit perdono.  ^Jf^^  qneffo  fatto  Domenico  Timorettù  • 

Dopòilfinhtto  miréqi  Panarecclritrfatto  daCapitani  P^eneH  >  e  fraacefindh  CBitfik 
a  Santa  S<^a  per  elegger  ifnnouo  Imperatore. 

Et  neU*yltimo  Vano^  chi  tra  il  cantone^  &  lafineftra,  che  rifponde  {oprala  Tiénsì^ 
MpfmfcetaCittd£CofiantinopotÌ3  dokeèinioronat&tmpet^^ottBMhmo  per  mano 
mDog^.FHHVittareirAUenfe. 

Brute  due  fineffre  nello  fkatiadi  rincontro  alTr&umtkféone  fitte  UBoge^&hM^ 
gnma  Sfiato^efpreJ^da  Tomo  fotone  fé . 

rtritomodtAndreaCoatatitti  Doge  d  r^netia  yiltoti^ode  Oemaefi  a  €hio(gj»t  4 
fuahdopòìm^ì^fedHf  ridotti  altylttmodelttmifìtr^  atta  pietèdel  Ttimipew 

che  era  Generale  deltArmatayil  qmU  ricuperata  Chioggutt  tfattagran  flfageéettè^ 
mich  fimpa»fmmmolteGdet^  econdkfi  fhcopiédlquam^òmitkprigiotti  $  f¥éflta^ 
ffcranointornadfhilkdelt^dinede7^»deGìenomt. 

E  qufil  yahrofifVittoredimoftràcomftge  im^Mrato  da  SenàtoriìÉbcoffhiflMptgfi 
incbinan(N:omeconferuatore  dellapatriar  0  dtheUaton  de  nemici'»  Sta  /iotpita  aeatatà 
teri  foro  qu^  memoria. 


Z    %       A»- 


JJ4  DELIE  rABKlCHB   : 

Andreas  Comarmo  Dax , 
Ogi  Clodiaiue  Claflìs  Impcrator , 
"  Semata  Patria  attDciffimosHofies 

'  Feliciffimèdebellaait. 

!    ..  MCCCLXXVIU. 

Vixitpoftea  AnoosXlV. 

.  Sopra ilTr^wuUfoiiUl  D»SeìHpmteUaUapudiio.t UmgapiedHo.iH  circa, i 
Téifprefemau  U  Giona  del  Taradift,  dotte  appgioao  òautmertéili  figiireiu  Santi^e  Sait- 
t!C%  d^ribuite  fecondo  Cordine  delle  Lètanie,  con  vaghi  ornamenti  di  T^ubi ,  di  fplend».. 
ri,diuhithdt^ami,& altre yagheuxje il tkm  fatto  dalfininfire  mam  d4 famof» 
Tàuorettoi 
•>,  Il  paUodi^uefia'UsifilifflmaSaUi  atut/MtÌ  ammirabile  per  ricche-:^  d'oro»  per 
laiwrheperimaiUtneiy'émdclqude  foaocoUecatepretiofe,&  RcceUemi^'^tme. 

Tietl'ordine  di  m  ct^o  jffno  tre  gran  y  anione  qiiali  Jt  vesgmo  fidate  tre  ^lìe&riè  . 
Laprimapojia  neli'Ouato  fopra  ilTribimaU,  e  vna  Venetia ,  che  rifede  fopra  Torri ,  e 
Cittdt  ad'mitatióiKfii  Roma,che(i  vede  nelle  Medaglie  antiche , federe  fopra  U  Mon- 
do .  Elia  è  coronata  da  vna  littoria  di  reale  Diadima  come  Regina  fèìa  Fama  occbiiaa 
fuoBa  Tromba  <f o»  o,  palefaado  legforie  di  lei .  Hi  feto  l'Houote ,  U  f^ertd ,  la  Tace, 
^imme  co»  lo  Scettro,  f  Diadema  Imperiate  in  manoifipiificandoUfii  Uimaefid .  Ce- 
rere coronata  di  fpichce'l  Cornucopia  in  feno  ripieno  di  Stàde*  &ù  Felicità,  rodendo. 
eS'iidi  cotanti  commodi',&fHmori. 

Dietro  d  quella  l'inalxAfuperba  Loggia  fofìeniua  da  colonne  ritorte ,  e  nella  fommiti 
iella  Cornice  Ramio  dnefivarcfiate  diBromspU'vna  di  MercurioJ!  altra  di  Hercole ,  la 
prima  per  raoqueota,  la  feconda  per  la  fonema,  e  fotta  ad  vnpegviolo  pipano  popitì 
éiuerft,  inferendo  le  molte  Tiationijfiggette ,  con  "ìfobiU  Matrone ,  ch'han  fancMine 
tf^biffitiu  infetto  ammiranti  queUe  Deità .  '^el  piatto  fono  Canalieri ,  faldati ,  prigio- 
w*  militari  Umefi,  &  altre  yagbev^e .  Le  qnai  tutte  cofe  kdipinfe  il  gran'Ptmrf' 

,.  'ì^lranodimeKfidiformaquadradipiedi^.ineircadibii^tzXa,  ilfamofoì*- 
copo  Tìntorettpritrafie U  tX^e  'Nicolò da  Tonte  nella  fowmuà  di  vna  fcala , accor^- 
fftato  da  SenatoriMnmirame  ITenetia  agifa  in  vn  Cieto(tolta  in  mevn  da  Cécile ,  e  da 
Tetide  per  lo  impero,  che  tiene  della  terra,  e  del  mare,  con  altre  Deità  volanti)  arrecan- 
to  in  fegrio  di  pace .  yi  fianno  innanzi 
te  fi  diedero  aUa  RepuìfUca  portandola. 

,  Minifiri,fuiditiiàiefaigoM  confup- 

tnelter^yano,  di  forma  Ouataco- 

ìrefentato  da  Jacopo  V^i^jtavn'a'tra 

F  di  Galea .  &  ^rme  varie ,  che  vie- 

,        ,  ,      .      ^  -  ■""  i^aefiofo  Baliacbino^  dina  ntj  aU 

la  quale  vengono  condotti  dt/icrfiprighm,  per  dimoflrarele  tutorie  ottenut&di  dmerfi 

popol,,  con  Damepiangem,  che  inferi fcono  le  Città  foggiogate ,  e  fopra  fcaglioni  lienoa 

fchuuuiffuidhmeatenath  con  altre  ^ireteft4rme  variti        /r    *  ^ 

■  '  *  Segue 


rytLiOHE  LiB.  Vi»         3,, 

Sepie  ìlfri&niMrdine  di  F^m^  cbefimo  quadri  fpexjs^ti  %trmeffi  yetgpvfì  rapprc* 
fimaudmerfcF'inme^amfegHifedaCapifM^  primo(per  ofpsr* 

uérfardmede$empi)fimaf0  yerfota  partétdelWQmrantìa  Cimi  nmua,  njkffb  Iacopo 
Tal^MdipìnfelarQUa  data  da  Franctfco  Bembo  dVacino  Eujiachio  da  Tatua  Generar 
k  deltUrmaia  di  Filippo  Maria  Fifconte  Duca  di  Milano ,  nel  Vò  prejjo  Cremona  fan- 
noi^xj.douefracaffataPUrmatanemica^prefiottodiqueiJiMiUipofloin  fugai 
maacntcrne  riportala  Bemb^  layittma9&  moltc^fo^  de  nemki.  Ejfreffe  quefiojatr 
to  con  breuetUr  elegante  EU^^  Luigi  Gradenigo  Gentilbu&mo  tetterahfsimo  i  rejgifirato 
mcartelUd^orofomai^aTktkra^che  " 


AmpU(Smìs«ii«4>oHjs  FlauiadU$ad  Q^^ 
Delofabrerefèitiir  Vigoria  • 

Treffo  i  quello  EratcefcodaBffìmo  dimofbrò  il  fatto  éjtrmifeguito  à  Mactodio  y  nel 
dijtretto^diàrejfciaitfa  Carlo  Malatéfta  Capitano  di  Filippo  Maria  f^ifconte  Duca  di  Mi^ 
lano,  e  FranceJcoCarmi^nuóU  Generale  deWjtrmi  dell4Hepublka  nel  fine  deWanm 
i^V7.  douetàgliaiòipe^tEfer cito  nemico  t  fatto  prigione  il  medefimo  Capitano  Ma- 
tatefta  infieme  con  Som.  defitoifoldatiy  né  riportotno  iFeneti  %  oltre  alla  f^ittoria  >  r/c- 
chi/sima  preda  f^rmi^e  di  Bagaglio .  Il  medefimo  Gradenigo  de  ferine  il  tutto  fuccin^ 
tamentei  dicendo: 

VidiadMàcIodium  lafubres:  adcaeteram  vini 

CapcùiorumingenteiD,  ipfe  etùUD  Belli  Di» 
lopotcftateoi  addudus* 

Seguita  canto  alfudetto  di  mano  di  Iacopo  Tintoretto  la  dtffefa  9  e  conferuatiòne  della 
Citta  di  Brefcia  accaduta  nel  principio  deiTanno  14^9.  per  la  VrudenzA  «  Fatorci  eCo^ 
ftanZa  di  Fràncefco  Barbaro  Kettore  di  quella  Città  per  laKepubliacy  che  in  quello 
^fsedio  fhferfe  confonOnatoleran^^a  >  perefempio  déCittadifù  >  i  difa^  ttC-pito  ;  che 
però  fi  vede  ritratto  foùra  fun  Babordo  Con  Braida  jtuogadra  genero^  Matrona  Bre* 
fcianof  che  combattenio  valorofamente  con  altri  Dame  Brifdane^  mepepiài^oke  mft* 
tkolo  la  propria  yita%  mentre  epa  Città  tra  ftrettamente  affediata  dalle  genti  di  Fr^pè 
Maria  ytfconte  ima  di  MUano.  Si  legge  in  cartella  dforo  %  delCifle§6  Gradenigo  : 

Calanitofiffima  ex  obfidionèf  Confino  in  prioiis 
Miilctinodoq.Pr«fedi  arte  i^Brtxia  fèriiata . 

Ctmtmm del  medefimo  TJ^orensjUrottadatt»  da Sieffottà  Contarmi iBit^io  UfjP 
foretto  Cibano  dett^rmataì^fudetto  Filipjto  Fif conte  Duca  di  Milano  »  nel  Lago  di 
Garda,  Panno  1440.  ti  Malfatto  è  efpOcato  ntìFMtopo  fòfk  à  tanto  di  ^nefiò^i^àdro^ 
deW^leffa  Gradenigo»  cb'èl^nft4criuo'. 

.  Infabram  in  Beoaco.difieda  Claffis,  verfi  in  fugam 
pttce$>fuperiocibus  Vì^rì  jstinagnisq.Regibiis  captfs 

cxultamc»» 

z    3       Vfl 


^5(?  I>BLL£  FABRICHI 

^el  VdM  ricino  $  rraneefcodaBaffÌM  ^egò  la  Viti&ria  ùtterméa  da  Mtdfetejtt-^ 
tendalo  Generale  deWUrmi  della  Repuhtiea  delle  genti  del  fudetto  Buca  Vifcmiie  TrieU 
no  Cafd  Maggiore  tornio  lAà/S.dettequaUtagUateneàpetxisrannmnerOfnefece^'^ 
giom  oltre  à  ^poo.  faluand^  d  gran  fatica  con  la  figa  il  Tkchmo  kr  Capitano  •  Keia^^ 
Hofi  faritto  in  cartella  dorgta: 

Ptdtte  in  Equos  àccqyto  tranat  Padam,  Eques  Venenis» 

Atq«  Infubres  fundic  • 


ne^  fncceffa  fanno  lAji.  per  valore^eprudenT^i 

althora  Generale  delPjlrmata  della  Repiéli^a3i:ongran  terror  di  TwrchiU  gitali  toìfe% 

efaccbeggiò  altri  Inogbi  amfiderabiU  neWjlfia ,  portando  feco  ricche  prede  di  bnomini  » 

di^o^tefaltrecofepretiofe.Tielfinicrittiimeidem^ 

Ad  ccteras  vafiationes  »  dircptionesql  Afiati  os  > 
daflSsVenetaSmyniaiii  espugnata 

UlHncontrodeUa  prefafudetta  dalla  fatte  di  S  .Giorgio  yfece  il  mede  fimo  T^hj^ 
ronefela  diffèfa  di  Scntari»  Città  detMuania^  accaàma  per  yirtà  >  e  coftanxA  di^nto^ 
nio  Loredano  tfofienendo  valorcfamente  taffedio  di  8o.  mila  Turchi  comandati  da  SoM^ 
mano  >  &  ^Ùbegp  Capitani  di  molto  nomCf  prefente  anco  (come  yogUono  alcuni  }  Mao^ 
mettoUgran  Sonore  lOnde vedendo  la  gran  Per feueranza  de  difflmori  >  e  lagranfin^c 
defnoiyfileuaronoil^cbidaU'ajJedioteciò^  hreuentaue  fu^ 

fatto  il  Gradendo  neltElogiOjdicendo  : 

ScodraBcIlicoomni  apparato  dia  veheiiienterq# 
A  Turcis  oppugQata>aMrrìma  propugoatione  redoetiir  ^ 


9epte£  matto  di  P^atÈe^co  da  n^^fig/ó  .eoms  eretti  Aiitu  t/ifUlR  diLeptoallaTm^ 
ticeUafopra  la  ripa  del  VòÀa  Hercole  I.  di  qneflo  nome  9  &"  fecondo  Duca  dt  Ferrara  pew 

SedàreiCbe l\4rmata yinuiananon  ifcorreffelw^ÙVò  :  ma  Damiano  MoroGene^ 
deUHfleJfa  armata  fpintofi  con  impeto  yerfo  quelle  Fortificationi  >  rotte  le  catene  > 
che  trauerfinano  il  Fiume  9  abrncciòane  di efiCaftellÌ9& occupato  dterxjoper  forM% 
{  fcacciatone  SigifmondofrateMo  del  Duca  )  lo  mandò  per  trionfo  à  Genetta  tanno  I4£u 
e  peròdice  ^Elogio  del  medefimo  Gradenigo  regiftrato  fotto  à  quefia  pittura  : 

Duobiis  Ffiocipis  Atteftini  figoets  Caftellis  incendbdcletis» 

Infana  teni j  moks  iti  Vrbein  aduehitur  • 

tacopitXMarenoy  fece  canto  d  quefio  la  rotta  data  da  Vettor  SoroHxjo  (  prefo  prim^t 
felicemente  Commacòio)  al  fudetto  Sigifmondo  da  Efte  l'anno  medefimo- vicino  aJ^ 
Urgtntaxdimefattagìratti'ycàfiono  di  liemici^mcnò  pr^fonidawj^.  Gtntilhuomir 

aì> 


FVBLICHE  Lia  Vìlh  iy.7 

me^EkgfO  del  Gradei^ptft»  al  Qtuiiro,  mentre  dice  : 

'  t 

PneKo*  &  nobiliute»  &  multitudiiie  Oiptf uoruoi  iof^oi  / 
Ad  Argentan  Attcftioiu  Prinoeps  fàperatar . 

C«ntii«M  delmeiefimo  Tigtoretu  lafrejk  della  Città  diGalifoU  »  fituata  m  terra  t- 
OtranttffattadaGiae^MarcéSó Generale deli'^rmata detta  KepiAUca  tan.1494, 
mentre  e  fa  Cittd  era  di  Verànmdo  iUragfma  B.è  di  tiapoti»  yno  de  CtlUffiti»  efaufm 

mi     ■ 


Aragook)  cnmrocijs  tothts  Itali»  armis  aiteictar 

GaUipoUs  acUfflkur. 

Fie9$edietr$àqiteflù9lar0^a  data  da  Bartohmeo  d*.Mmano  GottemaUre  genera 
MtArmide&a RepMicamficme  conGiwrp^ Cormiro  Vroncdifòrm  Campo ^  Zie  geu* 
adi Ati^mitiam Imperatore neUeP^aUidiCadwe Panno  1508*  ì«  tempodiFerno^ef- 
fmdomrinHfiipr^mii$oo.foUat$imperUdi:  Ondefil^em  fiefh  Quadro  dipinto 
4aFrancefco  da  Bajpmo  i 

NeclocT  iniquitatCì  ncque  InfiiMrabili  pene  muimn  ntnniffleato  » 
<  Arceanir  Veneti  ab  ìnnrenda  Germania  Qade  • 

Finalmente  contiene  l^yltimo  Quadro  di  quefU  fecondo  ordine  $  Tadoua  forprefa  dal 
Troueditor  Andrea  Gritti;  hauendo  introdotti  molti  foldati  »  frameffi  tra  Carri  di  Fieno 
inqueUaCittd^perUTortadiCodalimgaidaauaUrccifele  guardie  $  e  feguendo  ap» 
prejfo  iCapitanì  %  col  rimanente  delCEfcnito  ,Jen*impatronirono  Iranno  1509, 40.;ipnif 
4lopo^  cke  peruenne  m  poter  de  i  nemici.  Il  fatto  lo  ejprejfe  in  pittura  J^£gpoj^ataU»S^  i^ 
Gradendo  nef  Elogiai  dicendo  0 

Grauiffimo  ab  vniuerfa Europa  bello  Rcp.preflfa  : 
Pàcauium  duniflfuin  ;  QiiadragefiiQo  poft  die  vno  adira  « 

Jmpetuq.  recuperator  « 


i'58r  l>tLi;fiFAÈRICHfl 


TimrefùTietroLmig». 

Il  medefimo  Tittùre  fete  il  Qfuiiro  fegucntey  rapprefentando  in  effa^  fEffempioii  Re* 
ligiane  laf fiato  da  Tictra  ^tm^  il  tpudcf  pafiafa  in  Ufia.c<mfft9ga  firmata  detta  Repu^ 
buca  à  danni  de  Turchi  tanno  i  j  ^Jopòprefo  leSmime%  efatte  altre  notabili  imprefe% 
i^na  mattina  ^penetrato  fri  terroye^cnko  in  una  Chk{a  intento  à  vdir  la  Santa  Meffa$  fm 
tUHifatOi  come  L*E(jercito  de  Turchi  vmus  >  non  fi  rolfe  partire  dalla  MeffaÀicendo^he 
ilferuitio,  &  honor  d'Iddio  dotieua  anteùorfi  àtttoccamni  h^pianfi  Onde  a f alito  in  tan^ 
to^agtlnfedèUireflò  i^ccifo  con  molti  àefuoi  mino aÙ^Mt^trr.^ 

SeffiCi  pttré  dt  mano  dell' ifteffo  Longo  Vtttprc^  t^fiempio  di  ardile  %  e  di  pruden^  %  di* 
ntoflrato  da  T^icolò  Tifani  9  il  quale ,  efiendo  Genaale  in  htareper  la  Repnblica  tann0 
i^^9.eritrouarJofiinSardig/UcontrodGenonefi»fk  circondato  daWjlrmata  nimicéL 
con  pericolo  di  e^r  disfatto,  òprefo  ;  ma  v fato  egli  Ufolito  ardire  >  e  tordiuaria  fnapru^ 
denxjt  f  poiché  dccefe  la  notte  alarne  lumiere  1  e  collocatele  (opra  remi  fermati  mffac^ 
quCi  dando  a^  intiere,  che  non  fi  Holeua  parttrCfrefe  più  negligenti  inimici;  tdonde 
con  molto  filentio  vfcito  del  Torto$  fi  faluò  alla  f^ olona  jen^  perdita  d'un  minimo  U^ 

ffw. 

lui  micino  mirafi  di  Antonio  jtUenfe  la  pronta  Uberalitd  delle  Donne  yenetiane  >  le 

Stlii  vedendo  prefa  Chioggiay  dr  affediafa  la  Città  de  Cenone  fi  Iranno  1 3  80.  corfero  Vf« 
tariamaiteMtofferirealSenatogUomameniUoro  per  asoldar  nuoue  genti  contrai 
nemici. 

Dopò  di  che  9  continua  delTifieffo  Vittore  9  l^ejfemùio  di  Stratt^emma  militare  rfata, 
da  CarloZeno  Generale  dell^ armata  Fenéta^Uquale^itrouandoftin  Leuante  fan.i^im 
^  apontatofi  con  BnccicaUo  Capitano  de  Genouefi^fece  nel  feruor  della  battaci  rico^ 
prir  con  vela  la  GaleanemicaStOtide  difordinatofipertalinganno^  U  BuaUcaldo^  fu  vinto» 
con  perdita  di  molti  Legni . 

Canto  al fiidetto  è  fiato  dimofirato  da  Girolamo  Tadauino,  il  modo  tenuto  nel  condurre 
Ir  Galee  da  renetta  nei  Lago  di  Garda  per  la  conferuatione  della  Smiera  di  Salò  »  contri 
tjirmatade  yifcontitannoi^^9. 

LeonardoCoronadaMuranOffecelaCofianz.afeFortezxadi  Stefano  ContarinÌ9  d 
quale  ydopòhauer  combattuto  9  onuoi^ifcontinel  Lago  di  Garda  Iranno  i^^.reflò 
taimentepercoffò  con  [affi  9  &  ^rmi  da  lanciare  9  nella  teftay  che  la  Celata  fa  gtincaflrè 
dentro  in  modot  che  bifognò  IcuarglicU  a  poco,  a  poco  in  pe^i;  e  fé  bene  eragrandemen» 
te  tragitto  dal  dolore,  fi  moftrò  nondimeno  così  intrepido^  che  mai  diffc  parola,  fopportan^ 
do  con  incredibil  coftan's^fi  il  tormento  • 

f^iene  dopò  quejtoj  di  mano  del  medefimo  Vittore ,  la  reflauratione  %e  fèttipc^uione  di 
Efimilo  9  fitta  da  Luigi  Loredam>  Generale  delP^rmata  di  ordine  Vublico  tanno  i^j . 
per  difefaMe  preferuatiope  della  Morea  ddlla  -pMenxA  de  Turchi  ^ 

all'incontro  del  fuiettò Quadro  dalla  parte  yerfo  San  Giorgio  apparifce  deKfiefp^ 
Vittore9t£fjempio  di^atitmine ,  di  Caterina  Cornaro  9  la  quale  rimafta  P^edoua  di  la^ 
copoLufipfanoRèdiCiprÌ9emortogiii'pnicofHofigliuoloinetididMeannÌ9dopi  hanat 
gàuemato  il  Kegriofedeci  anni%  lo  cwifegnò  alla  Republica  9  e  trasferita  fi  à  Venetia  tat^ 
no  1484.  rehumià  in  mano  del  Doge  ^gofiin  B^rbarigOtC  della  Signoria9Ìnfiemeconilti* 
tolo  reale  >  quel  nobtUffimo  Regno .  . 

'  Monte  Mti^zjmo  figurò  fEjfempio  di  Cofiam^  9  e  di  Religione  dimoflraro  da  jtìbm^ 
Jtrmarto,  il  quale9  effendo  Gouernatore  J^i^na  Galea9  neir^rmata9  mandata  fuori  dal^ 
la  Repnblica  Iranno  ì^g^.fotto la  direttione  di  Antonio  Grimani  Capitan Seneral^  dà 

ef§k 


FVBLICHE  LI8.  VIIL  siP 

poli  ffà  mi  mmentat09fercbe  megafse  la  Fede  di  Ciesà  Chrifto  :  ma  e^  fiffeKi(fiido%  0 
ie  minàcce  de  gì^Infedeth  eli  tarmemi,  fofferfe  cofUntemente  d^fser  fegato  in  me$M  di 
akune  T amie 9  raccommandando  con  fingolar  demtione  lo  ffiritòa  Dio  « 

Segue  di  mano  di  emonio  ^lienfeUcoftanterefoUttione  di  Bernardo  Coniarinif  cbe 
fi  dfferfe  à  Tiroueditori  Feneti  di  ycdder  Lndomo  SfòrxA  Baca  di  Milano  »  perturbatore 
detta  pace  vniuerfale  9  e  gran  nemico  della  Uefnblica  :  ma  non  fa  accettata  Voferta  de 
quei  prudenti  Senatori . 

Contiene  il  Quadro  canto  alfudetto  9  come  ridottafi  in  tibert4  ìfotto  M^milimolm^ 
peratore9  ta  Città  di  T^orimbergaje  volendo  riordinare  itfuogoHerno9  mandafse  i  Vene* 
tia  quattro  ^imbafdatari  fanno  1 508.  per  impetrar  dal  Doge9e  daiSenat09  te  Leggi  del 
loro>iuere;itcbeottenneroben^namenteyiuendoquel popolo  conle  Leggi  dategjiidal 
Senato  Vamofudetto.  llTittorefu  Andrea  Vicentino . 

Fiene  dipoÌ9  la  Religione  della  CittifCfprefsa  da  Tietro  LonZOs  e  dimoflrata  dalla  Re^ 
puhlica  qtumdo(trana^ata  da  tutti  i  Totentati  di  Europa  per  la  Lega  di  C ombrai)  ricu^ 
sòUaimdiBaM^thgranTurcOiAqudcmanditntUmbafciatoreà  pofyaUa  Siffto^ 
riapet^erirgjliltf^rxffuePamto  1509. 

Del^$efso  Vittore  yedefi la eoftéàuuite martirio  di  Marcantonio  Br^adino9  ilquale 
dopò  bauer  diffefa  coH  bratùffimo  coraggio  >  mfieme  con  ji^r  Bagtìme ,  la  Città  di  Fa^ 
ma^ófU9  insediata  daTurchi  tanno  1570.  mancategli  finalmente  lo  vettou^ùe ,  e  mo^ 
nittm»  &  infieme  lefin^e  de  diffenforit  yinto  daUa  neceffitdt  larefecon  honoréuoli  con^ 
ditkmi  i  MuftM  Cenerate  di  SdUm;  ma  Ufuperbo  barbaro  rotta  la  fece  datUffede  pren* 
ier^etq^areilfudettoBragadimh  eeoninufitatoEffempiodierud^àflùfecefeorticare 
yiuo 9 tollerando cofiantemente  tinnito  Eroequeltafpro  tormento,  raccommandandefi 
detcontinuo  iiWt« 

//  medefimo  Lot^o  raporefentò  laferteziJi  di  Sebaflian  Feniero  9  che  fi  poi  Doge  di* 
fn€firatafannot$7i.il)ettimogiomodiOttobre9effendo  Capitan  Generale  dtlT^rma-^ 
tadeila  KepubHcot  il  quale  ynito  co'  CoUegatÌ9^i^ontò  con  tarmata  del  Turco  d  Cut* 
^i^plarÌ9  doue  combattendo  arditamente  co  i  nemicÌ9  e  yccifi  di  propria  mawf molti  di  loro» 
vencbe  FUehi09e  ferit09  non  yolfe  mai  ritirarfi  dafflmprefa^fc.  non  finita  la  battaglia  9 
hauendofempre  inanimiti  i  (noi  è  con  teffempio  >  eeon  U  roce . 

tieWyltimoyanopoidiqueftordineimofirata  da  Antonio  ^lienfe  tifieffacoflan's^ 
di  jigofbno  Barbarigoy  Troucditor  Generale  della  fudetta .  4rmata  9  il  quale  combattati 
do  coraggiojamenu  nella  giornata  medeftma  >  &  hauendofi  eletto  il  Utozo  pia  pericciofo 
della  BattagUayfu  mifer amente  colto  da  una  freccia  in  un'occhio  ;  La  onae  portato  dafuoi 
neUafuaflJmKa  della  Galea^  benché^  bauefse  perfo  la  faueUa.  9  nondimeno  con  le  manÌ9  e 
con  cenni  inanimiua  quei  Capitani  »  efoUati  9  che  gli  etano  d^intomo9d  profeguire  il  corfit 
della  Fittoria.  Sopportò  quefto  Sipwre  la  morte  con  tanta  fermerà  ali  animo  >  che  tutti 
piagneuano  yna  tanta  perdita . 

Intorno  al  Quadro  di  mezjo,  eh' è  il  maggiore  detpritno  ordine  delF^llegorie9ritrouan^ 
fi  quattro  mtTi  Guati  ripieni  di  Trofei .  U primo  rerfo  il  Tribunale  è  di  mano  del  Vada-- 
uino;  li fecondoche guarda  yerfo  la  pinxettafà  dipinto  da  Monte  mexumo.  UterxjOtche 
èyerfoJaTioxxaèdelFicentmo.  Il  quarto  dalla  parte  del  cortile  lo  fece  il  Vadoua- 
no. 

If  intomo  à  quefla  Sala^  come  anco  di  quella  dello  Scrutinio  9  ycgffmfi  le  effigie  9  con  li 
loro  breuÌ9  &  armigentiliue  di  tutti  li  Doptche  hanno  ottenuta  nma  RepubUa  la  detta 
pifftitd^firloàlprefente  >  fi  tuoi  e  ne  i  yani  della  cornice  9  che  circonda  ifoffittati  è  palchi 

di 


1^0  DELLE  FAE^RICHS 

iti  EccdUuiiVittùyi» 

Queficjimó  tlmprefcgU  Efiempi,  &  le  allegorie  de  i  Téoreth  e  de  palchi  di  ciafitma 
di  qtécfte  juperbijjme  SMe$  compartite  »  &  inuentate  daU'irUeUigenxa  y  e  diligenza  de  i 
fopradetti  CotttariMf  e  Marcelb .  Le  quali  fono  fiate  dottamente  dejcritte ,  e  dichiarate 
dal  fòpradetto  Girolamo  Bardi  Fiorentino  Monaco  Camaldólefe  m  ynfuo  Libro  fiamp^ 

^pinf^enetiadeli^Zj.  »#  ^  it  *. 

J^^j^V  reggonfi  altre  Tittwre  ancora  fparfe  ne  Mi^ijhati  del  Talfnfi.  In  quello  deUeBui^ 
^  /  JL  U^defece  Taob  reranefe  nel  palco^  Cerere,  che  porge  d^enetiafafci  di  Biade ,  per  dimo^ 
^^^^ftrare  la  copia  de  Crani,  de  eguali  abbonda  io  Stato  della  Kepublica,con  H ercole  appeg^ 

In  SaladelF^uditor'Huouodipinfe  il  Malombra  fopravho  de  Tribuni  flnnoeen^ 
%a,  l'ynitd,  la  Concordia^' Equità,  &  altre  Virtù  pertinenti  aWauttorità  di  quel  M^fi 
flrato,efottoyièqueftainfcrittione: 

Apud  Hofce  duos  Magiftratus  ionocentia  femper  fuit  tuta  t 
Siue  Poteftas  fanciat ,  fiue  Concordia  com  Donata  fiue  M<i^akis 

Vana  repellatireferacduoia* 

'h{elUQuara»tiaCiuUFeccbiaritraffeF'en^iaintro^ 
fiiche.  Mercurio ,  che  guida  alcuni  priffoni .  In  aria  ftd  il  Tadre  Eterno  eou  Angeli  »c 
da  i  lati  deltlmagine  &lla  f^ ergine  fono  ritratti  due  Comandadori . 

IlTalma  fece  nella  iluarantia  Criminale  la  Fergme,  edalle  parti  inim  quadroU 
Verità,  e  la  Gwfiitia  col  detto  del  Trofeta  :  ^ 

Veritas  de  terra  orta  eft ,  6c  luftitia  de  ccela  profpexit» 

Etuel^aUro  la  Giuflitia,  e  la  Tace,  che  s*abbracciano ,  e  ri  èfcritto  : 

luftitia ,  &  Pax  ofculatae  funt  • 

Reftauramcoci>&  Abbellimenti  fìtti  od  Cortile 

del  Palazzo  • 

Vanno  i6o2*nel  TrincipatodiMarin  Grimani fi  principiò  d  rimettere  dinuouolc 
Colonne,&  d  formar  li  fottoportici,  che  girano  d  tomo  ti  TalaTXo .  Si  fecero  li  Offitij  delle 
Forte^^edelle  Acqueta  Cancellar ia  inferiore^lfopra  Gafialdo,la  Camera  deWjtrma* 
mento,e  le  camere  delli  Scudieri .  Si  tolje  ria  lafcala^  chiamata  deUi piombi,  che  afcen-- 
deua  aUa  Sala  detto  fcrutinio,  la  quale  principiaua  nella  corte  colfuopiede,doue  è  alpre* 
fente  la  Statua  del  Duca  d^Frbmot  &  portata  fatto  il  portico  in  due  rami,  che  afcende  al 
corridor  dijopra,  doue  s\ntrapoi  con  altra  fc ala ,  che  comincia  in  capo  a  detto  corridore  9 
&  ajcende  confuoi  rami  alla  porta  dello  Scrutinio;  redendofì  continuato  ardine  medefp* 
mo  di  effe  uljnne  sì  di  fatto ,  come  di  fapra  anco  ndU  tefia  di  detta  Corte ,  doue  è  pofto 
rn'HvéOlogia  adomata  con  T^tcchi,  e  Statue  antiche  di  marmo  ♦  Tutte  quefte  cofe  furono 
terminatcl'unno  161^.  fotta  il  Doge  Marc*  Antonio  Memo  • 

Vmucìrtore dt così  nobil opere  >  e  mafime di  Joftener  il  Vala^xj) in  aere  fopralegmùt 

piediinel  rimetter  efk  colonneifù  Bortolo  q.  Mejimdro  detto  Manopola  Trota  di  TalaXt^ 

ifi  •J^* Artefice  poi  di  dette  faciturc  è  flato  Antonio  de  Tietro  da  Cittadella . 

In  ^ 


PVBLICHE  LIB.  vili  3<?i 

In  fifUpure  i<Ua  medeftma  Cùth  Vicinò  dUfcdn  de  Giganti,JU  collocata  fatnra  n(h 
KiepedeJtaUo»  laflatua  di  tràncefco  Maria  dalla  Sfmerc  Duca  iFrbino  >  che  fu  Gene^ 
tede  delt^rmi  della  Hepublica  tanno  i  %i6^La  quale,  leuata  dalla  città  di  VefarOf  douc 
tra  eretta  ifA  mandataaFenetià![ieraccommandataa  Tadrila  memoria  di  vn  tanto 
hnomo ,  da  Francefco  Maria  Terxjo^non  bauendo  defcendenti  ;  che  Perciò  rafiegnò  anco 
iù  Stato  alla  Chiefa  /htto  il  Vontificato  di  Frbano  Ottano  •  Qneftdftatua  è  di  marmo  fino 
ironie  pia  del  nattéralcyfcolpita  iaOiouanniBandini^ScMltor  Fiorentino  •  Sopra  a^efia 
fiotta  in  pietra  di  paragone  fi  legge  : 

Francifco  Maria  I.  Vrbini  Duci 
Reip.  O^iaram  Imperatori ,  Pifauri 

EreftaiàFraneifco  Manali* 

Pofteiiads  orbitate  »  Venetaepietatt 

Conmendatai,. 

M  PC  XXV. 

jAggiatitft  alle  (famxe  del  Palazzo  Ducale^  per  comtnòdo 

de  SerenifGmi  Dogi . 

TOiéBfieata da  fhndrnntmi la  Cammica^fìcomtnciò^mcotanno  i6i8.fotto  ilDoge% 
lAntonio  di  Trioliy  dfar  nmne  flange  >  €r  altre  fabricbe  per  commodo  de  Dogi  •  In  capo 
Munqne  delle  DncaUJIam^  secchie,  nella  camera  detta  difiucchitfifece  ma  portai  eli 
gittò  m  yolto  dal  muro  dHTalaxf/>fino  al  muro  della  Si^efiia  di  S. Marco  f  formanio 
auiui  ma  OaUria,  che  viene  da  detto  Valax^o  >  &  s*aUonfa  fino  fitpra  la  Canonica  >  di 
tungbexXf  di  piedi  78  •  di  larghe^M  piedi  8.  e  di  altey^A  fino  fiotto  al  volto  1 2  •  dipinta 
tutta  ne  mun^  volta  con  figure  a  o^Uo  dal  Tadre  Cojmo  Tia7;;ta  Cappuccino* 
Dalla  Coieria  fi  entra  in  vna  belUJfima  Sala  lunga  piedi  ij.mev^  larga  piedi  ^i.e  alta 
bJi^In  ifuefia  Sala  li  Dpgi  banchettano  ogni  anno  li  jlmbafciad*  de  Trencipiy  e  la  Sereni/^ 
fima  Smoria  li  giorni  £'  S.Steffano^S.MaTCOy  deW^fi:enfione%  e  de  Santi  Vito^  e  Mode- 
fio .  Il  fritto  è  dipinto  àfirefco  in  profpettiuaì  diuifata  con  varie  architetture  >  e  partii 
nienti  da  Domenico  Bruni  »  e  Iacopo  Tedrali  Brefi:iani .  'Het  primo  partimento  Filippa 
Zammbertifritralfe  le  città  dello  Stato  yenetoypoflefopra  nubi .  Dipinfe  lo  [patio  di  me:^^ 
M  Matteo  lì^olii  e  vifinfe  fienaia  pofta  ad'una  menja  con  Nettuno  »  alla  quale  le  città 
dello  Stato  reccano^efirutti^e  ricche%zM$e  nella  parte  del  cielo  vi  è  Gioue  con  altre  Deitd^ 
Jfeppa^laBardi  laùirò  Uterxjo  •  'He  pareti  fono  dimoftrate  t andate  fuori  di  TalaxX9 
froùffianalmente  de  Dogi,  e  Signoria  >  e Jpectalmente  in  lunga  tela  fi  vede  di  Santo  Te^ 
randa  d  poffare  >  che  fi  S  ^Serenità  nella  Chiefa  di  S  Marco  n  giorno  della  fua  Fefiiuitdi 
doueritra^alnaturaleilDogeGiouanniComaronel  mrl^o  de  gli  jimbafciadori .  Fh> 
appo  Zanimbertì  fece  due  altre  tele  fin  una  delle  quali  dioinfe  il  mede  fimo  Doge  à  pranfo^ 
nel  mexxjo  de  gli  ^mbafciadori  de  Trcncipitritratti  anct/eglino  dal  naturale»  co  i  Sena* 
toriie  molnf cruenti  fianno  dintorno.  Vieti  altra  rapprefentl  l'andata  del  Doge  col  Sena* 
to  alla  Chiefadeì  Redentore  in  memòria  delteftinta  Tefle  deltan.  i  ^jS^In  capodi  ^ucfia 
Sala  Iacopo  Valmafece  II  ritratti  de  Dogi  Antonio  Trioti  %  e  di  Francefco  Contadini  com 
ti  Smi  éswmikrofopra  ad'effii  dono  bi  campo  d'oro  d  caratteri  neri  fi  legge  : 


i^  BIELLE  FABRICHB  ^ 

Antodio  PriotoDod 

iDfikutam  opus.  Decori,  &  Vkà 

Francifcus  Contarenus  Ouic 

Profequens 

Ad percnnem  grati  animi  meoiorian 

CbDCXXlil. 

SipdfJàdaéfueJUSahmynaCameradilMf^eT^atìpiediiuii 
Mp.dalhifHalc  fi  entra  in  altre  €amere»TmelU%C£mcrmi»Sópraletii»  &  aurenobiéi 
fian^.  rt  f  fH)i  una  terroKj^aià  Icgpa^ht  cèr^onia  tutfo^  Ucoriile  'della  Canonka,  dietro 
alta  quale  vt  fono  due  camerini  imaientrohUtrù  9  &  muC^iefetta  incapo^  danesi 
tiornokniatìmiauantiu^U  Dogi  fsnnoklarcQtatìmp  &  m€  celebrar 

Atefiot^ 

Prìgtoni  Duouc  • 

A    D    D    1    T    1    O    N    E. 

TtrieSberoHmtidSenMhHel^amio  i^fi.fimitTrim^m<B  Tt/ff^iKict^fi 
ìeuaronolepripmyche  erano  hmil'Pa^i^lf^ 

PrafPonarono^Ure  ilcanaletchiamato»  rio  di  Valatto  •  Qjieffafabrica  è  tutta  dimarmi 
d^Iftria  di  ordine  rufiieoMirabibnente  ineafirati^t  conpmti  $  eJàtetmitMA  ta»,i6o%* 
[otto  il  Dogp  Marin  Grimani$nel  qual  ammfurom  condotti  tuui  li  prigioni  daOe  yeecbit^ 


alle  nuoùe  carceri.  Lìtfua  facciata:^ ikrimpotto  i  SjGéar^ximfei  fineftroni  »  e  neLme^ 

^dieffiyièiiportoneperitftakfientrainunaCortCifmtèrafeom 

wtezfìo  9  e  qumifimoalcune  porte  per  le  quoti  frentra^da  diuerfe  partiin  efie  carceri  ^  f^t 

i  anco  una  Cbiefhtta^dom  fi  pongono  i  rei  per  efier^uftitìatr.  Aucmti  a  quefiafauiae^ 

yifono  fette  >olti  foftenuti  da  pUaftri ,  che  formano  un  portim  %  e  ftpraai^ljo  è  eretto  i^ 

ài  ^i/Irato  delti  Sonori  di  J^tte  al  Criminate,  con  dtrHatUtfneftreftpwm^  polti^  di^ 

nife  da  (olonneiCbe-rendono  maefiofo  il  luo^o^e  rogo  kjifpetto»^ 

Trauerfa  il  Rio  di  1>aUixj;o  yn  Tonte  di  mérabile  cofi^uttur^  fatto  pt  arUtiipietra  p 
ornata,^  marmi  $  ferrato  dalle^partPr  ècopertodi  fopn  tper  èiue  conimonaU  prigioiti 
dalle  carceri,  aUi  TrdmnaH  del  Cmftgliùdi  Died^  Uuùgarim^ 

Rialn>r 

ORa  paflìnde  da  quella  Koìz^  iquetta  di  Rialto»  at  prefente  bom  ^tsaxXorftc 
efler  la  prima  Piasia  d*EuEopa>dico  che  quefio  nome  R)a}(wu  npinepet  t» 
tempo  della  citta,  j  (t  come  è  anco  ne  tem  pi  no(trì  »  preflTo  à  i  Notari  ne  loro  inftriH 
menti.  Peraioche nel  principiodelle fcrittute  (ttifenìpre4etto>& ChàicQ.  InCbrifii 
mmtine  ^men.  .Anno  MiUe/mo  Ottuagefimo  primo»  die  vero  x,  lanuarij  »-  Indiff.f.  Ai- 
malti.  Cumfft  &c.  &  di^Mto^  .A&um  yeneùìs  &c.  Che  è  il  fecondò  nomecbe  do- 
1^  Rialtafi  diede  alla  àxxày  prefo  dalla  l>roaincia .  In  qaefta  Ifola  ài^factala  Da-* 
ma  £abrica  di  nuiio»  come  siè  d^ttoalttouc^y  &  fta  6a^ 

^ù  alta  di  tutte»  onde  per  la  capadtd  fiM  vr  (i  edificarono  San  Mattheo  ».S«ìIm^ 
iMnAc  S.GioiiaoDÌ  A  iLD6gc  Orfo  lhutid|}atiol*an40tca€entqiC  fcflaacajqoatoo 


PVBLICHE  LIB^Vm.  ss$ 

coftUUidòches^atterra&ro  le  Paludi chevi  enoio  intonio  •  peidie  eflcodouifi  fii^ 
imeate  flx>ltecafef  fu  Ufdato  vno  Tpatiòi  doue  fi  faceua  il  mercato  •  Ma  Tanno  poi 
1 097.  del  mefe  di  M s^io»  Tito  rSc  Pietro  fuo  fratello  >  figliuoli  di  Stefano  della^ 
famiglia  Aurea  forfè  noggi  Oria  >  che  habitauano  nella  contrada  di  San  Gioaanni 
detto  horadi  Rialto»  donarono  alla  ReptiUica  tutto  quel  terreno  doue  é  al  pre- 
lente  Riako  Nuouo  :  percioche  la  Chiefa  di  San  lacomo  con  la  famiglia  FalieniJ 
da  Sant*Apo(lolo»  polfcdeua  gran  terreno  dall'altra  parte  •  Et  Tanno  ijaaal  luogo 
fu  ampliato  di  edifici)  • 

Vi  turono  anco  rifatti  i  pordchi  fotto  il  Dc^e  Fofcari  >  alle  fpefe  di  Scipion  fior 
no  •  £t  Tanno  1455^  (otto  Pafqual  Matipicro»  furono  slargati>col  rmiuouere  i  tda* 
ruolii  &  vi  fii  rifaitta>cofi  ferine  Pietro  Delfitio)  la  hiftoria  del  Canaleorfàno»  (che 
e  ira  la  battaelia»  che  fi  hebbe  con  Pipino  >  ma  in  qual  parte  di  Rialto  dipinta  noa^ 
lo  so)  &  il  Mappamondo . 

.  Vltimamente  arfo  Rialto  Tanno  1 5  n .  fii  liftaurato  di  nuouo  con  le  tolte  di  fo* 
pvz  Tanno  1 510.  fotto  il  Prìncipe  Loredano  •  Fu  anco  faleggiato  nel  tempo  d'^An* 
coevo  Veniero  Doge  6 e.  che  vifie  Tanno  i } 8 1 .  Giace  adunque  dinanzi  alla  Ghiefa 
di  San  Bicomo  >  la  Piaau  di  Rialto  in  forma  quadrata  >  intorno  alla  quale  corrono 
foctoporuchi  doppi,  da  i  coi  lari  fi  veggoao  voice  8c  danze  dd  Dominio  >  &  d'altri 

S'^iuati  che  feroono  à  i  mercanti  per  riporui  le  cofe  loro  >  &  per  Scuole  >  perche  vi 
no  quafi  come  in  eiferdtatorìi»  Pittori  »  Mufici>  &  altri  artefici  che  inlegnano  a^ 
gtouanild  vino  • 

Di  fotto  ne  porrici  dalla  deftra  >  vi  s'aduna  ogni  matthu  >  quafi  fu  la  hora  fefta  » 

gran  parcedeua  nobilti  :  &  vi  fi  aduna  non  per  altro  eletto  >  che  per  vtderfi  infie* 

me^^perintrinficarfiragionandoifinedìconferua/fempre  Tvnionet  &lacon« 

cordia  fira  loro .  Dall'altra  parte  doue  è  la  pietra  del  bando  9  i  fopportichi  fono 

ogm'  giomoftequentarida  iinercanri  Fiorentini»  Genouefi  >  Milaneii»  Spagnooli  » 

lurcni»  8c  d*dtre  nationì  diuerfe  dd  mondoi  i  quali  vi  concorrono  in  unta  copia» 

che  quella  Piazza  è  annouerata  fra  le  prime  ddt' Vniuetfo.  Et  da  i  lari»  doue  corre 

H  via  comune»  fonolui^hiffimi  volti»  doue  fono  botte^cingraa  numero  di  fit»(~ 

mi  panni  di  dinerfi  colori»  de  quali  la  maggior  paice  é  mandkta»per  tutta  Europa  # 

&  in  Lcuante»  doue  fono  grandemente  defiderari»&  cjoefta  fi  chiama  la  dri^peria» 

Seguita  Ridto  Nuouo»  cofi  detto*  perche  fu  fabé-icato  dopò:  il  Ve<5chio  »  nd  quale 

Tanno  1331.  fi  vendeuano  le  cofe  da  mangiare/ ma  poivi  f(irònopofte  tutte  lc# 

botteghe  della  feta»  i  cui  maeftri  fi  chiamano  Tofcani»  coavo  Aoi  dicemmo  nd  fine 

della  ChiefadeSenu.  Per  tétta  de  iTofcani»dinansi  alla  Chiefa  di  San  Giouanni»  fi 

diftende  la  ruga»  onero  il  corto  de  gli  Orefid  •  NeUa  quale  con  fttq>or  de  foreftieri 

fi  troua  gran  quantità  d'oro  »&d*argentolauorato»  non  folanmente  per  vfo^ella 

Cittd»  ma  «er  commodo»  &perddirie  ancora  di  molte  altre  parri  dd  mondo. 

Dall'altro  Iato  è  la  n»ra  de  i  giotdlierì  »  de  quali  Venetia  è  molto  abbondante^  • 

Concfofia  che  in  9ue(hi.profeffiofie  di  gioie  1  Vinitiant  non  cedono  à  qual  fi  voglia 

altra  gente.  &  vi  (ono  ftaci  in  ogni  tempo»  8c  fono  d  prefente»huomini  di  gran  no« 

me»  &  ì  migliori  &  piiì  lodari  maeftri  di  Italia  »  da  quali  furono  fatte  importantif- 

fime  im«:efe  di  g^  oie  •  Paflano  horamai  40.  anm*»  che  Vincenzo  Leuricro  »  in  com- 

pagni^di  hìfgi  Qiorlini»  Se  altri  iafieme  notabiliffimi  negotiatori  éi  gioie  »  fabri^ 

carono  vno  elmo  lungo  con  quattro  corone  per  Solimano  Imperatore  de  Turchi  > 

ornato»  &  pieno  di  tante  gemme»  die  qud  Principe  di  ffngolar  gitìdirio ,  &  poten- 

te  come  si  ogn'vno  >  retto  llupcfatto  di  cofa  tanto  fegnalata  »  Se  cOt  ne  diuennero 
-    *  rie- 


I«4  OStt^  F ABUrCHB  ! 

haldacchiacb  otiero  omb^elU  per  il  medefimo»  fol  modello  id  Saofoiima  >checiw 
tratucoaloio  i  norcioncf  hcbbcioAfannMnii  per  h  inatte  dr  IbtmaQi&aL  che 
^fauoriuacDaSolimaoD.  > 

V  Altri parimcact  in dinerfe afayo occafioiii ^baanOifitttQ  opere,  per  Fraockifpeff 
Eamagtu»per  Iinghilterrai&  pfo:  Rooiaéi  grtnd^aitifiriof  ^Talvca.  flcbog;^ 
corno  Rancatio  dalla  Rofa»  poifìede  vna  taiiola  gioiellata  ctàoMfc  bcttem »  ft  di 
pceuo.  Antonio  Maria  Fontana  >  ima  caib  di  CksfttUo  iw>nM^^  fiuta  di 
modo)  cbt  bieche  ri  fi  ripoogonodentro»  apparifcooatutie'vcoipitedijfk^^ 
£t  Federigo  Cardli>vn  gtiaraiinento  di  letxtenudi  catfe^  ài  ranoie>agidfafcc»agncft 
per  vna  cafnera*d'£baiiOj  &  di  Auoliooon lauod drorotcotfiiperegriiiiicliràicDpof- 
(ibil  cofa  i'narrarlo  • 

Dalroapa  deiladectam^  figica  ailaBi^cc^UM^»  gii  habitacioBe  de  eongìmd  di 
Baiamoo&e»  &  ridotu  poi  per  fcomo  loDCbtn  Beccaria  de  ìmgpÀigkMàkia .  Scrine 
Picm>Guiloinbat3do»clKviireraanoi93o.incerriifix^^  ilMaMD» 

deLcoovmeiiiRialto^erapQeifo  alta  Boócaria».doiig  fóictntcfeela  mncaimSc  che 
Si  cooiinciato del  13 xa.  6e finito dd;  1^3 24.  & che'fit;diptQto,  per  tutte»  Ss<^jiel 
mefe  di  Gennaio»  tiddcfcopidr  ledette  pitture  •  Dinaosi  aliai  Becoarid»fidìfi(Qde 
toPe(cada9£tftadelpredetcoannaaa«laqiudcot2;eA^  afe  firisndie  naooe  >fiiu 
bricate  fui  Canal  grande  à  tempi  noftri»  i  vtile  del  Dominio»  per  opentdd  Sanfo* 
uino.  Nel  finimento  deik  quali»  otareaUapta»(ctta>(btH>l^ 
madinghi»  che  Tanno  ijio*  eraca(adelAdedico»chc>fidiiamauadaIledcticfteM 
ne«.con  buona  prouifioiiet  per  lo biCoeno delle pcriboe.  F^ 
j»ricarui  vn  Palazxo  regioft^tuttainccoftato  di  ptetra^IAriana  conibeneinoe&ilroc* 
«ira;  &yiftirono  collocati  diuerfiOfficii.:  doueloQQ  pitture  perieÌue.ftao2;»  dr 
tliucrfi  maeftn  celebri  ficfanìofi. 

'  AUefpalledi  quefto  luogo»  ècot^tontoilPonce  di  Rialta  »cheattra]ieria 
nal^raodeilimgoii&largoperogniverbi^naaperòdilegQo»  Netemprdi Rinier 
Sknoljtoge^chf  yiffi:  l'anno  tiJ^a.  vi  era  vatu^besto  di  bardie:  fiutopoi  it 
Ponte.»^ficbianc»è  per  vintenipo  il  Ponce  della  Moneta  »&  poi  <a  detco  di  Riako  •* 
I*annoi40o.£6oi9(icdel  1431.  vi  fi  fecero  kbande  informa  di  cancelli»  maro^ 
uinatilcancoUbdcl  1450»  daUa.calca  delle  perfoae  ch'erano  fiil  fonte  per  rederl^ 
entrata  di  Federigo  Tetzo  Imperadorcb  &  caduti  molti  di  latocin  acona  »  /u  allar- 
gato j  &  MJnogo  di  canoeHi»  vi  fi  fecero  due  tughe  di  botteghe  dalrvna  parto  r 

&dillfalcra.tecualixadu{:eperla.vecdìic«ea>.finfìxeraF^      i^a4.cQiw 

l*apcixurajdiiopra*acciocbe  Wpo0apaAareilBncen 

BOitti  fi  trattò  di  £udadiniaratt>>.&  efSmdofi  pei^ 

Ri  diuerfi  modelli  y  quello  del  Sanfouino  preuaMe  à 

glLaltri  »  come  pili  commodo»  &  bdlo  per 

tanto  ecbKÌo>  ma  fopratienuca 

laguerra.  del  Tuscol'^ 

iranno»  1 5  70». 

la 

•  imprcfa  rioufe  imper^ 

fctu. 

AD. 


*TBUCHE  LIB.  Villi         jsj 

A    D    D    I    T    I    O    N   fi. 

Ponce  nttouo  di  JfUako . 

DcBniUSnautamijij. didisfarei  fopraietutomJil^m yper  tOrìciii 
w  »»«  rfi  •pietra ,  ebefofte  iigraaitomamemto  tUÙ  Città  tt  di  marajtirìia  d  ririmré^iL 


Pirdute  O'conii  VtRcttmnn  Duce 

AnnoChriftiMBXtì. 

VrfMsCaiKli«.MCLXX. 

'     OnÌNlbi» 

AfcylfoCdiigio  Pree. 

M.  Antaiitò  BarKiro  Dqaes;  &  PtOCur. 

lacoboFofc^^^^u,  &Proc. 


3S6  DELIE  lìABRICHE 

laapot  e  del  Fomxo  de  Tedefehi  fmo  éte  fMUtefarimaUe  et  fede  minori ,  e  iétàtr» 
pMruielTmtefopra  tricot  fmafcoleitedMe  F^^Kre  de  SOMSiManot  eTbeoé^ihfn- 
ttttari  deUa  CitUt  eoa  due  mfcrittiom  fltHiti  aUt  predette  *  etme  meo  fmm  del  dett9 
Compaq  le  fudette  F tiare,  la  materia  delta  ^ude  è  c^nttOtf  tutta  fktra  Ifiriaud» 
thrdmedtltArthitettiiraèlxirKO. 

Foaiicod%i1W«fcJii.  f-^'»"^^' 

ede  il  Fontko  de  TedeTchi  die  r^pooHo 
indacii  [Urtkolare  deUd  Sienoriai  &  diia- 
«che  vi  fono  coodoete  dai  mercatanti. 
iVemxiacon  le  fue  merci  >&  faluandole 
eleo  importante.  Et  tanto  piti  che  noa« 
MIC  del  Mondo  Nuouo  da  i  PortughcG  >  le 
iric  di  Leuante  >  le  difibndcuano  da  Vene- 
Itred  gli  altri  popoli  che  ci  conajrreuaao 
IO)  i  Tedefcbi  rpctiaimcnte  ci  portauano> 
erre. 

unieane  poiché  con  l'incendiodi Rialto 
1  Repub.  Cotto  il  Principato  di  Leonardo 
ira  quello  edifitio  intomo  j  u.  picd(>  con 
qua.  Di  ^orì  lo  circondano  aa.bottegbe* 
Mlifìtrahegrodàentrata.  Le  £accieda_« 
tnttelcpartironodipinte  da  primi  huomini  d'Italia.  Conciofìàche  in  quella  di- 
nanzi foprala  Mercerìa  tauorò  Titìano  con  Tua  grandiflìou  lode.Vidipiiué  aiait- 
dioGioi^ionc  da  Calte!  Francoi  amendueprincipaliffìmi  in  quelle  parti.  Dentro 
nclFontÌcogiravncortiIequadratAcoro||K)rticni  attorno  involcot  poftiI'TOa 
fopra  all'altro  i  quali  lì  Tale  per  due  fcale  crandi»&  all'intorno  fui  piano  ri  fono  ex- 
mere  &  (hmze  commodc  al  nninero  di  zox  fra  le  qaallei^  altfe  volte  molto  nota- 
bile la  Camera  de]  Foccari).doue  con  ordine  pur  troppo  marauigliofoi  fi  conceae- 
uano  carne  foppcBettilt  fic  maflcriti^ehe  hatebbono  addobbato  ogni  gran  ca&j  . 
Vicino  alla  rìua  è  fìtuatovn^^Atio^lle^qllaIe  fanno  reiìdCnza  tre  Nobili  Vinicia- 
nj  )  chiamati  Vifdomini al  fontico^fic fo!na«ognitori de i  dati). Sede  i  tnUIichi  di 
quella  cafa.Iquali  quanti  fìano>dtdieaualic£coine«mpottanti>8c  di  quanto  mo^ 
mento  i  tutto  rvaiucrCtlcii  quali  impolubtlcola'ìl  poteito  df tiene . 


Atfenale. 


lonor^ 
'iUca- 
aiura]e> 
cpmin- 
»  Patria 
mare  li 


PVBLI<:HE  IIB.  VUI.  «<f7 

quali  fopportauano  mal  voletitìeri  9  che  fi  faceffe  grande  vna  ououa  Cittd  pian 
in  qucfte  Lagune»  non  prouedendpefH  come  i^arj>  ch'ellanafceua  i  bencfitic 

falute  loro  • 

L'origine  adunque  fu  antìcat  onde  vien  tanto  più  in  confcquenxa  ad  edfer  ro 
bile»  quanto  che  con  la  lunghezza  di  quafi  mi  Ile  anni  y  vi  fi  fono  fatti  dentro  >  t, 
apparecchi  per  le  cofe  di  mare>  che  è  mcredibil  cofa  i  chi  l*ode  »  Ne  tempi  i  < 
tro  fu  fituato  in  altro  luogo:  ma  l'anno  1 30^.  fi  cominciò  doue  fi  vede  al  prerei 
&  Panno  1 473 .  fu  fondato  dietro  airArfenal  nuouo  dalla  banda  del  Moniftero 
le  Vergini  >  vn^altro  pezzo  di  luogo  >  capace  per  cento  galee  •  &  cofi  di  temp 
tempo  vi  fi  aggiunterò  luoghi  &  (tanze  m  tanta  copia  >  che  gira  intorno  i  tre 
glia  tutto  ferrato  di  grofle  Se  forti  mura.  L'anno  1250.  fu  ftatuito»  che  i  Gonfie 
ri  andafiero  à  vietarlo  ogni  due  mefi  ma  volta.  Et  Tanno  1 344.  s'ordinò  >  che 
galee  grofie  non  fi  fabricaflero  più  negli  fqueri della  città»  ma  nelI*Arfenale>  & 
^>efe  della  Signada^che  prima  fiiaceuaiio  da  i  priuati  per  mercatare  •  Vi  s'et 
per  vn  portone  antico  molto  bello  »  fatto  con  nobile  architettura»  fotto  Pafc 
Malipiero  Do^  Tanno  1457.  con  rn  gran  Leone  di  nurmo  iticima  >  fopra  al  q 
le  è  collocata  fui  fhontifpitio  vna  Santa  Giuftina  di  marmo  di  tutto  tondo  >  & 
grande  dd  naturale  di  mano  di  Hieronimó  Campagna  Veronefe  *  8c  difott^ 
portone  è  fcritto  • 

i  . 

Le»  de  MpUnoy  Marce  C  untare»» ,  Al.  CapeSe 
L  Duce  hclite  V afidi  ^aripetre . 

'  Et  dalla  delira  ne  i  quadricelti  di  fotto  delle  colonne  • 

Cbri/li  IntATVAtione  M  CCCC  L  X. 

«  Sopra  alla  porta  di  dentro  »  onde  s'entra  nella  piana  d^acqua  è  coflocata  vi 
ìioftra  Donna  di  maniKh  (colpita  dal  Sanfouino .  Nel  mezzo  della  piazza  fon 
yolci  fotto  i  quali  ^x  fabricano  le  galee  ì\\  gran  numero .  Ma  quante  &  quali  (la 
vi  fiano  per  l'artigliane»  per  l'armi»  per  le  vele»  per  le  gomene  »  per  rancore  »  p 
remi»  &  per  mille  altre  cofe  neceflàrie  d  cofi  fatta  Cala  »  &  quali  i  mihiftrì  prc 
lionati»  i  guardiani»gli  operarij»  i  Prothi»  i  capi»  fotto  bell'ordine  con  leggi  vtili 
tòmo  alle  predette  materie»  non  è  pefo  dalle  mia  braccia»  il  poterlo  narrare .  1 
ila  bene»che  fé  ne  tempi  andati»  allora  che  la  Repub.  era  di  minor  forza  »  potet 
armar  ioo.galee  in  loo.  giorni  »  contra  Tlmper.  Emanuello  »  al  prefence  ch'eli; 
florida»  &accrefciutorArfenale&  l'Imperio  d'inSnite  cofe  atte  d  ciò»  fi  dee  e 
dere  cofe  molto  maggiori  •  Onde  come  parte  ammiranda  é  lodato  con  ogni 
gione»&  (limato da iPrmdpi<leI mondo»  per  vera  conferua  della  liberta  CI 
Itiana»  tante  volte  minacciata  da  gli  Infedeli  :&  poco  meno»  che  opprefia  da 
ro  :  quando  quella  Republica  non  foflèla  difefa  &  lo  fendo  d'ogni  vro  •  Et  e 
fatto  propumacolo  arfe  più  volte  con  horribile  incendio  »  &  con  efterminio 
molte  cale  au'intorno:  &  r  vna  fu  Tanno  1 509.  &  l'altral'anno  i  ^69.  dopò  il  qu 
fi  rifece  &  reftaurò  molto  meglio»  che  prima  • 

Aa       AD 


iSè  to&LÌS  tJABKtcME 


*, 


n  • 


A    D    »    t    T    I   O   N    E. 

tal  t  ISìò.  fiatò  il  Di^t  l^dtó  Doni ,  per  tffer/i  fcdpmà  'pnà  pan  t&^iura  di  flra^ 

Inìtn^tì^hàUtuaflòiHìelliun'iia  ih  7^àfoihm»ntaìid,t9'  ìn^uéfldCtna^  della qMale 
itp^Mitmò  drmpaìroniiji;  ^pet  àemmim  "FuhtUà,  njò  t  offertale  in  TfoLu  e  fai-  ' 
ìoU  àhddt4>.  Mua  dUntornày  ma/fime  dàtta  pane  del  Campò  dette  Gaiie^oue  era  con^' 
giuntò  m  làfiràda  lomune.  Ftìfònó  atcrefctate  le  guardie,  e  fatte  àkrt  neceJfarJe 
prouifìòfii. 

Gh«cto* 


N 


l  fi  dee  Ijfidarc  i  dietro  M  coimnc  lilatto  4t  gti  H«biTÌ  # 
^  _  Perdodie eicndo qiiefta patria  ttanza  frequenti^  da  Molcei^san  d^eg^ 
liiigni  &  paefésd  veiacro  anco  gli  Hcbteì  >  i  <fiia)iia  frana  Tokà  fi  mieto  ki  Spf^ 
naTuAga  9 dhef)OÌcanri»iai)oacnne>itt detta  farlo  00^  Vwcat^ 

^?49'WòrdfaatoicbcnonptHeifewllai^HiVcltttM  piddiqmadicijgfoitn»  A:dic 
no  n  deflero  ad  vfura»  &  che  porcaiTero  fui  petto  vn'O  di  grandezca  di  "m  |>atie  «  S( 
ranno  i  iiz  3  •  fu  vietato)  che  non  poiTedeflero  cafe  nella  città  •  &  l'anno  142  5  •  por* 
tando  le  berrette  negre  t  &  Tfanao  d^ttarfiftfracidi  &  ilf  anni  #  fi^  ^odkvM  Xoxài^ 
ne  di  portar  rO.&  l'anno l4»5.s*aÈ^unfe  aie  portaffero  1*0  >  appiccato  al  cdk» 
con  y  na  cordella  gialla»  &  che  nontikMttbf^  iiiià$t»ga  /        .^    . .         t 

Panie  poi  Tanno  1416.  che  (i  riduceflfero  in  vn  luogo  ferrato  »  acdodie  non  po« 
teffero  mefcolarfi  co  Òhridiani  >  &  perche  Mfero  cxKiofciuci  #  fi  ftafut  >  che  nortuf- 
fero  la  berretta  gialla .  Et  che  fotto  grauiflime  pene  non  dòueflero  vfcire  dal  luo- 
go aflesnato»  dalle  24.  hore  in  dietro^  &  fiirono  collocati  i  San  Hieronìmo  ìtlm 
vna IfoTetta»  nella  qual  s*entra  perdile  (M^tte  »'chtarftata  Ghetto .  i^el  mesto  vi  hi 
la  piazza  con  le  cafe  all'intorno  >  &  la  fera  (i  ferrano  le  porte  i  chiane  da  i  guardia- 
ni «  Et  tid  meszo  d*tìb  piam  è  vn'afi^ÉO  fotto  la  cura  4*m  CktadJM  lafariato 
dal  Pld>liw»  ilqiMk  hd  catkòdi  vetfetè  > le  i bollettini  de  i  pegni  fono  giufti  ò  nò  » 
OflpagaftVRiiodtfUVfuri&deica^atiiaòcioche  tepouerepbrfone^r  le  donne  % 
noniiano  iiigdiinste  da  i  Drenatoti . 

Qoeft}  per  il  negOtiOi  (ono  opulentiditni  &  rkcM»  Se  dimorano  fnà  volentieri  in 
VetietJa  the  in  attnt  parte  d'Italia  %  Peteiothenòn  fi  vfano  loro  violente  ne  titani 
nidi  coinè  aktcMe»  &  fono  figuri  in  og;»!  occorremà  éefle  faciliti  k>Mh  6t  con(egui« 
fcorfò  gfl](ttcìaMiMmK)uàfom]iit  fi  fià.  p^ttiodie  tipofandofi  in  fingolartfltma  pa« 
tc>  godono  queftft  (latria  qaMi  come  ttra  temidi  prottiiflioiit  « 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

"Te)'  ìa  vtnnta  di  ntéltt  famMit  ìtebret  ài  Granata ,  e  ttattri  la(^i  deìle  ipapte ,  jj 
èaccreJcimoilK/hettoyefJtHdobflattajfeffiote  nuoite  Jtbitatimi,  e  f aita  >na  moux 
fma$skhecHpreitntefmotrt. 


PVBUCHB  LIR  Vili.  i<fp 

CiardtQi. 

g^  fooo  etiandio  diucrG  Giardini»  okrc  i  i  commi  di  ftcnplicù  notabili  &  famo- 
\^  li  per  piante  nobili  &  rarcs  coTa  iofcredibile  i  i£i>rcftJeri«poi  cbc  ^fli  pqq(aDQf 
che  raraiuialfa  non  po(£i  cedere  aU'artifido  htroaiio  «  6t  fìrafU  altri  degtM  di  mer 
iiK>ria»ft  vede  Quelk>  di  Gafpaco  Erisami  Sw  Cana^  wn  ^ 

Ere  8c  pioive  uluftri .  C^eUo  di  Aodcea  Micheki  4  San  ^ 
i>ditDOÌtecDnbeU'ordui?eQa%^ 
acqiiaMktti  &  qii€liopariaiewQdiFran(cetoBocia«  Yn  fienile  à  pàf^i  Saot9 
Ai^eloi  in  caladi  Ce(ìm2Wok»CaiM»Uittoit)^^      Pcinaf^  >  del  quale  ba? 
«mdo^  fomniQ  diletto»  vi  hd  poOo  piaK 
<iaeftipio6«^&Qoaodoèc}iiQUgialtKadiPiee^  tìtr 

esquei  Teoiplici  ciMttpQflE>Q9  addomaiidaec  i  boca  •  6ft  i  paràmtvo  orbite  N 
giardinodifranceioi  Tetta . 

.  Oktc:t  prcdem  fi  vifiu  4  SaoM  Mada  deib  hortth  il  giardt^ 
tarini  proairafior  di  San  Marca  A  Sant^Antoninoidi  Sanro  Mqtq^  A  Sama  Caro^ 
rifUkdelGriouuù.  ASanQafiUo»  d'Andrea  PafQiialisa.  A  San  Hieranimc>di  l^o^ 
nardo  Moia  A  San  SamucUo  >  di  lacoooo  Concarioi  •  In  Canarcic^  del  MaC<fi  Me^ 
dico.  A  Santa  Crocea  di  Agoftioo  Aoiadit  AUa  Piei<>  d' Aieflav^ro  Vittoria  ^  AUa 
Ciiideccai  il  jitiardinodfi  iGmttè  deiicatQ»&  raro  per  feinpljci  t  per  edifìci»  <k  per 
ioikiireftt  pttture .  Otcre  al  qnaie  fono  anco  nobili  m  quell'lTola  »  i  s^dini  d* An- 
drea Dandolo  su  la  punta  rifcontro  à  San  Giorgio  M^giore  >  de  Mo^enigi  »  d<W 
Vendranutti»  de  Ccdmari»  9c  ài  molti  altri  ch«  in  qvcfta  itola  »  8c  per  tuttQ  d  ^orpo 
d^adtt^C  non  ra^ooaodo  io  però  ponto  dette  cob  di  Marano  Jfoae^  fparfi  co^ 
piofamente  con  ftraordinaria  vaghexsa  &  diiii^attira  «  Ne  quali  con  la  varuttii  d<w 
filiabbeUimonttt  flc  con  gli  ornati  della  verdure  »  &  delle  pucnre  »  ^  fQolture  »  con 
^nune  H  con  altri  ritrouati  diìecceuoli  fc  gratiofi  a  fi  cocnpiace  ogni  m9 1  che  gli 
pgnerdai  non  fe na  confolarionc  &  piacere  > 

A   O   D   I   T   l   O   N   E- 

TùH€US^ifi^4iigiardm  di  Simon  SantQ9  Cwali^e^e  Sc4rct0ri9  d^lU  lUffdffic4 

polio  a  San  Gregorio  in  Cafafuxy  foord  U  tetto  c^  r^r^^  pr^fÌQf(f  pi^^^  f  i^cndofi  l^H 
Montagna  con  imaFontanatlliccìn  >  &  altre  cofe  ftmiii^  fatte  da  lui  di  fua  Propria 
mano3  effendouidipiù  MolinÌ9&  altri  E0cj^  eli  f  fanno  >»  bellifflmo  vedere  per  la  copia 
delT^cifueiCbe  fcatnrifcono  da  ogni  lata.  T9nean:ora  quello  di  Alberto  dal  Centauro, 
nel  quale  dice  efìerm  yna  Fmtanaycosì  artipciofamente  fatta,  che  ogn'vno  crede*  ch^eUa 
npa  ptr  natuté.  Ott^i  àUi  defrtnttiye  aUbrati  dal  Sauféuinéèe  Stringale  notabile  qneH^ 
4e  Orimam  d  SMareitàU  per  dijfegtHhper  piante^per  fiiriiBrnau  H  Cipreffi;ma  iu  Parti' 
€olare  per  il  fitotefiendù  puntata  (opra  il  Canal  grande.  In  Canajpeia  in  è  qnelto  del  Do^e 
Mertucci  yaUerùJben  orimato^on  rare  piante^  e  belli/fime  Feeriche  •  De  i  T^anisHelPtH^ 
freflbddquakfoaacotUcatedue  Statue  Unticbe  di  dm  Cottoli  Mfimmi^uuù  perUtAìte^ 
^edentiUnaUiraUtdi  tutte  tondó,di  n$atkiuiiilhfa  eecHlm^ .  Ùe  SauoiMMtù  %grmdc^ 
iMitiofo^e  di  Smani  con  belle  piantele  ftngolat'k^lU  Mafiomta  ddtfì^ufi  iteie  Me^ 
diUndtea  Moisofimadeiy^eéki4.^àa  Crocea  raro  fiellQ  del  Segretam  ^ufinefàk  Bn 
Tietro  Zaghi^  ti«to  piantato  di  fiorii  ma  rmhiftngaLmktfieni$Henr  delia  CUtUit  ;^f(r 

Aa    a       '^ 


4* 


376  DELLE  ■  P  ÀBR ieri É 

triremotìpaefi.oéi  Carmim  e  notando  quello  di  tnigi  Fo fiorini  Trocwrator  diS.Méor^ 
co.  Dei  Donadi  •  Di  Monfigftor  Comare  y  e  fiotto  di  Tadoua .  Di  jtgoflino  Barbar^  all'^ 
.Angelo  R^aeky  doue  prima  d'entrar  in  effb,fi  vede  una  Vietra  »  nella  quale  i  iniaglì»^^ 
fa  à  caratteri  d*oro  quefflnfirittione  :  Maximiliano  Auflria?  Arciduce  >  Maximiliacn 
II.C«r.F.Rodu}phi  II.Catf.FratrJ)  Polot^iar  Regi«Ie&o  Roma  Redeóntì.  Nicolaus 
Michaelsus  Horpiti  XIIL  KalMai)  1 592 .  ^lU  Giefuati  yi  è  quello  del  Bianchini  mo^ 
to  beko.  ^tla  Giudeccha,  oltre  alti  celebrati  dal  Sanfouino  jfe  he  y  edono  altri  $  che  fona 
noMiffimif  edeUtiofh  come  de  Loredàni  >  de  MOcharelli  9  ai  Domenico  da  Mofto  9  e  dei 
Wriani .  E  riguardeuole  ancoraquello  diSanto  Catane^fituato  yicino  alle  Conuertite  do^ 
ne  la  fuaniMejlbitatione^e  fondata  fo{nrailmedeftmopiémodtiGiardino:e^rciò/i 
ontraprimanelUSaUdififrmdquadrafaUaqualegirainMmoynCorridàiocoBonatod 
pnfitdfTeatrOf  ornata  diTittur  e  dfi^coneUai^taMlkT!^^ 
uerfiQwuM  d^lioreJpendo^ukloUhUaticcameM^  J 

Baqutfiaftpaffiiinyn  Cortile tnelqudeyifino^  e  Grotte  9  a  Fonitane  ^fomktte  di /affi 
maritimifpt^ofiy  coloriti  vagamente  dalla  natura,  e  di  altre  terre  9  e  ceneri  candenfatét 
neìk  Fornaci  dt  Murano,  anch'effe  fpt^fofi,  e  di  yariati  colori  >  quali  tutti  fiiffi  9  fimo  di* 
firibuiti  ittgegfiofamentct  e  con  difepio  compartiti,  parte  rUeuati  in  momagnette  9  e  par^ 
HpcftiinpiauoyfparfipoédiConch^Ue  9diCoraUÌ9  di  figure  ,ef  altre it^nitebeltexx^ei 
Ba  quefie  Fontane ,  e  Grotte  efiitno  Acque  per  ditierfi  parti  9  eftendoui  anco  moke  fpine 
fitterraneCi  chefpruzxAnofottilmente  alPinsù  ;  Onde  penetrarne  per  certi  fioretti  sfatti 
nel  pauimento,  lafiricato  di  Mattoni  (^tadri  diuifitti,  per  douefitranfita%benJpeffo  quel- 
U,  che  yanno  d  yeder  così  màralnli  cofe  9finaA  accorgerfine ,  fi  fintono  bagnate  te  piatta 
te 9e le  brache. 

Ter  aueflo  Cortile  fi  entra  nel  Giardino,  il  ipude  difiorre  fino  fipra  la  Laguna  9  di  >K 
contro  a  Malamocco ,  e  ChiogpOyin  effb  yifeno  piante  nobUiffime  9  efingolari  con  jiraH^ 
$i,Cedri,  Gelfimini,  &  altre  piante,  e  fiori  pellegrini . 

In  capo  aà^efio  Giardino  fi^pra  la  Laguna  è  fabbricata  belliffima  Logtìa  tutta  yagd^ 
mente  dipinta  con  corridori,  Jtantiette^  altri  luogln  commòdi,  e  dektt^i .  Infimma  fi 

Jui  dire,  che  in  quefta  Abitatione,  yt  fiala  Terra,il  Mare,  U  Monte,  U  Viano  >  la  CUtdi 
X  VilUiil  BofcoJLtSeluaUl  GÌArdmo,.e  finamente,  tutto  quello,  che  può  rallegrare  ,eri» 
creare  gl'animi ,  e  le  menti-:  Ondt  fiH  fudetto  Signor  Cataneo,  ha  faputomquefio  /«d 
luogo,  alquanto  riftretto ,  firmar  marauìglie ,  quando  haueffe  potuto  hauer  maggior  ter* 
reno,pertato  dalla  fita  Mag^animitd,ejnrandexz.a  d*animOj  hauerebbe  fattoyeder  cefi 
iarapireogftynOìairammiraiitmediepe. 

Li£>retic . 

CIfono  parìmenteLibrerìe  particolarìt  di  fingolar  fiima  &  Tetameiite  merìte^ 
uoli  d  efler  ricordate  &  vedute .  Et  fri  quelte  ^tacendo  delle  publìche  &  co» 
snuni  de  monifterì»  di  San  Giouamii  &  Paolo ,  di  San  Francefco  >  de  Frati  Minori  > 
di  Santo  Stefano»  de  Serui^di  San  Giorgio  Maegiore ,  di  San-Domcnico  »  di  Santo 
Antonio»  che  la  hcbbe  per  lafcio  del  Cardinal  Marin  Grimani ,  eflèndo  prima  fta^ 
ta  di  Giouannì  Pico  dalla  Mirandola)  è  notabile  quella  di  lacomo  Contarinia^ 
SanSamuello.  Il  cpàìc  con  fpeia  indicibile ,  ha  pollo  infieme  quafi  tutte  k  biftorie 
ftampate  &  le  faittei  penna>tion  pure  miueruli  jtma  particolari  delle  città>coia 
4ìuerfi  akri  libri  ac  iagnui  oppia  nelte  faenza 

Co- 


PVJBLICHE  tlB.  VJH..  $yt 

^OdooiK  fono  dccompi^^nati  difegoi  t  tlratMati  inaibematici  »  &  akre  cofìe  dì 
inano  oc  i  più  chiarì  artefici  aella  pitturai»  ndla {coltura »  e  ne H*arthitettura  »  ch^ 
habbia  bauuto  Veti  nollra  •  I  quali  tutti  egli  hi  fem|nr^  coinè  amante  dei  vjrtuo* 
JS  fauociti  &  accarezzati.  £  anco  degmflima  la  Libcerìa  di  DanìeUo  Barba»  Elet- 
^d*Aquilca*  Di  Gioitónni  Delfino  Vefcono  di  Torccllo,  Di  Monfigiibr  Valiero 
Vefcouo  di  auidale.  Del  Delfino  Veficouo  della  Canea .  Del  Viélmo  Vefcouo  di 
Città  Noua>^  di  Rocco  Cataneo  Auditor  GbnerìLlt  di  diueriiLe^ti  del  Pana  in 
quefta  città  •  £  nobile  etiandio  per  Libri  Greci»  &  Latini  >  lo  (hidjo  di^ebmiano 
ErixOfdi  Lnsgi»&  di  Marc' Antonio  Moceniphi  •  DiHieroniuio  da  MuIa.Rrocur»- 
4or  di  San  Marco.  Di  Palilo  Partita»  di  Luigi  Gta^enigo .  Di  Francelco  da  Ponte^. 
Di  Luigi  Michele  che  fu  di  Marc'AntonicMli  lac^mo  Marc'ello»  di  Luigi  LoHno>di 
Franceico  Soranzo»  di  Luigi  Malipiero  Iwmta  dal  Cardinale  Amnlio  >  &  di  molj^i 
ahri  noh£K  ftudiofi  delle  lingue  &  delle fcientie  « S^aonouera  fra  quefte  laLibreria 
di  Luigi  Balbi  oratore  &  caufidico  £acondiffimO .  Nella  qttale  >  oltre  i  libri  teolc^ 
^ijhiftorìcij&  di  le^>ridotti  i  facilità  con  fommari  Se  repertori)  in  x^imateria^t 
^  nota  vna  fingokriflìma  sfera  fatta  tonmaranigliofo  artifitia.  £  anco  copiofif- 
iima  quella  di  Aldo  Manutio  luniorefir  piena  diCofeeiette&Jingolarì.  Et  quella 
di  Monfignor  Giofeppo  Zarlino  Maefiro  di  Cappella  di  San  Marco  >  del  Medico 
Kinotdi  AgoftinoAmaii&di  moki  altri  appt^ò  »  de  quali  non  mi  fooiene  al 
pcdcnte. 

ADDITIONE. 

Oltre  dUenomincUe  dal  Smfouin(h  il  Stringa  pene  f  er  ftngtAari  anco  quelle  di  Domt^ 
nicoMarofiuiCoMalierey  e  fratello  di  yicenT^Caualtere  te  Ti'ocurator  di  San  Marco» 
Di  Luigi  Vefaro^e  di  Taolo  Loredana  ♦  Jtlpneleptei  celebrata  quella  di  Giouami  Delfio 
nOiC  fratello,  il  frimo  Tatriarca  di  ^iquilem^taltroteletto ,  efpecialmente  per  efìer  co- 
fiofa  de  SantiVadri .  Efttnuujffima  anco  quella  di  Girolamo  Delfino  Trimicerio  di  San 
Màr€Qperiaquantit43  e  qnàHtd  de  Libri inogm  materia .  Come  è  riguardeuote  ancora 
gueUaiuGioiJSattiflaCornaroTifaipiaTrocurator diSan Marcotper  $  per 

le  materie  9^  fpeciatmeute  Hiftoriea  re  Tolitica  »  deUe  quali  quefio  Signore  i^  ftudiofif^ 
fimo,  viedeodoft  così  gran  numero  di  Libri  3  tutti  difpofli  per  materie  9  con  beUilfimoor- 
dine,  in  CaffeUe  di  rime  fio  maejtreuolmente  lauorate  ;  hauendo  in  oltre  moltiffimi  tni^ 
nufcritti  -9  tuta  f celti  »  &  eletti  tfpecialmente  delle^cofe  di  Fenetia . 

f^i  fono  ancora  Inftrumenti  Matemated,  e  Geometrici  ;  ornando  di  pia  tfuefla  reggiit 
Jjbreria  U  fingplarijjhna.  Sfera,  ch^era  di  Lui^  Balbi ,  Oratore  1  €r  Caufidico  facondif-^ 
fido  c^UbrMa  difopra  dal  Sar^uinpy  peruenùia  alprefenti  in  quefto  Signore .  E  inftgne 
anco  ifiiella  di  Luigi  Duodo  Trocurator  di  San  Marco,  per  quantità,  e  qualità ,  efiemoui 
molti  Libri,^  manufcrittl  Greci  di  fiima  .ìneffjft  ritraua  yn  Forare  pieno  di  Libri  in 
ogni  materia,  legati  in  oro,  tutti  di /lampe  Oltramontane  tche  s'apre  informa  di  Sconcie, 
.  il  quale  era  porfato  nelle  ^mbafciarie  da  Tietro  Duodo  Caualierejùfuo  Zio .  £  nobOif' 
fima  quella  di  Giulio  Giuftiniano  VrocurÀi  S.Marco,nfinuQÌifftmo,efludiofiffimo  Sign. , 
copioja  d'c^  materia^  di /ianupe  (ingoiar i .  D$  Domenico  il  Cauatierce  Leonardo  zaie 
fratelli  da  S .^goPino,mirabiit per  quantità ,  e  varietà  di  materie  ccn  bdliffime  LigU^ 
.  ture,eJiamùeforeflierL  Di  "hfjcolè  Comarù  Trocurator  di  SMarco,^  Caualkreda  San 
Mauritiojouefi  veggono  vn^fjijfime  ligaty.realtafrancefs  •  E  capi^fa,  e  variare  fve- 
dalmente  d^Hiftorie  yniuerjaliì  e  paf focolari ,  quella  di  QitH>lamo ,  e  Jambon  iaVtjaro 
fratelli .  Di  Domenico  Zeno d  i  Frari  •  Di  Danielle  9  tfr^aticlkOii^ìnianiimm^lmi 
Scaatoriu  "  Aa    3        Efii- 


j7»  PEILEFÀBRICHE 


■  t  chiaro  fer  le  tmkt  LegMtmitejpeeiatmen' 

i  grande  di  téli  LatiitM  yo^mttttgfiìiinf' 
Miti  j  F^grift ,  Po^o ,  Tramefitto.Gr^Oif 
rr  OÙTamentaHe,  con  L^ature  beÙiffime.  E  di' 
'ameftf^mo  Medico  >  che  oltre,  alta  t^uamifi 
oHetUf  tiene  ìh  buon  amitìv  di  altre  juatefH, 
polamo  Cdle  fiio  t{epote  »  aach'egii  Medie» 
s  LirteratHra»  <f'  erHditione,  f^edettìo  nu^ 
C4 1  tenendo  pr^Hojit  e  fii^pka^mi  mam^ 
rie.  ■ 

i^aro  Ferro  »mati$mo  ■  e  famo/ìMmo  Orat»^ 
ts^li,  che  oitre  à  iMiri  di  Legge  Ji  bete  Uttf^r 
^firologiatc MtUtematica ,  La  Libreria  4i 
I  per  la  fiumtUiie  qutùitàÀi  rarijjtme  Hamfe» 
iiToettcit  evintici tbenijjìimregijìratatt 

«reriaitnÌRerfale ramata  delie  maggiori  d'- 
\itaper  materie .  Carlo  Gradenigt-Secretari» 

._ .     ^  iatfòrmatadìLibrirfqiiifilitefingolarit&ii» 

f articolare  iai^ieÀe  qSaliéjìiidiofiJfimo  tenendo  moltimaÓHfcrittia  eoje  farticoh' 
w. 

Stadi  d'Anticaglie . 

NE  ci  mancino  gli  Audi  di  Anticaglie  &  di  medaglie ,  fra  ì  quali  è  ^incij>iril&b. 
non  pur  di  Veneciat  ma  quafì  di  ogni  altra  citci>queIlooi  Gioiunai  Grim^ 
ni  Patriarca  d'Aaiiilea .  nel  qtiaJe ,  jnAituito  prima  da  i  Cardinali  Tuoi  anteceflòrì 
con  ftatue  &  medaglie  hauute  da  Roma>d'Atheneida  Colkntinopolii  &  di  tutta^ 
ta^rccia»  ha  fabricato  vn  luogo  celebre  &  ripieno  di  bellezze  antiche  &  Angolari 
^r  quantità  &  qualiti .  Pcrciochevj  fi  veggono  in  diuarfe  danze  ch'entrano  Y^ 
vna  nell'attra.  figure  intere  8c  fpezzaie>torn>&  tefte  in  tanta  abbondanza  eh  e  nulla. 
pÌB>&  tutte  elette  &  dì  pregio .  Oltre  i  ciò  lo  Audio  appartato  delle  medile  d*> 
oroid'argentOi&  di  ramci  eoo  altre  cofe  di  gioie^i  niarmi  »  Se  di  bronzo»  è  rwilSr 
nw  da  vedere . 

Alfoofo  Duca  di  Ferrara  &  Henrico  Terzo  Rè  di  Francia  l'anno  1 574.  vi  flette- 
rò tutto  vn  giorno  i  conliderarlo  >  tratti  dalla  nouìtd  delle  materie  St  dal  diletto  » 
che  het^jero  in  luogo  così  fegnalato.  Sono  anco  lodati  gli  ftudi)  d'Andrea  Loreda- 
no  raccolto  con  lunghezza  di  tempo  >  &  fornito  di  bellezze  efquifìte  >  di  Gabriello' 
VendramiiiO)di  Leonardo  Moccnigo  Caualierotdi  Franccfco,  &  Domenico  Do»- 
doiaioendiie  Senatori  grauiflìmi>  tn  Banifla  £rìzo>di  Luigi  Mocenigo*  di  Sìtiou.. 
.Zeno>diGiouanniGritti»diSebaAiaiioErÌzo  ,di  FrancercoBemardo>diGian_. 
Paolo  Comaro*  di  lacomo  Gambacortai  di  ApolHno  Amadio  di  Monlìgn.  Sopeiv- 
chioidi  Giulio  Califtano)  di  Domenico  dalle  due  Regine  >  Se  di  Rocco  DismaotaL 
XQ»  conzitti  appreffo  iaecan  copia  > 

AD" 


PV^LIGHfi  tlR  VMt  57^ 


**•»  »  ^ 


ADDITI»NE. 

Cehbra  il  Stringa  lo  Studio,  che  fu  gid  di  Fedmrko  Contariui  Trocmratùr  di  i.Mwr^ 
tOidicendo  i  che  queftoSifficre  facege  condwrcon  indiceuoì  fpefa  da  ^ihcnc  %da  Ccfiam^ 
tmpoli,  dalla  Morea^-e  da  (mi^i  tutte  tlfUedeW arcipelago  yÀiUer fé  StM$e  intiere  »  e 
ffctjj^tetcm  le  quali  adamo  lafua  ^bitótionèt  ofia  V^dat:i^fituato  in  Tia7;zA  di  Sa» 
M la'co  nelle  FiAricbenUonef  là  cui  porta  è  ai  (fuinttr  volto  del  fottoporticò  detUUbre^ 
jria;  e  nominando  effe  fiatue^omete  doue  erano  collocate»  dicàprimieramente%  che  in  ca- 
po al  Cortile,  dfè  quadrato  alla  maniera  Romana ,  era  pofia  ma  figura  grande  intiera  « 
<lr  ^éimo  Tic  Jmperator  di  Roma.  Che  alt  intomo  di  efio  cortile  [opra  piede fialli,  rcde^ 
^ion fi  figure  mtiere^  e  fraudi  al  naturale,  degtlmferatori  Ottauiano  jtugi^o  $  dì  Clou* 
diOfdi  Traiano,  di  Giww  Ce  fare ,  con  fuo  Vadre  /colpito  in  cima  della  fronte  •  Di  ^lef^ 
fonerò  Magno,  di  eutimia  Caracolla .  Che  >i  era  poi  ma  figura  nobili$ma  di  Cteopa- 
^aKegjaMd^Egittoinduepei(^;cbeilpexfji>dalff^mbikcoin5à,era diquefio  Trocura^ 
tmae  P altro  dMtvmbilico  in  gii  detfofradetto  Tatriarca  Grimani,  il  quale ,  defideran^ 
éo  bauer  dal  Trocuratore  il  pexzjo  preietto  come  parte piA  nòbile,  non  io  potè  ottenere  fé 
mpttcmpoito  ,ecmtditi9ne,  che  il  Tatriarcalopoteffe  godere  tunod  tempo  dijfua  vita  : 
fM  ibe  dopò  lafua  morte  U  Trocmatore  bauejfe  ambiduei  pex^ifudetti,  enefoffe  di  effi 
padrone. 

Morto  adunque  il  Tatriarca,  il  ^Procuratore  bebbe  tutta  la  figura.  Che  ri  era  ma  il<- 

tuadi  Sabina, &  vìfaltrapur  intieradi  Venere .  In  oltre  che  in  quattro  Vecchi  (opra 

quattro  porte,  che  rifpoudono  in  que^o  cortile  due  per  lato ,  yi  ftauano  quattro  Tefle  co* 

juoi  bufthcioè:  di  Dioc  letiaucdi  Claudio,di  Tribmtauo  Gatto  Imperatori  di  Roma  9  &  f^ 

altradi  Apollo.  Che  fi  vedeua  finalmente  in  quefio  cortile  foprala  portadidemro  ma 

tefta  molto  grande  di  Cioue .  Che  à  piedi  detta  fcala ,  neWafcender  di  foùra  fi  fcopriua 

>na  bella  fiwa  intiera  fedenteÀi  Heleua  Greca.  Che  afceja  la  fcala ,  &  entrati  netta 

Ma,  doue  da  i  lati  di  effa  ri  fono  nobilume  flange ,  in  una  di  quefte  >i  fi  trouaua  il  fiu^ 

dio  particolare  di  quefio  Signore^  quiuifi  vedeuano  con  beUiJJimo  ordine  éffofte,  e  cot-> 

locate  alCintorm  fopra  piede fialli  di  noce  in  bella formalauorati,  l'iì^afcritte  Statue 

elettijjime,&  fingolari  ;  Eprincipalmeute  quella  di  Cicerone,  che  aUrt  vo^te  foleuafta* 

re  f  opra  la  porta  delfamofìjfimoftudio  di.Athene .  Quella  di  jtmma  forella  di  Claudio 

Imperatore .  Quetta  di  Marco  Brutto  figliuolo  adottino  di  C efare .  Di  Elena  Greca  •  Di 

yitcttio  Imperatore.  Di  Claudio  Imperatore. Di  Scipione  africano.  Di  T^frout^Di  Ger^ 

manico  frateUo  di  Claudio.  Di  Comodo  Imperatore .  Di  refpafiano .  Di  Domitia  Moglie 

di  Domitiano  Imperatore .  Di  eureka  Madre  di  Giulio  Cefare.  Di  Ottauiano  ^i^nfio 

Imperatore.  Vna  Tefla  ima  Imperatrice  africana .  jtntonió  Caracolla  Imperatore. 

Tlotina  moglie  di  Adriano  Imperatore .  Tierua  Imperatore .  Tompeo  Ma^ .  Geta 

rateilo  di  ^nt(mio  Caracalla .  Chdio  albino  Imperatore  ^Giulio  Cefare ,  Calcola  Im^ 

peratori.  Torcia  moglie  di  Brutto.  S elenco  mo  de  fette  Capitani  di .  dleffandro .  La  betta 

Giulia.  Marco  Aurelio  ImperatorcHomero.  Solone  mo  de  fette  Sapienti  detta  Greaa  » 

Giulio  Brutto.  Faufima .  Tiberio  Cefare  J^n^ altro  Giulio  Ce  fiore  fatto  in  Grecia.  Drotila. 

Adriano  Imperatore.  Mcidamante  Toeta .  Seneca  Vrecettor  di  perone  •  Liuia  moglie 

di^Hgkfio.  f^aleria  Imperatrice.  Eufculapio.  La  Dea  renere  ;  E  finalmente  la  Statua 

di  Leda  Moglie  di  T  indoro  Uè  di  Laconia.ln  oltre  yn  Cupido  in  piedi.  Vn  vafo  di  porfido 

con  vn*  altro  Cupido  diftcfoyche  dorme  fopra  il  fuo  coperto .  Fn^altro  vafo  di  Marmovuo^ 

tp.Fn  tarfo  d'vna  Venere .  Vn' altro  Vafo  di  Marmo  •  Vn  termine ,  che  porta  un  Indro 

Aa    4       ^ 


T7^  delle:  f:  ABRICKS^ 

mfpalla.  Et yna tefta étytfidolùicmmolte  altre  figure  fpe^^e > t^rfi,  e  tejle»  che  erm^ 
no  m  diuerfe  parti  dd  VaUw^  •  yi  tra  pòi  tofiadlo  appartato  itinfinite  meJU^lie  JToro  > 
éP^rgentOi  e  di  metallo,  con  ma  raccolta  difcoryL  di  pefci  armati  i  fatti  portare Ì4  lon^ 
uanpojèfi  '.  rcdemoffi  diuerfi  Quairt  dtmdno  de  pi  A  Eccellenti  'Pittori  amichh  efri^^ 
akrìyna  Cena  del  Signore  di  mano  di  Gir.  Betbno  di  pigolar  beUes^ .  Ve  rf  erano  ar^ 
codiMofaicoytfpecidmemeiiritrmodiSt^  V.Vontefioe  di  Wkmo  di  GiofJtntàn^ 
Marini  Maejtro  Salariato  detta  Cbiefadi  S.  Marco . 

Q«e/h  nóbdflndiOfpafsòper  Eredità  in  Carlo  H,nfs^tit  quale  kauetta  anchy^i  Eceet- 
lemiPitt$frediGio:BellinotdiGiòrponefdiUttdreaScl9Ìamne9diTitiano3di  Taolo  Ve^' 
ronefe^ed^altrivalorofi  Vittorio  come  anco  infinite  medaglie  di  dinerfi  metodi  fingo^-* 
Ur  pregio,  e  quantità  di  rarie  cofe  impetride;  con  molte  pietre  fiimate gioie;  e  affaipez,- 
Xtdi  Trafina,  di  Diafpro,  di  Criflalto  di  montana,  di  Corallo,  di  Agata ,  e  di  Ambra»  e* 
di  quejla  "vn  pexjji  con  yna  Lucertola  congetat^h^  morta  dentro  di  notabile  bellenafC  un 
Cartolino  (colpito  in  marmo  dt  gran /Urna  •  Aggiunte  adunque  leprAiofe  cofe  >  dkfcritte^ 
difopra,  che  furono  del  fopradetto  Trocurator  Contarini  à  quefte  de  Rn/iini  yfi  iprmatO^ 
un  ftudio  de  più  copio ft ,  yarij ,  e  riguardeuoU  d'Italia ,  e  maggiormente  per  effer  ftator 
fempre  accrefciuto  d'ogni  curiofttàdal  medefimo  Carh  RuxJni ,  e  da  Domenico  fu  fuo  ^-* 
gliuolo,e^ran  Senatore,  Mora  è  poffednto  da  Marco  RìiT^ifyliuoto  de  detto  Domenieoit^ 
T^pote  iclgiàfudetto  CarloiOnde  li  Vrincipi,e  Terfonaggidifiima,  fhe  n^engmoin  V>e^i 
netta,  concorrono  à  veder  le  merauiglie  di  cofe  cosi  rare ,  e  pellerrine  •  Pi  riguardeuolé* 
anco  il  Studio  di  Ottauio  Fàbri,come  rtferifce  il  Strin^a,adorito  di  pitture  di  Gioì  BeUimh 
URaffael  d'orbino,  di  GiorgioneÀi  Titiano,  de  ipoffi ,  del  Tintoretto ,  dd  Talma,  e  dJtt 
CauaUer  Giouanni  Contarini .  Di  f colture  di  Giot  Bologna ,  del  San  fonino ,  &  in  partii 
colare  di  due  Statue  di  flucco  di  queUa  propria  fi^rma ,  che  fono  queUe  ,fabricate  dal  fa^ 
mcfo  Micbiel  Angelo  per  la  ftpojtura  delGram  Duca  di  Firen^ ,  Cofmo  de  Medioi  » 
rupprefentantil'yna  il  giorno,  t aura  la  T^otte. 

Cl>e  vi  era  ima  Montagnuola  di  diuerfe  cofe  molto  flrau^anti  impettite;  oltre  àmol^ 
te  ^etreparticipanti  della gioiai  e  diuerft  Faft  di  Caludonia,  diVorcellana ,  di  Agata  >* 
di  Diafpro,  e  di  Corniola,  con  vna  TiC(%a  di  Calcidonia ,  nella  quale  vi  fi  poflo  pH  volle, 
per  curiofitd,  liquore  con  venenoy  efudato  in  poco  fpatio  di  bora  tutto  il  yeneno ,  laftiò  ìt 
Liquore  puro»  e  netto,  di  modo,  che  pò f eia  beuuto ,  mn  apportò  punta  di  nocumento .  Che  * 
erano  ancora  infiniti  gNnftrumenti  Geometrici,  e  Matfjematìci ,  cioè  :  Aflrolab^ ,  Qtta- 
irantiyRad^  Latini,  Horologii  Solm%e  7^tturni,Sfere,Mappamondì,LiueUi,  Compa/J^i 
e iofefmiUima  perfettiffime,  oCingoUriJìouendo  queflo fogge tto,mandato  in  luce  H  Li^^ 
bro  intitolato  :  Vvfo  della  fquadra  Mobile  • 

Hora  in  J^enetia(oltre  al  predetto  di  Marco  Rui^)  fi  veggono  molti  altri  fludite  fpe^ 
cialmente  di  pitture, fri  qualii  li  più  rìZUwrdeuoUJonogtinfrafcritti  :•  Di  Luigi  Barbari-^ 
goTrocuràtor  di  San  Marco  detto  dalla  Terrazj^,  dotte  vi  è  una  quantità  di  Quadri- 
tutti  di  Vittori  Eccellenti  così  antichi,  come  moderni,  hxuendo  particolarmente  di  Tiiia-- 
nonna  Maddalena^  &  una  Fcnere ,  che  fono  marauigliofe .  DiGio:  Battifta  Comaro  P/- 
fcopia  Vrocurator  di  San  Marco,  cìye  oltre  d  diuerft  Quadri  di  Titiano,  del  Beffano,  e  tf - 
nitri  famofiTittori,  ne  hi  ancora  in  buon  numero  in  miniatura  di  mano  di  Carlo  Lot  di 
Bauiera ,  e  fono  tànti(con  tutto  che  sijno  di  tanta  rarità ,  &  efquifitezjL  t  )  che  adornano  * 
-Pna  lian'S^a  intiera .  Di  Angelo  Morofini  Trocui-ator  di  San  Marco ,  Conte  dt  S.Anna , 
doue  vi  fono  Quadri,  Statue ,  e  Meda^^lic ,  che  per  efer  tutte  cofe  Eccellenti ,  e  pretiofe  > 
hi  formato  vna  G  aleria  duThncipe  .• 

Tiicolò  Comaro  Trocuratvr  dt  San  Marco^  e  Caualiereinel  fuo  gran  Valaz^uy^fondat^ 


d^Uiiiirfmm^^biifu^      EseeUenti  >  e  pretiofi ,  cbt  qgtim»  di  efji  ^baftezebbepif/ 
fm^^Txifn^uimft^iuiU,  ved<fi  t'imbarcù  di  Catterim^^>mam  H^ifta  H  tipraypar^ 
tatdùAa  ¥amasoftaPcrp§Harfi4  F'cnetia^ ,  accomp^^natada Giorgio  Carnaro  fuofrA^ 
Ulh .  Qyefiùfauo  è  di  nuno  di  Iacopo  Tintoretto  •  La  ceffiùnt  dd  Gouetoo  $  e  deàa  Càro^ 
na  di  Cipro  faUa  dalla  deità  Re^nain  mano  di  Tietro  Mocemgo  Generale  della  Repn^ 
blicadipintadal'PdmaFecchio .  V^ejja  céjfpone  (aita  alla  Repi$UiGikmffigMmbiiL 
jEiegnoinmamdiUgofiiMO  Barbarigo  Boge  •  oiuione  rapprefematamiràfiSitente  éa^. 
'Pitolo  Feronefe.  Vnritratto  orinale  di  ^affaci  d^f^rlmo  «  f^nSéGio:  BaitifiadiTitìa-^ 
na  •  La  Cmuevfwfi  di  San  Taoh  in  quadro  grande  con  moki  faldati  d  canaio ,  pittura  ^ 
maraui^jfat  fatta  doMi  forno  fi  pennetti  del  Tintoretto .  Con  altri  quadri  del  Baffanoef-  ; 
€iu^ti  9  e  di  altre Jtngolari  maniere  •  Leonardo  da  Ve  faro  Trocurator  di  San  Marco  y  è< 
f^ettorefuo  frauUo  >  Jlepoti  del  defunto  Giouanm  da  Tefaro  Doge  ^  bannonellom  V^h^ 
tas^o  Quadri  beUiffimiy  e  di  grandma.  Loftndiodi  Luigi  da  Molinochiariffimo  SeHatOp-s 
T/eifitìaA0k9te^àmat^mo  diStatue$  ediTkturo^  yedendofenedi<ritianoydel3affit^ 
n^ di  Vnoko'Vamef e  jÒ" infine  JU  tutti liTiuori di  nome  cose antid^i» come  modeM^ 
£  IMq/d  an$0M  quello  di  Lu^i  Tifoni  Trocurator  di  San  Afarco^fadeurcepitture^di 
ifu^kjdt^,  alle  antiche^  ne  ttene  de  più  Eccellenti  ^  eftìmati  Vittori  moderni  #  come  di 
limolò  Hjeuieritdel  Cdualier  Liberi ,  del  Lucbefe^  del  Canciier  Ridolfi,  di  D*  Ermanot  det 
StroMÀeHEn^^iaUri^ L'abbate  Grimani^  efrateUiffràgUoruamentipretiofii  cSr 
£^e^enti%  del  loro  riguardeuole  Valaz^^  e  fpeddment^  fra  nnfigni  Vitture  »  tengono 
Tffi  Quadro  di  mano  del  gran  Titiano  »  doue  è  rafprefentato  t andata  della  f^  ergine  in 
fràroj  con  Chifio  Bamirìno^  e  San  Giofefpe^d^eper  la  fua  marauigUofabelle  KAa,  vie- 
ne Cjelebratodamolti  Scrittori.  -  ■   ■' 
;  J^an€efcoVifaniTroeuratordiS,anMarcobd4nolti Quadri ;put  unoinparticolarer 
nel  quale  fi  mirala  moglie  di  Dario  >  che  fapprefenta  auanti  ad^^leffandro  >  fatto  con 
^articolar  applicatione  dal  celebre  Vaoto  P^eronefe  «  Giouanni  Grimani  di  Santa  Uaria 
Eormofa>  nelfuo  Vaìaxxo  >  fédmcato  alla  Bfimana  ydejcritto  dal  Sanfouino  >  chUi'a  del 
T^iarea  fuo  Zh»  oltre  àgli  ornamenti  delle  Statue^  &  altre  bellej;^  hi  vna  Galeris 
diQmdri>de  primiTittoriantid)io  che  il  raccontare  il  numero  t  e  li  y4nttori  farebbe 
tvoppolM^o. 

.  Giulio GiuflinianoTrocnratòr^ San Mdrco^ gode  beìUfftma  Qaleria  ctm  pitture  di 
TÌMWhdel  Valma  f^ecchio,  di  Bonipftioydi  Vaolo  f^eroneje  9  e  di  molti  altri  famofi  7d« 

urÌ9oltreaUaTaaft3QiariafuperbifftìfHaduirax.7f^ 

J^tcolò  SagredoCMotierey  Vrocurator  di  San  Marcoy  e  fratelli  nel  TataT^  Àitmn^'^ 
da  ejji  inSiodi  Vala^T^  tengjMo  quantità  grande  di  Quadri,  de  quali  fono  Mlorne  le  Sa^ 
ICs  le  ftanite  tutte  >  che  pure  fono  motte,  i  meisxadi  >  i  Gabbinetti  »  &  ogif altro  luogo  di 
quel  vaftoy  e  nobile  edijìtio  >  che  è  il  nominato  dal  Sanfouino  >  eh* era  gU  deUa  gran  Bn^ 
ebeffa  di  TofcanaiTutti  lifopracktti  Quadri(che  fono  innumerabili  9  fono  anco  diTitto^  ' 
ri  Euellentixoosì  Machia  come  moderni^  e  tanto  de  Fenetianit^ome  de  Foreflieri,  cbeU 
farne  memione  di  tutti  fiancherebbe  la  penna»  &  il  Lettore . 

Lorenzfi  De^nopreftantif fimo  Senatore,  nelfuo  ValaTr^Rtuato  à  San  Saluatorefo^ 

-  pra  il  Canal  grande»  vno  de  quattro  principaliffimi  defcrttti  dal  Sanfouino  »  ha  pretiofif-- 

fimi  Quadri»  &  in  gran  numero»  de  pia  pregiati  Vittori  così  antichi»  come  moderni»  cioè  : 

di  Gio:  Bellino»  di  Vaolo  t^crontfe»  di  Andrea  Schiauone»  deLCaraccio  »  del  Valma  Fec- 

cbio  »  del  Vordenone  »  del  Tintore^o  ha  fei  Hiftorie  del  Teftamento  Secchio  »•  dipinte  in 

feijQuadri. 

Fna 


J7«  OBtLJ&I^BRTOHfi 

^Sfagfurtettù  ì  yntkrmoinierù  iti  Tadrcdel  amteCohnelh  Méurtìmm  fmttrild  Ui^ 
bornia  Be»ptmù.  Ha  anco  di  Lnca  da  Reghidi  Michele  Ranier  da  Botùpm;  del  Carpici^ 
da  f^ketaia;  dei  Taotmida  Lucca;  del  Rommmo  >  dr  MùtemBrefciann  del  Talmm  del 
9adoanm  $  del  CdMoUjcrRidolfi  ;  del  CokoUer  T inetti  ;  del  Fcrabofio  :  di  Francefco  R^^ 
feht^  a  Matteo  'Ponxime)  del  CoHoUer  Liberi  >  e  d'altri  EcteUenH  Tatorr. 
*  '  THemortcéditKrfcftaiue  ^impera0orii&  altre  figure,  fra  auaUfi  yedc  yu  gruppo  /»- 
tkro  di  Enea  ed  padre  Unchife  m /palla,  il  figliuolo  ^fcMio  d  mano ,  e  li  Dei  penati  atte 

eie  tutto  d'un  pe^if erpico  da  Unumio  Carro  Èrefciàno .  E  buiato  lo  fiudio  di  Giro^ 
oComami  da  S.Santueley  formato  di  rariffime  Titturci  di  Medagjtie  >  di  quantità  di 
fAutìoa^m^ei^aUrecumfttà.  Fra  le  Titture,  ri  è  una  Europa  rapita  da  Gioue  in  jirms 
di  Toro  con  molte  fì^mfe^  pittura  marau^Uofa,  come  fono  ancora  altri  Quadri  della  det^' 
ia  mam  'pcdeudofi  drpiù  un  viaggio  di  ^Àbramo  numerofo  di  figure  di  mano  del  Mafia-- 
no^^  akri  QuadridiGiotponet  e  d'altri  fatnofi  Tittori . 

.  GirolamOiC  Barbon^  Tcfiiri  fratelliael  loro  Talazx$i  fituatofopra  il  Campo  di  S.  Sene-'  > 
doiOOfdefcritto  dalSanfomno  >  p^eéeoo  una^  copioja  racQotta  di  EccellenaTiiture  co$$ 
umidjccome  moderne,  fird  le  quali  fouo  marauigliofe  una  Samaritana  di  mamdel  Tor- 
denone;  Fu' Multerà  di  Giorgione,  e  due  ritratti  di  duefuoi  m^^ghrifimi  dalmedefimé 
Tordenmiccioèx  di  Benedetto  Vefaro,chefùgid  Trocuratòrdi  San  Marco,  e  Capitan  Gè* 
nerate  da  Mar  celebrato  altamente  dal  SabeUico  per  le  fue  digniffttHe  attioni  ;  &  Inoltro 
d$Girolamo  'PefarofuofigUuologhe  imitandole  yktù  del  Tad^ ,  riufcì  anch' egli  Capi^ 
tan  Generale  da  Mar,  Gio:  9atfffla,e  ^Andrea  Donadi  fratelli ,  daSanta  F(^d ,  TJepoti 
del  Doge  Wcolò  Donado,  che  >ijje  Canno  1 5i8.  tengfmo  vn  ben  ordinato  Studio  di  Vttti^ 
re,  e  Specialmente  de  più  nominati  Vittori ,  che  viuìno  alprefente ,  cerne  di  Incoiò  ^ 
meriMCauaber  Liberi,  di  VietroVeccbia,di  D.ErmanOi  del  Trina,  del  Scaligero,  cÀi 
molt^altri  ancora .  In  Ca  Moropm  à  San  Moàsè  net  fno  Tala^zjo  fituato  fopra  il  Canal 
grande,  di  rinctmtro  al  Tempiodelta  Saldati  oltre  aUa Libreria  copiofa  tHqlme ,  e  iaU 
ti^i  Libri  in  opùfciem^;con/eruano  quei  prefiant^^^  di  Me-^ 

doglie  antiche  >  e  modernedi  diuerfi  metaih ,  con  mdte  pitture  de pi^famofi  Tittori  afst 
antichi,come  moderni:  redendofibiù  Quadri  di  Gio:  Bettino ,  di  Taolo  Verone  fé ,  di  jln- 
drea  Scbiauone  >  del  Palma  Secchio  >  diuerfi  ritratti  dei  T'mtorctto ,  del  Banano ,  &  in 
fommadeUcùià  EeceUenti  maniere  di  chi  fono  flati,  e  che  pmo  al  prefente .  ralerioda 
Riua,frÀ  moke  cote  infigni  ha  diuerfe  pretiofe  Med^lie  donategli  dal  Conte  Gùmanni  de 
La's^ayvirtuofìffimo  Caualiere ,  che  tiene  yn  fiudio  de  maggiori  d: Italia ,  così  celebrato 
da  pia  Scrittoi,  efoecialmente  da  Ottauio  Ferrari  nelfuo  trattai  de  Re  Vefiiaria ,  poi- 
che  confpefa  di  mette  migliara  di  feudi ,  ha  vnito  un  ben  regolato  Oìdine  di  antiche  Me^ 
dé^liccGrechce  Latincaffenioui  compre fo^e  forfè  per  piccola  pwtioue)  l'iutiero ,  efa-^ 
n^o  fiudio  dell' ;Ang€loni  Ramano .  La  Galleria  de  Conti  f^tdmani,  è  ddieflupende  della 
Ciud,efrà  le  eofe  infigni,e  fingolart  fi  mira  una  Madonna  con  Chrifio  Bambino ,  e  S.Ghz 
Baetifia  di  mano  del  gran  Titiano,  e  diuerfi  r  tratti  in  pia  Quadri  deU'ifieffo..  Del  Talma 
Vecchioyvi  è  la  yefg.con  Chrifio  Signor  T^firo ,  S.Giofeppe ,  &  altri  Santi,  ch'è  pittura 
raxifiima.  Del  Baffano  )>anno  un  S .Girolamo grande  al  Viuo.  Del  Dojfi,fi  -pede  un  Gioue , 
che  dipigne  Farfallccon  la  r ir  turche  chiede  audien^Uf  che  U  viene  impedita  da  Mercu^ 
rio.  La  Fauola  e  di  Luciano;  m^  motto  be^fefprelfa  dal  Vittore  • 

f^ifono  due  gran  Quadri  di  beUei^jiraordinma ,  di  Vaolo  Feronefe ,  in  uno  è  rap^ 
prefentato  la  Conuerfione  di  San  Vaolo ,  nell'altro  la  Vifcma .  ri  fono  poi  infiniti  aUri 
Qjfadri,e  Statue,  che  il  fame  racconto  particolare,  farebbe  di  troppa  prolìffitd .  Francc-^ 

fcox 


PVBLICHfi  LIB.  Vril  577 

€ùnc^micAcìmfiùS^piorM^lrodinMM4iTa$loFeron^  U 

CdarUJU  AgMfUhe  Gioì  Domito  Corrpggio^è  coùéofa  di  Ì{obiUfJlimi  Quadri r che  adcr* 
m4m  diueìfefianx^  :  Qià  fi  veggono  opere  di  Vaoto  Feronefe ,  del  Tintoretto  rdd  Vw^ 
tariMCoHalierlMferijHCaMalief^T^oUixdelSiro:^  delForìdm 

fedii  Matteo  'Por^gueÀi  Suer^  da  Cento^det  Ha/feyìelìEm^f^l  Valma»  di  Tietìrè 
P^tcMa^  del  Belotto  pe  diottri  ^edittute^Hefle  mamere$m  fimotmemtre  »  òéptattro 
^z^fer  ciafcheduna  • 

Deue  aacofotterfi  tra  memonAili  Studi  ìputto  del  Barotte  Ottauio  de  Taffts^imerie^ 

re  della  chiatte  faro  di  SMaefid  Cefitrea  >  &ftto  Getterale  deUe  Tofie-imfertali  in  Ve^ 

netia;!Poicbefi  mirano  varie  eofe  noMhgrattofe^  fiugtlari  %frd  ifuoli  Vtt  BroitT^o getto  9 

famoJpodiloiUffio  Sa»fokpto%fiimato  vttaa^fiàMUoperejch^egUhéMHafattoJaqiia*^ 

te  eragià  delli  Signori  Fiandra  ;  ine  fio  è  raf presentato  la  Reftarettione  di  Chr^rcir^ 

etmiato  da  motti  tndine  di  jlngeUtin  diuerfe  fofim^e%efopra/U  it  Taire  Etetno  corteg^ 

mttoamb^egli  da  AmeliiCmtfregio  atalto  ai  Menni  Vnttini  di  tutto  rikmhche  formano 

miuerfe  mirabili  treectature  •  ISm  meo^fè  pofia  l*jtrma  de  Gran  Duchi  di  Tofcana  >  po^ 

^ttaU  i  fi  dice  il  Sanjbumobau^  fatto  ^uefta  cosi  Eccellente  oùera;  ma  cbereflaffè  poi 

dù^  iafua  morte  in  Cafa  delli  detti  Fùmdrafuoi  cotKiunti.  Ha  aneo  motti  Idoltt^e  auam* 

titàgrsmde  di  MedagUe^di  valore^  pregio  inefiima&e^  DeUe  Titturcfi  inmffihitefar^ 

ne paarticidarraccontOiefiendoui pia  che  cento  (Quadri  dimanodepiàfamof^BdceUeuti^ 

ttominàti  Vittori  Jt  italiane  fuorii  cioègdi  TordenoneM  Titiauot  di  Giartìom%  del  Valms 

yfCcbiopdiUndreaScIriauonepdelTintorettOfdi  K^aelfyrbinop  del  Correggi jéet 

t^armefanoidel  BafianoÀél  MoroneÀi  Leonardo  di  rinx^^d^altripià  celebri^cbe  que^ 

flaèvnaGaU€riadelUnMliÌItaUa.SebaftianT^aninótienenmte  f&  ef 

ture  di  Paris  BordoneÀi  Andrea  Mantepta^detTintorettOfe  d'altra  infigfù  Vittori;  Hi 

poi  vnar accolta  di  Miniature  t  &  infinito  numero  di  Cmrte  con  difemi  >  eeomponimenté^ 

depa  celebri  Vittori  aiukÌH%emodemìXiiouanni  CritteUit  virtuofiffimo  CiHaiinoy  okre 

cttUcopitìfalJbreria^ema(fimedtHifioris ^hdtjomnrato  finJtìodidiuetfe  jitnic^Me ^é 

Titture  •  Bartolomeo  Borgpefalio  jtuuocato  di  nome  >  e  di  Jtima  bd  qtiadri  beUiffimi  di 

tuòno  del  VontiTueÀel  t^arotari,  di  Tsfjcolò  Kenierh  del  Cauéier  Liberi»  di  Vietro  ffee^ 

thiadel  Caualier  FijdòlfiÀi  D.Ermano%  dd  Triua$  del  ForabofeOf  ed'altri  ^  Fimdmentn 

7^ifolàIienieri^attdei&  Eccellente  Vittore  del  Ri  CboifHaniffimo  hd  vnagronraeeol^ 

ta'di  Quadri  de  pid  filmati  Vittori  dt  Ifecoio  paffato^  delprefente^  quaU^meriterimo  ^ 

ftrd^mttij^Ul^ 

cofà  di  aueUgfi  cahtiene  in  effi .  £  primardi  mano  deiConeggibi  vnSalnatore  $  pofio  4 
fedmlopranride>&vnaErodiade^cbetieneinunBaGileUTefiadiS.CiotB^ 
DiTitktnohaU  fuoproprioritratto  fatto  in  tauoloidiCipreflo  9  inatto  didiffegnare^  ceto 
la  St^tuay  dietro  àud^deUay  enere  di  Medici  intiera  >  fimadimetaUo  cometnvnfit»^ 
Àio .  DeWiftejfa  mano  vi  i  ancora  vn  San  Sebaflianoj  vn  San  Francèfeote  due  béliffimi . 
ritratti  di  Donne  ^Tmavefiita  a  Damafco^xnrroj  e  NUra  da  Feaouay,  ^Sofmisba 
•Angufoth tiene iljuoprofnrio ritratto  •  HadiGiorgionetreQnadri$invno  idipiuto  ta 
tergine  (m.Cbrifio  Bamtino  nelle  braccia;  in  altro  Sanfime  »  chefir  ^tppt^giato  con  ynm 
manofopra  vnfajfo»  in  atto  di  rammaricar  fi  de  tagliati  Capelli^  con  due  fifftredi  dietr^ 
d^dilHifiridono;nelterXo9ètetddell'hsewio;dauneantofmo^reVmtmÌ9dàedt 
giuocanOi  e  1^  altro  fUd  dormire  ineltdtrocMtaivnpouanea^^ 
à federe  fottoad!vtf  jtìberoyquaU  fcberxjmocù* fimi; Epmmilmà^  in  belb^ 
faeje  i  vn  yetfkih  fhcfijf^^  alfuocaM  l^^lfff^  S.an  Girotam} 


57»  DELLE  PAPRICHE; 

mrkYémùdiSemtfoirFèoremmt  &  mCaltro  di  yu  Trincile  M^cétOtó.  Fti^  éàl 
TintorcnoHHgfraniiHédrQ  di  bréccia  fei  in  circa  3  ttclifi^  ffwdi  oL 

naxmaic  inticrif  d'una  Famiglia  TUMe^tre  de  pia  vecchi  fdoifdne  Gentitbnomini^  €r 
ima  Gcnuldonnaftamo  i  federe  afivna  tattcla  tof^rta  di  T  apeno  TerfiÉU(h  &  apprefi0 
fino  due  Ceniildanne  giouani  in  piedi  3  le  ^uali  miralo  iregenàilbuamni  %  che  ricarnmto 
dalla  Caccia  con  Catitpartandùjeco  Lepri  >  &  altre  prede .  Quefla  i  pit$ura  fingctatfe  • 
DellHftefio  Tinti^embà  una  Maddaknap  &  yn  rifratto  di  beUi/Jimagionane  *  Del  VtA^ 
ma  Secchio  ri  i  un  Marco  Furellio  9  che  fiudia  fri  due  Fiiofofi  ;  J^n  ritrath  di  ÌNumo  z 
rnGi0He%chc  yezjs;ig^GamwedeiefrdlefuéiJlìGiunont  à  rimirarU .  I^  Bomfacià 
bit^Adixrationc  de  Magicm^uanùtà  di  fi^ffre .  Tiene  del  'Perienoue  yn  ritratto  tvK 
Domre  con  Lari .  DiVaoU  Ftrenefe  fi  mira  con  maraudgUapaaGimlit  dtUamklicr 
fua  manieraffoitada  così  pan  Vittore  con  farticdar  fium%e però  ifuc^ 
to  xC  fingotare . 

DeLmedefimùTaohtiencanc^adueabrtQjtadrididuc  ritratti  ì^obili diCafa So^ 
tanxAtCioè^ifffofoiefpofa^  Lafpofa  flàd  federe  con  rn  Cagnelina  neMe  mani  »  ^^mi  iw- 
tètra  grande  al  natume;  il  fpojojid  amh*e^k  à  federe  in  Romana  con  bellifpma  attHu^ 
dine^e  dietro  dluiifi  rodegratiofo  ordine  dt  jtrcbitettura.  Ha  di  Tdiioro  dueOttango^ 
Im  in  vnaè  dipinta  la  Làeratitd  >  che  calpefla  l'jtuaritiai  nelPaltro  r^Uegr^z^a  >  r^ 
Cé^efia  [InuàdiaJ'iene  anco  di  Andrta  Mantegnadue  Quadri  condoi  ritratti  funo  dei 
Marche  fé  lùdouico  di  Mantm^  ddtro  delt^  Ducbeffa  fua  moglie .  Hd  poi  di  Lodouitó 
Catatio  la  Santa  Cecilia  fnmofa  di  Raffael  (turbino:  e  di  piùChrifto  netTHorto  prefo  da 
Fartfeif  con  San  GiouannifChe  fugge;  féguito  da  ynfoUatù  ;  penfietvf  pettino ,  e  motto 
kanf piegata.  Del  Ciuetta apMiJ^ in v^^^  Taefe  la  defimttione  di  Troia  con 
ìnétiTma'i^i&  ^gftre  .Vofficdedel  BaQ^^ 

mo  dmtùila  ^atmitd  del  Salnatonthfieffo  Orarne  nelHHofto  $tk  epatite  Stagioni  in 
fuattro  Quadru 

Di  Francef co  Buffano  fuo  figliuolo  t  Hi/tona  di  jtbigail  con  moUe  ligure,  iù.^nirea 
SdyiauDne  vna  Madonna;  La  CJrcane^ione  dil^S^  in  gran  ifuadro  i  Uflatto  delle  domée 
de  Lapiti  fatto  dalli  Centauri  %  douefi  vede  un  combattimento  furiofo  »  &  m  nùfcugli^ 
biXfJiro.^  Di  liberto  Duro  unì  itrattoÀihuomo.  Di  Gioidi  Mattburgynapatetta'ydouei 
dipinta  laXergmecon  ii  pargoletto  Giesà  in  feito^  finta  nel  mex^a  di  yna  Chiefà  con 
dietroyaMJftma  profpettiuadidettaChiefa  >  e  dentro  fi  veggono  diuerfe  figurine  .  Di 
^t  Grafun  tptadroynel  ifuale  fU  vn  Caualiere  ginocdnato  auatui  un^lmt^ine  di  San^ 
t"  Antonio  in  deiitiofo  paefe  »  &^appreno  vi  fona  Canida  caccia  >  epoidentro  nel  paefe  % 
faggi  >  che  tet^ono  il  caua^,  &akri  fjermtm  » 

TicneancoraaUri  Eccellenti  Quadriycome  del  Broìi^n»9^di  fra  Seb^iano  dalTiom^ 
hot  di  Frane  efco  MbanoM  Lorenzo  LòttM  Guerun  da  Centosei  Fett^i»  &  infine  tiene 
la  bella  Cleopatra  di  Guido  Reno  %  con  altre  fUmate  maniere  .Siche  qu^  è  vn  fludio 
formato  di  cofefcielte^efféifitef  epreciòfe.Leoperepoidiquefiovalorofoy&  Eccellen- 
te Tutore  fimo  molto  lodatele  pregiate^  e  fpecialmente  i  rittattiy  hauendone  fatti  »  efa^ 
tendane  tuttania  de  Vrincipi^  e  gran  Siiptori  venendo  dijfuando  >  in  quando  chiamato  i 
qutflf effetto  alle  kr  Corti  1  riufcendo  efftritratti  motto  fimiglianti  con  grMia  »  e  ntìbUti 
particoUrt .. 

SigifmaudaUlber^tti  amico  Cittadino  Vtnetfana  yfaniaMrdeW  Urti^ria ,  fit^ 
fermaodal  Tublico^  al  quale  hanno  feruita  fempre  Ufuaimargim  con  ogni  fedeltd  ì  t 
verfatì^tma  netta  Matamaticbefdi  lucidMmo  indegno  >  e  perj^cace  :  nelle  Mecaoicbe 
^fiuttmi^NmméuMa efperie^  mfme^pere^che  fono  partìu 


PVBLlCtìE  tifi.  Vili  ^75? 

éclju$gramhhigeffiù  ;  tràie  quali  >  diròfoh  delle  ìnfrafcrUte  :  Fna  Sfera  /ingoiare  >  ne 
pritna  rifla  m  Europa  di  diari^tro  di  piedi  cinque  in  circa^  quat e/prime  con  gran  facili^ 
tiU  Sterna  del  Mondo  Cooerttttanoy  poiché  dal  fola  moto  annuo  della  Terra  9  li  altri 
Tianetti»  cosìfuperiorii  Come  injeriorij  hanno  il  lor  proprio ,  che  ddfodisfattione  grande,; 
dcbi  vi  ipecoiajòpra .  Vn  Jptccbio  yfhrh  di  diametro  circa  due  piedi  >  qual  non  folo  è 
potente  net  accender  à  i  raggi  refleffi  del  Sole  ogni  materia  combuftihsle  ;  ma  con  grati 
facilkd  liquefi  loflagno  $  &il  piombo . 

QuefhpereferdiquaUhepefo'PerUflktp'andex^yi  accommodato  foprannabafe 
imuentionef  per  renderlo  commodo,  e  facile  ad^ogni  motOi  come  nel  trafportarlof  ah^^ 
io,  abbaffarlop  emouerJo  circolarmente  così  quanto  altOritjmte  i  come  quanto  al  F'erti^ 
ce.  Lenti>  àtondi  Criflallini  P^fiorij  di  diametro  fvn  piede  di  grande:^  >  non  {oliti  d  ve-- 
derfi  così  per  ordinario .  Due  Globi^  cioè  Terrefire^e  Celefte  di  piedi  vno  >  e  mcT^x^o  di  Sia^ 
metroyle  carte  fonoftampatc  in  ^mfterdam;  ma  il  reffo  è  qui  fabbricato  con  differenM, 
&  eb^anxfi  disili  ordinarij,  hauendo  alcune  ingiunte  per  facilità  delfludio  9  come  al  Ce^ 
lefie  >ifono  pofii  nel  Zodiaco  li  Tianetti  •  f^  cerchio  Horario  oltre  l*^flronomico%  pir 
feruirjene  aJtogtu  vfatrxfl  di  More,  &  la  {bruttura  delle  dodici  Cafe  conforme  Vvfo  della 
Gimlttiaria.  Et  al  Terreflre  ri  è  pofto  il  moto  del  Sole  >  conforme  il  fiflema  Tolomai^ 
co. 

Fh*Iftrumento  Gnomonico  vniuerfale,  afogni  vfanxA  di  Kore  ,per  lafabrica  de  Ho* 
rologi  filari,  e  particolarmente  per  ^llida  muro ,  che  f^ertkati  fi  chiamano  >  amgràUft 
factmà,prefle7^i  e  ficurezxa . 

jiltro  Jjbrmnento  yerfatHe  da  tener  qualche  numero  de  Libri  auanti  gnocchi ,  fenxa 
mouerfi  per  volerli  legger ;ma  col  folo  moto  rertical  dell' Iftrument<^comparifcono  auan* 
ti,  fetrs^a  loro  cader  in  terra. 

yn*Horolqgio  Solare ,che  dimofbratHorefat^acquacdn  t ombre  re  frette.  Mprefente 
fincamina  lafabrica  di  yna  sfera  Tolemaica  di  Ottone  i  qua!  fi  ritroua  in  buon  flato  i  con 
penfterofinctuderm  alcuni  moti  di  Tianetti,  che  farannomoltod  propoftto  per  la  facile 
mteUigenxfl  ^  alcuni  termini^ftrologici  ;  ma  lafabrica  de  Pietri  Lenticolari,  per  la  cu- 
riofìtd  di  un  Tekfcopio,  ò  rero  Cannochiale,  alla  quale  fi  è  incaminato  anco  in  quefla  >  e 
fi  e  molto  guantato,  per  vedetfc  fi  può  venir  in  vno  di  qualche  bontd  ;  è  cagione  che  non 
fifollecita  la  vttimatme  della  fudetta  Sfera.  Hauendo  digià  preparato  il  Tubo^ò  canno- 
ne lungopiedi  i^JncircaiperprouarHfudetti  yetricoìCutfifbrumentoper  foflenerlo,e 
maneggiarlo  molto  facile,  e  commodo*^     -   --   -    *^ 

Fi  e  ancora  malche  modello  d'inueniioue  d^jtrtigUeria  ,Per4a  faciliti  cosi  del  moto , 
come  dettvfo  di  quella  nelle  occorrerne  di  Guerra  ;  ma  quefio  iftuaio  diuerfo  dal  fopra- 
detto. 

Studi  di  MuHca* 

ET  oltre  d  ciò  ci  babbiamo  diuerfi  fludi  di  Mu(idt  >  con  {lromeod9&  libri  di 
molta  ecceUedut  •  de  qaali  è  notando  lo  ftudio  del  Canalier  Sanato»  figliuolo 
gui  di  Gian  Francefcbì^  San  Giouanni  Decollato  •  &  lo  ftudio  del  predetto  Cata^ 
rìnZeno:  nel  quale  ifraYaltrecofei  fi  vede  vn*oi^ano^e  fu  diMatthias  Rè  di 
Vngaria»  tanto  harmonico  i^3rferfèttOjL8cjdi.tant6  prezzo  9  che  i  fuoi  la  conditjo- 
narono  per  teftamento ,  che  non  vfciffe  giamai  di  qt^la  faoii^  .-E  fimiloientc/ 
nobilifs.  quello  di  Luigi  Balbi  Caufidico  à  Santa  Maria  Zebcnigo  •  Perche  oltre  à 

tf  ftropicati  nmficali  che  vifono  in  goal  fi  vc»gKa  maniera  1  fono  perfetti»  &  in  fi 

. ."  .   r       fatta 


3i<t  DELLE  SABRICHB  ; 

han^uùtàt  diefofioIlinutidiinDlciKaliiu.  EcqudladiAgo&ìmAattdt  A, 
fii^olacc*  coaciolU  che  vi  Ibno  llromeau  noa  pure  aJUa.  modccna*  DU  alU  Grec^ 
&  aU'ancica  in  numero  aflaigraiule .  ficolox  i  ptxdetu  luoghii  TC  M  iooo  diiwm 
alni  per  Ucitci>  con  diuetHridam-  Ooueconcorreodai  vicmoG  io  quella  pco^ 
fcffione>  (ì  faiuo  cooccrii  fiagoUri  in  c^i  ceoapo  *  e^aido  chiaciffiixui&  Teca  OQ*^ 
iLchebMulìcabi  la  Ai>propria.Icdeiaqae&a  cicli.  .        t 

Studi  di  Arme . 

ET  noti  meno  fono  rìgturdctiolt  gH  Scodi  d'arme  m  dtuerfeesfe  oobiIi>fri  i  qnx-^ 
li  rifplcndono  per  quantica  Se  qualità  di  cofì  fatti  amelì  >  t  loogfii  dì  Zsecxrìr 
Saumooe,  di  Nicolo  Soriano,di  Gian  B2triftaQnirini>  di  Cataria  Zeoo^iCro- 
cicchieri.  di  LoigiPa  ftjtuliffo.  di  Fabio  da  Canate,  di  Pietro  Ctnrano  »  raloroffsc 
notabili  gentilhuominb  Se  ih  moki  altri  apprcffoide  quali  d  rimcctìanao  a  i  pcofcf^ 
fori  di  cotale  effcrcidohonDtato,    _ 


del: 


3»-I 


DELLA  VENETIA 

CITTA^  NOBILISSIMA 

Dcfcrittada 
M- FRANCESCO  SANSOVINO- 

MOK^    A  M'P  L  t  JIT  JI,    ET    jtC'j:  XESttrT  U 

DA    D.    GIVSTlNlANO    MARTINiONI 
Aimo Prete  TttobitD  iK  SS.  Apoftoli. 

LIBRO     N  O  N  O^ 

ti  io  GuTOfMu  c^  hibbia  pia  PtVmi  &  ^iwm  ciraiìto  :  -cosi 

rniodeftia>nonha«endo-nonKdiPalazzo>  altre-chc  qtiell* 
5c.  EC€«to€T«  fe  fidifcorrc  per  (e  Cicca  principali ■fflctlnL» 
RonniNapoIi,MitmoiGenoua>FiorenM>  Bo1t»Ta,  Padcnm» 

..»_,„ . iiifìiroueca-chelHbbiaaoptàdiquatCTo-è^caTannemi'pw 

«lULichemerinnoxicole  di  Patsszi . 

Maia(fin9afciic<coaunop<x:omenodÌcentQ*3EtaraiCofìanndiÌconierno^ 
derniitnagadìcfai&gRuuliiOcinildlacornpoftEirajcaTneiKgìiomamnttiinep^ 
Cinenti><ciieliio^'Rili{]Crhabitare.Etnelvero>chenonnveggonojii  patte^ 
atauiacdìfid,aefHiìagJati,ncpidraccoltii  ncpiiiacconciperlo  vfohiunanoAi 
4liefli .  Et  qnanniiM^iVinitianìfìanoftadTtftrctciin  quelk  Ifote  circondato 
«aH^Kquc  del  mare  )  fi  fono  però  ftfìargaci  qoaato  compoitaca  illìrod^thionos 
fupplcinoal-difctuiildUtntm««on  l'artificio)  i>ndeèa)famanifidt3>tht 

i  Vi- 


38a      DE  I  PALA22I  PRIVATI, 

i  PakMt  ètct^mmmti  htiieAbioi  CoraU^ae  gli  hortì(ciie  moUi^ono  cter^^hanoo) 
&  che  le  ftrade  foflcro  larghe  86  fpaciofe  come  in  terra  ferma  >  la  cittd  farebbe  di 
gran  lunga  ma^iore  di  <)ual  fi  voglia  altra  nel  mondo .  Nello  eftremo  delle  con- 
trade verfo  terra  fermaf  le  cafe  con  l'apparenza  loro  :  (  come  fabricate  nella  in£ui- 
Sia  di  Vcneria)  dimoArano  la  parfimonia  de  forimi  fondatori.  Percioche  fono  baf- 
è  con  fìneftre  ft rette»  &  con  pochi  fori  >  per  rifpetto  dell'aria  in  quei  tenipi  non^ 
molto  purgata  •  >  •  -  - 

Ma  eflendofì  poi  con  gli  anni  accrefciuta  la  terra»  &  bonificata  Taria  per  Io  con- 
cordo delle  perfone>  per  1^  q  uantiti  de  i  fuQcbi»&  per  lo  conunoua  flufio»  &  ccAo^ 
fo  dell'acque»  &  fa^ricandofi  Pal^zi  &  cafamenci  di  moka  grandezza»  ^inéroduf- 
fc  Parchitettura  Tedefca:  facendo  i  Veneti  il  medefimoi  che  fece  anco  il  rimanea- 
te  d'Italia .  Nella  quale  i  Gochi  dimorati  molti  anni  »  empierono  ogni  <:ofa  de  loro 
vfi  barbari  &  corrotti:  fpegnendo  qua/i  affatto  le  bellezze  Romane .  Onde  fi  vede 
perciò  che  le  Cbiefe  »  &  le  cafe  fono  compofte  per  la  maggior  patte  fecondo  Ul^ 
maniera  di  quella  natione .  Si  legge  che  ne  primi  tempi  »  volendo  i  nofiri  moftrare 
vnione  &  parici  in  tut(e  le  cofe  loro»  edificarono  in  virtù  della  legge  I>aula»le  cafe 
tutte  vguali  in  altezza.  Ma  crefciuoe  poi  le  ricchezze  per  la  mercatura  che  fb  fetn- 
pre  il  neruo  di  quelta  Republica» sbalzarono»  &  abbaffarono  fecondo  l'appetito  de 
ifabricanti.Qnafi  tutti  i  Palazzi  fono  nei  primi  itti^  nelle  pili  belle  vecfaite  delle 
.Citxif  &  podi  per  la  maggior  parte  su  Tacque.^c  quàfi  tutte  le  cafe  de  gli  babitan- 
ti  hanno  riua.  la  quale  quanto  fia  commoda  peri  porci  delle  cofe  necefiarie  ad 
ogni  famiglia  in  tutto  l'anno»  non  fi  puòcofi  ageuol  mente  efpticare.  Oltredque- 
fto  oc^ni  cafa  hi  la  terrazza  fopra  il  tetto»  fatta  ò  di  mirro»  ò  di  legno:  &  fi,chiama- 
no  Alrane»'per  vfo  di  difendere  i  pandi  al  Sole»  dàllt  quali  flfcuopr-e  anco  per  luti* 
go  tratto  di  acquaitutto  il  paefe  all'intomo.Et  tutti  i  coperti  fono  di  tegoh  ò  cop- 
pi dóppi»  fenza  embrice  alcuno»' onde  la  fpefa  del  fabricare  è  [molto  maggiore  ia 
quefta  parte  che  in  terra  ferma .  Attorno  al  tetto  girano  le  gome  ò  droccie  di  pie- 
tra viua»  per  le  quali  l'acqua  piouanafcorre  per  via  di  cannoni  nafcofti  ne  pozzi» 
doue  puntata  la  materia  più  groflfa:  torna  i  beneficio  delle  perfone  »  perche  non  ci 
efienao  fiumi»  ne  fondo  di  terra  viua  onde  R  polfa  ti;ouar  la  vena  dell'acque  dolci»(i 
vfano  le  cifterne,  le  acoue  delle  quali  fono  più  fané  &  (nigliori  à  digerire,  che  Tac- 
que viue  per  la  cnidez^loco«Dc  quali  pozzi  ò  cidernd  la  citii  é  molto  abbondan- 
te» cofi  in  publico  come  in  priuato  •  Conciofia  che  ogni  piazza  >  ò  campo»  ò  cortes 
ha  il  fuo  pozzo  fatto  dal  publico  per  la  maggior  parte  in  diuerfe  occorrenze»  fi  co^ 
me  2luenne  fotto  il  Doge  Fofcari»  nel  cui  tempo  »  non  edendo  in  vno  anno  piouuto 
{>unto  da  i  tanti  di  Nouembre  fino  al  Febraio  feguente»  la  Rep.fece  far  trenta  do2> 
zi  di  nuouo»  i  beneficio  de  poueri»&  facendo  portar  l'acqua  co  blirchi»tratta  dalla 
Brenta»  focUsfece  con  l'arte  al  difetto  della  stagione.  Orale  fondamenta  di  tutti 

Jiii  edifici»  fi  fanno  di  fortiflimi  pali  di  quercia  ò  di  rouere  »  che  dura  eternamente 
otto  acqua»  per  rifpetto  del  fondo  lubrico,  &  non  punto  faldo  della  palude .  Que- 
fti  fitti  per  forza  nel  terreno»  &  poi  fermari  con  grofle  trauorfc»&  ripieni  fra  palot 
&  palo  con  diuerfi  cementi  &  rottami  di  fallì  »  fanno  per  la  coagulatione  Se  prefa 
Joro  fondamente  cofi  ftabili  &  fcrme»che  fof  tengono  ogni  groffa  &  alta  muraglia» 
fcnza  fe^narfi  pure  vn  pelo .  I  mattoni  ò  pietre  cotte  »  &  le  calcine  ci  vengono  da  t 
territori)  di  Padoiia,  di  Trcuifo»  &  di  Ferrara»  ma  le  più  lodate  fono  quelle  del  Pa- 
donano:  si  perche  il  terreno  è  migliore  »  si  perche  le  pietre  fono  più  Cagionate  »  8c 
Ibcn  cotteti  si  perche  ilmorcUo  del  tcgoioi  de]  oiattQne»  Se  della  tauella  i  di  magr 

gior 


ET  nE.10PL0t)iai^AMENTI  LB,  IX.    583 

4p(Mr  Oìifurrdè  gH  abd;  &  vnàbàcca  guidior  per  lo  pia  da  due  perfone  foie  Cùndvt^ 
ceJe  più  volte  la  Tnatcria da  fabricace  ogni  grand*edi6cto.  Le  barene  R  hanno  daU 
la  Brenta»  &  dal  Lido*  ma  la  dolce  e  migliore.  I  legnami  ci  riportano  in  nwlta  at>t 
bondanza  per  i  liurniin^ml  di  zattarc  dalle  montagne  di  Cadoro  >  dei  Frioli»  Se 
4i  Trinirana)  ta  ferrareccia  da  Brerciai  &  da  diuerfi  altri  luoghi  di  Lombardia .  Ma 
bella&mirabiLcofaèJamaterìadelk  pietre  viuctt  che  fono  condotte  daRouH 
gnOf  &  da  Brioni»  cadella  in  riuiera  della  Dalmatia»  fopò  di  color  biai^co»  &  fìmili 
al  cnarmormaXalde&  forti  di  maniera  che  durano  per  lunghiflimo  tempo  a^ 
i  gbtacd>&  al  Sole  :  onde  ne  fanno  ftàtue  :  le  quali  polite  col  feltro  i  guifa  del  mar^ 
mof  poi  che  fono  pomiciane^  hanno  fembiansa  di  marmo  •  H t  di  quefte  co/i  fatte  & 
itscroftano  te  facoe  ùittre  delie  Chiefe  &  de  i  Palazzi»  con  colonne  alte  >  grofle  >  fc 
lunghe  di  ▼np^tac^  quanto  0irucrfej  perche  le  caue  di  Rouii;no  abbondano  di  que« 
Aaiortedipietra»chia(xiatalihianA^&Liburnicadaali  Scrittori.  Cifotioanco 
delle  facciecoperte  di  marmi  finii cna  grechi»  portati  dairifolc  dell* Arcipei^gCb  & 
Ijpetiaknente  ai  Paro  »n^anòAi0cyff  bianco  come  il  comune  >&  differente  aflai  dal 
tnarmocH  Oirrara  in  Tofcana  •  Le  pietre  poi  da  Verona  ci  fona  in  ftima  >  perche 
eflèndo  t^e:  8cpon  ntacchiediuer(e>  apportano  vaghezza  à  gli  edifici  >  &  di  que-« 
ttc  R  fanno  i  fuoti  delleCbiefei  8c  de  i  Palazii  »  i  gui(a  di  Scacchi  >  &  fé  ne  fanno  al-* 
tri  iauoriyche  rieicono  motto  ^ntili»  come  acquart^amtni»  comici»  &  cofe  altrc^ 
IbmigUanti .  Nondimeno  le  pietre  roffe  da  Cattato  fono  le  pin  belle  &  di  più  du^ 
rata  per  fare  i  fuoti-  S^vfano  per  le  camere»  &  le  Sale  comunemente  >  i  fuoli  o  paiiir 
menti  >  non  di  mattoni  >  ma  di  vna  certa  materia  >  che  (i  chiama  terrazzo  :  la  qoal 
duii  per  lungo  tempo^&è  va^hifiirnaàtl^^cchio  Se  poliu.  Blla  (i  fa  con  calcina  Se 
con  tegoU  ò  cnattoni  ben  peli i>&  s'incorfXMra  infieme  •  Vi  (i  aggiugne  vna  parte  di 
ics^ia  di  faflb  Idróno poluerezzato»  8c  qwefta  miftura  alquanto  foda  >  (i  di  flendo 
fai  molo  di  tauole  ben  ntto  con  chiodi»  accioche  non  fi  torca  8c  refifta  al  pefo  •  v  In^ 
éi  con  ferri  fatti  i  poftatfi  batte  Se  calca  per  qualche  giorno .  Et  fpianato  ogni  co« 
£a  8c  indurito  vgualmente  >  vi  fi  mette  di  fopra  vn^altra  mano  ò  coperta  di  dettai^ 
tnaterltioelta  qual  fi  incocpora  ò  cinapro>ò  color  roflb.  Et  poi  che  n  è  ripofato  per 
c]pialche  giorno  (e  gli  da  Tolio  di  tino»  col  quale  il  terrazzo  prende  il  lullro  per  & 
Ama  maniera»  cheiohnomo  può  fpecchiarnifi  dentro  «  £t  ancoraché  quello  par 
llume  fia  ripUtatomal  fano  per  la  lua  freddura  4  mttauia  non  fi  vede  cofa  per  fuo« 
li^ne  pia  bella»nè  piti  gentile»  ne  pid  durabile  di  quella  •  conciofia  che  fi  mantengo^ 
ix>  col  fregarli  fpeifo  6  con  pahnotò  coaff)ugtuu  A  chi  li  defidera  Inftri  lungamen-^ 
fetali  cnopre  con  tele  per  non  macchiarli  in  caminando  »  in  guifa.  tale  che  entran* 
do  m  coS  Kitte  ftanzeitu  direfti  d'entrare  in  ben  eulta  ^  polita  Chiefa  di  S^re.  Et 
fe  talhora  fi  fconsanot^ò  per  eccefliuo  freddo»  ò  per  qualche  bercoflàsfi  ripara  age^ 
Bolmenee  col  fapraponu  vn'akra  coperta  piùibttiie  di  quella  medefima  €ompo« 
litione.  Et  i  maeftri  propri}  Se  particolari  di  queft^arte  »  fono  per  ordinario  Foi>> 
lani  %  •  ^ 

^  I  colmi  delle  fabrkhe  fono  per  k>  pid  in  qnattro  acque»  onde  oltre  al  fcotar  deti 
to  pioggie  motte  pia  facile»  appCHtano  à  gli  edifici  maggiore  ornamento .  Le  tra<^ 
likture  per  la  fpdiezza  de  legnami»  mettendofi  vn  pieno  »  &  vn  voto»  rendono  d  già 
acchi  altrui  grato  diletto  »  oltre  cb'é  vtile  per  la  fortezza  »  perche  foAengono  ogni 
gran  pefoi  &  nel  caminar  i  palchi  non  tremano  •  Et  le  habitationi  fi  fanno  per  o^-^ 
dinano-in  tre  hioli  fenza  il  colmo .  Tutte  le  camere  hanno  i  camini  »  ma  le  fate  nò  4 
fic certo  con ghìdidóiperdoche  cpandofiefccdilecicbfi  hiìtfiiDCP  vldnpiilqiHte 

Bb         non 


«'.'/i 


384        DE  1  PALAZZI  PRIVATI 

nonfolatncntcfapròafciugandolohnmidofcbefi  ti^  deOà^ 

notte  >aari(caI<U  le  ihmze>&pui^iactitii?aponche^fiiiefiaao    per  ana>  ò^ 
peraltro. 

Le  Sale  (i  facenano  da  gli  antichi  in  crecdobb  cioè  in  forma  di  T.  con  bmttezx^ 
della  fabrica»  ma  regolatoli  (]uefto  cofturoe  »  fi  fanno  diritte  dalf  vna  all'altra  fyc^ 
eia  della  habitatione>  &  i  fori  dette  fineft  re  corrìfpondono  infiemeàl  medefimo  au«- 
niene  delle  porte>&  delle  fineftre  delle  camere  per  fianco  j  di  maniera^  ch'efiem^ 
ogni  foro  propordonatOf  l'occhio^  oltre  alla  bella  veditta  >  corre  per  tatto  libera 
mentcì  &  i  luoghi  fono  chiariffimi  &pieni  di  Sole .  S'àggiognc  à  <)aefto>che  tuttc^ 
le  finefire  fi  chiudono  «  non  eoa  impannate  di  tela  ìnceraca^  ò  di  carU^  ma  conL> 
bianchiffimi  Se  fini  Tetrì^rinchiufi  in  telato  di  legno  ^  fermati  con  ferro  >  &  con^ 
piombo»  non  pur  ne  i  Palaxii  8c  cafamenti»  ma  anco  ituutti  i  luoghi  >  oer  ignobili» 
che  Q  fianoi  con  marauiglia  de  foreftierii  poi  che  in  quefia  parte  fola  (i  coii^rende 
ncchezsa  infinita»  la  quale  efce  tutta  dalle  fornaci  di  Murano .  Le  fiu:ciate  dellc^ 
fabriche  fono  tirate  i  filo  dal  colmo  fino  à  terra,ienMrfopportico  ò  fporto»  ò  altro 
iphe  Hmpedifca  •  onde  per  quefto  aniene  >  che  ne  tempi  piouofi  lo  huomo  non  poà 
riparlerà  dall'acqua»come  i  Padoua  »  à  Bologna)  ò  doue  fono  i  foppoicidu .  Nella 
compofitura  de  gli  edifici  >  fi  mettono  lefinettre  della  Sala  nel  mezzo  della  faccia- 
ta» onde  fi  comprende  con  £icilità  da  i  riguardanti»  doue  fia pofta  la  Sala .  Et  ailc^ 
fineftre  (i  coftumano  i  poggiuoli  che  fportano  in  fiiorì  »  colonnati  alI*intomo  :  alti 
poco  pili  su  della  cinta»  molto  commodi  ne  tempi  della  State  per  riceoere  il  ^» 

fco . 

Fri  le  faccie»  alcune  hanno  la  Loggia  i  piepiano  con  colonne»  &  con  roki»  ma^ 
però  tirate  i  filo  del  redo  della  faccia .  Et  era  ciò  facto  da  i  Vecchi:^t>erche  conduci 
cendo  i  cafa  le  mercantie  »  le  fcaricaiiano  in  Loggia  :  dalle  cui  bande  erano  i  ma- 

faztini  per  riporle«  Le  porte  fono  alte&  quadrare  »  &  ogni  cafiei  fu  l'acqua  ne  ha-> 
uè»  fvna  ferue  per  riua  :  &  dall'altra  fi  efce  per  terra .  Ogni  luogo  commodo  h& 
cortile  col  pozzo  in  mezzo  (coperto .  perche  Pacque  dolci  fi  fanno  più  perfette  al<- 
f  aria  che  al  buio:  attento  che  il  Sole  le  purga  »  &  s'efak  perdo,  da  loro  €>^  difet- 
to .  Quanto  i  gli  omamenti»aIle  foppeUettili  »  &  alle  ricchezze  incredibili  delle  ca« 
fe»cost  de  grandi»  come  de  mezzani>&  de  i  bafli»  è  cofa  impoflibile  à  penfarlo  »  no» 
che  i  fcriuerlo  i  pieno .  Et  è  ragioneuol  cofa  :  pjercioclie  efiendo  pafiàti  hormiii 
II  59.anni  dai  fuo  principio»  fcnza  efier  mai  tocca  da  mano  predatrice  »  &  nemica  »; 
&drercitandotuttauiala  mercatura»  perlaoualebsk  fempte  poruto  dcafa»  & 
condottoci  le  faculci  di  tante  città  rouinate  ^difperfe  >  &mal  trattate  da  i  barbiui 
in  diuerfi  fecoli»  da  coloro»  che  le  vollono  conferuarc»é  necefsaria  cofa  che  fiaopu-^ 
kntiifima  8c  ricca  •  A  dò  s*a^giugne»che  le  cafe  nobili»  per  centinaia  d'anni»  funr 
do  tuttauia  in  fiore  per  ì  magmrati>&  per  le  facende  del  mare  :  hanno  fempre  am-< 
^ato  le  cofe  loro  i  gran  colmo  di  feliciti.  Etquantunone  i  tioflati  fi  deficroalla 
parfimonia»  erano  però  ne  gli  addobbamenti  di  cafa  fplendidi  grandemente .  So* 
no  infinite  £;ù>riche  con  i  palchi  delle  camere»^  dell'altre  ftanze»  lauorate  i  oro>& 
altri  colori»  &  hiftoriati  con  pitture  &  g^é  artifid)  eccellenti.  Quafi  tutte  hanno  te 
habitationi  coperte  di  nobiliflìmi  r»:Éi>di  panni  di  feta  »  di  corami  d'oro  »  di  foal-i* 
hcKf  &  di  altre  cofe  fecondo  le  ftagioni  de  i  tempi  •  Et  le  camere  per  lo  più  iono^ 
«domate  di  lettiere  &  di  cafle  fatte  à  oro»con  pitture»&  con  comici  parimente  ca* 
fiche  d'oro.  Le  credentiere  d'attento»  &  gli  altri  fornimenti  di  porcellane  »  di  pel- 
trM$i^r«auiòbroi«laupi»ci4tt'azi(n^  NeUcSaledeerandi 

■     '  "      '    ttaa- 


ET  DE  LO»lO  ornaménti  LIK  I5C    3  S  y 

ftMuio  ic  laftclUpre  delibarmi  i  con  gli  Scudi,  &  con  gli  Stendardi  de  loto  antenati  $ 

che  furono  in  c«|gg)menci  di  «larc  ò  di  terra  •  Ho  veduto  vendere  all'incanto  lc-# 

.maflarìtie  di  caia>  di  yn  nobile  condannato  pef  finiftro  accidttte  >  che  farebbono 

.  ftaite  pur  troppo  i  qual  fi  veglia  gran  Duca  d'Italia ,  Il  medefimo  diciamo»  de  m^^ 

-diocrijfc  de  baffi  i  proportione .  Perche  non  é  |Krfona  così  miferabile  con  cafa  a^ 

pertayche  non  habbiii  caffè  &  lettiere  di  noci^panni  verdistapeti»  peltrii  ramij  cate^ 

nelle  d'oro»  forchette  d'argento»  &  anella»  tale  è  la  politia  di  quella  cicti  •  Perciò* 

.  che  correndo  mirabilmente  reflercitio  dell'arti  >  &  concorrendoci  mtte  le  nationi 

cfteme>il  popolo  participa  di  quefto  vtile  cofi  viuo»  chi  piiì>  chi  meno  »  fecondo  le 

qualiulft  riq^^no  delle  perfoòe»  fatte  perciò  troppo  morbide  &  licentiofe  • 

Palazzi. 

ORaftt  tanti  nobili  Palazzi  6c  Cafamentì»come  di  fopra  s'è  detto*  f^endono 
laftiita  di  alcuni  >  diciamo  che  il  Palaezo  prefTo  alla  Chiefa  di  Santo  Anto- 
tuo  ÙMopo&o  alla  Procuratia  de  Supra  »  è  di  ftrafordinaria  grandezza .  Contiene^ 
intorno  quanmta  camere  conunode  &  buone  »  &  fu  in  diuerfi  tempi  albergo  di  di* 
ilorliPrincipi»  fra  quali  Tvltimo  fu  Ferrante  Sanfeuenno  Principe  di  Salerno  »  nd 
ioo  infelice  efilio.  : 

Guarda  alla  fioiftra  quafi  tutta  la  Laguna  all'intorno  oltre  i  Caftelii  »  &  per  fino 
àChioggiaiaotaaadic]uindÌ25.  miglia»  &  dalla deftra fino  alla  Dogana  di  mare  • 
Il  giar^no  ri  i  conueneuole  al  corpo  fìio»  cofi  le  Corei  con  l'altre  fue  parti  >  tenuto 
alpr^fente  da  Marchiò  Michele  Prior  di  Venetia  per  la  religione  di  S. Lasero  del 
DucadiSauoia. 

Non  molto  difcoflo  è  congiunto  con  San  Giouanni  de  Forlani  »  vn  Palazzo  anti-* 
00»  ma  commodo  molto»  nel  quale  faabitauano  i  Priori  di  quel  Tempio  •  Et^ietro 
alle  fpalle  ha  il  fuo  ampUifimo  giardino  di  molta  bellezza  •  Poco  lontano  dal  Ponte 
fiella  Madonna  vicino  alla  Pietà  »  fi  vede  il  Palazzo  della  famigli!  Gritta  »  dipinto 
di  fuori  da  dattifb  Moro  Veronefe .  Et  in  deacro  »  del  Procuratore  Àlellandn» 
Ccitti»&pre{ro  al  Ponte  della  Pagna»vnfimile»  pur  de  Gritti.  DequaliaS.Fran* 
cefco  n*è  vn'altro  »  habitato  al  predente  dal  Legato  del  Papa  »  &  fii  del  Prìndpc^ 
Gritd .  Nel  rio  di  Palazzo  »  quello  ^i  de  i  Triuifani  »  Se  bora  di  Bartoiameo  Gap* 
pello  Padre  della  Gran  Duchefia  di  Tofcana»tutto  incroftato  di  fidiffimi  marmi»  & 
magnifico»  &  bello  affatto  • 

.  &1  campo  di  Santa  MariaPormela  la  famis[lia  Vittura  hi  vn  belliffimo  Pala:u 
zos  ve  ne  ha  vno  altro  di  maùno  la  famiglia  Malipiera  >  &  vn*altro  all'incontro  >  la 
Ruggioa  3  fabri^to  pochi  anni  fono  con  bella  faccia  de  riccamente  adomata.  Et 
prefio  à  Malipieri»  è  limato  ilfamofo  Palazzo  del  Patriarca  Grimani  »  ridotto  aUa 
6>rma  Romana.  Percioche  compartito  con  belle  ftanze  &  Loggieà  terreno»  à 
fornito  di  figure  antiche  »  &  di  corfi»  con  infcrittioni  per  tutto  »  molto  alla  grande  • 
Et  le  (cale  di  fopra  lauorate  di  pitture  Se  di  ftucchi  aim)mpagnanoi  fuoli  &  terraz- 
zi fatti  i  compaffi»  con  bellilfimi  foflitti  »  ne  quali  Francefco  Sahiiati  fece  vna  Pfi- 
che»&  i  fedoni  fUròoo  lauorati  da  Camillo  Mantouano  •  &  Giouanni  da  Vdine  vi 
lauorò  dentro  vna  camera  tutta  di  ftucchi  • 
.  Poco  appreffo  fitrouail  Palazra  della  famiglia  Giorgia  coperto  di  candidi 

iparmi  «  £t  vicino  al  Ponte  dalla  deftra»  i  quello  di  Francefco  dje  Prioli  Procura^ 

Bb    a       tor 


slif    "DI  I  PALA7ZI  PRIVATI, 


f 


San  Marco»  doue  (iconfeniatio  Pìtwre  ìMlti  di  Ucomo  Bittiift  Vecdud  td 

cnatcfaiioriMdac^cAacafaf  non  folamcaee  fu  trattenuto  dAlcii  ma  ti  habitò 
lungamente»  &  roroò  di  quadri  molto  angolari  •  Nel  tic  di  San  Lot6nzoiè  il  Palasi» 
M  di  Luigi  Giorgi  Senatore  integcfritno  >  chefe  poi  Pròdoratott  eoa  diuerfe  bet- 
4czze>di  ntratti  &  figure^di  manìid^  &  di  {luccojd'AIefTatldré  Vittoria .  DalTiiltto 
capo  del  rio»  appaeifcono  gli  edifici  4^  i  Capdli^  di  gran  (p^(i^  Magnifkenza  •  E 
poco  difcofto  giace  il  nobile  edifìtio  di  Pietro  Giuftiniaoo»aiìiore>giouanetto  mot* 
co  ricco»  fatto  fabricare  pochi  anni  fono  da  Girolamo»  e  Marc'Antonio  fratellii  ^ 
imo  Padre^  l'altro  Zio  fuo  con  fpefà  aflfai  magnifica»&  iUuflre  «  A  Sàù  Benedetto  fi 
vederi!  Palazzo  de  i  Pcfari  »  il  quale  circonda  gran  parte  di  terreno^  degnbdeUa  fi^ 
tuatione  del  Canal  grande  • 

Illuftre  è  parimente  il  Palazzo  de  i  Loredani  d  San  Stefano,  percioche»  oltra  che 
è  fabricato  con  architettura  moderna  shi  diuerfi  ornamenti  di  pitture  »  &  di  Ihic* 
chi»  &  la  facciata  fu  dipinta  da  Giofeppe  Saluiati .  Nella  calle  di  San  Maurìtio  è  fi- 
nuRO  il  Palazzo  fabricato  da  Nicolò  da  Ponte  »  al  prcfencé  Principe  ài  Venetta.^»^ 
vicchidimo  di  varie  &  vaghe  pitturer  Et  poco  lontano  vedefi  quel  del  Oiauarkia^ 
affai  commodo»  e  bello*  Sul  campo  de  Crocicchieri  è  notando  quello  de  i  zen»  ON* 
dinato  fui  modello  di  Francefco  Zeno  »  che  ai  tempo  fuo  fu  gentiihuomo  iotao^ 
dente  dell'architettura .  Et  poco  più  oltre  di  qua  dal  Ponte  fi  ifOVtìL  €|Qello  de  Om^ 
tarini»  eid  fatto  dalla  cafa  uolce  »  &  poco  preflb  quellode  GiufUniani .  In  CaiMI^ 
re  io»  di  rincontro  i  San  Iob»è  molto  nobile  il  Palazzo  già  deUa  gente  Gonnella  »  8c 
bora  di  Monfig.Silaefiro  Valiero»  il  cui  Salone  é  conniunerat0»a  i  maggiori  dclM 
Citti  •  E  parimente  nobile  quello  de  i  Grimani  i  Sa^mildo  •  A  San  Paolo»  quell(^ 
de  i  Comari  fatto  fui  modello  di  Michele  da  San  Michele  >  &  ricco  di  diuerfi  oma*> 
menti.  Et  fui  campo  medefimo»queIli  de  Bernardi  &  de  i  Soranzi  »  fono  dqsni  &cC^ 
fef  veduti  » &dcqualr Giofeppe  Saluiati  dipinfe  la  faccia  della  &brica  de  Bernar- 
di. A  i  Carmini  è  notabile  il  Palazzo  di  lacomo  Fofcarino  Caualieio  $  Sl  Procura^ 
tor  di  San  Marco»  te  fornito  di  molte  anticaglie .  A  SanPantaleone»  i  Loredani  vi 
Acero  il  fuo»abbeUito  di  molte  figure  antickc  •  A  Santa  Marina  fono  memorabili 
gli  Edifici  de  gli  £mi»dei  Mocen]gbi»de  i  Soranzi>de  i  Pifani»&  de  i  Bracini»  tuc^ 
ti  per  grandezza»oer  commoditi»&  per  o^namenti»rari»À  fingolari  •  A  San  Baf^io 
fi  vede  la  fabrica  de  Molini  di  molta  importanza .  Et  vicino  à  San  Geruafo  »  la  vc^ 
n^randa  habitatione  de  i  Dogi  Barbarighi  »  rifatta  poi  fui  modello  dd  Sa^fouinò  » 
dal  fé  mptc  memorando  Agatino  Barbarigo  * 

Vi  hanno  etiandio  i  Nani>gli  edifici)  loro  omad  di  pitture  &  óì  flucchi  di  mano 
di  Alef&mdro  Vittoria  »  poifeduti  al  prefente  da  Paolo  Procurator  di  San  Marco . 
£t  nelleparti  di  S.  Luigi»  fono  fituati^liucrfi  Palazzi»de  quali  è  molto  nobile  queUo 
della  famiglia  Michefauhabitato  moki'  anni  fono»  da  Arnoldo  Ferrerio  An^>afcia-* 
dorè  del  R^é  di  Francia ,  Et  quello  del  Medico  N^roni.  Et  alla  Mifericordia  quel* 
to  di  Luigi  Thicpolo  Procurator  di  San  Marco  degno  di  ricordo .  Percioche  confu^ 
maro  da)  cem^»  fu  con  artifitio  non  più  per  auanti  Tditoirifondato  di  fotto»  men^ 
tre  che  Q  habitaua  di  fopntf  f^aza  moto  alcuno»^  con  marauiglia  della  città .  Poj 
che  flando  la  fabrica  in  piedi  »  &  foftenendola  i^  aria  »  fi  poffonogettar  nuoue  fon^ 
damenta  fenzadifconcio  de  gli  habitanti>&  qió  fu  ritrouato  dal  Mufouino.  Con  la 
quale  inuencione  egli  foftenne  in  pie  la  Chiefa  di  San  Marco.  La  cui  cuba  di  mez«> 
andando  in  rouina»&  tirandofi  tutte  l'altre  dietro  »  fenza  hauerfi  giamai  ritronaro 
à  chi  baflafle  l'animo  di  mettcrui  manoi  fu  da  lui  non  pur  foftenuta  i  ma  riparata^* 

fieri- 


£T<£>i  tono  oRNAKmanus:  a  ^7 

«6  rììkttft  eoa mdce  honor  fiio»&  con  gran  piacer  det  Smàto»&  ddhmmer&ie>ef« 
fendo  per  auanti  tenuu  per  coCadifpcrau  affimi 
tenere»  ò  acconciare  •  \ 

'  ASanHieronimolafabricadeiMori>qiia(iirenibianza  divn  groflb caftello » 
h  opera  di  Leonardo  Moro  •  A  Seruiii  Grimani  pofleggono  edifici  honoreuoIi^Ss 
belli  •  £c  poco  difcofto  (bno  i  Vendramini»  il  cui  Palazzo  con  faccia  di  marmo  %  fa 
gii  ridotto  dei  vircaofi  della  Circi.  Percioche  viuendo  Gabriello  àmanciffimo 
della  Pittura»  della  $cutaira>&  dell'Architettura»  vi  fece  molti  ornamenti  »  8c  yi 
tjb^cotfe  diuerfe  co(e  de  i  piti  famofi  artefici  del  fno  tempo  •  Percioche  vi  fi  ve^o- 
nobpetediGior^ne  da  CaOel  Franco»  di  Gian  Beikno»  di  Titiano>  di  Michel 
Agnolo»  Se  d'altri  confemate  da  fuoi  foccefibri .  Et  iui  prefib  è  il  Palazzo  de  i  Du^» 
chi  d* Vrbino  di  honefta  grandezza  i  pol&duto  da  loro  molti  anni  fono  fecondo  N 
vfo  d'altri  Prìncipi  »  che  vi  hanno  hauuto  »  &  hanno  habitadoni  per  diporto  loro  « 
Alla  Maddalena»  &iSan  Leonardo  apparifcono  gii  antichi  edifici  della  Cafa^ 
Donata* 

<  MatraipiànotandiPalazEÌ»chefono  fri  terra  deueéfierpofio  quello  deMaci 
ltSanCaffiano»fabricato  ne  gioitimi  anni  del  fecolopaifato  di  bcltiffima  coftrat* 
ciibM)mato  di  marmi»  come  è  anco  quello  del  Buon'Huomo  »  fituato  fopra  il  me* 
ik^lmo  Kkh  in  contri  di  Sant*Appolbnare  •  Ma  fenz'alcun  dubbio  »la  maggioro 
fomma  di  Palazzi»  di  caliamenti»  &  d*altre  fabriche  notandc^fi  vedeXul  canal  gran* 
de  che  diuidelaCitti  per  mezzo  I  come  partepicì  importante  »&  rìguardeuole  di 
tutte  l'altre  »  onde  pero  panie  i  ^i  antichi»  di  nonorarla  con  regij  »  &  magnificht 
edifici  j  •  Però  cominciandofi  dalla  Dogana  di  mare  $  fino  i  Santa  Lucia  >  riempie^ 
rono  per  tutto  >  cofi  dall' vna  come  daU'altra  fponda  del  caiulc  >  di  riccbiifimi  fta« 
bili»  i  quali  fi  polTono  ragioneuolmente  chiamar  Palazzi  !  tanta  &  tal  grandeeza^ 
&  magnificen  za  è  la  loro  • 

-  Ma  percioche  farebbe  tediofa&  forte  troppo  curiofa  materia»  l'andare  efami-i 
Aando  minutamente  auefta  parte  i  faremo  ricordo  d'alcuni  di  loro  più  apparenti  » 
&  maggiori  »  fi  come  habbiamo  anco  fatto  de  i  fopradetti  che  fono  fri  terra  »  ac« 
cennando  i  foreftieri  vna  parte»  per  la  quale  defiderofi  di  vedere  osni  cofa  »  ricer^ 
chino  il  tutto  •  Oltra  che  io  teneo  per  fermo»  che  non  poten  do  lo  nuomo  »  (  fi  co* 
me  io  conoico  perefperienza)  utiar  gli  occhi  con  la  diuerfiti  di  fabriche  cofi  bel- 
le» meno  fi  pofla  ciò  fare  baitcuolmentecon  la  fcrittura.  E  per  tanto  dafapere 
che  i  principalifitmi  di  tutti  i  Palazzi  del  Canal  grandCf^fono  quattro  .(pirlo  per 
architettura»  per  artificio  dì  pietre  viue»  per  m^illero>per  grandezza  di  corpo»  & 
di  fpefa  »  percioche  quelli  foli  coftano  oltre  d  200.  miladucati  »  )  cioè  il  Loredano 
à  San  Marcuola»  il  Grimano  i  San  Luca»  il  Delfino  i  San  Saluadore  »  &  il  Cornaro 
i  San  Maurino .  C^efti  larghiper  circuito»  per  altezza  »&  per  ogni  ak|ra  gualiti 
che  fi  richiede  i  bene  intefi  edihci^rfiirono^Bttti  ne  tempi  noftri»  &  fecondo  la  dot« 
trina  dell'antico  Vitmuio»  daDecui  regole  igli  ottimi  Architettori  »  non  è  lecito 
di  partirfi  • 

Il  Loredanòadunque  di  gran  corpo  »  Se  di  ^and*altezza  »  &  anteriore  in  tempo 
à  gli  altri»  &  quafi  pollo  in  Ifola  è  molto  nobile  »percioche  óltre  alla  copia  delle^ 
flanze  di  dentro»  hi  la  faccia  coperta  di  marmi  Grechi  »  con  gran  fineftroni  tutti 
colonnati  aita  corinthia .  Il  Grimanc»  che  Teccede  di  gran  1  unga  di  ftanzc  reali  »  & 
,  d'ogni  altra  cofa»  è  ricchiifìmo  di  fatture»  percioche  gli  intagli»  i  fc^liami  »  &  l'al- 
tre dilicatuce  quafi  fatte  per  fino  alle  fondamenta»  fono  couTpefa  eccdfiua.  Vi  (o* 

fib    3       no 


•? 


S8d     DB  !  PALAZZI  PRIVATI,:  ^ 

M>  pirioieiiee  m^[QÌfichi  eoloim 

^  rkchesze  di  cotnponiaKfid  &  lU  laoori  »  per  op^ 

che  for  Architetto, 

ni>elfiiiaipriinodopòilLe»ediiiOfChefoaef^^  in  Veoeciacoiic^ole 

éTarchitettura  $  è  degno  di  lode.  Perciochc  occupaodo  gran  fpatiodi  terreno  %  col 
cortile  nel  mtsato  circondato  di  LG«gie  all^Tfanza  Romana  >  è  di  fuori  con  bene  in* 
tefa  focciaj  &  di  dentro  tul  lai^hiffime  &  commode  ftanzt  %  fabricato  per  ordine 
di  Giouanni  Ddfino»  fui  modello  del  Sanfooino  »  Il  Comaro  %  cb  é  it  quarto  per  fi* 
to»  per  magnificenxa>per  capacitiiper  ricdienedi  fiieareyper  ftmttunbSc  per  finir 
aDCtrfa>è  fra  tutti  gli  altri  memorando .  Perdoche  di  dentro  »  con  ^ran  cortile  co»* 
pertoi  &  fcopertoj  con  bellezze  &  ornamenti  alla  Romana  >  fic  coninuentioneac^ 
commodate  all*vfo  comune»  è  capadffimo  da  vna  parte  per  ogni  famiglia  di  Qzxr 
dinalc>  &  dUPaltra  per  le  donne  &  Sigiunri  d'dTo  •  Et  fcnopre  &  è  (coperto  aU*ia^ 
torno  per  Paltxni  iuaii  le  Illune .  Et  la  àccia  tuttaccdonnatadoppìamcotecoiu» 
lauoro  Ionico  di  fopra^&  Radico  gentile  di  fotto  »  &  con  fori  nobibi  apparifce  a^ 
etguardanti  piena  di  maefti.  Et  dmnsi  la  Loggia  con  le  ficaie  della  ripa  >  raxlona 
grandezza  al?edifitio  9  fabricatoperordiocm  Giorgio  Comaro  gk^uotodi 
IftCDmoProcurator  di  San  Marco»  fui  modello  del  Sambnmo.Ma  tntci  qwfti  qoai* 
croi  trapaflà  per  fico»  &  per  grandezza  di  machina  >  il  Palazzo  Fofcaro  »  antico  per 
fabrica  de  fecondo  r?fo  Te^fco.  Perdoche  pofto  bai  cantonale  dd  riodiSMu 
Pantalone»  fcnopre  nello  fuo^r  del  canal  grande  >  dalla  finiftra  fino  à  Rialto  >  dat^ 
la deftra fino  alla  Caritd  non  molto  lontana  daSan  Marco»  di  maniera  che  per 
quefto  conto  éfiagolare.  Et  perdo  l'anno  1574.  fu  eletto  per  condc^ahabicai* 
tione  del  Rè  di  Francia»  per  cofi rara  &  nobil  veduta •  Oltra  che  è  copiofiffioM 
quanto  altro  nella  Città»  d'appartamenti  &  diflanze  dipìnte  da  Paris  Bordone  •  XI 
quale  flabile  fii  altre  volte  della  famiglia  Giuftiniana»  delia  quak  Bernardo  huo^ 
mopreclartffiano» Io  vendè  dd  1428.  al  Senato»  che  nefecedonoalMarchefe  di 
jMantoua»  ma  ritornato  in  Signoria  »  &  vendutoairincontro  »  il  Prtncme  Fofcarilo 
comprò»  8c  in  fabricando  l'alza  »  acdochc  non  parefTe  più  della  cafa  Giuftiniana  • 
La  q^ale  poflkde  anco  ella  nobiliffima  habitatione  »  contigua  aHa  detta  per  gran 
fpatiodi  circuito.  Età  man  finiftra  vedefi  il  Palazzo  della  £amiglia.  Balbi»  fabrt^ 
caco  aUa  moderna»  ornato  di  marmi»con  le  fineftre  alla  Romana .  Sono  edandio 
&1  Canal  grande  memorabili  Sedi  gran  corpo»  t  Palazzi  del  Duca  di  Ferrara  a^ 
San  la^omo  del  Orio»  antico  »  &  fabrkato  come  in  forma  di  cafteUo  con  flnittura 
Tedefca  comprato  vicinamente  da  Michele  diPribli  Vefcouodi  Vicenza.  Dd 
Duca  di  Milano  à  San  Samuello  »  H  qual  oominciato  ìpon  gran  principio  ài  colonne 
&  di  marmi»  dtuentò  poi  della  (anrìi^)ja  Grimana  »  de  i  Mocenighi  pofTeduto  da^ 
GiooannifirateUo  del  Principe  Lnigi»  dei  Corsari  fatto  i  bugne  di  pietra  rosaio 
nella  Corte  dell'albero.  De  1  Comari  delta  Pifcopia  »  che  fu  gìd  del  Rè  di  Cipro  »  te 
dalui  donato  à  detti  Comari  »  &  per  vn  ten^  fu  ricetto  di  diuccfi  Principi  oflemi 
che  vennero  in  quefta  citti . 

De  i  GufToni  al  Ponte  da  ^^oaIc  »  fabricato  fnl  moddb  di  Michele  da  San  Mi- 
chele, ricco  d'abcrghi  &  bcniffimo  intcfb.  De  'ultimi  a  Sanro  Euflachio ,  con^ 
^tuftafimmetria& di honorata apparenza.  DeiContariniddleTorricellc,  De 
1  Capetti  fui  rio  di  San  Polo»  l'vno  di  Gian  Batcifla ,  dipinto  da  Paolo  Vcronefc  » 
rak^  di  maraio»  gii  di  Marino  fuo  fi^oeHo  a  con  compofitura  alla  moderna  &  orr 
mca.  Di  Maffio  Bernardo  d  San  Poio« 

Oc 


ET  DE  LORO  ORNAMENTI  LIR  IX     385 

l^eiContamiiSanGeniifoyCorigiancQ^  arregoGitt 

lbniiaéI)ciGrimaiiiiSMVkot  con  maniera  a^  Deijrofcari 

^ San Simeotie^ di  betta a^arenza»  &  condimtfi  omacncnti.  Pottodtc  Pietsa 
fofcari»  Senatore  d'animo  egtegiodifettaiictefidclf a  bdk»a  della  Scolcuray  8t 
ckiftPicoinb  come  amante  deUe  atti  peltegrme  &  cioiN>  noit  pute  ornò  >  &  ttfta#^ 
lò  il  i^^n^o  {Cazzottila  rendè  a^  Pala»9fitiiatx>tiel» 

l'AfcaadiI'^oua»digniÌlttnoalk^;giannentodelRè  > 

De  i  Piiani  a  Sanca  Maria  £d>enffio>  di  maniera  Tedefca»  nM 
fe&foda*DeiBonaldiaSantoEiimd)io.DeJGtaiiti  aciueUo»  ador^ 

iibiy«c6mmodo  di  tatto  qudbf  die  fi  pad  dtfideratt*  fit  qaello  deiCoccincLuw 
òofibencon^potodidentrò  »  Sr  tanto  ¥ago  dì  fiMXìa  datU  p^ 
è  pomo  iafo!mK»  pct  ftiMiura  f  &  per  ornainemo  9  d  qfiiai 
M  CteuU  grande»  &  iiMteente  de  I  QittMfiw 
B^dKUe^  cw  non  imfouei^ono  a)  m 

^^oetiandioneH'iroUi  della  GindeccadiMrfir  fabdche  dlmportainta^  deU* 
anali  due^fiifeokieappaQficono  di  tnome^  L'vnanelprindpiìodea'ifoJa^flc 
«fl  Palano  di  Andrea  Damtoto»dtgnm  (ito  »copR>^^  d'ìilloggidtienti  »  diCortt^ 
Ibdilog^ie»  «cdiOiantini.  Etra&oqEuafi  nel  fine  d'ella  Kofa»  delia  fiuih^*^ 

Vcndmuna* 

'  TaK&taattcd^dadnnctttecoiialtriappreflbpid&nienoimp^ 
AOVtt'ìinipliftM&grandctd.  Jjtqnateé^ifottilicottftderatonden^cofè^finKM 
iita  non  ma  iotama  pia  cittéfepantc  »  6t  rotte  congiunte  mlieme  •  Perdoche  fé 
ficoofideialàinafituitiofìe»  ridotta  in  pianta  rekiaa  i  Ponti  »  fitedri  ch'é  diuifa 
iotance^offeC^elU&Citttf  >  circondate  da  fnoì  canali»  alle  qnaii  fi  pafla  dal-* 
Iffna  àlfalm  00  poixi  òdi  pietra  per  la  nikggior  patte  f  òdi  Icg^  che  la  coo^ 
gilHn|onoinfienic  • 

Uftmiocfcttiidioparertcbefianomokf  Cittd  congiunte  in  tna  fola*  lebot* 
ti^tediefono^rfepertuttol*miueribcort>0  9&  circuito  d'e(la  citti.  Perete 
egtti  tonttada  hi  non  piirt  vna  fola  ma  ptòChiefe  >la  Piazza  co  pozzr»  i  fomi^  i 
KMlgatxins  dd  ynoot  Tarti  de  Sanori^  de  ÌFnittaruof i»  de^H  fpetìali  >  de  i  maeftri  di 
ScMfau  de  legnaiuoli»  oc  calzolari  >  &  finaimente  d'ogm  altra  cofa  bifbgneuote  al- 
PffoJìonumo  ]olaAOitaabAK>ndanza  •  Di  maniera  che  vrpendofi  d'vna  contradU»  Se 
Mcrandofi  in  n^tra>  tu  dirai  fenza  alcun  dubbio  >  dVfcir  tìi  vna  Citcl  »  &  di  en« 
teaee  in  nfakfft»  toainfinitb  cooutoodo^.ft  fodisfiictiofle  dc^  habicanti j  ft 
inn  fluporb  dft  fagfftibti 


» 


A  D   D  1   T  I   0    N   E. 

-  Vi  erwre  il  5 anfoianoj  mentre  dice  di  [oprai  che  H  VaUt:^  de  Comari  Vifcùpta^  fof* 
pfpi  del  Rè  di  Cipm  e  dà  Ini  dórMo  à  ietti  Comare;  fcriitendo  egli  mede  fimo  ne  rt>fi 
dtìUCitti^tiPTmuediTnniipi  Efkfntìtin  fatto  Lortì^  57«  Cifafiòilm 

acipricomtreOalàepClpemdmttiinifraneiafe  rictimtoitrPkblicOf  aikgpèdtan  Luca 
mei  Talti^  C  omaro  zQnde  non  effimb  flati  m  yenetia  per  anami  attriSi  di  Cipri  ^  che 
'Fiétro  LmmuuiOf  che  imme  in  qnel  ttmpOì  cnfca  l*ópinUme  d^l  ianfouino%  che  Ufttdett9 
^Ma^^fope  del  Uà  di  Cipro  >  e  da  fffb  donato  alta  Cafa  Cornar  a  i 
Coì^fema^in^yeYkiilSabtlUiokcllé^de^ 

Bb    4       V^ 


5^0     DEI  PALAZZI  PRIVATI^  :  \ 

pq  U  Duca  d'Ai^bia  reme  à  Ftnetìa  CMgl*jimlHifù4im  ymiUmU  €be4ice9itmofgè^ 
re  ftMifrefim  Lamicai  €  Cime  fi  dicciiafer€0fa  certa  danitmaaUra 
ebe  peryedereUCiitdiUqHaklumeMiuiefoeifen  mcT^o  t^c^m.  Il, 

T^remipeMieme  con  molti  Gentìlbiwmmigt andò  mcùi^  bmeremdmemt  nel 

Mneentoro  lo  riceuettero .  llfuo  aUogiamento  per  TnUico  n&mefit  netta  Cafa  de  Corm^ 
riàSanLucai&cMguepoinell'ifk^ 

con  honorenole  compaia  di  GentUbnomim  venne  a  yenetia  con  tre  Gatee,  U^pmefè^. 
pÌAUcamente  rwewaoj  &  alloggiò  nella  medefìma  Ci4a%  one  pochi  mefi  adietra  alloggia 
il  Dnca  d'^nfiria,  &c.  Gi&i  Francefco  Loredano  nelle  fite  Hgkrie  de  tLi  Lt^^mmi,  etov 
Upmifi^io nome  ddCanalier  Henrico  Gibtet,ftamPate  in  y'enetia  oppr^oiOmM: 
del  ti$}*nellé.7.d  carte  i7i.  dice  9  e  conferma, che  il  RèTietroven^^ 
1 36$.  alloggiato  nella  contradadi  San  Luca  nella  cafa  de  Sonori  Comari:  Ilfno  raecon^ 
$ai  ilfeffiente  :  Citato  in  tanto  il  Rè  Tietrocol  Breueprefentatoti  dal  Legato,  foffeò  per 
de  Merio  di  veder  il  mondo,  ò  oer  obbedien7^,che  prefiafie  aOa  Santa  SMe(bencbe  qnel^ 
lidelfnoConMiùgliperfuadefferoil€o^trario,eUmogliehfup^  kla^ 

amé)fen^frapmrre  alcun  ritardo,  fi  preòarò  alla  partems^a .  jirmauqMàmoGdee% 
&  ma  Fregata^ fé  ne  pafsò  à  Shodi  ,ediìdd  Fenetioydjoue  fu  ricemit^con  tutte  (fueUt 
dimoflrationi  (t  amor  e  ,  e  di  ftima ,  che  conuenittaHo  ad^vn  Rè  amico  %  e  cmifederato .  Le- 
fpefe  dell' alloggio  furono  del  Tublicotfermandofi  nella  contrada  di  San  Luca  nella  ea^ 
de  Siffiori  Comari^c.  Ondefen^  allegare  altre  amtmtà^  refterà^cbiaramente  prona- 
to,cbeUdettoTalaz:s^èfiatofemtTedeCornari,enondeRhtiCipnfnèdaqn^ 
to  d  detti  Comari.  E  ben  vero  queflo,  che  Federigo  Comaro  detto  UGramle  perla  fua 
Magnanimità,  padrone  alfhora  del  Tala^^^fn  confidentiffimo  del  Bìtfutktto  dal  quale 
li  fit  fatto  Trocura,  infteme  con  altri ,  di  poter  fpofar  per  fua  modie  Falentiafirliuola  di 
Bernabò  Fifconte .  Ciò  fi  legge  nelCorio  flampatoinMilant^dH  159;.  infogbo  d  carte 
1 94utpprem  Uleffandro  MinuccianoÀicendo  :  Del  1 377.  alti  7.  di  Settembre  Tktfo  Rè. 
di  Cipro  nelCam»  paffato,  hauendo  fatto  méndat^in  Gmamie  Gorak  ;  Federico  Comerici 
Venetiano;  Giacomo  di  San  Michiele  Vasmteggumo  Imiptrko  ;  &  ^jfntmió  da  Berga^ 
mo  Fificoi  adjpofare  Falientia  figliuola  di  Bernabò  per  fua  mogliere,^.V^foFMf-* 
rigo  Comaro  prefiò  al  mede  fimo  Rù  di  Cipro  fettanta  miUa  ducati  d*oro,  tome  oppiar  per 
fcritture  conjeruate  in  efia  cafa  Cornar  a ,  e  come  fi  legge  chiaramente  net  Tefiémentodi 
ego  Feder^o^ fatto  fanno  i  J78.  ndli  atti  di  D.Coftantin  deCitaua  t^fdaro  Feneto  i  (fon 
ne,  dopò  ordinato  la  Fabrica  della  fua  Cappella, e fepolturadàFrsri  ,iam  eglifidfeùol^ 
t09diceiEtfelpiacerddJ^comeiofpero,cbeel4efcuodaidanaei^cheiodieh 

lomifierloRèdiCiPro,òlapmparte,vcglio,&c.TerilqualdinarodRii  dmòàdOM 
Federico,  efuoi  defcendenti  il  Caflello,  ò  Cafale  di  Tifcopia  nella  contrada  di  Limicò,per 
doue  pafia  il  Fiume  Mico,facendofi  ini  moltiZuccari,  e  Umiglim  del  Rerno ,  efiendo  di 
qui  originato  il  nome  di  Tifcopia  d  quefia  famiglài. .  Oltre  d  predetto  Calale,  hebbe  anco> 
in  dono  il  Caftello  detto  il  Morfo  con  altri  feudi.  Vjlrmi  Lupgnane,  e  tinfegne  de  Cana-^ 
Ueri  diCipro .  *     ■  ^  : 

Horafoffede  quefto  Talagjuo  Gio:BiUtifta  ComaroTiJcopia  Trocurator  di  San  Marco^ 
come  difcendente  del  mede  fimo  Federigo ,  e  da  M  rimodernato  in  akune  fue  parti ,  ab^ 
bellito>&  accrefciuto  di  nobiliffimeftanT^e,  vedend^t  vnfòro  difei  di  effe ,  ornate  regala 
mente .  Le  Sale  fono  lunghe  paffa  xoJn  arca ,  e  larghefafia  6.  Lrcomicùmi,  che  girane 
intorm>,fono  maeftofi,  di  forma  vagb^ma ,  e  d^intagUo  marat^liofo  •  La  facciata  i  co^ 
tonnata,  con  vnjregio  net  me^^xjh  che  fi  eflende  per  tutta  la  fua  largjbezxa  ;  nella  parte 
fià  nòbile  dieJJoauadeftrai.è  intaglim  ilfcudoic  Riè  Lufi^umir^  alia  finifira^tlfcu^ 

*  '       >       i  ■  "      "^"'  dd 


n- 


ET  DE  LORO  OHmMENTI  LIR  VL    jpr 

iùmàkf^iiCùmmiyemvnahadat^imEreueii  amichiffimi, che  dkonoi 

Pio  menda  integritate.  Che  fono  t  inferme  de  CauaUeri  di  Cipro .  Da  iloti  dt  quefii  doi 

fmih  in  fono  9IM  Feneiia,  &  yna  Giuftieia»  fedenti  ambedoi  ^fopradue  Leoni .  La  Ve^  ^ 

Hitia  tiene  in  ma  mano  ma  colonna  confopra  vn  Leone  »  appoggiaia  al  ginocchio  dtftro%         '*u.  \ 

eòe  fyn^ca  la  ForutLXfi  >  per  dimoftrare  >  che  mentre  fi  eserciterà  la  Gikftitia  >  la  Se*         ..  ^  u 

fidmafaràfemprefm^ma  per  re fiflerglariof amente  aèagnipotenzfi  nemica .  Segui-^  ^  *" 

tan&poidoi  altri  fendi  anticlri  di  cafa  Comara,  pofti  dalle  parti,  dopò  la  Ginftitia^  la  Ve^ 

netia.TltttcpaHieJkemedie^freghfaUadefirayiim 

Un  percojjodalfafso,  per  dar  adUntendere^the  la  Firtàfupera  il  Fitio . 

Tnttù^n^ fregio 9e dimarmo, &inejlo  fono fcolptte le fmlette^rmit  òScndi,  & 
meo  le  fidare  di  bafio  rHemh  con  altri  intagli  raghiffimi,  tmtodorato  >  &  li  fendi  coloriti 
Pf  preipnj  celoiri;Onde  Uricchei^  deìtoro^e  la  raghei^  de  colori  rendono  molto  fplen^ 
dored  qnefléifacciata.  E  belbh  grande,  maefiofofe  commodo  il  Tala:^  de  Donadi,fitna» 
Ufi^alefondémientemtone,  ai  rincontro  d  Mnramhfabricato  dal  Doge  Leonardo  Dona^ 
tQ.  E  wùhwffimo  anco  d  TaUs^iii  Gio:  Francefco  Morofini  Tatriarca  di  f^enetia  irinen^ 
te,  abitato  da  Gionanni^  jigofUnofnoi'ilepotiifitnatofopraiLriodi  SanCantiano,nel 
fnatefpiaiita^ilGiardin0,el^vieraJfannoe<ferto,  e  faUgpato  il  terreno  di  mattimi,  à 
fietre  cotteÀimfcembm  intrfo  d^egno  in  yarie  forme,  dafafciedi  marmo  bianco ,  e  ri^ 
partite:  Onde  il  Giardino  fi  i  cambiato  in  fpatiofo  cortile,  cintodaalte,emi^n^chefa'- 
Uniche ,  yedtndttfi  da  vn  tato  im'ordinetontinuato di  fiamme  riccamente  addobbate ,  & 
ùnatjt  di  EeceUenti  Wttnre  nu^me  netti  f<0itti,  come  fono  anco  le  Sale  »  La  faccia  tafih 
fra  U  Canale  èbettafer  hnm»  Tittnre  di  Taoto  Feronefr,  e  vaga  per  architettura,  e. 
marmiicon  Uggie>fcoUHre,&  altri  ornamenti  interiori  alla  Bflmana^a  perche  dalRal^. 
tro  lato  fi  è  datto  principio  à  afirnire  altre  nobili  flan^,&  perche  fono  per  riformare  a^ 
aolaparte deWingrefso  col  traffortarlo  dinans^fopra  m' ampia  piaz:^ ,  la  fi^e  da  vn 
capaporpsrd  ver  fi  i  PP*  Qiefmti ,  edaltaltra  verfoSS^  jipoftoU ,  doue  incontreranno  le 
piru  MaeBre  con  la  facciata  fredett:i  pofiafcpra  il  Canale,  e  le  Tom,cbe  dalli  angoli  in- 
temi findxAnoi  perciò  mi  riferbo  àfcriner  dtffufamente  ditntte  iefiu^  parti^eWa^giun-. 
tacche  tbnper  fare  d  ^nefio  Libro  di  molti  altri  memorabili  edifici/  »  così  bora  principiati  > 
acme  da  principiar  fi  dibreue%quando  Iddioperfua  bontà ,  mi  prefli  vita  dipoterlo  fare  • 
Borafojpra  la  porta  principale,  al  di  fuori,  dalla  parte  di  terra  è  dipinto  dfrefco  il  fimula^ 
erodi  EÌto^,  e  dicefi  efiervna  delle  prime  opere  di  TUiano,  con  fotto/jucfiainfcrittitme 

Hff»Xne  nM$f  ànK  • 

•     '      '  *^     cioè^  ' 

«  Ercole  F'^io  di  Gione  * 

'JllfvfoAtgC.4nticbi,  ép$aliponenanoibpra  leporfedeUe  loro  abitationi  il  medefimo 
fimnlacro,  come  tipo  deltheroica  virtù;  acmche  col  di  Ini  Efempio ,  gPhuomini  fi  portaf^ 
feropermezg^  de  gUftitdi,edelU  fatiche,  atti^loria. 

,  ^  Santi  jlfofioli  vicino  d  Crocicchieri  [opra  il  mede  fimo  rio  è  anco  fuetto  di  7licolò,a 
^ntmo  Vemer$  di  gran  machina,  con  nobile  cortiU,  ornato  nanamente  di  Statue,  pofie 
foprapiedefkUi,fra  le  quafi  viivn  fonator  di  Viuasgrandepià  del  naturale  di  tutto  ton- 
do ,  fignificante  il  pafsatempo  %  ò  vero  il  Diletto^  ynaDmmadella  fiefta  gjrandexxai 
conunSatiretUhefprcfsaper  vnaBacc4nte,/premntc  ì^yua.Vn*UpoU^conDi4ne$che 
fitrasformain  Lanro,d$mcftrante  fAuiditd Medita .  Et  vn^Bac^  futtino^  che  fi  ciba 

■     -  Tutte 


S9^        T>E  1  VXLKirZl  PRIVATI 

JL        J^  ,     rmteUJmktUSt4Mefim$>fiMefpoltittmma^ 

Jiutt^^    Tmadomutmidaemdoi CemHtopiéhhm dreno  ftSrhHna in 
il'Lt^^  ftrULiberéUUày(colfkediiCiemtfUtMoUiBdof^ 
yl^^^^^     tMÉ.c^ÀLiMoraralinabbeltimtniiPerrfnéeriatcHo  Cmrtìk  ammirabik.  TlTaluxùde 


Canti  n^bmmi%fofMn  Omtrà  di  &.  Cmnanù  ncltEntnvrin^  BiriinùtaUh  per  cofirm^ 
tttMiper  copia  diftante%  permé^n^he  Sédc^pcr  la  facciata  ormtta4àmanm  difingoia^ 
riffimoordme  dà^rchitcttttrott  pere^didtturo  fornitoci  Staine  xdiTittmt  ^e  dr^^ 
tre  riccheo^  »  ^  SanFeUce  yeifoJa  MiferiMrééo^miri^  H  Taft^»  di  Marin  Tiepò^ 
Ì0  gran  Senatore  y  wminato^dalSanfittinó  tmarimodemate^^^ahheUitù  inmeUe  fn^ 
partii  addobbato  potriccamtme^iiffetiofe  fnppetletili^  ornato^  mette^  Eeeelientfi 
Ti$tnre>frdii$kUifi  veggono  (okre  al  fn^fnrofnrio)  fr^OiéUt» 

cioè: diUi^igrati^Jimù  Senatore  pxhefikVroneditore m  ratteUina  »  é  VMMM9  ati^ 
Cimfinirpoi  fatto Omfiglèerep^  edtnnonomandatoinCampo  con  tMio-  di  Troneéit^rt^- 
tanno  ló^^neUagnerraÀelTolefine  edotte  egfimorfe  giorno fameme  in  finUtioVnbU^ 
00 .  Di  f^incem;papplicatotHtto^aUofittdio,j&  aUtfpeaiMimi\Confegfà  iiDmoratOye 
fifempreriMeritoconttgran  UtteratoypiemdygniSckn^yeyinit^ 

DiLorewfp  ^  che  peri  corfo  di  2s:fi  anni  caminni  hebbeé  prtmé^onmnimdV  mm  itimi  y 
fatto  poiConftg(itre,  mtrh  quando^  djtedalfuo gran  merito  te  valére  >era€BiamnPoaltm 
jfnprema  carica  del  J4siret&^alti  0nfefféemtbonm^  digoiindiMla  ntria.  Òi  CiOÈtan 
ni  virtnott/Jimc  Senatore,  e  Cau^liere^mfOratore-;  nMri  tntteie  Cortili  Emopàpet^ 
èfnenobieffìme dui.  fmctletto .Ambafciator in Sanoia*;mttpoifpedit$in PMnia per 
^4mbirfciator  Jb'oontimnrioal  Kff^tàdisl4o%alMnkera'moi$ograto^^i,e^lmmottofa^ 
mUiare;:doue per t^nfemire alia VMriarcmrfitcominnatr pericoli éeUa  vita^  Finale 
menteyritomatodacosl  importante  Legatione  rfnortin  Con^jBanosondolort  imttterfih^ 
le  ^  Di  Maro4h  che  fi  Capitano  di'Haui^  e  diCattre  f  it^malr  per  ipatimenti  MMart  ^ 
oentr^e  fièriffmife  tormentofi  dolòritli  'DodagroifCon  altre  indifpofitiom  r^i^ìfftr^ 
noferpetuamentealla  carniera^  aklettOt^  alla  feggàa» fino  rChe  term^  ijkoigiornt  ;. 
Di  Antonio*  che  morigionanettcnellagnerra  deu^ftriareott^àmófiri)Ottata  netta fhn^ 
teymentrffi  attendiua  daltifiremofuo  valore  yegran  compio  effetti  mtmonAiU .  W* 
Demenico^tkedopò  ti  Keggimentidi  PitronaiC  di  Brefcta^o0imi  da  M  con /^tenderei  e 
mi^ificei^a  >  e  dopò  effer/buo  ConfigUerCi^  efttto  finalmente  Capitan  delle  Galeav^ 
nena  preferite  gnerra  di  Candia^opprefiOfiiSdalUflài^iCht  dalla  febbrcineLùorto  del* 
laSuda^volemo  cofiantememe  prefi'edérd^neiéltportanti  Cegntycommeffi  dal  Senato- 
alftto  vahre,&^lafuafede,fprc7/sando(^icommofH^fl^^       di^onemoi  volfe  pia 
tofto  morire>comefHccejJeynei  dìfaggi  %che  porta  feto  tà  carica  >  chejperar  di  viuer  con- 
l^ahbandonarH  >  lafciando  néemoràbUe  Efempi&4i  ftrmel^lfa  d'ànimù  y  di  fedeltà  i  eM- 
gran  ticlo  dctben  Vublico .  Finalmente  j^veie  ancoqnelto  ah M arino  fndetto  vUimo  di^. 
Cùsipreclaray€f  Illuftrefraternaiil^n4^.vintgloràfamentetchfaro  pergl^àltrniy  e  pro^ 
prij  meritiyepotopiriecarichecofptenediCapitanediBrefciaydiGeneraiedi'Pàlma  > 
per  efier  flato  pia  volte  Cmfi?Uereyc»me  è  anco  al  prefémcyè  tmte^fofienttte  con  f^kndo^ 
reydaquaUneripertò^^applaiffhèVnbMyeprinatié  Dolche  viene^efnamate^Ue  prime  di^ 
gnitadiÀetla  Tatria*  Meritando  in  oltre  per  ladigniffima  educatile  de  f noi  Generofif  e 
virtnoft  figUnolif  Lmgii  Francefcoy  e  Loren^f  »  impiegati  fempre  ne  i  5Wrfli>  pia  nobUi  >  & 
profitteàuiyper poter  magf  tormente fernìre  alla  patria .  jl  S. Felice  medef$mamente  vi 
ianco  ^nello  diLnigi  Trinli  preflantiffpno  Senatore  yfabricato  modernamente  9  che  hdt 

due. 


tmftte  Ugffodri  ufte  m  fanécoUre  di  dMte^pofk  nelle  femigUe  de  yoUneoà  delle  ^wr- 
fire^cùmedepergùU.  iym$entodContieifofn^m0dimdiméir^ 

l^4U4idmer[eme:^JiameiMhityfkat^^id  FrencefeoC^ 

umU.jlU4MademutddPH9fU9fim»rigt^^ 

eAiot^mfiéabiiafP  4lfrefet$te  ddMarcbefe  Gintati 

SaMotéLln  CMureio  sàkfmiameiae  del  Ghetto^  di  S.ieh  vidanfiìi  Taleam  de  Vjmh 

delD^BertmtiFakéro^èSamn^fmhdeSméémtf  fitalinatif  oltre  éUlefkperbe  fiè^ 

briAehmmòpimihe  debciefiffim  GiérdmL  ji  S.Hier ernia  è  quelle  di  jUtenie  Marie 

ZcMè  alnMùùer<nrd$fimiòda^mlMfc.deiSjiCatt0licep^ 

4M.CantùaMCbirfa9mir^MCo^Bódi(^FrameJfc0  L&iéi  dibeUée^ftrutiwrs^ 

4Md$gwcùrtSef0rna$é4ijdMmcii6elfoMmf&dtredcl^^  Di 

4^i$r^  poiiaddebbétQreggimeiM.  In  Mio  Marém  i  degao  di  memmaqnethde  Sorafh- 

^perccfirmwràfpermdrmiifer  magnifiche  fiaits;eMr  ampie  S  nUifer  ricche^  pretìofe 

fipelUuilite  fer  gl*(mM  di  EcceUentì  Vitinte.  Ini  i^icino  è  ance  qnel^ 

lodeGrademgbidinuonafiérica^  makellaà  moìamglia  per  tardine  (ingoiare  di^r-^ 

€bitetfwra^  per  TMgbea.t  di  marmh  e  Untagli  %  e  per  nitri  rignardeuoli  ornamenti^  In 

JHodiS.LMCanella  Contea  di S^enedetto.  M^arifceU riccia  e  nobile  VdaxJ^o  diùo^ 

memco  Contarinicbealprefente  innegloriof amente  ùjge  di  P'enetiaMirabile  per  jir^ 

^ntettnraeon  la  facciata  tntta  coperta  di  marmi  finitnoMef  &  ampio  Cortile fC  Maefio^ 

fefcale^  Tin  anantifopra  il  moderno  rio  in  c^trà  di  San  Taterniano  vi  è  il  ValaìLip  di 

CmBattifiaMarco^!lÌkolòContarinÌ9prcfiantiffimi,e  yirtnofiffimiSenatmi  detti  dot 

guomlo  perima  Scala  infigne^ortnofatfatta  tntta  di  marmi  €o4  col9nne$e  itoltìy  coperta 

patta  di  Lalbre  di  piombo^  per  la  qnalep  itfcendein  ^iro^chiamata  commmiemetftefeaU 

mBnonolo  in  Cnffole  »  e  Corridori  »  fébmata  con  Eccellente  ordine  di  jtrebitettnra  %  e 

€on/pefa  incredibile;  Onde  ti  GentHhuomini  di  qneRà  Cafàìfomo  detti  dal  Bnomhp^'eo^ 

4Ì  ammir abiure  rigftardenolefcaia.  U  S.St^mo  e  maranigliofò^inelMi  Luip  %  &  M* 

moro  Tifoni  frateui  ambiane  Trocnratori  di  SMarco  $ff£bricatoaUa  Mpmana  a  «^èr- 

cUfettnra  EcceUeate^fpefa  indicenolct  ricco  per  marmiit  v^per  intaglia  con  Loggju^ 

Cortili ^&akrt ornamenti.  SonoancorarignardeuùéiliTala^dimcolàDe$nor ^-^ 

it^Jimo  Scnatore^fabkricnto  rnub^tgU  alla  Rontnaot  e  di  Giotjiatonia  Zenofirejlantigimn 

Senatore^/itnatiin  rio  di  S.  Vantatone  •  «yf  S. Tronto  de  i  Bafadmma  ^faiérieato pochi 

aemifoao^heUiffimafornpaf  moltocommodoperfiairs^ie  vago  per  ornametitL  Di  laeot^ 

pOyC  Gio:  Francefco  Giorgia  fitnato incontra  di  S.  BafiUofopra la  fondamenta de§e;Sa$^ 

tare  di  rincontro  alla  GiMccca  per  architettura»  perfiant^i  e  ùer  ornamenti  fingolayi . 

Li  nominati  di  fopr affano  tmtifra  terra;  Qnelli  poi  po/kfopra  A  Catudrranie  »>  mre  aUi 

nominati  dal  Sànfouinofono  lijegnenti  ;  e  prima  à  Saf^a  Lneia  nel  foU  po/fo  >  fopra  ego 

Canale  >  ch*è  fiancheggiato  dafpatiofa  fomamenta  d'ambi  le  parti  »  fi  vede  il  Vak%7;ft 

del  Conte  GirolamaCauan^  >  con  facciata  tntta  di  marmo  %  ai  vaga  jtrchitettnra%  & 

fé  bene  pare  alquanto  riflrettotnonaimenojripartito  di  dentro  ih  trefuoli^  viene  athane* 

re  >  oUre  il  comntodo  de  mezadi  ifian^e  alte  afiai  rignardeuoli  ;  quelle  di  me^f/)  »  fendo 

abbellite  da  portoni^  e  porte  guarnite  con  fregio%  &  alette  di  marmo  bianco  1  e  nerof  e  con 

Cartelle  di  paragone  i  Le  'Hape  de  Cammi  adorne  de  fiacchi  Eccedenti  9  e  tutto  il  re  fin 

£orrifpvnde  confolitutaS^n^  P<iri,  &  con  mobigliamenti  ricebi,  &  bonorenoli  quanto  fi 


I 


ÌP4       DE  I  PALAZZI  PKlVAIfr 

pa^maefiitr^Tiin  c4apriudU:g9Ìcndo  ìltettofiéhplàatm  iéu^egjii  pur  degni: 
mmttf^mtoyUyifiA  om^madldHegir^ 
MailHeUod9i€beegUfidifi^dAe^'aitroièfapfariafMent&b 
to  Cmte  con  ammir abile  femùrùh  refi  hoMendo  iHocbidideiìM,  ti  defimati  igti^fiinfe^ 
rimdomeàkiì&iUitfiratac0$cbuiueardMdic^^^  rare  MGéleria  feria  quale  ft  ve 
entra.  In  ^en<h  nel  méttertdpiede$  refia  rapito  taubio  »  e  tsmimo  infieme  >  dalla  bian^ 
ilbenA  non  meno  del  Cieìoy  d'aUex^ytftraùrdmaria  >  &  dHd^intcmot  lamrato  i  fiuechi^ 
fefionhfignrei&  altre  -paghez.Xf^  chedalmfo  di  meltifori ,  dalla  frojpettisìa  dUettenù^ 
Uf  cento  papa  andanti  lontana^  dagPadobbi  'Hobili  $  che  vi  rUucono ,  e  dalla  varietà  ^^ 
<)ggettipiaceMoli  da  tutte  te  partii  che  frfrefentano.  Dal  lato  defbro^  efin^  iie?(fc- 
clnfono  collocate  Stature  fra  Mfopra  modioniytefie  jtr  bufii .  f^n  pocopià  alTingii  « 
ouati  doratidi  Cipreffth  dipinti  da  mtgUoH  Vittori  della  Città  t  come  dal  Canalier  Libe^ 
rijTietro màchia, Rufchi,& altri .  ^ldiJòtto(tvnafafciainti^[ìàta,che  fadimfio^ 
niyfona  tranèfchiati  baffi  rileni  dipre^P^p  ,•  efipiifite  Tefte  antiche  su  piedd^alU  :  Qnadri 
grandi  di  buone  mani  jjendone  più  alto  auattro  de  retratti  al  naturale  di  Giorgione  3  it09$ 
partieolar  ditìgen'^^a  eliéorati,  &fottolebalconate»altri  quadri  éintagho^come  anc0de 
Ottangoli  pendenti  dalla  Cornice  atta. 

In  J^icchio  grande  alla  deftra,  e  Loggiato  7{ettuno  >  d^ui  piedi  fi  anuiticchia  vn  Bd^ 
finày  &  al  Diano  ftanno  ripofti  due  Leoni  di  marmo  fino  \  Rincontro  alla  pniftrayfum  dei 
dritto  corjo  detta  Galeria^  doue giace  vn  Tot;^  ottangolare$di  pietra  da  Ferma^circmh^ 
dato  da  vjfi  di  mirto;  due  rami  di  fcalafofinano  vn  vacuo  conuertito  in  Grotta  ìalhn^ 
cfoftatwra  de  murijcompofla  di  Capami,Gia^oli,  &  di  conch^lie  di  mare  di  tante  forti, 
t  Colori,  che  danno  diletto  perfeftejfe,  per  ^artificio,  con  che  fono  diftribuitef&  per  gtap 
pettidiuerfh  anche  humaniiche  figurano;  EtquìpurerimpettoatJudetto7{ettunoèca^ 
nato  vn  Itikchio  tutto  veftito  di  Madrtperle  9  oue  [picca  vn  gruppo  di  dueflatue  ^done  > 
cioèy&  tenere A^  s'^abbracdano^mir^ilmente  [colpito;  chiufa  rimanendo  la  Grotta^dè 
ferrata  à  gìgli  tutta  dorata^  perche  niente  manchi  di  leggiadroyc  non  communi  %  come  li 
fono  li  BaniSetti  di  FelutOy  e  feggie  fimiliiCon  portiere  di  doppio  rafo  alle  porte^cheguar^ 
nifcono  gl*altri  fgguenti  luocbi  ancora . 

•'  nA  Capo  la  Galeria ,  centra  in  vn  SaiatOj  con  fei  nicchi  ,fei porte  >  e  auattro  finefire  3 
rutto  pure  ftuccato  di  bianco  9  con  macchie-tonde  di  marmo  bianco  3  erogo  di  Francia  in 
enexp  à  fé  fieni .  Sof^^tauolinidi  paragone ,  e  d'Ebano ,  rimeffi  d'Onorio  $  fono  difpofle 
f colture  antiehey  &  moderne  ;  Bronzi  digetto  Eccellente ,  &  altre  rarità  y  in  particolare 
vn*Offo  Scio  intiero,  con  la  gamba  di  Gigante,  accreditato  dall'ofiaturaflefla  humana,  dà 
graridez.'T^firauagante.  V^t  vuoto  d'vna  delle  pone  fono  incajfate  molto  articamente 
quattro  ^an  lafir  e  de  [pecchi  di  fei  quartel*vna,  con  fornitura  di  metattS  dorato,  ie 
tp4àii  rejutuifamo  li  oggetti ,  che  fi  prefentano ,  col  vantaggio  daltretanto  sfondro ,  in 
modo ,  che  cgrfvno  >  che  noti  ne  hd  hauuto  precedente  notitia ,  refia  fopraprefo ,  &  bene 
fpe[fo  ricerca  per  doue  Centra  neW altre  ftan^^ ,  da  detti  f pecchi  (gettati .  Inuentione 
xurioftffima,  ritrouata  dal  detto  Conte,  che  ha  hauuto  altri  imitatori  dipoi,  con[uariope' 
rò  differente  affai. 

*  ^iene  appreffo  vna  Loggia,  con  colonne^  cornicia  e  pilafiri  diTnandolatojia  rerona  col 
Cielo  di  ftucco ,  &  con  pitture  d  gua^zjo  aMntorno  ;  ma  fopra  quefie  fono  ripofii  Quadri 
d^vccell ,  fiori,  frutti,  e  caccie ,  rimeffi  di  Lapi:lazxalo,  &  altre  pietre  ftmili,  i  lauorodi 
Tireno^  ;  delCopramedefima  vedendo  fi  vna  Tauola  di  diligente  fattura ,  per  tldifegno 
induflriofo  d^Orfeo,  che  ccifoaue  delta  fua  Lira  ,fauolcggiano  traeffe  dje  le  piante ,  egli 
^nimaliydifpofiiui  eglino  al  vino,  con  paticnte  maefhrià,  la  quale  apparifce  ne  piedi  delU 
tauoUJìe[ia,rime[fi  pure  di  pietre  fine^  fra 


ET  DOLORO  ORNAMENTriIB.  IX.    jpj 

Fri  jtnticì^  iiuerfe%  chà  yif^pofpatjk^  è  ofkrHolfHi  imprima  diìeìta  c(ffm  im- 
mcbi  béslHttgbh  che  yfcuumo  Romani  ne  Bagnh  con  m:aramglia  9  che  V^fo  di  materia  c^ 
sì  firagiU  9 Jtfia  mantenuto  intiero  99€Ì69rfo^  migliaia  d^annif^ 

Da  auefla  Log^ia^ft  pajfafergjrandifineflronifche  laferranfh  ad  ma  b^^aCorte  O^ 

finta  d$  ^pettine  da  iBrej€iani$&imcrditaattimornodagrmdif  lame  à^ra^ 
rieehifmidif(^lieffeèenpo€ofattoritidarag^ 

s*hdingrejfofer  tre  Torte  di  ci^fointi^ot  neU^vltima  ftanxftdl^t^jktato  dmlto  di 
VietrafémjoinfiArefartimenti^figitìratidifimcopedeiriJ^  Urefio  d^to  daC9-^ 
iMne  camtellate  9  da  cmaneì^jcckf  che  fono  ganniti  di  fi^^ 
gran  Quadri  di  Diana  nel  Bagnòf  e  d'Andromeda  incatenata  9  ^fp^  al  Mqfhro  Marino 
con  VerfèOf  che  fcende  i  liberarla  >  del  CauaUer  Cairo  Milane  fé  ;  ^4kro  pure  di  Binarie 
delÌEm»fufplemo  al  vuoto  tynafineltra^  di  projbetto  ad'aitra$d)e  vaie  di  "Hkcbioaf 
ynaTacejcoifita  in  Marmo  fino.  Tion  parlerò  deFa/i  da  fiorile  d'dtre  gentile^gf^ 
€bemntafi:ianùfpogliato  akunojbencbe  picciolo  van^per  non  fare  pia  Im^o  queftarac^ 
eomo^net  quale  nonbàpotuto  meno  ttejtendermi  vn  foco  ampiamente  s  atufo  ckegli  t 
tvnico  appartamento  terreko  in  f^enetiafCbehabbiale  etrconfianKe^egliaiómamentit 
che  lo  regalano  con  fplendore  vgnale  alla  v^hexxa$  d  grado  tale^che  vi  fi  può  accoglie^ 
re  decentemente  ogni  Gran  Si^nore^bauen^  in  oltre  il  priuilegio  9  per  la  fituationej^ 
d'efferefrefcb^fimo  nel  magffor  ardore  delt  E/tate»  è  quafi  tejSdo  nel  Verno .  In  fine  9  fi 
pm  dire  am  pura  venti  9  non  v'efiere  chi  v^ entri  »  clie  fòpramodo  non  fé  ne  compiaccia  t 
atgU  doni  titolo  di  Varadifot  con  augurare  lunghi  anni  di  godimento  iwi  niente  bdfpar^ 
miato'mcomfarìo$confludi(^appUtatioue9paridquelk9àfehÀmpiegaunel  formai 
re  memoriaconfpicuadfuoi  maggiori  9&dfe  ftetìoneUa  eonftrutturamirakUedeiDe^ 

IHifitoinChiefaieUaMadonnadaltHort09€bevihògiddefcrittafrdpn^4nfign 
fiaCittà.jl  SanHieremia quello  de  Morofimconhei  Cortile.  A SanCiouanni DocoUa- 
sode  Bembiincrpflatodimarmi.  A  San  Staide  BellonÌ9doueabitaal  fn'efenteitConto 
Fberto  Cemin  Configliertj&^mbafciatore  della  Maejid  Ccfarea»  di  mirebik  eofirue-' 
tura$€on  tAfpetto  £  marmi  9  &  int^belUffmi  9vedendoft  neHa  parte  infariorevm 
€orfoditffiediLemfcolpàeinmarmoditutto  rUeuo 9che  fpuntano  in  fuori 9  fatto im 
maniera  yche  pare  fo/lengbino  con  il  dorfo  tEdifitio  •  Et  ini  vtduo  è  queliodi  temtardo 
TefaroTroeuratordiSanMarco97iepotedeigidGiouanniVeJaroD^    rifabrieatoéi 
nuouo  alla  moderna  dallaparte  di  terra  >  con  emanati  »  e  nobile  cortile  cintoda  L^BSiOw 
a  corridori  vaghiffimi .  Del  Fontana  à  San  Felice  ^  grande  >  e  dt  bella  forma .  De 
Ciurani  à  San  Giouanni  Grifoflomo  con  nobile  .Ajpetto .  De  Bembi  d  San  SaU 
uatore  rifabricatodinuotH^  alla  moderna  «  De  Viari  d  San  Benedetto^  ri^ 
modemato  di  dentro  »  &  accrefcimo  di  nobili  ftanzje  ^  .A  San  Sa» 
muele  de  Mocenigfri  >  che  oltre  alli  nominati  dal  Sébifouiuos 
fé  ne  vedono  altri  due  fabricate  di  nuouo  di  mirabile  ^r» 
cbitettura^  e  vaghiffimi  ornamenti .  De  CiufUnia- 
ni  detti  LoliniiGrande9maeftofo9ricco  per 
marm$9&  ornato  di  molte  bellex^^ 
xjt.  De  Badoeri  à  San  Moisè . 
Con  altri  ancora  depU  a 
H .  e  nobili  Edifitif  a 

'    l  che  coro- 

nano quefto  gran 
Canate  • 

AC- 


accademie; 

ADDITIONE. 

Errauil*^€cadem$adegtlncdgmtìyche  fi  iperckaua  nella  Cafa  di  Gioì  Francefcé 
Z»edamf  Litteraiiffimo  Senatore^  e  chiaro  per  molte  opere  da  lui  compofle  »  e  dotte  atta 
Stampa»  piene  ife  emdMone:  Qnefiafe  beneèefUnta^yiue  nondimeno  ti  nome$  fi  come  yà^ 
ittmo  ancora  molti  de  gC accademici  y  ^Efigi  de  quali  fi  reggono  in  yn  Libro  intitolato  : 
Le  Glorie  degl'Incogniti .  Vlmprefm  Uro  fu  il  Fiume  1^00  ^  che  trae  Hfuo  principio  da 
Monti  ignoti  dgU  amichi»  con  il  Moto:  Ex  ignoto  notus .  Dalle  Reliquie  dt  quefta  M^ 
tademia  »  neinforfe  la  Difrfa  »  honorata  da  motti  [oggetti  T^pbiU  Vatritij  >  e  da  diuerfl 
Letterati  diTrima  Claffe .  Si  effercitò  per  qualche  tempo  indiuerfe  Ca/eVatritie»  ér 
baueua  per  Imprefa  vn  Lauro  col  moto  :  Sm  fola  tutamen .  ^i  era  anco  quella  de  pi 
^bbi^iatif  inuentata  dal  Caualier  Gtrolamo  Brufontjbennoto  oer  tHifiorie  yCper  tin* 
finità  defuoi  componimenti  dati  alta  Luce .  Si  radunò  per  qualche  tempo  in  Cafa  Marini 
à  SMoisiy  poi  intermefsa.  Hora  di nuouofi  rimette  in  Cafa  del  medefimo  Brufoni.L*Im^ 
prefa  è  il  f^afo  di  Bronxjo  defcritto  da  Virgilio  neW  Eneide  %  che  percofio  da  i  raggi  del  So^ 
le%  rifletta  intorno  le  yampoUtCol  moto  :Pct  omnia  verfat .  riue  al  prefentela  De^ca 
refa  confpicua  dalli  Soggetti  >  che  la  formano  >  efjendouene  molti  debordine  Tatritto  »  e 
non  aggregandofi  che  Verfmaggi  di  Firtà ,  e  dijiima .  Si  raduna  nel  TatoT^o  del  Sena- 
tore Prancefco  Guffimi  al  Tonte  di  '^{oale.  Ha  per  Imprefa  il  Tripode  di  Deìfih  col  moto  t 
Hinc  oracuia.  Si  mantiene  con  molto  fplendore .  falene  affìflita  dafuoi  "Protettori  9  che 
fono  confpicui  per  dignità  y  e  per  lopiàVrocwratoridi  San  Marco  ^effendoui  al  prefentà 
Giei  Battifia  Comaro  "^ifcopta ,  &  Luigi  Duodopur  Trocuratori .  E  gouemata  dal  fuù 
TrfUéiipe  9  cb'èhora  GioiBattifla  Contarini  »  che  nel  fiore  de  gl^amti  fuoi  dà  faggi  di  yna 
matAra  eruditione;  Hàfei  Configlieri ,  che  diprefente  fono  :  angelo  Bon .  Gio:  Antonia 
Mua^T^  •  Girolamo  Zen  .\4nÈonio  Laredan .  Iacopo  ToUani  ^  Marco  Giorgi  Fofcarini  • 
Tiene  ^tco  due  Cenfi0Ì9&  fona:^  Gio^  Antonio  Muok'K?  fudetto  i  e  D^Chrifioforo  luano^ 
uicb.  Et  il  Cancelliere  cb'è  Giofeppe  Marcobruni  Medico  *  Quefte  cariche  fi  mutanoogni 
anno.  Eppi Rmlmente  feruita  da  vn* attuai  BideUo.^Ue  VubUche  attimti  di quefia  "H^ 
Ule  Udwum^s^j  interueng/mù  Dame^  Caualier iyflima$e  di  pia  de^o  trattenimento^cbe 
hal^ia  la  Città.         .  «^^o^:^..  .  .^  ^^w 

Cauallerìzza*  \ 

ADDITIONE. 

* 

■ 

Si  e]}trcita  vicino  alfHofoitale  de  Mendicanti ,  nel  fito  otfera  eretto  il  Teatro  noui/y 
ftmoy  che  figgami  adietro  alsfatto .  Contiene  luogo  capace  perfettanta  cinque  Caualli  ; 
oltre  àfpatiofo.terrenofcoperto.  E  mantenuta  da  ventiquattro  GentiChuomini  Tatritij, 
che  formano  vn  corpo  di  accademia  y  ecChanno  psnftero  di  trattenere  il  Caualterc^  » 
che  diprefente  è  VincenzjrSimani  Fiorentino ,  al  quale  danno  vn  ben  honoreuottftipen^ 
dio.  Ha  obligo  il  Cauallenx,'^  di  mantener  àfuefcefe  quattro  Caualli  da  maneggio. %  tre 
de  quali  feruono  per  la  Lettione  del  caualcarei  Nitro  per  correre  nella  Lt:^ . 

IlCameuale  poi  fi  fanno  giftócbi  Caualier  efebi  ^  correndo  fi  alla  Quintana  j&  alt^ 
Cioftra  delle  tre  tefle . 

Tea- 


ET  DE  LORO  ORNAMENTI  LIB.  IX.    35.7 
Teatri. 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

Sim  aretii  m  quefia  Città  quattro  prmtipalif^miT eatri,  vnofituato  si  lefandamai-^ 
ttaiime(dettaMSaMi.GiOMaiimttTaolotperegirmTwiM)diGimaHmGrimani,che 
prreger prima  fabri£at9 di ttwolcg non  tutto  fopra il fuo  terreno,  lo  traj'portò  con  pre- 
fte/u^a  incredibile,  in  poca  diflaa^a,fopTa  ilfuo  fropriofimdo,mofiramlo  me»  in  ciò  quel- 
iagenerofttà  d^Mimo,  cbefàfempre  ne  [noi  Mt^ìori ,  e  ch'i Jua  propria ,  facendolo  er- 
ter  tutto  dipietra.  Et  yti altro  pure  del  mede  fimo  Signore  pofio  d  S.Samuele.Gl'attri  due 
JonOjymAS.Sabuaore^altro  d  S.CtlJano.  IifqueUo  di  S.Gìouanni,  e  Taolofi  recitano  il 
Cameuate  Opere  Muftcali  con  maratigUofe  mutationi  di  Scene ,  Comparfe  maefiofe ,  e 
nccbijftme,machint,e  voli  mirabili;  vedendofi  per  ordinario  rifplendenti  Cieli ,  DeHadt» 
àtaritS.egrie,TtUaxM,  Bofci^tie,  Forefte,  &  altre  vt^he ,  e  diletteuoli  apparenza .  La 
Mufica  èjempre  efquifitatfacendefi {celta  delle  m^lior  yoei  della  Città  >  conducendone 
meo  da  Romandi  Germania^  d'altri  luoghi,  efpectalmente  donne,  le  Sfilati  con  la  bellex,~ 
x,a  del  voito,con  la  ricche:^  de  gCbabititton  il  vendei  Canto,  conCattioni  proprie 
del  Terfoa^po,  che  rapprejeatawhapportano  èfiupore^  merauiglia .  L'ìjìefiofi  fa  me-' 
ieftmamente  in  quelli  d$S.Saliiatore,e  di  S.Caffano.  Tisi  Teatro  di  S, Samuele p  recita-^ 
no  per  ordmarioComediet  come  fi  fa  in  qualche  tempo  anconelli  di  SanCajfanot  eSan 
Sol     ■ 


DEL- 


35>8 
i 


DELLA  VENETIA 

CITTA'  NOBILISSIMA 

Defcritta  da 
M- FRANCESCO  SANSOVINO 

HOS^    U  M  V  L  I  ^  T  ^,     ET     ^CjC  R  E  S  C  t  f^  T  ^ 

DA    D.    GIVSTINIANO    MARTINIONI 
Pcimo  Piece  Titolato  dì  SS*  Apolloli. 

L  I  B  1^  O     DE  C'IM  O. 

queftanobiliffiDit Patria dìucrlà da n^e  lultre  per  fico,  pergo- 
icrno  t  &  per  ^rtit  >  fono  anco  diuerfi  vii  introdotti  da  gli  anticni  • 
[egmdiefiereftuucrrìti&confìderati.  Et  quantunque  la  luoghex- 
a  del  tempoapponti  fempre  alterarioDc  alle  cole  per  ordine  ai  na- 

_,  ,    ura,&corrompa-ikingoandare,ciò  che  fitruoua  fotte  il  ciclo» 

nondimeno  in  quella  Otti  confeniaca  intatta  dal  fuo  principio  fi- 
no al  prefente»  fono  ceni  coftumi  principali»  meno  corrotti >  che. in  qualunque 
altra  parte  d'Italia  > 

Habitt. 

PErcioche  cominciando  da  gli  habitiindicatiuì dello  humoredelIepcFfone»!»! 
vediamo  che  gran  parte  de  gli  Italiani,  dimenticatifi  di  efler  nati  in  Italia ,  Ce 
iegiKiida  1^  factioni  oltraauataiw  «  hanno  co  penfieri  nuiuco  lo  habito  della  peis. 

6»u* 


Et  VSI  DELLA"  CITTA    LlB.  X.    S99 

fotiìb  viAtìùéò'ipmett  quando  Francdb^  quando  ^tgntioli  •  Et  certocon  danno  9 
ft  v^tgogna  loro>  9c  con  màntfefto  fegno  ddla  loro  poca  ftabifiti  &  fer meìt^a^poi' 
Chénpnfi  è  toafìtcntrto  rna!>da  quegli  huomhiì>che  aktc  vdte  haniK>ÌTgfA>regeia- 
to  l'altre  Aatiòni  del  mondo  >  vn  perpetuo  j  &  faldo  tenore  ndle  coffe  loro .  Sola^ 
queftaCittds'èconferuata  ingenerale  meno  corrotta  fra  tante  >  fé  bene  in  ogni 
tempo  è  ftitai  &  è  tuttauia  rifugio  de  i  foreftieri>  i  quali  fogliono  introdurre  in  ca- 
&  ahnii  Pffanze  loro  • 

•  Pcrcioche  facendo  i  Veneti  profeffiones  fino  dalla  prima  origine  loro>di  padfi- 
fkhi>&  rèligiòfiiSc  d'eflerò  vgualf  IVno  all'altro  j  accibche  daQa  vguAliàfne  nafceC- 
.  fb  ftabilitd  &  concordia»  pòi  ehe  la  difparitd  partorire  confu(ienei&  ròi^HhaiveftK 
*  tono  panni  quafidiTellgiòncj&dimoftratinf  dipaee  &  d'amore .  Non  hiego'pera 
che  Io  hablto  de  tempi  nofh'i  non  fia  diuerfo  in  qualche  parti  dafI^aht1co^;  mala^ 
diuerfid  nafòe(cr^o  io)dall*occulta  virtù  dòlla  naturarchcopera  ne  gtt  hm^mini  in 
diuerfi  tempi  diàerfamenceifecondo  le  dìfpofitioni  del  cielo »&  dell'aìtmi  Volontà» 
irà  dico  bene  che  la  foftanza  è  quella  nìedefimach*eHa  ih  fempre^    . 

Gii  i  Padri  pai(&ti>oflreruanti  amató'ri>éome  s*è  dctto>deIla  rel^tone:  su  la  quà-^ 
le  fondarono  tutte  ròpere  loro  >  volendo  5  che  i  giouam  s*indinztòffóro  alla  virtù  > 
vera  anima  deiràttionihitmane>  &  (opra  tatto  alla  pace»  tr^at-ono  vno  habito 
confonnc  alla  loro  grai^^  aéciochevefléndofidi  lai)  (rveflifTero  anco  di  mode* 
ftia  &  di  rifpctto..  Et  |>erche  l'anioìo  loro  fu  fempre  intento  a  non  dar  noia  ò  ftio- 
kfUaad  àlcnnò>8c  di  viùèr  cpiirtamente  in  quanto  cHé  lofTe  loro  permefTòypiacquc 
dtmofiraradogniunoy^ionpurconl^interiore»  <nat:otl  l'éfteriòre  ancora  la  loro 
Intentione»  vtRéAido  HiK>i(^  lungo  »  il  quale  non  fa  punto  a  propofito  per  coloro  » 
che  hanno  di  }mlmi^à^liàfr£9&  ^  fbiritì  ^tUenti  &'ft;rod .  Ordinarono  per  tan-^ 
tóHi  vd^e;  bhga  8(^fì^tofa  '<U  Aide  >  con  It  maniche  flètte  alla  bócca  per  la  più 
jRCùtc .  dalla  quàl  vélfe  ydglià>ri<^al<^ni  cjfie.vnaddleChlIiòf  prendendo  4*  vfo<faL> 
^àcti,  fi  chiahMe  Togata  .Dàlia  véfte  rbi  amata  da  gK  efteri  Toga . .  I  Senatóri 
'  "    '^       e  anco  portano  al  prefente  le  manrchc  aperte  :  delle  qjtali  alarne 

^^.w  ^^ — w  ^^j,àilfhe>  &  a3tre  Ducali  •  L*omamcnto  del  capo  era  il  cabpuccio  pei 
ti^ttodelhnìàiil  qual  pende(ia>ò  dietro  del  capo>  ò  dall' vno  de  lati  Ìo{^rale  fpal« 
ieri>iùi*aUltra  parte cadcuaqùclpanno^ch^klpirrentfé^  'fchiama  Stòla  >  ma  era  lar- 
^o>  &  appiccato  4UcapP°^^>  ftcome  fi  pnòtedlctc  nei  ritratti  8é  bielle  pitture  di 
mei  tempi.  Malcijandofritìolciilcapjyu^  folttheil^il  Wrdiid 

al  quale  naftfettàt  il'cappuórfoicot^»^  ddFdérkf^o  con  ^riMo/fornHf rod- 

ino la  berretta  che  fi  por(a,tìia  più  largala  prtJ  ^ta*  ^  'Erfpiccandò'ra^yta  cKe^ìhinà 
pendòste^Ia  titennero  in  fa*/pa)la  »  ma  ^erò  lun^a  j^b:  coprirfi  il  ((iapo  ne  'tcn^t^  di 
pioggìa>&  le  m^ichè  hirghei^ddla  veftè  fi  fhinfero  ^tì  bobéa  &  qtiefte  chiaifiarono 
aComto .  Étpc^che'f^ffcftipb^dVèhtoipabnfaffettfàri  difen- 

-^    ^  "'•'^^"^'•'"tdòidtóftioteefrertà"       -^       "    'i.i.  ... 

ffi[mi0ellf  di  v^ini 
i  Vtìpi.  On;le^fi  pop- 
&  a  gli  hùomini  grandi  &TÌcchi>  incrtdiUil  cof^a^di^tà^éeruicri  >  di  martori»  &  di 
zibellini.  Et  fi  cinfero  la  manica  a  Corneo  dr  fuomcbocinta  di  velluto  nero»  &  ne» 
tempi  di  dudoò  corrotto»  dopò  lo  li^enpofto  giù  il  mantello»  di  cuoio  fornita 
dalle  tette  di  pafletti  d*ai^ento.  Ne  tempi  di  ftate  le  vefti(pur  fempre  di  panno^  & 
non  altramente)  fi  foderano  di  emiefino.  - 

^z.  gliaoni  andati  sV>fferuaua  nel  veftirfi  vno  ordine^quafi  comeper  grado.  Per.^ 


40O      DE  GLI  HABITI,  CX5STVMI, 


i  giouam  vfctti  delI'ioEsuìtia»  fì  vefiiaano  i  Dogalina  >  doèoMi  le.  fnahÌGÌiQÌ> 
alquanto  aperte  fehza  cintura.  Et  giunti  airetdi  nella  <]uale  è  perméfTo  y  ch*entri(9 
in  Gran  Configlio^fi  mietteuano  le  oìaniche  a  Conìeo>miitando  i  RomaniiCbe  do- 
pò la  pretefta  prendeuano  in  età  virile  la  toga  •  Si  coftumaua  etiandio  fenza  diftiop 
tione  alcuna»  cosi  il  rofato  come  il  pauonazzo  per  la  più  gente»  (ì  come  fi  può  chia* 
ramente  conofcere  per  diuerfe  pitture  antiche  »  &  vedere  per  i  libri  di  molti  anni  » 
che  fono  nelPofficio  del  Proprio>doue  fi  contengono  i  pagamenti  dotali  delle  doiw 
ne  Vedone»  &  delle  mafiéritie  di  cafa»  ne  quali  fi  fa  mentione  della  foggia  delle  ve- 
lli &  de  i  colori .  Cinquecento  anni  fono  fi  cofiumaua  il  color  turchino  per  tutti.  Fa 
poi  ftatuito»  che  i  Magiftrati  principali  veftifièro  di  fcarlatto .  &  Tanno  1 360.  che  i 
I>ottori  »  &  i  Caualieri  potettero  vfarle  maniche  aperte  •  Le  donne  anco  elle  dd  * 
I  lOQ,  veftiuano  di  turchino  con  manti  in  f palla»  che  Iccopriiumo  dinanzi  &  di  dior 
tro  ^  Mutato  poi  modo  »  fi  mifero  le  vefti  con  le  maniche  Ducali  >&  coprendole  di 
dodi»  di  martori»  &  di  zibellini  »  fé  le  riuerfauano  su  le  fpalle  »  fecondo  il  coftumcj 
Francefe.  onde  i  Padri  l'anno  1 303 .  prouidero  per  leggc»che  non  fi  facefle  cofi  fat« 
ta  fpefia.  Perche  le  donne  pofte  giù  le  maniche  »  jstggiunfero  tanto  più  roba  alkco- 
ile»  &  le  riduflfero  à  unta  grandezza»  che  anco  quefto  fu  vietato  loro.  A}la4ne  (1  ve* 
fiirono  d*oro»  vfand|Crfo  per  Tordinario  come  cofa  pofìtiua .  il  che  pjkraido^raue  i 
padri»Io  prohibirono.  Et  elle  veftitefi  di  feta»fi  mifero  fottole  faldee  con  le  cintura 
dalle  quali  pendeua  la  catena  con  la  guaina  del  coltello»  &  del  cucchiaro.  &  con  lo 
manicne  alle  vefti  tutte  piene  per  trauerfo»&  per  lungo»  di  groffi  bottoni  d'oro  »  & 
fcoUate  in  forma  toiida»  con  zoccoli  di  altezza  eccempu  &^ofi  ppnendofi  freno  di 
mano  in  mano  i  quefte  materie»Ì8c  elle  di  mano  in  mano  tròuando  nuoue  innentio*- 
ni  »  s'è  ridotta  la  cofa  i  termine  a^  comportabile  ftliopefto  •  Condofia  che  a| 
prefente  portano  diuerfi  colori  >  ma  di  fopra  nero  in  ogni  tèmpo  »  alla  grecai  La^ 
qua;  cofa  ancora  che  in  vna  donna  paia  fiinefta»apporta  però  bellezza .  Perciò  che 
eflìe  ndo  ìf  donne  in  qneft a  parte  bianchifitme  per  natuia»!!  par^^ne  del  negro  fiio 
contrariotk  rende  molto pm  bianche>&  apparifcenti.Et  veramente  che  noafi  può 
direqual  fia  la  ricchezza  delle  veftimenta  &  delle  biancarie  di  lino  delle  dònne  Vi- 
mdane  •  Percioche  tutte  le  cofe  loro»  cofi  di  fera»  come  di  lino»  fono  ricamate»  fire-» 

g*Àe»)auorate»Anfciate»&  di  modo  ridotte  à  bellezza  eoa  l^artifido  delTago»  della 
ta»  dèll^atsento»  &  dell'oro»  q>n  tanu  delicatezza  poli  tia»  che  Qgnivno  confefla  9 
cl>e  non  fi  troui in  qu^^l^parte  fi  Voglùi  >  la  mageior  eli  quefta  »  vero  fegno  d^animp 
candido»  &  nétto»&  ói  bnifiìmQ  giudicio.':  poi  che  conofcendo  la  loro  bellezza»  no- 
tabile fra  l*altre  donne  Italiane  »  \i  fanno  accompagnare  con  gli  ornamenti  de  ca.*^ 
pelli  biondiflimi  per  forza  dì  Sole»  &  con  abbigliamenti  demi  perfona  i  quaur 
do  fono  andate  i  marito  .Percioche  eiTendp  donzelle  non  fi  lafdanot 
p^mto  vedere  à  gli  ftrani .  Et  queflo  6  of^rua  con  tanu  firettezza  x* 
che  jchi  fi  manta  >  prette  per  moglie  la  donna  fenza  vedere  . 
,  ioanziyòfapemé  altro»  fé  non  quanto  intende  p^ 
.V  ,        ,  terza  pcrfpna .  Et  perche  quefta  èmatc- 

;  ria  diueffa  da  quella  di  terra  fi:c^  .^ 
^      ma  >  ne  ragioneremo  ' 

dpieno.. 


'  )  I 


t  •  1 


• , 


,  ) 


Mar 


ET  VSl  DILLA  CITTA  LIS.  X.     40* 

Macrimonij» 

S>Cx\at  Hetodoto  >  ft  te  repKca  il  Sabellico  9  che  gli  antichi  ddla  Proutnda  Vcm^ 
^  Uicnaricauaoo  le  donaelie  airincanto»  cioè  i,  cni  offeriud  più  daiiarì  per  hauei> 
se  vna  beUaiCO  quali  danari»  dando  loro  te  doti  >  fi  mandauano  d  marito  le  bmtte  • 
Ifb  naa  la  citMb  &  nella  Tua  prima  infantta  eflfcndo  ella  Cbriftiana  $  fi  meffe  in  vCò 
ilconcraecar  le  nozze  aMa  {boperta»&  deliberato  il  negotioi  le  donzelle  fi  riduceoa- 
MASanFieiioinCa(klIoOliQolOiperla  feftiuitddi  Sanca  Maria  di  Febraio.  Bc 
portando  con  loro  la  dote  in  ma  calia  chiamata  arcella  (  perche  allora  non  fi  da* 

nano  le  migliaia)  fi  ftananoafoettando  gli  fpofi.  Iquak  venuti  coi  loro  parenti  « 
^-.f^^f- —  1^  xM^it^  t^\ J — ^  I-  ^.-*i^  :T  xr^r r —  :i  ^^^  fcrmonc  iu  ma- 
le Tpofe  &  Tarcella  t 

^..-, , ^ piaceri  •  Dalla  quar 

leoccafibne  nacoue  la  feda  deue  Marie ,  &  la  andata  del  Prindpe  à  Santa  Mani 
Fot mofaieome  ré<!etto  pia  indnzi .  Hoggi  conchiufe  le  nozze  ber  terza  perrmat 
ibiza  ved^  la  fimcidli  >  con  dote  per  Torcunario  fra  i  nobili  molto  grandi  9  lo  fpo* 
fo  ràkice  te  mattina  fedente  in  Carte  di  Palazzo»  doue  fi  poBIica  il  parentado  >  8c 
co  fiioi  congiuriti  in  compagnia  >  tocca  ò  gli  rien  toccata  la  mano  9  da  coloro  >  chej 
entrano  in  Corte..  Incfis'inuitano  gli  amici  dcafa  del  padre  della  fpora>  per  vnJ 
fiorilo  diput!ato  i  hora  di  Vefpro  9  doue  vanno  d  rallegrarfi  (faueliando  Tempre  de 
iffrentadi  M>bìiOi  Configlieri»  gli  Auogadort»  i  Sauii  i  Capt  del  ConfigHo  de  Diè- 
ci» ^  in  fomma  tutta  hi  uMiiltà .  Et  nell'èntrar  ddla  porta»  af  pettati  dàno  fpof o»  & 
da  i  parenti»  fi  rallegrano  di  nuouo»  &  Ci  toccano  la  nnfant)»&  montati  in  Sala  »  dooe 
non  fi  vedono  altn  che  huominf9  podi  i  federe  »  il  Paraninfo  conduce  fuori  d'vna 
ftanza  la  (poùi  9  veftita  per  antico  vfo  di  bianco  :  &  con  chiome  fparfe  giù  jper  \t^ 
fpalle9  contefte  con  fila  d'oro .  Et  fattefi^le' parole  ceremoniali  dello  fponialitio» 
viene  condotta  al  Tuono  di  pififeri»  di  tròmbe9  &  d'altri  ftromenti  armonicÌ9  attor- 
no alla  Sala  9  tuttauia  ballando  placidamente  9  &  facendo  inchini  à  i  conuitati .  Ec 
coff  tiioftrata  &  veduta  da  tutti  9  fi  ritorna  dentro .  &  venendo  perfortc  di  nuouo  > 
dia  efce  &  toma  di  nuouo  in  Sala  •  II  che  fatto  più  volte  quafi  in  fpatio  di  vna  hort 
6  poco  più»  difcende  i  terreno  $  &  accompagnata  allora  da  diuerte  gentildònna  » 
rii'eranò  per  diuerfe  camere  afpettando9m6ta  in  gondola  fuori  del  tcl2e»e  fi  pone  t 
federe  fopra'  vn  Tegdo  alquantq  rileuat09  coperto  per  tutto  di  tapcti(&  quefto  mo- 
do fi  chiama  andar  in  tràfto^  Teguendola  vn  gran  numero  d'altre  gondole  9  &  fé  ne 
vi  à  vifitar  i  monifteri  delle  mortache»doue  hanno>  ò  forcUe»  ò  parenti»  &  congiun- 
te. Le  quali  tutte  coTe  fi  fanno  cbn  molta  ragione.  Percioche  clouendo  ella  accTe- 
fcer  conia  generatione  quella  famiglia»neirà  ^uales'innefta  »  ella  fi  moftra  in  cafa» 
&  fuori  alla  cittd  »  quafi  come  i  unti  teftin\onf  del  matrimonio  contratto .  Et  le 
perTone  all'incontro  vanno  alla  ceremonia  9  qùafi  che  fi  allegrinp  ^  còla  propria  9 
poiché  per  l'ordine  del  gouerno  »  fona  incorporati  inficme  perpetuamente»  come 
le  tutti  foflcrodVnaftcffa  famiglia.  Vn'altro  giorno  vanno  poi  le  gentildonne  a 
congratularfi  con  la  fpoTa»che  n  chiama  dal  volgo  Nouizza  »  oflTetuando  il  mcdefi- 
mo  che  fecero  poco  dianzi  i  maritftoro .  Et  non  molto  dopò  fi  fa  la  fefta  publica 
con  pompa  &  ipcfa  notabile,  percioche  gli  inuitati  per  Pordinario  in  nozze  comu- 
ni» arriuano  bene  fpcfib  a  joo.  pcrfonc  >  con  apparecchi  di  erquifite  viuandc  &  di- 
iieric:  ma  regolate  però  dalle  leggi  • 


4qì       13 B  OLI  W^nti  COSTVMt  1 


.  .    ichianiatidelPaiieSo.  Iquali  inqnefiò 

cafofrapprefentano  quafi  vn  Maoftftf  ddh^  cércnx>nie  »  perche  à  lui  tocca  la  cnra^ 
de  ì  Muud>&  di  moke  altre  cofe  appartenenti  alla  fefta  ./Et  la  mattina  fiiff^iieiite 
albaMhdxoyprcfoiaigU  fpo&  donatìiii  dizu^ 
sifli  rì(toradiu  :  &  eflo  airiacontro  è  prefeocato  da  toro  «  h^ 
ftamaua  di  condor  la  (pofa  dinaosi  al  Doge  come  i  pubKco  teftimaoio  ^  ma  PaoH 
tioi$oiJeua^qtielco(liunedallaL^effit]tntrodotio>  dieloftittileato  dellò^ 
aoBefiregìArattèneirAtto^riadacn^  docadinsu.  Dqiìc  6daato:aiicD  ia^ 
iittai%liOGdi  de  QoUli  qiiandoiiafe^^ 
pò»  7         ..; 

Parti* 


N&Ua  cui  n^tiuità  »  non  è  minore  la  pompa  delle  partorienti  :  perdofcbe  alloca 
fi  moilra  in  caia  fplendidezza  &  magnificenza  »  nella  ceretnonia  dd.parto  4, 
Coodofia  che  apparecchiandofi  le  danze  riccamente  9  Se  in  particQiaQP  quella  dlw 
ne  giace  Jadonna^cpa-oroamenti  di  pituire>di  Icoltfxe^  lauQri  d^Qm  fc  d*aiMii^ 
to>  &  di  cofe  altre  dì  pregio^  fi  rimiooo  le  gentildonne  amiche  >  ^  C4iQgti»tse  9  che 
vengono  i  rdll^rarfi . 

Con  tanto  apparato  talhora  di  confettioni  >  &  d'altro  in  diuerìfe  maniere  >  poftà 

in  orof  &  argento^  ch'è  nobil  cofa  &  b^a  «i  ^  occhi  de  i  riguardanti  ;&  con  caatoi 

Mó»  che  i  Padri  fono  (btiaftcettidproueitere  anco  ^qneuQ>  con  diiwrie  leggi» 
per  le  fpcfe  grandi*  che  ?i  fi  fanno . 


itn:i 


V 


Baixcfimi. 


«l  meddìtnoaiiicncnell'trfodcl  battezzar?»  diuerfo  da  imodi,  in  akqne  cofe,di 
±  tetra  ferma.  Pocioche  il  padre  inuica,  non  Dar  tre  compari  fecondo  il  con- 
fitto inftituto,  ma  fc  ne  fono  talhora  trouati  infieme  inChiefa,  fino  al  numero 
di  150.  Et  perche  fpeffo  fi  connrahe  quefto  vincolo  di  congiuntione  con  diucrfi  dì- 
fcgm,&accioche  li  comparatico  non  iinpedifca  il  contrattar  matrimonio,  frii 
oobilb  p  per  qualche  altra  cagione  :  fu  ordinato  per  legge ,  che  il  nobile  non  pofla 
torre  altro  nobile  per  compare .  Et  però  anicne  che  ìTPiouano  quando  verfa^c-. 
qua  fui  capo  a!  bambino,  ricorda  prima  la  I^gc ,  &  domanda  jfe  tó  compa- 
né  alcun  nobile  Vinitiano:  Fimta  la  ceremonia  fcnza  idtcniento  di 
donne ,  fuori  che  dell'alleuatrice ,  che  hd  la  creatura  in  gouc 
no  :  il  padre  manda  il  giorno  medefimo  ad  ogni  conia- 
re vn  mantapane  per  fegno  deiraffimtd  contratu 
con  loro  :  onde  il  compare  >  padrino* 
non  fente  ^auezza  atonia  di  Eu 
donatiui>  fecondo  l'vfo 
di  tetra . 


Fu- 


ET  VSI  DBLIA  lcnTA.:t!K:  «.      4^3. 

Fisturali. 

f 

*  *  *  f  • 

NEIta  materia  de  funerali  :  ooa  fi  può  veder  rfo  ne  più  nugnifico  $  ne  pia  ric- 
co di  quefto.  Perciocheioiortorij  ddleperiboe  ordinarie»  non  che  de  gli 
fcoomini  d'importanza»  fi  poflbno  patagooare  à  fuKrali  di  qual  fi  voglia  gran  per-- 
fenaggio  di  terra  ferma  •  ^ 

Trouo  che  l*anao  1 3  34«  fo  ftami to»  che  il  morto  non  hahbia  altro  »  che  la  ftamì- 
ena>eccetto  i  Palatinì»&  Ducali»i  Legifti^i  Medici»&  i  Caualieri.  Ma  hoggi  efiendo 
Mmomo  venuto  à  morte:  fi  tiene  in  caia  fino  àUa  fera  Cruente .  Nella  quale  i  vna 
bora  ò  due  di  notte  »  il  dero  della  contrada»  con  molti  de  fuoi  fam^lian  &  amici  t 
lieuano  il  corpo»  &  l*accompagnano  in  Cbieia  con  x^oo.  &  200.  torcie  »  ne  più»  ncj 
itieno»  come  le  fofie  il  mortono  ..Et poftolo  ianoezzo  dtlk  Chìefa  con  due  torcie 
da  piedi  »  Se  due  da  capo  :  gli  fi  £si  la  guardia  per  huomini  deputati  »  finoal  giorno 
iqguente  •  Nel  quale  ii  dicono  le  Mefle  per  faniou  fiub  tenendofi  in  tanto  due  caà- 
dm accefe per  ogni  Altare. 

Vcmita  poi  la  bora  di  portarlo  prkcefiionidmente  al  luogo  de  Tuoi  maggiori  in 
akra  Chieta:  ò  btmattina»  ò  la  iera  alle  ventidue  iiorois'aduna  la  Chierefia.  £t  pri* 
ma  vanno  inanzidiuerfi  pennelli  »  ò  infegne  di  Scuole  »  0  fraterne  chiamate  piccio^ 
le^  tutte  di  feta  lauorate  d'oro  ..Da  poi  vengono  i  Preti  d'ogni  contrada  »  con  pen- 
nelli appartati  »  &  con  le  ftole  al  collo  diuifate  di  colori  »  per  di  ftiii^er  Tvna  con- 
gregatione  dall'altra .  I  qualfpaflTati  in  numero  grande  (  percioche  in  quefto  fatto 
non  vanno  mai  frad[)  feguònoi  due  capitoli  di  Caftello  i  Sedi  San  Marco  >  &  poi  i 
fratelli  delPvna  delle  fei  Scuole  grandi  (k  il  morto  é  in  qualche  Scuola^  vediti  di 
bianco  al  coftninè  loto  »  con  le  hafti  con  diuerfe  torcie  »  m  tanta  quantità  »  che  cai- 
hora  fé  ne  annouerano  fino  Ji  200.  la  metà  de  quali  »  paflata  »  auanti  che  venga  il 
laorto  »  feguitano  i  marinari  à  due  à  due  :  tutti  huommi  principali  t  &  padroni  di 
Muii  con  grofla  torcia  in  mano  per  vno  ^  £t  dopò  coftoro  vengono  i  Giefuati»  d^^ 
quali  è  proprio  ofiitio  in  quefta  città»  d*accomMgnare  i  morti  per  priuilegio gii 

gran  tempo»  ottenuto  da  loro  •  Et  paflati  in  biK>n  numero»  fcgue  il  cataletto  ò  la^ 
ara»  portata  daotto  perfone»  col  morto  vefljto  riccamente  9Jk  coperto  di  panno 
d'oroiò  d'altra  materia.  Et  dopò  lui  continoua  vn*alcr4  parte  di  Giefuati  •  Percio- 
che il  Cataletto  fi  mette  nel  mezzo  dedetti  frad .  Et  quel  funerale  è  tenuto  pici  Se 
manco  honorato»  che  hi  piùò  manco  numero  di  Gieuiati .  Dietro  i  coftoro  com- 
parifcouo  i  feruend  di  caui  veftiti  i  duolo .  Et  dopò  loro  vna  altra  parte  de  fratelli 
di  Scuohbcon  rhafti>&  con  torcie .  Finabnente  feguono  alla  coda  $  1  fanciulli  de  gli 
^dali»de  gli  Incurabiljé&  di  San  Giouanni  Se  Paolo.  Et  cofi  fatta  pompa  fi  porta 
per  lo  pnìsper  la  Piazza  di  San  Marco  »  &  di  Rialto  »  a(;con[ipagnata  da  pili  di  $oo. 
perfone.  Et  noniifa  funerale  punto  honorato  »  che  nod  monti  almeno  300.  in  400. 
dacati  •  Et  giunto  il  morto  alla  f epoltura  »  fi  difpenfa  limofina  ad  ogni  vno  de  fra- 
telli»&  poueri  de  gliSpedali . 

'  n  giòmòf eguente  1  coogiund  del  morto  (che  prima  furono  vifitati  a  cafa  da  di- 
Mcrfi  parenti  &  amici)  vfciti  in  publico  veftiti  à  bruno»con  lunghi  ftrafcichi}&  tut- 
ti infieme^s'apprefentano  in  Cortei  doue  pofti  alla  filai  le  perfone  à  capo  fcoperto 
ficondc^iono  >  &  toccano  loro  la  mano  »  Se  quella  piattina  ftefla  fanno  il  niedefi- 
mo  à  RialtOv*  Ne  i  funerali  de  i  Procuratori  di  S.Marcp  fi  £a  di  più  »  che  la  mattina 

Ce    3       iip- 


^4     ^  ff^OLi'msm.i.  jGQsmrMr:^ 

feguento^a  morte  fua,  San  Marco  Tuona  adoppio  tre  voice  Se  lungamente,  E^ 
portandofì  il  morto  per  Piazza  >  la  Roinipjy )^(Pi  dinanzi  alla  Chiefa ,  &  R  ferma  il 
corpo  alla  porta  principale  >  &  i  portatori  cuni  in  vn  tempo  daccordo  con  mot» 
pan  &  veualc.  l'alzano  da  terra  in  aria  ere  volte.in  fegno  di  riuerenza  &  di  tot  li- 
cenza dàlia  (uzCHiets,  Scriòifactof^ono  il'vìarcìo  lóro.,  ^gli^/a  il  Balduhit. 
noneiia-Ghiefà  done  fi  feppcllifcc . .  8(Iajorati(»ie*ineralc-j,  qpando.fia  huomo'Cll 
conto.  &perchgogniCHÌcfajnVenetài<iia:trea3ttadini  elctci:dai  PiotuiiOiQQlt 
dero  t  che  p.rocurano  le  cofe  loro  >  onde  però  fì  chiamano  PnKMinatoridiiqiwll^  j^ 
t^Cliiefì>morcndoalawodiqtafiìiIafuaGhieikiÌMMdiaasonD>.di<tunigIi 
altri  non  mai . 

Ndlefnaerali  del  CaacellicrGrand&JI  quale  fi.  pottaJanDttmdjBattiAenoMtt 
S!mMin«)>ptecedBtaIapompa>xxiiiKs^à'dc£tDif<i^ei!iDDcta  alenale  TÉ dii^»- 
ilprìncjpmmla  Signoria^  con  gtioHtori'de  ipatontati ..  Etvi&no  Itoroodafi 
carcajwcopmtsr  patenri  dcJ  niotto>ac(x»npagiiBti  diUaS^oritodallJrdcftnL  a 
AitratiinSan'Matxroifìfncttellcataleecofomulb^acIiinopietiQxUilunii.  ladì 
JìTecita1'oratione;<%cantacer<frcqute,ls:Si^drìxriioa]LdE«laarar8ctIaMStai 
fi  conduce  ad  altra  Chicfi .  Perche  non  fi  fcpellifce  ne(ruaa  tiTSanMaiJm.j  fenotb* 
Èbge,  quandoeffol-ordini.. èqtialUicUdiiiDnÌQa)ddlaaiiede(inttjChicfiiia-c^ 
Kioghi'apparcatì .  AifigliDotidatJ^nncipeviiuyvfiwftiitnzlaiBrànoaìiik medoi- 
liu  dei  Procuratori ,  ficomes'ordin&neltcrnpv.clie.iaort'  Bemud  Gtaàaémm 
ilgJioolotfcl  Doge  B2rtotoni60»cheTù&:t;anno  1339;  MladnmrtwiodeLerina- 
pcs*£  ragionato  a  pienepin  nuanti . 

A.  D   D-  I   T    l   O    N    E. 

Hchimi  H'fftriagtn^fmUChUrefia  «Mimatuitt  Oebm  itlStmfmm  ;  d*  iketche 
sKMyàaÉtffnaus  <:mse^atùm  &  7)t(V 
Ìe$Ba'éiSmtxtMaritMaterOaiaiMÌ..lai 

mtSituiitto .  Ufmiau,  di  SJlfoh .  Ifat- 

muleime  mtem  >»  Mudefimv  mefe  /"-. 
y^  dà  per  yjtlegOta  lafciato  al  Clcrada 
rirohfldato^Clera^hefmneffcquattra 
*^fer£4aiaafita,.fiemtelQfmiuim 
mnVrffmimdiSaiiticItarbara.  Dildpoà 
iiéiSan  Liieé,e  di  Sjm  SMuefinatte  qiur* 
impanate, e iiS'aau  idariaa.'Poifit 
at9%At»didaattcafet  pojhincooaÀdé 
t^gbefiqiuHa  di  £.C4«MisucaHf  p»- 
liauatcìer»,  tritali  c^fm&pofk-m 
I)  detto  MoFCMola . 

comtpmaimftvede  peraìnmJC4e» 
CiJf^epi^JèffitìHii^imradayebe  ficam 
Ct4chedMmieUe^ià^godetmùinpat-. 
mper  urti  UsfUHén^aUmiéefft 


Et  !ÌKI  ^BH- A.  tQ«!TA  iffi  X     ìm>^ 

ynidUiCbefi^tddiwuti(knae(ferem,Om       TntiiMptoi'^^  ehi  piii  Sfimem  i  Ot^ 

$te:SMm  U  elemdi  Venctispuò  4fcendere  à-.^o.Tnti  pi  drui .  * 

Ke  nefmo  molti  altri  T>retiin^i$efia  XUfà  rm^  ihiwftèffmmnil  numera  metH 
€m^tegmmitndnSiMt€idétf$erdHClera4iìre^^ 

4eìuten$raKiidetà>tmmeWé&ffe€ialm»t/»  è  net^sariofrir 

wyhdfcaari  m  Oratmeypoi^MiexA  parte;  daìk  ^pifhfi  pafm  poUlLUntiera,  f^'m^ 
MtfgéhailfmUtciprteeyttiifemprepef  e^rimHo^qiutifhe^Timém^  chi$^ 

Jk^Uqmk  precede  tmtUfSnhaducpiprti  mtiere$'ym  fiomefrAteUodiC^ngreggtmet  ^ 
^fyi^perUdimtàÀM  ha^Urquédedtira kii  ìita .  Etàeu^ 

fOfntt^eUdifficd^Aehaiédem^  md^wmer^t  tmkifUmci^ 

^^JhnonMtro^fetmchehif«!M^^he^^tàlc^^^ 

éCmémcaparmeMterefiimitdtC^Uotò  ^H$uda9f^^:Prete>ò  Su44iitfmk^1}iaeti9f 
tjtùbaadi^imlebe  Chiefiiychefe.  taiicgU  nm  à  stim  rie^tn^i  ^  icpn^^rani^gm4i^gf0M 
énUetttofmtgatìamjtceettaio. 

Haimleloroc(mftimtìmàmpUomfd$nit$mttM*^  r^S^^  iHmmo^eUkgfa^ 

Diftribuifcono  tra  loro  alcttm  yfficiìs  &  carichi,  come  di  Sopramafsari,  di  C^eriidi  Sifh- 
etici  Ma^ioriidi  Sòttomafsari,&  di  altri,  chegpuemano  »  de  auaU  chi  dora  vn'anno,  chi 
duCiChi  ptà^cìk  meno  con  belUJJimo  ordineuìlnàt  modo  tale  >  che  volendo  io  tutto  quello  » 
the  fi  può  dire  intorno  d  ciò,  farei  rer amente  troppo  lungo  :  Mi  bafia  folo  accennare  effer 
U&iero4iP^enetia  iu  tmtelefèio4tAimf»kUdAe^werpv^ei,  tautobUrigolétot^^anto 
cpt  altro.  CUto  d^ItaUa^  &'fiuori.per  ti^téUcCClrnifiiamtade  ^  Et  nonjMonuèfte  Cùi^gre* 
pai4mi,piàdinouej  ceiò^perdimoft^arei^eh^ji  comenmfiumuepana;fiii  dinoueChori 

^i^AugeUmellaChi^aTrimfitntciu^C  ì§g/^ 

W4fu4oUpirFfnetm'¥iJmoledetunfim£ou^  dì'pretiiShemUitauoneljeruh- 

4iùdelSiffi9re .  ^qt^fhmtm^odinout^^reifminui^  ne  ac$r^fciUto4n  modo 
t^ficome  fiyetkffpreSoneUe'(4oaftii^i0ni  deU4jemen$iaarlrìtravtudieJfo£lero^^ 
ìateÌ^aumi^Zi.ou€fileggo!M>motfùC(^iOolirì»eram^ 
Tfig^mmtoi&.gmèmùdHfie,         .^      ^      ,     ,, 
.    mei^MuenUiudunquci^aduna  la^}Mer^fia^IU  Chipja  *  della  cputvadaudla  qualaì 
^fU0fKtìOi&iHmà0CÌ9kri9f$d^  inuitata.,  come 

i^ume  difanJ^mnroÓmmn^femprè^puno  il  Cleto  ^iene^  inuitato^s  manille  wlte,'fim^ 
fnmtdUridHeC4pitou,predettidiCanon^cic<ìt^vn4ìàd9i^ 
am  C^ipitoloifolotò  dì  Sion  Marohàdi  OffieUpiaUe  volte  vnaCo^xr^gationfpU >  q  iMe^ 

jnefetk^tUaUHi^drdetti  CMitiUhfecoudoJa^ilpdfition&del^F^m  fe^ 

jfoudola  yùioufÒFde  fuoiipofteritfhe  v^kono  ò.piAyòmenohonotwilfCo^morUhe^ioudr 
:fion.t^fratipnidtitieligf^^animafu^jptrc^  V4d4^inlHiìgodifaluutione.H^r  quando 
À.iuféituftk  ttatOtUCló9}p^fictieneHel^  Ujunerali  al  d^uuuy^fi'4/irdme.  f^enuta^^hpr^, 
^  ^unat^iéCkro^on  mtitmmi^he  ìafomo  da  accomp^mtre  il  mpfHOiiTreiififioHr 
fono  ie  cotte,  le  4Ualtmeffi^ìtfiild4^ima^  ^Proceffione  attorno  il^mnpiodicendouifi'qual* 
ebe  Salmo  fino  ehefuentra^fpCbiefitf&r  ta^portApriucipak  riteilaMal^roopjfione  frca-^ 
JtùnaddiCleroinqu^modo  .U^ìwm,ì^ìI(^H(4o4€  Canonici  di :SéA^  jfmi 

iir0co^4md^eppie9ii^fnnd^;^4ittei^^ 

JfiU^ttotkdtC^tonioàdi  VaS^lloJpaHmente^on^aiorCroce:^  p9fm^p$ngam4e  ^prodotte 
4lPf^.<5«l8Wìg^rt(W»,iC^^  ^ioHono  doUacontrad^ 

firìmortM/m  fKUaMfipimoft^tOyòi^r  feconda 

élhkimo  titoim  dìTChiefa  ipm^^m'^ma^À  emtfàami(H^fi^ofi^orH  mm^i 
■::  i  Ce    4       prt- 


4o(?    É>  E-  <5 1 1  UAmk  ;■  cosrvmi 

freeederfmUìtakrefermmh;&^ndmeHtedopòefieftneirìaieUeiipittt9  dèi^* 
la  Cbiefa»  oueèH  corpo}  foifeguono  i  chierici  co  i  torci  in  mamn  e  %imti  in  Cbiefa  >  i  4«r 
fkiCanonieidiSan Marcotoccaintonar  timntntorio*  Circandedenuic  me  genitOB 
tooràst  con  tutto  il  SatmoyVemtc  exaiteaius  Domino>  Ugnate  finitoli  cantano  da  (ia- 
to U  Ckn  i  tré  Salmi  con  le  tre  L6ttim  del  primo  Tf^fttnmo  dell'Officio  de  marti:  k^fus- 
li  compitayfi  di  princìpio  Ma  feconda  procegione,  la  optale  nel  camtaare  vd  tutta  d  co». 
frano  deUa  prima  iperciocrye  fé  netta  phma  andana  il  dettolo  di  San  Marco  primo»  e 
foiimeìioéiCafMtoye  dietro  te  Ctmgregationif  &  in  fine  il  Capitolo  di  Cbitifin  horaìm 
imiejlafeetnda  vd  prima  itcapitolo  di  CbiefaypoiUCongregationiydietro^lcipéali.'nem 
Mcapitolo  di  CafleUo,  e  finalmente  fiellodi  San  Marcoidtein  tal  Imm  fiotendtpree^ 
4ertuttineUjtfecondaTrocegioae.7Ulrefhfenieftirdinedeferitt(k£  fop^  ialSat^ 
mo,  E  doue  mUfuetOumo  Ufanciutitdi  doifilifpeddii  che  vi  erano  atì^h«ra,adefioin'- 
teruengono  t^tattro,  cioè  alti  ioi  difopra  nominati ,  faggiu^ono  quelli  della  pietà  >  e  de 
Mendicanti k^tiMtidi^*  ti Oiefnatifper^ fitto it'Potttilieato4i  TaoloF,  ottener» 
ìi  effer  anUntùi  Sacerdoti^  non  it^eruengono  ùii  à  portar  te  torcia  ne  Swterdi»  «M  »  M; 
ulariyfièìufilitMta-pnAfifaternadittìericipert^safmitieae, 

Fede» 

MA  tr^^pafinclò  hon  mti  d«  qucRe materkiunefte  i  cofe  pn  liete  »  diitmail 
prefence  aldina  cofa  imomoalle  fèfte»  co^  pubikhe  come  prkiate  •  Le  pu- 
Miche  adunque  fi  fìinno  quando  la  Si^rm  rìceue  alcun  Prìncipe  ò  Perfenaggia  • 
l'è  priuate  >  quando  vn  corpo  df  nòbili  adunati  infieme  fanno  compagnia  per  dar 
fiacerealpublico»  òquandoftfefteggiadarprìuati  per  cagione  delte  loro  alte^ 
grezze  parcicolarìXepublicbe  ff  celebrarono  in^dhierS  tempi>d  diuerfi  modi  >per 
diuerfe  occafioni.Pra  1  antiche  sbordino  quella  del  Giouedi  gcath  in  Pia2sa>dinail* 
zi  aUa  Signorìa .  Perdoche  hauendo  Vinco  Patrìalxa  d*Aquilea  mofle  Tarmi  jtUnr 
tra  la  Rep.  vinto»  &  prefo  in  vaa  giornata  :  fu  indituito  per  legge  irteuocabile  fo^^ 
to  grauidime  pene>che  in  memoria  perpetua  di  tanta  vittoru  »  fi  factffc  ogni  an* 
no  ui  predetta  fefta«  Ec  ft  foteua  fencent iar  à  morte  all^fttio  del  Proprio  il  numero 
di  1 2  .porctycon  rn  toro>al  qiule  fi  ca<^lia(fe  la  teda.  Et  andata  la  Signoria  neUa  Sa«> 
h  del  Piouego  doue  era  vn  cafteAo  di  legno»  i  Senatori  con  alcuni  oracciolarì  iti^ 
fnano>Iocombatceuanó»trahendòli  inquel  cafleDo.  B  quale  yro>parendo  al  Prìnci» 
pe  Grìttiiche  fofie  ridicolo  affattoyfe  bencordinatoda  gli  aoticni  Padrì»fu  dd  tnt^ 
to  leuato  yia>reftando  folamente  la  feda  in  piazzanti  folara»  &  del  tagliar  la  tc^a. 
ai  torOf  che  tocca  all'arte  de  fabri  $  &  btfciata  anco  da  partela  morte  oe  porci  $  de 
miali  R  foleua  mandar  ad  ogni  Senatore  »  vn  pezzo  d'eoi  per  ricordanza  della  pto^ 
detca  vittorìa.9inftitui  anco  da  ^li  antichi  la  fefta  delle  Marie>famofa  &  honorata 
moltoydella  ouale  s*è  fauellato  prà  iiìanzi  net  Ubredoue  R  tratta  Mandata  del  Doge 
i  S.Maria  Formofa^.  Alla  quale  fi  mefle  fine  per  le  guerre  de  i  Genouefi  Tan.  1 979». 
Le  pid  modemejfi  Cominciarono  da  2oo«anni  in  qud»  delle  auali  fi  hi  qualche  me» 
fliorìa.  Da  indi  in  ja»  fi  dee  credere  che  foflero  infinite  &  belliffime  per  molte  cote 
auenute  »  miiì  teitipo  ne  ha  confumato  ogni  ricordo  loro.  L'an.  i^oocreato  Vtip^ 
cipe  Michele  Steno>Ia  Citti  fece  fefta  per  molti  mefi.  Ne  quali  vna  quantitd  di  gio- 
nani  nobiti>mefli  in  monte  armila  ducati  per  vno  (che  ne  tempi  loro  valeuaoo  per 

4.BiitodeQolhJJfkuai?cHX>vn»c<»)pas^d(^  *'* 

•  .       .  Per- 


ET  va  DELLA  OTTA  LIB.  X      407 

•  fci:tiodKpimauanolohabKOMrqudtempo>ch'e]ladiirauaidiucrrodall'ord»' 
birìotdc  ^ualmeoce  va»  calza>  diuifan<lola  à  quartieri  di  diuerH  colorì .  Ec  oltre 
d  dòek^coano  roa  imprera  conmoctoi  ò  fcnzai  che  foAe  cooitniine  alla  comp4- 
snia>  crouando  alla  compagnia  vn  nome  conforme  all'animo,  ch'elfi  haueuano.Et 
iqDcftooorpocreauatiornSigaorc  &c:apoichDComandaua.  Et  cìarcuno  d'eljì 
haiicaarafuaimprcfa particolare) Se concórreuino inficine d  fare  orttanie.nti  ef- 
(piifìthAc  ticchitiKlIe  gondtrici  nei  feruirori  >  &  ne  i  laoorì  biella  calza  >  la  quale  ab- 
beUìuaii& di oro> &di gioie  merao^obmente . Qùdti tetKiuap  Htfe^^ 
Zc  acdodie  la  compagnia  apparine  pitì  illii/lre  >  cleggeoano  per  compagno  ad 
cwpo  loro»  qualche  Principe  d'Italia  >  &  qualche  cittadino  de  propri) ,  8c  fi  deter- 
minami! teiapo>  che  hauoTe  i  durare.  Et  preparato  in  m  Tempioifaceuatio  can- 
tar folenottnente  la  Meflà  dello  Spirito  Santo  >  dalCuiellanoCpórdochchaueuano 
lidia  loro  CQOgrKatioae>  Ca|»ellano>  Secretarlo)  8t  altri  officiali)  òUigandofì  con 
■*^''*'"mtO)dioAeruariCapitoli  della  Compagaia.  Queftc  >  fino  ali  wnq  1^61. 


fimo  ftùe  al  numero  di  4}.  I  primi  furono  cognominati  pauoni  &  gli  vltìmi  Acce- 
li.  Ma  &a  tutce,fiirotio  famoG  &  di  molto  nome  gli  Eterni>8c  i  Reati.  Mi  fouienc  di 
iunttoe  vedute  due  amici  tempii  Tvoa  dei  Sempiccrni»  &  l'altra  dvgli  Accclb  la_. 
prima  Tanno  1 541  J'altra  i  ^62.  La  Sempiterna ,  nel  celebrar  la  fìiz  maggior  fella  > 
lapprefentòin  Canal  Grande  la  machina  del  mondo  1  nel  mezzo  del  qiiale  cSvidQ 
vacuO)  &  regalmente  addobbato  d'oro  >  &  di  feta>  furono  200.  eletti mme  gentil- 
donne» {e  quali  belando  al  Tuono  di  ben  cento  llromemi  mulici  >  efaiio  tirai:e  dol- 
cetDcnte  da  palafchermi  8c  altri  legni  per  lo  corfo  dell'acqua  :  elTenao  per  ttitte  le 
calè»  le  fincftre.  i  tetti  Se  le  fondamenta  coperte  di  popolo»  di  donne  »  di  barche^  di 
pofone  folazzeuoli,  diinafi::are>&  di  (tioni  in  ranta  letitia . 

La  notte  rqjueote  lì  recitò  voa  Comedia)  nel  ali  apparecchio  fì  (peCe  gran  fom- 
ina  di  ducati.  Il  rimanente  del  tempo  Io  confumarono  in  altri  trattenimenti  di- 
ner&conuitandOfragatcando  »  &  altre  cofe  facendo  conformi  alla  lor  compagnia . 
I/AcccfapoìiConduRè  per  canal  grande  vn  pompofo  fpettacolo  non  molto  diffe- 
rente éal  mondo  ftredetto  1  con  ra-an diletto  dell' vniuerfale*  eflèndo^  fatta  la  fefta 
nel  Palazzo  Delfino  preflb  dRialtoipercioche  altoraful'vnt)  de  ccKnf>MOt  Andrea 
Delfino»  al  prefeoce  Procnrator  di  San  Marco.  S  appref<£ntò  vna  Tragedia  cofi  fat- 
tamente» che  in  quefta  parte  non  fi  hebbe  ad  hauer  punto  d'inuidiadgli  antichi. 
PociocheilTeatrofuciwiadfiimodi  molte  migliata  di  perfoiie^.AlFiiy^nar*  dd 
quale  era^fta  la  rìcchimnu  ScenajtaUòmigliante  vna  Cictd.con  ta^to  bdRùrdi- 
ne  dicolomtQfic  di  alcKKOfpettuie)  che  fu  mirabit  cofa  à  vedére .  Fecero  oltre  a_« 
ciò  diuerìì  altriXontdtHecondo  Toccorrenze .  Et  da  quelle  cofi  fatte'adunanze ,  (ì 
£iceiiano  accetti  honotatì  d  i  Principi  eftenii>  che  à  tempi  loro  veni^aoo  qual  chc^ 
volta d -Venetia .  .,  -•  ™< 

Sotto  Lorenao  CeUì  Dogfisy^he  viUèranno  i  jiSLeifeBdolì  ricuperatalir<da_* 
di  Candia  dalle  mani  di  molti  nbellìche  la  haueumo  fottràtta  dall'obedienza  dd- 

laRepub.laar  l  fu  tanta  i  che  fi  fecero  diijcrfefe- 

fie»fralequali  PiasiadiSanMaico^dicaatogrì- 

doidie  vi  con  altri  giollrò  il  Rè  di  Cipro  con  la- 

oomo  dal  Ver  ato  Generale  d<:ll'armi  della  Rep. 

nella  predetta  e  ft  trouò  prefente  il'Petrarca ,  che 

UdefcHlTeiv  _  gratta  ìuedo  io  di  Luchino  predet- 

toionto  anaCQi  01  lioaontQ4ftE  Petrua  .Xatiual  ka«a  cIpriuKadoiarudett» 

.  "". -^— -— .       .      lefta» 


4o$      DE  GLI  HABITI»  COSTAMI» 

fBAt  f  &  MTCe  dcioiiseBda  laonaU^ 

tliccteremaQdfa>hK>go»iKm  Latina  come  ^  fiorìfle  >nuifatu  VdgaieyficoiDo 

citoittipcr  inuliigciiu  d^oi  fiior  &  è  qpeftMlopò 

L'AttguftifBoa  Città  ile  i  Vèneti ,  la  anale  hoggf  2  afa  di  fi; 
bota,  di  pace,  &  di  giufiltia ,  rifugio  <k  boemi .  Solo  Ponp  (^ 
legni  conqvaflati  dalle  tenfsfle  io  ogni  parte ,  delle  gnenre  » 
&  delle  tirannidi^  coloro.che  defideranodi  rlner  bene.  Cir* 
tà  ricca  d'oro  i  ma  pia  ricca  di  lama .  Potente  di  £iculrà  »taz      [ 
noto  più  potente  di  vittììi*  Fondata  su  £aldiaiariDÌ,na  pia     . 
Iildanicntc  ftabUita  fui  (aldo  fondamento  della  concordi»  '     • 
diiHe .  CIttu  dair onde  falfe,  ina  difelà  da  pift  falfi  con%Ii'. 


\     '  • 


.  » 


Et  pia  oltre  al  pa(!<>  àeHA  nanaiionc  doue  ragiona .  dcM  W 
CA  l^ot  «ti  detta  ^fta  (óggiognc* 

-     <  .      .  .      .  ' 

Stando  io-  ptMOtflctira  alla  fineflra  alti  4*  di  Gingiiodi  ^< 
;ft  aìitto  1}  tf  4.^afi  so  le  1 8.  bore,  &  guardando  in  atto  marct       ' 
&  èifendo  con  meco  vn  aiogià£:atello,&  bora  padre  aman- 
ttfs*  AróueftoM»  di  Patral{o4^ttak  volradopafTarMl  Mì^ 
c^iodeli'AtttttiioallaSederiu,feneftàaQe(laftaee,fXUcoi»      -> 
necoiacafa  fua,  ckeèchiamata  mia,  vedendoentnr  inpof' 
to  rfia  ^lea  ttma  ornata  i!^  ffoodt  »  AibitoàatoìfuMBo  •  cbe ,'  ' 
{o(fta»gur|ftdiqaakheliefiaBMiei^^c.. 

'    S^piàokfe* 

Si  fecero  doegtttocbt,  de  attieni^  icaualTo.  tVnar&fal' 

tro  iafaeUa  Piasia  della^MJeionDQ  s(^  s'ìaoittoil  mondo 
k  ne  vegga  ma  pari^dioanai  alla  Chiela  marmorea.  4k  awrea» 
matrelj^rttno  nonimeroennealcBnlforcfHeFO .  Ventiquattro^ 
giouattf  nobflirigoardeooltperbelleaaà»pec  bablci»  &  per       ^ 
^|ualitàfiironoÌniqqeflagiofiraiNeèlkdkdadire>aecre<i«r    . 
Ùtt  i  rdtit ,  tflaì  foflc  laireqiienia^!|e  perlbne  de  nguar* 
danti.  U  Doge  accompagnato  da  gran  nomerò  £mndì>      ' 
craiopra  va  palco  ^oantialJa  faccia  ^lUCbtciàtOQtieifo»   .  , 

Ito  yiw  qnw»  twafli^iibagna»  tààmii^^fQfavmietM 

-  -  —     jjjj^ 


-  -t 


BT  m  vm^i  aiTA;  t«;.^i:    491^ 

-  ^iftret&dooei'ertpfoàedato  di  tendeidi  colori  ^nefffite- 

/       deche  il  Sole  non  deOe  noia  ad  alctiao.  Io  pregatoci  «jueftt 

^  fpefla  cortefia  del  Doge>  gli  iédetti  dalla  oeftra»  &  (letti  doe 

^rai  à  vedere*  lo  piasta  non  vi  era  ouUo  di  v9to»  onde  dee 

Fino  d  qui  (cnoc  il  Pctraica  • 

Vmw}  141^  j  .  n  fcftcggiò  dalla  cicti  ro^  anno  intero»  in  capo  del  quale  H  Dogc^ 
condufle  in  Piazzo  la  Principerà  •  Ec  t*anQO  14^0.  eflfendofi  maritato  lacoaio  uio 
figliuolo  iu^nafoUnola  di  Leonardo  Contarlai»  fi  fecero  diuerre  dimoftratìont 
4*aUegrezza4>crcne  lo/poTo  hebbe  iSxompagnii  i  quali  tutti  i  vicenda  fefte^ìa^ 
rooo  pei  (patio  di  tre  giorni  per  trao .  NeHe  quai  fefte>il  Conte  Francefco  $forz  iu$ 
die  fu  poi  Duca  ^  M^ino»  fece  vna  gioflra  che  durò  7.hore>hauendo  prepoflo  per 
premio  al  TÌncitore>yna  pezsa  di  feta  di  ?alore  di  1 5o.ducatL  La  qual  cortefia»  co* 
Qofciuta  dal  Doge>cocBe  quella»  che  fìi  fatta  per  honorar  il  6gliuok>f  fu  cagione  dhc 
<iglin(efcceTn'a]aa»  &  il  premia  fu  ma  giornea  di  reliuto  creniifino  <u  fold^o 
fiMw'ta d'argento.  Etne  tempi  del  Principe  Malipierotconducendo l'anno  1457*  i 
%$^  Ceofùio»  la  Dogareffa  Dandola  in  Palaaso^fi  fefteggiò  lun^oiente  •  Et  cin- 
que anni  dapoi  il  Principe  Moro  fece  il  medefimo  »  quando  meno  à  cafa  U  Princi^ 
pcflàSanuu*  Et  fanno  147 1-  il  Ck^e  Nicolò  Tfono  »  non  manco  puntò  alle  sXie^ 
gitwajdcilaQttd>fflcnandoUPrinc^        Dea  Morofina  fuacpafortet  in  Palaci 

JEO» 

Et  fapno  t4S$4Giouanni  IVfocenigo  Doge  7i.finita  la  guerra  Sodale  che  i  Padri 
f0cero^(|uafi<:ontra  tutta  Italia  per  terra  Se  per  mare  >  fattafi  vna  foleaniffima  pa- 
«yordioò  diuerfe  fefte  »  fra  le  quali  fii  rn  torneampito  »  con  alari  giuochi  eoa  car- 
rette»ne  giorni  di  Camouale.  Et  il  premio  de  Tiflcicod  fu  va  paaoo  d*oco  iatefifuta 
4Vurgeoto» 

A  qneftafolenniti  venne  Hercole  Marcbefe  di  Ferrara  «  &  Giulio  Varano  Sign« 
di  Camerino.  Venneda  Milano  Leone  figliuolo  di  Lodouico  Sfonda  conGatean^ 
Sanfeuerino.  Et  Roiberto  Sanfeuerino  illuftrirs.  Condottiero  del  tempo  fuo  >  ài  ca«* 
pò  della  gioftra  «  Vi  furono  parimente  i  Roffi  Prindpi  di  Pamu  »  i  Conti  della^ 
MirandoTbcon  molti  altri  perfon^^gi  importanti.  Erano  attorno  alla  Piana  doBa 
ChiefadiS.MarcofinoaS.Geminiano»palchipienipertutcodi  popolo  #  al  nome- 
to  di  i5o.miIa  perfone  • 

Comparirono  in  Piazza  tre  figliali  di  Roberto  »  &  venendo  in  diuerfe  rolto  t 
Ogni  vflo  di  lorohebbe  a  5  •  corfieri  inansi»tatti  coperti  d*oro  &  di  ieta  •  Coùipari*' 
tono  anco  i  Roui  con  pompa  non  pi^to  minore  •  Ma  fra  tutti  gli  akri  il  S^nor  di 
CaaK»tK>fHriguardeuokperappamcoiilufhx>  &  pompolb^  Stana  i  vedere  il 
Principe  Mocenigo  con  la  >ignona>  &durò  lagiofisa  col  giuoco  deUe  eanecce per 
inokig|omi. 

Fìaahnente  Fracaflch  &  Anttinio  Maria  Sanfeuer ini  figliuoli  di  Roberto>ftirono 
ì  vincitorì>&  diuifevo  fra  loro  il  panne  d'eco»  &  Galeazzo  l*altro  fratello  hebbe  va 
paaaod*asgefiiio^ 

Vn  nipote  ed  Sìqi.  di  Camerino»  che  ^era  portato  valoroiameace»  rifiutò  |0<k 
ducati  onertili  dal  knato.  Et  Mariotto  de  Roffi  f[iottanetto»&  di  bella  fbrma^per^ 
<db'«a|tiac£iur<>fommaoKatealpopok>neHa  gioftra»  hebbe  va  cauaUo  ricca» 

t  mente 


410     bt  GLI  HABm;  cosTVMt  ; 

mente  gittmito»  &  akrì  Mki%  U  ed  viitu  neUa:g^ 

uerfi  decu»&alciuiiala?nlluftri  per  virtù  &  per  nobilcd  >  furono  aeadCauaJierì  • 

Ma  u^alatiffime  furono  le  laudi  9  Se  i  fauori  9  che  rìceuè  Tucio  Cottanzo  Caua* 
liere  ItaHanO)  &  Condottiere  di  gente  d'arme  della  Republica>&  famofiffimo  t^ 
fiioi  tempi:  del<|uale  fu  nepote  per  figlio  Scipio  Cofhinzo  Condottieri  parimente 
d*huomini  d'arme»  e  pronipote  il  Tempre  memorando»  &  non  mai  a  baftanza  loda- 
to>Giouan  Tomafo  vnico  figliuolo  d'eflTo  Scipio>morto  celebre  d'eti  di  27.anni  al* 
la  guerra  di  Fiandra  Tanno  1 5  8 1  *i  ^fti  del  quale  in  più  battaglie  feguiti  >  non  pof* 
fono  !e  Penne  di  molti  Scrittori  di  quefli  tempi  ratiar(i>di  meritamente commeo- 
dare»&  celebrare  i  perpetua  memoria  della  pofterità  • 

Fii  anco  ne  tempi  noflri  condotta  nel  Ducal  Palazzo  la  Prindpeflfa  Zilia  Dando^ 
lardai  Principe  Lorenzo  de  Prioli  Tuo  conforte .  Et  perdoche  Id  fefla  fii  molto  ce*' 
kbre»  &  non  veduta  da  più  di  cento  anni  in  qud»  onde  fi  trouò  con  difficultà  il  mo^ 
doi  che  òfTeruarono  gli  anteceflfori  in  quella  materìa»ne  piaciuto(quantunque  pof^ 
fa  parer  ad  alcuno  impertinente  in  queflo  luogo }  di  nrietterla  puntalmente  con^ 
quell'ordine  che  fi  tenne  allora,  fi  come  noi  vedemmo»  per  diletto  di  chi  verni  do- 
pò noi»  leggendo  fpettacolo  cosi  belloiSc  honorato  come  fu  quello  •  Ma  fi  deepri* 
ma  fapere  che  ne  tempi  andati  fu  inftituito»  che  la  Principeffa  Se  anco  il  Dogjc  >  do- 
ueflero  nella  loro  creatione  fare  vn  conuito  all'arti  »  le  quali  erano  temtte  in  quel 
cafo  i  far  fegno  di  letitta  con  diiierfe  dimoflrationi  • 

L'anno  aounaue  1557.2Ì  iS.di  Settembre  >  ^endofi  adunata  la  Signorìa  alle  20» 
hbre  nella  Sala  ael  Principe  con  60.  Senatori  fra  quali  ère  Giouanni  Cappdk>  Ca- 
uaUeroveftito  d'oro»  per  efler  padre  d'vn  genero  del  Doge»  andarono  in  triodo 
fecondo  il  confueto  fino  i  pie  del  Campanile  vicino  alla  Loggetta  »  nella quafe  era* 
no  gli  Ambafciadori  deirimperarore»ael  Duca  di  Sauoiai&del  Duca  d' Vtbino  »  Se 
pafiatono  dinanzi  aHa  Beccaria  >  doue  era  (lato  fatto  da  i  macellari  »  vn  bello  arco 
con  vn  volto  grande  per  tefta»coperto  di  tele  bianche  dipinte  alla  radica  4i  negro» 
nella  cui  faccia  era  vn  San  Marco  »  Se  di  (opra  vn  poggio  di  colonnelle  finte  >douo 
ftauano  appefi  due  gran  Stendardi  •  &  più  fotto  vn  fedone  per  banéa  »  Se  da  lati  vi 
erano  dipinti  due  gran  coltelli  da  macellari  per  infegna»  &  di  fopra  l'armi  de! 
Doge  &  cella  Duchcffa»&  venendo  fino  i  baflòJl  pila  (f  ro  era  veftito  della  medefi-  , 
ma  tela  alla  ruftica»  dipinta  à  diuerfi  fregi .  Se  di  fuori  per  le  partì  dinanzi  Se  di  die^  / 
ito  fopra  i  cantoni)  vi  erano  le  quattro  vìrtùi  &  di  dentro  quattro  giganti  coi^if^^' 
de  &  rotelle  in  mino»  Se  neHa  fommitd  del  volto  »  &  di  fopra  al  pilaftro  fpoglie  »  Se 
trofei  con  vn  breue  che  diceua  viua  San  Marco  •  > 

L'arco  di  dentro  era  coperto  di  tapezarie  a  figure  con  vna  tela  intomo  con  co- 
lonne lince  alla  ntftica.  &  nel  piano  vna  tauota  grande  nel  txiczzq  dcìh  facciata  con 
beni fflmo  tapetoi  Se  in  terra  vn  piano  di  uuole . 

Paflando  adunque  fotco  l'arco  »  faUrono  in  Budntoro  per  vn  Ponte  di  le^no  fat- 
to fecondo  il  coniueto  subarche»  Se  andarono  alla  cafa  diHieconimo  de  Prioli 
Procurator  di  San  Marco  »  &  fratello  del  Doge  »  la  quale  è  fituata  nella  contrada  di 
S;Bamaba  fui  canale»  doue  ora  vn'apparato  di  upezzarie  d*oro  »  &  di  feta  di  eftre- 
mabelleisa. 

Salita  la  Scala»  venne  loro  incontro  la  Principeflfa  veftita  alla  Ducale  di  pann6 
dV5ro»con  maniche  larghe»  con  vna  fottana  di  broccato  »  &  sn  la  teda  vn  velo  bian- 
chiamo di  Candia  che  le  coprìua  le  fpallc;  fopra  il  quale  era  vna  diadema  »  ò  ber- 
retta li  guifii  di  corno  dcilofteflo  panno  d*oro  con  vn  poco  di  piega.  Et  fitte  Io 

dcbi- 


BT  YSI  BELLA  eiTTÀ ,  «B.  X.      41 1 

^tdbhe  lalandónUeia  dato  il  gìoramento  écWo^kntìnpL  dd  fuò  cajutolare  •  fit 
oÒfaito^cUaciooòÌRooQCanenteaConfi^eriipcrandcoi^^  yna  borfa.^ 
cTorp  riccJo>8(  yn^altra  al  Cancellìer  Grande  • 

Jà  tanco  fi  cominciò  in  canale  ma  ragatta  di  fiTolare  >  la  qua!  principiando  daOt 
Qucfadì  Santo  Antonio»  terniinauaalPalazzodcForcarìinvdtam  canale.  8c 
mentre  che  la  ragatta  correna»  il  canale  era  tutto  pieno  di  palafchermi  armatilo* 

r:a  i  onaK  danzauano  i  (nono  di  piffari  tutte  farti  che  vi  furono  i  fra  i  q wdi  n  era 
palaichenno  de  gli  Orefici  >  che  haucua  con  lui  i4.gQndole  coperte  di  daaafco 
cmnifino. 

In  aud  mezzo  cominciarono  ad  arrìuar  dinanzi  all'arco  trionfale»  tntti  i  Caftal- 
di  dell'arti  co  i  loro  compari  >  doue  di  gist  ftauano  in  ord  inanza  attorno  alle  due 
da  €e«coTedefchi  Alabardieri  armati»  Et  eflendo  quelli  fmontati  deipalafcher- 
miiquefti  altri  gintinciigono  é  marchiare  ia  oiadiitanza  btto41Cacco»9eflli  altri  i 
feguirli  per  piazza  •  La  quale  era  coperta  di  panni  bianchi  con  moki  palj^hi  emi^ 
ttentifCaìMttdHmi^  »  Et  Tenendo  dalcauart^in  ordia^^na  »  coagtt  Acndardi 
fpiegad»  i  fuono  di  trómbe»  &  di  tamburi»  Se  d'altri  drompnq  muncji  camazzieri 
inanzi  :  &  con  gli  huomini  più  attcmpstti  i  due  i  due  vediti  di  velluto»  ii  dàmafco^ 
&  di  rafo  alUt  lunga»  (ì  fpiccò  il  Bucentoro  dalla  riua  di  S.Bamabi  »  nel  cui  ducal 
tidno  fedeltà  hi  Priadpdfecòiilacompagnia^diefidirdapprd^^  :  8egi«nt«iàSaQ 
Marcp»fi  fpararono  tante  artigliane»  Se  code  di  ferro»  che  erano  in  Tenra  Noua^  » 
&i&illabandadetbiCiritd»che  fii  cofa  horribiie  i  fentite^ 

Veoneio  à  fmoatare  al  Ponte#8c  alf  arco  fopradecto  del  macello»  doue  erano  gi4 
paflate  tutte  Farti»  quando  cominciarono  i  comparire  i  Comandacon»  ò  PrecomV 
&  gli  Scudieri  del  Principe,  Dopò  i  quali  feguirono  le  gentildonne  gtouaniddue^ 
à  due»al  numero  di  a55.veft]te  di  rafo»di  damaf(;o»&  di  tabino  tutto  biati^»  ma^ 
tutte  infiem^adornatedi  perle  dvftrema  gra(rezza»&  Bell  e2za»eon  bauerh  &  con* 

cieridi  une  maoicre»  tempeilatidipeFlC4t&4iS^f4tT4h>ca)Q<Aìm«ii^  :  fra^ 
le  quali  erano  fei  fpofe  co  i  capelli  dillefi  fopra  le  (p^Ue  filati  d'oro  «,  Dietro  i  quo» 
(le  vennero  %  i  •a[iatrOQa<ion  vefte  negre»9(  oe^n  veli  in  capo  »  f  vl^ma  deUe  quali  fa 
la  moglie  di  Vittorio  Grimani  ProcuratordiS.Marco»  con  Td^i^d^  lE^fo,  negro» 
con  maniche  Ducali»  per  effer  donna  di  Procuratore  • 

Dopò feguirono i Sccrecad col  CanccUier Gntndc  ^ poi i  doegitieri dd  Piìii- 
dpe»iquahnaueuano  in  mezzo  il  figliuolo  del  Doge  »  veltito  alla  Ducale  di  cremi* 
fino*  £tdopècoAoroAgiùiQoolp(v^diieioia8(N^  fttiflcipc)  Imparate 

dati  altre»  perche  foiTero  conofciute  »  veftite'di  velluto  bianco  fopranccio  >  rvna^ 
mc^  di  Antonio  Morofino»  l'akradi  Pietro  Cappello^  Et  pretto  i  quefte  erano 
dueputtini  fooi  nepoti  :  &  poi  veniua  hiVriiicipeflain  mezzo  di  due  Cònfiglieri  p 
che  ttirono  Antonio  Giuftiniano»&  Marco  Centani»  col  fuocaudatarjp  »  Allzqual 
feguiua  Mattheo  Dandolo  fup  fratello»  col  manto  d*oro  da  CiiiaUeip  «UatieftnL^ 
d'vn  Procuratore»  fi  come  anco  andarono  alla  deftrtf  dei  Senatori»  tutti  iparemi 

deUa  Prindpefla  • 
Con  quéttVdJoegiunfetoailaportagrandedi  S.MarcQ»Gh^erachiiUa^^ 

dalla  eran  calca  il  popolo  non  fi  aftògafle>&  aperta»  la  geottldonnei:  che  afpectaua^ 
DO  à  federe  alhntomOientrarono>nel  gingner  della  Du»efla  é  Incontro  alla  quale 
vennero  i  Canomcicon  Ut  Crocei  &  dette  aknoe  orationi»  le  diedero  i  baciare  vna 
^pace:  &condotta  all'Aitar  giNUKkcantando  te  DeumLa^^ 
icQiòÌ9ix>'TQaM»coaca^dQca»«fi(  fiutar^  pottanxio  ina^ii 

McU 


41*        DB  GLI  tìABITI,  COSTVMl, 

Meffalc,  fopraalqoik  gioròdiim^ 

SdiffeakiW  parole»  die  per  bffarpìcockUe  genti  non  furono  vdite.  &^eiiacaii 
n*  Altare»  TfcinHio  tutti  per  la  porta  del  Santuario»  Salendo  per  la  Scala  Fofcara  9 

per  andare  intorno»  dooe  fono  gii  <^ki  de  i  Magifbrati  >  per  oìoftrarfi  1  tu  tre  Part^ 
della  Citti«  Le  quaU  erano  compartite  attorno  al  Palazzo  in  dafcuno  officio»  fé-* 
condo  che  da  i  loro  (uperìori  era  flato  ordinato  • 

Ella  fu  incontrata  alla  prinu  dal  Caftaldo  de  Barbieri  &  compagni^i  quali  erana 
coUooati  in  rn'andito  i  mano  finiftra  i  pie  della  Scala  per  mezzo  fofiiao  chiama- 
to dell'acquctin  bocca  dell'altro  corridore  »  ch*era  flroppato  >  pofli  à  federe  i  rna^ 
tauolacoperuconbelliffimotapeto>&confpalIieredtH^  &ledif^" 

fero  quefte  parole»  il  Caflaldo  inCemc  con  iirompagni . 

Sidtm  venuta ruoffra Sereniti.  Noi  Barbieri  ^ofri 
fedilifenèij  ciréUigriémecenUiy  f^  Ufitfflidfkm^ 
che  fi  degnidi  fdr  Ceriti  connoi^ 

Moftrandole  con  mano  la  colhtione  preparata  salatauoladi  fatte  confettioai 

la  quale  fu  mandata  dal  Principe  i  tutte  l'arti  alle  1 8.  hore  accon * 

(trombe»  da pifiari»  da  tamburi»  &  da  Violom'  »  in  diuerfi  pezzi  d*arg< 

&  piatti  pieni  di  confcttioni  diuerfe»  con  fiafchi  d*argento  di  vino  rc«w»w,  i^^mv^j 

&ellanrpond^odiflè.  ^ 

SUte  li  hen  trouaiit  t^  gran  mercè ,  Hfira  mnfa  hifi- 
gnc»  perche  ci  fintimo  alquanto  fianca .  La  /àrem  fot 
nm  altra  yolta .  Volem  faffar  più  auanti ,  &*  rvìfitar 
\   U  altri, 

Eteififoggioafefo  tutti  Iktì  perrbumanifii  della  PriodpeOa . 

Vofirà  Serenità  ti  haUk  per  race  man  dati  come /nei, 

A  quali  dia  tutta  gioiofa ,  &  quafi  con  bocca  ridente  difle . 

Cop  far  ente  ^ 

Et  flette  vn  poco  guardando  l'apparecchio . 

*.  Smnai^^^^f '■***^*'r"*'**  P'*^  *"''«''  ^  "<^«"««a  dal  Caftaldo  de  gU  Orefici* 
«compagni»  con  Jamedefìmaceremonia.  >-'ivtivj> 

Quclèi  haueuanó  ilJuogo  loro  per  mezzo  i  Barbieri,  &  erano  nella  orima  forda 
de^jnuro  inolt,  ara«.  à  figure  finfe.  fatto  d  quadri  con  freg?3i  SrS  cXri'S* 

£5>£f l^^j^^f^  ■ '*'*  *'*"^?*'^  •"  *">"«  ^narice! credS"adfSriS; 
infcgna,  eoo  diucr^  altri  osnamenn  tutti  d'oro,  &d-aigentomaffic«<S?«S 

tan- 


BT  VSl  DELLA  CITTA  LIB.  X       41 5 


j  entrò  nel  lungo  corn4ore  >  che  guarda  fopra  la  Piazza  >  il  coi 
cielo  era  tutto  coperto  dair  vn  capo  all'altro  di  vna  te&  di  color  turchino  (Iellata^ 
d'oro!  &  dalla  parte  di  dentro  era  ornata  di  finiflime  arazzarie>&  da  quella  di  fjxo^ 
ri  di  vaijhiffindi  taped>&  le  colonne»  &  i  poggi  al  numero  di  ij6.  èrano  parimente 
coperti  al  modo  predetto;  fuori  che  quattro  coIonne>che  fono  all'incontro  dell'of- 
ficiò de  i  Signor  di  notte  al  Criminale:  perche  erano  veftite  fopra  i  i  tape  ti  »  di  da^ 
mafcocremifino:  &  fopra  i  poggi  pendeuano  z6.  ftendardi  cremifini  &  d'oro>  con 
I2.4nfegne  colorate  di  dii^erfe  diuife»  &  i  ciafcun  volto  era  il  fuo  feftone  >  con  Tar^ 
me  della  Duchefla.  &  ogni  arte  haueua  vna  muHca  di  pifl^i>ò  violoni.  Volcandofi 
il  cantonale  ^ mail  finiftra  doue  è  l^ffitio  del  Petitione ,  fu  rìceuuta  da  i  Sartori  3  i 

anali  lo  haueuano  ornato  di  beUe  tapeztarie»  con  la  faccia  dei  muro  >  di  due  panni 
i  velluto  cremifino  con  ritagli  d'oro  >  Se  col  cielo  coperto  di  due  panni  fcarlatti  9 
firatagliati  di  pannò  giallo  i  fiori  &  fogliacce^con  due  armi  nel  mezzo .  Et  andan- 
do quattro  pam  inanzi,feguiua  l'officio  del  Efaminatoreydoue  erano  i  Calzolai  9  Se 
era  acconcio  di  tapezzarie  finiflime  fatte  i  figure  »  col  cielo  coperto  di  tele  dipinta 
con  alcune  rofe  grandi  fregiate  d'oro  •  'Et  vi  erano  fellom'  per  ornamento»  con  u- 
peti  di  fera  damafchini  Cimifcafati»  &  Caierini  •  Dentro  nella  prima  faccia  vi  era- 
no molti  argenti. 

^  Caminando  pili  oltre  »  peruenne  all'officio  del  Foreftiero  »  doue  flauano  i  Mer« 
dari»i  quali  lo  naueuano  molto  bene  adobbato  con  tapezzarie  di  feta»  con  vn  velo 
coperto  di  broccato  fatto  i  opere  di  varij  colori .  Et  (opra  all'arco  della  porta  vi 
erano  ricami  d'oro>&  di  perle  molto  ricchi:  &  fopr^  vna  colonna  vn  tapeto  di  feta 
verde  conteflo  d*òro  »  con  molti  vaghiffimi  fefloni  p«  ornamento .  Ec  dentro  al- 
Wdbergo  fi  vedeua  vna  credenza  conmoiu.^ezzi  d'argènto  »  con  vn  profumiere  i 
(rie  de  gli  arsenti»  &  intórno  alle  tapezzarie  altri  pezzi .  Et  due  pam  più  inan^  fu 
incontrata  da  ì  Pellicciari  ridotti  in  vnpicciolo  andito  fra  l'ofiìcio  del  Foreftiero  » 
te  quello  del  Mobile»  il  qual  pafla  nell'altro  corridore  fopra  la  corte  di  Palazzo^ché 
fiaua  ferrato»  &  adomo  di  tapezzarie  »  intomo  al  quale  erano  molti  pezzi  di  vafi 
d'argento»  &  fopra  la  porta  vn  pannò  di  rafo  verde  »  &  nel  mezzo  più  d  baffo  i  Fa- 
gndSerpafqual  per  infegna . 

Viù  inanzi  fa  rìceuuta  da  i  Calderari  »  che  erano  alloggiati  nell'officio  del  Mo- 
bile» ornato  con  vn  cielo  bianco  fomito  di  ftelle»  &  co  i  felloni  alla  porta»  &  da  vnà 
parte  di  fopra  vi  erano  due  Verigole  ò  fucchielli  di  rame  intagliati  >  Si  vno  in  mez^ 

20  d'argento. 

^  Pili  oltre  ftauano  gli  Armaruo&pofti  nell'officio  del  Procuratore» veftito  di  riz* 

21  di  feta»&  d'orò  i  ngure:  col  cielo  di  tela  azurra  (Iellato.  Et  dalla  defha  vn  raftei-! 
lo  d'armi  diuerfe»con  vna  tauola  piena  d'argenti .  Fu  poi  nceuuta  da  i  Pittori  pofti 
neIl*andito  fra  gli  Auditori  Nuoui  &  il  Procuratore  »  ben  fornito  di  razzi  »  con  Vn^ 
panno  di  broccajto  j>er  fi:egio>&  nel  mezzo  vn  breue»  che  diceua  TiSoresiOmito  di 
fedoni  con  tauola  carica  d'argentana  •  luipreflbgiunfe  dai  Tintori»  nell'officio 
de  i  Cathaueri  ornato i:iccamente»|COn  S.Ioiafiì  loro  Auocatò  nel  mezzo .  Scórren- 
do piti  inanzi>paflato  l'altro  cantone  »  fii  riceuuta  da  i  teflori  di  panni  di  feta  »  dici 
ftauano  an'x>fficio  de  Signori  di  Notte  al  Criminale»  fornito  di  tapeàszarie»&  di  rie* 
chiffimi  panni  di  feta  »  coti  tauola  piena  anco  ella  d'argenti .  Et  lopra  alla  portai 
erano  feiton]»con  tre  panni  di  feta Hno  gia)Io»&  Taltro  d'oro  »  &  il  terzo  di  cremt- 
iino .  Et  più  oltre  trono  quattro  arti  vnite  cioè»  Falegnami  »  F^bri  »  Muratori»  8e 

j^rpellinii  ridotti  ndU  Sala  del  Piodego  I  orn^^ 


41 4      D  E  IG  L I  H  ABITI ,  CtìStVM  I, 

uok  vna  per  arte  s  con  molte  confcttioni  in  argenti .  Et  nelle  fecde  del  nwiro  ri 
erano  dipi  nte  le  armi  dell'arti  loro  per  Cgnificato ,  &  la  porta  ornata  con  fettoni  > 
con  rinfegna  della  Principcfla . 

Fu  parimente  accolta  da  i  Bombardieri ,  rh*cBano  nelPolfidó  de  gK  Aaditprì 
Nooimmi>addobbati  riccamcntc>  con  la  figura  di  S^Batbara  loro  protettrice .  Et 
fpimtartdoi  due  cantoni  trouò  gli  Scorzatori  di  cuoi  nell'officio  del  Proprio.  Et 
neir andito  fo  incontrata  da  i  Panattìeri  che  erano  i  mano  finiftra  all'incontro  dcl- 
l*offitio  delle  ^iadeicon  ricchi  adornamentiper  tut!ro .  AH*vltinio  giuhta  à  pie  del- 
la Scala  che  pòrca  in  Gran  Configlio,  fu  accettata  da  i  Vcttriari,  parinacnte  cópioli 
di  begli  ornamenti  di  capexzarie  >  &  d'altri  lauori  •.  Er  giunta  nel  Gran  Salóne  fòr- 
nitdl^Spailiere  i  hrocche,vi  fu  pofta  i  kdctc  nel  Trono  Ducale:  &  le  fèdèUaiio  id- 
riiitorno  i  Confidieriji  Capi  di  (^aranta,  Matthco  Dandolo  >  il  Cauafieir  Oppeir 
lo>&  Pietro  {uo  filinolo  veftitodi  raTo  aeinifìno>&  dalla  dcftra  erano  tutte  k  o^ 
trone. 

Su  le  banche  di  foj^ra  fedeùano  fopra  aUa  poita  grande,  gli  Anógadóri  9  i  Cauft-' 
Iieri>&  altri  Senatori ,  &  cofi  di  mano  in  mirto  tutti  i  conuitati  del  cotóo  del  l>rcT 
gach'.  Erano  lecuri  parte  de  batkhi  del  Con&;IiO)di  maniera  che  la  Saia  ubera  face- 
uà  piazza  nel  mezzo  ad  ogniuno  :  hauendo  lafciato  folamente  vna  doppia  niano  di 
banche,  fopra  le  quali  ftauano  a  federe  le  gentildonne  gioóafii ,  le  quali  non  Vi  pò» 
tendo  capire>fedeuanoanco  fopra  due  altri  banchi  in  (accia  delfaltre  •  ì^el  mezzo 
della  Sala  eratiòbiltd  Se  mafcare  in  gran  còpiaidi  modo  /che  non  vi  era  più  Iuo^q 
per  capfrui.  PrèfToal  poggio,che  guarda  fui  Canal  grandeifòpra  vnò  eminente  pai* 
co> i pifferi fonauanoconRnouament.e..'  ^,     , 

Oicuratofil  il  giorno»s^cccfeto  46:ròrCie>.che  pendcuanó  dal  (Jielo  dèlia  Sala  ;  £ 
furono  accefi  per  tutto  il  palazzo  altri  lumi  r  deportati  dagnhud^ifti  pia  nobili 
fleirarri,  i  (][uali  furono  podi  in  ordina^iza  coi>  vn  piatta  d^rgentòin  niakiò  per 
vrfoial numero  di  j5o.caricbi  di  confetci,&  compofce.  Coftoradifcefì  in  córte  coti 
xoQ.torcie  accefe,  portate  da  giouani  veftiridi  feta  à  due  i  due,  con  i  $•  gentilhiiò- 
mini  intomo  co  i  baioni  in  mano  vediti  alla  lunga  di  velluto  negro  per  guàrdia,  & 
inanucai  mazzieri  che  faceuano  ftrada,con  trombe,&  Jtamburi,caminandò  intor- 
no aila  Corte ,  vfcirono  in  Piazza  dalla  polita  delle  Biade  >  &  vi  fecero  Jà  morirai 
alNiitomo,  &  ritornati  in  Palazzo  i  tre  bore  di  notte ,  giunfero  in  Cònfiglio  ,'douc 
furono  diibenfate  le  cotationi  ad  ogniuno.  In  Corte  vi  era  vna  Piramide  al&i  grati? 
de  {Mena  di  fooco  artificiato ,  la  qual  accefa  >  fu  cola  fingolare  i  veder  là  fcftià  de  i 
r^i,  &  lo  (trepito  del  rimbombo  %  ch'ella  fece^  &  dotarono  quefti'fuòchl  ihtoòia 
itrehpre. 

Finita  la  colatione  fi  cominciò  i  danaare  p  &  alle  octolióre  fi  cenònelb  Sara  dei 
Pr^adi  con  poftipa  reale:  dopò  la  quale  fi  ballò  fino  a  di  chiàrp .  Il  giórno  fcgucoK 
te  mo  al  ter^  dopò  mangiarci  fu  vn  concorfo  di  popolo  in  Còrte^ròfi  grande,cbe 
non  vi  fi  poteuà  capire  •  Et  alle  1 8.  bore  vennero  i  niaccllari  conToiri,  &  fecero  la^ 
caccia  iti  PaIa»zo,&  per  piazza  fino  i  notte  :  &  iliìmigliante  il  giorno  feguente  alla 
prefenza  della  Pri^ipe(Fa,&  de  fuoi  parentii&  nelle  Lóggie  tutte  Farti  ballauano  |J 
lìiono  de  i  loro  ftromenti:  &  fi  corlero  molte  ragatte  • 

Là  nuttina  per  tempo,  &dopònaàngiare  ancora  vfcirono  in  ordinanza  lutto- 
hutc  armate  con  Pinfegnc  &  con  gli  ftcìKlariii  fokgati,^  co  i  tamburi ,  facendoli 
moftra  per  laWaxiajper  PaIazzo,&  per  la  Citta  più  volte .  Et  finalmente  irgiproi^ 
diSanMattheo»  venuta  là  notte  vna  gtb  piòggia,  fi  udùi£d^  intrallazzo 

fino 


ET  VS!  DELLA  CITTA*  LIB.  X;     419 

fiolOidi.  Nel  quale  iKPrtncipe  andato  attorno  vificandoi  Mteiffrati  fecondo  if 
coiiftietO)  Tide  gli  omamenci  dell'arci  »  &  ringratiò  i  loro  Caftaldi  >  che  li  vennero 
incontro.  I  quau  gli  baciarono  le  mani  ad  yoo  ad  vnoi  &  partito  il  Principe  >  l'arci 
li  partirofK>  anco  elle  in  ordinanza»  andando  ogm  vna  alle  fue  contrade  • 
-  Belle  &  honorate  patinnente  furono»  le  dimoftrationi  fingolari  di  allegre^za^  > 
xhc  fi  fecero  l'anno  i  ^71.  per  la  Vittoria  che  fi  hcbbc  del  Turco .  Et  lafcutndo  F- 
akre  cofc  i  dietro>che  fi  ndero  in  queft a  materiajdoe  furono  gli  apparecchi  pria^ 
opali  :  gknificandofi  tuttama  in  eoo  fatte  fe{le&  trionfi  »  la  fua  dninna  bontà .  U 
prioK^  m  de  i  Tedefchi«i  quali  rall^randofi  eoo  li  Signoria  della  Victoria»  hebbe^  ///A 
rolicenaadi  poter feft^|^;iarc>£utcchefbfteraprima le  b^^  Pw7à  mi- 

•  EffiadnnqtlepertreferecòaittnaeaocòndaroiioilFoaticodir^  /y     e 

darooo  di  dentro»  3c  di  ftiori  per  dincrfi  gradi  >  làmie»  %  dal  prima  corridore  fino-  ^^^^^lì^  òv 
altafomnEiicidd  tetto>che  rendluano  dalla  lunga  ima  vedataquafidi  vn  dcio  ftd^  ^ejAi. 
lato .  Da  primafera  fino  alle  5. bore  di  notte»  fi  vdi  continao  foono  di  tamburi»  di 
ptfEbdb  &  di  trombe  £qpiatciate  >&  fopra  i  jx 

uri  coocetti  di  mtifica»con  fpefii  tiri  d*artigUade»di  modo»cÌ]e;  il  luogo  raffbmbra- . 
uà  la  cafaA  il  palazzo  della  giocondità  &dell*allegresza  iiifième»  Quello  fatto  ia« 
citò  il  pqpblo  d  far  il  oiedefiaio  per  la  Cittì  Ma  l'apparato  de  i  drappieri  fatto  in 
Etatto^  m  deOe  co(e  fingolari  SnieUe  che  fi  poflìno  gtamai  vedere.  Il  portico  della 
drapperia  dal  ponte  fino  alla  nxgz  de  i  gioiellieri^  ai  tramico  più  di  1 00.  p  jfla  :  9c 
k  botteghe  ti  f(^oìcux>Pvna  dopò  Paltra .  Diftèferoadunqud^datl^n  capo  aU*at^ 
tro»  vn  aelodi  panoi  turchini  tatto  (Iellato  d'oro  »  &  vi  appicarono  di  fotto  molti 
IkntcrDoni»ò  Bmali  dorati  Lebocteghe»le  mura  del  fopportico>lebatiche>&  le  co- 
lonne de  volti »fQrooo  tntri coperti  coti  riccbiffime  capezzarie.Da  ogni  voke  pen^ 
deua  vn  fettone  •  Et  attorno  a  tuttae  le  febrichenaouedcUa  piazza  di  RialcodCOBii  ^ 

liiinciandofi  dal  ponte  fino  alla  nigd  predetta»  furono  tìratipanni  Htiflfioù  di  fcar^ 
kto:  &  vi  fi  atcaccarono'di  fopra  con  vguali  diflaode»  bdlifli  Q)i  ^^ 
^imprefe»  ài  ritratti»  &  d'altre  diaerìe  hiftorie  »  S'adomfò  poi  partitamence  ogni 
bottega  d*armi»  di  fpo^^y di  trofei  de  nemici  ptefi  nella  giornata  nanale»  &  di 

auadri  maraui^Iiofi  di  Gian  BelITno  »  di  Giorgione  da  Cade!  Franco  »  di  RaiFadla 
a  Vrbino»  di  Saftiano  dal  Piombo»  di  Michelagnolo  »  di  Titidno»  del  Pordenone» 
&  d*a1trì  eccellenti  Pittori.  Et  s'acklmò  pitiminte  il  luogo  thiamato  Paragone»  di 
lunghezza  poco  meno  de  pertichi  fopradetti.  Et  tutte  Te  botteghe  del  ponte  con 
l^trriotomo  alla  pcala^.  Fecero  ii  pfe  del  ponce  vnO  emiirentb  portooe»&  dalfal* 
tro  capo  de  gli  Orefici  ne  fn  poilo  vn'alcro  y  su  anali  et ato  rarmi  de*  i  Collegati  > 
èioèd6lPapa»del  R£  Fflippo  »  8c  di  San  Marco  alla  fin^ftra  •  Si.  (piegarono  i  tutti  i 
volti  9  de  bakrofu»  bandiere  in  numero  grande»  &  nel  meazo  ddhi  Piazza  alquanti 
ilendardi  di  San  Marco  é 

^'  La  prima  mattina  fi  cantò  la^Mefiafotentie  fopravn  palco  dinansi  allaChiefa 
di  San  lacomo  con  mufiche  maraui^lìofe  •  Dopo  terza  fi  lece  la  procefiione  col 
CtocifilfoiiMirsifprecedendo  piflài:^trombef<quarciate»  &  ratnbiiri^con  vn  lungo 
cedine  di  Sacerdoti»di  cantori»^  di  mercatanci*  Dopò  mangiare  fi.difièroi  Vefpri 
con  te  nnifiche  medefimCf<c  cominciatifi  tardi  fi  finirono  alle  das  bore  di  nòttejr  • 
H  rrftante  del  tempo  fi  confimiò  m  hasoioaie  con  rariatr  concerti  »  Et^a  bell.iiltmo 
^(tere  in  termo  dui  giorno  cofi  rlrofpettacolo  »  8c  stpparat 
^t  popdo^atouiidodr^Mafenxa  comparatone  etamcifeofrià  per 

ìagran  quantità  de  i  lumi  che  fplendeuaao  fu  la  piazza  »  fui  poutd  >fiiLle  fineflre  *  flt 
-t  •  Dd  tu 


4i<J      DE  GLI  HABITI,  COSTVMt, 

fu  le  comici\&  de  i  Fano  accefi  fotto  i  pertichi»  &  delle  torte  fopra  i  pàhchi  ddf  o 
botteghe>5c  i  Candelieri  d'argento  con  cere.  Compariuano  poi  donne  di  dinerfo 
conditioni»  perfonaggi  importanti»  mifcarate  con  ftromenti  mufìci  >  &  follateti 
con  lumi  :  le  ouali  tutte  cole  accompagnate  jnfìeme  »  faceuano  vna  apparenza  del 
tutto  impoflioile  à  dirfi.  Conciofia  cKe  lo  ftrepito  dell*artiglierìe»il  Tuono  de  tatù- 
buri»&  delle  trombe»  tante  arme»tante  fpoglie»con  tanti  trofei»  con  tante  bandii* 
re»  &  ftendardi  »  &  con  tanti  abbigliamenti  »  &  inuiliippi  di  cofe  tutte  ratt  y  tuttè^ 
belle»  &  tutte  nobili  &  honorate  >  &  la  moltitudine  delle  perfone  che  andauaoo  iti 
dietro  &  inanzi  »  rapprefentaua  altrui  nella  mente  »  quei  trionfi  che  fileggono  di 
Scipione  Africano  »  &  d'altri  (imilt Capitani  8c  Imperatori  condotti  da  toro  iti^ 
Campidoglio  •  Percioche  chi  vi  fi  trouorìmafe  conhifo  per  lo  ftupore  in  tanta  leti^ 
tta  :  &  non  era  alcuno  d*animo  cofi  rozzoò  trido  >  che  al  comparire  in  qoefto  hxo^ 
go  »  non  s*allegra(Tè  oltre  modo  •  Ma  quello  che  ailenne  di  notabile  in  qiKfto  mo« 
to»fu»che  in  vna  fefta  tanto  lunga»cofi  continoua»&  alla  quale  concorfe  tutto  il  po^ 
polo  della  Otti  »ch'è  pur  numerofo»  non  feguiffe  pure  va  minialo  trauaglioòdf» 
llurbo»  Se  il  Cielo  fu  propitio»  &  con  benigni  afpetti»  a  ouefta  operatioae»<condo^ 
fia  che  fii  (empre  buon  tempo»&  aere  ferena>&  vi  regno  di  continuo  Tranqtriltitd» 
Cortefia»  Pace»  Concordia»  &  Atnore  •  Di  maniera  àìc  ì  Gioiellieri»  i  Tofcani»  5c  i 
Merdan(&  qucftt  furono  i  terzi)  emolando  la  gloria  &  la  feliciti  deOa  predetta^ 
dimoftratione  di  letitia  »  lacero  anco  e  flt  la  loro  »  Et  iadi  à  pochi  giorni  apparec- 
chiarono in  Rialto  Niioik>;  Condo(}a  che  coprirono  le  fabric^  intorno  di  qua* 
droni  compartiti  con  fr^  ài  velluti»  di  ra(i»  8c  di  broccati  dV>ro.  Le  botteghe  aJ* 
Fintomo>&  di  dietro  al  dragone  flirono  tutte  ornate  dd  nztu  di  tapeti»  ^  quadri 
dìpinti»(li  ScoIture>8c  d*altre  coTe  dirara  bellezza.  Md  n>;zzo  fopra  al  pozzo  fece* 
ro  vna  piranude^^Ia  quale  volgendoti  attorno»^  moftraiia  diuerfi  lauorì  8c  compar- 
timena  fiEttti  di  lumi  •  Si  cantò  la  ISiefia^eiine  fecondo  Taltre^  &  lemufiche  vi  fu» 
fonofenzaintermiffione»  tutterare  Sedette»  con  gran  frequenza  di  gente  •  Ma^ 
perche  l'apparecchio  de  drappieri  fu  il  primo  >  parue  che  eccedeflfe  quefto  altro> 
ancora  che  prelibi  molti  reftaflè  in  dubbio  quxl  di  laro  foOb  più  degno  di  lodeSc 
di  honore  «  * 

ADDITiaNE. 

> 

Dopò  le  cofe  dette  dal  S^anfouiwrimwmo  oHe  Pefiti  feguita  il  Stringate  racconta  que£* 
le  fatte  netì^ìncoronationeétlia  DogareffitGrimmhdicendo  ^ 

Hot  fé  al  Sanfomno-piaccmedefermery  Iefefhfi>0radette(klla  Cìttif  eome  fé  letto  di 
fopra  f  connumerando  tra  effe  anco  ipteUay  aje  fu  foìenmmente  fatta  hmno  1 5f  7«  i  i  i  S*. 
di  Settembre  nella  incoronatione  di  Zilia  DauJtola  Vrenctpeffarchefm  Moglie  di  loren^ 
v^di  Vritdi  Doge  »  ei  tparfo  anche  è  noi  cofa  cowunienùe  aggùqttere  in  ifiefio  luogo 
guella»  che  è  fiata  fatta  tanno  1^9  f. 

Quamlaffi  coronata  in  Vrencipeffa  Atorefina  Atorefinir  moglie  detprefente  D(^  Crii- 
manit  che  neramente  fu  fplendidijjimai  &  regale,  &  non  punto  inferiore  alla  predetta  t 
troerò  io  t  che  mi  trouai  prtfente  ad  vn tanto  fatto  »  &  vidi  minutamente  iit^tOthà 
coluto  prender  canco  di  defcriuer  in  quefUlmgo  d  meglio  potrò  il  modo  »  che  fikÈenu^ 
$0'ril  quale  ancor  chefm  quafi  ilmedefimo  »  cheH  pMótto  :  tuttauia  mi  f  piacciuto  di 
quefio  anccfra  fame  particoLtr  mentione  s  accioche  ffefti  apprefié  à  i  ppjleri  memoria  dà 
ynatantafolenniid^ 


ET  VSI  DELLA  CITTA'  LIB.  X.      417 

-  BthÒTuiMtodefcriiierUtirtMementeitì^HffiolMOgos}  per  non  attediar  ULettoretti 
Anco  perche  è  fiata  defcritta ,  &  mandata  in  l^e  da  alm ,  e  fpecialmente  da  Gitmanni 
B.éta,che  i  fiato  ptr  terto  diligentijjimo  fcrittore  di  ftmil [oggetto  con  hm  pocafiui 
Me. 

Ter  dar  principio  adwtqiie  a  si  nobit  materia ,  dico  >  che  effendo  fiato  Iranno  i%9^,ài 
■i^.d'^priieajfunto  alTrtncipato  Marino  Grimani,  che  ancora  feticemmte  viue  /fi  vi- 
de f  ubilo  la  Città  effer  tutta  €infiiùtotùAilo ,  &"  aUegreg.ja  ripiena .  C*  in  particolare  il 
popolo  intefa  c'hehte  taCetettione  moJirÀ  tanti  fegni  d'altegre^za ,  che  non  fé  ne  videro 
così  grandi  in  tutte  te  altre  creatmi  di  DJgipóliaji  ;  poiché  abbandonate  le  cafe ,  le  bot- 
teghe» &ie  proprie  facemte  >  anrena  egli  al  Diaal  Volala  cantando  >  ^  inal-z^ndo  fin 
ai  Cielo  le  lodi  [ne  in  tnodo  >  che  non  fi  potrebbe  il  tutto  4  p.  eno  raccontare ,  ta  ^ual  aÙe~ 
gren.a  emendo  durata  in  ciafcuno  per  molti  giorni;  pernia  dir  me  fi;  finalmente  Venne  in 

fran  deftderio  ta  Città  tittta,che'l  Dìgeft  r^oluelìe  boramai  di  far  incoronar  fna  moglie  • 
auendoeglitafcÌatofcorrercidmafi,dHeanni(feben'^ionutodifarioperla  fua  pro- 
miffione)  in  termine  ^vno  per  alcttni  rifpetti;  concernenti  il  ben  publico  ;  fece  aimqne 
rijoiiaione  di  compiacer  ta  Città  di  cofa  tanto  afpettata,  e  defìderata  da  lei  ;  emendo  paf- 
fati  ali'bora  40.  arinitchenonfi  vide  ftmile  cerimonia  ;  &  communicato  queftofuo  p'ea- 
fiero  in  Collegio  tfn  da  tutti  appronato.  ] 

HorpiAUcata  quefia  rifolutime»  la  Vrencipeffa  mandò  toflo  ai  innitarctcome  fu  fatta 
'400.  GeattldoHne,&  Cittadiae,cbe  douefferogiufta  ilfotko  accompagnarla ,  &  prefea  ti 
ritroua'-fl  dia  fua  Coronatione  ;  le  quali  tutte  procwarono  dgara  una  deWdtra  di  com- 
parerijccme  fecero)  pompofij]ìmamente  adorne)  e  riccbiffimamente  addobbate .  Dali'al- 
tra  parte  il  Trencipe,mimiatià  chiamare  auanti  di  fé  iGafiaidi,  &  i  Compagni  deli  e 
tdrti  della  Città»  à  i  qnali  per  confaetudine  amica  tocca  di  adornare  il  ValaxJ^o ,  e  di  ac- 
compagnare ìnjimile  occajione  ti  Bucintoro  ceu  Bergamini  t  adornati  di  panni  di  fèto»  & 
4i  tapetiidiQe  loro(come  è  obligato  di  fare  per  la  fua  comnuffione  )  quefi' appuntamento  ì 
foggiugJiendo  poitche  egli  non  per  altro  lo  commuaicaua  loro  «  che  per  offeruare  quanto  in 
tatoccafione  fatto  haueuano  ì  fuoipreteffori  :&  che  da  loro  altro  non  deftderaua ,  che 
quelloiche  fettxaincommodo,ié' conmanco  fpefapoffibileogn'unoftfentiuadi  voler  fare. 
Vati  qHefliordinit&meffotttpiùtto  il  tHtto,veune  a  determinato  giorno»  nel  quale  far  fi 
douea  quejla  folennità;  &  perche  paffjjfe  con  ogni  quiete'^a  *  &■  riufcifie  tanto  più  ma- 
^nififa,€rfamof a,  furono  eletti  quaranta  7{obtJi  dii^.M}^.  anni  >  i  quali  deliberarono 
di  ordine  dti-Colleggio di foner  ógni  loro  fturitom  procurare tcbe  eìlacoà  paffajfetcat 
gnella  fodufatùone»  chd  era  doli'  vniuerjale  dejiùrata . 

Il  giorno  adunque  deliberati»  fu  il  quarto  dei  mefe  di  Maggio  »  &  giorno  di  Domeni- 
ta»  evrrendotanna  di  '^firo  Signore  1597-  bauendoft  prima  otto  giorniinnanti  accom- 


Tnodatele^rti  nelle  fianv,  &Juoghide  1  Magifiraii  ,&degii  O^ij  di  ValaC^o ,  con 
^U  ornamenti  icome pia  àb^fiodirt^.  Hor  ut  detto  giorno  verfo  le  '   ' 
minciaronoà  partirfidiTaiaxxoi  Configlieri,  i  Capidi  Quaranta» 


Centilijuomini  dei  Corpo  del  Senato  »  che  fi  erano  vn'horaiaaaati  ridi 
3>oge  >  i  quali  co  i  Comandatori,  con  gli  Scudieri  di  fua  Serenità,  cotS 
iiert  Ducali»  &  Cancellier  Grande mnanti,come  fi  vfa  quando  efce  i 
:^i  difcefi  le  fiale,  iinuiarono  verfo  la  Loggetta  del  Campanile ,  e  poi 
ia  fabnia  della  Libraria  fé  n'andarono  ai  Bucinlorot  nel  quale  afcgfitgiunfiro  con  quel- 
lo ,&  con  le  piatte  Ducali  alla  càfa  propria  dei  Doge,  poflad  San  Luca  jopra  ilandl 
grande  ì  douegiuiui  >  alfuono  di  trombe»  e  di  tamburi  »  &  allo  ftrepito  di  mJte  arti^hc- 
Tie^fceferQ  tutte  le  fiale ,  &  peruenuii  di  fopra  nella  Sala'»  U  CattaHere  dtlDìge  andò 

Dd    1       *      u- 


4n«        DE  GLI  HABITU  COSV^U 


dkuariaTrencipef sacche  ftne  yemefiéitùod mmaréfU$iif€ùmféfgf94t4  iétU  m^ 
glie  dilC.dmbAfcia^rcicU* Imperatore  %  che  l€  fiami  À  man  finéftré  »  Uri^Ue  megUH 
éptéitro  VrocuTdioTh  cioè  di  GiùkomU  SaraK^  Cattalieré,  di  Unérea  i^  bfggeidi  Tactm 
Taruta  Caualierey  e  di  Vaolo  Tianit  e  dalla  moglie  di  Domenico  yicogran  Cancelliere  t . 
con  la  j$f ella  della  detta  ^mbafciatrice,  &  con  iafàrdU  %f^lmk  t  &n$foee  froprit  » 
caminandoh  inoM^  le  feifue  damigelle  col  Tianottì^  Jiana  :  &  dopò  iacontraùi  che  fit- 
rono  fino  prefso  la  Scala,  ritomat^i  in  dietro  >  andò  i  teiere  »  ringratÌ0adQ  ^on  benigne^ . 
dr  corti  fi  parole  i  detti  Signori  deU*incommòditd  prefa  nei  TrenirU  d  lenare  •  Frd  tanto 
fatta  la  cerimonia  del  giurare  di  ofsernar  quanto  nella  pram^on  Ontaleid^pfefett^a-- 
le  ali*hora  dal  Canceliur  grande  ^fixonticne  ;  &  donate  da  Utfttte  borfe  foro  >  recéite 
dal  CaualUere  3  che  bauenanoogn*  ima  fefse  ima  medaglia  ^oro  con  la  rera  firn  cfigjà^ 
davna  parte  9  O"  con  qnefie  parole  i 

'    Maorocena  Mancocena  i 

Mdall'altrat 

0 

Munus  Maurocenae  Grimanos  Ducìflìe  VencN  15^7. 

^i  fei  Conpglieripredettij&alCanceUiergjrande;  fi  lena  dalla  Sedia»  &fene  ren^ 
ne  d  bajso  con  la  compagnia  predetta»  &  con  la  comittina  delle  gentiphmne  innitate  »  le 
quali  àdueà due afcefero  in  BncintorOi&  federono  in  quello  conheUiffimo  ordine . /  frf^ 
tanta  del  Senato  con  li  Seudieri  ,&  altri  della  Corte  del  Doge  non  entrarono  in  fiueinio^ 
roy  ma  nelle  piatte  Ducali:  foli  i  Conftglierij  i  Capi  di  Quaranta»  ér  i  Trocuratori  >  che  fi 
trouarono fette»  con  jtlmorò  Grimanh  &  Tictro  Landò»  quefii  Germano»  &  queUo  fra^ 
tellodct  Doge  afcefero  con  la  Dogare f sa  in  Bucintoro  »  ti  quale  quindi  partitali  »  finuiò  é 
Sm  Marco  accompagnato  da  Bergantini  bcU^mi  di  tutte  le  arti  »  &  fpectalmente  da. 
y  n  f^afsello,  eh  e  non  fì  vide  mai  il  più  ammirabile  »&  il  piAbeUo  9  fatto  fare  datqua^ 
tanta  TifibiHùredettt»  che  in  erano  dentro  con  due  Galee  tnnanti  »  che  faceuano  ala  :  In 
quantitdpoi  delle  gondole»  e  di  ahra  forte  di  barchcche  andauano  dietro  t  era  infinita  ifi 
come  anco  infinita»  &  inmemerabile  era  quella  degli  huomtni»  e  donne  »  putti»  &"  putte 
che  fi  vedenano  à  i  balconi»  finefire»pergoUtfofjitte»  altane,  &  altri  btùghi  delle  eafe»tì 
Tala's^i  che  fono  per  canal  grande»  fiondo  4  yeder  à  pafiar  il  Bucintoro  »  con  tutte  le  al^ 
tre  barche  predette»  che  veramente  rendeuano  vna  vifta  ammirale  »  &  fingolare  •    • 

Ghmto  dlla  pialletta  della  paglia»  ma  vicina  aUa  prima  colonna»che  ha  il  San  Marco 
in  figura  di  Leone  Jopra,  cioè  tra  éfia  colonna,  &  l'ongefo  del  'PalaxXJ>  »fmontò  la  Tren^ 
cipefia  con  tutta  la  compagnia  fapr  a  il  ponte  di  legno.»  ini  fabricato  à  pofia  fopra  alcuna 
ptatte  f  qUiilfi  fiendeua  in  fuori  ter  lungo  fpatio  dalla  ripa:  aUa  quale  vi  era  fiato  dai 
M nettari  9  ouer  Beccari  fatto  fabricàre  un  beUìffimo  ridotto  con  uno  arco  altifptno  cosi 
daUa  parte  delNcqua»  come  da  quella  di  terra  informa  quadra  »  tutto  dipinto  al^ìntomo 
fopra  tele»  con  inuenttoni  affai  belle  ài  pitture  »dt  mot ti»e  di  figure  »  eh  e  lo  adornauauh& 
atbelliuano  marauigliofamente .  -     ' 

*  Tlelfrontifpitio  vi  era  dipinto  due  littorie  %fra  le  quali\vi  era  m  San  Marco  in 
pia  di  leone»  èr  vi  fi  leg^euano  di  fopra  quefte  parole  ; 

Vibiscufto^. 


ET  VSr  BBLl,A  mTTA'  tlB.  X.      41P 

^(  di  fono  >i  cTéfno  ienrmiGrimana^  &Moftfina;  dallato  dirimei  era  dipinta 
^t^ttttno  col  [uà  Tridente  in  mano  pojto  in  vn^nicchiò  i&ddlfmijiro  yi  era  ptérin  yrial^ 
tro  nicchio  la  Dia  Ope,  dipinta  nella gnifa  che  la  dipiì^euanogU  antichi ,  con  queflepa^ 
rode  [otto  i  piedi  di  V^ttmo  in  lettere  Maiufcole  :  Meritos  tibi  ;  &  fatto  d  quei  di  Ope  ; 
Prarftant  honores;  vi  fi  legge  anco  dalla  Parte  di  TSfjttHno:  Paterni  generis  fplcndor  ; 
parole^  che  dinotanano  la  aijcenden^a  della  Trencipeffa  dalla  parte  paterna  C(2»  farm4 
Moro  fina;  &  dalla  parte  della  Dea  Ope  Predetta  vi  erafaritto  :  Maternst  famiglia  or- 
namenta, con  l^armaTjriulat  dalla  qHalfamiglia  trahe  f origine  materna. 

F^cdeuafi  anco  in  queftofronttjpicio  vna  betta  Donna  con  la  corona  in  capo  figurata  per 
f^enetìa  pojia  in  mei^  di  quattro  altre  figure,  rapprefentauH  la  Giuftitia,  la  dementa  > 
t  Equitdy  &  la  Munificen'^^tcon  parole  al  dijoprajche  diceuano;  RcipubÌic«  «ternitas: 
Sotto  la  Giuftitiai  &*  la  Clemen^T^  che  erano  dalla  pane  diritta ,  vi  fi  leggeua  ;  Reipu^ 
blicx  Imperium:  Douejcorgeuafi  da  lungi  dipinto  il  mare,  con  alcune  ijole,  e  Città,  con 
nani,  galeey&l altri  vaffelli,  che  nauigauanoper  ejjo  ;  &  fatto  le  figure  deU* Equità ,  C2r 
Mun$cenzA^,che  erano  doLlatamancOiVedeuanfi  dipinte  Città,  Cajlelliy  campagne, 
montii&paefi  lontani  con  quefle  parole:  lutcbdìipsLTtmrì  ;  dolendo  con  ciò  auuertire 
tlmperio,^  il  dominio,c'hà  quejia  Kepuhlica  così  per  mareycomeper  terra .  Leggeuafi 
di  più  nel  mcM  di  qàefto  frontifpitio  ad  alto  quefle  parole  : . 

Mxnroccn»  Mmroecnx 
Marini  Grimani  Venetiarum  Oucis  conipgi,  Oucarium  feliclffimè 
ingrcdicntit  Societas  Laniorum  nomini  eius  deditiflima  ad  ve- 
ceris  obferuantiae  declaratjohem  arcum  etus  virtutum  menu- 
mentis  infignem  eresie  1 V.  nonas  Maij .  anno  Chrifti 
MDXCVIL 

Tutte  le  predette  ùofe  vi  fi  yedeuano  nella  facciatoyche  guardaua  yerfa  il  canalej  nel* 
Ufficiata  poi,  che  guardaua  ver  fa  la  piaz.i^,  redeuanfi  quafi  i  medefimi  ornamenti  ,fa 
ben  le  figure,  i  trofei,  le  hifhriey&i  motti  erano  differenti . 

In  quefia  adunque  neljfuo  frontifpicio  yedeuafi  yn  Leon  rampante ,  che  nella  Zatta 
àiritta  teneuama  Croce,  con  un  motto,  che  diceua:  Et  Reipublica(i&  Rcligionis  tute^ 
là;  ^lla  cUi  dejka  ^ra  dipinto  wrGioHe,confaettri ,  con  corone ,  con  cerni  Ducali ,  con 
€appeili  di  Cardinali  nelle  maniycon  quefle  parole  à  i  piedi:  loue  Aufpice  ;  &  alla  fini^ 
Jéra  yi  era.  wm  Donna  con  l'elmo  in  capo,  figurata  per  Minerua,  con  alcune  cofa  ado(jo,& 
inmano,come  falena  e ffar  dipinta  da  gli  antichi,  con  quefto  motto  fatto:  Pruoentia 
Duce*  Tielt  angolo  poi  deltarco  dia  parte  deftra  era  dipinta  l'arma  Grimana ,  interj^^ 
tafraJa^a^eUa,  ó'frala.  Malipiera,  che  dinatauano  la  difaendenz.a  paterna ,  del  Do- 
ff'yeperò  yifi  leggeua  fatto:  Paterni  flcmmatis  Decus  ;  E  dall'altra  parte  yi  era  Car- 
méLTifana,  inquartata  con  la  Guffona,che  dimoflraua  la  difaenden^ui  materna  :  onde  era 
frrittodi  fatto  MsLtcmxVirtutisindgniz,  Vi  erano  altri  motti , tutti  fignificanti  le 
y.irtù  fingolati  di  quefio  Trencipe  ,&le  dignità ,  hauute  da  lui,  efiendo  fiato  Todeftà  à 
Mrefaiayt  Capitano  à  Tadoua,  nel  qual  regimentofu  creato  Vrocwratore ,  &  indi  cinque 
fiate  *4mb^ciatore  agli  y Itimi  Sommi  Vontefici,  cominciando  da  Sifto  Quinto  fino  a 
Clemente  Ottano  ^che  ancor  falicemente  yiue.  Le  quali  cofa  erano  efprejje  conquefii 

motti: 
V.  Dd    3        Pro- 


410.       DE  GLI  HABin,  COStVMlf 

Frouinciariimj  &Procardtorì)  mtnem  adminiftratiò  r 

Ter  le  prime  &  per  le  feconde: 

Legationcm  fplendor  • 

l^i  fi  redeùa  anco  efprejja  lafua  CcroncUiontem  quefte  pa  role  : 

Et  Virtute&  nerico . 

M*mmexfidelfr<mtiffieiof9praibaliu^eramfcrim:  ' 

Mrarocenae  Griman»  >  Mtaitn  Venetianitn  Ducis  coim^  Seitni£i'' 
ordo  Laniomm  ob  eias  in  Ducarhim  adnenttitt  feiiciffiamni  • 

f^i/i  redeuam  altre^figure  dipinte,  che  dtnotauaifo  qualche  co  fa;  e  tfa  te  dtre  "pi  erar 
la  Fortuna» [otto  la  quale  leggeuanft  quefti  due  Ferfi  : 

Ingredere  ò  vna  DacunrfecMtKtttffimaf  KMque 
latranti  ranni  euentus  pnMùtto  ite 


»ii{ti# . 


Vi  era  anco  la  Fama»  con  quefte  parole  fono  : 

Pofi  cineres  Fama  perennis  cric. 

Et  'peramente  queffarco  era  heBijfimoyepieno  di  motti»  e  di  figure  pofle  con  grangit^ 
iitio»  ^  arte»  e  con  gran  lode  deltimsmiore . 

Smontata adtmqut  la  Vrencipejpt  sà'l  predeoù  ponte  >  innanti  chègiumeffe  aldettér 
nobiliffimo  arco»  le  fu  fatta  yna  beU^mafalua  di  codette»  oltre  le  mam  dtrì^faUté^fat'^ 
te  quafi  per  tutto  il  canal  grande  >  mentre  paffaua  %  come  ne  i  campi  ài  SanS^mueliOf-di 
San  y^italey  detld  Carità»  d$  San  Vito  i  e  di  Santa  Maria  Zobemff)  3  feno^gli  infiniti  tiri 
a  artegf,ieria»  che  fecero  i  molti  Valjellii  che  fi  trouauano  »  le  fu  poi  fatta  im*  altra  faltta^ 
di archibugiddUtcompagnia  dei  Bombardieri  i  che  erano  in  gran  numero ;.i  quali  po^% 
nendofi  innanti  andauano  inordinimxa»f€gu€ndoU  ynaquantità  gran^tdigiomminr^-^ 
jfoà  mille  di  quegli  artifici»  che  fatto  haueuìmo  Bergamini  ytutti  ornatamente  wftitidi 
fetta  à  linrea»  i  quali  caminauano  a  due  a  due  con  /?  laro  infegne  per  diftmuer  ykarte 
daWdtra  7  portate  da  alfieri  in  modo»  che  raffetnbrauanù  un^efercitoi  ieffUuano  poi 
yentiauattro  huomini  -reftiti a  Uurea»  clwfonauano  di  tamburifC di  trombe»  &dtriéù^ 
dici»  che  ilfimilfaceu^no  con  piffari  »  <ìr  corttrombe  corte  i^ar^nto  >  vefiiti  di  fcartamt 
Veniuano  appreffo  i  Commdatorii  poi  gli  Scudieri  del  Doge  »  dietro  ai  quali  veniuano  le^ 
Gentildonne  pia ghuanni  con  ricche  u^  di  feta  bianca  in  p^  maniere  »€0^i  firn  guarnii 
menti  d'oro»  &  di  argento  »  ecoi  ventagli  candidi/fimi  in  manoi  le  quali  caminauanoa 
due  a  due»  di  modo  che  pafi ondo  elleno  più  di  ducento  yfaceuano  una  uiflafopra  modo  mV 
guardeuole»  e  bella;  fegumano  poi  altroycl>e  erano  di  maggior  eU%  le  quah  erano  yeftitè 
non  di  bianco»  ma  di  altro  colore»  come  di  verde»  di  rojajecca  »  e  di  pauonaxji;,o  »  feconda 

piH 


ET  VSI  DSOA  CITTA  LIB.  X.       411 

BUrfgligUri  oriyfolùi  apQrtarJÌ4a4)gn*UfM  »  anche  fuori  di  quefta  occafionè  ;  poteuano 
mtm^tMmt^4Ufmmeroiitrec£tttQ  inwcd^e^iafcbcdunadieffehéueté^alUt^  v» 
gmmeuonobUeiòCiuadinoffMpofamemevefiM  le  dauamario; 

affine  J(^e  fiUeno  c<m  t^ftiuto  loràfoteSero  pia  facilmente  »  e  con  maggior grauìU  camino- 
rei  &  in  andando  fchifajfero  il  otricolo  di  cader  in  Urrà ,  che  è  loro  molto  facile  al  pre^ 
fente^  per  taltez^iéi  troppo  grande  de  i  ^ccoli^che  vfano  a  quefli  tempi  :  feguiuano  poi  la 
moglie  del  Grm  CanceUierea-mandiriUa  dfUa  predetta  ftnrelU  deie  ^mbafciatrice 
deWlmperatorey  quefta  vejììta  di  Fetluto  nero  ad  opera  con  gran  numero  d'ori ,  ^  di  gioie 
adogbi  quella  pur  di  nera  uefle  difeta  con  le  manicfre  alla  pncale;  del  quale  habito  erano 
anco  le  quattro  mo^li  de  i  Trocuratori,  che  feguiuano . 

Compameropojcia  ^Chierico  deUa  Trencipefsa  >  i  dueOt^Uìdel  Doge ,  i  Secretarvi 
tmaUàl  espellano  ^^Ji  CaueiUeri  inferiori  ^tmti  caule  ior  vefiifolitedi  eoior  pauo^ 
nanoyfuor  che  Cappellano^  che  era  vejhto  di  creme  fino;  Fenne  poi  il  gran  CmcetUer^ 
-peftito  alla  Ducale  aìfolito,con  le  nepoti^figtiuole^  &  laforeUa  deUa  Vrencipefsa  dietro  > 
q^ainhalHtomtoftmikiquelhdeU^  predette  m(^  queUeeon 

ricehifflmt^yefti  di  panno  d'orda  e  d\irgenUheon  tanti  ornamenti  di  ori,  e  di  gioie  à  tornore 
fpecialmentefoprailcajpOj  ependentidal  collo  giù  per  il  petto  >  cbeera  cofa  nobiliffima  d 
wdere;  alle  quali  feguiuano  il  Vsfote,  &  Generi  ;  poi  il  Germano  f  col  fratello  del  Doge 
fbprammmatii  alle  cmfPoUefi  videro  le  feifue  Damigelle ,  col  Vjtno»  &  7{ana  j  qu^ 
iftfkta  difeta  verde ,  e  lattata  tefjuta  d:  argento ,  e  le  altre  erano  veftite  alla  forefliera 
unlefottantdi  r^odicohrgiallOf  &  conle  rube  dìfopra  di  damafco  verde ,  che  rende^ 
mmounaheUavifla. 

Comparuepoi  la  Trencipefia  ,fsfiennta  da  dMe  Scudieri ,  uno  per  tato  »  e  due  altri  di 
dietro  le^eneuanoià'lmahiOf  che  era  tutto  di  foprariccio  d^oro,  con  fioroni  éargento^ 
fparfi  f/er  quello  ;  e  del  medefi^no  era  anco  il  corn  y  >  c*h  aueua  fopra  il  caoo  con  la  f olita 
fafcta  d^oro  à  tamo^fytto  di  fui  vi  era  unfottilifimo  velo  bianco  di  feta^  che  le  andana  sa 
lefpaUe;haueuaellapoilafottamidipannod'ororicchiJJirna>elc  pendeua  dinanzi  giù 

Jer  il  petto  una  belliffima  croce,  compofia  difiniffimi  diamanti  :  fc  ne  caminaua  apprefso 
ri  dal  lato  manco  C^mbafciatrice  prtdettayc^haueua  al  collo  vn  gioiello  di  grandi fftma 
y  aluta;  &  finalmente  feguiuano  i  Configlieri ,  i  Capi  di  QHarmta  %  i  Vrocuratori ,  &  il 
reflo  de  i  Senatori,  ^Tperuemua  quefta  nobili fjima  >  &  lungpifftma  fchiera  per  lafirada 
dpunto,perlai^Ualefarftfuoleogn*amfoiaVroceffionedelCorpo  dei  Signore,  conl'ar^ 
tinneUe,e  pannt  di  fopra,  alla  porta  principale  della  Chiefa  di  San  Marco ,  che  era  fiata 
ferrata  Per  tempo,  perche  non  fi  empifse  di  perfime,  che  in  numero  incredibile  erano  con* 
corfe  ma  Tia^Ka  per  veder  così  ftupendo ,  e  nobik  fpettacolo  ,fH  aWarriuo  de  i  tamburi 
aperta,  i  quali  facendo  dai  h^teme  con  quelli  dalle  trombe ,  &  pfffari ,  lafciarono  entrai 
re  in  Chiefa  tutte  le  Predette  Gentildonne ,  ct^e  fi  accommodarono  fopra  diuerfe  banche  % 
pofte  da  ambi  i  lati  della  Chiefa  per  que fi' effetto;  ma  neit  entrar  che  fece  la  Vrencipefsa 
in  Chiefa  le  fu  fatta  una  faluabellijfima  farcobup  dalla  prtdettacompaznia  diBom*- 
bardieri,  che  erano  alla  porta,  fonando  i  tamburi,!  pifari,e  le  trombe ,  chefaceuano  rim^ 
bombar  l'aere  d^una  foaue  melodia  ;  UT  entrata  dentro ,  fu  riceunto  dita  feconda  porta 
principale  dal  Vrimocerio,  detto  Luigi  Diede,  "Prelato  della  Chiefa ,  che  quiui  fa  ne  flette 
vngran  pex^o  afpettandola  col  Viuiale  à  torno  ,  con  U  Mitra  in  tefia ,  e  col  TaftoraU  in 
mano,  accompagnato  dal  Capitolo  grande  de  i  Canonici ,  e  dal  picciolo  de  i  fottocanonici  9 
^-àttri  Tfieti£'cbìefk,haueniU>offirvno  il  Vinile  adofi9,  ilqual  Primicerio  fattale 
prima  riueren's^a^  le  diede  con  lo  fpenolo  t acqua  bCMdetu  >  poi  datale  d  baciar  la  pace^ 

Dd    4       &m^ 


422        DE  GLt  HABITI,  COSTVMi; 

tir  incenfatala  trefiatCf  s'aumòam  laCroce,  tT  dopùimttargtnioinnaHi^p^éméécmi 
la  fua  compagnia,  de  i  Canonici  »  per  m  w  delle  predette  GentUionm  9  bautuanò  fatto 
ftrada  in  mexj>$  &fi  erano  accomodate  alle  banche»  come  fé  detto  difopra  fatmi^  éicow 
all'aitar  maggioretjeguendole  la  Trencipeffa,  la  quale  giunta  in  queflo  luogo  ^sàmct^ 
fcinodirajbcremejtnoftgmocchiòalprimo  /calino  di  effo  altare  »  one  fatta  un  poco  di 
cratione»  il  ^Primicerio  cominciò  à  dire  ; 

Saluam  facancillam  tuam  DuciOam  noftram  Domine , 

e  ongli  altri  perfetti,  chefeguono»  aggiugnendo  nel  fine  quefta  oratione. 

Qiwfomos  OmnipotensDeus»  vt  hanc  famulam  taanst  DuciflTatn 
noftraiD  vbiqs  fapientia  tua  deceat  »  atqi  conforcet  »  &  eam  Ecdefia  tua 
fidelem  fcmper  agnofcat  ; 

Tofcia  afcefa  ella  aU'^ltare  $fopra  quetto  ri  pofe  ma  borfa  con  alcuni  orcchim  dem^ 
trombe  è  Po  f erta  ordinaria  yfolitd  a  far  fi  al  Capitolo  de  i  Canonici  ;  poi  andata  à  federa 
sul  Trono  Ducale  >  riflette  fin  che  tutta  la  corte  9  &  le  Gentildonne  predette  f incarnii 
nafferofle  quali  vfcite  per  It  porta  detta  di  San  Giacomo  >  furono  feguite  col  medefimo 
ordine  detto  innantidallaTh'encip^ffaf  e  dai  Senatori  ila  quale  faUta^hefuincapoaiUc 
fcaU  Fofcara  >  pergirfencper  quella  ina  i  far  fi  veder  à  tutte  le  arti  della  Città  j  trouè 
quiui il  GaflaUo  de  ìBarMeri  co  ifuoi  compagni  yi  quali  in  detto  luogo  baueuanoaccom^ 
modata  la  lorofianT^te  di  tutto  ponto  fornita  con  arax.x.ìye  tapett  finifjimi  :  baueuano  co^^ 
fioro  tra  le  altre  cofh  un^arco  fabricato  9  da  i  la,  ti  dH  quale  vedeuanfi  due  figure  »  rapprC'- 
tentanti  Vodalirioxir  Machoond  figliuoli  di  Efculapioyfotto  il  primo  leggeuafi  •, 

Noti  in  peftilentia^neq;  in  ^ixiis  grauioribus  morbis  j  ^ 

Et  fotto  il  fecondo  : 

Sed  fcrre  tantunii  &  medicaméntìs  mcdebannir  ^ 

Con  le  quali  parole  voleuano  inferire  la  loro  profefjione . 

Inuitata  per  tanto  come  èfoUtoafarfilaVrencipefìadalpredettoGaflaldo  a  degnarfi 
di  riceuer  parte  di  quella  confettione  gii  mandata  à  donare  dal  Trencipe  a  tutte  l 'arti  ^ 
c*haueuano  à  tat  effetto  preparatafClla  con  parole  affai  corte  fi  lo  ringratiò  coi  compagni  > 
&  elfi  raccomandati  fé  mede  fimi  d  tei,  &  Carte  loro  infieme  ;  Tag/ata  pia  innan':^  f^  in- 
contrata dagli  Ore  fidi  cbe  fecero  il  nude  fimo  inuito  :  Ihmeuano  quefti  ornato  il  loro  luo^ 
gofuperbiffimamentete  tra  le  altre  cofe  yedeuafi  una  credenT^  così  grande ,  cbe  giugfle^ 
uà  fino  fotto  i  trauiy  piena  d'infinite  maniere  d'argento  lauorato  %  che  era  cofa  bef^tna  A 
yedetei  &  leggeuanfi  ad  alto  quefti  due  Ferfi  1 

Lana  reni,  &  noftros  non  afpernare  labores 
Hic  Ce  fufcipiet  non  temerata  fides  • 

Et  fotto  era  fcritto  : 

Maiirocena?Griaian«  Pijfli«ar,fbeIictfim«qiiePrindpi»  in  Due»- 
riam  aduentànti,  Argentarij  deditiflimi#  . 

Tuffati 


£T  VSI  DELLA  CITTA*  LIB.  X.     4*? 

9af[ati  quefti  fu  incontrata  da  i  Sarti ,  i  quali  haueuano  anch'effi  addobbato  l'Officia 
del  Tctitione  al  pari,  degli  altri;  &  rolendo  moftrare  la  tranquittitài  &  lapacey  chego- 
deua  althoray  &gode  tuttauia  quefta  RepubUca^haueuanofopra  l* entrata pofto  un  mot' 
io  con  alcune  figure  >  che  diceua  così  : 

Clauduntur  belli  porta?  • 

SeguiuanopofciaiCarxfilari  altofficio  deltEfaminatorCf  i  quali  haueuano  collocato 
Jnpra  tcntrata  earmi  Grimana^  More  fina  ynite  infieme  in  ynfóbfi;udo,  con  quefie  pa- 
role intorno  i 

Diuina  prouidentia  fadum  eft  iftud  ; 

Et  cm  qne [Maitre  fotto  : 

HisDncibus»A^cicoforibiisVeaeta  duitas  fcelidlfima  quotqsfibl 
poUicetur  »  ac  f|^erat  • 

yeniuanopoi  i  Mers^ariyche  addobbato  haueuano  per  cigni  verp>  l'officio  del  Fore filerò 
fiiperb^mamente:  &}otto  -piilmagine  di  mfbra  Donna,  che  fi  vedeua  dentro  della  toro 
futnxA,  ri  fi  leggeua  : 

Sub  tuum  prxfidium  confugimùs  ^ 

SipiAdbagòyi  era  fcrittoi 


Dciparae  Virgini  prò  falutet  &  foetlidffimo  in  Palatium  ingrcflU 
Maurocense  GrìmanasDudsoptìmas  Mercarij  votum  vouerant. 
MDXCVIL 

TieW adito  poi,  che  è  tra  l'officio  del  Foreftiere^e  quello  del  Mobile  >  haueuano  accom^ 
modato  la  loro  fianca  i  Specchiari  in  così, bel  modo,  che  fu  cofa,  che  apportò  à  tutti  mara^ 
wglia,e  dilettatione  non  poca,redendo  d'ogni  intorno,fotto  i  traui,e  per  tutto  tanta  quan^ 
titd  difpecchi,  che  mirandofi  in  vnod'effi  ,fifcorgeuano  tutti  gli  altri  ;  onde  pareua,  che 
'pi  fofiero  tanti  buòmini,^  tante  fian:^^  quanti  fpeccbi  vi  erano,  fé  ben  colui ,  che  miraua 
era  folo yUryna erala  ftan:^,niel  cui me^^o  redeuafi  ma  piramide  difpecchicon  vna 
palla  rotonda  in  cima ,  &  fopra  Inarco  della  fianz^a  ad  alto  m  erano  tarmi  del  Doge  >  &^ 
della  Dogare  fi  a  con  quefto  motto  : 

Vìrt  utum  fy  dera  micant  • . 

Haueuano  poi  i  Farotari  fornita  nobilijfimamente  la  fian\a  del  Mobile,  facendo  mo- 
Jtra  delle  pia  fuperbe,  e  fregiate  pelli ,  cìye  veder  fi  poffano ,  comedi  Lupi  ceruieri,  di 

^bellini,  di  martorelli,  ai  bWari,  di  Leopardi,  di  armelmi ,  di  caftortj ,  di  ginetti  di  Spa^ 
gna ,  di  Barbanti ,  di  Tigri ,  di  gatti  Tardi,  e  di  altre  fin^me  pelli  ;  e  vi  fi  leggeua  ad 

alto, 

Maurocenx  Grimanae  Vcnetiaruoi  Duci  »  venationis  ex  SeptentriO' 
nalì  plaga  »  &  relìquìs  £arop^  panibus  arcendo  frigori  dclidjfq;  praeci- 
paa  monalium  commoda  >  Se  ornamenta ,  Pdliones  foppUdter  dedici- 
»»n?!!Y!Nona$MaiJ.MpXCVII.       " 


4i<f      DE  GLI  HABBi;  CGTTVKL 

Tréd^ciédidire€0»iimmUriMerentaf&bumanitdfi^^  la  TreMcMJa  io, 

eUfcHna  delle  iette  ^rti;  quidi  parUe  di  molto  affetto  9  e  dwotioHefufferoy^fate  nel^ 
tmmurrla  d  far  [eco  coUatione  >  (  mperoche  ogni  arte  haueua  la  ftta  tauola  di  nobilijjime 
€Oitfettioni  ripicnat  pofte  su  piatti  d'argento)  ;  Tralafao  parimente  di  dire  delfoffitUh  che 
era  tutto  da  un  capo  all'altro  di  eelefte  color  coperto  >  con  le  fue  flelle  d'oro  ;  &  così  dete 
porte  degli  oficij  inargentate  te  dorate;  delle  colonne  del  Talaz.':^  di  panni  di  feta  y&di 
finifftmt  tapeti  coperte;  della  grandiffima  quantità  di  S  edte  di  f^ellutoye  di  [catini  dorati^ 
che  per  o^nijlanzA  di  effe  arti  fi  vedcuano;  ilfimile  dico  della  foaue,&giofot»ia  armami 
di  varijftr  omenti  i  che  vi  fi  raiua  del  continuo  per  ogni  luogo ,  nel  paffar ,  dye  faceua  la 
TrcncipefJ'a;  la  quale  finalmente  giunta  al  piede  deUafcalafuddetta  9  per  la  quale  dout-^ 
ua  ella  alla  Sala  del^ran  ConftgM  afcenderetfaJì  con  tutta  la  compagma,e  pofefi  à  fede^ 
re  nel  Ducal  Trono,  fedendo  prefìo  di  lei  alla  defìra  l^^mbafciatrice  con  tre  ConjMieri, 
due  Capi  di  Quaranta,e  tre  Trocuratori;  &  alla  ftniftra  i  tre  altri  Conft^Ueriy  ì^mro  Ctf- 
po  di  Quaranta  9  &  quattro  Trocuratori . 

Dal  lato  defbro  poi  fedcuano  le  mogli  de  i  Trocuratori  del  Gran  Cancelliere  3&  la  fo-^ 
rella  deU'^mbafciatrice;  e  dalfinifiro  il  FratettààlGermano,  i  Genm^  &  U  7{ipo»  iat 
Doge:  laforellaj  le  figliuole^  le  T^poti  della  TrenciPeffa  bebberò  alcune  Sedie  ir  rel^ 
luto  i  pofle  sà'l  Tribunale  ;  le  altre  Gentildonne  s^aciommodOrono  à  federe  la  m^mior 
parte  di  efie  siil  banco  ad  alto,  &  il  reflante  di  effe  fecero  il  mede  fimo  a  bafio  sùH  fieom^ 
do  banco  co  i  SenatoriUmperoche  era  fiata  la  Sala  degli  altri  banchi  fj^i  fatta  libera,  e 
fpatiofa  per  tatoccaftone . 

Hot  accommodati  che  furono  tutti  à  federe,  tofloft  cominciò  à  ìan%axe  :  ma  mentre  fi 
daììiLaua,  comparuero  nella  Sala  dello  fcruttinio ,  oue  eragià  fiata  una  ricchifftma  1  & 
nobiliffima  colatione  di  confetture ,  &  figure  di  'j^ccaro  in  diuerfe  vaghe  maniere  hga^ 
Uff  imamente  apparecchiata^  ^^5^fi  mille  giouani  delle  predette  artif  quiuigionfi  a  p&^ 
fta  per  leuar,  come  èfolito  àfarft,efsa  colatione,  &  portarla ,  come  fecero ,  d  lume  di  pia. 
dt  cento  torcie ,  perla  Tia:i;^a  di  Saù  Marco ,  la  qual  attorniata  da  loro  con  infinito  cmi^ 
corfodiperfone ,  che  veniuanod  veder  così  regale ,  &  fplendida  colatione ,  tomaronod 
TalaT^o,  &  afcefi  tutti  nella  Sala  dèi  gran  Co^tgUo,  oue  ancora  fi  baUaua  d  lume  di  piti 
di óoaorcie , parte  delle  quali pendeua giù  datfoffitto  fopra tante  ancore ,ela  maggior 
parte  circondaua  la  Sala,  attaccate  à  i  muri 

l  quaranta  Compagni  cominciarono ,  dopò  ceflato ,  e  dato  fine  al  ballo ,  a  diflribuir  la 
detta  colatione  à  tutte  le  Gentildonne  foprafcritte  ;  Uquale  difiribuita  che  fu ,  la  Trcnci* 
pcffa  leuatafi  dafedere,Orefelicenx.a  da  i  Configlieri ,  e  dagli  altri  Signori ,  ^  HfimUc 
facendo  d  tutte  le  Gentildonne,  ritirofft  alle  fue  4ianx.e . 

Et  così  fi  diede  fine  alla  foprafcritta  folennitd  per  detto  %iorno , 

7{elfeguentcpofcia  voUe  la  Trencipeffa ,  che  fi  facefie  ina  foterniefefla  di  danrare  ^ 
e  però  inuitate  tutte  le  predette  Gentildonne,  vennero  quafi  tutte  d  Talazzo  dt  altre 
vefti  difetat  ma  del  mede  fimo  colore,  che-il  di  imanti  veflite,^  giunte  nella  Sala  mede 
fima,  comparue  poi  la  Trencipeffa ,  anch' ella  con  altro  non  men  ricco  manto  del  Primo 
accompagnata  dalU  mede fime  Signorc,chfUìinnanti;epoftafià  federe  nel  l^^TrtL 

a 

tutta 


5T  VSI  DIUX  aiTA'  UK  X      4*7 

fo  off MMdeUa  Sala  ^ 

Finita  la  colaUone  la  TKendpejTafe  ne  some  oBe  fMcfiaaxf  t  &^  GtntiUhmnefecefp 
il  fimUe  alte  cafe  taro .  il  martetS  pofcia  gimmo  fe^icnt  ed  pnedoao^  fece fi^alla  Trend- 
pePaJafrcftntatìone  ieUaHofa  benedetta  >  mandatale  4  donare  daUa  Santità  del  Som^ 
mo  7<mufice^aqualfjifa$tapimtnalmeuuuHmodofkìfo^ 
tii  descritto  ^ 

Egeniopmto  À  Fenttìail  Sabbato  di  feira.gimio  fcftiuodeBa  Crocedi  M  aggio  3.& 
frecedenUalfopradettodcllaCaronatione$il  Cameriere  fecreto  delVapay  detto  CLaur 
dio  Crotta^fe  n^andèai  aBoggiarenelVala7;^diu£ntonìo  Maria  GratìamiFefDOHod*^ 
omelia,  cbefitroHaua  ^hSra  Legato  ^pipftolico  appreso  ia  SflpMica  ;  Vanendo  fecp 
fortataia  Roja  kenedeua  ^  àfe^i  era  per  apprrfenuire  in  nome  di  Sua  Beatitudine  aUa 
Trincipeffa  dopò  la  fina  CoronathneiCbe  fatta  fuMpornofeguente^on  fuegH  apparati»^ 
tf^Mfi^aanoidifopranotéUi.  Li  ùarckemonpcae9doMS,enatodn  detto  giorno  i!t^ 
determinareU  01$  nel  quale  far  fi  doueffè  la  prefantatione  di  m  tai  iomh  i  Sauij  del  Con- 
ftHioiamattina  del  Lunedì  fluente  diedero  ordine  s  che  faffeperUfera  alCbora  fidita 
miamMtoe0oConfi^;dal^Mlepoifa  terwmat^fOhemeUaprefentareiimartedhgiorf' 
m  di  S.Ciouanm  ante  Tortam  Latinam  fi  douefU .  Onderictrcando  la  prefentatione  di 
Ktsauoodonofolenmtd  di  cerimonie  mufocaM  perla  grandez.'i^  p&  maefid  delJ^na^ 
Ure$comeferlambiltd^Mufbret,%a  detlapenèna^  cmtraperfarfi^uefiùdouaz  ptr^ 
a  ondine  dei  foptrttdenp  Configlio  fu  muitaio  a  cantar  Ke§a  pontificalmente  il  ietto 
7inncio;alcmpaLt:^iuÌ£feaio  andati  la  mattinadi  dettò  giimoMi  Tiati  %o.Senatori  » 
>efiitidi  cremefinoMta  Duedefer  leuarqueWh&  il  Cameriere  infieme,  due  C autieri 
eifermo  if  rimi  tra  effi  Senatori  J^m  Matuo  Zme^ora  PUnHfimo  Patriarca  di  Fene^ 
HadUr  faltroGiouanni  Mocenigo  ^fmomati  al  detto  paU'^  con  tutti gfi  altri  Senatori» 
émdarono  ad  incontrare  i  detti  'Hjfnùio^  Cameriere^  che  fé  ne  veniuano  già  delle  fi^aUm 
acc0mpMptatidadiMerfi'PrelatiiCioèdalS€r/4ini  Arciuefcouo  di  S f alato  tddBarb,wop 
^drcittefiouùdiTirOfeleuoTatriarcad^ Aquilegia jdal  f^aUero^tr^couo  diCimdd  di 


MeUmuhdalTriuli,Fefcouodif^iceaia}dalSanutù.FefcokodiConeordiai^ 
yefcouo  della  Canea  JalClnuitìatiJ^efcùuo  del  ZanteAutoibh^  Loredam^daltAi^ 
bateTefarOf&aftri »  jdl.piededeUeqfioUS^aUimcontratichefaronod^ 
rip  dopòjlfduto^  riuereit^  tra  toro  d  ricendafattafitifopradetM  Caualierein  mexp  di 
tor  due  tolfero  il  Vjtncio^  U  Camerieretche  vefiito  aWw/o  di  Sfima^  quando  igiene  Sìm 
Beatitudine  accompagftatain  Cappella,  portaua  in  manola  Sa/4  henedetta  i  gU  aiiri  ire* 
ramente  Senatori  tollero  jonch^ej^  a  mandirittaiTrelati  9  &così  momtatiiViatifiene 
vennero  alle  riue  delTalazj^  Ducalei  ma  nello  fmontare^che  fecero^er  venirein  Chèe-^ 
fa  di  San  MarcOi  furono  dal  Trimicerio  di  ejfa  Cbiefa  chiamato  Lmgt  ùiedo^  infieme  ed 
fua  yieoìio  $  &  con  quattro  Canonici  de*  pti  secchi  fottod  portico  di  efjo  Vala^  pei^ 
hùmtre  incontrati  >  it  quale  pojcia  accompagnatofi  conloTOfOnantii  'belati  fé  ne  wemna 
dietro  il  VjtnciOi  d  man  diritta  di  va  Senatore,  col  detto  V^ icario^  Cartami  inanti^nar^ 
foUpwtadeilaChiefadettadiSan  Giacofno:  douegimtticbe  furono  spronarono  gli  altri 
CanoniciMl  refianu  del  Clero  di  effa  chi^ra$che  con  la  Croce^& Mastro  Doppieri  d*ar'* 
ffntoftauano  affettandoli  ;  doue  dato  dd  MaJ[iro  delle  cerimonie  lo  fpergolo  deU'acaua 
penedettain  manoal  yifmcio^on  quello  afperfe  prima  fa  Sejfoy  poi  ilCamorieretcbe(cf^ 
me  difopra  s'è  detto)in  mano  portaua  la  Spfa  batedeuaila  quale  portata  da  lui  con gr dm 
riueren^^  diuotione  dU'Àltar  maggiore,  aueltapofe,  &  accomtnodò  fopra  la  Tatena 
éUl  Qdif e  grande  fretìofo  >  dienelnueiodieffo^lMre  metter  fifuoleogni  yoUacbe.fo- 
.  j  fra 


428        DE  GLI  HABITI,  CQSTVMi; 

fra  (fueUofifont  Hùrethfiffimo  te  foro  in  tate  fotemiJJifneTrfie  ieWamù  j  Cùme  ttMé 
in  queftaoccafìone  di  ordine  del  Senato  da  Federigo  Contarmi  Trocuratijre  9  &  aWhdréf 
Caffiere  della  Chiefafecefi  fare. 

Tcfta  &  accommodata  la  detta  Rofafopra  efio  CaUce^il  VjinlUh  &  il  Cameriere^co  i 
*Prelntii&  Senatori  fi  pnocchàarono;  &  fatta  alquanto  d*orationeyfi  leuarono  sih  &  con 
yno  riuerente  inchino  Jalutarono  la  Trencipeff'a  ;  che  yn  poco  inantila  loro  yenuta  Je  ne 
era  fer  la  fiala  de*  Giganti  di  Valaz.%p  difcefai&  per  la  porta  maggiore  della  Chiefa  en^ 
irata ,  &  afcefain  Coro  :  &fe  nefiaua  à  federe  fapra  una  Sede  di  rafo  Cremefino  >  come 
quella  del  Doge  >  fornita ,  che  la  mattina  per  tempo  à  pofta  le  fa  fatta  »  &  preffo  l'Ultar 
Maggiore  dalla  parte  del  Vangelo  accom  modata  nel  luogo  d  pmtodoue  il  C a/fiere  dells 
C  hiejafederfuole ,  quando  il  teforo  faponerfopra  l'altare  :  appreffo  la  quale  fedettano 
sà4a  prima  banca  le  Mogli  deiTrocwratoriGiouanni  Soranio  Caualiere  funèrea  dm 
Legge,  Taolo  'Potuta  Caualiere^  Taolo  T^ani ,  &  la  Moglie  di  Domenico  fisico  3  gran 
Cancelliere^  aUa  feconda  banca,  prima  fedeua  f uà  forella,  Moglie  di  dimori  Grimani  > 
fratello  del  'Prencipe,&  dietro  à  lei  lefue  figliuole, &  nepoti;  finalmente  alle  altre  ban^ 
che  il  pmilfaceuam  molte  altre  gentildonne ,  che  dietro  lei  venute  erano  à  due  diueà 
accompagnandola  in  Chief a:  auanti  la  quale  i  tamburi,  le  trombe^&i  pi  fari  fonando 
andauano;  queftifcguiuanoiComandatord;  poiilfm  Chierico  con  fopraucfied  maniche 
larghe  di  T^mbelatto  à  onde  pauona^;  dietro  lui  le  fei  f uè  damigelle  con  habito  aUm 
jforeftiera  pompof amente  addobbate  yeniuano .  Dopò  quejte  il  fuo  Cappellano  à  wtanÀi'^ 
ritta  del  Caualiere  del  Doge  feguiua  >  di  cremefino  ambedue  ve  fitti  ;  fm  il  ^ano  9&U 
7{ana;  finalmente  ella  era  da  due  Scudieri  fofienuta ,  &  due  altri  k  temeuano  si  il  pre^ 
tiofo,er  bel  manto,  che  infieme  col  corno  Ducale  era  di  foprariccio  d'oro ,  Biffo  con  tonfim 
mile  inchino  da  lei,che  di  federe  leuojfi  in  piedi,il  faluto  col  Corno  in  capo  al  T^uncio ,  al 
Cameriere,dgU  Tr€lati,&  a^Senatori,cbe  fatto  glie  l*haueuano ,  il  Tluncio  a^afiut  Se* 
de,che  appreso  il  detto  altare  dalla  parte  deltEpìftola  era  fopra  il  fmo  falde fiorio  af^ 
farÉcchtata,fe  ne  attdà,per  iui  de*  vefiimemi  Vontificali  à  parar  fi  per  cantar  Meffa,  eSr 
il  cameriere,cé'  'Prelati,&  Senatorkprefa  dal  Legato  licenza,  di  Chiefa  fi  partirono,  ©• 
col  mede  fimo  ordine,che  vennero  à  leuare  il  'Prencipe,&  la  Signor  ia,che  quelli  in  Colle* 
g/»flauan9  affettando  per  venir  in  Chiefa,  andarono .  Mia  quale  difcefi ,  &  per  laPar^ 
ta  maggiore  in  quella  entrati,  il  Vrencipe  allaJuafoUta  fede  sUnginoccbiò ,  &  preffo  lui 
H  Cameriere^  Trelati  fecero  il  mede  fimo  al  luego  de'  Trocuratori,  prima  vn  Vr  elato  gp- 
nocchiandofij  &  poi  vn  Vrocuratore,  &  così  di  mano  in  mano  per  tutto  il  detto  luogo .  Il 
ftmiU  dalla  Signoria  >&da*  Senatori  iffuoi  luoghi ,  apparecchiati  per  federe ,  fu  fatto  ^ 
Qumdi,hauendo  H  Vreìtcipe  fatta  alquanto  orattone ,  leuoffi  sa ,  &  {cobite  di  f afe  foltto  ^ 
quando  viene  in  Chiefa)  àginocchiarfi  su' l primo  fialino  dell^Mtar^a^giurefe  riandò  y 
per  rif fonder  alla  Confeffi  ne  della  Mefia,ch'era  per  celebrar  fi  dal  'hfjmcio  :  il  quale,  f/- 
fendofi  di  già  apparato  de*  facri  habiti  Tontificali  >  anch^egli  fubito  al  primo  fcalino  di 
tjfo  jlltare,  per  far  la  detta  Cwifelfione  tfe  ne  venne  :  auanti  di  lui  andando  la  Croce ,  & 
quattro  doppieri  d'argento,  poi  due  Chierici  con  le  nauicelle  defl'int^nfo  inmanoìdietro 
quefti  due  Gioueni  co'  torriboli  veniuano  ;  poi  due  acoliti  ;  dopò  quefti  vn  Sottocanonic0 
col  ptuiale ,  che  il  pafioral  portaua  ;  quefio  feguittano  due  Canonici  di  Chiefa  del  numera 
de'  Re  fidenti,  che  ti  flange  lo,  &  l*Eptfiola  cantarono,&  ne  fui  io  uno  di  elfi  ;  poi  altri  due 
Canonici  Viouani  co  i pimali,  aflanti  del  Legato,dopò  il qualj  vsniua  vn^akro  Sottocano* 
nico  col  piuialt,  à  tener  la  Mitra  deputato  i  tutti  per  feruir  quello  nel  Santi/fimo  Sacrifi^ 
ciò,  che  era  per  celebrare . 

F(Uta  che  hebbe  $1 7{uncio  col  Tremipe  la  Confeffione ,  il  Doge  aUa  fua  Sede  infieme 

col 


\ 


ET  VSI  DELLA  CITTA^  Ite.  X     42^ 

co(  Cameriere  tornò;  doue  poi  quattro  Canonici  per  fargli  colfm  C appettano  le  fidite  ce- 
rimonie andarono  altri fUie  allaTrincipef}ai&  due  otTrtmicerio  fecero  il  medeùmo  :  Et 
il  Tiiincio  afcendendo  H^ltarci  &  quello  incenfando  >  come  ordinano  le  Rubriche  del  fa* 
ero  MeffalCiS^incominciòd  cantar  Mejia ,  con  quella  maggióre  folennitd  di  cerimonie»  e 
di  canti  >  &  fuoni  %  che  in  sì  fatta  occafìone  fi  ricercaua . 

CoMtatoÀaLlAacono  Uf^ angelo  y  quello  d  bafciare  prima  fi  diede  dopò  il  Legato  al 
Trencipe^foi  alla  Trencipeffat  dietro  d  lei  al  Cameriere jfif^  finalmente  al  Vrimicerio  j 
che  djuojofuo  iHogofe  ne  Jtaua  d  federe  •  //  mede  fimo  ordine  fi  tenne  anco  ncllUncenfa- 
re  dopò  ^offertorio  della  Meffa ,  &  così  dopò  gli  Agnus  Dei  nel  dar  d  baciare  la  Voce . 
TtHel  fine  poi  détta  Mifia,  cioì^  dopò  il  Ferfetto  >  Ice  tnifla  cft»  //  Cappellano  del  Trenci^ 
fé  aiiiò  d  leuareHf^tneriere  i  il  quale  con  molta  riueren%a  »  &  mode  fila  partendo  fi  dal 
UtogOf  ouefiaua  d  canto  del  Doge$  fé  ne  renne  alt  altare  prefio  il  Legato  >  che  così  appa- 
roJtOiCome  eraM  me^p  di  queuo  con  la  Mitra  in  capo  fedeua  j  fopra  ma  Sede  di  Velluto 
creme finài  portatagli  d  pofia;  Et  la  Trencipeffa  dMafua  Sede  per  il  fuo  Caualiere  leua^ 
ta^al  detto  jlltare  mch^ellafe  ne  rennef  òr  ginoccbiofi /opra  il  primo  grado  allaprefcn^ 
q^  di  effo  'Huncù>9  c^  afiaigrauitd  >  modefti^  $  e  diuotione  »  doue  fubito  effendo  venuto 
Taolo  Cierop  Secretarlo  Ducale  j  &  da  luifegno  difilentio  facendo  fi ,  (pofcia  che  per  la 
moltitudine  del  popolo^  eh* era  in  Chiefa  concorfo%per  reder  vna  sì  fatta  cerimonia  >  non 
fi  haurebbe  potuto  femir  d  leggere)  cominciò  con  chiara,ed  alta  uoce,  si,  chefiàffe  da  tut^ 
$i  beufentito^a  legger  lafoprafcrittione  del  Breue  ^poftolico  >  che  così  diceua  : 

Dìltótx  in  Chrifto  fili»  i  Nobili  Mulieri ,  Maurofinae;  Venetiarùtn 
Duciffje. 

Et  aperto  effo  Bréue  lejje  medefimamente  tutto  quello,  che  conteneua  >  cioi  : 

e L£MENS  Papa Odaum dileaa  in  ChriOo  filia,Nobilis  mu* 
Uer,raliKemt&  Apo(bIicam  benedìAiooein .  Au^or  vkx ,  ic  (alotis  no 
firae  Chrtftus  Dominus,  quem  Pater  randificauit»  &  mific  mmundum  > 
vt  opnsredemptìonis  noftra?  perfìcerer ,  roulttplfd  figuranim  vartetate , 
&  nominum  £^ntficatione  In  diuinis  fcripturis  eft  adumbratus;  vtper 
rea  notas»  ^  fenfibus  nofiris  obuias  ad  eius  coeleAes  t  St  admirabiles  prò* 
prietaces  pcrucftigandas,  atq;  intelligendas  mensnoftra  faciiiuscxcìte- 
tiir. 

Intcrc^terasverò  nuncupationcss  fìo$  etiam  eft  appcllatusi  cuius 
floris  pQlchmudtoe  >  &  odorisfiiauitare  amma?  fiddes  mirabiliter  alli* 
ciuDtur^atq;  obledantur  ^  ita  vt  miro  modoattrada?  corrant  poft  cum  » 
qai  deic  iplo  dicit  :  Ego  flos  campi  »  qui  egreflfus  eft  de  radice ,  &  virga 
leflc  9;  fuper  quem  requieuic  Spiritus  SanAus  >  qui  ilJi  non  ad  meofuram 
fiA^tus;  fed  omnis  plenitudo  diuinitatis  corporaliter  habitat  io  co  »  vt 
deeiospicDitudiiie  omnes  accipeiemuf  • 

la 


tftkititofgltiir  £timi  ff(K»»eisoiÌAmcoAfiu^  iieMHtkAiatmlla^ 
iMóus  PontJ&x<|uo>tacMii&  Rofism  ameam  fokmn»  ùscemmè  c^r^mo^ 
niatfuxn  ritubcrtecficac &crdqa3dV3ge&na]f tempore^,  cpnrnda Sandx 
Macer  Ecclefia  ad  hunc  f forcai  colligendum,  hoc  efi.adC^iffi^tinicatia«^ 
ite(n,ftlk>sfuospocHSfl>ttfi»ffmftae.  Qtt»  verò h4obtlt«atcm titani  pa«^ 
terna  in  Dcmimo  Ch^fra^  profci^utnmr,  &  ttram  pnedànìetoi  pietateoi . 
non^ìoramus»  adnoONram  valiuitatcai»  Scbencuolenriamé^gate,  &r: 
Nòbile»  VirttioDucemVeiietiaraai  ^  Vi%umtuttm  >.&£lmrar  Qo(lr^ql. 
fttigularjter  dHedumr  hoc  edam  argnmema  teftificaFidam  > «iniiiÉraift 
te  Kofam  auream,à  nobisde  fflore  benedicami  vrilfras  anràrci  &cha. 
Bcate-^iifietD  Rofa  iftadgoificac  »  taotàma^*saccei3iiatis^  benedica** 
Bfbùs  caelcftibiis^irpletfisillUmaHttviiolto 
f is  nofter ,  &  ab  rntrrao ,  &  fecretiori  cabtcìif a  noftro  Clauditiy  Cweti  p, 
quem  vaidè  aoiarous»  quieti  coetera  nofids  verbis  tibi  copiòfius  eJtpo* 
BCt.  Tttilliim»  ve Qoftffunii^&à  nobis anfliii»,  beoJgnè^hiUrjTqae  vuk^ 
^fyicìcs.  &protiia^fH>tatr»A»deii0tk>nrrerg«bif)cSaodajii  Apoftoli^ 
cam  Sedeixiyin  ^uCficcc  immeriti;  £)eoaudoreprd^demus  »  munus  ip* 
fa m  pio  affc^  >  omrtiq^um  reuerentia  accipies  >  vt  deèef  àobiscerc6* 
perfuadèmus  •  Ipfe  autem^Cbriftus  DominuS)  qui  te  nlultisdodfs  ^  &ic^ 
cali  huius gloria oroaiiit»  ipfe  >  te  gratia  faa  cumulet  in  terni ,  &  in  coelo- 
pro^mijs  coroner rempfrernfs).&  noi tibipatenram»  &  Apoftdrcambe- 
acdi^onem  noftram  impartimur  • 

Dat.  Cornetirub^Anniilo  Pifcitorls,Die  XXVHL%.M1>  X  CVIL. 

9otKfficatttafii(yftdAaaoSexta>^S)dtiifisAntoflÌaffltt#^  ^ 

\  • 

jutto  dal  StcrttariùU  Breued  Camericretcbe(fi  c(mc  s^  ietto)^  €aalo  era  del  K««r 
(ioyglidifse  qnejìe  pavdc:  f^ófira  Signoria  lUujtriuima,  &  I{ei4ercndi0ima%  habeniuima^ 
mufo qminta nel mttie hot lefcofi contiene  ; peròh  fard conpenta di  efeqmre  la  rohntd 
di  S .  Beatitudine  >  dando  Ma  Stremffbna  Dogare f sa  prefeuee  ta  SpJa^iKBrtaeagli  damed: 
donare  diordine^^  comanda»Hentoim4  A  cui  riAQnd^daiLT>{HnciMifse.  Siamo  con^ 
tenti;  però  pigliatela^  dattcila  in  mano.  Il  chefattùy  conmeiò  il  T^untio  »  tenendo  con^ 
ambe  le  mani  efsa  Kòfatd  dire  alla^  Trencipejja  te  feguentiparolej  cioè  ': 

*  *  * 

Accipe  Rofam  d«  matiibBS  nofttìitquani  eit^edan  (xxtimifltoae  ^nà.'^ 
&ìt^m  \a  Ohfiflo  Patria,  dfiDbmiOf  N.  D;ClefnemÌS)  Dfinna  pf  ouiden*- 
tta  Papft  0£lalif  >  nobts  faAa ,  tìkf  cradlmoi;  perqaam  «kfignatar  g 
dlHi»  vtri (I  fq;  Hterofalem  crìamphamis  fdiicet  »  &  oiilttamis  Eed^ 
per  qaaaAottUiib.  CMfti^tfibu»  manifcftantr  fi6a)l(rferpeciofiffi(DBr 
qureftgauditim ,  &  corona  SadAorufla  jm&ruuii^ 


ÙELLh  CITTA'  UBL  £       451 


Sldl^haoc  tttdilefttfliina  eius  filia  *  quaefecundun  faecttlum  noMIt» 
Botens ,  ac  multa  virtuce  prsdita  es ,  vt  amplius  omnì  virtute  in  Chrifto 
Ì>Mainoiiobiliterls,umquain  Rofa  piantata  fuper  riuos  aquaruai  mul- 
tanim  :  qsam  ^atiam  ex  fua  vberaoti  dementia  tibi  concedere  digne- 
tiir*qui  eft  Trinus>&  Vnus  in  faecula  faeculoram .  Amen* 

Tri  le  difie:  Voftra  Serenit Adunque  riceui  laprefente  Rpfa  >  mandatagli  d  donare  da 
fua  Beatitudine*  ^lle  quali  parole  rifpondendo  foggiunfe  la  Trencipeffa .  Ringratiamo 
grandementejua  Santità  di  un  cosi  deuot09&  mAiTaono,  che  fi  è  degnata  farci  ;  quat  ri^ 
cernati^  woltmtierit  ^  promettiamerdi  conferuartfi  con  diligenz.ai&'  diuotioneyper  amor 
^fua  ifiètUudinéi  ondefregarem^fempre  %.S .Iddio ,  che  lungamente  la  profperit  d* 

feliciti  i  ^ 

Hauendo  il  t^uncio  fintili  parole  rdito,  rtpigliò,  &  le  difse  :  V^nfipitò  altro  che  que- 
fio  appettare  daUaSerenitd  Fofira.  ^Ua  quale  poi  porgendo  la  Rofa»  la  Trencipeffa  yol^ 
le  prima  il  piede  di  quella  bafciar  tre  rotte ,  per  dimqftrar  con  quanta  riuerenxA  %  &  di^ 
mtitme  ricetta  era  da  lei. 

'Prefa  in  mano  la  Rofa,filétÈbt  piedi ,  &  alfuo  Cappellano ,  eonfignandola  y  aUa  fua 
Sede  con  là  medefimagrauita^  mode  fila  tomoffi;&  tlfimile  hauendo  fatto  alfuo  lua* 
go  il  Camerisreydal  SottocanouicOfChe^come  difopra  fi  diffe)il  pafioral  teneua  %  /ullfletté: 

Humìlìatc  voi  ad  bcnedìdionem . 

^Ue  quali farolt  effendi  tutti  ingmoccbiati  »  il  L^ato  diede  la  folemtefua  benedite 
Urne;  &  poi  aal  Diacono  fu  pubUcata  la  fua  Indulgenza  in  quefto  modo . 

llliifiriÌBSiQUs,&  ReuereDdifliinus  in  Chriilo  Pater»  &  Dominus  >  Do  « 
wmam  Amonìtis  Maria  Gratianus»  Dei,  &  Apoùolkz  fedis  gratia  Epi« 
foopus  Amerinus  $  atque  in  toro  Sereniffimo  Venedarum  Dominio  Le^ 
gatus  ApoQoIicuSidat,&  concedit  omnibusi  qui  huic  diuiao  inter  fuere 
mifier io  9  oentum  dies  iodulgentia?  >  m  forma  Ecclefiae  confueta  •  Orate 
Ddim  fMroMici  ftatn  San^  Matris  Ecdefir  >  &  prò  diuturna  Serenif* 
fimi  Principis  noftri»  fapientiffimique  Senatus  incolumitate^atqj  prò  fua 
Illn(lriffima»&  Reue  rendiffima  Dominatione  • 

Finalmewtaefendqfi  finitala  tieffa  9  &  ddF'icmo  di  Chiefa^Ae  prefioil  Trimi^ 
cerio  fedemt  y  ditta  i'  Orazione  :  Iteus  9  qui  per  reflurreéUonem  «  doùò  t  Antifona  ^ 
Rqgina  codi  httare  alleluia  i  A  J^uncio .  al  fuo  faldefiorio  per  ifpo^arfi  de  i  Sacri  ha* 
ImiTomificaUfe.n^amtà:  &  la  Trencipefia  tra  tmto  col  medefimo  ordine 9  &"  pet 
l^iftejfa  ria  >  che  venne  9  con  la  fopranominata  compagnia  di  Gentildonne  à  Taiatr 
^tomoffi UVrencipe fpojciainfieme col  JJjfncio»  {che  di gid  fpogliato »  alfuofoU^ 
to  luo^o  preffoil  Doge  andato  fé  ne  era  )  col  Cameriere ,  0*  con  la  Sigmria  fece  U 
medefimo;  Et  gjmti  che  furano  à  i  pi^di  iella  fcala  de  i  Giganti 9  effo  7{unci0^ 
U  Cameriere  %  mr  li  TreMi^prefa  Ucenx,a  dal  Dqge  fi  partirono  ;  Uquale  00$  fa- 
kmlokfei0k4€ltTal4tv^  f<mtaSismria>  d  quella^Kf  alle  fopradette  Gentildonuc^ 

'    '  Ec  folcu^ 


41 X        0E-GLlHABm^.OOSTVMr; 


fiate  affparecchiate  due  jontuofifme  taUoUi  lunghe  qHOìito  effq  Sala  >  rna  per  lui  con  la 
d'éttd  SighoYia  dalla  pafteiche  fifgUarddfoprail  maggior  canate j&  Patera  per  ta^Pren^ 
ctoega  c(M  k  Gentildonna ddU pa¥fey€hégHardétfo^  la  C^tei  $ón due  SetlkiH^afùéi 
efie  Taàele,  vna  dirimpetro  alFaiiréh^ifte  ai  Tféimale%  &  di  nffo  avmijfmo  fomitt^ 
Dopò  pranjo  fufattay  per  dar  piacere  à  i  canuiuantif  yna^jìolemi^nuifefla'divj^Merrainar^ 
uale  degli  Inglefty  di  regatey&  altro,  che  diede  lorograndijpmogufio,  &  alla  moUHudi" 
ne  del  popolo  injieme  •  . 

^  Efìcndofì  poi  il  Gmcdì  kgféefnte  il  Senato  nelfuaCónfigtio  ridotta  >  fa  daiui  termina^ 
tóych^  'x  l^rencipcjja  douene  per  tutto^  ti  tempo  della  fua  vita  tener  prtffo  dife  la  fopra^ 
dettj  Rofa  benedetta^  &  dopò  la  fua  morte  fbffe  inf teme  Con  le  altre,  dk  i  SommrVonre^ 
fici  a  i  Vt.  ncipi  di  qucfta  Kepublica  già  per  [adietfo  mandate,  poflanelTeJqro  •  $i  dati- 
b^erò  atpeoicbe^l  detta  Cameriere  ^pofiotico  dato  [offe  ìlfoliioprefeme%iiuàlfkéfcmt 
d^argento  Fentuani  cìnqueceuto^Et  efiendo  fiato  prefentato  anco  dalla  Trptcipeffa  di  di^ 
uerfi  honoreuflijfimi[donhcòmedi  panni  difeta,  di  rtn/iÀi  xjiccai^i,e  di  altre  genrile^f, 
il  valuta  di  tt ecento  altri  fcudiyàgU  i^M  Maggio  di  renetia  partcndofìtd  Hàma  mòtto 
tietOf^  contento  tornoffi  ^  '  I 

Ma  non  tacerò  anco  di  raccordare  mai  fegfii  di  aìlegrem^  moflràtùno  quelti  Sifftàirì 
duando  fi  hebbe  certa  nuoua  deUa  felicijjtma  pace  feglm  tra  tiemiùo  Quatti)  US  di 
Franciay<&' Filippo  Jl.Rè  di  Spagna  Iranno  MpS.  imperGchehaumaquefianuoHdy^tQ^ 
a  Ttencipe*^  con  la  Signotiadiede  ordine  tra  ù  altre  cofeychefoffe  fatta  vna  folenniffima 
proceffione  per  render gratie  a  Dioy  che  s*habbia  de^to  dif^,  che  quefH  due  cosìgram 
Regi  della  Chriftianità  potentijfimi  difenforì  della  judidnta  Fede ,  '  biftemefi  pacipcaf^ 
[ero.     .  ,  .        ,      ,  . 

*  Fa  adunque  ordinata  fimils  procefftone  per  it  giorno  di  tant^jimUi  Maire  drMari€ 
f^ergine  Santiffinuticheinene  a  li.di  Luglio.  7^  qùalgioma  difcefoin  Cbiefa  il  '^eìt^ 
cife  €on  U  Signorie ,  &  tdita  Meffa  $  che  fu  fUennùmente  &  mott9  per  umf^4mMta  ; 
fHche  fi  fità  alk  iiMrCi  fi  diede  principi»  aWimrnìrmdàfroaff^ 
tfi  defcriito^  Era gid  fiato  dato  ordine  quale  delle  fei  fcbde^Gratidi^oui^efser  la  furi^ 
magale  la  fecomay&^  quale  la  terzjh  e  così  di  mano  in  mano  ;  e  però  comparendo  pri* 
malaS  chotd  detta  Mifericordia  co  ifoliti  doppieri  cPargetno,  e  di  legno  èfhttiinnàmt ,  fi 
"Hédè  iopàiuéìk  vuJpUro^mato  da^diuerfi  Immtbn^elMteMéipàMmk^EmmM^i^ 
ttàmhJHtoftgnifici^teUiMadredi  Méfiricprdia»  cbeunflimpic^J^flMUofiffit^fiL 
^Uuolis&fig/Uuoie;  &  dàetro  d  quefiofe^uiuano  tre  altri  folarif  carichi  di-nobilijjime  ar^ 
gentarié^  in  varie  forivie  :  ne  veniua  dopò  mtaliro  >  nel  quale  i^edeuafi  un*huùmo  rm»  beU 
bjfimi  Inibiti  aO:  antica  fign^cant  e  Mostf  d^edàun  Monte  f  ini  fatHemo^fkceua  e&n  la 
]ua  P^ergafcatwrir  dalla  pktrairiua  acqua  rcon  la  quale  cauà  la  fete  atpopob  difrael  i 
fieftoeraftgtèttodAtrt  akrlc4rMri  t'argenti  ;:&^póé>ne'vemrti^ 
fimadonnaTHuairiccatnenteùrnatari^term^  Ma^ 

^itifiptificaaalaGikfikiaconle  pròprie  inf&gnt  >  poftiamnimmo  nt altri  parinUkit 
^aricbid*argemi;  e  dietro  yn^cèmi^^UttabeUéfftmadMia  »  misrabiUuente  ad$ma^$. 
€onm$tio  ftche  diceum 

MbtitfrAmìébi  Strie; 
E  Wt  u^dnqèfinto^che  fìzHificauso^HficMJby  pr0dèmf&^figuhU&  ntSTjtpùtìdlf^ 
ftda  SdfrGiMvmiBuangelifla  ;  diéèro^aUe  qtmk  erano  pmaii  tre  alMd^arfftnri  ;  è  pm 


ET  vsi  TSixii  cnrrA!  xib.  k.    43^ 

Ht^ttoeebbtdimti  vim&.  nuémaae  onMtì .  Qu^  erafegmtoiaire  duri  fwrjtjgfi^ 

^tG^rnnf^mn^ftpra  Ufotaro  iftefso  da  im  nnwaaiguofo  9  &  ttokUJpme  emetto  ii  liuti  ^ 
€be  ccceUentifftmcmentefwmaHono  $  &  iauano  a  tutti  contento .  T^e  vcniua  dietro  d 
quello  mCdtro^c9n  una  art^ofa  Ftmej  porUttHe»  ta  ^ud  era  fisnata  in  un  monte^tutto 
Còmpofto  di  armentarie  dimdto  pohrcfeguito  da  tutti  li  fratelli  della  S eboia  >  i  quali  d- 
tre  èe  candele  grofte  di  cera  »  che  teniuano  in  mano  >  baueanoMco  in  fegoo  di  letitia  di 
éjue/hTace$^  del nimtedeiUtiurScboU  ima  raniad^uUuo per  cadauno  i che  rendeua  it 
r^uardanti  ynahellUfima  y^a . 

Dietrùa^uefiaScbdaiC0mpauiequeUadiSan  Marco  y  portante  come  laprima^lifu^ 
dop^i  tammat  ^  dwaii  con  tiofegne  di  efsa;  &  dopò  venne  ynjolaro ,  nel  qualera 
figurato  vwupruitiffimafiaH^a  della  inmdia  ;  neH^  qud  vi  eravna  donna  yìua  »  /f^- 
tataper  lUftefia  Inmdia^  di  quella  bruttiffima/S*  attenuata  faccia  j  cbe,da  dotti  fi.d^nr 
gpi  poimtravnfotarùdiitrge»tÌ9  Ut  immediate  dietro  wniua  vn^aitratonuna.ehirfa  m 
^  ymgrm  patuhfigurMtaperil  Mondot  à  cmfeguendo  ilfolar&di  arge^utCera  porta- 
mmtocmdiMnebeUiffime  dangelle  viuei  Pyna  era  figurata  perla  V.ace  j  U  altre^e/ii^ 
j$atedflioferuitio:dUhroyi era  il fdaro  d'argenti  i&tofeguiua 
iekdUJftme  inue$hmafigurataper  la Giufhtìa  con  la  fuajpadai&  bilancicy  Cakra  per 
laVace  conte  fuót^ne;  le  quali  due  fi  bacìauano:  con  un  motto  di  lettere  [otto  ^  pieM 

ImirìKdktm: 

ììaS&éÈ^Zc.  Pax  ofculat»  funt  j 

£t  dietro  poi  era  mC altro  d^ argenti:  pofcia  feguiua  ttifdtro  con  una  belia  donna  ^figu^ 
rata  per  la  Fedetconéefueinfegne^che  td  la  dimoflntuano  i  ir  era  quefiafe^uito  da  im* 
alm^d^sargentÌ9Ò'efaodaqueu(h  nel  quale  era  San  Marco  con  la  Chiefat  ci^  due  fiffire^ 
.  che  ragjimammùànfieme  >  poi  feguiua  uno  di  argentarle  9  &  in  fine  molti  altri  con  ^eH^ 
4fuiediSanti»colfuo  guardiano  y&  capi  r&cmia^ fila  compagnia  di  Franili  di  fchola  > 
con  moitebelle^ngentarie,  accommodateinguifa  di  tante  piranUdi^cottiefuè  cande* 
Jein  mano  in  mowp  numero  • 

La  ter^fcholafkqialta  diSaata  Maria  della  Chariti  .9  um  moltidoppieri  d^ argentò 

in  pia  namerodeWaltre-  >  &Ji  legno  dorati  y  conle  fue  folite  in  fogne .  i^uefia  ^taui 

-otto  fokri  di  fantiffimereliquienobilifjimc  9  tra  quattri  era  del  vero  legno  della  San» 

ùfftmaCroce  di  Cbrifìo^trefpiHe  dè&a  fua  corona^  cbe  portò  al  tempo^  iwafpriffimafua 

faffione;'impesM>deUa  vera  colonna  >  doue.dagli*Hebrei  fu  battuto  ;  yn  pe^^  dkU 

y  era  fua  SantiffimaVefle  inconfutile  >  e  molti  offi  di  Santi  martiri  >  ^  non  martm  9  4^ 

arannfolaroy&  f  altro  di qnefli  erano  feigroffmme  torcie  accefe  ;ooiyyeniua  un  fokm 

eoHjmabelbffima  Donna$attomiata  da  molti  pgliuolinibelliffimiide*  quali  n^lyaneua  an» 

'WO  in  braceio^diy  rat  figurata  perlaCaritd»riccamen$eamata  :  Stguiuapofda  mtoconun 

Sanfone  vino  9  che  tenta  ta  maf cella  deW  afino  in  mano  9  &  di  [otto  ^  fuoi  fieti  banea 

mottiFilifteivccifi  :  lo  fèguinamCattro  con  la  beUiffima^Regina  Saba  >  cbe  vifit^ì$  il  Rè 

.  ^domoncrfigure  viue>àmarauiglia ornate  dilìgiti  ricehiffimi;  &  dietro  veniuÀquel^ 

io9fòprailmuilevieravnaammirandadonnadibellez,'3^$  figurataperla  famofàyft 

•  MlaJ udito f  che  haueua  lafcimttarra  nuda  in  mano  fanguinata  9  CS^  hauona  t<igliaàa  la 

iefiauatJOiofetne^  vi  ena  con  mirabilindt^iriat  &  artificiofabricato  il  letto  ^aouedor^ 

mitm  efso  Oloferne»  nel  ijuale  ut  eraun^buomotChepareuafeììXjailcapo  tconmdtofan^ 

'  W^ff^^  ÀI  tervatiSr  fopra  i  lens^mlii^ia  fua  u^era  inim^bacinoriiqnailerja  ttu^- 

£e    2        huO' 


4S4        t>E  GLI  HABITI,  COSTVMi; 

htiomo  yiuoy  macan  tal  maraMi^liof$  art^ch  e&pertoU  totfo^be  wmfi  redea  akrth  dhr 
il  capos  che  parea  del  decapiUfo  Oloferne  nel  boemo,  quale  era  d^ 
gjlioT  in  mev^  il  capo  del  yimicbe  à  punto  patena  il  morto^cofa^he  f acena  ftnpir  ogni  ma 
di  tanto  artìjicio . 

Dopò  veniua  unfolaro  con  un  pgliuol  mud  fiffùficato  per  San  lettore  rtormentaio  fo^ 
pra  una  grande  Ruota  inprefentia  d^vn giudice^  fateuiti,  tutte perfme  yiue%  im  henif^ 
fimofituate,  &  con  h^iti  conformi  aUoftaio^&gradoy  che  fi  yuol  f^nificar  di  cadaun  di 
loro  ;  &  dietro  fewiua  ilfolaro  ycke  portaua  prima  Mosè  con  muto  popdo  Hebreot  nel 
Uiogoy  che  dice  lajcrittura  >  ad  aquam  concradidìonis  ;  accomp^nato  dalle  tre  flirti 
Theàlogitììey&  dalle  quattro  Cardinali  %  tutte  figure  uiue  omatiffime  j  &  dietro  a  qne/h 
feguiua  ma  'Nauey  tutta  formata  di  ricchifftmi  4vrgentu&  pwru  dorati^ndU  quale  9ters 
laSantaChiejaf  e  molte  douT^  di  Martirm  A  Jette  fratelli.  Quefloer^fegmtodatim 
elefante^  a  marauiglia  fabricato  >  che  haueuafopra  il  dorfo  un  gran  eaflello  con  un  motto 
dentro .  Feniuano  dopò  molti  altri  folari^  Piramidi  d^argentarie^  &  il  Guardian  Mag^^ 
-giarey  e  capi  della  Sema  col  re  fio  delti  fratelli  di  quella  in  gran  numero,  con  lefue  came^ 
le  in  mano  accefe . 

La  auarta  Jchola  fu  di  San  Theodoro  Martire  9  adomata  di  molti  doppieri  largente 9 
Hr  di  legno  dorati  »  come  con  le  fua  ittfegne  fimilmente  dorate ,  &  dopò  feguiuanoiM^ 
Reliquiari!  belli ffimi,  circondati  da  molti  lumit  a*  quali  feguiua  ilfolaro  con  San  Theodor 
ro  armato  tarme  bianche^  d^argento  con  un  ferpente  finto  %  e  auattro  putti  ;  dopò  uenina 
yno  t argentarla  riccbijjmo  ;  &  dietro  un* altro  con  una  bellilfima  donna  pina  t  con  ha^ 
hitif  &  armi  in  monte  [otto  à  i  piedi  t  fignifi caute  la  Tace  ;  poi  un* altro  ccn  ignite  catene 
toro  digrandifjimo  prex^ì  &  qtuUo d  dietro  rapprefentaiia  la  Temperantia  viua  »  it 
beUiffimaconbabitiricch^lfimi;  dapoi  fuccedeua un'altro  con  moke  Jantiffipie  rcliifuie 
di  Santiitutto  addobbato  di  catene  i*oro  digrandiffìma  y  aluta  ;  dietro  atfuide  fi  rtdét 
yenir  un* altro  con  una  belUffwtaV^erpne  >  uiua  »  intitolata  per  Fenetia  %  accompajfMs 
daltalicomOi&'  elefante  finti;  ma  yefiita  riccamente  con  gioie,  perle  &onin  quantità. 

yeniuapofcia  dietro  ad  effa  Uff  altro  parimente  d^argentarit  carico  i  &  poiun*altf^ 
con  un*altare9  &  con  Santa  Maria  Maddalena  uiua,  adomato  di  molte  reliquie  ;  &  die-' 
tro  un* altro  belUffimo  ripieno  di  argenti;  à  cuifeguiiéa  queUodeir^bondan:^,ch*era  una 
heUiffma  giottane,  fedente  (opra  una  Sede  riccbiffima ,  attorniata  da  molti  frutti  %fpi^ 
che  di  formentOf  &  altro,  che  così  fi  focena  conofcer  per  tale  :  poi  feguiuanouno  di  ar-- 
gentarie,  &  immediate  era  portato  dietro  un'altro,  che  teneua  quattro  beHiffime  gioua^ 
ni,  ricchijjimamettte  ornate,fignificanti  le  quattro  flirta  Theologiche ,  &  feguemo  uuT^ 
altro  folaro  d'argenti,  yenne  quello,  douefedeua  Iddio  Tadre  Etemo ,  &  fiéota  fopra  la 
palla  del  Mondo  y&ài  piedi  di  quella  erano  cinque  y  alenti  Mnfici ,  che  cantauano  con 
fomma  melodia,  rìngratianio  fua  Diuina  Maeftd  della  Tace ,  data  d  quefli^due  Ri  :  poi 
yeniua  im  folaro  tutto  dorato  con  una  figura  alta  ^argento  di  San  TeodoroÀ  cui  feguiua^ 
no  il  Guardian  M^iore,&  Capi  della  Schola,col  refio  de*  f  noi  fratelli  con  le  candele  ac^ 
cefe  in  manopcomefaltre  • 

La  quinta  Scola  fu  quella  di  San  Rocho,  con  lifuoi  doppieri  d'argento,  &  dorati,  con  t^ 
infegne  come  l'altre  :ùoi  riera  portato  dietro  un  folaro  d'argenti  ,&dioro  riccbifftmo  / 
poi  feguiua  uri  altro  [opra  il  quale  yi  era  U  Vapa  yiuo  in  tìabito  Topaie  con  la  fua  Mi- 
tra beli(Jima  in  tefUf  il  quale  teneua,  fianio  in  una  Sede  ben  addobbata  di  feta  9  &  oro  3 
le  mani  giunte ,  ringratiando  Iddio ,  che  thaneua  efiaudito  di  quefta  fanta  Tace  tra  ef^ 
fi  due  potenti/fimi  Rè  di  Francia ,  &  Spagna ,  quali  auanti  fua  ^Santità  ùiginoccbiati  > 
€rano  figurati  da  due  giouanicon  le  corone  tegoli  in  tefta,  &  armati  d'arme  biam^ 

che» 


ET  VSl  DELLA  CITTA*  LIB.  X:      45  y, 

^y  &haHendùun  mondo  in  mez/>yfi  abbracciakanof  come  fatti  amici;  fegtiìua  mgram 
folarodiargentaricy  &  immediate  era  portato  [opra  vn' altro  unmuane  beiamo  >  che 
hauetta  impièfopra il  Mondo^  &  taltrOiCame  in  aria^  &  non  cadetta,  riccamente  vefti^ 
tOt  &fuonaua  um  tromba  fquarciata  da  gurtra  écceiMiJjimameHte »  intitolato  per  la 
Pamapcbe  andana  per  tnttoH  Mtmdoi  Feniuafeguendo  imfolato  di  argenti ,  e  poi  qnet^ 
bhdouefedeua  magtouanc  bel^ma  [opra  un  toro  finto  di  Ugno,  ma  coperto  è  una  pettc 
taurina  con  le  coma  tratte  dal  vino,  &  hdueuafopra  a*  piedi  un  moto  >  d9e  iiceua  s 

Exultat  Europa  t 

ùietiro  aUjuale  caminaua  uno  di  argenti ,  &Mi  ilfol^rA  deW^fia  >  che  era  una  domuf 
[opra  un  CameUo  finto  al  naturale  con  moto,  che  diceua  : 


Afiapaueti 


\    ^ 


*  Voi  yeniuamf  altro  d^argenti;  &feguiua  quello  dell'africa  $  che  era  una  danna  nera 
/opra  yn  Cocodritto  fedente,  >eflita  al  modo,  che  tal  figura  è  rapprefentata  dal  pennella 
deiTittòride^  n^t  tempi  rCooM  moto  fotto^cbe  diceua: 

»  *  ■ 

Afìicafpems 

Etpoirrfaltrad'oJ^enti^qualerafeguitodaquellotdòiferaunDemoi^o,  tacito  da 
ima  grande  cauerna,  con  molti  ferpi  in  tefta  >  UT  nelle  mani ,  ilqualfi  lagnaua  >  e  difpe^ 
rana  di  quefta  pace . 

yeniuapoi il folaro dell* ^mericha, figura  di donnayiua 9 fedente fopra  uno  riuocm* 
-^yejlit  a  comedy  fa  in  quei  paefii  ma  riccamente  con  tal  mottoj 

.  L«tatur  America  ; 

Dopo  yeniua  un  folaro  d^ argenti  >  &  indi  fé^tti¥à  mi^  altro  fma  bella  Tace  >  che  era 
ìmag^ouine  beUiffima,  uè  fitta  riccamente  in  habiti  j  che  tate  lapgnificauano  »  con  la  fa* 
Milla  di  fuocoy  che  abbruciaual^armi  della  guerra»  edauantiàtei  pr(^rata  W  era  una 
figura  d^ungiouane  yim  armato  tutto  9  fuor  che  la  tefia  >  //  qud  tenea  vna  fcimitarra  iu 
manìhiM'ttolatoperla  guerra  y&hauea la  faccia  ferita  fintamente  9  &  cruentata  di 
fparfo  jkngue . 

S€TuiHa  un  folaro  targmti  >  &  polla  Gittflitia  »  che  era  yna  beUiffima  giouine^on 
ricco  babito,  ejfafignificante ,  con  lafpadaignuda  in  mano  j&Je  bUmcie  con  tal  motto  ; 

Ittftirìa  vltrix  > 

VnUltro  ne  feguiuad^ argenterie  i&  poi  quello  deWj(bondanz.<ty  adobbato  t infinita 
topia  di  frutti  >Jopra  di  cui ,  era  un'altra  giouane  bellijjima  >  yeftita  riccamente  con  yn 
motto»  cht  diceua: 

Annona;  copiVj 
*  ■  Ee  3      rrf 


r. 


4J5      DB  X5L1  MABm,  COSTVMI, 

#  Vifxdtrùtmco  t argenti  vemua;  Et  dietro  m^attìro  i^imgiomme  %  che  baUiuadanari 
mokiemmmot^ehediceMaj 

Diuidarumaffiuemia  f 

Tif  venma  ^faa portato  uno  altro  con  una  beUiJpmtLgimumie  vuiàolata  tlniu/lria  »; 
idenaUh&cintadamillebelUiniuntioniiicofeyefiai^t^ 
uealnoitHrale^onmmottOycbedictué^: 

InduftriaFoelix: 

Toi  yn* altro  d'argenti,  &  quello  della  ^legreT^  9  che  era  una  beUiffima  dongella  p 
ìtbefempre  rideuai4:on  motto  9  che  diceua  : 

Hilaritas  publìca  ; 

£tfu  in  quefto  notato  da  i  riguardanti  come  coja  allegrale  ridkokfa,  che  mentre  que-^ 
j^ajgiouane  voleua  efequir  hrdinejt  datoli  da  i  juperiori  di  rider  fintamente  »  conucniuic 
per  forzM  rider  di  uiuo  cuore,  inuitata  d  queflo  da  molti ,  &  da  ignite  donne  >  cbe  Vofu- 
ta  tal  figura,  &  H  fuo  carico,  rideuano  di  gran  uoglia ,  in  modo  che  bifognaua  per  fohffi 
allagiouane  rider  molto  più  di  quello ,  che  hauria  fatto-da  P^f^  *  Stguiumofoi  quattrm 
Reliquimij  béUiffimi  accompaffiati  da  lumi,  &  argenti  infiniti. 

Fmita  quefta,  comparue  la  jefia  fchola  di  San  Giouanni  ^uat^eHJta ,  con  lifuoifolità 
doppieri  d* argento ,  Ut  innaurati ,  &  con  le  fue  bellijjime  infegne }  &  dopò  yennero  U 
fétte  peccatimortaU  in  un  folaroB  tutte  figure  viue  9  contai  motto  i 

Ex  pcccatis  j 

Vn* altro  con  moki  huomini»  d^habiti  diuerfi,  con  tal  mottoi 

Hominum: 

Toi  uno  con  Iattura  della  guerra  ^piena  d^armi  >  O'd^inftrumentida  guerra  contai 
jnotto; 

Bellumcuiuscaufa: 

,   Vn* altro  cm  una  figura  mtitolata  per  la  terra  corifa  >  co»  miìle  effetti  ingemofi  /i« 
*ffiifi(^tt  tal  confusone»  con  motto^  cbe  diceua  ; 

Confufa  terra; 

ToiynfolaroconunT^ttmu>yiu$$  fopraunb^iffmo  carro  Marino^  tiratodainè 
finti  pefcii-contalmottoz 

Confufoquemari, 

.    StguiuApoi  tm* altro,  con  una  figura  al  naturale  d^una  tremenda  morte%  con  moltibwh 
mini  morti,  &  dijìefì  à  i  [noi  piedi,  con  tal  motto  : 

Mors  triamphat  in  mundo  ; 

Vno  altro  folaroy  doue  un'huomo  metteua  fuoco  in  diuerfi  caflelli»  &  terre  >  iui  figurar^ 
ti  con  tal  mottoi 
•  Ob 


ET  VSI  DBLLA  CITTA^  LIB.  X.      457 

Db  quod  inccndium  s 

Seguiua  un* altro  con  magiouane  viua  sfigurata  per  la  rapina  >  con  molta  eompa^ùf 
tthuominh  con  motto  : 

Homimimq;  rapinas , 

.  TJ^era  portato  dietro  a  quefio  uno  con-una  palla  del  Mondò  grande  j  cinta  da  quattro^ 
furie  infernali^  che  baueuano  ferpi  in  tefla,  &  nelle  maniycon  motto^he  diceua  i 

Io  maoibnsfurìarumcadic:    .^  ;   * 

Gli  feguiua  quello  idoue  era  una  belliJJimagioHone  riccamente  y  eflit  a  con  U  Croce  9 
t^  Calice  in  mano»  intitolata  per  la  fede  jCOTUal  motto; 

Atfiraiafides: 

FtifaUrt  di  m^  fedeli,  che  pregaum0Chriflo,CMfdm9tt«t 


I     » 


Etfideliuffl  oratipaesopecantur  : 

Fnf altro,  dtue  fi  vedemi  che  Chriflo  mandam  imbelUffimO'  ^i^el»^cm  tal  n^p:    . 

Qaod  Chrìftus  Angelum  mittit  .* 

Vn^ altro  con  la  pace  figura  yiua  riccamente  yeftita  >  e  attorniata  da  infimte  arme 
bianche  in  monte  tutte  confufe  >  con  tal  motto  : 

Ad  reponendam  Pacem  in  vniuer  ro  » 

Vn* altro  con  una  figura,  fignificante  CMlegre%z.a  con  tal  motto  : 

Ex  qua  cuoi  gaudio permanebit  ih  terris  >  <  ' 

Vì^dtro  con  mf  altra  f^a  uiua  di  belUffima  donna  9  intitolata  la  I^bex/s^  >  tuìtOi 
ipefiitad*orQi&  attorniata  da  molte  ricche  cofe  con  tal  motto: 

Et  diuitiae  relfgtosè)  &  iuflè . 

Finito  di  pafsar  quefli  veniuano  quindici  fòlari  carichi  di  varie  argentarìe  nobiHffifHà 
digrandijjmo  pre%ij>;  poi  due  Reliquiarij  accompagnati  da  molti  lumi  9  &  feguiuano  il 
Guardian  Grande  >  e  Capi  della  fcbola,  con  tutti  gli  altri  fratelli ,  con  grafie  candele  di 
tera%  accefe  in  mano . 

Quefte  furono  le  fei  fchole  grandi  delld  Città  diFenetia  »  foli$t  venir  alle  puUicb^ 
froceffìonii  &  f^cialmentein  tal  occafione  d'vna  tanta  Vacei&  aB.e^e%M  yniuerfa^ 
le .  l^olle  perfettima  in  numero  comparire  in  procejfionc  wtakrOi  che  fu  quella  del  Sau^ 
tiffimoRofariopoftain  CbiefadeUi  TadrideiSantt  Giouan  >  &  TaoUh  la  qual  comùarfc 
con  tre  belli/fimi  Reliquiarij ,  attorniati  da  molti  lumi  donanti ,  &  da  dietro  ;  poi  venna 
vn  jUaro  con  quattro  figliuoli  ythe  cantauano  muftcalmente  in  lode  della  pace  >  fegui 
^n^ altro  contìmperiu<are,  che  hauéuidr piedi  UH  Mòroyccifo  da  vnoy  che  liftaua  in  pie^ 
di  imanù  con  unograndijfimofpadone^  &  uno  >  chepregaua  Dio,  confai  motto  : 

Eiaudiat  te  Dominus  in  die  trìbulationis  : 


-     w        < 


438        DE  GLI  HAWTI,  COSTVMlJ 

/^tf  altro  con  ine  Fratini^  rejliti  yno  in  habito  di  S/in  Domenico  9  talpro  di  San  Frdn^ 
ccfcOM  che  fi  dauano  la  mano^  con  m  motto  ; 

StemusfioiuU  quii  contradicet  nohìsi 

P'n* altro  coH  Tapa  in  habito  Tapalcf  ingin'^^chiato  damanti  ad  un  CrocipjfOi  tenuto  da 
due  ^ngeUy  con  li  due  Rè  ¥ran7S^&  Spagna,  dietro  le  f palle ,  che  fi  dauano  la  mano ,  con 
yn  mottoy  che  diceua  > 

Esaudita  eft  oratio  tua . 

VriaktOy  doue  era  rn  S. Giacinto  riufh  che  faceua  oratUme  (dt altare  iauattti  la  Hr^ 
pna  del  Cielo  9  con  un  motto  detto  da  lei  i 

Gattdefililtdme»&& 

Si  come  i  defcritto  nelfito  altare Mtai&  miracoli  ;  Fn* altro  con  te  tre  ànOuidue  per^ 
fone  delia  Santifjima  Trmitày  con  una  bianchiffima  colomba ,  cheguardaua  hora  il  padre 
&  bora  il  figliuolo  >  un'altro  con  tre  giouam^  che  fonctuano  uno  con  fpinetta ,  l'altro  con 
yioia  da  gambale  tvltimo  con  violino  i  quali  faceuano  una  mufica  ecceUentiffima  in  mo^ 
dù  di  rin^atiare  Diadi  quefia  Santtfjima  Tace  ;  &  dopàfeguirono  U  Tadri  Dominicani  ; 
poi  tutti  li  Tadri  regolari  di  tutta  la  Città  fecondo  li  loro  ordini,  de  i  qu  ali  molti  portaua^ 
no  infinite,  e  bette  reliquie  in  mano,  circondate  d'oro ,  &  d* argento ,  vefiiti  di  r f  echi/fimi 
Tiuiali,  con  lumi  in  mano  >  &  dietro  (eguì  tutto  il  clero  di  Venetia ,  comando  tutti  U  Te 
Dctim  laudamus;àzn^^i  taltargranae,  &  portando  anch*^ejfi molte  reliquicche  lut^a 
cofa  [aria  à  raccontar  H  tutto . 

Dopò  il  clero  fi  leuò  il  Capitolo  de  i  Canonici  diChiefa ,  col  Vr elato  loro ,  ietto  Trimi^ 
eerio,  ornato  de  i  [acri  habiti  Vontificdi ,  il  quale  catninana  f  dietro  la  m  ùracolofa  Dna^ 
gine  di  Maria  frenine,  dipintada  San  Luca  ycoperta  di  ricchijfimaomòpelta portata  da 
Jei  Caualieri  7{obiu  Veneti,  con  grandijfima  riueren^^ ,  &  diuotione . 

Et  pafjati  tutti  mefti,  fi  moffe  la  Corte  delTrencipCy  fecondo  Ufotiti  ordini,  &  con 
pompa ,  &  maeftd  rf  incarnino  dietro  la  perfona  fua ,  veftita  d'argento  t  acampagnata 
dalli  foliti^mbafciatoridiTrencipi  ;&  feguit^daiTrocuratoridiSan  Marco  %  dall(f 
Signoria,  e  dal  Senato,  quali  fatta  Nftejfaftrada  delle  fchole  attorno  la  Via^a,  fé  ne 
ritornarono  tutti  prima  in  Chic  fa  di  San  Marco  >  poi  al  TaUx,'^  Ducale  i  &  così  fi  died^ 
fine  alla  proceffione  »,  * 

Le  quali  coff  riufcirìno  tutte  euellentiffimamente,  fenx^  confufione  >  ò  firepito  alaif*' 
woi  &fu  cofanotaLUe,  che  tutti  quei  fanciulU,  &  dongelle  de  i  folarifefiequirmo  à  punfa 
gli  ordmi^oftdi;facendo  tutti  quegli  atti,  &  gefti ,  che  rapprefentano  te  figure ,  &  hir^ 
fiorie,  c^  belÙffimo,  &  facil  modo . 

DoHe  di  tanto  numarmopoado  >  che  i  sì  grandiffimo  »  &  MMgnifico  fpettaeolo  conf^^ 
parfei  non  fu  pur  mo%.che  refiajff  fmuento  ,è  bu^imé^  alcuna  dette  predette  cofe ,  è 
tapférefensationt^ 


Yl^ 


*       V 


ET  VSI  DELLA  OTTA^  LIB.  X.     45  p 
Venute  di  Principi  edemi . 

• 

TRapaflando  hora  ad  vn'alcro  coftumcf  è  cofa  manifefta  ad  ogni  vno  i  che  que- 
llo Stato  vsò  Tempre  cortefie  ftraordinar ie  i  quei  Principi  >  che  per  qual  (i 
voglia  cagionei  vennero  publicatnente  à  Venetia  •  Ne  tempi  antichi  (&  fu  Tanno 
855.  &  ddla  Citti  4J  5.)  Papa  Benedetto  Terzo>  ci  fu  palefemente>  &  lo  raccolfe  > 
Pietro  Tradonigo  I>c>ge  12.  con  infinita  letitia  »  &  furono  infieoie  à  vifitar  le  mo- 
nache di  San  Zaccaria  •  Et  (i  dee  credere  che  in  quel  tempo  la  Repub.  &  il  popolo 
parimente»  faceffe  diuerfi  fegni  &  dimoftrationi  d'aUegrezza>&  quello  fii  il  primo 
che  ci  venifle  • 

£tl*anno  1049.  fi  accettò  Papi  Leone  Nono»  che  veime  i  vificare  il  corpo  di 
San  Marco  »  &  gii  andò  incontro  con  tutta  la  nobiltà  de  gouernanti  »  il  Principe^ 
I>omenico  Contarìnu  &  alla  partita  fua  la  Citti  riceuò  da  lui  molte  gratie  •  L  an- 
no poi  x  1 76.  ci  fu  Papa  Aleflandro  Terzo  »  fuggendo  il  rabbiofe  (degào  di  Federi- 
go Imperatore»  fi  come  è  ben  noto  ad  o^iiiuno.     " 

Oltre  4  pi:adetti  Pontefici»  ci  furono  uidiuerfi  tempi  da  otto  Imperatori  »  de 
quali  TU  fii»Lodouico  IL  infieme  con  Augufta  fua  conforte  »  &  gli  anaò  in  conerà  > 
Pietro  Tradonigo  predetto»  fino  i  San  Michele  in  Brondolp  »  &  condotto  à  Vene-, 
tia  con  piacere  mcredibile»fu  Tuo  compare»  perche  l'Imperatore  gli  tenne  i  battei 
finx)  vn  figliuolo .  Et  Fanno  99S.  fotto  Pietro  Orfeolo»ci  venne  Othone  IL  di  que- 
llo nome»  nucektamente»  altri  fcriuonoalla  fcoperta»&  dicono»  che  allora  il 
Principe  fece  fare  vna  gioftra  in  Piazza  »  doue  non  furono  altri  che  Principi  »  cosi 
Italiam  come  Tedefchi  •  &  che  il  premio  della  giodra  »  fu  ma  fua  belliifima  nipote 
chiamata  Camillaicon  dote  di  2  .mila  ducati»  la  qual  fu  data  ad  vn  Giorgio»  Baro- 
ne»prind|>ale  dèUlmperatore  che  vìnfe  la  giollra  • 

L'anno  poi  1 107.  Henrico  Quinto,  venne  d  vifiur  il  Corpo  di  San  Marco  »  &  fu 
raccoltodaOrdelafiòFaliero  Dòge  33.  &  alloggiato  in  Palazzo»  fu  fefteggiato 
con  molta  pompa.  Et  hauendo  egli  veduto  la  Cictd  &  le  cofe  notabili  d'effa  »  lodò 
molto  il  fito»  la  maniera  del  viuere,la  politezza»  &  la  religione  di  (jueila  natione  8c 
concede  diuerfi  priuil^i  a  diuerfe  Chiefe .  Et  l'anno  1 175.  Federigo  Barbaroffa  fi 
condufTe  in  auelta  Citta  per  far  la  pace  con  Papa  AlelTandro  »  Se,  fu  incontrato  fino 
à  Rauenna  eia  5.galee»  delle  quali  era  Capitano  Pietro  Ziani  figliuolo  del  Doge.  Ec 
giunto  a  Chioggia»gti  andarono  incontro  molti  l^i  con  diuerfe  galee .  Et  entra- 
to nel  porto  alu  24»ai  Luglio  dalla  parte  del  Lido»  fu  incontrato  con  legui  più  pie* 
cioli»aa  gran  quantità  di  nobili  &  o'altre  perfone»&  fìi  condotto  a  San  Marco  »  ac- 
compa^ato  da  gran  numero  di  Principi  edemi  &  di  Prelati  Tedefchi .  Et  l'anno 
1232.  CI  fu  Fedengo  Secondo  accarezzato  da  Pietro  Ziani  Doge  41.fi  come  atte  • 
Ha  eflfo  Federigo  in  vn  priuilegio  conceflb  a  làcotao  Thiepolo  Doge  42.  l*an.  pre- 
detto .  Et  ci  venne  Panno  1 201. 

Aleflio  Innper.di  Collantinopoli»  ilquale  fcacciato  di  cafa»ricorfe  airaiuto  delta 
Repub.  ma  non  vi  trouò  il  Principe  »  ch'era  all'afiedio  di  Zara  •  L'anno  1401 .  Mi- 
chele Steno  accettò  Alberto  ò  Roberto  Imper.  con  la  moglie  »  &  gli  fece  diuerfe 
felle  »  &  allora  fede  hebbero  principio  le  compagnie  della  Calza .  Et  nel  partirfi 
fu  bonorato  con  molto  ricchi  prelenti.  Et  Fan.  i423.alli  15.  di  Decembre  »  ci  giun- 
feCJouaontlppcratQrdeiCìreci^condottQdalle galee  di  Romania  »  delle qua- 

liera 


44»       t> E  GLI  HABITIi  COSTVI^J 

li  era  capo  Moifc  Grimani  >  &  gii  furono  fatti  honori  di  molta  importanza  •  Pari* 
niente  l'anno  1437.  volendo  Caloìannilinptf  atore  paflar  ai  Concìlio  intimato  ia 
Ferrara»  fece  (cala  a  Vcnctia  >  con  Don  Alcflìo  fuo  fratello ,  col  Patriarca  di  Co- 
Àaatinopoli  >  &  con  tanti  altri  Prelati  >  &  Signori  >  che  afcefero  alla  fomnìa  di  900. 
perfonc.  Et  giunco  a  Caflelb  con  3. galee  grofle,  &  con  vna  fottile*  allogj^  queltst' 
lìottca  S. Nicolò»  doue  fli  trattemiro  da  molti  nobili  del  gouerno» che  andamnokal 
Aiìr./lo  per  nome  della  Signoria  . 

\  '  t^.orio  fegnentc»  che  fu  la  Domenica^  io.  di  Febraio  »  la  Signoria  l*and6  a-le-* 
uar  coiì  Rucinìtoro ,  &  con  groflb  numero  d'altri  lecni  >  con  fokrtne  pompa  >douo 
fatte  'nfìcmcledcbiteaccog!ien5Be»rimperatorfaÌi  in  BiicifMoro > e  fa  condotto 
per  Ca-ì?  ì  grande ,  fino  al  Palazzo  del  March  efe  di  Ferrara  *  Et  quiui  il  Priacipe  %[ 
nicaarolo  aHa  camera  apparecchiata  per  lui,  tolfe  licen2aj&  nel  tornare  in-di^ttoi^ 
con?1ulTe  il  Parriarca  a  San  Giorgio  Maggiore  >  doue  hcbbe  le  ttanze .  Gli  altri  Si- 
gnori ailog[7iarono  alla  Giudecca  nel  Conuento  di  San  Gioaanfiii&  ftuonoipefati 
per  Sr^ionii,  <3c  prefentatì  di  diucrfe  cofe  da  mangiare  • 

V^'  :a»np'^  nrono  fimilmente  due  CardinaliJ'vno  per  nóme  del  Papa^che  inoteò 
Mmpen^l  Concilio  y  &  l'altro  per  vifitarlo .  Etcffendofi  PImper,  trattenuto  alcun 
giorno  p^r  veder  la  Città»  ff  parti  per  Ferrara,  molto  ben  fodisfattoy  8c  fii  acconw^ 
pagnato  da  diuerfi  nobili  fino  a  Chiog^ia .  Doue  ripofatofi  quella  notte ,  fuda^' 
«lodici  ^tri  nobili  per  ordine  del  Senato  ^  condotto  >  &  accompagnato  Hno  a  Fer- 
rara ^ 

Finalmente  IVltimo  de  gli  Imperatori  fo  Federigo  III.  Tanno  i4^8.con  Leono- 
ra  Im  pera*  rice>  &  gli  furono  moftrati  diuerfì  fe(;ni  di  amore  &  di  honore.  Habicò^ 
nel  Palazzo  del  Marchefe  di  Ferrara  i  Santo  Euftachio,  &  l'Imperatrice  fa  poftju» 
lui  predò,  nelle  cafe  de  Giuftiniani.  Si  racconta,  che  Federigo  dittai  Doge  Fofca* 
ri,  che  farebbe  perpetuo  amico  de  Vinitiani ,  ma  che  augurana  cot>  molto  foo  ^^ 
{piacere,  che  la  Rep«  riceuerebbe  da  i  fuoi  difcendentigran  difpiacerì  Stdiftiirbi  * 
B  che  venne  i  eiFectc»  conciofia  che  Maflimiliano  fu  cagione  ài  grati  traua^fO^a^ 
fiuefto  Stato,per  infelice  dieta  fatta  a  Cambrai .  Si  dice  oltra  à  ciò  >  che  ci  venne 
Carlo  V.Impcratore ,  ma  fconofciuto . 

Pari  corte(ie,accoglienze,  &  accetti  riceuerono  le  tede  eoronatc^Iequali  piac. 

Sue  df  capitare  in  queda  patria .  Nelle  quali ,  cifiiroQO  vn  Rè  di  Portogallo  «chd 
efìdero(o  di  vederla  d  fua  voglia,  ci  (lette  alcun  tempo  nafcofto  i  ma  (coperto,  ft> 
vi(itato  dalla.  Signorìa>&  coiodotto  in  Palazzo»  gli  Ci  fecero  infinite  carezze  »  Onde 
venne  poi  da  queito  ,che  i  Vinitiani  tennero  fempre  leale  amicitiaco  ì  Portoghc-* 
fi.  Coiidice  Pietro  Delfino  ne  gli  Annali,&  ilSabelUco  lo  conferma.  VnRèdi  Da- 
tia  giouane  di  ^5.  anni>&  di  fantavita,  il  quate  noamangiauacame^non  dormiua. 
irt'Ietto,  &portaua  il  cilicio  ^ 

Quelli  giunto  à  Segna  per  paiTare  in  Gienifàtem ,  venne  à  Veneti  a  accompa^ 
gnato  da  6.  Ambafciatori  della  Repub.  cól  Conte  di  Segna  »  &  (a  leuatoi  Lio  nei 
piatt  i  da  2anobilidel-gouerno,&  condotto  a  Santo  Antonio.  Doue  appettato 
dal  Doge,&  dalla  Signoria  nel  Bucintoro  ,  vi  fu  riceuuto  i  grande  honore ,  &  con 
quello  menato  al  Palazzo  di  Ferrara^  Et  al  Conte  di  fegna  u  diedero  gli  altoggia- 
menti  nel  Palazzo  di  Carlo  Malatefta  à  Santo  Euftachio . 

Partendofi  poi ,  dopò  molti  trattenimenti  &  donatiui  diuerd  fatti  dal  Prindpe 
al  Re,  montò  fu  la  galea  di  Bernardo  Gabriello  creato  CauaHero  da  lui^  &  f^ì  il 
&o  fanto  viaggio  •  £t  l'anno  1j04.fi  fece  honoratiffimo  accetto  ad  Andrea.  Rò 


^ 


IT  VSI  DELLA  CrrrA^  UB.  Xr     44t 

i^fVfigarìa»  figliuolo  della  Regina Tomafina  Moroftia,  Gentìldonna  Vinitiàna^  ^ 
vime&in  Stato  dalla  Signona  •  Perciocfae  faauendoloi  Paroni  del  Regno  fcaccia^ 
oo»&  eglicon  queftearmi>  vìnti  Se  fuperati  i  nemid  •  &  ricuperato  ii  Tuo  »  venne  in- 
perfonad  fender  gratie  al  Senato  t&  iu  riceuuto  con  dimollrationi  angolari,  It 
fiiettefimo  fi  fece  a  Pietre  Infante,  iìgltiiolo  del  Rè  di  Portogallo  •  Percioche  fu  in- 
contrato dal  Prindpe  con  2  j .  Senatori  fino  a  Mergara  »  &  menato  al  Bucentoro  » 
che  afjpettauad  San  Hìeremia,fii  accompagnato  da  tutta  la  cittd  a  San  Giorgioi 
Ms^gfore.  Et  poco  dopo ,  gli  fi  fece  vn  conuito  nella  Sala  del  Gran  Configlio>ao  * 
«e  interuennero  300.  gentildonne^!  50*  delle  quali  furono  veftite  d'oro,  con  unte 
gioie  intomo,  che  fu  gran  cofa  a  vedere  « 

MofltratogU  poi  ia  cicti ,  f  Arfen^^e,  &  4e  gioie  >  fu  accompagnato  daJ  Principe^ 
fino  a  Malamocco.  Et  nel  fepararfi  fvno  dall'altro,  il  Doge,  mentre  faceua  le  pa^ 
tele  di  ceremonia ,  gli  mife  al  collo  vn  bdiiifimo  pendente  gioiellato ,  di  valutadi 
mille  ducati.  Se  coniegnato  ilgiouane  a  a  $  .geatilbuomini^andarooo  con  lui  fino  a 
Chioggia^ 

Sotto  Lorenzo  Celfi  Doge  57,  d  pafsò  il  Rè  di  Ciprìcon  tre  gadee  ,t:he  andaua 
io  Franda ,  8c  rioeuiito  in  publico ,  alloggiò  i  San  Luca  nel  Palano  Cornato ,  de 
partendo  fu  accompagnato  dal  Principe  fido  a  Mergara.  Et  l*anno  1 440.  la  Reati- 
na di  Cipri  figliuola  del  Marchefe  di  Monferrato ,  fu  raccolta  dal  Principe  &  dala 
ttogUe  a  San  Gemente,  &  porcata  al  Palazzo  CorMro  a  San  Luca»  fii  poi  coodoc* 
Cà  in  Cipri,  da  due  galee  per  ordine  del  Senato. 

Similmente  Panno  1474.  la  Regina  d'Vnearia  fidinola  di  Ferdinando  Rè  di 

Napoli,  ci  venne  col  Cardinal  fuoTratéllo ,  Alla  quale  fatta  gran  fefta,&  cortefia  0 

Beiwccì  Gabriello  le  tenne  compagnia  fino  in  Vngaria  •  Et  non  molto  dopò ,  la^ 

Reipna  diDatia  ritornando  da  Roma  al  (uo  Regno,  venne4  Venetia  ,doiie  fb  re-» 

^almente  riceiiuta.-Et  Tanno  1 489.  Caterina  Comara  Regina  di  Cipri  ritornata  a 

V enetia,dopò  la  morte  del  Rè  aio  marito,  fa  incontrata  dal  Principe  Agoftino,  Se 

da  tuttaJaiiobiltàj&lefupoidonatodal  PubUco^ilbelUffimoCaileto  d*Afolaift 
Trìuifana^   - 

Ci  pafeò  medefimamente  Tanno  1555  .Bona  Sforza  Regina  di  P6lonia,t:hean^ 
daua  al  f uo  Ducato  di  Bari  •  &  d  ricordiamo  «  che  fii  feft^s^a  te  incontrata  dai 
Pnncipef  rancefco  Veniero  >  &  la  Rep.  le  fece  molti  fegni  cu  rioerenza  Sedi  hono- 
ce.  Et  finalmente  hanno  1 5  74*  Henrico  1 1 L  Ré  di  Francia,  ricomando  dal  Regtio 
f  uo  di  Polonia,  per  laisiorte  di  Carlo  fuo  featdb ,  fcì  a  Venetta ,  la  ouaìlc  egli  ha* 
aieoafinodafanciullodefiderato  di  vedere  «  Et^òfu^d  tempo  di  Luigi  MÌocc^ 
nigo. 

Ma  percioche  la  venuta  del  ma^ior  Rè  che  d  fofie  in  alcun  tempo ,  portò  che 
$ii  fi  facefloro  le  maggiori  accog^ienzeche  fi  vede(!ero  giamai  fotte  da  quefto  Sta^ 

co  i  perfona  vinente  ,sì  per  Ja  qualità  dicofi  gran  Prmdpe^  &  si  per  la  conditioM 
delPetd  noftra,  ho  giudicato ,  che  non  fia  punto  inconueniente  ^quantunque  f^rfe 
'parrdad  alcuno,  che  ciò  fia  (buerchio  ò  fuori  di  Juogo)<li  narrare  à  pienoyà  perpe* 
ftua  meaioria,&  à  coniblatione  di  chi  leggerà  leprdenti  cofe ,  vedendo  quanta  Rìì 
'  la  magnificenza  de  gli  animi  Vinidani  (nell'occafione)  tutte  quelle  cofe  ch'ella  fé* 

ce  particolarmence  in  dimoftrationc  della  fua  letitia ,  vedute  in  parte  da  noi.  Se  in 
.  parte  ttzxxe  dalla  fcrictura  di  Rocco  de  Benedetti,  il  quale  fii  il  pnmo  fra  gli  alcri  ^ 
4  Se  forfè  il  piddfligente,  che  uè  tsattafle  • 

.   Haucnoo  adunqu e  Hénrìco  >  che  fi  trouaua^Ulora  in  Cracouia Rèdi  Polonia^» 


44*      DEGLI  HABlTr>  COSTVM I, 

iotcfa  la  morte  di  Carlo  foo  fratello  Rè  di  Franciaj&  cflfendo  chiamato  dal  COfifi- 
giio  di  Parigi  &  dalla  Regina  madre  con  grande  inftantia  f  alla  focceffione  della^ 
Cloronaf  la  notte  fi  mife  con  alcuni  de  fuoi>  de  quali  più  fi  fidaua  9  fecretamentc  in 
tiaggio>&  giunto  in  porte  i  Vienna  fu  raccolto  dall'Imperatore  con  grand'affec* 
to.  Di  quindi  fcrifle  al  Senato  il  dcfiderio  fuojpaffando  in  Francia,  di  arriuar  fino  é 
Venetia  per  vifitarlo  >  &  che  quando  vi  foffc  giunto  ^  riputarebbe  d'eflere  in  cafjL* 

propria. 

]1  Senato  intefo  ciò»hebbe  oltre  a  modo  cara  l'òccanone  dihonorare  vn  Rè 
tanto  antico  >  &  fubito  deliberò  di  riceuerlo  con  quella  pomna ,  &  m;^ificenza-^ 
che  fi  poteua  maggiore  per  coff  poco  (patio  di  tempo .  Spedi  per  tanto  il  Secreta- 
no Bonriccio  in  diligehzai  a  far  complimento  con  lui>&  accioche  defle  ra^eoaglio 
alla  giornata  de  progrefli  del  fuo  viaggio.  Et  creò  quattro  Ambafciadon  oc  pria- 
cipali  del  Senato,che  furono,  Andrea  BadoaroiGiouanni  Michele  CauaherosGia- 
uanni  Soranzo  Caualicro>&  lacomo  Fofcarini ,  al  prefente  tutti  tre  Procuratóri  di 
San  Marco,  huomini  confiunati  ne  maneggi  della  Rep.  &  ncll'ambafciarìe  • 

Ordinò  parimente  che  di  luogo  in  luogo  del  fuo  Stato,  foflefo  preparate  ftamse 
tcali,&  prouifioni  per  riceuerlo.  Elefle  anco  diuerfi  nobili*  chi  con  carico  di  prone- 
dere  di  vcttouaglie  &  d'altre  cofe  necefiarie^cbi  di  far  gli  apparati^&chi  d'rna  eo* 
fa,  &  chi  d'altra.  \ 

Mandò  Valerio  Chiercgatto  fuo  Cokmello ,  i  mettere  infieme  Tordinaivre  »  & 
fece  intendere  à  Giulio  Saiiorgnano ,  &  à  tutti  gli  altri  Condottieri  di  huominf4% 
arme,che  tleflero  preparati  alla  venuu  del  Rè.  Diede  ordine  a  Marco  Molino  Car 
pitano  del  Golfo  >  &  a  Gian  Batti/la  Contarini  Capitano  della  guardia  di  Candia  j 
che  quanto  prima  venifl'ero  a  Venetia*  con  la  banaa  delle  loro  galee,  &  che  tnttc^ 
l'arti  della  Citti  aniiafleropcr  ciafcuna  vn  Bergantino .  Et  che  il  Palaaiodei  For 
{cari  9  per  cfler  nel  più  bel  (ito  del  canal  grande ,  fi  adoniaflc  realmente  per  fao  al- 
loggiamento, infieme  con  idue  Palaszi  contigui  della  famiglia  Giuftiniana  »  codl^ 
altre  cofc  apprcflò . 

Hauutafi  poi  dal  Bonriccio ,  la  certezza  della  venuta  Tua ,  della  partita ,  &  dell^*' 
auuicinarfi  i  i  confini  »  Hieronimo  Mocemgo  Luogotenente  del  Frioli ,  andò  à  in- 
contrarlo alla  Ponteba»  confine  della  Patria,con  500.  gencilhuomini  Forlani  bene^ 
à  caualk>,&  con  loo.  fanti  •  Et  poco  appreflò  il  giorno  dietro ,  fii  incontrato  fopra 
Venzone  dal  Duca  di  Niuers ,  &  da  i  quattro  Oratori  predetti ,  con  gran  numero 
di  carrozze,di  cocchi,8c  di  fantaria,&  gli  oratori  gli  prefentarono  vna  belliffima^ 
carrozza  tirata  da  quattro  Corfieri  leardi  9  fopra  la  quale  il  Rè  (àlito ,  gli  fii  fàtta^ 
per  viaggio  vna  bella  fatua  d*artigliaria  dal  Camello  d'Ofopp . 

PaflTaco  il  ragliamento  rapidi(lìmo  torrente,  fopra  vn  gran  ponte  riccamente 
addobbato  per  lo  fuo  pa(raggioi&  giunto  a  SpilimbetgOjfu  honorato  da  i  Signori 
del  luogo  con  molta  reuerenza,  doue  fii  incontrato  dal  Duca  di  Ferrara .  Et  parti- 
to per  Sacile ,  alloggiò  la  fera  6c  definò  il  giorno  vegnente ,  nel  Palazzo  di  lacomo 
Ragazzoniydoue  fu  realmente  riceuto  co  i  due  Duchi  Niuers  &  Ferrara .  La  fera.* 
arnuò  a  ConigliatK)  difcofto  da  Treuifo  1 5 .  miglia.  Camello  per  (ito  il  più  ameno  > 
che  fi  pofla  vedere,  doue  fi  fermò  fino  al  dofH)  defiuare ,  per  il  Ponte  Clelia  Piane» 
die  fi  era  rotto:  ma  rifatto  di  nuouo  fu  gabbioni  ripieni  di  fa(fi  di  6j.  pafli  di  lun» 
C[hezza  &  di  tre  per  larghezza,  vi  pafeò  commodamente,&  peruenuto  alla£arit:Ù 
luo^o  lontano  tre  miglia  da  Treuifo,  fu  incontrato  da  Bartolomeo  LttSmano 
Podeftà(lo  quale  eflo  fece  Caualiero)  ccn  tutti  i  nobtìt  Triiiiiani  .*&  acanto  Aftie* 

ncf# . 


IBTVSl  DELLA  CITTA'  LIB.  X.      44 j 

net^  fiuRfimtato  ta  cantilo  di  gran  bellezza  &  di  prezzo»  coperto  di  pauonaz* 
«o>(nl  quR  il  Ré  falitD»  il  cauallo  s^inginocchiò  • 

Airtncrar  nella  porca  di  Treuifo»  fu  incontrato  dal  Vefcouo  Cornaro  col  dcrot 
&  inginocchiatoli  dinanzi  alla  Croce»  il  Vefcouo  d^tte  alcune  orat ioni>  gì  i  diede  à 
badar  la  pace  Se  lobenedifle.  &  poi  i  fuon  di  trombe  &  di  tamburi  >  con  vua  gran 
falua  di  art^Iiarief&  con  ftrepico  di  Campane»  fu  accompagiuto  al  Palazzo  dei 
BreiTani»  fotto  vn  baldacchino  portato  da  tf .Caualicri.  Qui  cenò»  &  deiinò  il  gior- 
no feguence.  EcpoipcefelaviaperVenetia^  EtalleiiTIiora  giunfe  a  Mergara 
con  la  Vac^juardia  di  tre  compignie  di  imomini  d'arme  «  La  prima  del  Conte  A^ 
fonfo  da  Porto  >  la  feconda  del  C^nte  Brandoiino  di  Val  di  Marino  »  la  terza  (nH 
mezzo  deUa  quale  ftaiia  il  Rè)  di  Pio  de  gli  Obizi;  &  alfuoarrìuo  »gli  fu  fatta  fai- 
uà  di  molta  art^liarsa  • 

«  Vi  erano  aipettando  per  leuarlo  70.  gendlbuommi  Senatori  in  vcfte  Ducale  di 
crimifino»  &ciafcnD0 di  loro  hauetia la ìua  gondola  guernita»chi  di  coperta  d'oroi 
chi  di  velluto»  chi  di  rafo  9  ficchi  di  tabi  crimifino»  con  diuerfì  ricami  &lauori  d*-» 
<m>»  &  d*atgento»con  quattro/eruitori  per  vao  veftiti  i  liurea.Fra  quelli  era  Gio- 
-  uanni  CònwoCaualieio  in  manto  d'orot  venuto  vltimamente  d^ambafciaria  dal- 
l'Impcradore  »  &  die  fit  gìsl  inanzi  Oratore  in  Franda  •  Il  anale  fmontato  con  gli 
altri  ad  honorare  il  Rè»  ^i  fpic»ògrauemente  in  nome  della  Repub.  f  inaedib^e 
allegrezza!  dMU  (entiua  per  la  Ina  felice  venuta  • 

Furono  anco  apparecchutc  dluerfe  gondole  bene  adornate  per  la  fua  Corte  >  & 
tre  per  la  fua  periona:  l'voa  fornita  di  velluto  negro  >  l'altra  di  velluto  pauonazzo  » 
la  terza  dì  broccato»  fopra  la  quale  montò  col  Duca  di  Ferrara»  &  di  Niuers  »  &  (i 
anuiò  verfo  Murano»  fi^uitato  da  molte  altre  gondole  d'ogni  forte .  Etper  via  fu 
fatta  fatua  d'art^iaria  i  San  Giuliano»^  Sdn  Secondo»  i  San  Luigi»  &  io.Chrifto* 
foro  dalla  Pace.  Et  fu  rifcontraco  da  40.  gondole  »  le  quali  in  forma  lunata»  io  tol- 
lero in  mezzo»  coperte  di  velluto  nero»di  4o^entilhuoraini  gtouani  de  i  piti  hono- 
rati  deUa  Cittd»  acAitìiti  dalla  Signoria  al  feruitio  delia  fua  perfona  mentre  vi  di- 
moralscf  tatti  nobilmente  veftiu  alla  lunga  alla  Romana  »  con  due  feniitori  per 

fondola»  veftiti  à  liurea  di  feta»&  con  vu'altro  in  banchetta  honoratamente  aldob- 
>ato  • 

Giunto  al  Palazzo  della  famiglia  Cappella  9  douealloggiani  il  Marchefe  di  Vi- 
co» trouò  apparecchiata  vna  i^fla  guardia  di  huomiai  armati  »  con  beltiflime  az- 
ze tratte  dalle  Sale  del  ConCgìio  de  Dkci»  cose  ordinate»da  Scipio  Coftanzo  #  iHu* 
ftre  Condottiero  di  huomim  d'arme  della  Rq>ub.  al  quale  s'era  deputata  lacu- 
Aodia  della  perfona  reale  >  con  buon  numero  di  trombetti  >  &  di  fambùri  »  veftiti 
alla  Uurea  d'eflò  Rè.  Et  trouò  gente  fenza  iìne»  ch*era  fparfa  d*ogn*intomo  per  ve- 
derlo. &  fi  fpararono  molti  pezzi  d'artigliaria»  &  fi  d  ieoe  nelle  t rom  be»  &  ne  tam- 
buri» fonaodofi  per  tutto  le  Campane  •  Gli  Oratori  gli  prefentarono  Ì40«gentil- 
buomini  per  feruirlo  • 

U  giorno  feguente  iiS.  dil  uglio  in  Domenica  »  il  Principe  fece  andare  il  Bu* 
centoro  co  Bergantini  armativalnumero  di  zoo.al  Lido»  &  eflb  con  la  Signoria.»  t 
falito  fu  la  galea  deftinata  allora  per  lacomo  Soranzo»  ch'era  belUflima»  feguitata 
da  i4^Itre  galee»  dalle  fufte  del  Configlio  de  Dieci»  &  da  t^ran  moltitudine  di 
barcne»andò  i  Murano  à  Icuàre  il  Rè  »  per  condurlo  poi  trionfalmente  per  la  via^ 
de  i  due  Caftelli  d  Venetia»  al  Piazzo  de  Fofcari  • 

Smontato  per  tanto  d  Murano  j  oueil  Rèftaua  in  Sala  afpeKando»  fentendo 

eflò 


444      DE  GLI  H ABBITI,  COSTUMA, 

eflbta  Yemtta(rtiari;gU  (rfece  incofDtroYctfo.  laccala.  »  Uuandofik  berM||fl[à^ 
ìo%  che  il  Doge  (ì  leuò  il  como>  &  iochinandofi  per  honorario  •  Il  qualW^ofe  in^ 
•Hagua  Francefe  >  alle  honorate  parole  che  gli  difle  il  Principe  in  complimeatoilel- 
ila  Kepub.  &  Moni^.  Arnoldo  Cerrcrio  Tuo  Afnba(iciadocc  >.gU  vidic^ua^ia  Inala* 
no  I  come  fuo  interprete . 

Poftiàfedere»  &  hauendoilIU  fiauelUtoinlingua  nofimcol  Prìncipe  per  al- 
quantafpatiodi  tempo  famigliarmente»  montarono  infieme  fopra  la  detca^ 
lea  •  Et  il  Aè  (i  pofe  Copra  vn  Trono  reale  collocato  in  poppa  >  al  quale  s'afcendo- 
uà  per  tre  gradh  &  era  dal!a  deftra  il  Cardinal  di  San  Sifto  nipote  del  Papa  »  &  Le« 

fato  ApoltoÙco^&  dalla  finiftra  il  Doge  >  fedendo  tutti  gli  altri  Duchi  ■$  &  Signod 
luoghi  loro  •  Quefta  galea  fa  la  più  bella  che  vrciiTe  giamai  xiell' Arfenalc  •  fie»» 
cioclie  oltre  che  fofle  vn  bello»  fortcj  groflb  >  &  nuouolegno  >  con  la  poppa  {colpi- 
ta di  Satiri>&4'alt  ri  fogliami  indorati  1  le  pendeua  dall*anten;tvngraiìde:&rico9 
pennone!  chiamato  Fiamma id'crmifinoaemifioo  fregiato  d'oro  >  con ¥n Sana» 
Marco  nel  mezzo  • 

Neir  vna  fponda»  &  nell'altra  vi  eranopiancaee  trenta  bandiere»,  alcuoe  d*ertn^ 
fino  bianco»  &  turchino»  &  alcune  di  roflo>&  giallo»  con  ricami  d'oca»  &  d'auge!»- 
to  col  Leone  del  Vaogelifta  nel  mezzo»  &  fotto  l'arme  del  Generale.  Ma  vna  moU 
co  piiì-grande  di  tutte  qucfte  >  era  fermata  fu  l'alca  cima  dell'albero»  del  modcfi- 
nio  drappo»  &  v^amente  dipinta  •  Vi  era  anco  artiffli2iria.a^a  fomma  di  ^4»ptt- 
zi.  Et  quel  che  pili  dauadciafcuno  marauigliofo  diletto»  erano  ^54.Scntauooi 
podi  al  remo»  tutti  vediti  di  caffett  i  giallo  »  &  panonazzo^  liurea  di  dio  Ré  •  Lft 
po|^  era  coperta  di  m  panno  Scarfaitto  »  foderato  di  damafco  verde .  Quacooo 
mannari  con  habito  di  rafo  cremifino  alla  Greca»  flauano  al  gouemodel  timone. 
1 1  Gomito»  &  r  Ammiraglio  haneuano  in  doflfo  il  fimile»  ma  l' rno  di  k»x>  era  con^ 
la  beretta  di  Velluto  nero  • 

Giunti  al  luogo  deftinato  dei  Lido»i  uri  della  Arti^liaria»  che  fu  f  parau^cofi  dà 
i  due  Caflelliicome  dalle.galee  &  daaltri  infiniti  VaTclIi  »  i  pena  (Ipoflbno  tmagt- 
nare .  Allora  il  Rè  abbracciando  con  fronteailegra  Antonio  Canale  Gouemator 
Generale  del  trionfò»  &  commendando  fbmmamente  il  fuo  valore»  &  le  prodczae 
heroiche  fatte  in  mare  nella  giornata  del  7 1 .  lo  creò  Caualiero . 

Smontato  futlido»  &  venendo  fotto  all'ombrella  portata  da  fei  Procuratori  di 
San  Marco»  che  furono»  Tonufo  Contarini»  Scbafliano  Vcnien>>che  poi  fu  Doge» 
Nicolò  da  Ponte  >  al  prcfentc  Principe  di  Venetia,  Marc'Antonio  Barbaro  »  Otca« 
uianoGrìmani»  &  Hieronimo  Contarini  :  pafsò  fotto  à  vn'arco  trionfale  contro 
portoai».dirìzzato  al  fuo  nome»  dirimpetto  alla  Chiefa  di  San  Nicolò>&  fabricaeo 
da  Andrea  Palladio  »  per  ordine  di  lacomo  Contarini  »  &  di  Luigi  Mocenigo  eletti 
amemlucdal Senato £^a  i  preparamenti  del  Lido  »  à  imitationeddi'arco  dlSec^ 
timio»  fatto  da  gliantichi  Romani  alle  indici  del  Campidc^lio .  Nclcui  frontifpì- 
tio  di  fuori  era  icritto  in  vn  quadro  cinto  da  cornici  ^ 

HenricoIIL  FrdncUatqne  Tùloni^  RegiChrìftianif 

(^  inuietìfs.  Cbrifiian^  religionis  acerrimo  fropugna^ 

tari  dduenicnùy  Vcnitérum  T{f/p.  adyeteris  btncmleu^ 

tiéty  étOHtobfiruàntU  dcdaratianem  • 

Et 


ET  VSl  OaiA  CrrTA^  UE  X     44J 

'  fec  n^attro  fcoatiTpicio  di  dentro  pur  vn  in  quadro  Gmìic . 

Hftirico  tlUVrMicia&  'PolonURe^  Optimodtjm 
fortijpmOi ho/piti  imomfarabUì,Vtnetor»m  Re/puè,ok 
tiusMÙtt»t$m  fieltàffimum. 

Sotto  alle  dette  parole,&  d'ogni  intorno,  oltre  i  diiierrerinBprefi^,finu;c>  St  tra* 
feijfi  vedeiwdipintò  lafiiftcncmftiaPoloniit:  lacotxjnatioRcdi  quel  Regno;  i)  ri- 
ceticr  b  corona  in  Fraflcii j  &  H  pcegionia  de  i  nemici .  AlqiuntotdircoltQ  all'in* 
CdiXTO dell'arco*  etJiTnabeUai&BnuiI.oggfaicandieci  egloiine  d'ordine.corÌQ- 
thiooofuoipilaa&anìi&cimvntòaiCtobeneinteEojac  eoa  bellìffimi  compacti- 
iBeati.&neImezio:deUafoiniiutddeI  cielo  eraqodipintq  in  vn  quadro  »  quattro. 
vittarie  ikite  con  palme  2c  corone  in  ntancb  in  fònna4t  coronar  il  Rè  quando  crt. 
ntfkì  aUudendo  con  qiicAo  >  lUe  quacccet  vitcocic  conregujte  da  lui  >  in  gior  oaccj 
Qlinpali  conerà. nemici. 

.  AU'iDtorno  poi  d'eflà  Lc^atcraoe  %uiiace  cucte  le  ^tcù.  Nella  fronte  apparì- 
ua  vn'altare  in  vna  nicchia ,  con  vn  quadro  mirabile  dell'Imagìne  di  Chrido .  Di- 
naiul  «1  quak  il  Ri  ingioocchìacon  con  gHakrii  rendeado  gratìe  à  Dio  del  fuo  fe- 
Ucearriuo  :  fu  cantato  da  i  mulìci  il  Te  Deum ,  Se  dette  dal  Patriarca  di  Venecift 
afoinc  oratioai,  &  dataUtMncdittione^fe  ne  entrò  iii  Bucentoro  >  auuiandolt  alla 
Cictìlt  con  vn  perpetuo  cuoQOi  &  rimbombo  d'artigliarie.  di  trombe  ).di  tamburi. 
&  di  campane  *  che  aadaiano  al  cielo ,  &  con  cofì  lacco  ordine  >  che  non  fì  potcu» 
defìderar  meglio . 

.  CiuBCo  per JiKaso  il  Palazzo  Duqile ,  le  galee  fifermarono  per  ordine  in  fchje- 
varflC'^iUiiMOQeli  &i  tieHa  becca  per  entrar  nel  Canal  grande,  (pararono  à  va  trat- 
co l'artidiarìeiTparando parimente  le  Tue  l'alcre  cinque  galee  diTarmate  alle  rìue  * 
Ibao  rànt^giaaieiKO  delGcan  Prior  d'Inghilterra  >  &  le  Fude  >  Se.  i  Bergantìni,  Se, 
molte  altre  nani  &  IttnifChe  lì  tcouarono  all'intorno,  &  k)  PÌ3ZU  molti  altri  pezzi 

feccr9Ìl.nMde(kno,  (onaodolì  cuttauia  rii  (Iromentì  >  i  tamburi  >  le  trombe  >  Si,  lej 

QunpwiediSftnMaKOi^dituttalacittdinneme.  Et  fecondo  che  il  Bucentoro 

andò  caoHnaodo-più  auanti,  lì  fecero  falue  fai  campo  di  S.Maria  Zebenigotdi  Sin. 

Viu^-dcUa  Cacitd.  >  &  di  S.Samaello , 

(  Artiuaci  alle  veouqpiattro  fior 

cip«a  <f.c<w  USigaqria'&  vfac 

ogiat^mo  fi  può  imaginaFcil  Prit 

fipofcsula  &)ellEa  $  vedere  Io 

buche  che^crr^uano  aU'intpmc 

gence^ehe  itaua  fu  per  le  rJue  da 

Si  per  iteni,d  gfuyàfire .  Ma  co 

potte^w  infimci  dall'vna  parte 

tA  in  Ibrmadi  gìgli,di  piramidi,! 

ftre  Bei  tfXtìdctte  cafe ,  ioaùnài  • 

pocomenodiduemiglia.  Et  p  > 

WCodQfc«P«Fcuacbe^i»il^  i 


444f        r>£  GLI  HABm,  COSTÌTMi; 


iioCte*molcegOfKlolerì|HenedÌo^fortecligeace>aiidatiaiw  (  _ 

porto.  Ce  noaè  pomoScifait  in  terra  vna  tappideocatiooe  pili  mìnlMle <li 
quella»  b  quale  dal  Palazzo  del  Ré>  cbe  fcDOpcc  |»er  ogni  lato,  fi  godena  inolio»  ac 
U  dimoiltaua  [Mti  dilcttcuote  &  gratioCa .  Ec  ogni  fera  alle  due  bore  di  aotte  >  G  f>- 
ceuano  da  itnund  per  ordme  del  Senato  idioanzi  al  Palazzo  >  fingolariffimi  coo- 
certi. 

Quefti  eoBiparirono  ma  fera ,  con  tutte  le  forti  di  ftronientj  in  ma  grta  Lo|f. 
gialabri^a  m  barche  groAc  i  eoa  quattro  piramidi  >  &  con  vn  baldamiioo .  Et 
oatofi  principio  con  ironobe  &  tamburi  1  cautanmo  le  Iodi  dd  Rè  »  io  rari  fiiooi»  Ac 
canti  con  iniudbile  harmonia . 

Il  Lunedi  fui  tardi,  ii  fece  ma  raguta  generale  d'ogni  fwte  legni  t  che  termimU 
mal  Palazzo  del  Renando  quiui  nell'acque  in  ma  grottafabrìcata*  Nettuno  coi 
Tritonii&^tltrìniini(tridpc»gereipren]i}>&  lepalroedi  Vmcttorì.  II Martedì 
gimtfedVenftia  il  Duca  dì  Sauoia»  con  diuerfi  altri  Simon  >&&  rdcookodalRè 
con  molto  honore .  Et  ildimedcfimo  il  Principe  conia  Stimma  andò  ne  piatti  4 
vi^reil^^&adinuiearlopcrlaeioniol^ientealcoiHiito.  Btpiale  (aptepar 
ratofotenniffiniamemtenelIaSaladelGranConlMliO}  di  ctouefi  Icaaiono  tuoi i 
banchi.  Et  in  capo  ve  rfo  la  Piazza  ri  fu  fatto  va  palco  eniineateotipertD  di  tapdti» 
&  infaccia p<^ il Tronorealc^^tamieodibcoccatìt  ficiatomodarafogiallo.a; 
turchino. 

Dall'altrocapodoueiilS^iodelDogeifodlrÈxuant'altiflìnucredentiera» 
con  tcibro  ineftimabile  di  TafiTai  coppe  d'oro*  Se  d'argento .  Da  t  due  lati  deHa  Sa- 
UfuronoaccommodatepCTlango>mieinanidibancKi>&dinfieBfe:  o^fii fatto 


nciraltreSale(KfaoridiqoeUadclCea%Uo>s*apparecchiarono  tauole  da  inao^ 
giare  per  tre  mila  perfone . 

Il  Mercoledi  ntattina*  il  Principe  con  la  Sffiiion'a>  &  con  gli  Oratori  de  Pottota- 
ti>  andòcol  Bucentoro  A  Icuare  il  Ré.&  condottoto  d  San  Marcoifmoatòful  ponce 
fiuto  fopra  alami  barconi .  In  fronte  delquale  erano  dirixsatc  due  piramidi  ake 
venti  braccia  l'vna  :  Se  da  quel  termine  fino  alla  porta  deUa  Ctnefiberaoo  cokmnel- 
)e  gtiemite  di  faiapaitonazz3>&  gialla*  cì^concUce  con  ornamento  d'oro»  8c  d»i- 
fvn  Iato  all'altro  aellecolonncllc>fellonidilauroi&d'elkraalhi  fommici  &  pet 
Ordine  fino  alla  Chìefa.  EtilCielodiroprat&nKdelHnàmenieper  terra,  era  cck 
perto  di  panni  fcarlarti.  CosììlRècanHnandoinmezzo  del  Cardinal  SanSifto» 
tt  del  Doge,an(la[ido  inanzi  i  Duchi  di  Sauoia,d>Perrara,  &  di  Niiiers  >  &  portan- 
do l'ombrella  i  predetti  Procuratori,il  Rè  cntròin  Chiefa  >  fc  it^inocchiatofi  A  va 
fcabello  coperto  di  panno  d'oro,  dinanii  ad' Altare  grande»  fu  cantatonuifical^ 
mente  con  gli  orgatii,ÌI  Te  DeirnitSc  dopò  s'andò  al  ConuJto»  il  quale  ftivérzDtai.> 
'  tte  nittauia  mulìche  Se  coiicerci  inaudttirda  i  più  valenti  hoo» 
iaHordìnananicntcègrancopiainqneriaCitni>&:  da  Mon- 
i  Maeilrodi  Cappella»  et  pcrlona  dì  molto  valore  &c  bootd  >  it 
it  nelle  compofìnoni  è  fema  pari .  Dopò  il  coniiito ,  il^Rè  col 
Itti  Signori  )  vide  la  Sala  dell'armi  dell'Eccelfo  Coniglio  dc> 
nuouo  in  Sataidoue  llerono  in  ricrcatione  di  miificne  per  va 
pesatore  n'andòìn  camera  del  Principe  i  rìpofare  vn  poco,&  poi  fii  col  Bocestora 
accompagnato  dal  Dc^  al  fuo  Palazao . 
]tGioiwdirukai.hon»a«l^prkuuanKntc  pergoad«UinfiDUCflPcaK>pe» 


N. 


ET  VSI  DELLA  GITTA^  LIB.  X      447 

the  poffoecompagnò  imo  tlla  riaai&  al  partir  Aio  fiirono  tratte  dalle  tiaui  >  &  g^ 
Ice  nel  Canal  Grande,  dioerìi  tiri  d^artiriiaria .  Andò  poi  dal  Patriarca  Grimani  à 
ma  fefta  priuata  >  &  a  vedere  il  celebre  ftiidio ,  &  l'anticaglie  del  fuo  Palazàx) .  II 
Venci*dì  giunfe  il  Duca  di  Mantoua,  (k  il  Gran  Prior  di  Franciat  8c  venne  in  Conff- 
Wio  a  ^^^re  JYlettione  de  i  Magiftrati .  Et  fedendo  fra  il  Cardinal  San  Sifto ,  &  il 
Principe,  &  prcfentatoli  da  vn  Secretorio  il  cappello  aperto,  pigliò  ballotta  d'oro  t 
èc  nominò  di  Preeadi,  lacomo  Contarini,  il  quale  in  concorfo  di  fette  altri  ftrìdaa* 
do  itOncellier  Grande  » 

pin?  U  Seremjpmo  Htnrico  Ttn^ù  Kè  di  FràncU ,  ^  di 
'PolonU  • 

EU  nocafio»  &  detto  di  comun  confenlb  di  tutto  il  Configlio .  Ec  eflendo  il  gen- 
tilbuomò  andatogli  i  piedi  per  ringraciarlo  di  cofi  gran  fasore,  il  R  è  gli  diflfe  • 


.  *- 


KlpgratUit  la  bontà  di  fièifiì  Signori^  che  hanno  hoM'^ 
ratei  meriti  delyofiroyalou . 

*^  Si  leoò  poi  il  Gonfidio  nell*imbrunir  della  fera,onde  il  Ré  fu  accompagnato  alla 
barca  con  molte  torcie  ^cefe»  &  da  nu^te  gondole  di  gentilhuomini  fino  a  cafa^ . 
DìnSEinsi  aUa  quale,stdtie  bore  di  notte ,  fi  prefentò  in  mezzo  del  canale ,  vno  edifi- 
co grande  diiegno^Meoo  df  fuocbi  artificiati,&  datoli  fuoco,parue  cbe  fi  aprifie  il 
monte  Etna  >  &  che  da  ogni  parte  fulminale  • 

*  Il  Sabbato  il  Rè  accompagnato  da  i  quattro  Ambafciadori ,  &  da  diuerfi  alirì 
Signori,  fii  il  dopò  definare  air  Arfenale,  mofirandogli  il  Caualier  da  Legge,  &  An« 
tonio  da  Canale,  coi  Patroni  deP'Arfenale,  ogni  cofa  particolarmente.  Etglifii 
apparecchiata  vnabelliflimacòlatione  di  conTettioni,  &  di  frutti  di  zuccari,coi 
^cortcUt ,  con  lo  touaglie ,  co  i  piatti ,  &  con  le  forane  (  cofa  non  pili  efcogitata^  ) 
^atte  di  zucciro  :  &  al  partir  fuo,  fi  come  al  fuo  arriuo ,  fu  fatta  gran  falua  d'arti* 
gliaria . 

*  La  DonKnica  fu  co  i  Duchi  &  altri  Signori  i,  vna  fefta  pubi ica ,  che  C\  kcc  nella 
Sala  del  Gran  Configlio,  doue  fi  trouaronodugento  gentildonne  di  fingobtr  bel* 
lezza,  tutte  veftite  di  bianco,&  adomate  di  pene ,  &  d'infinite  gioie  di  vno  incre* 
dibii  valore .  Erano  pofti  i  banchi  di  federe ,  per  hingo ,  nell'vno^  &  nell'altro  lato 
ideila  Sala,  lafciateui  in  mezzo  fpatiofa  Piazza*  Al  luogo  della  fede  del  Principe  era 
vD  Trono  Reale ,  con  vn  panno  d'oro,  che  pendeua  col  fuo  Baldacchino  per  il  R^  $ 
&  il  muro  era  tutto  all'intorno  razzato  di  rafi  gialli  &  turchimV  col  pauimento  co- 
perto ài  finjfimi  tapeti:  Se  i  banchi  della  Sala  erano  ornati  di  cuori  d'oro  di  beltif- 
(imi  lauorì . 

'  In  quefta  giunto  il  Rè,  k  n*andò,  feguito  dal  ì^rìhcipe  &  da  gli  altri  Duchi»  doue 
le  donne  fedeuano»  le  quali  fi  leuarono  in  piedi,&  con  nobile,  &  genidl  maniera  gli 
fecero  reuerenza .  Et  egli  trattafi  la  berretta ,  rendè  loro  il  faluto  :  £fonandofi  gii 
rifornenti  mufid»4e donne  forono  ad  vn  tratto  leuate  tutte  i  due  i  diìe  da  i  gentil- 
huomini, &  mettendofi  in  fiIa,con  lento  paflb,  cominciarono  a<)anzare,  paflando 
dimanoitimano^linanzialRè&inchiiundoglifi.  Et  egli  flette  fempre  coniai 
berrecuinouao. 
:   .  Ff  Si 


"v^ 


443      DE  <5Ll  HABITI,  COVSTM!,' 

Si  baUò  poi  aBa  giarda  eoa  alcoae  di  loco»  da  dmerfi  gioiiaiii  inftnittimatf; 
^it^uobnencc  nel  ballo  >  dimpftrando  (^anco  valeiTcm  in  quella  profeifiotie  «  Fi- 
niti i  balli>  fi  diede  vna  coUacione  rìcchitfima  aella  Sala  dello  Squtinio  »  doue  enu# 
al  Tribunal  delPrìndpe»  polU  la  Sedia  reale»  con  la  men(a  carica  di  confetcioni  di 
fe0anu  forti»  &  con  diuerfe  ftatue»  &  figure  di  Zuccaro  »  di  huommi  >di  Ninfe  >  di 
Lioni)  di  uaui»  di  ^rìfoni»  fatte  per  oiano  di  Nicolò  dalla  Pigna  »  ^perti^mo  io^ 
quefta  maniera  di  cofe  • 

Erano  parimente  dirizzate  nella  Sala  tre  altre  menfe»  due  per  Idngo  da  i  due  hu 
tU9<,  vna  in  faccia:  fu  le  quali  fra  l'infinite  confettioni  che  vi  furono»  erano  colloca* 
te  per  ordine»  trecentoiigure  di  2Uiccaro  »  qHe  per  faudre  (i  difpenfarodspalle  gen- 
tildonne .  Et  in  fommà  ^apparecchio  ih  quella  gran  Saia  fu  fimile  al  cótiuiio  de  gli 
Dei  figurato  da  i  Poeti . 

Finita  la  feda  alle  ventiquattro  bore  :  bauendo  Giouanni  Donato  »  che  andaaa 
tiu^dcildo  tétto  il  Teatro  della  gran  Sala:  fatti  accomodare  ì  Signori  d  loro  loo- 
ghi)il  Rè  fi  kuò  col  Frtncipe»&  con  la  Si^ria»&  entrati  in  Bucmcoro:  fu  accom** 
pagnato  alla  fua  magione .  U  Lunedi  gli  fecero  vedere  al  ponte  de  Carmini  »  la^ 
guerra»  de  i  Caftellani»  ic  de  i  Nicolottr  »  doue  era  tuttd  iì  popolo  di  Vclietia  •  Si 
mifcro  infieme  ciuafi  ^oo.gnerrieri  per  parte<x>n  celate  %  &  morìonì  in  tè/U  •  Et 
liando  il  Rò  alla  fineltra  del  Palazzo  »  di  lacomo  Fofcarìm  »  i  OfteRani  fecero  la 
moftra  fui  ponte  à  due  i  due.  Et  poco  ftantc  vi  falirono  1  Nicolocti.Et  iodi  ipoco 
comindandofi  i  co^ibattere  i  corpo  i  corpo»  s'attaccò  ia  (rotta  »  che  darò  pia  d^ 
mezza  bora»  vedendofi  cacciar  giù  del  ponte  »  Quando  l\na  &  quando  l'akra  par«« 
:t«»cadendone  in  buon  numero^bora  in  terra  &  dora  in  acqua  :  eoa  tanto^gndo  »  & 
ftrcpito»&  rifa  delle  genti»  che  nulla  più  • 

C^fta  baruffa  fu  rifatta  più  volte»  ma  eflendo  caduta!  i  terra  Luca  pefcatoro  t 
valorofocampione  de  r  Nicolotti»  il  Rè  facendo  fegno  con  nuuio»  fi  fini  la  guerra  $ 
&  egli  fi  leuò  dalla  finciha  alle  )3.bore^  Il  Martedì  mattina  haueodo  deliberato  di 
partirfisfece  intender  per  l'orator  fuo  Ferrerio»  alli  4o^entilhuomini  che  k>  femir 
'  uano»  che  voleua  riconofcerli  auanti  ch^  partiffe .  Onde  adunati  infienK  »  die^ 
dero  carico  di  £u:  le  parole  di  complioopito  col  Rè  »  d  Mattheo  Zane  Zelinolo  gii 
di  Hieronimo  Procurator  di  San  Marco  »  al  quale  il  Rè  mofìraua  di  hauere  partii 
colare  indindtione  •  Et  inanzi  che  vfcifie  di  camera  per  afcokar  la  Mefla»  U  Zlaoc^ 
entrato  con  gli  altri»gli  parlò  agtatamente»rifpondendo»  &  replicando  belle  &  ho^ 
norate  parole  &  afFectuofe  l' vna  parte  &  Taitra .  Et  fu  le  ^.hore»  il  Prindprcon  U 
Signoria  andò  coi  piatti  al  Palazzo  del  Rè»&  vdilaMefla  infieme.  Et  fendo  il  Rè 
per  fcendere  à  baffo» vsò  alte  &  gran  parole  con  la  Signoria  >  &  difcefi  poi  »  moi^ò 
in  gondola»&  non  volle  altri  con  lui»  che  il  Doge  folo  » 

La  Signoria  Se  gU  altri  Prìnql^i»faliu  in  altre  gondole  coperte  di  cremifino>s^aih> 
uiarono  verfo  Lizafiifina  »  Ekuie  algingnere  che  vi  fece»  li  fu  fatu  v«a  falua»  fi  co* 
me^nco  ne  fu  fatta  vn'alt ra  nel  naflar  prefib  a  San  G  iorgio  d^Alega • 

smontato  il  Rè  in  terra  ferola»  abbracciò  il  Doge  con  graad*afiktto  »  tìogra- 
tiandolodeiraccogHense  fatte  »&  dimoftrando  di  tener  tempre  ottima  volonut 
verfo  qnefio  Stato»lo  lafciò  confolato  •  Paflata  poi  il  carro»vna  deUe  piatte  dorate 
della  Signoria  per  condurlo  a  Padoiu  »  &  eflendo  il  Rè  per  imbaxscarn  co  i  Duchi  ^ 
&  con  altri  Signod>fi  ricordò  che  ne  gli  abbracciamenti  del  Dùce  > s'era  dicDCQtf- 
cato  di  donargli  vn  belliilima  anello  con  vn  diaioante  di  gran  vwitai  ch'cfifo  tcM^ 
uà  al  collo  per  qucfto  effetto  • 

Onde 


ET  VSI  DELLA  CITTA^  LIB.  X     449 

-  Òndeh)markIòfabito8lDoge>chédigideramontatombarcaperTn<>dcTuoì 
principali  fiaroai>  con  qDclte  parole  formali . 

€htglid»n4tktqmlU4neUot  Mcmhe  mfiino  dtl  Jm  Amw 
grdnde  yerfi  di  lui ,  lo  yoUffe  fortn/re . 

'  Indi  mangiò  al  Mòranzano  nel  Palazzo  de  i  Fi 
ordine  della  Signona>dÌ  guanto  erabifogno .  Bt 
do  hor  l'vQo  hor  l'altro  di  guei  Palazzi  che  fono  l 
Ypario  di  20.  m^ta  >  gli  piacque  molto  il  Patazu 
Procurator  di  San  MarcD>  &  unontò  per  vederlo 

■onde  per  qpefto  gjanfe  fui  tardi  a  Padoiìat  &  montato  in  carrozza  incontrato  da  \ 
Rcct^i  della  CTtti,&  dalla  compagnia  di  cento  huomini  d'arme  di  Antonio  Mar- 
tinengo  &  dalle  compagnie  del  Conte  Brandolino  di  Valdi  Marino  •  &  di  Pio  do 
gli  Ooizìidalle  fattterìe  del  Territorio)  da  tutta  la  nobilti  &  popolo  dì  PadouatSf  i 
ìtiono  di  rari)  dromentii  Se  a  lame  di  ^an  numero  di  torcici  fu  accompagnato  al- 
la Arenai  &  al  Palarao  reale  di  Pietro  Porcari  prefluitiflìmo  Sena  tote  tdoue  cend* 
'Scdefinò  il  giorno  feguente.  Et  hauendo  creato  Caualiero  Vittorio  Bragadtno 
Capitano  diPadoua*  montò  fu  le  Tedici  bore  ia  carrozza  >&^auuiÒTerfo  Roui- 
go.  . 

TiJi  fiE  tante  furono ,8c  cosi  fattele  cofe  che  fi  fecero  allora  per  la  venuta  del  Rè 

di  Francia:  le  quali  però  furono  in  gran  parte  (Iraordinarìe  &  fuori  del  confueco . 

,  'Pércioche  quando  ci  viene  alcun  Principe  ò  Dual,ò  Signor  di  qualitdCche  fpenb  ci 

T?iWOTK))s'vfano  per  l'ordinàrio  l'infrafcritte  accoglienze .  Come  s*è  incelo  che  fl 

tal  Principe  vuol  venire  in  Publico.  s'apparecchia  il  Bucintoro . 

-  QoeimbefKflmiOi  &  gran  legno ,  fii  ucto  far  dal  Senato  fanno  t  jii.  perla  per- 
fooadelDoge.  Porta  gran  numero  di  perfone  >  come  quello  i  ch'è  maggiore,  &  di 

g'iì  corpo  d  ma  ealea  grofTai  ma  di  forma  diftefo.  &  col  felze  di  fopra  per  tutta  la 
akii^cizd .  Nel  mezzo  è  diuifo  da  vn  lunghifiìmo  corridore  che  fcpara  i  cOrfi 
pieni  di  fcdiH  da  i  lati.  In  faccia  vi  è  il  Trono  del  Doge.  Dì  fuori  rifplende  per  mol- 
to oroiSc  di  fopra  j  tutto  coperto  di  rafo  cremifìno.  Dalla  parte  dinanzi  vi  è  pian- 
tatomoftcndardodelDominioialcuipiedcépoftainaltorna  gran  figura  diri- 
lieuo  j  rapprefenrante  vtia  GiufHcia . 

*  Dicono  che  fi  chiamò  Bucentoro  con  voce  corrotta  :  perciochc  neUalegge  che 
fi  prefe  di  fabdcarlp  1  jì  dicea  > 

^uodfibrkitMr  immimn  ducenurmn  htmìnum , 

CioidtpOTtatadixoo^boDRiinii&cbeda  quella  voce  docentomm  lìi 'détta 
Bocìntoro.  &  altri  dicono  altt^amenre .  Maói  qu^uaquemodofìfia»  queUofi 
condoceua  altre  volte  i  remurchioima  poi  gii  furono  agginnti  i  remitonde  Ci  ma> 


Appaca:diùtioa(lniqucilBadnt«o>  taitiiBUatioiì  mcnsoB  ^'ordìoc di 


450        DE  GLI  HABITt,  OOSTVMi; 

Be^antini»  &  di  Palafchermi»  adorpatiydì  ntzU  dì  feftonii  dfi&nni  dì  hafl^>  d^infe^ 
gncific  di  fuoni  diuerfi  per  accompa^are  il  Bucintoro  • 

Venuta  la  bora  >  i  nobili  del  gouerno  »  i  quali  (i  fa  intender  quanto  bifogna  >  ye- 
ftiti  di  cremi^no  accompagnano  il  Doge  in  Bucintoro  >  &  s'auuiano  i  i  lidi .  I  Pa- 
laichermìi  i  Bergantini»  le  gondole  »  &gli  altri  kgni  dinerfì  in  nomerò  pur  troppo 
grande»  occupando  tutte  l'acque  del  Canale>parce  vanno  inanzi»  &  parte  feguono 
u  Bucintoro»  con  tanti  fuoni»  con  tanto  ftrcpito  di  voci»  con  tanto  ronK>r  di  Cina- 
pane  &  di  artigliane  »  che  è  ftupore  i  fentire . 

Concorre  i  quefto  fpettacolo  tutta  la  gente  della  Citti  »  poncndofi  doue  dcc# 
paflar  tanta  pompa  marittima  per  vedere .  &  leua(o  il  perfona^o  in  Bucintoro» 
jU  conduce  al  fuo  alloggiamento  • 

Il  giorno  fegucnte»  fi  rapprefcnta  ragatta  di  barche  »  ò  guerra  fui  ponte  »  oiicro 
attorno  à  cafteib  di  legno  pofto  in  CanaIe»come  fi  fece  l'anno  15  joxhe  ci  venne  il 
Duca  di  Milano:  ò  qualche  altro  fpettacolo  illuftre .  Si  fa  poi  folenniffimo  conuico 
in  Palazzo  con  gentildonne  &  con  ricreationi  diuerfe.  Il  terzo  giorno  fi  conduce  il 
Principe  foreftiero  aB'Arfcnale  • 

L'vitimo  »  ^li  fi  fa  vedere  in  San  Marco  le  gioie  »  Se  le  Sale  dell'armamento»  cofe 
tutte  notabili  »  &  honorate  •  Ma  nelle  fede  ck  priuati  (i  fanno  altre  cofe  diucrfc  • 
Conciofia  che  ne  tempi  licentiofi  antecedenti  alla  Oiiarefima  (auanti  alle  quali 
l'anno  iz^p^fuordinato»cheiIgiornodiCarnouaIefoflefeftiuo)iìè  vfato da  mol- 
ti anni  ùi  qud>  ed  rapprefeotare  alla  Citti>Comedie.  Percioche  tri  i  Poemi  imagi- 
nati  da  gli  antichi  per  infegnare  altrui  i  precetti  della  vita  ciuile»  fqtto  velami  di 
fauole  X  va  fa  la  Comedia»  dalla  quale  fi  traggono  bene  fpeflo  regole  bMeDiflime  & 
molto  gioueuoli  al  viuere  humano  » 

QueUe  hanno  fempre  hauuto  gran  corfb  fri  i  nofiri»  quantunque  corrotte  le 
pili  volte  da  i  recitanti»con  inuentioni  ò  perfonaggi  troppo  ridicoli»  &  rapprefeo- 
tare da  perfonc  poco  intendenti  di  quefle  materie .  Ne  tempi  andati  ci  fu  dì  mol- 
to nóme  Francefco  Cherea  »  il  quale  fauorito  da  Papa  Leone  Decimo  in  Roma  > 
tenendo  il  primoluogo  fra  i  recitanti  ia  Scena  (  onae  perciò  fece  acquifio  del  co- 
gnome del  Terentiano  Cherea  )  fi  fuggi  in  quelle  parti  per  lo  lacco  infelice  di 
quella  Citti»  fotto  Papa  Clemente  Settimo .  Egli  piacque  grandemente  i  i  noftri» 
onde  inuentore  in  quelle  parti  di  recitar  Comedie  »  fi  fufcitarono  in  quei  tempi  à 
fua  perfaafione»diuerfi  nobili  ingej^i»che  ne  recitarono  di  beUe&honorate.Per^ 
cioche  allora  mife  nuno  à  qi^fta  imprefa»  Antonio  da  Molino  co^ominato  Bur^* 
chiclla  »  huomo  piaceuole  »  &  che  parlaua  ih  lingua  Greca  >  &  Schiauona  corrot^ 
ta  con  1  Italiana  »  con  le  pia  ridicolofe  »  &  ftrane  muentioni  »  &  chimere  del  mou 

do.  ' 

Frate  Armonio  debordine  de  Crodccbierì  »  Organifia  di  San  Marco  >  Valeria 
Zuccato  dal  mofaico»  Lodouico  Dolce  »  &  altri  diuerfi  •  Et  fra  qnefti  fu  notabilif- 
fima  recitante»^  vna  Polonia  »  che  poi  fii  nioglie  del  detto  Valerio .  S' vfarono  pari-  ^ 
mente  per  la  più  gente  »  fefte  publiche  di  baiti  &  d'altri  bagordi  >  fu  diuerfe  piazze 
della  Cittd.  Et  il  Fonuco  de  i  Tedefchi  collumaua  ne  i  tre  giorni  auanti  i  quello  di 
Camouale»di  far  fefta  publica  i  porte  aperte.  Doue  concorreiiano  tutte  le  niafca- 
re  di  quel  tempo»in  vn  perpetuo  ballo>cne  duraua  per  i  predetti  tre  giorni.  Si  fece^ 
ro  etiandio  bellifiime  &  ricchiffime  mafcarate  »  con  diuerfe  liuree  di  caualli  i  con 
corfi  di  Tori>&  con  gioftre  di  lancie»&  con  diuerfe  mufiche  »  ne  tempi  di  Monf^ow 
BiÙenagratiofo»&iplendkiogeatilhnomoiaHigraadiletro  . 


Et  va  ÓELLA  CITTA^  LIB.  X     451 

'  lEt  Furono  Introdc^i  pochi  anni  foho  alle  lattare  >  folehnìffimi  balli  t  doue  con- 
correuanoolcrealla^uenciì  per  follazzarH  librimi  Senatori  della  Cicti  per  ve- 
dere. £c  noi  Palazzo  jtoMicoila  Dotneitìca  del  Camoualeifi  faccua^come  anco  fi  fa 
al  prcfencci  la  caccia  de  i  Tori. 

Ma  in  qael  giorno  vi  concbrreuano  tutte  le  mafcame  pid  nobilif  8c  prefoitatefi 
b1  Ocige^vi  fi  rccftaaa  airimprotiifoiò  dal  Frandotto>ò  da  Franccfco  Berrettaroiò 
«iafimili  altri  allora  eccellenti  hifomiai  in  queftaprofefiìone»  <)ualcbe  poetica  in* 
tientione.  ^i  fono  anco  fpefib  recitate  delle  Tragedie  con  grandi  àfiparecchif  com« 
{>ofte  da  Poeti  antichi»  ò  da  moderni  •  Alle  quali  per  la  fama  de  gli  apparati  »  coti- 
ccvteaano  le  genti  eftcre^  &  drconoicine  |>er  vederle  &  vdirlc  • 

'  Ma  hcggi  le  fefte  de  particolari  fi  fanno  fra  i  parenti»  Se  eflendofi  la  Cittd  rego- 
^ta  per  (e  niedefima  da  certi  anni  in  qui  »  fi  pattano  i  tempi  del  Camouale  in  Co- 
t)iedie>&  in  altri  più  lietii  &  honorati  diletti  •  Conciofia  che  ci  fono  diuerfi;  nobili 
tompagoie  chiamate  Ridotti .  Pcitìoche  efiendo  la  nobilti  di  vn  raedefimo  vole- 
te^ fca  vn  Qicdefimo  fine  ili  gouemar  rettamente  le  cofe  pubUche  >  Se  inuigilan- 
do  kmpve  da  piccioli  in  sii  alla  conferuatione  di  tanto  ftatoà  nobili  per  vecchiOific 
Idiitico  coftume  i  non  pur  fi  ritrouano  infieme  ne  magiftrati  »  ma  fi  veggono  ogni 
mattina  per  la  maggior  parte  in  Corte  ò  a  Rialto.Doue  falutandofi  &  ragionando 
infiemcrper  la  fpatio  di  aoafi  quattro  bore  »  fé  ne  vanno  alle  bore  debite  alle  cafo 
loròr Non  lenza  grau  fooisfattione  di  coloro>che  hanno  da  negotiar  co  nobili  >  poi 
che  fi  poflbno  trouarc  &  haqere  in  quel  tempo  acommodo  loro.  Et  non  fenza  ma- 
rauigha  de  i  forefiieri  che  vef^orìofpefib  tutta  la  nobiltd»  daHa  quale  inquell0 
fiia^io-di dimora. 9  t>o(fono  intendere  »  comeda ben  dottilfima»  &  uiftrutèrmntà^ 
&:uoIa>diuerfe  cofe  &  attieni  del  mo^ido .  Et  certo  con  ottimo  inftituto .  Percho 
npf>refentando  con  lo  habito  quafi  vn*ordine  di  rcligiofi  »  conuerfando  infieme 
vna  parte  del  giorno»  &  communicandorvnTàltro  i  penfieri  &  le  cofe  paflate  &  le 
lutut^  ancora»  s'intrinficano  in  quella  maniera  neHa  aeneuolenaa»laquaIe  iitonfer- 
Ittrricedetla  pace  ideila  concordia.  ^ 

La  fera  fantl9  il  mcdefimo  nel  tempo  del  Verno  .  Conciofia  che  diuidendofi  i 
gjouani  &  i  vecchi  -in  diuerfe  fchieire  Se  compagnie  »  qual  più  &  qual  meno  per  nu- 
tnero»  fi  riducono  in  diuerfe  cafe .  Et  quiui  ò  con  piaceuoli  »  ò  con  sraui  ra^iona- 
tnenti»  fi  difcorrono  cofe  di  Ietteremo  di  Principi»ò  di  ftatoiò  d'armi^  fi  fanbo  mu- 
liche»  ò  fi  raccontano  hifiorie»ò  vi  fi  fanno  tali  altri  eflercitij  virtuofi  &  honorati  * 
Onde  reiterando  la  conuerfatione  due  volte  il  giorno»  &  iniparando  T  vno  dall*al« 
tro»  s'afEna  di  modo  il  giuditio  »  (^he  non  è  poi  marauiglia  »  le  gli  eloquenti  che  di- 
f  corrono  felicemente  intorno  i  qùal  fi  voglia  materia»lono  in  qudla  Città  in  gran 
copia»^  fé  gli  hncmini  ricchi  di  partiti  »  cofi  nelle  cofe  di  guerra  come  di  pace  »  ci 
^pnp  in  quantità»valorofi  &  prudenti . 
.    Percioche  oltre  alla  natura  la  afiidua  conuerfatione  de  i  giouani  co  i  più  vecchi» 

gì  rende  tali»qnafi  gli  deferine  GabrieUo  Seluago  »  buomo  Genouefe  in  vna  lettera 
a. 

La  quale»  percioche  toma  i  propofito  di  quefta  materia  9  Se  perche  pone  altnii 
dinanzi  i  gli  occhi  qual  fìa  la  maniera  de  i  nobili  per  la  predetta  connerfatione»hò 
voluto Tegidrarla  in  quello  luogo  • 

'  Non  voglio  già  negaTe»che  ne  ridotti  che  io  dico»qualche  difcofo  qualche  volta» 
non  gfuòchi»ò non  fascia  qualche  altra  cofa  indegiia  della  fua  nobiltà .  Percioche 
fri  tanta  quaucìra  di  humori»&  fri  tanto  numero  di  perfonc»è  quafi  impofiibil  co* 

Ff    3        fa 


9    — 


'4j  X      DEGLI  H ABITI ,  COSTVM  U 

fii  che  non  ci  fia  chi  giuochi  ò  faccia  qualche  altra  atdone  non  conueoenole  alltJ 
fuanobiltk.Diceadunque  il  Scluago • 

E  quella  habitatione  ia  vero  vna  fomma  quiete  >  forfè  da  tutti 
ttoncooofcìuta  »  voa  difefa  non  pagata  >  vna  Ciuile  imminidra» 
tione  per  fi  lunghi  fecolt  non  più  Iettai  vna  Scuola  non  piti  veduta  » 
nella  quale  per  le  cure  publiche  importanti  >  per  neffìin  tempo  mat 
fi  fa  vacatione  • 

Intenti  tutti  per  mero  diletto  alla  falute  comune»  lafd^odo  pet^ 
quella  à  dietro»non  fole  ogni  facenda»  ma  fcordando  ogni  ingiuria 
priuata  •  Il  danna  delle  quali  ^fepure^come  fra  numerofa  notaci 
taluolta  auu iene  >  apparifee  fofpetto  >  viene  in  breue  fpatìo  %  ò  pec 
prudenza  de  i  particolari  totalmente  Copko  >  ò^  per  auttorità  del 
Magiftrato ,  in  tanto  daifopinione  de  gli  huomini  eftirpato  «  chef 
rimane  efiinto. 

Sono  fra  loro  le  riffe  più  graut  &  maggiorii  generatt  fempre  ^ 

fiderie^olo  di  feruire  al  Prìncipe»  &  di  giouare  al  publico»  afpi- 
rando  fcnza  inurrmifCone  a  Legationt»  &  a  Magiftrati  »  qon  perdo- 
nando paoonitguirlijò  eifinrdurli»  ad  okuna  fatica  quantunque 
grande  • 

Vn'oflfequio  oltre  à  ciò  verfo  i  più  antichi  »  vno  applaufa  gene* 
rale  verlo  i  migliori  ^  vna  (aiutare  emulatione  verfo  i,  più  grandi  %_ 
che  maggiormente  per  honefta  contentione  genera  vtilltà  &  dikc# 
to»  che  per  tumulto  ciuile  poflfa  caufare  fcandolo  ò  danno  • 

Le  elettioni  de  i  Migiftrati  cofi  debili  comeinAgni»  confiderate 
&  ventilate  in  modo»  che  di  rado  amitene  che  non  fieno  eletti  t 
migliori.  Ogni  contefa>ogm'comperentia  dapo  la  elettione,in  vno 
ìnfiaoterefta  talmente  feda  tacche  difficile  è  fuori  del  Concilb  i  di^ 
fcern/tr  nello  afpetco  il  vinto  dal  vincitore  • 

£^  quefta  ardente  &  infieroefruttuQfaambltbtte^Iontana  feoH 
pre  dairinfolentia  s  fondata  tutta  nella  manfuetudine  »  nafce  vno 
fiile  continouato  di  preghiere  fupplici  »  vna  larga  promiflfìone  per 
li  reciprochi  bifogni»  non  meno  afifcttuofa  che  facile ,  vna  fimolata 
cf  eduhtà  con  gli  auuerfarì  fleffi  de  fauori  da  loro  non  riceuucf ,  vnT 
apparente  cordialdoglienza»  non  oftantei  contrari;  offitij  delKe 
gratie  per  alcuni  non  ottenute,  vna  gioconda  &  viuacealtegrcaza 
ÌBiornolepetitiooi>ctiandiodai  meno  cori  confeguite»  8c  fittala- 
mente 


tT  VSI  DELLA  CITTA^  LIB.  X      455 

gtente  cofieff  firàni  cose  con  I  più  proplngui ,  cofi  con  gli  emoli ,' 
come  co  i  Mutorh  vna  general  concordia  ciuile^tanto  pari  a  gii  ho' 
nori quanto  alle  repulfe.che  maggiormente  è  degna  di  ammiratio* 
nepiù  che  facile  d'inutatione.  '  ' 

Non  fi  trouano  per  qucfto  i  più  eminenti  ò  più  efaltati  cittadini 
neirordinario  proceder  loro  *  odiofamente  difficili  ò  ingiuriofa- 
mente dannofi.eitendoperrabondanzadeicompetitoti ,  Se  perla 
brcuità  de  1  Magiffrati ,  affai  facili  ad  eflTer  delcni ,  6c  dalla  equa! 
dignità  del  Senato  col  Principe>&  dalla  fupremaSf  afTolutapoten- 
tladbl  General  G>nfiglio>  qualunque  eftraordinaria  licenza  rego» 
lata  !n  gùifa»  che  impofllbile  è  a  far  nella  Otti  cofa  grande  alTolu- 
tamentedannofaj  ò  per  mediocre  t  patir  gì  aue  penadell'auttorità 
malevrata. 

Per  la  fomma  prudenza  de  I  Legislatori ,  vengono  i  Magtftrati 
quantunque  grandi»  circa  le  cure  loro  in  maniera  commeffi&di- 
fpoili  »  che  eOendo  l'vna  potefti  dall'altra  temperata ,  6c  iniìemer 
tutte  riguardando  al  capo ,  dal  quale  parimente  difcendendo  vn' 
ordinario  interueoto di  preminente  gluftitìa  verfoi  membri*  con» 
ferendo  ogni  vno  di  neceffità  non  meno  il  fuo  fapere ,  che  il  fuo 
|k>tere  alla  falute  comune,in  quanto  alla  degnità  Aon  lì  par  difoto 
&  all'auttorità  non  dato  eccelso . 

Non  dubita  per  ne0un  tempo  età  coli  douane  corte  matura  ò 
▼ecchia.pttr  eh  ella  non  fi  renda  indegna ,  m  tanta  diuerfiti  di  Ma« 
gtfliiti,to  tata  copia  di  gradi  &  di  luoghi  illuftri  nella  città  &  faorì» 
chejmai  al  valore fia  negato  lo  honore:  abbondando  forfè  più  U 
ftepub.con  raro  efsempio  dì  Legationi  Se  Preture  da  Confi;rire.'che 
diioggrttiaik  volte»  per  loro  giudicati  habìlial  gouernare.  Di 
modo  che  effi  foli  pofsono  con  verirà  affermare  quel  volgato  Pro  < 
cerbio ,  che  dafcuno  è  qui  fabbro  della  fua  fbnuna .  Meno  ha  dà 
temere  chi  nafce  nobile  in  quella  patria ,  né  il  viucr  mendico  »  né  il 
morir  mifeto:  elseodo  gli  ftipendi  public! ,  Se  la  ricchezza  del  Do* 
rainb  tale,che  diuifa  per  neceffità  ad  ogni  huomo ,  ò  intelligente^ 
ò  buono»  pud  a  qualunque  ordinato  »  Se  bonorato  cittadino  »  com* 
modamcnte  fupplire . 

Al  cui  bifo|^  cautamente  pronidero  i  loro  maggiori ,  rego- 
lando nel  vluere,dc  nel  veftlre  per  quanto  è  capace  la  decentia  »  St 

Ff    4        J» 


454      DE  GLI  HABITI,:  COVSTMIr 

la  grandezza  divQ^  canta  Città  »  ogntIurso&  corrutela.  FelicV 
veramentei&  di  quelto  nome  degni  huomini nobili»  che  fcàcciato 
come  auuerfo  nemico  qual  (i  voglia  vfo  barbaro»  ne  riceuuto  ò  tn^ 
nouato  ftile  alcuno  $  ò  v  ano  >  ò  vario  »  fi  contengono  coftanti  dopò 
tanti  fecoli^ne  gli  ordini  Se  riti  patrij  •  Et  più  felici  ancora  »  poi  che 
foli  al  mondotin  luogo  non  meno  (lerile  che  difficilei  tranquilli,  & 
liberi  fi  lungamente  regnano ,  non  con  armi  proprie  ò  merce  narie» 
non  con  efterne  ò  ciuìli  violentie  »  ma  con  folo  aflSduoculto  di  fan* 
te  leggÌ3&  di  reIigione>mantengono  in  obedienza,  &  quiete»pochi 
inermi  &  togati,  per  fede  di  tanto  Imperio»  quefio  còsi  grande,  & 
quafi  impenetrabile  propugnacolo .  Ma  feliciflime  poi  hauenda 
ciafcuno  in  ogni  età»&  in  qualunque  mediocre  fortuna  natO)aper« 
ta  Tempre  vria  larga  &  magnifica  (trada  à  cofi  grande»  ciuile  »  &  ìì^ 
.  bera  amminiftratione^afsai  più  rara  &  più  cara  di  ciafcun*altra»  poi 
che  al  confeguire  i  maggiori  premij  &  titoli  »  riguardandofi  folo  al 
vero  fine  dello  honefio>ne  alia  virtù  nuoce  mai  pouertà»  ne  al  vitio 
puògiouar  ricchezza»  rimanendoper  vltimo  rifugio  a  qual  fia  fia^ 
ò  benemerito  di  loro  »  ò  preftante  intelletto  »  il  farfi  degno  delTere 
anco  intromeflb  a  participare di  tanto  illuftre  &  fingolar  beneficio* 
La  qualportà  fé  bene  a  pochi  »  Se  con  fomma  difficoltà  fi  vede  di 
raro  aprire  »  non  per  ciò  refta  alla  virt&  peregrina  perpetuamente 
chiufa.  cofi  dice  il  Seluago* 

Ci  fono tncdefimamente fra i  vari) piaceri» co quati fi eflf^rcita la  gioucntii » di«' 
ocrfi  nobili  »  &  henoratitratcenimcnti .  Pcrochc  s'è  gran  diletto  in  terra  ftnna^ 
uccellare  »  &  il  cacciare  >  non  è  punto  minore  l'andare  in  Valk  rccellaodo  ad  ani- 
piali  n)avini>ò  con  fcliioppo»òxon  arco  • 

Hanno  i  noftri  alcune  piccioliflime  barche»  chiamate  fifolare  »  per  Io  nome  del- 
l'vccetlo  detto  fifolo^neile  qnaH  ftanno  da  (ei>in  otto  feruitorì  vefhti  di  turchino»  à 
di  vcrde^òdi  colori  più  conformi  all'acqua  che  fi  può*  Et  auefti  rogando  pei  ogni 
rerfo^ò  doue  toro  è  comandat0>portano  il  padroue»  ilquile  folo  in  barca  »ò  corL« 
Io  fchioppoiò  coararco»  vi  feguitando  fìfomò  fnierghi»  ò  archaaze»ò  tali  altri  vc- 
celli  di  mille  maniere.  Et  togliendoli  di  mira  :  facendo  occhio»  &  giuditio>ò  lo  co- 
glie, ò  non  lo  cogHcndo  »  IVccelto  (\>auentato  per  lo  rimbombo  dcHìiria»  &  per  la 
mepito  ddPacqua  percola  dall'arco  >ò  dallo fchioppo»  fi  caccia  fotto»&  poco 
jQtaiìte  apparifce  fuori  col  capo  in  altra  parte  ».  onde  oifogna  che  Tvccellatore  vi  & 
volti  con  molta  deprezza . 

Vanno  i  quelli  piaceri  pili  barche  infieme  con  grofliilime  fpe(c  •  Et  ritornati 
cCn  la  preda  »  fi  mettono  per  fcgno  di  vittoria  gli  Smerghi  su  le  fineftre ,  inquella: 
gaifa  che  da  i  cacciatori  di  terra  fi^rma»fi  mettono  fopra  le  porte»le  tede  de  gli  Or« 
fi»  de  Cingiali»  &  de  i  Cerui»  ricenendo  colui  il  premio  dello  honore»  che  baoccifok 
maggior  quantità  d^rcceUi  gro/fi^Il  medefimo  piacere  guftano  d'altra  part^colo^ 


ET  VS\  DELjLA  CITTA^  LIB.  X.      455 

m  che  mimo  à  peficare  in  vaile .  Pcrcipche  ciTendo  le  valli  fotto  acqua  >  piene  per 
rÙpecto  dd  fondo  non  vguale>  di  pefci  circondati  da  i  graticci  >  che  diftmguono  ì 
Incubi  da  valle  i  va)le>  fé  ne  prende  gran  copia»  con  diuerfì  llromcnti  accomodati 
alla  qualiti  de  pefcij  &  in  qiiefte  valli  nel  tempo  del  Verno  (i  confumano  i  quindici 
giorni  interi  per  volta^con  gran  diletto  de  i  (ollazzieri .  Oltre  a  ciò  la  giouentù  fa 
nobiliffime  cacciagioni  in  terra  ferma .  Conciona  che  fui  Padouano  >  fui  Vicenti- 
nOfSc  in  altri  luoghi  &  fpetialmente  nell*Iftria>fono  campagne»  bofchi>  &  valli  ac- 
comodate grandemente  per  co(i  fatto  piacere  >  al  quale  paflano  da  Venetia  con  le 
barche  in  poche  hore  •  Ne  tempi  andati>la  giouentii  s'eflercitaua  nel  tiro  della  ba- 
leftra»  I>erciochc  era  ordinato  per  legge»  che  ogni  fefta,  cofi  nobili  come  altre 
l>erfone)anda(lero»  a  certa  hora  labilità  à  Lio .  Et  accioche  fi  poteffe  fare  agiata^ 
mente  >  diuerfe  barche  à  trenta  remi  per  barca  >  approdate  alle  riue  di  San  Marco 
per  ordiine  del  Comune»  leuauano  i  giouani>&  gli  conduceuano  al  detto  luogo>im- 
paraodo  in  va  tempo  medefimo  à  vogare»  &  i  tirar  d*arco>  per  effere  vtili  ne  bifo- 
gni  alla  guerra  •  Il  medefimo  giuoco  a  faceua  per  le  contraete  Tanno  i  j  1 8.  £t  per 
<jud?d&tto  medefimo  s'introduATero  le  Ragatte  >  cioè  il  corfo  delle  barche  al  pa^ 
lto>  in  queHa  guifache  fanno  icaualli in  terra  ferma  •  &  i  queflto  propofiro  fu  or-- 
clinato  del  1 3 1 5  •  che  fi  faceffe  ogn  i  anno  vna  ragatta  generale  il  di  di  San  Paolo  • 
S'vfarono  parimente  inanzi  che  fi  fabricaflero  ponti  di  pietra»  &che  fi  faleg^ia(^e- 
rolepiazxe>&Ieftrade»^e{^ercitiodelcaualcare•  Et  ancora  che  le  ftrade  foflfero 
ilrette  &  anelile  per  lo£to  della  Città  fatta  à  cafo  »  fi  hatieua  però  a^io  per  i  ca^ 
ualli:  perche  il  popolò  aUora  non  era  cofi  nnmerofo  ne  pieno:  &  eflfendlo  il  terreno 
per  tutto  femplice  &  fodo»fi  caualcaiu  commodamente  &  fenza  pericolo  alcuno  > 
coDciofia  che  i  ponti  di  légno  erano  ptani»&  ageuoli  da  paffare . 

ManónfipoteuaperòcaualcarpreflbàllaPiazzapublicad  certe  hore  :  perche 
concorrendo  le  eenti  perPordinario  alla  Piazza  »&  ipetialmente  nel  tempo  della^ 
mattina» che  fi  fanno  le  facende»  le  vie  che  sboccano  m  piazza»fono  femprò  pili  in- 
gombrate di  perfone  che  l'altre  •  Et  però  l'anno  1291  .fu  ftatuito  p:r  legge»  che 
chi  caualcatia>  elTendo  giunto  i  San  Saluadore  al  ficaio»  ch*era  nel  mezzo  dei  cam<- 
po>  non  poteffe  da  terza  indietro  venir  à  San  Marco  per  merceria  •  Et  per  fegno» 
che  in  Venetia  fi  caualcaffCjOltre  à  molte  altre  cofe  che  lo  dimoftrano  apertameli-^ 
te»  corre  ancora  i  i  Configtieri  il  falario  fotto  nome  della  muletta  9  fu  le  quaU  effi 
in  quel  tempo  andauano  2i  Palazzo  • 

,  Inoltre  fi  legge  che  la  Republica.manteneua  per  beUetza»  «ome  fua  cofa  appar- 
tata&  particolare  »  fei  bellifiimi  corfieri  i  fpefe  dehComune  •  Et  che  era  granfa- 
Qore>quando  la  Signoria  difpenfaua  che  folle  conceduto  »  che  alcuno  gli  caualcaf- 
fé .  Onde  à  quefto  propofito  auuenne  l'anno  1476.  che  hauendofi  fatto  acquifto  di 
Brefcia»  vi  fi  mandarono  per  riconofcerla»  Giorgio  Cornaro  »  &  Marco  Dandolo 
Senatori  principaliffimi  ai  quel  tempo»&  di  molta  reputatione .  Et  accioche»oltre 
alla  grandezza  loro»  comparìffero  anco  in  Brefcia  con  molta. piti  efiftimationesco* 
me  honorati  molto  dalla  Signoria  »  fu  propofto  >  che  fi  deffe  foro  i  fei  Caualli  del 
Comune . 

Ma  parendo  à  molti  che  ciò  fofTe  ò  troppo  fcgnalato  fauore  in  quei  due  perib- 
nagei  »  ò  pur  jperche  la  grandezza  loro  fenz'altro  fofTe  à  baflanza  »  la  deliberatione 
hebbe  molti  luf&agij  in  contrario  »  &  quefto  vfb  mancò  1  So.anni  fono  •  Si  troua^ 
che  il  Doge  Steno»che  viflè  Tanno  1400.  mantenne  flalla  di  caualli  »  la  più  bella»  & 

migliore  che  haucf^e  allora  qual  Priopipe  fi  voglia  in  Italia  • 

A.  V  '  Mol- 


455        DE  GLI  HABITl,  COST^Mlf 

Moitiplicaiido  poilc  perfone  :&  prouandofi  per  erperieoza»  che  la  barca  4Mt«^ 
caua  due  beni»  doà  poca  fpefi  rifpetto  i  caiialli»  & 

piouofi»  percioche  il  faago  era  grande  per  lo  terreno  fcopèrto^ft  fenza  mattonùt 
ricchi  fi  voltarono  a  queil*vfo>  di*craaUora  de  i  pkbeitdoè  d'andare  in  barca  :  Bt 
Ti  aggionfero  il  felzet&  cominciarono  a  far  i  ponti  alti  &  in  volto. 

£<undole di  tempo  in  cenipo  nooaa forma  >&fonieiidola di panra 
d^altre  coic  neccflane»  la  fecero  fottencnlre  in  luogo  di  caiULUo>cmamaiidol&  gon*> 
dola»  nome  amico  nsllc  fcricturet&  corrotto  dal  greco  » 

Percioche  ella  deriua»  ò  da  conculaK:h*é  il  diminutiuo  di  conca»  la  aaal  (^gotfict 
c^ni  force  di  Scorza  durcbdi  pefce»  come  jhoftrica  >  le  la  cappa»  che  fi  chiama  in  di^ 
iierfiiuoghÀGx3^igola»  onero  da  Kondylioa»  che  vuol  afre  arca  òcaflà.  Sedalla^ 
voce  concula»  s'è  detto  gondola  quafi  concilia  >  come  (e  ^ty^o  legno  fo(&  (petio 
d'oftnca»  adi  cappa  per  la  fua  durezza  di  fotto»  &  da  i  lati  >k  per  lo  coperchio  di 
fopra  9  che  è  il  felze  :  quafi  che  Io  huomo  nella  e<»idola  fia  iqael  buono  in  quello 
fcorzo»  che  èia  carne»&  il  buono  deiroltrica^nelta  fua  gongola  ò  cappa.  Et  fé  dalla 
voce  Kondylion»  mutatafi  la  K  in  G  &  la  Y  in  V»  fi  come  el'viò  de  Latini  »  s^  fbr« 
maro  Gondulion  >  detto  poi  volgarmente  Gondola  ^  dot  (corzo  doro»  ò  cap^^ 

C^efta  adunque  ficome  prìiou  fa  di  risparmio»  cofi  poi  dioentò  di  f 
fl^cauallo» à  coloro»  che  la  tengono  i  pofta  •  Condofia  cheè  toipoffibii  cofa  a  e 
dcre»quanto  vi  vada  ogni  anno  attomOf  di  concieri>&  d'altri  rìmri»  Oltreché 
nobili>ò>altri  che  voglia  apparire  honorato  %  fono  di  bifogno  due  fementi  per  bar^ 
cail'vnoda  poppaj&  Taltradi  mezzo  •. 

Da  indliaqua  cebo  la  materia  de  i  caualli»  Se  in  luogo  loro  sUntrodoflèro  tanee 
fpndole»  che  hoegi  fra  qjaelle  die  fonaal  feruitio  de  dobiU  %  &  delie  perfone  com* 
Biode>&  quelle  che  fianno  i  traghettilo  che  vanno  a  guadagno  oer  la  città»fono  9» 
ò.  lamib.  Et  venunencejcheè  cofa  da  non  poterfi  elplicare  qmSidofi  coniSdenL^ 
la  commoditi  fua  «^  Conciofia  che  ^li  è  pronto»  &  apparecchiato  per  tutto  »  in^ 
<^  i^iogo»&  per  tutte  le  qualità  di  perfone»  cofi  di  notte»  come  di  g^ 
MfEafÌMÌia»oltra  che  lo  huomo  (bmdouificuradaogtiioCkfiuàqttau  come  in  caia 
miaidJ^a»  ò  di:mna>ò  ragioni  in  andando  • 

l^uftateè^i  niaranigliofa ricreationeiflc  contento .  Perckiche nKdti»paflÌBiei 

cc9Btiafidòddicallo^ritiratifinelIa  gondolaconJa^famigliak»ro>  vannaa  cena  al* 

lalasMper]afoatÌQ(ofeaadelieEi^ne>.cercandaauia&frefc^  «. 

iWUquakucofhtfna  andando  attorno  ingoodoia»  concerti  di  oaufidìc»  di    * 

cercarli  petfollazzo».  Onde  paflj^giando  per  canal  grande  ».  dinerfc^ 

gondole»  con  donne  > & coualtri  trattemmeod  >  fipaflana  cxm. 

mirabilgufta»Jehore  rincrefceuoli  Sccalde  della,  notte  «^ 

Ma^beiliffimo-à  lo  fpettacola  di  quattro  ò  fei  mila^ 

goodoleinfieme  :  le  qualiaUora  fi.  ve^o-- 

no»  quMdo s'accoglie  qualche 

Prindpe  >  fi  come  fa 

allora  che;> 

d  venne  il  Rè  di  Francia* 


5T  va  OEaA  CHTTA  :UR  X      ^7 

A    D   D   I    T    I    O    N   £* 

^JafoUìme  Tncejjione  tnrdinatappoueudo  vna  lederà  diraggMgliadd  DoglioMhU  tuu 
EqmoMébMCoyehnefoiF'eBctìaiTrenei^GUfpMffi  t^     i$Z$.dofAlamorU 

Sifankattò  qi$efii  Vrem^i  da  i  Keffrì  lontanifimi  del  GiafiBme  »  &  firuewui  in  ta^ 
fu  dine  amU  dS/ma*  pèf  rmUr  ybtain^  al  Tapa  «0 119711^  df r*  Iwo  Ré»  e  à^  Cbr^iam 
4Uqu^facfi$c0mefèami^fi€ampi4£qMcrom!Uuttì^ 

der  anco  Fenetia:  dmu  ricenuticangrandiffimo  bonorf^  e  ci»  fnnó  di  multa  beneualem^ 
XA  dalla  UjtfmUica,  d(fà  le  fbipCMdti  e  tMahil  cefi»  che  efji  yid^ro  neUaCi^à^fà  dè^nr^ 
dùte  dd  Senato  fatta  fare  lapmfolenneproeeffione  i  ehe  fifaceffegiamai  neUa  Città  9  U 
éptaleper  effer  cofa  m^ttorandaM  yemo^  ^ndfine  del  prefente  libro  a^mgprUrnei 
modòafmtOtcbemièfiaudatadacolHi$cbr^dproprio0cchiùbaue^  vifii^UttutoU 
J^iprmeinfepnadiUtfera^^^  QnefH  iGi§^ 

7{icoÌa  Dogliotii  Tfotui^di  Fcnetia^molioben  conejmto  da  ogifmoperdlfiso  lualto  ra- 
Imre^nieflrau^ndkeompiofki&ni  di  fame  fne  opere  f  che  fi  veggono  i^  manidei 

pia  intendenti  Scrktoti  di  qnefli  nofiri  tónfi  zperà  banendomi  egli  fattogratia  delia  con 
piadimuttalUtterapPbò  nolnta  ^nìfott^ptrMantpare  ad  i^migens(0>  d^ogn^uno  •  Ella 
dmtunecoàeomineia^ 

ToicheUFS.nonbapMttoe^erprefenteaMaproceffionercheeùsi  [olennemente  $*Ì 
fattailffanmdiSanVietro%9.Ginpnbdtifneltannùi$9^.per  la  renntadei  Signori 
eiappcnefif  mi  ba  forfè  am  (ftefia  min  darle  diejpt  fnnkhe  raggnagUoiOeciocbe  queUo  » 
€he prefeneidmenttnonbaMntonedere%hne^^ almeno  per  mcT^ 
intelletto;  alqnale  iafcierò  ài  confiderare  quel  pifhche  io  non  de  ferina  %  emendo  la  cola  ùf 
T^ero^&pertapparatOp&perkricdKxj^uérperilnnmerodegUafl^nti^n^  pinper 
UbeUiffime  inmnùoni  »  impof^Hedaefier  fmoabnente ^nèin  fcrittnra  9  né  a bocc4 
tantnfenurata  • 

Le  dicoadnmfnefebe  effendoft  da  qnefio  lUnfiriffimo  Senato$per4a  nenntd  diéfuefii  Sir 
gmri  ardinatot  cbe  la  proceffionefioUtafarfi  Uginrno  delfappayitione  di  S.  Afarco»  che  fn 
a  iMneMyfo^tranfpartaud  Sabbafo^fefla  £  S.THetro(per  confa  di  cbe  hanetiano  an-- 
cofattù  l^ciar  le  tatdetàpanniy  die  perla  proceffion  det giorno  del  co^di  Cbrifio  erane^ 
fiate  pofle  fopra  perticbe  eminenti  d^intcrno  la  Tiax:3^9&  altrcue  >  doue  èfoiitodipa^Or 
vtyfn  il  dettogiamala  mattina  nnanti  t apparir  dei  sole  a  cosi  riempinto  d^ogni  intomo 
UTiazjfSL^ccnediVAas^^^ief&t^e'^iytettidelUcafe^cheera  nnfiupore  a 
yederiotchefneflimatoneramentetcbe  quel  popolo  eccedejjeia  fnmma  di  Sommila  fer^ 
fmér^cojpoè  me  diede  dafinpire  a  cadauno^ 

La.Cbiefnéi  SJdarco  era  parimente  da  offù  canioripiena  di  gente  in  mndn^  che  non 
fjif^BMamomr  il  paffo^  &  nifi  era  fatto  im  pakomuoPer  ticnmmri^  e^  agginnto  nn^m^ 
ganjtportaSileiacctoebeinfieme  conia  due  notabili  di  chiefaf&  gli  altri  f^omemimufi^ 
$aU  focaie  piàcilelNre  la  armonia^  doue  interuenneroiprimi  Canunfi^  Sonatoti»  cbe  fi 
riironinnmqmfie  parti. 

FenmtlaItùtftr^f$maSigìiùriafen7(gi  peròilSereniffim^Vremipe»  che  dallayecr- 
chietjui  impedito  fé  neflaua  ripofatamente  nel  fuo  Talaz.':^;  yenneui  anco  i  Sìguom 
fiinffonefiii&eoikfiàedeprmctptioalUJdeffa^cantntainqHm^         tmqnelUfo^ 

leu^ 


45^     Y>i£  OLI  KAsm,  costvmt; 

lenaitdf  che  fi  ricercai  che  ben  può  VS.  im^mpre.  Fimtafi  partirtmo  i  Signori  Giapm 
ponefh  &  per  megUè  godere  toMardtOf  là  mObitùdim  deìhgeitìt  &ie  co  fé  »  che  doue^ 
uano  rederfi  nelU  proceffione  9  fi  ritirarono  in  cafa  del  Clarifs.  Trocurator  TriuU  nel 
tne%p  deUa  Tià's^jdoue  aUefineftre  benifjimo  9  &  pompofamente  Mddobbate$  poumimo 
Tedere(come  fecero)  il  iÉUÉominmamente.^ 

Hor  volendoft  dar  principio  alla  procejjione  9  &  non  efjendo^  lefei  Scole  nu^giari  anc0. 
punte  s  par  fé  a  chi  fopraflaua  di  far  poffare  li  Renerendi  Vadri  di  tutu  UreUgionip  />- 
guiti  pei  da  Sacerdoti^  lafciando  in  ultimo  le  dette  SC0U9  chefogliono  effefe  le  prime.  £^ 
onde  ritrouandofi  ini  primieramente  li  Tadri  di  San  Sebafiiano^  effi  primi  fi  fecero  ve* 
dereproceffionalmente  da  gli  aflanti  con  fuoi  doppieri,  ftendardo  9  &  paramenti  beUif^ 
fimii  &  con  molte  reliquie  cheportauano  in  uaji  di  uetro9d*oro9  &  ^argento  nette  mani  t 
&  erano  effi  al  numero  di  quaranta . 

.  Seguirono  i  Crocicchieri  al  numero  di  50.  la  maggior  parte  ancor  effi  apparati  pàm^- 
pofamente9  fi  rideropoi  6y.  Tadri  de  SeruÌ9  indi  io.  Carmelitani  9  &  poi  ó^.diS.Ste^ 
fano9  tuttÌ9  ò  la  maggior  parte  apparati  come  difopra  i  &  con  reliquie  di  Santi  in  mano  .^ 

Vennero  fiéito  li  padri  di  San  Giouanniy  &  Taolo9  i  quali  tmitifi  con  la  Scola  del  San^ 
tiffìmo  Rofario,  haueuano  primieramente  dopò  i  lor  doppieri  dorati  »  &  il  fiendardo  (cfc* 
noi  chiamiamo  pennello)  ftn  palco  fatto  di  un  tauolato  {da  noi  detto  folèr)  portato  dabuO» 
Mni  robufliffin/if  foùra  il  quale  fi  vedeua  la  Ghmfa  Vergine  di  ^0  Rofarh  9  indi  wfat^, 
tro  di  argentarie  beutfftme9  &  dopò  uno  cori  uaSan  Dominico  9  rapprefentato  da  un  fan-- 
ciuUo  perfettiffimamente  con  il  fuoco  >  &  altri  miracoli  di  effo  benedetto  Santo.  Seguii 
uane  un'altro  carico  di  Santiffimc  Reliquie ,  indi  uno  con  Santa  CaterinaÀi  Siena,  uni 
poi  con  diuerfi  Santi  di  effa  religione9  &  un'altro  di  reliquie^  argentarie.  Si  yidefopra. 
tino  San  Tomafo ,  &  fopra  altri  diuerfi  che  rapprefentauano  li  Santi  9  che  del  lor  habità 
hanno  merimo  la  gloria  di  vita  etema .  Dietì'o  fi  videro  cinquanta  Frati  del  mede  fimo 
ordine9con  0aramenti^&  reliquie  parte,  &  parte  con  candele  accefe  nelle  mani ,  che  fa^ 
cenano  vn  bel  vedere . 

^uertendo  V.Sxhe  tra  cadauno  defopradetti  palcbi  vi  erdno  quattro  groffiffimi  tor^ 
ehi  accefi9  che faceuano  perciò  belliffimaf&  deuotiffima  mojira .  Vennero pofcia  i  Frati 
Minori  ingrandiffimo  numero  con  apparamene ,  argentarie ,  er  reliquie  jaati/fimc9  &" 
tra  (e  altre  fopra  un  palco  vi  furono  San  Fr ance fco  nel  mei^o ,  e  da  quattro  canti  S.&^na^ 
uentura9  Santo  Antonio  da  TadtmaySan  Bernardino9  &  Santa  Chiara  benifftmo  rappre^ 
fentati  dagiouani  vefHti  deWhabito  condecente  ,•  Vu* altro  poi  ui  era  carico  di  Calici ,  &^ 
altre  cofe  di  Sacrefliafil  tutto  difiniffimo  argento,alqualefegui  un'altro  con  fanciulli  che 
cantando  faceuano  muficafoautffima,  &gratiofa . 

Tra  loro  haueuano  iReuerendi  Tadri  Capucc  ini  al  numero  di  ^2. che  perla  fantitd 
della  tornita,  &  pe^ilcaminarcarìdiuotamente  apportarono  d  i  circonflanti  Telo  di 
grandiffima  religione. 

Si  viddero  poi  i  Tadri  di  Santa  Maria  di  Grafia  al  numero  di  1 2  .indi  140.  Zoccolaio 
tidiSan  Francefco,  34.  Giefuati,  20.MonachibianchidiSant^Helena,72.  diSauMi^ 
chele  yAj. di  San  Giorgio  Maggiore,  jy.  della  Carità  ,^38.  deUa  Madonna  delf Morto  ; 
tutthò  la  maggior  parte  ornati  pure  con  piutali ,  &  paramenti  d'oro ,  &  di  feta  digran- 
diffimo,  &  infinito  valor ciST  con  reliquie  fantijfme  in  mano-,  hauendo  cada/m  ordine  U 
fua  bellijfwm  infcgna  rapprefentante  la  effigie  del  Santo  protettore  del  lor  mmMero]^ 
diquà9  &  di  là  quattro  cmj  d'argento  belhjjimi  con  fopra  czndeU  accefe ,  che  accrefce^ 
nano  la  diuotione .  -^ 

• 

•  Fi  comparfen  dietro  iqHefli  te  n»He  Congresationde  Sacerdoti,  cioè  dì  Santa  J^atki 

Matet 


\ 


5T  rsi  DELLA  CITTA"  LIB.  X.     459 


Mater  tMHini^anta  Maria  Fortnofa^  San  Tolot  San  Cantiano  >  San  sUueJbro  >  SanLu^, 
Ctf  »  SOB  Salnatore»  Santo  Ermacora  j  &  Sani*  Angelo  ;  le  quali  per  effer  ad  un  certo  mo* 
do  fimilh  non  dirò  altro,  fé  non  che  erano  al  numero  di  dugento  >  e  aitattro  in  tutto  vefli- 
tix&  apparati  nobilmente  difeta,  &  ^oro,  con  reliquie  ciafcun  nelle  mani,  &  al  priìtci- 
pio  di  qualunque  Congregationefì  portaua  ilfuoftendardo  %  con  quattro  doppieri  d'argen* 
tc$feguendoUpoi  il  Generando  Coitolo  de'  Tretiy&'  Canonici  di  CafleUo^accompagnato 
dal  Seminario  della  Cittd,  &  effendo  tutti  beniffimo  apparati ,  &  con  fante  Reliquie  in 
mano  da  farflupir  chiunque  le  mirauano  • 

Qui  è  itauuertire  che  non  tutti  i  Sacerdoti  che  fono,  &  officiano  in  Venetia  ri  fi  trono* 
rimo  m  quefia  proceffione  1  ma  folamentegU  afcritti  nelle  none  Congregationi  predette  > 
ferciocne  fono  gli  altri  in  tanto  numero ,  che  a  pena  quel  giorno  intiero  (  paffando  effi)fi 
ijonrebbe  potuto  finire^  da  che  fi  può  r  edere  quanto  fi  honori  qui  tra  noi  il  culto  diuino,& 
Ja  fanta  CbiefaJ^auendo  tanti  miniflri^che  gli  infiftono  continuamente,  &  con  opti  forte 
diofficio,  &  diuotione .  Taffaie  tubiere fie  nel  modo,  che  fiè  detto,  fi  diede  princìpio  al 
pafifar  delle  fei  Scote  grandi,  effewbtta  prima  à  comparire  quella  di  San  Marco ,  la  quale 
dopò  gran  numero  di  doppieri  grandi ffimi  dorati  con  li  torchi  acce  fi  in  cima ,  &  dopò  il 
fienmrdo,  ò  Pennellò  beùfffimo  con  Chafìa  di  puro  argento ,  &  così  li  doppieri  che  ai  effo 
auantiy  &  da  dietro  andauano ,  cominciò  d  far  yedere  le  belliffime  rappr/fentationi  fo^ 
pra  à  palchi  con  arte  marauig^iofa  lauorati .  Doue  primieramente  ne  paffiròno^qumro 
di  Sante  Reliquie  tolti  nel  mejLO  da  gran  numero  digroffiffimi  torekhiccefi ,  il  qual  modo 
di  torchi  è  fiato  offeruato  da  tutte  le  Scole,  benché  con  diuerfo,ò  maggior  e, ò  minor  nmiiffm 
ro,  &  così  anco  tra  ognipalco  di  reliquieji  ridderò  ituoi  baldachini portati  dafeifra$el-^ 
U  difcola  con  lefuehafie  t argento^  effi  effendo  difoprarrs^  d*oro ,  e  di  f età  digroMiif* 
fimo  Inalare. 

.  Comparue  poifopra  tm  palco  vnagiouine  vefiita  nobile,&  ricchiffim^mente  congioie% 
perle,é!r  pietre  pretiofe^rojfìffime ,  &  di  gran  numero  raffrefentante  Fenetia ,  auaìfti 
la  quale  ft  yedeuano  fin  veftiti  da  fcola ,  quafi  che^fiero  ie4Ìlefìefei  Scole  maggiori  :  le 

Sualipareua  chegliaommialjero  bumiltnente  ciò  che  baueuano  da  fare  »  &  par  end  die 
a  effa  con  m  moto  in  lettere  grandi  che  fi  vedeuaglifoffeiifpofio  : 

Semate  prascepta . 

Eteraqu^opalcot&  così  i  fifpi€miinter:(ati  da  Mattropir amidi  Margent arie  por-^ 
tate  d  i  piedi  da  fratelli  di  Scola.  Vennero  dopò  altri  lei  palchi  rapprefentanti  cadauna  di 
€f$e  Scole,  dóuefi  -pedeua  il  fante,  ò  protettor  di  cadaune  in  forma  bumana ,  &  dauanti 
ginocchiati  i  fratelli  ài  Scola,  &  furono  quefti  la  Carità,  la  MiferieordUh  San  Gi<(uanni  > 
SoM^Marco ,  San  Rocco^  San  Theodoro  sfe^ià  a  quefto  mf  altro  con  la  conuer fiondi  San^ 
to  Antonio  fatta  per  San  Marco,  ilquale  fi  eome  in  a  ne  fio  fi  yedeuafedere^  aguifadi 
calzolaio  cucire  una  fcarpa ,  così  nel  feguepte  fi  yeaeua  prender  il  batte  fimo  di  m^mo  di 
S.Marco^  Dietro  fi  rapprefentò  la  morte  di  effo  Santo  Euanget^  • 
'  Indi  yna  barca  remata  da  un  pouero  pcfcatore  con  tre  ptrfone  in  quella;  per  dichiara- 
fiondi  che  mi  bifogna  pafsar  un  poco  più  auasnti ,  e  narrar  quello  >  cì?e  forfè  da  molti ,  & 
fpec^lmeiiteforefiierinonèfìa^borafaputo  «  E  dunque  da  f opere  chenel  i%/fl,.effendofi 
ne*  principij  auandoquefla  marauigliofa  città  cominfiaua  ad  accrefcere,  &  augumentar 
in  potentia,&  neia  Ftde  di  Chriflo  noftro  Signore,  fcopertofi  uno  horribile ,  &fpauentO' 
fa  procella  di  rentì  >  tempefte,  &  pioggie ,  &  con  tante  acque  che  incominciando  il  mar^ 
adaccrefcere^ttonfi  credeua  altro  chela  fine  delmido^erùcbe  ad  altro  non  fi  ricorfe  che 


4^0        DE  GLI  HABITf,  COSTVMTi 

édUaratimU;  parche  iwfotierQriixlnopefiatm'ciromp^  fimtil 

ponte  freffo  la pcfcaria di  S4m  Marco  ritirato  9  &  perla  fortuna  frcntento  >  <5r  di  moL^ 
yi^Ha,  vedefic  dfe  >enire  ungiQiumey  U  quéde  h  pregò ,  che  lo  S^ttaffe  fitto  a  S.Giorgm 
Maggiora  non  yokua  1/  btton  Vecchio  ciò  fare  »  tcm^o  abb^fJSfi  per  il  tempo  cattino^ 
ma  tanto  fu  perfuafo  dalgtouane  >  che  finalmente  condifcefe  al  [ho  iotere  i  &  con  gUmt^ 
À S.Gìorgioy  vide m^alirOyche addimandana efier imbarcatosncor lui $& efier  guidato 
Um  fiMetio^4:ì)e  ui  era  da  prima  fino  al  Lito . 

Bjfiutò  il  pc fiatare  l^offertaÀicendo^he  era  impoffibile  di  poter  ciò  fare^ma  taUfifrù-^ 
ito  te  effòrtationi  degli  due*  che  {fé  ben  cougran  tema  »  &  paura  di  morte)  gli  fpiu fé  com 
ia  barchetta  alla  riaa  del  Litoi  quiui  trouarouo  nn'altrogiouattei  il  quale  con  li  due  moti'- 
tatonella  barcaydifjero al  pe fcatore che fenx^ dubitar  punto pagaffe nelmar fuori delU 
due  caftelliy  &  tanto  di{j^eroy&*  fecero^be  fi  difpofe{tutto  die  d^ueffe  mor&e)difodisfur^ 
y,  &  cosìfpinfe  U  barchetta  a  q nella  uolta  %  di  dotte  yfcito  »  &  rimiraudofi  auanti  iridde 
yryi  natte  carica  di  DemomÀa  quaU(fer  quanto  fi  poteua  comprenderei  f^  doli*  effetti  fi 
comprefe  poi)era  canfata  quella  borrcnddiJima  procelia;  &  >idie  ancihche  Ù  trty^e  efr 
fo  hauena  nella  barca  faceuauo  con  le  maini  là  croce  verfo  di  quelli  >  &gli  tomandatumo 
in  yirtA  di  Dio  >.  che  fi  parti  fiero  f  <T  lafciaffero  il  mare  quietò  ^ 

Si  Biddle  in  quel  punto  il  pouerol^ecchio  in  gran  peìicoh^perche  yoleudo  i  Demoni  fot 
refiftem^ay  &  perdi  adoperando  tutte  le  lor  f>n^  y  faceuauo  per  le  onde  baltar  la  barr 
ehetta%  cìte  parena  hot  che  voUffefalir  al  Oelo^tr  bar  che  fé  nefeenieffe  nettabifìo;  ma 
yiuti  finalmente  datpoter  de*  tre  compagni  ^  fparirono  >  &  refiè  il  ntare  quietiamo  cm 

fran  Hupordeipefcatore,  itquale  voltata  pofcia  la  barchetta  ygetti  cadauno  de  i  trt  che 
auenaiueffaidéue lohaueua  lenito  y,& de fiderando  efjer e £dt ultmo  fiUsf atto  della 
fna  faticargli  fu  da  quello  porto  imoaneUoi&  dettogb  che  con  quello  feri  and^  dal  Se> 
teni/ì^oVreìicipti&  narraffegliilcaformeftramlogti&  lafciandogueffòaneIlo>  perche 
farebbe  pienamente  ooutentato  » 

Qbedì  il  Vecchio  y&'trouatafua  Serenità  con  altri  Ukftrig^mlSeuatori^^eJpofe  il 
t^^o  y&  perfegno  tìpcfrfe  taueth  •  Dache  conobbe  il  T>reucipe  x&  cosle&ó^bero  quei 
IllféJtrilfimiTaariy  che  quetih  che  prima  montò  ueUa  barchetta  y  &^che  ytOmo  diede  f- 
anellù  eraveramente  HghriofiffimoEuangelifla  San  Marco,  il  fecondo  San  Ghrgioy  eSr 
ìlten^ San  7{icoiò  protettori  >  & dife^fncidi quefla  Cittdychc  haueuano  miracolofa^ 
mente  liberato  quefia  Città  da^os)  em'mentepericolo  >  &  peri  accettato  fanello  »  &  he^ 
wtficmodpefiMortiiche^per  femfr^ricco^fidieieroa  rmgratUmeldtàtttt^bene-^ 
detti  Santi^ 

'Per  qkefto  adunque  fi  r'tddeQome  bòdmo)oortare  la  barchetta  cclpefcatemi&em$ 
itreSautiinquetta9alUquaUdietro>feg/uiuaUuaueco^diauoU^ebe4f^^ 
loro. firaui  atti  grand^fiuMk  fpaueutoM^uardanti^fi  viddepoiÀSerett^fimo'Preuc^  » 

tfcm 


ùJ^uuiSigmuriaaheapiedihauetumoUpefcMorecbeUparMahmelto^ 
tn  poi  un  palco  Gm  Sonatori  cbefacetmuo  ima  dokiffiuutarmonia;  CP-dopi  imacolouua^ 
dalla  quale  vfciuaun^braa^couUmanodiSManoxon  H  Doveytìr,  iettatuncbe  prò* 
fttatiinterratadorauauoy&queflpi.  Chenonfi  fapendopàaa  atomo  dauefiripofaffa 
efioSofMfmoCorpOytuttuche  fihatteffe  per  fepmOfCbefufjeueMabdlifi^ehiefaaL 
fiio  Santigimo  nome  dedicata^Or  fiamlo  oerciàitTrencipe  9  la  Signària  ó^catauuo^tr^ 
moratùme  9  fi  yiddè  miraeolofatuente  fuori  di  una  coloima  9  laquai^  i  dietro  Cjtìtar  ìè 
San  Giacopo  ^^douefià  bora  di  continuo  uualampada  accefa  a^urire  il  Santiffimobrae-^ 
oùhtuAendò  dimoiare  che  egli  in  queljbtogofi  rìpofauateSr  così  perquefta  cagione  ftéfà 
mdéjiettafcoU  quefiofudco^raffrelentaiteqp^lla  Santiffitna^pparittwte. 

Set^ 


BT  VSI  Omx/i  OITTA^  tlB,  X.      4<r« 

f  ^MfrMM  4  f iM^/b  fmatropakbigramlifiml  cmtkhi  dii^afU  fMitì,  &  attre  wrwn^ 
ri(^  di  gran  frei^porUii  dd  me  perfmi  Pmuo,  ^be  iinufira$umo  mUm  faka  9  &fuiùrii 
€hemeroiigrmaiffinu)9&  ecceffiuo  pefo  •  renner^  Mfiia  i  fréUeUi  di  effa  ScùU  al  ntt^ 
mero  di  ioo.cùn  le  tir  candele  aaccefe  m  manò^ehe  diedero Jine  al  pàSar  di  e  fa  ScoU^  Sé^ 
gMÌ  dopò  quefla  la  Scola  detta  MifericordiàUaqMale  dopò  infiniti  doppieri  dorati  parte^ 
partediargenti^maJficcijfUfnaditiOtai^fegnay&dnelUkhidiSani  cond^ 

dici  torchi  irandiflimi  interzati  per  cadauno  fece  uedere  otto  palchi  carichi  di  argentar 
riepreciQ{$isime%&  di  i^alor  ineflimabile^  dietro  loro  If  rapfrefentasiom,&  la  prima 
iebe  eompmrfe  fn  nnagiouane  fentaia  [opra  una  eminente  Sedia  con  altre  d'intorno  $  & 
fantiuUi  à  piedi  9  che  ci  dimenano  renetta  circondata  dalle  trirtà  »  publicata  da  quei 
fanciulli  che  infua  lode  cantando  faceuano  unafoauijfima  armonia .  Era  auefta  F'enetif 
riccbtfsimamente  'pefiita^  adomata  dimy  perle  g^ofjtfsimet  O"  pietre  J^infinitopreK^ 
^^ì^  haueuafopra  di  fé  tm  baldacchino  alatule  nuke  catene  d^orofdceuana  pjcrtotijma 
kèUifsimi  jeftonij  tfaom^ati  tutti  da  diuerfifili  di  feri  egroffi/firney  che  pendenti  afftifa 
éi fiacchi  1$  'ndemuiùiugrandiffimo  numero  %,&  di  tal  preóo ,  che  da  periti  fu  efwMpo 
^uefiopfucofoiamente  ecceder  per  ricchezza  oltre  il  >atot  H  yoa.  mila  ducati  ^  Gii  fe^ 
fftitaaictro  fofra  yifaltroyna  Girane  veJUta  ornatì/fimamente  9  drewd^  da  fette 

édiretcon  che  rapprefentattano  trifola  tfSrUesno  di  Candia  9  con  altre  tfole  fottopofled 
fttefto  lUufiriffimo  Donmtia . 

Sopra  Uff attro  yeniUMOpurdiuerfe  altrefofiem  per  a  Lombardia9  Marca  Triuipa^ 
mtb  Friuiifltiflria9  &  altre  Trouincie  di  terra  ferma  pur  fuddite  diauefti  Signori .  fi 
iriddefoi  una  heUufiouane  tanto  garbila  it  pompo  fornente  v^Uta^  che  diede  da  fiupire 
d€adaMno;era^ufi^fipfratapfrUSamaritéma9checonunyafod^argmto^  preth 
dendoineffotacmtacbeda  ttna  fonte  fcendente  da  wf  alt i} fimo  monte  ini  foauemente 
fcaturiua9Ctpreff>baueua  tioflro  Signor  Giesà  Chrifto9che  partua9chegli  diceffe  : 

Mulicr  da  mihi  bibeic* 

.  Ira  talmente  quefia  betta  o^a  accmumodata9chead  ogni  fito piacer  facetuella^ttm' 
rada  quellafoote le acÉiue  alla trauerfap  bagnando  con quejie  gjiiafiauttam  gjrandiffim9 
rif^^  marauiglia . 

ComparneropoiS.Tietro9eS*Taolo9cbenelme7^haueuanomaCittd  ^opralaquai 
teniuanolemani^onmottOiCbediceuai 

Fiet  vnum  ouile  >  &  vous  paftor  i 

'  Conche  fi  finirono  le  rapprefentationi  9&fegmrono  40.  fanciulli  T^Hti  da  ^49igèlii 
piedÌ9&  dietro  i  fratelli  in  grandiflìmonumer09&  con  belliffimo  ordine^ 

Commciò finita  quefta  arederfì  la  Scola  della  Cantdja^kéopò  40.  doppieri  dora^ 
tiy  &  altri  di  purijfimo  argento  con  gran  numero  di  oingeli  a  piedi  pompofamente  yefii-^ 
ti  9  fi  focena  potare  dieci  pàkìndi  Sante  t^liqme  cadauno  £oH  juo  baidaffhtmbeÙif'- 
pmo9  &  con  molti  torchi  acce  fi .  Et  è  dafapere  cheauafta  Scola  è  molto  pia  abondante  di 
qualfiyogUaaltradi  Sante  Reliquie  9  &  èdeuqtiffima  talmente  che  4UC0^  e ffi  Sincri 
Ciapponefi  fi  han  roluto  perciò  fare  defcriuer  tra  il  numero  de  gli  altri  fratelli  £  effa 
con  grandiffimo  contentò  loro. 
Vennero  piffcia  le  rapprefentationi  9  &  nel  primo  palco  fi  yidde  umgiouune  con  fan^ 
\  ciuUi 


.  ^5!t    t>B  6li  h abiti,  tostvmì 

tìùttiÀ  cant$  rapprefemante  la  Carità,  dietro  veniua  la  decoUt^ton  di  S.GiùUanni  Bàti^ 
ftaycon  la  perfida  Herodtaie^chepareuagiubik^e  haMefuhpwe  ottenmo  coH  meT^pdetU 
figUmla[imemofmabb<mineuoU. 

,  Era  ungiouane  nudoftefh  con  il  capo  nafcoftOiO'  il  collo  acconciato^  infarmùnato  in 
fitodOiChe  yerainente  pareua  un  bufto  decoUatOy  la  tejla  poififcorgena  itti  pi^ejfo  $  laqual 
tra  di  un* altro gióHaneC che  nafcofto  il  refto)  quella  porgeua  per  un  bucco  ;  &  erafangui-^ 
natayXlr  acconcia^  che  ben  pareua  effer  vero  quello  >  che  fintamente  ft  r^refentana  9  fi 
come  anco  far  tenute  per  vere  la  rapfrefentatiéne  de  palchi  fuffequenti  ;  percioche  nel 
projfimofi  yedeua  Sunto  ErafinOfCbe  alla  prefen^  del  Tiranno  era  fiato  aperto  >  &  dal 
corpo  gli  p  cauauano  le  budella  >  le  quali  erano  raccolte  Con  un  nafpo  da  due  Carnefici  à 
<iò  deputati  • 

Tlelfeguente  veniua  S.Efaia^  che  purprefente  il  Tiranno  era  da  due  fateìHti  fegati 
nel  mero.  Seguirono  a  quefio  i  tre  fanciulli  iptudipofti  in  una  gran  caidara  con  fuoco  oc- 
€tfo  éijott09<he  ben  pareua  che  fi  doueffero  abbrùggiare  y&  io  permea  nMi  che  riddi 
farliycredOfChefentifpnromoUopiùcahrediquettOfCbefihauerjtbbonoiHi  Si  vUUk 
poi  S.Giufiina  trafitta  coi  pt^nale . 

Seguì  un  palco  di  argenti grandiffimo  t  ^  dbpd  vn^altra^  ma  che  hatteua  con  li  argenti 
formata  una  belliffima  nane  con  uno  >  che  ri  r emana  dentro  ;  finì  poi  con  un'altro  par  ^- 
argenti^  con  j(5.  Sacerdoti  con  ornamenti  bellifftmi  >  &  S^mte  f^Uquie  in  mano  feguki 
da  fratelli  di  Scola  al  numero  di  ^o.tutti  con  candele  accefe.Compamefubito  dopò  que- 
fia  la  Scola  di  San  Ciouamii,  che  dopò  %^.dappieri  dorati  t&'U  fuo  ricchijfimé  pennelh 
con  maxJ^  »  &  cerij  dauanti  >e^da  dietro  di  fini/Jimo  argento  majficcio  »  jfece  'Mten 
m  palco  grand^tmodi  argentar ict  &  dopò  queftó  un* altro  confopra  il  Tempo  con  mo$^ 
^9Cbe  diceua: 

ConfiUo»  de  opera . 

Segujmm  molti  fratelli  di  ScoUt  à  piedi  carichi  di  argenti  >  che  aecommodatamenie 
fùHauànofopra  lejpalle.  f^enne  dopò  S.aóuannifopra  rn  palcotche  fcriueua  l'./fpàca-^ 
Mii  tr  dietro  i  quattro  Enangelifii  beniffimo  rapprefentati  congiouani  reftiti  nella  gut^ 
fa  laroy  &  il  primo  era  San  Mattheo  con  (angelo  à  i  piedi  »  il  Ubro  nella  mano  fianca  » 
&  la  penna  nella  mandiritta,  che  p^eua  9  chefcriuefie  >  &  haueua  vn  motto»  che  iice- 
uà  in  lettere  grandi  : 

laoanemterraiii.  < 

i  Jl fecondo  era  San  Marco  cqU  Leone  d  t  piedi,  il  libro  »  cSr  penna  in  mano  1  &  con  mot^ 
to: 

Exiiiit  fonus  eoram  # 

Il  terzfi  fu  San  Luca  col  Boutf  libro»  penna»  &  motto  »  che  diceua  : 

Et  io  finci  orbis  terrr  • 

Vrltimo  fu  San  Giouanni  con  l^ aquila»  libr,o  penna  »  &  motto  : 

Verba  corun  •  . 

.       Et 


CT  uà  DELLA  CnTTA^  LIB.  3t      ^^ 

Deo»&{>atrÌK. 

Sopra  m'aitra  «r«  ae^ommoiata  ma  ruotM  tftttigttaarìg  fki^iiitt  pre^f^o  >  che  «itf- 
tii^éàiuìiugitaMamumoweUaffi^ààx  fmk  ^ttedemoiMiytt  bau^Ma  Janutm 
€aiàilé  quMtnft^mUeWam».  LaVr*mmerMghòimiaxa4ifimtttrtfee<mttSie^ 
4i  efse  rtpieni.  VÉpate  tonmato  difptclìe,  ttm-eefii  di  grimo ,  et  eofe  a  luipertmènH.  V~ 
^utmmeirceiidaoU  tempie  di9Ìh^xm<<lki^Ui»ieietAkrifirMLUVtrKlbpoitm' 
ttTimUonelieftOifimMcapQ,  et  feaeilMafreddtdemteifc^tiimdoft^imfimotdte 
Md^apprefsoprJtroMOMa,  Siìrklderopoi^iiaaropatcbid'argttaarie^uaid^imitsmH 
VM  aaue  pur  fabricata  d'argenti  n»  una  ruotaihe  yHotifiimafigfratfOi  Etw^aUropO' 
jciamedefimamentei'arxetitarie^auuteUafommtÀ  haiieiuiaFama4onÌatrombari(~ 
•tomenti  mietramets/ticat  ttrchiaccefi 

mp-mn  a»  con  i».  torchi  pofufsimi,^ 

4ietropù 

locm  'aiiS.Sficeotctprìmafivìide- 

yo^njm  M,  con  il lor crocidìo  maram- 

gi^o^  à  >  if  emura  otto  yejim  da  demom 

con  tride.  t-cbe  Hederotcbe  dire  d  riguar- 

dantCSegnromt  U  r'appr^fentatiiHi  diuer/e,  etwgran  numero  i  che  fecero  fiuoir  ciafen* 
soi  doHefi  vidderoprima  Udamt  et  EuatflJerpeoMmtichiato  dOntomo  aW cuberò ,  che 
eratiafanciiilto^be  dal  m^oìM  già  bauena  forma  iiferpc,  et  fi  vedetuiebe  EMaboMett' 
dopr^odffomo^t  quello  tctùndoin  mano  *  ef^ortans .  4dam  i  gufiarac .  ^Abraam  dopò 
^M^fi  ridde  f<^a  un  pdcotche  volenafacr^aril  fiottato»  ma  era  impedito  iaiC^n- 
geiotche  ini  apparsa  gli  teniual  ntctetw^elo* 

tbe  lo  fueglioMa  per  darli  dpa  io  Oreb  >  plifiia 

Moisèt  al  tfoote  era  da  Dio  Jopt  viMano  dopòifi. 

angeli  à  piedi ,  et  Moiti  in  im  deua  pot  che  la- 

mentando per  la  fetegli  Heiì  -n  vaa  pietra  » 

dalia  quale jiaturì  acqna  perfe.  Mtot  deperto- 

teualapietra  ne  vfciaa  Cacqaa  Segmua  Ùami 

•yefiitorezalmentetcenarfaini  u,  Sìviddav 

poi  a'  piedi  molti  Mori  carichi  ti  moti  daU*  Ufi* 

giuA  Saba  4  Stdomone ,  la  qnaU  li  ditfi^  Bit  et 

cbeinfiemecondae  attretùoffi  riiijt,  doue  era- 

noperìepergroffc^^aajjaim^  ^cw^tiepie- 

neéipiatti^argentot  come  che   _  rifepoitonbet- 

liJfimarapprefmttuionelaf^ergineMariaginoeehionifopMc  anfcabeUot&'-utngelo,  the 
gii  onnmKiaMa  la  Incamatioaedelf^erbodininot  con  io  Spirito  fantonett-'ariat^  fomu 
dicamOdilfimacotombii:  Dopòi}He^iVafiorifopràunpalco,cbeneHaiorocapdmta  per 
'aMe^re^t^fmnanamh&ia^^ageloglifipra^aiiacantaHdOì 

Glorùin-cxcelfìsDcoi&interTapaxhoinmibusboflx  voluntatis. 

FàpUiportatoil'PTefepecoH  Maria,ilfiuieÌMBot  &"  Giofcf;  &  con  i  treMa^chcgfi 
tfferirono  itartheforidi  Orotlnce»fOi&'  Mirrai  &  dietro  àqnefio  San  Gionanni  che  bat- 
$egKma,  SiviédepoiUrorrediJlabei^tbeeftendoromataypareiiatbe'tiembrot^i^ 

Gg    ,       » 


<4<H     BE  OLI  HA&rrU  COSfVMit» 

mua  dietro  i'u4iiaritia^on  ferini  d^oro^chefi  portami  mfpaUa  9  &  dofAdmg/hikmicm 
grandiffimeftelle  nelle  manii&  mottOfCbedicena. 


Sapieos^kMniaabitor  afirat 

SegédopèifmftaUSpmmXA'iffefiim  kmengm  m 

gjma^c  ginocchiato^  fwdieonpretée^m  chtdicem: 

Soia  viftus  facere  accendere  Itominem  • 

IndilaP" amia  con jpecchiiier  biiancie  grandijjime  •  Dopò  che  fi'Pidde  il  Giudicio  iw- 
iterfaìe^  doue  eranoftro  Sonore  in  loco  eminente i&  che  come  dalla  patte  diritta  hauema 
fiorii  YofCi  eoa  dalla  ftntfbra  haueuaunapungentijjhnafpadaicon  quelli  promettendo  a 
pi  eletti  ogni  contente j&felicitd,t!r  con  quefta  a  damati  ogni  penna/Hr  angofciazal  6^ 
fop  redeuano  i  morti  vfcir  dalle  fepolturei&  fi  fentina(fenxA  reder  però^epitogram^ 
diffimo  di  trombe^  &  tamburi,  che  pofe  ntf  circonfianti grand  ffimo  terrore  •  SjS^fiua  ym 
Kezalefuonato  perfettamente  da  un  fanciullo;  nidi  San  Rocco,  coH  cane  appfrefpcon  bet^ 
l^na^ahiera  rapprefentato .  Erano  tutti  quefii  palchi  tramezzati  con altrigrand^mi 
carichi  t argento,  ET  con  piramidi,  che  erano  al  numero  1 60.  portate  da  fratelH  di  vettm 
Scola.  Siportaronopqi  trepalchi  di  reliquie,coifu9ibiddaccbini,fegttitida  ynnàSon»* 
tnero  di  ^ngeli,&ùHi  di  8oo.  fratelli  di  Scola  •  renne  ottimamente  queSa  dtSjrheo- 
doroUa  quale(cofa  eoe  mnfu  nelle  altre)baueuaattaccati  a*  doppieri  tre  piatti ^ar^to 
per  cadauno,  &  erano  ingian  numero  Jeguitidaun  palco  di  argentarle ,  die  artì^ciofa*^ 
mente  da  quattro  parti  gettaua  acqua  congran  marauigUa  di  ogni  yno,ettanto  pia  creb* 
Ini  la  marakiglia,  quanto  che  tC  piedi  lofeguiua  uno  con  una  fonte  xt argento  in  mano ,  che 
andana  fpargendo  fopra  ar^uardanti  acqua  refata  odorifera .  f^enne  poi  vn  palco  con  H 
giùdicio  di  Sakmone  fatto  del  fanciullo ,  ^  poi  fi  yiddein  rtfahro  la  Regina  Saba  da^ 

-uantiaSaiimione ,fegkitodax}.akrigrmd^micaricbid^arpntarie 9  ^di  coftdioro 
freciofiffimiicon  mottoa  cadauno  %  che  diceua  : 

Manera  RegtnseSabae  Satomonem  • 

Si  viddc poi  un  monte  minerale  con  verghe  (toro  jdr  d'argento  $n  grand^ma  copia» 
'Seguito  daunpalco,Hella  cima  del  quale  eminente  fi  uedeualafede  con  la  e  fóce  in  mamh 
'&  più  abbàio  i  fanti  mtflerii  di  quella .  Tonarono  poi  la  Madonna  in  pittura ,  &  forma 
Riccio/a  col  Bambino  in  braccio  m  una  nebbia  di  bianehiffimahapibace ,  &  fi  yedeua  Ut 
Sibilla  che  col  dito  la  dimoftraua  ad  Oitauiano,  predìcendoglTcbe  doueua  nafcer  altro 
mqggior  prencipe ,  &  Signore  diluì  •  H  rUdcùoiSan  Siluejiro  in  un  palco ,  che  daua  il 
fante  battefìmoa  Coftantmolmperatore,&nelfegueatcCoftatttino,cbe  difptnfaua  apo^ 
uerigjran  quantità  di  danari,con  bteue,che  diceua: 

* 

Qui  dat  eleeiDofiaom  pauperibus  beatus  cric . 

Et  erano  tutti  wefii  palchi  intram€;^ti  da  piramidi  d*argento  fortati  d^ffratelli^à 
Scola,&fegmtidagrannumerodr^ng^i^difitroaqualifi  yideportare  eminemiOima. 
la  celejie gloria  con  Giesù  Cbrifiojla  Beata  rergiue,&  i  Santi  Apofioli;  &  dofò  quefto  le' 
penne,&  crucciati  che  fi  danno  d  miferi  neWmJerno;  che  fi  come  baurua  que/le  rtempim^ 
tole  memi  de*  riguardanthd^^nfinéto  contento  «  così  aWborrendofpettacolo  di  ^HtfioM  ^ 

empi^ 


r 


E»  V5I  DELLA  CWCà:  ti»  X      ^^ 

ueMt^éofè  jtiefla  affare  h  ScoU  4i  Sj^ioamm  ée  J^striai^di  Hmum^&^ii  itàM  ba*K 

fiòr^eìMm^Ui^»fipHifi^mf»tafMo^mm^  veéfrnttii^diHr^é'cmijmK, 
eéWùri(9i9tìbh  i^^ilkém;4mi^fàt^^  M  fané  «Amm 

lamtmra.  Maper  nmeficrf$miT^mn$  c^nseftè  étm^in  loco  di  i[ueiS  diede  fnmipim» 

à  yederf$ilCleradéS.Man(h&  ^atemi^f^éttSeminstrkiihefegHiifmtQ^ricd^ 

èfece  flergénìoteke^  qn^ève  defpitridelfìfiiffefiwìSkìé^meeaU&eif^  peeMUdeMntì: 

inhi'mreHditC»ò*Q^lifMo€mmkicmiiif9Héi^ 

téftli(fuie^ira1e^UniSmtft^faiiÌ0d^^ 

dkhe  infitte  atke4&dHee&yi^fkc9mebò^hMifi^^  .  s^^ 

fMihmaiCàHOHfcieónMenfifftergjtwren^^ 
ipmia  atwtmeradiì6o.Senaim  cm  Moi^ffier  ItfttJbòigimù^È^te  ^p<^hdke%  fSTéU 
tri  ^mhafciatùri  de  Vnncipittencbe  fi  fefé  fii$eeUa  f^egkme  m  $empOteSìf^fuémap^m 
le  1 9. bare .  Q^^  è  fiato  Signorm^  terémei&alfarMtù  cmtxhe  fifeèmifum^  imieeeét 

Efoceffiene^deìferk^  dieoaUétirS.^benem 

òraccentato  UmiOrfmafimedi^iim^  effrinmil$mt9<mèmH0^ 

mente*  tanto  era  laeopia  dette  pepfime^^  éd^mimeetH  de  gl^apfoipafU  ìeaif§tmm€%,le* 
perleyte%Me,&'gfi  &rfi  eheJkrt^èubbià^Memà^oimiSie^  wégliMia  didncp^^ 

ti.  la  onde  fé  ben  fnefii  Siffn^OTapponefìl^atmofama  Rn  qnìdiponfi  eg!n  wam^lia.^ 
ti  di  cofa  che  hMinol^dmaf  i  yéitam^/M^edé^iif^thhiòfiìpotwiiW 
pertamienire9perebefecoAnonféffsi0piàtolUlipHdi 

fo9g2r  intelletto.  Et  perche  non  dendnofmpkfifhaaendó^fifftta  prima  entrauknmmfl^^ 
anefiamaraai^fa  Cktàfitér  detthumot  yM^dataytrfameaht fui  moie  tcmp^ 
bMtfabrichei^Takx.Òy^dopàqnefièe^é^ 

SaledeÌnBiér^^^Confi^de*me€hcosialwid  y^ferfeit^* 

arfhìikHreo0èhftne$eé^imes  iltrannnmerèdiChiefkf  tntte  aiomatect^  toim  art^ . 
tias&  ripiene  ai  tanti  corph^  rMqnàe  di  Santhiljsran  Configlio  net  tcmpo^keera  in  ef^ 
fo adunata  tutta  lanobwà  per  crear  ifnai  M^ifiratii&itflnpendo^rfmale^coslfamo^ 
Jonrlmondo..  • 

Hanno  viflopoiuna  tanta  ricche:^*  hanPotuto confidcrarenn  così  beih'^nrdùted^He^ ,.^ 
piMicay&  infine  m  così  gran  numero  d^lUufiriffimi  TadriÀal  cui  afpettofifcorgctcbe  è 
baftanteunfoldilorodigouernartunoil  Mondo^non  che  unaminimaparticella .  Et  però 
fi  deue  credere  in  loro  la  marauigUai&  io  per  me  la  tengo  ùer  certo  »  tanto  piA  ^tdnto  da 
lorOi£r  a  bocca  »  &  infcrittura  anco  ne  èjÌ(Uà  dato'fcgmh  hauendo  nel  pigliar  licem;a  da 
fna,  Serenità  dopò  motte  piurole  di  comflimeiMjiafciato  unafcrittura  netta  lor  lingua  per 
memoria  di  quefla  maraHigtiakro^la  quale  era  di  quefio  tenore  • 

Con  faiutoi&fduore  del  Signor  del  CietOfCbe  ha  cre^e  tutte  le  cofe,&  di  Giesà  Chri^ 
ftufuo  vnicofigUuolo%  Redentor  nofiro/^oi  Don  Manfio  nipote  del  Ri  di  Eicenga  ^mba^ 
fctator  del  Rè  Francefco  di  Bugno  Cingua  ;  D»  Michele  nipote  di  D^Trothafio  Rf  dt  Ari^ 
ma^  cugjino  di  DJtartolomeo  principe  di  Fomufa^ìer  ^mbafciatore  iiataurày  Don 

Gg    »       XOn- 


4ff(f       .DE  GU  HABlUi  COSTVMTi 

I  a  detti  Ki  >  &  àe'  ChrU 
iergU  U  debita  obedicM^, 
ìa  habbiamo  voluto  t^tiar 
ttmeado  fMerata  ftui^nt 
ttftt  tbt'  aaiUSeremfflms 

^N^«flfa  dell'amore  eh* 
EtlefJ).»^i(eMreprÀ 
w  ^«ntf /«^ts»  difioatifi. 
i  carne  £(W^iK« .  ^iU  ^ 
thiìKiiit&direaKJ.cm 
Kcommdo . 

wefeat^  ieUa  deppittiooc 
teael  fiiaàpiaa  e^aac~ 
^fknontfuMtiJe  mm  n^ 
gfimna  tra  qiieJteaimiimeraK  aUmufute  Oa  Oinerjt  caKimJiiiJìiKhéMarebefi^  Baro* 
mdiporuu*tìxferf^aggfù^  eMMiM^ro(maiaa»ùtameiite)divetUryatetfa  » 
fàJtene^aKtoii96.ricemM>&^fataddT»bUeobDMchcffkaiMaiitoiu>mogUe 
Mpre/aueDiKa^milmfe>»yen»eaf^eiieHaiOHefinmtMmbàéiea£eìB-ez^^ti& 
haavm  moUaiA  tptefiiSi^mHrit  i  funà  tna  (  «u/ti  ieffù  di  «noKMoJts^«  ,  mofirati  aia 
detta  Ducbegay  fecero f^re  mofotewml^mafe^nel  Pdfit^  deiprefeute  Dege  Grim^ 
Kt^mato^SanLMtthmMifitiiUyiiatcntenmi^eentaGeMiUome  »>ejl^ 
k^MaUetmaiktUpdbeBfideUaeifid^cpiae4ddobbatediqiiajaitdiitfi>ediaoìeco- 
sìpmdtx  cbt^nm»  jwì  >«am#aw>te  Ufiehikitiiniedetìe  U^^ehe  cmcejferoloro 


^mlUfiataiiMter  cMMtrer^coti  anate^oomeeaafmiiarot^ebemer^metae  nm  fi  pite- 
MsvederiiM^io.OadeUDmhtiptwfiòcompimmP>>P^Jodiifitt 
tìH%iaiegionttmeitti  »  hnptaierAÌneliimabiU%  quanta  perlabeUe^^&TteifnfiÀ 


4Hk€ntuimMtct{»cbe  dUifiMà  fommacmten$o^ 
■  L^àamodaparteaUre>emte>mebamiofa$tomebiC0'diaaìÌ^am»i^fi8jielf4e-' 
emmpoffMHhe  feceroUSommo'PoiUefktClemJ^IIl.dFemira»  tornei  iMaitntfifg/i 
didnimitohébMmo  ipoicbe  effendo  /tate  fatte  da  laro  priMOtamente  tdkaneo  le  acco- 


gfknX4difig0iSipiorifioouo^Maìeyeima(comefiJperam)p<xkpoeA^attS(thc^ 
ldaFerrartkAf^enetia\UiettoSiammo'Pmtefiee  — ''-  '■—^ 


tfiee  t.ium  fi  forese  maiget  eerto  tnmabt 
ìmgHa,  ebeoamo  hMMeffè  ma  mìmma  porte  dt  gli  bonorideUe  ofcogliemiifdegU  afpor 
tatit&deÙci^iùu  dimafiratiom  dei  dùuto»  rmcroiteià'  aSèttmatotmmitma  Tci^ 


^1^ 


HEEc; 


4^7 


DELLA  VENETI  A 

CITTA^  NOBILISSIMA 

Defcrirta  da 
M- FRANCESCO  SANSOVINÓ- 

Della  Grandezza,  e  Dignità  del  Ptencipe. 

HOna    ^  M  T  L  I  ^  T  ^,    ET     ^C.CKSSCiyTU 

DA    D.    GIVSTINIANO    MARTINIONI 
Prìoio  Prece  Ticoluo  di  SS.  ApoflaU. 


tlBRO    VNDECIMÓ. 

&0  R  A  fakndoicoredi  ma^iore  iniportanxa> poiché  Ramo  vfdti  da 
g  i  colhimi  della  Girti ,  &  venendo  alla  fua  prima  perfona  ch'è  quella., 
b  det  Doge,  dinamo, che  cfiendo augmnentatc  le  cofe  de  i  Longobardi 
\  in  Icalià,  i  Veneti,  che  per  lo  fpatio  di  37$.  anni  sperano  eouemati  a_. 

J^  ComiinefottoJaaira(ieiTribuni>pcnfaronodnuouafcrmidireg- 

gtmentoi  per  mantenerfì . 
Panie  adunque  di  continduar  nella  loro  incotnindara  Iiberci,rotto  rn  capo  elet- 
tOiSc  legato  da  loro  con  K^gi^con  titolo  di  Principato .  Perdie  (timauanoichc  non 
fofle  honeflóicbe  m  fòle  Jignoreggiafl'e  aflólutamenre  quei  foreftteri  >  che  hauen- 
éo  abbaadoaatc  k  «afe  loro  >  &  rìcirati  in  quefte  Ifole  per  oon  viuere  Cotto  U  to- 

Gg    %       Vivai 


4<fS        DELLA  grandezza; 

lontà  df vn  folo  >  trouaflcro  coli  doue  erano  r icorfi  per  falute  >  quella  fèruitù  fotto 
xweooS^nofei  yhf  efefawnwio^  Pcrcioehccra  cotmeneuote>  die  fi  come4>j^^|ttà 
fa  fCìbilita  c^n  confcnfo  di  diuerg  popoli  circonuicioi^co^i  aneo  f!  viueflfe  in^a»- 
riCr  csoé  (cnsa^^qore  alTolaco  •  ' 

,Si  fermò  adunque  nella  dieta  die  fi  bebbe  in  Heraclea  ;i  perfuafiotìe  di  Cbriftò- 
fero  PatqarcadiGradOjdi  cootinouare  in  Repub.  accioché  ogni  vno  foifc parte- 
opc  de  gli  HocloriiCh'crano  in  quel  conforeio  Aaci  ordinati  a  pqblico  bcticfkio .  Ec 
àccioche  6  come  tutti  inOmie  d'accordo  >  haueuano  cof^  moka  virtù  data  pdoo- 
pio  alla  loro  nuoua  città)  co(ì  anco  poteflèro  accrefcerla  >  &  farla  perpetua  con  la^ 
medefinu  vircùj  la  quale  per  i'ordinario#è  nuolto  più  efaltata  dall^Republichc»  ^ 
CiMiuinasize ,  che  da  qtial  fi  voglia  akro  gonerno  •  La  qual  cofa  veftne  loro  fatta^ 
ageuolniente»  concfoiia  cbe  habit'ando  ne)  maret  non  poteuano  coi  fàcilmente  of- 
l&e  oftefr  dar  Barbarico  da  gtiinnidiofi  di  tanto  nobil  principtO.  OìtrtTatìdcf^ 
fendo  collocati  in  parte  comune  ^  tutte  le  gentit  cb'é  il  mare  :  fondarono  vna  citti 
(ottopofta^tion  ad  altri  che  a  loro>che  ne  erano  i  facitori  :  onde  in  cpnfòqiienaa  ve« 
niuano  a  non  riconofcer  fignore  >  ó  legge  aleuta  >  fé  non  quelfa  ch'effi  medefimi  fé 
haueflero  impofta  a  fé  fteffi . 

Ordinato  per  tanto  il  gouemo  conforme  alla  qualità  delle  lor  cofe>  &  pofti  faldi 
fondamenti  a  vna  vera  &  ficura  liberti»  crearono  vn  capo  >  fotto  il  quale  >  ridotto 
iiaalmente  il  Dogato  a  R  ialto  intorno  a  gli  anni  di  Chrifto  807.0  pocf^  pià$  lafip ia^ 
ronosoperando  cofe  eccc)Ienti>vno  (lato  di  quella  imporraneaicbcil  montto  cono- 
fce  •  Fortificato  dalle  leggi  con  maraui^iofa  pradenza  >  fermato  fu  la  giuftitia»  & 
Itabilito  su  lafaldiiGfnaì:)afedenareligióne4>er  falueaaaf&  per  <|Oaier«atione  del* 
la  libertà>&  clello  honor  quafi  perduto  affatto  della  mifera  Italia . 

Piacque  per  tanto  alla  Republica  >  che  fi  come  il  capo  creato  da  loro  >  era  per  la 
fua  preminenza  il  più  degno^Sc  maggiore  huonlOf  che  hauefle  quel  corpo»  cofi  an- 
comoftralle  ntl  nointj  &  neU'appareoEa  efteriore»  forma  di  capo»  &  di  vero  Ptin« 
dpe^eato>nbn  ber  focceffione  di  heredicd»ò  per  violenza»  ma  per  ordine  di  leggi 
ciò  difponenti .  VoUonoper  tanto»  cheil  capo  loro  fofle  honorato  con  titolo  di 
Duca»o  Duce.  Percioebe  iti  que( tem|X)9Che  il  gcucrno  fti  eretto  in  Ducato  »  il  pre- 
detto titolo  era  preflb  d  i  Longobardi  in  moka  riputatione .  Conciofia  che  hauen-^ 
do  conftituito  diuerìì  Ducati  in  Italia^ion:ie  Principati  non  aflbiuti  »  ma  fottopofti 
immediatamente  al  Rè  loro  che  gli  etoggcuft>haiieuano  apportato  a  cotal  degnici 
fomma  grandezza,  di  maniera  che  a  gouernanti  per  nome  d'altri»  era  conceduto  il 
predetto  hono^ecofi  da  i  Longobardi  »  come-a^co  dai  Franchi»  Se  daJ  Greci  ch^ 
allora  haueuanoStdto  in  Italia  •  Onde i  Vened  a  fomfgliahza  lord  »  chiamarono  il 
nuouo  capo»Duca»ò  Duce  »  fecondo  1*  vfo  di  quei  tempi  ;  ne  quali  era  vn  Duca  nella 
Prouincia  delFrioUdomiBatadai  LQQg^bardÌ4i&  vn'akro  nelFlOfriarpofièduta  daK^ 
la  Corona  di  Francia.  Et  perche  in  quei  fecolii  notiti  mag^ori  chiamarono  Io 
Stato  Keggi^'oienco^  diedero  anca  al  Duce  titolodi  Rettore  »  m  quella  maniera  che 
IÌdàhoggiacok»o>,cbe  v^ono-allai  cura.  ddleCittdfottopofte  alla  Repu6kCorv- 
ciofiaiCheffa  il  D^g^nj^.  il  Rettore  in  foftanza  »  àgrandìAunaeonfonnità  in  molte 
cofe»in  tanto  che  ilDòge  è  ragioneuolmentc  detto  RettoreWk  il  Rettore  può  dirti 
neri  tornente  Ducr»iaqMBlla  parte  ch'elfo  gouerna  •  Percieche  fi  come  il  Rettone 
per  l'oreinario  porta|>er  dimodratione  deua  fua  preminenza  »  come  proprie  infe- 
gne»k>  Sten  dardcbla  Scudo»  kvStocco»  &  conduce  con  lui  il  CanceUicro»  ii  il  Caua- 
lìero  »  cosi  il  Doge  b^lo^ftendardo^che  gli  ficonfe^a  in  quel  giorno  9  che  è  fatta 

'Do- 


^ 


BT  DEC«ITA^  t>tl  PRINCffE  UB.  XI  ^sp 

tX)gé>Ìa  Studóf  che  neUà  mùhe  foa  per  fua  memoria  s'appende  in  &in  Marco  »  Io 
SUKCo,  che  gli  fi  porta  dauanci  in  certe  folcimiti,  due  Cancellieri  chiamati  Doca- 
K  &  rnferion>&  m  Caualiero>  ch'è<jaafiMaeftro  delle  ccreoioiiic  nelle  fue  andate 
Jn  trionfo .  In  qnefto  ftrfo  fono  diffemiti»  che  hrno  è  capo  pcrpetuòdel  tiitto»&  Ik 
altro  è  te  mperaneOf  0c  gonerna  vna  parte  fola  • 

Fu  medefimamence  4etto  Principe  >  perdoche  eflendo  primo ,  &  grandemente 
reuerito  y  Se  honoraco  da  tutti  »  rapprdenta  nella  maefta  Toa  con  tanti  oroamen*»' 
tf  ao^iliftati  per  tia  del  valore  p  vn  Principe  veramente  afla^totairaltmi  rifta  »  ma 
in  fatti  legato  dalle  leggi»  di  modo»  che  non  è  punto  diffidente  da  gli  altri  potti  iru 
adcmmagiftrato.  La  ijtialmaeAài&frandeKzafii  tanta  ne  tempi  andati  >cho 
^Befcritture'pnblicheera  chìamatoSignore»  fi  come  filrage  negli  ftromenti 
deUMnoibc^.ouefidice*  -  ^ 


L 


•  t 

EtlaCittid'Arberamio  ioiS.(iariue> 

pómmÙthMiSenlórimBroDmiyehftietfuml 

Et  Chio^ia  Tanno  io4p,  - 

Aut9  fféifentidm  Dunki  DMÙnk'à  Qo^mmo^  7>mis 

.'  fe^aan0IO75.SpaIa^:ro  fcriue, 

ytìiis  Ù'ùomkk*  Sititi»  ÙuciytmtUo*  ÙalmatU  éc 

ltnfm4i'Tmhofhedr9yO*SemtrcnoJlroi 

Ma  rannoi4Qa  fu  proueduto  per  kggeche  non  fi  vfafiè  più  cofi  fatta  paroliu  » 
odiofa  à  b^omtoi  di  liberi»  &  fu  ordinato»  che  in  parlando  non  gU  fipotcfle  dirc^ 
altro*  che  Meflìrc>ò  Mcficr  lo  Doge»  Et  l*anno  1485.  fu  vietato  aluoge  »  ch*efs9 
jDooppteilt  d^e  ad  akim  nobile  Magnifico  Meflcre»  tanto  dilettò  fempre  la  mode* 
ita  9  &  la  fcmf^tsl  naturale  congiunta  eoi dcfiderio  della  libertà»  a  noft^i  nug* 

A  qucfii  predetti  titoli  di  Principe  pieno  di  mólto  fplendore,  panie  a  gli  antichi 
di  aggiugner  gli  habiti  >  i  quali  accompagniando  l'altre  circonftanze  del  Doge  >  lo 
rendeffcro  veneittidot  aidegnp  ci^tlt così  iUuftre  corpot^  Cambia .  &  percio- 
chc  fu  antica  vfanza  ritrouata ,  ò  da  gli  Egitti; ,  ò  da  Frigi)  >  di  portar  per  fcgno  di 
tnagatìrànxa»alcnnaGofa  intefta  di  forma  acuta  &  piramidale:  fignificancK)  per- 
ciò»cbe  chi  regge  popoli»  dee  eifere>phì  de  gliakris  acu(o  d'ingegnoso  che  dee  con 
la  mente  indidaBBarnaldelo»  dal  quak  prouiene  ogni  ainiQ>OFnarono  il  Principo 
di  quella  berretta  ò  corno^ch'egli  lia  ai  pidGentc.^ 

Gg    4       Ci- 


470  DELLA  GRANDEZZA 


Dicono  i  LcgUti  in  quefta  matcrUf  che  Hnfi^t  de  i  Duchi  è  diianwtta  Pìleo»  ft 
è  circondiico  di  corona  rotondatnon  diritta  &  aiccndente  >  ma  in  fonna  di  fafda  ò 
benda  che  ricigne  attorno  il  Pileo  •  Di  maniera  che  fé  bene  i  Duchi  hanno  in  loro 
le  ragioni  de  iKè»  però  non  portano  la  corona  diritta  &  coi  rampini  comeiRè. 
Dicono  etiandio  >  dvs  non  fanno  Porìgine  di  quefta  inuentione  :  ma  che  forfè  po^ 
cfter  nata  dall'vfo  antico  de  Romani  rpercioche  i  feroi  ò  prigioni  prefi  da  i  Capi- 
tani detti  Duces  in  lingua  loro»  feguitandoli  in  trionfo  portauano  loro  dietro  il 
piteo^oome  riferifce  QuntiUano»  di  Terentio»  che  prefo  da  Scipione  Africaaoi  gli 
ponana  il  piko  in  trionfo . 

L*atteft a  anco  Luca  de  Peana  n^a  L.Murikguli  C  de  Mudtcgulis  lib.ii.  oode^ 
auuenne  poi  che  i  Duchi  ò  Capitani  >  prefero  nel  trionfo  in  vece  della  cotoa»  il  pi- 
ko. Òuero^che  dicono  effiscou  fatto  codume  del  pileo  è  introdotto  da  qucfto^che 
B  come  altre  volte  i  Flamini  ò  Sacerdoti  de  Gentilii  portauano  il  pileo  auafìcoroc 
Duchi  &  Paftori  frai  loro  tfopra  il  eguale  era  vna  picciola  (ordeUa  con  alquantodi 
Lana»come  dice  Alberico  nel  foo  dittionario  alta  pardta>Elamiuibcofi  <^1  cofto- 
me  reftò  prefso  i  noftrì  Duchi  &  Principi>in  fegno  di  degniti  &  di  preminenza  fra 
i  iecolarÌ9Ìi  come  erano  i  Flamini  nella  rpirituautd .  Nfa  m  qualunque  modo  li  Ha  9 
quella  del  Doge  fu  di  forma  dinerfa  in  diuerfi  tempi.  Conciofia  nel  prindpio  era 
acuto  >  &  rotoodo  in  quella  maniera  ch^^  il  Regno  del  Papa»  dcome  chhirameAte 
fi  vede  nelle  figure  di  Mofaico  t  fatte  nel  Tempio  di  San  Marco  >  più  di  $oo.  anni 
fono. 

Bernardo  G lufUniano  grauiflimo»  &  erudito  fcrìttore  nel  lib.  i  o.defla  Hiftorìa  > 
chiama  il  corno  >  Mitria  latta  in  forma  di  piramide  come  qu^Ue  de  i  Pontefici  >  8c 
ài  colore  di  porpora  òcrcnufino.  Si  ciede  anc^per  alami  y^hc  fofcefattoa  imìta- 
tione  de  i  Re  de  i  Partbi  >  i  quali  portauano  vu  corno  (kaiìc  a  queflo  fienaie  in  al- 
cune medaglie  di  bronzo»  R  conofcc  »  Nfa  io  ho  notato  nélTantiche  monete  de  no- 
ftri  Principiiche  l'ornamento  lorodel  capo»  hapiiitoAofomiglianzaj  come  dice  il 
Gin(liniano>di  Mitra  che  d*altro>in  fegno»cred'iio»ch'egti  fofS:  quafi  come  Principe 
che  partedpafTe  avn  certo  modo  del  ucra>  poi  che  dauala  benedittione  »  &  vfaua 
altre  cofe  tu»  come  dircRKvpidokre  »  ma  poi  con  gli  anniii^  venne  aniitarlo  m 
tra  figura  •  Conciofia  che  abbacandolo  dalla  parte  dinanai»  ic  eleuandolo  i  poco  à 
POCO  di  dietro  in  foi^a  piramidale»!!  ridufle  al  fegno»che  Rvcdc  tonte  qifcllo»  eh» 
e  tenuto  dMz  kggc  per  precipuo  fi^no dello  honor  Ducale .  Ilprimo»che  loaIte« 
jraiTe  fu  Rinieri  Zieno  l'anno  1x49^  perche  fidice<:he  vi  aggimfe  fopra  alla  fronte  » 

3na(i  i  (embianza  drcorona»  vafir^o  d'oro^  che  locirconda^percbe  allora  tutto 
corno  eradi  velluto  ro(fo« H  oual  tregiocampeggiandafukoflb»rende  moka  va^ 
ghezza  queirornamento.  Onaiefu  poi  ordinato»  che  il  Principe  nella  Aia  creitio*- 
ne»giunto  fui  patto  della  fcalagrandein  PaIazzo»rìceuefse  dal  ÒonfigliefopidgiQ^ 
uane  la  berretta  Ducale  accompagnando  Pattione».  con  qucfte  parole.  ^ 

Recipe  CwondmDiuàkm^  DmMuVènttUrmt . 

Dopò  il-Zepo»  Lorenzo  CeUU'anno  ^$64.  viaggiunfe  fopra  il  fr^io  dalla  part^ 
dinan2i>vna  Ctoce  d'oro  con  gemnie»acdoche  fuo  padre»  (1  inchinaife  a  fztìi  rìue- 
renza  »  non  come  à  ìm  chc^i  era  fìgliuolo^nu  come  alla  croce  di'^li  haueua  fui 
capo  jilqpakvfofie(tinfcin(iemeconhivita  del  Celfi»  > 

Fi- 


ET  DEÓNTTA^  del  PRIKCIPE  LIB.  Xf.  47  r 

^  f&alihcnte  Nicolò  Marcello  del  147J.  volle  che  fi£ice(reil  corno  tutto  d'oro. 
Mapèrcioche  quefto  ornamento  (ì chiama  hora  BerrectaJiora  ComOt  (i  dee  Tape-» 
itcn%liha<)uattronomifCÌoè>Corno>Corona>Gioia)&  Berretta  Ducale.  Corno«^ 
per  la  lomielianza  ch'egli  tiene  dalla  parte  di  dietro>alla  forma  del  como.Coronaf 
dal  fregio  aoroyche  lo  circonda.  La  qualcorona>(i  come  è  fegno  di  honore^Sc  dife- 
gna  plenitudine  di  grandezza»co(i  dee  efler  d*oro.Percioche  u  come  l'oro  è  più  pre- 
tK>fo«  pia  grauej  &  più  fplendente  di  tutti  gli  altri  metalli  >  cofì  il  Principe  e  tenuta 
d  f<x>ra(lalre  a  tutti  gli  aléri  per  graniti  di  coftumii  per  fplendor  di  vita»  &  per  pré^ 
tioutd^ger  cofi  dire^l'intellettoi  &  d*ing^o .  Gioia>ò  dalla  Ghirìanda  detta  da^ 
in<^  gioia  >  onero  dalle  gioie  delle  quali  è  ripiena  >  fecondo  l'ordine  delle  leggi  • 
Conciofia  che  la  corona  at  Principf)Oltre  alle  perle»  &  Taltre  ricchezze  >  della  qua<* 
k  debbe  efler  fornita»  ha  da  hauere»  1 1 .  forti  di  pietre  pretiofe»  (ignificatiue  di  1 2« 
-qualità  ò  virtù  che  debbono  eflfer  nel  Princi  pe  »  fi  come  ampiamente  fi  legge  ne^ 
i  Giurifconfulti .  &  Berretta  Ducale  »  perche  è  precipuo  fi^no  de  Dogi .  E  anca 
chiamata  Berretta  Ducale  quella  che  il  Doge  porta  Jn  priuato  •  La  quale  vfano  aur» 
co  i  Generali  da  mare>&  gli  Ambafciadori»  &  fi  chiama  a  tagliere .  Et  è  comune  a 
^tumiD^hi»  fi  come  per  le  medaglie  di  bronzo  di  diuerfi  huomini  famofineirar- 
BH  ne  tempi  paflati»  fi  può  vedere  • 

Q»efta  Corona  adunque»  Gioia»  ò  Berretta  Ducale  »  vollono  i  noftrì  antichi  che 
fobe  infegnadi  Principato»  nel  Doge.  Et  l'anno  i  nS.fermarono  per  legge»che  per 
de^ti  cfeUo  Sato  fi  facefle  vn  Como  di  valuta  di  1 5oo.ducati .  Ma  ne  tempi  no« 
firi  afcende  aOa  fomma  di  1 50.  mila  •  &  fi  ferbaiiel  Santuario  di  San  Marco  :  ne  fil 
.  -adopera  (e  non neflaCoronatione  del  Doge.  Fii  Similmente  Iranno  1 3  éy.inftituiixH 
che  il  Prìndpe  vfcendo  in  pubUco»  non  aodaflTé  mai  fenza  il  Conto»  fi  come  $*è  kwh 
preofseruato  • 

Sotto  alla  predettaCopna  ò  Berretta  »  jlAFedevna  fcnffia  bianca  di  fotcitifiimo 
renfo»ò  cambrskla  qn^e  i  Ddgl^hebberpltb  ant^quo  »  quafi  come  infegna  di  perfo- 
na  (aera  >  rapprefentandofi  con  queDa^»  vna  certa  memoria  del  fanto  dio  col  quale 
-s'vi^no  alami  Rè  Chriftiant»  non  altramente  che  fé  quefto  Prìncipe  fofee  vno  del 
corpo  loro  •  La  <|ual  faifiìa»okre  che  habbia  fembianza  di  quella  fafcia»  ch'era  gi4 
antica  corona  de  i  Rè»  spugne  an^o  moka  gratta  alla  cefta  fotto  al  Como»ilqua^ 
le  prende  per  qaella»mokopiufermczzanel  moripofo.  Oltre  à  ciò  il  Doge  tra* 
hendofi  il  Como  per  qual  u  veglia  cagione  »  rette  col  capo  velato»  &  non  del  tutto 
nudo»  &  sfornito  • 

La  fottanella  fotto  il  ricco  »  &  ffriendido  manto  :  ne  tempi  a  dietro  era  la  vette 
principale  »  &  nel prindpio.  fi  portaua  con  le  maniche  ftrette  &  col  collaro  alto  »  8c 
non  era  di  feta .  Ma  quando  fi  alterò  la  form^.del  Como»fi  murarono  anco  le  vefti- 
menta.  Et  fii  proueduto  per  legge  l'an.  i  j  j^^.che  andafse  con  piò  nobib  ornamenti 
che  fi  potefse  per  confoiacione  della  Citti  »  Se  per  auanti  Iranno  i^%9.  la  legge  in^ 
quefta  materia  dice  »  che  il  Doge  porti  nelle  più  folenm  fede  y  le  |^  fotenm  vede  « 
£t  che  lo  habito  fuo  fia  fenr>pre  di  feta»  dal  Venerdi  Santx>  in  fuori  »  cosi  iq  pubHco» 
come  in  priuato  :  &  di  color  cremifino  •  Ma  efsendo  venuto  à  Venetia  Papa  Alef « 
fandro Terso»  Tanno  1 1 76.  trouandofi  il  Prìncipe  infieme  col  Papa  ^con  llmpe* 
ratore  »  fo  flabilito  »  che  anco  e(so»  i  fomiglianza  del  Papa  6c  dell^Impèradore»  ve« 
ftifte  col  manto»largo»fpatiofo»dc  con  la  coda  ò  ftrafcico  per  tetra»  con  la  (òttanel^ 
la  fotto  al  manto.  Tntti  i  predetti  habiti  ò  prima»  ò  poi»  fi  coftunxarono  di  velluto 
rofabdgBanalrnuncnrer  .^ 

Ma 


47i  DELIA  GRANDEZZA 

MAC]^<Jucograii4ciBieoce  Hinpcri^ 
efii^ndo  por  kgg^  ftatuico  »  cbc  il  Principe  porrafl^  vua  rpbba  4'oro  j  Nicolò  Mar- 
cello Principe  01  molto  fpirico»  fa  il  Drimo  ehe  rautio  1473*  vkiflein  pubiico  vedi- 
lo ciHtO  d\>ra  coH  4i  Copra  coxoe  di  lotto  nl^ayendo  aoco  Tatto  d'^ro  rotnbrella^  » 
1  giMtKxali  j  &  ù  fede  che  precedono  al  Doge  in  trioafo  %  k  quai  tuo^  cole  prima^ 
ewiOACome  s'è  dcuo^i  cvcmiCmo  roflb.  Però  6  dee  notare»  che  miantonque  io  har 
biro  Ducgic  per  ordinario  (otk  ro0b>akQm  Principi  veftirono  d^al^ro  colore .  P^ 
ciocie  Lorenzo  CeUiDogc  S7.vcUirc4npi7e  di  bianco  per  diuocioneparticoltf^ 
ch'egli  pontua  alla  Madt^  di  Pip  « 

Micl>de  StecK)  Dog4  ^x.  riceM^ado  Tanno  140&  gli  OrfUori  di  Verona  coq.  Ic^ 
chiaui  di  queUaCictflUvoUee()erf«ftito  di  bianco.  r 

Andrea  Qritti  Doge  7^*  fu  il  primo  »  che  variaflfeì  colori  t  f  (fendo  il  pii^ecto 
prM^cipe  di  belUlfima  pre(enzai{^  molto  msigni&ciH  &  liberale  >  vefii  iempi:^  ticcai- 
menrc  >^  ne  giorni  folenni  della  Beata  Vergine  ^  coftumaua  d*efleiis  oniat;e  mtt0 
d'argento  .^  £ic  ne  g)i  aUri  tempi  fece  i  manu  coperti  di  vari!  bmori  &  m^m^kf^^ 
d^llimi-. 

Daindiin.qi4»i&oifocce(rorikfiitan^plo  in  q^apartCjilo  hann^digran^ 
Ipnga  auanzato  per  bellezza  &  ricchezza  di  drappi  d'oro»  &  d^argeQto»t&  di^a  4t 
cariati coV)ric£t  perciocbe>coo)e  &'è  dettojil manto  hi larga^iiv^acùdt  »  s^- 
gingm  il  Caudatado^d  quale  (ottenendo  lo  flrafcicavsu  le  bfacda>^  apposta:^ 
gr^ndezata^imaniera  che  quanto  al  vefiiro  ijd  fbprà  yfe  (i  vedeflfero  infiome  iM^ 
pa^*lmperatoic,&  il  D<^c  in  MaeÌU>(arebbc  a  vn  certo  Q}odoifìKia  a  difccme  w» 
qiMl  fo0e  fra  loro  la  di$^%nn4tìh  poinpa  del  Q^anto^>  &  fp^òabneme  fea  HVmr 
^ÌM  ii  rJbPpcratorc  ^Uqual  manco  ^i  non  porta  (e  non  ntjk  maggiori  ieftiuité 
dell'anno,  perciocbe  ne  gli  altri  tempi  adopera  la  vede  Ducale  CQnJemanicbe  hatr- 
ghfix  ic  eoa  la  coda  come  ilmanto  ^^ 

Diropi:aaLmantOxgliadonuilp<tto»&  kfpaltevn  banale  di nobiUffime»^^ 
biapchilume  p<lli  di  Axm;.'llini>detto  da  Bernardo  GiuAinianojMonileiqiatficooN^ 
caccna»  &  nominato  cofi  dalla  riatione  Bauacatbffe  inuentriccdelTo^*  liquaio 
p0ndeiKlO3ila<uoprc  disiami  &di.dii:trodoue  lo  buomo  fi  cigne^infi^no»  che  & 
come  a  pecco  del  Principe  è  riputato  muo  armario  ói  fcientia  per  ìckgffttklkqixis- 
U  egli  è  capox  &  eifecutore  (che  tale  è  ilfignificato  di  quella  pelle  ^in%M  ptcticor 
lar^attribuitadaglianticbi  àiDottori  >co(lancadebbe>«ncome  fa^Armettino  j. 
guardarti  da  tutte  ie  brutture  che  poteflero  contaminar  Io  honorem  la  candidesiBa. 
deiraoimo  fiio«  Il-qiial  £;auaro  ordinaJalegg)^  del  i  jzo^  che  il  Doge  lo  porti  alme- 
no died  volte  Tanno  ^ 

Ma  le  alze  coale  pianelle  ro(Iè»iadimoftrano  Caualiero  h  qnal  degniti  dK>- 
ualeria^Uhebbe  fino  da  primi  prindpij  della  Aia  creatione»  dagh  Imperatori  éi 
Coftan^ioopQltkdaquaMilDogefuinognirenipofaiiorico»  ultimato.  Et  però 
quandoPapa  Akflandro  pr^det^o  1  bonoro  il  21iani.  di  mokipriuiksi  i  gli  porfe  lo 
Sioccoiiimano  oome  aCaMabcroj  &di&n(brc  di  $antaCbicia>conlermando'l*an^ 
tka(uo  grado>,9c  cteandol^x  anco  dinuouQ  fuo  Caualiera .  Di  qui  è»  cbVjS^U  come 
Pinacipe^qrcaCpnid  >  U  CaualierÌ9.&  Poeti  ancora  16  come  fece  UDoge  Gr^mant 
0^  perii^  d'yii'Oratore  diCapo  d*litua^*e(;li  honorò*  di  coronadi  Lauro,  A 
quali  creaCiKvolmdofiquakbir  volta  dare  interapienczzai  il  Senato  con  Tauctoriti 
6ia  cona>n]e:aqqpUa,crcatione  co  Tufiragii  «  Ce  con  queièo  modo  furooo  creati  di- 
uerfi;  Caualicri.  Èra  quali  vn  fu  Giorgio  Cornaroj  che  edendoftato  cagaone^e  ì$^ 

Re- 


ET  DEGNITA^  Da  PRINCIPE  UB.  ».     4ri 

KegHuVedduaforcUaf  raccomandaffeaila  RcpnUicailR^^ó  di  Cipri»  Ai  |^ 
f^nodihonorificenzaadornacocon  quel  tìtolo  dal  Principe  &dal  Senato.  Col 
oiedefimo  modo  kt  facto  Canaliero  Antonio  Loredano»  che  maotemie  lungamea» 
te  Scutari  contra  II  Turco.  Et  i  dì  noftri  Giorgio  Contarini  C0ncedet  Zafl^ebbtt 
cotale  honore  ^  &  Onfrè  Gfulliniano  *  &  finalmente  Bartoloiiiec  CapeMo  fuocela 
dei  Gran  Duca  di  ToTcana  »  con  Vittorio  Tuo  figlinolo  furono  infignici  ài  cocai  d«* 
gnki  coti  nftefTa  maniera . 

Il  medefimo  s'offeruò  l'anno  141S.  allora  che  il  Senato  creò  Conte  1  Frateerco 
Carmigmiola  feo  Generale*  Pcrcioche  moftrando  coftui  mokaaffettione  alta  Re« 
publica  dalla  ouale  era  (lato  arricchito  di  molti  poderi  Se  caftcUa  1  per  grofla  foni* 
ma  d*entrata>hanendoeflarifiutato  ciò  che  Doffedeaa  in  Lombardia  u>ttoil  Dn-* 
ea  di  Milano»  &  rinuntiato  anco  il  titola  di  Cónte  r  (a  dad  Doge  Fofcari  (  fopr^iJ 
vn  pako  eminente  dinanzi  alia  Chief a  di  San  Marco  >  creato  Conte  conbe^ilime 
ceremoaie .  Il  medefìmo  fb  ancoofjmiato  pcó  volte  nelle  perfone  dc^Cone^di  Go^ 
ritià. 

LoStoc€OÌndorato>difegnaranttoritich^e^  tiene  della  predetta ^reatione^ 
Br  oltre  ai  dimdftrai:  ch*egli  é  capo  della  giuftitta»  r ^^ypcefenta  edandto  quella  fpa^ 
da  che  il  Papa  diede  in  maaaal  DogeZtani  yallora  che  andò  Generate  >  con  trenti 
fette  galee>contra  Tarmata  ài  Federigo  Imperatore.  Il  quale  Stocco  ndic  Aie  anda- 
te fdènni»  fi  porta  da  quel  nobile  che  debbe  di  breue  andare  in  r^gjmento  rSùnLt 
<;aminanclo  dopò  il  Principe»  £  la  prima  periòna  dalla  man  deAra . 

Ora  ordinati  quefli  coli  fatti  omanoenti  intorno  alla  perfona  ed  Prìncipe»  fi 
vcme  aHa  Aia  creatione»la  quale  auantècbe  foflb  ftabilkaipru  molto  varia.  Net  pHn^ 
dpfo  fttcreato  dai  popolo  i  voce»ouero  fottoda  altri»  fu  dal  popolocoofermatd  • 
Et  gli  fi  daòano  due  Tribuni»  i  quali  crcfciiiti  col  tempo  ai  nuocerò  di  (ei  fiipo»^ 
chiamati  Concitatori»  ft poi  Configticridel  Principe»  &  di  Venctia .  Et  (e  talWa 
fnon  efiendoancof  a  le  cole  ben  fermate  conteggi^  liebbe  ardire  di  vforparii  l^ant-» 
todtédtDnca  afibhicoHKHi'fi^icordandodi  efler  Dogec&RcpttW.  tMno  gaglimU 
pfeotìtri. 

Perche  quamunqite  f)  popok>  dk)pò  la  fna  creacìone  gii  hifóaflè^^ 
^onemo»per^roireniauaft  teneua  inente  dfiioéptt>gveii»dci»atide»ma^^ 
debito  Tuo»  lopurmia.  Perche  i^popoto^vqlcua^cheitrPrincipeio  riconofcefli^»  no» 
eorne  Prìneipe  aflòluto»  Se  patrone  d*eflb  popoto»  ma^omeeletco»  &  paMOdWétf 
Ini.  Et  però  autrenntf  che  Orfo  DogrTctao  eficndofir  portato  men«liebenefid6t^ 
giiertaco  Idblaniifii  tagliato  a  pezai  dal  popolo»^£d^naix>  con^liiiperia^fMtììiop^ 
pa  lentezza. 

'  Teodi2toftio>figKaoIe»8ifoocefrore».d}{egnandodk^farfi tirasi 
di  GaXa  accecato»^  fcacdato  del  ^ouerno .  GaUa  medefimo  Ateo  Vvmttpe»  eifeliv 
àoH  attaflFaro  in  vna  profendaientina  di  viti>  fopavitseme  aarccaco  »•&  mgmiÉM^ 
irtcBkK  Etemenico  MonegapioDc^eSdk)  ^non  fi  feniendo*^  tanta  dtgnick^  fey 
nom  à mstfefitìo^e  i  primari»  fii  efpulKv.  Et  Godannemie  a  mph»  altri  »  di^m^mi eraLa^ 
che  l£  ben  pareoa^eil  goiierno  quanto  altrammtnifivacionedipendeflè  dal  E>oge^ 
pei  che  egli  imieKiua  daie  i  figlinoli»  Sri  fratdlf  pvoprij  ^defoudipeipemi  ito  qWf* 
ihi^par ce&  in qiielta»che  fabricaua  il  Palazzo»  aria  Chi^^he mandana^dli Amba^ 
fciadori d  Prindpcoi  fno  praprio  danaro »che  crcaoa  i  0bMrr>ft<he  difponeiNft 
iJberamemedi'U)ioggia»diPoneia»8c^di  Peleftiiaa  ai^ftui  tolontsMfiMKi^pey6>9i^ 
gtioreatfoliitiK  Persie nonfifaccua-miUa fenaa tatf^fo^di gndiMagittteitttft dio 

hoggi 


/ 


474        DELLA  GRANDE22 A, 

lio^i  fi  chiama  Qgarantia  Criinttialc  t  la  quale  allora  era  quel  corpo  di  Configlio  i 
che  iDlteme  col  Doge  reggeua  lo  Staco>&  li  chiamaua  la  Si^noriaioode  perciò  i  tre 
Capi  dcUa  Quarantia  Criminale»  C^ono  in  Collegio  >  8c  ib  luogo  loro  nella  Qua- 
rantia  iranno  tre  Configlieri»  per  rimembranza  delrantico  gouenio .  Et  quantun- 
que il  Principe^Qglicfle  per  compagno  nel/amminiih'acione  j  il  figliuolo»  il  tVatcU 
lo»ò  il  nipote»non^  era  per  queiio  pcrm^  tìo  come  a  huomo  aflòluio  »  ma  era  ne- 
ccflariosche  la  fua  ckctione  foflè  approuata  dairvniuerfale .  £c  ancora  ^he  s'appa^ 
rentaflfeco  Principi  foreftieri  >  percioche  Giouanni  Participatio  htbbe  per  donna 
9na  nipote dell'Ioiperadore di Coiiantinopoli»  Pietro.  Candiano  la  Valdrada  fi- 
gliuola del  Conte  Guido  della  Romagna»(>ctone  Orfeoloila  figliuola  del  kè  d'On- 
gaha»  Ordclafib  Faliero»  la  Matilde  di  fangue  reale  >  Domenico  Seluo  la  Torcila  di 
Michele  Comnenolmperador della  Greaa»  Pietro  Ziani  la  Codanza  figliuola  di 
Tancredi  Rè  di  Sicilia  >  &  I  orenzo  Thiepolo  rna  Signora  della  Dalmatia  »  non  per 
quello  era  altroché  ]>>ge»&  dipendente  dal  Con)une»che  gouemaua .  Et  perciò  le 
predette  materie  furono  regolate  da  cinque  huomini  chiamati  Correttori  »  intro- 
dotti dalla  Repub.  in  quello  (patio  di  tempo  >  che  corre  fì-a  la  morte  del  Dpge  »  Se 
^apparecchio  delle  Tue  funerali  •  Accioch .  legalièro  le  mani  al  futuro  Principerle- 
uandoli  i  poco  i  poco  l'auttorita  di  quelle  cole  che  fi  conofceua  per  efperienx^  > 
che  non  tpmauano  punto  in  acconcio  della  publica  liberta.  Et  però  l*anno  1004.  fi 
prohibi  per  legge>che  Doge  non  potei  fé  far  Doge  >  &  l*anao  i  ijp.che  non  potefie 
cflere  akro>che  nobilei&  del  Configlio>&  Tanno  1327.  che  non  fi  maritale  in  fore* 
Itieri  fatti  Veneti  per  priuilegio .  Et  l'anno  1383.  che  non  prendefse  donna  figlia  ò 
ibrella>  ò  congiunta  di  Principi  Tenta  licenza  de^  Gran  Configlio.  EtTanno  1385* 
^he  non  defl'e  ne  riceuefle j  feudi  di  qual  fi  vc^Uà  manierai  le  quali  tutte  leggi  con^ 
altre  apprefsoi  furono  poi  riconfermate  più  volte  con  nuoue  leggi . 

La  predetta  creatione  adunque  fatta  dal  fopolo  >  continouò  fino  alfanno  1 172, 
od  quale  s'ordinò  laibrma  infinafcritu  •  Vedendo  i  Configlierhgli  Auogadorif&  i 
Capi  di  Qyarantaicfae  nel  popolo  non  era  fé  non  confufione»  &  tumulto»  &  che  era 
ben  fatto  m  cofi  fiitu  occafioncidi  fuggire  ogni  romore»&  ditturbo>deliberarono> 
che  dodid  perfone  qualificate  &  d^ne»  fofsero  elene  del  corpo  di  tutti  gli  altri.  Et 
che  cofioro  apprefentatifi  alla  Signoria»  giurafsero  (antamentcìdi  non  mancar  del 
debito  loro.  Il  che  fatto»ridotti  gli  eletti  m  ma  f tanza  fecreu»efaminando  fra  loco 
quale  huomo  fofse  habile  a  tanto  grado»  &  nominando  hora  vno  »  &  bora  vn'altro 
foggetto»  dauano  i  loro  yeti  ò  fuflnragij  »  &  colui  reflaua  Principe  che  rifcoteua  al- 
meno none  balle  *  &  con  quell'ordine  fu  fatto  la  prima  volu  Seballiano  Ziani  Do- 
ge38. 

<  Ma  l*anno  1 178.  non  fi  fodisfacendo  i  Configf  ieri  interamente  del  detto  modo 
per  molti  rifpecttyfu  fiat uito  »che  efli  infieme  co  Capi  di  Quaranta»eleggeflero  co  i 
iuffiragij»  quattro  huomini  principali  »  i  quali  facefsero  eletta  di  quaranta  altri  a^ 
dicci  per  vno»&  queftì  ridotti  infieme»fecondo  l'vfo  de  i  dodeci  palsati»creaf$ero  il 
IX)ge  •  &  cofi  1  primi  Qmranta  rinchiufi  d  x  5 .  di  Aprile  Tanno  1178.  fecero  alli  15^. 
del  detto  mefe»Orio  Maftropetro  •  Ma  in  procefso  di  tempo»  il  numero  de  i  qua- 
ranta apportò  Quakhe  diftcultà .  Perche  auucnne(bauendo  Pietro  Ziani  rinuntia- 
ta  la  Signoria)cne  i  Qnaranta»adunati  per  fare  in  luogodi  Pietro»  &  efsendo  gran- 
difiima  compctentia  fra  Rinieri  Dandolo  »  che  fu  figliuolo  del  Doge  Henrico  »  & 
lacomo  Thiepolo»  &  haucndo  ogni  vno  di  loro  io.  fufiVagij  fermi  »  &  non  potendo 
-. . —  ^  ^jn u  pjjj.  ^  ^^  j^j^  fletterò  chittfi  dal  primo  giorao  di  Marzo 

fino 


ET  DEGNTTAVDiL  PRINCIPE  LIR  XI.  ir^f 

liQoalU  fei  del  focate  Maggio  >  oongran  fcommodo  $  &  arpectatume  della  Ck-* 
ci* 

AUaiine  per  romper^oofi  fatta  diirezxa>(i  introdufletcon  eflempio  non  più  fatto» 
tie  molto  loaatO)Che  fi  gettò  per  force^chi  di  loro  doueile  riunire  à  Prìncipe  :  &  e(- 
foìdo  caduta  la  forte  fopra  il  Thicpoia>panle  che  fb(fe  veduto  mal  Yolentieri.  On*  ' 
de  andato  dopò  helettione  vivificare  il  Ziani^fiidirprezzato  dalui»  come  Dogo 
creato>nctii  per  beneiimito  >  ma  per  benefitio  della  fortuna  • 

Per  leuar  adunquejdcL  tutto  cofi  fitti  accidentÌ3l*afino  i249.fi  aggiunfe4  pcedet- 
ti  Quaranta» vn^trayoce»fi  che  in  tutto  furono  Quaranta  vno.  L'anno  poi  ì  266.  fi 
»<minò  la  on^ricbédd  i>ige .  la  qi^  come  pia  cocete 
tempi  noftri  Ne  quaK  s'è  aggiuftto^che  i  C^arantauoo  eletti  da  gli  Vndid  »  fono  i 
vno a  vno approuaci co  (vmSigijiéal  Gran  Conf^Iio  ^  Et  ancora  che  cotal  formai 
di  creare  il  IX^efia  nota  ad  ogni  vno  >  ho  voluto  però  trattarla  in  quello  luogo 
per  più  chiara  intelligenza  di  cokMtMfae  bugeranno  le  €oCe  prefenti . 

Fatceadtti^e  Pe&piie  dd  Prindpejfi  riduce  infieme  il  gnu  ConfigU 
ie^  in  quello  cafOf  non  può  entrar  gentilhuonM»  che  habbianKuodjaanni.  lui 
nMk  m  vaouMietlodi  rame  coperto»  tante  balle  bianche  >  quanti  fono  i  nobilijche, 
fi  tcouano  in  Con^tio»  fi  mefcolano  con  le  dette  trenta  balle  d'oro*  Chiamati  poi 
timiordinatamente  $  ogni  vno  caua  vna  balla  $  &  coloro  i  quali  tocca  per  forte  di 
trarla^d'oroiche  fono  trenta»  fono  condotti  in  vn'altra  Sala  vicina.  Quiui  da  capo  A 
poi^ono  in  vii  cam>elk>  trenta  altre  baUe  bianche  »  fecondo  i^ 
rimafti»  8c  fra  quefte  fi  mefcolano  p.  d*oro  »  8c  i  trenta  trahendole  i  forte»  cokxoi 
quali  toccano  le  ^«  eleggono  quaranu  «  I  quaranta  col  modo  medefimo  cingono 
dodici  del  corpo  loro»!  quali  tanno  vinticinque.  Et  deUi  vintidnque  fitraggooq 
iioue  »  i  quaU  uuino  quarantacinque  »&  queiu  chiaoaati  alla  forte  tragga 
^  Vodici»  i  quali  creano  i  QMranu  voo»che  partoriflspno  il  Doge  0 

In  qMfip  mezio»  che  fi  elragono  le  predette  perfone(il<b.c  fi  fuol  fare  al  più  nel 

rmise  di  due  giorni  )iConnglieri  coi  Capi  di  Quaranta  Criminali  »  per  legger 
dwanno  xiSp^fimno  refidcnsa  in  Palazzo  »  &  fpefati  di  qudfentiateche  fi  daiiano 
al  Principe  viao»rapprefeneanocome  in  lucidi  Dc^»tutto  il  gouemo»  eiibndo 
itt  tanto  ferrato  quaft  ogni  ahro  <^dD  di  giurifditd 

l^èrì»perl^edelFamioi^5tf.ne^attidella  fcrittiiras'intitolaua  Luogote* 
nente  del  D(^e»  che  poi  fu  chiamato  Vicedoge«  Et  nella  data  deSe  lettere  »chè  {$ 
fjRRiuonoaU'hora^  cosi  per  la  Caiìcellarìa  di  Sopra»  come  per  r^^  fidici^»: 

Su^  SigiBt  Sdncti  Marti,  ^  kfiffiU  talis,  ^  tx  AUkris 
Cwfiliarif* 

e 

Et  le  kttere  fi  £uuìo  m  ferma  di  Breue  r&  nofifi  figiOano  col  pjoflibo»  perche^ 
morto  il  D<^»  fi  fpezza  il  fuo  Sigillo  :nia£  bollano  in  Ceni  »€on)e  fi  filaRonuu» 
i  firem  »  &  le  predettclettere  fi  (criuono  in  carta  pecora  loueficia»  e  rafata  • 

Ora  i  Quaranta  vno  eletd»&  confennati  dal  Gran  Configlio»  fi  ferrano  in  Paìsofr 
so  »  coUocandofi  fra  il  Collegfo  >l'Anti€ollcgio  »  &  te  Sala  dd 
Are  8ck  porte  ben  chiufe>accio€Ìie  non  pofflbo  vedere  akri>ne  eflieflèr  daaltri 
rediid* 

.  Coixiofiacheawi6i)KalDi€it>ke^chendoaiiii^ 

fi» 


47^        DELLA  GRANDEZZA  ^ 

fri  larottcftaiicb  alle  fioefti^ipirf^ 

nato  il  Sanro>che  pafTaua per  vuuperche  inconcanente  trattifi  dcncroi  &  di^ti  i  (uff 

fit^i  per  lui  lo  crearotio  Doge .  £c  ae  (empi  cM  Cd& 

eghiChc  era  allora  Capitanò  dd  GoIRk  baueua  data  Ttia  rotta  notabile^  Qknoue» 

&ì  Qiaranca  rn  o  >  fui  caldo  di  c{QeUaaltegFecB^  gfi  diedero  il  Principato  >  &  noa^ 

inolcodopàgiunferauiiiro  »  che  il  QdR  era  ftafio  roteo  da^  i  Getioutfi  •  Acciochc^ 

adunque  non  fi^iflero  per  l*aitiiemce  di  Coft  &cc»accsdeatt»  ikche  f  el6ttkKi&  6  f*^ 

ce&detcaA'8cadtutt0(mcera&iavupaifiaQttf>&  Q^tfraotti^  v»  hnzti 

Con  ogm  Grettezza  «  .; 

Fra  quefti»  tre  di  loro  pM  de^ni  per  aoatt  Se  per  auttwitiitMiprìmo  àitrar  lìcffier 
fljmze  loro  »  fono  ordinaci  Capi  &  Priori  di  catti  gli  attrì  s  i  ^naU  poftifi  in .  ìxtofp 
pili  rigiiardecu>le>  tocco  il  refto  fi  dioide  in  quattro  parti  y  accioche  ri  fistio  hio^ht  ^ 
da  quali  (t  chiamino  per  nonie  cotwo  »  che  hanno  ca  dire  i  iàffirAgij  9  Se  ogm  uno 
può  torfi  qual  parte  egb'  vuole»  che  non  imporca  oholoo  • 

Diciafcunaadutìqìte  di  quelle  parti  >  i  chiamacivengoiKi  xnttm  »om  viia  circa 
ò  poli^  pi<^ta  in  tnatK>  »nella.quale  è  fcricco  H  nome  di  coloro  9  ch'effi.  fogliootf 
in  Doge>  &  geccace  le  decte  carte  in  vn  luogob&  tiracifi  im  diectoidne  SeccetariicbeL 
fbtnm^dinanzj  a  i  tre  Priori» guardano  in  prefensa  loro  %  U  noooiero  delle  batte  dat^ 
iciafeuno.  Et  allora  fi  mecconadi  nuouo  nel  cappello  ]|  i  Qootii  di  coloro  Iqualifi 
federo  le  balle  :  Se  fi  come  fona  tratti  per  force»  cofi  ciafcmo  è  notato  per  ordina 
co»  le  fue^  Eìt  qoelte  batloccatioai  fi  fanno  >non  canto percceare il  Doge  %  tjuaiicq 
ibe  (^  intendere  fa  difpofitione  de  q^  animi  loro  » 

'  Rtdoctiinomi  in  ordine»  Si  pofti  £  nuouoinfieaieyficrabisfisori  per  (otte  il  pcH 
monome  «.  Ma  inaiui  che  fibaliocti»  fi  raooda  fuori  io  luogo  appartato  .\Ec  fi  do* 
MtndaiQuarantavnafefivaoldiratcrodiqueltalediefidee  balloccace..  Et fc 
alcuno  è  che  vopisL  accufarkv  fàctofi  itianaV  gli  ptrta  contra»^  fitUco  Fofficio  fuo» 
faccuiacoefte  Mori  dal  luogo  occuko>&  condotti»  alk beo  prefenza>jgti  è  cob^^ 
ds^to^chefidebbe  purgare*  Btpofdi^'^lKifmofuafra^  luogo  fc^ 

cfetOsttt  tante  ?olce  &  queOo^quante  che  di  viene  cippofio  da  qittidl' vno»cÌK  ooti 
fy  habjk  al  PHncipati>.  Bl  perciocte  c]uemtniaiiiehidi  £n:e  è  più  toftoodiodi  Che 
nd»&  potrebbeparcotiri  qualche  tempo»  nQBr6itomdifot}^s*tedinò  per le^^  del 
i^}.(bcco^gratt^ffimepene»dK  (Km  fin^^ 
ta^o  <fetta  da  i  Qwranca  vno»ie  non  paflim  died  inm  ^ 

Fatti  l>khnaAfèfa^fidaDiu^iruf&agi;»de:  le  balli  fi^Datecoaafcum^  caractevS 
di  lectere»  ò  d*alcro  per  fchiuar  ogni  fraude  R  nteccono  in  due  boflbli  »  che  ^vno  di- 
nota nò»  raliro  sì^  te  (e  k  balle  nptboflojò^di  si  »  farantv>  al  twmera  di  vintidnque  > 
colui  refta  Dogejcaf6che  nà(io4erua  quanto  s%  dcttù  in  mctiglìiltridimano  irt 
mano. 

Qeato  il  Prindpe  con  ti  (udettamaiiiera»fi coftdmò  netempt antichi>diptibli* 
caffo  it>{)i]etpaAcò^^h%gif  fu  eletto»  &  talhofi  itgi^^o  feguente  »  Pterdocbe  adu- 
nato ifpOf)otoiifSm*Ntàrco>&comtotci^  ir nuouo Principe  dai  Configlieri  »faii«^ 
uà  fui  pulpito  dì  marmo>ch*é  c&dti  deftra  del  Coro  in  entrando  »  8fi  <micd  moftra«» 
co^il  popdo^era  coofermaro dalle  voci  dell*vniiter(ale .  VditafipoiTa  Mefsa  fo- 
fetmè>&  datoli  it giuramento  cEelkcofechn^tidebbeofseruarecon  lo  Aendard» 
iti&tne»raKua  fu  la  gafeaià  pergolo^  che  ficlMami  infieftie  con  vn  Aio  pia  pwlSmù^ 
di  (angue» & jConrAnKniraglio  deirArfenale  »  al  quale  fi  dona  per  vfanza»  il  bwitil^ 

^flsgedtadì  tiltttaétcta««doaci  iadrcaidouc  Ib^ 

la. 


PT  DEGOTA'  DBL  PRINCIPE  LIK  XI  ^fjf^ 

U  Fittiasdoiie  ve^Rocflalkmc^ 

incorno  alla  Piaoa  da  gli  iHKMnJni  ddt'AifcQ^ 

te»  ficoaduceua  in  Palazzo  fui  pattoddla  Scala  nuiggiot)e>fu la  qnalcgUóra  oSf3(%^ 

-goato  il  goùerno  i&)  €0]t>nacod€llaGk>ia  ^òCoinmDuca^ 

&almcace  condoctoalle  tot  ftanBe. 

QoelU  &  cofi  faccc4Utre  cerenK>nte»  fono  lUte  fi»De  fino  ^^ 
gìanco  il  Principe  in  Chiefa  fui  pulpito  di  marmo  »  G  ordinò  >  che  fì  come  il  popolo 
daua  l^aCsenfotCofi  per  proceder  con  pin  tranquilla  te  meno  uitmdcuofa  operatio- 
«MefynCoOaldoòSindico  del  popolo  VÌBÌdaoo»:ginralseneiraminedJ  tatto  d|KH 
pólo>&perfiioiu>me>  diiiatiere&cenereperlMgeY  &Rettott  colui  che /olse 
detto  fecondo  il  sriodoordinatodallel^i.  £c  promettefse  Al  Principe» accettan- 
dolo per  nome  dd  medeIimopopaÌo>di  (Ssoruar  qnd  canto  t  che  fi  contieiK  ftcMa 
fìia  Prom]ffione>ilqinlcofliiiaie»iadd«udoieaatomraanoi^  fewr- 

t^io. 

V  Si  oiutd^ancoUiMmriadd  danaro»  die  fi  gmainpmza.Pet^ 
^la  moneta  che  efso  trahena»  era  col  conio  dd  Priac^se  morto»  ò  d^àl trifooi  pr  cde^ 
iaeftori»lioggi»comeicreaco»fi  ccaidenei  condurloia  CbieCa  «  fino  allamatttiuu» 
Seguente»  &  in^iiqclineasEo  Sbattono  diuede  monetecol  (no  notaepropiM  •  Si«g- 
^'unfe  parimente  l'anno  1471  »cheilDogedoue(fegectarperlomenD  loo.  ducati 
•di  moneta»  oltreairoro»&  perlopiii  509.  Si tnUfe^[ue<{aconfuetiidine  dalla  Corte 
-di  Coftantinop<di  :  &  il  prinMi  tchefcttafle  danari  fi  dice  che  6x  Sd>aftiano  Kiam^  • 
Ma  perauanti»  quando  d  Principe  gnignena  inPalaszo»  ordinauache  fi  Éicefle  vcu 
dooMiuo al popolo»&dauavncoaoito ausarti» die4mda«noa£u^  raucamxg^. 
n  qual  cornuto  eOendofi  «dfoin  dimentica  nga  9  Thomafoldocetiigo  Doge  6$»  to 
rinouòTaano  1414. 

Fn  medefimamente  introdotto»  che  dopò  la  ceremonia  ddconTegnacUàl  Palane 
«o»  poidieloliaoiio  condocronellaSalade  Pioaes^  Q^acaii^ 
mattina  feguenoe  i  vificarlo»f  accoo^agoano  in  San  Mario  aUa  MdlkiAc  rkondot* 
t^in  PalazBO»ie(tono4ddSaarconlm»&Mndoqneifa|ceremoo^  in 

quel  giorno  medefimo»  nd  qualefu  detco»&  fi  chiama  Fannuale  dd  Doge  »  Tutte 
miefte  cofe  furono  prìncipi^per  U  maggior  part£»nd  dietto  Sdbaftifno  Jerpió* 
^furiccahuomo»£ttao»  &  potente^  Ae  tu  aohttifinia/tiqie»&i^grand^ 
-filo  Principato  • 

Iniuuizi  a  tei  die  j&  ranno  royi .  fitttme  k t>Qmtsnìco  Sdeo  1  qneft^ 
IkMcfae  fiif»pettfto  Domenico  Contaciao  Doge  a0.il  popolo  i^"adiinò  al  UdoiOtti 
diottfebanaiearmate.  Et  a«aitre  che  U  Vefcouo  00  Moaid  cekbrana  Toffido  ài- 
nino  in  San  Nicolò»  il  popolo  gridòad  alta  voce»-  Volemoper  Dc^  Domeokflr 
Setao»  &  JoUudiamo.  Incontanente  iTScluo  fa  prdb  da  moki  nobiti  >  &  fedcacon* 
cradictioQeakunatportatoilixacda »alla  nauecheJ'afpcctaiiA accompagnaco  éi 
^grannumeiodiperione^  Entrò inbarca»&fifecefcahàre»pottndarcoAqttdla^ 
iittggiorhttmilt;!  che  potaia»alUChiekdi5an]MUrco«  douecfl^ 
•Knuettituradd  Principato . 

Slargatofidattariua»  tottalatmbacominciòicanrar  il  Tt  Dcum  Lwdaausifo- 
nandon  per  tutto  le  Campane»  con  mdta  aliegmza  •  Giunto  à  San  Marco»itr  ab- 
4>racciatodaiConfiglieri»  Accanùnando  in proccifione conia Chierefia» furie»* 
«mio  alla  porudbltaChida»  da  i  fuoi  Cappellani  •  El  entrato  ia  San  Marco  cosi 

icalxOf  fi  gettò  fntooin  ginocchioni»  &  fece  onttianc  •.  Accoftatofijmi  aiPAltace» 

Tice- 


47»        DELLA  GRANìDE2ZA;  i 

Trceuèiat>atKlìeraddPriii<%ttt(>t  ( &&fl pruno à cui fofiedato jn  SahMtl^  il 
Vefliliq)  >  &  quindi  condotto  in  Palazzo»  rìcctiè  dal  popolo  il  giuramento  di  fod^ 
-  ti;  al  quale  comandò»  che  folle  fatto  il  fuo  dooatiuo  • 

£t  non  molto  dopò  fece  rifar  le  porte  di  Palazzo>le  Sedie  de  i  Giudich  i  tauoU- 
tiile  ftjmze ,  &  i  Cenacoli  >  ch'erano  flati  guafU  per  k  morte  del  Contarini .  Cosi 
fcriue  Domenico  Kinoi  che  fu  liio  Cappellaiio  »  &  die  fi  trouò  prefeore  i  quanto 

bònarrato.  ..     r      r    \  .        ^       ... 

Dana  quale  faittura  fi  notano  diuerfe  cole»  che  erano  m  confuecudine  m  qmlN 
etd  ;  óoè  >  che  il  popolo  nel  creare  il  Doge«  non  s'adunaua  fempce  in  San  Marco  » 
percioche  eflcndo  citati  tutti  coloro  >  che  habitauano  da  Grado  fino  à  Capo  d*ai> 

gere»che  vepifiero  a  QLialto  a  creare  il  Doge  (fi  come  attefla  il  Dandolo  ocwfaa^ 
iftoriajla  moltitudine  era  grande»onde  bifognaua  anco  gran  luogo»  &  capace  per 
accettarla .  Inoltre  fi  nota»che  il  nooìinato  fi  portata  a  braorta  8(  fu  le  fpalk  da  ptt 
nobiliiin  quella  maniera  che  fi  portano  hoggi  dal  popolo  i  Piouani  nella  loro  crea- 
rione.  Et  che  lainueftiturafiprendeua  inChtefa^  &  allo  Abwtiuig^oit.  Etdic^ 
condotto  in  Palazzo  »  fi  come  efib  giuraua  di  ofleruar  quanto  fi  contencuatid  fiio 
capitolare» cofi  il  popolo  prometteua  con  giuramento» d^efler fedele  »  Scobedrènce 
al  Comune.  Et  che  fi  faceua  vn  donatiuo  al  popolo  «  poi  che  il  Principe  haueua  pce- 
fo  il  pofidfo  del  PaIazzo»air vfanza  de  gli  antichi  Imperadori  di  Ronubcome  fi  l^' 
geindiuerfifcrìttori.  Et  che  nella  vacanza  del  Doge»  fi  (accbeggiana  il  Palaszo. 
Allàqual  cofa  fi  prouide  con  leggeranno  1 3z8.per  fchiuar  moltt  cofe  che  in  quel- 
la occafione  farebbono  potute  auuenire  « 

Il  Prinrìpe  creato  a  queflo  modo»  ò  era  filori  della  Catti»  ò  vero  era  prefente  «  Se 

\  fuori  >  gli  u  daua  incontanente  la  ououa  «  indififaceuano  Ambafciidori  de  primi 

huomihi della  Cittdj  i  qpalì  armando  galee  con  altri  Ic^niin  compagmayl^landau^ 

no  i  leuare  &  condurlo  a  Venetia»&  giunto  ò  al  Lido»o  à  S.Clcmente  »  fi  faceua:  in* 

tenderealla  Signorìa  »  la  quale  gli  mandaua  incontra  il  Buccntoro  con  due  QmS- 

flierì»  accompagnati  da  §ran  numero  di  nobili  f  &  di  cittadini.  Et  menato  alla^ 
iasza»  raccolto  da  i  Magiftraa»  8^  entrato  in  San  Marco  »  fi  facetiano  le  ceremonic 
predette. 

L*anno9$p.  fileno  da  Rauenna  Pietro  Candiano»  al  quale  fi  mandarono  duc^ 
Ambafciadorì»  &  gli  andò  incontro  il  Vefcouo  di  CafleIIo>con  forfii  zoo.  legni  •  Ec 
l'anno  1 03  2.  venne  da  Treuifo  Domenico  Flabanico»  accompagnato  da  4.  Orato* 
ri»&  da  gran  numero  di  perfone.  Et  Tanno  1 1 5 1.  Rinicri  Zeno»  cflendo  Podefhi  a^ 
Fermo»  tu  condotto  da  dieci  Ambafdadori  con  quattro  galee  »  fotto  il  gouemo  di 
Marco  Ziani  Conte  àfioluto  di  Arfoe.  Et  l'an.  i  z6H.  fi  mandarono  a  Lorenzo  Thie* 
polo  Signor  di  Veia»dieci  Oratorì>con  quattro  galee . 

Si  fece  :l  medefimo  a  Giouanni  Dandolo  l'anno  izSo.effendo  Signor  di  Cherib* 
Et  Pietro  Gradenigo  l'anno  i  zS^.trouandoH  Poderi  in  capo  d'Iftria  »  fii  condotto 
da  dodici  Oratori  con  cinque  galee .  G  ian  Delhno  l'anno  1356.  vfcito  di  Treiiifi> 
doue  era  aflediato  dal  Rè  d' Vngaria»  giuncoà  bandiere  fpiegate  à  Mergard  »  fìi  in- 
contrato dalla  Signorìa  col  Bucentoro.  Lorenzo  Celfi  /anno  ijtf  i .  trouandofi  Cai^- 
pìtano  del  Golfo>  hcbbe  1  z.Oracori  con  diuerfi legni  armau .  Andrea  Contarinor 
ch'era  fuggito  dalla  Patria  per  non  cfler  creato  Doge  »  Tanno  i^dy.hebbe  x 6.  Am» 
bafciadorh  con  gran  numero  di  legni  armati  ch^^  gli  andarono  incontro .  Et  Anto^  ^ 
nio  Veniero» l'anno  1381.  eflcndo  Capitano  in  Càndia»fu  da  iz.  Ambafciadori  >  8c 
da  ^.galee  accompagnato  alla  Cittii  che  lo  riceuè  con  infiniti  allegrezza  % 

Ma 


X' 


et  DEGT^TA^  DSL  lPRft«:iPE"  Ltó,  XL 


47^ 


Mft  &ìIPrincijMèclintit>>troMndofinetmtiieradeiQii^^  i  ^ 

YàlaSEzo  •  Et  (e  fdic4  cafa  fua>  iSaui  del  gouemo»  lo  vanno  a  kmxe^tc  coodocto  in 
Palazso  •  fi  fìi  poi  quanto  s*è  detto  difepra  • 

Alle  pretnmenie  date  &  concedutelo  per  leggilo  per  vfo  a  quello  hononoo  per* 
fbnaggio»  fu  agginntoidie  heUe  Tue  andate  publiche  nella  Cktd>per  ordine  dell'an* 
DO  1 327.  Ryffc  accompi^ato  4i  i  Con(}gheri>  da  i  Capidi  quaranta  Criminalt»da 
i  Capì  de  i  Signor  Dieci»  da  i  Sani  del  Co^j^lio»  da  gli  Auogadori>  da  i  Procurato» 
ri  di  Sin  Marco  >  &  da  certi  altri  Magtftràti  compren  dalla  predetta  legge  »  Ma^ 
inelle  prioate»fui^btlko>  chehauclieincompa^iaperlo  meno  quattro  Confi* 
glieri  con  i  Capi  di  Quaranta  >  &  altri  fuoi  famigiiari .  Perciocfae  è  conwcneuole^ 
ch'egli  $  al  quale  fono  ftati  conceduti  tanti  ornamenti  da  i  Principi  eftemì  >  &  dalla 
RepubKca/ia  cui  maeftd  ^Kr^^prefeatacon  la  perfona»  habbia  debita  aocompa* 
gnjtura  di  fauomini  tutti  di  panni  lunghi  >  &  fenza  arme  >  con  manifefto  kiditio  • 
«he  il  rero  Dominio  debba  eiftrvolontariaj&  per  anu>re  $  &  non  violeato»  &  con 
tema*  Addando  adunque  in  trionfo  9  ftconfolennit^i^portacon  lui  fra  l*altre^» 
fette  cofe  degne  di  conuderatione»  &  dimoftratrici  della  fua  molta  ecceHenza  •  Le 
quaU  egli  h^Kda  i  primi  Principi  del  mondo  >  cioè  da  i  Pontefici^  &  da  gli  Impe* 
ratori* 

La  prima  è  tu  drappeHo  di  otto  Stendardi  dileta>  huiorati  i  oro  >  i  quali  gli  fu^ 
rono  donati  da  Papa  AleiTaruIro .  Conciofia  che  hauendok)  il  Ziani  accompagnato 
ai  Roma  infieme con  Mmper.FederigO)  il  popolo  Romano  vfci  toro  incontro  con 
t]tm^&  ftendardijOnde  il  Papa  Tolle  che  r vna  cofa  &  l'altra  fofle  del  Principej  & 
de  fiioi  focceflbri  >  per  etema  memoria  dcUa  cortefia  rtceuuta  dalla  Republica  poi 
ch*ellalohaueuaco(i  rdìgiora&  valorofamence  difefo.  Quefti  gliprecedono  i 
due  i  duet  &  fono  di  quattro  colori  diuerfii  doà  due  l^ancli^due  rofflsdue  turdii- 
ni>&  due  paiionaui  •  I  bianchi  hanno  (ìguificato  di  pacchi  rolfi  di  guerra^  i  turchi- 
ni di  kgMc  i  pationazn  di  tregua  •  Et  fi  portano  con  quett'ord? né  >  che  (e  la  Repo- 
bb'ca  ha  pacet  i  bianchi  vanno  dinanzi  a  gli  altri  fei^fe  guerra»!  roffi>fe  l^a  i  turchi^ 
ni»  &  fé  tr^ua  i  pauonani  fono  i  primi  a<tefler  portati  • 

Significano  parimente  Imperio  aflbkito  fensa  akima  fuperipriti  •  Perdoebc^ 
i  Principi  liben  9  &  non  dependenti  dall'altrui  arbitrio»  tengono  fu  le  piazze  pu- 
bliche gli  (leiidardi  diritti  7  &  apertii  fi  come  affermano  i  Leg;ifti  in  diuerfi  tiittati-» 
&  come  fi  vede  in  più  luoghi  »  &  fi  dinoftra  da  i  noftri  per  i  tre  ftendardi  di  P^»- 

.  La  feconda  fono  le  trombe  d*a9gento>  le  quali  nel  principio  furono  quattro  »  ma 
4*amK>  X  iSp.  le  ne  aggiiinfero  due  »  &  furono  al  pefo  di  24.marche  >  &  Tanno  1 3 1 S. 
fi  fecero  di  jo.marche  per  maggior  degniti.  Erano  altre  volte  di  lunghezza  come 
le  trombe  comuni  »  ma  Nicolò  Marceltole  ridiKfe  al  termine  che  elle  fono  al  ore* 
fente  • 

La  terza  fuvnbianchiifimo  torchietto»  chiamato  Cero.  Qiicfto  è  portato  da^ 
yn  Cherico  vcfiito  di  pauonazzo  ò  di  rofato  »  &  dimoftra  Taflenfo  del  Papa  »  aio- 
-ra  che  d  Principe  gii  prome(fe  di  procurar  la  pace  per  lui»  nel  qua!  propofito  ti 
Dandolo fcriue  »  Cut  Dux  xaU  fideiacctnfsiSyft  &.fHbdùas  offerens »  de  prockrmda 
pace  rccjkifìt^s»  Tapay  Duci  coafenfum  prfbuit.  Tunc  in  hmus  obUtionis  memwinm  »  cé^  . 
reumdedbatum  Duci  &  fucceybribfts,  congruis  folemnitatibusi  deportandum  contidit  • 

Dimoftra ancolapatronia del Prindpe nella Chiefa di  San  Marco.  Percioche 
piacque  alla  Republica  >  che  quella  Chicfa  edificata  con  la  propria  facuM  »  dai 

Hh  primi 


49«       ©ILLA  ORAt^OiZ^JA;     ^^i 

($ik)MfiS%ido<ondi^a:(cgniM  Poorefidjk>ro  captila  paitkalaretJt 

vi  hauciflRnt>Ca>fne  incoia  propria)  afloiuu  autcorM*  Ecpcrò^'  nmet^^ 
Vémkif'uh  IH  elegge  a4.Cappe]iam  che  boggi  ficluwiano  (Canonia  >  n  Jakk  m 
MHie  d'oro  per  r  Aitar  grandc^vi  appicca  dopò^  la  morttiil  (uo  Scudo  con  la  ibiiift- 
Mgoa»  "Vi  oroiMife  cefi  gli  pace  »  la  (cpolmca»  flc  finilginitr  vi  fa^liucrlealcic  op&> 
ntiooi»  che  per  bora  laiciercmo  ài  ninnare  • 

La  quarta  é  lo  Scocco  con  gli  fproni  d'^ro  bagnto  qoafi  vrìpfìmo  priadjMO  Sei 
Dogatidaglìlaiferatori  G^i  dii^UiPruicipi  Veneri  ccofeauironodiaerCe 
4egiiicij  &  ticoiiilluftrif  come  £  diri  pii  innaBxin  te  poi  confermato  dal  Fa«^ 

La  <)uinta  è  la  Sedia  ò  feggio  f  cbe  fi  (Uca  «  La  quale  dd-a  cbe  aeife  (a^ 
figniiica  ftabiljiii»  &  fermoua  >  è  anco  i<^g^ 

S^i0r  iiede»  te  che  il  ùuidito  Uà  in  piedi  alla  prefeoxa  fu.  Perciochofcrondo  Bai* 
doia*tf]HOtk8CvbiSenacore$>8ct>ittigUabriLegifti»cob^  in  poi 

(iegno4i  aoDoret  che  none  colui  che  Qoauedc.  Et  quefta Sede  egli  bdibc  dal aa» 
defimoPaM* 

Conciona  che  eflendo  infieme  con  rimpcr.&  còl  Dogci  8c  vedendo  >  cfa*q|U  dv 
uainpiodijOonilQoportandoinbuomotanto(tegno»iicto  cofi priuato ^comandò 
che  gli  fi  portaOse  la  Sedia .  Et  volle  che  per  rauuenire  >  trouandoG  inficine  copci» 
Bii  Prinapi  del  jBondo  >  quantumpe  iÒM  loio  in&riore 
tri* 

La  fefta  furono  i  gnandali  >  chiamau  communemente  Cufioi»  dimoftcadui  àijdr 
f>ofo>  perche  per  l'ordinario  fi  mettono  fu  le  Sedi»  per  ornamento»  &  per  conMOft- 
dodeiSi^ri.. 

Lafetctmafii  POmbreBav datali  dal  predetto  Pontefice.  Perpodieeffendo  911111-* 
Ùm  AQcona^per  andare  i  Roma»  prefentate  due  ombrelle  dA  gli  Ancouitanis Tvna 

rrilPontcfice^raliiapernmpcratore»aUQfa4Papalecé portai  la  terza&dtf* 
.  DeferatHrtcrtUfDHciFenetèatmihCHÌm0rit0cmigrui^94im 
Mb^Mhmrcfngerhpémp^fmt.  qmdbene  ymbrelU  fignificat.  ituuius  rei  memoria  9 
imus  ycHHumum  vUtnmis  mfi$isfidemùta$ibHs  yti  >  cofi  ferine  il  Dandolo  nel  x.  li* 
J>ro.  Sicofi  coaiandà  che  fi  porufle  la  terza  al  Principe  »  accioche  eflèndo  ella  (e- 
.gQo<ii  refrittrio  »  comee^sodice  »  fi^dìmofirafiè  in  perpetuo  >  per  le  (atiche  ùxìc 
per  lui»  c)naTfofle  fiato  l*animo  pronto»  &  ardente  della  Repubiica  Venetiana»  per 
omntttnimenttMklIa  rcdl»otte» 

Volle  oltre4  ciòfCfaciofle  honoratfi^come  Rè>  poiché  il  Papa>I*Impqtatore  /^  i 
RicofìJEKiaci  &  voli»  canunano»  quafi  come  cofa  £acra»  focto  rOmbrcUa ,  fi  quale 
Immctc  feqM almo  dubbio  lo  rende fimileà  i  Rè . 

Però  dtuerfi  Pontefici paflati  »  &  fpetialmente  Pio  Quarto  »  connumeraua  CQtLm 
/aldogitkiiriOygliAmbafctaderidiqiieilaRep^  fra  quelli  dei  Rè.  Percioche 
japeua  nK>l tb^bene»  che  gli  anrichi  imperatori  hàueuano  tommamente  honoratxb 
nonpure  il  D<%e»  ma  anco  la  Prouinaade  Dogi  contitolodi  Regio .  Ckmdofi^^ 
che  ranno  84<|.  Lothario  Imper.  fcriutodo  i  Pietro  Tiadonico  Doge  dnodocwj» 
viauaqueftc  parole. 


et 


ET  DEdNffA^  ÙtL  PRINaPE  LIB.  XI.     4t» 

^        ttrìMf40mlifiHK*itìtnmt,fWad90ttmJitgMmfit^rimt'i 

^     .  StmiUterreffvmiitimm  'wàù  v»  hamèmts  Qirifitimotide  po- 
ufétt  yel  T^g»»  T^9minati$»ìs  V^fiff  >  fiinttì ,  nò»  emt» 

yttàptimtdtem  ^tìétur , 

.  EtTatiao  mi.  HenricoQjiìtttOjfcticieiidoiO^delafib  Falierà Doi^  33.  di- 

Et  quia  ipfùu  rei  effic4iU  ì  ^f^knrum  kdicio ,  fi^itiis  4/^. 
J^emrVin9tmK€^i  Rectsr  cxtititj(y  egrtgU^s  ^/m- 
uddntionis  u^itioquamfimptrergttnoshMbiiityO*  nù- 
firum  Jmp^umjtumm omnibus ttéhis  cammefuùtèUem  ex- 
'èi^uit,4igmaems0*hcnejl»sìiirertientiis,apftdttòflnmlm* 
ftrémtam  métUBdtem ,  locum  ytpvtì  amici  ténffmi  O*  viti 
fipkftt^gSmitfenerMittr  abmuit  &'c, 
f.  ■    ■ 

Etl'uno  I  i}6XQtÌiario1[.conrern)a  il  mcdcfnio  1  Pietro  Pobni  Ditte  3  5.  Et 
l'anno  i ijjJFcàeTÌep'Rnxhirofh i  SebanianoZiani Doge  jg.Et riti.i ip^.HenrÌ- 
,ca VlJMl  Htmùo  iWlcdo  p<%c  ^  Et  t'»iDO  1 1 09.  Otfawc  IV.  i  Piivo  Zianj 
.Doge4i.ScaIcredeneZiamFQderigoir.l'ah.  M3o.chiaitiando  tutti)  Regno  Ve- 
tiecico  queflo  Stato.  Però  Orderaflb  Ffliéroi  clic  fii  Prìncipe  di  gran  cuorci  baueor 
àaìmmeKr<erte:occltìomc<xkéez.ìaSjtfié*^*/kM^ 
▼nMoniftcra  di  Belgrado  nella  OalniarìafaKtuafraralcreclaufiiIcqucftc  parole.. 
'P'ato  erto  taiCatì  '&Kegaii  àMffifritóttviaceghaes  firmare  tf*t.  Et  perdie  noi  dicém- 
nw  di  fopra  che  il  Doge  era  quaft  come  afiwwcMnfrai  Principi  S41 
giugnereiaquefto luogo (d proposto  della  ùia  degrtttd)di'^i  Ui 


DrenuDcOEe  molto  notande  ,  come  li  vede  per  lo  llroménco  3ella  t 
yercouado  di  Malamocco  alla  citti  di  Chioggia>&  della  donatiùoe  i 
dìSanòiocgioMaggioreialIo Abbate  Giouanni Morolìoo  l'anno 
permuutione  di  San  Cipriano  di  Malamocco  à  Murino .  Etù^!^ 
predetto  Tribuno  Memo  Doge  14.  dopò  il  contenuto  delladonanoi 
Si  quii  bot  ietretum  (orrionpere  volkerit  >  anathematispcma  nuISUtiir 
ÌdÌrea]trO)fenonchefìarK)mnU]nicato.  , 

£t  Pietro  Orfcolo  Doge  a  T.  hauendo  l'anno  iootf.d<HiatoaUa  Rep.n5oo.duc^ 
titTon  dd  bifla  dice  ^^  Qci  fine  dello  ftromento . 

Hh  -a  '  ■  nmg  ' 


48i  DELLA  GRANDEZZA 

Hdfu  mtém  ifpoptionem  fitmémy  O*  iu€ontmlfim  tkfi  ftr^ 

fttuu  imfwtbus  fvoi» ,  itd  *vt  tfem$  ficceffktfm  meprum 

Ducnm ,  neqiu  fitMitus  Jihi  fofulus ,  teUfirtaià  nfUimtéU 

'  àt  fréUi^o  nmmré  dwmugrf frétfiméU,  mqut  dlùid^fuim 

J  me  C9nfiitutum  ^fuen . 

SÌfiiishte^/m/H^étJkmff/erit,b4h4tfiUi»u^ 

'Patrimt  Filium,  ^  Spiritum  Stm&Min ,  e^  fib  émubeméU 

318.  Fatrum  cnBitiuus  pernutneàt ,  ^  tum  imfmM» 

Chr'ifiìfuiitwt*infirnd%d4mnttuf  incendia,  (f^unnfifdm 

JUammereé^nr  maitre  rueluntàtemi^e.  *^ 

.  ChVgKdeflekhenedittkmejlohabbfanK>perviK>(^  di  Pietro  Folaot 

Dog^r^nnQ  1130.  nd  quale  regolatala  procellione  chefifaccua  per  la  Pilrifiai* 
tìode  di  Noftra  Doanajda.di  Pebraicuaice  nella  riforma  « 

Sanìfr^effores  neflrì  t^ìA  religiofiy  'pìdetuetderus^éì  pep»^ 
Jus,  pi  A  cum  detéomne  dipùfnmmt  ^  fiatnemni ,  yt  in  nm§ 
^uoqmMn^y  in  PurificdtionìsS.MarìéJèfie  >  adùenorem  (^ 
Idudem  Dei^/eu  ^  'S.Mériés/èmper  VkffnisDeigenitricit , 
preeepo  ScboUrnm  furet  >  ^  é»  ^ftt  tpi9rwn  exereitic  ^ 
tàntWytorumdem  curAytpfi/cMa  *fnrificéiionisS*M4rìéeiUt, 
yj^ue  ed  Duci*  Venetigrmn  pdÌ4tUm  deéerent  dueis  Jhiqné 
kenedi3Ì9ne  teeepUyfms  i  Thminé  Vme ,  pre  dignitàtt  P^i- 
Liti^  datur  >  deéerent  dnet  etprouebi  adSaaetum  Petmm  Ctt- 
fieliénum  Epi/cepàUim  ett^ 

Et  certo  coao(*m  debito  di  n^ione .  Perche  (è  (Trrgaardia  alfa  nomiti  di  Vene» 
tia>  la  Quale  oer  la  nouitd  deiroricine  Tua .  oer  la  erandezxa  delle  cofe  fatte  da  lei  » 


pvt  jaLupiaaciiencenczzeacquiuaieconvircucMa  rauca  oc  uiaimcui>iopntii«  «. 

tutte  l'altrecitti  d'Italia  >iik{i  riguarda  anco  ch'ella  hi  edificata  tanto  gran  nu- 
mero di  Chiefè>  di  Moniflert»  éi  Spedali  >  di  Oratori)  &  d'altri  luoghipij  detati  da. 
ki>&  che  ha  finalmente  ddotto'i  cultnra>  te  Paludi  oue  fono  le  dette  cbiefe  »  rqia- 
rando  ^  continouo  all'em  pito  de  fiinni>&  alla  furia  del  vozn»  confpcfeeccefltue  i. 
benefitio  della  religione  &  de  llio^hi  facri>  non  dotterebbe  parer  colà  ftiatu^ance  » 
fc  il  Prindpe  baiK&  la  cun  pattiail««»  coinè  di  cofa  fiu  propria .. 


ETDEGbHTA^DILPWNCIPE'Lm  Xt    ^i 

imiirono  i  Prìncipi  noftrì  ne  tempi  i  dietro  •  Quefti  furono  di  tre  maniere  •  Vvm 
era  propria  8c  fignifkatiua  del  Dominio»  ch'eflb  cenciu  >  varia  a  però  oeUe  parok» 
fecondo  la  Volontà  di  quel  Dc^  che  fottofcrìueua.  L^alcra  era  ef^eiOua  di  degni- 
ita  riceuuta  da^i  Inuperatori  Crt ci»  co  quali  i  Veneti  dal  canto  loro  »^£ìirono  lem- 
pre  congiunti  in  amore*  La  terza  era  ceremonialcb  &  dimodratiua  di  reucrenza»  éc 
di  honore .  Ma  qiarfla  terza  maniera  di  titoli  riccuuti  in  diuerfi  fecoli  da  diuei^ 
Do^»fi  rimoflèro  poi  &  mutarono  fecondo  Tocca/ioni  &i  tempii  Quanto  adun-^ 
que  sdla  prioia  qualità  de  titoli  propri  &  di  dominio»  che  i  Dogi  Tfarono  nelle  loro 
pauenti»prìuil«i»0(  fcritturftihabbiamo»  che  Angelo  Participacio  Tanno  8op.  (  pri* 
mo»  che  fondaflela  foa  fede  in  Rialto»fecondo  la  commune  )  bauendo  per  compa^ 
§noGiu(Uniano  (m>  £^1àio1o»  fcriueiu  in  quefta  manieta.7s(ax  angelus  &  Infiittia-- 
Mk^»  per  DiHmamgtatiam  f^cneMorum  Trouincia  Duces  &c.  Ht  Giuiliniano  mede/i- 
mo dopò  la  morte  del  padre  vfaua  •  Ego  GiujftiniaTiHs  Vrouincu  Fcneticarum  Dux  ^ 
JKetro  Tradooico  diceua  »  Dh:^  f^cmtkortim  »  Se  Orfo  Badoaro  »  "Hps  Frfus  »  dmno^ 
fretus  oHxilùh  y^eneticcrum  Dux .  Pietro  Orfeolo  fu  il  primo  >  che  fi  lottofcriucflfo 
^Ommt  ZM^4/^»petche  aodaiidQ  i(i  perfona  Nnoio  99 1  «contra  i  Oalmatioi  prdte  Za* 
ra»Lefina»  Ragufi»Sebenico»Traù>  Pola»  &  Parenzo  con  altre  Cictd»  onde ìiauènciD 
cflb  con  òngcXut  eflempio  di  notabil  valore»ampliato  le  cqfe  della  Rep.  meritò  n 
titolo  predetto .  Othone  Orfeolo  fcriueua  •  Tips  Otho  per  auxiliarem  gratiam  diui^ 
nàm  1>Hx.  Et  Pietro  Orfeolo  1  anno  i  oo6.  Ego  Tetrus  Deifanente  nutnine  »  yenttico^ 
rttm  Dhx  •  Et  Vital  Faliero  »  7{os  Vitalis  F  detto ,  iiHinagratU  &  largitate^  Venetiét 
^  DdUit^i4  DUX.  OrdelaÌFo  a^giunfe  Crostm  :  perche  le  fue  imprele  gli  riufciróno 
felicemente  in  quella  Prouincia.  Henrico  Dancfolo  Doge  4o.diceua»Heiiriciii  DMk- 
Mo  dìMéB^  gratta  yen^etiàrum  »  DalmafU  »  aì^ne  Croatta  Dhx  »  Dominiti  (Umiditi  & 
quartafartis  totius  Imperij  R<mani£ .  Perche  fotto  lui»che  fu  ran.i202.fi  fece  il  no- 
tabilimmo  acquifto  della  citcd  di  Coftantinopoli  io  compagnia  de  Francefi*  I  quali 
Jyttti  tìtoli  dÌMerfamente  con  diucrfe  parole  e&ccijp  da  i  Principi  fopradetti  »  furo* 
no  regolati  per  legge  l'anno  1 3^0.  Per  vigor  della  quale  fi  itabiiì  »  che  con  quefta^ 

ferola»  &  cererà  »  fi  fopplifle  à  quanto  fi  potefle  dire  »  &  che  il  tit»lo  ordinario  per 
èmpre»  foffe  in  quefta  nuniera  •  loannes  Delftìinns  »  Dei  gratia  Dhx  yenetiarwn  dr 
estera.  Et  ^ofi.s'è  contipoiiato  fino  a  tempi  noftrb  Et  veramente  con  indicibil  mo- 
deftia  della  Rq^ublica»  fé  fi  riguarda  alla  potenza»alla  auttoritd»  &  alla  d^nitd  del 
filo  nobiliffinK)  Stato  •  Quanto  ^i  d  titoli  efpreffiui  di  degniti  ch'efli  het>Dero  da 
gli  Imperatori  di  Oriente  nel  principio  del  Dogato,  furono  diuerfii&  grandemen* 
te  4>l<^di  &  illuftri .  Percioche  era  coftume  di  quella  Corte»  di  fare  dono  altrui» 
con  aperta  dimoftratione  di  fegnalato  fauore»  de  titoli  dell'Imperio  •  Onde  fii  ia<* 
f crodotto»  che  incontanente  creato  il  Doge»  mandaua  all'Ioi  petadorc  »  ò  filinolo» 
i>  fiatello»  ò  niposc»  acciochc  reftringendofi  infieme  in  più  ftretta  fiuniliariti  coil« 
.^quei  Prìncipi»  oe  ripoftaflero  vali  &  degniti  per  il  Ducato  loro  • 

Onde  poi  fatti  habili»  i  vn  certo  modo  »  co  detti  titoli  »  potefl'ero  peruenire  più 
^eunltnentc  alla  elettione  dd  Prìncipato:  cofhimandofi  allora  d'eleggerfi  huomi« 
ni  ricchiflimi  »  &  fra  gli  altri  riguardcuoli  per  grandezza  &  degniti  •  Erano  adun* 
que  i  titoli  ordinari)  de*Dogi.  Hypato  Imperìale»2^atarìo»Protho(patario»Arcbi- 
ipatOiProthofeuaf  lo»  Prothofcdro»  Patritio  Imperiale»  &  fimili . 

I  Quali  nella  lingua  nollra  fignificauano»  Conlole  Imperiale»  Enfifero  »  ò  porta* 
tor  di  fpada  Imperiale»  Primo  Cufifcroj  Ardenfifcro  »  onero  SuprenoEnfifero^ 

Hh    3       pri- 


484  DELLA  GRANDEZZA 

primo  A^oOot  Gran  Cameràrio»  qiiafi[ù^  &cL*aiiooaifiaH 

qoe  Stp.QìoEdxnzw}  Doge  decano  foctoicriueua.  E^a  lufUnùmus  ImpcrUiis  Hypà^ 
tùs.  Oifo  diceoa.  lifis  FrfHs  iimnopretm  auxilio  Imperialis  Vratbùfpatarius .  Pietro 
Ti-adonico.  Ego  Tetrus  Duxt  oc  Sp^tarimt  &  Vital  Faliero.7s(#i  yitaUs  Fdetro  Dtuct 
oc  Imperiabs  Trothqfeua/hn .  U  mèdefinto  TfaiutYicakMichele  l'antx)  1097.  £c  il 
Seluo  fottofcriueua.  DaminUus  SHuius  Dux  &  ImpertdUs  Troihopbedro .  £t  Dome* 
nico  Coacarìni.  Do^imcns  Contéortno  Dhx^  Tapntéms  impernili  j£rchifpdtus. 
'  Ma  l*anno  13 ^ o.come  s'è  detto  di  fopra>(i  prouide  nelutorma  chejioi  rediamò 
al  prefente .  Gli  furono  oltre  a  ciò  dati  i  terzi  dtoli  di  hociorificenza  t  non  pra*  da  i 
pnuati»  ma  da  gli  Impcradori  di  PonentcKli  Grecia»  da  i  Rè»  da  i  Dodii»  dalle  Cit- 
tà foreftiere  dltalia»  &  dalla  Repiri>lica  medefima  ^  co  quaii  (ì moftrò  femore  iiL» 
offÀ  fecok)  reuereoza»&  rifpetto  alla  perìòna  del  Doge»come  a  Principe  d  imporr 
tanza  »  &  coinè  d  capo  di  gouerno  eccellente .  L'anno  lo^^p.  Domenico  Coatart« 
ni»  Vital  Michele»  &  Ordelaffo  Faliero  »  Girono  con  diuerìi  altri  Dogi  intitolM  • 

G  L  O  R I O  S  O»  per  le  fcritture  che  vinono  deiki  Republica»  &:  de  gli  loipenu 
dori. 

G LO  R  I O  S  I SSI  M  O»  fcrìfleLotbacio Imperatwe d  Pietro  Tradom* 

iCO. 

MAGNlFICO>fidiceuaI*annoio7i.&i2d8.alSelao»&aLorea2oTfaìe^ 
polo. 
ILLVSTRE»era  intitolato  Pietro  ziani»  da  Federigo  Secondo  Imperado- 


ILLVSTRISSIMO»lodiiamauano»l'anuoiai8.ipopòlidellJlDAlmatiat 
&delWftria. 

CL  ARISSIMO>glidiceuaRobertoImperat.di  Co(Untinopoli»ft  fcriflc 
anco 

PR  AECLARISSIMO»  Duci  ^^erif,  Clari/rmiSocifImperijnoftri. 

EGREGIO  ET  I LL  VST  RE  »<rail  titolo»  che  gli  daua  Andronico  Infi«- 
perat. 

EMINENTISSIMO  »  nello  ffaomento  doue  fi  tieta  il  portar  anni  »  ò  ferro  a^ 
i  Saracini . 

INCLITO»  l'ordinario  delle  fcrittiire  publiche»  &  prtuate  de  noftrì  • 

STREN VISSIMO»  vsò Pannp  i loi.Calomano  Rè d»Vngaria. 

SAPIENTE  ET  DISCRETO»  diceuanoHenrico  quarto»  &HenricofeftoIm- 
perat. 

C  H  R I S  T I A  N  O»  fcrifferoi  mtdefimi  Imperat.i  Vital  FaUero  »  &  al  precef- 

ALTISSIMO»  FORTISSIMO»  ET  POTENTISSIMO, fcrineualacoma 
Thiepolo  Podeltd  di  Coftantinopoli  Iranno  i  iij.in  quefta  maniera  •  7{ps  lacok» 
Theuptdo  de  maniatOt^UifftmhFomffimi  atque  Vaienti/fimi  Domini  mei  Dhcìs  Vene^ 
tiwtunh  Voteftas  &c. 

SERENlSSIMOfi  trona  per  le  fcritture  deiranno  ip<?5.cbe  dicono  »  Re/?- 
dente  aitale  Faietro  Sereniffimo  Ùuce  m  pablico  TaLuij  pUtito .  Et  Tanno  1 394*  in.^ 
Tna  compofitione  della  Repubtka  con  Theodoro  Defpoto  nella  Morea  fi  legge  • 
Tacùoé^ue  cortfideratione  inànfH  »  Serenijjimm  »  &  Eccetlentiffimus  D.Antonius  Vene-- 
teot  Dei  r rafia  Inciuns  Dux  yenetiarim  &c.  ilqual  titolo  finalmente  teflò  infiemo 
con qiieito  altro. 

EC- 


ET  DEGIOTà'  del  principe  UB.  XI.  485 

.  ECCELLENTlS$IMOivratoGaoikll'adno97i.pere(rercoQ^ 
tanto  Principe»  partorito  dalle  legpì  in  citti  nata  libera»  &  ehridiatu  gii  i  idcan* 
ni»  &  legittimamente  eletto»&  ccmTeruato  di  tempo  m  tempo  dalla  Republica  non 
linai  corrotta . 

CMtra  alle  predette  cofe>  piacque  al  Dominio>  che  il  Aio  Principe  foffe  honoratò 
ii  quefta  aitra  preminenza  come  fuo  capo  >  cioè  •  Che  le  fcritture  puhliche  di  qual 
iivogliaCon(i;;lio9  &  le  monete  foflero  infcrittccol  nome  fuo.  Et  quanto  alle 
foritture»  ogni  atto  di  qualunque  Collegio  >ò  Confìglio  ridotto  in  publica  forma^ 
dalla  Cancdlariai  hi  nel  fuo  frontifpitio  il  nome  del  Doge»  quafiche  tutte  Tefpedi- 
doni  R  facciano  per  fuo  mandato  •  Et  di  fotto  pende  la  bolla  di  piombo  >  la  quale 
IVtdalPvno  de  lati  fcolpito  di  mevorilieuovn  San  Marco  in  piedi»  col  Doge  di- 
nanzi inginocchione  per  piiì  reuerenza  »  che  auanti  all'anno  1473  •£  faceua  in  pie- 
di; il  qiule  riceue  lo  dcendardo  •  Et  dall'altro  è  fcolpito  il  fuo  nome  in  quefta  ma» 
niera»  WcoUuis  de  Tonte  Dux  Fenetiarum  &c.  Il  quale  vfo  del  piombo  (enza  alcun 
ditòio  tu  introdotto  ne  primi  principij^ò  della  Republica  >  ò  della  fua  erettione  ia 
Ducato. 

Mapercioche  con  la  lunghezza  del  tempo  è  preualuto  nelle  menti  degli  huomi* 
ni  quefto  errore»  che  il  bollare  in  piombo  fì  hauefle  da  Papa  AlelTandro  1 1 L  con^ 
fermato  poi  da  gli  fcrittori  poco  diligenti  in  efaminar  quefta  parte  »  mi  piace  di 
foggiugner  quelle  poche  parole  >  intomo  a  qucfto  fatto>acciocne  la  verità  (fé  per- 
auentura  Tardìr  mio  non  è  troppo  )  fino  i  qui  non  conofciuta  per  la  poca  cura  de  i 
Qoftrì  Chronifti»  ritomi  d  fuo  luogo  • 

Dico  adunque  che  il  Dogeiinanzi  chel  Papa^non  pur  venifle  a  Venetia  $  ma  che 
ibfle  anco  Papa  »  boUaua  in  piombo .  Quefto  apparifce  per  vn  priuilegio  di  Vital 
Michele  »  al  qua!  focceffe  il  Zianil -anno  1x73.  Conciofta  che  hauendo  il  Michele 
conceflb  a  gli  huomini  deirifola  d'Arbe»  che  eleggeflero  il  Conte  à  volontà  loro  (& 
come  anco  ferine  Andrea  Dandolo  ne  fuoi  Anna»  )  mandò  loro  la  bolla  col  piom- 
bo pendente:  nel  qual  piombo  è  fcrictodall'vno  de  lati  puntualmente  cofì.  VI. 
MICHAEL  DEI  GRATIA  VENET.  DALMATIìE  ATQVE 
CROATIi£DVX.&  dalPakfo>è  l'imàgine  del  Doge  dinanzi  a  San  MarcoJa 
qual  bolla  (i  ferba  ancora  nelll'archiuo  della  ca  mer a  d' A rhe  • 

Apparìfce  parimente  per  quattro  fo^oCsrictioni  fatte  >  in  quattrp  ftromenti 
pattuali  Pana  1 5o.ventifeQe  anni  inanzi  che  Papa  AkiTandro  venifte  a  Venet-con- 
tenenti  ladcditioné  di  Pola>di  Rouigno^di  Parenzo»  &  d*Omagaalla  Republica  da 
▼n  Viuiano  Notato. Veneto  »  che  viflc  del  15^00.  venti  tre  anni  dopò  la  morte  del 
Doge  Ziani.  Il  quale  hauendo  fatta  la  copia  de  detti  ftromenti  celebraci  dal  Doge 
yital  Michele  neiranno  1 1 50,  fottofcriue  in  quefta  maniera  • 

Ego  Fimanus  Scriptor  9  T^otarius  y&  ìtdex  Ù.Heatrici Imperatms  >  otidì^entkum 
ifiumy  Ckm  tipusfigiUis  egre  ftg^cuum  >  &  unofigiUo  de  jdumbo  pofit&fer  memoratum 
Duceniy  -pìdi^  exemplaHi .  Et  apparìfce  vlcimameate  in  Andrea  Dandolo  9  ne  Jnoi 
Annali»  douip  ragionando  di  quelta  tpaterìa  afterma  >  come  teftimone  di  veduta.^» 
di  hauer  letto  le  comm^ftioni  del  Doge  Jliani  fatte  Iranno  11 7  J  •  à  gli  Ajnbafciado- 
ri  mandati  dia  lui  i  Emanuello  Imperatore  di  Coftantinopolì»  fegnate  col  piombo» 
dicendo .  Hornm  autem  legatormn  commijfiones  9  bulla  Ducati  plumbea  eommunitas 
vitti  &  kgi.  Quod  opiniouem  afjerentiwn  uUxandrum  Tafamicam  FeHetijs  foret^Du^ 
aprimo  tiimoabHi{[eiexcÌHdU^ 

Hh\4       Èc 


48<f         DELLA  GRANDEZZA  -^ 

Stfo^tt^nepiàidtfénddadmolSm)»  cheilpre^^ 
antico Yfodel Doge; doaccÉb dice.  DHxkaqHeImperat.Leghtò$minU%&iukia 
épigramma$affoliM  bnUapUtmbeé  comimmifa,  quém  Mexmier  confpkicMs  Umiamt  r 
é' Diuemfiuu  lueras  MalUerftgUlare  f  appr(Aauit&c.  Adunque  l'?fo  delpiombo> 
tionfuJiitrodotcoperconcemoQedelPa^a.Ecaaoora  diiooia^ 

Salperò  U  cofa  lu  pur  cofi  coaie  io  ferino  • 

(^iiKopoi  aUeiiM>iiete>laRepubhvdie  ch'elle  fi  coni^  nome  delPrìn* 

dpetuot  ou  non  gii  con  VcS^Ciò  con  Piniagine  di  eflb.Percioche  eflèndo  Peffide 
per  ordtnarìoifignificadoadi  Oominio  alToluco»  fi  come  fi  vede  per  le  monete  dc#  * 
giilmpcradorianckhi»  &  dei  Principi  edemi»  non  pareua  che  fteflebenci  che  m 
qtieftono(fax>s'o(I(eiua&  atto  alcuno  1  che  banefiedell*^  Ecperòhaoendo- 

Nicolò  Tronò>per  corregger  la  corruttela  introdotta  daUe  perfone  cattiué»  oelTa-» 
dolterar  l'oro»  &  l*argenccb  fcolpita  la  tefta^fua  nella  moneta  che  fi  chiamaua  Tro- 
aoidil  nome  fuo  :  fii  per  legge  dellunno  1485.  vietato»  che  il  Doge  non  metteflfe  ir 
ritratto  nelle  monete  • 

Il  medefimo  ùx  prohibito  dell*ìnfegne»  &  dell'armi  l'anno  147 1  •  le  quaU  egli  non 

CIÒ  ne  dipignere»ne  fcolpire  in  alcun  luogo  col  Como  Ducale»  ne  portar  nelle  ga- 
e  fu  le  bandiere:  fuori  che  nelle  fabriche  del  Palazzo.  Et  chiara  cofa  è»che  allora» 
che  Rialtofo  edificato»i  Veneti  cominciarono  i  fpender  moneta  propria  ;  ma  fo- 
tamente  di  ram^fi  come  attefla  Cafiiodoro  Senatore  »  che  fu  a  Veneda  Tanno  77. 
dopòTedificatione  di  San  lacomo  di  Rialto  »  con  ouefte  parole  •  Monete  ittic  quo^ 
dammodo  percHtitHr  yi^MUsi&c.  Crefcendopoi  la  Republica  dalla  parte  di  mare  > 
<c  facendofi  la  Citti  tutcauia  maggioreis'incroduflfero  da  Principi  le  monete  d'oro» 
&  d'argento  •  Onde  è  maiiifelUmence  falfo  »  che  Ridolfo  Imperadore  defie  licen^ 
za  la  prima  volta  alla  Republica»dì  coniar  la  moneta  •  Percioche»  per  le  parole  del 
medefimo  Ridolfo  fi  comprende»  che  i  Principi  Veneti  antichi  la  coniauano  fenxa 
altro  •  Di  maniera  che  non  concede»  come  dicono  gli  fcrittori»  ma  conferma  IMb 
del  batter  moneta  »  fatto  ab  antiquo  da  i  noftri  Dogi .  Et  le  parole  del  prìoilegio 
fii09fotto  la  daa  dell'anno  924.aiii  ip.di  Febraio  in  Pauia»dicono  in  qnefta  forma. 
SimttUfHe  eis  'ì^nmi  monctam  concedimus  »  fecmdum  quod  c§rHm  Trouincia  Dnces  »  d 
prijcis  temporibkSf  confHtto  mare  babuerant .  Sopra  la  qual  materia  fauellando  anco 
il  Dandolo  ne  gK  Annali»  dice  quefte  parole  •  In  eadem  primtegh  declaramt  »  JDMcew 
yenHum  pòtijfaiem  habere  fmicndi  monetém^ma  ci  CQrq^tit^mtiqiios  DkcesjìOCiCm^ 
àmaaiis  temporibus  »  perfecijfe . 

Volle  parimente  la  Republica  che  il  Tempio  di  San  Marco»  foffe  Cappella  diet 
ho  Principeicon  »4.Cappellani  al  feruitio  fuo»eletti  da  lui  di  tempo  in  tempo .  Ol- 
tre a' quali  1  "anno  1 175  .gliene  concefie  vn*altro  particolare  in  Palazzo  con  vn  che- 
rico.  Et  ordinò  per  legge  dei  i }  1 1  .che  andaffe  in  Chiefa  al  diuino  offitìo»  tre  vòlte 
la  fettfinana»&  anco  tutte  le  fette  principaU»accioche  foffe  foilecito  in  ogni  luogo  9 
alle  cofe  delia  religione  • 

Apprefioqnefto>gli  conftitui  i^.Scudieri  con  honefto  falarìo»  con  auttoriti»che 
aeDecofe  ciutli  potelTe  giudicarli  nno  ad  vn  certo  fegno.Ec  l'anno  i47i.ordinò>cbe' 
fi  punifse tutti  coioro»che  ingiurando  il  Doge  in  parole  òin  fatti>non  gli  hauefsero 
<|Qel  debJloitf petto»che  fi  conuiene  »  commettendo  i  primi  al  giuc^itiò  de  gli  Auo^ 
gadori»&  i  fecondi  al  Coiifiglio<le  Dieci  •  Piacque  fimilmente»  che  in  certo  tempo 
dell'anno»  facelse  come  vero  Principe» vn  donatiuo  alla  nQbilta»quafi  come  padro 
iomtifig^liuoliinguifadiauncia.  Et  percioche  ne  primi  tempi»  il  dono  eradi 

-  •  cofc 


ET  DEGrtTA^  DEL  PRINCIPE  LIB.  XI.  487 

tofe  mat^atiuc  $  fi  trtmutò  ia  vna  moneta  di  atgento  9  con  qucfta  infcritciono  • 

;      NICOLAI  DE  PONTE  MVNVS  ANNO  SECVNDO,      • 

Ec  perche  fi  reftrìgneire  ancora  molto  più  con  la  nobiltà)  s'ordinò  >che  ogni  m^ 
to  ÙLCcttc  quattro  Conuìti»  acdoche  communtcando  in  quetPoccafione  laiua  eon- 
yeriatione  con  diuerfi  nobili  d'o^i  grado  »  &  etd  >  venìfle  i  fembìanza  dei  oomiiti 
publici  de  i  Lacedemoni»  a  participar  di  fé  ftellb  con  tutta  la  Repablica  :  poi  che  il 
mangiale  infieme  fu  riputatoi  non  pur  da  Platone  >  ma  da  molti  altri  Sani  antichi  9 
de  quaU  ne  iauella  d  lungo  Atheneo  »  come  rn  facramento  reihìttiuo  della  vera^ 
4unidtia  • 

Il  primo  lo  celebra  il  giorno  della  feftiuitd  di  San  Ste&no  primo  martire  •  Per* 
doche  difendo  ftato  portato  il  fuo  Corpo  à  Venetia  Panno  iiop.&  riceuntodal 
popolo  con  fomma  letitia  >  il  Prìncipe  fu  inuitato  alla  folentiiti  »  la  quale  fu  fatta^ 
nel  portarlo  à  San  Giorgio  Maggiore.  Et  egU  altora>come  dicono  alcuni»  fi  obligò 
di  vifitarlo  ogni  anno  in  perpeaio  >  il  di  di  Natalie  • 

Et  facendo  il  medefimo  la  nuttina  feguente»  ch*è  i  ventifei  di  Decembre»  ritor-- 
Dato  i  Palano  »re(lano  al  Tuo  conuito  >?ei  Configlierì  »  fei  Sani  Grandi»  dnque  Sa- 
m  della  guerra»  detti  bora  di  terra  ferma  »  tre  Capi  della  Quarantia  Crìminale»  tre 
Àuogadorì»treCapi  del  Configlio  de  Diecudue  Cenforìytre  Giudid  di  Proprio»  & 
UCancelUer  Grande»&  i  due  re^imenti»che  portano  lo  Stocco  in  trionfo  dietro  al 
Prindpe  »  con  due  compagni  • 

,  Il  fecondo  Io  dà  il  giorno  folenne  di  San  Marco  •  Perclie  fattali  la  mattina  lapto-' 
ceflione  dalla  Chiereiia  »  &  da  tutte  le  Scuole  Grandi  »  con  bdlifiimo  apparato^  ^ 
ricchiffima  pompa»il  Do^e  dopò  gli  o£Bcì  diuini»ritiene  con  lui  la  Signoria»  oltta^ 
;dla  quale  vi  fono»yenti  di  giunta»  con  tutti  gli  altri»  dalli  Quarantanno  in  fuori  che 

fidifiedifoprat 

II  tefzo  Io  fa  nel  giorno  della  Afcenlione.  Perdoche  hauendo  Papa  Aleflandro 
ffiudicato(per  la  vittoria  che  hebbe  la  Republica  »  di  Ochone  figliuolo  di  Federigo 
Jmperadore  a  Saloro  in  IfbriaJ)  ch'ella  foOe  Signora  del  mare  »  (  gkiditiò  conferma* 
to  poi  molte  volte»  &  fpetialmente  dalI*Abate  di  Neruefa  per  nome  dd  Papa  »  nel* 
la  controuerfia  »  che  hebbero  gli  Anconitani  co  i  noftrì  »  quanto  al  pofTefTo  del  ma^ 
xe)  il  Prindpe  andando  a  i  Caftelli  col  Bucentoro  »  fpofato  il  mare  con  beHiffinnL^ 
ceremonia  »  &  ritornato  a  Palazzo  »  reflano  con  lui  la  Signoria  »  con  diuerfi  altri  di 
offici]  »  che  fono  fotto  Pregadi  »  doè  »  i  patroni  del^  Arfenale  »  i  Sonori  all'ac* 

3 uè»  i  Cathaueri»  i  Sopracaftaldi  »  la  Saniti»  i  Signori  alle  legne»  1  tre  Corimi 
^  *  AlefTandria  »  di  pamafco  »  &  di  Londra  »  che  fono  due  huomini  per  o£Bcio  »  i 
Signori  alle  Ragioni  Vecchie  »  &  Nuoue  »  i  Camarlinghi  di  Commune  >  la  Cz* 
mera  d*impreflO)i  dieci  Saui»i  tre  Sani  fopra  i  Conti»!  Próueditori  di  ComQni>i  So* 
pra  Dati j»  fopra  le  Camere»  &  fopra  i  Banchi»  le  Cazude»  &  gli  Auogadori  Fifcali  » 
quando  vi  fono  • 

Il  quarto»&  vlcìmo  i  i  quindid  di  Giugno»nelIa  fefUnitd  di  San  Vito»&  ModeftOb 
Condofia  che  Panno  1 3 1  o.fi  faloò  in  cotal  di»  la  Republica  dalla  coKiura  di  Baia- 
monte  ,  U  quale  dfcndo  ftato  figliuolo  di  Doge  »  ricchifiimo  di  faculti  »  di  gran^ 
feguitOi&  pieno  di  ^lirito  tirannico»  inarato  da  fuoi  più  congiunti»        *-'" 


con- 


488         DELLA  GRAt?DEZ2A 

concrx  la  patria.  Et  hauendo  alTalita  la  Piazza  con  gran  moltitudine  di  mal&ttQri  m, 
fii  rotto  da  Pietro  Gradenigo  allora  poge>&  mandato  in  efilio.Et  i  complici  &  de* 
pendenti  furono  feueramente  puniti  • 

Perla  qual  vittoria  il  Doge  vi/ita^  Chiefa  de  i  predetti  Santi»&  fa  il  conuito  al- 
la Signoria!  alla  Quarantia  Criminale  »  à  i  Saui  de  gli  Ordini  i  i  i  Signori  del  Pro- 
prio>S(  alli  due  delTo  Stocco.  Ne  quali  tqtti  lauti  &  regali  conuiti  »  &  reg^olati  in  al- 
tra, forma  che  tlon  erano  i  conuiti feditfofi»&Arq>iton  de  i  Lacedemoni!  fi  eflerci- 
tano  anco  atrioni  virtuofe  •  Percioche  bene  Ipeflo  dopò  mangiare  >  vi  fi  fanno  di-> 
moftratiooi  nobili  di  qualche  hiftorsa>da  eccellenti  Poetijcon  concerti  di  muficfae» 
Oc  con  ^xi  trattenimenti  hcHiorati  ^  ' 

Si  Icg^e  che  in  vno  de  predetti  conuiti  in  tempo  del  Doge  Adottino  Barbarigo  t 
CaQandfa  Fedele  giouanetu  affai  bella!&  illuftre  per  molte  fcienze^cantò  fu  la  lira 
Verfì  latitai  all'improuifa  j  con  tanta  marauiglia  de  i  circondanti  »  che  ne  acquiftò 
gloria  per  tutta  Italia.  Onde  fu  poi  celebrata  dal  Politiano  >  &  da  tutti  gli  huomioi 
catti  del  fuo  tempo  • 

Diede  anco  la  Kepubticapremmema  al  figliuolo  del  Principe:  Pere  A>che  ordì- 
nòcche  vefliffe  con  habito  Senatorio»  &  con  le  calze  roffe  a  fimiUtudine  di  Caoalie^ 
ro  r  &  entrafle  in  Pregadi  t,  &  che  potefife  efler  Generale  in  armata  >  &  Oratore  a^ 
i  Principi  edemi  •  Et  perche  viuendo  Pietro  Gradenige^  Doge  4S.  meri  Bertucci 
(mo  figliuoto>il  Senato  volle>che  le  fue  funerali  fi  facefferoi  ne  piih  ne  meno»  cornea 

3 nelle  de  i  Procuratori .  Et  fu  permeflb  j  che  precedefTe  i  tutti  ^i  altri  perfonaggi  « 
al  Procuratore  in  fuori .. 

Il  medefijmo  auienc  del^  fratello»  itqual  perònon  porta  le  calze  rofie .  L*an,  1 149^, 
fivftatiiutoiche  i  figliuoli  di  Doge  non  potefferoeflercitar  le  Podeflarieefleme.  Ac-. 
cento  che  trouan&fi  Podeftd  di  Milano  Pietro  Thiepolo  >  vi  fu  fatto  prkione  da-> 
Federigo  Uk  Imperatore  ^^  con  tanto  difpiacer  di  fuo  f^dre  $  che  la  Repubiica  chc^ 
(òmmanKnte  amaua  il  Doge»  fpefe  motti  danari  per  ricattarlo  •  La  qual  leg^e  ri- 
ConfèrnoatadelusÀ  fi  dìflefeancoinoeni  altro  nobile  del  Coniglio.  Petaodie 
chiamati  per  la  urna  det 'integrità  &  bontà  bro  à  gli  altri  gouerni»$*eirercitauano 
ne  gli  bffid»  &  magifl»ttide  forefheri  x&  Tpetialmente  nelle  Podeflarie  »  ditanta^ 
importanza  inquei  tempi  f^hcdiuerfidiuennero  col  mezzo  loro  Signori aflbluti 
delle  citti  »  fi  come  fecero  i  Torriani  >  &  Vifconti  ii>  Milano  »  i  Roffi  m  Parma  >  gì  i 
Scotti  in  Piacenza>&  altri»  de  quali  fono  piene  le  hiflorie  •  Et  fu  anco  proueduto  r^ 
anno  i  J4aperitroppo  honori che  lacomo  Thiepolo»  &  Bartolomeo  Gradenigo  % 
amendue  Prindpi»procurarono  i  i  toro  parenti»  che  i  figliuoli»  fratelli  >  &  nipoti  di 
Doge>n0n  poteffirro  hauere  offici  nella  Repubtica^viuente  il  padre.£c  Tanno  13  7J. 
fi  deliberò»,  che  figtiuoli»^  fic^nipoti»  poteflero  entrar  folameqte  ia  Pregadi  >&  che  il 
fratello  nonfbffemai  del  Configlio  de  Dieci  ^  Et  ficome  il  Principe  £  affoluto  dal- 
le leggi  nella  materia  delle  pompe >  alle  quali  foggiacdono  rutti  gli  habi tanti  >  8c 
fudqiti  dello  Stato  »  da  lui  infuori  »  cofi  fu  concedLiraiLmcdefTmaa  fuoi  fù^liuoli  » 
ftatellix&r  nipoti ..  S'aggiunfe  alle  predette  cofe  i^che  il  Publico  voUe  »  che  rìceueffe 
dall'arti  (che  per  legge  dell'anno  ia6S:  andiauaoofi  reuerirlD»aIleqnaH  la  Princi* 
pefTa  faceua  vn  conuito)  &  da  diitecfe  CafleMa  &  luoghi  della  Repubiica  regalie  di 
diuerfe  qualità»  date  non  folo  à  lui»màaUa  Prindpefla ancora . 

All'incontro  fi  vietò  non  pure  à  lui  ».ma  à  qualunque  altro,  della  famiglia  fua^  ». 
che  non^riceueflè  doni»  fé  non^di  fioi!Ì>d'acquà  rofa»  di  odori»  di  balfamo»  cofe  da^ 
«QtiU)^arejAc di  vino  per  fino  Ivoacerta^foinma.  CheoonrifponddleneUefliite-^ 

rie 


ET  DEdNìTA*  DtL  PR^aPE  LIB.  XL    48^ 

«eappaiteiicndalg<menia>&chenonaprì(reIeTc(tere  indirizzate  al  domìnio 
fenza  la  prefcnza  de  i  0)nfigIieri  •  Che  non  raccomàndaflfe  n^no  à  qnal  fi  vogHi 
gittfdicente  «  Che  non  potetie  fcriuer  dell^  fua  efabatione  >  fé  non  alle  città  focto- 
pofte  »  Et  che  non  potelle  vfcir  del  Dosabofenza  h'cenza  del  Gran  Configlio  •  Et 
tn  fomma  molte  alcrecofe  non  potefie  tare  ^Vquali  pretermettiamo  per  breaici  • 
Le  quali  tutte  predette  materie  >  cofi  concefle  coinè  anco  vietate  >  fono  con  la  lun- 
ghezza del  tempo  ftateanco  troiate»  ò  tidrette  di  mano  in  mano  fecondo  Tocca- 
lioni&i  tempii 
Et perdie  U  Principato  gli  fiì  conceduto  in  vita  >  fì  comTponde  allo  honor^  che 

Sii  fi  fece  viuendo  >  con  non  minor  pompa  y  &  grand^Kza  delie  pafiate  >  nel  tempo 
éUa  fua  morte  •  Ne  i  primi  princ^ij»  morto  il  Doge^  ft^peRìua  il  giorno  feguen- 
te  9  &  fi  portaua  fenz'altra  ceremonia  nella  Chiefa  doae  era  Parca  de  fuoi  m^lggio- 
ft»ouetoin  San  Marco  9  òdoue  egli  ordinaua  per  teflamento .  TaUiora  aucnnc» 
ch*e({endo  morto  la  notte ,  fu  feppellito  la  mattina  feguen te  9  Se  morto  la  mattina 
ih  portato  <]uel  giorno  fteflò  al  lepofcro .  La  pài  antica  pompa  fnnerale  che  io  tro* 
tn  per  le  fcrit^nes  fu  quella  del  l>og;e  Giouanni  Delfino , 

Qgdli  Ib  mdfo  in  Sala  de  Signori  di  nottcj  con  gli  fptoni  d*oro  in  piedi  ^  Se  coru 
lo  Sdkco  nel  la  guainat&  con  Io  Scudo  aQa  rouefaa>cioé  i  capo  piedi  •  Lo  feguiro- 
i»moItiSenatoride  principali  fino  alld  Sala»  doue  poco  prima  s  erano  congregati 
idìoerfi  nobili  veftiti  a  bruno>oltreal  numero  confueto  de  i  vinti)  chefono  eletcì  da 
i  ConfigUeri  per  accompagnarlo  •  La  Principia  in  tantOiandò  in  San  Marco»  con 

fran  comitiua  d'altre  gentSdonné  ;  doueefleado  dimorata  per  lo  fpado  di  vna^ 
wa»fi  parti. 

Condotto  poi  il  corpo  in  San  Marco  »da  i  Confi^ieti&  dai  Capi  di  Quaranti^  » 
chefeder^no  atquantoco  i  torocdofi  nella  predetta  Sala>  fi  ficcto  l'dflequiei  éc  in- 
comanenteli  fonò  à  Configlio  per  dopò  nona  $  per  dar  principio  alla  creadone  del 
miofioDoge« 

Qsefto  modo  di  ceremonia  fii  poi  tediato  in  proceflb  di  fénipo  $  &  ridotto  i 
più  faonorata  forma .  Perche  mono  il  Do^  >  s'introdufse  la  prima  cofa  >  di  coni* 
mettere  ilgouerno  dc^  cittd  i  ConfigUeri  Se  H  Capici  Quaratìta»  comesi  detto» 
Si  vefte  poi  il  morrò  conto  habito  folenne  del  manto  i  &  dd  Como  Ducale»  con  lo 
Stocco»  Se  gli  Sproni  .^  Et  publicata  la  morte  fua»fi  lafcia  ouel  giorno  nellaf  na  ptt>- 
pria  Sala  •  Allora  fi  leuano  le  Corti  Se  gli  offici»  cioè  i  giudici  non  fiedono  a  banco» 
fino  alla  creatione  del  nuouo  Doge  •  Et  (i  ferranno  le  porte  di  Palazzo  »  Se  vi  fi  ten* 
gono  alla  guardia  gli  huomini  deIrArfeoalecon  Patmi  »  non  perche  elle  vi  bifogni* 
no» andando  le  cofepacificamente  in Ci^ tanto rdi^iofa»  Se  ben  regolata» ma 
perche  vi  è  reftato  Pvio  antico  della  goar  A  9  la  quale  m  altri  tempi  era  necefTarìa 
per  rifpetto  de  i  tumulti  »  che  nafceuano  in  cofi  fatte  occaftoni  »  &  del  popolo  »  tiie 
«drrcua  à  facche^iare  il  Palazzo»  materia  che  poi  fii  rejgolata  Panno  1318.  La  fera 
fegoente»fi  porta  il  corpo  in  vna  Sala  chexifpome  quafi  fui  Canal  grande»  chiama- 
ta con  voce  antica»  Piouego  »  che  vuol  dire  publico  •  Doue  fattofi  vn  Catafalco  aff- 
lai eminente» ve  lo  pongono  in  cima»  con  quattro  gran  torcie  accefe»  airintomo>8c 
vi  fi  tiene  per  tre  giorni  continoui  •  In  tanto  gli  fanno  la  guardia  à  vicenda  >  alcuni 
della  Signoria  detti  i  ciò  veftiti  di  (cariato. 

Pafsari  i  tre  giomi»fi  comincia  alle  2 1  .bora  a  fór  la  procc^ione  da  tutta  la  Chie- 
-refia  •  Dopò  la  quale  pafsate  6.  Scuole  Grandi  »con  incredibilanmerD  di  lumi  »  Se 
di  cerc9  vengono  per  ordine  imarinarì  »  cioè  tutti  coloro  »  che  fono  padroni  »  ò  di 

nauif 


•^,0     ••    DELLA  GRANDEZ2A     ■    j 

Ta  per  vno .  DÌetroj> 
I  luogo  dcltlìmagÌD  j  de 
z,  i  roueTcio  »  cioè  col 

me  con  l'a\i,  pareodo 
portato  fozzopra  >  tioa 

brufTe  dirìrto ,  ma  col 

lido  viene  il  catakno» 

>,  portato  da  perToac^ 

ieruacij  che  per  amico 

e  meszi  di  dietro  a  cut- 

Sclugubre.  Indi  dietro 

ines&Curforesi&do- 

con  gli  Ambafdatotì 

gnonha»  ìacamkiaa- 

ìlollraràcoj&colcA* 

poincappucciato>Sccoperco>&que(tifìchìainanodaIyoIgocoroccio(ì .  Do^la 

.Signorìa  viene  gran  parte  di  huomini  delle  predette  fei  Scuole*  rìmaftiinrftimo 

per  quefto  effetto.  Et  distro  a  coltoro  fanciulii  Òc  fanciulle  jagran  quaatìtìl  >  di  cU- 

uerlì  Spedali .  A  quali  tuUi  per  quel  giorno  lì  danuo  larghe  limoCne  >  &  (ì  fuonau» 

,tuttauia  le  Campane  di  San  Marco>  mentre  la  pompa  circonda  la  Piazza. 

Giunto  il  cataletto  all'incontro  della  porta  ftiacipalc  di  San  Marco^G  ferma;  Et 
'coloro*  che  Io  portano  ttitti  in  vn  tempo  concordi  inlìeme, l'aliano  in  aria j  & ab- 
baffano  (ino  in  terra  i  forza  di  braccia,  noue  volte,  facendo  in  quella  maniera  fare 
'al  corpo  reuereiiza  aquella  Chiefa>dclla  qual  fu  padronci&  nella  qualfu  publicato 
te  moUrato  al  popolo  nella  fua  creationc>&  quello  parimente  s'olierua  nei  Procu- 
ratori &  nel  Canccltier  Grande,ma  fanno  folamentc  tre  falcijche  coli  vieti  chìamit* 
todall'vniuerfale  quel  moto  del  cataletto.  Di  quindi  laproceilìone  (ìriduceaSan 
.Giouontiii&Paolo.  Douc apparecchiatofì per auanti  vngran  Catafalco  colfuo 
baldacchino  pienodi  lumitvi  li  pofa  fotto  il  caraktto .  Quiui  ridotto  gran  popolo* 
fi  recita  (opra  vnpulpitOjda  vno  dei  nobili  letcetau  della  citt:i>I'cr3tioncluneraie 
.ìii  lode  del  morto  fecondo  l'antico  colhune  de  Ì  Romani.  La  qual  tìnitaifi  Canno  i'- 
cflequiciSc  il  corpo  lì  porta  in  tempo  di  notte  dacolorot  chenehantuila  cura_» 
.alla  Chìefa doue  comandano  i  fuoi  cangiunti>&  patcntiiò  il  fuo teftamento . 

Il  giorno  fegucnteiìdd  principio  dal  Gran  Consìglio  alia  creatione  delfiityro 
Doge .  £t  tuanzì  ad  ogni  altra  cofa  lì  cteano  nella  prima  adunata  i  tre  Inquintpci 
de  principali  huomiai  dello  Sato>introdotti  nella  Republica  per  la  vacaoia  i  dico- 
no alcuni  >  dei  D(^e  Marco  Barbarigo . 

Qtieftinneggonoi'opcrationi  del  Doge palfatOi& fé habbiaoflèrultodcl tatto 
le  leggi  fecondo  il  fuo  Capitolare  che  lì  ctiìama  Proniiffione>&  talhora  hanno  con- 
daoaaio  gli  hcrcdi  del  morto  a  tcllitutìone . 

.^  Si  creano  pariniente  cinque  Correttori  >  i  quali  iq  quel  mezzo  dell'Interregno* 
ricorreggendo  diuerfe  leggi  in  materia  del  Principciò  d*:iItrO)ò  le  rd0cctaoo  »Ò  ne 
fanno  di'miouO]  &  lìnita  ropera  loro  è  Hiiito  l'ofhcio . 

..  £t  quelli  due  Magidratió  carichi  cpfi  breui>hanno  r^olato  di  tempo  in  tem- 
po l'auttorità  del  Principe  in  coC  fatta  manierai  ch*^  è  ridotto  a  teroiinecoii^ 
|ieneuole. 
'       .  fecoi*- 


ET  DEGMTA'  DEL  PRINCIPE  LIB.  XI.  4ji 

fi;cot)doIaformadirnQouemoconrer[iauuo  di  vna  perpetua  liberei  >  hauendo 
lienipre  f occbtoCcome  eice  la  F^gge  del  127$.)  che  it  Principe  lìa  Duce  &  non  Du- 
ca* &:  l^ecìmo  capo  >  &  nojitiranno .  Et  non  (ì  legge  mai  che  i  Correttoti  fodero 
creati  (e  non  dopò  ta  morte  del  DogCi  da  ma  volta  in  fiiorijche  fu  l'anno  i3i7.nd 
quale  il  Doge  elaltandoì  Tuoi  cot^iunti  fuori  di  modo  )  Se  contra  l'ordine  déllit> 
ixggU  8c  operando  molte  altre  cole  con  fommo  difpiaccre  dcll'vniucrfale  1  panie 
dSaai  del  gouemo>di  por  freno  alla  fua  troppa  ambitione ,  onde  crearono  *iui  vì- 
iience>ÌCprret£orJ:FiniceieteeotatJonÌ>nunnof«lettionidetnobili>  come  fé 
detto.  Et  fattoi]  Prìncipei&  publicatofì>$'apre  il  Palaz«>>&  R  fanno  dimoftrationi 
d'àUegresEatCon  fefte*con  campane>con  fuochiicon  Iumìerc»con  arcigliariciSc  con 
cofi  fatti  altri  modi.  L'an.  i^oo.che  fa  creato  Michele  Steno  R  fef^cggiò  per  .molti 
meli .  Et  quando  iù  fatto  Hrancefco  Fofcarì  l'anno  1423.  i  piaceri]  le  felle ,  Se  i  ba- 
gordi durarono  vno  anno  intero.  Pcrcìoche  mentre' fu  Procurator  di  S.Marcoima- 
ritando  diserfe  donzeIle,fauorendo  diuerlì  nobili  Sf  cittadini)  reftaurando  diuetfe. 
Chìefe}&  Spedali>8c  finalmente  fp^ndendo  in  opere  gÌo  tfciioli*  laudabil'>  &  b^oiie. 
moltemiguaiadJducatij^acgmAèlagrada&ilfauoredell'viiiuerfale.  A  tempi 
noftri  le  fdfte  durano  per  tre  giami  ò  poco  più.Indi  d  pochi  meli  vengono  gli  Ora- 
toriinon  pur  delle  Otti  fiidditcì  ma  delle  eiìerne  juicora  1  i  rall^arìi  conlui  della 
fua  efalcatione .  A  quali  tutti  il  nuouo  Dog<  rifpondendo  »  dimoftra  *  quanto  eflo 
TagUa»  8c  qiiaiico  6  po0ii  ^are  nel  fuo  Reggimento . 


imr- 


4*» 


DELLA  VENETI  A 

CITTA  NOBILISSIMA 

Defcrirta  da 
M.  FRANCESCO  SANSOVINO^ 

Nei  quale  Ck  defcriuoao  le  Andace  Publìcbe  del  Prencipe  . 

HOKU    A  HV  LI  AT  ^»^    ET    ^CCHESClf^TU 

DA    D.    GIVSTIMIANO    MARTÌNIONI 
Ftimo  IVeie  TUolato  dì  SS.  ApofloU. 


L  I  B  R  €>    D  Y  O  I>  Ejp  IMO.      ^ 

L  Prùuipe  tanto  Iltuftff  per  cos}  feenalad  ortumend  »  ch''egli  rìc^^ 
pcE  la  tua  gran,  degniu,  Se  per  tncMK  akre  fue  preminenze  >  come  s'è 
detto Dcrprecedeote  libro»  fa  ogni  anno  diucrfe  andate  in  diuerii 
iBoghi  delk  Cicti  per  <tìuerfì  giorni  feftiuù  felennixit  i  >,ò  per  rito  di 
Santa.  Chie{a>  à  per  dieeretopublice,6  per  perìcoli  figgiti,  ò  per  TO- 
tov.  Qucfle  andate»-!  Palatinile  cbìanuno  comunemente^  Andar  in.» 
trionfo  .Perctoctis  ottre  che  il  Doge  poru  tutte  L'infegnedcl  Ptincipato>la  Signo- 
ria alkirfthiìt  Aio  pieiu>>  cioè  gli  aggiunti  che  bifognanoi  quelle  andate»  Coarto- 
|Èi  che  iaqud  tempo»  ii  corpoi  cbc  accompagna  il' Ptindpe  CORK  capo  •cottfìile  <^ 
4ÌBeiÌE  owitidi  pe^3«  &  (U  Magiftnui .  & 

"  '  '  ■  cip»» 


WL  PRINCIPE  LIB.  XII     -    w 

cjfiqti^Dne$GeQdàrdi<Jbc/ìlii^^  •  Sesdunapoi  le  mxnbecf^ 

argento»  fofteaute  dinanti  dalle  fpalle  di  alcuni  fanciulli .  Ec  à  due  à  due  i  Cornali- 
4ai!Dri  ixhtamaa  da  LanniPracoiu^  •  ft^queOi  nettiti  ktoftc  di  Torchim)  >  dal# 
quelli  (tei  RioprioiQ  bìotumtk  habifo  Jiinig9»pQrtaoo  iti  iujpQ  la  Ueimtta  roflai  oofi 
vna  picciola  medaglia  d*oro  daU*vno  de  lati  con  fioipronta^  Sm  Marco  •  Akn 
volte  andauano  con  vna  bacchetta  in  mano»  ma  Panno  ijij.fidiede  loro  incfuel 
cambio  la  berretta  •  Et  fono  creati  dal  Doge  al  numero  di  saiopr^  AJ«iali  haL# 
giurifdittione  • 

Dietro  a  còftoro  vengono  i  pifferi  co*tromboni>yeft iti  di  roffo»  fonando  tuttauia 
harmonicamente» A  quali  feguono  gli  Scudieri  delDoge  a  due  a  duevveftitì  di  rcU 
luto  nero.Indi  fei  Canonici  co  Pini w  in  doflo»  perche  tu  femore coftttme  de  aotoi 
d'a^cgpag^  le  contemplali  ooAhs^fpotic^Afpttfb  aWbigicwnioano  i  Ct- 
ftaldi  derDoge>&  poi  i  Secret,  dd  CoUc^io>quei  df  Pregadi»&  quelli  del  Confidilo 
de  Dieci>&  dop6  vei^ono  t  due  Cancellieri  del  Doge  che  (i  ehiénumo  Inferiore  ec 
Dùcali  >  rifpetto  al  Grande  che  èper  feruitio  della  Repub.  Et  die  tro  a  que(U  (qgc^ 
iKSamyJlier  Grande  >  &  twtti  céferolbao  vdtiti  M  pauonaaao  >  macMilemauii- 
iche  chiiilcrfQorìcbeil  Gran  Cancellierotche  vefte  Senatoriamente.  Gt  immeiliati» 
èil  Cappellano  dei  I^inapc  tol.2agOf  che  portai!  Cero  »  Se  o^  fiai^ 
^  «Poi  vscngooo  la  Sedia»  &  il  Guaaciale  >  rmp  della  deftra  &  faltro  daBaiiaiAri» 
^OB  l*Oiabidla  •  EtpocofrdOfoconiMir  UperfonaddDogfattwniacoda  gtt 
Ofttori  de  Prìncipi  eftemi.  Et  in  trionfo  porta  fempr#il  Bauero  d'A  rmellini.  uo^ 
vècoQora vengono  iCoolì^Lierì^  &nt)óiMtoridiSanMaiXDalaMttoi^^ 
od  i4f9»ddnfadiie>gliAaogadori»i  Capi  de  Died>  iSaui  Grandi»  i  SanideHa 
gnerRMcttt  di  tercafernia  >  8cpi  altri  Senatoria  &  Magìflrati  di  aatm  in  m$nOii> 
4xmjdokl^ggÌ9tutt)ve(Utidi£Kadicokn:cremi/inoconlema^  Ducale» 

con  tanta  magnififcnzaficgrandcaza  che  BoHa  più  ♦  Et  q^aeft*ordinanza  jaqfoeftt 
inaiàff^%fichlamw^nea*édettodif€^p^»^aQd^ 

Andata  jl  S^  Maria  FormoGit 

ORa  te  prima  andata  dd  Prìncjpe^metfeoidok  noi  per  oiidi<iede«c£  iot^^ 
fiui9#)fi£ala.Y^giltaddlaPurihcatÌQneiii  N.DonnacfaerìeaeadoediFe- 
lM:aio»aUa  Chieia  di  &Maria  Formo£a  per  Pinfrafaittaoccaiione  •  Erano  Tàcùàm 
^ntein^^  tempo  auazsia  alle  rapine  di  mare)tnaìdiofi  deii^cidamaito  dada 
iiaoua<^itt;U8c  deuderofi  di  jneeda»  penf^trono  fanno  943 .  (feoondòla  comune^  di 
jnd)bar  le  fpofe  con  Je  doti  ^  Sapcuaftp  che  i  2  y.  di  Gennaio  fi  IpofiMiaao  te  douiali 
le  in  S.Pietro  alla prefcnudeLVefooop»  & cnetntri  in  qud giorno  couomnxxmm 
allftcciMiMia  • 

Armata  adanque  vna  GaIea»fenevenneio  in  tempo  diììOtnr>dt^fl)enod)flk 
4el  Mefeftcfia^ofero  in  Vefcouado .  La  mattina  fegnencefnl  colmo ddr^tegoes* 
sa»  aftUeado  la  brigata  con  rarmisrapironoia  vobbadc  le  donne.  U  romor  &  gnn^ 
^»  fi  oomei^  erodere»  in  ooCa  di  tantomomeoto .  osdearmari  incootaiieaoeal- 
4nnil^piidihttcaiini>perlamaggiorpaiteartefiddicaflè»  ft  ddla contradapdj 
&Mana  Formo(a»fic6rfe  dietro  a  rapitori,  firoouatilii  Caorìiqud  difieflb»d#- 
Jliediuideaanola|Nredafrak>ro^fe1pefece$randiffimoftratjo»  &  AfiiBbbepoie 
4Qfti4(^ledQme.  EtperdacixaffcWPififwtaiwnnTatotc^ 

tutto 


^4    DELL'ANDATE  PITBLICHE 

cttttoalDoge»  ftatbSigooria»  fiidctcoloco»  che  domnirfaflcw  qiuddic  gra^ 

Ilmonilnoiiiflii allora dtfero» che TOkoaM  che  il  Principe  con  la  moeflfc^^ 
8ccooUSMKioria»vj£nfléos^afiiiob  loco  Coacrada  oddiodbL^ 

ioafefta»  Et  dicendo  il  Prìncipe  f 

Ef  edfiycbe  piouefe  p 

RirpoTero  > 

Fi  mdHdtrtmé  CéffeUi  tU  ctfrimii  ^  fi  barete  ftte  nÀ 
ddremo  dàbere. 

Di  <|b)  é  che  il  PioitanOfper  oom?  del  popolo  dona  al  Principe  nella  ftta  andata» 
dne  Bafchi  di  maloagia  con  due  melarancie ,  &  gli  prefenta  due  cappeBt  mforad  » 
con  Tarmi  del  Papaie!  Principesse  del  Piotiano^  che  éoiax  i  cappelli .  Allora  fu  or^ 
dinaca  la  fciUdetie  Mariet  la  qiiale^  chiamata  daUe  Leggi  nobile»  &  fanio(a.  Per* 
cfoehe  concorreuano  i  federici  popoli  circonuicini  >  &  fi  faceoaao  in  qucfta  aia* 
iiiera. 

S*adunaaaiio  iofirmt  ioChieraìi  capidicafa  delie  contradet  &  fi  bncraua  per 
force  quali  contrade  baiit(npn94d^accom:iar  le  Marie  ch'eifi  cIeggeuano>  per  via  di 
fufh'agi)»  8c  (i  (peodeiiano  miU^^lKati  per  contrada  •  L'elette  (  che  altre  volte  fu- 
rono dodicif  &  del  ii7a.quatTraper  quello  anno»  con  quello  »  cheli  acconciaflero 
in  ^afcidice  la  Legge)(i  veftiuano»  &  adornauano  di  gioie»  d'brof  d^gento  (fer* 
uendoii  anco  delle  corone»  &  de  i  petconli»  che  fi  crouano  nel  Santuario  di  S.Map>. 
co)  &  d'ogni  altra  m^gior  pompa  che  fi  potcfle  fìire  i  concorrenza  dell' vna  con* 
trada  con  Talora  •  Et  la  cura  di  aueftiornamentifi  commetteua  ogni  anno  a  i  pri* 
mi  capi  della  contrada.  Et  ouefta  ifnprefa  era  cercata  con  pratiche grandi»&  fiha« 
ttfua  talhora  fatica  i  metterli  daccordo  : pcrcioche  iUmauano  a  molto  honore  Io 
iutiere  auansaco  gli  altri  di  pompa  &  di  fpefa  • 

Con  quefto  apparecchio  adunque  fé  ne  andauano  coloro  Bergantini*  &PaIa-- 
(ichcrmi  a  San  Marco»  a  leuare  il  Principe  con  la  Signoria  •  Et  per  legge  deirann^ 
1193  »neflun  piatto  potcuapàflaroltra  le  colonne  di  Piazza»  fé  prima  ilPrincipeji 
non  era  falito  in  Bucintoro.  Et  il  Doge  co  i  Configlieri  puniuano  tutti  coloro  »  che 
non  faceuano  il  confueto  in  quefta  fella  »  dando  cadigo  »  tanto  a  coloro  nelle  cui 
contrade  effe  erano»  quanto  a  coloro»  che  haueuano  ad  accettarle . 

Leuato  il  Doge  »  fé  andana  a  CaftcUo  >  doue  R  cantaua  vna  Meda  (bienne  »  U  fi 
fin^tiiua  Dio  della  Vittoria  palfata  »  8e  della  ricuperatione  delle  cofeloro.  Gli 
altri  giorni  (perche  la  feda  duraua  tre  di  )  la  pompa  d  coqduccua  per  le  contrade^ 
principali  della  citti .  Et  qualche  volta  fi  veniua  a  contentione  per  quai  luoghi  eUa 
li  haueflìe  a  condurre»mentre  che  ogni  vno  voleua  ch'ella  paflaflc  da  cafa  fua;  Con- 
ciofia  che  Ir  donzelle  f montauano  da  i  loro  parenti»  &  quiui  con  magnifici  conuiti» 
&  con  balli  >  &  altre  allegrezze  »  confumauano  il  rimanente  del  giorno  •  Le  quali 
cutce  cole  ceflarono  perla  guerra  imponante  di  Chiogsia  co  Gcnouefi  Tan.  1 1 7^ 
Perciochee0endo  laRepubIicaintrauaglio>&  facenctofi  la  predetta  feda  con^ 

grotta 


r 


■    t.  h 


:  DBL  PRINCIPE  im  ^11         4PÌ 

Mob  Mk  fi  mdfo  4z  parte»  fc  finalmente  fìt  del  tutto  jfofta  in  4iittentkànsa .  li; 
Si^efta^ennitdldi  Santa  Maria  Formora  >  confermandola  Berhardo  Gioi^ 
«rdte^tiffimo  Senatorc|iie  tempi  noftrii  m  fece  memoriai  con  gli  infrafcritti  ver* 

CurnamFebrartjFormofc  ad  Tempia  Calendis 

Nnllo non aaoo»  Duxque Senatus  eantt    - 
Si  nefds  caufam»  pauds^aduerte;  docebo , 

Nam  vctns  atqup  jKcens  hoc  monec  hUlorìa  • 
Abftulerat  noftras  praedo  ex  Tergefte ,  pucìiu    /  . 

E  tempio  vellenc  cum  remeare  domani  » 
Per  mare  lignorum  Fabri  »  hos  ex  vrbe  feotti 

Deuióbs  omnes  Vpóeoe  dedere  ned . 
Vnde  Seoatores  gauificaede  latrcnum 

Nuptarun/^duci  vifglnitatefimul  > 
Munere  prò  tilnto  fiatuerunt  fèfta  Marie 

Annua» iure  ilio con^lehcanda die..  /.      . 

Aodau  l  San  2^ccada  ; 


/• 

h 


1  A  feconda  andatili  >  fi  £a  nel  giorno  della  Refuncttione  di  Noftro  Signoi:e  ^dla 
;^  Chiedi  San  Z4cCitia.  ^  V   ^ 

(  Gli  mt^dune  af <^nafto  treoigiom  » n^a  aiyd  fia  la  veraè  diifiale  il  giudicado^ 
Dicono  alcuni  »  che  dopò  la  vedila  di  Papa  Benedetto  Terzo  à  Venetia  »  hauend^ 
vificate  le  Monache  tli  San  i^ccarìa»  &  afiettiotsatofii  quel  M omftero  »  per  la  né^ 
jtÙM  &  per  la  Sandci  di  Madonna  Agnefina  MorofiniaUora  Badefla»  ritomatoit 
RoBMb  le  mandò  i  donare  alcuni  corpi  Santi  »  t  quali  riceuuti  con  ktitia  »  fiiròno 
-vmepti  4alpopal9<l^iotamente>  &  che  il  Prindffe  in  quel  tempo  i  non  (blamente 
vifitò  la  Chiefa  per  honorarlÌ9ma  fi  obligò  anco  per  fegno  di  detK>tione  $  d'andac'^ 
mi  qgni  ano  in  perpetuo  nel  giorno  diPafqna. 

.  Mtri  hanno  per  opinume»  che  hauendo  uiuftiniano  Partidpatio  DcMre  Dedmo 
fabricata  la  Chiefa  $  fi  comes*è  detto  di  fopra  »  Se  difpoOo  di  (ci  per  teftamenep  i 
ika  n>lontif  il  Prindpe  in  virtù  di  molte  loduigense  concedute  i  quel  kio^  da  xii- 
4lcr/i;  Poaiie£k:Ì9  (ic  per  rìcognitione  dell'anoca  patronia  d'efla  Chiefa  ^  la  vifita  co* 
i;ne  s'detto.  £c  altri  finalmente  affermano  (fra  qu^i  è  Andrea  Dandolo  Doge  nel- 
la fiu(  hiftoriaJ)cHc  efsendofi  ampliata  )a  Piazza  >  laquale  era  terreno  delle  mona^ 
die:  la  Signoria  diede  loro  per  contracambioi  pofseifioni  (ul  territorio  Triuifano  » 
&  il  Principe  fi  obligò  d*atidare  ogni  anno  i  San  Zaccaria . 

Vdita  adunque  la  Predica  in  San  Marco»  fi  parte  in  trionfò:  ti  fi  conduco 
con  la  Signoria  alla  predetta  Chiefa  «  Doue  raccolto  ceremoniarmente  d^Uc^ 
iloone  monache»  &  dalb  Badefsai  vi  fi  canuvn  folennifiimo  Vcrpro >  &  vi 


m 


4ptf    DEir  ANDATE  PVBLICHE 

,«ieùt .  fi[  per<àe  «kre  volcrandaMo  il  Prìadpc  TmàoakoWk  6»  i»ff»ptt 
,  dklC'ome<teUaPa^ffùm«rto<ltiraoÌDeiiMà>*^oRlmò»die^PattCatTrà 
gè  Ti  andafleoer  U  via  di  San  FiJippo>&  lacomo .  "Et  ie  cafe  a  pie  delle  qnsM  fe  fiuv 

co  l*ecceflb>  furono  fpianate  fino  m  terra  >  a  perpettu  DKmona  di  oofigcaue  ddtc* 
co»  Ma  Bernardo  Giorgio  *  {^uendo  la  priaia  opiniooe 


Excolicurpaflìm  Chrìftifokmne  quotadnis 

A  morte  ad  vitam  ano  redit  ille  dSe. 
Prarftitit  hoc ,  Se  idem  femper  Refptiblica  noftra  * 

NdMlis  esimia  religiode  Dei  t 
Aft  air  Zacharic  luce  illa  viOtet  eden 

Diunjue  Senatus  item  commemorare  libet  • 
Cofp««  SanAoruoi  dononrooialibas  nUf 

Papa  olim  dedcrae>  motus  amore  pio . 

MunusobhocPrlDcepsfaifUmid»Satfdiirq;Seoatui   '' 

Promifere  ilio  vlfere  velie  die. 
y  ode  Senatores  Veneti  ilKc  quoiibec  amK> 

Pollidtt  memores  (  corpora  Saoéèa  cohmt . 

* 

Andata  l  San  Gcminiano  • 

LA  terzaffifaiSaoGetnìaiano  perroccaaadi  Pafqiia .  NbidfcemmoadtKte- 
laittMfie  di  <|M(bi  Cbk£u  che  Nacfer^ 
.Vi(gl  Michele  Aio  aoccoedòre  lnioiuQGbper  far  la  ftasza  pia  ampia»  &  maggiore  • 
LaiQUil  coiamefla incilècudooe  aHorafeiixa  farne  motto  a  i  Prelad  »  il  Papa  fi  re* 
j(ipiM»&tractaucoQlnilainateda>fofiaalmenrcooac}^^  aflotoefife^ 

il  Principe  della  (oomuiuca»  MUa  quale  potefieefi!nein<X)rfo  per  <)MAo(a^ 
che  il  Prmdpe  qtl  giornode  gy  Apo(h>li»aiida(Iè  io  porpeoiac^  i^^ 
iraoo  dipcnitentiai  a  vifiur  cjgni  anTO 

Ncll<>ctaua  adunque»  partitofi  di  Palazzo  con  la  Signoria  in  trioofoifi  conduce 
ASanGeoràitano  .Douericettucodal  PiouanoconhciQor^  vifi  cantala^ 

Meflagrande  da  i  Mufici  di  San  Marco • 

Indi  nel  comare  a  Palano»,  fi  ferma  a  meesa  piana»  doueera  gid  h  Ouò* 
(a  Vecchia»  £c  quhii  can^atofi  l'officio  di  terza»  con  alcune  altre  parole  in  ri* 
monbranEa  dell'antico  IStfao»  fi  parte.  Laqualcofail  Giorgio  preoeitoeipreAe 
dicendo  • 

Vitalis  cupiois  plateam  exteodifse  Michael 
Martjrribtis  gcminis  teoria  dicata  ruit. 

-    Poittificisfummi,idaimperttenirsetadaiires» 

0 


E)1L>  PRINCIPE  LIB.  XIl  497 

In  Vcncnimexirfit  protinos  Impcrìiim  «, 
SdlicctaMque  vUoquodmitn  Pramilisc6a# 
/  AuiS,  delubris  appofuì&e  inanus> 
fll^ICVpttDS  igitur  mendum  rnwndire  beatus 

Papa,  ita  cum  Venetis  tranfigic  atque  Duce* 
fiJBAaMocundos  abibluiti-à:  ùvlc  quottanFi 

VÌfere  faat  iDoaet  mox  icòdoaiida  Doectn . 
Oftaùa  poSquain  fiirrcxit  luce  Redemptor 

Dttx  adit  ìd  Templum»  ^ue  fuofqne  piat , 

A   D   D    I    T    I    O   N   e. 

fmtrme^  tutti  tifiéàiii  delia  TùfiMpihrkata  quefU  Chkfii ,  ordina firfi$t  teflamtit* 
Ut  fSr,iiUiSigmrUt^*^utemii4ciòU  Tia'^vajdomfseMignn  cgiiTimiiùperfu» 
memoria,  j^^m^àmoiifuefiiÉnàtathertKeoMtttitte  le  cerìmomettbe  vi  fi  fama» 
dicendeiCbemcontrau^poseglUptrtaddThuamt&'da.tiatoilCMpìItt^de'Pretiéé 
Cbi^eoVùàalitdopoighMpM^S^MMcmkfpergoUtefndMtt^liAbeciarUpai- 
temymeei^atotot  dice:  Suunm  fac  fenuim  tunm  Ducei»  nourum  fXMninciCvn  Mm- 
mitltriy'er(Éttit*auUrifMfiodairreH,reeitamfìnevn'OratiineferUfttgteMe^ 
fermttéonefua^  ai  tutta  la  Repubtica.  tubefatto  tfe  ne  -wà  il  Dogv  net  me-^  del  Lega^ 
M  .Ap^Ueete  de^aUri  Oratori  de  trmct^toi  minoccbiarfi  d  primo  fidm^dclC^l- 
tarMi^ffateiierimrifpt^eb'epthdattaCMfejfione della Mefsa,  cbe-rieHfmadd 
éetta  L^ttOt  &  infmtahfeiKia  £itcettbraiite^h*ifempre  tfuatehe  Catumico  di  S.Mar-, 
€»^tlefiaeMte,ò'Piùtan,f9neìhìaUafiuSpdepì<epa>'atat&^9nataidirttf9Cremefi^ 
m0tidiqiiaUhepe7M>difómtoit9nibaMemÌt>fempre4eaiit»mtprtmetmf>  étpò  Itiìi 
éettùL^UOtemgyaùnOratoritdimamhinmanùti^tifieémeapprefMtedopielpUi 
■Sfuria  tmtOM  i  SeiMtmtdH  fi  trouanotfedendo  tutti  a  i  /aoi  Imtm^  pncetendofem- 
frem$gmf9rteiid^ntircbeifril»e^ipiiif^eahidieed,ctmeecmiieitientete^^. 
QybttSbmtfm-PiitalaMtfia^bevieneantaf  dai Mi^idtSm Mona »feH«  efteH 
cijiHa  9er  tonar  ^Vaia^x^pntedendeto  «M  ttataUfu»  Corrteia  Cnee  co  t  Canmeif 
-  *enr^aiuede*VTvtìii Som Marcoitmm inattodì'Proccffi<me;i!r pemetmoyd  ntr^<i 
Pàe^  sri/ii^a  ipjHtfMMc  tragiàfìmdata  da  titirfete  la  Cbiefà  Kectkia ,  fi  ferma 


4^a    DEUf  ANDATE  P^atlOHI 

impilata  alli  due  Caflelli . 

LAquarta gita fucagionau dalla  Victoriachehcbbe la Rcpoblìca  <;_„  „_,.-_ 
giornata  con  Ochooe  figliuolo  di  Federigo  ImperadoiXi  per  difender  Se  man. 
tenere  in  ftató  Papa  AlclTaodro  Tene .  La  qual  vìctoriat  con  nino  che  dia  Ga  £U- 
ta  tacciuca  da  diuerfì>&  di  diuedi  alrrì  negatat  l'inuidia ,  ò  la  malignkd  non  h^pc- 
rò  fapuco  far  tanto*  che  tn  fatto  cefi  mcmotando  >  &fia>potmoembgaer  d^I  tutta 
nelle  memorie  paflate  >  conciofìa  che  la  verità  non  lì  può  giamai  o|!pninecfr  a$tt- 
to  nelle  cofe  importanti.  Percìoche  habbiamo  all'incontro  di  coloro»  che  laniéga- 
BOi  vn  numero  aflfai  grande  diScrittorì  così  ffilNanì  come  foreftierì>clie  l'amma- 
no: &  la  raccontano  puntalmente . 

Mapercioche  quello lot^o  noiTricerca  al  prefeate  che  io  mi  diffonda  in.  quella 
materia;  voglio  per  bora  ptodur  folannente  per  tellimoni  del  vero  >  (Quattro  ò  Tei  dì 
loro*  poiché  la  pràoua  d'ogni  co[a*per  grande  ch'ella  iì  Gai  coniìft&iaoreduoraai 
vcl  tnum }  fecondo  quel  fanto  detto  di  N.Signore . 

Alberto  Grantzio  adunque  neU'opera  fua  della  Saflonia  >  nel  Iib.($.cap.  J7.  dicc^ 
quefte  parole .  ^niuu  erat  feptu^efimiu  feptmust  &  vt  Eufebij  amtnuuuor  tradita 
»Siuim(&  atif  noiuis)pefi  mille  tentnm ,  qkim  Imperator  iam  Othone  fitto,  ffun  CU^ 
fr^ech  ;  Veneta  cUJje  intercepto .  f^enetia  (  vbi  erat  Summus  "Poetifex  Alexander) 
perttuào  j  depace  ac  reconciliaime  efficaciter  togitauit  &c.  Mattheo  PaUnicro ,  nel 
Cr(Miico>ch'c(IòcontinouaaqucUodi£ufebioCefarìenfc,8c  citato  dalGtaotsio 
di(;e. 

^kxa*derT*Mtifextimem  Imperatorias-vnrsVenetùu  refi^,  Qtuipropter  Jm- 
perator  armauit  emtra  Venetot  CialJemtcuiprétfecitOtboium  fitSimfmimy  eìr  tdrepo- 
fceaditm  Tom^cem  tnifa .  Vemm  Otbo,  prmacouairfii  tumkfrfUofiiperatHs  >  &  r*< 
ptustfenetiasaddMcitMrt&cftera.  Nella  hillorìa  Germanica  fatta  latina  daH. 
MuciO)&  ftampatainfo^io)  6  le^c  nel  libro  i  S.  Imperator  Priderkia  >  vbioMdiiiit 
^Uxandrum  Venetifj  effè^Crtofo  Summi  Vmtificis  aiijmittit  Ot^onem  filium  fiamt 
aoH  armata  Clafsatyevetias.vt  repofcat  Totu^cem .  Othotprimuià  patrir  mimdótmt, 
per  nieuios  m  Vrbem  mittit  iffd  p^eueti  recufant  datmvsfe  "PontifUem  Eeclefit  »  tegitì' 
mecreatumcMiaJnmmMshe^.  OtbobetéMmmdicu>ia pater prtueptrat'.  Veneti 
Ctafses  fvas  aduerjmmm  mittunt.  Supermm  >  &  eaptun  ,  vtMStmaie  (Ubaiiem ,  w 
Vrbtm  diuimt  tfd  Voniifieem  e^c.QiouaDai  Nauclero  fcrìttorgrauimnao»&  di  mol* 
ta  fede*  fcrìue  nel  tenù>  Volume  >  nella  quaBantcGmagenerattone  1  quelle  puo- 

"PoHtillcemVemetilsefse,  Otlumem  litpmfKmr$cum 
iHmmmi  Vontificem  Venetias  mifn.SMer  Veaetisob- 
tfiianks  Ùux  Venetorum  occurrent  t  fatto  ta^visM,  jrp- 
nUum  perduxit  &c.  Bernardino  Corio  ,  ripucato  pér 
curatO)  con»  quello  a  che  vide  molte  cofe  >  per  tSex» 
i  di  Milano  1  &  hcbbc  diuoifefcrìttur&antiche  in  foo 
:  della  fua  hiHoriai  in  qtieftatqaMera.  inqiiefirm^. 
Barbarofsa ,  come  ^iejsatidr»  ^^t  f't  vetmt»  a  Vtne-^ 
t  qwi  Senato,  Oade  mandò  Qm/itof^liiMlo  con  75  ;  no* 
ontraWmìtiiau\.     .   .    .  ■    ■    ■    \ 


DEL  f  RINCIPJE  LiaXIt         4^^ 

DéUdéptalecfa  ^teJfaHdro$&  Ziano  Dùgedelfa  CindAétt^endo  I4  mma^miuttm^  30. 
namU  di  gente  fcelte.  Leniuali  effendogimte  in  Iftnat&  atimcinatofi  al  nemicoi  poco  di- 
fcojlo  dai  promontorio  di  Salborio,  con^a9$:?afamo  fn  commega  la  bmtagUa.  La  quale 
finalmente  roUandofi  famreuote  dBe  senfi  Vincane  %  quaranta  otto  nani ,  eon  lagdea 

nportaWlt 

,„_^ ^^  iibrOfiiitit!0fcto'AogUftatoqueftc  parole 

pisConraiilI.fapefmtinfeftMsE^fif  „fitijtte^andrumVap^:ferjfiCUinf^api4 
Venetìa$.  ViCtus^  paeemfecit.  Tandem  cum  ^iffetinfnbfidium  Terra  SanUaJnfoca^ 
tus  e/(fdrc.Habbiaiix>  aaco  nellenò(!re  memorie  diiecofe  che  tdlificàno  lapredet- 
taguerra,  LWna  la  nota  de  CapitamòGouernatori  delle  galee  ^  che  fi  troaarono 
aelu  zufe  f  r^iftrati  in  diuerfi  ISiri  ptìnad  t  (^arfi  per  diucrfe  cafe  della  Citti  »  a^ 
quali  fi  dee  predar  fede^come  fcricte  da  i  vecchia  che  furono  forfè  in  quei  tempi» 
ò  poco  dopo.  L'attraila  ìnrcrìttiorie  publica  che  fiyede  ancora  in  vn  falso  antico  a 
S.Giouanni  di  Sa^ro  in  lOnb  colìrdoue  fi  fece  la  giovitata>  pofto  net  territorio  di 
Fjraoo  •  La  qual  dice  a  quefto  modo  • 

'Heospopiili  celebrate  locucn.quem  Ten^ius  olim 
Paftor  Alexander  doniscelcftit)u$aaxit  9    . 
Hoc  etenim  pelago  Veneta?  Vigorìa  daffis 
Defuper  eluxit  »  ce^iditqae  fu]perbta  magai 
Imdiiperaioris  Fedéricir^  teddha  Sméat 
Eccletopax  akna  fìiit»  quo  tempore  Mille 
Septuaghtta  dabat  centum  feptemque  fuperntis 
Pactièr  aduetiìeosi  aboriginecarnisamiàc  • 

Habbiamo  etiandfo  i  qoefto  propofito  >  la  hiflorìa  fudecta  %  defcritta  da  Pietro 
"Damiano  da  Chioggia>ilquale  nella  vita  di  Sebaftiano  Ziani^racconta  il  fatto  fi  co- 
me aoehne  •  InoltreTo  temfica  vn  Fra  lacomo  Ve£couo  Capitenfcich^eirendo  Luo» 
]^tenente  in  Roma  del  Vi«arft>  del  Papa  >  Vcfcono  di  Viterbo  >  ferine  a  Giouanni 
Delfino  Principe  di  Vcnetia  1  l*anno  1357.^  17.  di  Giu^^oin  quefta  maniera^  • 
J^os  Frater  lacobus  de  f^rbe.  Dei  gratta  Epifcopus  Capitenfis  Locnmtcnens  &c.lUuJiri 
J)Joanni  Delfino  Dei  grafia  Onci  f^enrt.  Inclito^  &  Confiliarijs  9  necnon  t^iUbui  viris 
Dominis  Marco  LanredanOi&T^icoUo  Infliniano  Trocuratorfbus  Ecclejia  S.  Marci 
Cimtatis  prodiga  Sdntem  &c. 

Et  più  di  fotto  al  palio  • 

Varatifiine  Stolis  ex  THraqne  parte  >  c^  multis  gakis  ampUori  nm$ero  exeedente  % 
Impevatorts exercitns^cuiprferat Ugitimus Imperatorisfilins tinxta  tpenetorum Utto- 
ra  ad  beUnm  oemirnentesx  exercitusy  crudeli  pugiutperaSa.  %  tandem  niagis  Deo  fanen' 
te  quamgladào^fHCcnmbit  •  Et  capti  ipje  Imperatoris  natusf&  Barones  multi  &c. 

Si  trahe  anco  ar^ooienKi  della  verità  >  da  gB  inftafcritti  Verfi  tratti  da  vna  Sala 

^l  Palaszo  di  S.Glouanm  Laterano  in  Roma  ^douecrl  dipinta  la  htftoria  >  &  ci* 

<GffdaddalDaiièalQ>i^dociaioIibmdcgiiAiiii^  . 

li   j       Ccf- 


joo    DELL'ANDATE  PirSLICHF 

CSflit  Alexander  Venetis  tunc  Papa  Beati 

Ecclefiae  Marci,  TeitiusiUefuh. 
Si  ouis  in  afcenfu  Domini  Cam  vénevic  ilUc 

•  0>nfelsus  vere  corde  perpenitens 
Vcfper  vtrumque  I  tuat  totum  quod  incer  vtnimque 

Chriftiu  cum  culpa ,  peoaque  nulla  rnanet  * 
Addicur  &  rurftts  o^uc  tempore  toeo 

Septima  peccati  pars  releuatur  ei  • 
Gratta  multa  Ecdeua ,  regalia  multa  duatunr 

Ampliat  &  decorai  rebus  &  offidjs  • 
Nam  profìigus  latet  in  Vcnetis  tandem  nanifèfius 

Regi  Romano  pacificatus  abit. 

Scrìtk  anco  di  quefta  materìa>yn  da  Baflanoi  che  hcbbe  nome  Ca(lenano>&  rìf^ 
fe  centone  feflantafei  annii  dopò  Federigo  Imperatdore .  Ec  fcri&  ad  Andrea  Dan- 
dolo Doge»  che  fu  Tanno  i  ^^4}.  in  verfo  heroico  »  aliai  buono  per  quel  tempo  •  Sé 
aggiunge  i  queftosla  medenma  hifiorìa  dipinta  in  Siena  in  vna  Sala  publica  »  come 
è  ben  noto  ad  ogni  vno  •  Et  reduta  da  diueni  di  quefta  citti ,  fta  quali  ne  faceuana 
ampia  fede  Mattheo  Dandoloi  &  Luigi  Moceoigo  »  che  fìi  por  Dog^c  «.  A  quali  tor- 
nando per  la  via  di  Tofcana  da  Roma  >  doue  forono  Ambakiadort  9  fu  nml rata^ 
loro  da  c\ucì  cittadini  •  Et  vltimamente  Pio  Coarto  procurò  di  rifarla  in  wa  Sala 
dei  Vaticano  ibauendoà  dò  chiamato  Giofeppe  Sahiiati&con  quefto  EIq^o  di 
fotto  • 

Alexander  Tapa  UT.  FedericiTrimiffnferai.  iranh  &^impetumfi^ms9  abiiditfe 
Venetiasi  cognitumt  <Sr  à  Senatu  perhonmpce  fufceptmn  9  Otbone  Imperat.filh  nauali 
ftédm  à  yenetis  iriSo  (apio^;  >  Federk$$spa€efaSa9fupplex\iidardt  %pdem  &  obedien- 
tiam  pollicitHs%  ita  Tonnfici  fua  digfiita$%  FenetA  HeipubMenefich  rcfiitiua  &c.  Si  dee 
anco  mettere  in  confìdcratione  la  pittura  d'eflà  hiftoria  nella  Sala  delGran  Coti* 
figlio.  Laquale  dcbbc  haucr  fede  come  co(a  publica:  fatta  fare  >  non  da  vn  capo  fo- 
Io>  &  d  fua  volontà»  ma  per  deliberatione  d*vn  grauiffimo  %  &  prttdentiflimoSen^* 
to. 

Per  coli  fatta  vittoria  adunane  >  il  Prìndpc  con  la  Signorìa  (encvdallaboctaJ 
del  Lidosnel  giorno  dell^Afcenfione .  Giorno  folenne  à  tutti  i  Chrifiiam  *  &  gior- 
no nel  quale  con  9.  altri  giorni  apprcflb  »  (i  fa  la  fierapublica  ^chiamata  da  tutti  la 
Senfa  >  alla  quale  concorrono  diuerfi  popoli  d'Italia  •  Et  (òlenniifimo parimente» 
perche  nella  fua  Vigilia  cominda  vna  Indulgentia  perpetua  in  San  Marco  molto 
gratioia .  La  cut  fera  »  da  14.  bore  in  dietro  »  vi  6  moftra  il  Sangue  iniracolofo  di 
Chrifto>&  vi  entrano  folamente  le  donne:  fi  come  il  Giouedi  Santo  gKhuomini 
foli»  ftando  tuttauia  la  goardia  de  Signori  di  Notu  iìile  portc>aedocbe  non  fi 
commetta  qualche  infolensa^ 

La  mattina  adunque  dell'Afcenfione»pKodopò  tetta»  il  Princrjpe  con  la  Simo^ 
minonu  fu)  Bucintoro»  &  accompagnatada  diuerfi  Iqroi  »  con  duierfi  fegni  d*i^ 
legcezzc  di  Campanc>8(  di  ara^liianc»  ficoodoce  atUda^fic  fiatotatOka  SaaN^ 

co- 


'  BEL  BRmCIPÉ  IIR  XK,         J5f 

cetttfi  MMra  viu  Mefla'gnnde.  Indi  rìlàUtì  in  Bndmoro»  efinno  foMvsu  tiibac- 

c«  ddaiuc>  Se  quim  ramati  daUlero  al  cutu  Sìilmi  >  Se  fatte  dJMrie  «Ìtre4ratioBi« 

fifrindpe  getta  Ddl'ftcqua  voo  aodk)  m  kgno  (U  4>oiifalÌtM  j  &  m  gettami  dko 
^efte  parole.  D(^}KM^4MwWJIf —  ^'^ -     •    - 


cffenck)  il  Ziani  li  tornato  vincitore  dalla  giornata  &tti  in  mare  con  Otbooc»  il  Pa- 
pa>olrreaUaliaucr  conceduto  al  D(^  molti  prìoil^i;  >  gli  donò  rn'aaello  >  6c  tài 
diffe.  BiuiiiqMtfioòziiaihCoi^uUr  tu,  &  tuoi  fmifucceffori, -vlirete  optiamo  di fp$- 
fare  il  awMw  ^ceioche  ipefier»  mtendimh  tbt  la  yigmna  ttefio  mère  t  actfti^ta  da  iW 
permtic0p»jftJp)t&p^n^mdigiierraèycfira.  Etebeilmareè  jottopofloalvofir» 
Deminio ,  emme  ia  nwg/W  marito .  Oltre  a  ciò  fì  benedice  il  mare  per  rifpetto  de  i 
naufragijcheaouetigono  rpeflo^ petiqnalis'afic^ano delle  perfone:  confacrando 
Tonde  uITe  eoo  la  baiedittiDne>  accioche  lìa  i  corpi  morti  quafi  come  cimiccno . 
&  tutto  ciò  ta  cfptcffo  dal  Giosgio  >  dicendo . 

.    Milke  coUeAo  >  muIcHque  trìremibos  aoAas  ì 
iDtnIìc  in  Vcnetos  Rex  Otho  bdla  pattts. 
Q^  Dax  Poot|ficero  hofpitio  feniatret  in  Vrbe  hac , 
r.,    Apprenfum  noUec quodque dedilTe  fibi , 
.    Centra  qwm  validas  Veneti  ediixerc  crirehies , 
HQftequedenifto»  mox  rediacdcmum , 
Capiiuos  RegemfecnuComitefque  trahentes^ 
BemigiuiniScaphas,t<^mìaa,figna  tubata 
-    VjidelXiciexcelfosPapacftljrginishomsts* 
Cui  Maria  Tna  etiam  cootulk  Imperiutn  * 
HincBucemauro  vehitur  Dux  quolibct  anno, 
Hinc  epulo  oaucas  profequiturque  Paticf . 


A    D    D    1    T    I    O    N  "fi. 


Tone  il  Strilla  a. 
fedenti:  Etprimt 
MuftcidiSaaMart 
ilBMciatoro  à  mcLn 
ia-ngranpiattOift 
fiibiioattaccatotme 
ft,  e  dì  fiori  di  pia  fo 
USipùria^hèdan, 

che  pcrucnHtoil 
fuori  del  Lito  fino  ai 
no,verfoUmare,pi 
ràdalVatriarca^cì 
gettar  ilVatriarca 


li    ^     .£he 


y«    DELU  ANDATE  rVWLlCHE 

dlàOfdmcfkfMéMaUaripa4iSm7!(icM 
ti^MT^mém€a$imtantiaddperMeimtù$ddqi$aU 
éihéUcoU^UyimiméitacmuLS4aÈU%t  damine 
imttCfgUdkemfalu^e^ecofyhwamfiis^ 
mta,S'imUaatkChiefaùSM7{kM9daMCTnlii4Mefis$^ 
iéiki,fidecontmuUSignariaU3^tcmimro%ej€U^ 

s^dikfinoìrtsmiéiMeiSigmn'hcheìbamto  éu:£0m^^        cbc  pffimm  ^f^r  mi^rw^a 
fpffmtactter^ttMnfachebamiQiitoUdiSMoTre^^  Qrdmanf9^€be 

fmodCmrpo  della  S^mfria. 

Andata  à  San  Vito  * 

LA  quinta  è  alU  Chiefa  di  San  Vico>  8c  Modesto  f  per  la  colera  di  Baiai^^ 
Il  quale  eflendo  ricco  oltre  modo»  te  pieno  di  alteroBeo^for  le  caftcUa  i  per  lo 
dipendenze>{k  parentadi  cb'eflb  teneua  ncUa  Dalmatia  ^parte  efic% fcparte 
fuafoi  ciò  da' co^ati>i  quali  parimente  eflendo  grandi»  non  poteùampunto  ' 
portar  compagni  nel  dominare»  pensò  d'atterrar  la  Repi^.&  di  Bui^^Sgoore  .«^^ 
luto  »  onde  dfo  medefii^io  incorle  nel  precipìtio  >  che  egti  prooxtuft  ;alto  patria^  » 
con  la  Tua  licentiofa  arro^nza  •  Peraoche  hauendo  combttttito  fii  ìz  Piasza  pu- 
blica  l'annoi}  IO.  alli  i  $rdt  Giugno  »&  eflendo  ftato  rotto  dal  Principe  Grad^- 
go  >  &  da  eli  altri  fedeli»  fu  vergognofamente  fcacciato  »  &  mandato  m  efiiio .  Et  i 
complici  feueramente  puniti»  &  rouinatr  le  cafe  a  perpetuo  (uo  fcorno»  &  infiitui- 
u  la  predetu  folennita  dal  Concio  de  Di  ed»  creato  iUlora  per  guardia  >  fic  cufto« 
dia  di  quello  Stato  •  U  che  efprcfle  il  Giorgk>i  conqueiti  Veri! . 

Cum  Btiamons  fumpUstriQisfupPooece  ciues» 

Et  pamam  velke  fnppeditare  udì  , 
A  DuccGradenicocoacniobfifteBte^^preilm  » 

A  Patrìbus  neritum  eft  pnlfus  in  exilium  » 

Annua  qia  pràpter  cdebraiiRtr  lèAtqttacafius  » 

Dttxqoeepttlo  iuueneseicipic  egivgto» 
fk^proauì  fanxere  pi  j»  vigoria  tanta  • 

Vt  pratfens  edKt»  perpetuoque  recens  > 
Inre  quidcnpatiiamquoniam  lux  ilia  redemit, 

AmiferociDcsecipuitqoeiugo» ,'  ,- 

SolemoisiaBi  v^humsftudiofaiuuentus»  '/' 

Ne  lateat  cene  ^codùa  aoTi  fuit . 


AD- 


t}tt  f ftlNCfPE  LIR  Xil.  -     501 

A    D    D  1   T    I   O    M  t 

^  IlSa/fóidmè  llat0diKstnt^ómHéinanUe9^^ 

tei  ma  ilStrk^éhaif^brPo  abbUndareneltortìnedi  ejfè  mdMft  >  tperè4kt4m€$  in  qn9* 

Che  queflafeflafifd  amfolenne  frocelR&ne  dei  Clero^  delle  Sì^mi  >  fT  4cUé  Scuole 
Crandi  aUaChiefa  di  San  F'itOy  e  ModejUh  net  giorno  i^.di  Giugno .  Imperoche  fi  parie 
il  Trincife  in  Trionfo  eoa  la  Signmdpoco  dopò  ten^  di  Valdxxjo%e  faiifo  ne  piani  Dnca- 
li  fé  ne  yd  aUa  predetta  Chiefa  gdouende  Meffatémtata  da  Mnfid  m  San  Marco ,  &te* 
natanelfine  dileftaCroee^  coidoppieridimgento,fi intonano  dal  canonico uMr ante  le 
LUtametfofdafi  inHia  il  Capitotogrande  9  &  il  picciolo  di  San  Marco  ver/o  San  Marco 
tantanio  i  Mnhci  le  dette  Littanie  per flrada  fino  atta  fua  Chtefa^paffando  il  Tonte  Hi  le^ 
fflo^cheyififafofratantiBnrchi^&HDogeirfcitodiChiefaj^  ancVegticoi 

piattiyerfoTaldl7;pfWefmontamfènei9itra4nChiefa^^  fno  folito 

Isàogoconla  Signoria,  qnimfe  n^fid  fintant09cbeiaproceffiottt delle  Scuote grMdi  »  dette 
tiwgimtedituttoilclerodiyenetia  p^« 

Stila  qualfroceffione  fanno  i$02.fupefloordineperlegmae€iÌ€henonntfeefe€otH 
fn/ioneper  la  precedenv^a  fra  loro  ;  Fa  admupie  fbumio  t^ei  frèmi  inmrdine  fofiero  le 
Senole  Granii^  le  quali  pagate  perCorodananti  tjikar  grande  y  UT  alla  Sfpiaria  jfe^ 
tiferò  voi  le  Relitìonide^  Frati  di  tnttalaeittd»Poile  none  CongregatimU  detClerot  & 
mfineitCé^toloueCan(mici4iSanTietrodiCaifleìlo»chein t^lMgoykimo^  precede 
tutti  gl'altri  predetti . 

T^ate  te  Scuotevi  Fratta  i  Tretif  i  aualinelpafjare  ìHnantì  F^ltar  Maggior  e  into» 
nano  CHinno:  Pcus  tuorum  militmn  sfacendo  ciò  ciafama  Religione  de  Frati  y  &  cia^ 
(cuna  congregatione  de  Tre  ti,  finuiano  ttitti  a  yifìtar  la  Chiefa  predetta  di  San  f^itoy  & 
il  Doge  tra  tanto  falito  a  TalaxfJ^9fa€onuito  alta  Signoria^atta  Qnarantia  Criminakf  tf 
diSat^degliOrdiniiConlamedefimaiantex^ $  &fptendidcK^9thefifdne^4àtri 

AndftU  à  SanaMAriiM* 

LAfeflaè  randaca(USaQtaMariiaii7.dìIi^g)io;Nc(itialgioit^ 
RefHibhquafi  perduto  aflfatto  lo  Stato  di  terra  ferma  gii  76.  anni  fono  per  la 
coagiura  di  Cambrai  pramofla  da  Papa  Gndio  I L  &  eflèadon  da  nemici  occupa» 
u  Padouacfa'erah  chiane  di  tutnrimprcfa*  Andrea  Grirtìi  che  fo  poi  Prindpe»  ^ 
na^rò  ftiicemenee  nel  detto  giorno  9  nd  quale  ella  fotto  lo  Steno  »  renne  la  pdr 
nu  vdta  d  diuotione  de  t  Padri  «  Perdociae  haunto  JoditJo  di  quanto  p^ 
deir^^bnto  inanai  giorno jpre^  milk  cauallit  fi  fer« 

mò  •  In  tanto  alcuni  bifolchi  indotti  i  ciò  da  lui  >  fi  condnlTero  dinanzi  ^la  petta^ 
étìià  Citci»  con  alcuM  carra  di  grano  tSc  afpettaroao  alauanto»  perche  foOe  loro 
apena.  Il  che  £utoaalk  guari»  «méiorecfaei  carri  badauano  a  paffare»  i  fanti 
giunti  Yolandoiprefero  la  poru>&  il  Gritti  f pincofi  inanaì  col  retto»encrò  in  Pado- 
Ita»  &  Mflato  il  lecondo  oerchiodelle  mura  >  non  folatnente  roppe  k  fanterie  de» 
Tedeschi  die  la  guardauano  per  rimperat,  Maffimiliano  >  nu  rcce  prijgione  Leo- 
nardo TreiEnOf  principale  huomo  delllmperat.am  diuerfi  altri  Capi  importanti^ 
DJAMoieca  che  per  qucfto  (occefto  fi  nhebb^e  poi  quanto  sTcra  perduto^  R  OMiie  fi 

kggc 


5G4    DELL' AND AT£>VBLIOrrB 

I^ge  ampiamente  ndlthUfawìe  di  AodRa  Mocei%)t  iel  Gnicdardini  »  6c  dd 

Bembo, 
n  Prindaeadatiqw  con  h  Signorìa  i  riceaittoalk  detta  Chieia  dal  Pioqaoot»  Si 

vi  lì  celebrano  gli  offici  dioini  >  ÌSc  firende  gratie  a  Dio  di  canto  acquiilp  per  jne«r- 

«ifìone  deUa  B.  Vergine  Marina»  fi  come  anco  afferma  il  Gio^io . 

Cur  adeam  proceres  Diaae  pia  facra  Marina; , 

Duxque  Senatorum  tutu  Comes  atque  caput  * 
Si  vacat  co  aadt>referam  qu«  vidimiis  ipfi  t 

Qyaeque  etiam  aonales  tradita  cooiaieaionfit  > 
Dux  Stenus  patriae  Patauinam  contulit  Vrbem  * 

Terreftreaccreuit  pri(nus&  laiperittm . 

Gontigit  hoc  autem  fefta  fub  luce  ^riMr  • 

Poft  idus  luti  j  tres  quoque  pofiqiie  dies , 
Accifo  Imperio  cuodis  in  nofque  eoa Ais  * 

Regibus  Europa; »  vrbs  ea  rapta  fiiit  • 
Pofteacum  Venetis  rebus  fortuna  faueret  » 

Qiio  prius  vrbs  fuerat  paru ,  rccepta  die  eft . 


_'.* 


A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

Il  Stringa  medefimamente  dice  %  che  itTrencipe  con  la  Signoria  fé  ne  ¥àc$i  piatti  $  è 
qualche  rotta  Per  terra  alla  detta  Chiefa,  &  quiui  ricetmto  dal  Tiouano  t  che  gH  dà  Cac^ 
^a  Santas&  fa  Tace  d  baciare^  ode  poi  td  Mefja  bafia^che  viene  detta  da  efio  Tiottam^^ 
rendendo  gratie  à  Dio  deB'acquiflo  di  eJfaCiffd  per  intercejjione  della  S. tergine  M^^i^ 
no.  Fornita  la  Mepafe  ne  ritoma  a  VaÌA%^Oy<ir  entrato  in  Cbiefa  di  San  Marco  ,ftd  aB<t 
Mejja  cantata9&  in  tanto  pafìanoper  Coro  le  Scuole ,  le  Religioni  de  Frati  >  &  qnelie  de 
Treti»  che  fé  ne  yanno  procejfionalmen^  a  Santa  Marina , 

Andata  à  San  Giorgio  Maggiore  • 

LA  fettima  andata)  è  alkt  Chiefa  di  Sm  G iot^io  Maggiore  per  decretafatto^»' 
anno  i  lop.  ò  fecondo  altri  1 1 79.  Conciona  che  in  quel  tempo  fu  portato  a^ 
Vedetta  il  Corpo  di  Santo  Stefano  i  Se  fu  ripodoin  San  Giori^k)  Ma^iore  •  Onde 
ha'uendo  il  popolo  inuitato  il  Principe  alla  folennità  di  quel  giorno  >  s*obli&òco 
fuoi  focceflbrì^di  vificar  ogni  anno  la  predetta  Chiefa  >  la  qual  fi  chiamò  per  boga 
tempo  San  Gioito  >  &  Stefano . 

Altri  poi  vogliono  9  che  la  prefente  andata  fi  faccia  in  honore  di  Sebaftiano  Zia- 
ai.  Perche  lafc*o  per  teftamento  alla  Rcpublica  dmerfi  beni  »  parte  pofti  su  la  Pias* 
za  publicayche  fono  gli  (labili  intorno  »  oc  parte  neli'Ifola  di  San  Giorgio  >perclie  vi 
haueua  cafamenti  &  molini.  Ma  Bernardo  Giorgio  ne  i  Vorfi  infraicritti  diceacbe 
hauendo  i  Cani  de  i  frati  >  sbranato  9  &  morto  il  figluiòladel  DQge4%ttoZianijt 
mentre  ò  vi  notaua  »  ò  vi  andana  a  fpaflò  per  vn  giardino  »  il  padre  comniofiò^da^ 
acerbiflimo  dolore  >  fece  ardere  ilmoniftero  co  frati  infiesxie*  £t  che  il  Papa  ha?- 


uen- 


DEL  PRINCIPE  LIR  XII.     .     jo^ 

igraiidetnent(;ripBeifo»ToUeche  rìfacefie  il  luog»)  deche  tenefleionoua^ 

iacoQtodifigliuolb&cheogaiaaaocofuoifoccdTon  andaifca  vificar  laChkfa 
nel  giorno  dola  Natiuità  di  Chrifto . 

Ad  vada  dii^rtens  »  Se  S*a£ti  ftagtia  Georgi; , 

ymcaprogenies,rpesqiioque  fola  Ducisi  ^ 
Jfiua  nandi  midio  ÙlIGs  verfatur  in  vndis , 

^y  ftrarum  à  canibus  dilaceratus  obit  I 

ÉKtioAiMn  ve  natum  Dm  fcnfic  concinis  ira* 

Combuflìt  monachos.  canM^iumque  facrtiffl  » 
Maximus  hoc  Praefui  fa^m  poflquam  ^udiuic  iilud  •     . 

Non  tulic»  iratum  corripuitque  Duoem , 
Esio  Dine  moaacAos  iùos  yiSptoUs  habere  » 

lulfiis ,  &  ezuftnm  reftfCttifle  l»cum^ 
yode  facras  «des  vific  Dux  quolibec  anno  « 

Et  (aado  luftrat  corpore  fé  Scephani  • 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

A^e  fi^lli>  Stroma:  che  in  quejhpomo  iif fendendo  il  dopò  definare  il  Vrencipe  con 
là  Sinoria  in  Chieftdi  SMarco,ode  la  Vredieatcbe  Trienfattadai  maggior  "Predicatore 
che  htdfbia  la  città  ;  pofciafi  forte,  e  C(f  piatti  Ducali  [i  trasferire  a  San  Giorgio  ad'  vdir 
Ve/pro^  facendo  ilfimile  la  mattina  feguente  pomo  di  S,Steffano  aivdir  Mefia  fche 
yien  detta  dalt.Abbate  di  ejji  Monachi,  &  cantata  da  i  Mnfici  di  San  Marco  >  ritornato 
àVadtengMritiene  à  definar  feco  oltre  la  Soneria  d^  Magi/irati  afico  i  Oftarantautto^che 
U  crearono  Doge* 

Andata  in  San  Marco  • 

LA  octai]a(&  guefta  è  la  principale  )  la  fa  in  S.Marco  Protettore  >  tt  Oonfalono 
della  cictat.Conciofia  che  edificata  Venetia  Tan^i  i  .fi  crede  che  il  popolo  ha- 
ueffe  pw  Auocato  S^Theodoroi  la  cui  Chiefa  fabricara  per  voto  da  Narfete  Capi- 
tano di  Giuftinjmp.  115  .an.dopò  l'edificatione  di  Rialto.&  eflendofi  fcorfo  per  lo 
(patio  di  264.  anni  fotto  la  tutela  del  predetto  SantOi  auenne  che  Tan.  828.  a  3 1  •  dt 
òennaio>fu  portato  a  VenJI  corpo  ai  S.Marco>dà  Bono  da  Maliamoccoi&  da  Ru- 
fiico  da  Torcelfc>>e£kndo  allora  D^e  Angelo  Participatio  con  Giuftiniano  fuo  fi- 
gliuolOf&  altri  dicono  Giuftin.folo.Onde  riceuto  dalla  citti  con  allegrezza  incom- 
I>arabile(conciofiachejper  qualch'anno  inanzi  s'era  diuolgato  per  tuttoiche  lo  Spi- 
rito Santo  haueua  predetto  i,  S.MarcOipaflando  in  Italia>die  l'ofla  fue  quando  che 
fia>(i  ripoferebtx>no  in  quefte  Lagune)il  Prìncipe  deliberò  di  fatali  vna  cappella:  & 
pofto  diano  all'operajafciò  in  teìtamento  à  fuoi  focce(Iori>che  fi  finifseicon  inten^ 
rione  che  quefto  EuanKlifta  doue&c  efser  il  tutelar  Saaco  della  Cittd:poiche  li  t^ 
JDCua  per  cofa  certa  >cbe  fotto  la  fua  cuftbdia»  Tlmperio  di  quefta  natione  doueCse 
crefcerej&mantenerfi  perpetuo  per  falute  del  genere  huoiano .  Da  indi  in  qui 
fi  rtoeri  San  Marco  %  &  i  Principi  voUono  >  che  la  fua  Chiefa  folse  la  loro  Cappel- 
M«  £t  odia  fuafeftiuitd  foknaei  die  viene  à  i  a5.di  Aprile >  ordinarono  lejr 


iòs  dell*àmdaté  rrBL^iOM 

pnccBì(mi,8c  diedero  cornuto  alla  Sig^nodà  f  &  cocAiiidarono  a  (picguycttmm 
nelle  inkffìc^Sc  in  ogni  altra  cofoi  b  f^;art  di  San  Marco»  bora  in  ferma  bumaiia  i 
8c  bora  in  forma  diLeone  con  Tali»  fi  come  fu  vcduro  dai  Pit>phcta  Eaedud  • 

In  quel  giorno aduncfue  feliciffimo  ac]ue(la  Imperio  »  il  Principedifceodcabar- 
fo  con  la  Signoria»  a  gli  offici  diuini  >  Se  in  tanto  torta  la  Ghiereiia  della  Cittslrap* 
prefenta  in  piazza  proceiBopatifieate . 

Allaqualerannoi502.fupo(k>ordineperIeege  >accìoche  non  naiceiS: cnfÌH 
fione per  la  precedenza  fta  loro .  Percioche  fu  uatuiro»  che  i  primi  in  ordine  fode- 
ro le  scuole  Grandi  :  &  dopò  loro  venUTero  tutti  i  Frati  %  doè  Giefuati  »  San  Seba«» 
ftiano>Santa  Maria  di<jracja>i  Crocìcchieriyt  Semi»  i  Carmine  SanSoefanoirSia^ 
Francefco>San  Gionannr&  Paolo^  San  SaiuadoceJaCariu)»  Santa  Heltni»  &  San^ 
Giorgio  •  £t  dopò  qoeftì  VenifTcro  noue  Gmar^ationi  di  Pretta  Scdofiò  loro  ^uei 
di  Coltello»  i  Manfionarij  di  San  Marco  co  i  Capitoli  >  &  finalmente  la  Signoria^  • 
Ma  il  Gior|g;io  »  nella  fopradetta  materia  è  parere  >  che  quantunque  San  Marco 
fode  reuerito  come  Auocaco»  fitenelTe  perder  pvkidpcikSsRiThQadQiro»  ISk di* 
ce  che  l'infegne  &  bandiere  con  la  figuradi  San  Mivoo  non  fi/pi«arona  fé  non^ 
nette  guerre  co  Genouefi  •  Perche  nauendo  efii  per  loto  Auocato  Saa  diocgjfxiioiì 
punto  differente  da  San  Theodoro  nen'habico9&  neU'iarmidnrajingamiarpna  /pef- 
le  volte  i  noftri»  coutrafacendo  PinTe^ne  n:Ke  galee  •  Onde  per  leuar  quel  perico» 
lofo  dubbio  >  fiì  medb  il  limoiacn^dì  San  Marca<«ell9  bandiere  in  cambio  di  Saa 
Theodoro  j  8c  per  tanto  dice  % 


Tendebant  Sandi  Theodoritnfignia  Craes  » 

Adriacique  domi  t  tua  parlterquc  fòris^ 
Cam  Ligure aft  qaoaiaai^umphiiiiiu  belUv^ 

Tendebant  candcm  qui  propc  figna  fyth  » 
Ne  dolas  infcm\aut  damnom  fibi  pofset  ab  hoftc» 

Prima  ea  fanxerunr  ponere  figna  Patres» 
Aduediim  Ime  Marci  fncraepaulo  ance  Beati  » 

Corpus  ab  iEgypta»  non  fine  mente  Dei  « 
quare  omncs  fiatuerimc  fumere  figna  % 

^  i  proTpcf a  ciroéb  rati,  ; 

Bine  Dmt  oàauo  MaiìquocanqucÓircnda^>  ' 

Temptamadit^hincepQlocondecoratquc  Patres» 

A.DDiriQME. 

tìari9^éi:f$  imgtém  raceom^mMm  d  ifSfeftafQttmtttdysì  della  frediamtdcU:^ 
feU  a  SMarcQ^^me  dicttl  Sumfiminó  difìprapsl  anco  di  tmte  i^cefm(mie,cbefifaimo> 
dkemio;  Md  m  che  mHtoglihabbéa  tjingko  amiùHùdtùie  predette  cofey  emendo  aàafa: 
noidbile  »  e  degj$d  lo  dw^breaemeìUe . 

HdtteSjo^Vktr^mdHdatf^SdmMarc^da  Km$a  dita  Otti d^^^t/mlèia per  cammtit 
Mifedequetldgentex  n€Udqudtì9ferdhdHCìKd§esticmmrii$  fr^fimaifitiUe 


DEL  PRÌNCIPE  LrK  Itti     :    j<57 

hàn/imMi  éti  ami  tfe  ne  tmuma  di^rdme  fm  à  Ròfha  »  paffknio  per  quefle  Lagmei^ 
Vemiia^tiéi qud iriiggh  aimenne (piello  $  cheùM*yno  può  imeniere dalle  Mìrafcrinét 
pmkt  prdtte  da  me  pmHìéolmeme  cerne  fiami»  da  m^aniUh^mo  Libro ,  che  fi  cenfera^ 
imChiejadiSan  Marco,  ferine  latinamente  in  qiieftagHi fa:  Fertur  fama  mulcorun» 
fitadotuniitradita  ptr  iiiaiiiiseorum>q!)i  primi  hf e  Lacunarum  loca  incduere^ac- 
cidfr$et&  in  idtìcrt  quiddam  9  quodpra^cermictendum  non  videtor .  Nam  dum  ad 
Vfbem  reacrdtunr  marisautem  fatela  nimtum  facies  ventisi&  fludibus  apparcretj^ 
delegic  Marcus  p^rpaludes  vndamicioriiteragere. 

Itaque  diueratnstfi  Jnfnlam  Riualmm  :  ibi  per  qua  benigne  ab  incolis  excipicnr  • . 
Dum  autem  noftt»qniecem  capir  ;  Angelus  per  vifum  cum  adir£acie  hilariori  >  di-^ 
cens:  Adfam  ribi^Marccyfoelix  de  Colo  nuncius  ;  nofti  ne  vt>i  nunc  agas  ^  longior»  ^ 
quMi  credi$|hic  eibi  debetur  quies  •  Cam  autem  ille  naufragium  bis  verbis  GgaiBn^ 
cari  dubitarcc:  bono  fis  animoiinquit;  non  (ibi  tam  ignauum  mortis  genus  deiUna^^ 
txum  (ed  poft  longos  adhuclabores  tuus  te  Princep^»pro  cuius  honore  nunc  certast* 
iiuuiyrij  corona  decorabit.  Casccram^ctibigratiorifte(itlocus>  quemtamhu^ 
inilcmfDmttenique  none  vides  :  none  te  velim>  tempns  adhuc  fore  >  cum  ofea  tua»  e 
Bart>arorum  manibus  erepta»  hic  perpetuo  quiefcant,  Euadet  in  gentem  magnam 
ppe  tuaiigaecibusq;  tantum  virtutetfiipietatemq;  colant  • 

Dalle  quali  parole  comprendere  fi  pHÒhenilfimo  %  che  fottola  tuteUdiauefio  S.lum'- 
gelifioidonena  quefia  RepnbUca  dinentétrgnwde  »  e  potente  3  e  confemarfi  tale  m  perpe^ 
tufhcomefi  vede  fin  qtà  verificato,^  uerificheraffi  perfempce^effendopaffati  1 1  Su  anni 
daWedifidUione  di  quefia  fua  Città  con  accrefcimento  grande  delfno  imperio:  oltre  che  fi 
*pede  anche  daUe  Predette  parole  cfferfi  verificata  non  foto  lafondatione  di  efsa  Città$ma 
ancora  la  traslattone  del  predetto  Corpo  deWEHongeUfta  leuato  daUe  manide*  Barbari  è 
'ventaoaripofareinqHefteLajjftne. 

Si  celebra  adunque  lafefiimtà  fua  con  folennitadi  grondarne  ;  iwtperoAe  oMarec^ 
ànato  il  Coro  grande  per  la  Signoria  al  primo  refpro  deUa  Figiliay&Pofio  il  Tefbro  del^ 
te  gioie  della  Republicafopra  tritar  Maggiore  dal  Vrocuratorcyche  fi  troua  in  qneWar^ 
no  Cajjierù  Mia  Chiefa%u  capitolo  grandede  canonici  dt  San  Marcotcol  picciolo  ae  Sotto*" 
cananicistìt  di  altri  'Preti  feruenti  della  Chiefihfe  ne  vd  con  la  Croce  innami^  co  i  dop- 
pieriiPargatiod  piedi  della  Scala  de'  Guanti  9  bauendo  tutti  adofjo  i  Tmdi^douemcot^ 
pratoU  Doge  con  la  Signoria  9  che  difcendegfu  con  tutti  i  Trionfi  >  fiumano  i  canauiei  in^ 
manti»  vfcendo fuori  per  la  porta  principale  di  Valax^o  verfo  la  principale  della  Chiefa  » 
e!t  peruenuti  alt  Aitar  Maggiore  »  il  F' icario  de  canonici  con  m  Viuiale  pretino  aidofso 
dirafo  eremefinoy  tutto  pieno  di  ricami  d'oro  »  e  di  perlcy  fi  ferma  con  quattro  fottocano^ 
nieiy  due  periato  »  &^iontoilVren€ipe  al  fno  Tronto  Ducale  con  tutta  la  Sirnoriaa  fmi 
lu^biiintonayejpro^ualfi  canta  da  Mufici  di  Chiefa  con  quella  maggior  fSlennùd»  chU 
poffibile  1  &  fatta  la  cerimonia  dal  Dop  col  tener  in  mano /opra  vn  candeUero  d'argento 
indorato  acce  fa  ma  candella^  mentre  fi  canta  il  MagnificatUonOie  priuilegio  conc^$ogk 
da  Mef Sandro  Termos ommo  Tontefice . 

Compito  il  yefproje  ne  ritoma  à  TalaT^.  Et  la  mattina  fegmnte  dellafeftiuitd»pre^ 
parato  il  Coro»  &  pofto  il  T eforo  parimente  sa  tritare  »  mentre  da  canonici  vienfinctm 
trato  y  come  il  di  innanti  9  il  Doge  alla  Scala  predetta  de  Giganti  >  //  Vrimicerio  di  Chiefa 
fopra  vnfaldifiorio  a  man  manca dell^^Uargranie  fiappara  de  factiabitiVmuificaU^ 
hauendo  alfuoferuitiofempre  così  in  quefia^  oome  inoltra  occafione  9  che  gli  toccbiean^, 
tarMefsain^V4a$t^aUioltre>UDiaconQ9&Sudéèatmo9cbe  fonofemprt  duecanmci 
K^ftdeutifdue  altri  canonici  c^  piuiali  »  che  fi  chiamano  ^iffifienti  ^comUsefmoeaum^ 


^    DELr  ANDATE  tlTBLICHE 

Éf^atì  inn  kjhette  amrmi&^4dtri  dm»  tbc  fono  cbiàmatìgfcmm  di  €9M%4ifàtwé^ 
W9  ai  cam^é^  Turiboli  f€rmc€9^are^ 

Upf^éito  U  Trimicerio  fotui^^tmmft  fé  m  iriene  idimifmi  femiHiii$mmH  •  Ai 
foficU  dell^AkauidMc  mcontr4i$  il  Tremifi  cU  LegfUQiApcfieUcot  &^dtn  Qtmmrj 
4€':Titemipifia€Ciìfi4p>nlmr0MffoUfrmo^^  effi^kére^fcpniU^iMtem/^ 

nocchtatofi  U  Dogtì&  4  moM  diritu  di  Imjtani^  A  LegiUo^t  il  TrimkcriùViféedit^ik^ 
fiif^^éoiUeiatommeisffiriiiliQget&lHi^  comiMiaMmAidMelaCmMfom%fl 
Trimiceriù  dUem^La  À  kaffn^  &  alta  i^oce  il  HwtciOf  U  fiaifùrm$éafiiC9deilVrìmi»^ 
maJl'AUai'e%&ilD$i€€UL^4iofc»cT^aaafmSeé^  Fràianta fipamnodaltm 
Uiogo^^Hattra  Cajnmiù&  yatmo  a  far  la  ctrimtmùt  imuMi  il  Tremiftxrifm  Catfdkin 
9iìSèi¥iilfmtmgùia.iiu^lÌ€Ll>9^^ 

toniamo  a  fmilmghii  il  fimile  fanaa  alla  Gkma>4Ì  Credo  >tfiSai)£his»4Jri»ifnis 
Dt^s&jqiiaìuhwlfine  della  Meffa  dà  il  Legato  la  haudkiifmefol^me%fcrr^fm&reé 
ii^ajfifti  di  effa  btmditùmejfijaè  %  al  Sit  tionietì  Domini  bcoedidliimMlt^Ailmtorìaai 
aoIbnuAitMioimne  Dominili  e^  al  Benedicac  vosoaiQÌpotfMDeiisPattr»EJIiÌBift 
^iritus  San£his>rfof  rengpaa  detti  doLpredeuo  Legato  im  U  berretta  imcagfffiambk 


fkdàeglÌ3€OÌVrmi^ri0^&  gè  altri  tutti  ingituntbim^  i^ptalidetii  fp  fmbtka  dalfmo^ 
canemcù^  che  ùcitc  U  Baccoto  m  mano  L^InduigenKA  di  cento g/mti  tchtdd%&  cmuceàt  H 
ixg/^^atHtti^ifihefomfhtiptefemhaia  Mega.Eifeia€af0eglifògia^$eàlVr$^ 
mtfieriQfdIadettabeimdktùmex  C  vienptMcataUfmlmlM^emafa^cbcèfiita^ 
^f^rm^me  UmI  qfftMtra  Tre  tato  di  Siama  CbkfaieccettmuiiCm'dàkUktbrfm^éé 
UMogiomitit  dauwf  ^ 

Fostnka  bt  Meffattuttiftamukétfeiertté^fuoi  Uu^  ^mtam^$$mfaaF^cmi^onbettì^ 
fimaordi^  tutele  ScmU  grandi  xcbt fom  fei  »  eomeiidMoin  altro  àt^%  &  frima 
éHeltaìa.cuiteccaiii4meltamofrecedetkakrn&  pacando  fe^ 
la  Signoria  xfripàa  ilGMardiaMgrattdedàScuoladona  al  D^  éneèel^^i  eamUotti 
mitmticonoeoafconabri  lanon  yaghiJJimiiC  dàsrmfpeféhnwkptrimx&'takrofexM 
9nm4peffafnamtìgUe%ccn  kajrmiaUmbidlt€f^ai€0oifmtndèiifimttat£egt^ 
mk<inaà»Ì9nkeméglietii&  agtakrhMi^0rati^icaMaik$tàmimridiéimàM^^ 
ftnm^  mmmtuea  (j,e  bene  alenai  anni  aUa  Scuola  di  San  Tbùodoxofiaafiedijpimfire  i 
fimamti  miniatiicon  molta  fna  kdcìtrà  tanto  ifwkComfag/tideUai  bamadifyna^'atmmn^ 
^efiaPreJknte  della  Scoria,  candelotti  %  portati  dalloigente  b^ofdi  ScnoU  fnpntim 
gran  numero  di  baaikte argemtou:btwuLbelk^ma eafa  a.yedereJaffjac^umamDoal'Pri^ 
mkemxcbtfià^  f^^^  CM^toi  Tont^ali  fopraàfno  FaUUfkm  y  wtt  camtelottoper 
Semina  ^mUautnH  im^forciafcbedMnaàtnttii  predetti  fernenti  funi  %t3imoaaxSnd^ 
éintoiiOujiwfiemiùSottncaumitài^ccolah^  Fanm>ilfimilean»alFÌ0>^ 

éar»diCbtofaMèfa^llkàdeikcerimmk%&àidneS49g!re^^ 
noMmanaiatntte  k  predette  Scuakin£enadicenfoog!Ìanm)i,&fonomAi^difA 
kfefawaniaf^rkpciiauuenturadànnnkSarea^nakbadtmnde  ^fodt^if^neftì  compa^ 
wemioalla.&tnda^e  dimandandoik^k  àtnno^cortgfemant^  ^ 

Finka  qu^  difpenfadeK  andiktti^tAda.effe  ScuùkxUquaLduta  y»grnmpe^;jfi. 
il9rmuiifeeomUSigjnoriAperlAyia^beTffemiexi^ 

g/mgftQrneorif^  tnua  USjigMrÌ0.mà^mr  fecH  u:attandogU  tutti  regaUuigakamt^ 
IM  ^je  f Mifir  fi/Mi0(f jCMC4i||Ìl|ki^^  anacmtomn  > 

^èt§n%àtlmmit^ffiitod»k^ 


■1 


9SL  PBrIKCI?£  LIX  XU.         ;o9 

LAnooaiMrìmeiitc  inSafiM«!«»|>cr]'Aiifiuimatìoiie4dlaMados^   t^M 

G^pjMdìiio  Icalki  ^(i  doffeprMtcìpioaltalilbitmoae  deU^lTolc  dì  Voiecit  •Pcrdó- 
cbe^ffnidogliliiiominrddlaProBif^  perla  fiuTcmita^  li  fo^^Eoc* 

«lle€.i%;atie«  mafencaltitii^ltre  itatte»ipirMdo  ài  rmatrmvt  wftaMclieMextf- 
fatala  méldtia  dei  Barbari»  che  fti  Tanno  407.Ec|>eK&e  di  gii  llmperio  di  Roim 
comindauaa  decliiiare>8c  i  Baibari  a  prenden  tuctam 
di  biif  condofia  che  d0oe  pof  :aiianti4alciiano  antiq^iare  mie  ircwcicre  |9raia- 
leado  a  poco  a]K>co»pìsflarooo»iìonTolfti^  «dIe^xMiincie<fìciiieaKoma»au 
andarono  anco  a  Roma  0cUTiiantoonoiniK>Blfia>pcrqoeflomKraado  Alarico 
Rè  de  i  VifigDd  i&ltalia  Tan.  m.  &  hMondocon1oiigaa0cdJD  jprera&  £Kx9icg- 
€iata  Padona  >  i  Veneti  eftintorif  ftioco  nprefo  in  ca(a.pervoio  Utco  aSIacoogia» 
le  il  miracolo  fegnico  dcUa  pioggiaifabncaronola  Chicfa  al  predetto  SantOtli  co- 
me noi  dicemmo  ih  altro  Inogo.  Et  l'anno  medefimo  i  ii$.diMaiaot'fiprdfie»irèi- 
tondCQa^'odipadoMji0Ìakk>4tetMiGd^^  itQÌÉJh 

4C0ttì^  &  Antonio  Odno  de  Louani  >di  fìbrìcare  vna  citnt  portuale  inlU^UK  icjtm 
ÙnoxfOìdSltotàìxto .  Siquisnaudlh 

cmtiderit^innHkmscfib.  feruistamenir frMi$mU%acpafif^^ 
iSrcCcn  ordine  che  vitt  tenC&e'vn'armataper  ér$ercit»i  nà  maret  8e  ncfUeroc* 
coitenze  delia  guerra  per  enaidia  del  porto»  &  furono  -ektttireConMi  ifqpra  l'- 
opera per  due  anni. Et  cofi  i  i  a  <«di  NlarzoJul  meno  giorno  »'litliefle^inqplo  a 
fondar  la  Chiefaa&daCtttsLdi^enetia»  efsendo  il  cielo  in  /ingelar  di^oiitione  •»  fi 
come  da  gli  Aftronomi^ilatoctlculatoipid  voke  .Et  veramente  ranièlioe  8c  for- 
tunato pruicipk)  per  vokmtidi  DiD>a  fioe-di  folleuar  la  liberti»  8c  laticMItid^ta- 
lia»bi  (]i]al  doueuàandar  del  tutto  in  lonina  jier  la:partita  di  Go(fcMt)mo;<3im^^ 
che  rimanendo  inj»«da<ieifiid>ari#y6llexhe  nella  declinationedeirin^ieriMhr* 
^ge&c  vna nuoua atti  liberai chrt{tiaaa;UqnilefofseTÌcetto dei j^biife 8^ 
goo  deUo/plendoredi  qucfta  gii  dominatstoe  Prouincia^  <ond%>a  nacf  «e  4soa  Ji^ 
pertisnditijdidòcbedoue&^ìiÉfdre.  Onicìafia<heiljnimo<acordote«tàeii 
^ofio  nella  nuoua  Chieladi  Sanlacomodicbbe  nome(Vi'Ooaie£  dibe^  aliflira  ) 
Felice  »  JcÌlpriaK>l^indpechectfl^jportal8eil  Tuono  Docile  a  Rìriio  ti  chiamò 
iBeauMnoro  AogelQ>auai]  e^srefsameoteinferematflT^ieio  »  die  qwfta  partefcr 
o&d  oualiti  fuadouefte  ef$erFeiice>&  Beata»{tp  Angelica jieriuriutaaiocie»  Okrèa 
<ioi!Eflodiede*prtnc}piointempo<>  t:hegli1iumnimcrandPmciltO|>iàfimientifNlb 
leligione»  come  più  \icm  a  fecoli^leSantiPadjri^ 

l^el  mefe  diMaobo»  «eaeraio  anticamente  da  ^i  l^^ktif^À  dairaltref  tà  ecod* 
lenti  natioiii«  Ertici  quale  flmondofirinefte  di  nuoui  «ccdori  »  rinfreicaado  k&e 
.perdute bdlcBse*  £tjla|ualfareautodagUantidìiihhlri.8cda4ÌloaMni^Hfi^ 
ddranno»fi  come  teniamo  aaconoi^  Et«elqQaleauenneJlmifta'M>deIfatirc4^ 
^ione(dd  moado»per  la  morte  di  NottroSignore^Nd 

tifliaa  Vj^giacfa  Annufltiatadaa  me&o<eleftetdcMa  IncamaiAìnc  <ld  Voiiodl' 
JWo. 

«   Ndlajhonb  che  il  Solcerand  noaggior cotoio  dd  fuo  ^pk9éMfàtMiW9Ìmat 
^oddpiù{upremopunto»chcfòfsenddoio«  Per queflopriad^io  adunque 

00 


^5to  deli;  andate  fvbucmis 

to  altOf&  ilhifire»  zcàodK  rìitfciise  immiwfdzfkti,  pre4e(ta^fecoiKk>  akani  »  dà 
EicAitUdovtcéàA.^endamàdiernmabf^  fi'efMii^ ad qukfcentes  bé^ 

hitantefauefecHre .  Hi  amnes  habiuouftne  muro  »  vedcs  &  porta  non  jmu  eis  &c.  Et 
fdalqpi^elrar^  Ctpercfudfoleoniffimo  pomoconfìi^ 

»craco  alla  Nudre  di  Dio»  la  Rfpublica  facendone  lieca  con;ia)enK>racione»  erdiaò* 
che  il  Principe  con  la  Signorìa^difcendciiBeogni  anno  in  San  Marco  j  9i,€tìchnxHS 
^i  offici  diurni  della  maccina»  vi  yóUsc  dopò  definare  vna  predica  elediaiche  G  fool 
&e  dal  nuggm:  picdicance  che  allocai  riicmìin  Vciieoa*  Ec  di  ciò  ilGio^pn 
.fcnTse.  .  :  .    > 


( 


A  Patapis  fondata  die  hocfuit  inclita  noflrd  Vrf» 

Excidium  patria^cum  vcritifque  Aot» 
Omnia  nam  ferro  vaftabat  »  &  Atila  flammis 
*        Barbarus  I  Italiani  fuppeditare  voicns  • 
Marcia  quocirca  ftatueruntrltè  quoetnnis 

Virginis  ob  laudem  viUxc  Teaipk  Ptcrcs« 
Duxexhoc  igitur  luce  hac  comitante  Senatu 
/       Sacrum  adit ,  &  grates  Dis  retuliflfe  foiet  # 
Praeteriere  anni  noftra  Vrbs»  vt  condUa  prf  «lò  eft. 

MtUe  ac  Centeni  bis  duo  to^que  deceoi  t 
Ha?c  eadem  vt  tottdem  foelix  pertranfèar  annoi 

Fcrte  prasccs  Maria? ,  foluite  vqa  Patres  / 

A    D    P    I   t   I    e    N    E.      -^. 

^ggim^edStrb^aiCheUTrjmcipeoieMefiaUmattina^  eheam  moUafolsnnità 
rien  cauatay  &  ildofò  definare  l ydita  la  Vredica *  e  cantata  Compkta,fene  ritorna  d 
^akx^  0  Segnefoi  :  ma  fé  percafo  occorrefie  >  ebequefla  foiennitd  yenifse  i cader  in 
i^akb^  giorno  detta  fettimana  Santa  9  viene  trasferita  al  Lmedi  dopitottaua  diVaf^ 
fnay  come  accadi  fanno  1 60$ .  che  efsendo  venuta  ilgiimo  del  Martm  Santo  9  il  Tretn 
làf^col  CoUepOi  deliberò  di  far  la  foiennitd  nel  dì  come  dt  fofra .  Difendo  inoltre  >  cbe 
ip$efta  i  la  prima  andata  del  Trencipe  few^a  1  Trionfi . 
*      .  .     • 

;  Andata  Del  giorno  di  SJfidoro* 

LA  decima  cade  nelgknno  di  Santo  Ifìdoro  t  detto  dal  volgo  San  Sidro  i  16.  d% 
Aprile.  La  cui  cafìpella  in  San  Marco  fu  fatta  l'anno  1348.  da  Andrea  Dando- 
lo Doge.  Et  la  foiennitd  Aia  fu  inftìtaita  dal  Senato .  P^rciochc  in  detto  dì  >  fì  faluè 
Ja  Rq»iib).  dalla  congiura  di  Manno  Fallerò  Doge  54.  che  fu  l*anno  i  J  54.  H  quale 
ciTendo  di  etd  di  So.anni»  mofso  più  tolto  da  fdegno  d'ingiuria  »  riceuuta  per  cau* 
fii  ài  honof  feoMMlc  •  &  dal  conngljo  d'alcuni  fceìerati»  &  maligni  $  che  per  defide-^ 


r 


©IL  PK.IKCIPB  L»  XII  5it 


to(oon  la  famìglia  (ua^  che  fu  fetApre  i1hiflre>  8c  frumiou  alla  Patria  >  &:  pjritna»  8c 
poi  del  predetto  accidettt«  )  ma  te  fi»  iofelioc  memoria  .  Percwclie  £co|^rtofi  il 
trattato  per  via  di  Nicolò  LMbiyche  fiil^hxnracwdt  San  Maroot  coafeflando  vo« 
lontarìamenteiil  dclitto>  al  qiaai  (u  {ointocontra  lya  voloottUSc  impucaudo  i  debo- 
lezza d'ingegno  per  la  fuasrand'eta  quanto  fiera  penfatotfu  fecondo  il  merito 
fuo  punito  da  quella  Patriib  la  (]uale  to  haueua  ef  aitato  a  mt^stor  cdmo  di  bono* 
re  ch'ella  polTa  concedere  a  fiioi  bcneineriti .  Bt  aUaiqaate!  cuo  ora  oblieatb  eter- 
namente} poiché  lo  haueua  eletto-eoa  fi  lai^;a«ano  al  ppinto  Scoftioio  >Tenza  bal- 
lottare i  fuoi  concorrentt>peir  Principe  &  capo . 

Punito  adunque  dell'erMr  luo  *  il  cenato  volte  che  il  Doge  vifitàlfe  ogni^anno  la 
ptedetu  cappeua><ome  attefta  atu^  0  Oiotsto  dicendo . 


Cur  Ifidorifiat  (blemne<)tt«aiiiili 

En  referot  vfque  adeo  cor  celcbretàr  idem  • 
Prioatas  caufas  yltorus  io  Yrbr  Marìmis' 

Fàietro»  illuftrì  fangaine  progenitus . 
CoUe^s  aliquot  nauarchìs  perdere  quofdam 

tTiradauit.  maitts  tut  fibi  fièarrtpere . 
Recoopcrtaiii  tnuK  fuerat  quibus  ipfà  poteftat 

Gomprenfum  iuri  fuppolaere  Docem . 
tl^nui^i  demum  .capite  eli  percutTùs  in  aula 
;  .Qsp  iufioraodom  pr^eftkeratque  loco  V 
iuM' jgttiir^rteni  biiac  parìterque  h«c  iufta  Marinili 

F^ue  aufo  accediti  prò  mcritirqae  tulit . 

■•  •  • 

* 

Rh^UtìL  dd  Corpus  Domini .  -.^^ 


.  ,  .1  incorno  intorno Jt  nauftcen  panni  bianchi 

,  iopra  ahtméUe  ornate  di  v«rk  verdure»  il  Principe  col  Patriarca»  col  Clero  $  &  con 
1eScik>te»andi^réonda  humilmente  la  Piatta  col  Sacrtniffimo Corpo  di  Noftro ' 
%Aore  (otto  il  baldacchino  4  ■ì-'        .  - 

TEx  fKrrcioche  ogni  anno  (inietta  fcala  perii  viaggio  di  C^émfalem  %  i  pellegrìni  ' 
ridòtti  in  ^tìd  tempo  a  Venctia  >  ranno  qneldì  in  proccflione  con  la  Signoria ,  afta 
fttìùiì  deftra dé&gQorì.  Et  circuita  la  predettapiazza piena  dx  nuoierofo  pobotoìlri^  * 
ctHtt  in  Sto  Marco- Onde  ilGiorgio  dice. 


IK  K»! 


A  -     — 


512     DELL'ANDATE  P7BLIGBI 

PnecipmuD  fidpi  ooftr»  tnm  i 

Ceoicntur  C  hrifti  corpus,  &j^  caro . 
Viide  redeanptorì  (ftatiem  diqiM  quotanoà 

Hac  caufa  «  à  cun^'s  concelebranda  bom  • 
In  coena  ha^  docuit  myfteria  fnmanus  IcAis 

Qvù  dedir  io  potuta  feque  cibuoaque  fuk  • 
Qui  vttit  ergo  DeisyacetìK  cultor  habcri 

In  caraem  ▼croi  kmi»  Ule  aximos 
Vera  carodekas  cenfenda  efi  hofiìa  Chrìfti  i 

Hoc  prstftare  {accr  vir  nifi  Demo  poteft. 
Qii  fan^m  percgrinus  a Aat  luftrare  fepulcnmi 

Se  patribiis,  luce  hac  coDfociatqiie  Onci  • 

AI>D]TIONE» 

fybano  Ottano  mfiitsàcMeftó  giorno  tanno  12...  per  lo  iniracolo  dell'Oca  ConfecratM  > 
fuccelfoaltlM)raneUa^chiejaaisa^a<Ì^ifÌina  di  Bdfenaitdlà  Chkfa  d^Oruieto^  tbc 
mentre  yn  Sacerdote  fitofifitamaudìéitidel  &actamentù  ^qketUSntìfima  d^a  ffsh 
ttirìfangneTnnoytmgendone  tutto  il  CoffWTéde»  ,  ^  ,, 

Hor  innanti  che  il  Doge  in  Chiefa  vfnga  in  talgiomOiU  V^atriarca  delia  CittàfnMétéit^^ 
per  quefio  e  f étto  dal  Vrencipe  ,  e  d'ai  Senato»,  fi  appara  degU  Sacri  ^bùi  ToHTffcali  i 
man  finora  deH^^ltar  Maggiore  fèpré^nn  IMdéflorio  %egimno  U^Préncipc  tfa  con  bti  p 
fecondo  U /olito,  la.ConfeJJianei  poi  cmMétAftfiacmkgrmdiffim^foknmà  %limme  tsr^ 
dine  per  far  la  Troceffione,  U  éfualmen  fatta  come  le  altre  nuana  alfle  Scuole^  alle  Reli^ 
tioni,  &  Coì^egationi  di  Vreti,ouèrCttro  di  Kenetia  ^maaon  affa$  mi^ior/oìénnitd  ;. 
%llùeroche  tutti  compari fcom^pompofamente  con  ornamenti  ^atnHyCom^irgeniarie^r 
^^^liqHitin  mano  %jcon.rapprefpaaimilofr€pà^ 
degna  ^vdtre^ 

TaUateai/fnqne ledette nuotèfRel^mif  (f'Omgreratiom,  pigtisU  Matriarcati 
TabemacaltumlaSantìffimétOÙademro»  &Ì9m4tafi  U  Vroceffm^dmi cammiii  dk 
tbiefa^co  ipiuioH  t  e  daftaUri  vntàfdfcin  egaftrtto90,titttìappéarati4o  ipià  pretto^ 
paramentitefce  dLQhiefaptria  ^((M4Ji,S4mJ^acamù».fegfie$»dok  il  Doge  con  tutta  lai 
Signorìa  > alUHfuaLportafei  CAudtierÌ€tm  htfloU4ififraricciùiCoìrù<r  gettandolo  coft> 
t0mbreUa9fottoquelUc$nogniriueren^lopigliano;ecoslpajf(mdo  ptrcor^diTaUpL* 
xjo  %  &  yfcendo  per  lapoirta.della.pia^Ha  della  paglia,  circom^a^Wf  moltOihnmtkà  %  e-, 
jimtknfe  tuttala  Tsazhir^ 

Cittnfafinalmente  &  Cbiefotil  Vatriatta-col  Sacramento  in  mamfe^  ne  yàsA  la  portai 
delCoro  %  yicino  alla  tede  deiùsgg  ^  afpettatoalauanto  finche  gumga  il  Vrencipe  com: 
tMttalaSignoriaM  loro(cbe  d^àkantrmginouhioniftanno)  col  Santi fflmo  Sacramento  Ui 
heifedittione  ;  tr  portato  pofcia  tofià  per  luialfuo  Inogp ,  fé  ne  yanno  effid  TJÙa^o  $  r 
quindi  <^*tmo  alta  fuabmitatione  ^ 


DEI  FRINCIPE  Lia  XII  ju 

AadtXA  alla  Giudecca  alla  ChicHi  del 

Redentore. 

£Tnetcmpino(lrìflèinftitaìtiPafidata  dd  Frinclpecon Jb^Signorfii  alIaGicN 
I  decca>  alla  ChieTa  del  Redentore  >^abitacmda  i  Padri  f;appuccÌQÌ»&  fabrica* 
ca  dal  Senato .  Percioche  hauendo  la  pefte  l'anno  1 576^  aA^Iìta  h  Città  con  gran* 
diflimo  danno  dell' vniuerfale  >  il  Publico  fece  voto  i  Dio  per  la  nberatione  •  La^ 
<]ualc  hauutafi  miracolofamente  fecondo  ìà  petitfone  ^  il  Principe  con  la  Signoria  » 
in  rimembranza  di  tanto  benefido»  Tiiita  la  fua  Chiefa« 

Vifita  parimente  gaella  di  San  Rocco  nel  Tuo  giorno  fedino  :  St  ^  San  Ste&no 
ancora*  Et  la  mattina  del  Mercoledì  Santo  >  vi  ne  piatti  alPindulgentia  di  San^ 
Gionanai  >  8c  Gionedi  à  qaeBa  di  San  lacomo  di  Rialto ,  alla  quale  concorre  tutt^ 
1!  popolo  di  Vcnetia^. 

ADDIT4       NE, 

Fa  inflitHìtaquefla  andata  fanno  fuietto  fono  U  Doge  tmgi  Mocemgo  %  ia  terT^  Do^ 
f/nenica  di  LugUo.  Fkne  ridata  quejla  Chiefa  da  Tadri  Cappucini  »  i  quali  fa  concia 
ialSenato. 

Si trasferiftìfUDogeogrtannonel  fudetto  giorno  i  la  mattina  alla  detta  Chiefa  co  i 
fiatti  »  &  ydita  Meffa  bafia  dal  Vriorediquei.Tadri  t  co'  motteti  cantatida  i  Mufici  tti 
San  Marco  ateo fertoriOi&aUaLeuatioaedelCorpo  Santiffimo  del  Hedcntor  n^^bro 9 
ritoma  a  San  Marco  alla  Meffa  Maggiore  9  che  rien  cantata  da  un  canomeo  »  &  pajjate 
Je  Scuole fcpn  le  Religioni t  &  Cor^egationi  de  Treti  >  afcende  in^Talai^  alle  fue  ftan- 

Tra  tanto  le  dette  Scuole  yRelmoniy&  Congregationi  inuiateft  alla  vifita  di  detta 
Chiefa,  paffano  il  primo  ponte  pojBccio  yfabricaio  al  traghetto  di  Santa  Maria  Zobenigo 
fopra  tante  piatte^  &  poi  H  fecondo  parimente  che  getta  dalla  fondamenta  frefo  la  Chie^ 
fa  dello  Spirito  Santo  per  diritta  linea  al  Redentorct  ch*è  vn  lunro  tratto  dt  uia .  La  moU 
tiutiine  del  popolo^  che  vd  in  detto  giorno  a  vifìtar  ejfa  Chiefa^  e  neramente  incredibile  i 
e  però  ui  fi  fanno  fare  dal  Tublico  idetti  pondi  che  oltre  la  commodità  >  che  danno  aci^^ 
fcuno  di  andarui,rendono  una  belUffima  uifiamaffimamente  quando  pieni  di  gente  fi  tjeg" 
gono-y  della  quale  mai  in  elfo  giorno  dalla  mattina  per  tempo  9  fino  alla  fera  fi  trmano 
yuotiy  tanta  è  lafre^iuen^  di  e  fio  popolo  »  che  yà  à  r^der  gratie  a  Dio  di  un  tanto  bene^ 
ficio.  Come  egregiamente  è  flato  ejprefjo  da  HenricoSottòueloTitolato  in  San  Gipuan^ 
ni  Br agorai  e  Chierico  del  Doge 9  amicamo  del  Stringa^  nelU  feguenti  ytrfiy  fatti  ai  in* 
fianiA  dieffo  Stringa  : 

r 

Princcps  Quintili  totoconitaoteSenatu 

Vnde  Redeinptoris Tempia  Sacrata  petat  ^ 
CaufaeftinprQinptii»  Venecam  conflixerat  Vrbem 


Pcfiis  acerba  nioiis»  crux  violenta^  rapaz 
Dumq;  lues  i^uitiCaRAosilaurcraluIediftu) 


kK  %      la- 


v«K_i» 


P4  deeu:andatepvbliche 

Inuafit  tdii  mors  inopina  fui's . 
Tunc  Patrìae  patres  ruplices  prteelara  tooaintl  ' - 

Vouerunc  Chrifto  vota,  pKCf  st^  Deo . 
Hinc  ^4em  ftruxere  pij  >  merooresqs  rublifflem  » 

Qu»  Cappucims  maanaaa  inorbe  v^* 
Huc,  httc  inde  alacres,  Ime  conneiiece  quocanafs» 

Haac  vùuQt  CiueSkdonaq.  grata  £;runc 

Andata  a  Santa  Giuftina  • 

S'Ordinò  finodlmente  Tanno  157C.  l'andata  iSanuGiuftma  >pcrineffioria  ddSt 
falute>che  riceuè  noti  pur  que(to  Scato>ina  tutta  Chrìftianìc4  •  Pcrciochc  iiv 
quel  giorno»  che  viene  i  7.  di  Ottobre  j  ù  roppe  da  noftrì  »  ftìfieme  con  le  genti  d^ 
Papa>&  del  Rè  Filippo>rarinau  del  Tura>>  kfi  pcere  poco  meno  di  tutu .  La  qual 
vittoria  fu  di  maniera  memoranda  >  che  non  a  le^e  in  alcun  tempo  >  che  ne  aoue* 
niSkCSc  bene  Qttauiano  toppe  Marc' Antonio  1  &  1  Gred  Xerfe  )  vn*alcra  fimtle  a^ 

2 nafta  •  Onde  oltre  alle  dimoftrationi»  che  fi  fecero  d  icoli  alta  auneocura  »  corno 
1  quella  di  fracaflàre  il  nemico  (  fi  come  altroue  s'è  detto^  fi  fecero  anco  daQa^ 
RepiibUok  per  rioocdansa  di  quefto  fattoi  nuoue  mone  tcj  con  nuoua  JnTcrittioac» 
da  vaiato  ciccate  « 

MEMOR  ERO  TVI IVSTINA  VIRGO. 

A    D    D    I    T    I    O    N    E. 

^i diede  ff incoio  à  rifitwr quefiaChiefa  tanno  fegsteme  1 572.  Ai/  Doge  Ift^  M^ 

eenigo^ 

.  va  perciò  il  Doge  con  ta  SfpHiria  ne  i  piatti  ;  doue  vdita  Mefia  >  che  yiene  da  ruo  de 
CaBQnici  del  Vrencipe  cantata  con  folenmtd  molto  grande  di  canti  1  e  di  fntmi  sfatti  da  i 
Mupci  di  San  M  arco  y  e  cot^  frequenta  ^tmir^ile  di  popolo  t  ritoma  in  Chic  fa  di  San 
M^co%dme  pafiano  le  Scuole  sbandii  te  Religioni^  e  Cmgregationi  di  Tretiy  quali  paffa-- 
te  per  coro^  &  auuiatefi  d  Santa  Giuftina  i  ritomd  effb  Doge  a  Vala^  »  Efpref^  ìpéeJUt 
aadatail  fudettoHenricoSottouelo  con  gNnfirafcritti Terfit 

Nonis  Odobris  luftinae  tempia  quotaniiis 

Sacra  folcnt  Vcaeti  yifcrc»  Duxq;  Patrcs . 
Namq;  die  hac  Vrbi  infignts  Vìdori a»  &  Orbi 

Totfhabita  eftfemper  gasdia  fu  onna  fercM  • 
Lii3c  fiiit  harc  omm  per  tempora  ciiflfta  fideli 

Gloria,Lau«,  &h6nor»  gratfa,paxq;  falus« 

Turcaruffl  vtfes  otnnea  demeffic  1  &  hofles 

Miti- 


Miliabas  cands  dex^ra  Saa(ft«  f>et  * 
Idq.  pius  ooDtt  picferttm  jHvftkk  ^\^Mt 

Virginisiftius  nonis  amore  Deus . 
Hcc  prece  protetrix  oofiras  miferata  lgli^»r(S 

Sollidta  »  Chrìftaia  flexit  t  vt  jfta  duret . 

An4^ta  per  riQue«óotie  dtlCotPo  di  S.  Marca  i 

A    D    b    I    T    I    Ó    N    E. 

i09^pertmfra(crittacagHme  i  CBHci^fiaeófacheeffcndofcorfi  moiii  anm  éattd 
fri$9MdePoJaim$e  del  Sacro  Ci^  nella  Chiefaal  nome  f ho  dedicata  9  fi 

fimarrì  éffatfolsnmnwia  m  ihe  parte  della  detta  Chiefa  fo^e  flato  U  detto  Corpé  Uca^ 
iùie  pM>i  fMondoU  Doge^  cb^era  althora  aitale  Faliero%gm  tutta  la  Signoria  >  pieno  per 
€ÀdtjommoffTmÌmitodolne,feteài/lani^  di 

CafleltOfChefaceffepnbUcarpertiittalacittdvn  folenne  digiuno  di  tre  giorni;*  accioche 
€on  quefio$e  con  le  orationi  de^  fedeli  fi  degnajfe  il  Smwr  Iddio  di  manifeftar  il  luogo  t  oue 
giaceffe  il  Santo  Corpo  •  TuUicato  il  digiuno  >  dr  efequito  con  molta  diuotione  da  tutta  la 
€ittd$difeefeitJ)oge^  %$•  di  iUugnodeltanm  predetto  in  CbieJ a  ^doue  cantata  ima  fw 
lenne  Meffa  dal  dSitto  Fefcouo  »  e  fatta  unafrocefftone  diuòtifsima  attorno  la  Tiat.^  » 
f coprì  id&o  miracoiofamente  illuigfhfaeemo^e  al  cofùcttaéel  D^ge^e  di  tuttitche  pre- 
fenti  eranoififpe^fsero  dafefiefsii  marmi  di  quel  piiafiro»  outr  colonna  »  aUa^ualnoà 
cediamo  al  ùrgente  l*  Aitar  di  S.Giacomo  appoggiato;  &fpez,jatifi  -peieffe  à  muouerfi 
pianpiano,é'  ac^mparird  i^ifta  togtfiNto  una  picciola  ^rca»  che  dentro  cbiuph  e  ferra-- 
toteneuail  San^t^po  ì  il  quaU  con  motto  ftupore  1^0  i  e  conforme  al  defiderhfuori^ 
erauato  dal  Do^,é^al  Senato,refero  infinite»  &  immortali gratie  d  S^i$ore  di  un  ta»^ 
^donOityordtnarono^d^iHtcfio porno  per  memoria  di  cosi  ffranmirac 
Mi  annoueratOi  &  che  ogn'ànno  ficetebrafie  con  fotennitd  grande  la  memoria  di  ifu  tanto 
éem^io;  come  tuttauiafi  offnrua  difareadlfonoref&gMafua .  Quefiomiraeoio  i  fiato 
dame  defcrittonel Ubnh  mandat^in  Ime  quefli  ultimi  anm»eome  in  altri  luoghi  dique^ 
/fojferapiàiM^hàaccennato»  nel  quak  fi  legge diffirfame^ 
oi^medeU*aneUo  9  che  fi  ridde  in  uno  de*  diti  del  Sacro  Corpo  ichelo  hebbepoi  im  7^o^ 
hl'buomo  da  ChdJ^no^eonmoke  altre  cofeeuriofiJfimet&  belle  • 

Difcendeaduuifue  per  memoria  d^tm  tanto  miracolo  dVrencipe  in  Chiefa  >  douefecm^ 
4o  ilfoUtò  vdita  Meffa  cantata^  panate  le  Scuole  Je  ReljigionÌ9&  il  Cleri,  fi  fa  una  pro^ 
Mcffione  attorno  offa  Cbiefa^pwtandofiin  proceffione  degli  Euat^elij  fcritti  di  oroprio  pu^ 
gfto  di  San  Marco^ilfuo  iitogroffo  9  con  unganolo  parimente  fuo  >  che  non  èpa  iljbpram^ 
minatoma  un^aUroÀato  perjegno  daMad  rn  fonerò  f^otàjio  Tefcatore,  Perche  ne  fa^ 
eef^eHndmmalVreneipeGrademgOtcnmeinaltroluogodanoièfùuodbafi^^ 
ratoteioè  à  car.^^p.Onde  il  SottoueUofofranominato  da  noi  nel  fine  deWUndata  al  Re^ 
dentore^amipojemfiniilfoggettogliinfrafcrittiyerfi^chediMaranoeon  belmodo%& 
Mnbreuiii  tutto  il  foprafcritto  fatto  mptifa  tale. 


U9    DEif  ANDAtBPVBLICRB 

Principe  Vitali  Vcnenim  legnante  Paletto 

Membra  Sacri  Mard  tim  latuefe  diu . 
Dttx  Iacrymans>popuIus,Cleras>'pfcchira  Senatift 

Prsebet  vbique  D^  monera  >  vota ,  preces . 
M^iro»  adeft  TeaiDlum.  miferaoi  mifirratiis  6c  VibeiD  : 


• 


Atq;  anttlum  digiti^  porrigit  ante  Pattes 
eDetirtsenTent  Delphino  Sahaa  Cèfhittioafli 


'-mi 


Saaatis  manibus  denique  dona  refèrt  • 
Interea  Domino  pr «ftantur  munera  cunAis» 

Ipfo  aaao  fpondeot  vifere  Tempia  Pattes . 
Sk  igitur  votis  fohinnt  folemnia  facrìs  » 

Mixtatp  dant  Marco  flamine  thura  >  rofis  r 

Atdttt  diuerTc  in  cerei  giorni  deU*- 

anno. 

« 

pcr9rd$nt  fmmeiUedemcjiùìumC^mBOéUcmte  andftealmtmèro  Wi  vi9Uidm$ 
che  fa  il  Tmafecm  USipmia,  jmfaixA  ìtìmr^pneUafiki  Dm:dChief$9tùmimm^ 
.4oJMpétmiil^alc$t%memmofokme  •  {Src^mtpri^cifióé^U  zmnidiChriifhSP' 


^utUilMHikWalUttrgratideprefioUyaK^ 

jgmMdaiy'képmdiChkfihMeciH^^  frimi  fcalmi 

diÌ^aUMrfr»iet$0,ftrefierHÌMog»  fmri  dette  c^lonnellt  di  ego  attore  aUimomonn^ 
J^xttaSigamU%l^Makril^^tHi%€^^ 

Z&fitOMfiMt^fimi  Tiene  CMiato  da  i  M  tifici  dt  thkfafaUcruuh  t^  da  aUri$  che  vmoM 
i$IUàficfUperfmm^^iornduer^foi^eficaàULinC(^ 

ci  coTh  c(mftifore%  '&  marof^ia  di  ciaf^imo,  (Sr  ffecùdmeme  de  ififrefiieri.  $  ^moU  ed»- 
ftffmoMQMPWfimiÈfkttimrara^nèpmfit^^ 

ter0ip9icbeiMi^cétedivòce9&'dIfifmàt^ 

\mente fer  Métejbn  >  & Cfpiiero tJMci t^famefigiotiam»  cùtMtomwmatì  ai 
mirnèhCroctidctto  ChiotuUto^abriciU^  da  BafiatiQ . 

Denoil^efpro9  &f^ciaC^mfMafa;xjicént99fidafrincifdùdMMtìtii^ 
'tanumB  i tmiemci^gk  akri Treti diChiefa;  cantando  feiè  nu^aimtnie  i  camoréde 
ire  Lettìmdelfrìwta  ì^oitmmoiie  tre  aUredrJ  fecondo  fefti^  muftcatre  Scttocammci^e 
ie  tre^ttime  del  teri^p  tre^ammici^  i  ciòdefmati  dal  Maturo  deUe  cerimonie^  a  cui  toc* 
ca  inuigilare  cònfomma  prudenxAt  &  frocurare  con  aUrettanta  dtligens^  «  cbegti^fidt 
dimni  non  tanto  di  queflogiorno»  quanto  di  tutti  gli  altri  deWannoy  ftano  recitati  con  ordi^ 
nCfCr  regola»  confirme  altanticb^mo  »  Cr  generando  rito  ^leffandrino  di  quefU  Chiis^ 

fa^ 


DtL  PRINCrPÉ  lilE  XH  ^i? 


fsAt^dfei  in  mUttC0f$i4l  Bimano  iiffgrentìiieifémfèkùr^^ 
t^queU^abrddtOoOrationaie nelle  fue^  rnkriehc.  ' 

Hor  finite  da  i  Canonici  te  dette  tre  rftìme  Lettioni  intomo  alte,  dne bore  MnoHe  %  i 
ptihè  meno  j  U  predetto  Fieario  apparai^  de,  i  fmri  héiti  Saser^ali  con  due  SoÈtoca^ 
nmici  per  eantar  I^Euangek^  CEpifioU%fi  dà  immediate  principio  alla  M^Sent^a  af^ 
pe$iar  l^bora  della  meta  noae^r  primkgio  ^peficlico  eontefio  aUa  Repiéuca^  parte n^^ 
dùfi  il  Doge  dalfm  Bucai  Trominfieme  col  Legat09&  Qraioridei  'Premipn  ad  in^moc^ 
Marfifift  primo  fcalinoifer  rifpoader%  comedo  dotta  in  aitri  tm^^alla  Cm^e^ene^che 
fi  fa  dai  Legato . 

Ma  ci  ftamof cordati  Udire  della  v^  ammirabile%  che  rmiie  lagrandifpma  qnantità 
di  candelottÌ9&  di  torci  dixandid^ma  ccrotche  aceefi  attorna  la  Cbtefa  ad  alto  fi 
nOii^uali  oltre  ilgrminme%  che  fanno  in  ^aUmfnefuapatte  >  H^megUo»  cbejef^di 
me^fpgiomo»  fanno  ancofinpire  ogtitnnOi  che /Ha  a  mirare  tanti  lumi  %tr  eoa  fpe$y  coma 
fmto;tmperoelieannoneréU^  de  icanddottidtUlnrennat^imo  intorno  al  n^^ 
csinqnaeentOitdiuitcidimredodiciinMnoaóc^Seni^ 

gentOiC  dette  olire  cete  moHe  dign^e^^  Redola  %  (^grande  che  fianno  àeeefefcàra  IS 
^Itar  malore  >  è  da* lati  di  tui:  che  in  nero  non/i  può  i^er  luminaria piùgrande,  pia 
riecatpiàjHperbajpiàwéile %  & j^iitU^e di qtiftanondiràin Italia JotametHeimàni 
anche  in  tutte  le  parti  della  Cbrifttanitade. 

Ma  è  Mia  ctfa  a  yedereMtanJ^  fi  accendano  i  predetti  candelotti»  e  mrci^ptfii  ad  òt- 
to; ilche  -pien  fatto  9  tptanio  fi  cantano  da  ipredetti  Canonici  te  tre  ykime  lettiompre^ 
dette  del  terT^  'notturno  ;PerciHbe  datoR  fuoco  in  ogni  capo  di  crociarndetlaChiefaa^ 
UfiappadilmQ%ch€aqiie0oefettofidifkndeaiti^^  canéebttif 

che  poco  pia  H  quattro  dita  difioftifimo  ano  dati* altro»  in  minore  fpat io  d^  tempo  >  tkrwio 
direbbedue»  ètrecredhfiac€enémottftt$adm$tempocenmaranigli4nonpoóadeiff' 
guardanti.  FormtaUMeJpiallequattrobore,&mez,adinotteiaciirca>it  fhrenciptd 
VaUtsffjo  eollnme  digntnaiffima  guarnita  ditorciy portati  da  i  Comàmiatori  %édai  StH» 
dieriifetiaT^i»  e  tmtigli  altri  alle  lorohAitationi. 

ta  feconda  andata  è  nelgicrno  folemùflimo  di  '^{atdeiiifeendendoint  hiefa  alta  Mef^  \ 
faltu^ore»  cbe  -nien  detta  dal  Vrimicerio  Treltto  di  Cbkfa  con  tmti  ^  babiti  Vont$^ 
tali%  ^catttaia  con  altre  taniafoletmitÀ  di  qnelU  fjf&TÌi» 

micerio  dette  le  due  orme  Meffp  baffc  la  mattina  a  kuon*hora  per  tempo  >  riftrbamhfi  a 
dirlatarxA  m  pont^cate alla  irefer^a  delTrauipe.  Et  vi  ftpon^o  à  qnefiaMt^ 
fbprai*^ltare  tutte  le  gioie  del  T  eforo»  che  rendono  grandei^ajar  maefldincamparame 
4t  riguardatiti .  "- 

Later^ènelgiarnomedefimadi7{ataleyifuando  iléopòdefinare  difcende  m  Cbiefa 
M^dirU  predica»  la  qud  udita  fé  ne  ràpofcia  in  trionfo  ad  vdir  f^efpro  àSanGiorgjìo 
MUggwre»  comedi  fopra  neW andata  ai  detto  Santo  babèiamo  dichiarato  • 

La  quarta  fi  fa  da  lui  neltottaua  di  l>latnle,eioè  nel  dì  primo  dek^anno  >  ffomo  fe^uo 
della  CirconcìfumedelSign.doueyHlita  Meffacar^atadauncanouicù»  fé  ne  ritorna  àTa^ 
loT^o.  La  muMa  è  nelgiomo  delt  Epifania  del  Si9n.  douefarimenttode  Meffa  »t!rlapé' 
bUcatnme  nette  Fefle  mobili  dell^anno  e<n'rente»che  inen  fatta  in  forma  di  fermane  dauno 
dai  quattro  Diaconi  di  Cbiefa»  fub^  cantato»  ch'egU  ha  vEuar^cUo . 
,  La  ftflaènetf  torno  della  Tur^catmne  di  Maria  Verone  mflra  Sonora  ;  dotte  fubko 
ffuntùimaoro  %ftfadal  celebratfte  la  Meffamaggiore  »  che  i  fempte  un  eoftomeodi Cbie^ 
Jaflabenedi^on^urdmaria  delle  candele»dopola  quale  prefentata  da  effìieelebeattto  una 

aktdtUatcefihfmaileandelmootdiMriot 

ic^  4      la 


51$    DELL'ARCATI  PTBLICHB 

U  Chiefd%  portando  MtìfCod  i  VreHéi  Cbkfa^ome  mia  la  S^naria  iimà  iiàtetapaH^ 
mente  acce  fa  in  mamhcbe  reftapaifiuufinaimcntefòmiia  la  Megaife  ne  riwna  UVran* 
eipealfn$Talaxp!P. 

Lafettmajarebbe  queUa^*eglifa  nelghmù  della  Madmma  di  Manjhma  perche  di 
épuflane  baciamo  trattato  a  dietro»  Utrmafa^  come  anche  faremo dme  altre  9 
dejtrkte  parmiente  à  dietro;  ponendn^perfettima  quando  fene  difiende  m  Chlefa  ai  nUr 
Meffa  carnata  nel  giorno  delta  Domenica  delf  olino .  Tercwche  difcefo  in  Chiefaffi  difn^ 
hitoprhfCipio  dal  canonico j  cbeèpercelebtarefallabenedittionedeldettoolinófperfarfi 
foicon  anello  in  manola  prece ffione  attorno  la  Cine  fa;  mapercbela  cerimonia»  cheR  fa 
feram$coT^oin$nlproceffionepèagkibelUf&deg^  habhiamo  ghdtcaiQ 

iene  defcrmer  ogni  particolare  per  inuU^enxA  di  ciafcnno. 
•  £dim^danotare$cbeinnantÌ9chedtfcendain^fbpornogéidiVéUatJO^ 
$ipe%mtcanonico  di  Cbiefadei  refidenti,  creato  in  qneltannada  tnttoil  capitolo  de ica^ 
woniciin  Bafìkcano,  quafi  come  Caffiero  die0o  capito/o  {ritronandomiapmuo  Ì03  mentre 
fcrimlepnfenti  cofcm  talofficio  ;  )  ha  carico  difarfonerfeprat^tkare,  ejhprailpnt^ 
pitn  de  i  Cantori  molti  ma:Qi  tolino»  mettendom  anco  aUime  crfieUe piene  di  Talme  ù^ 
inorate;  T^adifine^belmme  per  prefentar  al  Doge^a  &^4 

poltri Mag/ftrati,  cbepedimodailapartedirittadelTromDncale$K9'  alrejlancedel 
SenatOiCheJsede  daltaltra  parte  ;  yn'altra  di  manco  Sne  per  prefentar  a  i  canonici  >  Or 
4lottocanonici;  &  Tnfaùradimancopre^^^perdaralrejiantede'cbierici^&camoridi 
€bie fargli  Scudieri  del  Trencipe,  a  iCapitanÌ9f!r  a  i  C  omandatori  »  bancndo  tatti  Ufno 
maifi^àppanaio . 

.  MatraUakre palme  yifa  poner  fopraefhMtareH  predetto  B^fMcano  trebetKf- 
fhne%  e  di  nonpicciala/Maf  le  quali  fono  con]ogliamt^o%  targ/tuto  >  e  difeta  in  motta 
auanUtd»  &  in  yagbitfimaforma  compofii;  Etqueftefimoperprefentarfi  la  malore  d 
Ttemipe»&  le  due  altrej  che  fono  yguali  digrandeis^a  Mapoco  minori  di  queBa  del  Do* 
£etMna  alla'PrencipeJla  >  €r  [altra  al  Vrimtcerio  ;  fatte  dalle  Monache  di  Sanf^ndrea% 
che  infarpmil  cofe  non  hanno  pari  nella  cittdz  coifnoi  piedi  indorati  informa  tréanfoU- 
90  9  &  con  l'arma  di  ciafcuno  attaccatane  fopra . 

finita  la  predetta  beuedittione  yfubito  dal  celebrante  fi  apprefema  al  Doge  la  predai^ 
tapalmadifeta;t  tra  tantodtfpenfate  dal BafiUcanOfC  da  altri  f  dm^aintarnh  tutte  k 
altre  pabnCiConfolino  benedetto  /fifa  la  proceffione  »  y fiondo  per  laporta  di  San  Giac^ 
mo%tfanendotHttieotìilClero%comelaSignorialafuapalmainmano%<^UreflamedH 
fofolo qualche r amo d*o!ino;  EtperuenmaUproc^Jiùneanantilaportamaggfwred^ 
Cmefa,  la  Croce  fi  ferma  fiorai  fialini  della  prima  porta,  il  fimUe  facendoi  Treti,che 
éuanti  quella  fanno  coro  ffermandofi  anco  il  Doge  con  la  Sanarla  >  ikhe  fatto  ,fubito  i 
aantorì%già  f aliti  ne  i  corritori  della  Chic  fa  preffi  i  quattro  cauaUi  anreitcantano  quei  bei 
yerfi  di  Theodolfo  yefcouo  (tOrUens,  Giona  Jaustcc  hoDorjOMi  ^ìH  che fègue^approna^ 
ti  da  Santa  Chic  fa  i  quali finitiimentre  dal  coro  det  Tr etiche  i  in  piazxa  fi  replica  il  me^ 
de  fimo  da  molti  fancmtti%  che  fono  fohtij^  quefto  e f etto  fifl  colmo  della  Chic  fa  yengon^ 
gettate  diuerfe  forti  di  yccelli  yiui,groffi  9  &  piccioli  con  alcune  Mitre  di  carta  dipinte  » 
attaccate  a  ijicdàloro»  acciocbe  non  yolino  troppo^  i  qiéali  yenendogià  in  Tiao^  yolan* 
doi  fono  pre/$  da  ^uelUiCl}e  prender  Uptfiono^f(mofuoi,&  fi  U  mangiamo  per  Vafq^ 
imperocbe  molti  di  loro  fono  buoni  da  mangiare»  entrandoui  tra  efsi  de*  colombi gionani  » 
dr  altrabuonaforte  di  yccelUiCbe  non  è  da  gettar  uia:  la  qual  coja,  ouer  cerimonia  efjèn» 
dofmapcr  tre  fiate,  connmpocoditetto  fpiritnale  de' riguardanti  rapprefentandaeOa 
i^fiJìegre^^ilglMl^^nnde^be  molarono  i 

do 


DEL  PRINCIPE  LIE  Xìt  fi^ 

é^ttm^miUdipdme/^MoUMoiamawmcotttraroHo'tlpfiro  Signore,  entraiae  inGie^ 
nfidemmertmti  entrano  in  Cbiefa ,  &.ctuuat«  la  Mefia  con  la  Vafft-yne  iH  Signore,  de- 

feritta  iaS.Matteo,daiMnficbidiCbiefa,ilVreacipeafcettdein  Ttdax.vtitS' gii  altri 
Mti  fé  ne  vanno  aOeetfe  toro. 

La  ottona  fi  fa  nel  mede  fimo  gionn  desolino  ad  vdir  la  'Predica,^'  dopò  quella  il  Te- 

Madenefijapere,  che  in  Cbiefa  di  San  Marconon  tri  fi  predica  pia  di  cituiue  fiateat' 
tamu}  la  frimanel  dì  di  T^ale,  come  s'è  detto  alarone  ;  tafecondaitéUì  deMa  Madon- 
ngdi  Manfo;  la  teriA  nei  prefente  giorno  denotino  i  la  anarta  nel  f^eiurifSMto  ;  «?•  la 
fimanHpmrmdiTefqna .  Imperocbe  fatta fcielta dal  Vreneipe  dei  pi»rari  predio 
canti,  che  predichinola  Qnadragefima  in  dinerfe  Cbiefedella  àttd ,  tifa  iettare ,  che 
"pei^fiao  atreduare  aita  Sigjtoria,  i  quali  pur  troppo  votontieri  ye^ono ,  0m]pido  ejfi  , 

3utmdo  afommofamre  effer  fatti  demi  di  predicar  ad  una  tanta  Signorìa  ;  hanm' 
nardo  tempre  il  tk^edi  dar  la  predica  detta  Madonna  di  Marxj»  aipiàfamofo,€r 
deiyener^SantoadnnVadreCapnccino,  il  cui  habito  parche  ct/iiuenga  niéttn 
alia  materiaMieipenrattare  in  detto  giorno,  della^afCtone  dì  ChriJio,pereBer  hiAif 
wtoitopmeroO'  hnmile>eom'era  anco  qndÌ9  di  effà  Chrffto  Kedentw  n^o . 

La«maènelMercefr^SantOiimperochedifc<^di'Pda:^,&tra4Mt(^primac«n 
U.S^oriaM'piattidnctdiip^liartIndulgenxA,cbeftbain  detto  giorno  ogni  anno,  ài' 
UCbiefa  diSan  Giauanni  di  malto,  &  poi  venendo  in  Cbiefa  di  Sa»  Marco,  ode  quiutgh 
Fffici^  dinùu,  cant^ndt^i  le  tre  lettmi  del  primo  notturno  con  canto  affai  me{h  da  i  Mn- 
fici  di  CbiefaJe  tr^attre  deljecmdo  da  tre  Sottocanomci,&  quelle  deltern  da  tre  cano» 
miiàcAdeputate  dal  Maflro  dieoro  ;  Et  fatta  nel  fine  la  cerimonia  del  batter  da'  fan^ 
cintura  qualfifi  tre  fiate  confitrme  aU' antico  rito  di  quefia  Cbiefa ,  che  m  molte  cefeteo* 
me  fi  detto ^  fopra,  i  differente  dal  n.omano,fe  ne  ritomd  à  'Pata:^, 

Ma  deuefi  annertire,dfe  la  S^noria,&  il  Senato, che  accompagnanì  il  Doge  in  Chie* 
'*f^  «wKP»*»»^  I  trenormfeguenti,  non  vefhno  (pei  moftrar,  come  religiofiffimi,  & 
Cbr^tammtt  ,wm  ne  panm  efierior mente  la  mtftttia,cbe  fentono  mteriormente  della 
tm«»emCbri^,mquefiigi9rttiSanti)dieolorcremirtao,  come  fonofentóre  fatiti  di 
fere  fuori  diauefio  temoof  ma  cominciando  da  i  Ctìafi^lieritpoflogiA  il  cremefino  il  Lune- 
4i  samotvefimttntta  la  fettimanaS  anta  il  pauonaxs.'ì,  facendo  UfimHe  i  tre  capidiaa, 
ptre  ^mgadorià  tre  Capi  del  Configlio  di  Dieci,i  due  Cenfori,&  U  CanceMiergrandccbc 
fimoH  carpo  detta  Signoria:  foia  il  Doge  vdvefiito  m  queftiffomi  convefiicUfetaerC' 
mefina,  come  queUo,  che  rapprefentn  tutta  la  Hepublica ,  eccetto ,  che  nel  Venerdì  Saa^ 
io,  nel  quale  in  luogo  di  veffe  di  f età  alla  DMale  vefle  un  mantello  di  panno  di  f cariato  j 
Urefiante  poi  de  $  Senatori  vefiono  di  color  nero,chi  d  maniche  larghe ,  &  chi  a  corneo,  fé 
pon  le  hanno  per  effer  fiati  è  ConfiHieri ,  ò  Sami  del  Configlio ,  aperte  :  del  qual  cohme- 
roponendogiiUpauonaT^Xjofi  vejle  anco  il  predetto  corpo  della  Siffiorianelgioemfola* 
m^te  del  Fenerdì  Swto  ,per  mofirar  tanto  fià  ftncera  retatene ,  tr  culto  verfo  il  ^t- 
pure,. 

,  Ln  decima  è  net  GiMedl  Santo;  imperocbe  giunto  in  Cbiefa,  fi  dicano  le  bore  commi- 
cbr.fra  tanto  t^paratofi  de' Sacri  habitiVontificali  il  Trimicerio  netta  Sagrefiia  con  tut- 
ti tfuotMinifbri,  fé  ne  e  fce  di  quella  nel  fine  didettebore,  &•  giunto alealtdre  fi  fola 
/olita  cerimonia  delta  fonfeffime  della  Mefia  cU  Legato,  &  col  'Prencipe  ,&  cantata 
■Mefia  con  moltafttamitd,  &  con  queUe  cerimonie ,  che  fono  m  tal  giorno  ordinate  dalle 
mmicbe  del  Saero  Mefiale ,  &  communìc<ttofi  il  Cterodi  Chiefaperinm»  del  Trimiee- 
m€(Mrme*fi,dieeyefproUx!Kttdo  fndacoMftriferboiuh  H  dettocelebnmtednt 


fio    DELX*A»DATE  PITBIICHB 

ta^^iia  pre^aratOftirpa  per  la  rnattmA  >  e  l'olirà  per  U  dopò  defiaan  perpwerla  ntifm^ 
poUroi  &  €oà  terminati  gli  officif  di  éptefla  mattioafe  ne  ràfiéita  U  Doge  cc^tmti  a  iti* 
fitarla  Chiefa  di  San  Giacomo  di  Ktalto  tper  rtceuerilgrantefonèdeUa  Imùt^enz^apl^^ 
noria i  lafciatagid  tomi  ami  fitfé  oUa  detto  Cbiefa  in  Jimà^m^do  ^kffMdra  TesnM 
Semmo  Tontefice  >  quando  fu  d  yenetia  >  come  s'è  dichiarato  a  baflanxjt  in  altri  luoghi  di 
^Hefit  opero, 

Vymdecimo  è  nel  medefimo  gionfO  dopè  defmate  ai  y  dir  gli  P^fitij  dsnini . 

LadoodecimaènelUmottinadel  Venerdì  SafHo;doiiefatta;hmo9tiilportordtISom^ 
tiffimo  Socìtomento fuori  di  SagrefliOiCadoratione  della  Croctjepone  conzraiuhìmfiU$d 
il  eorno  Oucate^M  mantello  dijcaylotOt^T  le  pionelie»&  eoa  la  cintmrotconlo  ifttolefi  cm» 
go  ai  coiloi^d  à  baciare  effa  Croce^ehe  è  dei  vero  lemo  ;  &  il  fimUe  facendo  to  S ^teoria  m 
QMe  o  dnetfi  termina  col  f^efpro  la  Meffa%  c^  egti^  ne  tomo  à  TaUn^T^ 

lA  decmto  terxA  vienf^tta  U  dì  medefimo  iopò  defmore  s^yt^in  Chiefa  ytt  gram 
fe^^iimperocheimontiifhefi  cominci  U  mattutino,  che  pur  yiettdet$09&"cotàkeoyco^ 
me gk altri due%  ode  prima  lapredicoy  che  yien  fatta  dann  '^aéreeoppmmo^egmedmé^ 
habbiamo  difopra  f  aoùà  Uqudefi  ordina  nel  niodo  mfraferitea  la  fne^jimeferpmttt  d 
Sont^fimo  Corpo  di  chriflo  nel  Sepolcro . 

Trima  adunque  innanti  che  h  predica  finita  fiayGpreparanoiimCanonkafef^t4to^ 
€i  di  candidilo  ceroy  t  Mali  fi  dtflnbkifcono  alte  fei  Scbote  gramlijeiei  dieci  per  mu>^ 
j^itapaffana  per  coro  a  due  a  due  y  prima  dieci  deUaScm>u£sj'beahro  con  ^ 
mei  in  mano  oceefii  &  poi  dieci  di  quella  di  San  BflCCOipoialtridiecìdeUoMifinicaré'^ 
poi  afirptanti  é  quella  di  San  Giouonni  Fatugel^a  ;  pi^^ia  dieci  altri  dello  ScmUde&a 
Carità, 

Segue  poi  U  clero  di  Cbìefai  dopò  ilquale  ytr^ouo  i  cantori  diuifi  in  due  cori  yPoi  quou 
tro  huomini  %  che  portMo  quattro  cerei  decefi  ;  poftia  yengcno  due  chierici ,  veftiti  con  te 
firette  di  color  negroy,  che  portano  due  nauicelle  con  lUneenfo  ;  &  due  Sacerdoti  co  i  Tuh* 
koH^  che  yanno  tnaenfmdo  il  Saattffimo  Corpo  dei  Signore  >  portato  da  ^péatPro  eauonici 
con  le  Dalmatiche  di  yelutonegro  in  una  barra  coperta  at intomo  pw^inuute  tU  yeUtUù 
9efo;p»ifeguanoiue%cheportanoduealtricereigraniiaccefi^.  Et  peruemito itSout^ 
fimo  C(^  di  Chrifto  fopra  la  porta  della  Sacreft$ai  ingmoccbiatifi  tutti  um  coro  et  cath- 
tori  cantano .  Vetuce>&  ploremusiante  Dominum»  con  qudf  cbefegue;  E$  [altro  corù 
refpcode.  Popuie  meus  quid  feci  cibi/  con  altri  f^erfit  come  fi  yede  nelf(^kio  «  'Poi  efèa 
éi  Sacrefiia  H  FieoriOiià  infua  dbfentia  H  pia  Kecdm  canonico%  con  laflotOi  ^  puéale  ie 
Velluto  nero;  dietro  alquale  ykne  il  Trimicerio'^poigli  altri  dieci  deta  Scuola  Jk  S.  hiar^ 
eOiCwitorciaccefiiumawyxp^fciapaffani Scudieri %(!riSecretarifyfegue  itVreneipa 
conia  Signma.  Etperuenuta  il  cterùfottoilporticodel'Palai^èprefoin  me^da  quei% 
che  pomano  i  torci  deUepredette  cinque  Seme;  &  la  barrai  portata  da  i  quattro  canoni* 
eipredetticol  Saero  Santo  C^rpodeLSrinarey  è  tolta  qmui  con  molta  riuerenz.tf(Hto  una 
ombrella  di  color  nero  >  che  yien  portata  da  i  fei  Sottocanonici  di  Chiefa  co  i  piuiaà  nerià 
tomo;  la  qual  barra  peruenmo  alUnRolodeìla  Chiefax  fi  ferma  >  &  ingmoccbiatifi  tutti  » 
fi  cornano  dot  Cantori  i  predetti  Ver  fi  con  molta  meftitia  >  &  bumihà  >  e  dinotione,  ilAa 
fatto  la  feamda  fiataper  meT^e^laportagrande  della  Chiefa  ;  Et  la  terz^i  dirimpetto  U 
fortadeilaCbdefadi  San  Baffo  ^etttraUproceffione  in  San  Marca  per  l^ 
eittiomrodtlUpredetta%&  queidelk  Scuotecoitorcimmano%  tinche  fonom^ 
ewtrari^iorimifi(ermonooLlapoet4gronic%iTglialtrifiaccou^ 
trofimatlimsìMSefokroipermnada^iptttttpopa^ 

col 


DEL  PRINGIPJ6  tlB.  XIL  yit 


gUénilSat$iÌ0mS4Kréum$toU  mìmffttridcUdhattd^  >9U^tmqmlhyirj9k 
Vrencipe;  cantano  icamori  il  Vcrfo. 

Cam  aicem  pcmcmlTéc  ad  lociimjfbi  crucifigieiKlus  erat  tUm  meusic^  qwslxhe 
ftffieÀnpò  d  qMl  vtrfo  il  Vk»Miaia  fìrima  ro/  tabemacoUla  benedettane  al  Trenti-' 
ùe^ripone  rinerèmememt  il  SantiffimQ  C<nrpé  nel  SepUero  ;  ^  mentre  fa  ifuefi'attmef  fi 
lena  il  Cancellier  grande  d^inginocchionit  ÌT  frefo  nn'anelU  >  cbe^  porge  il  Vrencipe$  U 
porta  al  f^icarióMtuiuaUtpofiaprimamtp^  oneftwiMdela  parteuadU 

S  epolero»  con  detto  anello  Ti  in^prime  il  Jigillo  del  Doge  i  fatto  ciò  ^fnbitoi  cantorican^ 
tano. 

Sqnilco  Domino  >  (ignatum  eft  monumentum  ad  Oftium  monumenti  >  con  qnd 
abefeffieì&il  Cancelliere  pigUato  dal  f^icario  t  anello Jio  riparta  al  Doge  ì  Ugnale  poi  fi 
lena»  &ftne  viinCaro^  vditomattntino^comefece  le  due  akre precedente  f^e^eite 
rifoma  a  TalaxxJO . 

La  decima  qnarta  è  nel  S abbaio  Sanca  ;  imferocbe  difcefo  in  Cbiefat  tofiofi  dicono,  & 
poif^tada,mde*qnattro  Diaconi  dà  Cbùfatabenedittianedelcereo'Pafjnale^&dopè 
fneUa  carnate  da  i  cinqne  yltimi  canonici  cinane  TrcfeOe  fole  $  <^  nonpit^  cantandofene 
nelle  altre  Cbiefe  al  nnmero  di  dodicìift  rad  Inoga  dd  Battijlério  proceJfiofialmeHte  per 
far  la  benedittiane-deUafontey  dia  and  mterniene  anco  il  Doge  con  la  Signoriama  meih 
tre  yienfaiuqneftabenedittiane  »  vMtat  magpore  »  drerafpogUato  t  &  nudOffi  yefto 
fecondo  l'ordinario9&  fi  apre  la  Tala  aurea,  &  U  Trono^  dei  Doge  -pian  armato  cotfuofo- 
liìa  rafo  ctemefino^fifa  il  medefimo  del  coro  della  Siffmiai  coprenddo  difydiere  »  & 
4i  tapeti  9  Pnr  fecondo  l^ardinario  • 

PmàaJapredettabenedittionejcbelafamttanomcoyfiveflana  tutti  iTretideiTi* 
maUneldetto  in^o  del  Batt^erios&^innianoproce/fiondmente cantando  il  Te  Deum 
"per^Hcoro  >  paffmdo  per  mezzala  porta  grande  delia  Chiefa  >  aUa  qnde  pemenuta  4 
Ùì^fifiatmay&iiùiacmaprejbin  manoncerea  T^qtude  accefhcomincia  d  dire  qne'- 
fin  parola iAttmiitt;€rfattì tre paJfiiAnantt 9  &tre  dtridofòqneiii  > dicedne dtrp 
yoUé  la  detta  parola  >indx,ando  per  ogniHàta  la  voce;  poi  col  Imnedddettocereo  ap^ 
p^cmilfuooadterta  ftoppadilino,chefiàpendentein4triaiìaqual  cadnmatafi  ìnyn 
batter  d*occhiOyft  afcende  da  tutti  i  Coro>e^  vi  fi  canta  mafolenne  Me^ . 

Qnefla  cerimoniadi  abbrngiar  la  fioppafifà  per  ricordar  atthnomof  che  ddbajempre 
dfbracciaria  virtù  delPhumutd^  conofcerji  palnere  $  ^  cenere  >  nonfiimando  puntata 
tlaria  mondana;  poiché  aguifa  di  quella ftopùa  fé  nepaffa  >  &fng^e  :Comeffl  Diaconi 
mefitidopò  appicciato  il  fuoco;  Sic  tranfìc  giorìa  mundi  • 

La  decima  quinta  è  nei  giorno  di  Tafqua  ;  ma  perche  il  difctnder  che  fa  il  Trencipe  iè 
tfue fio  pomo»  e  accompapiato  con  a  rim  onie  ajfd  belle9&  degne  d^efser  intefeik  defciìr 
ueremo  breuemente , 

fremuto  quefiagiomOifi  prepara  H  Coro,&  la  Sede  del  Doge;  &  aperta  ia  Tala  aurea 
fifa  ponerdal  Procuratore  della  Chiefa^  eh' è  in  queU*auno  Caf fiere  >  il  tefarofopraf^U 
tare  •  /  Canonici  pofcia  co  i piuiali  ad4offoi&  gli  altri  "Preti  di  Cbkfa  ftnuianoprocejfio-' 
fidmeme  con  la  crocea  doppieri  d^ argento  innan^,  d  leuar  il  Trencipe  »  &  ajctfi  Ufri^ 
mafcalayfifermanosùHcorridcrrdipiedidellafcalaaurea^  per  laqudefi  afcendeaU 
CòUegio  ;  tra  tanto  fi  muoue  il  dicano  con  tre  colutele  in  mano  accefe  $  e!r  in  compagfàà 
èri  Mafirodelk  cerimonie  fate  la  detta  fiala  9  dmcT^  della  qude  incontrando  il  Tren^ 
tipe  >  ^  fa  riuerenta$  egli  offerifce  una  di  ejfe  candele  ;  P altra  laddadrn  Trocuratore 
MMla€hieJa}Cbein  qHeftaproceJfionefHamentefeneftdprefsoHTreHcipéf  &  precède 

iter 


la*    OEir^  ANDATE  PVBLIC HE 

terM  U  tiene  per  fn/mare  al  Vrimkerb .  tbe  fra  toMo  re$et9  m  Cbiefa  fi  off  ara  de 
rlihabitiTonti^aUpereantarMe/ia.  .'        ^ 

T.erMemi$aUfraiKj^<meidlafeeimÌaperta«ufgp9re  ddlaChiefatf$  trem  ferrata  » 
aBa  <mle  acc^atdt^fl  Ficarut  fic^bi*  alla  frefenza  M  Doge  mmefiate  tre  per  vtttif 
tHadetta  porta  »  dopò  le  ^juati  quattr»  tammdi  dentrocaitttm»  fuefin  f^erf» . 

QiKin  <|pi«itis  in  fepulao  ChriftkolaEV? 

EtqiieidifmririfpmienioiieenoqHeffaUroi 

Xefom  Nasarenum  crudfixtiiD ,  ò  Coelicolae  • 


■--.  1    %♦ 


•v^l 


It  quei  di  dentro  rìpigUcmo  dicendo  : 

Nooefthictfurrexit,  ficutprjsdixcrac» 
Ite,  nuQciate  »  quia  furrexk ,  ^caies  i 

Voifermatifi  utqMantOf  feguono  cantando  jnefte  parole  t 

Venite  >  &  videtelocumivbi  pofìtus  erat  Dominus  ;  Alleluiat  allekiit  t  ma  mi  dir 
che  fanno:  VeDÌte,&  vldece  locumj  toftof$  apre  la  portai  con  tutte  Is  altre  della  Cbiefa  9 
cb'eranofl^e  ancb*effe  ferrate  ;  &  entrata  la proceffìone  in  Chiefa^fe  ne  >d  oiJepokrQ^ 
ànanti  il  quale  fermataft  tutta  coi  Doge  >  &  la  S^noria4nfieme  9  il  f^ icario  foie  1  fcaUnf 
delSepffUrOi  &  in  quello  pofio  il  capo,  &  non  yedcndoui  il  Corpo  del  Signére  {ejfeudo  già 
fiatala  mattina  d  bmnChora  canato  fuori  da  vno  de  i  SagreflanìiC  collocato  neljuo  ordina^ 


medefime  parole  con  yoce  ancor  pm  alta  vicino  al  Doge ,  tofto  abbraccia  quello  9&I0  bor 
eia  in  Jegpo  di  allegrerà  per  la  nfurrettum  di  Chrifto  ;  &  fatto  il  ftmilc  al  Trocwratore^ 
C  ilTrocuratore  al  Legatole" l  Legato  d  gli  Oratori  >  &  quelli  a  i  ConfigUeri  »  &  CMdi 
mano  in  riano  fino  alCvltimo  Senatore  »  fé  ne  afcende  il  D(^e  nel  coro  :  &  %  Canonici  » 
fatta  prima  tra  di  laro  la  medcfima  cerimonia  t  dicono  l*hora  di  Vrima  auanti  il  Se^ 
folcro  j  laqual  in  breuejinita  fé  ne  vanno  anch*effi  in  Coro  ;  e  fi  dà  principio  fubito  ad 
yna  folenniffima  Meffa  ìdopò  la  quale  tutti  fé  ne  vanno  allegramente  alle  proprie  babi- 
tationi  • 

^  La  decima  fefla  i  neltifUffbgwmo ,  defcendendo  egli  il  dopò  defmare  ad  vdir  la  predio 
Cékiopò  la  quale  fé  ne  vd  in  trionfo  ad  vdir  Fefpro  a  S.  Zaccaria  >  come  è  Jlato  da  noi  di 
fopra  in  detta  andataéimoftrato  • 

La  decima  fettima  vien  fatta  da  lui  a  i  dieci  del  mefe  di  Maggio  »  interuenendo  à  gli 
ffcquif  di  Giouanni  Battifta  Zeno  Cardinale  s  fepolto  nella  f uà  cappella,  pofiafetto  i  por  tir 
cali  di  quejta  Cbiefa%&  defcritta  da  noi  a  cor. 96.  imperoche  kauendo  lafciato  efio  Cardir 
nalegrandiffimafomma  di  danari,  e  di  argento  lauoratccosì  aUafua  cafa%&  fitoiparcn^ 
tÌ3  come  a  diuerfe  Chic  fé,  &  alla  JS^epublicat  inftttuendo  i  Vrocurator^i  de  Citroifuoi  Com* 
miji  arij,  con  obligo  panico/are  di  fargli  ogni  anno  celebrare  vn*efequio  per  Panima  fiui^ 


OBI  PRIWCIf I  tm  XII-         fii 

fntdgMrm4dmi^ue4if€$nÌ0nioil  Trmìpf  mwìfpén^^  d^iiUQmm^ffnifi^ 
^^hVr^wratmiCéifi  di  XL.  Umf^ndmu  C  <f/M  iW  Cimf$s^9  di  fiieci,  Cenfm%  Séudj  dd 
CmftltiètSmi  di  terraferméiÈSaHÌj  de^Orìmìedaém^U  Senato^  neW  entrar  che  fm^ 
mimHè^cUefip(^Uf$rtApiccUUdiS.Ciememe  mhm^  gitimi  due  C4fi4Uidell4 
dc^d  VrMirMia  »  ifMu  fecmlo  ckepaffém^  diPrAmfcwiD  t^nte  barfe  picciole  di  teU 
rafffUtm  imm  dentr^^  gkretmU  e^mdetofti  di  dne  Mre  a  eisfcbedimo..  Ikbe  fatto  fi 
dipmcifé^é^  MejfuchevieudettafUdyicmopedét  cantmcaiUata^dùpiUpideà 
retata  da  m  Oioaaaetta  Cinaém  di  CanceUaria  $itl  pergdo  è  m^i  maacadal  corodeP 
lat^^MrÌ4ynaQratim$eiHÌiagaalatk$aiHlode4el  predetto  Cardinale  ;  pnfùa  fatto  t^ 
ffefm  dal  predetto  rieario  i  itte%ol^  Chiefa  fopra  ym  batdacbiuo  S'^éme  »  diriaato  » 
amui  àtaleffettoconrran  quantità  dicandele  fopra  accefe  innanti  cbeH  Doge  inCkiefa 
oltfcendefe^rifetrnatodF'iearioalt^Uar  Mé^iorrtontiOt  Doge  fi 

iena  con  la  Hpmiai  e  fé  toma  d  Tala^J^  • 

la  decima  ottona  i  nelgjmmo  di  Vérfqua  di  Maggio  %  ò  ìftgUamo  dire  defla  Tentecdfte 
ndyJirMeJfa  cantata. 

Lé.deeima  mnanenfattadalm  nel  dì  deìPUffuntione  della  Madonna  4  i  i$,di 
^ofio. 

lJiyMfimaneldìfeffiMe3gMrnodiSanS/KC09Ìn€nife^ 
fa  $&irfuocorpo%  che  qnini  giace. 

Làrigefimafrima  è  agii  otto  dt  Settembre  ^giorno  della  ^atinit4  della  if^^donna . 

Layigefima  feconda  $&ykima  ti  nel  gfomofolenne^tnttiiSanti^che  fi  celebra  al 
frimo  di  V(onembrei&deuefiamfertire  2  che  in  tutte  U  predette  a^ 
4mrea:  eccettuata  pero  lafettimana  Scmtat^  il  dì  del  preietto  efeqm  del  leno  :fi  apre 
anco  intiittii/^efprì  delle  predette  foìenmti$preftviarimente  ne* giorni i9rfré^crittif  cioè 
di  Satf  Stefano  9  deBaTroMation  di  San  MarcotdeUeduefefie  di  V^fHa^deik  due  altra 
ièfiedelUTenteccftetdetUDonunicadeJUTrinitàfdiSanOiQnannfBa^ 
tJtÀelUyifkatimedelU  Madmtha^diS  Maria  MaddalenatdiSMagf^UelU 
cration  della  fropria  Chiefa^  San  Tbeoéonh  edella  ConcetOiondeUa  Madom^gf^mi 
éjitali  fmo  celebrati  con  folennitd  grande  da  tutta  la  ciud. 

Si  celebrano  etiandio  alcune  altre feftinitd  per  caufapubUca  ;  qn^nOunqueU  Tnmc^ 
non  ^adaatle  Cìnefe  loro.  Tercioche  iin  veneratione  il  giorno  à  San  MarcilianOf^  MuT'^ 
tiate  jto'ofiolù  9  che  wne  il  primo  di  Libilo .  Couciefsa  cbe  tanno  i^Jt^fi  bebbero  nel 
ghmo  dettOi  tre  viuork  impenanti .  Vynafu  del  Trencipe  di  Carrara, Smordi  Taio^ 
na  s  ilquale  $  acceìnrimo  nemicodella  Republica^baueua  fatto  venire  di  finùdamid^ 
frigoria .  Onde  fatto  il  Generalato  di  Giberto  daCorr^gio  »  che  perdi  fàhonoratoS 
Statua  marmareot  rotto  il  Carrarefe  9  fu  prefo  Stefano  Tranfiluano  Generale  dol  iùcon 
tre  maa£aualli$t!r  molti  altri  Baromy&  dinerfe infegde  Fugare .  Et  queUe  del Cofriare^ 
Jp^fquwrciate  nel  campo  vennero  nelle  mani  de  i  noftri .  Et  furono  parimela  prefi  dna 
muacaualliTadoumifConBontfacioLupo  ,loroCapit4mo.  V altra  fu  labafiiadiZarae 
iMquaU  ribellateci  dalUS^9toria9  fera  data  al  predetto  Rèi  dona  iFenetianiifdrnpf^ 
role  fue genti.  La  teroA  f  ottenne  de  iTnrchineila  Homaniot  doue  venute  c^  nemici  d 

Itatt^liale galee  delia  Republica^cbe erano  in  Golfo»  rupperOè&  prefero CarmaialoNè 
^nmolta^ria. 

Sifant$camed^rftamente  ^ giorno dtSanCionanni Decollato  ^per  ordine  del  Sena^ 
i9«  4^dttf9tocbe^ndi^gnerreggiatoin9igamen$eeoi  Genoutfi  9  fi  bdrifevnnyittoria 

di 


i%^     DELU-ANDATl^  PVBIICITE 

Miùro  iCmrifbj  neltIfùlaéi7iiffr$po9aefoitó  UgmeràbaHi  Méort^Kngjmit  n 
v;a  piena  emtraGenoHeli  per  (KcapMcieUanamgatiimemm  ' 

Et  la  fefta  di  Santa  Maria  Maddaleka  >  fu  comamtata  per  occìtfme  iff  predmi  Ge-^ 
nùueft .  C^^uali  dopò  lunghi  tratu^UdalTtmfi  parte,  &  talora^  con  mòUofparpmemo 
di  f angue ,  fi  fece  finalmente  la  pace,  fotta  il  Trincipato  di  Giomtnm  Gradet^th  we  'pigc 
tanno  i%^%.  Et  fragUaUriC(^oU,  mfuqt$eflo  ,chelanau^atùme  del  Mar  Maggiore 
frfe  commune  i  Venetiani,  &  a  Uroi  &  che  fi  reftituiffero  iprigjmi.  La  qmdface  cm^ 
chiufa  con  Bernabò  yi fronte  Signor  in  quel  tempo  di  GenouaM  primn  di  LuglùhfA  piSH^ 
cataf&  gridata  ilgiomo  della  Maddalena .  ^Ua  cui  Chiefa%tGemue fi  frisoni  ;0fefi^ 
remo  al  numero  di  due  mila,  yfciti  deUe  carceri  (che  bora  fono  commutate  »«  utMaz,em  » 
chiamati  di  terra  nona ,  atta  pefcaria  di  San  Marco  }  andarono  dimiamtme  infume  cm 
una  candela  accefa  in  mano  per  uno;  onde  la  memoria  di  ifuH  gimmo  rimaft  ferpe^ 
tua. 

Oltre  alle  predette  andate  publkhe,  il  Trencipe  efce  fmri  anche  in  ditterfe  altre  occs^ 
fioni;  come  n^  Funerali  degù  ^mbafciatori  di  Trencipi  eflernit  del  Vatriarca  di  Tane- 
tia,  del  Trimicerio  dt  San  Marco  >  del  Cancelliergrattde  »  ò  di  qualche  Condottiero  prin^ 
cipale  delle  armi  di  queflo  Stato . 

Efce  anche  netta  tr catione  d^  Generali  da  mare,  quando  itien  dita  loro  lo  Stendaréa  ; 
ilchefacendofi  con  cerimonia  Ilrauagante3&  molto  lodeuole,  &  honorata^  la  defcrimer&- 
nto  qui  più  breuemente  >  che  f apremo  »  e  fpectalmsnte  quella  »  che  vedemmo  coi  proprio 
occhtOi  Iranno  i  ^9^.atti  4.  di  Settembre  >  di  Giacomo  Fofcarini  CauaUer  ó*  ^Procurato-- 
rcf  il  quale  effondo  flato  creato  Capitano  Generale^fe  ne  venne  a  pigliar  h  Stendardo  nel 
modo  infrapcritto . 

Trincipalmentcl/auendohauutonuoua  laRepublicafCheU  Cicala  General  damare 
delGranTurco fé  ne  vfciuacongroffa armata  fu}n  di  Cojlantinopoliy  fece  tofh  eUaar^ 
mare  alquante  galere»  &  creati  net  Gran  Conftglio  i  loro  Gouernatori ,  fU  anche  il  detto 
Fofcarini creato  Capitano  Generale;  &fatta(come  è  f olito  afarft  in  fimitoccafioné)  una 
nwiliffima  moflra  di  cechini  >  e  Coltra  nuoua  moneta  bianca  di  più  forti  per  più  di  mezjo 
miUionéoroéUcantonedetVaUT^preffolaCameradell'Armvnento  sivniauohnc^ 
guamitOfCon  tutto  il  luogo  all' intornotdi  tape  ^:^riet&  di  altri  ornamentile  fpecialmen^ 
te  di  un  Catenonctche  lo  cirsondaua  tutto  d'oro  mafficcio,  che  non  (i  ridde  mai  la  più  bel* 
ta$  né  la  piùfuperba  cofa  9  valendo  egli  più  di  trecento  mila  cechini  ;  &  fatta  parimente 
dalle  genti  armatdche  montarono  pof eia  fopr a  le  galere  >  approdate  alle  nptj  vna  bellif* 
fima  mofiràsù  la  Tia:^  di  San  Marco ,  con  concorfomarauigttofoi  &  incredibile  di  pò* 
polo  >  comparue  il  Generale  9  c'hauca  fatta  la  mafftde'  Senatori  a  San  Moisùy  né  più,  uè 
meno  di  quello  $  che  far  fuole  ogni  nuouo  Vrocuratore  nel  giorno  1  che  prender  il  pofieflo 
^uoUiComparuej  dico%  il  Generala  accompagnato  da  un  gran  numero  drSenatori  a  due  à 
éue%  vefiito  di  cremefino  col  manto  antico  alufanz.  t  Romana  9  &  con  la  Beretta  Ducale 
d  tagliere»  fé  ben  fi  credeua^che  comparer  douefje  in  armi  bianchctcol  manto  difopraric^ 
ciò  (^ùro  fopra  »  come  anche  far  fi  fuolr:  il  quale  peruenuto  »  ch'egli  fu  in  Chic  fa  di  Som 
Marco»  trouò  quini  il  Doge  Cicogna^gid  difcefo  con  U  Signoriagiù  di  ValaT^  ;  &  pofUh^ 
fi  a  federe  appreflo  di  tni(precedendo  egli  in  f irati  occafione  gli  oratori  de"  Vrencipi)quiui 
vdì  infìeme  col  Doge  la  Meffa  della  Santifjìma  Trinitd ,  che  fu  con  molta  folennitd  can^ 
tata  dal  Vatriarca  di  t^enetia  Lorenxjo  Vriult  Cardinal  di  felice  memoria»  la  qual  forni*' 
tatfu  apprefentato  lo  Stendardo  gencralcy  di  già  apparecchiato  »  al  detto  Vatriarca  >  dal 
quale  benedetto  >  ch'egli  fu  ,fi  lena  il  Doge  dalfuo  Ducal  trono ,  &  'mfieme  col  Generale 
ondo  fine  Mtjtkar  grande  >  a  i  piedi  del  quale  trouato  il  Vatriarca}  riceuè  il  Doge  da  Im 


DEL  PR.ENCIPEL1B.  XHL      fij 

ìófieifitirJobeaedetPh  e  ipùii  il  Gaitralt  fofii^ii^occbiaai  ommH  al  Dogeipiglia  d^t* 
lefite  mani  lo  Stndàrdote  nel  prenderlo  ,gti  difìe  ii  Doge  quefie  psàolefolite  a  dirft  infi~ 
mìtoccafhiK:  Elegit  te  Deus,  ve  dexcera  cua  fiaes,Aàfttps  circunitucri  r2leas  ■  nir- 
biuuesque  rerum  noflraram  fecuram>  &  iuftit^pa^m  quicc^  >  diuina  rirtutc» 
icpelhs .  Qyapropter  hoc  formidatum  hotti^  v  eKilMóK  ttbi  i  oobis  creditunu. 
acdpe:  ridorque>forpcsjSc  incolumis  patrfie  reddfrl^icer . 

^Ue  quali  parole  rijpofe  il  Fofcarini  con  breni  parole  pur  in  Ungua  latiiu  >  cbefareb- 
he  efequto  da  lui  con  animo  inaitto ,  e  fòrte  quanto  gli  veniua  dal  D^e  per  nome  delta 
IMiAUca  commeffò,  &  djefi  portarewe  in  modo  in  carico  così  importiate,  the  me  reflc' 
rtibe  ella  fod^sf atta  a  pieno .  Il  che  detto  fporfe  egli  bfieadardo  il  fuo  Ammiraglio  ;  il 
^uaUfalitofimrajMpalebettocontofkndardoiopieé  *Trf(i  fitori  pp-ltt  frt»  grande, 
farutodaglihuaminidelCArfemdeeongran trionfa tinniatido^  verjó  la  gderaGene- 
raU  approdata  aOa  piazzetta  della  paglra . 

Tra  tanto  il  Doge,  colG  eneralei  &  Siffioria  vfcendo fuori  wub'e^ino  ii  Cine  fa ,  pre- 
etdeado  la  Crocea  il  Capitalo  de"  €ammci  di  Sa»  Mareotcolfm  Vr elato  Vrimiceriot^y 
t$l  "Patriarca  fopraaominatOt^puiiaroiio  alla  uolta  della  Galera  >  oue  il  Doge  ,&  la  Si» 
glena  pnfaLcàH^diUGemkaUimrmaroma'Pala^ji, 
■  Traufiiodidtre'fiiaatoera^p^ehmoltitMdiacdetPopobt^ 
gtafytttatalouauule  faUmiUir^ii^eiil  ^modt'taiiAuriyed^altri  pimenti 
b^ui  {UKcittfueUodeUtCa»^aaea{Saa  Marco  t  che  femore  fonarono  t  che  fono  nuUa 
alftmao  ammir^iUt  cbefivdidt'  fwc^  i  artiglieria»  che  furano  sbarrati  da  tutte  Uga- 
ìeredt'GomrMMori »  fMaada entri  ilGeneraleJnS*^'^'  ^ ì*^i tutte  cofefttronodtco~ 
d  maroM^^o ,  fiuptndo  *}ingptaret  e  ditetteuotefpettaeolo  »  che  poffo  dire  nw  oc  banetr 
tt  ytimo  im'4itro  fimiie . 

Andata  alla  Madonna  della  Salute  • 

A    D    D    I    T    I    o    N    E. 

Ver  laTefie, che  alfine  oltre  modo  laCittd  >e  granpartedeBo  Stato»  fa 
^coliCoutariai,  fece  yoto  il  Senato  di  Fabrìcarua  Magnifico  Tempio  ali 
Saati(fima  con  titolo  di  Santa  Maria  detta  Salute  i  ceffatoadimque  i(  fiero  ma 
tU^anu§ìéji, 

Si  dichiari  libera  la  Città*  tizi,  di  ì^ouembrc  Jet  mediamo  anno ,  giamo  < 
mtàdt  ìconfolenni 

j^ni^t  al  giorno  il, 

OratoT  .tomeifolit  . 

Poltre  in  Stm  Marco  »  àusa  tt 

Stmle 


jxtf    D£LL* ANDATE  «fBtICHf 

Andata  ì  San  Pietro  di  CaftcUo..      . 

A   D   D    I    T    I    O  N   E. 

4i  Sta  Tietro  di  C*fieUo  4  venenar  il  Corpo  del  B.  Larari?  CìuflitùoM  primo  ^0*1^14 
ayenetioi  Qade  U  Doge  coti  li  Or  Mori  àe  "Preneifi  ■  e  Stffmria  và.ne  fiati  à^e^tCbkfm 
ti  ijti  Gennaro  %gioraofefiino  4i  effo  Santa  . 

Andflca  alia  Madooiu  detta  Salute ,  per  la  &{W 
di  S.Aùtomo  da  Padoua  • 

A    D   &   I    T    r   «    N    E. 

SattaUD^ePrMeefeaM<Jm$rper'O'dài*-éetSemU'ffen0i  -tnàtn^ékmr  mitt 
§bkjaÌeUaMaimutdtlUS*lMeiédkat9èÌ..AìimiidtVwtMht»*^^^iane- 
ÌrariADÌOy{co»tinterttgimediqmfhSMtoya^«*miOatMle)4f^ 
aitfnktkacmUpiàfi»mepowttenemico4elLtchi<iftmttditgif^^ 
revMMfiiì«madi^oSMta^taiada'Pddena>kaéta.daiiuelSMtùswpf.  ^^neflt» 
Cbiefa  ■pAtlt}ag€  mtMM  jfitamemema,tmm  Mttdtre  AMbMiiia.tfMBWjMrm 

Aodata  à  Santi  Gbiiaoni,  e  Paolo. 

À   D    D   I    T    1    Ò    N    E. 

yà  fhulmateilDogcfoUwumàitecoH^HQratonée'PreìxJpi^e  Si^mtali»^  di 
Gitalo  à  fifitar  la  Cbiefa  di  Santi  Gjouamu  *  e  Tania  yfer  U.mematàbiU  Fittoria  otte- 
.ìiutit^taleifftTiotitmif  i6^6^àDardintUtiaÌì^jimtata.iUUa  Kipt^ài.{htt^i\ttim-- 
mandadiioraixfi  Marcello  Capitan  General  da  imrtcìMtmijtmattitkrìAbfiità  ^ 


PEL^ 


?J»7 


DELLA  VENETI  A 

GITTA^  NOBILISSIMA 

Defcritta  da 

M- FRANCESCO  SANSOVINa 

DcUe  Vice  de  Prìncipi . 

»0S./<    Jlìlf  LI  UT  jt,    ZT    UCCKESC  irTa     ; 

DA    D.    GIVSTINIANO    MASTJNlONl' 
Prino  FRtc  Titolata  di  S&  ApofioU. 

,       IIBRO    TERZODECIMO. 

tene  i  due  precedenti  Nbrì  ^'è  ragionato  della  pcrTona  del 

^iCapo  &  primp  l  'irà  bene  ctc  dU 

rendo  breticmenrc  fortcro  i  PrincH 

iqueftaRepublJca  ache  foctoco&i 

e^ouerno>ltèfatt<  rocomefivcd^. 

hhnon  intiÌdo,d  del  à  capitale  delto 

idore  &  delta  etori  tenoca  con  ogni 

grandezsa  da  qnefta  na  :a^  atparticò- 

Htt  ^cIBDo^  non  vodio  pretermetter  Lcctodie  fibatf- 

lùda^OemoltofìdlanKdeUa  hittotia- 


Jt8  D  E  LL  E    V  ITE 

n;#v«  a^inniw  rhf' ifl  niiì  vera  fr  ipptonata  memoria  che  fì  h^bia  dello  fbtode 

aas,è  Vna  letcerx  dìMagtiò  Aurdio  CaiBéA^ 

k.  Laqiutje  malti  ÌnKfaae%hift6cieVen^» 

loqualcheconftilìoneprclTo^i lettori.  Pcfcid 

aro  a  leggere  t'inrcrittionc  in  quella  maniera  > 

o^ffl^M^f&aJcumalcrihann^dccco.  ^iTri- 

'i  nondimeno  l'roa  >  &  I-altra  d'eflc  infcnmoiu 

rimai  cplifcriuc  a  TrftHini.^  non  i  Tribuni  t_, 

iue  a  più  Tribuni}  3:  non  z&  rn  folo .  Adunque 

a^ioche  la  vcnU  kabbia  fuo  luogo,  mré  pNtcciut^di  rc^iilm  lalRcera-diX^nllo- 

doro  ia  quella  niamera  apunto  creila  Al  rcritta  da  lui.  Il  quaJe  fu  huonio  illb lire  nel 

tempo  fuo  per  dottrina  fic  per  maneggiqdi  cote  di  St^to  >  come  ouellò  >  che  faS^ 

'  areurio  di  Thcodorìco  Ré  de  gli  O'flrogbthi  >  Tanno  49$ .  &  di  Theodato  fuò  jbc- 

cedb^>  &  fa^oda  loro  Senatore.  Prelètto  del  Pretorio  ò  Palazzo*  &<j«ie(naa)r 

diRoucnoaì  Ma  Tatio poi  delle  cofè  del  mondo  fì fece  Monaco  ijic  ra]|bfopra_« 

i  SalmiiSe  compilò  la  Hiftorìa  Tripartita  fcrìttagii  in  lìngua  Greca  da  Socrate>da 

,SozomenO)flc  da  Theodoreto  Vdcouo  &  perfone  eccellenti .  Et  in  coftui  io  quefte 

parti>8c  vide  l'Itole  delle  Lagene  77-in  So;  anni  >  dopò  l'edificatiocK  di  San  lacomo 

oiRìalco.  OodeionoiisòacjualKritturaiìpofsapreAar  pidfÌKtecheaqaefla_.> 

po^  io  rn  libro  d'altre  Tue  lettere  rac£o!te>Se  da  lui  medefimo  alloraperaicateflc 

tndcolatc  Varìacom.  diccadunque. 

TRIBVNIS  MARlxàlORVM  SENATOR  PR^FECTVS  PR^ETORIO. 

Ddtafridem  iujJioiKt  ctnfaimus,  vt  Ijtiia  vnti ,  &  atei  fpecies  quorum  ^afetui  aam> 
etpid  imtdu  ferfruitwr^  ^fiuamatemfelicUer  dir^eret  manfionem .  Sed  yosqiònU' 
mfì^A  notata  ia  eita  toH^nkt  po{}idetis  »pari  demuonis  grafia  anuidete ,  >t  i^tod  iìitt 
f tarata eft traderetvosftudtiitùpittf eeleritate partare .  Stmilis ertt quùfi ytrifOi patta 
fìffeSùttiMMoniam  vmum  ex  bis  difjheiattm  impleri  mapermittit  effe^m,  ^fioté  er- 
nprompt^mi  ad  vicina  qui  f  Ape  f patta  traa^mittitis  infinita .  "Per  ÌMfpitia  quodammo- 
?ff vefira^ifcimitistqitiperpatriam  naaifatti .  ^ctediietiam ci^mèdis  -peUris , quòd 
^bis  aliud  iter  aperitur  perpetua  ficitritate  traaqiiiUum  .t^am  eum  ventii  fiuàentibia 
mare  fMritelaiif»m,viavobÌspamitkr  per  amtàilJimaftHmormK.CarmaiitfirajlatKs 


DE  RUTNCJPtUBaXrfJ.  5^^ 

Tiefcmt  de  penatibus  huiiiere.  fTfub  hac  menfura.  degcnt£s  euaiwK  yiÙMWhOù  mm* 
dnfkéCtmfiàt  efeoknwmm  •  In  fmm  amcm  cxerctndts  tota  amteutio  e  fi .  pr§  aratris  $. 
pmfdctìm$iCylmdros  i^àlmtis^  •  ImU  riéisfrHihf  omnis  enafcitur  :  quanio  im  ipfisfjiu 
jtmfacUis%po(fii(Hs.  MouctaiUicquodammodgpareHtitur  >iSìuitU.  ^rti  y^firs  omnU 
fùiStus  adéèlhis  e  fi .  Vatcfi  awr$M  aUmis  minm  éptétrerc .  T^emo  e  fi  quijalem  non  iefi-^ 
dtretùmeoire*  mmtO9qnMdo^iiem<>mmfcéiiSfqtiodp0tefi  effe  grat$jJimHs.  'Proinde 
ntues  >  ^tas  more  mnmatium  yefiris  pmetib$s  iiigafiis  »  diligenti  cura  reficite .  rt  cum 
i^ox  imexpepkntifflmftsLMm^entiHS^qiU^dprocuiandas.f^^^ 
reitentMerit>fefimétiisxcmrrere..  (lH4temu  cxpexfas  neceffanas  nulU  difficuttate  far* 
d0MqmfrojqiuUi$4team$compendinm  uobis  eligtre  potefiis  itineris. 

DWiUittccdente  (orktura  adunque  poffiaaaa  chiaranijsace  comprender  eoo^ 
Yi|?iii«mQÌcccofejd^iiodicoiifidtnd<me«.  P^cio^^^^  ch*effi 

non  furono  del  tutto  pouerì»  ne  meno  ignobillpercatori  i  ma  potenti ,  poi  che  iiu* 
fliatiodi77^iit  8o.aaiii4opò  firdifici^ione  di  ftui  Jacomo  >  haueoanocofi  ^an  co- 
pM  di  mfellb&  di  l^gob  dicendo  Caffiodoro  »  f^os  qui  numero/a  nauigia  in  e$us  cm^i^ 
mifi^gid^$&y'eneti0^phnen(MibMS4  . 

.Qta:eaque{lo«nuiopat:iòftìmati& carezzati  molto  fertuéele  partì doue^ 
cQi  ffggigauaiiOiqnafi  cop andando  ne  gli  altrui  paefi  »  aodalTero  à  cafaloro  >  tanto 
«ano  amati »(i  come  fi  intende  p:r<}iie(le  altre  parole^  Ter  boffitia  quodammodo 
yffir^i^urriti$iqmpérp$triémnMigatis. 

:  Siyede  parimente  per  la  detu  fcrictura  (|<^li  foITcro  i  confini  della  Prouincia  in 
quei  tempir  Coactofia  che  dalPOilro  terminala  à  Rauenna  &  al  Pò.  &  dall'Orien- 
te co  i  lidi  dilectenoU  &  ameni  del  mar  Ionio  •  Ndlà  qual  Prouincia  era  per  tutto . 
picfio  di  perfoae  nobili  •  che  fi  ritirarono  nelle  Lagune . 
,  Sì  conofce  ancola^ariri  qcgU  habi^torì  di  effe  Ifole  %  la  qual  coaferuatrìce  d'- 
ogni confortìohomano  »  vi  era  in  moka  perfettione .  Perche  vi  vineua  con  vguaf 
cpaditiopeicosi  il  pooero  come  il  ricco  :  &  vi  vfaoano  vn  medefimo  cibo  >  te  habi-^ 
tauano  (bihze  pan  d'altezza  &  di  capaciub  &  £atte  tutte  ad  vn  modo>  per  eflere  in* 
toramente>fi  come  d*animoiCofi  anco  dì  core  efteriori  vniformi  >  &  concordi  •  Ac* 
<^che  non  fòffecofa  fra  loro  per  la  quale  haueGsero  cagione  d'inuidiarfi  rvuTal- 
cro>vìtionel  vero»  ch^  hi  Tempre  corrotto  il  mondo  • 

.  £raogni  contefa  fraloro  ne  pure  ve  ne  era  alaina  )  nel  fare  il  fale  vfando  in  luo* 
gp  di  falci  &  di  aratri>ìl  dlindro  col  quale  fi  fpiana»  &  fi  affo  Ja  il  fale  •  Dal  qual  fale 
ciffi  ne  traheuano  queirvtile  che  gli  tor&iua  celle  cofe  neceffarie  al  vittore  humano» 
&  ciuile  •  Si  foggiunge  poi  9 

€iQ^  vi  &  batte  moneta>non  per  ammaffar  nelle  caffe>ma  t)er  fpendere  alla  gior* 
lìtu  >  moftcoiido  à  vn  cerco  modo»  che  foffe  di  rame  9  &  picciola  %  &  vfuale  jpcr  lo 
i^tinouò  v£,  cbe^corre  di  giomoin  giorno  per  lo  bifogno  delle  perfone  i  perciò- 
chcpcr  altroi  Habitatmbm^iktcgXuHna  copia  efi»  ut  folisvifcibxxpleantnr.  Dalqual 
|uo$a£  càua>dicendo*  'Percuntarycht  non  è  vero»  cerne fcriuono-^tlcunì)  che  i  Vc- 
licti  haueflerp  licenza  di  batter  moncUi  da  Ridolfo  Imperatore  l'anno  924.  Per- 
che nel  principio  della  Rcp.  i  Veneti  ordinarono  Zecca  per  vfo  loro,  R  coinè  an- 
co il  predetto  {Udolfo  cÀuucflaU  med^^  (uopriuilegioj  dicendo.  Simtd- 

LI    a        qfio 


j3  6>         0  fi  L  L  s  V I T  «  r;  i 

f «e  èi$  nmitmi  mMtism  couMbìRMi  ffectmitm  qmd  €mm9Mi$»cb^  DMniàpf^ti^  - 
tempmbustwftt€tom$rehakiuermt^ 

•  Vediamo  etiandiqper  Pinrcritriotie  malcdachi 

ftampò  ròpere  dKlamoilorofperdbche  trouafldot  TribmisMmtìmmimiSauu^n 
PKdiftcfc  te  duePP^m  Popoloiaoucndoicdiftcndercin  TrfftfUs^Trfforiotdì^cxx^ 
cognoctie  di  Camodoro«SÌenacore>  Se  Prefetto  del  Pretorio»  allohi  degniti  ta^vfo'di 
qiieHa  c;ènte»  quali  diceflre>  TrHmnis  Mm'iiimartm  $  Cafiodm$$  ^gmmmuo  Smmtor  » 
"Prafeuus  Tratorh  fcribit)  che  i  Tribuni  a  quali  egli  fcrioe  »  Sriioii  ad  ra  fokhcca^ 
Cònfiglìo  Grande  della Repnblica  dal  quale procedeoanotilttt  f  actioiii  é^mti^ 
co  gbuerno>  che  quando  vi  fotfe  (lato  ra  folo  Tribuno  (fi  come  atam  dicedM  ?i  fa 
per  vn  tecnpo)non  harebbe  detto  iVibutusimaTribuiio  :  onie  p%  offù  Inogo dooe 
"  lcggc>  alTnbuno^enatore»  &  Popolo^  con  errore,  de  cofi  door  nlag^t TrlM« 
nùs  Venetiarutm  fcriuendo  Caffiodoro  i  Tribuni  »  8c  non  ìi  Tribuno  àOdMt^ 
ro.  .  ' 

Era  per  tanto  alìora»come  bafa  dd  gouerno»il  Configliò  generaléiiclle* 
dotte  ndle  La^e .  Percioche  eflendoiii  rifuggiti  dioerfi  popo&è  Terifiinile»Cfae 
fi  riducefleromficme  per  deliberare  intorno  anecofek>r(>>o  ogni  Ifola  daper^ 
co  fuoibabitanti^ò  tutto  fnfieme  in  vn  luogo  folo  i  certi  tempi  ordmatt.  Neflequa* 
li  adunaniee  pabliche^trcuandofi  tutto  il  corpo  delle  perfoQe>atte  i  àò^tnnmxi^ 
nòie  Scende. 

Qucfto  prìnrìpale  >  &  faldo  fondamento  della  Repubt.  fd  fempre  eonfemaré  ùét 
fuo  vigorcicosi  in  tempo  de  i  Tribuni»  come  anco  de  i  Maeftrì  ae  Caualieri  »  &  de 
Dogi»quantunque  alterato  dal  più  al  meno  •  Et  fé  bene  non  fi  troua  efpreflfa  men*  * 
tiene  dfi  quefta  parola»Cònfiglio  Grande^uand  hanno  1 1  ao^  iui  intomo»  fé  ne  hi 
però  notirìa»^  chi  oflerua  bene  le  fcritture  antidie  •  Et  per  confermatione  di  quan- 
to ho  detto  »  aggiungo  »  óltre  alla  lettera  >  quefti  altri  luoghi  aratti  da  approuatcf 
fcritture.  L'anno  95  8.di  Chrifto»&  5j8.dena  Cittst:  facendoti  prouifione  fopra  co* 
fero»che  vendeuano  i  Chriftiam'  per  (chiaui»f  econdo  Tabufo  di  quei  tempi»  fi  legge 
nella  ddiberatiohe  della  pròhibitione»quefia  cUufula  • 

Umaltom  Carte  Talatif.D.Vetrù  Dme  CamliaìUi  »  vna  curn  D.  Bono  egreghque  Ta^ 
triarcai&  cwn  reneraMihns  Epifcopis^  pnmatìbus  w^brìsM  piélicopUcùoi  cioè  in 
Configlio  Grande»  che  cofi  vuol  dire  quella  parola  »  publico  pladro  »  cioètieiradu* 
nanxa  pnblica»9c  generale  del  corpo  del  Gonfi^lio»doue  erano  i  primati»  cioè»  Tri- 
buni» ò  ConfigUeri  det  Doge  «  Et  Tanno  979.  m  vha  carta  di  quietatione  fatta  da.» 
Yhal  Candiano  figliuolo  ai  Pietro  E>oge»*che  fii  morto  dal  popolo  %  8c  Patriarca  di 
Grado»  fi  legge. 

Quoi  nosper  Comune  confUinm  dediftis  V  olirai^  matrinea  me^.  Ter  comwume  cm$* 
filium^  cioè  per  \o  Coxìfì^io  Grande  ^  &  pcrcoofenfo  del  pt^blko  adupfto  kk  Con* 
figlio.  Et  Tanno  1009.fi  troua  fcritto .  Tempore  Odonis  Jèucisfummtomnes  E(piilen^ 
fcs  interpellati  de  decimo  mpublUopUcUOf  cioè  iti  GrznConu^io .  EtTanno  ioi;« 
Ótho  Dux  vna  cum  ludicibus  terra,&popub  Fenetiét  :  cioè  col  Configlio .  Aduiique 
fi  vede  che  ci  era  il  Configlio  :  &  ch'era  nato  ab  antiquo  »  &  non  ne  tempi  dd  Ziani 
Doge>che  fu  Tanno  1 1  y^come  ferine  il  Giannotti  •  Il  oual  Configlio  hora  fcema^' 
to  »  &  hora  accrefciuto  dalla  lunghezza  del  tempo  »  &  da  ^U  accidenti  corfi  in  [pa- 
tio di  8oo.anni»  co  nuoue  riforine»fu  poi  Iranno  i297.ftabiIito  di  nuouo»felicemen« 
te»come  fi  vede  • 

Ci  era  medcfimamente»oltrc  al  Gran  Coafiglio»vn  corpo  depid  vecchi»  ft  efpe-^: 

rimcn- 


DE  PRINCIPI  Lia  XUl         f^i 

i  ddte  Mfe  d^moodo»  che  fi  duMiiiiaSeaJUDi^^ 
teaipi»Scpoii  Pogtnagliawufu(r<»icaci>proponcua(K>le  matoie  ImportantbAc 
TJ  R  delà>eraaa  fecondo  il  bifogoo  •  U  qoal  corpo  forfè  era  quello»  che  ho^ì  è  detto 
Quanmtia  Cdmiciale»  della  quale  non  H  ha  cc^kioQe  alcuna  quando  n^efse .  Et 

2ucfti  tali  del  Senato  >  crederò  che  fi  chiamaflèro  per  ordinano  Senatori ,  perche^ 
adiuerfi  teftiniòni  fottoficritti  nel  teftameato  ai  Giuftiniano  Participatio  Doge 
decjmof  m  di  toro  foctt>(criue  in  quella  maniera  •  Ego  loarmes  Senator  >  &  Germa* 
mas  D.GiHftiiUum  Tlypati  •  £t  ancora  che  fi  potdTe  opporre  >  che  qnefta  voce  Sena* 
tore  foffe  famiglia»  percioche  fra  le  cafe  Venete  era  anco  la  Cafa  Senatora  ò  Sana- 
dora  t  fi  può  rìlponaare  9  che  la  detta  famiglia  non  venne  a  Venerii  (e  non  Tanno 
pia.  &lafoprafaittione(u  fatta  Tanno  ^29.  onde  non  fi  può  tenere  aftfaoienté» 
lenonchcfofletitoto  di  degniti  »  Se  Giotianni  folse  Yno  del  corpo  dei  Senato- 
si* 
SinaiIniemeiTrS>uni&ironoca{:^  di  tutto  il  corpo  della  Repiiblica  •  I  quali  Tri* 

bunis'introdttffeiodopòil  primo  gpaerno  dei  Confoli  •  Percioche  e&endo  ricor* 
liiaqaefteIfolediueriipopoli>è  verifinad6»cbeiinenopotefitif&  di  poca  fortuna 
liaueisero  TocchioA  ricorre&gEOj>er  configlio  >  &per  tauore  i  i  più  potenti>  &  ói 
vskzggiat  fortuna  •  Dal  qualiìcodo  >  8c  concorfo ,  (1  dee  credere  che  naficefse  Tor- 
dmede  i  capi  gouemanti»  opre  all'ordinario  della  natura  che  ruole  >  che  ogni  cor- 

E3i  habbi^  capo .  Perdoché^  in  ogni  Ifola  daper  fct  ò  tutti  gli  habitanti  dell'Ifo-> 
I  ricotti  in  vn  Goof^io  generale>  fi  crearono  iiCettori  $  di  maniera  che  dalla,  pu- 
t>licaadunanaa  lucquero  1  B4agiftrati  •  I  qdali  nel  principio  dopò  i  Confoli  >  furo* 
no  i  Tnbuni .  Perdoche  i  ^lon^li  furono  in  tempo  i  ch^l'Ifole  non  erano  ancora^ 
piene»  te  aliora>  che  fi  attendeua  alla  fabrica  di  Riako^con  animi  dubbiofii  fé  fi  de^- 
lieoa  ftace  ò  nò  in  quefte  acque .  I  quali  Confoli duraronoper  lo  fpatio  di  trenta»  ò 
trenta  quattro  anni  al  più»  dopò  la  prima  edificatione  di  Rialto.  Condofiache 
comparendo  di continouo  dalla  Prouincia  di  Venetiainquefti  luoghi  :  huommi  di 
altrecittichediPadoua>fopraaqualiiPadouani  non  haueuano  auttoritd  aJcu* 
oa»  ceflarono  i  Confoli  »  &  furono  dal  publidopladto  »  Se  confenfo  del  Oon^lio  de 
gliliabitanti»  cre^tìHettori  Se  capi  delia  Rdpublicanoa  rn  folo  ma  diuerfi .  I  qua- 
S  Rettori  diuifijtec  ogni  Ifola>effi  chiamarono^  Perdoche  dderiui  que- 

llo nóme  dalla  Tribù  de  gli  Hebrei  ò  de  Romanico  da  auttorit^  militarcj.  ò  da  qual 
ù  vogUa  altra  cagione»  inquefta  parte  Tribuno  non  yuoI  dire  altro  che»Protettore» 
<Iifenfore»capo»&  gouematore  di  coloro  da  quali  era  eletto  «. 

Il  qual  titob  correua  allora»  &  era  comune  per  tuttele  Prouincie  di  Venetia  »  Se 
deirilMa»  &  per  diuerfe  altre  parti  tenute  in  Italia  in  quel  tempo  da  Greci  ;  come 
titolo  non  punto  fuperbo  ògonfio»  ma  %nificaduo  di  dominio  libero ^  &  volonta- 
rio* 

Mi  fouuiene  hauer  letto  in  vna  efamina  &tta  Tanno  804.  da  Ixzone»  Cadolao»  Se 
Alone  Conti^&  Commetfari  in  Iftria  di  Carlo  Magno  «fopra  Ì*eftorfioni  fatte  i 

and  popoli  da  m  Duca  giouanni  gouernatore  in  quella  Prouinda  »  per  nome  del 
etto  Carlo»  elTendouiafiillente  Fortunato  Patriarca  di  Grado  »  quefte  parole  in- 
tomo alla  degniti  del  Tribunato»  delHypato»  St^degli  Efcufati»vod  non  bene 
intefe  da  molti  »  Se  però  da  me  pofte  in  quefto  hK^  »  i  dichiaratione  di  molti 
pafii  che  fi  leggeranno  più  oltre .  .Ab  antUim!  tempore  irnn  fnimus  fub  poteftate 
Grdcaram  Imperij  (cofi  dicono  gli  Iftriani  nella  detta  efamina  )  habuertmt  parctues 
mfiri  ctmfitetminem  habeudi  aSns  TrfifmathDQmcfimhfcH  ykmost  nccuon  Loc^cr^ 

LI    j        tiéUmr 


fji  DBLLB    VITI 

flMTtfr  (  erano  Ottu  lepctdette  Tòd  di  doniti)  dr  f^^ 

€$mmmii(mem/!rfcdehant  in  omfejfM  l^rms  ^uif^ne  fra  firn  bancrt.  Et  qm  roUbtntwft^ 
U^remÌHmùremhAereieTribmiOjambuUbatadlmpcp 
fOium,  TmxiicqMilmperiaUseraffjypantSfmimmlocpfgc^^ 
$um  MiUtumfrdC^iebant.VxtÀàpì  (ono.Grdccrtim  tempore  tmmisTriBtomshabe-^ 
kat.  Excufatos  quinque  &  ampuMSjfTc.  I  Tiìbtmi  aduftque  fi  €rearofio»noa  fobuncfir 
ce  dal  principio  $  Se  fino  i  tempi  qel  primo  Doge  »  che  fh  Psotacdo  TaniX)  ^97.  oìm^ 
per  moki  &  aioksanni  da  poi.  Si  èroua  che  del  755.  che  fa  Panno  59;  dopò  Feret- 
tione del  Ducato > Domenico  Moiiq*;arìo  DogeSefto»  hebbe  ftt  zIBRcnd iacj^ 
Tribuni  datili  dal  Gran  Config tio9  pet  affi-enare  alquanto  la  troppo  iiceotkiia  aut* 
•oriti  ch^reli  haaetta  •  Et  nel  teftamò^to  di  Giuftiniano  Doge  X.  Tanno  MS.  fon)> 
dìwstfi  Trrouni  fottofcritti  come  tcftimonii  in  quefta  forma  •  Cdroùts  TriémtHs  fi- 
lUisBcmftTribmiiTVrimates.  BafiUusTrékmtsexPracepto  DommluflimanàHx^ 
paté.  S^num  mei  Ioannani  Tribtmi .  Et  l'anno  88o.  e  fcritto  in  ntz  carta  d^aceor^ 
dofraiTDogeOrfo»&  Valperto  Patriarca  d^Aquilea .  E^o^rmatm  TrAmmsdm 
iMpm.  Ee»  ywAius  Tribunus  de  GemimsAi  manierache  fi  vede^che  nÒ  eramoTribo^ 
niicioè  <&lta  famiglia  Tribuna^ma  TribuQi>cioè  cadi  &  gouemai^M*vno  di  Loprio 
ch'era  liblanel  Seuiero  di  Dorfoduro»  &  l*aItro  deiliroTe  Gemine»  dette  GeaieOe» 
che  erano  net  Seftiero  di  Caftello»  nu  però  auantt  che  Venetia  fofle  cofi  foktdi 
habitationi>&  diuifa in  Seftieri .  Et  Iranno  pSj.G  fa mcntìone  in  vn^Utro ftronaencic^ 
di  pattotdi  vn  Pietro  Andreardo  Tribuno  •  Onde  per  quefto  fi  comprende>  c^^ 
fcnttori  che  dicono  >  che  dopò  il  primo  Doge  non  fi  troua  tnentione  alcuna  do^ 
Tribuni»  sM'ngamiano»  fi  come  anco  s'in^annatio  tenendo  >  che  i  M agiftrad  &  Gài» 
dici  nella  Republica  furono  introdotti  >&  aeaii  nel  tempo  del  Dose  Sebaftianc^ 
£iani  •  Perciochedel  809.  nel  quale  il  Dogato»  fu  tradotto  da  N&amocco  a^ 
Rialto  >  fi  troua  »  oltre  i  Tribuni  »^tu  mentione  de  i  Giudici  •  Condofia  che  in^ 
Tnoftromeitto  del  Doge  Angelo  Partidpatio  primo  Doge  in  Rialto  dd  8o$kfi 

l^ge» 

Ego  angelus  Tarticipathmea  manu  ferbfi. 
Ego  Tetrm  Cahprito  lidext  mann  meajcripfi . 

Et  Iranno  8pa.  fi  legge  in  vno  altro  prìuflegio  fatto  alla  terra  di  Chioggià  • 
Ego  Tetrus  Forcntia  ludex  mea  minufcripfi  • 

Et  l'anno  9P7.in  vno  accordo  publico  è  fcritto  •  Decreuimm  omne  tam  luiices  &" 
nobiles  bomines  f^eneti^iUfmm  meiiocres  à  maximo  yf^ae  ad  minimum Jumcpaginam 
fieri  B. Tetro  Frfeolo  %  &c.  Et  Tanno  i  ooa  gli  huomini  ài  Capo  d'aere  diooiio  ia 
vna  compofitione  de  loro  confini  col  Doge.  Quoniam  d  profferiti  die  yenimus  in  legep 
&  iudicium  ante  veflram  pr^tfentiam  »  &  neftrorum  nobilium  Indicum  terr4t  >  &  parte 
bonorum  homitmm  ibidem adlift ente  « 

Et  fWRO  100$ .RefidentiMs  l>J>Hce$ %& Dominico  Epifcopo  HmàUenfi»  feuloù 
Eptfcopo  Hathemamenfu  I udite s  >  &  mafjnorum  uirorum  congUbatio  perfifientes  *  £c 
Tanno  101 5  •  X^  ^^^^  ^^^^  ^^  ^^^  ludiciBut  Terrét .  Et  Tanno  x  i  oa  I^i  Onfei^^ 
faietro  Deigratia  Dux  Feniétiarum%  cum  ncfiris  ludicibus  »  &Cn 

XgoTww  Baduarius  Ttdex. 
Ego  Dominicm  Faietro  Jmtex . 
Ego  D§miBÌcus  di  Cmmle  Index  »  &€k 


:-f 


DB  PRINCIPE  LIB-  XIII        m 

I^quifitMeememorkaniatiaSebaftù^ 
di  quanto  addetto»  ..j 

Onde  fi  deic  dire  »  che  nel  Tuo  tempo  noa  cooMncia^ro  i  Gii<44C}  iie4l4(ftwvMt 
ma  s'amplìairero  in  maggior  numero»  che  non  erano  per  l'adìecro  rU  «omcjfl^  8tM( 
£uto  femprcf  fecondo  roccorrenae  delle  cofe  •  ^         , 

Ma  ritornando  noi  di  nuouo  i  i  Tribuni  $  Nioolà  Zeno  ampli(firoo  Senatore^  Si 
di  molta  auttoriti  p'^r  iWatu  cognitione  ch'egli  baueua  delrantichita  Venetcì^  » 
tòiue»  che  dopò  i  CoQfoIi>a;itrarono  diuerfi  Tribuni  al  gouemo  >  i  quali  duraiXKKk 
peirlofpatioai  dnquant'anni.  Etdopò  loro  fu  fatto  va  Tribuno  ìblo  »  cbegouevnò 
rifole  per  ottant'anoicontinoui.  I  quali  finiti  ii  feicer'o  X#  Tribuni  in  luogo  di  va 
folo»  ScquedimaatennerolaRepublica  perito,  anm^aquali  X,  d  aggiunlCDupoi 
àue  Tribuni  >  allora  che  fi  fabricò  la  Citt^  di  Heradea  > onde  furono  dodià  t  cbcjf 
durarono  &ioaU*anno^7.  nel  quale  fu  creato  il  primo  Doge.  La  quale  opinio» 
9e  del  2eno  non  è  punto  cornarla  i  quanto  ho  detto  $  intorno  al  corpo  deUa  Ae? 
publica.  Percioche egli laeiona (blamente  quanto  aiTribum.come  capi^ddioa 

3uanto  a  gli  altri  membri  aeffa  Republica  prouati  da  me  con  fcritture  antiche  8c 
egne  dliedei  &  fcfosaoppofitione  alcuna^  Tuttauia  mi  rimetto  in  quefla  parte  > 
à  tutti  coloro  f  che  hanno  niigliore  9  Se  piU  piena  intelligenza  di  me  >  in  cosi  fatu 
materia. 

Ora  durando  ancora  il  jgouemo  de  predetrì  dodici  Tribuni  (  i  quali  mentre  che 
fra  loro  contendeuano  della  precedenza!  diedero  occafione  i  i  Longobardi  d'affa- 
lire  fenz'alcunarefiftenzai  loro  confini  )auuenne  che  alcuni  de  popoli  circonuici^ 
nij  vfcendo  a  vfanxa  di  Ladroni»  quafi  per  comun  configlio»  da  dioerfe  bocche  de  i 
i%imi»  afsalirono  la  Citt«i  di  Heraclea  »  di  Grado  >  &  di  Rialto  •  Et  alcune  nani  di 
mercantie  rcnute  di  Leuantc»  &  malamente  guardate  &  cu(lodite>da  i  Vencti»fu« 
rono  prefe.da  i  Corfari»  citrati  di  notte  nelle  Lagune  :  prima  che  le  guardie  auuil^ 
luppate  nel  fonno^haueflcro  potuto  faperc  >  che  gente  gli  hauefie  afsalici  • 

Ma  conofduu  la  cofaj&  Icuato  il  romore  dall'altre  naui  vicine  a  quelle  >  vi  con» 
corfe  diuerfa  gente  »  &  venuti  alle  mani  co  i  corfari  >  vi  fi  fece  vn  mezzo  fatto  d'ar* 
me»  nel  quale  vi  furono  ammazzati  &  ferid  moki»  cofi  dall*vna  parte  come  dall*al« 
tra  •  Perche  ripieno  ogni  cofa  di  lamenti»  &  di  doglienze  »  fi  adunò  il  Configlio  io^ 
Heraclea.  Nel  quale  efièndofi  difcorfo  lungamente  fopra  la  conditipne  di  qu^ 
tempi»  &  confideratc  le  forze  de  vicini  popoli  ^&  le  loro  »  cominciò  ciafcttno  a  ri* 
cordare  diuerfi  rimedi  per  affettar  le  cofe  loro  • 

Alla  fine  venuti  in  contcfa  per  la  diacrfiti  de  pareri»  Chriftoforo  Patrijirca  di 
Grado  h\iomo  fingolare  di  vita  Se  di  lingua  »  dooò  vna  lunga  &  grane  oratione»  gli 
condufle  a  £u:  deliberatione  di  creare  vn  capo  della  Republica  •  Ma  innanzi  che  fi 
Tenifie  all*attOi  penfarono  a  due  cofe .  L' vna  airauttoritd  A*e£li  douefle  hauere  »  & 
a  I  nome  col  quale  R  douefie  chiamare  »  Se  Taltra  i  prouenti  »  che  gli  fi  haueflero  a^ 
dare  per  foftentarlo .   ^ 

Quanto  dlla  prima  »  cònféntirono  nel  nome  di  Doge  »  parendo  loro  che  qnefla^ 
voce  di  Rè  fofie  troppo  inuidiofa  Se  già  difufata  in  lestlia  •  Conciofia  che  i  Veneti 
hebbero  tempre  in  odio  cosi  i  nomi  come  anco  i  coftumi  »  che  moflrano  troppa^ 
iupetbia  •  Et  gii  nell'età  de  noftri  auoli  >  allora  che  Federigo  Terzo  Imperatore^ 
venne  a  Veneria»oflferi  a  quella  Cittd  ladegnitd  Regia.Con  mttb  ciò  nefluno  heb« 
be  ardire  di  p^urlare  in  Senato  di  quefto  nome»come  di  cofa  troppo  infoiente*  On* 
de  pofiogli  il  titolo  di  Duca  già  frequetxato  in  diuerfi  luoghi  in  Italia:  come  titolo 

'^^  LI    4       non 


IT/  - 


$14  DELL  E    V  I  TÌB 

uanoaUafahire&dcaMtipobh'ca,  Ec che poceflè Bure 34tiii^  il  Coi^ioafiio 
bcttcplaritar  flgcoi^tpireTribtmitgGtoaici»  iquaK  ammpiftnflcro  gioftitiaL^ 
nelle  cofe  prillate» con qiie{lc> però chef^  d^a^rauaci>di  ricorrere  al 

Doge  per  aiuto.  Ec  che  per  (uo  ordkie£«kiMflè  il  clero  9  &^^ 
ekcco»  prefeiKaflao  l^efcttMMMe^  ff  quale  gk*  defl^ 

QuaiKoalb feconda idetiberaroooiacdoche il  Doge  poceft 
cacione  Se  TU  tatuo  ^ra(to  di  maggJoraoBaKU  dargli  Hebdea  ptt^ 
iotucttiferailibenyobligaiHkMialDogeiacertecBfe.  Et  ftamirono»  che  tutte  ie 


gue»  carne»  K  vinitiecoodou 
pobliche  &  Tigne»  Cofi  dice  ^ 

Fatte  cMdle  cofe  (|  riduflb^in  Heracfea»  dooe  le  pcarii^ 
iTribtiniìurono  tante  fra  k>ro  »4ie  nonfi (Kmada^dòd^g^ 
CddataDogeiToccdipopolo^     - 

PAOLVCCXO  ANAPESTO  DOGE  PRIMO. 

ANNI  6fr^^ 

v^OLVCClO  AnafeftoiCtttadÌhaHeradeano»deOa  feoi^tia  Anaftda^t 
Mr  nobile  &famohuoma»&  di  molta  bonti»  Et  gli  diedero  gkiraniento>cà%£- 
ferdterebbe  h>ffido  Tuo  legalmente^  fema  nfpetto  alcuno»  &K>mel£arainSiedia 
con  fiemplici  ceiemonie  • 

Ora  Paolucdo  per  corrifpondeie  afl'dbettatiooe  det  popò to  >  Se  de  principati  » 
fiktointentoalbenefitiocomuneAfiaMWirafiptp^  in  miglior  forma  h>Stato 
deUa  Republicaift  ordinò  guardie  i  i  fhmii  »&  gli  fece  forti  con  te  caltela 
che  ogni  terra  fecondo  il  fuogrado^  tenefle  Tncertònumetodi  ìcg^  apparecchiar- 
ti per  ogni  occorrenza  « 

.  GòntiUfcetiandioamicitiaconLuitprandoRéd&Lrogobar4i»Seo^^ 
liìconfermationedi  alcuni capitoHi  peri  quali  acquiftò >  non  ave  afe^medefimo^ 
*  Buaacoatuttii{uoicittadiiù^fi)dditi»dàiefffi£auori8eii^^ 

tmendofiingratia  con  quella  gente  eflBerata.  Et  pofei  confini  di  Heob 

dea>  infieme  con  MaicelloMaeftrode  Caualieri  >  dalta  Piane  raag^ 

gioré  fino  alla  Piauicella.  Ethauendogouemato^o.anm>fei 

oiefi*»&  otto  ^mi  ("ne  qualifidee  credere  che  operaflc 

diuerfe  coib  imporund  >  eftinte  dalla  hmghesna  del 

tempOtSc  daUacaieftiadeeU  fcrittori>À 

^mori*  conibmma  lode  ci  buoiU)^ 

geji»Heffadea>8c  nf& 


SAJfc? 


DE  I^RINCIPIUB.  XIIL  555 

■'_  MARCELLO  T^GALIANO  DOGE  II. 

ANNO  717. 

V7Edco4oiPix>tundaIÌGheilcoftuiFrindpacocrarì^  mirabilmente  %  prò- 
^  fitM loro  >  &  che  fotta  la  forma  (uà  fi  poteua  fperare  vttle  >  &  grandeaza  allo 
StatOi  ridotta  la  dieta  Tiiiuer(ale  in  Heracka»  Tanno  7 17.  crearono  in  luogo  dd 
iiKNtOfMarcello»  cb*era  Maeftro  de  Caualicrì  •  Percioche>  con  tutto  che  il  Princi- 
pe fofle  (iwremo»  vi  erano  però  i  Tribuni  coi  Maeftro  de  Caualierische  rapprefen- 
nuano  mueme  col  Doge  ta  Signoria  •  I  quali  nomi  d*offici  j  erano  ftati  introdotti 
in  Italiàda  i  Gred»come  s'è  detto  altroue .  Coftoi  fu  prudente  hupmOf  vtile»&  va- 
lorofo  nell'armi  •  Et  ancora  che  non  haueffe  occafione  di  guerre^iare  »  difefc  cojl 
inetfodiPaMGregorioIIJaChma^&  il  Patriarca  di  Gnulo»  moleftato  graue^ 
mente  da  Saenio  Patriarca  d*Aquilea  £uiorito  dal  Rè  Luitprando  *  Et  eflèndo  ftai* 
co  p.annii&  giorni  aun  goucrxio»  oÉmcd  ia  Heradea  fiia  pkria  • 

ORSO  HYPATO  DOGE  IIL  ANNO  72^. 

A  Marcello  foccefle  Tanno  ^^6.  Orfo  Hvpato  anco  effo  Heracleano  %  &  di  Qobil 
profapia»  il  cpiale  con  nx>lte  opere  illi^ftriiacquiftò  nome  honorato  di  Princi^ 
r:  Angolare.  Percioche  hauendo  Luitprando  pofto  rafledio  a  Rauenna»&  prefa^ 
dilmicu  Pannata  greca9  TEfarco  Paolo  fi  fuggì  a  Orfo  >  datquale  corteiemente 
raMcAOfgtifu  data  iperanzadibene  .Et  nonmol^^  fatcaadinftanzadi  P^ti- 

MW(^rio  II.  ma  a6ai  grolia  armat^per  quei  tempi  >  non  folameote  rihebbo 
Rauetmsb  trahendola  dalle  mani  de  i  Longobardi^ma  prefe  Ildetirandb  nepote  dd 
Rl^  &  dckjfe  ParedoDoca  di  Vicenza9  &  rìmefleia<Stator£(arcoj&  queiufula^ 
l^miaimprcfa  che  foce£rax>i\^iiiflM confarmi. 

Ma  ritornato  poi  Icafii  come  trionrante>&  fufcitatafi  difixHrdia  duìk  per -le  co- 
le di  lefolo»  &  imputau  a  lui  come  paitialet  fu  cnidelmenteammazaato.  Coftui  fa 
Ifjrpato  ImperìaleiLcieè  Conljglp .  altri  dicono  >  ch*era  della  fanuglia  Hypau  %  la^ 
quale  venutada  Padooa^fu^chiaQiataDandola. 

Ma  difficilmente  fi  può  intender  la  verità  Ì9  cole  trattate  tantobfcuramente  da 
CU  Scrittori.  Bafta  che  quefta  voce  HvMto»  la  quale  è  greca»  era  titolo  di  degmt^ 
col  qual  ritok)  furono  honorati  diueru  ilogi^fi  come  s'd  detto  di  (opra  •  fie  vuse  2. 
apnii&ctoquemefi. 

THEODATO  HYPATO  DOGE  IV. 

ANNO  742. 

Dopò  la  morte  d'Orfo^nac^ue  nuono  difpartre  fra  le  brigate.  Percioche  alcwt 
teneuanoiche  fò&e  migliore  vn  Magiflrato  annuale^cte  vn  perpetuo:percio- 
che  fé  il  temporale  en  mahiagio  >  finendo  in  capo  dell'anno  %  fi  poteua  col  mutar* 
lOi^eraie  col  reggimento^che  fofse  buono.Finalmentedopò  molte  difpute  accor- 
4btiiiifiemejcrearoiio  vn  Magiftrato  i)ervn'anQO>  con  titolo  di  Maeftro  de  Soldati 

^wado^Mo  de  Cred  di  qua 


/ 


liS  D2  LLE    Vi  T  I 

Mècedcfle  ^  TribuiK>  «.  Il  pvia9(>  adua^iK^ 

felice  Cornicola^d:  dopò  lui  Deodaco  gii  figliuole  del  Doge  Oclbialqualc  in  capo 
all'aii^Cocceflì:  Giuliano  fatto Hypota  perii  £uio»  molto valore.LVltimo  fu  GiouaiH 
ai  Fabriciaco^che  poco  dapoi  mpriuacadi  quelto  hooore»  &acceccaco» 

Il  popolo  adiinq^ue  > futaccatoper  fpatiadi  qoafi  vanm^di  qMancopoca vtilc» 
fede  quel  Magiilrato  par  molti  accidenti  fegpithridotto  a  Malamocco»pev  dfpet^ 
to  delle  gnerre  paffiitefra  k  cictddi  Hecadeài  &di  kfolo>che  diftni&ro^Niia»  8t 
Iftsritra  cltti^  tocnairono  dinaouò  all'elttcioae  ^dog^  •  Et  l'anno  j^%.  dkótso  it 
Prmcipatf^a  Deodatatfypato  Imperiaie^Sc  flatuironojcbe  per  PauuentoMl  Trono 
DoadefteflbiaMalamoccoifloiido  fia  tutte  raltceia  quel  tempaperIiaoaMiii».0c 
ver  ricchi^zae  t  tu  cosiquefta  &ila  (ecooda  deci  che  Me  honorara  di  tanta cccct» 
KTte  perìbna*  come  è  ilDogc. 

Ohra  C0(hiicoufennò  i  confim^anticUdi  Hecaclea  chiai^^ 
M>coaAiftolfo*Ré^eKi>n^obasdi>^&  fece  diuefife  altee  cofea^pi^  goueina^ 
Ma  venuto  poc  aUo^fine  iixbflfeienza  coLdetta  Rè  $  &  afpicanda  anG^a^iendìcar  la 
morte  difuo  ^adre  >&  fortificando  percidil  Caftella  di>Brondola  per  fiia  ficure»^ 
sai  Gal!&(editioro»&  cattino huomardatoi  credere  aLpcipolo»  per  ordinario  vo^ 
lubile  &  leggiero  >x:he  Theochto  facé(Ie:qpellO'edifìtio>  eoa  ahimò  di  farfi;  tiranno» 
alIblutedduL  Re|^^lo.comnio(Icdinianiera)Che  Teodato*  iacapo>ì  i}.«.aQQi  sji^ 
pfiefo»&;  puuato.de  gli  occhir&dciPrincipato  infieme  •. 

CtAE  LA  ©aaE  V.  A  KlCa  75;^ 

TCT^GaHiMiife^MalanTQOOD^^^poicie  wdfe  ffBttiwf  iL6iadifegpo>fifeoe4icar 

MLé>  I>^c4!anno755.. 

•  Manoncan44roolto»dteìckta(^fittiaooMd&ddÌuopmìi^ 

sipte  Se  poftogli  le  mani  addoflò^élitolfiMO.  gli  occhi  r  &Jo  luamiawtKK  iti  efilio» 

(èrpetuo*  Etcofitoiiuomo^mpìoJQcbbcilfia^ 

«QoòiikcLdicoAO  %M  &  meiidue  ». 

DOM  ENIC  a  NtONlElGA-IUrO»  I>0K3.E  VL. 

'  A.N:N;a  75(s; 

HAuendaper  tanto  là  cittjicono&iutalia  perfidia  di  Galla  >*8l  ve^ndóperr 
lecofepafiatecheecaoecel^EiaaftrenAr  Tauttoriti  del  Principe  in^qnalche 
maniera  >.  cceatd  Domenico  Mot^ariol^nno  75d.  di  dierono- due  Tribuni  pcir 
compagni^  auali  mutandofi<l*anmMnannpli'troua({ero  con  kii  prefenti  all*cfpe- 
ditioni  delle  hi€ende»,Et  qjiefta  ftrJa prima  volta  che  fi^ominciò  a  temperar  coa^ 
leggi  la  potenza  del  Doge  >dal  quale e(&mpio  <xedo  io  che  fi>ilèratrattii  Corret- 
tori che  (iranno  nella  morte  del  Doge  . 
Ma  eflcndaegii  difiera  natura  &  rinate  >  fitdando  akmi^iufta  cagione  di  peiK 


itolConf^Uo»  il  popolo  impatiente  della  feruitib  come  quello  >  ch^ra^uto  libcco 
Mk)iiato(i>  lo  pniio^el  Ptincit>ato j  &^de|;|^  occhia  Tanno  quinto>altri  dràMootr 
écl&oMagifttAta.:  ^        ' 


DE  PRINCIPI  tlB.  XIII.         ^37 

MAVRITIO  GALBAIO  00«£  VXL 

ANNO  7^4. 

ET  in  faoloogo  poterò  M anrìtio  Galbaio  Hcnideiao»  pradeatct  nobile»  &  tic* 
*  co  hoomOf  Fanno  75^.111  Malamocco.  Et  era  anco  egli  Hypato»  &  liportaa^^ 
ocrimatnente  nella  cara  del  fuo  gonerno .  Percioche  hauendo  cura  a  Far  aauicar^* 
Zc  a  crefcer  Tentrace»  s*era  acqmftato  fama  d'ottimo  Remante  ^  Nel  coftui  tem* 
pò  la  Chtefa  di  Qtzà^ià  moleftata  molto  da  fuoi  nemici»  onde  i  Yefcoui  d*Iftria^ 
co1rìfidal?óbedienza  di  Grido  »iIFrindpe  dolente  che  quella  Cbiefa  fcemafle  di 
riputationetmandò  al  Papa»  Nfagno  Prete»  Scriuiano»  &  Coftàntino  Tribuno)  fuoi 
Oratori>per  rìmedtare»a  tanto  diihirbo»  macflendo  il  Papa  venuto  a  morte  in  quei 

Siomi  >  non  fi  fede  nulla  •  Oltre  a  ciò  li  creò  ti  primo  Vefcouo  in  CafteUo  Oliuolo  « 
ipopolo  adunque  vectoa  la  buona  mente  dd  Doge  >&  defideranck)  di  nMftrargii 
qualche  fegno  dclTamoreuolessa  &  reuerenta  che  di  portaua  >  ^Ifdiede  per  com«- 
ptgno  nd  Principato  Gionanni  fuo  figliuolo  •  Et  ^loracominciarono  i  Vinitiani 
M  vedere  in  vn  ten^medefimo  due  Principi  nella  Rep.  faifciando^^on  quellafac* 
to»  ^Émo  eOonpio à  fuoifocceflbri  •  All' vltimoretto  k>  Scatoper  lo  /patio  iix  i]« 
mm  fi  mori  felicemente» 

OndeGiouannirìmafto  foto  »&  fatto  diflimtleal  padre  Ci'  quale  viaendo  rico- 
|>rìuacon  le  honorate  fue  attioni  i  dìfisrti  del  figlio  )  non  hauendo  rifpetto  alcuno 
alcommock>dettapafda»(>peròdiim>ao»<iieglifudatopercollegaM  firn 

figliuolo  • 

Sotto  il  footcggiiDento  Amare  crd>be  tanto  »che  quafi  tutte  fffole  iorono  af« 
lbndatedaU*acqua.  indi  d  non  molto  il  Doge  mandò  Manritio  a  Grado  adocd« 
defe  il  Patriarca  Giouanm.  Etiiauendo  Mauritioprela  U  terra>tl  Patriarcaprima 
inferito»  Scpoigettacoaterrada  ma  altiffima  torre.  Per  quefta  opera  cor  fcde^ 
rata»FortunatQ  parente  del  morto  »  &  filO  focceflbre  nd  Patriarcato  »gli  powiarè 
contra.  Et  «ellaxopginrafnraoo  C^bdeièo  Tribuno  di 
no»Demetrìo  Marimano»  FofcaioGiorgi»  &  motti  alena  quali  Ailpiacenano  (oftu- 
inamenteroperedeidueD(^\  Et  riflxettiin^nie  dewro^  comun  oonfenfo 
per  legitimo  Doge^ilpredetco  Obderio«  Onde  Gionanni  &  Manritio  £paHentaci»fi 
fuggirono  Giouaonì  a  Mantoua  &  Mauritìoinr  Francia*  dmf  fii^tmou  vica  loraw 

HauendoGiaiannicolpa<krSignoreggiatop.anni»&altn9utopòiIpa4^ 
Manritio  &o  figliooto  74umi»  rbe  furono  in  tutto  a  (•  anni. 

OBELERIO  DOGE  VilL  ANNO  804. 

ICon^iutatìaduaqaeritreuandofi  ndlaCittidiTnenifo  infiemecòn  altri  Vim«^ 
tianiifutafelectiòned'ObelerioObder^  altri  dicono  An^noreo' tanno  toa* 
)8cfentendolafi^deiDc^i»Gondufleioil  nuouo  Principe  alla  fiiacorfnetarm^ 
4lenia«  DouericeuutodaVeneticonfolennehonore>giifiipoidacopet€ollega» 
Bjcato  fuo  (catello.  Et  poco  dopo  fiì  diftnitta  la  cittj  di  Heraclea»dicono  alcuni  da 
j  Veneti  per  Podio»  che  ponaiuno  di  Dogi  mandati  in  efilia»&  akri  dicono  da 
Carloouero  da  Pipino  »  che  mofle  guerra  ad  inlUnsa  di  Fortunato  Patriarca  »  per 
•agidiVarfi  della  morte  di  Cionanm. 

AC* 


j3«  D  H  L  L  E    V  I  T  E 


Attetrau  adiM(|de  Kendci»  le  Cun^fe  nobUi  fi  ddidm  i  MahftKKCo  »  a  R}.' 
ala>*checomtociaiudfiorirc>aTorcelk>>&adaIrreTfolecircoiuudiie.  Inqacfti 
nieddiini  tempi  Tcmie  a  Rialto  (  Nketa  PitrìdO  t  Gennale  ddtlmperttoce  (fO- 
rknte>  &  cflendo  flau>  raccolco  eoo  molta  cortclìatcred  Spatario  Imperiak>fl  Da- 
BObekrio.  EcDdpanirfiineiiòconluiaCoaftaittiiiopoli  Beato»  Cfanflofoco 
Vcfcouo  OìiaakaktBi  Felice  TtibuiMhdoQc  6vocio  coDbDati>percfae  s'iateodeua* 
oocoi  Francefi. 

Ma  Donrooltodopò.  Beato  otcenutodaminperaaMC  il  taolod'Hypanik  Te  oc 

{ornò  feHccnncace  alia  patria:  &  gli  fn  Anco  aegiiinEO|>er  terso  [>»£»  eoa  coofen- 
bdeglialtridue*&  coafermatocUipopolòiVakiitaiolora  fatmo.  Et  meoire 
coUoro  vniumente  anenlcaano  alX^gimemo  della  creTccnte  Repnbl.  nacque  la 
guerra  di  Pipino  MI  quale  a0alendb  MaSunocco  abbandonato  da  itioi  che  aerano 
ri&i^tiaRialcoifuronodalvaloredeVinicianì.  Onde  lalciaca  l'imprendi  pe- 
netrar pili  oltre  in  Rialubmefle  a  feno«  &  fuoco  tutto  il  paefe  fino  a  San  Michelo 
diBroodolo. 

»no  fatta  la  pace  renne  a  VeDetia>aech'efléiidó  Obete- 
iederolacolpad]uidellaguerra>  (ii rìchiamato  acafaia 
6  la  cui  partiu>fu  crudelmente  amnusato .  Ec  cbe  Bea* 
D  tempo:  &  altri  dicono  yalcnrino.Ma  in  quaJunqoe  mo- 
»  ocl  principato  <$  Jinn i  in  tuttD>  cominciandoli  da  Obde- 
>rtarono  il  Trono  Ducale  in  Riatto .  Percioche  nclla^Sala 
erano  ritratti  i  Dogi ,  attorno  attotno  nelle  lunette  lottD 
fopra alla hiHoria ai  Federigo  t  dcoinìndaua  daqoeflo 
'ottoraaa(^l{q7.ac  hauaua  attorno  1  a  Tua  figura  l'infra- 
rimente  bweuanotuEtiglialtridinaanoin  maiio  >qaaS 
»  DogeinqueftaCittd.Eraatkoque  il  tuo  Breuc  orerò 

Fféitris  §h  tnmdidm  *fyx  Pifihus  in  Rmdltim  yn$it , 
Dtfihdi  fàtridmfihi  grdtificntus. 

ANGELO  PARTICIPATIO  DOGE  IX. 
ANNO  80?. 

MA  l'anno  809.  fii  fatto  Doge  »  dopò  i  predetti»  Angelo  >  detto  anco  Agnello» 
nelle  fcriiture  aittiche  1  delta  famiglia  Participatia  ò  Partidaca  conuertÌta_» 
poi  in  Badoara  t  di  Heraclea .  Et  in  fatto>  chi  dice  in  Malamocco,  &  chi  in  Rialto  » 
come  benemerito  deHaRepublica.  pcrciodie  s'era  ponaco  ottiinaraenceoelU.* 
guerra  con  Pipino.  Nel  comìnciamento  del  Tuo  Principato  j  fece  VefcouodiTw- 
ccllo  Giufto  fuo  figliiioloA  Giuftiniancch'cra  il  mageiorclo  mandò  a  Leooelm- 
per.di  Coflaiitinopolii  $)  perche  fo(fehoiioraco  di  qualche  d^nitd:  &  sì  perchefi 
intriLirftafle  con  quc  Ila  Corteibeneb'tk}  della  Tua  Città:  concio^  chequellacoa 
qiicila  furono  le  inprc  corri fpohrfenrl  pe^  la  coaformitd  de  i  negoti):  percioche l'- 
vna  i  foncgno  deli  filerà .:  cflendo  per  rifpecio  del  mare  >  qtidla  capooeltOrience  » 
&  qiiefta  Icns'alcun  dubbio  dcirOccidente.  Dalqual  Leone  raccolto  gatiofameit- 
tei  fu  fatto  H^pato. 


DE  H11HGIF6  LI9^  Xljli:        ii» 


intefo diGìaftmiano  $  {degnaco^raueiaeqte  f!ne*ui  foflTe  firepofU)  il  jfratdlo  aeB a 
«miaìaiftrackHiemtoniamto  maalloggi^ 

eòo  U  moglie  Felidcjund  Mooiftero  di  San  Sedotti  c^eaUora  era  Ba(Ua»&  fi  oU 
mattadiMn  GaUo. 

.  Fiiutloacatcpaciqcatpcol  padre  Giuftinìano  entrò  Doge  con  cflbhu»  &Gio«> 
nannì  nqk  molto  ben  jredato  dal  poipoloi  perdie  non  Tfaua  lettamente  la  SijponàM 
fa^Mfi^ato^Zara;  marottii  confini  fi  (ugg^  in  Franda.  In  qoeftt  tempi  fq» 
qucflanòbì^  diiiifione  fra  Carlo  MagnOf  8c  Vlmpccit^v  Greco  fattafra  loro  de  gli 
Impera»  per  la  quale  i  YCMtì  podi  nel  meo^o  come  cbntermini  in  qnefta  parte  Sa 
VvwhSct^tm  di  lóro;  riattaci  dalTvno  t  &  dalFaltro»  reftaroqo  nella  loro  antica 
tìbcxti  ..Condofiachc  conticnutifi  i  due  Imperatori  infieme  •  terminarono  in  qne- 
fio  moda  ChereUaflero  «Centi  &  liberi  dall'Imperio  deirTnoi&  delTaitroitit  Doh 
cad  die  allora  fi  trouaoaao  in  Italiat  cioè  il  Ducato  Romano»  che  contenenaintto 
fl  Mcfe  daPenmia  fino  a  Capouaiindnfiuanienteieccetto  Gaeta»di*era  ddla^- 
rjiflittione  di  mpóli<f 

.  Il  Ducato  di  Benenentoinconfino  di  Pug^  die  albbracciaaa  akro  ta^ 
qrà  banda  d'India  t  diftcndcndofi  fino  al  niare  #  &  contenendo  tutto  queRo  $  che  al 
prèfente  fi  chiama  fAbruzo.  H  Ducato  Vmitianoicheconfifteua  d47.dttà  £pifco- 
palMioè  di  Grado»di  Caorliidi  Heraclea»  d'Eguilo»  di  Torcdlo»  dlMalamocco»  Se 


di  Caftello.  I  termini iieBi  due  lomedjfiuonotdief  Orientale»  (òtto  il  quale  era  la 
Ihiglia^la  Calabrìa^laSiciliat  &  il  DiickodiHajM)^^^ 


d^talia  non  dìinte»relU&  a  (^kMnde  perciò  furono  dì  ^  Tofican 

di oui  da Pen^ia»la  Riuiera  di Genoua»la^Loìnbardiat  &  ciò cfa'à di quaxiaf  L^< 
di  G^da.  L^^atcato  di  Rauenna»&  il  Ducato  di  Spoleto»  conia  promma  Marc^ 
ch*era  tutto  vno  Siatp  jMrciochealkN»  il  Dncato  noa  era  di  Santa Ghiefav  fe  ikn 
in  quanto»che  vi  era  la  dofUltÌQDediCoAaqtinò»il  qpal  Ducato iu  poi  fanno  i^j^ 
reftituiooalla  ChiefadaRidoHb^  Dalla  batlda  di  qua»  cheriftria»drer^partedd 
Duc^  del  Frk>li»  lerminalle  fìmperìotli  Carto»u  anale  Iftm  era  primadeGre« 
ci»coniaDalmatia.  Onde  i  Veneti  reftaronocome  liberi ndmexzo per ladéttaJ 
diuifioae.  Dellaquale  parlando  Gotufredo  anuoreanticotUcet  feimplte  alcreco- 
(e>quefte  parole. 

.  Regni  Caroli  intererat  terminus^  à  Bdgma,  jfiuc  Illirico  vfque  ai  ììi^atiùs  $  OUfiteÀ 
Danis  vfyue  adfarum  Sicilia,  exceptis  aaiaccmilms  rcgimbMs^PffoUtBaemiatTmnia^ 
DdmatiAt  Uiftria»  f^cntMt  &  £rutama  > 

,  ygoneparimente &  Pondo»  vniformì fcriuooo  > 

.  Tt^ccforus^d  Carolum  MagnumÀefignatum  Rima  If$pera$9r$mh  tegaU$mifit  $  & 
frm  yjimHm  cum  eo  fadus  cùmpofuitaotAmque  Venetiamffùme  ceffit  &c. 

Et  oltre  i  dò  fi  nota  »  die  (criuendo  Carlo  predetto  a  Formnato  Patriarca  di 
Grado  I  ^concedendoli  alcune  immunita  per  tutto  Plmperio  (no  »  nominando  le^. 
Prouincie  ch'elio  dice  eiFcr  fotto  il  fuo  Imperio  d*Ocddente«  non  fa  mentione  al» 
cuna  della  Prouincia  di  Venctia ,  come  quella  che  non  era  né  dell*imo»  né  dell'altro 
Imperatore  •  La  quai  cfìf^  apparifce  (>cr  fcricti^reantjoh^de  glilmpp,  di^fcKxeC- 
lero» i quaU  confermano  la  f^redctra  dtui(?Cne  8t  attione  /  Pcrcioche  Lodouico II. 

Imp. 


I&^en  coiiferaiando  il  Dectttb  di  Carlò>  in  vna  faitturk  chandata  i  Orio  P2rt2cv  . 
patK>  dice»  Dux  f^,eneticórkm  dffrecàtus  eft  neflram  Ataiefiatem  Vyt  ex  rebus  fui  Dui  * 
eatust  qtu  infra  dùianem  Imptni  n$firi  exiftere  nofciìtfimconfimatìanis  ncftra  frdce-  ^ 
ptìm  fièri  iuberetnHS .  .         -  .^ .    .  .  .  . 

Éerqtiùd  ipfi  4C  Tatriarca  p  Tanfifiees  atquepoptdus  fìbiJuhcSlfts ,  fih  daritas  res  9  * 
ut  cuiuffùtm  contrarietate  feu  rcfragatime  ^retiner^  quimffènt .  Quemaimedum 
>oribus  bifaHi  noftri  Caroliyper  Pecrctum  Cfùn  Gr€cisfaneitHinpo(pdcruHt  •  lì  me-  ,' 
no  fcriffcro  Ochonc  I.  Lotbàrio  IV.  Fétictico- 1.  Hcnrico  VI.  Ochonc'  I  V.Sc  * 
Fcderieo  nxonfermando  il  mtddimo:  doè»chc  Catìo  faccflè  la  diailiood  còCrc-  ' 
ct&ùlciaffci  Veneti  liberi  dan*vnoj&'dalfalrro  /^  •:   / 

"  Ora  haaendo  Angelo  dato  eflempìo  di  buon  Printipe  sfatto  recdiio  $  laCciò  itti  ; 
capo  i  iS.anni  tutto  il  pefo  del  gouemo  i  Giuftinlano  •  Si  diceché  focto  jhii  s'ordì*  ^ 
1^1  Configlio  di  due  in  due  anni  •  Che  gli  furono  dati  àlcuài  aflìftehci  >  cht  dòi  fif-  ^ 
rono  diiamati  Confìglierì .  Che  fu  conitituito  il  Confkiio  chiamato  faoàt  di  Pre-  ' 
gadi»Sc  Senato.  Et  che  fli  creatala  Quarantia  Criminale  >  8c  diuifa  laCicdi  per  Se-  ' 
Iticri  •  Ma  difficile»  &  quafì  impofiibife  imprefa  to^ie  colui  che  vuole  in  canta  loit' 
gfaena  di  tempo>nel  quale  fi  fono  fpente  hi  memorie  >  &  te  fcritture  aAtidic»  afièr- 
mar  la  verità  di  quefte  cofe»  lontane  da  noi  per  Io  fpatio  di  tante  cenciaia  d^anni  » 
&  fenz^alcunlunie.  Rinratto  per  tanto  in  Palazzo  hcbbei!  preibitebreac^ 

-'edifico  Saa€tmn7^cbariam^Me,JÌaritunqtfe, 

I  GIVSTINIANO  PARTICIPATIO 

DOGE X.  ANNO  «a8. 


M 


Orto  per  taiico  il  Vecchio  Ai^elo  >  Giuftiniano  continouò  nel  Dogato .  Ma 
1  percioche  èra  mal  fano>  8cpoco  fofFercnte  delle  fatiche»  quantunque  vigoro* 
ic^d'animo»  te  forte  »  richiamò  Giouanni  da  CòRantinopoli  »  &  &ttoIo  partecipe^ 
della  Signoria» volle(ritornato  in  grada  della  plebe)  che  foflfe  fuo  focceflore .  Die* 
c^e  poi  (occorfo  con  molte  naui  à  Michele  ImfKtatore  conerà  i  Saracini  »  che  anda* 
uano  depredando  Mfolede  t  mari  circonuicini  :  &  l'aiutò  due  vofte .  Anzi  fcriuono» 
aiCnnichtgli  andò  la  feconda  in  perfona  fu  l'armata»  ma  non  trouando  i  nemici» 
ritorno  i  cafa  fenz'alcun  frutto.  Il  fecondo  anno  del  fuo  Principaro>(I  hebbe  il  cor- 
po di  San  Marco  portato  d' AlefTandria  da  Bono  da  Malamocco  >  Se  da  Ruftico  di 
TorccUo»  &  riceuuto  da  i  Veneti  con  tauro  fcruor  d'animoj  &  di  deuotione»  che  Io 
coaftttuirono  loro  Auocato  »&  protettore .  Ec  Giudiniano  ordinò  che  gli  fi  fabri- 
dJQTe  vna  Chiefa  :  ta  quale  nel  prindpio  fi  chiamò  cappella  del  Doge  •  Oltre  i  ciò 
crefle  la  Chiefa  di  S.2^^ta:aria  >  R  come  R  è  derto  •  ^ 

•  Alli  fine  ai^grauato  dali'indifpofitione  »  (i  morì  Tanno  829.  altri  dicono  ?o.  &  il 
fecondo  del  fuo  Prirtcipatpj&fiifeppcUiro  in  Santo  Ilario  «  Qìiefa  al  prefentc  di:* 
ftrutta»ncl  fepolao  paterno.  Et  fu  il  fuo  breu  ( 


iw  . 


Ccrforh  atta  datur  mibi  Sauffi  gràtU  Mdni. 

CIO- 


GIOVANNI  PARTICIPATIO  DOGE  XL 

a 

m  ^|OrcbGm(Vifiiatia>reftò  nel  tnedefimo  Prìnapatoicome  era  anco  prima^Gio* 
j\^  tianni  fuo  fratelIo>ma  con  più  dura  fortuna  :  percioche  fìi  trauagliato  da  di* 
txtrR  accidenti  •  Conciofìd  che  Obelerio  9  che  altre  volte  fcacciato  della  patria  j  Se 
del  Dosato  infietne»  ritornato  nella  Prouinda»Mra  ridotto  i  vnalfola  <ktta  Vigi« 
liafaflai  ben  habitau  trattando  cofe  nuoue  •  Il  Dc^e  ciò  fentendo  %  fat^  efercitò» 
gli  mife  Tafledio  attorno.  Ma  quei  di  Malamoccoych'erano  andati  in  aiuto  del  DÀ* 
ge»fi  ribellaronoi&  entrati  nella  Cittd»  fi  diedero  ad  ObeIerìo>  che  traheua  1  origin- 
ile (uà  da  Malamocco.  Giouanni  adunque  sforzato  i  partirfi>afsediò  Malanpo^ce» 
io  preTcì  te  Parfe  •  Indi  ritornato  i  Ykilia  la  hebbe  per  forza>&  prefp  Obelerio  »  b 
fece  deaq>itare  :  &  mandata  la  teda  aMalaniocco>  la  fece  appiccare  in  piazzab  acU 
cioche  ogtùuno  la  vedcier  &  perciò  temelse  il  fuo  Imperio  «  Fu  anco  moleftato  da 
Narencani>ane»  co  legni  loro  i  predar  f  altrui  robbe^  nel  mare  t  ma  haoendo  effi 
mandato  vno  Ambafciadore>heboero  la  pace  da  lui.  U  quale  Amba  fciadore  discxk- 
4o  boonofprudente  te  d'ingoino»  fi  battenò  i  peifiiafione  del  Doge .  Conciofia^ 
che  gli  Schiauoni  fino  a  qud  tempcb  non  haueaano  ancora  riceuuta  la  fede  noftra  • 
te  come  quelli  che  haueuano  I*origine  loro  da  i  Gocht»attendcuano  all'arte  pirati* 
ca  •  Ma  non  hauendo  lungamente  ofseruau  la  pace  •  alsalirpnoi  Mercatanti  Vini- 
tianiiche  tomauano  da  BeneuentOi&  tolte  loto  le  robe>gli  iettarono  in  mare  •  Oi- 


di fìi  congiurato  contra  da  Carlo  Tribuno  ^buolb  dt  Bonofo»ilquale  era 
fiato  molto  amico  di  Giuftiniahot  &  età  (lato  T vno  de  i  tefUmmii  nel  teftamento» 
chiamato  corrottamente  da  gli  Scrittori  Carofio  •  Coftui  £ittofi  capo  d'alcuni 
prindpali  della  Cittisgnidò  la  congiurai  onde  il  Doge  fiiggitoii  in  Francia  a  Carlo 
Magno»  accettato  da  mi  cortefemente»  hebbe  buona  fperanaa  d*e(ser  rimedio  in^ 
tt(a  col  fuo  ainto;  In  tanto  Carlo  Tribuno  occupò  il  Principato.  D  che  difpiacendo 
splolto  i  Bafflio  Trafimondo»  i  Giouanni  Marturio>  &  i  Domenico  Orcianico  con 
altri  y>.  appreiso»  à  quali  era  odiofo  il  Tribuno»  paratifi  da  Rialto»  fé  n'andarono 
i  San  Martino  di  Stra»&  pocodopò  fi  partirono  diuerfi altri  delIa^Cited  »  &gli  an- 
darono a  ritrouare  • 

Onde  fatta  alTai  bnona  mafsa  di  petfoiie  importanti  >  ritornati  occultamente  a 
Rialto  »  aisalitono  il  Tribuno  in  Palazso  »  &  per  or^e  dell'Ordanico  glt  tra&ero 

{li  occhi»  &  lo  cacdarono  di  Rialto.  Con  tutto  dò  co(hii  tenne  il  Dogato  fei  me(i. 
it  dopò  il  fuo  efilio  furono  ammazzati  I^xlato  Gruro  »  Marino  Patritio  >  Dome- 
nico Monetario»&  Tribolo  da  Grado  fuoi  dependenri.  Et  defiderando  il  popolo  la 
ritornata  del  Dog&pandarono  in  Francia  «Chiamarlo  »  hauendo  in  ^id  làezao 
me(so  al  gonemo»  Orfo  Vefcouo  Oliuolenfe^figlinoio  del  Doee»Bafflio  Trafimon* 
dò»  &  Giouanni  Marturio»  i  quali»  ritornato  Giouattni»gli  ttiedeto  il  luogo  fuo  coni 
ogni  integriti  • 

Non  molto  dopò  il  Doge  fatto  nemico  della  cafa  Maftalìtia»  che  boggi  fi  è  chia- 
mau  fiafeia»  pre(o  da  loro  nella  Chieia  di  San  Pietro  »  &  fattogli  radete  il  capo  »  & 
labarba»lo  confinarono  d  Grado.  DQue  prciohabitQinonacalcvifini  bfuanca. 
Ecl*infcrittiode  in  Palazzo  fii  quella  » 

•••■<.'•-;  .  .        . 

SiA 


i4z  É>«LLfi    Vir  E 


*  i 


*       V 


Jbi^necwpusdefmkitr ,  PrimneriusordinÀtury 
SJésMÌEcelefiàtri^tm^it^BdcmtkricMsétmtlmfi*   -    - 

PIETRO  TRAD0NI<:OD0Q£XIL  ! 

PAfue  aU^CttlidopàGioiiaimi»  di acarI>ogft Pìocro  Ttmlonìoo  dottoane» 
Traxkmcoico^cUiiohiUiBinafii^  da  Fola  ^  ma  luteamente  Aam  in  fiqiiw 
\o%  Scpoi  fcnuco  ad  babitarc  a  Rialto  »  in  quei  tempi  %  che  Pipina  moflfe  laguecra  à 
Vìntcmoi  %  Etcflendofiia(|ticlleoperacioiii 

meriti  ^oijaiicora  cbe  cgti£MX0c  ftfiltenxad'^^         timrò  grado  >  per  kdimM' 
dieche  corrcuano  alloxa  % 

Cibata  adimque dal  popokisdefidenifo»  che  il  Prioapa^  pcrfoc^ 

ceffione  in  tiu  medefima  bmij^a  in  Cicci  libera»  &  comune  ad  ogoi  foo  >  li  ^^ 
ad  m  ixtto  goocrno  »&  hebhe  per  compagno  delle  fue  fatiche  >  Giouaniii  (i^ 
uoloycol  quaIe>come  perfooe  religiofe  &  dmotei  fiibricò  la  Chiefa  dtS.Paolò  •  Indi 
f tt  richielto  dallfaipcratore  di  Còltantinopoii  >  che  lo  foccorreffe  conerà  a  Sarad?- 
ni  f  &  per  queAo  eirernvenne  a  Venetia  »  ibeodofio  Patritio  %  il  quale  peroomo 
dell'imperatore  creò  ilI>ogef  ProthoTpacaria  dell'Imperio  •  Fatta  adunque  yn*ar^ 
mata  di  feSanca  galee  >  8c  accompagnatofi  co  Greci  fotta  il  Genecalato  di  Gic»^ 
danni  fuo  fcliuckìis'ìimìflfò  conMba  Capitano  de  &racini>dalqualo  prima  i  Gre^ 
d »& poi i  Vinittani»riceuerono tua grandiffima rotta.  Dopòlaqtuuefcocreadà 
cffi  per  la  nuurina  »jpa(iaroDain  Dahnada  i&  mifero  fiiocoin  Olfero:^ft  diquiadi 
pattati  in  Ancona  danne^iaroiiograuemence  per  tutta^  Hebbe  anco  che  ^u'o^ 
|Con  ^  Schiauooi»percìocne  prtdinde  effi  i  mercatand  Vinitiani*  vi  feoe  fànprcK 
*a  in  ^«riona  •  Ma  hnalmcnte  venuto  in  accordo  con  Mio  Prindpcdella  Oalmatìajk 
glidiede  la  pace  >  &  di  quindi  palsato  a  Narcntani  rìnouò  la  coocoitKa  eoo  Dto- 
&i<^Gio»dicc  di  qucllagoote  » Voltatofi  poi  cootra  CUndino  con  nuouo  elaerdto» 
gli  Girono  ammazzati  prà  di  cento  hnomiob  onde  malcontencoAriduise  Ifefecrcitb 
a  caia^ 

i4<m  molto  dopo  gli  Schiaut  >  haMeadop^fodi  nncHio  llmm  in  mano»  renati  d 
danni  della  RepubJnifero  t  Cacca kCittldi CaorK  scontra  iquakilDo^  mandò 
due  nani  granoida  guerra  dilaniate  in  quei  tempo  con  Vocabolo  Greco  palando 
rie.  Et  fu  aìtora  la  i)riioa  voltaiche  i  Veneti  v£afsero  quella  (orte  di  legni .  Quafi  in 
gud  medefimi  anni»  vinne  va  ghiaccio  cofiafproji&  crudde^caufato  daJTeltrema 
freddo  del  Vemo>che  ne  primatne^i  non  (i  lenti  il  maggiore  »  Octenne  oltre  a^ 
ciò  da  Lodovico  IL  bnperàn  Ponente^  diuerfi  fauori  &  pnuilegi  per  laRepublica» 
hanendo  t^  perciòmandato  vno  Ambafdadore ..  Et  indi  d  pochi  meli  Lodouica 
con  Augoibi  loamo^evennca  Veoeda .  Nonmoko  dopànacquedifcordiacao^ 
iata  dalDoge  »  fra  (ci  famiglie  importanti  &  hoaorate  della  Citti  »  con  pericòtb 
cftf  emo  dì  qualche  difconcia.  Perciodie  i  Polani>  i  GiuftinianL  &  i  fiafei  >  eisenda 
Kouttiacoctacai  Barbolam^Gon^Ifooli^co  Sduiacoami^^ 


DE  PRI^^c^prLlR  xin.       f4r 

Sdì  dtff fn*paitt  8c  dalfiltra  :  8t  il^>oee  fanorendo  coderò  p&ce  capitar  malei 
Polani  &  fegaacìA  alla  fine  gli  (cacciò  ai  Rialto  •  Ma  ritornati  poi  alla  patriaffat- 
ta  pace  te  parentado  fra  loro:  mifero  le  loro  habitatioui  in  Dorioduro .  Indi  à  cer- 
ti anni  il  Doge  diuenuto  rcandotofo>8c  molto  differente  da  quel  primo  tempo  nd 
quale  entrò  nel  DogatOift  volendo  che  fi  trattafsero  le  cofet  non  fecondo  la  liber- 
tà del  ^ouemo>ma  lidàHidó  Fa  Tua  volonti:  fu  crudelmente  ammazzatoida  Stefano 
Candiano>da  OtfoGnignario»  da  due  fratelli  figliuoli  di  Salutano»  fc  da  Gioaanni 
Labrdca  ft^ompliciiritoman^  efso  da  San  Zaccaria  iii.di  Settembrcidoue  era 
ftato  i  Vefpro  per  la  folenniti  deNa  (aera  •  II  romor  (u  grande»  Se  Fatto  fu  riputato 
bmttiffimo  ndia  perfona  del  Doge .  Per  la  qual  cofa  hirono  incontanente  creati 
tte  iiuomini  >t:he  i:icerca(5ero  i  delinquenti  :  da  quali  alcuni  dico  io  »  die  gli  Auo- 
adoritiel  Comuae  tnUsero  r origine  loro  •  £t  ctso  hwendo  gouernato  %p.  anni  ; 
facbbe  nella  pittura»  il  prefeate  Breim . 

.  hl^édméUM^ Sàrécenosmérefiptrumiiifefldntu^CU^ 
Jhmxi.y^àd  MitmSZééàtUhutrem^usQtcukui 

ORDOIPARTICIPATIO  DOGE  XIII. 

ANNO  8tf4. 

DOpò  il  delitto  coam^tfiró  nella  perfoni  del  Doge»  che  haueua  pnt^»  ^uandcl 
eoe  (ia^meritato  quel  grado»  onde  i  pareri»  (i  come  auiene  in  cofe  rili»  erano 
diuetii  fra  le  brìgate»chi  accu(andOf&  chi  (cnfando  l*eccefso»  &  creato  Orfo  Fard*- 
cipatio  »  per  la  memoria  de  fuoi  antcce(sori  >  i  quali  reggendo  moderatamente  U 
Rep,  s'erano  acquiftatala  gratia  dellacittd  »  fx>n  moltalode  del  loro  Principato . 
Nt^iAgaoMrooo  della  loro  fperan^»  perciope  Je  cofe  di  dentro  feccefsero  a(sai 
felici  ÌL  tranquilli.  Condo/ia  che  (i  bebbeco  da  Carlo  Grofso  Imo Je  confermatio» 
ni  della  confederatione  con  la  Rep.per  dnque  anni:  &  vi  fu  inclutb  dentro»che  co- 
si egli»come  il  Senato»  arsali(sero  daccordo  gli  Schiauoni  :  i  quali  fcorrendo  arma- 
ti per  r  vno»&  l'altro  mare»moleflauanó  i  legni  de  i  mercatanti .  Et  il  Doge  vi(ita- 
to  con  prefenti  honorati  da  gli  Oratori  di  Bafilio  Imperatore  di  Co(lantinopoIi>hi 
creato  Prothofpatarìo  •  AI  quale  non  volendo  il  Principe  ceder  punto  di  cortefia « 
gli  mandò  d  donare  dodid  grofee  &  belle  campane  di  bronzo  :  8c  (ìi  la  prima  voK 
ta  che  i  Greci  vfa(sero  le  Canine  «  Di  fuori  fi  hebbe  qualche  traMgUo  :  sì  per  le 
cofe  de  Saracini  >  sì  oer  i  moti  de  ^i  Schiauoni  »  Conciofia  che  haoendo  i  Saracint 
occupata  l'Ifola  di  éaodia»  getcatifi  neHa  Dalmatia>vi  fecero  di  gran  danm'  »  8c  e£*^ 
fendo  cd^  d  Grado»  vi  cennero  TafTedio  per  lo  fpatio  di  due  giorni  •  Ma  refiften*- 
é^i  terrazzani  all'empitoJaro »  il  Doge  vi  mandò  incoiumaente  vn^armata  f^icfio 
G  icuanni  fuo  ^liuolo  •  Per  tema  del  quale  i  Saracini  leua  to  l' affedio»  &;  paflfatt  a^ 
Coniacchio  »  gli  dierono  il  facco .  Et  òiouanni  ritornato  a  Venetia  i  efsendo  ^co 
ben  sìHo  per  altro»  fu  raccolto  lietamente  dal  popolo  »  &  dato  per  compagno  al 
padre  nel  Principato  *. 

In  tanto  nacque  la  guerra  con  gli  Schiauoni»  che  haueuarto  manomefso  alcune 
tCHTC  neiriftria:  perche  il  Doge  hauendoli  afsaìiti  con  trenta  nauiine  riponò  la  vit« 
caria  >&rcflitui  alle  Chiefe»  &aglihuominidi  quella  Prouincia»le  cpfc  toltc^ 

Mm  d» 


H+  DBLL  I    VIT  B      . 

da  i  toro  ncmid>  Etpcr  la  conuentjooc  cfa'cffp  fecccoalòro»B>cr»i  prigiofti  jte  |)i 
Schi^uoaiyi  quali  ripiuandofi  troppo  offi^fi^roppero  la  codDcntioae  •  Mavenift* 
to  a  morte  Demogoi  loro  PrincipCf  fi  rifece  la  pace  ;  dallaqual  furono  efetafi  i  Na^ 
rentam  grandi  auoerùiri  de  i  Vinuiani»  conerà  d  quali  li  Doge  mandòla  ftuL^ 
gente. 

.  Si  dice  che  in  quefti  tempi  tornarono  alla  patria  i  Baiix>lattti  gli  Ucóiitàc  i  Se|uj» 
che  furono  mandaci  in  efìlio  focto  il  Principato  del  Tradonieo.&  percioche  haoc^ 
uanohabitacioiii>e(Ibndo  fiate  nella  partita  loro  mefle  nei  meo:  hdibero  pèrgra* 
tia  PlToIa  di  Spinatensa»  chiamata  boggi  Giudecca  i  doue  edificarono  la  Chidadi 
Santa  Eufemia^cou  akri  Oratori) .  Su  la  quale  oceifione  ;  effendofi  anifo  il  Doge  » 
volle  che  alMnconcro  in  Dorfoduro  H  facefferodegH  edifici.  Pei^ck>cheeffmd(i 

?|U€Ua  parte  efpoOa  all'incurfìòni  de  corCiri  i  non  toftaoa  l'animo  alle  perfoiie  di 
abricarui  >  ma  feruendo  folamente  al  pefcare^  reftaiu  abbandomta  det  tutto  •  Et 
accioche  egli  dclTe  ciTempio  a  gli  altri  della  volonti  fua  fu  il  primo»  che  n  meilb  ad 
listare  qrteila  parte  della  fda  &migliaiche  fi  clrianaaua  fifàifati  •  I  quali  ìo^rede- 
rei  che  fonerò  qudla  forte  di  guardia  ò  di  ferueati  i  che  i  latini  chJamatopprScot» 
ti>&  hoggi  fono  detti  da  noi  Scudieri  «  Et  qiiefti  poi  nelle  limitationi  che  fi  fecero 
à  Dogi  :  furono  ridotti  a  vn  certo  numero  terminato  >  fi  come  fono  anco  aJ  prefea» 

Finalmente  venuto  a  morte  fanno  ly.del  fuo  Princ^ato»  lafdò  quattro  %ln]0& 
cioè  Giouannijche  fu  fuo  collega  nel  gouemoyBadoarò>Orfo  Secondo»che  tu  Prin- 
cipCiSc  Pietro,  altri  a^iungono  il  qmnto  9  cioè*  Vittorio  >  che  fii  Patriarca  di  Gra- 
do •  Lafciò  parimenre  due  figlàxrfe  »  Pdicttai  hi  quale  eflo  diede  per  m<^te  à  Ro» 
doaldo  alinolo  di  Gioaanni  Duca  ^i  Boic^^na  j  &  Giouanaa  che  Ai  Badeffa  di  San 
Zaccaria*  fa  quale  tcAaot^  quella  parte  jumca  del  monifterk>Kl^ 
itticsta  da  Giuftimaiio  «  Et  al  Dogò  fu  pofU  qpiefh  infcrittk^ 

Furemes  ^Mmdtds  eemfèfitii  y  Sdréce^ù^^féc  ^  JudUm  ysfid»^ 
Usy  éft$d  TétnntumfrUcUer  frofligaui . 

GIOVANNI  PARTICIPATIO  DOGE  XIV. 

ANN0  8«K 

Gfomaai  entrò  al  gooerno  dopò  Jl  Padre  Tanno  881. 8t  ancora  che  egli  fteft^^ 
Prindpe  «inqueanni  i  &  Tei  mefiy  non  fi  hi  però  memoria  delle  cole  cheeffo 
Éiceffe  in  quel  tempo  >  0  per  dsfettode  gK  Scrittori  »  ò  per  qualunque  altra  cagione 
ch^afi  fia .  Hebbefoiacnenteqneftodtfconcio  ,chedifegnando  di  far  Ba<v>ar9 
filo  fratello  >  Conte  in  Comacchioi  che  allora  obb'ediua  ài  Papa  >  mandatolo  a  Ro- 
ma» il  Come  che  vi  era  auutfato  della  cagione  delia  foa  andata  j  affalitolo  fu  quel  di 
Rauenna  >  h>  feri  »  &  fece  prigìime .  Ma  liberato  fu  la  promeda  di  non  tentar  pia  il 
Papa^intorno  d  quello  fatto^fitomato  a  R  ialto»  f!  mori  poco  da  poi . 

Il  Doge  adunque  ofFcfo  ndiò  honorc  >  &  nel  fangue ,  mefkvairordine  vn  groC» 

4hiolo  di  legni  >  non  folamente  prefe  &  disfece  Comacchio  >  ma  mife  d  ferro» &  a^ 

ÀKKO  il  Contado  de  Rauighani»  c(m>e  partecipi  &  cohfapeuòli  delibammo  del 

Conte.  Non  molto  dopò  caduto  in  nutlattia:  riuoltatof?  alla  rdÌgione>fede  edifica 

fui  Udo  di  Malamocco  »  in  vn  luogo  chiamato  la  Vigna;  vna  Chicfam  honoredc  i 

Santi 


DE  PRINCIPI  LIB,  XML         545 

SaiitiGbriiefio>&C^prìanoi&tafottocn^  Laqiu^focdl  tempo 

data  ÌQ  ^oiiemo>per  farui  vn  monifteto  di  frati  »  i  monaci  di  San  Benedetto  da  Pa- 
«doaecchio.  Ma  eflendo  poi  Malamocco  acterratoi  &  disfatto  dalle  foremei  &  da(- 
retnpito  delTonde  marine  »  i  frati  partiti  di  quindi  >  &  ottenuta  rn  terreno  in  Mei^ 
racio  dalla  fìunigiìa  Gradeniga>vi  fabricarono  vna  Chiefa^fotto  il  titolo  medefimd 
diSanGpriano.  Venne  anco  in  quefti  tempi  vndiIauiod*acque  ai  tanta  impor^ 
tanaa»  ches^alla^arono  quafi  tutte  le  Chiefe,&  le  cafe  della  cittd>con  fpauento  noti 
picciolo  delle  perfone .  Percioche  il  Udo  non  era  ridotto  ancora  con  rarteà  tanta 
forceaxa >  che  potefTe  dar  faldo  alle  percofsedeiinare  >  foftenendo  tacque»  che  non 
M&afsero  con  empito  ncUe  lagune*  Finalmente  ordinatoli  per  foccefsore  Pietra 
Aio  fhiteUo>  il  quale  |>remori  di  i  $  •  anni  >  &  pofto  in  Tuo  hiogo  Orfo  >  chVra  Talttro 
'ftKdlotniiior69lafaò  il  I^incipato.  Bt  in  Palacao  gli  fu  po(ta  quella  infcrituone  • 

(oméie Ito/è m  Vrbem  StHétd  Veneto  infiwfim  ^ 
y$ihkibm  armis  nefiris  fibegK 

PIETRO  CANDIANO  DOGE  XV. 

A#4N0  887. 

O^  Tedimdo  il  popolo»  che  Giouaani  non  Toleua  inutilmente  occupare  il  Do* 
gito»ele&e  Pietro  della  famiglia  Candiana;  chiamata  nel  futuro  Sanuta.  Co^ 
ftuierahuomobelIicorOf&  ardito  moltOiSe  non  palTando  Tecd  di  ^o^annitera  tutto 
dinoto»  &  dato  alle  cofe  di  Dio  •  Onde  compiacciatofi  ogniuno  di  coti  honorata^ 
elettione  *  trattolo  di  cafa»Io  condufsero  a  Palazzo  :  doue  Sm  anco  fatto  venir  Gio<« 
uanni  ch*era  ftato  Doge  •  Dal  quale  raccolto  humananìeme>.rfccuè  rinfcgn^  del 
Principato  :  &  fa  cortefe  con  Giouanrii  &  con  Òr  fo .  Mala  fua  feliciti  duro  pochi 
mefi  •  Conciofìa  che  moleflando  i  Narencani  la  marina  »  &  le  riuiere  della  Dalma- 
tia>vfcito  in  perfona  con  dieci  galee»  venne  a  giornata  con  loro  •  Nella  quale  com- 
battendo vaiorofamence  fu  morto>  con  fette  altri  addenti  >  alli  1 8.  di  Settembre  » 
dopò  cinque  mefi  del  fUo  Dogato.  Et  ricuperato(i-il  corpo»  fu  portato  à  Grado»  8e 
fepolto  da  Andrea  Tribuno.  Et  in  Palazzo  li  fa  infcritto  •  Dum  aduerfus  T^arenta" 
$fOS  manksfortker  confcreremiintcr  micantia  arma  patri t  pietatCiinrilf^er  cecidi .  La^ 
perdita  del  Candiano  dolfe  ad  ogniuno  :  &  eCsendo  il  popolo  fenza  capo»  volle  chf 
Giouanni»(e  bene  era  malatQ»rìcortufse  al  gouerno>pregandoIO}Che  come  pratico^ 
delle  cofe  publiche»accettar$e  per  allora  quel  carico»  &  mi  promifero  di  prouederc 
al  fuolbccefsore.  MapàGsati  fei  mefi  &  tredici  giorni  »  £  c^fsati  tutti  i  romori  »  fa- 
cendo egli  inftanza  che  d  prouedefsc  al  oiioti^^iogé  >  finalphente  crearono  Pietra 
Tribuno  ;&Giouannirinuntiato  il  gouerno»  coniò  dì  nuouoa  cafa  •  Et  li  fu  po^ 
fio  quedo  Breue  • 

Confinfu  Patrumyfòfuliéjuejiterum  eiectuì  Dux  ^^enfihusfix^ 
Mebiistrefdecim  perde  fis^  inmlefieme  morbe  ^  Ducatu  deità  meàb^^ 

-:-  ^  Ma»    »       Ma 


54<^  DB  L  t  B    VITE 

M^ipoofifO^  lafdarcdidire  in qaefto luogo > che neUefaimi^  aiiticte  6 
trooa  m  Doge»  non  nominato  da  gli  Hiltorici  »  né  ritraevo  in  nttìm  lato^  di  Palu>- 
tOf  né  ricorctato  in  conto  alcuno  da  qual  (i  voglia  perfona  che  habbia  trattata  l 

materia  de  i  Dogi.  Et  ancora  che  quefto  pofla  parer  cofa  niiooa  &  foaìù^atttir 

chi  rode:  ella  é  pur  coli  come  io  dico.  L*anno  1 293  .volendo  il  Prindpe  Pietro  Cìsa^ 
den^o  9  rifcuoter  dalla  città  di  Chioggia  alcune  regalie  :  effi  in  dufefa  delle  loro 
efenrioni  >  produflèro  due  pnuikgii  l'?no<li  Angelo  Partidpatio  D(^  p/&  faltto 
di  Domemco  Tribunoich  é  il  Doge  nuouo»  ch'io  dico .  In  quefto  aduogae  fecooda 
priuile^  fi  l^ge  a  quefto  modo .  In  nomine  Dei  &  Sabmms  nojbri  lejH  Cbri/k  ffe^ 
giuoéUti»  CanamficHrit4tisfacimusnos$mnes&,cAeCtm^pbcifQ%&  aUercatimtp 

3  uà  d  tempore  Domini  Dominici  Tribuno  Ducis  &  Semoris  nojbrit  msemnesClu^eufes 
e  Clugùt  Malore  &  Minore  i&totiml^enetienfibn$&c.Et  nella  fine  ^(«dccK^ 
ftromeato  é  (critto  • 

^oDomintcusTfUfunoOratìaDeiDuxeonfirmoi 
EgoTetrusForentio  Index  manumeaferipp. 
EgoVetrusTribunusfilius  Ducis  mànumen.  * 

Igo  Ioannes  Tribuno  filius  Dominici  Ducis  . 

Si  vede  adunque  per  Io  principio  dello  ftromento  predetto  3  Si  pct  te  fottofcrìt^^ 
tioni  d'eiOTo  »  che  Domenico  Tribuno  fii  Doge  (  &  cioè  potè  edere  intomo  alhwmo 
887.Ò  poco  meno  >  allora  che  dopò  la  morte  di  Pietro  Candiano  >  Giooannì  eiftrò 
Doge  &  poi  rifiutò)^  che  hsbbe  tre  figliuoli»  1*  vno  chiamato  Pietro»  che  fo  Mnfi-av 
fcritto  che  gli  [occcffdSc  l'altro  Giouanni»&  il  terzo  DomenicoKrhe  fii  Patriarca  À 
G  rado  l'anno  904.  Ma  per  qual  elione  non  fi  fauelh'  di  quefto  Principe  »  ò  non  fi 
trourdf4ui  memoria  nelle  cofe  pulMiche  >  io  non  faprei  veramente  rmdere  altra.^ 
ragione  »  le  non  la  trafoirra^ine  (  &  é  gran  cofa  à  dire>de  noftri  pafiau  •  Onde  fi 
può  per  qi^fto  cono(cere>che  i  tempi  de  i  Dogi  non  fono  del  tutto  giufti  • 

PIETRO  TRIBVNO  DOGE  XVI. 

ANN0  888.  "" 

Pietro  adunque  Ttibuno^ò  per  fam^fia»  ò  perche  edf  fotk  Tribuno  di  quaTchci 
Jfola>  &  ditto  anco  da  alcuni  Trono  >  figliuolo  del  Doge  Domenica»  &  di  Mar 
donna  Angela  >  che  fu  m'pote  di  Pietro  Doge  morto  :eflendo  htiomo  di  valóre»  Se 
notabile  perfegnalata  bonti(quantunque  Stri  dica  il  contrariojeletto^al'  Prindpar 
toiper  la  prima  ottenne  da  Guidoni^  Imperadore>&  Rèdltalia  »  che  aHora  Aaua  iti 
Pàuia>Ia  confermatione  drquei  fauòri>  che  hebbero  i  fuoì  pteceffi>ti ..  Et hauendo 
affettate  lecofe  della  città  >  foprauetkiuàiltalfa  vna  inonaatione  di  Barbari  chia- 
mati Vnhiii  cfisdi  arfero  Cittanuoua>Iefolo»Capodar^ere>  &  Chb^ia  j  Se  edendo 
per  la  via  d' Albiola  penetrari  nelle  Lagune  per  aflfafa'r  nfola  di  Rialto  >  fi  come  fece 
altre  volte  Pipino  >u.  Principe  animofo  i^andato  incontra  à  coftoro  fece  giornata^ 
con  loro  il  di  di  San  Pietf  o .  Nella  quale  eflTendofi  i  Veneri  portati  eòa  molto 
ardire»  Ottennero  la.  vittoria  con  fomma  lode  del  nome  Vinitiano .  Et  quefta  (k  là 
feconda  volta  dopàPipinojcheiforeftieritentallerola  rouinadelkRepublica^ 
da  IXo ripunto  per £dute  de foixftieri>& d'Italia <|att^  ^ 

Si 


4a  -«<* 


"S 


DE  pniMciprtiB:  xia      ^ 

'  ^^feedie  tflle  iMnni>^crì  fcrinono  tj^ic  13»  eiomi .  Etfii  (eppiSmìn  S^S^c* 
ciiia>coiiin(ritodokMxdcU*viiiiierfaÌe.£cIafiiai^^  ^ 

ORSO  PARTICIPATIO  IL  DOGE  XViL 
^  ANNO  9». 

AL  mento  focceffe  Orfo  Partidpatìoiò  Badofto  Secondo  di  qocùo  nome:  htio- 
mo  fauio»  religiofo*  amatore  della  siuftitia»  limofiniero  j  di  bel^animo#  &  in 
cgni  toTa  molto  eccelletìte>ra(ftto>  recoMo  akuni  91%.  &  akri  9 1 1  •  HebbCTii  figlia 
uoio  chiamato  Fietro  >  il  quale  andato  à  iCofiantinopoli  >  fo  creato  dalTImpeca* 
<k>re  Prottx>rpatari6.  Ma  nd  tornare  à  dietro  fìi  fatto  prigione  da  Michele  Signo- 
re de  gli  Schiauooi  su  confini  della  Croatia .  Et  fpogiiato  del  tutto  >  percioche  egU 
tómaua  i  csXa  con  ricchi  doni  ricenuti  daÌlaO)rtc>Ri  mandai  in  guatdia^a  Simo* 
ne  Re  de  Bu^arf ,  Mi  il  Dc^e  mandatoDomenico  Arcidiacono  di  Malamoccot 
con  donatiui  a*importanKajb  rifc^tò  da  nemid#  &  non  moko  àopò  ìp  foce  creare 
Vefcouo  di  Oliuolo.  Si  voltòjpoi  i  dar  moleftia  i  Chiofflotti  :  ma  Tenuto  a  notitia 
de  patti  loro  col  fuo  prcdeceflore  :  non  (planante  reftodiofiendercli  »  ma  con£tr- 
filò  loro  i  priuilegi  hamiti  da  EK^  paìflati  «  Et  Panno  om.  eflendo  Ridono  Itnp.  & 
Ré  d*Italia  i  Pauia>confermò  in  mano  di  Domenico  Vefcouo  di  Malamocco^  &  di 
Stefano  Cakmrino  Ambaficiadori  dcHa  Republ.t\iuttòritsl  antica  de  Veneti»  di  co- 
niar moneta»  battendo  eflò  ireduto>che  i  Dogi  ab  antiquo>haueuano  battuto  dana- 
ri in  ogni  tempo.  Ora  finiti  2o.annidd  fuo  Princ%>ato»  fatto  vecchio»  &  fprezian» 
do  le  cofe  del  mondo>(i  fece  monaco»  &  viflè  nel  moniftero  di  &FeIice  in  Aruiano  « 
U  qual  moniftero  eflendo  in  Aitino  lottotitob  di  Santo  Stefano  »  rouinata  la  citti» 
&  Tenuta  in  folitudine»  fu  trafportato  nel  detto  lnogo«¥inalnKate  paflaco  aU'jùtra 
vjta»YÌ  At  TeppelUto  •  Et  hcbbe  in  Palaxzo  ilprefente  breue  « 

A* 

élHonaJltrt»  Saluti  Felich  diemtiéttf* 

PIETRO  IL  CANDIAMO  DOGE  XVIII. 

ANNOyja* 

AOrfofocceflè  Pietro  Candiano  figliuolodi  Pietro  Doge  morto  ihlMmÉtit 
da^Ii  Schiauoni  >  nnodeflo  »  &  molto  vtile  ner  il  gouemo  •  Et  het^  vn  figlia 
noto  chiamato  anco  eflò  Pietro  •  creato  ProthoTpatario  daU'Imperadore  •  nrefi^' 
&  arfe  Comacchio  •  Guerreggiò  con  Lanterio  Marcfaefedlltna»  cheimpedm 
le  mercantiej  alqualedicdelapace^  ad  inftaon  diMarìao  Patriarca  drl^ra*^ 

Mm    j         Vcn- 


f^  DE  L  LB    V  I  TC 


,  ^n^neroloiMHtt ja)opoli  di  capod*Ift  i  dipotiotie  della  Repcttiljci  ;  Sl^oe 
chel  forco  òtto  da  i  Trie(bm»ddlc  Ìpo(c  a  Caftcllo»aui]enne  ia  ouefto  tempOf  at^ 
tri  dicono  fotto  il  ceno  Candiamo»  &  akri  Tocco  Pietro  Polani  «  vlciroameoce  vcn-* 

ii;:j^J0»oi:t9àlfetdmoMnoddfUoA^gii^  . 

«  ■ 

PIETRO  PARTICIPATIO  DOGE  XIX. 

•    ANNO  929*  '  7 


1^  1  HX^ncancntcìiaicaeii  AionoLW(^iuc>iiric€i»raixti;iraaoo  oaacNUOti 
|>  giìtioIodOr(b:ilqaale  prefo  dagli  Schiauonii  fu  poi  libento  coi  fìMiòr <l 
padre.  £rciòfuranno95^Soctoalqiiaieèchidice>  chciuilrapCiH^^ 


T^  T  iocontaiientefidfcdeil  Trono  Ducale  >i  Pietio  Participatio  è  BadoifO  %  ^\. 

coifìMiòrdel 

chi  dice  nel  cempo  del  Doge  feguente  • 

Dicono  akuQÌ>&  Io  afièrma  anco  il  fuo  Breue»  che  ^li  hebbe  aitti^oriti  dii^^ 
iQoneta  da  Berengario  •  La  qual  coTa  quanto  fia  vera  t  la  habbiamo  dimo^famta  di 
fopraaflàichiaranienteinpiùkioghi.  Contittoqueftoyfil^geil  (uoBreueiah* 
qiiefta  maniera  • 

^léMluBertngdritùmihifrMgmficit^ 

PIETRO  CANDIAMO  DOGE  XX. 

"ANNO  ^4*. 

.'  •  '  .  •  -         ■ 

Pietro  Candiano»  Terso  dr  quefto  nome  »  efetto  t*anno  ^42.  fu  ffglfuok)  di  Pietro 
Candiano  II.  &  nipote  del  primo  Pìecro>&  per  i  merici  de  Tuoi  progenitori»  8c 
pklàtmitìàk^Hkyièj  fò^aOuriilò  al  DAcato.  Et  hcbbe  due  %liu»lt,ctOè  Domeni- 
co» che  (il  Vefcouo  di  Torcello  %  &  Pietro  ^£uo  collega  nd  reggimento  •  altri  ne  ag* 
gioirono  vn terzo. 

Scmo  cofhii  ft mandarono  conerà  iNarentani  23.  altri  dicono  trenta  tre  l^ni 
armatisi  quali  ritornarono  à  caia  fomàthauer  fatto  nulla  di  momeiico  •  Et  di  nUo- 
uo  fi  ne  mandarono  alrre  tanciii  qnali>facca  la  pace  con  loro»  fé  ne  rìcomarono  ac«' 
compagnati  da  diuerfi  alcri  legni  de  i  Narencani  ^ 

In  qiMfto  mencre»Piecro  fuo  figliucdò  »  &  compagno  del  Principato  >  eflèndo  ri- 
prefo  dal  padre  de  i  fuoi  non  conueneuoli  portamenti»  fi  ribellò  oa  lui  •  Onde  fatta 
fetta  di  fuoi  partcgiam  •  &  all'^tncòntro  il  padre  cercando  di  (aKiarfi  dalTeih^io  i- 
giioolo»  prcpatata  gente  dall*ma  parte  &  dairaltra»$'era  per  commettere  fra  lora 
▼na  grauiifima  sofia  in  Piana;  il  popolo  confiderata  la  poca  reuerenaa  del  felino* . 
kh  ic  Veti  »  &  la  infermiti  del  padre  »  non  fì,  haueflè  adherito  al  eecchio  Doge  »  per 
aàitarlo  •  Ondemòffò  il  popolo  conerà  ilgiouane  farebbe  ftato  crudelmemeam» 
maazato»  fé  il  Vecchio  Padre  moifo  à  picca  9  non  bauefle  pregato  per  lui .  Al  quat 

popò- 


DB  PRINCIPI  LIB.XHI.  5^ 

|i^^  vokn^piifeilDc^fodìsfare  m  cimlche parte  per  addokir  fb»  foa^» 
fliandòiii  efiiio  it  figlidoio»  &  allora  i  Vefcoiij»  il  ckro»  Se  il  popolo  gini^^urofio  rm« 
CtmentCjéi  non  voJerlo  per  Doge  nèm  vita  tnèciop^nuntedelpadre. 
'  Pferrotdunquepaflbro  a  Guidone  Marcbefe  t  i^tittolp  dd  Rè  Bereimmotiifìll 
raccolto  da  lui  benignamente  >  &.prefentacodalMarchefe^Rèfuo  paweyfene 
andò  con  Ini  alla  guerra  di  Spoleti  •  Di  quindi  trasfericofi  con  fircniu  delJlè  a  Rai- 
iiennaf  8i  armateui alcune  naui^  prcfe  fette  naui  Venete  cariche  di  mercaiKta  »che 
•indauMO  &  Fano.  Perche^  il  Doge  addolorato  grauementeprima^r  la  partita  de| 
figlmolq^poi  per  i  fuoi  maluagi  portamenti  conerà  la  Republ tea  >  la  quale  tffj^ 
tnittina  come  nemica  >  infermatoli  »  venne  i  morte  l'anno  956.  a/tri  dicono  $!•  8c 
altri  dnguantamue»  haucmdogoucniatala  Rcpublifa  1 1»  alui^dimno  ($<s§>^  • 


SubmeretìquU  SànSti  Jodnnis  Bfd^rs  Ècctefiétdtffmntitr^ 

PIETRO  CANDIANO  DOGE  XXL  -/ 

Rldottx)  adunque  9  popolo  infieme  fecondo  il  con(bet09iuoefine  eoft  YertnMi-' 
.  te  nòtandt  >  che  quei  Vefcoui  >  &,  quel  popolo  t  che  haueua  prima  giurato  di 
non  volerlo  per  capo>  incontanente  morto  il  Vecchio  9  lo  bramarono  cosi  defide^ 
rofamentei  che  armati^oo«  &  pid  Iw «ni  andarono  d  Rauenna>&  locondnflero  à 
Venetia  •  Doue  giunto  con  tanta  pompa  j  Io  inucftitono  del  Principato  con  nfiolni' 
iefta  • 

Fatto  itdqnqne  Doge  Pietro  Candiano  Coarto  di  ouefto  nome»  la  Republica 
iBandò  Giouanni  Cotìtarini&  Giouanni  D:.nceà  Roifia»  à  Papa  Giouanni  Xlf.& 
i  Ottone  h  Imperatore  al  Concilio.  Doue  trattata  A  la  materia  de^Patriarcato  ài 
CradO)  Ti  fu  determinato  »  che  la  detta  Chiefa  foflTe  Patriarcale  »  &  Metropoli  de 
cutra^U  Prouincia  di  Venetia  >  at  d'Ktria  >  &  Mioperatore  le  conceficmokiprimle» 
gi)honoraci  per  tutto  il  Regnod-Icalia  •  Et  oltre  à  queftoi  confermò  in  perpetnoè' 
ricbiella  de  predetti  Ambafciadori»quella  confederatione  che  fi  fo)eua  confemor-^' 
re  orni  cinque  anni  •  L'annopoi  1 3 .  del  fuo  Principato  %  defiderando  di  fodisfare  à 
Coffandnopolitani  >  che  fi  praparauano  all^cquilto  di  terra  Sanu  9  moflb  da  relA 

5f o{0}&  piò  penfieroi  ftatuj»  che  neffun  fiiddito  ò  fedele  alla  Republiea  non  ardiiie' 
i  mandare  o  portare  i  Saracini  ferro»  ar.ne }  le;^  >  ò  akra  materia  da  ofifendere  i 
Chriftianii  Cotto  pena  di  cento  libre  d^ro  >  da  eifferc  applicare  a)  Doge  Se  fuei  fbcy 
cefsori .  Et  chi  non  potefle pagar  col  danaro  >  che  facisfacérse  con  la  perfona  •  Ma 
iwntre  che  eglioperaua  da  vii  lato  ^oTe  vcili  per  la  patria  >  daU'alcra  fi^  perde  la 
^aria  detl^vnnieRale  con  le  fue  fceteratcs^e .  Peraòch  ^  prefa  occafirne  cofhrinfe 
Giouanna  fua  conforte  à  far  diuorcio  con  lui  »  Se  oacciac^  in  San  ^^Kf  aria  »  t^ttl 
per  Donna  Valdrada  figliuola  del  Marchde  Vgonet  &  fece  hudmodi  Chiefa  con^ 
tra  ogni  fiia  volonol  Vitale  tuo  figUtioIo  nato  di  Giouanna  •  Et  perciocbc  per  li^ 


Mm    4        à^ 


.^jo  DELLE    V  t  TE 

.  dote  di  Valdrada  s'e»&no  rkchiSuKMUnck}^»  che  bd)be  per  lei  iwìlce  fcU^ 
ft  fcfaiaui  >&  diuerlì  poderi  &  caQella  :  fece  venire  foldad  di  padì  cflertu  per  fiir  la 
guardia  al  Palazzo>S£  alle  fue  &ciilnl.Peroccanoa  delle  qjuU  mo^  guerra  ùd  Fer- 
raccTe  &  vi  piefe  va  cai lello,  &  occupato  Vderao*  Io  mefle  a  facco  »  &  diftni0e  >  di 
iiiaiùenchefactoodioroad<^ni^iH>i&Tenucoindi(gratiadelpuUìco  perlaGiA 
eficraca  iulau'a>&  per  i  Cuoi  tiramuci  putamentii  ilpopolo  in&riato  ■  mdSb  ftioo» 
in  Palavo  l'occife  infietne  col  fiio  picciolo  figliuolo.  Infegiundoi  1  fuavi>cbe  h^ 

■  liberta  nella  RepublicadabbcefaciPConraminataigcmcorpoM.  fieli  fu  poO» 

.'qwflù  breue* 

\ 
PIETRO  ORSEOLO  DÒ^E  XXIL 

i"       "    ■ 

ANNO  974. 

llaChìefa  di  Saa  Pienorit  n-drAgofioelb^ 
ntodìrangnetSEhuoinodtCaau  via>pec«- 
tUa  religione .  Er  non  volendo  accettare  il 
dòne dicpicl grado*  di  nenpeider la  (il» ai 
I  pMiolo  fi  coacentò .  Hebbe  donna  (±iar 
olofenaa  pttbdel  nome  aetfQ»noD  punto 
lataunci 


«ilpopolo>&o0éniando  puatakncntfil 
rbbero-lutigamencecoL  popolo  di  Capooi 
anuioeinMroe»SMKCOKÌaroQo  coula,Rep> 
rìbutari. 

«ttoGuarrino  Abate  diS.MTchele  diCoCb- 
■oneflaGu^cona>pervifìtareileorpodiSanMaTco.  H quale £utaaiiuciciacol 
I>ege>  efficndo  anco  egli  fan>o>  &  veneiabile  buonuvlo  penuaiè  ad  abbandonai  le 
cofcdel  mondo .  Il  Aripcipe  (bto  «vecchie  a  codi»  >  &  unendo  accenany  il  (ao 
coniglio  (  finito  lo  Spedale  a  pie  dd  CamfMUHlé  >  nel  qM^le  fi  dice  die  (erul  sMtts^ 
volte peru>nalmenteabi{benidepouerì)fì patti  vna notte- del  mcfe  di.Sctcenv 
^rc,  trauefiito>cotdettoGueRino>-  conGiouanniG»denigo>&codGÌ(wluud 
MoroHn»  &»  eenero>&  eoa  Reaiuald«>  Se  Manne  da  RaBeRBa>ftRiaa  dir  noluall» 
^)oglie,nc  al  Stuolo. Eep(wraticonhiim*lcidaaarì>'CoqnalioEnò  poi  laCbiel^ 
dì  San  ^Gcbekifi  fece  monaco,  eflèodo  allora  d'cci  di  ^o^anni*  Se  vil&  19^  anni  ìilv 
fianca  vitathauendocenwo  il  Denaro  a^mefi  Se  logiomit  aKri  dicono  a.  annù.  Ec 
yenutoamorteneMcctomonifierb  Iranno  997.2  gli  i  i.di  GennaÌo>fì:ce  poi  diuci^ 
fimiraeoli>fìcomeènot»adoeuuna>EtfotfioitEÌciacto  ùiafapofto» 

UccUpm  Sémcit  MéHt^  tMfcàm  ^itkit ,  ^  mmkèmfi- 

Mi 


Dfi  PRraClPl  XIR  Xlìh        !<« 

i.   .  VITALE  CANDIANaOOGE  XXIII. 

ANNOpT^. 

SCòpemfi  Pocculca  fuga  del  Doge  OrTcolo  >  fu  creato  in  fuo  luogo  Vitale  %U« 
uolo  di  Pietro  TenBoCandiatx)*  La  cui  efaltatione  vedendo  Vita!  Candiano 
Patriarca  di  Grado  fuo  Zto>fe  ne  venne  da  Verona»  doue  s'era  ritirato»  a  Venetia.: 
& aflòluto dall'efilio ypofe la fua  refidenza  in  San Silueftro •  Queflo  Doge fecelaì» 
còofèderadoK  con  lTmj)erat.Ochone .  Ma  nialatofi  nel  bel  principio  del  fuo  Ma« 
Idrato  :  fattofi  Q^ooaco  in  S.Ilado  Wa  oipo  airaritto  dd  Ilio  jCh^ 
cinque  giorni .  Et  gli  fu  infcntto  • 

CkfffdifiirdtsJtJoyfmrkr  Moudcbàtm . 

TRIBVNO  MEMO  DOGE  XXIV. 

ANNO  979' 

■ 

TXOpò  il  Candiano  fii  fatto  Doge  Tribuno  Memo»  ricco  molto  »  ma  poco  praff- 
J^  co  delle  cofe  del  mondo.  Et  hebbe  vu  figliuolo  detto  Mauritio>ché  (i  fece  mo; 
naeo  in  S.  Ainlo  di  Broodolo.  Hebbe  trauaglio  in  cala.  Cmciofia  che  »  amie  cte 
nocrtfc  le  diimidie  fra  le  famiglie  Morofina  &  Caloprina  ;  per  le  quaK  fegnirono 
alcune  occìfioni  dalla  parte  de  Morofìni.Onde  Ste£EUK>  CaIoprìno»r icorfo  alllmfn 
Othone  a  Verona»  nelbeu)  finalmente  che  Stefano»  dopò  diuerft  difcond  &  traua- 
flli dati aOa otti» ritomo dpr^hiere  della  Imperatrice  Adeleida»  col  mezzodì 
yaldradi»ftata  gid  Prmcfpefladi  VenedaidalTefilio .  Donò»auefto  Prindpe»Mfola 
di  S.GJorgio  Mj^iorealTAbate  Giouanni  Morofino  »  il  quaJe  vi  mife  Monaci  di 
:S.BenedéttD  •  Addok)  eriamho  l'animo  d'Othone  Imp.poco  difpofio  co  Veneri  % 
^:cagione  étt  Caloprino  #  Vlrimamente  fatto  Frate  »  &  venuto  in  podii  giorni  i 
morte»  fu  feppellito  in  S.Zaccaria  •  Et  li  fuinfcritco  io  Palazzo  • 

Othnis  Péttridmpèndera  tmébdiuli .  ''■ 

.  /lETRO  ORSEOLO  II-  DOGE  XX V. 

ANNOppi. 


T\Opò  lì  Memo  entrò  rOrfeolo»  alquale  il  padre  predefle  il  Principato»flidti  M- 
J^  m  iMnzi  •  Còftui  reftaurò  la  città  di  Grado»  vi  edificò  vn  Palazzo  »  8c  vi  ripofe 
nella  Chiefa  catte^:ale»alcuni  corpi  Sauri.  Fu  il  primojche  allargafle  llmperio  nel- 
la Dalmatia.Conaofta(che  su  roccafióne  di  Mucino»&  Smi^ura  fijgliuoli  di  Tirpiiir 
rio  Rè  della  Croatia>veQi^i  dopò  la  morte  del  padre  à  romore  »  chiamato  da  i  po^ 
poli  deOa  Prouincia  »  fecearauifto  di  molte  città  con  molta  gloria  del  nome  Vini^ 

tiaoo  t  Accettò  pariiiKiml>iDp«:ac./0^^ 


$51^^ 


dlEllb  vite 


dal  quat  octeme  diiietft  fìixxri  »  Mandò  iO>^^ 

^kioK  ^  Doue  Giooaniìi  contrafle  tnammopfp  eoa  vna  nipote  ddl%nperatore  t 
^h2xmo  ilticolo  di  Patritio».portà  a Venecia  itcorpa  di  Saota  Barbara .  Onde  fl 
Doge  tolto  Giouanni  per  ruacollcgai&;  datogli  la  cura  del  goucmo^fittt  ttPatuai^ 
Diu^lc  con  ta  cappella  ^  Et  diftribuito  a  poueri  gran  parte  della  Tua  {acuiti  »  veme 
4mortcdopài*unnoi7.à i&delfòoPrincipatOjLScla poftoia  Saazaccack*  JSt: 
era  il fijoBrcue «. 

SfmftboniLmièUtcolUdcdertm^^ 


V 


aTHONÈaitSEQLanOGE 

AKNO  1009.. 

DOpò^^Orfèda^contil10ll&netPrincipataitf^gtiuoIa  Othone^gioiiatte  éà  i 
a:inj»bel]adlperrona &di  vóltOxma.inokopHj&elkMt'anifQO'»  Pi^tcipchce 
C»uoiicoigiutto>8clea{e  nelle  Ìlieoperationi>.8t  nccodi  faciliti  f.ondeperti(ÌHhXI^ 
iDa>^&t>e  perdpnoa  vna  (oreUadiGecaRàdi  Vtigarìa..  L*annafettitiiaig)i  lttK>^ 
inÌDÌd'Adoapref$:ro  l^iroiicontra  laRcpublicaxmaftiioaaop^i&^ISc.  bci)bet» 
bpace». 

Fece  poi  in  perTona  rimpcefàcontra  Cre(mura  nella  I>a}maria>di;)^ 
vjttoria:L&  rìt^macaa  cafai  nate  alcune^fedirioni>.fii  mandataiaseliUacotPiitrtac^ 

3  fuofratellcxin  lilria«.M2l  ritornato  poii&oppol^ofiu^I^TO  Patmr^ 
e  haueua  facchcggiata  la  città  dLGrado  aioamoltodopa  venuto  in  difw^tia^ 
co. Veneti  pcroccauonedel.\rercoiK>;diCa(klb)59^^fo  perpipera  di  Domom^aotFb^ 
banico  >  confinato  iwCoftantinopoIi>  dopa  l*anoai:7i4cl  uio  Qcmopato  •  £rgU% 

moquefto.Breqe«.  :. 

^M^tt,G>ead»mriMmiHryfHtmiriPM^  ,r 

Vrbk:AqHUe:sétdemHmdiìiSid§i refteUu^S  .     ..   i' 

PI RTR O  CEN TR:A  N  laa  DO G E  X  XVI I.. 

ANKO  ioi(Ì,. 

FV  poftoin  Iuogad!Othone  Pietro^  Oneranìgo  ò  Bàrbolanol'annà  i#a&  tìxn^ 
dicono  x^,  Manon  piacimlo  molto  ali* vmu^rra]e>&  nata  perciò.  diTcordia^ 
nCiliCfttd  scorretto  il  Cenéranigoa  farfi  monaco  1  mandarono  per  Othone  a^ 
Cò;làntinopo}t>^ miferoira tanto in/uo  luogo I  Orfo  Tuo  fratello  Patmrca  di 
Grudo.  La  qiial  cofa  vdèndo  Domenico  Flvbanico  con  gli  auihcrenti^jQb'e»^,  Aaio* 
cagpncddl^iiUQdi  Qthooc»  fi  fuggi.daUa  ^  P^ 


DE  PRINCIPI  tlR^XlIf.  sii 

i  Ma troiiatofiche  Ochonc Wa^ortc^  Orfb  do^  vfioiiipjrffconaè  ai MiMrcft^ 
có^'^dl^^QaparacoyDomeiuco  Oi|eob*occiipo  coi  £uKMred*aloiQÌ  pochi  ttPrhi^ 
c]j;>at<)»&lòteane¥iioòdiie^iom^Perck>die4efii^^^       i  Veoetiil  Pmctpeis^ 

gùmxhSc  non  ticanno^'aflalaronorcen  f  annbonde^^ìoofi  a  Raucana  vi  fi  mori  » 
t  al  Omoranigo^  poiU  quefta  ànfi0rittionc4 

DOMENICO  rLABAUlCQ  DOG£  XXVllI^ 

TiRonandofi  ìiicfiUoBomenico  Tlabanico^clf  era  fiato  latto  Protbo^atarl^ 
daCoftandno  Imperau>ie>  &  temendo  icapìche&rono  cagionèche  l>ome« 
moo  Orfeòto  foJSfe  fcacc»co  dalSeggìo  OucalCi»  aie  il  j)opolo  iion  loTkhiamafle  » 
«fldepoxiò  ne  fegaiaclaax>mna.1oro  j^^ 
4c4dfoltoIo  daU*cmJ09Ìlo  mifero  jn  S^e  Fanno  1033. 

>  Coftuì  ranno  1040.  adunò  vn  Coikilio  nattonaleinSanMarco{  nel  qualeiuro^ 
fK>^Orfo  Qtfeélo  Patrìatsca  di  Grado»  Domenico  Cradenigo  Vefcono  Oliuolenle^ 
Vitale  OrKotòVefcouo  di  TorcenopleoneVefcouod'Equflio*  &tnolci  alcri .  Co* 
fioraconftituirooo  >ieoondo  gli  antichi  decreti  di  Santi  Padri  ^cheichìerid  non  fi 
€onùuxad9ero auantil'eti  di  jo^^nnuSt  iDiaconi  di  a  $•  òaSrcol  conienro  dd  Me- 
ttopoltomo.  £helacohf(^àh|tionedelleNfonache  nonfi£!u:efl^^^  in  Ì>ianco^ 
ne  gfomidi  Pài^ua-»  deU'fpifania^  &  de  gli  ApoftoH  «  Che  Jacccfima  >  il  Corpodi 
Chriftoiiyafii&aiy&iparamentiii  tenraero  m  Chiefaiottochiaui  •  Chele^ro 
facrefoflero  lanate  da  perfoneiatteaqueAói4&  Ip  veèchie  i'iblN^ciaflero^Xhea 
calici»  le  patene*  &  i  corporali  non  fi  laual&ro  ie  non  da  i  miniOri»  Che  le  monastfae 
non  toccaflèro  i  vafiiacn  j  nonapparecchiafiero  r  Altare^  non  deflero  J'inc^lb»  flc 
molte  ahrecofeocdìhatonò  per  la  riforma  delle  Chiefe  Joro.  Oltre  aciò>vedendo» 
che  la  faniigiiaOcreolaandaua  a  Yerfo»pcr3a  (iia  riputaeìone  &  grandezuédi  nno- 
cere  à  tempo  >&luogOiallalibect;l  comune  jdella  citai  :opeeò  crTcUaiòffedel  tntco 
fpiantata  9  ficmaodatain  efilio^ 

'  Fece  anco  Amire  9  che  il  Doge  futntO'Bon  jpótdle  eleg^etfi  aScunconipagnò  4 
foccefiérttel  Dogitxy .  Finalmente  hauendodacato  rb.annh  quattro  mefi»  Se  dòdi- 
4àgiorni>fn  feppellitoin  S  J[Laccaru«  JEt  iriuobrctiefu  qneito« 

^tttét»  fibiyituns  féuiàt  » 

SCRITTORI    VENETIi 

Fiorì  in  mtefiù  tempo  Gherardo  Sagredo .  Il  quale  volewh  aadare  ìli  Sefekro  4i  Chri- 
ftoffifermòmF'ì^»rfi,ammirato>qinmperlafM dottrautàa^HeUe genti t  chedi 
focti  itram  in  qnakhe  patte  "ptltate  Mafede  tufira  «  Qmk  tfottemuo  dd  ivapi»  yiffe  vs 


5r4 


DltlB    VIt« 


fmp$mlbberem.Ém$t^refccmdiMmf^  ylHmmente  martirl^atò  da  I. 
S^^tUMmfedHiM  Rè  pregò  al jltme Dantthio  $  fi  come  in -pn  libro  fino  a  qnd  tempo 
fcrinoficomieneeméfHefhtMo.  Legènda  Beat iGherdrdi  de  S€cretis'HpbUis  Veue^ 
€ie9^$s$moftratami  da  Tijcolò  Safredofigfmolo  di  Bernardo  Trefiantiffhno  Senatore.La^ 
fciòfcrUto.  De  lancUbus  Beacarvirgìms  Ub.i  «Scrmones  quadrageiimales  libro  pri- 
aio»  Homilix  Solcmniucum  totius  anni  libro  primo.Ff cr  diaerfi  miracoUyonde  for^ 
tato  dal  Kijlndrea  a  Moriffnayfàpoi  di  quindi  Condotto  4^yenetiai(Cr  xifofiob^Mrata* 
metue  in  San  Donato  d  Murano. 

DOMENICO  CONTARINltJfOGB  XXIX. 

ANNO  104  j. 

^hvOmenico  Contarino  «nato  di  fai^eiUuftrc»  fii  fatto  Doge  con  foiaiMCooK 
XJ  tento  di  (^niuno  >  percioche  era  buotno  fauio  >  Se  cartefe  •  Nel  ftio  tempo  » 
acquietò  la  Damìatia>per  la  prefura  di  Zara  che  fi  era  ribdUaca  •  Et  fa  in  aioto  dC' 
l^ormandi  per  le  cofe  di  Pugua  •  Oltre  à  ciò  diede  fine  alle  perfecotioni  di  Pepa 
Patriarca>&  reftaurò  la  citta  di  Grada  Ottenne  da  Henrico  Terso  imper.  lacon*» 
^erationè  vfata  &  antica  • 

'  Edificò'parimente  fui  Lido  Oliuolenfe  rn  Moniftero  di  Monachisfotto  titolo  di 
3an  Nia>lò  •  Et  non  molto  lontano  fece  fisibricar  la  Chicfa  di  Santo  Angdo  >  &  la^ 
dotò>&  fottopofe  aUa  ava  dell'Abate  di  San  Nicolò  •  Vifle  ventiiei  %  akri  diooi» 
ventifetteanniific  fofepellito  a  San  Nicolò  in  bel  fepolcro  di  marmo*  £c  ilfiiA 
breuefu» 

DOMENICO  SELVO  DOGE XXX*  J 

P  ANNO  1071. 

TXOo^^^^  Seloonli  chiariffima  te  anticbiffima  proTapta  >  fu  fatto  D<^  dopd 
Jn^  il  Contarinoiin  San  Nicolò  del  Udoicon  allegrezza  dell'vniueriale.Sotto  la^ 
|uidà  fua  fi  fece  armata  in  fauor di  N  iceforo  Imperar,  contra  Roberto  GtòloUxk^ 
Ihica  di  Puglia  >  che  occupaua  in  Italia  le  terre  aeirimperio«  Et  fi  fcacciarono  Ic^ 
file  g[enti  della  Dalm^tia^con  bonorata  vittoria.  Ma  ritornato  poi  di  nnouo  i  mio- 
iia«omatà  j  s)  per  aiutar  l^amico  Imper»^^&  sì  per  aprirfi  la  via  del  mare  gii  chiufii 
dairarmau  Normanda^fii  erauemente  rotto  con  moiro  danno  de  ooftrì.  f  0  il  pr^^ 
mo  che  cominciafie  a  incrollar  di  marmi  >  &  a  far  lauorar  di  mofaico  la  ^Chiefa  di 
San  Marcoifìnita  del  tutto  al  tempo  Tuo  di  mattoni.  Riftaurò  parimente  la  Chiefa 
di  San  lacomo  di  Riako  •  Alla  fine  venuta  a  mone  l'anno  xi.  altri  dicono  ai.  del 
filo  Ducato;  fu  feppellito  in  San  Marco  •  Et  li  fii  infcritto  » 

OhfiJJmm  repfdi  Cuifiérditm  marte  l^bertum  » 
7>j^éubijbi»€ÙPminimtmeyc€4t7rétfil  Alexk. 


DB  PRINCIPI  LIB.  XHl         555 

VITALE  FALIERO  DOGE  XXXI, 

ANNO  loft). 

^  A  t  Seluo  fegui  Vita!  Falieroi  che  hanéoa  titolo  di  Prothofeuafton  i  &  it  cogno^ 
jfiLmmauacon^ueftainrcnttioae. ^1^4/0  Faletro  deDmis.  Coftui  ottenne  cÈi 
Aleffio  Im(>erat.  m  per petiKh  la  Signorìa  della  Dalmatjla  %  &  della  Croatia  »  tratta 
pocoinanzi  dalle  mani  de  i  Corfari .  Onde  fu  perciò  il  prìoio  $  che  hauefse  titolo 
di  Doge  deHa  Dabnatia  8e  Opatia  •  Rkeuè  anco  da  Henrìco  lofiper.  diuerfi  bxxo- 
ti.  Il  quale  Imperar,  gli  tenne  d  battefimo  vna  fua  fidinola  ytTcome  e(so  Henrìco 
atteifaudicefìdo  in  yn  fuo  priuilegio  •  Qm  einsflUm  fiero  fonte  leuabimHs  amkabUi-^ 
ter&c.  Il  Oliale  Inii>erat.¥eàne  anco  a  Venetta^perddche  San  Marco  era  apparito 
nella  Tua  Cnieb>vidno  alla  cappella  di  San  Leonardo.  Si  rìccuè  anco  vna  rotta  no* 
cabile  al  Safeno  i  mentre  che  n  difendeuano  le  ragioni  di  Aleflìo  Imperata  cantra 
Robe^  Guifcardo  •  Incfi  fcguiti  vna  eftremà  penuria  nella  citti  >  auennero  molct 
difconcisper  i  quali  fu  creato  roflicìo  del  Proprio»  acdoche  caftigabe  i  delinquen- 
ti de  i  misfatti.  Et  il  Doge  dopò  13.  anni  j  altri  dicono  12. pafsato  all'altra  vita  >fii 
ripoftoin  SanMaroo»dalUde(teadel]aportagtandeineU^attar  dentro.  EtiUii» 
jbrcue  fu  quello* 

CUrefitoecMbim  itrftu  milii  Smuti  Méret. 

VITALE  MICHELE  DOGE  XXXIL 

ANNO  1095, 

•  "  - 

dirotto  Vitale  Faliero  fu  creato  in  fuo  luogo  Vitaf  Micheleych^ira  t^rotkofe- 

XVL  uaflo.E^  fu  il  prìmo>  che  in  parte  lontane  alla^a&e  lo  Stato  della  Repu- 

blica.PerciocbeTacendofi  la Crodau  per  racquifto di  Terra  Santajvi  mandò  aòo. 

legni»  fotto  la  cura  di  Henrico  Contarmi  Vefcouo  ed  Oliuolo  »  Se  di  Giouanni  fuo 

pinolo.  Si  dice  che  anco  egli  vi  andò  in  perfooa»  che  efp^nò  la  città  di  loppe  • 

Conccùe  all'Abate  di  San  Benedetto  di  Padonetiflo  >  la  Cbieu  di  San  Cipriano  di 

Malamocco>foggetta  a  San  Marco>&  gli  diede  entrate>8c  prouenti.  Alla  line  dopò 

quattro  anni  ftumcMto  da  vn  Marco  Ca(imolo.&  fepolto  in  San  ^  EtfU 

JlfuoBreue. 

P$fi»4$m  QdJfemféurM  tellmrh  rt  bofia 
Pfétpùfintm  Céifétm  JEgyftikre  rtfùlp. 


*  « 


OR- 


'Vi. 


55<r  DELL  E    V  I  TE 

ORDELAFFO  FALIERO  DOGE  XXIIL 

ANNO  II02. 

OK<^bUiD  figMooki  (td  D(^  Vkal  Faliero  9  Pn^^ 
'  MtnttA  valorofo  nell*annitfii  detto  a(£ù  gioiiane  t  quaomncnie  vecchio  é'^ 
jMecnOtl'Mno  i  xQ2.Hebbe  moglie  di  fangue  ccalc  >  chianuu  Matdde  >  U  (fEoUc^ 
ISoIofnoumeiite*  Nel  liio  Principato  lecofe  di  fuori  accrebbero  eoa  moka  glo- 
ria dd  nome  Vinitiano.  Perciocbe  aiutando  in  perfona  con  cento  le^  Baldomno 
Rè  cootra  gli  infedeli:  fece  acquiflo  nella  Sona»di  ter ref&  di  giucirditoom .  Con- 
ciofia  che  hauendo  fra  l'ìaltre  cofe  prda  la  città  di  Acri»i  Veneti  hebbero  eilèndo- 
Biàmniisaitd»&  prioilegi}  diuer&noa  pur  neUa  detta  citcd  a  ma  i^ 

Hiemfakm» 
L'anna  ottano  del  Tuo  Do^oi  panie  il  Padri  ^  che  la  Chid^  cattedrale  di  Mar* 

lamocoo9  iUuftre  per  tanti  Pnncipb  &  come  antico  domicilio  del  Trono  Ducalo 
donefle  mantenerfi  in  quakbe  akro  lu<^o  a  perpetua  mMnooa  delia  grandezza 
fnaionde  trasferirono  il  fuo  Vefcouado  >  iniieme  col  cprpodi  San  FcUce  •  col  capo 
di  San  Fortunatpyco  peforia  &  con  tut  te  rahre  honorificenz^  inrniuniti  j  &  entrate 
che  vi  erano»  in  Cbioggia  per  pccbe  miglia  Iontana>  &  là  condituirono  Città  •  Sp^ 
prauenne  poi  la  guerra  della  Dalmatia  >  pcrcioche  la  città  di  zara  s^era  toka  da&  • 
obediensa  de  inofiri.Nelhi  quale  eflcndo  il  Doge  andato  in  pe|rrona&  combat^ 
tendo  coraggiofamente  >  HtQcnÀ  il  di  di  Sau  jPaoto  >  cp9  ìàjutptit^  EthlQ^nda 
condotto  con  lui  3 90«Vngari  prigioni»  fu  riceuuto  con  fomma  allegres^  »como 
trionfatorcMa  ritornato  la  feconda  toka  rorroZara>fii  mortaio  vnazu£^cen^ 
Tarme  in  mano  Tanno  i  p.de)  fuo  Principato  :  &  portato  il  corpo  a  Vc|ieua  fu  (ep^ 
fcllito  in  SaaMarco  »  Et  in  Palazao  gli  ni  infcritto  •. 

•  •  • 

POMEHICO  MICHELE  DOGE  XXXIVL 

ANNO  1117.. 

P^  fatto  laIuogodeta1orto^  Domenico  Michcfeidi  molta  eti>catholico»&:  pet^ 
fona  di  cuore.  S'a£Gaticò  affai»  &  fu  neli'impifefe  di  terra.Santa  in  Soria  «  Doue 
trouando£con]40.,galeejt con  moki  arfili>&  conquattro  naulcariche  di  vettoua- 
glia»  fu  vtile  non  pure  a  Prindpi  della  lega»,  mai  tutti  i  Chriftiani  che  vi  erano»  con 
Fopcra»&  col  configlio .  Et  fu  cagione  cklTimpreCa  <h  Tiro  »^neliaq^ak  la  bandiera 
Veneta  hebbe  lì  fecondo  luogo  aopò  la  Reale  di  Baldouino.  Et  in  romando  alla 
patrìa»occupòModone>.Sebenico>  &  Traù»fcacciando  jgti  vrugaridcIIaDatmatia .. 
Et  altre  cofefatte»trattate ampiamente  da  gli  £crittori»ftato  al  |gouemo.deIIa  Re- 
pubKp.anni»  rifiutò  il  Principato  ».&icequtaa  morte  ifu feppellico  in  SanGiorgio 
Maggiore^  Et  il  fuo  Breue  fii  quefto . 

Tyrum  cum  Syrì^ffétpnt  tiUCbrìpe  redemU 

PIE. 


-  -^ 


DE .PIINCm  tlB.  Xflt  1J7 

4.     --  r 

•»  ♦         •  •        -     .  » 

PIETRO  POLANI  t>(>CEkxXV/ 

ANNO  lijo. 

*  - 

TNOpÒ  la  rìmmSia'  dd  Micbdeifii  mcflb  eel  Sttgio  DncalctPiacQPaluo  taogb^ 
XJ  ttcto^affidgioiiafie»fiiaclttaroperim>ltc(ttfJK>noi^ 
raiviaf  8c4itaftto  nome  di  pnidema  prsflb  agli  dbrtii  %  che  raendonafea  graoiffi^ 
ma  diffeofi^  e  fai  1^  Iinpopadon  GoiMd^ 
delle  difkrcnxeloto  • 

>  Sotipcofttiiifipi^fiRo  ranni  per  iFaoefi  conara  iRaaemad»  &i  Petemi.  Si 
afiaiarofioafiMiPadovniiGDchaMMDo^  arane** 

mente  le  Lagirne*  SiguenpefigiòectandiocaPifaiUyiqiialìfuroiiorG^ 
tfoUdtRhodi»  Et  maitre ctìipoffaiiii&eteTM  dìEmi* 

mdlOY  ìì Principe  in  perfona  vrdco  fuori  >  afpcaiiui ndporto diCaorli>che sf ab* 
boQicriiade  il  a^uefecadnCDin  malattiairefte  f^roò  d  VeMcia^Doue  aggnaMladal 
manifimMiiraBao  iSuldtoPrinqpatotCtilfooiN:^ 

mMiSp  0"  Jacobi  de  Téduic  »  tonftrwmur . 


DOMENICO  MOROSINI  DOGE  XXXVL 

ANNO«4l- 

AL  morto  fioàreHc  Domenico  Moro(ino>d*enl  grande»  ft  huMiodKania  tka^sji 
8c  ch'era  ftato  nella  Soria»  quando  (i  fece  l'imprèfa  di  Terra  Sanu^eMleo  tti^ 
le  feerie  cofe  della  RtpuUtca,  NeHaotefnpo(inca(>etòPolay&  Patente  nella^ 
lima.  Et  fi  aflfrenaronogK  Anconfrani^con  vna vittorìasche  fi  tebbe  ditoio.  Aiutd 
Laniprìdio  VcfconOfaccioche  Zara  foflè  Metropoli  di  quella  Prooinda  ^ 

Fece  {>arimente  crear  Conte  d^Zara  Donumco  fue  %li0olo  •  firb  mandò  poi 
AmbaTciadore  con  Vital  Faliero  >  &con  Giouanni  Botialdi  i  Federigo  imperato- 
re» che  andana  à  Roma  perrott»narfi  >  Se  hebbeda  lui  la  confueta  conrettnàdone 
della  confcdcratione.  Et  efièndo  durato  nel  gouemootto  anni  »  venato  a  morte»  fir 
Icppeilito  in  S.Crocc  di  Luprio.  Et  il  fuo  Breue  fii  qucfto  » 


Siémàdmiràndiofiru  Cémpd»èlì  SdftctiMdrei  tiifimitttr 
O"  "vntmrfét  Uifitiét  tributa  rtnoudntur . 


VI- 


f5«  DELt  r   VI  tÉ 

VITALE  MICHELE  IL  DOGE  XXXVIL 

ANNO  ii5d. 

ET  (u  fuUiinato  al  Trono  Ducale  Vital  Michele  Secondo  di  quefto  nome  ^lituv 
mo  pratico  delle  cofe  del  moodo  >  8c  di  gran  bontà  i  &  ripntadonc .  Sotto  co^ 
ttui>  fi  diede  aiato  i  Milahefi  >  per  reftatirar  la  Cittd  loro  inesza  diftnxttaila  Fede- 
rigo Imper.  Et  in  Dalmatia  Zara  6  ribellò  al  Ré  d* Vagaria »ma  dcuperataf  fi  ceo* 
duflero  a  Venetia  molei  prigionie  Si  hebbe  ▼tttoria  dd  Patriarca  d*Àqotiea  ;  per  tt 
qual  fi  dice  che  fu  inilituiu  Ut  feda  del  Giouedi  graffo  •  Et  R  ^rr^g^panmeti- 
te  con  rimperadore  Greco  $  contra  al  quale  >  h  tabricarono  m  censo'gkmi^enKo 
galee  con  lo.naui  appreso  fomite  ài  tutto  punto  ;  Se  ne  fii^  medemno  Genera- 
k  •  Nella  qual  guerra  eftinti  i  Giuftiniani»  il  Doge  tratto  fiiori  di  San  (Itcoid^  ta^ 
Nicolò  Gjoftiniano»  gli  diede  per  mogie  Anna  (iia  figliuola.  Eracoftoiddfocdi^ 
ne  di  San  BeMdctto  m  età  di  x6.anni  • 

Dtfpenfato  per  tanto  dal  Papa  >  contrafle  il  predetto  matrìnKMuo  >  con  dote  df 
tre  èontrade;  cioè^di  San  Giouanni  Bragola»  di  San  Moife»  &  di  San  Pncaleone^  t 
hereditate  per  inanzi  dalla  medie .  DaUa  anale  hebbe  fei  mafchii  8c  tre  fcmiacj  » 
Vvnà  h\  donna  del  Marchefe  Eltenfe  di  quel  tempo .  L'altra  fu  data  all'mo  de  i  Si- 
gnori della  Scala  •  Et  la  terza  mori  donzella  •  Et  hauendo  etto  ridotti  i  figliuoli  in^ 
buono  fiato»  fi  che  poteuano  per  l'eti  loto>niantenerfi  fenza  il  fuo  i^ypoggio»  volle 
ritornare  nel  moniftero  •  Et  di  commun  confenfo  ritirata  la  donna  m  luògo  tacco  9 
&  egli  i  San  Nicolò»  diuentarono  r  vno  >  &  Faltro  Beati>  R  come  fi  vede  per  le  loto . 
Imagini  dipinte  dalla  finifira  neirentrar  dèi  cfaoro  di  detta  Chiefa»con  vn  S.I^fico- 
lò  ch'efli  hanno  nel  mezzo  di  loro  •  Et  fi  dice  >  che  dopò  il  ritomo  Aio  9  fabrìcò  la^ 
ibrefteria  del  Conuento  •  Et  ritirato  poi  da  per  (eTpianfe  tutto  il  rimanente  degH 
anni(uoi>&  vifle  in  afpriffima  pei^itenzal  •  Sopragiunta  poi  la  pefte  in  Venetia  »  &  il 
popolo  dandone  laca^toné  al  Doge  per  la  tornata  fua  »  gli  fi  letiò  contra  •  Qodc^ 
fu^endofi  dalla  parte  del  canal  Gran  de  verfo  S*Zaccaria  fu  ferito .  Perche  confef- 
(atofi  in  quello  infiante»  fi  morì  i  17  Ai  Maggio^l'anno  1 7*del  fuo  PrÌQQipatQ  ^  S(  6a 
Seppellito  in  San  Zaccaria  •  Et  hebbe  quefta  infcricti  onc  • 

JmferUm  ydfto  trinmihus  'pndi^m  mijps 
Vrbis  Jqtiihtét  Patrùtrcbam  trddo  trìbtttU  • 

SEBASTIANO  ZIANI  DOGE  XXXVlir. 

ANNO  1173. 

AL  Miche!e,fti  focceflbre  Sebafliano  Zianì,  primo  de  Principi  »  creato  da  vo^d 
perfone,altri  dicono  da  dodici»  elette  dal  popolo  a  quello  effetto  •  Et  primo 
creato  con  regola>&  non  tumultuariamente  »  fi  come  fi  faccua  per  auanti .  Erad - 
età  di  yo.annhdi  volto»  &  d'ingegno  placido»  &  ricco  oltre  modo  •  Si  dice  che  nac* 
que  da  lui  T  vfo  del  gettar  danari  per  Piazta>  imitato  dal  cofiume  de  gli  Imperatosi 

Grc^ 


DE  PRINCIPI   LIB.  XIII.  ^sf 

Greci .  Si  dice  etiandio  »  che  fotco  lui  >  fi  crearono  diuerfi  MagiArati  >  in  luogo  del 
Doge  >  il  quale  per  alianti  amnuniftrauaquafi  la  nriaggiorfomma  delle  cofe  dcUa 
ciccd .  Et  cnc  quefta  fu  Tua  inuentioheper  kuarfi  da  doflò  Pinuidia  &  l'odio  del  po- 
polo>  nclgouemo  •  Et  che  allora  furono  rirrouati  i  Configlieri .  Nel  coftui  tempo 
Papa  Alcffandro  III.  venne  i  Vcnctia .  Onde  fcgui  la  difeia  che  fece  la  Repubi.  per 
il  predetto  Pontefice  »  contra  l*Iaiperat.  Pederigo  Barbaroffa  >  &  la  vittoria  che  fi 
ottenne  di  O  thone  tuo  figliuolo  •  Intorno  al  qual  fatto  (oltre  alle  dette  di  fopra  )  fi 
trouano  molte  cofe  particolari  che  certificano  la  verità.  Percioche  in  diuerie  ero- 

5 laiche  fcritte  d  mano  non  folamente  è  trattata  quella  materia  diftufamente»  ma  vi 
ono  aQco  còfe  alleate  da  chi  le  fcrifleyd'auttori  che  fi  viueuano  allora»  che  poi  col 
tempo  n  foi^o  fmarriq.  Fra  quaU  è  la  cronica  ài  Meleto»doue  fi  narra  diftefamente 
UHiftoria»  £t  il  Petrarca  parimente  nel  fuo  libro  intitolato  de  gelb's  Imperato* 

rum  dice* 

Federkfés  primus  nepos  Conraii  defuti^^Atre  fuot  Romanum  fiifctpit  Imoe* 
rium.  Qui  démbilifs.  domo  Sueuis  yocatus  efl  Barbaruffa.  Rie  rirflren^mus  Medium 
UjflMm cimaum  jtwe^tiiJimamiCtém a$txilio Tapienfium» &  multorum Lombardorum 
euertH.  Sapefuit  infefius  Ecclefia ,  &  uikx^rum  Vapam  perfecntus  efl .  jipui  Ve^ 
netias  yiStus  pacemfech .  Tandem  ctém  fuifietm  [ublidium  Terr^San^a^jUffocatHs 
efl  in  tfuodam  fiumine  •  Tmperamm^ifid ann.XXXyil. 

In  Ancona  parimente  fu  fattoporre  dal  Papa>vna  pietra  fopra  la  porta  fti  $Mto 
Ciriaco  fui  monte  •  Nella  quale  il  conteneua  la  memoria  dell'indulgenrk  per  lui 
conceduta  alle  Chiefe  di  San  MarcoJnVenetia>&  di  San  Giouanni  di  Salbo ro  iti 
Illria  >  doue  fii  confermata  anco  da  Papa  Pio  Secondo  ad  infianza  de  i  Piranefi  l'- 
anno 1459.  Et  allora  fi  accrebbe  in  honoreoolena  di  titoli  &  in  fplendore .  Per« 
cioche  quel  Pontefice  gratilfimo  al  Senato  >  gli  lafciò  fegni  etterni  dell'obligo  fuo  9 
&;  dcll'amorcuolezza  della  Republica  verfodilui  >  col  donarli  gli  Stendardi»  lo 
trombe  >  Pombrella  j  ilfeggio  j  la  Spada  >  &  il  dominio  del  mare  c^i  altre  cofe  ap- 
pr^flò. 

Oltre  che  il  detto  Papa*  fauori  molte  Chiefe  della  Citti .  Conciofia  ch*egli  die- 
de diuerfcgratie  à  San  Marco>alla  Cariti»  i  San  Saluadorejà  San  Siiuelèro»  &  i  San 
G  iouanni  Latecano»  doue  celebrò  vna  Melfacome  Vefcooo  Lateranenfe>aU*Alta* 
re  di  S«  Antonio»  che  al  prefenteè  pollo  fotto  il  barcod'efla  Chiefa  • 

Ora  hauendo  quefio  Principe  aggrandita  laPatria  in  quefta  parte»  fi  mori  glo- 
ri ofo  »  l'anno  fedo  del  fuo  Principato  •  Et  lafciando  al  Dominio  diuerfe  riccnes- 
2e»  &  (labili  intomo  afla  Piazza  di  San  Marco»  fu  a  13.  d'Aprile  del  1178.  fep- 
pellito i San Qiorgio Maggiore»  doue  fi  vede  ancora •  Eclaliia  iafccittieoc  era 
qutlla. 

D  ucétum  tttulis  dot  dm  ingiutibus  dtfite . 
Pdpa  liber  minis  fit  Fedmce  tuis . 


Nn  ORIO 


^ 


-•> 


fS9  DELLEVITI 

.ORIO  MASTROPExRO  POGB  XXXIX. 

ANNO  1178- 

IL  (nifiio  Priiicipe  detto  dal  corpo  delti  40.  erbari  n^ 
Ziashfu  Aureotoucro  Orio  Mai^opecrd.  Queibfudopòct^eionii  detti  morte 
del  Ziani  pubitcaco  PrìiKipc>&  acceccacoIkuineiitcdftU'vmucmle .  Bt  diodno  a(« 
coaifChe  allora  forotio  uuminatc  dal  Cmtìgìio  Aperfeoo^cioé  ^^m  per  Sefbetti^e^ 
fondo  la  cicti  diuìra  in  tf  .parti  ò SdUeri)Sc  Hi  fkaniicoichc  cmHIàiMtmt  coi  Dc^ 
gouemaifcto  lo  Scato»&  che  quetèa  fa  ronginede  i  Con^Km.NeI  éio  tempo  Ao- 
dronico  IiTìperJibcrò  i  mercacanti  Veneci  ricenud  da  EroanaeHo  fuo  aotecdfei  e  • 
Et  fi  rinouó  la  tregua  con  Bela  Rè  d' Viaria.  Si  compofero  anco  le  cofc  oofiia  cic- 
ti di  Ferr2ra>qtiaiito  al  render  ragionedetfvn  popolò  alfakM.  Segui  poi  tt  quarta 
ribelUoue  diedra  per  k  coTe  di  Grado  •  Bc  akre  ràit  fi  ftcc^ 

ch*e^durò>incapodequaU>paffacodiqiieforieatfife«cflAOAacoiiiS,Ci^  di 
Luprioidouo  fo  feppellieo^  Et  li  fii  infemco  • 

HENRICO  DANDOLO  DOGE  XL. 

ANKO  119%' 

A  OrioMa(bopetro9feguiHenricoDaiidoIo>lHionrK>vwckio^map 
i/iu«  Mi  9&di  vatore.  Si  rinouò  in  («IO  tooipo  la  gueiracaZaratim^  iqualiferono 
dpi^ati  •  Si  mifero  daccordo  i  Veronefi  co  i  Padouatu  >  &  fi  rihcbbe  la  Gittsl  di 
Poto  occupata  da  i  Pifani  •  Ma  quello  che  importò  moko  >  fu  l*oceafione  delle  cofc 
di  Leuante  i  per  le  quali  la  Republica  &  il  Principe  infieme  dtuentarooogJonofi  ^ 
Conciofiacne  venuti  a  Venetia  alcuni  Principi  Francefi  per  lo  paflaggio  di  Terra 
Santa»  pattuirono  quella  imprefa  col  Doge  •  Il  quale  vniro  con  loro  >  trasferitofi  in 
Orknte^fece  il  notabile  acqui  <h>  deUa  Citci  di  Coftanrinopoli  occupato  poa> 

Srima  d^  lAztmS^  che  la  tolf'e  ad  Alefiio  fuo  legittimo  Signore .  Et  hcbbc  di  lei  > 
coado  i  patti»  la  quarta  parte  »  &  la  metà  delht  quarta  parte  >  con  tutte  le  terre  a 
Alleila  appartenenti  »  Percioche  delle  quattro  rna  tu  didrimperadore  Francefe  » 
cne  {{ creo  allora  »  Taltra  del  Doge  >  la  terza  de  i  Baroni  Venturieri  chiamati  anco 
Pellegrini  ;  &  la  quarta  mezza  de  Veneti  ^  mezza  de  Venturieri .  Nella  qual  poF- 
tioneafpettante  a  Veneti»  vemic  aiiorA  fotta  la  Rcpuhlica  >.lirCiaktd*Aiiéadiopo-* 
li»  di  Mofinopoliidt  Burgaropoti»  di  Heradta»  di  Rodelto  »  ^  di  Pauedqr  conmoi* 
te  altre  marittin^e  terre.  Et  lopra  la  Proponcide  toccò  a  noitri  Aadrinopòlì  »  Gal- 
lipoli a  i  Dardanelli>  con  molte  alcre  Caltella  della  Romania .  Et  l'Ifola  di  Negro* 
ponte»  &  Sparra  con  tutta  la  Prouincia  della  Laccdemonia .  Molte  Ifole  dell'Arci- 
pelago. Gran  parte  delle  Cicladi  •  L^foladcIZanteSc  della  Cefalonia  con  gran 
parte  delle  Citti  marittime  della  Motta  »  &  con  molte  CaUella  &  terre  nell'Alba- 
nia» neir£p)ro»&  nella  lanina»  fi  come  nelle  memorie  publiche  appare  •  Et  il  Do^e 
habitauaiQCofiantinopoli  con  Maelli  quafivguale  all'Imperatore^  Perenna 

era 


# 


*      r 


DE  PRINCIPI  LIB-  XIII.         t^<fi 

«iftnIUM  CSD  habfw  topcmid .  Et  età  creaM  Ddp^ 
il  6u»€oQ^lio  di  Scicoi  cioè  Coo%Iherif  Aao^tdont  Caa»rlii^m»&  atcri  méntAri 
«me  t  Vemtia*  Et  obre  al  Dose  n  età  il  Pauiarca  Venecof  cmuoifxondo  i  pat- 
ti da  dsjericì  Veneti  Et  allora  hauendo  il  ckro  f fttto  Pacriarca^Tomafe  Morofino 
%|jaolo  di  TheofikMit  ebtcori  Veneti  co  Fraacefi  infieme  otaroao  iKOf^vomt^ 
addmiiao  Conte  di  rindra.  Et  lOkn-a  fi  hebbe  otnr  a  dioer^ 
gaemkttColoiOiCtefimoftrailOioiiedìSnito»  ¥(du>darriaIinagitiediChrìte 
tiellaCittd  di  fiac«tftii  cernie  acMfbiSaÉOoAtlia^  ftilOmcilto^Niomo^  ad 
«male  fo  letto  il  liiito  d'Achadafo  fofira  qoelta 

dinal  Contarino  nel  libro  ibtitolatOtiaSemmadeConcilQ  {rid  lUoftti .  S{  hebberò 
parimente  diuerfe  gioie  &  altre  ricchezze.  Percioche  fcriue  Gottifredo  Viilardui- 
no  Francefei  che  nel  facco  di  quella  citt^  fo  fattocofi|p:aa guadagno  >  che  nefiupf» 
non  faprebbe  efplicar  ia  fomllia  deUV)«0»  dcll^argeiito»  dei  và&  deMe  gioie  D:  pie- 
tre pretiofeide  i  paoni  d'oro»  &  di  reta>&  delle  fodre^  de  Martori  »  de  Araiellinb  de 
de  Zibellini .  Et^liebbeco  etkodio  i  ^ijP^ctro  Caualli  diBroozo .  I  quali  #  fecondo 
9llcuni>  fiirono  fcolpiti  da  Lifippo  perì  Rhodiani  »  U  di  quindi  mandati  in  Soria  >  de 

£>i  condotti  a  Roma»  &  da  Augurio  pofti  nel  Maufoleo»  &  poi  dedicati»  come  noi 
cemmo  di  ropra>a  Nerone  :  &  finalmente  portati  a  Coftantinopoli»  daJ  quale  ve* 
miti  a  Venetia>furono  collocati  su  la  Chieia  di  San  Marco .  Ora  il  Prindfpe  gouer- 
ttaudoltiferdco  voitietfaJedeChnfttaniirocatreiheriinperi  Balcboomo  gatrreg- 
giaaa  co  i  Valacchi»  &  co  i  Bulgari»  da  quali  fu  fatto  prìgirà 
di  974ttxii»l1Uìno  xj.dd  luo  Pnodpato  t  &  %  feppellto 
£ta  VenettakebbeinPalano  quello  fireiie. 

ìiifwko  Ducief  $itMÌ0s .  ^iM^d partii  ù^dMlig ,  t9ths  fl»i 

PIETRO  ZUNI  DOGE  Xtl. 
ANNO  U05. 

SApoeafi  la  mortedd  I>oge»fìi  creato  in  fuo  luoe»  a  5.  d'Adotto»  Pietro  Ziità%  8c 
fì  penò  qualche  giorno  a  farlo  •  Percioche  &  diede  principio  a  i  Commofi  »  i 
quali  ptouidero  a  molte  cofe  »  auanti  che  (i  ftoìfle  all'atto  di  creare  il  Doge .  Co^ 
Sui  adunque %liuolo di  Sebafttaoo  >  affimio al  Prindpatot  fi  portò  honoratamto* 
ce.  Venneto  in  (uo  tempoglì  Oratori  d^Athme  &  d'Acata»  a  mxR  aHv>bediatta  àè 
Padri  .Et  poco  prima  11  hcbbe  rifola  di  Candia  dal  Marchefe  di  Monferrato  •  Et 
efpi^at o  il  tiranno»  che  la  teneuaifi  andò  al  podèdR)»  &  vi  li  matidò  vna  colom'a  di 
nobih  &  cittadini  •  Et  nel  medefimo  tempo  Maganipano  »  marito  di  vna  nipote  di 
Henrico  Dandolo  »  fu  creato  Ré  della  Kafcla  dai  Papa  1  ft  coronato  Nno»8t  traforo 
di  loro  per  le  mani  di  vn  Cardinale  :  ù  come  per  fcritture»  nella  Camera  de  Paflro- 
nicchi»  appare. 

Nacque  anco  difcordia  co  Pàdonafti  fomentati  da  Bertoldo  Patriarca  di  Aqoi- 
Jea  :  la  quale  fu  acquetata  col  mezzo  d*vna  tregua  •  Si  creò  Omilmen^  il  «rimo  Po» 
édU  in  CoflaatinopòU  per  la  Republicai  &  fii  MarÙK)  Zeno  •  Dal  quale  fi  diceiclit 

Na   a      faro*    - 


5<r»  DEL  LEV  m     ' 

foimioycoo  ciK>lce  altix  cofe  appi«£R>fiii2tidad  a  Vei^^ 
209  de  qaali  habbianEio  parlato  m  San  Maixo  >  fcolpiti 

Romani  da  Tirìdatc  Re  di  Armenia»  &  portati  poi  da  Coftantino  a  Bìianzo»  fi  co* 
«ne  hanno  fcrìtto  alcuni.  Nfaqoal  fiala  vera  è  incerto  ad  ogniono.  nPrindpein^ 
tanto  fece  la  cappella  di  San  Nicolò  in  PalazzOfin  efecutionejcome  fi  diccjdMm  vo- 
to fatto  dal  Doge  HearicO)Oaero»come  akri  dkono  »  por  fua  commoditi .  NeQa^ 
quale  fii  dipim^acqutlt^  di  Coftantinopoli  di  verde  chiaro»  &  (curo .  Tolfe  ance 
per  donna^Coftanxa  figliuola  di  Tancredi  Rèdi  Sidiia.  Alla  fine  rinnntiaralaSi- 
gnorìa>&  ritornato  a  aSz  fiia  a  26 Ai  Febraio»fi  morì  a  i  j.ds  Mar/o^dopò  %^aom 
4el  filo  Ducaro  •  Et  bcbbe  quefia  infcrìttiooe  « 

BelUfotetutùumihifuhàtur  Infida QnUi. 

GIACOMO  TIEPOLO  DOGE  XLIL 

ANNO  I22p. 

T^Opò  la  renuntia  del  Ziani  >  fii  eietto  lacomo  Thiepolo  y  in  concorrenza  di  RI- 
«L^  mero  Dandolo.  Il  ouale  hauendo  vinti  voti»  fi  come  hauena  anco  il  Thiepolo  » 
fu  rimeflà  la  decifione  alla  forte>Ia  qual  cadde  fopra  il  Thiepolo  •  Hoomo  di  molta 
valore  per  diuerfe  cofe  fatte  da  lui  per  la  patria»  cofi  in  ca£a  come  fiiori  >  &  merite* 
aole  di  tanto  arado .  ^ 

Sotto  quefto  Doge  fi  Tenti  vn  terremoto  affai  gagUar£>  >  che  mandò  a  terra  di- 
uerfi  edjficij*  Si  rinouò  anco  la  tregua  per  cinque  anni  co  ^adouani .  AH'incontro  fi 
venne  in  difcordia  co  Triuifanii  per  hauer  oSefo  il  Conte  Marco  Dandolo  Pode&l 
loro.  Si  mofie  poi  la  guerra  a  Ferrara»  doue  fiprefe  Salinguerra»  che  vi  era  Vicario 
per  rimperatore  &  tu  condotto  a  Venetia .  Et  fi  rihebbe  Zara  che  fi  era  ribellata 
dai  Padri.  Maincafail  Principe  riformò  lo  Statuto  Veneto  molto  "vtìltncnt^^^ 
Et  n  crearono  iSimor  Cinque  alla  Pace.  Et  al  Procuratore  di  San  Marco»  stag- 
gi unfe  vn*altro  collega .  Et  hebbe  origine  in  quctto  tempo  la  Corte  del  Petitione  > 
che  è  il  proprio  Podeiti  di  Venetia  • 

.  Arfe  anco  Ymoo  1 3  i6.i\  Santuario  di  San  Marco .  Et  aHora  fi  perdeixxu>  diuerle 
Icrittufc  imporunti  antiche  »  pubiche  &  Ducali  »  con  molto  danno  de  pofteri  >  a^ 
quali  fono  mancate  Je  predette  memorie . 

Alla  fine  il  Priadpe  fatto  vecchio»  rifiutò  la  Signoria  dopò  .vinti  anni  del  fua 
Reggimento  .Et  venuto  a  nxnrte  fu  feppeliì»>aSan  Giouanni  Se  Paolo  •  Et  hebbo 
ifaefta  infcrittione  • 

ÀmisrecuferùlàdràmyUie/jue  reformo. 


MAr 


.">- 


DE  PRNICIM  LIB.  XIIL         jsi 

MARINO  MOROSINO  DOGE  XLID. 

ANNO  1249. 


FAttabitniftiti^  del  Thiepolo>fu  creato  PriM  il.diGiimiOt  MariooMo* 
rofioo  »  a  quale  (i  diede  incoQtaaetite  alla  cura  della  Cfcnl .  Sotto  c^uctto  huo^ 
mo  >  fi  mandarono  diuerfi  nobili  &altrì  nelTirola  di  Candia  >  in  Colonia  >  diuifi  in 
75  .Militicifc  fii  dato  loco  il  paefe  in  fetido  •  Et  allora  (i  fabricò  la  Citti  chiamata^ 
Cisuiea  •  Ftvooo  anco  fatti  due  Signori  che  cuftodiflero  la  €itti  in  tempo  di  notte  » 
r TOC  di  qaà  >  &  faltro  di  làda  Ornale  •  Ma  eflendo  viuuto  tre  anni  >  altri  dicono  4* 
|u  portato  conjpomjpa  honoitca  al  fepolcro.  Et  fi  dice  che  allóra»fi  diede  prindpio 
ad  attaccar  in  Chieia  di  San  Marco»  gli  Scudi  con  rarme  dei  Dogi»  quali  corno 
imagitti  rapprefeatanti  la  Ipro  oieaioria  ^  ^  la  foa  inTqrittione  in  Palazzo  61  qut« 

fPrémktrUiimi^éatb^m  ormiti. 


tllNIERO  ZENO  DOGE  XLIV. 

ANNO  i%%ì, 

A^5*diOenmuofocreatoI>ogefRinieroZeno>hnomoaccorto>  Scfagace  )dì 
molta  nputatione  >  8t  che  s*era  lungamente  effercitato  ne  i  daffiiri  dello  Sta- 
to :  il  quale  fi  trouaua  allora  Podeftd  a  Fermo  • 

Condotto  adunoue  a  Venetia  dal  Conte  Marco  Ziani  con  ijuattro  galee>&  ri- 
ceuuto  con  molta  letitia  dalla  Cttti.  In  queflo  mentre  il  Legato  del  Papa»bandl  la 
crociata  fu  la  Piazza  di  San  Marco»  contra  AzzoMno  da  Romano:  &  fu  tetto  Capi** 
tano  della  fanteria  TomafoGiuftiniano  »<&  de  gli  huomim'  d'arme  Marco  Badoa- 
ro;  &  fi  tolfe  Padoua  di  maqo  di  quello  acerbo  tiranno  ^  Oltre  d  ciò  fi  trau^liaro- 
fio  le  cofe  d'Iiìria»per  la  guerra»  nra  il  Patriarca  d*Aqailea  »  &  il  Conte  di  Goritfa  ^ 
Si  guerreggiò  fimiimente  co  Genouefi  »  per  occafione  dd  moniftero  di  Santo  Sa- 
ba. Perlaquale  fi  fece  giornata  con  loro»  &fi  alcquiftò  honorata  vittoria.  Ma 
ouello  che  afflifle  molto i  Padri  fu  »che  Michele  Paleologo  »  occupato  llmperio  di 
Coftantinopoli  »  efclufe  i  Veneti»  Se  i  Francefi  »  che  coiì  la  fuga  (1  faluarono  a  Ne- 
groponte  »  cinquanta  otto  anni  dopò  Tacquifto  di  quella  citti  •  Et  fi  farebbe  rìcu- 
perato.dalle  Àie  mani  »trauagliaM  molto  dairarminoftre.  Ma£stc^legacoiGe- 
iioiiefi»lu  foflcnuio  d^pcKenza  loro  •  Co  qiiali  venutofi  ni'altra  ^oltaatle  mani^ 
i  Veaeti  sedarono  vincitori.  In  tanto  il  Principe»hauendo  gouenuito  16.  anni» ven- 
ne a  motte;  &  fu  feppcUito  a  San  Giooanni»&  Paolo  •  £c  hebbe  quefta  infcrittiotte 
attocnoal  fuo  ritratto. 


BxA(rtfM(f0sJantte9^ejdéUM4ri^ 


Nn    J        LO- 


tOIBNIO  THlKl^OLO  DOGE  XtV- 

ANNO  i%^i 

DOpÒiOfk-edmoOoge^émfèftirutihib^  ThieMhr 

f^l JH0l6  dr  Iàcoiiiò>  che  Ai  V^Aì  ^kt  tn  iltom  Poddfli  i  Fàticb  9toi  di-^ 
oond  à  V eglm  con  ià  inoglie  grati  Signora  nella  Dattitttia»  ahri  dteKim  iMiaoU  tò 
Rè  detta  Ràfdi .  Giouò  moled  aUd Tua  elAtJanD  la  Vjttdti«  che  «gii  h«^  il  Tktf 
de  i  Génoóefi  • 

Fa  publicàto  in  Sin  Marcio  da  licòmo  Bafekf  vitf  (te  gK  Elettori  ÒM  ftMko 
contetitd  dell*vnitedale.  Et  miti  icdlegi  defi*a^i  gli  itidamM  a  kì  tMeftfìia  i  9i 
la  PrincipeflTa  fece  ih  coftuito  (blentiein  Pàlazao  fecondo  l^Oifdiit»  Aihfiiecd»  *  DÓf/i 
bufila  creaeiì^ne  fece  dtìè  pattiitadi  hoMrati  *  Pi^ddèhe  diede  ptì  moti^t  i  Ì^m^ 
mo  fuo  figliuolo»  vaa  rìcchiflioub  &  potcncifQma  donna  »  patrona  i nSimmoma  tf 
Hiolcc  caftella  >  &  maritò  Pietro  con  ma  gran  gentildonna  Vicentina  »  te  conceda 
loiodtnerfi  reggimenti .  Di  che/afwdom«l^d  Pj(dri  >8p  jf^kfit^MiltQ^M^ 
(omafle  molto  a  propofito  dd  Comune  »  prduidero  né  focceff;>n  con  Icsge  »die  il 
Prìncipe  non  poteffc  mar itarfi  in  perfone  foreftiere  i  &  che  i  telinoli  fodero  alla^ 
medcfìma  conditione  del  padre .  &  hekbè  ffi  Outfo  la  Citti  di  Cernia  datali  vo- 
lontariamente» &  limando  I<Mt>perPodeftd>GioudnniMoto(ino.  Etnonmoho 
dk>pò  Simone  Steno^degenerando  dalla  teamiai  prolapia>moflfo  da  ii^iuffiffim^ 
deuderio» congiurò contra la patrìa:  ma  (coperto  fu  bandito  dal  Dcmuuiio  coi 
4:enCapeiioyddrfuof€eleratopen(iero*  Si  CTcìrcggiò  medcfiasuneocv  co  f  ' 
R  per  cOQto  delle  gabelle  di  mare  i  ma  dopò  tre  anni  fi  comjpolc  con  U^io 
icultd  •  Et  (ihebbedifparereiKr  la  (leda  cagione  con  gli  Ancoiiitani*  V£9^ 
afaeftp^Prindpe  fette  anni>&  rcnticinque  morm»&  ti  mori  a  feded  d'Agollo  •Jeia 
6f>ptlUto  d  San  GiouMpi  &  Paolo»6iod  adU  porta  ^ 
Et  kbbe  la  prefeìtc  iaferittioiie  « 

IACOMO  COKtAHiNI  ]OÓC£  XLVf. 

ANNÒiayf. 

ÀSddilbftémBrthebbeMfegì^l3i]eate& 
Màrcòfd'^d  di  tà.  àhbi  «  H  ^oàDr  difeeildt  Ha  per  linea  ditìm^t  da  Domeoìda 
CoAcarini  >  cht  fu  Doge  Parino  ioa^.  Allora  fi  creò  là  prima  volta  fft  t^cttore  i^ 
Murano  t  cttfcititò  per  tndlti  eàmcU  6t  gfUrdlni  in  ferma  ài  dord  «  ^  fece  anco  Ul^ 
legge  $  che  chi  non  era  nato  di  legitimo  matrimonio  >  non  ^tcfle  entrar  in  Oeftft- 
glfo^né  hauerparte  alcuna  de  i  Reggimenti.  Ec  fi  eftinfe  felicemente  vosi  congiuim 
tefluta  da  vn  Giouanni  Saracenotclieiu  bandito  • 

Di  fuori  poi  fi  refi  imi  là  gràtia  i  Hdèdàni ,  &  TrfMTaiti  ^  cliHI  ttifi^  d^care- 
ftia>negarono  il  grano  alla  Repóblica.  Si  acquiftò  Almifia»  &  Montooa»  &  Capo  di 
Ifttia  «Et  fi  acquetarono  le  ditoordie  co  Mantouam'»  per  dil^enaa  di  Marco  Sefen- 

dolo» 


/ 
i 


DBPRINCIPH.IRXni        ssf 

fWtlkinM>Uc>(bcQndoi  Padri  a  volontà  uu»crearono  in  fuo  luogo  Qióuanni 
Pendolo?  9c  i  lui  prouidcro  di  honocati  |>rouenti  i  mwtrc  viucdc^ 


Pk  !iffiimf»ikVtntf0rmiffi^Jk4Hg^ 


GIOVANNI  DANDOLO  DOGE  XLVfU 

ANNO  liCcu 


poaueiaiiKiiofiioadciiti*  Lac^actieaiiagouactircop  naumupc 
inercaiid;  l'altro  vatettemoto^^émift  A  éorad^  Et€glhMfivHiè 

moU  aboS  4dla  atti  9  cosi  Qoile  coft  dìp  i|ìi^^ 
dini  • 

Si  mifero  anco  in  mare  due  aniu^e  >  ccm  Trna  il  tndd  i  Langò  f  con  ralt^^ 
contra  la  atti  di  Thriefte  >  per  d^tderfi  dal  Patriarcad^Aquilca  $  &  dal  Conte  di 
Gorida»  di*crano  entrati  con  Tarmi  neirfftria.  Ecacqiitftato  Pirano>fiiece  la  pace. 
M}i  mentre  che  in  quelite  parti  fi  combatteua  della  ^urifdittione  >  il  Soldano  occuh 
pò  Tripoli  ndla  Sotia.  Al  cui  Arduefcono  la  Repubuca  diede  venti  galeesad  i tiftaii* 
xa  del  Papatpecdie  c^  aiutaiTe  taOiìefa  fua.  Ma  tutto  fu  vano  •  in  quefto  tempo 
inedefimo  u  battè  lar  prima  volta  il  Ducato  d*oro  t  che  hoggi  fi  chiama  Zecchino|» 
Indi  a  poa>  il  Dott  mancò  l'anno  ottauo  del  fuo  Rcgein^toiSc  fu  ri  inSan 
Gioaanai  ft  PaoK»*  Et  filecc  al  ritratto  fuo  queiU  im^ 

PIETRO  GRADBNICO  DOGE  Xi vili 

ANNO  uW. 

AScefe  ai  Prìnopa»  Pietro  GradepigOt  d'ai  di  3  8aqoi>elfi:ndP alkxa  Podefbl 
in  Capo  d'Iftria  >  &  fu  creato  a  venticinque  di  Nouembre .  Accorto  Imomo  % 
pnidJrate  %  thmimo  iouitto  %  te  molto  eloquente  >  &  che  gettò  fi  può  dire  il  fonda- 
meiiso  della  eterniti  di  quefta  RepuU.  con  la  ottima  r^olatiqne  ch*egli  fece  dd|e 
coTc  del  geuemo.  PproceafiiQfwt^j^qii^iQac^^  in  cafa  ategmn^  Uimvi^r^ 
te  eftinte>&  fuori  guerre  importanti  co  Genoueu>  &  co  FerrarefiTcon  rotte>&  con 
daiino»&nellMrnaa>fa&nerarafdeiioftrì.Siliebbedaf^  N^ 

quali  attkmtéorirono/iyìoiiantt  Sonnizoi  Morofino  N^^ 

/^       .       '  Nn  4        Io» 


y€6  DELL  É    V  I  TE     ^ 

l#>detco  ò  Caliio>ò  CaHo.  Fiori  anco  m  Kctro  Giuftmìanoidie  deOa  giomaca  ftr- 
u  a  Curzola  co  i  Genouefi»  fatta  gran  ftragc  di  loro»  coofacrò  il  Tuo  fai^e  per  Iz^ 
patria.  Bilufle  etiandiò  vn  Domenico  cog;tioininato  Schiauo»  ti  anale  con  t^  galee 
ottenute  dH  Senatoicorfo  per  dìuerfi  mari»  &  grauemente  afflitti  i  Genooefi  in  pili 
JkiogbiJidbòe  ardire  di  batter  moneta  fui  Molo  di  Genooa»  in  f^ 
^parimente  esemplare  per  fedeltd^U  fitmigKa  Ziliola  •  Della  quafe  V(ct  poi  qua 
Vtttoriopche  prefo  dal  Re  d'Inghilterra»  &  sforzato  a  fernirio  conia ^naoe  000- 
tra  il  Rè  di  Francia  >  amico  aUoraiklte  R^b.  volk  fù^l!^ 
doue  fupofto  >  che  compiacendo  a  quel  Re  Heramente  adirato >  far  dttpi^re  a^ 
gaefto  Dominio»fe  fofle  andato  contra  a  m  Rè  allora  tanto  fuo  amicoi»  ih  cafa  poi 
ft  fece  la  legge»  che  non  poceft  eflere  eletta  m  Doge  »  fé  ncM  fiiffe  del  Gran  Or  ^ 
glio.  Et  nacque  etiandio  nel  coftui  tempo  TEccelfo Configlio  de  DiecUl  quale 
me  perpetuo  guardiano  deUaRepub.laha  conferuata»  &  confenia^con  tanto  tt..^ 
peramento  d^  fua  fuprema  auttoriti  »  che  nulla  piti  •  Ora  il  Pcìndpe  reiMCo  a^ 
motte  »  &  dicono  alcuni  di  veleno  »  a  tredici  d' Agofto  9  fu  portato  a  NtoaoQ  adlat 
ChieCadiS.CiprtanQ  «  Et l'infcrittionefua  nel  Palazzo  eraqucfta« 

Vrbem  fwrgdni  ,p  rofulps  feitttpfs . 

SCRITTORI    VENETI* 

F'*  mqkefto  tempo  Marco  Polo  "ì^obite  Finitìanù  9  it  quote  fu  Uprinuhcherìcertagt 
ne  temfùfuoiù  regioni  non  ctmofcime^fcriffe  &delCat'- 

taio^  Del  pMeje  de  Tortati^  d^ altre  Vrouinde.  Et  tornato  ricco  alla  patria^,  acqu^cot^ 
ffiome  di  Milione  per  le  riccbeo^  portate  cmilui^nel  [uaritomo^ 

MARINO  GIORGI  DOGE  XLIX.  . 

,    ANNO  ijiK 

NOn  molto  dopò  fiiaflùnto  al  Ducato  Marino  Giorgfo  cognommatoSatito^ 
percioche  era  efremplare>&  d'ottima  vita  •  Nel  fuo  tempo»che  fti  breue»firi- 
bello  la  città  di  zara .  Et  ^li  in  quel  tanto  fece  edificar  del  fiio  »  la  Chiela  col  mo^ 
niflero  di  San  Domenico  »  per  i  Fcatìdelt*òrdincde  i  Predicatori  »&  la  dotàlarga* 
mente  ^  Et  mentre  che  &  fperauaottima  riuicita  %  e&ndod*etd.di  8r.  anno  finniori 
a  i  i4.di  Lt^io  •  Et  fii  per  ordine  fuo  pofto  in  San  Giouanni  >  &  Paolo»  in  luogo  af- 
fai recondito»  &  faputo»  ò  veduto  da  pochi«.  Et  l'infcrìttione  fua  diceua.in<pi^ttà« 
maniera*. 


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QlQb 


DI  ^amClPI  LIB.  Klìh       ; ^cy 

GIOVANNI  SORANZO  DOGE  L. 

ANNO  xji». 


ETfa«)fto 


Xl/  pel  voko>accom>9&  aftuco  molto.  Éc  quantunque  moft  rafie  neU'cfteriore  ^  d*- 
cfler  perfonaiucotQpofta  &  indifcreta  i^cia  però  ^ntile  &  correfe  ^  &  ftimaco  aiTaì 
dall2l  citti>  perii  fuo  conofciuto  valore  •  In  queftì  tempi  fu  tanta  Tabbondanza  del* 
fe  cofedcSa  cithl  >  die  con  vn  ducato  >  fl  fbmiua  tutta  la  cafa  per  ma  retttmaaa  di 
.camangiarì  •  Nel  fuo  pi^mo  anno  fi  rihebbc  Zara»  &  fi  fottomife  Traù>  Spalato^  8c 
Sebenico  alienate  fotto  il  fuo  preceflbre .  Si  ricuperò  N^roponte .  Si  difefe  pari- 
mente io  Stato  a  Caìfa  9  &  in  diuerfi  altri  luòghi  contra  gli  iniulti  %  che  Gcnouefi  »  i 
qujdi  oppugnauano  Andronico  Impei^adore  •  Alto  fine  venuto  a  morte  dopò  fedici 
anni  delibo  Principato  :  fu  feppetlito  ncHa  cappella  del  Batttftedodi  San  Marco* 
Et  il  Aio  Breue  didxua  • 


*  « 


Trétffurkim,  SféUtrm  >  <£^  Sihiuicim  fib  m^^  tmns  • 

SCRITTORI   VENETI. 

VIJJemipieftùSecohìAMfMSttm  IAf$ 

uumo  diuifo  m  tre  pmrthiHr  intitolato .  Liber  Secretarum  fidcUmn  Crucis^  nH  quale 
pamtengono  molti Jeeretitiper  acquiftare  d  Chriftiani  daUemamde  Sar4CÌni,Terra^San^ 
$ai&  co^eruarU,  Scriffe  ancora  im  libro  d^Epiftole  latine  d  molti  Rji$  Tontefi^h  e  Cardia 
nalÌ9mprop6fitodeUe  alfe  di  Terra  Santa. 


FRANCESCO  DANDOLO  DOGE  LL 

ANNO  132S. 

T\Opò  k  ceremònie  del  morto  Doge  >  fii  fublimato  a!  Trono^cale»  Francefca 
«A^  Dandolo>a  gli  otto  di  Gentilio  •  Si  trouarono  in  Venetia  fotto  coftui  »  in  viL» 
tempo  medefimo  tfo.  Ambafciadori  di  diuerfi  Prindpi  9  Se  Comuniti  per  diuerfcj 
•ccafiooifira  toro  i  chiedendo  il  giuditio  del  Senato  %  tale  era  la  fama  Clelia  giuftitia 
inooRoctsdetl^ri  «Si  prefero  poiTarmi  per  le  cofe  d'illria»  contra  il  Patriarca 
d'Aqnilea  •  Et  fi  venne  iodibordia  co  Krkicipi  delk  Scab  •  I  quali  afpHrando  aU^ 
lnq»M  dltalia  9  diiqgnaoanoinanzi  tratto  f  d'atterrar  la  potenaa  qc  Vinitiani. 
Ma  trouandofi  di  gran  hioj^  incannati  >  fPadri  s'infignorìrqoo  di  Trenifo  :  &  etìS, 
Scaligeri  hd^bero  grada  di  £uru  amici  della  Republica .  Si  cofin*afle  anco  vna  1^ 


contra  i  Turchijfia  Paoa  Giouanni  XXII-  rimperat.Greco»  il  Ri  di  Francia»  la  Sj- 

Snoria»&  il  Gran  Mauro  di  Rhodi»  ma  fi  diifolfe  per  la  morte  del  Papa .  Et  hauenl- 
o  quefto  PrinctMsouornato  dieci  anni>  &  dieci  mefi»  fi  mori  d'Ottobre»  &  fii  pò* 
ilo  nel  capitolo  de  Frati  Minori  • 

Non  voslio  pretcnnetta»  in  qoeik)  luogo  di  dire^ch"^  ^ 
pa:fi)C€effl(Mìidcirwo>9c del  padre.  Perdoche  hmoliebbe  noma  F«ance(co 
■      ": "  Can> 


r" 


;tf9  DELLE    VITI 

Caa»&Gkmailnt6iopidicamedefia[ip.  DdTaMfimleiadÌperfi  loodiiper 
fcrittarc prillate.  MidiGkxtaonitdhabbiamotnaisefiKMiap^ 
ihu  Er  qodlo  c>Yn  mandatotoiicro  kttora  creden^^ 
CMJie  ville  l^aono  »8q.  nqoafetinandaiKb^ 

in  tempo  di  FranoefccH  fonie  quefie  parole  • 
'  frtmifcutlUmddmsfUfaqmiaamimm 
rim/!tp^umifèDMQam.difi  reneris^amlaa^^ 

diviqacfoinfcriccoiaPllazwfl  prefbiceBrcw 

T4rmfimS4kdtmfiémfdkirAdedi  • 

BARTOLOMEO  GRADENIGO  DOGE  tIL 

ANNO  ijjs^ 

HADCftd6Afif>iwat>»(ÌQfo  Dottore  ><KcB^ 
MiKOicecteoaDa  roloacA  de  PaAAtfiiaflbnto  al  DDcaroBagtolomeotGrau 
dra^Mo  3 1  .TOtoa  7uBNot«Mbre.fìraqae(lo  hiKMBodi^ 
ratx>r  dbl  San  MaiocHtfberak^^pkiK^di  booti  n^^ 
OKxal  goimnosOperòettelÌRcox^i  prìmiRetten  aPdeftiti^ 
niocaHaltce  v<y&c  dcticK  nu)aiencoific  pecaua^ 
fiirdetDc^^ctvIegoMecnaaa  perfnoiCaftaidi«. 

IaqpefltteiBpiatietiiieil£inio(ÌD^iiiirac0lo  SteGiocgiOftA;^ 

San  Nicolà^che&liiaeoaokciixaadd  v^ 
fooct&  qo^ogni  co£» .. 

rvmuer(ale..]&nuiiaO'Cer2QddfuaPnndpaca?eQQe^mertea  i^diDeeetabcci^ 
fu  feppc^o&ne*IoJCcopocciciudiSaaMiarca»&iì  gli  fece ijucfUintainionc  mi.» 

ANDREA  DAKDtOLO  DOGE  LIIL 

ANNO  ij4|k 

T^VqueftaPtihdpfrdìaccfffiin»*.  8rpmn&dtiKòaiVbiixuii\chcriÌDeMdfe^no(e^ 
Jr^<lelDMt(into»EtittaflMKt>»caDtogtadD  d*ctidka9entatreanm.e&iida 
fnaaìaat  étSan  Mébcd  >  Smflìèlfthiftioria  iara>  accodofogc  gì  AMttJìJiffiu  kk 

ftcc- 


pò  di  Santo  IfidDco*  Amògnmkfxiemc  i  l^ttcn^ 
ciua  del  PeoMCi»  Si  goeni^iò  fdiio  y  «0  2aii^ 
mavolu» 

Ma  fi^oimlagDCRa  In  difficile  >&pcrìa)IoEi  9  coG  «Ila  liiie  arrecò  dbriatAc 
lAÌeQdor0>  perciochcilRéfugfaucinenterqtiOy&ZararìràrfealUmifcrì 
M  Padri.  StriiuMÒeuaiidio  la  guerra  coG^noucfi.  Etfiprelcro  facmi  contrai 
Conce  diGoritia^  quale datotia  Veneti  »  fucondotto nella  citrd ,  Auennero okre 
«ciò  due  fieri  acddcnti  in  cpieflo  teiDpo  .^^rno  fu  vn  toitn»^ 
PaglOifQfigiande^cfaeaodan)^  d^hiefe»ondc 

da  indi  in  poi  ficfaiana  ancora  San  Paobde  i  ^rremoti  •  L'altro  fii  quella  horre»- 
4at>efti^viciuprit|Mdalle  narri  diTà^ 

laqttdeilBoocacdofcti|9re«^  accuratez^.  Per  laquaiend 

mde  di  Maggio  monricmòi  due  terxi  ddie  pedone  >  ic  fra  faltre  tutte  fc  donne 
KcgoetBc  dnrò  per  fd  mefi  *  Et  di  ciò  fi  Icm^  aim>i^ 
IbpralaporttdeBa  Scuola  dellaCanti*  SFflDc^èmtotbifnorte^foripoODiid 
Battiftcnodi  S»Minm>  >  &  hcbbem  PalMif^^ 


^^l/6^ARlNO  FA  LIBRO  DOGE  IIV. 

S'AfialDncaW»  tonmrtto£iiiottdéiQcMurafttauno>MariaeMtoDC^ 
VtfiNManmbtfcrdnio  tuttamente  mdiMrfePodetfanìef^^        Scia» 
iMltimaafeggi  medefimàiiiàMei^ 


VtfiNManmbtfcrdnio  luteamente  mdiMrfePodetfanìef^^        Scia» 

fkimanfeggi  medefimamàMe^clhif^ 
«obliente  ing^gaoi&benpiilaaie^Bacoimodlborj^  Poriacpialoollora 

«mandòntolooschemofedaYnfiero (degnò»  ptttfigintjaticiwtta  indisiMMr 

dd  fue  m>me»&  non  rendicacaicome  «flo^Voieua^oodgM 

gnbitggiafe^endo  d^ratdi  Souuini»  &  feiaMl  %Uno& 

to  in  cu  cofi  grandeyconmi  la  patrìa^Ma  fooperto  col  fntUK>  di  Nicole  t^ 


pò  negro  della  ludeteafederoicritte  quedc  parok^JLitai  Màrìnif^etrid^^aii 
frocrimimbm^uo^tAttiù  fi ttòUàift copie abtlchei^ùefio  Brciìe»  O^eìMaffant 
chequalche  volta  vi  f<^i1  ritratto*  •  '<  *    ^ 


Temeritéthmtégf^néU  hi 


Gia> 


fjo  P-€  L  t  E    V  I  T  S     ' 

GIOVANNI  GUADENIGO  DOGE  LV. 

ANNO  IJ55. 

nÉppelIito  PinfeliccPrindpc ,  la  ctii  condoni  fii  prima  fpcnta  die  faputa 
O  cittd ,  perla  fomma  pnidcDrt  dePadndi  cjiiel  tempo  >  fti  fatto  in  fuo  luogo 
Giouanni  Gradenigo  cogtioiifiimte  Nafone>di  eti  di  7tf.anni>  di  profonda  memo- 
riaiperitiffimo  lyelle  leggbin  tanto  che  alcnùi  diconoi  ch*«Ii  fa  Dottore  %  &  amaa- 
timcno  della  patriai  ma  però  notato  d'auaritia  $  8t  di  fgarbatezza  nella  perfona^« 
Pcrcioche  haneaa  certi  modijpiaceuoli ,  co  quali  fomigliaua  Giooanm  Dandolo 
Doge  47.fuo  ino  matens)  >WeHnotwuiiticuio  fi  fece  confcderationc  co  Geno- 


d*  Vt^am  jpcr  la  Dalnaatia ,  Viflemo 
anno^tre  mefii&  z4.giorm.  Se  gii  tn  tatta  quefta  infcrffiiNc  • 

MemtrU  0*  kris  feritU  detriti, 
Cttm  JdmtenJikitSi  fòie  fitéu  itt$' , 

GIOVANNI  DELFINO  DOGE  tVt 

ANNO    iis6.  >^ 

MEntre  che  Giouanni  Delfino  Proueditore  inTreuifo  difen'£uy  ^^elfa^ak^ 
conerà  gli  Vngarì  »  fa  creato  Principe  a  i4;^i|AgQ|)tf  MqP  Q^HtT^i^^'i^ 
dunque  ricercarono  il  Ri,  che  affediana  quella  Città»  ctfc  deui «paSVal^ge  U30 
ro.  Ma  il  Barbaro  vantandofi  con  fiiUtoU{upeii>ia  di  tener  prigione  ilPnnapedi 
Venetia»  non  volké  mettendo  a  conto  di  gloria  9  quell'accidente  che  era  nato  dal 
cafo.  Mail  Delfino>accortO}&  animofo  infitme»ylcito  con  bella  occafiooe di  Tre- 
lufoja  bandiere  fpiogate  con  aooxaaallÌ9&  condotcofi  felicemente  a  Mergara  »  fii 
raccolto  da  Vadrico»  onolta  letitia .  Ora  fotto  lui  fi  fini  quella  guerra  >  baueodo  il 
Receduto  il  ritokxfella  Dalmatia.  Et  fi  rihebbe  indietro  Conigliano»  SerauaUe»& 
AfoloKxm  tutte  le  altre  caftella  occupate  fai  TriuiTano  • 

In  cafa  poi  fi  fecero  diuerfe  leggi  •  Fra  le  quali  fu  importante  la  regolatione  dei- 
te  pompe:imitata  poi  da  diucrfi  Principi  d*italia.  AUVltimo  il  Dc^  venne  a  mor- 
te fanno  qMrto  del  fao  K^imento  9  &  fa  ripofio  in  San  Giouanni  &  Paoto  «  Et 
hebbe  qoefta  infcrittione  • 

Téa^uifiumo^filitneiihritm  feci,  p4Ci  cttm  Hitngdrh 
ìnitÀ  • 


^49^^<¥?> 


*  "^rj  i 


SCRIT- 


DE  PRNICIPT  LIB.  XIII.  yyf 

•  "      SCRITTORI     VENETI.    . 

Fiorì  in  queflo  tempo  nelle  lettere  >  all^a  in  ^oco  preXx^  >  ò  per  la  condithne  di  quei 
tempii  ò  perche  s^attendejfe  ad  altro  negotiOy  che  quefio ,  Barnaba  Dardano  Dottor 
Medico  9  ricco  huomo  »  &  che  lejje  lungamente  nello  studio  di  Vadoua  •  Et  lajciò  di  fuo 
'vna  opera  di  Medicina  difltnta  in  1 1  Mrii  la  quale  fi  troua  al  pr  e f ente  pre/h  a  Hippoll' 
to  Daxdztìofuo  dijcendente .  Etpoifeppellito  nel  Cbioftro  de  Serui . 

LORENZO  CELSI  DOGE  LVII. 
ANNO  i3<Jr. 

COncorreuano  alla  dègnitd  del  Dogato  »  Pietro  Gradenigo  figliuolo  del  Doge 
Bartolomeo9Leonarao  Dandolo»  &  Marco  Coroaro  >  fé  bene  era  prigione  m 
Auftria  •  Et  mentre  che  s'attendeua  a  quefto  negotio».  venne  iiuoua  che  il  Cclfi  Cà* 
pitanò  del  Golfo»  haueua  rotto  i  Genouefi»  onde  fu  incontanente  creato  Do^e  coti 
molto  applaufo  i  ló.di  Luglio .  Fu  in  quefti  tempi  a  Venetia»  il  Rè  di  Cipri  »  &  1'^ 
Arciduca  d'Auftria.  Il  quale  per  le  molte  cortese  riceuute  »  liberò  Marco  Corna* 
ro»  &  Oiouanni  Gradenigo  »  che  in  ritornando  d'ambafciaria  »  furono  preH  in  La- 
magna  da  vn  Tedefco»per  caufa  particolare.Na€qu6  etiandio  la  ribellione  di  Can- 
dia;  per  la  quale  (i  heboe  che  fare  affai  •  Ma  la  rirtù  de  noftri>rotto  il  Generalato  d  i 
Luchino  dai  Verme  »  fu  tanto  poffente»  che  fi  rihebbe  l'ifola .  Et  i  ribelli  furono  a- 
cerbamenteouniti»  con  tanto  piacere  dell' vninerfale»  che  fi  fefteg^iò  per  alcuna 
giorno.  Et  il  Rè  di  Cipri  gioftrò  con  lacomo  figliuolo  di  Luchino>giouane  d*incre- 
dibil  valore  •  Della  qual  gioftra»  il  Petrarca  fendè  nel  4.delle  Senili»fi  come  altròùc 
s*è  detto  •  Il  qual  Petrarca  in queflo  tempo  offerì  la  fua  libreria  al  Senato  »  che  fece 
vno  honorato  editto  »  in  quefta  materia  :  fi  come  di  fopi-a  fi  è  ragionato  »  nella  di* 
fcrittione  del  Sepolcro»doue  il  pubhco  gli  apparecchiaua  la  cafa  >  ch'era  il  Palazzo 
delle  due  Torri  della  famiglia  Molina  >  poffqduto  allora  da  Henrico  da  Molino  pa- 
dre d'Andrea  prefhintiffimoSenatore»del  qual  Andrea  nacque  Luca  che  habitaua 
nel  detto  luo^  »  al  tempo»che  lo  Squarcianco  Tariffe  la  vita  del  Petrarca  •  Edifici  » 
fatti  poi  domicilio  di  Donne  monache»per  concefGone  pia  di  efll  Molini  »  con  cer- 
ta ricompenfahauuta  dalle  monache  di  confenfo  del  Senato.  Ora  il  Principe  fo« 
praprefo  da  vna  febbre  che  lo  tenne  occupato  soggiorni»  mancò  alli  1 8.  di  Li^Uo  • 
£t  fu  portato  alla  Celeflia  •  Et  il  fuo  Breue  fu  » 

fi  màrì  Dttx  y9cor,  Qreta  libtràtor  opimd . 

MARCO  CORNARO  DOGE  LVin. 

ANNO  1365- 

ET  m  fao  hiogo  entrò  Marco  Coraaro  Caoftlieco  >  &  Piocurator  di  San  Marco 
d'eti  di  8o.anai>  nobilifs.  di  fangue*  &  illuftre  per  molte  Legatiooi  >  &  fo  ekt- 
toaai.<ULugUoraiuioi5^5>coD  piacere  della  Otti»  perche  era  iaaìohaofno» 

«lo- 


57»  D  E  L  L  E    V  I  T  E 

eloqiicntef&  amata  oiollob  pace  ftfaMiòii^^  Poco  dopò  U  (ba 

tìctchac  s'eftinfcro  del  catto  le  reliquie  della  r2>eIlioiie  di  Caadia  nella  patte  d%j 
menci.  i 

Si  diedero  poi  a  Papa  Vrbano  QgjcttOfChe  Jbaneu 
flM>ri»alc)aantc  ca^ fie  qpali  k>  coodutfàio  con  boc^ 

lia.  Ma  non  an<&  molroicbe  il  Prifinpe  haaetidp  Ducato  doe  aant»  QcqnaU  fi  f^^ 
in  pace>fi  niorì  a  I  a^i  GcnfMUOf&  fu  pottato  a  S.GioBaiiQt  &  Paolo  >  Se  poto  Q^ 
cappella  maggiore  •  Et  bebbe  quefto  Breue  • 

l^fUnarebelUruis  Cr€t£fimduiu  extiftxi . 

SCRITTORI    VENETI. 

t 

F^rmotnqueflatenipùcÌHmperletteTehmnme^dmneTyoni^^  iM/nuìLipu^ 
UfcriffcTmlilnifmtitolatihVrimd&SceMtidaparsSùlisC^  Etlm'Mtì^ 

éet$o  M  Vrimum  &  Secm$ium  >oUtmcn  de  f^exillo  Beat£  Ktipnh .  De  Utmmefiiper  na^ 
tWNdis  Afaiefiath  due  libri.  De  VhilofophiafacriYl^ronifiéper  nattfraHf  m  xÀmmc.  De 
fapieniiaU  Theohgia  lib.  i  •  De  mjfterio  Daminka  Incamatìonis .  De  mstris  Domìni  OT'^ 
tu.  DibtcidatìMes  de  LHCd  S.Crucis .  De  notitìa,  vi£  reltéttim  Didogo .  Depatia  &  m- 
bUitéte  naturf  humma^'nft  Dialegò  morale.  De  amore  Dei.  Scriffe  aKUpoftulejbpra  Lm- 
éa.  U  éiu46fuiteeof e  fi  ferban6ì$elU  Libreria  di  San  Domenico  di  Boloff$aiminttùbo^^ 
gidi  (f4Gio«BatCi(u  LcMhhuomo  dotti ffimOi&  berede  della  inni  &*  dottrina  del  fre^ 
detta .  Nacal  Vmeta^l^ciò  vn  lAro  delia  materia  deUe porrne  da  Sfufiare  intomùoUt 
bntere^  Et  il  moda  da  farle  di  -Pttro  « 

ANDREA  CONTARINl  DOGE  LIX. 

ANNO  ij<J7. 

ANcora  che  Andrea  Gontarìno  hauefTe  fàtco  tn^mdere  ad  ogoiimo  »  d*<tfrere^ 
aUeno  dal  defiderìo  del  carico  del  Dogato  »  &  che  haiebbe  tifiutato  a  cotte  le 
rie  cofi  facta  degmt4>panie  a  i  Padri  di  concedergli  quefto  hooorc  >  8c  fé  bene  ita. 
ftigpico  in  Padouanai  loaftrinTero  per  ogni  verfo  ad  accettarlo  • 

Entrato  adunque  in  Sede  a  a  a  .di  Goinaiacoii  fomma  confotatioQc  della  Citti» 
tMi  con  molto  Aio  dìTpiacere  %  percioche  gli  era  ftatopredetto  9  che  quando  foCTe^ 
Principe»  la  Repiiblica  patirebbe  grandemente>  ti  pofe  con  oeni  (bllecitiidiae  &  ìqh 
duftria  alla  cura  &gouertK>  del  Principato..  Machiècoloicnepóda  Tchiuarle  di* 
une  deliberationi  f  Concioda  che  non  molto  dopo  >  nata  la  guerra  co  Trìeftim'  »  & 
con  altri»  auenne  cof a  di  fommodifturbo  aUa  Republica .  Percioche  Francefco  da 
Carrara  acerbiflimo  nemico  d^  Viniciani»  contratta  lega  col  Ré  d* Vicaria  >  col 
Patriarca  d*Aquilea>&  con  la^publica  de  Qenoiiefùmoflè  Tarmi  per  tutto  coa^ 
tanto  ardorciche  oltre  alla  riuoltitione  che  perciò  ne  fegui  per  tuttotoScato>i  Gè- 
nooe/t  occupàronola  Qtt^  di  Chìog^iadel  1 97^.  &  penetrando  inanri  trerft>  Ve^- 
netia»  la  Republica  andò  à  pericoÌoearomod*inceritO)  fé  la  virtù  Veneta»  Tempie 
»aniQ(afliimùtM  oeUiOMcaduerfe^nonaiBrei^ 

ci,. 


DB  PRINCIPI  LW.  Xnt         573 

d.  Petcioche  fattofi  vna  gioila  armata  >  della  oualc  fii  Ciccato  it  medefimaPrìn* 
ape  che  volle  andare  in  perfona  >  8c  Ammiragflio  d'eflÈi  Yitxotio  Pifani  i  parucofi 
con  groflb  ftuolo  della  Cicti  >  aflalì  i  GenouenT in  Chioggia  >  con  tanto  valore  >  die 
alla  hne  aflediati>vinti>{Sc  fuperati  mto^ì  rerfosfi  ricuperò  Chioggia  a  2a.di  Giu- 
gno i  jSo.congrandiffimo  faufto  elei  Principe  •  Il  quale  alla  t^atrià  con  alle^ezxa^ 
inaudita  df  tutte  il  Poooto  conduite  con  lui  41 4a>  prìgioniGoiòuefi  $  che  in  poctù 
mefi  fi  morifono  qaah  tuttii8c  a A>o.Padettaai*  fit  portò  parimente  conK  peoci^ 
trofeoy^kre  a  tante  altre  bandiere  tolte  a  gli  aaoer&rir  1^  Scudo  del  Capitano  Gè* 
HcraiedcGcAouefiiratto  di  cupio  còtto^ocoado  l^vtbdi  quelfeti»  dóue  era  di  riUe- 
W  San  Giorgio  a  cattallo(in<!^na  propria  della  Gommili  di  Gcnona)  lauoeaco  di 
fpthtèciii  ftttcooy^  dovato>il  qualt  con  la  Ptomeflione  Ducale»  ie  con  altre  co£c  di 
pressoi  fifcrbadi  da Francefist)  >  &  MicronifiioCoiitarini  gii  figfnioK  di  Bertucci* 
&  nipoti  df  Donienico  da  SS.  ApofkiMifttodeavdc  f  Hora 
Doge^Sc  hoggi  heredi  dd  nomcdc dellaglòria di  lui  • 

Ora  itPrmcfpe  ridotte  le  cofe  a  cori  honoratoiflovetine  a  morte  dofK>  15. anni 
dd(fudRe|;;gimento.  Eefuiepoltonel^liM&odi  San  Seclàiiaibpra  )a  porta  per 
fiancoy  in  rKCò  fepakto^  con  qnefto  epitaffio  iii  maroidcoa  letrcrc  Gotiche  anti- 
chef venuto  poi  a  cafo»qua(i  come  in  ferbo>per  incendio  dì  quel  luogo»  nelle  mani 
4r Marco  Antonio  ComadniSenatore  da  San  diouanni  &  n<d9  # propinquo^d'cT- 
loDoge* 

*  « 

Hsc/4eerJmlreMsflirfsQ>»t4re»4mor4t»r, 
']Duxp4trU  fre€Ì^tisJènior,  ftti  Jtnud  cittes  > 
Métte  tMos  fuodensy  ^  yictòr  dajji  fotktis , 
Amiffé  Flnuf  Qti^tm  féètmfUi  nimdt. 

4 

&  M  (ba  iflfcrittiMe  istormyal  rìtratco^faoy  fu  qoeff  a . 

^t  nuin  técthknitMi  cum  UtMunfisprofUffuterm  ^tfdUmfm 
ratftrim  ,0*él  mdxit^i  fwimiis  Pétriémiéermerim* 

a 

MICHELE  MOROSmO  DOGE  LX. 

ANNO  ijSt* 

ALiiffdC«afeccefiei}MoroAioFBOciiraMr  d)SMMarea<fctddi  74.anfii»éQt» 
tifflmo^ft  pmdmce  httomo.  SocMcottu^fi  fece  fimpcefa  di  Tendo»  oconpA- 
te  dal  MfldMeooónraJuto  de  Greci.  Rifofmòparimenct8Ìcttnekni»&(aril» 
tr^foiieciiefidecapic^^roimiddiaibchcpriffiasrr&uad^  PrenaJfc» 

anco  la  pefte  in  coù  facca  maniera»  che  ajKoratflo  fimcMfj  df<)ud 
tebre»it  quarto  moCc  de)  fuo  Ducato .  Et  la  Aia  iufcritt jom  fii  qticfta . 

^MeédàmusfétrìdffifiittàiMrunfrtf* 

'     ■  AN- 


J74  DELL  E    VI  TE    * 

ANTONIO  VENTERÒ  DOGE  LXL 

ANNO    1381. 

IDifpareri  de  i  Quarantanno  1  cagionarono  Tclettione  di  Antonio  Vcniero  d'ctd 
di  tf4.anni>il  quale  era  Capitano  in  Candia .  Huomo  co(i  giufto>che  confinò  ia 
prigione  Luigi  fuo  figliuolo)  che  haucua  giouanilmente  dishonorató  in  parole  vna 
cafa  nobile .  Nel  coftui  gouerno  fi  fece  lega  con  Gian  Galcazto  Vifconcc  contra  il 
Carrarefe.  Ma  crefciuta  molto  la  grandezza  del  Vifcontet  iì  Senato  (i  congkinfe  c^ 
Fiorentinijco  i  Sanefi»  &  con  altri  per  mantenimento  della  publica  liberti .  Et  tol^ 
tali  Padoua»  fi  reftitui  al  Carrarefe,  inueflendolo  Vicario  in  quella  Otti  per  nome 
del  Senato.  Si  foccorfe  etiandio  Emanuello  Imperator  contra  i  Turchi^fotto  il  Car 
pitanatodiTomaroMocenigOichepoifuDoge  .  Et  fi  aiutò  Sieifmondo  Rèd'-- 
Vngarìa  che  foccefle  all'Imperio .  Et  fi  mantenne  in  ftato  il  Marchefe  di  Mantoua 
comra  il  Duca  di  Milano .  Venne  anco  a  diuotione  l'ifola  di  Cor&ì  •  Indi  a  nocur 
molto  il  Doge  jnfermatofi  >  pafsò  all'altra  vica  &  hebbe  TinfraCcritco  Br eue  • 

Creta  Prafi^us  l>uxeligor ,  meque aul^tre ynkus  In  rutntulii 
damuitur  filmst  (^p  trifley/kltàbrc  tante»  exemplum  Ju/HtU ,  ^ 
fteriuti  nuindandum» 

SCRITTORI   VENETI. 

\JIjJero,  &fcri(fero  in  queflo  tempo  gli  mfrMfcrini  bùomini  chiari  iwlle  letttre%Wha^ 
V  to  K\bcTtìp.Gvàtore  molte  volte  à  diuer]ìVrincipi:&  fcriffe  diuerfe  Orationi.Do^ 
menico  'BohniF$lofofoi&  Oratore^fece  vna  opera  intitolata^  Contra  detra&ores  pm^ 
tatis BMarésVirgints.  MzrcoGiovgiidelCordine deSerui,Filofofo,  &  Theologo com^ 
pofCi  De  liberiate  Ecclefiaflica  lib.i.  Contra  Simoniacos  lib^i-rUa  ù.ThUippiBenci 
Fiorentini  in  rerfohercico  latino*  Orlandino  de  Maftlri  Giurifconfulto  celchre  >  ifnaniò 
fuori  yn  trattato  €on  quffio  titok.  Repetitio^fuper  fuér»  &  titillo  de,  cbUgatimiibus .    , 

m 

MICHELE  STENO  DOGE  LXIL 

ANNO  1400. 

Finite  le  funerali»  riufd  Doge  in  capo  a  fette  giorni)  Michele  Steno  Procerator  di 
San  Marco»  d'età  di  dp.anni»  ricco  huomo>&  di  vaIore,cofi  per  terra»  come  per 
mare .  Et  la  fua  elcttioiic  piacque  di  modo ,  che  fi  fcfteggiò  dall'arti  per  molti  me- 
fi.  L'anno  feguenrc  Tlmper.  Alberto  »  &  la  moi^lie  venne  a  Venetia .  Si  hebbe  pari» 
mente  vna  vittoria  illuftre  de  i  Genoucfi.  Ma  imporrante  fiì  la  guerra  vltima  che  fi 
fece  co  Principi  di  Carrara .  Pcrcioche  efl'endo  nnalniente  fuperiti  dall'armi  Ve- 
netcjfi  hebbe  allora  Padoua»  Verona>  &  Vicenza  >  con  tanto  accrefcimento  della^ 
Republica^chc  da  indi  in  poi>mettcndo  il  piede  in  terra  fermai  s^accrebbe  infietne 

con 


cdn  nmperio>traaafillt>>  ichuidit  preflb  a  i  Princfpi  edemi  «5'aegàtnfe  t  oaeftor 
che  Ladttfau»  Rè  d'vogana  ceffi:  la  Cicti  di  Zara  a  Padri .  In  queftì  tempi  >  u  mede 
aloroil  ddoddla^^adelGraDConfigliotSc  fi  fece  il  persolo  del  fineftronarande 
cita  gàuda  fili  Canale  adornato  l'rao>&  l'altro  di  Scelle>ch*eraoo  l'infegne  del  D»* 
gfc.  Il  quale  dopò  i  j.  vint*&  oc  giorni*  &  morì  i  %6.di  Dicembre .  £c  il  foo  Bseoo 
niquefto. 

S4XQfr^4*titÌtui»i9ttnìfiifuUbréVerou4$ 
TufM^Ue  PdUtf turni  f»yimentittd  frofdg»  • 

SCRITTORI    VENETI. 

n  iMendiTimpiT lettere p^i^iteJUmmphkndxczymct^ 
ÌSlU  bMendolettain  Bologna >  &  operato cofe Ulufirinel  Concilio  di  Bafilea  >  dotse  fa 
mandato  dalURepiA.UifciòynyoUtme»  foprailGenefi.  Commentari  fofra  i  naturki 
J^^rifiotele .  Fn  W^  intitolalo  t  ^ariarum  Oratéonum .  Fn^altro  detto  Campus  Plo^ 
rum  fdoue  fi  contet^ono  esempi  della  f aera  fcrittura.  Carlo  Zeno  P.€^  Senatore  iUn^ 
ttrtfs.oltre  alnome  ebebebbenelf or  mi,  compofedinerfeOrationi  latine,  agaicklte  • 

TOMASO  MOCENIGO  I»OGE  LXm. 

■  I 

ANNO  «4tj. 

ALb  Sceno  ioccefle  Tomafo  Mocenigo  d* etd  di  tf  jr.annL  La  Tua  elettione  fu  gra- 
tiffimaf  come  dihuomo  oltre  mo^  defiderofo  deIUpacei&  di  buona  menc^ 
Percioche  procurauai  che  la  atti  fode  occupata  neUe  Uaxìdc .  Le  quali  erano  m^ 


tanta  copiaicheii  traheua  da  diuerfe  parti  del  mondo  tq  gran  teforo.Et  fi  manda- 
iiaoo  allora  ^d.galec  grofle  cariche  di  mercancia  a  diucrìe  piazze»  però  i*i%igii 
fiat  che  la  guerra  fteflc  lontana  •  . 

Moli  in  QueQo  tempo  Carlo  Zeno  >  iì  quale  accompagnato  dal  Prìncipe  Se  daUa 
Signoria  alla  CelefUaf  fii  lodato  con  Oration  funebre  da  Leonardo  Giulfiniano.  Si 
£ni  la  guerra  col  Patriarca  d'Aquika  >  col  mezzo  della  famiglia  illudre  de  Sauor- 
gnam'»creati  poi  nobili  VJaitiani»per  i  ouali  fi  feceacquiflo  cella  Patria  del  Frìolì  • 
con  fodisfattione  della  Repiiblica  &  del  Patriarca  •  S'aiutarono  parimente  i  Fio* 
rentini  contra  il  Duca  di  Milano  >  &  fi  ricuperarono  diuerfe  terre  nella  Dalmatia  • 
Finalmente  gouernato  dieci  anni  il  Principe  renne  a  morte  a  i  tre  di  Aprile  •  Et  fti 
ilfuoBttue^ 

Htmgdfs  tfcUo  domuiyTftrcétrum  (ìéffem  delem,  "Bytdtdi  "phijiie  * 
fitgdui»  Jmferi»  ntftf  Trégmitm ,  Sfdidtrwm  >  Qitbdrtm ,  ÌFtt" 
trum ,  Ctnetdmque  ddm»xi . 

Oo        SCRIT-  . 


57^  D  E  L  L  E    V  1  T  E 

iflflmeftiteikPifkhmillM^ 

Xjetiéltealfimpromfù.  Trddmfsein  lminùfDiomegre€é»&létf€ÌòSnrfeOratiatì.U>i 
ttMóéc  MocìMjSecretépio  del  SénaUh  tt  poi  Canceìlkt  OroMde  m  Candia  $fcrifse  U 
Hiftaria  di  renetia.  Si  legge  anco  difuo  VH'OratioBC  al  po^e  Sfemh&  dia  Sigmrùund- 
le  funerali  di  fattale  Landò  il  Secchio .  Nicolò  Concarini  P.  &'  SenoMre  preclarifflmé 
gii  figliuolo  di  Luca  da  S.C  afsénotFiUf^  cSr  Oiwrifco^itUoìefstim  TtadoM  %  ^fcrifte 
moki  configli  &  trattati  neltvna  &  Paltrafrofd^tme .  Hebbegiouane  molte  ambafcis^ 
rie,  &fra  l'altre  in  Spagna  a  Cnmanni  Kè  di  Càfiigtia,  tTa  rtoremM  ^oUegutìtéitra  U 
Ducaai  Milano  %&  poco  dooò  morì  per  iH^^  anno  i^j.  andando  Orrore  éd^mij^ 
deo  Duca  di  Sauoia  che  poi  fu  Felice  ^.Paolo  Veneto  delCordine  HerenùtanOf  fikfofh 
&  acerrimo  difputanteffcrifse  Contra  Indaos  lib.  i .  Sermones  de  tempore  lA.t.  Sermo- 
net  de  SatSis  bb.  i  .Super  Torphyrium  lib.  i .  &  fuperTrétdicamenia .  Pietro  Donata 
^rciuefcouo  di  Candia,&  Tre  fidente  in  Tania  nel  Concilio  >  per  Martino  'Papa%  U  finte 
fupoi  trasportato  a  Siena ,  fcrifse  una  difefsa  per  ^lefsandro  centra  Amrne  de  àt^ 
mentatione  »  ^ 

FRANCESCO  FOSCARI  DOGE  L XIV. 

ANNO  14»). 

Finito  il  morttHTÌOyil  Pofouìiper  bello  artificio  (ìkh  col  cmk  girò  il  ncgotio  d  fua 
volontà  con  otto  voti  fermi»  riufcì  Principe  td  13. di  Aprile  delMi^.coficaro 
alla  cittd  »  che  ne  mof  Irò  letitia  vn'anno  intero  •  La  prima  còfa  dopò  la  crcatione^ 
fu  »  che  fi  riceué  nel  numero  de  nobili  il  Rè  di  Daria  >  il  qual  richieie  inftantementc 
quefto  (auorcicol  mczao  di  Nicolò  Giorgio  CauaUero  »  Oratore  refidente  allora^ 

Jreflfo  al  detto  Ré.  Si  hebbe  poi  la  cittd  arSalonicchi>Scutarif&  Dòlcigno .  Et  nella 
Iorea>s'entrò  per  ragione  nereditaria>in  pofTeflò  del  la  cittd  di  Pati^iTo  •  Fu  anco 
in  Vcnetia  Giovanni  Paleologo  Imper  •  per  chieder  fpccotfo  a  Padri»  conerà  i  Tur- 
chicche  facéuano  gran  priSgrefli  neliaOreda  •  Ci  fu  parimente  il  Rè  di  Daria  che^ 
paffitua  in  Hieruwem  al  fepolcro  di  Oirifto .  Non  mol  to  poi»  il  De/JK>to  della  Ra- 
iidi^  &  il  Duca  di  Milano  ciomandarono  >  l'vno  genti  >  &  danari  per  difenderfi  da  f 
Turchi>&  l'altro  i  che  il  Senato  fbiTe  giudice  delle  differenze  che  naueua  co  Cuoi  cu- 
gini .  Et  non  molto  dopò  fi  toppe  la  guerra  col  detto  Duca .  Pcrcioche  afpirando 
alla  Signorìa  dltalia  »  i  Padri  fatta  lega  per  ripofo  d'dTa  con  diuerle  Rep.hebbcro 
in  ppoorflo  di  tempo  la  cittd  di  flrcfcia  con  diuerfe  altre  terre  &  cartella.  Fatta  pòi 
la  pace>  &  rotta  di  nuotto>fi  maneggiarono  lunghlffime  guerrct  cofi  in  Lombardia» 
come  in  ft  omagna>&  in  Tofcana»come  anco  nella  Morea  &  nell'Albania  >  contra  i 
Turchi.  Nelle  qtiali  auennero  diuerfi  acddenti  di  perdite»di  vittorie>di  paci>di  tre- 
gue >&  d'altre  cofedefcritte  a  pieno  da  diuerfi  Hi  fiorici  di  quelFetd»  donali  fi  ri- 
mette il  Lettóre  ne  predetti  particofairi  .  Et  ncllequali  furono  illuftri  nelrarmi  >  de 
noftri  Vittorio  CaràeHOfFranccfcO  Barbaro»  Marco4&  lacomo  Dandoli»  Panrino 
Michele  $  G  iorgio  Comare  >  Santo  Veniero  »  Pietro  >  &  Luigi  Loredanf  9  Federigo 
ContariniiPaolo  Ttonoj  de  diuerfi  altri  che  fi  preternettono  per  breuitdt  Et  <fe  eli 
efteri>Nicolò  Piccinino^Francefco  Sforza>che  fii  poi  Duca  di  M ilaqp>  Agnolo  della 
Pergola^Carlo  Malatella>&  Tiberio  Brandolioo^  dal  qnale  dilcende  Brantiolitio  ìl^ 

hiftre 


DEfaiKCIPI  LIB.XIII.         577 

luftreCòndottierodenaRepub^al  prefeat»  Conte  di  Val  Ai  Marino  •  Vltitnamen- 
te  il  Principe  effMdo  di  84.annifdiune{ro  per  la  grande  età  del  Principato!  venne  i 
morte  indi  a  due  giorni .  Et  fatte  le  ftmenui  ne  Iratt  Minori»  fu  lodato  da  BenuU:<» 
do  Giuftiniano.  Et  fu  il  foo  breue  • 


t  ' 


*^fiméfreferd$mitim  yptfi  Vrhts  marie  phéSUés , 
JPhnntemfétfrutmhngiuimpéuenli^id, 

SCRITTORI    VENETI.  '  / 

lymtW^fM^  U  Fefcmri  Aledìo  Bolaoi  ieìforimf  de  ^erm^crtfseM  aiuentu  tìmh 
F^nii  &  ^cmmentaria  in  TohIì  Epifioias.  Fantino  Dandolo»  GiurijfconfuUih  .4rciu^^ 
fcùmii  Cmii49&  fTtfc^m  (WPad&Ha^bf  can^éfe  V9  traiM^e  Maufi€ijsi&  lufOfn^ 
fcukiii  Ufifp^  moUBfiHgidari.^twcckQ  Barbaro  ?.Dùttùr€^  CaualierOi&  Vtoch^ 
ràiÉfe  di  S.Hatco  »  ^m  tutiù^hffofye  Cùntìtmuémenie  wcupato  ne  maneggi  ptAUci  »  la^ 
jaòJ>ereP^X(9rkli.uSPifi.tiA^ 

mei&fcrijfse  aUre  i^jfr JFrancefco  COntarini  P^  SeHMtoretgidfiglimo  de  T^icolò  Gin^ 
fifcimfultii&  Filofifih  &  di  Maria  figUmla  di  locata  o  dot arraraf rateilo  di  Francefcà 
y^imo  SigM  Vadaa^  padre  pei  di  Zaccari4y  CanaliprOi  Giurifconfidto  anco  efsoftrifse 
tre  UbJDc  rebus  in  Hetruria  ge/Ue^compofii  d^  Ini  nHL'efsercitìh  done  era  Trofteditorpèr^ 
URepMMf^mre  della  liberti  de  Senefh  ^ftéMpati  prima  in  Lione  imperfetti  »  irm 
m  P^enetia  fecondo  i^efsew^dare  difua  manothanatofi  daXontarini  da  S. Gerico  fmbe^ 
redi.  EtmorìpécodaporkmtatoaUapatfiatan.i^ió.  Gibriello  Condolmcro  Tapa^ 
^  dato  EftfimJf^M^fimffiie  vtf  trattato  cantra  gli  Heretki  f^lBtanit&  PqemiMicvoni'^ 
mo  Zanneittino  GinrifconfultoMondh  fuori  vniib.nel  qnalejono  notate  le  differente fra^ 
ìèkgpcammicbe/S'U  tiuili,  Lorenzo  Giilftjoiano  VÀeWcrdine  de^Ccleftini,  del  titolo 
asXiiorgio  in  ^dlga,  primo  Tatriarca  di  r  eoetiai&  fanto  huomo  »  Ufcii  >u  Volume  di. 
4merfitrattati  intorno  aUafcritttn-afaera.  Fra  qitali  fono.f^mn  ritaJOe  connubio  uèr^^ 
bi&mìimétJ)einterktticùnfUSu.Defacramento  altaris.Decontemptumundi.Be  officio 
pafkrali .  DegradibusperfeSionis .  De  difciplina  mo^aflica .  De  agme  Cbrifti .  De  com^  ^ 
plan^  Ecclejia.  De  yitafolitaria .  Defermone  Domini  in  Coma .  De  obedientia^iT  fa'-» 
mones  quairagjmta.  Leonardo  GkafKniano  P.&Ti^(j^ufam  H  S.M0eeiyetfr4tteUo4ei 
B.Lorenxjo  >fcriffe  diuerfe  Orattoni,  EpiflolcyC  Fìrfi  latini^  con  mo'ta facondia .  Pietro 
Monte  y^efcouo  di  Brejcia%fece  yn  Repertorio  djileghJPietrQ  de  Tomafi  Medico»  com^ 
pfe^De  fcttu  mulierum^  &  Defacultateplantarumnb.  i  •  Pietro  Moro^no  P. Cardimi 
hìcampofe  Comrnentarifjbpra  Ufeflo  de  Decretali ,  &  un  trattato  di  varie  tcrhmationi 
in  ittre.  TotnaCo  ToaiiStniitelPordinede  i  Tredicatori^efwto  prima  di  Feltre,  (^poi 
^tP^rbimidtEmimiadihk4natit&  di  Maceratai4dtre  alhna^ 
tnemaier  ampliata  in  miglior  formalaCbiefadel Corpus  DominhUfciàdimfiUrmmù 
di  Santi:  et  rn  libro  in  Ferfi  heroicim  materia  del  Corpo  di  Chriflo  molto  elianti .  Vin- 
cenzo Quirino>piflr/icò  vn  libro»  Defingulis  conclufimibus  omnium  fcientiarum .  Et  al^ 
cuni  commentari!  deWlndia^  di  Cot^cmé.  Virai  Landò  V.et  Dottore  >  compofe  -nn  lib. 
intitolato»  Quafiitmes  mifcettaneafuperpotiffimas  Thilofophia  difficultates . 


Oo   »       PAS- 


^78  DELL  I    V  ITE 

T»AS<iyALMALlPIERODOGB  tXV. 
ANNO  1457. 

INoanzi  die  il  Porcari  R  morifTe  *  fu  cresco  in  coocorrenzz  di  Marco  Fofcati  ft^ 
ttUo  del  morto  >  di  Cbriftoforo  Moro  >  8c  di  PboIo  Trono  /  Pafqo»!  Malipiero 
Ptocuracor  di  San  Marcojd'ecidi  fi.taoità  }o.d'Oaobre.  £c  fa  taà^ìpeoatàac^ 
te  U  Ie^i<^  per  l'aiiueakc  il  t>oéc  nonpocefie  dTer  pràuro .  S*ordiaò  parimeo- 
tci  che  iróoge  andafie  osii  tneiwcdl  alpciK)  *  per  palaiz^ 
tiom  delle  caD(e>&  I*aniininÌftratioiie  incorrocu  della  giuftkiaj  Se  die  rdbtk  &m- 
mcnte  in  piazza  fopra  vn  palco  eoo 
ikiuctu  fatta  ne  gU  aaoiWietioS 

obiliflTma  della  nàinpa  r  ft  la  portò 

hi  antti  auaod .  StdicecheqoicftjL^ 

.  anni  fono  ndlAOiiiia  .&  che  oof»- 

>» Sporcarono  in {.anugne.  Ctaoi 

r  del  foglioi  ndtadefta  lToIa>  ìd  ma- 

AodiMonfigo. Beccatello  Aologncfe  Le^aKKtnqodfat  dtUlperilPain .  che^ì 

hetóeip  denodaFilippoRf  diapagna.  VaUitpcuiaqaeA'ano  SclcdiedBgrande- 

«namcMò  cemmom  ritreiiaciyAMo  Manubo  Remanoi  le  cui  vdVi^  fegueado  i 

<  Tedefdki>&poiiFnncefiyfnqitatiiìorironoilFfobaiÌo>ScÌtPUncmo:frrede^ 

VeneciandoctaacofifìMtotennine^>.per^xndop&il'Nta(iucifr>dfrlC^nci>  ik 

Vincenzo  Yal^rifo>&  di  GabrielIoCioliiogi^tparecclHaQmfiBnofoIcRadJuedi 

iltn  imitaton  de  fiidetrì}  che  Boo^  può>nc  oiegUeiine  pidolcte  defidaare  ò  chie- 

dereabocca. 

Oca:itMalipieToinge^naiKfeffataR<fr(ìio  potere  (di conletBarqiielIìipaceiehe 
iii  lafciatadal  Fefcari^KMiando  a  buonMUtoidendoaUa  religione  A  fìwsido«iu> 
Aitiai  SmorìJ^nno  i^i^.&foféppelfitO'afettedi  Maggior  nella  Chieta  dì  S.Gt*- 
iianni&Paolo^ÌRcapeaqtMCU3oaMÙddiiiaPrincipata.^^itfii»BRiicAqp^^ 

ICKITTaB.!    VENETI. 

•»Wf?iHÒll»1VfW^p«»^<<iwr{j|riM^  Dottare  mrHofó-. 

X  fm'H^iHde fernet Demm»rtdUat€<aùtiut ad  mettttm^r^tuiù^&Ufi^dk 
Scinone  cmdaierfe  diebiaratmiffcbpAett^éoMtatmi^ 


cash 


DE-PRINCIPI  LIB.  Xnt         ijp 

^"  CHRISTOFORO  MORO  DOGE  LXVfc 

ANNO  14(5». 

CHriftoforo  Moro  Proairator  dì  Sin  Marco  >  d*etl  di  recuntadneinnif  liHomé 
di  belTanimo»  &  lungamencc  effercitato  ne  maneggi  della  Republica»  fu  elet- 
to a  Qoge>con  gran  piacere  della  citti .  Il  fecondo  anno  fuofi  preieto  farmi  coq« 
tra  il  Turcoiil  quelle  ampliata  la  (uà  grandezcaoitr  la  prefura  di  Coftstmnopoli:  fc 
era  cacciato  nella  Morta  per  occuparla:  &  preia  la  dccd  d' Argoi  la  haueua  meÌTa  a 
facco .  Doue  i  Veneti  ri&eto  incontanente  TEfamìlo  in  pochi  giorni  1 8e  difènden- 
do con  valore  le  cofe  loro>morto  Bartoldo  Orltno  GeneraIe>perderono  Ffifamilcb 
&  la  cittd  di  Coranto  «Nacoue  etiandio  la  guerra  di  Trieftc^^er  conto  delle  ealec  » 
Et  pollo  raflfedioalladttd»  Papa  Pio  SecoMo  »  che  in  mmoribus  era  ftaco  vcfco* 
no  dWaitrapoftofi  in  mdla  materia»  affettò  é&  maniera  le  cofev  che  i  Trieftioi  lu* 
roiio liberati»  (otto  certe  conditioni  •  Ma  nella  Mot^eaprocedeodoroperationi  de 
noftticon  traua^io»?  iiuronó  iUuftriOrfatco  Gioftiniano»  lacomo  vemero»  Lui- 
gi  Loredanò>  &  molti  altri  •  Et  fi  fece  lega  perdo  fra  il  Papa  »  il  Rè  d' Vngaria»  ic  il 
Duca  di  Borg0gna9  centra  il  coman  nemico  •  Alla  cui  efpeditione  colendoti  Papa 
ntrouarf}  in  eerfona  »  óondoccofi«Mi  la  Corte  in  Ancona»il  Doge  andò  a  tróuario 
con  dieci  galee  bene  armatCf  per  andare  infieme  col  Papa  airimpre& .  Ma  gid  era 
difpofto  tla  Dioiche  quefta  ercrataiac  infedd  natione  »  fofle  flagello  della  chrillia- 
nitsU  peri  hoflti  ptccatì  •  Percioohe  venatoa  morte  il  Pontefice»  (i  dilfolfe  Jo^le^a  t 
&  il  Senato  reltò  fo!o  ne  trauagli  col  Turco  •  Conciona  che  nella  Mòrea  accefoui 
ttidggior fuoco  »  vrfi  prefe  Eno  con^tkri  luoghi  àà  non  molta  importansa  »  ^iUl'in- 
€Oatfo  fi  combatti  con  ogni  sforzo  a  NegropoatcDoue  trouandofi  la  perfoni  del 
Turcoiò  fofle  per  malgouemo  del  Genei^  »  ò  perche  cofi  era  difpoflo  dal  fato  »  fi 
.perde  quella  citti  con  gran  dKpiacere  de  Chriftiam\  Et  il  Principe  hanendo  xcHtiiUF 
rata  la  Chief  a  di  San  I(x>  col  fuo  Spedale  per  menu^ria  di  S.Bernardinp  »  vi  iu  fep- 
pellito  ii  i.di  Nouembre  •  Et  fece  l^ocatioae  Antonio  Bernardo  Dottore  •  EtJaL* 

iuainfcrìctioue  fu  quella  « 

*  ...  .  . 

JuJiitUm  coki  pius  »  O^fifàtàfaijftnty 

'^ro  f4trUmTmc4sÌ)uxm9ritimtrer»m»  '^-^ 


..  * 


V 


SCRITTORI    VENETI. 


F 


lorirono  in  quefti  temfi  Domenico  XhfXiCTiìàiht^ e fcouo  prima  ii  Tcreetlùi&  poi  di 
Urcpùa^  ReferenJario  u^pofloUco%  adoperato  motto  da  "Pio  li.  da  Taaio  11.  &  ia 
Sifio  Qn  irto  in  ^^rfe  iegationii  èr  compofetùcfanguine  Cbrifti  libro  primo^  Orationwn 
lib.j .  De  yfms  traaatum.  L  Antonio  Marcello»  T.non  pur  yalorofo  neWarnihma  nette 
iettere  ancora.  Verdochefcriffediuerfe  Orationim  itucrfe  materie .  &  I^uro  Quirino 
T. Giuri fconfultOf&  mojofo^maniè  fuori  un  trattato  ci  ^uejlo  titoio^Cafticationcs  bahr. 

Oo    3        lib. 


|g«  DELLE    VITE 

lib. I .imrcdaSh aiUngium SanSam  Ub.i.&de  MjfUrhntmmdrim »  Pietro  Miaoi 
TJ^efcouo  di  yianT^fecefapra  i  Salmi  Vemtmuwif  ^^mcritaimo  14^. 


NICOLO  THRONO  DOGE  LXVH. 

,  ANNO  1471. 

^A  Ll^oo{!^Nk•lòTh^moift^dìNooenbl:elUeti<li7^^       

Jl\,  fluente.  lìdcadofiraQfio  x^8.  miuàcafiaia  Ctterina  Conura  in  Ciacco 

Rèdi  C^f&doueodofidUi^aixiiXyfi  fecero  oMtee  («Oc  <laU^         .  £c  il  ftrinci* 

pc  fu  a  IcuarU  coi  BuccDCoi»  a  San  Pok)  :  &  (u  can  tealpoK^ 

alÌJdo»<k>ucfaU  (li  fe  galee  che  riiooompagnaitino  in  C^  • 

. .  Incanto  PiecroMocciiigoGeoenUe  di  inai^yritiedcncbi'Ardpek^ 

iierfi  looglu  del  Tarcoimandando  qgoi  «ofa  a  fefro»&  aiiioco  •  £c<eitfBiancofi<oa 

vinci  galee  del  Papa^oon  dieci  (eccedei  B,è4i  Napoli  »  Scow  doedeUa  ReU^oncili 

Ùo£<hVianomcuccoaUa{onunadi8s.legmbenearauciA  €QaxéàìtÌ96mk 

aU'itiipreia  di  Satalia  cictd  nella  Panfilia»  de  hancndolaprefairiie  toooopoc#4<ipo 

cacciaci  • 

Si  fece  anco  cottfederacione  con  Vllaacaffano  Ri  di  Pei^  >  col  mei^ 
rìno  Zeno  Ino  mpotct  per  via  di  donna  •  £c  fi  rtni^flcitt  ftaw  9  He^ 
Duca  fiorfo  •  Ma  Vfliancaflano  hauendo  la  prima  volu^nto  il  Turco  >  fti  la  fecon* 
dafuperaiodaluit&firicrafleneaiond  d'Armenia.  £c  iIRé  di  Cipri  venne  a^ 
iQorce  f  lanciato  vn  picciolo  bannbtfU)  :  focco  la  cara  di  laconso  OMero  Ai^ 
aaro  Ino  zio»bACtcsBaco  da  Piecro  MocenigOi  che  di  Cicilia  s*6MCOiido^ 
armaca  in  ^nel  Regno.  Il  Prìncipe  in  can^sprouedendo  alla  moneta  gr  Aideaience 
aduicerau&  corrotta:  ^^endeodofiiblamence  le  ioreftiere»  fece  fate  voanuona^ 
lbrBm<x>nUfuaeffigJe9Ctciacualaaciiale»la  qua.e  fi  chiame  Trono  dal  nomefuo 
^▼akicadi  vencifoidi. 

Alb  fine pJ^Ìacod<{ueftertca  a  iS.  di  LugHo  in  capodinioaooo>dV^  mefi» 
&didnqiie  giorni  •fuporcaro  a  FraciMioori.  Doue  facce  le  liinerali  condegne  al 
fno  grado»  &  lodaco  da  Gian  Francefco  Pafqualrgo  Doccor  celebn:  dcUa  eca  (ua.^ 
fiipoftoinvnricco>&realfepoIcrodiinaraìo»conlafua  ftatua  in  piedi.  Ecfiiil 
fuofireiie. 

iite  Tbr»nus  sthereU  Dhx  tfl  ^mifus  4ih  dfirk^ 
Vt  'Ptr/éim  ytnttotungem  Im ferii . 

SCRITTORI    VENETI. 

Vige  dSorahcnopotoftr  dottrina^  Anconio  Dandolo  P.CiHrifcmfidtOril  ^udc  k§e 
Uingumcnuin  Tijn^m  Tadoua^  CT  in  Terugia .  Etjcnjfe  dincrfi  trattati  in  ré^éeti 

ciuie^ 


NI- 


DE  PRIKCIPI LIB.  XIII.  f$t 

? 

NICOLO  MARCELLO  DOGE  LXVIIL 

ANKO  147  j. 

i 

A  Ut  etettfone  dd  miouo  Doge»  fiironccoacocfcnti  Lnigt  FoCcarÌM  i  FrioccAa 
Zane  Pix>curatordiSaivMaro(>» Pietro  MocenìgOrSc  Andrea  Vendraouno 
panmeate  Procuracor  di  Sati- Marco  >&  fira  qucib' pi^ 

ccHo  Prociiratx>r  di  San  Maico  9  d*etd  di  ùttdmsdzì  ^màatecàici  d' Agofto  »  Vtnao, 
i4734t£faidofipricn»daCoiTeet0ri  fatte  akuntl^gt  nMtemdelJL)o99jeqtta<r 
M  radono.  Qirfigliiiolo^  Dog^  Ckcil  firaocMot 

non  fia  tolto  del  Confìgliodì^Dìed;  Che  Fimaginidel  Principe  nelle iìK{aete»fia«a 
fcolpite  per  reuerenza  inginocchioni  dinanzi  a  San  Marco  •  €hc  non  vi  fi  mettx^ 
ritratto  alcuno;.  EtcfaD  i)  paUioi  chìiglrdena  silla^Qiffia  di  Sm  Marco  »  per  antico 
iaftituto>non  fia  di  minor  valuta  che  di  quaranta  ducati  •  ^cl  coftui  reggimento  » 
JecofediCipricomindaronoafar  nuova  riu0lca.  Pcrcioche  Ferdinando  Rè  di 
Napoli»  periuafo  da  i  fuonifdti  dì  Cipro  >  applicò  Tanimo  ad  occuparlo  >  &  in  ^ucr 
moti&i  morto  Andrea  Comaro  Zio  della  R^na.  Et  hauendo  alcuni  de  principa- 
lifattjttiivnacong&ira»  &MDaMfiapermog^i!tiafi^ootoiuM^^ 
porióicnteniciirafedetRè  |perdinMdo>procacdaiiaaa4i  mettorloàiiAaecbqaanta 
do  Pietra  Mwcn£|fp>j2RiQto  in  Cipri  con  gcoflTa  annata  i^nooiòlamentè  acqucfiòlT*^ 
Kfokuina  fcacciati  inoeiliy&ccmonr  tutti  colerò»  che  ìncerveiviero  neUo  iioiqici-i 
dio  del  Còraaro.  Si  mofioro  anco  farmi  per  leoofi)  di  Scutaxijaficdiata  dal  Torco  »* 
NéUa  qjwtl^iierra  Girono  vatorofi  mini  Triadi 

daeo  GrittivAntonia  Lorcdàno»Lttigf  BembobPìetro  Mocmi^Qb&  altri.  Et  kawiv^ 
étitz  é&kfz  con  incredibilt  valore>de!iberacsfi  i  Turchi  di  kanetfa  per  £%mc».il  Sena-^ 
fo  £ma  lega  cot  Rè  d"  Vngarìa  gK  fcacpè  <!Oo  «^^ 
▼i  era  Rettore  :  fo  CM  moka  fitt  l0de>creaco  (^^ 
coiiièf  iuta  quella  Città  • 

Ora  viuoco  vno  aiMio»qiiattro  tncfU  &  dieci  fetteeiomi»  venne  amorte  il  prinso 
di  Dicembreranno  1474.  &  fatte  Peflèquìe  in  San  GioMttm  »  &  Paolo  %  fa  detta  l'« 
orarioneda  Domenico  BoJant  Dottore.Ma  hauendo  poi  i  (noi  focceiJori  (mtà  vna 
fqM^tora  di  marmoin  SJ4arina  nella  Caf^ielbnugg^ 
iiia  jn(crit€ione/tt  quella  • 

Et  fvitém  ciuts  colere  t  ScodramMte  recefi , 
OhfeJfMtTeucris, /eritèmi tnf dee  Làt^i* 


»« 


Co   4      S^RITt 


jg»  DELLF   VITE 

SCRITTORI   VENETI. 

T2  JW»*^ ^f^^'^ iiUM, Aauxào Bemanto T.Gmrifcmfidt09  &  CamiBeTù^Umkde 
Jr^  lefse  m  Véiéomi Itmgamenu.  Étbaksuipói  imerTt  bomri idU  KefMwmiàèJékià 
MomicammetitéaifofraUtuobdeUaprimapéa^  reccbio.Bcmuóo  Gkk^ 

MpifhU&OréUiomlih.iMO'tradMfsc  di  Greco  taraimct^^ 

mBoi^xn,V.frr^uyMUbraDtSipusCéd^^ 

UriftouU.GJmimmLpimm^  fi^ 

Vlmarcoif$impulatm^€lKf(imàmbice{MoUf^ 

fDmtfiiiu&  TrocmraWdiSaM  Mmrco  ffcnfsc  «m  EkSfo.  d  LÉdomùGmqéigfi  .  E^fec^ 

Tm  tratta»  foprajd  porpora  mdirr^T^aia  i  Fnmcefco  Filelfi^  • 

.  PIETRO  MOCENIGO  DOGE  IXVL 

ANNO  1474. 


T)IctioMDceii^  mpocedd  Prinape  Mòcm%Q>PMairacor  cfiS^Marco»  8t  hoo» 
Jt^ma  d'eli  di  ó^anmifo  pofto  ia  luogo^kl  Marcello  >  i  1^ 
fneriteuoleditancahoaoKperkfaaiUttlfarclTinià.P^^  da.£mciiil- 

lo  applicataalle  cofe  deL^oueroo  t  fu  Ccmpreiuceoco  eoa  aflklua  fadoual  beM& 
tìoddlaltena^&iaogminagiifaratolaiciòdifecoa  l'opete  intesa  Cat^acdone. 
£cndGeiKraUcofecediuerfecore>.lcqualL(uconakricte  €oabelFofdineda.Ce« 
pione  Ooriolanofuo  cootempocatiea»  &  degne  di  eflcr  vedute.  I  TurcU  nei  (iia 
tempo  aflectiarono  Lepanto  ndUAdocea  >  ma  difelÌQda  Anconio^Loredano  Genc« 
rale  dell' Amma»lt  confeniò  altoRepjdopégoattiomcfid'aifedio^  Affalirono  fimil^ 
mente  HfbkkuScalimene  $  la  quale  6&dal  mede/imo  Loredano»  col  mcdefimo  va* 
lore  mancenuta>&  guardata.  Nella  città  (ihebbero  diucrfe  ftfte  &  allegresaie.Per* 
Cloche  d  venne  la  figliuola  del  Ré  Ferdinandacol  Cardinal  (uo  fratelto»  &con^ 
molti  altri  Si^ioriyper  palfare  in  Vngaria  al  Rè  Matthia  (ùo  numo»  Pb  raccolta^ 
dal  Senato  coo^pompa  reale  >&  fé  le  fecero  diuerfe  carezze  •  Et  non  molto  dopò  il 
Doge  rinouò  b  moneta»  la  quale  fu^erl'auuenice  chiamata  dal  feo  c^p^ 
cenijgo:  di  bella  forma>&  la  pid  grauthe  fipòtefló  vedere  aUora  in  Italia.  AllWlti* 
mo  hauendo durato  vnoanno» due  niefi &  SK  giorni  :  lafciò  il  mondo  i  13.  di  Fei>r.. 
&  portato  in  S.Giouanni  &  Paolo>lodatoda  Domenico  Bolani  »  vi  fii  (eppellito  ini 
bellillimo  fcpokro  di  marmo  prcflo  alU  porta«.£t  hxtbc  quclto 

IUeigo^PhrigUsfry«StAfiét^iie  potetti  h^ 
OfpiéU,  ^m  QUkum  cUJfem ,  CyprHm^ue  rtceùì  > 
JEquifà  piratis^  Scodrdm  ohpéone  Uudui^ 
Pàtntm  €wfimjH^  pofuU  Duxytce  cmtm  » 


scRir- 


DB  ^RINCIPÌ  LIB-  XriL         583 

1"}^  quefli  anni  Antonio  Graflèlk)  Trcte  in  Santo  Apollinare,  fcrijjc  in  Vi^mt  -m  lU 
brOfdel  modo  di  ricnperar  la  gratta  :  molto  vtiU  a  gli  hkomini  dinoti  :  &  vn  libro  dcl^ 
teffercitio  ffiritnde .  Dionlfio  de  Fràncefchì  GinrifconfiUtò  >  battendo  letto  per  molti 
anni  nello  ftudio  di  Tadona,  lafcii  difno  alcnne  Repetitioni  f&rn  Commentario  foprail 
Codke^fitoUo  lodato.  Francefco  Dìedo  T^PHofifoj  &  GinrifeonfnltOj  lejfe^  vn  tempo,  & 
compofe  dinerfi  opnfcoliyfra  quali  fono^vna  Inuettina  contra  Francefco  Baro^v .  La  hi- 
fiùrta  (tì  San  Rpcco  cmfeffore.  Karie  orationi,  ^  dinerfe  Epifiole  Latine .  lacomo  Zeno 
Fefcono  di  Tadonafece  le  F'ite  de  Tontefici  Rfimani  $&dHe  orationi  9  /'  pna  della  m^^ 
ria  detto bnomOi&J^altraMlel  corpo  facratilfimodiOiesàChriflo-Nimlò  Manerbkxm* 
bordine  di  Camaldoli  >  mandk  fmri  m  tranato  col  titolo  9  De  fecnndo. Domini  adncnm  • 
Et  foce  lecite  dei  SantLTadri. 

andrea  venoramino  doge  lxx. 

Anno  1^76, 


£ 


T  aUi  j  .di  Marso  fii  pofto  nella  Sede  Ducale»  Andrea  Vendraminpj  d*ecd  di  84* 
\  annÌ9&  felici  Aimo  in  tutte  te  cofe  fue  •  Pcrcioche  eflendo  giouane»  fiì  il  più  bel- 
lo» &  il  pia  cratioro  goitiUiuomo  della  dttd.  Fatto  huonio>hd>be  molti  fi^b'uoli  di 
eccellente  (pirito»  &  di  valore  •  Hebbe  anco  diuerfe  figliuole  »  ch'egli  maritò  alta^ 
mente  :  percioche  furono  Tuoi  gtneri  Luigi  Oiedo»  Zaccaria  Barbaro  »  Hieronimo 
Motofino»  Hieronitìk>  Donato»  Michele  Valiero  »  &  Gioiunni  ContMini  da  Saix> 
Bernabò nobiiideprimarijdeUaRepubiica.Et^reiciòfu  ricchiffimo  dif«ct^ 
ti»&piaceuo!lo&cortefeoK>lto  «Con  tatto  ciò  fi  hebbe  fbcto  lui  ncUe  cofe  di  filò- 
ri  qualche  difhirbo,  Conciofia  cofa»che  haucndo  il  Senato  mandato  due  mila  per- 
fone  in  fuffidio  della  città  di  Croia  nell'Albania  aflediata  da  otto  mila  Turchi  »  fu* 
rono  ctopò  alcune  honorate  fattióni»rotte  &  fugate .  Ma  quello  che  fu  molto  peg* 

g*  ì  »  eflepdo  Amasbei  Ba£ul  difcefo  in  Italia  »  ficpaflato  il  Lifonao  nella  Patria  del 
ioli»con  ào.Biila  Turchi^venuto  à  fatto  d^arme  co  noffariigH  roppe  cpn  tanta  Ara- 
gè  che  pochi  fi  (aluarono»8i  Ara  morti  furono»  ilGonteHìmmima  Nouetlo  x&Ia- 
corno  Badoaré»  con  molti  altri  huomioi  d'impoctao^a  ^'  Ma  partiti  i  Jmrbari  »  vi  fi 
sbandarono  alcuni  Setiatori>d  procicdercb  accioche  per  raueoire  non  lòffe  cofl  age- 
uol  cofa  a  nemidi  il  penetrar  oa  quella  parte  ne  fini  della  Rep.  Qg^efti  fornirono  U 
baftia  di  Cradifca»cli  guardie  armate»di  fo(Ie>^&  di  ripari  •  Énfii  richiamato  Carlo 
da  Montone  gran  Capitano  di  guerra  »  il  qual^  difefe  per  moki  anni  la  Patria  del 
Frioli  col  fuo  valore .  Il  Doge  in  quello  mentre  pafsò  di  cjuefta  vita  all*alcraa  a  d.di 
Maggioyl'anno  1 478  Jiauendo  gouemato  i  «aiuKhaltri  dicono  a.  &  iUncfi  »  &  d^e 

{;iomi:  &  fu  feppellico  ne  Scrui:  m  fepokro  fptendido»  &  ricco  di  marmi»  &  gli  fecd 
*orarione  funerale  Hieronimo  Contarini  Dottore  •  Et  la  fua  iaferittiooe  in  Palaa-t 
zodiceua* 

Senio  Ì4»  CMfiSfus  Kempuhlìtàm  difttmni  òelU  ytxé^m  iturt» 

fìiigiàtrimuDtmi  Jn^itiém  édeo  €oÌui,ytfr0fria  nufeperarim 

..  -  ...  -  p^ 


»■*    -  • 


|g4  X)  E  1  t  E    V  I  T  ^ 

SCRITTORI    VENETI. 

*¥  f1^mfteflif€C9ti  Ambrofio  Contariao  T^imb  di  SnedemJtmOeidff^ 

iitT^é$.GzfymimBano^deMfardi^  01 

Maeftyo  dette fememie  tfcmiioU  memeii  Scoio  Uf^  Fn  traitéOa  de  iSamiper  tmm 
fmmmfettmiQdiortiiUtvme^Serrimòf^^  à 

Fn^pera  di  ^flromia  >  &  vn  libro  di  rerfi  SpiritudU  Gionaim  Veneto  doBf^im 
Cert€fmo%fece  vn  libro  mtitobuo%  'ìiofcé  te  ipfum.  De  patìeiuia  &  humUitau  ÌA^frimo^ 
SpccfiUm  moriauiwn  Ub.^.  Corona  Senum  6bro  prima,  Sermaues  rarifscon  molte  Epa- 
§kU  €r  altre  c^e  .^OìOY tnetode1t(rrdim  de  Senn%  diede  m^ 
€ondendoChriftianot^amettto^Dcorttii^  progre^u  fiti  ardinis  »  Expticatio  DatutL 
.MiSerifToete  Flortmini  ^ 

CiaYANHr  MpCENlGODOGELrXL  * 

ANNO  1477. 


_jia.ficaUou.boUmaUpcfte»die  do? 
ocbefi£icdIar<>gaglùnxIepcotufieai»M  perocdÌMmifOt:^ 

f  ionio.  Et  (k>pd^ii6ftoBr(Icndo(l  zfpkdùo,  fooco-iii^Maaio»  &  abbnidarooa  te> 
afedfttCalkgkb&dcB*AntkoU^iQ»hiDricÌK€)CRlb<fetPr^^  Erpafimctolai 
fiamim' vocac9^ia  vna  (kMc  cube  (kSaaNlarcotfaidi(h^ 
fioocakMcdetpfombe^liqiiefatco .  OKkkilPrinc^impMrito  ^pw^toR&Pàixi:>- 
20>Ì»miròcUlidairio»mca£a.Duoda92i^  di 

ooindifnpalazzt>.  Ecriftecccfin0>«keitPtìfiGÌpcAgoititiaBuMrìgo»r 
sanse  Ouc^  fVf  rìropndadhabtttvccfel  149»* 

Quaaiaalk  cofe  di  faorì»  CfCM  fbp^(k  dai  Itedù  £&  f^ 
AC  a  Scucari ..  &  a£ci€icfac<itiellim^fa  Ìo(k  loro  pìii  ageuoJCy  &:  per  diuertire 
fejii<<ero  ivenramila^^aiialti  ìnFrioU  »fi  ceme^^lera  fictonegMaonf  adietta.  Ma  il 
vònrcCark>t€mporc|ggiaiidò>iicTli  aUoggiamcticl^doiic  era  foste» gli  tenne  de 
ftMQftra  i  kida  r  chc'npflftfronatenu  far  oiUa  ^ 

In  camoì)  Tiuc(>leuatoAf  &  pMCornatocbououaàSctKart  Wp(^ 
fnalnienfe  trattando dàGiotiMm  Dario  Sccrctaria9*fece  la  pict  co«^Padri .  Si 
pfe^tDanc<e>IìirniiinaiiitodeFtorctìriciijCc^R£^  Duca  di  Milano», 

ad inftan;ui di Sifto (^ano>^  &voltad eli eflercirià  Ferrara»  &  fatto  aa^nfto di 
Rouigo>S:  del  Polefene»  il  Papa  partitoa  dalla  Iega«fcanfVTumicòi  Vinitiani»^  Indi 
Eyqy  laffloccatipcialcJuppMc  ttitt^^  Al^ 

ta  fine  fu  f^ta  vna  honorata  ^e^per  la  quale  Ci  fecero  nella  citti  diuerfe  aUegrex^ 
<e ..  ErafagAPrendpi  citqgnft  a3Rniarap%Hofo  fpectacolo  iutciìicnncio  aUp  gKH 

ftK   ■ 


DE  principi:  lik  xm.       ^«^ 

fhrccbeinqaeigieìrmluroMceldbfaie  Tu  la  |)foii^<SS£h^MaiA:é*:  Dicono  alcuni 
che  in  quefti  tempi  fu  creaco  Tofficio  delia  Saniti»  accioche  (i  rimediaflfe  aUa pelle» 
della  qual  fi  crede  che  il  Principe  A  isiariflb  4  jf  ài  Nouembre  Tanno  1485*  Il  quaL 

Eortaco  a  San  Giouanni  &  Paolo  >  fii  lodato  da  Hieronimo  da  Molino  Dottore  1  fie 
dbbericifraferitCQ  IreueinPalaBO  • 

Hk  hdlmH  Hercukum  txtmxh ,  JtalUm  utdm  ^  ttm  mtrijfH 
fartMUm  rtfNjfitf  Jm^mm  ^mxit^  Auctumque  niifuit . 


(  I 


SCRlTTORi    VENETI^ 

^rtferéìntpiejlù  ftJ  Atutgt  daMofto  ?.  éOìgmt^^  èmeflimòr  dette  offe  tUmh 

y   rei  perCMche^t$d3i%^.  anmfafsè  firmnl  fam4e4td Spi^m nètta  l&iU^itift^ 

tiare»  al  cm  efiempia  moffo  il  Cohmwhiritrom  il  monda  hhouo  .  ^^i^e  "miéìiaMtitéUaa 

Tortoìanoi  mafenT^ilfuo n^ne «  Antonio  Vindgiierra  Secretorio  del  Senato >  mandò 

fitori  alquanti  capitoli  in  terxA^^mM^firmadifitire^  rìpieméi^naUadotffiiu^ifié^ifi 

fono  in  (mei  librotche  è  àntitolatoyfirtteiibride  patire  di  diùerji .  Fcancefco  Negro  hu$^ 

mo  di  chiefa  compofe  di  Grammaticé  Ubri  1 4^  ^Bpi^iAeiihA .  De  modo  ISp^mnéiiib .  r  • 

Eleganze  lib,  i .  r  rancefco  Breuio»  che  leffe  in  Tadoua$&  ùoiin  Roma  in  ragion  ciuile  # 

sfatto  auditor  di  Rotaffucre.ato  Fefcom  dlCefenad^cio  un  trattato»  De  anSoritate 

Tantìficih^x^cdcoBzTOZzinipdte  di  T^tpaT^aoloII.tejJeèn'VadouainrémonciHileé 

dconcorren  ZA  di odntoniùSftffello  pretino  »&fcrifje  Decognitione  furisi  FraiiceTco 

LuigiConnurino  Vxompefe^e  Vhib^9pbia  >  GabrìelloBruno»  tf^fMtoiv  4e  Ufinmi 

Canuentuali^fcìifie  ma^taiola  alfabeticM  ddtvfkamento  i^eccbiùy  ^  nmttoUUnemoJha 

tmteiefemenq^»&  k  hifiane^m  ^ialiibm^4nMal  capa  fi  tranina^  HìeffMimo  ftJE- 

niufio  Dottore^^ii  figtimlo  di  Bateésitai¥ikfòfh&  M^cap^daniintatdeHtiffimé 

^Oe  lingue  GrecatLatina,  &  jitìeba9fcriffevn€aieemofop9^ii[m»tmlilm)dit^^ 

J)ed^erentitsptdfm$m9&Dedignafcendòpn^Ums.£ttib.% 

faplìiét»  itdicati  d  Hieramma  Domta.  Tradiffrparimente  dt^.  itr^wdla  tingna  Znth- 

va  gran  parte  d'^mcewia  1  con  effnifita  diligemA  •  Cir  marmn^iefa  feticità  ^  hanmàa 

fcritta  in  v»  medefinéo  Faltimeil  tefio  Arabo  difua  mano-,  ^  m  fittala  fita  trainttéa^ 

ne»  daneicofa  notandaili^erUcarriJpandenx,*delfenfadett^.Ar4l^ 

^nttiane .  Il  qual  Ubrafi  tratta  al prefenteappregògk  kereMfuai  in  cttfaHamu^^^fie 

9te  fetta  diduii»  ne;sh  anni  paffati  Andrea  GtOtiZla  Medica  neUa  intdnttiant  del  spinto 

Mara  fAnicennai  ftampata  in  Venetia  I^Mn  faffata^  Morì  H  Rantt^ain  DamifimMi 

etàdiannijó.  dd  ^486.  MejcoNe^SbittféfìMjkttaf^^fianadUCberfi^ 

fera  fece  (ricttniitrattati  foara  le  CMftitntiani  Sinodali^  Sebaft  imo  Badoaw 

0aHaliita  T^campojè  mt  Foltme  ^tOratiom^  Nicolò  Sogondi- 

no^anadi  tlicotò»  Exattdénos^cbefuSee^tamdeKM^ 

iliade  Xjcrifstdelto  firn,  tdé'afittttùdeTttr- 

^bi  •  £t  Uprefa  di  Ceflantinapìali  inim^ 

gua  Latina»  &tradufie'aU9h 

jte  cafe  morali  diVln* 

tatiea^ 

MAR- 


tf0 


58tf  D  E  LL6    VITI       : 

.    MARCO  BARBARICO  DOGE  D0ÙI. 

ANNO  1485. 

E  Nero  dopò  il  morcotMarco  Barbarìgo^d'cci  di  73  •  tmjf  >  hamioo»  8c  conef^ 
molcotSc  in  gratia  deirvniuerfale»  ia  tanto  che  del  mefe  di  LngUo  9  ^tiafe  a^ 
¥mctiaf  uH>ffttor  del  Turco»  che  vennQ  irz\ìegcv(i  per  noipedelfqo  ^%;tiorc  » 
dcllii  fua  aiTuntione  ai  Ducato  •  Fu  allora  la  citta  aflfai  quieta  per  le  coìe  di  (uori . 
Onde  il  Principe  godendo  vjj  reggimentopacificOf  &  fenza  traki^£lio:fcce  fd>ricar. 
la  faccia  del  Palazzo  Ducale  »  che  guarda  fopra  la  Scala  fcoperta  di  manno .  Ec 
mentre  che  con  ogni  follecitudine  attendcua  alla  conCemacione  della  pacctal  culto 
della  religione  >&  alla ammintftratiòne  della  GiulHtiaj  godendo  laprefenza  di  4. 
Aioi  hoomiti  figliuoli ,  Se  d'Andrea  Cappello  valorofo  »  &  bonorato  gentiOnioaia 
filo  generojYenne  a  mone  a  i4^'Ago(to»8c  fu  lodato  da  Paolo  Pifanj.  Et  gli  fu  ai* 
icritto  il  prefente  Breue  • 

* 

JuBitiém  colui  i  plus  dare  mnpoeui, 

■ 

SCRITTORI    VENETI. 

:\7  imo  in  qmfb  tempOtKVjà^  l>xtdzm^poifu  CanceUierGrande^  hmmf  Catt^ 
t  V  Meo  $&fikdiofo^Saif$t in  Fo^ein^operi^mi^efa  itilo  hon^  cSr 

yn'aUra  ne  feci  biHrx4  rima.  Fift<  foco  nunodt  loo,  anmy&  vemtto  a  morte  del 
.  1 5  IO.  fufefpeUito  ne  Crociccbieru  Antonio  Pizxamano  T. Dottore  rcfeouo  ài  FtUre  w 
»4ndò  in  tkcf,  De  inuUeStn  <T  inteil^ibiUf  De  dimeì^ùniìm  imerm'matts .  De  qusren^ 
dafolitndine  $  &  pericnlo  ritafolstarue^ .  Il  coftaì  corpo  tronato  incorrotto  in  San  Tietro 
MCafiello^fnfaUo  portare  dal'PatriarcaDiedo^ella  CappeUa  diSanGionanniJMiifia^ 
$mxìCCÌtoìAzStt\xyFilofofo%compofc^Deaqnatiltwn  natura  Uh.  i.  DefimpUcibus  at^ 
ine  herlfis  lib.i.Etfece  alcnneannoutioni  fopra  9.  UbM  Tlinio .  Gian  Franccfco  Paf- 
tfOiUgoT^.DoitoretCompofe  dnc  Diahgki  tatinU'vnoie  dininii  &  hnmanis  legibus ,  &- 
f  altro  De  injlanratione  Scientiarumtdedicati  a  HermolaaJiarbaro^  Hicronìmo  Molino 
T.fcrifse  un  Commentàrio  fopra  U  bbro  d'jtrifhtele^Defenfu  &- fenfibUibus .  Et  alcnne 
snnotatiom  fapra  i  libri  delf anima .  Et  UfdÈjatna  Oratioue  latina  »  recitata  nel  funerale 
HQioMocenigo  Doge.  Lagrandcz^ia  del  fmìinofojiiene hogsiidì  Luca  Molino  P.Dor- 
tore  in  FHofcifiaMnomo  di  beUifflmo  in^egno.ìoi^f^ti  Barbaro  T.fcrifse  i  inaggi  alla  Ta^ 
\néi&in  Verfia  in  Imgna  Volgare .  Lodomco  Doiuto  V.yefcono  di  Reriamo  fece  ms 
opera  fopra  il  Maeftro  deUe  fenteriTS  dini/a  in  quattro  Hb.  rariarnm  IcSiomim  libro  i* 
Pietro  Roccabonella  figlinolo  d$  LodouicoJ^Uofofo,&  Medico  celebre  neU*etdfua  »  lef- 
fé  in  Tadona  nel  primo  luogo  perfpatio  di  quaranta  anni  con  molta  fama .  Scrijse  fopra 
gii  Mori fmi  di  Hippocrate  i^n  Commentario  molto  eccellente  •  Picrro  Marcello  T.  fi- 
glinolo (t^ntoniotfece  te  rite  de  Tnncipidi  renctta^tratte  dalla  hifioria  deiSabellico^ 
£t  lafciò  kn'oratme  ktina  recitata  d  Senat»^  nel  mortorio  del  Doge  Fendr amino. 

• 

AGO- 


DE  PRINCIPI  HR  XIU  587 


.  r 


AGOSTINO  BARBARICO  DO  G  E  L  X  Xni. 

ANNO  1485. 

ìA  MttteoyfoccefleAgòftinofoo  fratello»  in  concorrenza  di  PictradePrìolt  idi 
JPL  Bernardo  Gìuftimanoi&  di  Tomafo  Triuifano  Procuracorijd'ccd  di  66.atmù 
i!ca]oiiofo>Jk  benemerito  della  Patria  •  Onde  con  nuouo  eHempio  in  queQ'etst»  meri- 
c6  di  continoiiare  con  ta  tofighe^za  de  ^  anni  fooi  »  quel  tempo  t  ch'era  ftato  tolto 
dalla  mòrte  al  fratello  nel  quale  doneua  federe  >  qtiafi  che  vna  mcdefinu  perfona 
quanto  al  gouerQo>fofle  del  tutto  transfìifa  delTvna  nelPattra.  Nel  fuo  Ducato  > 
nacquelaguem^chefihebbecoiTedirfchi  per  cagione  di  Rouere.  Oltreaciò» 
morto  lacomo  pkciob  figliuolo  del  Rè  di  Cipri>la  Regina  madre»  fu  condotta  a^ 
Venetia  daCiorgio  Q>maro  fuo  fratello»&  il  fuo  Regno  fu  tolto  in  tutela  da  i  Pa* 
àrì.  Incanto  Cario  OtàuioÙèdi  Francia  »  folleuato  da  Lodouico  Sforza  »  per  tema 
de  gli  Ara£0,neQfuQÌanuor(àri»Yenacjn  Italia  per  la  ricuperatione  del  RegnQ4t 
Mapoirdefcjìiab^preteiKleua  ragione.  La  coi  venuta  diede  alf Italia  quella  formi 
che  noi  Vediamo  tino  al  pre(ente»con  rouina  8c  mutatione  di  molti  flati  »  &  con  di- 
fperfiòne  éà  diner(i^opoH»dc  nadoni .  Percioche  hauendo  prefo  conibmma  felici* 
n  in  poco  jpiik  di  qumaici  gìomi»quel  fioHtiffimo  R^no»mife  tanto  terrore  a  tutti 
^  altri  Piriiicipi»  che  coll^ati  iniieme^i  impedirono  il  paflo  in  Lombardia  al  fiu- 
me dd  TaiTO  »  doue  combattutofi  co  Francefi  »  fi  può  du:  ta  gloria  di  quefta  Pro- 
|]incia»runafe  predo  i  molti  in  dubbio»fe  la  vittoria  fofle  dal  canto  nofttro.  Si  oppii- 

Karono  anco  dalTarmata  del  Senato»le  Città  del  Rè  nella  P^liai  fotto  il  Genera- 
o  d'Antonio  Grimani  »  percioche  combattendofi  in  diuernluc^hi  »  fi  prefe  Mo- 
iiopoli»Mola»&  Pulsano.  Et  fi  hebbe  Trani»Otranto»  &,Brandizzo  dal  Rè  Ferdi- 
Mndo  aiutato  daHe  forxe  de  noftrì .  I  quali  tolti  in  protettione  i  Piiani  »  che  haue- 
nanofottratto  ilcojlodal  giogo  de  i  Fiorentini»  moflero  l'armi  contra  i  Fiorentini 
io  fauèr  de  i  nrani»con  tanto  oftinato  valore»che  il  Duca  di  Milano  »  fattofi  prima 
compagbo  deBa  R«pub.in  quella  imprefa  »  8c  poi  tolta  la  difefa  de  Pifani  contra  la 
ftelTa  Rq>ub.  le  cofc  andarono  alla  luKa  conginn  difpendiodi  danari  &  di  tempo* 

Matflendo  Carlo  vernilo  a  morte  »  foeceife  aHa  corona  di  Francia  L^ 
il  quale  s1mpadron}diMilaoo»con  total  rouioa  del  Duca.  Dall'altra  parte  ilTurco 
toppe  la  guerra  al  Senato(dice  il  Gorio)  ad  inftansa  dd  detto  Duca»&  Tvna»  &  l'al-^ 
fra  parte  mife  ìri  mare  groffiffima  armata  •  Et  venntofi  i  giamata»fi  perde  Lepan- 
to» Modot^e»  &  Corone .  Fa  anco  prefo  dal  Rè  di  Frauda  Lodouico  Sforza .  Si  (c-^ 
ce  medefimamente  lega  col  Rè  d Vngaria  contra  i  Turchi»Et  mentre  che  fi  atten^ 
deua  con  Tarmi  a  rìpararfi  da  gli  infulti  de  Bàrbari»  aiienne  vn  gran  danno  »  fc  ira- 
penfato  alla  Republtca.  Condofiache  hauendo  i  Porto^befi  trouatoil  vij^io  del- 
nndte»dfdouepnma  veniuaoolefpetierieinqaéftaCitt;t»&  poi  di  quindi  fifor- 
niua  la  Gtrroania»&  Tahre  Prouinae  ocddentaU»con  molto  vtile  de  trafficanti  »  fi 
pad^nolro  nelle  cùk  deHa  mercatura .  Si  dice  anco»  e  he  fiirono  ordinati  gli  Inqui- 
jntori  del  Prindpe  dopò  la  morte  fua  • 

Ora  il  Prindpe  caduto  in  malaria»  dopò  qimidid  anni  del  fuo^aenio  »  &  noiu 
potendo  haiier  cura  AUccofepubtiChe  fecondo  il  fmdefidcrioinntt^     il  Princi- 

MtO. 

-•  Ma 


5S8  DELLE    VITE 


*-    • 


Ma  non  volendo  i  Padri  accettare  il  rìfiutot  fi  mori  fra  po^i  giorni  •  flt  portato 
in  San  G  louanni,  Se  Paolo  t  fu  lodato  da  Domenico  Vemeco  dottifliaìo  gendJhoo- 
mo  del  tempo  Tuo  •  £c  fu  il  fuo  breue  • 

mhrem  in  Regmn  rtfiitui  >  bifu  méritimès  ^utU  VrMut  ^ 
Cremma  ÌMr£  Ahduéoui^  CUrta  Jmperh  édieSHf ,  fMcm 
trauqmllihuis co»firmtof  >  fMM*  mìUt  #» libtrdCmàut  ti» 
tuios,  pr^eterchùnm  mttrmm  bcnemkntiàm  ^  qmd  tf  ^veri 
^kàpisùjfekmlreffextrìm* 

SCRITTORI   VENETI^ 

ES4nù€triéiriper(h»ràuikftte/liamiiAttdTtz  àc?noHT.fi^iMùIù  iiVUtroTr^^ 
cur0$or  a  Sm  MarcOfUqtudc  mamiò  fuori  -pn  tratuuo  d^Ortm  &  Occafn^cUatimi 
fixatmi,r4C€ottù  da  diaerfi  ^mtm  »  Antonio  Orio  VtfpWM^  Reforewléri^di  Inw* 
ceHìio  OU4Ut9%d$  Meffkndto  Sejlh%  &  di  CMo  Secmith  &  Gkirip:ùiÌHlto  ceUbr^^  com-r 
pQ/ealc/medkbiétra^éom  [opra  U  CéwfiitHtkmi  dcU'tfirMu^aM  tu  rmomc  C^aum^  . 
Ant^nioComaro  V.figUMQ  gU  di  t{aiaU  flcffe  Umgameme  Filqfofi^in  Taifous,  & 
in  yeneiiOìi  &  pubUcò^  Dcp^a  carpareiMif  tra5.  i  •  De  primi  motwris  i9$finitate  trac 4 
i .  De  prfc^ffi^àonibus  toiins  Thitef^iét  traS^i .  Bartolomeo  Paruta  ^^rim^  jibb^ 
te  di  San  Gregari»^  Fefamo  $fcce  le  Fise  de  Vriaeipi  di  Fenetia  •  Bemardq  Zane  T. 
tMtor  Theologih  &  grandemente  amato  daVapa  ^le fiandre  Sefto  %  &  adepettam  daini 
inecfeimportoHtix fervide  Encbarifiia^M&depaffiQneCbhfiii&  ferine  nmtearatmi 
recitate  al  VapaM"  aTcellcgio  de  Cardiali  •  Caflàndra  Fedele  figlinola  ^Mgelodah 
tilJimo  neUe  Imgne  »  &  nelle Jcientie  9  iefie  in  Tadona  >  &  djijpntòjtt  Tbedqgis  contimi 
hnominiieltetàfna .  Cmtèall*mprontfo  verfi  Latini  %&Jcrijfe  yn  libre  con  tìtolo  fD€ 
fiientiarnm  erdme^net  qnal  commemora  k  fette  de  i  Filefo^ .  Compofk  anco  dinerfe  ep»-^ 
fhle  latine .  Ondefn  celebrata  dakUcot  4al  Tolitiano>  daf  Barbaro,  &  datMi  i  dottitlei 
tiempofuó.  Et  furono  fuei  nipoti  rineenXo  Fedele  Secretorio  del  Senatfh&  Mnttheo  Ginr 
rifconfuUo  %  ^  Canfnticofam^o  de  tempi  ncjbri .  Fede^go  Theologo  :  puHicò,  i  Com^ 
mentari  Volgari fopra lo ^pocal^$n  Fib'ppo  Paruta  P.  Ginr ifco^f ulto ,  &Fefcokodi 
Torcelloy&  poi  ^rcinefiono  di  Candia^compofe  diuerfe pofiille  ne  decretali ,  Giooanai 
Stella  SoficrdotOf  firiffè le  Fite 4e  Tonteficipno i  QitUio  Secondo p  &  de  gli  Impentdori 
fino  al  predetto  tempo  •  Giouanni  Markipj  f. Dottore,  figliuolo  di  ^so  Senatore  1  tom-^ 
menti  alcuni  OpufcjdidiTlMtarco  p&  lafci^  >na  Oratione  recitata  nella  mone  del  P4- 
triÀrca  Soriano  <^  Giouiccbino  daUa  Torce  ,dHtordine  de  Vredicatori lejfe  m  Vedono, 
la  Metafiftca,  &  iUt^irò  i  libri  diuirifiotele  ,  de  Tbifica  aMfcuUatione .  Heniiolao  itox-^ 
bue  Tatrurcad*^^uiUa,compojkdfceilibatulib^2.CompendiHmVhi^  Gpo^ 

met)ricarumqu4tflionumlib.i^Epifiolalib.i. KerRldf.i.De  cotfcribqidétbiftiorinprét^ 
ێpislib.uDe re  yxoriaUaMecaHnenkntiaaitron0mid&  medicina  ^  Correfse  VU^ 
nJMSr  tradire  Temifiio^  Diofcorid^  dal  GuotKìUcroBimo  Donneo  ?J>ottor  &  Ca^ 
nalierotcompofe de  TrincipatuRfimauéi  Sedis ..  De  proccjpone  Spiritni  Sanili» coniai 

Gra- 


DE  PRINCIPI  LIB.  XIII.  58> 

^A^aitif^Ujhi^ox  &  altre  cefe  fcr^se  ffrmUemsMte  JUméte  dsjrìi  buomim  dotti . 
lU^ohimo at ftwMsMnfieWordbfCiUseritifFtfcoiM  De  éditentà 

Domim.  DeSMSùlAA.ùemérien4idefidemJibA.ùeex€eUentiamm^  lefmlik.ù 
Zxfofni0  i»  j.TfdlmospmmtentiaUi .  Qjt^^mes  Tbe^icéhMC  -pwrut .  Pietro  Baros^ 
zi  V.f^efcoMo  di  BcUimo%&  poi  di  T^oMUafciò  De  bene  moriendi  Uh.  i.ConfoUtarif  /i.  j  * 
Q0iciitm  pr9  tempore  fefUs .  OficiOm  ad  fliutUm  impetrandam .  oMcimn  ad  ferekita-' 
temfofcendam.  Defacerioti$e0kio.f^erfimm&bymnormM  tib.^. Hcrmolio  DosMm 
T.fir^e  in  yerfo  Heroico  U  b^oria  éeifito  tempo .  Lotemo  BragidiAO  T.  lefse  fUo^ 
fofia  in  Fenetia  :  &  làfciò  ^n^epera  p  deFirtute  acmtirenda»  Marcf  AiRpaio  Cau  azst  : 
gompofe  yerfi  Latini  d  Lodòmco  Sfors^  >  ^  tradnge  taratieni  di  Ifbcrìue  a  Tiicocie . 
Marco  Gradcoigo  T.compcfe  i^n  volnmedidinerfe  materie.tiicolò  Michele  V.Vro^ 
€$tratoré S4nMarco9fecedeVUlofipbiMlMdib.Seholi£i»4H'Mtiomem  iMmfihenis de 
Claffibns .  Pietro  Bruto  y'efiowiiC^ttUropfcr^fsfiu^Ubroeoneragli  hebrci$  &  tm  U^ 
krodiSaCTM  fcrìttmn^ 

LEONARDO  LORfiDANO  IK>0£  IXXiV. 

•  ANNO  i5©i. 

'  *  *        . 

FV  poi  ^itoilfcKioDdcikiLconardaJLoredtno  d^ 
animofoilibei^A  facondo:  onde  fu  accetto  adogni  vno.  Et  certo  che  no  ii^ 
bifognaiiaaltramenteypercioehe  fi  hebbe aliai  che  fiarep»  J'aatmoficiPdiPapi^ 
CiouoILIl  quale huomo  Jmiitto»  &  feroce  1  deliberò  diricuperarle  terre>&lo 
giurifidòtioni  atienate  dot  qua!  fi  roglia  casone  »  di  SanuChiefa  «  Oade  tedfuta^ 
ima  l^a  in  CambraiK»  i  primi  Principkldmondo  contra  la  RejNibl.  fi  diuifero  irn 
quella  il  fuo  (Uto  fra  lopo.  Perche  il  Papachiedeua  RauemUiFaemayCeruia»  &  al* 
tre  Cittd  dominate  da  i  noftri  •  L^Imperatore  Maflimiliano'VDleua  Padoua  i  Vero- 
na» VicenMA  la  Patria  del  Frioii*  Il  Riè  di  Francia  slfphraoai  Cremona»  à  Brefci4» 
à  Bergamo»  &  ad  altre  cittd#che  efla  diceua^ches'afpettauano  al  Ducato  di*Mil#* 
no» 

Il  Ré  di  Napoli  domandauaì  luoghi  &  i  lV>rth)e]hi  Pug^»  8c  concoftoro  s^fi^f- 
reno  i  Duchi  di  Femu:a»&  di  Mantòua»di  marnerà»  che^reua»  che  foife  Tenuta  ^ 
fine  ddi'imperìo  Veneto»quando  i  Padri  con  animo  Tcramente  coftante  »|ntiden^ 
te  »  8c  innitto  »  scannarono  fotto  il  gonemo  dd  Conte  Nicola  Orfino  ^  Prmc||ie  « 
Pitigliano»&  di  Nola»&  di  Bartolomeo d'Abiano  Capitani  principali:  a  quali  lòc- 
cefiepoi  FrancefcoMana  Duca  d^rbino»  Leonardo  Prato  «con atei famofi coti- 
dottieri  di  quei  tempi , 

Si  guerreggiò  adunque  in  Lombardia»  nel  Regno  diNapofi»  in  Romagna  »  ncfit 
Marca  Triuilana»&  in  diuerfi  altri  luoghi  con  diuerfa  fortuna  *  Perdocheper  viia^ 
rottii  data  da  i  nemici  in  Ghiaradada  alFAhiiano  i  $op.  &  poi  a  Vffdm  del  x  ^.  (Ì 
per4lè»&  pofe  in  dubbio  tu^to  lo  Stato  di  Tara  ferma  ini>reue  tei3q|K>  »  &  fi  acquiti 
itarono  anco  faonoràte  vittòrie  «  Nelle  quali  tuttecofe  rachiaraU  Virtù  di  Dome* 
nico  TrùiiCmo»  d'Andrea  urìtti»di  Pietro  Sanuto  »  &  di  diuerfi  altri  preftantiflimi 
Senatori  • 

Finalmente  firicuperò  lo  Srato  perduto  nefla  ProQincia  •  Peroioche  ribanota^ 

Pa- 


jpo  DBL  L  B    VITE  :.  ^ 

Fadoiafraltredtti  per  dkiofiaoddeiid  rìtornaroiK)  tiro 

«rocfti  cefi  facd  motbScioaoiiatìoni  di  cofe  tanto  ^tandifddcrktefelketeence  ààl 

Glo^ini  piàfclicoiienteiSc  da  ftatuale  à^tudtcìo  mio  dal  GuicciardHti»ii  nrin< 

dpe  Loredaoo  moffarò  Tak>rc  più  che  himiatio.  Concia 

f^6chCon  |orpìnto»coQÌfigliyoli>&coQle£i€iilcd>fiiid£e«a>aipi^^ 

della  patria.     -  j  .      •    .     i-r 

Onde  grauato  daHe  core  cofi  nok>fe>daireti  >  &  dal  male  che  gir  fopraueime  per 
¥na  caduUKi  lafdòydi  9ouuini  movetidò  alli  it.  dì  Giugno  l'annoi  ^x  i.Et  portato 
in  SatvGiouanni  Se  Paolo»  &i  iUnllcetnente  lodato  da  Andrea  Naoaiero  dottiffiino 
gemiihuomo  deKuo  tempo .  £t  queao  iu  a  fao  Brene  • 

7>rf<f  cmm  'B^^t»  Tunàrum  T{igt  C9mfihut4,$muimm 
frofc  Emtpét  Pmeipttm  ih  Rempuùìicdm  confiirém'  .  • 
tmm,  arme  comfreffi*  liberùt  ^firtttmufr»  Ki^» 
ìttcékmitaic  dtmm  »  €9  txitu ,  rtft  é^mtm  mi  txtmplttm 
7(«m4iM  c^npéntìd  dt^ne  'virtutis  nmt^Mdm  de  *^f9ih. 
tU/perérim,  4$  émnihms  Europèe  %egìbus  oppugtutmt  ée 
fiMrièMsprdiifspenì  rictus,  nmiuerfi  dtmum  tiB$  yi'  ; 
tt«r  euéJMm . 

SCRITTORI    veneti/ 

I'H  qficfii  ami  furano  Stufbrimtte  lettere.  Mbzrto  CatkSlKKyieltorJmc  de  Vreiic4$^ 
iorif&fcrtlfeyDevirtHt'bHsmùrdUbus,  iwa  Cronica  dell'ordine  de  i  TreifiC4tarp  ^ 
f^n  catalogo  degli  bnomini  iìlnflri  del  [ho  ordine  »  &  anreffe  U  Catalogo  de  Santi  di  l^ie^ 
tro  de  Tifitali  •  Antonio  Soriano  Vatriared  di  Fenetia  «  deW ordine  Cenofìno  ^  Ufciò  di 
fi$a  mfoè  mattone  Interiort  li.  i  .De  vita  contemplatiua  Ub,  i  Jefolitndine  m.  i  «Bartolo- 
meo Zamberti>^4(/i(r|^  Euclide»  compofe  una  Comediató^  fcrijje  altre  cofe  latine.  Ber* 
tucd  Veniero  V.la feto  gli  annali  Veneti  >  &  alcune  dechiarationi  fopra  le  cofe  cfcure 
d'arinotele.  Chrifloforo  }Azxcc\\o?..Arciue[coUQ  di  Corfà»  mandò  fuori  vna  opern  ni 
6^ibri  deamma^  De  auHoritate  Tontificis  aduerfus  Lutherum  lib.z.  Etvofe  alami  Sol* 
midi  Dauid.  Corre ffe  il  libro  detto  Rationale  diuinorum  offidorumt  a  ricoiefla  del  Tapé^ 
^  fmbticò  due  aratiom  >  funa  in  morte  di  Vietro  BixroT^zj  Vefcono  di  Tadoua  >  &  taura 
recitata  da  lui  nel  Concilio  Lateranenfe  Panno  i$i2.  Domenico  GrìmanoP»Ctfn£riM« 
ìe  traduflh  di  Greco  in  Latino^  cimfue  homehe  di  San  Ciouanni  Cbrifojlomo  y  detta  inccm' 
p'enfibile  natura  di  Dio  «  Domenico  Deliino  lajkiàin  volgare  il  Sommante  delle  fcietn 
tic.  Franceico  Argentino  yefcouo  di  Concordia  >  &  poi  fatto  Cardinale  da  Giulio  I  /• 
jcriffe  diuerfi  trattatile  immunitate  EccUfiaftica .  Vn  commentario  in  LpaSaconucn* 
ta.  Et  de  modo  pradicandi  Euangelium .  Francefco  Giorgio  deU'ordine  di  San  Framc^ 
fcotdi  profondjffima  int  cUigenzA  nelle  dottrine  fcriffe»  de  Hartnonia  mundi..  Tremila, 

prò- 


DE  PKINCIPI  LIB.  Xnt        $s^é 

hr^ii  yerfi  émorofi.  G  Joutnoi  ^oftint  Tatubeo  MathtmMOhfcnffe  wtjlfbt^UAh 
itr  de  t9mfM4hme  émmnm  »  dot  principio  del  mmtdù  fino  dtanno  i5oo.Gioiiaiiiu 
tikcìo^ftémpò  alcune  amMotìmifopra  iljogno  di  Scipione.  lacocno  Boldiì»  TJfigliuVlé 
S  jaiermmotfecfEpifiétt&  OrMcm  ^ftéi  te  quali  fi  le^e  ima  oràUùue  recitata  uetlM 
mortediTomàfo  ÒmMoVatrìarcadif^enetìéuIxcmicoTcxntodottiffimon 
mcA  dr  iatirnheommeutd  i  VaminamntUidiUrifioteleTtrfect  étlame  quefimi$  de  In* 
tékan^deUtkB^aflflugnìo.  EtfuafrtnK  lettore  inTadcua  di  Fil0/ofiM,€hem^ 
mdncrfMmUe  Sede pokikàe  dilt^m*  il  tefbmeo  tjinfiot€iey&  fi  ami  dtf^aamié 
kmmaoidal  BemImdelfSpiiafit.  Ntermo  Bolén$deéCordmejde'Serui  »  pMci  yn  cm-^ 
feffionario  in  lingua  Volgare .  Vefsercitio  de  Semi  di  ^»  MMÌa$  &  ima  Summa  de  t^^, 
kmumfcientm.  MannaGioi^  VJ>.fcrif$e  »  Deeficieutiaprimimotnis  •  Marco  ti^ 
ftimmthTjQmr^cm4d$^ 
Èleorfodiragkmaimk.ìf/iMrk^Btoc^ 
ÌAoeax^SuttimSenaime^mnpoJe  d€  Magj^ 

F^ont$ormi$li.tJ>fèoHoGaU$io .  Sk^ìfiauei^Mf ordine  Heremàano  di  S.Jlgtfi^ 
feaenm  UÀeimnmtdHate  Mima  eonira  VomÈùnatinméPktto  Pafqiuligo  T.^tmre^ 
É^mltìHità  é  ttjm.  tenne  iMiUeonetnfkmMei^dlnerft  cofe  mfno  m  dmerfe  ma^ 
tericJf§ék>RnmànCèn^ifmfnUoia^Crt^^ 

MifitdettOt&.pukrepoidiGio.  Batt^S eertt.  dei Coì^e^  de  Dieci  fcrsffemUbro  de 
IW  tMpblfteotkOt  ifto  dedicò  ad  ^ngehdi  Cafiro  fuo  precettore  :  dr  Verutiles  ^d* 
éitfnts  ad  TraSMts  angeli  pretini  de  Mólefidjs  :  Et  >n^altro  libre  De  Officio  Uffef^ 
£nrtS9  ad  Hieronimnm  Ftramufcam  Imfconfnltnm  Ficentinnm .  Lafciè  imperfetto  >n 
^Mrailf 


trattato  {oprailfecondolibrodelDijelio  nono;  &  Interpretatmmin  dineifos  Titulos 
fornii  &fhCtmdiBigefhrumKeterm!f^i 

.  s^Morì^etddi^it.annif^.^m'^diììtiebek  di  Èerjgamo%  famm 

t%o6.  Pietro  Caicidoniòi  meffeinfiemernCotAendio  di  rarie  lettioni  »  con  diuerfe 

afiftole  latine.  Santo  Moro Pdafiiòyn libro chiàmatOt  ri&Hditutte le  fOdéUe ; t^m*. 

altro  di  TroUemitintitolato  a  Tifa  Leone  Itedmo.  Simooi  Rimondo  P.r^Mi 

édtafuairerakttnraxAcMnilneg^  diuerfi  ree* 

mi .  Simone  Ardoo  deltorSne  de  Min&ri  Cotàentuati$  kffe  in  Tadmm 

Metbafifica  t  &  mandi  fuori.  Degratia kaptifmi tìb.i.DeSe^ 

imiais  nitentiomlm.  Qtèamimet  He^ap^ 

^^QMoQvirino  Tipetto  Monaco  di  Carnai* 

do/i  9  con^e  diuerfi  trattmicoih 

tragUinfedeiitCr  tutti 

indiri^ati  d  T^ 

faLeone. 


Pp        NA- 


«*      '■ 


AHTQHl O  GlifM ANI  DOQE  LXXV. 


j^'V>noor(eraalPrJocipatD  Aot^^ 

Vg/  pdkHLo^dAMoiJiiOfLeoftirdDMocramlJB^ 


Paolo  Cappcltof  &  Gioiigio  Qmiaro  »  ma  alb  m 
^  Laf^o^aà  di  87,aimi»  6c  lmign»cmf  cflfencfcarope  maacggtddhiRcpdbto  ^ 
Qgcftifl^uittidohiPPtthfortttnaad^^  cqìm 

intriche  ftM»  piackModaNkdòMidickAudgadofc^fb 
PFocofatorsa>fc  amfitufia  1  Cherfo  « 

Ma  ttDito  it(OQfiiio»&  ndoccofi  a  Ronu  pi«flb  d  Ca^ 
fteaikMi(piaio  di  amore  &  carità^odb  guerre  de  fooiieiii|ii  irto  aaedo  nife  aUa 
|NMia#(i  beM  efolc»che  amorcooleM^^ 
kòmc^  Papa»&  hora  Cd  CoUegiade  Csufdùia^ 
«icctMidorclieqwficòincvoriootioPwpfoCto^ 
iu«o«IU  pocria;  mafucmMp  PioeiMKOi^ 
faadalcotKi)&finaiinaiitePrtncyecop4etfemfcixwiteH^ 
yttirhoomohoftomo#iiGioìwnc^<togf|dcgtthw^ 
moto foa gloria,  fr  fife  in  Priodj»atom>aiiito»njjcfi  a,  a;iotyis>  BCjywtMo  jag 


ifulodato^Fedàc^V;aai^eab#ddc€o&(iM^  ddhMtel 
£cilfiioBreue0ra>  ^^q^  ì: 

Anottmtisfremtutifquefirtnnà  mitéMis  iud$sfimfi^it]f^ 

SCRITTORI   VEN  ETI..  , 

1 

Prroao  /kmc;^  in  MeJhtemp&AhA^iàtpitìùìi  K  tf  /!?#  àim^  rime  in  Ih^na 
legare .  Ahìgii^hhdèVùbòniffpHblkàim  Sbroin  ter^a  rima  iiprouerbi 
eoa  la  lor^figiiificatione .  Cario  CappcMb  P.  CauoHero  >  eS^  Senatore  >  compqfè  latina^ 
mente akmidtaloghiallaTlat$HicaiÙei^anaatefiientiarum.  De  vera  &perfèSa 
Tbitofophiaf  chrifliano  homine  digna^  &  Ufdò  vnróratione  recitata  da  Ini  alla  Seteria  » 
nelfHneraUdiGhrffó  Comaro  /rateUodeUa  Heg^na  di  Cipro.  Eufebio  de  Prioli  dettar^- 
dine  di  CamaldoU% compofe  de  Mundi  miferia  li.  i  •  rerfi  latini  li.  i.M.  Dandolo  P.  Dot^ 
iure  &  Caudieroi  padre  di  Mattf>eOi&  della  Trincipeffa  TrióUitradufie  cinatianta  Sal^ 
mi  con  la  loro  ejpofitione  da  una  catena  grecaiét  pA  nobili  >  &  antichi  Theoiogi  •  Striffè 
etiandio  una  or at ione  in  Me  delta  Croct  ^efÙindo  prigione  in  Francia  »  condottoui  per  tà 
perdita  di  Brefcia .  Et  lafciò  diuerft  oratimi  fatte  da  lai  ad  alcuni  Vrincipi  >  ^narnh-  fm 
Umbafciatcre.  Pancratio  GliiH  iniano  Kmandò  fuori  J>e  pr^claris  f^enetia  ^rifiocra^ 
iidgefìis.  Paolo  PsirzdifoÀottilfimo  nella  linguahebrea  >  &  tnìerprete  del  Ki  Frcmce^ 
fio,  fcriffeToemi  latini  dedicati  a  Margarita  Regina  di  i^féovra  ^  £t  fece  >n  Mro  m 
formadJ  Dialogo ,  de  modo  legcndi  btbraics  •  Pietro  Maria  Franco  GinrtfconfnMo  »<Sr 


DE'YtmCIFl  LlfiL  XUl  ^9$ 

deU^wimeCémaUoiaftipddMyuvdìmuiUfntmKdiSmiTia^,^ 
fif^^ZUMOrfoOratmi.  ynlMt^mitrufiniHieniiimo  Smaaamlu.  Dimrft  mkf- 
wteatìjifrdPOratmi-diCkerme,  Et  ima  CtmiatdtUe  eeft  f^aiete»  mtàarpànUólirt 
tfà^mttUqualefiUggeifema, 

ANDREA  GRITTI  DOGE  IXXVL  /: 

ANNO  1513. 

t 

MhtìkArìOmc^Gp^òàktihiiM^  Ptocontor^iiSaaMiitcs 

cbefacbbeilfeggtoDucakdapò  ilGrtmam^.^eiciociie  ne  piatraMglM 
csm^  chi  piniaft  guflw  Ist  fila  |>afi^ 

iemieàitD&éntMOoam  &^on.  CùQÓ^  Pxmàfiitt^atdàti 

nioodo  ^pgnto  di  ipogUar  te  Rcpiri^ 

ficmeaótibrol^ainim&Krfiluo^  EtaflSUìceJrterredeUaRepaMica  Mttii> 
Looabtrditi&MllaSramiidadi  VeiietiA»^  Prouedkorc  delle  gem 

(bets'adweiòluiiQUiieQee  in  quei  maneggi:  faorapcixlendo>&  bora  vinceodo.  Fa 
ctìatulio  tatto  prigione  &  mandato  io  Fi»ida^d^ 
faciftcòtocl  Rèa>nUR€pi]bUcaconibnmia  fiia  Ìode>&iece  1^ 
goale  fii  ubdtaw  Bartolomeo  d'Ahtiaoo»Nfa(Co  Dandotoifi:  etto  Crittu  Onde  no 
legiurono  in  luUia  di  notabili  effetti.  Conrìofiache  TAluiano  creato  Generale^ 
deifarmi  noftrei  mentre  ch'egli  procuraua  di  hauer  Brefcia  >  aflfaliti  gii  Spagnuoli 

▼irefiòmoctoAndreaLoredanoPlrouedJtorGcneraldel Campo»  con  tanto  di- 
fpiacère  ^INnitierfaleiChe  fi  giudicò»  che  cjuefta  fdlTc  Hata  maggior  perdita  cho 
jnonitaqiidljidel  1500* 

Ma  hauendo  il  Rè  di  Francia  rifatto  nuouo  esercito  »  &  condottò  bftón  numero 
di  Suixzeri»  ricuperato  Milano»!  Padri  per  lo  valOre>&  per  Kìndoftrìa  dd  Giriftl  »  ri- 
liebbero  Biefcia  da  i  Francefi»  i  quali  la  haucuano  tolta  a  gli  Spagnuoli  fudi  poilef-^ 
fori  •  "Oltre  a  dò  fi  fece  la  famofagiornataii  Marigoano  >  doue  era  la  perfona  del 
Rè  Francefico»ch'era  focceduto  a  Codouico  XII.  nella  quale  per  l'aiuto  »  ch'egli  rir 
ceni  dalle  geod  della  Rep.ocfeme  vittoria  illuftre  • 

Chra  qiidH>  faoooio  diunffiiiio  fatto  Pfiudpe  d'ed 
fede  Yotootieri  veduto  dati' voioerfale  »  che  voleua  Amonio  Trono  »  fu  poi  tanba 
gMtOtcfae  mosvodo  fu  Diauiito  da  ogm' vno»  taU  &  taofi^ 
dq^cbe  egli  fece  nel  hjo  Principato  • 

InfiiotempoFrancefcO  Rèdi  branda fii  prefo a  Pauja i  &  mandato pr^icme ia 
Spà^a .  ìAarì  Lodooico  Rè  di  Vngaria  rotto  dal  Turo)  «  Et  haoendo  Antonio  d* 
Lena  peraome  di  Carlo  Imperatore  deliberato  di  fpc^rar  del  Ducato  di  Milana 
Fraace(!coSforza  Secondo»  la  Republica  coileeata  col  Papa  (òccorfe  Io  Sforna  foi>r 
to  la  Cora  di  Fcanceico  Maria  Dnca  d' Vrbino  Tuo  Generate  >  dal  quale  fi  £bmx>  di* 
oerfeoperationi  in  DDmbardia.&cguipoi  il  miier^ 

del  Rapa  •  Et  pocodopò  j  Ftoncoza  che  fi  gouenv^iaa  Repubikl >  maiumiikuoCftii 
metìte^ntatòà^^  mciQdbe|ffcdi^apcr.ii^ 

^  Pp   1       dac- 


594  DELL  B    V  tTE 

'^hccoisdchn  JtiifeparGoaer^^      <c  Duca  tAkftiiiro  de  Medici  SnwSmtei 

iiKMto  pm  craddneoepda  Lorecninode  Mcdi^ 

fyceeàat»  CoAnade  Medici  d*ctd  di  i&amì»  approbato  dall'Imperadcw  »  Scdctr 

co  dal  Genccal  Gonfidio  de  Qgaramotto  ddla  C^ 

|iiontf(ciQC(M  nKBO  £  Filippo  Strom 

Henrico  IL  Rè  di  Francia»  iocto  itOeneralato  di  Pietro  Scrozzbnncendo  i  nemicb 


IÌKÌutohoradaFraoce(co(i|0^)iuolo>&foGccffixe»contìto  OVc/i 

DI  TOSCANA. 

S^ui  parìmence  U  goei^  della  RepubI.coiì  Sdioianov  dalqqafe  fi  ^^ 
todifnarey&rpeti^hnencerifoladiCorfii.  Nella  qual  guerra  &roiioilluftri  per 
£raeralati  Ac  per  maneggi  di  cofe  grandi»  HieroniiDO  da  Pcfiuo^  MarcaGttea«l 
Jatriaicac^Aqiiflea»  Vincenao  Oppello»G«oimm  Vitturi>GioQaaiii  Mqvp»  èkt 
£indto  BoodomieroiGionan  Mattilo  fiembOff  |4M^ 


jAii»PandoUdGiioro>Ìarmoda  Canale  >&  altri  diiierfidenoftri*<Eedefoc«^ 
iftieri»  Andtea  Doria»  Aleflamvo  YtcelIo^CamiUo  OHioo»  &  Ariadaio  Bàirborafla  » 
idic  fb  poi  R&  ds  Alghieri  »  i  qnaU  tutti  fimiendo  s  Prìncipi  to 
icontrattak^  distia  RepiibUcacof^PaoIo  IIL  &  con  Carlo  V.xoatra  iloonsoane* 
jnico^acquiftarwio  famabctcma  ^per  gli  ^rc^ij  fatti  loco  inqoe^attionr  iaiiiei^ 
aaiite..Ora  il  Principe  £ttco  recclM»atafKtai]arodallcmoh^^ 
U  spAlefii  Tempre  vigilamiffimo»  fifw>rr  d%^ 
iianaj&Paolo^Iodatoda.BiaiiaixbNaii<i^  poifiLCardinale*.  EiìLùb» 

SCRITTORF    VERETr. 
AndMia  Naiiaiero  1>.  &  SemàmrCf  carne  mag%m  Uuera»i*Eur9pmbAb0iilC4ri* 


io  dal  SemM  diferimr  la  Hifhria  yenetamlmgù  del  SabtUko  r  &  meo^  1^004  delUt 
mUéotefM  7iiC€9aj€rifse  dkdlàH  luuinid^kifiamfcomhèamdù  dUlàyemtfirdi  Cor- 
h  ì^nU  in  Itdia^  fi  carne  poi  cominciò  il  Gioiiia>  0*  il  Gmcciarim>ma.  retuaai$i$Mrt& 
mFfdnciOf  efféndom  ^mbafciadù^rprefsoal  lU'FrancefcOf&  come  diacmomt^letto  f 
non  fi  fodisfacondodef^  ferini  fm^q^^  fte^thne,^ 

akbruccià.  lafciòpià  inrfi  lamidi  mokoMlei^a  »  clnpo^iiopàU  morpe  Jmt  ^mfiemc 
con  dite  oraiioni  fsmeraH  al  Semaio  nelt^  nmne  delhMMÌ0mh.&  dei  Doge  iMedmo  »  fm- 
Tonomandau  allefiaimpe^  Sffifmarriromùiifmydm  Uhri^De  Veùatnme^  f^noDefioe 
arbts  i»  yerfo  keroico  »  infieme  con  Nratìone  faun  neHamoru  deità  Hfigifiadi,  Cipro .  Et 
morì  con  T^mkerfal  dolore»  £età  di  é^.mmi  a  Bles  1  $19^.  Adidrea  M^ecì^fSo^TLM/inola 
di  leonaedoTtacmramdiSMarcotdapè  diuorli  Mà^Sf^haMmÌ9l4^')€heUÌTm^^ 

unM 


catum  m  verfo  beroice^  &  BcUum  Cameracenfa .  Anvonfo  Soriano  D.Caualierompote 
del  Tatriarca  Soriano»  publicò  un  libro  difenàentje.  'Anfclmo  Gradenigo  deWOrdinc  de 
Semijfipifie  m  Diario»  neiqualfi  comprende  di  giorno  in  giorno  mio  qnello  $  che  auenne 
'élfn0Ump(K  Bartolomeo  Cómioo  Secreutriodeiconfigliù  de X.  hnomo doniamo  »  ^ 
di  acuto  iftgegnoi^  moUo  ornato^  fimaio  dalla  RepMrUfuo  indiore^compofe  m  libJU 
dìmerfe  epiftote  <lr  oratimi  latine^  delle  tptdi  nepubùco  imafattaneUa  morte  di  Gnmam' 
m  Dedo  Cancellkr  Grande  1 5  io.  Domenico  Mario  Negro  mejk  in  luceimUbÀiGeè^ 

Safia  con  iccftmlti  di  quafi  tutte  le  genti  del  mondo .  Fratioefco  ae  Lodouicii  mahdè  in 
tei  Trw^  diCarh  f^JnterzA  i^4,FrMCcfcoda  Pefaro  P.firifle,i>e  yniuérfistf^ 
hfoùbii  omamentis.  Francefco  òz,^oe!toSe€retdrio4el  Tatriarca  Quirino-»  trséqjeiu 
VqÌ%^  i  Sdmidi  Damt^am  diuerfeMnotationit&  tEcclef$aftice  .Giomnni  Backjftft 
'Ei^itlàoLemrpubUc^&humnodKbìefa  ^Annota- 

tmes  mFitaoCffarttm  Suetomj .  In  Francorum  Kwm  TanegimusJn  Ouiitum  ^r- 
muiones.BeOrii^Ttardfarumli.i.De  exemptis  muflrimnyirorum  yenetormn  lib.^ 
SepttuKgintnOrae$ottumiÌ4i^nuotatJn  Spartiani  Lamprédif&retiéiuormn  yjtas .  lU- 
^pnatiùnesàlrdMkàtrétionedelnoglHofturì^atcu^ 

fltdmt(3imItiConMCuoìdoSecret.dolCoi^  buemo  dotto  »  ^  miewknte 

éelkcofediStmoifeceUb^riayenetaneU4^m^f^o^^ 

ifatUcittij^ai  reflipì /koi^  Cardénale»  lajtìédifito»  De 

demeniisU.%Xomm^  anim^lm.%.  ìionditrt 

^turtmn  i^uram.  Or  bmocemrici$.De  ratione  anni.De  MagtfinuAus  &  KeiPéreneto^ 
tumti.$^J)e  pjficioEpifcopiXatecbiJmus.  De  potefhteVm$tificisA!r  altre  cofiappn 
Èuttefattcgidftatltpare  da  Lmgi  Contarino  Cauatìerofuo  nipote.  Gabriello  MoroUafilè^ 
iiuerfe  epyt.  fcritte  ad  buomini  grandi  •  Mt  una  oration  funerale  recitaténU  SenatoiuHà 
morte  dà  Benedetta  dm  Tefiaro.  Geronimo  MaJipiero  debordine  di  S.France/ioìOb^  d 
diftarfi  trattati  di  Sacra  fcritturaaraf mutale  rime  del  Vetrarcatin  rime  fpirit nati  y  itti* 
totandn  il  lébrok  II  Tetrarcafpiritmile.  Lorenzo  Vernerò  P.^ateUo  di  Domenico»  lafeià 
difitodiuà^fetompofitmiin  yer fi  volgar i.MzreAmonio  Michele  P.  figliuolo  di  frùtt^^ 
ncb  erndioouaUefmnT^^cidt^monelU  lingua  Utinofftr^^^^ 
^^Ufudgpiuhmodtf$elUcittd.yn*  Itinerario  da  renetta  a  Romaf  -Mlibrodidm^* 
memorabUiMmffe  Ep^jtr  orationi .  Et  yttimamentefece  m  ricco  appareccbio  perU\ 
hì/kuriaFenata»commiaado  dal  principio  deUac^^ 

infimo  noUa  pittura  fece  -m  diawptdellohuomo^  della  fua  proprìetd,  due  Comedie^) 
Sterfi  4krì  Tallii  SìrbaftiMO  fòlbarinì  Fihfófih  &  Senatore  »  le fie  lungamente  fik^ 
jo/mmÌUfatriai&l4ciàdifuo.Den^inito,Defcien^ 

foBeite^  Trifbae  Gabriello.  VMtouo  Socrate  deWetd  nofira  9  lajiiata  Camnmùfratione  ' 
dMt9epmh.&9kiratofi4dùroletutàteriuerito  da  tmtii  dotti  »eomprf^ 
morati.  Vn  libro  de  pimeridelUvma.  Et  del  corfodelUfklle»&  morto»  fu  todatotm 
ùrationfonébreda'PaoloRamt^Iuniore.  VixtorioVsoAotitfkUefoccefp^nelUlettu^ . 
raaMat€oMi^luro.i^fiifabriciUQi^ 

yedmà  da  nefitifaltrofeiolo.  Beiamo  lepuhet  lodato^andemente  dagli  intendenti  di . 
ifuefh  tompk  Scriffi^  diim{eepifUie»etoratimH.Z2C<zxìZ  ìAotofrao»  T^compofe  vifopor* 


ra.  De  infbtutione  bene-piuendi .  Fn^oratkme  »  De  flatu  coniwah .  Compendium  itinorio 
Hier^mitani.  EpifMa  diuerfe  a  Marino  Sanato  figliuolo  ai  Leon4trdo. 


0  »      •   .  » 

»i.      ^ii       1*..      «     '..       •    *■* 

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Pp    i        PI& 


5^        ;     DELL  E   V  ITvfi 


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METRO  LANDÒ  DOGE  LXXVff* 

ANNO  1538. 

Pietro  Lindo  huomo  illuftre  ad  tco^  ftio  >  fnocefle  al  Grict]»l'aiino  i$it.  é^età 
di  78.anni.  fic  conunouandofi  Ut  guem  gii  cominciauda  Solimano»  d  fecero 
4iiierfe  cofe  importanti  in  diiicrTc  parti  dello  (lato  di  mare  •  Percioche  netta  DaK 
.aiatia  furooo  a^te  da  neinici>&  difefe  da  noftri  le  terre  i  marina.  Et  Gian  Mae* 
tfaeo  Bembo  Seoacore  pctclarìffimo  j  &  ^  gran  cuore  tConfeniòCatfaaco  tenuto 
^fiacbarofla.  EtndlaMoreaparimaitetwoaodadiaerfi*openttifiKtiiihi{fat 
De  qni^  Antonio  Carefinispad|re  di  LoreQao»dectohoKiMafla^perlocognonie 
della  madte^che  fu  (orella  di  Nicolò  Mafia  Medico  >  8c  rilofofi!^ilIuilK>fo€eor(ÌM 
^pn  nu  fiu  aattc>cÙ  mooicioni>8c  di  TectouagUe^  U  ciixi  di  NapoU  vndid  T^^ 

/  Nacqueìnquefti  tempi  grauiifimax»reftia«  Ma  fattati  la  pace  col  Tttimonnu 
darli  Makagia  8c  Napoli  nella  Morea^s'acqucuronò  iofiemccon  la  pennÉUe  co-. 
fe  della  Republ.  Auennepoì  che  Carlo  Imperatore  difcefe  io  Italia  conrpodenofo 
eflRcrdto» non feneageloua de  Prìncipi  d'Italia.  MapocoflaoaapaAaeftmSpagMi^ 
&  fatuarmauitragkettò  in  Africa  per  prenderui  (quelle  cttol  matireime  >  le  cniatt 
fortificate  da  i  Coriarìf  moleftauano  le  lue  ptouincie  •  Ma  noafli  aftodo  rìnicitè 
Mmprc<a per fnafkrifltmafoepoiudi  mare  clic  gli  co^diuerie  galee» con iaii«ii% 
numero  aaltri  legni  ^ffit  ritornò  in Spagoa.  Lafeguente  prìmaaera>haiieodo 
Solimano  rpintatuorì l'armata»  i  Padri  crearono  Generale  &e£inoTiepoloSena« 
tore  iUuftre)  prudente  &  di  molto  valore  •  Il  ouale  e0endo  nella  guerra  paffara  Bti^ 
to  Proiieditore  i  Carta  >  &  difefa  quel!' Ifota  dalla  furia  di  fiarbaro6a  Geoeiftledi 
Solimano  s'era  aequìftato  nome  bonorato  pretto  a  Padri  » 

Coftui  rtccuiitoUgoiierno<ktt*armatagiiardò  il  mare  con  motta  cura  >&  prefr 
dmerfiCòrfari  detti  yfcocchi.rqualj  ?fceQdodiIuqg)iialpe(lri&  difficilidefo^ 
DakMtiai^danne^gìauano  nella  roba  >  &  nella  ma  i  pafleggieri .  N^Urarmaca  del^ 
Turcodpaflata  a  DpNirì  &  ad  altri  terre  delllmperatore  :  Se  predati  alcont  nm^  ^ 
«cfcoiuaMarfilia^fenetomòacafaf  fensa  far  cofaakuiìa  dil^ooooòdi  aom 
meato.  Ilrìmanente  dej  coftui  Principato  fii  quieto»  &  tiaoqaiHoi«  Et  qBUtmqi» 
ardcflè  la  guerra  fra  rimperat9re&  il  Rè  di  Francii:&  che  i  Pad»  £>dcromfo 
ÌblfecitatidaUVno»acdairakrodì  loro  con  moke  promeffi^  noaotsenoerotolaaK 
cuna»  Il  qualcon^lio  fiiancoC^to^P^  Paolo  Tcrfttperdocbe  ftaodo  nett*^ 
craIe>gU  efortana  alla  pace»  &  poitandofi  con  loro  amoreuoimentr»  f<^^ 
vno»&  ^raltro.  onde  auenne  {icrciò  »  che  inquel  tempo  Italia  rifie  a<sat  ripofata  s 
|*aQnofeftode(  Landò»  fi  crearono  gli  Auditori  Noùiflimi>acdoche  fuppUtseao  al- 
le moke  facen^  de  Nuoui  •  Et  ftcondufsc  a  ^ran  perfettiooe  il  CafUstb  deiPorti 
cominciato  fui  modello  di  Michele  da  San  Michele  Architetto  » 

Ori  bauendogouernau  la  Patria  con  moka  fedcft  cariti»peFlo  fpatio  di  élao^. 
olb»4c  di  otto  nief>  venne  alfine  della  fua  vita .  Et  lodato  in  San  Giouanm»  &  Pao^ 
lo  da  Michele  Baroaai  dettiffimo  huomp  neUe  fciense  ;  fu  portato  a  Santo  Ahco- 
MO>  &  ripofloin  ricco  fcpolcroncUa  fiia  cappella.  Et  il  fuo  Bretie  in  Palano  eia^- 
quefto» 


*». 


F4(t  ctm  ^pfpH4m  Tmcéintm  ^mftrttwt  fàSlA ,  V4!trìà  éà 


^srf*V- 


DE  P^RINÒIPr  LìlC  Xtil         i97 

SCUlTTORI    VENETI, 

•  ■  - 

^  A  Kdttt  THuirano  Ciurifconfitkfh  ftateUo  id  Vdhriarca  Ornami  >  Ufie  ÌM^amenie 

X\  ÌHieggeneUapatriat&fcriffcdititrfecòfefi  tathtetùme  voigari.  C^rregth  fi4i§ 

TééMamt^  hitfiinfe  in  titmi^Còn  bella  &  cophfa  tornita  FecettìMtUo  "pn  Utimuariè 

K^S^afmHàiUHeiriCdefiM  %t!rnieindice  ampli  fimo  netto  ftamo  di  renttia. 

Beniarda  Cappello  P.  ciAtilJ^Ot&  grauiffifHo  ToeUhUfcii  mi  libro  de  rime  Tofcéme  : 

Bernardino  de  Maflfbi  Gim^confHkof  okre  a  dinerfe  oratiom  pfece  un  trattato  fopra  la 
M£ùsélicar      '  ^  -*         .      '-..-'« 


4àT99fme 

iit^tuF'ofyireMxcc'AniMtìioCùntzrino  CanaHeroyet  Senatore  df  cefi  profonda  f&en* 
tiottitcmeriiò  feffer  cognominato  Fihfofhfcrtge  uh  commento  per  capifjopra  la  9okti^ 
^éUt^rifio$ekii&  eompofe  'pu  Hbro  intitolato  Speculnm  Morate  TbHi^oféoìum.Fu  c^n^- 
fMOfmiliareit Andrea  JianùeroÀi  Gafparo  Contaréno  $  di  Marcantonio  Cornaro  t 
^UTiitolò  T4€poloh'  ^ioflUno  Vtfarojmominiletteratilj^mi  •  C  héfbemoluanA<^àa^ 
^fit$matraf  aUre^Uiilef wrom)ianflrii  che  effo  fece  a  Cario  Qmn^ 
9lDm:4tmC€ndi^^mxioGt\momnipot€delcardind^  %  Fefamdi  Centda  i 

TMirioKa  itjiqiiiUai  &poi  Cardinale»  huomodigran  manegHOf&  nuouo  Mecenate  ie, 
i^kttufu  commentò  tEùifiolt  di  San  Vaoh  a  RomMì.  N  JC^  Tiepolo  Senatore  %  Dot-- 
Wx  &  FiUfofo  celebranffimo  giipéibre  fjùttonio  CasuUtero  r&  prefiant^mo  Scnato^^ 
noé  fcrifw  M  commentario  fopra  i  problemi  d*jirifhteletfi£r  eompofe  yerfi  F'olgari  d^ 
ék  motta  lode.  Nicolò  Moraino  S$mito  di  Som  Tietro  4el  monte  di  jincona^mandòfm^ 
niwn  libro  »  De  rùafpiritnati  «  Et  m  trattato^  De  ammendatìone  ceUa  oc  intm  folkd^ 
ui^.  Pietro Bcfrfbo  creato  poi  CardnudedaTaolùTenfp  reftauratore  delle  lingue t^ 
^Mde  inritator  del  Tetrarca»  m^ndò  in  luce  J  Breui  di  Leone  Decimo»  del  qualfu  Secreti 
iario.U>itadiGnidoBatdo»ùncad'rrbino.GU^ManifUT^^^^ 
Folmi »  &tahifioria  Veneta  fcrictalatitfamente ialni^  &  poi  tradotta  in  Volgare  fi 
diffe  da  Carlo  Gnaltertt:^i  da  Fano.  VinorioZiliolo»padred$^lefianéroGiu^  - 
rifcmfnlio»d$  ecfore»  &M  Scipione,  bnomofcientiaio,&  di  nitadfempU^ 
ftrifse  dinerfi  trattati»  cioè.  Contratngraktndinem  Indaontm  aj^ernan* 
tism benefidum  redémptimb  humana.  De  immacnlata  hpfUa^ 

panisque  »  dr  yini  fitcrificij  meritate  €omra  ludaos  •  > 

Orationes »acfamiUares.  Conerà  infideUta*  ' 

tem  Martini  Lntheri»&Codex 
carmtnunu 


Pp    4       FRAN-, 


^o*        ©j5i,j:i  viri 

FRANCESCO  DONATO  DOGE  LXXVDI. 

* 

ANNO  1545. 


^1  ..  t.  »•  *■  •'  •*• 


K* 


A  L  Landò  kgaì  Francefco  Donate  Caualiero  >  &  Procuratore  di  San  Marco  >  de 
/x  fu  fatto  i  24»di  NoHcmbre  •  Era'quofto  buono  doctiffimo  neUccofcdìuÌQeL# 
&  humanesfauiojcccellencc  di  linguai  &  di  manfueta  >  &  benigna  natura  9  Se  de^io 
del  Principato  1  onde  l'elettione  ai  tanto  faiomo  •  fu  molto^^ata  all*?nmer(ide  per 
le  ottime  lue  qualici  •  N  e]  Tuo  tempo  fo  creato  da  i  Padd  *  Guido  Baldo  Duca  dV 
VrbjinoyOouematoke  Generale  dell'armi  lonx  Perctoche  ^uefti  Duchi  anioMto** 
li  alla  Republica»  furono  in  ogni  tempoaaiati<&  bea  veduu  da  ogniuno.  S  amiàò 
inco  la  prima  volta  Poddfti  a  Cenedalacomo  Soriano  >  PatritiO'di  moka  tnwH 
centia  &  bonti  • 

Mori  inanefti  inalHennco  Rè  d*li«hilterra  $  ii  quale  ribellatofi  dalla  Chiefiu» 
Ibutterti  nel  Tuo  Regno^utte  ie  ragiom  ntimane&  diuine  »  pò;  cagi 
icasa  dell*aHÌmo  foo  tutto  volto  alla  carne  • 

.  Ftì  anco  mandato  Stefano  Tiepolo  a  vedere  gtt  esèrciti  Se  k  oofe<leUa  Repidrii^ 
^  yi  Terra  Ferma»  Vennero  etiandio  à  Veneta  i  Prìncipi  di  G& ita  9  Se  YMMmp  • 

&]*AmmiragUo>  accettati  &4iccareazaticorteiementedalbK^ii^^  ^F^sp^ 
pò  Rè  di  Spagna  pa&ò  in  Italia  la  pnoM  volu  >  per  il  viaggio  di  Fian^ 
&  honorato  da  tutti  gii  Italiani  con  molta  diiiK>ftratione4i  ciuerena  •  Sì  fece  me- 
de&namente  armata  per  fofpetto  di  Solimano  >  della  quale  fii  creato  Generale^ 
Stehino  Tiepolo»  che  era  allora  Podeftd  di  Padoua  4  Et  fi  mandòa  Corfii  Lcégi 
Crìtu>acciocbe<j|ae}riibta  non  patine  per  lo  Tuo  moto.  Ma  l'armata  ad  Tonoa' 
haueiidofcorfeggtatarAA:ica«s'impatroiiidi  Tripoli  «difefo  in  damo  da  ^^« 
gnuoli; 

FtìparioMiitein  qncfh  anni  »  nioilà  laguerra  da  Maurkio  Duca  di  Saffom 
fikttor  delMfl^perio  col  Lantgrauio  di  Haffia»a  Carlo  Quinto  Imperatore  9  delfat^ 
quak  dopò  molte  fattiooi»  l^Imperatore  reità  vincitore  •  Nacquero  eciaodioiii^ 
Tofcaaa  fitmÌ4Ìi  difcordie  fra  i  Princtpidel  mondo .  Percioche  haueQdtifila  JRcpii* 
bisca  di  SÉenarfribeUatadairiàiperatoreyfiriduflb  in  liberti  >  &  diffaude/fno  ia  t<nv 
itlaForteazadierifufatudaDonDiegodiMendoaza  Goncrnatore  di  qudta^ 
Girti  per  rimperatoie  .Sidq^  nEK>to  >  pani tofi  IXh)  Pietro  di  Toledo  Vlc^ 
Napoli  con  molta  gente  peroppngnarlat  fu  pervn  pezaodifefa  valoro&unente^ 
dal  Cardinafe  di  FcrrariU&da  i^etro  Stroczi  per  nome  di  Hcnrico  U^  «piale  $*er:l 
raccomandata . 

NeH'vkiino  anno  del  fuo  Principato»  fi  rinonò  la  memoria  dd  Cardinal  2^eno» 
nella  ChieTaiii  San  Marco  *  Percioche  trouaodofi  atkH-a  Capo  di  Qmraiita  Pietro 
Zeno>  che  fu  figliuolodi  Hkflooimo  Procuraiore  di  San  Marco  >  onerò  di  maniera 
Con  la  Signorìa»  9l  con  i  Capi  del  Coo^lkxie  X.  che  efiegucndofi  u  teflamento  di 
eflb  Cardinale  >  fi  continuò  di  celpbrareognianno  nel  mck  disaggio  9  te  fimerali 
fecondo  la  difpofitìone  del|>redctto  Cardinale.Percioche  cflendo  egli  rìcchiffimo»  * 
kiciò  belto>&  honorato  legato  in  perpetua  al  Rrincipe>alla  Signoria»  al  SenatOt  a»# 

Sii  Oratori  eflemi»al  Clero»&  ad  altri  (i  come  in  quello  fi  contiene»  per  laiòrama^ 
i  due  mila  &  cento  ducati  Tanno.  Laqual  cofa  fi  come  apportò  fplendore  al  nome 
di  quel  grande  &  molto  potente  Prelato  al  iiio  tempo»  con  fu  di  molta  fpdisfatcìo- 
ne  i  tutta  la  famiglia  fua  t  poi  che  il  predetto  Pietro  allora  aflai  giouane  »  procurò  j^ 

clic 


DE  r»IN9IP|  iip. .XJII.  S99 

€te  fi  rìAi(cità0cit>iidU  fìumglia  gli  h^ 

lecucioiie  4ì  cofi  fatta  acrimonia j  a^  sì  per  f  oradooe  che  vi  fi  redca  ogni  volta  alla 
prefeùza  del  Senato  in  0DalmemOTatioae<ieUe'cofe  fatte  dal  fiidctto  Cardinale.  In 
^tre  s'abbellì  la  cittàiii  poblico^^nuaco  di  nobilidiine  (abriche  •  Pérdbcbe  fi  tir 
ìbiffe  allora  il  palazEO  del  Prìncipe  in  gran  parte  ^  quella  Belljezza  che  io  veggìa- 
1XK»8:  fi  diriaso  su  la  libirarìa  all'incontro  del  foro  ciiulef&  fi  finì  la  Zecca .  Et  qp^ 
dhe  i  priuati  gareggiaflIÀro  in  ciò  co  i  Signori  i  fi  videro  jncominciarfi  per  tutto>& 
finiru  moki  hoocffatjcdtfidrondefi  giudiòò  ^  che  la  R  epublica  dopò  tante  euerre  t 
che  la  bailcuaoo  per  fadieo^  trauaguau  »  goddTe  alleni  il  frutto  dellcTue  fatiche.^ 
Ora  il  Doge  inramatofi  grauemente  venne  i  morce  Fanno  fettioio^  &  il  fefto  me- 
(edel  fno  Principatotcon  molto  dii^aoere  deU'vnitieriaie  «ft  dopò  |e  confuete  ce- 
rioiooic  fotte  aSanGionanni&PaoloY  lodato  daGiouaoni  Donato  {uo4^ipote# 
per  lettere  hufiiane>per  dottrina  &  peritonei  fingoIariflimoScfuttQre  f  jfu  (pppelli- 
toìn  Santa  Maria  de  ScRii*  £tiIXuo  Breue  fu  qpe£k>« 

CurìéifmtfÌMcèUnioéuUItcioexomété^  ^mmi  hiÌifi/pitìo»e  fg' 
Jl^éiritfiftkifTrincipàtusMtmo  ,  «r/i/^r  ^unptius  ociua^efim^w 

■SCRITTORI   VENETI, 


Q 


ik  idU  H/tfMka  ne  Umfi  49(U$i^.QHefti  fu  hnotHQM  Chiefa  ^&  fcfifjeMmerffi 
Mime  ìb  mmte  del  C4rJm4làtmbih&  >«  iffatume  4i  'P^tR  (a/wi^nc^[>nio  Mozz^ibaittà 
i}iurifc<mfiU$e9&  V^eUitCémptfe  diuetfe  timeinferfe  nel  ìd^  41* 

wgi  Oicda  mandò  i9lkce^iuéfimes  Qr^mmaike  exjfdmmas  &  foUuas^  ùifpmjuti^ 
Mem  ynam  de  Tì^minc  &  verbo.  Qi¥4fimef  ^uMeminsrte  Teetica.  AluigiwifaloQf- 
ili  Trilingne^  FUolofih  &  Maibematico  »  timnuuo  Prima  d  Taù^  dal  SÌ  Francffep^  à* 
fai  a  SMM/«m  ttonet  doue  leffe  Ismgamcnie  Filybfie  ae^ii$Mdi^  U  fogoeme  di  M^r^ 
catell0yda,y4iiirtaMercateUoC4mempTadou^  cencì<fiaflfceradef 

{attrite  JOraganoifcrìfj^contrAbereiici.  betPbUofephùnmm^is  //^.^f  •  Aki^iCocnaro» 
4c&ie$^orMmcnfodjellauiiddil?ddom>&  Meeenafe^ej^Hbmmimefcelleotì  in 
qnalfi  uoglUeofai  lafcièftampato  vn  ttattato  d^  vifASiArJdo  intììUae^  d  Vcfme  di 
9^e9ie,e!rne  f^ce  w^^derofo^raULagmadiVenttia .  Lamnitaeeg^UMdelmfi.co^ 
me  fcnlfe^fHdi^.anm.  Andrea  PafquaiJgò  ?.figlm0l9^TietrofcrtlJeimtrat$Mf$de 
Mhmentìikdam  fi  iraiumo  dìHerjexofeinimte  aUamemmiaartifiaaie.  B^ardo  j^a* 
ne  P«  2^aaA9dkil€  &  emditò  ntUalinjua  ydpare ^ ferine Ftrft  &  profe  mplfo  eUMn^ 
ti»  Donaenico  Marino  Medéc^fcr^m  libr^  di  f^erfi latini .  Dnee^tgUf  t>n$pfra^ 
Uterina ftaliftj^fopra la  pejte.  Et  vnàTragicomedia intitolata  Vrogne.  Ixxremo  Conta- 
gini  V.&  OmUejrOigid^gliitolodi  Aiaddalinoy  &  fratello  della  Trmipeffa  reniera  d4 
É^ny^ottq^roidoitilfima  ncMa  li»fgMasxitCA<!riatmdtfcriffe^UnwifatimH^9^ 


«06  DEtt»    Vi  tt     ' 

Maria  Dma  J^VrUrnh  Cr  nmi  ^mr odore.  Michele  Barozzì  T.  Dottore  &grm  Fdb« 
fofbfgUfigliaohttiCioiiamaf 

macratkmelatma  deifruttiietUFUof<4ia3Ì!rmafitncbre  recùaia  nella  wMttael 
Doge  Landa:  &  facendo  aUnne  annoiatimi  moUo  ytmfopratEtka  di  Arifiotele^fim^^ 
W«  Gkxianni  del  Llgo  fMkò  nna  mtrointmne  a'ia  Mt^ca  m  Ungna  ì^iigare .  C^o-> 
tiannl  Bafadonna  T.  Dottore^  e^  Canaliero  compofe  •  De  veriori  mortalinm  fine  aeftU^ 
citate.  De  inteUeSnali  natura  Dei  »  ac  J^ninàfapientia .  De  fing^darinm  oc  omnium  re^ 
rum  cognitiùne  diuini  mtelUSus.  De  admirabili  Deifrouidentiafaé  mortniinmcnra .  Di 
dimnaeUSàrumprade/iiHatme.GiznBerMtóotcticisuiìOy  Lettor  ptAUcodeUalin^ 
guarreca  in  Venetia^  tradufje  la  Cateni  aurea .  Commenti  [opra  gli  atti  degli  jtpofioU  » 
'^jopratE0olediSanTaol0.  Ildecimoif.Ariftoeete<tanmaubus.  tionelibndiOa^ 
ieno%  De  decreti  di  Hippocrate  &  di  Tlatone .  Traduffe  Torfiriode  ab/tinentia  camium  . 
yn  Ubró  di  Taolo  Egmeta  dt  Ch'trugià^  &  it^leff andrò .  dfirodifeo  >  defemint^  f  defepti-^ 
meftripartfi.  DeWÈthicadi^rifioteUlA.io.condiuerfcdi€hiaration$fEnfi^e^  é'iU 
a^ri  Scrittori  Greci.  ,     .      .       .  '        .  •    .     ,         - 

'  Ciùiìznmtrznccfcol^gio  deltordine'de  Tredic.^torifleffeMetkafi/ùdPadona,^ 
drpopaTifa.  Et  fcriffediuerfè  Epillole  ali  SaiolotOé^^ifopr^Uf^^ 
rontmo-Ncgro  Giurif conflato  >  &  Canonico  di  Tadoua .  Ficéiri^frìma  di  Belluno  »  dr 
poi4it^icenxji$  fece  molti  f^erfi&Òrationi.lFrà  U  quaU  due  fono  Jommmeàtejtima^ 
J^f^itfianellamortediPrancefco  Cfrdinal Cornaro recitata  AÌSenffo.  UMtror neliti 
m^rie  di  Labaro  da  Boflano.  La/ciò  ctiandio  diuerfe  epìflolc  ìztihe .  Ibrcnzo  Kocca^  9 
che  fu  poi  Canceilicr  Grande^andò  fuori  un* or  ottone  nella  morte  di  luigi  DankàtoJ^aaì 
ceUier  Grande.  Marc' Antonio  WenictOippttore  &  froc^tmtpre  di  San  Harco,  compo^ 
fc  un  libro  intitolatOiThifioìogia,  a  Sebafiiano  Fofcarini:  nel  quale  dichiara  moke  op'mèo^ 
ni  d^UriliotcU  &  d'Uuerroe.  Nicolò  Mafla  Medico ,  &  Filofofo  celebre  »  lafia  dmrfi 
tejlikoni della fitadottf ma t  etfilegge.  Opuc  Locale lib.7;EpiflolarummedicinaSim 
m.%.  DefeSione  corporis  humaniltbfo  1 .  De  pefit  lib.  1 .  De  morbo  Gallico  adCademU^ 
fium  Ubro  i.  De  febre  pefiilentiatìt  ac  depìrfUchifs  morbiOis  %  et  fu  Zio  f Apollonio  M^ 
•  Medico,  et  Fihjifo  de  tempi  prefenti ,  et  Lorenz/)  Maga  Secretorio  del  Senato .  Nkx^ 
Eritreo  Giurifccnfulto,  corre f se  (doperà  di  rirgHio ,  et  ri  fece  fopra  yn' indice  copiòfo  % 
-ff)*  ritrcuar  non  folamente  le  parole  yma  anco  i  concetti.  Scrtfse  parimente  iibroéeeimé 
Aiythologia>  ne  quali  dichiara  lefauole>  mofirando  la  Filofofia  naturale  et  morakyxbefè 
eontiene  Jcttoi  loro  y  clami. 

Nicolò  Liburnio  Sacerdote,  et  Tiouano  di  Santa  Fofca,  lafciè,  De  copia  dieendiUbr^ 
primo,  Epifhalamiorum  Ubro  primo ,  IMalogorum  libro  primo  »  Elcgantiamm  idmo  pri* 
-motSermonum  libro  primo.  Et  nella  lingua  f^olgare.  Decafihumani  libroprimot  La 
fbada  di  Dante.  Le  tre  Fontane.  Stiua  di  Ferfi ,  et  lefentc  nxje  di  molti  Scriuorì  6reci  et 
Latini,  tradotte  da  Mwrco  Cadamoflo . 

Pietro  Aurelio  Sanuto  deltordme  degli  Heremitmi,  fece  un  trattato  Tbeidogic^ 
eon  quefto  titolo .  Rccens  Lutbàranorum  afsertionum  opougnaiio .  Vittorio  Trìncauekl 
Filofofo,  et  Medico,  leJJ'e  in  Tadoua,  dopò  Gio.  Battijia  di  Monte  per  tredeii  anni .  Et  Lu 
Jciò  queftc  opere .  De  raiioneac  yfu  componendorum  medécamentorum  Mw  icri^ ,  Cr* 
flanattones  in  Gale  ni  libros ,  De  differentijs  fcbrium ,  et  in  librum  De  arte  eurandi  ai 
Claucouem .  De  febre  peftilenti .  Expofiiio  in  quartam  primi  ^uicenna .  Fu  Com^ 
mento  fopra  i  libri  di  Galeno .  De  compofitione  mcdicamentorum  per  loca .  Expofitio  im 
féiìmdnm  librum  prognofticm-um  Hippocratis  %  EtMmorfi  Opufculi,comeDefmebfSè^ 


mtbierilms  cafisis  pctc. 

MARCANTONIO  TRIVISANO  DOGE  IXXXX, 

ANNO  155^. 

.  *  ■ 

l'Y^^^'''^''^^'^^^^  fbfierili  dà  Dmaco  >  entrò  in  foo  hiogo  Nfarc^Aatonìo  Tri-* 

JL/  m(ìmo»l^liiiolodiqudOomauah  die  fo  tanto  illn^      benemerito  ddU 

Kicriitcoioe^ocni  vno .. 

^  Senatore  cUcou  innocente  vita  >&  Angolate  per  Sandtii  che  fi 

jirgliacccfBtre  il  Principato.  Pqrdoche  lo  huomootdaKMuuezio  a  i  coftuini  del 

tatto  lomanidaUaiiionaanagrandesaa*  non  fapeua  dò  ci^  •  Alla 

fine alfarttodaifuol parenti >MConfemialk¥okxitik>ro9Gon  tanta  hamilti»& 

«M  tanti  oiodeftiaiCM  nnlb  pili  ;  di  iMniera  che  temuto»  &  reuerito  daU'v^ 

fideiteonelecofedcQagfuftitianelfiioraldot  0t  inconcniso  v^re.  Eglit^iuòil 

fdnc^pAto  in  oxrieo  rìpofi^  per  le  cofe  di  fuori.  Percìodie  s'er^ 

to  i  ùm  prtctbori$  tvoncate  molte  cagioni  di  guerre  fra  i  Prindpi  eftcmi  •  Et  ta^ 


piendAm  Oratori(fta  i  quah  furono  flluflri  Nicolò  da  Ponte»  K 
Et  Giouanoi  Antonio  Veniero  Canaliero  mdto  honorato  »  &  (limato per  Taccorr 
ttttadellaobeUiffimoii^egno  da  i  tre  predetti)  haueùa ridotto  le  cole  dltaliaia 
befiiffimo  Stato  • 

I>i  maniera  ciK  il  Doge  fedendo»  iAtranguifliffimo  tempo  >  gourmauail&a 
Jl^ggimemDpladda  &  fantamente  •  Ma  celi  fu  molto  brcuc .  Percioche  efsendo 
i^a  mattina  i  Mefsa  netta  Sala  delle  teft Cifi  mori  alla  fproiicduta>&  (i  difse  per  be- 
iK^aca  cagteita  da  i  troppi  digiuni  •  Et  portato  a  San  Giouanni  &  Paolo  >  fii  lo- 
4fn  da  Bernardino  loredanoi  ngliuolo  gii  d'Andrea  »  dotto  »  &  hmorato  gentfl^ 
Imomaft  ilfiiD  brene  in  palazzo  era  quefto  • 


.-  *■   k 


gremio  Téttrum  àhu  éfésj»  cmhtmyimdi  'fentr4my  v»- 

SCRITTOI^I    VENETI. 

T?rariiMfR>  m  ^uefli  amU  Antonio  Wl^no,i^  j/tf  eompùfe  m  ralgare  de  ifegni  deU 
ria  natura  nelUhuomó.Dct  mondo  ii.i.'T>clhm^mi  etfegnidel  zodiaco  U.uDella 
THtafolUaria  a  Tapa  Th  r.l.iJeidiffreT^  detta  morie  Li.yn  dialopmtitUato  Gra^ 
tiam^.Traduffe  anco  di  Laimoméferòfenna  ilfm  nome,  diuerfe  Ùratmi  di  Cicer.  &  t* 
£fift.diTa^aThILfcrina4tMém$etbIlJPcdm^  VoJtudbVM  Senatore  dottìf- 


j99  •l>EtLE    ViT^ 

fÈfra  le  Queftioni  'naturali  di  Tisaarcó  y&  lafcii  tma  Oratìon  Latma  recieaiMìteUa  mw^ 

te  &jtntonio  Grimant  I>oge.  Fiancefco  Qaintio  P^gtittoh  di  Hierùnim$  :  9ttre  a  éimtr^ 

feOrationi&  rimervigari,traditfieUy'ìtaiUCarbZe90$ieéieataéKr 

Vrectariffimù  Settatore.  Gìouanni  de  CtMàideltardiìte  di  Santa  Maria  de  Strm^nm' 

fofem*OratimeinmmedetBfberteUo»Fti^(n'at^ 

recitatain  Rama  in  lode  delta CìtfaFltmef e.  Gian  Maria  Memo  P.DoMnf  f^'CoHaliC' 

to:UJciòneUalinpuydgareynl^dogodelUf(^lanzj^  Monte.  DettOrm^^ 

Èorèub.jMak^tA.jxeifmiliftrwMwmTrittc^ 

$adémh&M  Saldata:  Et  m^tibrointitnLMfOréUmre.GhMQXtìSU 

rio  del  Confsgtta  de  Dieci  ypàfigtiuolo  di  Vaolo  Giwrifcottfnlto  ^hnema  difingolat  Dmtm 

tMir  chiara  pertamicit^a  fi  primi  letterati  ieff età fiuhperitifimùieiaGretatet  dteU 

la  Latiaa  tingua^  detta  Franc^9doBdSpé^uiaUydetUT§rtti^fe9ff'd^iioreimParatt 

inqiteDtVraHineief  douemaidatone  Jmiprimanm  per  im 

Uepntd^^écqniftsrom  non  pkcioU  merita  predai  Senato. 

OttimoCafmoff4QyimeniemiffbMdeUe€of^  .  ijtmtògm 

Mane  in  fnerternCanceUier^Ciramie  Fafuoloeonotationeiatina  xcbe  Itonitì  fi  legge /rs 
éjnelk'é^httomM  Ilb^fiampare  in  Tarigi  1 5  77.  Ttfe  infieme  Tre  i/Smmi  deUe  7^« 
utt^ationi^  yiaggf%  ne  i  gnali^omf  nono  Strabene fò  Tolomeo  difnefiofoeokMede  pit* 
mnotitia  di  tutte  igteUe  partidel  mondo  »  che  i  nofhri  tempi  fifono  ritronatc  yJtì'fmvm 
in^nìte%òalmenoripuùite  fanoUfepreflogti antichi,  l  qnciif^obtmi  fece  ^ampatt 
Tomafa  Giunti^  del  onalefftamico  ittmnfìca  9  &  cordiale  »  aéàmati  da  e^  Wimt^  com 
yarkprefatietd^ltdifcorfitchefernonoinyece  di  Commento.  Tra^naU  i  maran^^i^ 
éfuillt^fcPrailcrefcerdetTiUOfdtdkatoaHief^moFra^^  materia  trattatada 
molti  Filofofi  antichi^  intefa  dapochi  del  temponcftro.  Scrifseancoinegiefi  vUimi  an^ 
niyn  Truttàto  deljl^y&  refmbdetmarefdoneàfnrtipiiim  Fifa* 

^a»  C  confuta  alcune  opinioni  del  F  radura  9  &  di  jtti^  Comaro  we  loro-difcorfifif^ 

Gala  L^una  di  Venetia,  la  qnatfaticafapr agiunto  dàUa  morte  1 557.  non  fati  fornire^ 
cero  MatTolo.  Hora  Don  Loren^  Monaco  Cafinefe$  compofe  De  conooma^Platàtìà  ^ 
&  Urtftotetit.  Do  ratione  ù"  modofcribendi  Hifioriam.  Vn  lim  di  Wme  moralkPaók> 
ÌAmatiih figliuolo  gid  d'.Aldò  >  compofe  eommentarius  in  Cieeromt  Mfi/Uas'ai  otti 
€um.  Bpifiobrum  aitBrntum  lib.^.De  legfbus  antiipùtatum  Uòmanamm.FH^Uf- 
tine  A.Orationidi  Demcflbene ..  Corrose  ITOpere  di  Cicerone .  Et  fece  De  f  e« 
màu  9,$mano  lib^u  con  atheoofedi  moUà^ecceltetn^w  &  doàhmti 
PietraFìrancdcoConcarìni  P;  Fihfofo  »&  Oratore  >  &  poiTa^ 
uUnadiy)enetia$fàifse  molte  eJptafMtìonideiM 
ficiU >  negli  8;  libri  di  jtnflotele  9  De  Tbyfko.  auditu  ^ 
fktxoFonc^deUQrdine  de  Minori  Conuentuali^ 
fece  $  fette  Salmi  in  Verfi  >  &  yn  Trattato  in 

todtdeiMotfti. 


I 

^ 


fRAWr 


*  ' 


DE  PRIHCIPI  tIE  Xm.         ^05 

FRANCESCO  VENI  ERO  DOGE  LXXX. 

ANNO  1554. 

a  TrmHano  >  6x  aflunto  a  gli  luli  Giugno  Fnmccfco  Vernerò  d'etidi 
Ndfuo  tempo  kcofe  della  RepubL  furono  io  molta  pace.  Etancora 
>  pailalle  in  Puglia»&  ri  facch^giafle  BcTUci»  &  altri  luoghi  i  &  che  ia,j 
ToCcaoa  lì  guerre«iafleoal  Ri  di  Franciacontra  Cofmo  de  Medici  Duca  di  Fio* 
xtai»  f  &  aftiexoiefi  faceffero  in  diucrfe  parti  del  mondo  >  la  Gitti  non  hebbe  tra^ 
oag^oalcinio. 

In  qnefti  tempi  venne  aVenetiaBona  Sforza  ^^la  gii  di  Gian  Galeazzo 
Duca  di  Mitano»  tradito  da  Lodouico  Aio  ZidtRegina  di  PoioniaXaqnale  dopò  li 
lùorte  del  marito  Sigifmondo»  ritirandofi  al  fiio  Oocato  di  Bariipafiso  per  que  (le^ 
parti»  dooe  raccolta  dal  Senato»  (agiatamente  reàatz  dalla  Citta»^  per  la  memo* 
ria  de  fiioipaflkif&  si  perche  nona  ora  fhtatefte  alcuna  coronata  per  m  an« 
ìli  acanti.  Ma  poco  dopò  la  partita  fiu  il  Venterò  no^  mólto  (ano  per  ordinario» 
aggrauaco  dM  nuUe  che  poco  innanzi  kMuùeuaaflalito  >  Tcnnè  a  morte  Panno  fe- 
condo ò  poco  pili  del  Tuo  Dogato  •  Et  portato  i  San  G|ouanni  &  Paolo  9  factèuì  le 
fi>lite  funerali  >doue  fu lodatoda  Bernardino  £xittdano  »  fu  póllo  nella Chiefa  di 
S.Saluadore»in  ricdiiffimoA  Regal  (epolcro  di  marmo  »  pollo  alla  memoria  fua^ 
da  Pietro  ftto  frateBo  •  Et  il  fìio  Brctifrdiccna  • 


Swmkm  mdpà  Mtmtrumprùpnffimi  mm  k  Prhu^tìmyixe^ 

$Um,éitf»e  Àmgmum  TohnU  Regiuàm  h  Jtdùim  àdmméimem 
mifféMmbéutmgeturtixtepi* 

SCRITTORI     VENETI. 

FFnmè  iiianéhfmo  qnefh  Trinr^p^^  Bartolomeo  Spatafbra  P.  il  quale  matkHm 
luce  m  tìn^ua  yolg4T€$ 
&^ip$4namièfèfkiell  , 
mtQitfkfòffiimpidkonelfammmifkatkUBCi^^ 

tepi^iiche  delDage.  VUpitome  de  ùori^  akriVo^ . ,^ ^^  _^„3j^^-^^ 

bmiini  lUé^iinTadotui,  mentre  yifì(9odèfli.  Beriurdino  Loitdano  ^J^tmbtT^ 
JUMÌMu^ùmmintòUOr4aioni<igjrìà^Mcicer(^  métiedi 

Mar^Unimo  Trimfamh  &  Prancefco  temerò  Do^i  •  Benedew>  Rinio  FUofofo  ^itT 
Medicò»  itUfirò  ^Mieenna  m  molti  li^ghi  cafrotti»  rttroumdo  il  fropriof^mfic4Uo  Lati^ 
no  im^yodi  ò  termini  Urabi.  Raccolfe  net  mwr^me  tutti  i  luoghi  douc  ^uiceifna  re* 
flicsitmedefimfmedicamentOf&douediceiUimtrmo^Etauuertiil  tettare  di  tmcii 
luoghi  dùue^uiceunafiferued^HipDocr4te  9  d'.^ftoteU^di  Dmfcoridefdi  Gdem^di 
TaoUhfEtio»  diSerapicitef  di  K^>  Òr  Hdiétate  ^come  fi  legge  nel  fino. 4uicemtaJUmt^ 
fa/a^mii^  I5$$«  pQtwtìoN^ro  rili^ofo>fcr^dmcrfiTrmmi  fofré  ^riffotelem 


éù4  f>l£LE   VI  T  1 

troMufatto  SacrrdotTf  ftcevtfltìneitariémyafoidyenitia  «  Èotigna^  dedicato  g 

TapaG$HlhTer7;p,daliuaiefumoUo4mM99&fi^^ 

mudadi  Tèetro  ffcrifse  vn  volumaR  JSSme  pMicate  da  GìhUo  Cantarinù  Trùotratot 

di  San  MarcOffitoftrettifflmo  amico  >  &  parente .  Mardak  Roca  FUof^  %  &  Medico 

thdfifle^Th€miflio%B$nmp&S^^ 

Èmim  indiaci^  nini  Grvci^ 

LORENZO  DE  WUOtT  DOGE  UODflf. 

ANNO  ijjd»  ' 

* 

m^il  Venero^  <htailiaogiiuk>aIiDi£QaadePrioli;too^ 
mokclcctcfe^Nd  rciapnàdp«ooonMaèIa.pc^la9ualeV  poi  pw 

tam<dUindiiilriicttPktroclaMbtoScnacere>&  fig^ 
|K>AoaItonialgOQemoifóUX>fficiadclUiSaiiicsl.  EcpoiiiHoedcJacatrfllac^o* 
rata  dal  f(>^)em>dd<oiKagk>>pcvcliekgdn^  qm  cDniffCCiiaiia  k  cm^ 

nccdEme  per  il  vitto  aHa  Città  4 

M  in  quefti  anni  Ui  gueira  di  PMfo^Qoéftocan  C^ 
Carl6  Cairafii  focHapote  TCinei  VeiKoa»  per  £6^ 

fé  Aio  quel  ch^cra  intcrdfe  d*attrì  •  hteiPMii^cottmoffidat4U(hirbidfclPaM>as 
defiderofi  delia  fua  quiete  >  &  faluezxa  >  maodarotio  al  Duca  d'Alua  Generalo  del 
Bi  Filippo^j^cbo  Cacmila  fagiciffnru>i8cprpdeQtiflìmo  Secretario>  per  aflmar  le 
cofe.  '  ^^  /      ■  ^  •'    '^ 

én  mandato  di  nuouo  a  RomaiMarc'Aotonio  de  Fcancefchi  Seàt^tario  ^  bdio»  te 
d^acccrto  ingegno»  fi  Papa  pofte  ^  Vistai  abbracciò  i  Colonoefi» A  htUDfliaadoft 
col  Rè  Filipoo  fece  la  pace  con  Im  •  Fra  tanto  soou^ipedd  JvKQkacien  pcrlf 
Calabria»  &  fi  fermarono  alla  Valona .  Et  continouandokicareftia  nella  Città»  fa 
fiatuito  »  che  fi  riduceflero  i  cultura  diutrfi  terreni  in  diuerfi  luoghi  poftf  »  &  fog« 
getti  alla  Republ.  trafcurati  per  lo  paflaoo^àSe  pcrfooe.  acdocne  a  haueffe  iii^ 
ogni  tempo  copia  di  grano*  Et  furono  creati  (opra  ctòiFrancefoo  Barbaro  »  Anto- 
atofietio  1 8c  Nicolò  2Leno»<tie promoflc  oueto  matcrìa .  Si  mandarono  cuandm 
AmbakiadoriiFcrdinand^»  al  quale  Carlo  fuofrafiello  haoetia  reountiato  UaK 
MMk  Gkmaani  Cappelk>  Caualicro»  &  Bernardo  Nauaic^ 
fir  llMto  Thiepold  •  a]  pc«£mt)r  Prooomimidi  San  Mai^ 
Spagna* 

Muicaroiio  iac|Qefti  tempi  Carlo  V.Impieradore»  Kfaria»  &  Eleonora  fue  focel^ 
k(  te  R«eiQa  Maria  dlngbikerra  nu^Iie  delRèFilfppo^&il  Cardinal  Polodotttf^ 
fìmOvBriauìo  Signóre^  Et  in  Inghilterra  ibccefle  a  Maria»  Litabetca  fua  forella  •  La 
quak  leoataii  dalla  obcdiensa  della  cattolica  Religione»  ritornò  k  btiefie  Lutera- 
ne in  qiiell*JUola*  che  vi  durano  ancora.  Oltre  à  dò  fi  fixc  frd  il  Rè  FilippOi  ^^ 
ttoaSeoondo  (dopò  mokamortalicd  d i  huomkii  in  terra  &  in  mare  >  con unipenfo 
uaoaglb  dd  nnondo  )  U  paca  ;  Et  aodoche  fbife  pili  Cakia  j  H^^ 
glielMieUafoafigliiMUiiU  RèFifappeÀMa^ 

KttoDiiCftdrSauoiatilquafetajrirtàdtcìi^^  Pci^Ul^ 

4uaL 


DE  PEIKClPi  US.  Kilt        fn 

me»eiHtM9  in  AiiiC<3^ftffoftritti4Q  :  forila 

ftoQtedt  Moiigeawrrco  Capiqmo  de  cmutlli  S^^evefit  on^ppcbi  gkuw^kiia 

▼enne  1  morte  conitolore  di  aawOirìiìàMit^  v^rc^MU^ 

armif  &  di  belliffiioo  ingegno  »  fi  era  acquiftato  nome  pretso  al  mondo  di  grandif^ 

iimoRè. 

Gli  foccefle  idtmi|tie  Francefco  Secondo  giontnetto  di  dieci  fette  anm*  :  al  qua- 
k  i  Padri  mandaiono  a  oongratularfi  Nicolo  da  Ponte  »  DotM^  &  Caualiero  3  al 
prefeme  Principe  di  VenttìZtSc  Bernardo  Naiu^icrOfdie  fu  poi  Cardinale*  Se  fini* 
rono  etiandiole  fabriche  di  Palazzo  »  con  le  fcdetegie ornate  d*oro  9  di  pitturo  » 
&  di  ftucchì  •  Et  non  ax>lto  dopoùl  Prìncipe  venne  a  nKMte  t  8c  condotto  i  San^ 
GioitiMiacfiob  jfiiMatoda  J^àóanioGluft^^ 
iipótcatoaSio  Doamiico  ntcnoiwmtméciaoi  uuggiigw.  £t  fottoil  faojrìoracr 
M>»^olie6itlpinDO«Upinco  nella  Sala  dritoScr«ti«io»  per  cftMfifiDkidVaxyierei 
teighideBaSaiiidd  fcaiiCocifigUo  »  tta  poftaipiefta  kcnttioue. 


Oftmimm  étrtmmfiitiìjscUrus  ^pefiUntì  tnefiJUtét,  adml^ 
ftUnu  4tqu€4rm4  exttrMtuin ^entium  fdtéri  loufUo^tU^ 

se  RI  TT.Om   VENETI, 


<  j 


A  ^SmCmmiMmx  perthAe  fari^ vttOffmimie  neéfeturmnt  ii  VhMte^  J)àf4$ M 
^m9rimtmHd<tiitaitfHcleM  iaUé  HefaéLEtmduffkU  mmUkJf.jMfitkfmtm  PCpf0 
fmHbkOfi^Mtte  édCMréméd  JlMumm^ .  Aktigji  Lippommo^^ficmafnnu  4i  Ho^ 
Uomj  <)r  jMv  4i  FctmtL^  &  ytimémea^  diMergéama^  bcMonmtm  SSmta  ChUfè  per 
tmAte^e4igitìmffcr4Qt%Strfmne$Sw^ 

JMùnmhOrMmisSÉìnlmdtf^^  SdutatmmUnSjBiU^^Decem  pnuxnamm  Dfomù^ 
Sftm^gi^lkuHtmes  fjmddes  fàprjrtfwmMtme  cUfu  De  triiés  Smuknm  Véinm 
Tmh  t.  Alttigi  Bzìbi»T.r4tìilfmofis^^  ¥tr/HaiinÌ9&  tr^- 

énpeittmfbiemtme  éctme  Orationi  di  GngKcio  fi(4CÌ407rjM.Akffandoo  Mando  Cm$^ 
meo  LéaenmenJeTfaifs^  aUtme  cefedi  Mt^i^udiUamMefkwudtoiMWnkmc.  Beitiaiv 
^o  MMaiere  *PSenamtchcfmfiU  ériUMée ,  faiffridmnft  0rMii9m4  <Sff  turfilJtìM 
jH  diiteifemateri&9  ornate  tr  ripm^te  m$Uéddmimiù.\imofoixoQ  Ne^co  GÌmrifcim^ 
jyU(h^Xm&Hkodi^4tÌ0méf^Mmpò  diMerfcEpiftùUe'OrénmLìUerooimoF 
Smmm^^tfwduffe  di  UfifM  greca  mrolgare^ff^iéOr^^ 
deemie^  ttéUret^emtmdMtfMmifemcAilfmmme^iiwi^ 
^oftantinapoli .  lacomo  Moceni«>  P.  fece  nella  UagiM  uoftra  Umerfe^omfafiik 
emmùZuitlP^m4mdèfmJ;^mim9diafb^  tidfig^ 

mqIq 


8o6  DEL  LE    VITI      : 

mhéiBeweiau^fàige  imumme  iìmrftrimt  rimiimfi  ^ggtm^mmftì^* 
Brtfsa.  Nicolò  Zeno  TJfmutrcs^figlémh  di  CtMrim  CamUten*  ^féfèi  C«$m> 
rampMkidifmroritf»eéeiBmbari^fcri$tU'Detheinik^^ 

U»tÌiem.7oauto  Sc&*,ieKmrémeie'PreéicémhP'4c«métCtf9difiru»rUdigH 
^  Treiicatoretfimfò  dame  tratim»  &  m  trammdc  Cbtauu  Cbr^ . 


♦>^l 


HIERONIMO  DE  PRIOU  DOGE 

ANNO  XSJP. 

COn  rcficmpio  de  ì  (faie  PrJadpi  Bai1>ai^^ 
nimo  de  PrìoU  (nudki  del  iix>rtOt  haoiBO  di  n^^ 
prefcozt.  Io  (tto  tempOf  iDori  IhK^lo  Qaiit^ 

aUMmofoccefle  PiaQoirco»ftairalcto  AUòafolL  Fu  anco  cento  MttiaocaJfth»; 
godei  DkdofiK>rt<M3io.TnmlaiK>IXKCorei  Abate  diS$aOpmn(h8cfcduoàk 
viraffefUplare.  '        ^ 

Si  ccnouflè  eciaodio  per  Gopemator  delTarmi  della  Repoblìca  Sfona  Panala 
dnaMarchefediG<Mte\|;^gme9ÌUiiftre<)e^  Aeio.Qs«toMtaie{c 

eletto  Papa  in  luo^  di  Paolo»  molto  amico  delia  Rep«blicaifi  mancarono  Hìpr»- 
nimo  Grinutib  Hieronimo  Zane»&  Marc*Antoaio  eia  Mtila>cbe  pòi  fti  Caidwialc» 

dqoaKil  Rapa  dgttc  alili  iriìMBiiaSatj4riRè>tegM<ycòCa^^ 

molto  la  Repoblica  grandemente  ama(a  U  hooorata  da  hiit  protqefle  d*aocif»;er« 

la  con  ogni  ma  iorta  &  potere . 

Si  mandarono  poi  Oratori»  pèrnome  della  S^.al  Coocilio  diTrcpiat  m^olò 
da  Ponte  Dottore  &  Caualiero>  &  Maqdheo  Paadolo  Camalic»>&  con  Quefti  Aa* 
tonio  Milledone>Secretario>di  cofi  oobnc  &  eccellenec«impo>ch^  dd- 

bttdooi  di  quelli  Tacra  adiioansa>cofe  importanti>s'acqut(io  nome  di  htiomo|)C»- 
iteotiffimoi  &digraiiiffinH>giiiditiofndiuerfialtridievieRlfiodelUiiat^^ 
Perciocbe  allora  vi  fi  tfonarono  prefeatiygli  sofrafcritti  Prelati»  àoèfBcamóm 
Nanaiero  Cardmale»  Lef^todet  CoociliOkinkiogo  del  Scnpando»checramorto# 
Giouanni  Trinifano  Patriarca  di  Venetia  •  Daoieio  Barbaro  detto  Patriarca d^A«» 
.  Pietro  Landò  Arciuefcoiio  di  Candia.  Marco  Cocnaio  Aeduefcono  di 
> .  Filippo  Moceni^  ArciueTcoiio  di  Cipri*  Antonio  Cocco  Arciiie(couo  di 

j»  &  boraCherico  di  Camera  «  Liiid  Pifani  Vcfcou» allora  di  Padoiuk»&  poi 

Cardinale  •  Giorgio  CornaroVefcouo£  Treuil(E>*  Giulio  Contiiino  V^coqp  di 
Belluno.  Tomaio  VefcouodiCapodiflria .  Gian  FrancefcoComnKnduno  Vefoo* 
uodelZanre&dcHaCefiBUonii»  de  poi  Cardinale .  Pietro  Bacbarigo.Vefconodi 
Cursola  »  Pietro  Contartni  Vefeooodi  Baflfo  •  Domenico  Bolani  Vcfcouodi  Bre- 
fcia.  Federico  Comaro  Veicouo  di  Beliamo  »  &  bora  ài  Padoua  p  Pietto.0clfiM> 
Vefcouo  dd  Zance.  Andrea  Mocenico  VelcouoHimo^iire  •  HieroniiQO  Triniiart 
no  Vc(couo  di  Verona .  Hieronimo  Ragazzoni  Vcfcooo  di  Famagotta  &  boraci 
Bergamo.  Matthco  de  Prioh  Vefcouo  di  Cicr^  Notia^  &  bora  di  Vicenaa .  Franco-' 
fco  Contarino  detto  VcTcouodi  Ba&>.  Giouanni  Delfino  Vefcouo  di  Torccllo>Ac 
lioradiBrefcia» 
Hieronimo  Vielmo  VdioDiiD  A^golicenfe»&  poi  di  Città  NooaJBt  Adriwo  V«r 

ìffk- 


DE  tRING^IPl  LIR  XIIJ.  «07 

khtk(>^VtrftoiiódiCapodMHa^tuecrhiiomim  dottrina»  Ma  mnmoko 

dopai  il  PrÌQck>e  venoro  a  morte  »  &  porcaro  in  San  Gioiianai  &  Pac^  $  fu  Iodate^ 
da  Gian  Battift  aGritti  9  gii  figlraolo  di  Aluigi  Senatarc  •  Et  ripofto  a  S.Doiiiem« 
co  preflb  al  frateIIo>hebDe  quello  Breue. 

QementU  cultor  fj^f^ultìét  deufiéUùr  accerrimùs ,  Princifdttun 
àhimi  càitdne,  libtralh  ingen^  b»niutt  dc  religione,  jrnUtn*  ytrM- 
tis  éemtdus  fifiefi  * 

SCRITTORI    VENETI. 

i  . 

^ttJt^ìmmkMiftùttmpodfNre^^  &  con  la  dottrina 9 

1  AdttiahdHriniiiMe4e^edicatart,Tke0^ 

che  c&mpoje  yn  trattata  demauiréndis  hareticis .  De  Sacramento  Enchariflhi  adncrfus 
Cabrinosi  cfnfra  Mattbdufl^  GrAoUtum .  Alu^  Còntarino  deWordme  de  i  Crm:icebieri 
€ompofefdeSàn$bikddi7iap$ii.  DéPotttichitd  di  Koma .  Della  ottima  belUx.^^  della 
BmmavCr  delt origine  della  Tatria  del  Frioli  >  &  tmtama  farine  diuerfe  altre  materie  & 
trattati.  Cornelio  l>kio  debordine  de  Ftàti  Mdnori^FilofofihTbeologOi  &  Treàcatore» 
fcì^e  wtéibro^Ua  vHa  attina^  &  contempUtina^  &  diuerfe  Orationi  •  Filippo  Tcneo 
Bmtare,  FHofi^o  $  erOratore  mafire^  dottiffimo  nelle  lingue  Greca  &  Latina  >  compofe 
wur9ffetor(ca^latina3  empia  Orationi  &*  f^erf$  latini^  grechi  &  voliari.GioisSbì  Zarli* 

00  jpubUcè  quattro  libri  delle  Inftitutioni  Harmonicne^  Cinque  libri  di  DiimUratiùni 
harmoniehe .  f^n  trattato  de  patéentia^  f^n^aUro^  de  Innouatione  ^nni .  f^n  difoorfo  del 
i^crogimm  delU  morte  di  Cbrifto.P'ntr  aitato  delFmi^ine  de  frati  CappMcini .  Ett$.4i* 
bri  in  Imgùalatina.  ì>e  rtraque  Mufica.  GaTparo  Erizso  ?.EruditoueUe  lettere  greche 
dr  latine^  eémpofe  Ep^ammi  >  &  Ele^  latine  t  &  lafciò  >n  >ia^gio  da  Vettetia  a  Co^ 
jkmtinapoliàn  ItHgua  volgare^  moti  findéco  in  Terraferma*  Giouaani  Riccio  Giuri* 
fconfuUo  >  &  Cronifta  ceUbre  :  publìcè  >n  Sommario  fopra  lapraaica  di  Giouan  Tietro 
Tapienfe.  li' fpotito  Citr^ideltordine  de  Tredicatort ,  fer^e  alarne  cof e  di  Afufica^ 
HieronioìO  Fenarolo^  compofe  yn  libro  di  Rime .  lacoino  Fofcarini  Dottora  9  Fitofofh 
&  Senatore  prudenti  fimo  >  figliuolo  già  di  Michele  $  traduce  di  greco  »  tintroduttipte  m 
/ejc  modos  pmtofopbia  T/eAjf  •  Et  un  compendio  qmnque  vocum^V  decem  pradicamento^ 
rum.  hodovàcouckc^fcriffel^Ofìeruatiom  fopra  Uling^  Fn  Dialogo fofra 

1  tremati  delle  Demie .  Fn  Diakm  de'  colori .  yn  Dialogo  della  Memoria .  yn  Diotofo 
deUa  "Pittura.  Tradire  poi  Fiioftrato .  VOrationi  9  &  foratore  di  Cicerone .  La  Toettca 
di-Or  atto .  OuhtiOfde  arte  mnandi  «  H  Eneide  di  Virgilio .  te  Meaamoirfofi  d^Ouidio  »  CSr 
"Palmer ino  (tOliua.  Correffe  con  efferuationi  &  note  diuerfe  »  //  Dante  9  ti  Vetrarca$  &  il 
Boccaccio.  Tradu/ié  molte  TragedietCioè:  diDidone$  dilfigetnat  di  Hectiba  »  di  Gioca/la» 
iOt  altre.  Marc*  Antonio  AmuUot  ohe  poi  fu  Cardmale^ompofe  diuerfe  Epfiùle  &  ora-- 
timti  latine  j  &  volgari  >  &fece  im  trattato  1  Defublimi  genere  dtcendi .  Nicolò  dall^ 
Croce  deltordine  de  Tredicatorimandò  fuori  Homeliejopra  la  prima  EpiftoladiSttn 
Taolo  a  Corintììij . 

Vittvo  Catena  SaceriouAeffe  la  MetapbificaJn  Tadoua  >  &ptélicòila  Sfera  >  Super 
hcaMathematiC4  amtenta in  libris  Topicis/Hr  E'encbisiibroprimo.ynitttrfa  loca  Ma-- 


^g  D  È  L  L  fi    V  i  t  fi 

llbmdiiUlHLòiUmuifi0o$€Uf.Sifìodcì4càiciT^  iiWérUmit 

Tredkàtori  leffe  Itmgémeme  in  bmo  di  Sebéifiimo  Ficcarmi  Fifa/i^jdr  Sem^fre^fr" 
ce  yn  trémuth  De  primis  &fecmHks  intemiénilm  ;  De  (ex  tranfcendcntUrns .  D^huma^ 

na  induftria  praftantia .  Vn  trattato  ietto,  Lumen  SattÙdfidei  3  &  m  lem  é^Orationì . 
Vincenzo  Riccio  Dottor  &  Secretano  del  Configlio  di  Dieci, fcrifie  con  molta  elegam^a 
yerfi&ora$io9rrdgm  et  latine. 

PIETRO  LORED ANO  DOCÈLtXxm. 

ANNO  1557. 

MOrco  il  Priolif  fu  creato  Pietro  LorecUtio>  Senator  DrefhmtiflTfiiOfdirtligìo^ 
fi  coftumi>8c  di  buona»  &  (incera  mente»  à  %6A\  Nouembre»  con  piacer  de£- 
I^rniuer£EUCf  8c  con  (jperanza  di  ogniuno  yd^otttou  rfttfci(aiìel(ttO90iiernD..Vto«^ 
ne  intanto  a  nnorte  Solimano  Imp.de  Torchi  >Prìncipe  forcuoaco  $  Me  pmdcntc»^ 
che  cflTaitò  molto  la  cafa  Ochomatia  • 

Segui  parìmcnrerincendiodeir  Arrenale  Tpaneneofo»  ic  kwtkp  per  io  treniM: 
d4lla  terra^per  molte  miglia  lontano.  Dopò  uquale»  nacque  la  cardba»  cofimnm 
che  per  foftegno  del  pO{^lo  6  mife  mano  alle  confeme  delle  monitioni  die  n  tea» 
gono  per  le  armate .  Per  i  quali  accidenti»  fi  come  fi  dice  da  moki  %  Sdkn  ch&era^ 
focceouto  neirimperio  d  Solimano  >  difpoftofidtf^qnalche  acqoifto  faooorata» 
prcfe  l'armi  in  mano  contra  à  Padri  »  per  la  occafioqc  dei  Regno  di  Cipco^  Et  di^ 
menticatofi  le  ammonitioni  paterne»  le  promefie  fatte  al  Senato^  la  lung»  amtct* 
tia  tenuta  da  quefto  Stato  co  fuoi  >  affalito  qnel  Regno  con  poderofa  armata  »  affi»- 
diata  Nicofia&  Famagofta  »  che  fi  tennero  per  buono  fpatio  ài  tempo  >  ottenne  il 
ino  iotentotcon  eflrema  txxiina  de  i  Baroni  &  delle  genti  di  quella  Ifola  >  &  con  di« 
{piacere  incredibile  infinito  di  tutti  i  Cluìflbuuii  • 

'  In  quefte  a>fi  fatte  trìbulationi  adunque  >  mentre  che  fi  apparecchiaua  l'arm^^a 
delTurcos&chelanoftradtmoraua  i  Zara  sfotto  il  Generalato  di  Hierooiaia 
Zane  Procorator  di  San  Marco  »  il  Principe  (  t  cui  configli  farebboao  ÙM  falutife- 
ri  alla  Republica  >  fe  fi  fu(k  ascoltato  quanto  eflò  diceua J)  grauato  daifetd  »  dal  te- 
dio» &  da  i  penfieri  molefti  che  I^afHiggeuano»  fì  morì  t*annoquarto  dd  fuo  goucc- 
no»  à  j.  di  Magj^io  »  nella  VigiltadelI*Afcenfione  %  Se  fu  lodato  nelle  funerali  da  An- 
tonio Zeno  P.  Et  em  la  fua  ìmcrittione  attorno  il  ritratto  >  nella  Sala  dello  Scnid- 
Aio»  in  quefta  forma  • 

Jìmputd  émmu^peiHtrU  ifiumenn  fumméfrudanU  im^rUt^ 
tu,  pidfltci  ndaaiis  inceoéùi  compre ffo,  exortum  Turcimm  beihm  am^ 
fiémter/téfiepiy  pCy  yt  non  Mia  nnShridfpt,  maxima  eités  C0nfici$m^ 
dioppértunitéupéréiritur. 

sCRnv 


H£i 
i 


DE  PRINCIPI  LIB.  Xin.         ^09 

SCRITTORI     VENETI. 

IEbbe  péTimente  quefloTrmcipatodikerfì  huamini  fingolari  nelle  lettere  de'quaU 
Aluigi  Pafqiialigo  ?.fmffe  Lettere  tmoroft  Ub.%.  &  vxa  Comedia  iirtitolata  til 
fedele .  Aa^eloFerro >deU'ordiHe Ucremitanv/jcriffe ,  DeCalibatH  ad CbrilhpborHm 
TaiaHÌnum,  De  Epifcoporum  refidentia.  De  <u^  tritate  VoBlifìcis .  Et  dne  Iteri  ^oratiù- 
ni.  Antonio  Stella  Vituàono  di  S,M<ùsè,  mandò  f/toridne  oralioaif  l'usa  in  morie  di  Hie- 
Maim»  Qiùràto  Tafùtrta  di  ytneti-u  et  l'aitra  in  m«ru  iella  Trlncipefsa  Zilia  de  Vria^ 
li.  Stride tìtcnHnli^tyititittUtoyiuBeruirdi  iHjiiniam.  Elo^iorMm  clarorum f^iritr 
mnh "Pittiu Htutaìi Itùtlìriim iiber  i.Etm  volume d'4Ìtre  orationi a  Vriacipi diaerfi-. 
Bernardino Fcliciano>i''<itrfff  imitator  diCicerone,  Ufciò  vn'ortuione  in  mone  df 
Fra^efcodttUT*rrei  Or4tcre4lhBppi^l.perfImp€r.et  vn'iUra [oprala Hìfitriat 
melfej^ofitme  Oe  IttU»  Ingurtmo  in  Sgtiiflie  >  tm  dtrt  apprtffo ,  che  fon»  Jìumpate .  £t 
frriueMfMnmeaH  ta  Htll^riaie  fuoi  tempi .  Daniello  Barbara  Pretto  Vauiartait' 
■k.  ^mkgt  WMM^à mime  yit  Otaleso deWEio^iten^a  in  lingua  volgare.  Fu  libra  Utino»  Itf 
muuutf  vmvs  Twfhyrii,  Cvmmeiuarif  foftra  i  trv  libri  della  Rbetorica  d'^iftatele .  Dt 
Verjprìiina  li.i.Et  Fitrìoàiewnmentato  in  latiuóiet  tradotto  anc*  in  ytÀgare  con  ntol^ 
teMKmtMiim-  £t  wuntrffcrmMiafepra  i  Salmi  di  DoMttVenne  a  motte.Emilio  Maria 
MlVOMfot  Dottore  et  CoMotieraJeffè  i»  f^enetia,falariato  dal  public» .  et  mandi  fuori 
ÙHMniade  Turiti  ilei  t^yo.Pra,ase[coZVìnio»compcfediuerfi'Pxmi  latini  in  Ma' 
ri/ Agretti.  EtftnaeMa la  Turtheide in  verf» beroico.^natcUQ Marino lafciàuntrat- 
tmoiiecauftf  miraail«rmH^protUperum>cm$tra  ^Igaifetem.  Gian  Francerco  Com- 
tataémti*  benemerit^di  SXbtefaMr  mtlte  Legatioiii  fatte  io  dìuerfe  parti  del  mondo  > 
tt  poi  creato  Cardinale  tfett  diuerfe  orationi  latine  et  liolgari  >  con  molu  altre  cefr-ytiù 
frriafedetmmtrtfknelCtHCìkodiTremo,  Gian  Francefco  Zilctti  Giurifeoafim * 
JariffeyifImdicedilexpC9fi  cimkt€ome  crimine,  et  pia  Tomidi  Configli.  MìKOljy 
t9£kaoyefeomdi7itn*,etfoÌUrciMefM4todiZaraynifnttdeiVrincipelximardotA. 
rvdatutPmat»  di  mmta  hmèt^i»tTm>  ampofe  tre  Ubri  nella  Ut^aa  volgare  »  DelU 
IttrafeUcitÀ  éelkhumno,  Mario  Sauoi^iuno  T.Feaetot  ^gUuolo  già  del  Come  Hiero. 
wmfttCtmdattierùtìì^rt  iipuUiamudeUa  R(piél.tradufie  di  Greco  m  Kelgart 
moke  eoft  di  TolUm ,  Ctmf^etimdia  quattro  libri  della  MiUtia  antica  »  et  moderna  . 
St  nelfrimotrma  ieW^i*  4tt  Generale^t  (d^ri  Capita$i  minori  >  et  poi  delle  mem* 
bra^ut^aàietifegmtì»tC9mef9iiihfm(*ria^a»udleriaaompartimenti,armiiin^ittt- 
tìtmat  efitreitatiom  kn.  Tigi  fecondo  ragiona  deU'acctm^  de  gli  eserciti,  delguada- 
gmar  i  Udifcendendo  tarmate  in  terra ,  cmefi  ritirino  poi ,  et  atkggfno  bene  et  ficnra^ 
wutite,réfprtfimtmbim^(hebatin9  «S'era 
mi  Capitimi.  "Hs^tmu  àifiorrt  1  deUfOvu^fe 
jt«tv  aiCm*  pm»  it^tUà,  etaU'tdtraJflifò .  "h 
U^»dÌititor9ìittiittekpmiiPeti'9pf0SiiAtie 
dficnHeUmatariài^aetiglifi'ittemtutteU 
deU'Ordineie  Semiteompoje  nfltmervri^df 
vtUpadtUvuriùffcriQcSimétgvitifp^i 


Q^    3       ALVIGI 


■€io  D  E  L  L  E     V  I  T  E 

ALVIGI  MOCENIQO  DOGE  LXXXIV. 
ANNO  ijyo. 

FV  poi  fttto  Principe.  Aluigi  Mocenigo  Caualiero»  &  Pcocurator  ài  San  Marcai 
dttt.di  Ma^io  1*3111101570. Senator d'animo  grande>uiefficaciffiaiarirtù 
a£d'induftria.&n  potato  degno  di  ogni  honore. 

Piibitcato  adunque  a[  popolo ,  parue  che  folfe  maodaco  dalla  mano  dì  Dio  *  per 
Eli  vrgenti  bifogni  allora  della  guerrat  poco  inanzi  cominciaufì  con  Sdim  Vii  éc^ 
Tctrchi .  Conciofìactie inntgilando di concinouo  al beneltno communc'i noa reAò 
mai  con  l'opera  &  col  confìglioid'cllcr  pFcmto  per  lo  foil^io  della  gr^dezxa  del- 
la fua  patria*  ad  ogni  fatica.  La  prima  roteai^  della  guerra  fii  in  Dalmatia. 

Doue  Bernardo  Malipierofìgliuolo  di  Vinctaxo  Senatore  >  gtcuanedi  molto 
cuore  &  ralore ,  fu  primo  i  confacrar  il  Tuo  fangoe  per  la  publica  liberti .  Nei  cui 
luc»rofoccdTeFabiodaCanaIe>ilqualeoAèrton  aPadridi  famevendeoai  s'ac 
eujitò  allora  flc  poi  in  quelle  parci»  hon(H^ta  lode  di  fortilEmo  C^tua.  Istaai* 
tf  Turcesbarcato  in  Cipro,  pofe  l'aflcdio  i  Nicoiìii  difcfa  pgliar^meote  da  i  no- 
to». 

'  MapreualendoinemicipernunKFO>&pfefaquellaCittiperforu*feDeanda^' 
ronodrFama^ofta.  Et  quella  parimenceoccoparonopermancaéKnto  di vcttOBSf 
glie  Ardi  monitionij  perciocfic  lì  diede  i  Muftafìl.  Il  qùalieroizimtnobarbxtOttoc- 
ra  la  fedepromefla  ±  Marc*  Antonio  Bragadinot  Scad  Allor  Bagtione  >  amoidue  dì 
gloriofa  memoria)  fece  empiamente  monve  Scicorticare  il  Bnigadlno  cor  eflèra- 
ta  crudeltà .  Et  ti  fuetiandio  decapitate  il  Bilione  j  con  fommo  d^piacete  de  Pa- 
dri>  da  quali  era  fìngt^ormente  amato . 

'  InqaeOomcKzòfacendoiCorfaridiuerfidanninelColfoAdriaticavcon  noiu* 
piccola  perrurbatione  de  gli  animi  de  CittadinìiKia  auezzi  per  m<^i  anni  i  àkatk 
dgliftrepitii  Stalle  turbulentiedellaguerra*)!  Principe  defìderafodìconfolaiC  •> 
più  debili  >  &  meno  pratichi  della  Citti*  follecitò  >  che  iì  faceffcro  dùinfèproaifi(K 
ni.  Et  fra  l^re  cole  lì  mandarono  iiCaltelli  alcuni  Senatori)  fra  qaabappanie 
indico  it  valore  &  l'amore  di  Vincenzo  Morolìno  Caiialiero  >  fsttopoi  Pnxrunuor 
di  San' Marco .  Il  quale  prouedendo  a  bifc^ni  con  efattiflìma-  dilùenxa  >  rcndetUL^ 
ficuri  i  timidi  penfìcrf  di  molti  della  Cittd.  PeEciocfte  oiandAndo Tpefe  al  Prtncipe- 
&  a  i  Padri)  Domeaico  di  Vico  Secretano  albr»del  Senato>&  al  prefctite  del  Cod- 
f^io  de  Died  j  tornato  poco  prima  dair arma»  di  Za  tft  >a[^rcaui  fiiHnnu  (xm- 
folatione  airrniuerOUe . 

xittnoMndo  tuttaDÌa  l'armiper  maro  0c  per 
ipai  il  Ré  Filippo»  &  la  RepuUfca  jotìeme  > 
xace>allafiae  giunto  il  fcttinw  giorno  n 
itaronocon  l^rmaca  del  Torcoi  non  molto- 
lUgafto  vinTe  MarcTAatooi»  bw  concoiTet>- 
rsolari. 

>  che  nel  corpodclla  batn^ tia<  ennofe&a-^ 
acre*nelfìni(lrocon  altietuntei  8coaii_» 
cidiifoccorfo  diuife  per  le  fqàadrcific  ri- 
graodcmcnEe  dìl^anu  l'Toa  dall'altra  per 

QVk 


DE  PRINCIPI  LIB.  Xni.         6tt 

«òMic»feote  fpatsMtGdodie  pricne  ttcaccaffeip  jl  fatto  d'armc^fi  hebbequella  vk- 
toriai  della  quale  neflìin'altra  nauale  fu  giamai  la  maggiore  •  Percioche  >  oltre  che 
ri  fturopo  occifi  i  più  f<^ci  foldatiific  ì  più  coragpiofi  Capitani  che  hauefle  il  Turco 
al  nutnoio  di  trenta  mila»  gli  furono  anco  tolti  dugento»  e  vinti  quattro  l^nù  340. 
MSEzi  d'artigliariai  con  altri  corredi  infieme  ;  &  Tifi  fecero  prigioni  i486,  di  ìom . 
Et  la  cagione  di  tanta  vittoria  fi  attribuì  in  buona  parte  aUeorraette  (ci  galeazze  • 
deUcqiialiera Capitano  Francefcx) Dnodo  Preclariffimo  Senatore  «  Le<|uali  ef- 
feodOt  come  s'ictetto  nella  fronte  della  Vanguarda  >  &  appiccando  la  mifchia  coa 
l'arti|^^u«a>  meflero  in  confpfione  t'armata  nemica  >  la  qua!  poi  in  confeguenza  fa 
totta&  disfatta.  Et  per  certo  che  quel  giorno  fu  fidicimmo»  non  pure  a  Venetis 
ma  anco  i  tutta  la  R^publica  Chriftiana  •  Condofia  che  okre  allo  hauer  yalorcrf»- 
mente  difefalardigionef&  il  veto  culto  di  Dio»  fi  mofhò  anco  che  quando  i  fedo» 
li  fySno  ^eramonce  vnitii  vinccrcbbono  quelle  forxe  tenute  da  moiri  iamacibi- 

.  l^riDOOÒaUoMlagloriadegliaatichiPadriydamoIridenoftri  celebrì&d^ri 
'Aperpeoio  ri^MAK  I  quali  combattendo  per  Cfarifto  1  &  pe^ 
docort  Panni  m  mano»  s'acauiftarono  ilCklo.  Et  fra  qyeftiJforonailieDfiina 
Barbatfeo  Prouei^r  OcqpraJe .  n  quale  mentre  accendeua  animofamente  gli  $Js 
tri»  frararmi&Ic  gnda  nemiche  »  feritodi  freccia  in  vna  tempia  chepa£»ò  2roc» 
chi(h  mori  in  breuefpatio  di  ho^  fin  braccio  d'Aadrea  Soriano  Secretario.  Che 
toco^>qnantun(^carkod^anni»coraegiofo(rotteninndo  in  quei  ftn^senci 
^qpiafi  in  loogo  dd  BtfbaciBCh  che  l'anuiua  mo^^ 
dalla  vittoria. 

Morìixmo  parimente  Andrea  Barbar^  Antonio  Pafqualk^ 
ZQi  Catcarino  Malipiero»  Francefco  Bono»  Gian  Lorcdano  »  Hieronimo  Veniero  » 
Hicronimo  Contatmi»con  Stefiwo»  Francefeo  >  &  Hieronimo  Comari  fratelli  »  gi^ 
^liuoli  di  Giouanni  daIl*Epi(copia  »  Acfuoioogoari»!  quali  con  vn  fiero  voto  di 
vincere  ò  di  morire  infieme  »  orcriroDo  le  vite  toro  alia  conferuatione  dclU 
della  RqMibl.  Marino  Cùntarini  »  Marc'Antonio  Landò  »  Marc^Antonio  Pifani»  ai 
Viaceniù  Quirino  figliuolo  gii  di  Lauro . 

i^utmo  medefiotiunentc  memorabili  nel  conflitto  de  n(^lrì»Antonio  da  Canale 

wdo  gii  di  Nio^  »  lacomo  Guoro  »  Marco  (^nho  »  Marc^ 
l>afquak  Senatore  Intcgerrimo»&  al  prefenteCon%lierodi  Venetia».Pietro  Gin- 
fiinianoPrior  di  Meffina»  &gùl  figliuolo  di  Paolo  SenatorciZaocaria  Salamone»  & 
altri  »  tutti  huomini  chiari  •  Et  de jli  efteri  1  BaldafTar  Bofchetto  Conte  di  S.CeCa^ 
KCbGìottannidi  Cardona»  Silmo  OMte  di  PoccìgUa»  bora  Gouematm^  ittiftre  di 
Brefcia  »  Gian  Batrifta  Spettano  »  Hettore  SpinelU  Napoletano  »  Paolo  Orfino  9  & 
Profeero  Colonila.Principi  R  oniani  »  Antonio  Eddemonoianni  di  Candta  »  con  di- , 
oerfi  altri  valorofi  perfonaj^'  •  Ec  non  meno  furono  allora  foldari  Jd  quello  »  che 
fi  foflfero  Generali»  Marc'iuitonio  Colonna»  Giouanni  d' Auftria»&  Sehaftiano  Ve» 
nierò  •  Percioche  accompagnando  in  quel  giorno  l*anttoritd  loro  con  ractioQcdd 
combaa:eKd£Kdaifìi<xiaconemici»ottenneroUV^tto       Etfiirnno  eriandio 
in  onel  tàim>  ffiemorabiU  »  per  foUedtudine»  per  pfonifiooe»  Se  per  j^^ 
Ifole  delU&epubL  allora  ò  tentate  da  neniid»  onero  efpofteigU  affida  tcalltio* 
curfiQfMdclUV«o«niìSt»iinCandiaiLorci0O^MnU>^^  poiPioavatordi 
lanMac^o^ 


ei%  D  E  L  L  E   V  1  T  E 


Miitod^  CnaIUCa«l^ 

ia  di  Nicolò  PhKarotor  cU  SaaKÌa4XO  anc^ 

A  bdlicofo  goenjetx)»  Pafquai  Cicog^ 

l^ciÙfAlorcScdiTira».  l4icaMicbefc8caat<nr9CÌuan>f»gliakndirà3à.be^ 

Jm8ccittiic«  Aììiìì^lLMóOfScBicmiréàooUjfp^mamo^A^ 

4eUa  guerra  PiecraCilbo  Senatore  valorofagii  ^liuolo  d'Antonio  >.ilqual  moti 

éi/eniìcio  dtlbtPatna ..  ACorftì»  Fnlncefco  £omaioSenatoi:«  diffamlacirictuac 

4i  fedcl  femkio  •  Alui^  Giorgio  Senaroreinrffepido  »  di  nobile&ipel%rBx>ÌRCd- 

JetMt&.HacaLDooatahtMMnadigraanmn^  AlZuce^Pioto- 

OMcarìai  fractlk>di  Stbalbano  Stearore  fCfa^ 

4EÌrciìra6^(o.  deO!armaca<Xìiochcfca»  &:hora  (bcroaa  fiaitot  ^CoftantinopoliooiL 

HOnoKa^fiia  ll:Mte .  Alquai  fixeeise  Lnoardo  Emo  g^ 

*iQr  i^rreUgionc  Se  pieti  difpoftiffimad  morìr  perla  fede  >  &  per  la  Woctti^  della. 

Patria^.  AIla.CeliiUoniaMaFC^AnroiuoGiuftimana4&  Vincenza 

tnlo^di  Piero.  A.Caeuro  >  Zaccaria  Salamone  Senatore  oelcltfe  per  t  irtàjaiii*^ 

tare  •.  fiosiardaContacintumìracocediqpeHraltra  Bernardo  •.die  pergt»dezsaL 

4*anioiOf  Icper pàiria  dUmni»  favguale  igttanrichi  Capitani;2rGioinn  Bàrriita. 

CaIbO:dihonQi»a»ik.Takttofonicn]^^   Bta.TineHierarm«oPanttaLatdfCQK€li*-. 

6sBSore>,  (k^lorofo^feviacore  delfuo  gooerno  ..Lafiteoiida  tokapoif  etterati 

matadel  Tura>  Dfatta  conincredJbtle  pemszxA%  fu  i  viftiade  ndlri»  CtStto  itGene»- 

salatoci  lacomoFoTcariniiIuiomo  IUuftre>&  hotlProcurator  di  Saa.Macco^Rwv 

mo  Soramp  Caualiere  >.&  Sbnatore^  Am^liditao  j.  &Proqedftor  Generale  >.moftnl# 

oual  folle  la  grandezza  &  il vafoc  del^ammo  fùo ..  Conciofià  che  efsendo  nel  fini^ 

ItrOìComOfA  battendo  a£ulitoildeftro4e  nenHd>^iaffixxn4it:»irno^iSan  Lo- 

Mozo  vicino  al  Bn^cio  diMtòia.KCQn  (tgran  oiotc  ^che  fe  fo^Ìut!OÌegalracadi& 

gUaltrìf  s^quiftauaiigeiKrtmeme  vn^imifeconda  vittoria  .Nfa  pììcqae  a  Dio  di 

mener  fme  a  cefi  fattidìfturbi  %  perche  quandioli  credèua:  chr  la.  guerra  dooe£^ 

andar  al)ahinga>4iacqDe  la  pacc>  net  qMflto  anno  daliuo^a^iuncipb.Ih^ 

Mxvcnuto  a  mocte  Augufto&à.diJ!olonia>itt.eIetto  al  R^naHenckoXeraP  >fra^ 

celto  di  CarlO/IX^ Rè  di  (HranciaiSc  coronato»apprefib4l  qaaleonaodò Ja.Rcpiibiìca . 

itìfedett  per  Am&afciaik)ttiaPoloma>vHierominaijppQn^  di. 

ipgcgB#»&.vaIorfiiigolare*  ^ 

Ma  Caslamancato  ineti  pierilesHenrico  chiamatoal  R^^oo  patetno>ȣc:partp- 
ìofiitfcofamaitojdi  Polonia  i  fi  conditfTe  a  Vònctia  •  Edotte  accettacovda  i  Padri  con: 
gnnuf  affetto  dfaa]orejqiiaH&  quancedimoftratiom  di  honore  g^.(i:faceflèro>ani* 
pianicme^*é.dlfiioftaaeQ^i  fopta^t  q^altcolnplemenci>iI  Princfpepnideiite>pra^ 
iie>&  moltt>  pratico»  (bdisfecedl  numera  a]UtR:i:pnbl.&.al^Rèichcncconfégui£ii» 
Isolar  gracia  pndflToad  ognivno .. 

Indi  a  dite  anni  furfe  la  pefte».dallc  pareidi  Trem<^>.ch^afHf(rela  Citti  r  per  hL^ 
awftedi  mette  peifone^ognii^  molco^<:^>celcl>raiido(iri*;uinnate: 

citi  Dwc^^óiGCtk  il  fuoco  ìoannediitamence  in^Palaaso  >f^r  lo  cjualc,  arie  A  Colie*-. 
jrio>A f  AnticoUi^ .  EtapprefoialìammattavtMrdcUecubrdi  San^Marco ubidir 
wnrfWafi^tto*  Cindcil  Principe  (jMuiencato^vfdtcuiì  PalaEza>fkitirdr  in<cafa  <K 
<8iottannida  L^ge  Gaiialiero»  9i  ProcuratordiSanMarcou,  che  ftaua^in^Piazaai^  » 
jft|la.fineiafernìòfiknoriJ'anno^x577.  Et  portato  in  SaoGionanni&  Slaoloidoue 
Al tedttft^teXoignaoMafea  Sèciceario  del  Seaaio»  U  huomo  di  belle  9t  calte  lette^ 
rc^YifuiepcUitoyfopra  laportamaeftra.did^ntroi^cfst  a  Loredana^MaiioeliU 


1>E»»INCIH1.IB.S:)[11.         (fij 

Vrìiici^&AruicMloite.  UqaaIo(neaIiaaendodro|MKiitoeotidurUtA'0afiBitt 
iiiPalaHM>ÌìcoaMluiWufttddc§]QaR>»perIt>difturìxi  dclU  guecrft)'tira  TOMttai 
••iinte»  qualdiB  auo  jttùaa .  Ec  il  (iio  Breue  ÌQ  PiUuò  fii 'quello . 

5tfymiT»r*«rmmTltgireidf*fr»fi^4t4,iUftuii§tUix;ia9rié 
*v»a  Qmn'mm  mhil^md  fétru  \  ììenrico  VaUdnm  ^gt  m4* 
ffrificent^rm  ex€^t9y  SiruàUri  De*  £dt  dkétM^  Vtw  M- 
^  >fif»f  Jn€tné9 1  fefiittntU  Uktrata^  lUmjméijlfirelttem 

SCRITTORI    VENETI. 

Ett4a»aSarafamoli  niUc  ìettere,  Jì  come  àncù  Wtiti  ii  lonfooo  tUprefente  «  Agdftt^ 
DO  ValierO'P .  et  yefcom  di  ytrona ,  il  tjnal  'Uffe  neJia  Vàttia  tUofofi*  ■  et  [crifa 
^merfe  Oratùnù  >  OfkfcuU  *  Dialnhi  >  et  trattati  in  diuerft  mitene  >,ttvt  partictUre  im 
^ificatimedeUa8.eiiff0iuCbrifitana.  Fra  quali  foM.  Forma'ÈpiJiopi  libro  t.  de  fet^ 
^Ù^fiffaifitpnéait^re^tslib^.derefma  vcra^udentit  li>.i..ie  it^itiuieae  M<t' 
quiton  Ub.i^de  inJUtithme  yirgiHum  ->  ìTiduarum,  et  Coaiugatjib.t .  P'itx  SanSartu^ 
Sfifcof/ormm  yenmenfuim.  Et  un  libro  inscritto  Bhetmca  Eccisfisfiica  »  cM  moke  aitri 
Cùfenpfrefso.  AìdoMAaa<;àoGiuniore,Secretam,e( LettwpiAUeo, figliuolo gid  (S 
Taola»  mandi  fturi.  De  ratioKe  OrtboProfhi^  ;  de  antiquis  J^omanorma  notit  i  iemtet- 
pmtSmibMs.SchotuiaCIidiHmCxJareiH 
4m{criptoribiis.  Loeutiones^xcerptf  ex  ep^ 
^are, £t  leiettere  fanigUaU  di  Cicerlme  fk 
Srgflcefc» ,  fcrifse  vn  trattate  con  aueflo  titi 
Moceaigo  7-  Fitojafo  >  figiinoio%iidiSranc 
iaahetorica  di  Arinotele  nella  Cinpn  ^gai 
fih^mpofe  vnlibrodeUeberefieSeigreàm 
Anconio  Zeno  P.c9mmentò  Foratùni  di  Ve 
di  SoSm^ìo,  Et  fece  M^otatione  in  morte  Sei  1 
qo  de  ff  ordine  Se  Minori,  faidiei  difao.  De  o 
rjtm.  De  oiigineiTrdiaejveritate*  anaoràtate-. 
4$  modo  of^mrendi  eam.  De  panitentia  &  fi 
Oratio  de  r^rmatione  Eccle&£  in  Concilio  1 
■terfiii^^oria  di  Chrifto,  C  de  i  Santi .  Ban< 
tardo  f  pkUicè  rime  t^^mvt^t  JneUd  fritte 
Urie .  - 

.  DotSKaìcoVcaicTOV.&  Senatore  figlmilo  gii  Si  Giovanni  jinireAienatohffirif- 
fe  ^ma  CM  molta  offeruan:^  deUa  iingna  f^algare,  &Ktm  imitatiohe  degti  ottimi  anti^ 
t^f  le  ^u.tli  fi  ie^oRo  in  diner fi  volumi  di  raccolte  >  Giorgio  Gradeiiigo7>.rr  Senattt- 
te»fiS^iwlo$id  iCiadrea  >  compufeprofe  »  &  rime  volrari  molto  cuUe  tfparfe  in  libri  JU 


in4  B  EL  t  E    V  1  T  E 

roKdte  HihterH  amori.  Oltre  à  cAfcriffe  akme  aratimi  >  &  pdrimekte  «lon»  Mere 
liur^,& potiUcfje  nulla tTMditcé'  particolari  perfiHfiitHtioiieieifiiiHfyUMoù,  ta 
f H«It  apftprtaiie^io  a^iUime  e^  I/phc  t  tofi  ahen  re^rrfe  medefimit  (t^mtco  i  be-  . 
neamminijirartniumipHbUcii.  Giouantiì  Doaaro  9.& SeMt9rt  iht^errimétìS' 
wefUmtcfiglimagfA  di  Benurdo^opiomiitatoper  la  eU^jitcm^afiia  àtMe  Hei^beycvm- 
f^e  varie  Oramai.  Fra  le  quali  idi  motte  nome  qtielta  recitata  da  ini  Heij  Marte  del 
Doge  DmatOt  &fm(fe  dmerfi  'Epip'ammi ,  &  itifcrittioai  tonekgojila  &gfii4immé~ 
rauig^ofo .  GiTpato  G  reci  >  oratere&  ^uii^o  delle  lettere Jaere  diede  a  leggiere  -m  &• 
brettofatitolàiOt'PrixcipiaGràtumatices&'eompofe  diuerfe  arationi.  Gìouxboi  An- 
drea dalla  Crocei  ptéùcò  vn  yolnmejii  Cbvn^a  diflinto  ini-Ì^'  net^tefi  «mela- 
no attimi,  &fmgotari  infiromenti ,  Órfecreti  in  qnelU  profeffione .  Gioan  Pietro  Con- 
tarini *  feceia htflcria delle cofefìucemneUazuerrA  TnrchefèacimSetìmfiitei^a  gram 
.Siàriutadet7iXiimBiniR2?er2Bdi,Filofofò^  McdiCoreUbretoUre  adiiierfepra- 
Je,<&  verfi  UtiHiA!r  volgarijfcriffe  diuerfì  trattati  nella  Medicina .  Giulio  Balìnoifnc-  ' 
dufie  detta  greca  nella  -volgare,  i  tre  libri  deUa  vita  di  Mote  deferina  da  paone  Hehrea  , 
CU  trattato  diTiutarcodeW  amore  dei  padri  verfoi  figlinoli.  Il  libro  ^.4rfflotete  dette  ■ 
virti.  Ilrijhetto  deprecettimaralid'EPitetto  Stoico  .Sermcai  di  Bafifio  tfotto  titeh  dà 
"Prediche .  yna  hifioria  deWorigine  &  degli  accidenti  di  ein^uioita  delle  fii  Hliifiri  eittd 
t^  fortev^  di  tutto  il  mondo ,  Et  altre  c^e  fece  i»  prof  a  >  &  in  ver  fa ,  cofi  n^a  lingua 
yotgarecome  latina.  Giulia  da  Vonte,deUe  Signore  diSpilimbergoy  madre  della  famafa 


-     .  Inguai  „,.-,-  .  _._,_. 

f!r  iliufiri  conaiuerfeammtatiom  tuttefaltre  opere  dAnfhtele .  Hieronimo  Vieltno  ■ 

debordine  de 'Predicatqri,prit/iaf^efcoiio.Argolkeiife,&  poi  di  Città  "ì^oiia,  lefse  m 

Tadoua  per  ordine  dei  Senato  té"  poi  in  Koma  per  eommit^ne  di  Vi^Vt»  Quarto,t^ 

fece  nf^polegia  oratoria  contra  i  detrattori  dcUa  Theohgia ,  &fpetitdmeMe  Scolafii- 

ca,  C  nel  ConcOio  Tridentino ,  Defcriptis  D.Tboma^^uinatis  ltè.2 .  In  Epifiatam  DM 

TaHtiadHabreostommentaria.I3efexdiebitscondUiorbislA.Derefidentia  Epif(tp9~- 

rwB.  De  Epifcopisqkostititkra  vulgo  avellani,  elucubratio .  Nicofe  BtAarigo  P.J» 

diGiauan  BatttjlaSnomo  eio^uentiffimotgran  letterato,  &  d'vn  eonefcinto  vJareifcr^- 

fe  latinamente  la  vita  d'Andrea  Grilli  Doge,  &  di  Gajparo  Contarino  Cardinaleyéf  (*• 

fcii  molte  orationi ,  &  morì  Bailo  a  Ct^antinopoli .  Paolo  Panita  P.H^arkodeUa  Ke- 

publicaimaKdò  in  Ulte  vn  libro  in  Unguanefira  intitolato,  DcUa  perfettione  della  vita 

'     elahiflmafenela,inliioeodiLkigiCmtarini  Caualiero,tr 

I  Hile .  Paolo  Ramoso  ,gidfiglitiòto  di  Gtonan  Battifta  Secre- 

ithmma erudito neUelmgue  &  nelle  feienx^ ,compofe  nella 

verfi  Ialini  che  Vanno  attorno.  Et  hadèpnblicamenteìntnor^- 

'tvtf  de  Francefchi  Cancellar  Grande  al  Senat0t&  lonìttaìliH- 

■Ct&'Hhetorenobtliffimodenofb'i^mi. 

ta  feritto  FI.  libri  lattai ,  deU'imprefa  di  Cefiantinopoli  fati» 

cipato dilìenrico Dandolotanno  1202. tratti  daicammenta- 

oCoMahmhfT Scrutar  Francefe .  Eituttania ha  perlema/ti 

ratori  di  San  Marco ,  tome  i  più  lUujiri  Senatori ,  <^  bimfini 

;  :he  ladtbia  basiao  in  ogni  tempo  la  Repubtica .  Pietro  Gioftì- 

mdòtn  (iicelahifloriaFcncta  in  lingua  latina, dal  pmcifì^ 

9pi,difimtaiB  ii,lAri,trtio(tafoimf^9Ì^atd$i6ifff;egQH^ 

rote* 


AiAtfAlUmaeldc  lIUBkudM  crime  de  SermJ>ùe$9re^  Theohp%&  TréékétoteM  ceni* 
l^in  volgare tDeWeirmtùr  cbriliiam> Uh.^.Vn  Ukro  del  modo  (Uàmfeffarfi .  Sermom  di* 
merfk  Ub.%Me(4e^Manfimalt.SermmdiSmtiP€rtknofM9^&  >MeJ^$tmef^ 
^ai^EpifioUéiSmTMdioaiGaUtbi.  Scrife poiìatìnamente  TmegrHcum  Ma^tHd^ 
MNtm^  Commentmium  m  HiftoriamfrairumStrMùrum.  De  i^iris  iU^ribmfuétrehtio^ 
mh^  SnéBmukmts  m  Vfalmos  aliquota  &  de  fcripter^ms  Fenetis^mit^  da  hóì$  d^ria 
Mfue/Utìftd^  . 

Scba<HanoErizoP.f^iMMBf  >^Ff/ef^^  ni^ 

ihodMmmtilièorMm  9  mdmnod  Cardinal  CerH^^  Marcello  Secondo . 

luAreggèmeneo  ògotmM  cmUe.  Fna  efpofitmeifipra  le  tre  canini  del  Tetrarca^hii-^ 
moie  ieertf^relk.  Fn  difcvrfofofra  le  medaglie  degli  antichi^  con  la  dichiaratone  delle 
immete  eot^febm  pfSr  delle  medaglie  de  gli  Imperatori  Romani .  Stefano  Tiq>òlo  P.  ^r 
jdimàÈdi  tatedetto  »  &  nipote  di  Stefano  Trocnratore  »  monde  in  luce  %  tibJeccm  Ucà^ 
Hemicarum  contemplationnm.  Tomafo  Conttrini  ?.raroi&  figlinolo  di  Marc' Untonia 
SaMaiore$  cemfofe  ynUbroi  De  bmnana  tranqMifate,  &  tuttama  ferine . 

•  •  m 

SEBASTIANO  VfiMIERO  DOGE  tXXXV. 

ANNO  X577* 

Pniterdfequie  del  Principe  Mocenigo  t  &A\Sx£q  per  tutto  m  defiderio  ìncredi- 
ìbikfCheU  TÌrttt  del  Vcnieco  fbfle  preanata  in  quefta  occafìone  »  dalla  Repa* 
bKcaf  lkcM«e  egli  ben  mericana .  Perciodbe  haneadofi  fotto  'A6ao  felidflltno  òe^, 
neralata  ^  conferuau  la  Rraublica  Cbrift iaèa  «  con  ma  memoranda  rittoda  j  pa* 
fcoacbe  quantùnque  poteflehauenn&condo  hocdinario  9  qualcke  compeutorev 
non  fi  dooeflc  però  mcttfgc  almna  itfTOidti  odia  faa  dcttione  »  tùz  che  oifqgnafif 
ie  creario  a  voce  itale  era  la  fua  bìonti  %  &  la  fi«fca  memoria  del  fuo  belliéimo  £stt* 
WiperloqBaknonfibaueuaabadarpnnDOti  aiUocada  nel  più  fublime  grado 
<leUaCittd>  aceioche  apparendo  il  premio  del  bio  valore»  agii  occhi  di  roteo  A 
fiu>ado9fiii:edciredieIaKepublicanonlarciagiaaiain  fensapremio^ 

Et  a[lloira  il  mondo  non  s*in^aanò  ponto  del  fuo  giuditkK  Condofia  che  ridotti  I 

2oartotaunoinfiemc(ttd  corpo  de  quali  era  anco  U  fua  perfona  )i  gli  vndid  di 
ìiugoOf  alle  treded  faore  >  il^omo  medefimo  non  competendoalqmo  >j^faiuen« 
do  tutti  i  quaranta  notato  fui  bollettini  il  fuo  nome  folo»  fu  baUot^to  aUedied 
fette  bore»  &  rifcoffi:  tutti  iqoarì^Ka(uflS:agi;.  Onde  publicatafilafuk-elettìone» 
fomirab^colailfentirerallegrezzapublica  per  cofi  fatta  a(sbntione«  Ma  qudlf 
dte  fu  mioMo>&  grato  fpettacob  ad  ogniuno»  Se  che  piacile  molto  *  fu  die  niella^ 
calca  dellcgcnd  d'o^  forte  ch^  andaucono  in  palazso  a  rallegrarfi  con  lui  $  fbrfc 
ben  io.TutdiijCor£^tanuletiua«glibadaronoipiedi»Ckdaltandoc^  vocit 
diceuano  ch'egli  era  audio  inuittiiamo  Generale»  che  vincendo  la  loco  arnuta»  4c 
rintnnando  &  Corze Turchefdiofi  età  mcflò  in  capo  quella  beiuneritata  cocoqa  » 
&gli  àugurarqtio  lunga  &  felice  vira .  Ai|uali  il  Principe  tutto  gratiolo  »  fatte  mot-* 
te  carezze»  die^e  loto  diuedi  doni>con  animo  liberale  &  cortefe.Indi  a  pochi  gior- 
iù»(uroiìocreiQxsnqiyeOMTettodfopEak  leggi»  aceioche  regoh^  di 

X>afc»o^       .  . 

.     •'/  Per- 


il*  D  E  IL  LE    V  ITE 

Kdgaatif  fi  vedeca  gran  confufione  nelk  cauTe»  ÌQ  p^ 

tono  GioittnniÒomco»  lacomoGtrfbniVftiQcefco  V  cn^^ 

del  Doeie»  dq>ofto  il  p;ra|dò  di  Con^icro»  era  ftaco  creato  SauioOraode  %  Giofti' 

nìanaÓiuffiniatii^ft  Laigi  MicheÌe>aHora  AbogadoGs»  tvcd  Senatori  jgraiiìffimi»  Se 

éi  conofctiito  calore.  Et  percioche  i  prezzi  delle  cofcific  delle  merci  di  Veoetiai  per. 

r  mgordigta  del  guadagnoierano  falice  tanto  sdcofdie  fi  trooaua  ojgni  cola  eifer  e»*? 

ra  oltre  modojò  per  la^pefte  paflatas  ò  per  qual  fi  voglia  altra  cagione»  pMie  a  Pa*^ 

drì»  (Ù  far  rnioua  ilBgotarione  fopra  Pani»  &  ibpra  i  pK 

ordine  antico  regolato  dalle  leggi  é  Et  furono  fatti  Topra  ciò»MarcoQJu(linìaao  v^ 

Lorenzo  Bernardot  Sebaftiano  Barbarigo*  Nicolò  C^oirinotjc.Li;^  Cottcaom  •  Ec 

fbrono  atico  creati  trealtrì  Senatori  fopra  la  francafone  deUa  Zecc».  Petciodic^ 

eifendofi  per  la  guerra  paffata  6itti  diuerfi  debiti»piac<iae  al  Senato  (pec.ìoaentio-. 

ne  di  Oio.Francefce  de  Prìoli»  Grauiffimo  >  &  Predariffinao  Sen^tore)diiéftjtifiàre^ 

adognivnOjtfuo.  • 

Onde  trouarofi  il  modo  di  (grauar  la  Republ.  il  Princicie  nel  fiio  pff&io  éóMux  9, 
dopò  la  fua  creatione>  ricordando  la  predetta  materia  9  u  elefiero  fopra  cìÒj  ii  pre- 
detto Gian  Franccfco  de  Prioli»  Antonio  Bragadino  >  &  lacomo  Guflòni,  Etquafi 
in  quefto  tempo  (leffO)  venne  da  Roma  Moni^nor  Annibale  di  Capoua>eletto  Ax-«. 
ciuefcouo  d'Otranto»  Nuntio  del  Papa  •  La  cui  venuta  fu  grata  a  Padri  >  si  per  la^ 
memoria  del  Zio  1  che  altre  volte  ci  /b  Legato  con  fatisfattione  del  Publico^;  &  si 
perche  con  la  venuta  fua  »  pareua  che  fi  doueflero  aprire  i  pafii  &  liberar  la  Cieti  • 
ch'era  ftata  ferrata  dalla  parte  della  Romagna»  per  la  pefte  paflkti  «  Eu  pacimentg^ 
grata» perdie  edijportò  a  donar  al  Principe  la  rofa  d'oro  pec  nome  del  rapa  *  Dd« 
no  confueto  a  »rn  da  Pontefici»  a  piùcan  &  amici  Principi  loro^  Si  dooogii faitto 
<ia  Papa  Ateflandro  III.  all'ago  Sebaftiano  Doge  l'anno  1 177.  &.  h  cctenooniadi 
darla  al  Do^e»  fi  fece  in  San  Marco  con  bella  pompa.  Et  indra  is-gtorobcbefiia^ 
»i.  di  Lugbo»fitiberòla  Cittalxxm  fommaiefti:£c  lecitia. 

Et  nel  public»  la  liberatione  »  il  Prìncipe}&  la  Signoria  »  con  tutto  ilpòpolo  di 
Vìtnctia»  vifitò  folennenKnte»  con  pùblica  fefta  &  cUioctone.»  la  naoua  Chiefii  (aa^ 
ésca  alla  Giudecca»&  confacrata  al  nome  del  Redentore .  Non  mdto  dopò»cfleii* 
do  venuto  EDioccerOrmadetto  Vefcouodi  Padoua#  ii  Pontefice  d^Ic quei  ricco 
Vefconado  a  Federigo  Comaro»allora  Vefcouodi  BcrgamowEt  volteche  la  Chie* 
la  di  Bergamo  foffe  di  Hieronimo  Ragazzoni^  che  era  prima  Vefcouo  di  Nouara  $ 
con  moka  confolatione  de  Padri  »  vedendo  ritornar  ^viia  Cbiei^  neUa  famigiia^ 
Comara  che  la  haccua  anticamente  pofieduta  moki  anni  inami  »  &  l'altra  in  vna^ 
caia  benemerita  di  Tuoi  cittadini  •  Perck)cheil  Aogizsoni  aa  firatetto  di  lacomo  « 
te  di  Placido  >  molco  amati  acnendne dalla  Republica  per  kx|ualiti»  Se  per  kfati* 
che  fatte  d a  loro  per  la  Patrisl .  Dauaxio  (blamente  alcun  tranaglio  le  cofe  di  Brc* 
kìAé  Conciofia  che  entratoui  il  cont^io»  s'era  ridotta  a  tanu/citremksi  »  che  venei 
mòrinano  moiri  al  giorno  :  onde  à  %6.  di  Luglio  »  il  Prìncipe  col  Senaco  >  6ecero  per 
tre  di  proccffioni  cliiiotiflime»pr«andO' Dio  i^rla  fua  liberatione»  Pochi  mcfi 
dapoi  s'intefc»ch\:(iendo  ftata  ucch^giata  la  ricca  cstti  d'Anuerla  dalli  Spagnoo-i 
li»  il  popolo  fottenato»  fi  era  ribellai  cUl  Ré  FilippOi&  ch'era  ftato  fhiayn^»^  T  Ar* 
c^uca  Matt  h  ìtst  fotto  al  qoale  trattauano  di  fottoporfi  » 
'•'  L'inno  poi  xy7*i  20^  Dicenibre  a  22  .hore  fi  appiccò  fuoco  in  palazzo  »&ef-% 
fendo  il  vento  afiai  gagliardo»  arfe  la  Sala  dello  Scrutinio  »  col  CoUc^io  dcDodki  » 
'  ^poi 


DE^RINGIM  tra  XML  617 


iStp<Àpi(Mtinéo  ìnàrmhdiArotCefmmttìteil  Colico  de  7CXV«.IiCAQceI^r»ù 


delle  fcrìttiiredeNocàrÌ4»orti>  &  laQuaraacia  Nuotiacfae'  tmlifopn .  Et  entra- 
tDdi  <)uindj  fid  Satone  del  G  ran  Coii(@io>  to  abbrodò  n 


Tramigliò  molto  queAoi  accidente»  non  porci  Nobili  in  Tniuei^^   ncuanco  il 
9rindpc#  di  oianicra»  che  da  indi  in  poi  non  fii  reduco  più  alloro  *  oedlbiiona  n> 

glia. 

Ora  il  PrìndpeMKnmato^nK>ltianniftioÌ9fopi^^ 
faua  di  celebrar  la  felta  della  Pnncipafla  Cecilia  Cootarina  fua  donna»  Se  che  Fran* 
cdfco  Mon^fino  (oo  genero»  gentiihuonao  di  molto  valore»  &  di  conofciota  botuil  » 
prq>araaa le cofenòcciTarie  pertanto  trionfo^  da  rn  grane  acddonte»  paisòdt 
queda  vira  allÌ3.diMartoi  l'anno  1578.  Et  facteftle  cerimonie  in  San  Marco(pcr 
rifpetto  dei  tempo  piouofo)  che  fì  £unio  in  San  Giooaoni  &  Paolo  »  lodato  da  Gre* 

Sm  Mancino  Dottore  »  &huomodi  molte  lettere  »fii  feppellitoa  gli  Angeli  di 
arano»  con  dolore  vnioeriale  della  Qtut»  poi  che  huomo  tanto  celcbre»&  amato 
da  ogm>no»hebbecofi  poco  tempo  di  godere  il  ben  meritato  fuo  Principato.  H 
coi  ritratto  inficine  con  lacotazzina  dcìu  quale  era  veftito  il  giorno  della  battaglia 
oauale»  ridìiefto  dall'Arciduca  d'Auftria  aLSenato  »  per  coUocarb  nel  fuo  Mimo  $ 
gK  fn  amoreuolmente  mandato.  Et  in  Palaazo  il  fuo  breue  è  qoefto  • 

Ldùream  Jiruàtée  PdtrUy  quàm  drmdtus  jfmperdtor  dd 
EchÌMuiés  fduU  dftte  m  triumfbm»  ntttkréim  ,  Prinee^s 
*V»d  ornnmm  finteutU  credtus  y  itd  duili  moderdtt»né  mté- 
nmiy  •ut  Mium  nlìquerim  yfuerim  ne  m  Re^uh.  dJmùtt-' 

I  ffémd*  *Pfmcefs  infiimr  (jjf  fin^Ur ,  dc  m  rtkut  htUkif 

^  'firtmO*  filkitf  Imftrdtor . 

SCRITTORI   VENETI. 

«  *  m  * 

m  *  » 

•  *  -f 

Eftic  dfarvf  H  IMmfkfto  del  reniero  fioriJo  per  gli  u^apnristi  htiommi  e€C^k»tì  ncl^ 
te  dottrine,  oitrt  afreieitù  Conciona  che  Ai^ellco  Bonriccio  ie^  coitigreg^ttmr 
«e  di  5.Sabtét(hrt9eamp€fe  anmnenitoriaparapbrajuca  m  treslibrùs  UriftateUs  de  édmi* 
ma^  Ccmmentaria  in  ùkPauU  Mpifioks .  Sitppr  Efrifiolas  Cmmkm  ^eirfiiper  Eitati^tiA 
^mlmtr  laamis .  Benedetto  Guidi  AfimacaCafitunfepdi  Sm  Gm^àt^tere^ 
emnpoft^efien^gimatttatùjmotteSmeake  fìleggmoneUerime  didittcrfi^  D^tr^ 
Ctftris^^  ItgutnedtKeuctieni  Trieftini  •  ettmumtkTafftggiti'  correrie  cbcfec^*^ 
niTardmmi  Prèdi*  t^iTrogrelJidelìtwmatidali^69^fÌMaddÌd^Ay'ittmtt.  Vett 
àmcpft  jisnmaMni^  'Frefmamf^ptét  tptéWro  Tamià'oratìottilatme  delti fiiota^  Cttù* 
rn  yefam^  faUgmfmcdétbà^écmpwte .  Stri^ émoLt FitAtàMwtcQtkaMQT. 
J>oUapf&€étkdiero%diefiàpéidre^dàMaitbefkTr9Ctmtt^  diS^m  ìtéOrco  ^  Et  eompefit 
f^i£hs^iipdtiT9etid^UfMA^ 
iJtaidiUn  Gmgitkdt^4kf*w^€detUSf^ 


€iS  UELL  E    V  rT15 

4é%&delU  terra.  Ciao  Bacdfta  BcnaxàmV.  tr  al  prrfeate  jtmgadmrM  O 

4tmAilifimofptriiùtf(mfPeyHlibrom^^ 

mìiiatì&zB\cmVkmam)diS.^poUmare%&F^ 

EfótMetrOratm$confiikCkertmiai9ù9^alfrtfeMebM  ferie  mam  U^t(fmemU- 

tuta  lat^  dei  nomi  Smotti  d^iiHtapereriiHeii.AlfAeto%fi  come  gii  emimtièt^tia^ 

$iam$iH/mofaceriou,fmoreeenore.lhetomx^  DkdoV.  diede  in  Ime  imé^coi^p 
metta  f^ittoria  deljuimlinnù  a  Marcammo  Barbai^  Vrocmra^ 

fiemHioneUfiuem^iiijitdUammiraniatìùm 

saABaéMQ?.difpiritoimueeefC'prMlaiU%cmmf^^ 

tre  occafiom^nelU  morte  del  Vrincipe  Scbafiiam temerò  •  Nicolò  Bcraar^  Cnmmin 

tigolarediSa9SpiritOjJcril}ei»y^arc,r^ 

Sm  Michek  fre^amiffimo  MedicoiU  ipufii  tempi  fftriffe  im  libro  De  m^^one  famdms 

ie$¥ebribiuomMÌmsM^fimwHmèemki^  exambemataapfmrere  jolent  % 

ekefiHtroHaapprefloifmibereii^mmiranno  i578.0ctauiaao  Msfggio  Seeretario  » 

IfifciòdifHOfdelegatol&rofetetido^de^nimitr^ 

Volgare  %^Diah^  di  Vlaume.  VEpifiole  di  Cicerone  a  i4. Ermo  %&mlibroi'Epiliér 
kt>XTdiyerftLatini&f^olgari.YLoccQ^ÌÌcxicàem  ^fecedneXanemamtragjUF'j^ 
mtti.yna  fiameduatìone  fi^ra  la  donna  i^ftita  diSole$  defarittada  SanGiomuam 
WfUfjtpocaUpft.  DinerfiSalmiin  dinerfi  fagotti.  Et  {ette Homelie i.  nelU  cdamità 
4<llfIlefnbficaChrifiiana^ 

NICOLO  DA  PONTE  DOGE  LXXKVL 

AK(NO  1578. 

DQp^itVeniero»  fii  alliinto  s  Mkold  dt  Pente  Proc^^ 
di  88.  anni  $  eccellente  nelb  fcienze  >  nelle  anali  leflfe  vn  tempo  ia  Venetia  ne 
looi  orimi  tempi  •  Ma  datofi  poi  al  gouenx>  della  Rcpnblica  anaasè-  tanto  co»le^ 
file  fingolari  qualitit  che  trapadando  per  tutti  i  gradi>  che  fi  poflbno  otteneie  io^ 
qnefta  patria» da  vn  fegnalataieaIore»fÌLfattafinalmente  Prìnope  detta  Città.  Per* 
Cloche  quefto  Senatore  >in(bructo  ottimamente  nd  maoc^  di  Stato  >8c  ftmim«- 
stente  pratico  deU'attiom'publiche&ciuiH^era  in  molta  nputatiooe.  IJ.  c]uak> 
tìuitapUccehbe  aUon»quanto  che  nundStto  aKPonteficei  qoafi  (àcmMù co  Padri 

pmdcntimma] 


per  Ut  pace  fiuta  col  Torco»  lo  fece  con  vt>grauidin(]o»&  pmdcntinima  raagma* 
mente  »j«ftaff  di  maniera  fodis£stcto  I  che  il  Pontéfice  lodò  pu^ 
AMt>^i  Piàù  «che  haacfinafiniu  con  la  pace  kLfraon 

Nte>(ttoteff^adùncpteripofiuKbfiUQttÌ9  tott^kfiia  pacifica  aamuniftr»- 
lÌMey  &gpdeita  mtranqnilliiiimoripofo  ^mentre  che  il  1i||ootratii^liatodaU*ar- 
ini  Perfiane^  cootendeua  cof  fiioconcorrente .  LlnnoXeconteddiiio  Priocipata 
amennecoia  gcatiffinu  a  Padri  •  Goncìofia  che  hauendo  Francefca ^Medici 
GraikDuca  di  Tofcana»  8t  potenti  Ano  Prencìpe  ki  ItaUajtolto  pet  denoatiìanak 
^UtteladiBartok>meo  Cappello  nobiliffimo&nato^  per 

seme  deiTtao»  &  delIfalcrosVincipe  Mario  Sforza  «a  dar  ooticia  di  qiiefte  £uxo  »à 
^adrì  •  I  quali  fimtendoto  Sforia»  che  elpofe  l'ani^ 
MflEifnewfiodiflnMcn»ciieìitteiidikittfilCiaceBio  da  «m.  wjgrfttlìbiig  dakettSA 


DE  PRINCIPI  LIB.  XIII.  si^ 

che  fi  btaù^T  entro  a  petti  loro»  verfarooo  lacrime  gin  de  gli  occhi.  Et  indi  i  pò* 
co>  riootti  in  Senato»  crearono  Caualicro  Bartolomeo  con  Vittorio  fuo  figliuolo  • 
Et  adottarono  per  figliuola  della  Republiqi  ^la  detta  Bianca  Gran  Duchcfla  »  in-» 
ouella  maniera  ch'em  fecero  gii  Caterina  Comara  Regina  di  Cipri .  Et  haueiido 
poiuerfale  fatta  dimoftratione  di  letitia  allora  &  poi  >  quando  ci  venne  Don  Gio- 
oannino  de  Medici  fratello  del  G  r|flBuca)  (i  crearono  oratori  a  i  detti  G  ran  Prin* 
qpii  Gtouanni  Mtehele  i  &  AntoniWiepolo  grauiffimi  Senatori  9  accioche  s'alle- 
^:ai[rero  in  nome  de  i  Padri  9  &  fi  trouaflero  in  Fiorenza  9  alla  coronatione  della^ 
Urao  Duchefla . 

L*jiltro  anno  poi  iu  creato  Procuratore  di  San  Marco  9  Nicolò  da  Ponte  9  nipote 
deTDpge  per  Antonio  vn^nitx^  fuo  figliuolo  9  con  molto  gaudio  della  Città .  Et 
<poco  ftance  mancato  Andrea  Fnzsiero  CancelUer  Gttode  9  fu  fatto  in  fuo  luogo  $ 
Giouanni  Formento  9  allora  Secretano  del  Configlio  de  Dieci  •  JI  quale  9  hauendo 
£ttto  pili  di  XX*  legationi  per  la  Republiol  &  maneggiate  diuerfe  cofe  imikntan* 
ti  per  ieÌ9  coamolta  fodisfattione9  per  l'accortezza  del  fuo  Tiuaciflimo  ingegno  9  fi 
fi;a acquili^ la gratiafua 9 &  in confeguenza  lo  honor  fupremo  de glihohprati 
làttadini. 

Si  mandò  etiandió  in  cjuefto  tempo  a  Carlo  Filit>frrto  nuouo  Duca  di  Sauoia^  » 
Miarco  Giulliniaab9  figliuolo  gid  di  Francefco9  Patf  trio  di  molta  ftjma9  per  Amba- 
((datore  d  coodolerfi  aella  morte  di  EmanneHo  flib  padre  9  atfettionato  molto  a^ 
quefta  Rraublic^  à  rall^arfi  con  lui  deHa  fua  fncceflìone.Et  ne  medcfimi  tem* 
pÌ9  fi  erelle  dal  Patriarca  Triuifano  il  feminario  fecondo  l'ordine  delle  conftitutio- 
ni  del  Concilio  di  Trento  *  Accioche  9  hauendo  ridotto  il  cloro  alle  fue  débite  rego- 
lationÌ9fi  aUieoi  nuoua  &  ben  regola  generatioae  per  la  vi^ia  del  Signore .  Inol- 
tre fi  dclfi>eròd?abbellir  la  piazza  con  fabriche  honorate  fimili  all'ah're  che^i  fo- 
ao  •  Onde  iPtocoratori  deSupra  >  fi  pofero  ad  efiettuarlo  conWni  (ollecitudine  1^ 
cura  •  Et  perdoche  poco  prima  il  Ré  Filippo  per  fucceiffione  fi  era  irt^patronito  dd 
Regno  difòrtogallo  perla  morte  del  fuo  Rè  naturale  9  il  Senato  dtefle{>er  Amba- 
fdatod  9  Vincenzo  Trono  »  &  Hieronimo  Lippomano  9  amenddb  Cau^erì9  &  ^e* 
naoDri  honoratiffimi  >  accioche  andaflero  à  raJlegrarfi  con  fua  Maefti  >  àtìr^o  rie- 
€oA  felice  acquifto  • 

Ma  oimègcbe  inentre  io  krìùoy  Paolo  Orfino  è  morto.  Quel  Paolo  Principe  Ro- 
mano» ai  ^uolo  di  Camillo  daLamentana9&  fratellodi Latino 9  illuftriffiai# 
.  Canaiìero  deU*etd  noftra9  nel  qoale  effendo  tu3ti  gli  ornamenti  4i  virtù  ciuile  » 
di  guerra»  &  di  lettere  «nconuchtariflimo  per  lo  fplendor  della  cafa  9  8^ 
per  moki  honon  aà^uinati  nella  miUtia  9  era  mio  protettore  > 
l(  SigQQÌ:e  •  Onde  Meno  la  mano  dalla  vita  del  Ponte  ^  poi 
die  KT  qocfia  inafpettata  morte  9  veramente  ponte 


l'eterna  vita»  la  penna  è  diuenata  metta  » 

&  dolente. 


I  • 


^  ^  » 


ADDh 


ADDITIONE 

ET  CONTINVATIONE 

Delle  Vite 

DE     P  R  E  N  C  I  P  I, 

Sìdo  a  Domenica  Contariai  >  che  glotiofaaMace 
viueal  peefente^ 

pi   TX    aiVSTìHlAHO  MARTINIONI 

Pdotopretf  TitoKitoiJiS&^poftoli.&ArdpfictedellaVcdcnKb.  ~ 
Caogrcgatioac  diS.Saruatore .. 

AUÙITIOKE. 

ò  t£  cote  Cerine  d^l  SftifounuMidlà  vitt  di  qtttOo  Prendoe  », 
corìcicheltanao  i583.GÌQiMmni  BafìtìoRé  ii  Molcòuia^. 
andò  vn  f uo  Arobaiciatoc  i  Padri  ^  U  coiTtf ^o^enza  di 
:gotij,>jecoinnHicauoiwdiincc£antie  fra  Vcnecum  >.  e  Mo- 
Miìci)  6t  auco  {KrdiTpoae  il  Papa ,  fltiiMBUOccì  la.  Republi- 
»&  altrÌ,Bccnci{U  Chriftiam'aU&Merta^JKtro  tlTurco.  Nel- 
(lefTo  tempo  •  <U)uendo  palTat:  di  Germania  -ia  Spagna  MarÌA 
Aufleiacagm Hgliuoladi  CarlaQuinto  >  e  Mc^tie.  di MaiCoii- 
liuìo  Imperatore  >  Madcedi  KodMa»e  foeeUadi  f  ilippo.I-i^Récu-Spsgpai-IaRe- 
publtcamandòneiconfìni.delErioIiqilàtEro^  pnacìpali  Scnatodicne  furono: 
Iacopo  Forcarinik.GiouanniMif:hiè)c  Procuratori  di' San  Marco»  Giouaoni  So- 
ranzoi  e  Antonio  Ttepolo  tutti  Caualicri  a  riceucria>«  cofop^narla  perdooe  do- 
uca  paflàre  ;  &  acciò  roffe  Tpefìua  fptendidamcntc  >.e  regalmente  gli  ballottarona 
mille  Cecchini  al  giorno  ^ 

CÌaa~ 


DE  PIBLINCIPI  LIB.  XIII.  «ir 

Giunta  i  cotìRrd  delk>$tat<ht>rdiiiò  cflie^I  mperatrìco  i  Claudio  Trìuitio  >  che  fé 
ne  paflàfle  a  Venecia  a  render  gratie  al  Senato  de  di  Ik>nori  riceuuti.  Venne  anco- 
ra da  Coftandnopdi  vn  perfonasgio  Turco  >  fpedito  da  Amuraca  inuitar  la  Mae* 
Uà  Publica  allaTolennicd  »  che  fi  d^oiteua  fare  in  quella  CitealxieMa  Circoncifione  pt 
Mehemet  fuo  figliuolo  ;  per  il  che  fu  da  Padri  eletto  Iacopo  SoranzóProcnrator  ài 
San  Marco  i  che  altre  Volte  era  (tato  Bailo  appreflb  quella  Poten»  >  acciò  affidefle 
à  qneila  cerimonia  in  nome  Publico  .Crearlo  Decimo  Terzo  nel  1 582*  rifÌorii)ò 
r anno»  acciò  fi  celebrafle  la  PUfcua  fecoadò  il  Decreto  delConcilio  Nicéno.  Anna 
Duca  di  Gioiofaiparentedel  Re  di  Francia  9  ^enutp  in  queft'anno  a  Venetia  yc  ri« 
cercando  d'efler  fatto  Nòbile  Patritio  VenetOi  fiì  dal  Senato»^  Maggior  Conifiglio 
gratiaco^  Terminò  Vanno  x^Sj^-convna  numerora>&  preclara  Creadone  di  i9« 
cardinali  tutti  foggetti  Illuftri  perfiafcita  >  per  Virtn  >pcr  Dottrina  >  e  per  cflcm- 
plaritd  di  vita  >  (riquali  fiìAgofUnoValiero  Vefcouo  di  Verona  >Prehm>moI(o 
Venerando . 

Li  Ambafciatori  Giapponefì  9  mandati  da  loroKè  aciconoTcer  il  Papa  per  reto 
Vicario  cH  Chrifte  ih  tenrayiUiaciargli  il  piede»  &  apre({»rgli  la  dovuta  dobedien- 
iZf  come  quelli»  che  ^lafeiato  il<ulto  de  la^fi  Dei)  haflcuano  àbbraitdato  la  vera»e 
fitntaPede  Chrfltiana^  Tennero  anco  a  Venetia  nel  mefe  di  Giugno  del  1 5  85  •  On« 
de  ricetaiti  benigntmente  da  Padri»  e  con  ogmdimoftratione  d'afietto»  e  di  giubi* 
lo»  dopò  hauetgli  fatto  rederele  coTe  notabili  ddfa  Citti»  ordinarono» che  la  prò- 
ctffione.»  folita  farfi  egn*anno  a  15  •  di  Giuj^  per  T ApfKnritione  del  Corpo  dt  San 
Marco»  fo(fe  differita  a  29.  Feftirati  di  {.Pietro  »  nel  qual  giorno  poi  fu  fatta  con^ 
•Miit\>rdine  di  diuotione  »  e  con  tanta  folennitl  »  che  apportò  e  flnpore  >  e  meraui-* 
glia  ;  poiché  tì  erano  immenfità  di  ori  »^  d'Attenti  »  ^uali  diflxibulti  ingcspoU^ 
mente»  formauano  mille  forme  diktteuoli  dipicamidi^di  colonne»di  ftelle»dt  Leo« 
oi»  d'Aquile»  ed'infinicealtre  •  Vi  erano  Reliquie  de  Santi  jn  gran  numero^  Vi  fiè 
rapprelentato  al  vino  i  miracoli  »  vice  »  e  martiri)  di  moiri  Santi .  V^interuenne  il 
Clero  tutto  Sdcolare>e  Regolare.  Le  tOBciat&  altri  immi  minori»fuffono  copioifif  in* 
^merabili  :  Onde  tutto  rìufcì  di  fingolare  >  e  mirabtl  pòo^a  •  Licentiadu  »  dopò 
quefte  cofe»  dal  Publico  9  partirono  dii:itomo<ie  loro  remotiffimipadt  «  In  queAi 

{ giorni  morì  Gregorio  xnu  di  eti  d*anni  8 1  .in  cui  kiogo  fnoreato  il  Cardinal  Fé* 
ice  Pieretti  da  MonTalto»  chiamato  poi  Sido  V.  al  quale  mandò  il  Senato  quattro 
preftanrifEmi  Senatori>che  furono:  Iacopo  FofcariQùMarCAntonio  Barbàtt>>Pro« 
coratorì  di  S.Marco»Marin  Gn'mani>  e  Leonardo  Donato  a  complire  cop^.Sanri- 
ìii€ rallegrarfi detlafua afluntione al Poncifìcaco .  E per^orrifpondej^^fcon efiètti 
di  gratitudine  alle  corteli  dimoftrationi»&  ottima  volenti  dixiueftoiitioiio  Ponte- 
iìce»furono<reati  Nobili  Veneti>dcl  Ma^ior  ConfiglloyAreflandrò  Cardio.  Mon^ 
calto>e  Michiele  Peretti  Nepoti  di  S^antici»  alla  qujue  donarono  ancoilnobtle  «  e 

f rande  Palazzo  »  che  era  del  Doge  AndreaGritti»  fioiato  vicino  alla  Chiedi  di  San 
ranccfco  della  Vigna»  per  refìcfenza  de  Nuntij  della  S.Sede.Mori  fìiialaiente<|uo- 
ilo  fa^io>(>rud€nteie  vìrtuofo  Prencipe  l'anno  1 5S5 .  ilinefe  di  Luglio  d*e€d  d'anni 
9^  &  U  fettinìo del  fuo  Principato.  Alla  fua  effigie  poOa  nella  (ala  dcSloScrutinio  » 
|à  pofta  la  qui  forco  rcgitkara  infcritcionc  z 

Re$np9$b.  grauiffimoxrealiiMliheratam^MpliirimisMtt^ 
fnbpdijs^  O*  PécU  ornAtntntis  duUam^  reliani . 

SCRIT- 


tfii  DELLE    VITE 


SeillTTORI   VENETI. 


Luci' 


FFioriron$  net  Trindpaìojmtttiogù  infrafcriui  Scr inori. 
Antonio  Poloi  figUuolopd  di  France]c<hdjefeceflampare  il  LibrOiiutitoUto  :  ^^,^ 
darium  potcftaiis  Vapalisy  cr  altri  ancora  ^  come  >  "Houum  veritatis  lumen  in  tres  likros 
j£riflotetìideanima.oibbreiiiationesyeritatis animar ationalis.  Dilucidatio  veritatis^ 
in  proaminm  phypcontm  j£rìflotelis^  Et  Digreffiodc  ChrculolaSeo  in  defenfionem  jiri^' 
fiotelis.  . 

Celio  Ms^no  Secret ar'^fcr^e^iUerJe  Rme  >  così  nel  {oggetto  della  littoria  9  come 
anco  in  altre  occaponi . 

Cornelio  de  Francefchi  MonacodiS.BenedettOxCompofe  Comnientarij  fopra  l*Epi^ 
Jtole  di  San  Vaolo  àgli  Hebrei .  Fn* apologia .  l^ri Or atione  fopra  U  ^iatmUà  del  Smch- 
re.  Et  trainffe  in  kuino^legratiejcbefi  renderono  a  Dio  nella  linguagrec^fer  lo  conìuttar 
7{atudedeli$7i. 

Francefco  Veniero.P.  Minohgid  diCiouptni  jindreai&fr atetto  di  Domenieopfi^ 
lofofh  &  Senatore  prefianti^mo  pmjlicò  >  con  tutto  che  foffe  9  &fia  di  continuo  impedita 
ne  igramffhni  maneggi  della  RepubLQuattro  libri  [opra  t^^nimadi .  4nftotete.  Kn  dia-^ 
lego  della  yolontd  humana .  Et  rn  libro  della generat ione  >  e  corruttkme  • 

Francefco  Gradenigo.P.  Di  Marino^  fcrtue  rime  con  molta  lode. 

Gabriello  ^itnoxai  Canonico  regolare  Lateranenfe^et  Abbate  della  CarHÀ^loqueié* 
tiffimo,  &  celebre  Oratore^  Tredicatore»  mandò  fféori  Vredichc  m  dinerfe  materie  li- 
bro  primo.  Himete  verp/pirituali  con  lefue  annotatimi  •  Sermoni  mordi .  ^nnotatiom 
Jbpra  tutta  la  Biblia .  Vn  Dittionario  Theologiòo  .  Sette  Trediche  [opra  fette  paroUiétf 
Cbrifh  dette  in  Croce .  Tarafrafi  fopra  i  Salmi  di  Dmt ,  lit  KtJtf  de  Santi  i  UT  m  likm 
detto:  De  Chriflo  prafigna0 ,  in  lingua  latina. 

Giouanni  Ingcgnicro,  pì-eflamiffimojGiwfifconfMUot  Frhfofo  tmo^  e  Fefcouo  di  Capa 
élfbriay  lefie  ragion  cimle  m  Tauìa,&fcrifie  diuerft  Confubi,e  trattati  in  legge  „ 

Girolamo  Regazzoni  >  f^efcouopnmadiFamagofla  >  e  poi  di  7{ouarrA7^  bora  di 
Bergamo^  commentò ,  &  efpofc  CEpifMs ,  &  eorationi  di  Cicerone  contra  Marc' .4ì9t0^ 
mia.  Et  fece  tre  oratiom,  recitate  da  lui  nel  Concilio  di  Trento . 

Girolamo  Caf^Uo.P.  figliuolo  di  rincenxj)  Senatore^^Sr  herede  del  vahrct  e  tpimh^ 
docbefiadcUaglortadirincemLO,gidiaMftret&piA>Qlte  Generale  deW Armata  di 
Mare,  &  Trocurator  di  San  Marco,compofe  -pn  libro  intitolato:  De  Difdplinis  tngennism 
yrbelibtra,  liberoque  im$ene  Signis  i  per  compendium  in  capita  refolutìs  Ièri  fex . 

Giacomo  TicpoJo  >  Theologo ,  dr  Oratore  tfcriffegid  akuni  P^erfpneUa  yenuta  del 
S^  di  Francia  a  Fenetia.  Et  un  libra  con  titolo  di  Gigli  reali  toro^a  imttatàme  di  THndos- 
ro  Greco,  &  bora  predica  con  molta  lode  di  Eloquew:^ . 

Pietro  F  liomufo  Canonico  di  S.  Marco,  &  T tonano  di  San  Vaternianojfuomo  didot-^ 
nina^e  bontà  p^jgolare,  diede  alla  {lampa  diuerfe  Orationi  ktine ,  &Epiftoleinpii  ma-- 
$erie.  Il  modo  dt  con feffare  fecondo  S.Antonino,  &  i  tfe  libri  degli  Offici  di  M.TullHh  ri^ 
dotte  iti  Tauole  lame .  Et  anco  i  tre  libri  degli  ofici  di  S.Ambrogio%  in  tauole  Folgari^ 
Fna  raccolta  di  cornetti ,  &  di  eiocutioni ,  tratte  datl*EpiJioie  del  detto  M.  Tullio  Ciceri 
rone. 

Tomafo  Contarini.P./^////ofo  di  Mère  Antonio  Senatore, compofe  im  libro  dcHu^ 
mah  -i  *'anquUtitate . 

PAS- 


DE  PRINCIPI  LIB.'XJH  <fa^ 

té- 

*• 

^ASQVALE  CICOGNA  DOGE  LXXXVIt. 

ANNOi$8$. 

» 

MOrto  il  Pontcì  fiì  creato  Doge  Pafqualc  Cicogna  Precuracor  éi  San  Marco  di 
età  d'anni  i^tiZ.  di  Agolio  giorno  di  Domenica  >  mentre  fé  ne  ftatia  in^ 
OrationcneUa Cniefa de Crocecchieri>  Soggetto  riguardeuole  per  l'iniiocensa^ 
ddla  vita>  e  p^r  Kint^fiti  de  coftumi  » 

.  Sottoqueflo  Preoape  fi  godè  lieta*  e  tranquilla  pace  >  e  penciò  s'abbellì  la  Citti 
difnMiolie^  e  fcióate  fabrtctie»  e  di  nobiUffiov  Bdihd)  •  Si  toadacono  mioue  Chie- 
(e#  aiit^ife  ne  rinodaraoo  • 

Succefla  in  quefti  giorni  la  mortedi  Sforzia  Pallauicino^gQuernator.  dell' Armi 
deUa>  Republica  ^ik  qudQa.caricadatta  dal  Senato  a  Gio:  Battifta  dal  Monte  »  fa§- 
gi0«  e  raJoroTo  Capitano  • 

Predò  il  Publico  ad  Henrico  Terzo  Rè  di:  Francia  molta  fomma  d'oro  per  \èL 
gnertacoQtto^Iitiugonòtti . 
rJFù  pQdo  Parte  d'erger  yn  publico  Banco  doue  i  Mercanti  potefleto  poner  ficu^ 

rìdblwódmari^pero^otiarcbegirarliaJoroix»!^^  chia« 

mato  Banco  dal  Giro. 

NeH*anno  1587.  CaHo Emanuele  DucadiSauoia.inuitò  il  Prencipea  tener  al 

Sacro  Fonte  Filippo  Eaiat)ue)c(cio*Prifi>Q8etiito> natogli  di.Catterina  6gliadiFi? . 

Itppo  Rè  di  Spagna  •  Alla  qual  cerimom'a fu  mandato  mnome  PuUico  Agoftino  .. 

Moìrto  C  ulielmo  Ducadi  Mantoiub  dattiooe  t>arte  al  Senato  da  Vicont 0  fuo  fir 
gHuolo»  the  fucccdcua  nei  Ducato  >  mandaìrono  i  Padri  a  dokrfi  dcfia  morte  »  U  a 
rafle^arfi  della  Aia  fiicceffiooe  f  FranccTco  Contarìni .  Come  anco  (u  mandato  jn  • 
iTotcana  Tomafo  Contarìni  a  condolerà  con  Ferdinando  de  Medici  >cheeraCar* 
cUnalcddla morte  fuccefla  di  Fcancefico  gran  Duca  Tuo  fratello  >  e  di  Bianca  (ua^  ^ 
fDOglie  poco  dopò  >  Et  a  rallcgrarfi  dellaTucceinoneXua  a  quel  Principato  ;  l^sfxr  , 
Ilo  tempo  ancora 'venne  a  Veneta  Stanislao,  Refca»  Abbate  AndreTcouii^e:^^» 
inandito  Ambafciatore  al  Prencipe»  &  i  Padri  dafiigifmondo  Prenctpedi  Suetiar.. 
elettoRé  éì  Polonia  >  figaificandoli  tinanto  ti  etaiHrcadiito  n^  concorfo  a<)uclia^ 
Corona»  e  dattogU  parte  della  Tua  clecti one^^  &  inicoroiutiotKnj^i  ofiediMt  in(jeai« 
rimpiegp  delle  lue  Armi^delle  fue  forze  »  e  d'ogì».  fuo  potere ,  Oqdo,i?f<^atie  a^c 
Sigii  mondo  con  lettere»  datte  a  Pietro  Duodo  »  mandato  Oratore  ^  S.Muefti  per 
coRgràtularfi  in  nome  della  Republ.  della  ina  feliciti >Se  pro(peritd«- 
•  Fjì  Qomimeflò  dal  Senato  a  Gio:  Battiftadal  Montedi  portare  in.Caadia  »  aca^  ; 
vifiatiitta rifoktioOecaato il  (ito  di  dTai  vifitate le  Fof tcn^r ^Aarc|ta%;.k MiUtif  r\ 
proucdeffein  fine  a  tutco^eUo  fofle  nciceHarjio  per  renderla  ^ortebe^fi^ura*        :  <  > 

-  L^aniio  1 5  89.  Henrico  TerzoRè  di  Fraacia  bx  vci^ifo  da  [9^QfK>  denteate  Firaìe 
Domenicano.  rf       :  ! 

:  Si  diede  principio  a  fabrìcar  le  prigioni  oltre  ilCaoalet  dctiolUordi  Paljwjio*. 
che  prima  erano  ficuate  fotto  al  Palazzo  ciuiie  « 

-  Ncli59(xcapitòin  Vcnctiavntal  Marco  Br^adìno  Qipriotto  <ìettp  Manuv^ 
gnd»  il  quale  daua  ad'ititcndere  di  tramutar  il  Mercurio  inoro  i  e  ne  faceua  l'erpe*  ^ 
i^twk  aUa  prefetiM  de  Soggetti  grandi»  fé  beie  rare  volte»&  in  poca  quantiti  >  Ai- 

Rr         ceti- 


6à^  DtErLF  V  I  TI  : 

tendo  di  craefte  maiuera:  ^li  rMuc^ 

pena  fi  vedeua!^  qoitAft  fn«^and#la<0n  jlMdK»Mo^d^  in  cert^^ 

proportionef  ritornauaf  òro  nella  qoantiti  di^rima  »  con  poco  difcapko  i  ma  fi- 

nimmoie  perfectiffimo:  onde  gli  biié«iinMii|^antiiti  dalla  vifione  di  tarefperìenEa» 

l*adorauanot  non  s*accorgendOf  che  quefto  non  era  vn  £u:  oro;  mi  m  confumarlo» 

pìnoheìqifteltof  «ihrfi  vìdxKea2ifim{Q4k9aàu9^  tbmàmttMx^cottAMcKiit 

ricuj  ttondQornaua^ioUaqiiaiiMd^diipn^ 

centO'in>cfroa>  mtgtaoia^^icanauaflppffigairfaiwny  iti  dwrtxto 

tiUiuomini*  e  da  Prcncipi  di  tutta  Italia  »  daqMttenpdslxzinqriiiaiiiftaQMcenar^ 

dòjcoftni  ad^afiitecMtt^Utazads  AncboarOttidatopote^  tUtkfijiidciu  » 

delitiofUfiffio  p0Mli(ko^per.ieoiitiIi^per|cLi^ 

addobbato  di  politat  e  molto  ricca  fupelletule  >  ftando  luifknMdindxldfigokiiv 

dloediicruicon.b8ni;ftectand»4Mkfinàfiin^  . 

poiTono  ingannar  i  mortali  9  non  tralafciaua  di  far  oro  col  fanadi)^  JdMcnv-  fpei»^ 
ckiiàokii^'JSip«ndsok>4ietmod»  MocM 

Alla  fine  volendo  molti  de  Creditori  eflfer  pagati»  feaefigg^u Fallili  v  cuttft  jtL 
Ikmctra^  dOQ«^  qiitrirAltWQiH'cqmM  coftft^Er  ra«{'iflmAiriganMtai9^0nto 
dirói)>io^cce^d9capitaf«iiil4onaooj>coxi«a^^  < 

due^fuoiCanii  de  quali  fc  ne  valeua  in  corenefandc»&  empie.         '  "  <    ;  . 

*A1lii?<di  AgK>^  morr6<9k)uai«»'ftiiiitMOidÀpò^s^ 
cs(<ii  Vcn^ia^pn^lafiMiiioitet-ftidal  SocMocMiMilx^^  atlihora>Pi»^ 

defttì  diBrcfci*. 

£tÌ27.deiriftefromefed*Ago(lo  venne  d  morte  Siftó  Quinto  >  il  quale  in  ^uidi- 
dtfmi<r'ì  0*Mf[^iM$O'yàrsgìtvitk  PMSxtice>creD^dàcHCamÌialòVeacdiam;.Fé^ 
i#moC0miw  V^(<ooo>di9adbua^eol  Ticok>idiSaa&efl&iio&  jCc^ 


OkpVmi^/afyoMonÙni  Vcfoovodè  Xcefóai»alqitaicmaQdà  A:CapcUo  6m  ki 
FmìtiMédm99n4tótnBMf<oa^ tìtolo4i Santa Mana in via^  A>SÙko  fuccedic^ 
Gid^BiRltoCUfaM^A^Ott^^  detta.  VcbanpiSeciinioi  » 

cì»^iMPim!9Bmìo1lo&(^  NictttoSftiiidi'auf» 

MilaifsANCaràmife^AiiitatCcdlu  DeciniauQaacn»ciic  morie 

•  iMsmp  Ow^f^-fà^p^»^  m  Sedia  Iiino«eiitio  Nono  ».  eletto  pditiaGio:  Ai>- 
tMtoil7«<4lineéro»CatìrdinaiedtSatitrqBattro  Coronaci  »  che  vifte  folo  anch^egli 
mìOGhécn  JS^cH&ki^^^im^sM  vide  la  morce»^  cceationcdi  tre  Poatefid  • 

Efann»  15^ A  fìMa  péftarin  Gaiidia»  che  cftini^  intoma  aMd#  mila  oerfirar  nel 
corfo  di  fei  mcfh^kkm^wé'.  Non  mancando  intatta  caiamiti  k  IbliedésdinD»  e- 
fÀfmér&kmèii^^tàe^tìifiO^PPO^  A  San*  Mavcb^  all!hdhu  Ptioueriieor  Qe- 
DctMe'  in  qild1Ìegfky?<tK3ildhimoC«|)dk>  Duca  ;  di  VOippo^  PaCcpnli^  Cs^utau 
no»diBeiid(i(etto0!ì^im'f^d'Mffpr{^hdi^i^^  di  viooii 

ìi^péàitiii^  tt^féHbSti^é  j^pgtt-^i^mtù  per  (ibìevarqucltaxitti  daauitotmaflo* 
re;  oltre  aircflemplariti  di  Lorenzo  Vitturi  Arciucfcouo  »  il  quale  efbonendo^radi 
o^fifj^k^^'WminUknPÌSkt^  procuraci 

anco  con  le  Procefiioni  »  con  i*Oratidni^cimrrifìcadoiu^  {dacar  rinrdi  Dio»  ^ 
dtinpibratilrao^SanM  aiticornon  lafdaddo  alcuna  parte  deiraffidtHbptffaOò- 


<ììknrinfmm^&a(Mìeii^cpe^^  patifoa 


liffim^; 


^»  •??". 


no  vaue  fino  j5^(;^ii^l*B4iJÙO0^m  VisocUA  dkci(^iil  ftOTo^^I^rmantfaibrio  i 
]^drìdiprouederauatyEbf»bmàé»mftQdaQd«m  tt^effi  in  dÈierfcRo 

gioni aprocurarae  $  e  ne  condtiflerb da  remotimme  parti  9  e  dall' Ansìptbi^aon^ 
permiflione  del  Turco;  siche  in  breue  foccorfero  al  bifo^no  •  ^pocdie^dalle  (erre  » 
Caftella^e  VdlM^i^WinirCcmoMdim j  iniVcaieWtiKfaiffiiatpoticci  »>li  {Hocht  per 
Jepar^cf hie,640CK)A^ia€ro&c^^  fdSUa  ^oùertA  »  il 

^e^  dij^;a0ÌK>lUw^ 

.Si,4ic«eFfi^ìn(qwft^0W»i>allA!fiiperto^^^ 
4'aop<)vif>S.7^  '1  ^^ 

Allì  a«diì;ehi^ri»;prjiKHpi<>d6U'am^  i]&]^P^H(uicrcaiO'90iifefieeìt  GarditliiejUìp- 

vn*'Ambafciaca  di  quattro  AmpHdimi  Senatóri  »  doé  :  MannGviiiftaiiij>ljaonanb 
^Q««99<:w»Ug»i»)B^ji2QCiu^  >  AttfiK»  ^9adMrò<}aiiaii«ncb  cl# 

Z^uxdru  0OQS»mi^  miif  mi9Miaber{iattiflei0jiifm^  lo  HQto 

JkiogpfFpikrico  Sm»»ifKÌfqf»$hmipowt^  ìhìfRìomaJ  t 

iì^He^  4Àtbial^Mt0riQirditHu:tQ>  e)gli  fuìfoffaimiiò-IVttki8^amtti)}«tt%oteiKod^ 

Pubit;a9^.4iliei)  Viinsoii  tmmàzgkl^ixciom'oS^ckimVtì^^ 
WQ  da:Siaan  BsLhi^ftf^^&QtMtemc  i  mtìfiai  deih-GraatiiuieiiosirlDODa'^** 
jp^  yfoiKbi.per  te|EMn»ic>lam9driìj>ft  altri  jxtt^^ 
4(cmt&aeAHi^i»  f  |NM(iide  torchi  isnofle^perciòfilSeoato^  teoò  Ptouéiaìeoi<}e6è- 
^t^  AeU'4^t»c9>#el)^Jimf  ia  Aloumò  TiQpol04mikiffifm>«ldk<cdÌ6diii^^ 
molto  temuto  da  Vfcochi  peri  danni  altre  volte  apportatigli  9  con  c^pk&rxàsld 
4ì  viariogm  fmmH  aaorFo^^iI^drcmi><^B  alfediarlJ^cotnbatiei^ctbtta&ia^^ 
j^k  (:Àmf^€pfCfkff§iiarij^3  e^toggcrH^tpertroncar  le  sperete  dt  Vttf(M> 
0Ì  ^q^wiwsm^mr^Qìàdìz  ftepiiUka^cM  rrt(fai  genevatioiie.. 

Connderando  i  Padri  come  he  i  tepi  andati>i  Torcl^i'stortto  Mataodipcpla  paif- 
iriidf npU/DottmTafomHii  maadwcichqiie  Sbnattfiti  neHapatria  «fad  mofa'  Zac* 
ciò» confideraaìfitiretegficflèro TUFOSO  ateo;  < icomtoòdo pcc iE>iidaauf  vnal^» 
f  ^{imt(:iiei6^?»'Anteatiut«ie>&^n'«fl;aù^  in^ 

Italia» come haueuano fatto  altre  volte;  e  perciò  furono  spediti  MoccVimoàito 
Sl(Cbaffb  Iacopo  t^irnÀ  Mann  Griittaoi 
curatori  <y  SJiacqD  »  e  Zacctda  Comatioi  Ctoalieir^ 
^    JL  questi  ScàatoripbenchecUgkidkio)  e(fa*pr«deiftìe(^hn:cM>«damtCO^ 
iicptif  cperic;!  MB'Ar^«iilitifc  >  efcrtsftsatìoiti:»  Gio:BÉikiaaidalMoilt)e«  Itoopd 
Malareita  ^  Entfox>  Mahiicino  »  ManoStoorgiiktno^  e  Mikf Aotonm  Mmkittàp 
di  Villa  Chiara»  con  altri  Ingegneri  ;  anali  tutti^paflati  con  celetìti^xibecicoilfi^^ 
rad  quei  Gonti>fni»'CQmieAnerO  titctia'aaxk<k>iM^^cteìoQedi  mlmgotnifìaéu- 
rA  detto  Palm'dda»  difcodo  dica  miglia  da  Vdinc  »  come  pid  atto  »  e|MJp«4atf  I9ié^ 
altro  per  fabrkarui  deoa  f^CKcà  »  della  qtiak  tuoko  dcircm 
piantai  fìi  fotcnoema^e  polla  la  prima  pìcrra  a  7.tEU  Ottobre>SfOaniJdddìcat^  ftLi 
Saiua  GiuAina»  e  memocabile  pcrJa  Victoria  Nataak  oittmmriwic»  ì  571.  caratò 
Turchi  •       .  .  S      ;  -^^ 

Spargcndofi  ne  i  fondamenti  »  cornee  folito  far&  kf  olteteid'oio  »  t  dì  Aimfcto  i 
ncJle qiialida  vaaf)arteàinìprontatoniL6ocieakto>^iMfiaRitè  fiop  A^^ 

prcfa  della  R epigei  eoo  parole d«àttonK^ che dicMio&f^ale<a(i^ 

Rr    a       nctia- 


/<' 


6^6  t)  E  L  L  E    V  1  T  E 

netiinun  Scc.  Anno  Domini  MDXCm.  E  daB'altra  il  dif^no  ài  cffa  ForteiiaJ» 
poftoui  nel  meio  vfi*alca  CroccyCCHi  quc(U  infcrìttkMK  aU^^ 
Fori  Ifétij,  Ualis  »  &  Chriftiana  fideipropt^nacnUm . 

EtalUCroce: 

Inixfc  pffMtuta. 

Stando  nel  mezo  della  Fortezza  fcrìtto  :  Tatma  >  che  cefi  (U  nominata  • 

Haoendo  Henrico  Quatto  profetata  la  Fede  Cattolica  i  Se  tffcnéSy  (lato  acda- 
mato  Rè  di  Francia  j  fu  dal  Senato  eletti  Ambaiciatori  Vincenzo  Gradenijgo  »  ci» 
.  Giouanni  Delfino  eftraordinarij  >  e  Pietro  Dnodo  ordinarìo>in  luocodi  Giouanni 
Mocenigo  9  che  era  (lato per  il  oorfo  di  fette  anni  continui  AmbafciatOr  òiWnarìo 
in  quél  Regno  apf>reflbHenricoTeraoprima>e  poi  ndte  turbulenze  »etraua^di 
'  Henrìto  Quarto  confila  foouna  lodtper-liMgoti)ardaÌ9  &  importanti  da  lui  ma- 
ttttgiati  con  (ingoiar  prudenza  • 

.  Biqueftacempo  l'Armata^  de)  Turco  tmmerofa  di  160.  Velei  commandatad^ 
i  Aflan  Cicala  Geberal  dt  mavCf  daua  (egni  d^^ntrar  nel  Golfo  per  oppugnar  Segna  » 
hauendùdimandaiò'ìi  porto  aRagufi:  Non  rnan^èla  RepuMica  di  far  paflTar  Of> 
fiti)  cdh,  AsiuMiche  per  diuettirlo  cu  quello  dtfegno  9  dimoìltandóglt  efler  dio  coor 
no  le  conoentioni  oeHa  pace  ;  e  perche  il  pericolo  era  imminente  »  noniBancarotio 
diprepar|r(ialkcUfefa>&  ad'oppor(i  con  la  forza  a  quella  Potenza  %  che  però 
crearono  Capitan  Generale  Iacopo  FoiìMrini  »  dandoli  U  Doge  il  Stendardo  con  le 
folite  (olonnitd>  e  Proueditor  dell'Armata  Marco  da  Moiinof  nauendo  armate  ^. 
Galdv.)  &  fatu  ogn'alcra  prouifione  necdlaria  ;  ma  s^aftennero  i  Turchi  ili  efeqiitr 
qnefto  fuoxli(egno».e  mutando  penficro  %  (corfero  la  cofta  della  Calabrìa^i  Accndo 
lui  gran  danai..  \ 

Ai9.  di  Gennaro  «principio  dell'anno  isp^.fihebbe  amMfo  deSa  morte  dì  A- 
sinrathe  >  fegùtta  in  ConflantinopoU  f  lafdando  (ucceflbre  di  quel  raflo  Impero» 
Meh^metiuo  fetiuolo  incontanente  fece  morire  >  fecondo  il  barbaro  (tile  «fi  qud 
&è>ifuoifrateIiiìn  numero  di  17.  ^/ 

•Si  principiò  fotto^ueilo  Doge  le  fondtmente  nuoué«  apbreflbSan  Francefco 
dflla  VignL  Si  terminò  il  £inKm>  Tem|5ìo  » confacrato<al  Redentore . 

Si  fonMdarone^coaperoiiffionedd^:nato>lcCliiefediSanFraAcefco(&PaDla9e 
di  San  Nicolò  deTolentini-.  -        ^ 

Si  fin)  anco  quel  peszo  della  fabrici  della  Libreria»  ooe  al  ppefente  fono  i  ridotti 
delie  treProcuracie»  chp  foleuano  efler  contigui»  &  attaccati  al  Campanile, 

Mòrfe  Giouanni  Ginmani  Pacri^ca  d' Acquilcia>die  lafciò  ic^donaal  Publico>  il 
oopiofo»e(ingolar(ttO.(hidio»d'Anticaglie>e  Itatuei^uaH  furono  r^fte  nd  Mu(eoi 
victnoaila  Libcef ia  Publica .^ fi fece(t il (nofonet alem  Chiefa di S«Marco  con  gran 
ftequenca  di  popolo . 

Si  ornarono  anco  le  principali  Sale  del^Palazzo  PiibNcoiC  fpeiiiaknente  di  Ec^ 
celienti  Pimire . 

Alli  2  »  A  prile  del  predetto  anno»  hauendo  feduto  nel  Trono  Ducale  anni  noue  > 
mefrfette»giomi  14. venne  a  morte  il  buon  Prencipe  con  qualche  opinione  di  San- 
ti tiiJiauerxlQfimapreattefodcooieruar  la  pace  >&  it  culto  della  Religione  :  Onde 
fatti  i  (oliti  pompofi  funerali»  e  lodato  da  Enea  Piccolomini  Sencfe  »  hucmo  nK>lco 
condito»  t  vcrtatidimo  neUcbelIe  lettere  »  fò  fepdto  nella  Cbiefa  de  Croeccchieri  >. 
d3ii^d»PafqoàlCicogna  (ho.>kpoteé  (lato  ereuo  vn  ricchiffimo  depofitoall^ 
iiia.nicaiQna^Ilfiituc  lattoni  fuotittatco  netto  (autiatptcosidicc  r^ 


DE  PRINCIPI  Lli.  Xnt         ^if 

*- 

Bilio  fxmdiquefèrmfcenteyfMcemferuémt  O* 
Exfitiich  T{imélti^PoBtem  umfUui,  QurctrumfirtU , 
Procenmqi  teff 4  amflUuit  *PéÌM§mes  Vrhù,  ^ 
*F4lm4  fundémentéi  ieci, 

SCRITTORI    VÈNETI. 

F^Mcefcò^SknlbDino  primo  Cutter  ietta  t^enetia^  ha  ccmpofto  f  in fr aferine  òpere  : 
^nJih^etvritM^  la  tjtaaefà  Ì4  prima^  che  fi  "pedeffè  netta  linina^òltareX.  4rte  ora- 
Mioi-mn  foUte^  U  Efempi  de  Vi^ftCMri  >  ma  de  Toeti  ancora  .it/4djfuéo  del  corpo  bu- 
rnirne il  CentilhmlmVtnetim^  cioè  fiàfikmticne  del  T^obile  Ifn  Cìtrd  Ubera .  Vùrigine 
deCttHatieri^cosIdiOoecptùmeiicetìmkhtitfperone^  Ù^ustocato  fecondo  tordinedi 
yeneti4  •  L'Ortografia  detta  lingua  yoigare.  Fn  ragionamento  dcWaru  JT^mwe.  Il  Si- 
tnulacro  di  Carlo  f^ .Imperatore .  il  SecreoariOi  che  infeffta  9  e  moftra  il  modo  di  fcrtuer 
'  lettere  acconciamente$  e  ccn  arte  inguai  fi  uogtéafoggetto.  Ilgouemo  deSjegnittdette 
HepuMiche,  cosi  amiche*  come  moderne.  VHifloria  della  Famiglia  Or  fina .  Gli  ^Annoti 
Turcbefchif  con  le  Fite  degli  Othomani.  i  concetti  Volitici .  La  Cronologia  del  Mondo . 
V Origine  dette  C^e  ittuflri  d'Italia .  £  la  Fenetia ,  che  è  la pref ente  Opera . 

Le  ooereda  liti  tradotteifonolefeguenti  : 
'  Id  guerra  di  Rboèi*  fatta  da  Solimano  •  Michele  Riccio  de  i  Rè  di  diuerfe  Trcuinri'e . 
Il  VaUadiOf  e  Tietro  Crefcentio  f  ambidue  di  jigricoltura .  V^nma  di  jiriflotele  •  V^ 
Infiituta  di  GiufHniano  Imperatore  per  tentar  di  ridur  le  Leggi  netta  no/ira  lingua.  Inno-^ 
tentio  Tapa  Ters^  del  difprexjs^  del  Mondo .  Tietro  Bairo  di  Medicina .  Tito  Duio .  Le 
Fite  di  TlutarcOfCon  tejemplare  del  Silandrotcorretto  fra  tutti  gli  altri  «.  Landolfo  della 
yitadiChrifio.il  fupplimcnto  dete  Croniche  con  Raggiunta  dclf  anno  i^9i*fino  al 

^574- 

£r  opere  da  lui  raccolte*  alle  quaUfece  annotatmi  >  auutrttmenti* 

fommarit  argpmentiydicMarationifpofUUe^&altrt  ingiunte  fono 
le  fatto  fcriite  : 

Orationi  yotpirmente  fcritte^a  diuerfi  hnomini  tUuflri  in  qualfi  imita  m4feria.0ra^ 
tioni  recitate  da  diuerfi.Ambafciatori  a  Trencipi  di  Fenetia*  nette  Uro  creatkmi^  Le 
ofjeruationi  di  diuerfi  nella  nofira  lingua  Folgare.  Upue  lAri  di  lettere  amorofe*  del  Ca-^ 
ro,  del  Guidiccione*  delBemlnh  delCampefano,  Ctfue .  VHifloria  de  Turchi*  e  dett^Ori^ 
gine  i  &  Imperio  loro .  Vjlgricoltura  Jotto  nome  di  Giouami  Tatti .  Le  cento  T^oueUe 
jccke  dagli  fcriftori  piA  eccellenti  de  tempi fuoi.  Sette  libri  diSatire^douene fono  aU 
quanti  di  quelle*  ch'egli  fcr'tffe  ne  fuoipiu  yerdiauni. 

Marc'Antonio  Moccnigo .  P.  Filtiofò  acutiffimo  *egran  difputante  à  fuoi  giorni  iu 
Fenetia*yditopiAyoltedaSifioQuintoTmefice*  mentre  era  ttuptifitore *  dopè  fatto 
Tapa,  lo  creò  Fefcouo  di  Ceneda  con  intentionedifarlàsanco  Cardinale*  come  Chauereb- 
ie  fatto*  fé  faiffey.fluto  qualche  poco  ditempodifiA.Tublicò  yn  libro  de  Tbeoremati* 
con  Cinfcrittione*  ÌJc  co>  quod  ed  •  Et  yn* altro  oc  Traafrcn  bominis  ad  Deom  •  Com- 
fofe  pure  yn' altro  delfiufjo*  &  rcfiufio  del  mure*  in  cuififcorge  la  molta  fua  Dottrina,  e 
fapieuT^  . 

Matteo  VcnicroP.  MduefconodiCùrfù*  publici  tmdalba  Tr^edia*  e  compofe 

Rr    3        diuer- 


#1»  DllLf   y  IT¥     : 

dii^fedtreyì^àlew^idrefe(dU^^  rime ^ntUe fidi fffcopreUirìmicitidél 
fuoviuaceinteluM.  \  —    ■  \ 

Paolo  P«W^  P*  QmlifV^\  ?  ?r9^<^ffd^M^§<P^hl^^^^^^^  ^wTtf  «  ^««^ 
p4rr/,  principiando  iahann^  i  ?  1 5  .rf««^  itf/wi/  F^ w ,  J?>rt^  ^tfwi^  1 57? .  tfWf  ti  cwi- 
clHfime  detta  paf0UMS€lttioììAd€Tl(r^.p(^^^  Idi^ 

fcorfi  Volitici^  ne  i  quali  ft  confiderano  ituerfi  fatti  HlHjlrift  tnemorabilt  di  Tretic^ ,  cdi^ 
Repkbliche  antiche  f&  moderne .  FnfoliloqmYatto  foce  mùmH  th^U  mmigk  \ 

Gio:  Battifla  Bernardo  P.  Che  morfeTodeftddiTadona  fece  iJSemmarinmmiHt 
Thilofophtét.erilSeminariodeUaKettorica^ 

Paolo  Lovcdznoy  fcriffe  de  ^nima^&ieCctlo  • 

CtìiaMzsnoSecretmodelCùfiftsliodiXMnft^^ 

Giofcppe  Zarlino  Maefbro  diCafp^  di  S.tdarco  fpgblkò  aUatfrqlfbri  S^elf^ 
ustioni  jirmmùcb^ .  Cintine  lilni  di  Ùim^titiovi  armoniche  •  f^n  traf tifile  Vìftmr 
tia.FnUiUrodeI»ttonat$anf^nm.  Fndiff^rfcdal/pMii^fna^^^ 
f^n trattato deilHìrisinede' FratiCapfMccini.  &mHW9i^Ìip4f»  li^ìafi$af  d^ 
Ftraifne  Mufica . 


Aldo  Manotie  G juoiore  >  Steretafio  4i  Vregaéi  1  .dr  Af /^  f«^#  MSfwf^e4  4 


TaoUh  mAndòfiéOTh  tre  C  ommentarij  nell^  Retorica^  nei 

co  T.C.  tre  libri  de  qn^ttis  per  Epiftmm.  Fno  de  Rati^fte  Qft^^f^p'  ntf^Uro  ie 
Epitome  Orthografhia  «  feccia  vita  di  Cofmp  Medici  I.  Qrof  fiufa  di  f^fc^na  •Pìff^ 
fuori  Locutioni  deli*EfiJloic  di  Cicerone,  jiltre  Lgcntionidi  ferc^^  ivfrùfno^tfaif^ 
gUari  di  dire  •  Fn  libro  di  Eleganzx  infteme  c»l4  ^f^adfll^  Uvgm  Tt^cana  %  e  Latina  • 
Scrifse  De  antifiis  Romanatnm  notis .  JDe  itfterpmSion^f  •  ffW/f  tfCJt^Hff^fsfO' 
remi  &  C.  SaUt^tinm.  Delandibus  iht^rnfiicé.Commcfitaria^e  ^rfeTeatf/iM^Bft 
ratiiFlaccilib.Etaltrecompofitionifjperle^aUfièrefocl^arnain/o^* 

GJo:  Battifta  Pcranda  Aicdico  $/cr^e  in  fre^  ,  e  verfi  latini  »  e  pofgéprf  ,  i^.  aicunf^ 
trattati  in  Medicina  . 

G  Jq:  Paiolo  Galhiccio  >  m^nih  in  Ince  im  libno  intitolato  Infirotftqui  ^fironmici  ^ 
ytiMltro  Margarita  Pilofi^a  •  Il  Teatro  della  Matematica .  Fn  trattato  He  Harplegj^ 
Fn^altro  Sfecnbtm  Ftani^tm  « 

LodomeoCnibcncFitoMotfecedcEh^utio^eOrat^^  De  DiakSica.  De  Re^ 
thorica  Dinina  •  Fn  Trattato  decontraSlibus  «  De  Legibus .  De  Reflitutione .  Fn  libro^ 
itlf^mmaafbramanto  de  figlinoli .  Fn^aitìro  intitolato  •  Fir  Infius.  Frialtro.  Homoin^ 
terior.P4ms  "nitét^&faoientin  •  Fece  in  oltre  lafita  Snmmafnmmarnm.  DeWlntrodntr 
iion0aiUTheoUgia$auaFilof0fiaf&alh  Lopca  • 

inarco  SeBtkÉaLVr^TitdfUo  in  San  Marci/ia^ni^  ^ede  in  fl^pa  il  Giardino  de 
Sommtfii^ 

Gio:  Colio  SfMteai»  tradnffiì'ffifhric  H  T^al  Cgnti^  ^ctnnp^e  vn  libro^  neLjnor 
Ufi  ledono  tntti  i  fatti  iUrme  >  gfn&rémmibt  ofcorfi  dal  frin^^  del  mondo  può  4 
tempi  prefenti  • 

Modella  Fonte»  domta  dcttigùm  t  pnbtki^il  Flmdaro  Toema  •  Scrifsela  Taffione^ 
&  la  Refurrettiane  di  Chrilh»  in  verfi,  cr  altre  coff  Toetiche .  Si  legge  anco  delfmqnA 
vago  tibrode*  meritideSe  Donne»  nd  qnaledifeud^ndo  ella  con  ^agliank  %  e  Vittc  ragnté 
il  fnofeffofeminileilo  mpfira  niente  mferm/t  a^ucllo  dcgkhuomim  ^ 


DE  PRIl^CIPI  LIB.  XIII.  ^ip 

•  -  • 

MARtNO  ORIMANI  DOGE  LXXXVIII. 

ANNO  I5PJ. 

nEgiiìtt  ta  morte  deìCìcogda  >  trt  prefttnt^mi  Senatori  ditnandarom  il  Preo^ 
O  €ipfiKOtek>d?  Iacopo  ForcariniyMarìnGrJm^  tro 

QHiwcny  e  Pit>€Ufa«oi$d^  San  Marco  >  edegni  per  vii^^  per  mericoy  hauetido 
ogfirmo<)i ed  binm^ip^tìMi  hMori  > eleprime  dignitì  detlft  RepiiUica  •  Il  Fo- 
Maifàf€(kXétìa^컀ti glÌafÉri<iM >  ftok^e  airakre  cariche >era (tate»  dne  T^te^ 
€>^ktnGeAefak^d«Ma^yit  che  dobifkaii«i(^6lo  merito  per  eflitfrfi  portato  gii^ 
rmamMtd»  e  cbnfedàfottiofie' FiiMtot . 

Mann  Qrìmani  era  commendato  per  la  bonti  della  rica»  per  I^Bfkbiìki  (Uà*  thè 
tnÉMca  ogA^n^ad'aiìfiaNrk»  jWr  fa  lfticcritd>a:  ingetmiti nel  dire  i  (no  parere;  e  fi- 
iistfmcmeperr&ÉcellMttdMrattioni^ue>dinfio(lrata  le  cariche  y  chee^l 

hel>be  cc^dentnh  come  fiiotf  della  Cfttii  « 

'  Nel  DonatO^filpfendetia  rita  Setgohtmte^tkà  ài  coftaiìii i8e  mi  kaétìti  Emù- 
latricé  dcgKantichi  i  ?na  tuarauigliofacognieionedel  goucrno  dell^  Reptibliche  $ 
8c  ▼Ita  i(lcortTt»a(raMe  prttdenaa»  acqaidaea  con IV fo  i  e  maneggio  di  grauiflStHb  8e 
iMpdrtantiffimr negotq* eflendo ftato  Ambafciacorpitì  voIjce.a  Roma»  in  Francia» 
inSp^na^  aCoAatitinopoti»&inaltreprincipaIiffimeCt;>rci.^iCu^  Hauen^ 
do  meo  ottcAutocml  nélia  Città»  conte  foori  fenripre  i  pki  ^nore^Ii  >  e  fubKmi 
carichi)  e d^gnfieadf.  Pinalmentéd-i^.d' Apntedel  i59$«  Fa  creato  Dògb  Afarin^ 
Grimani  con  grandiflima  allegrezza  »  e  giubilo  di  tutta  la  Città  s  che  fil  dimofttat» 
fpfecjatmeatedatpop^  »  iterate  noncefeò  per  moitigiornj  di  acclamare  con  in- 
mfontì  toctit  Mfnoe  la  famigf  ta  dèi  nnpao  Doge  »  abMucciando  il  legname  »  che 
era  in  Pia2M  preparata  da  fabricar  k  Botteghe  per  la  Fiera  deir  Afcenaone  y  e  con 
nuoua  maniera  di  applaufo  >  portò  fiiori  del  Palazzo  i  Banchi  de  Magiftraci»  ab* 
liAcciandc^  infPidzza* 

A  C[adlo  ntacìpc  non  Mù  mandarono  a  raUegrarfi  le  Città  f  6  Tette  ftiddite^' 
del  Domitiìb»  come  è  eoftame;  aia  tennero  anco  Ambafci atori^  di  Prencipi  ttìtrtn 
per  tal  fimtione  • 

Mehemet  affiinto  al  Regno  per  la  morte  di  Amurat  fuo  padre  %  fpcdi  ftòito  Vf- 
fàfàd  Gefnci^rkhDaptferoy  huomo  di  gran  riputationey  e iHmaj  allegato  pi  ndla 
Corte  dj  SoBmano  con  lettere  i  Padri»  piene  dì  amore  »  e  di  honpre  verfo  la  Repn-* 
bdea  dandoli  (fOnfO  coti  eHedeHa  morte  del  padre»  e  delta  fua  fucceffione  »  me* 
ikandofipronrodi confènnar ConeiraqneRa  pace  ,pà  (labilità con  recchie  con*- 
ditioni  >  e  capitolationi .  Aflégnata  eafa»  e Tpéfato  dal  Poblico  il  MeflEaggiero>  con 
la  Tua  famigtiay  e  regalato  di  nMlIe  fendi  d'oro»  e  Vedi  per  liiii&  a  fooi  compagni  fi 
liccntiò.  Man<km(foilS5Baeo  a  CoAantinopoli  Leonardo  Donato  »doae  furicé- 
uuto  condìciioftrationj  di  grand*hoRQrei  e  raRegratofi  il  Donatoin  nome  Publico» 
ftaN>ì>e  tùtikrtnò  la  Pace  con  gran  rìptitarfone»  e  decoro  dell^  RepnUica . 

Mandò  il  Rè  di  Francia  Monfignor  di  Petrona  Anibafciator  al  I^pa  »  con  com* 

nriAone  cH  paCar  prima  a  Venecia  »  &  é(]porre  a  Padri  qnel  tanto  »  che  nelle  com- 

miflioni  coMsa  di  rapp^eUntar  a  Sua  Santità  »  ricercandoti  iftàhtemente  »  che  v<k 

lifletOpaflatoiìciO^M  la  SanU  Soddjracdò  felleriCMtttéiivgttmbo  di  SXhiefay 

i  Rr    4        cri- 


^30  DELLE    VITE 

e  rìconofciuto  per  figlio  di  eflfa  •  U  che  fecero  ed  mezso  di  Paolo  Paniu  $  pmdeii^ 
tiffimo»  e  deftn^iio  Senatore>  Ambafciatore  tlt'hor^  ordinario  in  quella  Corto 
per  la  Republica»  il  quale  non  mancò  di  poner  in  conGderacione  al  Papa  >  che  il  Ré 
Hcnrico  era  Rè  bellicofo  %  incomparabile  per  clemenza  »  che  braouua  di  ^er  da 
S.Sanuìsl4:iceuuto  in  gr  atia>  hauendo  di  gii  profeffaco  la  Fede  Cactolicaie  che  più 
volte  con  lettercTiumiliffimei  e  col  mcxo  de  tuoi  Oratori  hauea  chiedo  d*eflèr  ri- 
condHac»€ontaChie(^iecfaeperòtowle&beni^QaafìeQCcriceQer.  Noadooer 
rii^ciraIlaChriftianaRepttblicaniuna.caCa  pidvtilte» niente  più  degno  aloooio 
Ponuficio»  niente  alla  fag^a  di  Clemente  in  tutte  le  pofterici  piùoppprtnaa^^uan- 
toabt^cciarempotentiiBaioRÀrupplice:  Onde  perioaio  ilPapa^ricetieittii- 
nalmente  i  AmbaKiatori  del  Rè  9  e  lette  le  fue  lettere  i  itf .  di  Settembre  1 551$.  ra£- 
folfe  biennemente  dalle  cenfiire  j  riceuendolo  in  grembo  ({j  Santa  Chieia  »  e  tioCH 
nofcendolo  per  Icgitimo  Rè  di  Fraudai  cpn  inaedibile  contento  aon  kk>ài  Ro^. 
mtt  nu  ^Italia  tutta  «. 

Per  reprimer  Utemeriti»&  inTolenia  d' Vfcochi»  qo^  iiiifettaisano  le  rinimdQtr 
Vlftria  >  e  di  Dalmatia»^  creò  il  Senato  Gcnerakdt  Oaln^oa  Benedetto  Mmo^^ 
con  commiflioni  rigorofidime  di  eftirpar  qucHa  Canaglia  • 

Ritornando  d^V-Qgheria  Gio.^  France(co  Aldobranatao  Generate  cKSwCh^fa  » 
Nepote  del  Papa^pabàper  Venetia  >  doue  riceouto  da  Padri  con  fcgoi  diisioka' 
^ortefia  >  &  con  cflfetd  di  fplendide^i  &  amoreuoli  acq^lienze  *  parti  per  Roma  a4i 
dboc  fi  heibbe  auuifa(primx  del  (ìiopartire  >che  S^SantinLia vna  Pcomottiooe  4iL 
15.  Cardinali^fatca  i  i  $•  Giu§noi.ne  hauefle  creati  ere  Venetiani»  cioè»  due  Nobili 
Patritij  >  Lorenzo  Prioli  Patriarca  di  Venetia  »  e  Francefco  Cornata  Vclcouo  di 
Treuigi  >  &  ih  terzo  \ioaiignoc  Mantice  Auditor  di  Rota»  della.  Patria  del  Frìoli  » 
iìiddito  della  Repoblica .. 

Vennera  anco  in  Venetia  itDucadf  Mantoua  con  la  Duchefla  fua  itiogGe  1  e  nu- 
merofa  Cocte>  quali  furono  accolti  sbanchettati  >  e  felleggiati  %  in  nome  Publia>f- 
nel  Palazzo  priuato  del  Doge  jt/ituatofoprail  Canal  graa^  nella  contea  diSi^ 
laica  • 

Li  furono  fatte  regatte»  e  fotennifltme  Fede»  Severa  iti  pat;ticolare  di  cento  Gei^ 
tildonne^delle  pili  belle>.e  piilricche  della  Cittd^yeftite  tutte  dipcetio/ìffimi»  e  riQ- 
cbìQmi  ve(limenti>.onuite  poi  di  tante  gioicJatanta  copùr  »re  di  tanta  bellezaa  >  e 
yalorci  che  ftupirono  i  PrencipiiLiCocte»  e  quanti  fi  trouarooo  i  quella  iefta  », 

Del  I  $:p7  JÌ  di  quattro  dt^^aggio^  il^Dogè  condufle  nel  Ducal  Palazzo  la  PrincT- 
feda  MordinaMorc^  Tua  oipglie  1  coaquelle  cerimonie  a  fe(U»  e  folennitadigikr 
oltre  fcritte. 

Et  ali]  ^del  n)edefiniome(éibdattaaIla.(kiIaD(^;iu^  (biennemente  tnChie- 
fa  diSan  Marco  la  Rofa  Benedeita»  nundatagli  à  donare,  dal  Pontefice  dementa 
Ottano»  per  meflfo  efpreiro>ch*è  dono  de  Pontefici  Romani  •. 
'  Per  la.morte  di  GiouanniVitturi  ArciuefcouodiCandia^fikiichiaiatadalPapai^ 
per  filo  fucceflbce  TonuibConarini>.vnode  qpattranominati  >  ScelettidaliSenaT) 
%p  >  come  é  (olito  ;  foggettainflgne  per  dottrina^  per  integriti  di^flimii  chiaro- . 
^k  ixgationiiSc altre  cariche  Publiche>da  luieliercitate  coofomma  prudensa  > 
&  che  aB1iorafi«itrouaua  Sauio  del  Configlio  • 

In.quefto  tempo  mòrfe  anco  AKonfo  Secondo  dà  Hle  Doca  di  Ferrara  feraa. 
pfolc  f  e  benché  dichiarafle  Tuo  Erede  %  e  fucceflbre  Celare  da  Eftcfiglii^c))^  di  Al^ 
tbnfo>iìiaftatdcuginojinQndim  FerranLaUaChidEiMii  cum^ 


DE  PRINCIPI  LIB.  XML  6ìi 

loScato.  Per  il  che  n  Papi  venne  i-Ferrant»  accompagnato  dal  Collegio  de  Cardi- 
iiay»e  da  tutta  la  Corte  :  Onde  la  Repoblica  mando  qnattro  Ampltmmi  Senatori  > 
cotti  Cittalferì>e  Procuratori  à  rall^rardcon  Sua  Santità  del  nuouo  Stato  aggiun« 
to  aHa  Chiefa»  &  furono  Iacopo  Foicarinif  Giouanni  Soranzo»  Leonardo  DonatOf 
e  Paolo  Paruta»  &  con  effi  anco  Giouanni  Mocenigo  >  eletto  Ambafciator  ordina- 
rÌQ  in  hiogo  di  Giouanni  Delfino  • 

S^ui  queft'anno  la  Pace  fri  li  Rè  di  Francia^e  di  Spagna»  ouali  ne  diedero  parte 
alla  Kepiotica  per  loro  Oratori  eftraordi&arij  »  &  il  cenato  elede  Franccfco  Yen- 
dntmino  >  ritornato  alPhora  dalla  Lcgatione  di  Ccfare  >  ad'Henrico  in  Francia  >  e. 
Luigi  Vernerò  in  Spagna  d  Filippo  per  congraiiularfi  della  pace  fudetta  • 

Hlippo  Secondo  Re  di  Spagna  fudetto  i  mafrità  Ifabella  fua  figliuola  in  Alberto 
Arciduca  d*AnAria>ch*èra  Cardinale»  e  fra^lo  di  Cefare  %  con  (fote  di  tutti  li  Stati 
di  Fiandrate  poi  ouutrò  Filippo  iiio  figtiiicAo  in  Margherita  figliuola  del  gii  Carlo 
Arciduca  d*Anftrìa.  ] 

In  quefto  tempo  fi  hebbe  auttito  della  morte  di  Filippo  Secondo  Rè  di  Spagna  » 
icguita  i  i|.di  Settembre  di  qneft'anno  1 598. 

Filippo  Terso  fucceflò  ne  Rrani  del  Padre>ne  dieék  parte  al  Senato  per  fuoi  Am- 
bftfciatorì  eftraordinam  >  e  delia  morte  del  padre  »  e  odia  fucceffione  (uà  i  oucUa 
Corolla  ^mandando  inueme  i  leuar  la  fpoTa  i  Gras  >  e  douendo pafsar  per  lo  Stato 
delbi  R^ublica  per  sirTene  i  Ferrara  »  doue  era  il  Papa»  che  di  ma  mano  la  douea 
feo(areper  nome  delRèfuo  marito;  il  Senato  nunaò  Paolo  Paruta»  e  Vincenzo. 
GrademgoCattalieri>i  ricenerlaKioneincontrata  da  loro  con  le  militie  i  piedi»  & 
i>auiallo>con  sbarri  di  Mofchettariete  Artiglierie  $  fu  anco  fpefata  regalmente  per 
nome  Piòlica per  ifpatió  di  dieci  giorni:  giunta  poi  nel  Mantouano  u  Itcentiorno  9 
rendendo  per  il  Mendòza>si  efià  Regina»come  anco  T  Arciduca  Atberto^pieniffinne 
gratie  al  Senato  de  gli  honori  rìceuuti  • 

•Fkmmodal  medeumo  Senato  eletti>e  mandati  in  Spagna  per  Ambafciaiori  eftra* 
ordinari)»  Giouanni  Delfino»eFrancefco  Molino  i  comlolerfi  della  morte  del  pa- 
dre» e  rallegrarli  col  medcfimo  Filippo  Terzo  della  Tua  fucceflione  •  « 

Il  Tenere  inondò  Romi  eoa  terrore  rniuerfale  di  quella  Cicti»hauendo  diftrutto 
molti  edifici)»  &  affidato  molti  abitanti  • 

^  Morie  in  Roma  QuelVanno  1 55A4I 1  ad' Aprile  il  Cardinale  Franccfco  Cornilo» 
e  fa  fepolto  nel  Quirinale  »  nella  Chiefa  di  S^Silueftro  • 

Nella  fine  dì<]ueft'anno  fi  fece  vn  taglio  nel  Pò»appre{Ib  Porto  Viro  per  fcolar  N 
Ac<]uc  del  Ppleane  di  Roujgo»  molti  anni  prima  di(cgnato  »  commeflone  la  cura  i 
Luigi  Giorgio  • 

&g/Àì\  noatrimonio  tri  Maria  de  Medici  figliuola  del  gii  Francefco  Gran  Duca 
di  T^cana»  &  Henrico  Quarto  flè  di  Francia»  &  alle  Nosze»  che  fi  cel^xomo  ìol» 
Firenze  ^  apparato  Regio  »  e  jfplendote  indicibile  »  fu  dal  Senato  fpedito  Nicolò 
Molino  per  afilder  i  tanu  folennki»  &  congratularfi  con  la  nuona  Regina  io  nome 
PubUco  di  tanta  feliciti  •  E  perche  il  Rè  haucua  per  mezzo  del  fuo  Ontore  datix> 
parte  i  Padri  di  quefto  matrimonio»  e  inuitato  la  Maefti  Publica  i  cosi  gran  pom<* 
pa  »  e  cerimonia  ;  perciò  il  Senato  mandò  Leonardo  Donato  »  e  Giouanni  Delfino 
Ambafciatori  a  quella  Maefti  per  rallegrarfi  del  nuouo  marita^^  •  Si  terminò 
ancoper  decreto  Poblico  di  afcriuer  ne)  numero  de  Nobili  Patntij  Veneti  »  il  me- 
defifMoRè  con  tutti  li  fuoi  figliuoliie  defcendenti  legitirai  in  perpetuo  per  moftra- 
rejr9ifehianza>e  beoeuolenza  PaUiai  Tcrfo  fn  tanto  Rè  amico»ittttit^ 

Giunto 


6$%  .  0E  C  LE   VKT  I 

OiuittGifaltalnfli^fleedrPaeiMscM'tM  liiogpiciMaicrdldtRèFilinpor 
TcnodiSpajgnai  fi  diedead'aaimatiEirgreabtmiCicfodi  Amtenr^ic  ^aoallcria  co» 
frrtdlo  di  aiutar  il  Dùca  diSaM»eMm>àtR^dt  Fotfida^ipcr  ilche  k^^losìmcr' 
ta  r  Italia  ^e  rpcdaBi)efm1altef»Uidi:vl»qpia)e  ftoeanch'idrA^  alTcddir  gpioe»^^^ 
fortificaci  liKK;hi  pili  importanti  io  Loti^bardéa»  creando' Prouoditor  Generale* 
Leonardo  Donato  Catiakere  »  e  ^rocorator  di  SanMttW  »  maodflEtidelo-i»  cfftdSìQr 
l^rti  con<ìki:  Jlatdfla  dftlM<mtogonérale^^ 

ccrnmoi  e  compagnie  diloldad^  mmàtimà^  ^c£kt>  prOìiti>  akl^ogaì  oocaftxir» 
S  ad  ogni  bifogiuh  die /bccedeflfe  «r 

Si  principiò^perdecf«toPàblicó8>fidin(»rncifi{Md  diSa^  AMOiuoè  ra^ 
Galeone  di  faiift»-ata  gratutaszatf  » 

Finì>I*anno  I  tfoo.  co»hombile  fpanen^;  poiché  aiti  p?.  di  Decctiibrc<itsbbe4l 
Mare  con  tantoimncto^  chtfwcoò  il  Licoìadìoedi  luoghi  y^rcmieroiiost'iJterai^ 


a  uè  nella  Citti>  che  le  Barche  andanano  per  la  Piaaza  di  San  MaM^r  e!  por  atae 
c^de  con  danncMiotabiUtffiiKHfi  moititmmìtMSsadortAitJks^^ 
2i>  non  vi  efTendo  memoria  >  che  rac(]tìe  fi jooièate  ^  l'MÌ0tooa^ 

Nielhinno  i6ch.  Nacque  àiJRpancia  ilPrifrio^etuto^delt  Bìèm/màhm^  Lmigf  f^il 
cftialelucaedMdò^ padre» fòchimiatoLu^  XlU.e  (MtonMt^^MMtktCMOli't 
Amt>afcìat<Hrx>rdtnario  in]l?ran€ia  perla^Re^piiblica  aodi»  i  vi}kpax&  oo{  Rò  irit 
iftudc  moftraco^tiil  ÈarabkM ,  pcitò  ixkrwBL  Cunad'AKentor  fotco  vnjMdìgUoiie 
teflittccón  gigh  d'oroigU  affermò^heen^natonrn^ranoe^lillict^^ 

Mo^c  Lor^nM  PrioBCardinakfeFsicndrcadi  Venetcà  »  &  in  fuorlo^^  lÌKtee^ 
W  dal  Senato  Matteo  Zane  ^Senarove  dì  grin  Virtù»  e  diigrai  Ptudetea  »idie  eizaj» 
affhota^Configtttftie  .Andato  poi  a  Roma^^dioediiie  del  Senataiib  accoitdrdai  Pa* 
(tt  con  dimoftfationiditaiDóve»  e<tafiétto^«  dal  medefimo  Pdntefte  twk^kffitìf^ 
co>  &  eftraordinarioiauore.fiì  di^ropria  manaordina&o  9»e«pliragiator. 

Per  ilgran  freddodì  <)i«^anno>Tenttoo^i{dDÌ  di  FebcaM»  ^  fi^  agftbiacdiorao  kk, 
tnodo  2e  Lagune^e  ttaeti  li^analideBa  Cittd^chenoh&poiè  petottOyòdiedKgìiK- 
nfcontiiiuiper  elfi  tran(!èat«eine  con  gondoiMie  con  altre  baìehir.oftdelaOcià  ce^ 
(tò^omèafleicfìaitia  ^notifoeendo  >  vemrin  cfia  da  akwia  pécoe  no  poUmity  nt'cac-* 
iM^i)  ne  alna  forte  di  vettonaglie  per  il  fuoviuetie  é 

morte  della  Regira  Ibbella.y  miandavMoii^^MlÉia  congcatabrA  Ptoun^Duodd^r^ 
cònde  Aitibafciatéitt^aòrdinario>  e  Nicolò  MoUnoéctwdinam. 

La  R^>tt&Uca  fede  L^a  conii  Grigiom  ^^uaU^iatmbiiidailiandottMisiiVcae- 
tia  fette  de  loro  principali  Perfonaggi  • 

Gianfe  anco  4ui  vn*  Anibafciator  dd  R^^Petfia'  ptt  Ir  corttfpondanaM  di<d&- 
goti j  fra  Kfcrcanti.Veiic^f ,  e  Per(iani« 

NdTeMteiA^  portate  d^medefimo  Amlnfeìatorpamocioiajdelr&ioRÀatPreni- 
éipi^eMictitroaldifoòriinltttered'oro: 


-vUJg^^: 


Jdéi» 


DE  »ftlìN<Hft|  .LlB.:XdBl.        0rs 

^l;PrciifJpc4«Ua  Remi|>licftiiT%o«,e  gran  Prcncipe^ 
Signor  ide  Pacfi  ,,e  di  Protiincie»  Aauniaiikator  <li  Gia- 
.  Aìtifii  Poflcditor.H6l  vero  modo  digotieraa»,  tcnpto>.e 
sominatofTÌ  i  Mft^ionPwnctpìdclla  Chriftiaaa  gea- 
rt^^fòijliflli,  j:hecEe4oap  nel  Ma^jilptimo  ^otOA- 
codi  Giona  t.d*HoD0fC9  e  di  Potenza,  rifneno  di-Mae- 
àà»di]Graadczza«  c4i  FeUcid,  al  <}uale  il«[>p  qiiefte 
codi  eterne. 

C!C^.qge{te  lettele  in»  dò  rnedcfiinafvence  al  Prencìpc  in  dono  rn  manto  d*ot9 
lauotàtoÓKi  ^Éande  Eccdlcnsat  &  induftr^. 
tMI«4ninep>Qm<{tcl]òÌt.£di  Perùa  iSentmuio 
jdetcprfuo  EU  DC  )Mwqi  mandato  «n'Alcrofìmile  aie 
fià  fCttòiofQ  ya.t«peto  cdTuco  d'oroic  di  fecacc 
■  ta-picdoUi  ma  r^O*e  ^ctiolbiper  coprir  con^c 

.aUaChiefailU^diSanMarco.  EOendofUtoìld 
trattato  liberalmente .  Confcgnateglì  [K)Ì.le  kttcrt 
.lùdofenri  at;aDto  MonaEcaiCcoiiBèaieaciaUafi^ 
]ier  cuomar  inpcrn» . 

MichicIdiPrio]iVercouo<liVÌcenKa*chcera  flato  «jfitàeor  Apoftolicp*  n?!^- 
.tQimoa-VmatÌ3>raorre  inpochtgioraìkfon  dolor  raì«erCsIp>hat^^  di 

fé  ue(ro.opiniaiiedi  Eccellente  virtù ,  e  di-Tantitii.  io  cui  1mÓ({o,>  ffucccRcG^ma^ 
!DeIfìnot  che  era  Procurator  di  San  Marco  i  e  dal  Maggior  Confido  fu  detCO.Pti^- 
jnirator  in  (t)o  luogo  >  Hermolao  Gn:nani  fratello  delDoge . 

Si  bandirono  lì  da  doi  quattrini  •  meaeta  di  rame  «che  valeua  oXfobif^txini  T- 
vno> per efl'eme (lati adulterati, e faifìRcati in grancopiaiC  fattl^l)gaiQoltp;ifl- 
'fcriorediqucHadelUZcccadi  Veneti». 

Ritornando  Marin  dì  Caualli  dalla  Tua 
matura  di  gucl  Rè<  mandata  da  lui  in  dor 
beqeuolenn  di  va  tanto  Ké  Tcrfo  la  R 
toin  taate  Battaglie ,  in  tanti  pericoli  >  e  : 
.iortczz^  iC  feliciu  >  haueua  fnperato  tan 
vittorie .  II  dono  fu  molto  erato  i  Padri  i 
(ficllefiale  d^l  Configiio  di  Dieci  in  nobilt.  -  ~.f. -«^ — 

Ne!  principio  dell'anno  160^.  per  auuìft  mandati  da  ColUntinopoIl  >  da  FpttKe- 
fcoContarìoi  BailOi  s'intefe  la  morte  di  Mehemet  Gran  Turco  >  e  la  fuccdlione  dì 
Accomat  i  queirimperio>  gioutnetto  d'anni  14.  in  circa .  Al  quale  fià  mandato  per 
AniJIjItfciacor.cUraoxdioariò  i  congiMuliVfi>c  rinouac  la  pace  con  la  Re pubfica 


<^j4  D  E  L  L  fi    V  I  T  E 

Giotianni  Mocenigo  Cautlierc.  Efleado  >  prima  del  ^{lattire  i  arriuito  (fli  Kfo^ 
ftafi  Agi  Tcforìcr  Regio  i  con  lettere  di  Aecamat  ;  al  Senato  i  nelle  ouali  daoa^ 
conto  oclla  morte  del  padre  »  e  della  Tua  fucccfiiòne  ;  iiimandando  >  cjie  li  foflero 
fpedici  Ambafdacori  per  rincuacla  pace  • 

Infìeme  con  il  Mocenigo  t  fu  manoataanco  Ott^oiano  B^n  ptr>BaiIo  ordinario 
in  hiogo  del  fudetto  Contariiii  • 

M^rfc  i  Roma  Jomafo  Contarìni  Arduefcouo  di  Candia  >  lUuftre  pertUx>nci 
della  vita>per  dottrinate  per  rirtil»  in  aii  luo^  i  de  quattro  nominati  i  Srelertìikl 
Senatori I  Pontefice  confirmò  Luigi  Grtnam»  pnidontiffimò  Scnatorpicbe  fi  rux0* 
uaua  all'hora  nella  dignità  di  Cenfore  • 

Del  i5o5 .  li  j .  di  Marzo  •  Morìe  Clemente  Ottano  $  con  eftremoxioloit  di  tutta 
la  Chriftianitd .  ,        * 

£  li  fucceiTeAleflTandro  di  Medici  Cardinale  I  chiamalo  Leone  Vndecimi»  »  nm 
in  capo  di  rinti  giorni  morìe  anch*eg1i  s  e  (u-otatd  in  (uo  luogo  il  Cardinale  Ca* 
millo  Borghefc  »  chiamato  Paolo  Quinto  $  al  quale  fiirono  mandad  per  Ambafcia- 
tori  i  rallcgrarfi  per  nome  Publico  Francefco  da  Molin  Pro^uratór  »  Gionamii 
Mocenigoj  Pietro  Duodo  >  e  Francefco  Vcndramino  j  in  hiogo  ed  quale  andò  poi 
Franccico  Contarmi  Caualiere  >  eflcndo  egli  ftato  eletto  Patriarca  di  Venetia  dal 
Senatoi  per  la  morte  di  Matteo  Zane,  accaduta  a  itf.di  Luglio . 

Alcuni  Capitani,  e  Gouernatori  delle  Galee  di  Napoli  i  e  di  Cecilia ,  conTatti  <fi 
hodilitdiin  tempo  di  pacc,e  di  buonifiima  corrifpondensaifird  la  M.di  Sp^^na  #  eia 
Republ.  Ci  pofcro  ad'abbordar  li  VafleWi  Venetiani  #  kuando  le  Mercamie  i e  for- 
2ando  i  Patroni  con  tormenti  d  dire ,  che  dette  Mercantic  foflcto  di  Hebc^ii  e  di 
Turchi  ;  ilche  intcfo  dal  Srnato  %  ne  diedero  parte  in  dili^enxa  H  Rè  Filippo  di  taa* 
ta  infolcn2a»e  tementi,  acciò  faccfscprohibire  rincurtìonijordinaifeU  rcftitutio- 
ne  delle  cofe  tolte,  e  punifTc  icolpeuoii . 
'   Commettendo  nell'iftcfeo  tenipo  al  Proueditor  dell'Armata,  di  rinforzar  le  Ga- 

kc,  accrcfccr  li  foldatefca,  e  corteggiando  il  Mare,  poharfi  douc  detti  CorWia 
lolcuano  ridurre  • 

Facendo  anco  armare  due  Galeazze  per  fcorta,e  ficureaza  de  Va(seD/,cAc  aoda- 
uanomSoria,  fottojicoramando  di  Marco  Lorcdano  pcritiflimoJdIe  cofe  di 
Mare* 

Sigifmon  Jo  Rè  di  Polonia,  cfscndogli  nato  il  prino  figlia  ,Jnuitò  con  cortefiffi- 

me  lettere  la  Rcpublica  per  la  Sacra  Fontione  del  Battefimo,  la  anale  mandò  per 
tuo  nome  Luigi  Fofcanni .  t  r 

Furono  crcat^NobiliPatriiij  Veneti  Sdpion  Borghefe  Cardinale  Nepote  del 
Papa,  mfieijK^  con  Francefco,e  Giouan  Battifta  (noi  fratelli,  digmtà  ricercata,da«. 
Maggiori  Rè,  e  Prcncipi  di  Europa. 

Succefsc  in  quei  giorni  la  morte  del  Doge  Grimani,  che  fii  alli  26.  di  Dccembrc 
neiline deli  anno  itfoj.hauen^o goduto  felicemente  il  Dogado  dieci  anni.  Gli 
furono  fatti  II  foliti  pompofi  Funerali ,  e  nelle  folennilfime  Efequie  in  SS.  Giouan- 
ni,e  Paolo,  fiì  lodato  da  Enea  Piccolomini  con  elegante  oratione ,  e  poi  fepolco  in 

SanGiofcppc,douefti  cretto  vnMacftofo, ericco  ftpolcro  gii  da  medefcritto 
nel  Seftiero  di  Caftello  •  ^ 


SCRIT- 


DE^ltìNClFI  LIB.  XIIL  6$$ 

,    se  RITTaBri   VENETI. 

Girolamo  Die^p  V.famofo  ulfinmomico  »  ha/atto  l^^aàtamid  celeflc  »  doite  amfor 
eilmodoMpdpgrendeimotìcelefti. 

Dardi  Bembo  P.  pradt^cin  Volgare  le  opere  di  Violone  i  rincontrando  con  gran  dUn 
geri^aifenficolteftoGreco. 

Pietro  Maria  Contarini  P.  Diede  in  luce  dne  libri,  tvno  intitolato  :  Corfo  di  guerra  $ 
f  altro:  Compendio  de  Kepiélica . 

^  Gio:  Maria  Verdizotci  giouanettodi  fidici  anni  in  circa  tradiate  in  ottaua  Wma 
U  prin30  libro  delle  Metamorfofi  d'Oaidio  in  concorren^  del  Dolce,  e  deW^ngHMa-- 
ra. 

•  Tradkfse  pure  in  ottona  rima  ^Eneide  di  F'irplio»  Fece  yngroffo  Volume  di  Fauole. 
Conefie  il  Ùbro-delle  yite  di  Santi  Vadri ,  che  era  fofpefo  per  diuerfi  errori  fcandalofi  » 
ebe  eranoin effe •  Ha  fattodinerfi  Voemi latini ,  e  Folgari ,  &  in  particolare  l'Afpra-- 
Monte» 

In  ottaua  rima  ha  trattato  la  Fauola  di  Vfiche  *  Stampò  alcune  Eglcighe  latine ,  come 
il  Damon  i  Tapa  Vio  Quinto  •  Lo  Emmdro,  canata  da  i  verfi  H eroici  latini  i  ch*egli  fief' 
fo  fece  nella  incoronatione  di  T^a  Clemente  Onauo.  Fece  vn'akro  Toema  latino  in 
Fer fo  Eroico,  intitolato  inmrefts,  e  dedicato  a  Monfignor  Fachiketti,  ale  bora  Tiuntio 
Jtpofhtico  in  yenetia,  ione  li  prediffe  il  Vontificato,  come  a  punto  auuenne ,  &  fi^  cbia^ 
fUato  Innocentio  T^ono  •  Fece  ancota  vu  Voema  latino  di  trecento  Ferfi ,  intitolato  % 
Swnnium  Varnafiunh  che  fa  da  lui  indrh^to  à  Mario  F  inetti  giouane  virtuofiffimo  ffi- 

SUuolèdiGiouanni  F inetti  Dottore,&  orator  famofijfimo  •  7{efece  ytf  altro  intitolato^ 
e  Furore  Toetico  à  Cornelio  Frangipani^  nel  quale  efprime  molte  degne  ccfe  in  materia 
ieleomporre in  verfo.Fecevn^ Encomio  della  Tittura  in  ver fo  Eroico  Latinf ,  il  Male 
fìflan^Mosulaprimafacciadellibrode&elmagini  de  Vrencipi  della  Cafad^Auftriaw 
iittagliateinrameperoperadiFrancefcoFerro'Fittore.  Fece  vn'altro  Toema  latino, 
intìtòlato  :  Oracumm  fine  de  7<{auali  Vigoria  Cbriflianoif'um  con$ra  Turcas  di  trecento 
ycrS  efametri  in^no,  oue  dimofbra,  quaft  in  pittura,  tutto  Inatto  di  queltimprefa .  Feof 
inoltre  gli  Amori  di  Diana  in  trecento  yerfi'  E famitri  »  Fn  Voema  Heroico  in  ottaua 
rimaytrattandólfattimediSan  Giorgio,in  che  modoliberò  la  Retinola  del  Kè  dal  DragO'^ 
nOéf^n^altroVoemalatino  in  morte  mTitianoVittor  famofijfimo ,  indri's^ato  a  Spiron 
Spironi  0  '  • 

Scriffe  finalmente  »  e  publicè  pmlibrettorinfcritto  :  |jr  lAro  de  Sapientia  ChrifUano^ 
rum  aaomne$  oHm  tenoNtm  natiònes  jlrticulus  :  hoc  efi  Commentarium ,  feu  KeueU-^ 
fio  in  primmn  caputEuangelij  fecundum  Ioannem ,  dedicato  4  Sifio  Quinto  Pontefice . 
HdpoifattodiuerfiattriVoemilatini,  e  Volgari,  Sonetti,Can7;pniinwterfe  materie^ 
altre  compoptioni. 

OraciaGuarguante  $oncitx>^f  Medico  celebre ,  difefe  public  amente  ne  i  fuoi  Primi 
anni  nd^  fiudio  di  Boloff$a  con  infinitafua  lode  condizioni  important^ljime ,  le  quali  fot-- 
te  flampai  da  lui,  lepore  per  titolo  :  Conclufiones  Miller  deprompts  ex  Logica,  VbiI  "* 
phia,  naturali,  moraìi,  &  Diuina:  ex  Medicina,  Tbeorieà  >  &  TraSéca  »&exMé 
maticis  Difciplinis . 

TMbUcòtreoperette,TMtadeTberiécafPaltradeOuùGallinmimieUteriM  itK0- 
iigc  Michiocanié  .         ^  > 


*j*  D'Ili  l  B   VITB*   a 

Fece  yt^Orationem  Ut^a  latina  in  ObitM  ExceSmtifs.  Leandri  Zaràtti  Meiìei. 
ScrijìetEcceUem^eJéMVM.fersifli  S(aitif^mawvta/*t-rimx.i  &  due  cantoni  ,yua 
ietta  ta  B.H:iina,  e  Caitra  ta  Tona .  Mitndb  pofcfa  àt  Ince  vn  tìBn  mtitoUto  ;  Le  Miferie 
humanetdejcriue  da  lui  mdio  le^iadramente  in  cento  flan'^  morali . 
<ìism»a^B2ià&^ltém£amfofttref'oUpm.diLMere^)r«$k^dù^ 

He.Lacomvrftondel  peccatore. La falfareputatiBadeHpatua*.,  t'^tAVAi.  t*3^ 
leimim-  Tragiftìirjcmvdia.  i^n*^m(<t  HeteroditAùuittiataU  Sttr^n/L^^ frinii f^ih- 
mi  di  Madr^ali.  E  finalmente  fece  ahune  %eU^niei&  dotti^^tatet>i(^erali»m{«fr*Ì0 
tìifiacùtdelGjmciatdiai. 

Lack>Scinno  Lettor  TnbUeoneBa  Libreria  di  San  Moietta  b4mattÌia»mlMe4m!ii^ 
hQÌntit<Ua6a'$ceH^biUxtDidUfftSfiaqmTr^»d4sf0-caK4i1^Mtiyttttta*mÌpiPn 
^fmìtefiifiMtm-trecentitn^  qiarumdam  iater^uu .  Qrati^btiaiainmjiv^^^td^' 
mia  renet*  ceUbraiioni .  Vratio  de  Bello  aduerjus  pacchi,  &  pacislaMatkneìa  in  y4r 
ea/lemm  Keueta  habita .  Landatio  Strn^Hu  Vafebélà  Gieaùm  Dntù  ytaaifirm  . 
eratnUtio  ad  Seteni^mum  Marinam  Crtiftaanm.  SMCi^t  yenrtkfHHt .  QratÌÈÌ«imf^ 
uiUnfiri^iCaxdin.'^ridiTatnaKbtytnttitxum.Qfatioadiiea^rvmNwiM^iOi^ 
Synopjìs  in  omnes  Gakni  libros.  Oratio  ad  San3iJ^mnm  Tontificein  Clemeatern  /^-if  j, 

WaÌM?iviìa»Medic»teLetti>rpMit»dilftterfCrechtÌH  Libreria  ^;<iiM<vVt>» 
lf*da$aMJUhae  dimrk  oratimi,  traU^MéUi  uaahmgfideGrfeiiliiuriiinl.ntìnkie»' 
ÌMnf^mdis  ,Vmde Dea»re humamtatit .  ynanelUmorteiiGiQnMKMGrimamVitìriti^ 
«af^itikiA.  Enmade-^ateneB'^cademia  Veneta,  Cmp^fduKrfi'PHnlÌ*&  in 
gaìetiiMareMgÌeg/j$pffeatoxie,lTak^4kUiylepi»fiimateffimolai(iUsx»eIUfiuiìier4ir 
tmt^H^'tmuuMirfMia  nelUmaudi  vat  Gemildama  da  Cd  SM^tJni  ,  &  ^Mtf*.  fSrit 
émuiimo  aelU  vanta  del  Tafi4  a  ferrar* .  f^ttlnuMeù  weÙe  'Hfftgf  dfi  Cra  Dm9 
4*T»feanaiarerfi> Ente». Et yH'£r<oite nella  parten^drlG<ntratptfs4rm(emtidr<i^ 
mMOtomake^reVoefte^ynlikrtiicenttSMtlegretbetfiatimtMMMteittfaiUm 
pech  e  ridotta  in  totajtitigreti,  e  latuU  *  e  dmerfi  Veetnettitraiuti  »  ytrft  ddffM  w 
^eSa  Boirachomjmatbia  di  Hemen^l^  U  GMe^ 
1 1  &  altre  fehvlie  fiipnil  primo  A^  diOratài  jflW* 
jggiof0pra  lifii^ù  lìbrt .  ttebdamade  fefrtt  rnimrf» 
Widetniitnaro  fettenarii;JÌ4liipat(Ì9pMm  4alS»r 
t!SÌapr^iffi»iÌ,^ameamC9daLeff0Ai&M*éià*ft^ 
1  de  ì  Commentivi  dil.  Àfaiemgg^  fitpn  U  Bgttaric* 
he  [opra diega,etoii  tutto iUontenuto  di qHell»»irir 
d^tié  bytreTamk,  L'.^tefirmAdiGden».intre  tantieme  fiamf4teem  ti  cénmeató- 
vJid6U'^r^nl$riitfitpr».die^.rEianMniAfapral€«^TediJtmcma*9»tmUteùfs 
ftprédieU^ T^toinMiétuiimedefia»  uAniMunadaUi  Giwta^  Ctmmetilarn  foprM  Ì4t 
'SffiediTbuiidiik tditi^iBdUMp^tii  iotitoùtti!  VrfUSimu Marèm,iualthi«fein 
varie  materie .  .  . 

;  SmtaUìmtoOitnj^J^niodiChiefayeompefe,£piilflicèlarfìKiot*p*rtedeiffii- 
fi»rted<ilÀfoudot,aggiimui  al  Trae/unotta  t  II  Compendio  del  Tepamant»  yecèbi»  >€ 
'ì^jteuéMGiardiatdttmtteUuiflànepnìootMidel  MDnde.  L*  Cnmtogia  vniKer- 
f4'daUfi'ì1jltiHiUAC^HfihfimMaf»o\6»ì^U  yilfi dei 9i  di Mrmcia. Epitoma- 
te. TraduPe  in  volgare  le  ytte  di  Gituachino  Teriotào  del  Tefiamento  'h^tuia  yJ.4  fmcrx 
t*p0te*eUaS»mpm£nààA\.UfkfÌitìail^Sa(iriiftMle,taCr9n»kiffa  Eccièfì^fitjnf- 
Cnofrio^anainio>emiina^giimta.laSarmatiaEÉirope4tpofianei  Ubràdei.yi^S'^ 


oETXiNCi^i  xrB.  xnt       $ì.j 

tUÉUtfoprd  il  Simbolo  ^pefhlifo,  OrMtm  ùmùnicale ,  &  S4ntatme  olngetìe» .  È*d- 

Ottauio  Vdxhttmqfe  H  LArt  ieltvfù  idUfyiuJra  Msbile^n  la  aitale  tir  Tìgf- 

À.ft9tkax\etUimUmt^^tiaf&i»'i^S»U<cmàtiTaefttele'Prmmiit'iittumvonle 

F^ioGì^eatìbapKUieato alatiti Ùifcorftemtraiiil^iaerr  Oet-marire,  Setnji" 
tìmidii^lhyiiàiW^imtt^'iiJttitre  iptónu^Fo^rnSlmente  fi  àtmrtbbt  d^iérmU 


oHaL^iM-i  ■      ■    -     ■' 

'lact9aaMddMl3MM4àtMMe^kmfieUCitéabMSvert,l4  l^nfr&^tbtfrAMnr. 
LaVitadi  MariayersiM,  £  ^itelUdiSa»  Praacefio . 

<  Okùoo  OiofHnteiójTiKM  iiietHiiimm,hi«mpSifli>>^ht  •  fdilettfMti  SJm. 

>  HkakX,xocÀo,  Miètete  TrotitràtW'  Gtnerah  detia  Ctu^egarmit  de  tOtnoMv- 
liJàSÉa  Uitbdi  di  Mura»»  manU  m  luce  vn  MfA>^ ,  HeV^iiale  af[ki  donamtrtte 
tratta  dille  cofe  Meteortlogfcbe .  VubticA  anco  alenai  Jtfcarfi  [opra  le  eio^aatìt  tfmdii~ 
fieaBér^^utar>^9t'ti''t*mafaiueeefedes>ie  dHfàointelìiin, 

'  LEOMAft&O  D£>NAt(>  DOGfi  LXXXK. 

ANNO  itfW* 

ALIi  io.dJGénn2ro>prìEidpiodeU'an(K>i69«;fodnto&lo#friE4ffMìlw6l^ 
cento  d4  Senatib  4  dr  edko  l'ocdioe  Pàcrido  *  U  con  «jif^Htìto  SCCMt'a  b  Qtc- 
còtUonardoDeimtoCaiulioreisProcHiteOttaSanMfittOi»^  ^ttìSSi 

hniBfxt,  per  le  aiolCeJLee»ioai  ordiiiarfe>St  cOraovditnn^  fi«ir  té  dWBteftWIttftì 
&imporcantj>eflcix:itacedaluidcmroie&oridclU  Cini .{emprecoo  foraoQL^ 
l>cu<knza*  eoa  Taneaggt  dkUa  RopuWkaiAt  cori  lìiaìfoéMU 
.  FùpreconizatodaiUpecilitioIhfocco'airuo? 
Óitt  mentre  era  poitAto  pa  la  Piozxa  ticHa  Niu 
ItrattiadelI'ArfenateRfpatgeFdintrì  al  popodo 

fitciÀ  gitta^jF^CUaNetie  >  della  qtlale  ne  cadé-i 
euf:  vcpnc^oifaffi:  Onded^tnitnA»4cte 
Jazzo>  cfalJajcalca  fi  ruppe  l'Alai  che  fofteAeif 
perciò  fì  vdì-Je«aci4el  v  o^  >  che  prcdiceoiAc 
jg|iecEÌfottpa^(loPrencipc>vifttrooa3hneu 

per  llncerdetto  mandato  dal  Poncegce  Paolo  C^Jnro  >  àfelqutte  he  htiiÀÒ  fcWt^ 
d^rfiHf(k>ncir«c  altri  Scrittori;  ondeioBOnnefat^aloronÓoniAkrehetl  the 
f^lfiifimohìjprepai^nncnthdigocrrblìdaHapartcddP^'ico^é  ancoAHi'R'e^ 
f  ublìcsf  I^^^rTua  boat;!  yipofélafua  faiuaintnotBSgìaftttidttfi  tbctsiseórd 

1  col 


6$9  DELLE    VJ:T1È: '1 

colmezzoddCanlM^liCMgiofo,  «aadaiÉiwiéaocéciKy  i  Ycaett*  deiltè. 
Henrìc<K3^ute<liFi:anda«eda  ]>.Frai)cefi:« diCUftro  nuo^aco  <UI  R«  FflioiN» 
diSpagna.  ...  "^ 

Il  che  terminato  >  &  ckgnioh  eleflè  i]  Senato  per  Cao  Amt^ioatof  oidmario  a^ 
Roma  Francefco  Coocar«ri,C«aalJere>  il  <;oaIe  per.ordinc  del  Papaiti  rìcewn»  con 
ogni  dimoftratione  dihonóre  per  tutte  te  Ci^,e  Iito^  deUa  Qiicfa»jici  ùm^ 
viagso. 

In  Roma  fu  iiKontratto,  e  riccuuto  da  molti  Cardinali  Jie  Ptt*ati  eoa  aua  cotfe" 
corfo  di  poppto,  cfalutato  con  accUi?iat}oi)t  di  giubilo.^  e^t  4ljegte«za ,  infine  ià 
accolto  dal  Santo  Padre  con  fcgn«  di  honore ,  m^nifeilUndp  ^a^poo^t*eia  bcaaio> 
lenza^veruyla,  Repupiitca,   ■  •  ,       .  ;     , . 

Mandóancoeflo  Pontefice  per  Aio  Nuptio  m  Vooctìji  .B«di^^  O-ffi  BqÌ^, 

gnefe  Vefcouo  di  Rinwni,  creato  poi  Cardinale  da  VrbanoÒÀS^  - 

Per  U  fofpettidcir  Aeriate  de  Turchi,e  dì  Spagna ,  quali  v  fciuano  conmuidi  ai>- 
pami,  &  per  li  CorfaMe  qualiera  picnp^il  ma^t.rkirtlft  i|>S«wfi*-di  a£dar&b.' 
ri  Giouanm  Bembo,  g>a  eletto  Generale,  con  tutta  l'Armata ,  Se  alli  iQ.jd'AetùÀà. 
dal  Doge  Donato,  riccw  il  ftendardo  in  Chiefa  di  Sa^Maroo  CQo^ptfOkc^m^ 
me, e ioicnnitadi .  •    ,- .  t      ••       • '' -^^7' 

Morfe  l'anno  partàto  ifetf.Agoftino  Vali«ro<Ìar<Uiw|c"  «  ^ftì6^<fi^^«MSl7 
con  dolore ii|credibilcd. quella Citti ,.cdi  tutu^ellaOiot^pTTSffl 
S^S  WrtS       *^^*  '1  h«  di  Dottriiia,di  Efcthplaritd.  diPictjUe&iSL' 

Carlo  Rè  di  Suctia,  mandò  lettere  alScnatopiene  44b>J«3iijBleBM«  eii»  ftinl».^ 
nelle quaU efponcua , che hauendo intefo , come U  pK divSSltS S wS^ ' 
del  mondo,&  che  in  cflà  fiorifcono  i  negotij  di  tytta  EoroRa.  e  di  tutS  J'Afi/eX 
però  era  ocr  aprir  t^golioco'  Veoetiani  a.  tuei,^«X^é^  SStìitre  S  fuS 
feegni;  e  fpecialmente  di  frnmenti,folfcri.  v.'trioIi,&  akr2m«ci,,ff to  S«  fS^ 
fa  di  condotta.  Tutte  queftc  cofe  ofleriuaelTo  Rè  alla  Rcpi.blica .  ^ 

fei?*^!fiitexfSor^ 

Statodcila  RepublKra  vn  terio  delie  Biadci  ma  la  viailanea,  e  pjfer^  tSliSaciS^  " 
Ce  4  tanto  danno,  facendocondurgram  da  piti  partile  con  c¥  fòcS^al  Si 

Giouanni  Bembo  Generale  da  Mar,  hauendo  coii  l'Armata  Huedato  tutte  le 
Rimare  della  Dalmatia,  correggiato  il  marce  lafciati  tutti  i  luogWdeHaRep^I^ 
ca  ficuri,  fopragiunto  r  Autun»,  ritornò  i  Vencti.ijpòiche  l' Armate  de  SaSow' 
li,e  de . Turchi  sbrano  anch'effe  ritirate  à  fuemarenefbro  Porti?*.  ?^?P^*^. 

In Spalatro  fffcopri la  Pefte , la  qual crebbe  di  maniera  i  che  cPtMe  li  tnaseìat 
parte  dcgl.  hàbitant.,Apparfero  di  tanto  male  portenti ,  cSSmente  ,Sh? 
Toafotterrance,chefp?iuentaiiano.    .  j «"'«•«mente, iirroi>^ 

II  Senato  mandò  pez  Proueditore  fopra  la  Saniti  in  Dalmatia,Gk>-  Rah-iTK.  Mi  ' 
chele,  con  la  virtiì ,  e.xalote  del  quale ,  cominciò  la  Ckti  iti fni^^'e,  i  n  rìl^ 
tempo  fi  libc  rò  da  cosi  fiero  malore .  «  '»»-««  a  reipirare ,  &  >n  poc<> 

Nel  principio  dell'anno  1 608.  fii  così  fnfolito  freddo ,  e  cosS  erande  rh^  /Tìm^ 

1  tetti 


DE  PKiNCITI  LIB.  XHI.        gs$ 

t  tttifi  pìfir  il  grin  pefo  cB  e£Ee  ^T^ltt  ptttroao  n^ 
jCaiienHiOi  dìurando  qtidli  ina>maK^ 

.   Giunta  k  Prìmiacra(pcr  tcùàct  ficuro  U  Maie  i  Nàu^anti»  e  (>cr  reprìmer  T* 
WcUcii»  &jnfokBza  de  CorCarìJì  deliberò  il  Seoat<KU  mailer  iuori  ilGal9onc# 
fopradecto.Quefto  era  Vna  machina  graQ4iffinia  di  bidJe%za>ai  Arcificioie  di  fv^ 
oiena  tncrediEite  «  Nel  kuaelo  da  i  Squeriidoiieeca  ftato  fabricatoi  per  gitcarlo 
io  acqttabcorfe  tutta  U  Citcia  Tederb  I  trata  dato  molo  ^ 

Comandò  ilSaiaceiebe  Mk  armato .  Vi  ditpattmym  efib»  con  mirabile ordioot 
OQtaacabem dj  AitigHetia tri pié>c  meoo grandi  t  atttperò  tutti  a  batter  ^«I  ft 
voglia  Cittslye  Fortezza .  Vi  pelerò  fopra  trtceatoa  e|^  foldati  i  pkre  i  Bombar--. 
dieri»tnnxa£ltl^attì^&auBezzi  alla  miUdamaritima  • 

Per  Prooeditore  deflero  Ci  aft*Antooio  Belegnpjcfae  da|)rimi  anni  s*era  appli^ 
etto  aMeorfedrntrt^efae  fempre  diede  faggi  di  gran  virtùie  valore. 

Far  AoooedkordetleGaieatze^aiaodorQoFraacdM 
ara^in  Joogo  <y  Lotcozo  V  emefoiconoidine  di  fcorrerei  e  corToggiare  iTMare  por 
diftiiiggerc  ì  Corfariapaf«3cfaecorraia  voccachc  il  Marohefe  Santa  Croce  cohl^ 
potente  ArnMCtSi^tgnolaivOtdBreandar  i  taocarl'Albaniai  defiercrfrer  Generale 
daiTAraBaca  Filippo  Paiquati«Minaadoc^  Ondevifti 

da  Spagnoli  U  Apparati  ésM  RcptibJtffibpatomQ  eon  ^Armata  loto  in  Affrica. 

S%itt  il  matrimonio  tra  Maria J>rimogenftajdi  Carlo  Emanuele  Duca  di  Sa^ 
«ànucooFianieefeo  Prendpedi  Mantouat  fq^nolo  del  Duca  Vincenaotdetquale» 
daaoMK  parte  perinoAmbaicìator  a  Padri»  ficiniaitando  a  qudU  Iblennitàla^ 
Maefta  Pnblioumandò  il  Senato  Franccfeo  Morofini  figliuolo  di  Antonio  adaffi^ 
fleretnooaae  Pid>Ìico« 
r  QgcftenozufiitDnocefebrate  in  KifantOttacinconcorft>quafi  di  tutta  Italia 

In  qnefto  tempo  »  anco  Ferdinandogran  Duca  di  Tofcana  »  rn^itò  Cofmo  fua 
ftràaogcttito^in Maddalena fi^ia  eiàcb  Carlo  Arddaca  d'Auftria  $  il  quale  man* 
dò  4  Venetia^  Ambafdatore  FabrtciQ  G6Iore4o  a  dar  parte  al  Senato  di  que- 
ftamatrìmoniotfic  infieme  a  chiederli  galee  per  condurla  opofa  da  Triefle  in  An-- 
cotta»  Coaimifei*ia^R>SenaQoqndlo  affare  ad  Agoftioo  Mietitele  Capitan  di 
Qolfi>»i|qittlcncl  principio  JtB'Auftmwsyytaiofi  con  (ci  galee  a  Triefte  »  leuò  la 
Spofa  accompagnata  da  fuo  firotdk)  Maffimilianoye  piti  di  40o.peribne  di  cocteg^ 
ao .  Nd  viaggio  >  che  riofd idiciffinoo  con  traomilii^mo  mare  $  furono  (pefati 
^fendidaincnte#e  inuoiAxnt^T>ameMe>per  ordine  Poblico  •  Giunti  in  Ancona  $ 
eabaiyarif  andarono  pgr  terra  fino  d  Firenze  idoue  fi  celebrarono  le  Noz^e  Reg« 
giamentcSi  mandò  iui  ner  Ambafdatoreil  medcfif^o  Franccfeo  MorofiQÌ>che  ni 
gii  i  Maniioibil  qoate  hi  rk^nun  con  dioMllrationi  di  gra^^ 

Mwfe  Cylo  Dw  diXcrtnaol  quale  (nccetfe  il  figliuolo  Conte chccon^ 

ine  lcttere4eAnfìbn<Ma>m»figmficò  al  Sanatp  tornii  (uccef* 

fione.  Mandarono  i  Padri  il  indetto  Morofini  i  dolerfi  della  morte  dd  padre>e  del- 
la Tua  (ucccfione» 

BMmào  nato  ad'Bìtiirko  Rè  di  Francia  il  terzc^nito  ^  inuitò  il  Prencipe  per  la 
iHmtiooeddSaaoFo^ejdiedoneafarfii  «5*  d'AprileieftiniUdiS.Marco. 

FrancercoVendramino^cbe  Adetto  Patriarca  dd  i4os^  ca»  permiffione  ddL 
Senato  andò  a  Roma  Panno  i<^.dotte  accolto  benignamente  dal  Pontefice>(ù  an- 
co dal  medefimo  confecrato  in  Patrìipfa^i  Ven^  lolennemente»  eritomato  al* 
la  Pttria  kebbe  il  p(Mflfefibcon<|aelle  c«nniainìe  già  akrone  dèfaitte . 

'  '*.  Sf       Menr 


é^ù  DELLE     VITE 

Mcimefl  Belano  non  mancata  di  tciieriieccoiI&^^  edi  render 

ficura  U  Nauigauone  eoo  b  gran  machina  dd  Galeone  »  (bocfe  fiera  BcnCca-»  e  fé 
in  perìcdo  di  abilarli  vidno  a  Metdino  »  nelb  qoa|  Borafca  haoendo  pa:fo  mVIn* 
corai  Acmec  Sknor  de  Torchi  >  con  infoliulilKralitd^  mandòa  donar  al 
TO'Ancora  di  valere  di  dieci  libre  d*oro  • 

j^'anno  i6io.  itdi  i  j.  di  Ma^[ìo  Maria  Medici  R^tna di  Francia  A  con  graiu 
lolcntiitije  Rcs^j  atoaratif  ioooronau  nella  Chiefa  di  S^Dionigi  :  Et  tf giorno  fe* 
ciimte  fiì  vccifo  ilGrand^n»  I  V.foo  madtOf  nella  propria  Caroocau^  vn  (rfe^ 
Seo  fgratiato  detto  Francdco  RinaiUacod'Angcriem;  fiì  cosi  predo  qnefto  pani» 
Cida  nelfattOKhefibeneilRéef^aflUUtodalOocad'Bpeii^^ 
bafonfdal  Marefcial  de  lauerdin»  e  da  altri  Signori  non  pootero  ì^ 
ben  due  di  colcdlò»  fc  mortaU  • 

Scrille  il  Senato  a  Lodouico  il  fielhiolo^che  foccedeoa  nd  R»^ 
Madre>kttereicb  efprtmeuano  il  ^ore»che  ne  fentìua  la  Repi«bUca>  per  kmoirte 
iKvntantoRé.Saliicatop6iRèilfiidettoI/>(k>oiec>Xni»fiiandori^    Padri  Aif^ 
drea  Guflòni»  8c  Agoftino  Nani  Ambafdatori  Eilraordinari>  in  Franda  ^ 

Mattia^  Arciduca  d'Auftria  >  ricew^ef  Infegnede  Rc^  éi  Boemùt  9^c<tVttgz^ 
ria>ne  d iede  parte  al  Senato  »  8c  infienne  di  cflEm  rìconcujuoo^ 
Ridolfo  Imperatore  fno  fratello»  Alche  i  Padri  gUrifpofooooc^nttdaiidofi  ddte 
M  Efaltarione  1  e  delta  Race . 

Morie inqueftotempo  Margherita  R^tnt  dlSpagna»  fbreBa  di  Ferdinand» 
Ardduca  d'Au(lria;deichehawite  toetore  ilSeoatadaTRèFilii^  UUm^toaìkoà 
gli  refcrift  dotcndofì  della  perdita  di  rasi  rirtvoTa  Rttpna  » 

Morto  in  Roma  TAmbai ciator  Mann  di  Caoalli  »  li7a  fuftituito  dal  Senato  Tsv 
8ìaroConurini>ch*era  deftinato  Ambafdator  i  Ridolfo  Imperatore  >&:aqwft# 
mandò  Girolamo  Soranzo. 

Seguila  morte  di  Ridolfo  Imperatore  ti  lo^di  Gennaro  prindpio  dcffanno  ite» 
h  mattina  a  buon^hora»  Scriue  ii  Vefcooo  di  Spira»  che  il  medefimd^gfomo  »  &  bò- 
ra >  che  fpirò  l'anima  Ridiolfo  >  nella  prindpal Chiefa  diSpirarfntntaeficefcbno» 
la  Santa  Meflài^fi  vedefle  fopra  ifepolcliri  dùrinrpetatori  Henrico»<eGonadb^a^ 
coni  iomiy  quali  kuanfh  circondarne  tmta  la  Cluda»  e  poiritomooiQ^fopra  oÌB 
fepolchfff  $  andandoci  poi  dHngiitndo  a  poco  apocd^.. 


Send-te  Nòxze  del*  Rèdi  Frimda»  con  {^Infanta  A  Spi»ia  - 

Ami;,  di  Giugno-fi^clettelmperatore  Mattias-Ri  di  Boaii^»e  d'Vtan&fiK 
aderto  •  Al  ouale  nMnd4iI  Senato  per  Aoibaidatocia tallegirarti^oftino  ra  «e 
Francefco  vontarini .  • 

Morfeinqoefti^miVincenwDncadiMaotoua».  eRfacoefle  Fraiicefto&> 
%tioolomaggiore>ilqttate  diede  parte  al  Senatoddk  morteidd  Padre  re  ddla^ 
iiia  fiicceiBonea.  elifiìtmàndato  per  Ambafciatore  a  dolerfii»  eaallegrarfi  Pietri 
Grittk 

Venne  a  morte  finalmenteqoefto>fàggiò>  e  pnidbnte  Rendpea  tS  di  Luglio» 
lii  a.con  dolore  miuerialc  cfiwtu  la  RepuMica^lqoalc  facteglii  foliri  feTcQi^fiH 
BeraliilodatO'da  facondo  OtatorCffiUepolto  in  S^GiofgioMtoggioce^doue  uà 
IO  m  degno  depolito»  con  la  fila  SutoafcolpìtaìaiMmi».. 


DETIINCIP1  tlB.  Xlfi  f4i 

<  SCRITTORI   VENETI. 

'A  GoItìnV^tìctoyefiomdirer&na'PxreatoCardmdUda  Greg$r. X  Ut.  [erige  ii^ 

Jt\  merfeOratkmisOfi$fcidi,l>UU^ 

£^ificati9H^  iella  Keligme  ChrifUMa;frà  le  quali  fono  Forma  EpifcopiM.u  De  pernia 

€i<^ifa^x prudemia reffUis»  w.uDe  Keguta  ycrs  prudemid »  lib.i.  De  Infiitutiaue 

Moniat$mdé^iU>e  l9^ifMH(me  irirgjtMm%iriiuarimf&  comugUib.i.  yita  San9orum 

Epifcopmnm  ytnmenfiwm.  Bi  m  UbJnHtolaia ,  Sjttborica  Ecciefiaftica , 

'    Giouaimi  Strinfpi  CmmùcodiS.  Marcale  Maftro  di  Caro  di  quj^  Reggia  Cappel^ 

Uhàfa$todiMerfe opere: cioè f  lairitayTrasUtìoae^&^ùparitioiaediSan Marco.  La 

iefcrinionedeK^ureaChiefa .  Ulcime  dicb far atùminelt  Officio  della  feuimana  San- 

iOffecondofvfodeUafitdettaCbiefa.  UUpe^hiaratiom  yoigari nelPOfficio  ordinario 

pHrdeUafeciimaMaSaHU^VàgtiimaatfapieJh^ereneriamSaafoMm  diyentiaih 
Miincirca^Vsl'Pl^ina^fcr^elaKitaiiC^ 

Enea  Piccoloaiim  prof  e/sor  di  belle  Lettere  >  éompofe  dinerfe  Oratiomt  e  latàte  »  e 

^^o^mmém^feoccafiol9ii  Alam^e opere rapprefentatiae^  ^  altre  ddetteuoU  com* 

MARCANTONIO  MEMO  DOGE  LXC 

ANNO  tSiu 

TVOp^  >1  DonatOyfò  ceetto  Doge  Marc' Antonio  Memo  in  ehi  cTanni  j6.  ch*^à 
JL/  Ptociirator  di  S.Maroo.AUi  sj.di  Luglio  del  itf  ii.Senatore  di  ^an  bonuUchè 
bMct  CMifi^uito  iprttni  honori»  e  le  piti  honoreuoli  caridie>deUa  Cictil>e  fuorìifti- 
ìWfo  (ctapre  per  f ittCorrottaCiuftiMa»e  peraltre  ammirabili  Viitu>cheri(plendc- 
maam  louNel  priocipiodeOa  Creatiooc  di  quello  Doge»commiferojgli  Vfcocclii 
notte  infolau^e  rapinetche  pò:  reprìmerle>^>edi  il  Senato  nuoue  milicie^con  Pro* 
ueditoriÀ  akri  apparecchi^laceodo  gran  danni  ne*  luog^  dotte  erano  recouerati  : 
ma  finalmente /i^giuftarono  tutte  le  cofe  eoo  Maffimiliano  Imperatore  mVien* 
-na. 

V  Morìe  Francefoo  Duca  di  Mantoua^lquale  fuci^eiTe  Ferdinando  fiiofratelloyche 
<ra  Cardinalejma  nacquero  gran  contefet  e  difturbit  con  pericolo  diJunfibSc  a/pra 
S^Mra  in  lduia;poiche  hauendo  lafciato.il  defonto  puca  Francefco  vnabambina  > 
procceata  c^  te  Duchcfla  Maria  fua  niogUe>%liuob  del  Duca  Ciu^ 
era  pretefa  quefta  Prìndpina  dal  medefimo  Carlo  di  Sauoia^adducendoiche  non  fi 
^jpQHteuafeMnrlanìadre  dalla  figliuola  »  e  che  però  fi  afpettauaàluiil  gouemodi 
vizépìmoutc  della  Nipote.Dk^ua  Ferdinandoiche  non  era  conuenienceKiie  par- 
tile la  .Q^ttta  da  Mantoua  »  la  qtiale  era  in  forfè  di  eflèr  grauida»  potendo  hauer 
oell*  Vtero  voPreocipe  Mantoano>&che  la  BambinateflfendofigliadiTnfuo  fra- 
tello» ad'efib  fi  afpettaua  la  cura  di  lei  •  Il  pretcflo  del  Ducadi  Sauoia  era  fpedofo» 
moflrando  di  voler  la  Nipote  foló  per  fodisfar  »  e  confolar  la  figNaVedoua  ;  ma  il 
'  jfine  era  per  ricuperar  le  ragioni  dei  MonferratOjdelle  quali  ^era  fpogtiato  nel  ma^ 
irimonio  di  fua  figliuola  con  il  ^otizaga*  Ónde  vedendo  di  non  poter  ottener 
quello  dcfideraua>coaiinciò4  ioiiader  il  Monferato  • 

S(   %       De- 


é^       eiLLi'  riti: 

.  Dchl>erdllS€nato(NafffteralDiiat<UMai]toia>edìfl^^ 
ciòfgli  mandò  aiuti  valeuolt^  éUawN  cdt  gdote .  Spèdlaocé  Prooedkori  i  Afofo 
di  ^fsana  Francefco  da  Molino  :  A  i  Orzi  nooui»  Agoftin  Micbide  »  i  Boigamo* 
Murco  Sramairioi  trCretM  Piata  flòadtfmierò  f  &  tlmlttalifiluiiebi  ddto  Stt* 
to>haacndot>cniilia70  munito»  òiìmtfidKM  tefodecteMai»^  &  acmcìoittrdilbk 
d2Dnirca>  eleferdi  pvà  Generale  in  Terta ferma  Antooiodi  Prloli  Cioaltece;  cFm^ 
cuttitor  dì^an  Marco  *  Mentre  la R^pàbtica  hnpìegwa  pacoe<Idle  imi^ncbLj 
aintddel  Doca  &  Mantoaa»  e  parte  in  dìflfefider»  ectiftodfrk  fiie  ¥of«ènf  i  tmdh» 
no  di  nuouo  i  Vfcocchi  à  mfeftar  le  riujeitye  j  Liti  de  V««m«Bik^^ 

iiegghmdo  ancomotti  looghi  dei  Ttirco^  Da  die  moffi  l'fidriidiedertiociiMdFi* 
lippe  Pafqualigo Generale  di  accfefcer  TArmttta  >  e  dì  £Bbr  ogni  male  si^qttdla  nif^ 
iiagia>e  federata  generatìonet  Onde  e&endone  (lati  cagliati  itpeÌKi  rùi  meot^-^ 
to^da  Barche  Armate»  da  fefeanta  ferini  e  pifefi  moki  ma  aia»^  k>r  baitlifiie ttffck 
togli  te  piede  ;  Moffi  da  rabbia  1 U  tenne  fatto  j  di  kl  i  pochi  gtorni  d'impadm^^ 
delia  Galea  di  Chriftoforo  Venterò»  ch*era  nel  Portodi  Mandrè  >  ndTIi dia  ^Mr 

gò)  ftando  idi  fenza  alcun  fefpetto  »tion  fapeodocofa  alraoadtqiia8io«ra  oàsor- 
>>tra  Vfcocchi»  e  Barche  Armate;  prefa  la  Galea  ^ammaziaimiotnifiìftfoidhB^ 
Officiafijche  v'erano  fopa^gettando  i  corpi  in  mare.  A  LucretioGmmibOMBIIk 
rei  Conte  di  Pietra  Pilota  di  Capo  d^Iftrìa»  ugliarono  la  tefta  con  le  Matuuie  r» 
fieme  con  vn  fuo  NqK)t« .  Al  Venieropoi  lìùmciftnolatcftaie.con  fierezu  ina»* 
dita»  li  apperfero  il  pettoi  li  cauomo  il  cuore  »  &  arroftito  lo  maneiomo  •  Sopra  U 
menfa  poterò  la  tefta»bcuf  tono  il  (aagjue»  conakri  atti  di  crudeitsu  &  ina{iieu(  •  In* 
cefcqueffè  cofe  in  Venetia  f  inuiorno  i  Padri  numerofa  foldatefca  zi  Paf<qpùligOk  ìi 
ordi|iact>no  di  accrefcer  1* Arniatasc  di  perfegoitar  i  Vfcoccbi  in  <^i  focmt  »  e  mt^ 
niera;  non  danneggiando  però  i  InogiH  di  qualuncme  ftutenèdrCeiaft  ine  fiilcfe^ 
dinando.  AggimtateledifferenzemlSaiioiaieMamoi^»!!  nuono i3taet  mandè 
perfiio  Ambiafciatorà  Padri  Federico  Gonzaga»  a  darli  parte  deHa^' 
ne»  a  renderli  gratie  de^i  aiuti  »  &  aAftenza  pttftaij^;h  »  e  finateieate  ai 
Con  il  Do^  della  fuprema  Dignità  ottenuta  »  non  haoendo  potato  paffitfpmuu 

Suefti  ofnci j  per  il  tumulto  deH'Arou*  Fit  mockdato  a  Mantoua  a  c<^^ 
medéiimo  Duca  »  Giouanni  da  Mola  « 

,  Entròla  pefte  in  Germania>&  in  altre  Proaincie»  difiondendofi  dafia  parte  dell?* 
Iftriase  perciò  s'applicò  il  Senato  d  cuftodir  il  Tuo  Stato>con  diligentiffime  pronifio* 
Hi  I  e  fruerilfimiordini  $  eleggendo  due  nuom  Sòpraprouediton  al  Magiftraoo  della 
Saltiti  iti  Veleria  »  che  furono  Antonio  Landò  Procurator di  San  Marco  »  e  (Kcolè 
Donado  fratello  del  2jii  Leonardo  il  Dogete  perche  s'in^e»  che  la  Pefte  era 
ta m  la  Bobinate  ne* luoghi  vicini  aHa  Dalmatia»  creoma  Marin  Miiazzo»di*< 
Conte  a  Spalatro»anco  Proueditor  della  Sanità . 

Girolamo  ComarOiProueditor  dell*  Armata»  combattè  felicettieate  con  Cocia- 
ri  Turchi»  ragKandotK  i  pezzi  mo)ti»ccn  prefaxlella  Galaot»  di  Mo&liao  tauofe 
Corfarò»e  ria^peratìone  di  due  Vafcelli^che  haueuano  predato  de  i  noftri  % 

Filippo  Parqualic^)hebbe  licenza  di  ritornar  alla  patrkse  nelte  (ttacaricadi  Ge- 
nerale in  Dalmatia>  fti  fiiftituicp  Nicolò  Donado  fudetto  • 

Nel  principio  deiranno  i^.partito  il  Doni  per  eflfercitar  la  fua  carica»  giumod 
Veglia»  mentre  attcndcua  a  riueder  le  Galee>  le  Barche  Armate  >  le  (bhfatèfce  per 
dargli  ordini  propri)  per  il  buonore  profìtteuole  feruitio  della  Repulriica>oppitia 
da  febbre»in  pochi  giorni  morie»  de  m  Aio  luogolu  eletto  Lorooo  Veaktou 

MaiH 


T 


DE  pitmcìPiirR  tiu      ^^j 


4^  ' Mondò  S Senato  At[nbarcittDrinSaaokR^erZma><li*<»Sauk>di1^^ 
Jbrma>e  renne  a  Venezia  Ambafdacor  oixlinario  per  Sauoia  t  il  fratcIlo<iel  Onice 
4tf Verna*   ' 

Chiefe  Itcenca  Antonio  Prìoli  Generale  in  Terra  femuu  di  poter rtpairìaref  dkc, 
'ésA  Senato  li  fti  concefla»  eleggendo  in  (uo  luogo  Antonio  Lamio  • 

Entrati  nel^anno  1615.  (i  dubitò  di  nuova  guetra  in  Italia  pet  molte  difficokal 
nate  tri  il  Duca  di  Sauoia  9  &  il  Gouernator  ai  Milano  >  e  fpccialmejite  intomo  ^ 
tMfarmaret  parendo  al  Duca  i  che  con  troppo  imperio  li  veniflè  ciò  commeflb  da^ 
Spagna:6tide  vedendo  la  Rcpublica  gli  apparati  che  fi  faceuano  »  e  da  Spagnoli)^ 
tla  Sauotat aflòldòancorefla^ence (bcto  braui^eperiti  Capitani>  che  furono  :  Don 
Luigi  da  EQc;  Camillo  Caurìol09  che  bauea  militato  i»Vngheria  fotto  Giorgio 
'Balta;  Già:  Battida  Martinengo;  Iacopo  Giufto  Vcronefe  >  ch*era  alThora  venuta 
dalia  ScBola  mìUcare  di  Fiandnr»  Antonio  Sauorgniano .  E  Proueditor  in  Campo^ 
etefero  Girolamo  Cornaro  >  ponendo  molto  (hidjo  in  fortificar  fpecialmente  Pe- 
fcbieraf  che  però  mandomo  a  munirla9pre(idiarla9  e  forti/ìcarla  j  cincfùc  Senatori  » 
«ioè:  Antonio  Landò  Generale;  Girolamo  Cornaro  Pcouedicore  ;  Giouanni  di 
Garzoni;  Nicolò  Contarina;  e  Bcnedet^  Tagìapiera . 
.  «Fitialfnctiiedopò  diuerfe  iocurfion^  e  battaglie  Cattali  retinite  tra  SpagnoK»  e 
Sauoia» reflarono  a^giuftate  le  diflèrenze  >  8c  accordate  le  capitulationi  con^kco- 
10  del  Duon  e  gloria  della  Republica  per  elTerli  adoperata  per  queAa  pace>alla^ 
ouale  fottorcriflefAaibafciator  Kenier  Zeno»  di  fuo  ordincjcéme  fuo  Minillro;  e 
tu  chiamata  la  Pace  di  Afti  • 

Stabilita  la  Paced'Afti»  ficredèxli  Yeder  ancoefeguito  l'accordo  in  Vicnna;poi- 
^e  rimperatore  mandò  per  fuo  Commiffario  i  punir  rinfolcnx?  de  gli  Vfcocchi» 
9c  ad'efocjuir  raccordato  tiidecto  il  Conte  Giouaani  Prainer  »  ai  quale  >  dagH  Aù* 
ilriacif  fti  impedivo  J'eflR$ttoarf  e  t*vnòj  e  Taltro  « 

-  Si  viddcro  gli  Viicocchijdopò  partito  il  Prainer  ^  affiditi  da  militie  Aleounne  in 
buon numcnxoa bandiere fpiegate  Arciducali* 

Per  prouocar  magjgiormente  lo  fdegno  de  Venetiani  »  indugerò  con  doppio 
<p««rAaftHik>GiorcioRectordiPaf0  9a(orprender1a  picciola  fortezza  di  Seri- 
Qté  rìtetcaccrfo  de  pm  infami  Ladroni  i  quale  andatoui  >  diede  iielTaguaco  1  doucL» 
prefoi  fu  crudelmente  vccifot  infìeme  con  ottanta  foldati  >  ch*erano  con  effo  • 

Il  General  Venterò  >  per  vendicar  la  prefa  della  Galea  ^  eia  morte  del  Gioito  t 
attaccò  la  Piaisa  di  Noui^la  prefc»  &  abbruciò  9  leuandogli  i  canoni  9  de  quali  era 
armata»  che  furono  di  quelli  della  Gaica*diftrufle  le^aline\  e  menòprìgione  \i  Ca- 
pitano. 

Per  ciuefto  fatto»  Ferdinando  »  fece  Tequedrar  tutte  Pentratei  ne  fnoi  Stad  $  do 
fudcUti  della  Republica^e  rifleflò  fece  dipoi  la  Republica  defuoi  • 

-  A  confini  deiniiria»  gli  Vfeocchi)  e  foÌi>&  vniti  con  militie  Alemanne^  faceuano 
mcur(ioni»  con  prede  cu  AnimalÌ9&  altro»  marifofpinti  daCorfi»  cheguardauano  i 
con(ìai»Ia(cionìo  le  prede»  reftando  efli  ancora  fuggati  • 

t  In  quefto  cacciamento»inoicratifi  effi  Corfi  nel  Carfo»  rooinomo  alcune  terre  di 
Bemienuto  Petaszo»  fiuomo  temerafio»e  Aiperbo»il  quale»  per  vendicarti  fece  ban- 
dire rigorofamente  Benedetto  da  Legge»  Proueditor  in  quella  Prouincia  »  e  queflo 
iece  bandir  con  phifeuerìti  il  detto  Pctazzo  »  facendo  ardere  alcune  terre  de  Ne- 
mici ;  poi  calato  per  rompere  le  Saline  de  Trieftini»  con  ottocento  foldati  »  fotto  il  ' 
Colonnello  Fabio  Gallo  fvfciti  quei  di  Tritfte  in  buon  numero  »&  accoppiatKlofì 

Sf    3       con 


^4^  D  Etti    V  ITrE.  I 

uoii  f  fi  Vnlftnpt  FnnpiMnr  ■  Omir  di  Trffim  rxin  gmftì  nwKTri  ili  ftfcTniiiA 
«e  Vfcocclii  >  foprafacti  i  aofte  dalla  owlcitudine  deOa  (oldatefì^a  peniica*  ch'eocfi- 
fqtudrcj  incuniaaiulolì  reifo  M tofiav 
ooo  potendo  cflèr  ÙKoaiia  AaJt&x^ 
jmofcbenacaqaclTalorafoCapàaoo^ 
kì  de  iiK>itb  niolti  faidi&  alqiuui  pri- 

icTcè  k  pcDuifioiii  *  ete^eadopEOOcdi- 
irigo  ProconcordiSaaMacCD  «acOe- 
ìc^i  perla  diicttìoocddrAniùftoi» 
lerquanromibÉmci. 
a  Generale  in  Palaia»  cbe  ftHoiefiiori  le 
Te  le  terre  aperte  di  qod  dal  UlÌDQEfMiac 
riducali*  dcquatiera  Toccrolcflcto 
.  (correre  fino  rotto  Palma . 

laqucfteturbdenzeparsòall'altravitaqiieflobuon  Prendpe  nella  fine  ddra^ 
nocaoenteitfij.elsendovjflruto  nel  Decado  anni  3.  cnefiteiiegiionuKNie'.  Do- 
pò le  folcnai*e  pompofe  ETequic  ià  icfdiao  ia  San  Gioi^  Ma^ioic  in  eìoco  de- 
pofito.  ^ 

GIOVANNI  BEMBO  DOCEXCL 

ANNO  iiSij. 

NEI mefe dì  Nouembte  161  $.  fu aisuoto  al  Principato  Giouanni  Bembo «cbe 
era  Procurator  di  San  Marco  in  ctd  d'anni  80.  Dierinffioio  di  qucQa  li^ice- 
nufOigniuli  [>cr  le  cariche  iflfiportantiteGcneralatiifpeciaJaieate  del  MarciCal 
quale  s  applicò  da  primi  fuoi  anni^  foftenuce ,  &  cferciute  dahiifon  Todisfattione 
publicafC  gloria  ftu. 

Sotto  dqueflo  Prendpe  fu  elcttoGenerale  in  Dalmatia  Gio:Giaooax>Zaae> 
in  luc^o  dei  Venierojit  quale  raSrenò  i  Triedinii  con  nioJro  lor  danaot  cbe  con  jo. 
barcK  teatauano  d'infellare  quelle  riuiere . 

U  Conte  Ferdinando  Scocto.rueò anch'egJi  cioauecento  foldati  Arciducali^che 
téntauanoinuaderilterritoriodiMoofalconejC  aepredarlo*  lafciaodo le  prede» 
CMvccifìone  di  molti  di  loro . 

marco  Loredano  General  dell'Iftriaipartito  condue  mila  fanti>  cento  doquan* 
,  ta  caualliie  due  cannoniiprcfe  Aatignauo  nel  Contado  di  Pìfino. 

II  General  Zane  accompagnato  da  Naial  Doiuto  Capitan  del  Golfoi  poitatofi 
ibtto  a  Mofcbeniiza  l'ottenoe  a  viua  foraa>Jafìcmecon  Bcrfiips  >  luog^  ^oSA  nella 
riuicra  di  Fiume.  Di  doue  intefo  il  Donatoi  che  fci  cento  Aulitiaci  >-eraao  caUtìia 

3uei  retri  torij  de  Vcneiiani  a  ptedare  >  sbarcate  le  genti  delle  Aie  Galee*  &aque> 
e  vnitctquelledi  quei  Contadi] feguì  i  Udroni.c  taggiunci  >ne  vccileda  cento»o 
cinquanta)  molti  ne  fece  prigioni  iiakiatilì  pochi  con  la  fuga  1  rìcu^wtaado  tutta^ 
la  preda .  ^ 

Si  deliberò  da  Capi  di  poner  l' Afledio  a  Gradifca  >  dimoftrando  facile  la  preCL* 
di  quella  Piazzai  Pompeo  GiuAiniano  ^MaRro  dì  Campo  Generale . 
Tirate  adunque  le  TriiKec^alxate  le  batterieitlrìnfcroclla  piazza  ianuuiieraidtt 

dU" 


■dt^ttncloTérdmandodenacidntatfecebatariia 
tefìce>it1té  di  Spagna  >  8c  il  Duca  dì  Firenzo*  indo 
mentoiVenetiani  (Tempre incliruti  alla  pacejai 
colpodi  cannonata  in  quell'arsedio  >  Daniele  Anti 
mentre  andaua  a  rìuedcr  i  ridotti,  e  gli  approcci  c< 
qaefta  morte  con  gran  dolore  da  nitti  i  Capi  delTE 
dilGjuftinJano.  EtvditadalSenatOifurìmeritatj 

caMiin!ficenza>conieéroh>ò  fard  fctnpreverfo  benemeriti  della  Repnblica,-  im-i 
peroche  conferì  la  carica  di  Capitano  di  due  compagnie  d*An:hitN^gìeri  a  (ttmtP 
loiCh'efane  commandace  da  Daniele^  Iacopo  fuo  fratello>  commetteod»  a  Giò- 
naniuBaradonnaZ.iiogotencntediVdini:>cnepafsafseoifici)  di  còtidoglienza  ia 
nome  Publico  con  A]fonrot&  il  fudetto, Iacopo  tiiol  fratelli  >  i  quali  mandò  in  do- 
qo  vnacolanna  d'orda  dafcheduno  à'e'Oh  deftinando  buona  fonuna  di  dinaro  per 
le  folenni ,  e  magnificile  Efeqirìe  ;  fantidolì  in  oltre  erger  ni  ricco  dcpolìto  acna_> 
Cbiefa  pcìnctpale  di  VdineiomatQdi  Santa  Eqiiellrc  con  il  qui  ingiiuuo  Elogio .' 

ì>émitUÀiit$Umt}(obiliFtÌnenJì 

'^ùfi  Tiemàduerfu^  hoftspdelairjfittiter,  ^ 

filkittr  gefiém  y 

Jnpgmm^i*1^^9rUim4dS»m^gr4dm  édfptdm , 

ISiUermtntiéeneicésfi. 

JBtét$sj9»or»mXXf^n, 

AdmortuimemorUm  £temdruUm ,  0 

.  Vtmr^im  virtHttm  excitMuidm 
jMmuBdJidoHHé  P.p.LP. ExSC- P.C. 
MDCXFl 

D.Pi$tm  di  Toledo  andato  noovoGouematordì  Milano  ruppe  il  trattat^k^ 
Aftì>armandofolle<Ìtamenterf  dimandando  al  Duca  di  Satioia>ctie  difarmafsciche 
iieftiRii&eiluoftbioccoparilecJtienrinietcefsciieIreltoalUbaona  grada  d^foo 

;  inlKlcuailDoca.chedeQersedifarmarprimailTolcdoi  gitiAoaìl'accórdiCo. 
RiTpondeua  il  Gouematore*  tener  ordine  di  Spagna  d'armare  in  fauorc*  e  |>er  dtfr 
KndereJ'An^duca  Perdioandoo^ato  del  fiìo  Rè  ;  e  però  non  coatrancoiré  in-> 
9)  cafod  detto  accordo.  ,     -. 

.  QKdeannidcSpagnolieranodigranrorpettOiedìtimorealDucaieìncelofi-. 
uno  i  Venctianit  onde  il  Docapofeogni  fuafperanza  ne  pi  aiuti  della  Rcpùblicai 
atta  tfoite  li  cbiedetta  inanteraente .  deliberò  il  Senato  di  preltarlj  foccorii^  aflol*  • 
Mudagli  gcDtefC  contribueadoli  fcmnca  doi  mila  dilcaci  al  mef e .  r 

Muiici^KGdiuiA  affiou-aci  i  confini  di  Lofid>MUi  acnutQ  il  pucft.di  Sasoift-^ 
.  .  Sf   4       per 


per  refìfter  ad*Ojpri  centatì»t>  de  Spagnoli  »  atcefe  la  Repirt3&ca  3  e  s'a^blkd  «Hc^ 
gperra  dd  ÉrioCmandaiyio  In  canopo  Ferrante  de  Rodi  Gefierale  ddrXni^Iienay 
e  Francefco  Martinéngo  Generale  ae  Canai  leggieri  •  Vi  andò  anco  D^luigi  Pretv 
cipe  d'Bfte)  come  Gouernator  generale  deHc  genti  d'arme .  Crearono  Prouedìtor 
Generale  deIi*Armi  Antonio  Prioh  Canalietc  >  e  Procnracor  di  San  Maro» .  Proue^ 
attori  in  Campo»  eleflèro  Gio:  Stattifta  Fofcarìm  >  e  Francefca  Èrnzo»  c^iTera  Ge- 
neral di  Palnu>&dqtiefta  carica  deputòmò  Antonio  Grimàni  .  £  &iaÌfMni^pa: 
p^acorin  Campo  eleflero  Giulio  Contarint .  Era  ^ronedkor  della  canaUeruu^ 
'Ooata»&  Albaiine  Camillo  TrjuiCmo  A  fenòpreiiidcfeifo  pwatoai 

pericoli. 

,.  In  Mariano  vennte  alile  onmffemilitie  di  qnel  Quartiere  r  aceoi^  corr^^ggioT;^ 
niente  per  acquietarle!  AntoniaTYiuifano  j  fratello  di  Camillo  fudetto»  giouanc^ 
4i  grand*afpettatioiie  >  che  colto  cafualnicnte  di  mofchettatatvi  laficiò  la  vita. 

Prefa  da  gli  Arciducali  la  Pontieba  Venetiaitai  vi  andè  il  Protìcditor  Vokmxép 
con  il  General  Martinéngo»  il  Conte  Nicolò  Gualdo  Gouernator  di  Vdfnetc  Màs^ 
e' Antonio  Manzano  Capo defla caualleria  dei  paefe  a  mieHa  velta^  Rifecero  il 
ponte  a  Dagni  >  fopra  la  Fella  ]>  ch*era  rotto  1  &  incaIaandoiCorfi»&  AA>ane(rlo 
genti  del  Smit^che  la  cuftodmano^lc  fecero  ritirarle  ieguitewdole»  e  dffordinando- 
fcj  occuparono  anco  i;a  Pontieba  Imperiale  ?  tagliando  a  pezzi  tutte  le.militie  Ale- 
manne» e  facendo  groiTo  bóctincic  innafi  li  conéni  de  gli  Auilrìaci  >faccheggJom<^ 
Ma  lborghetto>e  Treuifa.  Fortificatale  prdidiata-ta  Pontiebai  firitiromo» 

Il  Proueditor  Erjzzo  anch^egii  attaccò  Chiauretto  t  doue  erano  intpmo  a  €>tto 
cento  faniii  ectnto>e  cinquanta  caualfì ,  bem'ffimo  trinciewrfi^che  ùxpmMk  trio- 
cee>  sbaragliati  li  £oldati>  faccheggiani  fa  tecEa>& il  Qg^^rticre  >  reftò  nioogo  in po« 
ter  de  Vencti,da  quali  fa  munito  >.e'prcficliato . 

In  quefto  fatto*  fu  molto  cammendìito  Lìdio  Piip^  $  d^a  aflHUto  daGfMMUK 
Ili  MarcinengOi  &  anco  Camillo  Tduifano  con  la  fua  caualleria  fi  portò  val#rofa- 
mente. 

Occuparono  anco  i  Veneti  Lucihis»  e  fc  gli  refe  il  Font  diFara»  e  TEriezos^aw 
patroni  di  Vipulzano  • 

II  Conte  Guardo  |)rocufò  la  for^rcla  di  Tolmiffo  gròffa  terttt  altre  iJ  lifonzo  »» 
con  cinquecento  foldati  delle  Cermdt  >iiia  difeSbuoIcamione  del  CaftcUo  >  defiftà 
ifConte  dall'imprcfa . 

Inquefti  felicifucccfli»mehttc»  Pompeo  Giuftiniano  (lana  offeruanéo  diritro- 
iiar m  luogo cómmodo  per  pàffar  il  r.ifonza»e  portarti  fottoCbritia»  coito  ndte 
Reni  da  palla  di  Mofchetto  da  CauaHerei  morr  m  brene  fparie  di  tempo. 

In  luogo  d^efloGiiiftiniano  fu  coiìdotto  dal  Senato  Don  Gioatnnide  MOdtcr 
<;on  titolo  di  Gouernator  Generale  dell'Armi . 

>    Seguì  il  matrimonio  tri  Francefco  Duca  (fi  Mantoa  »e  Margherita  de  Medici 
Ihrincipeiladi  Tofcana. 

IlGeneralEane^accompagnato  da  Nata!  Donato  Capitandtl<5oIfo<  ij>.Mari 
20  s'impatronì  a  viua  forza  della  fortezza  di  Mafchenizza  »  fituata  nella  Rluieradi» 
Fiume,  &  hebèe  anco  Bcmes  »  luogo  dcirifteffa  Riuiera .  Qaindi  ìntefo  il  Donato  ^ 
che  moki  AnftriacieranoiralatFper  depredarne  i  Villaggi  della  RepuWica  »  acche* 
baueuano  nibbato  in  particoiaretiiuntitd  di  Animali  v fatte fìnontar  le  fiie|woit>&> 
Tnite  con  quelle  de  Villagi»  li  colfein  vn  Bofco^  e  leuatagli  la  preda  »  li  manaòtoici^ 
4£ldiipadainiittmefOQ4feic6nt^.^  ^ 

4  laatctt:^ 


DE  PRINCIPI  LIB.  XIII.         ^^j 

:  '  VJArfb  OtDcraLZaacifi  portò  di  notte  fecco  Solila*  ìaogo  »  e  ftanza  principale;! 
.dey{cocchi>piancacoui  il  Cannone»  vi  pofe  tanto  terrore  a  quei  dàlenfor  i  >  che  tol- 
4i  la  ttfta  a  Gioaanni  Sarfich  Vfcocclio  loro  Capitano»  la  mandorno  >  infìcme  eoa 
j>  alGeoerak  >  rendendoli  a  difcrettione  • 


. .  Riceuntala  terra  donò  la  liberti  >  e  la  vi  ta  a  tutti  >  eccettuati  i  Vfcocchi»  a  qciali 
^  furooo  Icuate  ie  tefte»  e  Sorifa  demolita  • 

Neiriftria>per  l'intemperie  dell*aria>xnorirono  molti  faldati»  ede  Capi  mancot- 
QO  il  Conte  Pac^  Emilio  Martinengo»  Se  il  Cauaiiere  Tomafo  Cacopani . 
.    Fu  datto  cambio  al  General  Loredano  »  andando  io  Aio  luogo  Antonio  àarb  a* 

IO. 

f  Luigi  GìoigioProueditordeHa<:;aiialleria»  facch^giò  Verme  »  sforzò  m  forte 
Monaiteto  appreàb  San  Pietro  di  Selue»abbrucciòi  Borghi  d*Vmber»  ediLin* 
dor  con  morte  di  moiri  Vfcocchi  »  che  lUuano  in  detti  luoghi  fortificati  :  Ma  An* 
4irea  Ferleticfaxapo  di  effiio  rendetea  fiial^ò  fette  bircfae»&  vna  firmata  nel  por* 
tAdiSelue. 

. .  .Qdè  «malato  il  General  Bart)aro  »  e  pecciò  faibbe  licenza  di  ritornar  alla  pa« 
M'a»elenaidoiLSenatoinfQOfaiogo»NfafteoMichtQÌe.  . 

Ogelraono  i  tf  1 7.  fi  prbfeguì  la  guerra  con  maggiori  apparati. 
:  NeUlftria*liebberòifiQftrìZenùno  luogo  forte  »&imfH>rtante. 

Il  Senato  concelTe  licenza  ad  Antonio  Pnoli  Generale  di  poter  repatriare  »  nuut^ 
dando  in  fuoluogo  Antonio  Landò  Procurator  di  San  Marco  • 

£t  al  Commiflario  Fofcarini»  fiittitui  Nicolò  CoAtarini»SctMUore  di  gran  v irtu»e 
pnufema* 

SI  deliberò  di  ftringer  con  l'aflcdioGradifca;  e  perciò  fortificarono  vnaCafa^ 
¥iciùa  a  quella  piaeea  tra  Mariano  »  e  Fara»e  fecero  il  Forte  dettò  di  Campagna^  » 
«HiAitre  foctimiMoi»  feguendo  vari j  accidenti  »  e  fcaramuccie  »  mi  le  foklatefchc 
ckiTnia  >  e  l'altraporte . 

Granferò  ntiooi  aiuti  »  e  foccorfi  di  gente  »  così  nel  Campo  Audriaco  »  come  nel 
Veneto  • 

in  quello  cinquecento  foldati  di  MaifimiUano  Arciduca  »  e  nouecento  de  Spa** 
nobicon  akriafibldati  daFerdiMiuto.  Al  Veneto  quattro  mila  01aHdefi»decma- 
Usmille  eran  condotti  dal  CoIoneiloGio:Serg$  Vaficnofen»quali  giunti  priou  i  Ve^ 
nòia»  furono  ióosad  por  terra  nel  Fnoli  • 

U  rcftantc  guidati  dal  Conce  Gio:  Ernefto  di  Naflau  »  Nipote  del  Coate  Mauri* 
p(h  il  quale  poco  doppo  arriuato  anch*egli  fi  condufle  per  mare  a  Monfalcone  t  e 
quindi  nd Campo.  Quella  era  tutta  gente  {ctclta>ben  all'ordine  dd  Arm^e  ài  velli- 
menta.  ^^' ' 

-  U  Landò  arriuato  al  Ounpo»delibà^4i  paflTar  lulCarfo  $c  cosi  nelprincipio  del 
mele  di  Giugno  »  paTsò  con  cttto  Tefercito  felicenKnte  >  e  con  buoniffimo  ordine  ^ 
i>ocupando  molti  Forti»  e  podi  de  nemici . 

.  MentitMfiàual'Eferciro»Giu(l*AQronio  Belegno  Capitan  contro  Vfcocchi  » 
con  fei  Galee»  fece  gran  danno  con  il  cannone  alCafleliodi  Daino»  diroccando 
va  Torrione  di  dTo  »  e  faliti  in  terra  li  foldati  delle  Barche  Armate  ùtcebeggiomo  i 
Villani  di  Profeceo»e  di  Santa  Croce»  •  tutte  le  riue  fino  i  Trielle  • 

Nelki  primamarcbiaca»  che  fi  pdodpié  a  occupare  il  Carfo  »  comparue  fui  Fiu^ 
me  nella  Cam|>;^na  di  Fara  »  Francefco  Strafoldo  »  &  Carlo  luo  fratello  con  ciiH 
qoecenio  canaUi  tr4  coiazze»  e  Accbib(iggieri#  e  coateon 

..  t  rono 


tf^44       ;del.lb  vitb 

'fOsoipriiBi  cA  ScraMdiigDJzxar  fl  RamCf  fiBgpttniUi  k 

Patorno  mcdefiomnciUc  iuutpirf  anicmci  e  cocaggpofaincnte  il  FJMpefldjMo^ 
fe  JDifiuco  »&  in  bogo  moto  pcnratofe  daogni  paro 
tttwcoaviugrofecoaipagfMdicmaHiàn^  AcGioMooi 

Bafadooiu  Loogoccneotcdi  Vdioecoa  atea  compagpia  dicanalli  «Mmao  di 
a^Ok  &  fnoiu  PamariMocGigctte  ficklca . 

Prefi  da  oothi  il  iHNte  delfe  DofMie«&  il  Folte  Iinpen^^ 
4Mi»&fàctedioerfefoitìficatkxu>eriparìfidicdOT  coarARÌ^cmii 

lIofixHÓ  Barco  <b  Robia»  che  eia  bea  fbitificato  »  e  pre^^ 
al  teoom  dvn  RiutUiv)  fl  Tìaacimflorf  Gcoen^ 
davnttcodrAttqiliemjtdiegli  laaròfl?cniTCfCadf  motto»doi<Vg|faflflinBtl^ 


Mettir»  per  i  Itso^  pt^  per  le  feitificuìoQÌ  fi^ 
fi»  sa  pofiìj^  Foni  prìodpaU»  relUiu  U  Piaaza  di  Giadifica  afièdL^ 
iK  tcKce  Iccofe  u  l  Ducad^Ofliióa  Vice  Ilèdi  Napoli  »co^^ 
maritifiuperfpignetUàdaaaideVeiitciimi^cn^^  par  foni  la  tene  ctfPcac- 
gniidtRoTO^ 

Aimoroo  i  Veneri  per diffibiderfi  dot  Gtleaae»  alone Naiiì>eer^^ 
C»Cfttil1iBQinjmperGoatroatori  di^o^Gake^ 

Il  Docad'CMaiQaflduaaiòsi  feeli  Vfcocchi.ch'danoftatifiracciattpC  pcinaridcr 
ter  nidi  da  Venecia«hwnccde»toli  PdrtoFrancooel  t^epioiepnaàaéo&iqia^ 
ìif  fomenraridaefib  Diica»pre(erolaNaiie  DonaichedaCot&afea'aiidaaaal  Ve^ 
aeciacoarncKi*.  | 

Spinfe  ancora  nelTAdciaticodocficiVaflelli  benarmatiV  ibno  il  coanttnio^ 
francefcoRiueraf  bcflfchegliarrittafseocdini  di  Spagna  d'aftnacttfdacgptaofa 

rn:  Itttatcati  di  pace^cbe  fincgodanano  iaMadrid^e  andoraogniutedìri  Vabdk 
inCalamarat  Porto  db  Ra£uret».cockdifi^oodipafisari  viftadetffitekperdar 
calore  air  Anni  di  Ferdinando>e  diuertire  qocUc  della  RepublicaiMaGnft^Aiiixv 
nh  Bctegno  nàà  UefnA  tnctiouci  Legni  >  che  pooté  toner  più|iB«irf  ^  infijgniat 
Hitiera  coaqoatcm  fìakay<ufetftttiauij.tcedBd  Galee  £iDCtiUjC<p«^ 
Armate.. 

Il  Riberadabi(andod*e{ÌM' combattuta  t^on^xioofcnt»  (T  ridalle  à  Brindifi  ^ 
èooc  fnfegpjtatoda  noftti  >e  da  LoieaBaVemeso  »che  era  Capitano  dette  Nani  » 
fi  sfidatot  afcimento  ^ 

Mandò  ancora  KM^naad'rmriTcon  il  RiberaJ^ietro  Ir^ 
n  Senato  per  reprimete  »e  raffrenar  I^ardire  di  quel  mini(tr09.creò  CapitaniSen^.^ 
ialedel  Mafe>Cjio:GiacomojEanei>&a6aiaoedied,gikmnGa«^ 
dati  di  quel  Rcgno».ft  congimfeio  in  GoUo  CMrArmata  ^  Crebbe  il  mwpcigddlc 

Elee  del  teina:  onde  l'Armata d'OfTuna-oonfiatosa di  i&Nauì>e  di  leentaticfiari 
;  Con  quefta  (opeBionti  di  LegnifC  oxxiEettraiaiioccuole  >ardi  qncÉTamato^ 
inimica  di  portarn  alla  ritiz  di  Lfèfìna^doue  (laua  il  Tane  contrAcmaatVeneta^>' 
feqoeftrata  in  €pcì  porcoda  vento  contcaria:  Ktat  il  21ane  fuperato»  timpoffibile»- 
cauòdal  porto i  Legni  groflipercombactcr  :  dtel  cbc  aaootodil  Leiti%f-  ii  portai 
altrooe>5c  il  Zane  pafso  i  Spalatro  pee  oflbcoace  gli  andamentfde  minicìi^cafiQe-^ 
irt  ogni  loro  tentatiuo . 

IWcorfo  ia  tanta  il  Ltittaverto  Zara  «.aiabbattc  nelk  doj^  ^^ 

tia» 


D  E  PaiNCrfl  LiB.  3tHL        «^45 

liiMiIrqiialitÉtM  pitttofit^ 
di  fortiu  »  non  eraoo  però  atte  al  combattere  >  lua^ 
v^rafopiludandointen:afiibttOTifhifAjmata  <rOAu<U>  .  .  ,  ,\   ..  v 

Con  quefte reftò  predata  anco  rna  galea  fottfle  di  fette  >  che  iritiÉiplflMìHHi 
k  dette  di  MaroKituu  falttatidofi  anco  di  qtxefta  la  gente  « 

I  '  Il  Lelnacon  qoefU  preda  6  triifi^  i  Brindifi  ;  &  i  iegm  »  e  mera,  di  ordine  4^ 
Vice  Rè  furono  mandate  a  Napoli  • 

Por racckleotc  dette  GaleeiMette  deflè  9  Senato  Cenerate  di  Mace  in  ìmffk 
del  TasKf  rtehumatoa  VcnettayLorenzo  Venterò  i  e  Capitan  dette  Nani  9  Fratte» 
fco  Mòro6ni% 

Si  aroiò  ancorar  jftfc  Nini>  Bc  altre  gdoei  e  con  elTe  U  gran  nuccfaini  dd 
ne  detto  Balbi  • 

Morie.  Acoict  Gran  SignordeTordiicud  fiore  ddl'etàfiu»  laloando  due  pie* 
ck>Uf^^oIi»de^aliflniaggÌGKdetroprm^  non  arrioauaal  duodecimo  ano» 
di  ecd.Okie  a  %lmott  vJueua  ancora  VÌI  ilo  fratello  dato  Mu(^ 
oontro il coAume di qud Barbari 9 per eller creduto  patzo»  e  ritenuto  perdònel 
Scrniglii»  :  Ma  peidie  hnea  attefo  alte  lettere  >  fU  giudicato  da  àlc^ 
iaiioSntdteeo>ecfacfòffeifaità  fitntilarioneildiBioflrarfipagao  ^pcrfaluarìilavi* 

ta. 

Per  quefo  credenza  i  principali  Ba&l  >  e  Gianìzzerì  eletlero  per  Gran  $^note  il 
detto  Mu^a£i  •  lAà  pofto  in  trono  >  non  folo  (i  moftrò  pazzo  ;  ma  furiofo  ancora  » 
facendo  ▼cader  fenza  alcuna  caufa»  hor  qnefto»  hor  qnelkh  8r  fatto  anco  arredare 
rAmbafciator  di  Francia»  con  altre  impertinenze;  Onde  in  capo  a  tre  mefi»  fiì  de- 
poftof  ic  efoltato  al  Solio  paterno  Ofmaii  • 

Ridotta  Gradifcaairenremottentomoì  commandanti  AuRriarì  dlfoccorrer- 
]a;epefdò  con  feiceoto  camA]>eqnattTOcento  fami  fcidtijtentornadif^ 
al  focoorfi»:  ma  finonoribnttati  dallrcanalleria  Veneta»  riufcendo  oiiefla  fattioiae 
faMoinolìkreftando  morti  de  Venetiani»  tre  braui  Capitam'  di  canaUetìa  y  wM^ 
fiflwe  valorofifimit  che  fiimo  MarcfAntonìo  Manzano»  Pietro  AuQga^:g^  ^e  Lcor 
nsrdoGoaldo»  (eguendo  dipoi  altre  £attioni  • 

Mori  in  Monfalcone  il  Conte  di  Nafau  «  Et  il  General  Landò  cade  grauement» 
ammalato  « 

Il  Maradas  fubintrato  in  luogo  del  Trautmìftorf»  aflaH  i  noftrì  >  che  per  te  mala- 
tiecrano diminuiti;  ma  fu  ributtato  vigorofamente  con  morte  di  trecento  de 
tuoi. 

Siammalò  anco  Don  Giooanni  de  Medici»  &  il  Prenqpe  d'Ette  comandauaìa^ 
hM»>(tio. 

Gli  Anftriad  volendo  condor  altro  foccorfo  di  viueri  >  e  fpedalmentedi  farine  ; 
ilBagUoniandò  ad'incontrarlo  con  trecento  fanti:  ma  (coruto  il  detto  (bocotr 
fo  damagnor  numerosi  fanterìa»  e  dabiK>Re  bande  di  canaUeria;  attaccata 
lazuCi^rcItomodenoftri  da  ottanta  prigioni»  e  (ni  nK>rri  vi  rimate  rifteffo  Ora- 
rio Bagbooi  »  infieme  con  Vei^inio  Onido  di  Lamcntana  >  e  Iacopo  Aliberti 
Capitan  Francefe . 

Se  bene  veniua  introdotto  cjualcbe  foccorfo  inGradtfca»  nondimeno  li  rtufci« 
nadi  pocoibllQQo:e  però  dubitando  gli  Anftriacidi  perder  quella  piazza»  ftrinren> 
k  pratiche  della  Pace»  la  quale  conclufa  in  Francia  con  gli  Amhafciatori  deUa  Re- 
fnJxca  f  &  approuata  in  Spagna  »  fiì  anco  notificau  da  Gdare  »  e  Ferdinando  in^ 

Vten- 


érj^  I  15  EX  L  ìE    V  I  t  E 


•^ 


^4etma.Pà:crcgaire]'accordato>fbioiio^  pergU  Aìlftqaàirfii! 

cotti  Carlo  d'Harradi  »  e  Iacopo  Eldh^ .  E  dalla  Republia.Gfraiafno^  CmÒtnfa^ 
ootc  Antonio  Prtoli  ambidoi  Quialien  »  e  Pcocuracori  di  San  Mata>  «  Uinoge  per 
le'feffioiu»^  Veglia  Ifob  della  Repablica . 

Blcfle  in  tanto  il  Senato  per  ProueditorGenerale  in  Mare  %  Pietro  Batbarigo»  ft 
il  barbaro  >  checca  Prouedi  tor  in  Iftria  t  fu  mandato  nel  Frioli  con  tftolo  di  V  ico 
Proueditor  Generale  dell* Armi . 

i  Per  dar  principio  ad'efegoir  le  caoitolationi  della  pace  »  gli  Aoftrìad  (lOBodoM 
tutti  gli  Vicocchi  di  S^;na)  incmduuerò  in  efla  >  per  prefi<h'Of ma  compagnta^'AN 
knaani»  e  Luigi  Ciccio  Proueditor  della  caualleria  per  nome  della  Republka  ro4 
ftitui  Zeminoal  Commendatore  Ridolfo  Colloredo  •  E  così  dì  ntiaiio  in  mafia  >  R 
andò  i  efeguendo  l'accordato  • 

EfTendo  ftatojtn  capo  i  tre  me(LdepoAo  Mu(ta£i  >  &  aflfon^  aiPImpefio  Octo- 
manoi  Ofman  in  eti  di  dodici  anni  »  figliuolo  di  Acmet»  mandò  il  Seiutto  per  Am^ 
bafdatoreftraordinarioinConllantinopoli»  FranceTco  Contarini  CaoiuieiEe^  t 
Procurator  di  San  Marco*d  rallegrardye  confermar  la  pace. 
'•  Mentre  (fattaxleua  ad*effì:ttuare  il  ftabilito  nella  pace  >  reme  J  foortie  aneto 
ottimo  Doge  alJi  1 9.di  Marzo  i6i8.al  quakiEuti»  come  è  coftame»  i  pompob  &ne% 
raliyfiì  fepoJco  iu  Santi  G iouanni»  e  Paolo  •  : 

NICOLO  IX)NADO  DOGE  XCII. 

ANNO  i<5i8. 

DOpòUBemboi  fu  aflltnto  i  quefta  fuprema  dignità  Nicolò  Donado  >  beociir 
imi  fo6e  Procuratore»Senatore  di  gran  virtù»  e  borni .  Si  continuò fotcoà 
quefto  p#ge  refecutioni  della  pace  >  reftìcuendofì  il  commercio  •  fiandirono.  ^i 
Aufttiaci*gli  Vfcocchi  con  penne  riwr«fiffimeiabbruggiando  le  bro  Bardic;Con 
die  reftarono  liberi  li  confini  della  Republica  dalle  moìeftie  i  che  li  poctaM  cosi 
trifta  canaglia  • 

Mentre  da  quefta  parte  G  terminaua  con  tutta  pontualiri  raccordato  i  fl  Duca 
d'Ofsuna  non  s'adeneuadairHoAilitadit  ne  obbcdiuaa  cooimandi  del  Tuo  Rè>cbe 
li  cómmetteua  di  retticuire  le  galee  »  con  le  mercan tie  >  &  akri  legni  fraudolett^* 
mente  predati;  anzi  pcrfcueraua  ne!  fomentar  li  Vfcocchi>(cacciati  da  gli  Auftria^ 
detenendo  vna  grofsa  Armata  in  Brìndifì»  per  fpignetla  all'occafioni  i  predare  >  ò 
far  altro  infulto  a  Veneti:  Onde  il  Senato  couìmi/e  al  General  Barbarigo»  che  con 
l'Armata»  ia  quale  con/i(teiia  di  quaranta  doi  galee»  Tei  galeazze^e  trenta  fei  Nauit 
fcoiTefle  il  Mare  »  facdle  ogni  dannaalPAnTiata  d'Oduna  »  e  gittate  à  fondo  9  e 
prendefle  quanti  di  quei  legni  inconrrafse  ;  ma  li  Spagnoli»  (i  ritirorno  nel  più  fico* 
ix>  ^o  del  Porto»  doue  erano  difefi  dalla  Citt;i  »  e  dal  Caftello  •  In  fine  vedenuo  T- 
Ofsuna  il  pericolo»  che  corrcua  la  Tua  Armata  d*efscr  combattuta  dalla  Veneta»  la 
ricchiamo  a  Napoli.  * 

Li  Ministri  di  Spagna»e  Tpecialmente  il  Duca  d'Ofsuna  Vice  Rèdi  Napoli»  Don 
Pietro  di  Toledo  Goucrnator  di  Milano»  e  IXAIfonfo  della  Cueua  Ambafciator 
Rcfidcntc  in  Venctia»  vedendo  la  glor.a  »  che  ne  rifultaua  alla  Republica  dalla  pa^ 
ce  fcguita»per  haucr  portato  la  guerra  gloriofamentc  nel  Paefe  mmico/KOipatcrii 

tanti 


DEfRINOlPI  LI&  Xm.         6it 

tati  ife0gM«npeid«»«c>lt  alauiÀddfto 

aircftreqxh  8c  in  luto  di  cadercPer  haucr  ncìl'ìdcSò  tetnptt  dtfefi  i  propri;  coflini 
klxHiibAcdia»  «mmiiicoArAacoilDiiadìSEbtoìà^e  tìxto  refift«ai  cucty  i 
lentaeiaìdclTcrfedo»  ;  -  - 

Dife(bUMaredaogiU$foi2odeU*Ofluoa;  efitiatmenteper  non  perder  Gradii 
fca>e(rer(i  conueiiuto  fttguif  gUaccqrdati  di  Viènnayd*  Afb«c  ^H  virimi  di  Parigi  o^ 
di  Madrìlt  con  cònditioni  vancaggioi6 1  decoro  della  RéfÀibhda  •  Pet  qnefh^»  fire* 
mendo  quefti  Minifirì  >  e  per  non  lumcirla  potuto  Tuperare  in  cofa  alcuna  con  tanti 
lorosforzi  >  &  artifici  $  fi  diqpofeco  alHnficfì^  •  Difegnarono  adunque  di  forprender 
qu^ainclijta  Cittì» 

VoIeittnoocciiparipolUprmapalideffiaP^f^^  Psài:atòip6fnctfùKicóMt^ 
r  Atfenalci  &  in  altri  looghi  ddla  Cittì;  forti/icÀfi  in  Rialto  ;  tagrar  ponti  i  iinpii. 
dnriìrfididfoerfeCafe^qRtàtieran^  antiknedcheift 

Ikcardarla  Cecca. 

ProMttcoa  rOflfuna  mandar  doi  milla  mofcbetticri  elettilòtto buoni  Capitani 
fcaltramdàtefcaint|uactM  Galeoni  con  finto  catgo  di  mercmtie»  e  ài  qnéfti» 
amfWfhfy^mpahxmh Piacea di SanMaftto;  vBTaitra  affArfenate;  dnqaeccim 
alto  ftna«mcnte  nttone^e  ne  podi  iul  victAi;  8c  altri  al  ponte  di  Rialto . 

Tenena  venti  «lee  benaU*ordine  per  dar  ^o»  e  (bccorfo  ali* imprefa  • 

Fece  Èrturieiir  m  Napoli  moltebaraie  df  fortdo  lifli^oiepiano(>er  cranfitarcdn^ 
ttfe  per  le  Lagune  A  Acque  di  Vetl^ia>CiA  akrì  efectabib' dtf^ 

IFdloniptìBcipalif  che  doueoanoeA%uir  cosi  deteftabite<atto»fu^^  ra  tal 
OficpìcT  di  Horma!ilitt»Tecd)k>  Corsaro  Xoftui>congra»fimiilatioii^^ 
iMber  di^uftato  dell'Ofliina»  e  percfd  fingendo  leuarit»  fdegnato  da  fiioi  ftipendi^ 
era  Tenuto  al  femitio  della  Repnblteaptì:  (bruire  in  Armata.  Con  queft4  Tenne 
mudo  vn  ffie  Compagno  detto  il  Capitan  Langiad  t  condotto  aocb*^i  per  foochi 
artificiati.  A  qucfli  erano  ^^egati  CarloveGibUànniltuteòiratelh  •  NicotòBLi- 
naidi.  Roberto  Reuellido  •  Vicenzo  Roberti.  Lottn»  Nota»  con  moki  altri  •  ' 
-Ih  Crema  il  Toledo  luiuea  coirrirpondcnza  con  GioDimii  AeraMio  Tenerne  d"* 
Yfia^Compagnia»  e  fuoi  feguacii  per  forprender  quella  Haaza  • 

n  Giacpier»  in  tanto>&  il  Langiadiper<$rdine  rublico»  pifiaraMOin  ArmMbgi 
altri  attenden ano  il  tempo  deirefecutioni;e  perciò  di  quando»  in  òMÉdo  fcliuiftO 
il  Can)pamle  di  San  Marco  per  fcoprìrt  fe  gH^Neuam  i  TaTselIi  ai  Napoli  ?  mi^ 
iddiO'»  che  volfe  per  foa  innnka  bontl  9  pil^bu^  Relwiofa  Otti  da  cosi 

fiero  tradimencospofe  in  cuore  i  BaMiflèra  faifcth  k  i  Gabriele  Moncafino(  tfft^ 
tttti^di«mrareinUO9i«iura^diriuelatentiftt0alp^  8t al Còn^O df Die* 
ci  :  omjle  prefi  alouii  de  principali  colpkatbri  >  e  verificato  il  tradimento  da  kiM* 
te»  &  altre  fefmufe»ritrQiBate  apprefibì  mcdt§aH  reteori^rdatte  torocotfelBbnii 
pagarono  eon  mone  ignominioia  Impenna  di  tant«>d€lMi>« 

IIGiacpier»  eI^ad»furaiiiopo(Uheifacchì»tget«rtinl^ 
f  pedito  in  diligenza  al  General  BarbarìgO . 

In  CrMMiteono  fententiati  alPvItimo  ft^plkfo  Gmuami  Befanlif  Se  altri 
Co  mplici.  Molti  altri  colpeuoli  $  fi  fottra($cto  dalle  penne  com  la  fugga»  ritkandòfi 
é  NapoJi»aeeeltt»  e  premiati  daH'CMuQa . 

Liberata  la  Cini  da  cosi  imminenteperkoto  »fi  retaro  gratle  i  Dio  »  e  con  Mi- 
rioni»  e  con  elemofine  per  ordine  Publico  • 
-    IICuei»paarddiVcnetia>efiritiróittMilMop6rdQbio4i«d^^ 

popò- 


4SI  D  E  L  L  S    V  I  T  E 

lbtt^N«  fl  Cardmal  Bo^iaA  al  T(Me&  d  Docrtfi  Feria . 


ScopenatoooH0ncarfnbriUI>o^aOÌ9>.<ii  M^egio  >  haa^^ 
y  aranfa  ptfftti  finente  od  principato.  FA  fepoliro  io  S.Cluara  di  MaMnoL 

ANTONIO  PRIOLI  DOGE  XCIII. 

ANNO  i6i9» 

Motto  fl  Donlttffi  cktio  Aoiofik)  Prìdi»  Ooalie^ 
mettere  qd!  en  Cotnmiflàrìo  a  Veglia>doclCf  hauuto  Vmmbh  fi  pJEtiper  » 
«ornar  alla  Pacria»iacoiitrato  da  dodici  Ambafdatori;e  giunco  in  Veacd^per  U.^ 
▼irti)  (»a>  e  per  il  (uo  gran  oKrito  >  furono  £ute  diaK>ftradoni  e^^ 

ticia^ecoocenco. 

Afltmto  il  gouemo  della  Repoblica»  fi  diede  principio  alla  Mamifica  Fabbac^ 
ddle  nuooe  stanze»  Salct  8c  altri  rignardcuoli  luoghi  nel  Palazzo  Ckicale^per  co» 
modo  de  i  Do^  Va  mandato  Comavflano  a  V^Iia  in  luogo  del  nuouoDò^c^ 
colòContarim. 

.  Segui  il  matrimonio  tri  CttifUaa  foreOadi  Luigi  XIII.^c  di  Francia#4^  il  ftts- 
cipe  V  ittorio  Amadeo  di  Sauo>a.  Araanie  vna  korr  ibile  Cometa  »  che  fi  fé  redcic 
per  vn  mcfe  coiitimKHdi  ampiezza  eftraordinaria  • 

Nelle  parti  della  Rhedaicadévn  Monte»  che  oppreflèi  e  éitterròPÌQr#d  non 
groATfiima  Terra^con  tutti  li  habitami  di  efla.  Alti  2o.di  Marzo  1619/(^1)10191^ 
ce  di  Mattias  Imperatore  in  etd  di  fe(sanu  due  anni.  ^ 

Ferdttiando  gli  Arciduca  d'An(hiafeletto  poi»  &  incoronato  ^.è  dti  Boemiai(/ili 
•Ongaria»fò  nelb  fine  di  Agofto  eletto  anco  Imperatore  >  Se  atti  9.  Settenibcc  coro* 
nato  nella  Chiefa  di  San  Bartolomeo  in  Francofort  • 

Eielle  il  Senato  per  Ambafciatori  eftraordinariifdoigrauifiimi  Senatorìjdìe.fii* 
tono  Agoftino  Nani  >  e  Simeone  Contarini  >  ambidoi  Caualierit  acciò  andaffiero  i 
iomplire  col  uomo  Ce&re  in  nome  Pid>lico9  ma  non  potendo portar/F  il  Nani  per 
fue  indifpofitioni»vi  andò  m  fuo  luogo  Francefco  Erizzo  Caualicre»e  Procurator  di 
San  Marco .  Pafsò  àz  qoefta»airaItra  viu  Francefco  Vendramino  Cardinale»  e  I^a* 
triarcadi  Venetia»rmnoi520.  Incui  lu<^ofiidal  Senato  eletto  Giouanni  Tiiepo^ 
..  -*  —  "rimiceréo  di  San  Marco  »  che  confermato  dal  Pontefice  Paoloq^joto» 
_li  andafie a  Roma  »  prefe  il  poffcflo  con  le  folice  folenniul  dcicntte  ^ 
tioue* 

Carlo  Enaanuele  Duca  di  Sauoia  mandò  il  Prencipe  Tomafo  fuo  figliuolo  a  V«- 
netia  a  render  gratie  4  Padri  de  gli  fauori»  &  aiuti  fomminiftcati  al  padre  con  tan- 
taliberaiiciiem-ontezza;  il  quale  fd  accokoitractenuto»  alk^ato»  e  fpefato  fpfen- 
didamente  dal  Publico  per  quei  giomiiche  qui  fi  fermò  • 

AlHvnd«ci  Gennaro  itfai.il  Pontefice  ptonìolfeal  Cardinalato  I^tooValiero 
Arciuefcouo  di  Candia  • 

Alli  iS.del  fudetto  pafsò  al  Regno  de]  Cielo  Tifteffo  Pontefice  Paolo  Quinto  in 
ctd  di  (efianta  otto  anni»  hauendo  goduto  il  Papato  felicemente  anni  quincud^me* 
fi  otto»  e  giorni  dodici  • 

Alli^.poidiFchrarocleflc  il  Sacro  Collegio  per  fiio  fucceObtcil  Cardinale» 

AJcf- 


DB  PKINCIPi  LIB.  XHI.         65$ 

Aleffiindro  Lodouiiiò  Arduefeouo  di  Bologna  fua  Patria  >  creatura  dot  medefiai& 
Paolo  V.  eleggendod  il  nome  di  Gregorio  XV. 

A  qnefto  nuouò  Pontefice  >  mando  ilSenato  quattro  preclariffimi  Senatori  per 
Amt>a(ciatori  eftraordinarij  a  congratulairfi  con  la  Sanutà  fua  della  fua  ^untione^ 
che  furono;  Girolamo  GiulUniano  Procuratore  >  Francefco  Contarìni  Caualierci 
Prociffatore»  Antonio  Grimani»e  Girolamo  Soranzo  Caualiere. 

Morfe  pur  in  quell'anno  il  dì  29,  Marzo  Filippo  Terzo  Rè  di  Spagna  in  ctà^ 
quaranta  treanmifuccedendoli  il  figliuolo  Filippo  Quarto  giouinetto  di  fedid  an* 
niyche  viue  al  prefentC)  al  quale  mandò  la  Republica  Simeone  Contarìni  Caualie- 
rcyc  Procurator  di  San  Marco  »  e  Girolamo  Soranzo  Caualiere  jpet  Ambafdatori 
eftraordfnari)arallegrarfidella  fua  fucceflione  a  quella  Corona  • 

Morfe  anco  in  queito  tempo  Cof mo  Gran  Duca  di  Tofcana  rlafciando  per  fuc«* 
ce£K>re  Ferdinando  Secondo  Tuo  Primogenito  ancora  fanciullo  • 

S^ttirono  le  Nozze  tri  Madama  Leonora»  forella  del  Duca  Ferdinando  di 
Mamouai  Prindpefsa  di  rare  bdlezze  >  e  di  virtù  GagohM  »  con  Plmperator  Ferdi^ 
aatidoSecondo  »  e  douendo  pa(sar  per  lo  Stato  della  Republì».  per  portarfi  inu 
Upnicb  9  doue  l'atcendena  Celare  il  ^pafo  9  fià  inoontrata  per  ordine  Publico  da^ 
Andrea  Parma  »  Generale  in  Terra  rama  >  accompagnato  da  molta  Nobiltsl  »  ha-*, 
oendo  feco  mille  corazze»  te  altretanti  Canai  le^en  Scradiotti  • 

Nella  Campagna  di  Veroiia>era  formato  vn  campo  di  dieci  mina  fanti»  e  buon 
fion^eiodicaual&diifaìbuitiinmoltifquadroni  dal  Maftro  di  Campo  Monsù  di 
Rocca  Laura  Francefe»  ch'era  al  foldo  della  Republica  ;  £t  perche  giunfe  in  detti 
Castagna  rimperatrice  nel  cader  del  giorno  »  alla  fine  di  Gennaro  itfai.  §  acce* 
fero  mobe  fiaccole»  &  altri  lucm»  da  quali  rifplendendo  farmi»  e  rilucendo  U  Abbi^ 
gKamenti»resideuano  tua  graobCi»  e  diletteuole  véfti  • 

Fiifahieatatre volte S.Msie(hlconlamófchetteria»e  lieti  applaufi*  tn  qpi«o 
M)lico  fu  allogeiata»  e  fpefata  fplendidamente  »  e  Regalmente  • 
-  Faftò  r  Adiceiopra  vn  Ponte  vidno  alla  Villa  di  Dolce»  fatto  fopra  Barche»Tm* 
CO»e  refo  maeftofo  per  eli  ornamenti  d'Archi»  &  al  tri  fregi  • 

Ghmcai confini defVeroQefe 9  con  Immane»  egratiofe  parole  >  refe  al  Paruta» 
le  doDute  gracie  alla  Rqwblica»  per  li  fontuofi  »  e  ricchi  apparati  fiutili  »  &  honori 
xiceuuti  • 

LeuomoiPaifai  dalia  ConeCefarea  Pietro  Gritti  loto  Ambaficiator  ordina* 
rio  per  le  indebite  pretenfioni  del  Conte  d'C^ate  Ambafciator  di  Spagna^  » 
Refideotc  in  quella  Corte»  lafdando  ini  Marc*Antoiiio  ^  Padauino  Sica- 
rio. 

*  LeGadeepredatc4alK)tfiioa»luraMrcftitttkedalV  alla  Repu* 

Mica  con  le  nnefamtie  ;die  fi  crooocoo  in  efsere  » 

DaUe  Barche  Armate  Venete»  fò  prefo  il  famofo  Ladrone  Ferletich  Vfcocco»  il 
onak  con  Lcj^  era  entrato  ncU^Admtico  per  predare  »  e  £u:  nuo^ 
ifmliato  de  Lqmi»  vi  lafciò  la  tetta  con  molti  de  fuoi  • 

Nategcaniffimediflenfioni  nella  Valtellina  per  caufa  di  Religione»  e  d*altri 
motiui»  mi  Panno  i6%o.  fiirono  fomentate  dal  Duca  di  Feria  Gouemator  di  Mila- 
no» fpingendoQi  Militie  »  occupandAb^hi  »  e  piantando  Forti»  perche  eflendo  1 - 
Imperacor Ferdinando ftrettameofitvmtoalla Spagna»  nerìfukauanograncom» 
modi»  e  vantaggi  dalla  Valtellina»  e  oa^Rhetico  a  gli  Auftriad  diSpagna»  edi 

CknnanifctiKQdoliScaddiqQcfkéRPoteiizeaep 


4e  IbccorSflimteri  lARc^blkai  tcoi^^ 

ftrìaciicoiifinaado  con  elfi  p:r  lungatracco  di  picit  >  vcckua  pcrdiifala  ¥Ìa3eléG- 
corfiic  di  po.or  far  Icdate  okra  motiti  altVKcorrenze  ;  perciò  fece  Lega  eoo  Jà  Co- 
rona di  Gracidale  nuca  di  Swoia  pet  ricuperar  Inoccupato  %  e  ritornar  qnet  pofMili 
oelh  foika  liberti  :  O  ide  trattandofi  in  Madril  fopra  gli  afiart  delki  VateeUJoa^^ 
dalli  A  i^barciacori  eUraordinarii»  mandaci  dai  Senaco  doooipKlire  cooiinnQtto  Ré 
piltpporQ^arcoie  dalH  Mioiari  di  FraiKia^fù  ftabilitoalU  3$.di  Amife  jtfsi.die  fòt- 
f<  reiticQito  4al  FerìA'^uno  iVKcopaco  >  e  firictcalfeio  1*  Amori  dalla  VatoeUisa^c  da 
attriliK^|hi«eCoaudidt()udUgturtfidictiDfte;  bauetidoco$iMc»0rdinatoilRè 
Filippa  Ter»  ad  fuo  oioropc  :  MailFctta  %  betiche  gli  vcoifieto  e^pr^onttii  dt 
Spagna  di  elcguire  l'accocdatOAUon  rtticd  fAttm  »  ne  r^itut  TocoiiMto  »  ioà  eoi* 
tana  mj^ggiori  tediCconlic  de  popoli  s  ptatiauia  nuone  forcificaàoiu  >  le  occnptna 
«Ieri  luoghi^h'deffo  fàffindo  ^Arciduca  Leopoldo  d'Ifpnich  «. 

Il  ne^ocio  fd  tr^d'porutol  RMMxu4ffeiiedcQdo  i  Spti^ 
accedere  in  Icaltatfiadopetaronoinmodo.»  chefucooctuuTo  il  md^di  Marno 
ìfi%lM  darhi  Vattettioaconli  Fotti»  in  depo&o  nelle mam dei Ftxitefite^Spe» 

SrioididvaraiKiofi  da  Fcanoefìtche  ildqpomo  duraflc  per  cuoo  il  mefcrdi  Xiigfio 
&giiemeWkntrQÌt()uatceiiipQ>deaK>UaiI^^  nò* 

race  !  ^AriaÌAcheli^>ppiMieuanQafoflbx>ìnpdfttt^ 

OTfiUA  Graa  Tkuico  fiì  ftctngolatxMh  GiaQÌzierÌ4ielCa 
di  M.  del  rncfe  di  Marzo  lóxxjcipomxyio  nel  Trono  OccoonaaoMoCbditfao  Zio  » 
Maualc  vi  fede  poco  perl4nhafaibc4{ua9edepQfto»fòaflumaà<{^^ 
ncH^lQttfocccaVtqinctxxdidanttiincircaar^  dcósmeBi 

lU  OHmathaUi  IO.  di  Swtmbce  itf  aji. 

Il  mono  Signor  deTurchiAmoratli»  manda  iVenecii^  MoftaGL  Chiatt  à  4ìik^ 
pa«r4Md)«dkttaruaaffimtione9pcrooQfernaarUpace  conlaRc- 

publiobddlla (^fe  percongracofatra »  e ftahilireflk pace^fùmaodacoper  ftiiAii 
tddfereAnmdiitanaiGeftaxicino^  CoticarimCauabax«cftMarar- 

tpcdiS^MarcQ. 

Morfein^aefh^cem^FecferkoiItaictpcd'Vr^^  17.  MùmLS> 

praoiuendait  padre iaet^d*amii  80» 

A  glìoccodiLuglio  del  predetta  anno>accadàlàmortedel  Pontefice  Gtc^K» 
XV.  neIla.fuactidfannifaKantaa.Ìauciudi^  vi^ 
cinque  in  arca  « 

AlKtf.d*Agofto»datSactoCélteg^£ele(seil  Càlt^ttare^CaffiM^BarbedflaFio- 
rentino  detto  poi  Vrban6C^tauo>tneci d*anm  $6. 

FmalfticntfrvmacdtimHrtéqueaob^  ».  AgoQa  del  itfsjv  ii^ 

et&d'anni  (ettamsi  ctnque»dbpàbanergodui»ia  Digttità^Du^lleraaaiciiicpMunc^ 
fi  doticgbnu  VBiti  n^me*.  Fìttigp.iJy£i^ii^^ 
loreuKòc 


•  •  •  • 


>■ 


*  if 


DE  PRINCIPI  LIR  XIll-  0ff 

ÀNNOi(?af. 

A t  definito  Prìdi»  fuccc^  Franceicp  Coomioi  Caualicrc^  e  PtwmMor  4i  San 
Macco»  carico  di  meriti  >  e  cbtaro  fpecialaiCQte  per  kmokc  Lq^atiòm  »  ^ 
ftenuce  4a  lui>con  piena  fodisfisLttiooc  PubUobiKllc  oiaggjori  Corti  d'Europa j e 
celebre  per  rintqgrit^  innoceinarua  r 

Si  eTiMirocioa  Roma  iqiianro  Aoiba&iatori  Eftraordinan)  fletti  a  venerar 
il  nuotto  Pontefice!  che  (nrono  Francefco  Brizzo»  CaualiesCf  p  Piocurator  di  Saiiu 
Marco»  Renièr  Zeao»  Girolaaia  Soranzo  Caiialieri^e  GirolamQ  Gdmaro. 

Si  ftabiU  il  matrimonio  tri  Henrichetta»  forella  del  Ri  Ludòotco  di  Braocia  >  te 
GarloPrendpe  di  GiUf$  d^ilgfiflterrar 

Morie ;i Torino  Loroizo  ParutaÀtnbafciator  qrdinaria  appre0a  il-Duca  dì 
SauoiaperlaRepubUca.  Giunto  alIafinedeU^vino  i($24.cb^  fuaUf  it4i  Decem* 
bffc»  ilDogè  paga  alte  Nativa  ilibiiiotrb^ 

fomma  lode  di  Dumose  0iggK>Pi«qdpe»  Dopò  portato 

à  San  Francefco  della  Vigna»  &  iui  i^poko  in  ricca  Cappella»  nguardcuole  per 
marmi»  per  architettura»  per  ricchezza  d'oco»ae  altri  ff^»coo  ritratti  in  marmo» 
9c  Ei<m$  r^flrui  oelladefcrituone  di  eila  CappeUa«Viae  ne)  Dogad^anng  vno^ 
ftmefitrem  cir^^ 

GIOVANNI  CORNARO  DOGE  LXXXXV. 

ANNO  1614, 

A  Stsfeal  PdfldpataGkiuanaiCbriiaiìQuPttK^ 

jl\  ifcmpre  le  pia  confpicne»  e  ma^iori  cariche  »  e  d^oitadi  cosi  denteo  »  come 
fiiorì^elh  dctsl  ^  Soggcoff  ia  cui»  riipfende^ 
0aanicaolifirtiì.f 

Eotrù  il  HOMO  Oog^af  goueroo  della  Eepublica  nelKeattar  delTanno  Santa 
a6a^  poUicatefi  il  Giiibiteodai  Pontefice  VrbaaoOtcauoyeoi^micil  Bccne  di 
Paolo  I J. 

.  SebeiKÌaVaIteItiaaeradepofitataiieUcnianidelFontifice»Leopobio  nondi- 
meno permaneua  nel  pc^Beflojdeli'occnpat0i&  il  Feda  trabetta»ecommodiie  van^ 
taggi»  eiCriÌbiii»reftauanooppreiO«  la  Republiaprouauai  danni  pi?eui(U 
non  poter  accrefcer  Militiese  ùkzc  per  rittotradi  i  pam  occupatile  ehm  di  queUa 
Valle.  II  nuouo  Pontefice  Vrbano  9  per  non  ofiéndcr  i  Spagnoli  »  portaua  il  temp^ 
tnuanzijtpifopofiendo  ripieni;  ma  i  ÒoUegati»  vedanio  le  dilacioni  »  per  non  matH 
care  al  patrodnio  promeflo  a  Grifoni  »  e  per  non  lafdare  a  gli  Att(ldad  la  ìhotU 
deltraafitoad'efdudone  loro»  e  maggiorment€>percbe  per  nome  del  P^pa  (i  pra* 
poneua  »  che  alle  Miline  di  Spagna  redafTc  per  la  Valle  il  traofito  libero  ^4el  cbf 
e(ii^etando  i  CoQegati»  vedendo  »  che  gli  Auftnaci  tendeuauo  alla  foggfcetioiie  »  e 
<PItalia  »  e  d'Alemagoa  »  tnendo  gli  Scad  »  &  aprendo  la  Porta  per  inondate  «e  V* 
voa»  e  f  akra  a  iota  taknfio  • 

FinaImeattimpadaKiiPrendpivatn4itante  lunghe  fiitrerfu- 

Tt      gij» 


<^5<?  bB  L  L  È     V  t  f  E 


fi]  i  fecero  chieder  al  PodteSce  la  confegna  de  Ford  per  deoiolirli  %  l  reftituir  It^ 
^alle  d  Grifoni  >  ouero  »  che  $*efeguif$e  da  Spagnoli  m  tempo  Ai  tre  meli  il  trarci 
to  di  Madrid  :  ma  ripugnando  il  Pontefice»  8i  i  Spagnoli»  e  alWno  »  e  alTaltro  par- 
tita ncUa  fine  dell'anno  1e24.fi  moifero  l'Armi  ne*  Grifoni>e  nella  Valtellina^ 

Commandaua  all'Armi  deHal^a  il  Marchefe  diCourè»  mandato  dal  Rè'4i 
Franda  nell'Heluetia»  con  i'alSftenza  Ai  Luigi  Valareflb  Caualiercyche  rìtoma^db 
dalI^Anobafciarta  d'Inghilterra»  hebbe  ordine  dal  Senato  deioiformarfi»  nuca- 
'  diito  infermo  »  gU  fiì  fuftituito  Luigi  Giorgio  »  ic  al  Barbaro  Generale  in  Terrai 
làtna»  Fraiftcefeo  fìrizasoiCaualiere»  e  Procurator  di  S.Marco  •  Spinferq  anco  in^ 
quéRa  Valle  nuotia  milicia  ài  Fanti  >  e  CauaHi  • 

Il  Colonello  MilaDder  conduceua  le  genti  Qltramontanet  eMtaliane  commatr^ 
4ate  dal  Conte  Nicola  Gualdo  » 

Inuiomo  i  Padri  in  Valtellina  anco  il  Duca  ài  Candales  alinolo  del  Duca  <fi 
Pemoo»  vemito  in  quello  tempo  a  milicar  in  fenùtio  della  Republica  col  ftio  Kegr 
gimento  Fraacefe  »  e  centocaiialli  • 

Si  mandarono  if>Inghikena  Marc'Antonio  Corraro»  &  Angelo  Còntarini  am- 
bidoi  Cavalieri  An>bafddtoFÌ  Eftraerdinarij  a  rallegrarfi  in  nome  Pubir co  con.» 
.  Carlo  delia  Aia  liuc^fllone  a  quella  Corona  » 

Francefco  Maria  Secondo  Duca  d' Vrbino,  pcruenuto  m  età  decrepita  »f  enza^ 
pefteritd  virilCf  mandò  a  Venetia  la  Statua  di  Francefco  Maria  L  Duca  d' V^l»na» 
che  fiì  Generale  deir Armi  della  Republica  raccommandando  a  Pìadrì  la  memo^ 
ria  fua»  la  quale  per  decreto  Publico  fiì  coUocau  in  corte  di  Palazzo»comehò  det* 
to  akrcoe. 

Dopò  molti  feircrprogreUTdeirArnu  de  Collegati  in  Valtelfiiia  >  ricuperati  i 
kioghi  occupati»  e  demollitl  i  Forti  crcttlda  gli  Auuriaci»fegui  la  pace»  leuando  N 
Armi  da  quel  paefè-.. 

Da  Vrbano  Ottano  fàcreatoCatxKnaled  ip.Gennarq  i6%S^  Federico  Còma* 
fo  G ran  Prior  di  Cigro»Chierico  di  Camera» Vefeotio4i]tei^am€be  pofciaicome 
fi  dirdj^foo luogor »  Patriarca  di  Veneria » 

Nella  fine  di  qu<?ft*^nno^  fuccefle  ia^mone  di  Ferdinanda  Ddca  AMzntcàaL^  r 

fuccedendoli  il  fratello  Vincenzo  »  il  quale  mandò  à  Venetia  per  fiio  Ambafcia^ 

tor  Eftraordinario-il:  Marehefe  Paolo  £(nilio<jk>naaga  àéir  parte  i  Padri  dietta^ 

•  iiiOFte  del  fratello- »>t  della^Aia  lycceffione  1  maper  Aie  graiu  fndifpofirìoni  termif- 

nò  la  vita  né  gli  vltimi  giorni  di  Decembre>che  terminarono  Tanno  1627%. 

5  perche  morie  fenaa  ppole  viriIc».diclMaràcon  TeftamcDCafotoifH:  fuo  Itgiti- 
moneredtt  »  e  (uccellbre  CarlaGonsaga  Duca  di  Niuers^»  comepià^proffimo  dt 
6m^  >  havendo  aquefl'efl^to  fatto  venir  di  Frauda  Carlo  Prendpe  di  Rhetel  » 
figbiiolo  del  fudetto  Cario* Duca.diNiueriS>cQeandolo»ruo  Luogotenente  Gene» 
rale. 

6  per  confolidisr  più  vinamentele  Aie  ragtom'  »  e  pretenfiòni  rM  fece  (Bofiu(coif^ 
iicenaa  detPontefice>Maria  fua  Mepote  figlia  del  gii  Duca  Francefco  aio  primo* 
fi^ateHo  »confumandofi^^il  matrimomafhldà  edLpdina».Ghesl  Duca  Vincenzo  fpi-* 
jFalfef  hauendo  cosi  egli  ordinato. 

Molato  il  Duca»il  Ptencipe  dì  R  heteUffiinfe  anco  il  Titolo^di  Prencipedi  Mto- 
toua>  tenendo  in^fuo  potere  l'Armi»  e  la  Cittadella  di  Porto^  riceuendo^da  popoli  il 
giuramento  di  fedelci  in  nome  del  Duca  Carlo  di  Niuers^fuo  Padre^il^uale  rha-^ 
mìtoJUuitttfo4elkaMitedd0bica^  Vincenzo  >B^  di  mnda}>c 


DE  PJUINCIPt  LIB.  XHI.  s^y 

pèruetmeiMarìtoua»  ricciuto  da  Cuoi  popo]i>coinclegicimo  PFeocipe^e  Sonore. 

I  Spagnolbfe  bene  conofceua^o  le  Tue  validi/fi  ne  ragioni  »  t  PEquid  delu,  fua^ 
caufa  ad  ogni  modo  Tefcludenano  perefler  nato  %  Se  aiteiiatoln  Francia  i  non  va- 
lendo pérmccter»  che  vn  Prencipe  luddico  di  quella  Corona  donynafTe  in^calia  • 

Con  li  Spagnoli  $*vni  il  Duca  di  Sauoia>fde£nato  fortemente  per  if  matrimònio 
feguitoycome  fopra,  triìa  Principcfla  Maria  ma  Ncpote»  &  il  Prencipe.di  Rhetelt 
▼édendofi  efcluk)^  da!Ie  precenHoni  del  Monferrato  »  &  aflicurata  la  uicceflione  di 
quel  Stato  al  Niuers  i  hauendo  egli  prinia  difegnato  di  accettarla  con  il  Cardinale 
f uo  figliuolo»  per  ìmpatronirn  del  medefimo  Monferrato . 

L'Imperatore  (  inlligato  da  Spagnoli^  Tpedl  in  Italia  ilConte  Giouanni  di  NTa* 
fan  con  titolo  di  fuo  CommifTario  i  pigiarli  pofTedb  di  Mabtoua>e  del  Monferra- 
to con  tutte  le  loro  appartenenze>che  ginnto  in  Italia  »  ricercò  dal  Duca  la  confe- 
gnà  delle  Cittadelle  di  Cafale»e  di  Mantoua  per  ponerui  pre(idio  Cefareo»e  cu(lo- 
dirle  infìeme  col  refto  in  conformici  delle  fue  commiflioni  • 

Non  acconfenti  il  Duca  di  abbandonar  quei  Stati  »  al  gouerno  >  e  dominio  de^ 
^uali>  era  chiamato  per  ragion  di  fangue»  e  da  tutte  le  Leg^i  * 
.  Non  mancò  tuttauia  eflo  Duca  di  mollrar  la  riuerenza  > la  iiim  a  »  e  l'oflfequio  % 
che  profeflaua  airimperatore»  mandando  prima  i  Vienna  per  fuo  Ambafciatore 
Momigo.  Agnelli  Velcouo  di  Mantoua  i  chieder  con  fommiflioni  i'inue^litura  di 
lylantoua;  ma  non  fUriceuuto»&appemià  permeflbli  il  ftar  in  Corte  come  perfor- 
ila priuata.  Mandò  poi  il  (bò  figliuolo  Maggiore  Prencipe  di  Rhetel  ad'humiliarfi 
al  medefimò  Cefare  >&  ad'efibire  ancora(ottenendorinueftitura  di  Manroua^  di 
depofitareCafale»  &  il  Monferrato  in  mano  di  Prencipe  confidente  per  cuftodirfi 
i  nomCfC  Cflt\  prefìdio  di  Ferdinando.  S'oppofe  al  Prencipe  di  Rhetel  TAmbafcia- 
Xòt  di  Spagna»  che  rifedeua  in  quella  Corte,  siche  anch*egli  fiì  riceuuto  meno>  che 
priuatamente  >  neceilitato  di  ritornar  a  Mantoua  fenza  a!cun  profitto  • 

D.Gonzales  di  Cordoua  Qoucrnator  di  MiUno>crcdà  di  forprender  Cafale  per 
intelligenza;  ma  non  gli  riufcì;  percheyfcoperto  il  trattato^fii  diflfeib  valorofamen- 
te  dal  Marchefe  Canofla  Veronefe»  Gouemator  del  Monferrato  >  e  dal  Riuara^ 
Monferrìno^Gouemator  della  Cittadella»  oltre  airaifidenza  di  Traiano  Guifcar- 
fli  Cancelliere>So^etto  qualificatole  molto  ben  difpofto  verfo  ilnuouo  Duca  • 

U  Cordoua(fallitoli  il  colpo  della  forprefa)  fi  mife  ad  aflediar  Cafale  >  &  ad  iti-> 
uader  il  Monferrato»  infieme  con  il  Duca  di  Sauoia  >  hauendo  óìvìì(o  prima  fri  lo- 
ro quella  Stato . 

Non  potendo  il  Duca  di  Mantoua  refider  a  tante  fòrze  »  foUecitaua  i  aiuti  dt 
Francia;  i^a  il  Rè^benche  promettefie  di  affifterli  con  poderofe  forze>&  anco  con 
la  propria  perfona  >  non  poteua  per  airhora  >  ritrouandofi  impegnati;^  al  famofo 
^fledio  della  Rocella  >  &  nella  guerra  con  gl'Inglefi .  Lo  confortaua  però  a  diMeii« 
derfi  fino  alla  caduta  di  quella  Piazza  »  già  ridotta  aireftremo . 

La  Republica  deliberò  d'armarfi  »  e  munirfi  »  fenza  però  dichiararfi  per  il  Duca 
di  Mantoua»  volendo  prima  vedere  l'Armi  óì  Francia  calate  in  Piemonte.  Ridot^ 
to  nondimeno  eflb  Duca  in  gran  bifogno  »  gli  fommiuiftrò  buona  fomma  di  dina- 
jropernaantener li  prefidi;.  ,      • 

,  Cade  finalmente  la  Kocella  »  entrandoui  il  Vii  folennemente  il  giorno  primo  di 
Nouemt^re  itf 28.annato>feguito  dalle  fue  Gu^i^dieie  da  numeroJTa  Nobiltd>ilqua- 
le  fciolto  dall'impiego  di  quell'aflcdioje  conchiufa  la  pace  eoa  l*I«ghiìterra>che  fc- 
$ui  col  mezo  de  Miniftri  della  Rcp.  fpccialmeiite  di  Luigi  Cótarìnì  airhora  Amb, 

'  T  t    2       ih 

0 


és%  tot  L  L  È    V  1TB      . 

loTt^hfltcttttciUlIa  qoàlc  Ambafacrìat  pafeòpoi  i  qaellftdi Francia  ;  ^Socamioò 
egli  m  pcrfòna  con  tttnta  tnilla  combattenti  vctfo  rAlpi  per  renir  in  Italia  >  an- 
dando antò  H  Dnca  di Ghifa  con  ^Amìata  di  Mare  al  foccorfo  di  OtTalc  • 

Intendendo  il  Senato  la  mofla  del  Kè/fèce  sboHare  ^  Duca  di  Mantòoa  fettao* 
tz  mHIa  ckicati  t  acciò  potcile  foftenere  le  fne  Mflide  ;  ordinando  a  Francefoo 
£rizzo>  che  difponeire  rEfercito  in  fiti  commodi  per  poterle  con  preftezza  vnnrff  » 
e  dar  aiuti  al  Duca  •  E  cosi  ripartì  dio^i  miBa  Fanti  $  e  mille  QuiaOi  reth  qpd 
confine*  ' 

Il  Duca  fpinfe  cinque  millafoldati  nel  Cremonere  contro  Calial  Nb^orc  ter- 
ra ricca»  e  grande»  ch'era  guardata  da  ottocento  ibldatì  Paef ani» quali»  Si  coatpz^ 
tn  de  Mantouani  rabbandonarono  »  lafdandofai  mpredaaìndnid»  che  po&^  a^ 
i^co  l'abbandonarono. 

Efpedirono  i  Venctianiper  Ambafdator  Eftraordinario  al  Ri  dì  Francia^  » 
Girolamo  Soranzo  a  ralle^rarfi  in  nome  Publico  ddfuo  arrìuoinItsdia»ad*eccH' 
tarlo i  progredì  »8cad'a&curark> della knt) ferma  fmone.  Andaua  al  Reperii 
medefimi  offici)»  8c  intereffi  con  difpacci  anco  Girolamo  Cana&a»  tenMdo  fatili 
dd  Mare»  e  paffando  appreflb  Monaco  di  Gehoua  ,fù  da  vna  Galea  diqad  Irretì- 
dpe»  ferniata  la  Tua  Felucca  »&  egli  tran;enuco  »  e  condotto  al  Mardiefe  di  Caib^ 
gneda  Ambafciator  di  Spagna  in  Genooa:  maconofdutoil  io^ecto  Mimfbo 
della  Repùb.lo  rìfpettomo»e  riuerìtii  difpacd  h>  rilafcxomo  libero  »haaetidó  egli 
ad'ogni  buon  fine jc  con  la  folita  fua  prndenza»Iacerata  (MÌflu  b  CShbc  poi  ge^ 
taihMare. 

Giunto  il  Ré  a  piedi  delTAlpi  sforzò  il  paflo»  fortificato  »  -t  difeibda  Sà^ 
uoìardi»  prendendo  Snfa»&  alloggiando  in  elsa.  Il  Duca  di  Saooia»  dubitando 
della  rouina»che  fopraftaua  a  fuoi  Stati»  (limò  bene  d*j^giuftarfi  col  Rè  ;  e  perdo 
inuiò  ad*e(so  Madama  Chriftina  fua  Nuora  a  Stt(a»foreDa  del  medefimo  Rc»e  con 
efsa  il  Prendpe  Vittorio  fuo  marito  »  per  introdtnrre  col  mczo  loro  qualche  mrat- 
tka  d*aggiuftamento  »  il  chefegul  dopò  molte  d^Kcolt^l  p^  ^affetto  »  che  »  Rft 
portaua  alia  forella  •  Reftò  dunque  accordato  dal  Cardmafdì  Ricfalieu  perno» 
me  del  Ré»e  dal  Prenctpe  Vittorio  per  nome  dd  Duca  fiio  padre>che: 

Il  Re  hauefseil  pafso  libero  ogm  rolta  »  che  gli  occorrcàse  ioccorrcr  Mantona» 
ò  il  Monferrato  • 

PrometteaaBDuca»cheilGoaematordi  Milano  lettareU>era£iedio  di  Ca£a« 
le»  e  retirerebbe  le  gena  Spagnole  dal  Monferrato  »  lafeiando  al  Dna  di  Manto^ 
uà  libero  il  pdsetoo. 

Che  il  medefimo  Dnca  di  Sauoia  ponete  in  Cable  i5.milla  facdù  di  grano 
con  altre  conditiom'»regiftrare  da  gli  Hiftorici  di  quefti  tcmpi»e  fpedalmeme  da 
Battifta  Nani  Cauàlicre»e  Procurator  di  S.Marco»  nella  fua  humofaHiltóriadd&l 
Republica  Veneta»  ftampata  l'anno  pafsato  ì66t . 

Fermato  raccordo  detto»lapace  di  Sufaifi^leuò  TAfsedio  i  Cafale  »  entrandom 
in  efso  grofso  prefidio  Francefe  con  munitioni  da  bocca  p  e  da  guerra»  tàomaiido 
il  Rè  con  cellcriri  in  Francia . 

I  Venetiani  fecero  accrefccr  l'Armata  di  Mare  »  aggiuenendouixiÉti  Galee  di 
Dalmatia»  &  di  Candia  •  Et  in  Terra  ferma  afsoldomo  cneci  milla  combattenti  > 
accordando  altre  leuateFrancefiyfotto  le  condotte  del  Duca  diRhoan>delDci^ 
ca  di  Candales»  e  dei  Caualier  della  Valletta»  valorofifiimi  Capuani  • 

In  Mantoua^pofcro  quattro  miBa  foldati  di  prefidio  i  e  ri  mandarono  ti» 

cento 


DE  PRINCIF!  LIB. Iflll.  $.s^ 

Sqìd  Albahefi  per  armare  vna  Galeotta  »  &  altre  barche  nd  Lago  $  esborfìmcte 
pili  al  Duca  diiutfo  per  leuar  altri  quattro  miUa  Fanti  fottole  (>ro{>rie  foe  In* 
fegne. .  ^ 

^Di  Spagna  (ù  mandato  da  quel  Rè>  il  Marchefe  Spinola  >  per  nuouo  Gouema- 
cor  di  Milano»  couducendo  (eco  molte  Militie>e  molto  dinaro  »  col  quale  accrefcè 
TEfercito  in  breue  tempo . 

L'Imperatore  anch^egU  mandò  ia  ludia  trenta  milla  Fanti  AlemanmSednque 
milla  Canalli  >  fotto  la  fuprema  direttione  del  Conte  Rambaldo  Collalto  »  quali 
arriuad  nel  Milanefe»  furono  polli  i  quartiere  à  confini  de  Venetiani ,  lungo  i  fiu« 
mi  Adda»  8c  Oglio  « 

Di  qi4  da  Fino»  pixdettiftana  Marco  Ginftiniano  Proueditor  Eftraordinarì» 
nel  BergamafcOf  col  Colonello  Milanden  con  quattro  miUa  fcelti  foldati  9  per  re« 
prìmereogni  tentatiuo»  &  infolenza  di  quelle  Militie . 

Preuedendoii  Taflisdto  di  14antoua  »  la  Republica  deliberò  <U  foftenerlo  con^ 
ogm  sforzo  ;  e  perciò  il  General  £rizzo  accampò  P£fe*rcico  »  che  confilleua  in  i9. 
mula  (òldati  tri  Fanti  »  e  CauaUi  in  Vallezzo  »  luogo  molto  commodo  per  la  pco«* 
pna  difefa  $  e  per  inuiar  foccodi  a  Mantoua  • 

U  CpUalto»  fprprefo  Odiano»  &  ini  gettato  vn  Ponte  su  FOglio  »  diede  i  doflo  à 
potmi  luoghi  del  Mantouano;  onde  occupate  (enza  refiftenta  le  terre  »  e  fcocren- 
ilo  feazaoliacòio»  diftoiflero  i  Tedefchi  tntto  quel  nobile  Paefe  »  faccheggiandolè 
crudelmente  con  ÌHcend$>raj»ine»facrilegi»  &  altre  barbare  fcderatezze  « 

Dopò  rinua(ìonJ»e  deftruttioni  del  Mantouano ,  tentarono  anco  i  confini  doHa 
Republica  >  quali  g]U«:d«ti  da  valorofi  foldati  »  e  paefani  »  furono  i  Tedefchi  ben^ 
(pelTo  ributtati  »  e  fuggati  « 

^  L'Efercioo  Imperiale  s'incammana  alPaeqdiAo  di  Mantoua  »  &  il  Spinola  face^ 
uà  occupar  il  Monferrato  inferiore  >  trincierandofi  ne  i  luoghi  ¥icini  à  Cafale  • 

L*Aldnngher  9  &  ii  Galaflfo»  che  commandauano  all'Armi Cefaree  in  luogo  dd 
CoUalKb  che  fi  rìtrouaua  in  Lodi»  caduto  infermo  »  minacciaiiano  il  Borgo  ói  San 
Giorgio  »  dopò  accoftato  rcffepcito  alla  Cittsl  ;  veaiua  il  Duca  perfuafo  di  ceder- 
lo» per  moftrare  qualche  rifpetto  air  Armi  Cefaree»e  per  dar  piti  facilmente  aper» 
tura  a  qualche  a^iuftamento.    ^ 

S^apponeua  i  tal  coftfiglio  il  Durante  Gokmdlo  de  Venetianiyotfcrendofi  ^  fo- 
ftcnere  il  detto  borgo  con  le  fue  genti:  ma  il  Duca  troppo  iacantamente  mandò^fl 
Marchefe  Federico  Gonzaga  à  confegnar  lo  aU'Aldringher  • 

Spiacene  ^andemente  air£rizzo  la  refa  di  quel  Bo^o  i  e  però  tnuiò  i  Manto- 
mi  mìHe  Fanti  con  molte  pronifioni  da  guerra»  fcortati  con  tre  milla  ioidati  a  pi^ 
di»e  quattrocento  CauaUi  »  da  Pietro  Qucrini  Proueditor  della  Caualleria  Alban6- 
fe»&  dal  Colonello  Milander  »  quah»  incontrati  nel  ritorno  fettecento  caualli  Aiio^ 
imni»  che  riportanàno  alcune  prede  »  glidiedero  adoflò  con  tanto  impeto»che  la- 
(date  le  prede»  G  diedenoaila  li^a  « 

Vedendo  1  Imperiali  lafeliciuì  d*introdar  ifoccorfi  in  Mantoua  per  il  calore  t 
che  riceueuano  da Ja  terra  di  Goito  »  fìcuata  neircflrcmità  del  Mintio  »  inuiatono 
il  Galaflò  ad*occuparla  »  e  le  bene  il  luogo  era  confidcrabile  per  il  (ito  »  ben  munt- 
to>pre<kliatC9  e  fortificato*  nittauia  ne  primi  afsalti»  e  neprimi  rimbombi  d'arti- 
glieria fpauentato  la  refe  vilmente  a  nemici»  contro  il  vo  ere  de  foldatiiche  la  vo« 
kuano  difendere  fino  ali'eAremo.  PeriòGoito»  rcflò  chiufa  vna  gran  p orta  afoc* 
corfi  di  Mantoua  • 

Tt    3       Do- 


CaftdGmffrc  »  dpup  il  General  Eriuo  fece  mtcar;  tre  fromp^gote  di  nofiorxa» 
commectendo  al  Cbloncllo la  Lunga Franccfe la  cuJ[lodiai& iicomaiaodo dd  fio^ 

Vi  mandò  ancora  il  medefìtnp  Erizzo  aHro  foccorfo  di  cinquecento  Fanti  eoa 
pokicreie  miccie  i  fòcco  il  Conce  Barrolomeo  Scardo  ^ergamaioo  • 
.  Nella  fine dell'ai\(ioi629-nfcQprì  la  pcftQ  ne  iQijarttcn  deTederdii»dilatiii<-. 
dofi  nel  MantouanQtnel  Milanefce  nella  Valtellina  pon  ftragi»  e  defoIationUagri-» 
cneuoli.  Nd  qual  teaif>Oiyenuto i  morte  il  pioie  religik>lQ  Prci¥Ùpe>  cMfò U  i^-di 
Decembre^lel  fudetco  annot  dopo  le  funebri  folennita  »  fiì  fepoko  nella  Chiefii  de 
TbeatinidQueapparifce»  da  vn  lato  delibo  cicco  Akiupi  oobilifliino  iiqioicro^ 
oretco  alla  (uà  eterna  memoria  • 

^  NICOLO  CONTARINI  DOGE  XCVI. 

«  - 

ANNOitfjo. 

t 

MOrtp  il  Prencipe  Comarotcadè  Telettipne  in  NicofòConMtinii  che  (e  bOM 
non  era  Procuracor  di  San  Marco  >  era  però  graujilurio  Senatore  >  tuerioe-l 
noie  di  tanta  digniti  per  rincelligen?;|»e jprudenza  fua^  per  le  cariche  %  e  dignicadt»  . 
Ottenute  dal  fup  gran  merito  dentro»  e  mori  delia  Città  >  e  rpeciakocnte  per  e&r- 
ui  applicato  (ino  nella  fua  giouencù  al  Collegjio  \  onde  pailab  por  tiHtii  ^gotiòì  di 
quei  gouemo  politicoifù  più  volte  è  Configliere»  e  Sau^o  del  CwQgUa  • 

S'applicò  il  Sewto  alH^  difefa»  e  pFe(eruatione  di  Mantoua  »  nella  quale  (ece  m- 
trodurre  m¥Xie  militie>e  pfouiòoni  abbondatiti  t  facendo  reftaurar  le  iortificatiov 
oi»  pacando  col  proprio  dinaro  il  prefid^c^  mantetiendo  CiiietU  Corte  del  Duca. 
^el  Mantouatv>iUuano  di  prefìdio  foidati  deUa  Repubiìca  •  Sqsuiuaoo  m  tanto 
diuerfe  fattioni  fanguinolen^i  (vi  foldati  dell* vna  #  e  raj(;ra  parte  »  co^miettendofi 
da  Tedelchi  fceleratezze  iqaildite  d'iocendij  t  di  rapine  »  di  Tiolatioott  di  cok  Sia^ 
grciC  fpoglie  de  Sacri  Tempi). 

'  Ricuperata  da  loro  Riolta»  ò  la  Volta  terra  grofla  >  pofero  d  fi  di  fpada  tutti  gli 
habitaoiti  d'ogni  et^>  feflot  e  conditione  • 

Il  Cardinaldi  R  ichlieu  fceie  con  potente  Efercito  io  SauoJa.»  feguiuto  da]  Rè  » 
die  ritornò  anch*egli  in  Italia»  &  occupo  à  quei  Duca  Pinarolé^  con  altri  hio^hi»  e 
Valli  d'intorno»  eoo  il  Marchefato  di  SiUuzzo»fi>jrtificaQdo  Pinarolo  eoo  reaJi  foc^ 
tiflcationi  •. 
.  In  tanto  il  SpiooU  aflediò  con  tiitto  TCiercito  Cabile  « 

La  Pefte»p<ùtata  in  Italia  dalU  ^Vlemanoi'  come  a  nco  tutte  l'altre  calamitiMf- 
so  da  i  loro  Quartieri>e  (i  dilatò  per  tutto  il  Territorio»^  anco  nella  Ciout  di  Maar 
toua»  doue  d^èruggeua  ogni  coia»  e  (e b^ne  le  milirie  »  che  da  Venet idoi  veuàiano 
introdotte  in  quella  Cittd»  opprefle  dal  male  cadeuanoeiUnte  »  non  (i  tralafciauan 
no  perciò  i  foccorfi .  ' 

Refo  indifpofto  l*£rizzoi  il  Senato  li  fofliruì  Zaccaria  Sagredo»  Procurtrordt 
San  Marco»Michiel  de  Prioli  Prouedicor  nel  Veronefe»  fcacciò  da  Ponte  MoHao« 
e  da  OlUa  gli  Alemanni.  U  Quiijrioi  Proueditor  della  Cauallcoub  afficurò  Riuotaii 
e  vi  pofc  prefidio  • 


DEVRINCIFl  L1B.  XIII.  gsi 

lotrt  in  Maatobft  il  MattTcial  d'End.  m»idUO  <M  Ri  di  FriRCil  per  Aio  Am- 
baiicitcor  Eftraordiiurio  >  e  General  delle  fue  mìlitie .  Era  mguflittia  (juetl  a  Cic^- 
tt  per  i]  atlecaraffedio:  Onde  il  Sa|rodo*(ct>sìapprouandoD.Lmgì  da&fle 
Graccateddlacatnlleria>  il  Duca  dì  CtodalèObnerale  dell'Infanteria}  &  alttì 
IliufUi  Capi  di  guerra)  di  andare  ad'occupare  Villa  buonaj  Marengo  *  8c  iltriìatt* 
ghj  ridili  i  Goicoi  perche  occapatii  e  forti<tcitj  *  dueftt  poflì»  dìregnauatio  poj  dt 
poetarli  all'efpHgnationc  di  Gotto  *  per  tiaoct  Tpacii^ò  ■  e  commooo  paifo  di  por-  . 
car  gcoffl  l'occórri  in'Mantoiia . 

DiordinedelGeneralSagtedo.aaddilCauaalierdclIa  Valletta  ó:rnrrcn1flfi 
Faatii  e  qualche  caiiallerìa»ad'occiiparMaÉ-engo>  fi:  alCoIoneHo  Viniercato-fitt 
commcflìi  d'inlpadrodirìì  di  Villa  buona  i  jkbe  efeguito>  liirotiQ  pofcta  rinfotsitj . 
duUanK  compagnie  de  Cori!)  ede  caiialU>  cingendoli  di  fortificatiòni  >  baftntM 
tefiftere  i  qualche  improuifo  aflalto . 

Scoperta  dal  Galadb  l'iacenuooe  de  VAieeÌ,rpinfe  in  G< 
fantehti  Coccififlandolo  da  assai  partCìportandolì  poi  con  e 
era  Fand^  ca/aShBc  Hcaai  pezzi  d'Attiglidria  verio  Villa  ( 
che  (icanunuc£i4  era  Croatti  1  e  Capf>cl!ecti  >  quali  foprafat 
fchi)  fijroao  Aecefficati  à  ritirarli  fono  k  Trihccct  quali  fur 
ciiaorcidt  difmfori:  ma  riiaeffi  da  Capitani ,  follennero  ji 
deoemidrditpialitTedutalarcfìItemagagliàrdad^difeni 
batteria  di  Tei  cannoni*  e  con  elll  terfagl  taiido  Incefian  teme 
zeIjaae«e£itttgrud'apertureentrat'onOgliaggre(rorida  ogni  pa^e per élTój  ' 
onde  non  hxnendo  i  Venetiiiii  cannoncriiè  t*rz  i  per  ributcarl  i,  fi  diedero»  per Tal-  • , 
uftrfi>  alla  fiiga»  refUodoil  Signor  della  Valle  tu  >  ferito  >  e  prigione  con  akrì  Òflì- ,  ' 
ciati .      ■  '    ■  .■    "  '       ■   , 

Lì ft^ttiiii  alcuni  andomo  ^Màtitóùa >ela nìaggior parte iValczzo>rì«n- 
^«ndo  rt  Oaoipo  di  fpaacnto;  e  di  (lotiftifìóne . 

Eperdwii  Galaflos'incaminaità  '/trìo  Valezzo  con  dieci  millaFantij  e  doImJI-, 
bi;3ullli>  ^deliberò  da  Veneci  di  prefemar  TEfercito  >  IHmando  di  non  poter  di-' 
fender  il  Luogo  >  ritlrorno  in  faluo  il  cannone  >  e  abbracciata  la  munitionc  i  s'au- 
nioniD l«»iimie> per aódare parte i  Verona» è parct:  iPefcliicra,  recando  Va^ 
lezzo  abbandomto . 

il  Galafiò»che  non  Mti  affalir  il  Campo  in  quel 
gìiinrOrdopddta«rrelcaraniuccìe  j  cKéfì  conueni 
nuouoilo  incalzò  con  tanc'empito  i chi  ne  relìornc 
TOtàmcnte  conibactendo>  dandoli  altri  alla  fii^a.  r 
e  chi  i  Gorda  »  reltando  in  mano  de  nemici  dnierl 
Vahzzo  7  e  fé  Ri:  impztroni  feiua  contraito  >  rende 
piOriltrctte  fortiticacionr .  Accadi  qimll'in felice  fi 

Rironift  in  Campo  FraocefCo  Enzzo  con  l'iltelf 
Kdainluogodd  Sagredo>il  quale  rinforzò  iPrcfid 
FranC);4i&; aKri  due  mìUa deli'ordìniiue  di  P4dou 

Stoffe  leuaced'alcrcmiliticeapprefso  il  Generale 
otto  al  feruirio  della  Repubiica  con  groffo  iKpem 
Mb  in  brcne  tempo,  allieti:  ace  tutte  le  Piazz.-,  e  luoghi  importanti .  , 

Sfatta  Mano  Giulliniano»Proiieditor  oltre  il  NTmcioi  in  Campagna  con  quàc^ . 
Ito  luìIU  foldaih&  i  Tedelchi)  foctitìcatoValezzo)  iìridulàero  nel  MailroujtnQ .-. 

Tt    4       lo- 


tftf^i  D  Et  t  B    V  ITE 

.  Inuìò  fEriziOi  per  conmiìfioac^  Seouxh  mille  Fanti  ia  Maagotoa^cwto  d^ 

ualli  1  e  dinaro  • 

Il  Valletta  fiig^to  daUa  prigione  di  Goitcbriferi  i  preparameaei»  che  fi  facena* 
no  da  gllniperiaU  per  ferprenderMantoiu;nia  non  creduto»  che  vnaCtnltfti* 
mata  iitefpugnabile  per  fitoufifiopera^  per  le  (ueiorttficationi»  e  iiuiiodbiie  p^ 
la  cuilodiai  e  difefa  ai  tanti  famoliCapitam»  e  foldateiche»  doueSe  cader  in  mano 
de  noiaid  >  ne  fegui  nondimeno  Tdletto  la  notte  delti  i&  di  Luglio  i6)o^  oìMko* 
rabile  per  tantoeccidio  »  cagionato  per  traditnento<lfi  Aidditi  »  e  d?altmell*ftteflEi 
hBDÌ^2L  Gonzajga^  dcquali  (i  ^aua  it  Duca»  cooie  di  fé  ileffo  ;  Quefti  «pannate 
ìc  fentinelle»  gl'mipofero»  che  ftaflcro  cheti»  anco  (mando  (encitfero  tomòrc  tpcc^ 
che  fi  doueuaintrodurgroflofoccodrfot»  Fecero  naiconder  il  cuA^  é^pmsLa 
del  Cortile  Ducale  • 

Mentre  i  Tedefchi  diedero  Taflalto  da  dueparti  alIaCitti  >  il  MarchefeGfòt 
Fnmcef co  Gonzaga»  giofto  al  concertata  t  fece  fmontare  vicino  al  Baloacdodd 
GiardinoJe  eentilmperiall»  che  con  barche  vennero  dal  poeto  Reale  >coBdottc,j 
d^  C£dlQredo>che  dando  a^f  intendere  d'edere  il  roccorfoi^d(croJeieQCmene»Sr 
entrarono  nella  Citta.  PeruenucorauuiTaal  DiicaideJla  forpre&éelteCicti»  fi^- 
uò  col  Prcndpe  fi]aiigUuolot&  i  l  NCarefcial  d'Etra  ocUa^Foteesu  di  P^ 
cbefia  Marghcrita>(calza>e  fpogliata  fi.  ritirònel  NicmiAero  deUe  Orfoltne  $  te  Ja^ 
Prindpcfia  Maria>  reftata  ia  Palazzo»  fùcon  poco  u(pctto>  condotta.!  e  (ercata.in 
vn  Monàderodì  Monache  »  e  poftoui  guardie  armate  ^ 

La  Qtti  fìx  po(U  crudetmence  a.  Cacca.  Quello  del  Palazzo  fiì  rifecbato  aO'At- 
dringhenSc  al  Galafiòydottc  rapironole  Gioietle  Pitture^le  predofe  ùspellccteU,  e 
ta|^(e  cofe  pretiofe  »  e  Angolari  r  di  valore  inellimabtie  %  cumulatcpcf  tana  feoott 
da^Tuoi  Prencipi  «  Il  redo»  infieme  con  la  Cittd>fii  datto  in  preda  i  (oldati per  tce> 
giomiiiquali  ipogliaronale  Chiefe  d'Atgentane^-di  Patatuee^ed^ògni  omamen* 
«o  Sacro.  Le  careJumo  facch^giate>cruciati>e  tormenuti  eli  habitand»  acciò  ri^ 
uelaflero  I*oro>&  altrot  che  fofle  ilato  nafcofto;  aggHingencb  incendi  >  homicidiW 
fiupri  >  &  horride  fidretae  »  fuperando  neUa  crudelti  $  le  piilbarbare  gf5QXh.dc  i  pài 
femofi  Tiranni  >che  fono  (lati  al  Mondo .. 

Il  Ducaivedendofiitradito»  fircfe  apattiiche  rETerdtOKlidhi  RqwBIica  Mfdde 
liberamente  d'e&r  condotto  egli  a  faluamento  con  il  Prencipc  fuo  figliuolo  >  eia 
Prendpeflkfua  moglie>e  figtiuolim>e  PEcrè  rondeconfegnata^la  Fortezza  di  Fora- 
to f  fuGono.fcoixad  da  due  Compagnie  ài  cauolli  d  Mclaot  nel  Eerracefe  %  dooe  éà 
Ibuucnutodldla  Republ.e  di  dinarot  e  dirupellettili  • 

La  caladi  Marc'Antonio  BufineUoRefidente  in  Kfttntou»  per  li^Repubtica  >  fò 
jEaccheggiata^&egli  rcAatopngione»  eiEmdapoi  dlaflataper  ordine  di  Cefare  • 
Gli  Alemanni  >conteftti  ai  codàmf>ortante  conquida  >  paflarono  nel  Piemonte 
ad  vnicfi  con  il  Collalto>pcr  fcacdare  i  Francefi  fuori  d'Italiat  credendo  poi  di  per 
ter  impatroni  rfene  efliunt*era.crefdutaila  loro  audacia»  e  tementi . 

Canuta  Mantoua  »  la  Republica  »  che  per  nuntenerla  hauea  i(peratan(*oro  »  ^ 
confumad quattordici milla (oldati % introdottiinfMikvoke ta.e(U >  Scaltri  poftf»» 
s'applicò  allaucufiodia  de  Tuoi  confini  • 

La  Fede  faceua  gran  Arage  nello  Stato  della  Republica  (comeamxMnaltrì  Sta^- 
ddeiritalia)»&oltreafoÌdad»e  popoli  >  morfero  de  Capi.  Giorgio  Badoaro» 
GommiflarioinCampo*  eMarc'AntoniaMorcfini  CaualicEce»pfio»Mttar  odBec^ 
samafcò». 


DE  PRTNCr  PI  t  Ifi.  Xlli:  <f<rj. 


fteoiiò4pediciI%aciGdkbrrfopra  la  Sanici  nello  Stato  ;  nel  PadouaitoGiMaii- 
itf  Pi£uu»  nel  Venxiefe»  Liugi  ValairiTo  O 

:  AfiUttaancoiaCittd  di  Venctia  da  cosi  fiero  inalc>s*app]fcafY>no  i  Padri  coa^ 
fomma  vigilanzaic  difjpendio  per  trouarui  rimediOiSc  eiUnsuerlo.  Oltre  i  i  ordini 
adunque»  e  regole  prescritte  >  deputarono  per  ogni  contrada  Capi  ddf  ordine  Pa- 
trìtio  >  e  de  Cittadini  »  i  quali  faceuanò  fcaueftrar  le  cafe  fofpette  9  leuar  dalle  cafe 
della  Citti  i  tocchi  dal  male^  condurre  a  Lazaretti»  doue  erano  gouernati  carìt<* 
tiuamente»  non  mancandoui  Rdtgiofi»  che  li  celebrauano  la  S.MeiTa  ogni  giorno  > 
&  amminiftraoàno  i  SS.Sacranienti  in  tutti  i  bifogni>&  occafioni»  efsenido  prouiAt 
anco  di  Medici»  Ctnirgii&  altrì  ftckboth  che  tenniano  fecreti  particolari  per  tal 
male.  Il  Tito  li  era  (ooKniniftraco  abbondadtemente  dal  Publicoycon  cìcmwzt  ca- 
rità verlb  il  Tuo  popolo.  Le  cafe  femieftrace  nella  Cittsb  erano  cuftodite  diligente- 
Riente>e{n:9hibiti  1  trafporti  di  robbe  fotto  pene  rìgorofiffime.  I  poucrì  veninano 
fouuenuti>8c  alhnentati  dalla  pieti  Publica;concorrendoui  anco  molti  gentii'huo- 
mini  »  &  altrì  foggetti  rìcchiiad  opera  così  pia  •  I  morti  erano  con  barche  portati 
al  Lido»doue  ftauaho  foraiati  i  cimiteri.  Si  vedeuano  le  fooclie  imf^iantate  alle  ri- 
uè  dpII*Ofiicio  della  Sanitd^e  io  altrì  luoghi  per  punir  i  tra(gre(sori .  In  fomma  gli 
ordini»  Mecotioni»  k  prouifioni>  e  li  aiuti»  erano  prudentemente  prdinati  >  pon- 
tualmente  efeguiri»  ottimamente  difpófti  >  fc  opportunamente  applicati . 

Doueuapafsar  di  Spagna  a  Napoli  Maria  forella  di  quel  Rè  >  promefsa  in  mo« 

?|ie  i  Ferdinando  Ré  di  Vngheria  >  figUuoIo  dell'Imperatore»  per  portarti  di  là  a^ 
*rìefte.  Giunfe  a  Napoli  niagnificamente  con  numerofa  Armau  di  Galee»  e  con 
maggior  ponipa»  e  con  l'iftelsa  Armata  accrefciuta  d'altre  fquadre  »  intcndcua  di 
an^urTened  Trìefte* 

La  RepuUica  »  che  non  voleua  permettere  quefto  pafsaggio  »  per  il  Dominie  » 
che  tiene  del  Mare»  gli  oflferfe  di  farla  tragettare  dalla  f uà  Armata;ma  ricufando  i 
Spagnoli»l*offata  cortefe»  ordinò  il  Senato  ad  Antonio  Pifani  Generale  dcU'Ifole  > 
che  vnita  »  &  accrefciuta  l'Armata  con  le  Galee  di  Candia  »e  di  Dalmatia  »  e  con^ 
dieci  VaiséUi  armati  in  quella  occafione  »  s*opponefse»c  combattere  chi  con  Le- 
gni armarì  tentaCse  Pinfi[re(so  in  efiso  Mare  •  Intefa  la  refolutione  del  Senato  »  deli- 
beromo  i  Spagnoli  di  chieder  alia  Republica  lafua  Armau  per  condur  la  Spofa  i 
Trìefte>che  per  rAbru2zo»doueua  giugnere  in  Ancona.Iui  AntoqioPi£ani  per  or^ 
dine  Publico  la  rkeuè  con  i  ^.  Galee  fottih»  e  sbarcoi|a  i  Triefte»:  tratuu in  tutto 
quel  via^'o»  con  tanto  (jplendore»  e  Magnificenza»  che  ne  ftupi  tutto  qud  nobile^ 
corteggio.  I>elche»e  Celare»  &  il  Cattolico  ne  refero  grafie  al  Senato  • 

Mone  Carlo  Emanuele  Duca  di  Sauoia  in  eti  di  79.  anni  d*  Apoplefia^ 

Il  Preocipe  Vittorio  fucce(se  al  padre»e  defiderando  la  pace»  accordò  con  Fran« 
^cefi»  e  Spagnoli»  col  meso  di  Giulio  Mazzarini  fubordinato  i  GioiGiacomo  Pan« 
cirolo  Nuntio  del  Papt>  ma  tregua  il  Settembre  »  che  durar  douetise  fino  i  mezo 
Ott.obre»dentro  al  qual  tempo  »  dandofi  à  Spagnoli  la  Citti  di  Calale»  &  il  Gattel- 
lo» douefseto  effi  fomminiffarar  i  viuerì  alla  Cittadella  »  per  douer .confeguir  anco 
quella»  fé  nel  tempo  prefcrìtto  »  non  le  veniise  lbc(;orfo . 

Venne  ahoo  a  morte  il  Marchefe  Spinola  Gouemator  di  Milano»  fubintrando 
in  qud  goùetoo  »  il  Marchefe  Sanu  Croce  • 

Fa  ordinata  ?na  Dieta  in  Ratisbona»  doue  dalflmperatore»  e  Miniftrì  diPran- 

eia»  s'accordò  la  pace  d'Italia»  mandandoui  anco  la  Rroublica  per  luo  Ambafeia- 

iprEttraordinaiioScbaftiano  VenieroProad»^    saaMarco» 

Nel 


tf^4  Di  E  E  L^l     VriXl 


-.a 


'»•'•'►» 


rinaefticura  de"^  fuoi  Stari  >  fi  rìtintaam  rArmi  ftraniere  dlOàatrfBóiì  latnt^  fiii0fiff 

Ibife  <WKlìd<Mi>  cheiioa  furono  poi  tstteoTsc^ 

MiungOér 

SuGce(se  la  nM>^e<)el  Conce  CoHidco  ìnCmn  ^ 

Goftauò  Adolft>Rè  di  Sueeia^di^^aco  deU'bnpetatorc^conie  ef^ràse  in  fiier 
lettere»  filiate  i  Ratisbona  ^nellrqaalt ,  fidoletia  »  chchati^se  dttto  aiotbd  Po^ 
faeehi  fuoj  nemici  >e  wohibicali  il  far  ieiiatedigctttineU'linperié'.  .Che  liibfseròf 
ftaci  intercetti  i  ftioi<uTpaM  »  p«e(e  fot  ^l•lu  in  iytgR 

etH  il  commercio  »  rigittati  »  e  (praaii:^^  fnoi  Ambafeiatori  ootraTtri  pret^rpoè 
éi  religione  dì  liberti»^  foccorreroefeUcfiMM^i  Pìrencipi»aaiici)C|iarend»  6  f{m»« 
Coverto  la  Pomerania  >  sbarcando netMTola  di  Roge»»  dldouefcacdatoil  Prefi*» 
AoCefareOiftabiU^lafededelTArau;  d^poientratoneHaGennania  feeeqnci 
fto^rcffìh  erucce^rooueimali^^o^tle  ftvaggirC  quelle  calamkdt  in  quelle  Pro* 
mncie>^che  ne  hanno  fcr Itto  tantiHmorìci « 

Alla  Pefte  che  defertana»  e  fpopolaaa  la  maggior  partcii'lta&i  >  ne  féancò  dit^ 
feminataiin  Milane^d&empiif  eicelerari^per  le  Chiefei  e  per  le  WadercoÉì  niòrti-' 
fera»  chcal  fole  taso  ài  akiina  ck- quelle  UiHe  >  moeiiuuiogtlHioniiiv  trrepairabiti* 
mente.' 

Di  che  fatta  ditfgente4n^(7t}one  i  e  tronati  i  coIpeitoU  di  còsàatroce  delitto  ;^ 
(tMhò  acerbamente  {puniti  j  e  fpiantate  le  cafe  doue  fi  còc^regmano  »  vedendofif 
ancoal  pi:efènte  ii^Milane  llnfciìttienive  memone  di  vn  tahto^cfecifibiie  mt^*^  * 
iatto^» 

In  Vbnetiapoco  rateuano  le^Kgen2e>i  prouedimentble  anreyl^aiutiielitimer 
dijipoiche  la  Pefle  fempre  piti  fi  aomentaua»e  defolaita  la  Ctttst»  come  fSEKreùar ^«• 
co  per  tutto  lo  Staio?  Ofide  dopÀil  riccorfb  ;i  Dio  con  poolichef  e^fiùatepre^ 
ghicre>con^Iemofifie>'Con<ligiuili>8i  afltnenze>il  D<^  con^Senato  f«t  Votodfi 
edificar  m  NfìtgtltficoTèmpiVin'henoredeHa  Bbata  Ye^ne»con  Titlstodi'Sastà. 
Màri2  dèlia  Saittte.  Dimandar  alla  Santa  Cafo  dì  Loretco  vna  Lanwakta d'oro  dì» 
fefo  di  ctn^uahta libre  >ed1  abdar d  vifiiìar  ógn>ànno^il  Corpp  cte> Beato  Loren-- 
2oGiuflimano>Jlgiornaé:I]afliaFeniiiitdvche  viene  aUi  Sedei  mefe  diCemuwo  •. 
Per  il  che  placata-Hra  d'Iddio ,  fipublicò  libera  la  Città  con  gsàn^  fotennità  li  w  - 
ài  Noucmbre,  giorrtodella  Ptefentatione  di  NftirJa  Vergine.  Si  fondò  il  Tempio»- 
ftéoffcrrala  Lampada  d^Loretro , e  véil  Dòge conJa^St^ioria  c^n^smood  viutatr 
il  Corpo  del  fiio  primo  Patriarca  Eorenzo*  Giuftiniano  alIaQiiaa^  di  San  Pietta- 
di  Gaitello  nel  giorno  fuderto. 

Mòrfero  itrqnefta  Cittd  dàHa  Pefte  >  intornoi^octanta milfarpefrone^  e  nella 
Stato intomoifeicentoiTiiBa.  -  .^  :     .  ^ 

L'Ittipct-ator  Ferdinando!  foflccitaua  la  pace  d'Italia^  perridhtanfnti^in.AIlema- 
gnaiefuenviHtierdoiìcPArmidiSttctiaHhatì^iwno^port^^^^  e  per 
ccletamcnto  coiicltideria  >  manéè  al  GAlafso  le  fecoltd  >  e  ^ricnipotenza  ^ 

L'adlinanza  fi  fece  inChi^rafco  nel  Piemonte.  Frd  gl'altri  I>e:piiearf>Y'itfMtien^ 
neGiroIamoCauaaza  alPhora  Segretario  perla  RepuUica.  L'aciordo  fi  con^ 
chittfe  allifei  d'Aprile .  Per  il  quale  li  AUcmani,  vfcifono  di  Vaiezzoj  e  ifridrarO'» 
no  fuori  delio  Stato  della  Repiibtica»  come  ne  htrat tato  dtRàtisboiia.       ; 

Di  Spagna  fti' dar to  di  nuotio  il  gouemodhMilanoalDuca  di  Feria  ;pefrlic^ 
aoD  hSuieiido  pctatoi  SpagitoQ  c^oèf  int^tc  reuolociQm 

ÙM 


DE  MtmCiri  l-IJB-:X«l  ^5 


riiggwtHrwil«><BChicra&p.,4>w  ilJFed*4lf>o0vwoui  tòrbiii  rfeois^u 

>con  non  voler  a(rentiruì)hora  con  iiicurarfi  di  ison  hauer  p9r^ri4iQriijCQii  teiHar,<N 
impedir  Air,£fercico  Cefarep  dr  v(cir  cflcaliiai  fr9«WÒaiH9cnr^  di  drari  ie  il  Di|ca^ 
4i  MaatoM^coQ  {iromcfle  gr^di>p^r  i^ÙHtrlq^  i^'D^a  Aiarpi^iina  i^bbrìcarii  mi- 

fUor  fordiui  e  ddle^jiailàte  »  yCando.^ltriarufiCH^  attentati  >  che  perqiò  yQflèr^ 
Il  Fraape^  5li^adanaenci<lel  F^rùi  rfifeCTW»  ftd'vfor  dlwlia .  ,fit  i  Vc{q«(ìmì  » 
l^enccraci  i  nni  del  Feria»di  procurar  di  poner  in  Mantoua  Pre(ìdio  $p4gn€^  de- 
ter(i)ii]MurQ(»d;'iiiwai;e  alChioidtMaiitfiiia»  (jdmf\OiCbì(f3^mb>4iìtìitKh^^(c% 
j^er^'infortwii  ^afl4ci)miliciaiii^ 

^Jtrxgiqci^  (Qm>  ilca«raiaaiiadel  Co^tfiSxMOMo  ^fertifieriga^.€fccdii»rcfec* 
wno  |e  gelofieite  Spagooli^  ri  (eòfiri^co  ^iri  q^^ 

Mor(c  io  quefto  tempo  il Preocipe  Carlo.di.Mattttiua  «iaGoico  »iafciamte  to^ 
(j^nbipo»  &:  vaaiiambma^ 

.£|KHX>dcipo,iiMioòdi'ricaaooe:i)DHMii»MflMÌaO         \ 

A>^^i  l>i;Mmb«Mllppe.il^^^ 
li»  e  del  Rcgtto»  poiché  oltre  all'cfalatioiifi  xlelle  &iimDer«£cir(rao  Acqfau&OBBeth 

Si  (couroiipt^iliimioci  acaderoM.^fieij»  fixìtirò  il  Manst^cagiottòaltrilpft* 
t^[it«poli  effetti  «    . 

P^^^jail'altra  vita  FranoeTco  Mari^  IL  Ducad' Vrbiso  m  età  docvepita « h*- 
netv)q^prmachAim>rij|||b»iwrìtaMlaPc^^  ba  Nepooe  ,.figiiaj^ 

Fu  dal  Magg^CM<igliojcreacaN<H^  yeMfioJIGnsdìnal  difiidid- 

Iieu»<306i  fuppjcatp  4alf  Ambafciaior  dA^eaaciaMao^mr  d^Aaò . 
.   Nella  fine  di  taoie  tucbirienae^teminò  ìl^oriu  di  ^ofta  mortai  irita  ìi  jprudca* 
te  £)Qge*  baiieiKlo  ooa  imnaiulvle  jQft(laiùa« 

Pefte  icke  feto  aelle  Monete  dette  0(èle  >  che  ^anno  ftampar  i  Dogi  ogn'anaoé 
per  jdooade aVa  Nobiki  »  aelteibtm(»tc«da  ^efto  cPcsocipc»  n  f^àTecaph 
deUa  SailMte  |»er  il  Voto  £ttcerjQameioi^ 

.CiìÌEq^QtoQÌii$aiita Maria  Nuoiu>eiIbador^^      PrmcipaM  cbKMniii 

dixa* 

.,1 

^     VRANCBSCO  ERf zzo  DOGE  LXCVS. 

ANNO  itfjr. 

GOa  tNtti  1  VotifédetiD  Doge  FraiKeTco^EriaDOf  CanaOiete^e  Ptocmator  4k 
San  Macco»  netta  fine  dell'anno  jò  j  i.  mentre  egU  efctdtaoa  ancora  iacaiì^ 
«a  di  GencraleinCampo»  perche  fc  bcDeeraJcgpicaiapacc^agaKfanacdi  non» 

dime- 


646  OELLE     VtTE^    1 

«IfafiemirifbiMtrkMilittc^i  i  htaBdiì 

m  Maiicoiiaf&  ad'affiomu:  b  Scalo  ddla  RepiMka .  0  g^ 

fiigratuiefacnuoer(ale«  - 

Il  Senato»  (pedi  fObfW  m  Corriere  i  dartene  ^arte .  Bche  vBmo^ìaaaminò^ 
▼erfo  U  patria»  e  iiHX>otrato  da  Ambafciatorì  fpedid  ^ 
til»  doue  £me  k  folice  ceriiiK>nte  con  allegrezze  >  e  fefte  9  fi  pci^^ 
Rtpoblicat  efleodoui  ftaco  foftitQito  oelòeiieralaco  Lu%i  Giorgi  >  cb*oa  Prooc- 

ditw in  Campo.  J 

.  Per  b  morte  del  Duca  d' Vrbino»  feitta  pofterid  nvnkj  lìcaddaBaChicf a  qtiri^ 
k>Scico»cmne(bofeado;  econk>$uca»perl'i(teflamaocaaudi^^  tach 
c6  anco  la  carica  di  Prefetto  di  Roma»  che  dal  Pontefice  Vrbano  Ottano  »  /b  con^ 
ferita  à  D.Tadeo  Barbermo  fuaNep<He»e  ne  fuoi  defoende«tì»  rendendo  di  vtile» 
ei^carica>dodicimilladucari  annui. 

Con  la  Prefettura  »  pretendeua  D.  Tadco  la  precedenza  dagli  Ambafeiatori 
delle  Corone  »  alche  non  alsenciioBO  '.  Efu  prima  rimperattiei  wdinar  al  &k> 
AfflbaTctatore  dì  non  inttruenirt  nette  Cappelle  >  ilche  fectratttta  ^'aitti  Airiba- 
foatorjf  e  Mmiftn  dello  Corone  > 

Nacque  poi  nuouo  difgufio  tri  Giouanni  da  Pefaio  Canilìe#e  Aatibafciatar 
ordinario  in  Roma  per  la  Republica)&  ilmedeflmaPrefeiioS'p^he  ittconttan* 
dod  accidentalmente  in  vna  (trada  con  le  loro  Carrozze  »  fi  fermò  queUa  dd  Pre- 
fetto» e  r  Ambafeiator  non  ofsemandolò  per  eftér  fera  »  feguitò  il  fno  camino;  fe-^ 
cenerò  il  Peraro  pa0ar  ofiiciofamentequakhe  fcukit-ma  D^  Tad^o^ftìimndofi 
<)fficfo»  andò  ad'incontrare  appoftatamente  finffedetimo  AmbalctatOf»»  tMicndù 
prima  contaminato  il  fiio  Carrocciero»  acciò(fingcndo»che  li  cadcffe  il  Ca^Mo) 
ù  ferthafle»  come  appalto  fucccfie»^  cosi  paisò  auaati  il  Pftffetco  ;    / 

Giunto  r  Ambafeiam-al  rttol>alaszoifì»difabttQaffiftito^  (palleggiato  ii  Car- 
rocaetc  da  akuni  aimad  »  e  £mo  faggire  » fottraeodolo'dal  «eritacaoUligo  ;  c> 
perche  queft'eraoHQmnne  con  gliakri  Ambafditwi  s'efibiuaho  di  rifentirCe* 
ne.  .        ^       '        o?'.      . 

Il  Senato  onlinò  al  Pe(aro  »  che  fi  ienafledi  Roma  fenza  ticendarfi  d$l  Pxpa  »  e 
da  Nepoti»  fo(pendendo  anco  in  Vctnetia^f  Audienso  al  Nuntio  •  

A  quello  difgulio  s'aggiunfe  »  che  hauendo  il  Pontefice»  fin  Tanno  pafTato  »  de- 
cretato con  Bolla  il  Titola  d'Eminenza  4  Cardinali»agli  Eletcori  Ecclefia(Uci  del- 
l'Imperio »  &  al  Gran  Maeftro  di  M«|u  »piT>lìibeado  di  ijoa n^Wl^er  -altro  titolo  > 
eccetto»cheda*Rè* 

La  Republica  perciò  continuauaàferiuere  con  le  folite  forme»  dal  che  pren- 
detelo occafione  alcuno  de  Cardinali»  e  fomentando  i  difpiaceri  pafiati  »  ricusò  le 
Lettere  »  con  fenfb  grauiflìmo  del  Senato .  •  *•  -/ 

Accaderonoanco  grauiflìme  contefe  cri  quei  di  Loreo»  fudditi  della  Republi- 
ca» &  quei  di  Arriano»  fuddid  detfa  ChieTa  focto  ilFcixarefe  ;  panche  »  cficndo  Le* 
gato  di  Ferrara  il  Cardinal  Pallotta»  furono  fatte  molte  nouità»  e  danni  ne  i  confi- 
ni de  Venetiani  »  facendo  prigioni  »  alzai^do  Ikade»  inteQandó  il  Pò  i  per  diuertir 
con  aitcrationi  l'Acque . 

.  Ne  fi  mancaua  da  Venetiani  di  reprimer  le  violenze  »  e  d'inferir  danni  vguali  ; 
entrando  in  Sacca  di  Goro»  Luca  da  Pcfaro  »  Ca^an  dei  Golftocòn  qnalche  €jÌ\ 
Ica»  e  Barche  armatela  fermar  i  Legni»die  con  ^iùeri  »  e  merci  andauano  ».coiuca 
k  Leggi  delia  Republica  per  M^  verfo  Ferrara  »diiln%§^ud#  anco  nel  Pò  i  L 

uori 


DE  PaiHCIPI  LIB.  XIH;  ^^ 

ii6rffaCtii>crdicientreilfiiOG(n^  OiKtee{tfpeisttf^MÌiiiU8*ia^rod^^ 
Milirie  neÌ€aDfimdall'fiia»€  filtra  {Mtm  » arzando  gli  ficcidia&idvfiFcmQ^ 
chiamato  deHe  Bocchette  9  &  i  Veneti  vn^aitrotktcodella  DonzcUa:  ma  incer* 
Mpendofi  i  Mioiftri  di  FraiidaycetfiRpnoleoflkiie  t  e  fi  nciraroao  da  /confini  lc# 
Miiitie  • 

S<^  nondimeno  9  nel  ponto  di  fiabilìr  l'accordo  »  vna  fatdone  »  nella  <iua}e  rer 
fiaix)noeftmdalqQantiddla{>aitediFe]Taia9e€i«iuite  fatti  prtgjooi»  non  ci*» 
ceuendo  akon  danno  i  Veneti  « 

CeflatePofiefedeirAreiJ9  erimoaèlelbUateidie9  fioDnie9iedai  Pontefice90 
dalteRepublicafUdatcapMoIaalRèLodouiooiiiFraiidai  fif<MMro9o  anco  al* 
cune  ddiedifficutal;  impercioclie9aÌeraiaQdo  il  Pontefice  al  SiaiordiBralEH: 
AmbafciatorFrancefe^  dinoiihatter  hanno  ameoedcnte  notjtiadi  qMoto  iiio» 
ce(reinRomacMilPeraro9nemenoddknarfi  diPak2TOilCan:occiqM>9C(Ìer€ 
fiatopamdpefiioNepotef  fenee^Mrtfle  con  partioolar  difoootcntoi  faGoul^ 
iKmdffc  rì^roTamente  ì  orfpeMli  dett^ocdfeoon^^ 

Dichiaro  io  oltre  a  GatdtoÉK  efière  ia  RepoUicadi  Venotaa^come  fdfenpce 
cònnmnerata  con  gfi  altri  Ré;  eperò  efierconqirdaaeirMeettMiedel  XkokMC 
£iiiinenza9  impooendog^9clienc<«dfeiok  Ixctereconfelo^ 

Sodis6monSenatoperI*e(jpMSod9edidiiaiatkM^  il  NuncaoaUe 

Atidienzc^inniòper  Ambi^ciacorciÀBacì^  Lii%i  Contami  Car 

naliere* 

Qganto  a  confini  >  fl  mandarono  Cóminiflkri)  dati^wiatcfjltraiitrtwna  per  le 
dtfficoitd  9  die  lùrfceuano  9  rìufeirono  vani  j  cattati 

Si  rìdnfle finalmente  il  ncgotioin  Venetsa  con  lamediaaiooe'de  Mimftrì  di 
Franda>dichiarandofi  femprefronti  i  Venetiaiiidi  accertar  qnei  partitì»cbecofi 
Ia8iiirifdittionedelMare9deUcòocche^eFionuSc  ticUaSaccadiGorotfnrefo- 
oal9erogliantidii|>«tico¥ecrai)ri69etoj&M  perei» 

&  li  scanali  «  che  icont>no  per  hCkti  di  Vxwtia  « 

AUi  ló.diNoiienibredel  iSjtJfcgà  la tmgnfnofa  ^  «  memorabile  battadia  i 
Lmien  vidoo  i  Lipfiainella  qnaleinon  combattoo^oiGuftaiio  Adolfo  Ré  di  Sue- 
tia9  tanto  commendatoétScrittotitii  ifircÙ9iHdore9  epmdenaa  * 

Morì  incpeft'tnnoS^mondo  Rèdi  P0kHiia9fnccMendoBli  per  elettone  Vh^ 
disteo  fuo nglittolo  naamore  >  al  qnalemandò  2  Senatoper  Ambafciator  JSftra^ 
Mdioark>ataii^[rarfi6ioipoGk>EdCaoafiere9&il  &èimiòaVeMtiailI3iuqL 
OffolinfdiÌ9aTaider^tìeaPadrideDacongratn}atione9e^  fùaÌ%naK>  pejr 
iK>mePi4>lico3ll^aIa22odiIoren2oGiidlinfauioaSan  Moisè  fofgailMWalgnHV' 

il  Cardinal  Infante  di  Spagna  il  mefe  di  Infamo  t^ìhi^i 

Ci  Vdieroa 


nindòlaRepoblka  per  Ambafciator  Eftraòrainario  Bertnoù 

gratdarfi  del  foo  felice  arriuo  ;fìmandando  ancocaesli  a  Vesetia  il  ConteCarb 

Borromeo  per  fno  Ambafciator  £ftraordinario  i  render  scatieal  Senato  detTof-* 

€cfopaflatofeco« 

Venne  anco  in  Venetia  in  qnefio  tenrpo  ilBiica  di  CbridÀmandato  dal  Aàdi 
Francia  per  fuo  Ambafidator  &inimdi!i^^  oon* 

fini  tri  quei  di  Loreo9&  Arrianoi  e  peraltri  a&nriancora* 

Fu  accolto  dal  hsbttco  4on  afictcìnfe  diniofirati^ 

ria  Formofa»  nel  Palazzo  di CiouanniCrìmani«, 

In 


6^B  l>fi  L  L  B    Y  KTB 


^  * 


In  Egra  fi)  vccKb  Alberto  di  Valftain>Duca  di  FridlandtaGenettleicCofximaii- 
daiitc  afloluto  delfArmi  deirtmperator  Ferdinaiido  II.  ftimaco  fuo  ribello . 

Perltguerra  dichiarata»tra  le  Corone  di  Fraacia>e  di  SpagnaiC  principiata  ne  i 
^lefi  baffi  f  8e  ia  Gentiania»  auuidnandofi  anco  al.*icalia;  La  Republica  /e  bene^ 
conferuò  fempre  nella  neucralitiitutrauia  fortificò  i  pafli»  e  munì  i  confiniiponen- 
dòui  buone  miHcie.  Mandò  Generale  ih  Terra  ferma  Luigi  Giorgi  >  e  Proùedicorì 
Stbadian  Venicro  in  Valcamomca»  &  Michele  Prioli  nel  Veronefe  • 

Mentre  s'attendetiaraggiuftamentó de  confini  (che  farebbe  certo  fedirai  non 
cthinte  le  difiiculciì>che  di  quando  in  quando  interpoQeuano  i  CooiiniuacijEcdle- 
Ìiaflid>procurando  feoipre  di  eftendere  i  loro  termini  anco  ne  luoghi  propp;  delia 
giurifdittione  de  Venetiani>a}cbe  non  aflentiuaoQ  i  Miniftri  Fràcefi)  hi  oanuouo» 
rniportante^S:  inafpettato  accidente  interrotto^  qtteftot&  ogo'ala;o  n^tio  con 
1lonia;poiche9partito  dà  quella Corte^con  licenza  del  Senato»  l^Amb.  Luigi  Con* 
tarini>perportar(iad  alcuni  Bagni  di  Tefcaiia>iKC60kato4a  lue  indilpòficioni  » 
per  di  Id  poi  ritornare  aUapatriMrcftaado  iuiyfino  all'arriuo di  nuouo  Atabafciau 
Francefco  Maria  Roffi  fno  Segreto  Sti<opri  fubito  nella  Sala  R^ia  di  Vaticano^ 
matatoie  mutilato  rUtogiioiiattogii  porredal  Pontefice  PioIV,  coacon/igUo  »c 
confenfo  del  Sacro  Coiaio  de  Cardinali  ^(fci  quali  vi  era  il  S.  Carlo  Borromeo 
fino  Nepote^nella  pittura>  che  rapprefenta  1  Hiftoria  di  Papa  Ale(s.  UI.  Per  la  qual 
inuutione>fi  kuaua  alla  Rep.ilmerico  >  e  lagioria  douutah  {|cr  qoeUooperò  a  fol* 
leuo  del  (udetto  Papa  AleiTandro  III.  &  i  beneficio»  e  decoro  della  Chiefa  • 

II  che  intefofi  in  Veiietia»fi  turbarono  i  Padri4i  cosi  Itraaa  nouità;  e  pdrc^  or- 
dinarono al  Roffi  di  partire  fubitamcnte  da  Roma  fenza  prender  licenza  né  dal 
Ponteficei  né  dalla  Corte»  vietando  PAudienze  al  Nontio  vCon  dt^i^ratioac  di 

no!iaccommodarfin(iaiad'altropart|tQa(h^fti|4  r?ftityciqn«  (Qtjeta  A^^'Ek^gia 
primiero* 

*  Ricercata  nondimeno  la  Rep.da  Papa  Vrbano  di  cooperare»e  d*e£kr  mediatri^ 
ce  per  la  pace  fri  le  Corone>€on  Breu^  wuia  o4  Vcnetia  dal  Cardin.  Ginctti  >  nel 
T>iisar  per  Io  Statoimentre  andaua  anch^egU  comaLegato  i  Colonia  Citti  defti- 
nata  per  il  congrefso,  i  quelFeftctto.  Il  Senato  accettò  il  Breue ,  e  vi  mandò  Gio- 
uanni  da  Pefaro  Caualiert  »  hauendogli  fatte  le  medefime  inltanze  anco  i  Miniftrì 
di  Francia»  e  di  Spagna . 

Haucndo  »  i  Miniitri  Cefarei ,  &  Spagnoli  dcpofti  i  Liuori  »  &  abbandonate  le 
nooue  pretenfioni  contro  quelli  della  Repub.  e  ripigliata  Pantica  corrifpondenza 
con  la  folita  pariti»e  trattamcnti,cfpcdi  il  Senato  per  Ambafciator  Ordinario  al- 
l*ImperjKoreGiouanni  Grimani  »  e  dal  medcfimo  Imperatore  fii  mandato  i  Ve-  ' 
netia  il  Barone  Antonio  di  Rabata .  Alii  i4.di  Fcbraro  del  1637.  pafsò  all'altra  n- 
tà  Ferdin.  Il.Imperaròre  ne  gl'anni  dell'eia  fua  59  fuccedendoli  ucUlmperio  il  Fi- 
glio Ma^iore  Ferdìn  JILelett#  già  Re  tf  Vngana,e  poi  Re  de  Romani  nella  Die- 
ta di  Ratisbona  li  a  2.  di  Deccmbre  dciranno  dccorfo  1636*  &  al  prefence  Impe» 
ratore  »  al  quale  mandò  la  Republica  per  Ambalciatori  £itraordinanj  a  coodo** 
lerfi  della  mprcc  del  padre»  e  congratularfi  delia  fua  Afsuncionc  all'Imperio  Re* 
iiier  ZenotCaualierc^c  Procurato? di  S.Marco,  &  Angelo  Contanni  Caiialicre. 

Venuto  a  morte  il  Duca  di  Roano  per  vna  ferita  rileuata  in  voa  gamba»nel  fat- 
to d'Arme  fotto  Rheinfcld»  lafciò  alla  Repubbca  in  dono  la  fua  Armatura  per  fé» 
gno  d'aftetto»  e  in  tcttimonio  di  quel  Yalore»che  lo  afcrilse  fri  i  pili  vak)rolì,e  pru- 
denti Capitani  di  quc(to  fecolo .. 

Sue-  ' 


D  E  f  Èli  NOI  pi;  L I  a  X  ÌU:         ^6^ 

'    Sneceife  in  Vercelli  la  inorce  del  Duca  Vittorio  diSociota  d  7.  di  Ottobre  xéyj^ 
,  nella  fua  ecdd*anni  5i.lafciàdo  tre  femineyedae  figliuolt  inteoerìi&maeKi.II  ma^ 
gR>re  nominato  Franeefco  Giacinto  di  M  pochi  mefi  colto  dalla  morte»  fcgoitò  il 
p^re.  Refiò  herede  del  Titolo>e  dello  Stato»  ilfrateUo  detto  Catk)  Emaouefe  • 

Morfe  anco  in  queft'anno  a  ai.  di  Settembre  il  Duca  Carlo  di  Mancoua  in  eri  <fi 
l$i  «anno  fuccedenddi  il  Nepoce  nominato  anch'egU  Carlofiglio  pnr  di  Carlo  Da* 
ca  di  Rhetehd^anni  minori»  raccommandato  perteftamento  >  e  codicillo  alla  prò* 
tetcione  delbt  Corona  di  Francia»e  della  Repub.  8c  alla  R^enza  della  madre  >  la 
quale  riceuè  il  giufaméco  da  pOf>olì  in  nome  del  figlio»  &  inuiò  a  Venecia  il  Sena« 
tore  Par^leoni  per  inlpetrare  te  continuate  affiftenze  >€  la  direttione  ddL  Senato  « 

^  La  Rcpublica  aflicuratafi  d'0€:ni  Domti»che  poteflk  prouemre»e  dainmperaco* 
rci  ^  da  Spagna»nello  Stato  di  &^antoua»e  ftancfo  quieta>e  ficuranel  Tuo»  nfocmòt 
cdimfnui  il  nomerò  delle  fue  Militie>che  tencua  in  Terra  fermatrichiamaoik)  an« 
co  li  Cenerai  Giorgi»  lafdando  Michiel  de  Frioli  con  Titolo  di  Proueditore . 

Il  Senato  inuiò  a  Mantoua  Ln^t  Molino  Amba(idator  Eftraoidiaario  i  condo- 
lerfi  della  mwte  del  Duca  Catìo  >  &  i  complire  con  la  Prencipdra  »  e  con  il  nqouo 
luccdrore  Aio  figUuoIo  »  hauendo  di  già  eflfa  Prencipefla  datto  parte  di  ciò  a  Padri 
per  il  Marchefe  Nicolò  Gonzaga  fuo  Ambafciator  Eftraordinario  • 

Dopò  2;.anni  in  circa  di  ft^rilità  nacque  al  Rè  Lodouico  di  Francia  il  Delfino 
d  5  «di  Setcenriire  del  itf  ^.  con  incredibile  allegrerà  di  tutto  ouel  vaAo  Regno  »  e 
confolatione  di  quelle  Nfaefti  »  che  refe  gratie  a  E^p  »  per  cosi  fegnalata  felicita  » 
mandomo  anco  alla  Santa  Cafa  di  Loreto  vn*AngeIo4!Argento  mafficcio»che  fo- 
(tiene  nelle  bracda  vn  Bambino  d\>ro  pur  maificcio  %  rapprefentante  il  Delfino  ♦ 
Impetrò  anco  il  Rè  per  measo  del  Tuo  Ambafc.Rlefidece  in  Roma>dal  Pontefice  Vt<* 
bano»Ia  BenedittioneApoftolica»chejgliela  diede  co  grandiflimaruaconfolatione« 

La  R^na  anch'^effii  mandò  ad  ofimre  alla  Verg.Santife.  pur  di  Loreto  due  co- 
tone d*oro  mafflccio  tempeftate  de  Diamanti  co  uigli»&  altri  ?aghiflimi  laoori  4 

Andito  Amorat  IV.  Gran  Turco  aU'acquifto  di  Babilonia  contro  il  PcrfìaiK)  j 
raccolfe  vn'Efetcito  di  300.  milla  combattenti  »  conuenendoli  »  per  adempir  cosi 
gran  numero  »  dìfarmar  molte  delle  Aie  Galee  \  ma  per  non  lanciar  il  Mare  fproUi<- 
itoscommife  a  Corfari  BarbareA:bì  di  andar  nell' Arcipda^  con  le  loro  Gakc» a4 
y  m'rfi  con  le  Ortomane»che  iui  erano  rimafte  •  Ne  efpedirono  d'Algieri»  e  de  Tu* 
nifi  vna  fquadradi  i7.alt*obbedienza  de  Turchi  »  fotrò  il  commando  d'Ali  Piccini- 
no rinegaC6.Nauigarono  Terfo  TArapelago;  ma  auidi  di  preda»fapendOfCÌie  fA^L 
niaca  Veneta  fi  ritrouaua  in  Candia  »  voltatele  Vele  »  entrorno  ndl' Adriittico  con 
ferma  deliberatione  di  predare  il  Teforo  della  Santa  Cafa  di  Loreto  •  Nel  paOare 
però  fi  tennero  verfo  la  Pt»gliafe  sbarcati  a  Nicotri  faccbeggiarono  quella  Terra-» 
e  luoghi  vfbim*»facendo  m<3ti  fcbiaui»&  in  particolare  alcune  Monache.  Pi  ]i»tra- 
uerfato  il  Golfoipeniennero  a  Cattaro»e  incontrato  vn  Vafsello  lo  prefero.  Vote* 
uaoo  jx>ner  a  facco  Liffaiò  altro  loogo  della  Rep.  e  andar  noi  verfo  la  Mail:a»  per 
b  preda  di  Loretto»  quando  fopra£atti  da  inipetnofabora(ca»fcorfero  nel  Porto  * 
della  Vallona»Fonezza  del  Turco  •  Sopragtunfe  intanto  TAr mata  Veneta  »  di  a8. 
Galee  iottilt»  e  i.  Galeazze»commandata  da  Marin  CappeNo  Ptoueditor  »  il  qua- 
te  deliberò  di  combatter  quei  Corfari  >  ancodentro  a  <)uel  PoQo»  fapendo>  ch*era 
permeflb  a  Venetiani  ^  per  k  capitolationi  con  Turchi  »  di  perftiguitarli  »  e  cadi* 
garli  m  ogni  loogo  »  con  prohibitione  a  commandanti  Ottomani  di  ricettarli  ; 
e  perciò  $'  icoaTc  aU*imprcfa>  i^ic^ndofi  con  grande  ardire  >  nel  Porto  > 

e  per» 


f76  TJEL  LB    vm 

già  Lorenza  NtarocUoCaptOKi  ddDc  Mani  • 

Ccwifufi  I  Batiiatcfchi  awa  wtrm^ 
fi»cdìff-'i<knJó(iColCannoiìrj^CDttMofchctd^  cbOaFoitazsL^ 

co»  tiri  incdbacanencc  sma  aimanzandofi  ^Galeazze»  e  fòctoa}  kmcalotean-r 
cofcfomli^dilhirffafoiripari^ 
a|Ufagi»abtKiiidnnafclciOiX>GaIcc>ddkqaaIirrf 

AnjgmArocfeniariiiairfco^ai^^ 

akre^che  &i:QooiiiaiKhtea.Veiictia  .  RcOàCecita  di  mo^bbecoa  Mkfuti  Mi- 

«ott<>$apracoaiito»chc  fi  portò  rakMtrfu^ 

V^BOBM^httiaìfaa.  Vlcoeci»»  portaa>daJdaim^ 
fild^coratodalSenatiSdi  catenad^b». 

RefegtaticaDiotdal  9vttìco%cciàt$tz  rtat  BfidCi  firieme  ur  CbkfifiSaa^ 
MarcOf^ncenèlccòngEaciiladom^e^api^^  Pìeoéft  CBdftttoi  »  coi  meia 
de  i  k>io  Mmiftri .  jnaianHoglf  il  P^mencc  vn  Bìrcoc  ptnynhir»  cftrcoocctteua,» 
k  lodiVe  rammeonoraiMi  nuxioiiic  deUz  Rcpcbtiat>c  fpectateeare  ^  qjotacD^oie* 
fòindifefàdclUSancaFcdb^^magmficanaoaQC^  pam- 

iicrtiberaM>.c{Micfen]atacaiù  e  defl^^ 

ChkÙLdsi  cnKfeliffiini  mafii^» 

Rkeoifcioifu^kfc  Cot&d  alla  Pòr^  votf  f.rcoUoescKfe'  ftrf^ 

si^lom  precettori  Jmlaftro  iLCaimefaib  ch'è  it  VSc^csntc^eHl^pctto  Otco)» 
filano  (pR"€0dr  il  Gcan^SJgporc:  iniie^ 
btiùi>à  rifeottnicwri  >.  \ 

Egtemjfe  guardfealbiQUitdi'  tuigj  Omtafiai  »  cbNcra  Kaifo*  dandir^nrdi 
tutto  iKucceiioad^niurat  >4)  (jnate  (dcgnacoifopramodo*  >  sicmli  il  commerci» 
•Ofv  Venetiani^mmacciando  di  ycndicargcootrala'KìepobBca»Ja  €guic9àÉMm^ 
dtf^iU  fcdeiH*Armì  Ottomane  contradi  &  Kfii)ofe 
tsuicin  Mtoe»a(ficurandaJ'Kolc>^icoi^fimcoacvaUdc&>m 
ieiìtKtiiodtowipotentc  ninMcx>>.cfcgggndapccOtHraafir^  MTatCiiSi^ 

gì  Giorgio  Procurarerdi:&\£u»>  ». 

Ma  racosi'gnuidela  padcnza>c:f>nidcnza:deLBàil6>  chr  pracato  fl  Gran  S%m^ 
flMon:WtM(IinK  ra(;iom).non]roloococttrà4'aggiiiftaaieiito  >  chtoomaeaiKxinL^ 
|»er aggtonta  alle  Vecchie  Opitoiatioai»  che  poteffero i  KfiniftrbcKjìDinnaniàft* 
ttddlaRepubttcaperr(^imreatK:ajiei  Pteci^cfotto^l^  Fòrcee»  OttomaiML»  r 
tutti  i  Cwari  »chc  fnfeitafgcroJa  nauigatiooe  »  ctranagliafeeco'  i  (àor  kffd  t&  if 
Ilio  Stato».  SucoHscl'^qusitodicpicfteGiliBe  Bauturrd"^ 

Andato  à:  Roma  it  OrdthaK^nnara  Patriaica  di  Vènctia  ^  ai  LimmérUp^ 
lerkìHf  iì  Pontéfice  leoò^rfitogio  da Joi  mutilato ^icnea  però^  rimetterìL  primo  di 
PiO'I  V.  E  perche  defìderaua  ilSanto  Padtr  dlvnii^  con  h  Repuhlica  »^s^  per  la^ 
mediatione  ddta  Pace  fra  le  Coronc^st^atico  per  opponcrit  eoa  tutte  le  Bone  io- 
lifcme  con^sa  per  diTefa  dtUa  Gto'ttianrti^  quando  il  Turca»  £3mr  quelito  pre^ 
tefto  baucfse  voluto trauagQarbt^dcliberò  il  Senato  d^inuiàre  à^  R<omai  per  ti 
bafciator  Bftraocdinaria  Giouanni.  I^ai  Procuratordi  San  Màrcoi  cbe  fa 
coitótial  Pontefice  coaeftuQcéivaiàcdinioftfiationi  di  honore»  oiii  giubilo  « 
'  Net 


'  Ne)  p^^o^io  dell'amo  i&fo.  ij.ài  Pebraro ,  Tegu)  la  morte  d'Amotat  Sfj^or 
jde  Turali  ki  CoftantkiopoU  d' Apofdefia  per  rimmoderaco  bere  >  datto/i  af  gm9 
del  vino  >  vietato  nell'Alcorano^ 

Vifle  Amurat  anni  3  ^  e  nell'Imperio  1  %  Egli  per  Tacquifto  di  Babitonia  iTac- 
qniftò  gran  nomet  e  nel  ritomo  da  c^ueif  Imprefa»  dicevi  che  face^  foleniie  voto 
à  Macdmetto  di  non  deporre  1*  Armi  1  fé  non  foggettaua  la  Chriftianitd  al  fuo  Im- 
perio» 

Non  lafciando  Amurat  figlinoli  ftì  aiKinto  alTImperip  Ibraim  fìio  fratello  mi- 
nore di  eti  di  27«a]ini>  ctf  eri  tettato  prigione  >  erifmeato^lido  »  attendendo  a^ 
colepaeriN)  dtmoitrandofi  ftupido  >  Scottufo  •  Inuiò  la  Republica  a  congritnlarfi 
per  Ambafciacor  Eftraordinario  Pietro Fofcarini  9  8c  Girolamo  Triuifatto  >  chc^ 
reftò  Bailo  >  in  luogo  del  Contarini  » 

,  NacquetlRi Ix>doiiico di Franda>va*altro figlio niafetuo> chiamato PilfppOf 
con  titolo  di  Duca  d'Angiò  • 

*  Succedèrooolcfollruttioni  del  Prioidpato  di  Catalogna  *  e  fahenatfone  del 
Regno  di  Portogallo  daHaCorona  di  Cafti^»  creando/i  i  POrtoghcfi  per  loro 
Rè  D^Gtouanni  Duca  di  Bn^aaza  >  che  fa  mcoronato  >  mfiemecon  la  mogho  t 
4>onna  Ixàiz  Gufaian»  forella  del  Duca  di  Medina  Sidoniaiin  LisbonatneUa  Chic- 
«ìlkxhiepifcopalet  da  qnell'Arciuefcouo  »  e  con  acdamatfoni  »  fà  chiamato  Dot 
<3ionaamlV. 

.  Morìe  il  Cardinal  In£ttile  in  Bniffefles»€On  dotor  vniuerfale  di  quei  Stati  »  dout 
era  defiderato  come  Prencipe>e  fratello  del  Rèi  fupremo  Signore>&  amatoper  la 
Ina  bontdicpnidenzanel  gouemarU»  e  valore  nel  ciifendcrli  • 

Entrarono  i  Turchi  »  con  permiffione  d*Ali  Bech  Sangiacco  di  Li<cca>  &  Durar 
fuo  figliuolo  nel  Territorio  ai  Zara  t  danneggiando  quella  Campagna  ;  il  che  vifto 
da  fuoditi  delia  Rep.ne  fecero  de  maggion  in  quelle  de  Turchi  j  i  qualidifegnaua- 
no  d'entrar  nel  Territorio  di  Sebenico  • 

Ma  Gio:  Battiila  Grimani»  cheera  General  in  Dalmatia  1  col  foKto della  fna^ 
prudenza^e  defteritd»  gKndufle  alPaggiuftaoienro»  trattenendofi  Lu^  MaMpien^ 
Proueditor  de  Caualli  >  di  fcorrere  pm  oltre  del  confini  Veneti  « 

E  perche  Girolamo  Trinifano  Bailo  a  Coftantt0opoli>  hauea  9  con  doglienzo  > 
datto  parte  dell'incurfìoni  Turchefche>  contro  la  pace  ftabilitk  col  nuouo  Sigoo* 
re  Ibraim  »  fu  dalla  Porta  ifpedito  vn  Chiaus  in  quelle  pani  y  per  ftabilirui  la^ 
quiete  • 

Segunrono  nuoui  di(lurbi>e  nuoue  turbulenze  in  Italia»  nate  da  difguftiiche  paf» 
iauatiotri  il  Duca  Odoardo  di  Parma»  e  i  Barberini!  per  hauer  quello  rioifato  de 
apparentarfi  con  quefti>eflendone  ftaco  ricercato.  Per  no  hauer.voluto  cederìi  al- 
cune Terre  del  Ducato  di  Caftro  »  vicine  a  loro  beni  •  Per  ederfi  partito  il  medefi- 
me  Duca  di  Roma  t*anno  itf  ^^.difguftato^enza  vifitare  effi  Barberini»  e  per  nK>I* 
te  altre  caufe  ancora  • 

Godcua  il  Duca»come  goderono  anco  gli  altri  Duchi  fnoipreceifori  >  per  con- 
ceffione  de  Sommi  Pontctici  le  tratte  de  Granì  »  e  quefle  gli  furono  riuocate  dal^ 
Papa  Vrbano>con(ifletxlo  in  effe  le  principali  rendite  di  Cafìro .  I  mercanti ,  (che 
erano  i  Siri)  »  a  quali  erano  aifitrate  dal  Duca  per  nouanta  fette  milla  faidi  all'an-^ 
.  nc^  mancando  ¥cGto  »  le  rinuntiarono  :  onde  non  potendofi  piti  efi^ere  quel  dina* 
to  >  che  era  desinato  per  p:rgare  i  M^ntifti  »  ricorfero  quefh  allaGiuftitia  »  &  ot« 
tennero»  che  foffc  il  Dpca  Ciuto . 

Vu        Tutte 


^-fi  DELLB    VITE 

Tot»«wflccofc»ftiro&flDpcacfarniom 
lo  Scaso  (U  Caftro  ;  e  pcixiò  fprczate  le  TK  gia^ 
rtfiftcre  contro  la  forza  • 

E  gii  pòfe  in  Caftro  prcfidio»  eperGoDcmatort  Ddfioo  AogidieiJXl^ 
jnoMororriiìo»  fortificandolo  a»  nieacIj«KfTcn:apicoif  FortÌBi»c 
^som. 

Certifìcaro  Papa  Vrbano  de  preparamenti  del  Ducale  delle  fortifiicatnii 
tt  inron»  a  CaCrot  (attribuendo  tatto  ciò  a  rprezzo»&  a  rìb^^ 
Auditor  della  Camera>cbe  con  la  publicatione  d'ni  MonitodoMiitiaiafib  id  Dm 
OdoardOfCheintetnpodi  vnnieicidoueffedeaioliretutte  le  fortifica(io«£U>- 
bricate  intomo  a  Ca(tro«ekfiar  di  la  il  Pnpfidiote  che  altrimenti  iatocxàfhiìaxxxfat- 
defse  incorfoie  in  reità  di  rìbellionej  &  \xi  fconunmka  • 

I  Barberini  in  tanto  a&oidarono  Tei  lùilla  FantitC  cinquecento  CaiitfiàKXDdo 
Piazza  d'Armi  in  Viterbo . 

D*Tadeo  SarberìnoPrefietto  »Gcneiafe di  Santa  Chiefìi  >cn  anco liGnctalc 
di  qutOe  militici  &  il  MarcbefeMatteiMaftro  di  Cam|K>Gcnetale. . 

Non  mancauano  i  Prencmi  d'Italia  col  mezo  de  i  loro  IJóiBàSaitài  pmcmM  f- 
4if;giuftamento:  onde  con  altra  Bolla»  fu  prorogato  il  termiaeal  Ducadi  altri  i\. 
giorni;  ma  neirifteiso  tenipo  si  27.  di  Sciientor  dd  1^41.  cattò  il  MarchcfeMai* 
tei  con  TEferciro  nel  Territorio  ox  Caftro>e  prefa  la  Rocca  di  Monff  Ateo»  ft  altri 
luoghi  vicini»  fi  accoflò  alla  Terra  di  Caftro  9  doueTokatoilCamone  ya£>lei» 
defirutte  le  fonificationiJ'hebbe  a  patti  in  capò  a  fette  giorni^  . 
Jl  Duca  per  opporfi  ad  ogni  pregiuditio»  che  di  pore£sero  afyportateglf  atti  gm- 
ditiarijf  gli  fatti  contro  di  luiifecc  prefentare  air  Auditor  della  Camera»  vnafcrit* 
tura  con  protefti»dtcfaiarando  in  elsa  i  Barberini  per  Aioi  Nemid  . 

Efibiua  il  Duca  le  conuenienti  faumiliadoni  al  Pontefice .  La  Repoblkareplkò 
gli  ofHti j  a  Roma»acciò  reftaisero  fofpefi  gli  atti  giudit iari j  »  che  foiTcro  ammcfec 
le  humiUatiooi  del  Duca  »  e  darfi  luogo  al  trattato  »  moftrando  d'cfpedir  anco  m* 
Ambafciator  Eftraordinario  a  <|aefto  efietto  al  medefinxo  Pontefice. 

Panie  che  egli  (kiegna(sedVdnre  ^  oditi  j»poruti  per  ordine  del  SdutOpcqaaG 
con difprezzo negò d*interrompere il  coribdel gtuditio» edi  amitìcttere  ~-*-- 


tori  in  caufa  rertente  tra  il  Souranno»  &  il  Va($al}o>perfiftendoefso  Pontefice  iii^ 
voler  »  che  il  medefimo  Duca  anda&e  in  perfona  ad  bunuliarfi  ad  efso  •  E  i  Barba^ 
rini  fi  dichiaromo»  che  non  afsentirebbono  mai  ad  alcun  trattato  »  checoncemcf- 
(e  la  rcUitucione  di  Caftro»  e  di  MonrAlto . 

BIG  non  (ilo  accrefccuano  di  giorno  in  giorno  le  loro  Militie»  e  nel  Ferrarefe»  e 
net  Bolo^^ncfc;  ma  ancora  er^uano  Forti  di  qua  dal  Pò  a  Figarolo»&  Mdara  con 
grofii  prefidi;»  contra  i  patti  atltichi  della  Reptiblica  co*l  Ferrarefe  »  oltre  che  ^p* 
portauano  grani  precluditi)  al  Poiefene .  E  perciò  ordinò  il  Senato»  che  fé  acctC'* 
fcefsero  i  prcfìdi  j  vicini  »  &  cfpedi  in  quei  confini  quattro  miUa  Fanti  »  &  akuno 
compagnie  di  Caualli  • 

Si  cont inuaua  in  R  oma  a  citar  il  Duca  con  replicati  Monitori j>  e  Breui  con  Sal« 
uo  condotto  »  prcfcriuendogli  l'andata  a  quella  Coree  »  con  folo  cinquanta  per* 
ione. 

II  Duca  fece  ftampare  vn  Manifcfto»  altretanto  modcfto  »  quanto  pieno  di  n- 
gicnii  allegando  in  efso  patti»  e  Priuilegi»che  dimoftrauano  chiaramente  Toquici 
della  fud  caufa:  e  perciò  tu  fentito  vniucrfalm'cnte  con  molto  apptaufo  • 


DE  PRINCIPI  LIB.  Xni.         575 

Si  c&rfeaMora  d^pe4ircni*Ambifetatw 
«flbquio  f  e  refprtffioni  di  oùette  cnTc  >  che  nmr  hanea  potalo  atttgare  m  giudi- 
àùiMM  il  Potitefee  rigettò  r  AmtNrfciaa  »  e  differi  la  promu^tioneddljl  {cateti 
M^perhauer  creato  Cardinale  Monfignor  Ractti»  ch^craAuditordella  Camera  » 
flcllatffocnotisnìéidedi  16.  Deccmbte  1^41.  neim  quale  per  allcttate  i  Preocipr 
creò  anco  Rainaldo  da  Ette  fratello  del  Duca  di  Modenat  Giulio  Ma2iariniiPAb- 
bate  Peretsi>  nominati  da  Cefare^e  dalle  due  Corone  di  Frmci^f  e  Spagna;  E  per 
la  Republica  tìi  cotnprefo  Marc*Antonio  Bragadino  Vefcouo  di  Viccnzat  Nepo- 
te  di  Marc*AnuMiio  »  che  ftìdal  barbaro  Msmfii  t  fimo  crudelmente  fconicare  io 
Cipro  l'anno  1571. 

Nonbaftaronoin  ftie  gli  offiti)  paflkti  daHa  Corona  di  Francia»  dal  Gran  Dts« 
ca  di  Tofcana^e  d'altri  Prencipi  3  ne  i  rcfiiczti  dalia  Republica  j  per  impedire  li^ 
feiMraza  ;  poiché  fi  Papa  dichiarò  il  Duca  Odoavdo  fcommunicato  9  prkio  de  gli 
Stati»  de  Feudi»  della  Dignitd  »  che  dalla  Santa  Sede  teoena»  e  condannato  in  tutte 
ite  feefe  fisute»  e  da  fiirfi  • 

u  eflècutione  di  che»  fuiooo  poiU  all'incanto»  i  Vahtth  &  Be^ 
netta  in  Roma»  piendendo  anco  la  Camera  il  nodeffo  di  Caftro  « 

Si  conunoffero  graneménte  i  Prencipi»  vedendo  da  Barberìni»  ({prezzate  le  loro 
jttftanze»e  naaj^jioraiente  per  haoer  il  Prefetto  fatto  chieder  il  pM>aì  Duca  di 
Modena  >air£kricieo  contra  Parma»  e  Piacenza  »  e  perche  eflTo  Duca  era  rprooifto 
di  tutte  lecoTe»  (1  andana  fchermendo  con  generati  rìfpofte  :  ma  replicategli  l'in- 
(bnze»  fiì  con  minaccic  auuertito  dal  Conte  Carp^na»  che  ftaua  ne  i  Quartieri  di 
Caftel  Franco  a  fuoi  confini»  pronto  TEfercito  de  Barberini  de  20.  milla  combat- 
tenti a  pigUarfelo  per  forza  • 

Il  Duca  j^lretto  dalla  neceffiti  »  e  dalle  minaccie  »  Raccordò  per  tu  mefe  »  con.» 
conditione  d'eflcr  Tei  giorni  prima»cbe  (i  mouefle  rEferciro  »  auuiraro»  acciòcbe  R 
poteOerodifporrelilukiggt»  che  in  altri  quattro  giorni  fofle  fuori  de  fuoi  confi- 
ni»  &  fi  fcoihme  dalie  Piaaze»  e  Cirti  fue  prìtuipzìì . 

Era  peròdr  parete  il  Etacadi  Modena»  di  appoiìcrfi  all'ingreflo»  quando  hauef- 
fe  hanuto  aiuti  »  e  forze  di  poterlo  fare  »  haucndo  affientito  »  e  promeflb  di  conce- 
derglielo Yiolencemente  » 

Per  caftodklefue  Piazae»aniiò  in  fretta  quattro  milla  de  fuoifiKidfti;  &  il  Du* 
ita  di  Parma  in  quel  mentre  vfci  in  Campagna  con  mille  Dra^oni»miHe»e  ducento 
CauaSi»  e  dnque  milla  Fanti  •  ^ 

Comindaif a  la  Rep.  facendo  l'ifteflb  »  anco  il  Gran  Duca  con  nuoue  ifianze»  e^ 
replicati  offiti)  in  Roma  per  la  fofpenfione  e  deirArmi»e  della  caufa  •  Pareuaf  che 
il  Pontefice  acconfentifie  alla  fofpmfion  dell^Armi;  ma  non  i  quella  della  caufa.^  » 
né  alla  reftimtione  di  Caftro  « 

Il  Prefetto  fece  replicar  al  Duca  di  Modena»  che  in  conformità  della  promefTa  » 
aprìfle  il  pa(fo  al  fuo  Efercito  • 

La  Republica  per  impedir  quella  marchia  »  e  dìuertire  quegli  IKcidenti  1  che  fi 
temcuanoda^fuccefii  de]l'Armi»delibcrò  d*imiiare  tre  miUa  Fanti  »  e  trecento  Ca- 
ualli  Cotto  il  commandò  d^Alfonfo  Antonini  »  Comnàtilàsio  della  Caualleria  ;  ac- 
ciò vniti  i  due  altri  milla»  ch'erano  condotti  dal  Marchefe  Gincdardini  »  d'ordine 
del  Gran  Duca»  di fcndeflero  il  Modoncfe>bauendo  deliberato  quel  Ducayd'oppo* 
ttcrfi»  e  contendere  il  pafib  »  promettendoli  la  Repidriica  col  mezzo  di  Gio:  Batti- 
ia  Ballaripo  fyo  SegKtaiéo»  d'inuiarg^i  maggiori  foccorfi»  quando  k>  ricercaflfe  il 

Vtt    %       bifo- 


6y4  DE  LE  B    VITI 


oc>  &  m  fi^k  >  per  li  cafi  Tcndirì  >  vcQiir  a.  Vcocttt  fl  PixDdpc  IX^ 
di  Kfodeiu>&  ilSegrctark>Giociaini  DoamikoPaii^^ 
il  Smtfo  dqmòa  QMUr  €onk>roi  BttdfoNaatfC  Vinoei»^ 
perdtfaitcKiiiieaeiclelUcoaifiHiQcdifelai&if^  , 

Vd  dimqae  conchiufo  Lega  tii  li  RqMiblka>  U  Gran  I^^ 
ca  di  Modeoarpo*  credere  inofTe  TAniri  con^ 

awoccaic  maggiori  turbolenze  alf  Italia»  de6deròfi  i  Prenctpi  deUaoiedefiina  d*- 
tOootaaarktprocurando  la  conferoadooe  propria»e  la  pace  comaiaDCt  s'Tnhun^ 
a  propria  difcfa^per  foccorrerfi  reaprocameote  in  cafo  >  che  fofleco  akuciì  attac^ 
catifo:  per  quel  piibche  a  dife(ad*ann  nmcipiltaliamoperareaccadde»  la  fatt- 
oi Capitoli  pòi  s'eftefe  l'accordo  « 

In  tanto  il  Duca  di  Parma»  ch*era  vfdto  in  Cunpagnasìuiiuè  centra  loSh^ 
Ecckfiaftico  con  difpiacere  deUa  Rep9blica>&  del  Gran  Doca^ 

con  di  ofiitij  >  e  con  Pappacenze  sfuggir  U  guen*a  j  e  non  prouocM^cooK  £u^ 
eflb  Uma  %  Dnbiuuano  ancodfegl^annarwandofineMo'Scatb  EcclefiaAiioo  y(6lk 
disfotto  dalle  forze  nemiche  ».e  che  fi  tiriflè  la  merra  nelle  vifcere  de  Tuoi  Scaci;p 
Paxiò dal  Senato  glifiJrfpeditaincoacroGio:Batti(UBall^^  prìnut 

era  ftatoiuiarli  parte  la  oonchfttfiooe  della  L^gi  perrappreleatareilfeQtinìeoco^ 
deCc^gaciileadelfortario  ad'abbracdarqueiconligludiepoceiìaoa  ifpor^ 
care  in  breue  a  tutti  la  quiete  i  Se  akiiU  glona  »&  abbandonar  k  rase  fpetm» 


U  Ducaifcufatefidi  non  hauer  potuto  (c^ener  piùa  lungo  nelikoSfciro  /e  £^ 
datefchei  &  allegate  altre  r^ioni»  continuò  la  fua  marchia . 

LaRepuhlica  »  &  il  Gran  Duca  feceratncrar  nel  Mpémefe  lelora  truppe  >  per 
aflicutar  quello  Stato  da  ogni  pericolo  » 

IlOucadi  Parma  entratane!  Belc^nele  >  apportètantoterrorra  qutrpo|X)fi»i^ 
ic  all^Efcrcico  nemico» che  il  Prefettafifu^mFenrara >it difperfeto le  militio  >> 
che  ilMattei  non  potè  fermarne  ne  anco  picciolo  numera»  vcftaodo  tutta  qod^ 
l^Efercito  diiEpato  fenza  combattere»  e  lenza  veder  Armi  sfodrate . 

Rcilò  al  Duca  Odoardo  aperta  la  ft  rada  per  tutto  lo  Stato  nemico.  Si  acooAdb 
iBolognatcdìmoftroroficqdiot^cheprofefliuiaiFerfoU  Ccriuendo^ 

lettere  al  Cardinal  Lnato»  che  dichiarauano  »come  non  $*eca armata»  Ce  non  perr 
diienderfi  dairòppretfioni  de  Barberini  • 

Gontinuandail  fuo  caminoii  Gouematord^Imola  glii«iiò»Iechiatti  ;^le  ricusa 
il  Ducaie  cuflodi  egli  fteflb  le  Porte  fin  chele  fue  foldatefclie  tranfitomo  per  la-** 
Citti>c£ù  con  tanta  quiet;e>e  con  costbuoiH>rdine)Che  apportò^nerau^a.  Paf- 
'sé  poi  a  Faenza»  a  Furi!»  e  per  abbreuiare  il  camino  >j>iegò  alla  Meldolla>&entr6^ 
in  Tofcana  per  giiignere  nel  Perugino^  e  dili  jportara  i  Caftro*  Per  i  progreffi  fe* 
liei  del  Duca  crefceua  in  Roma  i  timori  »  e  fi  fecero  molti  preparamenti  di  goar*- 
die»di  fortificajtioni  >  e  d'altri  apparati;. 

Paflarono  diuerfi  trattati  di  componimento  fri  le  paitit  fi  QOf^regaroiiodqm- 
tau»  fi  poTePO  in  fcrittuta  le  conditioni»  e  fi  tentarono»e  modi»x  vie  per  venire  ad*' 
vn'aggittftamento  ^ma perche ifinteranadiuerd» f^cHfdolfcogni coU  »e  reftò  ii« 
negotio  nel  ftato  peggiore  di  prima  • 

In  quefte  agitationi  haueuano  i  Venetiani  fpinte  nella  Sacca  di  Goro  »  pereffcr^ 
ckac  la  giiunUIaittione  del  Mare  >  alaiae JSa^ 


DE  fRINCIW  LIB.  X-«/-         ^ttt 

V«beltidigrftiiùed*ogIif  ^  haneaaoo jcomeèrolicoi  ìoiuiMti àVcoùtU 9  d^ikt^ 
f^nrara^proiiaua  qualche  incommodo  ne  ì  vioeri  « 

Gli  attimii  e  le  forse  fi  difpotìeiuno  alla  Gtie  rra  «        . 

Il  Cardinal  Aaconio  tenraua  di  erger  Ford  al  Lago  (curo  >  e  diYar  ajtre  nouiti  » 
I  Venetùni  per  non  tollerare  fimilipregitidicijf  ordinarono  a  Gìouanni  da  Pefaro 
Caualierese  rrociuratoref  etereo  Generale  m  Terra  ferma»  in  luo^o  di  Luigi  Gior- 
gio 9  defoitco  I  che  con  valide  forze  (i  porcafle  nel  PoJefiae  per  difender  quei  luo- 
gbiiSc  per  impedire  la  fabbrica  dd  Poate»  cfaeprepartoaoo  di  fare  i  Barberìni»per 
paffare  le  ior  geatidi  qui  dal  Pò .  Vi  andò  con  celerità  il  Generale»  conducehdo 
leco  fei  milla>  cinquecento  Fantine  buon  numero  di  Cauallerìa  »  e  prefe  le  riue  del 
Fiume  A  fece  fuaotreaBarberttiitiimlidifegnìdi  voler  tragettare  le  Tue  genti» 
facendoli  sloggiare  I  e  ritirare  in  Fernusa  9  ftandoadv^fsetoarei  progireffi  della^ 
Repttblict* 

Nicolò  DùìBarnSoMMùtt  di  graaienno^e  Dmdemui  »  ch^era  Proneditorei  con- 
fini» dopò  jbaiier  impedito  il  aegodo^adiuerfi  Vagelli  de  gPtnt mici  »  che  in  (JTrez* 
«adell'aocico  Domini»  Veneto>n>n  v^uaiiao<o«ofcer  la  Rcp.  per  fuprema  Si^ 
gnora  del  Mare  Adriacico»dopò  hauemefatto  arredare ,  Se  condurre  i  v enetia^ 
4iiuerfi coinè  fiàdttR> di  fopra»  (e  gtipccSentò  vnV>oeafione  imponibile  da  tenta* 
reoMle  fonTeordiaatifif  fenza  correr  pericolo  di  gran  danno»e  fu»  cke  i  Ecdefìas» 
ftki  »  vedendo  di  noapoter  oontraftare  fAi  refitlere contro  le  barelle  Arm  ate  de 
VeaetiaMiCo'ioco  piccioli  Legt}i>n(otfero  di  armare  vn'Orca  Fiaomiénga  con^ 
iòldatefea»  &  Artiglieria  di  Brofuo  »  e  caricatola  di  Grano  »  la  iouiont o  ve  r(b  ìx^ 
iHKxadiGoco* 

Il  Dolfino»  veduta  quella  macchina  »  conobbe  Timpoffibiliti  dell^impreU  »  per 
k  poche  Militie»  che  fi  ritrouaua  hanere»e  non  potendo  hauerla  con  la  forza»pen* 
so  d'acquiftarla  in  altro  modo  :  Mandò  adunque  alarne  Barche  pefcareccie  con^ 
Pefci»  vicino  al  Vafsello»  armate  prima  de  piuÌN:aui/oldàti  9  che  hane&e  iattoal 
luocommando»veftiti  da  pe(catori»in  tempo»  che  qoelN  dell'Orca  flauano  ot  jofi  » 
c/pa>(ierati»&che  il  Capitano  eraandato  con  lo  Sdiifibtn  terra»  e  qnefti  inoita»- 
do  quelli  del  V  a&ello  i  comprar  del  Pefce  $  del  quale  £iceuano  buonidimo  pres- 
so» ^dintaadarono  da  bere;  per  il  che  iiusodotti  in  VaCiellove  dò  vednroidaal^ 
tre  barche^che  fhuiano  poco  lontano  ad'atteodere  ^efito  »  fi  fpinfero  ananti»  e  Ca- 
liti in  capente  minacciarono  la  morte  i  difenfori  »  che  priiri  dell'Anni  9  occupate 
da  Veneti^  &auuiiiti  per  la  nouita  del  fatto»s*arrefero»e  reiìomo  prigioni Jl  Vaf- 
fel Jo  fu  condotto  a  Venetia»confìfcate  il  Grano  »  e  quanto  vi  era  fopra  fiìdonaco  d 
.VafseUo  al  Capitano  conofciuto  innocente  • 

Il  Duca  di  Parma  con  le  fue  genti  s'impatroni  delle  Terre  del  Bondeno  »  e  deUa 
Stellatta  »  Pofli  di  grandifiìma  con(ideratione>  qualiibrono  da  lui  immediate  be- 
niilimoprefidiati  »  e  fortificati  ;  Prefe  pacimeoce  alcune  piodole  Terre  con  ricco 
bottino»  e  fpecialmente  quattro  milla  animali  groffi»ac  altri  a&aiffimi  de  minuti  » 
fcorrendo  lino  fotto  le  mura  di  Ferrara  »  con  timore  grandiffimo  di  queiliabitan- 
ti  •  Fece  diueriè  fcaramuccie  per  il  più  con  la  meglio  de  fuoi .  la  vna  fattione  po- 
co mancò»  che  non  facesse  prigione  l'iftefso  Cardinal  Antonio»  &  il  Marchefe 
Matthci  Romano  parimente  fu  anch'egli  fèrmatoA>enche  pofcia»ne  fi  si  come»  fi 
liberafse  con  la  &»  « 

Il  Duca  di  Moc^n)&#  Angelo  Corraro  Ct|ualiere»  Proucditore  delle  Militie  della 
JElep.nel  ModoQcfìpj&  il  G  uicciardim  Cóntii£iario  per  Fioreea»  hanendo  te^ina- 

Vu    3       to 


^^^  UlE  L  L  E    V  r  T  I      t 

to  di  T<rier  ogai  giorno  Ìm  ijualcbe  fatttone  con  Pmimico»  fhttiiiraiioicbe  doiicdb» 
ro  vn  giorno  quelli  delia  Rep*fc  m*altro  qneHi  d'f  iralcro  Ptoicipe  Tfdrein  Qu». 
pagna  •  Li  primi»  che  (i  cimentorooo  furono  li  Veneti  i  commandati  éàk  Sig^ck 
ddla  Valletta  in  numero  di  cinquecento  Fanti»  e  trecento  Caualli»  che  acdofutii! 
con  grinimici  >  (i  di portorono  così  braoamente  »  che  diedero  aflai  che  £ur  i,  dot 
milla  Cauaili  Papalini  »  che  hauendone  vccifi  molti  di  loro  »  &  effi  alquanti  de  Ve^ 
neti  9  e  pochi  f^  riti  >  fri  quali  il  Conte  Bendo  Capitan  valoroCo  ài  Corazze  >  &  il 
Valletta  cambiò  la  Tua  morte  con  quella  d'raibktaco  Albaiiefe  >  il  quale  hauendof 
ammazzato»  chi  voleua  recidere  efTo  Valletu»  reftò  lui  da  ?a*altro  inimica 

morto. 

Dopò  di  che  non  potendo  it  Valletta  refi  Aere  al  gioftHiismeio  de  oemicf  »  che 
fi  andauano  femore  piti  aumentando  »  fi  Mkò  eoo  eoBaDeiiiìe  ordioanu* 

Il  Proueditor  Dolhno  ;  poiché  fi  era  princi  piata  la  gilerra  »  ottenne  licenza  dal 
Senato  di  operare  anch^egii  in  ciòiche  (HmaiaiUPNblioofimifaMic  vtiliti  :Ondc 
fddalui  immediate  efeguitovnbdliiSaioftnrageiiiiiia  iperauanci  jpitmedka^ 
to>  per  forprendcr^l  Forte  dtlk^Bocdiecit  »4MJtoiaaqpoitaiicoperil  ftosCfor 
altre  confeguenze . 

Trouò  adunque  rn  foldaco  Olcramoanmo»  bra{K>*e  fedele»ool  quale  to^ceitè» 
che  doueflfe  fingere  di  ftiggire  dalla  foa  Compagnia  »  doundo  effer  fegttitatt»*d> 
dieci  foldati  per  fermarlo  »  i  q^ali  banerebbono  contro  4li  krì  sbarrane  ddleai^ 
chibuggiate  in  aria»  in  fin  che  il  fotdaro»  gettatoA  nel  Fiume»  foAb  paflSKoaB^Utni 
rìoa»e  dal  Forte  degli  nemici  aAcuraro;  al  qMleaouieioafiofi  »efK»nndoqttaI« 
che  menzogna  alle  guardie»  procurafie  d'eflcr  riccnuto  dentro  »  ilche  nOn  ìiiiLàìd^ 
ficile« 

Tutto  queAo  fii  inueotaco  per  Tetiìr  in  cognitione  del  numero  de  foUbiti  »  cho 
aiftodiuano  efib  Forte»  i  qoali  per  il  rumore  delle  mo(clKttate»datto  aU* Acma.»  t 
olirono  tutti  fopra  leinura  »e  cosi  fiicibnente  furono  annouerati . 

Accertato  il  Dolfino  del  numero  «bìqael  Prefidio  »  mandò  la  notte  medefauu» 

voacompagnia  de  fcielti  (iridati  in  numero  di  cinquanta  con  alcune  fcaie»iquali 

paflatocoii  fitaitio  il  Fiume  >  e  «unti  poi  vicino  al  Forte  »  &  hauuto  W  fcsooc^ouk 
j  _.._•  ^.iw^^^^T^ n^  j_ %*?_...•.„-. ^'•Viiiimicodifco'*^  i=  j-^j . 

cendo  altri  cen 

parce>iqnali 

improuifo»  e  sbanrando  fempre  li  loro  mofchecti  fi  auuidnorono  fotto  le  mura^» 
ficuri  di  non  eflere  dalli  nemici  offefi  »  percioche»  dal  timore  delle  mofchetuto  > 
(lauano  coperti  fotto  le  tede  del  parapetto  :  onde  li  lorolsbarri  fcriuano  folo  Ta- 
na é 

In  qoeiio  tempo>il  ibldato»  che  iitoeua  finto  la  fugga  »  gettò  dalle  mura  od  fof- 
fo  la  guardia  del  Ponte»  e  poi  tagliate  le  corde  »  diede  libera  ingrelfo  alli  fuoi»  ba« 
uendo  con  facilità  rotto  le  porte . 

Entrati  >  fecero  dcponer  l'Armi  a  difenfori  »  de  quali  non  reftò  pur  vna  vccifo  » 
come  ne  anco  de  Veneti  »  e  ben  pochi  leggeroiéntc  feriti  •  Molti  di  loro  per  noiu 
rimaner  prigioni»  fì  gettarono  dalle  nniràit  mal  acconci»fuggirono>non  impedkì 
da  Cappelletti»  che  ìì  erano  datti  alla  preda  • 

Il  G  ouematore  del  Forte  »  hauendofi  fatto  conofcer  valorolb  Capitano»  e  foU 
dato.   > 

In  quello  modo  foiza  ftrepito  fu  prefo  il  Forte  dal  Dolfino  »  il  quale  >  ff^oedda 

Ja 


DE  PKtHCIPI  UBi  XIW         <S77 

la  fortBiiftt8rim(MKiroii}  anco  delie  due  Torri  dette  Ihm  dell* Abbitii  »  f  f  altra  di^ 
QofDf  ^raodiflime  tacce  dueie  forciiìcate  da  graffe  mura»  ben  munite»  e  difefe  da 
^Btifoldati  per  ciafcheduna»  con  Artiglierie  te  mofchettoni  dacaualletto  • 
:  Q^efte  fi  anefero»  benché  con  honoct  de  Capitani  Ecdefiaftici  ;  poiché  haueti- 
doilProuedicore£attopervnTrombefica  minacciare  la  morte  a  cucci»  quando 
baueflero  af petcaco  Taflalco»  gli  fu  rifpofto»  che  Te  fapeflèro»  come  viuere  qualche 
gÌDmo»Qon  baoerebbono  di  alcuna  minaccia  cemuco  >  e  che  però  intendeuano  d*- 
arrenderfi  con  pacco  di  rfcif  e  con  le  loro  Armi>e  Bagaglio»  come  appunco  fiì  lor «> 
concedo. 

Furono  trouati  diuerfi  Falconi  da  fei»Pa(IauoIanti>  e  molta  prouifiooe  da  guer-  ^ 
la»  fucKrhi  arofidatt»  si  nelle  Torri  »  come  anco  nel  Fof  te  »  ma  io  quefto  »  maggior 
quandcdseOèodo  ordinananente  gpardato  da  cento  Fanti  • 

Ciò  fatto»  comindò  il  Proaedkore  a.  procurare  alcuna  buona  inceli^enza  con 
certi  Capi  delU  Ten»  di  ArnaaOiaaitò  jfi  arrcndefle»  e  cosi  bene  forti  que(k>  peci- 
fiero»  ciic  in  pochi  giorni  U  giimfero  Anibafciatori  per  nome 
qiMUifioffisrierodilbttomettetfi  algouemo  della  Republica  in  quelmoda»chc/ 
gli  altri  fnoi  fudditi  ftanno  • 

.  VdiurAmhafiaacaK rì|DK>ftoliconreBiiinienio  di  gratie>  &  amoreuoli  parde» 
ìp  fine  rinafirroin  cpsfta  appuntamento  ;  Che  farebbe  aodatoil  Dotfìno  a  prc»« 
der  il  pofleflb  della  Terra  vn  giorno»  che  più  gli  foffe  commodo:ma  p€rò»che  Tat'* 
tendeaerodi  bime. 

Anuifato  il  StniM  dal  Pronedttore;»  rifolfe  »  fiibito  giunte  le  rifpofte  »  di  andar 
li  riceuer  il  lj0fo>efecche  non  cosi  facilmente  fi  deue  creder  i  quelli»  chefono 
flati  oemicit  e  per  ogni  akra  buotia  ragionedi  guerra  »  andò  armato  con  trecenca 
iaoti  »  arnaa  Compagnia  di  Canalii  aDe.dM^Mre4i  notte  nhora  rapito  opportu^ 
aa  per  tenetli  a  firetio»  fé  haoeiere  hanaco  cactiui  pMlteri  « 

Auiaiciaatofi  alla  Terra»noandò  vna  fiquadca  auami»Ia  quale  hauendo  ricrouato 
alGMOMBardie»  e  condotte  al  Praneditore  »  eflò  le  imiiò  con  li  foldati  à  fuegliare  i 
Ctpirff  fidutoiaadonio  all'obbedienza d i  lui» dal  quale  con  afleccuofe  parokt  ri- 
«mei  yfà  cooraie£b  ad  vno  di  loto  »  che  doiieflkaadare  a  confignare  il  Corpo  di 
Gnafdiaddla  Piazaeaad  mino  Capitano  • 

.  Il  cheefegnico»  inmiodiair  entrò  nelmezo  delle  genti  in  Arriano  »  doue  com- 
mandò  efpreiaamenced  fucù  Capitani  xcfae  douciscro  far  o£ieruarc  dalla  foldate- 
£ca  ogni  termine  dilMioaa  aoniìife  concfuclli  della  Terra  »  e  di  tutto  il  Territorio  # 
£etiza  d»e  minima  oca^ne  ad  alcuno  di  poterfi  lamentare  de  i  mali  trattamen- 
ti» e  ciò  (bitagvauifime  penne  contro  qtteiibldati»&  alcrii  che  non  haue&ero  ob« 
bedito» 

S'aMiò  poi  aila  Cancellaria»  ma  non  vi  ritcooòfcrftturé  j  maiSme  antidie  »  ef- 
fcndo  ftatc  crafportate  in  Ferrara ,  Confoiò  con  affeccuofo  ragionamenco  quel' 
popoli»  quali  lo  pregaUano  con  lacrime  »  che  non  li  lafciafse  piò  ricadere  forco  il 
iXnnmio  pafaato  «t* 

Pcefidiata  la  Tarra  con  aoa  Fanti»e  con  CaualIeriaKMrdinò  crinci^re»  e  reftelli  à 
Inoghi  ipà  fbfpecti»  a  raccommand^ala  al  Gouernacor  Vugo  Albanefe  »  brauo  »  e 
coraggiofo  Capitano»  fi  ritirò  il  Delfino  a  Loreo . 

^  Pei*  rìcompoìfà  di  quefie  arcioni  >  volfe  il  fenato  ele^rlo  Sauio  Grande  coa^ 
pienezza  de  Voci»  tanco  s'acqniftò  l'affetto  di  cucci  i  Cictadini  • 
(  Furono  aoaonmiolcùtti  con  accrcfdcMnto delle  paghe»  cutti  qaei  foldati 

'.,     j  Vu    4       che    » 


ójS  D  E  t  L  E    V  I  T  E 

ckeprìmiiklirMele  OKtra  del  Poite»&  in  particolare  cpxdkh  AtGntchiagg^ 
lfl>]fia  di  Modena  sinlictne  con  UCaoalJerCor^  portarla aJ^ 

aualche  nobile  iniprela  y  né  potendo  ciò  fare  feoon  acquiftananofmaia  la  Temr 
iiQnito»poftaneI  Ferrareièfalla  riuiera  deMaFiumarardone  ftaoanoaBdggtatu  e 
ben  fortificaci  i  Papalini;bauendo(f  impadroniti  della  Terra  ài  Setto  vidaoa  Gto^ 
tOycra  neceflàrio  ai  prender  ance  quella  di  CreoalcoreycbeteQeQanodaTn^lato»  e' 
qmfì  alle  rpalle;j>erilclie  inuiato&il  Vallettacon  grada  fqnadnt  di  Caiallf»e  di  Fa^ 
Àe  due  Cannoni  »  e  principiata  la  baetefia  t  vfcidaila  Terra  vn  groflfi^  nnmero  dr 
gente»  molto  fuperiore  a  quello  della  Lega  >  che  inueftiti  da  vn  canto  qne^  del  Viti* 
Iettale  qiiifti  foltenutifibrauamenteperaflìu^coniMiner^finahiteiKerica»^^ 
caricai  ritirandofi  però  con  ordine  nwabtle  t^aocorche  veni&ro  incùatié^  gro^ 
fiffimo  numero  di  Caualleria^  e  Fanteria  arnika  >  dfmoftFandO'ano^  ioqnefti  oc* 
oUiòne  itmedeffmo  Valletta  il  fuoraiofe;  poiché  corasgio(ameQte»eeonbe!Hifi*- 
ma  ordinanza  ritiròiaficuro  b  ftioi»  de  quali  non  ne  rima(en>movtfpiddi  49;  ootv 
perditardi  vn  Cannone^che  per  difgratia  cade  dalle  ruote  in  m  (ofh  rreftaadcm^^ 
moltopiireOtntide  nennici  co  prigionia  di  doi  de  loro  Capitanile  6:à  morti  Mdh^ 
rà  de  Cx>dron  foggetto  di  nome  • 

Francefco  GiùAihiano^  Capitanrdtl  GtAfò  con  cinque  Galee  »  andana  prencten» 
do  qualche  Va(!ello- degli  Ecdeliaftici  >  &  vltimamentes^'in^adronideltoTorré^r 
detta  Primiera  %  e  deMuogOKlelte  Vbllane  . 

Gli  Ecclefiadiciivicino  i  Comachio»  8c  i  luoghi  pre/Tdal  DoUino  >  iànuafienodr 
^oo.foldatiioltre  a  Puefìim>s*erano  ammaflatiiarvniti  nella  Terra»dìiamata  Capo* 
di  GoroiTerra  erofla>e  ricca»  e  da  loro  beniffinK>fortificata  eoa trin^eiev'  oue  non* 
taauendo  Artigharie^fì  valeuano  di  molti  Mofchettoniida  Caujsdittto^ttogni«oc- 
no  s^andaua  niaggiormente  in^oflando  •  liDolfino  >  chettifeentenfienteamaMP 
offeruando  gli  andamenti  dfegli  inimici  >  haneuadi  giimokeoeae  afficuratitiicr» 
qoei  paffifper  li  quali  poreua  dubitare  d'^eraflalito;non  vedeua  perc^òcowqnìe- 
tezza  d'ammo  quelle  Militie  rìdòtte  in-quelhiooo  »  dfel  quale  fcn'hauenijbepoc»^ 
fo  impofteflare  con  faciliti^-fino  nel  principio  otllà  guerra  t  fé  tmwfotk  ftàsco  fl  ri- 
guarao  »  che  hebbe  al  feruitio^nbUco  rdi  nonimpegnareia^bi&ite^cadgiiarcto 
kioghi  aperti>dclla  quale  non  fé  ne  trouaua  ai  Canìpo^antonamerchcome  il  btfo- 
gno  ricercaua  ;  tuttamaconfiderandoefTer  queUa^Terraoppeftum  ad'altri'm^. 
giori  progreffi  »  e  chcalToppofito  (bcccnrreuadi  motti  vìuerì  r  e  fenùna  dr  hkwt 
commom  a  nemici  y  deliberò  di  afikllrle  genti  Sonoficie  nelk  proprie trìnciere  ^ 
aificuratofi  nel  valore  de  Tuoi  %  e  nel  modo  »  con  il  quale  baimiir<letennmato  ed  ae- 
taccartiyilche  hauendo  communicatocon^Uanni  Capifrifohitodiporlo  ad'eflfetto;' 
djuife  la  foldatefcaiche  afcendeua  al  numerodi  Soo.Fantiie  1 2o.(;aualli  tutti  Dal-- 
matinii&  Albane(rin<)uattro6)uadre9ordinmdo  t  che  dk  quattro  partì  in^vn  me- 
defimo tenipo  federo  aflalite  le  trinciere  de  nemici  •  Imquedo  napdrpartitofido£' 
hore  auanti  giorno  >  Se  inanimiti  i^  foldati  con  breue»A  aflRtetuoforagionamento  >• 
promettendo  premi)  à  valorofii  e  ben  appuntato  ogni  cofa  1  s-auuiorooo  tutti  coo> 
grandiflimo  mentio  >  &  auukinatifi  alla  Terra  »  aflalirono'conxancocmpito»  etu» 
more  gli  nemici>  che  dopò  breuedife(a^(i diedero  alla  fuga  y^ttandoiene  mokii 
Bel  Pò  delle  Vòllane* 

Nel  combattimento  rimafe  moralmente  ferito  di  Piftola  il  GonemacorVt«> 
Albanefe»  dalcbe  irritati  maggiormente  i  Cappelletti>diedero  fuoco  alleCafetoò^ 
p4hauer  faccheggiato-tutco  ciò^cbe  potcnmaoondcu:  foco.  L'?raifioiìefa  graock^ 

cmot» 


DE.1PRINCIM  LIB.  Xfli:         ^73» 

e  tnokiffiini  fé  n*afi<»ut>no  tid  Fiume»  e  fé  i  Capi  d*vna  fauadra  >  che  non  arriaii* 
teoo  a  tempo  rbaucfiero  con  maggior  dilsgenza  cfcguico  rordiite  >  rcflatiano  tutti 
ncccflariamcate  ò  prigioniyò  morti  >  cosi  Wue  (à  condotta  dal  Dolfino  queftar  im^ 
prcfa#  Al  Goucmator  Vugo  donò  il  Senato  vna  Cirilana  d'oro  di  ^oo.  feudi  coa^ 
accitfcimento  di  (Upendio  • 

Franò;rfep  Giuftiruano  con  )a  fua  fquadca  di  cincpic  Galee»  e  con  ciilqoe  Sarche 
armate  di  gente  Veterana  commandata  dafGouernator  Gheda  %  R  moffe  per  aa- 
4ar  a  forpreder  la  Terra  disi  CefenaticOypo^  fra  Riminitc  Ceruia>vicina  al  Fiume 
Paflfatello^ià  detto  il  Rubioonei£suiiofoper  il  paff^gio  di  Giulio  Cefare»  (timaoh 
do  facite  Timprefa  ;  perche  okre  aU'eflere  luogo  aperto  >  non  baueua  2kri  »  che  Io 
cuardaflc  >  che  i  propri)  Paefani»  creduti  pochi  ;  perche  anco  in  poco  numero  fi  ìa* 
feiauano  vedere  alla  Marina.Giunto  al  luogo>prmcipiò(pcr  confonder»  &  atterri^ 
se  i  terrieri)!  errare  rÀrticlieria»  e  coperte  dal  ftsmo  di  efle  le  Barche  Armate  > 
fi  fpinfero  a  terra  :  ma  vidi  da  quei  terrazzani  »  g^ncalzarono  con  fi  folta:  fatua  di 
Mofchettate  >  ch'erano  in  ftato  di  ritirarfi  per  il  numero  maggiore  de  Paefani  i  di 
€|0dk>ficredeua>chediffeodeiianoterìu^na3teilaQdo  vccifi  intanto  conflitto  al* 
cuni  Capitanila  altri  Oflìciali  daUa  parte  de  Veneti>s^irritarono  talmente  grani*. 
mi  de  loro  foldati  »  che  disperati  s*auuicinaroiK>  alla  Marina  $  e  sbarrando  fempre 
k  Penere>&  i  Mofchetti»  inocftironoi  sbarcatiin  terrai  con  tanta  braunra  >  che  fe« 
cero  di  fubito  fuggire  i  difenfori  >  e  mentre  penfauanp  di  hauer  fuperato  i  nemici« 
M  conuònne  pia  aie  mài  difendcrfi  >  pofciacbe  >  arriua^  d  cafo  in  quel  punto  vna^ 
Compagnia  di  cento  Caualli  Papalini  >  quefti  di  fubito  s'inuiomo  con  furia  gran- 
diffimafopra  i  Venetiti  quali  peròcombatterono»  e  fi  difefero  con  cosi  coraggio- 
fa  difperationei  che  non  foto  teceroii^gire  gii  nenjdci  con  morte  di  nxriti  di  loro; 
ma  facch^giata  la  Terra»  &  vccifi  quanti  incontrarono  armati>  diedero  fuoco  al- 
le Cafe;  titpettandaperò  leChiefe»  oue  fi  erano  ritirate  le  Donne»  con  i  FanciuUii 
e  gl^inerrniJl  Gouemator  Gheda  fa  dal  Senatoriconofdato  di  vna  Collana  d*ora 
€li  joaducati^e  crefdt^diil  ftipendio  # 

.  fii  anco  dal  medefimo  Senato  eletto  Mann  Capello  per  Proueditore  di  qui 
^la  Dalmatia^quello  che  Panno  itf^&xon  grande  nonore  della  Rep.aflfi:diò>pre- 
ic>&  aflbndò  le  uake  Barbarefiche  alla  Vallona .  Queflo  pat(itofi  il  terzo  gtorna 
dia  Venetia  >  s'auuiò  vedo  1* Armata  co»  vn  rinforzo  di  500.  (bldati  Greci>  in  ten>» 
pOfChe  il  Capitano  del  Golfo  era  di  ritomo  dairimprefa  del  Cefcnatico  ^ 

Auuifato  il  Dolfino>cbe  ndla  Tena  di  Collogna^poco  dillante  da  Ariano  >  era- 
no amtìoalBtte  alcune  Militìe  Barbarinefche  ìnnumero  cófiderabile»  fpinfe  à  qndr 
la  voltajdi  notte  tempo  3oa.Fanti>&  vna  Compagnia  di  CauaUijcfae  vedudf  da  di- 
fenfori»  entròrno  in  tanto  timore  >  e  confufione  >  che  la  maggior  parte  fi  diede  aUa 
fuga>akri  fi  gettorno  nel  Fiume>e  quelliicbe  vollero  refiftere>  reftomo  eftinti  • 

Gli  Bcc]elaftici>vfciti  da  Calici  Franco  nel  Bolc^nefe>  fotto  il  comando  del  Si* 
gnor  di  Valenze  vnode  fuoipiù  degnile  ralorofi  Capitaai>in  numero  di  4.  milla^ 
con  doi  Cannoni»  perattaccàre  Nonantola  Terra  dei  Dkica  di  Modena  sii  li  confi^ 
ni  del  Bolognefe>tra  il  Fiume  Panaro»  e  Muzza  >  guardata  da  due  fole  Compagnie 
y  enete>8c  ini  arriuati»  fatte  iftanze  a  difeafort  d'arrenderfi  ,t  con  minac€ie>  gli  fti 
rìfpc^o>econla  ^hkc  rt  conlabrauura;  perdieeffendofiauuicinatorimmico>e 
cominciau  la  batteria  >  vfci  parte  del  preudio  dalla  Terra^e  trauagliando  con  fca* 
ramuccie  gagliardamente  gl^nimici»  impedire  prolongòtalmente  il  loro  auuaza* 
jAencg^  eoe  asrioato  daModc»aiQ  foccocfo^iLMoi^ecttcoli  conalcunt  copagniè 

di 


ffSo  DE  L  t  È    V  IT  E  '   ; 

A  OniaUerìa^e  Drajzoni»  inuedi  eoa  (i  gagliirda  ìmpreffiom  %  che  itóa  ipottndò 
foftener  gli  Ecclefìamci  va  tanto  sfòrzo  >  u  diede  alla  fugatlaTdaodo  1* Art^icm  ^ 
file  vedutala  da  c^iei  del  Duca  abbandonata»  e  ftimaadola  da  loragnarl^n»;!^  ^ 
(bpragiungendo  il  Marchefe  Mattei  con  grofsa  fqciadra  di  Caoalli  «  ediMoti  j  c^ 
ritornati  anco  quclli>  ch*crano  fuggiti>gli  conuenne  lafciar  1*  Artiglieria  »gii goa* 
degnatale  ài  nuouo  combattere>neI  qùal  mentre»  fti  poi  racqaiftate  da  oiedefitni 
£cciefiaftid  e 

Mentre  era  attaccata  la  battaglia»  arriuò  il  Daca  di  Modena  con  gente  frefca» 
k  entraco  nella  zuflà  ni(>pc  gl1niintci>i  quali  fi  diedero  alla  fiiga .  De  gli  Èeclefia* 
fiici  in  qnefta  fattionearnnaTeto  morti  ottocento  in  circa»  e  dacento  inrigioni  •  De 
principali  vcdfi  furono  D.Francefco  Gonzaga  >  &ilSargenteMaggiore  ddflo* 
uotena  con  dòi  Capitani  » 

Reftorno feriti  il  Lodi  Commifsario Generale  detta  Caualleria>&  il  Capitana 
4e]la  Guardia  del  Cardinal  Antonio .  Dalla  parte  della  Legaicinqnanta  fdamea- 
le  reftorno  morti>  e  pochi  feriti  «. 

Il  Cauallier  Corraro  airauuilìodi  quella  fattoylaiofli  da  gli  altoggiamenti  ;  vak 
non  odante  ogni  celerità^  noti  puotè  arriuare  i  rem  pò  della  pugna  » 

Anvnalaton  grauemente  il  Doliina>^&  ottenuta  licenza  dal  Senato  di  ripatria-^ 
ycili  fdfùfèituitoSebafliaa  Veniero  >  ritornato  all*hora  dalla  carica  di  Commifsa- 
BÌo  dell^Arinata  di  Marc . 

Quello  dopò  efserfi  trattenuto  qualche  giorno  netta  riuilione  di  quei  Gtufà  aa- 
uifatoi  came  (lerano  riuniti  di  nuouo  in  Cologna  li  Paefani  in  numero  om/idera* 
bf kronde  perfonatmente  inuiatofi  i quella  vòtta>  con  bwn  numero  di  CippcUer- 
tir  entro  ncUa  tetra»  &  vccifi»  Se  fatti  prigioni  la  maggior  parte  oU  coloto  >  diede  il 
fuoco  alIeCafe  •. 

Il  Duca  di  Modena  »  &  il  Cauatier  Corraro  hanenano  pce6v  dioerìi  paffi» peri 
quali  foletiano  capitare  viueri  alla  Cittidi  Bòkigna  :  onde  qnet  popop  >  non  ^ 
fuetto  àtrauagli»  e  patimenti»,  efsendo  creila  vna  Città  ripiena  di  tuttiicommo* 
dfmaggiori^e  colma  d'c^nt  dclitia»cominciauahormail?actUate>  lameotandod 
viuaniencedicheneeralacagiotie  iperilche  flcredcua^chepertiaiordeffaceò 
douefsero  quei  Cittadini  frd  pochi  giorni  conuenire  con  fesbocfo  dt  (pialche. 
grolsafumma  di  danaroad'ogni  conditioue  più  rÌEocofa  •. 

Oliando  nuouo  »&.impen(atQ  accidente  chiamò  b  forzed'etlaRepublicad  foc- 
correre  il  proprio  Scato>  inuafo  dall'armi  RMitificie^le  quali(per  ^aCcura^tw  di 
chi  dòueuainuigilare  allacuftodià  de  pad!  )  erano  fénza  alena  impedimento  paf-^ 
fato  il  pò»  e  trafcorreuanatiberamente nella  Campagisa  del  Pcuefine  di  Roui* 
go. 

Per  rimediare  dqpefli  (bpraflanri  perìcoli  fir immediaceixome fi  è  detto»  chia«> 
matoil  Corraro  conifgroTso  >  il  anale  con  ogni  maggior  prontezza  jpafsò  il  Fiu- 
me >  e  sVni  col  Generare  >  e  fatta  fa  rafsegnadell'ElerCito  >  che  conuifleua  di  otto- 
millafoldatitriCauaUi»e  FàntLfi  mofseconefso  ildenetalCf  bauendo  impiegati 
i  Capi  nel  feguente  modo .. 

U  Proucditore  della  Cauallerìa  »  lacopaContarini  >  vnito  con  il  Valletta»  tene- 
nano r Antiguardia;  La  Rattagliail  Corraro;  e  D.Camillo  Gonzaga  Omerale 
dcirArtfglieria»  eia  perfona  del  Generale»,  la  Retroguardia  con  diuerfaArtijglie- 
ria  grofsa»  marcbiandacon  quella  ordinanza  »•  defi^ejroft  tutti  di  dmentarfi  • 
'  ArriMto  f  £ferdco  iaiacciadi  Lago  fcoroia coouenioitt  dii^anza ».  da  i^nua 


DE  PRINCIPI  LIB.  xin:        ^f 

•  ■ 

flUtfjn^betiifllaìo  fortificatj;  fu  dal  C^onzaga  piantata  rArc^Keria  #  priacipìaadf 
i^berl^liare  i  Bacbariuefchi  y  <^e  fenza  muoucrfi  pance  i  ftaaanooflcruaiido<Ìa^ 
^uat  parte  veniflero  alTaliti  da  Veaeciani  • 

Il  Gonzaga»  hauendo  fchierato  rEfercitOiera  di  parerei  che  s'attaccafle  i  nemi- 
ci; ma  il  Generale  non  volfe  auiienturar  qudle  forze  •  Delle  quali  confifteua  la  fai* 
uezza  di  tutto  quel  Scato ,  e  Cosi  fenza  venir  d  Eatto d* Armi  ricomòi  Fijgarola. 

II  Senato  >  cìcffc  due  Proueditori  in  Campo  >  quali  con  auttoriti  pari  à  quella^ 
del  Generale  aifiilcfsero  alla  direttione  dclV Arou  >  e  furono  il  medefimo  Corra* 
rop  e  Michiel  di  Prioli  • 

EleCsero  ancora  fei  altri  Nobili  Veneti  >  quali  donefsero  fermarfi  fotto  il  com« 
mandodel  Generale  sperdouerefler  impiegati  9  oue  meglio  foTse  ttimatoe((x> 
diente  ;  furono  queiU  tei  Gio:  Batcifta  Comaro  Pifcopia»  Antonio  Griman i»  Ma- 
nn Badoaroylacopo  da  Riua>  Marc'Aatpnio  Prioli*e  Marco  Dotii .  Tre  di  qnefti 
erano  di  gii  al  Campo»  feruendo  con  c^nt  affetto  la  patria»  cioè  il  Corqaro»il  Gri« 
inam'»&ilDoni.  Ad'^n*vnodiqBcftifuronoimmediatca(fignati  ifuoi  podi. 
Al  Bactoaro  il  Forte  di  F^aroloi  &  il  Cornaro  »  ricino  alta  pertona  del  Prouedicor 
0>atarìni. 

Softittti  medcfimaniente  il  Senato  nella  lìiprena  carica  di  General  dell'Armi 
Marco  Giultiniano»  Procurator  di  S.  Marco , 

Fii  deliberato  anco  di  mandar  in  Campo  vn*Inquifitorecon  fuprema  auttoriti 
d'inquirire contro  qoal  fi  voglia perfona»eiU  eletto  Paolo  Doni  >  all*iK>ra  Auoga^ 
dordiCommnn. 

Il  Gran  Duca  di  Tofcana  »  fi  rifolfe  y  fcìr  in  Campagna  con  numerofo  Eferclto 
<ii  t^ililfima  gente  »  beni  Aimo  allellita  in  tutte  le  cofe  $  ma  cosi  bene  ordinato  »  e 
Isolato  »  che  quelli»  che  io  viddero  »  fcri&ero  merauiglie  •  £ra|>rouiAo  di  tutto 
ciò»  che  fi  ricercaua per  qual  fi  voglia  difficile  imprcTa»  e  perche  il  Gran  Duca  per 
le  ragioni  della  Contorte  pretendeua  parte  del  Ducato  d  Vcbino  »  volfechc  anche 
dsa  Jo  fegoitarse  • 

S*impadfoni  adunque  molto  pretto  della  Citti  della  Piene»  e  delle  Terre  di 
Monte  LeoiCaftiglione«e  Pafignano»po(le  quefte  di  fopra il  Lago  di  Perugia»L*  vl- 
t:ima  fii  da  gli  Scclefiaftici  forprefa»  nu  difubito  ripigliata  da^ioientinicon  vcd* 
fione  de  i  djtfenfori  « 

Il  Duca  Federieo  SaueDi  Generale  t>cr  il  Pontefice  in  quelle  parti»con  vn  Cor^ 
di  (ài  milla  Fanti  •  aodaua  i  impedenao  più  che  poteua  altri  immoti  pro^efii  i 
Fiorentini»  conducendo  però  Je  fue  genti  per  iuoghi  auuants^giofi  »  per  non  efièt 
afiretto  di  venirci  giornata.  AffilleuaapprefibilGran  Duca  Bertucci  Valierot 
ini  inuiato  dal  Senato  con  Titolo  di  Proueditore  per  la  Republica  t  facendo  ilf<n> 
uitiodellapatriaconottimafodisfattionedelPuolico.  Daqueftapartefi  fpera^ 
uà  da  Collegati  ogni  bene»  perciòche»  oltre  al  defiderio»cbe  haneua  il  Gran  Duca 
d*ingrandire  il  fuo  Statole  d'accrefcere  il  fuo  nome  di  tiputatione  »  haueua  il  mo^ 
do»&  il  potere  di  e(seguire  felicemente  li  fuoi  diftgni  • 

Tratteneua  feco  Jfri  Ottauio  Piccolomini  Caualiere  GietpfoKmitano  fnddito 
fuo  »  natiuo  di  Siena»famo6flìmo  Capitano  »  il  quale  e&endo  dato  addimandato 
dal  Rè  di  Spagna  all'Imperatore  »  po'che  andatee  i  commandare  i  fuoi  Ererciti  t 
come  da  Ccfare  gli  fu  concefso»  volfe  con  queftaoccafione  riueder  la  fua  patm»8c 
sparenti. 

Quefii  nel  paesaggio  fi  fermò  a  Venetia  qualche  giomo»e  fu  abacciare  il  Maiv 

IO     - 


6^  l^EtLI    VITI     ' 

tò  ài  Doge  con  qualche  fpìsranza  de  VenetÌMif  che  (i  trattenefle  al  femttKxIèHa 
RepiYbiiea  con  grofTo  ftipeodio  $  ma  pretendendo  etto  Tjfkflà  auttorìtdj  che  heb^ 
bcro  anticamente  it  Conce  di  Pitigliano*>4' Aiutano  >  il  Duca  ci*  Vrbino  j&  akriy  U 
che  è  contrario  alle  moderne  inftitutioai  della  Republ.  fa  licentiate  • 

li  General  Giuftiniano  vedendo  f  che  ogni  giorno  maggiormente  s'jodebolfcm 
il  fuo  Efercito>  e  per  Totio  i  e  per  malatie  >  e  che  l'inimico  haueua  doppie  trìncie« 
i*e  I  e  Fortini  >  e  che  Tempre  meglio  s'andaua  fortificando  i  chiamò  alia  Confulca 
li  Proueditori  Priuli»  e  Corraro>  h'  Agenti  delli  Duchi  di  Modena  > e  Parma con^ 
altri  Capi  principali!  e  propofe  fé  fotte  bene  d'afsalire  nelle  proprie  triocicr^^* 
Dimoftraua  >  che  aeeuolmente  ciò  fi  poteua  efeguire  >  quanuo  li  Duchi  di  Jidal 
Fiume  attaccafsero  PinimicO)  diuertendoi  e  fneruando  in  quello  modo  quelle  for- 
£e>che  in  foccorfo  del  Forte  folTero  inuiate^  aflferendo  efler  perfuafod  qoefta  ri(b« 
lutione  dal  poco  numero  de  difenfori>gentenuoua>timida9&  inefperta .  Cbeair* 
oppo(itO)il  iuo  EfércitOi  fé  ben  tocco  da  qualche  malaria»  ritrouarfì  >  e  numerofo» 
€  pieno  di  foldati  Veterani}  tutti  brani»  e  formato  delle  Nationi  Italiana  >  Greca» 
Dalmatina»  Albanefe>e  01tramontana>che  dgara  hauerebbero  dimoftratoilkMO 
valore  i  defìderofì  tutti  di  cimentarli  co  ^inimico  »  in  vece  di  douer  coneraftaro 
con  le  Febbri  >  dalle  quali  vedeuano  cader  miferabilmente  li  loro  compagni  ab* 
batutti>e  mczi  morti .  Diceua>  che  i  foldati  della  Republica  fodero  i  primi  achiC* 
falir  le  trinciere»  efsere  quello  l'vnico  rimedio  per  ifnidare  i  Papalini  da  quel  tìHo  ; 
difcacciati)Che  fofsero^li  farebbero  poi  TArmi  della  Republ.vnite  con  quefle  defli 
Duchi  9  e  concordi  hauerebbono  procurate  altre  maggiori  i mprefe  •  Akrimeiice 
conuenire  alla  Republica  trattenere  PEfercito  i  guardare  il  fuo  Stato»  8c  in  queflfo 
mentre  fi  concedeua  commodo  aU'inimico  d'accrefcere  lefue  forze  eoa  nuone 
leuate»  con  le  quali  H  farebbe  poi  inuiato  alli  danni  de  i  Duchi  $  fenzatimocc  dctf  « 
Armi  della  Republ.  impegnate  i  difendere  fé  (lefsa . 

Vdita  la  propofta  da  quelli  delli  Duchi  >  c^e  fapcuano  li  penlieri  delii  loco  Si« 

Snorì  rifpolero»  che  non  erano  in  (lato  di  leuarll  da  i  loro  alloggiamenti  »  dante  la 
ebolez2a  delle  loro  forze  »  e  che  hauendo  intefo  quanto  bene  lì  haueoano  fortifi- 
cato li  Ecclefiaftid  >  ftimanano  >  che  vano  farebbe  riufcitoogni  tentacioo  :  au  fc> 
pure  penfauano  i  Venetiani  di  poter  felicemente  tentare  quella  iniprefa>farebbo« 
no  ancor  loro  concorfi  per  la  diuerfione  >  quando  però  hauell^  hauuto  rinforzi 
d i  genti  con  li  viueri  pronti  per  tu cto  quelrempoiche  fi  foCtcro  trattenuti  • 

Hauendo  il  Generale»  dopò  molti  altri  ^ntatmiifcoperto  ne  i  Duchi»  poco  defi- 
derio  d'adoprarfi  per  la  Republica  t  e  vedendo  di  quinto  danno  riufciua  al  Publi- 
co  feruicio  il  permettere»che  maggiorniei^te  fi  fminuifce»  e  fcemalTc»  ò  con  l'otio  > 
ò  per  le  malatie  l'Efercito  >  configliò  con  li  Proueditori»  e  Capi  prìncipsdi  »  fé  fotte 
bene  muouer  il  Campo  folo  della  Reénblica  verfo  gli  nemici  »  per  douer  poi  con* 
forme  gli  accidenti»  regolarfi  »  circa  rafialire  le  Trinciere  :  C^anto  d  lui»diceua  ve^ 
dere»cÌiKS  quella  molfa  non  hauerebbe  partorito  alcun  male  >  anzi  che  fperaua»che 
"  per  termine  di  gratitudine  i  Duchi  finalmente  foflero  per  concorrere  con  le  loca 
Armi  a  quella  imprefa  »  quando  hauefscro  veduto  la  Republica  rifoluta  di  cinien- 
tarfi  con  gl'inimid»  i  quali  fé  hauefse  per  fé  fola  difcacciati  «  forfè  non  s'hauerd^ 
poi  voluto  impegnare  per  gl*intcrefii  degli  altri  sonde  teneuaquafi  per  certa  la^ 
diuerfione;  ma  concedo  anco»che  i  Duchi  poi  temcfsero»che}difcacciati  i  Papalini 
dallo  Stato  Veneto»  non  andaffcro  ad'inuadere ,  e  fuernare  nelle  loro  Terre»  non-> 
ti  mouefsero  dalli  alloggiamenti»  in  quello  cafo»  e  quando  fi  yedefse^  che  la  fbrta- 

Da 


DE  Principi  lie  xiii.      69^ 

ì^ooacfàidtìt  accidente  propicio  i  nemid»  non  haueflè  voluto  fauorìre  i  Veneti  » 
fi  ràomarebbe  ne  iprimi  allosgiameati  ;  almeno  con  qnefta  mofla  fi  darebbe,  vir 
poco  di  vi^^re  alI'Efercito  >  che  languioa  nell'otio  fotto  le  tende .  II  Prioti  accon* 
lenti  à  quma  opinione»  fecondata  anco  dalli  altri  Capi  ;  ma  in  conftrario  il  Corra* 
IO  difle  :  che  quando  lì  Duchi  con  le  loro  Armi  non  haueflero  diuertite  di  li  dal  Pò 
le  forze  Barberinefche  »  egli  non  ftimaua  betie  il  far  alcuna  moQ'a  >  giudicando  fen- 
za  quefto>  più  toflo  impombile  >  che  difficile  Pimprefa  ;  Per  tanto  non  prenalenda 
Popinione  a  quella  delli  doi; poftifi  alFordine»  s'auuiorono  verfo  Tinimicoi  coùdu- 
cendo  alcuni  groffi  pezzi  di  Otnnone  • 

Aunieinat ili  alle  Trinciere»  vfd  da  efle  la  CauaUeria  Ecdefiaftica»  e  principian- 
do d  fcaramucdare  con  qmllarde  Venetiani  9  fàributtata  con  morte  eli  20.  (okia- 
d  ;  drcondando  in  tanto  1  Veneti  il  recinto  >  &  eflendofi  impadroniti  dell'Argine^ 
del  Fiume  1  (cantarono  ini  alcuni  pezzi  d'Artiglierìa  >  la  quale  riufciua  di  qualche 
danno  à  nemici  ;  perche»  haoendo  il  paflbdel  Fiume»  fondò  alcuni  Barcom  »  e  fra« 
c§ùò  m  Medino  • 

'  Gli  afiediati  $  dopò  diuerfe  fcaramncde  >  vedendo  1  che  noti  potenano  più  deii^ 
tGo  le  trìnciere  mantenerfi  >  e  difendevi  per  il  danno  grandiflimo  »  che  riceueua^ 
no  dall'AtdgUerìa  >  fi  rìtiromo  nel  femplice  recintò  (kl  Forte .  Tirauano  quelli  di 
li  dal  Fitune  condnoue  cannonate  per  impedire  le  operarioni  de  Venetiani  « 
bendieliaueflerovnfolo Cannone» che  danneggiafTe  grauemente  il  Campo  Ve-* 
nero  >  e  quefto  ftt  dal  Valetta  finalmente  imboccato»  hauendo  egli  fteflb  aggiufta^ 
toiLtiro. 

Il  Cardinal  Antonia  »  al  qualedifpiaceua  Wnamente  qoefti  progreffi  della  Re« 
publica  »  non  tralafciaua  d'inuiare  tutte  le  notti  e  get^'»e  viueri  nd  Forte  >  e  |>er  li* 
berairfi  da  qoefto  penfiero  »  caricò  due  gran  Barconi  di  brani  fcldati  »  e  Tinuiò  vno 
da  vnaparte»  e  Taltro  dall'altra  dell' ECerdto  Venetoycommandando^che  nel  tem* 

?o  iftefo»  chequefti  roleoano  sbarcare»  douéflfero  vfdre  quelli  del  Forte  »  e  con^ 
Artiglierìa  trauagUare  »  e  ditiidere  le  forze  de  nemici . 
Pararono  li  Barcom';  mo  di  iquefti  fìì  disfotto  dall'Artiglierìa  Venetà»con  mor* 
te  di  nitri  li  (bldad  »  e  faltro  giunto  alla  riua  »  fmontati  i  Papalini  »  furono  dal  Va^ 
letta  valorofamente  incontrati  »  &  aftretti  con  morte  di  moiri  i  ritirarfi  nel  For^: 
te»  il  qràie  sbarrando  del  conrinuo  conforme  TappnntatOivccife  con  vn  tiro  il  Ca-  ^ 
pdcan  Pietro  Marati  Corib  »  brauiAno  foldato  >  e  reftomo  ferìri  »  fé  ben  leggiera 
mente  il  Vatetta  >  &  il  Baron  Hecfelt  • 

Stauanoi  Venetiani  fotte  il  Forte»  attendendo»  che  la  fortuna  porgefle  loro 
qualche  altra  ocdifione  di  moftrare  il  loro  ardire»  Se  in  queilo  modo  indebolire  1*A 
inimico  •  Quando  il  Cardin;  Antonio  pensò  di  difiruggere  ai&tto  in  vn  punto  T- 
Efcrcito  delia  Republica  »  e  chiamò  i  le  il  Conte  MiroTo  Maft  ro  di  Campo  Gehe-^ 
tale  »  imponendogli  »  che  donefle  su  la  mezà  notte  con  il  fuo  Terzo  »  ch'era  di  doi' 
milla  >  e  dnque  cento  Fanti  »  &  con  altri  dnque  cento  fddti  di  tutte  le  Compa- 
gnie >  paflafie  il  Fiume  ad'affatire  il  Quartiere  del  General  GiulUniano  »  facendo 
quel  maggior  danno  »  che  potefse .  Hebbe  il  Mhrolo  quefta  commiffione  in  fcrit* 
to»  con  pena>  che  non  efegnendo»  di  perder  la  vita  »  proteftandogli  anco  »  che  non 

fli  hauerebbe  ammefsa  alcuna  efcuurione .  Efeguì  pontùahnente  il  Mirolo  l'or- 
ine del  Cardinale»  e  tragettati  i  fuoi  fofdati  »  occorie  >  che  trono  vna  fentinella^ 
de  Veneriani  »  che  fuggita  dal  fuo  Pofto»  nel  qù^  era  di  guardia  »  gli  portò  il  no« 
me>  &  il  fegnio^  die  correua  • 

.  ;  Alle- 


d»4  D1EL  t  E    V  ITI      - 

AHeftftekgetyirfaiìmAiKAiogB^ttaciidddG 
ID»  din^di  fbbkoi  Paptiimiopfìtakafie  Cò^ 
nu  faepliatol^EfeicìcatitctD  »&  a 

MtorOtnizzì  Dafanttemoamlifooì  fotdabyfannaroooi  Fimpeta  dcBarimioe- 
tàù%  benché  tri  primi  combatceodo  >  reftaflc  vcdfo  itmedefiiiiaCansBOipita- 
nod'e^meticico valore,  ii f:#»n^»r^i#-fnt»fci ^^^^4^  ^ii^m^n^ #viii»»i^iifj^.yi| ,  gf 

joaniiniiiaiie  con  la  voce*  e  con  l^tfbnpio  ifoi^^ 

SGocuagapadcnencefirmpceiafacdaaliìemi^  finjDDlto^ 

tak>re>ina.UAlbafieli»eDalmkìmaccefi  di  rabiM^  mendicar  la  tuor- 

li delCaniza>encratiiabatta{^»cDnklQtoSablt»fi9oeto  ftragesigrafìde^e^ 
nemici  >  che  pochiftiggip(HU>rtaila  locafiHJa  »nonhaiwidavoli<ordarQaiftkfe 
ad^alcmu^che  al  Conte  Mitolo .  Mornooode  Venetsam  tnqiiefta£ittìoneaoor.  kt 
€irca>fri  qnaiiitSignorFrancefeoCiK»sIage;;tieroyC  ratorofefolrfaftoc  ma  de  ne-> 
mici  ne  reuomo  motti  (riii-di  doemtOa  tc  òs  Veneti podù  feriti  • 

Rinfctquefto  fatto  con  molta  gloria  della  Republica  :  ma  diede  inGemei  i  Ob^ 
pi  dà  Guerra  Veneti»  occafiòne-dffhn^  pia  aoneititr  in  anoenire;  pc»die(ebcne 
aaeftan>ka^e^kria^citoYanaa}Cardala^AntoQiO»tl  teatatMa»pocaiafi  per^ 
mbitate  >chc  replicando  Tifalcro  fiatile  sforzo  con  Demo  pili  potcnfie  cfrfoldate^ 
fca»^affiitetìdo  piàiiigomranieDfr  (^arderiuxmriufcidbfinafanrate  Tcifo)  di* 
Hcrfo.Conofccuano  di  pili  per  prooafCte  fi  rcndenaimpoffibik  f  impedì 
fito  de  Baeconial  (bccwfo  del  Fotte  :  Onde  per  qoeftafiì  opinione  vai^^ 
Capi»  che  fi  doaefse  ridur  l^fercito  in  vn  fot  Corpo  vm'to  >  tralafdando  di  pi À  cir^ 
eondare  il  Eorte^e coai  àebki  ri^tuaidi  rìrirarfi ne  i  primi  pofti  •  SobptftBa»  ciie- 
fofle  d*opiraone  diuerfa  11fte£K)  Generale  Ginftiniano  j  il  qiiafe  pure  iafifteoa^  iai». 
▼olercontinnace  Uaisedio  ymx  finalmente  concorrendo  l'opinione  ddli  doaPto* 
iiQditorr>,con  la  commnne  di  tnttrgli  altri  Capi  »  fa  ietiatocòo  belTòrdinedaifaet: 
tcciori^il Campo  Veneto  j^e  ridotto  tutto  vnito  poco  lontano  »aLkiogodcttoPo» 


Furono  etetri  aftrixptattro  NobiS  in  Carapo»cioè>Michiel  MalipierOf  fà  de  Sìec 
Cattarin»  Ghift inian  G  initiniano  filinolo  dcil'iftelso  Generale  »  Toouio  Coot»- 
rini  fii-dt  Ster  FacofX)^  Gio:  Prancefco  Zeno  f&deSierZdMe . 

L'Ani»ta  VenerìanaJnoiHiìermfi  noueGalee>e(kieGaldtzzc  V  foctoUcc^ 
dottxdet  PDOueditor  LocenzoMaccetlo^er^paruta^daBa  Daloiatiat  enauigana; 
hingolé  rise  dalla  M2irca  Anconitana  >-  àumandoffaUa  mira:  cfeUa.  Romagna  per 
impedir  il  CKKDfneràodfudditiddb.Chtefa^^r  giunca,  dirin^^  à  Sintgi^Ua^» 
eitti  pofta-  nellar  medefimuNCirca  »  tòminaoniO'quelH  ddhi  Cittsl  à  stenrare 
quanoti  dtCanoonatr controrAnnatav  Era  Gooematore  dVna  Galeazza  To^- 
Hufo  Contarim  >.G^ncilhuooK>dtgiouinile  età  >  di  gran  appIieationeaUe  cofe  del 
M^àrct  di  natura  tncrepidà^cr i(blata  >  il  qualecommo(so  àrfdegno  peri*Ìnfiilto  de 
gft  EcclefiàftidiritioltòJa  prora  della  Galeazza^»  s'acooftòualla^Citta  t  percoi»i<k> 
anch'eglicoLCannonerle  muradi  crsa;:qnandod!iniproui(0}  vn  colpo  aattiglieria 
rirato  daHaCkti»  percome  tiftefsoCóntaciui  ^troticando^inùferamence  ambe- 
due le  gambe  :  once  in  fpjurio^  poche  hore  fpirò  l*anima  m  femicia  deUa  Tua  Pa- 
tria ..Rimafero morti  altri  quattro^dcll'ifteisa  Galeazza  ». 

ContinoM'Arnutaad'òffendtre  conJ*AttiglierialaCitti  con  dfennoxonfide» 
rabikdi  Cfscììi  di  dtntro>ardaKlo  fpetialmente  li  foldari  di  rpirito  »  di  Tendetta^ 
per  la^mortcdfclContariniye  chiedendo  con  grande  iftanza  d'etfer  lafciariabap^ 


DE  PRINCIPI  t  lE^ni;         ^ 


Calte,  tot  TKXìinilkdòpwBMne^ 

tandoidie  1* ArmacaytracoetieQdo&Qcxi  inanreflc  in  qulcbc  pencolo  >  per  le  eoa* 

pefte  dd  Maix>chc  la  fUgkme»  &  U  ceinpo  mìMod  t^^ 

Ammalatofì  il  Proueditor  Midiiel  di  PrMi^sn  pochi  giorni  fiioriy&  in  fiio  luon 
Si  mandato  Sebaitiano  Vernerò»  che  era  Proiiedttor  d  t  confinila  luogo dd  Doifi'* 
no  ;  ilcjaal  Veniero»  prima  di  pafiMriquetennoaafcarica^hauaiadactofo^ 
Quartiere  in  Cologna  di  trecento  idldati»  reftaodone  morti  icttomo  a^^nco  »  £acd 
f»ngibni  altri  cinquanta^  la  Terra  donau  alle  fiamme  « 

In  Tolcana  feguiroaov  mokefactìoni»  forpctfe  de  luoghi  »  incontri  fanguinofi^ 
prigionie  di  Soletti  qnaUficati»  mancandoui  pòco  i  che  non  ri  reftalTe  anco  4 
Cardinal  Antonio^ altrefattiom»  con  raouggi  perd  rempre»e  decoro  deh* Armi 
deCdl^ari« 

RifanaiofiNioolò  DòtSno  «  ritornò  ad  eTcrdttte  la  fiia  c^uìca  9 1  fogo  alla  Gar« 
da  cento  »  e  cinquanta  Fanti  ycon  atcrecantf  CaualB  t  de  Antonio  Grimani  dialo 
adofToAquactroGompi^aiedi  Dragoni  alla  Zocca»  incendiando  tatto  il  Paeft^ 
dintorno  • 

Sebaftian  VeaiercMaoiato  con  doe  miSa»  dnqueoenco  Fanti}  e  trecento  Caual- 
&«  con  il  Valetta  ohxe  il  Pòper dinertire  i  tentatiui  de  Pontifici;  in  Tofcana ^  do- 
pò hauer  inferitto  molti  danni  a  nemid  >  e  corfo  il  Valetta  fino  alle  Porte  di  Bolo* 
gna>  fé  ne  ftauand  Modonefenlloggiato  i  Sptlimbertocon  le  Militie  de  Venetia- 
oi.  I  BatberinerditaiidorAo  ingroflo  oomero»  c<on  treCannoni  ad  attaccar* 
-lo* 

Hauntone  anniro  il  Veidero»andò  il  Valetta  con  la  canaiileria  ad  incontrarlif  in- 
fiemecon  ^oo.Faot]>e}i  pdfein  Ai».  PaMvna  Comp^^ia  di  Ccoatit  che  prima 
era  al  (eniitio  de  Barbenni  »  al  foldo  della  RepubLGon  quefta  Compagnia  andò  il 


tnedelimo  Valetta  di  notte  tempo  adàfiàlirilQsartieredi  CaAdFnmcotdoue 
vccifolama^iorpartediquei  (oldati>ne  riportògra(foBotdno>ft  in  particolare 
de  canalli  • 

Giunto  il  Verno*  fi  ritìraiono  f li  fiferdti  i  Quartieri/o^mideiidòfidalfigore 
^eila  ftagione  FArmi  lecooiinciandofi  introdurre  irattati  di  Pace. 


Morie  d  3.  di  Li^lio  del  1 642.  Marìade  Media  itt  Colonia  Agrippina  9  che  A 
moglie  d*Henrico Quarto  il  GrandeyRé  di  Franda>  e  madredi  hoàomoo  Decimo 
Tcrzo)  che  fnccefle  al  Padre  nel  mcdefimo  Regnp  di  Francia  • 

£t  à  4*  di  Dccembre  fuffeguente  pafsò  airaftra  vita  in  Parigi  Armando  >  Cardi- 
nal 9  e  Duca  di  Rkhielieu  9  primo  Miniftro  deHa  Cotona  di  Frauda  9  che  hi  datto 
materia  d  Scrittori  di  formar  Volumi  HiAorki»  sì  perle  proorie  &e  attiom'9SÌ 
anco  per  memorabili  fatti  9  nati  da  Tuoi  configli  9  e  produtti  dalle  fue  direttionj  • 

DefìderoTa  la  Corona  di  Francia  direder  aggiuflate  le  differenze  tri  il  Pontefi- 
ce» e  Prcncipi  CoHegadfinuiò  in  Italia  il  Cardine  Aleflfandro  Btcdityper  interpor- 
fi  all'accordo  della  Pace .  Giunto  il  Biechi  >  «  datto  priociqpio  a  maneg^ar  il  nego* 
tios  furono»  e  da  Papa  Vrbano>  e  da  Collegati»  nominati  i  Plenipotentiarìj  • 

Mentre  fi  trattaua  Taccordoioccorfe  qualche  fattione  d* Armi»  poiché»  Marìn^ 
Badoaro>vfcitoda  F}garoIo»fiì  per  forprendere  il  Forte  di  quidal  Pò  •  lacqpo  da 
Rina  ruppe  il  Quaniere  de  fiarbarini  alla  Zocca.  Le  Barche  Armate  de  Venc- 
titni  prelero  diuerfe  altre  a  Primieracariche  di  grano  •  I  Pontifici)  aflalirono  va 
Quartiere  de  Veneti  alla  Schietta;  ma  furono  gagliardamente  ribnrtari»  che  poi 
da  Giouan  Paolo  Gradcuigo  »  ch*era  Pagator  m  Campo  >  e  dal  Valetta  feguitati  » 

S*ilt- 


!t)<EL  L«    V  I  TX     } 


CMdUnal  AMDok)  oMgfofla  OMiikJoa  m 

i  Papalini  fii^ui  con  gcsMtJoco.diooo  f  rcftaodooc  di  effi  mom  iomnioàdacco- 
4U>f€  prìeJkHàmoaH>zc€maanqaMMU,tràqa^ 

^torcdiqiiclFortef&alcnOfinaliycCapiGsuùdiaiii»»  falnanciofi  Hmftkfìfiia 
Cardia  Antonio  per  la  Tdocicà  del  fuo  caoallo . 

Non  niancaua  in  tancoiJ  Cardinal  Biechi  di  acceicrai»^  la  coochiofioiie  d^a^ 
Pace»  forcandoii  i  Romiti  Veoeciaii  Fircoa^e  i  Pamubp^  fupenR  qucfic  éàf- 
.  iiculca»  che  portauano  in  hingo  il  n^ocio  • 

.,  Finaknenua^puftato  il  trattato  9  &accordad^ArticoU>faroaoap0^^ 

&  fottofcritti  d2u  Deputati  Plenipotentiarij  >  cioè  >  dal  Cardinal  Dooj^  jper  il 

.  Pontefice  Vrbano  Ottano  *  Dal  medefimo  Cardin.  Biccfaipcr  la  Corona  di  Fraa- 

.  eia  come  mediatrice  •  Da  Gionanni  Nani  CanaUere»  e  Procnrator  di  S.M«€o  Mr 

la  Republica.  Dfil  Caualicre  Gio:  BattiftaGondi  per  il  Gran  Duca .  Et  per  ìlua- 

ca  di  Modena  dal  MarcheTe  HippolitoEftenfe  Taflbni . 

Erano  due  If  Capitobtiocii  ;  La  prinia  col  Pontefice»  accofidaudaJ  Ré  cU  I^^ 
eia  fin  quello^  che  s'afpettaua  al  Duca  di  Parma.L'altra  era  coocfaiufa  tei.  il  mede- 
fimo  Pontefice  %  e  Collegati . 

Nella  prima»  il  Ré  fupplicaua  il  Sanfio  Padre  per  l'aflòlutionet  e  perdono  al  Os- 
ea Odoardó  di  Parma  \  acciò  %  refìandorimoiio  d#l  fuo  Staro  rinterdett»  >  fo&# 
cali  reftituico  alia  gratia  del  medefimo  Sommo  Pontefice  dairiilefsoDuca^coa» 
rHumiltii  che  fieonuienc  ricbicfta . 

Poi»  paiTaci  (eflanta  giorni  dopò  le  ratificationi  »  doueu il  Duca  Odoatdo  rici^ 
rarfi  dalla  Stellata  »  e  fiondeno>  demolite  le  foitificationi  »  e  dal  l^ontefice  teoderfi 
Cadrò  con  ogn'altra  cofa  confifcata»  e  occupata»  demolita  pure  le  fortificationf»e 
reciprocamente  ritirate  le  munitiont  »  e  l*Armi  introdotte  »  reftando  d  Montifii  le 
loro  ragioni  come  auanti  la  guerra  •  Si  redituiuano  i  prigioni»  e  fi  perdonaua»  tu» 
4|ueUii  che  haufiTcro  feruico  all^Itra  parte»cbiigaQdofiil  Ducaaldirarmò»eccct* 
tuati  i  prcfidij  conuenionti  al  fuo  Stato  •  Tutto  queAo  pa0aua  trii  il  Pontefice  ^  Se 
il  Ré  per  il  Duca  di  Parma . 

L'altra  Capicolarionc  »  fottofaittaanch'efla  nel  giorno  medefimoefprìtneea» 
come  i  Prcncipi  Collegati  hauean  prcfe  TArmi»  folo»  acciò  il  Duca  di  Parma  folse 
rimcfso  nel  pruno  fuo  efser  »  profeOando  nel  redo  perpetua  »  e  ferma  odseruanza^ 
vcrfo  Tua  Beatitudine»  Se  I.4  S.Sede  • 

Si  Ibbiliua  di  rofpenderc,  dopò  la  fottofcrittioue  »  le  Hoftilitd  »  e  prometteuaoo 
eflì  Collejgati»  cfpeditc  le  ratific  ationi  »  di  ritirare  dentro  i  propri)  confini  1* Armi? 
rciiando  1  foli  ncccflarij  prefidij  ne'  luoghi  occupati»  doucndofi  rilafsare  anco  qacr 
ithpafsaii  60.  giorni»  demolite  le  fortificationi»  ritirate  le  munitioni  »  e  l'Armi  di 
loro  ragione . 

pi  cpmmun  confc^nfo  fi  promettcua  di  demolire  dentro  Io  Stato  proprio  le 
fortiHcationt  »  vcrlo  i  Cpnfini  degli  altri  »  erette  per  occafkme  di  quelhi  guerra^  t 
dando  ogn'vno  all'altro  la  liUa  di  quelle  »  che  prctendelse  douer  efser diftrutte . 

Alle  pcrfone»  &  ;ì  luoghi»  che  haucfsero  fcruito  »  e  fi  fofscro  dati  alla  parte  con- 
traria» fi  pcrdonaua  »  iiberandofi  i  prigioni  >  e  permettendofi  à  Refigiou  »  che  fof* 
fero  partiti  di  ritornare  • 

llcfiauano  rifei  bate  le  ragioni  alle  parti  »  come  auanti  la  guerra  • 

Tutte 


D  è::p w*ic  I  PI  %  i«.-x»4.       t?f7 

Pimnecteiiafi  il  di(acaiaix»ecoecto  che  da  Veaetìaniibiici  di  mutoiiec^erckf 
anco  auiDtìauQftagoeiTa>dicetanobeiK  di  ridurle  toc  gead  luoghi  >  ckenon^ 
Solato  di  fofpccta  allo  Stato  Ecdeiiaftko .  Scabiliu  i«  ^^lefta  forma  la  pace  •  fi 
obligauailRMiFraociadimoiierrÀrmicoiiin^eUoycbe^^  fno  maft- 

icafle  di  effcttuare>8c ofseruar^ le  cofe  prome&e r  Sino  airadcmpinnento  delie  ce* 
Te  accordace>furono  confegaati  in  Caiale>alla  Corona  di  Francia  li  Oftaggit  cioè: 
«ftCoQCe  Federico  Mirolo  per  il  PwitcifC.II  Conte  Ridolfo  Sbrogiaiiicca jkr  Ve- 
Bctiani»  ambidoi  Sefigentt  tAmjìmi  dilMDtagiia .  Il  Commendatore  Grimi  per 
il  Gran  Ottca.  £t  per  d  Duca  tt  ModeMÌLN<arcbefe  TaTsooi  • 

Il  primo  giorno  poidi  Mng§ì>  éàéó^^Mia  Venetia  pcòlicaraU  pace  in  Chic- 
fa  di  SwMarco»  canrandofi  voa  MeCui  folennc^  Tro  GnuiarMm  stSme. 

U  Duca  di  BaitùM$ftfmimM  VewtHurefe  grane  al  Senato  dei  patMcinio»  e  di£i- 

^akUchiaraodofi  ricoftofo^e  lo  ftMimeatthoredimegratione  def  fuoi  Statiidalfai 

Repuhiica  4  E>ircii»CtflioaimadrfiwrDMca4i  Parma»  e  da  ogni  parteeiìq^t» 

Taccordoicon  pteoaliiide^ci  Cairf.  AJcfundio  BicGht^Tcielto  per  ritimact  vn  co- 

Mrikimmt  iiM^otia»4iei  jquJe  dimoftoà  vntiBcoaipniittbile  deilerit jic  prodewa  • 

U  Senato  refe  pJemAnegracieallt  CoroM  di  Frida  per  U  Tua  ^^ 
«ol  flocao  di  Batttfta  NansyaTrhoca  Ambite,  i  qoeHa  Corte»8c  Canalierc»  e  Pcocu- 
xacor  di  SiMaroo  •  faiaòdal  Kmm  tcfmo  della  Francia»al  Regno  del  Cieloi  aUi 
ioidi  MM§p0Ótìt6^iAìRà  Lod0ii.XULaell*ecidÌ4}.anni.  Succedendoli  il  figft- 
«òlo  Lodoo.XiV.die  noo^wiiiaM  aaoora  al  qiiitito  anno  di  etd.  Et  atti  ^•d'Oc^o- 
bee  morfe  Uabdtaxli  Borbone  fua  Ìbrdla»meflic  del  Rè  Filippo  I  V.di  Spagna. 
.  A  29 jdi  Li^lio  i#44Ìiicoe(se  anco  la  morte  del  Sommo  Poncdicc  Vrb.  Villtn 
«ttl  di  6d.aoni>  haueodofeduto  nella  Sede  di  S.Pietro  anni  ai.  Et  d  i  1  $.di  Settem* 
%tc  6ì  creato  in  ftio  luogo  il  Cardin.Gio:  Battifta  Panfilio  RomanotPatriarca  A»- 
docheoo»&  Auditor  di  RotaJlluftre  per  la  Nobilti  de*  Natali  •  i  qwlicongìunfe 
il  vero  fregio  deUe  virtù  pia  riguacdetiolit  e  ne  fono  teli taKmij  le  fae  Eroiche  ope- 
cationiiQorrifpoHdenti  aUa  nalciuiparticotarmente  per  la  Nunciatnra  di  Spa^asb 
&  perakrirìleuanti  maneggitiie'quali  diede  (ag^o  di  fomma  pieul»  con  PaggMn^ 
U  di  quelle  Virtii»che  lo  r^euaaoi  tutti  ammirabilc>e  cofplcuo.  Qgcà^  nuouo 
Ponteiice  fi  fece  chiamate  Innac.X.per  la  meoMria  fdice  d^Innoc  JxSé  fii  610  cfi^ 
ftuntamolto  commenda»  da  Scrittori  per  le  (uè  Eroiche»  Al  gloriofe  attioni .  . 
A  cosi  degno  Pontefice^ftinò  il  Senato  vn^Ambafciata  di  quattro  Ampliffimi 
Seaaiori»  che  furono  :  Gio:  BattilU  Nani  Caualiere»  e  Procuracor  di  San  Marco  • 
Pietro  Foficarini  Caualiere .  Luigi  Mocenigo  »  8c  Bertticd  ValierOfChe  6à  poi  Do*- 
«..Gfìulì  il  Santo  Padre  TAmbafciata  »  accolfe  gl*Ambafciatori  con  egual  dimo* 
Aaadone  d'affetto  »  e  conc&i;  &  par  autenticare  con  vini  effetti  la  particolar  fua 
indinatione  di  ottima  oorrifpondenaa  verfo  la  RepubUca  »  fece  riporre  iicUa  Sala 
R^(ch*élapidcelebredd  Vaacano)rEl<%iOfChe  ini  fu  poftodalia  felice  ricor^ 
datiooc  di  Pio  IV.  che  ef prime  la  fiiga  di  Papa  AJdTandro  Ill.dairira  »  &  pcrfecu- 
t  Jonedi  Federico  I.  Imperatore  dccco  Barbarofsa  t  la  copia  autentica»  od  quale 
ho  voluto  infenre  in  qucOo  luogo  per  maggior  chiareiza  del  £Kto»  &édJqudlo 
GCfiore* 

Alexander  Papa  Terrt ut ,  Federìd  Primi  Imperatoria 

lrafn>&impetumfugtcns»abdidttfcVeneti|s.      ^ 

Cognitum  I  &  a  Scnatu  pcthonoti&è  fufceptum  > 

-  Xx         Otho- 


S0è  MSlt  E    V  ITB 

it^Kcme  Imperatóm  Fitb  Natiatf  prdfo  t  l^enetft  ^ 
Vida  t  Captoq  Federicus  pace  faAa  i  fupplex  adone» 

Fideiiiv&  iibedicnciaiii  polliacus .  Ica  Pootifid 
Sita  Dignkas,  Vcneiir  Reipttbbar  beneficia  icfikvta  • 

M.  C  L XXV  ti. 

t  afeptadettamfcritriooeiudalfHOiPiTCfffitff  ilftrn.i  >  e 
che  ofeiiraiu  la  eiona  Veneta  i  e  dimimiìBaJairiknaiiTa  ddibogran  merfto  9  per 
attione  cosi  fe^nalatar  &  Erokat  defcriraulaoMOfeHfftArid  >&  ilticeoii»nip|]re« 
feritata  in  tante  Pitture»  e  regiftrata.io  taficijaarfliideatio»e^iorì  di  Eoropa. 

Non  permettendo  adunoue  la  Rep.  die  (bfledhNi(b  te  ìnferictiQne  cod 

inutildra>pr#carò>che  foffefcuata>aMnefc§iivL*GMfiaiiiedtfin»4i^^ 
prì  matche  fti  po(to  dal  fopradettot  toitefice  Pi»  IV«  con  appeoiUKioae  dd  SaoD^ 
Collegio  de  Cardinali  >  fti  ripofto  txreft imito  «eUtiefjoprifiiienMfiU  fapndntò 
Fontence  hmocentio  Deanm  »  od  principMdd  Aia  AwitifiGMD^ 

A  contemplatione  di  cièmoflò  il9emeo>af  Maggior  Oaif^w»  dwoMmoi 
#raicipe  Panfilio  fuo  Nepocc  delia  Nobiki  Plurida  con  tutti  i  fiìoi  defomdeati  in 
perpettKHnon  oftante  la  Parte  del  medtfiino  Senno  di  noo^ar  la  M»bìlta^4èan 
?eniaa  fupplicata  da  chi  la  defideraffe  •  Ibraina»  primo  dKqoefto  nome  JknocdS^ 
feitello  Amurat  nell'Imperio  Ottomano  >  da  J»  rifeibato  inma  eoo9o  Nfi^di 
qnei  barbari  Pf^ndpirfe  bene  tenQta(enipicprigìont)sirper  te(a»i^^  òny 
ra»  ò  finta»  che  fofle  $  sì  anco  per  ncmhaoer  aio  Aowrat  ^le-  Memie  e^  vioea 
ferrato»  e  cuftodko»  fti  datto  in  edticm'one  ad^mtai  Cotza  f^edkante  »e  M  aOro 
della  Legge  Maometcana»nemico  fieriffimo  peri^geiepernatuFadeOinMasi. 
Coftui  non  mancò  d^inftmirJo  in  tutte  €|tielle  màflime»clie  k>  poteflb  irdtare  cnii^ 
tro  il  nome  Cbriftiaoo  »  e  di  perfiiaderlo  (cjaando  fofle  chiaoiatoaUinroerio  )aif 
Armar  (f>e  muoiier  guerra  à  Chriftiani^Gli  ra^cordaua  fpecialmence^  ben  tpeflò» 
ch*eraobligatoi  vendicar ln(>(EKia(coddiceuaqueirempio  fatta  da  Marta 
Cappello  Prouedf tore  dell'Armata  maritima  dellaRep.  Veneta  »ad*Aanifat  Aio 
fratello  nella  prefaie  disfaccimento  deUe  Galee  BarbareCche  »  che  cosi  haoea  deli* 
berato  di  fare  anco  il  medefimo  Amnratye  die  rhaaerebbe£Bto»quando  cion  fitf» 
fé  Itato  arredato  dalla  morte  >con  akre  cofe  facili  ad'imprimetfi  ndraaìmo  feri- 
no d'Ibraim»il  quale  perfuafo  a  baft ansa  »  attendeua  ad'ordinar  TAnnamento  »  & 
à  meditar  Timprefa .  Nacque  apco  in  queflo  tempo  nuoua  occafione  di  piooocar 
Ibraim>e  di  maggiormente  difporlo  alla  guerra  ^contro  la  Chriflianini  • 

Era  Gouernatore  del  gran  Serraglio  Gelis  Af;à  molto  amato  da  Jbrainbperka- 
ner  egi)»nel  corfo  di  jo.  anni  continui  »  fcruico  fedelmente  ali*Aoo  »  al  padce  » Md 
frateUo  deirifteflb  Ibraim»nel  qual  cenripo  per  li  offici)»  e  cariche  ottenute»  e  per  la 
gratiaacquiflata»e  Tempre  mantenutan  daJli  fudetti  Imperatori  Otromani»bebbe 
occafione  d'ammaflar  Terori»&  accumular  ricchcize:  ma  dubitàdo  di  perdcrie  va 
giomoiinfieme  con  la  Tefiaycom'è  coUumea  farfi  in  quella  Barbara  Corte»  pensa 
di  ponerf}  in  libertdtfaluar  fé  fteiro»e  prcfcruar  le  ricche  faculc^l  acqui(late;e  pen^ 
chicfehumilmente  licenza  ad'Ibraim  di  poter  andar aUa  Mecca  per  fua  ditiot jooa 
i  vifirar  TArca  di  Maometto»  che  otienutaia  fenea  di^cult  j»pc:r  T Amare  »  che  gli 
portaua»  e  per  la  feruiriì  preftata  i  fnoiprcccflbri  come  fopra  >  fi  difpofe  al  viag- 
gio. Egli  dunque  partì  fopra  vn  qrandidimo  Galeone  detto  della  Sultana»  armato 
di  ^o4>ezzidi  Cannone  con  ricchezze  immcnfe  »  e  numerofafamtgla  »ìmbarca4r 

dofi 


DE  PRINCIPI  ila  XML        tXi^^i 

]Q»ft  ilcMQÌgionneetifiioi  Paggié  Vi<aufO(moxftììtBoccntoCÌMì^^ 
biPtOGBgìtìtUc  Marinari  »)&aicri?erfotia^i  di  conto  a>n  k  loro  iamigtie  i^ 
afabondanre  pn^nifioni  perxosiMfMofacocnisdijtt  •  Sogittoa  qKftogran  Vafiejk» 
yngfoflbPMiMCOoiettanca  Ti]|cbi>efetteSak:be« 

Qoefti  àritaJ:oiì  ìov  canMO  vedo Alefiandriasfcr portarfi^  di  li  elHl  Moc« 
cayqidUidD  fokaod» il  Mar  Carpatjo»giiiatt  a  BS.Settébrc  del  i6^$lle  Ctuccàere 
di  AoditdiederaneUe  Gake  di  Malta  »  condotte  daKSoierale^di  ctfe  ¥h  Calmele 
^  Cambes  Roisfaodraattieqoaii  ttMoemàaiV^fS^  TurchcTciu  »nMtfoflÌM0Oi 
dC  alla  difefa»G  principiò  la  battaglia»  e  dopò  vn  fioMie  feììBPinofo  CDcsbactittiJb» 
Miche  divo  loÀÈomoKmmmJdabodkxiiV 
«nx&BoranaaMdeTunlmcftaaio  IMaliefijpa^^ 
M>chejri  erano  faiara.  li  Turdn  aoMfti  viniiB  £^ 
firiiaoUfaKmoiacoiMoaifoafaiqoa^ 
ti  Pofona^^  coWMAndo  icftniaortìtotti^^ 

DeMalce(]f]»AoiaQeAàitiÌDQii(Ao^cÉnoMnct^^  ioldatt^n» 

to^  itf.cwiliom  GoKrttlaftmbodraiiCtuie  IcrìtiKhsentOpcanqoMU  JùPia^ 
co  reftò  affonda»  gwafiUibétodopò  ti  oortgtttnicntDpcr  ftyercupf  »<ome  ance 
il  Gakooerfnenttytocgndnccwnoa  Maka.Qionto  raomb  a  Cóftantinopolidti» 
la  {ocfa  de&cgnijdeiiapcfditadeUcriccfatnn»^^ 
to^e  finalmeccdeUanrovtt^di  Gelts  Agiiacccft)  di  rabbi»  tt^ 
inolgè  ngorafiflknj  oidim  »  acdòli  atfcttfceflef Arm^ 
Madbmct&opcrarij  d«4i«dAt<in^;QimNiandòanRtili  Ba(à«di  portarfim 
Conibnrìnopdiiicheli  Beffi  ritMnAflèrac^  PorwdtZiaperd 

«de  d'ApnkKUietntte  le  gatet^  VoffieflMiiefivitronaflero  nc^oiti  del  fuo  Do- 
iMnio»£ridii(eftm^iniica)e;CfatléMilidedoiitffii^  per  inabarw 

oavfi  iopmJadecM  ArmatafCOAatmotdini^emtinittonida  Guerra.  E  perche  era^ 
no  dimugatidaliafaiila  qnclU  (N:eparainéQ>dnbJtando>che  ìngelofitaiì  la  Rep.  dì 
^Venetia^  prepararle  anweffii  con  gtoffa  Armala  >  per  opporli  a  tante  forze  >  fé 
MrxKMWc  d'Ibraim  afltcoratoGiouanni  Soraoao  Caualier^rhora  Bailo  i  Con* 
ibmcioDMli^naJen^alafeiaiia  diligeMa  alonsa  per  faper  l^intentione  dd  Gran 
i^P^)  che  i'AnnataOiroRìaDa>non  (i  preparaua  ad'ahro  fìne>che  per  vendicarli 
ddroftefecòtroMaleeiije  per  efpugnar  c{ttcii*i(olay  e  cheperò  era  eflb  Ibraim  per 
coTeniane  notener  co  la  Reo.  <^^a.pac^e  btionacorriipodita  paflatasc  conm^ 
nata  dt  &ior9rc0rfibri»efhu>iMta  da  lui  tTiede(iiiio>tiel  principio  del  fuo  ImjMrrio. 
*  VctameniQ  Inanimo  d'Ibraim  era  di  portar  le  A)e  Armi  a  Malta»  per  iui  sÀgari 
4uoi  UcffAt9  vendicar  le  pretefeoflfefe  fopra  qnei  valorofi  Cauallieri;  ma  daMo* 
fifiarbarefchi  pratticbi  di  qucirifola»  gli  (à  dato  rn'efata  infonnactone  9  dtl  fito  > 
delle  eran  fortiiic^atoat  »  della  quantìrd  dell'Artiglieria  9  del  numero  >  e  valore  de 
fooi  aiionfori>e  d*altre<|naliti  di  eflà^che  iatendono  ine{^habile>e  infuperabi^ 
leratae  al  pertcolo  del  Marc>doiie  don  ponno  trattener/t  T Annate»  per  non  vi  cf- 
iet  Poeti  daiahiarii  in  tempo  di  fortoncyc  Borafee .  Spiacqiiero  <\umt  difficukd^ 
di  alPOctotiwio»  coofiderando  eflcr  pid^cbe  vere  »  per  eflfer  rapprerentate  da  et» 
DondeiideraaaaicroKhe  iadiftruttioiie  di  qiiei  CanaHieri»  per  cflbr  loro  nemiciie 
|)ciiccBton;e perciò  per  non  aoncntnrar  la  (uà  Armata^  e  nportarnd»  e  biafmoi  t 
dMBè»&<acopertiiiìOce  di  non  Derderkripucatione  dell'Armi  Ottomane  >  di>* 
oertì  il  pcntkmh^  fecondo  il  Configlio  »  e  peduafioni  di  Cotza  >  deliberà  d*intrt« 

Xx    2        Auui- 


tf^«  DILLI    Viti 

nmiftiÉhlìrf  iffnirffr-  —  *"-''!)!"'  '■  -'"-^  iiniiiiiifiTnirtmuM 
McaSVIfrelBoiiì  4'R»iainUcbaw  «oooqMgimecoo  r'iiiiiiwiiTwkiliHMi 
fédtanMcedaeGaleazac>dee^eod»Ca|HtaiwididIeGiiolaiM  Mnw  flirf^fc* 
Oc«KloiafìeBie}ai.Goii0iiaiaiipcran«r}a4j«lee  fonili.  OedÌB&cbcCitt» 


OMflérodiiieife  Naoi  daguetra*coaiìciiea(k»Cmcaii»  di  efte 
£0er  ftooc&ccOaicCTteécgAtiiiOTidfflinrtFHMCcfeoMd^ 
t.Maivo. 


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TkieAitdhJtrikta^kDpomMci 


ièljgacr»  cdi  moni»  k  f j 
taqnifto  MD»  non  «aimBail  AiUkodf!^^ 

looa^LìonÉumA  ifpedkeignnc  lontana  somi^da  CapoMecapmidiodcift 
mdnqng  Vafatili  a»tbardaM^co'qBaU^^'»*«òhi  iitf  ii  ri»  AMÒ-faèorewotH 
ooe^itAaado  cituiia  dalU  noctc.U  mattina  f^^ 

fwtedc  BarbaicfcfaìfPcr  M  wanrattfB>cbixgtti»araBofifhtfmttcnrffi^  ^>ca>> 
i«M  foaoiBn  f  ^QMMience  dalvalDK 

tf  datCapìtaooOrk)  PMndiBofgoCoito»teaaèMtédbkK^ 

nepafiKwaFroafiditaraTine.  TenmaàiÌMQflk»c^  e  mcU 

fetKidc  CbrklianL  De  Bacbairfchi  isettòaifimdaco  n»^ 

wmhacca dalk  Cannonate  >  e  li  akn  qnaitn  mal  tttctati  >ia  «^^ 

ttatrifi  <M  lipacfaigionii  odia  Nane  Boocta  »<hcatìéma  inCanéactwcadifci^ 

Bmito»e  (opcau4 1 lu  CooMigoia  di  foidatt^nQftkabberoHrtgMe  dMbalkla  «. 

Fer  cuftodia  del  Poito  c&llaSiiilai^pcdiiéoa  MaatoCappdk^ipitanAdteìiai- 
nbcen  io*  Vafselliie  fnoiGMeanaton»  &ìmA  vicfam>muaìMnt  débooea^eét 
guerra  y9;C6cnpagme  di  ibldati>so«BoaibaidktàX:hriftofoffn  MaliOTingegoiqo 
de  fiochi  artificiati  concinque  fuoi  operarij»  Il  Saliente  Maggèote dell* ArdgHe-* 

Sio  itf4$«sbarcatono  k  Militic»fi  {caricarono  le  pcouifioiii>qnali  fàtoM  étàukmmt 
aLGenerak  Jecoedo  il  bifognoiodk  Piane  di  Canritat  Canea»RctctMO»  0t  i  Su* 
da*tnttiando  neLmedcfirao  Ponok  lenti  Gake  armatenelKegno  >  per  cómiffio^ 
•e  dtLSenatOi  &  oltre  aqueftet^  anco  k  tre  della  Gnacdia  >&  k  due  Haw  («letto 
]Ma»e  Lionfante  heniffimo  armate  :  onde  per  q^dbpcqpacamend  il  Porto  dela. 
Sudatela fertificatOf&afficuratat*  VnitaintanraiLG«anìTùt€«>*likfea«ntefk 
iBake>e  Va&clii/pedlla  Ina  ArmatadaGanftantinopoli  nelfNmdpw  di  Nf^gìo 
dell'anno  fiidettoicofticuedo  Capitan  Geoerak  dieta  SdeAarCroattxH  col  qoa»- 
k  andò^acompliretorìniadellakia  paEtenaa>il  Baila  Soranxo»  potandogli  indo» 
no  f  na  pvetioot  Vette>efsendo  accolto  da  cjael  BarhataGoafcgnM  dimolfaMìooi 
di  »an  bentuolenzase  conefpreflionL  diottima  intentione  vedo  k  RepobL 

Vrcl-adumiue  da  Conllantinopolii  lyidia  grand*  Armau  »ienzaCiper&àda»tt 
dichePrendpe>&SutidouerseincaBiinar(i;^pei€he  anà»il  medefinio>GaQerak' 
tekókarjiiebbe  U  (uacomnifiione  Sigillata»cono6dinedi  naoapiìria.  itoòofpttt 
ioaNattarino.Etannmeto(ae(saArmaudiottanuGake>eiei  fefeautatvna 
TtecbefehejC  dinoue  Beliere;  didei  Maonejdi  dieci  Bertoni  dà  MafaoiAiaidei di 
T^mifee  yrindicinokggiattd^Ingkfi^elgiammcnghi»  in  tutti  zp  Blm 
ahe  i  Vaiifiliodi  finifurata  gcandeaaaie  di  tcecentoie  fcfsanfa  Satchr^. 
ToDca  mirfti  Lfgw  Vinìbiry^  iffrOTnf>  a  fafeaara  — ■"•  ^^j^iaiMiii^Ki^fiaiiMigipg' 


DE  riiiNeiFi  LiE  xnt      S9f^ 

fMeaOaGianknri  »qiiatmrdeci  mia»  Spai  valve  Atte  miti»  QMftoMi  J&J 
'  OMigfiior  urte  Armeni  • 

IGdfiwKljmripriiirìpalitdopè  ilfodetco  Capitan  GcMfal  Silcébr  #  €t»MÌ 
Baisi  da  terraichiamato  Ifaif .  Affan  Baisi  Alkàac[c  Bclerbci  de  Ruai^UéCiic  por 
cflfcr  ftaco  il  prìmcbche  pofe  il  piade  in  terra  nell^efJM^narione  di  BaiNloma»  fii  da 
Amtrac  fatto  Gouematore  •  Ec  Amorac  Baisi  Agi  de  Giatttseri  •  cm  Ari  per- 
fiotiag^i  a  atittorìtif  e  di  cofnmando . 

A&2i.MaggioarriuòrArmataiScio.Leuata(idaScfo»  ▼tieggiè  verToMe- 
geoponte;  ma  sbandati  per  efl'erii  rinfrefeato  ù  venu>  da  Tramontana  >  capitato- 
no  fetunta  faiciiet  e  CaramuiTali  tra  Zine>e  Micene»  ridncendoii  vn  CaramuJEUe^ 
e  due  Saiche  in  vn  Porto  di  Zine  »  doue  le  eemif  die  vi  erano  foprMominciorno  i 
areiche  erano  amici  detta  RepubUcadi  Venetia  «e  ini  fpinti  dal  riafooodel  ven- 
to» &  che  andanano  alfimpreia  di  Malta;  e  riceraindo  rinfrei^^ 
OD  fatti  fomBMnilfaarc  di  ùirnaggitformagi»  pane  &  altro  »pa:a^  anco 

di  poter  £urtcqua»  dal  Sopra  Prooeditore  Iacopo  da  Rina  • 

AUiaé^enttomo nel portodiS. Nicolò ddriTola di Cerigovna  Nane»  faSai* 
clie»nMe  Galee^  ic  vna  Mfta»doiie  andati  akuni  Tnichicoifcl 


danno  licenza  di  poter  far  Acqua;  Furono  gratiati  per  fegno  di  buonaamtdtin 
da  ood  Rettori  »  dì*  ermo  DooMoko  Bafo  il  Pronedito^ 
PO  il  ibpra  Proueditore»  i  qnali»  okre  il  permettagli  di  poter  far  acquai  rinniaro> 
no  anco  in  dono  2Ltt6(pQri  »  Cedri  »  Cere»  Caifaadi  »Miek  »&  altre  genti 
gradirono  i  TtoicU  il  regalote  conferniarooo  la  buona  intentione  del  e^ 
K  vedo  U  RepoUica»  ptomatcendp  di  dar  parte  al  CafMtan  Bafsi  de  ibnom 
camentif  e  oovtefie  riceuute  • 

Rinnitaii  ài  noooo  l'Aronara  infedele  »  s*anniò  con  pcofpero  vi i^gio  iNaoarì- 
no»  8c  iui  arriiiata»  Sele&ar  in  efecutiohe.de  commandi  dd  Tuo  Signore»  aperu  U 
fitgreta  Cònnnafione»  vide»  che  li  venina  impoilo  di  portarii  ali*  acqnifto  dd  Re- 
gno diCandia;tenecdatol*ordine»ediAèic64)ediaiittiioalGtanSigno^ 
Sio  via^io»e  dd  ino  arrinoi  Niuarrino. 

Riixue  Ibraim  le  lettere  di  Scledar  »  e  di  fiibito»  che  iìiii  pciflM  di  Gtt^^ 
ce  fequdlrar  il  Bailo  nella  propria  CiCabponendogii  eoardie  armatejper  cuilodia. 

In  tanto  incaminoffi  l'Armata  vedo  Candii  »  &  aiUi  aj.  detto»  lù  (coperta  okte 
Capo  ipadat  che  per  fpauentar  maggioraKnte  i  Chriiliani  »  ailntamente  |K^ero 
iòpn  le  Galee  iNaui»Saicbe»&atoiI^ghi»nu^ior  numeaodi  vdedi  queUo. 
porcauano  effi  Lej^  per  ordinario  »  pobendonc  anco  fopra.Schi&  per  dimoilra- 
re  più  grande»  e  più  numeroia  efla  Armau  • 

U  che  intefo  da  Antonio  Nauagiero»  ch'era  Proucdsftoredella  Canea»  diede  di 
Xubitt>  ghordini  propri)  per  la  diieta  »  alldleiuiofi  dafcheduoo  air  Armi»  mandan- 
do oidmiaili  Capitani»  die  riicdeuanon^eFortetze  diS.Todcro»eTurluh]»cbe 
doueflcio  ilar  auuertiti  »  per  diflfenderfi  »oconrrendo»  dalTArmau  Nemica»parte 
ddU  (|uak  capitò  riildfo  giorno  fottoidetre  Fortcsae»combatt)en^ 
tkliena»&attuicinateiiakuneGalee»difnbi€o  fecero  sbarcodi  fanillaFàti  fopm 
il  icoglio  >  Que  fono  iituate  cife  Fortezae  »  diicoilo  daCanea  circaquattro  miglia  • 

Sbarcò  in  vn*  ifteflb  tempo  altra  foldatcica  in  corra  Ferma  »  in  luogo  detto  ku# 
Madonna  di  Go^uUIontano  dalla  medefinuCitti  circa  miglia  dodici  »  ponendo 
in  Alga  due  mUlapaefani  iui  accori!  alla  difeiadi  onella  fpiaggia  »  per  impedirli 
abarcot  fotto  la  Condotta  di  Bernardin  Mengano  Nobile  diqudla  Colonia.  Per;- 

Xx    j       uccuio 


iftmirfr  dè^&ttcOAtdtìWroBtèiùortfcct  forare  il  Conce  Albino 

ter  della  Piazza  con  cinquecento  foldaci  tnt  Fanti»  e  CausOi^acdò  gfinmidiMi 

iflHnpmrOilàber^  delle  v  tUe,e  Lnochi  circonoìcnii  aUi  Citci  ;  ma  redotoila  ^c- 

IHilgroflbmimcrDdeTiirclùsbftrcatifCooaenoeror  al&Cictiibrciaado 

«urite  Omipfgnaln  pot»  de  ncmicif  qott^ 

cheggiandole  ViBce  abbmggiando !e  BiadeK:h*erano  in  Campagna . 

Le  Nfilitie  Tiirchcfche  fmonrate  fopra  il  Scoglio  predetto  di  S^Teodoio  ù  di^- 
diro  a  cèffjbàttaré  per  Tcrra,e  per  Mare  le  due  Fottezze;in  vna  di  eflciche  è  apel- 
lardi  Tóttótò  f  refideua  vn  Capitan  j  d'Infantarìa  Italiana»  nominato  Gixitioòjii^ 
li'ani»  il  quale,  haueua  ottanta  (oMati  rchecomtxutcoaiiOfefi  dilfeo4euaao  vato* 
iroriflìrtiamence;  ma  conofcendo  il  prode  Capitano  di  noapoterrefiftefcafle  po- 
tenti forze  nemiche  »  prefe  ifpedientc  di  far  aprire  teporte  delf  ifteffa  Fòctezaa;  è 
quali  vedute  da  nemici»  cominciarono  a  furia  entrar  ilentro»e  meo  tre  aBOoracMl- 
•tinuauanod  emratt  »  con  animo  fi^rmo»e  oenerpfo^diede  fooco  adVnaMioa  £at>» 
tadajuitper  la  quale  mandò  in  ArfapMaitremillaTQrdìi»otocdi|MllHCliefi^ 
llotnó  m<nti  lottò  le  Mura  nel  corhbattjmeifto  •  Eleffe  qaeftaCtarittmo  Ài  morir 
ej^li  fteflbic  di  dar  la  moneaHa  Moglie^  a*  fi^ioK9ch*eranMX>iie0o  Jài»  «e^Màh 
ti»  più  toftofche  cadere  in  fthiauittì  in  mano  di  Barbart>  fc  Infedeli . 

n'glómo  feguente»  che  fall  14.  Companiel*Eferdo5  Nemicodirlfta  delta  Oh 
ffeanumeroio  »con^  diceittodiniàdi  (eflTanta  millafokiamvincaminafìdo(i  vti«- 
faOméa»  dalla  dnale  fortcndo  11  Conte  Albano  GouematM^t con  il  OipitafH>'fi 
la  FonfsAia  con  dticento  Fanti»  &  il  condutf iero  Vissamano  con  la  CanaUaria  lèo- 
dat  a^che  (caramucciando»feccro ritirare  alcune  compagnie»ritomando  con  buon 
ordine  nella  Citti  •  Si  fece  riflefTo  per  qualch'  altro  giorno  per  ritardare  roperak 
tiófti  de  nemici  ;  ma  bifognò  aftenerfene  per  il  numero  grande  de  Torclft  »  e  per 
conferuar  i  foldati  alla  difefa  di  Cattea . 

L'Inimico  fi  fece  forte  in  tempo  di  notte  in  luogo  chiamato  S.  Lazaró  »  ch^ 
Borgo  delta  Cittd»  e  difcofto  <la  efla  circa  mevo  miglìo^alzando  iui  vna  Trincierai 
in  luogo  detto  San  Cofhntino  »  Monaftero<le  Calogeri  >  conducendoui  tre  Can- 
lìòrti  grofli»  &  alli  17.  del  deito  Mefe  nel  fpnntar  dèlf  Alba ,  còminciomogf  JnfiN 
•deli  battere  la  Citta  predetta  dalla  parte  della  porta  Rettimiottainoaoflantcche 
dalli  Ballooardi  della  Citrd,  vcrtiflc  berfagliata,  &  óffefa  detta  Trinciera,qualc  da 
•Nemici  era  ocni  notte  reftaurata ,  continuando  giomo,c  notte  il  tuono  delle  Ca- 
•lionate»  e  moichettate  deH'vna»  e  Taltra  psCrte  »  dalle  quali  rcftauano  Tempre  più  e 
morti»e  feriti  de  Turchi, chede  ChrilHani ,  rifpetto  lameaa  Luna  da  quefti  fatta 
fuori  delle  Mura  »  oltre  la  porta  Rett!miotta;onde  vedendo  i  Turchi  non  poter 
operar  da  quella  paiW fecondo  defkierauano  ;  rffólfero  di  fare  altre  tre  Trincicrc 
ibottadi  Cannone,  cioè  vna  à  Santi  Apofiolijponendouifei  pezzi  grofli,co*qiia- 
li  battcuanoil  Baloiiardodi  Santo  Arhanafio  ;  l/alrra  di  fotto  laChiefa  di  Santo 
Anronio  con  quattro  Cannoni  grò* ,  battendo  con  effl  il  Cauallcrotto  di  Santo 
J>jmitrio;  e  la  terza  fu  eretta  appreflò  Santo  Coltantino ,  oue  conduflero  quattro 
pezzi ,  co*  quali  batteuano  la  mczaluna  predétta ,  5^  la  porta  Rettimiotta ,  e  cosi 
4  Barbari  s'auanzauano  alla  Città  verfo  la  parte  del  Cauallicre  di  San  Dimitrio» 
battendolo  del  continuo»  e  giorno,  e  notte  >  &  accollandofi  fcmpre  più  alle  Mura 
^clla  Citti .  Ancoìi  Barbarefchi  fecero  vn  Fortino  dalla  parte  della  Sabbicncra  > 
aJ)prcfro  vn  Mettochib  in  hiogo  chiamato  Santo  Tanurk)  »  conduceftdo  im  quat- 
it'o  Cannoni  icon  quali  batccùano  la  porta  di  Sabbioncra  »  onde  la  Cictd  tutta  f 

ftòaf- 


DE  PRINCIPI  L  IK  Xni  6^3 

Aèi0(dKata.<fadtt  patte  di  Tarn;  ptr^^  dtfficikMMeie  U  p«M»<porttr  (m- 
carfoyftando  anco  l'Armata  nemica  dirkontro  ad  efla  daUa  pme  d  i  Mare  « 
.  Nctia  delta  Cimi  di  Canea  vi  (tana  il  Vc£khio  di*  c({a>  Milana  Ben^i  o  Citta- 
dio  Venedano;  Vi  erano  i  Rafiprafettcanci  publidn  cioè:AjM>aio  Naaagiera 
Poouedicorc .  Nicolò  Bon>  e  Barcok>mco  Magno  Cooiiglieri  •  Aurelio  Michiete 
Gouemacore  di  efla .  Il  Conte  Gio:  Domenico  Albani  Bergiaiiiafco  »  ch'era  Go- 
ucmacor  dcH'  Armi  •  li  Sargente  Maggiore  Nicolò  Tafli .  Vi  erano  tic  compara 
gnie  Olcramoncane^tre  Corfe»  e  fette  Okramarìnc>che  in  tutte  afceodeaanoad*- 
ottocento  fanti  ;okre  à  quelli  v'erano  leCcrnidedeUaCtttsi»LaCatiaIknafQU- 
dats»  e  qualch'alcra.  mititiaje  Contadini  per  Gnaftatori . 
.  Vdito  raOedio  di  Canea  cbl  Generai  dtì  Regno  And  rea  Comaco»iniitò  tìmpm 
compagnie  di  fanti01tramontaiii»edoed'0ltraa«arini  leuate  dai  pre/idio  di  C^ 
diaiper  foccorfo  di  quella  Piaxza»  (òtto  il  comando  del  Qdonello  Agoftino  An^o*^ 
li»  il  quale  gtnrtfe  finaloieofie  in  Canea  con  trecento  £cili(oldaci  in  tenapo  di  nottea 
accoofipaaiatìp  da  cootimie  Mofchettate  de  Nemici  ^ 

Dopo  u  detta  m  jflìone  de  foldati>deliberò  Tifteflo  Generale  di  portarli  anch^ 
cflbi  quella  volta  »  e  cosi  à  jow  Giugno  vfcito  di  Canctia>»s*incamino  al  Callahii 
con  ctnmieccnto  £sint i  %  accompagnaoo  <b  Franorfco  da  Mulla  Protteditor  de  ca^ 
jiaHi  itrCandiacon  mille  cinquecento  caual]i>e  diuerfi  commandanti  »  8c  alli  4. 
Ltmiio  ar  riuÀ  al  Gallami*  di  nocontro  aUa  Forijtzza  della  Suda  »  done  fi  fermò  eoa 
k  radette  Mitìtie»  &  altri  tre  milla  Fanti»  ractolci  nel  Marchiare  nclli  territori)  A 
Candia»Rettimo»eCanea.  Era  Cèco  ancora  Benedetto  Zancarol  Canaerlengo 
&.  Candia  col  dinaro  pubUco  »  &  il  Commidario  fopra  le  VcttoMglie  Matteo 
X>andolo. 

'  La  notte  fegocnteil  General  Comaro  fjpedì  il  Conte  CarbFenaroio  Goucr- 
nator  di  Canata  con  venti  Dragoni  |>er  nconofioete  il  jpo^  di  CicaAarìa»  i^h* 
ìfpiaioletfitnUpooiàoltrefiooalietrindere  deU' inimico idooèvedoto va  fteo- 
dardomal  cuAodttD»  temo  dlmpofcflaWi  di  cflò  ^Ma  fcoperto»  e  fidato  da  grof- 
io  numero  de  Turdu»iiebbe  che  tare  i  ritiradi»  reftando  morto  vno  de  fuoi  pa^ 
^i  moCctirttau  nei  petto .. 

•  E  perche  li  Rapprefcncanti  pnblìci  £ueoano  nuoue  inftantie  al  Generale  di 
akro  focoso»  inuioilK  fei  trecet^o  fanti  Italiani  »  e  cioquecentao  Greci  >  guidati 
«MGoocmacor  Afa^flàndro  Giuftinianoi^e  Commandati  dal  Conte  Feiurolo» 
NeUa  Marchia  tenena  la  Vanguardia  il  Capitan  Vilmercati  Cremafco>c  la  retro- 
guardia il  Capitanr  Nicolò  Bniazzo  Schiauoiie  :  nu  incoooracti  dall'inimico  »  fu* 
rono  da  quello  attaccati  i&  il  Ftnarolo  (pitttofi  aoanti  >  feguit^to  da  alcuni  cn-» 
trò  in  Canea  •  Li  Greci  fi  diedero  alla  fuga  •  Il  Capitan  Bruaxxo  fece  tefta  con  i 
ftioi»  e  fcaramocciando  >  diede  adito  à  oìoltidi  auanaarfi  >  e  perche  era  vfcito  an- 
co il  Gouemator  Albano  OMiceoto  fanti  >  a  fpaUe«iarii  >  s*im  roduflc  nella  piaz- 
aa  anco  il  Capitan  Broaazo  eoo  móki  de  fuoi  >&  vfficiali>cheoon  quelli  entraU 
col  Ffoarolo»  afcendeuano  al  numecodi  cento  cinquantaàOlereilquefti  pa&òaor 
Cora  Antonio  2Uocariol  Md^KOHr^ndoctierote  Bernardin  Baroaù  ^ 

i  Greci rìtomaiono  i dietro >& iLrrftaate de  faldati» il  GoNematorGiufti- 
niano  »il  Capitan  Vilmercati  »&  altri  Capi .  Morfe  in  q^a  fiàttiQtte  >  B^ne<- 
detto  da  Canale»  che  di  Gouematore  di  Galeone»  (e  n'atidaua  alla  ditfefa.della 
Canea»  per  affiilere  appreiToii  Proueditòr  NauagietQ.  (^efto  Gentil' buomo 

éi  Samoa  pmdenaa^evabce^ooarìfipMaiiòilOm^  b«a  feuMi 

Xx   4       a\U 


•  -  »  « . 


6^  D  RL  LE    Viri 

■Ili  limili  r  iHìihi  liiiif  1  ire  niilli  rrirliMii|inimi  il  i  lui  tirr  iliifiitui  lU  Mi 
Bif  rcAonio  preda  de  Turdii  • 

foa  Rndz  cofcnZfCàRoàk$,dM0ftMiM 

Torchi  dacCD  to' aflÙcoterribfkaiUinettLDQaieftrada predetta  dequKs'jB- 

padroonrooodopo  k>fO  grandi flmu  ùtàggc  ^eflecrio  che ,  remuana  ofefi  coa^ 

Art^gliersa  dalU  fiaociu  dm  Citti  >  coaie  aocadalIaMoT^^ 

temeote  fiocana  • 

IfDpacrooitifi  gPInfedeli  detta  oieza  Lana  f  e  (fa:ada  cop^ 
jftcfla  ineza  lima  vna  trìndetat  poneodoui  fei  fl^ 

Mno  la  poru  RettimìocU9&  il  Éalouardo  di  eia  f  ergmdo  di  (Mti  ▼n'aitra  cr^^ 
Mito  ftrada  coperta  con  due  Battark  d*ArtigUeria  cm  qaali  ba^ 
dkHa  Ciad  veiib  k  detta  porta  Retcimiorta  A  il  Balouardo  di  $•  Dn^ 
particpiarcneate  era  il  loro  impiego  per  demolirlo  $  non  ceflando  gomo<  notte 
con  cannonate»  e  Morchettate|>er  occuparlo»  benché  Mk  beniàfano  pcoiufto 
^AnigKeria»  e  difefo  da  corragiofi  foldati  • 

Vedendo  il  General  Cemaro>che  tutti  li  foccoHt  mandati  pervia  di  ttifa»noo 
MHsauano»  ch*era  rimafto  con  poche  militte  »  8t  che  lajMazìa ne  teneoa  eflbnoio 
Mbmo^pofe  in  conTukasfe  fi  doucua  focoimerlapèr  Mm»  Marin  CapcHo  Capi- 
tan delle  NaoifGiOc^io  Morefini  Capitan  della  ($uardiaȏ  tutti  grakrivOonoTcm- 
la  la  necefiti  afientmaoo  alla  miflìone  del  Toccorfomia  erano  dmcotii  nel  mo^ 
jperche  parte  raccordana  che  fi  andafTe  con  Vadelli»  altri  con  Gafce.  Fina/mere  fu 
deliberato  d'indir  Gal ccj^e  cofi  furono  immediate  fifouodnte  ietitdeUa  Guar- 
dia di  gcnte»munitioni»e  d*ogni  a|>prc{lam£to  proprio  per  il  Infogno  dieffa  ptaat- 
2a.  In  Tna  vi  era  Giorgio  Morefim  fndettp  Capitan  detta  Guardia»  Baibaie  Ba- 
d»er  nett'ahra>c  Cattarin  Cornato  figliolo  del  Generale  nella  eer»uQneftì  tue  Sn 
gnori  vnifovmi  d'animo>e  di  coraggio»iauoriti  dal  veto  di  Siioco  Lenante^capito- 
rono  alla  Canea  la  notte  delli  i  %.  di  Luelio  »  tre  bore  anantigiorno»  eftndacDa^ 
sòma  prudenza  palfoti  di  mezo  i  due  fchiere  di  Galee  nem^e»cioè  fette^chefta» 
nano  appreflò  le  Fortezze  di  S.Todero»e  Turlulù>&  akre  fetu  verlo  la  SabMoona 
per  guafdia»ailline  che  no  paffaflero  Bxuxhe  di  fiwte  alcuna  ne  di^^omoifle  di  noe 
te  per  andar  inCanea .  Ptt^tartiuo  di  eft  Galee  fn  fotta  giw<ttima  allegrerà  > 
fpiegando  Bandiere  fopva  le  Mura»  sbanande  tntu  l'ArtigIicfia»enìofcheturia> 
con  altri  fegni  di  giubilo.Dalche  cftmoflò  ilgran  Capitan  Ba^BuMimidò  Ili  C^gk^ 
ne  di  tal  aliegresac«a  aii  fiàdetto  htadata  ddle  tre  GaIee.LaoQcte  fittti  chiamar  à 
k  li  Bei)  delle  guardie^  chiefteli  come  erano  paflate  le  tre  Venedane  per  meio  le 
)Dro»ne  fapendo  che  fcu£st>ò  ragione  adure»  li  fece  troncarle  Tefte  • 

Giure  in  Canea  lepredette tre Galee>fecero ilsbarco di tuttcbreftàdo impiega- 
ti per  la  dtfefa  di  efite  H  Cèmandanti»e  le  ciurme  ancora.II  Capita  Giorgio  mkk- 
fCHtìu  fà'adcgnato  il  Balloardo  drlla  porta  Rettimiotta.  A  Barbaro  Badoer  il  Bat^ 
leardo  dcHa  Sabbionera»  &  a  Catt arm  Cornato  il  Bailoasdodi  S.Dimitrio»refta- 
do  i  feldat i  di  efTe  Galee»e  ciurme  diftvibuiti  per  k  mura  »  fc  ad  altri  oftci)  •  Affi-^ 
fleuano  que  Ai  tre  valorofi  cainpioni  iRdefeiamente»e  giorno  »e  notte  alla  difesa 
animando  i  foldati  i  dipoitarn  bene»e  valorofamente  • 

Si  ritrouaua  il  General  Molino  i  Corfu  con  r  Armata  »  per  oflaruare  gì  anda^ 
menti  dtlTurcoyquado  hebbeauuifodeirinuafionedel  R^no.  PerucnutorifteC* 
feauttyGfraaoo  in  Vcaeiia»  fi^difpofa  il  ScoyoxoorinfallibiTc  fuapCMfensa  diiiai* 


DE  PKIMCIPI  UB.  Xm.       A59y 

flMMrlagDma  »  moflab'  cofi  ii^|iaftattitiM>  confidando  prùna  fommanieiitc  itU 
DkHpoi  nelle  proprie  Forzce  fperando  di  veder  rtm  i  iPrencipi-Chriftiam  fpec 
ipeter  nu^ormente  reprimer  Taudada  Octomana»ersendo  là  caufa  comune  • 

n  plano  rkorfo  fa  à  Dio  9  ordinando  proceflionr;  che  fi  e(pone(se  ogtii  giorno 
t  iianciffinio  Sacramento  in  dot  Chiefe  deUa  Cittd  >  fcambieoolmente  acciò  (i  fii^ 
ce&e  tn  ditte.  Furono  auuifati  i  Predicatori  ad'cfortar  il  popolo  alla  penitenxa  %  a 
lafciar  i  peccati  %  e  dar(i  all'oratkmi  $  alle  mor^iicariom'9  alla  frequen  sa  de  Sacra- 
mcnti>&  alle  deuotioni  pe  r  renderfi  degni  ad  implorar  il  Diuino  aiuto  • 

Si  diede  poi  à  far  le  prouffioni  per  ingrofsar  T Amìatata^giung.endouf^ltre  Ga« 
ke  fotdli>e  grafseicon  diuerfe  Nauiyafsoldaodo  imoue  Mifitie»  e  conducendo  altri 
per^Kitggi  di  ftima»  di  nome  >  e  di  valore . 

Spedi  Ambafciatori  i  Pr6cipi  Chrifltani  f)er  rid«rli  ad^vna  Lega  cotro  l'inimico 
del  nopoe  Chriftiano9  e  per  nceoemé  quei  aiud  propri)  per  reCftere  à  tata  poteza  • 

n  Santo  Padre  Innooentio  X.  ardendo  di  Sacro  a^o  >  e  pieno  di  paterno  affetto 
verfok  RepubUca  »  in  quella  vrgenaa  di  cofe»  con  generofa  deliberatiua»  (pedi  ri- 
leuanti  foccorfi  maririmÌ9fpinoendp  verfo  Candia>con  la  diretdone  di  p.  Camillo 
Preodf>e  Panfilio  fiio  Nepote  Generale  di  Santa  Chiefa  >  vna  (quadra  déUe  Galee. 
Ponentine  al  mimerò  di  2  5  J>eniifimo  alleftiie»fotto  il  comando  delPrencipe  Lu« 
dooifio  Cccnaéo  del  medefimo  Prendpe  Panfilio  per  riparare  1  &  iihpediic  gì'  or* 
gmliofi  intuii  degi\>ttomaniiChe  infeftauano  quel  Regno  • 

fi  GoMralMoimotdopò  Pmiuifo  deirimiafione  del  Regno  imiiò  rarmath  al  Z2. 
tc^ccftanuocsli  grauemente  amalato  i  Corfdiordinado»  che  fi^nifse  configlio  c6 
rinceniStodi  ixxexo  Marcdlo  Proueditore  delPiftefsa  Armata^Sc  di  Gio:£ttdfta« 
Orimani  Geaerak  delte  tre  Ifole^afpettando  in  tanto  le  Galee  aufiUarie  fudette. 

Fùpcopoftoilmódodi  foccorrer  CaneaftenendonepidtcfaebilbgnoJIGrima- 
uyt  MaroeUo  non  aftentiuano  di  portarfi  i  quella  voka  con  P Armata  t  k  non^e- 
wmà  pmna  rinforsaca  col  nnouo  Àrmamento^che  fi  focena  in  Venetiai  ò  vero>che 
a^mitoefo  à  efiM  le  Aufiliarie  predette^per  non  auuentur  rar  quelle  forzeinelte  qua* 
N  confifteoa  la  (ahiena  del  R^no . 

Ginrfamo  Morefini  Capitano  delle  Galeazze  afsentiua  all'andata  delP  Armata 
fenza  altro  indugio»  e  poi  ti  o&rfe  di  fpignerfi  efso  a  quel  foccorfo  con  te  quattro . 
Galeazze:  mi  non  abbracciato  ne  anco  queìdo  partito»  (ù  deliberato  di  mandami 
qnattro  Naui  annate  con  milte  cinquecento  foldati  »  munitioni  da  bocca  >  e  da^ 
Ijoerr a  dmaro»  de  akri  aweftamenti . 

Ladirettione'dicyiefieNaniAlcdmdsa  i  Simon  Lione  »  Goocmator di  vnaifi 

cbe  c6  ordine  efprd&o  d*entrpr  co  ogni  celeriti  poffibile  in  Canea»  onero  in  por* 

to  della  Si^»con  ob^atione  ancora  di  douer  in  tutti  ienenri  confultar  con  Ciò* 

nanni  Bafegio  »  e  FrancefcoGritti  anch'  efli  Gonematòrì  di  altre  due  Nani  >  con 

Marin  Badoer»Gouemator  eftraordinario»e  che  andana  (òpra  Proueditor  i  Ret* 

riouh&anco  con  Giouani  Barbaro» fopraProueditordSpinalonga»  e  Franeefea 

IXMredano  (opra  Proueditor  alle  Garaoufe  »  &  anco  con  Raffaele  Giuftiniano  S«r- 

g^e  maggiore  di  battaglu^cfdpra  intendete  di  Canea^e  fno  territorio  »  andanoo 

fimi  qu^  c6  tal  occafione  in  Regno.  Si  parrirono dal  Zile  li  2a«c  nauigando  per 

Oftro  in  pochi  giorni  fi  ritronatono  ne  mari  di  Gerapetra  »  nò  potendo  piùauan* 

sarfi  per  Tramotana  per  i  venri  contrari)  »e  cofi  mancato  i  quella  piazza  m  tan^ 

to  ritenante  foccorfo  »  perde  ogni  fperahza  dì  pocerfi  mantenere  • 

-  I>»pòpartitiUi|nattmVlitt^ 

(qua-   / 


tf^  DELLE    VITE/ 

SbnuKiò  laCiftl  recidendo  moki  Turchi. 

C^U^trflaArmatafìamandjioa  Cd^Aai)Ooio  BettatéaCMOm  éiCtt- 
ib»ptr  oflcrnarc  gfamtomgti  de  Torchia  tapottat  ne  rciiaupifiddiaftattKlf  Ck> 
ata  f  e  dell' Armata  ncmicaf  e  d^c^  fiicoefloaccaciato.  Nd  camino»  prefecffì' 
Bcnur Jk)k  vn  Pataccbio  de  ToitIu  eoa  Mcrcaocie  >  e  dni  Caicc^ 
f<Mnaadà  lette  re  in  Candia»f«ocneneiida  in  oferAodau  di  ci^ 

piene  in  Regno  • 

Concinoauana  i  Torchi  a  bittor  la  Cictd  da  tncte  le  pam  »  iòrai^ 
nonate  in  d^uerfi  latÌ9  le  Mura>itAandooe  petòfocto  di  eflè  eftioti  tcmam  mbm» 
numero  ;  E  perche  vedcuano  non  poter  cosi  Burikneme  ananrarfi  t  e  d'efo bea^ 
ffeflo  ributtati  vigorofamence  da  noftri^prefero  ifpecfiente  di£iie  va  FomeUa 
per  gettar  i  tèrra  il  Baitoardo  di  Santo  Dimicrìo  >  e  dandoli  fooco  il  ài  (ette  A« 
gofto  inromo  al  mezo  giorno  %  non  reftò  o^o  akbna  deCfariftianf; ombra  fi 
aflbiflimt  Tiirchit' poiché  le  pietre  leuaee  dall' empito  ddlamina^dal  pjcafcitt» 
della Cirt^liverfo  Ponente  ^arrìnomofino  a Clodiisò»  oue erail «oflb del  neoù-^ 
co;  di  che  molto  s'atterrirono  gflnfedeli  t  da  qnab  ([redataciler  matzi  lor  dm- 
no  la  predetta  Nf  ina)  fu  rìfolto  di  Minare  il  BaloardodiS.  Dimfcrio  rerfe  Oilra  n 
e  datta  principiaal  Laooro»  fi  accorfero  li  Chriftiaoii  ccagitocno  elfo  ftaUooaiy 
do  per  iW20,rendcndo  rana  Topcra  de*  Nemici . 

Alli  dieci  detta  nel  fpuntar  deirAlhat  iTurchJ  diedero  Tagenaratafiaho  àlbu^ 
Citta  per  Nfarei^e  per  Terrathaucndo  preparate  molte  fcaleperdarif  Ja  icatectt  i 
che  non  li  fé  permeflapcr  il  ralore  incredibile  de  diffenfon  ji^^febene  la  €Ss3dL 
tuita.  era  circondata  >  e  battuta  ince£GEU)temente»  e  perMarefC  terra  >  da  co^  mi^ 
OKrofo  Efercito:  tutta  Wa  fa  foftenuto  vigorofamenre  ^aSalto»  e  ribotcad^*  Ag;^ 
greifori  con  toro  gran  danno»  fé  bene  pocni  erano  i  DiflSnifòct«. 

Sotto  il  ài  1 7.  f (ida  dc^R  Turchi  datto  fuoco  ad  rna  Mma  dalora  prapOEabL* 
per  demolire  il  Baloardadi  S.  Dinùtrio  rerfo  Oftro>  eon  la  qualrdiftntifcco  tnt^ 
ta  la  detta  p4irte  9  hauendò  mandata  in  aria  affai  Chrillianiucke  iadiffi»feoano  > 
it>  modo  9  che  falirono  fopra  cfhx  ftatloacdo.  intorno  1  doe  rnilfe^  infedelf  «l  ioipa- 
dlfonendofiidi  qneUo  »  &  oflFèndendo  la  Città  conakuni  pezzi  f  8c  peiìere«.clK  fi 
ietnwano  vicino  al  medcttmo  Balloarda  per  ritirau  ;.non  oftante  vn  canto  sfoe- 
Mfinanimftiidififenforiii  fòrza,  d*armi>rtacquiftat9no  il  ÌBalloardcboon  ftttg- 
gè  indicibile  de  nemjci .  In  qiieilafanguinofoocniUttOfKftÀfimtanioctabnea^ 
te  Njcoid'  Bon.  Con(i^!iere>che  vaUQvoramentecQaibaKeua'»  e  faceua  anima  i 
fondaci  9  che  poca  do{^  morfei.  R^àmorto^pardi  mofchcttata  ancora  il  Cana- 
Ker  Leoni  ingegnerò»  il CapttanRoma>.Are(i»nidsoViaroj^ Andrea  Vizzamano» 
ìi  Capitan  Lomgo  Vimes»  Se  altri  valorofiOéiidaU»  Fra  K  mofei  feriti,  ùxiì  Go- 
uemacoce  Albano  »  ingegnere  Vverticdc  Cattarin:  Comaro  di  Frecoia  fotte  it 
mtnta^ 

Ciò  fatto  »efeguite  altre  fanguinorefattiofti».  vedendbfitaCSttdrarsediataper 
Terra>e  per  Marc»  fenaa  fperanza  di  foccorfo  %  fe  ben  cbielto  intlanten^ence  aa^ 
<|pei  sapprcfentati  al  General  Comaro^che^non  potè  trouar  m£)d^d^Qtrodiv« 
ne  peni  Uietto afsediodella  piazza^  per eiser tutti  i  palli  beagóardati^eGaftQ* 
djti  da  Nemici  .^ 

Difperati  i  foccorfi  >,ficomln€Ìòi  peniate  alla  refa»  confidicrandOf  ch*^era  mm^ 
c«Mgmqiiaaaitjldc€api>ede&)ldariJKÌcoaii^  CbrtBL* 

pia;^ 


DE  PRINCIPI  IIB-  XHt         &stf 

•kxMeft  rimafta  Tenia  proaMioni  ;  che  le  f perime  de/occocfi  twmkaààis: 
Radunati i Capi  da  guerra> e  gl'ordini  della  Città»  fu  rirolto>che  fentafM- 
corfofrìfoliitamenteixmpotea  più  foftenerfi  :  onde  formatta  Tna  fcrittura»  che 
conteneoa  il  (lata  infelice  della  Citta  >  il  paco  t^jnnerode  drtfenfori  •  la  Midtta  4i 
tanti  vaiorofi  è  Capi»  e  Officiali^  finalmente  lin^ffibilftai  di  poter  più  refiftore» 
oe  an€o  per  hore  i  tante  foiro  nemiche  cerrefiri»  eliiaririme  >  con  altre  prudenti 
con(kleratiani»e  validiffimeraggioni  »  quefta  fu  apptip&ata>  e  fòttofcritta  •  Il  che 
fatto  9  fi  j^puntò  la  fofpennon  deU' Armi»  e  formate  le  Capitolationi  »  fi  refe  iaj» 
Piazza  con  honc^euoli  condkiom  alli  2^^  d'Agofto  »  vfcendo  dalla  parte  di  Mare 
li  Rettori  >  il  Vcfcci]0>checoQdttccpa  leco  molte  Monache  del  rito  Latino  por 
fottrarle  dalla  rapacità  de  Lupi»  nnolti  Nobili»e  Cittadini  con  i  loro  mobili»  haue^ 
ri»  tutd  fopra  le  Galoe^  e  Va^li  della  Republica»  che  s'attrouano  in  ouel  po«to  • 
E^Ula  partenti  Tetvavfeiilfepraintendente  Angeli  col  rinimente  della  Militia^» 
ch'erano  intomo  i  cinqueceim  fanti  »  con  PArmi  in  mano»  con  Bandiere  fpiega^- 
ttte  Tambnri  baiiMiu  •  Suuad  veder  quefta  vfdta  il  General  BaTsd  »  lodando  il 
▼aiote>deOtt>itani> e  foldad>dioendojgli»  che  s'erano^  brauameote*  Mtt- 
VMiglindou  »dieG06Ì  poconumer^de  foldati»  l*haueiserO  ridotto  à  patd  »  txtctt^ 
tren  troiuua  con  due  Eferciti  >  vno  di  Mare  »  &  vno  di  Terra  tanto  numerofi  »  è 
formidabili. 

Enciarotto  i  Tnrchi  in  Canea  in  numero  di  quindeci  milla  »  e  nel  porto  con  atf- 
.quncadaqae  Galee. 

Co6Ì  qptlla  CituU  reftò  in  poter  d'Infede&dopò  hauer  faftennto  due  mefi  Taf- 
iedio  »  e  diuerìb  terribili  #  e  generali  afsalti  per  mare  »  eper  terra»  er$endo  caduta 
jono  tei«ieMiaa»perfiiftm>derooifedeU>evaforofidiftenforì»  fé  bene  in  poco 
«unenibintomod  trenta  tnilIaTinThi.  -*     ; 

I  Rappitfentanti  publicr  »  con  foomia  vigilanza^  accwatesta»  attefeco  aiia^ 
conferuatiooe  deHa  Piazza . 

Tutti  i  perfopaggi  ftipendiati  »adcnvptvono  tutti  inomerì  delle  loro  obKgap 
tioniÀ  in  particoureil  Gouemator  AHMno»  Kfi^egniere  Vvert»l'AngeIi»nnge-* 
gaier  Leoni»il  la  Fontana»  fc  tutti  quelli  >  che  fi  tròuomo  in  quella  fnaa  ad  Ho*- 
{>radetto  memorabile  afsedio  » 

II  Capitan  della  Guardia  Giorgi  Mayefini»con  Barbaro  Badoer» e  Cattarti 
Comaro»chè  con  tanca  prudenza  »  e  valore  pòrtomo  con  le  loro  Galee  il  foccor* 
fo  in  Canea  »  fecero  cote  fopra  humane  >^{lando  del  continuo  »  e  notte»c  giorno  o- 
fpofti  ne  maggiori  pericoli . 

Il  Molino  per  la  Aia  mfirmitd  (à  difpenfato  deUa  carica  di  Generale»  e  li  fiì  fo^ 
fiiti^  Girolamo  Morefini»  ch'era  Capitano  Eftraordinario  delle  Galeazze  con 
ordine  erpreiso  di  portarfi  in  Regno» 

Racolta  tutta  l'Armata  .al  Zantc  »e  comparfo  anco  il  Prencipe  Ludouifio  con 
la  fuafquadra  di  Galee  »  s'incarnino  verfo  là  Suda»  mandando  auanti  Lorenzo 
Marcello  con  la  Vanguardia  per  riconofcere  ilpaefe.  Arriuata  tutta  T  Armata 
inRegno»fifececonmlta»e  fiì  determinato  di  combattere  P  Armata  Nemica  »U 
che  non  potè  effettuare  per  i  venti  ficriffimi  »  e  contrari)  »  ritornando  l'Armata 
Veneta  nel  porto  della  Suda.  Ccfsata  la  Borafcavfcì  di  nuouo  l'Armata  fchie-» 
randofi  in  faccia  di  Canea»  con  cinquanta  quattro  Galee»  quattro  Galeazze! 
trenta  Naui  da  guerra  »  e  gioite  Barche  armate  »  e  poilafi  in  ordinanza  di  bat* 
lìaglia^con  ijiiad  certa  fpcranza  di  Vittoria»  leuofi  cofi  impcttiofo  vento  Mae<^ 

lirale  » 


^ft        .  P  El^lJB    V  ITI? 


ltratefdiefiQoncertàrocdÌQatiaBa»e  coflrinfei  &liiti£f  djfjparfi  i  Lqgm^  f^ 
de  parti. 

Qdutidacofibfiittffiicefìie^  ptofondarla  NaneTirraiia 

in  bocéà  id  porteci  Canea  per  ferrar  al  l[urco  l' vfcica»  &  apiùr  pili  (Kìk^k^On^ 
da  al  reacqutftodi  &' Todarotpcr  impedir  1  loccorfi  i  quella  fi^ 
dar  principio  mirefeci^tioue  fuincerrota  pur  da  venti  contrari)  «  Vedendo  il  Prcet- 
ape  LudDoicoiche  il  Cielo  non  arrideua  airimprefat  e  che  la  iUgioqe  fianéum 
auanzandoi  dubitatxloi  che  li  potefle  turbare  il  ritorno  in  Ponente  %  d^c^  par* 
tirfi  ;  Mi  cToruto  dai  General  Morefioi  à  feroMefii  rinioftrandoli»  che  in  tanto 
$*apprirebbc  la  porta  à  qualche  auuenimento  felice  •  Prooiife  ii  Prendpe  dittar» 
tenerfi  per  tutto  il  nnefe  di  Settembre  • 

.  Intanto  confultàndofi  quello  che  douea  farfi»  ftahilirono  con  primo  imniiD 
pafiarfcnc  allaCaoca>&pcoùocarilTurcoaU' vfcita>c  combatterlo»  e  ooa  feci» 
cedendo»  attaccar  San  Todero»  &  i  tutto  potere»  procurar  d'impoflfeflarfieoe .    . 

Porutid  adunque  per  Timprefa  dife^u  »  foprafatta  J'Armau  da  vetmoaki. 
trarij  »  &  inapttuofi  >  ni  noceflitata  i  rìtirarfi»&  il  Prencipe  f  edoMlo  ^i  fxm  pQ^ 
per  allliora  »  operar  cola  alcuna»  ritornò  con  la  fquaàradeik  (oc  Galoe  ne  faoi 
porti  in  Italia  • 

-  Hauuto  auuifo  il  General  Morofìni  »  che  i  Maluafia  ftanano  alquaMe  Qtlee  «e 
Vaifelli  con  foccorfi  da  portarli  in  Canea»  e  che  anco  i  Mito  vi  fi  trouauaao  viu 
Galeone»  con  tre  altri  Vaflelli  carichi  anch*efli  di  prouifiooi  per  fiAeflOi  Piaai^^ 
attendendo»^  vento  faoorcuole»  ic  akune Galee  rktfoctatc  im  Canea  per  ii* 
cnrezza. 

pelibefòilmedefimoGenerakdi  portarfi  iMik> con tmuiFAfinta» Scarti- 
uató  i  quel  porto  vide  vfcire  i  tre  vaflelliicon  il  Galeone  per  fuggita  col bcndStìt 
dclvento.  ^li& il primoconl^foaGaleaiioueAinievno» mentre tuctjigraltri 
$*auanzauàno  per  far  il  medefimo  »  Mi  ii  vento  gagliacdoic  contrario  li  portòol- 
tre  in  Mare  :  onde  non  Ai  poffibile  abbondarli  • 

JLe  Galeazze  »  rimafte  alquamo  tndimx>»aaanzace(itncomiiidaroooiber(a* 
gliarli»  £Kendo  in  efli  gran  danno  »  fe  bene  fi  difeodeuno  gagliardamente  »cùq 
qualche  nocumento  anco  i  noftri»hauendo  rotto  lo  fperone  alla  Galea  C^ricama»  e 
jportatili  via  il  Fanale . 

Tentarono  diuerfi  fopra  Corniti  »  defiderofidi  combatter  quei  VaÌleUi»dr<tr* 
coodarli  »  e  berfagliarli  con  le  cannonate  per  fuperarii»  e  vincerli  •  Ma  era  il  Mare 
cofi  tempcitofo» che  per  non perderfi  furono  necefficati  à  ritirarfi.  Tutti  queijcfae 
fi  ritrouatono  in  quella  occanone  diedeto  fegni  di  gran  coraggio  »  e  di  nan  valo- 
re »  e  fpcci  lenente  Francefco  Morefini  «  che  volfe  corrifpondere  con  gu  cfttd>a 
quanto  prometteut  nel  moto  della  fii  i  Gaka^cbe  dicea 

l»  certdmme  frimà . 

Fecero  nitcflo  Cattarin  Cornato»  Pietro  »  e  Giacomo  Frattelli  Querim*  »  Ni* 
colò  Memo  »  che  con  vn  tiro  vfciro  dalla  Tua  Galea  fpczzò  vn*AlberoBei  Gaieo* 
ne  Maggiore»  con  dano  notabile  di  elio  •  Le  Galeazzc>che  poreuano  refillere  pid 
facilmente  alta  fierezza  del  Marcili  fecero  maggior  maic»bécbe  aiKh'efle  sbattute 
da  venti»edal  Mare»con  tuttOycbe  i  Gou<rmatorì  di  elTetcioè  Giuftiniano»e  Pietro 
Badoer  »  e  Morefino  faceflero  ogni  polfibile  per  attaccar  efli  VaflcIIi  »  finalmente 
cade  in  poter  di  Leonardo  Moccmgo  ii  gran  Galeone  »  detto  delta  Sultana»ftipe« 

raro 


DETRINCIPI  LIB.  Xin.         60 

titooonhiiit  Galeazza*  nel  quak  vi  erano  tx>iiecento  Gianizzerìt  trecento  traJ 
donne«MercaQtijCiilcra  gente.  Sra  armato  quéito gran  Va(fello  di  tremai  fei  pezzi 
di  CannonefCon  molti  aporeftamenti  da  gùerra^e  dinaro  •  Gl'alcri  Vaflelli  aiutati 
dal  ventorfiportomo  in  C^aiura.  .      . 

Dopò  diìeflo  (atto  ritomo  il  General  Morefini  con  tutta  l'Armata  alla  Suda  • 

UAfoata  Turchefcha:  anch'effa  parti  di  Canea  per  Conftantitk>Poli  >  hanendo 
lafdata  prefidiata  la  Fiazzatfotto  il  commando  di  Aflan  Bafsà  con  lette  milla  fol* 
datkidi  Ali  Agi  Capitano  d  i  Gianiszerije  dì  vn  Càdif  deputato  per  le  cofe  ciuili  • 

Arriuò  il  Ciualier  della  Valletta  con  titolo  di  Generale  dello  sbarco  >  &  il  Ber^* 
iiardoCapittndei  Golfo  in  porto  della  Sudaicon  due  Galeazze^molte  fottili>fett(^ 
Nani  da  guatata  altri  Vaflllli  con  militie»  e  prouif^^ 
.  Capitati  qucfti  aiuci>M  propofto  da  Capi  di  ricuperar  la  Canea  t  da  altri  prioùi 
S.Toaero;  oaanell'vna>nell'altra  hebbe  effetto  • 

^  ISeiKuifono  nelle  £attioni  co'  Turchine  fpecialmentè  vna  a  Molini  di  Gladflsò  po^ 
codiftante  dà  Canea»  doue  da  Turchi  tirati  i  nòftri  (  ^h*erano  comandarì  dal  Sig* 
della  Valletta)in  vna  imbofcataiue  vcciferopiiìdi  2oo.ene  fecero  prigioni  intor- 
no i  cinquanta  •  Mori  atm>  ih  quefto  fatto  Bernardo  Sagredo  >  che  cooìmafridatta 
alle  Nanoni  OrouataA  Albanefe>il  quale  portato  dal  fuo  gran  coraggio  »  e  vaio*  ' 
re  9  accorfe  femprè  nìe^  maggiori  pericoli  »  e  foftenne  vigorofamente  l*émpito  dcl 
Nemico.  * 

>  La  Republ.intattto  andana  facendo  grandiffime  prouifìoni  >  cosi  per  il  Rc^o  $  ' 
come  anco  per  Dalmatia.  Condufle  alTeruigio  molte  Nani  Olande(i>e  molti  Ca- 
iri daOuerra^e  mife  in  ordine  vn*Armata  di  5  j.  Galee»  fei  Galeasce»  40.  Nani  dt 
8uerra>quattio  Brulotti  Incendiari j»e  molti  altri  ValTelli  mmori  >  e  Baoxhe  armar 
te.       •        •      •         "  ' 

.  loDtlmariafuelettoPaobCac^ortaibpnProuedi^^ 
(ioni  al  Proueditor  Generale  Andrea  V^dramino>&  i  tutti  i  Rapprefentanti  Pu- 
bIici»Commandanri>  e  Miniftri  di  quella  Prouincia  per  Toccorrenze  di  così  cruda 
tiierra.Initò  a  Zara  il  Baron  di  Bghenfeld  Sopraintendente  Generale  dell'Armi  ; 
Il  Conte  Ferdinando  Scoto  Luogotenente  Generale  della  caualleria  nelFrioli»  e 
Antonio  Prioli  Proucditore  a  Monfalcone . 

Reftaua  foto  di  creare  virCapo  fupremo  per  la  direttìone  di  cosi  poderofa  Ar- 
snatt»  f ormau  come  fopra  ;  perché  il  Molino  era  flato  di4>cnfato  per  la  fua  infir- 
initiye  il  Mcmfini  rimoOb  9  per  limpida  d'altra  carica  • 

(>jando  il  Doge  predetto  Franceico  Erfizo»che  con  marauiglia  vniuerfak»  ha-» 
ueaì&ftenuto  ih  altre  occafioni  KSeneraIad  di  Maret  e  di  Terra  >  e  fattofifempré 
cono&ere  e  valorofoi  e  prudente  ;  potuto  dalla  generofiti  dd  foo  cnete^  benchc 
Ottc^nariosdal  zelo  verfo  la  Reli^ione>&  dall'amore  verfo  la  patria»  efib)  le  me* 
défìnio  a  fpendere  il  rimanente  diiua  vita  in  beneficio  deHa  Republica  • 

Saputafi  quefta  magnanima  difpofitiooe  del  Doge  >  fti  neUo  Scrutinio  di  Capi- 
tan Generale  da  Mar  9  nominato  oalla  maggior  parte  del  Senato  >  &  approuata  la 
fua  prontesza  • 

:  Sdriue  il  SenatOiC  partidpò  a  Rettori  >  Sta  (boi  fudditi  cosigraodc  riiohicioaeji 
acUa  forma  Khe  fegke  • 


ié^ 


V 


foo         .  0£L  L  B    VI  TE     1 

1(^4  5. 1 3 ,  Decembrc.  In  Senato  ] 

AUi  Rettori  4ÌelIc  Città ,  Se  Terre  del  Dominio  Notiro  J* 
Al  Cenerai  ^  Proueditore  in  Dalmatia>^  Alb^nùi , 

^  al  Cenciai  delle  Jlble . 

* 

L'  A/pr4gMmétprùm«Jpt  (U  Turati  con  infilite^  ioJuHofet^h 
I  /r<^  maniere  ,frA»gen(U  il  giurAmeni^filermedi  fékufen^ 


0Uufta.  imndgmaitU  precedente  cdufi ,  hi  imtdu  U  KtfM  i»  |M- 
«j^mf  trdHogti i^efpofiA U ChriSlianttk  ad  entdemiperiafiiiOffik 
fudk  Culli  àppilkétUene  mdefejfd^O*  mce/pmte  i*vpt  in  noi  per  btu 
prepATà^/ta  prcpid/ire  cùsì  ingindi  tenutiui  de^Ottomàwl  ^ò*n^ 
fiderecann/tgarU  iuntA  patena  ad'oggett»  di  prefirusrfi li  né» 
fili  fedcliffmiptàditiyjtmpre  can  cordtéiijfimo  pdterno  dfenopre^ 
ddettiiOreMtribnireaUARehgioney  (^  éU  firmkio  di  Dtofmmf 
ter  nei  fip«£*'  Jl  Serenijpma  ^Principe  nafiro  medefimo  c«»  tmf' 
pbcMe  pfo»iiet2s*  i  tèi  con  Animo  f  arte  ^  1^  generofi  tncwtrd  U 
f  re/ente  grande  occafione  tte/pontre  fé  fie£o ,  Of*  conferir^  in  per- 
fina  al  cemmando  fiprema  delle  Armi .  La  portene  èfiabititA  ptf 
il  prmo  di  ^ar^  ^venturo  ^  accia  opportunamente  piffa  conferir f 
ài Ino^ del bifognoyt^ contribuire alla*^atrUy  fj^  aBAfhrifiU-- 
nttà  ti  frutto,  delia  fua  fimma  *virtn.f^  'valore  »  dt^  prudenzj^  ^  doti 
fhgolari  con  ih fiiita  beneficio  efier  citate  in  tutte  le  ptk  grani,  ^ 
importanti canche,  ^  tn  tantt  Generalati  in  Terre  yO*in  Afare ,, 
a  che  kamfiMate  in  ciafiuno  il  defiderie  di  'vedere  la  perfòna  di  Sua 
serenità  prepofia  ài  commando  delle  Armi ,  oppofta  ^^  furia  de 
Barbari  Ottomani ,  ^  come  eh! ella  non  finte  punto  il  ptfih  de^  an* 
ni}  ma  con  mirande  eofianv^y  ^  intreptdezs^ s efione  perla  fitlu- 
tedefitdditii  ^  per  ìd  bene  publico,  per  la  fide  t  0*^per  U  gloria, 
eli  Dio  ;  così  non  ^vè  fra  noi,  chi  nen  brami  di  falsificare  fé  fiefie^ 

««fi- 


mwafitm  sì  degna  ^  e  gitrhfii  ^  e  con  mlmte  zeU  emjfuff  di 
MMrimrt  Ufiflàni^t  ^  Scof^tk^  e  Cepiré.  Tdnt0  yigiUmi  eie 
fiddà  ^voi  tuff  affetìHòfd  maniera  parfìcifdtt  k  fUHt  fidelì0mi 
mftri  »  fucìfda  Uggir  tw&Uprtfinn  ftr  e  fette  dei  mfte  faterm 
amercy  cffende  net  tetti  $  the  damano  »$n  metto  che  noi  fiefi  difi-^ 
fftdtér fi  te»  frotta  de^neé  Ure  me  defimi  mfigram^  eferteajitpt 
congientura^ 

Appikatofi  il  iMSon  Mncipc  con  ogni  ardore  i  dar  gl'ordini  propri)  per  ta  pz> 
acnzarc  iafoRiocaco negRincereffi  deSaRepublica  >«>lìre  Tiiore  alla  quiete  >  e  ia^^ 
quiete  i  fé  Iìn^  r  onde  caduto  infefnio  >  e  perduto  il  f^ 
wa.elettiòne9cliefò'alli<ti«di<2eiinan>pcmdpio  delTanno  t^.hauendo  viflu- 
co  anni  %u  comprefili  14.  e  mefi  fette  del  Prindpato.  QQitfta  mòrte  ftl  pianta^ 
voòierfalnMiicedirimtalaCittsIida^  ancóra»  Com- 

«nmdato^a^c^iffiio  di  Religiooehdi  Pietatdi  Giu(Htia»di  Valore»  e  di  Prudenza; 
Fatteli  le  cerioìonie»  che  fi  fannoj  fd  fepolto  nella  Chiefa  di  San  Marcino  >  dowt^ 
prìtiiay-ch'egli  niorifle  fece  erger  v^ricco»  e  maeHofo  Depofito  >  gii  da  me  de- 
icritto  nel  racconto  di'^a  Chiefa^  Il  fturoiore»  per  fua  ordinatione>  ià  leoaco  ddi 
Cadauere>  e  ripofto  nella  Chiefa  Ducale  di  San  Marco  * 

FRANCESCO  DA  MOLINO  DOGE  LXXXXVIII. 

ANNO^i^ 

IHIuogo  del  defonto  Dòge  Erizzo  yfuektto^Franceftfadla  Molino  >  ch*era  Pro« 
curator  làì  San  Marco  >  molto  lUmato  per  la  fiDKi  picti^edkiotioneye  meritttio«^ 
k  per  le  cariche  conlpìcue  >  e  generalato  del  Mare  >  fempre  eflercirate  da  lui  con 
fuifcerato  amore  veno  la  Republica .  Cade  quella  elettione  li  ao.  Gennaro  prin^ 
cipio  dtiranno  16^. 

Dopò  creato  il  Doge  »  fi  pensò  alI'Elettione  di  nuouo  Capitan  Generale  da^ 
Mari  che  fegui  in  Giouanni  Cappello  >  Senatore  di  gran  bontà  >  e  di  fomma  pru- 
denza» ilouale  ottenne  anco  la  dignità  di  Procurator  di  San  Marcò^prima»  wegG 
vfciffe  ad\  (Tercitar  la  fuprema  carica  del  Generalato .  Partì  poi  accompagnato 
da  molte  Galee  armate  rltimamente  in  Venetia>  portando  (eco  (  confegnatigU 
dal  Publico^  trecento  milla  Cecchini  • 

GiuntoinCandiaa  ai.  di  Giugno  16^.  raflegnò  l^Armata>  e  vide  hauer  al 
fuo  comnundo  cinquanta  doi  Galee  fottilii  fei  Galeazze»  quaranta  Naui  da  cueis 
ra ,  oua^o  Vaffelli  incendiari^ ,  &  altri  Legni  minori  >e  Barche  Armate  ;  oltro 
ali  '  Galee  Aufiliarie ,  cioè  >  cinque  mandate  dal  fommo  Pontefice  >«  fei  di  Mal* 
M .  Eraquefta- Armata  ^otcntiflÌma>  e  proutfta  di  quanto  poteiTe  occorrer . 

Tomafo  Morofim  Capiian  delle  Naui,  era  di  gii  pronto  a  Dardanelli  con  vinti 
doi  VaficUj  groflì^  ben  armati,  due  Tartane  >  e  due  Feluche  >  perimpcdirrv(cita-> 


fn  DEI  LE  ^  I  t»!B  n 

^>arcaco  eoo  alqiiahd  (blditL 

dtf  f  dicrkMaudaldJi^dJflào;<3DipeiTiH:chili^^ 

Ice^diKcnco  Sakfae^aloim  Vaflefli  eroffif  dciiti  dd^ 

^doueiufiifiibaixare?etKÌmillaroldatifm^  guaftatoditic  loge^aienjedii^^ 

^hrÙliam  Caadiom»  oo^atif  darqoali  vaiMUiioarfbraiad  iTocdu  de'  P«ii  ^ik* 

luofhi  f  e  di  tutto  (o  Stato  del  Regno  • 

0^t  in  okre  cobdacenano  gran  gnaotiti  dì  pròitilioiui  5c  lt>prcftainciitì  ;ì  tiac^ 
HCK^pcr  Caoa^  in  lòccorfo  di  qadh  Pialla  »  S(^^ 
preflb  ordine  lu  Baibi  Generale  deirArmau  di  non  combattere  9  fe  non  fo&  jpM 

che  neceflitato  •  ^_, 

Inteib  il  Capitan  Morefini  9  cardini  f  e  penfierì  de  Turchi»  fi  portòaOliola^ 
di  Tencdo^dooe  sbarcaci  miUeKNdaeif  rimpadronì  dei  Borghi»  cooccdcndo  ti- 
ccoza  a ibidati»  e  Marinari  di  predare  ;nu con rigorofiiimo  oodinctdtnQQ  £Mr 
.danno»  ò  iofbienze  alk  genti  •  U  preda  fìk  d'Animali  gtoflhe  nunutì  • 
;  Ciò  inteib  dal  Ba(iU  da  Mare  tfpedi  di  (obito  Temi  Galee  CMakripioc^ 
leUiinamcodcirifola. 

. .  UCapitan  Morefioi»per  non  interrompere  i  tuoi  dife^  commaodò  la  ritkan 
t  VaffeUi»  andando  in  aria  qaeUo  di  ••••  Bernardo^  colpito  da  vft  tiro  di  Canadàc 
nella  munitione  • 

U  giorno  feguente  andò  a  Metdinoa  far  acqua  »  ritornando  poi  a  Dardanelli 
con  tutu  la  fquadrade'  fuoi  Vaflelli  9  poncndofi  in  ordinanza  per  combattere  l'- 
Armata nemica  neirrTcirc  • 

Hauea  di  gii  egli  mandati  auuifi  in  Candia  al  General  CappeUo>dcl  fn»  ftato»e 
delle  ddiberationi  de  Turchi»  dimandando  Galee  9  e  Fregate  per  (cruirCcnc  ntUc# 
occafìoni  dr bonaccia. 

In  tempo  appunto  dì  gran  Calma  il  Bafsd  Generale  fpinfe  fuori  fette  Calco  > 
fotto  il  commando  di  Ofman  Ba&iichc  ton  il  benefitio  di  c&  Calma  paGsò  ilkfot 
e  fe  n'andò  a  Scio  per  attender  ini  il  redo  dell*Armata  • 
.  Imparieate  rifteflo  Captan  Morefini»  di  ftar  otiofo»  e  defiderofo  di  combatta 
re»  fì  auantò  egli  fòlo  con  la  Aia  Naue»(hauendo  difpofto  le  aitreitrc  mxgHa  kmtar 
no)  (ino  fotto  a  Calleiii  »  di  doue  oflcruò  non  eflerui  pili  che  trema  ioIcGalce  io^i 
quel  Canale. 

DiccHiChe  il  mcdefimo  Mu(si  Bafsd  Generale  ftupi  ià  unta  rilblutione  dd  Mo* 
refiHÌ»e  della  gran  mole  della  fua  Nane»  vedendola  armata  di  fcttanta  grandiffimt 
Cannoni»  difpolU  in  tre  ordini  di  batteria»e  che  portato  dal  terrore«e(mmafleidi- 
cendo»  che  quella  macchina  era  piena  di  Diauoli  ;  poiché  huomini  non  baucriano 
hauuto tanto  ardire. 

Il  Marconi  per  non  haver  legni  Cottili  da  fi^irirare  i  m'mici»n  ritirò  tri  Imbro»  e 
Tenedo»  vfcendo  in  quello  té  pò  l'Armata  infedele»nunKrofa  di  cinquanta  dnque 
Galee»  rre  Maone  »  quattordeci  Vaflelli da  Battaglia  »  e  intomo  i  ducento  Saicbe 
tri  grandi»  e  piccole  • 

Tentò  il  noftro  Capitano  di  prender  il  corfoverTodi  efTa;  ma  abbandonato  dal 
vento»  reftò  immobile»  e  cosi  fcappò  quc(V Arm ata  Nemica»  oaflando  dauinti  al- 
ta noftra  in  tiro  di  cannone»  con  poco  danno  »  aiiui andofi  vcr(o  Metelioo  »  edi  li  & 
Scio  ad' vnidì  con  le  Galee  BegJierc»  per  andarfene  poi  voitameilte  in  Canea  >  co- 
me arrittomo  felicemente  (enza  cfler  contraftaci  •  ^» 

Au- 


DE  PRINCIPI  Lia  XtlL  703 

JWd61limdéRmó  Morefihr  a  Nègr0p6te  per  ritrouarli^e  combatterli:  mi  cCl- 
«o  d}  gùt  pai^kùonde  ritornò  in  Caiuliaiiui  chiamato  dalla  confulta  • 

Era  poco  prima  arriuato  in  porto  della  Suda  >doue  fc  ne  ftaua  il  General 
Cap|>eilo  con  tutta  1*  AtmataiGio:Battifta  Grimani^eletto  Proucditor  deirAnTU- 
tt>il  efoaùt  iniìeme.con  il  Capitan  Morefini  efortauano»  eflb  Generale  ad  vfcir  con 
fArmata  y  e  combatter  rinimica  >  con  fperanza  di  cena  Vittoria»  prima  >  che  cu- 
trafse  in  Canea  ;  mi,  non  fu  poflibiie  a  perfuaderlo  >  né  aM^rfdu  >  né  al  combatti* 
mento  • 

Entrata  f  Armataìn  Canea  >  Marcarono  i  Turchi  4o.miUa  fokUti  con  quandti 
imn^nfa  di  inunittoni  da  guera»  e  viueri . 

Refi  arditi»  e  fuperbi^l'Otromam*  per  cosi  grande»  e  poderofo  foccórfojpenfa-. 
rono  alPacquifto  della  Fortezza  »  e  Porto  della  Suda  »  &  però  auuiatofi  alle  Cifter^ 
ne)&  iui  fatto  altò^piantarono  buon  numero  di  padiglioni  lontano  vn  miglio]  dal 
pofto  fudetto  delle  Cifteme»fortificandofi  con  trinciere»  e  alzando  vna  batteria 
con  quattro  Cannoni  per  berfagliare  la  Fortezza  delia  Suda»  eh'  é  inefpugnabile  » 
quando  venghi  foccorfa  delle  cofe  neceflarie . 

Qyieflo  pollo  delle  Cifteme  fiì  guardato  »  cuftodito  »  e  difefo  valorofamente  da 
FiUppo  Bo)dù»che  in  eflb  aflifteua  con  vigilanza  cftraord  inaria  »  hauendo  più  volr 
te  combattuto»fcacciato»&  infeguito  Pinimico  con  fuo  graue  dannoseflcndo  fem- 
pre  eifo  Boldiì  ftato  foccorfo  da  Antonio  Bernardo  mentre  era  Capitan  di  GolfQ>! 
ili  gente  niunitioni  da  bocca»e  da  guerra»  intento  fcmpre»&  applicato  con  fommo 
zdo  del  ben  Publico»alla  conferuatione  di  quel  pofto»il  quale  fu  poi  per  ordine  dei 
Capitan  Generale  »  abbandonato»  &  abbrucdato . 

*  Piantata  la  fudetta  Batteria  alle  Cifteme  »  ne  piantarono  vn  altra  al  Calcherò 
dirimpetto  lo  fcoglio  Maratti  »  con  altri  qùartro  Cannoni  »  per  battere  non  foTo  la 
detu  FoKteua»md  anco  per  bt  difcoftare  le  Galee  Venete  »  che  fotto  efla  fì  rico^ 
4Mrano»  &  li  portauaiio  foccorfo  ftimando  Tinimico  d'aflediarla. Dopò  quefta  pia* 
tò  la  terza  verìb  Apicomo»  poi  la  quarta  al  Calami»  doue  é  vna  Fontana  d'Acqua 
ddicaìta»Ma  la  quale  fi  fofteneua»e  l'Armata»e  la  Fortezza»  fominiftratagli  abbo- 
^laintcmeute  dalle  Galee .  E  finalmente  la  quinta  alle  Saline  »  &  con  altri  Cannóni 
f^auanzaoano  oltre  Apicomo  per  incontrare  la  batteria  del  Calogero»e  trauerfare 
ilPorto, 

La  Fortezza  era  circondata»e  berfagliata  dalle  fudette  cinque  batterie  »  in  villa 
di  tutta  TArmata  Clnftiana»con  grindifiimo  pericolò..  IneSaFortfzza  vi  erano 
.mille  foldi€i»le  munitJoni»e  vcttonagl^encrano  m  ^^bondanza  per  molto  tempo  • 
Vi  aflilteua  come  fopra  Proueditore  Antonio  Bo]dù»dottiffiaio  »  e  prudentiflimo 
Signore»che  non  mangana  dt  accur^czza  %  e  vigihttuu«pcr  ben  difender  vaa  For* 
rezza  di  tanta  importanza  •  Se  bene  non  potea  efla  Fortezza  efler  foccorfa  fenza 
vcuidente  pericolo  dtlkOakeiOondimefio  eraileXpedite  ^ni  notte  dal  Capitan^ 
Generale  due  Galee  in  porco  Culata  per  guardia»  chedairmimiCo  nofodìptogeCr* 
tate  nel  Mare»àlcuné  barche»€he  diceuahdaefib  fafaricarfi  per  dare  ia  fcalata  alla 
detta Fortezz!a;onde  conutimianó  le  predette  Gate  pafiarcper  meze  delle  Cao* 
nonatc»  che  fé  bene  tra  di  non e»noii:mancaua  rOttomano  di  berfagliarlei»^u2r 
do  vn  tiro  i  pelo  d'acqua»fieUa  Galea  di  Nicolò  Zeno  »  che  coltolo  t^l  pispolo  ah 
troncò  le  gambe  »lafciando  va  vivo  teHimonio  del  fuo  valore  »  edifuucerato  af- 
fetto verfo  la  Patria  • 

;<  'Bartirooo^.QakeTurchefdiediCaQeaperai»aitr(m 
.-j...:  Yy         lotcfa 


1«4 


J>E  LL  E    VI  TB      '^ 


lojtefii  dalGeiKral  Capretto  la  patr^^ 
Iti  otxb'nania  ad  attaccar  l'mìfnica  ftChe  &  ne  i^^ 
iidracandPocto^  .     . 

.  ta  iioftKa  Aronataic  grofla^e  fottile  cominciò  à  falutare  l*mimica  con  le  Gifioo^ 
sate>lafciando  correr  iKll*^iftc0acempo  i  quattro  Vaflelli  incendiari)  coatf»  juf- 
effl/màienza  akmi  fnitto;  percfaie  fi&entarono>e  fi  confutnarono  renu  iaftrir  dan- 
no anemici  ..Niel  combattimenco  però  »  che  darò  in  deca  à  due  hcnresTictneiooo  i 
Turchi  éannanocabik  danoflri.. 

Nel  combattere  >  tutti  i  Capitani»  e  fotdati  moflrarono  gran  valore  %  e  conag- 
gio >  fegnalaadofi  lopramodo  Domenico  Diedo  Sopra  ComiM>  il  quale  >  poeta» 
2atla^ftta.brauitra»s*inoltcòpafiandofrileCaniiottatefia  fono  anemici»  conap- 
^rtar^ti^  ^ran  mafc  ». 

Dopò,  il  conflitto  il  General  Cappello  ritornò  alla  Soda  >  di  dooe  poifipartU 
con  )1^  Galee  fottilif^e  cinque  Galeazze  per  andar  à  Cerigo»  cd'impedire  il  booor* 
fofCbe  dliHionatrcano^percendurinCanea  i  Turchi  con  trenta  Gatee^e  cinqdanta^ 
Saicche«cotidorre  dal  Bei  di  Rodi  » 

Rimale  ai  commando  della  Armatagrofla»  il  ProueditorGrìmmi  >  jf  quale  in« 
niòxlicci  Naui  armate  nell'Arcipelago»  fotto  la  direttionedi  Marooda  Molìno^ri- 
tenendogli  aitante  d^ììt  Naui  >  vna  Galeazza  »e  tre  Galee  lottili  nella  bocca  del 
Sbrro d i  Suda  per  impedire  il  fopradetto  foccorfo  » 

MQri:iiropraproui;ditore  Atironio  Boldùdi  Suda  per  l'aria  cattiua  »af^ia/efil' 
fiUiruita  Luigi  Pacuta^  Morì  ancoGirolamoMinotto  Proueditorordàuuio»  gjo- 
uane>(n^di  gran  rònno>e  corraggtt>fb .. 

Eraiburaintendente  della  Piazza  il  Magnauino9  8e  Gou^natote  Akflandro 
GJu(titifan0conmilte  foldati  di  preflidiode  più  fcelti  del  Regno»  bauendone  tna^» 
dati  il  GinieralComaroalcrtcento»di  notte  con  banche  piccole»  deftinmdoaf  per 
Comandante  il  Marchefe  Pallauicino .  E  per  confoiare  i  loldaci  vi  fpinfe  Tn  V^ 
fello  d'acqiia»della  quale  ne  teneuano  oualche  bifogno  » 

Fùronoancaagiimatitredeci  pezzi  di  Cannone  per  dife(adelk>  ScogUctip  • 

RitÌK«tafi  la  nollra  Armata  dalle  fpiagie  di  Gogni  dow  era  andata  per  knpe^ 
dite  il  foccorfo  preparato  da.Tiuxhi>  lo  conduffiero  felicem^e  in  Canea  con  tQt> 
te  le  trcnta.Galee»e  faicche  fudette»  perii  quale  diuemiero  i  Barbariie  più  arditi  t 
l^animoiT. 

liYipatFonitoff  il  Gran  Turcoi  delta  Ctttìi  di  Canea  »  piazza  pmeipatiflbna  del 
Kegno  di  Candiate  tcntatadi  prendere  la  Fortezza  della  Suda»  fé  bene  in  vano* 
deliberòvoferjnxmcfere  laCitti  »  e  Fortezza  di  Rettima  »  Cirti  perie  fteflà  deli- 
ciof  a>  co^io(imma  di  beile  habìtadoni»  e  rarii  Giar<&iik^  edifiootaai  Lido  del  Ma* 
ze^  perciò>krcantite  ^ 

La  Eotìtezzaèqnadinefpcignabìie  riTpetto  al  (no  per  effer  eretta  fopra  rn  iafio 
¥Juo>e  perciò:  difficile  da  minare  « 

Era  iopra  Proueditore  in  efla  Giorgio  QuenmV  vaforofiflimo  Sgnore  » 

Comparuetx)  per  tanto  gl*In^eli  in  numero  diritto  miUa  trd  Fanti  %  e  CaualU 
]h*facm^ad*eflaCitti  fotta  li  d.  Settembre  stf^tf.  rendendo^  Padroni  diquello 
ViUefcOunpagne  dintorno  f>iaiKandiaouantiti  di  padiglioni  circa  vn  miglio 
lontano  da.efla.Cit t;it>. fàeciieggtando  » 3c  aohmcciando te  ville  »c  liio|hi  iui  cemt 
tiguii  impatroncndofi:  del  Bbmo  della  medefima  Cittd  t  come  anco dfi  due  liti  ^ 
4MiiMiri]r  pofti  fetCao:  jidìiammeiio  dvn  migto 

Turchi 


DE  pRiNcin  LiB.  xm.       70^ 

TwàUs^néofcauiiio  per  tH>rieffere^ 

Eca  entrato  nella  Ciuil  il  General  Comaio»  il  qcaic  diede  ghordioi  proprij  por 
htù  difeaderia  ic  coftodirla  9  hauendo  priflaa  fatto  rcftaurare  la  mtlr^lìa  antica  » 
che  in  alcuni  luoghi  era  caduta  9  ordinato  Terrapieni  f  e  molte  altre  fortific^iocu 
per  poter  rcfiftere  al  Nemico  « 

Totcauia  alti  ottodetto  eflèndofi  trindeqato  l'Inimico  in  vna  Chierafe  Cafe  M^ 
feofto  dalla  Citta  vn  tiro  di  Mof chetto  cominciò  i  berfagliarl^con  due  Falconet- 
ti» condotti  da  lui  per  terra  dalla  Canea  • 

Il  General  Comaro  »  pofìo  air  ordine  le  Militie  >  ordinò  la  fortita  per  9  gìorao 
jEiguente»  con  penfiero  di  diftniggerli  le  trinciereie  leuarli  li  Falconetti  • 

Fecefi  la  lòrtita»  t  fi  combattè  fieramente  con  rinimico  per  il  fpatio  di  Tei  bore 
continue>con  ^cm  mortaHti  ddlVnat e  l'altra  parte»  fé  i^ene  molto  più  de  Turchi» 
chedeChriftmii. 

Sortirono  ancora  li  noftrì  fotto  Hai.  detto»acdufiandofi  di  nMuo  con  gì'  Otto- 
mani {yranaflaMie  ;  mi  finalmente foperati dal  numero  dieffi  Ottomani»  e  ve* 
dendo  di  non  poter  refiftere»Dcnche  animati  dal  General  Comaro»  e  da  Doo^ 
CtmfléGonzaga»  fi  ritirarono  nella  Fortezza»  rcftando  colpito  di  Mofchetcata 
tiel  petto  i  predetto  General  Comaro»  mentre  rltìmo  all'entrare  »  attendena  ala 
bimxxz  di  eflò  Gonzaga»per  la  quale  de,  li  à  poco  refe  l'animaci  Dio  nella  Fortèz* 
2a»dopo  tante  fattiche  fc^rte»  t  tanti  fudori  fparfi  per  la  Fede  di  Giesii  Chrifto  » 

€  per  la  Istria  • 

Refofi padrone  della Citti rinimico» fi accinfe a  dar Paflalroalla  Fortezea»ìl 
che  fatto  più  votee  >  e  foAcnuti  ePempiti  nemici  da  difenfori  valorofamente  »  e  ri- 
bnttatimipfit  con  ardire  incredibile»  e  con  ^an  loro  ftragge»  finalmente  non  pò* 
tcodofi  più  foftenere  fi  refero  à  patti  honoretx>li  li  1 1  •  Nouembre  i($4($« 

Il  Capiun  Generale  Cappello  »  fpedi  fotto  li  1 1 .  Decembre  il  Proaeditor  dell - 
ilrmataGrimani»con  tre  Galeazze»  fima  del  Capitan  eftraordinario  di  eflo 
Antonio  Bernardo»  e  haltre  due  delli  Gonematori  Andrea  Comaro»  e  Bertucd 
Ciuran»  tredcci  Vaflèlli  da  guerra  »  commandati  dal  Capitan  delle  Nani  Tomafo 
Morefini»  &  alquante  Galee  fottili  »per  douer  trasferirfi  verfo  Negroponte  ad'- 
impedir  il  foccorfo»  che  erano  per  portar  i  Turchi  alla  Canea . 

Inuittofiil  Proueditor  con  ogni follcdtu(Kne  vcrfo  TArcipelago» capitoli  1$. 
del  mefefudettoaSifanto»dotiepergran  fortuna  di  Maren  feparò  r  Annata  il 
proairarfi  portOirìtronandofi  la  mattina  feguente  i  Nio  »  fcorrendo  <n]ei  contor- 
ni capitò  tra  l'Ifola  Langò  »  e  porto  di  Raftì  verfo  Negroponte  »  di  li  leuandofi  Ji 
27.  detto  infieme  con  tutta  Mrmata»capitò  al  fcoglieto  d'Arzentiera»&  alli  3 1.  fi 
pani  verfo  Milo  • 

La  fteflaruotte»  trouauafi  tri  Cermo»  e  Cerigotto  vn*  Vrca  Fiamenga  »  fbpra  la 
quale  vi  era  Luigi  Vittnri  ;  vicinatali  la  meza  notte  »  con  pmfpero  vento  da  Tra- 
tnontana»  drizzò  il  fuo  camino  verfo  Candiaper  vnirfialrArmata  Venerale giun« 
ti  fopra  capo  Spada  ch-ca  due  hore  auanti  giorno  »  improuifamente  capitò  la  Ca-v 
pitana  della  Guanlia  di  Rodi»  che  i  Velie  piene  inueili  dctt*Vrca  per  prora»falen* 
doui  foprà  Turchi  »  non  efiendo  v^a  effa  Galea  da  quelli  del  Vafleik)  »  e  per  To- 
fcurìti  deUa  notte  » epcr  la  nebbia^  giumendo  in  vn'  iftefTo  tempo  duealtre«Ga- 
lee»cfae  i  velie  pie«e»  per  rofcuriti  inuettirono  nella  Capitana»  con  tanto  empito  » 
che rdlòfomnaerfa; entrati  i  Turchi  nel  VafleHo » reflomo  tuni tagliarli  pezzi 
con  l'amibianche  »  non  bruendo  haumo  tempo  i  difenfori<li  dar  di  mano  a  mo- 

Yy    ftv^      fchet- 


jyàfS         }T>:1B  L  L  E    V;^I  T  f^.  T 

fditttìfoè  di  idoprar  l'Arrif^kria  ifedlando  vkio  iti  Vtfkìlo  vti  Taea)f  che  Io  coi- 

idoflcro  fecoyarriiiando  il  prime  Cenare  fehccmcnte  in  Candia  • 

t     Si  parri  il  Prouedicor  G  rimaai  li  j  *G  ennaro  princìpio  dell'anno  1 6^j.  dalTA^- 

i  centicrafdròandodi  miono  il  fuo  camino  verfo  Milojdone  dimorò  due  giorni  t  fo- 

parandofi  le  Galeazze  dall'Armata  >  pigliando  porto  a  Zea>luogo  del  Turco  vcrfo 

SerFoymi  fpinti  dai  vento  conuctineip  fitomare  all' Arzentiera  >  nel  qoal  tempo  fii 

aulriCato  il  Morefini  Capitan  delle  Naui^  che  nel  porto  di  Zea  fudetco  v'erano  due 

VafrcUiida  quali  erano  sbarcatci  Meemet  Celebu  fratello  del  Rè  d* Algica>c  Meo» 

%inet  Agi  Generale  di  quel  Regno  con  diuerfi  peHbnaggii  &  altra  gente»  auoiato- 

fi  il  Morefìni  i  quella  volta  »  vi  giunfe  alH  9.  e  intefo  »  che  nel  Caftdlo  di.  Zcasìifr- 

•  trouauano  i  detti  Meemet>e  Perfonaggi  in  numero  di  centoic  cinquanca»feoelot« 

to  li  i4.detto  sbarcar  cinquecento  fanti>  &  vn  Sagro  da  dodici  peroatter  dlb.O^ 

UelIo>circondandoIo  d'intorno  con  le  fuc  genti  >  auuìfando  di  cotto  dò  il  Pfonedi- 

torGrimaniyilquale  ritrouandofì  all*hora  indifpoftoUe  ne  ftaua  neUaCakazza  di 

Antonio  Bernardo.  Hauuto  i'auuifoi  fì  portò  con  le  Galeazze  i  iniclln  volta»  ^pm- 

gendouiallia;.  non  hauendo  potuto  prima  per  il  Vento  conscario^  Pcmoaomi 

Zai>fece  (montare  altra  gente  >  e poner  in  (erra  vn'altro  Caonone*  Il  ciic  vcdtf» 

da Meemetinonpotendo refiftereifi refe fotto li 2^  Li  VafitUi furono prafi>reft2- 

do  morti  molti  Turchi  nel  combatterli  ;  Il  fratello  del  Rè  >  &  Agà  poftì  fppra  iaib 

.  GaleazzaBernardoitrattati  honoratilfimamente>e  li  Turchi  dtìtribaiti  per  kGt» 

leazze»e  deftinati  al  remo  •  Le  ricchezze  ritrouate  ne  Vaflelli}  furQnodltfu/cje  i  1^ 

gni<ondotti  d  rimurchio  dalle  Galeazze  • 

«  Ciò  fattogli  Morefìni  capitò  nel  porto  di  Raftii  di  doue  faccndokuataivfci  pri^ 
.mo  de  gl'altri  >  facendo  vias;gio  >  in  tanto  caduto  il  vetito  t  reftaronoì  VaffieUi  od 
medefìmo  porto  in  bonaccia  • 

Bragia  U  Capitan  Morefìni  lontano  da  fuoi  1  quando  hanutone  auuifo  Mofsd 
Bafsd  Generale  dell'Armata  Tnrchefca>che  il  Galeone  era  folo>fe  gli  fpinfe  dietro 
con  quaranta  Galee  delle  miglioriiordinando  ad'altre  che  lo  fegui^ero  à  lai^ . 

Carlicasi  Bey  di  Rodi  fu  ilprimo  ad'attaccarlo  con  la  fuafquadradi  quindi- 
ci Galeci  mentre  tutte  Paltre  u  diedero  à  berfagliarlo  procurando  rabbore»>  • 

Il  Capitan  Morofìni>armato(ii  difpreggiando  incontro  cosi  formidabiletefoctò 
i^fuoi  à  vigorofa  difefa  >  rapprefentandogli  l'occafìone  di  morire  gloriofameoto 
per  la  Eede«e  per  la  Patria  • 

Podifì  all'ordine  i  foIdati>inuigoriti  dalle  pie  efortationi  del  Capitano>&  inani- 
.miri  dal  (uo  efenipioifi  allenirono  per  la  battaglia . 

.  I4iemici  per  il  tpa^io  d'vn'hora  berfagliarono  il  Vaflello  con  le  cannonate  f  fo 
bene  con  poco  danno»  s'intimorirono  ben  efli  dallo  f  parrò  orribile  de  cannonidd 
VafTelIo^che  fracaflauano  le  loro  Galee»  onde  rifolfero  d'inneftirlo»  &  i  voga  ran- 
cata l'abbordarono  • 

Comandò  il  Capitano  Amurat  Celepì  à  (uoi  diTalirlo  >  che  non  volfero  obbe- 

[liatalatdU 
jediffero  >  li 

Bey,eBafsa  Capitani  di  quelle  Galee» 

onde  ne  falirono  intorno  i  200,  foldati»dc  quali  ne  fecero  i  noflri  gradifltma  ftr*- 
geJl  Morefini  fempre  intrepido^fempre  forre>accorrcua  ne  maggiori  perìcoU^ac 
crefcenda  il  valore  i  fuoi  con  l'cflcmpio»c  con  la  prefenza  Jn  tanto  il  Goucmator 
del  Vaflello  anuisò  il  Capitan  Morefim»  e  la  foldatcfcaj  che. vcniuano  due  Gakaz» 

zcin 


DE  PRINCIPI  LIB.  XfH.  707 

«sin  fiDceorTOf aII*hora  canto  più  infiamtnati^foceaano  cofc  fopra  humancjt  il  Mo- 
refìni  conferuando  Tempre  piti  i  pofti  perìcolo(i>benche  auuertito  di  ritirarfiicolto 
^  Mo&bettaca  nella  tefta>voIò  vittoriofo  al  Cieloyefsédo  fempre  vifluto  raiTegna- 
to  in  Diotoon  hauendo  mai  hauuco  altro  finc»che  di  fpender  la  vita  per  difefa  deN 
la  Santa  Fedele  pe  r  la  Patria  • 

r  Per  non  interrompere  la  battàglia  >  fu  dal  Gooernator  del  Vaflello  nafcodo  il 
iuo  corpo>da  pochi  ofleruata  la  Tua  cadduta  »  profegnendo  à  difendere  t  gettando 
fbochiartifìcsati  nelle  Galee  >  e  contro  i  aCTalitori  con  mortaliti  srandilìima  di 
quei  Barbari  :  Onde  abbnacciatafi  rna  Galea  ti}tra>due  gertate  i  fondo  >  e  l'altre 
diflipate  da  fBOchi>e  dalle  cannonateti  ritirarono  difperatii  Turchi  di  poter  più 
fuperar  il  VafTello.  Vedute  poi  quattro  Galeazze  t  che  veniuano  h\  foccorfo  di  dTò 
Vaflelb  lo  abbandonarono  precipitofamentetcadendone  molti  in  mare  per  la  co- 
fo(ione>e  dandoli  alla  fuga>conducendo  à  rinmrchio  nK)Ite  dì  effe  Galee  fracaifate 
ibille  Cannonatei  e  da  fiiodii  artifidati . 

* .  Durò  queAo  memorabile  cóflttto  Tei  hore  continue  t  nel  quale  morirono  Mufs^ 
Bafed  Generale  dell'Armacai  Muftafì  Agi  »  Eemett»  Auadar  Bairi  i  SL  altri  Capi  » 
CD»  più  di  dnaiiecento  di  quei  Bacbari»  &  aitretanti  feriti  • 

Le  Militie>€ne  s'attrouauano  nel  Vad^ello  detto  la  Naue  nuonai  furono  le  com- 
pagnie del  q.GoueroatorStefranoGeIidi>goaernata  dal  fuo  Alfiere  Bernardin^ 
Chiùchia  Zaratino.Quella  dd  Capitan  Zorzi  Filippouich  Dalmatino>  &  quella^» 
del  Capitano  Vvco  SuTeuich  A ibanefe . 

:  Li  Gouematori  ddle  Nauiich*erano  flati  con  lui  al  Tenedo>&  i  Dardanelli  >  di« 
fnoilraroDocon|K>mpofìifime  e(Ièqaie>l*amor  ruil<:erato>che  portorno  i  cosi  de- 
^o  IoroGapitaao>a  qucfto  Gran  Campione  •  Tutta  la  Cini  di  Venetia  concorfe 
à  quefta  nobile»  e  memorabile  manifcftatione  >  e  H  come  fu  da  tutti  lodato  in  vita 

e:r  le  lue  Sante* &  Eroiche  opcrationi»  cosi  in  morte  (ù  da  tutti  lacrimato .  Il  fno 
adaucre  iti  fepoko  nella  Chiefa  de  Padri  Eremiti  CamaldolenfìinelTKbla  di  San 
Clemente  con  quell'Elogio»  regiflrato  pur  in  quell'opera  nella  delcrittione  di  ella 
Chiefa^  • 

Il  Turco  per  diuertire  l^Arnu  della  Republica»hauea  di^ii  datd  ordini  al  Bafsi 
della  Boifinad'jnuader  la  Dalmatia^chiamati  i  Sam;iacchi»i  Be)r>&  altri  Capiiraf-- 
legnate  le  lor  genti>(l  portarono  fotto  Noaegradi>che  per  efler  rprouìfla  in  pochi 
giorni  fi  refei  Turchi  • 

-  Da  que/li  principi]  d*ho(lilitd>commo(ra  la  Republica  creò  Generale  di  quella^ 
Prouincia  Leonardo  Fofcoloipredidiò^e  muna  le  Citt2i>terre>e  luoghi  importanti» 
vi  mandò  poderofo  Efercito  di  Caualleria»  e  Fanteria»  e  la  prouidero  de  viueri  >  e 
munitioni  da  guerra  « 

*  La  prima  imprefa  dd  General  Fo(coIo>fu  di  Zemonico»  lontana  da  Zara  7.  mi- 
glia e  di  gran  confequenze  per  le  gelofìe»  Se  apprenfioni»  che  del  continuo  teneua  i 
saratini.Il  Sangiacco  vi  mantencua  per  ordinario  mille  »  e  trecento  foldati  »  partq 
a  cauallo»  e  parte  i  piedi.Era  padrone  di  quel  Sangiaccato  Ali  Bech  fieriilimo  ne- 
mico de  Chriftiani>&  in  particolare  de  Venetiani  »  hauendo  egli  perfiiafo  la  Porta 
a  foinger  TArmi  Ottomane  in  Dalmatia . 

Il  Fofcolocon  matura  confideratione,e  per  render  più  fadle  rimprefa>c  diuer- 
tire  i  foccorfi  inuiò  Nicolò  Marcello  »  eh*  era  Nobile  in  Campo  con  vna  Galea  »  8c 
alcune  Barche  armate  d  Sebenfco>3cciò  vnite  i  quefta  gente  anco  quelle  del  paefc 
andaifcro  ad'attaccar  i  borghi  di  Scardona,e  faccljeggiarli . 

Yy    j        Spedi 


7o8  DE  L  L  E    V  ITE 

spedì  poi  Mite*  Antonio  Minotto  con  vn  altra  Galea>&  Barche  annate  àNo* 
u^adi  per  inferir  danni  i  Turchi  • 

A  Zara  Vecchia  mandò  vna  comp^^ia  di  Fanteria  >  ordinando  al  Caimaiio 
Poffidaria  di  portarli  con  la  (na  gente  verfo  I$lan»c  Poliffani»  il  tutto  per  dkmtirc 
e  tenere  in  maggior  apprcnfione  i  nemici . 

*  Inuiò  poi  cinque  milia  combattenti  >  tra  Fanteria  »  e  Caualleria  »  parte  Italiani  # 
France(i>&  AlbaneH  >  verfo  Zenìonico  fotto  la  direttione  di  Marc'  Antonio  Pifani 
Proueditor  della  Caualleriasil  quale  con  la  folita  Tua  prudcn£a>generofitJte  valore 
parti  da  Zara  con  re^olatiflìmaK>rdinanza  d  ouella  voltat  conducendo  Ceco  Can« 
noni>Bombe>Petard]»  &  altri  appreftamenti  da  guerra»  con  buon  numero  di  ^* 
(latori»  e  copia  de  viueri  • 

Giunto  il  Pifani  vicino  alla  Terra»diTpofte  le  Militie  i  e  ^atti  gl'ordini  proprij  $ 
forti  il  preffidio  condotto  da  Durach  Bech>  figliolo  di  Haly  Be»  fòpradetto  San« 
fiacco  di  Licca»vrtando  con  impeto  grande  ne  Chriftianiiquali  foftenero  valoto«  | 
lamentele  (pecialmente  la  Caualleria  l'incontro  per  quattro  bore  continue>ami- 
battendoli  yalorofamenteye  dall'? na>  e  dall'altra  parte  •  Quando  abbattuta  laCa- 
ualleria  Turca  dalle  noftre  Corazzet  fi  difordinò  dandofi  alla  fti^.La  Fanterìa  Y^ 
denck>fi  abbandonata  dalla  Caualleria>prefe  inch'efla  U  fuga>rìtirandofi  nella  ta> 
ra  9  infìeme  con  Durach  loro  Capo>iI  quale  infieme  con  il  Padre  (crìflero  al  BaiU 
di  Boflinaidando^li  parte  dell'anedio  della  Piazza»  e  dimandandc^  aiudé  VHkt- 
(o  fecero  con  altri  con  (ìnan ti  • 

In  tanto  li  difpofero  di  far  vn*  altra  fordta  :  onde  ripartita  U  ìorogetMin  dae 
(quadre  vfchro  di  notte  intorno  alle  tre  hore  dando  (òpra  l*Efcrcito  Ctìriftiano 
con  mac^gior  empito  >  e  furia  di  prima  >  foftenuto  vàloroùunence  da  nòftri  cosi 
fiero  affalo  >  e  nel  combattere  andancto  fempre  più  auanzandofi  >  e  prendendo 
maggior  €orraggio>pofero  di  nuouo  in  fugai  Turchi»  ritirandofi  Durach  Bech 
con  vna  compagnia  di  Canali!  per  faina  rfi  :  Md  incalzato  da  vna  comp^ignìa  di 
Corazze  »  dopò  hauer  combattuto  per  buon  fpacio  valorofamente»  vedendo  la^ 
mortalità  de  fuoi)&  il  pericolOfChe  U  foprafbaua  fi  diede  i  conofcere>per  rendctfii 
mi  ferito  nrartalmente  di  fioccata  »  e  gettato  da  Cauatlo  >  vn  foldato  Ab^cfc  li 
troncò  Iatefta>portandolaaI  Proueditor  Pifani  >  acciò  vedefle  eftinto  il  più  fiero 
nemico»che  hauede  la  Republica  ne  confini  della  Dalma  tia  • 

Seguite  ouefle  due  fattioni  feliccmcnte>ordinò  il  Pifani>che  fi  batteffe  laTerrat 
doiie  difpoite  le  cofe  i  e  piantato  il  Cannone  »  fi  cominciò  inceiTantemente  d  bat- 
tar]a>con  grandifiimo  danno  di  DifTenfori  >  quali  fi  ritirorno  nel  primo  fòrte  >  di 
doue  fortiuano  di  quandojin  quando>pcr  tener  diftratto  TEfercito  noflro>md  con* 
tinuandofi  con  la  batte ria,c  gettandofi  dentro>e  Bombe>&  altri  fnochi  artificiati»  . 
con  gran  ditnno  $  e  flragge  de  nemid ,  entrarono  i  noftri  nel  Borgo  li  16.  Mano 
1647.  rcndendofi  padróni  dielTojritrouandoui  vn  grand'apparecchio  di  munitio- 
ni  da  bocca,e  da  guerra  per  la  proffima  campagna.  Furono  abbruciate  IcCifc 
doue  morirono  molti  Turchi  in  effe  nafcofti>e  molti  fatti  fchiaui . 

Ritiratifi  i  nemici  nei  recinti ,  e  ne  forti  >  e  ripiantata  da  noftri  la  batterìa  >tÌD* 
forzata  d'vn'altro  Cannone  da  50.  mandato  dal  General  Fofcolo  in  diligenza  iiu 
luogo  d' vn  altro  da  jo.ch'era  creppato  per  li  continui  tiri ,  feguirono  à  berfagliar 
la  piazza.eettando  i  terra  la  Molchea ,  e  vn  Torrione  con  fpauento  grandd  e  do 
foldat i,e  de  gl'abitanti ,  efl'endo  anco  flati  priuati  dell*  Acqua ,  per  commiflìone^ 
del  Pifani  toltagli  dal  Coloncllo  Brittoa  • 

Ilpo- 


DE  PRINCIPI  LIB.  XIII.  70P 

Il  popolo  ve^kndo  il  loro  eccidio  i  e  della  Patria  »  e  cotnmoifi  dalle  grida  delte 
Mo^li>e  de  figli  «  maodorono  a  fupplicar  il  Proueditor  Pifani  per  artenderfi  falue 
le Tite  «Del  cne  fé  ne  concento  >  permettendogli  Pvfcita  fenza  Armi  »  e fenza^ 

^Ie  vfcirono  intorno  à  mille  comprefe  le  Donnei  e  figliuolii^oali  s*incaminara* 
ao  verfo  Vranasaccompagnati  da  alcune  compagnie  die  foldatbfino  al  loro  arriuo 
in  luogo  (icuro  • 

Haly  Bech  fi  ritirò  nella  Fortezza  detu  il  Mafchio  con  molti  de  fuoi  »  riflbluti 
tutti  difenderfi  (Ino  alla  Morte  « 

Alli  I  S.comincioronó'i  Venetìi  batter  la  Fortezza  >  continuando  fino  alla  fera 
fenza  frutto.  Alli  19.  difpoftala  batteria  in  altro  fitoiecon  tiri  dift rutta  parte  deU 
le  mura»  e  caduti  i  fianchi  della  Torre»  mentre  i  nolfai  fi  preparauano  all'  affatto  »  i 
Turchi  fpiegarono  bandiera  bianca  in  fegno  d*arrendcrfi  • 

Il  Proueditor  Pifani  mandò  il  Capitan  Marco  Sila  Crouato  i  intender  ciò  »  che 
ricercaflcro  >  li  quali  fecero  iftanza  di  voler  parlai^  con  Donato  Cicalelli  »  e  con  il 
Capita;)  Carlo  Begna  • 

Riceuuti  cl*Of>aggi>  andomo  in  Fortezza  »  onde  dopò  diuerfi  trattati  fiì  patui* 
to  la  refa  :  Cne  i  Turcni  confe^nafièro  la  Piazza  à  i  Publici  Rapprefentanti  della^ 
Republica»&efli  lutti  andafiox)  prigioni  i  Zara.  E  cosi  vfcirono  Haly  Bcch»  il 
Detdar»  &  H  Gouematore  »  con  altri  dnquanta  perfona^gi  »  i  quali  raflì^arono 
la  Piazza  in  mano  del  Proueditor  Pifani  »  rimanendo  c{&  tutti  prigioni  ;  ad  alerei 
perfome  inutili»  cioè  Vecchi»  DonneiC  putti  fii  dalla  demenza  di  eflò  Proueditore 
donata  la  lfl>ertj. 

Haly  Bech  fd  conuoiato  d  Zara  da  Pietro  Pifani  Nepote  di  eflb  Proueditore  »  e 
confi^^ro  al  General  Fofcolo  • 

Fiì  datta  licenza  i  foldati  di  bottinare  »  e  rìtronomo  molte  ricchezze  »  oltre  a 
Magaseni  pieni  di  Grani»  Farine»Lane»Formaggi>  Carne  falate>&  ahte  Vettoua- 
glie»  con  altre  munitioni  da  guerra  • 

Terminato  il  bottino  >  fu  determinato  »  che  la  Piazza  fofie  demoIita»e  nella  de^ 
molitione  furono  trouati  aoo.  Turchi  nafcofti  in  alcuni  luc^hi  fotterranei ,  i  quali 
fingendo  di  volerfi rendere»  chiamarono  Nicolò  Silla>il  quale  andando  fotto  buo- 
na fede  doue  erano  nafcofti»  lo  vccifero  barbaramente  con  molte  ferite  •  Del  che 
{degnato  il  Proueditore  li  fece  far  tutti  fchiaui  »  eccettuati  li  ChriAiani  rine^ati  » 
quali  fece  tutti  mofchettare.Ritrouarono  ancora  altri  trenta  Turchi  in  vna  òrot- 
ta»quali  volfero  prima  morire»  che  renderfi« 

Nell^aquifto  di  quefia  importante  piazza»  morimo  de  noftri  intomo  i  ducento» 
&  ne  reftomo  feriti  quafi  alrretanti  ;  Iti  morti  i  principali  »  furono  il  Capitan  te- 
nente del  Sorgo»  il  Capitan  Battaglia  >  otto  Alfieri  »  tra  Crouati>8t  ÀlbanefiX^Al- 
fier  de  Capitan  Tomaleuich  di  Caualleria  »  quattro  Tenenti»  &  vrflr^egniere  OW 
tramontano .  De  Turchi  ne  morirono  intóruo  à  fettecento»  e  rimalb  prigioni  in^ 
tomo  i  200*  Lafciate  in  hl)erti  le  genti  inutili  • 

Dopò  la  prefa  di  Zemonico>hebbero  i  nofìri  la  Terra  di  Sutcouari  fé  bé  picciola 
di  circa  fettata  Cafe»due  miglia  diftante  daUa  fudetta  quale  faccheggiata»fà  arfa > 

rifteik)  fecero  del  Caftello  di  Polifiani . 

Arriqati  i  Istan  tre  miglia  lontano  da  Nouegradi  »  luogo  affai  forte  »  PhebberQ 
iietiZA  estrado  rìtrouandoui  in  eflb  gran  copia  di  viueri»  e  fpeciahnente  Forme»»- 
tiac  Farine»quali  tra/portate  i  deftntflero  le  Cafe»  e  la  Torre»lafciando.iI  refto  alla 

Yy    4       Tora- 


7IO- 


DELLE    Y  I  T  I 


Toraciti del  fuoco.  Sì difpofe il Genca^ Foic0k>,doi>ò te fiidct^  fiic: 

cé(fif  di  ricuperar  NouegracU^fe  bene  ftimaca  imprefaimpoffibiledac^W 
cfler  ftaca  beniffimo  forcificata^muoiUfe  prcflìdiata  da  Tur^' .  Toccauia» 
co  rn  Vaflèllo  di  viueri  >  cannoni»  Se  altri  iiromenci  neceflarij  per  Itfpugfuoòfic  > 
inuiò  il  Proueditor  Pifani  con  la  CauaUerta  i  Noucjgradi  >  &  Aleflaodro  Sbroda* 
dacca  come  Commiflario  con  la  Fanteria .  L'ifteflo  Generale  poi  il  di  tj*  Mano 
montato  (opra  la  Galea  del  Marcello»  accompagnato  da  due  altre  Calcele  dji  fet- 
te barche  Arnute>s^ncaminò  anch*egli  i  quella  voka . 

Il  giorno  fcguente  28.  detto  arriuomo  in  yn^ifteflò  punto  i  e  il  Generale  con  le 
Gake>&  tElkvcito  della  Fanteria>e  CauaUerìa:  onde  sbarcato»  pofti  io  terra  fcar 
noni»ordinate  le  batterie»e  diftribuice  le  MiUtie»voleRdo  femjpre  aiSfter  ioperfo^ 
na  it  medefìmo Generale  i  tutte  roperadonii  benché  venifle  lupplicato  i  ritkar& 
per  l'aria  cruda»  e  nociua  •  ^ 

Cominciorono  i  aoftrì  i  berfagliar  con  TArtiglierìa  fe  dilcfe  de  Nemici  »  e  la^ 
FortC9za»e  dai  frequenti  tiri  fatta  larga  breccia  »  cominciaronoi  Veneti  àdar  la 
fcalata»benche  i  Turchi  (7  diffendedcro  dirperatamente»fìnalmente  il  di  ;  K^dtft* 
doti  TÌDti»fpiegarono  baddicra  in  fegno  d'arrenderfl  •  Mandò  il  Geneia{e  in  For- 
tezza il  Nepote  del  Gouemator  Poffidaria  per  hoftaggio  »  e  io  Campo  andarne 
due  Agi  »  quali  pretcndcmano  di  cedere  la  Fortezza  con  troppo  iiOoorate  condi* 
tioni  :  Mi  il  Fofcolo  non  li  volfe  riceuere»che  à  difcrettione>e  cosifì  refero»  vfcenk 
do  dafettanta  foldati  quati  furono  tutti  desinati  al  remo»e  li  quattro  Agi  man^^ 
ti  prigioni  a  Zara  infìeme  con  circa  trenta  donne  >lafciandone altre  iniiMfti»  co- 
me Vecchie»  e  inutili . 

Panie  bene  al  General  Fofcolo  di  £ar  diftruggere  qiaefta  Fortezza  »  si  perche  era 
ruuinata  dalle  Cannonate  »  si  anco  perche  non  venifle  penfìero  al  Nemico  di  tiao» 
quinaria  di  nuouo .. 

La  vittoria  fu  tanto  più  grande»qtianto  che  in  queAa  impreb  non  morlcro  da^ 
la  parte  de  Veneti,più  che  doi  foli  foldati . 

Deftmtto  Noucgradi»di(lEu Aera  ancora  »  e  facchegiorno  i  ttt>ftrfit  CafteUo  di 
Tin)&  i  Borghi  di  Vrana^ne  quali  vi  erano  pia  di  fei  cento  Cafe  »^con  Giardini <)e>^ 
licionffimi»e(Iendo  Vrana  Capo  della  Contea  del  Sanzaccadi  Licca.  Dopò  qoeftì 
acquiAarono  ancora»faccbeggiomo»  &  incédiomo»il  picciolo  CafteJJa  di-Rachet- 
nizza»  IBorghi  di  Veliti. 

Il  GouernatMPoffidatia»acquiftò>  &arfe  il  Caftello  Hotiflina  »  molto  {limate 
da  Turchi»e  di  poi  prefe  la  Citta»e  Caftello  di  Obrouazzo»con  7^annoni»fa€endo» 
ae  ricco  bottino  • 

I  Morlachida  Geneuiaie  »  temendo  di  fé  ftcflfc  e  perduta  raffiftenxa  de  Tuidiii 


Mortene  li  animali  in  numero  di  fci  milla»ricouratfin  Pontadupa  .. 

Difegnè  il  Generaledi  pcendcr  il  Forte  Caftello  di  Nadii>>fotto  piapca  d^irmc  » 
Granaro  di  tutta  la  Boifìna  fC  Magazeno  di  tutte  le  co&  militari .  Raccomandò 
quelì'imprefa  al  Proueditor  Pifàni»che  infieme  con  il  Baron  d^henfclr,  difubito- 

Eartirono  i  quella  volta»  facendo  Wfteflb  anco  il  medefìmo  Generale  con  tre  Ga- 
x»conducendo  feco  alcuni  Vai&lli  carichi  di  Viued»e  di  noonitionida  guerra  »  e 
d*altn  appreflamemi»  '    .  .. 

Arriì]a^ 


DE  PRINCIPI  LIB.  Xllt.  7^1 

ArriuSCòìi  Pifani  a  Nadino>vfdrono  di  ìi  trècento»e  jo.daualli  ad  incontrarlo» 
fpìngeDdofegli  fopra  co  ^rslnd'empico;  mi  fofteimto  rincontro  vigororamentc  da 
noftrùfugarono  i  Turchi  i  difòrdinandoli  in  manienif  che  non  poterono  più  ritor- 
narein  Nadin.Quelli  che  rimafcro  ndla  Fortezza»  vfcirono  anch'  eflì  per  aiutar  la 
lor  Cauallerìa;nfid  incalzati  danoftrì  fé  ne  fuggirono  anch^eilì  difperfi  per  quell^^ 
tftn)pagne>e  per  quei  monti.Graltri  ch'erano  nella  Fortezza>vedendou  abbando* 
nati>per  ftraae  occulte  vfcirono  in  campagna»  ricourandofi  in  luoghi  ficuri  •  Otto 
foli  fra  huomini»e  donne  impotenti  fi  fortificarono  in  Camello»  che  anch*  eflì  al  fe- 
condo tiro  di  cànone  fi  refero  i  difcrettione*  Onde  s^impatron)  il  General  Fofcolo 
ìit  poche  hore  (per  così  dire)  d'vn  Ampio»e  fonilfimoCaftello»  tenuto  da  Turchi 
per  inefpugoabile.  Prefo  Nadino  hebbero  i  Veneti  anco  la  Cittd  di  Vrana»  la  qua- 
le dopò  oreue  difefa»abbandonata  dal  preflidio»  fu  occupata  da  nofiri  snella  quale 
Ti  trouornojoltre  all'altre  cofe  4.pezzi  di  Cannone»con  impronti»&  figure  bellifii- 
me  di  Maifimilianolmperatore»di  Sigifmodo  Battori»&  altre  memorie.Saccheg- 
gtata  la  Città»tra(portate  le  munitioni»Parmi»&  altri  preparamenti  da  guerra»  che 
Te  n'erano  in  abbodanza»con  il  ferro»e  con  il  fuoco  la  diftruiTcro  fino  à  fondamene 
ti.Rimafe  priuo  della  luce  degli  occhi  Ferdinando  figliolo  del  Baron  d'EghenfelCt 
colpito  di  niofchettata  in  faccia»mentre  s'era  auanzato  per  ifcoprire  vn  certo  pò* 
fio»gionine  di  grande  afpettatione»e  imitatore  delle  glorie  del  Padre . 

Àcquiftomo  ancora  i  Veneti  te  Cittd  di  Scardona»e  Salona>c6  il  Forte  del  Saflb. 

Intefifli  in  Confiantinopoli  i  felici  progrefli  della  Republica»la  morte»  e  prigio- 
nia di  Durach  Bech»eHaly  Bech  Sanzacco  di  Licca»la  prefaie  diftruttione  di  tante 
Terre»Caftelli,Citti>&  altri  luoghi  forti,tante  genti,  sbandate>e  profugheXa  per- 
dita di  tanti  appreftaméti  da  guerra»e  da  bocca»  fc  altre  rileuanti  difgratieoccor- 
feli.Deliberò  Ibraim  di  manaar  poderofo  Eflèrcito  in  Dalmatia  per  attaccar  vna 
delle  principali  Piazze  di  quella  Prouincia  »  foggette  alla  Republica  »  &  elefie  f  im- 
prefa  importantifilìma  di  Sebenico . 

Elefle  per  fupremo  comandante»  e  direttore  delle  fue  Armi  »  il  Vifir  Techieli  di 
nation  Circaflb  huomodi  molta  ftima»&  efperienza»confegnando  ó.tniìh  Gianix- 
zerì»e  due  milla  Spahi  delle  fue  guardie  Reali ,  che  con  le  genti  di  Timarrì  »  delli^ 
•Boffina,e  d*altri  luo^hi»che  tutte  fórmauano  vn  Efercito  di  4o.milla  conìbattenti» 
con  molta  Aftiglieria  leuatada  Knin»da  Bagnaluca»e  da  Belgrado»con  apparecchi 
viKceflari  j  per  tant'imprefa»e  molti  Guafiatòri . 

Con  c]uefie  forze  s*incaminò  rEifcrcito  verfo  Sebenico»&  alti  z  i  •  Agofio  còf>ar- 
frro  i  villa  della  Citti  intomo  a  5.  mitla  Tiirchi  >  parte  a  piedi»e  parte  a  Cauallo  > 
quali  furono  da  nofiri  berfagliati  col  canone  da  i  Forti  della  Città»da  z.galec^e  da 
Tn  groflb  VaflcUo  in  manicra»che  con  perdita  di  nootti  di  efli  fi  ritirorno  à  fuQi  • 

A  t4.detto  s'auazò  tutto  rEfsercito»doue  tirate  le  trinciere»piàtate  le  batteriche 
difpolle  tutte  le  cofe  fecero  o^ni  sforzo  per  efpu^nar  quella  Piazza»md  be  munita» 
preifidiata»e  difefa,  fece  riufcir  vano  l'Alfedio.  Vi  dettero  fotto  li  Turchi  itf^gior* 
ni»ne  quali  fulminarono  incelTantemente  con  le  batterie»  la  Citti»  il  Caftelb  »  e  le 
fortificationi»diedero  piùaflalti  generali  »feguirono  molte  fcaramucde»  &  altro 
fatdoniìfinalméte  vedédo  il  fupremo  Capitan  Vifir  rimpoflU)ilitd  deirimprefaJa 
diminutione  del  fuo  Eflercftojrifsolfe  di  ntirarfi»&  abbandonar  il  Capo»€ome  fe- 
ce li  I  d.di  Settébre  due  hore  auanti  giorno  »  incaminandofi»  con  Fauanzo  delle  fue 
genti»  Cannone»  e  bagaglio  a  Dernis  »  doue  raffegnate  le  militie  »  trono  mancami 
t  quattro  miliare  pili  toldati  mortid^  ferro  le  dafuoco»  altmtanti  efser  rettati 

mala- 


yi%^  D  EL  L  E    VIT  fe 


fllM«inef«cfrnn\«ttncinqi«^fUÌlUmafK^idadi^^  fiatt^ 

Ya  numwro  grande.  La  difesa  fatta  d^ noftrì  cantra  tante  fòrze  aecnìche  fu  Còpra 
l^uivuuiribàttendo  del  coatìnuo  eoa  le  Caononacte  le  batterie  Octonunc  *  oc  £|i 
a,ira^ifeqerai  VeiieticofiYalorofarefifteau*che  impedirofio  fenpcc  tuttiitcfi^ 
tatiui  de  nemicittibuttandoli  impetaofanKme  coanotabtliffimo  lorodaiifio .  Ne 
gNnconcr 1 9^  ixelle  rcaramuccie».  tk  in  altre  fattionìj^  furono  del  cotttiouo  ùspctioà  i 

lì  Gc  nera!  Fofcolo»  benché  ficrouaflc  a  Zara  indtfpoflo  non  niancaua  dSoutar 
(occorri  a  Sicbcnico»tutto  applicato  alla  cooferuatione  di  quella  Piaaza  «.  Quefta!^ 
Qieniorabik  difèfa  pafsò  con  ordine  n)irabile>poìche  oga^rno  conobbe  iì  Tuo  pò- 
fio>il  fuoCapitaoQjiilfuoCQaimandaatc  »  nà  vi  fiìfolda»»  »  che  nondeftdcnide  di 

cim.ca.tarf?.. 

Li  Capi>che  s^ttrouomo  alla  difefadi  Scbenico»  furono  il  ProucditoreTotnafo 
Contarini.Il  Proucditor  eftraordinario  in  Prouinciaxoiandato  in  quella  Pìam  dìal 
QeneralPofcokhin.  luc^o  fuo>non3ato  anch'egU  Tomafo  Cotarint  fu  de  sicr  Giu^ 
lio  JI  Baron  d'Eghcnfelt^fopra  intendente  Generale  deirArmi.  U  Marchefe  Mito- 
^  condptticre  (felle  genti  Pontificie»,  che  rei  lo  ferito  in  rna  gamba  di  Mof chetta^ 
ta«.II  Conte  Ferdinando  Scotto.Parìs  Maria  Graflì>fòpra intendente  delI'Artiglier 
(ia.Luigi  Frezza  Maftro  di  Campo.U  Gouemator-della  Città  Gio:Batti(la  Aloic»- 
m  •  t^  BaroaEEmdlata .. 

Li  ColQnncllt.Qriton>Sottouia»Sorgo»  Carflat»  Vidmar.Li  Capitam>Theodora 
Sena^Qchit.Giofeppe  Tbeodofio»  Francefco  Draganicb>Marco  Dobrooic&t  Nadal 
TheodQ(io>Girolamo  Vngaro>  Gio:Maria>  Anton  Giouanni»eFabritio.Cecconi 
AncpnitaniiLprenaio  Povun! .  Giouanni  Vucouich  1  Gieremia  MondeUa  %.  Luigi 
BalbenciGiacinto  Michctco^Danfel  Difoico»  Giorgio  Papali^DomemooibC  Gia^ 
cinto  Simeonich»Mattheo  DoreCcOyQieremia  ProttiJSattifla  PonteiAntonio  MiP 
ficb>  Melchior  Tetta  %  Francefco  Crifancich^Antooia  Vet^i  Saarafora  j  Girola- 
«ìo  $fgoreo>2c  infiniti  altri.. Si  portomo  brauamentciMorlacciìi»  guidati  dal  lor 
MaloiK)fi(finio  Capo  D.5reSano  Prete  Sorich  ^  t 

Gjouòmoltpan^ci^e  fu  di  gran  dannoa  Turchi  il  Vaflèllo  armato  del  Mia- 

5<>(ìouich>come  furonpancole  Galee  valorofamente  condotte  i^  e  commandat^> 
alii  fopra  ComitiMarco  Bembo  »  Lpieozo  E>OQado> Benedetto DoUinoi  Anto- 
oio^Michiele  j  Lorenzo  Cottiuo  della  Galea  Veronefe  >  Maria  Bizza,  della  Galea 
Arbpfana^  Gjotgio-Mladinco^ella  Brazaana^ 

Furon  refe  gratte  al.Sig.^  Dio  dixx)fi:feliceLfucce(K>.>e  in. Sebenicò»  e  in  Veneda  > 
4oue  dal  Publico  fi  difpeniàrooo  grandi elemofine  a  Spedalii&  ad  akri  luoghi  pi). 

Si  à  iedero  ordini  per  la.  reftauratione>c  fòrtificationidi quella  Piazza»  che  furo- 
no di  fubito^feguiri  •. 

li  GeneraLFoiColatnuitatodalle  profperiti  paflàte»efempre^ittinfìamato  nel 
^  fcruìFeal  PublicO}pensòaIla.prefacdiOifla>Piazza:fòrtimma.perilfirojmu^ 
ta  p  -amolti.mcfìdi  tutte  le  co(cnccefbtie>pccffiuiata  con  ottocento  valorofì  fol- 
4ati,tiitti  Spahi>e  Gianizzeri  >.comandati.dalSangiaccocli  Cliffa  eh'  eraNcpoto 
dllbrain  Gran  Turccsfì^liolo  d*v.na  fùa  fòrella>&afnniri<Ia  Baracouicb  »  vecchia 
«ommandantediicflra Piawia  crudeliflìmo nemico de.Chi^iani ;,e però flimata^ 
ipefpiigoabile.,ConferitodalFofcoloilpenfìcroco*Capidaguerra,febcoc  vifi>-  • 
fono  rapgrcfentate  grandifDme  difiicuJti>tuttauia  confidcrando  il  Generale  »  che 
«Kvltacquifto  diCJirajxeftaua kBQfiiiu  efpofla  ad  ogni  iauafionc»  che  SpalatM» 

e  Seb^ 


DE  PRINCIPI  LIB.  XIH.         71} 

e  Sdiénico  i  Yemuano  mamìomietiic  afliairatì^e  difcfi  »  con  altri  gran  benefiqj  » 
che  oc  rifiiltcrcbbcto  alla  l&publita>  oltre  alla  riputatione  delle  fae  Armi  >  &  Uu 
conrequcnsa  i  grauiffinii  danni»  che  accaderebbono  a  Turchi  tiflolfe  1  imprdiLtf  t 
Onde  raflésaato  rEfcrcicoiSc  imbatcatofiginnre  a  17.  di  Mano  1648.  a  SaknuLj 
dnque  mi^ia  diftante  da  Clifla . 

Il  giorno  fedente  ordinò  lo  sbarco»  che  fu  di  dieci  mìllaroldati.  Spedì  fiibltfr 
fotto  Cltffa  Gio:  Francefco  Giorgio  Prouedicor  della  Caualleria  >  il  Conte  Perdo- 
nando Scotto  (opraintendente  dell^^rmi  »  &  il  Conte  Almerico  S^^ini  Satgence 
Ma^iore  di  Battaglia  con  la  mttd  deU"  Erercito  >  i  ouali  analimo  Clifsa  da  dno 
parti»&  occupati  i  Botghi  piantomo  vna  Batterìa>e  tatta  breccia»  diedero  Tafsat* 
to  alla  Fortezza  >  doue  erano  ritirati  i  Turchi»  diffcndendofi  brauamente  col  Mo* 
lchetto»co1affi»e  conlef;d>le;  mi  i  noftricoilantineÌ]*efpugnatione»guada^noro« 
no  il  primo  Recinto»ritirandofi  i  nemici  nel  fecondo»non  cessando  con  tutti  i  mo« 
di  poffibili  di  offènder  i  Veneti  » 

Occupato  il  prrnio  rednto  >  drinarono  la  batterìa  contro  il  fecondo»  e  fatta.» 
brecia»i  foldati  Albmefi»  &  Italiani  correroall*a(salto»ina  ritrouata  valorofa  reff- 
ftenza  dopò  alcune  hore  di  fanguinofo  combattimento»  e  mal  trattato  il  Cdntcj». 
SU)bini  da  moltiaidine  de  tàtìhG  ritirarono  qneftedue  YatoroTe nationi  a  prender 
rjpofo. 

Subintiò  al  combattimento  il  Colonnel  Sorgo  con  gli  Oltramontani  »  e  Fatte 
ptoac  incn^libili  dd  toro  valore  »  ferito  in  bocca  di  Mofdiettata  il  Colonnello  >  fi 
ritiromo  i  foldati»  abbandonando  Nmprera>  alla  ^ualeritomorno  i  medelimi  tta^^ 
Uantf  e  Albancfi  >  che  dopo  yu  fieriffimo  combattimento  >  reftomo  padroni  anco 
del  fecondo  recinto  con  gran  Rragge  de  Tarchi  « 

Intefo  il  perìcolo  di  Chfsa  da  Techidì  Bafsi  ViHr  delta  Bollina»  s'incarnino  per 
iòccorrerla  con  due  miUa  foldati  a  piedi  >  8t  a  cauailo  commandando  a  tutti  i  ktch 
f  hi  Yicini»che  mandassero  agiati  in  quella  piana  • 

'  Auuifatodiqoefto  foccorroilGeneralrofcolo>depò  hauer  mandato  milirie 
ih  dinerfi  luoghi  f>et  far  diuerfiont  »  comife  al  Prete  Sorith»  che  con  i  fnoi  Moriate 
chi>e  con  le  genti  di  Poh($ani»d*andare  ad  incontrar  il  Bafsi»  e  combatterlo  ^ 

Andò  il  vSorofo  5orich>  Se  incontrato  il  Bafsi  al  pafso  di  Borrì  >  lo  combattè  ^ 
lo  vinfe»  e  pofe  in  fu»»ritomando  Yittorìofo  al  Generele  con  molte  tefte  de  Tur« 
chì»efponendole  a  vitta  della  piana  per  Ear  conofcere  a  quei  difiènfori  >  che  il  foc-^ 
corfo  era  difperato  » 

Il  Bafsa  Techieli  »  raccolto  k  reliquie  delle  fugate  fue  miUtie  »  &  ingroisate  <Ia 
luoghi  circonuicini  al  numero  di  cinque  milla  tentò  di  nuouo  il  foccono  ^ 

Di  nuoQo  mandò  il  Generale  la  Caualleria  con  buon  numero  di  fanri  ad  }nc6* 
trarkhche  roteo  anco  quella  feconda  voIta»fece  il  Proueditor  Giorgi  poiier  venti 
tefle  fopra  le  piche»acciò  vide  dadiffeforì  intede(scro>efser  difperato  il  foccorfo  » 

Con  tutto  ciò  volerò  oftinatamente  profeguir  la  diiièfa>  e  i  noAri  Pe(|>ugnatiV 

ne;  mi  finalmente  conofcendo  i  Turchi  Timpoilibiliti  di  poccrfi  più  mantefiere  fi 

refero  i  patti»&  furono^  che  rcftituita  la  Piazza  jjotefscro  vfcirc  liberamente  feti- 

%À  Armi>e  fenza  Bagaglio.  Che  donefsero  reitìtuire  dodici  Prigioni»  fei>che  nomi* 

narebbe  fubito  il  General  Fofcolo»  e  fei  che  fì  riferbaua  di  siominare  all'arriuo  de* 

fci  primi  noaiinat» .  Che  fino  >  che  quefti  riccnefsero  la  liberti  douefscro  ftaf  per 

Oftaggi  dodici  Capi  Ottomani  de  principalir  ad'elettione  del  fudetto  Gcy 

nerale  • 

Li  fei 


714  DELLE    VITE 


ipriim  iioitìttmi  fMOOoilCootc  EnriooC^yri  »  il  CoIomcDo  AmbtìAo* 
botikbfil  Capitano  Gandolij  il  Capitano  Bortolozxijil  CapicM  RagneA  il  Nepo- 
te  del  Goocnucor  Poffidaria . 

Vfcirooo  i  Tin-chi  dalla  Ptazsa  IMcimo  di  Matto  1648.  con  c|oak^ 
i«(huidonK>]tofnlghaltrì  il  fiero  nemico  de  CbrifU^  (pcxzaftrii  r- 

4U  gainba  da  Tn  tiro  di  cannone  • 

.  U  primo  di  d'Aprile  entrò  il  Generale  nella  Fortezza  «  acoompagnsoda  Gito* 
Umo  Forcarini  Comtfsario  >daGio:  Francefco  Gioiti  Proaedtror  ddaCmalfe* 
riarda  Lu^i  Cocco  Proaeditore>da  Benedetto  DolfnK:>9clie  miiitaoaooaKprhia- 
to  Tcncuriere  per  b  patria  >  da  tutti  i  Capi  da  goerfìb  &  altri  Nobilb  cfat  fi  tioM- 
uano  in  Campo  • 

Arrìuato  alla  fomiti  di  efsayvolfe  e&o  Generale  con  le  proprie  mani  piaotanii 
il  gloriofo  (lendardo  della  Republica  >  &  eretro  vn  Altare»  fa  dalfArcioocoood** 
Antiueri  cantata  biennemente  la  Me(sa  >  dopò  la  quale  fi  cantò  anco  il  Te  Demm 
con  (cgniiC  dimoflrationi  di  gnmd'àUegrezzai  rendei  kìo  tutti  bumflmetc»  Zittio- 
tamente  gratie  i  Dio  per  Facquiflo  d' vna  Fortezza  cosi  importante  $  e  fiimaa  f* 
niuerfalmente  infuperabilejin  onindid  foli  giorni . 

Quefta  piazza  era  prouifta  abbondantemente  di  viuerijédiannidoaidagncr'* 
ra  per  tre  mefì;in  cfsa  vi  trouorno  da  dugcnto  Mofchetti  »  dieci  pezzi  di  O^ukmt 
di  Bronzo  >  &  altri  ftmmenti  da  guerra .  Il  bottino  >  rìufci  ricchtffiroo;  perche 
cjuini  »  come  in  luoeo  ficuroi  haueano  i  Turchi  rìpoAc  k  lor  cofe  pid  predofe  • 

n  Generale  dopo  datti  ^y  ordini  propri)  per  le  reOaurationi  de  bioghi>  fomB- 
cationi ,e  lafciata  ben  preilidiata la  piazza  > la  raccommandòal  v^loredi  France- 
fco  Valiero,  ch'era  Gonernator  di  Galea>cbe  in  tutte  Teccafiooi&^ieraefpofto  cor* 
raggio  famente  i  maggiori  pericoli  • 

Acquiflata  Clifsa»  eli  Aibanefi»  defiderofi  di  ritornare  all'obbedienza  ddla  R«« 
publica>eliberarfidaTtifannico  gouerno  de  Turchi  >  concertarono  la  forpida^^* 
Scutari»  al  cui  effètto  »  I*Arciuefcouo  di  Durazzo  »  comparfo  fopra  k  Montagne 
di  V^Iia  con  fette  milla  Abanefiidoneua  occupar  Croia.  &  Ateffio:  mi  /coperto 
il  trattato»  s'armarono  i  Turchi  in  i^rofso  numero ,  con  fine  di  tagliar  a  pctzi  lotti 
i  foUeuati ,  i  quali  impediti  da  contmue  piogqte»  non  poterono  marcbiarc  a  quel- 
la voIta,'ritirandofi  in  tanto  Coftanzo  da  Pelato  con  ottocento  fcieki  foldati  »  in- 
uiato  in  foccorfo  d'Albanefi  dal  General  Fofcdo .  GÌ'  altri,  fi  difpcrfcro  per  k 
Montagno . 

Fecero  però  i  Turchi,  impalare  alcune  perfone  BcclefiafUche ,  accufatc  d*ef$cr 
(tate  auttnd  deUa  fólleuatione . 

Ibraino,fraiicndo  per  la  perdita  di  Clifsa,  fpedi  Deruis  Bafsd  nella  Bofiina  »  il 
quak  facendo  grandi  apparati  di  guerra ,  difejinò  di  portarti  ali"  atraco  di  Spala- 
pro.  U  General  Fofcolo  per  far  diucrfionc  #  fpinfe  il  Prete  Sorich  con  i  Morlacchi 
nel  paefe  nemico  con  penficrodi  forprcnder  Ribenico;mii  Morlachi,  atten- 
dendo pid  alle  prede ,  che  al  combattere ,  fopragiunri  da  Turchi  in  grolso  nume- 
ro, furono  parte  fuggati ,  e  parte  tagliati  d  pezzi,  non  valendo  la  gcnerofiti,  e  va- 
lore del  GouematorPoffidaria,  e  del  Prete  Sorich  a  rimetterli ,  i  quali  con  altri 
Capile  Morlacchi ,  e  Dalmatini  foftcnncro  foli  vigorofamentc  l'empito  de  Tur- 
chi, ributtandoli  con  morte  di  fette  Aca ,  e  di  fefsanta  à\  quei  faldati  oltre  à  mol- 
ti feriti.  De  oollri,  rcftarono  vccifi'intomo  a  quattrocento  j  &  alcuni  pochi 
fchiaui . 

Il  re- 


DE^RINCIF!  LIR  XIM.        ^i;^ 


.  V  ttftaAtè  ddrE0èrcito  fi  difperfe  per  quelle  Montagne  >  ne  f!  rionii  fé  non  do- 
pò  alcuni  giorni .  De  noifari  facci  Schiatti»  ne  furono»  riicactati  la  maggior  panche 
gl'àlcri  con  afpritormehci  lacerati»  e  rpecialmenteil  Prete  SorichtCh^  virilmen- 
te coinhatcefiido>  &  abbandonato  da  fnoifCadé  nelle  mani  de  ndnki»  da  quali  me- 
oo icorcicato»fù  poi  inipajato  ^  e  Squarciato  in  molte  parti  del  corpo  »  foporcamk) 
egli  tanti  tormenti  con  incredibile  fermezza  d'animo  • 
.  £flciKk>  (lato  detto  General  da  Mattia  luogo  del  €apf>e:io)  Gio:  Battifta  Gri- 
mani^oh'era  Proueditor  dctl*Armata»deliberò  d'andar  ad  incontrar  l'Armata  Ot- 
€omana»per  conibatterla>e  impedrr i  foccorfi  alla  Canea;e  però  fpedi  quattordici 
Vafleili  Armati  verfo  arcipelago  9  andandoui  anch'  egli  con  l'Armata  fotole  >  e 
Galeazze  dopò  hauer  viHtato  il  nono  General  di  Càndia  Nicolò  Dolfino  • 
.  ; ,  GiulitaaelVAficipeb^iprefe  molti  liK>ghi»t>ofe  molti  Vaflelli  i  Dardanelli  per 
impedir  Tvfcita  all'Armata  nemicate  fatte  in  oreue  tempo  moit'aJrre  operationi 
'.4egtie4el  lìio  valore ,-xnentieratteodeua  dalla fua  fomnta prudenza ^  effetti  me^ 
aìorabili>foprag^;iatito  dafio'iifimt  borafca  di  Mar^nell'acque  di  Pfari  »  e  roc^ 
la^fua  Galea»  vi  runafi»  fommerlo  con  alcn  Legni  »  e  molta  gente  H  ài  fectimo  di 
-Mjm:zo'c^48. 

InqueièìitempoifiiirchidiedeitivA  fieriffimo  affatto atia  Cittddi  Candiate 
^penetraccìinefra^vj  piantarono  quattordiciàifegne:  màributtati  dal  valore  de 
Coimnandanci  Veneti»  e  di  CaualHeri  di  Malta  t  che  fmontati  dalle  lor  Galceidi^ 
•mothraronoin  quella  occafone  edraordinarìo  corragsio  • 

In  Dalmatia  queft' anno  la  pede  fece  granftragge  di  quei  popoli  9  ne  mancò^ì 
FoUioò  d'appH«inii  ogni  rimedio  per  liocrar  quella  Prouincia  da  tanto  malore  • 

Eletto  Capitan  Generale  da  Mar  Luigi  Mocenigo  I  f  •  p^  la  morte  del  Grima- 
DÌ>ches*attro«iaua  kt  Candia  Proueditor  Generale  del  Regno»  in  luogo  di  Nicolò 
Dolfino  3  tifi  (le  con  la  (uà  gran  virtù  9  valore  9  e  prudenza  alla  difefa  di  quella  im- 
portante Piazza  nella conriniiatione  di  quell'aiTcdioi  non  manouidotoonripari  »< 
'fertificationi  di  renderla  inefpumabile . 

Mentre  s'attendeua  alla  difeu  diCandia^  lacopodaRiua  Capitan  delle  Nani 
armate  >  (i  trouaua  con  dodici  ValTelli  à  Dardanelli  per  in^>edir  l'vfcica  da  q«el 
ftretto  all'Armata  Tu^chefca»  giuogenctoui  anco  Bertucci  Ciufano»  Tenente  delle 
medefìme  Naui  >con  altri  7.  V  aflellf  fpeditoui  di  Candia  dal  {«detto  Capitan  Ge- 
aerak  Mocenigo  « 

Vfd  l'Armata  nemica  à  fei  dìMaggJo  perla  parte  di  Grecia  1  il  primo  dber- 
iagliarhi  fu  Girolamo  Battagia  Goucmator  di  Naue . 

Seguirono  i  Veneti  con  grand'  ardore  i  Torchi  »  i  ^uali  ftmgendo  »  procura* 
uanodifiotcrarfì  da  noftri:  Ma  raggiunti  dal  fudetto  durano  furono  Cannonati 
fisramcnte  daini  fino»  che  ccflatoil  vento  >hebbero  commodo  e(fi  Turchi  di  tv 
olurfi  in  ficuro  •  Fatta  ogni  diligenza  da  noilri  per  (coprire  l'Armata  Turchefca  la 
(ooprìrno  finalmente  li  12.  detto  ritirata  nel  porto  di  Focdiie*  Il  Capitan  Riiia« 
benché  non  hauefle  (eco  le^ni  fottili  per  l'occorrenzedi  rimurcfaio>rÌK>t(e  di  oom- 
4>attere>  concorrendo  in  ciò  tutti  iGouematori  dei  VaiTelliie  fpecialmente  il 
Ciin-ano  •  Confìfteua  l'Armata  nemica  di  Settanta  due  Galee  >  dieci  Maone  9  va- 
<ieci  Vatrelliicon  io*in>Uafoldatif  la  maggior  parteGianizzeri^ 

Attacau  Ja  »ufl[a',che  duro  fieriflìma,pVr  due  horecontinuc,  rcflomo  finajmen* 
^einoftri  vitcoriofi»^on  flragge  grande  de  Turchi  »  berfagliati  incefantementc 
dalle  Cannonate  de  Veneti  vafletli*  :  onde  dattifi  alla  foga^fi  difperfero  per  quelle 

Monta- 


'  \ 


ji6  D  E  L  L  E  rV  ITE 

olonugdc Jafdàndo  libera  la  bocca  del  Porto»  e  vfioti  di  genti  i  lor  LegoL  Q^cflo 
facDòfo  fucceik).  accade  alli  ii.  di  Mag^  \6,éfi.  La  notte  faflfegueate  >  per  ocdi^ 
ne  del  Capita»  Riua  >  fu  pofto  fuoco  ne  Legi^i  Turchefchis  che  ne  rimafa-o  /ocen- 
diati  oouc  VafTelli»  tre  Maone»  e  due  Galee  lottili  ;  per  il  qual  incendio>  tag/iace  le 
Gomene»  vfcirono con  ogni  preflesza i  nòfiri  da  quel  porto» correndo gcao peti' 
colo>che  il  fdoco  s'attaccafTe  ik  LesniChriftiani . 

Due  VafTclli  Veneti  (ì  refero  pacìrow  d' vtt  VafTello  Turchcfco .  pHUicefco  Mo- 
fcfkii  acquiftò  con  valore  ineflimabite  vna  Maona  •  Vna  Galea  fottile  fii  condot- 
ta al  Capitan  Riua» da  cento  »  e  quaranta  fchtauij eh' erano  in efla^okce imi- 
li  tic  furono  liberati  altri  cinquecento  »  eh*  erano  fparfi  »  e  dillribuid  ne  l^ni cid« 
£deli. 

La  Fortez2a  di  Focchie»  ch'hauca  in  fauor  de  fnoi  fatto  quaklie  daqoo  inoftri  # 
fu  d  forza  di  Cannonate  pofta  in  obbedienza. 

Morfero  in  quefto  conflitto  da  fette  aiillaTurchi»fri quali  moki  BafeiiC' 
principali  credendofi»  che  vi  reflaffe  anco  efìioto  il  Capitaa  Bafid  • 

De  nodri  vi  reftorno  folo  tredici  mo  rti»  e  incorno  i  nootnat  fecid  • 

Da  tanta  difparitd  di  Legni  »  e  di  gente  ;  dal  difauant^^o  dei  fìto»  fi  può 
prendere  il  gran  valote  de  Veneti»  e  fpecialmente  dei  òotìematorì  liè  Vaftffi» 
che  furono» oltre  al  fudettb  Capitan  Rina»  e  Tenente  Bertucci  Cktrano»  Fras- 
cefco  Mcrefini  »  Girolamo  Batt^a»  Luigi  Qg^rini  »  Gio;  Antonio  Moazso  »  Mi- 
chiel  Calergi  »  Giacomo  Bolani»  Giorgi  Polani»  Franccfco  Bragadin  »  e  ilodret^ 
Orìtti. 

La  noflra  Armata  fi  fermò  tre  gtomi  in  vifla  di  Focchie»per nftorarfi»  doue  tn-^ 

tefo  il  Riua»che  alk  Smime»  llanano  preparati  fedici  Vaflelli  Inglcfi  »  per  caricar 

.  munitioni»e  imbarcar  ^ehti  in  foccorlo  di  Canea»  fi  portò  con  l'Armata  1  quella^ 

Volta»e  chiamati  i  Capi  di  quei  VaiTeUi»!!  efortò  d  defifterc  di  fcruir  a  BamrÀdie 

cofi  apunto  fecero  • 

Partiti  i  Veneti  da  Focchie»  ritornò  qualche  parte  de  Turchi  fiiggiti  »i  vederla 
loro  Armatale  ritrouati  molti  de  fuot  l^ni  non  ofièfi  dal  fuoco  »  li  rifloromo  >€0 
qvali  poi  penetromo  in  Canea»con  qualche  foccorfo  • 

Furono  per  tanta  Vittoria  refe  gratie  à  Dio»  ordinate  proceflioni»  con  altre  di- 
nM>flrationidrgiiibiIo»ed'aUegrezza.  ^ 

Ritornato  di  nuouo  il  medcnmo  Capitan  Rina  (  Decorato  col  Titolo  di  Caua^ 
liere  dal  Senato  per  Timpreffa  fudetta  Jcon  le  Naui  i  Dardanelli  per  impedir  di 
nuouo  Tvfi  ira  ad'akra  Armata»cheera  preparata  à  venir  fuora  il  id5o,tencua  co- 
si da  lontano  aflediaco  Conflantinopoli . 

Il  Capitan  Generale  »  e  Proairator  di  S.Marco  Luigi  Moccnigo  con  la  fua  prò- 
fenza>rendcua  piti  vigorofa  la  difefa  di  Candia  »  e  intefo  »  che  nel  porto  di  Mahtt* 
f]a»era  apparecchiato  groffo  foccorfo  da  portarfi  in  Canea  »  fpedi  i  quella  voka^ 
Lnigi  Mocenigo  fuo  Ncpote  Proueditor  dcirArmata  per  impedir  effo  foccorfo . 

Vi  andò  il  Proueditore  con  otto  Galee  fottili ,  due  Galeazze  »  e  tre  VaffelU  Ad- 
mari  »e  rìtrouò  >  che  i  Turchi  in  numero  di  mille  »  tutti  brani  foldati  s*erano  fatti 
forci  fotto  la  difefa  della  Fortezza  »  fpinfe  per  tanto  nel  Canale  due  Galee  per  ec- 
citar i  Nemici  ;  ma  berfagliàte  flawano  per  ritirarfi  ;  fi  auanzò  egli  qencrotemc»- 
*tc  con  il  reflo  della  fua  fqnadra>e  fuperarc  dal  fuo  valore  tutte  le  rcuflenze>fmon- 
tò  eqli  primo  d'ogni  altro  in  terra  »  efponendofì  arditamente  al  furore  »  &:  empie* 
de  Turchi  • 

Il  che 


DE  FRINCIFI  LIB.  XIH.  717 

. .'  Xl'diefstt09eoii)aiidòfubtto»che  foffe  tagliato  il  ponte  9<hevDÌfceMfoIa  al 
Goatioeote>acdò  quei  chcs'andaBano  adunando  in  terra  ferma»non  potefTero  ac* 
correr  in  aiueo  delrlfola  :  Onde  intimoriti  iTiirchi>fi  ritfararono»reftandopadro* 
ne  effo  Proueditore;  (enza  altro  contrailo  >  di  tutti  i  Legni»che  erano  in  cjuel  por-* 
totpreparati  ^r  it  foccorfo  di  Cancaycheafcendcuano  al  numero  di  venti  tri  Ga« 
leeiC  Bergantipi»  quali  furono  condotti  in  Candia  • 

Hauerebbe  anco  tentato  l*impre(a  della  Fortezza»quaado  haucflc  bairato  mili* 
tìe  in  maggior  numero  • 

Tcncua  il  Prouedìtor  Mocenigo  »  ordini  dal  Capitan  Generale  Aio  Zio>di  prén^ 
der  Chifamo»terra  murata  con  vn  Caftello  >  ficinoi  Canea»  per  diuertin  e  lenar  i 
Turchi  dall'affedio  di  Candia  » 

Per  far  qoeft^impreCa»  s'erano  anco  fattenote  prouilioni  >  e  preparamenti  ne* 
cefiari  j  :  tni  penetratto  il  difegno  da  Turchi  >  refero  vane  le  diligenze  >  e  fuani  l'ocr 
caftone. 

Perduta  U  rperatm  di  Oufaìno  >  pensò  il  Proueditore  alla  rìcuperatione  di  San 
Todoroi  fé  bene  (limato  vniuerfalmentenonfolo  difficile»  wA  impoi&bile  Tac* 
quifto  • 

.  .  Conferito  il  penfiero  co*Capi>  e  Gouematori  de  Vaflelli>G|itee»e  Galeazze  fu* 
dette>e  poflo  in  confulta  il  fatto  >  dopò  varie  difficultd»  rirolueron#'di  tentar  l'im- 
prefadi  cuiei  Force^'e  però  alli  i4.di  Luglio  i6$o.iì  fpinfe  il  Prouedkor  Mocenigo 
jcnjprouilamente  allo  Scoglio /di  S.  Todoro>c  prima  del  kuar  de)  Sole  fece  sbarcar 
Ì/L  fua  gente  >  fotcola  directionede)  Fiore  Sarg6te  Maggiore  del  Capitan  Genera* 
lètil  quale  eoa  vna  parte  di  ouella^fìnfe  di  dar  la  fcalata  a  S.Todoro  per  teneri  ba^ 
dz  quei  dtfenf ori>portandoii  eflb  col  grolTo  all'iaflalto  di  Torhilù . 

Fearro  ì  Turchi  ipandiffinta  reffiften^a»  ributtand#dtte^K>ke  i  Cappelletti»  che 
coitifdire  incredibile  tentauano  di  dar  la  fcalata  » 

Il  Prooeditor  Mocenigo  tutto  applicato  i  tant'importante  acquilo»  rinfrefcati 
i  Francefii  e  Tedefchi»  (i  pofe  con  loro  all'à(ratt09che  iimigoriti  daHa  fua  prefenza  > 
dal  Maftro  di  Campo^  da  tanti  l^obili  Veneti»chc  corraggiofamente  combatte^ 
nano  ne  ms^giori  pericoli» fuperorno  le  fortifjcationt»  &  attaccato  il  Pettardo  dal 
Ingiglerò  Bellonet  >  entromo  le M  ititie  >  facendo  jgrandii&ma  Hrage  de  Turchi  > 
non  lafciando  in  viu  »  che  il  commandante»  &  altn^lieci  de  maggiori  di  loto»  che 
furono  deiHnati  at  remo  • 

Prefo  Torlulò»  fece  di  fubito  il  Proncditore  volger  TArtiglieria  di  quel  Caffello 
verfo  S.Todoro»il  che  veduto  da  quei  diAenfòri  fi  refero  &lue  te  vite»e  d^fTer  (cor- 
tati  in  terra  ferma  » 

Di  cosi  fegnalata  Vittoria»ne  fu  in  diligenza  portato  llauuiib  al  General  Moce- 
nigo» per  il  cne  pafsò nella  Chiefa  Cathedrale  à  render  gratie  alS^ior  Diodi  co* 
ù  oe^ho  acquitto  • 

Di  poi  fenza  dilatione  montò  (opra  la  fua  Galea  >  e  (i  portò  i  i  forti  acquiftati 
per  dar  gr ordini  propri]  >  e  neceflarij  per  conferuatione  di  cosi  confiderabile> 
luogo . 

V  i  trouò  nella  Fortezza  di  S.  Todoro  dodici  peiirf  di  Cannone»  e  in  Torlufù  no- 
oe  di  coniidcrabile  ^randieaza  »  oltre  ogni  forte  d*armi>  e  munitioni  da  videre»e  da 
guerra. 

Reujf!a»prouiftà»epreflidiata  abbondantementelaPiazza  ^  vi  lafciò  il  Genera- 
Jk»p«r  direttore  di  cflGi  il  Conte  Pompeo  di  Strafléldo .. 


7ia  D  EL  L  E   VI  T  B      ' 

QgetUicbelfrJftoaoim  in  qiieftonìétiiorabite£mQ>ofnr  Jl|rolBtt& 
dìtor  Moceoigo»  &  ti  Fkxc  Maitoa<U  CampOf  Ti  foracio  ai^^ 
^fper  i  Wak)r  dkMflsaB^  nel  fiera  coinbattioi^^ 

CapitaoOf  e  commancfauite  di  GakazzaTomd  Mocen^  DireWMEe  delf  j.  Vaf- 
fcilue  taicopo  Pollani  oommotMfantc  in  tuo  di  cffi>  Pietro  Coptarira  Jii|i|»  o  Cor- 
neriLodooico  Baffof  Domenico  Dìedo»  AJaiorò  BarbansCurolaina  Friob»  firoolc 
ThiffixooJa  Galea  Bndfcniic  PictraTrabachm  da  Paòooa»  tutti  GMuautiuu^  e 
Sopracomtti  di  Galee  * 

IfK|deaoiteffribiieairatco,e  riao^^  luogo  tantoioipòrtaaei •  e  ditnie 
coofeguenzet  vi  tettarono  de  ChciflbHUiiit^iiiotu^cftsitiiiìtMii^^^catOrecn^ 
Guantate  de  Turchi  rn  numero  grande.  ,  ^     .        ^    . 

InCandia»&iiiDakiU(iapoif<^«rooadìaaBrefi^^ 
gio  Tempre  de  Turchine  movte  di  niolti  di  effi  . 

II  Capitan  Generale  Mocenigo  applicatodcl  continuo  alla  difeTa  ddliCitti  di 
Gandia,riablfc  d'infipedirc,  che  l'Artriau  Nemica  (ctóeca  perTfcice  nuoiccofiffi' 
ma)  non^afle  i  starar  in  Regno  ^ 

In  tanto  kce  demolire  STodaro  per  leuar  Toccafione  i  Turchi  di  tomanri  foi* 
to»penion  tcnerui  parte  ^IKArmata  i  quella  cnOodiate  difeTai^  per  nkd  faggi»  e 

prudenti  Tuoi  fini  •. 

RaccomaodàCandia  a  Giot^ie  Morefini  >  ch'aera  Prooeditor  Giencrafe  jii  Re>^ 
gno>e  lafciè  molti  ordini  perla  difefa  di  queUiiPiazza  • 

Dipoi  s'incarnino  il  CapitanGeneralt  eon  la  Aia  Armata  vetSo  CcrìgoA  mIU  zs. 
ài  Luglio  I  tf 5J .aerino con  x9.  Navi)  m.  Galee>e 6.  GaleateaeU*  Acqaedì  €aftd 
RoflotC  di  li  pafso  alla  bocca  di  Zca>  doue  inte£e>cbe  l'Armata  Ottontana  confi- 
Aeua  di  $}>  Galee  fottili»  é^  Maone }  e  $5.  Naui  da  goecra  con  ^an  praoiio- 
ni  di  Bombe  >  Granate»  Mortati  »  &  altre  forti  di  ftiochf  aitificiati  >  énkgUÈud^ 
i\  Capitai>  Bafisd  di  efla  di  andar  tn^Caodia  >c  imiader  quella  Cittitia  piàparti  • 

Comando  il  Capitan  GmcMle  MocenigOiche  fi  dinasafle  il  viario  vcm  SaMf 
JErini  >  doue  non^  potcua  l^Armata  nemica  paflaie  in  Caodia  lenaa  cSm  di- 
(coperta  • 

.  AUi 7.fd/coperta  l'Armata  nemica>che  velIe^iaua^verfoSaot'ErinivRiceiiiM 
It auuifp  il  GtfìQral^ocenigo>yfcidcLPoeto  con  rArmata>doue  era  fotta»  e  la  feee 
porre  in  ordinanza.  I  Turcni  veduta  la  noflr<l  Armata  mutacono  camin((^  9  mtta> 
éò  trd  Sant- Eritii»e  Nio . 

Comaodò  il  Capitan  GeoeraleiaiLuca  Franeefco  Barbaro  Capita»  deBe  Naim 
che  s'auuicinaflTe  afcapo  dell'  Ifola  »  facendo  egli  lo  Retto  col  Capitan  Ifepo  Dolfih 
no  :  mi  non  potè  la  noihra  Armata,  abbordar  la  aeinica  pitfr  il  foprauento  da^ 
Tramontana... 

Fu  però  infeguita  quella  notteje  infettata  da  Girolamo  Battagtai»^  Vice  AminU 
|e)foalaiua  Nane» jc  da  altre  quattro  ini^eme»  goiìcmatorkielle  quali  erano  Mar- 
co MalipieroiGjorgio  Polanij  Giacomo  Eofcarini  ^e  Andcea  2^e;  quefiiil^kin> 
00  fjpguente  attacomo  corraggiofamente  la  zuffa»  benché  con  poca  fperanza  d1e& 
{er  pretto  Ìbccorfi»per  rìorouvfi  i^'iltre  Naui»  eloro  cMferue  niblto^fotto  Vesto; 
(on  tutto  ciò  il  Capitan  Generale  conJa  fua  prudenza«&  auttotitii  non mancaoa 
(on  replicati  ordini>di  commandare  l' Vnione  delle  Naui . 

Veouto  ooi  ikmedefimo  Capitan  Generale  »  che  il  Capitan  Bafsd  eoo  tuttel^> 
Galee  Tucoieiafoirnu  di  isicaajjin^  aUa.fua.ToItailcnataia  ttrappttiu 

feguìr 


DE  PaiNCIPI  tlB.  XIW         yt9 

fbgaftt)  da  tutte  PaltreGaletie  da  Tiia  parte  de  YzXkWu  H  vdtó  con  tanto  empito 
contro  l'intmicoiche  non  hanendo  cuore  per  Toftener  cofi  rifoluto  incontro  »  prefe 
la  Caricate  fi  ritirò  alle  fue  I^ui . 

nSattagiacontinuòtutto  quel  domo  àberfa^iiar  rinimico  i  tfapaflando  più 
Tolte  gaierofamcnte  nel  mczo  dell' Armata  nenuca»  la  quale>e  per  auuicinarfì  la^ 
notte^e  per  hauer  veduto  fopra^iunger  il  Capitan  delle  Naui  Barbaro  con  la  Tua 
fquadra>(t  ritirò»e  con  li  rimurchiyc  con  il  vento  £iuoreuole  v^riìp  Sichino>  eiTcndo 
reftato  morto  di  Cannonata  Mehemet  Bafsi  di  Natoiiar^he  andaua  alla  Canea  t 
A%r  Cambio  à  CufTain  Bafsd  >  reftomo  ancora  mal  trattate  quattro  di  quelle  Ga- 
Jeesche  (timo  da  Turchi  condotte  à  Nio  per  rifarcirJe . 

Fuggendo  i  Turchi  l'incontro  9  veleggando  foprauento  fi  fmarìron  di  vifta  i  mi 
fcguJtataaflGofanKnte  dal  Capitan  Generale»  la  fcopri  alli  io.  d  Trio>doue  erana 
ftati  i  far  acqua .  Il  Capitan  Bafsà  veduu  la  noftra  Amuta^pofe  la  Tua  inordinan- 
aa>venendo  contro  la  noftra>  e  sfidandola  d  Battaglia  con  due  tiri  di  Cannone  •  II 
nottro  Geittralc  intento  all'vnione  de  VaiSelli^non  kcc  rifpódcre  a  tiri»ma  coma* 
dò>cbc  leGalee  pmliafleroi  rimurchio  i  Vaflclli>e  fi  accomodaflcro  in  meza  luna. 

Nel  Corno  finif&o  fi  ritrouauano  le  due  Galeazze  di  Toma  »  e  di  Lazaro  Moce* 
nighiifotto  la  direttione  di  Francefco  Motefini  Capitano  di  efle.  Quede  due»vi/le 
alcune  Galee  nemiche  i  condur  a  rimurchio  le  barche  delle  Nani  cariche  di  acqua 
portati  i  Gouematori  dal  loro  gran  cuore  >  dal  defideriojdi  gloriale  per  feruir  alla 
Patria  »  fi  diedero  d  cannonare  le  dette  galee  Turchefche  »  dilungandofi  dal  corpo 
dell'armata. 

Il  Capitan  Generale  mandò  Giacomo  Loredano  Gouernatore  della  fuaG  a« 
lea  con  vna  piccola  Felucca  >  d  commetter  alli  fudetti  due  Mocenighi  »  che  douef- 
iero  ritornare  ad'vuirficon  l*Armata>acciò  cofi  difgiunti  non  incorreflcro  inqual- 
chepericoio.Mentre  vbbidiuatio  al  (upremo  c6mando>credendo  il  Capitan  Bafsi 
che  ftiggifieroJi  véne  ad'inueftlre  i  voga  arancata  con  fci  Maone»e  5.galee>credé- 
do  facile  Tacquifto  di  efie  per  efier  feparate  dall'  Armata  :  M4  incontrato  l'aflalto 
vigorofamcnte  dalli  due  fudetti  Tomi^e  Lazaro  Mocenighi»  e  facédo  valorofa  di« 
fefa»fopraggiunfe  Francefco  Morefini  Capitan  delle  galeazze  in  loro  aiuto»  facen* 
do  l*iftcfiò  il  Proucditor  dell'Armata  Luigi  MQcenigb  Nepote  del  Capitan  Gene* 
ralc»  ìnficmecon  Lorenzo  Badoer  Gouematori  di  due  Galeazze.Il  nenuco  al  pri« 
me  abbordo  fece  qualche  ddno  nelle  due  Galeazze»reflando  edinto  di  mofchetta- 
ca  Tomd  Moccnigo  giouine  di  molto  valore»e  di  grad*af pcttatione»  che  con  trop* 
pò  ardore  volfe  pbrtarfi  ne  maggiori  pericoli  di  quel  fiero  adalto  »  recando  ferito 
neiriftefla  Galeazza  il  Caualier  Aracci  Capitano  di  Oltramontanijil  Sig.della  Ser* 
pentcrie  »  &  ilComito»  e  fé  non  veniua  foccorfa  dalla  virtù  di  Francefco  Morefini 
Capitan  delie  Galeazze  fudetto»correua  pericolo  di  perderfi  • 

In  queflo  cóflicto»reflò  ferito  di  mofchettata  in  vna  mano»e  nel  braccio  Lazaro 


:pide; 

pote»e  fratcllo^de  i  due  Lorenzi  Bernardo  »  che  morirono  al  Tenedo  »  mentre  fi  di- 
^KMieua  Pimprcfa  di  quel  luogo  »  accefofi  accidentalmente  il  fuoco  nella  nionitio- 
ne  del  Vaflclìo,  fopa  il  quale' vno  era  Capitanoic  Taliro  venturieri  11  fudctto  Po- 
lo Bernardo  rileuo  viu  ferita  in  tcftimonio  del  fuo  gri  coraggio;  che  però  dal  Ca- 
pitan Generale  ne  he bbc  in  premio  iigcuerno  della  Galeazza  del  mono  Tomd 

Zz  Moceni- 


yt(f  DB  LL  E    V  IT  15  ^ 

Moceojgò  •  Hktoaie  iuKora  ferito  Mattio  Bernardo  >  cheappredb  Laeito  Mobd? 
Higo  tàceua  ^an  refìftenu  a  j  sforzi  de  Turchi . 

Incalzato  il  nemico  dair  inconsparabile  valore  »econ:»ggiodi  Luigi  Moca^ 
Próueértor  dell*  Armata  Nepete  del  Capitan  GencraJe  >  e  di  Loreoao  Badoer  con 
k  lor  GaleazEe  y  8c  atterrito  dalla  ftragge  >  che  faceua  di  eflb  FranceGco  Morc&ri 
Capitan  delle  Galeazze>fi  mife  in  conrafìone^e  difordine^e  maggiormente  vedetH 
dò  la  Galea  del  Capitan  Bafsd  ds^tta  >  e  fenia  puppa^che  le  fìì portata  via  tortai 
da  vna  Cannonata  con  morte  di  tutti  quei  prinapalitche  iui  fi  ritrouaiaao»  àkxxL^ 
doli  anco  del/ìHeflo  Capitan  Bafsd , 

Si  diedero  i  Ture  hi  alla  fuga  coaduceodo  le  lor  Nani  d  rimorchio  con  le  Gate% 
Kel  ritirarfi  rimafe  vna  Maona  lontana  dall'altre  >  quefla  fiì  imieftita  dal  OmMn 
Morefìni  con  la  fua  Galeazza»  di  poi  da  Lazaro  MocemgOye  dal  Capitan  di  Còlia 
Franccfco  More(ini>con  fuo  Fratello  I(eppo  Morefini  da  tottiqneftì  fu  combatt»» 
ta  fieramente  efia  Maona  %  e  (uperata  >  hauendola  attaccata  per  proua  anoo  Do^ 
menico  Diedo  Vice  fopracomito  con  valore  non  ordinario»  tflefidoaiich*cg|tifta^ 
to  a  partcye  del  combattimétOfe  della  Vittoria .  ReOònortoil  Ba&idicflaMao* 
na>con  tutti  quelli  che  ailifteuano  alla  fifa  Difièfa  • 

Furono  fatti  fchiauifopradiefiadaducentoTtttvhiiedenioiti  ne  reftorriaptt 
di  qattroccnto  • 

Le  Galee  Turchefche  >  che  fuggiuano  con  li  lor  VaflTelIi  tolti  4  rimurchio  veifi^ 
rifoladi  Nixia>&  altri  fcoglì»  furono  imritatedal  Capitan  GeoenJecoii  Mnna- 
ta>9  berfagliate  incefiantemeiitesofiendeiido  notabilmente  guelfe  Galee  Octoma* 
ne>che  rimurchiauano  i  lòroVafléllM)^  potendo  fofirire  il  daw^e  riceueuano  in 
particolare  da  Pietro  Querini  con  la  fua  Galeazza»  fempre  intrepido»  (enopre  for^ 
tc»e  fempre  indefieflb  nel  publico  feniido»e  da  fette  Galee  foctili  comandate  dalli 
Valorou  Benetoo  Valier  »  Zuanne  Briani  »  Zuanne  Pafqualigo»  Z.Filippo  Corocr  » 
Tomafo  Fradello»e  dalle  Galee  Triuifana»  e  Padoana  fottò  la  dire  trjone  di  Gafpa« 
TO  Spineda»  e  di  Pietro  Trabachino»  abbandonarono  il  rimurchio  de  Vaflelli»  e  at« 
t^ro  i  faluarfi  fpeditamente  con  la  fuga . 

Il  Capitan  Generale  »  Marco  da  Molin  Proueditor  eftraordiaario  dell'Armata  § 
jnfieme  con  altre  Galee  vedmdo  i  Vaflfelli  nemici  abbandonati  da  rimorchi  %  fi 
diedero  a  berfagliarti  • 

Pietro  QiK  rini  con  la  (uà  Galeazza  abbordò  vn  Vaficllo  della  Sultana»  con  tan* 
to  ardjre»e  corrasgio»  che  alcuno  de  fuoi  ncn  riceuè  danno  alcuno»fe  bene  vi  erano 
fcpra  eflb  VaflclTò  trecento  foldati ,  oltre  i  Marinari»  Intuendoli  intimoriri  di  ma- 
ftiera»che  non  ofarono  ponefi  in  difcfa . 

'  Non  volei;a  il  Qsfrini»  che  i  fuoi  entraflero  nella  Naoe»hauendola  di  gii  j^qui- 
ftata»e  fottomefla;  ma  non  potendo  nella  Vittoria  impedir  à  fuoi  il  paffar  nel  Vaf- 
feIIo»vi  montarono  fopra  i  Turchi  difperati  diedero  fuoco  alla  munitione;ood^^ 
volò  il  Vaflello  con  morte  di  tutti  i  Turchine  di  tutti  li  Chriftiani»ch&vi  erano  mò- 
rati  fopra»  con  pericolo  grande  dell*  ifteffa  Galeazza»  Hclla  Quale  s'era  attaccato  ii 
fuoco  nella  prora  ;  md  accorfoui  il  Querini  colfolito  della  iua  accuratezza»  fu  di 
fubitocftinTo.  • 

Di  quindici  Vaflelli  Turchcfchi  >  eh'  erano  nel  Corno  dcftro »  cinoue  reftorono 
in  poter  de  Vcncriani ,  quattro  arferoda  loro  ftcflì»  e  gl'altri  fei  diedero  in  ter* 
ra  .  Nel  Corao  finiflro  continuandofi  la  Vittoria  »  fi  acqtiHlò  altri  fei  Virf- 
felli  • 

Il  Ca- 


DE  PHINCIPI  LIR  Xlìh  717 

'U  Capitali  dcUe  Gcteazte  Fraocefico  Morefini prefe  la  Natte  Oyirana  tic  Tur- 
du  9  cb*^ra  commaiulaai da  Nicolò  rìncgato  y  che  fo  figliolo  di  Nadalin  Furlan  9 
chiamato  Muftafla  Ba£ui>che  reftò  prcfo  anch'egli  con  efla  Nfaucyil  quale  portaua^ 
il  tttolo  di  (jftndc  AnuranccjC  direttore  di  tuta  t  v  atteii]  netntcì  • 

Lazaro  Mocenigo  prefe  anch*  egli  ma  Naue  •  Vn'altra  Marco  da  Molino  Pro-^^ 
uiedìtDreflraorditiano  ddl'Armata.  Il  Capitan  delle  Nani  Luca  Francefco  Barba- 
ro >  con  quella  virtiì  conofciuta  vniuerfalmente  in  luhnon  lafciò  cofa  intentata  pcfi 
ben  ferutré  aOa  Patria  • 

Per  co(ì  fegnalata  Vittoria»  iLCapicaiiGeoera(e>refe  le  ckniute  Statie  a  Dio  *• 

Sbandati  i  nemici»  parti  il  Generale  con  rAraiata»e  Icgnracquiiuti.  La  Maona 
era  condotta  irìmurchio  da  Francefco  Mordtni  CuMtan  di  Coifb  *  Il  Capttaiu 
delle  Galeazze  fFraocefeoMorefirfi  coodnceua  la  Nane  Capitana  del  renegato 
detta  la  Sultana*  11  Capitan  della  guardia  di  Candia  Barbaro  Badoef  vn'altto 
VafleUo  da  lui  acquifiaco  fe  beo  prima  attaccato  da  Gio:  Giacomo  (ferini  di  Ca*^ 
dia>e  cofi  di  mano  in  mano  condoceuaoo  li  Vafielliprefi  alnumerovi  <£odki»&. 
ipa'akro  ìncendiarKhe  la  Maona»e  (jfuattro  abbmggìate  . 

La  Naue  Capitana  era  armata  di  feflanta  cannoni  tutti  di  Brònoso  »  e  Takre  de>  t 
hauenano^quaraiitaie  cinquanta  pur  di  Broozoida  che  fi  può  comprendere  la  loro 
grandezza  • 

De  Turchi  ne  rimaferojtra  morti  >  e  prigioni  oltre  i  tre  mille  »  e  furono  Iflierati 
intorno  dcifiauecentpfìmianiChriftiani.  > 

IfOpicanòenerale  Mocenigo  fpteU  in  diligenza  Giacomo  Loredano  Gouer* 
Itator  ddfaifiia  Galea  à  dat  parte  al  Senato  di  tanto  felice  fucceflb  >  che  per  venir 
celeramente  s^imbarcò  in  Tua  picciola  Fcluca^paffandocon  grandiffimo  aio  peri* 
colo  fra  le  cannonate»  e  mofchettate  de  nemici  nell'acque  di  r4auarin»e  di  Sapien* 
sa^nfegiuto  da  Barbatticfai»  da  quali  ft^gi  miracolofamente  • 

In  Venetia  alprimo  anuifo  fi  cantò  il  Te  Deum,  R diflribuirono  demofine  Jtpo* 
nctuR  diede  la  libertd  a  prigioni»con  altri  dimoftrationi  di  giubiIo»e  di  allegrezza* 
'  Ili  qocftd  breue  racconto»  di  tanto  memorabile  facto»  è  (taco  impofiibile  il  fai- 
«ere  prectfameBCe  le  Tak)rofe  imprefe  di  chi  v'inteniennero  »  i  quali  difprczzata 
la  morte»  ar  rifchiomo  la  fiu  in  feruitio  della  Patda  »  i  nomi  loro  però  fono  gr  ia«* 
fcafcritts* 

Luigi  Mocenigo  Secondo  Procurator  é& S.Marco  Capitan  Geneiak  da  Mar  •  : 
.  Marco  daMófid  Pftoàeditor eftnot^ano  delPArmata  • 

Lu^i  Mocenigo  II.  Pronedkor  deB*Artìlata»Nepote  del  General  fndetto  • 

Francefco  Mocefini  Capitan  delle  Galeazze  » 

France(coMorefini  Capitan  di  Còlfo  con  Ifeppo  Duca  in  Candia  fuo  fratello.  * 

Barbaro  Badoer  Cajntan  della  gujvdia  di  Candia-. 

Girolamo  Bondumier  Commil&rio  fopta  la  Galea  di  Lodouico  Baflfo  Vice 
Gouemator* 

,  Tomi  Mocenigo  Gooematorcfiraordinano  di  Galeazza»  che  fcftò  eftinto  di 
mofcettata. 

Lazaro  Mocenigo  Gonemator  eftnu)rdinario  di  Galeazza  • 


1 


Pietro  Qaerint  Gonemator  eftraordinario  di  Galeazza  • 
Giaconxi  Loredan  Gonemator  fopra  la  Galea  del  Cn>itan  General  • 
Domenico  t^izaamanoyZaaariaBarijuaoiZuaane  PakinaUgo  ^QirolamoPrio^ 

Zz^^       li»Marc^ 


^rS  DELLE    VITI 


li  Marc*Atitoaio  PafqiKd^OyZ.  Filippo  Corner»  Giacomo  Qgerioi»  Pkoó  Quetì- 
m ,  Francefco  da  Mao  >  ÉCDetto  Valier»  Nicolò  da  Meio»  catti  Sopraconmi<fi 
Gatet. 

£>onienico  Dicdo»  Tomafo  Fradello>Paolo  Corner  »  Zaccaria  Mocemgo»finn« 
cefco  Maria  VicturìfZaaiine  Brianni»  V.  Goaematori  di  Galee . 

Pietro  Trabachin»  e  Gafparo  Spineda  Sopracotniti  »  Ttoo  di  Padoiia»e  hsiftro  di 

frtuifo  • 

ManfAntonio  ManoleiTojC  Pietro  Baroui  V.Gouematori  (cnza  Galee . 

Loca  Franccfco  Barbaro  Capitan  ddk  Nani  Annate  • 

ireppo  Dolfin  Capitano  delle  Nani  « 

Giix^amo  Battigia  Vice  Aniirante  » 

Ij  GooematorìdiNatti  fuhxioH  fegnenti  • 

TomdTìron»  Andrea  Zane»  Z.  Aluife  Naoagier»  Marco  Malii»eco»AlinerD  B^ 
baro»  Francefco  Pifani»  Aniolo  Dond>Ztiamie  Mocenigo  »  FraocefcoCiorauii  ÌPra- 
cefco  Barbara  ^Giacomo  Fofcarini  »  Marco  Barbango»  Zotzi  Mengano»  france- 
fco Qs^riniiMattio  Calergi»  Zorzi  Premarin»  Zorzi  Polani  »  Francefco  Vinamar 
noyZuanne  Caiargi  « 

Nella  I>alniatia>(iftettc  con  qualche  timore  »  che  il  Torcodiffc^nafle  di  attac- 
car in  vn*  ifteflo  tempo  Zara»  Sebenico>e  SpaIatro»per  g^apparatti  grandi  fttti  da. 
liij»e(IeBdofi;anco  auanzate  molte  di  quelle  militie  dcpnfint  della  Proojoda;  mi 
cefsò  ogni  tematquando  (?  vide  le  truppe  Ottomane  paflare  in  Viwfaeria  • 

DN^pò  la  fudetu  Vittoria»  fuccefle  a)  Procorator  Mocenigo»  neib  carica  di  Cà* 
pitan  Generale  da  Mar»  Leonardo  Fofcoto  »  anch'  egli  Brocucttor  drS^JMaioo  ^H 
quale  applicato  à  impedir  i  foccorfì  »  che  erano  app2recchitti»pef  fiottarli  m  Car- 
nea» fi  portò  eflfo  Generale  d  queft'  effetto  neir  Arcipelago^e  Ia>pecti  't\offà  Tiu> 
chefci»  che  viaggiauano  terfo  Canea  »  gli  diede  la  caccia  con  qualche  toc  danno  t 
ma  mutato  il  vento  di  fauoreuole  incohtrario»bifogiiò  ritardar  fl  camino^fi^gen* 
do  in  tanto  i  Turchi  in  (icuro»e  I*òcca(ione  i  tiottxi  di  nuoua  Vittoria  • 

I  Succhiotti  inCand  ia  tagliarono  i  pezzi  queiTurcbit^mandati  dal  Ba6i  della 
Canta  à  rifcbotere  il  tributo.  Vfcirono  i  Veneti  pili  vohie  di  Candk  »  fotto  ì3MK^ 
dotta  del  GiIdas>dando  fopra  i  Turchi  con  lorograue.danno  • 

Portarono  i  Turchi  da  piti  parti  foccorfi  alla  Canea  »  benché  la  ▼jgi[anza>c  dili* 
genza  del  Geocral  Fofcolo  fofie  grandiffima .. 

Da  Conftantinopoli  véne  i  Venerìa  va  Dra^omano  del  Ambafdator  di  Fran» 
ciaipoFtando  diiierfe  propoiitioni  alla  Ilopublica  con  qualche  fperanta  di  pace  r 
fri  quali»fu  vna  di  mandar  vn  nuouo  Bailo»  noave  ne  eflendo  (lato  alcun  altro  dò* 
pò  la  partenza  del  CanalliecGiouanniSocanzo  ve  fu  eletto  il  Caualier  Giouanni 
Cappcllo>che  arriuato  i  quella  Corte  t  fa  aocolto  diuer£atmente  dalle  concepute 
fperanze  fondate  su  le  relationi  del  Dcagomano.. 

Girolamo  Fofcarini  General  in  Dalmatia  in  luogo  del  Proc.Fòfcolo  fenipre  in«- 
tanto  alli  vantacgi  della  Rep.  applico  l'animo  alla  piefa  della  Fortezza  di  Dnare  » 
portatofì  i  quejla  voltaidatti  gl'ordini  propri)>occupati  i  pofti  vicini  vi  pofe  rafie- 
dio^  Alla  moda  delle  noftre  armi  »  fi  vnirono  i  confinanti  in ìinmeto  di  tre  mille 
itCfo  il  commando  di. Daniel  Bafsà>£b8gettoftimato  perii  proprio  v2Uo0e»e  per  la 
Tirtu»e  fplendore  di  tre  altri  fuoi  fratelli  >  che  in  vn*ifie(fo  tempo  goderonoi  primi 
comandi  dell'Imperio  Ottomano»foftenendo  vno  di  eili  la  carica  di  primo  Ve(dr  » 
raltco  quella  di  fia&d  di  Buda»  &  iltcrzo  quella  del  gran  Cairo  •  - 

4  Siine 


DE  PRINCIPI  HB.XIH.         741 

S'tocttniiiaroiia  qucfU  tcHo  i  noflri  per  foccorrer  ì  Aflediati  »  ittaccar^  i  Ve-** 
fieci  >  e  farli  slogiarc  ;  mi  incontrati  brauamcnte  da  Morlaccbisfl  'Comindd4a 
Battaglia  con  le  Mofchettate  >  e  fi  profegui  poi  afpramente  con  l^armi  bianche  > 
con  e^al  coftanza  di  morire  >  prima  di  ceder  il  Campa  •  Ma  IddiOf  fanocendo 
la  cauta  de  Chriftiani  j  fece»  che  dopò  due  hore  di  opinato  combattimento  #re* 
flaflero  i  Turchi  totalmente  rotti  9  e  fuggati  9  con  morte  di  cinquecento  •  e  cin- 

a nauta  di  loro»  cento  cinquanta  fatti  prigioni  »  con  acquifto  di  molte  infegae  »  ^ 
i  ricco  bagaglio  >  con  canaUi  >  &  armi .  Fii  grande  qucfta  Vittom  anco  ìxl  ri* 
guardo  del  Comandante  Turco  fuggato  « 

Gl'alTediati  >  confidatifi  nella  Fortezza  del  (ito»  che  grafficuraua  da  ogni  bat. 
teria  »  tutto  che  in  ?arie  maniere  combattuti  9  perfifteuano  coftantemente  nella 
dife(a  •  lì  General  Fofcarihi  rifToluto  d*impadronir(i  di  quella  Piazza  $  fece  eoo- 
dur  il  Cannone  per  llrade  innaceflibili  per  batterla ,  il  che  veduto  da  Turchi  »  eC- 
pofero  bandiera  bianca»  e  fu  accordata  la  refa  >  faine  le  vite  i  gl'aflediati  »  e  eoo- 
cefle  Parmi  d  foli  dodici  di  qnei  Comandanti. . 

Alcune  Fulle  Armate  à  Narenta  G  pofero  a  corfeggiare  il  Mare  ;  mi  vennero 
aflaUte»  e  prefe  da  noftri»  com.mandad  da  Alelfandro  Sur.'ano  giooine  di  srand'- 
cfpettatione  9  che  hauendo  fcruito  la  Republica  come  Qouemator  di  G^ea  >  8c 
all' hora  Proueditor  di  Macafca  >  volie  interuenire  fopra  ^la  barca  armata  >  alla 
diftruttione  di  quei  Barbari  CorOfiri;  onde  coleo  di  mo&hettata  nel  petto  «od 
fine  del  conflitto»  e  della  Vittoria»  terminò  gloriofamente  la  vita  • 

In  Candia  »  doue  era  Proueditor  Generale  del  Regno  »  Giacomo  éz  Riua»  fé* 
§uniano  gionialmente  fortite»  incontri»&  altre  fattioni»con  vantaggi  de  Veneti» 
e  danni  de  Turchi»de  quaU  ne  reflauano»mortiiprigioni»  per  il  valore  dd  Gildaw 
con  acquieti  di  ftendardl»  e  molte  prede  • 

H  General  Fofcolo  afTediò  1*  Armata  Turchefca  nd  porto  di  Rodi^ma  ricemi- 
ti  il  Babà  Generale  di  efTa  efpreffi  ordini  dalla  Porta  di  vfc ire  »  e  portatfi  al  foo- 
corfo  di  Canea»doue  afpettata  Poccafione»  che  parte  della  noflra  Armata  s'enLj 
aUontanataj>er  andar  A  far  acquai  rinforzate  cinquanta  Galee  ne  vld  felicemé» 
tc»e.andò  alla  Canea  »  doue  sbarcò  gente>dinaro»  e  prouifioni»doue4nnanimitiì 
Turchi  per  quello  foccorfo>ritornorno  fotto  Candia»che  fumo  kmfitt  refpinti  » 
e  ributtati  con  grane  loro  danno»e(rendo  in  vna  fortita»refUto  morti  denoftti  ii 
Baron  di  Crofen  Comandante  Bauarefe  • 

Acqniftorno  i  Tu  rchi  il  Cafldlo  del  Sdieno  • 

Il  General  Fofcolo>a^rauato  dal  male»chide  licenza  per  ripatriaretche  gra» 
tiato  dal  Senato  >  clefle  m  Tuo  luogo  Luigi  Mocenigo  Secondo  fuo  preceflbre  • 

In  Confbntinopoli  >  quel  barbaro  gouemó  >  pretendeua  >  che  it  nuouo  Bailo 
Cappello  con  il  fuo  arriuo  hauefle  portato  ancora  la^eflìonedd  Regno  per  far 
la  pace  :  onde  inuenrate  delle  loro  fcflite  vanie  fdolfero  ogni  trattato»  ritenendo 
quafi  come  prigione  il  Bailo  in  AndrinòpoU  • 

Il  primo  Vifir  con  la  folita  fuperbia  Ottomana  fcriffe  alla  Republica  ricchie* 
dcndole  quella  ceflione  del  Regno- 
In  luogo  di  tifpofta»  fi  apparecchiò  la  Republica  più  viuamente  alla  difefi 
delle  piazze  »  che  ceneua  in  Regno  »  armò  nuoui  Legni  >  e  fece  molte  lepate  de 
genti. 

.'    U  Ducadi  Parma»efibi  al  Publico  jl  Prencipe  Oratio  fiio  Fratdlo»che  rìceuQlo^ 
al  feruitio  dcl>.  Repcòlica  condufle  tre  milla  Fanti* 

Za    }       ATine 


72^  DELLE    VITE 

A.'Kktm  tacita  diede  in  yiii  Toste  <loiiecnbliiimkiiae'9  che  Meet 
fiiocoJcfe  tutUt  roiicnaiido  efli  Torce  « 

i]i<IaiKliaaiuaera  ismafe  abl^^ 
fiofte  a^K>ftftCtcncnte.octo  miccbie  xtefc  oél  Magazzino  ajppreflb  ia  Portadi 
S.<}iO{igio>  ckMK  fi  laoorauaao  le  Bombe  9  e  k  Granale  a  t^ 
non  treiò  quattro  perfone.  x 

-   Per  la  partenza  dd  nuooo  Capitan  Geocrale  Moccnigo  9  &  aniiaiooo  molci 
kgoife^flb  e  (oetih*9  €<m  mold  ap^aceccbi  oecefl*^ 
.  Ottenne  la  Rcpublica  dal  Sonìmo  I>oQtefi€e  ma  Iettata  di  dné  imUa  Eancff 
xoAdotddalMaircfadelmiiketttioFaccfaiKttt^.    '  ; 

Conduflfe  al  proprio  fetuitio  il  Mjrchèfe  AlèfTàiidro  Borrii  £unofaCi- 
4>icaao»che  baueuamilitaroinQBicé  Prouiinitd^JEuropacoQ^ainflMftàgiòlia. 
/  I  Turchi  con  alarne  Fufte  y  e  Bacdie  armate  d'Antiuerì  3  ài  DiAdgaùf  ài 
.Santa  Maura  re  d'altri  luoghi  dell'Albania  rfcirono  à  predare  iieU*A<nàdcOi 
e  ad*infeftar  la  Nauigationci  per  il  che  fieleOe  CapttanoinGcdfo  Antonio Bar- 
<baro.  •     •.  ^-  •  :      " 

Fu  anco  fpedito Cenerate  delle  tre  Ifole  Bernardo  Mordini  »  gsi  Capitaao 
^elle  Naui  aroute . 

Entrarono  i  Barbati  nel  Terràiorb  di  Zara  in  gtoflb  sumero  per  predaiet  & 
inferire  altri  danni;  mi  aflaliti  da  Moriacchi  in  tempo  di  no(n:e»ne  feoero  ài  loco 
gran  ftraggci  reftando»  e  rotdi  e  disfatti  • 

:  '  Anche  (otto  Perafio»  riceuettero  i  Turchimolto  danno  i  dove  ciano  rra/corfi 
J  predatele  perderonodiuerfi  Legni  in  Marcjtolti  loro»  e  dal  Capitan  di  Gotto* 
f  dal  Geticrale  delle  tre  Ifote. 

*  Lorenzo  Dolfino  Proueditor  Generale  delUDalmatiat  Senatore  di  tutta  in*- 
4:egrst^>  di  gran  ▼ktiì  1  e  valorej-applicato  fen^re  al  ben  Puòìkot  ic  alti  vantaggi 
ddùa  Patria)  vedendot  che  non  reijlaua  altro  ricouero  à  Turchi  di  qtui  da  Monot 
che  la  Fortezza  di  Clino  >  cfuale  veniua  da:  loro  del  continuo  fortificata  >  prcffi* 
4iata»  e  munita  9  con  ìrafpòrti  tontidui  9  e  confìderabili  di  munitioni  >  e  vioeti  # 
.pensò  con  matura  prouidenza  alla  forprefa  di  eiSà  Fortezza  >  per  ieuar  a  Turchi 
.  il  commodo  1  e  l'occaiSoni  di  nnoui  ìtentàtiui  1  e  per  apportar  quiete  alia  Pco- 
uiiecia^ . 

Tenne  di  ciò  il  Generale  confulta  di  guerra  in  Zara>&  approuata  con  appland 
rimprefa  »  fi  trasferi  1  Scardona  >  doue  raccolto  >  e  raflfegnato  TEfocko  >  confi* 
.Aentedi  cinque»  in  fei  miUa  combattenti»  ì&  (pwic  verfo  Clino  #  prouifto  di  tntte 
lecofipneceflarie.  , 

Partì  i*£0ercito  alli  8.  di  Marzo  16^4.  egiònto  à  Clino  »fi  prìndpiò  i  batter  il 
Borgó>ndquaks'attroiiiuianofeicèi)toGianizzeri»  e  continuò  la  Batteria  tre 
-gKMrni  conunui  •    " 

•  Per  ordinede'  Comandanti  >  fa  lonato  di  U  il  Cannone  >  e  portato  rincontro 
alla  Fortezza  fopra  vn  Grebano  per  batter  quella  »  che  caduta  eèa  Fortezza  »  ca- 
deua  nectflariamente  anco  il  Borgo;  mi  trOuatala  tcÌTapiénata»e  ben  guaniatl» 
non  riceue  alcun  ^ocumaito  »  con  tutto  »  the  folle  berfìi^likta  incefiantemente» 
iinzi  che  per  la  frequenza  de'  tiri»  crepò  il  cannone  pia  groflb  • 

In  ^uefto  mentre  auuifati  i  Comandanti)  che  veniua^  vn  s^ttó  foccorfodi 
'Turchifaittefero  allai-itirata  delCannone»  fpingcddo  oltre  il  Fiume  Biitifm'zza  la 
Caualieria  per  trattener  l'ioimico  • 

*        ^     4  ITur- 


:<. 


•l'i      '  • 


•»        » 


DE  PRINCIPI  LIB.  XriL         72J 

- 1  Turdu^anozatìfi  m  poco  nomerò  t  fofcro  di  ritirare  >  {fonando  i  nofkf  òue 
diTcgnauano  9  che  fopragiunti  poi  dal  groflb  in  nomerò  gntndìffitDO  ?  ft  affiditi 
cooctnpfiDd  terribtle^reftatooo  eftinti  h  valorofi  Capitani  Conte  CeUò  Aooga^ 
dro  9&il  Gooeiiutcr  Orario  Temi  che  (bftenncro  la  carica  con  inaediintt 
prodezze. 

Motti  qoefti  doe  ralorofi  fb^gettiyreftò  ftfgata  fai  itoiba  CaQalIena4)onendo^ 
fiiii  cociimione  ancoparte  ddriiifanteria>non  mancando  li  Coniandanti>&  O^ 
fickli  con  c^  lon^  sforzo  di  fern:iarIa;^dlando  però  ne  toro  pcAì  gl'Italiani  >  fit 
Oltramontani»  comandati  da  brauiflimi  Capitani»  aTpettaaixi  axrs^gpoùimé- 
te  f  kmatcò^e  diSéfidendofi  brauamente  eoa  Yccifiooe  di  piti  di  Sco.Turchi^che 
infine  mancacagii  la  manicioae  9  fi  f  etme  all'armi  biancbe^  od  opali  non  potendo 
tefiftcreafjtUnerograndifimode  oenncì^fiirooo  parte  tagliaci  Spezzi  »  altri 
firtdiicUàiii»&  altri  fiiggati»  .  :         ' 

Si  portògenerofamente  il  Goaernarore  Gio?Battifta  Dotto  da  Padoua»  il 
auale  difieodendo  corraggiofamente  vn  canoooc  #  li  fò  finalmeate  kuata  la  Te- 
fia  con  perdita  di  eilb  Cannone  « 

Reftarono  de  noftri  tri  mortijferiti ,  afioggati  nel  Fiume  »  &  fatti  Schiaui  ix^ 
tomo  i  doeaiMa  # 

Li  medefimi  Comandanti  (kU'Metcito/oprafiitti  dal  nnmero  srande  dene» 
inki^e  daitalcoróifiooe  de  ficddàtÌ9ftironoqeceiIitati  i  ritirarfi»  il  che  fecetp  ton 
qwl  m^ior  ordtner  che  jpootè  proaeaire  da)  loro  vatortf  e  prtKlenza  • 

àmàmo  àtWialk  lice  nicce£K>  il  Generakicfe  fi  rìcrooaoa  à  Scardonaifi  trat>r 
tenne  itidne  giorni  i  raccc^er  le  MiHtie  sbandate»  nel  qual  tempo  capkomo 
pid  di  mille  cinquecento  fanti>&  afsai  Caoalkria>okrea  moic'alcrij  che  fifalnàr  : 
tono  ne  luoghi  pid  vicini  # 

In  Candia  Cnftain  Baisi  di  Canet  »  tentò  pnà  tolte  ài  afsalir  Cand^a  ith^tà 
remfm  ributtato  con  perdita^e  danno  de  Tuoi  Turcbi  « 

Inttfo  il  Gennai  Fofcofo  i  che  l'Armata  Turcbefca  dooea  vfamnniMrora  di 
Legni<  ben  montata  ài  gente  per  portarfi  in  R  egno  »  imuò  a  Dardanelli  it  Capi^ 
tandeile  Nani  Ifirppo  Dolfioo  ccn  doe  Galeazzeie  quindeei  Naui  da  guerra^  8c 
Odo  Galee  fattifi^ 

Fu^datta  soft  ra  Armata  m  tal  Capo  2orzi  fiiandu,e  pafsò  a  Tutchisdàdoi* 
gli  minuto  conto  deHo  ftato»e  della  quantiti  de  Legni»  che  fonnanaaola  noftra- 
i^noats  »  efortaodo  il  Capitan  tiaùk  ad  vfcire  con  ficurcaza  di  dis£2r]a»e> 
^Bicerhi.# 

Vfci  il  Bafsà  con  tutta  rAnviata»ch'eìra  di qnaraota  dnqtie  Galee»  fó JVfaone> 
venti  dne  Vaiseni»eilmern:lKi^;aiKuii  itrmatr* 

Il  BaTsd  vfcito  nel  far  dell'  Alba  i portato  dalla  corrente  dell"^  acqua  $  abborda 
di  (iihìro  la  Galea  Capitana  de)  Proueditor  Francefco  Morefini  »  e  la  Naue  Ca^ 

Eitana  del  DoMno»)a  qoale  combattnta  da  tam'  Armata  nemica  fece  inctr dibi- 
difefa»e  refiftenza  ;  mi  finalmente  perduta  molta  gente^e  mal  trattata»  che  .?i 
'  cntraua  Facqoa  per  rappeftarei  era  laftato  di  perdcrfi  »  fé  non  renioa  foccorfa 
da  yna  GateupaUiC  daHa  Galea  Padoana»  contro  k  quale  andò  vna  Maona  cook 
tanto  empito^be  dopò  fieriOmio  comfaartiaiento»reftò  per  le  Cannonate  rotn^ 
batta»e  fomnier£a  •  Anche  la  Galea  Capitana»  dopò  vna  hmp^  gagliarda difib«- 
fa>per  non  reftar  preda  de  nemici»  pia  toftovcbe  renderfi  dauo  fiioeo  alla  moni- 

ticHicvo!òinaria* 

Zz    4       L'ifte£K> 


7*4  DELLE    VITE: 

L'iflcflb  fecero  due  Natii  »  cioè  r  Aqtula  «fOroi  e  l'Orfola  BoMncntnta»  dopò 
taaz^fC  braoiffima  refiftenza  • 

&i^  gran  perkxrfo  di  pqrderfi  aoco^riu  Galeazzamu  foccoria  d^ 
Wyfi  niiroiio  ambe  due  contro  i  Qcmici>che  ne  fecero  di  k)ro  ftragg^ 

L'Armata  Nemscasrìtrouato  cofi  duro  inconm>>bencbe  tato  (upenocedi  Le* 
gni>e  di  genteseJTenckwi  interoenute  nel  cooflittoiche  durò  mto 
tre  alTArmata  Yfducome  fopra»  anco  le  Galee  de  Be\r>  e  Vaflelli  BattoeTcfaf  t 

che  fi  ritrouanano  fuori  del  Canale  ne  porti  del  Tenedo^e  di  Troia»fi  ritirò  par* 
te  i  Metellino^e  parte  21  Scio  • 

Perdettero  i  Veneti  in  cofi  terribik  conflitto  due  Galee ,  doe  VaflHlii  patto 
arfi>e  parte  fommerfi»  fenza»cbe  ne  pemenifle  alcuno  in  mano  de  nemici. 

Morirono  in  qoefto  Marìtimo  Combattimento  sii  ProQeditorMorefiBf>Se- 
baftian  da  Molin>  Gonemator  del  Vaflello  Oricìz  Bonaoetura»  e  DanidMore- 
fini  Alniirante  fopra  la  Naue  Aquila  d'Oro^oltre  a  tre  nulla  foIdati>  e  mannari  • 

De  Turchi  morirono  molti  Capile  più  di  lèi  milla  di  effi^reftando  ferito  ilCa- 
pitan  BafsiKron  perdita  d'vna  Maonas  tre  Galee»  e  due  Vaflelli  Batbareftbl  la- 
datii  fondo.  i 

L'Armata  Veneta  »  dopò  cofi  fanguinofa  Vittoria  j  fi  ritirò  alIUbla  di  Paris  i      1 
dooe  fu  rinforzata  di  4.Natii>e  di  4.  Galeazze>e  fei  Galee  fiottili  •  I 

Si  parti  da  Venetta  in  quello  tempo  reietto  di  nuouo  Capitan  Generale  Lui- 
li  IL  Mocem'go  Procurator  di  San  Niarcoiaccompagnato  da  molti  L^i  cPcgni 
K>rte  %  prouecmti  di  gentcì  munitioni)&  altri  appreftamenti»cóa  moke  dinaro  » 
condu^ndo  feco  il  Prencipe  Oratio  Famefe»  u  General  Borri»  il  Cote  Gabriel* 
ti>e  molti  Nobili  Patriti; . 

Giunto  nelle  acque  di  Cerì^Ojfi  rnì  con  lui  le  Galee  auffliare  del  Pontefice  ^& 
di  Maltaipafiatopoi  neirArcipelago>furiceuutodall'i^au  Veoeuycon  IcgoU 
e  dìmoftratioiii  cu  grandifiima  allegrezza  • 

La  maggior  parte  dell'Armata Turchefcha  ritornò  m  Coftantinopoliie  lano- 
Ara  con  ilGenerale  fi  ritirò  in  Càdia>doue  nella  fine  di  queft*anno  i6$^6ìccdSé 
la  morte  del  fudetto  Capitan  Mocea^o»  dicendofi>che per  la  fiima  grande^  die 
faceuano  i  Turchi  di  quefto  Signore  in  fegno  di  duolo»  n  faceflero  redeie  Je  Ga* 
le  de  i  Bey  In  fifta  di  Candia  »  con  Tinfegne  »  e  goamimetiti  neri  »  (ha/binando  le 
bandiere  per  acaua>e  che  Fifiefso  facefse  anco  fe  milide  terreftri  • 

Sopra  u  VafseI]o»che  condufse  si  Venetia  il  Cadauere  del  Generak>Teniie  aft- 
co  il  Prencipe  Oratio  di  Parma  »  infieme  con  il  Conte  Ferdinando  Scotto  >  re* 
ftando  in  iiio  luogo  General  del  sbarco  il  Marchefe  fiorrì  • 

Succe(se  nel  Generalato  >  in  luogo  del  Mocenigo  »  Girolamo  FoCcarini  1  fiato 
Generale  in  Dalmatia . 

Il  Capitan  diColfo  prereTnaGaleota»e  dodici  Ben?antint  Turchefchi  nel 
porto  di  Lepanto  »  liberando  quei  contomi  ^irinfèiTagione  »  e  rapine  do 
Corfarì  • 

Tutti  quefti  fatti  di  guerra»  in  terra»  e  in  mare»  in  Candia,  &  in  Da Jmaria,  oc- 
corfero  in  vita  del  fiidetto  Doge  Francefco  da  Molino  »  fotto  il  quale  accadero- 
no  anco  altre  cofe  »  che  fono  le  arguenti  * 

Il  Cardinale  Federico  Comaro  I^ttiarca  di  Venettà  rutuntiato  Q  Patriarca- 
to, fi  rkirò  in  Ronu,  dooe  anco  morfe  non  molto  dopò  •  In  osi  luogo  fii  eletto 
Gio:  Francefco  Morcfini»  che  riue  al  prcfente  • 

Per 


DE  Principi  lib-xiil      7Zf 

Perla  gaerra  fieriffima  tnòrsamdebitainente>e  it^iuftameate  alla  Republica 
dal  Bari>aro  Ibraim  gran  Turco  j  ftl  propofto  di  &re  Procuratori  di  s.  Marco  >  e 
fiirono  decorraci  di  efsa  dignità  fotte  U|uefto  Doge  gì'  infrafcrìtti  Gentil*  huo- 


mini  Vcnetianiy  con  ventimilla>e  più  Ducati»  l'anno  1^45. 

Luigi  Morefini  fratello  diGio:  Francefco  Patriarca  di  Venetia  fu- 
<tetto»e  Padre  di  Donienico>Giouanni>  &  Agoftino 

Andrea  ContariniCanaiierFigliolo  di  Catto  Goptarini  Doge 

AlmoròTiepok) 

Nicolò  Corner  Kr . 

Luigi  Mofio  J-* 

Del  i6^*  Luciouico  Michiel 
Del  1647.  Luigi  Pi(aai     . 

Gio:  Lumi  Malipiero 
Del  1648.  Ag^oftinNani 
Del  16^9.  Liugi  Barbarigo 

Angelo  Morefini 

Leonardo  Pefaro  Nepote  di  Giouanni  Pelare  Doge 

Francefco  Pifani 

Paolo  Querini 

Paolo  Bel^e 

Gio:  Battifta  Corner  Pifcopia 

Iacopo  Correr 

Benedetto  Soranzo 

Sihieftro  Valier  figlio  di  Bertucci  Vàlkr  Doge 

Vincenzo Viaro  ,    '" 

Luigi  Mocenige 
Del  1650.  Vincenzo  Gulsoni  Kr.  1 

Lui^  Mocenige 

DanklBn^^in 

Francefco  Grimani 
Del  1^51.  Giulio  Centanni  figliolo  di  Donaenico  Centariniil  D(^>cliegle- 

riofaniente  viue  al  préfente 

Lorenzo  Gaturielli  • 


Cittadini^e  de 

Dd  1646.  Adi  ip.  Luglio 

.  denti. 

adi  19.  Ago&Oi  Gioan  Paolo  >  e  Fratelli  yidtogrhf9n  fueì  figlioli  »  e 

defcendenti  • 
^  a4.Agoflo>  Pietro»  e  fratelli  Zaguriycpne  (opra  • 
adì  detto       Ma  ree  Ottobon»  ch'era  Cancellier  Grandei  con  fuoi 

Figliente  defcendenti.    , 
adi  dette       Alefsandro»  e  Fratelli  Tafca>come  fopra . 
adi  dette       Gio:  Battifta  Rubini»coQ  fuoi  figlioli>edf  fcendend  • 
adi  dette       Alberto  Gozi>con  fuoi  figlioli^e  defcendenti  • 
adi  tf  .Settembu Agoftino^e  fratello  Concio  come  fopra  • 
7.dette   Annibale  Fonte  con  fuoi  ^gliobe  defcendenti. 

la.det* 


yis        DEL  L£  V  rr  E    ^. 

iixletto    Chrìftni^frardliMaitìiirUì. 

2i.dmo    VafericKC  fnocUo  AntdmifSegretatv  dd  Senato  c§ 

loro  fistiolHe  defccQcfetfff  » 
>8.Nooetnb. Attibiogio  Lombtia  con  fax  G^Ho&téctódeatì^ 
ad)  detto       Gio:  Aiidrea»efnmili  Gatti  comelopra  ^ 
Del  itfl47.  adi  lOwMarìo  Pietro Zanobio  >a/fiioiiiglidlifede(cendenti» 

5.Geaafo  Bortolamso  BeHoabcddceadenti  * 
Ddid4&  adì i»MarzoDomenìcoSunaibSegretarìodd Senato co^i^lk^ 

Ujcdefcendenti» 
adi  19.  ScttetnbXìia:6atti(U>e  fratello  Macardfi  eoa  foro  ^Solb  e 

defcendenti* 
adi  i^iJ'Iòctemb^GiorBattiftaie  fratelli  BoafikUnbCQr  loto  ^^  e  éo- 

fcemfenti»  '. 

adi  I  ^.DecetiibwGiot  Giacomoie  fratello  Zanbefliicoii  figltffi  tooi  » 

e  defcendenti  » 
adi  7.Febraro C>ratio>  e  fratello  Feramofca  >  coti  Iorofiglioli>e  die- 


Del  164^  odi  xj.  Aprile  Gioan  Battìfta  >  e  fratelli  Bctcgud,  a/foto  Bgìioli  >  e 

defcendenti . 
adi  detto         Gioteppc  »e  Fratello  Crocea am  foco  %lioli  j  e  de- 

fcenaentt.. 
adi  27.Giugno  Gafparo  Toflfetti  con:  fiioi  figUob'  $  Nepoci  r  e  de^ 

fcehdenti*. 
adii&Nouem^MarfflioSanta  Soffia  coTuoi  figIio&  edefcedenti . 
adii»«  DecemUVincenzoie Fratello  Fini ^00 loro figUoli^delcetH 

dentt*. 
Del  i^ov^  adi  ij.  N<arzo  Lorenzoicon  Tuoi  ^ioli»e  Ncpoci  MiiselB»^  defeco- 

dienti^ 
Del  i6$i^  ad  1 1  r.Giiigtio  II  Cote  ludouico  Maninfco  Tuoi  figlioli^  defcedetu 
adi  i7.Gertnar.Pìer'Antonio>e  frateMi  ZomSc^rtanj^del  Seoatoco 

'  Iosofigliolr>e  defcendenti  r 
Del  i6%2^  adi  14.  Aprire  Gioan  Battifia  t  e  Fratelfo» Brefisa  confoio  %lioli  9  e 

defcendenti^ 
adÌi$;.^Mottemt>kIl  Marchefe  Bernardino  Ghiraidìoi  eoo  fiioi  & 

ftiolifCdefcendenti .: 
CaoaUieie  Bònifìicio  Papafauajcon  figlioli  Nepo- 
ti  fuoii^e  defcendenti  « 
ad)  9  r.*  Genaro  n  Conte  Giroltoi#  Cànaazaie  Conti  Ixoni 

figiiolf>e  defcendenti  •, 
D^s^57»^  ade  t.Uttio Otrauian  de  Medici  SegeéhuMdìd  Seiùào con  fuo& 

&liolo>e  dcfcenécnti  ^  ' 
adi  I  jr.detto     Cior Andreaie  Népoti  ZSanardi  con  lòto  GgHoU  1 1^ 

defcendenti..  *      ,. 

^   adi  1  j:.d(ecto    Alefsandro ,  e  ftatetli  Z^echi  ^  coir  loco  figlioUs  e  de- 


*  f 


adijadetto    Gio:Antoni^  e  frattifiOondifiorofogi  con  foro  fi- 
glile deCccndcmi.. 

adi  4. 


D  E  PRlNClPr  UB.  XIII    .     7Ì7 


»-;•.«■«.' 


tdt  ^.Maggio  BortoIaineaStarioiOon  fooi  figiiolucddc 
.  adi&Giu^iìraiiGefcotefiiNielUCoimG^ 

€ddcmàmàp  •  - 

ad)  19.  detto    Gip:  BattilU  Mora  con  boi  ^kdi^defccndcc^^ 
adiil.Agofto^ioalòCofKkihncrconAioifi^^  , 

adi  xtf  •Sectiei»bwGiotiaiim<laUa  Naue  co  (boi  fl^ 
Pdx^H*  adiix.l4igik>f GafparodeIjacai«feBCdio>coniordfi^     e.4o<^ 

Scendenti,        \  .      > ..         .  , 

adì  i7X3cniiaro^Leoiiaidoie£:acefli^MaiIec^  loco^cdc^ 

fcetidieiici« 
adÌ28^decto    Antpmo».e  fiatdli Pioaeime  cpn^lioli  i<m>9 e  4^ 

fccndenti.   ^ 

"^    *         ' '>liCoiieIlafiiaraagiianÌQ[iaflb* 


(oc  fpefe  »  condotti  dal  Conte  RoaareHif  e 

^  L'anno  1640.  li  1 1 .  di  G  fogno  vigilia  di  sant'Antonio  da^Padou^uaTiipceft  ^lOr 

co  ne*  Forni  felici  vidnoaffl'AifenaleiCondaaaoconfidcrabile,  .    . 

Vcrfo  a*  tre  Porti  a!  Cauallino  9  e  d*intomo  a  quei  iaoÀi^G  videro  il  fòdetito 
anno  gran  nuuole  di  Locu&e^chd  diuorananò  f EibeJe  Biade»fpo^iando  gTÀl- 
beri  di  fixmditc  fratti»  che  per  eftirparle»e  diftragerle»  (ìirono  fattt  dal  Pnblico 
molte  pronifioni  « 

Marco  Ottobon  &tto  Nobile  Patri  rio»  laftjò  la  carica  di  Cancellier  grande  > 
•1  qnale  fuccefse  Marc'  Antonio  Bofeadlo  9  mertteuolédi  tant'  honore  per efim 
iUto  icnpiegatoj>er  il  corfo  di  fua  vita  in  fernitio  della  Re): 
pieghi  dlemi  di  Se^retaricidi  Eefideiize>e  d'akri  importa 

Venoto  i  Morte  il  fudetto  Bulenetto  Fanno  1  tf$o.  il  mefedi  Marzo»  (ù  cletfi» 
io  Aio  loogo  ^l^ftino  VianokgenciUdBmo Signofccolonod^ mentile ubi^b&ftt^ 
ne  la  carica  con  gran  decoro.        -^  • 

Setedar  Baisd^che  prefela  CaneaifiMatto  ftragohre  nel  Serrarlo  da  Ibcainb 
per  mm  hauer  vohitoritcNiiar  ìnRegno  con  jmooa  Armatale  foccorli  « 

Socceised  aoédi  Maggio  itf^S.la  morte  di  Vladìsiao  Sigifimoodo  Quarto  ^è 
di  Polonia. IalQOgodelqoafeittdetwilPreiicipeGio:.Ca(u^  bio.lra&dlo» 
ch'era  Cardinale, 

Ibraino Gli  Torco  fd  Aranciato  nd  5erri^iodaGianÌK»ri>fuccedcod«git 
Ecmetluo  figliolo  in  et2l  di  fei anni  «        ^ 

CartoStoardo  primo  Ré  delia  gran  Beit»u  (  (enaa  esempio  )  fii  £MtPd 
picare  neUaPublka  Piazza  di  LondraJip.  di  febraro  del  1^49.  condannatala 
ptoprìj  fudditi  • 

Pa(s6  per  malia  Anna  Mariafi^ioladeirimperatotc  desinata  (poradel  Ri 
Cattolico»  accompaanata  finoi  Milano  dal  Rè  d' Vngheria  Aio  frateflo  « 

Segui  anco  altro  Matrimonio  tri  il  DucaCarlo  di  Mantoua  »  &  KabeBa  Qa^ 
fad'itoflria  Arcidochefla  dlfproch  « 

Il  Sommo  Pontefice  Imiocentjo  X^poblicò  ilGicbileo  dell'Anno  Sann>>Ìojir 
tofhi:fi(^ia5.anfli« 

Gefait  prende  per  Moglie  Eleonora  GoniagaSoreUadel  Docadi  Mantotia» 

chefii' 


72^  DILLE    VITE 

che  fU  jiiwcooafa  9  &  accompagnata»  per  ordfoe  Pt4>^ 

Moi^Hni  od  pa(ÌMr  per  lo  Scacò»coQ(pfeiidofie»e  decoro  "^ 

AJii  %6.  Agofto  165  j.  Diede  Tti  folgore  nei  Campanile  di  San  Marco  ne]  cw 
rode  vicino  alla  LofiKecu»  che  rìgnarda  PHorologiOi  con  canto  empieo»  cfae  r^^ 
pendo  quella  grofiwtt  moragh'a»  le  ruineiicbe  caderono  »  fracafsomo  li  coperti 
ài  quelle  BocteghCfCbe  ri  ftatmo  Ibttoi  &  ammazzarono  vn  Bott^hiero»&  til# 
ragazzo»  die  dipalÌMiggio  fi  era  ini  fermato  »reftando  tre  altre  perfone  mak^ 
mente  oficfi  « 

fa  éood  fotftKl  miefto  Dòée  »  assegnato  alle  Monache  fcuate  daHa  Canea  >]1 
Monaftero ,  e  Chieia  pofti  neU*  Ifola  di  s^  Semolo»  doue  abitauano  già  altre  Mo- 
nacheidie  (Urono  di  f  jt  lenatctc  pofie  alPHumilta»  Panno  161  ; .' 

Nel  principio  dell'anno  i  tf  5  5  •  che  ftì  alli  j.  di  Gennaro  morfe  il  Santo  Padre 
Innocentio  Decimo  ageranaro  da  §ranni»  &  daii'iofermità»in  cui  hiogo  A  crea* 
to  il  Cardinale  Fabio  Chigi  Senefe  il  giorno  12.  d*  Aprile . 

Finalmente  dopò  haner  fedato  anni  noucic  alcuni  mefi  nel  Trono  Ducakive* 
ne  amorte  il  buon  Prendpe  Molino»  amato  voMierfalmente  per  la  fua  pietà»  ca- 
riti»e  diuotione.  Nella  pompa  hinerale»fu  in  Santi  Giouanni»e  Paolo>lodato  c^ 
elegante  Oratione  Latina  da  D.Iacopo  d'Amore  Somafco  ^Stando  il  Cadaucrt 
fcpolto  in  S.Ste&no»  ne  monumenti  de  Tuoi  Maggiori  • 

CARLO    CQNTARINI    DOGE    IXXXXDC, 

ANNO    itfj5. 

FV*  eletto  in  luo^o  del  Molino»  Carlo  Contarini»  graui/HmOie  prudentiffimo 
Senatore»benchc  egli  non  dimanda(se  tal  Dignirj»  eche  non  tofse  Procurar 
toreicontento  di  veder  Andrea  {iio  figliolo  fapieii  ti  (limo  Senatore  ancb*cg/i»e 
Càualierc»e  Procurator  di  s.  Marco.  Fu  egli  eletto  li  ly.di  Marzo  id55,con  pie- 
nezza de  voti»e  con  (omino  contentò  di  tutta  la  Città  • 

Due  giorni  prima  oeirElettione  di  quefto  faggio  Prencipe»  che  ftì  la  fera  delti 
^^.óccor(c  in  Chiefa  dis.  Marco  Tnca(bfntic(to»e  memorabile .  Qiiefto^'orno 

Srimaèfolennifflmoin  Venetia»^  perefser  confacrato  alla  Madre  di  Dio  per 
i  -Tua  Annuntiatione ,  si  anco  per  la  fondationc  di  Vcnetia»  principiata  riftcfso 
giorno»ne)l'anno  di  noftra  falute  42 1 .  Accade  anco  il  medeflmo  giorno  ilGio^ 
ucdl  Santo ,  la  fera  del  quale  vanno  per  antico  vfo  le  Scuole  grandi  con  folenne 
pi^èttfìtìtK  alla  Chiefa  di  s.  Marco  »  doue  fi  efpone  ad  ogn*  vna  di  e&e  Souole  il 
Sangue  Miracolofo  di  Chri(lo>che  iui  fi  couferua . 

P?r  la  concorrenza  adunane  di  qudte  du$  folciiiiiti  >  concorde  anco  maggior 
popolo  deli*ordinario»e  in  Cbiefa»e  nella  Piazza.  E'  ordinario medefimamece  in 
tempo  di  Sede  vacante>mentre  danno  raunati  li  4I. Elettori  del  Doge  di  tenerfi 
chiufe  le  porte  della  Chiefa  di  s.  Marco»  che  diTcorrOno  nella  Corte  del  Palazzo» 
che  vicn  cuftodiro  dalle  Maeftranzc  dcir  Arfcnale.  Accrebbe  ancora  lamokicu^ 
dine  nella  Chiefa  vna  piouetra»chc  cominciò  a  cadere  fui  far  della  notte»  la  qoale 
fpinfe  gran  parte  della  gente»che  s'attrouaua  in  piazza»inefea  Chiefa:  Ondec&- 
parfa  U  prima  Scuola>iion  potédo  cfalare  ti  Popolo»  ne  dar  luogo  dalla  parte  del 
Palaziopercfserlc  porte  chiufc  perla  caufa  comefopra;  La  porta  maggiocc 
inpcditada  chientcaua»  &  v[ciua>  fi  formò  qui  vngruppodtgente»&  vaaSalca 

cofi 


DE  PRINCIPI  LIB.  XIII.         727 

cefi  grande  9  che  rcftanono  foflbcate  da  cinquantaperfotie  fri  Donne»  hiiomini  $  a 
putti»  con  due  Gentil*haomini»  equalch*altra  pcrfona  di  conto»  oltre  i  molti  aUri 
nmafti  di  nuniera  oofi  rifenctd»che  ò  morirono  in  qtialche  fpatio  di  tempo  »  ò  rè- 
ft<Ntio  imperfetti  • 

Dopò  l'EIettione  del  Dogc>(i  mandarono  quattro  Ambafciatori  d  Roma  »  a  cò^ 
gratnlarQ  col  nuouo  Pontefice  in  nome  Publico»e  forono»  Giouanni  da  Pefaro  Ca« 
uaUere»e  Procurator  di  San^Marco  »  Luigi  Contarìni»  anch*egli  Pròcurator  »  e  Ca« 
ualiere»  Bertucci  Vallerò  Caualiére»e  Nicolò  Sagredo  Caualiere  »  che  s'attrouaua 
ordinario  in  quella  Corte»  andando  in  fuo  luogo  Girolamo  GiufltiniaiK>  »  che  pat- 
tina dalla  fua  Legatione  dell'Imperatore .  Effondo  anco  ftati  creati  Nobili  Patri* 
tij»  il  Fratello» e  Nepoti  di  eflo  Pontefice  dal  Maggior  Configlìo  li  i  j.  Apri« 
le  1^5^. 

•Era  di  gii  pmicoda  Venetia  il  nuouo  CafMtan  Generale»  Girolamo  Fofcarjni» 
con  molte  Nani  Am[iate»foldatefca»e  copiofe  prouiiioni  di  viueri>e  da  guerra  »  per 
portarfi  in  Candia . 

Prima  del  fuo  arriuo  »  il  Proueditor  Morefini  »  infieme  col  General  Borri  »  entrò 
neir  Arcipelago  doue  fatte  molte  prede  de  Legni  Turchefchi  »  s^impadroni  anco 
deirifolf  d*E^na»  con  priggionia  di  joo.  Turchi  »  che  furono  podi  al  remo  in  rio» 
forzo  dclfArmata»&  il  Iuo8[o»reftò  demoHco  • 

PreCa»  e  disfatta  Egena»nfoire  rifteflò  Proueditor  Morefini  di  far  l'imprefa  deU 
la  Citti»e  fortezza  del  Volo  ;  rimandò  adunque  con  le  Galee  fottilii  e  Galeazze  ad  « 
attaccarla  •  Il  fuo  recinto  era  di  muro  i  colpo  di  Cannone  »  era  difibfa  da  due  Tor- 
rioni»con  vna  Cittadella»beniffimo  proueduta  d'ArtiglieriayCome  era  anco  la  Cit* 
ti»e  d'ogni  forte  de  Armi  »  e  numitioni  »  veniua  commandata  da  vn  Bafsi»  e  da  vn 
Agi»  i  quali  con  la  lor  foldbtefca  (i  pofero  corraggiofamcnte  alla  difefa  »  mandan- 
do fnon  detlaCitiA  le  Donne»  i  fanciulli»  &  altre  perftme  inutili  »  fcarioatxlo  furio- 
imeiitc  la  loro  Artiglieria  contro  le  noAreGalee . 

Il  Prooeditore  fatte  sbarcar  le  geot»»  e  ordinate  in  fqnadre  dal  Colonnello  An- 
drea Brittone»mentre  quefle  attendeuano  di  fnperar  la  Citti  »  veniva  anco  berfa- 
glsau  da  Canmmi  delle  Galee»e  Galeazze . 

<  Ps»flo£nalniente  ilPetardo  alla  Porta»e  datta  la  fcalataxia  doe  parti  alle  mura  » 
atterrata  efla  porta  »  ettatHx>no  le  foldatrfcbc  cosà  empetuofamence»  che  intimo-^ 
liti  qudU» che diftmdciano le  mura» le abbandooaronoyr^ftatidooe  molti  di  efli 
Tccin  nella  fuga  •  ". 

^  Prefa  la  Orni»  fi  principiò  ad*efpiienar  la  Cittadella  »  netta  quale  fi  erano  ritira- 
ti i  Turchi  in groflfo  numero»  rifoluti  di  far  braiia  difefa  :  Mi  veduta  da^ueì^nv 
mandanti  la  ltragge»che  faccuano  i  Veneti  de  fuoi»il  pericolo  nel  quale  fi  ritroiui- 
nano»  e  confiderato  »  che  il  foccorfo  era  lontano  »  deliberemo  di  uluarfi  con  la^ 
fuggasdifcendendo  con  fcak  nella  Campagna  da  quella  parte  »  che  non  era  attac- 
cata da  noftri.  Abbandonata  la  Cittd»  e  la  Fortezza»  e  laiciatala  in  poter  de  Vene*- 
tiani;  vi  entrò  il  Proueditore  »  ritrouando  in  quella  Piazza  venti,  peszi  di  Cannone 
dibronzo>c  (ette  di  ferro»  e  immenfiti  di  bifcotto  ripofto  in  ventifette  Ma^astni  t 
che  douea  feruire  per  T  Armata  in  quella  Campagna^  del  qualecaricatele  Galee  » 
Galeazze»  e  due  Saicche  acquiilatcjinfieme  co  i  Cannoni»  Armi>  polnere»e  quanto 
di  buono»e  pretiofo»  vi  erai  vi  pofero  il  fuoco  »  mandando  in  aria  le  Mofchee»  e  ói-^' 
l^i'i^^i^o  i  Torrioni  co*  Fornelli  »  aiutando  ad  atterrar  le  mura  con  le  Cannona- 
ce  •  Cosi  in  otto  foli  giomi»dal  valore  del  Proueditore  »  e  ^gl*  akri  ooiamandanii 

fùfat- 


7z8  DB  L  L  5    yiTE       ; 

fé  £a^o  Tn*acqui<to  umo  ioopocttottie  prtimi  i  T^ 

oén  comaiodOfC^  molto  vùlc  «  Siicceic  queftofotto  allt  17.  di  Mano  ddF  jqm^ 

lupetto  i6ii.nsì  celiale  iiKNÌraiuidetx>ftrf  lorornaa  ctfKiiUQtifaklac^  e  dacettfo- 

fttiti  «  De  Tarchine  pcnronain  buon  numero»  reftandoae  molti  prtfi  ddUaati^ 

poialRcmo. 

Ritiratifi in  Marci  Vincitori  1  mentir  la  Citte  ardeua  »  e  ditocaua  dx  tntte  le 
|iartt  viddero  in  vna  vicina  Montagna  il  Bcglìerbei  della  Grecia»  che  con  £ci  milù 
perfone»  ftaua  anch^egli  mirando  llnocndio  • 

£ra  in  qucfto  mentre  arnoato  nell'Arcipelago  il  Capitan  Gencn^  Fofcattni»  e 
proueduto  ali*^ occorrere  di  Candia  »  haueafpeditopAte  deU*  Annata  a  Cttrdi- 
nclU»  fermandofi  egli  coUimancote  i  S.Gioigio  di  Schiro»  meditando  di  far  quii* 
die  fcgnalataJmprefa  in  feruicio  della  Repuolica  »  e  di  tutta  la  Chriftianid  :  mi. 
aìÒTaliia  da  febbre  malignasi  in  pochi  giorni  refe  lo  fpititQ  i  Dia  aBe  bocche 
d'Andro. 

Mortoil  Pròcurator  %  e  GeneraHlOmo  Fofcarìni  >li  fu  fuftituieo  Lorenzo  Mat*'-^, 
ceUo»Sraatoix  digiraovirtib  e  valóre»  coo^mtaro  fui  Mare»  e  che  s'era  tronatoiti 
tanti  combat3timenti)^eiatanteimprefcgrandiiripottandonfifemprcgfan  lodi» 

iTSraii  Turco  fattoGeneralc  della  fiiaArmau  ZamaiiMuftafiBafsa»lo  (jmtè 
lerfo  k  bocche  de  I^ardaneUi  »  con  fcfiàiita  GUIce  fottiliiotco  Maoo^^ 
da  euen:a«e  Teffiinca  Galeotte  ^ 

Si  trouana  i.<|aeUe  bocche  it  Capitan  ódk  Naui  LaaaraMoofin^  %iltemtdù: 
Tkrchj»  coi^octo  Galee  fottili»  due  Galeazze»  e  trenu  Naui  •. 

Il  Bafsi  Generale  »iK>n  (limando  T Armata  Veneta  »  pcrrttrooacfi  e^i  tanto  ìik 
periore>di  Legni»  di  Gentcì^diforxesfpinfefoori  latuàichefà  fubitoiQuefttta.  dà. 
ooa^»cipatanfiQcorrag«iO)d)e^dopò^C  di  fienc^aoèAtoaicotOrteCbanoiioi 

Le^i  Turch^fchi  sbandati  iadiuerfe  pacti»rcftando.nottt  diquei  VafiÈlti  »  ^ 
dathS»  inceodiari>tte  altri  fiirono  prea  da  noftri  cot»  vnftMaona  ».dae  Vaffdli 
Cora  fì^ruppewà  tcrraie  vm  Galea  rimafe  incendiata  ^ 

Oltre  alla  perditade  Legni  Ridetti  vi  rimafem>da  Cd.  centadi  hMQ»fattilckiaii: 

da  noéin  perferiiicf  al  t«fM»^  ooadoiCapitinidi  Siìkaw 
Na^lii:2dKbQQ8iinatail  Capiua  Carìioo .. 

AcquJtbfoiMKti  pioti  Veneti daceato  peszi  di  CtnooDe-».  hi  m^^gibc  parto* 
di  Bronzo. 

It  damiQ  dell'Armata  VeMCa»fìàta  petdka.di  va  VaflfettQbLkmottedTcentadB^ 
qiiactta  foldati  m  orcasCoaalttetantLfenti .. 

Li  tre  Vagelli  prcfi»6irooomandati  iaCandia»e  di  làa  Venetia  «. 

Quefta.  Vircorùt  fi  ottenne  li  a  X  •  Gitano  1 65  5;^. 

Il  Prouedttot  Morefini»fucceiIe  ad!  Andcea^Comacoiinelht^carkadi  Geimmle^ 
del  Regno  dt  Candia  «. 

Alti  as>  Gennaro»  (à  decu  laprima  ìdtffà  da  GietRaooeko  Mbcefini  Patriar- 
cba^taChtefànuooa  sfondata  daLpobtico»  fu  tefondamenre  nuone  per  r£rt- 
mite  di  S^gofUooiOon  lintecuenro  «1  I>oge»ft  Bxellentf (fimo  CoUcgio . 

Del  1656»  furono  creati  Procuratori  di  Saa Marco  perroiferta  di  venti  »  e  pie 
mUaDuotiper  vno»  Nicold  Veniero  »^lmorò  Pilani  »eGiulio  Gioftìniaf»  • 

Si  a^cgaroQO  ancora  aUe(  Famiglie  Nobili  Patrìtie  »  per  rcfibitione  dì  cton- 
ie niUa  Dutttkocnefopra .. 

Del 


DE  PWKClPr  LIE  XIII;         ji^ 

tHlt6$$.hàiM.GiosQO.  GAtoidyeFrsceinAftgsnaicoa  loto  tì^Miy  e  de- 

fceodenri» 
Adi  i4»Sctteinft)»  n  Marchrfe  Giacomo  Franccfco  Mark  AriberticM 

Tuoi  figlioli)  e  defcendcnti  % 
J}cU6$^.  KiituMxno.  Girolafìw  2oik> >  e  Nanm  con  figlioli  >  e  defcen- 

denti»  ^ 

Vifl*e  auefto  prudente»  e  faggio  Prencipe  anno  vno  »  mefe  vno>  e  giorni  tre  »  eli 
ttori  il  m  rltimod' Aprile  t6s6.  e  fa  Tepolto  in  S.  Buona  ventura  » 

FRANCESCO    CORNALO    DOGE    C^ 

ANNOitf5<J. 

ALIi  i7«  Maggio  B  creato  Doge  Francefilo  ComarOfpioye  Religìofo  Senat ope^ 
che  hebbe  il  Padre  >&  il  Suocero  Antonio  PnutiDogi>ilffatdlo  Federico 
Cirdinale»e  Patriarca  di  Venetia>&  hi  il  figliolo  V efcotio  di  Padona  • 

La  folennitd»  e  cerimonia  di  fpoliare  il  Mare»  cheli  douea  fare  li  ^$»  dett^gìor^ 
tto  dcB'Afcenfiofie»  fa  diftrita  alli  i8*giomo  di  Domenica . 

Sparirono  le  fperanze  vniuerìali  concepire  |>er  Mettione  di  tanto  Prencipe  l 
poiché  in  capo  i  giorni  venti  »  refei'anima  al  Dio>in  età  d'anni  71,  Fu  fepolto  nella 
eh 


;hie(a  de  Padri  teatini  in  nobile  fepolcro>da  vn  lato  del  fuo  Altarc^dirincootro  A 
iiudiodd  Padre. 

r 

BERTVCCI    VALIERO    DOGE    CI. 

ANNO    \6^6. 

DI  common  confenfo  de  gP  Elettori  »  entrò  in  Sede  Bertncci  Vallerò  il  di  i  ^  di 
.  Giugno  con  fbnuna  confolationedeHaCitti  >  benché  foffisop^eflòda  Fcb^ 
forcic  tormentato  daSa  Gotta»il  checagionòychetion  fi^faccflé  le  fobteccriomMi 
fé  non  alli  i  o.  di  Luglio . 

Era  di  gii  parrico  da  Vcnetìa  %  eletto <jeneraliffimo  del  Maire  ^  Lorenzo  Mar^ 
cellOfCon  numerofa  fquadra  di  ValSelli  ben  Armati  »  con  foldatefca»  munitioni  >  & 
attri  appreftamenti»  feguito  poi  da  Marco  Bembo  >  eletto  anciiT  ^i  Capitan  dello 
Naui  >  in  luogo  di  Lazaro  Moccnìgo  con  altri  dodici  VaflcUi  Fiamenghi  da^ 
guerra» 

Dopò  fcorfa  fiera  borafca»  fi  portò  il  General  Marcello  in  Candia»doue  aportò 
jncrecibiìe  confolatione»  e  i  gl^bitanti  »  &  alle  foldatefcci  per  il  valore»  die  cono* 
fceuano  in  lui  efpriuKntato  in  tante  occafioni  • 

'  In  Conftantinopoli  fi  vniua  vn'armata  formidabile»&  ofltre  a  quelbuenino  cbia« 
mati  dalla  Porta  i  Legni  di  Barberiaidi  Egittojc  d^altre  parti»  per  vnirfi  alle  Gtflet 
de  Bey»e  fpallegsiare  Tarmata»  ch'era  per  vfcire  da  i  Dardanelli  • 

Si  era  kuato  di  Candia  il  General  Marcello»  e  fcorfo  neir  Arcipelago  »  s*incon« 
tr  ò  i  Tiro  con  Lazaro  Mocenigo  »  che  terminata  la  fua  carica  di  Capitano  deller  ^ 
Naui»andauaper  raflcgnartaal  Tuo  fucceflbre  Marco  Bembo»  che  con  i  dodid 
Vaflelli  predetti»  fopra  i  quali  vi  era  anco  il  Prencipe  ^\  Parma  »  Orario  Farnefe  » 
era  giil  iocaminato  a  quella  parte  • 

Racco* 


.'  |Uca>la  t^tal^finafA  in  Afi4it)>  il  Generale  s'inc^  iconU  fottSe  varfei 
Caftellif  tenendo  il  camino  luogo  le  cof^e  delia  Macedonia»  &  il  Capitan  deUo 
Mani  eoo  lagroi&iper  l'iftefiò  luogoi  mi  per  I'alco<Ìc|la  Marina.  LasiroMoceoi- 
£o  fi  fermò  (opra  qoefta  come  Veotnriere . 

.;  Gionfe  adonque  l'iinriata  tutta  i  t).  di  Maggio  jille  bo^ch?  minoi^ipfii  di  04; 
Galep  fottiliifette  Galeazze!  e  28.  Naui  armate  >  e  vi  (lette  per  il  fpatiodi  vn  me* 
(eidcfiderofo  il  Capitan  Generale  Marcello  di  combattere  »^  cimeorariis  nel  qual 
tempo  s' vui  fecq  la  fquadra delle  Galee  Malteli  in  numero  di  (ecte^  coottodate  dai 
Priore  della  Rocella  • 
L'armata  Turcbefclui  confidena  di  zS.Naui  grofle»^.  Galee  fottili  1  comptcL 

feui  le  22.  de  Bev»e  none  Maone»  fi  fpinfero  i  Dardanelli  a  23 •  Giugno  >  rillàluti  di 
combattere,  e  a  vfcirnc . 

Per  felicitar  l' vfcita,  piancorono  i  Barbari  due  batterie ,  1  Vna  dirìnipctroalhuj 
Minta  de  Qarbieri  »  nella  parte  della  Natòlia»  e  I*akra  dalla  parte  detta  Giodatcpii 
lequali  principiomoa  trauagliar  l'armau  Veueq^iper  farla  allargarci&ìiauet^ 
fi  maggior  adlito  d'rfcire .  /  ^ 

Al\n6.  le  Naue  nemiche»  veoiuano  veleggiando  verfo  le  Venete»  che  vifledal 
Capiun  Generale  »  pofe  in  ordinanza  le  galee  »  e  galeazze  »  auanzandofi  con  eflbi 
verfo  lo  (Iretto  doue  (laiunele  Noilre  Naui  »  le  quali  fuperate  le  difficultà^eUbu 
correntia  deiracqua»e  la  contrarietà  del  ventoicominciomo  i  bcrfagliar  le  Nemi- 
cbe^cominciò  Tarmata  Ottomana  a  temere»  difponendofi  aila  (uga^mà  àicaizaca 
dalla  no(lra»e  fpeciahnente  da  Va(rclli»  e  galeazze  »  come  anco  djù  Capitan  Ccocr 
rale>clìe  fi  teneiu  fontano  »per  prender  vantaggio  fopra  le  gake»che  àiggiuano 
fenza  riguardo  di  troua,rfi  (otto  i  tiri  del  Caftdjo  • 

II  Capitan  delle  Naui  Bembo  »  tagliate  le  gomene»  fi  moflTe»  e  s'inoltrò  control 
iK|DÌco .  Lazaro  Mocenigo  »  che  conduceua  la  Sultana  Publica  »  ritrouando/i  nd 
fito  più  auanzato  de  gl'altri  »  fu  anco  il  primo  ad'  internarfi  nel  corpo  della  batta- 
a|ia»chiudendo  il  paflo  alle  Galee  fottiii  Turchefcfae»  cheprocurauano  di  fottrarfi 
dal  combattere»con  la  fuga  :  Onde  reftomp  tutte  impegnate  »  eccettuate  quattor- 
dkiftche  fc^e  col  Capitan  Ba(sd  fi  ricourorono  entro»  &  al  coperto  de  Cd/le/7i»  fcj 
bene  anch'etfe  mal  trattate.  Entrato  il  Mocenigo  con  rifTqluto  valore  nell'Armata 
nemica  la  pofe  in  confiilione»  e  difordine»  e  toltogli  il  fcampoila  neceffitò  al 
combattere.  . 

.  Fu  dunque  attaccata  da  ogni  parte  •  Comandaua  il  Corno  defiro  il  Capitan. di 
Golfo  Antonio  Barbaro .  Il  fìniftro  era  diretto  da  Pietro  Contarini  »  Il  corpo  à' 
mezzo  lo  tenca  il  Capitan  Generale  »  col  Proueditor  deli'  Armata  Barbaro  Ba« 
doer  »  con  la  fquadra  di  Malta  »  le  Naui»  e  con  le  Galeazze  »  Capitan  di  efse  Ifeppo 
Morefini . 

Dato  principio  al  combattimento»  feguì  vn  fanguinofo  »  e  fiero  conflitto»  cho 
riufci  tanto  più  terribile»quanto»  che  i  Turchi  impediti  di  ritirarfi  à  terra»  conuen« 
nero  combattere  difperatamcnte  • 

Il  Capitan  Generale  »  auanzatofi  ne  maggiori  pericoli»dal  cui  efempio  tutti  gf- 
altri  prendcuano  maggior  vigore  »  e  corraggio,  fupcrò  con  la  fuaGale^vna  graffa 
Sultana  >  e  mentre  attendeua  à  fupcrarne  vii'alrra  >  colto  da  vn  tiro  di  Cannone  in 
vn  fianco  »  rcftò  eflinto  >  nel  punto  di  dar  Tvlcima  mano  alla  più  memorabile  Vit- 
toria» che  s' vdilTe  già  mai  »  e  con  cflb  morirono  altri  quattro  ancora»trà  quali  Ni» 
colò  da  Mcto . 

Motto 


DE  PRlMGlPFLlB.  Xllì.  731 

Mòrtail  Capitan  Generile»  fu  da  Zuanne  Marcello  ftio  Luogotenente  %  Sci  cai 
fp^ò  l'anima  in  bràccio  »  tenuta  occulta  la  Tua  morte  >  per  non  poner  in  confufìone 
4'Armata  »  auuifamio  folo  quietamente  il  Proueditor  dell*  Armata  Barbaro  Bd* 
ck>eri  il  quale  montato  fubito  fopra  la  GàleaCencraliria  >  continuò  ladirettà>ne» 
e  TArmata  il  con>battimento>in  manienifche  prima  della  fera  di  ouei  giomo>fen>- 
pre  memorabile  li  confeguì  piena>c  gloriofiffima  Vittoriaireftando  abbaftutatut* 
ta  r  Armata  Ottomana  • 

La  notte  fumo  fatti  ardere  da  noArì  molti  Legni  de  nemici  >  che  dopò  combat*  " 
cntiihauendo  datro  i  terra  fuggendo  » 

La  mattina  feguente  »  akune  Nani  nemiche  »  die  continuaaano  ancora  nelf  o* 
fiinatione  del  combattere  »  furono  tutte  prefe  9  e  foggettate  >  e  moflrando  la  €a* 
pìtanapiiì dell'altre  coda nza  nel  re(iflere>  ne  potendo  efler  abbordata  per  ri- 
trouaru  tri  quelle  >  eh' erano  inueftite  d  terra  »fu  berfagliata  dal  Capitan  delle^ 
Naui  Bembo  col  Cannone  9  in  maniera  »  che  li  conuenne  reftar  anch*  dia  preda  de 
Vincitori . 

Fuggirono  fole  quattordici  Galee  col  Capitan  Bafsiitrd  le  quali  quattro  de  Bef 
ne  qoefte  fi  farebbono  faluate  >  fé  non  fuccedcua  la  morte  deli'  inuito  Generalo  » 
cfae  accortofi  della  principiata  fuga  »  voleua  actrauerlarie  per  cimentarficol  Ca« 
pitan  Bafsà . 

L'altre  f  t.  Galee  BeHiere  »  reOomo  in  potere  de  Veneti  •  Il  reftante  tutto  dell*- 
Atmata  nemica  fu  disfatto^  &  incendiato»  eccettuati  aJcuni  Legni  dV^i  qualiti 
conferuati  per  memoriale  teftitnoniodi  cosi  fegnalata  Vittoria>&  vndici  n{x>rta*' 
ti  da  Malteii  • 

'  La  feradel  fecondo  giomo%  perche  erano  rtmafte  in  eifere  akuneCalee  Tur- 
chefcbe  pia  vicine  al  Cfaftello  della  Natolia»fU  ifpedito  Zuanne  Marcello  i  toglier- 
ne vna  d  rìmurchio  »  e  condurla  all'  Armata  3  come  fece  i  e  poi  il  Capitandi  Golfo 
Antonio  Barbaro  pafsc  ad  incendiare  tutte  l'altre  • 

Nel  combattimento  s*abbruggiomo  tre  Naui  dell*  Armata  Veneta  >  cioè  la  Po- 
blica  Sultana  >  doue  era  Lazaro  Mocenigo  ;  vna  OlandefeGouematà  da  Vincenzo 
QQerini»e  l'Arma  di  Nafat)  Gouemata  da  Fauftin  da  Rina  $  oppre(fe  dal  fuoco  de 
Nemicii  cadutegli  fopra»mentre  ardeuano  «      ^ 

Furono  liberati  intorno  i  cinque  milla  Schiaui  Chriftiani  »  che  ftauano  ìtu 
Catena  »  feruendo  i  Turchi  >  al  remo»e  fpeciahnente  nelle  Galee  Bellier^e  qua* 
li  erano  rinforsate  • 

DeTuftrhimordèimpoffibilefapeme  itnpmero;  ma  da  cadaueri  veduti  nel 
mare»  da  potuti  alle  riue  dalla  Correntia  »  e  da  i  tranfportatt  alla  punta  di  Troia  » 
fono  innumerabili  • 
De  Chriftianisfct  morti^  feriti»  ne  reftomo  da  trecento  in  circa . 
Tutti  quelli  »  chcr  fi  trouomo  in  quello  terribile  conflitto  tutti  li  fegnalomo» 
cooibattendp  per  la  Fede»per  la  Patria  »e  per  la  gloria  • 

La  (quadra  Makefe  combattè  con  quel  valore  proprio  alla  IUma»e  concetto  di 
queiCaualieri. 

fi  Prencipe  Oratio  di  Parma»in  qucAo  belliffimo  fattOKon  il  fuo  valore  fuperò 
rxfpettatione»benchcgrande»efponendofi  intrepido^  ne  maggiori  pericoli* 

HI  General  del  sbarco  Borri  »  che  era  nella  Galeazza  di  Marco  da  Rina  >  tenen- 
do appreffo  di  lui  vn  fqo  figliuolo  adempì  tutte  le  parti  di  eccellente  >&  efperto 
Capitano.   * 

Aaa  Li 


j$i  DELL  B    VJT8 

V 

ridi  Nmm^c  fi  trouomo  nel  combnttipsenrp  fonp  li  fcgapotì  ^ 
LoMmio  Marcello  empietà  G«nenti  dell' Armaci»  i  «ho  i|ioi&  per  tt^n  mBoat  9 

jsakma  parte  >  di  qtid  debito  #  che  era  cmoco  per  U  Fede  »  ^  per  b^.  ftnur  aK* 

la  Parria  • 
;  BarbacQ  Badoer  Proucditor  dall'  AnnAOl)  che  Aibiotrò  dir«ttor  di  e^  dopd  j« 

morte  del  Generaliffìmo  • 
Ifeppo  Morefini  Capitan  delle  Galeazze»  che  inferi  gran  danni  à  Tardù» 
Antonio  Barbaro  Capitan  di  GoIfo>  che  nel  priacipio  d^Ha  Battaglia  $  comMt 

dando  il  Como  deftro  aeirArmata»n  fpicò  corraggioramente  contro  il  muùcoA- 

ccndo  gran  firagge  di  quei  Barbari  p 
Li  Gouematori  i  ordinari)  1  &  eftraordinan)  delle  Qaleazae  ?  che  feceio  proue 

mirabili  nel  combattimento  »  furono 

Aluifo  Porcari»  At^onio Friuli» Marco  K^iua »3^An AIui(«  Bat(«gia>Ciico0io 

Loredan  • 

Zuanne  Marcello  Luogotenente  del  Ca^an  C^nerak , 

LiGouematori  di  Galee  fonili»  i  nomide  quali  viueram  ftenmmeiicc perii 
prodcaze  loro  »  dimoftrate  contro  ma  Armata  potentiÉmib  df  HcriSSm  noti» 
nemici 

Piero  Contarini  »  che  comandò  il  corpo  (miftro  deli'  Anvutta  »  M*  Antonio  Pa- 
fquàligQ»  Piero  Q^iprini  »  Giacomo  SemtM:olo  >  Diom'fio  PiTam  1  Zorai  4e  Meaot 
Zuanne  VenieriNicolò  Mua»B0>  Nicolò  Calergi»  Aurelio  ipngo^lodopicpBa^ 
Giacomo  Polani»  Francefcode  Mezo  »  Piero  Barozzi  »  Zorzi  McngatiO»  FraiicefcQ 
Vizzamano»  Anzolo  Muazzo»  Tomafa  Fnulclloi  Alcflandro  Danooloiche  reftò  k* 
rito  in  vn  braccio.Z.  Giacomo  Quertni  »  Girolamo  Pefaro»  Luigi  FoCcarim  »  N<h 
bile  nella  Galeazza  de  ]feppo  Morofini  »  Guglielmo  Au(^adco  Sopracomito  de^ 
Galea  Triuifana  • 

Nobili  (bpra  le  Cale^ 

Nicolò  de  Mezo»  che  reftò morto  topra  la  Galea  del  Generale^  Z,  Antonio 
Maaazo  giouinetto  di  anni  13.  Andrea  Mua»o  d'anni  1  a. Domenico  Antonio  Se«i 
mitecolo>che  reOò  ferito.  Marco  Zonu  Fofcarini  Venturicr.  Pietro  Gotti  Nobile 
del  Prouoditor  d'Armata  • 

Do  Vaflelli 

Marco  Bembo  »  Capitan  delle  Naui  »  che  ftì  il  primo  i  berfagliar  l'Armata  K-* 
mica  con  le  cannonate  »  e  che  poi  tagliata  la  Gomena  >  s'inokraiTe  in  efia-  facendo 
gran  ftra^ge  de  Turchi  • 

Zorzi  Contarini  AlmiranteyGirolamo  Malipiero  Patrona  vno  d^  piimi  ancb'f* 
gli  che  principiano  a  infeftarl^ArmataTurcbefca  con  k  Cannonate  •  LajiaroMo- 
ocnigo  Venturìeret  che  fpintofi  con  la  Publica  Sultana  nel  pili  fc!to  delf  Armata^ 
Ottomana>impedi  lo  fcampo  alte  Galee  nemiche»doue  nell'ardore  df  1  combatta* 
re»reAò  ferito  di  Mofchettata  in  y n^occhio  »  del  quale  ne  reflò  di  fobite  pduo  » 

Fu  grande  il  valore  de  gli  (jouematori  delle  Naui  »  cioè  di  Z.  Andirèa  Qn^sadiQ» 
di  Bernardo  Bragadin  vno  de  primi»  che  attaccale  il  nemico  »  di  Nicolò  Don^itdi 
Agoftin  MarceVo»e  di  Vicenio  Qiierini  • 

Si  portoroo  anco  valoroOunente  li  Nobili  in  Armata  »  e  i  V  V»  Gonctaatoride 
Va0slli»ch«  furono. 

Girolamo  Loredan»  Marco  Barbarìgo»  Nicolò  Zane»  Zan  Corner  • 

Fauftin 


DE  f  RINCIPI  LIB.  Klll         723 

Htiltìa  Rina»  Zùttà  Zaocarcd  >  Frtncefco  Bafadòoi  »  Fiaocefieo  ?ìbm  Bernard 
ém  VmuMnoy  Prantefco  (^erioi  >  Ak^uidto  Zane  « 

Il  primo  giorno  d'Agollogiunre  in  Venctia  HnuicoLaiarùMocenigo  fopnL# 
^na  Mìe  Galee  acooiftace  >  che  fè  la  Capitana  di  Rodii  ftrafcinando  nèir  Acqiia^ 
fAOlce  Bandicre^e  ftendardi  de  Nemici>  dando  fi^no  con  rqilicati  tiri  di  cannone» 
della  Virtoria»  &  datto  conto  diftinto  al  Doge  t  &  i  Padri  del  felice  fucceflò  >  fil 
fifteflatera  creacoCaoaiiere  dalSenatdielaaianinlfeguentc»  fa  nel  Maggior 
CoafegUo  eletto  Capitan  Generale  da  Mar  ta  luogo  del  Defonto  Lorenzo 
MarceHo. 

Vdita  còsi  lieta  nuooayfarono  dal  D<^e  Senato  refe  homiHflime  gratie  a  Dioi 
ordinate  procefliont^tte  motte  etemoune  a  gli  fpedaUie  altri  luochi  pi) . 

La  Citti  tutta  effiifa  In  allegreraa  ineflimabilet  foiennizò  oer  molti  giorni  qoe^ 
fla  Vittoria  con  fuochi»  con  apparatile  rapprefcntationi  nelle  (tabliche  ftradet  to* 
fiendoG  chìufek  Bottege  « 

Fii  determinatoda  Padri  di  vietare  folennemente  li  Chtefa  de  SS.  Giooanni  >e 
Paolo»  de  Padri  Dominictni»  per  eflerfi  ottenuta  vna  tanta  Victoria»il  |pomo  dtU 
ià  feftiuid  di  efl!  Santi»che  vienne  li  2^  Giugno»  andindoui  ogn*  anno  in  tal  eior^ 
od  i)  Doge  con  la  S^ignoria  Ambafciatori  de  Prencipi  »  le  Scuole  grandi  9  ù  Clero 
Regolare»  e  Secolare . 

L^ifteflò  Lazaro  Mocenigo  nel  Venir  a  Venetia  con  la  Galea  fudetta  incontrar^ 
cofi  H)  vn  Vafiello  Barbareico»lo  prefe  carico  di  ricche  merci»e  contanti  per  il  vai- 
fente  di  trecento  milla  Ducati . 

N«l  Gotfò»e  ne  Mari  delTAlbam'àiCorreggf  auano  diuerre  FuOe  Barbarefche»  in- 
feftando  }anatngatione»e  predfidc^mi  dalle  Barche  Armate  Venete  prefe  la  mag* 
gìor  parte  di  effe»  (i  relHtul  la  quiete»e  la  fìcùttiiSL  i  quei  loo^hi  • 

Dopò  la  Vittorìifi  comandanti  dell'  Armata  Vitroriofa  Veneta»  penfarono  ali* 
atouiito  ddtaiedo^che  per eflere  folò  tS.miglia  lontano  dalle  Bocne  de  Darda- 
Acliiyvetiendo  in  poter  de  Veneti»(i  poteuiicoltenerui  ?n  Corpo  di  Armata  impe- 
dire facihnente  ogni  foccorfo  per  mare  i  Conftantinopoli . 

Tenuta  adunqite  da  effi  la  Con(uÌta  di  guerra  »  fa  deliberata  rimprefa  »  e  datto 
pnndplo  ali*  ekcutione;  fecero  perciò  Vn'abbondantepfòttffìone  di  fafdne  »  e  di 
facchi  di  terrafper  formar  le  trindere»tafciarono  i  Dardanelli  6.  Naui»  a.  Gakaz- 
ze»e  4.  Galee  Cortili  per  ricuperare  PArtigtierift  delle  Naui  Venete  incendiate  »  e 
delie  Nemiche  ancora»e  per  impedire  i  focc^rfi»  chi  tentafleto  di  porttt  i  Tiurchi 
ali* I fola  del  Tenedo»  mentre  veniua  aflalita  • 

Pcnxemta  l'Armata  a  cindue  di  Lnglio  i  ?i(la  del  Tenidó  »  il  General  Borri  co- 
mandò il  sbarco  all'Armata  lottile;  ma  refpinta  con  eran  empito  da  Turchi»  fi  pò- 
fé  in  qualche  conftf  (ione  1  il  che  teduto  dal  Signor  di  V il]a}ta>al  quale  era  raccom- 
mandata  la  condotta  della  Canalleria»  Ù  cacctd  valorofamente  trsl  nemici»  apren* 
do  col foo  efempiò  la  flrada  à  gfalrri  di  fegtH taVIc^ . 

ICaoalliTurchefcbi  fi  poferoin  fug^a^e  la  infanteriaithemoftranadi  far  tefta  « 
veduta  la  Veneta  ben  ordinata»  &  inanimita  dal  Bórri»  che  andana  ad'inueftirla»  (ì 
ritirò  anch'eflìi  fu^^gendo  fb^o  al  calore  della  Portela  $  doue  fi  pofero  in  difefa  » 
afflcm'ati^ncora  da  tu  grandiflìmo  Trfncierone . 

Noiklimeno  intimoriti  i  Turchi  dal  veder  la  brana  rifblncioue  de  Veneti  »  e  dal 
sbarco»che  del  continuo  fi  faceua  dalle  Naui  di  nuoue  foldatcfchc  abbandonaro- 
no riloraiM  <)Ml  (KrflOie  fi  titiMTOfK)  ttella  ÌH»fte^ 

Aaa   a      lùque- 


^9 


ltì€fic^oprìmi>ìn€ontrOfhdhcìlBomrrAì^  alM» 

d2tiix>fche  di  abbraciarìi  U  pellf  f  8c  U  Sig^ 
oosoon  poco  akro  ctanoo  de  Veneti  » 

La  medefimafera  fece  il  Borrì  pocieriQ  terra  octoCamioiifiche  la  notte  Anodo 
poi  pianuti  nd  Borgo^dando  pnndpio ad ercauaroiine  9 ordinando  di ptà-  cbcj 
£;>lSm  po(U  altri  dodìd  Cai^ 

Ili  di  ordine  del  Ptoaeditor  Ganerale  dell*  Armata.  Baiiiaro  Badoer  tttttii  Seura'- 
ataittiicGoaematori  delle<AaloefCoale  loco  Ciurme . 

Vtfaltraliaoeria  di  otto  Caoooni  $  piantò  al  pofto  de  Molini  >  fioendodd  cofr* 
Kinao  gettar  nella  Fòrtezaa  deUe  Bombe  »  principiandodalle  due  horetkUa  nocre 
delli  vndeci  (bdetto  (ino  alla  mattina  (ulleguente>vna  delle  qpiali  Bombe^^arriiaa* 
danel  luogo  doue  i  Turchi  teiieuano  la  poluere>b  mandàin  aria»coQ  vcci&TQe  di 
molrì  di  quei  Barbari . 

Erano  oerfagliate  inceflàntemente  le  mura  della  Fortewa  da^tuttele  batterie 
con  ordine  mirabile:  onde  iTurchi  intimoriri  >  ppopófero  la  refafChe  fa  accordau 
faille  k  riteyche  non  potcfle  aloino  poctas  feco»  che  rn  yeftito^Sc  il  BaG^  ^ 
aieri»e  fbflero  tucri  condetti  in  terra  ferma  » 

Ucbe ftabilitOimandòilBorrìducReKinientfFrancefidelCaaalierde  Ro&» 
e  del  Colonncdlo  Labanda  i  per  rìceuere  ilpofleflro  della  Porta  della  Fortena  la^ 
medefima  fera .  Et  datto  parce  al  Proueditor  Generale  dell*  opperacd  »  mandò  di 
fiibitotre  AriHi  delle  Galee  Turchefche  »  auansati  dalla  hattagtia  per  coadurre 
quella  gente  in  terra  ferma  • 

Vfcirono  adunque  i  Turchi  dalla  Fortezza  la  matttnafegoente  jnnumcto  tti 
cinquecento  tutta  bdlagenteye  da  trecento  dbnne»riceuuti  tutti  congtand*buma« 
mi  dal  General  Borri>edatu  i  lorocosihuomini  come  donne  ▼na.lautiffima 


lationc  (òtto  al  fuo  padiglione»  Volfe  anca  il  medefimo  Borri  accompagnar  i  Ca* 
uallail  Bafsi  fino  alVimbarco>acdoche  non  veniflè  oflfefo  da  foldati .  E^  eflò  Ba^ 


sa  Cognato  dlbrainoi  gran  Sigporei.e  coaeflb  ti  ecano  quattro  altri  Capi  di 
conto.  * 

Il  Ba&l  adolerato>noo  Tolfe  aflaggiar  co(a  alcuna  >pfangendo  continoamenre  » 

Prima  deirimbarco  fii  condotto  a  riuerir  il  Proueditor  Cjenerale>il  quale  gli  ^^ 
feyche  fi  confolaàejcflènde  quefti  e&ttì  della  goernurifooie  ilBafsitche  qucm  fua» 
difgratia  noi>«ra  fbitto  della  gueiTa;md  effetto  della  riltixie  fuoi  foldati»  die  fhir- 
neùano  violentato  1  renderii&nche  gChaueOero  psomedb>e  giurato  di  d^eoder- 
fi  (ino  alla  morte. 

Se  bene  raccordo  delta  reiaiìoapermetteua  ài  vinti  di  portar  feco  >  die  vn*abi- 
to  folo>tuttauia  rhumanitddd  Borri  »  gli  ne  lafdò  portase»  e  due^e  tic  Tviio  fopnt 
hiltro.  Concefle  ancora  v»  Cauallo  àtutri  i  comandanti»  acdApotdOeco  predica- 
re per  la  Turchia  la  benigniti»e  bontd  de  Chriftiani  • 

Condotti  coftoro  in  terra  fermatiti  inalborato  sii  la FotteKa  Joftendvdo  diS». 
Marco  » eCaluratocon  tre  tiri  dal  Cannone  dell'  Armau# e  deUe  muc»»  jf^endo 
l^atie  i  Dio  di  quella  feconda  Vittoria  • 

Ndprimo»  e  lecondo  recinto  delhi  Fortcsza  fiirono  trouatf  cinquanta  veni  di 
caniK)ne  la  maggior  parte  di  bronzo  »  quantità  di  riucri»  e  munitioni  »  che  tofieme 
con  ma  Saica  carica  di  rifi>ch*era  nd  porto»  vennero  diuife  fri  la  piaiza»e 
P  Armata .. 

Fortifiau  da  CommandanriVeocti  eccdlcntemcntela£<vtczzaf  e  Bor^  »  yi. 


DETRINGIP1  Lia^ni: 


W 


4iì£dtraìx)CM  fiifficiwte  preffidìo  >  per  Prooeditor ordliiirìo  .QéMiiim  Contati- 
widi'erx  Alfnkante  in  Annata>&  per  Proueditor  eftraordi  nario»  Giacomo  Um^ 
duo.  Vipofefo  anrara  atcuni  Legni  per  guardia  »  e  per  rkenare  t  Va^cUidi  paf- 

}  MorìioQodenoftninqaefloacqaffto  incom^iirinquanta^tra  qiuitiil  Coloipi- 
nello  Salluftio  Benù  fogge  ero  molto  ftioiato  per  TaIore>e  per  efperteqza . 

Vei^oop  molCo^Qtnmcadati  Fauftin  Riua  Francefco  PiOinif  &  Aleflandro  Za- 
ìieiquali  affifterono  come  veottirieri  in  tuctel'occorrenae^e  ikttioni  ddl'aiTedto»  al 
General  Borri  •  / 

Per  fegiiitar  il  corfo  delle  Vittorie»  il  Proueditor  Generai  Badoer  fi  portò  coiv« 
l'Armata  alla  famo(aI(bla  di  Scalimene  vmoltocelebrata  da  Poeti»  da  Tito  Lhiq'p 
e  d^g^anticbì  Medici>e  4)eGÌalaiente  da  Galeno»  neUibro  9.  delle  racolti  de  Sem- 
plici )  defcnuendo  le  virtn  della  terra  Lennia  >  terra  Stfcra»  e  terra  Sigillata»4el)a^ 
<)uale  è  coperto  vn  Colle  dettadi  Vulcano,  (^efta  terra»  reniua  tenuta  da  Tur- 
chifotto  grancuftodia»e  fatta  in  girelle»  erafuggellau  col  Sigillo  del  Granu 
•Sigiwre  • 

Giunta  rArniata  a  queftlfola»e  (atto  Io  sbafcos'impadronironoi  VeneticonJ 
.  ^anfìicilitàdituttele  fbrtificatiofii«fleriori  deUa  Piazza»  ben  che  guardale  da^ 
-  quattro  mil]a£uiti»e  trecento  Caualii.  Datdfipoid  fulminar  la  Foitezsacoa  fuo- 
chi artificiatijda  quali  fpauentati  i  Difenfori  reurro  anco  la  Fortezza  à  Veneti  1' vl« 
4amo  giorno  d*Agoftoa  patti  di t)aona  guerra  »  vfcendone  fettecento  Turchi  »  che 
furono  condotti  i  Dardanelli.  Nella  quii  Forteszafuionoincrodotthdal  Proue^i- 
tote  cinquooento  Fanti<li  prefidio . 
Fremeuaoo  i  Turchi  in  Conftantinopoli  per  gì*  amiifi  del  disfacimento  della  lor 
.  ::Srand*Armata»per la  perdiu<kl  Tenedomideroflauaoualiaircdiaraqnella Reg- 
gia dalla  parte  del  Mare»e  poi  perla^>cBditaancora<li  Stalimene;eperciòdiuiS- 
•gauano  grand'apparecchi»egKUKlimtnaM;e  per  Mai:e»e  per  terra  per  la  Campa- 
^uventora^ 

In  tanto  parti  da  Venetia  il  nuouo  CapitanGenerafe»  Lazaro  Mocenigo  »  verib 
Leuante  con  molti  Vaflellì  armati  »  foldatefcai  dinaro  »  &  altre  proui(?oni»edendo 
ancopartito  prima  d'elfo  i  quella  vòlta  il  nuouo  Capitan  delle  Galea2ze»Lorenzo 
Renier»inuiandofi  dal  publico  continuamente  in  riniòrzo»e  delle  Piaz^»e  delrAr- 
tnata»e  Iegni»e  gente»e  munitioni»  facendofi  il  mededmo  per  le  piazze  di  Dalma-* 
tia>non  mancando  fl  Proueditor  Generale  di  quella  Prouincia  Antonio  Bernardo» 
indefeflamente  di  affiaere»e  prouedere^  tutti  i  foifogni<on  fortificationi»  &  ripa^ 
ci  per  poter  reGfiere  ad'c^  tentatiuo  de  Turchi . 

Terminata  gloriofamente  la  Campagna  del  i  6k6.  Il  Prendpe  di  Parma  Orario 

Faraefe»era  di  ritomo  à  Venetia  »  quando  opprew)  da  dolori  Collici  »  e  da  febbre 

maligna  »Tefe  in  breui  giorni  f  anima  al  fuo  Creatore  nel  fiore  de  gf  anni  (uoi  »  e 

x]nando  fi  fperaua  di  veder  altri  eflEctti  del  fuogran  valore»  e  deUa  fua  indole  gene- 

.>r9fa»e  guerriera. 

Dalla  confulu  di  Mare»  fi)  inuiato  il  Marchefe  Borri  General  del  sbarco  ^d' in* 
contrar  il  Capitan  Generale  Mocenigo»e  conferir  con  elio  vn'.intraprefa  d'vn*  Ifo- 
la  importante  nell'Arcipelago  ;  montaro  perciò  fopravnVaffcllo  da  guerra  con 
vna  Nane  coferua  vclcg^  vcr^  il  porto  de  Ccrui»doaclfi  trai  tcneua  vn'altrp  <jrOf- 
fo  Vaflcllopcr  vmrfi  con  quello>c  andar  di  ccnfcrua  al  Zantermi  arriiiato  ai  I^orto 
non  trouò  il  Vaflello»  e  la  Nane  confcrua  negò  di  fcguitarlo  fola  fcnz'alrro  L^;no. 
^'   ^      :  Aaa    3        Parti 


>. 


75^ 


DILLE    VI  TE 


parriodtmqat  Mo»  e  iooocicnd  cioc^ 
batterti  dopò  laogo  coiitrafh))^  fottonuTe  l'AImi^^ 
4famdo  feriCD  il  Maixfaefe  in  rna  Co(aa>  e  beii^^ 

ncmicfaeiprefc  rìfolutiooe  di  kuarfi  da  quclHmpacciojC  pcrcbtìbKnuf^erstéar 
4Kireuofe>fpicgò  le  velie  rerfoCocib  >doue  (ìnràtatoiQ  pochi  giotoi  perla  &ma 
morhlafciaodo  etema  memoria  del  (bo  valore . 

L'Armata  Veneta  fì  diuìfe  fri  il  Tenedo»  MilOiSc  altri  porri  per  focmam  • 

Il  Capitan  Generale»per  la  morte  del  Borri»chiamò  appreflb  dife  in  foo  kiogo  il 
Conte  Odefcallo  Polcenigo^fopraintendente  alk  tre  Ifole»fino  che  dal  Senato  fo(- 
fé  proniftopcr  qndla  Carica . 

G  innto  finalmente  il  medefimo  Capitan  Generale  in  Candia  »  dif^^nana  ££u 
qualche  imprefa  degna  del  fno  valore  :  ma  intefòi  grandi  apparecfai  $  che  dona- 
no i  Turchi  per  la  ricuperatkme  del  Tenedo  >  e  delT  arrìno  de  VaJQTélU  Baibare- 
(chi  nell*  Arcipelago  >  u  nK)(re  anch' egU  i  qndla  volta  ed  nenio  maggioct  ^ 
.Armata  • 

Partiu  adunque  l'Armata  Veneta  de  Sdille  di  19.  Galee  foctilif  e  fei  Gakazxe  1 
bfciate  a  dietro  le  Nani^inteferosche  le  Galee  Turcbefche  >  quali  erano  v£cke  pei* 
ma  dell'ordinario  da  Caftelli  per  non  efler  impeditele  combattute  da  VeDeti»pa^ 
rite  da  Mettelino  >  rinforzate  di  i  o.altre  de  Bey,  fi  tratteneifero  a  Sdo>afpetcuido       ^ 
ùaovà  rinforzi  da  Conftaminopoli  • 

Portatoli  il  Capitan  Generale  con  l'Armata  Cottile  a  Sjcio»  non  vi  trono  leoemi- 
cbetmi  intefe  da  $chiaui>ch'erano  andate  i  Rodi  • 

Trattenendofi  i  Veneti  i  Scio  ad'afpettarle»  s*incontromo  in  al(piante  Saiche  » 
ch'erano  vna  parte  della  Carauatiad'Alèflandriadeftsnata  alle  Smime  per  lotta- 
fporto  i  Conttantinopolif delle  quab  ne  prefero  cinque»  vnareitò  incendiata  9  due 
diedero  i  terra^il  refto  di  effe  fìiggi  col  benefitio  del  vento  • 

Stimando  i  noftri»  per  relarione  d'altri  Schiaui  1  che  l'Armau  nemica  potdio 
eflcr  nel  porto  di  Suazich  >  s*incaminarono  alla  volta  di  Samo  >  prendendo  in  que- 
Ào  viaggio  vn  VafTeUoKh^era  partito  d'Aleflandria  col  carico  medefimo  del* 
Je  Saicne. 

Fecero  ritomo  dScioidouefcopcrti  nouc  Vaffelli  Barbarefchi  della  Coftad- 
Algieriiil  General  Moccnigo  fi  mifc  in  ordine  per  combatterli  ;  difpo/la  adun- 

3LIC  l'ordinanza  dell'Armata  i  fu  affegnato  il  Corno  defiro  al  Proueditor  Barbaro 
adoer.  Elfinifìroal  CommiflarioMichiehenelmczoil  Capitan  Generale^  . 
Le  Galee  erano  diuife  in  tre  fquadre ,  e  per  ogni  fquadra  vi  ftauano  due  Galeazze . 

Attaccata  la  zuffa»  fi  combattè  per  il  fbatio  di  cmque  bore  continue»  con  unto 
ardorc,&  oltinationeichc  finalmente  reftorno  i  Barbarefchi ,  vinti,  e  fuperati . 

Fiì  il  primo  Pietro  Querini ,  cofi  comandato  dal  Generale  i  prender  la  Nauo 
Croce  d'Oro  Fiamengha  »  che  venuta  da  Venetia  carica  di  Bifcotto  >  e  ridottafii 
Tine>  fd  da  mcdcfimi  Barbarefchi  con  inganno  di  Bandiera  Fiamenga  aflioirata  » 
in  finoichc  auucdutofi  il  Capitano  delWngannojinucni  a  terra,  faJuò  le  gentil  e  It^ 
Naue  Tclìò  in  pot^r  di  coftoro>c  riacquiltata  in  qucfio  combatrimcnto. 

Comandò  poi  il  Generale  l'abbordo  à  tutte  le  Galeazze .  Lodouico  Baffo  diret- 
tore della  Galeazza  Capitana  Morefini,  andò  per  Puppa  alla  Naue  AImirante>con 
due  Galee  fotrili ,  cioè  quella  del  CommiflTario  Michicic,  e  di  Giacomo  Polani  »  e 
òenchc  fo/Tcro  da  Turchi  ributtati  due  voltc>teflò  finalmente  vintale  prefala  Na» 
uè  à  viua  fòrza  •  ^ 

L'iileffo 


DE  PRINCIPI  LIB.  XIII-  757 

Llfteffo  (bce  lì  Vkc  Capitano  delle  Galeazze  Loredano  9  infieme  conia  Galea 
di  Girolamo  da  Pefaro  >  di  vn'altra  Nane  >  che  idopò  lungo  contcafto  »  rimafe  ta^ 
poter  de  Veneti . 

Il  Capitan  eftraordinario  delle  Galeazze  »  Lorenzo  Renier  »  andò  ali*  abbordo 
di  altra  Nane  >  infieme  con  la  Galea  di  Nicolò  Zane»  della  quale  ne  fece  valorofa* 
mente  acquifto . 

Il  Capitan  Generale  Mocenieo  combatteua  fieramente  con  la  fua  Galea  la  Ma- 
ne Capitana»  cbe  facea  vigoromEma  refi(lenza>  doue  accorfe  Antonio  Prioli  eoa 
la  fua  Galeazza  a  foftenerlo>e  dopò  vna  oftinatiflima  battaglia»  ierito  in  vna  gam- 
ba il  Comandante  Mehemet  FianKngo  linegatoicbe  il  giorno  fcguente  morì»  ri- 
mafe efla  Nane  Capitana  in  poter  del  Generale  »  fopra  la  quale  fu  pofta  vna  ban- 
diera del  mcdefimo  Capitan  Generale  Moceniso  • 

Dal  Como  deftro  fi  combatteoa  con  eftraordinaria  fierezza  il  Proueditor  dell-: 
Armata  Barbaro  Badoenche  lo  comandaua»fece  dar  i  terra  due  Naui»che  furono 
dal  Nemico  incendiate  • 

Il  Capitan  di  Golfo  Antonio  Barbaro  »  portofianch*  ^i  all'abbordo  di  altra^ 
Naaeivnito  con  Leonardo  Moro»col  loro  valore  la  prefero  • 

£  cofi  di  noue  Vaffelli  Barbarefchi  »  che  fono  terribili  in  guerra  »  quattro  ne  re-it 
fiomo  preti  rial  valor  de  noftrl  »  e  tra  quefti»il  Vaifel  Capitano»  e  TAlmirante  »  vno 
che  fi  trouaua  più  difcofto  de  graltri  col  benefitio  del  vento  fé  ne  fiiggi  »  equattnn 
cbe  diedero  a  terra»  furono  incenétiti  « 

De  noftri  non  peri  alcuno  de  Legni  • 

IjiSchtaùi  fatti  da  Veneti  inquefta  occa6one»Jiirono  molti»  e  fri  efii  Aidia 
Chiaos  inaiato  da  Conftantinopoli  col  dinaro  in  Barbarla  »per  condur  le  dette^ 
Naui  alfemitìo  del  gran  Signore.  MehemetdiBarbarìa  Colonnello  di  Gianiz^ 
zeri  •  CulTain  d'Algieri  Capitano  di  Naue  »&  Capitano  medefimo  delle  Nani  fu-> 
dette»  che  poi  noori  • 

Moki  Chri^àni»ch*erano  fchiaui  di  quei  Barbari  furono  Ifl)erati . 

Il  numero  da  morti  dalla  parte  de  nemici  fiì  grande  »  perche  pochi  fuggirono  à 
nuòtObe  f^er  ciafcheduoa  di  efle  Naui  vi  erano  almeno  cento  cinquanta^loldati»  e 
rienta  Marinari  fchiaui  di  ogni  nat ione . 

I  tnorti  de  Veneti  afcenderono  al  numero  di  cento  diciafette»trd  quali  il  Cdon*» 
lo  Pietro  la  Landa  foggetto  di  efperienza»e  valore  •  I  feriti  trecento»ex}uarantafei# 
hi  quali  il  Capitan  cÌi  Golfo  Antonio  Barbaroiil  Marcello»direttore  della  fua  Ga« 
fca  »  Leonardo  Moro  »  Francefco  Bolani»  Luca  Falier  »  Andrea  Bragadin  »  Antonio 
Loredan  •  Con  Vicenzo  Vando  dipendiato»  &  Oratio  Bartolini  • 

Tutti  gl'altri  ancora»  che  fi  trouomo  in  quefto  gran  conflitto  »  dimoflrarooo 
incomparabile  valore  »  che  furono  »  oltre  a  nominati  di  fopra  >  Francefco  Vizia^ 
mano»Francefco  Mocenigo  Diogotenente  »  e  fratello'del  Capitan  Generale  •  AU 
uife  Doni»  che  come  Venturiere»a(fi(leua  al  medefimo  Generale  fopra  la  fua.^ 
Galea.  Z.  BattiOa  Caccorta  »  con  tutti  gì'  altri  Gouematori  »  e  Sopracomiti  delie 
galee.  Vien  celebrato  ancora  il  Padre  Agoftin  Moro  Domenicano ,  per  cflerfi  fe* 
gnalato  fopra  la  galea  di  Leonardo  Morojrìceuendo  in  teftimonio  delle  generofcf 
lue  attioni»cinquè  grani  ferite .  . 

II  conflitto  fegui  atre  di  Maggio  1^57.  nel  Canal  di  Scio  »  fuggendo  il  cimento 
altre  fei  delhftcfl'c  Naui  »  che  oltre  alle  noue  vinte»erano  per  qualche  miglio  rima- 
fieindietco# 

Aaa    4       Lanuo- 


ysft  DEL  L  E    \r  I  t  B 


"•   ; 


La  nuoua  di  (piefto  celebre  £atttoperaenncdVàiecia  con  CaiccUo  G  tt.  Kfi^ 
gio  fudetto>e  perche  in  quel  ponto  accade  la  oiérce  dd  Gionanm  Barbar^  Pio- 
airator  di  S.Marco>fu  dal  mageior  Con(?glio>ele(to  m  fuo  luc^o^il  primo  àiGiu^ 
gik>>il  fudctco  Capitan  General  da  Mar  Lazaro  Moceniga  :  onde  in  pochi  eiòmi 
j>erco6direfòcr€atoCau^erc»OpicanGeneraledaMar>eProciiraii^  Saor 
Marco  in  premio  della  Tua  virtù»  e  delfuo  valore  • 

Rifarcici  dal  Capitan  Generale  i  danni  riceuutì  ne  Legni  nel  combatciiiicnto 
contro  ìBarbarefchi  determinò  con  la  Confaltad*incomimxlar  quanto  pi&  foOe 
poffibile  Kinimico>e  profegvir  le  Vittorie  • 

Intefo  adunque>clie  i  ScaHa  nuouab  vi  erano  le  Tei  Muii  Barbarefche  fi^sicedtf 
ccKnbattìmeiito»&  che  à  Suaaàch  nell'Anatolia  vi  ftauano  t4.Sa2cfie  dcQa  Canoa- 
na  d'Akflandria  con  la  fcorta  d*  vn*altra  delle  Naui  predette  »  comandai!  Opitao 
Generate  la  mofib  dell' Armau.  A  Suazich  deftinò  il  Prooeditof  Barbato  Bidoer  > 
ecqgli  s'incaminò  aScalla  nuoua  «. 

KutirooodaSdoli  i6.  Maggio  >  &  il  Generale  non  rìtronatri  Vocili i  Stalla 
iBXNUMrke  esano  Ifatti  riAìorcmati  foori  ù  giorno  precedènte  dal  Capìtsir  fiafsi 
con  le  (ne  GaJee  per  fottrarli  da  ogni  pericolo^inuiandoli  a  Rodi  »  rìfolfe  di  pa£be  ^ 
i  Sua2ich)e  vi  giunfc  il  medefimo  giorno  » 

AHa  prima  conwarTsb  i  Turchi  ti  pofero  alla  dìfefa  piantando  due  battane  alle 
ponte  del  porto  •  Coprirono  le  Satche  con  la  Nane  Barbareica  >  fiiceo^  die  qoe* 
fta  con  tutto  il  fianco  infieme  con  il  Cannone  della  Forteaxas  difodcfleto  la  boc* 
ca  del  Ptorto  • 

Volle  itmedtfiiho  Capitan  Geoeiafe^lprezzando  il  perìcoloirìconofcer  iUko  > 
e  la  qualità  della  Fottezza  con  la  pmpria  Galeaidel  cheauuedntifi  iTutehi»  (cat£^ 
carono'tutu  I*  Artiglieria  della  Fortenaidelle  Baturie^e  delia  Nauciiioa  tcftnte 
per&coipite  da  tanti  riri»clie  vn  folo  Galeotto  ». 

U  Capitan  Generale  fpinfe  net  Porto  cinque  Naui»  la  primar»  die  vientrò  tffila 
Prìncipefla  Grande  HenricbCapiuno  di  effii  Nicolò  Gatiche  diede  efiànpo  i 
tutte  l*altr<  • 

NrlEentrar  di  quefte  Naui>  fopragitmfe  il  Proneditor  Bddoaro  con  altrr  VMbiv 
lÌ9C0*quair  entrato  anch'eglit  le  Cjaleazze>e  Galee  fottili»  prefero  la  Nane  d'Atoie* 
ff>e  le  Saiche>ch*erano  iuporto^  fecero  col  cannone  storiar  i  di&nfori  dalle  Bat- 
tàrie>gl*inchiodarooo  i  cannoni;»  li  fcacrìaiono  dal  monte .  Fulmiaau  laforteza» 
conle  Bombe^oflefe  le  fue  battane  dalla  frequenza  denoftri  tÌR>iTurdù  >dopè 
abhindoniu  la  NJiue>le  SaicheJe  battarie  j«  forti  efleriori  >  Aisao  Jkgi ,  cornine 
dante  di  Snazichiperduto  d'animo  abbandoné  anch'ali  tapiaaaa»  foggeodo  daìbk 
fparte  di  terri'ne  luoghi  vidnj  •  Lafciando  in  poter  de  Venetr»  hiCictst»  cbFor* 
tesza .  Acqniflata  nd  prindpio  la  Nane  Barbapefca  »  vi  pofeto  i  noftrì  la  Banditi- 
radi  San  Marco  •  Qyi&fbi  NaueeraFiamenga»  nominata  Anna  M[aria»  che  gii  t* 
Barbardcbi  la  prefero  iCales .  Era  armata  di  quarantacinque  pezsi  di  Canno-^ 
«e  >  oltre  a  &  perìere  £bpra  coperta  •.  Portaua  trecento  buomini  tutti  da  £at- 
iiooc* 

Fa  rkco  ilBotdno  della  Fortcaza»  doue>conie  in  luc^aficuro»  hànetumo  i  Tuc^ 
chi  dalle  Saiche  trarportato  le  cofe  più  pretiofe.  Il  qual  bottìDO  fulafciao»  i  foM»* 
ti^  datta  liberti  alMmuta  di  preclare  i  hcgai  àcquiftati  ». 

in  rutto  il  combattimento^  che  dura  dalprincipio  delgioma  fino  alleai.  Jiora 
non  apponò  danno  dinM>nieato  alTAnnau  ^pocbi  furono  oKNtije  poafai  i  4^^ 


DE  FRmClPI  LIB.  Xllf;  j^ 


fta^oalf  Mollsèdi  Mare  Teoente  Coiotmello  del  Reggimento  di  Caoallarìa  A« 
maaeiific  li  Capitan  FeUce  Panxui  aiutante  del  Generale 

Si  trouaroDO  nella  piazza  25  .pezzi  di  Cannone^e  altri  fei  nelle  Battarie^uttidt 
BronxOfla  maggior  parte  con  l'impronto  di  San  Marco»iui  traf portati  >  dopò  la^: 
caduta  di  Cipro>fi  come  riferirono  quei  paefam .  Molta  polnere>&  altri  appretta* 
menti  da  guerra  w 

f  Fatto  l*acqui(lo  i  fò  d'ordine  del  Capitan  Generale  fatto  volar  iUuc^>  di  dpue 
paititoisHocaifti»^  con  r Armata  rerìo  Scio»  con  penfiero  d'impadronfrfene  :  .Mi 
aunertito>che  i  Turchi  con  poderofiflimp  Eflèrdto  daTerra  %  e  con  numerofa  Ar* 
mtxz  di  Mareienlno  per  tentar  la  Mcnpera  del  Tenedo»  fi  portò  a  quella  voka  *  ri^ 
folirto  d'iimyedirgli  storzi  nemici  >  ini  ptefo  porto  vnitefi  ieco  le  Galee  Pontificie  » 
eteMakcninmimenbcfaeiTttrchinonpotcìiano  vfcire  da  Dardanelli  fenza  ef* 
feroMobattutin  ftp  bene  ^arfiinqueUe  manne  >haueaano4n  molti  luoghi  alzato 
terremhe  formate  Battane  • 

IlCaitttan  Generate  >aftretto dalla  iieceflfod>pa&òatt'Ilblad'In^  proue- 
det  di  aicqDa  per  TAnuataidie  ne  tenea  gran^fiimo  bifogao»  faifciandoal  pollo  le 
NaniselcGaieane. 

I  Turchi»  Yalendofi  deiroccafione»piima  che  rìtomaflc  il  Omitan  Generale  con 
TAraiata fotdle > tfciiono  fimri  de  i  Cafielli  ipr^fentandofi à  Àonte  deUe  noftre^ 
Naui»  che  innumero  di  i9ufi  ritrouauano  nel  Canale  • 

Era  rArmata  nemica  omnerofa  di  18.  Nani»  jaGake^io.Maone»  con  infim*te^ 
Saiche»  e  Caicchi^moArandofi  defiderofi  di  combattere  •  E  per  ciò  le  Naui  Ca- 
pìtanaJ' Afanirante  >  Turchefche  »  con  altre  poderofe  Sultane  >  inueftirono  Ja  Na- 
lìeCa^anadi  Marco  Bembo»  il  quale  prima  Ìul  ferro  fece  vna  vigorosa  refi* 
flenza; ma^tomiarodaHc.Nam  nemiche»  tagliau  la  gomena»  intemandofi  fea 
efle  »  che  al  numero  di  ^.  con  la  Capitana  »  e  Almirante  »  lo  reftringeuano  »  e  tra« 
na^ianano  fieramente  j  fegoì  per  piti  hore  vn  fanguinofo  combattimento  »  ?- 
(andò  cosi  bène  il  Cateone>e'i  moschetto»  che  non  ardirono  le  Naui  nemidie 
d'abbordarlo  • 

Neirifte£fo  tempo»  attaccarono  i  Turchi  tutte  Paitft  noftre  Naui  »  e  Galeazze  » 
le  quali  aoQvaioroia%  ejglorioùirefiftenzacor  ferro»eccd  fuoco  non  folo  fi  di£^- 
deiuEno»  mi  appottauano  gran  danno  d  nemici  • 

LaGaleazaa  diAhiife  Battagia»erain  gran  pericolo  di  perderfi»  tomtata»c 
imbattuta  da  diuerfe  altre  nemiche»  nonbaftando  il  valore  del  Comandante  à 
fofienerla  »  e  deUa  fiia  gente  »  in  gran  parte  caduu  »  quando  da  Girolamo  PrioU  1^ 
e  da  Ahiife  Fofcari  con  le  lor  Gafeaxze  fu  foccorfa  »  e  liberata»  fottraendo*. 
fi  il  Battaglia  dal  perìcolo  »rìfoi||eiido  conia  fpada^illa  manopiA  vjgorofo  aK. 
laBattagua. 

Il  confiitto  era  grande»  e  terribile  ;  md  finalmente  fuperati  i  Turchi, 
da)  valore  »  e  coftanza  de  Veneti  »  fi  fottrafièro  dal  combatdmcQtOifbg-' 
gendo  a  Velie  piene  con  le  loro  Naui  »  e  Maone  makrattate  »  e  dimn 
nuite^. 

Perderono  i  Turchi  in  quefta  fiatti<Mie  cinque  Naui»  due  incendiate  con  la  Ca-» 
pitana  due  a&ndate  &  vna  prefa  con  gran  valore  da  Aleflandro  Zane  •  Oltre  alle. 
Naui  vi  lafdarono  atKo  cinque  Maone  »  vna  conquiftau  da  noft ri  »  due  imieftitc 
interra»  e  due  incediate  da  medelimi  nemici»  de  quali  ne  reflocoo  morti  ULa 
grannuiiKiOA  ^. . 


740  D  E  L  LE    V  riTIB^ 

.Nclpncidpiodiqtie{k>a»nbatcim^  17.  Luglio  itf5^.ilCapfd 

delle  Naui  IVlarco  Bembo  reftò  pcr6O0b  da  vna  echeggia  nella  gamba  iudftta  >  e  fe 
bmgraucmeistesnon  R  fcetnòper  queAo  qodhtidorc»  e  quella  getMroftà  ,  che  lo 
fcnoeuano  formidabile  àTurehi  »  .    t  • 

Nel  foccorter  la  Galeazza  Battagia  >  rdlò  morto  Aliiife  FoTcari  >  colto  di  mo-* 
fchettataj  mentre  in  quel  fanguinoto  incontro  faceua  con  la  propria  tmoo  fitas^ 
<ti  quei  Barbari  • 

..  Vengano  coitimeadati^oltrc  à  Capi^Antonio  Rrnifee  Lodouioo  Baffiiiper  le  kK 
roguerricfe  operatiom^comeancotutti  gl'akri  Gouemaeori>e  Capitani  di  Nan  , 
e Oatof^ytche  intemenncro  in qncfto  cofrflitt»  >   . 

ILCantcan  Generate  Mocenigo  i  che  ventua  da  In[Tbio>vdfto  il  tuono  àtìfArtì-^ 
glknatiolledtaoa  il  caniino  pcrgiunger  in  focèorfo  de  fuòi  ^  feixne  impedM  daf 
vento  contrariosc  gagliardo*  quando  fcoperto  dairAnnata  fotuìoTorctefeit^mf^ 
do  ad  incontrarlo  con  gran  voci  di  giubilo^  credédok)  il  Capitan  Bafsé»  df^venifte 
da  RodiadTnirfi  condii  per  sbarcare  all' acGuifio del  Tenofio:  ma  conqk^oco 
14n(iegnEe  di  San  Marco»  voltate  le  prore  ver{otena»iiiiieairo66farM9ntiitcHi 
diuerd  fìti  dalla  parte  della  Natòlia  »  e  del  numero  di  vintiotto  Gafee'i  e  due 
Maone»  cinque  fole  con  labaftarda  dèi  Capitan  Bafsii?  rìdoflèroibtto  il  CaftèQo  ^ 

lì  giorno  de  1 9*  mentre  il  General  Mocenigo  con%Ìta»a  coh  il  ProaeditorBii^ 
doericoa  il  Capitan  di  Golfo  Barbaro  >c  Comiilarìo  Benetto  M  icfaiel ,  il  modo  & 
danneggiar  I*infmico>ftirDo  offenttte  anque  G  aJecidie  il' tetraii  eeira  s'irncàmiaa- 
nano  verfola  punta  de  Barbierr^EgtifubitOtregaitodallePontifide^eMa/reì?  A 
fpicò  per  toglier  loro  la  ftrada^aniuà  le*  Asgitiue  fino  d  tirò  di  cannone  «  C^attro 
di  eifeinuettirono  ia  terra  fottoil  calòrde^  battarie^Ia  i^umtafoptaghaita  fi  po- 
fe  in  difefa»che  dalla  fola  Geocraliciaf ù  rionefa  confcMaoìtir di  mokìTìircfai»  non 
efièndofì  e  fli  valuti  in  queftaCampagna  diSchiaalCiiriftiani>tta  feto  di  rani^ 
ganti  volontari) .  In  tanto  le  Galee  aufiliane  berfagtiauana  col  Cannone  fequat- 
tronemicfae  inueftite  in  Terra  ;.mi  bifognò  defìftère  per  evento  troppo  impe-^ 
tuofo  y.e  ritìrarfi  >  che  nel  refto  farebbono  venute  in  poter  loro  non  ottante  bL> 
lattaria  » 

£  perche  l'inimico  refo  forte  dair  afliftenza  del  primo  ViGr^  dal  Gf  annezero  A* 
giiic  da  ottanta  mtlla  combattenti>fparfi  per  quelle  ffMaggkse  )iti«  di/Se^acia  con 
k  Galee  >  e  Nauttrafportarii  al  Tenedo»  e  impiegariui  tutte  le  £ue  fortepcr  ticu- 
perarlo;pcrciò  il  Capitan  Generale  tutto  applicato  à.  leuar  i  Legni  à  ìincbi  >  fi 
propofe  di  paffar  alla  punta  de  Barbieri  per  guadagnare  le  7.  Galee  Turchefche  > 
che  ini /i  rkrouaaano  «^ 

Per  far  lìicquifto  bifognana  paHare  in  tiro  di  oaofchetto  sfotto  dhqne  nuni 
di  Battane  . 

Il  Capitan  di  Golfo  f  ch^^era  primo  in  ordine ,  ne  pafcò  t!rc  felicemente  ;dalla-» 
quarta  fiicolpito  ne]l%\lbero  •  La  Galea Comiilaria  >  comandata  dal  V.Gouema* 
tor  Lonardo  Michiele  >  perde  il  Timone  »  rìceoendoquaich'akco  poco  danno  nella 
puppa^come  anco  il  Proueditordeir  Armata  nel  palamento . 

Il  Capitan  Generalenondimenocontinuaoa  intrepidamente  il  viaegio>qnando 
m  colpo  di  cannone  portò  ma  palla  nellamunitiòne  della  fua  Galea>aòue  oltre  al* 
la  poluere  vi  erano  Bómbe  »  e  Òranate  9  Se  accefofi  il  fuoco  j  la  Galea  fidiuife  per 
me2o>  volando  tutta  hicopertainon  rimanendoiche  la  parte  dal  Fogone  in^dietro)^ 
con  morte  ddl*  ifìcffo  Capitan  Generale  >  di  Coftantin  Michiel  >  di  Mattio  Corner 

T<^ 


DE  FKINCIPI  LiaXin.  741 

d^Tofl^ifo  SoraiBM^  ^Bttrifia  Balbi>  Nobili»  cbcaCrfkiuuio  afli  Ina  per^^ 
con^e  oaco  del  Sogretaiio  Benurdo  *  e  dell'Auditor  fiarcolini  >  che  ia  tute  rocca* 
GoQi  fuueano  datto  rere  jproac  di  valore  «  e  di  fede .  Fra  quelli  che  nmaTero  Ùbd 
£wra  dia  Galea  GeoeraUtia»  fu  miracolofameD&e  Francefco  MoceQ^>  Fratello» 
ettu^oteneatedelniedefìmoGeneralesdelquakfìritrooòilcadauerocon  late 
fta  tutta  fra caAaca*credciì da  qualche  gran  percoiTadi  Antenati noiperò  lo ftco- 
dardoi  il  Fanale,Ii  dinariic  la  Bandiera  Publica. 

Il  Froucditordell'Annata Barbaro Badoetirìinaftoalcoinandofnpremo»  cc^ 
folito  fuo  zdo  del  ben  publicoiSc  con  rordioarìo  fuo  coiraggio  >  (ì  trattenne  mcto 
il  giorno  fegueate  con  [*Auflìliane>  per  tentar  prc^reflì  fopra  l'initnicoi  ò  altncoo 
portar  il  fiioco  nelle  Galee  Turche  ;  mi  fortificate  le  fpiaggie  >  e  rirrouandofi  tri 
quelle  riue  da  80.  nule  cotnbattcntiiconìe  fi  i  detto  dì  foprarfion  poterono  i  noUri 
far  altro  ac^uiftoichc  d'incendiar  la  Capitana  Turca . 

Portatoli  poi  il  Proueditor  ai  Tcoedo  per  raccoglier  i  L^nì  fpariìje  per  rifatcì- 
xe  qualche  danno  riceuuto . 

Le  Galee  PontiScie>e  Maltefì  prefero  Iicenza,per  tenererdine  da  loto  Snpresii 
di  non  obbedireifi:  non  icfai  haucfle  il  Titolo  di  Generale. 

Poco  dopò  la  mòrte  del  Generale  >  fegui  anco  quella  del  Proueditor  fudetto 
Barbaro  Badoer>roggetto  chiariamo  per  efferlì  fcgnalato  in  tanti  acquiai>in^ 
unti  iocoottii  ein  ttnce  batc^Ue  per  tutto  il  corfo  dì  quefta  guerra . 

PriuarArmacaVenetadidueComandaatifupremidì  tanto  vaIore>e  di  can- 
to credito  >  &  abbandonata  dalle  Galee  Aumliaric>  non  auuenl  alla  confer* 
«aciooe  del  Tenedotla  cui  perdita feguiimortiichc  furooo  i  fudecti  Commandàti . 

Alla  perdita  del  Tenedo>feguì  anco  quella  di  Scalimcoe.òLcnnoichc  però  fi 
dìfièfelungameate  con  molta  wdete  merito  di  Polo  Bernardo  Proueditoret  che  in 
quella  difoa  diede  chiari  efempidi  ralorcj  dìcoftanzaic  di  fede  in  feruigiod^a^ 
Santa  Fede,  e  della  Patria . 

Nella  Dalmatia  i  1 3 .  di  Giugno  dell'  anno  fudettO)  comparfe  improuifameate 
su  la  Campagna  di  Spalatro  Cea in  Amcti  Greco  rinegato  Bafsi  dena  Boffina  eoa 
groircEirercitodeTurchijquaiìtutuCauallerìaf  quali  al  primo  empitOiOcci^MU 
tono  alcuni  podi  dirìncon 

Sortirono  i  Spalatiul.e  :e  contro  i  nemici  si  qnd 

giomofcome  alcuni  altrid  Jorofamentet  ^eodo  l'i- 

Hclfo  il  prelìdio  di  Cliffa .  >.  Camillo  Gonzaga  Go< 

nemator  dell'armi  della  Pi  uidi  foocorfo  >  e  pofcia  il 

Proueditor  Generale  Aut  >  e  cinque  Barche  Arma- 

teiUBafsivifteledifereieofiieruati  i  foccorf!  fpiantò  iPadiglioni^efece  Jeuata 
con  tutto  il  fuo  Efl'crcito.  Marchiò  poi  nel  Territorio  di  Trai!  dietro  alle.  Mon- 
tane peractaccar  Bofliglinai dalla  quale  furono  iTurchi  pòi  rolce  riiNittati  j 
con  grane  loro  danno  >  e  finalmente  con  la  morte  di  Muftafi  Sebo  figliuolo  dt 
Anvec  Spai>  e  FrateHodi  Meemct  Aei  Turchi  principali  di  quei  confini. 

Sdegnaci  iTurchiperqueAepcrditenegiurarono  la  veniiena  contro  quella^ 
jrolfaie  ricca  Villa.  Si  mofTc  il  Bali^  con  tutte  lefue  forze  ad  attaccarlatdie  dopò 
Juneà  refi(teiiza>  e  ralorola  d  ifcfa  con  mortalità  grande  deTurchit  fuperata  dalia 
moltitudine!  ragliati  a  pezzi  i  difenforii  e  faccheg^iata  vi  pofetoil  ftiocò . 

Per  ordine  elpteflo  della  Porta  fi  portò  all'afledio  di  Cattaro  il  Bafsi  d'Albania 
conAl)'Cinghych  Bafsd di fìrcesoiiiiu e  dodiej  mìllacombattétiaviftadi quel- 
la paia- 


S 


74*  O  EL  LX   V  I  TE 


^ptmidalIàpimdeMUiiddonioainiil  Oftdio  datrtmuaemafi  ja.  La^ 
anno  Todatocon  bandiere  fbkgasctriiKìcraiKlofi  eoo  Gabbioni>piaaiiodo  feoc 
pezzi  di  CaoDOoe  io  dtneric  battine . 

Ert4aooaiTÌa«to:lCa(telaiioao  ilBa&idiBoflìniamfetiniUa  hoOBuiai  p<v 
tentar  la  cfaiufa  della  bocca  del  Canale . 

Ottaro  era  ben  prouffto  >  e  preffidiato .  Per  gl'ai^iarecchi  1  e  minicde  de  Tor- 
chi>eleflè  il  Senato  due  Proaediconeftraordinari)  nelle  Pronindedi  Dalauaa.e 
Vl'AÌbania.r<moRiLucaFrancerroBa[bato>fakroGiroUmoBaccj^.il  qoaie 
dal  ProueditoT  Generale  fietnardo,  fò  ifpedito  i  Cattato  >  doue  RÒmuo  ,  danì  a 
ordini  propri)  per  Udil«£ittotci^''aba(i  pericolofi  daquei  oMBni  .e  proocKU- 
ca  la  piazzi  di  Quoiie  fìmificatioiii*e  di  tutto  audio  occorreiu  i  tutte  ram«  ^la 
promnciaiS'appareccbiòiafienKCOo^altri  ComandantialladilcOidi^Marado- 
'  lacome  fegae'. 
.  perfemcdcfimodeffeilpoftodclUP-iaziiiiMigadooefeàilconMia  mafr 
eioreie  furono  aperte  le  btcccie .  Alla  difpenfa  delTAnnìi  e  delle  muaitiQna  éó- 
AìnatoNicDloGabricUi  Prooeditor  eftraordinarìodi  Cattato.  Afia  dilpa^ic 
ditetcionedeTÌucriiIR.ettoreieProiieditoceprdinarioGioiiaoiii  Briaaoì. Zac- 
caria MocenigoGooemator  di  Galea  6ìdoftfaacoalIidifeCi  ddCafleOo»  odo^ 
l'^ftenza  dd  Conte  Carlo  Abano  BetigamaTco  Vcatoriere.  Gio:  Domeiàao 
Zambetli^FrancefcoGocnioilns^icn.  Al  CoIooncUo  Andrea  Bivtton  Iriia- 
defe  Sareente  Generale  di  batt^Ua ,  fa  raccotnmandata  la  fopraintendenza  di 
tatti  gl'aTtri  Capi  da  guerra .  Al  Conte  Martinoni  BergamaTco  >  limancendeate 
delleAnnidcftinòladifcCadellipoftiverfoGordicdiio.  UConte Ettore  Abano 
Coucmatore  della  Citnl  fu  deputato  alla  prouifionede  MatctiaHi  Se  aUarpeditio> 
oc  de  Ttueriie  delie  munitioni .  Vinoemo  da  Canal  Venturicre  fu  eletto  foptaio- 
tendente  della  piazxi  alla  difefaddlì  pofti  (òpra  Spigliari.  Raimondo  Lmagnoo- 
lo  Vcnruriere>e^  Gouetnator  della  Piazza  alla  dìfera de  polli  della  Finniara .  Al 
Colonnello  Giacinto  Pere  fii  OMifegnau  la  Piazza  d'armi  con  cinquecento  hoo* 
ittìi|ipcraccorrcredoueilbÌf(^noncdiiedeffir.  EtjlGonemator  Nicolò  Boli?'- 
xa  iti  deputato  alla  difida  d'Tn  pofio  inferiore  fopra  Spigliari . 

Cosìreaiuadifefalar  ~  ierano  rollccitìconIebattarie>e 

mofchectaiia  >  tuttania  a  mi  difenforij  da  quali  «hi  gl'enu 

permelfo  l'aiiuancarìt  >  e  i  diucrfc  breccici  rcnnero  fenaprc^ 

con  fielictti  riparate . 

Compartì finalniente ;  , afledtatacon molte Galee.>  Bar- 

che Armate  il  Proueditor  Generale  B?riiardO)  e  O.  Camillo  Gonzaga  »  Gooema- 
cor  deli' Araiiiimpcdirono  al  Baisi  dì  BoSaa  it  poter  ferrar  la  bocca  del  Canale. 

Li  Bafsi  vedendo  di  non  poter  far  alcun  profit-o  >  anzi,  riceuendo  di  giorno  ,ia 
giorno  maggior  danni  in  capodidoe  meli  di  a(fcdio»lì]cuatono>riconiaado  oc 
toro  luoghi.  ,  « 

Dopo  i  fucccifì  dì  guerra  fudetti  accaderone  altre  cofc  ancora  fotto  à  quello 
Doge.&  fono  le  feguenti:  Alli  jArtccmtwc  i  dsò.tiiunfcro  in  quello  porto  tre  gran 
.Vaicelti  detti  le  Sultane  dì  qtidlipred  n:I  conflitto  à  Dardanelli,  conduceiMofi 
fopra  vno  di  cflì  il  Cadaucro  del  gii  Capitan  Generale  Lorenzo  Marcello . 

Nel  fine  dell'anno  fudctto  fu  per  Decreto  del  S::nato>datta  la  Chiefa  nuoua  del- 
la Salute  à  i  Padri  Soniafchi>infìcme  con  rutta  l' ArgcntartaiParaCurei  Si  altri  oroa- 
mcmi>  ch'etano  della  fopprcfla  Kdigioiic  di  5an  Spirito . 

Con- 


DE  PRINCIPI  LlJt  XUI;  742 

Coodefcele  il  Senato  alTiftanze  dd  Sommo  Pontefice  Ale$mdro  VIL  pcrmct^ 
teodoà  Padri  Giefuiri  iltitorno  m  Venetiaie  nello  Stato  >  concedendogli  per  lo^ 
abitatione»  il  Monaftero»  &  Chiefa  per  roffidatura  »  ch^erano  de  Padri  Crociferi  t 
Religione  anch^eflTa  fopprefla  dal  ludetco  Pontefice.  Etalli  23.  di  Aprile  16^7. 
prìncipiomo  ad*aprir  le  ScuolCf  &  ad'infegnare  come  è  loro  coftume  • 

Giunfero  in  Venetia  Hai.  Gennaro  due  Ambafdatori  nundati  qui  dal  gran^ 
Prencipe  di  Mofcouf ai  doue  furono  incontrati  »  e  kuati  i  San  Spirito  da  numerofa 
comitiua  di  Pufpuratit  e  condotti  à  San  Luca  nel  Palazzo  Grimani  >  alloggiati  »  e 
fpe(at}  dal  Publico  • 

Alli  7.  d'Aprile  itf  ^7.  morfe  PImperatore  Ferdinando  IIL  in  età  d'anni  A9. 

Venne  di  Candia  vn  perfonaggio  Turco  per  trattar  di  Pace;  mi  per  eflcr  le  prò- 
pofftioni>ruperbe>&  eforbitam^Tiì  licentiaco»  terminando  il  Senato  il  profeguir  la 
Guembche  i  anefl'dSetto  il  Poge  medefimose  molu  Nobilti  efibirono  rileuantc 
aiotL  II  Santo  Padre  Aleflandro  permife  alla  Republica  vna  leuata  di  quattro  miU 
la  foldad  nello  Stato  Ecdefiaftico  •  La  Cala  Barberina»  ic  altri  Cardinali^  Signc^ i 
Romani  concorfeio  con  aiuti  i  quefta  ciufa  oommune  della  Chriftianiti  • 
.  D.Camillo  Prendpe  Panfilio  »  come  non  degienermte  dalla  grandezza  1  &  afitt- 
to  deiranimo  dd  Pontefice  Innocentio  X.  fuo  Zio  #  ancor  effo  tutto  applicato  d 
foUeuarc  in  parte  la  Repoblica  in  vna  cofi  lunga  gueha ,  fece  per  ciò  armare  rnu 
groffo  Vaflellod  proprie  fpefei  chiamato  laNaue  Panphilia>e  lo  mandò  nell- 
Armata  Veneta  per  aiuto  >  che  fiì  il  megHo  corredato  di  quanti  all'hora  fi  vedeiTe* 
ro  nelTArmata  • 


i  febbre  maligna  il  Marchefe  Don  Camillo  Gonzagai^Iifufuftituitp 
nd  gouemo  dell'Armi  in  Dalmatia  ilGildas .  Comandò  la  Republica  rarmamen- 
co  di  nuoue  GaleciGaleazze»  e  Barche  armate.  Fece  nuoue  Icuate  de  gentifdc  akre 
prouifioni  per  la  pcoffima  Campagna . 

*  ¥ù  eletto  Capitan  Generale  da  Mar  >  in  luogo  del  defonto  Lazaro  Mocenigo  > 
Francefoo  Morefini/e  ben  eiouine>  di  matura  tipcrìewsHt  valorofifliroo>come  fi 
è  dimoftrato  in  tutto  il  corlo  ói  quefta  guerra  • 

A  Marco  Bembo  Capitan  delle  Nani  >  fucceiTe  per  elettione  Girolamo  Coo- 
tarini . 

S'hebbeauuifoin  VenetiadelnaufragiOffuccedutoperborafcadi  Mare>neUe 
Acque  di  ScarpantOidi  tre  Galee»&  di  vna  Galeazza . 

Sotto  al  medefimo  Doge  fiurono  ancora  aggregate  alle  Patritie  Tinfiraferitto  > 
Cafc  come  Taltre  di  fopra  • 
j6$6.  primo  Ottobre  •  fiancefto»  e  Giulio  Fratelli  Sodenoi  con  loro  %liolii  e 

defeendenti  • 
1^57*  29.  Luglio.     Gmlio»e  Antonio  Fratelli  Ranagnini  coloro  ^ioli»  e  de* 

feendenti,. 
i6$7.  %9.  Agofto.  Ludouico  Cannonico  regolare  in  S.Gk>rgio  d'Alga  > e  Gio: 

Dolce  fratelli^figlit  e  defeendenti  • 
Dopo  accadute  tutte  le  fudette  cofe  »  venne  i  morte  il  buono  >  e  faggio  Prend- 
pe li  i.Aprile  16^^  hauendò  goduto  la  Dignità  Ducale  lolo  mcfi  i8.  egiomi  .i6« 
che  terminate  le  Pompe  Funcbriifa  fepoko  in  S Job  • 


CIO- 


-^44        tyt  li;b  vite     : 

CIOVAKNI    PESARO   DOGE  CIL 

AHKa    itf5t. 

f  N  luogòdd  defom<»  Vidiero»  Ai  di  commtta  ccmC^^ 

1  geCióCMUìtìiPeraròCaDalkreicProciirAtardi  San  Marco  li  &  Apcde  t^SL 

«hiàriiiimo  per  le  legationi  ùrdiritrk  >  Se  cdraordinaric  $  8c  per  aloe  carìccbo 

confpkue  $  e  digfùtadi  octemtce  dal  fiia  gtai>  fkicnoo  $  e  denaro  9  e  teuri  deW 

laCitti. 

Sotto  i  qtteflo  Dòge  pftfikò  i(  Gran  SigMffe  in  AttdrìaopoS  ammafiuido  mpo- 
tentifllmo  Eflercito»  rninacciando  d4miadere  la  Daltnatiaic  dì  ijp^nere  ^nn  ibr- 
«einCandiaie  perciò  la  Republitacontinaònell^j^pateccbiodi  oootul^ie 
fpe^nuouegeiKiye  iKiouiOpiMlIe  PiooifidediOalt^^ 
coinCandia» 

Soanirono  peròle  deHberariooi  del  Tutco»<omieiiettdolt  mowHir  faCooRami^ 
aopoli  per  difcordie^  6c  altri  accidenti  im  occùtù»  k  forte»  che  diii^BaiianiAda» 
in  balmatiif  bUogc^  fpigiierleia  Tranlituatiia  per  nnoui  taodbàcotSk  tu  qoet 
Mncipato. 

I!  Capitan  Generale  era  in  iftatc  di  ncoperar  la  Caneaie  per  iiiteliiget»be  d*a^ 
iakò,^  ma  fcoperto  il  trattato  da  ma^barca  di  Pcfcacori  (  pct  qoaoto  6k  detto  >  fi 
perde  cMi  bella  occafione . 

Vincua  fri  Torchi  nella  Daknatia  tt  Coitte  VoinoRineeato  prìncipate  inRig^t^ 
tote,  e  feduttore  de  mali  inquieta  Prodinda.  M  ProordmrGcMtaie  fievciird» 
procurò  d'eflirpare  rost  infetta  tadice  »  e  n'óiteiine  hntento  ;  procwrò  adMquo 
chVn  abitante  ddlc  Montai  CkiMntioe  finj;eflé  cerca  ComtUcon  fuTurcofc 
Onde  riccorfo  l'abitantea  Voino  >to  pregòad  eOer  medìaWMit^  <)iielUdMfiri«» 
tài  e  di  prectfrÉrgli  la  pace  >  accomoagnando  le  preghiefe  iOfi4odni  \twn  pron 
meffe  di  maggior  tofe^  K  fellone  allettatola  donile  dalle  fperanaeftlafciùcotv- 
durre  nel  luogo  desinato  alla  mediationei^dotie  gionto>  fa  Ai  fttbkò  aitefiato  da^ 
▼n  còlpo^ii  mai^a  ferrata  stì  la  tefta  »  e  gl*akri  mandati  cold  a  ^[Mflo  fine»  lo  6m- 
fono  con  le  mofchettate  •  Troncatogli  poi  il  capo^  lo  portomo  danaitti  leTorte  di 
Zari4>er  confelare  quelia  Citt^  con  la  certcì^a  d^lla  mone  di  co^  fierOiC  detcfta*- 
bfle  nemico;  il  eguale  forti  vnfioe  condegno  della  fita  perfidia  >  e  de  fttti  traciUtntiK 
ti  c'òntro  la  R^ligione,e  contro  il  fuo  Prericipe . 

Girolamo  Contarìni  Capitan  delle  Nani ,  era  di  gfi  paSato  i  Dardanelli  »  ap-< 
fK^itando^TurclWie  incommodiiedannUndiuerd  incontrile  factiòni*'  Mi  ftimo^ 
laro  dal  fuo  gran  corraggio^cdai  defiderio  dì  gionar  alht  Patria  >  deliberò  di  andar 
ad^artaccar  il  Capitan  Baf^dicbe  con  i9.  Galee  fé  ne  ftaua  alla  punta  di  Grecia^* 
aifìcuraro  da  due  battane  di  venrkannoni;  fi  mofle  adunque  lanotte  dclli  28»  Lo- 
glio i6^9.it  arduato  alle  Galee«(:Hielle  fcopertolo,tagtiarono  la  gomene  9  per  dir* 
£  alia  fugga  >  d^do  con  rn  tiro  légno  alle  Batraric».  quali  (caricarono  tutti  i  loro 
Cannóni  terfoihCapitanContarìni>che»^era tannto  pid dell'altre  Mknb  eh'  ba- 
ttei fcco  I  Onde  li  comienne  combattere  f  e  con  le  Galee  »  fé  ben^fu^iuano»  e  cofK 
troie  battane .  te  feguitòi  e  peHcgiiitò  per  molti  giomifqttando  perènti  %enfea^' 
permeflb  dal  Vento.  Finalmente  la  notte  delli  25.  AgoftO)  con  bonaccia>  e  nottc^ 
©fcuFa>.lc  Galee  Turchefche  »  ch'erano  i  Caftelli  s*arrifchiorno  all'  rfcita  fuor  del* 
Canale  ceftcggiaodo  la  pactc  dlTroia  •.  Tencua  il  Coucarini  rigilami  le  guardie  » 

cfeor 


DE  FRIHCIPl  UB.  XUL         74^ 

e  foorin^e»  da  quali  aimjfato  4elhr(cfta#fi  mifir  altordioc  per  codbattorkt fa«ii- 
dolebedagliarc  a>l  trannoBc  dalla  fiu  Naue>e  dall'altre  ancora»  che  erano  da  quel- 
la parte>appprtaixiogli  grandiffimo  danno»  maifigie  ctkndoG  aiiany^e  due  Haiui 
coli  vietilo  i  terra  »  che  poterono  far  sran  ftragge  de  Turchi  con  h  ipofìchetrarìa  ; 
con  tutto  ciò  fortirono  eflc  Calce  oiaT  traiuo^fkando  fotto  le  h^terje  di  Grecia 
co  remi  Totti»e  ^U  Alberi  in  pc»i  ^ 

I  danni  inferiti  a  Turchi».f  in  qoefta  vltìma  vfcitaic  nel  teippo  »  che  il  medefim# 
Capitan  Contarini  fi  fermò  nel  OMle  »  fìirono  la  perdita  di  aue  Galee  »  oe«o  fra^- 
caflate»fei  cento  Turchi  reflomo  qmrtifopra  eifeGalce.  Ne  padigUom»e  nelle 
batterie  da  nouecento  eoo  molti  feriti  • 

Dalle  noftre  Nani  furono  anocNra  eettate  i  terra  le  Mofchee^e  diucrfe  Cafe  con 
iB0rtedji7.TtttchinclCafteUodJOreciat 

Conqudkt8eattreimprefeterminòUcaaipagna»ÌQfiemecoaIftfi^  Caricajfi 
Capitan  delle  Nani  Girolamo  Contarini  • 

II  Capiean  Generale  Fcan(^iipoMoidinj»dopò  hauordatta  la  caccia^Xegnj 
Turchelchi»  che  tentauano  porur  foccorfi  alla  Canea  »  prefc  diUfrfe  Saiche  »  deU<> 
bei3Ò  di  Ar  RinqMtfodi  Cailcl  RuOb  •  Fofftezaa 

lauaoad^Aleflandria.  Vi  andò  con  l'Armata  (bttuealJiaa.  di  Settembre  i^p^e 
ardsnafioloabarcodal  Gaoeraldi  GrenK)nnille^incoininc«'onorattac€o»doue 
volendo  il  findettoGeneral  del  sbarco  riconofcer  m  ponte  »  vi  li  accodò  oofi  d'ape 
pcefloiche  reOÀ  percoflo  da  vna  faifaune)  braccio  defiro»  che  k>  trauagliò  molui^ 
Cinta  h  Fortezsa  da  dnquecemo  ioldatiipoOo  U  petardo  alla  porta»c  ber  fagliati  j 
difenferi  continuamente  daUa  mofclieturia  t  in  maniera»  che  non  poteuano  com^ 
padre  fopra  i  parapetti»  anuiliti  i  Turchi  da  tanti  pceparamcnti»e  dal  terrft^  slì^ 
ftko»fi  rcfero  i  dsfercttione  con  coodioone  »  che  i  tre  Capi  maggiori  potefloo  ri-- 
£cararii.  li  che  radicato  dal  Capitan  Cenerale»li  fùconli^nauia  Forcczza^v^en* 
doneli  Turchi»depooendo  k  lor  armi  Mila  Mofebea  »ritiraQdofi  tutti  ncUagroiSi 
Torre»  per  fortire  tutti  ùvwtina  fe^icnte  wwt  feocm . 

Trouarono  i  noiìri  nella  Fortezza  crenta  pe«i  di  Camone»  tra  grandi»  e  fkàp^ 
li»  ic  akrì  appreftamenti:  onde  leuato  ogni  cofa»e  facch^citto  il  Borgo  »  ai  fpia<» 
nata  la  Forteàza  con  quattro  Fornelli^  Cperche  i  Greci  oeirifolaei^aaio  nensiqffi- 
Ru  ^1  nome  Chriftiano  6nxH)0  tmipreu^e  poAi  aJ  remo  • 

Dopò  demolita  qucfta  Fortezza  »  il  Capitan  Generale  G  portò  con  TArmata^ 
nelf Arcipela^»doue  feceì^reda  di  vaofà  Legni  Turchefchi*  Sacch^giò  Patmos»e 
fece  altri  danni  per  cucile  Ifole  •  r 

Nella  fine  di  Agofto  deli'àoDO  fiidettofcorfero  i  Turchi  in  grolfo  nnmer^  (otu> 
Sebenico  nella  Dalmatia»attaccando  con  furia  grandifiima  ilForte  di  S»  Oiouaoi- 
nii  doue^dopò  vn  lungo  combattimento»  furono  podi  in  fuga  i  e  tegiiatidpczeì  .il 

B'orno  feguentecomparuero  lotto  quelle  mura^  altri  otstoceuto  Òanalli  Turchi  : 
[a  vfcitictnqueceofio  de nofiri» furono  anco  qnefti  fiiggati»  recandone molr 
ti  de  morti» 

In  quefta  occafiòne  fa  prefo  vn  figlio  del  Sangiaoco  di  Licca»  offerendo  il  Padre 

otto  miila  reati  per  il  Ino  rifeatto  ^  mi  dtA>itandafi  »  che  pote0e  riufeire-  va  nuouo 

f  ilippouìch  »  che  cambiato  col  Morefini  »  ch'era  fchiauo  »  portò eftremi  danni  al 

ipaefe»  fa  decapitato  « 

.    Si  lafciorno  vedere  iTnrchi  ancora  a  Spalatro»  ma  fenxa  alcun  daniH?»  e  £enJUL^ 

i>^  alcun  testatiuo  • 

Col 


74<f  D  È  L  L  E    V  1  T  £ 

^  '  Col  cermìnar  li  Czxtìptgtìz  di  queft'anno  »  terminò  anéo  gloriofamente  la  TiULì 
Carica  U  Prouodìtor  Generale^  e  Procurator  di  San  Marco  Antonio  Bemanlo  * 

Terminò  parimente  con  la  vita»  la  cfarica  di  Gouemacor  Generale  di  quelf^Ar- 
mi  il  Giklas  valotofiflimo  »  e  (Umatiifìmo  Capitano  f  hauendo  feruito  perii cor« 
FoxontiniTO  di  i  S.anni  la  Republicsie  in  terraie  in  Mare  • 

Oltre  a  i  fatti  fudetti  i  14.  Settembre  1 6$  8.  fti  nella  Chiera  Ducale  di  San  Mar* 
co  fatto  folenniflimo  Funerale  per  la  morte  del  Tempre  valorofo  r€  gloriofo  Ca* 
pitan  Generale  da  Mar  Caualiere  e  Proairator  di  S.Marco  Lazaro  Mocenigo . 

II  Catafalco  era  ài  forma  Ottomana  con  i  volti  trasforadi>  tutto  guarnito  di  Ar« 
madurcidi  fafci  di  picche  >  Armi  da  taglio  di  diuerfe  fórme  >  tutte  diftribuite  {>ro- 
portionatamente  con  difegno  mirabile.  Ne  gì' Angoli  vi  erano  Armature  intiere 
con  il  braccio  deftro  ftefo^che  impugnauano  torcia»ebandiere.La  Cupola  era  tur* 
ta(!opertadiLumi>torda>ecandelTe.  Pendeuano  molte  bandiere  Turcbefcho 
molte  da  lui  i  Nemicw  nelt'  acuto  della  cupola»  era  pofto  il  Fani^  deltaiba  Galea 
Opitana .  La  Mufica^  di  eccellente  concerto  >  era  cosi  meftaiche  prouocaua  lo 
lacrime  al  Popolo» 

Atti  9.  Agofto  i6$9.  giorno  di  Sabbato  vigilia  di  S.Lorenio>tntonioane  itfJife- 
re  fi  leuò  vn  turbine  cosi  impetuofo  dalla  parte  di  ^onente  >che  gittò  a  terra  mol- 
ti  canunini  di  CafciC  Palassi  principali  t  diftruflè  qualche  parte  mede/imamente 
di  altre  Cafcié  palazziifpalancò  leiìneftre  di  cfli>leuando>e  fedici  e  tauoiini  conal^ 
tre  fimil  cofe  da  quelli,  portandole  per  aria»  come  fece  ài  airrì  ytcoGliin  ilare cafe 
minori  •  Forò  diuerfe  muraglie  portò  via  alcune  terrane  di  Lcgnanie»poAc  fopn 
i  tetti  chiamate  Altane.  Ruppe»e  fcauezzò  molte  Gondole»  che'fi  rìtrouauano  in^ 
Canal  grande  *  Trasportò  di  sbalzo  perfone  da  vn  luogo  »  alt^altro  %  Leuò  il  feudo 
con  rinfegne  à^\  Pontefice»  dalla  porta  del  Nuntio»  e  lo  portò  per  aria  fino  ali*  Ar« 
fcnale»facendo  l'ifteffo  d'vna  gran  fineftra  di  vetri»  in  forma  di  meta  Luaa»!euata 
dalla  Cappella  Maggiore  ddla  Chiefa  della  Celeftia*  Difperfe  alcune  bi^te»di'- 
erano  diltefe.  Con  altri  danni  notabili»  e  marauigliofi .  Fece  Iddio.»  per  fua  bontà  t 
che  durafle  per  poco  fpacck)  di  bora»  che  fé  haueife  conunuato»  hàuerebbe  disfat- 
to i?l*cdifìci  intieri . 

Fii  eletto  Imperatore»  Leopoldo  primo  di  quefto  nome  i  eh*  era  Rè  rfOnghe- 
ria  $  figliuolo  del  Defonto  Ferdinando  1 1 L  e  poi  Coronato  »  con  le  folite  fo« 
lennitd* 

Mori  il  Duca  Francefco  di  Modona»  fuccedendoli  nel  Ducato»  e  nel  Generalato 
di  Francia»Alfonfo  IV.  fuo  fìgh'olo  • 

Morfe  medcfunamente  Ferdinando  Luigi  filinolo  gii  dell'  Imperatore  Fer* 
dinando  • 

1558.  Ftì  fatto  Procurator  di  S.  Marco  Vicenzo  Fini  per  hauer  offerto  al  Publica 
cento  milla  Ducati  per  i  bifogni  della  ^erra  co!  Turco  • 
^  Furono  ancora  aggregate  alle  Famiglie  Nobili  patritie,  come  fopra . 
i6iS.  2 j.  Giugno:  Li  Conti  TrifFon» e  fratelli  Valmarana  con  loro  f^iaoUsC 

dcfcendenti  • 

ló^S.  t.  Decemb.  Iacopo  Vefcouo  di  Famagofta»  e  fratelli  VianolU  eoo  figlio- 

li»e  defcendenti  • 

i6^S.  I  a.  Gennaro:  Filippo  Mancini  Ncpote  del  Cardinal  Mazzarini. 

Terminate  tutte  quefle  cofe  venne  a  morte  il  faggio  Prencipe  li  30.  Settembre 
2  659.  colmo  di  quelle  virtù»  che  Io  refero  chiaro  i  tutta  Europa  •  Vi/Te  nel  Prind- 

patoi 


DE  PRINCIPI  LIB.  Xlf  i:  747 

piCChfoto  mefi  i6.  Ne  i  fokoni  Fanertlb  fil  lodato  in  S$*Gioiiaatii>c  Paolo  da  Dcm 
Y|dmte  Canonico  di  San  Marco  con  elegante  Oratione»  e  poi  fepolto  nella  Ghie- 
fa  de  Fratti  Minori  de  Frati  nelle  fepdcure  de  fuoi  mag^iori^doueda  fnoi  Nepotr 
Leonardo  Procurator  di  SanMarco  »  &  Vettore  Fratelli  Pefarìtvengono  prcpictvi 
|iretion  marmiiper  erger  vn  Nobile  Maufoleo  aUa  memoria  di<xm  degno  Vtcm- 
coloro  2ìo« 

DOMENICO    CONTARINI    DOGE    CIIL 

ANNO    i6i9. 

Domenico  Contarini  fratello  del  gii  Angeb  Contarini  Caua)iere>e  Procoratw 
di  SanMarco»  e  Padre  di  Giulio»  anch'egli  al.prefente  Procurator  di  S.  Mar- 
eo^benicke  alie&odal  defiderio  della  Càrica  fuprema  del  Dogado  >  fa  nondime- 
no eletto  d  tanta  l)igniti  per  il  fno  merito  >  per  la  fuabont^i  »  e  per  Tinte^viti  do 
co(lumialliid^.O€t^ei659.  Ma  perche  all' bora  egli  (iritrouaua  in  Villa£  pu« 
tdirà  la  fua  elettione  li  1 8.  detto  con  cooiemoic  giubilo  vniuerfale  > 
'  Perla  nucmCainpagnadctitftfo«ia0ODgUcua l'Ottomano  fonnidab  Edèrd- 
ti»  co'  ifjak  minacciaQa  la  Dahnatia  inftigato  da  Fili(>pouich  >  già  fchiauo  de  Vc» 
uetiam  >  e  permutato  con  il  N.  H.  Moreuni  >  che  fi  ntrouauaappre0o  il  Gran  SI* 
gnore.  Mandò  ordini  efpreffi  al  Bafsd  della  Boilina  per  la  difpofitione  della  Cam* 
pagna»  &che  tutti  li  Spabi  >  e  Gianizseri d'Ercegouina  fi  doueflèro  trouare  per  il 
«omo  di  San  Georgio  fotto  il  Coouuida  d'fcfuf  Begh  d'Atlant  per  andar  à 
Cattato  • 

Suasurono  però  quelle  minaccie^neccffitatii  Turchi  di  Sptgnere  tutte  quelle 
.  forse  in  Ongneriai  e  Tranfiluania  • 

Fecero  nondimeno  i  Turchi>in  mnnera  di  quindici  miltasquakhe  fcorreria  nel* 
le  Campione  di  Spalatroie  TraiìJafciandofi  anco  vedere  fotto  Sebenico  con  pen* 
fiero  di  attaccare  quei  Borghi  ;  ma  furono  ributtati  da  quel  prefidio  >  e  da  gT  Ài^ 
canti  con  loro  danno:  Onde  paflaronoanch'cfli  con  g^aItri  nelI'Onghcria  • 

Il  Capitan  Genecale  Morefiqiiche  defideraua  far  rimpre(a  di  Negroponte*  ia^ 
Dedito  da  bcMrafchei  e  venti  contrari)  9  nonpoc^portarfi a  quella  volta^:onde  di« 
fegnò  Pacquifto  della  fortiflima  piaaza  di  Schiatti  i  pofta  in  Ifola  foura  vn'  altiffi* 
mo  Grebano  di  Saffo  viuo>e  difcofta  da  Terra  fernu  intorno  i  lei  miglia*  Vi  andò 
con  l'Armau  fottilei  sbarcò  le  Militie»  fali  fatticofamente  alla  Fortezza>la  battere 
vi  trouò  vn*o(Unata  >  e  valoroia  diffefa  finalmente  in  capo  d*otto  giorni  dopò  l'at* 
.  tacco  >  l'hebbe  à  patti  •  I  Turchi  con  le  loro  donne  >  e  putti  furono  condotti  in^ 
Tetta  ferma» e  iGreci>  che  reftarononett'  Ifola  ipromifero  di  pagare  nulle  Icudi 
airanno  di  Carazzo  • 

In  Candia  fi  fece  da  noftri  qualche  fortita  con  vicendeooli  euenti»  reftando  pri* 
gione  in  vna  di  efle  il  Capitan Tadeo  Motta  • 

Nel  principio  di  Maggp  »  ftando  i  Turchi  danzando  alle  Cifteme*f  vfdron  dalla 
Citta  trecenio  MoGchetticriiche  ne  vccifero  vn  buon  numero  >  ponendo  gT  altri  in 
fuga.  Il  giorno  feguente  comparuerafotto  lemuracinque  miila  fonti»  e  cinque- 
cento Caual]iTurchefchi>  che  fulminati  fieramente  dal  .Cannone  voltarono  le^ 
(palle  dandofi  frettolo(amente  alla  fuga . 

I  Corfari  ài  Santa  Manra^hauendo  apparecchiato  vn}  Galeotta>e  due  fìifie  per 

Bbb  andar 


^ 


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74?  DELIE    V  IT  5 


T". 


Mdano cùdtkii Geoerale 4ellc m Ifolcgli  le  fé  abbrpcdAte t 

Il  Capitan  Geqeralc»  dopò  hauer  cor(^giaro  per  imp^ir  i  Toccorni  che  tènOh 
nano  i  Turchi  di  portar  in  Canea  »  fi  ridufle  à  Ccrigcper  attender  ini  i  le  Galee  s  e 
Genti  aoffiliarictche  giunte  nella  fine  di  Luglio  ttmeoK  co      Prencipc  Almerico 
d'£fte>GepcraIe  delle  MiiitieFtaiKefi>  Riandate  in  foccorfo  dal  Cardinal  May^ 
zarine»  accompagnato  dal  famofo  Capitano  Monsù  di  BasTuo  Tenente  Ocoem^ 
le  fu  data  la  nioftra  alla  fotdatefca  »  che  douea  sbarcar  in  Rc^o  >  e  vi  fi  ttouor* 
no  fri  le  genti  inuiate  dalia  Republia  >  e  k  aufilliarie  da  Fndid  milta  &Qti  >  e  miW 
.  UfC  duccnto  Caualli . 

Non  oflante  tutte  le  diligenze  yfatie  da  noAri  >  il  Capitan  Ba(si  >  fi  portò  in  Ca- 
Rea>sbarcando  ini  miile»e  ottocento  Gianizzeri»  con  buone  fommedidinarOfeod 
partire  condufle  feco  da  fettecento  perfone  inutili  *  come  Veadii  >  Opnfic»  epiie« 
cofi  di  Caneascome  di  Rettimo . 

Alcune  FufteBarbarefche  entrate  in  Golfo  »  predarono  quattro  Peoteda  Oi^ 
ftello»e  dalla  Giudeca^che  andauano  alla  fiera  di  Sinigaglia«Per  il  che  di  ordine  dei 
Senato  s  furono  fpedite  dai  Proueditor  Generale  ^  u^umatia  due  GaJcc  »  c^kd 
Barche  Armate  per  prendèrle»e  fugfjarle . 

Sbarcate  le  Militie  in  Regno  »  fi  cmpoferQ  i  Capi  di  Hacqtiiftar  la  Canta  »dom . 
auuicinatìfisQCcuparono  diuerfi  podi  importanti  ;  Mi  accorfi  in  grofib  nunirto  i 
Turchi  i  piedi  )  &  a  Camallo  in  loccorfo  di  quella  piazzaifi  attacco  U  tutKZglhu  $ 
combattendofi  fierameme  >  fempre  con  vantaggio  de  noftrì»  e  fi  farebbe  ottenuto 
memorabile  VittcM-iasC  ricuperata  la  Citti  tk  per  mancamento  d'vna  (quadra  »  ao 
foflcro  ftati  neceffitati  i  noftri  i  ritirarfi»  abbruggiati  prima  i  pofii  tacciò  non  ri* 
cadcffero  in  mano  dei  Turchi.  ^• 

Imbarcato  rEflercitOffii  deliberato  di  andar  all'  acqnifio  di  Candìamioua  «  At- 
taccata la  piazza>prefa  vna  battcria»e'l  Bor^o^molti  de  noftri  fmontati  da  Czuah 
k)  fi  mifcTO  i  bottinare  il  che  vifio  da  Turchi  gli  diedero  i  dolio  Critrouandolisha* 
datile  pofti  in  difordine  >bifognò  defifter  dall'imprefa»meutre  il  Bafsà  crapcr  abi* 
bandonar  la  piazzate  portarfi  altroue . 

Seguirono  poi  diuerfi  incontri  >  refiando  Tempre  vantaggiofamente  fuperkri 
i  noitri  • 

Il  Capitan  Generale  Francefco  Morefioi  bauendo  chiedo  licenza  di  ritornar  aU 
la  Patria^gli  fu  fodituito  Giorgio  Morefini^ch'cra  dato  altre  volte  General  in  Or 
dia»  e  Comandante  in  Armata . 

II  Prencipe  AlmericodiModena^ritomandoiVeneda>morinelI'Ifola  di  Paris» 
nel  fiore  de  gl'anni  fiK)i>con  dolore^e  fcontento  vniuerfale^che  per  ordine  dei  Sena- 
to gli  ftirono  celebrate  Pompofe  Efequie  nella  Chiefa  Ducale  di  S«Marco  • 

Frd  diuerfi  Capi  da  guerra»  che  n^oriroiiQ  in  Cadia>fini  i  fuoi  giorni  ancoUngé- 
gniere  Monsù  Bellonet  >  che  per  il  corfo  di  moiri  anni  hauea  ieruito  degnamcoce 
alla  Republica  nella  difeTa^e  fortìficationi  di  quél  Regno. 

Per  la  niioua  Campagna  del  1 66 1  •  Nel  mele  di  Marzo .  Spedi  la  Republica  in^ 
Regno  fei  VafTclli  con  leicento  foldati  »  viueri»  e  munitioni  >  &  in  Dalmatia  fpinfe 
alcune  Galeotte  nuouamente  fabrìcate  «  acciò  vnite  con  le  Galee»&  barche  arnsa^ 
te>che  iui  fi  trouauano /correderò  il  Golfòper  tenerlo  libero  da  Corfari  • 

Parti  anco  il  nuouo  Capitan  Generale  Giorgio  Morefini  con  nuoui  Legni  am 
mati>foldatefca>dinaro  publico^e  munitioni>feguitandoIo  poco  dopò  ringcguìcre 
£rafmo  Pcriini  con  altri  Vadclli^  e  molte  machine  fabrìcate  da  lui  ncll' Arfcoalc 

qui  in 


DEfRINCIPI  tlB.  XIII.  7^ 

•Old  in  Vcnetiaf  con  alcrc  fùe  ìnaentfoni  miliràrìfe  f pcciahhedtc  m  fcmio  3  che  rat* 
de attmiti cacti» chi  ToNieroao»  noii  ofiéodéado  però  quelli  che  hanno  il  pre* 

fianiaciuo. 

nGouemator Guloel  Vecchia Cictadin  Venetiano  fatto  pr^ione  da  Torchi 
(òtto  €andf  a  nuoua  >  doue  reftò  anco  ferito»  fi  liberò  della  (chiauitudine  con  la^ 
fi^ainfienìe  con  altri  quattro  perfonaggi  di  conto»  hauendo  can  m  coltello  fotta 
yna  mma  lunga  (cacci  piedi  in  lette  gprm;  perii  che  (ùdzt  Capitan  Generale  Éic- 
to  Colonnello  d^m  Reggimento  Itauiano^e  confirmato  poi  dal  Senato  • 

PreTero  i  noftri  due  Fufte  Turchefche  tra  la  Dalmatiat  e  Pldria»  facendo  (chiaoi 
tutti  qnei  Turchi  >  che  per  efler  giouentà  robn(hi>e  forte>fnrono  pofti  al  remo  « 

XI  Capitan  Generale  giunto  alZance  imbarcò  cinquecento  foidatt  »  e  fece  altre 
prouifiom>vnitafi  anco  con  lui  la  (quadra  delle  Galee  di  Maha^per  condurfi  rniu* 
mente  in  Candia  • 

Anco  i  Turchi  rpinfero  alla  Canea  tu  foccorfo  di  molta  gente»enQomCom* 
mandanti  in  rinforzo  di  quella  piazza  • 

Auuifatb il  Generaliffimo Francefco  Morefini  (prima  che  nUErgnalfe  la  Carica 
al  fucceflbre^^che  la  Carauana  di  Aleflandria  coniiftente  di  dtciotco  Nani  »  Se  tn^ 
Pincotcra  per  condurfi  alla  Canea  con  foccorfo  di  Mille  >  e  fercecento  Gianizzeri  » 
Spahi»  &  altra  foldatefca  »  con  quantità  dì  viueri»  é  munitioni  dia  guerra  >  in  parti- 
colare  poluere .  ' 

Le  feguitò  il  Generakie  le  fouragiunfe  in  tiro  di  Cannone»dandogli  brauameii» 
te  alla  Coda>e  danneggiandole  per  11  corfo  di  feflanta  miglia»  e  ne  hauérebbe  otce- 
noto  di  quelle  fegnalata  Vittoria  »  quando  non  foffero  fiate  fauorìcc  da  p^ofpero 
vento;  oltre  che Tattofiferaicadè^nancbia  così  folta  >  che  non  fi  difcernéa  vna^ 
<SaIea  dairaltra^benche  vicine  :  onde  bifo^nò  fermarfi  tutta  la  notte .  La  mattina 
fcoperto  vn  PincO)  che  veleggiava  >  andò  il  Generale  ad'inueftirlo»  e  Io  prefe  1  con 
fettanta  Turciii»  die  vi  erano  fopro.  Volendo  poi  feguitar  le  Nani  fudetté  f  iotefe  3 
che  s'erano  diuifc>parte  incaminandofi  i  Rodi  doue  fi  trouauano  molte  Galee  >  & 
altri  Legni  per  formar  vn  Armata  poderofa  »  e  andar  con  efia  alle  tre  lible  per  far 
diuerfione  a  Venetianir  e  l'altre  tiraficro  vcrfo  Barbarla  • 

Giunto  il  nuouo  Capitan  Generate  Giorgio  Morefini  i  Cerìgo»  vi  andò  con  ce- 
leriti  il  fudetto  Francefco  pur  Morefini  anch'  egli  Capitan  Generale  i  cedergli  la 
Carica  per  r itomarfene  alla  Patria . 

Sei  Vaflèni  Inglefi  »  partiti  da  Venetia  per  Leuante  carichi  di  ricche  Merci  >  in* 
contrattifi  in  fei  Naui  Barbarefche  >  fenza  far  alcuna  difefai  anzi  con  intelligenza^ 
fì  diedero  fpontancamente  in  mano  loro  >  con  pregiuditio^e  danno  de  Mercanti,jc 
altri  particolari  • 

Due  altre  Nani  ànconl  pur  Inglefi»  che  pafiauano  in  Candia  con  foccorfi  ì 
in  vna  de  Ile  quali  vi  era  vna  Compagnia  di  Corazae  comandata  dal  Conte  Sforza 
Biflara  Vicentino  »  &  altre  foldatefchcie  prouifioni  >  aifalite  da  Barbarefchi  verfò 
Corfii,  mentre  fi  combatteua  >  vn  tiro  di  Cannone  de  nemici  portò  la  palla  nella^ 
munitione  della  Nane  doue  era  la  Fanteria»  e  la  mandò  in  aria  •  L'altra  rimafla  fo^ 
la»dopò  lunga,c  braua  difefa  cade  in  poter  di  quei  Barbari . 

Il  fudetto  Capitan  Generale  >  che  le  ne  ftauacon  tutta  FArmata  nel  Canal  di 
Scio  per  tener  affcdiati  in  quel  porco  i  Legni  de  Turchi  y  ch'erano  ini  vniti  per  por- 
tar foccorfo  alla  Canea;  intefo,che  il  Capitan  Bafsà  foffe  con  trentafei  Galee»  paf- 
iàxjo  i  Rodifper  imbarcar  il  foccorfo  preparato  da  portar  anco  quefto  in  Canea  ; 

Bbb    a       fatto 


Tyo  D  E  L  L  E    V  ITI 


fiicto  fcielca  di  venti  Gateci  cotnprcla  là  fqtiadra  di  Malcaie  due  Galeas8e>  ddfte: 
PÒ  diarùiarle  icombattese  lafciando  i  Scio  il  riauaeote  ddi*  Armata  fiMoiI  co^ 
mando  del  Proucditor  Girolamo  Battagia  • 

Partialli  %i.  Agofto  i66i.  e  le  feguttò  fino  ani  zjj^  che  Copertele  rinforzate  di 
gente  »  le  combattè  vnitoootv li  Malte(i»  vicino  d  Milo  1  de  quali  ne  prefero  died 
alcune  altre  gettomo  d  fondo  $  Se  altre  fliggirono  mal  trattate  •  Fecero  Schìaoi  da 
due  miUa  Turcbì>e  liberarono  intomo  à  ottocento  Chriftianì^ch'eraooicfuaaì  • 

Venuto  l*auiiifa  d  Vencda  di  cosi  memorabile  Bttto  il  primo  di  Ottobre  >  fd 
cancatail  r?  Deum  folennementein  Chfefe  diS.Marco  con  l'intememo  dt^na  Se« 
reniti»  eSignoria>e  la  (era  6ì.creato  Caualiere  del  Senato  il  medefima  Geoenle> 
Morefini  per  il  molto  fuo  valorei  inuiandogliil  Senato  fei  Colane  d*otopcr§^Ot^ 
ficiali  dell  Annata>&  vn'altra  di  mille  feudi  per  il  Generale  delle  Galee  diMaita  m 
gradimento  del  valore  dimoftrato  in  quefta  occafìone  • 

L'Armata  Veneta  poi  (correndole  d'intorno  Candìa»  e  verfo  Rodi  fece  preda 
di4iuer(i  Legni  Turchefchi»  ch'andauano  fpiando  lo  (lato  di  eiTa  • 

In  Dalmatia  feguirono  diuerfi  incontri  fra  Turchi  >  e  Morlacbi  >  faccheggvanào 
que(U>e  terrei  e  ville  del  nemico  »  riportandone  groffi  bottini  di  geiice>e  (TA* 
mmali  • 

Nel  principio  dell*  anno  i66z.  partirono  da  Venetìa  feì  Naulda  guerra  con^ 
Ibldateica  i  e  munitioni  per  Candia  >  e  fopra  eflTe*  f!  portarono  aile  ior  Candie  il 
onouo  General  del  Regno  Nicolò  Comaro»&  il  nuouoQpìcan  delle  Naui  Pie- 
io  Diedo.  Vi  andò  ancora  il  Generale  delle  tre  Ifole  Franceiìco  Moceni^  e- 
letto  in  luogo  del  Caualliere  fuo  Fratello  >  che  morìe  prima  di  arrivate  à 
Corftì.  • 

Dubitando  i  Turchi  »  che  l'Antiata  noftra  poteffe  auanzar(i  à  riacquiftar  UTe- 
iicdo>vi  rpinfero  molta  foldatefcaie  molti  Legni  • 

I  Sfaccniotti  fpedirono  A^mbafciatori  al  Capitan  Generale  ofitrendofi  pronti  ta 
numero  di  quattro  milla  di  andar  ad  attaccar  Tinimico  • 

Hbiucndo  terminato  la  fua  Carica  di  Proucditor  Generale  in  Dalmatia  Andrea 
Comaro»  conoiolta  fua  gloriargli  fu  fuflituito  Girolamo  Contarini  • 

I  Turchi  anulTati  in  grolTo  numera  in  quella  Prouincia  net  Territorio  di  Spala* 
tro^perordincdeUaPorta  furono  fpinti  nella  Croatia  per  attaccare  il  Forte  fab- 
bricato dal  Conte  di  Sdrxno  fotto  Canifla  •  ^ 

£(rendo  ftatocondetto  dalla  Republicaal  fuo  (buitiò  il  Conte  Filippo  Palatino 
del  Reno»  Principe  di  Sulabach  >  fu  inuiato  inCandia  conmiUe>  e  cinquecento  fol* 
datiiC  molte  proiùnoni  con  Titolo  di  Generale  detllnfanteria  » 

II  Capitan  Generale  auuifato»  che  s*era  fcoperto  la  Carauana  >  che  veniua  da^ 
ConAantinopoli  per  Aleffandria^andò^d'incontrarla»  e  trd  Andro>e  Scio»  attaccò 
k  Saiche^  ch'erano  intomod  feibnta  de  quali  ne  pre(e  1 8^.  e  17.  furono  abbraccia- 
te>fuggendo  Je  altre  fcortate  da  fei  Galee*  Fatto  quelle  incontratte  quattro  Sulta- 
ne vicino  i  Sciocche  con  alcuni  Baisi  vna  fauorita  del  Gran^Signore»  &  altre  Don- 
ne» fé  n'andauano  alla  Mecca  >(ì  mife  à  combatterle  sì  viuamente  alle  diìc  horedi* 
notte  de  28.  Settembre  1662. che  dopò  cinque  bore  di  fiero  confitto»  fé  ne  refe 
padrone  di  tre»  &  raltra>oue  vi  era  la  SulcanaiC  i  Bafei  con  molte  gioie^e  gnm  ric- 
chezze rcAò  incenerita  • 

In  quello  incontro  redomo  morti  de  nodri  intorno  sKe(Einta  »  (rd  quali  Iacopo* 

Se  mitecoloSopraconùcQ/chccoiraggiofaoicttc  vCQfnbftttcìidcbS^^        fcmpcc 

«emag: 


D  E  ?  a  I NC I P I  L I B.  XM I.         75  j 

ìsemaggìorì  perìcoli  •  li  feriti  furono  intorno i  trenta»  e  con  effiHComouflam 
ààf^fxìiitz  Iacopo  Cappello  di  mofchettau  in  vna  cofcia  • 

De  nemici  ne'.furono  fatti  Schiaui  da  mille«e  dugento  con  diuerfi  foggetti  di  co* 
mtndo.Tutti  gl'alcri  reftomo  mortile  incendiati>acQuiftàdo  i  nodri  ricchi  bottini. 

QaeUi  3  che  mteruennero  in  quello  terribile  cemoattimento  >  adempirono  Ic^ 
pani  tutte  di  valorofi  Capitanile  foldatiidimoftrando  vna  foprafina  virtiìic 
coftanza. 

.  Qijefti  fono  in  riftretto  >  i  fncceifi  più  menuMrabf li  dèlia  guerra  col  Turco  >  fuc^ 
ceffi  m  TerraiSc  in  Mare  cosiin  Lcuante^come  in  Dalmatia  i  me  noti  (ino  al  pria* 
cjpio  di  quell'anno  lóój.  La  qual  guerra  fono  hormai  19.  anni>  che  viene  foftenu* 
ta  >  con  tanti  difpendij>e  con  tante  forze  da  quella  Glorìofa^Republica  1  contro  il 
formidabile  Tiranno  della  Tracia»  in  difefa  della  Chriftianird  uitta  »  e  de  propri) 
fuoi^tati  •  Piaceva  i  S.  D.  M.  che  fotto  i  fortunati  aufpicij  del  glorìofo  Prencipe^ 
TÌuente  Domenico  Contarini»  dopò  cosi  diuturna  guerra»  fi  godi  della  tanto  bra- 
ttatale deliderata  Pace  • 

Oltre  4  predetti  fatti  di  guerra»  f<^i  la  pace  vnìuerfale»  frd  le  Corone  di  Fran- 
cia» e  $p^na»  con  giubilo  »  e  contento  vniuerfale»conchiufa»  e  publicata  li  8^.  No* 
uembre  16$^.  inlieme  con  il  Matrimonio  »  per  maggior  ftabilimento  di  effà  1  dd 
Rè  ChriftianiiSmo  con  Tlnfanu  Anna  Terefa  di  Spagna  • 

Venuto  l'auuifo  à  Venetia  li  20.  Gennaro»  principio  deiranno  1 660.  il  Doge  vi- 
uente  Domenico  Contarini  calò  in  Chìefa  di  san  Marco  con  la  Signoria  »  e  Amba* 
fdatori  de  Prencipialbl  Meda  folenne  »  che  fi  cantò  prò  Gratiarum  aBme^  dopò  la 
quale  fi  cantò  il  Te  Deum.  ordinando»  che  fi  facefle  rifteflb  per  tutte  le  Chiefe  del* 
la  Cittd  il  di  la.  dell'ifteiro  mefe . 

Il  di  25.  giorno  di  Domenica  l'Anìbafciatordi  Francia  Gioi^io  d'Ambufibn» 
Conte  della  Fauìllada»Arciuefcouo»&  Prencipe  di  Ambru>  fece  anch*egli  cantar  v- 
na  folenne  Meda  nella  Cbiefa  di  Santi  Giouanni>e  Paoloicon  il  Te  Dcum.Xìoìx^  dal 
Padre  Zacchia»vno  de  famofi  Predicatori  dell'Ordine  Dominicano  fu  fatto  vne- 
l^nte»ino»&  dotto  difcorfo  in  lode  delta  Pace  frd  le  due  Corone»del  matrinionio 
coclufo*e  del  Rè  Luigi  C^iartodecimo  di  Francia  Kegnate.  Fece  poi  tre  fere  conti- 
nue fefte»fuochi»difpefa^o  i  poueri  pane» vino»e  fotàiX'Ambafcdi  Spagna  fece  il 
medefimo  nella  Chiela  de  Fratti  Minori  de  Frarì»il  i  «giorno  di  Febraro»con  fède» 
fi]Ochi»&  altre  dimoflrationi  di  allegrezza>e  difpenfa  pure  di  pane  vino»  e  dinari  • 

Nel  prinrìpio  del  Mefe  di  Aprile  1 660.  il  Pontefice  Aleflandro  Settimo  fece  vna 
promotione  di  otto  Cardinali»  tutti  foggetti  riguardeuoli  »  fti  quali»  vi  fùOrego- 
rio  Barbarìgo  Vefcouo  di  Bergamo  »  Prelato  giouine  d'innocentiflìma  vita  »  dot- 
torato nello  Audio  di  PadouaTneir  vna»  e  falera  Legge»  e  verfatiifimo  in  tutto 
le  fcienzc. 

Doueodo  l'Imperatore  portarfi  i  Triefie^con  penfiero  di  paflar  di  li  d  Loretto  » 
chiefe  alla  Repubjica  per  tal  viaggio  due  Galee»  quali  gli  furono  con  prontezza.^ 
concefle.  Et  allì  14.  Agofto  idtfo.furoito  eletti  dal  Senato  due  Ambafciatori  eftra- 
ordinarì>per  incontrare  »  e  complirecon  la  M.  Sua»  che  fiirono  Andrea  Contarini 
Caualicre ,  e  Procurator  di  S.  Marco»  &  Nicolò  Coroaro»  anch'egli  Procurator  di 
S.Marco.  Panirono  nella  fin^  di  Settembre  con  pompa  non  ordinaria  di  Gcntiì- 
huQmini)Paggi»c  Staffieri»  vagamente,e  riccamente  vediti . 

Li  GentirhuominiPatritij»  che  andarono  conlifudetti  Ambafciatori  furono: 
Paadolfo  Matiit«(U  Maggiordomo  delli  Ambafciatori.Pietro  Valier»  fiì  de  sier  Za 

Anto- 


75V  D  E  t  LI    VI  TE     r 

Antonio.  Vcnor  da  Pcfaro.Luigi  Contirìnì  fìlde  sier  Fiero;  Vicento  Morcfinidr 
$ìer  MichicI  Antonio  Sauo^oao  •  Gio:  BactiftaSanuda  Carlo  CoauriRJ>«§  Où- 
luru  Cornaro  figlioli  delli  Signori  AmbafciatofL  Tutti  li  predetti  GcntiUbaomim 
erano  riccanientc  ve{liti>con  fuperbiifimi  abiti>egioiepretk>fiffime .  Ogn'rao  di 
cifi  baaea»epaggi  >  e  flaffieri  con  vagbiffime  Lioree»  che  remfettaoo  gnuaMa  vifta 
per  U  diuoruci  delle  diuife>e  de  colori  • 

Le  Galee  y  erano  reggiamente  addobbate  di  Raft  »  e  Danufchi  >  e  fpedaldieote 
(|uella  del  Capitan  di  Golfo  Girolanio  Grimani  con  le  Baadkre»e  ftcndardi  di  fc- 
ca  meflt'riccanKnte  à  OroXi  Galeotti  tutti  Ycttid  di  feta»!  palamemi  tacd  éoiàtì, 
con  altri  vaghiffinu  ornamenti . 

XeroMnataf  ch*hebbero  c3i  Ambafciatori  la  toro  funtione  àTriefte  eoo  ra&pe^ 
latore  dal  ouale  fìorotio  riceuuti»  &  accoki  coaogni  dimoftrttione  d*hooocM  re- 
galati  dVn  Diamante  per  vno  »  e  fatto  Caualliere  l^Ambafdacor  Cornar»  «come 
anco  il  Capitan  di  Golfo  Grimani  fudetto  >  al  quale  donò  pure  aitco  Diaouoce  f  fì 
NcentiomO}  ritornando  alla  patria  fodisfattidimi.  Done  giunti  con  la  kxo^ga  » 
e  nomerof  a  comitiua  >  accompagnati  da  buon  numero  de  Senatori  >  fe  Q*aa^ytna 
BellHgccellentiffimo  Colleggio  i  dar  parte  a  S.  Serenità  del  feguico  caaia  M.  dtfit 
lmperatore>it  quale>behcbe  non  haueffe  voluto  elfèr  traghetuto  con  teGalcefCò:* 
me  fi  diffe  >  hauefie  difegnato  >  hi  però  goduto  molto  ia  vederle  così  riccamóitè 
adomate. 

Alti  14.  Loglio  i66<x  G  accere  fuoco  accidentalmente  in  Cordbatinopoli ,  cbe 
jbKeneri  molte  ca(e>alquante  Morchee  >  &  akrì  edifìtij  conmorte  di  reati  mHbL^ 
ferfone»congranquantitd  di  merd>e  robbedi  molto  valore . 

fi  Ornerai  delle  tre  Ifole»rìcuperòil  luogo  diButrimòdalknuutt  deTurdM> 
con  vccifione  di  tutti  efli»e  del  loro  comandante  • 

AIH  i  $.  Nouembre  uSóo.  Morìe  Anodino  VianoTi  CanceHier  granché»  ft  aflf  t  A 
dttto  fiì  eletto  in  fiio  luogo  dal  maggior  configlio  Gio:  Battifta  BaUarinoyche  ^^ 
trotta  in  ConllantinopoU  con  il  Baifo  Giouanni  Cappello  giat  alcuni  anni  ia  knA- 
iiopublìco« 

Li  7.  Decembre»  giorno  di  Martidi  »  fèftiuiti  di  S.  Ambrogio  (r  gonfiamianl^ 
mente  facqiie  >  che  allagarono  tutta  la  Citti  ;  per  il  che  ff  guaftò  la  maggior  parcb 
de  p02zi>e  rotiinò  molte  Mercantie^ch'erano  collocate  ne  luoghi  baffi*. 

Inqueftotempoinódòancoin  RomailTeuere^con  fpauentodimttala  Cittd^ 

Li  Ambafciatori  edraordinari^keletti  dal  Senaro;cioè.Angelo  Correr  Caualie- 
re»e  Procurator  di  S.Marco>e  Michiel  Morefini  Cauab'ere»  per  Ii^hUterra  al  con«' 
^ratiilarfiin  nome  Publico  con  Cario  Seconda  per  la  fuceefltone»  dopòcaate  tur- 
bolenze^  quella  Corona>partirono  li  ^aMa^io  1 6^1 .  con  beUifEma  comidua  di 
Gcntil'huomim'  p^^i  >  e  ftaffieri  vagamente  >c  riccamente  veflid .  Et  l'Ottobre 
&iflcguente  ritomomo  dalfa  loro  Legatione . 

Nel  principio  di  Nouembre  16S1 .  vennero  in  Venetia  il  Duca  d!  Modena  coB' 
la  Duchefib  fua  Moglie  »  e  Prencipcfla  Tua  Sorella  >  infieme  con  il  Cardinal  da  Efte 
loro  ZJo  iiKOgmti ,  con  comitiita  di  250^  perfone  è:à  quah»  molti  CaualMcrife  Di- 
me» alloggiando  il  Cardinale  nel  Conuento  de  Frati  Minori  de  Frari .  Et  H  I}uca^ 
]Duchefla>Prencipefla>S*altre  Dame  nella  Cafa  ddiuo  ReilMente  i  &  Cuffaoo  to- 
pra  il  CaiKil grande  furono ^Tveder  ilTcforo  >  &  altre  cofc  notabili  della  Città.  DÌ 
poialI'Arfenaledoueli  fu  datta  voa  lautidima  colatione  df  Confetture  ^  8c  anca 
preleacate  di  ordine  pubU^o  d) orato  &admxiirja&cfchi  «Curano  aaeo  fogate  itt 


DE  FRIMClPrUBi  XIH.  715 

v&aGtlct  beniffimo  allefti»  »  St  ^domita  di  pani  di  kt%  per  il  Oufal  Grande  »  e 
pier  qnaichc  tratto  foori  in  Mare.  Li  fii  fatto  la  guerra  de  pugni ,  8c  vna  fella  di  bel- 
li0ime>e  prmcipaliflime  Gentildonne  »  ornate  di  rìcchifflme  »  e  predofifQme  gioie 
nel  Palano  de  Mgredì  Htuato  in  Rio  di  Palazzo:  code  partite  dette  Altezse  per 
k>FO  Stati  ammiromo  il  f plendore  di  quefia  Citt^ . 

Morfe  la  DachefTa  di  MantouairitomandodiGermania*doueera  (lata  i  vifitar 
la  Vcdoua  Imperatrice  fua  fìsifuóla  • 
.   Jl  Rè  Carloii'Inghilterra  u  maritò  con  l*Iùfitnta  di  Portogallo  • 

In  Tofcaoa»  &  Romagnaiil  Terremoto  fece  gran  danni^rouinando  oiolte  Cittst» 
TcrfCieCafteHa, 

Si  aperfe  il  Vifuuio  ^  che  con  le  fiamme  pìetre>e  ceneri  apportò  gran  danni  »  di- 
(leadcndofi  fino  ad^Otranto»e  Surrento  • 

AUi  4*  Settembre  i<$6i.fin'onopublicattCapiroli»&  ordini  in  materia  di  eflen- 
dooe  de  Datij  delle  Mercaode  ft^ecte  alti  due  Dati)  deHe  6.  per  cento»  Se  ponen^ 
te  da  Mar»per  mMtiiC  benefico  <k  Negodanti  »  e  ^alitare  il  concorfo  de  negotii 
per  commodo^  Còi^atione  ddta  Piazza  • 

Morfe  il  Cardinal  Gitdio  Mazzaritii  gran  mintftrote  principale  di  Francia  • 

SoDucono  le  Nozse  tra  Madamigella  d'OrIeans»&  il  Prendipe  Cofmo  de  Medi« 
QdiToficaiia* 

Nel  principiogdeir  anno  i66i .  che  fil  alli  1 8.  di  Gennaro  fi  hebbe  auuifo  della^ 
morte  di  Gicuanni  Cappdlo  Caualliere^e  Procurator  di  $•  Marcotfeguità  in  Con* 
ftantinopoli  li  4.  Nouembre  proflimo  pafiato  »  doue  era  Bailo  eftraordinario  per 
la  Republica>continuandk>  di  prefente  ne  ^raffari  publici  in  luogo  del  defonto^Bai* 
lo  Cappello  il  fudettoGio:  Battifta  Ballanno  CancelIierGrande . 

Et  m  fuo  luogo  fii  eletto  Procurator  di  S.Marco  il  giorno  feguete  19.  di  Genna* 
ro  fudetto  Pietro  Bafadona  Caualiere  >  che  s*attroua  al  prefente  Atnbafciator  in 
Roma* 

Nel  mefe  di  Maggb  KS^j.vennero  à  Venetia  dne  Ambafciatori  MoTcouiti  mi- 
dati  da  <)nel  Gran  JL^ca  alla  Republica  per  permutazione  di  negotiji  &  altri  affari. 
FuitMo  incontrati  i  S.Spirtto  da  molti  5enatori>e  condotti  ai  loro  allo^iamento 
nelpalazco  Morefini  i  S^Hieremia  >  fattogli  preparar  dal  PUblico»  doue  forooo 
anco  fpefati^e  degnamente  trattati  • 

Sotto  al  prefente  Doge  furono  fatti  gl'infì:afcritti Procuratori  #con  roflfertat  te 
sborfo  come  fopra  • 
1660    Luigi  Dnodo  • 
Filippo  Bon  • 
t66i    Luigi  Mocenigo  • 
Leonardo  Dcufin* 
I  é6i    Antonio  Nani  • 
Michid  Fofcarini  • 
Marco  Contarini  • 
Mattio  Sannto. 

Sino  del  1 65o.fotto  il  Doge  Francefco  Molino  fu  fatto  Propiratore  di  San  Mar- 
co Daniel  Bragadino»  lafaato|fuorì  del  Tuo  kiogo  perinauertensa  del  Stam- 
patore  • 

Altre  Famiglieancora  fono  ftate  aggregate  alle  Nobili  Patritiefotto|aque(to 
Dogewiel  modo  wme  Taltre  fopradctte»  cne  fono  k  feguenti  » 

léÓQ.  Ni- 


754 


DELLE    VITE 


f  ^    14  Mana:  Nicolò  Càmmiiicadi  Victtiza  ^  e  fratelli  Là2àrì  »  con  kirò  V 

gliolii  e  ddcendenti . 
04  Giugno:  FrancefcoGfùppomyConfuoifTglioliiedefcendeiiti.. 
i66t    M  Ktorzd;  Gio:Batcifli>e  fratello  Lagbi>con  figliob^»  e  defcendeoti  • 
i66%    z9  Marzo:  Giulio  Vefcoao  di  Belluno  9  e  fratello  Berietxli» eoa %IioÌii  e 

defcendenti . 
7  Gii^o:  Qio:MariaRarpiq.Pafouatin con fteliolife defcendenti. 
17  detto       Gio:  Battifta  Abbate»  Cannonico  di  Trenifo^e  fratelli  Ferro 

con  loro  fì^oli  >  e  defcendenti . 
2 1  Luglio:  Domenico  Pduaro  q.  Giacomo  con  Tuoi  figlioliie  defcendéti . 
a}  Agofto:  Gafparo»  e  fratelb  >  coiilfepo loco  Nepote  Cafletti  fintoli  1  e 

defcendenti  • 
Quefto  è  quanto  ho  potuto  raccogliere  per  porre  in  aggiunta  alla  Veoecia  dd 
Saniouino  dal  1 5  80.  doue,iecli  terauna  »  (ino  alla  metd  del  prefeote  anno  1663 .  do- 
oe  finifco  anch'io  i  con  pen&ro  »  fé  Iddio  mi  prefta  vita»  ài  continuare  conaltra^ 
aggiunta  della  ifteifa  materia  per  ponerui  molte  degne  £abriche  già  princ3|JLaxo> 
comeda  principiarfi  >  cofi  di  Chieie*»  Altari  »  Maufolei»  comed'a&ri  cd>£a)f  om^ 
toro  ornamenti  di  Pitture»  Sculture>Elogij>e  d'altre  cofe  notabili.  Et^r  (upplite 
ancora  à  tutto  audio  poteflì  hauer  tralafciato  per  nò  ne  hauer  hamitonotida.CQo 
teeiftrar  medeumamente  i  httti  memorabili  %  che  occancSktoia  auoennt  coiu 
l'itteiro  ordine  tenuto  di  fopra  • 


IL      FINE. 


CRO 


'Anni  A 

Vea.  Xpo. 


PARTICOLARE 

Delle  cofe  fatte     , 
DAI     VE  NE   TI 

DAL  PRINCIPIO  DELtA  QITTA* 
Finoall*aonoi5  8i. 

DI   M.  FRANCESCO  SANSOVINO." 

^QQ  RCADIO  ADguftoSpagnuoIOjlniperatore. 

7oJ[  AtuihfioRomanoPapa. 

Inoocendo  Albano  Papa . 
^  Gtìbi  yfeiti  delti  foia  diScaadùi  Scadàutàa  >  aanm  i» 

^  Itatitt fatto  Hilarie%  &  amhgtSà  km  CtfèUni  >  fmadt 

t^quittmo, 

4^    CiomittaiTolttitiatuìtalìgiirUn*Gothi,conmtrtMitdtiotaUkÌ€t^- 

'^      unafartecricltaltra. 

405 

M7    Kiuli«4JJo  vnutt  a  gtontìmu  monti  di  fiejoUykiM  a  FimtKfji  fom 
StiSaiit,lroaocotiiliortaliUilMUuétif«U,trmtm. 
rriuaorigiilfiiyenetìafertaco/ìfiivenMttiiìlItatùttftrciotlìetyne- 
tifìnmentatiftfi^onoaUeUgMe. 
Los    irmd>Ua-^lmi,pafimilRlcmnel(iGtlU€,difaildmoi*Ualihde. 
'  rllimdìDùmIrrc. 

z        tfi* 


Anni  di       z  CRONICO 


Honorio  Atig.Sc  Theodofio  fuo'ntpote  ìnneme  Imperatori , 

Ornine  feconda  di  renetia  per  bianco,  il  ijuale  prende,  &  fu^cgHa  Ta- 

èt'Hia,ondeifenetidinuokoftfi4gMll9iilteLazmie,.'   ~^ 
^taulfó'Rè  de  Getbi  entrane  Calile.     '.  y    \' 

'■    ■  f' 

ZofiinoGrecoP>ipa.altridice4i8.    .•«'  7^  .r 

.Atanlfo  occifo  dafHoi,  f^uaUia  occupa  il  Tugna  . 
Fuoco neltJfeU  di  Itìatio,  ardetaeafadi  antìnopo  greco  ^ArOtiamdiiu- 

uiàlqualc  fatto  voto  intente  con  i  circonuiciiù  habitaatiin  14.  cafedt  M- 

uole,  di  dedicar  ^uet  luogo, &faruiunaChiefaaS.  Giacoim  jtpoàalo  ; 

efaudito,  fefUngue  lafiammadauna  repentina  fiotta . 

Bonifatio  Romano  Papa . 

Chiefa  di  SJacomo  fondala  in  ìtìaltom  efecutioneéel  vota  fatto.  &  amfa. 
cratapoida^.refconifCioida  seueriattodi'Padoita,da  Amèror  é.Alà- 
noÀa  Giocondo  di  Trcuifo ,  <!r  da  Epodio  d^ydeiX» ,  &  vili  nuttei  og. 
càtUFeUceVrete:  ejfendoaUora  Confali  ptriTiimm  faprateS. 
eatme  di  Rialto,  JdltxnoFalerio ,  TmiajoCiadiam,e-zemDaM. 
lo.  .  . 
4M 
4*3     CcIcflinoRomanoPapa. 

434     lucianoGauila,MalJimoLucit,&ygoFtife9,fecoadiCoiMiTiitiiimiA- 
tra  le  eofe  di  Rialto.  ^^ 

■»»!  ,      ,    . 

42tf 

4*7    Tbeodofìo  nipote  di  Honorio»  foto  Impetacote. 

41» 

430 

43» 

43a     SifloTemRoimitoFaBa. 

433 

434     Coiicilii>nE!efoii(iidi2aa:Padri,etndama'Hegmi  bmtio: 

43« 
437 
438 
4!» 
44»    UoM  Magno  Romano  rapa. 

44»  •■     - 

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Vcn.  Xpo. 
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450 

45 1    .^//ì^  R^  (/tfj^/f  rmt/>  rifatt»  tJJercito  tuUa  TamumU  »  affdt*  t.lu9i**^j 
mette taffidioattacittÀd^^qmlea»prmcipale dopi  Roma» 

453  Orismterja  diVenetia ,  per ^^uiUa con  molte  dtre  città  cinonutem 
astute  aal predetto  Attila:  rifi^eado  nobUi  ^popolarinet^Ifotedd' 

.  le  Laffme.  -  . 

Tribmùordmatipertlfokt^oHertfaao  dppì^iConfaliil  p^olo  Veneto  per 

lo  [patio  di  ^o.  ami  futuri»  fecondo  U  Zeno. 
Caproti  detto  primaTetrottia,  <Srpoi  Cat^tc  »  edificato  iagUhuommii 

Concordia, 

454  Flauio  Valerio  Martianolmpecatoce. 

.  UxtUafregatoda'PapaLeofte ritoma tdfu»Repio»& mentre fappanC' 
,  dm  di  Tfcnirt  m  Italiatm'akra  uoUa  »  affalfto  da  un  fliflfo  di  faùffu  dal 
-  nafo»  viene  a  morte, 

455 


45    4<J5 
40  \^\66 

49  14^9 

50  [470 

51  471 
5»  147» 

473 


4^1    Milano  Sardo  Papa. 

45» 

463 

454 


53 
54 
55 
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58 

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474 

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fc.    cai 


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Simplicio  da  Tìuolipapa 


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fimo  Valerio  Leone  minore  ^uok>  delT  antedetto  Imperato^ 
re. 


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TRONIC  o; 


Felice  Romano  detto  IILBai«, 


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Qehfi6AfikStR>èip». 


Aoaftatìo  II.  Romano  fMft.  !        ' 

tifate  tmiutk  kmme  ^^iHfktrea  H  nmi^éfi^ . 
Celio  Simmaco  Sardo  Papa . 

* 

é 

1 

• 

rneti  diMerfi  ^curati  dalla  pace»&  vfdti  ieUt  Ugtm%  rttormnèin  Mr- 
raferma  4  reftawrar  le  tUtd  loro  fer  aitami  rmtuue  iaiboAnài» 

Trilm>fofolocreatoperhgomnoieWtfoUt&imaperlofpttti^éfi8t>,M- 


Celio  Hormifda  da  Frofoione  Papa . 


Fiauio  Valerio  Giuftiao  di  Thrada»  Imperatole . 


io; 


r, 


5*8 


rAnnidì  V£JSLlTO;  j 

Vco.  X§o.  ._  - 

io;  15*3    OkxuiuuTofaa&Papa. 

>o4  5»4  ; 

106  %i6    Felice Tetxo detto (^«toPi^lìefe Pipa. 

107 
X08 

1»  s^o    Flauk) Valerio GiuftìBiaaoCrecoImpecatoce. 
Bonifacio  Secondo  Ronuno  Pai». 

II»  $3»    Gioaaanì  Secondo  Romano  Papa. 

114   5U    RuftiooAgabitt>RonuuioPn>a. 
X15   5j^    Celio  Siluerio da Frofolone rapa. 

xi6   %x6 

117  537    V^ilio Romano  Papa. 

"8  538 

»»P  539 
xìo  540 

,*i    *>iY     CrercimtutUMUUnMUHMÌmepertIf<)UÌeUeU«im*fmwilHéteU 

«»»  54* 

i»3  543 

x»4  544 

i»5  545 

i»7  547 
i»8    548 

i»9  543» 

130  550 

131  551 
13»  55» 
133  553 
»14  554 


X3.5  555    PelagioVicariaDoRonutooPapa. 

X36  55* 

138  558 

139  559 

140  560 

141  561    Giouanni  Terzo  Romano  Papa. 

14»  jtf» 

{44  54    7Ì4rf(te-^al«r<ftllimC«pitaMÌeirtmperta9ti»ltM^ 


Aniif  di      6 


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&  di  S.Theodwo  néUkcittd  di  Kfdto»  in  gratta  de  i  Feneti  »  Ae  fmm^- 
f$MCoil^,&mua^lonu 

Giuftioo  luQÌoit  Greco  Imperatore . 


Longobardithùmatidi'PamtomamltdiadaT^fete,  tgift  «wjvkC», 
mente  di  fatale  da  Stfk-  impenttrkt . 

Chiefe  di  Santo  Ernu^ara  detto  al  PrefeateMarcKola, UT  di  SamuCrut: 
in  U^riot  edificate  da èbierfirifi^^aeti^tme  date  parti  éUmà-' 
tea,  per  la  venutade  i  Longobardi .  "'"' 

Taolo  Fr elato  di  ^i/uilea,  traiiKe  lafna  driefit  m  ÙnttnlUà  ktmut  Mr 
Pochem^tia,poJÌainlMhpertemadeihtrkm*  : 


■  I 


TribmiX.crecuialgouemodeltlfek»  dnranoper  ixo.aMmfittmi  ^ 
Benedetto  Bonofo  Romano  Papa . 
Tiberio  gglioolo  diQiuftino  Jtriperatore . 


1 

raccUuiCimmoltobimwreàaiF'eneti^iqmU  tffimnmai^tm^ 
ffianoaCofiantimapoU.  , 

Pelagio  Secondo  Romano  Papa  » 

ElU Greco, di FefamcregtùTéUriarca  di  Gradoda  yn  Concedi  yiiai 

yefami  tferwtifitdelTapa.tr  Ucittdfé^^^ 
di  Jftria^ 

Tribimix.&Urogofienfo,riC0fiferfmUoperafmi6o.fkftn 
n0.alfridiciff0^ju 


SefieroT4triarcadiGrai$9  prefe  cantre  altri  ref ami  dilftria^  dsSmS* 
ra^oEfarcoyècùttdotmaKamma,€r€eftnt$oa  cmfftrmartopimme 
dtGtóuanm  ^rciHefcoti$  intmio  a  tre  capitoli  del  Concilio  di  ÙmMmU 
wm  creduti  per  y  eri  da  iribetli  delta  Chieja,  ritornato  in  capoìOC^amo  m 

GradoyJpo}'geillÌbeUadetffiopentimentoairefcom,&a§^ 
tn  Jeae , 


nam 


Gregorio  Romano  Papa  • 


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9aim* ani miiligkm mU»fituimrit rf i F€Bttié>pM^&  i^nOfuiai 


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PaImm  rifrtfa  di  fumo^^H^ttUtinfiatri  ifdu  éUi  Iai^ìiH^Ì, 


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•  * 

Foca  Aos^CrMO  Impcfttoce  « 
Sabjpiano  TofcanoFapa  • 


Booi&dò  Teno  Romano  Papa  « 
Mardano  da  Pìrano  Patriarca  di  Grado . 
BoQifiujo  Ossuto  Marfo  Papa . 

Caodiano  daRhnitii  Pamarca  dìGraéo. 
Heracleo  Aug.  Greco  Imperatore  • 


*    •  -4 


■^   •. 

« 


DcodMoRottiaoo  Fapa*  - 
Cipriano  À  Pota  Patnarcadi  Qfade  • 

Bon^Kio  Qaioto  Romano  Papa  • 

Hooctfio  Campado  Papa , 


;.    » 


Primogenio  Aretino  Patriarca  di  GraflbjrinxMlo  Fortunate 

patordtflàQucfa» 
'KiMrio  Ki  dt  Ln^pfwé  diflntgge  Fderw .  &  Mi^m  Vcfcm^ìftffkHl- 

tà,  &  cbiMr^moferfantHddi  yéta,  condotto  il  popolo  aie  ^tapmé^ 

ed^ca  la  cind  di  HeracUa  in  homr  ai  Heracleo  Impp  detta  poi  per  hm^ 
nemre  Città  TioMjprimifnkéeitegi.     '<;. 

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VciLXpo, 


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TerriMelatkmeMqHdMé^nù^anaalmid  SmTietrò»  &  i  ^ 


>- 


Gìoaifmi  Quatto  di  Dilmatùi^apa*  - 
HcracleoDe^litiolo  di  Hctadeo  unpentore 

Coftante  Secondo  Impetacore  • 


'  * 


Martino  Tofc^Qo  Papi  « 

Ma/fiino  Dalcnadno  Patriarca  di  Grado  • 

Cbkfe  de  Santi  Sergùh&  BaceOfMaffimo,  &  Mareel&Mè%  fdmcate  éU^ 

buamim  di  Tcrcelkhfn  tifala  cbiamau  da  buro  CmfiatUiaao  m  hm^ 

CoftanteJmperMq^pOHùUempaf  inonda  ^ 


igeoio  Romano  Papi  .Tribuni  due  aggiunti  ^x.babitan$  mU^ 
clea,&fino  xii.  in  tutto  per  fino  aWanno  697» 


ìtalianol 


7 

009    Mcfentio  ArflKM  bopecttoi 


*» 


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Ano!  di 

VeikApo» 

«51  671 
*$t  6j% 

»5J  ^3 
»$5  ^1 
*57  ^7 

a^i  681 

%6ì   Sii 

*64  ^ 
96S  SBs 

rÓÓ  S96 

*7^à9t 
»73   ^91 

»77  ^ 


478 

»79 
a8o 

s8i 

282 

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«85 

i96 


69S 

699 

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701 
170» 
703 
704 
705 
700. 


VINB  TQ. 


DcodatoRomanorMonaco  9$pM . 
St^u»  da  Paceozo  Pataiaicadi  GfftdOi 


Agitane  di  OpodiftriaPatnatadi  Grado 


Agatone  Sidliano  P^ 


Leone  Seeoodo  SicSìaiio  MA  • 

CùRauòMMcn/dcopicfibcrìo  Imperatori  in  vn  temp»  nedefi- 

ino.  * 
Benedettoli,  papi. 
Giouanni  V.  di  Andochia  Papa  • 
ChriftofoiodaPola  Patriarca  di  Grado  • 
Ginftiano  II.  Greco  Imperatore.  . 
Geoone  di  Thrada  Papa . 
Sergio  d'Antiochia  Papi . 


Leototk>Psttrttk>AiwdtoIm|Ki»eoK.    .  _^    .     .  ^_ 

Piokiccio  Anaftfto  Doge  Pnmo>«fle  anni  10.  mefi  6.  gjormono. 
CUefaC4tttirtUiiSaittaMémMÌnTmtU»»fébmautia$ntbil$»  &dd 

pipth  ieìU  terra*  C"  vi  metttm  i  corpide  i  Salti  »  Tem^  »  Helmknt 
LMKrdt,  &  TrMb4»c(mvn  bracciodt  SJacm9%4tifioh . 

t 

Tiberio  AbfimacoAugnftoImperatotè. 


'  «87 


tOCCi 


Annidi  IO         ,    XJ  il  OU;l  C  0 

Xpo. 

707  Sìfioio  Sonano  Papa. 

709 
710 

jix  Filippo  Bardaneimperatore . 

713^  AnaflafioArtbeinio Imperatore. 

714  .'       '  .      •    • 

7*5 

ji6.  Theodono-Adramiceno Imperatore. 

717  MarceIIoT^ianòD.II.«meannip.gioraì»t. 

71S,  Qregorio^xoDdoRomaooPapa-. 


Veiù 

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313 
314 
315. 
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317 


Donato  Patriarcadi  Grado . 
719^   Uooe  Terzo  I(auncoIcoQan»c»lBPV<)nioee. 

7»«  ,-..'.■ 

711 

7»».  s-  '. 

7>3  "     o* 

7H  AntownoPatrUrea<UOi«dò)ii»'lMt«Mtfl>!kMri;/i^ 

^  /«  mcfirte  diDenata/era  mtrtift  tÌHTéttriauMhOmk  pràiaMtUl^M' 

ti,  refiirmt9  al  fi»  f^efcmido»  ^rUa^  laCbit/k  ikOfah  . 

7*5     ^        '  "      -         - 

7»d,   Orlolijcpato  Doge  Terzo  vìflb^annt2vjnefì$. 

LuitPrMidoRèdeLo^^Kprdiaff'ediaIi4Men»a  .L'Sfartofi  fiigstfthmtf 

alle  Lagunej&chifdtfoccorfé  alDogc&^Tapa  Gr^ariogltfcriMùff- 

tior  deU'Efarco.  Orftfer  tanto  fatta  t^mataitf^ugnaJBiaiiemuh&Wìf»' 

Teredeo  Dhca  di  ncetn^a  che  la  d^endeua  coHgemiNdtre^ri^nten^ 

fftrco  infedttCfn  molta  todedelntmef^mtiaao.. 
717. 

7»8  -    ^ 

7*9     ■      ..  .■  .    . .    .:ì 

73!^  C^4rR>  Tvnf9ìitfÀmriHT9trì»ea.  ài-  Gradò  >  cmumàit  a-  Catifi»-  To' 
trtareadtUqùilny  tì)erefiitmfpaMtffine^ti^Cettten«ra»comeUiogbi 
Off  astenenti  aLktoniftérto  di  SimtazAimaMBttrhta»»  tfmofcfio  ma. 
Qhiefa  di  Grado .. 

731.  •  .         • 

73»- 
733 
734 
735 
7ì6r   Ciierra£ÌMilefratìeraclia&>E^nihyperiK.eaffdH(die»ifiHi.  1^(al£}f«^- 

le  Orfo,  portando ft  forfè  troppo  animosamente  tome  fakìàle.  iefmt  eit-^ 

tadinid^Iferatieaièmrtoeòmkattói^. 
73  7    Interregno  tperciochefimnta  Agouerw . .  Et  in  UiogtiiDoge ,  fi  srta 

Mae- 


3i8 
311 


3»» 


740 
74« 


Annidi  VENETO.  ii^ 

VciuX^ 

MfefinieCmiìUeril5MMfcrìrti$4miiù.EfèptkmDom 
mefCifgmmmM  topùerilfmi^dofe^ 

Telice  Comicola  Secondo  MaedrodcOoilieri 

Deodacò  Terzo  Maeftro  de  Caiialjerì  * 

ij^rpato  Quarto  Maeftrode  CauaUeri  » 

»bridaco<^tOt8cYlciiiio  Maefiro4e€^ 
zaccaiiaGiccDi^auMt.» 

Ì,^-    TheodatoH/{>atoDogeQQ«to»ififleaoiiix|. 
Co(Uiitìno  Quinco  Cop^^ 
Sede  Ducale  rm$U  a  MaUmccs^sind  fimUd^  w  frm^^f^ 
TrmMcUdopiHeréKlUpferi^lhfiitfer^^  tìer^uUàx 

Mie  aÉlCCOTBÉ^  CutUt  « 

3«J 

3*4 

3JO 

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3t3 

334 


743 
744 

7^ 
747 

748 
749 
75« 

75  « 

75*    Stefano  Secondo  Koou»o  ¥aM  » 
&e£u]o  Tetxo  detto  Socoado  KOI 

753 


£iniUanoRoai«Diiiok>I>atmKa  di  Grado. 


335 

33tf 

337 

338 
339 

34» 

34» 
343 
344 
345 

347 


7^4  UDoseMtntreii)eàU*ÌHKC*ieìtA^efwt^*hJl<^mpert^Uia0^ 
hÌ4U4panedill<memMÌimom>9CciipatMiìailMpÌ9tra$i  Guadttt^ 
4auoGtPiUiaaUimiiC<d$mttianioUcimeHraM»MfìiUtMat9mt4ilftii 

75  5    Galla  Doge  V.viflè  anni  {.altri  dicono  IL  meiill. 

756    I>omeQÌooMonq^arìoD.yi.vifleanm$.althdice849'X(ri«Mi(«A|iipW 

7$7    Paolo  Romano  Papi. 

Vitaliano  Lucchele  >  Patriarca  di  Grado  • 

758 

759    GiouannidaTcìeftcPatrìara  dìGrado. 

7tf» 
7<J3 


7*55 
^66 

167 


,M«uricipCalbaioJ>Q«e7.vificicoD  Giou«iini  figlili^)  uni  XXUt 


74» 


Aiiródi     II  CROMICO 

Ven. 


34i 
349 


3$o 

35» 
353 
.3H 


35<S 

357 

358 


359 

351 


Xpo. 

768  Sce£ux>QBacto<)etto Terzo SiciKino Papi. 

769  U  Patriarca  fcrtue  al  Va^a  delle  ^fftft  rkentue  idlagenu  LmMbwtiap  U 

màk  efio  chiama  p^datcrudètì^ma^ir  froicru^r.gU  chiede  fornir- 
jOi&cuoattiBCon$rùfcmeay'efioìii<*iJrri 
che  fia^  obbedienti  alla  Cbiefa  di  Graìo . 
770 

^^;u    A4kÌMaRomanoPafa.       . 

77?        ^  . 

774    y e fcouaio eretto  neltlfola  di  Caftelh  Ólimh  »  effendo^i  FeneH  per  amutì 

f oggetti  nello  rpirituale  al  f^efcouo  di  Mdamocco.  ^fk  Uprim  Ohe» 

Idto,  onerò  Óbeleto  Maffimo  figliuolo  di^  EBeogiro^feamdQ  attri  Em^jrio. 

Il  fm  titolo fH^EpifcopmS.EcdeftaOliHolei^. 

77$  . 
77^ 

777  Leone  Qaattto  figliuolo  di  Leone  Greco  antedetto  »  Imperato- 

re . 

778  Giouanni  figliuolo  del  Doge  Mauritio,  dato  per  compagno  mI  padrcf  ^  fat^ 

to  anco  efio  Doge .  Et  auefUèla  primavolta$  cheiFeneti  hamfo  dite 
Dogi  in  vn  tempo  medejìmo  »  col  quale  efìempio  poi  »  i  Dogi  funarifi  fc* 
cero  compagna  figliuoli  &  frateui  pfino  che  fu  proueduto  per  legge  da 
Flabanico  ^ 

779 
780 

781  . 

782  Coftantino  VL  Imperatore»  con  Irene  fua  madre  ^ 

7^3  •  •  " 

784 

785 

78<S 


3^7   7«7 


3(58 

370 

371 
372 

373 


?74 
375 


788 
789 

79^  Cbiefa  di  San  Giorgio  Maggiore^  di  San  Oiouarmi  EUémielìfU  %  eUfUatt 
dalia  famigliaVarticipatidfòVatriciaca/detta  poi  Madoara.  . 

79^    Irene  Imperatrice  fola . 

ChdUoforo  Damraco  Vcfcotio  Olìuolenfe . 

793  Mauritio  figliuolodel  Doge  Giouanni  9  andato  con  genti  armate  a  Grado 
per  commcfjione  del  padre  >  precipita  giù  d'ynalta  Torre  il  Tatriwrca 
Giouanniycome  odiato  da  loro  perche  gU  riprendeua  de  loro  tir  amici  por^ 
tamenti  • 

7jK  Fortunato  da  Trtefte  Nipote  di  Giouanni  »  Patriarca  di  Ga^ 
do. 

795 


v_ 


yjó  yj96    Leone  Terzo  Roiqano  Papa . 

377 


Annidi 

799 
8oo 


VE^fiTQ. 


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Yen. 

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817 


Nkefoix)  con  Staikado  foo  ftsHt^ 

Orlo  Magno  L  Imperatóre  Occidenale . 

Dimfimt  ietClmpcmfra  J^ccfaro  >  tr  Céorlo  Mé^  ^mitui  fini  a  f^e- 
netir^UiiberUwrùmiatta^  come ^omctmim  fra  Ppm$iìr  fétn 
Imfem^ 

Cticn4cimUd$MaUm$m9^fireÌ9€he>emMilhpp$ìkt€ri^^ 
Oh  al  popolo^  fcrktirmimcheop^atimùiiM  tT  tiferlTec^ 

tefio  commcfi  neUapcffana  del  9atriarcdff(9Uekatìfi  difierftfmc^Éèk 
&€ftmbijgeOMtri»TnlmiòiiMaUmétadT^ 
Umoccfh&i  Dogi  T^ecchifi^ggmo.  uùrHiamtamofegiume  » , 

ImmMHddmerfcconccdmcdaCéirìoprtàntémUemrcéilfm  Impera 
d  to%  mMo^éUrimtadiSmh  ^ 

Obekrìo  Antenoreo  D.IX.  vide  Mai  V. 

TrntdefirfmcolkganelV0mipa^BeM$ofi0frdt9B$^Hf^  yà  dCé^ 
ftammofoti  ton  T^fcctM  TMrkùy  MCCompé^JMó  da  Chri/hforo  Fefcoué 
XMmta^f&daFtliceTrénno^dmÈtfktÉmodaii^impffaiore 
diHypatOffe  mtomaa  t^enetìa  moUo  homftàto  • 

ForMMM  'Pafrìarta  viinmenemìttfiamiM  fattain  tfbria  da  i  Conti  I^ 
XgHe^ad$Um^ Urne pgi*  wmc  di Cmio ywmaiL  tmcaGionsamOo^ 
mcrnatorinqiicUaTrommpnddemC^piOitmi^affyiaue. 

f^^dauinofratcUoditMfeUm^&diBed^  Digi^nko  fer  tonMMO  nel 
Trim^atodaidnefvtdeiHDogi^imdejmoinnn  tempo  meaejfmo  tre 
Dop% 

Cuena  di  Tipino  KÌ  dfltaìiiHo^Fene&ferfnafo  dc^dai  Tatriarta  poetm^ 
nato.  IlanaUfrefo  Malamocco^t  votendopafsare  a  9iatto  nétte  iagfnm 
i  rott09&  fracaffato  nel  Canale  deWjLrco  dettfi  Orfano  aljprejente . 

Angelo  Participacio  Dog«IX»vi^è  anni  1 8.  primo  Doge  facM  m  RJiU 
co* 

Chrifloforo  Tancredi  Grecò  Vefcoao  OUnolenTe  % 

Leone  V«  Armeno  Imperatore^ 

Jtn^eto  predetto  fi  fa  collega  »  &  tompa^  nel  Dogato  Gionanm  fito  0^ 
pinolo  minore  f  tS"  poi  mandato  in  eJUio  detto  Gionanni  per  nptraéi 
Ginjliniano  fno  figlinolo  maggme  >  lo  prende  ftrtoUega  in  m^èl  Oio^ 
uanni . 

Lodouico  I.Francefe  Imperatale  • 

Sceluo  V.  detto  IV.  Romano  Papa» 

Mate  di  S.Seruolo,trasfer^ififoimonadneBétbiifndiSJlaHnjpe0n 
ncU^Jfola  delle  Gambarare  ne  i  amfini  di  Walto  • 

Pafquale  Romano  Monaco  Papa  • 

398 


Am^di    14 


Veti. 

399 
401 

40? 

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405 

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407 


Xpo. 

81S 
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820 
8x1 


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817 


CrR;  ptN/I  G  a 


Michele  n.  Balbo»  ò  Traulo  Frigio  Imperatore . 

Venerìo  Patriarcardì  Grad«  « 

CbiefHlrSan  I^re^Q  ^^  San  Scuero  fcibrime  dal 


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421 


824    EugeoioSeooodoRoinaaoPapat 

8*(j    .'  .  *       .  ■  .     ; 

82  7    Giuftiniano  Partidpatk)  Dt^  Decano*  viflfe  atmi  I  r.' 
Valentino  Rocnaoo  Papa.    . 
Teófìlo  Imperatore . 

828    Gr^on'o  Romano  Papa . 

Giuftiniano  Doge,  riuocato  Giouamtifuo  fratello  da  CoftantiHtpoU  d&ne  eri 
.•'  confinato,  lo  fa  coUegaftto  nei  Ducato, 

Corpo  di  S.  M arto  Euat^elifla  portato  di  ^lelfandria  iaiono  Tr^tmotì 
Malamocco,  &  Ridico  di  Torcelhh  à  Venetia ,  tF  ripofia  netta  Chkfadi 
S.TheodoiO  dal  Doge,  &dalpopolo  con  molta  reuerenra.  . 

Guerra  de  Sar acini  in  Italia,  i  quali  afiaUaoo  tifata  di  Sicflia ,  défe/a  dalK 
armata  Veneta  per  i'Intpetator  Greco,  . 
82P    GiouanniParticipatioDc^cXr.viffc  anni  otto. 

Chiefa  d  capeUa  di  San  Marco  cattinokau  dal  Doge,  m  efeeatme  del  téU. 
mentodiGinfUnianogiifuofratelto.  -'"»    - 

830    Difiordi*  fraVenerio  Tatriarca  di  Grado ,  &  Meffent»  Tatriarca  diut^ 
qMUeaperUlorogiHrifdittioni.  •  -     •: 

Sja  ^ 

835 
'837 


83& 

8j9 
,840 
841 


Pietro  Tradonico  Doge  Xll.  viffe  anni  XKIX. 
pgitHolo,  Il  quale  premuore  al  padre. 


1    \ 


422 

42  j 

4*4 


Lot&ano  Primo  Imperatore . 
X"°  ^«■'«oto  VcfcouoOJiuolenfe . 
Cbtefa  di  San  "Pietro  fi  finifee  fotto  il  detto  refcouo  in  otto  amU , 
|4*    Gw^intu  Sanuto,  ò  fecondo  kri  Patritio ,  Vefcouo  OlSifc . 


I844 


\  \ 


Sergio  Secondo  Romano  papa .. 


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Annidi 

Vai.Xfo. 
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444  ««4 


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870 
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fuòco  ancona  n't  porto  di  HiOKmui . 


Vjule  Partìcipatio  Patriarca  di  Grado . 
Mauritio  Vicei^  Vefcouo  Oliuolenfe  * 


Bcned^eo  Tcim  Romano  Papa . 
Lodouico  Sccoado  Impaacore . 

Nicola  Magno  Romano  Papa . 


15 


ér  chiede 
olii  legni.' 
rÌMoUa  la 
a  ì  Greci  > 
ùiUrfac- 
^  ferro»  <^ 


Domenico  Badoaro  Vefcouo  OliuolenTe . 

Orio  Pardc^udo  Dose  Decimo  Teraoi  Tiffe  anni  XVII, 
■Cbiefadi Santa  Maria Formofa  fabricata  per  Manti  da*  pn^enitori  di 

Tietro  Caadiaaot  al  prefentc  rejUitrata  da  i  figliuoli  di  Marino  "Patri- 

tiohmmoiUi^e . 

Adriano  Secondo  Roniiuio  Papa . 

GHcrra  terxa  co'  Saraciai  i  perciache  bauendo  e$  tolta  Plfota  di  Candia  at- 
ClmperatorGrecoQamilpoifiricuperòindi  dmoUiaittù)fm<^da  ye- 
neti  armata  di  jo.  n  ip.  talee  ,  &■  accampanata  co  i  Dnchi  della  Dal- 
matia^ella  Ti^iaar  deUa  Calauria,  OrfoGenerale  di  tutta  la  lega,ye- 
nutod  giornata  co  Saraciniprelfod  Taranto  gli  rompe,  <f  vince.  Iridi 
yoltatoftcontrad'ì{t(rentani  perpetui  nemici  della  Siepub.gU  rtdueed 
quelle  coaditioni  di  pace  che  egli  vuote , 

Pietro  Matturio  figliolo  di  Gionanni  Patriarca  di  Grado.  «Ieri  dico- 
no 871S. 
Balitio  Macedonico  Imperatore . 
Gtouanni  Ottano  Romano  Papa. 
Graffo  Patio  Vefcouo  Oliuolenfe .     \ 
Victoiìo  U.Panippauo  figliuolo  d'Orio!  Pfttrìarca  di  Grado  : 

«5 


Anni  di 

Yen. 
455 


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C  R  a^N^i  e  o 


45tf 

458 

459 
4^1 


Xpo. 

!75 
876 


87& 

879 


4tfz. 
464 


4<J5 
466 
467 


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47» 

47i 

474 

475 
47tf 

477 

47» 
479 


888 


S90, 


GioMani  grliKolo  del  predetto,  Orfa  Doge/mataU^M  del  PwIrvMilM»- 

cipatodaffvmHerfMeferUpidboiità»  *     ^ 

CarlblL  c^ooinuun»Qw)HoIayetator<> 

•  * 

LodoukoIII.  Impccatore. 

e^m^rdia/ìtM^la  RcfàUkétlr  F'ahntùTatrimca  f^fmUa\ 
GiouMoi  ?utkàfatU>n^DJUY.  rifleanni  V.  nficC  Vt . 
.Carlo  TccBoImpcratare  » 

Guerra,  di  Comacchio .  pexcìoche  hammb^  hMmiìi  HCmMcdmfarà^ 
à  morte  RaiioaròfirateUù  del  Doge  che  andatéa  a  W>ma  per  i  fmti  ée^f 
Hep.  inmtati  à  ciò  dal  Cmue  detMare  (  era  quefla  vna  demiti  fefkm 
Italia  da  Carlo  Af^(i>/  Do$fi  frefifCé^m:ibio%<Sférfà,  &fem  m». 
dettadifmfraiellorUornaaVitnityti^iUmififo.^ 

Il  predetto  Doge  f end»  malato  ordina  perfmfiicceffore  con  co^enfiM  ffì» 
polo  >  Tietro  fuo  patella  minore  >  maguarito  jelafa  coUega  nflDiOi» 
to^  Ilqnal  Tietro  vennto  a  wnne^  metti  infitù  tm^o  Otft/ìtofhttitlo  »  < 

886  Marcino  à  Marino  da  GallefePapft» 
8«j 

884    Adriano  Tcrao  Romano  Papa  ;  .    ' 

SanCipriano  edificato  a  Malamoccodalprecedenitl>tgef  &fitmmjffki^ 
la  Chiefa  di  San  Marco  « 

88^    Stefano  VL detta  V.  Romano  Papa* 

88d  ..,,-.     * 

887  pictraCandianaD.XV.viflcmcflV. 
Gftm4Co^7i4ttrenumi^nelUf»aUiLB^aaiai9iinfef^ 

tiar&  baneado  totta  &  arfagramparte  deitatmatm  Iùtù  ,attimofOy& 

de[tdnofodigU^mifM€iatofiimta$a^Ìmmtk^nemm        H  corpo  i 
portata  a  Grado  ^ 

Metro  Tribimo  Doge  XVLviffcanniXIX.ataivihtitrr  &ooitkgi^ 
tre. 

889    Leone  VL  Imperatore  * 

GioivianiSamitolI.Ve(coQoOIiì3irteaie. 


FormofóPortuenfè  Papa 
GuQuaniiiAuenttirataVei 


^OtiioDleiifc 


892V 

993,    ^ 

894  Arnolfo  Imperatore^ .. 

895  Bonifacio  VI.  Romano  Papa  ^ 

89^    Stefano  VII-dettaVI.Romàno^Ptot^ 

897  Romano  da  Galtefe  Papa. 
Theodorico  IL  Papa  •. 
GioqanniIX.Papa.. 

898  Benedetto IV. Romano'Pap»*, 
^99    GiotffQ  AsukcKi^VsMM^ 


' .  • 


<M^ 


Annidi 
v«.x^>. 

480  '900 

48i  »oi 
482   901 


4>} 


484  P04    Domai» Tribuno l«liiiòlo«lUoge.Palrurca<u Vino». 

485  'si°$    Alcffiuldro&aieUodiBarriioIiilpxatorc. 
4S6\fio6.  LodouicoC^rto Imperatore. 

4^7  yo7    Coftantii» Settimo  Imperatore. 

I         ciouaiuuGtadeiiigo  Patriarca  di  Grado., 

488  ì)o8  " 

489  909 

499  910    AnaftalràTenoRomailoPapil. 

Loremo  Maftalitio  Patriarca  01  Grado . 
491   911 
49*  9ia    Corrado  Nipote  di  Lodooico  Quarto  Imperatore. 

OrfoBadoaroOogeXVII.vilTeaniiiii.altriii. 

LandoSabino  Papa. 
497  9ii    Giouaaaì  Decimo  da  Raueaoa  Papa. 

494  S"4 

495  91S  . 
49^  915 

497  917    chttliiiimnufabrkatialUftmitlk  Mlgua'iIKUtdìSJ-mtft 

daltEpiilwkitittUM'md. 

498  9t8    Lorenzo TimcnfdeufflVercouoOliooleafe. 

499  P>9    HenricoVcceltatorediSaflónialmperatore. 

100  910     chirftdiSaltto^n^ebtprimiiJettaSMMtnt&poiSMGàbnaUrntr 

fUtuialMfanicit&Morofm.   . 
501  ^11 

^02  932    Marino  Contaììnì  Patriarca  di  Grado. 
50}  9»} 
504  »«4 
SO?  9»S 

506  9atf 

507  927 

S»»  928    ImneSefto Romano  Papa. 

Stefano  Ottauo  detto  Settiino  Romano  Papa . 
509939     cbufadiSaaStruolorifabricat*dalti.Albiau, 
Sto  930    CiouanniVodedmo  Romano  Papa. 


Anfiidi 

Ven.|  Xpo. 
fi»  93* 


i8 


CR  <^  Mica 


5»3 
514 

518 
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946 


947 
948 

949 
♦So 

95» 


95» 
953 
954 


Pietro  Caodianonr1>otie  iS.viflè  anni  7.altrì  dicono  17. 

f^mntberh  Mardtefed^jfi^acatpatwedelU  ptirifUnmi  diOmét,  ^ 
pred4tore  delle  nam  FenetennlafiiaTroHmm^atm  humUcfincemiio 
mpatUdaUaKepMbticac9lmhf,\(>ietTatriariaMMrin9, 

Leone  sèttitno  Romano  Papa . 

Othoùe  figb'uok)  dì  Henrìco  Vccellator^  Imperatore . 

DiMnenicoMoto  VcfcoaoOliaolenfe» 


Pietro  Btadoaro  Dc^  XIX.  tjife  anni  1.  altri  dicono  j. 
Stefano  Nono  detto  Ottano  Romano  Papa . 
Cbiefd  diSmaMm4diMifèric9rdù  ei^à  déCtfkff  édU  }ìn^(i« 
de  Giuttj . 


Pietro  Candiano  Terzo  Doge  ao.  vifle  anni  1 1  filtri  dicono  rf . 
Il  predetto  Doge  orende  per  colteganelTrituf^  Pktrv/ÌHt/Iffiitat»» 
Martino  Secondo  Romano  Papa . 
Magifiratofopralamoneta ereato  dalla Republica, 


Guerra  co  Trieflini  tpertmbe  afjaknio  afct^MtetHe  U  ClMrf«  di  Sa»  l^e- 
trOi  doMe  erano  aémate  lejbofe  tfMondo  Fvfatt^  moie*  *  f>er  rktuer  la 
benedittùme  dal  ^cfcoHo  >  le  mbbtnmo  mfteme  em  la  étti  détaneik» 
ma  ricuperate  le  dtnue  »  Ó"  le  doti  fu  inftituita  lafolemàtà  diSauta  Af»> 
ria  Pcrmofa  »  tf  la  fefi»  nobil^ma  deUe  Marie .  iUtri  iitm  n  dM 
tempi .  ma  quefia  è  la  commune . 

Romano  Lecapeno  Imperatore . 
Agabito  Secondo  Romano  Papa . 
Domenico  Daiut  Vcfcono  OlnwlcQfc . 

i 

Guerra  co  Vjreutani  » 


Guerra  diComacchio  per  fiufulto  fatto  da  quegli  buomim  A  mtrtauuii 
Fitiitiani.  onde  non  valendo  ne  parole  t  ne  ammonitioiU  feria  reflim- 
tione  delle  robbe  tolte  da  loro ,  fattafi  armata  à  yenetia  »  Tietio  §igà- 
noto  del  Doge»  Generale  ajjalito  Comacchio»  &prefoht  lo  mette  a  far** 
&  a  fuoco  , 


53$ 


Annidi  VENETO.  J» 

535  955  f  férhir^ 

53?  957 

538  958  .alCridicoo» 

539  959        ^  ... 

^x    Niceforo  Foca  Secondo  Imperatore, 

9^ 

9tfj     Leone  Ottauo  Romano  Papa. 

9*4 

9tf5     GionaoniXIlI. Romano  Papa. 

966     Cbief»iiS.Febce  f nericata  dalla. fm^M  CdbM* 

068     Vitale  Batboaao  Patriarca  dìGrado. 

9^9    Vitale  Candiano^luwkidd  Doge*  Patriarca  di  GcadO. 

970 

97 1     Giouannì  Zimilco  genero  dì  Romaiio>  Imperato^ 

Pietro  Malfatto  Vcneto>  Vcfcouo  Oliuolenfc . 
071     Benedetto  Quioto  detto  SeAo  Romano  Pap«. 

Otbooc  Secondo  Imperatore . 

973 

^4    BooifiKìo  Settimo  Romano  Papa. 

Benedetto  Setto  detto  Settimo  Konano  Papa . 

976  pietroOrfeoIoDogeXXII.viflèannia.nKfi  ».giorm40.altrid«»: 
Romefis-giomiio. 

SfedtdemtHia  Tia^  di  San  Marco  fabricatodtì  detto  Di^e . 

977  BafìlìoSecoodo>acCollgntinoOttauofrateIliIflipceacOtfi. 
'   978    VitaleCaadianoOo^XXIII.vilfean^ii^tria.inefia. 

979     TribunoMemoDogeXXIV.vifleaniiii4.aleriij. 

9S1     OrfoMagadizzoVefcouoOlÌDOlenTe. 

^Sa     Guerra  cìuiU  di  Stefano  Cahprino .  ti  quale  e^en^  potente  buomot^Mi*' 
toinefìbat^rifmaiytroma.. 
Chéefa  di  Sa  Giorgio  Masgitrcconeeffa  dal  Doge  ,4U'^ìniteCi0liiamÌ 
J4oroftno . 
.    9S3     stiftmaCateprinot&JuQiMHicatitnkla  TJtrÌM. 
f  984  .  .GioaanaiXLV.dftPauia Papa. 
9S$     GiouanoiXV.RoauK)  Papa. 

989     Otbooe Terzo  Imperatore.' 

b   »       $7» 


Algidi      20  Ck  Ó  N  I  C  O         ì 

Vcn.  Xpo. 
no,  figo 

J7^ì  991    PictroOrfcoloSccondoDoge>nnr.TÌ(rcannii8,akrii7. 
57^1  99^    Domenico  BadoaroVefcoucOliuolenfe. 
m    99i 

574  P94 

575  995  .  Giouanni  Decimo  fedo  Romano  Papa  • 

Gregorio  Quinto  di  Safiònia  Papa. 
57*   996         "*       ^ 

J77   997    QiéenknciUDdmitUt&nelUìaria^&acqui^ 

fatt0Ì4l  Do^e,  Generale  in  qneaeiminrefe,&  prima  de^mcifi  p-eartU 
che  aUargapegrandemenie  la  Hepnbltca  con  tanto  Stato  da  quetU  Mr- 

978   998    Silueftro  Secondo  Abilitano  Papa. 

Otbcne  Imperatore  yiened  yenetia  [ecretamente  %  e>*  rkemmMùese^ 
alloggia  in  San  Semole . 
ip   999 

580  1000    ChiefadiSanSamueOo  fabricaUiaHafamidiaBotàà. 

581  looi    Pietro  QgtatauaUcVcfcouoOliuolcnfc. 

582  100» 

583.1003    Giooaani  Decimo  ottano  Romano  Papa . 

584  1004 

585 1 100$    Guerra  con-i  Saracini  occnpatori della  Sicilia  >  infamre  di  Vapa  Gwum^^ 

alla  quale  oltre  iP^initianiiConcorfero  anco  in  aiuta  ^  MioVapagi 
Imperatori  Grecita  quali  incafodi  vittoria  refianalaSicdiaifHaffandb 
effialVapata  CalauriaconqueUopcbeteneuanoinltaUa.  Il  Doge  per 
tanto  affrontato  dall'armata  Saracina  yfi  ritirò  4  Bmh  dme  Cisfng^atìefi 
con  la  Grecoi  fatta  giornata  co  nemici,  U  yinfe  «  &  ritornò  a  Venetiacem 
•  houffrat^wtoria,^ 


588 
589 


t9o 

591 
592 
X9J 

594 
S9J 


^ 


1007 

1008  ^^     ..^w^^ 

1009  OthoneOrfcotoDogcXXvLvifl^^ 

*  Selcio  quatto  Romano  Papa*,  ,4 


iXTgio  guacco  nomano  papa  •, 
Gregorio  Gioiti  VefcoifeOliuolenfc .. 


loia 

lOH 

loia    Benedetto  Ottano  detto  Settimo  I^pa^^ 

1014 

^^^  5  Guerra  di  jtdriàperi€m^ni^perciocbe  effipretendendn  ragimein  LaretOk 
&  Capodargere  ^  occupano  Loretto  ^  marottiin  vn  fatta  Porrne  dalDo^ 
ge>  fs  ricupera  Lorettoallmi^tffpofiawrra^ 

1017 

1018    Orio  Orfeok) figliuolo  del  Doge  Pietro  Patriarca  di  Grado, 
ce  1020» 

*  ^  Querut 


Annidi 

Vea.  Xpo. 


V  E  N  E  T  O, 


it. 


>  IOI9 

>  I020 


;  lozi 
i  1011 
:  103  j 


1014 
i  1015 
•  101^ 
noi? 
ì  1018 

ì  tOZ9 

lOJO 

1031 


h  1034 


;  1035 
i  103^ 

I  1038 
•  1039 
>  1040 

.  I042 

;  104J 


Guerra  di  Grado  .ferciocbi  '{fmddfi  per  i  tamuUi  ciuilhìtirgti  il  Dt^e  >  & 
liTatriarca  òi  ifiria,  PrtW  Vatriaì-ca  dì  ^quiléa ,  fatto  fpetie  di,  volrrli 
aiutare»  occupa  la  città  ai  Gr'i{do,&  laJpepiatCr  faccbeggia,ma  ritorna' 
to  il  Dòge  col  "Patriarca  à  caja  loro,  ajpàtano  armati  la  cittitiU  Grado,& 
Urici^eratio. 

GiouaDOi  XIX. TuTcuìano Papa. 

Pietro  CcntranigoDoge  ly.viflé  anni  Dieci. 

Cbiefa  dhSm  Geruafo  d  etto  Trouafo ,  riftam-ata  dalla  famiglia  Barbarla  * 
t^Carauella, 

Coflancino Ottano  Aug.foIo  Imperatore. 

Corrado  Secondo  Augudo  Franco  Imperatore . 

Orfo  Orri;oIo  fratellodcl  Doge  >  Patriarca  di  Grado . 

Domenico  Orfeok  occnpa  il  Oi^atOi  &  teautolo  vno  ò  dite  giorni  t  /cacciato 

dal  popolo  fi  ridureàB.'iMefìtKi. 
Domenico Flob^nico Doge  XXVIJI.  vilTeaniii  diecifCaefì  quattro» 

giorni  dodcci . .,  _ 
Benedetto  Decimo  tcno  detto  Nono  Tufculaoo  Papa. 
Romano  Secondo  Argiropolo  Aug.  Imperatore . 
Cbiefa  di  Santo  ^ppoUinare  detto  ^pouale  >  fakricata  doBa  famiglitSier 

uol^\ 
Chieja  di  Sas  Secondo  fatta  daSa_fitmiglia  Baffa . 

Chiefa  di  San  Frmcefco  educata  da&a  cafa  Marcimana . 
Michele  Quarto  di  PaHagonia  Aug.  Imperatore . 

DomenicoGradenigoVefcouoOlìuolenre. 

CoBCilio  nationalc  celebrato  in  /^enetia,  nella  Cbiefa  di  San  Marco, 

Domcoico  Contarini  Doge  Vìnti  noue»  viflc  anni  vinti  fei .  altri  dico- 
no vinti  fette  - 

Michele  Qmnro  Calafate  con  Zoe  Tua  madre  Imperatore . 

Zoe  &  Tlicodora  forelle  Auguftc  inHcmc  Imperatrici . 

Guerra  prima  di  Zara  per  occafme  della  fua  ribellione,  perciocbe  ba- 
uendo  i  Coruatti,  ^gli  f^ii^ari  aD'alita  la  Dalmalia  >  Zara  riceuè  i  pre- 

b     3        fi-iiì 


Ankiidi 

VokXpo. 


5<^ 


CRONICO 


62$ 


I044 
I04J 


6i6 

627 

619 
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1045 
1047 
1048 
1049 

1050 
1051 
1052 

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639  1059 


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104^4 

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1066 
1067 

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1069 
1070 

1071 


fittif  a  Salmone  lUif/^tigaria.  Fatta  per  t4mt9  armata , fi  riaiferd  U 

SiribcUaoBCQGradOfOCCMpalodinmtioialTairiéataTcpé^ 
Coftantino  Nono  Monomato'Aug.  Imperatore . 

Henrìco  Terrò  N^ro  Aog^Franco  Imperatore. 

Gregorio  Sedo  Romano  Papa  • 

Domenico  Bolcano  Patriarca  di  Grado  • 

Domenico  Marango  Patriarca  di  Grado  • 

Clemente  di  Saffonia  Papa  ^ 
Damafo  Secóndo  di  Bauiera  Papa  • 

UmcJiomlMarnmVafa^yieiKiyeuetiaàyifitaTa^ 
co,4Ucenato,&fcft€gpatofolamemaue. 

Chkfa  diSaa  Biagia  fabricata  daUacafa  Binala . 

Vittorio  Secondo  Bauaro  Papa  • 
Theodora  AiigulU  rn'altra  volta^fola  Imperatrice  « 
Henrìco  Quarto  Ang.Franco  Imperatore  • 
Stefano  Decimo  detto  Nono  Lotarìngo  Papa  • 
Michele  Setto  Comneno  Imperatore  • 
Nicola  Secondo  di  Sauoia  Papa. 
Ifaccio  Comneno  Augufto  Imperatore  • 
Domenico  Gradenigo  IL  Vefcouo  OlHouenfe: 

Aleflandro  Secondo  Milanefe  Papa  • 
Coftantino  Decimo  Ducas  Imperatore  • 


652 

654 


1072 
1073 
1074 


655  1075 


'  Eudoflia  AiKj.  moglie  di  Coftantino  Imperatrice . 
Domenico  G>ntarini  Vcfcoiio  Olinólenfc . 
Domenico  Seluo  Doge  Trenta»  viflc  anni  12. alari  22. 
Chic  fa  di  San  Marco  finita  di  mattoni  ò  pietre  cotte  f&  cominciata  dal  SeU 
uo  a  lauorarfi  di  Mofatco,  &  iacroftarfi  di  marmi . 

G  regorio  Settimo  da  Savona  Papa . 

Michele  Settimo  Parapiilacco  Imperatore . 

Chiefa  di  Santa  Maria  Formofa  reft aurata  da  Taolo  Barbetta . 

tfJ7 


Annidi  VE  N  B  T  O.  37 

Vcn.Xpo, 


657 
658 

660 


661 
662 

664 
66$ 


61% 
676 

677 


67S 


1077 
1078 

1079 

io8a    NJcefbro  Botoniatc  Imperatore . 

Guerra  de  Feneti  in  f attor  di  JikeforQ  >  amtra  Roberto  Guifcardo  Rè4i 
Vuglia^  per  le  co  fé  di  Sicilia . 
1 08 1     Rotta  del  Doge  Seluo  Generale  delFar^mata  Feneta  >  hattma  à  Dura^^  da 
Roberto  Guifcardo  • 

1082 

1 08  j    Aleflio  Mega  Comneno  Imperatore  • 

Domenico  Cerbano  Patriarca  di  Grado  • 
1 084    Vitale  Fallerò  Doge  Trenta  vno»  ritte  anni  tredeci4tltrì  22. 


1 08  $     Otterrà  Veneta  con  Roberta  Gtàfcardo%  &  rotta  del  Doge/S"  dtjlleffio  tm- 
peratore  co^ederati  infienu^  riceiutta  at  Safeno  »fcogiio  pofto  di  qtU  da 
CorfK 
Cbiefa  di  San.  Aféreotottfacrata»  &fttàgU  otto  JA  Ottobre  a  \ 

666  io%6    VittorioTerzodaBeneuentoPapa. 

667  1087 

66%  1088    Vrbano Secondo Francefe Papa. 

669  1089 

670  1090 

671  1091    Henrìco  Contarino  Veid>aoOUttoienfe^primos*intitoUj8efottorcrKj 

ue>  Vefcouo  Cafiellano  • 

672  1092 

675  lOpJ 

674  Ì094    jlfparitUmtdi  San  Marco  nella fita  Cbiefa  >  iricm  all^^tare  di  San  Leo-' 

nardo*  . 
Giooannì  Saponario  Patriarca  di  Qrado  *  ^ 

Pietro  Badoaro  figliuolo  di  Noello>  Patriarca  di  Grado . 
Magifirato  delTrofriùcrtaiù  dalla  Reptiblita.  ^  » 

1095 

1096  Vita!  Michele  Doge  32.  vide  anni  4.altri  dice  6. 
Guerra  d^Ifiria.  » 

1097  Guerra  prima  focid  in  Terra  [anta  con  200.  legni  Veneti  in  compagma 
deli^armate  nauali  di  Franciaj  &  d*Italia^  promojfa  da  Tapa  orbano»  et 
perftiafada^ietroHenmita.  .       , 

1098  Guerra^&fattoiTarmenaka^prelfodRodiconl^armata'Pifattaila quale 
è  rotta  con  pe^adtiS^ékeCf  dalla  Feneta.  ì 

Corpi  de  Santi  mcolò  maggiore^  Jijcolò  fuo  Ziùt&^  Tbeodoro  >  portati  a 
Fenetia  ddla  cktd  di  Mira  lettor  ale  m  jifia  • 
^79]  i<»99    Pafqitale  Secondo  Tofcano  Papa  • 

680  iioo    Fefcouado  di  Malanncco  affondato  dalle  tempefie  del  mare  9  trasferito  , 

con  tutte  le  fue  preminenza  & giterifdittiom  a  Cbiogpa  r  &fu  alti  dieci 
tUpriU^ 
6%i  noi  ... 

|.  b    ^       69% 


/  * 


Annidi   '  ^4 


CRONICO 


Vcn*  Xpo* 
6S2  noi 
6Sj  1103 
1^84  U04 


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699 
491 

69^ 
69$ 

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1108 


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Ilio 

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III; 
II 14 
1115 

iii5 


697 


1117 


Ordclaft)  Fallerò  Doge  ^^.Tificaoai  19. 

Guerra  feconda  fniale  con  Franceft ,  di  Terrafanta  »  nelU  qUéde-Optclago^ 
vd  con  cento  galee  mainto  del  Ri  Baldomno,&' prende  la  cinii^cri. 
nella  ijude  ricenuta  dal  Ri  ma  contrada  con  piaz.i^/^hiefayù'  fda:^iJ9% 
congmrtfdhtioneafìoliua^&efentionii&frmlegipertmtoijno  Re- 
g$09  ri  toma  a  renetta  trionfante  • 

Valla  delt^ltar  maggioTe  di  San  Marco$  di  y alata  ineflimabile,  fatta  fare 
in  CofiantinopoU  oaMaeftri  eccellenti»  per  ordine  della  Rfif.  i  condona  i 
yenetia . 

Fuoco  rfcito  di  cafa  Henrico  Zeno  »  altri  dice  Dandolo»  abbraccia  fei  con- 
trade tcioi  Santo  ^poftolot  san  Cafiano»  santa  Maria  Materdomtkhsan- 
ta  ^gata»  santo  ^gofiino  »  &  santo  Stefano .  &dùpò  dne  me  fi  ya' altro 
fuoco  yfcito  di  cafa  Zancani  arde  le  chiefe^&  le  cafe  di  s.Loren^f*  di  san 
SeueroÀis.ZaccarUhdi  s.Tronolo$dis.Scolafiicai  di  s.Marìa  FonmféÀi 
s.BaJJòfdi  s.GiuUanoy  con  parte  di  s.  Marcoyò'  del  Vala^z/hdi san  Gema- 
ninno f  di  san  htohìj  di  santtt  Marina  T^benigo  y  di  s.  Manritio  >  di  s^n- 
gelot  di  s.TaternianOf  di  san  aitale  %  ÌT  di  s.  SamueUo  »  e^  p^fato  diti 
dal  Canale»  arde  s.GregoriOfS.^gnefef  s.Gernafo, s^Banubd »  s.BafiUo  > 
san  Rafaello  9  ^  sSHjcfio  »  si  per  lo  temporale  horrUnle  che  cacciaua  il 
fuoco  per  tuttOi  &  sì  per  la  materia  comouflibite  ddla  quale  erano  fabri^ 
cate  le  cafe  di  i/uel  tempo . 

Hcttrico  Qiinto  Aug.Franco ,  Im^ratorc . 

Monache  di  san  Leone  di  Malamoceo  »  fi  trasfer^fcono  neltlfoìa  di  s.Ser-^ 
mio. 

Moniftero  di  san  Cipriano  di  Malamoceo  »  trafportato  a  Muranofid  terreno 
deUi  Gradeni^L  &  fu  di  Settembre . 

angelo  Fallerò  creato  Trocurator  di  s.Marco . 

Corpo  di  santo  Stefano  primo  martire»  portato  a  yenetia»&  collocato  in  san 
Giorgio  Maggiore . 

Guerra  prima  coi  Tadonani»  &  littoria  diloro»  a  con^  di  santo  Ila- 
rio . 


\ 


«    • 


Fuoco  netta  Chic  fa  di  santo  Htrmagpra  detto  MaremU  »  nelquat  refta  m^ 

Patta  la  mano  di  s.Ciouanni  Battifta . 
VlmpMenrico  viene  a  Fenetia%&  accettato»&  fefieggfatofotennemente  r. 

alloggia  in  TaU^^ . 
Caloianni  Comneoo  figliuolo  d' Aleflioj  Imperatore^* 
^cquifto  della  Dalmatìa9&  Spalato^  &  Sebenico  efpugnato  •. 
Domenico  Michele  Doge  34«  vifle  anni  9^ 
Guerra  Jeconda  di  Zarafoccarfa  da  Stefano  Secondo  Rètt angaria  »  &  age^ 

àata  daW  armata  Keneta  ^  la  qual  finalmente  èfrefa^dal^Doge  »  &fcac-- 

cibigli  angari  ^ 

Ut 


Annidi  VENETO,  25 

Vcn.  Xpo. 

La  Croatia  parimente  fcggiogata  dal  meiefnm. 

6g%  1118    Gelafio  Secondo  Gaetano  P^pa . 

699  11x9    Califto  Secondo  Borgognone  Papa  • 
Querri^  terxa  di  Zara  ageatafa  da  gii  Ongm  i  al  cui  foccorfo  ctm  numerofo 

namUo  vd il  Doge.  dwcCQmbatteni^co  nemici  cwaggiofamtnte è  am* 
magato  da  loro  con  farmi  in  mano . 
\    .  1  Chic  fa  della  Carità  edificata  da  Marco  Giuliano .  altri  dice  iizK. 

700  1120    Fuoco  arde  Uchiefaconpi  edifici  affintorno  di  S/Pietro  di  CafteìlOfperoc^ 

capone  deUe  funerali  del  Fefcouo  morto  albìra . 

armata  Veneta  di  200.  legni  per  Hmprefa  di  Terrdfanta . 

701  1121     Giouanni  Veneto  Patriarca  di  Grado. 

Vital  Michele  Vefcouo  di  Caftella  « 

702  1122 

7OJ    112} 

704I 1 1 24    Honorio  Secondo  Bolognefe  Papa  • 

7051 1125    Vita!  Michele  Secondo  VeTcoiio  di  Caftelle . 

Guerra  renefdam  CaUnanni  Imperatore^  Uqual  fatta  legacon  gli  Vugati% 
lieuaattaRepubUcaZaratSpalatOy&'Traà.  MailDogepartitoficonP^ 
armata  da  Tiro  tfaccbeggia  ti  fola  di  Kodi  con  altre  apprefio  fuddite  d 
Caloiaunif  &  prende  Modone . 

70^1 1125 

702I 1 1 27    Lotario  Secondo  Ai^.  di  Saflbniay  Imperatore . 

708  1128 

709  1129 

710  1130    PietroP<rfaniDoge35.vi(!eannii8.me(iqua€tto. 

InnocenM  Secondo  Romano  Papa . 

711  iiji    Bonifacio  Faliero  Vefcouo  di  Cafteto. 

712  1132     GiuflinoBadoaroTrocuraior  di  San  Marco  ^ 

Henrìco  Dandolo  figliuolo  di  Domenico  >  Patriarca  di  Grado  » 
Giouanni  Polani  fic|iiuolodel  Doge^  Vefcouo  di  Caftello . 
71}  113}     Chiefia  di  San  Marciliano  educata  dalla fam^lia  Bocca. 

714  1134    Bafilio  Bafeio  creato  Trocurator  di  San  Marco^  alti  i^.di  Luglio . 

715  "35 

716  Ì136 

717  1137 

718  J138 

Marino  Tbiepolo  creatQ  Trocurator  di  San  Marcoj  alli  17^1  Settembre . 

119  1139 

720  1 140    Corrado  Terzo  Soeuo  Imperatore . 

Guerra  de  Veneti  in  fauore  della  città  di  Fano  >  ricorfa  alt  aiuto  della  Kep. 
per  la  molejiia  che  le  dauano  le  circonuicine  città  collegate  infieme^a  fua 
difirmione  •  - 

721  1x41    Cbiefa^  Spedale  di  San  Clemente,  fu  la  riua  del  Canale  Orfanotfkbricata 

da  Tietro  GarilelJb  buomo  potente . 
72  2  I X 42    Emanuello  Còmneno  Aug.  Imperatore . 
723  >  1 143    Cekftino  Secondo  da  citta  di  CafteUo  Papa . 

Cuer* 


Annidi 

Yen.  Xpo. 


SO 


QK  o  r^i  c  o 


7*4 

725 

726 


72.7 


II44 

114$ 


II47 


Guerra  co  Tadouani  che  hancuano  diuertita  U  BretUé  di  [opra  alla  Baiu 
di  Santo  Ilario  alle  Garnbarare  •  CT  fi  combatte  alla  Tomba  oon  ^$$Oh 
ria. 

MoTcoContarini  creato  Vrocurator  di  San  MarcOi  olii  ìó.d'^gojh. 

Lucio  Secondo  Bolognef?  Papa  • 

Eugenio  Terzo  Pifaiio  Papa  • 

Tom  città  di  Iflria  rneMc  a  dimtione  della  Republica  • 

Chic  fa  di  SJacomo  di  Taluio  con  lofpedaìe^fabricata  da  Gùmanm  Tramo  ,- 
fui  terreno  donatoli  da  Orfo  Badoaro  • 

Doge  giudice  arbitro  delle  differente  vertenti  fra  Corrado  ^  &  Emannefy 
Imperatorii  eletto  dall*vmì&  dall' altro  di  loro. 
728J 1 148    Domenico  MorofìnoDogc  36,  vifl'e  anni  i{.nf)e(i  7. . 

Guerra  Veneta  con  60.  galee  in  fauor  di  Emanuello  cantra  Rf^iero  Ri  dà 
Sicilia,  il  quale  affaltate  le  terre  dell' Imper.  Grecagli  hauemtoUo  Car^ 
fut  &  faccheggiase  le  rìnkere  di  Grecia . 

tenuto  adunque  alle  mani  Gioué^figliuolo  del  Doge  >  rompe  /  «eviici  »  ^ 
Ruggierojt  fugge  conperdita  di  %o,galee%&  ricuperato  Corfà ,  danneg- 
gia in  yendetta  de  Greci,  le  riuiere  di  Sicilia  • 
-^5^  I  r  4^    Guerra  f^eneta  con  gli^nconitani  >  che  danneggiauauo  in  mare  i  f^eneti  % 

onde  creato  Generale  MarcoGradcnigOyoUmiincmici  alla  [proHedu-^ 
ta,  prende  cinque  galee  col  Capitano ,  &  rompe  ogni  loro  apparato  •  5/- 
cHpera  parimente  Tola»  Varenzox  &  altre  testre  in  IgriMbe  sperona 
beliate^ 
Fuoco  vfcito  di  S  Maria  Materdominii  arde  1  j .  contrade . 
Moisè  Qratbmigo  creaia  Vrocurator  di  S^in  Marco  >  alU  29.  di  Mi^io^ 


730 
731 

* 

7n\ 


II 50, 

IIJl 
iiys. 


^nconitanh  fanno  tega»  &  confederatione  con  la  Republica  ^ 
Spalato  fatto ^rciuefcouadadi SantaChicfa  ^ 


AnaAafio  Terzo  Rooiano  Pìipa .. 
7J4J  ^  ^H    Federigo  Primo  cognominato  fiarbaroffa  »  Imperatore.. 
Adriano  Quarto  Inglcfe  Papa  ^   . 
Chiefa  di  Santa  Marta  de  Ctocicehieri  col  fuo  fpedale,  fabricata  da  Tietrm 

Guffàni.. 
Chiefa  di  Spanto  Matthia  a  Murano  edificatola  Bernardo  Comaro.. 

Guglielmo  Delfino  creatoVrocuratorà  San  Marco  yoUi  quattordeci  dVt^ 
tobre. 

Vital  Michele  SccòndaDogcTrentafettcìviffeannidiecifctto  giomi 
vinti  fette.. 


735 
736 


7Ì1 
7J8 

719 

740 

741 
74* 


IIJ5 
1155. 


U57 
1158 
II 59 
1160 
1161 
Il  62 


Alcflandro  Terzo  Sencfc  Papa .. 

Guerra  Vene  a  con^dria  città ,  promo/ià  dall'Imperatore  cantra  a  Fe^ 
neti, perche  adberiuanoaTapa Utejjandro  ..& con  Ulrico Tatriarca di 


Anniai   '  VENETO.  31 

Vca.Xpo. 

^quUed  deff  eniente  dal  ietto  Imperatore .  'biella  quale  i  Veneti  r offre- 
nano  gli  Cariatici f  &  fanno  prigione  Ulrico  con  dodeci  Canonici  ^  per  la 
quale  occafione  s^infUtuifce  lafejla  dipià^  del  Gionedì  gra/Jo  •  jecon^ 
dota  comune. 

744  1164    Leonardo  Fratello  creato  Trocurator  di  San  Marco . 

745  "^y 
74^  1166 

747  Ì167 

y^S  ì  1 69    Ff^o  yfcito  di  San  Sonatore  abbrucia  6.  Cbiefe  con  gran  numero  di  cafe  > 

'^  &d:altriedifici. 

74911169 

750  j  1 1 70    Guerra  con  EmMUello  tmpJlqMale  tolto  dia  IBiefJiagufh  Traà,  &  Spala* 

Uh&fMUati  i  mercMUMi  Veneti  delle  fatmd  IwOfgl^ inganna  con  pro^ 
m^fo^e  di  reftimme .  Fatta  adunque  armata  di  cento^alee  con  29. 
nam  in  cento giimii  il  Doge  riamerà  le  terre  perdute^  tt  Smette  a  t{e^ 
groponteperefot^narlo .  Mamgannato  dalle  parole  del  Gouernatùre  9 
mentre  crede  di  concbiudere  accordo  con  Emanuetb^sUppefia  tarmata^ 
fi  diffe  per  Pacque  auiittenate  dalPlmp.  &  morta  la  maggior  parte  della 
fua  geme,  fra  quaUfitrono  tutti  iGiufliniani^ritm'n^  infelice- 

mente con  fole  1 7.  galee  fanno  7}» 

75»   "71 

752  117» 

753  ^^7i    SebaftianoZianiDoge^S.vìfleaonis. 

754  "74 

755  I  ^75    ^^^  jlleffandro  yiene à  Venetia per  faluarfi dalla  perfecutione  del^im- 

peratore  $  occultamente  dice  Tietro  Damiano  fon  diuerft  bi/hrid  >  abri 
fcriuono  publìcamente. 
755  1 1 75    Guerra  &  pugtia  naude  d  Salbuda  con  l'armata  di  Federigo  ìmp.  la  quat 

rotta  dd  2%f  I  è  prefo  Otbone  figliuolo  del  detto  Feier^  >  C  coudottod 
Venetia  i  cagione  della  pace  fra  il  TiApa^&  ^Imper. 

757  1177 

758  1178    Orio  Maftropetro  Doge  jp.viflc  anni  14. 
Vital  Michetc  Secondo  Vefcouo  di  Caftello  • 
Magiftrato  del  Forefliero,  creato  dalla  Republica  » 
Hiniero  Zane  creato  Trocurator  di  San  Marco . 

759  1179 

760  1 1 80    Aleflio  Secondo  Mega  Comneno  Imperatore  • 

761  1181     Lucio  Terzo  Lucchefe  Papa. 

Giouanni  Signolo  Patriarca  di  Grado  • 

Riniero  Tremarlno  creato  Trocurator  di  SMarco%  olii  29.  di  T^guembre  » 
76%  ri8a 
76$  II 83    Andronico  Comdeno  Imperatore  • 

764  1 1 84    T^coiò  Maftropetro  creato  Trocurator  di  San  MarcOfOlbquindeci  di  Mair^ 

XJO. 

765  1185     Vrbano  Terzo  Milancfe  Papa. 

llac- 


1  '! 


Attnidi     28      .  '     :  CU  O  N  I  C  O 

Vcrt.Xpo. 

Ifaccio  Secondo  Comncno  Angelo  Imperatore , 
CficrradiZarajdatafi  con  dtrc  circonukin^  terre  y  à^elà  Rè  ^f^nu^ 
ria. 

\  1 87    Gregorio  Ottauo  da  Bcncucnto  Papa . 
1188    Cleaìcntc  Terzo  Romano  Papa  • 

Domenico  Memo  creato  Trocurator  di  San  Marco  ^  olii  ip.  di  ttouem* 

bre.  ^ 

1 1 8p^     Guerra  quarta  [odale  di  Terra  Santa  »  per  la  quale  pafiano  IW^nate^e- 

netOi  Tifanaj  &  Gehouefe  iitS^ia.  erfiajfedia  ^cri  $  U  quale  imprefa 

dura  peri  due  anni  feguenti. 


766 
757 


769 


770 


1190 


77'I^Jpt     Cclcftinò  Terzo  Romano  Papa. 

771  iipa     Hcnrico  Dapdolo  Doge  C^arannk  viflTeanni^fed^i . 

Guerra y'efieta co Vifani àvola in.Ijiria^  dùué  mand4$ot  C/ouamù  B^m 
Capitano,  i  nemici  partiti,  iaf ciano  libero  U  Gtdfò  • 

773  1 193     Marino  Dandolo  creato  Trocurator  di  San  Mario,  olii  dieci  ùf(o  di  Ia- 
I  gl^o. 

774  iiP4 

775 1 1  ^9  5     armata  Imenei  a  contra  i  Vifani,  Generale  Giouxm  Morofin^0^i^(^. 

giero  Tremar  ino .  v 


776,1196 

777 
778 


777  1197 
1198 


779 


780 

781 


782 


783 
784 


785 


Innocenzo  Terzo  di  Anagna  Papa.  -     > 

Domenico  Seluo  creato  Trocurator  di  San  Marco ,  aiti  tre  di  Seftem^ 
bre.  -  . 

1 199  Filippo  Cartolo  Vefcouo  di  Caftcllo . 

_  Benedetto  Faliero  Patriarca  di  Grado . 
Chiefa  di  S.Andrea  del  Litofabricata  da  Domenicor  Franco . 

1200  Marco  Nicola  Vefcouo  di  CaUelJo.  altri  1182.  altri  laio. 
I  ao  I     Aleffio  Terzo  Angelo  Imperatore . 

Accordo  di  Ba'douino  Conte  di  Fiandra ,  di  Theobaldo  Conte  di  Cianh 
pagna ,  &  di  Loiouico  Conte  di  Bles  cól  Doge  ,  del  pajp^io  in  Tem 
Santa  » 

Acqui  fio  di  Triefle . 

Kicuperatione  di  Zara  la  quarta  volta,  diflrutta  dal  Doge  ► 
1202     Alcffio  Qjarro  Angelo  Imperatore . 

Acqui/lo  peri  Fenetf,  &^ranceft  collegati  infiemcdcUa  città  di  dfiant^ 
nopolh  à  quali  per  le  conuemioni  fatte  à  renetia  toccano  delle  atto  parti 
le  tre  libere.  ^  * 

120J  .  Baldouino  primo  Franccfe,  Imperatore  di  Coftantinopoli. 
1 2  04     A,  quitto  per  t  Feneti  del  Regno  di  Candì  a  hauuto  da  Bmi facto  Marcbefe 
di  Monferrato,  al  quale  Aie/fio  Ftìrperatorefuo  nipote  la  diede  in  dono  $ 
altri  dicono  in  dote . 
1 205     Pietro  Ziani  Doge  66.  vifTe  anni  24. 

Marino  Zeno  primo  Todefti  in  C  oftantinopoli per  ia  KepuhUca nella  parte 

tcffa 


Annidi  VENETO.  ap 

JtefidckUi  &  ieWlmperio  toccato  a  Veneti  per  la  dimftone  fatta  in  eff 

emione  dei  patti. 
Vittoria  a  Kiniero  Dandolo  i  &  di  Ki^iero  Tremarino  i  &  prefa  di  Leone 

Vetrano  a  Corfà . 
Giosionni  Bafeio  creato  Troenrator  di  San  Marco^  alti  ^.d^ aprile  • 
120^    Guerra frima  di  Candia»  &  littoria  in  ejfa  di  lacomo  Thiepolo  contra  ife^ 


-fie 


ditiofi  della  cafa  di  S  Stefano  >  occuùatori  di  Mir abello . 

téel 


7{^  Dandola  nipote  del  Doge,  Repna  delta  Sernia^per  Stefano  Megmpano 
Kèfno  marito  • 
787  1007    Spedale  di  SMnaffaeUofabrìcato  dalla  famiglia  Contenti. 

ColoniamandntaaCorfudaUa  RepuUica.  attridice  1200.  altridice  1206. 
Or  fatto  Giufiiniam  creato  Trocnrator  di  San  Marco  9  alti  fette  di  Otto^ 

I  ao8    Guerra  feconda  di  Candia  di  OiouamU  ScordiUoi  &  rotta  in  effa  di  Giouofh^ 

niGritti. 

1 209    Othone  Quarto  Vkelfpach  dì  Saflbnia  Imjperatore  • 

^f^eloFMeroTrocwratordiSanMarcOiami^.diFebraio. 
Ilio 

121Z     Guerra  prima  co  iGenouefi  per  lecite 

Aoselo  Barazzi  Patriarca  di  Grado  • 


788 

789 

790 
791 

79t 
19Ì 


AQffcjo  isarozzi  Fatnarca  ai  oraco  • 
laii    Fe&rico  Terzo  Soeuo  Imperatore. 

Colonia  mandata  in  Candia  di  nobili  Veneti, 


&  dtri  dalla  Republiea^ 
Grattano  Giorgi,  èreato  Trocnrator  di  San  Marco,  alti  9.  di  Febraio . 
xadl 


III}     Guerra  terxa  di  Candia,  &  yittoria  in  efia  diUiniero  Dandolo  • 
7941 1214    Vittoria  di  Giouanni  Trinifano  deW armata  de  Genouefi  rotta  da  lui  a  Tror 

pam. 
12 1 5    Pietro  Akidorenfe  Imperatóre  di  Co(lantitx>poli  ^ 


795 


79tf 

797 
79» 

799 

800 

Soi 
892 


803 

804 
805 

8q5 


Guerra  co  Tadouani,  per  occafione  di  vna  fefta  fatta  in  Treuifo,  nella  qua^ 
le  effifbraciiarono  a  Veneti  vna  Bandiera  di  San  Marco  •  &  rotta  d*effl 
Tadouani,  con  la  prefa  della  ForteT^  delle  Bebé. 

1 2 1 tf    HoQorio  Terso  Romano  Papa  • 

1217    RmieroDandolocreatoTrocurator  di  San  Marco,  alti  lJ^.  di  aprile. 

1218 

1^19    GuerratoTadouani. 
1220 

I22X 

1M2     Guerra  con  GiùuanniVataT^.  ^perdita  dettijola  di  VM^f  eonaltri 

bmbi  deìl'Mcipelago . 
Cìmfadi  Santa  MariaVergine  in  lerufalem,  fabricatadal  Doge/!r  dou- 

tada  lui,  iperfuafione  del  Cardinale  Ofiienfe  fatto  poiTapa,  ^  detto 

Gregorio  Tlono . 
i^^3    Map^atidi Tetitione,  &  delb  Cinque  oUaTace  creati  daUaKepiAU- 

ca. 

1224 

122$ 
122tf 


Vk 


*7 


Aimldt      50  CRONICO 


• 


1227    ftUdouJiio  Secondo  loiperaixMcdi  Coftaociliopoli  « 
Grcgono  Nono  di  Aaagna  Papa . 
Gucrrn  di  CémiiAtkiC<fn4zji;ii  &  t^ftié  dkMarim  Zewù 


«07 

SqpUaij^    lacomo  Thiq>oto  Doge  Quaranti  doi>  viffe  zmà  laalcH  2 1. 
%i^,  FiUppo  Memo  creato  Vrocurator  di  Sm  Marto^aUi  i^Ji  iMglm  k 

1234    l^^on2xdo(^^mo^uxmczàiQtzàj^&dopèlm 
cogmtione  in  quak  amo  « 
Fuoco  in  Santuario  di  San  Marco^  arde  moitefcn$itareMtkht  dr  JDuùifr*. 
lir  dopò  finceniiùfi  »OHa  inu/tao  it  Sangue  miracgUfo  diChrifiùcmdi- 
nerfe  reliquie,  fi  forma  di  ciò  froce/sa  dal  Taf  a  t&fi  colloemèo  ialmf^ 
faoroy  eir  reuereuéo  «. 
Itii  ixìt    Vietro Dandoio creato Vrocuratwi^i San Marc0i.aUit^4iMagpe^ 
%it  l^ì^    CuerrAdiCakdia,&'iN$tùriadìitarcoQradenige. 

Imper.  yiene  a  yenetia^accoUo  a  &  con  ogni  corfefU  fefi^gia^  {dcmic^ 
mfiìm  dalla  Kepubtita  ^ 

3i4  ^^34.    CbiefkdÌS^aneù>uamp&Taotd  edificata  da  aprati  di  SattDMBM 

terreno  donato  loro  dal  Doge  ^ 
Jacomo^Rarbo  creatoTrocurater  di  San  Manù^éUt^Hetàembre  - 
Si5  "3&    Virai  MìcKefe Terzo  VeftooadiCafteUo. 
9^16  ixsd    Matto MiorofinoVcfcouo di Caadlo. 

Cuenafocialt  in  fa/un'  delVapaeontmFederù^ImpirMtupattvt  dieta  l£^ 
berti  d'Italia.  Capitani  leonario^ri^o^itaHe&if^.. 


«17 

ZxK 


8x0 


Sii 


"37 

U38L    Guenrafècomliicùn  Giouanni  f^ataz3^  imperatore  %U^lualc:  fana^ltge 

tlmpeKotorc  di  Trabi^Mdaxtent/^  occupar  Cc^bntinapoU .  Crùauemr 

^  cm  tarmata  fua  chiufo  loflrettddi  Gaiipci^ST  aHediaealacinàJLeo-^ 

nardoQuirimkcon  i^. galee jbprauiemt  &  rompe  UcbiufuratT  fpctm^e 

la  terra.. 

l>illapartepoiJelMarAt^^ggiore<!iouanni  Michele  con  léLgabet  rompe  % 
e^ìracajpt  Inoltra  armata  dei  f^ata^j^  con.  humataifUtoria . 

Chiefadi  S. Maria  Celejiefabricata.dà  donne  monache  Cifiemienfi  >eMtr 
iaViacenx^%.&  aiutate  doMotse^nùbilil^enetiane  •. 

U40    Guerrade  f^^eti  a  Ferrara  stolta  aSalihguerra  Torello  Kicarè^  dieìiFee^ 
petatete  >  trdataidn  i  Kenetkd  Mxmtemgo  Caedinale  Legata^  deLTa^ 
pa»  &efio  Salinguerra  fatto  prigióne  èxamime  aV^uietia., 
Guerra  fefiadi  Zara  k&  initeria  in  efj[a,  di.  Sjniero  gene  t^  che  poi  fu  ù^ 

Guerra  quartadi  CandiaconsAieffio  Cjilergi»  &- altriatì^erenti .. 

^H^    CdefliQO  QoartQ  dlMilatio  Papa . 

TomaJoC entrando  creato.'Brocwrator  di  San  Marco  rM  lOidiDieenk- 

bre  • 
1242 

XM3    Ibriocen2&(^|irtOi]i^GenouaPapa.. 


8a4 

82J 


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S»7 
818 
8ap 


830 
8ji 


Annidi  VENETO.'  ^i 

Vcn.  Xfo*  ^ 

LoretMBOIteitecàdi  Grado» 
1244    M«iflratodeaiS^ridi7^onectimkàti,cre^ 
1x4$    AleffiuldroQBaitod'AnagnaPapa» 

Filippo BeleffHhcrc4$oTroaitaf9r di  SMMan$%  aUi  dodcci  di  Setttm 

1148 

114P    Matteo Nforofino Doge QMimnt«ete»yi^c «dai). 

Tictrù  Ttiuifim  cr€atoTrocwr4Mt  di  Sem  Marco  »  mHì  Ucci  fate  di  Geth 
imo. 
1250    Corrado  Quarto  Aug.Soeuo»  Imperatore* 
la^x    CmeMiinintieifoUdiCémdéM^fakricatédairffitii. 
8^a{i25a    Riniero  ZeooDogeOaaraficaqiiiccititTiffcaiimitf^ 

BkfroPmo  VciicoiiodiCaadio.akrì4ice  ia6o. 
nj^aeUo Gmrocr€éUoTro€9tréttor4iSm$M0t€Op  «tt  di§ci^no  di  M^^ 

ffO. 


834 '1^54 
8« 


838 

«3^ 


840 


1^55    Angelo  Maltrauerfo  Patriarca  di  Grado. 

Marino  Quirino  crcàio  TrHma$ordiSM  Matto  ^  atti  '^inticinqne 
gofto. 

12^6    Cnena  fo€idein  fan»  dHTéfa%  tomraJ[xxmno  da  ^manoTirannn 
delta  Marea  Trimfana. 
Guerra  feconda  de  Gewmefh  per  ie  cofe  di  Santo  Sééa  » 
1157 

1258  Finoriadi  Loren^Tbiepolf%  con  la  fine  della  ptetraGenùuefe. 

1259  Terditadella  ciità  diCifiaìainopoli$dalta  quale  fi  hgpmtFeneti^  & 

flmperator  Francefe  a  Tim-^ontep  occupata  funmameme  da  Mi^ 
chele  Taleokgfi  9  che  fé  neja  Imperatore  >  r^fiicnendo  i  Greci  in  domi^, 
nh. 


841 


842 


Marco  Soram^  creato  Trocmrator  di  San  MattOh  aUidieci  fette  di  7fo^ 
uemhre. 
lido    Michele  ^okoìomh  Imperatore* 

Guerra  co  Genouefi  a^ederati  con  ^imperatore  Taleokgo  eontra  la  KC'^ 

puhlica  in  difefa,  &  perfoflepio  d^effo  Tdeolùp  neit imperio. 
Fraterna  dellfi  Carità  fn^imadeltaltrefripinflituita&fomata^cbiamata 
poi  Scola  grande  é 
i2dx    VrbaooQ^utoFraacefePapa. 

M^iftrato  della  Ginftitia  7{oua  creato  dalla  Kepub.  altridice  fotto  SAa^ 

Giouanni  Michele  creato  Trocurator  di  San  Marcoè  olii  doi  it  Jipri» 

lacomo  da  Molino  creato  Trocurator  di  San  MarcOioUi  dieci  none  f.dfri' 
le. 
n6%    y'ittoria  contrai  Genouefi  di  Giberto  DandoioTadrediGiouanni  Mr. . 

w  ^ 


Angli  di 

Ven.  Xpo. 

844  12^4 

845  lló^ 

846  1266 

847  1167 

848  12^8 


S^ 


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852 


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855 


1270 
1271 

I27Z 


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1274 


1275 


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127^ 


857 


1277 


858 
8jp 


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1278 

127P 


Fiftoria  Contrai  Gemttcfi  dijéUmc  Dandolo ,  &*Ji  M^mtH  Gradcnm  i 
TrdfaMt.  ^ 

^cri  città  in  Sma  tfpugnata  da  Andrea  BarozùGateraU  di^K  ^édee. 
cantra  iGcHQHtfi,     .  ^>'J.«^i 

Occncntc  Quarto  da  Narbona  Papa  • 

Marino  Cappello  creato  Trocurator  di  San  Marco^atti  jJiFebréHa . 
Leonardo  remerò  creato  Trocurator  di  San  Marco  de  Feltra  iotÙ  zt.di 
Gennaio . 

lacomoContarinifebepoifnDs^efCreatéVrocm'atèrdiSanMarcoMiUi  18 
di  aprile. 

Lorenzo  Thi^polo  Doge  Quaranta  cinque,  riffe  anni  7.  giorni  ar. 
Gualtiero  Agnufdei  Vefcouo  dì  Gattello . 

Magiflrato  del  Vrocnrator^  Giudici  per  le  Corti  creati  dada  MmUica. 
7{ìcolò  Celfi  creato  Trocurator  di  San  Marco ,  oMi  i^di  FebraM/ 
Corrado  Ducato  Prioio  Cancellicr  Grande  di  Vcnctia  • 
Giouanni  Anconitano  Patrìanca  di  Grado  « 
lacomo  Faliero  creato  Trocurator  di  San  Marco  1  alti,  fMotiordeci  di  Fé- 
braio . 

Antonio  SoranT^p  creato  Trocurator  di  San  Marco^  olii  dodeci  if  U^ 
le.  ^ 

Tancraho  Giuflmiano  creato  Trocurator  di  San  Mar  co  ^alÙ fette  di  a//#- 
bre. 

Guerra  co  Boli>gnef$  capi  allora  della  Romagna  per  le  géAeUe  delle  cc^  0$ 
mare  non  vagate  da  loro,  la  quale  trauagliofa  mko ,  4IU  ji ne  fi  ouiene 
yiltoria  di  loro  »  ^ 

R  idolfo  Aug.d' Asburghf  Imperatore . 

Tonufo  R  fmondò  Vercouo  di  Caftello . 

Toma(o  Franco  Vefcouo  di  Gattello . 

yittorik  di  Marco  Gradenigo  de  i  Bologneft . 

Bartolomeo  Quirino  Vefcouo  di  Gattello  • 

Cerma  città  riene  à  diuotione  della  Republica,  &fe  le  manda  per  TodMU 

&  Rettore  Giouanni  Moro/ino  • 
lacomo  Goutarini  Doge  XL  VI.  Wffc  anni  quattro ,  mefi  fci . 

Marco  Michele  creatoTrocurator  di  San  Marco  palli  yintidoidiSettem 
bre. 

Innocoitio  evinto  Tarantafio  Papa . 

Adriano  QiiintoGenouefc  Papa . 

Guerra  feconda  anconitana  per  due  anni  feruenti 

Guerra  di  Capoiiftria ,  &  yiuoria  d^oinirea  B4eio. 

niCohZanecreatoTrocuratordiSanMarcoJui^^^^ 

BMnchinoTriutfano.crcatoTrocuratordiSanMarco.aUidieci  ottoi^jt- 
gojto . 

lacomoGicrgi^aeatoTrocuratordiSanMar^^^  alli vinti doiéi Settem. 

TerremotonotabiliSìmoin  renetia.&quafi  per  tutta  Italia 
Jacomo  Dandolo,  creato  Trocurator  di  S.  Marco,  alU  19.  dilugUo . 

Tèe-* 


Anni  di 

Vcn.  Xpo. 


VE  NET  O. 


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857 


868 


869 


*  T<if/ro  QmPmo  creato  Trooiraf^r  dr  San  Matto  $  oMi  rmle(idi0ci$* 

nato . 
1280    Giolunni Daodoto Doge qi^arantà réttt» Tifle  mcfi Tette. 

VHerrarenetacoTrieftini  ribellati  dalla  SiepithUca^  ardati  a  tiimenio 

daUaTorreTatriarcad'^ifuiiea. 
Magiflrati  de  Sopraconfoii^  deW  EfaminatoreydeUa  Ternaria  deltQlioMKe 

' Biade j  &  de  Catbaneri  9  creati  dalla  Repkblica . 
Marcino  Terso  detto  Quarto  Fraticefe  Papa . 
ijòla  in  Iftria  viene  a  deMHonc  della  Repkblica^  &  tm^  manda  prime  Ket^ 

t$r€  HenricoDoro^  -        - 

n^éndrea  MorofmoCanatiM  Creai^TrocuraMnli San  Marco ,  olii  ouo  di 

aprile . 
Simone  Moro,  altri  Moroimo  "i  Vefcouo  di  Caftello .     : 
Guido  Heretnitano  Patriarca  di  Grado . 
^Act/M  delle  La^e  aU^  là  cìtti  con  dorino  de  merfotantì.   ' 
Ducato  (toro  battuto  la  prima  volta  • 
Tanto  Tanti  ILCanceilier  Grande  di  Venetia . 
12^    tiranp  in  Ifiria  viene  a  diuotione  della  Republica  %&  vifi  mania  prime 

Rettore  Andrea  Dandolo .    ^  .    \ 

I  a  84    Terremoto^  &  acqua  importante  nella  città  • 

TietroP^ittùricrento  Procurator  di  san  Marco  9  aUi  SJi  Luglio . 

Guerra  col  ^Patriarca  d'^quilea  >  nelia  quale  Gherardo  Lancia  htiomo  i* - 

\irm9  della  Repubtica  [coperto  d'vn  trattato-,  Ch'effh  conduccua  di  dar 

vna  porta  di  Trie^  a  nemici,  è  grauemente  punito  • 
1285    Honorìo  Coarto  Roniano  Papa  • 

i%S6    Marino  ConttrinicreatoVrocuriUor  di  San  Marco,  alti  i^di9ii^o. 
1287     Tomafma  Morofina  Regina  di  Fugarla  per  Stefano  Rè  fuo  marito ,  il  qual 

genera  ^ndreaffo .  -    ] 

Giouanni  Storlado creato  'Procurator  di  San  Marco,  atli  tre  jC aprile  • 
lacomo  Steno  creato  Vrocurator  di  San  Marco, alUi%.  dtLuglio  • 
1188    Nicola  Quarto  Afcolano  Romano  Papa . 

Tomafino  Gùtftiniano  creatoProcuratordisanMarco^  alli  quattordeci  di 

Settembre . 
Pietro  Gfadeni2o  Doge  Quaranta  otto^  }ril[k  vinti  vno  anno  *  altri  di^ 

cono  la.mefi  9« 
1 2  89     Guerra  di  Triefte  col  Tatriarca  t^Aquilea ,  Capitano  Marino  Moro  fino  > 

nella  quale  i  Veneti ,  fopraprefi dafei  mila  candii  ,&datre  miìafan* 

ti  condotti  dal  Conte  di  Gorìtia ,  fi  ritirano  infelicemente  con  morta- 

litàdi molti  di  laro. &i nemici  ^'alitoCaorli,&'prefo  Marino Seluo 

\Rettor  della  terra ,  [corrono  a  Malamocco  9^/0  mettonq  a  ferro  a  &^ 

fuoco  . 
Trefo  Tripoli  dal  Soldano  i  la  Republica  offerifce  alVapa  vmti galee  per  le 

cofedi  Tripoli, onde  venuto  il  f^efcouoJi  quella  città  d  Fenetia,  & 

accre[ciuto  da  i  Tadn  d'altre  cinque  galee ,  effo  ye[couo  C  apitano  infte^ 

me  con  lacomo  Tbiepolo  figliuolo  del  Doge  ,Ji  condirono  in  Sorta  contra 

asoldano. 

e  P7« 


Sji 


Amai     34  CR  O  N  I  C  O 

Vciv.  X^, 

t7«|  1^9^    Gmrra  co  i  Taékmmdferocaifime  ieUafiMifkatióìie  ftUm  da  /aro  i  TC" 

taiebò . 
Tace  cMRiOMmb  dalla  TmtPatriarca  JtUqa^. 
M^flrato^dejli  Trosteditori  diCommune%  creaudÉUa  Hjtptélica . 
1 29 1     ^cri  città  in  Saria  prefada  Mcuicbefadar  Quidam  >  wttìlti  nobMiér  abrifi 

fatuanocmUfacuUdkroa^enetìa. 
Otterrà  delU  KcpHbiica  con  tlmfer.  Greco^  GmteraU  ddtarmau  PoÈcra* 

tio  MaUoierthUquaUfmidmerfi  danni  aUe  dui  GreAc  di  riwkra^ 

€0  ckbcModafuoifiMaUi  rHuttiat^  »  &  rotta  atti  foladi  LoMgh  ^^alis 

Juale  yà  in  fuo  luogo  lacomo  ThicpolofigliMolo  dH  D^ . 
fertino  MnrofìmZio  del  2tf  èVagawk  cream  Sana  HUJ>almatia  dal 
nipote^ 
Tace  della  ^iepHbiiCM  al  Pnmarca  d^  ^qndea  i  &  col  Come  di  Gah- 

tia. 
MagiflratofopralamateriadelcanapopettUrfenak  crf€ttoidktf^ 
blica. 
i2pi    Ramberto  Polo  Vd[bono  di  Camello  • 
«7^1  i»p3    Andrea  DandolocreatnTrocmatordisan  èdareo^  aUi^d^jdgajy^ 
\f4i  ^^94    Celerino  Qiiinco  Romito  Papa  « 
Bonifatio  Oceano  Romano  Pa(Mi« 
Otterrà  co  Cenone  fi  a  TerafnelUqndmnorciHdanifannmee  con  ìarmiin 

mano  Andrea  Cappello . 
Marco  Belegno  creato  Procttrator  di  San  Marco  $>aHi  ^M  Dioambre . 
1 295     Andronico  Secondo  Paleologo  Imperatore  • 


871 


875 


Ì76 


»77 


Ciomatad  Curvala  co  Genottep^  con  perdita  deltarmau  Feneta  .^  em 

aleùe 


la  prefa  d^ Andrea  Dandolo^  iiqnaCe  per  non  tffèr  condM»  à  Oemnafri- 
fjione^  Soccide  per  via.  altri  fetiuono  i  apS. 
1 196    Bartolomeo  Fallerò  Patriarca  di  Coftantinopoli . 

Andrea  Zeno  creato  Troamator di  san  Marco  »  aUi  dieci  Jetteià  Oah 

nato, 
leggiero  Morofino  Generale  di  5  9.gdee  yarde  da  Largirà  fino  i  Vera  i  & 
prefa  &rouinata  Pera  mette  fitocoin  molte  nani  Greche  j  &  Cenonep% 
&  affalta  Coftaminopoli . 
Cafa  tolta  d  Genonefi  da  Gionanni  SoranT^p . 
1 297    Acqua  delle  Lagune  ere f ce  nella  citta  con  molto  danno . 

negilatione  felic^ma  della  RepuUica  introdotta  dal  Ikfge^  per  foflegm 
Perpetuo  del  dominio  Veneto . 
878  1 298    Aloeito  figliuolo  di  Roberto  Imperatore  . 

Morino  ZianicreatoTrocuratordiSan  Marco  foUi  ij.diOttobre. 

1299  J^icolò  de  i  T^egri  creato  Vrocurator  di  san  Marco  %  olii  dieci  fette  £ 

Agofh^ 

1300  Belletto  Delfino  creato  Trocuratcr  di  San  ÌAarco  >  aUi  fedeci  di  Di' 
cembre. 

1301  Gionanni  Giorgi  creato  Procurator  di  San  Marco  »  ^i  dieci  otte  à 
Gennaio. 

1302  lacomo  Contarini  Vefcono  di  Caflello . 

itti 


«79 

«80 

881 

882 


1 


Annidi  VENETO.  i|  V 

Vcn.  Xpo. 

éanmggia  tlmferatorc^  &  ii^trugge  dìMtt'fi  c^^lU  • 
MarcQ  i^m  creata  Trocurafor  di  Sm  Marco  >  atti  dieci  di  f€ar-^ 

7$. 
Congiura  di  Marino  Bocconi^  evinta  feiicefnente. 
i^oj    Be^cktto  Nono  detto  VndcdoioTrioKano»  Papa. 
1 304     Guerra  di nuoao  co  Tadonaniper  te  Saline  >  Capitani  Hoktrto  Thiepoto 9  & 
Filippo  Belegno. 
Marino  Comaro  creato  Trocurator  di  San  Marco  1  aK  cinque  di  Qcn^ 
nato.  : 

i^    CletMQtcQaintodiQvafcognaPapa* 

Giouanni  Bragadino  creato  Trocurator  di  s.Marco  9  atti ikci fette  d^jipri^ 

k. 

IÌ06    M^^flraio dee  Mobile ereatodaUaltfpMica. 


884 


8»5 


f 


885 

tS^f  i;^    Ferrara^léitadajt»dniaSaatnoxitftée  prtfa  muporUf  penetra  in 
I  pioT;^  coraggiofamente  »  ma  fopr afatto  dal  popolo  è  morto  con  tutta  la 

jmfcbma» 
TboofUadMùFkfiéMmfimereatQ'ProcuratordiSa»  Mar^o^allijetff 

di^goflo.  4  ^ 

88  '3^*    Ferrara  prefa^  Capiion^Tikolè  QuiHnit  riceui  per  Tode^ $  &  Hfh9^ 

re  Gkuavni  Sorauzj^^^t  énfi  ttùFieol  Michele  sfotto  Hquéik  fiper^ 
de. 
Guenaàom  tlàeperoMe  H  CofiatOkofoii  fatta  da  retteti  »  '  cottegati  com 
Carlo  Secondo  Rè  di  7{apoli ,  il  quale  tolto  Durai^  con  altre  terre  ali*- 
In^perahuro difegnamd^oeeupar l^ImpoHo per  Carlo  di  yaloi9  fra$eHoi 
di  Filippo  Ki  di  tranciajm  con^OMgmneo  •  Jiftta  quale  Mtr^  Minoito 
Capitano  prende  StalimenCitT  danneggia  molti  pacfi  nella  Komania^^ 
eh  tiytparatote  ^firetto  da  $mui  émuifa  la  pace  &  s'accorda . 

1509    Htenco&tdiQdcULuctmburgolmp^^ 

GuerracoÌTatriarcadi^quileai&colContedi  Qoritia%  Capitano  ^io^ 

iatmiZeno.- 
Giouanni  SoranxjOi  che  fu  poi  Doge  creato  Trocurator  di  San  Marco  y  atti 
i^^diMaggio. 
1 5 1  a    Egktia  Fttnam  iti  Grado  ;  dinaaxi  al  qu^  preeeffe  yno  angolo  Ta^* 


8»p 


8<po 


«pi 


marea %ma  non  fi  troua  in  quale  arnuo. 

dik 


CmfraeimIty&'eonpuradiBaiamottteTìfiepolo. 
C^^ruetioCa/bracam  Luccbefe  condottieroam  yiuti  cinque  caualli  disila 

Jlep^Uua  in  Ipiatdiuenta  poi  Signor  di  Lueea*  \ 

Michele  Morofino  creato  Procurator  di  san  Marco,  aUi  dieci  fette  di\A^ 

ftile.  •■  .",  "..% 

(^JB^lio  Eccelfode  Dieci  ereato .  ' 

13^^    ^larilloGiolgiilSllSto  )>>gcXLIX.tiffc mefìdkd»  giorni dic;d 
Tace  colTapa  per  le  crfe  di  Perrara-fiteguatùco  Veneti. 

Chiefa  di  San  Domenico  de  Frati  Tredicatori  %  eéficata  dal.  detto  Doge  ;  & 


dotata  d'entrate^ 
^1  •  CI        2$x 


Anni  di 


CRONICO 


3^  ^  ÌK  KJ   IM   l  ^    KJ  i: 

Vcn.  Xpo. 

%>2 1 1 3 1 2    Giouanni  Soranzo  Doge  cinquanta»  vilTe  anni  fedeci »  mdi  feu 

t    ^        Guerra  fettimn  di  Zara  ribMatafi  dalia  Repkblicat  &  datafi  con  altrdter* 
re  a  Carle  9fibertù  fi^Mogid  di  Carlo  MarteUo  i  Rè  d^Kngéoria  >  Coft- 
tono  Belletto  Giuflimano,  il  quale  ne  ottenne  illufire  ^riUtma  • 
Ma^flrato  [opra  le  Mercantk  crealo  dalla  Republica . 
Sp3  1 3 1 3    Tietro  Grimani  creata  Procmrator  di  san  Marco  de  Supra  >  4A'  vinti  fette 

diLugtio^  '   :    •■ 

Guido  da  Canale  creato  ^ròcurator  di  san  Marco  >  aUi  -pinti  none  ^jlori^ 
k.  ^ 

'P4  <  3  H    Lodouico  Quinto  Bauaro  Imperatore  • 

Marco  dalla  Vigna  CaadxUior  delDoge»  fatta  Patriarca  A'  Gra- 

do« 
^càua  delle  Lagune  9 alla  finedi^^ouembre  crefce per  la  città, 
Giouanni  ZewH  creato  Throcwrator  £  San  Marco  ^aUiif.  di  Mata  • 
EértolomeodaBSua  creato  ProcuratordiSan  UUerco  »  Mi  vini  fette  dì 
Gennaio . 
8pS  13115     T^coiò  Quirino  creato  T^ocurator  di  San  Marco  foUs  28.  itOìtobre. 

Graton  Dandolo  creato TrocuratortH  SauMarcodeCitra,  alti  vìntryu 
^  diGennaio.   ' 

$9^1316    Giouanni  Vinti  vnoidetto  2a.Fraiiceref  Papa. 
^7  1317    Tietro  GradenigOiCnaioVrocurator  di  Sin  Marco  ieSufra,  aUi  otto  di 

Luglio .    . 
Marco Morofino  croato  9rocura$or  di  San  Marcoie  VUm  >  olii  cféi  di 
Mar^^ 

898  r  5 1 J    Fìtoco  arde  Iniferahilmente  it ricco  Fontito  de  i  Teiefchi  ^ 
^^y]  13 15^    T^icolò  Falierocreato  Trocurator  di  San  Marco  de  Citra  r  aUi  (pmikidi 

Marzo. 
Marino  Fofcarini  creato  ^ocmator  di  San  Moko  de  FUm  $  alU  qmieci 
di  Mar:(o . 

13^0    Marino Badoaro  creatoProcmraior diSantéarcodt Sì^m$ àllil di 

Giugno. 
1321     Andrea  Dotto  Cancellerò  del  Doge  creato  poi  VefcouodiChiog* 
gj». 


5^00 
901 


^2 


904 

■5>o5 
S06 


1322  . 

1 3  2  j     littoria  de  i  Veneti  netmare  diPémka contragli  Tngkfi  ^ 

Hegina  di  Sicilia  figUuola  del  Duca  di  CbiaretixA  >  ^^nuora^  del  KèRober- 
to  »  viene  a  P!enetia  »  raccolta  9  &  fe(ieggiata,jfolennenoe9te^  altri  1^16. 
Nicola  Pifiorino  Tcnw  Caacellier  Grande  di  Venetia  •, 
angelo  Mué^  creato  Vrocurator  di  San  Marco  de  Sufra^  alti  j^ii  Oen^ 
naio^ 
1 394     Guerra  quinta  Gehouefe  in  dif^fa  di  jtndronico  Imperatore  con  i  Genoutfip 
^  vittoria  di  Giufliniano  Giuftiniani  prefio  al  Canale  di  CoftatftinopoU^ 
1325    Bartolomeo  Quirino  Secondo  Vefcouodi  Capito . 
1 3  26    VJcolò  Contarini  creato  Vrocurator  di  San.  Marco  de  Sùpra,  alti  iù.& 
J^ouembre^ 


Anoi^i  VX  NB  T  O:  S7 

poSÌ  I jié    Pranceicò  Dandolo  t>(^ cinquanta too^vìfle  anni  10.  moli  le. 
S^op]  I J29    iBnerra  pik ce Gemmefi  yneUa  quaU  in  qt^^/fatmo  GMflmiM  Giufimiani 
j    •  CApUam  di  quaranta  galee  MTeraf  occupa  a  Genou^j^Jegni  C(m  mil- 

Uperftne>ir  af((i$4U  città  %  la  quale  alta  fine  patteggUy^  p^a  ogni  , 
dàmoy  con  la  fpcfa  infìeme  delC armata  • 
Tre  Trocmatìe  ordinate  dalla  KepnkUcxper  6.  Trocuratori  a  due  per  Vr0^ 
tnratia  • 
910  I }  }o    Guerra  quinta  di  Candia$  &  vittoria  di  Gìouanni  Comare^ 
9  e  <  1331    Andrea  Dandoloy^befupùi  Dose  creato  Tracnrator  di  san  M^rco  de  Su^ 

pra^dliiudiLugUo. 
Tola  cittàin  [fina  viene  a  diuotìone  della  Republica  « 
91:»  1331    Michele  Calersi  Vcfcouo  di  Cadetto^ 
9iiUm    Frabcdfco  Mioiele  ArcKicfcouo  di  Raittaoa  • 

BartohmeoGraden^Oi  che  fu  poi  Doge,  creato  Procmrator  disàk  Marco  de 
Citra$aUit$MFebraio. 
914]  1334    Benedetto  DeciaKhdetto  XIL da  ToloCsb  Papa  • 

LefadeUaUjepukUcacclVapatContlmp^at*  &  colMUdi  Francia  centra 

ti  TnrcOf  Generale  di  ejfa  Vietro  ZenOf  il  qua' e  ottien  la  vittoria  • 
Miccardk  Malombra  Cremonefe  Conte*  &  InrifconfiUto  celeberrimo  rclmh 
matodalla  Repub^  per  riueder  le  cofe  deUcfueles^^fiferma  nella  ciHÌ% 
&  viìafcialafua  d^cendenxA  • 
Marco  Loredano  creato  Procurator  di  san  Marco  de.  Suprn  «  alti  vinti  fette 

ijtprdijl 
Marco  Giuftiniano  creato  Tr^urator  di  san  Marco  de  Fltra,  itti  dieci  fet* 
te  dt  Luglio^ 
9 1  ]]  1 33  5    Spedale  di  San  Gionanni  &  Paolo$  injlitmtoda  Gualtiero  Ceroko  per  i  nu- 

I  rinari. 

9 1 tf |r  3 35    Angelo  Delfino  Vefcouo  di  Caftello  • 

Guerra  foci^  co  Fiorenttnitcon^a  Mafiino  daUa  Scala  S^jner  di  Verona . 
Gìouanni  Grinutni  errato  Procurator  di  san  Marco  9  olii  Jcdtci  di  Settem-^ 
bre  • 
9^7  1337     Continouatione  delta  Guerra  con  Maftino  >  Capitani  in  eJfa  $  Marco  Ku^^ 

nÌ9  andrei  Morofino*  Pietro  Zenoj  T^tcoli  F  altero  9  Marino  FaUero,  &* 
ÌAarco  Comare  >  &  ìAarco  Giuftiniano  • 
Alberto  dalla  Scala  Gouernator  di  Padoua  condotto  protone  4  Fenetia . 

918  1338     Acquifio peri  Veneti  della  cittd di Treutfo. 

919  1339    Bartolomeo  Gradenigo  Doge  5i.TÌfleamii  tre»niefi  %. 
V  Bertucci  Grimani  creato  Procurator  di  san  Marco  de  Citrapalli  lóJi  9(9- 

uembre  • 
Undrea  Moropno  creato  Procurator  di  san  ÌAarco  de  Citra  ^alUx^di  Fe^ 

braio. 
9^o\  1340    Nicolò  ACprofine  Vefcouo  di  Caftello  • 

Benedetto  da  Molino  creato  Procurator  di  san  Marco  de  Citra  >  U  primo  di 

Giugno . 

$11  1341    Qiouanni  Barbo  Vefcotio  diCafteUo. 
I  e    3       Paolo 

I  r 


5»» 


9*4 


9^^ 


IJ4S 


Annidi    j8  CRONICO 

Ven.Xpp. 

P40Ì0  FoTcarì  Vercoao  di  CafteOo . 
OeoKM»  Seflo  Ftaoctfe  Pi^a . 

Mi^iftrém  irei  Utidit«nr«Aitr€t»iaa  90ùaH. 

GuHM/mt  fofurmi  ereato  Tncmrétor  diSanM^rco  derUrg.  tOàtr^A 

IJ44    nHta.iereniHnctm*isiTmcH,&m0r$eéi-PktnxtmQmréi. 

to  l'am» fegHente_,jlU  tmal  vewu^U  J»  i»  1»fm»^f>m^t!ruZ 

*f*PfiraodeS^mnfifraUCmtertdtlflmffSli(Mm^dMea  lCep»Ui' 

'^'^^^^i^i^ytreàtoVroarmrditmhm^dtrm-a»  attit^ 

'^'«^nrimeremTroewrémiis^Mm^drSMfM.mikcif^^^ 
Tenemùtfinet giorno  di  sanTaolo,  mandaaterréiU  rtttetia  dimreu- 

»f^i^f*MiS^ii^fif,4UBeee4tktrtmdMHa9fipMÌ4<t,  -     \ 
lacmo^rm^Vroeurau^di  smMareo  de  Supra,^^iumMi 

99^^»aiCmariiH>erca$»TnKmdt»dismMa^^  aUii^diì^ 

Benincendi  Raucgnano  Quarto  CanceJlier  Grande  di  yenctia . 


9^ 


928 


'"*  ^^;:^!z?t:;^,:^'.''-''^'"" "1^"^ -^ 


-    .„    ,    ^•otffefflecofedeiUTmt, 
ro  a  Carijto,  da  Atam  Hfiggieri . 


9^9\n^9, 

Pjo  1350    Chmimi  Delfino,  che  fi,  foiùsge,  creato-  frMurator  d^sa»  MamétS*^ 

pr^  mn  %^xC.  éprile . 

931  13  jr    Fortunio  Patriarca  di  Grado. 

I  nona  notabile  di  T^icotà  Tifimi»  «UoJIrettodiCoftmthttfoU, 

91^ 


Anmai  V  B  N  E  t  O.  $9 

Vcfi^Xpo. 

j^22h3$2    InnocentiòScfloFranodePapa* 

Tìhìo  lATcimm  creato  TrocMratotM  sm  Mmtcm  de  yitra$  Mi  ymti  cinque 

d*jiprile  • 
jlndrea  CsftÙPinidjefiifmSkìge,  creaio  VreturéàearàicM  Marco  de  Ci* 
tra^aUii.di&ikno. 
I  j  5  }    Andrea  Dotto  VeTcóuo  di  Chioggia»  Patriarca  di  Grado  • 
yktoriddiJlkoUVéfmatU  LeriacmiTMiOmmKfi^ 
Jiicolò  Faliero,  creato  Trocwator  di  san  MarcodeCkra»  olii  1 1.  d'apri- 

*?/ 
Bernardo  GiuftinianocreatoTrocwraMr  di  san  àiano  deCitra,  olii  29.  di 
'  Omnm. 
9\4}l%^    Marino  Falicro  Doge  54.  viffe  mcfi  i  •. 

Kmadi7ÙcM^dmf^f€rdiudMtmrm^  Sapientia  « 

355    Giouanni  Gradeoi^o  Doge  cinquanta  cinque^  vide  anni  vno  »  oicfi  j. 
fSJLQm  15» 


m 


9)6 


9Ì7 

9Ì9 
940 

9^1 


942 


■  -  \ 

ttAtMCIlO  nKTMBCain  jjtaOBm  « 

TitcolòLiotiicreatoTrocuréUor  di  san  M/meodaSupnit  alti  fette  ti  GUs^ 

itK6    Giouanni  Delfino  Doge  cinquantafcij  vide  anni  outcìro  9  mefi  a«  gior- 
nm*  .  . 

Guerra  col  Rè  tyngariandla  Dalmatia  • 

1357    ^istolèGmfimiano^creatùVtacHMtor  disd»  UàrcaàeSufra^  aUi  iSJ^^ 

n%9  r 

1)60 

1 3<5i    Lorenzo  CeUi  Doge  dnquanta  fette  vifle  anni  4.  giorni  2* 

Tifcolò  M orofino,  creato  Trocurator  di  san  Marco  de  Citra,  alti  1  p.di  Set^ 
tembre . 
\l$%    CaJoiamHrateoIogo Imperatore. 

Vrbano  Ostico  Fnncdé  Papa  * 

Prancefco  Tetrarca  a  renetta  >  abbracciato  3  &  hmoratB  dalla  KePti^licaf 
riceue  ma  cafa per  fuabakiuuione  ,dùut  al  prefence  è  il  monifiero  del 
Sepolcro, 
MarcoComamfCbefupoiDoge^creiUa'Procmratordi  sanMarcode  Sfipraf 
alti  14.  di  Geunaio  • 
I  jtf^    Mar  eoe  M  padre  del  Doge  ^creato  Vfocufatmr4i  san  Mari^f  olii  do^ci  di 
Settentwre  ^ 
944  13^    99fei^r^ftttima  di  CandiadiTito^&iHttoiiadi  Domenico  Miche 

Luchino  dal  f^erme . 
Clonami  ¥of carini  creata  Vrccàrater  di  san  Marco  de  trUèra ,  alti  ofto  di 
oifofh. 
1 365    Marco  Comaro  Doge  cinquanta  otto»  viflè  anni  a»  oficfi  cinque  9  gior« 

€   4       f^it' 


«5 


/ 


. 


P47 


Annidi      4P  CRONICO 

Vcu.  XpiK 

rHtQminCaniiAii  Vicolo  Ctnitiniam . 

Tktro  Trimpmo  crealo  Procunuar  di  san  Mano^dlc  Sitpra  t  alti  6,  i'J^ 

fio. 
Ka£Eaclk>  Carcfiai  Quinto  CancelUer  Grande  ds  Venetia  «  fm  poiwh 
bile  per  lagtierra  de  Gehouefi  tanno  1381.  e^itit^offkio  mlamèA- 
$à  n^teme . 
^46!i}tftf    Vanfaleime  Barbo  creato  Procnrator  di  san  Marco  de  ntréhalRtreiecHi 

Settembre . 
ìéarim^StorladocreaìofrocnratordisanMarcodey'Ur^^ 

Kmure  ^ 
\j    Andrea ConcarìniDc^  ciiifUiatita  none» riflc  anni  qmadedi  oc» 

ooatcro  giorni  !$• 
Va»h  BeUffio€reaio?rocuratordisanHar€o^^eKUraMaUimiiitéDr* 

'tffcMTrm^am  er^ 
^Gennaio  « 

ijn^To^c^frw  Dotuff  cumo  Pi^àmratmiH  $m Mare^éeFUra>alU  yi* 

ijéfh    t4como  Moroxreato?ivcmratoréitanMar€0  ife  CiMf  olii én  éiQtt> 

♦re» 
137^    Gregorio  VndectmoPirancerelPapa  4. 

Vinasboìh(^moAi^Jmperatocc«.  .^         . 

Gtierra^»mtì^Trieluni,cben0nvotend(kf^arekdé^  m- 

wtaxxMO-ilCafUamdiunagaleacbefttenemtinìfiria.ferirmti^Sò^ 

mkfoccorftda  Leopoldo  Duca  di  ^nftria.  Finatmente  mH  iwemmia 
TMà^Loredano,er^TaddeoGit^inÌMO,Triefie  fi  arrende. 

TiUolòPatieracreatoTrocmatordiSan  Marco  de  Snprajilprm*^ 
kre^ 


9^ 


,52 


fri 


1371  ^    -. 

137*    Gnerra  prima  c^  Carrarefe  fijgiidr^hiioit,  d^matfebricMc  merfc 

Forie^[HCOi4init>[MrpanÀ  buaccandok  gmifdiitìm  dm  S^. 

blica^ 
Mfitta  &  pref^dkTaddeo  Ginftiniano  ^ 
'37J    P^orladiGibertodaCoereggioGenerakdegUelferciiif^enetim>9^ 

Leonardo  Dandolo  infiemcyhamttada  brode  ^adomm^degUmp 
cottia  prefadel  f^ainoda  di  Tranfibionia  » 
rittoriétùi^  giorno  medejmo  éezaratinir  &  rktma  P^^twAf^ 
dettodìde  Turchi.  Uqual  giornoeffendo  la  fefiimtd  ài  San  MtfW' 
no  U  fòtennt^a  dalla  Sfi^lica  épeiipe$na,mcmmaofù  anminfc^ 

petno. 
Tomafa  Patriarca  di  Grado»iittapoiCatdiiude«. 
TietroGinfiinianoy  creatoTrocnratordiSan  Marco  de  feltra,  élii^^ 

Luglio. 
Fmeo  importarne  neLìdonifierodelleyerSfmrardeUmiQ. 


Annidi  veneto:  41 

Vcn.Xpo. 

954  1374    'Pi^tr^  Cmioro  creatoTrocHraiar é  San  Mmoi^^u^a$  alli  i6.  if- 

Ottobre .  \ 

Michele  Morofinot  che  fu  poi  Doge  creato  Trocur^or  di  San  Marco  de  Su^ 
fraf  aUi  z^.diLugUo.    ' 

P55  1375  \ 

95^11376    Gnerradi  Leopoldo  arciduca  t^ufbria. 

9Ì7\  1 377    Guerra  ottona  de  Genonefi  d  Tenedo  9&d  Cbioggìa  pìfr  oecafione  di  ^n^ 

dronico  figlinolo  di  Cakiani  Maccinato  dal  padre i  &  difefoda  Geno^ 

nefi.^ 

Gionanni  TrintfMh  creato  Trocnrdtor  di  san  Marco  de  Citra  >  alti  24.  di 
Febraio .  ^^• 

958  1378    VrbanoJSetdmo  Naj>oletaoo  Papa . 

Lodouico  Donato  Primo  Cardinal  Voncto  creato  da  Vrbano  • 


9^9 


\ 


littoria  di  littorio  Tifani  ad  ^nzo . 

netta 


960 


é4cqnifh  della  Cittd  di  Cattato  netta  Ddma^ . 
1379    Giouanni  Amadco  Vefcooo  di  CaOdlo»  &  poi  Cardinale  • 

Angelo  Carerò  Vefconodi  CafteUoi&  poi  Papa» detto  GregorioDo» 
cNnoSeoondo* 

Terditadi  Chiofgia»  &  rotta  à  Vola  di  littorio  Tifani . 

Tadde^àtftimano  fnrimo  a  profperar  ntUagnerra  co  GenonepMWimpre^ 

__  fa  dellaricnperatione  di  Chioggia . 
Ij80 


f^ilSii 


Bict^erationedettacittddiCbio^iatoltaaGeKoneJ!. 
Veréita  di  Triifie  occupata  da  1  Tedefcbi . 

FktùriùTifani  Capitano  iUnftre  deltemùofno^ninoreiC^è  pianto^dal  pù* 
Èok$&dalmedetimoPortatoconmmo  boMr^réSantojlntonio  • 


Tòrditadeltacittd  di  Treuifo . 

Michele  Morofioo  Doge  LX.  vifle  mefi  ooattro»  giorni  cinque. 

AotoBioVeiiieroDoge  LXI.viflèanni  dieci  otto»mefi  yno^giomi 

tre* 
Vffieimp&rumuìnyenetia. 
LemtéBtdo  Dandolo  Canaiiero  creato  Vrqcnrator  di  San  Màrcodtyltìra  > 

éUli'l6.,diMar^. 
Gionanni Gffodenigo  acato  Trocnrator  di  San  Marco  de  Supra^  atti  i8. 
diGtmfià. 
9^1138^    iMigi Loredano  creatoTrocmrator  di  SanMarco  de  Citra»  aUi  quattri 
1  mT^^nembn. 

\  1 9^9    Vrbano  Fjttrìarc»di  Grado . 

CmfnyieìfeadinotionedeUaRepkUica.    - 
otòVeniéfofigtinùlodel  Doge  ^prende  per  dmMTitronSU  Dntbefia 

^■u^     ''*^'*-     .  ^  ■ 

Giotiaani  Loredano  Primicerio  di  San  Marc^»  Veicouo  di  Caftet 

k>. 
"Pietro Mocenigf^  crcatoTrocnrator  di  San  Marco  ic  Citra  »  alti  19.  di 

Smembre. 

966 


Annidi      42  CRONICO 

Vcn^Xpo. 

IO.  di  Decembre . 

$H$8  1388     Confederatione  col  Data  di  Mifé^^  »  ^  ff^nd4g¥fi9ra  del  Canarefet 

con  la  rccuperatione  di  Treuifo,  di  Cenedu  >  &  d'altre  terre  «^  C^fftr/- 
tam 

^éiHifio  netta  MmudeiUcitfè  d'argfi.  &^  di  ^fféi^frmaf^gpOm  U 
Irgìjia  moglifi  di  Tistro  Cwi^r^  • 

Teflenotabilet&dannofa nella  Città. 

970 1390,    FrancefcQ  Laudo  Patriarca  di  Grado  ji  creata  pei  Cardinale  faano 

1411-  '       . 

Ftani^fco  Fatów  Vcfìm»  di  C^lfe  ^ 
Pietro  Roffi  Sello  Qw^yipriìirgiidc  di  Vm^m^ 

139»    LcooacJof  altri  Hi^onim^  Delfioo^  Vdow  4i  (MfiUa . 
IÌ9J    Em9omìÌ0S^w^P^kQìQg99h^etAtfii^i 
139^    Defideratojt  ò  Denderio  Lucio  Settimio  QweeUm  Grande  <£  Ve- 
nctia*. 

I3P1    a^t9Ubtt9f^mit4^m4tQTrmHr4Jti^disanM4miiyU^ 

tobre  •. 
Giovanni  Barbo  creato  Trocurator  di^sm  Af4rf0  de  Citr4  %  4li  fO*  ^/  ^#-^ 

ucmbre, 
Giouanni  Vito  Ottaiso  Camvllif  1;  Ccaii4e4i  Vieami  •* 

^7  I3P7     rJUmàdtjKìmetihamté^'iAVi^iiHtAtmMé. di6ima$niGaleax.^opy^ 

[conte  Siffior  di  Milano  •.  '  "  : 

978 j  ^yft    Ff aac^iPD  Bembo  VeCcono  di  Cadello  . 

CiettanMÌBarbarigo  Caualiete^rmo  Vr^OttOÈm'di  $M  UHfCù  de  Vltra  » 
alli  3:.  di  T^uembre  ^ 

979  ^199* 

1400*    ilkfeielr  Steno  Dogr  i^^viflis  Moi  i2iSto{m  gv 
^81  1 40  X     Alberto  è  Hoberto  Imperata  viene  a  f^.^tfM  M^rMCUf^dhll^  f^fi^i^o  f^ 

léMnemeate  dalla  SfifuU^ 
Trùicipeffa condotta  con  real pompa  in  Tala^^^^dd D^f  /«o  Conforie . 

Carh ZeuoeiBUéaiieìcù^^jreatia  Trim^m4ifJiérf0deS^ax  atti  io.df 
Decemk'e  •, 


97^ 
5?7» 
97? 
5?74 

»7? 


982 


1402-. 


•-4 


Ciierra.nonaeo  Gemmefi^^iifHtùrUiiCjurU  ZenOypmiocbe  inamùratofi 
prego  s-  ht9dù99^  mt^S^v^  Franse  fé  G^mmatn  àkQ/^oua ,  cbe  ba^ 
ueua  nouegalee  yfeìtenauiy&doigalioi^é  'ìtenWh^n  iftLailemanit 
lo  vinfe conyndtcigalee , &^prefi ottocento  Genouefi >  dr  fimfi  di  Un 
wqiéecenttf^óiwtfire  ilfetiimùgiamadi  ùaobre  detdeito  as0o  « 

udcétuijio  per  iVenetidLf^cenT^idiFeltrcydi  Cinidal  (U  Eellm/rdi  Bòffor- 
nih  tfr  d^Min  /iwgfci  .. 

Gnerra  terzui  con  Francefco  Carrarefe  Signor  diVéétma  •. 

2«f 


Antìidi  VENETO.  4f  ' 

Ven.Xfo. 

^cquifto  del  Tolefene  di  Kouigo . 

Luigi  Mùròfimtfè(MTro(ìkràmitS»Mari§ii^^à  9M  19.  di  !(•- 
M^mbre , 

5^85^14^    N.VcnctoPSRTiarca  di  Gradò. 

^cqkìfh  dette  dui  di  Vadona,  &  di  Verona . 

tièoeo  wrde  U  cima  del  eampanil  di  s.  Marco  9  4r  fi  rifa  pot  A  pielite  irim 

mefjaaàr$. 
Tomafo  M^ceHigfh  ehefn  pH  Doge^eatù  'Pfocmàtét  JU  s*  Marcthdi  Supra 

aUi%^diGemtìtio . 
Nicolò  diGherardo  l4diK>  CancdKcr  grande  di  Venetia  « 
Giouamìi  Piumazzo  Decimo  Cancellier  Grandb  di  Venetia  • 
9Ì»\  tfS6    Gregorio  XET.  Veneto  Pa^a^  cHiém^M.primé  jtngelo  della famgUà  Cth^ 

reta  V attuata  di  Coftantin$pofi,  tir  p^i  fatto  Càràinée  dal  detto  Inwh 
een^^aPwttofinalmetK^aiTé^Mó.  àdj^uaié  depofh  ndCàmUio^  dà 
CaftansfAt  ìifiaCar£nale&  LegaioferpotmdeUa  Marca^^fi  niHorc 
itfSjicanati^ 
987  C407    Leonardo  Patriarca  di  Grado* 

Pltippo  Coter09  ^eato  '^o^màtéiP  4i  San  Marco  de  Saprà  jdUizS.  df^ 

Mar%o. 
emonio  htoto^  treaioThFOcmraior  di  San  Mékcod^yttrot  Mi  cinque  di 
Gingno. 
988f|i409    ^ntmoC<freroCardindnìpmediGreg0th,tréétt&dalni^& fatto refco^ 

no  OjUenfe. 

i4r^eh  Barbarlo  dott^moneBefciMLe$&  Uh/ire  nel  C^ne^diCcftan^ 

^f  creato  Cardinal  daGregtm  4 
jicqtèiflo  di  Zara  banutoper  accordo  dal  Kè  Lodonico  • 
Gnerracol  KèS^ifmmdope^SeVefticoy&i^at^an^^ 
98p|  '4^    Aleffandro  Quinto  di  Candia  Papa . 
99o\H^o    GiOnanniXXtL  detto  XXnLNapcfliCMOP)iptf; 

Sigifmondo  Boemo  Imperatore  • 

fortnna di  vent09&  di  maire  in  Fenetia  tnandHOìper  té^nMt^^ertfkéne^§n 
perfone  >  cadi  à  terra  parte  del  Moniftero  del  Carpi^^MHni  >  &  infiniti 
coìmii&  camini  per  U  città  • 
TaoloGinliano,  creato  Trocnrator  di  San  Marco  de  Snpta^  Mi  dieci  di 

7{pnembre  • 
M arino CatanetUh  creatoVrocmmcriiSaH  Mano  déSnp^d,  olii  l&.di 
T^onembre. 

991  141 1    FrancefcoLandoCardinaie  creato  dal  defvo^jpi; 
99^  1412     lodomeo^BarboMonacoCaffinefe^orma^orémàiiSanBenedettoikVa* 

dona  nel  Monifiero  di  s.  Ginfttna,  cm  womedi  Secondo  fimdat(^e  di  ^nd* 
la  religione . 
99Ì  '4^J     Tomafo  Mocettigo  Doge  LXIIIéViffe  anni  dieci. 

M topati  della  Crafria^ella  Dogana  ,delte  Tamdeycioì: Banchi  ddfen-^ 
trataMCvfcita^  &  detti  dieci  Officij  >  creati  dalla  kopnUica  all(^à  fio^ 
ridkp^ff'andiffimo  facenéedintcHatantiepor  dinerfe  parti  dchnon^ 

do 


Annidi    44  CRONICO 

VcttXpo. 

i<h  per  mutTMtd  m^gtdetgrope  flumdac  a  diuerfe  pìa^fgjg  mgn/* 

pffimajacuUi. 

tonar(h  DanatQ  creaioTr^ffratar  di  San  Marco  dcSupra»  atti  jmam 

di  Febraio  • 
gQ±  1414  •jintemo  Cantorini  creato  Trocurator di s.Marcode  FUra  i  aUiéputM ik 

"ìlpuembre. 
^r    1415  Gfierra  feconda  co»  Sigifmondo  Imperatore;  netta  quaU  Fantino  MìAe^ 

lei&  Marino  Car  anello  Capi  tanti  ricuperano  Saette  >  Cinèdi  di  Bdhr- 

vo»  Serauélcy  Feltre^  &  ìa  Mota .  rimettono  i  Sauorgnani  in  ydine,  & 

dìfioluono  Njfedio  da  Ciuiiale .  &  finalmente  fedine  >  leuatofi  àtìBaf^-- 

uità  di  Lodmco  Tecchio  ^Patriarca  d' aquile  a  »  -piene  a  dinotione  deUa 

tiitpublica . 
FrnncefcaFofcaricbepoifii  Doge  creato  Trocnnttor  di  San  Mmode  Ci^ 

trat  olii  %6M  Gennaio . 
ggS  I4itf  Marco  Laado  Viefcouo  di  Caftello  • 
^^  jicqHìflo  di  Sebenico»  &  d'altre  città  nella  Ddmatiaper  Tictn  Zéreiath 

&  JHX  vittoria  contra  Turchia  Marmara 9  conacqnifta  di  molte  géti 

de  nimici . 


991 


99^ 


999 
1000 

« 

1001 
looa 

1003 


1417  Martino  Quarto  >  detto  Quiato  Romano  Papaj  creato  oc/  Good- 

llv  • 

Mapflrato  della  M  effettori  a  creato  dalla  Repnblica  • 

CarM  Zeno  SenAtare  &  C  api$ano  iliuflre  detteti  fua  viene  i  marte%aiccom-^ 

Ipagnatoalfepolcro  dal  Doge  con  la  Sigmna^  &  lodato  in  pffblìco  da  Leo^ 
nardo  Giufliniano  ^ 
Fuoco  per  vnafaetta  arde  la  cima  del  campanil  di  san  Marco  • 
1418  Pietro  Moroftno  dotti(fiau>i  creato  Cardinale  nel  Concilio  di  Co- 

ftanza • 
Leon^do  Mocen^o  creato  Trocurator  di  San  Marco  deSuprat  il  primo 

dijtgoflo. 
1419  Fuocovf cito  del  paUa^  Ducale  %  arde  le  cube  di  san  Marco  coperte  di 

piombo. 
1410  Bertuccio  Quirino^  creato  Vrocurator  di  san  Marco  de  Citra^  alti  died  none 

dFjlprile . 
142 1 
1422 


C423  Fcancefco  Fofcari  Doge  LXIV.  vifle  anni  34.me(r  6.  r      ' 

Salonicchi  città  neW  Albania  viene  à  dimtione  della  RepubL  &fno  primo 

Rettor  Marino  Bondomierot  con  titolo  di  Conte . 
Tatraffb  ctttà  nella  Morea  lafaata  daW Creine f cono  al  Senato . 
LaXaretto  fabricato  di  nuouo  per  occafione  deità  prefente  pefle . 
Giouanni Im per ator  figlinolo  di  Emanueìlo eviene  a  Genetta y  feflegsuh 

to. 
Magifbrato  de'  Gouernatori  alt  Entrate^  creato  dalla  Repubtica . 

Teftc  nella  città . 
JLl  bano  Badoaro^creato  Trocurator  di  s.Marco  de  Citra^alii  3  .d^jtpriU  • 

1004 


Annidi  -  VENETO;  4j 

Ven. 
XQ04 


?oo8 


■XùOf 
XOIO 

I«1I 


X60.  .     . 

1^1^  1  w*  yiene  a  Veaettitt 


j  iene  a  diuotitme  della 

I4»S  f 
C 
1 

i  Sdoghi iUfme^  . 

S  mittro  mefi  cmtmoui .' 

1426  G  JUlàito  )  per  occafione 

j.    ^  ria  Marca  Dandolo  » 

&GioTgnC*rnaro.  'P'rimoTodefidir  KettoreinepAfanttMoDmdù' 
h  Dottor  di  Le^i . 

Vietro Loredana  (reato Trtcìirator di S.  Marcodff  fìtra,  tiUivhai quat- 
tro di  Gi^o . 

1417  littoria  in  Vò  dì  Fraatefeo  Bembo  Gtntrale  deiì armata  cantra  il  yifcoa- 
teconaequifiodiottogateoai.  ^  di  Francefco  Carmisnuola  Generale 
degli  efiertiti  Veneti  a  Mattò  ò  Marcabò  >  &  M^mfio  della  città  di  Bev" 
gamo, 

BartolometlMutofrMo'Prociiratfrdis.MareodeSupraiaSiip.diMaSr 

1418  'Pefle'graMif^ma  con  mWaiitd  di  molte  perfone . 
i-SS"*  ^  confederatione  col  Rè  di  f^ngaria . 
"Pietro  figtimto  del  Kè  di  "Portogallo  viene  a  Fewttia  riceuuto  ,  &  fefteg'- 

giatojolennememe. 
Francelco  Beuazzano  Vndecìmo  Cancellìer  Grande  dì  Venetia . 
Magifirato  de  Gonematori  air  Entrate,  creato  dalia  Kepubttca,  &•  primi 

in  efio  finciguerra  Giorgi  y^mbrofto  Badoaro  »  &  Hieroitimo  Contari. 

ni'. 
I4Sf»  ^cqiia  crefce  nella  città  con  graniffima  danno  de  gli  habitanti . 

Balena  fi  offerifce  alla  Signoria .  la  qHdewn  faccetta*  ma  interpone  par 

accordarla  col  Papa . 
1470  Tace  col  Turco»  trattata  &  comlufa  da  Silnefira  Morofìno . 

RepHbiica  inftitiata  commeffaria  di  Kauenaa  da  Obr^o  da  "Polenta  fuo  Si- 

gKret<y  Tfà  per'mtne  di  tei  Hieroaimo  Cmmatta  al  gfmemo  d'eO'a 

Città, 

1431  Eugenio  Quarto  Veneto  Papa,  dettoprima  Gabriello Condolmero  di 
■  famipia  popolare;  nipote  dt  Gregorio  Decimo  Secondo,  &  creato  Car- 

dinatedalui. 
PerditadiSalonicckit&vittoriadi  Fantmo  Michele  nella  BiMtaaia. 
Giterrafeconda  col  Duca  Filippo  Maria  ^ifconte  , 
lUtta  ai  t^icelò  Triuifano  >  &  di  Francesco  Cocco  inPò, 
Fitroria  di  Pietro  loredaao  à  Kapallo  coatra  GcnoHcJt;  nella  quale  fd 
,     pc«»- 


AnoMi 

VeaJtpo. 


I0I2 


1432 


IQIJ 


H3J 


1014. 1414 


JQ15 
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iQio  i44«> 


4^ 


C  K  O  N  I  C  O 


frigkme  PtMncefcé  Spinala  e  a  fatano  de  nemici  • 
IacomoTriuifanocreatù'Pr$curaiQrii  san  Manodf  Suptrat  ék  dieci  £ 
Giugni  ^ 

Lorenzo  G  iuft  iniano  Vcfcowo  di  Ca0cUo . 
Conte  FrmcercoCarmigBoLaGtnetalt  de  gli  eprciti  rcMti  decapdiaté 
dalla  Kcpmica per t!inteBig€BXAcbehaiteHa€ol  Pnca  di  Milamcoìi^ 

tra  lo  Stato. 
Hotta^  prefa  di  Giorgio  Cmnoìro  in  Falteltina . 
Frante fco  Condolmero  Cardinale  creato  da  Eugenio, 
face  con  SigifmmtdùImperiMve  piratata  ^&  conctuf a  da  Andrea  Do- 
nato^ 
Siotta  diGattamelaea  a  Imola  »  mBa  giornata  fatta  da  lui  ind^  del 

Tapaper  nome  della  Hepublùta  come  (no  Generale  %  con  T^^icolò  Ticci^ 

ano  CapHonodel  Duca  Filiffo  occuparne  dello  ciu^  ietta  cbicfa.  al- 

tri  dicono  Iranno  di  fopra  » 
Andrea  Qgntatrim  creato  Trocttram  di  iJdarco  feCitraio/li  1 5.  di'ì^e- 

uembre  ^ 
MajrcoFofcaricroatoT^eumtordiSanMarcHhCitJ^.^^. 
Tiicolò  Giorgio  Marche  fé  della  Uottdoni%ailO'  S^jutdi  Cariflo . 
Guerra  con  Filippo  ùucadi  Milano  yU^u^dnraifigiicmi  cinfue  atmi . 
Chic  fa  di  San  chrifloforo  dalla  Tace  vicina  a  San  Middle  da  Muranoyfa^ 

kricata  da  Fra  Simone»  medéaeor  dcUapacefmtOt  fra  U  V^ublic^,  dr 

il  Duca  predetto. 
Caioianni  l/nperattnre  Triene  a  FeHetia  con  9Cìtx.  boccba  >  riceunto  >  &  ft^ 

fteggiatofolennemente. 
Alberto  Secondo  Duca  d'Aoftria»  Impcracore  • 
littoria  di  Francefco  Barbaro  contra  Fr^mcrfco  Viccinm»  à  BrefciiJ 
Fraterna  ò  Scuola  Grande  di  San  Marco  >  r  fiotta  da  Santa  Croce  in  L«- 

prio^rejfo  alla  Chic  fa  di  San  Gioumni  &  Taoh.^ 
Magiftratofi^ra  alle  LegHCf  creato  daila  Kopubbn  • 
T  apio  Cor  ero  creato  Vrocuihttor  di  san  Marco  deFltra^aiU  6.di7Ìo^ 

nembrc.  .  %  .- 

yittoriadiVi€tn^uogaro3&  diVaris  da  lodronefat  U  RepMicai 

Mademo  contra  il  f^tf conte .  ^ 

KottadiMa3rco70snOf  €t  diTaddeo  Efionfe  a  SoLò^hanutada^iDolàTio^^ 

cinino  ^ 
f^ittorin  a  Trento  ^(Sra  Verona  contra  Tpcolà  Ticcimno^*  Capitani  nelle 

predette  fattiom  Gherardo  Dandolo^  Vietro  Zeno  y  Dario  MalipierOi  CST 

Francefco  Barbaro  Itluftre .. 
Francefco  dalUSegg  XtT.  CinceUicr  Grande  di  Venetia. 
Federigo  Terzo  Duca  d'Auftria,  Imperatore . 
littoria  4i  ite  fono  Contar  ini  Capitano  d'^armata  prefio  a  Ki^a  di  Trento  % 

contra  Biagh  jlfiaretto  General  dd  Duca  Filippo  ^  già  trionfatore  di 

due  Héprefi  da  lui  neUagiomata  nauaie  con  Mfonfo  i^ragmay& 

qui/h  di  Knai&  d^dtre  terre  circonmine . 
jlcquifioper  i  Veneti  delle  città  di  Rauenna^  &  di  Cernia . 


Annidi  VI  N  E  T  O.  47 

Vcn-Xpo. 

nej^àii  Cifro  figliiioUdHMdTchefe  di  Mm4^^  yenttUfe^ 

Honadi MoHtechiari riieuHta damicelo Tiukùm Omerale  del  ÙU€d di 
M  Hanoi  &  rkffem  eie  the  i  f^eneti  ìnmemmofid  C  remone fc  in  Ghia- 
radaddat  tT  fui  Bergam^co  • 
Stefano  Contarim  creato  Troemat»  di  uMarto  « 
1011  f44C     Zw^iGrnienigOyereatoTrocnrMtordiSémAfarco^ 
1022  144^    DrinaflodHdneU^^ttamncoTamalk^l^engonoaéèiotione. 

Luigi  iMredano  creato  Trocmraior  di  san  Marco  de  Snfraj^  atti  trg  di  Fr- 

Taoh  Trono  creato  Trocnrat^  di  san  Marco  de  €itra$  éUi  g^diFe^ 

hnòo  • 
Frahcefco  Baxhar^  creato  Trocitrator  di  san  Marco  de  Fkra  >  alti  1 7.  di 

Fekraio  • 
Marco  da  Molino  crea^9rocnrator  di  san  Marco  de  Supra  \  aUi  feotedi 

Dicembre^ 
iotj\mS    Lnigi  fremerò  creato  Trocurasor  di  san  Marco  de  Citra^  olii  ii.di  Gen^ 

Leonardo  Ciafiinianocreato  TroenraPor  di  san  Marco  de  Fltra  >  40/  %f4i 

Dicembre  n 
Bartolomeo  Marcftno  creato  Trocnratordi  san  Maarco  de  yUrat  atti  19  Ài^ 

ocfìcmoTc  « 
1024 

Taòio  Dnci^ino^^  Lecca  fno  fratello  figlinoti  di  Tams^  »  yet^ono  con 

gUStattknrod^uiUHtnìaad^MionedaURepMica^ 
FHerigoContésrinicreatoVrocwratOT  di  san  Marcode^ltratalli  17.^^ 

•4g^o. 
CoftaatiDO  Deci  mo  Paleologo  loqmmoit  f Idmo  diCofiiadaoiHh- 

li. 
^cqna  delle  Lagune  crefce  neUa  città  con  danno  degli  habitanti . 
1Q25JI44^    Guerra  quarta  col  Duca  di  Milanoy&ac^fli  fra  fnifto  anno»  &ilfe-^ 

guente  ydiGhiaradadda  ydiCaffanoydelCremonefe^^del  Monte  di 

Brian?^ .  &  vittoria  neWlfola  prejfo  a  Cafal  Maglie  centra  trarne^ 

fco  'Piccinino  i  Capitani  Gherardo  Dandolo  >  &  Incorno  emonio  Mar^ 

cellOiPietro  Anogaro»  &  jlntonio  Martinet^^ 

tfnual  Malipiero  9  che  fu  poi  Doge  creato  Trocurator  di  san  Matrc§4a 

ritrae  alliii.diTionembre. 
' '447    Nico]aQgintoda  Scrxana  Papa* 

Fiuoria  di  Lorenzo  Loredano  preffo  a  T^apoliJiFstnlSardnCorfarOfper 

UquaUjtUwtfonidiT^i^jdegiutto^ficon^ 

no  a  offe  fa  della  Repnblica  • 
Terdita della tìttddiTiacenxAOcqnifUta  peri  Feneti jpoco ananti $  con 

la  pre  fura  di  Gherardo  Dandolo  >  (T  di  Taddeo  Efienfe . 
^cquifio  della  città  di  Lodi  per  i  Feneti . 
1448     Hotta  di  Andrea  Quirino  d  Cafal  Maggiore  9  &  di  MicbelettojtttendoU 

à  Caranaggio . 

Ter- 


7025 


1027 


102S 


Aimidi   48         CRONICO  :^  •.  ^/ 

Vcn.Xpo.  .   ■      f    , 

TeriiUiilMi.  •      — j 

T)ttrpìJtìd)€Ìe  creato  Trocmr4i^  di  Som  M^^rco  de  ykra,  »  aUi  >ii^ 
ciMmdi^gpfto. 
^  ^    I  -Ctmfiofeuro  Moro  3  che  fu  fai  Doge  crem  Trocurator  di  SaMMarc9  de 

rUrorédli  i^di  Settembre . 
1 020'  1 449    Jicqwfiù  peri  retteti  della  ciuà  di  Crema . 

rHtaria  dnacamo  Unt<miù  Marcello  t  fnrejfo  à  Sejlx  fiume  dd  rerctOc- 
fé%  cotttra  i  SoMòint  collegati  col  Fif^fUe  9  cca  La  fireja  di  Cmamù 
Camfefe  loro  Generale . 
Guerra  di  Luigi  Loredana  con  ^Ifonfo  Hi-  di  T^appli, 
Guerra  de  f^enetioU  Conte Fjranfe ftp  SfyrTytifSrdftra^t^^ 
Te  foro  di  San  Marco  rubato  da  St amatti  Greco^^ff^f^^perato . 
Andrea  Donato  creato  Procur^Uor  di  san  Marco  destra  ^aUttS.di  Ot- 
tobre . 

i^jo  1450    Michele  renierocreaioProcmrater  di  sanMarcodeS^ra,aUixoMU' 

prile . 
Luigi  Storiato  crcatoProcuratordi  san  Marco  deFhra$4Uiq§àmmkià 
di  Settembre .  .  -     , 

X  03 1  1 45 1     Domenico  Michele  ultimo  Tatriarca  di  Grado  •  &  entra  in  fifa  luogo  ì 

Beato  LoretixjoGinflinianoyefcoko  di  CaffeUo,  &  burnendo  il  tkéà 
del  Patriarca  di  Grado,  fi  trarferifce  il  Patriarcato  nella  cittàdi  Wene- 
tiaper Bottadi Papa 7{icoU 9  &èil  predetto Lorem^  I.  Patriarcadi 
Venetia . 
.  Maffeo  Cootarìni  PatrUrca  Secondo  di  Venetia  • 
frante^  Barbo  Dottor  &  Cn^ualiero  creato  Trocurator  ài  san  Mano  de 
.    Citra^dlifedecidiGemmiù^ 
1032  1452 

1033I 1453     CoftantinopùlicittilmperialeoccupataaXxr^IlT. di Magp^Aa  Mabo- 

meth  Secondo  Ré  de  Turchi,  con  danno  di  tutta  Cbrifiìaniti  >  (li^ftf  »  ma 
in  vanOfda  7{icolò  Molino,  Giouanni  Loredano$  Battifla  Gòtti  >  &  altri 
Chrifiinni  affai  cofi  f^eneti  come  Genouefi  « 
littoria  di  lacomo  Loredana  nell'^Arcipelago  contraJ  Turchi  fcorji  fino  a 
Tfegroponte  • 
.  Ciiouannide^TrioU  creato  Trocurator  di  san  Marc»  de  Citra  »  alti  fate 
di  Gennaio.  x^  ^ 

1034  1454 

1035  1455    Califlo  Terzo  di  Valenza  Papa . 

103^  1456     M addino,  òJlatalinoCmttarinicrea^  Trocurator  di  sMareo  de  Citra, 

MlizÀiGennato. 
1^37  '457    Pafcjual  Malipiero  Doge  feiTanta  cinque»  vifTe  anni  quattro»  mefifcb 

giorni  cinque . 
TrincipePa  della  famiglia  Dandola  amdotta  con  pompa  reale  ia  paUj^f 

dal  Doge  fuo  conforte . 
Antonio  Diedo  creato  Trocurator  di  San  Marcò  de  Vltra ,  aUi  6.  di  Vf- 

uembre. 
Terremoto  notabile,  con  danno  di  molti  luag}ji4ebHi  nellatitià^ 

103» 


Mudai  V  E  K  E  T  O.  4^^ 


ioj8 


»• 


lOJp 


1040 


IQ4I 


1458    Pio  Seooodo  PiccokHnini  Sancfe  Papi  • 

7^0^  Bernardo  creato  Procwa$or  di  san  ^an$  de  feltra  »  alti  mue  di 

Martfi^ 

I45P    ^rte  della  ftampa  de  libri  >  condotta  la  prima  volta  in  yemtia  da  Vjeolè 

lenfmTedefcotntiUqHatpoifiorifcejiida  Monatto  V^omanodottiffi^ 

ma  per  fona  nelle  lettere  Greche  &  latine^  C  dinerfi  altri  in  Uaka  • 

tnca  da  Tefarocreato  Trocurator  di  San  Marco  de  feltra  i  atti  t^di 

Marxfi. 
Orfano  GinfUmam  creato  Pro0gratordisan  Marco  de  Citra^  aiU  im^ 
timne  di  MarKO . 
i^    Andrea  Bondomiero  Patriarca  Tem  di  Veneda . 

MMtbeoF'ittHri  creato  Trocnrator  di  san  Marco  de  Citra^  atti  %t.  (ti 

lOff I  x^%    ChriQofofo  Moto  Do«  LX VI.  ?ìflè atini  ooact  mefi  fei . 

J  Trmipeffa detta  fami^  Sannta9  condotta  cmreaipompa  &  fotemUtd 

inVaU^dédi>cgefno  confmrte^ 
Tikoiò  ContarimcraatoTrocnrator  di  San  Marco  de  yitra$  H  primo 

diMar^. 
Francefco  Zane  creato  Vrocnrator  dis.  Marco  de  rltra»  attifedici  di 

Mar^m 
T^icoiò  Soran^  creato  Trocurator  di  San  Marco  de  feltra  $  atti  dieci 

fette  di  Lf^tm. 
I^j     Guerra  quinta  di  Triefle  per  danni  fatti  da  Metta  città  a  gli  buomim  di 

Jfiriarma  interfanené^  d  Tapa  cifera  fiato  altre  tmte  yefìono  di 

Triefte^  compoje  le  differenzje  tra  la  RepubMca^  &  i  Trieftini^  &  M*in^ 

cmttìfolaRepmicawttedalT^pcbeeflo  faceffe  la  pace  con  ^^if- 

mondoìAalatefiaS^nor  di  EUmmo  loro  amico» 
Andrea  Centanni  creato  Trocurator  di  San  Marco  de  Supra  »  atti  2. 

dtUfrile. 
CmrraieFeneticemntiataiptefaam  colTmto. 
IlTapa  ficmtdncein^nconaper  andar  inarmaucoTtdnc^iChr^ani^ 

I  &fimnore. 

1044114^4    T^ln Secondo f^eneto 9 detto  prima  Vietrop detta  nob^  fam^Ua  Barbo^ 

nipote  per  f oretta  di  Eugenio  Quarto  9  &*  cbiamàte  Taolo  in  Von tifica* 
to^ferTach  fuo  fratettomorto  pochi  dì  ktnanxi^  al  quale  effo  portar 
na  ffrandifimo  amore . 

Ucip^  diiFlJola  di  Unno  fatto  da  Lmp  Loredano . 

Verdàa  di  OrfattoGiufiiniano  General  deU  armata  di  cinque  mik  de 
fnoi  /otto  Metellino . 

Hima&mmrte  di  Andrea  Dandolo  nella  Morea^occifocm  miUe^e  cin- 
quecento de  nofbn. 

I^omenico  Diedocrea^Vrocuratordisan  Marco  de  Supra$  alti  i^*diA^ 


I 


1043 


Ima  da  Legge  creato  Vrocnrator  di  aan  Marco  deCitra,  alti  yinnn^ 
ne  di  Giugno^ 


d  Taolù 


y  tini  di 

Ven.Xpo. 

I 


1045 


liftfj 


u^St^ 


1047 


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1 


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14^8 


«       .  >• 


1049 


14^ 

1470 


105 1 


1471 


50 


4  « 


c  R  awi  e  a 


•  %  • 


TaéhBamatiù  aoM  Vroairaw  dà  sm  hbomde  rHra 9  ati  ffg. 
.     tfòiiOMbre. 
Maixo  Coltro  Patriarca Qsaito  di  VeQecia#  dai(^  da  akrit  mm 

Gìooaiini  Barozzt  Vefcooo  di  Ber^una  9  P^ttmrca  Qgutto  (fi 
Veoctia. 

ca  Sefto  di  VcrsrJ,  Se  poi  Cardinale  « 
7mfiM  9&  roiUdi  f^imriù  Capelh  Generale ^riceamadéTwréivdF 

laMm-eafanoVairaffi.&mortedilaeamo  Barbar^  ?meiimf. 
Bermardo  Br^adm^  creato  TrocMtatordtsaH  ìàa^co^da  Sufra  %dli  M 

ìédiMairXp* 
Tiicidò ÌAarcellccbefkpoi  Doge 9 creato  Vrocmato^  di  sanMffChdk 

dodecf  JUìAar^ . 
'H!Colòtro9H>iCbe  poi  fitùoge  9  creato  'Erockra^di  saa^ìJLmitS^, 

fra  9  aUi  dodeci  d'Ufriie. 
^cqmflo  delia  m^^gkor  parte  delPi4lbania>  Usciata  alla  KepMk^  ii 

GiorgiùCafiriotta» 
UndreaFeikrammo9chepoifHDogt9  creata  Trocarator  £  satMO' 

cù  de  Ckrar  atti  dieci  none  di  Giugno.. 
HteìonimoBarbarigo  creato  Vrocnrator  di  sanìJUBrooée  Citta  raBifedi' 

cid^gofio^ 
lacomo  Loredano  creato^  ^roetmMr  di  san  Marco^ie  Citira^  alti  6.é 

Settembre  ^ 
Chma  Battifta  Zeno»  N^oce  per  focella^  di  Papa  Pacdòi gota 

Cardinale .. 
Giouanni  Michele  »  Patrìam<fi  Ceftaodaoprà  rcicato  Cuàimlu 

dal  Papa  Aio  Zio . 
Cardinal  Beffmione  nmre  9  &  btfcia  la  fnalibreria  oda  KefkUiCi  r 
Federigo  Imper.  viene  a  renetiajaccettato^fefteggiatofolennemiitir 

Inigi  Fcfcarmi  Dottore  creato  Trocttrator  di.san  hUnodt  VkfAiwk 
yinti  otto^diM^gfo^ 

Vtrdita  delti  fola  di  T^e^ptmte  9d^éfa^  ccmrai  TkrMrid  L»p  Cdr 

bo9&daVaoloErÌ7^, 
legadelURepHblicaconrlfkncdjanoRèdiVìtr/^^ 

da  C atarino  Zeno  9  nipote  del  detto  P^ffimcaffmo  per  laDefpìMif^ 

conforta. 
Aieflandro  daBe  Fornace  detto  Salaoe  Decima  Terzo  i  CaocdlRt 

Grande  di  Venetia  • 
Nicolò  Trono  E>o^  LXVH.  viife  anni  niOjmefrotto>gìocnicioquc 
Sifto  Quarto  dalla  Rouere  da  Saona  Papa  •  . 

dietro  Mocen^o^9  che  fu  poi  Doge ,  creato  Trocnrator  di  San  ìAarCP  et 

Ckra  9  alli  qnattordici  di  Tignembre .  . 

Antonio  yeniero  creato  Trocmnaordisan.  Marco  de  Sngra9aUitrtit' 

ci  diGewiaio^  .     ^ 

fatt^ 


tùjl 


Anni  ai  VÈNETO.  jr 

Vcn«  \pOé 

Céàerìud  C$mm^f$HùiùladiMar€è^fam  Kegìnaii  Cifre,  ftr  Cia§e^Kk 
fMèmaritOftta&naté'éalURepAbk^  €md9ieiicei$iomik  i^cai. 
IdagifiTaH  deUi  Sopracaflaldi  creato  éUUU  HitpfàÀkd  ^    . 
Marcò  Zane  creato  Procur.  di  san  ÌAarco  de  Sufnrà^  Mi  %Ài  Diéembrem 
1 4^71    Fittme  di  Pietro  Mocenigq  "Genera  deltarmi  tenete  » 

Trincipeffa della  fam^liaìAorofinaco9$faràc  del  Doge^conàottain  Véh 

UnQ^fcoHfekmitÀO'fe^  reale. 
Francéfco  Zane  ereoio'VrHmraiordisaM  Marco  da  Flra%  attifedicidi 
'    *  MarXfi . 
1471    HkcUò  Martello  Doge  6i.  viife  anni  tno»  meÓ  quatcrot  scorai  17. 
littòria  di  dintorno  Laredam  i  Seniari  contr^^i  Tnrchi^. 
Géonmni  Gradenigo  creà$oProcitratOYMsanMarc9deSnpra%  éU  die^ 

cinoHed*jigo^o.  \ 

Andrea  Lione  creato  Trocnrator  di  san  Marce  de  Sapra  $  olii  dieci  di 
"Houembre . 
'474   PietroMo^nìg)!iDogé<^.viireanmYno»mefii.gioiiU9^ 
Scatari  ^jOato  di  marno  dal  Torco . 

aria  fidinola  di  Ferrando  Sé  tjlra^ma  moglie  del  Ut  Ma* 


lojj 


lbJ4 


fefiegpmumgranfolennità . 
GhrHoloredano creato  Tropnratordi  s.  Marco  de  Cifra  >  atti  a8.  di  Ot-^ 

tobre^ 
Filippo  Pdf  cari  treatù  9rocmatar  di  fan  Marco  de  Sopra  »  aUi  tredici  di 

Hooembre. 
BeroardoGiofiioianotanaHero  croato  ^oeoratar  di  San  Marco  deCh 

fra  %aUi  li. di  Dicembre  n 

1055  1475    KMo^&prefa di FranccJUCmMriniaCrmn%riceMma da  Torchi. 

Hoctaweoota  da  Torchi  fot  fiume  Lijhn^  nel  Friolin&  vi  refia  mar» 

to  U  Coote  Hierooimo  da  Tfooolane  9  &*  làcomo  Badoaro  Vrooeditore . 
(!r  j  Torcbich'erano  al  nnmerodidieci  mila  morti  motti  di  loroj  ò* 

poftoaferro9&afaocoilpaefefioontTi^tiameot09ft  partmmrit'- 
toriofi . 

Hicronimo  Landò  Patriarca  di  Coftantinopoli« 
ìAagjfiratodtIH  Dieci  SaoiycreatodalU^èpnbtica. 
Francéfco  yeniero  creatoTrocorafor  di  san  Marco  de  Fltra  tatti  yimi 

fette  forile, 
^ntooio Erito  creato  Trocorator di SanMarca  de Citra$ alti iu di  Di* 

cembre . 

1056  1475  Andrea  Vendramino  Doge 


, 


diDrioaftOf&dt^telfiOfOCCopatedaTi 

)daLetie. 


yittorià  à  Scotari  cootra  1  Torchi  di  jdntomada  Leggi 
Benedetto  Venterò  creato  Troctaratetr  di  san  Marco  de  Citta  ^  alti  io* 
di  Marzo . 
1^57  <477    Giouanni  Mocenigo  DogeSettMU  vao»  Yifleanni  fette  »  tnefi  da- 

qucf^iomi  iS. 
Pietro  Foficari  Cardinakf  publicato  da  Sifto« 

d    a        Ter* 


V«i.Xpó. 


io$9 


i47f 


I05P 
i960 


1480 


to6i 
io6% 


1481 
1482 


i 
I 


lotfj 


1485 


I04$4 


1484 


/ 


y»       ^CROMICO  i    ;  . 

jintmw  L^teiano  trcM>Vf9Cìmtt99 4i  Sm  IAatcù  et  Safra  »  aÙi  30. 

diUgoflo. 
M^ca  Biirfrifri^,  dfefupn  tHgeicrtM^VrQtuNamtMsm  àtmndeSà- 

prat  olii  1 8.  di  OtMnre  • 
fnoconotaVilein  fobico  %  arie  teflaux£^4H  l>^%eùM  >m  aés  idU 

Cbiefa  di  san  M€rco9&  fifétUtaUSàtadel  Tribadi . 
^cquifto  delti  fola  di  Feia  >  ricaima  aUa  Refluita  per  la  rimmtia  fm- 

tadat  Conte  Gimmni  Schimlmelb  càgnùn^inatà  Pno^fn^ ,  iai 

magiari  nei  Ornato  i^Riniero  Zeno  ;4ahebber^mfcndo  f  dr  ripemitd 

per  nome  della  S^mnria  $  da  jùitaniù  f^ine^naraSearetario  iti  Confi- 

gliode  Dieci.  ^ 

Stefano  M  diptero  creato  Trocmratot  di  Sm  hi^treo  de  feltra  9  olii  tre 

d^jlzoflo. 
GabrieOo  Loredano  creato  VroemaMt  di  sén  Marco  dcFitraf  tìk  il. 

d^^zoflo . 
Febo  dapelfi  Dòdmo  quarto  CanctUicr  Gniufe  ^  Vcnctùt . 
Fimrio  Sqrmxo  creato  Trocnrator  di  San  Uarcode  Snfra  »  iù$  %%Ji 

Ottobre. 
Gmrra  de  Veneti  centra  Hercole  Trimo  ùnea  Eftenfe  ica^anata  éaltm- 

nofseruam^  dei  Capitoli  con  UKepnUica  per  lapatttief^oDtÉca .  Ca- 

pitaniineya9  0kreaSfibertoSanfeuerin09&M!M^ 

tro  MarceUo,  littorio  Soranxpt  &  Damiano  Moro^ 
^cfHifh^t^driaperChrybforodaMnla. 
jlcquifio  del  Volejene  di  Rot^  per  U  predetto  Pietro  lAarceUù. 
littoria  di  Damiano  Moro  am  ?idtfeUa  >  &  a  F^arolo  • 
littoria  fn qnel diSma  in difefa del  ?apa $  di  ?ietro  Piede i&  Vitterio 

Sóran^é 
Pietro  de  Prioii  creato  Procnrator  di  San  ÌAatreoie  Supra  »  a^  fé- 

dicidr^ofto. 
Giouanni  Dedo  Dedmo  quinto  Cancellicr  Grande  di  Yeoe- 

tia. 
Rotta&prefad'UntvnioGikftinianoalBcndeno. 
ìrittoriadi  Gior^f^iaro  a  Cnr^oU . 
Leonardo  Contarini  creato  Trocnrator  di  San  Marco  de  Citra  »  il  prim 

f  aprite . 

Marco  Barbar^  Doge  LXXII.  viflè  indi  9. 
^iòfhnoBojéarigOiChepoi  fu  tk^e,  creato  Procnrator  di  san  Marco  dt 

Snùra  9  atti  17.  di  7{okemlnre  • 
Agoftino  Batbarigo  Doigz  Settanta  tre  $  riffe  anni  quinded  i  giontt 

vinti  vno . 
M agitato  de  Snperiari  creato  dalla  RepHblica^ 
Bertucci  Contarini  creato  Procnrator  di  San  ÌAàrc$d€  Fhra  %  alUiZ.^ 

Settembre . 

fede- 


Anni  (li 

Veo.  Xpo. 


^■^  * 


1066 


1486 


1067 


1487 


1068 

lodp 


1488 
1489 


1070. 1490 


J071 

§07% 


i4Pi 


107} 


1493 


V  E  N  E  T  O. 


55 


1074 


1494 


federmC^rmr^creaié  VmcMrmrii  sm  I4éirc$\ic  f^Ura\  olii  lo.ii 

OtMre. 
Tomafo  Trmifana  vttéito  Tr$cHTator  di  san  Marco  4e  VUra  %  olii  20,  di 

Gennaio. 
CioMémm  Zappetto  creato  Trocwrator  di  san  Marco  di  Supra  ,aUitredi 

Ottobre . 
GiouanmComaro  creato  Vrocurat^  di sanìAarco de Citra %  olii  wedeci 

déTionemhre^ 
Guerra  con  Smfmondo  >  U  quale  con  io.  mila  fanti  occupa  lai  erra  di  Ro* 

uerè  pofptduta  dalla  Ktpubtica^ 
Cipro  nobUiffimo  Kegno  »  viene  al  gouemo  della  R^ublica  mediante  là 

Regina  Cornara  >  &  Giorgio  fuo  fratello . 
Zaccaria  Badoaro  Caualtero  creato  Trocurator  di  san  Marco  de  Citra$ 

olii  i4.di  Marzio. 
Rotta  dell'effercito  f^eneto  i  Rouerè»  doue  fanniega  Koberto  Sanfeuerino 

Generali  delteficrcito^enitiano. 
Tefle  grauiJJimaneUa città  con  ntolto  danno  dell' vniuerf ale . 
Caterina  Qwnara  Regina  di  Cipria  viene  9  dopò  la  morte  dei  Kè  fuo  marito 

à  f^etxtia»  if*  vi  muore  tanno  i$io« 
.4nt<mio  FemerocreatoVrocuratordisan  Marco  de  Supra,  il  primodi 

Marzo. 
Giouanm  Contarini  creato  Trocurator  di  san  Marco  de  Citra,  atti  ii. 

diìAarafi* 
Cbriftoforo  Duodo  creato  Trocurator  di  san  Marco  de  feltra  9  alli  none 

di  Gennaio . 
Tefle  per  occasione  della  qude  fi  crea  tOffitio  di  tre  Signori  [opta  la  Sa^ 

nità. 
Tonufo  Donato  Patriarca  Scttioio  di  Venetia  • 
Aleflandro  Sefto  Borgia  di  Valenza  Pap^« 
Quarantia  7{oua  creata  dalia  Repubiica  ^. 
'Hicolò  ìAoceìi^o  creato  Trocurator  di  san  Marco  de  Supra%  olii  %j. 

di  ìAarxj9  •  ' 

Leonardo  LoredanOt  che  poi  fu  Doge  creato  Trocurator  di  San  Marco  de 

Citrai  alli  2.  di  Luglio. 
Domenico  Morofino  creato  ?rocurator  di  sanìAarco  de  Citra  $  atti  tre  dt 

Dicembri.  :.      "... 

Filippo  Trono  creatoTrocuratordiSanMarcodeSt^a»  aUt  ji.cfiDf- 

cembre . 
Maffimiliano  Aug.  Arciduca  d' Auftria  Imperatore .  • 
Domenico  Grimano  Cardinale»  creato  da  Alcffandro . 
fAagiftrato  dclh  tre  Sani  fopra  li  Conti  creato  dàlia  Kepublica . 
Tace  con  Sigjif mondo  per  le  cefe  di  Rouerè ,  conclufa  dal  Tapa  • 
Giouanni  Moro  creato  Trocurator  di  s.Marco  de  Cura,  allt  16.  di  Agopo . 
Tiauigatione  deUrindid  ritrouata  da  i  Tor  toghe  fi  9  con  grauiffimo  danno 

di  mercatanti  yenett  9  per  la  coja  delle  jpetiarie  $  riceuute  prima  da 

tutte  le  Trouinae  Chnftiane  da  ioro . 

d     }         .Anto- 


Anutdi     54         •    G  R  O  N  I  C  « 

Vcn  X6o» 

tra,  aii  i6.it  ^gofio. 

X075I1495    L€gaFenetacdTapM,c0lRèdiSpi^na9&colDHC4éi Milano  %  mìgmc 

per  conferuatianc  de  loro  Stati  9  in  fatti  per  caaéar  fuori  d'Italia  Cor-- 
lo  Ottano  Ki  di  Frmcia,  ilquale  con  felicità  inandétét  difcefo  im  Italia^ 
haueua  in /patio  di  poco  più  di  iiHindecigiomi,  corfa  tutta  la  Tnunucia  » 
impaurito  UVapa,  &  la  Kepubtica  FiordMna^énfàfpetHta  la  Veneta , 
e!r  gli  altri  Vrincipi ,  &  occupato  H  Rtff$o  di  Tii^U  quafi  fem^  mei* 
ter  mano  alla  fpaaa  • 

1,076  1496    Tiicoti  Lioni  creato  Trocurator  di  San  Marco  de  Fiirm  »  aUi  %.  di  Mar^ 

%o. 

X077  1497    Luigi  BragadinocreatoVrocurator  di  san  Marcode  F'tira^  alti  dodeci  di 

llouembre. 

1078  149S    Guerra  col  Turco,  promofiocontra  alla  KcpubUca  da  Lodmco  Sfina  Du» 

ca  di  Milano.  &  Generale  dell'armata  jtntonio  Grimam . 

1079  ^499    Marino  Lioni  creato  Trocurator  disan Marco  deFltra^aUiz. £M«r« 

Zo. 

Tifcolò  Trimfano  creato  Trocurator  di Sm  Matto  deCitra$  aUizS.  £ 

Gennaio  • 
loSo  I  $00    MarcoCornaro» creato  Cardinak  da  Papa  A)dlkodio« 

Benedetto  daTefaro  Generale  in  lu^o  di  MarchiòTrimfaMO  netta  conti- 

nouatk^e  della  Guerra  col  Turco. 
Tiicolò  Michele  Bottor  &  Cauatiero  creato  Trocurator  tb'  San  Marc#  ite 

atra,  olii  i^.di  Giugno. 
Teì'dita  di  Modone  nella  Moreai  occupato  dal  Turco . 
X  081  X  $01    Leonardo  Loredano  Doge  Settanta  quattro  9  vifle  anni  dico  noat, 

mefi  otto  giorni  io. 
Marinode  Garx/mi  creato  Trocurau^dis.  Marco  deOtra,  /dU  tinfte 

di  Ottobre . 
Benedetto  da  Te  faro  creato  Trocurator  di  San  Marco  de  Supra , .. 

Marino  Veniero  creato  Trocurator  di  San  Marco  de  Supra,  atti  13. 

di  Dicembre . 
Taolo Barbo creatoTrocurator di SanMarco  de  Supra,  olii  ^%.diGen- 

nato . 
X082  1502    jtndrea  Gabriello  creato  Trocurator  di  san  Marcode  FUra^  alti  22. 

di  Dicembre. 
X083  1503    Pio  Terzo  Pfccolomini  Senefe  Papa. 

Giulio  Secóndo  dalla  Rouere  Sàonefe  Papa  • 

Doàtenico  Triuifano  CauaUero  creato  Trocurator  di  San  Marco  dcFl- 

tra,  alUi.di^gofh. 
Marc' .Antonio  Moro/ino  Caualkro  creato  Trocurator  di  San  Marco ,  air 

li2^^di  ^gofto. 
luca  Zeno  creato  ?rocurator  di  San  Marco  ìk^ltra^  aiti  dmpct 

1  Settembre.  ^F 

1 504     Aatooio  Sonano  Patriarca  Ottano  di  Veneta . 


Anni  di 

Ven.!X^. 


x»S5 
1996 

X087 

iota 


ISOS 
1J07 


•        • 


V0S9 


1505» 


xppo 


I$IO 


VENETO. 


55   ' 


1091 


1511 


1091 


151» 


Ternsf^ Moccmgp  creato  'ProcMtéUùr di  um  Marco  dcyltra,  alti  s.di 
Ma^io . 

lkm$emcQ  Marino  àrtatoTrocttràtcr  di  sa  Mano  de  Citra%  olii  i,6M 
Giu^o. 

Marco  jintonio  SakoUko  Scrit$orr^i8afin  delle  cofe  Featte^  bonorato^  & 
frouiftonato  dalla  RepiAlicat  muore  in  F enatia . 

^AmonioTronò  cnatoVrocnratordisanMartode  Cétra» alU  J.dLSft^ 
tembre . 

lx)douico  Coaearìm  Patrkurca  Noim  di  Veoed 

Anconio  Contarmi  Veneto  Patriarca  Decìnio  di  Vmietia . 

VimriadeyengtimCaiorocomraiTHefcbi.  - 

.Acquifio  deUa,citti  di  Triejh . 

t>^SmarionedeMaterradiPitme90fadajÌngelo  Trimjaaù  Generde. 

Lega  di  C ombrai  de  iTrincipi  fnpremi  del  Mondo^  comra  la  Repnbkca . 

9fii$a  deìtoffercitò  P'enetoinGhiaradadia  %  &  prefadi  Bartolomeo  d* bi- 
mano Generale  delibarmi  Venete  • 

iAndnaFamiro  ^eatoVroaaratorìS  san  Marco  de  Snpra9alliiS.dHJt* 

^.  - 

Ter  dita  della  città  di  BrefciaÀi  Bergamo,  C^  di  qttafi  tatto  lo  Stato  di  ter^ 

ra  ferma  • 
Pnoco  neWjtrfenale  ronina  dimrfe  cafe  aitintorwhal  etti  tuono  tremò  Fe^ 

mtia^con  morte  di  ti.parfme. 
Giorgio  Comaro  Caualiero  creato  Trocurator  di  san  Marco  de  Citra  9  aBi 

ymtiynodiMan^. 
Andrea  Gritti,  che  poi  fié  Doge  crciUo  Trocurator  di  san  Marco  de  Su^ 

fruf  alti  i%.di aprile. 
Jtfcrmitd  vniuerfale  con  febbre  per  6.  giorni  $  ammala  pH  di  yintf  mila 

perfone^ 
Untonh  Grimani$  effe  poi  fu  Doge  creato  la  feconda  yoUa  Trocurator  di 

San  Marco  de  Supray  aÙiit.di  Dicembre  • 
Luigi  Dardani  Decimo  (dìo  Cancellier  Grande  di  Venetia  •     .     ^ 
FrancefcoArgentino  popolare  9  creato  Girdinale  da  Giulio  Secòo* 

do. 
^cquiflo  di  Brefciaper  jindrea  GrittÌ9& perdita  di  offa  9  &  di  Crema  in 

pocbt  giornit 
tega  cfi  Tapa>€tcolBit  di  Spagna»  per  la  quale  fi  rimette  in  Stato  Maffi^ 

midno  SforzA  Duca  di  Milano,  Trouedttor  del  CMtpo  »  Taolo  Capdlo . 
Fraocefco  Fafuolo  Decimo  fettimo  Cancellier  Grande  di  Veor«» 

Ita.  : 

Lega  col  Kè  di  Francia. 
Terremoto  ììorribile^  per  bo  quale  y  anno  a  Urrà  cafe,  C  campanili  9  & 

catfiono  cinque  Jiatue  marmoree  dalla  cima  detta  Cbiefa  dt  San  Manm 

Medici  a  Fitreux*  fatti  mbili  ri/ntim*  neiUperfoHé  i(l  Cariinal  Ci<h- 
»aimitcbcfiipoiUmcDeeim»r<FéQMrìim9fi»fi4teUo,      >■ 

d    4        »°^J 


Anni  ài 

Ven.  Xpo. 


5<y 


C  R  O  N  I  C  O 


I 


«op7 

1098 

IIOO 

liei 


151^ 
1520 


fio» 


i5>i 


I^nc  DecioM  deMédid  Fk>iriitiiio  Plagia  • 

Kfituii  Banol0mcod'^ht$anoGc»n^d€teeffncii9FeMetùp4UCre^ 

xflfful  tenimio  Fieentinù . 
Fiiocoimfwname  in  Rialto  difbrtmef^  di  ^o.^  &m- 

cendhmquelffmaoneiMaH^eriùielli  Crociccìriiri . 
Marco BoUni  creMÈoVrocuratar  diSmìAarcù  icSttfrm^  aUiékti  [tut 

di  Giugno. 
IUcup€rati$9$e  di  Brefcid  9  occupata  fmma  degli  SpagfmoU . 
Yi,ou^o  prefo  da  Domenico  Contarim  • 
Fatto  forme  a  Mar^fuoio  9  <!r  rittaria  del  Rè  di  Srumàa^pcrtmu^àl^ 

k  geuti  f^initiam . 
HiCHperationedi  ^ermia, tenuta  prima  daU^ImperaÈon  ;  ^  diBr^kt 

nella  quale  entraper  la  Kepmica  jindrea  Gritti . 
Zaccaria  Gabriella  creato  Troa^ator  di  San  Marco  de  Vista  %  ék  fiati 

ottodijtprHe. 
LuigiTifmi  creatoVrocmram  di  san  Marco  de  SuprapoUi  dicdm  U 

Maggio. 
Giorgio  Emt^ereaiù'Procurater  di  SMOrc^de  Citratm  t^.  di  Maggie . 
Francefco  Fofcari  Caualicre  creato  Trocurator  di  san  Marca  de  feltra, 

olii  27.  di  Mi^éo^ 
Lorena  Loredano  figlinolo  del  Doge  ereataTrocuMar  ASanMaiva  de 

Supra  >  il  primo  di  Giugno. 
Lucida  Molino  cr eatoprocurator  di  san  Marco  de  Citea^  olii  %.diGitt^ 

gw* 
HieronimoGiuftiniano  creatoTrocurtuordisanMarco  de  Vìtrati 

di  Giugno. 
Gian  Pietro  Scelto  Cauaticto  Dedaii>otcatto  Caocellicr  Grande  di 

Venctia» 
Francefco  Pifani  creatx»  Cardinale  da  Leoae  » 
^cquanotabilìJlfima%crefce  per  tuttala  cittàcm  damo  deimercatai^^ 


Cario  Qufnto  d^Auftria  Tnn>erttore  - 

Antonio  Griraani  Doge  LxXV.  vifle  anni  vno»  meft  Jo.  gtonu  t^ 

Fuoco  importante  nettjtrfenaledUi^MGemuttOieon  marte  éiiinfue 

ferfone . 
Aoriane  Seftoda  Traietto  Papa .. 

Domenico  Trinifano  Generale  d^armata,  mentre  Solimauo  inedia  Ittdi . 
lacomo  Soran^  creato  Trocurator  di  San  Mareode  Supra^  alii  imtifii 

diMarT^  . 
Marco  Gnmani $cbe  fu  ooiJfatriarca  di  UquUea  creata  ?rocmratoe  A 

san  Marco  de  Citra  >  alli  %6 .ditto . 
Francefco  Comaro  ^  àoe  fu  poi  Cardinale  creato  TroeturaiariisauMap- 

code  yitPa^alk^BJiMar^. 


Annidi 

Ven.  Xpa 


■    i 


veneto: 


57 


Marco  da  Mdmo  ereaioProcurat$rdisan  Marco  de  CUra^  il  primo  di 

Giugno . 
Luigi  rafqual^o  crealo  Vrocurn^diSan  Marco  de  Saprà  »  alti  quindeci 


.mtv 
mto 


I 


Tietro  daTefaro  creato  Vrocsarator  di  S4n  Marco  de  FltrafoUi  vinti  no* 
uedmo. 

Uadrea  GiOjfhmaoo  creato  Vrocwraurrdi  San  Marco  de  Citra  »  aUi  fei  di 
jindreaLi^i  creato  Trocurator  di  som  Marco  de  Saprà ,  olii  vndeci  di 

^Andrea  Onffmi  ereato  Troatrator  di  san  Marco  de  Citra  $  alti  rinti 

detto^ 
Francefco  VrioU  creato  TrocMrator  di  san  Marco  de  Supra,  alti  vinti 

tteietto^ 
Carlo  Morofino,  creato  Trocwrator  di  san  ìAarco  de  feltra,  olii  vinti  otto 

di  Settembre. 
Giouanni  da  Legge  creatoTrocurator  di  San  Marco  deSupra,  alti  dieci 

noned'(HtoÉ^. 
yittcfriQ  Qrimanicfeato  'Procurator  di  san  Marcode  Supra»  allivinti 

cinque  di  Gennaio . 
Sio^  I  S^l    Ckmente  ViLdc  Medici  Fiorcùdnoi  Pzjpz. 

Andrea  Gricti  Doge  LXX  VI.  vifTe  anni  1 5* 
UntmiìùMaeemgo  creato  TroenratordifanMarcode  Citra»  il  primo  di 

Marj^. 
Antonio  CappeUùcreato  Trocnrator  di  san  Marco  de  Supra»  alliottodi 

Marzjo. 
Nicolò  Aurelio  Decimo  none  Cancellier  Grande  di  Veneda  • 
Girolamo  Querini  Patriarca  Vndecimo  di  Venctia  • 
1104)15^    LeonardoMaeemgo^creato'Prockrator  di  san  Marco  deSupra^aUi  2.  di 

Oitobre . 
Lmgide  Vrioli  ereato  Trocnrator  di  san  Marco  de  Citra  >  atti  quattro 

ai  Ottobre. 
Paolo  Cappello  Caualiero  >  creato  T>rocnrator  disan  Marcode  feltra  >  atti 

fei  di  Ottobre . 
Hieronimo  Dedo  XX.  Cancellier  Grande  di  Vienetia . 


1107 


1517 


G4paro  da  Molino  creato  Procurator  di  san  Marco  de  Citra,  allió.di 

TietroMarceBo  creato Vrocurator  disan  Marcode  yltra,  alti  trHeci 

diGiugno. 
Imtenxfi  Tafqualigo  creato  Procurator  di  san  Marco  de  feltra  >  alti  dia^ 

ci  fette  di  Giugno . 
LufA  Trono  creato  Procurator  di  san  M^co  de  Citra^  alti  5 .  di  Gennaio . 
Kma  pofta  miferabilmente  a  facco  da  gìilmperiali . 
FrancefcoComaro  Procurator  di  San  Marco  creato  Cardinale  da  Cle^ 

wtente. 

1108 


iiop 


XIIO 


mi 


XII2 


AmAdi      58  CU  Ò  N  I  C  O 

Vcn.  Xpo* 

I  CMe/4  ^1  Some  Stefano . 

franctfcù  Mocaugocreém^TrMIraiordisam  Mmwéc  Ckraf  mIU  t.iì 
^prtle. 

Maggio . 

Gmatmi  TNfam  cregto  Tròekrdtar  iàsM  Mano  de  feltra >  $lti  iS.6 
Maggio.  ,   . 

15»*    rincenxoGritMnicr€éaoVroc9ir^ordiSMMMarcadeCifra,aUi  ilii 

Andrea  tfeFrancefchi  XXL  Cancdlier  Gnmdcdi  Veoetia  • 
1 5  3<^     Francefco  Sforma  Secondo  ùncaéi  Miùmo,  -piene  a  f^netia  >  racnltOi  & 
fc^ggi^P  foUnnemaUi . 

LorenxjttCìéfiinianoereatoTroMrati^'iiSanManoieCiiratS  |o.<tr 
Maggio. 

Hieronimozenocreaio^rocwratm^JUsanWar9oÌ0Citne$sUi  dgAum 
t^gofh.^ 

1 1    ìAacbina  nobil^ma  della  ScmAaGrante  detta  Mifemùrdia,fòmtaia,fì 

cominciata f ni  modello  di  lacomo  Sanfanm^^étùntem  $  fono  il  gM- 

dianatto  di  Francefco  F  eletta  celeberrimo.  Oratore  » 

1 532.    Monache  di  San  Secondp  trafportateaUaGìndèceamSan  Cofmo  1  &lk* 

miano,(!rionce(foiltnogoaU*ordinedeglieffirnanti\  .. 

Fnoco  notabile  nella  cafa  Comara.  della  Regma  fidcanoL  pen^  a  San 

Mauritio  •. 
Francefco  Donato  Canatkroy  cbe  fu  poi  Doge  creato  Tmwat^réu» 
Marco  de  feltra ,  alli  2  7. d'Ottobre  • 
J153J:    Fnoco  importante  nek'Urfenale.^ 
1114^1554    Paolo  lU^Farocfc  Romano  Pipi, 

DameUo  Kiniero  creato^Trocuratordiion  ìAaro»  de:  Sopra  f  alkSJìB^ 
cembre .. 

'Pietro  Landoychefnpoi  Doge  creato  VUroenratnrdisaitMwrcoétStfrsp 
alUóédiFebraio^ 


III? 


1115^ 


tll6 


ajpttro Coneatini&endtore,&  Filofofaacnt^fiino^ 


jiequactefcenellucktÀcongrandannùdfmoltimera^at^. 
1 5  3<    Libraria  nnouadi  rincontro  al  palaxj^  publico ,  fondata  >  &  corniciti^ 
per  ordine  dinttorioGrimani,  fT  (tUntwio  CmcOù,  Ttoemm 

deSnpradisanMarcOffnlmodelbdilaeomoSanlonàM  loro^prmf^ 
nato.. 

I^i7ì^^ì7    •^^^^^f^^^Màcreato'BrocnratordLsanMano  deyUraxM  m 4 
*    1  Gùtffio. 

aerammo  Bragadino  creato  T^^cnrator  di  smM:arco de  Fitra ,  tfffi  io. 
di  Giugno^ 

Hieronimo  MareeU&ereatoVMnratordi  san  Marco  de  yitra,  olii  13^ 
Giugno. 

Incorno  Cornaro  creato  Tro&cratot  di  san  Mmodentea,ddì  ditto^ 


s  -  - 


iiiS 


1119 


ino 


Annidi  V  B'N  E  T  O.  '59 

VàuXpo. 

MemoriaìAmécnéUo  Tr^emrgtaréis,  Mèrtù  de  ykm^  àìli  ip.  HGii^ 

GmtM^miMrinicreéUo  Tr$nrM0r  dì  San  Marte  de  Fltra  >  olii  rintf 

rno  di  Gù^no . 
Oietkmàidd Legge CMoiiero  ereMt^VromrafordisMÌAarco  de  Smfrs» 

il  frimo  di  Luglio . 
1)38    rtdtraI^dolXgeLXXVn.tHleaiinitfjviefiS. 

Tietro  Bembo  bMmo  eccellenti ffimo  nelle  lettere  9  ereato  C ordinate  da 

TaoU. 
Tietro  Grimani  creato  Vrocnrator  di  san  Marco  de  Supra  >  alti  22.  di  A- 

jdefJandroContarini  ereato  Proenrater  disanMarcode  Citra»  olii  i|» 

diGH^o. 
yincenxp  Cappello  ereato  Trocitrator  di  San  Marco  de  Supra  ^  alli2i. 

diGennaio. 
I  $  59    Cnerra  con  Solimano  Imperatore  de  Tmrcbi  per  mare  »  &  nella  Dalma* 

tia»  €t  lega  con  Carlo  QfUnto  9  f!r  col  Papa  contrail  Tnrco^  Generali 
'  ytneenf^fCappeUoperlat/epnkUca^MarcùGrimano  Patriarca  ijlr 

iprileafer  UVonieficef  c^  Andrea  Doria  per  f  Imperatore . 
I  $40    Anditon  T^gHiffimi  delle  cattfe  di  terra  ferma  fino  ad  wna  certa  fomma  % 

cfeaHdi  nmmo . 
SebaflianoGinfHnianoCanaliero  creato  Vroctaratordi  san  Marco  de  Ci- 

era  9  Mi  ^^.t Aprile. 

154^     l^i  Gradenigo  creato  Procurator  di sanMarcode Sttpra 9  alliyintidi 
Agofio. 

i$42    W^oìò  Bernardo  creato  Procnratordisai$MarcodeS9tpra9  olii é/nattor^ 

decidiMaggio. 
i$43    Tomafo  Contarini  creatoTrocurator  di  San  Marco  deCitra^  allii$.di 

Marxjo. 
1 544    Andrea  Comare  figliuolo  di  lacomo  >  Vcrcouo  di  Brefcia  >  creatt> 

Cardinal  da  Paolo  ; 
I  $45   *  Francefco  Donato  Doge  LXXVIIL  vifle  amu  VSL  mefi  VL 

Glicole  de  TrioU  creato  Trocnrator  di  S.Marco  de  Fiera  »  olii  Tinti  fei 

di  Tipnembre . 

154^ 

1547 

i54#    Tomafo  Moeenigo  creato  Procmratet  di  San  Mareode  Saprai  alti  »di 

Ottobre  • 
154P    Hierommo  daVefaro  creato  Procnratoir  di  SanMarcode  Fltra94lli%9^ 

diMa^io. 
Marc* Antonio  Trinifano  9  cbepoifn  Doge  creato  Proetarmor  di  San  Mar* 
co  de  Fltra  9  alUotto  di  Gennaio  • 
n  50    Giulio  Terzo  dal  Monte»  Aretino»  Papa . 

Filippo  Trono  creato  Trocnrator  diSdn  Marco  de  Sttpra9  aUi  dieci  di 
Gennaio. 
i$$t    Laigi  Conialo  creato  Cardinale  da  Giulio  «  5c  Camarlingo 

Saou 


1121 
1122 

1123 
1124 

1125 

1126 
1127 
1128 

XI2P 


II30 


II3I 


Aimldi        so        C  R  O  N  te  O 


Ven. 


1133 


1134 


Xpo* 


155? 


1154 


1x35 


1555 


Santa  Chieia  >  mmerr  ferimmo  k  frepMieóft  •    / 
Lorenzo  Rocca  XXII.  CaoccUier  Grande  di  Veneda  • 
Marc'AntonioTrìukanoDoge  Settanta  oooc 9  vifle  mefi  ir.gidrai 

Tinti  fette. 
Stefano  Thicpolo  crento  Troatràior  Iti  San  Marco  de  f^lsra  3  olii  fa 

a  Giugno .  '         - 

Francefco  Vernerò  Dòge  ottanta»  vifiè  anni  i.tnefi  vno  »  giMoi  ttaci 

vno. 
Pietro  Francefco  Conurìni  fommo  Fiiofofo  >  &  Qratoi:^  PatrbrcL^ 

XII.diVeMtìa. 
Mart^jintonio  denterò  treatoTrocwratar  di  San  Marco d^  Cara,  al^ 

li  dùci  fette diMagzior 
Vincenzo  Diedo  predarifliaio  Seaatore»Patriaf ca  Decinio  Tcao  di 

Venetia . 
Marcello  ILCemino>da  Monte  Pisciano  Papa  • 
Paolo  Quarto  Carrai  Napoletano  Papa  • 
XI 95  15:5^    Ferdinando  d'Aattria  Imperatore. 

Lorenzo  Priolt  Doge  81.  vide  anni  j^.nncfi  i  r.gtofa/ & 

Vrumo  da  Legge  creato  Procarator  di  san  Mm9d9Citra 9  aUi  feid^Jr 

prile . 
Francefco  Contarini  creato  Trocurator  di  san  Mmtco  ie  Supra  9  olii  dieci 

fette  d'Ottobre . 
Tomafo  Contarmi  creato  Procurator  di  san  Marco  de  Citr  a  %  aSU  ({uindìà 

dìMar^é 
Hieronimo  de  Triolii  che  fu  poi  Doge  >  creato  Trocwr^or  di  san  Marco  de 

yltrat  alti  jo.  di  M^io . 
Bernardino  V^eniero  creàtoTrocttrator di s, Marco  de  Citra  »«&}.  ^/*/f- 

gofio. 
Marchiò  Michele  Caualiero  creato  Trocnrator  di  S.  Marco  de  Snfra  $  tfl- 

li  12.  diMar^. 
Hieronimo  Prioli  Dc^e  82»  vifle  anni  B.mcR  11.  giorni  4. 
Zaccaria  P^endramino  Camliero  creato  Troairator  dì  San  M 

tra  >  atti  tre  di  Settembre . 

LuigiKenierocreatoTrocurator  di  san  Marco  de  Citra  ^  alti  vinti  trcii 
Ottobre . 

Giouan  Francefco  Ottobono  XXIII.  Cancellier  Grande  di  Venetia. 
Giouanni  Triuifano  Dottor  di  Lc^i  Patriarca  XIV.  di  Venetia. 
Pio  Quarto  de  Medici  Milanefe . 

Hieronimo  Grimam  creato  Vrocnrator  diSan  Marco  de  Citrég  ^JUi^.t 
aprile. 

M.  Antonio  Amtilio>&  Bernardo  NauaierOfereati  Cardinali  da  Pio. 


1137 


1138 
1139 


XX40 


X141 
1143 

1x43 


1557 


1558 
I5.5P 


Troairator  di  San  Marco  de  H- 


1^60 


1^61 
1561 
1563 


lacomo  Uiani  creato  Vrocnrator  di  san  Marco  de  Citra ,  attifedia  t 
Agofh. 

Mattheo  Dandolo  Caualiero  creato  Trocurator  di  sm  Marco  de  feltrate 
U  tre  di  Dicembre. 

X144 


"45 


114^ 


"4P 


Annidi  ^'■>  D  V'JI  «  B  •!  O.  ;.  iS*. 

•  ^  '^    Mar^UniomoGnmamcredtoTrteiiratordt$.JIdanàieFltra»tlp^' 

I  jds    Zaccaria  Delfino  >  Lu^i  Pifani  >  &  Gioaan  Fraacdco  Comcndund  » 
,  cMaeiCanli(u4idaPi0r.  .  . 

Luiii  Mocenigo  Caualieroycbe  poi  fu  Doge  creata  "Prtatrator  di  sa»  Mar-' 
eoÀeykra*alhi7,éàFtbra», 
ik66    Pio QutQto Gislicri  dal  Bofco  Papa . 

•     {■é^marmmiJtolfttàdaJattmSaiifiHiiWuérd^ 

pertletlMWt&l^altroper  Marte,  figfiifi<0iU^Tfnoiefor^e  dt  Mare» 
,ÒrMÌndi^TtrFa4eta.BitmblJC4^alUfcaUGraide<hlTd^^ 
1 147  I  S<J7    Pietro  toredano  Doge  LXXXIII.  viffe  anni  4.  mdi  j.giomj  8. 
it4é|i$^    HienmmoZtm Caimerù  trsai^  Tmurgterdi fouMjurcodcCitra» 

t^HM^^gi». 

i%69    CareftiatuaaMigima nella eìttd.  .  .  „   ^.    ^_ 

fm^imp9rMUilSi^m».4ffmaÌ0,pfrUfpiaktremò  renetta>&r$- 

tiiMÒ  la  CeUJiia»  co»  dimrfe  tafeal^i»*^  '  '.  ^       ^.^      ^  j. 
G0efnma^dtiSelmJmptramdeTiircbfptrloRegiMdtCffrt»&  et- 

I  ra  per  «KOttro  ama /eemiti,         j.        .^• 

Ilio' 1570    Luigi  Moccnigo Doge  LXXMV.vifle  anni  8. 

T^UadeU*ektidin^ofia,etd*ilfii8MdtCtpro, 

Loremcjf  da  Mula  creato  Trocwatar  diS^Uarco  de  Citra*  olii  trenta 

if  dptite*  -^       . 

SebàlMMyenim^hefHpoiùmereato^roatratefdiSanUarcodeFh 

jjicclòdaVanteDonor&CauaUcrOìCbe  fit  poi  Dogeycreato  Troatrs- 

mii5MM(itci>deykré,MiÌOidilMgào. 
F€ÌerigpC(mfarim  trcm  ^oatraiot dt  Sm  Mmeù  ie$ufrd,m  14* 

OttoMumGrimim  creato  TmwM»ii  sm  Uàrcaie  Citra^  aOiilieci 

fette  di  Gennaio .  .  . 

T^j^.uU'tìA^  Priniir^^ato  PróCitràtor  é  sa»  Marcò  de  ritrae  aUt  'pmtt 


yno  di  Gennaio.  j  n. 

FrMcHcode  TrioU  creato  Vrocnrator  dium  Uarcode  Snpra*  alUtf. 

di  Gemktto »  3  ^'         ir  j^o  y* 

iMgf  Tiep^  creato  Trocurator  di  Sa»  Marco  de  Cara ,  tftfi  a».  « 

Gennaio  i  b. 

ii<i  IS7I     FUtoriaoMmirandahimaaftdayeneHttmailTi^oiuttap^ 

mdealU  CttrxoMy  à  fette  di  Ottoltre ,  Genetateper  U  R^W 


II$1 


«^«rSi'Si-.^r^ur^         ceHegaUinfieme  c^d  0. 

comun  nemico.  ^^n.^» 

GrcfiorioDecinio  Tento  BoocompagnoBoJognrfe  Papa. 

Mtff^ntonio  Barbaro^creato  ProcurM  San  Marco  da  Supra  iOlUtJ.t* 
HkHtc marini  creato  Trocurator  di  SiMarco  de  Vltra,A  i  M  Mjp»* 


me. 


Aóoidi 


«lyj 


I57J 


iiH 


1574 


"55 


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1575 


I57tf 


"57 


«577 


1158 


1578 


»»5> 


«57f 


lido  tj8o 


^1 


CRONICO 


Wnmimjà  Mtia  ereéfPtmKottr  iisam  UMmie  Si^,  aUi  4 
U^ireada  f^^f'^Mfv  TrtfovdMr  iitn  kUr^ét  Citréc,M  yi^ 
Corero  creato  TrtCHrat»  di  Sa»  MOf  ir  C^a,  M  ^8.  ii 

V^uembre. 

Af^tA  Delfino  sreato  Prócur^or  di um  Marco  4e  Suprét^  oBiaumM 
di  7{jmemhre  •  ^ 

TaoU  7{m  creato  TrcCHraMr  di  san  Marco  deCitrat  dU%%.é7fo^ 
nembre  m  \  ^/v 

fnocoin  PalaxXP arde U SaU  del  CoUetio f  dfIFAntiooÓegkf  &dd 
Vregadi-.fìr  abbrnfcia  parimene  rna  delle  wbt  delta  Cbiefedi  San 
Marco .  ^ 

HenrkoTerxft  Kèdi  Francia9&  dlTolonia,  >ieneaP'anetia,ricennM^ 
f^ft^aio  fotenniffimamente . 

lacomoSoran^Caualiero  creato  Trocnrator  di  san  Marca  ée  SMì%\ 
olii  ludi Lt^lio.  ^^ 

Andrea  Frìszicro  XXHII.  CanccHicr  Grande  di  Vcnctia  • 
Ridolfo  Secondo  d'Auftria  Aug.Impcratorc.' 
Teftenotabiliffima  nella  cittàcon  danno  degli habiuoiti. 
TaoloTiepohCaHaliero  creato  TrocnratorM  san  Marco  de  Vkta% 
to.di^gcftOé 

M(arco  Grimani  creato  Trocnrator  di  san  Marco  de  Citrat  Mi  Cedici 
dt  Ottobre .  •  ' 

Sebaftiano  Venicto  Doge  Sj.yiffemefi 8.  giorni  io. 

Fuoco  notabUCfabbntccia  la  Sala  dei  Gran  ConfigUoiCr  la  Sala  ddlo  Scm^ 
tinto.  . 

Taoto  Cornaro  creato  trocnrator  di  san  Marco  de  ritrae  atti  tredeci  di 
Giugno. 

Chiefactmfacrjnaal  Redentore  y&  fmdataallaCiuieca 

dalla  Kepublica  fui  modtUo  d'Andrea  TaUadio  Architetto . 
Nicolò  da  Ponte  Doge  LXXX  VI. 

AlegandroGritti  creato  Trocnrator  di  San  Marco  de  yltra%  dU^paoi 
ynodiMarn.  *        ^-« 

FincenXo  Morofino  Canaliero  creato  Trocnrator  di  San  Marco  ie  Ci* 
tra^  atti  1%.  di  Dicembre. 

Biémcafigtinoladi Bartolomeo  Cappello,  dr adottata  per  fifiimUdoBa 
Soneria, Gran  Dncbefia  diTofcana,  per  Don  FrS^cefto  de  Medici 
Gran  Duca  fuo  marito.  &effb  Bartolomeo  con  rittorio  fno  Szlinoh* 
fatti  Caualieridd  Senato.  ^  i'^  PSfsnnni 

Tiicolòyeniero  creato  Trocnrator  di  san  Marco  de  Otta,  aUi>intino^ 
uediFebrato.  ^9mHw§ma9m 

Qio^ 


Annixli  veneto:  ^3 

OhSiMidìAichek  Camdiero  crtm  ?roc$tr4Uùrdism  Marco  de  FUrat 

alliiS.di^gofto. 
7{icM  da  Tome  nipote  del  Doge  creato  Procurator  di  san  Marco  de  FU 

tra^  aUi  i8.  di  Dicembre. 

Gionanni  Formenci  XXV. Cancdlier  Grande  di  Vene tia creatosi 
gli  otto  dlGenoaio* 

U6%  1582    GioiFraHcefcodiPriuU.aeatofrocuratordiSanìAarcodeFUrafaUi IO. 

diMar^é 

Agoftin  VatìerojVefcouo  di  Verona  creato  Cardinale  da  Gregoriot 
viuc, 

Ì163  ^J*3    'P4l^aiCicosM,cbefiipoiDoge9creatoVrocwratordisaMMarcodeCi^ 

tra  àUi  19.  di  Dicembre. 
Iitf4  1584    francefcotornarocreatoVrocHtàordiSaH  Marco  de  Sopra ,  allivinti 

quattro  di  Li^Uo . 

GiacomoEmo  creato  Vrockrator  di  san  Marco  de  Supra  alftltimo  di 
Ottobre.  ^ 

U6$  I  J«J    a^tnoMbar^o  creato  Trocurator  di  san  Marco  de  Fttra,  aUi%%; 

Sifto  Q{iinto  Perette  da  Montalto  Papa  • 

Vrincift  GiapooHefi  yengono  d  Fenetia ,  ricemui  dal  pMico ,  e  fcj 

ti  Jplendidamente  • 
PafqnaleCicognaDogeCktaiita  fettg  >  viffie  ^ml  ivw,  n^^aAé^^f^ 

giorni  15* 
Antonio Brag^iMO  creato  Ifrooo^ator di  jottMarco de  Citra,  alliirinH 
^  drugì^o. 

1166  15»    Andrea  Soriano  XXVL  Canceffier  Grande  ài  Venetia  creato  aUi 

Yinu  di  Gennaio* 

Federigo  Comaro  Vefcouo  di  Padoua  creato  Cardinale  da  Sifto  • 
11(57  I JS?    trmceJcoDmdo  creaioTrocMratordiSan  Marco  de  Fltra,attiyi9Hot^: 

todiMarrf.  « 

Luca  Micbetc-creato  Tro^trator  di  San  Marco  de  Citra  $  alti  yintidi 
Ottobre^ 

1168  ij88    MarinoÙrimamCattaiiero^UDoge  prefente,  creato  Trocurator  disan 

M  arco  de  Citra,  al  ùrimo  di  aprile. 

Giouanm  Francefco  Morofino  Vefcoòo  diBre(m 
daSifto. 

'  PondationedelToHtedilUaUo. 

1169  1589 

>    X170  1590    Lorenzo  di  Prioli  Patriarca  XV.di  Venetia. 
!  Vrbano Settimo Caftagna Romano  Papa. 

|i  Gregorio  XI  V.Sfondrato  Milanefe  Papa  • 

1171  1591    Careftian^abiliffima  neUaOttd . 
i  Leonardo  Donato  CatsaUerecreatOi  Ifrocnrator  di  San  Marco  deCitra 

aUi%6.di  Luglio. 

Nono  FachioettiBologMfie  Papa  • 

liàgf 


\\\  i'« ^  1:4: 


Anni  di      54 


c  a  o  K I  c  o 


#    ! 


Vco. 


«171 


X^ 


15^ 


"73  '59J 


Fcbraio. 
CkmctitcOttattAlcfc>towdittoFiocaMw 
DomeniCiìDw>dó  creato  Troairator  di  sm  Méno^  ài  FUrm.^  JK éèed 

fette  diTipuembn . 
FondathHe  ielU  ¥mte%$A  di  TdmM  Ivf  FMi  • 
ùirpGiHfiiniamcreMtorTrocHrator  disMAiarcùdeF'itrMi  mtU 

i$94    GwfamCiMwrimcreatoTfocwrator  di  Sm  Mmrtù  éeStifrm^éJkt^ 

di  Settemkn . 
I  $9$     Marìoo  Grimani  Doge  Ottiota  otto  • 

TUtro  ìAaHeiheremmctmaordisM  Umrfie  Citr^,  aUi  yèti  em 

d'aprile  • 

Doineokx)  ViM  Vìnti  fctteCaoocUìerCkaade  di  VcMt^ 

li  17. di  Maggio. 
Gmaafù  Mùcemgù£reéM9r9CJmitorésémttéarc$4leSefrte,éM^^* 

tro  di  Luglio . 
t%96    "Bernardo  Softedo  crtoia  Vroetmratmdi  sMmtodiCittfmtMUi iiJi Àfém^ 
Lorenzo  Pruili  Patriarca  di  Venetiat  creato  Giidkttle  da  ClenipQCc. 
FranccfcoComaco  VdcQoo  Òx  Treu^  acato  Cardinale  da  Oc- 

mcttte. 
Franccrco  Mantica  da  Pordenone  Auditor  di  Rou  caexo  Cardiiiafe 

daCkmeate« 
GiOHamti  S9rafi;3(p  CoHalkre  ereato  Procurator  di  tam  VUtrcù  de  Cftra$ 

aUidie€i0ttodi  Seuemhre, 
jtntoìiio  Cicogna  creato  ^rocttrator  di  San  MarcoétyÌ»ra$  aUtu^J^e* 

cembre. 
Vaolo^armàCauéiere  ereato Vrocur^ttm^  diSm  Marco  de  Vtsté^aH 

yintifetudi  Decembre  • 
if 77HI97    CofoaiKioMddlaDc^aretaMoreffna Grimani  • 
1 1 7S|  1 59S    Giomami  Deifin^Canaliere  creato  Vroatrator  di  Satt  Marco  de  Si^a  $ 

aUi  vinti  tre  di  Giagno, 
yenkta  a  Fenetia  di  molti  Cardinali»  che  accompagnarono  il?apa  a  Fer^ 

rara. 
Giacomo  Kmero  eneatù  Trocmater  disan  Marco  de  Fltra  j  oBifei  H 

Dacembrt^ 
1179  1599    Zaccaria  Contarmi  Caualiere  creato  Twcuratot  di  smt^  Marco  de  Fh 

tra  »  oMi  yimi  fetudi  T^pnembre. 
^cqne  alte  in  Fenetia  con  danno  notabiliffimo  de  i  Mercatanti  . 


' 


ufo 
X181 


ti%% 


1^00  .      ^ 

Ii^i     Gionanni  Bemioereaf  Vrocurataf  di  tati  Marca  da  Fltra  »  olii  fHt- 
tordicidi^gofip^ 
Matreo  Zane  Patriarca  Decimo  fiedo  Ai  Venera  • 
Marc^^ntonio  Memoxraato  Vrocwratar  di  san  Ma^raode  Fitra^tdU  idio- 
ti cinqne  di  Gemtaiù . 
160%    Luigi dtVritdtcrtMoTro€tarMardisMarcodeSnfra9aUt%iM^Hsne^ 

net- 


Annidi  ^    '    VÈNETO.  tf j  - 

Ven.  Xpo. 

MTV. 

i  Marcò  dt 
rcfconii 

GrifmaA 


•  ADDITIONE» 

EooatÌauitMKKddGRMÌc»MatycBetia.deISiiifouÌDOdcQ% 

iadstf  D.GmltiiuMi(>M«rtmìoai.  DalTaaao  itfo}. 

ino  air  inno  i6é$, 

[pmiengA  ie  Mentii  tra  Meretmi  ytneth  e  Terfitm, 
Morie  Michiel  di  PnoliVeftwiodi  Vkepkiidi'cnftato  rifitàtor 

Apoflolico, 
Sibaniirtmi  tu  M  i^mttrM Maatta4ir4im,pgr  ^trJUts  *dd- 

ttTMta. 
Marm  diCtM^ittlrùarmééiSM  fiuLegmimeiftrtéfitò  fUms- 

tiir4di^MetRètmMMÌ4ttgiétmmJtH9MSaM9, 
Fr/PKefnMtikCmsUkrfifsm  Tmunatriitmttmuitf.'fe' 

x^    MoilfeMehenKxGtttl^iidn>elifecefleAccDaMKwiùaec^ 
anni  14. 

M«mttoMtnféttùTnama»réiS4»lif^a<ntiìo.Mtftit. 

Tomafo Comuni  Ardixfcouodt  CndiaBioiieiBKoma>ÌB<M 
^^         luMpAdenoliisiGriinaiii. 

'<^'  Siicccfieb[noReddfoRteficcCleraaiteVIILadi|.dtMaRO>n 
cui  loMO  fili  creato  il  Cardinal  AleflaaAtxk  Medici»  chiamai» 
Leone  XI.  che  in  capo  i  M.  giorni  onoric  aMch^cKli*  luccedendo- 
^i  il  Cardimle  Camillo  Bocghefe  «chiamato  Paolo  V. 

Morte  di  Matthco  Zane  ffMriarcfaa  di  Veoeda»  accadutali  *tf.Ii^ 
|eIìo  io  coi  luogo  fiMetco  Francefoo  Vcndtanuno  * 

Ala  3d.  Decetnbte  Morie  il  Dose  Marin  Grimaoi . 

FdnelprÌDdpiodiaiieA*aaK>alIi  io.Gcnnjro  cktco  Dogeinfao- 
eo  (ìdGnmani  >  Leonardo  I>)atto  *  Caualliecck^e  VtOGuntor  di - 
S.Marco  affi  I  z.  detto  8e  ffl  Euto  Procwator  infi»  inogo  Donfr 
nicoDoUìo. 

Morte  di  AgQftinVaIieR>Can[ÌBale«eVo(bBK>dÌ  Verona. 

CtartfiìéwyoKtia. 


'«07 


nw 


Antàéi    66  C  &  O  K  I  C  O 


Veti. 
1188 


X189 
1x90 


X191 


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X60. 

IA38    T^Lpriu^ky  iimieflréOiMfA  mftttit^frMoytuì^così  gran  totU 
'Hm»cbe  mmfi  potCM  tranfitar  per  Ufirade»  ni  tfcir  dotte  CiSè 

1609    FAfiat97r»cwat9r4iS4n Marco GtmatmiCertMro^t^,  dà if^M. 
itf IO    Conoo IV.  Eè<Ii  Francia  ftì  rctKo  nella  peonia  carnma  ^  ì^ 

plebeoalIii^dìMi^io.fuccedédagUil^oloLadoiitc9  Xm 
Morfe  inUméUiaria  diCaiuUi»ioiieer*ambidiiator  w4in»rmpe\ 
i6it        ^^^Miea,  ^ 

"'f    FAfattoTracuratarJiSan MtteùGhuamà  Mteeiugt  Caialia  Ma. 
,^„        Uprile$&4(Uiit">trofl»'HicotòSasreio, 
*""    AUi  20.  Gennaro  morfe  Ridolfo Itnperatore&alli  i».  di  Giignoi 
uì  eletto  Matciasfuo  fratello. 
Morte  di  Vkeozo  Duca  di  Mantoiuue  (acceffiooe  di  Francc/a>  ito 

f^lioIoaiaggk>re. 
AUi  i6.diLi^tio  venne  a  motte  il  Doge  Leonilde  Donato  1  &  in 

foo  luogo  Ai  eletto  Ji  i^^étto  Maic'AntOQio  Memo . 
Morte  di  Francefco  Duca  di  Mantooa»  foccedendofr'  Fct^Daaìt 

fito  FrateIlo,ch*cra  Cardinale . 
17.  Luglio  fi  fatto  Trocwrator  disaìt  Man$  FHifp»  TétfqiiaUtgo .  jSt 
-    l^.1iollembre^gofiùt^^miCat^aUier. 

i6it    *^"  *^'  ^^^'^'^'^f^''^9f»^i1''eli'a>mfàfatfVrtciiratordis,Mara 
'        Antonio  Laado . 

i6iA    ^I^P'^^$''^a^iPri>^per  confa  (tf/eochi. 
161Ì    ^.  """"^  ^  Noucmbre  morfe  il  Doge  M«x* Attorno Menvo*  iaca 
'       luogo  fa  eletto  ì'ilìeth  mefe  Giouanni  Bembo . 
/  reneti  pv^ono  l'Mtdio  i  Cradtfca . 

Umardo  Mocenigo  fatto  Trgcurator  dì  san  Marco  oBé  4.  Decmkre ,  Cf 
mi  9Àem  Francefco  CoatariniCauottier,  . 
«>'o    LHipGimi  fattoTroeuratardisan  Marco  ti  19.  Gennaro»  &  oli  i?. 
detto  fA  fatto  anco  Barbon  Morefim . 
Et  Poi  alti  29.  ^oflo  Girolamo  CiirfUniàno  »  comeanco  aOi  a».W«K»- 
..     bre  Tietro  Barbarigo . 

*4nt<mioTriùfan»imrtodimofchettota  bt  ÌAariana»mentreitttmÌepit 
'.    ^cqnietar  >«  tnnudto  di  foldaU . 

Métte  di  fompeo^OnfiUiiano  Mafiro  di  Campo  Generale  detto  SepaU- 
tanelfrioié, 

1 5iy    »4rm^a  di  Mare»fpinta  dalla  Hiepublica ,  contro  U  Duca  i'Offnu  Vìt 

Mo^feUcm*tGranTtirco»fMeedendoliMi^afàfnùfrateBo»cbeiH(t- 

podtremefifudetcfiotep^  ùtqkelU  Sede  OfmanfigUah  itlp 
*/itmet» 

Orati» Bagtionifamofo Copitanodella  KepnbUca  morfe  nel FrioUhr» 
<    fattkme. 
i6ii    Alli  15».  di  Marzo  pafsò  all'altra  vita  il  Doge  Giouanni  Bembo. 
Fu  eletto  in  fuo  luogo  Nicolò  Donado. 

Seguì  lapacefrd  la  Republtca,  e  gC^ufiriaci^refionio  i  confini  di  tBé- 
ben  datritmrfioniar  injolemx  degl'rfcocbi . 


Annidi  V  INI  T  O.  ^7 


Vcn. 


1199 


1200 

X201 


XpOu 

Sife0p9rfe  Tmagjran  cmgimra  d*£fieri  comra^inetiai  e  caftigatì  bmuu 

parte  de  primipaU  eongf^irati  » 
Furono  fatti  dai  Vrocuratori  dis.  Marco  A^vno  Loretn^  Fernet  A*  30» 

Maggio  Inoltro  Fràncefco  Erim  li  %%.  Decembre . 
^Iti  19.  Maggia  Veniìc  i  morte  li  fìidecca  Doge»  eitetido  viflàto  fola 

gk>rnì  40.  incirca» 
Al  qtude  fucccflc  Antonio  Friuli  Caiiatiere>e  Ptocurator  di  s.Marco 
^  mentre  era  ConvnilGirioà  Veglia. 

^^^9    fi  diede  trmcipiù  alla  Fabbrica  deSemtotte  fianxf  >  e  Sak  del  ValaT^ 
Dacme. 
oipparue  TmahorribiteCometatchcfifeiredereperim  mefe  contbtffó  di 

ampie^a  e fbraar dataria  » 
7{etteparti  della Mhetia cadi vi$ Matteo p  che  ^fpreffé  laterra  di  Tittt 

eofttttitiipÈei  abitami^ 
Alli  29.Marzo  kffù  la  Morte  di  Kf  attìas  Imperatore . 
^jùtt&mo  BarbarofattoTfocuraOore'ti  %%.Gennaro  ^ 
Fii eletto  Imperatore  Ferdinando  Ii.&  alli^.Settembre  incoronato.» 
Morie  Francefco  Vàklramino Cardinale  rc  Patriarca  di  Veoetia  9 
in  cui  luogo  fò  eletto  Giooanni  Tiepolo  » 
^^^^    ^4lti  zo.OttwrefàfattùThrocuratordiSan MarcoSimott  CotUarim  Co* 

umiere^  / 

i6%t    Alti  II.  Gennaro  fi  creato  Canfinale  Pietro  Valiero  Arciuefcouo 


1201 


y 


^tti  toJeito  ottone  la  Dimki  Troctiratoria  Gioitane  da  LeZKe . 

fé  il  Pontefice  Paolo  V.  &  pei 
elefle  ilSacro  Colleggio  il  Cardinale  Aleilàndro  Lodouifio  Ar-- 


Et  alli  \%.  detto  morfe  il  Pontefice  Paolo  V.  &  per  Tuo  iocceflbre 


cluefcooodi  Bologna  fua  Vogma 

moQniidto» 
li  17.  Marxd  oceorfe  la  Morte  di  Filippo  1 1  LRè  di  Sp^^na»  fìic* 

cedendoli  il  Figliolo  Filippo  IV.  e 

Morfe  anco  in  quefto  tempo  CofmoGraa  Di^diTofcana»  lav 
'  fdan(k>per  focce<lbre  Ferdinando  n»  fuo  primo  genito . 
Segtùrotto  Ce  T^oxjì^e  tra  Madama  Leoaora  sferetta  del  Duca  Ferdinand 

do  di  Maatotta9&  Ferdinando  IL  Imperatore.  Fi  incontrata  la  fpo- 

faper  ordine  Tnbiico  da  Andrea  Tarma  Generale  interra  ferma  » 


accompagnato  da  molta  T^obUtd ,  battendo  feeo  nmtterofa  foldatefca 
d  piedifé'dCattaUo  ^Tielvtaggiorper  tatto  lo  Stato  donepaffèneÒ^' 
andare  ia  Ifprnek  dòtte  tattendenaCefare  ilfpofoxfu  regamaate  »  e 
fplendidamente  fpefatHf  &  alloggiata  ^ 
i6^%    Ofman  Gran  Torco  fàftrangUatoda  GianixMriO  io.  di MarnrttlCa- 
fieSodelle  fette  rorrhriMtendo  nel  Trono  Ottomano  Mttftafàfno  Zio. 
laoi  i6iz    tiepofhilfndetto Maflafa^ti afjnnto i anelt Imperio jlmwtath poui^ 
^       mttodii^amii,T{ep0ediMMft4a9&TNtodefratelUdiO^ 
6 1:  Settembre . 
In  qnefto  tempo  morfe  Federico  fttncipe  di  Vtbinogiouinetto  di 

17.  anni  foprauiaendo  il  Padre  iaenl  tfanm  80» 

e   %       Ao.. 


Annidi    tfS      O        CRONICO        V   , 

Yen*  iXfo» 

I  A  ^  <H  littfo  feeui  U  mpitc  4d  PoQi^fipe  Gre^^ 

Qgflito  9  Miieado  vJfliitojielPoBtificaco  diie.aoQi  >  e  mdi  cniqac 

EtalU^.AgQfla dal  Sacro  CoU^  fi  cle(fe  il  CardinaleMàfio 

Barberioo  Fiofcncitio  »  detto  poi  V  tfoaoo  V  UL 
Venne  antoi  morte  alli  ij.  AgofloilbuoQPreadpe  AntoDÌoPriiK 

li  dopò  haaet  godutola  DigoitlDtiale  aom  anqocii^ 

egjonùip* 
FAput9Tn>cmat»di  Sa»  Marco  Girohmo  Sorm^p  Camdlier. 
Al  defoneo  DoeePrìuIi  »  fucceiTe  Francefoo  Contanoi  CanaUìctàc 

dxxniratori&SiftMarco» 
Si  (labili  il  Matrimonio  tri  Henrjche^  forella  del  Rè  lockmka 

di  Ffanda*&  Cario  Prcncipe  di  Galles  d*IogUltetra . 
MorfedT&rim^UreiK^oTarHt^^mkafciatik  affr^^Dth 

tMiiSamUfcrUKfiptiibca. 
aaa4  i6%^    Alli  dodeci  di  Decerobre  pa&ò  d  miglior  nta  il  Dogt  Ftance- 

feo  Concarioi cedendo viftito  Dogtykia  aanamo^e  mcfittc 

in  circa  » 
1105  1615    Fu  afliintoal  Principato  Giouanni  Cotiuto  Procurator  di  Saib 

Marco  « 
Si  publicò  il  Giitbileo  deWamo  SMto  idVmt^  Vìbano  VlILm- 

forme  ilBreHcdiVitù/oI  I^ 
Jh  queftmmo  furano  fatti  quattro  Trocuratorì  ii  San  MtfrcO)  ciih  M- 

oomo  CrimamCauollier  alli  óiGennaro.  Girolamo  Comaro  CamUer 

oUij.Febrar^zGiotBattifta  Fofcariui  li  iTi^M^^gì^.Et  ZaKotu 

Sagredo  li  i  j-.  Settembre  • 
Wrancefco  Maria IJ.Duia  d'f^rbinOfferuemtoinetÀ  ieenfitéi foKig^ 

pofleritd  virile  9  mandò  d  Fenetiala  Statua  di  Franufn  Mm  /. 

I>ucad:yrbmo  rebefitGeneratedeltoirmidelU  RepAUuTstcm- 

mandandodTadriladikimcmoria,laqHaUf€rI>ecretoTéliC9fi 

€$tiocata  in  Corte  di  Vala^S^  • 
Mù6  ìóiét^   Federico  Cornaro  Gran  Prior  di  Cipro  9  Chierico  di  Oinmie 

Vefconodi  Bergamo  ftiaUi  19.  Gennaro  creato*  Cardiiialf<ii 
VtbanoVm. 

"iielU  fine  di  ftef^mnùaaeadi  Umorted^r  erdmanio  Duca  iiU»- 
toua^uccedendoliilFratMoVicenM. 
M07  i6rr    ^^  22.  Febraro  Michiel  de  Triuk  fa  fatto  Trocurator  di  San  Uff- 

co,  come  anco  alli  g.  .Aprite  Tiicolò^Fendramim  • 

7{eUa  fine  di  Decembre  morfe  ricen^  Bucai  di.  Mant(ma%  cm^ 
mancò  fen^  prole  -pirile^  dichiarò^fm*leguimo  herede,  eM 
fore  Carlo  dm^tg/i  Duca  di  Vjf^s>  con^  più  proffimo  di  fa^ 
hauendo  d  Mef^  effetto  fatto  yenir  di  Francia  Cario  Trcncifcà 
Mhetel  >  figliolo  delfudetto  Carlo  Duca,  di  Tiiuers,  creandolo  I» 
Luogotenente  Generale  $  dandogli  anco  in  moglie^  con  licemA  ^^ 
Tmefice  f  Maria  fjua  7{epote  figlia  del  gid  Duca  Franccfcoln 
primo  Fratello^ 


*.    *      • 


xzoZ 


Annidi  V  E  K  1  T  O.  0p 

Veru  Xpo. 

Ver  qieJlafuce^oHe  net  Dueatoii  M^mtwa  del  Duia  di  Tlmers  »  e 
per  qitefiù  tnatrimmiOinacqHcro^gran  guerre  m  ItaUayartnandù  c^n^ 
tré  ti  Siati  di  Mantcua^e  MonferrMo  U  Duca  di  SauoiaM  Spagnoli  i  e 
finalmente  ^Impcratoretit  quale  fpinfe  in  Italia  vn* Efferato  di  tten^ 
ta  miUa  Fantine  cinque  miUa  CauMi . 

La  nepublica  hebbegran  difturbi  per  quefta  purra  j  perche  foccorfa  il 
Duca  di  Mantàfta  di  fomme  relteuanti  di  dinaro  >  e  di  genti  9  mantf^ 
vendo  il  prtfjidio  di  metta  Città  :  Et  oltre  d  quefto  mantenne  in 
piedi  yff  Efferato  di  diciotto  mUlaCombattenivper  difefa  de  pro^ 
prij  Stati . 
1622  •^ff'  *•  ^^  Settembre  fa  fatto  VrocuratCT  di s.  Marco  Giuff  ointonio 
Belegno. 

Continuò  la  guerra  di  MMtoua.  e  del  Monferrato . 

n  Rè  Lodoiiico<li  Francia  dopò  lungo  afTedio  prefc  la  Rocd- 
la  entrando  in  e({a  ttionfafikeilfrìmddi  Noucmbrc  di  queft*- 
AniK>.  - 

Il  Ré  di  Francia  s'incamina   con  trenta  milla  Combattenti 
fsopjiosp        yerfo  l*AIpi  per  venir  in  Italia  in/occorfo  dd  Duca  di  Man- 
'     toua . 

^enicr  Zeno  Caualier  rien  fatto  Vrocwator  di  San  Marco  li  a 2, 
Maggio. 

Continu  ta  medefima  guerra,  eonfiraggi,  incendijj  e  faccbeggìa-* 
merAi  del  Mantouam  • 

S coprendo ft  nella  fine  di  queftamo  anco  la  Tefie  ne  i  Quartieri  de  i  To-^ 
éefdHy  dUmìandcft  nei  Mantouano^nel  Milanefcy  e  nella  Valtellina  9 
con  miferabiliiC  lacrimeuolt  euenti  • 

Nel  qnal  tempo  renuè  à  morte  il  Preocipe  Cómaro>che  fu  alli  2  j* 
•di  Deccmbre. 


.        Fu  eletto  Doge  in  luogo  del  fudetto»Nicoiò  Contarìni  *  grauiflimo 
uro  i6ìo       Senatore.  i 

J^elMantouanofeguiuancfanguinèffifimefuttìmfe  dafoldatiTodefcb 

f$  commetteuano  fcelerate^e  inaudite  >  con-riUationit  e  rapine  di 

co  fé  fagreyc  fpoglie  de  Sacri  Tempij . 

Mantoua  prefa  da  ^Imperiali  per  tradimento  la  notte  dèlti  die^ 

jti  otto  di  Luglio  di  quefi*  amo  >  e  pofta  crudeliffimamente  i 

faccOé  ' 

La  pefle  fece  gran  firagge  nello  Stato  deUa  HepubUcafC  poi  anco  ih  Ve^ 

netididoue  mì>rfero  da  ottanta  milla  perfone. 
Antonio  Pifani  Generale  dell' Ifole  per  ordine  del  Senato  traget« 


t6  Maria  ScMlla  >del  Ré  di  Spagna  con^tredici  Galee  pompofa* 
mente  guarnite  da  Ancona  i  Triefte  >  promeila  in  moglie  a  Fer- 
ilinando  Rè  d'Vnghcria  figliolo  dell*  Imperatore  ^eflendo  per 


•nome  publico  in  tutto  qud  viaggio  (lata  tramata  con^àn  fplen- 
dorè ,  e  Magnificenza . 

1  Morie  Carlo  Emanuele  Duca  di  Sauoia»  foccedendogli  il  Prencipe 

Vittorio  fao  figliolo .  ■ 

e    3      .'  Sife- 


Aimìdi    70  C  RO  K  I  C  O 

Yen.  Xpo. 

SififUto  mqneftmmùdue  Vrécm^éOori  M  Sm  M4re$  1  timo  fè  i^rmct* 

fio  Monfirn  i  27.  GiugnoU* altro  Sehaftùm  Venier  i  %9.Sencmkrt . 
Il  Ikge  con  USemOofecc'Potodi  edificar  ilTew^  della  MadomìeU 

USatHit^oferir  allaSafUaCafadiLorettoyna  Lampada  tOrOit 

di  yiJharog9fauf9od  Corpo  del  B^Ure$u^GiuftimaM,  per  klibtrta 
della  Cittd  dalla fefte. 

ntt  ttf^t     ^iS^d^^prUefiltabiUla  pace  d^ltaUaricchiamMdo  Ctfaretmt U 

pie  foldéUefche  in  Germania  >  refiituemlo  Mamtoua  eoa  tutto  Irsu- 
to al  Duca  Carlo. 

Si  fece  Trocurator  di  San  Marco  Antonio  Tonte  olii  14.  jtprXe  • 

Morfe  in  queflo  tempo  ti  Vrencipe  Carlo  di  M^tntoua  $ìm  cdtih  lafàadt 
mi  BamUÌnOi  e  ma  Bambina  • 

nappe  H  Monte  f^effnnùhcon  horrore^e  fpauento  di  V^apoli,  e  idSjtpoi 
recando  molti  Uii^  fidati  d4dJle.AaiMe9t  Ceneri,  che  ffif^ 
oltre  alle  Fiamme.. 

Sifentirono  tepremoti  >  caderono  edifitii  %ft  ritiròdlmare,ecagio$Àùn 
fpauentenoii  efotti  • 

Paisò  zifiksìL^ìuFTanotilcoMmzTLTyìmd'VM 
pitafhaueado  prifna)Chetnoriffe>tnaricauU  Preacipefla  Victo- 
ria ftu  Nepote  fklia  del  gid  Prencipe  Federico  (uo  figUdo }  ina 
Ferdinanao  IL  Gran  Duca  di  Tofcana  • 

Pà  dai  Maggior  Omfiglio  creato  Nobile  Patritìo  Veneto  il  Cardi- 
nal di  Richelieà ,  cosi  fupplicato  dall*  AiQba(ciator  di  ¥nticia 
Monfignor  d' Auò  • 

Dopò  tante  turbufensset  terminò  ilcòrfo  diqodla  mortai  Vitiil 
Doge* 

Come  anco  Giovanni  TiepoloPatriarcadi  Vcnetiali7.Mffigio. 
Succedendoli  il  Cardinale  Federico  Comaro  Vefcouo  &  to- 

gamo. 
Nella  fine  dell'anno  ftì  eletto  in  luogo  del  Doge  Contarim  Fraace- 

foo  Erizzo tCaualUer  te  Procurator  di  San  Marco»  ateotieen 

Generak  in  Campo>che  fé  bene  era  feguita  la  pace  >  attcodcoa 

nondimeno  i  riforaur  le  MiUcief  i  fortificar  le  Piazze  >  ad  or4 

nar  li  préfidij  in  Mantoua  >  &  ad'  afficurar  lo  Stato  della  Reps* 

bfica. 
1212  i6n    Per  la  morte  del  Duca  d'Vrbino^ricadè  quello  State  alla  Chicfaco- 
^  meioo  feudo. 

^Ui  22.  UprilefA  fatto  Trocnrator  di  San  Marco  Ficetr^  C^ 

pello. 
Segui  aUii6.di7{pttenUn!tlafaf^nin9fa$o  mewtorabile  baw%^^ 

iM^cn  -picino  à  Lipfta  $neUa  qu^e  morì ,  combattendo  >  Gufimi- 

dolfoBidiSnetia. 
Morì  anco  in  quefi*  anno  Sigifmondo  Ri  di  Tohma  ^fiKi^dendegb  pert- 

lettione  yladislaofuo  figliol  Maggiore . 
taij  \iéii    II  Mefedi  Maggio  %7fenne  d  Milano  il  Cardinal  It^ante  di  Spagna  jd 

quale  mandò  la  Republica  p^  ^mbafciator  Sflraordimario  Merm^ 

FaHm 


Annidi 

Veo.  Xpo. 


*J4 


V  E  N  ET  O. 


HJJ5 


i6$6 
KS37 


XlSj» 


iiMiembre  Gmatmé  7(«R  ,e  adàB*  vj*  4tno  Mare»  Giufii^ 
niam. 
^m  yatri  fettr  ^«fio  fi-  fot»  Tnairttm  ài  San  idareo  ^Lu^i 
Giorgi, 

•paM  aìtdtra  vita  rrmKntfor  Ferd^amù'  Seeon^  atlì  14,  H  Fe~ 
braro  ^eedenioli  neirimfem  FerimaiidoTtr:^  fuo  figlio  mag- 

^tò  tff.  demrfifeerTftctmnrJiS'.  HarcvTitìinryagrcdo  . 
SHCceffelamartedeLtMca  CarffJrlAantOMa  dt^uéifettembretÓ'aUi 

7,^0tnbre^Ua  del  Dmta  FUtorio  di  Stmia  . 
Tiaeipte  al  il^  Laiouico  di  FroHCia  4  %.ii  Settembre  U  Delfino  dopa  z;. 

amidijteritàà, 
Marat  Cappio  Vrtueditorieit'.'OrmatayfiTtfcnelVttrtodella  ydlo* 

n»V»rtex:^ÌHTiim%o.Gaiee  Barbarep:he  ly. deqiuH  coiutttre 

4  Carf&ftnm  itirmdiate,  e  tre  mandate  à  yenctia  .  Succede  quefi» 

fatto  Uj.f^gpfio^ 
t6ì9 
1*40.   Kelprìnc^to  dÌqtieIl*'anno7.Febraro  ftsoìlamortedi  Amurac 

inConftancinopo(f)d)epernDnhauerIz(ciato  figlioli  fiìafliuito 

alElmpniaIbraim  ftio  fraeeilomituwek  diserà  temito  prigioacic 

ripncato  floMjdo . 
jtUi  1%.  il UaggfvfH fatta  "^roavatordlSaa Marco  Luigi  f^alare^v 

Cauatier^ 
Prmòpidla  GBcrrainlcalìafnirrFtoiceficeicNcponBarbaTini  » 

con  il  Dnea  di  Panna>.direro' dalla  Repulrfica^Grati  Ducadi  To- 

{caxUtSeDacaiéiMeéeoa . 
il^i:    ^  i4.Gfa5i»  fietetta  Vrdtìatarardi  SanHareoGiouaniiiTefaroCa^ 

uaìier^ 
NeH2  Pretnotiòne  fònad'arSnm  Padre  ad)  16.  Iteceinbrefrd  gl'- 
altri Canfinafi  crràaocaMarc'AnMBÌofieagadino  Vefcouodi 

ViceBEs^ 
iÀi>    Morfèi  7.  di  Li^o  Marift  de  Medici  inCaloma  Agrìppina>  che  fr* 

nK^tediHenricaQiiarto  Rèdi  FranciarcMaaredì  Lodoui^ 

X I  ¥  I.  Et  :!  <}.  di  E>ecemt»e  morfe  anco  in  Parigi  Am^- 

éa  Cardinafct  e  Dnca  di-Richirìicà  primo  Miniflro  di/ra»- 

eia. 
A  \6.4ett<ifikfam'PrKiiralvriiSm  Marti  .angelo  Coia^nmUa^ 

uaiur^  ... 

e   4       Acca.- 


Anoklt 

Yen.  Xpo. 


71 


CRONICO 


12X4 


1. 


id43 

r 

id44 


AcMdèbinoriediLcMloilicoXIILRè  diFraina^ UiccedeQdoC  il 
^^olo  Lodouko  XUH.  io  ctsl di  5. antri  . 

ff  primo eiOTiio  di  Maggio  fiiin  Veoetia  publicau  la  P^cctràS 
PoiitcftceJ>c]ca  di  PannajcCoUegad*  in  Cbiefa  di  San  Maico» 
doqe  fiicantatarna  MeflTaiòknnesproCratianimadione. 

n  Duca  di  Panna  venne  à  Venetia  i  render  gracie  sU  Senato  dd  pa- 
troanio»e  difie(a  preftatadiydicfaiarandou  rkonofiqere  lodabili-* 
mento^  seintegracionc  de  fuoi  Scatidalla  Replica. 

AUi  6udi  Ottobre  morfelfabena  di  Borbone  fugidforelladel  &i- 
detto  Lodoatm  XHL  Rè  di  Franoa^e  Moglie  di  Filippo  I V.  Re 
di  Spagna. 

Motfe  anco  prìnu  che  fii  alli  ap.  Luglio»  itSomnio  Pontefice  Vr- 
basoOdauOthanendofedotondla  Sede  di  S.Pietro  anniii. 
Et  alli  I  vdi  Settembre  ftì  aeato  ia  (uoUx^o  il  Cardinafe  Gìtor 
Battifta  Panfilio  Romano  Patriarca  Antio<^no»&  Auditor  di 
Rota^chiainato  poi  Innoc.  X.  per  h  meinocia  felice  d^nooccnt» 
GK^aiiOfChe  ftì  fiio  cos'unto . 

Qgefio  Pontefice  nel  pnndpio  del  fno  Pdnt^cato  fece  rettitukc 
joella  Sala  Reggia»  l'Elogio»  che  fa  kuaco  dal  preceflfove  Vrbano. 
VIII.il  quale  efprime  la  fi^a  di  Papa  Aleflandro  III.  dall'ira  >  e 
perfecutione  di  Federico  I.Imp.detto  Batbarofla.Scc. 

B  Prencipe  D.Camillo  Panfilio  Nepote  del  Pontefice  »  fiì  dal  Sena»* 
to»c  Maggior  Configlio  fatto  Nobile  Patntio  con  tutti  i  fuoi  de- 
{cendenti  in  perpetuo  • 

te  Galee  a  Malta  mcantratcfi  li  a?.  Settembre  in  yu  granF^ett^ 
Twrchefcù  chiamato  della  SnUana  »  fopta  il  ^/mU  vi  era  Gelis  jij/àt 
wtoUoaméUQdalbraimGranTHrcihCOH  U  jua  famiglidiericcb^ 
le  immenfe  i  Vna  Concubina  del  gii  ^muratgran  Twrco  cm  yn^ 
HùfigliMlino  j  e  famiglia  »  cm  400.  Giamzjs^  >  e  loo.frd  pi^ag- 
gfert^e  Marinari  ..Era  fegnitato  queflogran  Galeone  da  ywalna 
VafsellOi  e  da  fette  S  alche  %  nauigmdo  ver  fa  Aleffaniriafer  portar^ 
fi  p(H  il  detto  Jlgiic  Concubina  ma  Mecca.  Combatterono  i  Canalie^ 
ri^tfoldatidi  Multa  il  gran  yafleUo>  alle  Crocciare  di  KodiyC  dopa 
fieroye  fanguinofo  conflitto ^acépnfkrono effiMaltefi  i  Ltpù  Turche^ 
fcbi  con  tutte  le  ri^cheyut  »  dìC  v* erano  fofra,i  e  fcbiamtà  di  tutti  li 
auanT^ti  dal  Combattimento . 

^ccefo  wraim  per  la  perdita  de  Legnile  dLtante  ricche^^per  la  mor^ 
te  deWoigche  fchiauitù  di  Zaffira  Concubiuai^  figliolino  di  fuo  Fra- 
tello  Amuratht  e  di  tant^ altri  ùerfonaggi  t  diede  r^oroftfjimi  ordini  > 

auiò  fi  ponefie  in  ordine  ima  formidabile  armata  per  andar  d  primo 
tempo  contro  Malta. 

Xn5|t($4$     laRepubticaaIflcuratadaltefpreJponi  dUbrmmyMpromeffe^egiwra- 

menti  ^  che  C Armata  preparata  da  luinon  era  »  che  per  andar  aie^ 
ffugnartlfok  di  MaUa,e  per  vendicar  l^offefefopraifuei  Caualieri,. 
per  non  ingebpr  il  Turco  »  non  fece  tutti  quei  preparamenti  in  temp^ 
pcrp^erreftfterdtantefimi^. 

IlTur- 


% 


Annidi  V  1  H  ETO.  71 

Vcn.  Xpo. 

giOi  fétta  il  cómmdndodtSHcSar  Croatto  • 
\AUii7.pofctaffedio<MaCaMeé 9  effe^o sbarcati daW^jtrmatanemica 

intarma  fettéOiiitnMacombaktnti. 
Saputa  fa§eii9r  pia  di  ioi  meft  »  yigarofamente  difemlendafi  >  e  far^ 

tenda  brauameme  canifmftam  notmli  deTkixhii  qnei  commina 

danti  >  e  faldatefcbe  »  finalmente  nm  Mtendo^  r^ftere  à  tante  fi^r- 

Xe  nemiche»  ftrefera  i  affediaticm  oanoremalc  canditiani  à  21. di 

^Agaflo. 
La  RefMécapafealP&rdineifn* armata  di  5  j.  Cdect  6.  Galeax.xjty  40. 

Jlam  daguerra  ^.VafielU  incendiarij,  can  molti  altri  Legni  minori,  e 

barche  armate . 
Il  Doge  Bri^a^ft  efAì  di  andar  à  ammandar  alla  predetta  ^rmat^;  e 

però  fu  ebttto  Capitan  Generale  di  efia» 
lt%6  1646   \4ppUcatafiitbnanTrencipeddargNrdmpropriff€rUfnaparte^ 
I  cadUnfermOf  e  merfe  li  jJi  Gennara  principia  di  ^Jf  anno . 

Jnfuo  luago  fa  creata  Prancefco  da  Marno  Vracwator  di  San  Marco  li 

ioÀel  predetto  Mefe  • 
GiùHatmi  Cappello  yiene  eletta  Capitan  Generale  da  Mar  $  e  pai  Tracn- 

rator  di  s.Marco  li  2/^Jetto  • 
Terqneftafieriffima^nerramaffa  indebitametite  9  e  inginflamente  alla 

Repnbtica  da  Ibroimfà  prapafta  di  fare  Tracnratari^i  s.  Marca,  e  ne 

fkràno  fatti  fei  dalli  i  o.  di  Decemire  praffimo  paffata  ^fino  aUi  6.  di 

Maggio  di  qneJFanna  can  20.  &  piA  milla  ducati  per,  vna . 
Furano  ama  i^gregate  alleFamigUede  TSlabili  Tatritij  ,dinerfe  Cafe 

de  Cittadini^  Mercanti  con  cento  milla  Ducati  per  ciafcheduoa  >  e 

in  quefi'anno  ne  furano  Mxiuntetredeci  dalli  29.  Lu^,  fino  alti  x8. 

di'tipuembre^diéiuejvanno.  ^ 

TentaronaiTurchi  di  prender  la  FortcX^deUa  Sudale  d^imj^ranir fi 

del  Torto jmd  tutti  i  lora  sfors^  rinfcirano  vani  ;  poiché  furano  f empire 

ributtati  da  neftri  con  lora  danno  e  mortalitd  « 
^lUó.SettendnreandormiTurchi ingrat^nnmeroalP é^ediadi  Hetti^ 

moi  che  dopò  yalorofa  dàfefa  9  e  fanmnofe  fartite  (  neW  vltima  delle 

quali  re  fio  morta  di  mofcbettata  Andrea  CQrnara  General  del  Kisgtv>} 

juperati  incftri  dal  numera  de  Infedeli  >  cederana  la  Forte^a^cn^  bon 

noreuoli  conditioni  ti  2 1  /t^uembre  detprefente  anno  ^ 
Il  Vontefice  Innoccntio  X.  fpedì  in  due  -patte  due  mUla  Fanti  in  Dahikh 

iiayafialdati  a  fuefpefe  in  faccorfa  nella  prefente  guerra  « 
jlUi  I  %^iugna  fi  acce  fé  fuoco  ne  Forni . 
Lacufie  fanno  g^an  danni  à  tre  Torti  >  CauaUina  a  e  Iuo^jì  chrcanh 

uieim . 
Marc^^ntonioBufinella  fatta  CancelHer  Grande  in  luogo  d*  Marco  Ot^ 
I  ^  tabouycreato  Tfabile  patritia . 

1227  1047       xamafo  Morefini  Capitan  deUe  T^aui  Ormate  ,  e  Giauanm 

Battifia  Grimani  Traueditor  deW"  Ormata  9   prendano,  due 
pmJjUui  Titrcbefche  nel  Tmodi  Zeai  dipoi  fi  refero  padroni 

e    S  ^' 


Annidi 


74 


e  n  o  N  I  c  o 


tn8|itf4* 


édCéiUU,mi^ii4kyitr4U9«mttCdMfrma»  idMf..Au: 
BaH,m.nlimd»mmaGcnndt4U^ 


Aaiildi  veneto;  71 


fMNtt$  fiMifi  'PtodftéHori  ài Sm  itwtcè  GiMond  BétrbéoiMpt  1 
Mocemgo  Seamdù .  Et  con  tfiwto'»  e  fU  mill(i\Dttcm  $  jig 

Siial u  iìMwnffffimM  it.Dteenàn  éiqiie/témm»fmm 
tìtm^ék  C^i9airMe9  mre  4*mi  anf  mU  Dmétì  per 
TcbeÒHBé^ 

Morto  VtadisUaSigi(moiid^ 
peGJotCifiinirafiiofricclkHch'dA  Card^ 

Ibtaim  GnoTntcoftruigolatDdiGtaaizieri  nclfenglip 

€mrÌ!UniMsTmrAefcàwdfm$(k  Poedrie^miurefé  éijt.  Géi€€% 
i^MémMmiieit^élffcUheém  t<KmUUfMéUiUmiifgm 

ftmmdiifAiam^eU^ 

jhSr^aUfMéirfcat&éiUragtmefiféi^^ 
fjnkkfiperfif^Mmugftc. 

uMe  Dticàiij^  ^^ 

StiéUijéFehm^  fimtiUii%^Ùi€i9iirt  iifttftémmfiMpi§$nm 
dkuarkUé^eJHFém^tmUctm^milUDmM 
'  fStnudo 


Santo. 

C^m(kmrde^Troem4i$réSmMMrtodJifÌ^Mou9ip 
é^jfkMéédlMéfefMii  CamtiM»ÌÈtef09^i$H  fm$  iiàiJm^  né 

é^ÉtttAÌÉÈù  stélla  IÌÈ€€&fSÈ  éMÈórtÉr&iMC£ata*(bgSÀMÈiud9ÈU 

UlJUffiMeuw^fmTifmefTfomiiin 
éiiGdfàgjiff^mFéiOemmméah&mwr^ 
henti^toiiiàJUwmmfoftWNtitìeitiifi^ 
érmedeligftiwemki^m  tumU  eméioiAe  iri  erajcfrihcbe  mrmoM 

C4Mfl«. 


mtbe  m  fmefi  refefdm  U  yae»  le  mtH  r§rtlttS*/momftt  *nm 
ttpn  mttàKéetCtfkm  9vtndi  ftrkmr  tjtué^mé  aTurtbi 

'^'^*  9  é     tifi-. 


Annidi 

VcD.  Xpo. 


»3I 


I<$$I 


Ili* 


i6^i 


/ 


"33 


i<553 


7<? 


CRONICO 


Si  fecero  in  queft  anno  due  Tmuratari  di  S.  hféortp,  fvno  fa  Giànan» 

Grimani  CaHoUier  >  To/rrv  Girolamo  Fofcarini  . 
jtUH  Quattro  fc  ne  fecero  contesborfodeìli  i^.epiàmiUaDucatf,  fra 

quali  vifA  DankÌBragadiuodaf ciato  fuori  neltordine  de  Procuratori 

per  inauertenza  del  Stampatore  .  <^ 
Uti  ijMarT^ofi  aggiunta  vn' altra  Famiglia  alle  Vatritie^  con  licento 

milla  ducati. 

Morto  Marc" Antonio  Bufìnello  Cancellier  Grande  fa  eletto  in  fuo  luogo 
jlgoftìnoKianol» 

IlCapitan  Generale  Luigi  MocenipaUi  8.  Luglio  disfece  neìt ^Arape-- 
lago  Cjlrmata  ÓttomanaiConftftite  di  ^^.Galee^ó.  Marne ^e  5  5. 7^ 
ui  daguerra  cm  mmtioni^foldatefche,  &  alcri  apprefiamcnti,  ch'era 
per  portar (i  in  Kegno  1  re  fiondo  padrone  epo  Generale  di  mMdi  quei 
LegniyMtri  ne  gettò  àfoniOi&  altri  fwrono  incendiatij  fuggendone  pò* 
cbi^e  mal  trattati  con  morte  del  Capitan  Bajsd,efiragge  diqndk  bar* 
bare  genti . 

Terminata  lafua  Carica  ilfudetto  Cap.  Generale  Afoeen^ogU  fu  fnfà- 
tuito  Leonardo  Fofcolo  Troc.di  S.  Marco^ftato  General  m  Dalmatèa . 

Luigi  Morefini  Vroc.  di  S.  Marco  andò  per  ordine  publico  adr  incontrar  9 
&  accompagnar ^nd  paffar  per  lo  StatOtElcMOra  Gon^s^oM  Sorella  de 
Duca  di  Mantoua,  prefa  in  Moglie  dalt  Imperatore .  iTqual  inamtn 
feguì  con  /plendoretcdecoro  reggio  • 

5*/  fecero  in  queffanno  due  altri  Trocuratori  di  S.  Marco  con  liio*e  pi 
mille  Ducati  • 

EtfiaggiunferoaUeCafeT^obiUTatritieduealtredalUiuGiug»o[ÌM  ' 

alti  1 7.  Gennaro  fuffeguente . 
Girolamo  F (^carini  TrocM  S.  Marco  fucceffo  nel  Generalato  di  Dèmo- 
tia^à  Leonardo  Fofcolo^efe  la  FortezjLa  di  Duarejjouendo  in  quelt^ 
afediOfrottOii  disfatto  vnfoccorfo  di  tre  mille  combattenti  >  cheanda^ 
Siano  in  aiuto  degtaffediati .  -  ^ 

I  Turchi portanogrofiofoccorfo in  Canea,  e  acquiflano  ilCaJMlodel\Se' 

leno. 

II  Capitan  Generale  Fofcolo  infermatofi,cbiefe  liceuT^  al  Senato  di  poter 
ripatriare].  Il  Vrencipe  Óratio  Fame  fé  di  Tarma  -penne  d  feruitio 
della  Republica  conducendo  f eco  tre  milta  Fanti  • 

Fa  fatto  Trccurator  di  S.  Marco  Girolamo  Dolfino . 

Si  aggregarono  aUe  FamigUe  7{obili  Tatritielquattro  altre  dalli  I4*U- 
prileftno  allibii,  di  Gennaro . 

in  luogo  del  Capitan  General  Fofcolo  ,fù  di  nuouo  eletto  Luigi  Mocenm 
1 1.  Trocurator  di  S.  Marco,  e  per  la  fua  partenza,  fi  armanmo  molti 
Legni fC groffifC  fottili^con  molti  apparecchi  necejjarij .  Ottenne  la  Re- 
publica dal  Sommo  Vontefice  rnaleuata  di  due  milla  Fanti .  Condt§t 
al  proprio  feruit io  il  Mar  che  fé  ^le fi  andrò  Borri  famofo  Capitano , 

Tartl  da  Fenetia  il  Cap.  Generale  fudetto  conducendo  f eco  il  Vrenàfc 
Oratio  di  Tarma^il  Borri^eletto  General  del  sbarco  co  altri  perpmag^* 
fi  ynì  con  lui  le  Galee  aufiliaric  del  Ton tificele  di  Malta  à  C erigo . 

Furo- 


Anni  di 

Vco.  Xpo. 


VENETO. 


77 


x»34 


1^54 


fmmo  fattiVrceurufridi  S^MmoGùamni  Capello  CauMlUer, e 
DÌl^Ì'Ì^r^mattU6.  Settembre  di  ^u^  anno  fonone  a^i^ 


x»3$li<55S 


t?£rimn^n^i  ine  GaUe .  e  due  f:^lff'P''%tt,ÌRl7il 
merCh  nwimo  tre  Geme  hmminh  oHre  à  tte  mlUfoUatt,  emm- 

r^o .  Giriamo  Pofearini  Troc.  di  S.  Marco .  ^^^n^^- 

llcInSi^Ted^icoCornaroTatriarcadi  ^«»«« » ^'",«»"*?^ iJg 
tSZ!,firitiròaKmadouemuomorfepocodopo,InemlMC^^ 

td0ttoGio:FrattcercoMorefm^heviMeMprejente, 
FuTono^T^^^^^ 
Si^JvùSeMCoaUeCafenobiU-PtfaltraaUi  n.Li^Uo. 

wSSJ  queftroLo.  che  fa  aUi  7.  *  Gennaro,  ««-jM^g^^T 
^drelTnientiox:inmluogofàmatotlCmrdtnMUFabu>GhtfiSene' 

le  ìa  Mar,  Lorenzo  UarceM . 


CRONICO 


'  - ..  .\ 


lixjrtil^fnfi4mm ,,-»^^ 


?*•-  • 


mwKnnfaifo^S^itmdiljdi  ijidliìÌMwi 
MfniemCéfitmGeHnak,é»piefitrJUt»i»emik0ÌmiitméàA 


UMAA  VENETO. 

yen.  x#o* 


7^ 


«»I7 


tlmàttf  de  TmAi  iwri»!  i#ww  péitmulerùUmatd  imfittii. 

éUHgettat$Àjimd0»^UreJlomeat' 


te  _        „  _ 

tr^eUkfaréfà^  U^gn  Mmw^nufCmMUkreidSewm ,  e  il 
tnrmfii^uiiueUmCMfimGemrdki^bMtitdaée^ 

9«fietemmime4dSmMnrmtéàÙmtmU  Sigfmm  UUimem§' 

mtd^mm»ié,ChgmUclmfa4iSS*GimamidTuk 


*****"'  

tntémi$,ekepertmmtlammMikaéF'ittatid4  rtmitkimlhifretm 

UTai€é»»*4iftitudimem, 
tiopò  M^  rittme  tfitmrumh  U  VnmifeOrui»  fameft  4i  'Bxmt, 

à  f^metU*9pfn]JltéM  étlmColliei,eÌ4f€Urt  «MfeM»  mpoeU 

'^  U  Settemhe  jmbM  ìì  fNf/b  mtm  tre  gtM  Fé^elii  det- 
ta le  Stdume»  ^unaU  prefi  im<  tenfUmà  ùmUmetti»  conduce)»' 
dofi  fifTM  rm  di  ^Utadmm  del ^CéfitmGeneraU  Uremje 
Mterem», 

t(elUfmedi^ie^émùfàperfMin  Deerete,  dMUU  Cki^tnmné 

d*UàM4uleimdelkSelMtedVédriSeméif(hi. 
Cemmue  fa  femeffodalSmmHritermii^^renetìdd  Vadri  Gepri^ 

«M  etnttdeadigfikCbieftteiieHafiero,  tìferemdeTV,  CmMèri 

meligfemfeffntgd  dédVmitefueUklptadre  KlU 
Tmtmfkttt  t,TmmatmdiS,Msreeemli*o,e§iàmilkdmui,& 

éf^mu  UfrimdiOttek»  «•  4ton  Fm^  éU  TMrìteem  U 

eentowtiUé  Duetti, 
téSf    Mene  del  GeteraldeOetUfeéJtmk^  Meni  iCerfik, 

Mmkm^M  éelU <^ itu^.  imUMimptmM  wH  Cmdii 
StìùM  %.  M  Mé^fie^StUnefitfe  quttmtPtMfnefiiiAréf- 
fH  Càpéimm$  tfuhmtmu t  dm  ftuéir^^duLMUm m um 

deUa  rerUli^ttdeUefmmietémi^éMTmkiélUmmedel 

9erf$$ 


Annidi    80 


CRONICO 


►  i'\ 


Veo^lXpo. 


^ 


Tcrf  ,/i  refe  padr<me  delta  natte  deUe  Saicbe  ,^po,  detta  Cmi,e 
Fwtetz*  conriccbibottinhacquiflando  fral^altrecofe^upexxa  A 
CMnow  tutti  di  BroHX$y  e  Idnugpor  forte  con  tTimpronto  dis.  Mar- 
n^trafpwtatmdMTMrcbìdopeMcadutadiCiuro, 

UlU  1-7.  LuzlioPutrraaia  erogar ewta  tombattè  cwi  UTuréefcaà 
Dat^oHtBi ,  abhriuciandoU  a.  H'«"  «<>»  ^  Capitana ,  %,jettatesh  à 
fmdoy&vna  ne  conquiflò ,  e  cosi  dette  Maone  yyna  fu  frefayàic 
^inueftirenoin  terrai  dutfuxmiMtrucùMUmede^mTiircbu 

tn^qHtJhtempofi  anco  fugata  l^^r^tata  Jottfelp«rcbefcadeU'.^trm^ 
ta  fottUe  veneta,  con  la  quale  infieme  con  le  Galee  oufiUaneM  CrtJ- 
tan  Generate  rkomaua  da  Imbròdoue  era  fiato  à  far  acqua  per  bt^ 
modi  tutta  l*.4rmata,  •         ,     ,  ...; ^j:„«,/v 

frurcbi.rijfolutì  di  ricuperar  ti  Tened»>  '»'«"'»*  *TO^ÌSI 
batteriepèrqueUefpiaggiep^tUqualteranoancofìfarfi^ott^ 

mUla  combattenticonilpàmo riftr , e  Gmi^^ero,  jtgàper  wDm» 
carfi^portarfi alla  ricupera delTenedo,.  .^,1.         *« 

SlCapitmGenertde  infteme  eou  le  Galee  mftlfarie,  iopò  bauer  pre- 
f7ynaGaleanemica,&  altre^- b(rf^l'Ì^^co^teCannmatr,cbt 
faueuano dotto  interr^k^per priuar  i Twcbi de Leg» ,  acc^ non f  0- 
peffèro  andar  al  Tenedo*  deliberi  di  andar  at attaccar  altre  Calte 
Turcbefchetfe  benebifognauapagaryicatoàtMebatterKi  nelf- 
andarm*chefàam  iShjdetu>,Tm  tiro  di  cannone  nemicpMrtò  la  pM* 
neUa  munitione  della  fua  Galea  Gener alitiate  acfefo  Hfuocoia  G»^ 
Uaftdiuifepermexfitrefianàte^Generaleefiinto, 

•Poco  dopo  la  Morte  del  Capitan  Generale  Mocenigo  ,feguì  anco  qutm 
del  Troueditor  Cenerate  ièlPjirmatat  Barbaro  Badper. 

Triua  l'UrmaU  di  quefli  due  Capite  partite  le  Galee  Tont^ie ,  e  MO- 
tefhfiperdiilTenedo.  ,  r  ^   •.  a.- 

»opà  lunga,  e  valorofa  dUefufattada  fado  BemardoMfeg^  n^nar 
à  Turchi  l'Ifola  diStaumeneyò  Lenno ,.  ^ 

I  Turchia  1$.  di  Giugno  campar  fi  impromfamente  sùkiCamp^na  tf» 
SpaUaro  iagroSo  numero ,  qué^  tutta  Caualleria,furM  con  gran  Uro 
perdita  fatti  sugiare  da  nofiri .  ■  . 

V^fio  fa.  fatto  nei  Territorio,  di  "Praà  dal  Gaitral  di  pdmatta 
^Antonio  Bernardo  ,e  da  B.Camillo  Goni;aga,  re  fiondo  morti  ol- 
tre dbuon  numero  de  Turchi  ordmarif.  t.anco  deprincipaU  coman- 
danti.. 

tagroffa  FUia  di  Bo/fisiinaa-eftò(ibp0  l$a«a,e  fàngiàaofa  difefa)preda 
de  Turchi,e  da  lorojaccbeggiata,  &  arja . 

Ter  ordine  della  Torta  fi  portò  all'  .Affedio  diCattaro  il  Bafsà  ff  Alba- 
nia con  i  t*miUa  combattentili  yìÀi Luglio.  Et  à  c^eLnuouo  vi  on- 
da iL  Bafsà  di  B^na  con  fei.  milla  hnomini  per  tentar  la  cbìt^t 
della  bocca  delCanale .  Il  che  tutto  riujcendovano  dT^chi.per  U- 
yigUanxA  del  General  Bemardo,e  di  D.Camitìo  Gottx,aga^peT  il  v«- 
iesre  de  d^enfori,  rifolfe  il  Èafsà  in  capo  d  due  mefi4i  teuarfi  dalhtfje* 
éi/he  ritornar  ne  fmi  hu^i,. 


Annidi 

Vcn»  Xpo< 


V  B-NET  O: 


Si 


iij8 


KJ58. 


»^  • 


1 4 


OUre à  fafti  fitdetU .  Gìimfero dii.  Gemalo  in  Vènetia  due  Umba^ 
fciàtori  mandati  mì  dal  Gran  Trencipe  di  Mofcoiia»  doue  furono  in*^ 
contratift  leuati  a  S.  Spirito  da  moUi  pwr^uratii  e  condotti  a  S.  Luca 
nel  Talac:^  GrimamMloggiati,e  fpefati  dal  VMico . 

Mli  7.  ci*  dprilemorfe  Nmperator  Ferdinando  Terxjo  in  età^  d'anni 
quaranta  .  1 

"Per  continuar  la  guerra ,  il  Doge  >  e  molta  T^obiltd  efibirono  rileuauH 
aiuti  . 

Il  Tontefice  Mefj.  Fll.permife  alla  Kepublicayna  leuata  di  4,  milla 
foldati  nelb  Stato  Ecclepajtico .  1 

La  Cafa  Barberina>&  altri  Cardinali^  e  Signori  Romani  concorsero  con 
aiuti  d  quefta  caufa  commune  della  Chriflianitd  • 

D.Camillo  Trencipe  Tanfilio  J^epote  del  già  Tontefice  Innocehto  Jr./i?- 
ce  armar  vnffrofio  y'afjello  à  proprie  fpefe^chiamato  la  7{aue  Tanfi- 
lia^e  lo  mandò  nell'armata  Feneta  per  aiuto . 

Morte  di  D.CamiUo  Gor^aga^e  li  viene  fuftituito  nelgouemo  delP  M- 
mi  in  Dalmatia  il  Gildas . 

La  Republicafece  armar  uuoue  Galee  »  Gale^ts^  >  &  altri  Legni  •  Ve- 
ce altre  leuate  di  genti  con  molte  prmfioni  per  la  proffima  cam- 
pagna. 

Ele/ie  per  Capitan  Generakiin  luogo  del  de  fórno  Lazzaro  Mocenigo  F  ra- 
ce f  co  Mor efinii  &  al  Capitan  delle  T^pù  Marco  Bembo  >  li  fu  fufti- 
tuito t  Girolamo  Contarini. 

7{aufragò  per  borafca  di  Mare  nelle  acque  di  ScarpantOytre  Galee ,  & 
yna  Gateaz^xa . 

Si  fecero  due  Trocuratori  di  S.  MarcoU^pnofù  LaxAro  Mocenigo  Caua- 
lier  il  i.rfi  Giugno.  &  alli  $o.^goflo  Tietro  Morefmv. 

Si  aggiunjfero  anco  alle  Cafe  Tatritie,due  altre  dalli  ip.Luglio  di  queft- 
amuhfino  alli  ip.  jlgofto%  con  li  cento  milla  Ducati . 

Alli  2. Aprile  pafsò  all'alerà  vita  il  Doge  Bertucci  Valiero»  &  aDi  8« 
detto  di  Commun  confenfo  delli  Elettori  fu  creato  in  fao  luogo 
Giouanni  da  Pefaroich'era  Procurator  di  S.Marcoi  e  Caualiere . 

.  Il  Gran  Turco  fi  trasferì  in  .Andrinopoli  %  ammaliando  vn  potentiffimo 
Efferato  >  minaciando  d^inuader  la  Dalmatia,  e  difpinger  gran  fot- 
^  in  Candia  :  e  perciò  (a  Republica  armò  anch' effa  altri  Legni  9 
fpedì  nuoue  militici  nuoui  Capi  in  Dalmatia^  &  Mbania^  come  an- 
co in  Candia , 

Suoni  però  il  penfiero  del  Turcoteffendo  chiamato  in  Coftantinopoli  per 
le  difcordiCidr  altri  accidenti  iui  natiAifognandodi  anco  fpingerl* Ef- 
ferato amafj4to  in  Tranfiluania  per  nuoui  fucceffi  in  quelTrincipato  • 

Il  Capitan  Generale  Francefco  More  fini  era  in  punto  per  ricuperar  la 

Cane  àie  Ver  intelligen:^  9  e  per  afialto:  ma  fi  perde  co  fi  bella  occafi^- 

ne  per  efierci  fcoperto  il  trattato  da  ima  barca  di  Tefcatori  • 

Il  Troueditor  Geniale  di  Dalmatia  fece  tuor  la  Tefia  al  Conte  FoÌ9$ 

rine^ato  9  principale  infiigalw^^efeduttoredemali  in  quella  Tro^ 

uincta . 

tlC(^ 


Aniùdt    82. 


Yen. 


Xpo. 


It3$b 


1<S5?? 


CRCTMICO 


t. 


li  Capitan  delle  ^Mi  GinUmù  Cetorini  Ut^^  Jtgoflù  Cùmbattiit 
Galee  Twrtbefche  >  camandmet  dal  Capitan  Bttfù  d  DardaneUì,  de 

quali  ne  frac^sAot(O9idne£mm0prefexetaUreff^ir(^ 
tate  ^ 

Mfirfero  de  Twrcì}ifopraefie  Galee  int&rm  a  Jet  cento  .  1^  paùdimi  > 
e  nelle  Battarie  di  terra  ne  yaife  da  900.  ctm  fnriti feriti^  cosi  nelT- 
y fetta  di  quefie  GaleCiCame  ancornel  tempoi  che  fi  fermo  con  le  Tlani 
nel  canale , gettando  à  terra  Le  Afofcbee ,  e  diuerfe  Cafe  con  morte  di 
ìjiTtirchi nel  Catella  di  Grecia^ 

jt  z^ettembrefà  nella  Chiefa  Dncaledi  san  Marco  fatto  Jbtenn^a 
Fttherde  per  la  marte  delgid  Capitan  Generale  da  Mtor,  Canalkre , 
e  Trocurator  dis^Hmco  LfO^o  fdoceni^ . 

Fu  eletto  Imperatore  Leopoldo I.di  quoto nomejdfcraRèdOn- 
gheria^iigliolo  del  defonco  Ferdmatuio  1 1 1^ 

Mori  il  Duoca  FiatKeAxidiModenairuccedeiidoK nel  Ducato  >e  nel 
Generalato  di  Francia  Alfonfo  IV.fuo  figiioto  • 

Morfc  ancora  FerdinandoEuigiJìdioladdg^^ 

fa  fatto  Troatrator  di  san  Marco  aU  r  u^pme  intonsa  Remarià . 
jtftri  dot  Vroenaratorift  fecero  in  queffamtoy  tno  i  %j.  Gennaro  m 
li  20.r  pia  mille  Bucatile  l^altìo  a  is.^goflocon  eentomiUa . 

./tnco  aUe  Cafe  T^obili  Tatritie^fe  ne  agpegpmoidU  i }«.  Gittptofbi^ 
il  primo  di  Decembre  altre  due  • . 

^Ua  fine  di  Agofto  fcorfero  i  Tnrchi  in  grofjomtmero  fotto  Sebako 
ne&a  Datmatiay  attaccando  con  fistia  grand^ma  il  Forse  di  S.  Gùh 
uatmix  che  dopa  vn  bmgo  combattimento  fttronopofti  infitgaiC  taglia-^ 
tiapen^.,  •  ^x 

r l  giorno feguent^comparuerojètto  quelle  mura  altri  geo.  CtfJcdZi  T«r- 
chiÀoue  inciti  500.  de  noftri  furono,  anco  qnefti  fuggati  refiandotie 
molti  de.  mwti^<T preffo  yn  figliolo  del  Smtgfoccodi  Licca>fu  fatto  de- 
capitare.. 

Il  Capitan  Cenerate  Prancefco  Moreftm  atti  %  2.  di  Settembre  andò  con 

S  Armata  fatto  à  Calici  Rtsfio  »  Fortex^ui  importante  >  e  riconer^ 
ìflla  Carauamad^Àtepandriaxelo  prefe^e  dopò  faccbeggiàtto  U 

fpki^.. 
EneWArcipel^ofèce  predi  dimoki  Legni  Ttsrchefi^hiJ'accheg^ò  Tot- 

mos^fece  altri  danni  per  quelle  I fole . 
AUi  p.  Azofió  di  quefi^anno  %  giorno  diSabbato  yigiliadi  S.  Lorenzjs  ia- 

torno  aue  1 6.hore,fi  leuà  yn.  Turbkse  così  impetuofih^che  fece  nosdà 

dtmniy  e  mora  uigliofi . 
DDogeGioiianm  Pdfaro  terminai  gtomifuoi  li  ^o^  Settembre  i  e- 

leggendofìiniuo  kiogo  li  itf;  Otcì^re :D^winu<:o.CQntarsm>die 

aloriofamente  viue  ^  pre  fente . . 
eòi  terminar  di  quefta  Campagna  »  terminò  anco  Utfua  catica-diTf^ 

ueditor  Generale  in  Dalmatia^  e  Trocurator  di  San  Marco  >  Antmi 

Bernardo.£coss  ancoGirokmo  C<mtamilafna  diCapitan  detie  'ìl^ 

Hi  Armate.. 


i; 


Annidi         *  V  B  NE  T  O:  »^ 

Vcn.  X^. 

TcrmiMòpwrimemecmlayHOfiacMrìca  4iGwernat9irG€ner(àedéW- 

thefenà  UtiepMicam  terra  >  r  in  Mare  ferii  cwfo  continua  di  i  S. 

1140  1660    <'^^^^^iraccritìddTmtùper fp^rtiinDalMAtia^ftiromf^^ 

i»  f^ttgberinte  Tranfìluania . 

ilmdici  miUa  di  effi  però  finrfnv  tteUe  Campanie  di  Spalarro,  e  Traà 
laf€iandofl4m€0  cedere  fitto  Sebemco  ton  penftero  di  attaccare  quei 
Borghi  :  mifimmoràmnati  da  queiprefidio^  e  dagj:  abitanti  ^cnioro 
danno:  onde  palparono  mch'effi  tongtoltri  in  Vwsheria . 

Jl  Capitan  CenerMe  Mor^lìm  non pc^ndo  far rtniprefa  di  Vl^roponte 
^ome dtfe^ana  perle  boraftbe di  Mare  >  e  venti  tontrarijjfete  auet- 
la  detta  Fortiffima  Viax.xa  di  Schiattii  9  rendendo  tribntaria  J*lfola  a^ 
la  Repnblka , 

Vs^nne  di  LiigUoCafitOfnoinliemU  Calette  genti  aufJUia^^^  in^ 
fieme  con U  TPrencipe omerico  fMfieCemrale delle  ìAilitie  Fran^ 
cefi,  mandate  in  focoorfb  dalla  Coronadi  Francia  1  accompagnato  dal 
famofo  editano  Monm  di  Bas  fno  Tenente  Generde . 

Si  difpcfero  i  Feneti  di  ricuperarla  CaneaÀonennmcinatifi,  occuparono 
d inerti  pcfti  importanti^ 

^4ccorfi  i  Turchi  in  gronò  numero  i  piedé^f^  d  canallo  in  foccorfo  delta 
piai^a  f  fi  attacca  bdKo^lia  combattendoli  fieramente  fempre  con 
yantaggio  de  noflri  $e  fi  jarrebbe  ottenuto  memorabiie  littoria  y  e 
ricuperata  la  Città  Je  per  mancamento  di  vna  fymutra  >  non  foffero 
fiati  neceffitati  i  nofiri  à  ritirarfi  ^ 

^brucciomo  però  prima  i  pofti,  acciò  non  ricadeffero  in  mano  de  Turchi. 

^l  Capita  Cenerak  Pramfco  More  fini,  che  cmefe  Ucem^  di  ripatria^ 
re,  li  fa  fofHtuitQ  nelOemraào  Giorgio  Morefini,  dt  i  flato  altre  voU 
te  General  in  Candiate  comandante  fn  armata  « 

il  Trendoe  Almerico  di  Modenairitomando  A  Venetia,  morì  neìt  ifola 
di  TartS9&  per  ordine  del  Senato  gH  furono  celebrate  pompéfe  Efe-* 
mùe  neUa  Cbiefa  Ducale  di  s.  Marco  » 
I  AÙi  10.  di  Gennaro  principio  di  quejfanno  >  H  Doge  prefente  Domenico 

I  Contarini  calò  in  Chic  fa  di  San  Marco  ton  laSignoria  >  e^mbafcia-' 

tori  de  Trencipi  Ma  Mejfa  folenne  \tantata  prò  Gratiarum  aaione 
perlapacefeguita  fra  le  Corone  di  Francia,  e  Spagina  tConUTe  Deus 
infinediefia,ùrdinando,chefifacefie^effopermteleChiefedalU 
Città  li  ^%.delfifteffo  Mefe. 
*  £  perftabilir  mi^iormente  efjapace^fegtà  ilmatrimonio  fra  il^Ri  I/h 
douko  di  Franciait  Nnfanta  ^nna  Terefiadi  Spagna . 

t{el  principio  del  Me  fé  d'aprile  fi  dal  Voméfkf  jtìefjandro  Viperea- 
to  Cardinale  Gregorio  Barbarigof^efconodi  Bergamo  nelLrpromo^ 
ticme  di  otto  Cardinali  % 

Tafsò  imperatore  à  TrieflOfOl  quale  la  ReptéUca  mandò  due  ^mba^ 
femori  a  compare  con  la  Maeftd  fuay  che  yi  andorm  congrao  Tom- 
pà  accompagnati  da  molta7(obiltà. 


Annidi    84 


CROìq  I  e  o 


•    -* 


Veti. 


Xpo. 


X14I 


1661 


Et  ùUre  dgt^mbafciaterìgjhnmrHo  anco  Une  Oalre  j  ricameme  aésr- 
UMtediKt^^c  DMmafcbi 9 con  li  G^&otti  reflui  tmti  difcta  ,  à 
Liwrea  • 

FU  ricMf  erato  dalle  mani  de  Twrchi  il  luop  di  Biurintò  ce^  ycci- 
flone  di  mtkqitci  Twrchi^cheyi  fitr^uornOiedelloroCmianiam- 
teancora. 

SHceeffeUmorte  di  jlgt^mVianoliCanceUier  Grande  li  r  j.  Jfùuem- 
bre^&aUi  ló.dettùfàeUttoiHfiiolMOgodat Maggior CenfigUo  Gie: 
Battifla  Badlarim  3  che  s'attrwa  in  CmflMtino^  con  il  Bailo  Gk>- 
uanmCappeUo9gid  alcuni  anni. 

Li  7*  Decembre  crefcè  di  maniera  l^^cana^tbe  allagò  la  CUtd  eoa  dan- 
ne grande  de  Mercanfh&guafiò  motti  pò  z.^!  • 

oiUi  24.  Ottobre  fu  fatto  TrocM  s.Marco  .4ngeloCorrcr  Candier . 

Due  altri  ne  furono  fatti  con  li  zo.e  fiAmUle  duca^yi'pno  aUii6.  Set^ 
tembrci  L\iltro  28.  T^ouembre . 

EtdaUi  i^.Man^ ffnoaUio,^Cii^o di ifne/l'annih/urom  t^egale 
alle  Famiglie  Vatritie  ancora  due  dtre . 

Ter  la  nona  Campagnadi  auefl' anno  nel  hf  efedi  MarKOyfpedi  ia  Refi^ 
blka  in  Candia  6.yaffclli  confoldati,  riueriyc  ntunitioni . 

Tartì  anco  il  y{uono  Capitan  Generale  Gwrgiù  More  fini  con  nuouitx- 
gni  armatiyfoldatefcai  dinaro  VubUco^  munitiom .  . 

Lofeguì  poi  Clngegniere  Erafmo  Terlinicon  altri  F'ajfelliye  molte  mac- 
chine  fabricate  da  lui  nettar fenale . 

Spinfero  i  T archi  vn  grò ffo  foccorfo  di  gente  in  Canea  con  numi  Com^ 
mandanti. 

Il  Capitan  Generale  Fr^cefeoMore/ìnitiede  la  carica  alnnonoCapi^ 
tan  Generale  Giorgio  Moreftni  d  Cerigo . 

Sei  Faffelli  Inglefi  partiti  da  /^enetia  per  lenite^  carichi  di  ricAe  Mer- 
ci I  incontrati  3  in  aUreumti  Barbarefcbiy  fi  diedero  jnroditoriamente 
inmanolorOfConpregiuditio»  e  danna  de  Mercanti ,  e  d'altri  par^ 
ticolari . 

Due  altre  T^aui  ancorayche  confoldatefche9munrtionii&  altri  apprefUu 
mentii  partite  da  Venetia  %  andauano  in  C  andia  >  affaUte  da  Barbare" 
fdù  vna  di  ejja  andò  in  ariane  f  altra  cade  in  Poter  de  nemici . 

Ilnuouo  Capitan  Generde  Giorgi  More  fini  9fattofi:ieltadi20.  Galee  > 
comprefa  la  fquadra  di  Malta,  e  con  due  Galaq;3t^  %  andò  à  com- 
battere vicino  d  Milo  il  Capitan  Bafsà,  che  tui  fi  tràuaua  con  36.  Ga^ 
lee  rinforziate  >  per  andar  a  Rodi  >  de  quali  neprefe  dieci,  alcune  altrt 
gettò  d  fondo ,  &  altre  fuggirono  mal  trattate  ,fece  fcbiaui  da  in 
millaTurchiy  e  liberò  da  800.  Cbriftiani^ch' erano  fchiaui  •  £  ciò  acci- 
dèalli%T*d*oigoflo. 

Ter  quello  fatto  iti  Senato  creò  CauaUere  effo  Generale  m  and  andari 
6.  Colane  d^oro  per  l'Officiati  dell'armata,  &"  im* altra  di  mille  fciii 
per  il  Generale  delle  Galee  di  Malta  • 

Li  jimbafciatori  eletti  dal  Senato  ùer  andar  d  rallegrar  fi  con  il  nmm 
Ri  d'Inghilterra  C ariosi Lferl^tfHafucceffioneà  quella  Corona^p^rth 

rou9 


Annidi 

Vcn.  jXpo. 


V  S  N  E  T  O. 


«5 


n42 


i66% 


reno  aHiio.H^^pot4Ìi^Éf^'4nMConbeU^4  Comimaii  Gen-* 

tìChHominhfasgMjkfficrhritmkindùdaMahro  Legatione  V  Ottobre 

fuffeguente . 
Vj^l  fmcipio4i  'HcuenAte  vernerò  k  yenetU  il  Duca  di  l^oiena  %  cm 

la  Buche ffa  (uà  Mf^ie^e  Vrincipefa  frafarelUfinfieme  con  il  Cardi* 

naie  d'EfiefiiO  ZiOMCogniti  • 
Horfe  la  Dncbeffd  di  Mantcm  ritomamb  di  GermatUa  9  doue  era  fiata 

a  v^itarU  Vedom  Imperatrice  fua  figliola . 
Seg/uì  matrimonio  col Ki. Carlo  d^Ingbilterrat  &  Trencipeffa  diTor- 

togaUo . 
Il  Terremotofecegran  danni  in  Tofcana/Ùr  Romagna$con  ronina  di  Ck* 

ti^terre^^CafteUa. 
SiaperfeilFifimiOiCheapportògran  danni. 
Fh  fatto  Trocnrator  di  S.  Marco  li  j  •  Febraro  nel  principio  di  qnejtanno 

Battifta  7(ani  Oaualtier . 
Dne  altriancorane  fiironofatticonU%o.epiàmUaDHcati%fvnolii^. 

Maggio,  t altro  li  j.  Luglio . 
Et  m/altra  Fam^ia  f$agginnfe  alle  Tritili  12.  MartÀ>  con  li  cento 

milla  Ducati . 
Tlel  principio  di  queffamio  partirono  da  Fenetia  ó.FaffeUida  guer- 

ra  con  foldatefca  >  e  numitioni  da  guerra  per  Candia  9  mdando  jopra 

elfi  VjcM  Cmter  nnouo  Generai  del  Regno .  Tietro  Diedo  nuouo 

Capitan  Ielle  7{aHi  9  &  Francefco  ìAocenigo  t  eletto  General  delle 

tre  Ifole  m  luogo  del  Cauallierefuo  Fratello  »  che  morfe  prima  di  ax* 

riuardCorfà. 
Ai UniretComweOi  che^termnò  la  fua  carica  di  Troueditor  Generale 

in  Dalmatiaglifufi^ituito  Girolamo  C^ntarini . 
Fa  fpedito  in  Candia  con  1 500.  fMati  il  Conte  Filippo  Talttino  del 

Reno  Trenciùe  di  Sul^ach ,  venuto  di  nuouo  alfernitio  della  Repu^ 

blica  con  titolo  di  General  delP It^anttria . 
IlCapitanGenerale  Giorgi  Morefini  andò  adincontr^e  laCarauana^ 

che  veniua  da  Confiantinopoli  per  jileffandria  7  e  tra  Andro  9  e  Scio 

attaccò  le  SaichCiCh^erano  intomo  a  6o.de  quali  he^pvefe  i%.&  altre 

vf.  furono  incendiate  f  fuggendo  l*altrefcortate  da  6.  Galee . 
Fatto  queflo  ^  incontrate  quattro  Sultane  yicino  d  Scio  9  che  con  ^cuni 

Bafsd  9  vna  fauorita  delGran  Signore  9  &  altre  donne  andauanó  alla 

Mecca  9  le  combatti  alli  28.  Settembre  9  e  dopò  cinque  bore  di  fiero 

combattimentoyneùrefe  ^.el^aUraoue  era  la  Sultana  f  e  i  Bafsd  con 

gran  riccbeTxerefh  incenerita . 
Alli  4«  Settembre  furono  publicati  Capitoli  9  &  ordini  in  materia  di  Ef* 

fentione  de  Dati]  delle  McrcantiepcrvtiHtiy  e  beneficio  de  t^e^ 

ciantiyc  per  commodOf  e  confolatione  della  pia^a  • 
Minefe  il  Cardinale  Giulio  Maxjtarini  Gran  ÌAinifiro  di  Francia . 
Seguirono  leTi£i^  tra  Madamigella  d'Orleans  $&  il  Prencipe  Cofmo 

de  Medici  di  Tofcana  • 
Si  fecero  tre  Trocurqtori  di  San  Merco  con  li  io.  e  pik  mille  Ducati ,  il 

primo 


Anilidi 

Yen.  Xpo* 


S(S 


CRONICO 


fnrimoallió.  Mwrtì%  it  Seamia  aUèr'j.  Mi^g^%  &  taUrù  étU  4» 

J^cf coniglie  t^^U  'Pairitie  >fe  n^'aggregaronù  dalli  18.  Mar^fiit» 
alli^$ .  ^oJU  con  li  centamilU ducati  altre ciuque  • 
M4J  itf^J    jaii  l&.<fi  Gem»Mr(y  principio  di  quefl^amto  ^fìhebbe  auttifo  della  mmrtc 
i  di  Giouanni  Cappello  Caualliere  3  9  VrocmriUor  di  San  Marce  >fegm^ 

ta  mConftataiilàpeUU  4. 7f$ÌKmÌrepr(^^m^palpua>  date  era  Batto 
efiraordmario  per  la  RepMhlicaycmttmuandù  di  prefente  mgli  affari 
piglici  te  teoeo  del  defonta  Baila  Cappello  Hpiddetta  Gio:Batti/U  Ed- 
latino  CanceUier  Grande  ^ 

It  giorni  feguentcxcb^i^  i^.&ennàr&i^fitreato»  Tirocnrator  di^Sam 
Marco:Tietro  Rafaaona  CanalUere  %cbe  f^attrmtadippefenteoémta^ 
fciator  in  Koma  peir  ta  Képfélica  in  tnogo  diefìo  Baile  Cappello . 

^ImefèdiMag^yenneroà  F^enetitduejtmbiafciatortMofamiti  ^ 
mandati  et  quetctM  Dnca  aUa  Hepnblica  %  per  pennuiatìonq  ik 
gfiifi&  arni  ìf ari  ^ 


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Delle  CBefe  ;  e  Monifterì 

DI  VENETIA. 


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Sant 


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oftino     car.iSi 
Andrea  de  Zira  • 

109. 
Andrea  della  Cer- 


toTa. 
Anna. 


Angelo  • 

Angelo  di  Concordia 

Antonio 

Antonino 

Aponale  • 

Apoftoli 

Agnefei» 


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BAmaba 
Bartolomeo 
Ba/ìlio 
BalTo 

Benedetto 
Biagio 

Bi^io  Catoldo 
Soldo  t 

Buona  Ventura  • 


CApnc 
Cap 


ani 
apuccinc 


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116 
^40 

29 

184 
148 

«49 


Carità 

Carmini 

Caflano 

Catterina. 

Cantiano 

Chiara 

Cormo»  e  Damiana 

Chriftoforo. 

Croce 

Croce  della  Giudea 

Connettite  • 

Clemente  >. 

Corpo  di  ChriftQ  • 

Caicchumeni . 


^46 

118 
118 

J4 

tu 

172 


155 
176 


D 


DAnieDo 
Daniello  Oratorio 


I>oinenico 


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^Rafmo 
X2j  Eufemia. 


•  V 

FAntìno 
FranceCco  dalla  Vigna 
FrancefcodiPaoU 
Francefco  del  Oefeito  > 
Ftari 


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Fojct  ^. 

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V^Gctuifo 

GicsdieMam 
Giefiiati. 

Giefuid 
Giofeppe 

Gìouanni  &itiigeljfta  # 

^ioiiaiiiii  de  Forlani  • 
.GiommùcPaoIo. 
Glouanot  Bngorai  * 
Oionaaiw  Ghnfoftomo  t 
.Gioiiaimi  di  Rialto . 
Giooaimi  Litcerano  « 
.Gìouanai  Decollato 
.Giouanm  della  Gnidecct  • 
Gndiaiio* 
Gttiftiiui 
«Giorgio  de  Greci 

Giorgio  Maegiore 

,Gio^dAl^ 

Gregorio* 


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HCkM 


Hietemia* 
Hìetooiiiio* 


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IAcomo  disiato 
lacomodairOrìo. 
lacomo  della  Giudecca  # 
lacocno  di  Pallido, 
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Lazzaretto  Vecchio* 

Lazzaccttonioiio. 

Leone. 

Leonardo 

LorcciM 

Luca 

Lucia* 

Luigi  t 

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MAiìaNoua. 
Maria  Forifioia* 
Maria  Zebenì»). 
Maria  Mater  Domini. 
Maria  Celefte. 
Maria  di  Mifericoniia# 
Mariadeiiiiracd!^. 
Maria  ddkVetgioi. 
Maria  maggtocc  * 
Maria  delSettti. 
Maria  dcirOrto. 
Maria  de  Ctociodìiai  • 
Maria  della  Salute* 
Maria  della  Faua* 
Maria  del  Pianto* 
Maria  delle  Grane* 
Maria  in  Broglio. 
MariadiNazarodi* 
Marco* 
Marcuola* 


sto    Martino* 
144    Marina. 
175    Margharìu. 

Mauritio 

Moisé* 

Matteo. 
196    Maria  Madalena* 
soj    Marta. 
»$2    .Michicle. 

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Azzaro. 


Nicolò  de  MendicoU . 
Nicolò  de  Toicnttiu. 
ijs    Nicolò  de  Frarì. 


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1^  OtfolaOniMlo 


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Jt   Paolo 
Pancalcone 
Vwsmsuno 
Pcocolo  ' 


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1^  Edciitoiv 

BJOncOO 

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CAhutorc 
plSanmello 
S^jìko  Spirito 
Stai 

Scbaftiano 

SebaftsM»  Qrtfiorio 

Sepolcro 

Scoerò 

Secondo 

SJlueftro 


Seruoló 
Soffia 
Sccflaiio 
Sinwa  Picciolo 


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Simeoft  Grande 
Spirito  Santo 
SoolafticaOntorio^ 
Soòcorfo 

Scuola  ddla  Carità 
Scuola  di  S^Gionaoii 
Scuola  di  s.  Marco - 
ScQola  di  SBROCCO 

Scuola  della  Mifericdidit 
Scuola  di  s.  Theo<loro 
Scuoladdla  Paffioàe 
Scuoltdi^«Fandiio 

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^r^eodoco 
JL  Tomaio 
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Spe4«n. 

De  SS.  6kMsaMii>e  Paolo 

Di  S.  Lazito  de  MoMlicnti 

DeOaPieU 

De^lociinbìli. 


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'  A^S^o  Paitidpado 
XX  Andrea  Dandolo 
Andrea  Contarioi 
Antonio  Veniero     ^ 
Andrea  Vendramini 
Agoftino  Barbarfjgo 
Aaionio  Grìmani 
Andrea  Gricci 
Anconio  Friuli 

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BArtolomeo  Gndenii 
BorcuedValJeto 


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CSHriftoffaroAforò 
j  Carlo  Concarioi 

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Domenico  Menegario 
Domenico  Flabanico 
Domenico  Contarini    ^ 
Domenico  Seluo 
Domenico  Michele 
Domenico  MoreCni 
Domenico  Concarini  IL 


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C*»X?8  JT  Franccfco  Fo^ri 

;-    $64  Fiancefco  Donato 

f      57*  ^sancefco  Vcnierrf 

5  74  Francefco  Concariul 

^  yBj  Francefco  Erizzo 

587  Srancefco  Molino 

59*  Francefco  Comare 

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Giufliniano  ftarticiMti 
'  ^o    ^^^"^ni  Parcicipacio 
508    Giouanni  IL  Parcicipacio 
7^9    Giouanni  Dandolo 

Giouanni  Soranzo 

Giouanni  Gradenigo 

Giouanni  Delfino 
S7$    Giouanni  Mocenigo 
7*0    Cjouanni  Bembo 

Giouanni  Comaro 

Giouanni  Pelato 


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lacomo  Concarini 


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Lorenzo  Prìoli 

Luigi  Mocenigo 

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Pietro  Orfeolo  II.-     ■      ■ 

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MaiÌQO  Morolìno 

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Marino  Gioi^io 

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Pietro  Ziaoi 

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Marino  Faliero 

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Pietro  Gradenigo    ' 

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Marco  Coroaro 

571 

ParqDalMalipiero 

MichcIeMorolino . 

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Pietro  Mocenigo     , 

Michele  Steno 

574 

Pietro  Landò 

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Marco  Barbarlo 
Manf Antonio  TriuUaoo 

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Pietro  Lorcdano 

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Pafqual  Cicogna 

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Marino  Grimani 

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Marc  Antonio  Mctno 

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J^  Nicolò  MarceUo 

Nicolò  da  Ponte 

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0  ScbaftianoVeniero 

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Kicolò  Donato 

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'T'Heodato  Hjrpato 
X.  TtibunoMemo 

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55' 

537 

Tomafo  Mocenigo 

57» 

OrfoPartidpatio 

543 

OtlioneOrfeoIo 

SS» 

V 

OrfoPankipation. 

547 

OtddaifoFaliao 

SS* 

«vltalcCandiano  ^ 
V  Vitate  Falier» 

SS» 

OrioMaffltopetro 

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SS» 

Vitale  Michele 

m. 

Vitale  Michele  n. 

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IL      FINE. 


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TERZA 


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De  gli  Huomini  Letterati 

V    JB    N    E    T    I, 

che  liamio  icrìcto ,  podi  nelle  VicedeRreticipi  Gao  a 

Leonardo  Donato . 


A 

f  Ék  IJ>ert0  Alberti 
jf\  Andrea  Vciie€o< 
Andrea  Giuliana 
Antonio  Marcello 
Antonio  Dandola 
Antonio  Bernardo 
Antonio  Graffalo 
Ambrofiò  Contarinì 
AnVHiio  Vinciguerra 
Antonio  iPioflcnana 
Andreade  Prioii 
Antonio  Orfo 
Antonio  Gòmara 
Alberto  Caftellano^ 
Antonio  Sonano 


^  rro^ 
Andrea  Mocenigo^ 
Antonio  Soriana 
Anfelmo  Gradui^ 
Andrea  Tnuifana 
Antonio  Nteabarba^ 
Andrea  Pafoualijgo^ 
Antonio  Peliegnna 
AlkdandroNtoìaob 
AAmdo 
Angelo  ierre^ 
Aftonioftcift 
AgoftinoV^alino? 
AkloManncdo 
AgofUno  Amadi 
AlcflìoBoiani 


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Bertolameo  Panita.     ^ 
Bernardo  ^fiane 
BartokxneolEanibeFti: 
Bertucci  Veniero 
AutotooKO  Comina 
Bernardi»  Cappello 
Bernardino  de  Ma£fti 
Bartolameo  Fontana 
Bernardo  Zaiìe 
Bartolomeo  SpataforSL 
Bernardo  Giorgi 

BtmardaLoredana 
Benedetto  Rimio 
Bernardo  Nauaiero 
Bernardino  Eelidana. 
Bortolameo  Mallombni' 


Bortolameo  Dionigi 

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ClMdiano  Bolanì 
Caflandra  Fedele. 
Qiriftoforo  Marcello 
Carlo  Cappello     . 
Cipriano  Mmello 
Ctoiftoforo  da  Canalle 
ComellioDìuo 
Celio  M^no 
Cornelio  de  FraiKcfcbi . 


T%0(nenico  Leoni 
U  Domenico  Boboi. 
Domenico  Dominici 
Domenico  Grìmani 
Domenico  Delfino 
Domenico  Mario  ìiegto 
Domenico  Marino 
Pomicio  Negro 
Daniello  Barbaro 
Domcm'co  Vcniero . 
Dardi  Bembo 
Piooiiìo  di  Francefcbi . 


£VfebiodePrìoli 
Emilio  Maria  MvK^eflb 
£pea  Piccolomioi . 

FAntino  Dandolo  . 
FrancefcoBart)aro 
Fraocefco  Contarìni 
FrancercoDiedo 
Ftahccfco  Negro 
Francefco  Barozzi 
Francefco  Luigi  Centanni 
Ftanccf-co  Maceria 
Federico  Theologo 
Filippo  Panila 
Francefco  Argentino. 
Francefco  Giotgiò . 
Francefco  de  Lmouìcì 


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V^  Gabriello  Conddme» 
Gtouanni  Lorenzi 
Gaf paro  Bono 
Giouaaoi  Veneto 
Gabriello  Bruno 
GÌo:Francefco  PafqiMlìgo 
Giouannì  flella 
Giouanni  Marino 
GioBacchino  dal  la  Torre  • 
Gberardo  Nouello 
Giouanni  Agoilinì 
Giouanni  Riccio 
Gio:  Battifta  ^atie 
Gto:  Giacomo  Caralda 
GaTparo  Collarini 
Gabriello  Moro 
Giouanni  del  Lago 
Giouanni  Bafadonna 
Gio:  Bernardo  FeJiciaio 
Gioì  Francerco  Beato 
Giouanni deGrandi . 
Gioì  Maria  Memo. 
Gio:  Battila  Rao^oGa 
GìO:  Pietro  Mufatta 
Giacoma  Moceniga 
GioTéppe  Zarlino 
Gaiparo  Erizzo 
Giouanni  Riccio< 
Gìo:Francerco  CóihmendimO' 
Gìo:Fr3ncefco  Zitecti: 


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CBbrgioGridcniga 
Giouanni  Donato 
Gsdbaro  Greci 
Gidoannì  Andrea  della  Croce 
GiotPietro  Contarini 
GkxBattiftaPcranda  ' 

Giulio  Balino 
Gliriia  da  Ponte 
Guglielmo  Dorotbeo 
Gaudentio  Fulgentk> 
erario  Giordano 
GioeBactifta  Bernardo 
Gio:Bactifta  Eletti 
iabriello  Fiamma 
jKHianni  Ingegniero 
Girolamo  Ragazzoni 
Girolamo  Cappella 
Giacomo  Tiepolo 
Gio:  Battifta  Bernard» 
Girolamo  Zanettino 
GirolanK)  Ramufio 
Girolamo  Molino 
Girolamo  Donata 
Girolamo  de  Francefchi 
Giacomo  Boldiì 
Giacomo  Fo£carini 
Giacomo  Zane 
Girolamo  Malipiera 
Giacomo  Gabrielli 
Girolamo  Negro* 
Girolamo  da  Melino 
Girolamo  Ferro 
Girolamo  Fofcola 
Girolamo  Vielma 
Girolamo  Diedo- 
Giacomo  Barbaro 
Gk>:Paolo  Gallaccia 
Gio:Carlo  Saraceni 
Girolama  Diedo 
Gio:Maria  Verdizzot|' 
Gio:  Battifta  Leoni  - 
GiouanniStrìnga 
Giacomo  Zeno. 


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Heimolao  Donato 
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T  Orenzo  de  Monaci 

JL»  Lorenzo  Giuftkiiano  Par. 

Leonardo  Giuftiniano 

Lauro  Querini 

Lodouico  Fofcarini 

Luigi  daMofto 

Luisi  Dardano 

Lodouico  Donata 

Lorenzo  Bragadrào 

Lranico  Tomeo 

Luigi  di  Prìoli 

Luigi  Cintio  deFabtìli} 

Lofcnzo  Veniero 

Luigi  Diedo 

Luigi  Grifalconi 

Luigi  Coraaro 

Lorenzo  Contarini 

Lorenzo  Rocca 

Lui^i  Arfeo 

Luigi  Lipponaano 

Luigi  Barbaro 

Luigi  Contarini 

Lodouico  Dolce 

Luigi  Pafqualiga 

Luigi  Moceniga 

Lodouico  Carbonfi- 

Lucio  Morano    . 

Lucretia.  Mannelli 

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A*^  NihuToGiorg» 
Marco  Nt^ro 
Mare'ancoaio  Cauazza: 
Marco  Gradenigo 
Mann  Baldo 

Miria  GJorgi<^ 


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Marco  Lippofnftoo 
Kdrioo  Broccìtdo 
Marino  Sanuto 
M.Dandoto 

Maic'Antonio  Contarìni 
MarìnGrìmano 
Mkhieic  Barocci 
Marc'Antonio  Michiele 
Kfarc'Aotonio  Veaiero 
ManialeRota 
Marco  Marino 
Marc'Antonio  Amuliò 
Marco  Loredan 
Marco  Sauorgnaco 
Marc'Antonio  Moccn^ 
Maffeo  Venicro 
Marco  ScarfeUa 
Moderata  Fonte. 

N 

NAtal  Veneto 
Nicolò  Contarìni 
Nicolò  Maoerbo 
Nicolò  S;^ndìno 
Nicolò  Michiele 
Nicolò  Veneto 
Nicolò  Tiepolo 
Nicolò  MoreGni 
Nicolò  Malfa 
Nicolò  Eritreo 
Nicolò  Libumio 
Nicolò  Zeno 
Nicolò  dalla  Croce 
Noè  Bianco 
Nicolò  Barbarico 
Nicolò  Bernardo 
Nicolò  s.  Michiele 


T    A    V 


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Pietro  Piifqiial^ 

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paolo  Ramufìo 

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pancnlcio  Gioftinian* 

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paolo  Paradifo 

Pietro  Maria  Franco 

ib. 

Pietro  Delfino 

ì>f 

pMioPìno 

!»( 

Pietro  Bembo 

»7 

Pietro  AnretioSanu» 

tSoa 

Pietro  Maflbio 

60X 

Pietro  Francefoo  Concsriiu 

a^ 

A. 

Pietro  Catena 

«07 

Paolo  Panna 

«14 

Paolo  Ramnlìo 

■b! 

Piett»Gìuftiniano 

Sui. 

tt$ 

Pietro  Filomuro 

«u 

Paolo  Pamti 

«>« 

«3f 

Pietro  Pctracci 

<s« 

Paolo  Loredano 

m 

R 

RAflSieldeMaffei 
Rocco  Benedetti 


tfit 

tfit 


^^Klando  de  Maffei 
\J  Olìmpia  Malipiero 
Otcauiano  Maggio 
Ottauìaoo  Fabn 
òrfato  Gioftiniano 
OratioGuarguute 


574 

tfop  cHbaftiaooBadoer 

618  i3  Santo  Moro 

6ì7  Simedne  Rimondo 

ib.  Simone  Ardeo 

t}j  ScbaftiaaoFofcarìai 


f  4 


5»» 

ibw 
Ori. 


T-  A 


cbaftiaaoCrizzo 
aooHiicpc 


•  I 


tefiiuK>11iiq>ok> 

•      .: 
•; 

T^AnafoTomafioì. 
Tri  ione  Gabriello 
Tomafo  (Iella 
Tomafo  Contarìni  • 

V 

•Xflnccnzo  Qucrini 


Y 

^7 


■577 
«15 


J77 


o  L.  a; 

Vital  Landò 

Vincenzo  Qaerìni  Monioc^ 
VkcorioFaulto 
Vittorio  Ziliok)  • 
Vittorio  Trinìciiidbl 
Vincenzo  Riccio 
Valerio  Marcellkiì 
Vitale  Zoccolo 


z 


Zaccaria  Morefioi. 


SPi 

S»7 

6yf 


W 


IL      FINE. 


*  - 


PRI- 


P    R 

GAT  O 

DE  GL"  HV 

VENETI. 

Ch'hanno  Scticco  dall*  Anno  i(;oo.!ìno  a]  preftnte  1^63* 

Qgali  non  fono  itati  po(U  £>tto  alle  Vice  4e 

Prcncìpi  dsì  predetto  tempo. 


l'Abbate  Angelo  Gabrieli  P.Scriccordinonie«di'hitdatco  fuo- 
I  ri  vn  Poema  Eroico  (intitolato:  Maria  Vcr^ioe,Vn  Libro  dì 
i  LmeTeÌDtuttìigeneri)CoadadIi<liCoaipIimetiCkriilampato 
[  piàvoltc.EtiaGelo&afauola. 

!    AndreaMorofìnì  P.GrauìHìino  Senatore  «  e  Famofo  Hiflori- 

L  «bComporeTHifloriadcrebusVenetùtabanno  1521.  Tfcjae 

l  ad annomidlM. Leonardi DonariVcnetiarum  Principis  Vita, 

De  Sacris  Liplanrs  in  D.  Marcì  Tempio  inuentts .  Opufgila  >  in 


Santa.  Ditierlì  Elogi]  dGìotiaimi  Bembo  DÓgc.A  Luigi  Qioi^  Procuracordi 
S.Marco.EtiChnftoforoValicro.  . 

Andrea  Vallerò  P.  Sapientiffimo  Senatore  >  benché  egb  tud)biicntto  >e  vadi  tut- 
tatna  fcriucndo  molte  degne  Opere,non  tut  però  lafciato  veder  al  mondo  altro 
del  Aio  fin'hora,  che  vna  Canzone  per  la  Vittoria«ttenuta  dalTArmi  della  Re- 
piilica  contro  il  Turco.  l'Anno  itf4p.  ..^  ,     . 

Atidrea  GhiJi  P.inucntò  vn  Giuoco  di  gran  giud)Cio>  intitolato:  Il  Labenncoiche 
viene  {^sbracciato  vniuerralmentet&  praucato . 

Andrea  Gu&ooi  P.ETpore  al  Mondo  col mczoddleStampemoltePDefie. 

AotooioLoredano  P. ancora fancuitio  tdimoflròiLeprìmiue Accademiche. 

Antonie  C^erìno  P.  fcccTn'Auuifo  Politico.  .         .  , 

Antonio  Maria  Vianolo  p.  applicatofi  al  Foro  Ciaile* e  Criminale*  corapofe  : 
L'Oratore  Forenfe .  ._        ^,  „      ^« . 

Alcflaodto  Zatfco  P.Auuocato  Criminale htteiatiffimo  Signore feceCr Argo- 
menti 


l  PRIMO 

tnenti  (opti  vti  Poema  Erokioióco  d*Iroldo  Cnxta .       ; 
Antonio  Bagatfiifpinto  AccadctYiìco>e  foggetto^i  grand*  e^ictìooe  »  tatto  ^f 
plicato  aIÌ'Hiftorìa»&  alla  PoeHa  »  hi  fin  bora  datto  alle  ftampe .  Le  Vkc  d'Iù^ 

jtioccntioXM  Alcff^VIL  Pontifid^  aggiunta  al  PlatiM^  (Ino  all'  anoofnfivi- 
tci66i.  con  la  Cronologia  Eccleuaftica  deiranno  1 6^i .  fino  ad*honuLa  Quir* 

.  ta  parte  dctfHiftoriedcIMorii^o  aggiunta  al  Torfclhoi,  fino»!  prcfentc  aiyjo 
i66j .  &  è  ancora  per  publicar  di  brcuc  :  Il  Teatro  Venctoicfic  contiene  FOri- 
gine  >  la  Gencalogìa»rArtni  antiche»c  moderuci  ed  i  fog^tti  cònlbicui  in  ogni 
genere^etle  famiglie  Nobili  DomìnaAti .  Di  Poeiia  >  publì^ò  tLé<;ratieèiu- 
date  da  Mercurio  »  Epitalamio  nelle  Nozze  del  Conte  Francefco  VidnoAn  >  Se 
Marina  Landò.  La  Galeria  d*Apoto  Epitaktmiapor  neMelf ozze  di  Franodlco 
S^niitÓ9&  Maria  Vidman«  ConaltresCbe/i  pubiicheranno di  breue . 
Antonio  Sgobbis  Pharmacopco  all'infcgna  del  Struzzo  >  huomo  pentitalo  nella 
Phamacca;£eguirando  le  vefligie  de  fuoi  Anteceflbri  hi  in  pronto  per  dar  fiiod 

.  vn  nuooo  Antidotario  Chimico^promdlo  gii  dai  q .  Alberto  Stediim  • 

B 

BAttiftaNani,Caualiere>eProcuratordiS.MarcOjhàfcritto  la  Hiftoria  delU 
Republica  di  Venetia  dall'anno  itfij.finoal  1644 «che ftampataVatmo  \66i* 
è  cofi  piaciuta  al  Mondo  >  che  di  niiroo  fi  riftampa  anco  al  pteCeute  «  Coati» 
nuando  quello  Signore  d  fcriiiere  Tiftefla  Hi(loria>  per  fomiame  altra  partcr& 
altro  Volume. 
Bafilio  Zsmicarolo  P.  Abbate  Cafiinenfe  P.  hd  (htmpato:  Ittfiilata Zodiaci  MyRàJ 

Virgo»  fiii^  Beati  Laurentij  luftintani  Protopatnarche  Venetiarum  Elogium  • 
Borcolameo  Zen  P.  Gompofe  •  Le  Nouelle  Amorofeieitcberzi  Oratori;.      ^ 


CArlo  Bellegno  P.  Oratore  9  e  ¥ììofofÒ>  fcriflè  :  De  Iure  Dei  >  Naiara;  3  &  Ho- 
minis. 

Carlo  RidolfiCaualliere  FamoTo  Pittore  >  e  fcrìctore  »  ha  fatto  le  tke  de  Pittori 
Venetiift  dello  Stato>diuife  in  due  parti  >  intitolate  :  Le  marauigtie  deU*  Arte  • 
Ett^co  per  daj*  alle  {lampe>primai  ch'^i  morifle>yn  dottiflkno»  &  vtslffiino 
trattato  del  t^  ScoItura>e  delle  Immagini . 

Chriftotbro  luonouich  >  nato  in  Epiroi  di  doAe  portatofi  in  Venetia  à  caufa  étìk 
prefente  guerra  col  Turco ,  R  trattene  per  fegretario  di  Lettere  appreffo  Leo- 
nardo Peiaro  Proairator  di  S.  Marco .  i^ualmente  riguardeuolc  in  Verfojic 
in  Profa  fi  è  rcfa  la  fua  virtù ,  vedcndofi  del  fuo  alle  (lampe  :  Le  voci  ói  Candii 
tormentata .  11  Sole  air  Occafo  Elej^ia  in  morte  del  Doge ,  Gionanni  Pefaro. 
La  Dalmatia  difcfa,  L'Amor  Guerriero  D rama  per  Mufica  rapprefentata  nd 
Teatro  G  rimani.  La  Fenice  Panegirico  airimmortal  nome  di  Lazaro  Moceiy- 
go  fu  Caualiere,  Capitan  Generale  dd  Mar  >  e  Procurator  di  S.  Marco .  Tiene 
anco  in  pronto  vn  Poemetto  heroico  di  cento  ottaiVe  perla  Vittoria  de  Dar- 
dancl  I  i;  con  diuerfi  Sonetti  Ode,  e  diuer fi  Accademici . 

Cornelio  Frangipane,  Dottore  inFilofofiai  e  nelle  Leggi,,  huomo  di  grand' io- 

gegnoi 


CATALOGO.  r 

gEsnoiC  di  mtraaigliofii  Dottrina  >  lafciò  in  teftifnonio  del  Aio  valore  .*  Diuer- 
uConAiltitinLesge.  Vntratuto  d'Amore.  Allegationi  Leeali  fopra  la  vetiuu 
di  Pa^  Aleflandro  1 1  !•  ^  Venetia  •  E  in  ifcritto  >  Lafciò  :  %fs  R  Agioui  di  tutti  i 
Principi  fopra  gli  Stati  loro .  De  £edefiaftica  lurifdittioQi;  Jtb.  3.  dp  Aoiina  Li- 
ber  iingiilans. 

D 

DArdi  Benibo  P.Gran  Fibfofo  >  e  fi^ace di  Platone^traduATe  dal  Greco  TO- 
pere  del  medenoFio  Platone;  di  Hieroclcic  di  Teodorctto .  Lafciò  anco  da-# 
ftamparfì:  Vn  ApcHoeia»  &  Difcorfi  Copra  rOperc  di  Platone  ifteflb . 
Dauid  Spinelli»  Profòndiffimo  Filofofo  >  fece  ;  Gioue  fri  gli  Ettiopi»  Opera  tutu 
Filofolicaie  molto  (limata  da  Intendenti  • 


TT"  Ttore  Martineo^o  P.  Gratiofiffimo  Poeta»  ftampò  P Adone  Idilio  ; 

FRancefco  Donato>P.  Abbate  >  &  Canonico  di  Padoua  >  compofe  molte  dotte 
opere;  mi  di  flampatoyfì  vedetelo  due  Canzoni  compof^e  nelle  Vittorie 
ottenute  dall'Armi  della  Republica  contro  il  Turco  l*anni  1 649.  Sci6$i. 
Federico  Malipiero  P«  Canomco  Regolare  di  S.  Saluatorci  compofe  tnolte  degne 
Opere^cioè  :  La  rita  del  Beato  Lorenzo  Giuftiniano  primo  Patriarca  di  Vene* 
tia .  La  Vita  della  Beata  Maria  Lorenza  Lunga  inftitutricc  delle  Cappucint^ . 
L'Eua  •  Il  Salamone  Regnante  •  L'Annibale  •  Il  Saub  Conuertito  •  La  peripetia 
di  Vliflè  •  Il  Campidoglio  combattuto  da  Francefi.  La  Imperatrice  AmbitioIk« 
.Alcune  Nouelle  Amorofe.  Tradufle  anco  l*IUade>e  l'Odiflea  di  Homero  • 
Filippo  Cappello  P.PootaKiiede  alle  ftampe  •  L'Arcinda  Tragedia  • 
Francefco  Barozzi  P.  conn^K>fe  quattroXibri  di  Cofm<^p:afia  • 
Francefco  Contarini  P.  Poeta  celebre  >  diede  alla  lucei  vna  Tragedia  intitoiau  U 
faccio  •  La  Fida  Ninfa  Fanola  paftorale  9  &  il  dono  della  Innamorata  Herina^ 
Idilio . 
Fnmccfco  Bollini  viiiente  P.  gran  Letterato  >  e  (hidiofiiOmo  Signore  hi  compo- 
ilo  molte  degne  Opere>fe  bene  non  ancora  ftampate  •  Hi  però  lafdato  recfere 
vn  Elogio  funebre  m  morte  di  Claudio  Monte  Verde  »  che  fiì  Maeftro  di  Cap- 
pella di  San  Marco>con  diuerfi  altri  in  altre  occorrenze . 
Filippo  Paruta  P.  vashiffimo  >  hi  datto  fuori  ?na  Fauola  Boficareccia  $  intitolata 
Tirfi»e  Filide  trasformati . 


Glonanoi  Tiepolo  P.  Primicerio  di  SJ 
diSaotavitaiCdimokaDoctrina^badattoaUe  Oampe  ;  Coufideratione  de 

Santii^ 


4  PRIMO 

SantjffimoSacninento.  Prima  Parte.  EflcmpidelSandffiooSicntnMittaflE^ 

COtùla  Pir^'e .  Trattato  delle  Tribolationi .  IlKiabdtimeQtodcQ'aninuf  daHo  1 
mioue  M:ii cbJc  cemratte  dopòiLBattefimo.  L'InfrrimeroCfarifiùao.  Foga 
della  M;^doiiDain  Ej^ictcTtattaco delle petmedelPBrgaiBrio.CoDfidcntieni 
Copra  ta  PaHìonedì  Giesù  Chrìflo  .  ImagÌDC  della Gloriofa  Vergine dipittt^ 
da  S.  Luca  ^  Perpetuo  rifncclìatorc  .  Iniiocacione ,  &  Veneratione  de  Santi  . 
Compendio  dell'Arre  Chriui3na.IratìiDÌ0)&  ]iFlagelIi«che  pcrcfla  vengo- 
no al  Mondo^Vitoi  dicco.  Spirituale.  Vntrattato  delle  Saotiflìme  Reliquie,  ri- 
trouaje  ncLSantuario  della  Chìcfa  diS.  Marco . 

Ciò:  Battilta  de  Fabri&  Dottore  in  Sacra.  Tbcologiai  Fiouano  di  Sab  Locai  Cano- 
nico diCafìcllo,  e  Vicario  al  predente  di  Gio:  Fcance[co  Morofini  PamatxbL> 
di  Vciictiapec  le  Monache  «Dtuul      "  iuoL* 

PhitoCophicum.  Manuale  Otdinac  E  ma- 

trimonio ^Meditamcnta  Sacrarne  I  Vi- 

ta dlGioreppe  d'Arotnarario  Me  is  ad 

modiim  Concordami^  >  Modo  di  b  ;are . 

Molti  Libretti  Campati  di  Conclul 

Ciorgio  Polacco.  Dottore  in  Sacrai  li  Fe- 

derico Cornato  Cardinale  .  e  Patr  cetco 

Moroiìni  Patriarca  Viuente ,  ha  la  cioè  *. 

De  tre  voti  effemiali  della  Religioi  ifcor- 

Ib  Apologetico  perla  Dottrina  C  e  dd 

CorpodilSanta  Lucia .  Propugnacolo  del  SantilOmo&ictameDto  dell'Altare  . 
Afforirnit  fopra  ìc  facre  Cenixienie  .  Diuerfi  efercizij  fpirìtuaJi  per  le  Mota- 
che  .  Auuiiìdiuerfì  per  llileflè .  RcToIotioni  de  duU>i  >  circa  il  Recitare  il  Di- 
■inoOfiicioil'horeCanoaichcj&afcolcattaM'eaa  .  Antidoto  per  ìcMoatr 
che . De  titu. Cereinoniamm  .  NotationesinClaueniRegiim.  Vocatioainii 
Epidimialium  pars  1.2.&  f.  De  recitate  »  &  necel3ìtate  reCeruuionis  C^um . 
De  miniiltanda.extre(n3  Vndione  Amentibus ..  De  approbationc  Coofcda- 
Eiorum^Commentaria in BuUam Sacri lubilci  Anniitfaj.De  poceflate  Pr«> 
latorum  Ret^utarium  in  Porointecoo  ^Sprendorvericatis>  circa  Inimititacem.» 
exalratam  Dei  parz .  Auricularii  Con&fiìb  ab  bercticorum  impoAmis  via- 
-  dicata .  De  forma  deprccaciuain  CollationcSacraracntorum.  De  vigore  j8e 
potentìa  confuetudìnis .  Anopintode  Coek}ninT.qaicte ,  &  Terr^niotuhereti- 
cafjt  ,.InduflrixproCon£e£rari]MoniaIiuniadiuuanda»ea5Ìnfuavocanoncj. 
Origine  della  Fetta  del  Santifficna  Corpo  dtChrifto  .  Aphorifmì  COnfel&rio' 
rum  Monialiain>con  akie  co&:  ancora .. 

Cio^  Battifta  Conrarino  P.  Gcauifiùno  Senatore»  &pablico  Lettore  dr.  Filofoiia 
in  Veiietìa > chiamato»pcr la fua gran.Dottdna »ii Filofofo . Compofe  ^  Quz- 
'  ftiones  periparbeticK .  Tomi  ttes ,-  ad.  mentem.  Ariflotelis ..  Er  hora  hi.  datto 
alle  llampc  la  prima  Parte  delI'Hilloria  Venetai  dal^  principio  della  Cittd>  lino 
alla  Guerra  di  Eertata>che  fiì  intorno  all'anno  1485.  continuandoàfcriDcrela 
Seconda  Parte . 

Gio:  Francefco  Loredano  P.  SenatoreKétabiliffìmo  fondatore  dell'  Accademia 
degJ'Incogniii,rÌiicnto>clodato  da  Moderni. Scrittori  perla  fnamarauigliola 
eniditione>.efrcndonominacoi'& altamente commetidato  inpiudi  Ottanta^ 
L^ri  Stampati  da  Varii  Auttorìi  &  anaoueuto  (li  tutiCLt'Accadcmie  d'Italia» 

hidor 


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GiroUm 

Giouani 
torpui  ^ 

Galeazze 
inofo>  I 

Guerriero  Prudente .  Z^  rita  del  Valleftaia.  Il  Maneggio  delTAmii .  Le  miferM 
della  virtù  nel  fecole  prefence .  La  Scena  de  gì'  Huomim  lUufln .  Et  infinite 
altre. 

Gia-Nicolò  Dc^'onifScrìttore  di  nonie>conipore:X'Hiftoria  Venetiana.  Il  com* 
pendio Hiftonco.  II Teatro  de  Principi .  La  Venetia  Trionfante)  e  Tempre 
Libera.  DcU'anao.  Delle coTemaratugUore  diVeoecia.  Et  L'Anfiteatro  dì 
Emopa. 

Gratian  Bettina  dell'  Ordine  di  S.  Agoftino  hi  Icrìtco  :  L'ornata  >  e  Lodaa  Vin 
del  B.Bem»din  Tcmitano  da  FeltrcFrancifcano  riformato  .^ 

Giulio  Strozziicelebre  Poeta  ha  lafciato  di  ilampato:  L'Erodila  Tragedia.  }I  Na- 
tale d'Amore  Anacronifnio.La  Venetia  edilìcata.Poema  Hroicoi.'Amico  fol- 
koatotPoemaEroico.ProfcrpinaRapita.  La  Delia.  Laiintapazza.  La  fìnta 
Sania»  Se  iterfi  del  primo  Lìmo  de  Madrigali  della  Signora  mrbara  .  Le  vi- 
gilie C^iarefìinali.  Oratione)  e  componimenti  in  morte  di  Cofmo  Secondo  de 
Medu  .  Lettera  dell' Ir^rcflb  del  Cardinal  Comaro  *  8c  Elogio  d'Anna 
RenV.  Le  Opere  poi  laTciaRc  fcritte  fono  infinite  i  così  io  Rima  eoo»  in-> 
Profa.  "^    "^ 

Girolamo  IfearooìCaualìere schiaro  Scrittore  per  l'Opere  da  lai  mandate  inj 
luce>ehefono.  LaFu^itiua.  LofcherzodiFomuu.L'AmlmiooeCalpefta- 
a.  Gli  -Aborti  dell'  Occafìone .  Il  Camerotto .  L'OreftiUa  .  L'Amante  mal- 

'  trattato.  I complimenti  Amorofi.  Le  Mouclle  AmoroTc.  GliQc^ideglìAc- 
ademicìln«»niti. La  Penice.  La  Vita  di  Ferrante  pallauicinp .  I  TrafcOt- 
fi  Accademia .  La  Gondola  i  ere  Remi ,  II  Carroz»no  aUa  Moda  .  La 
Peota  fmarita  .  La  Fctifmena  .  Gli  Amorì  Tra^  .  I  ftxni  di  Pama- 
fo  .  Nuoua  fdelta  di  Sentenze* Motti* e  Barlc  d'Huomìni  Bluftri .  La  Sel- 
uadi  Varia  Lezione  .adontai  quella  del  MeGa.  Varie  Oflècuacionifoprale 
RelatioQi  VoiiieifilidcrBocccxoX'ElnadaEio  PoctìGo  Rifotmacoiaaitfciuto. 

'  lA 


6  PRIMO: 

l,c  9DeGc.L'Ancigcnidc.L*Ardcinia.Il  S^GiouiniiLll  Genio  dd  SccoloCorr» 
te ,  I  Concerti  PoIicici,e  Morali .  Le  Glorie  Pampbilie.  Gl'AUori  d'Eorotaj  i  e 
%.  parte .  L'Hiftoric  d'Italia  parte  prima.  L*Hiaorie d*Eutopa  indue  Vofami 
H  Segretario  di  Corte  *  DAmhafciarore .  La  Berenice .  L*AuQetiio  àdtAri^ 
la.  L*Auucn:o,  &  ilQuarcfiimledel  NafTe.  Il  trattato  ài  Paceftdie  CdroM 
Il  fuppIimcutoall'^HitìoriadUtalia  .La  SecoDda  corte  de  Racconti  Hiftoridi 
cbc  eoa:  iene  le  TutlH>leozejie  te  guerre  de  paefi  CKtramontani  •  Con  akre  Ope- 
re da.  ftamparfi .  '^ 

Ciò:  ItottiAa  Birago  Auo^arO).ha  fatto  it  Mercuria  Veridico  •Le  Tutbofciw  di 
Europa.  CHiftoria  di  Ponc^aHo^e  THiftoria  Africana  ^ 

Cio:BattiftaBcrtanp*  (oggetto  di  nome  nella  PoeftaiC nelle  bcUe  Lettere  hicfat* 
to  alle  ftampc  :  La  Querina  •  L'Amante appaflionato^ L'Aurillo incantato»  Fa- 
uola  Eroica ..  La  Ninfa  fpenfìerara>  &  i  Tormenti  amoroffFauoIe  Pa/2arali  . 
II  Morino  Araldo»,  FanoJaVtantima.  La  Genifalcmme  A^airata>Faoela  E- 
roicai.  La  Ghirlanda. de  Fiori.  Le  Falce  d'Imeneo.  II  Medoaco.  n  &ato 
Giordano.  IlVelo&cro..  Le  Germane  Trenifijt  e  l'Epiflolc  Anx^.  Con 
moke  altre  Opereda  ftamparfT ., 

CiorMaria  VantiW  bfciato  à  Viuenti  PinfrafcitteQpciette/lanipatc:Qiftoct,e 
Polluce  y  Pdefie  infkm&coLBonifaccio  •  Oracolo  per/a  Creadòoc  del  Prcnùx, 
di  Venctia>Antonio  Prièili  •  ^ 

lafci4  da  ftamparfi  :  Farfaglia  di  Lucano-  in*  Ottasa  Rima  ^  Mondo  Kuom  » 
Poema  Eroico  ..  Va  Volume  di  Rime  ^  AducrCaricgnnv  Poetìcoruin.  Libr.. 
cinque  •. 


L 

Cba 


Vlgi  EollihaP;.Vefcouadi  Bfeiruno>Prdato  moIta\ftnciatt&>*e  icwm^ 
1.^  j  '  ftampc>contOpere(cgucnti,doèr 

pafi;si^  pcnondefìèrendo  G£egpKCarmuiao»£ibriqnatoo| 

'  prasftaariffiniVìu..Ani 


^i^**j5*  *'*>'*^^»   **•*»■••*'  f< * ^#^*iiij|.v^/^>  \l  1  tT« lTl«|y\iT. 

denzaiue  gI*anniifuoigioucmli  fcrifle  t  Vi..^  -^^.^.«..^.^  w»^^.«^  »«w..».  ^ 
Catone  Vticenfe .. 

Leonardo  Qucrini  P.  ChiaciffimaPoetaihidàttofuoriir  vezridHErato  ^  La  Ga* 
Jena  de  Prencipi  Romani ..  Lei  DelittcdcUTIngegno  .  EtLibritrcdedlpiiriti 
della  Lingua  •. 

Liuio  SanutOKp;.Con  vn>  Difcorfadell^aìtcBtettQ  Bnmano.fii'iy  It  ^t^etUpm^r^  fai 

fatto  cpnofeeredi che  finezza  foflc  il  fua., 
Liuio  Lezze  P.  kct  diuerffCommentari) . 

Lauro.  Badoct  P;  Canonico;  Regolare  diSàaSalùatore^Mfcritta  molte:  coftiit 
verfo.. 

Luca  Ftancefco  Contafiim  P:  ancotr  giouinetta  per  faggiadètfuoiYiétuttfd  iK^ 
gnohi^dacco  fuori  vn^Roraanzo  intitolato  :  Il  Caflandro  • 

IconardoJVfocenigoP.  hidonacaaLMìBndaya Libro  intitolato  :  Philofep&usFe- 
tipatheacus..  ..         r 


n  A  T  A,-  r.:  ft!ifsrr« 


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ToLibi 
Marco  Ti 

bar^ 

dagrai 

ftaAm 

lodata 

gUfàpenneaòJk>rorictacd>pcr render aiùcariofaUfBa  Galerìa.  Upredetto 

adunqòe  Marco  tììoìTano ,  fcrirse  La  Vica  del  Doge  Fraacefco  ErÌszo>  con  fti- 

k  riedatOtfTOprio  della  fuz  erudita  pennate  degno  del  Soggetto  celebrato .  Le 

-  actkMuEròidiediLazaro  MocenigOiCaaalierefProcBratordiSaaMatco»  e 
Capitan  GeiJerale da  Mar.  Vn  Pan^ìrico  in  Lode  di  Lorenzo  Marcello  Ca- 
pitan Gonerale  da  Mar.  Vn  Panegirico  al  Doge  BettucciValier.  Le  pompe 
nmebrìà  Nobili  Venetìimorti  nella  prefcnce  guerra  contro  il  Torco . 

MKhJelIiofcarìraP.aIpixfenteAuosaaor  di  ComuniComporeiexedtònelI'Ac- 

•  cademìadegGlnci^ti:  AIcuneNouelleAmorofe. 

MarcAntonioMoreGiu  P.  ftodiofìffimoi  evimiolìffinM  Signore;  Con  la  Decìi- 
«Mtìontfcompolbtda  Imperla  Morte  di  Catone  Vcicenfe  fi  i  fatto  conofcere 
per  lectecaco  di  Prima  Clade . 

Marc'Antonio  Romiti  lurìfconTultO)  e  omfttiffimo  nelle  belle  Lettere  tlaTciò  co- 
me parti  del  fuo  fecondo  ingegno:  VefHbulumThemidfs Templi ifeu  lumen 
pr^cedens  ad  L^um  (India.  Colle&a  ex  Hiftoricis  PhìIofophiSiOratoribus  >  Se 
POetìs,qu£  ad  iBrifprudcntiam  percin<nt,  &  in  vnum  congefta)&  digefta.  Car- 
miaum  Libri  duo .  Elogia,  Infcriptiò[lR>6££pitaphia.  Stemmata  nonnulla- 

-  Ttmbck  antiqefs]£amili  js  Romanis.  Dialogo  tra  la  Naturate  la  Fede  Chtiftiana; 
MccÌitatioQefoprarOrationeDominica&.  Meditatione  fopra  il  Salmo  i  De 

-  PtofiiDds  Clamanì .  La  Vita  di  Martino  Sandelli ,  Piouai»  di  San  Martino 
diPadoua. 

H  Conte  Maie^oo  Bifaccionì ,  rno  de  Famolì  Hiftorìci  di  quello  Secuo  *  arricchì 
il  Mondo  di  molte  fue  opere»  che  fono:  L'Albctgoprina>eSecondaparte.  U 
Demetrio.  Le  Memorie  Hilloridic.  LcNoQcIlieAmorofe.  IfendCiuilitLa 
Partent{ra.  L'Aicime .  La  Seconda  parte  dell'  Ifiìgene .  Hìftoria  delle  nierre  dì 
Germania  dalla  pace  di  Lubecca»  i  quella  di  Munfter .  Le  guerre  Cìuili  di  ()ue. 
fti  vltimi  tempi .  Vite*  e  fotti  di  Cinque  Imperatori  vltimi .  Lo  fcrincr  in  tife- 
rà. Commentari)  delle  guerre  di  Germania  in  quatro  parti.  Conaltte  c^re 
lafciaite  in  ifcritto . 

Maria  dall'Angelo  Auuocato  digrido  .Dottorato  neUe  L^ìie  verfatiflimo  in.. 
.  tutte  le  Scienze  hi  ftampato.- Le  Glorie  del  Niente  .  L'Iffigene  del  VefcoiiO 
di  Belley>  tradotta  dal  Francefeinel  Linguag^o  Tofcano .  Ha  poi  da  [lampa- 
re: Vn  Volume  di  Oratìoni.  Vrfaltto  m  Difcorfi.  Tre  Volumi  di  Mate- 
rie. Legali  >  intitolate  :  Lucubrationum  Mearum  Forcnlìum  >  Se  Accado- 
micarum . 

Marco  Bofchini  valotoCffimo  intagliatore  in  Rameosi  i  AcquaFcrceiCome 

;inco 


anco  dBollii».difcgDatoc  di  pena,  e8«rittorea«taifiitìfc^;^i« 
Venetiant.neUaqSShi  formato:  UCart^dNitt^  Diato- 

» ,  dooe  dimoflraVeccdkox*  lU  qucUy^Cd^  I  »*^^ 

gchi>cMDe  Moderni,  e  defctiue  le  pili  ÉmwfcGalctie»e  fpeoataiwSfJiif 
5fcowa3£fig|ire«Raineiiit*|lÌated»bidAc^  forw.  LaReggiaTB^ 

tSrdeiDdd&tiooeddlootuofo  PaaaxiodelScremffiino  di^ManBo»  i 
Madcmo .  Veneriaafflitu  per  la  morte  «WPrawMAtaacngoGe^^ 
le  Genti  mahdate  infoccorfodctRegnodi€:aoda  dalia  Cotona  di  Frappa^. 
Fnnerale  fotte  dalla  pittura  Veoetiana  in  morte  di  Alfonfo  Qe^tco  Dna  dì 
Modena.  Et l»ra continua U Seconda PattdeUa Cam ddNaii«ro^ 
lata  Tartana,  per  le  quaU  opere  ne  riportò  in  dono  il  Mefe  di  Aeoftodcff  anoo 
i«i.trc  CoHaoed'Ofo.Tnadairimperatore  viuence.  altradatf  Àrekto»  ^ 
ftrk>elaTerzadaAIfon(oIV.DaadiModena*conaltnr^didiTajoce.  Hi 
fatto  ancora  »n  Ubro  di  <fex  più  peza  in  Rame  all\Aoqual&tt.  inw^ 
ReenodiCandia.  Vn  altro  con  aioctaMi  Ramimtitolatt>rArcip«WWidi- 
chttrationidi  tutte  queJWfok.at  atei  luoghi..  EtipwRamp^yBaéefcn^ 
rione  di  tutte  le  Pim«  publidK  di  VeiKtia ,  «on  Titnto  di  Mioitt*  ddh 

Pittura.  _ 


e  con^tendiofo  tacoontoddlaYiita  owa- 
Canfe  mnraTìfflwwft  ^^'^^amm  .ti«peai>» 


ium>&  Regnorom  IkAindi . 
Da  imprìracriì  poi»  ?i  fono  molt'altre  Opet^  maggi 


N 


N 

olaBereganiP.Caualicrct  OrtcortyC  Poeta  cdebrct  dottato  di  l«tt» 
Srecfac»e  Ladne^diede  alla  Luce  ne  più  Tcrdi  annit varie  coaiipofieioaii  ao^ 
to  io  Rima»  qnaoto  in  Pro(a»  cioè  :  Moki  Epigranuni  Grechi»  e  Latioi  •  Vn  O* 
ratione  Latina»intitoIata  Literarum  inaniras»  recitata  publicamcotc  nd  tutto- 
fo Tempiodi  S.  Giorgio  Maggiore!  la  quale  meritò  d^efler  lodata  con  la  topo- 
fta,  che  pur  fi  vede  alla  ftampa  dell*  Abbate  Bendandi  Monaco  CaÌiÌMfife»e 

Eblico  Lettore  della  Sacra  Scrittura  nel  Liceo  di  Padoua .  Vrf  atea  Oratio* 
tina  col  TitoiojÉPEncomiafticon  P; an  •  formata  ne  Funerali  del  (empre  ^ 
riofo  Capitan  Gencrale»Lorenzo  Marcello.  Vna  Canzone»  intitolata  :  La  Pace 
perliRc^'j  Himcnci della MaeftddiLuigiRèdi Francia, e  Anna  Tereialn- 
tanta  di  Spagna  •  L'Annibale  in  Cappa ,  Tragedia  di  lieto  fine  :  &  hoia  fla  po- 
nendo all'ordine  altre  opere  di  maggior  ftudio>e  dìù  fruttuoTe  al  Mondo  • 
licoiò  CraflbiDottore  in  Filofiofia  >  è  neHe  L^gi  > nuomo  famofo  per  la  vaikti 
dell*eruditionc,c  per  TOpere  da  lui  compoftc;  che  fono.  Tre  Canzoni  in  maw- 
ria  di  Staro  •  Elogia  Patriciorum  Venetorum  «  II  Trofeo  amorofo  •  Il  fina* 
lacro  della  Bellezza ,  e  Elpidio  Confòlato.  Vita  Andre»  Mauroceni.  Note 
ad  bnottium  »  &  Contarenum  de  Repuhlica  Veneta  cum  Libro  finguburi  de 
forma  eiufdcm  Reipubltcr.  Satira  Menippea  >  Nefcimus  quid  vefter  leius 
?chat .  Canzoniere  di  cuor  pentito  i  Dio  #  ad  imicatione  de  tette  Salmi  pc» 

ttntia- 


CATALOGO. 

i       tebti«lJ.Varìe  Canzoni  al  Rd  dlngtiikerratal  Signor  Franoefco  Vkrobdc  àlCi; 
I        nalier  Tinelli .  Hi  poi  ferino  De  Re  Tefiamentaria  Lib.  6.  de  Re  Politict  Vbà 

i         »4.L*: 

d'Andrea  Cootarini  Doge  contro  i 


o 

Or£iito~GiuftiBÌ;u)0  P.Leggiadro  Poeta»  compofe  L 


P Tetro  Emo  Vefcouo  di  Crema  P.  compofe ,  e  recitò  in  Piacenza ,  alla  prefenzt 
di  molti  Cardinali>e  Prelati>  ?n  Elegante  Gradone  in  Lode  del  Beato  Andrea 
Anellino  Theatino  • 

Paolo  Morofini  P.  Senatore  Amplif&nuM  di  gran  Dottrinai  fcrifle  THiftorìa  Vt^ 
.oetai  D^Ori^ne  della  CìttipTuio  alTanno  1485. 

Fieero  Mtchiele  P.Poeta  f|>intoiOie  vtuace»hi  faìtto  con  feNce  penna  :  La  Prima  t 
e  Seconda  part^  delle  Rime.  L'Arte  de  gl'Anìanti.  La  Benda  di  Cupido  JiFfeui* 
to«  Il  Polifemo.  Il  Difpaccio  di  Venerei  Epiftole  Eroicfaej&  Amoiofè.  Le  Pro- 
fé  •  Con  altre  opere  dapuUicarfi  • 

Pietro  Maria  Contarini  P.  Compofe  :  II  Corfo  di  guerra.  Vn  Compendio  di  Re-^ 
publica . 

Pietro  Diedo  P.  preftantiffimo  Senatore  $  chiaro  per  molte  Legationi  foftenute 
con  la  fua  prudenKa»  &  intelligenza  con  Decoro  della  RepubGca  fcrifle  dottai 
mente  fopra  l'Anima  d' Ariftotele . 

Pietro  Angelo  Zeno  P.  Famofo  Oratore»  di  nobiliffimo  fpirito  hd  ftampato  al 
prefcnte  vna  raccolta  de  Scrittori  Nobili  Patritij  di  Venetia  >  in  vn  Libro  inti- 
tolato :  Memoria  De  Saittori  Veneti  Patriti jiEccle(iaftici>&  Secolari»  &c.  Dal 
cui  fecondo  mgegno^vlciranoo  altre  Opere  di  grand'Eruditione  • 

Pietro  Fofcarini  P.  hd  formato  di  (uà  inuentione  :  L'Albore  de  Sommi  Pontefici  9 
con  l'effigie  al  Natuiale  «di  efli  »  e  fuoi  Nomi»  economi»  e  Patrie.  Principiando 
da  Vrbano  VL  creato  l'anno  1 378.  (ino  a  Paolo  V.  del  idi  8.  Con  tutti  li  no- 
tni>cognomiiPatrie>TitoIi>e  Morti»oItre  d'effi  Pontefici»delli  Cardinali  ancora. 

Pietro  Zancarolo  P.  di  eleuato  ingegno>tut  datto  fuori  vn  Idilio»indtolato:Il  Tro- 
feo d'Amore . 

Pietro  Angelo  zaguri  P.  con  rOpere  da  lui  compofte»che  fono  :  Vn  Panegirico  al 
nome  gtoriofo  di  Lazaro  Mocenigo  Caualiere»  e  Procurator  di  San  Marco»0(- 
pitan  General  da  Man  La  Maflelina.  Le  Gelofie  Politiche>&  amorofe.  GFauue- 
nimenci  d'OrindaJul  datto  faggio  d*  vna  foprafina  intelligenxa  • 


RAffaele  Rina  P.  Frate  Dominicano  Gran  Filofofo»  Theoloa:>,&  predicatore  » 
e  poi  Creato  Vefcouo  di  Chio^gia»  lafdò  al  Mondo^in  tdUmonio  della  fua 
Virtù:  De  Ente  »  8c  Hfcntia  In  pnmam  «  &  fccundam  Partem  Diui  Thomas  in* 
terprétatio. 

g  Simo- 


V 


IO  PRIMO 

S 


SIfiiofie  Negri  Conce  del  Saao Palazzo  Apo(tolico»&  Cittadino  ì^^cùeth^ 
hdl*haiinoitft4.<ompo(h>:ll(acceflbdc]]e  Borarchetranqojllkte^dcdicatc 
al  Cardinale  Alderamo  Cibòyallliora  Legato  di  Ferrara»  con  vn  nlMto  del- 
la via  del  Padre  Mario  da  VenetiaCappucioo  nellVItimo  libro  do^foe  Pre- 
diche iDcBcDotnenice  dopò  le  Pentecofte;&hora  vafcrìuendo:  La  Valtel- 
lina Anticaie  Moderna»  con  !  i  fuoi  Huomini»  e  Famklie  riguardeooli  • 
SteiEuioTagliapietraP.  dell' Ordine  de  Predicatori  >  nkcompoftodàiafe  Oia- 

rioni  a  Tuoi  Prelati  • 
Sebaftiano  Qocrini  P«  fonnò  m  belliflinio  Idilio>inticolato  :  La  bella  Pddunce  • 

V 

Ventura  CanaOi  P.  Dottor  di  I^j^*8c  Póeta»comp(^e  la  GraoM  I>oetki I 
Vettore  Contarìm  9,  compofenella  fMgioaentà .  Le  pdnucie  Accadành 
che. 

Vicenzo  PiOtni  P*  perfpiraa'ffifno  AftcologQ«  bfdd  ?fl  doccidiino  tatauo  d*A- 
ftrolpgia. 


fine  del  Primo  dialogo . 


Nrj.ikf 


H- 


II 
SECONDO 


CATALOGNO 

DE  1  DOTTORI. 

Che  fono  nel  Clero  di  Venctia  • 


ANdret  Cadenuzo  Arciprete  della  Cathedraledi  CafteUò  >  Dottore  nella  Sm^ 
era  Theologia>huoino  di  gran  bontidi  viu . 

AiuoiuoBortolcttiCappeUaiK>'inS..ProcdoI>ottorein  VVI.hiiotno  molto 

Gentile>e  di  (lima  . 
Agoftino  Berreri  Prete  in  sXalIano  Dòttorenerehumane>e  Dia.'ne  Leggi^appfi* 

caro  al  Foro  EccIe(iaftico).di  natuta  molta  af&bi'e.. 
Antonio  Zarabin  Prete  in  S.Martuola  Dottore  in  VJ*  applicato  al  ForaEccleiia* 

(liccbgiouane  di  molta  alpettatione  » 
ilntonio  Fadini  Prete  in  s^x rouafo  Dottore  ia  V  J.  che  accompagpa  il  nome  con 

la  Dottrina  ^ 
Antonio  Franchi  Prete  in  S«Ai^eIo>Do:tore  in  V  J«^giouane  fludiofiflimavv 
Antonio  dal  Brazzo  Dottore  in  V.L  prete  in  $.Giuliano»aUa  cui  virtùsVcoppia- 

DO  altrcdegne  qualitadi  ^ 

B 

BArtolameo  Giera  Dottore  ncir  vna  >  e  T  Altra  Legge»  gran  Canonica  aT  pre- 
icnte  Piouano  in  s»Bartolameo>e  Vicario  Generale  di  Gio:Francefco  More^ 
(ini  Patriarca  di  Venetiatfiog^cttochfariffimo  perla  Dottrinai  r^joardcbo^ 
le>per  altre  f uè  NobiliffinK  Conditioni  • 
Beniarac  Rota  Dottore  in  V.Lal  prefente  Piouano  di  s^GiiiIianoie  Canonico  del* 
la  Kcg^  Cappella  di  S.Marco>rogtttto  Aimatiflimo  perii  Tuo  fapere  applica- 
to molti  annifmo  a}  ForoEcelenattko»  eckeleflepublicatnen€e»come  Cano- 
nìcaTheoIbgale»  eh*  egUeraalllioradelUCathedrale  di  Gattello  i  La  Morale 
fottaal  Car&iale  Federico  Corparo  Patriarca  ài  Venetia ..  > 

Bartolameo  Ai^aran  Dottore  in  S.Theologia»  PiouanodxSrEafilio>huomoin» 

teodcntiiSmo  al  quale  vengono  delegate  molte  Caufe  «* 
Bernardin  FontanaiUottoremVJ.  Diacono  Titot^o  ili  S.  Agoftino  ^ 
Bartolameo  Polieri  Dottore  in  Filofofìa»  DiaconoTitolataiivS*Pancalieone>  fog-^ 
getto  ftudioGifimo>e  inteodentiffimo  d'iDgnircienza  • 

BoDaucDOira  Chiefaj  Dottore  in  VA.  prete  dclltChiefa  dell'Angelo  Ra&elo  ^ 

* 


la  SECONDO 

D 

Domenico  Partenio»  Dottore  iaV.I.  Diacono  Tifato  inS.MÉitiiio*cele6cr 
fi^fefrore^ecpaapofitore  ancondi  Mdìca .  ■ 

FRancerco lazaroni > Dottore  in vtroque IiiretPiouano di SJ^ngelo > mila fìxx 
gioaentiì>$'applicè  al  Foro  EcclcfiaftKO .  Fir  Vicario  Generale  di  Marco  Zc- 
00  Vefcouo  di  Torcetto  •  Come  Canonico  Theolo^Ic  della  Catedìrale  di  Ca- 
ftellO)  lefle  publicamente  la  morale  fotto  i  Gfoaanni  Tiepolo  Patriarca»  e  fotto 
Federico  Comaro  Cardinale»  e  Patriarca  dì  Venetii»  deU]uale  fu  anco  Vicario 
Generalcicome  (à  anco  per  qualche  tempo  del  viuentc  Patriarca  Gio:  Francc- 
ko  Morofini:  Mi  attrattole  tormentato  aalia  Gota»  refta  obligato  al  Lecro»  al- 
la Camera»alla  fes;gia.  Dalle  Ctariche^ttenutejc  {oftenute  da  lui  con  ammira- 
tione  di  ogn*vno>u  può  comprendere  la  fna  virtù»8c  il  fuo  valore . 

Francefco  Speranza ,  Dottare  HiFilofofia  •  Secondo  Prete  Titolato  in  Santa  Sóf- 
fìa:Et  al  prefente  Vicario  Generale  di  Nfarc'  Antonio  Martinengo  Vdcooo  di 
TorceUOfOmatiifimO'dj  belle  Lettere  >  e  ftudiofiflkno  de//'  me ,  cI*sUtre  I^ggi  ; 
che  però  i  fuoi  Giuditij  fono  molto  ftimati  • 

Fiancefco  GiulianiiDottore  in  V.LCanonìco  della  Reggia  Cappella  di  S.  Marcot 
eMaeftro  di  Coro  >  e  delleCerimonie  di  efla  Sacra  Reggia  •  Applicato  al  Foro 
Ejcclefiaftico  •  Soggettodi  profonda  intelligenza >  e  facondo  Oratocc  >  e  per  do 
filmato  vniuerfalmente  da  tutti  • 

Francefco  Tomafucci  Secondo  Prete  Titolato  della  Ntaddatena  f  Dottor  in  Sacni 
Theologia>adoperato  per  Ja  fua  Dottrina>e  integriti  de  coftumi  da  GkxFran- 
cefcaMorofini  Patriarca  di  VenetiaifpedalméteneUe  Cófeifioni  di  Monacbe  ^ 

Francefco  Francefchidella  ChteCa  di  S.  Paolo>  Dottoce  in  V.L  che  accompsgi»  fl 
grado  del  Dottorato  con  la  fcienza . 

Francefco  Go/ettixJella  Chi^fadtS*  MariaFocmofa,Dottore  iaS.T.&  in  V.1.^ 


^'NAfparo  Lonigo  Piouano  di  9.  Giouanni  Decollato»  Viearìo  defla  Chiefa  Du^ 
VJ  cale  di  S.  MarcoiDottore  d'Ambe  le  Leggi*»  Auditore  del  pallido  Patriarot 
di  AqoileiaGradenigo» e  del  viuenteanGoca  Giouanni  Delfino»  &  eletto  gii 
molto  tempo  dalla  l^publica  per  Confiiltor  diStato  nelle  materie  £egaU.(^ 
fio  fog^tto  è  cofi  m>to  per  sK^ttpina»  per  valore»  per  prudenza»e  per  altre  am- 
mirabili fuecondìtiooi»che  il  parlarne  d'auuantaggio»  farebbe  vnfcemar  il  ino 
meì^to^. 
Gio:  Ba^tifta  de  Fabris  >  Dottóre  in^*  Theologia  »  Piouano  di  S,  Luca»  e  Vicario 
.  di.Giò:£rancefco  Morofini  Patriarca  di  Venetiaper  le  Monache»  eCanonko 
della  Cathedrale  di  Cafieliohuomo&mofo  nelle  Lettera»  e  di  prodenaasc  Va- 
lore non.  ordinario  • 
Gio:FraAcefco  Montanari  Dottore-in^V^  L  efercitò  per  vi^  tempo  il  Foro  Ecck^ 
~  fiaftico  »  che  conofciuto  H  bìo  valore  da  Gio:  Francefco  Motofin>  Patriarca  di 
Venctia  »  fiipoi  da  eflb  eletto  Cancelliere  Patriarcakfielia  qual  Carica^  etimo- 
ftta  fcmpre  più  la  finca«  delfuo  ing^no  >^  la  peritia  nelle  fciensc  •  Fiì  anca- 

taccear 


CATALDO  O.  fj 

neretto  Cappellano  Curato  di  S.Scu^roidigQÌul»  che  vd  del  pari  eoa  quella 

dePioHaiu\ 

GkHiaoni  GioealU  »  Dottore  in  S.TheoIogìa»  profeiTore  dì  Belle  Le(tere>hi  fem^ 

pie daetoaluffimi faggi dil>ottritta9emfoon€ddicoihiaìi.    - 

Cafpare  Guzcacdi  Scpottdo  Prece  Titolato  in  S.  Banolamco  i  &  Arciprete  della 
veneramiaCon  '       «.---    •  ^         r^ '^^^^^^.i^.^^r  .    ^ 

rende  amabile  ] 
Giouanni  Palazzi 

publico  di  Legge  in  Venetia  >  roggecto»i>enche  giouane  »  di  gran  dima»  per  cC- 

ler  diuemico  perfetto  Maeftro  in  etd  di  Difcepolo  • 
Gio:Battifta  Broli  Secondo  prete  Titolato  in  SrFofca  Dottore  in  V.  L  huomo  di 

grah4ottrinafedi  commeadabili  cofhimi  • 
Gio:  Battifta  vradimare>Dottore  in  S.  Theologta  Cappellano  in  s.  Protioloimof^ 

to  riueiito  per  la  Dottrinale  per  la  foaniti  de  coftumi  • 
Gioiianni  Gaiparini»della  Cbiefa  dis.Gio:  Crifofiomo  Dottore  in  Ambe  te  Leg- 

gifinfigne  Auuoeato  Ecclefiaftico>e  che  accoppiate  alle  fcienxe  migliori»  le  vir« 

tii  pili  nobili  fi  è  meritato  tutti  gl'applanfiie  tutte  le  iodi  dell'vniuerrale  • 
Giouanni  Meri  Dottore  in  V.L  Diacono  Titolato  in  S.  Lio  foggetto  riróiofiffi* 

mpyeftadiofo^ 
Gia?Bafrifta  Larari  di  S^Maria  Formota>Dottor  in  V,  I,  commendato  per  ritta'» 

e  per  bell'Ingegno  • 
Gio.* Antonio  Zampelli  ^s^Pantateone»  Dottore  in  V.Lmolto  dedito  al  Audio . 
Ciò:  Battifta  Bortoietti  di  Chiefa  di  S.GioKjrifoftomoi  Dottore  in  Filofoiiaigio* 

nane  di  età;  mi  di  matura  fcienza  « 
Giacoppo  Gazina  >  Dottore  in  V.  I.  deMa  Chiefa  di  S.  Giouanni  di  Rialto  »  tutto 

applicato  al  ftudio>  &  alla  perfetrione  della  vita  • 
Giouanni  Berlendts  della  Cluefa  di  s.Giacoppo  dall'  Orio  Dottore  in  L  V,  Gio- 
uane di  gran  ftudio^  che  fi  va  incaminando  al  Foro  Ecclefiaftico  « 

L 

T  Vigi  ZaneiPiouabo  di  S^Marìa  Nona.  Dottore  nell*yna>'e  Faltra  L^ce.  Il  pri- 
JL/  mo  Auuoeato  del  Foro  Ecclefiaftico  s  e  Fifcale  di  Gio:  Francefco  Morcfiiù 
Patriarca  di  Venetia»huomo  fegnalatiflimoie  di  chiaro  grido  • 

M 

MArchiò  BampOfPiouano  deUa  Maddalena  Dottore  in  V.L  accerrimo  d%n» 
Tore  del  gtttfto. 
Marc' Antonio  Scolari  Diacono  Titolato  in  S.  TemiUi  Dottore  in  V.  L  di  eteuat-» 

to  it^egno  • 
Maffio  Maffiotti  Titolato  in  S.  Benedetto  >  Dottore  in  Filofofiase  Lettorpubtìco 
in  Venetta»giouane  di  eti  j  mi  di  marauigliof a  eniditione  • 

N 

Nicolò  Ferro»Piouanodf  S.Giouantii  di  Rialto.  Dottore  in  Sacra Theol^ia  in 
cui  la  Dottrma  è  accompagnata  da  vna  cflemplariti  di  vita  molto  riguar- 
denole. 

g   3       Otta- 


f4  SECONDO 

OTtmio  Compiti  Diacono  io  S.Gìoiiaom  di  RiakotDortore  mÌ.Tbeohgfi  * 
Se  in  V.  Lfoggettò  nel  quale  ccMiifpoDdoooi  gcadidel  DoctontOiCOQ  k 
Doctrìne>&  emdidooi  ; 


SAntoAmigazzi  Diacono  Titolato  in  &  PóloDoccorin  V.Ldiperfpicace  ki« 
cellecot 
Simone  Donati  Acolito  in  S.  Bartolameo  Dottore oeBe  L^gi^  Aonocato  Bcde- 

*fiaftiasgiouaiìeimi  di  graocfafpettation^ 
Sebaftiaoo  PagiaroiSuddiacooo  in  &  Barnaba*  Dottor  in  VX  gioiimeaxfrieflb  ; 
in  inaaierajche  la  TÌrtibc  la  Dottrina  (opera  rEti  • 

V 

VAlentc  GandoIfo»Cannonico  di  S.  Marco.  Dottore  oclk  Leg^Coggetto  Let» 
teratiffimo»  che  è  in  orando»e  fcriuendo>  otteooe  fempre  Fapplaofo  di  fiorì- 
tiflimo  Ingegno. 
Oltre  alli  prolecti  Dottorìt  vi  fono  in  eflb  Qero  altriPkpiiami  8c  akriTitolati>n« 

gu^^eix^  per  DottrinaK:lK  fé  bene  non  hanno  dìiefto  U  laurea  d^^ 
toyli  vengono  però  tributati  gl'applaufi  conc  Dotti  • 


Fine  del  Stcondo  Catalogo  2 


TER- 


TERZO 


CATALOGO 


DE  1  M 


Che  fono  i n  VenttU,  Dottorati  in  Filorofis  ;  Ù  Meidicitu.» 
così  quelli , che  hanno  ottenuto  luogoiid  Collegio    ; 
qui  della  Città ,  come  quelli ,  che  lonp  fuori  di    ,   • 
detto  Collegio,  quali  tutti  hanno  Scolta    . 

per  Decreto  del  Senato  di  poter 

Medicare .  \ 


j  > 


DeiCélUgU  Adunque  fono  grinfrdfirini. 
A  '  D 

AGoftin  Martini  Domenico  Fabrk  ^f^ificojC  Cirugico  • 
Antonio  Serntd 
Antonio  Bianco        .r  v-«    À  E  •    ^ 

Antonio  Dics  . 

Antonio  Laurcgto      .  Euftadùo  Riidio  • 
Antonio  Molinetto»  Lettor  di  Padoua  $ 

Fifico»e  Cirugico  p 

Ar  noldo  BlancKenbach  di  Colonia  A- 

grippina.  VT  T7  Abbio  Mazzdcni  :  ^ 

T^  .      V  )  r  FlorioBemardo 

^     .  Franccfco  Bertoldo 

Hén^orAnCiMe      •  Francefco  Bracchi    . 

■  -,  Franccfco  Ognibcn 

^  RancèfooTeodoio 

CArlo  Hyarca  Lettor  PnWfco  •*.  Francefco  Cima ,  che  Panno  lep.i 

MedicmàiiiVcnÉthi            v>  Sindico  de  ScohBineH'Vmucrfititi 

CecilioFoUCanalicr  Protomedico  del  Padoaa. 

MagiftratodeltoSanitJbFificojcCi^  Fraoccfc« ComoWo . 
rugico. 

Carlo  Franzogia.  ;  q. 


16 


T     E     R     2     d 


Marc'Antonio  ^'^^tlitttf 
Marcio.LeodK 


^ricolò  Alberico 


Glrolatto  Moratini 
Girolamo  Rota 
Girolamo  Barl^ato 
Girolamo  Frizimelega 

Ciò:  Antonio  RiccoboniFificOstC  Cuu- 

gico. 
Gio:Battifta  Angarana 
GJorFrancefco  l^naldo^ 
G  jo.'Francerco  Griftxù 
Gio:Iacopo  Griffoni  •. 
Gioicppc  Carminaci 
Giofcppc  Tono 
GioTeppe  Marcobnmi 
Giofeppe  Trioellino 
Giulio  Maluicino.  Fifico^e  Cinigko 
Giulio  Rina  FUico>  e  Cinigjco  » 

L 

LOrenso  Squadroa 
Lorenzo  Braga 
Liuio  Centi 
Lodouico  Conti  ciecco 
Uiigi  Bufti  dalla  Vedoua  . 

M 

\# Arco AnfoifioiFifico^e Cirugico;    Hbcrio Zuccate^ 

(^ucBijcbe  non  fooo  deTCoU^ 


N 


Nicolò  Cadono  I 
Nicolò  pocobcllo. 

P 

DAfqtlalino-GioiiaocDi 
J;   Paolo  Brau» 

KctroCaffi^FificoieCmigìco  ; 
Fiaro  Caimo .. 

Pietro  Giudo 

Pietro  Maria  Tofio,Fifico*c  Gnigtc^; 

Pietro  Muifirella. 

R 

RAimondo  Cùmfone  ,  JLettot^  Pà^ 
mano  in  Padoua 
RambaldoRio. 

s 

SEbaftiano  Torrcfino 
!  Ste&no Cerchiarla 

T 


A 

Ale^&odBoTriefte 
Andrea  Fafuol» 
«      Antonio  Gahuux>> 
A  ntonio  Mauritio 
'^n&iifioBaidiflèia 

B 

'on^aenciita  Fenati  QUttlìe 
Cirutgo^ 

c 

ChHAofocoAUiertiai» 


D 

fxArìoVarottari 
xJ  Demetrio  Ckalla 
Domenico  de  Roffl. 


Praocefca  Madttìtto  ; 

G 

^  Afpaio  RiaoBardi 
VJ4Gaudentk>  Bmnacci^ 
GioréioComaro 


Gioigio  Scrollo 


Cira^ 


e  A  T  A 

Girolamo  Bodrone 
Girolamo  Colle 
Gimlamo  Molina 
Girofamo IVIcìcffiori  /'^ 
Gio:  Francefco  Camefodno 
Gìor  Battifta  Cappi    ' 
GJa*Battifta  Manni 
Gio:Batcifta  Rampi 
Gio:  Domenico  Ferro 
Gio:Domenico  Mare(i6 
Gio:Domenico  Tefio 
Giouanni  Perillo 
Gio:  Martino  Mazzolenì 
Oio:Morcfini 
GioiPaok)  Cappello 
Giouanni  Ricaus 
Giofeppe  Locatello 
GiolioBramerìo. 

H 

Henrico  Palladio  • 

I 

TAcopo  Cherubini 
J>  Iacopo  Fabricio 
Iacopo  Lofchi 
Iacopo  Padoani 


LOGO. 


t? 


M 

MIchicI'Angelo  Muflato 
Michicl' Angelo  Salaitione* 
Michiel  Bernardo  Caualicr 
Michicl  Giouanni  • 

N 

Nicolò  sfacchioto 
Nicolò  Zaffio . 


R 


a 

Occo  Piacentino 


s 


Teffano  CufToni  • 


'T'Roilo  Lancetta  ^ 

V 

Snaldo  Rofa  • 


V 


Luca  Vernerò. 


fine  del  Tct2o  Catalogo . 


QVAR. 


tS 


i       ir       .J 

Q    V    A    R    T    O 


CATALOGO 

DE  GLI   AVVOCATI 

Dd  Forò  di  Vcnctta  àdmeffi  dal  Magiftraeo  de  i 
Conr^iiutori»  U  Efiecucori  delle  Leggi . 


A 

ANdrcaRcffa 
Andrea  Garzoni.. 
Andrea  Varotti 
Andrea  Vendranwi 
Andfca  Redetci 
Andrea  q.  Andrea  di  Cipro 
Andrea  Erizza 
Andrea  Bortolazzi 
Antonio  Liarca 
Antonio  Fideli 
Antonio  Follo- 
Antonio  Gominzuol 
Antonio  Maria  Marche^ 
Angelo  Bianchi 
ABgeb  Aureli 
Angelo  Nane 
Angelo  Crucis 
Angelo  Bon 
Angelo  Calzauara 
Agoftin  Manolefla 
Agoftin  Zoi>. 
AÌeilandro  Marchefi 
AlefTandro  Artico 
Alefiàndro  Tbiene 
AleffioThiera 
Ambrofo  Sellata 


R 


l>Emardo  GaUiaJ 
1>I 


Bernardin  Calcane!^ 
Bernardin  Roueta 
Bernardin  Btufeti 
Bartolameo  Facbioellr 
Bartelamco  Boi^/aJeoi 
Barro  latneoZoia 
Bartolameo  Toaldo  • 

c 

CArlo  Delai  Canalier 
Carlo  Benzon 
Carlo  Imperiali 
Carlo  Eugenica 
Carlo  MazarolU 
CarlojN^ri 
Carlo  Ronio 
Camillo  Barbaram 
Chriftofbro  Priulf 
Cefare  Siluani 
CoftantinXenachi. 

I^Pmenieo  Giordan 
JL/  Domenico  Moretti 
Domenica  Girolda 
Domenico  Campioni 
Domenico  Landò 
DooàTofeti. 


Bemai:doBemardì9> 


e  A  T 


19 


Ecidio  paoMaiai 
Emilio  GhìtanUm. 


F  Elice  Grandi 
FrancefcoSantotinì 
Francerco  Catmo 
Franccfco  Vincenti 
FraocefcoZoncha 
FrancefcoContariaJ 
Francefco  Guazzo 
Franccfco  Benedetti 
Francefco  Butironi 
FranceftnZoia 
Francefco  Azzo 
Francefco  Roca 
Francefco  Ceroni 
Francefco  Manzoni 
Francefco  Calcancis  ' 
Francefco  Moretti 
Francefco  Giordaa 
Francefco  Ciceri . 

G 

GAfparoPiazzoni 
Giouanni  Bianco 
Giouamiì  Benedetti 
Giouanoi  Scarpa 
Giouanni  Campi 
Giouanni  Guidotto 
Giouanni  Nicolofi 
Giouanni  Nanti 
Giouanni  Negri 
Giouanni  Molinctto 
Giouanni  Vincenti  .  '  , 
Giouanni  Vicco 
Gio:  Antonir  Scarpa 
Gio:  Andrea  Ltcini 
Gio:  Andrea  Meandi 
GioiAntonio  Pcfenti 
Gìo-Battifta  Cefana 
Gio:Batti[la  RolH 
Gio^BattiUa  Gcntilini 
Cio:  BattJfta  Policrcto 
G:o:BattiU»OgmScQ 


GÌo:Francefco  ^^tce  Ilo 
G)o.-Francefco  Lio 
Gio-'Francefco  Cappello 
Gto.-GiroIarao  Vincenti 
Gio:MarÌ3  BertoIU 
Gio:Marìa  M^ia 
Gio:  Paolo  Naue 
Gio:Mattio  <la  Cand 
Giorgio  Chrìftomolo 
Giorgio  Mandrìcardi 
Gì<H^Cochino 
GiulìanMinoffi 
Giofeppe  TirondeUo 
GiofeppeGhedini 
Giofeppe  Brutti. 
Giofeppe  Grauife 
Giofeppe  Carminati 
Giofeppe  Co0ali 
Girolamo  Mazaroli 
Girolamo  Pauluci 
Gregorio  Lauezari. 

H 

HeoricoConier 

I 
TAcopoIacomettì 
J.  Iacopo  Calichii^Ii 
Iacopo  Moro 
Iacopo  Naue 
Iacopo  Gregoris 
Iacopo  Angeli.    ~ 

JL 
lucaLucadeUo. 


20 


M 

MAriQ  diir  Atig;ck> 
MarmQaenni 
Mario  Suliaum 
Manco  Fauftioi 
Marco  Grandi 
Marc*AQtook>  Donini 
Marc'Antoiiio  Lanzcttà 
Marc'Aatooio  Gomiani 
Martin  Imberci 
MatcìoMaraiiooi* 

N 

Nicolò  Eugenico 
NicolòTebakli 
Nicolò  Minatto 
NkolòSoliman 
Nicolò  Beltrame . 

P 

PAfqual  Reggia 
Pafqual  Balarin 
Paulo  Cremona 
Paulo  Cataneo 
Paolo  Santonini 
Pellegrìn  Carara 
Pietro  Gradcnigo 
Pietro  Campa^ 
Pietro  Imbem 
Pietro  Venzato 
Pietro  Paoto  Bertarelli 


Q    V    A 


RTD 

Pietro  Paolo  Scarpa 
Pietro  Maria  Guemzzi 
Pktro  Antonio  HordaoOt 

T%  AimondoVidalIi 
JV  Rocco  Gomiani 
Rocco  Sanfermo  • 

s 

SAluftio  Valle 
Sebaftfan  SteSmi 
Sebaftian  Venier 
Scbaftian  Bomigoa 
SimoQAUeandri. 


^I^dio  beccata 
XTomzfoAzzo 

Tomafo  Fugazoni 
Tomafo  Mutalo 
Tomafo  MadioG  • 

V 


Agente  Vagenti 

vr  ^ 


y    Valerio  Brandol  ife 
Vettor  Sandi 
Vicenzo  Cataneo 
Vicenzo  Morfelti 
Vicenzo  Friuli 
Vicenzo  Coruioni  • 


Fine  del  Quarto  Catalogò  1 


QVlN- 


Q^  V    I    N    T    O 


21 


CATALOGO 

DE    GU   PITTORI   DI  NOME, 
Che  al  prefcnte  viuooo  in  Veneda. 


A  Nconio  Zaochi  da  E(le>  che  con  gran  ftudio  fi  va  a  vicinando  al  primo  pofto. 
X\  Antonio  Trina  da  Reggio . 

Antonio  Cechini  Veneciano»  valorofo  in  particolare  nelle  Figure>c  ne  Paefi . 
Antonio  Stali  Genouefe  Eccellente  Pittore  >  eche  molto  vale  nel  formar  le  cofo 

materia&e  ne  ritratti . 
Abram  Ramondon  Francefe»  difegna  molto  bene  col  Lapis  in  carta>&  dipigne  • 
Antonio  Lech  dipinge  Tapeti»  e  fiori . 
Antonio  Sacci  ia  eiquifitamente  di  fiorì»  e  pefci  • 

B 

BAftian  Bombello  da  Vdine  $  mentre  egli  (Indiana  >  fece  copie  belJiflime  di 
Paolo  Veronefe. 
Baftian  Mazzoni  Fiorentino  • 

C 

CArlo  Lotto  di  Baderà»  Pittore>e  gran  Nfintatore>che  ha  fatto  a  Ciò  :  Battifta 
Comaro  Pifcopia  Procdi  S.  Marco  cofe  di  merauiglia  • 

D 

DArio  Varotari  Venetiano  figliolo  del  gii  Aleflandro  >  e  grande  imitator  del 
Padre . 
Domenico  Mafoli  Miilinefe>  forma  Figure»Paefi>e  Animali»  molto  bene . 
Domenico  Bruni  Brefdano>infigne di  profpetiua>come fi  vede oelli Palchi» e  fof* 
fitti  delle  Chiefc  di  S.  Luca»  e  di  s.  Martino»  lauorati  da  lui  • 

E    . 
D.'n^  Rmano  Seraifi  Padouano  »  fiì  difcep^lo  »  &  è  imitatore  del  gii  Bernardo 
XL  Strozzi  Prete  Genouefe  :  Ma  hora»  che  fi  è  fatto  Rel^iofo»  non  dipigne  » 
nome  cofe  fpirituali  • 

F 

FRancefcoRofa  Genouefe. 
Fauftino  Moretti  Brefciano  ha  dipinto  di  Profpetiua  il  foffitto  de'Mcttdicati  • 
Francefco  Mantouano»  fa  molto  oene  de  fiorì»  e  frutu . 
Fili  ppo  Lemp  Tedcfco»nel  rapprcfentar  Batts^  i  fingotore  • 


Gio- 


< 


zz  Q    V    I    N    T    O 

G 

CTofeppe  Enzo  Tcdefco  Caoatier .. 
GiocRattifta  l^ogeti  Genouefe'.. 

Giorq>pc  Calimbci^dHlifccadenza  Tédefca>  ma  egli  nato  ìa  Vcaeda»  e  Bagi^ 
lare  nel  rapprclcntar  Battaglie  Tcrrqdri  «. 

Giofeppe  Diamantino  Caualiere .. 

Girolama  Fctabofco.  Venedana  Pictor  ClaflicoVe  noto  pertanto  mirabili  Opere 
fatte  da  lui.  * 

Gio;fìattifta  Zampezzoi  raro  sei  copiar  dal  Baflano  . 

Gio:Battifta  Gaaarotti  da  Bimini  dipinge  efqui&amenre  fiori  « 

Qido  Cagniazo  dì  Romagna  Pittor  >  che  ocàipa  il  pdmo  luogo  hd  coloctta  >  bcft 
cKeorafìritrouialfeniitiodellmperatorcricoflorce  perfunza  <]ae({a  indita 
Otti  ;  qui  doueria  la  mia  penna  ftenderfii  propalare  il  iralorc  di  qoe/to  Vir- 
tuo(b>ma  fi  come  tratta ruccintamcttf e  degl*altrUegpirò  llfteffoftile  ba/H  foto 
che  è  generalmenrc  proclamato  per  il  primo  penella  de  noftq  tempi . 

IAcopo  Ma&i  Venetiano  lettor  >  e  Mofico  della  Reggia  Czppeltn  di  5.  Marcai, 
rìelce  Eccellentemente  nelle  Foitune  di  Mare  • 
Iacopo  Fichtor  01anderei.e  mirabile  nel  formar  AnimalivoIatSi  •. 

M 

MArco  S.  Martin  Napolitano . 
Monsd  Guflìn  Franccfe,  Vale  particolarmente  oc'  Paefi",. 
MatrìoPonzone  Pittoc  Vecchi«,e  CUflìco . 
Marco  Bofchini,Pittorc>Intagliat0re4Acqua  forte,&i  Bollino,  &  Sctitwe  v  Dì 
fuepittumneftwMxfparfepcrlaCituLncUeChiefccin  Cafepriuate  .Di  iwa. 
elio  fi  vede  il  Regno  di  Candia .  L'Arcipelago .  U  Dalflaatia,8r  Albana  bà» 
fo^uW  Tempio  mirante  della  Madonna  dtlia  Salute  in  due  fogli  realitcoo  itot 
Opccc  efiaròate<d*ftaaiparfi.  A  péna  potflcofitmaBauigBofe»e  die  «pan- 
nano rocchio.  Ho  veduto  io  il  ritratto  del  Morone  Pittor  famofo>fàtt»a  pov^ 
da  effo  Bofchim  in  tanca  pcrfettÌQoe.che  eU  fteffi;Pittori,e  intagliatori  to  Oina- 
toooinfagliato,fhi  àacquftfOKccrchi  a^feUino .  Diminiatura  ancora  tonenu 
eccelleofemcnte^.  Hauendo  pur  io'ancora. vedute,  e  Mtitricofe,e  Coroifriònidi 
Tua  manOvE  poi  cosi  pratico^  intendente  della  Pittura,e  di  conofcetle  manie- 
ce  de  pittorMhc  e  Prencipi,&  altri  PeETona^i  di  ftima  £iiiao  Capo  con  eflò>s2 
feraccrefectltlocGalane,$è«ncoperlbrnjamc^ 


lonaggLd'Europa . 
Nicolò  Aliegrida.Salà,PittorcViIorofà. 


Libeci  PadónaoaCinalierjC  CSce  PAlatino.Pittor  CUiSico  nomioatifint 

Pkc» 


CATALOGO.  ij 

Pietro  Richi  Luchefe  Pittor  molto  riffohito  nd  fuo  efqaiftto  dipiogctt  • 

Pietro  Negri  Venetiano»  gióuene  »  che  fi  rende  r^uardeuok  tra  Pittori  de  noftr i 

tempi  per  TM  eTqniffU  maniera  dì  cdorito  9  e  per  la  nòbilti  9  e  faghezat  nella 

compofitione  de  tuoi  quadri  • 
Pietro  Vecdiia  VenetiaoD  Pi  ttor  laicale  >  che  bi  rincombenza  dc^ 

Mof aichi  di  S .  Marco  • 
Pietro  Bdiotto  Brefciano  Pittor  diligente»  che  <t*nia  fol  Tefta  di  (Uà  mano  il 

prezzo  è  di  dnquanta  Doppie  • 
Pietro  Antonio  Torigli  Bolognefeidipingei  ptorpettiua  >  come  fi  vede  nel  foffit- 

to  di  StGiofeppe  »Ìtuorato  da  lui  • 

S 

Steffano  PAnlozzi  Venetiano  molto  pratico  del  dipingere  • 

KoofoloifiaaeftalndiuCittddi Venedavìfono  li  ropmominati  Pittori:  ma 
i  Llnfrafcrìtte Pittrici icoali non ciedono 9  ne  maneggi  de  pennelli» 


ancora  Llnfrafcrìtte  Pittrici  iqoali  non  ciedono»  ne  maneggi  de  penne) 
adeffi  Pittori.  Et  fono 

Chiin  Varottarj»forpifadelgiiAleffiuidroyaioa^  ncldi* 

pinete* 
Catterina  Tttflbocta  • 
Paulina  Grandi. 
LodaScaUgera*  > 

Ck>riiida  C^onTom  di  Pierre  VecchiM  figlia 
Angelica  forella  della  detta  •  Se 

Li^redadelledette  fiì  moglk  diDaniel  Vendichi 
Fbmfnia  Trina» 

B^maf^diCiofeppe  Enao» 

Mj^na,»    y   SorelkHehree  .14 prima  copia  benctecofedclBckwo. 


line  del  Quinto  Catalogo^' 


SBSTO 


»4 

SESTO 

CATALOGO 

DELLI  SCVLTORI 

Che  al  prefcnte  H  rìtrouano^  &  operano  in  Venetia. 

BErnardo  Falcon  da  Lufjano  Caiulicr  >  che  ha  fatto  il  S.  Teodoro  j  &  li  quattro 
Angclbpofti  fopra  la  Scuola  di  detto  Santo . 

Clemente  Moli  Bologncfe  Statuario  del  Rè  di  PoIoniajS:  che  ha  fatto  molte 
Opere  in  qucfta  Città . 
aaudio  Perreaiì  Parigino,  che  hi  (colpito  li  Pardi,&  sdtre  figure  nel DepoGtoi^. 
Monfignor  d»Argenfon,  gii  Ambifciator  per  la  Coronadi  Fnnciz  al/a  Repih 
blica . 
Franccfco  Cannoli  da  Saraualei  che  fri  tant'altre  fue  opere  fette  in  quefta  Cittii 
hi  formato  anco  il  S,  Paolo  >  e  li  quattro  Angeli^  podi  fopraV  Altare  Macgiore 
di  SS.Giouàpni,e  Paolo . 

Giiifìo  Fir.mcgo;  del  quale  fono  due  Angeli  podi  all'Altare  del  B.G aerano  Thicm 
Giufto  Antonio  Carra  Brefciano  • 
Melchior  Tcdefco  di  Saflbnia . . 
Melchior  Bortoli  Tcdefco . 

Quelli  tre  vltimi  fono  anch'  effi  celebri  Scultori ,  fc  bene  non  pongo  douc  fiaoo 
delle  fue  Opere  • 


Fine  del  Scflio  Catalogo. 


T  A  V  O  L 

DI  TVTTE    LE    MATERIE, 

Che  fi  contengono  nell'  O  pera 

prcfente . 


^Bbau  loacbimh  quafidofefie 

'  in  renetìat  dme  alfùàjie  »  e 

inuentwni  dotte  da  lui  nel 

laucro  di  Mofaico  in  San 

^^^^^  Marco  caf.pS 

abbate  Benedetti  fua  Cappella  $  &  ema- 

menti .  347 

jlbbmdant^  nella  Città  di  Venetia^qua^ 

Uye  quanta.  ^6j 

^ccerao  del  Trencipe  Fittmo  con  Frath 

e  efife  SpagnoliiColmexf  di  chit  e  come . 

66i. 
accordo  feguito  in  Sufa»e  quale^chiamato 

la  pace  ai  Snfa .  6$% 

UccoglienTif  pedoni ^  fatti  dal  Senato  al 

Afefiagicr  Tnrcot  madato  da  Mebemet 

alla  Rtpubiicate  quando .  619 

^ccontat  fuccefio  nelT Imperio  Ottomano. 

633. 
^cmet  Signor  de  Turchi  j  e  fuo  dono  t^vn 

ancora  fatto  à  Giujf  Antonio  Belegno, 

quand09€  perqual  caufa .  tf  40 

4cquaie  fMcrefcimento  notabile  in  Fene- 

tia .  5(J5 

^céjne  in  FenetiaÀ  cbefegno  crefciute  $  e 

danni  apportati .  6z  % 

acque  come  crefciute  in  Fenetia  quando  y 

€  dami  inferiti .  75tf 

^cri  Città,  quado,e  da  chi  prefa^e  diftrut^ 

ta  je  queUo  fa  portato  a  Venetia  da 


effa.  Jip 

jicriiC purifdittione  in  effa  de  Feneti^e 

quando.  55^ 

MC^uifii  di  SaUmicchi%  di  Sentori ,  di  DoUi^ 

gnùtcquando.  576 

acquijh  della  Città  di  Coflantinopoii  fitto 

da  FenetiìC  quando.  %6o 

^damo  $  &  Eua  $  pojti  alt  incontro  della 

Scala  de  Giganti  Ja  chi  fcoipiti .  320 
adomamentiipttture,&  altre  cofe  memo- 

r abili  pofte  nella  Chiefa  rinouata  di 

Santi  ^p^oli.  14P 

jtdriatici^e  guerra  loro  co*Feneti,  efom- 

mUpone  di  effi .  5$^ 

aggiunta  allepanue  del  Tala^  Ducale, 

quando  fattaffua  defcrittioneforchitte-^ 

turatditnenfionÌ9abbellimentÌ9  pitture  9 

&infcrittioni.  ^61 

agginftamento  tri  il  TontefUe  Tado  F.  e 

ut  Republica .  6^9 

^goftin  BarbarigOffua  lode^jtfua  morte . 

a  17. 
.Agpflin^  Faliero  Cardinale  Fefcouo  di 

Tadoua  fuo  ritratto  %  e  fuo  Elogio  . 

231. 
jlgofiin  Faliero  Fefcouo  diFerona  crea* 

to  Cardinale^  quando .  6%  i 

^gpfiin  Jiani  mandato  in  Sama  dalla 

Republicate  perche .  6%  3 

^goJìinBarbarigo^fua  morte.       6ii 
•AgofiinMicbieU  Capitan  di  Golfo  9  per 

ordine  del  Senato  fi  portò  confei  Galee 

a  Triefle^  d  che  fare .  (J39 

a  ^go^ 


T    A    V 

^gofiiB  Fidalo  ElemCmCelUer  Crnm- 

de^equmio^  7^9 

aiuto  doM  dall^  RepMklf£A\4  Fior%n(M . 

575- 
aimi^dimmdathldDucadi  SamU  alle 

JR^HbUca,e  perche .  ^45 

àiktue  foccorft  giunti,  cofi  nel  Campo  A«- 

ftriaco  9  come  anco  nel  Campo  Feneto  • 

647. 

aiuti  dòtti  dalla  Kepublica  al  Duca  di 
Mautoua%qudiie  perche .  66$ 

AlbanefheDalmatini  9  comete  perche  ar^ 
rabbiati^e  ftragge  fatta  da  loro  de  ne- 
mici .  684 

Atbanefi  9  e  loro  defiderio  di  ritornar  alC- 
obbedienza  della  Republica9  concerta^ 
no  laforprefa  di  Scutari  9  ma /coperto 
il  trattatotquello  ne  feguì .  714 

Albero  dell* hfcenden:^  della  Madonna  > 
come  ben  lauorato^e  doue  pojio .      99 

Albano  Armario  fua  coftanz,a  >  e  religio- 
ne. 358 

Alberto  Badoer  Caualier  doue  fepoUo  9  e 
fua  memoria  *  54 

Alberto  Magjnojefuo  racconto.  98 

Alberto  Go:^9  efuo  altare  in  san  Moisè . 

112. 

Alberto  de  Brulé  Fiamengo  9  intagliò  di 
bajjo  9  e  tutto  rileuo  il  coro  di  san  Gior^ 

Jio.  22  j 

erto  Badoer  Caualier^  fua  morte . 

6i$. 
Alberto  di  Valftain,  doue  9  ^  come  vccifo  • 

668. 
Aderto  Imperiare  >  e  fua  venuta  a  Fé- 

netiaye  quando .  5  74 

Aldo  Manuceio  primo  illuftrator  delle 

fUmpé^.  578 

Aie ff andrò  III.  Tonte fice  doue  alberga]  e. 

121. 

AìepandroIII.  Tapa  quando  yeniffe  d 
Venetia .  5  59 

Alefjandro  Boròmeoy  fua  opera  9  doue  fé- 
polt09  efue  memorie .  212 

Aleffandro  Verea ,  fua  Cappella  >  altare  9 
pitturai&  altri  ornamenti .  2  44 

Aleffandro  Vittoriane fueopere.iio.i2i. 


o    L    kl 

ft4^fifo.264,|to*    •  '-:  --^ 
Akffihdro  Bac^mk^G^emmare 9  e  fi» 
yihre.       ,.      ^,  ,_  690 

Aleffandro  Suriano,e  fua  morte .      7»  j 
Aleffandro  2an€r efuo  ydore*       -74^ 
aliegre^  fatte  in  reneiia feria  ritto- 
ria  ottenuta  de  Turchi  9  dd  Capitan 
Generale  Marcello.  737 

alcune  Fam'^lie  de  Cittadini  lodate  per 
benemeriti.  .         g^ 

AbnoròTiepolo  creato  Troueditor  Gene- 
rate nel  Adriatico  9  e  DaUmatia  per  te* 
ma  del  TurcotC  quando.  625 

Alfonfoll.da  lEfkDuca  di  Ferrara  fna 
morte  fenx.x  prole  9  e  ciò  fuccedeffe  . 
630. 
Alfonfo  Antonini  conduce  ie^ei^  idU 
KepyhlicanHModoMefè.         ^    iìr^ 
Alfonfo  Quarto  fuceedeitet  Ducato  iiM> 
denai  UT  nel  Generalato  di  Francia  per 
la  moru  del  Duca  Erancefco  fùo  padre 
750. 
ambafciatorideTrencipiioue  aUoggkf 
fero  quando  veniuano  d  Venetia.  (jt 
Amifia  9  MontonaiC  Capodifiria  9  fUépko 
acquiflate  da  Veneti .  f  64 

altare  di  Francefco  More  fini  Tr9Cȏim 
di  s.  Marco  9fuoi  ornamenti  9  fua  palla 
da  chi  dipinta  9  fuo  ritratt09e  ài  fua  90- 
glie  9  e  loro  Elogif .  11 

altare  della  Cappella  maggiore  di  Ca/U^ 
lo  fatto  fare  dalpublico  9fitadefcrictv>^ 
Me  9&  ornamenti .  12 

altari  nella  Chief annona  di  cafMlo  9  da 
chi  erettÌ9e  loro  ornamenti  \  13 

Altare  di  cafa  Cucina .  54 

aitar  maggiore  di  santi  Gto:  e  Taohfui 
Arcbitettura9  e  fuoi  omamemi .     67 
altare  pofio  entro  al  Sepolcro  deUa  Cb^i 
di  queflo  nome  9  fua  defcrittime  %  orna- 
menti  &  infcrittioni  •  77 

aitar  maggiore  in  s.  hofenzj^  >  fua  axé^ 
tettura^atue9&  altri  ricchi  omamoh 
ti.    '  «0 

altare  della  Famiglia  meda  fua  Tmdti 
e  da  ehi  dipinta .  85 

altare  della  fam^a  CappMo  comtaf^ 


1>    A'   V 

taH  MichielTietra .  87 

akMTcdé  BanoUmto^Bcrgmtio  am  la  p^l* 

Udì  ^le Sandro  Tiarini  »&  fae  inferita 

tioni .  87 

ak^c  (//  Giot  Domenico  BìMa^am  U  pd^ 

la  dilacopo  Vdmate  fue  memorie  • 
.88. 
4kare  di  Cafa  Tafca  con  la  Tauola  di 

Snertin  da  CetàoiCfMe  memorie  •   8& 
akariytpktHre^heJono  mUa  Chi^a  della 

Madonna  del  Viknto  •  91 

dta^diBron^$eon  f^mre  di  brmzù  di 

tntió^iondodachi [colpite.  Colonne  di 

Bro9à»  xon  tlnftffte  delta  Famig^a 

Zemu  96 

jtltare  ai  s.  Gionanm  Enangelifia  in  san 

Marco  a  chi  confegnato^  i  oq 

altare  dis.  Taotoin  s.  Marco  >  iptaniofa- 

bricato  9  e  optando  rifano  di  marmo  con 

la  fua  Statna/S*  infcrittme.        1 00 
aitar  Grande  della  Cbiefadis.Marcoido' 

uefituato  • .  ifr;. 

altare  di  Lodonico  Spinelli  >  e  fua  inferita 

tione^  III 

altare  del  Sagrawunto  ins^Moisi^efue 

betk^.  XIX 

aliare  di  ^ngeh%e  Domenico  Contarini^  e 

fnadefcrittiùnc^  118 

altari. nella  Cbiefa  di  x*  Fantino  %  qudì%  e 
.   loro  ornamenti  »  115^ 

altare  di  s^  Temafo  in  i.  Salnatore  da  chi 
^  cònfacrato^  ist 

aUaretjt  fepolcro  di  5»  Tbeodoro  in  r.  Sal^ 

nature^  12% 

aitare  della  Famiglia  Dotfina  in  $•  SoIm'^ 

tore%e  fnadefcrittàme .  iK 

dtare  di  $•  Antonio  in  s^iduatore  %  efna 

deferinione^  123 

altari^  fitturcicbejpno  ins^BMolameo  ^ 

altari  nella  Cbiefa  di  s^  Stefano  %  e  hro^ 
éefcrinione^  iji 

attore  ^UtEfpettation  del  parto  della  F. 
ins^Lmciadacbieretto^  141 

aliare  areitùda  GionanniTiepoio Tatti- 
arcala  dme.  i6p 

Ubiari  ppiiture  >  &  altri  omarpenii  fatti 


di  nuoHO  in  Chièfa  di  Santa  Cattermd . 

diari  in  cbiefa  di  San  Luigi  Belliffimi  , 

175- 
altare  di  S.  Antonio  da  Tadoua  a  i  (rari 

'  già  principiato .  1 94 

abaredicafa  Comara^done  9  e  fuòi  orna-' 
menti  •  209 

dtare  di  Fieen^  Morefini  Caualier  Vro^ 
cnrator  ci  fignrediuerfe  formate  ddle 
maccbie  dcmàrmiffuafiatua  9  &  Ehr, 
gio^  224 

aliare  di  s.  Stefano  in  S.Giorgio  Maggio* 
redoueèilfuocorpOfConfue  inferii tio^ 
ni  :  ibi. 

akar maggiore  di s^Tlicold del Lito sfua, 
forma%marmi ^dT ornamenti  ;      23  j 

attor ifC  pitture  nella  Cbiefa  del  Redento* 
reifUaU..  2$6 

altari  Moderni  eretti  nella  Cbiefa  de 
Carmini  con  loro  ornamenti  >  e  quali  « 

altari  rinonati^e  pitture  moderne  in  Santa 
'  Manale  quakm  269 

aliare  di  u  Antonio  da  Tadoua  in  cbiefa 
delia  Madona  della  Salute  terminato 
con  la  Tancia  di  mano  del  Caualier  Li- 
beri, iga 
^mbaf datori  di  Jlprimbergaf  mandati 
•  à  Venetia ,  quando ,&  d  cbe  fare  . 

^mbafciator  de  Tiarétaniyquandoi  doue, 
&  aperfuapone^dichip  baitc^ff^.. 

'  ^Ambitione  non  conofduta  dal  Doge  Trir 
uifano^  601 

^mbafciarieóo.  in  Venetia  in  m  tempo 
medefimo%  e  perche  .>  ^oj 

^mbafciator  del  Ar  di  Mofcouia^  mandai, 
to  dj^enetiaf  e  quando  •.  (J20 

jtmbafciatori  Giappone fh  quando  furono 
in  VenetiOiCome acerbi  dal  publico^e 
Ttocef^e folenne  fatta  à  Ipro  iflanxji» 
qude,ecome^  in 

^mbaf datori  mandati  dalla  Republicaa 
congrdtdarfi  con  ilT^tefice  Sifto  f^. 
ecbifitronom .       ,  J^i 

a    %      .Ani^ 


T    A    V 

jtmbafciatéri  mSdati  d  Homa  dalla  Itr- 
puhUca alJHmttfice Clemente  FUI:, 
éiualife  per  (fual  caufa.  6i^ 

^mbafciatmfpediti  dal  Senati  ad  Hen* 
ticoIP^.KiaiPranciafqkamtOfequa* 
U.  &r6 

jlmbafriatcr  Turca  mauJtaio  à  Fenetìa 
da  Meììemet  à  dar  parte  d  Senaf  defr 
tafuafuceeffkme  atfuetìtlmf.  quando  > 
f  ihmUtà  dett\Amkafc$atùre .       6^9 

^tmvafciatoridelBi  di  Francia  ricetmti 
dal  Tapa  $  &  egli  affolto  folennemetUe 
dalle  Cei^e»  e  ricettato  i99^  grembo  dà 
Santa  Chtefa»  e  dichiarato  legitimo  Rè 
di  FranciatC  quando .  6^0 

AMtbptfciatori'mandiiti  èFtrrwta  »  a  ral-^ 
Itgrarficond  Tonte fice  Clemente  Ot- 
tanoMondOfe  cbifoffero  •  6^  b 

jlmbafiiatori  mandati  daUa  HcpJn^Spa. 
gnatauoliiiinandOiefarche  •  ib^ 

^mbajciatori-mandati  in  Francia  ad  Hi. 
fico  Quarto  i:quandOieper  qual  càuta . 
ibid. 

Umbafciatori  mandata  dalla  Bfipublica 
in  ImjbHurrafqualiie  perche.       6i> 

Ambajciator  del  Ri  di  Terfia*  mandato  i 
Taari ,  quandoye  perche .  E  quello  era 
fcritto  al  di  fuori  in  carr atteri  d'Oro 
neUe  Leuere  da  luifrefentate  in  public 
co.  éì% 

^4mbafciatori  mandati  à  Roma  daOa  Re- 
pubBca^ualiy^uandOfe  perche .      6z^ 

^mbafc.jpeditt  in  Francia  dalla  Repuil. 
quando^uali»e  perche .  640 

ytmb.inuiaii  dal  Senato  dcoi^atularfi 
con  Mattias  Imù.e  quali .  ih. 

^mb.  numdati  dalla  Repi  a  congraluUlrfi 
con  Ferdinando  IlJmp.e  quali .    65  % 

^mbafc.  inuiati  4  Roma^quali^e  per  qual 
caufa.  653 

^mbafc.  fpediti  in  Spiana  i- rallegrare 
con  il  nuouoRjtìC  quali.  ih. 

^Ambafc.  al  nuouo  Tonteficef^ano  Ot- 
iauoauali.  655 

^mbi  delta  Rff.in  Inghilterra  ^i^^ 
per  qual  caufa.  6$6 

JknbafcMotiiaiìJal  Duca  di  T^ffters  alt 


O    L    A; 

Imp.fue  fomm^fimiipie^ffferteéS' éS^ 
ti  di  humHiatìaui  r  come  accettate  9  e 
trattati^  il  mttofemi^ frutto.     6yj 

^mb. fpediti  dalla  Rep.  at incontrar  Fri* 
cefco^Eri^  cteato  Doga  di  Fenetia., 
666^ 

Amb. mandati  dal  Senatù  alPlmp.  qfuU  » 
e  per  qual  caufa  ^  66^ 

Amb.aCofiantinopolÌ9t^taff.  éji 

^Amb.fpeéti  èRomaalnuouo  T^Mepc^ 
hmocX.  e  quali .  68y 

AuUh  inuiati Àlffimarquali 9  ifuamb^c 
perche.  751 

hmlKMofcouitmauiktiJUtfm  tfi^af^t- 
netia  come  incontrati  >  accolti  »  e  dbuc 
alloggkUipar  nameptMico ,        747 

MUo.EjtraoramartftuutatPaaì  Senato  «r 
ImpMtLfuo  arriuo  à  Trie/lt^muàH  bro» 
corte^ioyecomparfapomùo/a.      755 

Amb.  yeuetHComcaccoltiiaBflmper.  a 
Triefie.^  75^ 

Amb. detti  per  In^ìiitnayqfuii^  quando 
partuonotC  loro  rttomo .  ur^ 

Kmb.  M^couitiìquando'penutiiuf^euc- 
tia$came  incontrati  9  fpejiui>&'  atteg- 
giati per  nome publico.  757 

Afy  BeckiieroTirmko  de  Clni/lùmi$  0 
fbecialmente  de  Feneti^  comt  e  ^um- 
dopnfotedoueWMuiatopri^ene.jùTw 

7op. 
AtemmùÀopò  amquiflatarSrantouaipaf^ 

fanoinTtemonte^^yachefine.      66% 
AmUfde  eaptfa^Urduefcouù  di  T^apoU^ 

e  Huntio  Apoftolico  in  Fenetia^  fua 

memma$e  Jme  pofUt.  230 

/mt^nanonelContadodiTicin^dadriiC 

quandoprejo..  -  6^ 

ÌSttgipOTto  della  CMefa  di  t.  Marco  $  e  fua 

dejcrittione..  94 

Anno  Santo  $  e  Giubileo  piélicatoiaVr- 

bano  08kuó,e  quandi  /  655 

UnticoUeggiOiCfuoìomamenti..       j%^ 
AnticoUeggio  /fuoiomamentipittutcìia 

chi  fattoi  loro  figfùfiùato .  }4| 

hmpolacol  yerofaugue  H  Cbrifkh  doitf 

conferui,diaoucrenut09€quatdofi^ 


T^:   A!    V 

'^tUm  Ht  Ttmfù  dalDo^è  tùme  fin^ 
'tenda.  "  479 

Mmi4rath,affimto  aWlm feria  onwnanory 

•  quando.  6$^ 
Va  altacqHift0  dkBakilmia}  e  con  che  e/. 

feì'cito^  f69 

Sua  mortCfe  quando  fegmpc.  6ji 

Andrea  Cappello  ralorojo  hnomo^generà 

^  del  Doge  Barbarico .  586 

^ndréaàadòtr  K.  (lotte  morfei  fne  lodh  e 

fisa  memoria .  54 

^/indrea  Orini  Dùgedoue  fepoUoyfuo  Dc- 

.  pofnofefuo  Elogio .  5  5 

jimreaJe  FranccfcbiCancetliergrander 

^  dotte fepoUosefua  memoria.  6^ 

Andrea  Erii^  Trac;  di  s.  Marco^fito  fé- 

*  pokrOi&>  iujcrittione .  ib. 
.Anètea  Stomado  Trac,  di  s.  Marco  »  ftta 
s  cappellate  chi  vi  dipinfe  in  efia.  6$ 
Andrea  D(tndolo  Dòge  dmte  fehoUoyfuo  £« 

logiùy  e  da  chi  confultato  pfite  vini  %  e 

.  ifualitadi .  97 

Andrea  Comaro  Generale  in  Candiate 

foccorfo  mandato  da  lui  in  Canea.  69$ 
Andrea  LoredanOidoue  fepolto^ef uà  me- 
moria. 239 
tAndrea  TaUadio  ^rchitcttoyfue  opere  %  e 

quali.  258. 2^7*220 

oindrea  Scl^auone»  efitapittttra.      %6i 
Andrea  Varuta^fuo  DepoJitOi  ritrai  to%& 

Elogio .  273 

Andrea  Comaro  Cardinale,  dime  fepolto . 

ìli. 
Andrea  Delfino  Troc.  dis.  Marco  fuo  no- 

bile  fepolcroyc  fua  infcrittione .  1 2  j 
Andrea  Cjontarini  DogeAotte  fepolto.  Ì29 
Andrea  Cornato  >  quando  9  doue  >  e  come 

mortotdoue  fepoUo^e  fuo  Elogio .  151 
Jtndrea  yendramino  Doge»  doue  fepolto , 

efuoricco  Depofito.  160 

lAnirea  da  Legge  Troc.  di  san  Maìxofuo 

DepofttOit  fuo  Eiùgio.  ITI 

.Andrea  Taruta  Generale  in  terra  fer- 

ma>  come  incontrajje  per  ordine  Tttbli" 

co  l'Imperatrice  Leonora  nelpafiarper 

tostato.  653 

Antonio  CmtarimTatriarcadif^enetia 


tc^ 


0/  L^   A7 

.  efuaopera.  4^ 

UnUmio  Diedo  Vroc.^sMarco%  doue  fé* 

poUoitiua  memoria .    .  27 

Antonio  Grimani  Doge,  douefepoltOf  e  da , 

chi  lodato*  32 

Antonio  Landò  Troc.  di  s.  Marco  yfuo  ri^ 
.  tfattOi& fuo  Elogio.  1% 

Antonio  Grimani  Vatriarca  di  ^uilg$a  » 

e  fuo  aitate.  .  40. 

Antonio  yeniero  Doge  >  dotte  fepolto  >  fuo 

fepolcro^  fuo  Elogio .  58 

Antonio  Loredano  defenfordella  Città  di 
*  Scutari^e  quando.  %9l 

Antonio  Gradendo  Conte  d^^irbe  doue 

ripofi  con  .Alifjajua  conforte .  tf 4 
.Antonio  Comarog  doue  fepolto  >  efiia  me^ 

moria..  129 

.Antonio  de  Fefcoui  3  efua  opefa  in  Santa 

.  M aria  Zebenigo .  123 

Antonio  Mille  donne  >  dona  fepolto ,  fua 

cappelUiAltareiepittureiefuavitada 

chi  defcritta.  247, 

^Antonio  Bregno  .architetto ,  e  Trotoma^ 

firo  del  Vala7fJ>ìeJua  opera .  3  20 
Antonio  ^lienfCi  e  jue  pitture.  106 
Antonio  Coffani  Dottore  9  e  doue  fepolto  : 

154. 
limonio  Gatto,  fuo  fepolcro  fuo  ritratto  % 

e  fua  memoria.  181 

^nt. Donato,  fue  lodit  e  doue  fepolto  .216 
Antonio  Soriano  Vatriarca  di  P^enetia ,  e 

fua  infcrittione.  218 

Antonio  Vinciguerrajfue  attìonitefue  Uh- 

diydoue  fepouo,efua  memoria .  219 
Antonello  da  Meffina,efua  opera .   i  %6. 

207. 
jlnt. Barbaro  fatto  Generalce  doue.  64J 
Mandato  in  frioli  con  che  titolo.     650 
Antonio  Tifani  per  ordine  Tublico  ricette 

lafpofa  di  Ferdinando  Rè  d^Fngheria  % 

doue,come,e  doue  condotta .  66'i 

plutonio  Grimani,e  danni  da  lui  fatti  alla 

Zocca.  68$ 

Antonio  Doriafattoprigione  da  Feneti  i  e 

doue  •  686 

Antonio  Landò  Generale  in  Terra  ferma 

in  luogo  di  chi.  643 

A    3        An- 


T    A^  V 

Jbttomù  Giorgio  Rettor  di  Togo  wi^etra, 

4it$o.  643 

jtnt.TrikifanOidcut^  come  morto.  6^ 

/Mom7(fiHagjicroVrou^itlUC4mM%e 

.  jkoi  ordini  perdifèfa  di  quetìa  Pm^4  $ 

0  quali .''    •  691 

jintonio  BoldAiCfua  morie  dc$te  feguita , 

704. 

Jintonio  Trioli  K.  e  TrocX^reaSo  Genera- 
le in  Terraferma  >  quando^  e  in  che  oc- 
catione.  641 

Eletto  Troned.  Generale  delt  Urmi  in 
Campo  nel  Frioli.  6^6 

Ant.Grimarii  fatto  Generai  à  palma.  64& 

Antonio  Bei  nardo  foccorre  Filippo  Boldài 

coméftfuandOie  in  qual  Imogo^       703 

i  Eletto  General  in  Dalmatia  0        7jp 

Apparati  de  T^urchi  per  andar  ali*  attacco 
m  SpalatrotC  qnali .  714 

Appticatione  dei  Capitan  Generale  Laba- 
ro Mocenigpfpericolofa^  quale  •    744 

^jtngelo  Corraro  ^.  Troneditor  delle  Mi- 
mie  della  Repjiel  Modonefe»       675 

^4noelo  TarticipatiOf  quando^dottCtOper" 
eoe  creato  Doge .  5^& 

Angelo  Contadini  Canalier  >  e  Trocurator 
ais.MarcotdonefepoltOffiio  ritrattOi& 
Elogio.  ijj 

jtngelo  Badoaro  >  fuofepotcro  >  ofna  me- 
moria, igrf 

angela  Maria  TafqnaUgOtfondaHrice  del 
Monaflero  di  Chiesa  Maria»  21% 

.Andatedel  T^encipe ^ con  che  ordine^  e 
pompa  •  491 

^Andata  a  S.  Maria  Pormofa  9  quando  »  e 
perche.  49J 

ùétdataa  $.Zaccaria$  quqndo.         ^^ 

^Andata  a  s.Geminianotquando^  perche. 

496.    ^ 
.Andata  alUdoi  Caflellip  e  per  qual  canfa. 

andata  a  $.  tritOf  quando f^  e  fan  cagione  » 

502. 

^Andata  a  Santa  Marina  ^quando  »  e  per 

qualcaufa.  50  j 

andata  as.Giorgiomaggiorefquado^^o^ 

andata  a  s.  Marco^quanào.  50  j 


O    L    Ai 

AndataatanMil^coporUMsdmmnii 

Marz.0 .  50; 

andataneigiomodisJfiioro.  510 

aniatanel  giorno  del  Corpus  Domm  f/r 
oìdata  alla  Giudica  »  atlaChirfa  del  Re- 

dentore^quandof  efua  CM^ime»  5 1 3 
andata  a  s.GiufiitMiO  perche.  e  14 

andata  m  s.Marco  per  tinnentione  deifuo 

cvpOf  e  quando .  515 

mutate  amorfe  in  certig^eami  delti 

andata  alla  Madonna  dcUafidnCe  %i 
do$&  inxhe  giorno .  52$ 

andataas.Tietrodi  CtfieU§%  quamh»e 
perche.  %z6 

andata  alla  MadomtadeUa  fMlnttApot- 
no  di s.  Antonio  da  TadomM  •         %%6 

andata  a  ss^Gianannite  Thtabbe  perche  Jh. 

addirete  iPtirtAdiToméifoMorepm^   701 

armata  mandata  da  Veneti  in  aimto  déW- 
Imperatore  di  C^antìnopoU  comtro  i 
Saraceni  •  541 

Armata  P^eneta  offende  con^  Artàglwu 
la  Città  di  Sin^agliOiO  come  promcéh 
ta.  tfftt 

armata  fottile  Turchefca  ya  incontro  al 
Cenerai  Lax,0ro  Mocenigo  ffiimamhk 
il  Capitan  Bafsd  $  che  vemffe  da  Badi 
per  ricuperar  il  Tenedo  >  e  qnelio  mtor 
defic.  744 

armau  Turchefca  efce  da  Dardanelù  9  e 
di  che  confiftefcidoue  andafie^econchi 
ad^imirfi  ^  701 

annata  nemica  rfcita  da  DardaneUi  >  di 
quanti  Lepùyedoue  fi  ritinge.      715 

Armate  vfcite  di  Fenetia  ,  &  imprefc 
fatte  da  loro.  ^ 

armataTurchefra  efce  fuori  $  etome  nu^ 
merofa.  7*5 

armata  y fetta  di  CoftnntitmpoU  per  ordi- 
ne d'lhraimsquando9come  ntumenfa  $e 
fen^a  faperfiaJanni  di  chi .      ^   690 

p4rmata  Turchefca  >  e  fno  yiagg^fdone 
arriuaffe^come  diuifa^e  come  ritmkeft  • 
691. 

.Armata  Ottomana  giunta  à  Tioitatino»  il 
General  Sele&ar%Affarta  Uc<mtffiooc 

figrc- 


\ 


ir  A  V 

figretay  Vide  Cùme  li  veniua  impqftù  di 
'  pcrtarfi  alCacquiflo  del  Kegr^  ai  Cojh 
'    èia.  691 

•armata  Fenettt  %faccheggia^  e  l^Mruc- 

*  eia  »  696 
<airmaia  frenerà  ^fcbieratafi  percwnbat- 
'    terese  come  numerof a  yd^cbefeoncer- 

tata  tordinan^a  >  e  come  neceffUata  a. 

*  ritirarfi  in  faluo^  dotte  ^  69J 
Armata  Tt&cbefca,  ritornata  in  CtmfUn- 
'    timfokfecome  lafciafse  preffidiatai  &' 

ordinata  Carnea  ^  699 

\4rmata  preparata  m  ConftantinopoH  di 

che  conftftelJe .  7jj 

^4rmata  Ottomana  rifoluta  di  combatte- 

roit  d^rfcire  ^  7  jij^ 

^/trmataTurcbefcaefce  daDardaneMi^ 

m  che  mtmerofccon  che  occafione.  745 
Armata  groffa  Veneta  attaccata  dada 

Turchefca^  ib^ 

^rrtano  li  fottomette  al  Dominio  della 

Rep.  e  come^  677 

errino  del  Dttca  Carlo  di  'Hpters  in  Man 

toua^  '  6^6 

^m^rfenalefna  defcrittioney  cfrcnitOt  qnali* 
'  tdfOmamentij&  infcrittioni .  ^6S 
'  armatura  del  Rè  Henrico  Qnarto  di  Fri'- 
'    eia  donata  da  Uti  alla  Xep^  qnando  y  e 

donepofla^  6n 

ytrmatutalafciataindono  dia  R^.dal 

'    Dttca  di  Roano  ^  668 

jtjfatti  generali  datti  da  Tttrebi  à  Sebe^ 

^     niec^come  ributtatile  f cor amucciefe^ 

gtàte^  71 1 

\AyaltadattodaTttrcbialta€ittèdi  €an^ 

*  éia^  715: 
^ffedio  pofto  alta  Canea  da  Tntthi  in 

quanto  numero  con  le  fattioni  feguite 

jotta  ad^efia .  691 

%Af}ediOyeprefa  deVa  Ctttày  e  fartela  di 

Rettimo  {atta  da  Turcbi^quando,  e  co^ 

we^  70}: 

hfiedio  di  &ebenica  pofto^  da  Turchi  ^  e 

quando^  7ÌI 

^ffediode  Turchi  9  tèuatoda  CattarOr  e 

'    perche  4  746 

^jfedio  di  Tiro  >  &  attkme  generosa  del 


O    t    A. 

Doge  Domenico  Micbiele  •  ^7 

jijfedio  di  Tipinot  pofto  d^ intomo  i  f^ene- 
tia^ccome  lenato  •  347 

\Attodi  Forte^T^a  del  DogeOrielaffo  Fa- 
liero  fatto  Zara  ^        ^  S49 

.Arciducali  fugati  dal  Conte  Ferdinando 
Scotto$in  che  numerose  ttoue^       6^ 

jlufiriaci  tentano  dirottar  foccorfa  in 
Gradifca^fattione  fanguinefa  douefe- 
guitaiemortiineffa^  649 

^rchitettttra,e  riccbct^a  ietta  Cbiefa  di 
i.  Marco  ^  9i 

Utcbitettnra  detta  Fabrka  detta  tìbro. 
riadès.MaHd$fuedimenfioniyStattéev 
e  Figftreda  chi  [colpite^  fitoi  mólti  or-- 
namenti^  ii^ 

jirminio  iMCcato^efuapattadiMofaico  y 
dotte  ^  261 

^ffedio  di  Mantouft  t  preueduto>  e  delibo* 
rottone  dijoflenerlote  da  chi  r         6^9 

^ftutia  de  Turcbi  per  dimoftrar  la  lor 
armata  pia  numero  fa  dì  queÙo  era  r  è 
quale.  69% 

ottoni  di  s.  jltbanafto  da  chi,  e  doue  di- 
pinte. aj4 

Atteftatione  delia  rerità  del  fatto  d"Jit- 
me  TJaualede  Feneticon  Othone  figli* 
ttùlo  dell'Imperatore  Barbaroffa .  47^*. 

559- 

^theney&  ^carayrengonoaWbbbedieti^ 

T^  de  FenetiiC  quando^  %6t 

Aihanafio  Santole  ciè>ehedica  dei  San^ 

gne  Miracolofof  che  è  in  SMareo.^óx 
Artide  fefte  loro  netta  creatione  del  Doge 

Steno .  -  574; 

Arciuefcouò  di  Tritoli  aimato  da  Ve- 
neti per  l'aequ^o-dtUa Città.'  ydj 
An^nio  Grimani  yfnt  auerfitàjsr  attìoffi 

perlaRep^  ^9%. 

Antonio  Careftniyefaeoperatteni  per  Ut 

Republic  a.  59^ 

jtndrinopoli  città  fot  topo ft a  a  Veneti  %  t 

quando.-  55Ò 

jiuogaiori  di  Commun  di  doue  prefero 

Origine.  54Ì 

^uttoritd  antica  de  Feneti  di  Coniar 
^   Moneta..      .  •  •    54'^ 

ai   4       Aut^r 


T    A  ^ 

'Ai^tMità  del  Unge  di  crear  CauàÉì 
Conih&come.  48^ 

^Huifa  punto  in  CoHantinoffoti^  delta 
prefa  del  Galeone  detto  della  Sultana  , 
e  (t altri  Legni  Turche fihi  dJl  Malte  fi  » 
&  ordini  datti  da  Ibraim^e^li.  689 

jfyuifo  or  rinato  à  Corfù  don  e  fi  trouaua 
il  General  Molino  dell' inuafione  del 
Kegmdi  Candiate  poi  a  Fenetia.  69^ 

yinuyo  mandato  d  Venetia  della  fritto- 
riaouenuta  delt  Armata  Turclnfca 
da  chi  portato.  711 

jinnifoFenutQin  Fenetia  delnaufragio 
ditteGaleCi&'pnaGaleaT^atdoncye 
quando^  n^-j 

A^o  de  Magigi  f^efcoko  di  TretSfo  doue 
lefoUo^  x8i 


B 


B^làU%  datti  alla  SjtpnBlicada  chiy  e 
'  doue  ripofli.  loj 

Baiamonte^  e  fua  congiura  contro  la 
Repm  487 

Maìdouino  Conte  di  Fiandra  creato  Impe- 
ratore di  Confiantinopoli .  t^i 
tallo  Cappello  come  trattati^  a  Conjlan. 
tin<^o[i .                                    ^2  j 

MaldiffèraLonghena^rchitettOye  fue  o- 

P^f-  i^ia8^8o 

Bartolomeo  Quer ini  f^efcouoCaftellanot 

e  fua  fnemoria. .  8 

Bartolameo  Gradenigp  Doge^doue fepolto» 

e  fua  memoria.  p^ 

Bartolameo  Bo^aMaefiro  diMofaico  yo 

fueopere.  iqs 

Bartolameo  Bei^amafcofcnltore,  e  fua  ou 

pera.  no 

Bartolameo  Giera  >  e  fua  prefiantia  . 

Bartolameo  Liuianop  ouefepolto .      1 29 
Bartolameo  Tarma  refcouo^fua  opera . 
250. 

Bartolameo  Celione  y  e  fua  ftatua  eque- 
fbredone..  61 

Bartolameo  Mar  che  fi,  fua  operaie  fua 


^O    L    -A; 

memoria .  ^^ 

Bartolameo  Cappello  CanaUere  crea» 

dal  Senato.  471 

Bartolameo  Lippomano  à  Tremlo^eUf 
.    il  Ri  di  Francia.  44^ 

Banco  del  Giro^quando  eretto .         6%^ 
Bafsd d'Albania  per  ordine  della  portai 

ra  all'affedio  di  Cattaroytytmdo  >  exm 

cheforxe  •  745 

Bafsà  di  Boffina^efuo  arrino  a  CaJielnM^ 

uocon  chegentÌ9&  a  che  fine.        j^fS 
Battiflerio  di  s.  Marcpifua  Cappellate  c$^ 

me  chiamata  prinM.  97 

Battefmi^cerimonie^Tompexchefi  yfa- 
noineffi.  éfoz 

Earche  Armate  fpinte  dalla  Mfip.  in  facca 
di  Gorro^  per  qualcaufa .  674 

Barcone  carico  difoldati  Tapalim,  disfat- 
to con  morte  di  tutta  la  gente  9  dotte  yX 
.  da  chi.  68 j 

Battaglia  fra  le  Galee  di-  Malta^  il  Ga, 
Leone  detto  della  Sultana  con  altri  Ir- 
gni  Turchefsbi  douefeguita^  e  quando  • 
689. 

Battane  piantate  da  Tttrcbi  dotte,  &  i 
che  fine  ♦  7^4 

Battarie  de  Turchi  >  piantatefer  ^^iar 
la  Sudale  doue ..  70} 

Baeon  di  Crofen^e  fua  morte..  72; 

Bandiera  Keneta  à  Tirro  in  qual  Imgf 
collocata.  556 

Bar(m.d*Egl}enfeld  inniatò  dZara»  ecom 
che  titola.,  ^699 

Bafiardi  quando  efebi  fi  per  leggf  del  gran 
con  figlio .,  ^df 

Battifta  TSlani^  e  fua  Hifioria .  658 

BarharoBadoeryefuaintrepidezxa.  JSS 

Bauaro  del  Dtìge  ciòtchefìa  yo  fuo  fign^- 

.   cato.  472 

Beato  Andrea  o^teUno^e  come  morifft. 
^09. 

Beltrando  Cardinal  di  Totofadùue  feptd" 
to..  119 

Benedetto  Ter:i^  Tonte fice  -penato  d  Ve- 
netia  -pifita  la  Qhiefa  di  San  Zacca- 
ria, e  fuo  dono  fatto  aUa  ^bbadejfa. 

»ne^ 


T    AVO    L    A. 


ienedettaTifani moglie  dijlnire^  Del- 
fino Trac,  di  s.  Marco  >  fuo  fepQlcro  $  e 
fita memoria.   '  123 

Benedetto  Diana» e  fua opera.         i6i 

Benedetto  Tefaro  Generale  della  RepHb.e 
fua  memoria.  191 

B^edettoMoro  Vroenratordi  san  Mar- 
co 9  e  Altare  eretto  da  lui  doue . 


254. 
medet 


Benedetto  Brdmier,fka  ftpolturafC  rerfu 

Benedittione  datfa  dal  Doge  d  cbi>e  quan- 

do.  482 

Benedetto  da  Canalcfito  valore^fiia  mor^ 

tcÀoHCfe  come  accaduta .  >  ó^z 

Benetto  Moro  eletto  Generale  contra  yf^ 

cochi%e  ifuando .  6^0 

Benedetto  da  legge  Troueditor  da  chi  ba- 
.    dito.  6ji 

Benuenutto  Veta^  fua  temerità ,  e  /«- 

perbia .  64  J 

Bernardo  Giufliniano  douefepolto .  7 
Bernardino  da  Murano%efuaopera.  no 
Bernardo  Giorgio  doue  fepolto ,  e  fua  ìH' 
.    fcrittione.  X12 

Bernardo  Kota  Tieuano  di  S.  Giuliano  »  e 

fue  cmditkmi .  127 

.Bernardo  Morejinii  e  fua  opera  fatta  à  s. 

Clemente.  229 

Bernardo  S^edo  fuo  yalore»efua  morte. 

699* 
Bernardo  More/ini  General  delle  j.Ifole  • 

724. 
BerUngerio  Ceffi  Vefcouo  di  Rimini  'Huìté 

tiù  ^poftolico  in  Venetioy  quando»  e  da 

chi  mandato.  638 

Beretta  Ducale  »fuoi  nomi  diuerfi  >  e  per- 

che.  47Ì 

Bertucci  yalierotcome  e  con  ch(  titolo  af- 
.   fiflefie  al  Gran  Duca  di  Tofcana  per  la 

Kepublica.    .  dSi 

breue  (òtto  al  ritratto  del  Doge  Obelerio 

qmaìfofie .  538 

Bertoldo  Or  (ino  Generale  delt  Urmi  del- 

iaRep.edoue.  579 

Beffici  jacchegff^  datTurco  in  pugUa» 

quando.  6oj 


breue  particolare  mandato  da  Tafa  yr^ 

bano  OSauoalla  Republica^efuo  ^om^ 

tenuto .  670 

Bertucci  FaUero  mandato  dalla  Republ. 

Ambafciator  Eflraordinario  à  Milane 
'   al  Cardinal  Infante  di  Spagnai  quan^ 

do.  66 J 

Bianca  Cappello  moglie  di  Francefco  de 

Medici  Gran  Duca  di  Tofcana  ^  e  fua 

morte  •  62; 

Bolo^eftyC guerra  con  loro»e  per  qual  ca^ 

gfone  4.  $64 

BoccdlJiF  amiglia  ds.L  fica.  565 

Bolla  di  piombo  antica  de  Dogi»  e  prona  di 

Ciò.  489* 

Borri  General  del  sbarco^fuo  valore^efua 

lode.  73J 

Bonifacio  yenetiano^e  fua  opera.  1 6^ 
Boffiglina  prefaifaccbeggiata  >  e  incendiai 

ta  da  Turchine  come .  745 

Butrintò  ricuperato  dal  General  delle  tra 

I folce  quando .  j$6 

Bucentoro  Legno  per  la  per  fona  del  Doge  l 

e  perche  cefi  detto.  449 


t 
j 


Cacciagioni  fatte  da  P'eneti  %  come  fi 
vfafieroìe  Leggi  intomo  àctò.  454 

.   Cadauero  del  General  LotS^foMar-' 

cello  qua  ndogitmto  à  Fenetia  «     74^ 
Cadauero  del  Capitan  Generale  LoT^aro 

Mocenm  come  ritrouato .  74  J  ^  ff^ 

cagioni  deUa  mojfa  d'armi  del  Duca  di  '  Y 

Tarmacontro  Barbarini .  6ji 

cagione  della  littoria  del  7 1  .onde^  e  qual 

fsftìe.  6ix* 

Calie fC  pianelle  roffe  del  DogCiCiò  che  fi. 

gmficbino .  47^ 

Con  cognome  del  Doge  Francefco  Dando^ 

lotondeiC  perche  acquiflato .  567 

campanile  di  Citello  »  e  fua  defcrittione . 

16. 
Campanile  di  s.M arco  fua  defcrittkme  $  e 

mifure.  294 

refo  in  IfoUi  e  quando .  29$ 

campane  del  capanU  di  s.M.%  quitte  f$am 


^ 


TAVOLA. 

fi^niikJkmhuhenomilQro^          ipS  manodiChfcppeSaUmttidùMrl     4B 

^a$n$ane;  maniafa  à  donate  dal  Doge  à  Cappella  dcUa  Famiglia  Giufimimaitfua 

B0jìUplmp^efìirmokprime^bcyfa[-  infcrittwné^                               4*        I 

fero  i  Greci  •.                               j,4|  Cappella  di  Cafa  GiufUmma  an  tmi  i 

£Ìm(ikOrf/mo.perche  cofldctt^»,  e  come  fi  T^ofettkfcoipki  in  marmo  dimew  rOt 

chiamafie  prima  ^                      J47  tto>e  fue  mfcrittioni  ^                     45^ 

t>.C.amiltp,Gon7;^ai^fitavalore ..     6S4  Cappella  di  Cafa  Barbaro  rnetta  ^he  iKr 

CamÌl6>Bfn^tti,  Spikore  refuefiaiae  dà  pinfe  lapalU  Battifla  Frate»  ;  Fi  fimo^ 

BroKiMQUtcoUocate  ^                   Jiu  ripofli  in  epa  Francefia  Caualier  ,  e 

XfXammVrencipe  J^jmfitio^  V^epote^del  Troc^Zaccariafnofiglioloancb'^egli  K^ 

Tontefiie  Innoc^  X.  e  fm.V^ane  man--  e  Vroc.  &  Hermolaa  figliolo  di  Zacca- 

data  neldidrmataìTenaainMmo  con-  ria^ebroElogiji                          51 

troÀTurchi.,                            747^  CopPellancUaChiefadis^Irancefcofer^ 

M^CamiUoCftn'^ga^f uà  morte.       ib^  die  iena  Santa..                         5^ 

"Camillo  Trifiifàno,  VrouJieUa.  Canalltria  Cappella  di  Francefio  Ginfliniano  cifuoi 

Otoata^Mbanefe  ^                 6^  omafàentitefepokura  ^                 ttr;.- 

CanoniciMella  Chiefa  di  s^Marco^  f  mus-  Cappella  di  Cafa  Badoeracvn  tu  paUa  di 

tiyjt  qjtantifotto  Canonici ..           1 04^  mano  di  VobIo  ITercnefc ..                \^^ 

€anonictdiCafieUì^  tpumtU %  e  quanti  f?tm  C  appella  di CafaContarinii  dedicatiet à  S. 

.  Canonici^                                  ipv  FrancefcOieJjtoimodcmifericchLonkh 

famceltaria^  iaichimaneggiata>,e  lorofo^  menti .                                      54; 

prawtfndenuchlfia^                 jzl  Da  chi  abbellita^  mmata ..           55 

^nfeltieri  Grandi ,  qnaliye  quando  infii-  Cappella  del  Rofarw  in  ss.  Giouami  1  e 

V  tkiii^4Qr0  infcrittioni..        jtr.,  322.  Taob^qnandorinouatayf noi  ornamene 

^^andk  fi  ribella  alknep^e^fuoifucceffi^  tiyelepittwrediejjadachi4ipinte.66^ 

571».  CofpeUo'ielt^mtdiDioyfnadéfcrìttìò^ 

Candid  f&Tacqnifio  di  ejfà  fatto  dà  Ffne*  néiomamenti  rUltare^e pmure  da  chr 

tÌ3^  quando^                              5d(;  fatte- ^.                                       66*         \ 

€Mea  Gittàin  Candiafattada  fTtnetij  e  Cappella  di  s.Mia£into  in  ss.  Giou^mnì  »  e 

quando.^                                   jtfj  Vaoloyfue pitture^ da cbidifinte.  6j          \ 

^mtonaledell^LWreriaiVerfo  la  panate^  CappelladeLCjnrdinalZenOyeptadefcric^ 

riai(^me  fatto . .                         309*  tiòne..                                       94 

e  €j^pelladogni Santi.,                       77  cappella nuouaiéllàMadimaifua falla 9          ' 

'  CappeUadetCardinaleyeTatriareafren^  edaxhifcólpita.,                         99- 

dramino  ».                                    1 1  cappellaJi  sJ[fidoro  da  chi  fabricata  >  e 

Qappeltaii  s. Ciuffo  da  chi  rifata.,       19^  inumdo  auua^  mefià:d  oro>e  lauorata 

Cappella  maggiore  dellaChiefa  di  s.Jimia  dìMofficoi^                               de 

ita  chi  fabricata,  quanda^eper  qual  ca^  Quando  finitayc  dàchi  »                   1 00  * 

pone.,                                       34  cappellaio altartdis.LeonatdOtmChic. 

Cappelladt7^uagrierÌ9eJuepitture..i&.  fadis.Marco^^:                          ioz  » 

Cappella  di  s.  Sabàaachi rinounta. .    37  dipeliate  memoria  di  làeopt^anfouino  > 

^A^ttàdettaFamigUaSagtedodoue.ii^:  aoue^,                                '       iii          | 

ei^Ua  di  cafa  QuerinaL>dtdicataàSan  cappella  maggiore  di;  Santa  Lucia  >  fna          \ 

Franccfco^ ..^                               40 >  aef^rittionti^ltarc te  TabemacoU* 

CappeAa  di^  Cafa,  Grimani >  e  fuoi  orna-  141. 

menti.                                   .48  €appelladiCafaCcimara^ueheUe^i& 

QappeUa^dicafaDoHdoló^  conia  palla  di,  exnamenfi^  ^                          14&; 


r 


T    A    V 

waemorie^  i$i 

OifpeUa^CafaCaiUérimt»  fita  deferita 

€app^iUdisXcreB7^oÌHChieJkiis.  Iaco- 
po dMltOm  da  chi  dipinta .  205 
cappella  di  e  afa  Crimauisfuoi  orMmemij 

capfeUa  de  Cardinali  f^alierit  e  fua  de- 

fcritttone.  ajo 

cappella  di  Cafa  M ioni ^e  fua  defcrit^ime. 

tappeUadiCafa  Mjorefm^doue  fondata  • 

taffeila  di  s.  Tikùlò  dwefituata  »  da  chi 
:  nndataidacbirejlatiratafedachi^ 

velata.  320 

Coppetta  del  Dogefqualsifte  Perche.  480 
capitoli  di  s.  MarcOiC  di  Caftello^come  ca* 

minimneFmeraU.  404 

Capiii^xk^pttcbe  'panno  iuCoUegio^efiio 

tonificato.  474 

Coorti  meffa  ifaccotcda  chi .  542 

capitoli  concernenti  il  adto  delle  cofe  Di- 

Hine9&  Quali  •  5$j 

capali  della  pace  come  agiuflati»  e  da  chi 

fot tofcr itti.  6S6 

aapitolationiperlapace  quante  fbffero»  e 

quali.  6S6 

capi  9  che  fi  trouomo  alla  difefa  di  S  ebeni- 

cOfequali..  711 

capitoiii&  ordini  publicati  in  Fenetia^in 

materia  di  Egenìione  de  Datif  delle 

mer cantiere  quando .  75  7 

Capitani  Feneti  lUufiri  coutra  Solimano  >  ^ 

e  quali.  594 

capitani  Feneti  contro  jit,x$linoda  ila-* 

man^qMolifofiero.  %6i 

capitan  "Pietro  Morati  Corfhcome^e  aoue 

yccijh.  683 

capitan  Carusi Àoue^quando^  come  >c- 

cifo.  d84 

capitan  delle  7{aui  Iacopo  Kiua»  creato 

Caualier  dal  Senato,  e  per  qual  caufa . 

716. 
capitan  Generale  Loren^  Marcello  >  fua 

nttiiria  s  fua  morte  %  e  come  Jegui^ 


O    L    A.- 

ta.  754 

capitan  Generale  Immo  liocenigo  -pa 

con  i*Arwtata%  e  Galee  Vontipcic^  u 

Maltefi  >al  Tenedo,  tr  d  che  fine.  Va 

Àlmbroper  prouedct  di  Aatua  Pjlr" 

mata  y  ufd^mdò  al  Tenedo  vjtrmato 

CrofJatO  quello  fucceffe .  74J 

capitAn  Generale  fi  difpone  d'andar  a  vf*^ 

cStrar  fermata  Turche fcay  e  combat^ 

t€iia%efuo  riaggjio .  7  iS 

capitan  Generale  Lax,aro  Mocenigp  per. 

acqufflar  7.  Galee  Turchefcbe  fi  di/po^ 

nedipag^  perbt  Batterie  de  Turchi. 

744- 
capitanTadeo  Motta  doue  fatto  pr^tone^, 

edacbi.  751 

capitan  Generale  Giorgio  More  firn  attac^ 
ca  60.  faiccbe  della  Coronano  3  quante 
ne  prefe^e  quante  ne  ahbrucciò^  doue. 
S'incontra  in  4.  SuitanCf  che  mdauana 
aUoMecca^'ì.ueacquifiaf&lamar* 
giore  reftò  tncendiatayquandote  con  che 
perfonaggitc  ricchei^ .  754 

capitoni  f  e  Gouematori  delle  Galea  di 
TiapoUfC  di  Cecilia^  e  loro  atti  di  hofb^ 
litdiC  quali.  Óf^ 

copi  da  guerra  3  e  comandanti  »  mandati 
dalla  Sepublicain  campo  nel  Frioliée 
quali .  6^ 

capitani  yalorofi  morti  nelf  impedir  il fèct 
corfodgUAupriacitequali.         6af 

capitani  condotti  dalla  Bjtpublica^aquali. 

capo  diGoro  Terra  groffa^erìccs^  come 
prefadoFeneti.  67? 

capitelloìcon  fuo  otltare^douefolfe  primo 
e  perche  portatoin  Cbiefams.  Marco» 

99- 
Cappuccine^  q^tandof  come  9  e  dacbiififU^ 

tuite^ro  chiefihe  Moniftero .        1*16 

Cardinal  Fedrico  Cornaro  "Patriarca»  io» 

ttCfC  da  chi  ritratto .  i^ 

CardinalBattifia  Zem%  quando  fott^Fc^ 

fcouOf  e  da  chi  creato  Cardinale .  QueU 

b  ferine  il  Bembo  nella  fua  HtfloriOf 

di  Quefta  Coriinale  intorno  alle  fuc 

ricchex:^  >  Tefiamcnto  >  e  Legati .  Sua 

St4- 


^'SiMtkéh^  altro.  ptf 

tArdmali  di  taf  a  Còmaì^a  doue  fepàUìAtV 
CoìHlmalBemlfó^efiioi  difegni  mundati 
'  d4  Bfiwa  per  il  cantonaUc  detta  Libre- 

rk.  309 

Cardinal  di  Richelieùj  creato  Mobile  Va. 
5  tritio  P^eneto^e  quando .  66^ 

Cardinal  Infante  di  Spagna  ^  e  fuo  arriuo 

d  Milano  9  quando.  667 

•  Sua  morte ,  quando f  e  doue  feguità.ój  i 
Cardinal  .Antonio  come  fi  faluajfe  9  e  in 

•  cheoccafione.  6^6 
Cardinal  Biechi j»  come  fi  affatticafje  per 

la  pacete  quale .  6S6 

Cardinali  Vcnetiani  y  creati  in  ma  crea. 

•  tione  da  Clemente  Otlauo  >  quanti  >  e 
quali.  630- 

Cardinal  di  Cioiofa  i  da  chi  mandato  à 

•  Venetiaicfueoperajtiòni.  ÌJ38 
Cardinal  di  Kichlieù  in  Sauoia  con  Efer^ 

citOi  feguitato  dal  Uè,  e  quello  occorref. 

fé.  660 

Carlo  Zeno  douefepolto .  75 

Cario  Ridolfi  K.  Vittore^e  fcrittore ,  rfour 

•  fepoltOiC  fuo  Elogio .  135 

•  fua opera.  276 
Carlo  Tribuno  >  affalito  in  Rialto  nel  Va: 

"iOtgli  furono  canati  gC  occhile  fu  ca-- 

'  *y  fuoidi- 


*  ciato  di  Rialto  da  chij  e  perche 
pendenti  amma^^tiiC  quali.        541 

tlarlo  da  Montone  Capitano  della  Reputi. 

nelFrioli.  58^ 

Carlo  OSfauo  fC  fuavenutain  Italia  ^  e 
'   quando.  587 

Carlo  Emanuele  Duca  di  Sauoia,fua  mor- 

feyC fucceffione  del  Trencipe  littorio . 

Carlo  figliolo  di  Carlo  Duca  di  Rhetelfuc- 
^    cede  all' ^uo  nel  Ducato  di  Mantouà 
'    nella  fua  minorità  >  dr*  a  chi  raccoman- 
dato. 669 
Carlo  Tozxo  Capitanoyefuo  -valore.  690 
Carlo  Stuardo  Rè  della  Gran  Bertagna\ 
qurndoyc  come  de  cip  italo.  729 
Cam.  hèdiSuctUy  juc  lettere  mandate 
ali^  llcfublica  fuo  contenuto  y  e  quan 

•  do,  638 


CarloGoni^a  Dudàdr7^iiiérs\:£dfbu! 

-  rato  herede  >  efucceffòre ,  da  Fùevrf 

-  DucadiMatMamoriòfen:^pridevi^ 
V  rile .  ,'•  6^6 

Carlo  Trmcipéii  RheteUcreatùLucgote^i 
mute  Cenerate  da  Ficewt?  Ittica  di 
Mantoua.  ib.^ 

CarUà^e  pietà  Tubile  a  »  vfata  nella  Tefic 
dettolo.  135. 

Carmignola  creato  Conte  dal  Dogete  co^ 
me.  473 

Cafimiro  eletto  Rè  di  Tohnia .  719 

odreflia  vniuorfale  in  Italiane  quando.' 
6i^.  ^  . 

carejiia  in  Venetiat  quatido^e  perche  cath-^ 
fa.  6}8 

Cafale  affèdiatOy&  il  Monferrato  inuafot 
edachi.  .6^*p 

Caftel  GiufprèpreJlfidiatOi  e  cufloiito  dal 
Colonnello  la  Lunga  Francefe,  dr  altro 
prelJidioymunitionifpintiuifotto  il  CtM-' 
te  Bartolameo  Soardo .  6to 

Calandra  Fedele  Triara  del  Spedale diù 
Domenico^  fue  lodi .  %6 

cafa  del  Tetrarca%doue  era .  7<J 

cafo  funefloi  occorfo  in  chic  fa  di  s.  Marco  >  • 

-  quandOiCome>e  per  quel  caufa.     730 
cajà  Barberina  >  CiT  altri  Cardinali  »  e  Si- 
gnori Romani  loro  efibitioni  alla  Rcp. 
per  pì-ofeguir  laguerra  col  Turco .  j^j^ 

caffa  di  ChrifìaUo  artificio/a  da  chi  fatta . 

J64. 
cafe  f^ecchic  de  Trocuratori,  &  altri  edi^ 

ficijych*  erano  in  piaz,\ay  e  che  l'occupa- 

uanoyquando  demoliti .  293 

Cafa  a  s.  Benetto  di  chifojje,  e  fue  pitture  * 

113. 
CafJiadorOi  chifoffcyche  cariche  tenefje^ 

in  che  tempo  rifece  fua  lettera.  528 
Cafielliò.  quandOiC  da  chi  FabriCatiJ^^ó 
Cattar  in  Zenone  fuo  parentado  col  Ri  di 

Terfta.  380 

Caftei  Rujfoyc  fua  refa  al  capitan  Generai' 

le  Frane. MorefiniyquandoyC  come.y^ 
cafìcldHSdlvnOi  acquijiato  da  Turcbt. 

723, 
Ciij^ro  rcftituito  al  Duca  diTarmay  co  f  f- 

fcCH- 


T    A    V 

'fttiitme  ielt  tucùtdat»  ia  tutte  le 
farti.  «87 

Cattedra  di  s.Tietrotdoiie  /m»  0  da  ehi  do- 
nata aUa  Hip.  IO 
CatterinaGiorgio,efka memoria.  ■  3j9 
Catterind  Comara  Hegiaa  de  Cipri,  ^mati~ 

do  ritornale  4  yenetta .  441 

CattaroliberAttdaW  aQedio  de  Turchi, 

quando,  74^ 

C Mailer ixi-za  dau  sijÀa  dii  manteruaa  > 

tir^tro.  }96 

CauaUipofiifoprail  pitoutdelvòUe  mis- 

giore della Cbiefa di saa  Marat, dacni 

fatti  farciti  che  tempo,doue  erano  1  Da 

cbi,e  doueportati,  e  p^  :  Da  cbiman- 

dati  a  Venetia ,  doue  po^i^ima  %  e  poi 

coUoeatijdauefom  al  prefente .  94 
CaualierideiTempio  in  che  tempo,  e  da 
y  thiefiinti.  •••-■  137 

CauaUi  à  Fenetia  come  s'vfafferé,  e  leggi 

intorno  dciA.  45; 

Caualieri fatti  dal  Senatore  quali.  471 
CoMalli  diBrottJLO  di  s.Marco^ualite  qua- 

dovenifero.  i6i 

Cauatier  Corraro  pajja  con  ilgrojio,  ad  v- 

Htrfi  con  U  GeneralTefaro  nei  Votefe- 

jte  di  RoMigo^  perche.  <$8o 

Cedi»  B4sÀ  cm  ejfercitù  verfo  Spatatro,  e 

cofafece.  745 

Cereo  del  D^e ,  da  ehi  iattOt  e  fuo  fiffiip- 

cdto .  479 

Cermmiey  chefifaam  quando  il  Doge  i 

ereato .  47* 

CerimmietcIrefffaanoidopatacreatiOBe 

delnuouoDi^e.  4$)i 

cerimùuieAhe  fi faceuaao  anticamente  in 

chiefadi  CaJkUote  quali.  i  o 

Cerimonitrtbefi-pfat»  indarilptQe^à 

Fatréarchi  di  fenetia,  19 

Ceruia  •venufa  alla  dimtime  della  Hfp.  e 

quando,  ^6^ 

Cejare  daEflefìgUoUéialf^Otdicbiara-' 

todaAlf^aErede,efmccefiorefiio.6^o 
Ctfare  Aumgbetto,fua  fep»UKra,&in- 

fcrittvme,  1-J 

Cbiefa  diS^  Vietto  di  Cafietìo  da  cbi-fon- 

data^  quando.  6 


OLA. 

Da  ehi  riaouata,  quando  >  éfua  deferiti 

tiene.  11 

Quando  confeerata  *  da  ehi ,  e  fua  ntf- 

-  maria,  14 

Cbiefa  delle  Vergitti,quando  fondata^  da 

I? 

di  sjititonia  da  chi»  e 

3» 

DM  Tacìo,  quando  co- 

noria,  70 

deUa  Madonna  della 

weiejte  roumatt  per  l'incendio  deW  Ar- 

fenatet  e  quando  riedificata  tfuoi  oma~ 

menti f>itt»re,e  memorie .  75 

Chiefa  dt  s-Loreuxo^quando  rìmmata  ifua 

defcrktione.  80 

Chiefa  di  s.La:(ara  de  Mendicanti ,  quan^ 

do  fabrieitta,efua  defcrittione .       87. 

Chiefa  delia  MaoMna  del  "Piantotfondata 

per  voto  dal  "Publico  ■  à  chi  datta ,  fua 

formai fuoi  ornamenti.  90 

Chiefa  di  san  Marco,  abbrucciita,  e  qua- 

do  I  da  chi  rifata ,  da  cbifnita,  e  da  chi 

incrofiata  di  marmi.  97 

Tercbe detta  Aurea,  99 

Chiefa  di  San  Tbeodoro,  da  chi  edificata  t 

Chiefa  di  san  Gemiuiano  come  ehiuia.i\%. 

Chiefa  di  s.  Moisè  principiala  4  rìnouare  > 
e  quando.  iK 

Chiefadi  San  Benedetto  da  chi, equando 
ried^ata.  iiS- 

Cbiefa  di  t.Luca  riaouata  da  fondamenti. 
no, 

Cbiefa  di  san  Bartolomeo  da  ehi  r'mouaa. 
lij. 

Cbiefa  di  Santa  Lucia  quando  rinouata  r 
^a  fornia,u£rebitettura,&  ornamen- 
ti .  141 

Chiefa  di  S.,Agoflino,  quando  arfe  >  quan- 
de,e  come  rieducata  yO  fua  memoria . 

Oiiefa  di  S.Siluefiro  da  chi  tonfeerata 

■   confuamemotia.  185 

Chiefadis.GÌouanttidiHialtOt  quando  fi 

aMtrucciaffe  »  e  da  chi  rieducata  >  efue 

Cbie- 


^^ih^^c  XliC^.  -^-6.  A 


T    A    V 

^iefn  di  s.  Tiicolò  de  Tolcntmh  e /ma  cfo- 

*  fcrittipnc  e  ao8 

$hiefa di s^Tijcolà  delitto r  rinouAU  dA 

fondamentiiq^uandce  ffiA  dej[crittione .. 

étìcfM  Moniftera  di  s. angela  di  Conecr^ 
dia  dx  cbjxà^  d  chi  concejpj  quando  e  co 
che  obligationi  ^  i^x 

^brefa  di  s^  Raffaello  %  quando^  riedificata  x 
fita  defcrittig>nefMcfittme^  altri  or- 
namenti •  244 

c^iefa  di  S.  Geruafo  x  quando  caief^e  %  fua. 
riedificatime^afùrmaxfHe  pitture^et 
altri  ornamenti.,  ^47 

(hiefadi  s Jacopo  delta.  Giudecca  yriedi- 
ficataye  da  cbi^Sua  defcrittijmeitUtari% 
pittHr€i.&  akrior^amenti  •,         %%i.t 

€hieja  de  Ciefuiti^e  fuoi  ornamenti^  e  poi 
a  chi  data  con  il  Monijtero  y  e  quando  •. 

é)ifja  detta  Maiounadella  faUtte  >  quan- 
do  fondatale  perche  cagione .  2  78 
Da  chiocciata.  280 

(biefiola  doue  la  Signoria  afcolta  ogni 
giorno  la  Santa  Mefia.  fi  5 

chiefafabricata  ds.^Marco%  eclnaniata 
caOpeUa  del  Doge .,  5  40. 

chieja  di  s.Zaccaciaidaichi  erettale  qftémr 
do^,  $40 

Chiefa  di  s.  Taola  da  chi  ^e  quanto  f neri- 
cata •  542. 

à)iefa  di  s.EufmiafquandOfda  cbiy  e  per^ 
che  edificata  «.  544 

chiefa  di  San  Cipriano  in  Murana^  quan^ 
do9perqualcaufa$edacbi  educata», 

545- 
chiefa  di  Grado  difefàdoMarcclto.  Doge 

J^-  $35 

cbie/e  fauorite  da  TapA  ^lefiandralll. 

in  f^enetiatC  quali .  5  $  p 

chiefa  detta  M adoma  detta  Salute  % .  con- 
cefja  dal  Senato  a,  Tadri  Somafchi>  e 
quando.  •  74^. 

tbtefaie  Moniflero  de  VadriOrociferiire- 
llgione  foppre(faÀatta.d  padriCiefmti  p, 
e  quando..  747 

Chii^ia  ricuperata  da  Veneti4alkmani. 


Q   h    M 

dtGenouifi^  quanàol  w 

Cbieggia  quando  bebbey  e fcouadi^^  e  fat- 
ta Cittd.  ^6^ 
Cbioggia  prefa  da  Genouep  »  e  quauJoS 

Chrifta  con  la  Jmk  yera  ejj^ie  doue  poflo  « 

102. 
Chriflofùrt  dal  Legname  Jcultore  >  e  fu^ 

opera.  iia 

Chrifiofrro  Kenicro  p  come  crudelmente 

.  mcffodaFfcocchi.  6^% 

Cbr^foro  Vidman  Cardinale^  ^hhate 

di  doue  ^  2$o 

cinque  alta  pafequaudùcreatL         S7^ 
Cittdpùffedute  da  renetineW Imperia  di 

Oriente  x&  quali  •  0o 

Città pofùdutedattaKepiAlicain  Italia > 

e  quatk  58?^ 

cin^e  Galee  Turchefibexieprtaie  da,  Ve, 

netiydoue^  quando  .^  744 

Città  di  Kenetia^quando  pìélicaia  lihen 

dalla  pe^e%e  Tori  aicmfiti..  6Ó4 

clemente  Qltauo  yC  fua  venuta  a  Ferri" 

raxcomé quando  %  e  per  quat  ontose •> 

Clemente  O^auo  qiiandà  creattr  Tontefi^ 

Claudio  o4rìoflo%H}potedeifmop^Teoe^ 
ta  Lodouicox  dauefepolto  y  efunmeno- 
ria ..  %^ 

Ctaudiù  Monte  Kerdi  Maefbra  di  Cappel- 
la di  sMareo  doue  fepóUo..  S9S 

Cl^a  piazXa  fortiffimafua  defcriUione%  e 
come  munitafpreffidiata^  da  chi  gnor* 

data.,  V^ 

Quando^  comete  dà  chi  affatica..  71) 
come  fta/ìeprouifh  da.  Turchi  >  come 
acqui  fiata  >  è  raccommandata  dal  Ge^ 
nerai  Fofcola  à.  Francefc<h  raliero  . 

7M- 
colonne  netta  cbiefà  di  s.Atarco^firàgran-^ 

diiCpicciole  quante  pano.  9J 

Colonne  deporlo  ydoue  »  e  quante  m  ion 

Marco..  93 

colonne  dì  serpetino  »  ch'erano  netTem^ 

di  SaiamonedidoHeportate$e.douepa. 


,« 


nams.fiarco 


colf- 


T    A    V 

edmdtlt^t^fp»K>  de&a  Chief*  ài  san 
M4rc»,come  fatto.  98 

aiUme,fhe  fojiet^ma  il  ctbvrio  diferpe». 
tiaihtuttelaHOrate  augure  %  e  Uro  fi' 
mificati,  100 

cownne  di  otUdfafkù  trafpdrenti  1  dow 
eolocate.  loi 

eolonne  ch'erano  nella  Cafa  di  piUto  »  io- 
ut  p»}le  in  s.  Marco.  A. 

tolotma  in  s.tacopo  datfOrio  >  e  pia  pati- 
rà .  aoj 

eolonne  di  tanta  fintT^  »  che  participano 
de&agffàatdi  doue  yentaciedoue  pofte . 
3». 

colonne  di  pia^a  >  lorogrande^a  >  Ji  do- 
tte emdottet  come  ri^^e,e  da  chi, 

CoQJJipofii  fopraUfcaladel'Pal&X3:fftda 
chifcàpiti,  chirapprefentanotC  mofi- 
gntficato.  330 

coccia  delB.  Lorenzo  Giiifliaiano  >  da  lui 
donata  e  a  chi.  271 

Colonnello  Milander  conduce  le  genti  Ol- 
tramontane^ Italiane  in  Valtellina- 
6^6. 

colane  ^oro  mandate  dal  Senato  al  Capi- 
tan Generale  Giorgio  Moreftni  per  li 
Officiali  deir  armala.  7J4 

colMia  d'ero  di  mille  fendi  mandata  in  do. 
no  dal  Senato  at  General  delle  Galee 
Malte fhc  perche.  754 

Colonnello  8nton,efiio  fatto ,  708 

cotona  diniata  dal  "Publico  at  Cenemator 
fvgoa  perche .  679 

Collera  di  Marin  Faiiero^ofd  precipita- 
■  re,ecome.  ^69 

Comaccbio  arfoda Saraceni,  e  quando. 
543- 

prefo^e  disfatto  da  ehi,e  per  qual  canfa 
544. 

combattimento  feguìto  tra  le  tiauifpedi- 
te  con  pronifioai  dalpuhlicoper  Cadia  1 
e  Fafceìli  BatiareJcbitdoue,e  quello  ne 
fegM.  690 

combattimento  de  Veneti  con  Vafcclli 
Thrcbefchi  y  dotte  e  come  fuccejfo.  698 

'^mbattimento  tra  l'armata  Veneta, e 


dot  con  il  raccónto  di  tutto  il  fatto  . 
7«. 

combattimento-fegitito  a  Dardanelli  fri 
Fermata  Veneta  comandata  da  Lo» 
renzff  MarcetloCapitanCeneralfìe la 
Tnrchefeatcon  il  racconto  di  tutto  it 
fuceefio.  734 

combattimento  del  General  La^a  Mo- 
cenigo  con  none  Vaffelli  Barbar  efebi,  e 
quaU  >  e  nomi  di  tutti  i  Rapprefentanti 
publieite  cemmandanti,che  v'  interne- 
nero.  740 

comandanti  ieW  armata  Turthefca  prin 
cipali,cbifofero.  691 

comm^ione  datta  dal  Senato  a£  Undrea 
C  omtero  Generalcin  Candia»  e  quale . 
690. 

cometa  horribiUt  quando  àpparfa,e  quan. 
to  dwraffe.  <$;i 

commiffarif  eletti  per  efeptire  la  pace , 
qualiìedaehi,  550 

cmnmerca  redimito  frdgt-^ujìriacit  e 
Veneti.  6$o 

concefjùmh  epriuUegide  Sommi  "Pmtefi- 
ti  al  Trimicerto  di  s.  Marco .         io; 

cottceffone  à  canonicidi  s.Marcodipor- 
tarlaZanfarda.  104 

confraternita delCbrifto di  s.MarCKolai 
quando  eretta.  ■  44; 

conquida  della  Città  di  Cofiantinopoli  » 
tapprefentata  in  più  Quadri  nel  Gran 
Con  figliole  da  chi  dipinti .  3  ;  a 

congraìationì  del  Clero  di  Venetia,  quan- 
te fianQ,nimi  loro,  e  quando  inflituite» 
&or- 


T    A    V    O    L    A; 


•  €r  utdàttUfra  mfmuraU.  404 

ump^HU  étUa  cd:(fiM«  f^**  nemi. 

406. 

torrettotidelDoge^hnefficio te  perche 

ereati.  490 

cmfiglierit  quali  *  e  come  chìanuti  nel 

principio.  473 

cenjìgtiero  più  gamme,  e  ftf e  parole  iaàtT' 

Tonando  il  DÌ>ge,e  quali .  470 

Corno  del  Doge  ìtfKale.  ^9 

coroMìCiò  che  dkegniifuaplenitudinet  éf 

grandet."^  tjuoi  nomi  diuerfì ,  e  tcrtji- 

gnijicatione,  aio 

emginra contro  it  Doge  Mattriiio  Gaibd' 

tOyC  t  iò,che  fuccege .  5  3  V 

tongiura  contro  il  D^e  Giouanni  partici' 

patio  teda  ehi  occupato  il  TrincipatO , 

541. 
congiura  dì  Simone  Stenoteifuandv.  $£4 
eoi^iuTe  [otto  "Pietro  Gradcnigo  DogetOp- 

pref[e  felicemente.  505 

Coiu^uanotSeraHaUej&  .Afedo  raefk^a- 

te  dalla  Republica,e  quando .         5  7o 
concilio  T^ationale  in  s.  Marco  t  fatto  aat 

DogeFlabanico.  JJj 

confato  fanguinofo  (ucceffo  folto  Caaea , 

quando,  morti,e  feriti  in  ejfo.         6if6 
CopfigUo  de  Jt.e  quando  bauefje  principio. 

$66.         ' 
CoMfìglierii&  opinione  quando  hauefiero 

l'originz.  559 

Corfù  venuta  a  diuotione  della  Republ,e 

quando.  574 

Conte  Guido  Hangone  doue  fepclto.      61 
^onte  Riccardo  Jaalombra  Giunfconfutto 

doue fcpolfo,e fuo  Elogio.   .  6t 

Conte  Fraaiefca  Martmengo,  mandato 

in  Montone  dalla  Republica  con  pre$. 

dio.  '  66$ 

coHteCarlo  Borromeo  mandato  ^mba- 

fciator  Ejiraordinario  a  f^enetta  dal 

Cardinal  Infante  di  Spa^a .        667 
congratulatiotii,  et  applaufirictHuti  dalla 

Ripublicada  TrencipiClirifiiani ,  per 

ttmprefa  nel  porto  della  f^aloaa.  679 
eonte  Bendo feritotc  come.  6-j6 

eontefe  tra  quei  dilMeofuiditideiU  ^e. 


pubiiea,  e  quei  dt.4rnaiiofìMitiJA 

Chiefa,  e  ciò,che  auuenilje .  666 

conte  Mtrohjitto  prigione  da  Veneti,  e 

doue .  68^ 

conte  .A Urano  Couemator  di  QneatfìM 

fvtita  centra  TurebitO  fiarìtirata» 

691. 

cmte  Cario Fenarolo  Gouenuuor  diCa~ 

.dia^'oue  mandato  dal  General  Ctìna- 

r$.  6n 

andato  nel  Frio 

699 

lot  lafciato  dai 

iellaTiaz^ii 

,^" 

fua  mone  come 

feguita,  e  fio  cgpodoue  portato.  7^ 

Conte  SforxA  BilJara  Vicentino  >  e  Jut 

morte  >  confi  quando.*  e  doue  fegaita'. 

7S3- 
conte  Filipipo  'Palatino  del  Rjeno  >  Trenó- 

pediSuldìacb  condotto  dalla  RepoH. 

al  fuo  feruitio ,  doue  mandato  >  con  cbe 

gentitc  titolo .  754 

conte  di  Fuentes  in  Italia  ifue  mafie ,  e 

preieJlL  6}% 

conte  di'ìiafau  doue  morfe.  6^ 

conte  Ramba/do  Coltalto  Ceneraledete- 

Imperatore  in  Italia .  6$9 

Conte  Giouanni  di  t^afau,  mandato  dati,* 

Imperatore  in  Italia icon  che  Titolo» 

eperqualcaufa .  657 

confini  della  Republ.  tentati  da  Tedefcbh 

majempre  ributtati .  659 

conmra  de  ftranieri,e  quali,  lorodifenit 

&■  intetìigcn':(e,come  fcopertaa  c«?«g» 

dattoarci.  65 1 

contefefrà  il  DucadiSauoiat  e  fetdiaa»- 

do  Duca  di  Montonate  per  qual  confa . 

641. 
Coro  della  chiefa  del  Redentorcr  fua  rfe- 

fcrÌnione,e  [noi  ornamenti  ,  s0 

CoTo\di  san  Marco,efHa  defcrittione.]  1 01 
conuuo  fatto  dal  Doge  all'Arti^  tpùaàt, 

477. 


T    A    V 

CtmÌÈi  fatti  dal  Doge  alla  Tiobiltà  y  qua. 

ìifC  Oliali .  487 

Conftgliih  Configlieri»  Senato  9  Quarantia 

Criminale  quando  ordinati .  540 

Confederatione  fra  Carlo Grojjaìf^p.  & 

la  Rep.  con  conditone  di  agalir  Imiti  i 

fchianoni^  54J 

Confulta  tenuta  da  Capi  di  MareyC  qnaU» 

ioropareri^eriffoUitione.  ^69$ 

Comparfa  de  Turchi  nelle  campante  di 

Sfdaitù^  Traàycome  ributtatiM  chi, 

e  done  pajfaffero .  751 

Coriolano  Qepione  fcriffe  la  yita  di  Vietro 

Mocenigo  Doge .  cp 

Corpi  de  ss.  Se^ioy  e  Bacco  f  doue  ripofli . 

'     IO. 

Cùrpo  dis.  Giouami  Martire  Duca  di  jl^ 
lefiandria  9  da  chi,  e  quando  portato à 
yenetiaje  doue  ripofi .  %  i 

Corpo  di  s.  Giouanni  Elemofinario  Va- 
triarca  d^jtleffdndria  »  doue  ripofi  . 
36. 

Corpo  di  s.iabd  abbate,  di  doue  venuto  » 
edoue  rtpofi.  37 

Corpo  di  sant*  Anaflafto  9  da  chi -^  e  quan^ 
do  portato  à  yenetia^,  edoueripoflo  • 
38. 

Corpo  di  Santa  Marina  di  doue-tda  chi  >  e 
quando  portato  à  Fenetia^  e  doue  eotlo- 
cato .  40 

Corpi  SantiiChefono  nella  Chic  fa  dis.  Lo^ 
renxjo  9  quali  ^  80 

Corpo  del  B.  GiouamiTiùuano  di  s^  Gio- 
uanni decolUtOidoue  ripofi^  ib. 

Corpi  de  ss.TancratiOyC  Seuina  donati  da 
Tapa  Benedetto  Terza  aUe  Monache 
di  S.Zaccaria.  f  4 

Corpi  santii  che  fono  in  S.Zaccaria^di  do- 
ue portatile  da  chi  donati .  84 

Corpo  di  San  Zaccaria  dojte  ripofi  • 

Corpo  dì  s.Ifidoro  di  doue,  da  chi  9  quando 

portato  in  Venetia,e  doue  ripofi  con  fua 

infcrittione .  99 

Corpo  di  s.MoTco .  i o i 

Corpo  dis.  otnafiafio  yiartire  con  altre 

Reliquie  >  da  chi  donate  alla  Chiefa  di 


OLA. 

Santa  Maria  Zehen^  1 14 

Corpo  di  s.The(khro  doue  rip$fi  da  ehi  acm 

qui/tato^quandOfedéchiportatodyc. 

netìa^  ite 

Corpo  di  s.  Vaolo  primo  Eremita  da  chi 

portato  À  reuetiat  e  doue  collocato . 

i%6. 
Corpo  di  santa  Lucia  di  doue^  da  ehipor-- 

tatod  yen€tia%edoue  rffofio  prima^ 

140. 
Corpo  dis.  Magno  doue  ripofi.  144 

Corpo  di  san  Spiridione  doue  ritroua^ . 

Corpo  di  s.  Rocco  doue  ripofi  •  x  97 

Corpi  Santi  i  che  fono  netta  Chiefa  di  s.  Si^ 

meon  grande .  ao; 

Corpo  dì  santa  Elena  di  doue  portato  d 

Venetia  doue  pofto^e  doue  ripofi  al  pre^ 

fente .  1 12 

Corpo  di  s.  StegottOt  quando  portato  d  f^e^ 

netia»e  doue  ripofi.  z%  i 

Corpi  SantijChefoHO  in  s.Giorgio  Maggio. 

r de  quali.  211 

C^nrpodi  s.  7{icolò  refcouo  >  doue  ripofi  • 

Corpo  di  s.CUudid  Martire  doue  riffofh% 

e  fua  infcrittione .  238 

Coìfo  di  s.  Secondo,  doue  poflo.         24} 
Corpo  dis.7{icheto]doue  aj .  243 

Coffo  di  s.  T^iceta  Fefcouo  di  Antiodm 

doue  collocato.  244 

Corpo  della  B.Giulianafdoueprima  fepol^ 

tatuando  ritrounto^  doue  sij  collocata 

al  pre fente .  25 1 

Corpo  di  s.Uthanafio  Tatriarca  di  Co» 

ftantinopoli  doue  rtpofto.  252 

Corpo  di  Sant*  Uniano  doue  fi  troni  . 

167. 
Corpodis.  Marco  quando  portato  df^e* 

netiay  e  da  chi .  540 

Corpo  di  s.Ifidoro  da  chi^e  quando  ritro. 

nato .  ^69 

corpo  di  Santa  Baxhara,  quando,  e  da  chi 

portato  a  yenetia^  5^2 

Coftan^a  di  Arrigo  Dimdolo  9  dimoflrata 

in  Co  ftantinopoli .      -  349 

Cofwo  de  Medici  9  e  fito  flabìlimento 

b  nello 


T    A    V 

*  nello  flato  di  Tóf€4$4.  $94 
Cofiflantinopóli perduto  da  FenetifC  ^na- 

do^  55? 

cprfari  Barbarefchi  1  fotto  il  comando  ai 

^lì  Ticcinino  rinegaUh  entrano  ffctì^^ 

Adriatico  con  deliheratione  di  fpogliar 

la  Santa  Cafa  di  Loreto .  669 

Saccheggiano  Isljcofrd  terra  nella  pu- 

gliaficendo  fchiauiìCon  alcune  Mona-^ 

che. 
yDifegni  loroy  da  che  impediti ,  e  doue  ri^ 

cowrati.  669 

corte fte  vfate  dal  Marchefe  Borri  à  Tur- 

chi  vociti  dal  Tenedo ,  dopò  la  refa ,  e 

quali.  738 

Crocetta  di  Vapa  Meffandro  TerxJh  doue 

e  quando  fi  e f ponghi  •  tu 

croce  di  argento  Malaccio  »  doue  colloca. 

ta.  loi 

croce  di  Rametdoue  trouatii  e  poi  ripofla . 

•  10. 

corridoi  e  in  Chic  fa  di  s.  Marco .  98 

croce  di  molta  ftima  conferuata  in  s.  Ma- 

ria  Zehenigp»  1 14 

croce  della  Scuola  di  San  Cìouannii  fuoi 

ìniracoUtdoue^e  da  chi  dipinti.     284 
ireationede  Dogi^fua  forma,  e  quando  or- 

dinata.  47  j 

^reatione  de  D^i  Moderna  >  come  fi  fac- 

c/<i .  -  475 

creatione  di  Domenigo  Seluo  Doge  »  efua 

defcrittione .  477 

crociata  per  Terra  Santa  i  &  Legni  Ve- 
neti quantiiC  quali .  555 
crocciata  fatta  contro  hxj^lino  da  Roma, 

edoueùublicata.  J63 

croiA  prefa  da  Turchi ,  e  fotto  qual  Doge  » 

584. 
Carfi  »  e  danni  fatti  da  loro  nel  Carfo  . 

Cube  nella  Chic  fa  di  s.  M  arco^quante^  di 
che  materia  coperte  con  il  rimanente 
del  colmo .  94 

Coflanzjo  da  Vefaroyfua  ritirata ,  e  per- 
che.   '  "  714 

CotT^a  Tredicante  ,  e  Maeftro  della 
legij(  ÌAaomettana  >  nemico  de  Chri- 


OLA. 

fiiaai  »  (onte  inftmiffr   Ihmm  , 
6SS. 


D 


DMmatiaycfuo  titolo  a  qual  Doge  pri-^ 
madato.  55^ 

Daniel  MorefìniìC  fua  morte  «  725 

Daniel  Bafsd  chifofie .  721 

Daniele  ointmnot  done^e  come  morJOtfue 
lodif  &honori  fattigli  dal  TsAUco.  Do* 
uè  feùoltOjfuodcpofitOiftatua  EquefirCè 
&  Elogio .  ^45 

Dandola  T^pote  del  Doge  Henrìco»  Kegi^ 
na  della  Rafcia .  %6i 

Danni  fatti  à  Turchine  ime .  714 

Danni  riceuuti  dalle  Batterie  de  TwtùAy  e 
quali.  744 

Dea  More  fina  Trincipeffa  >  moglie  di^i^ 
colò  Trono  DogCy  ime  ftfoka^  e  fuo  £- 
logio.  155 

Decreto  del  Senato  in  tomo  faccettare  la 
Libreria  del  Tetrarca .  77 

Definitionedi  quefta  >oce  Gondola ,  e  eie 
chefignifichi .  45^ 

Dcliberatione  del  Senato  di  affifler  ai  Du- 
ca di  Mantoua  >  0*  aiuti  pr  e  fiatigli  . 
6at.    . 

Deliheratione  di  poner  l'afiedio  d  Cradi- 
fca.  ^44 

dtUberatione  del  Senato  di preftar  foccor- 
fi  al  Duca  di  Sauoia^  auali .  645 

deiéberatione della KepuoUcadi  armarfi. 
657. 

Deliheratione  delti  Spagnoli  di  chieder  al- 
la Republica  la  fua  armata,  e  per  qual 
caufa  .  66} 

deliheratione  d*lbraimo  et  intraprender 
Cinuafionc  del  Hegno  di  Candia ,  da  chi 
effortatOiC  configliato  •  689 

dcliberatione  della  Republica  di  jirmart 
contra  il  Tnrco,e  che  prouiffionifaceQe. 
690. 

deliheratione  di  mandar  quattro  Vaui 
Armate  con  foccorfi  in  Canea .  Quanr 
do  partirono  j  a  chi  come  fa  U  direttiò* 

ne . 


T    A    V 

me.  Gcnenutori  di  efìe  HttKÌycbifoJfe- 
ro,e  loro  viario ,  6$$ 

ieHberatione  it  andar  ad  acifmflar  Can- 
dii aiioua,come  atttucatat  e  perche  bi- 
ft^òdefìfier.  71» 

iep<^t<niolHti(fimodel  D^f  Francffco  £• 
rt^  con  fita  Statua ,  &  Elogio,    j  5 

iepojUo  di  Leonardo  Loredana  Dogei  doue 
eretto  >fua  architettura,  fue  flatue  da 
chifcolpHetlorofignificacoyefiio  Elo- 
gw.   .  68 

iefofìto  della  Famiglia  MocenigOifn*  de- 
fcrittione  da  ci»  te  ({Mando  terminato. 
69. 

iepvfitodH  Doge  Marin  Crtmaoitefita 
defcrinione .  7j 

Sepofttc  di  ^lefjtmdrs  yittoria  celebre 
/«ultore,  e  fuo  Elogio .  SS 

Depofìti  ricchi0mdilarenw,e  Girola- 
mo Trioli  Fratelli  Dogi%loro  defcrtttio- 
»e>0'Elogij.  114 

Depofuo  del  Conte  Girolamo  CMua:^,e 
fiiadefcrittione ,  i6j 

t^ffofito  de  i  Legge  ■  e  fua  defcrittione . 

depofito  eretto  aUa  memoria  di .A^gt^ino , 
e MarcoGraden^hitTttiriarehidi  4' 
ipùleia  )  (on  loro  ritratti  >  &  Elt^  , 

iepojitodi  Iacopo  FofcariniCaialier,  e 
Trocurator  fna  defcrittione  ornamen' 
ti,e  StMue  emtfm  Elegie,  e  datu  pofit . 
264. 

depista  del  Doge  Cicognatdokt  eretto. 
6x6. 

Deodato  Hypatoeomepriuatodeg^dn, 

bevMis  Bàfsd  fpedito  nella  Boffina  da  T- 

'  br  aimoi  e /noi  apparati  per  andar  fotto 

Spalatro .  714 

defcrittione  della  paUs  di  San  Marc9  . 

lOI. 

defcrittione  del  Coro  di  San  Marco  .' 

ibid. 
defcrittione  delle  GioÌe,e  Teforodi  Vene- 

'    IM.  103 

ieferittiOK  della  Sagrerà  di  san  M»- 


OLA. 

co.  I9J 

defcrittione  delT  Ifola  di  San  Giorgio  . 
aio, 

defcrittione  del  Coro  di  s.  Giorgio  M<(g- 
giore.  »2j 

de/c  '  la  Cbiefa  del  Redentore,  e 

fi  ni.  aS5 

Defi  UaLibreriaViiblica.  jir 

defc  '.a  Zecca  di  s.  Marco  ,fua 

tA  ittfiatue,  "Pitture ,  &  dtri 

oì  314 

defc  qualità  del  Bucentoro  del 

Doge.  449 

determinatione  della  conjultadi  combat- 

-  ter  l'.ArmataTurcbefca,  e  perche  non 
fiefeguifle,  697 

determinatione  del  Senato,  di  violare  la 
Chic  fa  di  ss.  Giouannite  Ta^óyquando, 
e  perche.  737 

Diacomdis.  Marco,quanii.  104 

Diamante  di  granVduta,  donato  dal  He 
di  Francia  al  Dogete  quando .       44S 

Dicbiaratione  delti  4.  Quadri  del  Tinto, 
rettopoflinel  Salettodorato.         338 

Dicbiaratione  del  "Pontefice  yrbano  Ot- 
taitaà Cardinali,  intorno  alla  Htp.di 
Venctiaa  quale.  66  j 

Dietain  Raiisbona  perlapate  d'Italia. 
66j. 

difefa  fatta  da  Veneti  in  Sebenico,  e  quo- 
te. 7n 

difettodeUa  StatuadelS.  Theodonhpcfiò 

fopra  la  colonna  di  V'tai^y  e  fuo  ft^i- 

ficato.  317 

Ùtonigi  Omarini,  e  fuoi  defiendenti  . 

d^titJtOpcio,  e  carico  del  "Proanratore  di 
s.  Marcofprrmo  in/tituito,  e  quÒdo  beh- 
be  principio  fecondo  Andrea  Dandolo 
nelfm  racconto .  «97 

Diluuiod'^cque  in  Venetia  quandottper 
qualcagioneu  ■  54^ 

dinari  gettati  dalÙogeperpia:t^ate  fna 
wmtrìa.  .  477^ 

difcewden'^ig, bonaria  dtgnitadi  deUa  Qaja 
Comara.  14^ 

difcpTdia  di  alcune  famiglie  Venete.  %^% 
b    1       Df 


T  A  V  o  X  ^: 

Difcordia  fra  fei  principali  Famiglie  de  Doge  creato  Defpoto>neUf  In^em  di  C^ 

Veneti..                                   542  ftantinopoli  ^                              ^61 

taf  concio  dcUa  Mercatura  >  per  Cagione  Dogete  fua  andata  per  Tata's;^  >  quanié 

dcTorto^fiint^enetia.            587  infUtuita^ 

Dtfcenfìoni  nate  nella  ralteUina$per  qua.  Doge  Francefco  Etìt^JI  eftbifce ,  e  vien 

li  caufe  jt  e  rarij  aQcidenti  occorfi  in  creato  Capitan  Generale  da  ^ar^  e 

^Ue  parti.                              6$  2  quando^                                   699 

Dinaro  warfato  d<dla  KepubL  al  Duca  di  Domenica  Grìmaoi  Cardinale  doue  fepol^ 

Mantoua%&  ordini  datti  al  General  to.                                            48 

EriTS^Per  difponer  l'Efercito  •     658  Domenico  Trinifana  K. Trocur^  Tadre  di 

Difemi  del  General  &agreda  9  qfudi  9  e  da  Marejtntonio  il  Doge  douefcpolto^fue 

coiapprouati^                            66i  lodile  fuainfcrittione.                   ja 

^fguflo  nato  tra  Giouanni  Tefmf  Caua-  Domenico  Seluo  Dogtfepolto  in  s.  Marco  • 

'  lier  uimbafciator  per  la  Repubtica  in  96. 

noma  9  e  Dm  Tadeo  »,e  quello  fiéccejp^.  Domenico  Bruniyefiutopera  in  san  Luca  «. 

666.  III. 

t>ifSf^fii  tra  il  Duca  Odùì^do  di  'Parma  >  e  Domenico  Contarinifuafiatua  Equejbre^t 

BarbariniiC  wali .                       éjì  fucElogio..                                 i^a 

Dimoflrationi  (T^Uegre^ef  e  Gratie  re-  Domenico  MaUno/uo/epaicrOiritratto,  & 

fedDiopetiaprefadiCUJfa..       714  Elogio.                                       ijj 

Oiuifìone  iegtUmperify  qumdo  y  e  da-chi  Domenico  Morefini  Doge  doue  fepolto  3  e 

fatta.                                      $j9  fuamemoria.,                            202^ 

Dito*disanGiotBattifiadòuefi  conferma  Domenico  ^Uppo  f^efeouo  di  Qhifiamo 

145.  doue  fepolto ..                             21S 

Dogana  da  Marjùuefitu^a..          3 1  tf  Domenico  Mithiele  Doge  fuo  deptffnori- 

Doge,  ciò  che  rappr^efenti  con  Pappar en:^  nouatOfdoue  pofio^efua  memoria .  2  27 

e  qualfia .                                 469^  Domenico  Contarini  Doge  >  doue  fepolto  > 

Doge  crea  Omtky  Caualieri  >  &  altre  di*-  fua  operaxfuaflatuayefuo  Elogio.  2^  3 

gnitdf  &  perche ..                       472^  Domenico  Leone ^uo  ^ùarCiOmamp^ti,  e 

Doìdefuo  Jonatiuo  alla  'liobiltà%&  quar  memoria..                                147 

Te .                                        /&&  Domenico  BeuUacquaiC  fua  memoria.  261 

D  oge  da  chi  accompagnato  per  Legge  fUo^  Domenico  Gioielliero,  fua  Cappella,  e!r  or- 

ridiTahn^..                          479  namemi.                                 26j 

Doge  >  ò  Duce  perche  ritrouato  dagl*  ^n^  Domenico  Leone  primo  Macero  di  folda- 

tichiVenen.                            46»  ri,                                           53^ 

Doge  perche  detto  Rettore  >  e  fua  /oflii-  Domenico  Menegaria  Degcpriuato  degF 

glianzad  Rettori  delle  Cittd.        468  occhile  delTrincipato .                $zS 

D^e  perche  cagione  cbiamatoTrencipe .  Domenico  Baffone  jlntonioda  Mdino,  ih 

4tfp..  ro  cortefieyfated  Turchi  quando,e  do- 

Dog^Trencipeinappar^n'S^a^ma.  legato  uè.                                        691 

aallc  Lezgi .,                             ibi.  Domenico  Diedo^efuo  valcre^doue,  come  » 

S^i  che  fiailettarono  di  abiti pompop ,  e  e  quando  dimofirato .                  704 

quali.                                      472  Donato  yenètianOfC  fue  pitture,      115. 

Dogi  apparentadi  con  Trencipefie  Grandi  Donato  Baglionifua  CappeUa,omamenti  f 

e  quali.                                    474  &infcriuioni . .                          I4( 

Doge  non  poffa  elegger  Doge,  da  drì  >  e  Donatello  Scultoree  fua  opera .        188 

quando  ordinato ..                     55^.  Dono  perpetuo  d^Wjtkbadefia  di  Samét 


•r   A   V 

Mafia  à  ehi  fi  facci.  269 

Donis  cognome  de  FaUeri  9  e  da  chi  vfato . 

555- 
DiMM  mmidatì  dal  Rè  di  Verffa  al  Trend- 

pe^e  qualue  offèrti  poi  alla  Xlhiefa  di  s. 

Marco.  63  j 

jyono  fatto  daWlmp*  aglì^mb.  Fenetij 

donCiC  quando .  j$6 

pono  fatto  dall'  Imo.  à  Girolamo  Grimani 

Capitan  di  GolfOtdoueyC  quando .  756 
Tiùrfoduro^  Edifitij  fatti  in  eJJo,e  perche 

544- 
i)rapperia  di  HialtOidoue .  3  6^ 

Ducale  DHchejJa  di  Mantotta  9  quando  re* 
nifìero  in  Fenetia  >  accoglien'^ie  Fefte 
fattagli,  6iQ 

I>Hca  JtOffma  V.  R.  di  T^poli  prepara 
^rmata,&  d  che  fine .  648 

Sue  HoftilitadiMobbediente  alfuo  Rè ,  & 
altri  fiioimancamemi.  tf$o 

Duca  di  Candales  venuto  al  feruitio  della 
Kepublic.  mandata  in  Valtellina  con  le 
fue  genti.  6^6 

Duca  di  Sauoia  perche  mito  con  li  Spa- 
gnoli. 6j7 

Dftca  di  Mantoua  confegna  il  Borgo  San 
Giorgio  aW^AliringheriC  perche .  659 

Duca  di  Roan  condotto  al  feruiÈi$  éAa 
Repub.  e  mandato  in  Campo  con  nuoue 
Militie.  661 

Duca  di  Mantouacon  it  Trencipe  fuo  fi- 
gitolo ,  e  Marefcial  dtEtrò  j  doue  fi  fai- 
uafie  nella  forprefa  della  Città .    66% 

Duchefla  di  Mantoua  >  come  y  e  doue  fi  ri- 
tiraffe  nella  forprefa  di  Mantoua  . 
66%. 

Duca  di  Mantoua  fi  rende  à  pattft  e  qua- 
li ì  doue  condotto  yc  da  cht  fouuenuto  • 
66%. 

Duca  di  Feria  di  nuouo  Gouemator  di  ML 
lanose  fuoi  torbidiyc  fini  •  664 

.Duca  di  Menade  fua  morte  e-  66$ 

Duca  dVffo  linfchiy  mandato  dal  Ri  di  To- 
lonia  Amb.aTadri>comeaccoltOiedo^ 
ne  alloggiatole  fpe fato  per  nome  Tubli- 
co.  667 

Duca  di  CricÌH  >  mandato  dal  Rè  di 


o    L    A. 

Francia  ^^mb^ctatòre 
'   rio  à  yeuetia  >  come  acceito  da  Ta- 

driyC  doue  aMoggiato^  e  fpefato  in  nome 

Tublico.  668 

Duca  di  Roanoycfua  morte .  669 

Duca  littorio  di  Sauoia  9  fua  morte  i  ^ftta 

prole .  669 

Duca  Carlo  di  Mantoua»fua  morte,  efaa 

fuccefjìone .  669 

Duca  di  Ghifa  con  armata  di  Mare  in 

foccorfo  di  Cafale .  6$  8 

Ducadi  Tarma  dichiarato  fcomunicato  » 

'& altro.  '    67$ 

Duca  di  Modena  fi  arma  per  difefa  defuoi 

flati.  ib. 

Duca  di  Tarma  efce  in  Campagtià  %  e 

fuoi  prógreffi .  6l^ 

S'imPatrontfce  del  Bondenno  »  e  della 

Stellata  >  con  altri  progrefji .  67% 

Duca  Federico  SaucUi  Generale  ter  il 

Tonte/ice  >  come  andafje  d  impedendo  i 

progrefji  de  Fiorentini .  6S  r 

Duca  di  Tarmajperche  yenijfe  a  Fenetia. 

6S7. 

Ducheffadi  Mantoua»  e  fua  morte,  doue 
fuccefia .  75*T 

Duca,  Duchefia  di  Modena,  Trinctpej- 
fa, e  Cardinal  daEfte  loro  venuta  in 
Fenetia  incogniti ,  con  che  cortegffo  , 
dcue  alloggiati,  di  che  prefentatiper 
iprdine  Tublico,con  le  cofe  notabili,  che 
ridderò  fpettatoU  di  regate ,  guerra  de 
pngni,e  cofefimili .  756 

Due  Tauole  ,  l'yna  con  la  Vatiuitd  di 
7i.Signor  Giesù  Chrifto ,  e  l'altra  con 
la  T^atiuitd  di  San  Cioan  Batti fta  « 
dipinte  da  Domenico  Tintoretto,  doue. 

Due  Tauole  del  Caudlier  Liberi,  doue  di* 
pinte .  46 

Due  Tietre  della  Trigione  doue  san  Gio: 
BattiflafAdecapitatoÀoue  poftcdiéh 
uè  ,  e  da  chi  portate  d  Fenetia  • 

97- 
Due  Frati  fopra  la  porta  del  Santuario  di 

S.  Marco,da  chi  freueduti,e  chi/^tfi- . 

chino  •  p8 

b    2       Due 


T    A    V 

Bue'ìidtù  spedite  iaVenetia  per  Caa- 
dia  confoidarefca ,  &  altv  prouifiotii  » 
eomefip-frdffsfro.  753 

Ducati  reflatiliberhf  fuori  delle  diMtfioni 
fatte  deUi  Imperatore  ^uali .       5  w 

Dinante  ColixneUo  de  f^enetianite  pia 
e<mtradietione,&  t^ertafattadDuca 
di  MantoKa»  circa  che.  £$9 


ECcellentiTitttireinCbiefa  di  s.Sit- 
ueftro^  da  chi  faste .  iSf 

EUfabetta  Regina  d'Inghilterra  fuccede 
a  Maria .  "  ÌS04 

S$%iedeD(pc<mfuoiBTeMÌ  dotiepojiet 
e  da  chi  dipiati.  359 

Elmo  con  àiiattro  Corme  ripiena  di  gioie 
fabricaioin yenetia>dacbit  epercbi. 

£lemofine  raccolte  in  pochi  mefi  per  la  fa' 
brìca  della  Qhiefa  della  Madonna  de 
Miracoli,  quante.  179 

ZlogitdiGioHamiTiepoloVatriarca,  16 

Elogio  di  fra  Gabriel  f^eneto .  130 

El^io  di  .4ttdrea  Cmtarini  Doge .      ibi, 

Zl^Qpofi»  nella  Sala  Kegia  da  TioI  V» 
^$miv  mutato  da  yrbam  ytIJ.e  cofa 
neftvUt  66Z 

Jlogio  aiteratagid  da'Pap.yrbaao  f^lll. 
ritornato  come  era  prima,  dal  Vonttfi- 
ce  Innocenzo  X.  nella  Sala  Regia.  (S87 

EmanufUo  Imperatore  foccorfo  con  v^tr- 
matada  Fenetì ,  574 

Entrate  dell'Jjola  dii.  LaK^ro,  applicate 
per  conceffim  publica,  al  Spedale  de 
Mendicanti.  87 

Epitaffio  del  Doge  ^nd.  Contarini ,  e  dotte 
fo^e^  douefta alprefente .  573 

Eremitt  dis.  MarcMola  *  come  riitina, 

MS* 
Eremi  per  li  Tadri  Camaldoli,  doue  *  e  da 

chi  fabricali .  ajo 

Erafmo  Terlini  Ingegnere,  e  fua  par- 

tenta  pe  r  Candia ,  e  con  che  frouifioni. 

75S. 


OLA. 

Errore  del  SanfoMinocoifiuate*  eludei 

Efcftfati\,thi  fodero»  e  didmefieleggiePe- 

d  Dogete 
544 

'ortoittpui 

militare  di 

aditiico- 

zet».  A. 

tùtefom 

tfSa 

'ardo.fAx 
\rUdiLm 


Venttiad 
fowafo  MorefmiÀachiifiielodÌ,ed9- 
«f  fepolto.  yaj 

Efequée pompofe celebrate  in  Cbiefa  dis, 
M.  d  ordine  "Publico  per  ia  morte  dd 
Trencipe  .Almericodi  Modena.    75» 

EfibitionediGio:  Francefco  MorefinìTa- 
triarca  fatto  al  Tubiicotefue  pkt  e  >ir- 
tuofe  attioni-,  iH 

Efibitioni  fatte  dal  D<«e,e  da  molta  7(ó~ 
biltà,eper  tfual  cauja ,  747 

Efimilofua  rc^amatione,  e  fart$catiene 
da  chi  fatta,  35S 

Efpreffioni del Vontefice  yrbaao  Vili. 
aU'^mb.  di  Francia,e  quali .        6&j 

Eiiaagelifii  di  BronLOÀa  cbi  fcolpitìtc  do. 
uepofii,  100 

Eufebio  Spagnolo  ,/tmb.  di  Spagna ,  tome 
fi  faceffe  Monaco ,  doue  /epolto  1 1  fm 


F^bio  Callo  Colonnello  della  Hep.dm 
rejìafse  morto.  6^ 


r  A  V 

fértcbt  iiiMmù  alla  Tk^é^  disMofca 

atumdofmtcye  da.  ehiòrdinate.  291 
Babrica  feria  Libreria  di sMarcor ^muu- 

do,  e  dàue  fi'principiafse,  e  fua  deferita 

tiene  ^  309* 

Fabricadella  Libreria-  di  s.  Marco  daue\ 

accrefcintaye  quanto  lunga  .■  31  o> 

Sabrica  del  Tda^o  bHcalerquanioye  da 

€bé  fatta.  5  S6i  óo$ 

Sabrica^deKa Zeccar qnando finita.,  599* 
Falh^icsdcl-pmte  di  Riatto,  quando  finita, 

céptando  Principiata  »  6  1 5; 

tabrica  deaeprigioni^uandihedoueprin. 

cipiata,e  douefofsero  prima  •  dij; 
Babritìoi  Cbtóredò  inuiato  jlmb.à  rene- 

tia:peréJuaWafare,e  da  ehi ..  6^9 
Facciata  della  Chiefa:dì  Cadilo,  da  chi 

riHouata  ,fua  defcrittione ,  e  memorie ., 

IO; 

Bracciata  detta  CHiefa  dì  s.  Giufiina  dà  chi 

fatta  fare,  e  Juoi  ornamenti  •  44; 

FacciatadtUa  Chiefa  di  s.  Francefco  fua 

dèfcrittionc^  infcrittioni..  5  2' 

facciata  della  Chiefa  dis.Giorgio  Ma^o- 

rccfttMdèfcrittionek  %%z\ 

famMia  deÓmti  ,^$mifoggettidi'efsa , 

éjiielodr.  85 

f/omiglia  Dardana,fHeopere^  pkoi  h^nori. 

famiglia  Kega^fimi^efue  lodi.  1  jy 
fam^fiade  Miori,efuo  lufpatronato.  177 
fattionc  feguita  tra. Veneti, eVapalini.^ 

fattione  f et  usta  folto  7{onantola ,  e  rac- 
conto del  fatto .  679 

fattioni  diuerfefeguite  in  Tofcana,  &  in- 
contri fanguinofi.,  685: 

fattionh  jeguite  fottùC  anca ..  694 

fattione  feguitaà  Molini  di  Gladi fso,tf no 

eftto.  tfp9* 

fattione  feguitaitraVineti^eTUrchi ,  e 

quello  fegtà.  714 

fatami  feguite  nel  hTimtouano .  660 
fatto  lUuJtredelDop  Dolfino,e  quale, 

570. 
\iatto  d'arme  a  Caflel  nuouo^  tra  Veneti , 

&  fiumani.  661 


o   t    A. 

Fatto  d'arme  apùrefso  il  £agi>  fcuro  r  e 

queàonofuccejse .  6%6 

Federico  Cardinal  Comaro  ycTatriarea^^ 

Ìjuelloegtifece  nella  Chiefa  di  Oaftel* 
0.  t^ 

Federico  Ter^p  Imoeratore  venuto  i  Ve-^ 

netia,mfitaia  Cj)fefadis.  Zaccaria.SS 
Federico  Comaro  dokefepolto,fue  lòdir 

Cappella,fèpoUrór(3^  Elògio-.'  i  jyj: 
Federico  Contarini  Vrocmator  di  s.Mar- 

co,e  piaofera.  X5S 

Federico  Comaro  Vefcono  di  Tadòua  » 

quando  creato  Cardinale  ,  e  da  chi. 

Federico  Comaro  Cardinale  r  e  Tatriarca 

di  yenetiara  a  Homa  ••  d7or 

WnmttiailTatrmrcatodiP'enetìa.  726 

Federico  Sanuto,e  fua  caricai-         6%  5 

Federico  Gonzaga,  mandato  dal  Tinca  di 
Mantoua  Ambafciator  a  Fenctia ,  e 
perche ..  &^% 

Federico  Cornaro^  creato  Cardinale  da 
chi,e  quando.'  6$6' 

Felice  Trincipefsa, moglie  digitai  Mi- 
chielt  Dogf,douefepoka,efuo'ElogiOi. 

94. 
Felicita  moglie  delVog^  Tieiro  Orfeolo^ 

Santo.  5^5'0' 

Ferdinando  Ter^o  Eletto  Imperatore  in- 

lucigo  delTadre  Ferdinando  Secondo  0. 

668: 
Ferdinando  Luigi  figliolodèlt  Imptratóre 

Ferdinando,e  fua  morte .  750» 

Ferdinando  de  Medici  Cardinale  fuccdte 

nel  Dominio  della  Tofcana  perla  mor^ 

te  di  Francefco  fuo  fratello .-         6%i\ 
Ferdinando  Scotto-Conte  rC  fuaimprefaé^ 

644. 
Ferdmnndo  eletto  imperatore,  quando ,  e 

doue  incoronato;-  ^52 

FerletichVfcocodachiprefo,  e  decapita* 

to.»  (J« 

Ferrara  con  tutto  lo  Stato  ricade  alta 

Chiefa  quando^  ptrche .  63  v 

Ferrante  ae  Roffì  mandato  dalla  KePubli- 

e  a  in  Campo  General  dell' .Artis^eria. 

646. 

fr   4        Ftftey 


T    A     V  O    l    A. 

Fffti  cbeftfcmm  neOa  Creatme  de  Tnh  fi^taii  4i  tffi.                      -  *^« 

*  $uir4toThfit€ preemmens^fi^  FigUolidelù^gtOrf^'Pwrikifmio^^mdii 

ewmifiri.                                |oo  echifoffcro.                              54^ 

Prfie  piAlUhe  >  epriuatc  y  e  loro  qualitd .  Figura  del  SaUkUore  dotte  eolhcaia ,  da 

406.  chifcolfitUiConfue  memorie.         12} 

Fella delGiouedi Graffih perche f$  faceia >  Figfira  fcolpiuda  iMeffandro  Fittma^ 

edoue.                                    406  dóuepofla^                                 84 

Fefta  fono  loren^ Celfiper  Candiarp-  Figure  fiotpiteda  Larem^p  Breffiù%éwc 

euperata^e  chi  irigioftr offe ..          407  collocate.                                   41 

Fefta  del  Vrencipe  Malipiero  >  quando  >  e  Figura  di  scarso  marauigUefa  lamrtua 

perche.                                .    409  aMofaicOtdouesif^edamjfatta^     9S 

Fefta  del  Vrencipe  Trono%  quando  >  e  per^  Figure  fole  ne  TJjfchi  di  motta  ftima  .S9 

che.                                 "        ib.  Figure diMarwÈOiquaU%equaiUe%edoue 

Fefta  Cotto  al  Doge  Giouanni  Mocenigo  •  collocate.                                  io  i 

ibid^  Figure  di  Marmo  >  dime  coUoeatete  da  chi 

Fefta  per  la  Trincipeffa  Zilia  Dandola,  [colpite .                                   i co 

condotta  in  Tala^  dal  Vrencipe  Lo.  F  ^ure /colpite  da  jtlefjanira  f^inoria  da^ 

rcn:^  di  Vrioli  fiso  Conforte  >  efua  de--  uè  collocate.                               1 17 

fcrkiione  •                                 410  F^ure  di  BroìKo  de/ Campagna  %  doue  pi- 

Fefte  fatte  per  laFittori»  haunta  del  ftt\                                          224 

Turco  l'anno  1 57 1 .                     415  tiguTe  di  Bronzjo  di  Girolamo  Campai 

Fefta  neìhncwonatione  di  Morefìna  Mo*  doue  pofle .                                  2^6 

refinùmoglie  del  Doge  Marin  Crimaniy  Figure  di  Marmatone  pofteda  MJcolfi' 

efuadejcrìttione.                      416  te^e  lorofignificato ..                     jfS 

Fefta  fatta  in  Fenetia  per  la  pace  fegui^  Figure  pofte  fopra  Comici  delle  iluatro 

ta  tra  Henrico  Quarto ,  e  Filippo  Se-  forte  nel  Salone  delt  Antipregaii  queU 

eondOifvnoRè di  Friciat altro  diSpa^  io  r^prefentino  $  e  loro  fifftificati  t- e  dà 

gna.  Con  la  defcrittione  di  folenniffima  chi /colpite  •                               3^9 

proceffione  *                              432^  FiUppo  Correr  Fefcouo  CafteUano  rf  jua 

FeftaneUa  Sala  del  GranConfigUOfquan"  memoria  •                                   9 

do  fatta .                                 4^1  FUippoLuccaro  pittore  >  efua  operadoue  » 

Fefta  di  san  Marciliano  >  d  Martiale»  che  ^2. 

yiene  il  primo  di  Luglio,  perche  fi  fole*  Filippo  Uè  di  Spagna  9  quando  paffafte  in 

nis^»                                       52}  Italia^                                    601 

Fefta  di  s^  Giouanni Decoiato  %  perche  ca-  Filippo  Emmanuel  Trimo  Genito  di  Car- 
bone folenni7;ata  »                       ib.  lo  Emanuel  Duca  di  Sauoia^uando  no* 

Fefta  di  S.  Maria  Maddalena  penhe  or*-  ta.                                         611 

dinata  •                                     514  Filippo  Tafqual^  Capitano  in  Caadia  »  e 

Fiere  donate  al  Vubiicordoue  ftteneuano^  fue  operatiom  •.                          6x^ 
}i6.  Filippo  Infante  di  Spagna  F glielo  di  Fi- 
Figliolo  diDoge$  auHoritd,  e  preminone  Uopo  Secondo  in  chi  maritato  •  Succede 
fue^                                         488  dVadre  nella  Corona  di  Spagna,  ó^i 

F^liolo  del  Sangiacco  di  Licca>  doue ,  da  Filippo  T^ffqfutligo  General  deU*  Armata 

cbi^e  quando  prefo ,  &  inetta  del  Va-  di  Mare .      .                             6ì9 

dre  fuo  per  rifcatarh,  e  perche  decapi^  Filippo  Quarto  fuccede  nella  Corona  di 

tafo.                                       74P  Spiana.                                   6^ 

Figlioli  del  Doge  Venir  amino  7  qnalii  e  F  lamini  >  ò  Sacerdoti  «ntichij  che  offiao 

Me 


T    A    V 

ffffe  Ulcro.  -    470 

Fucilare  >  éfi^Ué  fiano^  e  perche  cofi  chia- 
mate •  454 

Fri  Stfto  de  Meiiciidoke  fefoUo  >  efuo  E* 
logidl,  6} 

Fri  Cojmo  Tia?^  Cafpuccittù^e fue  pit- 
turcfioue.  25$ 

Fortmio  Spira  da  Viterbo  douefepoUo  >  e 
fua  memoria.  154 

Forma  delta  Chkfa  di  s.Marco  •        98 

Ftmdatìane  detto  Spedale  di  s.  Labaro  de 
Mendicanti  •  èj 

Fonico  de  Tedefchi  >  perche  detto  Fonti^ 
cOi  quando  arfo»  e  quand^ifatto  ^  fue 
dimenfiotti ,  pitture,  &  altri  ornamene 
ti .  ^66 

Forma  acuta  in  capo  al  Trencipe  9  ciò  che 
fignifichi.  j^g 

Fri  OttauioTiccolomini  famofo  CapUa- 
no^ouefi  trattene ffe  9  da  chi  addiman- 
dato,  &icbi.  Giunto  in  yenetia  9  fu 
a  bocciar  il  manto' i  fua  Sereniti  con 
fperanT^a  di  trattenerfi  al feruitio  della 
Republlcaf  e  Perche  licentiato .      6Zi 

Forti  dette  Bocchetteye  detta  Donzella ,  da 
chifabricati^e  ciò  chefuccedeffe  per  ef. 
fi.  666 

Forti  eretti  da  Barberini  $  e  doue  >  contro  i 
patti  antichi  col  Ferrare  fé  y  e  perciò 
damo  caufa  alla  Kepublica  di  accre- 

*  f ceri  preftdif  ricini  9  e  di  fpingerf olia- 
te fca  in  quei  confini .  6j2 

Forte  delle  Bocchette,  come  prefo  da  VJ- 
colò  Delfino.  6j6 

Forte  del  Lago  f curo  principiato  i  battere 
daf^eneti.  6Si 

Forma  con  la  quale  fcrifie  il  Senato  i 
Hettori  y  e  judditijuoife  per  qual  caun 
fa.  700 

Fortex^  della  Suda  come  ber  fagliata  da 
Turchi.  703 

FortexJ^^diZemonico  detta  il  Mafcbio, 
come  fi  rende fje  i  Fenetiy  e  con  che  co- 
dittioni.-  709 

Forte^tA  di  s.Theodoro  demolita  per  or- 
dine di  chi^e  perche .  718 

Fortei;^  di  Duare^^Mmlo  pcda  chipre- 


OLA. 

fa  con  lefattioni  feguite  fotto  ad*ejfa  ^ 

713. 
Folgore  datto  nel  Campanile  di  s.Marco  % 

quando^e  danni  fatti .  730 

Forte:^  di  Cajiel  Rufjo,  quando  >  e  da  chi 

fpianata .  749 

Fortezf^  nel  Frioli^quandofabricata  daL 

la  Rep .  e  come  chiamata  .  6%  6 

Fondamente  nuoue  >  quando  principiate  • 

6%6. 
Francefco  Bembo  Vefcoua  Caftellanoy  e 

fua  memoria .  9 

Francefco  Rufchi  dipinfe  il  TaUo  della 

ChiefadiSani^^nna$equellovi  rap^ 

prefentaffe .  14 

Francefco  Ftìt^  Doge  »  doue  fepolto  > 

fuo  Depofito  i  jua  Statua  9  <T  JÙoffo, 

Francefco  Soranx/>  K.  fuo  ritratto  $  efuo 
Elogio .  4$ 

Francefco  Landò  Dottore»  e  Caualiere  do^ 
uè  feùolto^e  fuo  Elogio .  ibi. 

Francéjco  Carmignola  Generale  della 
Republica  doue  fepolto .  5  % 

Francefco  Giuftiniano  yefcouo  di  Treni- 
foifua  Cappelkyfuoi ornamentile  /<s 
poUura.  53 

Francefco  Contarini  Doge  $  doue  fepolto  ^ 
fua  C  appella  ^fuo  ritratto ,  &  Elogio . 

FrancefcOiC  Valerio  Zuccatifratelli»prO' 
uifionati  dal  Tublico,  Eccellenti  Mae- 
Jhri  di  Mofaico ,  98 

Francefco  Duodo»  e  fuo  dono  fatto  alla 
Chiefa  di  Santa  Maria  Zehenigo  »  e 
quando.  1 14 

Francefco  Lai(gjtroni  Tiouano  dis.^nge^ 
loyc  fuc  opere .  116 

FracComaro  Cardinale  doue  fepolto.  i  zi 

Francefco  Veniero  Doge  fuo  fepokrOiC  fuo 
Elogio.  lai 

Francefco  Delfino  lodato  dal  Stringai  do- 
uefepoUo. 124 

Francefcol^ouelloda  Carrara ^  doue  fé-- 
polio.  129 

Francefco  Donato  Doge  douefepoUo»  efm 
Depofito.  ^6q 

Fran- 


T  A  V  o  t  a: 

Whmeefco  Fofcm  Dege»  doueffpoUo  »fHO  Fraacefco  EriKK$  K  'ProctrJSeturéd  m 
DepofiUhefuoEU^io^  189,        Tatr  a  fermtiis  luogo  4el  Barbar». .6$S 

(roHcefco  Bernardo.  K.  fue.  attmi  t.efua:  FraHCefco  CitifImtaiaCafitan  ài  Go^,  e- 
memoria.  tao.       fiiaìmprefa..  6j8i 

B  Franceffo  AfoUaa-creatO'VroiuiUtor  Ge- 

nerale detTJù-MUta-te  per  ^ea^a^ 

fi  tfpOi 

F  Fraaceffo  Martfini  xe  motafiolpiu  lulU 

ìua  Galea,.  ógt 

Fraacefco.  Moeen^o-  miracalefamenu. 

if:  preff ruoto m<vita,douea come..    74$: 

FrancefcvAforefini  eletto  Capitan  Gene- 

Fi  raldaMarinlHogodeLdefimtO'la^ 

Francefeo  MoreJinhfiiafi£tiia,efiio  Fio.,  rohiocenigor..                            747- 

gioidoHe,  f)opot_e,da  chi  fatta  poner..  FrtttidLs..ErancefcodiTaolaiqiianÌove- 

«9^  mai  in  ynnetia .                            zZ. 

FrancefcoMocenigo  Vrocfno  .altare  *  e  ■  Fratideltfrdine  di  Santa  Br^idadone.  a— 

futi  memoria ..                              269  ■  bitaffero ..                                         4»-. 

Framefco Mari4J>iica ^yrbioo.Gencra-  FratemadeFiorevtmi dó»ep0fla..    1P4 

le  della  Jtfp,^  quando ..                jpj  Ftìgfì,€rrEgitff  »  cr  Uro  creatione  tdelia. 

Frfmfeffoda.VjBrratayefui  Uga:Coatra  portatitriincafoieVreneipi..      469- 

laKep.diJ^enetia..                     571:  FrÉteUodi.tìvie-,C-aiux(tritàfut\efire~ 

Frtmcejia  Cantarinumandato.dMaato-  miaenuc .                                   4S8- 

iMiff  perche ..                              61  j  Fratelli,  di  Mebemet  tipianti  fatti:  ìaIm 

Fj-OHCefco  Gran. Duca  di  Tofcanatejua.  tnorire^..                                    6ì6- 

morte.                                   ioid.,  Fartiiepofii prefida f^eneti» e 9$utL6^- 

Franeefco  Morefini  P'-efcouo  di  Brefcid  >  e  Fott^cationi  fatte  daFenetiperJh-uìty 

Legato.in.  Francia»  quando»  e  da  chi  faffidiadGradifta..                   &{J' 

creato.Cardimtf..                    6t^  Freédo,e7^Mi inclite  quando  in  Fioe. 

Fjtmcefco  Cornato  Vefeouo  di .  Tyettigi ,  '.  tiatcdanniapportati ...                 i^J  8  - 

quando  creato  Cardioaie^OMe  ttmiffe.  Freddo  grande  in  yenetia^gjuKci.    6\t 

e.dOHcfepolto..                     630.631  FrioU  quando  bauefle  tiulo  di  Ducato  .. 

Prancefco^Fendramino^  mandato,  .Amb.  4^8- 

in  Francjatepercbe .Ektto  "Pnffiarca,  Funerale annuOfCbefi fi da'^Micoi  al 

diFenetia..                         631.63A,  CardmalZìno ...                           96 

FyoHcefco  Cantorini  h^.  mandato.  Simb.  a  Fnaerolùtèlieperfone.ordiiurietdiTTO- 

Kema:.ordinori<t,della.Republ.e  come  enratcridis.MwrtOide.^gUaUdi  Doge 

rifenuta...                                  ($38:  viiientetdtCancet&ràGrmdi,.e  faU 

Francefco  Moreftni  .Troueditor-dille  Ga.  tri .  Loro  vfo ,  g  mopii^cen^ ,  .quonn 

leaT^,  dt^ordm  dottigli  dal  Senato-..  cofiino  »^  ordailmxt  della  Cbierefia. 

6)9;.  403. _ 

FrontefeoMartinepGenerale.de  Couai  Fnaerale.delIX^e  ,c«mefifacciaalprer 

leggieri  nel  FrioU. .                     645  fatteAqualifojféroperilpoJfato .  489 

Francèfco.  Moreftni  fatto. Capitan  delle  Funerale  del  Cardinal  Zeno  in  s.March. 

Tiaui .                                       649  quando  rinouato .                         5^- 

FroBcefco  Omtorini  K.Trar.  mondato  in  Funerale  pompofiffimo  fatto  in  Chiejo  ^ 

d^tmtia^otit  e  perche,.             tfjo  uMarcofer  Umortedilai^aro  Mv- 

f         cenir 


T    A    V 

€etiigo  K.TrW.eCfpitoHGenerateda 

MoTt  coH  U  deferittmeiUl  CtttafaUt . 

7JO. 
TuneraU  di  Giautami  Crìmmi  Tatriarea 

di  ^t{mieia,dtìke  fatto .  6%6 

Fuoco  nella  Sagréfka  diCgfielb^Hoado  > 

e  che  danno  facejfe  ,  vii 

tmconelS*atHaTi»4i  s.MarC0tcgiiaadù, 

I03. 

FuochiUoro/ìga^aUOt  tfànterpretatìmte 

inFenetiti.  ji? 

Fuoco  m  Vala^fittoUJìose  Mocen^o, 

584. 
Fuoco  n^ Forni  fiAUci  in  gaietta,  equi- 
4o.  719 


Gabriella  Marcello  Abbadeffa  dis, 
Aimafd  ràwiar  la  cbiefa  te  quan- 
do. 33 
Gabriella  di  GarxjMih^  di  Malta* fm,M' 

tare,  i4$o 

Cdla  bitomofeditiof»tecattimt  efìtaper- 

fMafioHetUMefi  faceffe<reair  Dogete 

fìnfine'.  53(5 

Caiee  Croffe,e lorocagiomdtlUyittorti 

del-ji.  6ti 

Catee  dotte  à  Tapa  Vrbano  V.  per  paffar 

d  MarfiUa .  571 

Galee  Fentte,  ^ualit  e  ^Hoate  in  terra 

Santa.  {$5 

Galeone  quando  principiato  i  Fabrieare 

per  decreto  puolicoitdoue.Qnando  ma. 

dato  fuori  fiu  defcrittione,&  artnamé- 

t$,  6^1.6^9 

Galea  di  Chrifìofaro  Vernerò,  done,  do  chi 

prefa,^  fcciftoni  delUgente,  641 
Cneax.\-i  >  t  IJ^am  armate  da  Veneti  y  e 

perche .  6^8 

Galee  deltaMercaatiOtdoiUtedadjipre- 

fe.  tf-8 

galee  predate  daU^OfunatreftituiteatU 

Hcp.con  le  Mercantie .  6jJ 

Galeone  detto  della  Sultana  come  foffe 

armato.  688 


iSafparcCotitariniCardinale,  fioritrài- 
tot&  Elogio,  j4% 

Casaro  MoraaxjmeA  fuavùera,       16} 

Cafparo  Moro  fuefeptìtrojlatMa»  &  £h* 
S».  179 

Celis  figdiChifolJeifiiericcJjeiv^eifuade- 
Uberatione^m  incétrotefHamorte.6i% 

Generi  dei  Doge  Veudramim  »  quali ,  e 
quanti  foffero .  -^  jj 

General  Zme,  interne  con  t{at^  Doudte 
lorotmprefe,  ìa^ 

GentraP  Landò  tpafacon  tmuttefferat» 
nelCarfo,  ^^^ 

General  Eri^  doueaccampa'ffe  CEfier- 
tito,  6$9 

General Gii^iniano  tcbiamataconfultat 
ab  che propofe^fue ragioni,  eòo  fi  deU- 
beraffe,  tfSa 

General  Cappellate  fu0  amno  in  Caniia» 
rafjegnararmofa^eome  mimerofa,  t 
prouifia.  701 

Cenerai  Fofcolo  t  quando  entrafse  in  Clif' 
faadacbiaccompagMU,  714 

General  Marcello  fineamma  con  tutta 
tarmataa  DardaneUitquantovifiefstt 
e  comeaumerofaeWa  armata,     7J4- 

Geuouefi  mantenerotlmp.  in  Co^antino-i 
poti  contro  i  Veneti ,  50j 

Gentilda  FabianoTittsrtte fuaoperain 
fola  del  gran  Canfiglio,  jtf) 

gemete  dinaro  itaàato  in  Matnua  dal  Ge- 
tter. Erix-xp  di  ordine  del  Senato  .  66% 

gente  quanta  confumata  (otto  Manxoua 
dalla  RepiAUca»  <fna  appUcatione  aUa 
enfio- 


T    A    V 

*  cujlodia  de fiéoi flati.  66% 

Ciouamù  Trmifano  Tatriarca$fm  ^Ita- 
rci  &  infcritticne  %fHO  ritratto  in  niar^ 
mo.Fà  vno  de  Tatriarchi  »  che  interne- 
néfsero  nel  Concilio  di  Trento.    9.  io. 
Sua  morte ,  624 

Oiouanni  Landò ffuo  ritratto  et  Elogio.  J2 
CioiFrancefco  Ottobone  Cancellier  Gran- 
de^ fua  memoria .  3j 
'Gio:  Cappello  K.  doue  mori/se ,  efuo  EIo^ 
gio .                                           8  j 
Gio:  Domenico  Biana  douefepolto  >  efua 
\    memoria .                                   89 
Giouanni  Soranxjo  Doge  douefepolto .  97 
Ciotiami  Imperator  de  Greci jCiò  che  dep 
.    feallaRep.                                1Q3 
Giouanni  Aringa  >  e  fua  opinione  intomo 
alla  Fabrica  della  Chiefa^  e  Moniftero 
di  Santi  Rocco ,  e  Malgherita .       115 
\QueUOiCh* egli  dica  del  Campanile  di  sani* 
angelo.                                    116 
Giouanni  Tiepoloy  riedifica  la  Chiefa  di  s. 
Benedetto ,  e  quella  di  s.  Bartolameo^. 
125.  ii8. 
Giouanni  Tornelli  Viouanno  di  s.  F amino  % 
».   e  fua  opera.                                119 
GiotBattifla  Fabris  Tiouano  di  s.Lucatfue 
i   iodiicfue  operationi .                    121 
fiiou.Soranv)  Doge^di  che  ricercato  *  i  j  7 
Giouanni  Dandolo  Dogete  fuo  dono.    138 
Ciò:  Fitturijfuoi  fatti  Egrepjfdoue  fepol- 
;    tOicfua infcrittione .                    ì$i 
Gio:  Bellinoyefua  opera  in  s.Iob.        155 
Giouanni  EmOifua  Statua  Tedeftref  doue 
morifsetefua  memoria.               161 
CioiBatttJia  da  Conigliano»e  fue  opere . 

164.174^238.257. 

Giouanni  da  Legge  k.  ContCieVroc.fuofe- 

pplcroi  ritratte  f  ér  Elogio .  1 70 

Giouanni  Moro  Caualier  >  che  morfe  in 

'  Roma  ^mb.  per  la  Rep.  come  honora- 

todalTapa.  178 

Giouanni  TrioU  primo  Trocdi  San  Marco 

della  fua  famiglia,doue  fepoltOffuo  /^ 

polcro  Statuale  fua  memoria.      182 

Giouanni  da  Tefaro  Dogd  doue  fepclto  3  e 

memarteiche  fé  U  dtuowfare.      19^ 


o    L    A. 

Gio:jindrea  Badoaro  Senatore  yfua  imi- 

tione»  fuo  fepolcroje  fuo  Elogio.      196 

CiouanniConeariniTi/ftoreie  fua  opera. 

Gio: Maria  da  TontefPiouano  di  S.  Iacopo 
dali^Oriofua  Cappella  >  c^  ornamenti  • 
205. 

Gio:Tietro  Caraffaychefu  FefcouoThea. 
tinOipoiCardinale^e  finalmente  Vapa% 
chiamato  Tao\o  IV.  inflitìà  l'ordme  di 
Treti  Regolari  detti  Chietini.        208 

Gio:  Francefco  Labi  a  sfuo  mirare ,  e  fmn 
ornamenti .  209 

Giouanni  Cornaro  Doge^doue  fepolto  3  fua 
Cappellaifepolcroyftatua^èr  Elogio. 
210. 

Giouanni Ciufliniano  1  e  Francefco  fuofi^ 
gliolo  Caualieriiè  SenatoriUoro  operai 
loro  memoria .  %  14 

Gio:  Battifla  GrinianiVroc^  Capitan  Ge- 
nerale da  Mot  fua  morte^uo  .Altare^ 
douefucccfsafue  lodiyC  fuo  £lo^.  219 

Giouanni  Dotfino  Cardinale  Vefcouo  U 
y  icen's^idoue  fepoUoìfuo  'tlpbiledefo^ 
fitOifuo  ritrattole  fuo  Elogio.        2}S 

Giuftiniano  Giufliniani  Gran  commenda* 
toreydoue  fepoltOifua  Cappellat/ua  Sia- 
tua>&  Elogio.  25} 

GioiFrancefco  More  fini  Cardinaleffuelo% 
dite  dignitadiidoue  fepolto,e  doue  fi  ve- 
di  il  fuo  Elogio .  a5j 

Gioia  DucpUiCfuoi  nomi  diuerfi .      470 

Giou.Tariicip.Dogeie  fuo  auuemméti.^^ 

Giouanna  figliola  di  Orfo  Tarticipatìo  , 
.Abbadefsa  di  s  .Zaccaria,e  fua  op.544 

Giorno  felici/fimo  a  Fenetia  &  aUa  Chri- 
fHanitdiquatfbfse .  611 

Gio:  Matteo  Bembo ,  conferuò  Cattaroi  e 
quando.  $9^ 

Gioftra  del  Rè  di  Cipri  in  Venetia  C4n  cbit 
e  quando.  571 

Gio:.Antonio  Veniero  Senatore  >  ììonorato 
da  principi  del  Mondo .  601 

Giouedì  grafsoy  efefiiuità  fua  1  quandoin- 
flituita.  558 

Giuntile  loro  Illuftratione  in  materia  di 
fiampe^  578 


T    A    V 

GiuBiniaiii  eflmti,  e  etme  reJtitHiti  aìr  ef- 
ffrloro.  S;8 

OwBattifia  dot  Matte  creato  dai  Sena- 
to CoHernalor  deìt  A»  mi  della  Refi,  e 
qkaado.Mandato  in  Caadia .        6ij 

Gioitami  Mocenigo  "Procur.  e  General  in 
Candiate  fue  operationi.  ($14 

Giouanni  Mocenigo,^uantQfle(ìe  ^mb.in 
Franciitin  che  tempo,efne  lodi.     6z6 

Giomnni  Grimani  Tatriarca  d^^quHeia 
fm  mortetefuo  lafso  al  publico .       ib,  • 

CiK  Frmcefco  Aldobrandino  General  di 
Santa  Chiefa  venuto  in  Fenetia^uado 
e  come  accolto  da  "Padri .  (S30 

Ciouanni  Mocenigo  Caualier  mandato  £• 
ftraordinario  in  Coaftantiacpoti  >  e  per- 
che. 634 

Ctouaimi Bembo  General  daìAar,  quando 
vfci/ìe  con  l'.Armata,come,  e  da  chi  ri- 
eeueffefolennemente  H  Stendardo.  i5j8 

Ciò;  Battifta  Fofcarini,  e  Franccfeo  ETtX: 
xj) eletti Tioueditori  in  Campo .     6^6 

D.Giouàni  de  Medici  condotto  daUa  Rep, 

.  con  titolo  di  Gou,delf  armi. 

Ciu^ointoaio  Bcleffto,efua  imprefa.6é{y 

Ciouami  Bajadomta  paga  il  Fiume  nel 
paefe  nemico  con  le  fue  genti  •       £48 

CioilaeopoZanecreatoCapitan  Genera- 
le da  Mar.  ib. 

GiouaaniTiepolo  fatto 'Patriarca  diVe- 
netia,e  quando .  tfjx 

Giorgio  Badoaro  commiffario  in  campo  >  e 
fua  morte .  66i 

Giouanni  Griman*  mandato  ^mb.ordi- 
norie  aiClmperatore .  66Z 

GMiun  m  l^i  "Proe.  .At^.  Eflraardina- 
rioiRoma-t  6jo 

Gioan  Battifia  Crimani  Generalia  Dal- 
matia  te  fua  prudente  operatione.671 

GÙMonni  Saratrj^  Caualier  Bailo  d  Co- 
fioMtinopolijComevenifleafficHratoper 
wmeilbram^be  i  preparamenti  fot, 
ti  da  lui  àìjlrmate  »  non  erano»  che  per 
andar  contro  à  Maltefi ,  e  che  era  per 
tonferuar  ^neìla  pace  con  la  Rppub.  già 
ftahiUtatC  confermata .  6Ì9 

Compiile  cn  SeleÙar  Cenerine  def- 


dirie-^ 
*ouo  di 
erfo  U. 

(S90 
cafate 

691 
r,  e  Ca- 
,  porta' 
'piegati 
oro  va- 

1  Cene- 

ttiS.M. 

prima^che  partirete  fua  partetn(a.  701 

Cio:BattiflaGrimani  "Proueditor  dell' A.r- 
matatdouefpedito^HO  vÌaggÌoj&  acci- 
denti accorgi .  705 
creato  General  da  Mar»  fua  deliberatio- 
ne,  e  fua  morte .                      ■     7  '  S 

Gildaste  fue  f attieni  in  Candia .         721 

Ciouanni  Cappello  ^.mandato  Bailo  a  Co~ 
Jiantinopolij  perche  te  come  accolto  , 
721. 

GiorBattifia  Dotto  fua  morte  >  efub  valo- 
re. 715 

Ciò:  Battifta  Balbi fuamortetdouete  come 
feguita,  745 

Giorgio  More  firn  Capitan  Ceaerale^rea. 
to  K.dal  Senato,e  perche .  754 

Gioì  Battifia  BaRarino  eletto  Cancellier 
Grande,  quando  >  e  fuo  merito .      7  j6 

Girolamo  Queriai  Patriarca  di  V-tne- 
tiatdoue  fepoltoj  e  fua  infcrittione . 
atS. 

Girolamo Soraif:(p'ProcHr,&  Caualter  > 
fua  ordinatione  ,fuo  ritrattot  e  fua  me- 
moria .  44 

Girolamo  Bregadiaoyfua  Cappella»  &  or- 
namenti .  5} 

Girolamo  da  Cande  dwe  fepotto^ue  lodi» 
e  fua  memoria .  61 

Girdamo  ContariniTrocur.fkofepolcrot 
fìatua,&  Elogio.  78 

Girolamo  Campagnat  ArtbitettOt  e  Scul- 
tore,fue  opere  in  s.Larenzfi .  81 

Giulio  ContariniTrocwr.fuodepoptOtfiut 
fiatuote  ii^criitioHe .  113 

Ciro- 


T     A    V 

cistèrna  MoUtf^fifaJlasua  ^urea,  efua 

infcrUtione.  1 1  i 

Giulia  dd.  Moro  >  e^ua.  opera  ^  113  ^i  24. 

I2J. 

i.  Girolamo  in  s.Séuame  da  chi  {colpito. 

121. 
Girolamo  Triok  Dogeyjuo  ricco  dtpofito ,, 
fia^uaiiù^  Elogio .  1 24 

Girolamo  Cornaro  K^TrocJmefepoltOy  e 

fuanumoria.  ijo 

Gioriio  Cornaro  K.  Troc..fitoJepdcro  r  & 

itycrittione .,  14S 

Giorgitme  y  cfuaopera  in  s^  Gioi.GrifofìO' 

mo.  154 

Giofeppe  SMtiiatifJya  Operai  ione  ^  i6a 

Ginditiodi  Salomone  neW\Angiporto,di  s. 

Marco  bellijpmo.  99 

Ciefuiti  quando  titomatiÀVenetiarC  lo- 

ro  ChufaiC  Moni  fiero .  1 72. 

Girolamo  Sauina  Triore  delta-  MiJerJcor" 

diajue  lodiMmCiC  dolchi  auuclenatOy  e 

fuoi  Elogi.  178: 

Girolamo  Feniero  Senatorcyfuo  Depofito, 

EffigiCy&  Elogio .  ip5 

Girolamo  Barbarigo.  da  chi,  aueUnato  >  e 

ffto  Elogio..  ^lT 

Giudeccaycome  chiamata  primay  e  perche 

detta  Giitdecca.,  250. 

Giejuiti  quando  licentiati  daSà  Città  y  e 

dallo  Statoye  perche .,  a.jf 

Giuftbia  derUfii.doue  fi  facciale  dotufifa- 

cejfe  prima..  J17 

Giardini jnJfenetiaJL  chifiano-K  e.  doue 

pofti..  369 

Giroiamo  Soranzjo  y /mandò  Eletto  ^^Amb. 

ordinario  J  Ridolfo,  Imperatore,  per  la 

Hepublica..  640  < 

Girolamo  Cornaro  Vrou.jklf'hrmata^.  e 

fuaimprefa..  642. 

Girolamo  Soranz/^yfpedH^daUa  RJtpubl.. 

^mbkfciator  Eftraordinario  al  Rè  di 

Frane iay  e  perche . ,  d  J  8. 

Girotamo^  Cauazza  »  fuo  viaggio  ydme 

trattenHtOya:cm  cmiottOye  come  licen^ 

tiato..  658 

Intermene  nel  trattelo  di  Vaie  di  Chte- 

Pafco  per  la  Repk.  66^ 


o    h    A. 

Giulio  CiuUani  Capitano  i^InfantmawéU 
laFortef^^a  di  Tor loia  fuo  raìoreytfua 
rifolutibne  •  691 

Girolamo.  Mvrefini  fatto  Capitan  Gene-- 
rate  da  Mar  in  Utcn  del  Molino ..  69J 

Girolamo  MinottOyejua  moru .        704 

Girolamo  Fofearini  General  in  ùdmatia^ 
e  fua  imprefa .  jtx 

creato  Capitan  General  da  Mar .  jzS 

fuamoru.  yjt 

'  Giubileo  dcìtanno  Santo>publicata  da  In* 

nocentio  X..  jij 

Girolamo  Contarini  >  creato  General  in 
Ùalmatia .  754 

Girolamo  GrimaniyCapitandi  Go^o  fot* 
to  IL  dalT  Imperatorcxdoue^e  ifnando .. 

Cradff  ajjatita  dà  Saracetii>e  liberato  id 

Veneti.  54  j 

In  che  tempoy  e  da  chi  reflaurato  ^551 

Cranitx^a  del  Doge  in  Coftantinopoli , 
q^Lfoffe .        "  ^ 

Guido  Baldo  Duc^  ^yrbino  Gonemattìt 
Generale  dclT  ^rmi  della,  RfpnUiGt^ 

<S02r.- 

Gottifredo  FiUar daino  FranCefcy  Scrit- 
toredeltacquifiodiCqfiantinopolfyetiò^ 
che  ferini,  561 

Culielmo  Duca  diM'antouay.e  fuAmortt  • 
62  j, 

Gregorio  XIF.  quando  creato  Tonlefice  % 
e  ananto  viffe .,.  ^24 

Graaifcafirettamcnte  ajiediata  da  ye^ 
neti.  644 

Gregorio  Decimo  Quinto  ^  quando  creato 
Tontefice.  652 

Gotto  qumdoùrefoy€  da  chi .  659 

Grafie  nofcalsenatoye  da  chi .  66} 

Gufiauo  jtìtolfo  I^di  Suetiay  comedifpt- 
fiato  deW  Imperatore.yfi  fpigne  rerfo 
WPomeraniayOrtntrain.Gtrmam. 
66^, 

Gaucrnator  Gheda  ^.comt  rie omf cinto  dal 
Senato..  6rj9> 

Gouemator  f^vgo  AlbanefeyqnandOy  e  do- 
m  F erito  y  e  come  riconofcinto  dalTu-^ 
blico.  .6» 

Graué 


T    A    T 

Croi  buca  di  Ttfcana  efce  r»  campagna  > 
e  ceti  chforJinete  perche  fluitato  dal- 
iamogUe,  i$8t 

Cratie  refe  4  Dio  in  SebeilietSt  <$'in  Vene, 
ria  per  la  liberatione  di  quella  Città 
dalCaffedio  de  Turchi .  711 

Couematori  de  fafcellitche  fattnnor, 
no  nel  tonfiitto  di  Fotcbie»  e  quaU  . 
7ii5. 

Giàdo  da  Modena  Vittore  »  e  (ha  opera  , 

gjranari  del  "Publico  >  oue  pofii ,  j  i  fi 

Gordiano  Generale  dell' armi  della  RepH- 
blica  per  tradimento  come  cafUgato^a 
chiichuando,  357 

Gratitudine  di  Catterina  Comara.    3  j8 

Condolotefua  fi^^catione,  &  Etimolo- 
gia ,fua  qualità ,  e  descrittane  >  e  Info 
numero .  ^jfi 

Guerre  fuecefie  folto  il  Doge  Tietro  Tra^ 
Amico.  542 

Cremonuille  Genera/  del  Sbarco»  doue  >  e 
quando percoffo  di  fatata.  749 

Cratierefe  dDiodalDogete  Sipioriam 
Chiefadis.  Marco  per  lapace  fegHita 
tràleCorone  di  Francia,  e  Spagna  ^  e 
con  cbefolennità .  755 

Gratie  refe  d  Dìo ,  e  fefie  fatte  dalli  jtm, 
bafciatori  di  Francia ,  e  Spagna  per  la 
pacete  matrimonio  feguito  fra  i  loro  Hi 
ibid. 

Gregorio  Barbarigo ,  f^efeouo  di  Berga- 
mo, creato  Carainàlete  quando  •      ib. 

H 

H  libito  del  Doge ,  quale  deue  effer  in 
ogni  tempo  per  legge.  471 

H abiti Joro  mutationit  e  vanetadi. 
398. 
Tienrico  Stuardote  fua  memoria .        7 1 
Henrico  Ter%p  Rè  di  Francia  ,  quando 
foffeinyeneliatecomericeuutQ.   441 
Henrico  Hi  d'Inghilterra  tquando  morfe. 

602. 
Henrico  Imperatoreiefua  tenuta  in  Ve. 


5Jt 

57 

^40 
x%9 

tquM- 

537 

ta  me- 

j-    '* 
dipinte 

da  .Antonio  ^lUenfetedone .  4f 

Hiflorie  del  Tejiamento  fecchio^e  Trofe' 

■    tie,  lauorate  à  MofaicO  nel^^ngiport» 

con  ricchei^  ^oro,  quali  y  e  in  fono 

fcritte  le  loro  fignificationi .  j}8 

Hifiorie  della  Sacra  Scrittura  i  cùn  Tro- 
fette  t  lamrate  d  Mofaico  nelfo^tt» 
della  Chiefa  di  san  Marco  >  co»  injcrit. 
tioni  fottoad'  ejfe  in  rtrfì,  che  dichia- 
rano il  contenuta  dt  effe .  ^ 

Hifioria  di  Jan  Marciiutnotdachi  dipinta. 
I4(S. 

Hiflorie  dipinte  da  Iacopo  Tiateretto,  io- 
ne. lAf 

Hiflorie  del  Tefiamento  Fee^o  »  doue  >  t 
da  chi  dipinte.    ■    *  34; 

Hiflorie  rapprefentate  «e  Quadri  delCa 
fata  dello  Scrutinio ,  con  toro  dichiara 
tioni,enomi  de  Vittori  »  chethannodè- 
pinte.  J47 

Hiftoria  di  Tapa  Kle^auiro  Illja  ijMm- 
ti  Quadri  diuifa  >  e  da  chi  dipinti  netta 
Sala  del  Gran  ConfigUo,  jj  i 

Hifioria  del  Sangue  MiracUofofofh  in 
Chiefa  di  s.Maeco.  5^1 

Hermólao  Grimani  fiateti»  delDtge,  e, 
letto  "ProcÀi  s,  Marcotc  quando .    633  ' 

Hifioria  della  Famiglia  Git^niana,  e  co- 
me refìituita  alla  Rep.  ^8 

Horologio,  e  fmi  ornamenti  poftù  in  Corte 
diTaUo^z^.  160 

Huomini  letterati  douefepoki,e  chi  f^e- 
ro,  no 

HypatovoctgrecatUtolodidignitd.  i}$ 
laco- 


T    A    V 


1. 4Cù^  Lémfram^rchUeno,  efua  opt^ 
ra.  29 

Jacopo  Sanfouino^hrchitettOiC  fcukóre%  e 
fiieapere.  34.100.1 12.309 

Iacopo  Talma*  e  fue  opere .    3^}6. 38. 

4o,55.203. 
Iacopo  TintorettOtefue  opere .    jp.  1 00.  > 

153.107.231. 245. 
lacopoGtijjoni Senatore,  efua  memoria  . 

41. 
lacBpo  Tiepolo  Doge  j  douefepolto  >  e  [ho 

àogio.  57 

Iacopo  CauaUi  Feronefe  Generale  delC» 

^rmi  iella  Kepublica  >  quando  fatto 

'nobile  TatritiOiC  perche  fuo  fepolcro, 

fmi  defcendenti  ^jho  Elogio .  62 

Iacopo  Ciera  Fefcouo  di  Corone  doue  fé, 

polto .  64 

Iacopo  BelUnOi  efua  operai  e  doue  •     6% 
Iacopo  Dandolo  %  acqmfla  il  Corpo  di  San 

Theodoro  •  121 

Iacopo  Soriano  Medico^  fua  palla  1  fepol- 

croy&  Elogio.  128 

Iacopo  dal  inerme  %  e  fua  memoria .  43 1 
Iacopo  Vaia  Dottore  Tieuano  di  S.  Ciò: 

CrifoftomOfdouefepoltOicfua  memoria. 

155- 

Iacopo  Valma  il  Vecchio  >  efua  Tauola  • 

167.207.214. 
Jacopo  MoroTrocurator di  San  Marco, 

doue  fepolto  »  fuo  fepolcro ,  &  Elogio  • 

177. 
Iacopo  da  Le^fuo  altare  yc  fua  memo^ 

ria .  1 84 

Iacopo  da  Ve  faro  Vefcguo  di  Bafoyfuofe- 

polcroyflatua%&  Elogio .  1 89 

Iacopo  Marceìloyfut  attionit  doue,  e  come 

morfe,  fuo  fepolcro,&  Elogio.        191 
Iacopo  Barbarigo^fue  attioni,fue  lodi,  do-- 

uè  morfdefua  memoria .  217 

Iacopo  Soratìi^o  Troc.fua  Cappella ,  e  fua 

memoria  .  218 

Iacopo  da  Bafiano ,  e  fue  Opere.    226. 

236. 


O    L    A. 

Iacopo  .Antonio  Marcello  K.  e  fint  me- 
moria .  2X6 

Iacopo  da  KiuaÀcmt  fepolto,  f  noi  fatti/ne 
lodile  fuo  Elogio .  248 

Iacopo  Contarini  >  e  lact^  Marcello,  de- 
putatialla  reftauratione  McUe 'Pitture 

delValaxJKo.  346 

Iacopo  TiepolOffpre^^o  dal  Doge  (>«• 

e  perche.  475 

Iacopo  Soran's^p  Troued.Cenerale,efua  (k 

pera .  612 

Iacopo  Fofcarini  Generale,  e  Trocurator. 

ibid. 
Iacopo  fefio  Rè  di  Scotia,  fucceffo  nel  Re- 

gno  (f  Inghilt errale  quando.  63  2 

Iacopo  S orando  Troc.  mandato  in  Coftan^ 

tinopott,  quando^  e  perche .  6%  i 

Iacopo  Fofcarini,  eletto  Capitan  Centrar 

le  dd  Mar ,  quando  9  e  per  qnal  occafvh 

ne .  6x6 

Iacopo  da  Viiua  %  e  fuo  yakre  ione  àimo- 

ftrato  .  69f 

Iacopo  Cappello  Comifiario  delt  jfrmt^ 

taì  quando^e  come  ferito .  75$ 

Iacopo  Semitecolo  fopracomito ,  fua  n^9t- 

tcydouei  e  comejeguita .  ibi. 

Imbarco  di  Celis  .Agd,  e  chiconefio  ^ 

($88. 

IbraimGran  Tuno^ticeuuto  Pauuifoda 
SeleSar  di  effer punto  con  t .Armata  i 
7{auarino9  ctò  che  facefje .  69 1 

Mandò  poderofo  Efferctto  in  Dalmatia 
per  attaccar  Scbenico .  T^i 

Doue,  da  chi^e  come  ftrangolato .     729 

Terche  tenuto  in  vita  dal  Fratello  M 
murrat,da  chi  educato,  e  come  inftrui* 
to  .  6Ìt 

Immagine  di  M.  Santiffima  neìl*Oratcm 

de  Ila  Tace  in  ss.Cio:e  Taolo,di  cbifofi 

edouefleffe.  <5 

Da  chi,e  quando  portata  à  renetta.  66 

Immagine  della  F ergine  in  Marmo,  dta^ 
pofia.  96 

Immagine  della  Madonna,ch*è  in  ss.Bpc- 
co$e  Margherita^douefoffe,  doue  ntro- 
uataidoue  trafportata,  e  quando  porta- 
ta 4  FenetiaiC  da  chi .  115 

Im- 


T    A    V 

imni^lnt  deSa  Madonna  in  $.  Fatino  ^ 
ài  dotte  >  e  dà  chi  portata  in  Fenetia . 

"9. 
Immagine  di  Maria  Vergine  fcohita  da 

Girolamo  CampagtM^doue  collocata. 

122. 

immagine  di  M.Fàn  sMarcilìanOidi  do^ 

^èe  venuta .  146 

Immagine  della  Vergine  [colpita  in  mar- 

mo  da  TifgoteUe  doue  pofla  •  1 7^ 

Immagine  della  Madonna  di  Loretto  >  do^ 

Me»e  qiumdo  traslatata  •  229 

Immagine  di  Cbrifio  dipinta  da  Titiano, 

doue  •  288 

Infcrittione  della  prima  pietra  pofla  nella 
^  fondamenta  della  Cine  fa  di  s^  ^nna . 

Infcrittione  delia  eofecraìione  della  Chie- 

fa  di  S.Giufiina .  42 

Infcrittione  di  Amadeo  de  Buonguada- 

pi*  4* 

Injcrittìone  pofla  neW  Oratorio  di  s.  Gior- 
gio di  Scbiauoni .  47 

Injcrittioni  »  che  flauano  nella  Cappella 
Grimani  à  San  Francefco  e  quali  • 
52. 

Infcrittione  pofla  nellaChiefa  della  Ma* 
donna  del  pianto .  9 1 

Infcrittione  in  marmo  doue  pofla  >  e 
fua  dicbiaratione  t  e  di  doue  portata. 

Infcrittione  pofla  fotto  alla  Figura  di  san 
Marco  1  lauorata  a  Mofaieo  da  i  lue- 
cati .  98 

infcrittione  [colpita  in  marmo  al  fepotcro 
dis.lftdoro .  99 

Infcrittione  pofla  ne  i  piUflri  della  Cappel- 
la Maggiore  di  s.Luca .  1 20 

infcrittione  delle  Lettere  mandate  al 
Doge$  &  al  Senato  del  Rè  di  Terfia  per 
fuo  .Amb.e  quando .  6x  i 

injcrittioni  t  che  fono  nella  Cbiefa  del  Ke* 
dentare.  >  255 

infcrittioni  incife  ne  Balauflri  deflendardi 
di  piaz.r(a .  294 

Infcrittione  pofla  fopra  la  porta  dtUa 
Libreria,   publica  di  san  Marco  . 


O    L    A* 

infcrittione  pofla  fopra  la  porta  iella  fald 
delle  flatue  >  di  dentro .  1 1  j 

Indulgenxui  perpetua  aUaChiefadi  Som 
MarcOidachi  ctmcefja^  quando  combt^ 
ciyc  quanto  duri  ^  104 

incendij  memor àbiti  del  TaUtxMh  quandi 
oc  cadutile  dami  apportati .  J4ÌS 

Imperatori  >  e  Imperatrici  venuti  a  Fe^ 
netiai  quanti  p  quali  »&in  cbetem^. 

4?9* 
incendio  importante  del  SantMario>quanda 

foffe.  %6% 

Incendio  del  Tala^^  fitto  il  Doge  Gior 

Mocenigo.  .  €i% 

incurftoni  de  i  Turchi  nella  pMria  del 

FrioliiC  quando .  551 

Ifola  di  s.Giorgio  donata  dal  Dogete  4  chi. 

219. 
Intaglio  Celebre  nelle  Sedie  delCoro  di  s. 

Giorgio^  22^ 

Ifolecirconuic'mepofle  fitto  Ufefliero  ai 

Santa  Crocea  nell'officio  della  Sanità  • 

212. 

infegne  >  &  infcrittione  della  Famiglia 

Tolaniidoueùofle .  i6% 

infegna  de  Ducm  qualfia  >  fecondo  i  LegU 

JU.  468 

Innocentio  'tlpno  y  qumdo  ereato  Tontefir 

ce^e  quanto  ripe ,  624^ 

Ifabella  figliola  di  Filippo  Secondo  Ridi 

Spagna^  in  ehi  maritata  9  e  fua  dote. 

£31. 
Interdetto  mandato  in  Venetia  da  Tapa 

Vaolo  V.e  quando.  6yj 

Inuafioni  de    Ffcocchi  $   e  quali  . 

642. 
incontro  fatto  af  Antonio  Trioti  eletto 

Doge.  6^% 

incontro  fatto  per  ordine  publico  ali  Im* 

peratrice  Leonora  nelpaffar  per  lo  fla^ 

tOte  quale .  6%x 

Imperatore  manda  a  pMar  il  poffrffo  di 

Mantoua  >  e  del  Monferrato  %  e  da  chi  à 

ciòinfligato.  6^J 

inuafioni  de  Tedefchi  nel  Mantonano  • 

e  Ifa- 


r  A  V 

Ifabella  di  Borbone  farella  del  Rè  di  Fri- 
eia  $emogli^  di  Fdippo  Quatto  Rè  dt 
\   Spagna,ftéa  moHe.  687 

ttmoeetmo  X.  qnando  creato  "Pontefice  > 
•  fise  lodile  ffircbe  fi  facefse  chiamarJn- 
.*  nocentio»  6S7 

informatwne  dotta  ad^Ibrofm^  dell*  Ifoia 
*.  di  Malta  9  e  quale  y  e  perche  dmertìil 
fenfiero  dt  andar  ali*  imprefa  di  detta 
.    ffola .      •  *  689 

Imprefa  di  Tomafo  Morofinij  e  Gioì  Bat- 
ttfla  Grimani  nel  Torto  diZea  y  e  qua- 
le.  7otf 
imprefa  di  Luigi  ÌAocenigo  Troueditor 
dell*  Armata  nel  porto  dt  Maluafta  y  e 
quale.  717 
Imprefeye  luoghi  prefi  da  Francefco  Mo- 
reflui  Vrou,  dell'Sirmata  >  e  quali  con 
tutti  t  fucceffi  ^  731 
Imprefa  fatta  dal' Capitan  Generde  La- 
Xaro  Mocenigo  dt  Saicbe  >  di  vna  T^a* 
uè  Barbar efca  nel  porto  di  SuoT^ch  y 
con  acquiflo  di  quella  Cittdyeforte^^. 
742. 
Imprefe  y  combattimentiy  e  danni  inferi- 
-    ti  d  Turchiyda  Girolamo  Contarini  Ca- 
pitan delle  7<(aui  y  quali  y  e  quando . 
748. 
imprefaiti  ricuperarla  Canea ypofti  oc- 
eupatiy  Battaglia  feguita  y  e  qual  fofse 
la  cagione y  che  non  fi  ottenefse  lUnfen- 
to^  752 


L^cedemonia  colfuo  Taefe  fottopofta 
)  àyeneti>e quando.  ^60 

Lanterio  Mar  che  fé  d*ljlria  y  pacificato  co 
la  Reo.  ^^j 

lauari  di  Tarpa  nella  Sagreflia  di  San 

Marcoyda  chi  fatti .  103 

La:^aro  Sebaftiani  >  e  fua  pittura .     1 2 1  ♦ 

174- 
labaro  MocenigOy  douey  quando ,  e  come 
ferito.  'jip 

fatto  Capitan  delie  'Haui ,  vd  a  Darda- 


O    L    E; 

t    nelliye  con  che  Legni .  ^^\ 

Creato  K.  dal  Senato  quando^  e  perche  9 
e  poi  Capitan  General  da  Mar  ■.     737 
Fien  Eletto  Vrocuratar  di  Sa»  Marco . 

'    74*- 
Sue  attioni  yfue  lodi  yfua  mortey  e  fuoi 

funerali .  2($8 

Leandro  da  Bafsanoy  efue  opere .  106. 
208.257. 

Leggenda  della  yita  della  B.  GtuUana  > 
douepofla.  ,     251 

Legge  intorno  a  Dogi.  471.474/ 

Legge  intomo  a  Titok  del  Doge  y  e  qud 
loro  difpofitione .  4(^9 

Leg^e  intorno  al  Doge .  5^ 

Lega  fatta  dalla  ReptAliea  een  U  Gri- 
gioni .  Terfonaggt  mandati  da  effl  in 
FenetiaperflMliyiayeéfmaii.       é^ 

Legga  fra  la  Corona  diFranctaJa  HepU" 
blicaye  Duca  di  Sauouty  e  per  qtM  fi-^ 
ne.  654 

tega  conchitifafra  la  Republica  y  &  aun 
Trencipi  per  qual  eaufaye  co»  che  con- 
ditioni .  6^ 

Legato  del  Cardinal  Zenoy  qualfoffCy  e  i 
chi .  5p8 

Legni  Veneti  aiutano  Baldouino  Rè  in 
terra  Santa  ^  556 

Legno  della  Croceypoflo  in  s.  G eminiano  » 
da  chi  donatoye  fua  memoria  •       no 

Legrù  dell*  hrmata  Tur  che fcha  prefi  da 
yenetiyqualiy  e  quanti .   ^  720 

Lfgni  perduti  da  Veneti  nel  combatti- 
m^nto  a  DardanelUy  quaUy  e  quanti.  E 
quanti  reftafsero  morti.  7 16 

Legni  per  fi  da  Turchi  quali  y  e  quanti  >  e 
quanti  di  effi  morti .  ib. 

Legni  de  Turchi  y  quanti  prefi  y  e  disfatti 
da  Turchi  nel  combattimento  >  e  Vit- 
toria ottenuta  dal  Cenerai  Marcello . 

735- 
Leonardo  Ottobone  Cancellier  grande  > 

doue  fepoltoycfua  memoria .  3  j 

Leonardo  Coronaycfue  opere .  36 

Leonardo  Loredana  DogCydoue  fepolto.60 
Leonardo  Mocenigo  h^fua  opera  m  santa 

Lucia,  e  fuo  ritratto  yfcolpito  da  Mef- 

fandro 


T    A    V 

fandro  littoria .  141  ^ 

LeoHéordo  Donato  Dogej  dosée  fepoUo  »  fuo 

.    depolitOyfi<Uua9&  Elogio  •  ^^^ 

mmdato  a  CoflantinopoH  •  dip 

creato  General ìnTerra Ferma,     dji 

Effondo  creato  Doge  •  63  7 

Leonardo  Mocenigo  acquifU.  il  galeone 

detto  deUaSdtanat  com?  fofse  arm^ 

toycome  carico  >  e  che  genti  fofsero  in 

rfio.  69% 

Leonardo  Pofcolo  eletto  General  in  Dat- 

matia  •  707 

'  fatto  Vrocx  poi  creato  Capitan  Gemral 

da  mar  •  723 

Leopoldo  figliolo  di  Ferdinando  Ter%o  e- 

letto  Imperatore»  equaìtdo.         jfo 
Leone  di  BronT^ ,  e  {tatua  di  s.Theodoro , 

poftifopra  le  due  colonne  di  sMarco^e 

ioro  lignificati.  317 

Leone  XLauando  creato  Vonteficeye  cfui-^ 

to  yiuef$e .  éf  J4 

Leopoldo  Arciduca  d^I/jpructf  ^épieUo  ot- 

cupafse  •  <J  J4 

Lettori  publiciflipendiati  dalla  KepJoue 

e  quello  Legano.  jlj 

Lettera  del  Tetrarca  »  nella  quale  deferii 
.    ne  la giofbra  fatta  in  f^enetia  per  C'»»- 

dia  ricuperata  •  407 

Lettera  dt  Magno  jiurelio  Cajjiadoro  >  a 

chi  feri  tta,  efuo  contenuto .  528^ 

Lettera  di  Gabriello  Seluago  9  e  contenu- 
to di  efia^  "45' 
ietterà  di  raguaglio  [intorno  alla  venuta 
^  de  Trencipi  Giaponefia  ^enetia .  457 
Lettere  mandate  dal  Re  di  Vcrfia  alla 

Rep.  perfuo  Amb,,  e  quello  erafcntto 

al  dtfnori  in  Caratteri  doro  0        61% 
leuata  di  gente  conce fsa  dal  Vapa  alla 

Rep,  724 

Libreria  de  frati  di  s,  Francefco  da  chi 

comprata  0  52 

Libreria  rinouata  in  s  .Giorgio  Maggiore  y 

e  quando,  228 

Libreria  di  san  Marco  y  doucfi  conferm , 

quando  ft  principesse  a  metter  infie- 

nte.  _  508 

Librerie  lafciate  d  pubUcOf  da  chi^e  ione 


t)    1    A. 

fitenefsero9Libri.  /i^^ 

Libreria  Tubltca,  come  fMa  piA  co-  ' 

Piofa^  315 

Librerie  particolari^he  fono  in  ^enetia^ 

loro  defcrittionife  di  chi  sijHo .  3  70 
iibsrxlitd  delle  donHe  Venetianet  qmmd^ 

dimoflrata,  358 

liberti  g  guanto  fauorita  da  primi  f^?- 
-    ueti  netta  Kep^  467 

Limo  Todatatbaro  jirciuefcouo  di  Opro 
Jua  fepolcrOfC  fua  infcrittione^       %6o 
:  fuo  dono^  284 

4odi  di  ^ntonio^e  Lorenzo  MafsayPadre, 

efigiiólo^  15 

LorenT^p  Gabriello  Vefcouo  di  Bergamo  > 

doue  fcpoUcye  fua  memoria .  .6$ 
Loren:^  Ce  fi  Doge  douefèPoko  «  75 
Lorenzo  Marcello  General  da  mar^douep 

e  come  morfetc  douefepolto  *        1  iVf 

Loreti'i^p  Trioli  Doge  ffuo  ricco  depofito  » 

.    flatua3&' Elogio .  124 

Lodouico  Fof carini  Trocur.fue  lodi  3  efuo 

Elisio  4  1 9^ 

Logge tt a  di  Tia^ix^  >  a  cheferui  yfua  de-* 

jcrittioneyfuoi  abbellimentiyfuejiatueé 

e  fi^ificati  9  con  altri  ornamenti  mo- 
derni é     ■  307 
Lodouico  Sfor3^  Duca  di  Milano^eJ  9  e 

quando  0  58*7 

Loren^ino  de  Medici  $  efuo  botnicidio  >  e 

quando  *  5$juf 

Lefren%^  de  Trioli  >  eletto  Tatriarca  di 

f^enetia^e  quando.  6Ì4 

Quando  creato  Cardinale^  6^0 

Lorenzo  TarutaAmb,  per  la  Rep.  m  Sà- 

uoiaydoue  morifse .  655 

Lorenzo  Bemardoyefua  ntorte  9  al  TenC- 

do^  70* 

Lorenzo  Dolfinò  Generale  in  Tfalmatiaie 

fuo  difegno .  724 

Loredana  Marcello$  moglie  di  Luigi  M^ 

cenigo  Doge^doue  ripofta  ^  60 

Lu^i  Ticpolo  /fuàftatuayefiio  Elogio  .^'j 
Luca  Giurano  fua  fepolfura  y  e  fua  me- 
moria .  té% 

Luigi  Mocenigo  Doge  doue  ripoftot  e ^a 
ftatua  r  60 

e    %        Lui- 


TAVOLA. 

juamemam.                            ^  Lttcinis  occitpato  da  Feneti  con  altri  lu^ 

lu^ìBenfattOicfut  opere .       J^uo  gbi.                                         64S 

Ifiigi  LoreioìUh  fue  ortmùiMt  fefoUo  %  Ijt^i  Giorgh  Prtmeditor  detta  CauaUeria 

è  ftumemùria.                         2r$  efuaimprefa.                          64J 

Lu«i  GrimoHi  ^rciuefcm»  M  Candia  >  Liftiei  Contarmi  AmbJelta  RepkblJn  In^ 

jio  jiltate^  e  [m  Elogia.              a  19  ghilterraie  fua  operationc .           6$y 

Jjtip  IHfam  CardÉmde^douefefolto^  efua  Jjùgi  ei^io  Generale  in  Terra  ferma . 

memoria.                                230  666. 

Lu^i  Fofcarini  VrocwrMar  yefua  opera .  ijuca  da  Vefaro  Capitan  di  Golfo  %  età  ebe 

144.  fece  in  Sacca  di  Goì*o.                 ibié. 

Luip  MaUfiero  fua  Cappella  fepoltura  9  inigi  contariniUmb.  a  Róma  per  la  Re. 

é'mfcratme^                         i7<>  pMica^                                  6&f 

lungherie  lartì>ez^  detta  pia:^  di  s.  tif^  Molino  ^mbafcrator  efimordina- 

Marco  fecon£>  il  Stringa,  ejka  firma. .  rio  a  Mantoua .                          669 

294.                                             ^  Lwigi  Giorgio  Proc.  eletto  Capitan  Cene- 

ìkngbeT^etarghex/^^deUafdadelgra  raldaAfar^                              670 

Configlio .                                 ì^%  iMtgi Pitturi r  e  fito  combattimento  con 

èmgbe'i'^della  mutua  Chiefa  di  Cafiel-  Turchine doue .                            705 

lo.                                             H  béoghi acquici  dal  General  Fofcolo  m 

biogo  de  Cattecumeni  da  chi  gpuemato ..  BalmatìaìC  quali .                       709 

%q6.  Ijum  Mocenigfi  Eletto  Capitan  Genera- 

luog^  della  Confraternita  deli*  abito  de  f^da  Mary  e  fico  vaiare  nel  difender 

Carmini ,  (fuondo  fendalo  >eda  chi  di-  Candia .                                  71 J 

pinto .                                       ^^y  Luigi  Mocenito  Vrouedit.  dell*  Armata  > 

lnùgoÀoue Vapa Ule fiandre  III. pofe  il  'llepote  del  Capitan  Generale ^e (m 

piede  fopra  il  Collo  a  Federico  primo  imprefa  nel  porto  di  Malnafta .     jij 

Imperatore  »  9? 

biogo  douc  fi  conferuano  le  l^liquie  >e  le  \je 

Gioie.                                      iQa^  r-^ 
iMigi  figliolo  del  Doge  Keniero  confinato 

in  prigione^  perche.                   i74  \JfMchie  de  marmi  feghaticàfarap^ 

hncbino  dal  rerme  Generale  nelVimpre-  IVI  prefentano .                          9f 

fadiCandia..                            $li  MaddaUna^oÌHfiùa,JpofadiCofnMd£ 

luca  Micbiele  Senatore  %e  ConfigUere ..  Medici  doue  leuataconle  Galee  della 

^i  X.  Kepublicacome  fpefat(tin^  nome  piòli- 

Ijica  Molino  dalle  2.TorrefiglioloM^n.^  comedone  condotta..                    639' 

drea  Senatore .                          5  7 1  M^eftd  del  Doge  ^quando^foffe  col  ?apa$ 

ZmtprandoKèdehmgpbardi.         554  &  cm  t Imperatile  come  rifplendt' 

LuigiGiorgiOiC  fua  carica.              6^1  tebbe..                                      47» 

Isigi  Decimo  Ter^Rè  di  Francia  quan--  Maeftro  di  Coro  di  San  Marco .        104 

£)nato .                                   6j2  Maeflxo  de  foldati  >  nu^firato  >  quanéo 

iMÌglGrimmifatio Creine fcouodi  Con.  creato .                                    $35 

diaiC  quando.                           ^34  Maffeo  Gbirardo  Patriarca  ^e  Cardinale^ 

Imgi  Fofcarini  mandato  jlmb.in  Volo^  Jualnfcrittione.                            7 

ma>eperdfe.                            6^4  Maffeo  Micbiele  elcttoGenerale in  luogo 

lj^4t&CT0dfe7jjiuMOTte9edachidat-      del  Barb/trOfC  perche..  647 

Ma^ 


T    A    V 

Mdlamotco  affalito  da  Tipino  >  e  quando . 

mantfefto  fatto  flambare  dal  Duca  di  ?ar^ 
muicfue  cftbitìonhfatte  al  pontefice ,  e 
quali .  671 

idanto  y  quando  foffe  ordinato  nella  per  fo- 
na del  Doge.  471 

Mantoumi>e  difcordie  conloroie  quando. 
554.  V 

Mantoua  dtfefa  dalla  Rep.  €  preffidio  pa^^ 
gato  da  epa ,  660 

Mantoua  cade  in  mano  de  nemici  per  tra^ 
dmentOyquandOi&  in  che  modo  «  66i 

Mantoua  pofia  afacco  •  //  TaUo^  >  a  chi 
riferuato ,  &  il  refio  à  chi  datto  in  pre- 
da. Sacrilegi!  ye  crudettadi  commejje  da 

.     TedefchiiCon  altre  fìere'^ .         66i 

Marc* Antonio  Ciuftimano  di  chinato y  e 
fuelodi.  50 

Marc'  Antonio  Marefini  $  fue  lodi  y  da 
cbi celebrato 9 lue attioni 9  &  Elogio. 
50. 

Marc*  .Antonio  Barbaro^  douefepolto  yfue 
lodiycfue  attioni .  x         5  J 

Marc*  Antonio  Micbiel  Tatritioy  efuo  at-^ 
tejiato .  85 

Marc* Antonio  Memo  Doge  doue  fepoltoy 
fuo  DepofìtOyftatuay  &  Ekgio .      227 

Marc*  .Antonio  Bragadino  %  e  fue  infera- 
tioni.  2$o 

Marc*  Antonio  Grimani  Senatore  >  fua 
Cappella  >  Mtare  >  Statua^  &  Eh^io. 
260. 

Marc'  Antonio  Feniero  DottorcyC  Troc.  e 
Daniele  fuo  figliolo  doue  fepolti  y  e  loro 
infcrittioni .  2^2 

Marc*  Antonio  Bufmello  Uefidente  in 
Mantoua  ,  fatto  prigione  >  fualeg- 
giatdlafua  Cafayc  comepoi  rilafcia- 
to.  66% 

Marc* intorno  Morefini  Caualier^  Vro- 
ueditor  nel  Bergamafco  >  e  fua  morte . 
662. 

Marc'  .Antonio  Bragadino  Fefeouo  di 
yicen'3^ ,  creato  Cardinale  y  e  quan- 
do. (J75 

Marc*  limonio  Tifoni  TrouedUor  della 


O    L    A. 

Caualeria  a  Zara  doue  mandato  étt 

General  Fofcolo  9  fua  ordinanza  $  e  fua 

impr^fa .  708 

Marc* .Antonio  Bufmelloyeletto  CancelUer 

Grande .  729 

Marco  Grimani  Patriarca  d'^quileia  » 

douefepolto .  48 

Marc' Antonio  Triuifano  Doge  9  doue  Je^ 

poltoytfuo  Elogio .  49 

Marco  Cornaro  Doge  >  doue  fepolto  . 

58. 
Marco  Tolto  detto  Milione^  doue  fepolto . 

80. 
Marco  Cornaro  Cardinale  »  dcue  fepol-- 

to.  121 

Marco  Dandoloy  portò  il  Corpo  diu  Theo* 

doroàVenetia.  121 

Marco  Cornaro  \.  doue  fepoUoyfuo  Depo- 

fttOy  &  infcrittione .  148 

Marco  l^no  Fefcouo  di  TorceUo  >  fuo 

Depoftto  y  ritrauo  9  e  fua  menarla  . 

195* 
Marco  Gofmero  Vefcouo  di  '^{apoli  nella 

Moreaydoue  fepolto  *  211 

Marco  Bafaiti  $  e  fua  Tauola  >  doue  . 

217, 
Marco  ,  &  Agoflino  Barbarighi  fratel^ 

liy  Dogi  tutti  doi  loro  Depofitiy  Statue  , 

&  altri  ornamenti  doue  pofti ,  e  toro  E- 

logij .  i66 

marco  Taruta  3 fuo  DepofitOyritratto  y  UT 

ElogfO .  274 

marco  Giufiiniano  Oratore  a  Carlo  Duca 

diSauoia.  619 

marco  Bragadino  CipriottOydetto  Mamu. 

gndyCifua  Hifloria.  6i% 

Marco  Giufiiniano  fatto  Trocurator  ai 

San  Marco  y    elatto  poi  General 

dell*  Armi  della  RepublicafC  quando  m 

6Si. 
Marco  Bembo  Capitan  delle  Tiauiy  tome» 

e  quando  reftaffe  ferito .  744 

MarcJjo  Ottoboncy  fatto  labile  Tatri- 

tic  9  tafcia  la  Carica  di  CancelUer 

Grande .  719 

Marchiò  Triuifano  Senatore  >  doue  fepoU 

tOiCfua  memoria .  1 90 

e    3        Mar- 


T    A    V 

Marcbih  MichieU  Trocfiiaftatua^tin- 
ftrittme  »  109 

yinTcheft  di  Mantoua  mantenuto  in  fla- 
to da  f^èneti  »  574 
Marchese  Canofja  Verone  fé  difende  va- 
loro  fondente  il  Monferrato .         65  7 
Marche  fé  oilefiandro  Borri  viene  al  fer- 
uitio  della  Rep»                          724 
Fatto  General  del  sbarco .              72 5 
jioue  inuiatOffuo  incontro  combattimene 
totefuamorte^                          J19 
Marin  Giorgio  Doge^doue  fepolto .       58 
Marìn  F altero  Dj^e  doue  fepolto .       5  8 
Marin  More  fini  Doge  doue  fepolto ,  e  fua 
inferi  ttione .  9$ 
Suaopera.                                  121 
Marin  Giorgio  fuo  Sepolcro,&  Blog.  129 
ÌAarina  Vrmcipefsa  moglie  del  Doge  Mi- 
fhiet  Stennojdouefepoltai  e  fua  memo. 

M^'''  Grimanitquando  creato  Doge,  Fe^ 
fie , & allegreT^e  fatte  per  detta  fua 
Creatime .  <$29 

Viarin  Caualli  ^4mb.ordinarió  in  Francia 
fi  rallegra  con  il  Rè  Henrico  I  P^.inno^ 
me  publico  per  la  nafcita  delfuo  primo 
Genito }  e  quello  die  effe  il  Re  nel  mo- 
ftrar^U  il  Bambino.  632 

itiltlfuo  ritorno  a  Fenetiaùorta  in  dono 
alla  Rep.l^  Armatura  del  Rè .  63  j 
Va  AmbJ  Romane  fua  morte.        640 

Marin  Grimani  Doge,doue  fepoltOffuo  ;ia- 
biliffimo  Deùofito  ^efue  injcrittioni  ,73 

Marin  Cappello  combatte  t  Corfari  nel 

Torto  della  Vallona^  li  fugate  fi  rende 

padrone  di  tutti  i  loro  Legni^con  il  rac-* 

conto  di  tutto  il  fatto  «  670 

Eletto  Capitan  delle  "ììaui  armate. 690 

Maria  Aufiriaca  figliola  di  Carlo  F.  e 
moglie  di  Maffimiliano  Imper.  quando 
paffafft  per  lo  Stato  9  e  come  accolta  in 
nome  Vublico  •  620 

Maria  de  Medici  Regina  di  Francia^qua- 
do  incoronatale  doue .  640 

Maria  forella  del  Rè  di  Spagna,  promeija 
in  moglie  a  Ferdinando  Rè  d'Onglkria 
f(me  pafiajfc  a  Triefte .  66} 


O    L    A. 

Matteo  Dandolo  Trocurator  domftpdi' 

tO.  I  II 

mapamondo  notabUeÀa  ehifattojHmorii 
e  memorie  delFAuttare  «  242 

Marfilio  da  Carrara  Signor  di  Tadoua  »  e 
fuolaffo.  252 

Matrimoni!  »  come  fi  celebraffero  antica- 
mente f&  altro .  40 1 

Matilde  difangue  Realcymoglie  di  Orde- 
laffo  Faliero  Doge .  5  56 

Mauritio  Duca  dì  Sagoma  yC guerra  mf- 
faaWlmperat.  598 

maff-imonio  feguitotraMaria  de  Medici 
figliola  di  Francefco  Gran  Duca  di  To- 
fcana,  &  Henrico  Quarto  Rè  di  Fran- 
cia^e  quando .  63 1 

Matteo  Zane  fatto  Tatriarca  di  Fenetia^ 
e  qiumdo .  6X1 

matrimonio  feguito  tra  Cofmo  de  Media 
Ttimogenito  di  Ferdinando  Gran  Dua 
di  Tofcanayi  ì/LiàdaUna  figlia  di  Car- 
lo arciduca  dì^ufii'ia .  6^9 

matrimomo  fegmto  tra  Maria  Trimogf- 
nita  di  Carlo  Emanuele  Duca  di  Si* 
uoia^e  Francefco  Trencipe  di  Manto, 
uà,  6i9 

Matrimonio  tra  il  Rè  di  Francia  »  dr  tln- 
fanta  di  Spagna  •  640 

Mattias  quando  eletto  Imperatore,  ($40 

matrimonio  tra  Francefco  Duca  dt  Man. 
tonale  M:irgherita  de  Medici  Trinci^ 
pi  (fa  di  Tojcana .  646 

matrimonio  tra  Chriflina  forella  del  Ri 
dì  Francia  >  &  il  Trencipe  Fittorio 
^Amadeo  di  Sauoia .  651 

Mattias  Imperatore  >  e  fua  morte  . 
652. 

matrimonio  trd  Madama  Leonora  di 
Mantouate  Ferdinando  II.  Imperato- 
re .  6$$ 

matrimonio  trd  Henrichetta  forella  dH 
Rè  di  Fr andane  Carlo  Trencipe  di  Cd* 
Ics  d:  Inghilterra.  65  J 

matrimonio  tra  Carlo  Trencipe  di  RbetH 
e  Maria  figliola  di  Francefco  Duca  ii 
Mantoua  •  6^6 

matrimonio  tra  il  Duca  Carlo  di  Mant^ 

uai& 


T    A    V 

m^&IfAclUClara  f^afiria  (tJf 
prucb  r  719 

mammomo  tra  Madamigella  di  Orltis  > 
&Vrenrife  Cofmo  dt  Medici  di  To-, 
fcana^^  757 

Meemeth  [accede  nelP  Imperio  Ottoma- 
noyC  quando  »  6i6 

Meemeth  Celebì  fratello  del  Ki  d^Algie- 
rhe  Meemeth  ^gd  Generale  di  quel 
Regno  con  altri  perfonaggiy  doue^da 
cbitc  come  ùrefi  ^  joS 

Mfeemeth  Bajsd  di  "Rotoliate  [uà  morte  ^ 
719^ 

memoria  del  Cardinal»  e  Tatriarca  Trio^ 

li^  IJ 

Memoria  del  roto  fatto  dal  Senato  di  ri- 

fitar  il  corpo  delB.  Loreni^  Giuftima- 

nadoueùofla^  15 

Iff  emorie  de  Qttoboni,e  quali  ^  ^i 

Memoria^  di  Gio:  Maria  Offredo  dout  pò- 

fia.  ^% 

memorie  di  Titiano,  &  de  i  Talma  doucy^^ 

e  da  cbiàofie  •  ^(y 

memoria  ai  Lornn^  ZragaiinQ  doue  pò. 

fia.  79 

memoria  di  Francefio  Taganello  doue 

pofla  •  %9 

memoria  di  emonio  Dauamadoue  pefta^ 

ibid^ 
memoria  ieWlndulgew^  conce ffa  da  Ta^ 

pa  AUJpmdro  Ter^  alla  Cbie[a  di  S. 

Marco.»  104 

memorie  di  Et^ii9  Quatto  ^e  Gregorio 

XII .  Tontifui  doue  pojfe  •  1 2  x 

memorie  del  Corpo  di  santa  Luciate  del- 
ta con[ecPatiqne  di  quella  Chicfa.  14 j 
memona^i'  Cbtifioforo  Moro  Ùoge  dome 

pojla.  156 

Wtómoria  di  Tierio  Valeriana^  e  di  Frba-^ 

no  Bol^io  gran  letterati  ^  doue  .» 

mtmotfiìcdc  Bid'oeH  doMe  pofik  ^       194 

memorie'  della  fhndaMne,freftanraf ioni  9 

et  Indulgenza  concelfa\  da  Tapa  jAc[' 

[andrò  Ter^  alla  Cbie[a  di  sJacopifdi 

Rialto  •  199.200 

memoria  della  fondatione,  e  compimento 


OLA. 

della  nuoua  Chie[a  di  s^  Giorgio  Mt^^ 
giore^oue  pofia .  12^ 

Et  dellafua  con[ecratione  ^  %%& 

memorie  di  Lorenzo  Giufliniano  y  e  di 
Maria  Grimani[ua  conjbrte  $  doue  po^ 
[le.  228! 

memorie  diuer[e  de  Senatori  di  Cafit 
Trioli  doue  pófle  *  aj  9? 

memoria  della  tenuta  in  rcnetia  di 
Henrico  Ter^p  Rè  di  Francia  9  dota 
pofla  ^  J20^ 

memoria  in  ancona  delV^  Indulgenza  >  e 
del  [atto  di'jlrme  con  Ottone  •       5  59^ 

mercato  Generale  gdouefi  [acefleye  per 
che  bora  fi  [accia  [ola  il  mercordì  .- 

18^1. 
Me[[a[olenne  cantata  in  Chie[a  di  S»  M. 

quando3eperqualcau[a.  68/ 

m€[sa  cantata  in  CU  fi  a  con  ti  Te  Deum  f 

e  da  chi.  714 

mejTa  prima  detta  nella  QJhie[a  nuoua  fo- 

data  dal  VuUicoj  quando  ^da  chi%  e  chi 

V'interuenne .  732^ 

Micbiel  Giambono-Senhet^^  [uà  opera  •• 

l/itchiel  di  Trioli  P^epcouo  di  licenza  >  e 
[uà  morte.  633 

Michiel  minotto  i  [eritor  di  mo[cbettata 
doue^  [no  r'alore.  67Ó' 

Micbiel  more  fini  Doge  ^doue  [epolto  9  e 
[uà  memoria.'  58 

militie^uando  mandate  in  Candia^  fot- 
to  qual  Doge  sfecondo  alcuni  •         5  6z 

militie  Jpmte  dalla  Republica  in  Vaitela' 
Una .  6^6 

militie  mandate  dalla  Rcpublicain  Man-- 
tona ,  e  dinaro  shor[ato  al  Duca  y  e  per 
mal  confa.  65S 

militie  y  che  fi  trouomo  [opra  la  J^anf 
mtoua  del  Capitan  Tomafa  More  fini  9 
nel  combattimento  con  le  40;  Galee 
Turcbe[cbe  >  quali  [ofieto  %€[ue  lodi  • 

miniftri  Spagnoli ^e  (fuali ,  a  che  fi  di[po^ 
m[uro  conterà  la  Itepub.  e  lorif  di[egni^ 

tmniftri  di  Spapia  >  mutati  >  quali  >  e  <b- 

c    ^       uè. 


T    A     V 

ne.  6$% 

miracolò  raectmtatò  da  iiuerft  Scrittori 
deW  Immagine  della  Madoma  9  e  da 
chi  dipinto.  66 

miracolo  d*>n*^  onerario  >  che  cade  dal 
Campanile  di  San  afforco,  efuo  racon- 

to.  ^95 

miracolo  di  s.Marco>e  di  san  7^olò$  che 
faluorno  la  Città,  e  quando .  568 

morte  di  Gabriella  Marcella,  Abbadefia 
dis.u4nnafqHandofeguiffe,eda  chilo- 
datane  i  Funerali  ^  24 

moderata  Fonteydoue  jepoUayeJuo  Elo- 
gio .  194 

m^ea  Sctdtorete  fue  opere  in  san  Hocco . 

monache  vennie  di  Candia,  per  tinuaftmti 
de  Turchi  dotte  collocate  »  23  i 

moglie$e  figlioli  di  Genufio  Signor  di  Ta^ 
douaidoue  mandati  >  efua  HJflòria.2^^ 

modi  di  eleggere  i  Vrocuratori  dis.Mar^ 
code  feficyche  fi  f annoile  cerimonie^che 
fi  vfano  nel  prender  ilpojjejjh,  &  altro. 

3o6w 
mufeOiSala  delle  fiatue  nella  Fabricadel- 
fit  Libreria.  jia 

modo  di  creare  i  Do^i  qualfta ..         475 
mogli  di  Dogi  diuerfi  ^quali^e  di  chi.    474 
Molina  Famiglia  dalle  due  Torri  conce- 
de ilfuo  piM^^  alle  Monache  del  fé- 
polcro.,,  571 

Murano^quando  haueffe  U  primo  Todefià. 

^64. 
More  fina  Morefinhmoglie  del  Doge  Ma 

rin  Grimani  >  quando  condotta  nel  Ta- 
ta:^ Ducale  con  le  cerimonie  >  e  fefle 
folite .  6jo 

moffolinofamofo  Cor  faro  da  chiprefo.ó^i 
Muflafà^eletto  Gran  Signor  de  Turchi  >  e 
fue  paT^ice  quando  depofto .  6^9 
monitorio  intimato  al  Duca  di  Varm.  672 
modo  tenuto  da  t  Rapprefentanti  Vublici 
neW  vfcir  di  Canea .  69  7 

M  ufsd  Bafsd  General  dell*jtrmata  Tur^ 
•    chefca%e  fua  morte  con  altri  Bafsd^e  co- 
mandanthdoue  e  comefucceffa .-.    707 
^  orlacchi  fi' damto  alla  diuotione  delta 


OLA. 

HepkbUea9&  in  che  numera  r        719 
mofaico  della  volta  nella  Sagre/Ita  di  San 

Marco  da  chi  lauorato .  j  oj 

mofaico  ringuato  in  drìefa  di  S.  Mano 

doue.  Sue  Hiflorie,  da  chi  dUpinti  i  Car- 

tonii  e  da  chilauorato  il  Mofaico .  106 
moneta  confermata  dall*^  Imperatore  j  e 

quando .  ^S6 

monete  con  l* Effigie  del  Dogerperehe  mu- 
tate ^  486 
moneta  battuta  ab  antiquo  da  Feneti^e 

quale  .^  48^ 

moneta  chiamata  Mocenigo^quandot  e  da 

chi  fatta  ^  582^ 

moneta  nuoua  fatta  dal  Doge  Trono  »  e 

perche.  580 

monete  d^ro,  e  d*^argento  y  gettate  ne  firn- 

dameati  di  Talma ,  efmi  improntiy  & 

énfcritrioni .  tf  25 

monetOf  chiamata  da  dot  Quatrini  y  quan- 
do^ perche  bandita .  63; 
moffa  d[ .Armine  Gridoni  %  e  Valtellinér 

quando%e  da  chi .  6$6 

morte  di  Gregorio  XIII.  Pontefice .  6t  i 
morte  di  .Amurathe  Gran  Tur  cordone  »  e 

quando..  6i6 

morte  del  Doge  Cicogna  >  da  chi  lodato^  e 

douefepolto .,  626 

morti  nella  giornata  T^auale  yltima  del 

71 .  quali  foffero .  611 

morte  di  Giouanni  Fitturi  .Arciuefcouo  di 

Candia.  ,  6jo 

morte  di  Filippo  Secondo  Rè  di  Spiana  .^ 

6^1. 
morte  di  Lorento  Prioli  Cardinale  Va* 

trutrca  di  renetia .  632 

marte  d*lfabeUa  Regina  d^Ing^Uterra . 

Aid. 
morte  di Mthemet  Gran  Turco .      6}^ 
morte  dh  Tomafo  Contarini  ^rciuefcono 

di  Candia.  634 

morte  di  Clemente  OQauo .  ib. 

morte  di  Matteo  Zane  'Patriarca  di  Ve^ 

netia .  6i\ 

morte  del  Hoge  Mar  in  Grimani  >  da  chi 

lodatole  douefepolto .  61^ 

morte  diAgofUn  y altero  Cardinale ,  yp- 

fco- 


T    A    V 

/touù  di  Ferona^  fue  lodi .     ,         638 
morte  di  Margherita  Regina  di  Spagna  • 

morte  di  Ridolfo  Imperattire  quello  acca^ 

deffcfe  quello  ferini  il  Fefcouo  di  Sfira% 

intorno  allafua  morte.  640 

morte  di  Vicenxp  Duca  di  Mantouay  e 

fticceffione  del  figliolo  •  ib. 

morte  di  Leonardo  Donato  Doge  y  douefe- 

folto .  ib. 

morte  di  Francefeo  Duca  di  Afantoua . 

6410 
morte  di  T^icolò  Donato ,  e  doue  fuccef- 

fa.  642 

morte  del  Doge  Marcantonio  memo ,  e 

douefepolto .  644 

morte  del  Conte  Paolo  Emilio  Martinen^ 

gOte  del  K.Tomafo  Cocopani .  6ay 
morte  di  ^cmeth  Gran  Turco  9  e  fuoi  ^- 
-  glioli^  6^9 

morte  di  Ciouanm  Bembo  Dogete  doueje- 

polto\  650 

morte  del  Doge  Jlicolò  Donato^  e  douefe-^ 

polto.    *  ($51 

morte  di  Francefeo  yendramino  Cardi- 

naleyPatriarca  di  Venetia .  65  3 

morte  del  Pontefice  'Paulo  y.  ih. 

morte  di  Filippo  Ter%p  Uè  di  Spagna  • 

653. 
morte  di  Cojimo  Gran  Duca  di  Tojcana* 

ibid. 
morte  di  Federico  Trencipe  d'orbino  ; 

654- 
morte  del  Vontefice  Gregorio  xy.e  qui- 

do.         .  ib. 

morte  del  Doge  .Antonio  TriolifC  douefe- 
polto .  ib. 

morte  del  Doge  Francefeo  Contarini  >  e 
doue  fepolto  •  65  5 

-morte  di  Ferdinando  Duca  di  Mantoua . 
6^6. 

morte  di  Giouanni  Cernaro  Doge  >  e  doue 
fepolto .  660 

mòrte  del  Conte  Collalto  doue  fuccejìa . 

mone  di  Cario  Trencipe  diMantoua  . 
66$. 


OLA- 

morte  di  Francefeo  Maria  I L  Duca  iP- 
Vrhino^e  matrimonio  della  Prencipef* 
fafua  J^epote  con  Ferdinando  II. Gran . 
Duca  di  Tofcana .  66$ 

morte  del  Doge  T^colò  Contarini  juo  mo^ 
to  improntato  nelle  monete  dette  Ofe-' 
Icye  douefepolto .  66$ 

morte  di  Gujiauo  Adolfo  Ré  diSuetiat  do^- 
uetComefC  quando  feguit  a .  66j 

morte  di  Sipfmondo  Redi  Tolonia  >  e  chi 
lifuccefìe .  66f 

morte  di  Ferdinando  Secondo  Imperato- 
re. 668 

morte  di  Lodomeo  XIII.  Kè  di  Francia  9 
quando  feguit  a .  6Ìrj 

morte  di  orbano  ri II.  Vontefice .    687 

morte  del  Doge  Erii^ydoue  feoolto^e  do. 
uè  ripofto  iJfuo  cuore  3  per  fua  ordina- 
tione,  701 

morte  di  Andrea  Cornaro  General  in 
CandiaÀoucye  come  accaduta .      705 

morte  di  Tomafo  MoreftnUdoue^quandOf 
e  come  fuccefja .  706 

morti  nella  prefa  di  Zemonico  3  quali  >  e 
quanti.  70P 

morti  f otto  ClinOi  quanti  y  e  quali  Capi  * 
725. 

morte  di  Luigi  Mocenigo  Secondo  Capi-' 
tan  Generale  da  mar^quando  fucceffa  > 
e  doue.  726 

morte  di  Marc* .Antonio  Bufinello  CàceU 
lier  Grande  fé  quando  accaduta .    72^ 

morte  del  Vontefice  Innocentio  X. quando 
accaduta.  730 

morte  del  Doge  Francefeo  da  Molino  > 
quando  fucceffa%  da  chi  lodato  >  e  doue 
fepolto.  730 

morte  del  Doge  Carlo  Contar initc  douefe^ 

pQlto.  lU 

morte  del  Doge  Francefeo  Cornaro  y  e  do- 
ue fepolto.  733 
morte  del  Vrencipe  Oratio  Fame  fé  di 
Varma doue  accaduta.  739 
mortile  feriti  de  Veneti  nel  combattimi* 
io  À Scio  con  li  none  Vaffelli  Barbare- 
fchi  y  e  quali  >  e  nomi  di  tutti  i  Coman-' 
danth  che  i/interucnero  •  741 


r  A  V 

morttdtt  Capitan  Generale  LoTioro  Mo^ 
ctnigp  do/ie ,,  e  comefegfiUa,  con  altri  » 
che  UaflifleHano^qHau  ^  744 

Morfe  del  Vroued^  General  delt- ^Armata 
Barbaro  Badoer^e  fue  lodi .  745^ 

wArte  di  Ferdinanda  Ter^  Imperatore  » 
quando  accaduta.  747 

morte /tétBoge  Bertucci  V^aliero  %t  deuc 
fepétto.,  747 

wiorte  del  Duca  Francefco  di  Modena  » 
fuccedendólinetDucatOie  Generalato  di- 
Francia  jùfonfo  Quarto^  fiso  figliolo  •. 
7So> 

Morte  del  Doge  GiouanniPefaro^t  auando 

^  occorfa^  dachi lodato  ydoue  fepolto  »  & 
ordinationeper  ilfuo{epolcro ..      750. 

morte  del  Trencipe  omerico  di  Modena 
quandoyC  dòuefucceffa  ^  752 

morte  di  otgoftin  Ktanolo  CanceUierGra- 
de^e  mando.,  755- 

mn-te  del  Cardinal  Giulio^  Max^j^ini  >  e 
quando  •  J^T 

morte  di  Qiouanni Cappello  \.Vroc.Bailo^ 
e^r aordinario  a  Coftantinopoli}  e  qjuan- 
dofeguita..  ibi.. 

ÌAofmgManticA.4Hditsr  di  Rptay  creato 
Cardinale^  ^jo- 

Monte  nfuuioyijuando  ruppe .  66% 

MJ>nsù  Beltonet  Ingegniero  ^jefua  motte . 
753^ 

M^nsàdi  Sas  Capitan  fàmofo^  Tenente 
Generale  dei  Vrencipe  .Almerico^  £E^ 
ftc  ib. 

Moftra  dotta  aita  foldMefca^.  cJje  dóuea 
sbucar  m  CaniiaÀd  C^tan  Genera- 
le Francefco  Mor efini  con.  tlàufiUaria 
éiuantafojje  ^  ibi^. 

mantecaduto  nella  tbetia$e:dannÌMppor' 

mi..  6^1. 


N 


N^Mìno^omeiC  quando  prefo  dal  Gè- 
;  neral  Fofcolocon  altrkluo^i  della 
Dalmatia^  710.71 1 

"Haffitadel  Delfino  inJranciaj  e  quando. 


offerte  fatte  4  Dio  y  e  quali  >  eme  imo 

quello^fuccege  ^  fefie^tallegrei^per 

tal  felicità  »  66^ 

Hafcita  del  fecondo  genito  al  Re  diFrau- 

cùtiChiamato  Filippo  con  titoUdi  Duca 

d\Angiò  •.  6jì 

'^tal  Regbia  Tiouano  di  san  lagopodi 

Waltotefua  memoria .  1 9^ 

Tlaue'  di  Teltegrin^icRolfi  da  chi  ritenu- 

taperfor^  ►  648: 

2^<aw  Doria  dachi  prefa  •.  ib.. 

7^i  caricate  con  proni fioni  dal  Tublicot^ 

&inuiate  in  Candia  9  quante  >  e  come 

cbiannue..  690 

'Hani  inuiate  con  il  C^tta  it  effe  Marm 

Cappello ,  auandogiungf fièro  nel  IV- 

to  della  Sudale  con  cheprouifioni.  ib.. 
7{aueprofimd^adchefinesedoue.  69Z 
Tlaue  Croce  d^Oro  Fiameìtga,  come  pre^ 

fadaBarbarefcbitepoicome  riacqMÌ^ 

fiata  da  Veneti  ».  j^ 

7{auife  Gdea^  y^eneteyinuePUtc  daif- 

^rmatitTurchefcaie  loro  difefa .  74^ 
T^auite  Maone  perdute  da  Turchi^quoM- 

teÀbue^e  eomr^  74^ 

HS^tCiC  fratelli  del  Vapa  creati  ì^i- 

li  Tatritif  Fenetitqudi^e  quando .  6}^ 
TlepotidelTonteficeSifhr.  creati  Tio- 

mlipatritifte  quando .  6i  L 

neue  caduta  ingran  copia^inP^enetiafO 

quando..  6}7 

V^(>fent€  ricnperatOtt  quando^.    567 
7{iceforo  imperatore  aimato  da  Veneti 

cofuurmata  contro  i7{ormattdi .  554 
Tiicolò^  M^refini  ^cfcouo  CafiellMO  »  e 

fuo£logio..  S 

Tfkolè  Leoni.  TUrocMcator^disan^  Marco  ^ 

29;. 
VjeolòCàppellò  Generale  dèWJtlrmata 

Feneta  ^fuo  \Altaret  e  fuamemoria  • 

Tiicolò  Brunello  Tionano  di  s.jlHtommét 
fuAopera.^  j7 

T^ciAò  Marcello  Dogedout fepolto  9  ejm 
fepolcrO}(!r  Elogio .  40 

7{kolò  Renierotejue  opere .  12O' 

Tiicolò  Tere^fuaCappellaimuemam% 

et 


T    A    V 

fd*  infcritiione '•  141 

"^icolò  de  Vrioli  TrocMuefipoko  >  efua 
memoria  ♦  ^7? 

tijcolò  Dolce  Fefcouo  di  Famagofta  >  do^ 
uè  fepoltOiC  fua  memoria  •  175 

'^icotò  ContariniSefiatorejdouefepolto  > 
efua  memoria  •  ib. 

^ì>JJcolò  Trono  Doge  doue  fepolto  ^fuo  fé- 
polcrojlamaié'  Elogio  ^  1 8p 

Nicolò  Leoni  Troc.  Sempre  la  Congiura 
del  Doge  Fallerò  •  1 94 

^Hicolò  GittfHmano  Monaco  >  e  fua  Hifto* 
ria^  ajj 

Nicolò  Crafjoffuo  hUare^e pittura  di  Ti-- 
tianoiconfua  infcrittioue .  a  59 

t^icolò  da  Tonte  Doge  y  doue  fepolto  9  feto 
Depopto^  ftatua  9  &  ornamenti  9  e  fuo 
lElcfjM.  a57 

^l^cotò  Marcello  Doge^  efuoidonni  fatti 
alta  Chiefa  de  Ciefuatt  •  2  70 

T^colò  Barattierihe  fue  operatiom  •  Ji5 
Tiicolò  Orfino  Vrencipe  ai  Titigliauo  Ge- 
nerale della  Hep.  5  89 
^ì^colò  lenfon  auttor  della  ftampa  in  V<- 
netta .                                       578 
Tijcolò  Giujìiniano  Frate  >  in  che  modo 
reftttutore  della  fua  Famiglia  •     55  8 
T^colò  da  Tonte  J^epote  deì Doget^uaU" 
docreatoTroc.                          619 
T^licolò  Donato  eletto  Generale  in  DaU 
matia^e  quando .                        ^42 
^colò  ContariniTroued.  incampo^  paf- 
fa  ti  Fiume  net  Taefe  nemico  <on  le 
fne  genti.                                 6^9 
Vitn  mandato  CommtJJario  a  fraglia  j  e 
;  in  luogo  di  chi  •                            ^$52 
^colò  Dolfino  Troued^a  confini  >  come 
prende fic  vn*  Orca  Fiamenga  9  armata 
daBarbarini^                             6j$ 
Trende  lei.Torri  dell'  abbatta  y  e  di 
Goro .  yiine  eletto  Sauio  Grande.  677 
Come  prendepe  la  Terra  di  Capo  di  Go^ 

TO.  678 

'RiJanatOyritoma  ai  esercitar  la  fua  ca^ 
ricade  quello  faceffe  alla  Garda .    685 

Fatto  Ótneral  in  Candia  y  da  chi  yijita- 
to.  715 


OLA. 

JllcolÒ  Zeno,  e  fua  morte  »  ione  $  e  comt 
feguita .  70  j 

JÌìcoIò  Marcello  ^  doue  mandato  dal  Ge- 
neral Fofcolo  »  707 

T^colò  SiUaydoueye  come  >ccifo .      709 

"mcolò  da  Me^^fua  morte  ^  734 

'Hicolò  C  omtnro  TrocurJi  s. Marco  fatto 
KJaltlmp^d  Triefteye  quando .     75^ 

Tifcola  Conte  Gualdcbd  che  genti  coman-- 
daffe  «  6$S 

T<lomiie  Famiglie  di  tutti  i  Vefcouiye  Ta- 
triarchi  di  Venetia  em  loro  ritratti^ 
douepoHi .  ,    17 

7{pmi  delti  mortiJ{obili  Fenetiy  e  Fore* 
flierinéUapornatadel  1571.       61 1 

^Hpmiditutttii  Capi  da  Mar^Ci^itani^^ 
GouernatcriyfofrMomitiy  &  altri  no^ 
biliy  dye  fi  trouorono  nel  cSfUtto  7{aua^ 
le  d  Dardanelli  conil  Generale  Lori^ 
Mareetloye  loro  calore •        7«.  7^5 

"T^pbtb  eletti  dal  Senato  in  Campo/otto  al 
eomando  dei  Generale  nel  Tolone  di 
Houtgoyquanti^ualiyeeome  impiegati^ 

Hprmandi  aiutati  da  Veneti  con  JLrma-^ 
ta^  554 

T^otari  y  Perche  ne  loroinJlrumenHpcgo^ 
noyquejiavocey^iuoédti^  ^6x 

T^uf^uaFabrica  dinouepalai^^per  ahi* 
taUqne  de  Trocur.  di  s.Maxco  yfua  de* 
fcrittioncye  quando  principiata  •    314 

nuoua  F4Arica  del  paianjo  Ducale^  quSda 
principiatoyper  comodo  de  Dop  •    tf  5  % 

TUpuitadi  del  Cardinal  Antonio  quali  9  e 
doue.  67$ 

T^oue  Gradi  in  Datmatiay  fi  rende  à  Tur^ 
ehi  ricuperata  dal  General  Fofcolo,  co^ 
meyequandòxe  perche  fatt4  aiftn^er 
da  effo  Generale .  709 

nuoua  fabrica  netta  Tiws^  di  s.  Marco  » 
che  la  rende  più/padojay  e  pia  riguah- 
dcuole .  291 

7{p^  di  CanagaUleay  lauorate  di  Mo^ 
falco  in  San  Marco  opera  fingoUtre^ 
99* 


Obli^ 


T    A    V 


O 


OBlighi  ciy  hanno  le  monache  di  Soji  . 
Loreni^  perilTefiamento  diOrfo 
Tarncipatto  f^efcouo  OUuolenfe  •    80 
Obellerio  Dogcy  perche  banditOi  quando  9 
&  ingrana  di  chi  ricchiamato.     538 
Obellerio  prcfoyC  decapitato  dà  chì^quan- 
doy  e  lafna  tefla  doue  appiccata.    541 
occaftotte  di  pronocar  >  e  iifponer  Ibraim 
alUguerr^  contro  Chnftiani ,  e  quale . 

(588. 
occafwne  di  ricuperarla  C ane arconte fua^ 

fitta .  /  748 

Odoardo  Findefor  Barone  Inglefe  doue 
fepolto^efua  memoria .  64 

offerta  de  sfacchiotti  fatta  al  Capitan  Gè- 
neraUje  quale .  754 

officio  delTurgo  dóuc  fofse ,  e  doue  tra- 
fportato.quanto  fi  [pendi  in  operarijyfuo 
gouemoj&  ordini.  204 

.  Officij  iella  SanitdfC  delle  Legncydoue  fa- 
bricati.  ^16 

Officio  deWsAuogariayfue  pittwreye  dà  chi 
.    fatte.  jai 

Offitif  nella  Corte  di  Vala'^y  quando  y 
qualiyformati .  gtfo 

Offitif  pafsati  da  molti  Trencipi  col  Ton^ 
tefice  perii  Duca  di  Tarmayfen'^pro^ 
fitto  •  67} 

Omhrda  del  Dcgcyda  chi  datayc  fuo  figni- 
ficato .  480 

Opera  di  Rocco  pittore  doue .  65 

Opere  dell'  ^pocalip fi  fatte  di  mofaico  in^ 
Chiefa  di  s.Marco  da  i  Zuccatiy  mara- 
mgliofe .  99 

Opere  del  Tintorettoin  s. Felice .       1 47 
In  s.Geruafo .  247 

Oratorio  del  EXoren'3^  Giufiiniano  primo 
Tatriarca.  6 

Oratione  fatta  al  Doge  Marin  Grimani  y 
da  chiydoucyc  injche  occ^fione  •        2 1 
Oratione  recitata    al  Uoge  Franccfco 
Molino  3  da  chiy  doue  y  e  in  che  occafio- 
ne  ^  20 

Oratorio  di  s.Ciorgio  de  Schiauom .      47 


o    L    A. 

Oratorio  di  sant*  Orfola  con  ^adri  dipin- 
ti daVittork Scarpacda .  Quando  ri- 
nouato .  6$.  71 

Oratorio  itUaìAodonuadeUsTace^ó^ 
Oratorio  di  5.Sebafliano  •  8 1 

Oratorio  di  Santa  maria  in  Broglio  cadu- 
toyda  cbiriedificatOiConlicenT^  di  chi  > 
e  f uà  memòria.  138 

Oratorio  del  VQtto  Santo,fatto  da  Luchefi 
perche  cagione  y  come  '»enifsero  à  Ve- 
netia .  E  memoria  della  confecratione 
dìefso.  161 

Oratorio  dis.  Incoiò  da  chifahricato.191 
Oratori ,  e  G  alee  mandate  a  leuar  i  Dogi  > 
e  quali .  478 

Oratori  mandati  dal  Doge  mamitio  GaU 
baio  al  TaùayC  perche .  5  57 

OratorTurchefco  9  fi  rallegra  deUa  crea-^ 
tione  del  Doge .  y  86 

Oratio  Bdglioniyefua  morte .  649 

Orielafo  Faliero  Doge  f efolto  in  s.  Mar- 
co .  fS 

Ordinatioìte  di  Giufiiniano  T^artìcìpatk 
nelfuo  Tellamènto  >  intorno  alti  mom- 
fieri  di  S.ZaccariayC  di  s. Ilario  y  & at^ 
te  fiat  ione  difua  mano .  8} 

Ordine  di  Colonne  fra  le  pojrte  della  Chic-- 
fa  di  S.Marco.  gli 

Ordine  dell*  ufficiatura  nella  Chiefa  US. 
Marco  •  104 

Ordini  de  i  L u'^^aretti  vecchioy  e  nuouoyt  ' 

fue  prouifiom .  2?4 

Ordine  di  S.  Therefia  di  donne  quando  fo- 
dato  in  Fenetiayfua  Chiefaycome  fabri- 
cata  y  fuoi  ricchi  altari .  Vitture  mo- 
derncye  da  chifatteycon  altri  ornamen- 
ti difiimayc  valore  •  277 
Ordine  y  che  fi  tiene  nel  riceuer  $  Trencipi 
Efieri  y  che  vengono  publicamente  in 
FenTtra.  449 
Ordini  dattifdal  Sonato  al  Trou.  dell'^  Jr- 
matayc  quali .                          •     dj4 
Ordine  datto  dal  Senato  d  Frane.  Err:^ 
General  di  TalmayC  quale .  644 
Orcint  datti  dalla  Rip.  d  Filippo  Tafqa> 
Ugo  General  in  mare  contra  F f cechi ìC 
quali.                 •  641 

Ordì- 


T     À    V 

Oribiedattodal  SpuaùJrGmamiBafa. 
d(mna  Luogotcnefite  di  Fdine,  e  quale , 

Ordini  datti  dal  Senato  al  General  Barba- 
rigpye  quali.  6$o 

Ordini  datti  dalla  Kep.  ad  Antonio  Tifa^ 
ni  Generale  4^Ifole,e  quali .      66^ 

Ordim  datti  dal  Senato  al  General  m  Ter. 
ra  ferma  Giouanni  da  Tafaro  j  di  por- 
tarfi  nel  polefine  di  Rouigo  per  difender 
quei  luoghi .  (S75 

Ordine  datto  dal  Cardinal  Antonio  al 
Conte  MiroUo»  quale»  e  come  efeguito  • 

Ordini  datti  da  Ibraim  Gran  Turco  >  dopo 
Ut  prefa  della  Sultana'»  fatta  da  MÌA- 
tefhe  quali .  6^9 

Ordini  datti  dai  General  Comaro  per  di- 
fefa^e  conferuatione  di  RettimoUoue  fi 
era  portato  anch*e(fo .  705 

Ordinile  diftributùmi  di  Cariche  per  la  di- 
fefa  di  Cattaro^quali^e  da  chi  efercita- 

te.  ,    74« 

Orca  Fiamenga»  armata  da  Barberini» 
comete  da  chi  prefa .  (575 

Orca  Fiamenga  »  affalita  da  Turchi  >  e  co. 
mefid^etuleffe.  705 

Organo  di  s.  Cafiano  perfettiffimo  da  chi 
ptbricato .  208 

Orfo  Tarticipatio  Fefcouo  Oliuolenfe ,  co- 
fa  ordinaffè  nelfuo  Tefiamento  intomo 
éMa  Chiefa  di  s.  LarenT^p  •  80 

jOrtenfio  Zaghis  M  edico  famofijjimo  doue 
fepolto.  151 

Ornamenti  di  altari  »  future  te  (colture  > 
che  fono  nella  Chiefa  di  san  Iacopo  di 
Rialto.  2ót 

Orfato  Ciuftinianofueattimyfuelodiffua 
morte»  ejuo  Elogio  •  217 

Ornamenti  di  pitture»e  Jt altro  nella  chie- 
fa di  s.Eufemia .  %$o 

Orfo  Tarticipatio  Doge  fi  fd  Monaco»  e 
doue»  547 

Orfato  Ciufliniano  Generale  doue  fepolto. 

579* 
Orfeola  Famiglia  perche  rèpulfa  da  Ve- 


neti 


553 


OLA- 

Ofman  »  e f aitato  alfolh  dd  Taire.    649 
Da  chi  »  quando  »  e  doue  fkangqlato  • 

^54. 
Offequio  dhnoftrato  dal  Duca  di  Tarma 

yerfo  la  Santa  Sede»  &  in  che  occafìo^ 

ne.  ^74 

Oftaggi  confegnafi  fino  alt  adempimenti^ 

delle  cofe  accordate  dchi»  doue»  e  qua^ 

li.  687 

Ottoboni»  loro  Mtare»e  hro  memorie.  3 1 
Otìobellino  de  t  Corradi  da  Lodi  Fefcouo 

d*Imeria  doue  fepolto .  j  r 

Ottauio  Bandino»a  chi  rifpondeffe  MeUa»e 

fua  efaltatione .  205 

Othone  Imperatore  doue  yeniffe»  e  da  chi 

yifitato.  236 

Ottoflendardi  da  chi  datti  al  Doge  »  e  toré 

fignificato .  479 

OttamanBon  mandato  fiaih  ordinario  à 

Ccftantinopoli .  ^34 


PMe  tra  il  Kè  Filippo»  &  Henrico  1 1. 
d'Inghilterra .  (S04 

Tace  feguita  traile  Corone  di  Francia  » 
Spaglia»  e  quando .  ójx 

Tace  d*jlfli  conclufa  con  gloria  della  Re* 
publtca .  643 

paee  conclufa  in  Francia  »da  chi  approuam 
ta»e  ratificata»e  comiffarij  eletti  per  e^ 
feguir  l'accordato.  óag 

pace  feguita^  jlrmileuat  e  di  Vaiteli^ 
na.  6^6^ 

pace  d* Italia  conclufa  in  Chierajco  »  e  da 
chi  procurata»e  quando .  66^ 

pace  tri  il  Tontefice  orbano  Ottano» e 
Duca  di  Tarma  »  e  Trencipi  collegati  > 

.    quando  publicata  in  Fenetia .       6Sy 

pace  tra  le  Corone  di  Francia  »  e  Spagjna  9 
quando  feguita»  in fieme  con  il  Matri- 
monio del  Rè  Chriflianifsimo  con  Pln^ 
fantaJlnnaTerefadiSpapM.      755 

Tadoua  reftituitaa  Carrarefida  Veneti . 

574*  ^. 

Vadouani  fenati  da  Fenetia  e  perche 


T    A    V 

falU  itmti  iSmtf\fMadi  m^faico  do* 
$ie  sif^  II 

falU  di  Taolo  f^eronefe  doue.  ^ 

paUét  a  làcapa  Tmtùretto  doue.  la 

faUoidinuma  di  jtlefsandro  f^étrotmw 

folU  di  tac&fù  Talma  «.  aS 

ffalU  di  dicci  miUa,  martiri^  da  chi  di  fin- 
tai, jo 
Talladimanadi  GtoiBattifia^  da  Com^ 

fm^'A df  mano  di  Girolamo  Dente ^     45. 

palla  dì  Bafs'^  rilcuofcolpùa  da^lefsan- 
dr'f^ittrria^  48 

falla  dipinta  da  Fri  Fracefca  de  'hjegro 
Tonte  *  $0. 

falla  dipinta  ia  Iacopo  Tìntoretto»chefi 
rtAbata^^  dour  era .  5  a 

falla  dipinta  da  Taolo  Nerone  fé  %  e  dotta 
allaflampaydotie.,  $^-i7J 

falle  dipinse  da  GioiBellinòrdoHeye  qua- 
li.  65 

palla  mirabile  dell* Jiltar grande  di  sM. 
da cbifattafarey e doue .Quando  con- 
dotta d  ì^enetiay  e  da  chi  ornata  di  gf- 
mciefue.  infcnttioni.  100 

faUa  di  mano  di  Iacopo  Tmtoretto  .no 

falle  di  Titiano  doue .  1 2  r,  r  46. 1 9^ 

paBe  dipinte  da: Iacopo  Talmaidoue.  1 2$: 

174- 
palladi  dìbertoDuroxdoueera ^       125 

paSa  di  littorio  StarpaciUa^dòue .     i  ^6 

palla  di  S.  GrroUmo  in  Santa:  Ataria  T^o- 
ua^da  chi  dipinta..  154 

paMa  di  (dofaico  »  epere  de  i  Zeccati  dme 
pofta^efua  infcrittione  ^  154 

péàla  di  Francefco  Salutati  ».  17^ 

palla  di  Nfojaicù  da  ehi  lamrata  $  f  doue 
Po/fa  ^  %6i 

paloT^  Tatriarcdefyfuafondationet  re^ 
flaupationi^e  memorie  ».  ,  1 5 

Talazj^p  puhlkOiCfua  dèfcrittione  >  quan- 
do commctatoiquando  arfo^  quando  ri- 
fatto.      .  gli 

72ii-  c;^(  in  Kenetioyqualiy  quanti  »  e  doue 
eontlmodo  di  fahricarUf^e  materiati  » 
ehe  vi  ranno..  3,81 


O    t    A. 

Talazj:^  in  dmerfe  farti dOLaCini^  fu 
deferMonc%&  ofnamemi^e  da  chi  p^ 
feduti.  jgy 

pdaxj^  Bucak^uando^ folto  qual  liegt 
'    rifatto.,  ^pj^ 

pala:^  donatodalla  Kfpublica  aUa  Sede 
^pofiolicaper  refidem^a  di  fuài  ìiftu-' 
tiì^quale^  quando..  6%  i 

pakodettafJa  deUoScrtaimo,efua  dè- 
fcrittione ^  con  iefittiareyche  vi  fono. 
J48. 

paleo  della  faìadd  Gran  Conftglioy^  do- 
fcrjttione^fueric€be7;^ie  heUes;^. 

354- 
TaUfUna$^  Toueia»  e  Malamoceo  »  quando 

bauefferoi primi  Rettori.  56S 

pallio  fauo dal  Doge  per  la^  Ch'tefa  diSa^ 

Mioreo^  quale  ^  $g( 

Taknada  luògo  eletto  per  piantarur  vu 

PorteT^a.^  óii 

ValmaForte'if^  nd  FtioUtquémdir  fahi 

cata  deUa  Hep..  fyf 

Tadri  Carmelitani  fcalxsi  quando  'pemti 

a  f^enetiaÀoro  Chiefa^  Mom/terù*ijz 
Tadridi  s.  Bonauentura  rifonnati,  ime 

habitaffero.^  277 

Vaolo  f^eronefe  fue opere.  7j.  rto.i^. 

doue  fepoUoyfuoritrattOy&  Elopo.  %6i 
Taido  fanello  Tr-encipe  Hfimano  fua  fUh 

tuaequefbre^fuoElog^.  ipi 

Taob  Varata  K.  e  Vroc.fuo  defitto  %  & 

^rcbitettma$doue  erettole  faoEtogio . 

»7J* 
VaoioEfarcodmjauenHada  dn  aiutato^ 

e  rimefio  in  fiato .  jj$ 

Taoto  Contarmi  laluò  tlfola  del  Zante  1  e 

quando.  619 

Taolo  Orfino  morto  in  Kenetia%  e  quando  • 

619.  V 

Taolo  Taruttateletto^mbafc^  Romait 

cbeoccafione.  6%^ 

fua  operatione  ^  6jo 

Mandato  con  yicenT^o  Cradem^oL^d 

riceuer  la  Reginadi  SPagnafCkpi^^ 

uà  per  lo  fiatone  quando.  6jt 

Taolo  Emilio  lAartmengo^direttore  dellr 

jtrmi 


t   A  ir 

'\AtmìdiUa1Lep.neffìpia.         ^44 
Taplo  Emilio  MarchefcGonzas^y  nnn- 

dato  jLmb.a  Venetìat  da  tbhcpcrcljc  « 

6^6. 
Taolo  Doni  mandato  Inquijitorm  campth 
•   e  conche  auttorttà^  66 1 

Taolo  Caotorta  fopraproueditor  in  Dot-; 

matia  •  699 

Varadifo  nel  Gran  Conftglioda  chi  dipin- 
to. '  354 
parts  Bordone  fé  fue  THtture .  3  6 
fafaual  Malipiero  Doge  >  dokefepòlto  >  € 

fiso  Elogio.  59 

parapetto  deWMtar  Grande  di  s.  Marco  > 

di  chf  fattole  fiioi  laam.Di  che  pietre^e 

€olonnc  •  101 

partii  deOa  Chiefa  di  S.  Marco  incroftati 

di  tamle  finiffime  di  marmo .  98 

pammentùdelt^f^iporto  della  Chiefa  di 

s.MarcOfComeltìmrato  •  si 

Tafyuat  detona  Doge  »  doue  fepolto  ,fiio 

depofitOfftaiuai  Elogio^  &  mfcrittioni. 

patriarchi  di  Gradotdotterefideffero.  185 

Patriarca  di  Gradò  c^me  feritoie  poi  get- 
tato  da  ima  Torre.  537 

Tairiarca  yeneto  in  Coftantim^li  >  da 
chi  creato  •  561 

Tatriarca  di  Grado  Metropolitano  di  tut- 
tala Trouincia.  549 

parole  dette  da  Federico  III.  Imperatore 
al  Doge  Fof caritè  quali .  440 

Tapa  Benetto  HI.  quando  veniffe  à  Ve- 
netia.  439 

Tapa  Leone  IX.  efua  venuta  a  Venetia  • 

439- 
T?iàa  jileffandroIII.  venuto  a  Venetia, 

doue  dimoraffe .  265 

parentadi  del  Doge  Lorena  Tiepoio  »  e 

quali.  5^4 

^   partita  del  Doge  Orfeolo  y  fatto  Monaco  in 

Guaftogna.  550 

patti  de  Veneti  co  Francefi  per  le  cofe 

d'Oriente  •  jtfo 

parti  di  Cofiantinopoli  come  diuife  fra 

Francefile  Venetiani .  5  60 

parteuT^  del  nuouo  Capitan  Generale 


O    i    A. 

Giorgk  Mmfmi^  tm  €he  pmifiùinf 

7J2.  ^ 

paffatempi  'di  Comedie  t]  Fefie  fwajd»' 
rate ,  difcorfi  %& altri eferàtij  t che  fi 
fanno  in  Venetia  •  4<^ 

parenti  di  Tapa  ^lefs.VII.  creati  T^oé*- 
li  patritij  Feffeti$qudife  quando  «  73 1 

pa^  doue  fi  ponghino^  laro  gouemoA^% 

pelle  di  Marc*  Antonio  Bragadino  9  fatto 
fcorticare  da  Muftafd  ^  doue  ripofta  $  t 
fua  memoria .  Si 

Terche i Dogidi  Venetia  /pofino  in  Ub^ 
badeJJaJeJiiperiori  del  Monifterio  delle 
Vergini^  at> 

"Terfonaggi  Illuflri  di  CafaZena .      1 58 

perfonaggi  9  ch^  erano  ritrattial  naturale 
ne  quadri  della  fola  del  Gran  C.     3  34 

perfonaggio  Turco  mandato  da  ^muràt 
GranTurco àVenetia^t perche ^  6il 

Tefcaria  di  s.  Marco  $  e  fua  defcrittione  • 
316. 

Tefcare  in  Valle 3  fue  maniere  i  e  dilètto. 

455- 
TepoVatriarcafauheggia Grado.  552 

perdita  nella  Morea  di  diuerfe  Città  dèi 
Turco.  587 

petitione  officio^ciò  chefia^e  quando  crea-- 
to,  562 

Tetrarca.  5  7 1  •  5^*  5  597^* 

perdita  di  Hettimo,erefa  della  Forte^^ 

quando  feguite.  705 

perdita  del  Tenedo^  e  di  Staimene  $  come 

perfi.  74t 

permiffione del Tontefice  jileff. VII.  di 

leuata  di  genti  nefuoi  flati  perla  Kep. 

747- 
peote  daX^^eUoy  e  dalla  Giudecca  da  chi» 

e  doue predateyproutfioni  fatte  per  aò% 

e  quali.  752 

pergolicon  Hifhriedi  Bron^cofa  contf^ 

ghino  te  da  chi  f colpite.  loi 

pefte  in  Venétia^  cagione  della  morte  del 

Doge  Michiele .    5  5 8. 569. 5 73 .604. 

^84.612. 
pefie  in  Spalatro^  efud  effetti f  e  portenti. 

638. 
T^fle  ne  Quartieri  de  Tedefchi,  e  diUrM- 

dofi 


T    A    V 

àefiftntrò  nd  MantokmithMiUnefe  >  e 

VaUeUina .  660 

f^iBCaffiùuquaidùie  quanto  durage. 

pefie  m  Mantoua^e  fuoi  dami  •         660 

pefle  %  e  fuafiragge  nella  fiato  della  Rep. 
66%. 

pefte  in  Genetta  applicatiane  de  i  Tadri 
per  efiingHerUif  ordini^  regole,  proui fio- 
nitcome  dattii  &  ojjeruati  •  66} 

pejie  di/ìeminata  in  Milano  ^fiia  qualità  » 
&  effettive  trouati  i  colpemliy  come  p fi- 
niti •  664 

pefle  in  Dalmatia^uando .  7 1  < 

Tiax3^e  dei  Mercati  publici  come  yenif' 
fero  chiamate  anticamente  da  i  Vene, 
ti.  l6 

pia:^  di  $•  Marco  quando  [aleggiata  »  e 
[otto  a  qual  Doge .  Quello  dichidi  lei  il 
Tetrarca  •  Forma  ^.pia^T^e  m  ma. 
Quanto  lunga^e  larga  jecondo  il  Sanfo- 
nino  •  29; 

piaceri  ne  tempi  di  fiate  la  notte  >  e  quali . 

pia'^^drS  chiatti  tre  fa  dal  Capitan  Ce^ 
nerale  Francejco  More  fini  y  come  >  e 
quando.  751 

Tietro  Grimani  Vrior  d'angheria .      2^ 

Vietro  Tafqualigo  Senatore  ffuo  altare  > 
fue  lodiycome  moriffe%  e  fua  memoria  • 
30. 

Vietro  Giufiiniano  ferine  di  Tietro  Ta- 
fqualigo. 30 

Vietro  Landò  Doge  fua  Cappellai  eftatua . 
32. 

Vietro  da  Salò  fcultore%fua  opera  .       ih. 

Vietro  Sagredo  Trocurator  >e  fuo  Elogio . 
38. 

Vietro  Mocenigo  Doge  9  fuo  fepolcro  >  fua 
fiatuayfue  bdifejua  memoria .        5  9 

Vietro  Cappello  Senatore,  douefepolto  %  e 
fuainfcrittione.  8$ 

Vietra  dell*  altare  della  Cappella  del 
Battiftero  »  quale  sij  >  quando^,  e  da  chi 
portata  a  Fenetia .  97 

Vietro  porta  Medico  fua  effigie  %  e  memo- 
ria. 132 


o   L   A; 

Vietro  Contar in$9e  fua  oratùme  Ftmekrtt 

a  chi .  u9 

Vietro  Grimani  Trocurator  fna  CappdU. 

IS5- 
Vietroye  Iacopo  LoredanirTaérey  e  figlio  » 

loro  attioniy  douefepoUi  »  e  loro  Ekgio  • 

215. 
Vtetro  Balbi  doue  fepolto .  2 1< 

Vietro  FaUero  Cardinale  f^efamo  di  Va- 

douayfuo  ritratt(h&  Elogio  •  23 1 

Tietro  Marcello  Caualier  e  fua  memma 

Vietro  Vrioli  Vroc.  fua  Cappella  9  e  fuori- 
tratto  .  fb. 

Vietro  Donatole  fua  Cappella  •  ih. 

Vieoro  Delfino  vltimo  General  ùerpetm 
della  Congregatione  de  Camatdoù  >  de- 
He  fepoltoyefua  memoria  ^  241 

V tetro  durano,  fue  attioniy  &*  fepolcro  f- 
retto  da  lui  ad*  .Andrea  CikroMh  e  fu 
memoria .  %6f 

Vietro  V'ecchiaytfue  opere.  37^ 

Vietro  Imfante  figliolo  del  Rè  di  Por/oró- 
lo^e  fua  yamta  in  Venetia  quaàt  • 

441. 
Vietro  Tradonico  DogeÀoue  yccifot  da  (hi 

e  quando.  ^  543 

Vietro  Candiano  Doge  andato  centra  a 

7{arentani  »  combattendo  vi  lafàì  la 

vitate  quando .  54$ 

Vietro  Varticipatio  figliolo  del  Dòge  Or  fi  » 

quando^e  da  chi  fatto  prigione  %  epoi  ri" 

Jcattato.  547 

Vietro  di  Toledo  F.  R.  di  T^apoli ,  e  fua  o- 

per  at ime  •  $98 

Vietro  da  Mofio»e  fua  diligen:^  nella  pe- 

fie.  tf04 

Vietro  Zeno  figliolo  di  Girolamo  Vrocwr.  e 

fuaoperatìone.  598 

Vietro  Volani  Doge  Giudice  .4rbitr9  fri 

due  Imperatori .  5  J7 

Vietro  Caibo  va  in  Candia$  e  vi  nmore^  in 

feruitio  della  patriot .  6\  2 

Vietro  Duodo  mandato  .Amh.m  V^oma$e 

perche .  6a  J 

Vietro  Gritti  mandato  Amb.  a  MantoiuL 

dalla  Hep.iC  perche .,  640 


t    A    V 

Cenerale in  Terraferma.  64^ 

-Pi^ro diT^edónM(mCottemM>r  di  Mi- 

lanoìrappt  il  trattalo  4i  ^fti  >  arman- 

<  ' do%e ciòi/chc iimaaiaQe alÙuca  diSa- 

uóia^    »  64% 

Vie^o  Leiua  mandata  daltojfmactm  19. 
CaleeydoHe9&  d  che  fare.  ^48 

^iefro  iarbatigcràetto  fm^uediior  Gene- 
rate in  Mare^      -*  6^0 

^Atro  Faliefo  uérciurfcouB  di  Candia  » 
creata  Cardinde^e  quando .  ($52 

dietro  GritH .Mnbkma  Coru  Cefarea, 

<  perche  leuato  .  65  j 
'  fietró  Ì^imi9fi  TremdiUir  delta  Cautdle^ 
1  fia^AÌbanefé  $&il  Colonnello  Milan^ 
•    dei  condivano  foecorfo  in  Mantoua  >  ^ 

fatttone  feguita  nel  ritorno  •  1^59 

iPieMf  Marinile  fw  valére^    -  >    7^9 

prendila  "Haue  Croce  doro .      .     740 

^ì9tifo  BafadonnalC*  jlnah^à  Roi» 4  crea^ 

to  VrocAi  s.Marco  in  luo^o  del  defunto 
.  GHmami  CappeiUte  tonando .  9^57 
pHaflri  eretti  in  Pia's^  auanti  la  porta  del 

Battìfteroidi  aoue  remiti  y  eda  chi  por- 
tati. 319 
ffkrii  Bronxp  con  S.  Giouanm  Battifta  in 

cima  éouefimata .  97 

fHaftrOiioue  àppaxi  s. Marco  •  1 02 

SKnarolo  occupato  dal  Iti  di  Francia  con 
^    iUtrilkogbi.  660 

pittoriiCb'hajmo  lauorato  in  s^Bortolameo 

qndi.  125 

fiitoritch'hanno  dipinto  nella  Cine  fa  della 

Madonna  della  Faua ,  137 

future  di  jintùnh  ^lienfe  in  sS>omeni- 

co  quali  •  26 

pitture^che  fono  nella  Chic  fa  di  Sita  Giù- 

fiina^  da  chi  dipinte .  4  j 

pitture  m  s.Giouanni  de  Fwrlam.  47 
pitturcichefono  in  Chiefa  di  ss.  Filippo  >  e 

Iacopo.  48 

fifture  fparfeper  la  Chiefa  di  ss.  Gioì  e 

Taob^da  chi  dipime^e  così  nella  fagre- 

,fiia^  67 

pittura  iul  lunga  tela ,  quando  f piegata , 

quello  contai  t  doue  pofia  >  ejna  in- 

firittione.  71 


o  L  K. 

pitture  nella  Chiefa  della  CekflidjéulW 
•    dipinte.  '        7j 

fitture  nella  Chiefa  del  Sant^fepolcro  da 

chidipinte  •  79 

pitture  nella  Chiefa  di s^  toren7;p$efud 

alatori.  81 

•pitture  in  s.Zaccariate  di  che  mani  « ,  84 
pitture  nella  Chiefa  di  s^MarcoÀa  cbt  di- 

pinte.  .    iix 

pitture  in  5. Maria  Zebenigo  di  chi  pano  • 

pitture  in  s.Maurith  tptaU  •  x  14 

pitture  in  s.  Patemiano .  219 

pitture  eh* adornano  la  Chiefa  di  s.  Giulia^ 
no  dt  quai  pittori  «  •        z  27 

pitture  in  San  Stefano  co*  fuoi  amori . 

129* 
piuure  di  Iacopo  Tintoretto  imsMarcuo^ 
iOfquaU  «  lAf 

.pitiurei&  altri  ornamenti»  che  fono  nella 
.    Chiefa  di  s.F elice .  1 47 

pitture diuetfe in  santa  Maria  T^ona^da 
chidipinte.  154 

pitture  Eccellenti  ycbefono  in  s.  Gioì  Gri^ 
fofirnno^e  di  che  mani .  154^ 

fitturcyc  fcolturCiCon  altrif^mamentit  che 
fono  nellaChiefa  de  Crocicchieri  %  qua- 
nte di  chi.  168.169 
fittnra  diCiat  Battifta  daConigliano$  do- 
me pofia.  ij6 
pitture  diuerfe  in  Chiefa  4$  san  Tato . 

182. 

pitture  digrauftinuh  che  fono  nella  Cbie^^ 

fa  di  s.Giouanni  diRialto^edaelMopé. 

rate .  i8t 

piuure  memùrahiU  >  e  fcokure  >  che  Je 

attrouano  nella  Chiefa  de  Frari  . 

188. 

pitture  ecceltenti  9  che  fono  nelt  Oratoria 
di  san  'infoiò  de  Frari»  e  da  chi  dt-' 
pinte.  194 

pitture  ftimatifsime  di  Titiano  »  Porde- 
none j  e  Tintoretto  in  Chiefa  di  s.  Roc- 

'    co .  198 

pitture  di  diuerfe  maniere»  che  fono  nella 
Chiefa  di  s.  incoiò  de  Tolentmi  %  e  me- 
moria della  f uà  confecratimifi .      209 

d  pit- 


r    A    V  O    t    A. 

Tittwre  &  altri  antamenti  t  che  fimo  in  vi  ftauano  fatto  l                     ^ij 

,    Cbiefa  di  s^Clnara .                    212  pitture  oHtìche^moieimip  dfcfaiHfneli- 

TPittare  eccellentt  in  $.  Elena .          a  14  Officio  delfUui^aria§  am  loro  fernew- 

fittwre  in  S  •  Giorgio  i'Mga^  e  da  cbifat^  %ete  note .                               337 

te  é                                          142  pinwre  nello  Salone  auanti  fAnticoUepo 

pitture  diuerfe  >  che  fono  nella  Qbiefa  di  da  chi  dipinte  $  e  toro  dicbiaraHom  '. 

SfT^icolà  de  Mendicoli^  chi  dipinte^  j  3  8» 

043»  pittwre  pofie  nel  palco  della  Sala  dH 

pitture  nella  Cbiefa  di  s.Uaffaelo^c  quali  •  Gran  Configlio,  loro  dicbiaratiom  >  tT 

244*  mfcrittumt9edaclridMnte^    ^  ?H 

pitture  belliljtfne  nella  Chiefa  dis^  Tan-  pitture  fparfe  ne  i  Ma^Jtrati  del  VaLa^ 

taleonepe  da  cbi  formate.            z^  i^aebi  operate  »emno$it%€femaa(f 

fìtture  nella  Chiefa  di  sjamabd.     246»  fitto  atefie.                             jó9 

pitture  in  s.Fito .                          049  Potate  Tarem^otn  Ijbrié  9  fiMwl»  riettpe- 

pitture  di  fiimatche  fi  peggmtomellaChie-  rate^dacbi.                            557 

fa  di  S.Gregorio  ^                       %$o  Taoto  Bernardo ,  dm$€%  €  come  ferito  • 

pitture  in  Chieja  di  ss.CofinOiC  Damiano  »  7  jp. 

edimanodichi.                      254  Suo  valore  pel  difènder  StaUmem  l 

ptture  antiche^  moderne  nella  Cbiefa  de  745  • 

Carmini  da  chidipinte .              %6^  Vomfa  funerale  del  Dogt  mtrto  %  eimé 

•f«       pitture  de  diuer fi  f amo  fi  pittori  p  e  quali  %  fo^c.                                       ^ 

pofie  nega  Chiejh  della  Caritd.     t64  TompetCbefiyfammo^firfau^wt^fàm 

pitture  memonÀUi  »  pofie  nella  Cbiefa  di  402. 

5 Maria  Mag^iàre .                 %69  Tompeo  Giufiimam  ^e  fua  efeeatìem  • 

pitture  pretiofe  nella  Cbiefa  prima  de  ^44. 

Giefuiti^e  da  chidipinte  •             275  sua  motte.                                 64Ì 

pitture  diVaolo  y crouefe]j^doue$  e  quali  ^  Tonte  di  Rialto  y  quando  cominciato  sfna 

x'jén  defcrittùme  figure  9omameuA%&  iu- 

pitturediTitìauoyedtlSdmaHycVera^  fcrittioni.                       ,         ^6$ 

'    no  nella  Cbiefa^  Uefettorio  di  s.  Spiri-  Quando  principiato  j  e  quando  fmi^  # 

tOideuetrafportateye  pofie.          280  625. 

pitture  ftngolari  nella  Scuola  di  S.  Gio^  Tontieba  Fenetiaua  prefa  da  gtjlrei- 

uanni  Euangelifla>  e  da  chi  dipmte  •  ducali  •                                     6^ 

284.  Tontieba  Fenetima  ricuperata  2f  Fe^ 

pitture  antiche  »  e  fingolari  neWulber^  neti^e  prefa  anco  la  Tontieba  Imperis- 

go  della  scuola  di  s.  Marco.          286  Ictcon  altri  luoghìyO  mortalità  de  neuti. 

^Itre  in  effa  scpola  di  Iacopo  Tintoretto,  ci$e  bottini.                               646 

e  loro  dkbiaratione .                  287  Ifontieba  Fenetiaua  da  cbi  rics^ata  9  e 

pitturo  marauigliofe  di  mano  dt  Iacopo  prefa  anco  Ut  Tontieba  Imperiale  . 

Tintore tto  nella  scuola  di  san  Hocco  .  6^. 

%%S.  Torte  della  Cbiefa  dis.  MwrcùdaUapat^ 

pitture  nella  Libreria  publicaÀa  chi  ope--  te  dmanri .                                9t 

rate^e  loro  fignificati .                 3 1  x  Tortella  del  Tabemaeob  di  s.  Masrco  i 

^Ure  rifattele' da  chi.                  31?  che  materiale  da  chi  fcolpita.        101 

pitture  memorabili ,  cb^ erano  neUa  Sala  parta  della  Sarrefiia  disMareo^efuadt- 

del  Gran  ConftgUo^  e  da  chi  fatte  •  con  fcrittione^da  cbi  fatta  $  e  firn  imfirimo- 

loro  dichiarationÌ9  &  infcriitkmi  ^che  ne                                     ibH^ 


TAVOLA; 

T^rta  ielt  jiimamento  del  Configlio  di  e  chi  fofie .                               536 

X»  fatto  dt  Cedro  9  di  dout  condotto  à  pinta  pietra  pofia  nel  fondar  ìa  Fortvxj^ 

yenetia^eper  opera  di  chi  *           337  di  "Palma  >  quando  y&  in  che  giorno  # 

Veirdenone%  e  fua  opera  in  San  Steffano  •  i2  5. 

129.  Trimo  Fifir  ciò  che  fcriuefsé  aUa  Kepnbi 

$Héi  palla  doue.                           163  727. 

Tortighefhe  loro  innentkme  delle  nmue  Trimo  yifir  con  So.  milla  combattentt 

parti  del  mondo  •                         5  87  fparfì  per  lefpiaggie  >  e  liti  per  tmbar* 

porto  della  Suda  come  accurato  per  ordi-  carfi^e  andar  alt  acquifto  del  Tenedo  • 

neùublico.                              690  744* 

ptjla  àelle  Ofteme,  da  chi  cuflodito,  e  di^  Vriamo  da  Lejtge  Vrocur.fm  fepdcro ,  ri- 

fefo.                                         70  J  tratto»&  Elogio .                         170 

pf:(s(d  maramgliofhe  fuoi  effetti  $  quale  •  Trimicerio  di  s.  Mar  codiando  inftituito  % 

%^j.  dacbielettOi&inueflito.            io; 

p02Ti  di  Bron^^doue  pofiida  chi  fatti  9  e  Trimicerio  di  s.Marco  per  Legge  deue  ej- 

ISrolaitori.                                jzcy  fer7^ileTatritio,edicheetd.    é. 

prefadiCattarthfaita  danttor  ?ifani  •  Primicerio  di  san  Marco  fuoi  priuUegi  9 

$^0  e  Conceffioni  de  Sommi  Tontefici  in^ 

prefa  della  Città  di  Caffa  t  fatta  da  Gio^  tomo]a  gl'abiti  Totificali,&  altro,  ib. 

uanni  Soran^  ^pofieùtia  ali*  bora  da  petei^oni  di  luogo  di  Don  Tadeo  /fopra 

Genóuefi .                                 ^49  ^'^inbafctatori  de  Trencipi,  e  quello 

Tre/a  di  Tadoua  fatta  dalli  Troueduori  Jucceffe  •                                  666 

étUa  Republic a,e  quali .             ibid.  pretenftoni  del  Pontefice^  e  de  Biarbarini  9 

Troiani  doueerauo  primate  quando  prin^  quali  •                                     6j% 

ctpiate  d  Fabricar  le  nmue 9  e  doue .  preparamenti  della  Kepublica  in  terra  > 

6%$.  &inmare  per  timor  del  Turco,    6j0 

frigknd  nmuedoue  fabricate^ptando  t  e  preùar amenti^  e  quali  nel  porto  della  Su- 

fm  mrdine  di  arehitetenra .           jdii  éa.                                        690 

Trioni  Cenone fi$prefi  dCbioggia$enu-  preparamenti  fatti  dalla  Kepublica  >  e 

mero  loro.                               $7J  quali.                              7^4*747 

frigmni  Padommi  prefi  d  Chiùggia  $  e  nn^  preparamenti  ordini^  e  comandi  del  Gran 

mero  loro  •                                 ih.  Sonore  per  formar  formidabili  efser^ 

frinoni  liberati  da  Veneti  nella  prefa  di  citi  per  la  Datmatia,  quali,  e  da  chi  m- 

C^ate  quali  0 .                        71J  fiigato .  E  come  fuanirono .         751 

Toma  Pietra  pofla  nella  Cbiefa  del  Ke-  Prete  Sorich^come  prefo  da  Turchi,  e  fua 

denterete  fiutitiftrittione.           %%$  erudelmorte.                          715 

prima  Tietra  pofla  nella  foUatìùne  del  Trefa  del  Tenedo  sfatta  da  Veneti  9  co- 

TempiodeUa  Madonna  della  falme  9  me  fegmffe  9  da  chi  fatta  %  e  quan^ 

nuMdo^efua  infcrittkme .        "    278  do  9  con  tutto  il  racconto  del  fueceQo . 

Trtmo  marte  acemfog/Mo  al  fepolcro  737 


dalla  scuola  di  s.  Tbeodcro^  chi  foffe .  TPrincifi  Grandi  9  &  altri  Cranperfom^^ 

l8p«  gi  fatti  fratelli  della  scuola  dt  s.  Gh* 

frinm  Doge  tieito  dalli  q/è^qualftfie.^^S  uannife  quali .                         284 

ereato  con  regola .                    j6o  Trincipi$  che  f  interpongono  ter  lUigit^ 

frimo  yefemo  diCafteUo  quandn  foffe  9  e  ftamento  trd  Veneti^e  Ferdinando  Ur^ 

fotta  éfkal  Doge  ereato .               537  ciduca  f^uftria$  e  quali .           6^% 


pima  DftBt  creatain  Mdamaea  qfumdh    frencipe  Tamafo  di  Sanata  wsdndato  à 

J   %       Ve- 


T    A    V 

fletta  dat'PaJretferche  ><^  accoglien- 
ife  fattegli.  6^% 

Trencipt  CoUesMueloroiJìanxedTon- 
tefìce  intorno  alla  yalteUina .      '  6f5 

PriacipeffA^.MaTia  di  Mantom  >  come 
trattata  d»  chi,  dOMe  pofta  *  e  cufiodita. 
662. 

Trincipi  eomoffi  »  e  per  qml  eaufa  . 
67$, 

Principe  Ludouifio  Generale  della  fyKO- 
dr*  delle  Galee  "Ponentine  >  mmdaie 
ad  Tontefice  Imocentio  Decimo  in 
fsccorfo  del  Jf  (JM  di  Candia .  69  j 
Ciugne aliante  con  la  f^naàra  di  Ga- 
leetC  s'incamina.coa^C^rmata  yeneta 
rerfolaSuda,  697 

Trencipe  Oratio  di  "Parmarritoma  à  Ke- 
netia,e  quando ,  JiS 

Trencipe  'Panfilio  ^{epote  delTontifke 
iTOiocentioDecimocreatotJiobile  Ta- 
tritio  feaeto .  fi88 

Trencipe  Oratio  Famefe  fi  porta  in 
armata   ,  e  {opra  i  fai  Legtà  , 

suo  V  alerei  fna  lode ,  7]f 

Trencipe  .éimer'tco  itEfie  Generate  di 

MUitie-Franceptjnandofimto  àCerp- 

SP-  7J» 

Triori  di  Santa  itmadi  J^tferieordiay-t 
lor»  prinilegi .  iiS 

"Procuratori  dt  san  Marco  di  f apra»  e  lo- 
ro- cwmdelto  Spedale  di  Santo  Anto- 
nio. ■  J2t 
Ttocitratiedi  LMareoÀtue.           2577 
procuratore  jgraio  fkprento  neUa  ^epu^ 
blica,&'  dchi  dattorperchc  capone 
creato .                                       ajiy 
froeuratori  quanti,  C  in-  che  tempo  . 

ProcMratori  di  fenetia  r  munti  riluci- 
ti Dogf  y  e  di  iptale  vrosHratti»  . 
199. 

Vroturatori  di  San  Marco  creati  dal 

•  loro  principio  fino  dl'^aam  166^.  per 
ordine  di  Jllfahetto.     ■  300 

pnxurMaria- Dignità  adatta  dÙTnUe  ad 
Antonio  Grimaai^  ^ 


O    t    A; 

Procuratori  di  San  Mare»  fatti  per  foUi, 
■  quando ,  per  qual  eaufa  ,  e  chi  ^ftn . 

proeefjo  formato  [opra  il  Miracelo  dello 

ReliqHÌetcberiTnafero  intatte  dal  fiut- 

co^entratto  net  Santuario ,  io» 

procej^onefotenne  fatta  tn  fenetia  per 

la  -venuta  de  Jtmbafeiatori  Giappo- 

nefi.  6%\ 

'^rmide  CoUegatiin  FaU 

6^6 

tMmi  Pontificie  coatro  il 

trmate  quali.  67% 

'eneti  fotto  al  Forte  di  Lam 

lei  Doge  Andrea  Coatarini 
m  il  scudo  della  Cotumunità 

'    ''PB''^IP'   ^^'  fi     "tPOM    . 

promotore  di  eottiMar  i  Bemineuitrt  chi 

proprio  Offitia  funame  rMto>  e  perche  ca- 
gione .  5  SS 

promotiouede  Cardindi,  quando  fatta, e 
qual^.  tìf)% 

prweditori  eletti  dal  Senato  i  quali,  e  con 
eheauttoritdì.  6$t 

froueditori  fopra  la  Sanità  fpediti  dal 
"PiMieo  netta  Stato  ,  qaalit  e  dovr* 

proueditordelKirmataUi^  Mocenigot 

ricupera  i.Tbeodoro ,  conu,e  quando^ 

717!. 
proueditor  MorejÌniafuaiiuiTte,£me  fé- 

gùtaAXoime,  71S 

pOHeditore,  e  (opra  prouedftùre  U^ciati 

al  Taudo  ,cm.fofiero,e  tome'  lafàto» 

quella  ForteT^fan^cata-raamita  >  e 

preffidiata,  735? 

froueditOMin-Cattaro  eletti  dal  Saato  te 

qualir  74^ 

proueditor  Cenerai  di  Dalmatia\Aul9M 

Bemardoinfùccorfodt  Cattato  ctmC*^ 

ketC  Barche  .Armate  ^  74^ 

frontoni  inuitUe  dalla  RepubUca  t» 

C  andia,  quatti  epercbe.  690 

-froMifioni-  fatte  dalla  Repi4>lica  .  «r 
ingroi- 


T    A  '  V 

h^Jsatb^rmata,e  quali.        69$ 
•  prpmfionifatte  dalla  Kep.per H Regn$ >  e 

per  udmatia^e  quali  •  tf pp 

fmmifìamf^te  dal  VubUce  per  tarmata» 

per  CaHdiai  e  Dalmatia  •  739 

prouifioni-fane  dal  VubUco  in  tempo  di 

Careftiaye  quando .  61  $ 

prouiffoni  fatte  dalla  Kep.  in  Terra  fer-^ 

ma%  e  Troueditori  mandati  nelle  piatr 

XePffi  importantiiC  quali .  641 

prouijwni  fatte  dal  Senato  in  Terra  fer- 

mate  per  qual  caufa .  6^1 

prouifionati  nella  JChiefa  di  san  Marco . 

104. 
Tulpiti  aW  -pfan^  Greca  j  e  loro  forma  3 

qu0ndo^  da  chtfaUti .  i  o  x 

punta  di  spada  in  Candia  diflribuita  d 

Tiobilife  popolari.  ^6z 

Trofapia  della  F  amplia  Cornara^efepoh 

ero  loro ,  148 

pHìti  di  Marmo»  f colpiti  da  Tr affitele  do-- 

He  pofiiiC  di  doue  yenuti  •  1 79 


QVadripofli  dai  lati  della  Cappella 
del  SantiJJimo  a  Caflello  >  da  chi  di^ 

pinti.  V  IJ 

Quadro  principiato  da  Tietro  Membra» 

e  terminato  daltMienfe.  1 4 

Quadra  con  san  Giorgio  >  lauorato  a  Af  o- 

faicoydoue  sij  »  e  quanto  ftimato .     2 1 
Quadri  dipinti  da  Maffeo  Feronaydoue 

pofli  •  26 

Quadro  Grande  dipinto  da  Frane.  Monte 

Mexjmo .  46 

Quadro  di  Gioan  Bellino  doue  pofto.    1 2 1 
Quadri  dipinti  da  Iacopo  Tintoretto,  doue 

145. 
Quadro  con  la  Cena  di  Chrifio  in  che 

.Chic fa  fi  redige  da  chi  donatole  da  chi 

dipinto.  15  J 

Quadri  di  Gioan  Bellino  doue  pofli . 

176. 
Di  Fittor  Carpacela .  1 7^ 

Di  Luigi  riuarino .  1 76 


o   L   A:       t 

Quadri  dipintida  lae&pòTBtmm  kiii 
Giorgio  Maggiore  •  124 

Quadri  del  Tintoretto,  doue  ermuh  e  doue 
pofU  al  prefente .  %jj 

Quadro  celebre  delle  7{o7^  di  Cana  Ga^ 

.  lUea  delfamofo  Timor  etto  »  eh*  era  nel 

Refettorio  de  Tadri  Crociferi  »  doue 

trafportatofe pofto  »  ^         280 

Quanàro  di  mano  del  Santa  Croce  doue 
pofto.  %i 

Quadri  di  Bronco  di  metù  rileuo  douefo^ 
flii  e  cofa  contengbino^e  da  chifcolptti . 
t66. 

Quanti  Principi  ftjfnofepolti  nella  Chiefa 
di  ss.  Giouanni^e  Vaolo  •  57 

Quando  fi  moftri  il  Teforo^edoue  fi  ef pon- 
ghi .  lOJ 

Quantità  di  Talli  andati  nel  gettar  1 
fondamenti  del  Tempio  della  Salute^ 
278. 

Quanti  morifsero  dalla  pefte  in  Fenetia. 
664. 

Quante  Galee  fugpfsero  de  Turchi  4- 
uan^ate  nel  conflitto  del  General  Mar 
cello .  7J5 

Quarantia  Criminale  ab  antiquo  9  ciò  che 
fofse.  474 

Quartiere  del  General  Giufliniano^come, 
quandoyc  da  chi  af salito .  <$8  j 

Quinta  yalle  in  C^ello,perehe  cofi  chia. 
mato.  18} 

Quello  fcriui  il  Sabellico  di  m  fepolcro 
comune  a  tre  Famiglie  •  34 

Quello  fofse  ftabilito  in  Madril  intomo 
dia  Valtellina .  tf  54 

Quelli  »  che  interuennero  nel  combatti- 
mento con  fjtrmata  Turcbefca,  quali 
fojsero.  721 

Quello  y  che  fa  ritrouato  nella  Forteti 
^4  del  Tencdo  >  prefa  da  Veneti . 
738, 


R 


Rjicconto^t  atteftationifcbe  ri  sij  fla- 
to rn  Doge  chiamato  Dom*Tribuno  » 

d    5        ben- 


T    A    V 

benché  ferimri  mi  ne  faeton  memio- 

Jlficmitd  de ff  aciju^o  fatto  da  Mmefi 

■  del  Gdeone  detto  delia  Sultana,&  al- 
tri legni  TKrchefchi .  69g 

S/ucmto  dei  combattimento  di  Tomafo 
MoreftHi  con  la  fua  tratte  fola ,  contro 

'  ^.Galee  Turchcfche  guidate  dal  Baf- 
sà  General  dell'armata ,  yotì 

Hoiienna  prefa  da  Lwt  prando .  5^5 

rtcHperatione  di  Zara ,  e  da  chi  ricupera- 
ta. '^,48 

refettorio  di  S.Giorgio  Maggiore  da  chi 
dipinto.  J2I 

■refettorio  di  s.  Saluatore  >  chiofiro  ,e  fue 
memorie.  121 

ndigùme  di  s.SpiritofuppreSaa  quando . 
»3». 

^fgfna  di  Cipri  donefle/ìefepolta,  e  dotte 
portata .  ,^g 

Ut  di  Portogallo  in  yenetia,e  qmndo. 

"Rèdi  Datia  quando  venire  in  Fenetta, 
ibid. 

nid'Fngberfa^gliolo  deUa  Regina  To- 
mafina  Morefma  Gentildonna  Vem- 
tianaiquando  venifìe d Fenetia .  441 

«a  di  Cipri  in  fcnetia,  qnando,  e  doneal- 
«gwtó.  441 

Bfgtna  di  Cipri  in  Fenetia»  e  quando . 

Kegtne  d^Fugheria^  di  Datia  quando  ve, 
niffero  in  Fenetia.  441 

S.egtna  di  Tolonia,  e  fua  venuta  in  Fene- 
'« .  ib. 

Regina  d'Fngheria, figliola  del  Rè  Perdi- 
nando  d'Aragona,  fua  venuta  d  Fene- 
tia^ quando,  r^l 

XeginaComara  di  Cipri,  e  fua  partita  da 
Fenetia.  '^        ^ 

Hè^Fngberia ,  e  fua  vana  opinione  del- 
laprigionia  del  Doge  Delfino .        C70 

Jtèdifranciagìojirando  è  feritoie  mmre. 
tfoy. 

Seginadi Spagna, quando paffafje  per  lo 
fiato, da  chi  incontrata  per  nome  Tu- 
blicoicome  accolta,efpeJata .        tf  j  j 


o   t   A. 

renirr»  Italia  ittfoccorfo  dei  DMcaM 
Maiuoa .  g.a 

■^l>i'''iMrAlpi,f«^aUpag.,prcÀ: 
SafaxyiaUi^aìncHa.        "^  «,» 

R"iìiat4isaiiCic:Smifiadacbipmtate 

ayeiutia,edwKnfifie,  ,^ 

nitqne  rilrouaK  mi  disfare  la  cbiilt 

(^ecchiadts.LiirenjfxilHaU.  8l 
reUqiae  delSantuarioirimalìcittam  dd 

fmce.  ,01 

reWptWichefono  net  Santumo  di  j  Mar. 

,'.':    .  im 

riliquic  ntrmute  nel  Sàuurio,  ielle  aia. 

ti  non  riera  memoriaÀa ebitt  Mandar 

rett^nie  riire^-^-^ 

toroHotetG 
reHijmetcbe' 

ni^oÀacbi 

n-o,  .,,     ..^ 

reli<ìue^hetifii"'- 

nonni.  ^ta 

rfiane,cii  che  poKi^  inaliti  lorncpeZ 

che  introdotte ,  .t. 

Remer  Zeno  Do^e ,  dùuefefolu .        57 
Renier  Zeno  mandato  ^mbifciator  » 

Sanoia ,  4^, 

.  Sotiofcrme  fernome  publico  alta  pace 

ha Hcpublica  applicala  allarnerra  dèi 
''"'li-  6a6 

Somminijìra  dinaro  al  Duca  di  "Niners  , 
e  perche.  g^y 

^gìcura  ipa/p,  e  numi/fe  i  confini,  e  per 
qua!  confa.  egg 

Inlefo  fianopone  del  Segno,  ricorre  pri- 
ma a  Dio,  dando  ordini  per  protelhtni , 
Inoltro.  '    "^      "^j 

Kefiaurationi ,  abbellimenti ,  e  pitturt, 
nnouominic  fatte  in  Cbieladi  i.Hiert- 

T"-  I-M 

reflauralione  della  Cbiefa  dIj.Canciailo, 

e  fnoi  ornamenti.  t«, 

Kcttore.eDiice  dì  rcnetia , perete  coli 

cbiamato.  '  .^'j 

Xejidenli  in  Qanea,ifiaU,cnonii,7ib, 
fife. 


T    A    V 

fòljero  l  691 

^efa  della  fùtn^  di  Canea  >  quando  fuc^ 

ceffate  con  che  condittìoni  •  tf  97 

re  fa  di  Ciiffa^con  che  pattile  quando  . 

ricchex^  »  e  beitene  di  tutto  H  Cielo  >  ò 
foffitto  della  Chieja  di  si  Marco  •     99 

KuAto  prima  piai^  f  Europa  «  3  5i 
Quando  arfo^e  quando  rifatto  •  '  ;(^j 
Terche  detto  Rialto  nuouo  •  76^ 

ridotti  de  Trocuratori  di  f  •  Marco  doue 
erano  >  e  loro  ornamenti  nel  tempo  del 
Sanfouino  •  J05 

ridotti  l^ecchi  de  Trocuratori  di  S.  Mar^ 
co  1  quando  gettati  à  terra  i  &  oue  tra- 

•'  fportati.  2o6 

ridotti  de  Trocuratori  di  s.  Marco  ione 

Jpoflhe  Uro  ornamenti .  31; 

otti  delle  tre  Trocuratie%  che  continua 
la  Fabrica  della  Libreria  >  quando  jmi^ 
ti.  61S 

riforma  dell*anno^  da  chi  fatta  j  quando^  e 
perche.  6%x 

ritratto  del  Cardinale  >  e  Tatriarca  Ven^ 
dramino»douepoflotedachi  dipinto. 

19* 

ritraiti  9  che  fono  neta  porta  della  Sagre-^ 

ftia  di  s.Marco  di  chi  silno  •  i  o t 

J^atto  di  Siflo  V.  doue  stjte  da  chi  fatto. 

trtrattide  Cardinali  f^alieri  da  chij  e  do^ 

uefcolmti.  tii 

ritratto  ael  Cardinal  Befsarione  doue  po^ 

fioyfuo  douo^e  fua  memoria .  2$% 
ritratti  de  Trocuratori  dis.  Marco  doue 

p^ye  da  chi  dipinti .  313 

ritratti  de  i  Terreni  inculti  >  quando  ordh> 

nati  9  60^ 

Rigabello,  Torfcettoflromenti  muficalip 

quando  fi  yjafiero .  244 

ritomo  di  Andrea  Contarim  Dcge^  yitto- 

riofò  de  Genouefi^e  fua  infcrittione . 

35J* 
ritomo  del  Sé  in  Francia  •  tf  5  ^ 

ritorno  del  General  Bembo  in  Veuetia  » 

quando^  perche .  63  S 

rifpofla  del  Duca  di  Tlmeì^s  d  Cimi  fior  io 


O    L    A. 

Imperialcie  quale .  6^y 

riolta,  i  yolta  >  ricuperata  da  Tedefchi  >  t 
•    loro  crudeltadi  •  660 

Kocco  Cataneo  3  chifoffe  >  e  douefepoito  é 

116. 
Kofa  Benedetta  >  mandata  dal  Tapa  alla 

Trencipejfa  Grimani  »  auande  3  da  chi 

portatale  cerimonia  net prefent aria  9  e 

riceuerla.  v  417 

rotta  datta  da  Veneti  à  Tifoni  $  fotto  il 

commando  di  Giouanm  Micbiele^oue^ 

e  quando .  I4S 

Rotta  di  Bartolameo  d'^luiano  preffi  al 

CreaT^.  59  J 

Kotta  al  SafìenOfquandos  e  da  chi  riceum* 

ta.  555 

rotta  riceuuta  da  Veneti  %  e  da  chi.    54X 
rotta  datta  à  Tipmo  da  Fenetise  quando  . 

538. 
rotta  datta  da  Turchi  à  Veneti  fotto  Clt^ 

nocchi  ne  foffe  la  caufa.  71$ 

Rouigo  acquiflato  dalla  RepMica  >  e 

quando*  5S4 

ruga  de gl^Oreficifdoue .  36  j 

ruga  de  GioieÙieri  doue  pofla .  ^6% 

Yiji^difetai&orodouelamrati.  xoi 


SMCO  infelice  diRoma,  quando  feguif- 
fé.  '  59J 

SagreflanideUaCbiefadi  s^Marco .  104 

Sagrefiia  di  S. Elena  ,  come  lauorata,  e  da 

chi  fatta  lauorare.  :»4 

Séche  prefe  da  Veneti .  74® 

Sale  principali  del  TaloT;^  i-  quando  or- 

'  nate  di  pitture^  6i6 

Salato  nella fommiti dellafcalla, che yà 

dia  Cancellar ia,da  chi  dipinto .     n  t 

Sale  del  CoUepOj&jtnticoUegfOf  e  loro 

ornamenti  di  pitture  9  e  f colture  3  rie^ 
che'S^  d'orof  eflucchi  t  eh'  eranoin  ef- 
fe f  prima  ,  che  fojfero  confumate  dal 

fuoco .  ,    3*J 

Salone  auanti  F^nticoUmo  fuoi  lauort , 

fiatue>  e  pitture  dacbi  dipintele  Uh 

d    i^       ^ 


T    A    V 

ro  f$gm{Ì€ati .  32  j 

Sala  del  CoUt^io  fm  ornameiuiJUe  pit- 
ture >  da  chi  fatte  %  e  loro  fipuficati . 

Salone  del  Tregaii  $  quando  fabricato  $  d 
che  ferule jc  fuoi  ornamenti .       j  24 

Sale  del  OonfigUo  de  Dieci f  loro  defcrittio^ 
ne/>mamentife  pittatela  chi  fatte  9  e 
loro  fignificati .  '^         325 

Sala  del  Gran  Cm^glio^qMando  comincia- 
tate  quando  finita  >  da  chi ,  e  comefrfie 
gièJipinta  9  e  poi  in  che  tempore  da  chi 
rinouate  le  pitture  %  l^Hiftorie  rappre- 
ftutate^efue  dichiaratiom  •  325 

Saie  delfjirmameiuo  del  Configlio  di  X. 
quante  ftanoy  e  defcrittioneefatadeW- 
^rmiÀcUe  Statue^&  altre  cofe  fingo- 
Uri  y  che  infi  ferbano  in  epe  %&à  chi 
yiene  comeffa  la  cura  j  e  gouerno  » 


337- 
Sala 


del  CoUeffo  >  efue  pitture  >  di  mano 
di  cbiifi  che  rapprefentano»  efenten^e  > 
che  IH  fono .  343 

Sala  del  Con  figlio  di  T^regadi  >  e  fuoi  rie- 
chiffimi  oruamentii  fue  pitture  >  da  chi 
tauoratcae  loro  dichiarationi  »        344 

Sala  del  Conp^lio  di  Dieci  %  e  pitture  mo- 
derne pojte  tn  effe^a  chi  fattele  loro  di* 
cbiarationi .  245 

Sala  delio  fcrutinicfua  lunghev^itar- 
ghe:i^it^Uet,7ia.  345^ 

Sala  del  Ma^or  Con  figliole  pitture y  che 
fono  in  ejJailoradichiaratiQniye  da  chi 
dipinte.  35X 

Salinguerray  prefo  da  Veneti^  e  condotto 
in  renetiay  chi  f offe .  f6x 

Sangue preciofi>  diÓ^riflo^doueficonjcr- 
uiida  chi  portato  à  Fenetia  3  quando  (i 
moftri,ejua  infcrittione .  1 87 

Sanità  Officio  quando  infiituito  yt  perche 
netta  Ci ttd.  e  8  5^ 

Santo  Veranda  3  efue  opere .        4^ .  ^3 . 

Santo  ZagOiC  fua  opera .  i86 

Santa  cà^a  di  Loretto  doue  fabricata  9  e 

per  opera  di  chi .  229 

San  Cefareg  Contado  di  Baldejf^r  Bo- 


ola: 

fchetto^efua  ooera  .*  éi  t 

Santità  fé  modefiia  del  Doge  Trittifano, 

Santuario  di  s.Marcoyincendio  fm,  equi- 

do •  562 

Santorio  de  SantorifyMedico^douefepolto^ 

efua  memoria  •  162 

Sateliataffalita  da  "Pietro  Mocenigo^e  fiu 

riufcita^  580 

SauorgnanifO  loro  atiioni  per  la  Republi- 

cayeneta.,  575 

Saffo  con  le  vefiiggie  delle   Ginocchia 

di  Santa  Giuftina  i  e  di  doue  portato . 

42. 
Doue  sif  pofh  al  prefente^ef uà  memoria^ 

sbarco  de  Turchi  fopra  il  fcoglio  di  san 
Theodoro  &  in  che  wtmero  ,  691 

Scala  Maefhfa  i  e  ricca  per  ornamenti  di 
pitture  ye  /colture  in  s.Ghrgio  Maggio* 
re .  aag 

Scale  y  che  afaeniono  aìU  Libreria  >  e 
loro  lauori  di  Stucchi yoro%e pitture, 
310/ 

Scakf  che  conduce  alle  ffan^  del  T^en^ 
cipey&  al  Collegio  da  chi  fatta  ^fue 
beUe^^xC  lauori  di  ftucchi^roye  pittu- 
re. J2I 

fi:  ala  principale  del  Tala^  y  fmn  la^ 
uoriyc  beUe^a^erche  detta  de  G^aa- 

ti^  320f 

Scala  di  pala:^o  detta  di  fluccbt  >  tpumdo 
finita .  60^ 

Scaligeri iC  difcordia  con  lorOyC  perche  ca- 
pone. 567 

Scipione  Gaetano  Maefiro  di  Mofaico  >  e 
fueopene.  107 

Scuola  di  san  Fantino  fuo  altare  1  pit' 
ture  yf colture  y  tì^  altri  ornamenti  .^ 
I/36. 

Scuola  della  Carità  doue  èebbe  princi-- 
pio.  145 

Scuola  de  Mercanti  >  e  fuoi  abbellimemi. 
167. 

Scuola  di  san  Giouanni  >  perdìe  »  e  quan-- 
do  radi  a  i  Erario  e  daebi  chiama- 
ta.. 2&^ 

Scuù^ 


'T    A    V 

Scuole  Cràttdh&infiìtHto  toro.  sSt 
DeltaCaritd.  281 

Dis.GiouanniÈMai^HJla.  '        385 
Della  Mifericordia .  285 

Dis.Marcù.  ,  286 

t>is.  Rocco,  287 

His.Theadoro.  289 

Df /iii  Vaffione  .  290 

Scuole  del  Sacramento  ino^  Tarochia 
come  gouemate .  290 

Setole  mip^ri  lorogouerntH&A  chifotto- 
pofie,  "  290 

Scuota  HeUa   Vaffìone  ,  quando  arfe  > 
Minando  rifatta  >  r/«<t  nifmorrd  . 
391. 

5nirofr  ftaliche  di  GrammaticoterHu- 
manitd per  vitti  i  Sefiitri  delta  <^»i, 
31J.  :. 

ScKotcqHando  aperte  da  "Padri  Giefuiti, 
747. 

Scaramuccte  fatate  tra  yenttt,  e  "Papa- 
liaitdoHete  loro [hcccIJì  .  tfgj 

sceterateT^  commeffe  da  Tedefchi  nel 
Mantouanote  quali .  660 

schiatti  fuggiti  da  Turchi,  ciò  che  auuifaf- 
fero  a  Tomafo  Moreftni  Capitan  delle 
?i{jKi  à  Dardanelli ,  701 

Schiaui  rinegali  da  elfi,  e  doue  fatti  Mo- 
fcheitare.  709 

scuttftreye  pitture,  che  fono  nella  Qbiefa 
de  Giefuiti.  171 

scritture  "Publìche  in  nome  del  Doge,  e 
perche .  483 

scritture  Ducali,  &  importanti  di  "Palax^ 
i;o^uando  ardejJero,c  doue .  j  "5» 

scrìjfe  il  Senatore participòàKettori,& 
fuoijudditi  lagraa  rifolutione  del  Doge 
Err^  ,  699 

scuffia  Bianca delDoge,  ciò,  che  pgnifi- 
chi.  471 

scudo  della  commumtà  di  Genoua  tolto  al 
tor  CeHeraletqudfuJfe .  573 

Scudi  de  Dogi,  quanti,  e  doue  aDpefi.  99. 

ScutariaffedtatQ,€r  Capitani  lUuftrifJimi 
feneti  quali  foffero.  581 

F.  Sebajìianù  Schiauone,e  fMoilamri. 
103. 


O    L    A; 

SebafliMo  Pofcarini  doue  f^i^  t  e  fui 

infcrittione .  ii| 

Sebaftian  Ziani  Doge,fiiofep^cn>JiatHa» 

&■  Elogio.  Ili 

Sebafiian  remero  Trae,  mandato  dalU 

Reo.  ùer  /no  .Amb.  eftraordinario  alla 

D,  Ratisbona.  661 

Seba         Vernerò  in  Falcammìca  . 

6t 
Soft         i  tiicolè  Delfino,  e  perche, 
óiso. 
Mandato  Troueditor  in  Campo  per  U 
morte  di  Michicl  di  Trioli,ejHa  tmpre- 
fa.  tfSj 

Sebaftìan  da  Molino  ,  e  fua  Morte  . 

726. 
Sedia  di  San  Marco ,  dotte  pofta . 

97- 
Sedia  del  Doge,e  eufcino,  loro  fìgiùficdto  . 

480. 
SeieBar  Creato  da  Ihraim  Capitai  Ge- 
nerale della  fua  armata .  690 
Giunto  a  t^auarino  >  manda  auuifo  ad 
Ibraim  del  fuo  viaggio,  e  dei  fuo  arri- 
«0.                                            691 
Doue,  e  da  chi  fatto  ftrangolare  . 
719. 
Sepolchri  attaccati  al  muro  in  aria  * 
^h'eranoinChiefidiCisJlellotdachi 
leuati.  9 
Sepoltura  di  Matteo  Zane  Tatriarcaic 
fua  infcrittione ,                            15 
Sepdtura  di  Giouanni  Tiepolo  Tatriarca» 
doue  poJia,e  fua  infcrittione .           1 5 
sepolcro  discolo  Ma(ìa,t:  fua  infcrittio- 
ne.                                            i^ 
sepoltura diVaoloConflabile  Perrarefe» 
fuafiatua ,  [colpita  dtU  littoria ,  e  fua 
infcrittione .                                 27 
sepoltura  di  Chriflo  con  altri  Quadri  ^inr- 
tomo,doue .                                 99 
sepolcro  memorabile  eretto  in  s.  lob ,  atta 
memoria  di  Renato  Conte  £.Arsenfon 
tAmb.ttila  Rep.per  la  Corona  di  Fra~ 
cìa,fua  defcrittjóne,&  Elogij.      i  $6 
sepolcro  di  Briamonte  Capitan»  »  dome  pò- 
fio.                                        166 
d    5        sepol- 


T     A    AT 

SepoUraMtmJienddebicmeeffo.    $yi 

Seminario  its.  Marco  ,  dune  era  >  e  doue 
orgfportato.  48 

Seminano  deSaChieJa  dista  Marea  da 
chi  infiituito.  io; 

Daue  foffe^fita  memoria .  106 

Septi  honorati,  lanciati  dal  "Papa  al  Doge* 
eguali.  559 

SeÌHo  Doge,primo  dfar  il  Mofaico  m  san 
,Marco.  5J4 

Senatori  4/^o«rtW  dell'I  fole ,  quaU  fode- 
ro, 6n 

Setittm  t  e  famefi  Capitani  da  guerra  » 
mandati  dalla  ^epublica  nel  Frioli  à 
elegger  vn  fito  proprio  per  fabricartfi 
vna  Forte^a>e  per  qual  fine^  chi  fof- 
fero  e(j\  Senatori^  Capi  dagiterra.Ót^ 

Senatori  Caiiatlieri,  e  Trocwatori  di  San 
iiarcotcbe  dimaaiauaao  il  Trincipata 
dopo  la  morte  del  Doge  Cicogna  t  quali 
fojjcTO  y  loro  eonditioui,e  meriti.     619 

Senatori  mandatidaUa  Kep,  afort^cara 
prcfidiar  Tefchiera,e  quali.  ^43 

Sei  Capelli  Ingleft  partiti  da  f^enetia  con 
ricche  merch  per  int€Uigen%a  andomo 
nelle  nani  de  Barharefchi .  75  3 

JlSentta  rendegratie  alRè  diFramiat 
perchcte  col  mr^o  di  chi .  óty 

Sefiiero  di  camavtQ  1 40 

.   Di  Cafletlo  ,  I 

Di  $,Mtrco,  fi 

Seftiero  di  s.  "poto .  18 1 

Di  Santa  Croce  *  201 

Di  Dorfo  Duro .  341 

Simone  Frate  deWOrdiae  di  s^goftino  >  e 
fua  operatione ,  2j6 

Sicardo  Conte  di  Capo  d'ifiriafifà  tribu- 
tario delti  B.ep,  550 

Sferra  TaUawcmo  Goacmator  dell'  ^r- 
mi  della  Kep.  fua  morte ^fua  Carica  d 

.  chi  datta  dai  Senato.  613 

Signori  2.  di  notte^ffuondofattiie  perche . 

SfgnoreteLeggetfopra  ciò  difponeiue. 

4^9. 
Significati  della  Btrrettafi  Como  Ducale 
.   del  Dogjc ,  "  470 


o  L  ^. 

Stluio  Caute  di  Tirchia  ntSa  g^inuu 
delyi.  <sii 

SirMgnra^  MmorùfrauUi  Siffuri  della 
Croatia.  y^t 

Siilo  V. quando  ereato  Vtntefite.  6ii 
sua  morte ,  Sia 

Sigismondo  Trencipe  di  Snetia  >  eletto  Sì 
di  "Polonia^  [ho  sAmbafctator  manda- 
to 4  KenetiOt  quandote  perche.  d2| 
lauita  la  Maefid  Tublica  alla  fontioae 

'  »  Gemto,       ! 


egiende 


■  laCuerra 
ra/m  Gran 

^     ^^ 
'edotte  di- 

ftgtt^cato  de  lanari  delfuolo  deìU  Cbiifi 

dts.Marco.  ^ 

figti^cato  deludile  Calti  *  che  pertoMo  m 

[palla  vnavolpe.  98 

foccorfodatto  da  f^eneti  all'  Imperatore 

Michele  cantra  Saraceni .  ^qo 

foccorfo  di  genti»  &"  altre  prouiftommait- 

date  dal  Cenerai  Eri^  tnMaaoiu, 

foccorfo  mandato  dal  General  Coman  m 
Caneatqualeje  con  che  ordinct  &  inco- 
troconnemici.  6g% 

foccorfo  mandato  in  Canea  per  mare  con 
tre  Galee,e  quali .  694 

fcccorfi  maritimi  mandati  da  Vapa  Iitn»- 
centio  X.  alla  Rep.  per  l'muàlione  del 
Regrio,e  quali .  69% 

foccorfo  portato dalt  jlrmataTurcbefu 

in  CaneatC  quale .  70} 

.Altro  con  jo.  GalectC  Satche  ■        704 

"Portati  ancora  da  pia  parti .  ^^% 

foecorft  di  Gente  mandali  dalTMtef.  /•- 
noc.X.itt  Dalmatia^  quali .  719 

foecorft  portati  da  Turcéi  in  Canea,  j^ì» 
7S3- 

Sof- 


T'  A    V^^  O     L     A 

StfiUoieìU  Cbiefadi  sm  Vrtm^t^  di  SftiaUS  ss.Gio                 hipamiote 

Vaola  dà  cbidlp>ìim ,                    »•  dacM  fondati                   ,  aliati ,  e 

sojSStto  delta  Cbiejk  dis,Mamno4a  chi  ptttwfe,                                       1% 

diurno.                                       J4  spedale  di s.  Afono  doaefofiefdtke' tra- 

soffittùdelU  Cbiefadis.GKfippe  da  chi  fpvtaKt e  fua memoria .              rj8 

dipinto .                                       75  spedale  di  s  Jacopo  ddt^totia  chigutKr, 

so^to  dtOj.Cbiefadis^MitfeVftmtoèt-  noi».                                         K>{ 

ratote  Uuorato  a  Mofaico  ,             ^  spedate  dtr  ^lifCwrairiUy  efita  fondati»* 

sogittodeU*  Chtefa  di  s.  luca  dachi  èi-  iie.                                            371 

p(Mo*                                         Ut  Dàcbigmmato ,                         tjx 

Mjfitto  della  Chtefa  della  Madama  de  spagnoli ,  perche  efcladeffero  il  Duca  di 

Miracolidaehidipmtb.                177  Sfjuers.                                    6^7 

io0tt9  della  Chtefa  de  gP^urtéili^Hot  sp^noUriaifaiioH'ogiPtMdeUa  Hepubce 

•mamentite  fnepittwerdacbi  fofte,  .tfuaie,                                       6iy 

272,  sppioUaffediaCafide.                    660 

s^^tadelUCbiefadeGiefmtitefHéiel-  spefe  fatte  da  Gio:  Francefco  Aforofini 

teXXf'                                       Tj^  "Patriarca  dtyenxiiawt  far  np*rari$ 

foggem  eammendati  per  yalaret  per  fede,  Tatriarcato^.                                19 

epercoflax^^fclje  fi  ritrouomo iteli'-  spefaperleeofenett^ie  dtUaCbiefadt 

affedia  di  Creati  ipidr.             69^  s.Marcottfuanto  sif  -                    io<} 

Soldatefche  mandate  idf  Imperatore  tir  spe f a  qttdfia  nella  Gondola»  e  fta  appa- 

jtaiia  in  quanto  numero»^  e  fottoàfaai  reecbia,                                    45tS 

Capi,                                        tfjjr  tpettatohgf^atotf»alfi>l}»  netta ereoiiott 

Soldatefcbeinmat^daiLellepukJadifefa  del  Doge  femerv .                      tfij 

delDucadiHodenaTepert^uAtaitfa,  sifHadraMattoferefmvatoredoiiedim»-- 

*7J.  0rato.                                   Tìj 

fóldattfcbe  TUrtbefebe  dnbkreitte  fo-  Jt^  del  Dogffìew^HdfoJìeie  giunta 

pra  la  loro  ternata  im  cbe  tutìneto,  honarata .                                  4^^ 

6ga>  Stato  Veneto  some  partorito  f&  in  cht 

/ridati  ricmoftÌMtidallaKep.qtiali^  per-  fondato^                                    41S7 

ehe^                                          (S77  flendardi  del  Doge,  e  perche  di  dittero co- 

fótdatimandatidalCardinal^nmioia  lori,                                          479 

Sanmiedaiie,                        6ij  Jìaec9del  Doge  ciò  cbe 0gfii^hi^eowteh 

fiUemitiamdiCattalogpateiiTprrt^aUo,  haueffe.                                     473: 

tìji^  ffanxe  del  ptda^  Patriareate^he  guar- 

fim^iìtn^a  fri  il  Doge  ,  &•  U  Kettore  daniyfopTaiicampOy&\ancotiaeUetche 

delle  Cittdpartrcolari.                468'  guardanoJbpraUif^ignàrdatbirimo- 

Soprap'aueditori  affiati  alle  Forte^  dernate ,                                      19 

di  Cunffif  j  e  quali  ,                      690  fìatt^delie  Gkie,à  Tefm  ,             los 

Sorifa  fianzfi  tFftcahi  rcmiefirefe ,  e  Stamatti  Grecoicbe  nl/M  ilTeforot  e  co- 

dcbi,                                     6af  Pie.                                        roj 

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jfcflff .                                         471  detta  Libreria .                           J  i  J 

^otmeg^de  pweri  amfratidelta  Scuola  Statimene prefa  da  fienai ,  fotta  H  co- 

disjGiomnnr.                             184  moMo  ael  "Proueditor  General  deli'- 

Spedale  delle  Bqccole  da  chi  infiitmto,  jirmata  Barbaro  Sadoer^tmOitit^U 

*^  '  i   6       firn- 


.* 


VI 

« 


T    A    V 

flampa^qHmio^e  ione  hauejji  principio . 

ftabilijc  ricche^, lafciate  dal  Doge  a  san 
Marco  ^  559 

Stanislao  Recca  ^mb.in  Venetia  >  man- 
dmda  SigifmodoVrcncipc  di  Suexia  ^ 
eletto  Kè  di  'PoUmiajquandoy  e  perche . 

Statua  Equefireicrettaper  ordine  TiéU- 
co  al  nome  di  Taddeo  P^olpeda  Imola 
condottiero  della  Repuhl.  e  fito  Elogio  • 
41. 

Statne  di  Marmò  Torio  fcolpìte  da  ^nt. 
Lombardo%  e  da  Taclo  Milanefe  9  done 
collocate .  43 

fiatm  di  Bron^^da  chifatte%t  dune  collo- 
cate. 52 

ftatrn  Eqaeflri  di  Tlkolò  Orfìno  Conte  di 
jHttiglianodoue  pofta  per  Decreto  Tié* 
ètico  %  e  fiso  Elopò  diFr.  Leonardo  da 
Trato  condottiero  detta  Rep^  e  fuo  E- 

kgiQ^  60 

Di  BartolameoColione  da  BergamOtdo- 

Hcfituatayfim  ornamenti  %  &'  inferita 

tieni .  ^i 

StatuaTedefbre  di Dioniiio  T^alio, {col- 
pita da  Loren:^  Bregna  >  done  pofta 
per  ordine  del  Senato  >e  fno  Elogio  » 
ibid. 
fiatua  Eqnefire  >  eretta  per  ordine  dei 
Senata  à  Tompeo  Giufliniano  Maftro 
di  Campò  Generate  della  Rep^  efm  £- 

fiatua  Equefire^erettaper  ordine  del  Se- 
.  nato  à  Oratio  Bacioni  Capitano  della 

Kepffcrfpéo  Elogio^  70 

fiatMfdel  Dogete  Dogar  e ff a  Grimani ,  con 

akrk,  che  adomana  il  loro  fepolcro  da 

chi  {colpite .  74 

piatue  j  e  figure  pofte  neW^  utttare  di  sXo^ 

renioda  chi  {colpite  ^  &i 

fiatue  dette  i  tre  Santi  da  chi  {colpite  9  e 

come.  Bouepofie^^  Edi  dotte  yenute à 

venetia.  103 

ftatue  pofte  {otta  aW^  organo  dis.  Saluato- 

re  da  chi  {colpite  •  121 

fiatua  pedeftre  pofta  per  Decreto  Tublico 

édlamcmoria  di  Battolammo  jilmanoi 


e  {mEkgi9. ,  fjr 

JbttHe  {colpite  da  Clemente  Moli  >  d<me 

pofte.  lyp 

fiatHt  di  Tulio  Lombardo  doue  pofte  » 

ftatue  pofte  nella  {ommitd  della  facciata 
JUsa^Giorgio  Maggiore  daebi{colfi^ 
,te  .  %%z 

VsUi  Tiicchi  di  e ffa  facciata.  Uf. 

fiatua  pofta  {opra  al^ijfima  Torre  rf*^- 

thene^e  {noi  effetti.  %^^ 

ftatue  pofte  in  aria  {apra  pilaflri  nella  Fa^ 

brica  della  Libreria  TuUica  »  e  cófa 

rafpre{entmo .  jiz 

ftatue  dachi  la{ciate  alTublico^e  doue 

céUocate.  ji% 

fiM$e  di  Bren:(p  >  che  battono  con  mar" 

tetti  lebore^da  chi  fatti 9  e  quando. 

fmuA  di  Francefco  Fofcari  Dogcdoue  po^ 

fia.  319 

fiatua  di  Francefco  Maria  I«  DfiC4  d*/^r- 

bmo  da  chii  e  quando  mandata  à  Vene- 

tiaJDoue  pofta^e  {uo  Etoffo .  761 

Stato  d'VrbmoquadoricadutùjalU  Chie- 

fa.  666 

ftendardo  della  Città  di  Brefcia  >  doue  pò- 

fto^perchCiC  quando .  pp 

fiendardi  doue  efpofti»  da  chiy  &dclndih 

nati .  2j6 

fiendardi  di  Tìa^y  doue  pofti  9  e  loro  fi* 

gnificato.  195 

flendardo  datto  dal  Doge  tonte  {tditèfo-^ 

lennitàà  Iacopo  Fojcarini  9  e  quando  »> 

6%6. 
ftendardo  della  Kep.  piantato  in  Cliffa  %  e 

da  chi.  714 

flendardo  di  s. Marco  inalberato  fu  la  For. 

tezp^  del  Tenedo .  738 

fortite^  {caramuccie  fe^uite  im  Cmdia  jC 

quaU.  751 

fiima  fatta  da  Turcbiiel  Oberai  ù^ 

MocenigOfi^iale  >  e  quando  dimoftrata. 

726. 
Steffano  CaUtpmo  >e  {uè operatiomnella 
,  Città.  551 

Steffano  MeganiPano  Ré  della  Ro{cut  Co- 

l  rtmor 


r    A    V  O    L.  A. 

'  fùHatò  da  w  Cardinale .  5^1  TauoU  con  santa  Barbara  diffnta  da  la* 

Sfreno  delle  cofe  del  Mondo,  e  Xflo  del-        covo  Valma  il  recchio ,  40 

la  Religione  del  Doge  Vietro  Ziani  •  tauola  dipinta  da  Bartolomeo  F marino . 

ftudi  d"  anticaglie,  doue,  e  di  chi  fiano.  Tauola  di  Leonardo  Corona  ,  dipm- 
jyi,     *  ta  in  yn*  Altare  di  Cafa  QHerint  . 

/ludi  di  Mufica  >  dot^e  >  e  di  chi  sijno.        ibid. 

jyp,   .  tauola  dipinta  da  Donato  yenetiano  do- 

ftudi  di  jlrme,  doue  ,  e  di  chi  fiano  .       uepofta.   ì  41 

380.  .  Tauola  dipinta  da  Varis  Bordone  . 

ftudiodiflatue  >  &  anticaglie  da  chi  la-        ihid. 

fctato  al  publicOfe  doue  ripofte  ^     6i6  tauola  di  Iacopo  Valma.  ib. 

Suecouarì  terra  nella  Dalmatia,prefa,  &.  Tamia  del  Caligar  etto  •  41 

^rfa  da  Turchi.  '709  Tauola  dipinta  da  Titiano  9  doue   . 


stiolo  della  Chiefa  di  s.Marco,  comelauo*       42 
rato .  08    toitol 

JUiparedi  Mufsd  Bafsd  General  deìt-        48. 


rato.  08    tauola  di  laofpo  Tintoretto  »  doue  . 

pare  di  Mufsd  Bafsd  General  deltr       48. 

.Armata  Turcbejca^  e  fue  parole  .    tauola  di  mano  di  Gio:  Bellino  ^  doue  pò- 


702.  ft^^                                 ..55 

tauola  dipinta  da  Santo  Ter  andane  doue . 

T  53- 

*  tauola  dipinta  da  Toh  yeronefcy  e  datt a 

allefiampe .  ^z 

Tabernacolo  in  Chiefa  delle  Fergini  ^  tauole  di  Iacopo  Talma ,  del  saluiati  9  ai 

da  chi  dtjpinto .                        20  Paolo  Nerone .                             54 

Tabernacolo  in  Chiefa  di  S.Giuflina  rie-  tauola  famofa  di  Titiano  con  s.Tietro 

cbiffimo.                                    4^  Martire.                                   6% 

Tabernacolo  riulnffimo  poflo  foùra  l*^t-  tauola  dipinta  da  Taolo  Nerone  fé,  doue . 

tare  di  san  LorenT^Oyefua  dejcrittione.  73, 

81  •  tauola  di  Iacopo  Tintoretto  doue  pofla  • 

Tabernacolo  di  s.Giorgìo^  fuaforma^ma-  ibid. 

teriate  lenificato .                     224  tauola  del  Caualier  Liberi  $  doue  pofta. 

D.  Tadeo  Barberino  fatto  Trefetto  diRo*  ut. 

ma  per  la  morte  del  Duca  d' turbino.,  tauola  dipnta  da  Bernardo  StroT^  Prete 

666.  Genouefedoue  pojla .                   118 

Generale  delle  Militie  preparate  contro  tauola  neit  .dltar  della  Madonna  in  san 

il  Duca  di  Parma .                     672  steffano  da  chi  dipinta .                i  $J 
Cbiedt  il  paffi>  al  Duca  di  Modena,  e  co-  tauolta  dipinta  da  Leonardo  Corona,  e  do- 
me accordato.                          67}  uè.                                         145 
Taglio  fattù  nel  Ti  9  quando ,  e  perche  tauole  y  &  altre  pitture,  che  fono  in  santa 

6^1.  Soffia  da  chi  dipinte.                    147 

Tauole  de  gPMtari  neUa  Chiefa  delle  tauola  con  santa  Lucia,  dipinta  da  Be- 

rergini  dachidipinte .                  20  nedetto  Diana ,  doue  pofla .           148 

TauoladelTahnaFecchi09da  chi  r'mo-  tauola  con  santa  .Agnefe  nella  Cappel- 

uata.                                         32  la  Contarini  da  chi  dipinta.          16$ 

Tauola  dipinta  da  Girolamo  Santa  Croce,  tauola  difinta  da  Titrnno ,  doue  pofla . 

38.  169, 

Ta- 


T  A  y 

TmArdiTttÌMai,eTm^lenaiedoyt!  po- 
lle. iSS 

Tm>Ukdipiatxé*  Pani»  ^erow/è-»*»» 

|!^.  2it 

TamU  dk  'Hicolò-  Hmieri:t,ioMtpoffà . 

T'dHo/r  toMiìrate-  dal  TmtotettOt.do»ei  e 

quali..  i*S 

ToMola  dipinta  da  Le^dmiaBalpim.  K.. 

ibié^ 
ToHtda.dimanAdi.Titianoxedoue..    lyj: 
Tawta  diputtadoi  lacopO-Talma^  daae  ^ 

a  SI. 
Xentritioue  pojii,^  opere*,  cbenrifi  reci' 

tam  ^  391 

Tetnpia  deUaMiidt>nna.deilastUHte>.  ttr- 

minata  tChe sij  i.qiiaBto-eofl'erdal  Tu- 

blico .  i8o) 

^mpio  del  Siedentoxe^andotermiitato.. 

616.. 
Tctb/eiì'f^fìr  Cìrcaffii  ^fkpremacomaa- 

dante  deti'-Efereitod*Tbraim,  manda- 
to in  Ualmatia  y,vd  aH'ajJèdio  di:Sebe- 

nico ..  71L 

Si  ieuadai^'  affeiio  dr.Sebeià£Ci^fenhe  *■ 

etptand»..  ib.. 

Jtà  con  genti  mfotcorfo  di.  Clijfa  >.  vien. 

eombattmo  ,yinto  ,,e.  fugato  da  chi*  e 

qwMevolte..  71  j: 

Jemperatr^  rfata.'in^SicHiaiftaiuoge 

Dmenifo  Mlchieie .  349^ 

lfe7tedaotcMpato^aÌ.Muda!^^_c  fmim- 

prefa..  57}: 

TentatÌMO  dilCot^aìi^dnuah'.  riiiftito 

vanoic  come ..  684: 

Terentìopre^dnScipione^fmofm»iù- 

ne..     '  470. 

T.trmini;diUiÌiiIWptni  T0>mmiO)eGte~ 

eo,0-  ottttoritàÀe.  S,crittori:t  e  quali , . 

539- 
Terre prefe.nelJO!ffiKdaUà'i»p*e  quut- 

do.  587- 

Terra  d'Arriamràrhiraeeomaitdàtatdo- 

po  TKitutafottoaUìomiiàOfdelU^^ep.. 

677. 
Tirridel.Cefenatìeo  tsomcite  dà  chipre- 


o  t   a: 

TerradiCoUegitefnfiurfimMekmili- 

tiexcbeviaianoi^iatdarut.       ^79 

Termnati  in  renetiattqwxndaK%6f.^ 

Terremoto  mlbmaiua%  e  Toftxata  x^fim 

imnit  j^f 

Teforo^uat^arHUtatOt.dacbi  t&.intbt 

Teffttdi  santa  Cecilia  doiK  fi  an^irm  . 

407. 

TeMne.inondagttmaKdaam  appottati,e 

^umtio..  g^t 

uBtrttvolta,  jji} 

Te/le  leuateda  SeleSarad^amt  Etif ,  e 

■  pen^utaLcaufa..  .     69^ 
Tm                           reautaà  Wtne- 

ti  Spa- 
rii iUgmHìiieU'- 
0  75 
Do  wta.-  15J 
rfti  1x^.2-17: 
Da  l88; 
Tia  ffitiyequalttd^ 

Titolo  di  Xyiàmatia^dkCtoatìx^chifri. 

maàato..  fK 

Titolo.  itEmaen^a  à  chi  dècrttato'  dal 

Tonteficce  quello  auuenifie.        S6& 
Timpiano  ièdiO'Oaàa  ff  fiul^^lMi .. 

55Ì.. 
Tomafo da  Siena  FtateDeainicam-ifua 

fèpólturatefin  Elogio .-  ay 

Twti^p.Maeenigo  l^e  ^thne-féptUO'i  e. 

■  fitoElogio-..  f$f 
limafo  da.  RdwiMit).  e  fio'ntratttrdi- 

Bronco..  iio- 

Toma^Li)nà>atdixSctdt»txefuttopWA. 

Iti;. 
Ttmi^o  da  lOxitaatttMèdko  ^i*t>pera  > 

fiatuadiBron^teffo-Elt^.        ìi6 
TomafoC^aarini'Ptvcfm  ritratto,^ 

Eiorio ..  166 

Tomàfo  Cantorini  SìnMon  rfmfritrottf 

&Elogto,.  ib.. 

Tomi^O'  Talenti  done  fepako  j,efHtm' 

morie ..  iij 

Tornilo  Morefmitfue  totiotàrfmt  mAk» 
cfnelodifdoue  fepoltOtfHafiatHai&' 
Mio- 


T    A    V 

Torneo  Lombardo  scuUore^tfadcpera  • 

«59. 
Tomafo  CanaUfuafepolturape  /ÌMmr- 

moria^  270 

Tomafo  Morefini  TìOiriarca  di  Coftanti* 

napoli  da  chi  fatto  •  5  A 

Tomafo  Contarmi  9  mandato  in  Tofcana 

dalla  S€f  .e  perche  «  622 

Tomafo  Ccntarini  fatto  ^^4Ìuefc(mo  di 

Candiate  quando .  6^0 

Tomafo  Contarmi^  detto  Amb.  ordinario 

À  Roma.  640 

Tomafo  Contarini  9  efuamorte^come^  e 
4oHe  accadnta  •  6Sa 

Tam/ifo  Morefim  Capitan  delle  T^anid 
Dardanelli  per  impedir  t>fcita  ali*  ar- 
mata Tnrchefcaje diche  auuifato  da 
fchiamiChe fngginano daTurcbi ^  701 
Prende  i  Borghi  del  Tenedo  9  e  dà  Ucen- 
Tyid  foldatii^  fredareie  in  che  forma. 
702. 
f^itoma  in  Candia  >  chiamato  dalla  con^ 
fnlta .  70} 

Sna  imprefa  con  Ciò:  Battifta  Crimani 
nelVortodiZea.  706 

Sno  combattimento  con  40.  Galee  Tur* 
cf}efche$erauontodttnttoilfatt0.jo6 

Tomafo  Soran'S^Ojfua  mortej  doue^  e  come 
feguita.  745 

Toma  MocenigOiefua  morte  .         719 

Triadano  Oriti  Gran  Senatore  y  ^no  di 
Andrea  Gritti  ti  DogeÀouefepoltOffuo 
'DepofìtOtC  fuo  Elogto  •  5  5 

Trifon  GabrieUoydoue  fepolto .  75 

traslatione  de  Corpi  santi  di  s,  Zaccaria 
con  folenne  procejfione .  85 

Trono  Ducale.  loi 

Tulio  Lomòardo  Scultore  >  &  jàrchitet-- 

to.  lai 

sue  opere  •  154.285 

Tribun  Memo  DogCyfuofepoUro  yfìatua  > 

&  Elogio.  222 

TribunifC  Maefirode  Caualteriycofa  rap^ 
prefentauano .  535 

Tribuni  datti  per  compagni  al  Doge,  qua- 
do,  536 


o   L  A: 

TorredeUehorediTìaf:^yifka  deferì 

tione.  317 

trattenimenti  in  tempo  di  fiate  per  la 

Gondola  «  4^ 

Trombe  (P^jdrgento  astanti  al  Dcge,  e  toro 

fign^cato*  479 

TrautSpaìMroy  e  Sebenico$  quando  fotto- 

meifl.  %6j 

tregua  rinmata  col  Vii  d'Fngheria  y  e 

quando  «  550 

Tripoli  y  oca^ato  dal  Soldanoy  e  quando  • 

Tnmfam»e  difcordiecùnloro^eper  qsuA, 

catone  •  %62 

Triqtim  da  dsi  r^renatì  eoo  mtdto  lor 

danno.  644 

Trautmiftorf Generale  deU^^rmi  di  Fer^ 

dinandoycome  morjesc  doue  •         548 
TorridiTrimierayele  yollaucyda  chi 

prefe .  57* 

S.  Todoro  ricuperato  da  Lu^Mocenigo 

Troueditùr  delt^rmata9Come  >  e  qua* 

do^  yij 

Tumultoye  Baruffa  cccorfa  in  TtazT^a  ai 

San  Mdrcoyquandoy  e  perqual  caufa . 

6Z7. 
Turbine  impetuofo  sn  Fenetiay  quando 

occorfo  y  dama  apportati  marautgUe 

eaufatcy  e  quali ,  750 

Turchiysbarcati  alla  Madonna  di  Gogniy 

<!r  in  che  numero  «  691 

Turchi  battono  U  Carnea»  affaUi  dattM  > 

fortite  y  e  fauioni  feguite  fotto  diejsa» 

&  altri  accidenti  «  69^ 

Turchi  9  tentano  facqniflo  delta  Forteti 

^a^e  ^orto  delia  Suda  •  70} 

Turchi  fotto  Sehemcoycome^iptandoye  da 

chi  fcacctati .  7^ 

Turchifpmiper  ordine  della  TortUrUck 

la  Croatia  >  per  attaccar  il  Forte  del 

Conte  di  Sdrino  fotto  Canifsa .      7^4 

• 

.V 

V^lerioOrfino Generale  in  Dalmatia 
perla  Kefub.  dmitfefottoyfuo  depo- 

fitOy 


T    A    V 

(uo$  &  infcrìnione .  1 54 

Vdiraia  'PriMfipefpt,  moglie  del  Doge 

'Pietro  Camliano .  549 

ydletuferitotc  fattoptigkmefe  doue. 

661. 
Fugge  di  Prigime  >  e  riferifce  i  prepara- 
menti de^  Imperiali  per  forprender 
Mantoua^e  non  vien  credutOit  perche. 
662.  . 

sua  fattione^  con  chi .  676 

SUO  -palorey  doue  dimoflré^o .  678 

Ferito  con  il  Baron  Hesfelt^e  doue .  683 
Vdex^  abbandonatòie  perche.        66x 
yalore  di  molti  Gentil* huomini  Veneti , 
che  mteruenero  nel  combattimento  con 
VajfeUi  Turchefchi  i  e  quali ,  doue  y  e 
quando .  6pi 

Valore  del  Prete  sorichj  e  del  Gouernator 
Tqffldaria.  714 

'^Vangelo  di  s.Marcofcritto  di  fua  m<mo , 
quando  fi  hebbe .  1 02 

-Varie  Hiftorie  lauorate  d  Mofaicotnuoua 
mente  nella  Qhiefa  di  s.  Marco»  e  qua- 
li.  106 

'yarij  ornamentiyche  fono  nella  cappella , 
&  altare  Afcig.  di  s.  Giorgio .      2  24 
Varie  >  &  eccellenti  pitture  di  Vaolo  Ve^ 
ronefe  nella  Chiefa^e  Conuento  di  s.  se- 
"    baftiano.  %6i 

*Varif  piaceri  co*  quali  fi  ejfercita  la  gio- 
uentù .  454 

yariatione  della  Creatione  de  Dogi  y&in 
'    che  tempo.  47  j 

VafielliySptnti  nell*.4driatico  daliVffuna 
contrj  VOrdine  dei  Ré  di  spagna ,  &  à 
che  fine .  648 

Vagelli  incédiarifffpinti  da  Ven.  contro  t 
armata  Ottom.mfrutUiofamente  .704 
Vajje/li  prefi  d  Turchi  y  e  mandati  a  Ve- 
netiayquantiyC  quali.  7  j  2 

V affé  Ili  detti  le  sultane  i  prefi  d  Turchi  y 
quando  giunti  à  Venetia .  745 

Vajjello  prefo  da  Veneti y  con  che  carico  > 
e  di  doue  partito .     *  740 

VaJJellt  y  spediti  dal  Tublico  in  Candia  y 
quantiyC con  che prouifioni .  752 

Vajjello  armato  del  Miagoftouicb  di  che 


o   L    A. 

giouamerito  fojfe  à  Sebenico  nelt  n§e^ 

dio  de  Turchi .  jn 

Vccellare  in  Valle  y  ciò  chefia,  e  ^me  y  e 

quando.  ,  4^4 

Veglia  Ifola  della  Rep.elBtta  per  lefejfuh 

ni  deWefecutioni  della  pace .         ^50 

Venetiayfua  Origineyfondationcte  deferita 

tione .  i 

Venetia  chiamata  Regnine  da  chi.    480 

Venetia  còrrifpondente  d  Cofiantinopoli. 

538. 
V^netiani  accrefi:ono  Cjlrmata  di  marcy 
e  l^efercito  in  terra .  tf  58 

Veneti  affaLnialVa  Schienta  da  Vapalini% 
e  quejH  rìbutati .     ,  68? 

Vern  in  memoria  di  Iacopo  Suriano  3f  c« 
Mcoyc  della  Famiglia .  1 30 

Verfi  re^iftrati  dal  Stringaydoue  pofti. 20% 
Verde  ftgliùla  di  Majlino  dalla  Scala  fuo 
^Itare^uafiatuayefiieinfcrittiom.  161 
Vefcoui  deli  Ordmt  Dommcano  >  quanti 
siino  fepolti  in  ss.Giouàniye  Vaolo.   61 
Vefcoui  y  &  ^rciuefcoui  Veneti  »  cfee  w- 
teruennero  nel  QgmUìo  di  Trento  y  e 
quali.  60& 

Vtfcouo  Milani  di  Canea  >  conduce  feco  le 
Monache  del  rito  latinoydopo  la  re  fa  di 
quella  Città .  69! 

Vettor  Scarpaccioyfue  pitture,  e  doue  pfi 
fle.  47 

Vettor  Cappello  yfuaftatuay  douemorfc, 
ejua  memoria .  a  i  S 

Venute  de  Trcncipi  Eflemi  in  Venetia  > 
quando  -penncroyt  accogliente Mnori^e 
Felle  fattegli.  439 

Venuta  in  Italia  degVVnniy  danni  che  fe- 
cero; penetrati  nelle  Lagune  per  affa- 
lir  1*1  fola  di  Rialto  y  incontrati  da 
Veneti  y  fi  venne  a  giornata  y  ripcr^ 
tandone  i  Veneti  memorabile  Vitto-' 
riaye  quando .  54^ 

Vcfle  Ducale y  ciò  chefiay  e  quando  adofe» 
rata  dal  Doge .  471 

Vice  Legato  di  F errar ay  fatto  prigione  da 
Venetiyedoue.  6%6 

Vicenzjo  Dicdo  Tatriarca  3  e  fuo  £fo-» 
gio.  7 


T    A    V 

ficehxp  CappeOo  General  da  Mar ,  fua 

Jìatua,ffuo  Elogio .  39 

Ficem^  Cappelloi  efuo  Elopo .  87 

Fuenxp  GHJfoni  CaHalierjmfepolcro,& 

Elogio.  134 

yiten%o  Gitjjant  K.  Vrocjm  rttrati 

Elogio . 
Vice^o  Scarno'^  ^rcbitetto,e  fui 

ra. 
.  f^ieario  della  Cbiefa  di  S.  Marco . 
Ficenifiyalirifto.efuerarefianipt 
yìcejf^Tronote  Girolamo  Lippa 

Caualieri  Oratori  al  Rè  Filippo . 
Vicenx.0  Goifiapi  sfuccede  nel  Ducato  di 

MantoHaperla  morte  di  Culielmo  Juo 

Tadrete  quando .  62  j 

yicenXoGonx.aga  fuccedtal  fratelhnel 

DiuatodiMantoHa,efuamorte.  6^6 
Virginto  Or  fino  da  Lamentana,cfua  mor. 

te  .  6^9 

yittà  Landotfua  ritrattate  fno  Elenio.  3  3 
yital  Faliero  Doge,  douejepolto,  efuo  E- 

logia.  95 

Vittorio  Tifati),  fua  virtù,  udiifunerali , 

fepolcro,&  Elogio,  31 

Vittorio  Scarpacciatc  fuc  ofere,    6^. 

I5S. 
Vittorio Gambellotfcidtore, e fue  opere 

ms.  Stefano.  1x8 

Vittorio  Cappello  di  BartoUmeo  >  creato 

QaHaUero  dal  Senato.  473 

Vittoria  ottenuta  da  Veneti ,  di  Ruggiero 

^è  di  Sicilia,fotto  il  comando  di  Gìoho- 

ni,t  Calieri  Nolani .  347 

Vittoria  Jiauale  ottenuta  dalP  jtrtni  Ve 

nete,e  Vrencipi  Collegati  contro  tjir. 

matadiSelim  Granturco.  348 

vittoria  Ottenuta  da  Veneti  nella  Città 

di  ^crtfde  Genonefì .  348 

"Vittoria  riportata  daìia  Kepublìca  de  Or- 

nouefi  ut  Sicilia,  fotta  li  Troueditori 

Marco  Gradenigo ,  e  Iacopo  Dandolo , 

nel  pòrto  di  Trapani .  349 

Vittoria  'ìiauale ,  rapporttttuda  Veneti , 

contro  "Pipino .  347 

'"'tioria  ottcnHtada Domenico Micbiele  , 

^>*aado,c  dotte ,  3>. 


0  t   * 

vittoria  e  tchi,eifitai^ 
do  otteì                                       54J 

vittoria  0  de  gl^Vmi,  e 
quandi                                       ;4(S 

Vittoria  at  (jraeiajjo  t'altero ,  ottenuta  à 

tenuta  da  Veneti  nel  portg 
'>  quando  te  come  fueeeffa. 

tenuta  da  Luigi  Mocenigo 
,  e  Cipìtan  General  da  Mar 
ata  Turchefca,equ<indoqii 
■nuta  decimata  Veneta  > 
contro  la  Turchefca ,  come  «  e  quando . 

vittoria  ottenuta  dal  General  Giorgio 

Morefiniànfieme  con  MaUefhviano  d 

milo  di  3  6.  f^alee  Turcbefcbe,quando, 

e  come,        1    "  754 

Viuiano,  Viuiaoi,  Medico,  fua  effìgie ,  & 

Elo^o.  13S 

Viuarini,e  loro  opera ,  atfp 

virtù  Morali,  doue  rapprefentate .    34$) 

vite  de  Tremipi  diVenetia .  517 

Vifuuio ,  quando  aperto,  e  danni  apporta^ 

ti,  757 

VladìjlaòSigifmondotfuecede  al  "Padre 

nella  Curona  di  "Polonia .  óóy 

Sua  tnorte,e  quando  accaduta .        739 

Volti  murali  nella  facciata  della  Chie- 

fa  di  san  Marco  da  chi  lauorati  a  Mo- 

faico.  107 

Voto  fatto  dal  Senate,e  quando.        255 

Voto  fatto  dal  Senato  per  la  Liberatìone 

delia  Città  dalla  pefle,e  quale .      66^ 

Vrana  Città  prefa ,  e  difìrutta ,  da  chi ,  e 

quando.  711 

Vrbano  OSam  quando  creato  Vontefice. 

Vrbano  VII.  quando  creato  'Papa,e  qua- 
to  vifse .  £24 

Vfhquali,quaado  ì  Dogi  fi  creano  abfentì  ,  ' 
&  nellacr catione .  478 

Vfo  del  gettar  dinari  per  pia73^  dal  Do- 
ge da  cbi  introdotto .  558 

Vfcoccbi ,  loro  infolenxe  >  «  latrocini . 


v 


TAVOLA. 

Td^iati  à  pe^fCprefi  con  loro  barche  »    Zara  fue  ribelUom^  quamlp  »   5  5&  5^ 

dachi.  641        ^6o.$69. 

Loro  incurfioniiC  da  chi  rifojpinti  »  (£43    Zaman  Muflafà  Bafsà  General  delt  At^ 
Da  chi  chiamata  premiath  e  fomentati .        mata  Turchefca  done  fpmto  dal  Gran 

tf  ^g.  Turco  con  tjtrmata  \  e  come  nttmero- 

Scacciatidi  Segna  dagj^^nflriacitefre-       fa .  731 

pdio  introdotto  in  epa.  <^$0    Zecca^quando  finita .  599 

Banditi  rigorofamente  dagP  ^nftriac-    %glo^et  operatimi  di  Barbaro  Badoer^Pra 

cii  e  loro  barche  abbrncciate  ♦       650        ued.General  deWjlrmata .  745 

Zemim  prefo  da  yeneti  •  647 

Keftttuito  per  ordine  di  chi»  {f'  A  cbi^ 

ZMcarìaFendraminoTroc.doue^-  Zemonico,  come  prefo  dal  General  ¥0- 

p^o.                                 160  fcolotcon  tutto  il  racconto  del  fatto. 

Zaccaria  Salomone  Senator  cele--  707. 

,bre.                                       61%  Ziliola  Famiglia  %^quando  cpmmciafce  a 

Zaccaria  S^edo  Troc.  creato  General  fhrire.                                     $66 

tn  Terraferma  in  luogo  dellT  Errt^ .  Zor^  Biofihhcfua  perfidiai fcettraie^ 

66q.  K^^                                        7*S 


Fine  della  Taùok  ^ 


CATA- 


CATALOGO 

DE  I  SENATORL 

ET     HVOMINI     ILLVSTRI, 

Ch'erano  rìcratti  nella  Sala  del  Gran  Coniglio  jnnanri 

che  ù  abbrucciafle ,  di  mano  de  i  Bellini  di 

Titiano,dcl  Tintorecco,di  Paolo  Vcro- 

nefcj  e  d'Altri  eccellenti  Pittori. 


p  Ndrea  Nauaiero  Senatore 

ft  Antonio  Loredano  Caua]iero>e  I^Y)Curatore  di  Sbarco . 

P  Antonio TronoProcurarordiS.Marco. 

P  follino  Bauazzano . 

2  AngeloCorreroichefdpoi  PapiGregorioXII. 
Antonio  Bernardo  Dottore^  i  e  Caualiere  • 
Antonio  Cootarini  >  Procurator  di  S.  Marco  t 
Andrea  Donato  Caualtcto 
Angelo  Politiano. 

Antonio  Comaro  Lettore  in  Filofoiia. 
Andrea  da  Molino  Senacorcagià  iìglìolodi  Henrico. 
Antonio  Dandolo  Dottore . 
Agoftino  Barbarigo  Proueditor  Generale . 
Antonio  Cappello  Procurator  di  San  Marco* 
Antonio  Giultìniano  Senatore* 
Andrea  GradenigoSenarorci  padre  di  Luigi . 
Antonio  Longo  Senatore  i  padre  ^ii  di  Rancefco . 
Antonio  Calbo  Senatore ,  padre  gii  di  Pietro . 

B 

BEmardoGiuftiniano  Proairatordisan  Marco. 
Beflarìone  Cardinal  Niceno. 
Borbone Morofìno  Dottore > e  Senatore. 
Biondo  da  porli  Hifìorico . 
Benedetto  da  Pefaro  Generale. 
Bernardo  nauaiero  CaualÌero,e  poi  Cardinale. 
Bernardino Rinicro  Senatore. 

Car- 


,« 


>' 


CArlo  Zeno  Pfocumot  di  san  Marco .  ^  <  /  ""'^  /* 

Candiano  Bolani  Dottore  ^  e  Senatore .  ^  ^  •* 

Chriftoforo  Duodo  Procurator  di  san  Marco  ; 

D 

DAnielIo  Barbaro  eletto  di  Aquilea  . 
Demetrio  Cakondilc  Greco . 
Domenico Triuifano  Procurator  di  san  Marco. 
Domenico  Grimani  Cardinale  Pigolo  del  Doge  • 
Domenico  Marino  Procurator  di  san  Marco. 


Emanuello  Chrifolora  Greco. 


FAntinoMichiele  Caualiero^e  Procurator  di  s.Mar co  » 
Fantino  Giorgio  Dottore  Caualiero. 
Francefco  Landò  Cardinale . 
Francefco  Diedo  Dottore,  e  Senatore  • 
Francefco  Contarini  Giurifconfulto^e  Senatore. 
Federico  Contarini  Procurator  di  san  Marco  • 
FiUppo  Trono  gid  di  Priamo»  Procurator  di  san  Marca. 
Filippo  Trono  figliolo  del  Prehcipc  Nicdò. 
Feaerico  Comaro  Procurator  di  san  Marco . 
Francefco  Barbarigo  Padre  dei  due  Prencipi. 
Francefco  Barbaro  accerrimo  difenfordi  Brefcia* 
Francefco  Sanuto  >  Ano  di  Francefco  Caualiero. 
Francefco  Contarini  procurator  di  san  Marco . 
Francefco  Loredano  Abbate  della  Vangadizza  • 


C>  Afparo  Contarini,  che  fu  poi  Cardinale . 
'$  Giouanni  Michele  Cardinale  • 
Gio:  Battifta  Zeno  Cardinale . 
Giouanni  Emo  Caualiero , 
Giocondo  Architetto  Veronefc . 
Gio:  Barbarigo  Caualiero,  &  Procurator  di  san  Marco. 
Giorgio  Cornaro  Procdi  s.  Marco,&  Fratello  dellÀ  Regina . 
G io:Francefco  Pafquah'go  Dottore,  e  Senatore . 
Genti!  Bellino  Fratello  di  Giou^nn" . 
Giulio  Contarini  Procurator  di  s:  n  Marco . 

Gre- 


Otegorìo  Amafeo  •    ^ 

Gregorio  Merula .  ' 

Giouanni  ArgiropolOj& 

Giorgio  Trapezuntio>huommi  dottiffimi  • 

Giouanni  da  Legge  CaualieroiC  Procurator  di  s.  Matto  • 

Giuftiniano  GiqfTiniani  Gran  Cotnendator  di  Maka  • 

Gio:  Bactifta  Ramufio  Secretano  del  Consiglio  de  Dieci  • 

Gio:Matteo  Bembo  Senatore  • 

H 

H Ermolao  Barbaro  Patriarca  d'Aquilea  • 
HieroninK)  Donato  Dottore»  Caualie|t)i&  Senatore  * 


IAcopo  Sannazaro  Napolitano  • 
Iacopo  Loredano  Procurator  di  S.Marco>  &  Generale  • 
Iacopo  Lufignano  Rè  di  Cipri  • 
Iacopo  Vernerò  Generale  • 
Iacopo  Marcello  Generale .     . 
Iacopo  Soranzo  >  Auo  di  Iacopo  CaualMko  »  e  Procuratore  « 
Iacopo  Gufoni  Senatore  • 
Iacopo  Barbo  Senatore. 

L 

LEonardo  Giuftiniano  padre  di  Bernardo  Procuratore  • 
Lauro  Quirini  Dottore»  e  Senatore  • 
Luigi  Sterlado  Procurator  di  s.Marco«  . 
Luigi  Fofcarini  Dottore»  e  Procurator  di  s.  Marco  • 
Luca  Zeno  Procurator  dì  s.  Marco  « 
Luigi  Mocenigo  Procuratoi^di  s.  Marco^e  poi  Doge  • 
Lorenzo  Giuftiniano  Procurator  di  s.  Marco  * 
Leonardo  Mocenigo  Caualiero  • 
Lodouico  Ariofto. 

M 

« 

MArco  Antonio  Sabellico  Hiftorìcp . 
Marco  Grimani  Procur.  di  S.Marco  figliolo  del  pftndpe 
Marco  Mufuro  Arciuefcouo* 
Marco  Barbo  Cardinale . 
Marco  Zeno  Caualiero . 
Marco  Lippomano  bottóre ,  e  ^ertatoté  •    ' 
;  Marco  Dandola  Dottore,  e  Caualiero . 
Marco  ^Sanuto  Filofofo  >  &  senatore . 
Marino  Caraucllo'  procurator  di  s.Marco . 


Mar-