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Full text of "Vita della Beata Maria Maddalena de Pazzi vergine, nobile Fiorentina, monaca nel venerando Munistero di Santa Maria de gl'Angioli in Borgo San Fridiano (oggi in Pinti) di Firenze, dell'Ordine Carmelitano osservante, raccolta, e descritta dal D. Vincenzo Puccini"

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f- 

£ì*  V  VlTAstTELLA   BEATA 

MARIA  MADDALENA 
DE  PAZZI  VERGILE/  1 

NOBILE   FIORENTINA, 

Monaca  nel  Venerando  Muniftero  di  SANTA  MARIA 

DE  GL'ANGIOLI  in  Borgo  San  Fridiano 

(  oggi  in  Pinti  )  di  Firenze, 

DELL'ORDINE  CARMELITANO  OSSERVANTE. 

RACCOLTA,  E   DESCRITTA 

DAL  SIC  D.   VINCENZO  PVCCINI, 

Confeflòre ,  e  Gouernatore  di  detto  Muniftero . 

Ridotta  in  miglior' ordine  ,  con  aggiunta  di  molte  asgioni  virtuofe ,  e 

mirai/ili ,  canate  da  i  Troceffi  formati  per  la  fua 

Canoni^a-zione  , 

Et  in  quefta  fettiroa  Imprefsione  migliorata , 
&  accrefciuta . 


VENETIA,  PerilTurrini.MDCLXVI. 


CON    LICENZA,    E   PRIVILEGIO, 


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JAN 


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A    DEVOTI 

LETTORI. 


Dell  ordine  tenuto  net  defcriuere  la  prefente  V'tta  >  e  d'alcuni  frutti 
fpirituati  y  che  da  quefta  fi  denono  trarre . 

On  tutto  che  la  Vita  della  Beata  Maria. 
Maddalena  de'  Pazzi,  negli  anni  paffuti  da- 
ta in  luce  dal  molto  Reuerendo  Signor 
V  ineenzo  Puccini  buo.  mem  fia  (tata  da 
iu*  molto  Icdeuoln  «ente raccolta,  e  fia  co- 
à  grata  alleperfònediuote  ,  che  perfette 
volte  e  ftata  riftampata  :  tuttauia  per  efserfi  dopò  quella  for. 
mati  i  Procefti  per  la  fua  Beatificazione,  e  Canonizazioney 
fon  venute  à  luce  molte  fue azioni  fante,  e  mirabili, note  a' 
teftimoniefaminatiin  quefta  caufà,  che  in  quel  tempo  fu- 
rono à  detto  Signor  Vincenzo  occulte  :  e  molte  altre ,  che 
pur  da  lui  nelliftefsa  Vita  fon  tocche,  dagliftedi  teftimoni 
fono  (late  con  più  chiarezza  ,  e  con  altre  notabili  circon- 
ftanze;  che  più  marauigliofè,  &  efemplan  le  rendono,  tefti- 
ficate;  onde  fi  è  giudicato ,  che  raggiungerle  alla  detta  Vi- 
ta, fia  per  cedere  in  maggior  gloria  di  Dio ,  per  accrefcero 
ladmozionedi  quefta  Beata,  e  per  arrecare  maggior  pro- 
fitto fpirituale  a'  fedeli  :  e  per  far  quefto  con  maggior  chia- 

^     2,         rezza  > 


rezza  ,  èftato  necefiario  variar  lodile  ,  e  lordine  tenuto 
da  detto  Signor  Vincenzo  ;  e  fi  fpera,  che  non  abbia  da  et 
ierfenzaparticolar  gudo  ,  e  frutto  di  Voi  diuoti  Lettori . 
Poiché  qui  trouerete  raccolto  didimamente  ,  nel  primo 
luogo  la  vita,  che  queda  Beata  menò  nel  fecolo  ,  con  tutte 
leco(eoccorfeIe,e  conlefante,evirtuofeazzioni  efercita- 
te  fino  a  che  prefe  l'abito  della  Religione  :  le  quali  fé  beno 
pofiono  ef$ere  di  edificazione  à  tutti ,  fpecialmente  faran- 
no alle  Vergini,  che  defiderano  dedicarli  à  Dio  nella  fi- 
era Religione  .  Quedc ,  qui  troueranno  la  norma  delta, 
vita,  chedeuon  tenere  nella  Ca& paterna  -,  come  de  non 
portarfi  co  i  genitori,  e  parenti  ,  e  come  con  la  fèruitù  V  co- 
me nel  ritiramento,  e  come  nella  conuerfazione  -,  come  iti 
cafa  ,  e  come  inChiefa,  come  nella  Città ,  e  come  nella 
villa  ,  come  nel  Muniitero  doue  danno  in  educazione  j  e 
come  deuono  difpreggiare ,  &abborrire  la  (bntuofità  del- 
le vedi  ,  la  vanità  de  gli  ornamenti,  e  sfuggire  gli  fpetta- 
coli  del  Mondo  .  Con  Tefèmpio  di  queda  intenderanno 
quali  Muniden  deuono  eleggere  per  monacarli ,  e  con 
quallume,  e  configlio  dcuon  fare  tale  elezione  ;  qual  pre- 
parazione deuon  fareal  prender  l'abito  della  Religione  -,  e 
con  quaidiuotione,  eientimentodi  fpirito  deuon  riceuer- 
lo  .  Dipoi  fi  deferiue  il  tempo  del  Nouiziato  ,  con  le  virtù 
quiui  daleiefercitate,  quali  a  tutte  leNouizieReligiofc, , 
fono  fpecchio  della  pei  fczione  ,  &efercizi  ,che  nel  Noui- 
ziato deuono  imparare  .  E  perche  nel  Nouiziato  le  occor- 
sero quafi  innumerabili  edatf,  ne'  quali  fu  colmata  di  Ccle- 
iti  doni,  &  ornata  di  (ingoiai  ili  ni  fauonfpiriruali,ediui- 
ni,  fono  tutti  infieme  raccolti  per  ordine  fuccc  diuo  de' tem- 
pi-, e  dimodrano  alle  nouellcRcligiofc,  come  Dio  accarez- 
zi quelle  Verginelle,  che  ([>u  zz.uk> il  fecolo  -,  e  calpedate  le 
vanità,  e  le  pompe  di  quello,  fi  dedicano  à  Sua  Diuina  Mae-r 

dà  nel- 


flanella  Tanta  Religione .  Ma  perche  à  nulla  feruonoi  fa- 
noni Celelii  fènza  la  vn  m  prouata,  come  loro,  nella  forna- 
ce delia  tabulazione,  feguono  i  crauagli  e  le  tentazioni  or- 
rende, che  ella  cominciò  a  patire  nel  Mouiziai  , 
guitoronoper  cinque  anni  continui.  Douera^c  ice  ;aiu 
queftetentazionidalei  patite  con  ordine  diftinto  r  vna  dall' 
altra,  fi  pone  apprefso di  ciafcuna  tutti  i  rimedi,che  ella  vfa- 
ua  per  vincere  il  nemico,  e  le  gloriofe  vittorie,  che  riportò 
di  ciafeuna  :  per  mezzo  di  che  pofson  da  vna  parte  reftare-, 
ammonite,  8i  auuertite  l'anime  incipienti ,  nel  feruizio  di 
Dio,  efpecialmente  nella  Religione  ,  che  fi  preparino  alla* 
tentatione-,  e  dall'altra  parte  iftruite  come  deuono  valoro- 
fàmente  combattere  la  perfezione  alla  quale  fono  chiama- 
te, e  con  l'efempio  dellafua  fortezza  farfi  animo ,  e  feguitar 
la  ftrada  incominciata  .  E  perche  nell'ifteiso  tempo  del 
Nouiziato ,  come  gloriofi  trionfi  delle  Tue  vittorie ,  guider- 
doni de'  Tuoi  meriti,  cominciorno  à  rifplendere  in  lei  lope- 
razioni  de  miracoli,  lo  fpirito  di  profezia,  il  vedere,&  vdire 
le  cofeaflenti,  e  lontane  come  fé  le  fufsero  prefenti,  il  pene- 
trare i  fegreti  del  cuore  altrui ,  &  il  vedere  lo  (lato  dì  molte 
anime  pafsate  all'altra  vita  ;  fi  pongono  ciafeuno  di  quefti 
pnuilegiDiuini  diftintamente  lvno  dall'altro,  per  lordine 
de  tempi,  che  feguirno .  E  fé  bene  quefti  fono  ammirabile 
non  imitabili,  può  ciafeuno  di  qui  imparar  a,  conofeere  la  li- 
beralità della  Bontà  diuiua,  che  non  fi  fdegna  di  comunica- 
re a  Ile  creature,  che  l'amano,  perfezioni  tant  alte,  e  fopra- 
naturalijediquìaccenderfi  maggiormente  a  fèruirequefto 
benigno  Dio  con  puro  cuore  .  Dopò  di  quefti  s  entra  nel 
mare  delle  fùerare,e  mirabili  virtù  ,  doue  ciafeuna  fi  trat- 
ta diftinta  dall'altre,  con  vn  ordinata  concatenazione  }  dal- 
la quale  fi  può  vedere ,  come  vna  virtù  fia  parto  dell'altra  • 
E  sì  per  Tefèmpio  formale  di  ciafeuna  virtù ,  che  nell'az- 

zioni 


zioni  rifplende ,  come  per  i  documenti  >  che  ella  daua  per 
l'acquifto  dì  quelle,  e  per  le  molte  intelligenze ,  che  ella  eb- 
be negli  Eftafi  circa  le  perfezioni  ,  &  acquifto  di  tali  virtù , 
raccolte  ciafeuna  a'  Cuoi  luoghi,  pofeono  l'anime  diuotcre- 
ftar  illuminate  della  bellezza ,  e  perfezione  di  e(se  virtù  >  e 
di  cidche  deuon  fare  per  lacquifto  di  quel  le ,  e  come  le  de- 
uono  eftercitare  .  Ma  fpecialmente  le  perfone  Religiofe, 
e  le  Monache  in  particolare  >  qui  potranno  fpecchiarfi  > 
qua!  fia  la  perfezione  deli  ubbidienza  >  che  deuono  efèr- 
citare  :  qual  fia  la  pouertà  con  che  deuono  viuere  :  qual  fia 
la  caftità,  che  deuono  pofsedere  y  e  la  ritiratezza  >  &  altri 
mezzi,  che  deuono  ofieruare  per  mantenerla  .  Apprefso  à 
quelli  impareranno  come  deuono  amare  la  loro  Religio- 
ne -,  come  affaticarli  per  quella  >  come  efèrcitare  con  amore 
infàtigabilmente  la  carità  lvnaverfo  dell'altra;  come  zela- 
re lofseruanza  delle  Regole,  Coftituzioni ,  &c  Ordini  del 
Muniftero,  come  amare  il  rigore  della  difciplina  Religio- 
ià*,  e  come  le  Maeftre  deuono  alleuare  Iegiouanette,  cho 
vengono  alla  Religione  ,  e  guidare  perfettamente  i  Noui- 
ziati ,  &  igiouanati;  e  finalmente  come  tutte  quefte  virtù 
hanno  ad  efser  rette  dall  vmiltà.  Defcritte  tutte  le  virtù  , 
che  comprendono  tutto  il  corfo  di  (uà  vita ,  ne  fegue  l'infer- 
mità de  gli  viti  mi  anni  fino  alla  morte,  cfemplare  di  pazien- 
za vera  ad  ogni  trauagliata ,  &  afflitta  per  fona  .  E  (e  per  il 
mirabile  operare  ,  che  Dio  fece  iti  quefta  creatura,  alcu- 
no dubitale  della  verità  delle  cofe  notate  inquefto  libro  > 
fàppia  che  non  ci  èco(a ,  che  non  fia  efàminata  ne  pro- 
cc (li  della  fua  Beatificazione ,  e  Canonizizione  ;  e  tutto  fi 
è  raccolto  (èmplicemente  à  gloria  di  Dio  ,  e  di  quefta  fu;u 
Spofa  ,  &  à  edificazione  de  Pro  (fimi .  Riceuete  dunque, 
òdiuoti  Lettori,  quefta  breuefàtiga  ,  con  quel  fine  che  è 
fiata  mcfsa  inde  me  ,  &mgegnateui  d  approfittamene  per 

lavo- 


la  voftra  làlute .  E  Voi  in  particolare ,  ò  Reuer endc  Rch- 
giofe,prendete  per  guida  del  voftro  viuerel'efempio  di  que- 
lla (anta  Madre  y  ftampatcui  nel  cuore  le  lue  Rehgiofe ,  e 
lanteazzionijapprendeteifuoifalutifcriauucrtimenti  5  te- 
nete à  mente  iiùoilànti  ricordi,  che  trouerete  Ieri tti  in 
quello  libro;  &acccndeteuiinfieme  con  lei  nell'amore  del- 
lo Spolo  Celeftej  vigilate  con  efsa  nelle  fante  operazioni  , 
acciò  venendo  egli  non  troui  alla  morte  con  le  lucerne, 
eftinte  >  ma  trouandoui  accefe  del  lùo  amore  ,  e  con  l'olio 
delle  virtuofeopcrazioni,  infieme  feco  v'introduca  nel  fùo 
Regno  Cclefle ,  a  goderlo  eternamente  in  compagnia  di 
quella  (ùa  Beata  Spola. 


T    \X 


IMPRIMATUR, 
Si  videbitur  Reucrendifsimo  P.  Magiftro  Sacri 
Palati)  Apoftolici. 

A.  Epift.Bellicaftren,  Vifceg. 

Nos  Fr.Nicolaus  Rodulfius,  Sacri  Palatij  Magifter, 

ÓC  Vicarius  Apoftolicus  Ordinis  Prae- 

dicatorum . 

■ 

VTtam  prorfusadniirabilem  Beatse  Mariae  Magdalense 
de  Pazzis ,  hoc  voluminc  deferiptam ,  rhagna  curii 
animi volupeate perlcgimus .  In  eaenim,  vti  infpeculo  , 
quicquid  ad  recte  mformandos  fidelium ,  &  precipue  San- 
ftimonialium,  animos  deferuic, abundè  intueri  licet .  Qua- 
propter  vt  typis  detur  facultatem  facimus  .  Hoc  &  boni 
publici  caufa  depofeit,  &  noftrum  in  tantam  Matrem  obfè- 
quium,  quam,cùm  in  terris  degeret,  &  probe  nouimus ,  &C 
venerati  fumus,  Romas  xx.  Februan j .  M.DC.XXZX. 


Fr.  l^icolaus  Rodulfius ,  qui  fupra  . 


VITA 


Vita  della  beata 

MARIA  MADDALENA 

DE  PAZZI  VERGINE, 

NOBILE    FIORENTINA, 

Monaca  nel  Venerando  Muniftem 

DI  S.  MARIA  DE  GLI  ANGIOLI 

;  DI     FIRENZE, 

te*  Genitori,  e  della nafcita ,  &  Infanga  della  Beata  Maria 
Maddalena  •  Cap9     J. 

'Antichità  ,  e  Nobiltà  delle  Famiglie  de'  Pazzi ,  e  Buon- 
delmonti  Fiorentine ,  delle  quali  nacque  la  Beata  Ma- 
ria Maddalena ,  è  tanto  per  fé  chiara,  e  nota à chiun- 
que ha  cognizione  della  nazion  Fiorentina»  che  fareb- 
be Superfluo  il  diftenderfi  in  raccontarla .  Si  congiunfe- 
ro  infieme  quefte  due  nobiliffime  Famiglie  l'Anno  ài 
noftra  falute  1 559-  per  mezo  di  vn'honoratiffimo ,  e  le- 
gitimo  fponfalizio ,  nella  perfona  del  Signor  Camillo  di 
Geri  de'  Pazzi ,  e  della  Signora  Maria  di  Lorenzo  Buon- 
delmontij  i  quali,  sì  come  erano  pari  di  nobiltà  di  fangue,  così  anco  erano 
corrifpondenti  nella  nobiltà  dell'animo,  e  nell' affetto  della  pietà  Chri- 
ftiana^,. 

Videro  quelli  tutto  il  tempo  di  lor  vita  in  cafìiffimo  coniugio ,  con  grande 
vnione  d'animo ,  e  fenza  querela  l'vn  dell'altro .  Era  infra  di  loro  fcambieuo- 
le  f  onore ,  e  la  riuerenza ,  che  fi  portauano  ;  conueniuano  nel  gouerno  del- 
la cafa  con  grandiffima  prudenza,*  reggeuano  ,  &alleuauano  la  lor  famiglia^ 
con  timore  di  Dio,  e  trattauano  la  feruitù  con  carità ,  e  benignità .  Per  laìoro 
bontà,  e  nobiltà  di  coftumi ,  e  per  la  fincerità  del  lor  procedere ,  erano  di 
efempio,  non  folo  alla  Famiglia  propria,  mavno  fpecchio  all'altre  fami- 
glie. Dalla  lor  cafa  erano  lontani  li  giuochi,  &  ogni  altro  paffa  tempo,  che 
potefle  dar  cattiuo  efempio  al proffimo  ;  anzi  tutti  intenti  alla  diuozionc ,  fre- 
quentauano  le  Chiefe ,  conueniuano  à  vdire  la  parola  di  Dio ,  &  efercitaua- 
•no  i  Santiffimi  Sacramenti  della  Confeffione  >  e  Comunione  ogni  Feda  cc- 

A  manda- 


-l        Vita  della  B.  Maria  Maddalena  deJ  Pazzi. 

mandata  dalla  fantaChiefa.  Confumandola  lorvitainqueftadiuota  conuer- 
fazione ,  piacque  à  Dio  da  sì  buon'albero  di  così  cado  matrimonio,  far  nasce- 
re viVottimo  frutto ,  cioè  la  Beata  Maria  Maddalena,  frutto  degno  del  giardino 
dì iànta Chiefa , e d'efler podo (opra la m enfa  dd Paraciifo • 

Hebbe  occafione  fua  Madre  di  conoscere  il  preziofo  frutto,che  era  per  par- 
torire al  mondo,fino dalla  iua  grauidanza,  poiché  confefsò  non  hauer  mai  fen- 
tito  in  quella  alcune  di  quelle  gramezze  ,  emoledie,  che  fogliono  apportar  le 
grauidanze.Fù  il  parto  felice  in  quella  figliuolina  a  2.d'Aprilie  dell'anno  i  5  66. 
Oc  ì  di  i .  feguente  fìi  partorita  a  Dio  fpiritualmente  nel  fanto  Battefimo ,  che 
Je  fu  conferito  nell'Oratorio  di  S.  Giouanbattiila  della  Città  di  Firenze ,  doue 
fi  codumanobattezare,  fecondo  le  facre  cirimonie  del  Rituale  -Romano.tutti 
i  figliuoli ,  che  nafeono  in  detta  Città  ;  e  la  tennero  à  Battefimo  il  Signor  Pan- 
dolfo  Strozzi ,  eia  Signora  Fiammetta  Minorbetti  nobili  Fiorentini.  E  forfè 
per  Diuino  giudizio  le  fu  importo  il  nome  di  Caterina ,  allora  fecreto  indizio , 
che  ella  doueua  efler  fimile  ne  Diuini  fauori,  e  nelle  virtuofe  azioni  di  S.  Cate- 
rina da  Siena,  di  cui  nel  corfo  di  fua  vita  ella  fu  diuotiffima ,  come  à  fuo  luogo 
fi  dirà .  A  pena  partorita ,  cominciò  la  Madre  fua  à  gridare  della  (Ingoiar  crea- 
tura vfeitadei  fuo  ventre  ;  poiché  nell'infanzia  di  quella  non  folonon  (enti  le 
rincrefceuoli  fpiaceuolezze ,  che  quafi  tutti  i  figliuoli  de  gli  huomini  fogliono 
apportare  à  chi  gli  allatta  ,  e  nutrifee  ;  ma  gudaua  della  fua  quieti(iìma,5c  age- 
tioliflrma  naaira,che  quafi  le  raffembraua  vn'Angiolino  in  carne. E  tutto  que- 
llo elfa  medefima  fua  Madre  lo  riferii  à  perfone  parenti,  &  altre  che  di  ciò  haa 
fatto  teftimonio» 

Della  buona  indole  ,  &  inclinatone ,  che  moflrò  nella  fua  pueri^a  alle  co  fé  dittine  y 
indico  della  fua  futura  fantità .       Cap.     I  J. 

SE  fu  femper  (limato  ficuro  indizio  dettimi  fucceffi  la  buona  indole  de'  far^ 
ciulli,  quella  nella  noftra  Beata  fu  rariflìma ,  e  (ingoiare  5  imperochè  come 
più  copiofamente  dalle  azioni  virtuofe  della  fua  puerizia  (che  ne'  Capitoli  fe- 
guenci  fi  narreranno)  fi  potrà  comprendere ,  ellafùdibelliiìimofpirito,  & 
hebbe  vna  viuacità  d'ingegno  mirabile,  la  qual  però  non  era  con  giunta, come 
per  lo  più  fuole  edere  ,  con  vna  cerra  fierezza  di  natura*  che  piglia  fuo  sfogo 
nellinfolenza  de' codumi,  ne  gedi  incompodi>e  ne' continui  moti  del  corpo; 
ma  accompagnata  da  vna  modedia,  e  manfuetudine  ,che  larendeua  graue.  e 
quafi  maedofa ,  più  di  quello,che  fufle  capace  la  fua  picciola  perfona  ;  di  mo- 
do che  era  à  tutti  d  ammirazione  ,  &  alle  fanciu liete  fue  pari ,  che  talora  fi  tro- 
uauano  con  efìTa ,  defempio,e  di  riuerenza  ;  onde  in  fua  prefenza  quafi  non  ar- 
diuano  dare  incompode,  e  far  baie  puerili.  Lagratia  del  luo  volto attraeua 
femore  di  chi  la  miraua.fcorgendouifi  l'Angelica  purità  del  fuo  cuore .  Nella 
conuerfazione  era  piaceuole,  ne'  fatti  amoreuole  nelle  parole  benignale  ge- 
tti quieta,  e  pofara,  nell'efler  cudodita,  e  gouei nata  facile,  e  contentabile  5  ne 
mouimenticompoda,  nelle  azioni  pronta,  grata  de  gli  oflequij,  che  Jeeran 
fatti;  e  verfo  di  tutti,  etiamverfo  della  ieruitù  (  che  è  cofaftraordinaria)  rife- 
rente j  obediente  >  e  timoroÉt , 

hi* 


Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi .       5 

Ma  quello»  che  (òpra  ogn'altra  cofa  rifplendè  nell'indole  della  Tua  puerizia , 
fu  T  inclinazione  che  moftrò,  quafi  fino  dalle  fafee ,  alle  cofe fpirituali  ,  e  diui- 
ne  :  onde  non  effendo  ancor  capace  d'intenderle,  guftaua  di  fentirne  parlare:  e 
perciò  quando  fua  Madre  trouandofi  in  compagnia  di  perfone  diuote ,  aueua 
tali  ragionamenti,  non  fé  le  leuaua  d  attorno ,  e  mandata  via  ,  come  cagnnolo 
afiimato,tofto  tornaua,  per  guftar  del  pane  della  parola  di  Dio .  Prima  che  fa- 
pe(Te,che  cofa  fuffe  orazione ,  guftaua  di  ftar  ritirata ,  e  folitaria  à  far  orazione  : 
à  pena  fapeua  i  primi  erudimenti  della  Dottrina  chriftiana  -,  anzi  à  pena  fapeua 
leggercene  trouato  neirvfiziuolo  della  Verginea!  quarimparaua  a  leggere,  il 
Simbolo  di  S.  Atanafio,  compendio  de  gli  alti  Mifteri  j  della  noftra  fede ,  e  fpe- 
cìalmente  del  Mifterio  della  Santiflìma  Trinità  ;  ancorché  ella  non  intendeffe 
le  parole  fé  non  ("come  ella  poi  difle  )  per  certo  iftintodi  fpirito,da  cui  fi  fentiua 
attrarre  l'affettojo  leffe  tutto  con  gran  diuozione^e  come  fé  auefiè  trouato  vna 
cofa  di  prezzo  ineftimabile  (come  veramente  è)  con  grand'allegrezza  Io  portò 
alla  Madre  >  acciò  lo  leggeffe .  Del  che  ammirata  la  Madrine  potè  far  confe- 
guenza ,  che  non  da  altri ,  che  da  Dio  le  ruffe  fatto  fentire  gl'ineffabili  mifteri, 
che  iui  fi  conteneuano  ;  e  fu  vn  manifefto  indizio  de'  chiari  lumi ,  e  dell'alte  in- 
telligenze delle  cofe  diuine,  che  Dio  difponeua  comunicarle .  Da  quefto  fat- 
to fi  può  venire  in  cognizione  di  vna  rara  virtù  di  quella  figliuolina ,  cioè ,  che 
ella  in  così  tenera  età,  non  operaua  à  cafo,  maattendeua  a  quello  che  faceua, 
ò  leggeua  ;  il  che  è  tanto  più  degno  d'ammirazione,  quanto  la  figlinola  era  di 
minore  età ,  nella  quale  fitibonda  di  fapere  ,  e  d'intendere  le  cofe  fpirituali ,  e 
diuine ,  quando  poteua  accodarli  à  perfone  religiofe ,  e  fpirituali ,  faceua  lo- 
ro interrogazione  di  fimili  cofe ,  trafeendente  la  fliacapacità ,  in  maniera,  che 
all'ideila  Madre»  oc  à  chi  la  fentiua  eradiftupore.  Tanto  fu  intenta,  &afiì- 
dua  nelcercare  d'intendere,  e  fapere  i  mifteri  della  fede  Chriftiana, e  perla  fua 
bona  difpofitione  ne  diuenne  talmente  poffeditrice,  che  in  quella  fua  puerizia 
gli  potè  infegnar  ad  altri, come  appreffo  fi  dirà.  Oltre  à  quelli  così  chiari  indi- 
zi di  futura  fantità ,  non  mancorno ancora  altri fegni  dell'amore,  che  doueua 
portare  all'abito ,  e  flato  Religiofo  $  poiché  in  quella  puerile  età ,  il  maggior 
gufto,che  haueffe ,  era  ,  quando  fi  poneua  all'orazione ,  velarfi  da  Monaca  il 
meglio,  che  fapeua ,  guftando  fommarnente  di  vederli  auanti  à  Dio  in  quella 
politura . 

Delle  virtù  della  fua  puerizia ,  efpecialmente  quanto  fuffe  deditaaUa 

ritiratela ,  &  ajjìdua  nell'orazione  . 

Cap.     III. 

NOn  volle  permettere  Dio ,  che  quell'anima  da  lui ,  per  tanti  mdìn  ,  (ve- 
tialmente  eletta ,  deffe  mai  ricetto  ad  altro  amore ,  che  al  fuo  ;  &  acciò 
non  fuffe  peruenuta  da  altro  amatore,fìno  da'teneri  anni  le  ingombrò  la  men- 
te di  penfieri ,  e  le  accefe  il  cuore  di  defiderij  fpirituali ,  e  diuini .  Di  quì.ne 
nacque ,  che  ellanon  fi  dilettana ,  ancorché fanciuliina  delle  baie ,  e  tratteni- 
menti puerili;  e  fuori  dell'inclinazione  dei  putti  (  quali  per  natura  tergono 
>#eiTer  lafciati  Coli)  godeua  di  ftarfolitaria,  e  ritirata  con  Dio  all'orazione 

A    z        Onde 


4        Vita  della  B.Marfa  Maddalena  deJ  Pazzi  l 

Onde  nell'età  di  circa  fett  anni,  lenza  alcun  Maeftro ,  ma  folo  perinftinto 
dello  Spirito  Santo ,  ([  applicò  à  queflo  diuoto  efercizio  •  E  come  fé  auelTc 
faputo,  che  le  conuerfazioni  vmane  fono  di  fuagamento ,  &  impedimento  all' 
vnione  della  mente  con  Dio ,  che  nelf  orazione  s  acquifta ,  sfuggiua  à  tutto 
fuo  potere  ogni  conuerfazione ,  e  cercaua  i  più  fecreti  luoghi ,  e  ftanze  della 
eafa  per  ftar  folitaria ,  e  ritirata  ad  orare  .  Onde  taluolta  doppo  eflere  fiata 
per  buono  fpazio  cercata  da  quei  di  cafa ,  era  trouata  dietro  à  qualche  vfeio, 
ò  dietro  al  letto ,  ò  in  altri  fimili  luoghi  afeofti  genufleflà  »  e  raccolta  tutta  in 
Dio.  Seppe  così  ben  guidarfi  in  quello  fanto  efercizio  dell'orazione,  che  fé 
haueiTe  hauuto  il  più  eccellente  Maeftro  fpirituale ,  che  tra  gli  huomini  po- 
tette hauere,  non  mai  potè  uà  meglio  incaminarfi.  Imperoche  per  quanto 
fu  raccolto  dal  fuo  parlare  (in  età  più  matura)  di  tale  efercizio  della  fua  fan- 
ciullezza ,  fi  troua  che  nella  fua  orazione  efercitaua  le  più  efatte  regole ,  che 
per  farla  bene  infegnino  i  Maeflri  della  vita  fpirituale .  Poiché  leuata  ogni  oc- 
cafione  di  diftrazione,  e  di  fuagamento;  icelto  il  più  opportuno,  ofeuro, 
e  ritirato  luogo  ;  e  determinato  il  tempo  ,  fi  proponeua  il  fine  della  fua  ora- 
zione, la  quale  (come  ella  dille  )  era  per  cercar  Dio  puramente ,  &  impara- 
re à  far  la  fua  diuina  volontà.  E  quando  non  fapeua  raccoglierli,  òpatiua  di- 
strazione alcuna,  fenza  faperla  leuare  dalla  fua  mente,  entraiiainsèlìelTa 
per  via  d'vmiliazione  :  econofeendofi  indegna  di  faper  fare  orazione,  pian- 
geua  ,  efidoleua  della  fua  diftrazione,  come  di  propria  colpa  $  enellaftef- 
ià  vmiliazJone  fi  quietaua ,  e  fi  raflegnaua  nel  Diuino  volere .  Npn  mancaua 
alla  fua  orazione  la  perfeueranza  :  imperoche  per  qualunque  accidente  non  la 
trafandaua^ne  Ila  ftefTa  aridità  di  fpiritofche  fuol'efTer  tentazione  così  faticofa  à 
iuperarfi,  etiam  da  quelli,che  fono  lungamente  efercitati  nella  vita  fpirituale  ) 
era  potente  à  ritirarla,  non  dico  dall' orazione>ma  né  pure  da  rade  feorciare  per 
vn  tantino  il  tempo  propoftofi  per  quella  • 

Haueua  quella  diuota  figliuolina  perfeuerato  in  quefto  fanto  efercizio  d' 
orazione  fino  all'età  di  9.  anni  :  nel  qual  tempo  il  Padre  Andrea  de  Rolli, 
della  Compagnia  di  Giesù,  ConfelTore  di  fua  Madre  >  hauendo  trouata  in  lei 
losì  eccellente  difpofizione  all'orazione ,  ledette  à meditare  laPaffionedi 
Giesù ,  e  le  aflegnò  per  lezioni  fopra  tal  materia  le  meditazioni  del  Padre  Gas- 
paro Loarte  della  medefima  Compagnia.Conforme  al  configlio  di  quefto  Pa- 
dre fi  applicò  Caterina  alla  meditazione  della  Paflìone  ;  e  guidata,  <Sc  illumina- 
ta da  Dio  fi  internaua .  &  accendeua  talmente  in  quella  meditazione ,  che  vi 
rcftaua  quafi  immobile  :  &  ancor  che  tal  ora  le  bifognafle  ftare  à  farla  in  luo- 
ghi feoperti,  òdouefufTeftrepito,  nonfidiftraeua,ma  ftaua  tutta  raccolta 
in  Dio,  come  fé  nulla  auclTe  veduto,  òfentito;  (Scacciò  meglio  le  riufcilTe 
que fto  fanto  efercizio  di  meditazione ,  elefie  il  farlo  da  mattina  di  buon  ora  >  e 
io  quella  tenera  età  fileuaua  di  letto  molto  per  tempo;  epertimore 
cheaucua,  che  dalla  Madre  non  lefufle  vietato  il  leuarfiàtal'otta,  (Scaccio- 
che  non  Je  venifle  impedito  quefto  lauto  efercizio,  pregaua con  grande^ 
tnzialcfcrucj  chcfcmprelavcdeanocosìiollecita,  à  non  palelarlo  al- 

c. 
li  così  forte ,  e  collante  nella  perfeueranza  di  quello  fanto  efercizio,  che 

nceuu- 


Vita  della B. Maria  Maddalena  de' Pazzi.         5 

iiceuuto  che  ebbe  l'ordine  fopradetto  dal  fuo  Padre  fpiriruale  >  ogni  mattina 
confumaua  vn  ora  intera  in  effo  >  né  mai  per  tutto  il  tempo  che  flette  fecola- 
re  ,  lo  tralafciò  $  equandopercanfadi  mala  fanità  le  fu  neceffario  pigliare  il 
medicamento  dell'acciaio  ,  non  potendo  fare  la  fuafolita  ora  d'orazione  di 
buon'ora  Ja  differiua  doppo,che  era  tornata ,  e  ripofata  dall'esercizio ,  che  per 
cagione  di  tal  medicamento  faceua.  Anzi  non  contenta  quella  affetata  di  Dio 
fanciullina  di  ltar  vn  ora  al  fonte  delle  diuine  dolcezze  in  quelle  meditazioni , 
fi  ridurle  à  tale  ,  che  ancor  fecolare  confumaua  per  ordinario  orando  tre  ,  e.. 
quattro  ore  del  giorno-  Et  era  tanto  il  guflo.e  tale  la  coniòlazionexhe  talora 
vi  paffaua  le  notti  intere,  nelle  quali  quel  poco  di  fonno ,  che  dalla  liracchez- 
za  era  neceilìtata  di  prendere  ,lo  prendeua  inginocchiata ,  col  capo  appoggia- 
to al  letto .  Efempioraro  >  a  confufione  di  quelli  «  che  per  ogni  leggiera  occa- 
fione.ò  tralafciano  in  tutto  le  loro  orazioni ,  ò  le  fanno  con  la  maggior  bren- 
ta, che  poffono. 

Del  defiderio  cìiellbebhe  dì  patire  per  amor  di  Dìo  3  e  delle  penitente ,che  fece  nella 
fua  pueriiia^e  fanciullezza  ,     Cap,    IV. 

Sicuro  teftimonio  de  gli  affetti  fpirituali  ,  che  per  la  meditazione  della  Paf- 
fione  di  Giesù  fi  accendeuano  nel  cuore  di  quefta  pargoletta  fu  l'accefa 
brama  >eldefiderioJche  in  quelli  teneri  anni  ell'hebbedi  patire  per  amor  di 
Dio .  Era  cola  di  flupore  veder' vna  creaturina,  così  gentile,  e  delicata  >  quali 
forte  guerriera  contro  la  tenera  carne ,  fapere  così  valorofamente  foggettar* 
Ja  al  patire ,  tanto  à  quella  nimico,  e  repugnante  ,  che  quafi  fcherzo  liimaua  i 
patimenti  del  fenfo  :  e  nell'iileffa  maniera.che  i  fanciulli  vanno  inuentando  li 
giuochi  »  e  gli  lcherzi  per  trattenimento  di  quell'età  >  così  ella  andaua  inuen- 
tando modi  d'affliggere  le  fue  delicate  membra .  Onde  non  contenta  di  darli 
talora  la  dilciplina ,  (ordinario  finimento  di  penitenza  )  fi  fabricauà  corone  >  e 
cinte  di  gambi  fpinqfi  di  melarancio ,  &  à  imitazione  delPappaffionato  Giesù 
fi  cingeua  con  effe  la  te(ia,e  di  più  i  lombi;  e  così  cintale  coronata  giaceua  nel 
letto  il  tempo  del  ripofo,paffando  le  notti  con  acerbi  dolori.  Doue  che  i  putti 
fogliono  amaramente  piangerete  querelarli  quando  manca  loro  gli  offequij, 
e  le  carezze  di  chi  li  gouer^a,ella per  il  incontrarioaion  folo  le  ricufaua,ma  $'• 
affliggeua  dell'effer  troppo  accarezzata  ,  e  pregaua  le  ferue ,  che  ancor  ne 
maggiori  (indori  dellìnuerno  non  le  fcaldaffero  il  letto:  Dal  quale  per  fé  lief- 
ia  talora  leuaua  le  materafse,  e  dormiua  fopra  i  nudi  facconi  di  paglia  :  E  pre- 
ualendo  in  leil'amore  del  patire  al  difgufto,  che  ne  pigliaua  la  Madre  ,  per 
timore  ch'ella  non  diftruggefse  la  delicata  compiendone ,  fu  necefsario  >  che 
la  Madre  per  impedirle  limili  penitenze*  >  la  tirafse  à  dormire  nel  fuo  pro- 
prio letto. 

La  temperanza  che  vfaua  nel  cibarfi  ,  era  così  eccedente ,  che  poteua  più 
prefto  chiamarfi  vna  rigorofà  attinenza .  Non  mai  chiedeua  cofa  alcuna ,  co- 
me fogliono  i  fanciullini ,  ma  fi  contentaua  di  quello  >  che  l'era  dato  ,  e  di 
quello  ne  prendeua  tanto  poco,  che  alla  Madre  ,  che  l'offeruaua  pa*eua  im- 
poffibile*cheelIafipoteise  fomentare  .  Sapeua tanto  mortificar  l'appetito 

A     ?  della 


6        Vita  della  B.Marfa  Maddalena  de*  Pazzi. 

della  gola ,  folito  dominator  de  fanciulli ,  che  in  quella  tenera  età  chiamata  à 
mangiar  fra  giorno  ò  fruttilo  altro,  non  lo  faceua  fé  non  era  aflretta  dall'obe- 
dienza  della  Madre  :  E  fé  non  fulTe  fiata  la  continua  vigilanza  ,  che  haueua  la 
madre  nel  farle  prendere  la  necefiìtà  del  cibo,arebbe  dilìrutto  coi  digiuni ,  e 
penitenze  la  fua  tenera  compleflìone .  Il  che  effettiuamente  fi  vede ,  quando 
ancor  fecolare,  lafciata  da'  fuoi  genitori  in  ferbonel  Mi\nifiero  delle  Mona- 
che de'  Caualieri  dell'  Ordine  Gero(òlimitano,detto  S*Giouannino,  di  via  S. 
Gallo  di  Firenze,  fi  ridufie  per  l'aftinenza  à  tanta  debolezza ,  che  non  haueua 
forza*  ò  vigore  appena  di  cucire . 

Domandata  in  era  più  matura,  perchè  così  trattalTe  il  fuo  corpo  -,  in  così  te- 
nera età>  rifpofe,  che  ciò  non  raceua  per  dilli  uggete  la  compiendone,  ma  per 
renderfi  più  atta  all'orazione  ;  documento*  che  non  da  altri,  che  da  cclefte  lu- 
me le  era  fiato  infegnato . 

Della  carità ,  che  moflrò  verfo  il  proffimo  nella  fua  puerizia 
e  fanciullezza.  Cap.  V* 

SI  di  buon'hora  cominciò  quella  elletta  creaturina  à  dar  fàggio  dclfamorce 
carità  verfo  il  proflìmo  fuo ,  che  parcua  che  furie  generata ,  e  nutrita  nelle 
vjfcere  della  pietà,  e  della  mifericordia  »  e  che  quefte  con  lei  tufferò  vfeite  dai 
corpo  di  fua  Madre  Jmperochè  nel  vedere  la  pouertà>e  le  miferie  de'proflìmù 
ientiua  commouerfi  l'affetto  della  compafiione,  e  ftruggerfìdidefideriodi 
poter  fouuenire  tutti  li  pouerelli che  vedeua.  E  come  feauelTe  faputo,  che 
quella  è  più  accetta  à  Diocarità,che  è  fatta  con  qualche  noftro  cofio,e  priua- 
zione  de'  nofiri  bifogni  per  fouuenire  a  gli  altri  ;  mentre  che  dalla  Madre  l'era 
data,  come  fi  coiìuma  a  fanciulli ,  la  colizione,  e  la  merenda,  la  daua  a*  poue- 
relli.-E  particolarmente  quando  andaua  alla  fcuola  per  imparare  a  leggere.paf- 
iàndo  dalle  carceri,  la  daua  per  l'amor  di  Dio  a*  poueri  prigioni.  Onde  veden- 
dola i  fuor  genirori  guftar  tanto  dell'opere  della  pietà,  quando  bufiauanapo- 
ucri  alla  porta ,  faceuano  porger  loro  la  limofina  per  le  lue  mani . 

Nò  C\  terinaua  la  fua  carità  nell'oggeto  vifibile  delle  miferie  corporali  r  ma 
penetrando  allo  fpirito  era  tale  la  pietà  *  e  compafiione,  che  aueua  all'anime 
altrui,  die  piangeua  inconfolabilmente  i  peccati,  che  vedeua  efièr  commeflu 
e  quellifpecialmente.che  erano  contro  la  carità  del  proflìmo .  Onde  auenda 
vna  volta  fra  l'altre  vdito  alcune  parole  digraue  ofteia  del  proffìmo>  flette  tut- 
ta la  notte  feguente  in  pianto,e  dolote,  fenza  poter  prendere  ripofo .  Eratan- 
to  il  defiderio  dr  giouare  all' anime  altrui,  che  non  aueua  maggior  gufio  in 
quella  puerile  età  ,  che  d'infegnare  a'fanciullrniilPater,  l'AueMaria>  il  Cre- 
do con  gli  altri  primi  principi;  della  Fede  Chriftrana.  tdoue  gli  altri  fanciulli 
fogliono grillare  dell'andar  fuori  della  Città  alle  ville  per  diporto >  e  palTatem-. 
pò ,  ellaandaua  volentieriffimoalla  villa foloper comodità ,  che iuitrouaua 
di  poter  inlegriare  quofie  cole  a  figliuoletti  de'  contadrnu  Quelli  erano  in,  vil- 
la i  Tuoi  trattcnimenti,e  palTatempijEt  i  giorni  feftiuiin  vece  di  ragunarclefan- 
ciulline  lue  pari  per  trattenerfi  con  effe  in  giuochi ,  e  baie  puerili,  le  ragunaua 
ver  infegnar  loro  la  Dottrina  Chriftiana .  E  perche  erano  per  lo  più  pouerellc» 

della 


della  B.Maria  Maddalena  de*  Pazzi" .      7 

della  mtdelima  Occafione  con  cui  efercitaua  la  carità  fpirituale  ,  fé  ne  feruiua 
per  esercitare  ancora  la  corporale  :  onde,e  per  renderle  più  anfiofe  dell'impa- 
rare >  e  per  fouuenirle ne'bifogni  temporali,  di  confenfo  della  Madre,  daua  lo- 
ro delle  coferelle  per  loro  vfo  ;  e  tanto  fi  trouaua  affezionata  a  queft*  opera  di 
carità ,  che  quando  veniua  il  tempo  di  tornarfenealla  Città,  nefentiuatal  dif- 
gudo,  chenonporeua  racconfolarfi.  E  dichiarando  a'  fuoi  Genitori  queda_> 
fua  afflizione,  come  quei  che  teneramente  l'amauano ,  e  defiderauano  fodis- 
fareasì  pietofi affetti,  per  fuaconfolazioneconduffero  a  Firenze  con  leivna 
figliuolina  d'vn  lor  contadino  chiamata  Giouanna,  nutrendola  nella  propria 
cafa  in  compagnia  di  Caterina  :  Alla  quale  effa  feguitò  d'infegnare  i  rudimenti 
della  fede  Chridiana  con  molto  fuo  gudo.  E  perche  il  vero  amore  è  comuni- 
cante ,  &  operatiuo ,  e  tale  era  quefto  di  Caterina  ;  però  non  contenta  folo  di 
infegnare  a  proffimi  quel  bene  che  perfeziona  f  intelleto,  ma  quello  ancora , 
che  fa  perfetta  la  volontà,  s  ingegnaua  di  tirare  all'orazione  infieme  feco  non 
folo  Giouanna,  ma  ancora  l'altre  ferue  di  cafa:  e  per  indurle  à  quefto  non 
guardaua  alla  fua  nobiltà  ,  non  alla  delicatezza  della  fua  compleffione,non  al- 
la picciolezza  della  fua  perfona ,  ne  alle  poche  forze  del  fuo  corpo  ;  ma  fatta 
forte ,  e  vigorofa  dal  zelo ,  che  aueua  del  bene  dell'anime ,  fi  metteua  a  far  le 
facende  di  cafa  con  loro ,  le  aiutaua  à  fpazzare  le  danze,  rifare  i  letti ,  &ad  al- 
tri bifogni  della  cafa  ;  acciò  predo  fpedite  da  tali  occupazioni,  potettero  infie- 
me con  lei  confumare  quel  tempo  in  orazione  :  Nel  che  non  folo  fi  vedde  la 
fua  carità ,  e  zelo,  ma  fi  feoprirno  i  principi  j  della  fua  grande  vmiltà . 

Del  defiderio ,  che  nella  fua  puerizia  ebbe  del  Santijfimo  Sagramento  delimitare  , 

e  della  riueren'^a,  che  gli  portaua .  Come  di  età  di  dieci  anni  fi  comnntcò 

la  prima  vòlta ,  e  della  diuotione  ,  con  che  in  tale  età 

fi  comunicaua.      Cap.  V  l. 

IMprefle  Iddio  nel  cuore  di  queftafanciulletta  cosi  alta  ftima  del  fantiflimo 
Sagramento  dell'Altare,  che  fenza  eflerne  vmanamente  incitata  ^'accefe  in 
t  vn  ardente  fere  di  quello .  E  mentre  chedalla  poca  età  le  era  impedito  il 
pBtcì  11  accodare  a  quella  facra  menfa  per  cibarfi  di  Dio, non  mancaua  comu- 
nicarfi  col  defiderio ,  e  con  l'affetto ,  e  fommamente  guftaua  di  vedere  altri 
comunicarti:  E  perciò  quali  importuna  alla  Madre ,  le  chiedeua  che  la  me- 
nade alla  Chiefà  de'Padri  Gefuiti ,  doue  fi  frequentala  quedo  fantiftìmo  Sa* 
gramento  ;  e  menataui  à  fuaidanza,  non  folo  le  fede  comandate,  ma  ancora 
lemezefede,  daua  queda  fàuciullina  con  gran  dinozione  le  mattine  intere 
inginocchioni ,  tutta  intenta  rimirare  con  vna  (anta  inuidia  quelle  perfone 
che  fi  comunicauano:  E  tornado  fua  Madre  à  cafa  comunicata;  Caterina  qua- 
fi  odorando,  nonconilfenfo ,  ma  con  lo  fpirito,la  fuauità,e  fragranza  fpiri- 
tuale di  quel  fantifllmo  Sagramento ,  in  quei  giorni  le  daua  più  accodo  del 
iblito  ,  e  quafi  non  fi  poteua  fiaccar  da  lei  5  in  maniera  ,  che  accorgendofenc 
la  Madre,  le  domandò  perche  in  quei  giorni  le  ftefle  tanto  attorno  5  &eiia 
ri  Ipofe ,  perche  voi  fapete  di  Giesù . 
iSion  è  picciolo  teftimonio  della  riuerenza ,  eh/  ella  portaua  a  quefto  Sagra 

A     a         memo . 


8        Vita  della  B.Maria  Maddalena  de*  Pazzi. 

mento,quello  che  iti  quefta  tenera  età  le  occorfe  in  villa;  Doue  che  vna  mat- 
tina di  feda  comandata ,  per  cagione  della  pioggia  ,  elTendofi  fatto  tardi, e  la 
Chiefa  lontana  >  volendo  i  fuoi  Genitori,  che  prima  d'andare  alla  MelTa  facef- 
fe  colazione ,  e  che  per  rifpetto  della  ftrada  rangofa  andafle  à  cauallo  :  da  lei 
ciò  vdito  ,  proruppe  in  vn'  amaro  pianto*  dicendo >  che  non  fi  conueniua,che 
eila  andane  à  trouar  Giesù  in  quefta  maniera  :  Onde  funeceifario  per  racche- 
tarla ,  che  i  fuoi  Genitori  condefeendeflero  à  lafciarla  andar  alla  Chiefa  digiu* 
na>  &à  piedi. 

Efléndo  nell'età  di  dieci  anni  non  reftaua  d5  importunate  fua  Madre,&  il  Pa- 
dre fpirituale  d' efìèr'  ammeflà  alla  facra  Comunione  :  Onde  il  fopradetto  Pa- 
dre vedendo  quefto  fuo  accefo  defiderio  ,  e  trouandola  con  moka  capacità , 
e  cognizione  di  quefto  diuiniffimo  Sagramento,  le  dette  prometta  di  comuni- 
carla per  la  prima  volta  la  proflìmaFeftadell'Annunziazione  della  Vergine. 
La  qual  prometta  da  lei  con  allegrezza  ineftimabile accettata  ( fé  ben  fi  può 
dire ,  che  tutti  quei  pochi  anni  di  fua  vita ,  così  innocentemente  pattati,  fuflfe- 
ro  (lati  vna  continoua  preparazione  ,*  tuttauia ,  come  fé  nulla  auefle  fatto  )  fi 
dette  tutta  à  preparare  l'anima  fua  à  quefto  facro  conuito  :  e  tutti  quei  giorni, 
che  precedettero  quefta  Comunione,  gli  fpefe  in  penfare  à  quefto  benefizio, 
&  in  fare  orazioni,&  efercizi  di  penitenze  né  fi  vedeua  mai  fazia  di  ragionarne. 

Finalmente,  giunto  quefto  tanto  da  lei  defiderato  giorno ,  fendo  nell'età  di 
diecianni,  fi  comunicò  la  prima  volta  nella  detta  Chiefa  di  S.  Giouannino . 
Ne  permettendo  Iddio  elTer  fuperato  d' amore  dalla  fua  creatura,  tanto  quan- 
to fu  accefa  la  brama,  e  la  deuota  perparazione  di  quefta  animuccia,  altrettan- 
to, e  maggiore ,  fenza  fallo,  fu  il  gufto  che  di  sé  le  diede  Dio  in  quefta  comu- 
nione :  E  fu  tale,e  tanta  la  fpiritual  dolcezza  ch'ella  fentì  in  quefta  iagramenta- 
Je  vnione  con  Dio,  che  foleua  dire  non  hauer  mai  prouato  la  maggiore  in  vita 
iiia.  Auendo  ella  guftato  cosi  dolce,  efuaue  il  fuo  Signore  in  quefto  Sagra- 
mento ,  fé  le  accefé  vna  fame ,  e  defiderio  maggiore  di  comunicarfi  frequen- 
temente ;  Perlochè ,  (e  bene  elfera  di  si  poca  età .  piacque  al  fuo  Padre  fpiri- 
tude  di  compiacerla  ;  e  giudicò  per  ben  fatto  ammetterla  à  quefta  fa< 
nienfa  ogn  otto  giorni .  Onde  efaudita  da  Dio  in  quefta  fua  brama ,  ftai 
ta  la  leniniana  afpettando  (come  aflétato  ceruq)  il  giorno  .che  doueua  cù-ìà 
incarti  $  e  come  giorno  di  nozze,  e  d'allegrezza  del  fuo  cuore  pareuale  lungo 
ogni  giorno ,  e  ogn  ora,  che  vi  fi  interponeua  :  Siche  fpeftò  contaua  i  giorni,  e 

l'ore  che  doueuano  feorrere  per  giugnere  à  quel  tempo-delia  comunio- 
ne} E  tanto  era  il  gufto  Ipirituale,  e  laconfolazione  diuinanel 
comunicarfi,  che  fentiualiquefarfi  d'amore:  E  ridondan- 
do quefta  diuozione  nellefterno,  arrecaua  a  chiun- 
que Ja  vedeua  così  compofta ,  deuota  ,  e 
fitta  al  Sagramento,  efempio, 
e  marauiglia. 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de»  Pazzi .      9 

Qttantò  nella  fleffa  puerizia  ellafuffe  amatrice  della  purità ,  &  innocenza  :  e  come 

d'età  di  anni  dieci  fece  voto  di  verginità',  e  d'vn' e  e  ceffo  d'amor  di 

Dio ,  che  ebbe  al  fé  colo  •         Caf.  VII. 

NOn  pare  che  potette  vn'anima  tanto  pura ,  &  innocente ,  quanto  quefta , 
non  amare  la  purità,  oc  innocenza  :  Ma  conofccndo  per  lume  fopra- 
naturale.che  quefti  eran  gli  odori  di  quelli  vnguenti  dello  fpofo,con  i  quali  ti- 
ra dietro  à  se  l'anime  pure ,  fi  fentiua  mirabilmente  rapire  il  cuore  daquefta 
purità  ,  douunque  la  forgeffe  5  onde  quando  ,  fpecialmente  in  villa ,  con  l'oc- 
cafione  d'infegnar  la  Dottrina  Chriftiana ,  le  veniuano  inanzi  quei  figliuoli™ , 
non  fipoteua  contenere  d'accarezzargli:  e  domandata  vna  volta  perche  ciò 
facelTe,  rifpofcche  lo  faceuapet  la  purità,  che  vedeua  in  loro ,  poiché  non 
haueuano  ancora  commeflo  peccato,  ne  macchiata  la  vede  dell'innocenza 
battifmale ,  e  perche  le  rapprefentauano  Giesù  fanciullino  in  quell'età .  Per 
l'amore  di  quefta  purità  fi  ientiua  tirata  all'amore  dello  ftato  Monacale ,  del 
quale  e&a  tanto  inuaghita,  che  non  le  cadde  mai  in  volontà  d'eleggere  altro 
ftato,  che  quefto . 

Era  tanta  la  ftima  che  facena  quefta  figliuola  della  purità  verginale ,  che  ti- 
rata dall'alto  fentimento ,  che  in  quella  tenera  età  haueua  di  quefta  virtù  nel 
fuo  cuore ,  lo  ftimò  dono  degno  d'effer  fatto  alla  gran  Maeftà  di  Dio  •  Onde  il 
Giouedì  Santo  del  medefimo  anno,decimo  di  Tua  età ,  e  di  noftra  falute  1 576. 
confiderando  lo  fuifeerato  amore,  che  l'eterno  Verbo  aueua  dimoftrato  al  ge- 
nere vmano ,  in  lafciarce  donare  sé  ftefìb,il  fuo  corpose  fangue,  la  fua  anima, 
e  la  fua  diuinità  in  cibo  dell'anime:  Accefa  di  defiderio  di  moftrarfi  grata  di  tan- 
to amore ,  pensò  di  rendere  a  Dio  quel  più  degno  contracambio,che  poteua  : 
e  perciò  in  tal  dì,  doppo  di  efferfi  comunicata ,  tutta  accefa  di  diuino  amore  y 
li  fece  il  dono  della  fua  verginità,  confecrandogliene  con  perpetuo  voto:  Nel 
quale  atto  dette  la  fede ,  e  la  parola  al  fuo  amato ,  &  amante  Giesù  di  non  vo- 
lere altro  fpofo,che  lui* 

Fu  da  Giesù  accettata  f  offerta ,  e  la  promeffa ,  e  per  regno  di  ciò  le  pò  fé  ia 
ditto  vn  pretiofiflimo  anello ,  quale  da  lei  per  allora  non  fu  ne  vifto,  né  fenti* 
tot  ma  ben  poi  in  altro  tempo  da  S.D.M.  le  fu  moftro  in  vn  tratto .  Onde  fé 
mai  fi  trouò  il  cuore  di  quefta  Verginella  infiammato  dell'amore  di  Gesù, per 
mezo  di  quell'atto* s  accefe  in  maggior  fiammaja  q uale  non  potendofi  afeon- 
dere  nel  fuo  feno ,  fu  vn  giorno  neceffitata  à  dimostrarla  nellefterno:  E  que- 
ftofùil  giorno  di  Santo  Andrea  Apoftolo;  nelqnal  dì ,  trouandofi  ella  in_, 
villa  con  fua  Madre ,  fu  il  fuo  cuore  foprafàtto  talmente  dall'abbondanza  del 
diuino  amore,  che  fentiua  ftruggerfi ,  6c  auuamparfi  le  vifeerc  ;  e  quafi  fma- 
niando,non  trouaua  luogo,nè  aueua  virtù  di  proferire  parolaie  pareuaxhe  per 
ogniverfofeoppiaffe.  E  fé  bene  dalla  Madre  l'erano  applicati  queirimedij, 
che  giudicaua  opportuni ,  {limandolo  male  corporale  :  nulladimeno  ia  figli 
noia  non  trouaua  requie ,  né  pofa ,  nò  meno  dichiarò  alla  Madre  quclloche 
aueffe  ;  Ma  bene  alcuni  anni  doppo ,  permelTe  Dio ,  che  fatta  monaca  di  fé 
tìeflain  vn'altro  fimileaccidente,cheeb^;n  *»  frano.-  -^hbraffe  ch'era  flato 


i  o      Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzi . 

vn'ecccflb  d'amor  di  Dio,con  quefte  prccife  parole;  0  amore  quello  che  mi  fai 
ora  prouare^é fimile  a  quello ^che  mi  communicajli  ilgiorno  di  quello,  che  tanto  amò 
la  Croce ,  quando  non  ero  ancora  a  te  dedicata  nella  facra  Religione  >ela  mia  geni- 
trice fi  penfaua,  che  fuffe  male  corporale  .  E  così  veramente  fi  pensò  la  Ma- 
dre nel  principio  di  detto  ecceflò,per  non  auer  più  veduto  fimili  accidenti  nel- 
la figliuola  ;  ma  però  alla  fine  conobbe  efler  cofa  fopranaturale  ,  &  effetto 
dell'amor  diuino  ;  e  come  di  cofa  tale  ne  fece  ella  fletta  teftimonio  alla  Ma- 
dre Suor  Vangelifta  del  Giocondo  ,  &  ad  altre  Madri  nel  tempo  che  la  Beata 
fi  veftì  Monaca  • 

C onte  la  Beata  dette gr and* efempio  di  tutte  quejle  virtù  alle  Monache  di  San  G/0- 

uannino  de'Caualieri  di  Malta,doue  flette  in  ferbo  quindici 

me  fi.     Cap.  Vili. 

DEH'anno  1 5  80.  effendo  flato  dal  Sereniffimo  Gran  Duca  di  Tofcana  elet- 
to il  Signor  CamillodePazzi.Padre  di  Caterina,perCommeflario  della 
Città  di  Cortona,  (Vffizio  folito  darfi  a'nobili  Fiorentini  )  e  douendo  per  caufa 
di  tal  gouerno  (lare  attente  per  vn  anno  dalla  Città  di  Firenze  ,  condufle  feco 
la  fua  famiglia  :  ma  Caterina  la  lafciò  in  ferbo  nel  Muniftero  detto  di  fopra  di 
SGiouannino,  in  cuftodia  d'vna  fua  cugina  ,  chiamata  Suor  Seluaggia  Mo- 
relli,Monaca  molto  efemplarce  Religiofa,  hoggi  morta  con  molta  opinione 
di  bontà  apprettò  dette  Monache.  Si  rallegrò  molto  Caterina  di  quefta  rifo- 
luzione  di  fuo  Padre,  poiché  (come  quella  ,  che  lafciato  da  parte  gli  affetti 
vmani,  poneua  fempre  la  mira  al  maggior  feruizio  di  Dio  )  fperaua  trouare  in 
quel  luogo  maggior  commodità  d'attendere  all'oratione  ,  &  à  gli  efercizij 
lpirituali .  Fìi  dalle  Monache ,  (  maflìme  per  il  concetto ,  e  fama ,  che  fi  fpar- 
geua  delle  fue  virtù  )  riccuuta  con  molta  allegrezza  ;  E  fi  come  non  fu  vana 
la  fperanza  della  Beata  fanciulla,  così  s'accertorno  le  Monache  della  verità 
delle  fue  publicate  virtù  ;  fi  che  ne  poterno  fare  oculato  teftimonio . 

Entrata  dunque  in  Muniftero,con  prometta  di  poter  frequentare  la  facra_, 
Comunione  tutte  le  fefte  comandate ,  feguitaua  la  detta  frequenza  con  gran 
deuozione  :  E  defiderando  per  la  fua  carità,  che  tutte  f anime  rutterò  partecipi 
de*  beni  ch'efla  godeua,  e  trouaua  in  quefta  fagramentale  vnione  con  Dio;  & 
infieme  sfuggendo  per  la  fua  vmilrà  quellefler  fingulare  (poiché  non  era  nel 
Muniftero  tal  frequenza  di  SagramentiJ  con  le  fue  clonazioni  ,  &efempio 
induffe  molte  Monache  à  comunicarfi  con  ìd'^c  da  tale  efempio  ftabilitcan- 
cor  oggi  feguitano  quefta  frequenza  di  Sacrarrìenti  da  lei  introdotta . 

Trouandofi  quefta  figliupla  fuori  degli  occhi  della  Madre  ,  (che  troppo 
gelofa  del  fuo  bene  corporale,aflìduamente  rofleruauajnon  fi  feruì  di  quefta 
libertà  per  pigliarfi  fpaftì  ,  ò  ricreazione  nella  conuerfazioncmia  per  darfi  vie 
più  all'orazioni^  penitenze  .E  quanto  era  maggior  l'occafione  di  conuerfare 
che  aucua  nel  Muniftero ,  più  che  nella  ca  là  paterna ,  tanto  era  maggiore  la_. 
ìua  ritiratezza  :  fi  che  in  mezzo  delia  moltitudine  trouò  modo  di  vluer  folita* 
1  ui.  Nella  quale  folitudine  feiogliendo il  freno  al  ra Arenato  defiderio,che  aue- 
uà  iempre  tenuto  di  continuamente  orare;  s  anmerfe  talmente  in  quello  (àu- 
to eier- 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  dePazzi . 


i  r 


ro  cfercizio  jche  oltre  a'tempi  interrotti,(nc  quali  fpeflb  fra  giorno  fi  titirana  in 
Corojfaceua  fermamente  ogni  giorno  tre  ore  d'oratione  mentale  ,  due  la-» 
mattina,&  vna  la  fera.Sichè  tra  queftce  quei  tempi  interrotti  .offerti auano  le 
Monache  che  la  maggior  parte  del  giorno  la  fpendeua  in  orazione;  Né  con- 
tenta di  quefto,  ma  come  fé  poco  le  fuffe  così  lungo  fpazio  del  giorno.-  ancor 
la  notte  bene  fpeflb  vfciua  del  letto  ,  e  fi  prolira  uà  alianti  à  Dio  in  orazione. 
Oltre  ài  quefto  faceua  fpeflb  iftanza  alla  fua  cugina  *e  maeftra ,  che  la  lafciaf- 
fe  andar  la  notte  al  Mattutino  in  Coro  infieme  con  le  Monache,  ilche  fé  bene 
frequentemente  fera  conceduto ,  con  tutto  ciò  quando  l'era  vietato  >  ad'ogni 
modo  fi  leuauaallbra  di  Mattutino ,  e  fi  fermaua  à  pie  dd  letto  a  far  Orazio* 
ne  9  ftandoui  fino  che  veniuano  i  Sacerdoti  a  celebrar  la  Meffa .  Le  fue  medi- 
tazioni erano  fpecialmente  fopra  i  Vangeli  correnti  :  Pigliaua  ella  feome  re- 
ttificano le  Monache)  il  Sabato  fera  il  Vangelo  della  Domenicale  cauandone 
alcuni  punti,fopra  di  quelli  efercitaua  la  fua  meditazione  nella  (eguente  fetti- 
mana .  E  talmente  s'interna  ne'  diuini  affetàche  le  Monache  la  viddero  bene 
fpeflb  alienata  da'  fenfi ,  con  vn  volto  vermiglio  come  rofa  ,  e  con  gli  occhi 
rifplendenti  come  lucidifllm  e  ftelle  >  che  raflembraua  loro  vn' Angiolo  di  Pa- 
ratifo ,  nèpoteuano  faziarfi  ài  rimitarla .  Tra  l'altre  cofe  offeruorno  che  flaua 
talmente  ferma5e  ftabile,  che  ancorché  ftefle  l'ore  intere  inginocchioni,  hon 
fi  vedeua  mai  mouer'vn  tantino ,  fiche  pareua  loro  vna  ftatua  ;  &  in  quelle-* 
attrazioni  né  pur  vedeuano  vn  batter  d'occhiojcosì  mentre  che  con  effe  ftaua 
nel  Coro  recitando  i  diuini  vffizi ,  era  tale  la  fua  modeftia  ,  e  compofizione  > 
che  le  Monache  chi  per  ammirazione>e  chi  per  gufto,e  diuozione>  che  cagio- 
naua  loro  il  vederla,  non  fapeuano  ritirare  gli  occhi  da  rimirarla  . 

Per  renderfi  più  atta  a  quefto  fanto  efercizio  dell'orazone ,  feruendofi  del- 
la medefimalibertàjfi come multiplicò l'orazione,  così multiplicò  peniten- 
ze. Imperochè  oltre  al  poco  rrpofoche  prendeua  >  per  rifpetto  del  molto 
tempo  che  confumana  nella  meditazione ,  dormiua  frequentemente  fu  1  nu- 
do faccone  $  il  che  fé  ben  procuraua  d'occultare  alla  fua  cuftode >  non  fu  pof- 
fibile  che  molte  volte  ella  non  fé  n'accorgefle .  Continuaua  la  fua  attinenza  > 
e  raddoppiò  i  digiuni  j  e  le  difcipline  in  maniera ,  che  fi  riduffe  in  cattiuo  ftat 
di  .finità  :  e  quel  che  è  più,era  tanto  nemica  d'ogni  riftoro  corporale,  che  mai 
la  viddero  le  Monache  contattata,  fé  non  quando  dalla  diferezione  della-* 
Maeftra  era  coft retta  a  prender  qualche  conforto  più  dell'ordinario  fuo . 

Si  come  nel  fecolo  aueua  edificato  molti  con  le  fue  virtù ,  così  con  Tiftefle 
diedeefempioàquefleReligiofe;  le  quali  fpecialmente  ,  oltre  le  cofepre- 
dette/anno  teftimonio  della  fua  ritiratezza^  modeftia:  della  carità,vbbidieza, 
&  vmilità  che  feorfero  in  lei.  Jmperoché ,  come  elle  riferifeono  ,  non  mai  fi 
trouaua  con  l'altre  fanciulle  fecolari,che  erano  in  ferbo,ò  con  la  giouentù  del 
Muniftero  a  ricreazioni^  paffatempi  ;  ma  folo  fi  vedeua  con  l'altre  in  Coro,c 
luoghi  di  diuozione,ò  daH'inferme;E  taluolta  con  alcune  conuerfazioni,  del- 
ie quali  le  pareua  più  fpirituale,  o  con  chi  ella  vedeua  più  difpofizione  per  in- 
durle alla  diuozione  ,  e  ritiratezza.  I  fuoiragionamentierano  di  cofefpiri- 
tuali,e  cercaua  fempre  d'inuogliare  quelle  con  chi  praticaua,deirofleruanza 
xcligiofa,  e  della  frequenza  de'  Santiflyni  Sagramene,  ©fiauarono  alcuno 


Il 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzi . 


che  più  dell'altre  la  conuerforno ,  che  mai  fentirno  dalla  fua  bocca  vfcir  pa- 
rola oziofa ,  ò  vana  ,  ne  giocola;  né  mai  fu  veduta  difturbara,ò  alterata,  ma_-» 
Tempre  benigna,graue,e  nanfueta.  Non  fu  mai  fentita  mormorare  d'alcuna  ; 
&  ancorché  fi  Tuo  ritirato ,  e  (ingoiar  modo  di  viuere  virtuofo,  e  fpecialmei> 
te  per  la  frequenza  de'  Sagramenti,  (da  alcune  non  molto  approuato )  fentitTe 
talora  qualche  contrarietà  non  pigliaua  per  quello  cola  alcuna  in  mala  parte- 
ma  Tempre  feufaua  gli  altrui  diffetti,e  con  molta  fortezza  tiraua  innanzi  i  fuoi 
fanti  el'ercizi . 

Per  la  fua  carità  vifitaua  fpelTo  l'inferme  del  Muniftero  >  e  liana  aliai  tempo 
inrorno  à  quelle ,  efortandoie  con  dolci,  e  caritatiue  parole, leggeua  loro  de'- 
libri  Ipiriruali ,  1  elòrtaua  alla  partenza,  &  ad  altre  virai ,  e  faceua  loro  gli  oflfc- 
quij  di  carità  che  l'erano  permeili  :  e  come  quelli  fullèro  ftati  i  fuci  fpaili ,  in 
quello  fpendeua  il  tempo  della  fua  ricreazione  .  Onde  chi  voleua  trouar  Ca- 
terina, fé  non  la  troiana  in  celiaco  in  Coro,  la  troiana  al  ficuro  dall'inferme . 

DeHvbbidienza,che  olleruò  in  detto  Muniftero,  attefta  la  fua  Maeftra,che 
mai  ricalcitrò  à  cofa  che  le  fulTe  da  lei  comandatala  con  prontezza  l'efegui* 
uà  >&  a  tutte  le  Monache  portaua  grandjflìma  riuerenza  :  e  fé  dall' vbbidienz  a 
non  futTe  (tata  impedita,per  carità  verfo  l'inferme,  e  per  fua  vmiltà,fi  farebbe 
efercitata  in  ogni  abietto ,  evileeferciziodel  Muniftero  5  e  quando  poteua ,  e 
l'era  permeilo  far  qualche  faccenda  feruile ,  la  faceta  con  molta  prontezza . 
Per  il  ballo  fentimento,che  aueua  di  fé  ftefla ,  e  per  la  riuorenza,che  portaua_* 
allo  ftato  Religiofo ,  fi  riputata  indegna  di  Ilare  tra  le  Monache,e  con  quella 
talora  feufaua  la  fua  ritiratezza:  dicendo:  Voi  fete  fpofe  di  Giesù,per  la  profef* 
fione  della  Religione,  oc  io  nò, e  però  non  fon  degna  di  llar  tra  voi. 

Vedendo  le  Monache  quelle  fue  rare  qualità ,  e  fingolari  vir|ù ,  ne  fecero 
concetto ,  che  quella  non  futTe  creatura  ordinaria  :  ma  che  douelfe  elTere  vna 
anta  Geltruda,  ò  vna  Santa  Caterina  da  Siena:  poiché,  come  confetTano,mai 
viddeio  vna  fanciulla  di  virtù,  e  bontà  fimile  à  lei  ;  perlochè  le  portauano  tale 
riuerenza,  che  alcune  non  ratinano  conuerfare  con  ella ,  altre  non  fi  faziaua- 
no  di  vederla,  e  di  parlarle  ;  e  tutte  defiderauano  grandemente ,  ch'ella  fi  mo- 
«acjfle  nel  loro  Muniftero:  e  tanto  ardentemente  (e  con  ragione  lo  bramata- 
no,  che  vedendola  repugnante  à  quello  loro  defiderio)  poiché  Ci  dichiaraua, 
che  voleua  feiegliere  vn  Muniftero ,  che  viuefse  in  più  perfetta  comunità,  le 
éauano  intenzione  di  ridurfl  à  quell'ofseruanza  e  vita  comune,  che  ella  auef- 
fé  voluto,ma  ella  come  vmilexhe  fempre  di  fé  baiamente  fentiua,  fi  reputa- 
uà  inabile  à  tal'imprefa;  e  come  prudente  non  voleua  allìcurarfi  dell'incer- 
to fuccefso  di  tali  promelTe.  Onde  Hata  in  detto  Muniftero  per  lo  fpazio  di 
qmn deci  mefi ,  ne  fu  da'  luoi  Genitori  (che  di  già  ira, tornati  cTvlrìzio)  cauata  ; 
lafciando  quelle  Monache  da  via  parte  grandemente  confolate ,  &  edificare 
della  Ina  conuerfazione  ,&  eiempio  :  ma  dall'altra  parte  tanto  fconfolate  del- 
la fua  partenza ,  che  fino  al  prclentc  fi  dolgono  ,  e  lamentano  di  non  eflere^ 
fiate  degne  d'aucrlain  loro  compagnia . 


fi  I 


Vita  della  B  .Maria  Maddalena  de3  Pazzi .       g  3 


Ve l  defiderio  5  che  ella  ebbe  d'effer  Monaca  5  ecomefuperò  le  ddfficultà^che  fc 

leoppofero.     Caf.  IX. 

IL  defiderio  che  ebbe  quefta  Beata  dello  (lato  Reiigiofo ,  non  fa  vn  ordina- 
ria infpirazione  ,  ma  vn'affetto  Angolare  infufo  da  Dio  nel fuo cuore  verfo 
la  Religione  :  Poiché  >  prima  d'effer  peruenuta  à  gli  anni  della  difcrezione ,  e 
prima  di  fapere  la  differenza,  che  fuffe  tra  lo  flato  Religiofo,e  fecolarcfi  fentì 
talmente  inuogliata  della  Religione, che  nell'ifteffa  puerizia  non  haueua  altro 
gufto ,  che  di  accommodarfi ,  e  velarli  da  Monaca  :  E  fenza  mai  difmettero 
quefto  fuo  defiderio  >  lo  nutrì  nel  cuore  >&  infieme  con  l'età  andò  fempro 
crefeendoj  ma  però  come  fauia>e  giudiziofa,  vedendoti  in  età  puerile,  e  cono* 
feendo  non  conuenirfi  à  quella  dare  di  fé  fteffa ,  di  moto  proprio ,  affoluta  ri- 
foluzionc,  non  l'aueua  apertamente  dichiarato  a  fuoi  Genitori ,  fé  bene  da_, 
molte  congetture  poteuano  auerlo  comprefo  :  ma  bene  l'aueua  aperto  al  fuo 
Padre  fpiritualc&afpettaua  dichiararfi  a'Genitori  à  tempo  opportuno^  qua- 
do  da  loro  fufle  interrogata  dell'animo  fuo .  Ma  non  hauendo  quelli  tira  lor  fi- 
gliuoli altra  femina  che  ìcUc  vedendola  così  graziola  d'aifcetto,graue,  e  nobi- 
le d  animo,  e  di  coftumi,amabile  nella  conuerfazioneprudente  nel  gouerno  > 
e  compita  di  tutte  le  virtù  defiderabili  in  vna  donna  5  Sceffendo  commodi  di 
facoltà,aueuano  fatto  difegno  di  maritarla,  fperando  che  douefìe  riufeire  don* 
na  di  valore ,  &  effer  d'onore  alla  lor  cafa ,  e  famiglia  5  e  per  ciò  ne  pure  le  do- 
mandavano l'animo  fuo.  Ma  cauatala  del  fopradetto  Muniftero,per  la  mala  di- 
fpofizione  di  fanità ,  in  cui  era  caduta  per  l'afliduità  dell'orazioni ,  e  penitenze 
«farcitatela  fecero  medicare  >  conducendola  per  configlio  de'Medici  in  villa , 
doue  prefe  il  medicamento  dell'acciaio;  per  mezo  di  Che  racquiftò  le  forze ,  e 
la  fanità.Indi  tornorno  à  Fireze,  co  animo  di  trattenerla  così  fino  à  che  fi  por- 
geuaoccafione  d'allogarla  onoratameteconforme  alia  lor  nobilràx  facoltà  • 
Pcrilche  la  madre  non  la  ftimolaua  cTaltro,  fé  non  che  s'acconciaffe,&  ornafie 
come  l'altre  fanciulle  ricchee  nobili  lue  pari,fenza  però  dichiarartele  dei  fine. 
La  prudente  fanciulla  confiderando  il  procedere  della  Madre ,  e  vedendo 
che  già  correua  i  fedicianni ,  e  che  andaua  p  affando  l'età  in  cui  fon  folite  mo* 
nacarfi  lefanciulle,e  che  i  fuoi  Genitori  ftauano  così  cheti ,  infofpettì  grande- 
mente del  loro  difegno .  E  come  quella ,  che  nel  fuo  cuore  aueua  ftabilito ,  e 
fermato  con  Dio  lo  flato ,  in  cui  voJeua  feruirlo  ?  fatta  animofa  dalzelo  delia 
fua  verginità,  confegrara  con  votoà  SD  M.  prefe  occafione  di  feoprire  a  fuo 
Padre  la  risoluzione  d'effer  Monaca.E  vedendo  che  egli  più  torto  fi  turbò,e  fi 
moftrò  lontano  da  quefto  fuo  penfiero,ella*ifolutamente  gli  diffeche  depo- 
nefse  l'animo  d'allogarla  al  mondo ,  perche  fi  farebbe  prima  Jafciata  tagliar  la 
tefta,  che  acconfentire  di  prender'altro  flato  che  di  Monaca .  Vdendo  il  Padre 
così  viua  rifoluzioncnon  ardì  replicare  in  contrario,e  ne  rimeffe  la  di(pofizio- 
ne  alla  Madre-  Quefta  che  haueua  meglio  di  lui  in  pratica  la  figliuola  &  auen- 
dovifte  ,  &  offeruate  le  fue  rare  qualità  ,  e  perciò  icìc  trouaua  anco  più 
affezionata  »  fu  tanto  più  dura  .  <5c  aliena  dallacconfentire  à  farla  Monaca  . 
ita  figliuola,  che  s'accorle  della  tentazione  della  Madre,  e  come  era  fon 

data 


1 4       Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi . 

dita  ne  il  affetto  naturale  '.prima  ricorfe  all'orazione,  pregando  Dio*  chedi- 
iponeffe  il  cuore  della  Madre  ,  nò  permetteffe  ch'ella  l'impediffe  l'adempi- 
mento della  Tua  diuina  volontà.  Dipoi  cominciò  ad  abbattere  la  radice  dell'- 
affetto materno,  e  perciò  vfaua  ogni  arte  ,  e  teneua  ogni  ftrada,  che  fcnza  of- 
teià  dell'onore  ;  e  della  douuta  riuerenza  poteua ,  acciò  la  Madre  flaccaffe  l'- 
affetto da  lei.  Perciò  non  folo  non  Ja  contentaua  ncll brnarfì,e  vcftirfi,com'el- 
fa  a  rebbe  voluto  ,*  ma  fuggiua  più  che  poteua  lo  ftare  in  Tua  conuerfazione  ;  E 
quel  poco ,  che  era  neceffitata  di  ftar  con  lei  ,  non  lo  faceuacon  quella  beni- 
gnità,&  allegrezza  di  primajma  con  vna  artifizio  fa  ruuidezza  :  e  Tempre  fi  di- 
moitraua  afflitta  ,  e  malinconica .  Non  penetraua  ancor  la  Madre  donde  pro- 
cedere quefta  gran  mutazione  della  figliuola  ,  e  perciò  faceua  tutto  ciò ,  che 
poteua  ,  per  renderla  affabile ,  e  piaccuole  come  prima  :  onde  più  che  mai  1'- 
accarezzaua  yc(cìc  moftraua  amoreuole  ;  cercaua  d'auer  feco  ragionamenti 
di  cole  (pirituali  conforme  al  fuo  gufto  ;  l'interrogaua  delle  fue  meditazioni ,  e 
ficaia  tutte  l'altre  diligenze  poflìbili  per  rallegrarla. Ma  l'accorta  figliuola  co- 
noicédo,che  tutti  quelli  erano  lacci  per  vie  più  intrigarla  nel  materno  affetto; 
con  virtuo  là  rufticità  moftraua  di  non  gradire  ,  né  pigliare  alcun  conforto  di 
tutte  quelle  cofe.  Nel  che  (  come  ella  poidiffe  alle  fue  Monache,)  patiua_» 
doppiamente  :  Prima  perche  quefto  procedere  era  contro  lafua  naturarne 
poteua  viario  fenza  far  violenza  à  sé  fteffa  ;  Secondo,  perche  amaua  tenera- 
mente la  Madrce  fentiua  difgufto  di  cosi  difgulìarla  :  onde  viueua  in  vn  con- 
tinuo combattimento  di  fé  fìeflà  . 

Oltre  dì  quefto  l'affljgeua  grandemente  la  gelofia  della  fua  vocazione  >  ve- 
dendo così  differirla,  e  ftaua  in  vn  continuo  timore, che  non  le  fopraggiugnef- 
fe  qualche  rilòluzione  de'fuoi  Genitori  contraria  a'fuoi  fanti  propofiti ,  da  cui 
aueffe  à  durar  fatica  àliberarfi  Per  quelìi  continui  contrafti,e  timori, che  alie- 
na in  fé  ftefla ,  léntendofi  ftruggere  continuamente  il  cuore  d'afflizione  ,  fi  ri- 
duffe  macilenta5e  ftruttapoco  meno  di  prima.  Per  mezo  di  quefto  procedere, 
e  per  h  mala  (anità  di  Caterina  toccò  Iddio  il  cuore  della  Madre:  &  entrata  in 
se  ftefla  conobbe ,  che  tutto  ciò  procedeua  dal  loft  acolo,  ch'erta  poneuaalf- 
npimento  del  de  fi  de  rio  della  figliuola  di  farfi  Religiofa .  Onde  ciò  confe- 
rirò con  il  medefimo  Padre  fpirituale  ,  e  da  effo  confermatole  effe r  vero  ,  & 
clonatala  à  fecondar  la  volontà  della  figliuola,depofe  la  durezza  del  fuo  cuo- 
re, &  il  dileguo  che  aueua  fatto  d'allocarla  al  Mondo;e  chiamatala  à  sè,le  det- 
te la  felice  nuoua  di  volerla  far  Monaca ,  conforme  al  fuo  defiderio  ;  che  però 
penfaffe  al  Munifteroxhe  voleua  eleggerfi,  perche  ancora  in  quefto  volerla-, 
contentarla.  Si  lenti  à  quelta  nuoua  Caterina  quafi  feiorte  l'animo  da  vn  duro 
nodo  di  maninconia ,  e  fé  le  raflcrenò  ad  vn  tratto  il  cuore,e  la  faccia  infieme, 
e  piena  di  giubilo  ringraziò  affettuoiàmente  la  Madre ,  come  del  maggior  fa- 
uocCj  che  da  eflà  auefle  mai  potuto  riceuere  m  vita  fua;Nè  meno  fé  le  moftrò 
i  per  quefta  niuluzionc  fatta  di  compiacerla  nel  fuo  defiderio  della—» 
Religione  >  che  per  aueila  generata  .  Onde  come  vittoriosa  di  tale  difficoltà, 
nconoicendo  principalmente  l'aiuto  diurno  ,  con  lagrime  d'allegrezza  ri- 
corica ringraziare  Dio  .  Fu  la  nuoua  datale  dalla  Madre,  come  tante  legne_, 
polle  fopra  il  ruoco  del  fuo  accefo  defiderio  della  Religione  ;  onde  le  pare- 

uà 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de3Pazzi .       1 5 

uà  ogni  ora  mille  >  di  veder  giunta  quell'ora  di  eflerveftita  dell'abito  delfèj 
Religione. 

Come  ella  fi  guidò  nell'eledone  del  Muniflero  in  cui  volle  monacar  fi  \  e  come ,  per 

qualfine  eleffe  il  Muniflero  di  Santa  Maria  degli  angeli  di 

Borgo  San  Friano .     Cap.    X. 

A  Pena  viddequefta  figliuola  auer'ottenuta  la  volontà  della  Madre  ,  che 
lenza  por  tempo  in  mezo  cominciò  à  penfareal  luogo  ,  che  doueua 
eleggere  per  viuere  confagrata  à  Dio.  E  fi  come  non  per  lufinghe  de'  parenti, 
né  per  alcun  affetto  terreno ,ò  vmano  rrfpetto  ;  ma  fponfaneamente  per  mag- 
gior gloria  di  Dio ,  e  per  ifpicazione  diuina  ,  appetiua  lo  fiato  Religiofo  ;  cosi 
ancora  dcfidcraua  eleggere  quel  luogo  ,  che  fulTe  fecondoii  diuino  volere . 
E  perche  non  tanto  bramò  l'efser  Monaca  quanto  l'efler  vera  Monaca  »e  vera 
Religiolàaueuaauto  Tempre  la  mira  ad  elegger  Muniflero ,  doue  fi  viuefle  in 
vera  offeruanza  religiofo*  e  particolarmente  doue  ruffe  ritiratezza  >  efioflTer- 
uaiì'e  vita  comune.  Per  intendere  quefta  volontà  di  Dio>ricorfe  primieramen- 
te all'orazione ,  e  multiplicò  gli  e  iercizi  fpirituali ,  quali  ella  faceua  con  mag- 
gior feruore,  che  mai  >  fupplicando  continuamente  la  diuina  bontà»  che  fi  de- 
gnafse  rade  conofeerè  qual  luogo  auefle  eletto  per  la  fua  fallite  E  doppo  di 
^(Terfi  diligentemente  informata  del  viuere  ,  e  de  gli  ordini  di  più  Munifteri 
della  Città  di  Firenze  >  ricorfe  per  configlio  al  Tuo  Padre  fpirituale ,  al  quale-» 
contea,  come  fi  fentiua  inclinata  particolarmente  à  tre  Munifteri  di  detta 
Città  ;  Vuo  chiamato  della  Crocetta ,  dell'ordine  di  San  Domenico, le  Mona- 
che del  qu  ile  uè  mai  veggono,  ne  mai  fono  vifte  da'  fecolari  ,•  L  altro  di  Santa 
Chiara  dell'Ordine  di  San  Francefco,  doue  fi  viue  in  molta  ponertà  &  afprez- 
za  di  vita  ;  il  terzo  quefto  di  Santa  Maria  de  gli  Angioli ,  doue  intefe ,  che  s'at- 
tenderla alla  perfezione  interna  cotiparticolare  ftudio,  e  che  vi  fi  frequentaci 
ogni  giorno  la  fantiifima  Comunione  - 

""  A  quello  della  Crocetta  fi  fentiua  inclinarefcome  difle)per  il  defiderio,che 
haueua  di  ftar  ritirata  più  che  poteua  dal  mondo,  per  maggiormente  ftar'vnita 
col  cuore  a  Dio  lènza  impedimentirperche  ftimaua  che'1  non  vedere,  ne  effer 
mai  vifta  dal  feco.o ,  fu  (le  vn  potente  mezo  per  (laccarli  in  tutto  ,  e  per  tutto 
dal  mondo.  A  quello  di  Santa  Chiara  fi  fentiua  tirata  per  il  defiderio,  che  aue- 
ua  di  patire  per  amor  di  Dio  ,  e  di  viuere  vita  difprezzata  ,  e  vile  al  mondo . 
Quello  di  Santa  Maria  de  gli  Angioli  fentiua  defiderarlo  per  la  fame  .che  aue- 
uadel  SintiffimoSagramento  dell'Altare  e  per  l'inclinazione,  e  gufto ,  cho 
fentiua  nell'attendere  alla  perfezione  interna  .  Andaua  quefta  fauia  fanciulla 
efaminandofecomedeiima  le  qualità  di  quelli  Munifteri  aggiuntandole  alla 
ina  vocazione >e  defiderioie  difeorrendone  con  il  fuo  Padre  fpirituale! ,  le  par- 
ile, che  in  quefto  di  Saura  Maria  de  gli  Angioli  fi  vnifsero.e  concorra  «fsero  le_> 
qualità  de  gli  altri  due.  Imperochè  te  bene  le  Monache  di  quello  poifsono  ve. 
dere«5celser  vedute  alle  grate,  con  tutto  ciò  perefserMuniftero  molto  riti- 
rato ,  epochiilìmovifitatoda'fccolari ,  te  parue  poter  viuere  in  e  fio  ritirata 
conforme  al  fuo.defiderio.  E  perche  in  elfo  fi  oflèrua  vna  perfetta  'vita  comu- 

ne 


1 6      Vita  della  B. Maria  Maddaléha  de'Pazzi . 

ne  le  parue  di  poterai  viucrc  in  molta  pouertà,e  difprezzo  di  sé  medefima ,  8c 
infieme  godere  della  frequenza  del  Santiffimo  Sagramento,  e  fare  acquifto 
della  perfezione  interna ,  da  lei  tanto  bramata  .  Onde  così  illuminata  da  Dio, 
eleiTc,  e  (labili  di  farfi  Monaca  in  detto  Muniftero  di  Santa  Maria  degli  An- 
gioli di  Borgo  San  Friano . 

Come  entrò  à  prona  nel  Munì  fiero  di  S  Maria  de  gli  angioli  di  Borgo  S. Friano  per 

dieci  giorni  ,  e  dette  a  quelle  Madri  ottimo  faggio  delle  / ne  qualità  ye 

virtù  :  e  fu  da  effe  accettata  per  Monaca  + 

Cap.   XI. 

INtefoda'  Genitori  di  Caterina  la  fua  rifoluzione  circa  il  Muniftero  di  San- 
ta Maria  de  gli  Angioli  ,  operorno  che  ruffe  cauata  licenza  dall'Ordinario 
per  potemela  introdurre  per  dieci  giorni  conferme  à  gliordini  >  e  quella 
ottenuta  con  molto  fuogufto  ,  e  con  applaufo  di  quelle  Madri  vi  fa  intro- 
dotta .  Doue  conforme  à  gli  ordini  del  Muniftero  ,  fu  data  in  cuftodia  di 
quelle,  cheaueuanopervihziodicuftodirele  fecoJari,  che  entrano  a  prona 
io  detto  Muniftero ,  chiamate  col  nome  di  Forefteraie  -7  fotta l'vbbidien za,  ^$ 
guida  delle  quali  ftanno  le  dette  fanciulle  fecolari .  Cuftodiuano  quelle Catar 
rina ,  non  con  darle  fpa(fi,e  trattenimenti  di  ricreazioni, e  pafiatempi,  per  aiet- 
tarla à  faruifr  Monaca  ;  ma  conforme  al  loro  vffizio  >  e  conforme  allo  ftile,  & 
à  gli  ordini  del  Muniftero ,  diligentemente  offeruauano  le  fue  qualità,  e  natu- 
ra, le  lue  parole,e  portamenti ,  per  poterne  ragguagliare  i  Superiori  :  e  far  giu- 
dizio fé  la  fanciulla  era  a  proposito  per  la  loro  Religione,  ò  nò  .  E  mentre  Ita- 
liano così  attendendola ,  reftorno  talmente  ammirate  delle  fue  qualità ,  boti- 
le virtù  che  la  conobbero  per  vnacreatura  più,  che  ordinaria ,  e  fecero  tefti- 
ìnonio^al  Padre  fpirituale,  & all'altre  Monache,chenon  folo  era  degna,e  mo- 
riteuole  dcfTer  accettata  5  ma  che  elfera  per  tutte  le  parti  defiderabile  :  E  pet 
quel  poco,che  in  quel  tempo  conuersò  con  faine;  tutte  feorfero  in  lei  la  mo- 
deftia  del  parlare ,  la  grauitànel  proceder,rvmiltà,e  caftità  nella  conuerfazio- 
ne ,  la riuerenzi ,  &  vbbidienza  ,  che  portaua a  tutte  ,  e l'eccefiìuo defidcrio  > 
che  aueua  dell'eiTcr  Religiofa;ma  fpecialrnente  ammirorno  Talfiduità^e  (labili* 
tà  nell'orazione .  Imperochè ,  conforme  al  fuo  ordinario  fi  leaaua  di  buonif- 
1?  m'ora  ,  &  andana  in  Coro ,  doue  faceua  ogni  mattina  la  fua  lolita  ora  d'ora-» 
ne  mentale  ,  &  anco  fra'l  giorno  fpeflb  fi  ritiraua  al  medefimoefercizio. 
olferuato  da  alcunexhe  ftaua  in  orazione  con  tanta  fermezza,  che  pareua 
2mmobile,&  in  tutta  quell'ora  non  fi  vedeua  mai  vìi  minimo  mouimento  della 
iua  perfona,ò  d'alcuna  parte  di  efla,cofa  che  denotaua  1  habito  fatto  nello  da- 
re  in  orazione,  e  l'affilamento  della  fua  mente  in  Dio  .  Scorerò  ancora  il  lu- 
me ,  che  Ila  aueua  della  vita  fpirituale,  e  laftimadegliefercizidella  Religio- 
nejin  quello  modo.-Vcdendola  la  Madre  Suor  Vangelifta  del  Giocondo,  tan- 
to affidila  nell'orazione  ,  ereftandonetantopiù  marauigliara  ,  quanto  che  la 
fanciulla  e  ragiouanetta  di  (edici  anni  ,  nella  qual'ctà  fuole  la  natura  moftrac 
piùfierczz  a  ;  per  chiarirfi  qua]  fbflc  il  fuo  fpinto  ,  e  fé  quelValTiduità  nell'ora- 
•  JclTe  da propnetì di  volere  ,  òfufle  attaccata  a  qualche  vmancL* 
\  comi 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de*  Pazzi.      17 

compiacenza,©  proprio  gufto,le  di(Te,che  s'ella  fi  faceua  Monaca,non  arebbe 
potuto  far  l'orazionUhe  faceua  fecolarerc  che  le  farebbe  bifognato  lafciar  l'- 
orazione^ far  gli  efercìzi,  che  faceuano  l'altre  nouizie  nella  Religione.  Rifpo- 
fe  prontamente  Caterina:  Madre  quefto  non  mi  dà  faftidio  alcuno ,  perche  io 
so,  che  tutte  le  cofcche  fi  fanno  per  \  bbidienza  nella  Religione,fono  orazio- 
ne .  Non  ebbe  da  replicare  altro  la  Veneranda  madre  >  ma  conobbe  di  quiui  il 
lume  ,  che  aueua  la  figliuola  nella  via  di  Dio,e  l'attitudine  alla  Religione  >  poi- 
che  non  era  attaccata  al  proprio  volere,ma  alla  volontà  di  Dio . 

Similmente  conobbero  la  mortificazione^e  poffedimento,  eh' ellaueua  de' 
fuoi  fentimenti ,  e  di  tutta  fé  fletta  ,  in  vn'occafione  particolare  ;  e  fu ,  che  vn 
giorno  eflendo  Caterina  con  le  Monache  nella  fala  del  lauoro  a  lauorare>cad- 
dero  improuifamente  alcune  cofe ,  che  fecero  vn  gran  fracaflò  /  alquale  tut  * 
te  le  monache  fpauentate  fi  leuorno  ;  e  quefta  fanciulla  feppe  talmente  mor- 
tificarfi,che  né  pure  alzò  il  capo  >  né  girò  gli  occhi  per  veder  ciò  che  fufle  fla- 
to. Onde  per  quefte  virtù ,  e  per  la  grazia ,  che  fi  manifeftaua  in  tutte  le  (uè  az- 
zioni,gefti,e  parole ,  reftorno  le  monache  grandemente  inuogliate  d'auerla_# 
tra  di  loro,e  ftimauano  vn  fingolar  fauore  di  Dio,fatto  al  ior  muniftero,che  vi 
fi  faceMe  monaca  ,  fperandoneviVottimafiufcita.  E  con  tale  fperanza  tutte^ 
vnitamente  > con  le  debite  licenze  dell'Ordinario  ,  à  fuo  tempo  laccettorno 
per  monaca  da  velarli  nel  loro  muniftero . 

In  quefti  pochi  giorni  attefe  Caterina  diligentemente  gli  ordini ,  &  il  viuere 
del  muniftero  :  leffc  le  regole,  e  le  conflitti  tioni  (come  fi  coftumafare  da  tut- 
te le  fanciulle  >  che  vogliono  efferui  monache  prima  d'eflerui  accettate^  ac- 
cortamente attefe  come  fi  ofscruauano .  Et  informatali  di  tutti  gli  ordini ,  re- 
tto cofi  fodisfetta ,  <5c  appagata  d'ogni  coiài  che  non  più  fapeua  defiderare  $  o 
per  il  concetto ,  che  fece  di  quefto  muniftero ,  cddìc  monache ,  fi  reputaua 
indegna  d'efser  daloro  riceuuta,e  flimauagrandifTimo  benefizio  di  Dio  efTer- 
ammefsa  nella  loro  conuerfazione .  Et  ebbe  à  dire  per  fua  vmiltà,  che  per  .ef- 
ferui monaca  fi  farebbe  contentata  efsere  lo  ftrofinacciolo  del  muniftero.  In- 
uogliate così  le  monache  di  leu&efsa  della  loro  conuerfazione, fenza  vfeirne 
fi  farebbe  voluta  monacare  :  ma  per  volontà  de'  fuoi  Genitori  vfcì  del  munì- 
ftero,e  ritoxnofli  à  cafa,pcr  dar'ordine  al  fuo  veftimento. 

Quanto  lefuffero  in  dì/pregio  gli  ornamenti  dei  corpo,  eie  vanità  del  fecole  ; 

Cap.     XIL 

DEtte  quefta  fanciulla  nella  fua  vita  fecolarc  à  tutti  quei ,  che  la  conobbe- 
ro, oltre  all'odore  dell'altre  virtù ,  vn  raro  efempio  del  difpreggio  ddlz^ 
vanità  mondane.  Jmperochè  non  folo  non  appetì  mai  vani  ornamenti,  ne  ac- 
conciamenti di  tefta,  ò abbellimenti  di  voltolò  preziofità  di  veftcconform^r 
allottato  fuo>e  fecondo  che  coftumauanokfanciulle  Gentildonne  fue  pa- 
ri :  ma  le  fchifàua ,  e  rkufaua  ;  né  fùcofa  in  che  fi  dimoftrafse  mai  renitente., 
fleU'vbbidire  alla  Madrcife  non  nel  non  volerfi  acconciare  la  tefta  ,  eveftire 
da  fua  pari .  Voleua  ella  la  più  femplice  ,  e  pura  acconciatura ,  che  fi  vfafse  ; 
aoirvoleua  vefte  di  feta,  ma  di  materia  inferiore  5  fiche  veftiua  pi»aoftoda^ 

B  Doue- 


1 8       Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

pouera  articra  >  che  da  ricca  Gentildonna  ;  e  rifplendeua  talmente  la  fua  fem- 
plicità  tra  l'altre  fanciulle  fue  pari  ,  che  dall'altre  madri  di  famiglia  era  alle  fi- 
gliuole vane  addotta  perefempio  Catarina  de'  Pazzi  •  Nonguftaua  d'andare^ 
attorno  à  veder  fefte,ò  gioftre,  ò  altri  fpcttacoli  del  mondo  j  anzi  talmente  gli 
abborriua ,  che  eflfendo  la  fua  cafa  fituata  al  canto  chiamato  de'  Pazzi,per  do- 
ue  corrono  i  Caualli  al  Palio;mentre  che  tutta  Ja  Città  per  paflàtempo  corre  à 
vedere  vn  tale  fpettacolo  ,  e  che  la  cafa  fua  perciò  era  piena  di  Gentildonne  > 
ella  feppe  tanto  mortificacene  in  tutto  il  tempo,che  flette  fecolarcnon  mai 
s'affacciò  vna  volta  alla  firieftra  per  vedere  il  detto  corfo  di  Caualli .  Cofa  ve- 
ramente degna  d'ammirazione  in  vnagiouanetra . 

Ma  quel,  che  è  più  efemplare:  Auendo  introdotto  fabufodel  mondo, che 
quando  le  fanciulle  fono  per  veftirfi  Monache  ,  efeano  fuora  come  nouellc-» 
fpofe  del  fecolo,  tutte  adobbate,  e  più  dei  (olito  ornate,  e  riccamente  vcftite  » 
quafi  per  vltimo  godimento  di  quelle  vanità  ;  e  che  per  auerfi  à  rinchiudere 
per  fempre  »  vadano  prima  vagando  per  tutti  i  luoghi  curiofi.e  fpafTeuoli,à  ve- 
der gioftre,comedie,e  fpettacoIi,quafi  facendo  vltimo  sforzo  di  quefti  fpaffi  • 
de'quali  deuono  priuarfi  ;  Non  volle  già  Caterina  feguitare  tal'abufo  ;  anzi  la 
ftimaua  cofa  molto  difdiceuole,e  danneuole  à  tali  fanciulle^  graue  difetto.  E 
foleuadire  ,  che  non  reftaua  capace  in  che  modo  le  Fanciulle  poffano  haucr 
defiderio  d'efser  Religiofe,e  Spole  di  Chrifto,e  guflare  di  vederfi,e  d'effer  vi- 
fte  ornate  vanamente  -  Onde  auendole  Tua  Madre ,  fino  quando  la  cauò  del 
Muniftero  di  San  Giouannino  de'  Caualieri ,  fatto  vna  vefte  di  feta  bianca  :  an- 
core he  fufse  pura,  e  femplice ,  fenza  oro,ò  argento  durò  vna  gran  faticai  far 
che  s'accordafse  à  veftirfela ,  e  tutto  quel  giorno,  che  perobedire  la  Madre  fc 
Ja  mefse  ,  piante  dirottamente .  E  domandata  perche  piangefse,  rifpofe  Per- 
che non  fi  conuiene,che  vna  fanciulla,  che  fi  è  dedicata  a  Dio,fi  vefta  talmen- 
te.che  fia  riguardeuole  a  gli  occhi  delle  creature  vmane  ;  e  perciò  non  vojlo 
rinnouare  alcuna  vefte,nè  vfeire  di  quefta  fua  femplicità .  Di  qui  nacqucchc 
ad  imitazione  di  quefta  Beata ,  da  tutte  le  fanciulle ,  che  (ì  accettano  in  detto 
Muniftero  fi  oficrua,  che  il  tempo,che  (tanno  fuori  accettate  auanti  prendano 
l'abito  Rcligiofo ,  vadano  veftite  pofitiuamente  ,  e  fenza  ornamenti  d'alcuna 
vanità, come  già  dedicate  alla  Reiigione;&  il  giorno  del  lor  vestimento ,  com- 
parifeano  auanti  il  Sacerdote ,  che  l'ha  da  veftire ,  veftite  d  vna  verte  biancaiì- 
mile  à  quella  della  quale  era  veftita  quefta  Beata  nel  giorno  »  che  riceuè  l'abi- 
to della  Religione. 

Non  folo  aborri  gli  ornamenti,e  vanità  de'  vestimenti ,  ma  né  meno  vollo- 
andar  in  alcun  luogo  curiolò  ;  ma  folo  à  luoghi  deuoti ,  &  a  vifitare  perfono 
rchgiofcper  raccomandarfi  alle  loro  orazioni,e  far  da  loro  diuota  dipartenza  ; 
Anzi  che  lei  fuoi  Genitori  fé  nefuflerocòtentaticome  fopraédetro.fe  ne  fa- 
rebbe reftata  volentieri  nel  muniftero,  fenza  punto  vfeir  fuora^taJe  era  l'amo- 
re ,  che  ella  pcrtaua  alla  ritiratezza  -,  nella  quale  feguitana  le  file  lolite  orazio- 
ni ,  frequen/a  deTanriffimi  Sagramene .  &  altri  eièrcizi  fpirituali .  E  talmente 
era  (laccata  da  ogni  affetto  terreno ,  e  da  ogni  vmana  pompa ,  e  riputazione , 
che  doue  per  ordinano  le  fanciulle  lògliono  eiTer'anfiofe'd'auer'  abbondanti  , 
e  ben'accomodati  fornimenti ,  ò  per  propria  compiacenza,  ò  per  non  apparite 

da  me- 


Vita  della  B.Mar fa  Maddalena  de'Pazzl .       19 

da  meno  dell'altre  nella  Religione,elIa  non  folo  non  ebbe  ftimolo  d'alcuna  di 
quefte  cofe,ma  né  pure  fi  curaua  di  vederle ,  e  lafciò  fare  alla  madre  ogni  co- 
la à  fua  iòdisràzione,6ome  feella  non  ci  auefieauto  ìntereffe  alcuno . 

Come  ella  entrò  in  detto  Muniftero  perfempre ,  e  del? apparecchio)  e  diuo^ione^cen 
che  riceuèl  abito  delia  Religione .       Cap.     XIII. 

NOn  reftaua  quefta  figliuola  di  follecitare  continuamente  i  fuoi  Genitori 
perla  rpediziònedeliuoingrefro^i  quali  dopò  di  auerla  trattenuta  ili.- 
eafa  tre  meft  con  fcufa  di  metter'in  ordine  ilTorniniento,alla  fine  per  conten- 
tarla ri  folu  e  rno  dismetterla  nr  Muniftero  per  lempre';  Perlòchè  il  Sabba:o 
auanti  la  prima  Domenica  dell' Auuento dell'anno  r  s  8z che  in  quell'anno  fu 
il  primo  di  Decembre ,  douendo  ella  vìe  ire  per  Tvlfima  volta  di  cafa  Tua ,  con 
moka  vmiltà  inginocchiata  auanti  h  fuoi  Genitori.chiefe  loro  la  benedizione, 
&  il  perdono  in  tutto  ciò>  che  mai  li  aneli]  offefi ,  òdifgUftati  in  tutto  il  tempo 
di  fua  vita  ;  e  con  quella  benedizioricnori  lènza  lagrime  di  tenerezzavda  loro 
concedutale  »  fé  nVfcìdella  cafa  paterna  tutta  allegra  >  dicendo  addio  al  mon- 
do .  E  cori  gran  giubilo  del  fuo  cuore  entrò  nel  detto  Muniftero  di  Santa  Ma- 
ria de  gli  Angioli  di  San  Friano,  per  non  più  vfeirne  Doue  con  pari  contento 
fu  dalle  Monache  riceuuta ,  e  dalla  Superiora  confegnata  alle  medefime  Ma- 
dri Forefteraie  per  infino  al  fuo  veftimento  ,  quale  fi  differì  fino  alla  fine  del 
Gennaio  feguente .  Andò  Caterinain  tutto  quefto  tempo  preparandoli  con 
molto  affé tto,e  pace  del  fuo  cuore  a  riceuer  l'abito  della  Religione :  e  mentre 
fi  andaua  così  preparando  »  volle  Iddio  prouarla  nel difpregio  de! mondo,  per 
feoprir maggiormente  la  fua  virtù,  e  perche lafciafte  dì Te  maggior  efempio, 
e  perciò  le  permefTe  vna  tentazione  di  vanità  terrena  .  E  fu  che  i  fuoi  Genitori 
per Tamor,che  le  portauano  (  da  che  per  dìuin  volere  s'erano  prmatldi  lei^vo- 
Jeuàno  almeno  apprelTo  di  loto  ir  fuo  ritratto;  e  re  flati  d'accordo  con  la  Madre 
Priora  mandorno  il  pittore,  quale  fi  chiamaiia  Sariti  di  Tito,  à  pigliar  la  fua  ef^ 
figie .  Uchedà  lei  vdifo ,  cominciò  dirottamente  a  piangere  ,e  non  voleua  in 
modo  alcuno.  E  domandata  perchè  faceua  tanta  refiftenza ,  dille  :  lo  fono 
vlcita  del  mondo  per  non  più  tornami  ,  e  per  non  efferui  più  vifta  in  quefti 
panni.  Né  fu  mai  poffibile  >  che  conferitilTe,  fin  che  dalfvbbidienza  della  Su- 
periorave  del  Padre  Confeflbre  nonni còftretta:  e  mentreil  Pittore  la ritrafle 
non  fece  altro ,  che  piangere  ;  nel  che  rrtoftrò  l'odio ,  che  póitàuà  al  mondo , -• 
poiché  né  anche  vi  voleua  ftarev  né  efferui  veduta  dipinta  .•'  e  perla  fua  vmil- 
tà lamentandoli  dì  quefto ,  diceua,*  E  poffibile,che  d'vna  creatura  sì  vile  >  co~> 
mefoaio;  e  che  d'vrypòdi  polUerehabbiaà  reftar  memoria nel  mondo  ? 
Seguitò  nondimeno  d'attendere  alla  fua  preparazione^  fempre  cercaria  di  re- 
flare  vie  più  illuminata  dello  flato  della  Religione ,  per  far  q ueftaJ azione  con-r 
]?iù  lume,  e  cognizione .  E  talmente  apprefe  quellòxh'importaua  il  farli  Re- 
llgiofa,che  doue  Tallire  fanciulle  ne  gli  virimi  giorni  auanti  il  Jor  veftimento  i 
jfbgliono  lafciarfi  vedére,  e  goder  piùdef  folito  da  parenti ,  ella  chiefe  in  gra- 
zmd'elTer  lafciata  ftare' ritirata'  ;  efpecialmenteilgiòrno  precedente  al  Tuo 
Veftimento  ottenne  grazia  dalla-  Màeftra  di  non  eflér  chiamata  alle  grate ,  e  di 

B    2         ftar^ 


zo       Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

ftarfene  tutto  il  dì  ritirata  in  orazione  a  meditare  lazzione  ,  chedoueuafarla 
mattina  feguente .  Onde  venendo  alle  grate  del  muniftero  parenti ,  &  aJtre 
perfone  per  vifitarla,&  à  recare  diuerfe  cofe,fi  partiuanoséza  poterla  vedere, 
e  faceua  rifponder  loro  dalla  Madre  Maeftra,  ediceua,  che  quello  non  era 
giorno  da  confumarlo  sii  per  le  grate,  né  in  cicalamenti  ,•  ne  volle  vedere  cofa 
alcuna ,  che  le  fu  (se  mandata.Similmente  la  mattina  ftette  iempre  tutta  inten- 
ta à  quella  facra  cerimonia,  che  doueuafare,nè  volle  ammettere  fuagazione 
alcuna,ma  dopò  efserfi  diuoramente  Communicata,continuò  iempre  in  ora- 
zione  fino  ali  ora  del  veftimento . 

Cantata  la  Mefsa  del  Padre  Confefsore  del  detto  muniftero  Mefscr  Ago^ 
ftino  Campi,  fu  dalfiftefso  datole  l'abito  della  fanta  Religione  dell  Ordine 
Carmelitano  ,  fotto  la  cui  Regola  viuono  le  dette  monache  con  le  folite  ceri- 
monie,e  folennità.che  in  detto  luogo  s'ofseruano:  &  il  nome  di  Caterina  le  fu 
mutato  in  Suor  Maria  Maddalena:  Non  fi  può  efprimcre  la  prontezza>&  alle- 
grezza,con  che  quefta  figliuola  rinunziò  in  queft'atto  al  mondo,  &  alle  pom- 
pe di  quello;  e  con  qual  fentimento  fi  fpogliò  delle  vedi  fecolari ,  e  riceuè  \h 
vinile  abito  della  Religione  ;  ne  poterno  di  quello  far  teftimonio  quelle  pec- 
ione,che  vi  fitrouorno  prefenti,lequaliperladiuozionedileififentirnocom- 
pugnere,&  intenerire  le  vifeere.  Etvna&nciullainpartieolare,che  vi  fi  trouò 
prefente,fi  feotì  talmente  inuogliare  d'abbandonar  il  Mondo,e  di  prendere  l'- 
abito della  Religione ,  ch'allora  allora  arebbe  voluto  poterfi  infieme  feco  ve- 
nire >  ficome  poi  fece^ell'iftefso  muniftero .  In  tutta  quella  lunga  cerimonia 
del  veftimento  non  iòlo  non  fii  mai  vifta  girare  gli  occhi  attorno  ,  per  mira* 
chi  fi  trouaua  in  Chiefa  ;  ma  ftette  talmente  raccolta ,  e  fifsa  in  fanti  penfieri , 
che  Tiftefse,  che  laiutorno  à  fpogliare  de  panni  fecolari,e  veftire  l'abito  dato- 
le dal  Sacerdote, confefsorno,  che  pareua  loro  alienata  da'  fenfi,  e  che  nonar- 
diuauo  quafi  toccarla,  per  non  la  difturbare  da  quella  contemplazione  tnclh 
quale  giudicauano>che  fufse.Et  ella  ftefta  poi  Monacata  ebbe  à  dire  ad  alcune 
diuote  compagne,che  quando  in  tal'atto  il  Padre  Confefsore  le  porfe  in  mano 
il  Crocifisso,  come  fi  coftuma,  e  le  Monache  in  quel  mentre  cantauano  le  pa- 
iole di  S. Paolo  :  Mibi  abfttgloriariynifi  in  Cruee  Domini  noflri  le  fu  Chrifii  :  lènti 
vnirfi  1  anima  con  Giesù  per  affetto  d'amore  con  tanta  dolcezza  di  (pirito,  che 
non  fi  ricordauad'auer  prouato  mai  tanto  guftoipirituale;  e  che  in  quell'atto 
fi  (enti  attrarre  talmente  il  cuore  dà  Giesù  che  protetto  di  non  voler  mai  altro 
che  lui ,  e  la  (ha  volontà .  Ne 'giorni  ieguentià  quello  veftimento  ftette  con 
tanta  allegrezza, e  giubbilo  di  fpirito,  che  pareua  vn  Serafino^  accendeuaal- 
f  amor  di  Dio  chiunque  la  rimiraua . 

Quanto  fintamente  efercitò  il/no  noui^ato;  e  (Tvnecceffb  d'amore  diDio^che 
ebbe  nel  pi  ini  anno  della  f uà  probazione .     Cap.    XIV. 

FV  tale, e  tanta  h  perfezione  ,  e  fantità,  che  rifpkndette  in  quefta  Beata  gio- 
uanetta  net  terfipo  del  l'uo  nouiziato,  che  à  tutte  le  Monache,&  all'iftefso 
Padre  fpiiirual^eradammirazjonce  paicua  più  tofto  vnaprouetta,e perfetta 
Religiol'axhc  vna  incipiente  noiuzia.  Onde, non  (olo alle  nouizie ,  ma à tutte 
•fc  Monache  era  d'efempio;  e  lifteisa  Maeftra  delle  nouizie  chiamata  Suo* 

Vitto- 


Vita  della  B. Maria  Maddalena  de'Pazz? .       1 1 

Vittoria  Contugi ,  Monaca  di  molta  religiofità ,  ebbe  à  dire ,  che  Suor  Maria 
Maddalena  farebbe  (lata  meglio  Tua  Maeftra,  che  Tua  nouizia;  e  feorgeua  in  ìqì 
tanta  virtù,  che  volentieri  fé  le  farebbe  foggettata  per  difcepola  :  e  tanto  fi  pò- 
teua  credere  di  lei  fino  dal  principio  del  fuo  nouiziato.  Imperochè  l'iftetTo 
giorno  del  fuo  veftimento  proli  rata  apiedi  di  quella  fua  Maeftra  in  atto  vmiic* 
e  con  affetto  fincero ,  fi  raffegnò  totalmente  nella  fua  volontà  >  e  le  diffeichc 
fé  Je  daua  per  morta ,  e  che  però  facefte  di  lei  ciò  che  le  piaceua,  che  era  pron- 
ta ad  vbbidirla  in  ogni  cofa  ;  e  la  pregò  ,  che  non  le  auefse  alcun  rifpetto  nell* 
vmiliarla  >  e  mortificarla,  come  Dio  la  fpiraua ,  Quefto  medefimo  atto  di  raf- 
fegnazione  fece  ancora  nelle  mani  delia  Madre  Suor  Vangelifta  del  Giocon- 
do j  che  fuccedette  à  detta  Suor  Vittoria  nell*  vffizio  di  Maeftra  di  nouizie .  Et 
effettiuamente  ville  così  rafsegnata  nella  volontà  di  quelle  maeftre ,  che  mai 
contradifsc  ad  alcuna  loro  volontà,ma  lemprevbbidìprontiffimàitrentead 
ogni  lor  cenno ,  e  ftaua  attentiflìma  per  indouinare  per  quanto  poteua  la  loro 
volontà  ;  e  tanto  prontamente  faceua  ogni  cofa,che  da  loro  iera  comandato  • 
che  effe  medefime  non  fapeuano  difeernere  quali  fufsero  le  cofe  che  le  repu- 
gnafsero  >  ò  quali  fufsero  fecondo  il  fuogufto .  E  tantoera  vaga ,  &  amatricc 
deirvbbidienza,che  per  quanto  poteua,non  faceua  mai  cola  alcuna,  nella  qua- 
le non  cercalse  l' vbbidienza,  ò  licenza  della  fua  Maeftra . 

Né  lòlo  moftrò  quella  rara  vbbidienza  nelle  cofe  à  lei  particolarmente  ini- 
polle ,  ma  ancora  nellvbbidienzc  comunià  tutte  l'altre  nouizie.  Era  follecitif- 
fima  per  interuenire  à  tutti  gli  ordini  della  Religione  ,  e  la  prima  à  metter  ma- 
no à  gli  efercizi  di  fatica  propri]'  delle  nouizie  ;  e  quanto  più  erano  faticofi,baf- 
fi,  e  vili ,  tanto  gli  faceua  con  maggior  gullo,  e  prontezza.  Perl' vbbidienza  fi 
moftrò  fempre  pronta  à  lafciare  ogni  fuo  gufto,  e  contento  fpirituale,  che  pe- 
rò ancorché  fuiTe  tanto  dedita  all'orazione»  con  tutto  ciò  per  fare  gli  efercizi 
della  Religione  e  l'vbbidiezcfe  ne  priuaua,e  fempre  anteponeua  rvbbidienzc» 
e  gli  ordini  Religiofi  alle  fué  priuate  orazioni .  Dandole  talora  la  Madre  Mae- 
ftra facoltà  di  ritirarli  all'orazione  in  quei  tempi ,  che  le  nouizie  doueuano  oc- 
cupar fi  in  qualche  efercizio  corporale,  ella  non  accetaua  tale  licenza,ma  diec- 
na,che  ftaua  più  volontieri  occupata  in  qualunque  opera  d'vbbk-ienza  ,  ancor- 
ché faticofa,e  ba(Ta,che  in  qualfiuoglia  alta  contemplazione .  Domandata  dal- 
la ragione ,  diceua  :  Nel  fare  gli  efercizi  della  Religone  ,  e  V  vbbidienze ,  io  fon 
certa  di  fare  la  volontà  di  Dio,  del  che  non  fon  ficura  quando  >'ò  orazione,  ò 
altri  efercizi  >  ancorché  buoni ,  e  fanti ,  eletti  di  mia  volontà  :  E  foggiugneua  » 
fé  io  facerìi  bene  orazione  in  quei  tempi,che  fono  conceduti  dalla  Religione 
per  tal  efercizio,  non  làrebbe  poco.  Nel  che  moftrò  non  folo  raffetto,chc 
aueua  verfo  l' vbbidienza,  ma  la  grande  ftima,che  faceua  degli  ordini  della  Re- 
ligione, poiché  in  elfi  non  rifguardaua  altro,  che  la  volontà  di  Dio . 

Con  tutto  che  moftraffe  maggiore  ftima  deirvbbidienza ,  non  per  quefto 
raffreddò  punto  lo  ftimolodel  ritiramento  interiore .  Sapeuacosì  bene  con- 
giugnere la  vita  attiua ,  eia  contemplarla  iafieme ,  che  era  cofa  marauiglio- 
fa.  Imperochè  dopo  efferfiefercitata  negli  efercizi  e fteriori ,  comuni  all' altre 
nouizie,  fapeuatrouar  tempo  per  far ancora  orazione  più  di  quclio#  che  ordi- 
na la  Religione  >  onde  tutti  quei  tempi  >  che  fi  lafciano  in  libertà  delle  nouizie 

B    i  per 


11 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi . 


pei  lor  ricreazione»  ella  gli  fpendeua  in  far'orazione .  Né  contenta  di  quefto  fi 
toglieua  il  tempo  al  fonno  ;  e  non  hauendo  licenza  dalla  Maeft  ra  di  leuarfi  la- 
notte  à  far'orazione  ,  fi  poneua  inginocchioni  fu'J  letto ,  che  cosi  fu  più  volte 
trouata  dentro  alle  tende  del  Tuo  letticiuolore  così  lenza  alcuna  fingolarità  fo- 
disfaceua ,  &  all'obligo  della  Religione,  &  alla  diuozione  del  Tuo  affetto. 

Oltre  à  quefto  dette  efempio,e  faggio  di  molte  altre  virtù,e  particolarmen- 
te d'vmilta,di  carità.e  d'affetto  all'olferuanza  Religiofa.L'vmiltà  fi  fcorgeua  in 
quefto,che  tra  tutte  le  nouizie  fi  ftimaua  la  più  vile,&  abietta  ,  e  la  più  imper- 
fetta ,e  mancheuole ,  e  tutte  l'altre  riputata  da  più ,  e  più  atte  ad  ogni  bene  ,  che 
sé.  Perciò  fempre  ftimaua  eflèrle  più  conueneuoli  i  più  baffi,  e  vili  efercizi  del 
nou«ziato,e  con  particolar'affetto ,  e  prontezza  li  faceua  >  come  cofa  à  lei  pro- 
pria .  Conuerfaua  più  volentieri  con  le  nouizie  minori,  e  più  (empiici ,  e  con-» 
qucilcche  vedeua  di  manco talenti,che  l'altre:e  tra  quelle  fi  riputaua  l'infima, 
e  come  tale  fempre  s'eleggeua  tra  loro  l'vltimo  luogo  .  Da  tutte  cercaua  d'- 
impararcdomandaua  configlio;  à  tutte  svmiliaua ,  e  le  pregaua,che  l'auuifaf- 
ibro  de  tuoi  difettane  di  qualfiuoglia  cofa  dettale ,  ò  fattale ,  mai  fi  contrifta- 
uanna  tutto  pigliaua  in  bene,e  con  pace>&  allegrezza:  e  così  quiete ,&  allegre 
defideraua  di  vedere  ancora  l'altre.  Onde  fé  àccadeua,che  alcuna  nouizia  fte  f- 
fe  talor  afflitta,  e  meda ,  ella  con  gran  carità  cercaua  di  rallegrarla, le  daua  ani- 
mo,e  le  diceua  parole  di  conforto .  A  tutte  cercaua  di  torre  le  fatiche  che  po- 
teua  ;  perciò  effendo  ordine  in  detto  Muniftero ,  che  le  nouizie  conuerfe  nel 
tempo  del  loro  nouiziato  ftiano  fdtto  la  cura  della  medcfima  Maeftra  delle.* 
nouizie,  eferuinofpecialmenteal  nouiziato,  e  tali  conuerfe,  che  ftettero  in 
nouiziato  à  fuo  tempo  toglieua  di  nafcofto  i  panni,che  toccauano  a  loro  di  la- 
uare,e  gli  lauaualehper  loro  fpazzaua,e  raceua  tutto  ciòcche  poteua,fichè  pa- 
reua  propriamente  la  ferua  di  tutte;  e  più  arebbe  fatto,  fé  più  le  ruffe  ftato  per- 
meilo ,  come  per  efperienza  fi  vedde  quando  poi  fuori  del  nouiziato  ebbe  più 
libertà. Non  (olo  mai  mormoraua  d  alcuna,ma  fempre  fcufaua  giialtrui  difetti, 
e  grandemente  gli  compatiua:con  tutte  era  benigna,  affabile, e  piaceuole.Per-» 
lochè  la  lua  conuerfazione  era  talmente  amabile, e  delìderabile,  che  non  iòlo 
Je  (uè  compagne  nouizie ,  ma  ancora  le  fanciulle,  che  veniuano  per  vedere  il 
Muniftero  ad  eftetto  di  monacarfi,  ancorché  non  l'aueffero  mai  conofciuta_,, 
reftauano  talmente  prefe  dalla  fua  dolce  conuerfazione,  che  fempre  farebbo- 
no  volute  ftar  con  leirfempre  i  foci  ragionamenti  erano  di  cole  fpiriruali,  e  ve- 
ramente aueua  parole  di  vita  eterna  :  e  talmente  attraeuano ,  &  inuogliauano 
gli  animi  di  quell'altre  giouanette  fuc  compagne  all'amore  di  Dio,  &aU'ac- 
quifto  della  petfezione  Religiofa ,  che  accefe  nel  nouiziato  in  tutti  quelli  ani- 
mi virginali  vn  gran  femore  e  defiderio  di  piacere  à  Dio  ;  onde  tra  di  loro  non 
il  fentiua  mai  altri  ragionamenti,  che  di  Dio  ;  e  per  quelli  ragionamenti, e  per 
altre  virtù,  chcdairefempiodiquefta  Beata  nafceuano  nell'altre  nouizie,  il 
nouiziato pareua  diuenuto  vn  Paradifo  d'Angioli  ili  terra . 

E  perche  i  nouiziati  fono  principalmente  initituiti  per  imparare  lofferuan- 
ze  religiofcc  gli  ordini  del  Muni(tero,ella  per  non  paffare ,  ne  anco  in  quefta 
parte  inutilmente  il  tempo  del  fuo  nouiziato ,  fpeflb  leggeua  le  regole,  e  con- 
ftitutioni  del  Muniftero  ;  e  per  timore  di  non  le  le  feordare ,  pregaua  le  fuo 

com- 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi".       %  5 

compagne  à  tenergliene  à  mente, Se  à  correggerla  quando  la  vedeuano  man- 
carle d'ogni  minimo  difetto  ,  che  aueffe  commeffo  circa  di  effe,  ne  teneua_, 
gran  conto;  e  con  quello  e  Tempio ,  e  diligenza  eccitaua  con  fant'arte  anco  l'- 
altre alla  (lima ,  &  offeruanza  delle  regolce  coftituzioni  Onde  moffe  da  que- 
lli rari  efempi  di  perfezione>e  iàntità,tutte  le  nouizie  ricorreuano  a  lei  per  do- 
cumenti, e  configli  fpirituali,come  ad  vn'altra  Maeftra,e  lei  à  tutte  con  grand* 
vmiltà,  e  carità  fodisfaceua . 

A  quelle,&  à  tutte  l'altre  virtù,  ch'ella  efercitònel  tempo  del  fuo  nouizia- 
to;non  mancò  la  perfezione  dell'amor  di  Dio:  anzi  chiaramente  fi  fcorfexho 
rutte  non  procedeuano  da  altra  radice, che  di  q  uè  (la  more;  del  che  piacque  à 
Sua  Diuina  Maeilà  darne  vneuidente  contrafegno.e  fu  nel  prim'anno  del  fuo 
nouiziato,nel  tempo  dell' Auento.  Vna  fera  doppo  l'orazione  folitaa  farfi  dal- 
le nouizie  in  comune,  la  Beata  Maria  Maddalena  rimalìafola  nell'Oratorio 
del  nouiziato  diuenne  così  rubiconda ,  &  ardente  in  taccia  >  che  pareua  fé  lo 
fuffe  accelo  vna  grandiflìma  febbre ,  e  quafi  dando  in  fmania  ,  non  trouaua 
quiete ,  né  pofa ,  e  per  fuaporare  1  ardore, che  fentiua  di  dentro,!!  sfibbiaua,  e 
con  violenza  fi  (Trappaua  i  pannile  pareua  che  neU'ifteffo  tempo  Ci  disfaceffe , 
e  con  fu  malie.  Non  erano  le  Monache  (olite  di  veder  in  lei  fimifi-  eccedi,  e  pe- 
rò non  conobbero  à  prima  giunta,  che  accidente  fufse  quefto ,  ma  ofseruan- 
do  alcune  parole  ,  ch'ella  interrottamente ,  e  con  lagrime  proferiua,  co- 
no  bberoeffer'vn'ecceffo  d'amore  di  Dio   .  Imperochè  diceua  ,  0    amore 
guanto  fei  offefo  ?  à  amore  y  non  fei  conofciuto  y  né  amato  ?  e  così  in   quefto 
affanno  amoro  fo  fi  andana  dolendo  delfoffefe  fatte  à  Sua  Diuina  Maeftà* 
E  forzata  dall' vbbidienza  della  Maeftraad  entrare  in  letto  ,  dicena  ;  Saràpof- 
fibileyche  io  babbia  da  entrare  in  quefto  letto,  e/fendo  Dio  tant'offefo  ?  0  .Amore  per 
Vvbbidienxa  ci  entrerai  così  vbbxdì,e  (lette  in  quefto  ecce  fso  d'amore*  circa»» 
due  ore,e  poi  ritornò  al  fuo  effer  naturale . 

Ebbe  gran  defiderio  di  fare  la  profeJfione,e  differitale  dà  Superiori  prediffey€he 
la  farebbe  [ola.     Cap.  XV. 

AVeua  quella  perfètta  nouizia  cosi  gran  defiderio  di  legarfi  con  Dio  per 
mezzo  dell'amorofo  vincolo  ne'  fanti  voti  della  profefione  Religio. 
fa,che  quafi  impaziente  dell'indugio  non poteua  afpettare,  che  finifle  fanno 
della  fua  probazione  .  Onde  occorrendo  in  capo  àgli  otto  mefi  doppo  il 
fuo  veftimento>che  alcune  nouizie  di  detto  munrftero  doueuano  far  la  profef- 
fione ,  ella  domandò  con  grand'inftanza  d'effer'ammefsa  à  farla  infieme  con 
loro,  e  non  fefsendo  ciò  conceduto,grandemente  fé  ne  afflifse,penfando,per 
la  fua vmiltà ,  e  pel  bafso  fentimento , che  haueua  di  fé  ftefsa ,  che  i Superiori 
non  la  volefsero  difpenfare  per  trouarla  indegna  di  quella  grazia ,  e  talmente 
s  internò  quefto  concetto  nel  cuore ,  che  rimanendo  le  dette  nouizie  ancora 
dopò  la  profeflìone  in  nouiziato,ella  non  ardiua,nè  parlarcnè  conuerfare  mm 
cffe,e  con affettuofa  vmiltà  diceua:  Voi  feteSpofe di  Giesù,&  io  non  Jomèti- 
tojdalche  fi  conofceua quanto  gran  concettose  riuerenza  ell'aueua  dello  fla- 
to Religiofo.  Ne  potè  quietare  l'afflizione  del  fuo  cuore,nei  trouauafi  priua  di 


14       Vita  della  B.Marfa  Maddalena  deTazzi . 

tanto  bene ,  fin  che  non  intefe,che  i  Superiori  non  poreuano  in  ciò  difpenfar 
ia ,  e  che  non  fi  poteua  fare  fé  non  finito  l'anno  della  probazione  ,  al  qual  ter- 
mine giunta ,  fece  nuoua  mftanzaalle  Madri ,  &  al  Padre  Confeflòre  d'effero 
ammefla  à  quella  Tanta  profeflìone;  ma  panie  lor  bene  di  differirgliene^  farle 
afpettarefinoàche  certe  altre  nouizie  aueflero  compito  il  tempo  di  poterli 
profeflare  .acciò  la  faceflero  tutte  infieme  .  Sentì  la  defiderofa  nouizia  ferirli  il 
cuore  dalla  rifpofta,ch'ebbe  di  quefto  indugio,e  molTa  dallo  fpirito  di  Diori- 
te alla  Madre  Priora ,  &  alla  Madre  Maeftra  ;  Io  non  farò  la  profeflìone  alta- 
mente con  l'altre.ma  farete  coftrette  à  farmela  fare  fola  con  voftro  difpiacere. 
Nonattefero  ledette  Madri  à  quefta  rifpofta,  forfè  (limandola  eccedo  di  defi- 
derio  5  ma  dal  fucceffo  conobbero  poi  eflere  (tata  vna  certiftìma  predizione* 
come  poco  appretto  fi  dirà . 

jiyna grauijjtma  infermità ,  che  ebbe  in  quefto  tempo  -,  e  come  in  efiafi  moftrà 
gran  yirtu .  Cap.      XVI. 

DOppo  auere  Dio  differito  a  quefta  fua  diletta  la  fanta  profeflìone  per 
quel  tempo  da  lui  ordinato  ,  per  augmentare  in  lei  il  defiderio  di  que- 
fto bene,  le  piacque  feruirfi  per  adempimento  de  H'iftefib  defiderio  dvnme- 
zo  molto  trauagliofo ,  ma  però  à  lei  vtiliflìmo  >  quale  fu  vna  grauiflìma  infer- 
mità. Circa  due  mefi  fopra  l'anno  della  fua  probazione  >  che  fu  verfo  il  fine  di 
Marzo  1 584.  in  Venerdì  mattina  fu  fopraprefa  da  vna  gran  febbre  con  gran- 
diflìmo  tremito ,  e  con  vn'accidente  di  tolte  tanto  grande ,  che  pareua  »  che_, 
feoppiafle  ;  e  le  Monache  dubitauano  >  che  non  fé  le  rompefle  vna  vena  del 
petto>per  timore  del  quale  accidente  chiamato  di  fubito  metter  Iacopo  Tron- 
coni Fifico  eccellentiflìmo  di  quei  tempi  »  e  da  lui  applicati  quei  rimedij  di 
medicina >  e  fangue,  che  per  ouuiare  à  detto  pericolo  della  vena  del  petto ,  e_* 
della  febbre  giudicò  gioueuoli;  ne  trouando  in  quelli  miglioramento,  feguitò 
ad  altri  rimedij;  ma  con  tutto  ciò  andaua  ogni  dì  più  crefeendo  la  febbre,  e  la_> 
tolTe.  In  capo  à  gli  otto  giorni  fi  aggiunsero  al  detto  male  altri  accidenti  di  do- 
lori ,  che  fortemente  la  sbatteuanoie  le  ritoccauano  due,c  tre  volte  il  giorno . 
Onde  il  medico  fi  ritolte  à  darle  vn  botton  di  fuoco  nella  nuca;  quale  in  qual  • 
che  parte  rimediò  à  molti  accidenti ,  ma  non  però  alla  to(Te.&  al  catarro,  che» 
andaua  crefeendo  in  maniera,  che  duraua  grandiflìma  fatica  à  prendere  il  cibo 
neceffario  ;  e  dopò  il  cibo  sì  la  mattina jcome  la  fera  gli  veniuan  certi  accidenti 
di  catarro  con  tanto  impeto,che  la  prouocauano  à  vomito,ma  per  ftretezzadi 
petto  non  poteua ,  e  per  la  forza  della  tofle  pareua  fé  li  aprine  il  petto,il  che  le 
daua  così  acerbi  dolori ,  che  era  forzata  centra  fua  voglia  à  mettere  ftrida  >  c_^ 
mugiti,  che  fi  fentiuano  di  lontano, non  fenza  compaflìone  ài  chi  la  fentkia  11 
detto  medico »che  più  volte  fi  abbate  d  vederla  in  quefto  termine.reftauaftu- 
pitccome  non  fé  le  rompefle  la  vena  del  petto,tanto  più ,  che  erano  così  fre- 
quenti quelli  nodi  di  toffe,che  ne  aueua  quattro,e  cinque  per  ora.  Penando  in 
tal  modo  per  molti  giorni  con  vn  continuo  dolore  di  petto ,  e  di  reni;  fi  ridufle 
à  non  potete  ftar'à  giacere,  perchè  fubito»  che  ficollocaua  le  pareua feoppia- 
<e,e  però  giorno>e  notte  ftaua  à  federe  fui  letto  vcftka  fenza  poter  pigliare  air 

etra 


Vita  delia  B  .Mafia  Maddalena  de'  Pazzi .       15 

cimripofoj-nè  anco  poteua  ftar  leuata, perche  non  fi  reggeuaje  dando  ritta  più 
le  crefceua  la  toffe.Durò  in  quefto  termine  quaranta  giorni  continuane' qua- 
li infieme  col  medico  fudetto  furori  chiamati  à  quelìa  cura  tr  e  altri  priadpali 
medici  Fiorentini  di  quei  tempi ,  i  quali  dopò  auerle  applicato  i  rimedij ,  che 
fecondo  l'arte  di  comune  confenfo  giudicorno  opportuni  >  e  vedendo  non  la 
rifanare,  fi  perfero  di  fperanza,&  ebbero  à  dircene  non  conofceuano quefto 
malese  che  la  loro  arte  non  ci  arriuaua  .  Si  andaua  ella  continuamente  aggra* 
uando,&  alli  zo.di  Maggio  feguente  le  cominciò  vn  nuouo  accidente.-&  era-, 
che  ogni  volta ,  che  pigliaua  punto  di  cibo,etiam  il  bere ,  le  veniua  vn'affanno 
sì  grandcche  poco  meno,che  non  fi  fueniua;onde  fi  ridurle  à  tale,cbe  non  po- 
teua quafi  pigliar  punto  di  cibo:sì  che  da'medici  fu  difperata  la  fua  vita  ,e  fi  pé- 
iaua  da  ognuno,che  poco  potefle  viuerccon  tutto  ciò  fi  andaua  foftentando, 
e  mantenendo  in  maniera, che  i  detti  medici  li  ordinorno,che  pigliafle  l'acqua 
del  Tettuccio;  ella  per  vbbidire  fi  mede  à  pigliarla  con  grandiflìmo  fuo  patire 
per  la  tofle,&  affanno  che  aueua  ;  onde  dopò  hauerla  prefa  in  poca  quantità 
per  due  mattine  fole ,  fìi  neceflario  difmetterla ,  e  lafciar  fare  à  Dio ,  e  così  (e- 
guitò  in  quefta  infermità  fino  al  principio  di  Luglio  feguente,  che  fumo  in  tut- 
to circa  tre  mefi  continui .  Con  tutto  che  quella  malattia  fìilTc  così  tratiaglio- 
fa,  e  così  lunga,  piena  di  tanti  dolori  accompagnata  da  tanti  accidenti  ,  così 
ftrani,  e  penofi ,  tuttauia  mai  fi  vede  in  lei  alcuiVatto ,  e  gefto ,  né  fi  fentì  mai 
proferire  parole  d'animo  impaziente,  ma  fcm  pre  fi  moftraua  conformata  con 
la  Diuina  volontà,  e  riceueua  il  tutto  dalla  mano  di  Dio  con  animo  così  forte* 
e  coftante.che  era  à  tutte  vno  fpecchio  di  patienza ,  e  di  ralTegnazione .  E  con 
tutto  quefto  trauagliofo patire ,  non  folo  non  fi  raffreddò,ò  intepidì  lofpirito, 
e'1  femore ,  come  per  lo  più  fuole  accadere  all'vmana  fragilità  noftra  ,  ma  fi 
augmentò  grandemente  ;  fi  che  parue  ,  che  quefti  accidenti  replicati  fallerò  à 
guifadi  tante  legne  porte  al  fuoco  del  fuo  amore  verfoDio:  poiché  nclliiteiTo 
colmo  del  male  corporale  daua  in  grandiffimi  eccelli  d'amor  di  Dio  ,  corno 
più  à  balio  fi  è  per  notare .  Ndi'iftetTa  maniera  fempre  conferuò  la  folita  pia- 
ceuolezza,e  benignità  ,  &  ancorché  da  medicamenti  nonfperafle  falute, 
ad  ogni  modo  fempre  fu  vbbidientiifima  a  Medici ,  &  à  chi  la  gouernaua . 

Come  per  cagione  di  dette  infermità  i  Superiori  le  fecero  fare  la  profej- 
fionefola ,  come  ella  aueua  predetto  $  e  con  quan- 
to fpirito  y  e  deuo^one  la  fece . 
Cap.     XV  IL 

QVando  il  Padre  fpirituale,e  le  Madri  del  Muniftero  dopò  vn  mefe,  e  mez- 
zo di  medicamenti  viddero ,  che  il  male  di  quefta  figliuola  non  pigliaua 
miglioramento ,  ma  che  andaua  continuamente  aggrauando ,  e  fminuendofì 
le  forze ,  e  che  fi  era  ridotta  à  non  poter  pigliare  quafi  più  cibo  >  e  che  i  medi- 
ci la  dauano  per  difperata,  come  se  detto  :  non  volendo  che  ella  moriffe  fcn- 
za  auer  fatto  la  proferitone ,  rifolfero  di  fargliela  fare  nel  termine  ,  che  fi 
trouaua,  fenza  allettare  il  tempo  dell'altre  fue  compagne  ,  comeaueuano 
difegnato.  Si  rallegrò  grandemente  la  defiderofa  nuouizia  di  quefta  nuo- 

ua, 


z6     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi . 

uà,  e  ne  fece  grandiflìma  feda  ringraziando  Dio,  che  gliauefleintalguifa 
abbreuiato  il  tempo  della  profetinone.  Ma  defiderando  ella  di  farla  con  ogni 
riuerenza ,  e  diuozione  maggiore  ,  conforme  al  concetto  ,  e  lume*  che  aueua 
della  fua  importanza  ,  chiefe  in  grazia  alle  Madri  ( da  che  non  poteua  farla  al- 
te fineftrella  della  communione,comc  1  altre  J  ài  farla  in  Coro  auantiaU'x^lra- 
re  delia  fantiflìma  Vergine  :  doue  daile  Monache  accomodato  vn  letticciuolo 
vi  fu  condotta  la  mattina  della  fantillìma  Trinità ,  che  in  quell'anno  1 584/11 
a'  27  diMaggio:edopoe(rernquiuiconfeflata,ecommunicatadalP.Confel:- 
fore  MeflT.Agoftino  Campi,che  a  tal  fine  era  entrato  in  Muniftero,  in  fua  ma- 
no fece  la  fanta  profeflìone  in  prefenza  di  tutte  le  Monache  >  con  le  folite  fo- 
Jennità.  Sarebbe  imponìbile  il  raccontar  l'effetto  ,  &  il  fentimento  di  fpirito 
della  Beata  in  quell'atto ,  ma  ne  fumo  pale  fatrici  le  lagrime,  eia  diuozione 
efterna,  che  dimoftrò,  e  molto  più  lo  dichiarò  quel,  che  dopò  le  fuccelfe; 
imperochè  riportata  dipoi  al  fuo  folito  letto  nelfinfermeria ,  e  dall'Infermiere 
chiufo  le  cortine,e  lafciata  foia,acciò  fi  ripofafte  :  ella  inuogfiata  più  del  ripofo 
del  fpirito,che  di  quello  del  corpo,  talmente  fi  afHfsò  nella  coiìfiderazione  de  l 
benefizio  rieeuuto  da  Dio,e  nella  vnione  fatta  con  Sua  Diuina  Maeftà,per  me- 
zode'fuoi  fanti  voti,  che  rimale  eftatica;  e  celandole  la  tofle,  & ogni  af- 
fanno corporale ,  reftò  immobile  ,  e  fida  con  gli  occhi  ad  vnCrocefiflò,  eh* 
era  ini  vicino  al  letto,  con  vn  volto  così  vermiglio ,  e  colorito,  e  con  gli  occhi 
così  chiari ,  e  iucidi ,  che  pareua  vn'Angiolo  del  Paradifo  5  &  in  tal  politura  fu 
trouata  dall'Infermiere,  vn  ora  dopo  che  l'aueuano  lafciata,  ecosìfùveduta 
con  molto  gufto  fpirituale  da  tutte  l'altre  Monache ,  le  quali  concorfero  a  ve- 
der cofa  tanto  infolita  ;  e  reftando  tutte  marauigliate  ,  &  infieme  edificate ,  e 
compunte ,  ringraziauano  Dio,  che  operafìfe  cosìmarauigliof'amente  in  quella 
loro  cara  Sorella  ;  e  tanto  più  aporrò  loromarauiglia  quella  nouità  ,  quanta 
che  per  la  fua  infermità  non  poteua  per  fuo  folito  pigliare  ripofo ,  né  Ilare  fen- 
zatofiìre,  e  purelavedeuano  fìare  come  fé  non  auelTe  male  alcuno:  e  (lata 
così  circa  due  ore ,  ritornò  a'fenfi  con  la  fua  lolita  febre ,  tofle*  dolori ,  e  paU? 
Jida ,  e  macilente  come  prima . 

Come  per  quaranta  giorni  feguenti  ogni  mattina  dopò  la  Comunione,  fu  rapita; 

in  eflafi  per  due  ore ,  e  come  ebbevbbidien^a  di  riferire  à  due 

Madri  le  intelligence  x  che  aueua  in  detti  ecceffi^  doue 

fé  ne  notano  alcune  •«         Cap.     XV  l  11  + 

EBbe  la  profetinone  in  quella  Nouizia  il  fuo  proprio  efTetro,qual'  è  la  rinno- 
nazione  della  vita  fpirituale  :  onde  rinnouata  di  fpirito ,  fi  vedeua  in  quei  * 
letto  tanto  accefa d'amor  di  Dio,  che  pareua  vn  Serafino  ;  e  non  trouando  Dio 
in  lei  alcun'impedimento  all'vnione  amorofa ,  che  eglifà  con  l'anime  giutte 
ognimattina  dopòlafacra Comunione,  permezodiquellaattraeuaàsè,  & 
in  si  tutte  le  potenze  dell'anima ,  e  dello  fpirito  fuo,  in  modo ,  che  fermaua  i 
fenfì,  e  le  loro  operazioni  ;  &  appanna  immobile ,  e  pei  due  ore  continue  non 
fi  vedeua  in  lei  pure  vn  batter  d'occhi, ma  li  teneua  aperti,  e  filli  verfodel  Cro- 
cififiò,  che  aueua  vicino  ai  letto  t  con  tanta  pietà,  e  diuozione,  che  compu- 

gncua 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  dePazz? .       17 

gneua  chi  la  rimiraua;  e  così  feguìto  per  quaranta  mattine  fuiTequenti  alla  pro- 
reffione ,  e  poi  ritorna.ua  a  fenfi  con  rifletta  infermità  nel  modo  che  fopra* 

Siaccorfe  iHPadre  fpirituale  in  capo  à  pochi  giorni  di  quelle  attrazioni  di 
niente ,  poiché  ella  à  pena  Comunicata ,  &  in  fua  prefenza  rimaneua  così  ema- 
tica >  e  dalle  Monache  gli  veniua  anco  referto  la  durazione ,  e  lefito  di  quelle  : 
e  temendo  egli  prudentemente  di  qualche  diabolico  inganno ,  per  fcoprirlo , 
fé  ci  fulTe  flato  >  le  comandò ,  che  dopo  tali  accidenti  riferifle  alla  fudetta  Ma- 
dre Maeftra  delle  nouizie ,  &  alla  Madre  Suor  Vangelilìa  del  Giocondo ,  tutto 
ciò.che  in  effi  le  fuccedeua >  sì  d'intelligenze,  come  d'affetti ,  &  ogni  altro  par- 
ticolare ;  &  à  quelle  Madri  diede  ordine  ,  che  notafTero  ciò  che  ella  riferiua  lo- 
ro ;  acciò  >  fé  tali  cofe  veniuano  da  Dio ,  non  rimaneflero  occulte ,  e  fmarrite  . 
Sentì  quella  vmile  creatura  grandiflìma  afflizione  nel  vedere ,  che  quelle  lue 
cofe  alletterò  ad  efferpalefi;  e  non  folo  note  >  manotate:  e  perciò  quando 
ebbe  quell'ordine  dal  fuo  Padre  Spirituale ,  pianfe  dirottamente  ;  e  pregò  lui  » 
e  le  Madri  ;  che  non  voleflero  tener  conto  delle  lue  cofe ,  e  folo  fi  quietò  in 
fentire ,  che  ciò  non  fi  faceua  per  tenerne  conto ,  ma  per  feoprire  gl'inganni, 
che  ci  poteuano  interuenire . 

Per  quella  vbbidienza  dopò  il  ratto,riferiua  alle  dette  due  Madri,  &  effe  dili- 
gentemente notauano  quanto  le  era  accaduto  in  quello.  E  per  dare  qualche 
faggio  di  quello  ,  che  quell'anima  intefe,  e  fentì  in  alcune  di  quelle  attrazioni, 
per  breuità  fé  ne  noteranno  qui  folo  due  »  che  ell'ebbe  circa  l'vnione  dell'ani- 
ma fua  con  Dio ,  con  l'ifteffe  parole ,  che  da  lei  fumo  à  dette  Madri  riferite  nel 
modo,  chefegue. 

Ts^onfapeuo  (  dille  ella  )  fé  io  ero  morta ,  ò  viua,fe  in  corpo ,  ò  in  anima  ,fe  in 
Terra,  òin  Cielo  j  mafolovedeuo  Dio  tutto  glorio fo  in  séflejfo,  amare  sé  flejfo 
puramente ,  conoscere  se  flejfo  interamente  \  ejjèr  capace  di  sé  flefso  infinitamen- 
te,  amare  tutte  le  creature  puramente,  e  con  vn  amore  infinito  ejferevnvnione 
in  Trinità  ,vna  Trinità  indiuidua,  &  vn  Dio  d'amore  infinito  ,  di  bontà  fommo  ^ 
&  incomprenfihile ,  infcrutabile  :  Di  modo,che  io  per  efsere  in  Dio ,  nonfentiuo  co- 
fa  veruna  di  me ,  ma  folo  mi  vedeuo  in  quello  >  non  vedendo  me,  ma  Viflefso  Dio  y 
quanto  però  è  capace  dey  diuini  mifleri  vna  creatura  vefiita  di  carne  mortale ,  quan- 
do bene  è  difpofla,  &  infiammata  dell'amor  Diuino  *  e  fletti  in  quefla  con fider  anione 
circa  vnora,fecondo  che  poi  compre  fi  quando  tomaia  fentimenti.  Quello  che  guflai 
in  quefla  attrazione ,  non  farebbe  mai  poffibile,che  io  lopoteffi  cfprimere,  non  auen- 
do  per  la  mi*  fragilità  potuto  capire  quel  che  mi  fu  mofirato ,  e  fatto  intendere .  In- 
te  fi  poi  y  che  in  quel  determinato  giorno  del  giudizio,  voleua  Dio  aliare  quefli  noflri 
corpi  à  tanta  altezza  >  che  non  farebbe  mai poffìbile,  che  io  lafapeffi  raccontare ,  ne 
ancora  iofleffa  comprendere .  Ter  la  qual  cofa  mi  fenili  dire  nella  mente  quelle  pa- 
role di  san  Taolo  :  Qua?  oculus  non  vidit ,  nec  auris  audiuit ,  nec  in  cor  ho- 
minis  afeenderunt  qua?  prseparauit  Dominus  diligentibus  le .  Dimorai  in  que- 
fla e  onfider anione  alquanto  Jpa^io  di  tempo ,  nel  quale  confiderai  il  grande  amore  y 
che  Dio  porta  alle  creature  y  le  quali  raccomandai  tutte  àGicsù^  e  ritornai  a*  fen- 
timenti. 

Vn'altra  volta  dopò  vno  de'  medefimi  ratti  riferì  la  fèguente  intelligenza 


2.8     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de*  Pazzi. 

Con  quefte  parole .  Veddi  che  l'amore  vnitiuo  mi  congiunfe ,  &  vnì  con  Giesà  , 
dandomi  à  conofeere  la  grandezza,  e  purità  d'ejfo  amore  in  quel  modo ,  che  io  ero 
capace ,  benché  allora  mi  face/Je  vedere  ma  cofa  tanto  grande  5  che  io  non  la  capif- 
co  del  tutto  >  dicendomi  Giesà ,  che  mi  voleua  in  tal  maniera  dar  a  conofeere  sèflef 
fo  ,  perche  fempre  lopoteffi  amare ,  &  amandolo,  non  mai  mifa^iajjì  damarlo .  /«- 
tefi  ancoraché  mi  voleua  imprimere  queflo  talmente  nel  cuore,  che  ricordandomene 
fem  ire  Ìamaffi,e  che  mi  daua  quefie  aflra^ionidi  cuore ,  acciò  meglio  ì  anima  mia  fi 
potefse  vnire  confila  Diuina  MaeflàSoggiunfemi  poi,che  voleua,che  àguija  di  torto» 
rella  fempre  geme/fi,  e  mi  condole fie ,  che  egli  è  poco  amato,  e  conofeiuto  dalle  crea- 
ture .  lntefi  ancoraché  tutte  quell'anime ,  che  partecipano  del j angue  di  Giesà,cioé, 
che  pati/cono  in  queflo  Mondo ,  fono  leggiadre ,  e  belle  nel  cofpetto  di  fua  Diuina 
Maeflà-,  e  che  fé  vn  anima  potefse  conofeere  in  quanta  grandezza  eli  è  mentre  ama 
Dio ,  per  dolceTgafi  liquefarebbe  ;  così  all'incontro ,  fé  conofeeffe  la  fua  deformità, 
quando  èpriua  deli  amor  diuino  ^fi  conuertirebbe  in  poluere,  <&  in  cofa  più  vile, eh  e 
poluere .  Cosi  al  mio  polito ,  dopò  queflo  raccomandai  à  Giesà  tutte  le  creature  . 
Quefte,e  fimili  intelligenze  ebbe  la  nouella  profefsa  in  quefte  quaranta  mat- 
tine dopo  efserfi  comunicata  ;  oltre  alle  quali  le  fu  aperta  la  mente  ad  inten- 
dere il  knfo  fpiiituale  d'alcune  facre  fcritture ,  alle  quali  diede  cosi  belle ,  e 
diuote  efepof  ìzioni,  e  co  fondamento  di  tanta  feienza,  che  faceua  ftupire  chi 
la  fèntiua;  nel  che  non  da  altri  era  ammaeftrata,  che  dalla  Diuina  Sapienza. 

Come  ve'  med efimi  quaranta  giorni ,  dopo  la  medefima  profeffione  (inferma  come 

fopra  )  ebbe  altri  ecce/fi  d'amor  Diuino  m  olto  mirabili . 

Cap.       XIX, 

DA  gli  eftafi  fopradetti ,  rimaneua  il  cuore  di  quefta  verginella  così  infiam- 
mato del  cimino  amore ,  che  veniua  in  grandi  eccedi ,  quali  erano  dine rfi 
-da  gli  eftafi  della  mattina  in  quello ,  che  negli  eftafi  rimaneua  immobile  fenza 
lare  \  n  minimo  fenfo  ,  ne  pure  d'vn  batter  d'occhio ,  anzi  gli  occhi  ftelfi  rima- 
xieuano  fidi  di  man  era  >  che  ancorché  fteflero  totalmente  aperti  non  vede- 
ua  cola  alcuna ,  non  vdiua ,  non  pariaua  ;  e  comeelladiceua  >  fé  bene  fentiua 
toccarfi,  turtauiaperJaftretta  vnione  d'amore ,  con  cui  era  legata  al  t'amato 
ino  iuo  desìi  non  poreua  muouerfi  in  alcun  modo  ,  e  tutte  le  (uè  potenze 
rimaneuano  attòrte  in  quello,  che  ella  contemplaua.  Ma  in  quefti  eccelli  l'a- 
more diuino  alcune  \  ojte ,  fpecialmente  dopò  Vefpero ,  le  rauuiuaua  gli  (pinti 
quafi  eflinti  per  tutte  le  membra  del  corpo,  e  imperata  la  debolezza  corpora- 
le la  nnuigoi iua  di  modo ,  che  doue  prima  giaceua  in  letto  languida,  e  fmorta» 
afflittale  trauagliata  da  dolori  di  cosi  grane  e  lunga  infermità  (òpra  deferitta, e 
quàdo  parcua,che  ad  ora  ad  ora  douefie  mancare  di  vita,  fi  vedeua  ad  vn  tratto 
con  matauigha  di  tutte,  vfcre  da  se  fteffa  del  letto  con  impeto,  e  gagliardia 
di  ben  lana  f  .nciulla ,  e  velocemente  caminaua  per  la  camera  ,  ne  poteua  ftar 
ferma  Vdiua.enlj  onJcua,  i  ai  laua,  e  srogaua  con  affettuofe  parole  gl'incen- 
di] amorofi  ,  che  nel  iuo  cuore  lemma  verlò  di  fua  Diuina  Maeftà;  e  fé  dall'vb- 
bidienza  era  coltrerà  a  ture  m  letto,  daua  in  vn'amoroia  fmania  ,*  onde  ftrap- 

paua  * 


Vita  della  B.Marìa  Maddalena  de'  Pazzi .       19 

paua,e  getraua  via  ciò  chele  veniua  à  mano  ;  ma  però  con  tal  grazia,che  fi  co- 
nofceua  efler'agitata  dall'amor  di  Dio.Tra  i'amorofe  azioni  che  faceua,e  paro- 
k,che  diceua  in  quelli  eccedi ,  fu  notato  dalle  Madri ,  che  fcendendo  dal  letto 
correua  all'Altarino  della  ftanza  >  doue  ella  giaceua  inferma ,  e  prendendo  vn 
Crocififlbjo  fconficcaua  di  Croce ,  e  caramente  lo  ftringeua  al  petto ,  e  lo  ba- 
ciaua,e  con  eflb Scorrendo  or  qua ,  &  or  là  per  la  camera ,  con  tenerezza  d' 
amorfe  lagrime,  efclamaua  :  Amore  Amore,  non  amatole  conófciuto.  E  pren- 
dendo qualche  fua  compagna  per  mano,diceua:^«/r^<?  correte  in  mia  compa- 
gnia chiamare  ancor  voi  lamoreyaccompagnateui  mecoyperchè  non  mai  mi  faterà 
di  nominarlo .  Cor  meum,  &  caro  mea  exultauerunt  ad  Deum  viuum  .  Altre 
Volte  diceua  :  Deb  Giesà  mio  dammi  tanta  voce^  che  in  tutte  le  parti  del  mondo  fìa 
[entità y  acciò  quefio  amore  fi  a  da  tutti  amato  y  &  apprezzato  .  Ma  quelpeffimo  ve- 
leno deìVamor  proprio  ci  toglie  quefl' alta  cognizione  y  per  effer  contrario  à  quefio 
amore  :  E  poi  ripigliaua  .  Tefolo  vogliose  non  altro  amore  :  Altre  volte  diceua. 
Chi  mai  potrebbe  peri  fare y  ò  dire  la  tua  grande?^  Amore  f  Tu  [ci  eterno  y  infinito  3 
&  incommutabile .  E  ftando  con  gli  occhi  finì  al  Croccfifso,ch€  tcneua  in  ma- 
no, fi  voltaua  alle  Sorelle  5  e  dimofìrando  le  piaghe  diceua  j  Vedete  voi  con 
quanto  amore  il  nojìro  Giesà  ci  ha  amato?  0  fé  le  creature  poteffero  conofeere  quefio 
amore  ^e  quanto  è  da  loro  off  e fo,  fi  elegger  ebbono  non  vnoy  ma  mille  inferni  con  mille 
più  demoniche  non  vi  fono .  0  Amore  tu  fei grande  ,  e  degno  d'ogni  lode  ;  ma  chi  è 
per  fé  bafleuole  à  lodarti  j3  Se  tutte  le  lingue  degli  huominiyinfieme  con  gli  Angioli , 
tutte  le  fi  elle  del  Cielo yle  minutìjjìme  arene  del  Mare,le  piate  della  Terray  le  gocciole 
dcW  acquaye  glv  cesili  dell'Aria  diuetaffero  lingue  per  lodarti  no  farebbono  bafieuóli. 
Pareua  alle  Monache  imponibile,  che  ella  in  dando  cosi  leuata,&  in  quefta 
veemenza  di  gefti ,  e  di  parole  non  patifle  grandemente  per  la  fua  infermità  y  e 
di  ciò  interrogandola  ella  rifpofe  '  Come  volete  ch'io  patifea ,  ò  Sorelle  mie , 
cflfendo  io  col  mio  amore  Giesùxhe  tanto  bramo  ?  Non  fapete  voi,che  l'amo- 
re non  può  fentir  pena?  Appreflb  riuolta  al  CrocefifiTo,  che  teneua  in  mano , 
gli  raccomandaua  tutte  le  creature  :  e  maflìmamente  gli  Eretici,Giudei ,  e  gf 
Infedeli  j  con  sì  ardente  carità»  che  pareua  fi  disface  (Te.  Onde  vna  volta  trai' 
altrecominciò  in  quella  guifa  :  0  Amore,  ò  Amore  3  dày  ti  prego  y  tèfìeffoalle 
creature  y  &  operayche  altro  non  amino  y  che  tè  Amore  .  Opera  Giesà  mio  y  che  con 
tanto  defiderio  fafpettano  (  intendendo  de  Giudei  )  non  fiiano  più  in  tal  errore  y 
poiché  tu  fei  venuto  vna  volta .  Fa  sì  3  ti  prego  0  Giesà  mio  y  che  ciò  conofeano  ,  ef- 
fendo  vano ,  e  fallace  il  loro  afpettare .  Ancora  quelli^che  da  te  fi  fono  partiti  y  dico 
gli  H eretici  yfa  che  à  tè  ricorrano  come  pecorelle  fmarrit e  5  e  che  ti  amino  y  e  riuerif- 
chino  come  lorTafiore.  Opera ,  che  tutti  quelli  che  in  tè  non  credono,  tornino  àte 
Amore  ;  poiché  ancor  quelli  fono  tue  creature .  0  Amore  5  fé  vn  anima  poteffe  ve- 
dere quello  che  eWè  fendati  y  non  da  vna  y  ma  da  mille  morti  refier ebbe  efiinta  . 
Quefti,  e  fimili  erano  gli  affetti  amorofi,  che  sfogaua  in  queiìi  eccelli,  quali 
non  erano  per  vn  paflaggio ,  ma  dimorauain  eflì  tre,  e  quattro  ore  >  fenza  che 
fi  vedefle  mai  franca .  Ceflato  che  era  quel  caldo  d'amore ,  ritornaua  languida , 
&  inferma  al  fuo  folito  >  fi  che  non  appariua  quella  medefima  ;  onde  pareua 
.  .  alle 


$o      Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi . 

alle  Monache  di  vedere  vtr  quotidiano  miracolo,  neper  quefto  fifaziauano 
mai  di  mirarla, e  di  ftarle  prefente,  fentiuano  grandiflìmo  gufto,  e  dhiozione  :  e 
reftauano  dalle  fueaftettuofe parole  compunte,  ótaccefe  dell  amor  di  Dio . 

Come  ella  dimorò  in  rnodiquefli  ecceffìfediciore  continoue ,  meditan- 
do fempr  e  la  Tajjìone  di  Giesù  .  Cap,.    XX. 

T*a  quefli  mirabili  eccedi  d'amor  diinno v  mirabiliflìmo  fu  vno  nel  quale 
ella  dimorò  per  lo  fpazio  di  più  di  ledici  ore  continue- Entrò  ella  in  quefto' 
eccedo  vn  Giouedl  fera  circa*  vn'ora,e  meza  di  notte  ;-  e  durò  in  eflb  fino  alle 
diciotto  ore  del  Venerdì  feguente ,  nel  quale  fpazio  di  tante  ore  feorfe  con  af- 
fettuofa  meditazione  tutta  la  Padìone  di  Giesù  nella  quale  talmente  s'internò» 
&  aceefe    che  fecondo  il  folito  di  tali  eccelli  non  poteua  (lare  in  letto,  ma  con 
grandunpeto  fi  ieuò  5  e  prefa  dall'Altarino  il  folito  Crocifidb ,  cominiciòà 
meditare,  quando  Giuda  partitoli  dalla  Cena  andò  a  tradire  Giesù;  efopra 
quefto  parlò  a  lungadella  perfidia  di  Giuda.  Vedde  appretto  il  Signore  neli' 
Ortocon  grandidìmo  affanno  fudar  fangue;lo  vedde  poi  tradito  da  Giuda  con 
ilbacio  di  pace,  e  da'  Giudei  prefo r  e  legato  ;  nella  qual  contemplazione  par- 
lò con  grandiflìmo  affetto  de  Ha  mordi  Giesù  #■  e  deteftò  l'empietà  delli  Ebrei 
con  tanto  fpirito ,  che  altro  non  fi  poteua  dire,  fé  non  che  lo  Spirito  Santo  per 
bocca  di  lei  fauellafle .  Quando  vedde  ilfuoSpofo  Giesù  così  legato  efler  con- 
dotto a'  Pontefici  de'  Giudei,  e  crudèlmente  ftraziato ,  tutta  affannofa ,  e  lagri  - 
mante  dlffe  ::  Oimè  !  quanti  flraig  fanno  al  mio  amore  quei  perfidi  Giudei  >  mentre 
che  lo  conducono  a  Tontefici  ?  0  Mariano  Maddalena  Je  voi  lo  vedeffi  in  quello  tem- 
po y  credo  ri  farefli  fimili  à  d'uefcrocijjime  leonejje 3  quando  priue  de  loro  figliuoli 
corrono  or  qua;  or  là  infuriate  y  sbranando  3e  diuorando  chiunque  trouano  .  Riuol- 
ta  poi  a'  Pontefici,  li  riprendeua  con  tanta  vehemenza  di  parole  ,  chiamandoli 
Mietati,  e  citando  Scritture  Sacre  àpropofito  della  loroempietà,  che  ben  fi 
potea  dire,  che  l'amore,  che  portaua  al  fuoSpofo,  lafaceflèintalguifafauel- 
lare .  Quanuo  poi  in  quefta  contemplazione  \cddc  il  ilio  Giesù  legato  alla  co-- 
lonna ,  e  da  crudeli  battiture  percoftò,  fi  feorfe  in  lei  vn  gran  patimento  d' ani- 
mo ,  e  parlò  con  gran  tenerezza  d'amore  con  Giesù  ,  e  con  molto  fdegno  cori 
ì  Giudei.  Si  accrebbe  maggiormente  in  lei  il  dolore  ,  e  la  compadrone  verfo 
di  Giesù  quando'  lo  vedde  coronato  di  fpine  effer  moftrato  da  Pilato  al  popo- 
b  Ebreo  con  quelle  parole  :  Fece  Homo,  E  quando  poi  lo  vidde  portar  la  Cro- 
ce arCa!uario,&  edere  in  e  (fa  crocifidò  con  tanto  difpregio  ,  fi  fé  cero  gli  oc- 
chi (lioiquafidue  fonti  di  lagrime  .  Non  comportorno  le  Monache  adìftenti 
che  ella  fteflfe  tutto  quefto  tempo  leuata ,  ma  la  fecero  tornarein  letto ,  doue 
feguito  detta  contemplazione  nel  modo  clic  fopra ,  fino  allo  fpirare  di  Gesù 
vn  Croce ,  e  da  ciafeuno  di  quelli  mifteri  cauò  diuoti  penfieri ,  e  fallititeli  do- 
cumenti ;  Se  il  tutto  profci iua  con  tanto aftetto.e  fpirito  di  deuozioneche  mo- 
nella le  Monache  iui  concorle  a  vederla,  a  lagrime,  ediuozione;  ne  lenza  gran 
compadrone  poteuano  adìfterle  ,.  poiché  vedeuano  in  lei  tanto  intentò  dolo- 
re ih  quercete  ella  meditaua  de  I  patire  di  Gicsù,che  parcua,chc  tutto  lo  feri- 

tirte 


Vita  della  B  .Maria  Maddalena  de'  Pazzi.       3 1 

tlflc  in  se  >  e  che  attualmente  vcdefle  il  fuoamato'Giesù  in  *quei  patimenti  ;  il 
che  ella  medefimadopò  quello  ecceffo  lo  eonfermòre  diffe ,  come  Giesù  per 
fodisfare  al  defidetio ,  che  ella  aueuaauto  di  partecipare  delle  fue  pene ,  fé  le 
era  moftrato  nel  medefimo  modo,  che  egli  patì .  Fu  tanto  gagliarda  Tappren- 
fiuaxh'ell'hebbedi  quelle  pene  della  Pafllone  di  Giesù  /  e  tantolaffanno,che 
lenti  il  fuocuorein  queiìa  contemplazione ,  che  le  traffe  da  dotto  tanto  fudo- 
re  ,  che  penetrò  le  materafle  fino  al  Taccone;  e  ritornata  a  fenfi  fi  trouò  tanto 
(lanca,  &  afflitta,  e  così  trauagliata , Oltre  alla  lolita  infermità ,  che  pareuado- 
uefle  fra  poco  render  lo  fpirito  à  Dio . 

J\ifana  in  modo  mirabile  dalla  fudetta  infermità  per  int  er  ce ffìone  della  Madre  Suor 
Maria  Bagnefi  y  la  quale  dipoi  ella  vèdde  in  Cielo  glo- 
riola. Cap.     XXI. 

Q Vanto  più  fi  andaua  prolungando  quella  infermità ,  tanto  più  lì  accrefce- 
uà  alle  Monache  il  timore  della  perdita  di  quella  (anta  Giouanetta ,  poi- 
che  la  vedeuano  di  giorno  in  giorno  fminuir  le  forze ,  &  aggrauare  il  male ,  e 
farfi  di  manoin  mano  più  irremediabiie  ;  e  tanto  più  premeua  loro  di  perderla, 
guanto  per  mezo  di  quefti  ratti ,  &  eccedi  d'amore  erano  venute  in  più  chiara 
cognizione  della  fingolar  creatura,  che  Dio  haueuaior  dato  in  compagnia  > 
e  vedendo,  che  non  era  più  capace  di  rimedi  jvmani,  fé  bene  fempreaueua- 
no  chieftoà  Dio  la  Tua  fanità,tutrauia  di  comune  configlio  multiplicorno  vni- 
tamente  l'orazioni.  Era  già  prolungata  fi  l'infermità  fino  al  principio  di  Lu- 
glio, quando  die  >  oltre  à  quefte  orazioni  delle  Monache  ,  vna  conuerfa  di 
detto  Muniftero  chiamata  Suor  Dorotea ,  fapendoladiuozione,  che  la  Beata 
Suor  Maria  Maddalena  portaua  alla  venerabil  Madre  Suor  Maria  Bagnefi 
Fiorentina>{ìkorpo  della  quale  fi  conferua  con  molta  diuozione  in  detto  Mu- 
niftero in  vn  depofito  di  pietra)  exome  ellainfanità  andaua  fpeffo  à  vifitarlo; 
vn  Venerdì  fera  fece  voto,  che  quando  Suor  MariaMaddalenapoteua  ,  do- 
uefie  andare  tre  volte  à  vifitare  il  corpo  di  detta  Madre Suor'Maria  Bagnefi  ,  e 
dire  ogni  volta  trèPater  nòfter,e  tre  Aue Maria>&  ella  Suor  Dorotea  auefleà 
digiunare  tre  Martedì ,  (poiché  in  giornodi  Martedì  la  detta  Suor  Maria  era_, 
pattata  all'altra  vita,) ,  e  far  dire  tre  Mefle  ad  onore  della  Santiffima  Trinità  . 
Non  fu  alcuno ,  che  hauefle  notizia  di  quefto  voto,nè  pure  l'ifteffa  Beatarcon 
tutto  ciò  il  Padre  ConfelTore  MelTer  Agoftino  Campi,  il  Sabato  feguente  en- 
trato in  Conuento  peramminiftearei  SagramentiallaBeatainfcrma,  fenza  fa- 
pere  ancor  lui  cofaalcuna  del  voto  fatto  da Suor  Dorprea^ìifle  alla  Beata,  co- 
me egliarebbe  voluto >  che  quando  ella  poteua,  fufieandatain  compagnia  di 
Suor  Dorotea'*  e  di  Suor  Veronica  altra  nouizia  di  detto  muniltero  ,  à  vifitare 
il  corpo  della  venerabile  Madre  Suor  Maria  Bagnefi  .A  quéiìe  parole  del  Pa- 
dre ConfelTore  fi  fentì  (  come  poi  riferì  all'infei  rniera)  Suor  Maria  Maddalena 
in  vn  fubitoxéflare  il  catarro  spartire  la  tolTeTafTanno ,  el  dolore  di  petto ,  e  di 
cortole,  &  ogni  altro  màle:e  con  preftezza,&  allegrezza  grande  rifpofe  al  Pa- 
tire; Padre  fi ,  che  per  grazia  diDio  potrò  andare  5  manongli  diffe  di  fentirfi 
^guarita  :  ma  partito  il  ConfelTore  ella  difleàirinfermiera  5  Tappiate  >  ch'io  fon 

*gua- 


3  l       Vita  della  B.Maria  Maddalena  dePazzi .' 

guarita  ,  e  che  io  non  harò  più  torte  ,  ne  affanno ,  e  darete  à  vedere  che  il  defi- 
liate non  mi  darà  noia  .  Si  marauigliò  l'infermiera ,  e  tanto  più  che  non  la  fen- 
nua  più  toflìre ,  ma  però  non  lo  credette ,-  ma  in  effetto  vedde,  che  il  definare 
non  le  diede  noia  alcuna ,  e  che  ella  definò  beniffimo .  Inquefto  mentre  il  Pa- 
dre Conf eflòre  fece  chiamare  la  detta  Suor  Dorotea  ,  e  le  impofe ,  che  condu- 
cete feco  in  compagnia  di  Suor  Veronica  Suor  Maria  Maddalena  al  Se  polcro 
delia  Madre  Suor  Maria  Bagnefi .  Allora  Suor  Dorotea  reftando  grandemen- 
te marauigliata  ,  che  il  Padre  aueffeauuto  nel  medefimo  tempo  rifletto  pen- 
fiero  di  lei ,  gli  conferì  come  la  fera  auanti  auena  fatto  il  fopradetto  voto  ,  e  f 
iftefla  mattina  confermatolo  ;  e  non  fapendo  ancora  nulla  della  grazia  ottenu- 
ta, vedendo  queftomarauiglioforifcontro,  con  gran  fiducia  andò  a  trouare 
Suor  Maria  Maddalena  in  compagnia  di  Suor  Veronica ,  per  condurla  al  detto 
ièpolcro  ,  e  la  trouò  guarita  :  fi  che  allora  fi  leuò  di  letto ,  &  infieme  con  le  fu- 
dette  andò  coTuoi  piedi  à  vifitare  il  detto  corpo ,  ftandoui  tre  ore  intere ,  dalle 
dioiotto  fino  alle  vent'vna  ;  e  ritornata  all'infermiera  fi  riposò  beniffimo  tutta 
la  notte  »  ne  più  le  ritornò  alcun  male  >  con  gran  marauiglia  di  tutte  le  Mona- 
che ;  poiché  per  tanto  tempo  fino  all'ifteffa  mattina  laueuano  veduta  in  così 
pericololò  termine  della  vita ,  e  poi  ad  vn  tratto  tanto inafpettatamente  la  ve- 
deuano  fana  •  E  tanta  quanta  fu  la  marauiglia^altrettantofùil  contento>e l'alle- 
grezza, che  tutte  ne  fentirno,  e  fi  congratulorno  con  quefta  loro  amata  Sorella 
rifanata  :  &  infieme  con  molte  lagrime  ne  ringraziorno  Dio ,  e  quefta  fua  fci;- 
ua  Suor  Maria  Bagnefi ,  per  interceffion  della  quale*  riconobbero  grazia  così 
miracolofa  tanto  da  loro  defiderata . 

Non  fu  la  rifanata  Suor  Maria  Maddalena  feonofeente  del  benefizio  riceuu* 
to;  ma  come  grata  di  quello  ,  andaua  frequentemente  a  vifitare  quel  fepol- 
cro ,  e  vi  flaua  lungamente  in  orazione  :  onde  non  molti  giorni  dopò  la  fua  fa- 
nazione  ,  cioè  à  1 1 .  di  Luglio  del  detto  anno  1584.  vi  fu  rapita  in  eftafb  e  vidde 
queft' anima  Beata  in  Paradifo  in  molta  gloria  ;  e  per  rvbbidienza,cheauelia  di 
riferire  l'intelligenze  de  fuoi  ratti ,  riferì  quella  vifione  con  le  feguenti  parole: 
Ho  veduto  in  'Paradifo  vn  belliffimo  trono  di  luce  ine omprenfi bile ,  in  cui  era  la  Bea- 
ta Madre  fuor  Maria  Bagnefi  tutta  rifplendente ,  piena  di  maefià  grandi ffima\  &  in- 
.tefìycbe  quel  trono  era  la  fua  verginità ,  e  puritana  quale  le  daua  vrì ornamento  gran- 
diffimo .  Vedeuo  ancora,  che  il  detto  trono  era  tutto  adorno  di  gioie ,  e  quefle  erano 
tutte  quclt anime  ctiellaueua  condotte  al  fermio  di  Dio ,  le  quali  cingendola  intor- 
no intorno  àguifa  di  corona  le  dauano  maggior' ornamento ,  e  belleyga . 

Chi  defidera  auer  notizia  della  fantiti  di  quefta  Madre  Suor  Maria  Bagnefi, 
legga  la  fua  vita  fcritta  dal  Padre  Frat'  AlleflTandro  Capocchi  Domenicano , 
lleligiofo  di  gran  fantirà  5  dal  Padre  Abbate  Don  Siluano  Razzi  Camaldolen- 
fe,  nella  feconda  parte  delle  vite  de  Santi  Tofcanij  e  dal  Padre  Fra  Serafino 
iuo  fratello  Domenicano ,  Keligiofo  di  molta  bontà ,  e  dottrina . 


Sanata 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de1  Pazzi.       3  $ 

Sanata  dalla  [addetta  infermità ,  ritorna  al  noviziato  doueviepià/i  efercita  nelU 

mortificatone  ,  e  neW  altre  virtà  * 

Cap.     XX  IL. 

DOpòauerla  ritenuta  la  Superiora  nell'infermeria,  com  e  conuaIefcente,per 
alcuni  giorni ,  di  con  figlio  del  Padre  Spirituale  del  Muniftero  non  vole- 
ua  rimetterla  in  nouiziato  ,  ma  afsegnarle  qualche  altro  luogo,  doue  con  più 
commodità  potefse  attendere  alla  contemplazione .  Ma  lVmile  figliuola  co- 
nofcendofi  bifognofa  d'imparare  1  annegatone  del  proprio  volere  ,  e  la  per- 
fetta fuggezione,chenel  nouiziato  sefercita  fotto  la  cura  delle  rnaeftre,  molto 
fi  afflifse  di  quefto  penfiero  de'Superiori,  &  inftantemente  gli  pregò  per  amor 
di  Dio ,  che  non  volefsero  priuarla  di  quel  bene  che  fperaua  auer  a  confeguire 
nel. nouiziato. 

Ónde  inclinati  i  Superiori  a'fuoidiuotidefiderij,  &  infieme  a  quel  dell'al- 
tre nouizie,  che  inftantemente  la  chiedeuano  ,  per  il  frutto,  chedaleifpera- 
uano ,  la  reftituirnoal  nouiziato  con  molto  fuo  gufto,e  con  fpeciale  allegrez- 
za dell'altre  nouizie ,  e  trouandofi  ella  auere  sfuggito  quefta  fingolarità  di  (la- 
re fuori  del  nouiziato ,  ne  ringraziò  Dio,e  come  grata  del  benefizio ,  più  ch<^ 
mai  fi  diede  all'ofseruanza  de  gli  efercizi  del  nouiziato,  &  ad  imparare  gli  ordi- 
ni della  Religione .  Faceua  ella  tutti  gli  efercizi  efteriori,con  tanto  gufto  fpki- 
tuale,e  cpsì  ben'ordinari  a  Dioiche  non  l'erano  d'impedimento  alcuno  al  riti- 
ramento interiorcnè  la  diftraeuano  punto  da  Diojonde  à  pena  finito  qualche 
efercizio  corporale,  ritiratafi  all'orazione»  fubito  rimaneua  alienata  da  fenfi,  e 
rapita  tutta  in  DiOjanzi  quello  che  è  più  marauigliofo,  bene  fpefso  negli  ftefil 
efercizi,e  fatiche  efteriori  rimaneua  ineftafi.E  quel  che  faceua  maggiormen- 
te ftupir  le  monache, era,che  ancorché  quefti  eftafi  fufserofrequentiffimi ,  e 
dicofe  altifilme  ,  edinotalsefo  fingolariffimi  fauori  fattigli  da  Sua  Diuina 
\  Maeftà,ella  non  folo  non  ne  traeua  alcuna  propria  compiacenza,ò  ftima;  ma 
vfeita  da  quelli,come  fé  tali  colè  fofsero  fiate  in  lei  difetto,  fi  vmiliaua  fino  al- 
le minime  nouizicancorchè  conuerfe,e  come  fé  quefti  fauori nontoccafsero 
àlei,fi  poneuacon  l'altre  a  far  gli  efercizi  del  nouiziato;  parlaua,  econuerfaua 
con  l'altre  nouifcie  con  tanta  vmiltà  ;  e  carità ,  che  era  cofa  ammirabile  auerla 
veduta ,  e  fentita  poco  prima  parlare  con  la  Maeftà  di  Dio  in  tanta  altezza  di 
concetti,e  vederla  fubito  con  profilmi  tanto  vmile,foggetta,e  deprezzata .  Se 
bene  il  patire  delia  fua  infermità  narrata  fu  così  lungo ,  &  eccefliuo,  non  folo 
noneftinfeinleiqueldefiderio,  e  quella  lète  ,  cheellebbe  fempre  del  pati-- 
re  per  Dio  ,  maparue  ,  cheatiendolointal  guifaguftato  ,  vie  più  fé  nin- 
uogliafse;  poiché,  mentre  dalle caritatiue  Superiore  ,  ficercaua  con  parti- 
colar  diligenza  di  prouedere  alla  conlèruazione  della  fua  fanità  ,  e  perciò 
fi  aueua  l'occhio  à  far  che  non  patifse  ,  ella  per  il  contrario  cercaua  ogni 
via  ,  óunuentaua  ogni  modo  più  fegueto ,  che  poteua  per  patire,  fenza  che 
nefsuna  feneauedelse  .  Ondeauendo  conofeiuroper  molto  femplice  vna 
iiouizia  conuerfa,  le  faceuaftr  molte  cofe,che  tornauanoin  fuo  patimento;  e 
particolarmente  quando  la  maeftra  comandauaà  detta  connerfa ,  che  facete 

C  vna 


34      Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzi . 

vna  buona  mincftra  per  Suor  Maria  Maddalena  >el  la  la  perfuadeua ,  che  le  fa- 
fcefie  la  fcodella  co  l'acqua  bollita  fenza  fale^  che  quella  era  meglio  per  lei;fì- 
nulmente  Ja  colazione, che  l'era  data  >  la  faceua  portare  da  detta  conuerfa  alle 
portinare  ,  acciò  la  defiero  a*  poueri  per  amor  dipio ,  &  ella  pigliaua  per  fé 
vn  pò  d'aflenzio  »  dicendo  quello  eflerle  più  fanoj  e  fienili  altre  cofe /nelle  qua- 
li detta  conuerfa  per  la  fua  femplicità  l' vbbidiua  5  né  ardiua  di  coatradirle ,  o 
non  lhà  mai  palefate,fe  non  dopò  la  morte  della  Beata . 

Similmente  inuentò  nel  nouiziato  vn  modo  di  patire  ,  da  lei  chiamato  oc- 
culto,quale  poi  profeguì  tutto  il  tempo  di  fua  vita:&  era,che  effendofi  ella  ac- 
cortale le  Superiore  defidcrauano,c  cercauano  fodisfàrle ,  e  condefeender- 
le  con  vna  mortificatiua ,  e  virtuofa  finzione  5  anzi  più  toftocon  vna  forte  vit- 
toria di  fé  ftelTa>e  dellefue  inclinazioni, moftraua, che  quello^che  l'eradittoia, 
e  di  foftidio ,  &  à  che  fentiua  repugnanza  naturale ,  le  fulTe  di  gufto  ,  e  di  fodis- 
disfazione  ;  e  per  contrario,quello  che  le  farebbe  llato  diguito  ,e  conforme  ai 
fuo  appetito,raoftraua,chelefuffe  noiofo,e  molefto  :  dal  chene  fuccedeua» 
che  frequentiffimamente  l'erano  fatte  quelle  cofeche  le  repugnauano*c  vie- 
tate quelle,che  le  farebbono  fiate  conformi;  onde  per  quello  ella  ftaua  in  vn 
continuo  atto  di  mortificazione,  e  d'annegazione  del  proprio  volere  >  e  molte 
volte  in  vna  continua  pena ,  e  trauaglio  ancora  corporale  ;  &  era  talmente  oc- 
culta quefta  fua  ioduftriofa  mortificazions,che  nelTuna  Madre  fé  n'accorte.  E 
fé  non  folle,  che  le  fue  nouizie  nelfinfegnar'ella  à  Joro  quello  fanto  efercizio 
J'aueflero  fottratto.  farebbe  queilagran  virtù  rimafta  palefe  folo  à  gli  occhi  di 
Dio;manon  volle  S  DM.  che  rimanefle  occulta ,  acciò  ancora  l'altre  animo 
feguitando  le  fue  veiligie  poteffero  arricchirli  del  capitale  occulto  de'meriti, 
de  quali  polliamo  credercene  fi  troui  ricca  l'anima  fua  nel  SParadifo. 

Ter  lojplendore  della  fua  fantìtà^ancora  in  nominato  è  conofeiuta  per  fanta  da  chi 

non  la  conofceua'.e  fpecialmente  come  fa  conofeiuta  per  me^o  dvna  mirabile 

yifione*     Caf.  XXIII. 

ERa  talee  tanta  la  perfezione ,  e  fantità  di  quella  Giouane ,  che  non  folo  ri- 
fplendeua  nella  vita,e  coftumi ,  ma  etiam  nell'iftefso  fuo  volto  fi  feorge- 
ua  vn  certo ,  che  delio  lpirito  dr  Dio,  di  modo ,  che  col  folo  rimirarla  in  fàccia 
era  conofeiuta  per  Monaca  di  fantirà  fingolare  5  .e  quefto  interuenne  a  più 
fanciulle,  le  quali  entrate  in  detto  Muniftero  à  proua  per  Monacarfi, fenza  fa- 
pere  chi  ella  (1  fu(Te,fi  fentiuano  vn  certo  che  d'affetto,  e  riuerenza  particola- 
re verfo  di  lei.per  la  bontà  che  fpiraua  la  fua  prefenza;e  feoccorreua  taluolta , 
f  come  pure  occorfe  )  che  ci  venifle  alcuna  non  così  rifoluta  di  monacaruifi  : 
come  cominciaua  a  conuerfarc  con  quefta  Beata  ,  fubito  fi  fentiua  fermar  la 
volontà  di  volerfi  far  Monaca  in  quello ,  e  non  in  altro  muniftero  ;  perche  il 
Ilio  parlare  attraeua  talmente  il  cuore ,  che  chiunque  vna  volta  le  parlaua  ,  le 
ìeiìaua  inmodoaftettionata.  che  pareua  non  fi  potette  (laccare  da  lei;  del  che 
moke  deH'iftcfie  Monache  hanno  fatto  teltimonio  per  efperienza  fucceduta 
in  loro.Tra  l'altre  fu  cofa  mirabile  quella,che  fuccedetead  vna  femplice  con- 
tadinesche fi  vedi  per  conuerfa  in  detto  muniftero  nel  tempo,  che  la  Beata 

eia 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi .      5  5 

era  ancora  in  nouiziato .  Efortaua  fpeflo  il  Padre  Confeffòre  quefta  conuerfa 
à  praticare  Suor  Maria  Maddalena  dePazzi,acciò  da  lei  imparala  il  viuere  Rc- 
Iigiofo  :  e  quefta  conuerfa  grandemente  defideraua  conoscerla  ;  ma  per  efter. 
mol to  femplice  >  e  rozza ,  tra  tante  Monache  non  tencua  à  mente  il  nome  di 
Suor  Maria  Maddalena.  E  fé  bene,com'ella  confeffa,  lafpetto  di  lei  le  moftra- 
uà  \na  fpeciale  fantità  :  tuttauia  non  s'aflkuraua  che  fuftè  quella  >  &  andaua 
domandando  all'altre  monache  qual  fuffe  quella  monaca  làuta  5  ma  piglian- 
doli quelle  gufto  di  quella  fua  femplicità ,  non  gliela  infegnauano .  Ma  vna 
mattina  mentre  ell'era  in  Coro  ad  vdir  Mefsa  con  l'altre  monache,  dando  ella 
in  quefto  penfiero  di  fapere,  chi  era  tra  quelle  quella  fanta  j  vidde  ad  vn  tratta 
vna  gran  luce  intorno  à  Suor  Maria  Maddalena  >  &in  quella  luce  vidde  vn 
belliffimo  bambino,che  accarezzaua  quefta  fanta  Monaca  :  &  imaginandofi, 
che  quel  bambino  fofse  Giesù  ,  che  così  accarezzafse  la  fua  diletta  ,fifentì 
riempire  di  gran  terrore ,  e  fpauento,  e  quafi  fuor  di  se  vfcì  di  Coro  molto  fpa  • 
uentata ,  e  s  incontrò  in  due  Monache,  dalle  quali  interrogata  ciòche  le  false 
accaduto,  ri  ed  quanto  aueua  veduto,  e  così  fi  accertò  chi  era  Suor  Maria 
Maddalena.  Ne  è  da  marauigliarfi>che  Dio  con  tale  riuelazione  manifeftafse  à 
quefta  femplice  nouizia  la  Beata  poiché  tanta  quanta  era  la  femplicità  di  quel- 
Ia,altrettanra  era  la  fua  bontà;  ondeancor'altre  volte  Iddio  le  fece  fimili  fauo 
ri;e  fpecialmente  quando  la  Beata  feceua  il  pane  con  l'altre  monache»  detta 
conuerfa  le  vidde  intorno  Giesù  nella  medefima  forma ,  che  con  il  fuo  fplen- 
dore  le  faceua  lume  quando  ella  per  la  fua  vmiltà  portaua  il  pane  per  porger- 
lo al  fornaio .  Vidde  ancora  quefta  medefima  vn'imagine  rf  vna  Vergine  di  ri- 
Jieuo,  che  ftaua  nel  Coro  di  detto munift ero,  alzareil  braccio ,  e  dar  la  bene- 
dizione alfa  Beata  ;  per  le  quali  vifte  confermata  nel  concetto  della  fantità  di 
lei,  fempre  le  fu  molto  riuerente,e  fidata. 

De  molti  fauori,  e  priuìlegi fpirituali  y  che  da  Dìo  ricevette  nelteBafila  Bea* 

ta  Maria  Maddalena  ;  e  prima  ,  come  da  Sant  *Agofl'mo  le  fu  ftrit- 

to  nel  cuore  a  lettere  d'oro  ,  e  di  /angue  • 

Verbum  caro  fa&um  ed. 

Cap.    X  XI  V. 

SEguitò  quefta  Beata  àftarin  nouiziato  fino  a  tutto  il  Mefe  di  Settembre 
1 58  ó.nel  qual  tempo  andando  ella  fempre  crefeeado  di  virtù  in  virtù,  e  di 
perfezione,  meritò  di  riceuere  dalla  diuina  mano  molte  grazie,  e  fauori  fingo- 
lari,fattidaSuaDiuina  Maeftà  ad  altre  anime  fante  squali  in  lei  con  {ingoiare 
priuiiegio,&  abbondanza  raccolfe . 

Mentre  che  ella  conforme  al  fuo  folito  delle  folennità,  la  vigilia  della  fan- 
tiffìma  Annunziazioncdi  Maria  Vergine,  andaua  contemplando  il  mifterio 
dell'Incarnazione  del  Verbo  ,  fopra  quelle  parole  di  San  Giouanm  -  Ver- 
bum  carofaftumefl', fu rapita  in  eftafi,  nel  quale  dimorò  per  lofpaziodi  vn- 
dici  ore  continue  cioè  dalle  a  2.  fino  alle  noue  ore  della  notte  feguente  ;  nel 
'  qualeftafi  dopò  auer'ellà  altamente  parlato  di  quefto  diuino  mifterio ,  e  fitto 
diuoto  parallelo  tra  gli  ofsequi),  che  fece  la  fantiffima  Verginea  Giesù  ,  eoa 

C     z        quelli 


36    Vitadella  R.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

queJli,che  fpiritualmcritegli  fanno  le  Vergini  lue  fpofe»  e  dopò  vn  profonda 
fiJenzio  d'viralra  contemplazione.lapparue  Sant'Agoftino;dal  quale  riceuen- 
do  particolar'intelligenza  di  quefto  diurno  miftcro,tutta  infiammata  d'amor  di 
Dio  >  &  accefa  ói  defiderio  d'auervna  continua  memoria  di  quefto  ineffabile 
benefizio  fatto  al  genere  humano,pregò  il  detto  Santo,che  volefse  fcriuerle_> 
nel  cuore  quelle  parole  fteflè  5  Verbum  carofatlum  efl .  Onde  cos'i  eftatica  fi 
pofe  à  federe  ,  e  slargando  modeftamente  Je  braccia  s'accomodò  in  quella 
pò  fitura ,  che  fi  richiedeua  per  lafciarfi  fcriuere  nel  lato  del  cuore ,  e  riuolta  al 
Santo  difkyllfangue  cèyil  calamaro  è  aperto,non  tardate  jigoflinoi  e  detto que- 
fto,diede  legno  che  dal  Santo  le  fufseroferitte  nel  cuore  dette  parole.E  dopò 
d'efsere  ftata  alquanto  in  dolce  filenzio,  godédo  in  quefto  fauorefi  voltò  alla 
fantifiìma  Verginea  parlò  altamente  della  (uà  putirà,  come  nel  libro  de'  fuoi 
eftafi  fi  contiene  ,e  dopò  il  ratto  ri'èrì  alle  due  Monache  (  come  fopra  depu- 
tate )  come  aueua  riceuuto  il  detto  fauorce  come  il  Santo  haueua  ferino  nel 
cuore  di  lei  la  parola  Verbum  à  cara  ttere  d'orche  carofatlum  eft,i  caratteri  di 
fangue>  edifse,che  mediante  quefto  fauorearebbe  in  auuenire  auuto  fem- 
pre  nel  cuore  la  memoria  dell'incarnazione  di  Giesù,  e  quefto  fi  vidde  in  ef- 
fetto da  chi  la  pratticaua,poiehc  di  quefto  miftero  ne  parlaua  frequentemente 
con  particolare  afretto>che  veramente  dimoftraua  auerlo  fcritto  nel  cuore. 

E  fatta  partecipe  da  Giesù  della  patacche  egli  patì  nello  fpir  are  m 
Crocr*    Cap.XXV- 

ALli  vndici  del  feguente  mefe  d'Aprile »  che  in  quell'anno  era  il  Giouedi 
di  Pailìone,  meditando  ella  la  Pailìone  di  Giesù,  e  bramando  di  renderti 
più  fimile .che  poteua  à  lui,  s'accefe  di  gran  defiderio  di  prouare  in  le  quell'af- 
fanno,e  ftanchezza>ch'egli  patì  in  Crocce  fpecialmente  quella  penaxhe  fen- 
tr  la  (uà  fantiffima  Vmanita  nel  fapararfi  f anima  dal  corpo fuo .  £  mentre  fta- 
wa  in  quefto  defiderio ,  fu  alsalita  da  dolori  così  acerbi,  &  ecceffiui ,  che  la  fiia. 
faccia  diuenne  (colorita  come  dimorto,e  cadde  in  tanta  fiacchezza  ,  che  non* 
poteua  reggerli  $e  perfeuerandoin  quell'afflizione  non  folo  il  Giouedì,ma  an- 
cora il  Venerdì  feguente is'intemò  talmente  con  l'apprenfiua  in  quelli  dolori  > 
che  rimafe  in  eftafi  ,*  nel  qua'e  viepiù  creteendo il  dolore,  e  l'affanno, ftillaua 
dalla  faccia  gran  copia  di  (udore  ,  e  da  gli  occhi  pioueuano  lagrime  in  abbon- 
danza :  e  fé  le  ritenti  vn  prof  luuio  sì  grande  di  catarro,che  pareua  ltefsenelF- 
agonia  della  morte, e  le  faceua  gonfiare  il  petto  di  modo  che  le  Monache  te- 
xneuanoiche  nonlcoppialscòreftaise  foffocata;&  in  quefto  affanno  fi  fenti- 
«ano  con  pictefa  voce  vfeire  da  lei  quelle  parole: 0  Giesu  mio  io  tionpoffo  par. 
tecìpare  tanto  dtlle  tue  peri  e, Conc  oi  foro  molte  Maoti,c  Sorelle  à  vedere  que- 
fto accidentce  non  fa  pendone  la  cagione,  p  re  fero  percfpedknte  d'allentarle 
i  panni  ,  per  vedere  di  mitigar  la  Hanno  ;  ma  non  giouando ,  (\  quie  torno*  fa- 
pendo  per  clperienza  come  Dio  opera  uà  in  lei  (òpranaru  talmente.  Seguitò  el* 
lancila  medefimapena.e  trauagho  fino,che  fi  rilenrì  dal  ratto  ,  dal  quale  fi  ri*- 
fnegliò  tato  debole, e  fiaccarne  nò  poteua  leuaili.  \  doppo  riferì  in  virtù del* 
la  fopradetta  vbbidieraza,comc  Giesù  le  lexa  inoltrato  ia  quell'anguria  quan- 
do 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  deTazz t       5  7 

dòfpirò  l'anima  fuafantiffima  inCocc;  e  come  egliraueua  fatta  partecipe 
della  ftanchezza  >  ch'egli  ebbe  nel  tempo  delia  fua  Paffione,  e  della  pena  del 
fuofpirare;  e  le  diffe  come  volle  fpirare  per  mandare  il  fuo  fpi rito  nelle  crea- 
ture ;  ma  che  vedendo  eglùche  pochi  lo  doueuano  riceuere ,  lenti  dolore  cosi 
ecceffiuo  >  che  fu  molto  maggiore  di  quello  che  prouò  quando  l'anima  fi  dif- 
giunfè  dal  corpo;  e  di  quefta  pena  ancora  laueua  fatta  partecipe .  E  foggiunfe 
che  Giesù  le  aueua  dato  la  participazionc  di  cjuefta  ftanchezza ,  e  pena  del  fuo 
fpirare  in  quefti  due  giorni,perche  il  Giouedì,  é  Venerdì  Santo  feguente  la  vo- 
leua  far  partecipe  de  gli  altri  dolori  della  fua  fantiffima  paffione  , quali  non  fa- 
tebbe  ftata  capace  di  poter  (offrire  tutti  in  vn  tempo  ;  e  fuccedette  il  tutto  có- 
me più  à  baffo  fi  dirà .  Così  andaua Giesù  e fercitando  la  fua  fpofa  pe r  renderla 
à  se  conforme ,  e  per  difporla  à  cofe  maggiori  * 

Le  fono  imprejfeneir anima,  da  Giesù  lefucfagrate  Stimmate  con  raggi 
ilifplendidiffimo  fuoco.         Cap.     XXV  U 

IL  Lunedì  Santo  feguente,  cioè  a*  15. del  medefimomefe  di  Aprile  del  det- 
to atii-101585.  ftandotutta  intentai  gran  mifteri  della  Paffione  di  Giesù  * 
che  in  quei  giorni  la  fanra  Chiefa  ci  rapprefenta ,  fu  rapita  in  eftafi  nel  modo 
che  fi  dice  nel  libro  de  fuoi  eftafi  :  &  apparendole  Giesù ,  ella  gli  chiefe  con 
grand'effetto  deffer'ammeffa  dentro  le  lue  fagratiffime  piaghe  :  e  doppo  aue- 
re  collocato  tutti  li  fuoi  fentimenti  in  quelli  di  Giesù  ,  cominciò  à  confiderar- 
lo  pieno  di  fudore  di  fangue  ;  e  doppo  fé  le  rapprefentò  battuto  alla  colonna  » 
e  poi  coronato  di  fpine,  e  fentenziato  à  morte  e  per  vltimo  fc  le  moftrò  nell' 
atto  della  Crocififfione .  E  vedendolo  Crocififfo ,  per  le  parole  che  diffe,  s'in- 
tefe,chcchiedeuad'effer  confitta con  lui  in  Croce  :  e  mentre  ella  ftaua  in  que- 
lli fanti  affetti ,  participando  nel  fuo  interno  de'  dolori  delle  pene,che  vedeua 
patirei  Giesù  in  Croce,  vidde  vfeire  dalle  piaghe  di  Giesù  cinque  fplendidif- 
fimi raggi,  al  fuoco foirrigliànti ,  i  quali  s'imprimeuano  *iel  mezzo  delle  fuc 
mani,  de'piedi,edelcoftato,  iti  modo",  che  vi  lafciauanof  impronto  fé  così 
doppo  il  ratto,riferì  alle  fuddette  Madri  efferle  fucceduto ,  e  tanto  ancor'effe 
comprefero  dalla  pofitura  in  che  flette,  e  dalle  parolcche  diffe  >c  dageftixhe 
fece  in  détto  ratto,  quali  fon  notati  nel  fuddetto  libro.  Così  fegnata  col  figli- 
lo del  fuo  fpofo Giesù  fi  trouòqueft  anima  tanta,  e  tutta  allegra  ringraziaua 
Dio  di  sì  gran  benefizio ,  tanto  più  lo  ringraziaua,  quanto  che  aueua  afeofo 
quefti  fagrati  fegni  àgli  occhi  delle  creature:  ma  bene  erano  vifibiJi  a  gli  oc- 
chi della  fua  mente,  eleferuiuanoper  vna  continua  memoria  della  Paffione 
di  Gie*ù,e  per  riconofeerfi  ferua ,  e  fchiaua fegnata  col  fegnodel  fuo  Signore. 

In  vn  ratto  di  26.  ore  continue  partecipa  con  Giesà  te  pene  della  fua 
fantijjìma  Vajjìone .  Cap.       XXV IL 

SI  come  quell'anima  >  innambrata  della  Paffione  di  Giesù,  non  fi  faziana  mai 
di  meditarla  ,  mafempre  teneua  immerif  la  mente ,  e  l'affetto  nell'abiffo 
di  quell'amore^ch'  egli  dimoftrò  in  quella  verfo  dei  genere  vmanoj  così  ali'ìn- 

C    3        contro 


5  8       Vita  della  B.Maria  Maddalena  de3  Pazzi. 

contro  la  diuina  bontà  >che  Tempre  fi  comunica  »  e  diffonde  vie  più  done  troua 
maggior  difpofizione,non  fermò  i  fuoi  diuini  effetti  verfo  di  quell'anima  nella 
comunicazione  delle  piaghe  •  della  ftanchezza  della  fu  a  Pafiìonex  della  pena 
de  Ilo  fpirarc  in  Croce  ;  ma  conforme  al  defiderio  di  lei  la  volle  far  partecipe  di 
tutte  l'altre  pene  della  fua  Pailione .  Onde  Gioucdl  Santo  del  medefimo  anno 
1 5  8  5 .  a  1 8.  d'Aprile  sii  le  i  S  ore  rapì  quell'anima  fuori  de'  fenfi  t  e  Ce  le  fece 
veder'in  fpirito  in  tutti  li  dolori  della  fua  PafTìone .  Cominciò  ella  la  fua  conté- 
plazione  dalla  partenza  ,chc  Giesù  fece  dalla  fuafantiflìmaMadrccpoilo 
feguitò  al  Cenacolo  ;  dal  Cenacolo  all'Orto  *  dall'Orto  alle  cafe  de  Pontefici* 
di  Pilaro ,  e  d'Erode  ;  e  dalla  cafa  di  Pilato  al  Caluario ,  variando  per  ciafeuna 
gita,ftanze ,  e  luoghi  del  Conuento  molto  proporzionati  al  mifterio  »  che  di 
mano  in  mano  meditaua  ;  e  tanto  intenfamenre  contemplaua  il  fuo  Giesù.  ap- 
pafionato  ,  che  tutta  trasformata  in  lui  lo  rapprefentaua  in  fé  fteflà  in  manie- 
ra ,  che  pareuaxhe  patiffe  anco  cfteriormente  tutti  quei  tormenti ,  che  vede- 
ua  patire  Giesù  ;  di  modo ,  che  fc  bene  nelle  parole,  che  proferiua ,  faceua  la 
parte  dell'anima  contemplatiua  %  tuttauiane'gefti  faceua  la  parte  del  paziente 
Saluatòre.  Imperochè  nella  contemplazione  dell'orazione  nell'Orto  ven- 
ne in  taf  afflizione ,  &  agonia ,  che  più  volte  cadde  con  la  faccia  in  terra  ;  nel- 
la contemplazione  della  cattura  di  Giesù  vnì  violentemente  le  mani  di 
dietro  ,  come  fé  da  altri  fu  fiero  fiate  legate  >  &  in  tal  pofitura  andò  con- 
templando le  gire,  che  fece  il  Signore  nella  fua  Pafiionc  ;  nelle  quali  fu  cofa 
marauigliofa  il  vedere  non  folo  le  (tratte  ,  che  aueua  talora ,  come  fé  da  alt* i 
luffe  furiofamente  fpintarma  molto  più  il  vedere ,  che  andando  anco  nell'ore 
della  notte  così  alienata  da'fcnfi,&  al  buio  per  le  ftanze  dei  Muniftero»  che  le 
rapprefentauano  i  luoghi  di  quei  mifteri  ,e  paffando  per  fcale  »  e  per  luoghi  an- 
gufti  non  inciampaua,  ne  percoteua  mai  in  cofa  alcuna;  &  andaua  con  tal  gra- 
uità  mefcolata  con  tanta  manfuctudinc,  che  alle  Monache  pareua  di  veder  i'- 
ifteflò  Giesù  in  quei  mifteri  .  Nella  contemplazione  della  flagellatane  acco- 
ltoli! ancor  lei  ad  vna  colonna  con  le  mani  di  dietro  »  col  capo  chino  >  e  con  la 
faccia  volta  verfo  la  terra,c  per  li  feontorcimenti,  che  faceua  della  fua  vita  da- 
lia fegni  euidenti  di  fopportare  attroci  percofle  .  Cosi  nella  contemplazione 
del  portar  Giesù  la  Croce ,  curuò  la  perfona ,  &  accomodò  le  braccia ,  come 
fé  reggette  fu  le  fpalle  vna  pelante  Croce  ;  e  così  curua  andò  per  lo  fpaziod'- 
vn'ora  per  varie  ftanze ,  e  luoghi  del  muniftero ,  fin  che  fi  condufle  al  luogo  > 
che  le  rapprefentaua  il  monte  Caluario  ;doue  giunta  ,  e  ftata  mezora  ingi- 
nocchioni  in  atto  d'offerta  a  Dio,  contemplando  l'oblazione ,  che  Giesù  fece 
di  fé  fteflbal  Padre  Eterno  ,  diede  manifeftilfimi  fegni  di  patire  la  pena  della 
Crocifirtìone  ;  poiché  (\  dirtele  in  terra  in  forma  di  Crocce  prima  foprapofti  i 
piedi,  vedeuafi  patirui  acerbi  dolori  j  così  dipoi  nella  mano  uniftra,dopò  nella 
deftra.poichè  fi  vedeua  ritirare  i  nerui  di  cialcun  di  detti  membri»  con  l'ordine 
precetto  ;  e  diuetiire  intirizzate , e <iratft  coaie  corde ,  come  (è eftettiuamente 
fuflc  confitta  ih  Crqce.E  dopò  elfere  ftata  mez'ora  in  quefta  pofitura  in  terra, 
invìi  fubitola  vidderolc  Monache  Tui  affittenti  con  loro  grandifiìmo  ftupore 
efler  leuata  di  terra  dà  màjìk  iinjlfibile .  e  ritta  con  le  braccia  ftefe  *  e  piedi  (ò- 
prapofti,&  intirizzati,fenza  piegare  le  ginocchia  >  né  altra  parte ,  ancorché  mi- 
nima*. 


Vita  della  B.Mana  Maddalena  de'Pazzi .       39 

nima,  della  fua  perfona.ma  proprio  come  fé  foffe  confitta  in  vna  Croce,-  e  co- 
sì (lette  appoggiata  al  muro  buono  fpazio  di  tempore!  quale  interpoftamé- 
te  difle  le  tette  parole  di  Giesù  in  Croce  $  e  (lette  in  quefta  politura  con  tale» 
e  tanto  affanno,  e  pcna,che  il  Tuo  volto  era  diuentato  incenerito^  le  labbra  li- 
uide ,  e  le  membra  gelide  come  di  morto,  e  pareua ,  che  fufle  per  ifpirare  allo- 
ra allora  l'anima .  Detta  fvltima  parola  fi  rifuegliò  dal  ratto ,  nel  quale  fenza 
mai  rifentirfi  era  dimorata  venti  feiore  ;  nel  quale  fpazio  fecce  difse  tutto  ciò 
più  pontualmente  è  notato  nel  libro  de*  fuoi  ratti . 

Ha  vrìeflaftdi  noue  or  e,nel  quale  èfpofata  da  Giesù  alla  preferita  di 
Sani  Ugolino  >e  di  S .Caterina da  Siena  fuoi dinoti  • 
Cap.     XX FI  li. 

TRa  tintigli  diuini  fauori,  che  riceuè  quell'anima:  da'quali  fi  può  congettu- 
rare quanto  ella  fofse  grata  à  Dio;  fpccialijlìmo  fu  l'anello  col  quale  da 
Giesùfò  ipofata:  e  queftofeguì  nel  medefimo  anno  1585  a'28.delmefe  d'- 
Aprile, Ja  Vigilia  di  Santa  Caterina  da  Siena, nel  qual  giorno  rapita  in  eftafi ,  e 
fiata  per  lo  fpazio  di  tre  ore  in  gran  cordoglio  ,e  pena  cagionata  dalla  vifta  del- 
ie molte ,  e  graui  offefe >  che  da  Dio  l'erano  moftrare  efserli  fatte  da  gli  huo- 
mini;c  doppo  aucrle  piante  amaramente ,  volendola  il  benigno  Giesù  confo- 
lare  Tapparne  cinto  di  gloria,  e  di  fpiendore  in  mezo  di  S  Agoftino  1  e  di  S.Ca- 
terina da  Siena,  &  aueua  le  mani,  &  il  coftato  pieno  di  preziofiflìme  anella ,  e 
moftraua  di  volerla  fpofare .  Sentì  elìa  tanto  conforto  di  quefta  vifta ,  che  ad 
vn  tratto  rafserenò  il  voltoje  gli  occhi  (uoi  diuennero  così  fplendenti,  che  pa- 
reuano  due  delle  ;  &  accefa  di  defiderio  d'efsere  da  Giesù  fpofata  ,  gli  chiefe 
vno  de  gli  anelli,  che  egli  haueua  nel  coftato,  &  inftamemente  lo  pregò ,  che 
Je  fàcefse  gratia.che  quefto  dono  fufse  afeofo  à  gli  occhi  delle  creature.  E  do- 
pò cfserfi  con  gran  fentimenrod  vmilti  confefsata  indegna  ài  grazia  tanto  fin- 
golare ,  de  auere  offerto  in  fua  preparationc  il  fangue  delf  iftcfso  Signore,  fte- 
fe  il  braccio  deftro;  e  porgendo  la  mano ,  alzò  il  dito  annullare,  e  diede  chiarif- 
fimi  fegni  d  efsere  (pofata  da  Giesù;  onde  piena  di  giubbilo^  d'allegrezza  difsc 
altiffime  parole  j  e  ritirata  à  sé  la  mano ,  la  pofe  fopra  il  petto,c  voltò  il  fuo  ra- 
gionamento S.  Catarina  da  Siena.  Dipoi  fi  moftrò  accefa  d'vn  gran  defiderio 
d  efser  grata  à  Giesù  di  sì  gran  benefizio,e  con  belliffimi  penfieri  fopra  di  que  • 
ilo  anello,  fi  propofe  di  cauarne  preziofiffimi frutti  di  perfezione  regiftrati  nel 
Jibro  de'  fuoi  ratti .  E  (lata  p  er  lo  fpazio  di  none  ore  in  tali  amorofe  contem- 
plazioni, tutta  colma  di  gioia  fi  rifentì  dal  ratto-^per  vbbidienza  rifcrìalle  ma- 
dri depurate  efserlc  fucceduco  quanto  (òpra  è  detto  . 

E  coronata  da  Giesu  di  corona  difpine  ,  atfiftcnti  la  Santifs.  V  ergine  S.Ugofiino  y  S. 
angelo  Carmelitano, e  S .Caterina  da  Siena.    Cap*  XXIX. 

FV  tanto  l'amore  di  Giesù  verfo  quefta  Beata,che  in  vn  certo  modo  di  dire, 
pare  che  l'vnico  fuo  pen fiero  non  fufle  altro  che.come  vero  amantetras- 
formarla  in  se ,  e  rendertela  più  finale  che  fofse  poffibile  :  onde  perciò  gli  pia- 

G     4  eque 


40      Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

cqueafopradetti  fauori  aggionger  quell'altro  di  collocare  incapo  della  fpo- 
la  la  fua  corona  di  fpinc  .  Perciò  a  4.  di  Maggio  del  medefimo  anno  1 5  8  5 .  ti- 
ratala à  fé  in  attrazione  di  mente ,  l'apparite  gloriofo ,  ma  coronato  di  (pine  ;  e 
le  dille  come  voleua  fv:le  dono  della  fua  corona  di  (pine  :  ma  che  però  gliene 
voleua  concedere  per  allora  lenza  pena .  Rellò  marauigliata  la  Beata  Maria.* 
Maddalena  di  tanto  fauore,  onde  proruppe  in  quelle  parole  di  marauiglia  , 
Qual  Rè  fu  già  mai>  che  fi  caualfe  di  capo  la  fua  propria  corona>e  la  ponelTe  in 
capo  della  fua  fpofa  per  ùria  Regina  ?  inuocòla  fantilfiaia  Vergine  ,  Santa-* 
Caterina  da  Siena,Sant' Agoftino,  e  Sant'Angiolo  Carmelitano,acciò  fé  fofle- 
roa(li(ienti,al  riceuere  di  quello  dono;<5e  apparendole  quefti;con  molta  vmil- 
tà  li  pregò .  che  per  lei  offende  io  à  Dio  il  (angue  di  Giesù  »  acciò  per  mezo  di 
quello  fuflTe  latta  degna  di  tal  dono .  E  dopò  auer  parlato  con  molto  afletto  di 
quella  corona  di  fpine  del  fuo  Signore ,  porfe  la  teda,  Se  alzò  le  mani  al  capo> 
naollrando  di  riceuerla ,  e  dille  ;  Defcenàatfuper  me  corona,  qu&fuit  pofitafufer 
caput  fponft  mei  in  derifum,  opprobrium,  improf  eriumy&  dolorem  .  E  fèguitando 
di  fare  altri  gelli  con  le  ma  ni  intorno  al  capo ,  &  alla  tetta ,  dimollraua  ftria- 
gerfi ,  &  accomodarti  la  detta  corona,  &  in  quello  mentre  diceua  ,•  Collocauit 
fuper  caput  fpon fa  fua  coronam  fpineam  Sponfus  meus>  qua pofita  fuit  fuper  caput 
fuumpro  regeneratione  humana.  Seguitò  pai  à  parlare  altamente  di  quefta  co- 
rona fopra  la  qu  afe  efprefte  bellùììmi  concetti  jregtftrati  nel  libro  deTuoi  ella- 
fi;e  dopàeffère  dimorata  quattr'ore  in  queftafl  razione  di  mente  ,  ritornò  a' 
fenfi  colma  di ■  giubbilale  d'allegrezza  :  e  riferì  alle  fuddette  Madri  fecondo  1'- 
rbbidienza,  come  in  quel  ratto  aueua  riceuutada  Giesù  la  detta  corona  di  fpi- 
ne nel  modo  fudetto,  alla  prefenza  de  detti  Santi;  e  come  per  contrafegno  d'- 
auer  riceuuto  quello  dono  ,G-iesù  leaueua  fatta  intendere»  che  per  l'auuenire 
arebbe  patito  frequentinomi  dolori  di  tella,  e  fpecialmente  il  Venerdì ,  in  me- 
moria  de  ila  fua  coronazione  ;  e  cosìin  effetto  feguì  ,  come  più  fpecialmente 
altroue  fi  dirà . 

Dimora  in  cjlafì  tre  notti  alla  fila  ,  nelle  quali  éeleuata  dalla  Santifjima  Trinità  ad 
altìffime  ye  mirabili  intelligence  delle  co  fé  diuine  1  &  in  ejfe  efemta 
atti  interni  di  gran  perfezione  * 
Cap.XXX. 

HAuendo  Iddio  adornato  quella  fua  diletta  fpofa  de  celefti  fauarr  fopra-. 
narrati:  le  piacque  conforme  à  che  egli  fuole ,  dalla  contemplazione 
delia  fua  vmanità-»  e  dell'opere  in  quella  operate  inalzarla  ad  alte  intelligenze 
della  fua  Diuinità.  Onde  a  fette  del  medefimo  Mefe  di  Maggio  1 5  85  la  fera  al 
tardi  fenrì  quell'anima  interiormente  chiamatfi  da  Dio  ad  intendere  altamen- 
te delle  tre  diuine  Perfone,&  intefe  come  in  quelle  intelligenze  doueua  con- 
fumare tre  notti  fulTeguenti  ;  e  come  in  quelle  tre  notti  doueua  effer  prouata 
delle  tre  diuine  Perfonce  che  in  quella  prima  notte  doueua  prouarla  lo  Spiri- 
to Santo  :  il  che  fuccelfe  in  quello  modo  A  quella  vocazione  rapita  fubito  in 
e(lafi,fvapprefentornoà  gli  occhi  de  Ila  fua  mente  grandillnm  e  terribiliflìma 
moltitudine  di  Demoni ,  quali  per  lo  fpaziod  più  d'vn-ora  l.'affliffero  nell> 

ani- 


Vita  della  R,Maria  Maddalena  de'Pazzf .      4  1 

animo  ,  enei  corpo;  nell'animo  con  la  lor  vifta  mentale ,  e  con  orribili  tenta- 
zionre  nel  corpo  con  pene ,  e  patimenti  fenfibili  >  quali  fi  intendeuano,  e  co- 
nofceuano  perle  parolcchc  ella  diceua,e per  li  gefti  compaffioneuoli>ch'ella 
ifeceua .  Paisato il  detto  fpazio  d'ora  in  quella  tempefta,fuanì  1  ornbil  vifta,  e  fi 
vidde  tutta  rafserenare  in  volto,e  fé  le  apprefentò  lo  Spirito  Saro  in  quella  far- 
ma,che  allora  vidde  la  faa  mente;e  da  quefto  diuino  Spirito  fu  afsunra  ad  inten- 
dere ,  come  à  tutte  l'opereche  fece  il  Verbo  Incarnato  dall  infrante  della  fua. 
incarnazione, fino  allo  fpirare  in  Croce ,  fìt  affittente  queftodiuino  Spirito ,  e 
confpecialeinftintovinteruenne  .  Cominciò  la  fua  intelligenza  dall' incama- 
tione,e  feorfe  per  tutta  la  fua  vita  conforme  à  che  fcriuonoi  Vangelisti,  infino 
alla  dia  Refurrezione;  e  fopra  ciafeun  pafso  5  &  azione  principale  della  vita  di 
Chrrfto  fpiegò  il  modo.come  ciafeuna  era  fatta  per  opera  eh  quefto  diurno  Spi- 
rito;circa  di  che  difse  belliifimi  penfieri,e  concernetti  notati  nel  libro  de'fuoì 
eftafi  fottola  prima  notte  5  e  da  queft'eftafifi  riferiti»  appunto  fu  fora ,  che  do- 
ueua  comunicarli. 

La  fera  feguente  fu  di  nuouo  rapita  in  eftafi ,  e  nel  principio  intefe  come  i! 
Verbo  diuino  la  voleua  prouare  per  mezo  dell' vmiliazione,&  annichilazione^ 
di  sé  medefrma  5  onde  entrò  in  coli  chiara  cognizione  del  fuo  niente  ,  e  difso 
parole  di  si  profonda  vmiltà,e  con  vn  fentimento  sì  bafso  di  fé  ftefsa ,  che  con 
ragione  fi  poteua  dire  annichilata  in  fé  medefima.  Sopra  quefti  profondiffimi 
atti  d  vmiltà  cominciò  l'eterno  Verbo,come  fopra  faldiffimo  fondamento,  ad 
inalzare  la  fabbrica  de'  diurni  concetti,e  dell'alte  intelligenze ,  che  le  volle  co- 
municare .  Le  fumo  propofte  da  Dio  none  proprietà  dell'eterno  Verbo ,  cioè 
la  bellezza,  le  marauiglie,la  fapienza,la  fcienza,la  potenza,l'eternità>rimpaffr- 
bilità,rvnione,e  lacommunicazione  di  efso  Verbose  fopra  ciafeuna  di  quefte 
proprietà  ebbe  così  alte ,  e  diuote  intelligenze,  e  le  fpiegó  con  tanta  dottrina, 
e  fcienza,che  ben  fi  vedeua.che  in  leiparlaua  il  V«frbo  diuino5come  Ci  può  ve- 
dere nello  ftefso  libro  de  gli  cftafi  in  quefta  feconda  notte,  la  quale  coniamo 
tutta  in  quefti  alti  ragiona  menti,  fé  nza  mai  rifentirfi  fino  alla  mattina  . 
«    La  fera  del  medefimo  giorno  fu  di  nuouo, conforme  alle  diuine  promefse , 
rapita  in  eftafi  ;■&  intefe  come  doueua  in  quefta  notte  efser  prouata  dall'eter- 
no Padre  nella  relafsazrone ,  ò  refignazione  della  propria  volontà  in  quella  di 
Sua  Diuina.Maeftà,-onde  elle  ( come  per  le  parole,che  difse>s'intefe;  fece  atti 
di  perfettiffima  relafsazione  di  fé  ftefsa  nelle  mani  di  Diomelle  quali  non  folo 
relafsò  l'anima  fua,  ma  ciafeuna  potenza  di  quella,  e  ciafeun  fentimento  del 
fuo  corpo ,  proferendo  in  quefte  relafsazioni  fentenze  latine  di  gran  pondera- 
zione :  &  ancorché  in  quefti  atti  fentifse  per  diuina  permìffione  molte  tenta- 
zioni contrarie;tuttauia  vi  perfeuerò  fino  à  che  fugata  affatto  la  tentazione,  fìt 
-dall'eterno  Padre  (olleuata  ad  altiifime  intelligenze  deil'equalità  della  Santif- 
fima  Triniti  ,  e  delle  fne  comunicazioni  all'anime  noftre  :  fopra  le  quali  feco 
vn  belliifimo  colloquio  con  l'eterno  Padre  Jmperoche  ora  parlaua  m  perfona 
fua  propria  domandando ,  &  interrogando:  ora  in  perfona  del  Padre  eterno  ri- 
fpondeua  alle  fue  domande ,  &  interrogazioni  >  con  tanta  fapienza ,  che  vera- 
diente  fi  conofceua,che  Dio  parlaua  in  lei.Et  era  cofa  di  ftupoiccome  dicono 
le  Madache  la  viddero ,  e  femkono  in  quefto  eftafi}  che  mentre  ella  parlaua 

in 


4  *       Vita  della  B.Maria  Maddalena deTazzf. 

in  perfona  fua  propria  interrogando,  faceua  vna  voce  vmifc>e  piena  di  riueren- 
za,  conforme  al  fuofolito  ;  ma  le  rifpoftcche  proferiua  in  perfona  del  Padrc^ 
eterno,  le  proferiua  con  vna  Maeilà ,  e  grauità  tale  ,  e  cob  vn'enfafi ,  e  tuono 
di  voce  cosi  graue,  efonoro,  che  non  pareua  quella  medefima  creatura .  Si 
che  le  Madri  reftauano  grandemente  ftupite  ,  &  infieme  confolate  >  in  vedere 
quanto  mirabilmente  Dio  operaua  in  quella  loro  forella .  Et  in  tutti  tre  li  fo- 
pradettieftafi,  mentre  aueuaquefte  intelligenze  ,  ilfuo  volto  diuentaua  co- 
me d'Angioli  chiaro ,  e  rubicondo  ;  gli  occhi  fplendeuano  >  che  pa  reuano  due 
ftelle  i  e  tale  era  il  giubbilo ,  l'allegrezza,  e  la  grazia,  che  fi  vedeua  in  lei  ,  nelle 
parole  .  nelle  azioni ,  e  nella  perfona ,  che  pareua  vn  anima  beata,  di  modo 
che,  etiam  che  quei  ragionamenti  fufsero  così  lunghi,  e  tanto  alti,  che  fu- 
perauano  in  molte  cofe  lacapackàdiquelle,diekail]fteuano,tuttauianon 
folo  non  tediaua  loro,  ma  per  fentirla,  e  vederla  non  featiuauo  iì  disagio.  Fug- 
giua  iF  fonno  da'  loro  occhi ,  ne  ftfaziauano  di  ftarle  affilienti*,  e  quafi  tutte  fa- 
ceuano  àgara,  per  £t  are  in  fua  compagnia  a  fentire ,  e  vedere  queffe  diuinc 
operazioni:  fi  che  quando  ella  tornaua  a  fenft,  pareualorochefparifle,  per 
così  dire ,  il  Paradifa,  quale  rimirauano  net  fuo  volto-,,  mentre  dimorala  in? 
quelli  .  Cosìpafsò  quell'anima fanta  quelle  tre  feliciffime  notti ,  l'vltima  delle 
quali  con  il  fuocolk>quio  èfimilmentercgiftrata  nel  medefimo  libro  de  ratti 
lòtto  la  terza  notte . 

Dimora'  in  efla/l 40.  ore in  memoria  d'elleno*  ore  che  il  corpo-  di  G  ics  à  flette  nel  fé* 

poterò  ',,  nel  quale  eftafcriceue  da  GiesuWj ho  cuore  ;.  e  dabTadre  eterno 

l  è  detto ,  chele  cbiegga ciò ch'ella  vuole:  e  dipoi  vede  Giesù 

rifufeitato; y  &  ha  diuote  intelligence  [opra 

queflomìfteriv.,     Cap.,    XXXI. 

PÀrue  che  non  comportale  Famore  che  lo  ftafeerato  Giesù  portauaà 
quell'anima-,  che  ella  reftaiTcpriuaddlaparticipazione  d  alcuno  de'  mi- 
seri della  fua  PafTIone .  Poiché  auendo  terminato  il  ratto  della  Paffione  al  fuo 
fpiraie  in  Croce ,  reftaua  che  eliafufle  fatta  partecipe  ancora  del  mifterio  della 
fua  fepol'tura,  e  poi  del  la  refurrezione-  Nò  fendo  quello  piacciuto  à  fua  Diui- 
aa  Maeilà  comunicargliene  nel  medefimo  tempo»  gliene  diffeiì  a  i  2.  del  me- 
defimo mefe  di  Maggio  1 5  85  ■  nel  qtial  giorno  rapirà  in  eftafi  ie  le  rapprefen- 
tò  à  gli  occhi  della  menre  Gicsù  morto ,  e  depofio  di  Croce  ;  e  dato  fcgno ,  e 
dette  parole  dvadorazione ,  chiefe  che  nelle  braccia  le  ruffe  conceduto  ;  e  per 
*  aito  che  fece,  moltrò  di  ottenerlo .  Onde  tutta  attorta  in  diuoti,  e  lagrimeuo- 
Ti  offèquij  verfo di q  uè  Ifagrari  (lìmo  corpo ,  mofiraua  afeiugare  il  fuo  fangue, 
e  le  macchie  »  delle  quali  era  imbrattato  ;  e  mirando  ad  vna  ad  vna  quell'amo- 
rofe  piaghe  ,  inuitaimutte  l'anime  ad  entrare  in.efie  :  &  in  per  fona»  de  11  a  fantii- 
fima  Vergine  fece  vn  dinoto  colloquio  col  morto  Gesù &  ampliarne  offerte 
all'eterno  Padre  di  quel  preziofifììmo  fangue  fpsufo  per  il  genere  vmano . 
Mof  ho  dipoi  di  accompagnarlo  ni  la  fcpolturain  compagnia  di  San  Gionanoi  » 
e  delle  Marie  ?  e  prima  di  vederlofeppellire ,  di  nuouo  mofòrù  ne  enei  lo  nelle 
braccia  :c  tatto  djuouiliinoinuko  àgli  Angioli,  &  à  tutte  le  creature  ,  che  ve- 

nif&io 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzi .      4  $ 

piffero  alla  fepoltura  del  loro  Creatore  >  cominciò  vn  diuoto  colloquio ,  nel 
quale  ora  parlaua  con  la  fantiflìma  Vergine  afflitta  ;  ora  con  il  morto, e  fepolr 
to  Giesù  5  &  ora  con  fifteffo  fepolcro ,  con  tanto  affetto  d'amore ,  e  con  tan- 
ta pietà,  che  compungerai  cuori  deJle  Madri  quiui  affittenti.  Dopò  quello 
colloquio  ,  ftata  alquantoin  fiknzio  entrò  con  la  contemplazione  nelle  gran- 
dezze di  Dio ,  e  da  quella  fcefe  alla  confiderazione  della  malizia  delle  creature; 
nella  qual confiderazione  grandemente  fi  affliffe  per  vedere  Dio  tanto  offefo  1 
e  pagato  da  gli  huomini  di  tanta  ingratitudine.  In  premio  di  quefta  afflizione, 
ch'ella  fentì  dell'offelè  di  Dio ,  intefe  come  Giesù  le  voleua  dare  il  fuo  cuore  , 
come  già  ne  lo  dette  à  S  Caterina  da  Siena . 

Le  apparue  inquefto  mentre  Sant'Angelo,  e  Santa  Caterina  daSiena^  al- 
la venuta  de  quali  grandemente  fi  rallegrò  5  <5cauendo  ancora  adir  fa  Com- 
pieta del  Signore,  lipregò  che  con  lei  voleflèro  recitarla;  e  come  dal  modo 
del  dirla ,  cdalfalmeggiarla  fi  corcprefe  »  coneffi  la  recitò ,  La  qual  finirà  # 
pregò  idetti  Santi,  che  voleflèro  affiderei,  quello  dono,  che  Giesù  voleua 
farle  del  ino  cuore;  e  dipiùinuocòlaiàntiflWaVcrgine^heraiutafTeàrice- 
uerlo  degnamente .  Vidde  in  quello  ftante  il  fuo  (polo Giesù  venuto à  lei  per 
darle  il  Tuo  cuore;  onde  piena  d'vnafantaletitia,  chetindondaua  ancorane!- 
la  faccia ,  aprile  braccia?  e  foTleuandofi  verfo  di  Giesù  dette  chiaro  fegno  di 
riceucre  il  fuo  cuore  ;  &  era  tantoil  contento ,  e  la  gioia,  che  fentì  in  quella 
contemplazione ,  chcpareua,che  tutta  fi  ftruggeffe  d'amore?  e  quali  che  non 
potendo  per  l'allegrezza  refpirare ,  pareua  che  fuffe  per  mancare  di  vita  .Stet- 
te in  quefta  guifa  buono  fpazio  di  tempo ,  sfogando  amorofi  affetti  ve  rio  Dio# 
ne'  quali  fentì  dirfi  dall'eterno  Padre  quefte  parole:  Sponfa  vnigenìti  Verbi 
mei,  quidquidvisà  me,  pete*  Alle  quali  ella  feordata  d'ogni  fuo  diletto, 
chiefe  grazie  peri  proflìmi  fuoi  *  e  per  fé  folo  di  patire pe*  la  falute  delle  crea- 
ture. Dipoi  ftata alquanto  in  filenzio  in  affetti  di  ringraziamene  à  Dio*  co- 
minciò à  contemplare  il  mifteriodella  Rifurrezione  :  e  tutta  accefa  di  defidc. 
rio  di  veder  Giesù  rifufeitato ,  l'inuitaua  con  le  parole  del  fanto  Dauid .  Exur- 
gè  gloria  mea^  txurge ,  pjalterium-,  &citbara0  Dalle  quali  parole  eri trò  «el 
defiderio,che  ebbe  la  fantiffima  Vergine  della  refurrezionc  di  Giesù  ;  alla  qua- 
le accomodando  le  parole  del  mede/imo  Dauid:  inpfdteno  decaebordo^ 
pfalUm  tibi ,  &cm  intefe  come  Chrifto^ra  quefto  fakerìo  di  dieci  corde,  con- 
tenute in  diuerfe  pene  della  fua  Paifione.*  e  moftrò  con  a  Iti,  e  bdliffimi  con- 
cetti, come  la  fentiffima  Vergine  fónaua  quefto faiterio.  Stata  per  buond 
fpazio  in  quefto  difeorfo,  vidde  Giesù  rifufeitato,  econ  lui  fece  vn  dolce  col- 
loquio :  ic  intefe  come  prima  Tche  adognialtro ,  egli  rifu&itatoa^parl  à  Ma- 
ria Vergine ,  e  ne  refe  varie  >  e  belle  ragioni  ,*  Dopò  di  che  fi  riferiti  dal  ratto  « 
nel  quale  era  ftata  per  lo  fpazio  ài  40  ore  $  nel  qual  tempo  non  fi  era  mai  ri- 
fentita.  fé  non  al  tempo  che  recitò  l'vfficio  diuino ,  e  che  prefe  vn  pò  di  cibo  ; 
Se  in  dette  40.  ore  gli  occorfero  tutte  le  (òpraferirte  cofe ,  notate  più  didima- 
mente nel  libro  de'  fuoi  ratti . 


// 


44      Vita  della  B.  Maria  Maddalena  deJ  Pazzi. 

Il  Signore  Dio  le  fi  intendere  trevolte,  come vuole ,  che  ella  fi  cibi folodt pane  >  # 

d'acqua  y  e  dopò  d"effer  prouata  da  Superiori  con  la  loro  licenza. 

l'ejfeguifce.         Cap*     XXX  Ih 

SI  come  Dio  fi  compiacque  di  operare  in  queft  anima  grazie  ,e  fauori  Angola- 
ri per  mezzo  delli  eilafi,&  eleuazioni  di  mente,  così  ancora  ricercò  in  lei  vn 
ringoiare  ,  eftraordinariomododiviuere.  Onde àz\. dei medefimomefe di 
Maggio  del  1585.  in  Martedì ,  ttouandofi  Suor  Maria  Maddalena  occupata ia 
efercizij  delMuniftero,  e  fentendofi  muouere  il  cuore  da  Dio,  fé  n'andò  ^1 
nouiziato,  doue  giunta,fu  fubito  gettata  in  terrai  e  (lette  in  quefto  modo  buo- 
no fpazio  di  tempo  come  morta;  dipoi  proferì  quefte  parole;  Signoresche 
vuoi  da  me  ;  forfè  Xeftenore  per  l'interiore  t  Et  intefe  (  come  poi  per  la  lolita  vb- 
bidienza  riferì  alle  Monache  deputate  )  come  Dio  voieua  da  lei»che  ella  in  au- 
ùenire  fi  cibaffe  folo  di  pane  ,e  d'acqua,  eccetto  i  giorni  feftiui ,  ne  quali  voie- 
ua, che  fi  cibaffe  di  cibi  quadragefmiali  re  quefto  in  fodisfazione  dell'offefd 
che  fon  fatte  da'  peccatori  à  SD  M.Dipoi  le  moftrò  il  Sign.  ìlpremio  di  quellh 
che  per  amor  di  Dio  fi  priuano  delle  confolazioni  terrene  s  onde  tutta  ripiena 
d'ammirazione,  nelfifteflò  ratto  cominciò  à  parlare  con  quefte  efclamazioni* 
O  come  foauey&  ameno  è  il  luogo  ?  ma  grandi  fono  V opere  e  hanno  da  far  coloro  yche 
quitti  bramano  condurfr,E  parendole  piccola  opera  quefto  fuo  continuo  digiu-» 
no ,  in  paragone  del  bene, che  vedeua  edere  preparato  all'anime,  foggiunfe: 
Se  quefto  baftajfe ,  ó  Dio  mio  per  la  falute  delle  creature  y  viuerei  milVanni  à  queft 9 
modo^  e  mi  parrebbe  efìer  glorio  fa  .  Il  tuo  Verbo  mifaceua  chiedere  di  patire  quaU 
che  pena  per  le  tue  creature  \  ti  contenti  di  quefta  -,  queftafia .  Seguitò  poi  à  par- 
lare in  quefta  forma  :  T  ufei  pure  potente ,  è  Dio  mio ,  poiché  fé  non  mi  aueffì  così 
chiamata,  &  ancora  gettata  in  terra  y  non  farei  ri fpofto:  fa  fempre  fattala  tua 
volontà  ;  bramo  più  tofto  di  morire  3  che  d'offendere  l'alta  purità ,  Ma  bene  tutta  mi 
voglio  rilavare  in  te  ^  poiché  ft andò  te  cognita  y  so  che  niuna  co  fa  midaràfaftidio  . 
Fammi  dunque  quefta  grafia  Giesù  mio ,  che  io  del  continuo  ftia  relaffata  nel  tuo  di- 
pino  beneplacito .  Il  Giouedì  fogliente  a'  2  3 .  del  detto  mele  di  Maggio,  men- 
tre recitaua  l'vffizio  diuino  con  vn'altra  forella ,  fu  di  nono  gettata  in  terra , 
e  fubito  rapita  in  eftafi  con  gli  occhi  fìffi  al  Cielo,difTe  Adfum ,  adfum,  adfum . 
Et  in  perfona  dell'eterno  Padre  foggiunfe .  Ti  chiamo  acciò  rifpondi  alla  voca- 
zione ,  e  petizione  mia ,  come  già  fhò  moflro .  Et  in  perfona  propria  fbggiunfè  ; 
Tu  fei  pur  grande ,  e  potente  t  E  ftata  più  di  mez'ora  in  contemplazione  con  fi- 
lenzio  j  fi  nfentì  dal  ratro . 

[<  imate  fopra  di  quefto  intendimento  la  Beata  alquanto  confo  fa  :  poiché  da 
vna  parte  defideraua  di  fare  la  \oionta  di  Dio ,  e  dall'altra  fentiua  gran  repu- 
gnanza  in  attera  tenere  nella  comunità  vira  (ingoiare, e  difiìmileall'altre;e  per 
quefta  fingolarità  (tana  in  gran  timore  ,  fé  quefta  era  da  Dio ,  ò  nò  ;  ne  ardiua 
à  farne inftanza a  Superiori  fapendoal  ceito,che gliaurebbe  trouatidi  contra- 
rio parere  :  Ma  Iddio, che  voieua  da  quefta  fua  ferua  queft  opera ,  il  feguente 
giomo,che  fu  Venerdì  >  ritrouaadofi  ella  con  le  nouizie ,  fu  con  grande  impe» 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  dePazzi .       . 

to  fimilmcnte  gettata  in  terra  ,  e  ftata  alquanto  fenza  formar  parola ,  dm\  ^ 
in  perfona  dell'eterno  Padre  .  Craftina  die  nikil  guftabis  nifipanem ,  &  aquari, 
<&  fi  hoc  non  facies  retraham  absteoculos  meos  :  Mafie  far  ai  ciòcche  thòmoflro  , 
con  adempire  la  volontà  mia,  e  del  mio  Verbo  y  il  quale  con  tanto  amore  sé  dato ,  e 
fi  dà  àtei  mi  compiacerò  in  té,  fi  come  ho  fatto  fino  queflo  tempo .  E  fé  vuoi  che  V 
opera  tua  mi  flagrata  3  fa  che  fia  volontaria .  Quefta  operatone  efteriore,che  ricer- 
co da  té  farà  alla  mente  tua  vnfpecchio  :  e  non  temere  di  quello, che  farà  contro  di  té 
lauuerfario  tuoypoiché  non  premetterebbe  pofia  preualere  contro  di  te:  darò  gli  An- 
gioli alla  mente  tua  acciò  la  cuflodifcano:  la  Madre  del  mio  Vnigenito  farà  cuft ode 
tua,  acciò  tu  non  perdi  Vimpr  e ffione  della  Taffione  del  Verbo ,  che  ho  f colpita  nel 
cuore  tuo  \  eflà  pur  ficura7che  i  tuoi  defideri  non  faranno  conofciuti  dal  Demonio  tuo 
nimico ,  &  io  adempirò  tutto  quello,cbe  defideri.  Doppo  quefto  ella  flette  al- 
quanto in  filenzio ,  ma  poi  in  perfona  fua  tutta  raflègnata  nella  volontà  di 
Dio,diiTe  :  Von  monar,fid  adimplebo  opera  tua .  E  doppo  tali  parole  fi  rifentì 
dal  ratto ,  e  fenza  indugio  alcuno  riferì  a'Supendri  quanto  Dio  ie  aueua  fatto 
intenderecirca  il  cibarli  di  pane,  &  acqua.  Temerono  le  Madri,  &  il  Padre  Spi- 
rituale ,  che  in  ciò  non  fufie  me fcolata  qualche  doppiezza  del  Demonio  :  e 
però  le  rifpofero  che  non  voleuano ,  che  ninna  tenelle  vita  particolare ,  e  che 
però  fi  rimettente  nell'vbbidienza,  e  fi  cibafle  diquello,che  s'ordinaua  nella  vi- 
ta comune  per  l'altre.  Sottomette  ella  il  giudizio  molto  prontamente  à  que- 
fto parere  dei  Superiori  5  e  fenza  replicar'altro  riceuè  ubbidienza  >  afpettando 
che  fé  fulTe  fiato  volontà  di  Dio ,  egli  arebbe  dato  ^Superiori  il  medefimo in- 
tendimento. Venuta  Torà  del  definare  del  giorno  feguente,le  fu  meflò  innan- 
zi i  cibi  comuni,  come  all'altre  forelle;  &  ella  tenendo  più  conto>e  più  ficura  1  ' 
vbbidienza,  che  ogni  fuo  intendere  5  pervbbidire  fimefle  per  mangiare  i  cibi 
portoli  innanzi  :  ne  mai  fu  poffibile*  che  ne  potetTe  inghiottire  alcun  boccone» 
uè  che  potette  mandar  giù  itilla  divino,-  ma  tutto  ciò,che  fi  metteua  in  bocca 
era  neceflìtata  a  mandar  fuora  :  e  fé  per  violenza,  che  ella  ù  faceua ,  mandaua 
giù  per  la  gola  cofa  alcuna  di  quei  cibi ,  lo  vomitaua  con  tant'impeto »  che  ve- 
niua  col  cibo  ancora  il  fangue  ;  e  folo  il  pane  >  e  l'acqua  poteua  mandar  giù  li- 
beramente .  Intefe  quello  il  Padre  Spirituale  del  Muniftero ,  &a  fuoi  occhi 
veggenti  volle  farne  proua$  e  vifto  in  effetto ,  che  ella  non  poteua  far  altra- 
mente ,  ftimòelTer  volontà  di  Dio ,  e  le  diede  licenza,  che  viueffe  in  quel  mo- 
do, che  Dio  le  aueua  fatto  intendere .  Ella  prefe  Pvbbidienza  con  lieto  animo» 
conofeendo  di  adempire  il  diuino  volere,*  mapervederfi  apprelTo  l'altre  con 
quefta  fingolarkà,  ne  fentiua  afflizione  5  e  quanto  più  poteua  cercaua 
di  coprire  quefta  fingolarità  con  atti  vmili;e  diceua,  che  Dio  gliene 
permetteua  per  i  fuoi  peccati ,  per  i  quali  non  era  degna  di  ci- 
barfi  come  l'altre  ,*  cominciò  nel  nome  del  Signore  à  ci* 
barfi  di  pane,  &  acqua  il  dì  2  5  di  Maggio  del  1 5  8  5 . 
effendo  d'età  d'anni  1 <?.e  le  Domeniche  fi  ciba- 
uadicibiquadragefimali,  come  Dio  le 
aueua  comandato,e  così  feguitò  pei: 
molti  anni,  fin'  che  Dio  le  fece 
intendere  altramente . 


*-  ir 


*  * 


/  e      Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazz  u 

Ztyienedata  dall'eterno  Vadre  la  regola  del  tempo  del  dormire  y  &  altre  regole  dt 

vitaffmtuate  y  le  predice  la  pronazione y  che  vuol  fare  dì  lei  per  cinque  anni? 

promettendo  di  infonderle  auanti  lo  Spirito  Santo  nell'anima* 

Cap.,         XXXI 1 1~ 

DOppo»  auere  Iddio  dato  à  quefla  creatura  il  modo  di  cibarli ,  volle  anccy 
aflegnarl  e  il  tempo  del  dormire ,  e  darle  altre  regole  di  vita  fpirituale,  ac- 
ciò non  reftaffe  nellafuavita,azzione,nètempo,che non  fofle  da  lei  impiegato 
fecondo  il  diuino  volere.  Perciò  il  dì  feguente,  che  fu  li  r<5.di  Maggio ,  rapita 
ineftafi ,  le  fu  dall'eterno  Padre  confermato  il  modo  di  cibarti;  e  di  più  le  diffe, 
che  non  voleua,che  il  ripofo,che  prendeuanel  dormire,  pafiàfle  cinque  ore  ;  e 
che  per  fuoordinario  dormifle  fui  Taccone- E  poi  le  foggiunfe,che  voleua,che 
Je  fue  parole  foflero  di  manfuetudine  ^di  verità ,  e  di  giultitia  ;  che  il  fuo  intek 
Jetto  aueua  da  efler  come  morto ,  lenza  andar  già  mai  inueftigando  cofa  à  sé  » 
ò  ad  altri  pertinente;  la  memoria  voIeua,che  d'ogni  altra  cofa  fi  dimenticaffej 
fuori  che  de*  benefizi]  riceuuti  da  lui  :  la  volontà  nulla  dòueua  defiderare  di 
quefte  cofe  terrene ,  ma  folò  di  far  quello,che  a  lui  fofle  in  piacimento  ;  final- 
mente voleua,  che  fi  raifegnafie  tutta  nella  prouidenzafua>>  firimettefle  nelle 
fue  braccia  come  morta. 

Le  diffe  ancora  il  Signore,  che  voleua  ch'ella  entrafle  come  vn  Daniello  nel 
lago  de'  leoni ,  cioè  in  vna  moltitudine  di  orribiliffime  tentazioni ,  le  quali  do- 
ueuano  durare  per  cinque  anni  continui  ;  e  che  da  nemici  infernali  aueua  da 
eifere  oltre  modarrauagliata  5  e  finalmente, che  à  guifa  d'oro  faria  mefla  nella 
fornace  delle  tabulazioni ,  e  trauagli,  di  corpo,  e  d'animo,  acciochè  più  purga- 
ta comparili^  nel  cofpetto  diuino  j  e  che  farebbe  entrata  in  quello  lago  di  ta- 
bulazioni,  e  trauagli  nella  proffima  fòknnità dello  Spirito  Santo  :  e  le  promrfe 
che  in  detta  fòlènnità  arrebbeinfufo  in  lei  lo  Spirito  Santo ,  acciò<la  preparat- 
ile fortificafle  in  quefti  trauagli,e  tentazioni,*  e  che  il  Verbo  eremo  nell'  iftef- 
£0  lago  la  voleua  cuftodire  ;  e  la  Vergine  fantrflìma ,  Sant' Agoftiino ,  Sant'An- 
gelo Carmelitano , e  Santa  Caterina  da  Siena,  fuoiparticolari  diuoti ,  le  areb- 
bono  portato  il  cibo  de'  conforti  fpirituali ,  tratto  dall' vmanità  del  Verbo ,  dal 
cui  vigore  riftorata ,  arebbe  riportata  gloriofa  vittoria  de  nemici  dell'anima 
fua .  Per  vltimole  moftrò  l'eterno  Padre  quefiolàgo  di  demoni;,  e  di  tentano- 
ni,  in  cui  la  voleua  mettere,  evidde  vngrandiffimoftuolodi  demoni  in  for- 
madifpauentofiflìme  beftie  ;  dalla  qual  vifta  fpauentata,,  s'impallidì  nel  vol- 
to, ediuenne  tutta  tremante  ,*  ma  tuttauia  s'offeiì  all'eterno  Padre  àpatirc' 
qualfìuolglia  tentazione^  pena.  Dopò  quelVa  offerta  fi  rifentì  dal  ratto,in cui* 
aueua  dimorato  in  filenzio  per  lo  Ipazio  di  due  ore,  e  riferì  per  la  folitavbbi- 
dienza  auere  intefo*  e  villo  quantofopia  5  il  che  dal  fucceflb  maggiormente  fi 
verificò,  come  appiedo  fi  diri. 


J^ 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  deTazz  i.       47 

Rapita  in  eflafi  nella  Vigilia  dell  Ufcenftone  vede  Giesù  afeendere  glori ofo  al  CitU  i 

&  in  vn altro  ratto  baalcune  intelligence  fopra  la  purità  ,  la  quale  in  fornii 

di  vefiele  viene  da  Ùio  comunicata .       Cap.     XXX IV. 

LA  Vigilia  dell' Afcenfionc ,  di  quello  medefioio  anno  1585.  che  venne  a* 
30.  del  fudetto  mefe  di  Maggio,mentreleggeua  il  Vangelodella  corren- 
te iòlennità  >  fi  Tenti  chiamata  da  Dio  alla  contemplazione  di  quarto  miilerio 
in  compagnia  di  Maria  Vergine ,  edegli  Apolloli;  e  rapita  in  eftafi  moli  ròdi 
vedere  quella  Tanta  adunanza  degli  Apoiloli ,  e  Difcepoli  *  infieme  con  Ma- 
ria ,e  Giesù .  Dopò  vidde  vna  grandiffima  moltitudine  d'Angioli ,  che  dal  Cie- 
lo feendeuano  à  fchiera  à  ferriera  per  accompagnare  il  loro  Creatore  trionfan- 
te al  Paradifo  ;  Dal  che  entrò  in  vna  deuota  contemplazione  del  colloquio 
che  Giesù  fece  con  la  fua  fantiflìma  Madre  prima  d'afeendere al  Cielo,*  doue 
ebbe  dinoti  penfieri  verfo  della  fantiflìma  Vergine,  efpiegòmolte  lodi  della 
verginità .  Vnì  infieme  il  mifterio  della  Paffione  con  quello  della  Refurrezio- 
ne  j  e  con  quello  dell'Afcenfione  di  Giesù ,  e  necauò  vtili  documenti  peri* 
anime:e  ttopò  auer  fauellatodi  quelli  alti  rnilleri;>fendo  giunta  1  ora  della  Co- 
munione ,  fi  riferiti  dal  ratto  >  &  à  pena  comunicata  fìi  di  nuouo  rapita  fuori 
de*  fenfi  alla  lletTa  contemplazione  >  nella  quale  vidde  Giesù  tutto  fplendente, 
e  gloriofo  afeendere  al  Cielo,  accompagnato  dalle  Gerarchie  Angeliche,nel- 
la  qual  villa  proruppe  in  varij  affetti>e  fpecialmente  s'accefe  in  vn  gran  defide- 
rio  di  falire  dietro  à  Giesù  infieme  con  le  fue  Sorelle*  e  colma  di  letizia  con  fac- 
cia rivendente ,  ilauacon  gliocchi  filli  al  Cielo,  e  (tendendo  le  braccia  ,  &  al- 
zando le  mani ,  pareua  che  fi  fòileuaiTe  da  terra  >  e  con  parole  di  vn'amorofo 
rammarico  fi  doleua,che  Giesù  fi  partifle  dal  mondo  :  fopra  di  chefece  vn  pie- 
tofo  colloquio  con  gli  Angioli ,  con  Maria ,  e  con  Giesù  ^inalzando  l'amore, 
lafapienza,  e  la  bontà  di  Dio .  E  finito  quello  colloquio  fi  nfentì  dal  ratto* 
come  più  ampiamente  fi  contiene  neLlibrode'fuoieilafi . 

Pochi  giorni  dopò  ,  cioè  al  principio  del  mefe  di  Giugno  feguente,  fu  di 
nuouo  quell'anima  eletta  rapita  allecelefti  contemplazioni ,  e  le  fu  da  Dio 
xiuelatoquattrotnezipercoBferuare  la  purità  delcuore;  il  primo  de'  quali  in- 
tefeeflereil  viuere  mortai  sé  llefla:  il  fecondo  la  purità  de' penfieri,  edegli 
affetti;  il  terzo  la  verginità  ,e  catlità  delcorpo  ;  il  quarto  rvmiltà  rendendola 
ragione  di  ciafeuno .  E  dopò  quella  intelligienza  folleuatafi  in  piedi ,  e  dando 
con  le  mani  giunte  alletto,  diede  chiariffimo  fegno' di  riceuere  il  dono  della 
Purità  in  forma  di  vefte ,  dicendo  ;  Trendo  la  purità  da  cbibàprefo  me  imi  ve» 
fio  di  quella,  e  l'anima  mia  da  efla  non  fi  J eparer àgiàxnai:  Ringraziò  Dio  di  que- 
llo dono ,  e  dille  mólt altre  cofecOOtateà  fuo  luogo  nel  fuddetto  libro . 


N 


Stette  in  eftafi  otto  giorni,  &  otto  notti*  parlando  di  co  fé  altif]ìme\  &  ogni 

.  mattina  ad  bora  di  Ter^a   riceuèìn  varie  forme  lo 

Spirito  Santo.      '  Cap.     XXXV. 

Olì  può  ;non  apportare  gran  marauigliaà  chi  legge  ;  il  fentire  quanto  li- 
berale fi  morirò  Dio  verfo  la  Beata  Maria  Maddalena ,  fpecialmente  m 

quello 


48      Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

quefto  principio  dell'anno  1 5  8  5  nel  darle  eftafi  così  mirabili,  e  frequenti  ;  nel 
comunicarle  intelligenze  così  altejnellornarla  di  grazie  e  fauori  tanto  fingo- 
iaiipiù  che  in  ogni  altro  tempo  di  fua  vita.  Ma  fendo  che  Dio  non  opera  alcu- 
na cofa  à  cafo,e  fenza  fine  :  potrà  chi  legge  di  qui  venire  in  cognizione  quanto 
grande,  e  crudele  auefte  da  eflfer  la  battaglia,  alla  quale  Dio  f  ordinaua;  poiché 
volle  con  quelli  doni,e  fingolari  fauori,quafi,che  con  tant'arme  prepararla,  & 
armarla  ;  e  fé  quefto  fi  può  chiaramente  raccorre  da  gli  eftafi  fin  qui  narrati , 
molto  più  da  quefto,  che  fegue ,  quali  fra  tutti  i  mirabili  fu  mirabiliffimo . 

,  La  vigilia  della  Pafqua  dello  Spirito  Santo  di  quell'anno  1585.  à  ore  1 7.  fi 
lenti  quell'anima  chiamata  dall'eterno  Padre  con  quefte  parole:  Vieni  fpofa, 
mia,ripofo,cfiimolo  del  miofpirito:  alla  cui  voce  rimafe  eftatica;c  diffè^Ecce  ve- 
nio.venio^citòydtò  venio .  E  dopò  alquanto  di  filenzio intefe,e  diflè,come  Dio 
voleua  tenerla  vnita  àsèin  eftafi  infino  alla  mattina  della  Santiffima  Trinità 
feguentee  farla  partecipe  de  diuini  tefori  :  il  che  non  molta  marauiglia  vidde- 
ro  le  Monache  del  fuo  Muniftero  auuerarfi.Imperochè  entrata  in  eftafi  la  det- 
ta vigilia  all'ora  fuddetta,perièuerò  così  eftatica  tutti i  giorni,e  notte.che  feor- 
iero  da  detta  vigilia,fino  alla  mattina  della  Santiffima  Trinità  :  nel  qual  tempo 
non  fi  ritenti  dal  ratto,fe  non  per  tanto  fpàzio  del  giorno,che  recitò  l'vfizio  di- 
nino,  fi  comunicò, vdì  Meflà,e  prefe  vn  pò  di  pance  d'acqua»  e  talora  vn  poco 
di  ripofo,  per  lo  fpazio  di  mez'ora.  Fu  in  quefto  eftafi  ripiena  di  Spitito  Santo  » 
quale  da  lei  con  fegni  efterioriJ&  euidenti,  co  moltiffimi  doni  fu  riceuuto  ogni 
mattina  nell'ora  di  Terza  dalla  prima  mattina  della  Pentecofte ,  fino  al  Sabba- 
to  feguente  dell' ottaua.in  varie  forme  /cioè  di  fuoco,di  fiume,  di  colomba ,  di 
colonna,  di  nugola.di  vento,e  di  lingue  infocate;  &  in  tutti  quefti  giornee  not* 
riebbe  altiffime  intelligenze  delle  cofe  diu ine  ;  e  flette  ripiena  di  tanta  letizia 
fpiritualcche  fi  diffondeua  anco  nell'efterno;di  modo,che  la  fua  fàccia  (  eccet- 
to che  nell'intelligenze  di  terrore ,  e  di  fpauento  )  era  fempre  vermigliale  gio- 
conda come  d'Angiolo;  e  fpecialmente  in  quell'ora ,  nella  quale  riceueua  lo 
Spinto  Santo ,  fi  vedeua  ardere  del  diurno  amore  in  modo  indicibile ,  e  rappre- 
fentaua  pia  vnp  fpirito  celefte,  che  vna  creatura  terrena. E  perchè  neffuna  Mo- 
naca reftaflepriua  di  quella  confolazionce  conforto  fpirituale ,  che  C\  riceue- 
ua di  quellcche  fi  trouauano  prefenti,quando ella  riceueua  neH'eftafi  lo  Spiri- 
to Santo;  la  Madre  Priora  faceua  in  quell'ora  fonare  vn  campanello,  che  daua 
il  legno;  e  tutte  le  Monache  concorreuano  à  quefto  diuoto  fpettacolo .  L*  in- 
telligenze,che  ella  aueuaje  proferirla  con  tanta  grazia,&  affetto  di  fpirito,  che 
non  folo  apportaua  marauiglia  il  fentire  vna  femplice  verginella  così  altamen- 
te difeorrere  ;  maattraeua,  e  dilettaua  in  maniera,  che  fé  bene  fu  così  lungo  ,e 
continuo  l'eftafi,!e  Monache  non  fi  viddero  mai  franche  d'vdirla,e  di  ftare  affi- 
flenti  à  fcriuere  quello  che  ella  diceua.e  faceua  ;  quale  tutto  è  regiftrato  à  fuo 
luogo  nel  libro  fopradetto  de'  ratti.  Et  acciò  mai  per  tempo  alcuno  non  fi  per- 
da in  quel  Muniftero  la  memoria  di  cofa  tanto  marauigliofa,  dadetto  tempo 
in  quà,fi  coftuma  in  detto  Muniftero  ogn'anno,per  tutta  1'ottaua  dello  Spinto 
Santo,  fonare  il  campanello  alla  medesima  ora ,  che  la  Beata  riceueua  lo  Spi- 
rito Santole  tutte  le  Monache  fi  ragunano  in  Corone  cantano  la  feguenza  del- 
lo Spirito  Santo . 

Eri- 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzi .      49 

Epilogo  di  tutto  ciò,  che  fece ,  e  di  tutte  le  intelligence .  che  ebbe  la  Beata  Mari* 

Maddalena  in  qtiefli  eflaft  di  otto  giorni,  &  otto  notti  • 

Caf.      XXXV  l. 

POiche  in  quefte  ematiche  intelligenze  auute  dalla  Beata  Maddalena  ,  fpe- 
cialmente  in  quelli  otto  giorni ,  rilplende  mirabilmente  la  diurna  làpienza 
communicatale:  è  parlo  bene  à  maggior  gloria  di  Dio, e  di  quella  fua  fpofa 
reftringerle  in  breue  compendio ,  per  tutti  quelli ,  che  non  aueflero  tempo  da 
leggerle  >  ò  capacità  da  intenderle  nel  loro  fonte. 

Trimo  Giorno <. 

Entrata-che  fui  quella  diletta  del  Signore,  neH'eftafi,  la  Vigilia  dello  Spirito 
Santo  all'ora  fuddetta;  dopò  auer'  ititelo  lacontinuanza  di  quello  eftafi  per 
otto  giorni ,  le  fu.  da  Dio  confermato ,  come  egli  voleua  ,  che  ella  per  cinque 
anni  fteffe  in  continui  trauagli,  tentazioni, e  patimenti,  priua  delfentìmento,e 
gullo  della  grazia  fua  ;  &  intefe ,  che  tal  prouazione  voleua  Dio  fare  di  lei  per 
compiacimento  di  fua  Diuina  Maeftà,in  letitia  de  gli  Angioli,  e  di  tutti  i  beati 
fpiriti  j  per  efempio ,  delle  creature  mortali  ,*  per  confusone  de'  demoni  ;  per 
refrigerio  dell'anime  del  Purgatorio;  e  per  confolatione  di  lei  ftefla ;  poiché 
voleua, che  quella  prouazione  le  folle  vn  ficuro  contràfegno  deTauori,e  del- 
le grazie  concedutele .  Le  predilTe  quanto  atroce  doueua  eiTer  quella  batta- 
glia coni  demoniche  come  tanti  ferociffimi  leoni,  doueuanoaffaltar  la  e  tor- 
mentarla neH'animo,e  nel  corpo  ;  le  promife  l'aiuto  dellallìftenza  del Ja  grazia 
fua  ;  la  protezzione  della  fantilfima  Vergine  >  e  de  Santi  fuoi  diuoti . 

Le  feoperfe  ie  tentazioni ,  che  doueua  patire ,  lnifegnò Tarmi ,  delle  quali 
doueua  feruirfi  per  vincerle ,  promettendo ,  che  di  tutte  quefte  tentazioni  re- 
nerebbe vittoriofa .  Di  qui  pafsò  ad  intendere  alcune  virtù,che  fi  richieggono 
nell'anima ,  per  vincere  le  tentazioni ,  Se  alcune  altre  per  mantenere  i  doni  di 
Dio .  Vedendo  poi  la  fpofa  Chiefa  nel  coftato ,  e  la  fpolà  Anima  nella  bocca 
diChrifto,  fecebelliffimo  paragone  tra  le  grazie,  che  Dio  comunica  alia-* 
Chiefax  tra  quelle,  che  egli  comunica  all'anima  ;  doue  feoperfe  grandiffimi 
fauori,  che  Dio  le  voleua  fare ,  non  conceduti  comunemente  à  molti  fedeli . 
Dipoi  l'Eterno  Padre  l'inlegnò »  come  ella  doueua  portarli  nella  fottrazione 
óc\  fentimento  della  fua  grazia  ;  e  per  vltimo  le  riuelò  le  cagioni .  per  le  quali 
egli  fi  mofle  à  mandar  lo  Spirito  Santo  fopra  gli  Apoftoli  :  E  qui  Ci  rifentì  dai 
ratto  j  che  erano  circale  24.  ore  >  fi  cibò  di  poco  pane ,  e  d'acqua  >  e  fodisfecc 
ali  Vtiìcio  Diuino. 

Trima  Ts^otte  + 

Ritornata  in  ratto  à  vna  mez'oia  di  notte  ,  vidde  lo  S  pirito  Santo  in  Formai 
mirabile  in  fublime  altezza  di  gloria  ;  fauellò  à  lungo  deli'operazioni,che  egli 
fa  nell'anime,  che  lo  riceuono  $  moftrò  la  neceflìtà ,  che  ha  l'anima  di  quello 
diuino  Spirito,  &  in  quali  anime  egli  fi  fermi  :  doue  entrò  con  il  diicorfo  nella 
difpofizione,che  quello  diuino  Spirito  ricercale  del  numero  duodenario  degli 
ApOitoii,fopra  i  quali  egli  difeefe  *  intefe  con  alto  concetto ,  come  quello  di- 
nino  Spirito  per  infonderli  nella  Chiefa ,  nell'anime ,  e  nelle  congregazioni 

D  teli- 


5  o     Vita  della  B. Maria  Maddalena  de* Pazzi . 

religiofe ,  ricerca  quefto  numero  duodenario,  cioè  dodici  difpofizioni,ò  qua- 
lità>chedalei  fono  dichiarate  ,  quali  deuono  efTere  in  ciafeuna.  Entrando  poi 
con  la  contemplazione  ne  gli  effetti  dello  Spinto  Santo  intefe  altamente ,  co- 
me l'incarnato  Verbo  efaltò  in  quefto  modo  lo  Spirito  Sanro  ,  e  come  lo 
Spirito  Santo  efa Ito  l'ifteffo  Verbo .  Dipoi  (òpra  quelle  parole  di  Chrifto  : 
Qui  credit  in  me,f lumina  de  ventre  eius  fluent  aqux  viu£,  e  fòpra  quell'altre*,  Fiet 
in  eo  fons  aqus.  falientis  in  vitant  eternami  con  fottiliflìrna  intelligenza  tnoftrò, 
come  l'anima  ,  che  riceue  lo  Spirito  Santo  diuenti  fonte  della  grazia  di  Dio  . 
Difcefe  ad  intender  gl'impedimenti  ,  che  pone  l'anima  al  riceuere  lo  Spirito 
Santo.  Et  oltre  l'auer  defedato  1  amor  propriccome  principaliffimo  ;  moftrò 
cinque  impedimenti  notabiliffimi,cioè  la  malizia  ,  il  proprio  volere ,  il  proprio 
giudiziosa  tepidità>e la  fuperbia,&  a  quelli aflegnòi  rimedi j .  Per  vltimo  inte- 
fe >come  lo  Spirito  Santo  nella  Tua  venuta  fi  diffufe  nella  lànriflìma  Vergine;  e 
fi  nienti  da!  ratto,che  erano  le  otto  orejrecitò  l'ore  Canoniche,  fi  comunicò* 
&vdìMelTa. 

Secondo  Giorno,  cioè  la  Mattina  della  Ventecoftc. 
Alle  dieci  ore>mentre,che  vdiua  Meffa  »  al  leuare  del  Signore»  fu  di  nuouo 
rapita  in  eftafi ,  e  fopra  quelle  parole  del  corrente  Vangelo,  si  <juis  dilìgit  me, 
fermonem  meumferuabit,cominciò  à  dilcorrere,come  la  parola  di  Dio  è  com- 
pendio ,  e  bafe  d'ogni  perfezione  Spirituale  ,  nutrimento  ,  &  arme  dell'anima 
noftra .  L'aflfomigliò  alla  fcala  di  Giacob  j  e  contemplò  come  per  quefta  della 
parola  di  Dio  (tendano  &  afeendano  tre  perfonaggi .  E  prima  intefe  come  ne 
Ìcefe,&afcefe  per  efsa  il  Verbojper  dichiarazione  di  che  entrò  con  ammirabi- 
le intelligenza  nella  generazione  eterna  del  Verbo.,  doue  intefe  le  ragioni  per- 
che più  torto  il  Verbo.che  altra  perfona  della  Santillana  Trinità  venne  à  redi- 
mere il  genere  vmano .  Secondo,comeper  efsa  fcala  difeefe  l'Arcangelo  Ga- 
briello ad  annunziare  Maria.  Terzo,come  peretta  di  feendono  continuamene 
te  le  Ichiere  Angelichead  inuitar  l'attìnie  à  falire  al  Cielo. Viddc  »  che  quattro 
lòrti  di  pedone  lalruano  per  quefta  fcala  della  parola  di  Dio;  alcuni>che  àgui- 
la  di  fanciullini >  quafi  non  moueuano  il  pafso , altri ,  che  lo  moueuano  lenta- 
mente; altroché  caminauanòj  &  altri,  che  correuano  Finito  quefto  difeorfo 
mutò  ragionamento.-eprefo  per  thema  della  fua  contemplazione  quelle  pa- 
role di  Chi  iftQ,  Taccm  rclinquo  vobis,pacem  meam  do  vobis:  con  ibttilÌfTìma,& 
altiiEma  intelligenza  diftinfe  diuerfe  forti  di  paci  diuine  ;  cioè  la  pace  fra  le  tre 
diuine  Perfone  nel  trono  della  SantilfimaTnnira  :  Ja  pace  fra  laDiuinirà  ,  & 
Vmanità  del  Verbo  ;  fra  il  Verbose  Maria  ;  fra  Maria,&  il  Verbo  ;  fra  il  Verbo» 
e  le  creature  :  fra  le  creature,  &  il  Veibo  :e  nel  difeorrere  della  pace  data  fra  il 
Verbo,  e  Maria  ■  intefe  altamente  come  Maria  concorfe  con  il  Verbo >  e  eoo- 
peròdimodo  che  fu  refarcita  la  rouina  degli  Angioli ,  e  reftaurato il  numero 
loro  mediante  1  eiTervmano  da  lei  dato  al  Verboxon  che  compirno  l'afpiran- 
te  defiderio  ,  che  tcneuano  del  dui  ino  honore  >e  così  per  fuo  mezo  fìi  fatta  pa- 
ce tra  gli  Angioli,  egli  huomim.  Di  qui  icorfe  in  intelligenze  fublimi  dell'o- 
pera della  Redenzione;5c  intefe  come  ancorché  Adamo  non  auelTe  peccato  » 
le  il  Verbo  fi  fufle  incarnato  ,  ad  ogni  modo  non  fi  larebbe  manifcftata  sì 
grandemente  la  gloria  di  Dio,  ne  gli  huominiarebbono  tanta  gloria  nel  Cie- 
lo, 


Vita  della  B.Marfa  Maddalena  dePazzi.       5  r 

lo,quanta  confeguono  per  la  Redenzione  5 e  difle,  come  anco  in  quella  vita 
molte  anime  hanno  intefo  pili  de'  diurni  milteri..  che  molti  Angioli  del  Paradi- 
ib;e  di  tutto  refe  bellifiìme,e  faldiffime  ragioni  :  Dipoi  nel  difcorrere  della  pa- 
ce data  fra  il  Verbo ,  e  le  creature  ,  diede  vna  belhfiìma  definizione  alla  pace 
fpiriruale  ;e  moftrò  come  Dio  dà  la  pace  a  (boi  ferui  ne'  trauagli  ;  e  concilile, 
che  la  pace.che  limonio  deue  rendere  à  Dio ,  confitte  nella  lode  della  bocca, 
e  del  cuore .  Le  fumo  dipoi  aperte  varie  figure  dello  Spirito  Santo  ,  onde  l'af- 
fomigliò  alla  colomba ,  che  vici  dell'Arca  di  Noè:  al  roueto,che  vidcie  Moisè 
ardere,  e  non  confumarfi  ;  alle  tauole della  Legge  ;  alla  verga  di  Moisè  i  &  al 
fonte  legnato .  E  tutte  quefte  intelligenze  l'ebbe  dalle  dieci  alle  quindeci  ore; 
nella  quale  ora  rifentita  dal  ratto ,  prefe  vn  pò  di  pane ,  e  d'acqua ,  &  vn  brie- 
uilììmo  ripotò;  dopò  il  quale  ritornata  di  nuouo  in  eftafi,  diede  manifelti  legni 
d'entrare  nel  lago  delle  tentazioni  ,  ede'trauagli  ,  neiqualeper  cinque  anni 
doueua  ciìer  pronata  per  mezo  de'  demoni.  Se  le  rapprefentò  in  queJl'inftante 
vna  gran  moltitudine  di  demoni ,  i  quali  con  orribiliflìmo  ftrepito  cercauano 
d'àtterirJa ,  e  come  ferociilimi  leoni  faceuano  forza  di  correrle  addofTo  per  di- 
uorarla,e  le  fuggeriuano  nell'animo  attrociiììme  tentazioni.  Onde  per  tal  vifta 
diuentò  afflitta  fuor  di  modo>e  proftratafi  in  terra,  proferì  parole  di  affanno  »  e 
di  duolo ,  e  fece  vn  pietofo  inulto  à  tutte  te  creature ,  che  venifleroin  fuo  aiu- 
to ;  ma  però  non  fu  da  Diolafciatainqueftoiago  fenza  il  fentimento  della 
fua  grazia  ,  quale  le  promife ,  che  arebbe  continuato  lèco  fino  alla  mattina 
della  Santilfima  Trinità .  Però  dopò  queftcftata  alquanto  in  filenzio,comin- 
ciò  à  parlare  delle  varie  operazioni,che  fa  lo  SpiritoSanto  nelgiardino  di  Santa 
ChielajpiantandOjC  trapiantando  l'anime  di  quella  in  varie  guife:  e  lòtto  fimi- 
litudine  d'vn  altra  anima,vidde  eiTer'attratta  dallo  Spi  rito  Santo  j  e  fotto  figura 
d'alcune  lettere  inrefe  tutto  ciò ,  che  ella  deue  operare  ne*  tré  fiati  dell'anima 
fua  fino  alla  morte  :doppo  la  quale  intelligenza  (rnoltoofeura  à  chi  legge  )  fe- 
guitòà  parlare  dell'operazioni  dello  Spirito  Santocircale  piante  dell'animo 
fedeli:  Pervltimointefecon  belliffimafimilitudine  ,  come  lo  Spirito  Santo 
venne  fopra  gli  Apoftoli  per  edificare  la  nuoua  Gierufalemme  della  fanta 
Chiefa ; doue  tra  Faltcc colè aflfomigliando i Sacerdoti  à  i  muratori, e  le  Vergi- 
ni religio  fé  alla  calcina ,  intefe  come  in  quella  fpiriruale  edifizio  ogni  difetto 
veniua  fpecialmente  da  quelìi  due  fiati  per  non  corrifpondere  li  Sacerdoti  >  e 
le  vergini  al  loro  ftatoi&auendo  cosiparlato.fi  rifentì  dal  ratto,che  erano  fo- 
na te  le  z  j.  ore» 

Seconda  1{ptte* 
La  fera  dello  Spirito  Santo  à  24-ore  ritornò  la  B.Maria  Maddalena  in  ratto  , 
e  dopò  alquanto  di  fiienzio  cominciò  a  difcorrere  fopra  quelle  parole  di  Chri- 
Ho:  Lux  venir  in  mundi4my&  dilexerunt  bomines  magis  tenebrasfluàm  tu  cerniteli' - 
amore ,  che  Dio  aueua  porrata  al  mondo  nel  dare  il  fuo  Vnigenito ,  e  moftrò 
come  egli  con  la  grazia  fua  era  la  vera  luce  :  e  di  qui  feorfe  ad  intendere  l'in- 
gratitudine de  gli  huomini,che  dilexerunt  magis  tenebrasyquàm  lucem.  Ragio- 
nò altamente  de  gli  erTetti,che  fa  la  grazia  nell'anima,  e  fpecialmente  di  varie^ 
forti  di  carità , che  ella  produce;  refe  la  ragione  donde  nakono  le  tenebre  dell' 
animale  perche  gli  huomini  amano  più  le  tenebre  del  peccaro,che  la  luce  del- 


y  t,     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  deJ  Pazzi. 

la  grazia  Dipoi  ebbe  vna  bellifììma  vifione  dell'eterno  Verbo  quale  ella  viri- 
de ietto  varie  fimilitudini;  Prima  fopra  il  monte  della  Sapienza, dopò  nel  prato 
della  Mifericordia  ■  terzo  al  fonte  deila  Verità ,  quarto  nell'alta  fortezza  della 
Giuftizia  ;  e  come  da  ciafeuno  di  quefti  luoghi  egli  attraeua  à  fé  l'anime  .^  ln~> 
quefto  medefimoeftafividde  l'anime  de  i  Beati  npolàrfi  nell'Humanità  del 
Verbo  in  varij  membri  di  quello  fecondo  la  qualità,  e  perfezione  degli  (tati  ;  i 
contéplathii  negli  occhii  dottori  nella  bocca,i  mifericordiofi  nel  feno,i  giudi 
nelle  mani,gli  attiui  ne"piedi,i  paziéti  nelle  fpalle.e  le  vere  fpofecioè  le  vergini 
confecratc  à  Dio  nel  coftato .  Da  quefte  vltime  entrò  con  l'intelligenza  nella 
parabola  delle  vergini,  e  fopra  quelle  parole,  Eccefponfus  venit,exite  obuiam  eh 
trattò  della  preparazione  alla  morte,e  moftrò  con  attiftìma  fimiiitudine,  co- 
me per  prepararci  à  quella  dobbiamo  rendere  il  nomo  cuore  fimilc  alia  lan> 
pada,  appropriando  la  forma  ,  e  le  qualità  di  quella  alle  virtù ,  che  fi  ricercano 
in  noi  per  quella  preparazione .  Doppo  quefto  con  la  fua  mente  v'uìde  il  Ver- 
bo vmanato  ,  che  con  belliflìmo  mifterio  teneua  in  mano  vn'alberocontre 
pomi ,  e  con  fette  frombole  ,  e  dichiarò  il  mifterio  ;  e  per  vltimo  difeorfe  dei 
modo  damare  Dio  ,  &  il  proiltmo.  Si  rifentì  dal  ratto ,  che  erano  circa  lotto 
ore  :  dilTe  l'vffizio  diuino,  vdi  Meda ,  fi  comunicò»  e  riposò  per  due  terzi  dora. 

Ter^o  Giorno  idoè  il  Lunedì  della  Ventecofle  » 

Ritornò  in  ratto  che  erano  circa  vndici  ore  ;  e  ftata  buono  fpazio  di  tempo 
in  filenzio ,  cominciò  à  parlare  altamente  delle  comunicazioni  tra  le  tre  Diur- 
ne Perfone,e  delle  comunicazioni  dello  Spirito  Santo  all'anime  ;e  fopra  quel- 
le parole.  Ecce  nouafacio  omnia ,  ebbe  intelligenze  bellifìTme  delle  rinoua- 
zioni,che  fa  Dior.cioè  come  generando  ab  eterno,!!  può  anco  dire,  che  di  nuo- 
no  generi  se  fteflb;  e  continuando  di  conferuar  la  creatura  ,  di  niiouo  la  crei; 
e  nelliftefib  modo  di  nuouo  diala  gloria  à  gli  Angioli ,  l'vnionea'  Santi,  laco* 
municazione  àgli  eletti,  la  liberalità  a  confeiTori ,  la  mifericordia  a'  peccatori, 
&  vn  nuouo  nome  alla  fpofa .  Dipoi  le  fumo  da  Dio  comunicate  diuotiffime 
intelligenze  fopra  la  verità  diuina ,  la  quale  ella  con  bellifììma  proporzione  af- 
fòmigliaalmare,  dando  à  quella  accutiflìmi  epiteta  lignificanti  gli  effetti  di 
efTà  verità  nell'anime  noftre ,  e  tra  quefti  pone  principalmente  l'amore  di  Dio, 
e  del  prò  (Timo ,  fopra  delquale  diftefe  vn'alfabeto  d'amorecauando  da  ciafeu- 
na  littera  vna  proprietà,  e  qualità  di  quefto  amore .  AppreiToaflòmigliòl'etcr- 
no  Verbo  al  medefimo  mare  ,  &  intefe  come  in  eflb  fi  nutrifeono,  (ì  vertono, 
e  purificano  l'anime  fedeli.  E  doppo  quefte  intelligenze  fi  rifentì  dal  ratto, 
che  erano  ventidue  ore  >  e  flette  circa  vn'ora ,  nella  quale  recitò  parte  del  di- 
uino vffizio,  eprefevnpòdipane ,  Sracqua. 

Ter^iJ^otte. 

Sonate  le  ventitré  ore  fu  di  nuouo  rapirà  iireftafi  ,  nel  quale  fopra  le  parole 
del  Vangelo  corrente.  Qui  non  intratperofìium  in  ouile  omumjllefur  cfl,&  Imo* 
intefe  come  tre  fono  gli  ouili  di  Chrifto;  cioè  il  (èno  dell'eterno  Padre,  la  fama 
Chiefa'.e  l\iiiim.i3Ccomeeglientri.& aduni  le  ìv.c  pecorelle  in  cia&uiV  dique-. 
li  tele  come  le  piaghe  di  Chrifto  fono  la  porta  di  quefti  ouili  ;  e  con 
vn  dolce  fcherzo  amorofo  moftrò  Chrifto  dftifi  fatto  come  ladro  per  noi. 

Dipoi 


Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'  Paz  zi .       5  $ 

I>ipoi  con  la  fimilitudine  del  buon  pallore  diicorfe  della  bontà  di  Chrifto  ver- 
fo  dell'anime  noftrce  poco  appretto  vidde  Immanità  di  Chrifto  (òtto  fimili- 
tudine dvn'ameniffimo  prato  ,  nel  quale  fi  vanno  pafcoJando  l'anime .  e  co- 
gliendo frutti  ,  e  fiori  molto  deliziofi  ;  nel  qual  prato  dimoftrando ancor  ella 
(etiam  conatto  eflerno,)  d'entrare,  inuitaua  tutte  le  anime  ad  entrare  in  efìb  ;  e 
fpecialmente  inuitaua  le  Spotè  di  Giesù  ad  inghirlandarfi  de  i  fiori,e  de ifrutti , 
che  ella  coglieuadalle  fue  piaghe  5  imperochèdiceualei,  che  ne  Uè  mani  di 
Giesù  vi  erano  ifrutti,  e  ne  piedi  i  fiori*  de'  quali  faceua  atto  di  raccoglier  in 
gran  copia .  Entrata  poi  nel  coftato  dell'ifteub  Signore ,  diffe ,  come  vi  trouaua 
frezze,  e  faette  damore,  dalle  quali  fi  vidde  amorfamente  ferire  in  maniera , 
che  ancora  ne  ll'efterno  appariua,che  languide  damore .  Di  qui  pafsò  ad  altre 
intelligenze  fubhmi;e  (opta  quelle  parole  deli'ifkflo  Vangelo,?**- meJìquU 
introierit ,  faluabitur ,  ingredìetur  ,&  egredietur;  con  altifliflia,e  ibttiJilTuna^ 
Teologia  intele  per  quefto  pafcolo  la  diurna  fapienza ,  ccomeella  è  pafcolo 
non  folo  dellanima  1  ma  dello  fletto  Dio,degli  Angioli, e  di  tutti  gli  Spiriti  bea- 
ti .  Dall'intendere  così  altamente  della  dinina  fapienza  entrò  nella  generazio- 
ne del  Verbo  cterno,e  da  quella  nella  creazione  dell'vniuerfò  ,  dalla  creazio- 
ne feorfe  nell'incarnazione  dell'ifteno  Verbo?  e  tnoftrò  come  tutta  quefla  fix 
opera  della  diuina  fapienza,  e  conclufe  il  difeorfo  come  l'anima  ha  da  entrare , 
&  vfare  in  Dio.  E  fi  rifentì  dal  ratto,che  eranocirca  le  otto  ore  ;  difse  il  diuino 
vflìzio,  vdì  Mefsa,  fi  comunicò ,e  prefe  vn:pò  di  ripofo . 

Quarto  Giorno^cioè  il  Martedì.. 
Poco  dopò  le  diecrore  ritornò  in  ratto >  e  fiata  alquanto  in  fi lenzio ,  diedo 
principio  à  parlare  de'  modi,  con  i  quali  il  Verbo  diuino  fi  vnifee  con  le  anime 
noftre;5c  intefechecinque  cagioni  fono  quelle,  che  muouono  il  Verbo  dalla 
parte  fuaà-quelìa  vntone$  la  prima  /la fruizione  di  fé  ftefso;  la  feconda,!' vnio- 
ncche  ha  1  iftefso  Verbo  col  Padre  >  e  con  lo  Spirito  Santo;  la  terza  il  fanguc, 
che  egli  ha  fparfo  persie  anime;  la  quartana  gloria  della  fua  vmanttà;  eia  quin- 
ta,l'equalità  che  egli  ha  col  Padre.  E  dalla  parte  dell'anima  intefe,chetre  fono 
le  caule  di  quefta  vnionejla  prima,il  mantenimento  della  grazia  di  Dio ,  cioè  il 
conkruarfi  l'anima  in  grazia;  lafeconda,l'annichilazione,che  per  viad'vmilia- 
zione  l'anima  fa  diie  flefsa,doue  rende  le  ragioni, perche  Dio  non  s'vnrfce  co  i 
fuperbila  terzal'amorcche  l'anima  porta  alla  verità;e  di  tutte  queftecofe  refe 
le  ra.gioniDipoi  vidde  lo  Spirito  Santo  in  forma  di  lampo  diiùocoin  òderfinel- 
l'anime.ecó  molti  doni  àtmfti  dal  Padre, dal  Verbo,e  dalle  Gierarchie  Ange- 
liche.Dopò  di  che  fi  rifentì  dal  ratto,che  erano  le  quindici  ore  :  flette  circa  vn  - 
ora  nella  quale  prefe  vn  pò  di  pance  d'acqua,  &  vn  pò  diripofo .  Dopò  il  qual 
ripofOìtornando  di  nuouo  in  eccefso  di  mente,  fu  rapita  ad  intendere  le  opera- 
zioni della  fantiffimaTrinitàin  Cielo,5unterra;e  fpecialmente  le  operazioni, 
che  Diofaceua.e  voleua  fare  in  lei  nel  tempo  della  pronazione  fuddetta  Nella 
quale  contemplazione  le  (li  fatto  noto  dall'eterno  Padre  ,  come  egli  per  do- 
dici canali  procedenti  dall'eterno  Verbo,manifefta  all'anime  l'operazioni  che 
egli  fa  in  Cielo ,  &  in  terra  ;  e  come  per  mezo  di  quefticanali  egli  fa  partecipi 
te  anime  die  dilette,  che  fono  in  quefta  vita,di  quello  ,che  opera  ne  i  Beati  in 
Cielo  :&  imefe  ^  che  quefti  canali  fono  1  il  primola  paiola  di  Dio  iil  fecondo 

D      ?  1 ODC- 


54       Vita  delta  B.  Maria  Maddalen&de'Pazz! . 

l'opera 'ioni  del  Verbo  incarnato  nella  puerizia  ,  il  terzo  l'operazioni  dell'» 
ifteffo  Vcibonella  giouentù.il  quatto  l'amore  ,  che  cg,ìi  ne  moftrò  fopra  il  le^ 
gno  della  doce  il  quinto  la  fua  Refurreziohe*  il  fefto  la  (uà  Afcenfione  il  fet- 
timo  più  ofteite  ratte  dai  Verbo  incarnato  di  se  (reflbal  Padre  eterno  ,  lotra- 
ùo  quella  gloria, che  rifteflb  Verbo  diede  al  Padre,  il  nono  il  de  fi  derio,  ch'egli 
ebbe  delia  noftra  glorificazione .  il  decimo  la  conferenza  >  e  comunicazione > 
che  hanno  le  Pedone  della  Santillana  Trinità  delleiTenza  fra  di  loro ,  e  delle 
perfezioni  alle  creature;  l'vndecimo  canale  è  il  configlio  eterno,  che  fece  Dio 
dell'  •  ncarnazìone  del  Verbo, della  creazione, e  glorificazione  degli  Angioli,  e 
degli  huomini  della  redenzione  del  genere  vmano ,  e  di  comunicare  ali  anime 
graziee  doni  celefti ,  e  della  poteftàdata  al  Verbo  incarnato  di  venir  à  giudi- 
care il  Mondo  ;  il  duodecimo,  è  la  manifeftazione,che  il  Verbo  incarnato  ha 
lana  per  mezo  dei  fuo  fangue.di  quello ,  che  il  fuo  Padre  eterno  opera  in  Cie- 
]o,&  in  terra .  E  fopra  di  quefti  canali  fece  belìiflìmi  difcorfi;e  poi  fi  rifentì  dal 
tetto  che  erano  ventidue  óre  ;  lòdisfece  airavffizio  diuino  >  e  prefe  vn  poco  di 
pance  d'acqua . 

Quarta  Ts^otte .'  * 

Alle  venti  tré  ore  ritornò  al  fuo  eftafi,  nel  quale  dimorò  fino  alle  ott  oro 
della  notte  feguente  ;  nel  q'ual  tempo  fopra  quelle  parole  di  noltro  Signore  , 
Tfemopotefl  venire  ad  me ,  nifi  Vater  meus  traxèrit  eum ,  ebbealtiflìma  intelli- 
genza dèll'equalità  del  Padre*,  e  del  Figliuolo ,  con  vna  belliiFima ,  e  marauì- 
gliofiflìma  vifione  della  gloria  di  Dio,fottofimilitudine  d'vna  mifteriofiffimà 
naue,dalla  quale  vidde  come  Dio  attrae  à  fé  l'anime  noftre  • 
Quinto  Giorno,  cioè  il  Mercoledì . 

Il  Mercoledì  infra  l'ottaua ,  eiTendo  (lata  fuori  di  ratto  circa  due  ore  ,  nelle 
quali  aueua recitato  fvirizio  diuino,  vdito  MelTa ,e  comunicatafi ,  rientrò  int 
efrafi  alle  dieci  ore  ;  nel  quale  ftette  fenza  parlare  fino  alle  ventitré ,  in  vna_* 
contemplazione  >  per  quanto  apparfe  >  di  molta  me ftizia,  e  dolóre,  eccetto  in 
quel  tempo>chericeuette  lo  Spirito  Santo^nel  quale  al  fuo  folitò fi  vidde  gioi- 
re d'ineftunabile  contento . 

Quinta  T^ptte . 

Stata  che  ella  tu  vn  ora  fuori  di  ratto,  nella  quale  fupplìallVfnYio  diuino ,  e 
pre  fé  vn  pò  di  cibo  al  fuo  folito ,  rimafe  di  nuouo  eftatica  ,  che  erano  le  venti- 
quattro ore, e  dopò  breue  filenzioebbe  vna  miftetiofa  vifione  dell'animcche 
feguonoil  Verbo  ;  dopò  la  quale  ne  fuccefle  vn'altra  della  gloria  dell'illeilb 
Verbo, ilquale  ella  vidde  fotto  fimilitudine  dr  vn  fortifllmo  gigante  federe  fo- 
pra vii  manfuetiilìmo  agnello  ,  e  ne  dichiara  il  mifterio .  Dipoi  fopra  quelita 
parole  di  Gicsù,  Egofum  Taflor  bonus,mtck  con  belli/fimo  fentimento  di  fpi- 
rito,  come  Chrilto  è  paftore.&  agnello  inficine  :  e  con  molta  dolcezza,e  fort- 
uita di  concetti  amorofi,  dille,  come  Dio  fi  è  fatto  pecorella  dell'anima ,  e  co- 
me 1  anima  diuenti  pallore  di  D:o .  E  fopra  di  quefti  punti  difeorfe  qual  frutto 
deue  rendere  1  anima  pecorella  al  ilio  paftore  Dio  ,  è  come  à  guifa  di  paftore 
deue  pafeere  Dio  fatto  fua  pecorella  ;  come  l'anima  difenda  Dio  in  sè.ecomc 
l'introduca  nell'ouile  squali  tutte  fumo  diuotillìme ,  &  vtiliffime  intelligenze 
ipirituali.  Dopò  quelle  entrò  con  la  contemplazione  fopra  quelle  parole  di 

San 


Vita  della  B.Mària  Maddalena  de'Pazzi .      5: 5 

San  Luca  ;  Conuocathlefusduodecim  Apofiolis  ydedit  illispoteslatem,  e*rr.  E  ra- 
gionò della  potè  ft  a  data  da  Chriftoa'  fiioi  Aportoii,efpecialmente  del  curare; 
gl'infermi  :  doue  entrò  nelle  infermità  fpirituali  dell'anima  >  alle  quali  aflcgnò, 
per  medicina  la  parola  di  Dio .  Seguitòà  di  (correre  fopra  Je  parole  del  Vange- 
lo :  ${ibil  tuleritis  inviamy  nequevirgam ,  ncque peram  y  nequepartem  .  E  da 
quefta  vltitm parola, panem  ,  con  vn  mirabile  fcherzo  di  diurno  amore ,  entrò 
à  di  (correre  come  Chrifro  è  il  vero  pane,  intri  lo  nel  feno  del  Padre  eterno  im- 
pattato nell'vtero  di  ìvlaria  Jieuitato nelle  fa fce  cotto  nella  Croce, riporto  nel 
Sepolcro: porto  in  tauola  nella  Refurrezione  nelle  apparizioni  e  nell'Afcen- 
fione  ;  e  mangiato  nella  venuta  dello  Spirito  Santo.  Dal  che  più  altamente^ 
eleuandofi  inrefe ,  come  l'ifìeiTo  Verbo  è  pane  de  Beati  Poi  fopra  quelle  pa- 
iole ,.  Tacque  duas tunica*  babeatis ■<;  difcorfe  della  pouertà  volontaria  ;  &  in- 
tefe  come  ella  è  il  prezzo  del  Paradifo.  Alle  feguenti:£f  in  quacumque  domum 
ihtraueritis ibi manetc,  oppofè  vn  altra fcritturavCww  antemperfequentur  rositi 
éuitate  ifta,  fugite  in  aliam .  E  morti  òcqnie  nel  Ter  ui  zio  di  Dio  fi  deue,  e  fug-' 
gire ,  e  ftar  fermo .  Dipoi  ftata  alquanto  in  dolce  filenzio  ,•  ime  fé  come  Dio  fi 
èfattQ  grato  alla  creatura  per  cinque  gradi  di  gratiauline;  e  dille,  che  il  primo 
grado  è  l'amore ,  il  fecondo  l'auerci  donato  il  Tuo  Vnigenito  ,  il  terzo  j'eflerfi 
Dio  fattofuggettoallà  creatura,  il  quarto  il  riconofcerfi  Dio  obligato  a  chi 
riceue  i  fuoidoni,  il  quinto  la  potertà,  che  egli  dà  a  ehi  fi  rende  grato  a- Sua_> 
DiuinaMaertà  .  Efeguitandoildifcorfomofìròcome  l'anima  deue  renderfi 
grata  Dio  per  altri  cinque  gradi  di  gratitudine  .  E  fono,  il  primo,  donare  fe_j 
ftelTa  à Dio:  fecondo, non  volere  altro,che  la  volontà  di  Dio:  terzo, il  morire  à 
fe  ftelTa  :  quarto,  vno  fiaccamente  d&tutte  le  cofe  create;  e  quinto,  vnpuriffi* 
mo  amore  di  Dio ,  e  del  proiTImo.e  tanto  fopra  quefti,quanto  fopra  quelli, fe- 
ce vn  belliiTImo  difcorfo .  Per  vltimo  paragonò  1  amore ,  che  portane-  gli  An- 
gioli all'anime  noftre  ,  con  quello  che  ci  porta  Dio  doue  difcorfe  dell  opera- 
zioni degli  Angioli  verfo  l'anime  noftre;  e  fpecialmenteinteie,  come  i  Serafif 
ni  infondono  varie  forti  d'amori  fantinelleSpofediChrirto' ,  e  come  tutti  gli 
Angioli  grandemente  l'onorano  .  Doppoquefte  intelligenze  fi  rifentì  dal  rat- 
to, che  erano  circa  le  dieci  ore,e  fi  comunicè,diiTe  Tore  Canoniche^  prefe  vn 
pò  di  ciba  conforme  al  folito,  tutto  in  termine  d'vn'ora . 

•;         .'•■j^~-  Stflo  Giorno ,cbe fu il  Giouedì, 

Intorno  allindici  ore  fentì  chiamarli  dall'eterno  Padre, ad  intendere  fecce V 
lenze  ,  e  grandezze  del  Verbo  incarnato  :  e  rimafa  eftatica  al  folito ,  le  turno 
mortrati  venti  alberi  belliffimi,  ciafeuno  de  quali  rapprefentaua  le  dette  ec- 
cellenze. E  dilTcche  il  primo  era  il  Cielo  empireo;  il  (econdò,le  Gierarchie  de 
gli  Angioli ,-  il  terzoja  machina  del  mondòvilquarro,tntro  il  genere  vmano;il 
quinto,l'huomo  creato  di  nuouo  allo  flato  di  graziaci  feftoUa  glòria deilVma- 
nità  di  Chriftojil  fettimoif  federe fvmanitàdi  GhritloalJa  delira  del  Padreilot. 
tauo,la  potertà  data aififtedo  Verbo  vmanarajil  noncl'vnione,  che  ha  fattola 
Diuimtàcon  Immanità  :il  decimo^'eflorcomunicatmo ,  che  il  Padre  eterno  ha 
dato  ail'vmanità  del  Verbo  :Tvndecimo,  la  fapienza  del  Verbo  vmanato,dal 
inondo  riputata-fìoltitia';  il  duodecimo,!' egualità ,  che  hààl  yeibocon  l'eter- 
ne  Padre  ,  ìldecimoterzQjla  verità del  Verbo:  il  quartodecimo ,  l'vnità  delia 

D    4         San- 


5  6      Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de*  Pazzi. 

Santiffima  Trinità$e  gli  altri  lei  difle,che  tutti  fono  contenuti  in  quella  vnità,e 
con  belliflìma proportione  moftròquefti efferc  tanti  alberi , che  fignificaua- 
no  le  grandezze  di  Dio  vmanato .  Similmente  in  quefto  medefimo  eftafi  le 
fu  moftrato  da  Dio  fotto  figura  di  due  animedue  diuerfi  (iati  dell'anima  fua,e 
]e  diuer  fé  operazioni ,  che  Do  ricerca  uà  da  lei  in  ciafeuno  di  quelli ,  fecondo 
k  prouazioni>che  voleuafarediki.  Dopò  quello  intefe  varie  forti  di  amori 
diuini,  che  gli  Spiriti  beati  impetrano  all'anime  noftrcquali  fotto  quelli  nomi 
gli  diftinfe,egli  chiamò: Amore efercitatiuo.amore impaziente,  amore  peno- 
(o.amore  rela(ranuo,amore  ozio(ò,amore  anfiofo,amore  faziatiuo,  &  amore 
morto  :  e  ne  dichiarala e  (lenza  di  ciafeuno  diedi.  Stata  in  quefte  intelligenze 
fino  alle  ventidue  ©re>ft  rifentì  dal  ratto,e  (lette  così  fuori  di  ratto  vn*ora>nell& 
quale  recitò  i'vrfizio  diuino,  e  prefe  iifolito  cibo  di  pane,  &  acqua . 

SeflaT^otte :r 

Ritornò  in  ratto  dopò  la  detta  ora  >  e  (tata  alquantain  filenzio ,  fu  leuata  irv 
fpiritoà  vedere  l'eterno  Verbo  in  vn  trono  di  gloria  molto  mifteriofo  ;  per 
mezo  della  quale  vifione  in*efe ,  e  (piegò»  come  l'eterno  Verbo  conduce  le 
anime  per  la,  via  della  perfezione  alla  gloria  del  Paradifo.  Confumò  gran  parte 
di  quefta  notte  in,  filenzio,  e  fi  rifentì  dal  ratto  alle  fette  ore  irecitò  1  vfizio  di^ 
uinovfi  communico,vdlMeflà,  e  prefe  vnpòdìripofo. 
Settimo  Giorno  ychcfkil  Venerdì. 

Ritornata-inratto^alla  ora  folita  >  ebbe  vna  mirabile  vifla Spirituale  delle 
op  erationi  del  Verbose  con  alta,  e  fattile  intelligenza  agguagliò  mirabilmen- 
te le  operazioni, che  fece  il  Vecbavmanato  in  Croce*  a  quellexhe  egli  operò- 
nel  ventre  della  fua  fantiffiraa  Madre,e  che  egli  opera  nelièno  del  Padre>&  ia 
quefta  contemplazione  flette  fino  alle  ventidue  ore* 

Settima  7^otte\ 

Recitato  che  ebbe  ili diuino  vfizio  e  prefoil  folitocibodi  pane,&  acqua.riV 
forno  nei  fuo>eftafì,in  cui  dimorò-fenza  rifenrirfi  fino  alle  nouore;&  in  quefto 
ipaziodaempo  fece  vn  belli(fimo  paragone  tra  la  creazione  del  mondo  ,  e  la 
rinouazione  dell'anima ; doue conia-fimilitudine  delle cofe create  da  Dio  nel 
principio  del  mondo,  intefe  come  egli  crea  di  nuouo  per  grazia  l'anima  à  guv 
ia  di  vn'altro  mondo ,  &  in  efla  crea  (piritualm  ente  tutte  cofe  ,  che  creò  nel 
mondo  materiale;  &  applicò  mirabilmente  tutte  lecreaturc  a  cofe  Spirituali .< 
Dipoi  intefe ,  come  Dio  increare  di  nuouo  l'anima ,  &  in  condurla  alla  perfe- 
zione Spirituale  ,  tiene  il  medefimo  ordine  con  che  la  creò .  Seguitò  poi  à  di' 
fcowere  come  Dio  opera  fpiritualmente  nell'anima ,  tutto  ciò ,  che  egli  ope- 
rò nel  mondo  dopò  la  creazione  ;  prima  nello  fiato  della  natura ,  dopò  nello, 
ftarodella  legge »^ipoi nello  (tato-di grazia-  ;  Douefcorfe  quafi  tinta  rido- 
na del  vecchio*,  e  nuouo  Teftainento  ;  applicando  mirabilmente  le  operazio- 
ni di  Dio ,  e  de  i  ferui  fuoi ,  e  (peciaknente  quelle  del  Verbo  incarnato  à  quel- 
lo che  Do  opera  nell'anima  >  che  egli  conduce  alla  perfezione  per  grazia ,  e 
per  virtù  fpiritualeje  tutto  con  bell'ordine, e  con  tanta  proporzione, che  è  coli 
da  ftur>ire .  E  da  quefto  ratto  ftrifentì  quando  appunto  fonaua  la  Comunio-: 
ne  delle  Monacherei  qual  tempo  applicandocene. fi  come  Chiifto  fi  diede  ir* 
predai  i  rumici,  l'anima  per  il  contrario  deuedarfi  tutta  in  predi  à  Dio»  e, 

£uTl 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  dcy  Pazzi.       57 

ferii  prigiona  del  filo  amore^fòggiunfe  \Vàil  Verbo  incontro  al  traditore,  &  io 
vogrire,àrìceuere  l  amore  .  E  rilentitafi  dal  ratto  fi  comunicò ,  e  recitò  1  ore 
Canoniche . 

Ottano  giorno  jhc  fu  il  Sabbato, 
Il  Sabbato  deUottaua  dello  Spinto  iànto^mentre  vdiua  Mefla.rapita  in  eftafi, 
ritornò  nella  medefima  contemplazione,  che  vnora  fàaueualafciata;e  fegui- 
tò  d'appropriare  l'azioni  di  Giesù  Chrifto  fino  all' Afcenfioae  Tua  al  Cielo,  air- 
operazioni  dell'anima  >  che  tende  alla  perfezione,  e  nel  medefìmo  modo ,  ap- 
propriò molte  altre  cofe  fuccedute.e  che  fuccederano  della  Chiefa  di  Dio  fi- 
no alla  fine  del  mondo .  Dipoi  entrò  con  la  contemplazione  nel  mifterio  del- 
la Santiffima  Trinità,  e  tbpra  quelle  parole  di  San  Paolo,o  altìtudodiuitiarum 
fapienti£)&  jcientU  Dei,&c.pavlò  altamente  di  quefto  diuinifllmo  mifterio  : 
dalla  quale  intelligenza  difeefe  à  dire»  che  le  congregazioni  de*  fedeli ,  nelle 
quali  è  dilezione  ,  &  vnione ,  rapprefentano  in  terra  quefto  altiiììmo  mifte- 
rio. E  per  fine  fopra  le  feguenti  parole .  Et  inuefiigabiles  via  eius ,  con  bella 
oppofitione  ititele  come  le  vie  di  Dio  fono  ,  e  inueftigabili ,  e  note  infie- 
me  .  Finì  quefta  contemplazione ,  che  erano  le  ventidue  ore ,  e  fi  nienti  dai 
fatto. 

Ottaua  Votte . 
Dalie  vcntkjue  alle  ventitré  ore  recitò  1  vffizio  diuino ,  e  prete  vn  pò  di  nu- 
trimento di  pane,e  dacqua>e  dopò  ritornò  in  eftafi,*  nel  quale  elTendo  ftata al- 
quanto in  filenzio ,  vidde  in  fpirito  il  fuo  amantiffimo  Giesù,  che  gloriofo  ve- 
niua  con  i  carriaggi  dello  Spirito  Santo  alle  fue  fpofe  anime,  con  molti  donati- 
ui,&  ornamenti  ipirituali  fopra  i  quali  fece  lungo  difeorfp  ,  dichiarando cho 
ornamenti  fuflero  •  Vidde  poi  due  anime  in  diuerfa  altezza  di  perfezione  vna 
gloriofa,e  l'altra  di fp rezzata  >  &  elTendole  dato  la  elezione ,  eiefle  lo  ftato  di 
quella  vmilce  dispregiata .  Dipoi  fiata  in  filenzio  entrò  conia  intelligenza  nel 
rniftero  della  Santiffima  Trinità,  e  fece  vn  belliffimo  paralello  tra  quella ,  e  l'- 
anima ,  e  tra  le  operazioni  di  quefta,e  di  quella.  Dopò  alquanto  di  filenzio  co- 
minciò à  parlare  dello  fpònfalizio  fpirituafe,che  Dio  fa  con  }'anirr>a,e  de  gl'or- 
namenti>che  deue  auer  l'anima ,  coirne  nienti  à  quefto  fponfali^o  :  e  con  tal- 
occafione  difeorfe  circa  molte  virtù  fpirituali  ;  tra  le  quali  dirle,  e  moftrò ,  che 
accettillìrm  era  à  Dio  la  rinouazione  della  fanta  profefiìone.  Moftrò  dipoi  d'- 
cfler  lafciata  da  Dio  nel  lago  delie  tentazioni ,  e  de  demoni  fenza  il  fentimento 
della  fua  grazia  ;  E  con  quefto  finì  il  ratto,che  appunto  erano  le  fette  ore  . 

Entra  nella  pronazione -di  cinque  anni  di  trattagli  5  e  di  tentazioni  >  che  Die  :■ 
le  aueua  predetto  :  &  è  lafciata  in  quella  fen^a  alcun  Jeniimen- 
to  della  grafia  di  Dio  la  Mattina  della  Santiffima 
%  Trinità  deW anno   M.D.LXXXV. 

Cap.   XXXV II. 

SE  bene  di  fopra  nell'epilogo  delle  intelligenze  eftatichcdel  fecondogiotno 
deH'eftafi  antecedente  >  fi  è  toccato  come  la  B.Maria  Maddalena  in  detto 

giorno 


5  8     Vita  della  B.MariaMàddalenà  de  Pazzi . 

giorno  entrò  nel  lago  delle  tentazioni,  nel  quale  doueua  per  mezo  de*  demo- 
ni effe  rprouata:  tuttauia  per  effer  cofanotabile;  èpaxfo  giudo  diftenderlo/ 
puntualmente>come  nell'ifteffo  ratto  fuccedette .  Il  giorno  dellaSpirito  San- 
to da  fera  entrata  in  eftaft  come  fopra ,  viddead  vn  tratto  comparirti  auanti 
vna  gran  moltitudine  di  demoni  >  che  coaorribilifTìmi  rugiti  cercauano  atter- 
rirla ,  e  con  fierezza  di  ferociffimi  animali moilrauano  di  alsalirla ,  e  di  volerla 
dinotare  ;  e  nell'animo  le  fuggeriuano  tentazioni  empie,  &  atroci .  Perla  qual 
vifta  dinenne  pallida,  e  tremante ,  e  piena  dairlttione  ,  e  porta  in  ginocchioni 
prorTetiua  parole  tanto  compafììoneuoli,  che  moueuano  à  lagrime  chiunque 
le  affiiieua .  Ma  perche  fauellaua  con  veemenza  llraordinaria,  non  fi  potè  no- 
tare fé  non.  vn  pò  di  principio,quale  fu  quefto  :  inuito  il  cielo,la  terrai  gli  abi* 
tutori  di  cffa,chc  mi  vengano  à  foc correre  :  E  poco  doppo3riiuolta:à  Dio,foggiun- 
fe .  Doue  è  yòmio  Dio  ,  il  fole  della  tua grafia,  à  me  pare  ofeurato  ila  bontà  tua  mi 
pare  del  tutto  a  me  fontana  .Ora  fino  abbandonata,come  vn  corpo,  che  non  auendo 
alcun  membro  ^non  fi  può  aiutare ,,  òxome  vn  tronco  flerilel  peroche  vedendo,  effer 
fottratta  dame  la  graffa  tua ,  non  mi  p off o  aiutare .  Doppo  quefl:o,le  fii  detto  da 
Dio-,  che  non  potendo  ella  giouare  a'  proffimi  in  altra  maniera ,  voleua,che 
ciò  faceflè  colibpportar  per  loro  pene ,  emulagli .  Onde fòggiunfe  :  Mi  ca- 
gioneranno pena  acerbifjima  t. male  detti  Eretici ,  poichain  tale  atto  non  li  pojfono- 
minare  altrimenti  ,  i  quali  fé  bene  vna  volta  hanno  riccuuto  lofpirito  tuo ,  non  han- 
nop  ero  e  aminato  in  effo^Ancora  tante  fpofe  fuperbe  à  tè  ribelle  pnrouoch  eranno  que* 
fii  ferociffimi  leoni  à  venire  contro dime ,  per  accrefeermi  maggior  pena ,  etraua- 
glio0  Ma  almeno ,à  Verbose  à  tè  tornaffero  quefle  anime  infelici ,me  ne  terrei  beata  ; 
ben  mille  volte  mi  contenterei,  che  i. demoni  mivemjfero  à  tormentare  .  Mi  veggio 
d'ognintorno  circondata  da  sì  erudelvifta  ,  che  non  mi  pcjfo  contenere ,  fentendo  i 
loro  fieri  rugiti ,.  di  non  aizzare  ancor  io  la  mia  voce  .  E  fé  il  fare  ciò  nelfeflerno  mi 
farà  vi  etato  y  non  potrò  già  effertenutaneW  interno  ^  che  io  non  gridi  tanto,  che  da. 
Diofia  vdit a..  Vorrebbero  5  òGiesu  mio  , .  quefli  diabolici fpiriti  mandare  à  terra  la 
fede  -,  annullare  fvmiltà.^  difprcggiare  la  purità  :  dr  in  vece  della  rifegna^ione  in  te*. 
mettere  nel  mio  cuore  vn  peruerfo  volere .  Tv^e  mi  marauiglio ,  che  non  potendo  ciò 
efeguire ,  ritornino  àme  con  tanto  impeto ,  e  con  tanta  fierezza ,  e  fi  ingegnino  di 
fare  tanto grande  flrepito,perchè  io  non  oda  ilfentimento,che  viene  di  fopra  dal  mio 
Dio  .  Interuiene  appunto à  me ,.  come  advno,  che  afpettaU  motte ,  il  quale  non  ha 
minor  pena ,  quandovede  il  coltello,che  le  dette  troncare  il  capo,  che  quando  le  vien* 
datala  morte  .  Veggo  bene, ò  Signor  mio, che  fé  tu  allent  affi  la  potenza  della  tua  ma- 
no ,  cffimipriuerebbono  divita. .  Vorrebbero  veramente  e auarrni  \e  vifeere ,  perciò 
corrono  con  tanta  fi  creila  fopra.  di  me  :  ma  ha  collocato  in  me  lofpofo  mio  lo  Spiri- 
to, &  il  cuorfuo  con  tutti  gli  altri  doni ,.  e  poi  m'ha  meffn  in  quefle  pronazioni ,  e 
tentazioni  :  volendo  ch'io  patifeaper  le  creature ,  acciò  fi  conucrtino  àliti .  Mi  ri- 
sordo  pure,ò.  Verbo-,  d'alcune  ombre, che  mi  furono  date  da  te  ,fotto  lequalideuo 
fuggire  per  alquanto  fpa%io  di  tempo  :  acciò  non  fenta  così  orribili  rugiti ,  efpauen*- 
lettoli  voci\  e  non  vegga  Là  tanto  orribile  vifìa  de'  demoni.  0  eterno  Verbo ,  tu  mi 
hai  condotto  in.  vn  Vago  tanto  grande  y  che  non  so  in  qual  parte  ritingermi ,  oue  non. 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pa^zì.       j^ 

vegga ,  e  non  ferita  tante  feroci 'ffìme  befiie,  le  quali  con  la  bocca  aperta  corrono  verfo 
di  me  per  diuorarmL  Chefgfò  dunque?  Sarà  meglio  eh  io  mi  leni  fopra  dime,e  me  ne 
faccia  onore,  facendo  della  neceffitàv  irpu>cioé  gloriandomi della  pena.  Redimerne 
à  calumniantibus  me.Genetatia  mea  ablaca  eft>&  conuoluta  eft  à  me.Opor- 
tet  conti  iftari  in  varijs  téntationibus .  Timor  &  tremor  venerunt  fuper  me>> 
&  contexerunt  me  tenebra .  iEltimata  fura ,  tamquam  mortuus  à  corde  . 
Difiendifopradi  me  la  tua  deftra,  e  dammi  fonema  .  Ma  intendo, ò  Verbo ,  che  la 
tua  bontà  ancora  fi  compiace -,  che  in  fino  ali  auuehimenYo  dell  untone  tua  fpct  cui 
intendeua  la  ftiraddla  fantiflìma  Trinila)  non  fa  priuata  del  fentimento  della 
grafia ,  ma  che  intenda  la  grandetta  tua -,   e  del  tuo  fante  Spìrito  •  Seguitò  dun- 
que quella  benedett'anima  con  il  fentimento  della  grazia  di  Dio  per  tutta  V 
ottaua  dello  Spirito  Santo ,  fino  alla  mattina  ;  della  Santiflìma  Trinitàiielle 
contemplazioni,  &  ertali  cpme  fopra..  M^  la  detta  mattina  fu  1  fine  dellefta- 
fifopradetto  comincio  ad  efclamare.O  amorofo  Verbosi  tempo  in  cui  mancherà 
Uluce^  fi  appreffa,  e  vengono  le  tenebre .    Viene  la  luce  sìyma  ofeura  \  vengono  le 
tenebre  sì,  ma  chiare.  Vegga,chegli  auuer fari  con  le  loro  tentazioni  s* adunano  ad 
vnoad  vno .  Oimè,  quafi  come  pecchie  intorno  a fiori,pare  chela  circondinole  pa- 
iono comefiori,che  vogliano  adornare  lafpofa  »  Ma  tu,ò  Verbo ^aggravando  alquan - 
io  la  mano  non  gli  lafcif  urgere,  e  mandi  quei  Santi  da  tè  eletti  ad  introdurre  l'anima 
fotto  le  foauiffime  ombrégiàmàflre .  Oimè  è  ben  altro  fent  ir  dire  vnu  co  fa,  provar- 
la .  E  ben  doueré,  ò  Verbo,  che  in  quel  dì ,  nel  quale  noi  celebriamo  quefla  fefla  dell* 
vnìone ,  dico  della  fantiffìma  Trinità,  tu  trouìper  lafpofa  tua  -pn  altra  vnione  in* 
folita ,  e  non  conofeiuta .  Sufficit  mihigratia  tua  .  Intelè  ancora  in  quénVeftafi, 
che  oltre  a  trauagli  intcrni,&  ertemi  ch'ella  douea  patire  da'  demoni;;  Anco  le 
Monache  per  vederla  così  dmerfa  da  quello,ch'era  rtata  fino  aU'ora,non  Cólo 
non  Tarebbono compatitala arebbono  perduto  in  gra  parte  il  buon  concet- 
to.che  di  lei  aueuano;e  fi  farebbono  fcandolizzate  di  lei,e  abbandonatola  ,comei 
fecero  gì' Apoftoli  à  Giesù  nella  fua  palìione  ;  e  molte  fé  li  farebbono  "leuaté 
còntro>e  datoli  molto  che  patire- 11  che  vdito  dà  vna  delle  principali  monachb 
del  Muniftero,la  quale  quiuìera  prefente,rifpofe;  fé  tutte  v  abbandoneranno» 
è  fé  volteranno  contro  di  voi  ,io  già  mai  v'abbandonerò  :  à  cui  rifpofeJii  Bea- 
ta .  Voi  farete  la  prima  :  e  non  vi  partirete  di  quefta  ftanza >  che  vi  farete  tutta 
mutata,e  riuolta  feome  appunto  feguì  JDoppo  quefto  (tette  per  buono  fpa- 
zio  fenza  parlare  ,con  volromerto;  poiaprendofi  nelle  braccia ,  lagrimando, 
melTe  vn  gran  mugito,  è  moftrò  fegno  della  fottrazione  del  fentimento  della 
grazia  ;  e  fi  ritenti  dal  ratto  con  tale ,  e  tanta  aridità  di  fpirito ,  come  fé  nulla 
auelTe  mai  guidato  delle  fpirituali  contemplazioni.  E  così  defolara,fi  ritròuò  in 
mezo  ad  vna  innumerabile  moltitudine  di  demoni,  e  di  tentazioni;  in  mezo 
della  quale  vifle  cinque  anni  feguenti ,  nel  modo,che  fegue .  Nel  qual  tempo 
vedendola  le  monache  così  tentata ,  e  defolata  di  fpirito ,  fi  dauano  ad  inten- 
dere  che  gleftafi >  &  i  fauori , che  da  Dio  erano  appat  fi  in  lei ,  tufferò  fiati  in- 
ganni , '&  illufietoi  diaboliche  ,*  e  molte  (  forfè  credendofi,che  quelle  tentazio- 
ni, che  lei  patina  fuiTero  capricci,  e  mancamenti  voloptanj)  Cene  fcandoliz- 
^auano  e  ne  la  biafimauano  :  e  tant'oltre  ferpeggiorno  quelle  mormorazio- 

*  ni, 


60      Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'  Paz  zi. 

nì,  e  mali  concetti, (che  tra  ottanta  monache  ,  quali  fono  aflegnate.  Per  nu- 
mero à  detto  muniftero ,  due  fole  dettero  fempre  falde  nella  verità  della  di  lei 
fantità,e  li  ftiron  d'aiuto,  e  di  conforto.  Dai  che  fi  può  congetturare  quanti  di (- 
gufti ,  e  mali  incontri  potette  riceuer  quefta  Beata  in  vna  congregazione  così 
numerofain  così  lungo  tempo. 

Delle  tentazioni,  e  trattagli  interni ,  che  patì  per  cinque  anni  :  e/pecialmentc 

della  continua  vifla  mentale  de*  demoni,  e  dell'aridità  di  /pi* 

rito  :  e  come  in  effafi portò  per  fuperarla. 

Cap.  XXX  V  HI. 

FVrono  tante  »  e  così  grandi  le  tentazioni,  dalle  quali  fu  aflfaljta  la  Beata; 
così  gagliardi  gl'impeti ,  e  le  violenze,  che  pati  da  demoni  j  così  lottili  gì 
inganni ,  e  le  fuggeftioni ,  che  parucchc  contro  di  lei  fi  fcatenafle  tutto  Via- 
rèrno ,  che  ella  veramente  fuflein  vn  lago  di  ferociflìrhi  leoni  di  tentazioni . 
Onde  ella  ftefla  ebbe  a  dire,  che  non  crcdeua,che  ruffe  reftaro  tentazione  ncll" 
inferno  ,  che  non  aueffe  prouata .  Ma  fpecialmente  fu  terribilmente  combat  ■* 
tuta  nella  fede  Chriftiana  >con  tentazioni  d' incredulità  5  nella  pazienza  »  con 
tentazioni  attrociflìme  di  difperazione  ;  nella  vocazione ,  con  tentazione  di 
iafeiar  l'abito  della  Religione;  nell'vmiltà,  con  gli  ftimoli  di  fuperbia  ;  nell* 
aftinenza ,  con  letentazioni  dj.gola  ;  nellaoftità ,  con  tentazioni ,  e  (limoli 
impuri  j  e  nell'vbbidienza ,  con  farle  fentir  tedio ,  ripugnanza ,  e  contradizio- 
ne ,  à  gli  ordini ,  allvbbidienza ,  &  alla  volontà  de  Superiori »  e  della  Religio- 
ne -  Le  quali  tentazioni  tanto  furono  maggiori ,  quanto  che  ell'era  diuenuta^j» 
così  arida  di  fpirito,  che  le  pareua  deffer'abbandonata  da  Dio;  e  diceua  che 
non  fopeuafe  ella  fufle  più  creatura  ragionevole ,  ò  nò  ;  anziché  le  pareua  di 
cflerdiuenuta  come  vna  pietra ,  ò  altra  cofa  infenfi  bile  quanto  allo  fpirito. 
Onde  eflendo  vna  volta  trouata  da  vna  Monaca  a  fare  orazione  in  vna  ftanza 
di  efercizi  di  cucina ,  à  fincftre ,  e  porte  aperte,  e  in  mezzo  a'  vafi ,  e  ftouiglic 
di  cucina  ;  le  domandò  la  detta  Monaca  *  perche  ella  faceua  orazione  in  quei 
luogo:  e  fuor  Maria  Madda?ena  con  molta  fornmillione ,  &  amaritudine  di 
animo  le  rifpofe .  Tanto  mi  è  fare  orazione  qui ,  che  altrouc  :  perche  in  ogni 
modo  io  mi  trouo  fimile  à  quefti  vafi  di  terra  :  poiché ,  come  ella  diceua,  non 
poteua  ne  anco  eleuar  la  mente  in  Dio  per  offcrirfele  ;  e  diceua  fpeflb.che  era 
diuentata  vna  beftiola .  Per  quefta  aridità  di  fpirito  tutti  gli  efercizi  della  Reli- 
gione le  rincrefceuano ,  e  I  attediauanodi  modo ,  che  duraua  grandiftìma  fa- 
tica a  condurfi  incoro,in  refettorio,^  à  tutti  gli  ordini  della  Religione  ;  &era 
nccefiàno >  che  fi  facefle  vna  gran  forza ,  e  violenza  ;  e  doue  che  prima  faceua 
tutte  le  offeruanze  ,  &  efercizi  Spirituali  con  tanto  gufto ,  fi  era  ridotta  à  far- 
gli condiremo  patire.  Onde  vedendofià tal  termine-  temeuache  tutto pro- 
cedelTe  per  Ina  colpa ,  e  perciò  non  faceua  altro,  che  piangere  ,  e  fofpirare  ;  e 
tanto  più  fentiua  quefta  anfitrione  ,  quanto  per  qualunque  rimedio,che  vfal- 
fe ,  fi  trouaua  fempre  nella  medefima  aridità ,  e  dirfìcultà  di  operare  ;  e  come 
fé  fufle  fua  colpa  voIonrariaJempre  s'vmiliaua;  e  s'accufaua  di  quefta  tepidez- 
za^ negligenza  che  fentiua.  E  perchè  le  tentazioni  ch'ella  patiua*erano  molto 

gagliar- 


Vita  della  B  .Maria  Maddalena  de  Pazzi .       6  r 

gagliarde  ,  e  le  offufcauano  in  gran  parte  il  difeorfo,  &  anco  talora  efterior- 
mente  l'agitauano  contro  fua  voglia .  Ritrouandofi  ella  in  quefta  aridità  di  fpi- 
nto ,  né  Temendo  di  iaper  far  atti  contrari},  vini,  e  feruenti  contro  le  tentazio- 
nuche  la  tempeftauano,  nonfapeuadifeernere  gli  atti  della  lua  \olontà$  eie 
pareua  d'acconfentireà  tutte  le  tentazioni.  Siche  (limando  di  vinere  in  con* 
tinua  off  eia  di  Dio  ,  non  trouaua  cofa  alcuna, che  la  conlolaflè ,  e  diceua  :  Io 
fon  diuentata  vn  ricetto  d'iniquità ,  cagione  di  tutti  li  mali,  &  offefe,  che  fi  fan- 
no à  Dio  :  fi  che  non  so  come  Giesù>e  le  creature  nli  fopportino  fopra  la  terra. 
Altra  volta  dille,  che  le  pareua,  che  il  ino  interno  fufleàguifa  d'vnaftanza 
grande  piena  di  tenebre ,  e  d'ofeurità ,  nel  mezo  delle  quali  fuffe  vn  piccioJif- 
fimo  lume  di  lucerna;  perchè  così  ella  fi  fentiua  tanto  offufeata,  ^ottene- 
brata dalle  tentazioni ,  che  le  pareua  di  (lare  in  vna  grandiffima  cecità ,  e  che 
folo  le  rimaneua  nel  cuore  vn  piccioliffimo  lume  di  vna  buona  volontà  di  non 
voler  mai  offendere  Dio:  così  effercitaua  e  rarrinaua  Dio  fvmiltà  di  queuV  ani- 
ma fanta.  Oltre  di-quello  volle  Dio,che  ella  patiffe  vn'affiduo ,  e  gran  traua- 
glio  ;  e  quello  fu  vna  continua  villa  mentale  del  demonio ,  la  quale  talmente 
l'aflrliggeua  ,  che  viueua  in  perpetuo  terrore;  e  diceua  che  più  tolerabile  le 
farebbe  (lata  la  pena  della  morte,  che  quefta  5  con  tutto  ciò  con  moka  pa- 
zienza ,  e  conformità  la  tolieraua .  Non  meno  di  quefta  l'affliggeua  vna  fre- 
quente rapprefentazione  ,  cheaueuaalla  fua  imaginatiua ,  deli  offefe  fatte  à 
fua  diuina  Maeftà ,  predettale  da  Dio  nel  ratto  delli  otto  giorni ,  il  giorno  dello 
Spirito  Santo ,  quando  ella  entrò  in  quello  lago  d  anguftie ,  Imperochè  ora  fé 
le  rapprefentauano  l'offefe  ,  e  l'ingiurie,  che  ranno  à  Dio  gli  Eretici  :  ora  quel- 
le de'  cattiui  Chriftiani  .-quando  quelle  degli  Ebrei.*  e  quando  quelle  de  gli  al- 
tri Infedeli  :  ma  fpecialmente  quelle  de  Religiofi ,  e  delle  Religiofe  ,  che  vi- 
uono  fuori  deirofleruanza.  Ora  fentiua  l'orrore  delle  beftemmie  contro  Dio  » 
e  contro  i  Santi  ;  ora  il  fetore  dell'impurità ,  e  lafciuie  5  ora  l'abominazione  del- 
le fuperbie  de  gli  huomini;  quando  lo  ftrepito  delle  riffe ,  e  inimicizie;  quan- 
do il  clamore,  e  lo  ftrido  de  Ifingiuftizie .'  e  quando  il  terrore,  e  lofpauento 
de  facrilegij  :  e  quefte ,  e  fimili  altre  cofe  fi  rapprefentauano  così  viuamente 
alla  fua  imaginazione ,  che  da  quelle  fi  fentiua  trafiggere,  come  fé  attualmen- 
te, e  corporalmente  Ihaueffe  vedute  »  efentite.  Con  quello  patire  di  quefte 
vide  mentali,  volle  Dio  efercitar  la  fortezza  conferitale  da  quella  quafi  con- 
tinua villa,  che  ne  meli  precedenti  aueua  auuta  da  fua  Diuina  Maeftà  nelle 
diuine  contemplazioni  ;  acciò  non  rimaneffe  fenza  efercizio ,  e  fenza  prona  di 
virtù,  alcuna  grazia  diuina  concedutale  • 

Delle  tentazioni  contro  la  fede ,  che  eltehbe  in  queflì  cinque  anni;  efpecialmentf 

dell'arte  vfata  dal  demonio  per  impedirle  la  frequenta  della  Santi  fi. 

Comunione  delimitare  ,  e  de  me^i  con  i  quali  fuperò 

quefle  tentazioni .         Cap.     x  X  x  I X* 

PEr  atterrare  il  Demonio  la  gran  fede  di  queft  anima  illuminata,faceua  gran 
forza  dì  pervaderle,  che  non  ci  foffe  Dio ,  ne  altra  vita ,  che  la  prefente  ;  e 
che  però  vano>e  fìiperfluo  era  raflaticarfi,  &  il  patire ,  che  ella  faceua  :  e  tanto 

viuamen- 


fa      Vita  delia  B.  Maria  Maddalena  de'Pazzf . 

vàiamente  fentiua  imprimerfi  nella  mente  quello  concetto ,  che  le  offufcaua 
l'intelletto  di  modo,  che  per  Scacciarlo  non  poteua  né  fapeua  difeorrerc  ra- 
gioni in  contrario.  E  fé  bene  non  accettaua  quefto  errore  nell'intelletto,  e 
teneua  la  volontà  ferma  di  metter  mille  volte  la  vita  perla  confezione  della 
fede  ;  tuttauia  non  fentendo  di  faper  ributtare  quelle  tentazioni  con  quella  vi  • 
uezza ,  che  arebbe  voluto,  le  pareua  d'acconfentire ,  e  fé  n'affliggeua  grande- 
mente. Cercaria  appreftò  il  demonio  particolarmente  didiftruggerin  lei  la  fe- 
de inuerfoil  Santi  (lìmo  Sagramento.  Eie  dettaua  non  folo,  che  non  l'ado- 
raflTcma  Io  difpreggiafie  come  fé  fufiè  cofa  non  vera .  E  le  faceua  fornire  tanta 
repugnanza  all'accoflarfi  alla  fagra  Comunione ,  chedoue  prima  ella  foleua 
trouareogni  fuo  conforto  in  quello  diuiniflìmo  cibo  >  findufTe,  che  fentiua 
pena  di  morte  al riceuerlo;.  sì  perle  tentazioni  di  fede, che  in  quei  tempo  mag- 
giormente la  motellauanoisì  perche  non  potendo  il  demonio  vincerla  in  que- 
fta  incrudelita  ,  l^ffiggeua  per  l'altra  parte  >  con  il  persuaderle,  che  fi  coma- 
nicaua  indifgraziadi  Dio;  del  che  tanto  maggior  timore  aueua,  quanto  che 
per  l'aridità  di  fpirito  in  riceuedo,  non  lèntiua  affettarne  gufìo  alcuno  ,  come 
erafolita.  Con  tutti  quelli  trauagliad  ogni  modo  non  potè  confeguirel'au- 
uerfario  crudele ,  che  ella  mai  tralafciafle  la  frequenza. di  quello  Sagramento  ~ 
Per  renderfi  ella  più  forte,  e  ficura  contro  quella  tentazione,  prcievn  rime- 
dio ,  che  ella  aueua  auuto  dalla  fantiffima  Vergine  :  e  fu ,  che  andata  alfa  Ma- 
dre Priora- ,  la  pregò ,  che  le  imponeffe  in  virtù  d'vbidienza ,  che  mai  deliberaf- 
fedilafciar  la  fama  Comunione  $  il  che  dalla  Superiora  impoft  ole,  loriceuc 
con  molta  prontezza,  edifle:  M'ingegnerò  con  l'aiuto  di  Giesu  di  fare  quan- 
to m'auete  importo- Da  quello  atto  d'vbidienza  prele  tanto  animo  contro  que- 
fta  tentazione,  che  ne  reflò  molto  quieta.  Ma  il  demonio  vedendoli  per  tal 
via  impedita  quella  vittoria  >  tentò  viVaitro  mezzo  eiìeriore ,  per  vedere  fé  al- 
meno per  via  di  fpauento  poteua  ritirarla  da'  Sagramenti:e  pieno  di  fdegno,e  di- 
furore  ,  come  era  contro  di  lei  ;  quando  ella  sandaua  à  comunicare ,  fé  le  fa- 
ceua vedere  fopra  la  finellrella  della  Comunione  con  vna  fpadaignuda  in  ma- 
no , minacciandole  morte , (e  fi accoliaua  .  La qual  villa cosìlatrerriua ,  che 
quali  le  mancauano  le  forze  di  muouere  il  palfo;  &  era  neceflario  >  che  il  Pa- 
dre fpirituak  le  facelTe  animo  ,  e  la  incitale  ad  accollarfi  fenza  timore  ;  e  pro- 
le egli  per  rimedio  il  comunicarla  fola  »  finche  fufìe  celiata  quella  tentazione . 
Se  bene  le  Comunk)ni,che  ella  faceua ,  erano  priue  del  grillo  fpirituale ,  non 
erano  pero-vuote  del  frutto  ;  poiché  da  quelle  traeua  vn  grandifijmo  animo , 
&  vna  gran  collanza ,  nel  combattere  contro  quelli  fieri  auuerfarij  :  &  ancor- 
ché così  lungamente  combattuta  ,  non  fi  vedeua mai  fianca ,  né  diffidata  deL 
diuino  aiuto;  il  quale  pure  per  mezzo  del  medefimo  Sagramento  fentiua  tal- 
ora verfo  di  fé  potente  >  e  pronto.  Poiché  anco  in  quelli  cinque  anni,  quan- 
do piaceua  alla  pietà  di  Dio,  vi  fentì  qualche  volta  gufli  ineffàbili ,  che  come 
vn  ri  nfrefea  mento  di  fpirito  la  rinuigoriuano  &  au  uà  ioi  anano,  eia  faceuana 
efifer  defiderofadi  quella  battaglia ,  per patire  vie  più  per  amor  di  Dio. 


Cerne 


Vitadella  B. Maria  Maddalena  de  Pazzi  ♦      6$ 

C*mc  ne'  predetti  cinque  anni  fu  atrocemente  tentata  ili  hejlemmia  3  e  del  dìfpregi^ 
dette  facre  itaagini  \  e  de  modi  coni  quali  ne  reftò  vittoriofa  «     Cap.  X  L. 

COn  la  fopradetta  tentazione  contro  la  fede  nandaua  vnita  vn  altra  orribi- 
litTmia,  dibeftemrnia;  perchè  nell'iftelTo  tempo  che  il  demonio  le  per- 
fuadeua  il  non  oeder-e  iti  Dio,  e  ne'  fuoi  Santi  »  Tincitaua  a  beftemmiarlo  •  E 
quefta non  era  tentazione  ordinaria  di  femplice  iuggeftione  .ma tantofiera, e 
viua ,  chclefaceua  rifonare  ancor  all'  vditocorpotaleornbiliffime  beftemmic 
contro  di  fua  Diuina  Maefti  ;  il  che  fpecialmente  le  occorreua quando  recita- 
ua  i  diuinU'ffizi  •  Nel  qual  tempo  procurando  ella  con  ogni  ftudio  d'attuare  la 
fua  mente ,  e  l'affettoaile  diuinelodi  ;  1  inuidiolò  nimico  per  impedirle  quella 
attenzione,  ioccupaual'vdito  con  le  beftemmie  di  maniera  ,  chenonfolole 
toglieua  l'attenzione  col  neceffitarla  à  far  atti  contrari;  in  defecazione  di  quel- 
le ;  ma  la  poneua  in  tal  grado ,  che  ella  temeua  grandemente  in  vece  di  profe- 
rire le  parole  dell'  vffizio  proferire  parole  di  beftemmia  :  perchè  così  vaiamen- 
te fé  le  fentiuafcolpircnell  orecchie,  cheglitoglieuano  le  parole  di  bocca. 
Perlochècol  cuore  pieno  d'afflizione»  e  con  gli  occhi  pieni  di  lagrime  riuol- 
gendofi  talora  alle  lue  compagne  diceua  con  tutto  il  cuore  :  Deh  forel  le  pre- 
gate etesii  per  me ,  che  in  vece  di  lodare  Dio  io  non  lo  beftemmi  ;  &  erano 
quelle  parole  dette  con  tanta  pietà ,  che  trafiggeuano  il  cuore  delle  ibrelle .  e 
Je  moueuano  a  pianto .  Quanto  fuflTe  il  trauaglio  »  e  l'afflizione ,  che  patiua 
quell'anima  in  tentazioni  cosi  orrende/fi  può  congetturare  dall'amore  ch'ella 
portaua  al  fuo  Dio .  imperochè  fé  non  può  l'amore  patir  pena  maggiore ,  che 
fentir  beftemmiare ,  e  maledire ,  ancorché  meriteuolmente  la  cola  amata  ;  e 
qual  coltello  di  dolore  bifogna ,  che  le  fufseal  cuorcnon  folo  il  fentir  beftem- 
miare- l'innocentilTimo  Dio ,  vnico  amore  del  fuo  cuore  ;  ma  quafi  elTer  co- 
ftretta,  e  vederfi  proiiìmaà  proferire  le  medefime  parole  di  beftemmia  ?  S'aiu- 
taua  ella  contro  quefta  tentazione  con  fare  atti  contrari  nell'interno ,  e  con  la- 
bocca  raddoppiaua ,  e  replicaua  1  orazioni ,  le  lodi ,  e  le  benedizioni  à  Dio . 

Accanto  a  quefta  tentazione  ne  fentiua  vrfaltra  di  difpregiare  le  fante  ima- 
gini  :  la  quale  talmente  le  penctraua  ne  fentimenti ,  che  non  poteuaquafi  ri- 
mirarle ,  Scerà  neceffitataàfarfi  gran  forza  per  vederle.  Ma  purché  reftaitc 
con  tufo  il  demonio,  non  riljparmiaua-à  fatica*  e  quanto  più  gagliarde  erano 
quelle  tentazioni ,  tanto  tnaggiormente  ella  s'aiutati  a  in  ade*  are",  e  venerare  «.- 
con  l'interno>e  coni  efterno  le  fagreimagini .  E  non  foloauanti  di  quelle  ora- 
uà,  ma  più  volte  nell'operazione  de'fuoi  miracoli,  di  quelle  fi  ferui,  cornea- 
fuo  luogo  fi  dirà* 

Quanto  crudeli  furono  le  tentazioni  di  dìfper  anione  >  che  patì  in  quefli  cinque  annix 

■è  come  fu  più  volte  tentata  di  laj  ci  ari  abito  della  Religione  ;  e  de  rimedi 

che  fi  ferui  contro  di  quelle-         Cap.     X  LI. 


N 


On  potendo  Tinuidiofo  nimico  forTerire  di  vedere  con  tanta  fua  confu- 
fione  queft'anjma  così  favorita  da  Dio,  &  arrichita  di  tanti  doni  >  pensò 

di 


64       Vita  della  B.  Maria  Maddalena  d  e  Pazzi. 

di  fpogliarnela  per  mezo  della  difperazione ,  e  diffidenza  di  Dio .  Onde  veden- 
do,che  ella  per  (uà  vmiltà  vitieua  in  continuo  timore  di  non  efiere  ingannata 
negli cftafi  ,  e  nelle  riuelazioni  ,fi  femì  di  quefto  timore  >  come  d  vna  fortear- 
ma  ;  e  con  quefto  animofamente  affrontandola,  le  perfuadeua,che  i  doni ,  e  le 
grazie  s  che  a  lei  pareua  d'auer  riceuute  da  Dio ,  fuflcro  ftate  illufioni ,  finzio- 
ni ,  &  apparenze  diaboliche ,  e  che  in  ogni  cola  fi  era  ingannata  5  e  che  quefto 
iuo  viuere  non  piaceua  à  Dio  ,  anzi  che  era  contro  Ja  Tua  diurna  volontà  ;  e  che 
perciò  era  fuori  della  diuina  grazia  5  e  che  nulla  di  quelloche  ellafaceua  era^# 
accetto  à  (ita  Diuina  Maeftà  ;  e  che  però  in  ogni  cofa  perdeua  il  tempo,  e  prò- 
nocaua  Dio  a  maggior  ira,  e  fdegno  contro  di  sé .  E  per  dimoftrazione  di  que- 
fto fi  fermila  dell'aridità  di  lpirito,che  ella  patina  ;  per  mezo  della  quale  le  per- 
fuadeua  tutte  quefte  cole  efler  vere ,  e  che  era  abbandonata  da  Dio  ;  e  che  fa- 
cefle  quanto  voleffe,  maiarebbe  trouato  mifericordia ,  e  che  di  già  era  dan- 
nata .  Erano  quefte  tentationi  come  tante crudeiiilìme  coltellate ,  che  trafig- 
geuano  in  mille  parti  l'anima  Tua-,  poiché  non  poteua  fentir  maggior  trauaglio, 
quanto  penfare  d  efler  fcparata  dal  fuo  Dio  per  loffefe  ,  e  peccati  fuoi.  E  tan- 
to più  crudelmente  fé  le  imprimeuano  nel  cuore  quefte  tentazioni,  quanto 
che  volendo  ella  vincerle  con  far  atti  di  confidenza,  e  di  raflegnazione  nella 
diuina  pietà ,  fi  fentiua  tanto  arida  ,  e  priua  d'ogni  fentimento  Spirituale ,  che 
non  trouaua  via  di  fare  vn'atto  feruente.  Procedette  tant'oltre  quefta  tentazio- 
ne ,  chegiunfe  à  porle  in  animeche  fi  delle  la  morte  da  fé  delta  :  come  parti- 
colarmente auenne  la  notte  di  S.  Andrea  Apoftolo  ,  chedicendo  con  l'altre 
Suore  il  Matutino,fopragiunta  da  graniffima  tentazione  di  farfe  male  da  fé  ftef- 
fà,  fé  n'andò  in  refettorio:  doueprefovn  coltello,  e  ritornata  in  Coro ,  pure 
in  ratto ,  fall  (opra  l'altare  della  B  Vergine ,  e  nelle  mani  di  lei  il  collocò ,  per 
ottener  grazia  di  vincere  tal  tentazione.  Doppo  quefto  lo  calpeftò  co'piedi 
per  maggior  difprezzo  del  tentatore.  Altra  volta  fi  fece  per  lo  fteffo  effetto  le- 
gare in  cella  della  Madre  Priora  ;  onde  per  guiderdone  di^  tanta  vmiltà  la  chia- 
mò Iddio  alle  diuine  intelligenze,  e  non  poco  la  rinuigórì  à  nuoua  pugna_>« 
Mentre  che  il  demonio ,  come  (òpra  ,  le  perfuadeua  ,  che  tutto  ciò  che  ella 
face  uà,  era  perduto  ,  e  gettato  via,  e  che  mai  arebbe  fatto  bene  alcuno;  le  fug- 
gèriua  appreflò,  che  le  (ferii  lei  fatta  Religiofa,non  era  ftata  volontà  di  Dio  ;  e 
crfe  (e  fuffe  ftata  al  (ecolo  ,  arebbe  fatto  più  feruizto  à  fua  Diuina  Maeftà  ,  e  fi 
farebbe  faiuata  ;  il  che  non  le  farebbe  riufeito  ,  fé  viueua  monaca  ;  e  che  però 
Jacialfe  l'abito  della  Religione  ,  &  vfeifle  di  Muniftero ,  e  ritornafie  al  fecolo. 
Della  qual  tentazione  trauagliata,  ricorfe  vna  volta  alla  Madre  Priora,  e  con 
funi  al  collo,  e  con  le  mani  legate  di  dietro,  come  (eauelfe  commeflb  qual- 
che gvautflimo  delitto,  inprefenza  di  molte  forelle,  domandò  per  l'amor  di 
Dioì'abito  della  Religione .  Altra  volta  moleftata  dalla  medefima  tentazione 
di  vfeire  di  claufura,  à  confufione  del  Demonio  prete  le  chiaui  del  Muniftero» 
e  le  portò  a'piedi  di  vn  Crocifitto.  Trouandofi  quell'anima  tribolata  da  quefte 
tentazióni ,  non  (apeua  trouare  altro  riparo  ,  che  piangere  l'ofFde ,  che  teme- 
uadi  fare  à  Dio;  e  per  quefto  timore  llimandofi  la  più  peccatola  di  tutte  le 
creature,  à  tutte  s' vmiliaua  ,  e  fi  ftimaua  indegna  delia  compagnia  dell'altre . 
Le  pareua,  che  quefto  fé  le  auefle  ad  aprir  la  Terra  fotto  1  piedi ,  fpecialmentc. 

quando 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi .       6$ 

quando  s'andauaà comunicare:  e  limili  altri  fentimenti  d'vmiltd  generaua_j 
dentro  sé  ftefla,i  quali  più  diffufamente  fi  diranno  doue  fi  tratta  della  fua  v- 
miltà. 

J^e  cinque  anni  di  quella  protrazione  fa  tentata  grandemente  di  Superbiate  di  Difu- 

bidiem^a  :  e  come  con  molti  atti  vmili  5  e  virtuofi  vinfe  quefte  tenta- 

%ioni.  Cap.     XX  XX  II. 

NOn  mancò  il  fuperbo  auuerfario  d'vfare  ogni  arte  per  aunefcnate  col  Tuo 
peftifero  veleno  di  fuperbia  quella  vmile  anelila  del  Signore .  Onde  ve- 
dendo non  poterla  indure  à  difperazione  per  mezo  del  timore  deflere  ingan- 
nata ne'diuini  fauori,  riuolgeua  Tarme  à  rouefcio,e  dellifteiTHauori  fi  (eiuiua 
per  tentarla  dì  profunzione,  e  di  propria  compiacenza  ,  e  ftima  .Alla  qual  ten- 
tazione ella  con  il  ballò  conofeimentodi  fé  fretta  faccua  così  forte  refiftenza  » 
che  niente  penetrauano  quefte  auuelenate  faette  nel  fuo  cuore  5  anzi  diqut 
prendeua  maggior'occafione  d'vmiliarfije  tanto  più  fi  riputala  abomineuole, 
quanto  conolcendo  la  fua  mi  fèria,  fentiuaà  canto  à  quella  gli  ftimoft  di  fuper- 
bia .  Vedendo  rinimico  non  poter  colpire  con  quefte  ;  prelè  nuouc  arme  ,0 
con  peruerle  ragioni  le  faceua  apparire  vile  ,  &  abietto  lo  flato  della  Religio- 
ne,e  tutti  gli  elercizi  di  quella .  Le  poneua  nell'animo  defideri  tfelle  pompe  ,  e 
vanità  del  iècolo  :  e  fopra  tutto  le  rendeua  difficile  rvbbidienza,e  fuggezionc, 
onde  doue prima  fi  efercitaua  con  tanto gufto  ndl'vbbidienza ,  &  in  tutte  T- 
opere  della  Religione,  percaufa  di  quefte  tentazioni  fentiua  grandillìma  fati- 
cale le  bifognaua  farfi  vna  forzajndicibile  per  vbbidire.  Di  che  poi  ella  ftelTa  s' 
accufaua  colpeuole;eiTendo  foiita  di  direche  in  vncerto  modo  non  fentiua  d%- 
eiTer  padrona  di  fare  gli  atti  contrari ,  che  arebbe  voluto  fare ,  nò  lafciar  di  fare 
quelli,  che  arebbe  voluto  fuggire  .  Così  in  tutte  l'altre  tentazioni ,  cheefte- 
riormenteragitauano,ella  faceua  interiormente  atti  contrarie  fi  proteftaua  à 
Dio  voler  mille  volte  morire,ch  e  mai  offenderlo . 

Con  tutte  quefte  violenze, che  le  fece  il  demonio  per  renderla  difubbidien- 
te ,  non  ebbe  mai  forza  di  farla  trasgredire  volontariamente  vbbidienza ,  ò  or- 
dine alcuno, tanto  regolarcquantoperfonale ,  ancorché  minimene  impedir- 
le,che  prontamenteancorche  con  molta  violenza  non  l'elTequifce..  Con  tut- 
to ciò  ella  per  renderfi  più  forte  contro  quefte  tentazioni ,  e  per  fuperar  coti 
più  gloriola  vittoria  1  auuerfario  ,  in  prefenza  delle  iorelle  rinnouaua  taiuolta 
il  voto  de  11' vbbidienza  ,  nelle  mani  della  Superiora  ,*  &  altre  volte  fi  faceua 
commettere  in  virtù  d'vbbidienza.che  non  lafciaffe  ordine  alcuno>e  voleua  ef. 
fer  aftretta  (pecialmente  in  quelle  vbbidienze ,  che  più  le  repugnauano.  Né 
contenta  deli'vbbidienza  della  Superiora  ,fi  foggettaua  anco  a  dell'altre;  e  per 
confondere  la  fuperbia,e  propria  ftima  nella  quale  eratentata^pregaua  inftan- 
temente  la  Superiora  che  f  vmiliaiTce  mortificane  cornei  lei  piaceua.  Perciò 
Ja  Superiora  le  faceua  taiuolta  chieder  perdono  à  tutte  le  Monache  ,  quando 
ad  vna  ad  vna,  e  quando  à  tutte  in  mezo  del  refettorio;  quando  con  vna  fune 
al  collo ,  e  con  le  mani  legate  di  dietro ,  baciare  a  toste  i  piedi  lotto  le  menlo 
ad  refettorio  >  quando  da  per  se  fteiìa ,  e  quando  da  altre  la  faceua  percuoter 

E  con 


66     Vita  della  B.Maria  Maddalena  dePazzi .' 

con  la  difcipJina  ?  taluolta  la  faceua  vfeire  da  menfa,e  la  mandaua  attorno  alle 
menfe  à  chiedere  per  amor  di  Dio  vn  pò  di  pane ,  quale  le  faceua  poi  mangia- 
re in  terra  in  mezzo  del  refettorio  ;  e-conofcendo,che  quefte  mortificazioni  le 
erano  di  gran  giouamento,  &  aiuto  fpirituale ,  le  diceua  parole  dVmiliazione , 
edi-difprczzo,  così  in  publico  ,  come  in  priuato ,  Anzi  commefse  ad  alcune 
Monache  ,che  quando  la  rifeontrauano  per  il  Muniftero  le  dicessero  qualche 
parola  di  mortificazione  ;  ilche  elle  per  vbbidienza  efeguendo,l'vmile  Beata  fi 
fermata  a  fentirle con  molta quiete;e  proftrandofi  aloro piedi,fi  vmiliaua,e s' 
aceti  faua  mancheuolc,  e  chiedeua  perdono  ;  e  diceua  con  gran  fentimento  cf- 
•vmilrà ,  Dio  ve'l  meriti .  Se  bene  la  Superiora  fapeua,  che  l'impeto  della  ten- 
tazione faceua  fare  taluolta  alla  Beata  Suor  Maria  Maddalena  qualche  appa- 
rente difetto  contro  fua  volontà;tuttauia  di  quelli,ancorchè  minimi,agramen- 
te  la  riprendete  ki  prefenza  di  tutte ,  eglienimponeuapubliche  penitenze  . 
Alcune  volte  la  faceua  diftendere  in  terra  auanti  la  porta  del  Coro,  ò  del  refet- 
torio »  per  doue  aueuano  da  paflàre  tutte  le  Monache  ,  e  comandaua  loro  che 
le  pafsafsero  (opra,  acciò  come  terra  fufsc  calpeftata.  Altre  volte  la  fece  lega- 
re con  le  mani  di  dietro  in  qualche  luogo ,  doue  aueuano  à  pafsare  le  Mona- 
diche da  tutte  le  faceua  dire  qualche  parola  di  mortificazione  Oltre  di  quefto 
in  tutti  qucfti  cinque  anni  di  protezione  la  detta  Madre  priora  ,  per  prouare 
quefta  Beata  nel  difpreggio  di  se  ftefsa  ,  e  per  tenerla  in  tanti  priuilegi  diuini 
vmile ,  e  ba(Ta,la  fece  elercitare  continuamente  negli  efercizi  baffi  della  cuci- 
naci rigouernarcin  portar  brace,legne>attigner'acqua,lauare>fpazzare,cuci- 
nate ,  e  fare  ogn'altro  più  vile  efercizio  del  Muniftero  ,  come  fé  fu(se  fiata  la 
più  abbietta  conuerfa  di  quelle.'le  quali  cofe  ella  riceueua,  e  faceua  con  tanta 
prontezza  che  pareua  ,  che  in  tutti  li  fuoi  trauagii  non  auefse  altro  conforto  % 
che  l'elsere  vmiliata,e difprezzita .  Onde  non  contenta  di  q  ietti auuilimenti  % 
anco  da  per  sé  ftefsa  talora.fi  eleggeua  (imiti  mortificazioni;e  particolarmen- 
te la  vigilia  di  tutti  i  Santi  del  1588.  auendo  in  quel  giorno  patito  gran  tenta- 
zione di  difubi  Jienzi. da  per  (e  ftefsa  fibendò  gli  occhi,  e  da  vna  conuerfa  fi 
fece  legare  con  vna  fune  con  le  mani  di  dietro  à  certi  legni  vicino  al  Coro  ;  e 
venendo  la  Madre  Priora  e  frollandola  così  legara,  le  domandò  la  cagione  ;  Se 
ella  vifpofe,che  aueua  fatto  quefto,  perchè  le  pareua  fatica  vbbidire,e  poiché 
la  fua  volontà  nò  voleua  lafciarfi  legare  da'dolti  legami  deirvbbidienza>vole- 
ua,che  il  fuo  corpo  ftefse  legato  con  Je  funi.kcon  molta  vmilrà  la  pregò,che 
commettefse  à  tutte  le  monache,  che  quando  entranano  in  Coro  le  dicelsero 
per  fua  confulìone  ;  Suor  Maria  Maddalena  imparate  à  far  à  voftro  modo  ;  al 
che  tutte  co  molta  loroconfufione  vbbidirno:  &ella  riceuè  quefta  mortifica- 
zione con  tanta  vmikà,che  cagionò  in  tutte  gran  compunzione. E  doppoche 
tutte  lebbero  così  vmiliata  ella  ftando  in  detto  modo  legatale  bendata  chiefe 
à  tutte  perdono  con  parole  di  profonda  vmilrà  :  dopò  la  quale  vmiliazione 
fciolra.e  sbendata  ,  fu  rapita  in  eftafi,  nel  quale  fu  da  Sua  Diuina  Maeftà  gran- 
demente confolata  come  più  à  balso  fi  dirà  •  Altra  volta  efsendofi  nella  ftefsa 
maniera  fatta  legare  alle  grate  del  Coro  > per  efser  dalle  monache  fchernita,  e 
beffata ,  pregò  fa  Madre  Priora ,  che  da  ciafeuna  monaca  le  facclTe  dire  que- 
lle parole  di  confufione.  Suor  Maria  Maddalena,  quefto  vi  auuicne,  pc'vofìri 

difetti. 


Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi .       6y 

difetti  i  e  perchè  troppo  volete  fare  à  voflro  modo .  Così  voJle  efser  vmiliara 
quella ,  che  tra  tutte  era  lo  Specchio  dell  vbbidienza >  &  in  tal  maniera  trouaiia: 
contorto  da  Dio  in  quefte  tentazioni  j  imperochè  da  quelle  vmiliazioni  la  tira- 
uà  Dio  à  gli  eftafi,&  ad  alte  contemplazioni .  Altra  volta  dopò  effere  Hata  per 
molto  fpazioin  eftafi  contemplando  la  Paffione  del  Saiuatore>fi  fenti  accen- 
dere grandemente  l'allatto  all'immitazione  di  Gicsù;  da  cui  intefe  come  le  fa- 
rebbe fomtnamente  (lato  forato ,  che  ella  proftrara  giacere  à  trauerfo  la  porta 
delCorOffifaceffecalpeihiedatutfele  Monache  ,  le  quali  eiTendo  in  Coro 
aueuano  di  quiui  ncceflariainente  à  pattare;  onde  vfeita  dalfeftafi  fi  pofe  à  gia- 
cere in  detto  luogo,  né  auendo  ardire  alcuna  Monaca  di  pattare  per  detta  por- 
ta^ per  vbbidienza  della  Superiora  tutte  le  pafsornofopra  .  Con  quelle  armi 
vinceua  >  e  confòndetia  quetta  valorofa  combattente  gli  auuerfarij  di  modo , 
che  le  loro  tentazioni  non  folo  non  l'erano  cagione  di  perdita  ì  ma  di  maggior 
cumulo  di  meriti^  di  più  ftabihmento  di  virtù . 

Ebbe  ancora grauijffime  tentazioni  di  Gola  :  e  come  di  quelle  ne  riportò 
glorio/a  vittoria .     Cap.     XLIII. 

Q  Vanto  era  maggiore  l'attinenza  >  che  faceua  quefta  Beata  ,  tanto  profe 
maggior  occafionc  il  demonio  di  tentarla  di  Gola:  e  fé  bene  per  attinen- 
za cominciata  infino  da' teneri  anni  aueua  afsuefatta  la  compiendone  à  po- 
chifllmo  cibo ,  e  domato  l'appetito  in  maniera ,  che  per  fuo  ordinario  le  daua 
pochìffima  moleftia  ;  tuttauia  in  quefte  tentazioni  fé  le  accendeua  per  opera 
del  demonio  così  impetuofa  voglia  di  cibi  ,  che  fpeflb  per  la  fua  mente  fi  ri- 
uoglieuano  i  penfieri  di  quello  ,  che  doueua  mangiare  >  e  l'appetito  quafi  che 
impaziente,  e  famelico,  continuamente  la  ftimolauaal  cibo.  A  quefta  tenta- 
zione Ci  aggiugneua  anco  la  tentazione  efteriore  ;  imperochè  il  demonio  per 
farla  preua ricare  in  quefto  vizio ,  e  farle  rompere  la  regola  da  Dio  riceuuta  , 
di  cibarfi  di  folo  pane  >  &  acqua:  oltre  al  farle  appetire  altri  cibi ,  le  rappre- 
fentaua  non  folo  all'immaginatiua  preziofi  cibi ,  e  laute  menfe  ,  ma  ancora 
mentre  pafsaua  per  1  luoghi  della  difpenfaje  apriua  gli  armadi ,  e  le  cafse  ,  do- 
ue  nel  Muniftero  fi  conferuauano  i  cibi  comuni ,  «Se  ella  vedeua  apriifi  da  ma- 
no inuifibile  i  detti  armadi ,  che  pure  ftauano  ferrati  à  chiaue,  &  altre  volte  an- 
cora fuori  delle  dette  ftanze  fi  vedeua  efser  presentati  auanti  de'  cibi,fenza  ve- 
der da  chi.  Qiefta  tentazione  tanto  le  era  piùmolefta  quanto  che  oltre  la  vir- 
tù dell'attinenza  tanto  da  lei  efercitata .  era  contraria  alla  fua  inclinazione  ;  o 
tanta  noia  le  recaua  ,  che  ebbe  à  dire  ad  alcuna  forella ,  che  Dio  in  vn  certo 
modononlaporeuafartrauagliare  da' demoni  in  cola  ,  chele  recaffe  tan- 
to rafttdio  ,  quanto  quefta  ;  perchè  le  pareua  così  feoncio  ,  e  brutto  vi- 
zio ,  che  non  aueua  trouato  tentazione,  che  la  facelse  maggiormente  vmilia- 
re  ói  quefta  -Non  potè  con  tutte  quefte  fue  violenze  il  demonio  farcene  l'ap- 
petito della  gola  preualefse  ,  e  fuperafse  la  virtù  dell'attinente ,  e  mortificata 
Maria  Maddalena  ;  ma  facendo  ella  violenza  à  fé  ftefsa ,  feppe  contenerfi  co- 
sì e  (attamente  dentro  alla  regola  datale  da  Dio ,  che  il  demonio  ne  reftò  con-1 
iufo.e fuergognato  >  &  elfi  maggiormente  efaltata  appreflbà  Sua  DMJ 

D     2        Tati 


6  8     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

Vati  molte  tentazioni ]  impure- >  e  per  vincerle  fi  gettò  vna  volta  nuda  tra  le  fpine:  fe- 
ce molte  penitente  afflittine  >  &v so altri  rimedi  efficaci. 
Cap.     XXX  X  I  V. 

COn  tutto  cheiddio  aueffe  dotato  quella  Tua  diletta  di  tante  grazice  priui- 
legiata  con  tanti  fauori  ,•  però, la  fece  efente  in  tutto  dalla  battaglia ,  che 
contro  [angelica  vii tu  delia  Caftità  ne  muoue  il  fenfo  a'figliuoli  degli  huorni- 
bì  :  ma  acciò  k  lue  vittorie  rudero  compite,  e  non  mancalse  alla  dia  corona  il 
trionfo  diquello  forte  nemico ,  perrnefse  Dio ,  che  ella  per  due  anni  >  cioè  dal 
1 5  S 5. al  i  5  87.  patifse  llirnoli  d'impura  fenfualità  nel  corpo ,  &  impure  imagi- 
nazioni nella  mente  Ma  però  ftntriniecoamore.che  ella  portauaà :  quella  vir- 
tù ,  la  refe  tanto  nemica  di  quello  vizio  ,  e  tanto  forte ,  che  ancorché  gli  (li- 
moli fuflero  gagliardiilìmi,  e  le  imaginazioni  importune ,  fi  feppe  così  ben  di- 
fendercene non  folo  non  reftò  in  minima  parte  macchiata  da  quella  lordura> 
ma  ne  pure  apprefe  conia  fua  mente,che  eofa fi  pretendere  il  demonio  da  lei 
con  quelle  tentazioni;trà  le  qualifche  è  cofa  ammirabile  )  conferuò  talmente 
la  fua  Àngelicha  femplicità,  che  ancora  in  età  più  prouetta:  anzi  vicina  à  mor- 
tcebbe  à  dire  >  die  non  fapeua  che  cofa  furfe  quella,  che  macchiate  la  cafti- 
tà: e  per  aflkurarft  di  non  efierincorfa  in  qualche  macchia  di  quella  ,  ebbe  à 
domandarne  ad  vna  fua  confidente  difcepola  .  Dai  che  chiaramente  fi  racco- 
glie, ò  che  Iddio  per  fingolar  feuore  non  volle,che  così  puro  intelletto  auuez  - 
::o  à  penetrare  cofe  altee  diuine,re(lalre  opprelTo  da  così  vili,e  brutti  oggetti; 
ò  vero  che  ella  >  aiutata  però  dalla  diuina  grazia ,  fufie  tanto  prella ,  e  veemen- 
te nel  ributtare  l'imaginazioni, e  faceffe  tal  forza  al  fuo  intelletto  nel  diuertirlo 
dagli  (limoli  >  che  fentiua  nel  fenfo.,  e  dall'imaginazioni  della  mente ,  che  non 
le  lalcialfe  tare  minimo  difeorfo  fopra  di  quelite  che  però  ancorché  li  fentifle, 
li  apprendere  come  cofa  maJa,  con  tutto  ciò,  non  intendelTe  il-  fine  di  quelli  . 
Ma  non  contenta  quella  fpofa  di  Chrillofgelofa  delia  conuerfazione  della  lua 
callitàjdella  fola  forza, che  contro  à  qneile  tentazioni  fàceua  con  l'intelletto, 
e  con  la  volontà,fentendo,che  quello  era  vizio  del  fenfo» e  della  carne,  la  pre- 
fe  àperfeguitare  feueramente.  Onde  oltre  al  cibarfi  fcatfamente  di  folo  pane: 
&  acqua,  e  dormire  fui  nudo  faccone  per  poco  fpazio.-  &  oltre  alle  quotidiane 
fatiche  della  feruitù  del  Munillero ,  nelle  quali  giorno,  e  notte  simpiegaua^ , 
fpeiTo  fi  difciplinaaa  crudelmente  condifciplina  di  ferro;  portaua ilcilicio,e  fo- 
cena al  fuo  corpo  altri  llrazi;  ma  fpecialmente  fi  formò  vnacinta  di  chiodi  in- 
caftratiin  canouacciode  punteceli  capi  de'quali  vfeendo  fuori  del  canou accio- 
veniuano  a  trafiggere  la  fua  nuda  carne, fopra  la  quale  ellaportauaTnttoque- 
flo  fù.pocoin  paragone  di  quello  ,  che  ella  fece  à'  8.  di  Settembre  dell'anno 
15  87.nel  qual  giorno  fentendo  accefo  nella  carne  vn  grande  incendio  d'impu- 
ra fenfualità  .  nò  potendolo  ellinguere  con  alcuna  forza  inrerna  ;  andata  nella 
ilanza  delle  legne  >  fcelfe  le  fpine  ,  e  gli  llerpi  che  iui  fi  trouauano ,  e  fattone 
vn  falcio  le  lo  portò  in  vna  Ilanza  rcmota;doue  à  porta  chiufa  fi  fpogliù,  &  ad 
jimitazione  di  S.Benedetto  >  fopra  quelle  ,  diftde  in  terra ,  fi  gettò  Buda  à  gia- 
cere 5  e  sìarditamente  vi  riuoJfeil  fuo  corpo ,  che  reftò  tutta  ferita ,  e  grartìata- 

dalk 


Vita  della  B.Marfa  Maddalena  de'Pazzi .      69 

dalle  punture  in  maniera,  che  non  folo  le  fpine ,  ma  il  paramento  ancora  reftò 
bagnato  del  fuo  fangue,*&  cosi,e  quelle,e  quefto  fumo  veduti  fanguinofi  dalle 
Monache, &  efla trouata quiui che  fi  riueftiua .  E  così reftò  vittoriosa dell'ini-;, 
portuna  tentazione. 

In  quefii cinque  annidi  pronazione  fu  la  Beata  Maria  Maddalena  moke  volte  eru» 

delmente  per  coffa  ^firaf rinata ,  percipitatagiuper  le  [cale  ,  &  in  varie 

guife  tormentata ,  &  afflitta  corporalmente  da'  demoni* 

Cap.     XLV. 

ACciòquefta  eletta  del  Signore  fufle  più  raffinata  nella  fornace  della  ten- 
tazione >  e  comparifle  nella  fama  Chiefà  più  i  Jluftre  il  fuo  patire ,  più  co- 
piofo  il  fuo  merito>più  gloriofa  la  fua  vittoria ,  e  più  abbondante  il  faitto  che 
Dio  pretendeua;  nonghbaftòilprouocarla  folo  con  le  tentazioni, e  patimen- 
ti interni, ma  volle  efaminarla  ancora  per  mezzo  di  pene,e  di  tormenti  efterni» 
e  corporali  Onde  auendola  collocata  in  mezo  de  demonici  vn  lago  di  leoni, 
diede  loro  poterti  di  tormentarla ,  e  trauagìiarla  crudelmente  in  tutti  li  fenti- 
menti  :  ma  fpecialmente  nella  vifta ,  nell'vdito ,  e  nel  tatto . 

Nella  vifta  la  tormentauano  con  frequemilfime  apparizioni  orribili  >  efpa- 
uentofe  ;  imperochè  ora  pigliauano  forme  corporali  ài  bruttinomi ,  e  ferociffi- 
mimoftri,  che  come  leoni,ò  cani  arrabiati,  e  famelici  kcorreuano  addoffo, 
moftrando  volerla  diuorare  e  fuifcerare  ;  e tantoarebbon  fatto  per  f  odio,che 
le  portauano ,  fé  da  Dio  non  folte  fiata  foccorfa .  Altre  volte  le  appariuano  in 
forma  di  ferpe,  ò  di  altri  fpauentofi  animali  ;  &  in  fomma  ora  con  vno  fpauen- 
to,  &  ora  con  l'altro  cercauano  atterrirla  :  &  erano  cosìf  requenti  quefte  appa- 
rizioni, che  poco  meno  che  non  erano  continue .  Di  quanto  trauaglio  le fuCTe- 
ro  y  fi  può  congetturare  da  quello  che  ella,vna  volta  parlando  di  quefta  vifta* 
ditte  ad  voa  fua  confidente:Ó  forella  lafcio  confiderare  à  voi  quel  che  può  ap- 
portare all'anima  mia  sì  orribile  villa  di  demoni .  E  chiaramente  fi  compren- 
derla dal  vedere,cheà  quefte  apparizioni  ella  diueniua-liuida»  efmorta,tutt* 
tremante^  giacciata,e  piena  di  terrorce  fpauento.Vna  volta  tra  1  altre  veden- 
dofi  comparire  auantiil  demonio  in  vna  forma  orribile ,  fentì  tanto  trauaglio  » 
che  oltre  all' elter  diuenuta  liuida,  come  fi  è  detto  >  fudaua  abbondantemente  » 
e  Ci  diede  à  chiamare  in  fuo  aiuto  1  Archangelo  S;  Michele  ;  e  riuolta  à  Giesù 
cominciò  ad  e(clamare  :  0  Verbo  ,  ò  Verbo  :  in  te  Domine  fperauì,  nonconfundar 
ìn&ternum.  Poi  riuolta  al  demonio  3  dille*,  Che  vuoi  dame,  ò  befìia  orribile  ? 
0  bone  le  fu ,  per  la  vifla  dell'offe  fé /atte  À  Tua  Diuina  Maeflà ,  er-quella  de  miei 
nunerfarif unipare  digufiar  £  Inferno  $  ma  fé  voi  ,ò  demoni ,  ni  inghiotti(fi,voi  farete 
poi  forcati  a  vomitarmi .  Altre  volte  fendo  fola  in  vna  ftanza ,  fu  fentita  con- 
traffare con  il  demonio,  e  tirarli  de'  fatti ,  e  li  diceua  :  Vantiti  da  me  beftiaccia , 
che  vuoi,che  vuoi  da  me  <?  E  come  fc  egli  tentaflè  d  oltraggiarla,  e  farle  infulto» 
G.  ritiraua  ÌndÌetro,e  diceua  :  Vaniti,  e  non  mi  ti  appreffare  .•  Tidico ,  ci*  ti  partì 
nel  nome  di  Giesù  :  e  fé  telo  puffo  comandare,  telo  cimando  ,  cV  inginocchiatafi  , 
pregaua  Dio ,  che  le  porgefte  aiuto .  £  ftette  più  di  due  ore  in  quefto  contra- 
ilo .  Dimandata  dalla  Superiora,  che  cofa  le  fufle  f  acceduta  ;  rilpoie ,  come  il 

E    ?        demo- 


;'.-■ 


70      Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi, 

demonio  in  forma  d' vna  fpauentofa  beftia  moftraua  volerla  diuorarc  • 

Nell'vdito ,  oltre  l'orrende bettemmic  >  che  le  faceuano  Mentire,  le  poneua- 
novrla,  gridi,  eftndiacutiflìmi;  elefeceuanofentiretali,  e  tanti  ft  repiti,  e 
rumori ,  che  Je  occupauano  l'vdito ,  e  nonlelafciauanofentirc  il  parlar  delle 
Monache .  E  quando  era  in  Coro ,  con  gli  fteffi  ftrepiti ,  vrla ,  e  ftridi  cercaua* 
no  d'impedirle,che  non  fentiffe  il  falmeggiare  dell*  altre;  che  però  talora  fi  rac- 
comandaua  alle  forelle,  chepregaflero  Dio  per  lei,  acciò  Jedeffe  grazia  >  che 
ella  potette  fodisfare  al  diuino  vficio  - 

Tutto  quefto  fi  può  dire  che  fuflepoco ,  rifpetto  a  quello  che  ella  patì  da 
gli  fteffi  demoni  nelle  membra  del  fuo  corpo  :  imperochèlpeflò  fi  vedeua  ef- 
fer  gettata  à  forza  in  terta ,  fenza  vedere  da  chi  ;  e  mentre  così  gettata  giaceua 
in  terra  >  vedeuano  le  Monache  agitarla  in  tutta  la  vita, e  far  gefti,  e  mouimenti 
ora  col  capo,ora  con  le  braccia»ora  co  le  gambe, &  ora  d'altre  parti  del  corpo 
come  Ce  in  quella  ruffe  percoffa .  Nel  qual  mentre  diueniua  pallida ,  (colorita. 
e  piena  d'afflizione  ;  e  dopò  d'eflere  fiata  in  tali  agitazioni ,  quando  per  fpazio 
di  tre  i  e  quando  per  quattro ,  e  quando  per  cinque  ore  continue ,  fi  fermaua  ; 
ma  però  fi  trouaua  tutta  pefta,e  fiacca.  Et  interrogata  che  cola  aueffe,  rifpon- 
deua.chc  dàdemoni  era  così  gettata  à  terra,  e  che  ora  in  forme  orribili  la  bat* 
teuano,e  percoteuano  con  duriifime  verghe,  &  ora  in  forma  di  veleno  fé  vipe- 
re ,  e  ferpenti  la  mordeuano  >  e  le  dauano  altri  tormenti  nelle  membra  fue,che 
pareua  le  fuffero  tagliate  a  brano  a  brano,onde  per  la  pena,che  fentiua  in  quel- 
le ,  non  poteua  contenerfi  di  non  fi  agitare  in  quel  modo .  Non  rifparmiaua  il 
demonica  tempo,  e  luogo  alcuno,  ma  in  tutti  i  tempi,  &  in  tutti  i  luoghi  à 
fua  voglia  in  quefte  guife  l'affaliua;  onde  ancora  mentre  ell'era  in  Coro  ad  vdic 
Mefla ,  la  vedeuano  le  Madri  efler  gettata  in  terra  ,  e  percofsa  in  detta  maniera; 
&  vna  volta  fra  le  altre  la  percoffero  così  crudelmente  nel  volto ,  che  l'enfiò 
in  guifa,che  fu  bifogno  curarlo. 

Più  volte  fìi  da  gli  fteflì  demoni  precipitofamente  gettata  a  terra  delle  fcale 
ddmuniftero;  e  quefto  particolarmente  quando  andaua  à  comùnicarfi  >  ò  à 
far  qualche  opera  di  carità .  Nel  che  apparfe  grande,e  miracolofa  la  prouiden- 
za  di  Dio,ela  protezione  che  egli  teneua  di  lei;  imperochèefsendocongrand' 
impeto  gettata  più  folte  à  terra  d'vna  fcala  di  pietra  di  più  di  venticinque  fcali- 
n i ,  e  precipitando  impetuofamente  dalla  cima  alla  fine,  fi  trouaua  in  terra  fen- 
za cfserfi  fatta  male  alcuno .  E  correndo  le  Monache  à  quefto  ftrepito,  e  pen- 
landò  trouarla  sfracellata ,  la  trouauano  lana,  e  falua  con  loro  gran  marauiglia, 
&  ella  Cubito  ritta ,  andaua  con  molta  pace  alla  fua  opera . 

Non  fazi  i  demoni  di  quefti  ftrazi,  ancora  vforno  più  volte  di  ftrafcinarla 
per  fi  Coro ,  e  per  altre  ftanze  del  muniftero;  onde  vedeuano  le  Monache  la 
beata  Maria  Maddalena  efler  gettata  à  giacere  in  terra,  &  eflere  ftrafeinata  hor 
qua  hor  là ,  fenza  vedere  da  chi .  Nel  che  da  vna  parte  reftauano  fpauentatc  • 
&  attonite:  ma  dall'altra,  mentre  che  U  rimirauano  in  quefti  franagli  così 
manfueta.e  paziente ,  fi  moueuano  à  pietà,  e  compatitone ,  e  vedendo  non  le 
poa  r  CfTere  d  aiuto  alcuno ,  fi  moueuano  à  lagrimare ,  &  à  pianto . 

1  em  o  ancora  il  demonio  di  foffocarla ,  e  priuarla  di  vita  :  e  quefto  feguì  vna 
fera  In  camera  della  Madre  Priora  ;  doue  ritrouandofi  la  Beata ,  fu  con  grand' 

4  impeto 


Vita  della  B.Mària  Maddalena  de'Pazzi .       7 1 

impeto  gettata  in  terra  al  (uà  folito  ,  &  ad  vn  tratto  fé  le  vidde  enfiare  la  gola, 
&  il  vifo ,  e  cominciò  à  toffire  come  fé  fulTe  foffocata  j e  per  l'affimnoche  pa- 
t ma»  fudana  grandemente ,  e  con  voce  foffocata  >  che  à  pena  srvdiua ,  dicena  : 
io  muoìo-yiomiioìo^  io  fono  foffocata.  Né  (ii  quefto accidente  per  paffaggio,  ma 
durò  in  guefto  tramaglio  per  io  fpazio  di  tre  ore  ;  e  ceffata  che  Je  fu ,  rima- 
fe  col  vifo  così  liuido,e  pefto>che  fu  ncceffario  di  medicarla .  Tutte  quefte  co- 
le le  fuccedettero  à  occhi  veggenti  delie  Monache.  Ma  oltre  di  quefte  pati 
molti  altitrauagli ,  che  non  ti  viddero,*  poiché  la  notte  non  la  kfciauano  i  de- 
moni prendere  ripofo ,  e  neirifteiTe  maniere  frequentemente  l'afialiuano ,  e 
tormentauano  di  modo ,  che  fra  il  giorno ,  e  la  notte  non  auena  quafi  mai  be- 
ne y  ma  ftaua  fempre  in  vna  continua  battaglia .  Onde  ella  ftelTa  ebbe  à  dire > 
che  tra  le  tenrationi  interne  ,  e  combattimenti  efterni  era  tanto  occupata ,  che 
non  le  rimaneua  tempo  da  offerirli  à  Dio . 

Quanto^  volorofamente  fi  portò  la  Beata  Maria  Maddalena  in  quefla  battaglia:  co  de» 

moni.  Cap.     XLFÌ. 

SrcomeFinuitto  animo  di  quefta  nobile  Verginella  non  fi  fgomentò  al  pri- 
mo afsalto  di  quei  fieri  leoni ,  che  le  comparfe io  alianti,  quando  da  Dio  fu 
poftain^queftoiagodi  tentazioni ,  ma  appoggiata  alla  grazia  dinina  animo  fa- 
mente  vi  entrò  dicendo,  sufficit  mìhi  grati*  tua  ;  Cosifenza  diuenire  pufilla- 
riimepafiò  cinque  anni  interi  in  quefte  crudeli  battaglie .  E  veramente  era  co- 
fa  di  ftupore  il  vedere  vna  tenera  fanciulla  debole  di  (efifo,  di  età  grouenile,  co- 
me vna  pecorella  in  mezzo  à  tanti  lupi  >  ftar  così  intrepida, e  forte,  né  mai  fian- 
car fi, ò  querelarfi,ò della  grauezzactelk' tentazioni, ò deiFacerbità  de'tormen- 
ti, ò  della  lunghezza della  du razione  »  ò  d'alerò  finiftro accidente,che  le occor» 
yefle:  ma  fempre  conformata  con  ladiuina  volontà  armata  dell' vmiltà,e  prò- 
tetta  dalla  grazia  di  Dio,ftette  fempre  infteecatocorcqueftemoffruofc  beftie 
infernali;nè  mai  da  quelle  fu  vintale  fnperata,  Imperochè  efléndeeome  fopra 
è  detto  da'demoni,e  nell'interno  e  neli'efterno  travagliata,  e  tormenta ta,fop- 
portò  il  tutto  con  tal  fortezza  d'animo>che  fé  bene  per  ilpatimento  del  fenlo* 
alle  vifte  de  gli  fpanentofr  demoni,  allo  ftrepito  de  gii  orrendi  gridi>&  al  dolore 
delle  acerbe  pex:ofse,e  de'  velenofi  morfine  le  impallidiua  il  voko,e  fi  vedeua 
piena  dafflizione>e  trauagliojnò  però  &  vidde  maialterata,ò  impazknte>far  atti, 
ò  dir  parola d'animo  appaflìonato,e  foprafatto.  Né  iffuovo$to>a$rcorchèafrlit- 
to,perdémai  quella  gratia,e  benignità,cherendeuailfuofembiante  angelico, 
ma  fempre  conferuò  la  fua  modeftia  >  e  manfuetudine  ;  e  dalla  fua  bocca  non 
s'vdiuam  quei  tormenti  vfeire  altrepa*olefenorkqueffe,00»e/«  a Giesu  mio? 
Anziché  vedendo  che  le  Monache  talora  per  iiia  comparsone,  in  vederla 
così  duramente  trauagliata.>piangeiiano ,  ella  le  confoìaua*e  drceua  :;  T^on  vi 
ricordate  voitche  quefte  cofe  hanno  da  ejfere,è  cheto  deuoper  dhuino  volere  pajfar  per 
quefte  tentazioni  ?  E  fimilmente;quando  vedendola  in  quei  torménti  còsi  fie- 
ramente percome  ftrafeinata  per  terra,cercai*ano  difarle  qualche  offequio.- 
ella  dkeua  loro.  Lafciate pur fare  a "demoni So  che  il  Signore  non  permetter  etiche 
faccino  più  di  quello, che  poffono  le  miefor^e.  E  talora  burlandoli  de  gli  fieflltor- 
»l£lttij  diceua  al  demonio  :  E  quando  tu  m barai  tormentato quanto defukr'hche 

15         a  haY/ti 


72-     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

barai  ottenuto  $  ^4d  ogni  modo,  Benedicam  Dominion  in  omni  tempore ,  femper  laus 
eitisìn  ore  meo.  Altra  volta  rimprouerandole  la  loro  debolezza,doppo  efìère 
fiata  più  volte  nel  medefimo  contratto  da  loro  gettata  in  terra  ,  gli  diffe^»  . 
Voi  non  potete  far  e  fé  non  quanto  vi  permette  il  mio  Spofo  m  E  riuolta  ad  vn  de- 
monio diffe  ilo  non  niego^che  tu  non  fia  forteto  beflva  horribile ,  e  che  io  da  mefia 
debole  :  ìyul  è  apprejfo  di  me  il  Signore ,  che  infinitamente  è  pia  potente  di  té.  Ht  in- 
ibita rìdo-  à  tutti  diceria  ;  Tslon  vi  accorgete  ò  (tolti  T&  ignor  antiche  io  fono  col  mio 
Ciesuxe  cltf  non  mi  potete  nuocere  ?  T^pn  vi  accorgete  ancora  y  che  con  tante  voflrc 
battaglie  mi  farete  rimanere  più  glorio/a  vincitrice  i  Fatta  animofa  contro  dì  lo- 
ro gli  prouocaua  à  battaglia  ;  vedendoli  quando  in  Coro  aftaticarfi  in  ibgge- 
lire  penfieri  vani  alla  mente  delle  Monache  per  diftrarle  dalle  diuine  lodi  ; 
quando  nella  danza  >  doue  le  monache  fi  comunicano ,  &  odono  la  parola  di 
Dio ,  per  impedirle  l'attenzione, e  torle  la  diuozione  ;  quando- nel  Refettorio , 
per  farle  commettere  difetti  nel  cibarfi,e  per  dittrarle  dalia  lezione  spirituale  ; 
quando  nella  fala  del lauoro,  ò  in  altri  luoghi  defercizi,  per  farle  tarde,e  negli- 
genti, pigliana  da  vnamano  la  Croce  »  e  dall'altra  vna  disciplina  ,  e  conquette. 
gli  perfeguitaua  ;  e  petcuotendo  or  qua  or  là  per  quelle  ftanze,  il  andana  cac- 
ciando da  quei  luoghi  3  e  diceua  alle  monache  -,  ^C?»  vedete  voi ,  che  tutto  il 
Muniflero  è  pieno  di  demoniche  ci  ajfiflono  per  tentarci  ?  E  domandata  vna  volta 
perche  non  cacciaua  mai  i  demoni  di  Capitolo,  rifpofe,  che  in  quel  luogo  non 
vi  entrauano,per  li  atti  di  vmiliazione  >  e  di  mortificazione,che  ini  fi  iàceuano . 
Se  bene  il  demonio  la  perfeguitaua  in  tutti  i  luoghi  >  &  in  tutti  i  tempi  ,  di 
giorno ,  e  di  notte  ;  non  aueua  però  paura  alcuna ,  &  andaua  per  tutto  edam  di 
aieza  norte;nè  retto  per  quefto  di  far  mai  alcuna  diuozione,  ò  opera  di  carità ,- 
ò  altro  bene  per  alcuno  fpauento,  ò  terrore,  che  la  poneilero  i  demoni .  Onde 
confa  fi,  e  ihergognati  ,come  codardie  perdenti,  fi  partirono  da  lei  vrlandò,  e 
addendo, e  costda  lei  più.  volte  furono  feliciti  :  &ellailtutto  riconofceuada 
Dio^nelf aiutodel. quale  fi  confidaua. 

€ome  i  demoni  per  ritirarla  dall' aufier  ita  delfuo  viuere  ,  le  apparfero  in  forma  di 

Monacheie  come  per  /ereditarla  prefero  più  volte  lafua  effigie ,  e  fecero 

dey folleuamentinelMuniftero  .      Cap.      XLVll.. 

NOn  potendo  l'infernal  nimico  tolèrare  lauderò  modo  di  viuere  di  quefta. 
Beatale  vedendo  non  poterla  né  con  perfuafioni ,  ne  con  fpauenti,ò  al- 
tr'arte  da  lui  vfata  ritirarla  da  quello ,  pofe  mano  agl'inganni;  e  vedendofi  Sco- 
perti ^interni  delle  falfc  periuafiue,  volle  tentare  anco  gli  efterni .  Perciò  va 
giorno  le  apparuero  due  demoni  in  forma  di  due  diuerfe  monache jvna  veftitx 
di  negro  e  l'altra  di  bianco  ;  e  moftrandofi  l'vna,  e  l'altra  molto  zelanti  del  fuo- 
bene  :  con  pictofo  affetto  le  dilfero.che  rimettefle  alquanto  il  rigore  della  fila 
vita>  perche, come  fingolarcnon  era  accetto  à  Dio,anzi  che  perciò  l'oftende- 
ua  ;  e  che  le  auefiè  perieuerato  in  tale  oftinazione,  farebbe  caduta  in  difgraaia*  - 
di  Sua  Diuina  Maettà .  Rimafe  la  beata  giouan*  per  quetta  vifione  con  qual-^ 
che  timore,ma  temendo  più  dell'inganno  della  vifione,  che  diquello  delibo* 

viuere- 


Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'  Pazz? .       75 

viuere  »  poiché  era  con  f  vbbidienza  defuoi  Superiori,  ricor  (e  alForazione;neI- 
la  quale  rapita  in  eftafi  il  giorno  de  Satiri  Simone, e  Giuda,  le  fu  due  lato  dal  Si- 
gnore ,  che  quefti  era  flato  il  demonio  per  ingannarla  ,e  rimuouerla  dal  diuino 
volere.  Dal  che  prefo animo  non  lòlo  non  allentò  il  fuo  rigore,  ma  con  mag- 
giore aufterità  l'andaua  offe  mando  di  modo ,  che  eflendo  ella  in  quefto  tem- 
po della  prouazione  fopragiunta  da  vna  febbre  ardente  con  molti  dolori  e  fpe- 
cialmente  con  ecceflìuo  dolore  di  tefta;ad  ogni  modo  non  tralafciò  il  fuo  Co- 
iitocibo  di  pane, &  acqua ,  ne  difmeffe  l'altre  penitenze  del  dormire,  del  vefti- 
re, dell'andare  fcalza.  e  dell'altre  fatiche >&  efercizidel  muniftero.  E  così  feguì- 
tò  per  venti  giorni ,  &  arebbe  feguitato  fino  alla  morte ,  fé  dall'vbbidienza  del 
Padre  ipirituale  ,  e  della  Superiora  non  le  fu  (Te  comandato,  che  piglia  fle  vn  pò 
di  riftoio, acciò  riauefle  alquanto  le  forze- Ma  però  il  riftoro.che  prefe,  non  tu 
altro  ,che  qualche  cibo  quadragefimale  per  pochi  giorni  >  doppo  li  quali  ri- 
tornò alla  medefima  aufterità . 

Eflendo  riufcito  così  vano  al  Demonio  il  fuo  difegno ,  volle  prouare  vn'al- 
tr'arte  :  e  fu  di  confondere  per  via  ài  infamia  il  concetto,  e  1  odore ,  che  della-, 
fantità  di  lei  era  appreflò  le  lue  monache.Onde  in  quefto  tempo,che  ella  fi  ci- 
baua  di  pane  ,  &  acqua,  vna  mattina  mentre  fi  trouaua  in  Capitolo  alla  fanta_» 
Comunione;  il  demonio  prefe  la  fua  effigie  :  e  nel  tempo,che  dalla  cucina  del 
muniftero  paffau  a  vna  monaca ,  andò  in  detta  forma  alla  pentola  ,  che  eraal 
fuoco,e  ne  trafle  fuora  della  carne>moftrandpdi  portarfela  per  mangiarla. Ve- 
dendo quefto  la  detta  monaca ,  e  penfando,  che  fufle  Suor  Maria  Maddalena, 
reftò  molto  fcandalizata;  e  mormorandone  dentro  di  fé  Aefia,non  feppe  con* 
tenerfi  di  non  lo  dire  à  qualcheconfidente:&  effendofi  fparfa  per  il  muniftero 
quefta  voce,  la  Beata  ne  riportò  vna  gian  confufione  ;  e  fé  non  fuffe  ftata  giu- 
flificara  da  chi  offeruò ,  che  in  detta  ora  ella  fi  ritrouaua  in  Capitolo  con  l'altre 
à  comunicarli ,  farebbe  fortito quello , che  pretendena il  demone .  Vnaltra 
volta  prefa  dal  demonio  la  medefima  forma  di  lei,  di  notte  tempo  andò  in  vna 
flanza,e  tolfe  alcune  cofe  da  mangiare;  il  che  eflendo  flato  vifto ,  fu  publicato 
per  il  muniftero,&  imputato  à ìei.La  quale  conofcendo,che  tutte  quefte  erano 
perfecuzioni  del  demonio  Je  tollerò  con  pace ,  e  non  dilse  parola  in  fua  difefa. 
Si  manifeftò  con  tutto  ciòcche  quefta  era  bugia;  poiché  vnanouizia  fece  tefti- 
monio ,  che  la  Beata  era  ftata  tutta  quella  notte  nell'oratorio  dalle  noui- 
zie  in  orazione  infieme  con  eflò  lei  :  &  ella  domandatane  dal  Padre 
Confeflore  ratificò  il  medefimo,  Onde  forti  tutto  il  contrario 
di  queIlo,che  pretendeua  il  demonio;  poiché  per  mezzo 
di  quefte  infamie  maggiormente  rifplendeua  la  fua 
perfezione ,  e  fantità  nel  tollerarle  con  animo 
sì  quieto,  fenza  procurarne  giuftificazio- 
ne  ;&  in  vece  di  reftar  confufa,rima- 
neua  giuftificata  da  Dio  ,  e 
confufo  il  demo- 
nio» 


jtìeim 


74     Vita  delta  RMariaMaddafenà  dèPazziv 

^Mcunlconforti fpirituali  yche  ebbe  là  E "Maria? Maddalena  in  quefli  cinque  anni  de 

provatone ,  e  fpecialmente  come  ella.  riceuèdaGiesk  ilfafcetto  degli 

Strumenti  della, fua  TaJJione  ,  &  altra  voltaXifleffo  Giesà  nelle 

braccia  JE come  fu  confortata  convnfoaue  liquore  da  S.To- 

mafo  à  Aquino  ^flette  quattro  giorni  ye  quattro  notti 

continue in  ejìafi0.Cap.  XLVILL. 

SE  bene  Iddioaueua  lafciato  queft  anima  in  mezzo  di  tanti  demoni ,  e  tenta- 
;  ztonijfenz&ilgufto  della  fua  graziale  gu  (bua  di  vederla  così  defolata  com- 
battere tanto*  virilmente  ;  nondimeno  come  pietofo  Signore  non  le  dàua  il 
cuore'al  noftro  modo  di  dire  )  di  lafciar  creatura  tanto  di  lui  amata  totalmen- 
te lenza  qualche  guftoddlecofediuine.Onde  di  quando  in  quando  per  mag- . 
giormente  inuigorirLvIe  ftillauaneiranimiqualche  dolcezza  fpirituale;  quan- 
di per  mezzo  d^lSantillimoSagramento  ;  quando  col  folleuarJ&in  eftafi  ,  e_> 
farla  partecipe  de'celfciti  fegreri;equando  con  mirabili  apparizioni.e  dolce  vi- 
fte.-ora.dalla.fua  facratiffima  vmanità ,  ora  della  Santiffima  Vergine;  oca, de  gli 
Angioli ,  de'qnali  vedéu&  talora  grandi  fchiere  per  il  muniftero  in  aiuto  delìt^ 
iìie  monache:  &  ora  de'Santi  fuor  duoti  Ma  fpecialmente  è  da  notare  quello,, 
che  le  fuccefle  circa  la  fine  del  medefimo  anno  1 5  85.^5.  di  Febraio  $  nel  qual 
giornocorrcndo  il  Giouedì  di  CatneuaIe,chiatnato  in  Firenze  Berlingaccio,  fi. 
te  ce  nel  fuo  muniffero  dalle  Mònache,  conforme  alfolito>vna  diuota  procef- 
fione  per  placare  l'ira  di  Dìo  irritata: dairoftefe ,  che  in  quei:giorni  in;particola- 
re  fi  Tanno  da'mondàniallaDiuinaMaeftà.  Dòueritrouandofi  ancor  ella  >  e 
confiderando  con  amaro  animo  quefteoffelcfu  rapita  in  eftafi,  e  le  apparile.^ 
GiesiYappaffìonato,in  quella  pofitura  come  quando  da  Pilato  fu  moftrato  al 
popolo  Ebreo  dicendo ,  Ecce  Homo ,  Per  la  qual  vifta  acceia  di  defiderio  di 
patire, di(le:0  Giesà  mioypercbenonpoffoeffere  io  quellayche  patifca  tanti  affanni, 
tanti  Jiberni,e  villanie  yquant  io  veggio  cbequeiitradìtori  ti  fanno  ymoflrandoti  al  po- 
polo? per  che  non  poflo  cauarti,diteftzqueUa,pungente  coronaycbe  tanto  t'affligge  ,  e 
mettsrla.in  capo  a  me •-,. poiché  per  me  la  tieni  y.e  per  me  patifci  queflepene  3  e  tor- 
menti <?  E  mentre  dimoraua  in  quelli  amorofi  affetti ,  intefe  corne^Giesti  per 
compiacerla  in  tal  defiderio  di  patire  per  amor  fuo  >  le  voleua  fare  vn  preziofo 
donatìuo  pieno  damorofo  dolore;  e  quefto  era  concederle  nelle  braccia  in 
vn  fafeio  gl'ilìrumenti  della  fua  Pàllione  ,  chiamato  da  S.Bernardo  il  fafeetto- 
delta  mirra.Onderiuolta  al  detto  Santo  lo  pregò  con  grande  affettoxhe  la  vo- 
kfle  purificare  col  làngne  di  Giesù,  acciò  dégnamente  nccuelTe  quefto  dono; 
e  vedendo  nelle  mani  di  Giesù  gli  linimenti  della  fua  penofiiFima-  Pàffione,. 
gli  nominò  ad  vnoadvnoSc  allargando  le  bracciale  ftrinlèpoi  /opra  il  petto, 
e  moftrò  d'abbracciare  itdettofafcio,,  dicendo  >;  Fafciculus  mirrhx  dtl&tlus 
meus  mihi ,  inter  vberamea  commorabitur .  Ma  lo  ricette  con  tanto  lentimento 
di  dolore>  e  con  tale  participazione  delle  pene  di  Giesù  che  cadde  in  terra  tut- 
ta tremante;&  alquanto  dopò  fi  rifuegliòdal  ratto  piena  di  fpirito,  e  più  forte 
&  animo  fa  che  mai  contro  i  demoni. 

Non  molto  dopò  piacque  àfuaDiuina  Maeftàfarle  yn  altro  fauore  di  «non, 


tTvi  nr»r 


Vrta<Jella  B.Maria  Maddalena  de1  Pazzi,      7  j 

ìsninordolcezza.Haueua  ella  mólto  tempo  defiderato  di  vedere  Giesù  bam- 
bino in  quella  forma,e  ftatura >  che  egli  vfcì  dall' vtero  Verginale  di  Maria,on- 
de  rapita  vna  volta in  eftafiin  queftoScfiderio  >  Jeapparue  Ja  Santiflìma Ver- 
gine con  Giesùbambino  in  quella  forma  che  la  Beata  lo  defideraua,e  la  com- 
piacque non  folo  di  inoltrarglielo,  ma  anco  glielo  diede  nelle  braccia  :  &ella 
teneramente  ftringendolo  al  petto^per  Scontento  ,e  giubilo ,  che  fentiua ,  pa- 
reuarche  tutta  fi  Jiquefacefie  d'amore  ;  ne  farebbe  poffibile  efprimere  con  pa- 
role le  lagrimeie  gliamorófiaffctti  >chein  tal  contemplazione  etìasfogò  ver- 
fo  di  Giesu  bambòiino . 

Similmentea'7  .di  Marzo,  giorno  ili  S.Tomafod*  Aquino  >  contemplando 
ella  la  gloriaci  queftofuodiuoto ,  fu  rapita  in  etìafi  ,nel  quale  vidde  il  detto 
Santo  cinto  di  gloriofa luceje  da  Sconfortata  à  ftarfalda  in  quella  battaglia , 
l*auuisò,che  doueua ancora  xzrefeere  in  lei Taridicà di  fpirito . Perloche  racco- 
mandandofi  ellacàldamenteairinteiceflione  del  Santo  ,  vidde  che  prima  di 
partirli  da  leile  vnfeil  lato  delcuorce  tutti  i  fenficon  vn'odorifero» e  prezio- 
so liquore  ;  dal  quàteiCome  dififcfifentì  molto  rinuigorire  lo  fpirito ,  e  fortifi- 
care la  volontà. 

.  Ancora  nd  giorno  dell'Ànnunziazione  della  Santifs.  Vergine  >  contem- 
plando l'akiflìmo  mifterio  dell'Incarnazione  >  flette  fei  ore  continue  in  eftaiì . 
nel  quale  prefegrandiffimo  riftorofpirituale  ;  poiché  per  mezo  di  qudfte in- 
telligenze fi  vedeua  illuminare  l'intelletto,  e  rinnigorire  la  volontà,  che  neJf- 
pfeurità  delle  tentazioni  le pareua  d  auer  fepòlti  ne'peccati. 

Medcfimamente  a'2,0  di  Luglio  dell'anno  feguente  1 5  8<5.giornodi  S.Mar- 
gherita  ,  mentre  ella  fi  rrouaua  in  Coro  à  recitare Tvffiziodiuino  $  fu  rapita  in 
cftafi;nel  quale  intefe,come  Iddiofi  compiaceua  di  mitigate  alquanto  quefta 
battaglia  fpiritualcfino  al  feguente  mefe  d'Ottobre.  II  che  con  effettofi  vid- 
de;poiche  in  detto  tcmpo,quietate  alquanto  le  fiere  tentazioni,  e  franagli  dia- 
bolici,gu  ftó  più  dello  Spirito  &  ebbe  più  frequenti  ratti . 

Ma  fpecialmentc  del  mele  d' Agofto  feguente* tra  molti  altri,  ebbe  vn  efta- 
fi mirabile  ,  nel  quale  dimorò  quattro  giorni, e  quattro  notti  continue,  e  fufle- 
guenti ,  ritornando  a'  fenfi  iòloper  due  ore  ad  giorno,  per  fodisfare  all'vffizio 
diuino,  e  prendere  vn  poco  di  cibo  di  pane,  &acqua  .  Entrò  ella  in  quello 
eftafi  il  dì  1  i.deldejto  mefe,e  durò  fino  a'rs-nelqual  tempo  ebbe  alte  intelli- 
genze delle  cole  diùine ,  le  quali  fi  godette  frase,  e  Dio,  poiché  indetto  eftafi 
parlò  poco:ma  bene  fi  vedeua  dall'eflerno ,  chedl'era  tutta  afforta negli  abif- 
fi de<liuini mifteri  .Conquefte  contemplazioni ,&altriefercizi  ipiritualifian- 
daua  vie  più  armando  contro  i  nemici,  afpcrtandodopò  la  quiete  maggiori  af- 
faltixome  le  fuccedettero  * 

Ebbe  vn  altro  conforto  [piritualein  queflo  tempo ,  e  \fk  <T  e/fere  a/Jìcurata  con 

vn  mirabikìfègno ,  cbewefitoi  ratti  non  era  ingannata  dal  demonio 

Cap.     XLIX. 

TRa tutte  le  tentazioni,  che  tormentauano  queft  anima  nel  tempo  dei- 
fa  fua  pronazione ,  fu ,  come  fopra  è  detto  t  la  tentazione  della  &  fra- 
zione: 


jG       Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

zione;  quale  veniua  contro  di  lei  armata  dal  timore,  che  perfua  vmiltàella 
aueua  continuamente  di  non  elfere  dal  demonio  ingannata  negli  eftafi  .  Onde 
il  benigno  Signore ,  che  non  permette  ,  che  gli  vmili  di  cuore  fieno  nelf  vmil- 
tà  depreflì ,  ma  per  mezzo  di  quella  gli  efalta ,  foccorfe  con  vn  mirabil  fegna 
quefla  fua  diletta  in  tanta  afflizione .  Imperochè  oltre  a  predetti ,  e  molti  altri 
rattichella  ebbe  nel  detto mefe  d'Agofto  del  1 5 *6*  n'ebbe  due ,  vno de'  quali 
feguì  il  dì  1 6.  e  l'altro  il  dì  1 5 .  di  detto  ;  ne*  quali  fpecialmente  fu  afficurata ,  e 
confortata  da  Dio,  che  quelli  fuoi  ratti,  &  intelligenze  non  erano  illufioni  del 
demonio,  ma  effetti  dell'amore  difua  DiuinaMaeftàverfodilei,  eperfegno 
di  ciò  le  fece  intendere  ,  come  voleua  che  ftetTequindeci  giorni ,  in  termine 
de'  quali  non  fi  cibarle  fé  non  tre  volte  in  quello  modo  5  cioè  li  due  Giouedì,  e 
]  a  Domenica  ,  che  correuano  in  mezo  di  detto  termine  ;  e  che  ne*  due  Gioue- 
dì da  fera  pigliale  folo  vn  pò  di  pane  »  e  vino  >  e  la  Domenica  cibi  quadragefi- 
mali .  Àuendo  ella  ciò  conferito  al  Padre  Spirituale,  &  alla  Madre  Priora  (co- 
me quelli ,  che  ancor  erti  defiderauano  auer  qualche  ficurezza  fopranaturale 
della  verità  di  quefte  fue  intelligenze)  le  concedettero  licenza.  Onde  eflendo, 
quando  ella  l'vltima  volta  intefe  quello  volere  di  Dio,  in  giorno  di  Domenica, 
cominciò  quello  digiuno  il  Lunedì  feguente ,  e  flette  fenza  punto  di  cibo  dal- 
la detta  Domenica  fino  alle  14.  ore  del  Giouedì  feguente ,  alla  qualora  prefe 
vn  poco  di  pane ,  e  vn  pò  di  vino ,  &  il  Venerdì ,  e  Sabbato  feguente  fino  alla 
Domenica  fera  non  prefe  cofa  alcuna  ;  ma  la  Domenica  fera  prefe  alquanro  ri- 
fioro di  cibi  quadragefimali .  Dipoi  pafsò  tutta  la  fettimana  lèguente  fino  alla 
Domenica  come  l'antecedente ,  conforme  all'ordine  fuddettoauutoda  S.  D. 
Maeftà  ;  &  infra  detti  quindeci  giorni ,  fuori  di  dette  tre  volte  >  non  prefè  ne 
pure  vna  gocciola  d'acqua  >ma  folo  il  Santiffimo  Sagramento  dell'Altare  ogni 
mattina  5  dal  quale  rinuigorita  etiam  corporalmente  ,  fece  in  tutti  i  detti  quin- 
dici giorni  i  foliti  efercizi,e  fatiche  della  Religione  con  tanta  prontezza,e  fran- 
chezza >  che  faceua  flupire  le  Monache  5  né  mai  fi  vidde  in  lei  flanchezza ,  ò 
mancanza  veruna ,  ne  pure  pallidezza  di  volto ,  ma  fu  come  fé  aueffe  in  detto 
tempo  dato  al  fuo  corpo  ogni  riftoro .  Per  quefto  fegno  fentì  alquanto  alleg- 
gerirti quel  gran  timore,  che  aueua  degl'inganni  diabolici,  Ci  che  potè  in  auue- 
nire  far  più  gagliarda  refiftenza  alle  tentazioni, con  che  (òpra  ciò  f  inquietana  il 
demonio  ;  &  anco  il  Padre  Confeffore,  e  le  Monache,  flimando  quello  fegno 
colà  fopranaturale  >  viepiùficonfermorno,  che  quefte  cofe  follerò  da  Dio . 

Le  fono  moflrate  da  Dio  le  pene  del  Tuì-gatorio,  dotte  vede  l'anima 
dyvn  fuo  fratello .  Cap.     L. 

ESfendo  del  mefe  di  Giugno  1 5  87.  pafTato  à  miglior  vita  vn  fratello  carnale 
della  Beata,  ella  conforme  al  ilio  folito,  nel  pregare  Dio  per  l'anima  fua  » 
fu  rapita  in  eftafi  ,  e  le  fu  moftraro  penare  nel  fuoco  del  Purgatorio. Si  accefe 
ella  per  quella  vifta  àfupplicare  con  più  femore  la  Diuina  bontà  per  la  fua  li- 
berazione ;  e  dopò  d'eflere  ftara  in  quella  orazione  affettuolamente  per  buo- 
no fpazio  d'ora ,  fi  rifentì  dal  ratto  tutta  piena  di  terrore  .  E  con  gli  occhi  pie- 
ni di  Jagnmarc  fé  n'andò  alla  Superiora ,  a'  pie  delia  quale  prollratafi ,  die 


r\  A4 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzi .     77 

0  Madre  fon  pur  grande  quelle  pene  y  che  in  Purgatorio  patifcono  t  anime  \  TS[on  mai 
larei  credute  tali ,  fé  Dio  non  me  naueffe  dato  vn  pò  di  lume .  La  medefima  villa 
ebbe  il  giorno  feguente,alla  quale  furapita  mentre  andaua  meditando  quel- 
le pene  ;  e  tanto  tu  il  trauagho  che  le  apportaua  tal  vifta ,  che  riuolta  à  Dio 
ebbe  à  dire:  t^o  mi  dà  il  cuore  yò  Dio  mio  di  viuere  in  terra\e  conuerfare  tra  le  crea- 
ture con  tal  vifla .  La  fera  poi  del  dì  fegucnte  ritrouandofì  nell'orto  con  l'altre 
Monache,  fu  di  nuouo  rapirà  in  eftafi;  e  per  quanto  ficomprefe  dalle  azioni 
die  fece  ,  e  paiole  che  dilTe,  le  tu  moftrato  da  Dio  il  luogo  ,x  le  pene  del  Pur- 
gatorio •  Imperochè  tutta  piena  d'afflizione  ,  e  d'ammirazione ,  con  volto  feo- 
ìorito,  e  mefto, circondò  tutto  1  orto  à  palio  lento  ,*  e  fermandoli  ora  in  quella 
parte ,  &  ora  in  quella  >moftraua  di  vedere  pene  atrociffimee  diuerfe  :  e  dalle 
parole,  che  proferiua  in  vn  luogo ,  moftrò  di  vedere  le  pene  de'  Religiofi  ; 
in  vn'altro  quelle  degl'ippocriti  ;  appreffo  quelle  degl'ignoranti  ;  altroue  quel- 
le de  di  (ubidienti  ;  doue  quelle  degl  'impazienti;  e  doue  quelle  de'  bugiardi,  an- 
cora quelle  de  fu perbù&ambiziofi, quelle  deglauari,e  per  vltimo  quelle  de- 
gl'ingrati. Nella  villa  delle  quali  pene  era  tanto  il  terrore  che  patiua.  e  tanta  la 
compaffione  che  fentiua  verfo  di  quell'anime ,  che  ora  per  pietà  fi  chinaua  fi- 
no in  terra ,  ora  per  compaiiìone  fi  ftringeua  nelle  fpalle ,  ora  per  marauiglia 
percoteua  palma  à  palma ,  ora  per  flupore  alzana  gli  occhi  al  Cielo ,  e  porge  - 
ua  fouente  affettuofe  preghiere  à  Dio  per  quell'anime ,  &  ora  inuitaua  il  Cic- 
lo, elaterraàflupirficoniew  Talora  riuolta  à .quell'anime  ,  proferiua  parole 
di  compaffione  verfo  di  loro  ;  quando  le  riprendeua  de'  peccati  per  i  quali  pa- 
tinano ,  e  quando  le  confortaua  con  le  fperanze  de'  beni  die  afpettauano  $  & 
in  quelli  atti  diffe  tutto  ciòcche  è  notato  nel  libro  de'  fuoi  ertali  a  fuo  luogo .  E 
tanto  viui  erano  gli  atti  che  faceua  ,  e  le  parole,che  in  quello  eftafi  ella  diceua, 
che  moueuanoà  compaiiìone,  e  lagrime  tutte  le  Monache  affilienti  àque- 
fto  fpettacolo  /  perchè  pareua  che  propriamente  ella  vederle  quelle  pene  con 
gli  occhi  corporali  :  onde  accefe  in  tutte  molto  femore  nel  pregare  Dio  per  T 
anime  del  Purgatorio ,  Tra  l'altre  cofe  notabili  che  ella  dilTe  di  quelle  pene,fìw 
che  tutti  i  tormenti  patiti  da'  fanti  Martiri ,  fono  vn'  ameno  giardino  in  parago- 
ne di  quello,  che  patifcono  le  anime  del  Purgatorio;  e  poi  fuori  di  ratto  dilTe 
che  erano  tanto  terribili  ?  che  fé  in  tal  vifta  non  auciTe  auuta  la  compagnia  del 
fuo  Angelo  Cuftode ,  e  di  Santo  Agoftino,  che  in  tutto  quel  luogo  faccom- 
pagnorno,  non  l'arrebbe  potuta  foftenere .  Non  fu  quella  villa  vana  per 
l'anima  fua  :  poiché  come  ella  dille  nel  medefimo  ratto,  da  qui  im- 
parò à  conofeere  maggiormente  la  purità  diuina  >che  non  am- 
mette nel  fuo  regno  fé  non  anime  purificate,  e  monde  da 
ogni ,  ancorché  minimo  debito  di  colpa ,  e  fi  accefe 
à  maggior  odio  del  peccato  ,•  e  con  quella  co- 
gnizione ,  &  odio  fi  fece  più  forte  contro 
le  tentazioni  importune ,  che  in  tal 
tempo  vie  più  la  traua. 
gliauanor 


%  * 


le 


78       Vita  della  B.Marìa  Maddalena  de'  Pazzi. 

le  tiene  ordinato  da  Dio,  che  vadafcal%a  ,  e  veflita  dvna  yiliffma  tonaca  ;  econvn 

fegno  marauigliofo  confermò  Dio  quefla  fua  volontà  >  quale 

fu  da  lei  efeguita  con  licenza  del  ?adre  Spirituale  * 

Cap.      LI. 

FVconce tto  di  S,  Gregorio  Papa  fopra  quelle  parole  di  Giesìu  Qui  non  re- 
nunciat  omnibus,qu#  poffidet ,  non  potefl  meus  effe  difeipuius  ;  che  chiunque 
viene  à  battaglia  col  Diauolo ,  deponga  i  veftimenti  delle  cofe  terrene .  Qui 
contra  diabolum  ad  tettarne* pr  operai, ve fiimenta  abuciat  ne  fuccumbat  -Così  ap- 
punto parue,chevolefle  Dio  da queft'anima  combattente  :  imperochè  aden- 
dola egli  porta  in  queftabattaglia,quaficome  a  lotta  con  i  demoni;  non  oitan- 
te,ehe  ella  fufie  fpogliata  dell'abito  fecolarce  d'ognicofa  terrena;per  rendetla 
più  agile.e  fpedita,  volle,  che  fi  fcalzaffè  i  piedi ,e  che  tra  le  vefti  della  Religione 
veftifle  la  più  vile, che  fi  trouaua  >  &  aueffe  la  più  pouera  cella,  e  letto,  che  nef- 
fun  altra  Monaca.  Onde  folleuata  in  eftafiil  dì  s.di Luglio  1 5  87.  Ci  fece  inten- 
dere quefta  fua  volontà  ;  alla  quale  prontamente  obbedendo  nell'ideATo  eftafi 
fi  trafse  le  fcarpe,e  le  calze  :  &  andata  in  cella, leuòogni  cofa, benché  minima, 
e  vi  lafciò  folo  vn  Crocifififo  all'Altarino,  &  al  letto  folo  il  faccone,<5c  vn'afle  in 
luogo  di  piumaccio .  Dipoi  andò  nella  danza ,  &  à  gli  armadi  della  comunità 
delle  tonache  ;  e  fcelta  la  più  vile>e  rattopata,  fi  ritirò  in  vna  ftanza ,  doue  fpo- 
ghatafi  di  quella  eh'  aueua  in  doffo,ft  riueftìdi  quella  abietta  E  fìi  tanto  il  con- 
tento ,  &  il  giubilo  del  Tuo  cuore  in  vederfi  così  vilmente  veftkaperamordi 
Dio.  che  affìttati  gli  occhi  al  Cielo>ne  ringraziò  Dio ,  come  di  (ingoiare  benefi- 
zio, e  coagrandiuozione  recita  il  Te  Deum.  Dopò  il  quale  sfatto  de*  Tuoi  abiti 
varinuolto, lo  portò  in  camera  della  Madre  Priora,-  e  prefo  il  calamaro,  carta,e 
penna.di  Ir  fi  trasferì  al  Coro,  e  fall  fopra  l'Altare  della  Beata  Vergine  a  ginoc- 
chioni, &  in  grembo  dvna  dinota  immagine  di  efsa  Vergine  enfiente  fopra 
detto  Altare ,  fcrifse  in  carta,e  fece  nuoua  profèflìone  eoa quefte  parole  :  io* 
Suor  Maria  Maddalena  fòprofefjìone >  e  prometto  a  Dio ,  alla  fua  pur  iffima  Madre 
Vergine  Maui a,  à  Santa  Caterina,  &  al  Serafico  Francefco,  infime  con  tutta  la  Corte 
Celefiiale,vbbidim'%a,Cafìità)epauertàjiel  modo  che  Dio  in  quefto  punto  mi  fa  intera 
dere,e  conofeere;  con  propofito  fermo  di  non  mai  lafciarlayfe  non  barò  vero  lume,che 
piaccia  così  à  lui yfi come  ora  intendo ycbe  egli  e  veramente  quello, xbe  vuole,  eh  e  io  of~ 
jèrui  la pouertà .  Verciò  confidandomi  nel  fuo  aiuto,  e  miferico*diafò<quefta  pofejfio- 

ne  in  manu  puritatis  Mari*  .  E  mentre  fcrifle  quefte  pai ole^tenne  fempre  la  fi- 
aiftra  mano  nelle  mani  di  detta  imagine  :  e  di  poi  diflei  Se  mi  farà  dettole  /* 
trouo  nona  regola,rifponderò,chc  non  è  nouitàjna  vn  far  perfetta  la  mia  $ggola,per~ 
tbe  tutte  arebbono  à far  cosi  Fauellò  poi  della- fama  pouertàcon  tanto  fpirito> 
che  n'accefe  gran  defidcrio  dofleruarla  in  tutte  le  forclle  che  l'vdirno.  Riuni- 
ta poi  di  nuouoalla  Beata  Vergine,  con  parole  molto  affettuofe  la  pregò ,  che 
di  lei  tene(Fe  continua  protezione,e  che  l'aiutafle  ad  eseguire  quanto  il  Signor 
re  le  aueua  fatto  intendere  :  e  tutto  quefto  fecce  diflè  in  eftafi. Dal  quale  ritoc- 
cata a  fenfi, andò  alla  Madre  Priora,e  proftrataaTuoi  piedi; la  pregò  con  granX 

affcti 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  dc'Pazzi.       79 

affetteche  per  l'amor  di  Dio  non l'impediffe  quella  vita>che  da  Dio  le  era  (lata 
ordinata.  Riipofe  allora  prudentemente  la  Superiora,che  bifognaua  palefare  il 
tutto  al  Padre  Confeffore,e  conforme  al  Tuo  configlio  fi  farebbe  regolata.  Pri- 
ma di  permettere  tal  cofa  volle  il  detto  Padre  far  proua  dell'vbbidienza  di  Suor 
Maria  Maddalena  >  per  chiarate  anco  fé  in  ciò  faffeftato  inganno  diabolico;  e 
perciò  le  comandò  che  fi  calzafscc  riueftiSè-delie  fue  vefti  folite.Sentì  la  Bea- 
ta grandamaritudine  introuare  il  fuo  Padre  Spirituale  difeordante  daquefta 
tiuelazionc  penfando,  che  ciò  dependefse  dall'efsere  (lata  ingannata  dal  De- 
moniojnon  le  parendo  poffibilcche  fé  quefto  fuo  intendimento  fotte  venuto 
da  DiOjdi  trouare  ilPadre  Spirituale  contrarioie  per  quefto  timore  proruppe  in 
gran  piantoe  con  prontezza  vbbidì  al  Padre  Confefsore .  Non  reftò  per  que- 
fto il  Signore  di  darle  il  medefimo  fentimento,  come  quello.che  voletia  veni- 
re all'effettoje  dopò  hauerle  fatto  intendere  due  altre  volte  quefto  medefimo 
del  mefe  d'Agofto  feguente  a'  2.ftando  pure  in  eftafi  ,  fi  fentì  oltre  modo  {li- 
molata dallo  fpirito  di  Dio  à  fpogliarfi ,  e  veftirfi  come  (opra  .  E  non  potendo 
fare  refiftenza  all'impulfo  diuino,fi  nudò  i  piedi  come  fopra ,  &  andò  per  la  to- 
naca vile  >  &  abietta,che  per  vbbidienza  sera  cauata  -,  e  menrre  itaua  per  pren- 
derla riuolta  à  Dio,  difse:  Dio  mio,quando  io  farò  con  te  ubbidirò  te,  quando  farà 
con  lowjrbbidirò  loro,danne  lume  là  giù .  In  quefto  mentre  vedendola  la  Madre 
Priora  le  difse  :  Suor  Maria  Maddalena  per  vbbidienza  datemi  cotefti  panni,  e 
non  ve  ne  veftitce  rimetteteui  le  calze  e  le  fcarpe.  A  quella  voce  d\  bbidien- 
za  fi  rifentl  la  Beata  dal  ratto,  e  prontamente  raffegnò  alla  Supcriora  la  tonaca 
domandatale^  fi  rimefse  le  calzce  le  fcarpe  :  ma  fu  cofa  mirabile ,  che  fubito 
calzata  fé  le  enfìrorno  i  piedi ,  e  l'entrò  tal  dolore  in  effi ,  che  non  vi  fi  reggeua 
ritta,nè  poteua  mouerfi  fé  non  carponi;fichè  le  bifognaua  andar  con  le  mani, 
e  con  le  ginocchia  per  terra ,  &  à  comunicarfi  bifognaua,  che  fufse  portata  i 
braccia  dall'altre  Sorelle .  Dopò  auerla  lafciata  ftare  in  quefti  termini  parecchi 
giorni,ftimò  il  Padre  Confefsorcche  quefto  folte  fufficiente  fegno,per cono- 
scere che  era  volontà  di  Dio ,  che  ella  tenefse  tal  vita;  onde  di  fua  commeffio- 
ne  la  Madre  Priora  difse  à  Suor  Maria  Maddalena  :  Il  Padre  vi  dà  licenza ,  che 
fé  voicredeteche  quefta  fia  volontà  di  Dio ,  vi  cauiate  le  calzce  le  (carpe,  & 
andiate  fcalza  conforme  che  Dio  vuole.  Subito  Suor  Maria  Maddalena  fi  fcal- 
zò,6c  in  quello  iftante  (  cofa  non  meno  mirabile  della  precedente)  fi  fenri  cef- 
fate ogni  dolore  de  piedi ,  e  fi  vidde  effettìuamente  ancor  dalla  Madre  Priora 
difenfiarle  i  piedi ,  e  fubito  cominciò  à  caminare  fenza  alcun 'impedimento ,  o 
dolore  5  &  andata  auanti  all'Altare  della  Beata  Vergine ,  refe  grazie  à  Dio,che 
<:on  tanta  pietà  aueua  fatto  conofeere  a  fuoi  Superiori  il  fuo -diurno  volere .  tt 
ella  fi  pofeadefeguirlopuntualiftImamente,efi  velli  della  tonaca  rattoppata, 
e  vile,e  feguitò  pertreanniconrinuid'andare  fcalza, tanto  J'inuerno  »  quanto 
la  (late, con  tanto  fuo  patire ,che  era  vna  pietà  il  vederla.  Imperochè  eterei  tan- 
<lofi  ella  in  quei  tempi  nell'efercizio  dzlh  cucina,  andaua  cosi  fcalza,  e  mal  ve  - 
dita  per  1  giacere  per  le  neufcper  il  che  fé  lenfiauano  e  feoppiauano  i  p kdue  le 
gambe  di  manjera,chc  da  ed]  fi  vedeua  (peftò  vergare  il  (angue  ;  e  per  il  freddo 
che  patina  >diuentauano  Je  carni  liuide,e  nere, e  bene  fpeflò  tremaua  così  fatta-  . 
e.che  non  poteua  quafi  proferir  parola  •  Nò  voieua  nftoro,o  confòrto  al» 

cimo. 


So       Vita  della  B. Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

amorfie  pure  permettercene  le  rotture  della  carne  de'  piedi,e  delle  gambe  le 
fuffero  fafeiate  ;  perchè  così  voleua  adempire  Ja  diuina  volontà ,  la  quale  ricer- 
caua  da  lei  quefto  patire  per  la  conuerfione  de*  peccatori,  e  per  gli  altri  fini  che 
iòpra  ;  ma  ipecialmente  per  confondere  i  demoni*  quali  (ommamente  aueua- 
no  in  odio  quefto  ilio  patire  per  amor  di  Dio .  Perciò  finiti  li  cinque  anni  della 
prouazione  Ci  rimette  le  (carpe. e  le  pianellcma  non  già  le  calze  fino  all'vltima 
infermità,  e  feguitò  la  medefima  pouertà  di  cella.e  di  veftito  fino  à  morte  >co- 
me  à  iuo  luogo  fi  dirà . 

V  ede  U gloria  di  Sant'+Agoflino ,  e  con  effe  recita  lYfi^io  Dittino  . 
Cap.  LI  I. 

SI  come  continuauano  li  patimenti  dì  quefta  ferua  di  Dio ,  così  di  quando  in 
quando  continuaua  Iddio  à  darle  qualche  conforto  (pi  rituale .  Onde  la  Vi- 
gilia di  S.  Agoftino  del  medefimoanno  1 587.  nel  recitare  alcuni  Salmi  in  ono- 
re di  detto  Santo,eftendofi  accefa  à  gran  defiderio  di  vedere  la  fuagloriat  ne  fu 
da  iua  Diuina  Maeftà  compiaciuta .  Imperochè  la  (era  del  medefimo  giorno , 
mentre  che  Ci  trouaua  in  Coro  alla  Compieta,fù  rapita  in  eftafi,e  vidde  S.  Ago- 
ftino in  vna  grandiffima  gloria  ;  la  quale  come  che  in  qualche  parte  ridondale 
ancora  in  lei,  fi  vedeua  ripiena  nel  volto  di  vn  certo  che  di  bellezza  ,  che  aueua 
del  diuino;e  cominciò  à  fauellare  col  Santo  con  tal  femore, e  veemenza  di  (pi* 
rito,che  non  fu  potàbile  notarlo .  Dipo  i  la  notte  feguente,mcntre  ella  Ci  ritro- 
uaua  à  recitare  il  Mattutino  in  Coro  con  l'altre  Monache,  fri  di  nuouo  rapita  in 
eftafi  ,e  le  apparile  il  detto  Santo  gloriofo,  come  l'aueua  veduto  la  fera  prece- 
dente.E  ftata  alquanto  in  quefta  contemplazione, finì  di  dire  l'vfizio  con  il  San- 
to :  e  quefto  Ci  compre  fé  dal  fentire,  che  lei  recitaua  vn  verfo,  e  taceua  l'altro, 
interponendo  quello  fpazio  che  bafta  per  recitare  quello,  che  ella  taceua  ;  nei 
qual  tempo  diede  anco  mamfefti  legni  di  vdiie  melodie  angeliche:  poiché 
(landò  attentiflìma  con  l'vdito^difle  ;  Sono  bene  altri  canti  quefiiy  che  quelli  che 
fi  fanno  qua  giù  in  terra:  Dopò  ch'ebbe  finito  lJvfizio,rimafe  in  contemplazio- 
.-ftatica  fino  allora  della  Comunione  -,  e  C\  comunicò  in  ratto  con  tanto  àf  - 
fetto ,  e  dolcezza  d'amore  diuino,che  pareua  fufle  per  mancare  di  vita  ;  e  ditte 
parole  tanto  affettuofe ,  che  arebbe  intenerito  ogni  duro  cuore  ;  rifentitapoi 
dal  ratto  riferì  per  vbbidienza  tutto  quefto*  Così  contracambiaua  Iddio  le  vide 
che  ella  patiua  degli  fpauentofi  demoni,  &  il  (iiono  delle  beftemmie  infernali, 
che  ne*  fuoi  orecchi  rilònauano,come  fopra  è  detto . 

Confermò  Iddio ,  che  quefla proua^ion e  veniua  dafua  Diuina  Maeflà ,  con  V opera- 
tori d'alcuni  miracoli  fatti  in  quejìo  tempo  della  prouazione  della  Beata  Ma- 
ria  Maddalena .  Cap.     LI  I  /. 

E  prima  :  Come  mh acolo f amente  fanò  vna  Monaca  r attratta  , 
e  vicina  à  morte . 

PErchc ,  vedendo  le  Monache  quefta  loro  forelJa ,  già  tanto  fauorita  da  Dio 
di  donicelefti ,  &  allora  derelitta  in  tanta  aridità  di  fpirito ,  agitata  da  tante 

tenta- 


Vita  della  B. Maria  Maddalena  de'  Pazzi .      8  r 

tentazioni , e  quafi  lafciata  nelle  mani  di  Satanaflò  per  fchcrmo,  e  berfaglio  di 
ftrazi>e  patimenti  ;  fofpettauano  che  ella  non  ftifse  più  grata  à  Dio  come  pri- 
ma ,  ò  che  i  tuoi  ertali  >  e  nuelazioni  rudero  fiati  inganneuoli  ,  e  che  perciò  Id- 
dio laueile  lafciata  in  potere  de'demoni 5  Volle  nel  mezo  di  tanti  trauagli ,  & 
auuilimenti  farla  comparire  adorna  della  fua  onnipotenza >  con  farle  operare 
alcuni  miracoli;  quali  tutti  da  telìimoni  di  viltà  fono  flati  ne  procellì  della  fua 
Beatificazione  telbficati  ,e  parte  efaminati  dalla  Sacra  Rota  di  Roma  ,  e  dalla 
Sacra  Congregazione  de'  Riti  fono  flati  approuati  per  ved,e  certi  miracoli . 

Ritrouandofi  dell'anno  1587.  indetto  muniftero  vna  monaca  Conuerfa 
chiamata  Suor  Fede  di  Domenico  da  Legxiaia, tutta  rattratta,&  enfiata  da  capo 
a'  piedi  in  rnaniera,che  il  lato  finiftro  era  [cordato  più  del  deliro  vn  palmo  ,  né 
poteua  per  tale  rattrazipne  di  nerui  muouere  membro  alcuno,  ne  anco  le  ma- 
ni 3nè  il  capo,  e  patiua  per  tutta  la  vita  acerbiffimi  dolori ,  quali  non  la  lafciaua- 
no  prendere  ripofo >  &  elTendo  fiata  più  mefi  ferma  in  letto  con  quella  infer- 
mità ,  lenza  trouare  alcun  giouamenro  da'  medicamenti,!!  era  ridotta  vicino  à 
morte  ,  e  lafciata  da  medici  per  difperata  ;  quandoché  vn  giorno  del  mele  di 
Luglio,ifpirata  da  Dio,fi  lènti  accendere  gran  confidanza  ne*  meriti  della  fan- 
tira  della  Madre  Suor  Maria  Maddalena,  e  mandò  a  chiamarla  .  Ma  la  buona 
Madre  per  allora  non  voile  andarui  ;  e  quafi  preuedendo,  che  il  Signore  le  vo- 
leua  far  la  grazia  della  fanità,rifpofe:Dite  à  Suor  Fedcche  oggi  non  è  tempo, 
però,  che  abbia  pazienza ,  e  fi  prepari  per  domani  à  óra  di  Vefpro ,  che  andrò  à 
vifitarla .  Il  di  feguente  su  l'ora  del  Vefpro ,  la  Beata  Maria  Maddalena  flando 
nell'Oratorio  delle  nouizie  in  eflafi,genuflefla  auanti  ad  vn'imagine  della  Ver- 
gine,fi  leuò  in  piedi,e  prefe  la  detta  imagine  ,  e  con  efTa  andò  al  letto  doue  gia- 
ceua  l'inferma, e  posò  la  imagine  su'l  letto,c  fi  pofe  à  far'orazione .  A  pena  eb- 
be Suor  Maria  Maddalena  pofata  quelfimagine  fu  1  letto,che  l'inferma,la  qua- 
le  per  prima  non  poteua  muouere  le  mani ,  prefe ,  e  te  nne  la  detta  imagine  ; 
Doppo  auere  Suor  Maria  Maddalena  fatta  vn  poco  d'orazione  fi  rizzò ,  &  al- 
zati gli  occhi  al  CielojdiffèjS/d/^ta  la  tua  volontà ,6  signore;  fece  il  légno  del- 
la Croce  fopra  l'inferma  con  detta  imagine ,  e  lubito  fi  flefèro  tutti  i  nerui  del- 
le membra  attrattele  nell'iflefso  frante  fuanì  l'enfiagione^ecelTomo  i  dolori,  e 
reflò  al  tutto  fana  in  maniera.che  allora  allora  fi  farebbe  leuata,fe  le  monache 
glie  l'auelTero  permeilo;  fi  come  fi  leuò  la  mattina  feguente  :  e  quando  daU'- 
vbbidienza  le  tu  perme(]ò,tornò  à  gli  efercizi  del  muniftero . 

Liberò  vna  giouane  indemoniata .  « 

D Eiranno  15  88.  Cattarina  figliuola  del  Signor  Carlo  Spini ,  fanciulla  nobi- 
le Fiorentina,  polfeduta  da  vn  fpirito ,  maligno ,  andò  vn  giorno  infieme 
con  fua  madre  à  vifitare  la  B,  Maria  Maddalena,quale  era  loro  parente:e  men- 
tre che  ftauano  infieme  ragionando  alle  grate  del  parlatorio ,  la  B.  fu  rapita  in 
eftafi;  alla  qual  villa  il  demnnio  fubito  cominciò  à  uguagliare  grandemente 
Ja  fanciulla,gettandola  per  terra ,  gonfiandole  la  gola  ,  Irridendo ,  &  vrlando  > 
e  facendole  fare  altri  ftrauolgimenti  fpauenteuoli .  Allora  la  Beata  piena  di 
compailione  verfo  quella  pouera  creatura ,  mandò  à  chiamare  il  Padre 

F  Con- 


8  %       Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

Confeflbre,  quale  fi  ritrouaua  in  Chiefa  5  e  giunto  che  egli  fu  in  parlatorio ,  lo 
pregò,che  comandaffe  à  quello  Ipirito,  che  fi  partilTe  da  quel  corpo  ;  ma  egli 
che  confidaua  più  nella  fantità  di  Suor  Maria  Maddalena  ,  che  in  sé ,  le  repli- 
cò;Io  comando  à  voi  per  lànta  vbbidienza>che  glielo  comandiate  voi .  Allora 
Suor  Maria  Maddalena  con  maedofo  imperio  ,  piena  di  confidanza  in  Dio, 
difle  allo  fyìntoilo  ti  comando  da  parte  di  Diotc})etu  ti  parta  di  cote/i 9  corpo ,  e  fe- 
ce il  legno  della  Croce  fopra  l'indemoniata,  e  di  (libito  lo  fpirito  partì ,  eia 
fanciulla  rimafe  libera ,  e  quieta ,  come  fé  non  auefle  mai  auuto  nulla  5  ne  mai 
più  in  tempo  di  fua  vita  fu  da  quello  fpirito  trauagliata  . 

Colfegno  della  Croce  fa  ritornare  buono  il  vinoguajlo  dvna  botte ,  e  bcuendone  vna 

Monaca  inferma  viene  rif anata . 

DEI  mefe  d'Agofto  dell'anno  1 5 8 S.eflendofi  guado  nella  cantina  del  Mu- 
nidero il  vino  dvna  bottega  Madre  Priora,  che  per  la  pouertà  del  Muni- 
dero non  aueua  commodità  dipoterprouederealla  mancanza  di  quello  vi- 
no,comandò  alla  Madre  Suor  Maria  Maddalena.che  pregafle  Giesu>(e  le  pia- 
ceua  farle  grazia,chc  quel  vino  ritornafle  buono .  Allora  la  Beata  Maria  Mad- 
dalena confidata  nell'vbbidienza ,  prefe  vn'imagine  di  San  Diego  dipinta  in  vn 
quadretto ,  &  andata  con/fla  alla  cantina  ,  fatta  vn  pò  d'orazione ,  fegnò  con 
detta  imagine  la  botte  dei  vino  guado .  Doppo  che  attingendone  la  canouara» 
trouò>  che  era  ritornato  alla  fua  bontà  ;  e  le  Monache  ne  reiero  grazie  à  Dio» 
che  così  marauigliofamente  aueua  proueduto  a'  loro  bifogni . 

Si  trouaua  malata  in  quel  tempo  grauemente  di  febbre  con  fluito  Suor 
Maria  Angiola  Santucci,  Monaca  di  detto  Munidero,  la  quale  (emendo  que- 
fto  miracolo  chiefe  à  bere  vn  pò  di  quel  vino ,  e  beuutone  fi  lenti  fubito  alle- 
gerire  il  male,  Raccendendoli  per  tal  miglioramento  à  maggiore  fperanza  d'- 
auer  per  mezo  di  quello  vino  à  ricuperare  l'intera  fanità  ;  fene  fece  porgere 
un'altro  poco  il  dì  feguente ,  e  medefimamente  nel  lo  defso  dante,  che  lo  bc- 
uè,fentì  notabile  miglioramento,  &  il  terzo  dì  redo  fana  a  fatto, con  maraui- 
glia  dell'altre  forelle- 

Lecca  con  la  propria  lingua  vn  male  contagio fo  d'una  Monaca ,   e  la  rifana  . 

ERa  data  inferma  per  molti  anni  vna  monaca  del  fuo  Munidero  chiamata 
Suor  Barbera  Ballala  quale  aueua  vn  male  contagiofo.cagionato  (come 
difsero  i  Medici  )  perche  la  mafsa  del  (angue  era  infetta  :  e  per  cagione  di  que- 
flo  male  era  piena  di  erode,  e  di  fcabbia;  la  quale  per  procedere  da  vmore  fai- 
fo,  le  rodeua  la  carne,  e  particolarmente  pigliaua  fuo  sfogo  nel  collo  ,  nelle 
mani,  e  nelle  braccia  ,•  e  nefsuno  medicamento,  per  molti  che  ne  auelse  fatti  » 
le  aucuagiouato  .  Si  era  conquedo  male contagiolo ridotta  fino  all'anno 
1 5  89.  nel  qual  tempo  la  Beata  Maria  Maddalena,  doppo  d'efserfi  vna  matti- 
na communicata ,  in  andare  per  il  munidero  fi  incontrò  in  luogo  afsai  ritirato 
in  queda  pouera  inferma  :  e  mofsa  à  compadrone,  podefiamendueinginoc* 
chiotti ,  per  ofsequio  di  quelfeccefilua  carità ,  che  aueua  verfo  il  proflìmo ,  fi 

naif- 


Vita  della  B. Maria  Maddalena  de'Pazzi .       8  j 

mifse  à  leccarle  con  la  prop  da  lingua  le  mani,e  le  braccia,e  tutte  le  parti  infet- 
te da  detto  male;  ediiseall'inferma,cheaueise  fede  ;  e  che  fperafse  in  Dio  ,  e 
nella  Beatiiììma  VcrginCiche  guarirebbe.e  così  fuccefse.  Imperochè  in  capo, 
à  duco  tre  giorni  >  lenza  auuederfene  >  fi  trouò  del  tutto  fana ,  e  con  le  carni 
monde  e  nette  come  fé  non  vi  auefse  auuto  male  alcuno ,  ne  mai  più  patì  di 
tal  male . 

Col  fogno  della  Croce  riduce  la  vita  nelle  membra  d*vna  Conucrfa,  che  per  infermità 

erano  come  morte . 

DEI  medefimo  anno  1589.  cadde  la  gocciola  à  Suor  Pace  Colombini  mo- 
naca conuerfa  di  detto  Muniftero,e  perde  talmente  il  lato  finiftro,  cho 
non  folo  non  lo  poteua  punto  muouere,  ma  era  come  morto  tanto  che  pro- 
uando  i  Medici  à  ficcarle  nella  carne  di  quel  lato  vno  fpillettoafsai  lungo  non 
fentiua  dolore  alcuno  ,  come  carne  al  tutto  morta .  Ritrouandofi  vn  giorno  la 
B.Maddalena  à  vifitare  detta  inferma,  la  Madre  Priora  la  pregò>che  ella  facef- 
fe  orazione  per  lei.e  la  fegnafse .  Fece  la  Beata  Madre  per  fua  vmiltà  alquanto 
refiftenza  >  ma  vinta  dalf  ubbidienza  ,  e  dalla  carità  >  fece  fopra  l'inferma  il  fé- 
gno  della  Croce,  e  fubiro  linfoma  fentì  tornarfi  qualche  virtù  vitale  nel  lato 
perdutole  pregò  la  buona  Maire  che  feguitafle  à  pregare  Dio  per  lei,e  la  tor- 
nale à  vifitare .  Il  dì  feguente  tornò  Suor  Maria  Maddalena  all'inferma ,  e  di 
nuouo  fece  fopra  di  lei  il  legno  della  Croce ,  e  medefimamente  l'inferma, 
fentì  fubito  effetto  di  tal  vigore  naturale  nelle  già  morte  membra>che  comin- 
ciò à  poterle  muouere .  llrerzodìfùdinuouovifitata  ?  e  fegnata  dalla  lìefsa 
Beatale  fubito  fi  fentì  rifanata;  e  difse,io  fono  guarita:  e  poco  doppo  fi  leuò  di 
letto  con  ftuporc  di  tutte  le  monache  ,  e  molto  più  del  Mediconi  quale  cono* 
feendo  la  graue  infermità  i  aueua  al  tutto  dilperato  la  fua  fanità,  e  non  reftaua 
capace  di  vederla  fana  per  la  cafa  fare  gli  elercizi,come  ogn'altra  Conuerfa,nè 
patì  più  di  tal  male. 

In  quella  maniera  vmiliaua,  &  efaltauainfieme  Iddio  quella  fua  ancilla;  fi- 
che era  cofa  mirabile  il  vederla  da  vna  parte  vmiliata>  &  abballata  in  tante  ten~. 
fazioni ,  &  agitazioni  de'demoni  ;  e  dall'altra  parte  vederla  operare  marauiglie 
sì  grandi:  le  quali  però  non  terminorno  qui,  ma  fi  riferuanoà  narrare  àfuo 
luogo. 

Come  il  Signore  premiaua  di  quando  in  quando  con  Cete/li  fauori  gli  atti  vìrtuofi ,  e 
le  vittorie  ^che  la  B.  Maria  Maddalena  riportaua  dalle  tentationi^fpecialmente, 
come  doppo  auer  vinto  le  tentationi  d'impurità  ,fà  dalla  Santifjìma  Vergine  rico- 
perta con  vn  candido  velo ,  per  me%o  della  quale  fu  liberata  per  tutto  il  tempo  di 
fua  vita  da  ogni  tentatone  impura .  Cap.      LIV. 

Piacque  al  largo  rimuneratore  de  nollri  beni  Dio ,  fecondo  il  coftume  àt\i~ 
immenfa  fua  liberalità.oltre  la  riporta  corona  digiuftizia,  riferuata  nel  Cie- 
lo à  quell'anima  fanta, premiare  di  quando  in  quando  con  cekfti  fauori  gli  atti 
fuoi  vìrtuofi ,  e  le  vittorie>che  ella  riportaua  delle  tentazioni .  Vna  volta  fra  1!- 

F    2         al- 


84       Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

altre  auendo  ella  con  vmiliffìmo  atto ,  e  con  fune  al  collo  baciato  i  piedi  a  tin- 
te le  lue  Monache  ,piena  di  fpiritnale  contento  fé  n'andò  in  Coro  5  doue  rapita 
in  eftafi  le  apparue  Giesù  gloriofo,  e  rifplendente  ;  ilquale  in  premio  di  quella 
variazione  »  caramente  faccolfe  nelle  braccia  ,e  con  vn  bacio  di  diuino  amo- 
re l'inebriò  di  (e ,  di  modo,che  fi  vedeua  dal  fuoefterno  ,  che  non  capiua  in  fé-» 
ftefla,equafi  per  amore  fi  diftruggeua.  E  nell'ifteflb  ratto  vidde  S.  Giouanni 
Euangehfta,  e  S.Caterina  da  Siena  fuoi  diuoti ,  che  con  iftrctte  catene  legata- 
rio 1  demoni  da  lei  vintile  fuperati. 

Vn  altra  volta  eflendofi  fatta  legare  con  le  mani  di  dietro  al  feggio  dd  Coro 
per  fuo  Icherno,  &  vmiliazione,  tu  in  tale  atto  rapita  in  eftafi ,  nel  quale  Giesvi 
le  le  fece  vedere  legato  alla  colonna  ,  e  flagellato  :  e  da  quella  vifta  fu  mira- 
bilmente con  folata  ;  &  animata  à  iòfferire  ogni  trauaglio  per  amore  del tran*. 
gliatw  desìi. 

Medefiinamentedoppoauere  ella  fatto quelfattodVmiJiazione.fopra  nar- 
rato nel  cap  4i.difirfi  legare  con  occhi  bendati  alle  grate  efiftenti  apprettò  il 
Coto,dell  Altare  della  Vergine;fciolta,e  sbendata  fi  pofe  inginocchioni  auanti 
aldetroaltare,  e  fittati  gì  occhi  ali  imagine  della ■  Vergincfii  rapita  in  eftafi;  nel 
quale  Dio  le  di  (Te  >che  quell  atto  gli  era  (òttimamente  piacciuro,  e  come  era__* 
flato  di  gran  confufione  a  demoui,quali  ella .  vdiua  fortemente  vrlare  non  po- 
tei! do  loffi  irlo . 

Sopi*a  tutti  quefti  fu  mitabile^quello  che  leoccorfea'  17.  di  Settembre  nel 
1587.  nel  qual  tempo  ritrouandofi  quefta  Santa  Verginella  fieramente  com- 
battuta nella  caftità ,  nel  modo  che  fopra  nel  capit^.è  detto,  &  eflendole  dal 
Padre  Confe(Tore,e  dalla  madre  Priora  ftato  vietato,  che  non  più  fi  gettalTe  fra 
ie  fpine  ,  né  viàlse  certe  altre  crudeltà  ftraordinarie  vedo  del  fuo  corpo  ,  che 
per  vincere  quefte  tentazioni  v  fa  11  a ,  ricorreua  in  quello  (cambio  più  ardita- 
mente all'orazione  ,e  (penalmente  allinterceffione  della  puriffima  Madre  di 
Dio.E  fra  l'altre  il  fopradetto  giorno  fi  ritirò  in  vna  ftanza rimota, doue  con  ab- 
bondanza di  lagrime  la  pregò  >  che  le  volefte  dar  grazia  di  lupe  rare  quefte  ini-- 
pure  tcntaziouijfenza  macchia  alcuna  della  ina  verginità .  Furono  così  effica- 
ci quefte  preghiere:che  penetrorno il  cuore  della  Madre  delle  grazieda  quale 
in  quello  ftante  le  apparue  gloriola,e  fplendentce  confortandola  le  diflè>che 
flette  quieta, perche  non  aueua  maiin  quefte  tentazioni  offelo  la  Diuina  Mae- 
ftàjanzi  che  per  auer  animofamente  contefo  con  l'immondo  fpirito ,  ne  aue- 
ua riportata  ampia  vittoria  :  in  premio  di  che  la  ricopi!  con  vn  candidia- 
mo velo,e  le  dittè,che  in  autienire  non  aueria  più  fenrito  alcuna  ten- 
tazione,ò  fentimento  impuro.  In  quefto  ftante  Ci  lènti  la  Bea- 
ta giouane  ftringere  interiormente ,  e  quafi legare  in  mo- 
do ineffabile  ogni  ftimolo ,  oc  appetito  di  concupi- 
feenza  carnale  :  in  modo,  che  per  tutto  il  tem- 
po di  fua  vita  non  lènti ,  ne  patì  mai  più 
moto  di  fenfo,ò  tentazione, nò  imar 
ginazione  alcuna  d'im- 
purità . 

Dopò 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi .       85 

Vopò  iauere  rinta  la  tentatone  di  lafciar  ?  abito  della  Religione ;  é  da  Giesà  riuefti* 
flita  d'vn  abito  religiofo  inuifibile^  cdallofiefìo  Giesà  comunicata  • 

€ap%       L  r. 

IL  dì  5.  d'Agofto dell'anno  15S3.  ritrouandofi  grandemente  tentata  dila- 
feiar  l'abito  della  Religione,  doppo  auer  fatto  à  quella  tentazione  gagliar- 
diffima  refiftenza  per  diuertirla  da  sè>fi  pofe  à  leggere  la  vira  di  San  Diego,  fuo 
particolar  diuoto .  Mentre  (lana  leggendo,  fu  alienata  da'  fenfi,  e  vidde  il  detto 
Santo,che  le  moftraua  vn  bianchiamo  abito ,  vfeito  dal  coftato  di  Dio.  Inua- 
ghitafi  la  Beata  di  quello,  s'accefe  àgran  defideriod'effer  riueftita  di  fimilo 
abito;onde  con  gran  feruore  fupplicò  il  Celefte  fpofo,che  glielo  concedeffeje 
che  per  i  meriti  di  S.Alberto  Carmelitano  fuo  auuocato>(di  cui  in  tal  giorno  fi 
celebraua  la  fefta^  la  volefie  interiormente  rrueftire  ,  à  fine  che  potette  con 
maggior  fpirito  imitare  il  Santo,  la  vita  del  quale  effa  leggeua .  Stando  in  que- 
ftodefiderioauantiadvn'imagine  del  Crocifitto  ;  &  auendo  fidi  gli  occhi  à 
quella,vidde  tofto  vfeire  dal  coftato  vna  preziofiflìma  tonaca;dalla  man  deftra 
vno  icapuiare  5  dalla  finiftra  vna  cintola  ,*  dal  capo  (pinato  ;  vn  candido  velo  ;  e 
dalla  piaga  del  collo  (  fatta  quando  portaua  la  Croce  )  vn  mantello  luminofo . 
Dalla  qual  vifta  rapita ,  non  potè  contenerfi  di  (àlire  fopra  l'Altare  ,doue  era  il 
detto  Crocifitto  per  prendere  i  detti  abiti;  e  per  gli  atti,che  fece,e  le  parole,che 
dille, moftrò  di  prendergli^  d'efferne  riueftita  ;  imperoche  fece  tutti  quegli  at- 
tiche nel  ricenere  il  fanto  abito  della  Religione  fogliono  ftrfi.E  dopò  d'edere 
cosi  inuifibilmenre  veftita  ,  diede  fegno di  riceuere  dalla  Regina  de' Cieli  la 
ghirlandaci  lume,&  il  Crocifitto >  che  nell'atto  del  veftimento  fi  danno  in  ma- 
no alle  nouelle  Religiofe  ;  &iverfetti,  che  fogliono  cantarfi  dalle  Monache 
del  fuo  Muniftero  ne'  veftimenti,  gli  fentì  cantare  dagli  Angioli .  Né  mancò  à 
qnefta  facra  eftatica  cerimonia  la  Comunione  :poiche  dopò  auere  ella  dato  fi- 
ne a  tutte  le  fopraderte  azioni,  moftrò  effere  da  Giesù  comunicata  :  impero- 
che  diflè  il  Confiteor  :  Domine  nonfum  digna>  &c.  e  fece  atto  di  riceuere  il  San- 
tillìmo  Sacramento .  Poi  colma  di  gioia,  ditte  con  grande  affetto  quefte  paro- 
le verfò  del  riceuuto  GicsùjDiletlus  meus  candidus3&  rubicundus.  Speciofus for- 
ma pr  a  filìjs  hominum .  Elctlus  ex  millibus.  Dijfufa  efl gratta  in  labijs  tuis .  Colloca- 
titi fé  in  anima  mea.Et  accefa  di  defiderio  d'indurre  tutte  l'anime  à  quefto  Sa- 
gramento iàntilTìmo,  diflè  ;  Dilata  cor  menm  ,vt  inducat  ornnem  creaturam  ad 
communionem  Corporis,&  Sanguini*  tui.E  sfogando  gti  aifetti,chc  fentiua  den- 
tro di  fé  della  diuina  bontà, proruppe  in  quefta  eiclamazione  \  Quàrn  bonus 
ifraelDeus  ì  Dipoi  prefe  f  imagine  del  Crocifitto,  da  cui  aucua  veduto  vfeire 
l'abito  fopradetto,e  lo  diede  a  baciare  à  tutte  le  Monache  prefenti.  E  dopò  d'- 
auere  raccomandato  a  Giesù  la  fallite  dell'anime  ,  e  ringraziatolo  di  quefti 
doni ,  fi  rifenrì  dal  ratto,in  cui  aueua  dimorato  per  lo  fpazio  di  tre  ore  ;  e  riferì 
per  la  foiita  vbbidienza  effere  fiata  riueftita  del  det  ro  abito,  vfeito  dalle  piaghe 
di  Giesìue  da  lui  effere  fiata  comunicata>&  efferle  fuccediito  in  detta  attrazio- 
ne de  fenfi  quanto  fopra  è  detto . 

F     3  Cm- 


86     Vita  della  B.Maria  Maddalena  dePazzi. 

Cinquanta  giorni  auanti  alla  {ine  de  cinque  anni  della  fudett a  pronazione  ,  fa  vrìaf- 

pra  penitenza  di  tutti  i  difetti  ,  che  in  quei  cinque  anni  haueffe  com- 

mejfo .  Cap.     IVI. 

APpreflàndofi  il  fine  de*  cinque  annidi  quefta  rigorofa  proiezione  di  lei, 
fatta  da  Dio  con  tante  tentazioni,  a  2  2.  d'Aprile  dell'anno  1 5  oo.giorno 
della  Rifurrezione  del  N.SaIuatore,ritrouandofi  ella  à  far'orazione  nell'orato- 
rio delle  nouizie  fdelle  quali  in  quel  tempo  ell'era  pedagoga)  fìi  rapita  in  efta- 
fi,  «Scinte  fé  come  Dio  ricercaua  da  lei  >  che  ella  facefse  vnaltra  quarefima  di 
cinquanta  giorni ,  cioè  fino  alla  Pemecofte ,  nel  qual  tempo finiuano  1  cinque 
anni  della  fua  prouazione  :e  come  quefto  voleua  da  lei  per  fupplimento  di  tut- 
ti i  difetti,  che  in  quefti  cinqne  anni  aueffe  commetto  ne  fuoi  patimenti,diftri» 
buendo,&  afsegnando  dieci  giorni  per  ciafeun'anno  de'cinque  fuddetti.  Onde 
con  la  debita  licenza  digiunò  tutti  quefti  cinquanta  giorni  in  pane,&acqua;cfe 
bene  il  fuo  letto  non  era  altro ,  che  vn  duro  faccone  ;  non  prete  mai  ripofo  fo- 
pra  di  quello.fe  nò  vna  volta  la  fettimana,cioè  la  Domenica  notte;  ma  tutte  l'- 
altre notti  dormì  fopra  il  nudo  pauimento  nell'oratorio  delle  nouizie  per  po- 
che ore  :  tenendo  apprefso  di  fé  vna  tetta  di  morte  ,  vna  Croce ,  e  l'oriuolo  da 
poluere  :  &  oltre  à  molte  mortificazioni,  efercizi  fpirituali ,  &  altre  penitenze, 
che  per  fuo  l'olito  faceua,non  palio  quafi  mai  giorno  di  quefti  cinquanta ,  ne'- 
qualinonbattefse  afpramente  le  fue  carni  con  vnapefante  difciplina  di  ferro 
per  lungo  fpazio  di  tempo  Così  efeguì  ella^mcenno  della  diuina  volontà,  in 
penitenza  non  de*  peccati  commeflì  per  diletto,  ò  per  malizia ,  ma  per  piccio- 
liflìmi  difetti  commeflì  nel  patire  per  amor  di  Dio,e  perla  falure  dell'anime;  à 
conhifione  di  quelli,  che  grauati  dagraui  fonie  d'iniquità)  ogni  picciola  peni- 
tenza pare  loroinlòpportabile . 

Finiti  li  cinque  anni  di  quefla  pronazione,  è  canata  dal  lago  de *  demoni^  delle 

tentazioni  :  e  con  giubilo  di  Varadifo  è  coronata  da  Diodi  molte 

grafie,     Cap.  LVll. 


F 


(fùtili  cinque  anni  di  sì  fiera  battaglia,  volle  Giesù  conforme  alle  promef- 
fe,porle  fine.e  cauarla  dal  lago  in  cui  l'aueua  pofta  à  petto  co'nemici  infer- 
nali ,  Se  infieme  premiarla  ancor  viuentexon  vn  faggio  delle  corone,  e  de'be- 
ni  celefti  riferirteli  nel  Paradifo .  Per  quefto  la  notte  della  Pafqua  dello  Spiri- 
to Santo  dell'anno  1590.  che  venne  aio.  di  Giugno,  mentre  che  con  l'altre 
Monache  ella  fi  ritrouaua  ih  Coro  à  celebrare  l'vrfizio  diuino,  all'intonare  del 
Cantico,  Te  Denm,&c.ùmik  cftatica>&  in  tal  guifa  flette  fenza  fauellare  fi- 
no à  che  fa  finito  l'vtfizio.  Poi  diuenne  il  fuo  volto  belliflìmo  a  marauiglia  ;  e 
per  le  parole  che  difse ,  fi  conobbe  apertamente ,  che  Iddio  la  cauaua  di  detto 
lago,e  le  reftituiua  il  fentimento  della  fua  grazia  già  fottrattole ,  e  che  lo  Spiri- 
to Santo  le  comunicaua  in  abbondanza  i  fuoi  celefti  ardori  5  onde  con  diuozio- 
ne  ecceffiua  profeiì  molte  fentenze  della  Sagra  Scrittura  ;  piene  di  fuauità  di 
ipirko.  Tra  le  quali  fii  notata  quella  jEripuitmedemanibus  inimicorum  meo- 
rum, 


Vita  della  B. Maria  Maddalena  de  Pazzi .       87 

rum,&  ipfi  con/ufi  funt.Tranfui  per  ignem,&  aquam,&  eduxifli  me  in  refrigerio. 
Vidde  comparire  apprefso  i  demoni  con  alcune  note  de'difeui  da  lei  commef- 
fi  in  quelli  cinque  anni  5  &  apprefso  vidde  li  fuoi  Santidiuori  ,  che  toltele  ade- 
moni  le  ftracciauano,  e  che  i  demoni  confufi  fipartiuano  ,  onde  difso  ; 
Hanno  quelle  feroci ffime  befiie  certi fi art a facci  3  co"  quali  penfauano  ritornar  fine  al 
loro  ^ran  Demonio  per  raccontare  qualche  gran  guadagno  :  ma  i  miei  dinoti  gli  pren- 
dono ,e  gli  (tracciano  perche già  ogni  cofii  è  purificata  nelfangue  del  mio  Giesù\  &  in 
quello, che  penfauano  auer  fatto  acquiJìoydi  quello  fieffo  fono  maggiormente  tormen- 
tati ,  e  fé  ne  ritornano  fenica  vittoria  alcuna .  E  chi  farà  capace  ,  ò  Signor  mio ,  che 
quello  ^che  par  eua  ojfefa,non  fia  ojfefa  ,  ma  giubilo ,e  gloria  all'anima  mia .  A  pena 
fornite  quefte  parole,!!  voltò  pure  in  eftafi  alla  Madre  Priora,  &  alla  Tua  Mae- 
ftra  che  quiui  erano  prefentire  ftringendo  loro  la  mano  >  piena  di  letizia  difse  ; 
Venne^&  èpaffat o:(voleua  dire  il  tempo  della  f  uà  prouazione  )  aiutatemi  dun- 
que à  ringraziare ,  e  magnificare  il  mio  Dio  .  Doppo  quefto  fi  rifenti  dal  ratto  ,  e 
fi  communicò-Non  molto  doppo  cibatafi  d  vn  pò  di  pane,&  acqua  fu  di  nuo- 
uo  rapita  in  eftafi ,  e  vidde  vna  gran  luce ,  nel  mezo  della  quale  fcorfe  quali 
vna  fchiera  di  Santi  fuoi  diuoti  :  che  diuifati  in  fette  copie  ,  con  marauigliofo 
modo  faceuano  vna  gloriola  procelfione,  con  il  feguente  ordine  da  lei  addita- 
to; San  Tomafod' Aquino. e  S-Agncfa;  SanGiouanni  Vangelifta,  eS  Maria 
Maddalena?  S.Giouanni  Battifta,e  S  Caterina  Verginee  martire;San  Stefano* 
e  S.Caterina  da  Siena  ;  San  Francefco  ,  e  S.Chiara  ;  S.Agoftino  ,  e  S  Angiolo 
Carmelitano  martire;S  Michele  Archangelo  &  il  fuo  Angelo  Cuftode;  quali 
tutti  andauano  dal  Padre  Eterno ,  e  dal  fuo  feno  diuino  prefero  doni  ammira- 
bili >  e  veniuano  verfodi  leimandatid.il  fuo  SpofoGiesù,  per  ornarla  con 
quelli  in  premio  de  i  trauagli ,  e  patimenti  tollerati  ne'  cinque  anni  di  fua 
prouazione.  Ma  come, che  era  vi  isuta  fempre,  e  fpecialmente  in  detto  tempo, 
con  gran  timore  dell'offela  di  Dio,e  perciò  temeua  in  molte  cofe  auerlo  offe- 
fo,  piena  di  marauiglia,  e  di  gioia  y  dilTe  ;  Mi  pare,  ò  Signor  mio,  che  mi  vogliate 
rimunerare  ;  in  modo  di  dire ,  dell' ojfefefatteui ,  per  oche '  à  me  non  pare  dì  auer  fatto 
altro  :  ma  si  sìa  tèe  noto  ogni  co/a  .Appreflò  diede  indizio  >  che  ifuoi  diuoti 
Sai  iti  saccoftaffero  à  lei ,  e  l'adornaisero  di  vari  doni  celefti  ;  vedeua  da  chi  di 
loro vefthfi.e  coprirfi  di  candidilTìma,e  preziofiifima  velie  di purità,e d'inno- 
cenza :  da  chi  coronai  fi  la  teda  ài  luce  diuina  di  grazia  ;  da  altri  ornarli  il  petto 
di  e  'arme  di  iiuino  amore  ;  da  altri  vedeua  cingerli  le  mani  di  belle  (maniglie 
di  gionofi  meriti  :  da  altri  porli  in  dito  anella  di  pregio  incomparabile  d'opere 
virtuofe  ;  e  da  altri  finalmente  arrichirfi  di  preziofiffime  gemme  di  grazie  diui- 
ne .  E  mentre  fi  vedeua  così  adornata  daSanti,  dille  loro  :  0  miei  aunocatiy 
quanto  mìfietefauoreuoliiE  contemplando  con  grand  ammirazione  (che  an- 
co dal  Tuo  volto  Ci  fcorgeua^la  lor  bellezza  fourana  cingendola  tutti  dintorno 
intorno  con  vn  gloriolo  circolo-:  fi  volgeua  ora  da  vna  parte,  &  ora  dall'altra, 
né  poteua  laziarfi  di  rimirargli;  edeiìderoià  di  vedergli  tutti  in  vn'occhiata  , 
diceua  :  Io  vorrei  vederui  tutti  ad  vn  tratto  ,  e  non  pojfo  :  perche*  fi  mi  volgo  alla 
deflra  ,  non  veggo  quei  che  fono  allafmiflra  :  fi  allafinifira  ,  perdo  di  vifia  quelli 
della  deflra  3  e  pure  vorrei  veder  e  la  b  clicca  di  ciafeheduno  infieme  .  Dimoftrò 

J?    4        poi 


8  8       Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

poi  di  vedere  gli  fteffi  Santi, che  auefsero  in  mano  diuerfi  (frumenti  da  fonare, 
quali  fuuono  da  lei  nominati  ad  vnoad  vno  ;  e  difse  come  effi  faccuano  fefta  » 
&  allegrezza,con  Tuoni  balli,e  canti  delle  vittorie,che  eli  haueua  riportato  del 
demonio  ;  e  diuenuta  in  volto  più  gioconda ,  e  fplendente  che  mai ,  per  fini- 
menta  allegrezza  di  cui  fi  trouaua  ripiena,  eccitata  dalla  vifta  di  quell  anime 
beate>non  potea  contenerfi  di  non  efultare  con  loro .  Onde  ancor'ella  ftando 
in  piedi,  con  graziola  maniera  ballatia  >  e  faltaua ,  e  faceua  gefti  che  dimolha- 
uano  la  letizia  del  fuo  cuore.ma  però  erano  congiunti  con  modeftia  tale ,  che 
non  lolo  non  prouocauano  à  diisoluzione  ^  ma  muoueu3no  à  diuoziono 
chi  la  vedeua .  Stata  alquanto  in  quefìa  efultatione,  dille  :  io  voglio  andare 
in  tutti  quei  luoghi,  dotte  il  mio  auuerfario  ha  cercato  di  volermi  offendere ,  per  con- 
fonderlo con  tutte  lefue  doppiere .  Perciò  andò  in  molti  luoghi  del  Munifte- 
ro,  doue  (penalmente  era  (tata  trauagliata  5  e  tormentata  dal  demonio  -,  e 
q  uiui  faceua  gran  fefta,  ballando  ,  &  eiiiltando  come  Angiolo  celefte  ;  &  in 
vn  luogo  particolare ,  difTe  a'  demoni  :  io  à  vojìro  difpctto  farò  fefla  nel  dì  del 
mio  Signore  -,  di  voi  mi  riderò  aitanti  di  lui>e  mi  getterò  a  piedi  di  effo .  Et  inginoc- 
chiatali auanti  à  Dio,  poco  doppo  fi  rizzò  ,  (òggiungendo  :  Di  quello ,  che  mi 
éfucceduto  auanti  a  Dio ,  per  voflrapena  miglorierò  i  e  di  quello  vna  corona  in  tefla 
mi porròy&  auanti  à  lui  mivmilierò.  Non  potendo  i  demoni  foftencre  quefta 
confufione,  fentiua  che  mandauano  fuori  vrla ,  e  (Iridi  orribili,  delli  quali 
burlandofi  ella  ,  diceria  :  0  moflruofe  befiie  infernali  y  vrlate ,  e  gridate  quanto  vi 
pare ,  chef  anima  mia  più  d  vna  farfalla  non  vi  vuole/limare ,  ma  sì  bene  di  quefto 
gran  dono  il  mio  Dio  ringraziare  :  In  altri  luoghi  del  Conuento  cantaua  foaue- 

mente  le  parole  di  S.  Paolo .  Quis  nosfeparabit  a  carnate  Chrifli  f  Tribulatio  y. 
an  anguflia3an  fames  <?  Iberno  poterit  nos  f eparar  e  à  cantate  Chrifli .  Altroue  fog- 
giungeua  t  Omnia  arbitratus  fum  vtftercoray  vt  Chrifìum  lucrifaciam  .  E  facendo 
atti  di  confidenza ,  diceua  col  fanto  Profeta  :  Dominus  illuminalo  mea ,  &  fa- 
lus  mea  :  quem  timebo  f  Dipoi  andata  auanti  all'Altare  della  beatiffima  Ver- 
gine ,  difTe  con  gran  diuotione ,  dando  pure  in  ratto  :  0  Maria puriffima  y  io 
mi  ti  offero>e  donojjon  folo  con  quella  purità,&  innocenza  riceuuta^  quando  a  te  mi 
eonfacrai^mafopra  quella  più  adornatale  purificata  .  Bjceuimi  dunque  Maria>&  in 

te  confemami .  Dipoi  fi  riferiti  dal  ratto  :  al  quale  per  eflere  fiato  sì  ftraordi- 

nario,e  di  tanta  letizia,  vi  erano  concorfe  à  vederla  quafi  tutte  le  monache,, 

facendo  compagnia  all'allegrezza  di  Maddalena;  né  poteuano  per 

tenerezza  d'affetto,  e  per  il  gufto,  che  (cntiuanodel  bene  , e  delle 

glorie  di  quefta  loro  forella ,  contenere  le  lagrime .  E  rifen- 

tita,che  ella  fu  dal  ratto,  fi  congratulauano  ,  &  infieme 

con  lei  ringraziauano  Dio ,  che  laucisc  cauata  di 

unte  tentazioni  ,  e  franagli,  &  ella  con 

grande  umiltà  le  n'andò  à  gli 

efercizi  del  Muni- 

fiero  . 


t>ev 


Vita  della  B.Mana  Maddalena  de'Pazzi.       $9 

Ter  premio  della  continua  vifta  de*  Demoni ,  patita  da  lei  nel  tempo  della  proua~ 

%ione ,  Giesìt  le  promette  lafua  continua  preferita  ,  e  fé  le  fa  vedere  in 

tre  maniere,cioè  nella  infanti  avella  fan  ciulle7ga>e  nell'età 

ch'egli  morì  per  noi .  Cap.     LV  III. 

IL  Lunedi  feguente ,  feconda  fefta  dello  Spirito  Santo ,  doppo  la  fantiffi- 
ma  Comunione,  fu  di  nuouo  rapica  in  efta(ì>e  da  Dio  le  fu  promefTo,che 
per  i'auuenire  in  premio  dell'orribile  vifta  de5  demoni ,  che  per  cinque  anni 
pafTati  aueua  patita ,  arebbe  auuto  Tempre  auanti  gli  occhi  della  fua  mente 
la  prelenza  di  Sua  Diuina  MUeftà  .  Et  apparendole  Giesù,  tu  ripiena  in  vno 
ftanted'vna  indicibile  allegrezza;  e  fiffi  gl'occhi  verfo  di  quello,  dille.'  O 
fpofo  mio  febepureti  c'}iamarò  così  )  non  è  tanto  orrenda  la  vifta  del  demonio  9 
quanto  più  incomparabile ,  e  dilettatole  è  la  tua  -,  perche  fei  >  come  difle  il  "Profeta  , 
Speciofus  forma  pia?  rìlijs  hominum  .  E  sì  come  per  l addietro  non  era  tempo  s 
né  luogo ,  doue  io  non  aurfp  la  fpauentofi  vifta  di  quei  maligni  fpiriti  ;  così  ora  y  an- 
dando  y  fi  andò, affati  e  and  orni \e  parlando,fempre  vedrò  te  diletto  mio .  E  sì  come  quel- 
li ,  oltre  alla  villa  mentale ,  mi  fi  moftrauano  anco  tal' ora  in  varie  forme  a  gli  occhi 
corporali ,  così  tu  ancor a,non  foto  nella  mente  mi  farai  pr  e  fonte ,  ma  anco  àgli  occhi 
del  mio  corpo  ti  moflrerai,  per  farmi  più  giubilare,  &  efultare  .  Le  dimandò  il  Si- 
gnore ,  in  che  fembian te  lo  bramafle  vedere  ,&  ella  rifpofè  :  Si  come  tu  fei 
vno  Dio  in  tre  per fone, così  io  mi  contenterò  di  vederti  in  tre  modi  :  cioè ,  come  tu  eri 
nel  tempo,che  tu  ftejfi  in  Egìtto,dico  neW  infanti  a',  dipoi  come  eri  quando  la  tua  Ma- 
dre ti  per  fé  nel  Tempio  :  intimamente  nel  tempo,  quando  tu  patifti .  A  pena  dette 
queite  parole ,  reftò  compiacciuta  di  quefto  fuo  ardence  desiderio  :  poiché 
Giesù  fé  le  dimoftrò  appunto,  come  ella  bramaua .  E  prima  fé  le  fece  ve- 
dere nell'infanzia .  Laonde  colma  di  gioia, volgendo  gli  occhi  verfo  di  quel- 
lo, cominciò  feco  à  fauellare  ,  e  dire  :  Ecco  il  mio  pargoletto  appunto  nell'età  di 
tre ,  0  di  quattro  anni .  0  che  mirabil  cofa ,  tu  fei  picciolino  y  e  pur  fei  Dio  ;  ma  la. 
tua  piccioleiga  mi  fa  conofeere  la  tua  grandezza .  0  grandezza  y  e  picciolezga  del 
mio  Dio .  K^m  mi  faterei  già  mai  di  ri/guardarti .  0  picciolo ,  e  grande  Dio  tanto- 
bello,  &  attr attiuo .  Vidde  poco  appreffo  Giesiì  nell'età  della  fua  adolescen- 
za -,  onde  da  maggior  allegrezza  fopraprefa ,  foggiunfe  :  o  ecco  il  mio  spofo , 
che  ora  mi  fi  moflraua  sì  piccolino  y  &  al  prefente  lo  veggo  in  queWetà  appunto  in 
dodici  anni  ,  con  vn  volto  tanto  bello  ,  &  ammirabile ,  che  rifplende  in  quello  vna 
manfueta  grauità .  0  mio  Dio,quantofei  foaue3&  amorofo  à  chi  tigufla .  Defìde- 
roia  che  tutte  le  lue  forelle  tufferò  fatte  partecipi  delle  grazie,  e  degufti>e  fpi- 
rituali  che  Dio  comunicaua  a  lei ,  fé  nandò  nell'Oratorio;  doue  protrata  in-» 
terra  auanti  ali  Altare  della  Santifs.  Vergine ,  la  piegò  con  intento  affetto  >  che 
diffondefse  nel  cuore  di  ciafeuna  Monaca  del  fuo  Muniftero  il  fuo  diuinoamo- 
re.  Dipoi  fi  rifenrì  dal  ratto.e  rillorato  il  fuo  corpo  co  vn  poco  di  cibo,di  nuouo 
fu  alienata  da'séfiiSc  accefa  di  defiderio  di  veder  l'iftefso  Giesù  nel  terzo  modo 
che  le  aueua  chkfto;ne  fu  efaudita.  E  vedendolo>cor> attento  iguardcle  difse; 

0  Gie~ 


5>o       Vita  della  B.iVIaria  Maddalena  òt  Pazzi". 

Q  Giem  mìa,  in  quefla  fiorita  età  vi  ri/guarderà  or* Innovando  ,  or  lodandola  ,  &  or 
affaticandomi  $  vi  vedere  dico  in  quefla  tanto  bella  3  egratiofa  età  ,  nella  quale  ci  la- 
fciafle  vo-ifiejjb,  e  patifle  lafantiffima  paffione .  Mi  compiacerò  affai  di  rifguardar- 
ui  y  come  ora  mai  ridimoflrate  5  cioè  fedente  in  fui  fonte  dotte  flaui  interrogando^  <jr 
illuminando*  (Intenderla  fui  pozzo  di  Sammaria,  doueconuerù  la  Samari- 
tana. )  Molti  altri  ragionamenti  ebbe  col  Tuo  amato  Giesìi,  mentre  lo  vidde 
in  quelle  tre  fuddette  età,  quaii  per  breuità  Ci  tralafciano. 

Stette  ella  quelli  tre  giorni  dello  Spìrito  Santola  maggior  parte  del  tempo 
in  eflafi  ;  ne'  qualUe  furono  comunicati  molti  fegreti  celefti>e  parlò  aitamene 
te ,  fecondo  il  fuo  (olito  >  delle  cofe  diuine . 

De  gli  eflafi ,  qua  fi  innumerabili ,  che  ebbe  la  B,  Maria  Maddalen  a  in  tutto  il 

tempo  difua  vita  ;  e  come  in  ogni  aporie ,  &  eferci^io  fpirituale , 

atemporale ,  era  rapita  fpeffo  in  eflafi . 

Cap.     LIX. 

Oltre  a' nitide' quali  fi  è  fatto  menzione  fino  adeflb,  ne  ebbe  moltifììnù 
altri ,  non  folo  in  quelli  tempi  fin  qui  narrati,  ma  per  tutto  ihempo  di  (uà 
vita  ;  fi  che  il  raccontarli  tutti  farebbe  imponìbile  :  imperochò  feorfero  gli  an- 
ni intieri ,  ne  quali  non  paffaua  mai  giorno ,  che  ella  non  ftefie  alienata  da'fen- 
fi  nelle  contemplazioni  diuine.  Poiché  comunicandoli  ogni  mattina ,  fpefif- 
fime  volte  doppo  la  Comunione  era  rapita  in  eilafn  così  ancora  quando  11 
poneua  in  orazione ,  e  quando  affifteua  a  diuinivfizi .  Oltre  di  quella  era  tan- 
to auuezza  à  conuerfare  con  la  fua  mente  tra  i  diuini  intendimenti ,  che  né  an- 
co le  azioni  efterne ,  e  faticofe  la  difiraeuano;  e  ne  gl'iileiTì  efercizi  di  mano  * 
tanto  di  lauori  d'ingegno ,  quanto  di  fatica  di  corpo ,  era  rapita  in  ellafi .  Così 
iucceiTe  moltiflìme  volte  mentre  che  cucinaua,e  mentre  fpianaua  il  pane  con 
lakre  :  talché  vna  volta >  fonando  la  Comunione  mentre  ella  così  eilatica  fa- 
ceua  il  pane ,  andò  à  comunicarli  con  la  palla  in  mano .  Similmente  fu  alcune 
volte  rapita  in  Dio  mentre  fpazzaua  la  cala ,  &  anco  quando  lauauail.bucato  * 
&  vna  volta  fra  l'altre,  lauando  fu  alienata  dafenfi;  &  efìéndo  dinuerno  fi  giac- 
cio Tacqua,nella  quale  aliena  tuffàtte  le  braccia;  <5ce(fèndo  Hata  così  per  buo- 
ì;o  (pazio  >  fu  neceffario ,  acciò  poteffe  fenza  ofTcfa  cauar  le  mani ,  flruggere  T 
acqua  giacciata .  Di  più  le  occorfe  moltiflìme  volte  nell'ifteiTo  cibai  fi  rimane- 
re eflatica  la  mano  per  aria  ,  mentre  porgeua  il  boccone ,  òil  bicchiere  alla 
bocca.  Medefimamente  al  folo  lentir  nominare  Dio,  &ildolciflìmonomc 
diGiesù;  nelfentire  qualche  ragionamento  fpirituale;  nel  vedere  qualche 
pianta ,  ò  flore ,  ò  pomo ,  ò  altra  cofa  creata  refi aua  afTorra  nella  contempla- 
zione del  Creatore .  Onde  le  nouizie,  e  giouane  che  ebbe  in  cullodia ,  gufan- 
do di  vederla  in  quelli  ratti  -  à  bella  polla  ragionauano  di  qualche  cofa  fpiritua- 
le, ò  le  mollrauano  qualche  pomo,  ò  fiore,*  ò  altra  creatura,  parlando  della 
bellezza  di  quella,  e  fpeffo  glifucccdeua  il  vederla  rimanere  fuori  de'fenfi, 
conforme  al  lorodefiderio.  Sopra  ogni  altra  cola  fi  fentiua  rapire  il  cuore 
quando  vdiua- parlare  della  diuina  volontà  ,  dell'amore  di  Dio ,  e  della  puliti  r 
i  quali  ragionamentierauQ  doue  fi  trouaua  lei  fiequentiffimi  ;  e  però  anco  fre- 

querir 


Vita  della  B* Maria  Maddalena  de'Pazzi.       9 1 

quentiffimi  gli  eftafi  che  aueua  in  tal  occafione.  E  fé  bene ,corac  poco  appret- 
tò fi  dirà,  ella  rinunziò  à  Dio  Qgfti  gufto  fpirituale ,  per  feruirlo  piùfpropia- 
tamentee  per  maggiormente  patire  per  amor  fuojtuttauia  feguitorno  ad  ogni 
modo  gli  eftafi ,  quafi  fino  allvltima  Tua  infermità  ;  ma  però  fenza  dolcezza  di 
fpirito ,  ma  folo  per  corroborazione  dell'anima  fua  .  E  fpecialmente,oltre  alle 
caufe  predette  »  fu  quafi  fempre  rapita  in  eftafi  nel  pregar  Dio  per  le  Defontc 
del  fuo  Muniftero ,  ancora  nel  pregare  perla  conuerfione  de  gl'Infedeli ,  e  de  i 
peccatori,&  in  ogni  altra  orazione  ;  nelle  quali,  le  era  quafi  fempre  riuelato  da 
Dio  lo  flato  di  quell'anime ,per  le  quali  pregaua .  E  le  maggiori  folennità  del- 
l'annone le  fefte  de'  Santi  fuoi  diuoti,le  paflaua  la  maggior  parte  in  eftafi  ;  fiche 
pare,  che  con  ragione  fi  polTa  dire,  che  ella  tutto  il  tempo  >  che  viffe  nella  Re- 
limone,  lo  paflafle  gran  parte,  ò  forfè  la  maggiore  in  eftafi . 

Di  varij  modi^e  circofian^e  marauigliofe  di  quejli  Tattiche  ebbe  la  Beata 
Maria  Maddalena .      Cap.    L  X. 

SE  bene  è  cofa  difficile  dar'ad  intendere  ì  chi  non  vidde  con  gl'occhi  proprij, 
le  marauigliofe  manierce  modi  degli  eftafi, che  ebbe  quefta  Beata  Madre  ; 
tuttauia  non  è  parlò  bene  di  tralafciare  quel  tanto,  che  fi  può  in  qualche  parte 
fpiegare  ,  acciò  fi  conofeano  i  marauigliofi  modi ,  con  i  quali  Dio  operaua  in 
quefta  fua  diletta .  Eran  gii  eftafi  di  quefta  Beata  diuerfi ,  fecondo  le  diuerfità 
delle  materie,che  contemplaua ,  e  degli  oggetti,che  vedeua>&  anco  aueuano 
qualche  diuerfità,fecondo,che  più.ò  meno  era  aflòrta  nella  contemplazione. 
Impcroche, quando  era  alienata  da'  fenfi  nella  contemplazione  delie  cofe  ce- 
iefti,  e  Diuine ,  ò  che  godeua  di  vifte  Angeliche,  e  Beate ,  il  fuo  volto,  che  per 
ordinario  i  per  cagione  dell'afprezza  di  vita,era  magro,  macilente,e  pallidori- 
ueniua  bianco ,  e  vermiglio ,  pieno  ,  e  frefeo  come  rofa  ;  e  gli  occhi  fi  vedeua- 
no  così  belli ,  che  pareuano  ftelle  brillanti  j  e  fi  vedeuano  fifli  fenza  minimo 
moto ,  e  fenza  vedere  ,  che  oggetto  ella  rimirafle .  In  qnefte  fimili  aftrazioni , 
&  intelligenze  diuine  talora  era  immobile,  e  taluolta  agiliilìma  ;  per  ordinario 
tanto  era  più  immobile ,  quanto  erano  più  alte ,  e  quanto  in  elle  era  maggior- 
mente immerfa.  Onde  prouandofi  taluolta  più  Monache  a  volerla  muoue- 
re  ,*  per  forza  che  faceffero  non  poteuano  crollarla  vn  tantino .  Il  che  partico- 
larmente fuccelTe  quando  ella  intefe  efler  diuina  volontà ,  che  ella  parlafle  al 
Sig.  Cardinale  Arciuefcouo  di  Firenze,  poiché  non  fu  mai  poftìbile  alle  Mo- 
nache rimuouerla  da  pie  della  grata,  doue  dopò  la  Comunione  era  rima- 
rla così  rapita  in  eftafi  •  Et  altre  volte  prouando  à  volerle  muouer  le  braccia , 
ò  mani ,  ò  altro  membro  ,durauano  grandiffima  fatica  5  &  ella  rifornita  dal  rat- 
to vi  fcntiua  gran  pena ,  come  fé  le  ruffe  ftatotorteò  sforzato  :  perchè  mentre 
era  in  fimili  aftrazioni,  il  fuo  corpo  diuentaua  come  vna  ftatua.  Altre  volte  pur 
nelle  (tette  intelligenze  diuine  foprabbondaua  in  lei  tanta  letizia,  e  tanto  giu- 
bilo di  cuore ,  che  non  poteua  ftar  ferma  ;  e  con  agilità  miracolofa ,  che  tale 
pareua  alle  Monache,  fi  moueua  da  vn  luogo  all'altro  5  e  con  gli  occhi  filli  al 
Cielo,fenza  veder  doue  poneffe  i  piedi,andaua,e  caminaua  velocementcnou 
fola  per  le  ftanze  del  Muniftero  fenza  inciampare  vii  tantino ,  ma  anco  in  luo- 

ghi 


9  2,       Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

ghi  eminenti ,  che  difficiliflìmamente  poteua  giugneruifi  fenza  fcala ,  come  fu 
più  volte;fpecialmente  (òpra  vn  cornicione  del  Coro,altoda  terra  moire  brac- 
cia ,  e  largo  meno  di  vn  rerzo  di  braccio  ♦  fpiccato  da  ambe  le  bande  della  Tua 
larghezza,  [òpra  il  quale  così  in  ratto  (alita  mirabilmente,  più  mirabilmente 
vi  camminaua  fenza  appogio  alcuno,  per  andare  ad  abbracciare  vna  immagine 
di  vn  deuoto  Crocififfo,  che  era  in  mezo  di  quello .  Altre  volte  danzaua,e  bal- 
lauacon  graziola ,  e  diuota  maniera  ;  e  fi  leuaua  in  punta  di  piedi  con  tanta  agi- 
lità ,  che  pareua  fi  folleualTc  da  terra  per  volare  verfo  il  Cielo  ;  fiche  congiunta 
quella  mirabile  agilità  con  la  maefteuole  grazia ,  e  con  la  bellezza  del  Tuo  vol- 
to* e  fplendore  degli  occhi,  pareua  alle  Monache  di  vedere  vnofpirito  ange- 
lico in  forma  vmana .  Quando  poi  edera  rapita  in  edafi  (opra  materie ,  &  intel- 
ligenze di  meftizia,  e  di  pena,  come  nella  participazione  de'  dolori ,  e  pene  del- 
la paiììonediGiesìw  òche  ella aueua  rapprefentazioni ,  e  vide  di  trauaglio  > 
come  del  Purgatorio;  ò  dell'Inferno;  d'anime  penanti ,  ò  dannate  ;  vide  di  pec- 
cati ,  ò  altre  co  fé  limili ,  diueniua  più  pallida ,  e  macilente  l\i  quel!o,che  fofle 
per  (uà  condizione .  E  fi  come  negli  eftafi  di  letizia  fi  feorgeua  il  contento  del 
iuo  cuore,  così  in  quelli  nell'iftefo  fuo  volto  fi  feorgeua  l'afflizione  del  fuo 
animoje  fi  come  in  quelli  eccitaua  vna  fpirituale  allegrezza,e  contento  di  cuo- 
re in  chi  le  ftaua  prefente  j  così  in  quefti  non  fi  poteua  darle  preferite  ,  fenza 
fentirfi  muouere  à  pietà ,  e  compadrone  del  fuo  dolore,  che  in  lei  fi  feorge- 
ua. Ancora  quedi  ratti  medi,  etrauagliofi,  erano  tra  di  loro  differenti  ;  im- 
perochè  in  alcuni  ftaua  immobile ,  ferma ,  &  attonita  ;  in  altri  fi  muoueua,  an- 
daua,  camminaua  ,  e  faceua  al  tri  gefti,  «Stazioni,  fecondo  la  qualità  dèlli  og- 
getti ne'  quali  era  rapita .  Ma  tanto  in  quelli  di  letizia ,  quanto  in  quefti  di  me- 
stizia alcune  volte  parlaua  ,  &  altre  in  profondo  filenzio  taceua  alTorta ,  &  am- 
mirata; &  il  fuo  parlare  era  diuerfo,  fecondo  chediuerfe  erano  leperfone,' 
con  le  quali  ella  parlaua  nella  fu  a  contemplatone .  Imperochè  (è  ella  era  ra- 
pita nella  contemplazione  della  fantiflìma  Trinità,  ò  d'alcuna  delle  tre  Diuine 
Perfone ,  e  che  da  quelle  le  rudero  comunicate  diuine  intelligenze ,  parlaua  in 
perlona  diciafeuna  di  quelle  con  tal  didinzione ,  che  benidìmo  fi  conofceua 
in  pei  fona  di  chi  ella  parlaiia  .  Se  parlaua  in  pedona  del  Padre ,  faceua  vna  vo- 
ce tanto  maedofe  e  (onora,  che  daua  infieme,e  timore,  e  conforto  ;  fé  in  per- 
fona  del  Verbo,  con  voce  più  mite,e  benigna  ;  fé  in  perfona  dello  Spirito  San- 
to ,  con  voce  più  dolce ,  &  amorofa .  Talora  parlaua  ancora  in  perlona  della 
Vergine  ,  ò d'altri  fanti fuoi diuoti ,  che  in  quedi  edafile  appariuano;  coni 
quahauendoella  difeorfi  interiori,  contendendo  da  quelli  alcuna  cola,  nel 
medefimo  modo,che  delle  tic  Diuine  Perfone,  per  volontà  diuina  la  proferiua 
in  loro  perfona,  fenza  poterui  fare  alcuna  refidenza .  E  quando  parlaua  in  per- 
lona propria ,  faceua  vna  voce  tanto  volile  ,  e  bada ,  che  à  pena  fi  (emina  :  ora 
parlaua  per  modo  di  dialogo ,  &  ora  per  modo  di  difeorfo  ;  quando  per  modo 
d'efortazione  ,  quando  per  modo  di  precetto  ;  e  quando  per  modo  di  preghie- 
ra j  fecondo  la  diucrfirà  de'  concetti  della  fua  mente,  &  affetti  del  cuore ,  &  era 
cola  mirabile  fenrire  dalla  deda  bocca  tanta  diuerfità  di  parlare .  Ma  quel  che 
più  faceua  dupire  le  Monache ,  e  chiunque  la  lentiua ,  fu  che  non  auendo  ella 
mai  imparato  lingua  latina,  ne  malfatto  ftudio  per  intendere  libri  d'alcuna 

icienza, 


Vita  della  B-Maria  Maddalena  de'Pazzi.       9  j 

fcienza,nè  efercitarfi  in  leggere  altro  libro,che  quello  de'  Vangeli,&  il  Breuia- 
rio,  quale  anco  non  leggeua  troppo  correntemente;  in  quefti  eftafi  parlaua 
così  altamente ,  e  con  tanto  termine  di  fcienza,  e  fondamento  di  verità  de*  piìi 
alti  mille  lì  della  noftra  fede,e  de'  più  occulti  Sagramenri  delle  co  fé  diuine,che 
faceua  ftupire  chiunque  l'vdiua ,  e  chiunque  ha  letto ,  e  legge  gli  eftafi  delle 
lue  danne  intelligenze.  Ne'quali  proferirla  molte  Temenze  della  Sacra  Scrittu- 
ra in  latino  correttamentecome  fé  à  mente  l'aueffe  imparate,  con  molto  pro- 
polito  de'  difeorfij  &  intendimenti, che  aueua  j  e  fopra  quelle  formaua  altiftt- 
mi,e  diuoti  concetti,e  feioglieua  diftìcultà  fcrittnrali >  e  Teologiche  con  tanta 
facilità  ,  come  te  fufse  vn  dottili!  mo  Teologo  ,  &  eloquente  Predicatore.  Et 
anco  da  se  ftetfà  formaua,e  proferiua  belhlfìme  fentenze  latine,  piene  di  Spiri- 
to >  e  di  làpienzi  Diuina,  come  può  ciafeuno  vedere  negli  eftafi  ■  che  furono 
icritti  dalle  Monache ,  mentre  ella  le  proferiua  ;  il  che  tutto  daua  fegno  eui- 
dentiffimo ,  che  in  lei  parlaua  lo  Spirito  Santo .  Aueua  di  più  nel  fuo  parlare 
eftatico  vn'altra  differenza  ;  &  era,  che  qualche  volta  parlaua  adagio  >  e  pauia- 
roente;  altre  volte  con  diicoriò  continuato ,  ma  lento  ;  ma  altre  volte  con 
tanta  velocità,  e  veemenza  di  fpirito,  e  di  parole,  che  non  lì  poteua  notare,  ne 
ritenere  quello.che  ella  diceua;  e  quella  velocità  le  interueniua  fpecialmente, 
quanto  maggiormente  era  infocata  del  Diuino  amore ,  ò  in  qualche  affetto 
jftraordinano  di  fpirito .  Ancora  mentre  fi  ritrouaua  in  eftafi ,  quafi-fempre  le 
pareua  effer  lontaniifima  da  terra  ;  equafi  che  fi  trouaffein  Cielo  con  Dio  >  e 
con  i  Santi  non  vedeua  colà  alcuna  ;  e  le  alcuna  le  voleua  parlare,accioche  el- 
ja  fentiffe,bifognaua  dire  molto  forte, e  con  voce  gagliarda, &  anco  talora  non 
fentiua  :  e  così  ella  fé  rifpondeua  ad  alcuna,  che  linterrogaffe ,  ò  fé  per  Diuino 
volere  parlaua  in  eftafi  ad  alcuna, lo  diceua  con  voce  alta, come  aueffe  auuto  à 
parlare  à  perfona  lontaniffima  ;  e  talora  penlàndo  di  non  effer  feritila ,  riuolta 
al  Signore  diceua:  Signore  non  mi  fé  monotono  troppo  lontani  la  giù  $  ma  la  voce 
della  Superiora,  come  voce  d  vbbidienza  ,  la  fentiua  in  qua lfiuoglia  profondo 
eftafi,che  ella  fuffe .  Finalmente  fufferogli  fuoi  eftafi  di  qualfiuoglia  forte, in 
tutti  fpiraua  diuozione,  e  fantità,  &accendeua  in  chi  le  ftaua  prefente,  affetti 
puri,e  fanti  ;  e  come  hanno  con  fé  flato  molte  delle  fteffe  Monache,non  pote- 
ua ftarle  prefente >  lenza  confufione ,  e  roffore  ,  chi  fi  tcouaua  macchiata  di 
qualche  colpa>e  peccato.  Ancorché  gli  eftafi  fuffero  così  frequentile  lunghi  * 
che  durauano  i  giorni  >e  le  notti  intiere*  e  bene  fpeffo  molti  giorni ,  e  notti  fuf- 
fequenti,  come  fopra  è  detto  > con  tutto  ciò  le  monache  non  fi  vedeuano  mai 
iazie ,  ne  ftanche  d'affiftere  à  quelli,  e  dì  mirarla,  e  fentirla,  ancorché  con  feo- 
modo,  e  dilàgio. 

Del  modo ,  che  tennero  le  Monache  del  fuo  Munì Iterò  nello  fcr  in  ere  gli  e  [la fi  y 
ci)  ella  ebbe .  Cap.       LX  I. 

IL  modo ,  che  tennero  le  Madri  del  fuo  Muniftero  nello  fcriuere  ,  e  notare 
quello,che  negli  eftafi  parlaua  la  Beata  Madre  ,  fu  così  bello ,  coordinato, 
che  parue  fuffe  fpirato,  &inuentato  dallo  Spirito  Santo  ;  acciò  non  fi  per- 
deffe  vn  si  prezioiò  teiòro  di  tante  fpirituali  intelligenze ,  commnnicate  à 

quelV 


94     Vita  della  B. Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

quel!  anima  fanta  ;  à  fin  che  Dio  redatte  maggiormente  glorificato ,  e  cono- 
feiuto  nelle  riuelazioni fatte  ajrvmilancilla  fua,&  ella  efahata,*e  quei  ch'erano 
per  leggerle, edificati.  Il  Padre  ConfeiTore  del  Muniffero  quando  vidde^e  Ten- 
ti ,  che  quella  Tua  figliuola  Spirituale  era  cosi  rapita  in  citali ,  dette  ordine  alle 
Aladri  del  Muniftero  »  che  ieriujeflero,e  notalfero  ciò  che  ella  faceua,  e  diceua 
in  detti  rattì,come  fopra  è  detto;ma  parlando  ella  aliai  velocemente  &  à  lun- 
go,nonpoteua  vna  fola  Monaca  fcriuere  tanto  veiocementei  che  pighaiìe  ciò 
che  ella  diceua:  onde  afiìfteuano  à  fcriuere  quando  due,  quando  tre,  e  talora 
quatto  Monacheje  cialcuna  di  loro  aueua  vnaò  due  che  ftauano  attente  à  te- 
neramente quelkxche  la  Beata  diceua  ,pcr  fuggerirlo  a  quella,che  (criueua . 
Cominciaua  vna  à  fcriuere  la  prima ,  e  con  l'aiuto  di  quelle  che  raffiileuano 
fcrmeua  il  primo  periodo,  e  faceua  fopra  quella  il  numero  primo  ;  la  feconda 
cominciaua  a  fcriuere  quello,  che  la  Beata  feguitaua  di  dire>e  con  l'aiuto  fimil- 
mete della iua affilìéte,fcriueua vn altro pcriodoe lo fegnaua  lòtto J numero 
due:  nelqual mentre  feguitaua a  fcriuere  la  terzaj&ancor'elfa  con  la  iato  dell' 
affiliente  pigliaua  nota  di  quello,che  la  Beata  lèguitaua,&  al  fuo  periodo  fcrjt- 
ro,facena  il  numero  tre.  In  tanto  la  prima  aueua  finito  di  fcriuere  il  fuo  perio- 
do, e  ripigliaua  a  fcriuere  dopò  la  terza  queLche  feguitaua  fin  doue  col  mede- 
fimo  aiuto  deUailìftente  poteua  tenere  à  mente,  e  Io  fegnaua  fotto  numero 
quattro:  la  feconda  feguitaua  nel  medefimo  modo  lòtto  numero  quinto ,  la 
terza  il  numero  fello  5  e  così  andauano  ripigIiando,e  numerando  fino  alla  fine 
del  ratto,  Cambiandoli  quando  bifognaua.Popòil  ratto  lì  vniuano  tutte  infic- 
ine ,  e  per  ordine  de*  numeri  notati  diltendeuano  il  ragionamento  continuato^ 
étto  dalla  Beata  5  e  doue  trouauano  difficultà  di  parole  lafciate,  ò  altro  errore, 
ficorreuano  alla  ItefTa  Beata  >  la  quale  auendo  vbbidienza  di  riferire  anco  fuori 
di  ratto  ciò,che  aueua  intefo ,  correggeua  gli  errori,e  replicaua  le  parole  tra  la- 
fciate ,  e  dichìaraua  quello.che  oleuramente  false  flato  notato.  Et  in  quello 
modo  lì  raccolfero  gli  ertati  che  di  lei  (i  trouano  fcrittr ,  quali  non  tutti  fono 
flampati;  e  moltillìmi  anco  non  furono  Icritti,  perchè  erano  così  frequenti  4 
che  non  vi  poteuano  fempre  affillere  le  Monache.  Onde  fono  più  di  gran  lun- 
ga le  cole,  che  fi  fono  tralafciate ,  e  perdute ,  che  quelle  che  fi  fono  fcritte . 

Che  i  ratti  dtquefta  Beatayancor  viuent e ^furono  eftminati  da  Teologi>&  affermato 

che  non  erano  per  iltufione  diabolica ,  0  co  fa  naturale  y  ma  Diuina  > 

e  di  tanto  fu  ajficurato .  Cap+     LXIT+ 

POteua  la  lantita  di  quelìa  Verginella  render  ficuro  reftimonio ,  che  gli  efla- 
fi  e  le  riuelazioni  che  ella  aueua, fòfsero  da  Dio;  poiché  in  ki  Ci  ritrouaua- 
no  tutte  quelle  condizioni  ài  perfezione ,  che  da  facri  Teologi  fono  date  per 
regola  di  conofeere  quando  gli  elìaiì  fono  da  Dio,  ò  quando  per  illufione  dia- 
bolica ò  per  effetto  di  caufa  naturale.E  fpeciulmente  iìtrouaua  in  lei  vna  prò- 
fondiffima  vmiltàrper  virtù  della  quale  quato  più  moltiplicauano fopra  di  lei  li 
doni  &  i  fauori  diuini,non  foto  non  sinfuperbiua,nè  fi  pergiaua  cofa  alcuna  di 
più  ( nel  die  lìà  il  maggior  pericolo  di  chi  gli  nceue,  )  ma  tanto  più  vile ,  &a- 
biettofi  reputaua,  conie  à  (uo  luogo  fi  dirà  .  E  le  bene  ancor  eflà.per  molte  fi- 

avrezze 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  deJ  Pazzi.       95 

ciuezze  dicontrafegni  mirabili  auuti  da  Diodi  non  eflfer  ingannata,  poteua 
cjuietarfi  ;  tuttauia non  reftaua  di  domandare!  Padri  fpirituali,ordmari>e  ftraor- 
dinarùfecredeuano  che  ella  ruffe  ingannata  ;  <5canco  i  Padri  fpirituali,febene 
aueuano  la  fieurezza  dalla  fua  fantità,e  de'contrafegni  di  perfezione,  cjie  in  ta- 
li cofe  fi  defiderano,nonardiuanorifolutamente  dare  quella  fentenza  :  e  con 
ragione  ;  poiché  nella  vita  fpirituale  non  ci  è  cola  più  difficile  à  jeónofcerfi ,  e 
di  che  fi  debba  temer  maggiormente  dinganno,che  di  reueiaz1oni,eftafi>  e  vi- 
fioni,particolarmente  delle  donne .  Onde  il  Sig.  Francefco  Benuenuti ,  Teo- 
logo, Canonico  »  e  Penitenziere  della  Metropolitana  Fiorentina ,  che  flette 
moki  anni  ConfeiTore  ordinario  di  quefto  muniftero  ,  auendo  inteiò  da  lei  in 
conferenza  fpirituale  tutto  il  fucceffcdella  fua  vita ,  e  letto  ciò  Cheiìno  allora 
era  flato  ferino;  fé  bene  le  diede  gran  fieurezza  che  il  tutto  venifle  da  Dio.fen- 
za  alcuna  mescolanza  d  inganno  tnttauia  voile  fentire  il  parere  d  altri  Teologi, 
e  particoJarmente  mandò  più  volte  per  ConfeiTore  ftraordinarioa  detro  Mu- 
niftero il  Padre  Nicolò  Fabbrinì,che  nell'anno  x  5  9  2. e  93  era  Rettore-dei  Col- 
legio de  Gefuiti  in  Firenze,  Teologo  di  gran  fapere  ,  prudenza,  e  lume  di  vita 
fpirituale.  Al  qual  Padre  la  Beata,di  configlio  del  Padre  ConfeiTore  ordinario , 
&  anco  per  riuelazione  della  diuina  volontà,inteià  in  vn  ratto,che  ebbe  in  det- 
to tempo,conferì  fimilrttente  tutta  la  fua  vita,  e  le  cofe  fucceffele .  Et  anco  il 
medefimoSig.Francefcole  diede  à  leggere  iquatro  volumi.deigiieftafne  del- 
le intelligcnze,che  ella  aueua  auuto  :  i  quali  darfudetto  Padre  letti,  e  diligen- 
temente (  come  diffe  )  confiderati  ,&  efaminati,gli  approuò  con  molta  ficurez- 
za,comc  cofa  diuina >  &  aflkurò  la  timorofa  Madre ,  e  Concerie  con  il  parere 
del  Padre  Spirituale,chequiui  non  era  inganno  alcuno  del  demonio,  ma  che 
erano  da  Dio;  e  di  tanto  ne  fece  teftimonianza  alla  Madre  Priora  delMuni- 
ftero,dicendóIe,  che  neteneflero  gran  conto ,  perche  erano  tefori  del  Paradi- 
fo;  e  come  tali, fi  fono  fempre  dalie  dette  Monache  conferuati .  Reftò  la  Bea- 
ta Madre,per  quefìa  fieurezza  datale  da  quefti  Padri,  molto  confolata,e  quie- 
ta; tanto  più,  che  in  quefto  vidde  auuerarfi  quello  ,  che  Vanno  1585.  in  vn'e- 
flafi  le  aueua  prometto  Dio  ;  cioè ,  di  mandarle  due  Padri,  vnodella  Compa- 
gnia di  Gicsu,  e  l'altro  d'altra  profe  Alone,  che  l'aueriano  aflìcurata ,  e  quietata 
intorno  a'  fuoi  eftafi .  £  quefti  furono  idetti,Padre  Nicolò  Fabbrini>&  il  Sig. 
Francefco  Benuenuti,  de'  quali  in  vn  altro  ratto ,  che  ebbe  a  2  7.  di  Febr.  dell' 
anno  1  $  92.  e  9  *  •  intefeche  erano  quefti  due  Padri,che  Sua  Diuina  Maeftà  le 
aueua  prometèi  ;  e  di  tutto  ne  refe  grazie  à  Dio . 

Za  verità  de  ratti  diuini  di  qucjla  Beata ,  fu  confermata  da  Die  con  vn  frequente 

miracolo  ;  quale  fu ,  cheflando  in  eftafi ',  dipingeua,  e  lauoraua  d'ago 

fen'^afemirfì  di  lume  elementare* 

Cap.  LXIII. 

TRa  gli  altri  miracoli  operati  in  vita  da  quefta  Beata ,  approuati  dalla  Rota 
Romana,e  da'Signori  Cardinali  della  iacea  Congregazione  de*  Riti  è  nu- 
merato quefto  5  che  ,flando  in  eftafi  con  la  mente  alienata  da'  fenfi,e  rapita  in 
Dio,  con  gli  occhi  fiffial  cickfccuciua,  e  faceua  lauori  d'ago,  ragliana  l'oro,di- 

pingeua 


9<£      Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

pingena  su  la  carta  imagi  ili  diuote ,  e  faceua  altre  cole ,  che  richiedeuano  l'at- 
tenzione della  mente,  e  degli  occhi .  Vedendo  le  Monache  cofa  tanto  mara- 
uigliofa,nè  parendo  lor  pollìbile  ;  per  meglio  chiarirli  le  ella  veramente  fi  fer- 
uiua  in  tal'  atto  delia  luce,  le  bendauano  gl'occhi,e  chiudeuano  le  finellre  del- 
la danza  doue  lauoraua  ,  e  faceuanla  (lare  al  buio  ;  .&  ella  così  al  buio ,  e  con 
gl'occhi  bendati,  feguitaua  il  lauoro,ò  la  Pittura,  cheaueua  fra  mano ,  con  la 
fua  lolita  maeftriaje  perfezionccome  quando  era  nel  fuo  naturale .  E  così  in 
ratto  fece  molti  lauori,e  pitture  diuote,  che  come  miracolofcfono  fiate  con- 
feriate . 

IV  'anelato  da  Dio  lo  flato  di  molte  Unirne  paffate  all'altra  vita  -,  alcune  ne  vede  in 

Taradifo,  altre  nel  Turgatorio ,  &  altre  nell'Inferno . 

Cap.         L  x  I  V. 

NElf  ifteffa  maniera  che,  fauorita  dall' Aìtiffimo  Dio,  le  fu  più  volte  in  que- 
lla vita  mortale ,  date  alcune  occhiate ,  e  vide  della  gloria  de  Santi  fuoi 
dinoti ,  come  fopra  è  narrato  ;  così  fi  compiacque  fua  Diuina  Maellà  di  mo- 
ilrarle  ancora  lo  (tato  di  molte  anime  pallate  all'altra  vita.e  Ipecialmente  delle 
Monache  del  fuo  Muniflero  .  Imperochè  quando  moriua  alcuna  di  quelle,  ò 
altre  pedone  à-leinote,e  congiunte,faceua  per  quelle  orazione  cosìferuente, 
che  quafi  fcmpre,  in  pregare  per  loro,era  rapita  in  ella  fi;e  da  Dio  l'era  moflra- 
to  lo  flato  di  quell'anima  per  cui  pregaua.E  quello  ancora  le  fuccelTe  nel  pre- 
gare per  altre  anime  da  lei  non  conofciute,ma  raccomandategli  da  altri;  lo  (la- 
to delle  quali,à  lei  riuelato, fi  confrontaua  tanto  puntualmente  con  la  vita,che 
aueua  tenuta  quella  pedona,  cfae  non  ne  auendo  ella  vmanamente  cognizio- 
ne alcuna ,  ben  Ci  vede  uà ,  che  (blo  da  Dio  l'era  riuelato . 

La  prima  anima ,  di  cui  Ci  faccia  mentione  nella  fua  vita,  che  ella  vedefle  nel 
Purgatorio, fu  quella  d'vn  fuo  fratello,  a  14.de!  mefe  di  Giugno  del  m  87.  per 
-il  quale  pregandogli  rapita  in  e(lafi,e  le  furono  moflrate  le  pene  del  Purgato- 
■rio,come  fopra  nel  Capitolo  50.0  narrato  :  alla  qual'anima  per  le  orazioni ,  e 
iuffragi  della  (Iella  Beata  ,  furono  abbreuiate  le  pene .  Onde  il  fecondo  gior- 
no, doppola  prima  riuelatione,  lo  vidde  molto  alleggerito  di  pene;  (Scin- 
tele,come  preflodoueua  edere  da  quelle  libero .  Perciò  parlando  feco,  dille: 
Felice  te,ò  fratello  diletto, poiché  farai  molto  preflo  chiamato  all'eterna  beatitudine', 
e  fé  bene  grandi  ,  &  indicibili  fono  le  tue  pene ,  non  però  fono  condegne  alla  futura 
inenarrabile  ^&  ine  omprenfibile  gloria,  cheti  è  preparatami  Cielo  . 

Vede  l \Anima  d\na  Monaca  del  fuo  Muniflero ,  che  doppo  fedìcì  giorni 
di  Turgatorio ,  vola  glorio  fa  al  Taradifo  . 

A'  5.  di  Febbraio  dell'anno  i.y88.cflcndo  rapita  in  eftafi,lc  fu  concedu- 
to da  Dio  di  veder  1  anima  d'vna  Torcila  del  fuo  muniftero,che  fedici 
giorni  prima  era  pallata  ali  altra  vita,  andare  gloriola  al  Cielo;  &  intcfe,che 
per  tre  cagioni  particolari  era  (lata  rkenuta,pcr  quei  lèdici  giorni3nelle  pene 

del 


Vita  della  B. Maria  Maddalena  de* Pazzi.       97 

del  Purgatorio .  Primieramente,  perche  ne'  giorni  feftiui  f  per  efler  molto  in- 
gegnoia  ne  lauori  di  mano)  aueua  fatto  alcune  cole  lenza  neceffirà .  Seconda- 
riamente perche,  come  madre  antica  della  Religione  ,  aueua  mancato  alcuna 
volta  per  nfpetti  vmani  >  d  auuifare  i  Superiori  di  qualche  colà  ,  che  fi  fentiua 
inspirata ,  concernente  il  bene  dello  ftaro  del  Tuo  immillerò.  Finalmente  peK 
efler  troppo  amatrice  de'fuoi  parenti.  Et  infieme  le  furono  nudate  tre  fue  vir- 
tù, per  le  quali  intefe  elTerle  (late  abbreuiate  dette  penerà  prima,era  la  folleci- 
ta  cura,  che  aueua  fempre  auuta  di  conferuarc  la  purità ,  e  femplicità  della  fua 
ReIigione,la  feconda,la  gran  carità  che  aueua  moftrata  con  tutte  le  lòrelle;  la 
terza ,  l'aiiere  fempre  tirato  à  buon  fine  ciò  ,  che  vedeua  ,  ò  fentiua  Vedeua 
dunque  ,  che  queft'anima  felice  tutta  ricca  di  meriti ,  fé  n andana  à  godere  il 
fornaio  bene  in  mezzo  del  fuo  Angiolo  Cuftode ,  e  di  S.  Miniato  martire,  che 
in  quell'anno  aueua  tenuto  per  fuo  dinoto  conforme  al  coftume  del  mimiftc  • 
roOnde  per  tal  vifta  gioiua  d'allegrezza  ,  e  fi  accefe  à  gran  defiderio  di  fegui- 
tarla  per  andare  à  godere  il  fuo  amato  (polo  Giesù  Crinito . 

Fede  andare  in  Taradifo  l *  anima  di  vn 'altra  Monaca  del  fuo  Mmifiero,  chi 
foto  1  j  .ore  era  fiata  in  Tttrgatorio . 

0 

ESfendo  pattato  à  miglior  vita  a'cinquedel  mefe  di  Giugno  dell'anno  1  $89. 
vna  monacatila  quale  la  Beata  Maria  Maddalena  aueua  fatti  continui  of- 
fequij  di  carità,nel  tempo  che  era  ftata  inferma;  mentre  che  il  fuo  corpo  era  in 
Chiefa  per  fepellirdftaua  la  Beata  Maria  Maddalena  alla  grata  di  Chiefa;  doue 
fu  rapita  in  eftafi,e  vidde  l'anima  di  quella  volarfcne  al  Paradifo  Onde  prorup- 
pe in  quefte  p^TOÌQZ^iddio  fonila  jiddio  anima  beata,voi  ve  ne  andate  in-Taradifo 
àguifa  di  pura  colomba,  laj dando  tutte  noi  qua  giù ,  0  come  fiete  gloriofa,e  bella  :  e 
chi  potrebbe  raccontare  la  vofira  belle%%a?  quanto  poco  fiate  fiata  in  quelle  fiamme, 
^Ancora  non  è  fepolto  il  vofiro  corpose  V  anima  voflrafe  ne  vola  alla  gloria  beata.Ora 
tonofeete  chiafò  quello,  che  io  e/fendo  voi  ancora  quàgiùin  terrari  diccuo, cioè  che 
non  viparebbepoi  auer  patito  co  fa  alcunajrifpetto  alla  gloria, che  Giesù  vi  riferbaua 
in  Taradifo.  Intefè  in  quello  mentre,che  vna  delle  cagioni,perche  così  breue 
era  (iato  il  fuo  Purgatorio,™  perche  aueua  patito  grandemente  in  qnefta  vita* 
e  fpecialmentegraue  infermità  con  molta  pazienza  ;  e  perchè  aueua  auuto 
in  gran  prezzo  >e  ftima  le  fante  indulgenze  come  meriti  di  Giesù  Chrifto,per- 
ciò  quindeci  ore  fole  era  ftata  in  Purgatorio.  E  mentre  ù  daua  fepoltura  al  cor- 
po di  detta  morta,  fi  rifencì  la  Beata  dal  ratto,  dicendo  :  ^(el  mede  fimo 
tempo ,  che  é  dato  fepoltura  al  corpo  in  terra  ,  l'anima  è  collocata  per  fempre  nel 
Cielo . 

Vede  l  anima  dvna  Monaca  del  fuo  MunifierOj  cinta  di  fiamme  adorare  ilSantiflimo 
Saeramente,e  ne  intende  la  cagione  * 

VN'altra  volta  del  medefìmo  anno  158?.  mentre  ella  ftaua  in  Coro  a  fare 
orazione,  vidde  l'animaci  vna  monaca  del  ilio  munifterodefonta  ,  co- 


98       Vita  della  B.  Maria  Maddalena  dePazzi. 

Serta  d\7n  ammanto  di  fuoco,  e  di  lotto  veflita  d'vna  candida  vette  5  la  quale.» 
aua  adorando  il  Saiitiillmo  Sagiamento  con  gran  riuerenza .  E  domandando 
]a  Beata  al  Signore  quelloiche  ciò  fignificaua.intefe  che  quella  velie  bianca  j> 
era  (tata  concedutadaDio ,  in  premio  della  verginità  *che  ellaauena  confer- 
mata ;  l'ammanto  di  fuocoxhe  la  copriua,  l'era  dato  in  pena  d  alcuni  tuoi  di  et- 
ti; e  lo  ilare  con  dettaammanto  auanti  al  Santiilìmo  Sagramento,l'era  dato  in 
pena  dell'auere  più  volte  in.  vita  fua  tralafciato  per  negligenza  la  Santa  Comu- 
nione^ intefe  che  per  quella  negligenza  doueua  ilare  ogni  giorno  per  vn'ora 
in  detto  modo  auanti  ilSantiffimoSagramenta,  fino  che  aueua  purgata  la  pe- 
na di  quel  difletto,  e  poi  volarfene  al  Paradifo.  E  cofi  non  molto  tempo  doppo 
la  vidde  andare  gloriola  a  gli  eterni  ripofi * 

Vede  l%anima  di  fua  Madre ,  doppo  quindici  giorni  di  Purgatorio  ^andare  al  Cielo  ,  e 
V anima  di  vn  buon  Sacerdote  glorificata:. 

DEI  mefe  di  Settembre  dell'anno  15  90.  eflendo  morta  la  Signora  Maria»* 
Buondetmonti, madre  della  Beata  Maria  Maddalena;  quindici  giorni  do- 
pò la  fua  morte,mentre  ella  ilauain  ellafi  >  le  apparue  fua  madre  tutta  cinta  di 
gLoria -,  e  di  fplendore  *in  compagnia  d'alcuni  Santi  fuoi  diuptie  le  diede  quelli 
tre  ricordi.  Primo>che  cercaffe  il  maggior  grado  di  vmiJtà,che  potette;  fecon- 
do, che  fu  ile  efatta  ofieruatrice  deU'vbbidienza  :  terzo ,  che  adoperarle  in  ogni 
cofa  la  prudenza.  E  datole  quelli  tre  falutiferi  ricoivii ,  fi  tolfe  dalla  fua  villa» 
Non  molto  dopò  in  vn'altro  ellafi  le  fu  da  Dio  moflrata  >  ricca  di  gloria  nel 
Cielo  l'anima  di  vn  buono  Sacerdote,  da  lei  conofciuto  :  quale  in  quella  vita? 
seramoltoaf^ricatoperranimceviiTuto  in  fanti efercizi  fpirituali  ► 

Ve  de  due  anime  da  leiconofeiutein  vitay  condannate alt- 
eterne  pene .. 

L'Anno  i$9-}alli  2.2.  diDecembre  vidde  inecceiTo  dimente  l'anima  di  va 
peccatore^cne  in  quel  punto  paiTauadi  quefta  vita;e  la  vidde  condannata 
z'A  eterne  pene.  Intefe  appretto,  che  qucll'huomo  infelice,  oltre  che  aueua  te- 
nuta vita  federata,  era  llato  fentenziatodaDio  all'eterne  fiamme»  particolar- 
mente per  non  auer  auuto  in  pregio  i  tefori  di  Santa  Chiefa  >  difprezzando* 
le  Indulgenze  ,  &  ogni  altra grazia  >  che  ella  comunica  benignamente  ai  fuoi 
fedeli. 

Intorno  al  detto  tempo  vidde  Umilmente  vnaltr'anima  cinta  d'ogn'intor- 
no  di  fiamme  infernali  ,  alle  quali  eternamente  era  condannata  dalia  diurna* 
Giuftizia .  Per  la  qual  villa  diuenne  in  volto  afflitta ,  e  pallida  fuor  dtmodo ,  e 
poco  ne  mancòxhenon  fi  venne  meno;e  con  Jagrime>e  fofpiri  voltata  à  quel- 
laf  quale  da  lei  in  vita  fu  conofeiuta )  le  dille >,  tèfei  diventato  vn  tifone  dell* 
Infermare  fio  fi  fon  cangiati  i  paffatempi  in  pene  acerbe >ye  fempiteme  1 E  riuolta  al  • 
Cielo  difle  -,  0  Dio  eterno  ,  non  penetrano  quefie  co  fé  gli  Imomini  del  mondo  .  Per 
le  quali  parole ,  e  per  il  modo  con  che  le  proferì ,  mede  grande  fpauento ,  e  ti- 
more, in  quelle  che  la  viddero,  e  fentirno  >&  ella  rimafe  così  sbattuta  da  que- 
fta villa. 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzi .      99 

vìfta  »  che  ctiam  vfeita  del  ratto,  non  trouaua  conforto,nè  confolazione.E  co- 
me ella  riferì  per  la  folita  vbbidienza  >  queftevifioni  le  furono  moftrate  da 
Dio,acciò  ella,e  l'altre  monache  del  fuomuniltero  s'infiammaflero maggior- 
mente nel  zelo  della  falute  dell'anime,  cercando  di  placare  la  Diuina  giustizia 
con  l'orazioni,  e  penitenze  » 

Vede  moke  anime  rèligiofe  dannate  per  tinofferuan%adel  voto  della  pouertà, 

e  per  altri  peccati* 

VN  giorno  di  Domenica,  mentre  in  Coro  fi  cantaua  il  Vefpro ,  fu  rapita  in 
ellafi;  nel  quale  il  Signore  le  moftrò  gran  numero  d'anime,  che  à  guifa 
di  folgori  fprofondauanoneirinfernoprecipitoiamente:  e  domandando  al  Si- 
gnore chi  fallerò  quelle  >  le  fu  rilpofto ,  che  erano  perfone  Rèligiofe,  le  quali 
efTendo  vifTuteinmunilterirelafsati  neH'ofseruanza  3  per  non  auer'ofseruato  i 
voti  promeffi  à  Dio, e  particolarmente  quello  della  pouertà*  erano  Hate  con- 
dannate all'eterno  fppplizio  ;  &  ancora  perche  fi  erano  fernite  dell'abito  Re- 
ligioso per  vanità  ,  e  leggerezza  ,fenza  ofseruanza  dimodeftia  ,  e  decoro  re- 
ligioso .  Onde  tutta  piena  di  compaffione  proruppe  in  quelle  parole  .  O 
quanto  farebbe  flato  meglio ,  che  quefle  anime  fusero  fiate  alfetolo,  che  effer fi  fatte 
religio  fé, e  non  auer  ojferuato  quello, che  con  votofolenne  hanno  promejfo  a  Dio-,poi- 
ebeper  tal  me^o  fi  fon  fatte  degne  di  cafligo,e  di  pena  maggiorerò  pouertà^d  pouertà 
religiofa,quanto  poco  fé  i  conofeiuta,  &  ojferuataf  Oh  che  fé  ella  fi  conofceffeg?  of- 
ferua/fe  ynonfi  terrebbono  le  celle  piene  adornamenti  :  s'abbonirebbe  come  veleno  il 
tenere  danari ,  e  fpendergli  fecondo  il  proprio  volere  ;  e  tante  altre  pompe ,  e  vanità 
tanto  difdiceuoli  al  vero  r eligio fo  ,  fi  sbandir ebbono  dà f agri  chioflri .  0  come  Giesà 
mio  la  bellex^a  della  pouertà  tr •eligio fa  è  diuenuta  diformata  per  la  maledetta  pro- 
prietà .  0  quante,  ò  quante  anime  rèligiofe  àbbrucciano  nell'inferno  per  non  auer  te- 
nuto in  pregio,  &  offeruata  lafantapouertà . 

Altra  volta  medefimamente  in  e(lafi  vidde  gran  moltitudine  di  anime  reli- 
giofe,che nelle  fiamme  dell'inferno  ardeuano  dannate >  e  ricercando  la  cagio- 
ne,perche  quelle  tapine  erano  punite  con  sì  attrocci  tormenti  ;  intefeperche 
nel  tempo,che  alle  Rèligiofe  fi  concede  qualche  ricreazioneacciò  vie  più  tiri- 
uigorite  fi  diano  alla  diuozione  ,  quelle  in  tutto  feordate  di  Dio ,  fi  eranoim- 
merfe  in  quelli  paflatempi  con  molte  offefe  mortali  di  Sua  Diuina  Maeltà  ;  e 
particolarmente  nel  traueftirfi ,  e  portare  velli  fecolarefche'»  àueuano  prefo 
tanto piacerce diletto difordinato,che àueuàno  meritato  quell'eterne pene . 
Onde  ella  perciò  proruppe  in  Pepiamo  amarilìimo,  -t  piena  di  doglia  efclama- 
lia,Con gran VOCe5e diceua ;  0  mifere anime  rèligiofe <?  Oime mìferia  grande ,che 
quel  che  è  conceduto  a  Heììgiofiper  ricreazione, abbi  a  da  efìer  cagione  d'eterna  dan- 
nazione ,  E  non  celiando  in  quella  villa  di  piangerete  lagrim&re  diròttamen- 
teporgeua  preci  al  Signore  ,  che  defle  vero  lume  $i  Religione  à  quelle  anime 
religiofe>cheaueuano  ancora  Ipazio  dipenitenza. 


G     2    .        Vede 


D 


i  o  o     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi* 

Fede  tanima  di  vna  Monaca  delfuo  Muniflero ,  che  doppù  cinque  ore  dì  puliamone 
della  vifione  beatificagodc  gli  eterni  beni. 

EJl'anno  1 5  pialla  fine  del  mefe  d'Ottobre,  morì  in  detto  Muniftero  vna 
Monaca  giouane  di  molta  bonti ,  e  perfezione  ,  chiamata  Suor  Maria 
Benedetta  Vettori  ;  al  tranfito  della  quale  affittendo,  fecondo  il  ino  folito,  la 
Beata ,  vidde  vna  gran  moltitudine  di  Angioli ,  quali  le  faccuano  corona ,  &  af- 
pettauano ,  che  quell'anima  fpirafle .  Dipoi  la  mattina  feguentementre  il  cor- 
po della  defonta  era  in  Chielà ,  e  che  fi  canraua  la  Metta  per  le  fue  eflequie ,  al 
San&us,  &c.  la  Beata  Madre  fu  rapita  in  eflafi,  e  vidde  quell'anima  in  Paradi- 
so in  tanta  gloria  ,che  fuperaua  la  gloria  d'ogni  altra  monaca  del  Tuo  muniftero» 
fino  a  quell'ora  morta,  e  Spiegando  gl'ornamenti,  e  gulli  di  quell'anima,diflo 
come  in  premio  della  fua  ardente  canta,  ell'era  vellita  dì  vn'ammanto  dorato» 
e  che  per  auer  Tempre  ragionato,e  proceduto  col  proffimo  con  finceritàx  be- 
nignità,dalla  bocca  di  Giesù  vfciua  vn  iuauiffimo  liquore,che  s'infondeua  nel- 
la fua ,  e  le  arrecaua  vn'immenfa  dolcezza  5  e  che  con  gran  libertà  fiflaua  lo 
sguardo  nell'vmanità,e  diuinità  del  Verbo .  Onde  moffa  la  Beata  dalla  vifta  di 
SÌ  diletteuole  Oggett0,comincio  ad  efclamare.  0  Colombina  mia  comefei  bella? 
come  jei  gioiofa  f  So  che  non  vai  più  col  capo  chino  come  fac cui  tra  noi .  Intefe  in-» 
quello  mentre ,  come  quell'anima  non  fubito  fpirata  era  andata  in  Paradifo  » 
ma  che  per  cinque  ore  era  (lata  ritenuta  nel  Purgatorio  ;  ma  però  non  aueua 
patito  pena  alcuna  di  fenfo  di  quelle,  che  vi  patifeono  l'anime  ,  mafoloera 
ftatafequeftrata  in  vna  parte  di  etto,  doue  era  fiata  per  detto  fpaziodi  cinque 
ore  piiua  folamente  della  vifione  di  Dio .  Dipoi  contemplando  l'accoglienze  » 
e  le  carezze,che  Giesù  fàceua  à  quell'anima ,  diffe  ;  0  Verboyfe  tanto  ti  piace- 
va qut fi 'anima  ,  e  fé  tanta  voglia  aueui  di  vnirla  à  tè  nella  gloria ,  che  perciò  te  l'hai 
tolta  cosìprefloyper  qual  cagione  V  hai  poi  lafciataflare  cinque  orepriua  della  tua  vi* 

fwneìEt  intefè,che  ciò  ei*a  (lato  per  vn  difètto  molto  leggierorcaufato  da  vn 
pò  d'amor  propriojquale  era,che  ella,quando  vedeua  alcuna  difguftata  per  fua 
caufa,  fé  ne  affliggeua  tanto,  che  l'afflizione  la  diftoglieuà  dalla  prefenza  di 
Dio ,  che  ella  per  dono  (ingoiare  aueua  ottenuto  dalla  Diurna  bontà  •  Doppò 
auer'intefo  quello ,  le  raccomandò  il  fuo  Muniftero ,  e  fé  (letta;  e  fparendo  la 
dolce  vfta  ritornò  a'  fenfi. 

Similmente  vidde  in  Purgatorio  l'anima  d'vna  gentildonna  Fiorentina,  che 
patiuaattrocipene;  (Scintele,  che  tali  pene  patiua»  per  auere  impedito»  che 
vna  ina  figliuola  non  fi  facefle  monaca . 

Impetra  da  Dio  lafalute  dell'anime  di  due ,  che  furono  gìuftifiati  vicino  al 
Muniflero  :  e  li  veicfaluati. 

FVrono  à  quei  tempi  menati  a  giuftizia  vicino  à  detto  Muniftero  due ,  che 
in  detto  luogo  aueuano  commetto  vn  omicidio  à  tradimento  ;  e  prima , 
che  ciò  fi  efeguiìTe,  peruenne  à  notizia  della  madre  Suor  Maria  Maddalena,al- 
1  a  quale  fi  accefe  grandemente  nel  defiderio  della  falute  di  quelle  due  anime; 

eia 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi, 


ior 


e  la  notte  precedente.e  la  mattina  ftefifa  fece  frequenti  orazioni  per  loro,infie 
me  con  ruttc  le  Monache  del  Muniftero ,  e  le  chicle  inftantemente  à  Idkrj  E 
ritrouandofi  in  eftaftln  quell'ora ,  che  fumo  giudiziari ,  intele  da pio,  comedi 
erano  tutti  due  faluati;  e  che  vno  di  loro  aueua  abbracciata  quefta  morte  con 
tanta  prontezza  in  penitenza  de*  fuoi  peccati  >  &  era  morto  con  tanta  contri- 
zione ,  che  (ubito  era  volato  al  Cielo .  L'altro  parimente  era  morto  in  buona 
difpofizione  »  ma  non  quanto  il  primo ,  e  però  era  andato  al  Purgatorio .  Ilche 
fi  confrontò  con  quello ,  che  difiero  i  iècolari ,  che  fi  trauarono  preferiti  alla 
loro  morte ,  cioè  che  tutti  due  fi  erano  difpofti  à  ben  morire  >  ma  vno  più  che 
l'altro.  E  quelta  loro  difpofizione  fi  attribuì  in  gran  parte  allocazioni  delle 
monache /e  fpecialmente  della  Beata  Madre,-  la  quale  nello  ffefToeftafifiV 
(entità  fare  caldiflìme  offerte  à  Dio  deik  Paffione>  e  morte  di  Giesù  in  loro 
falute  * 

Vede,  tra  Santi  del  Taradifo ,  il  Beato  luigi  Gonzaga  della  Compagnia  di 
Giesu.  Cap.     LX  V. 

A  Vendo  fin  qui  defcritto  per  ordine  de'  tempi,  le  vifioni,  che  ebbe  la  B$%- 
ta  Maria  Maddalena  dello  (tato  di  molte  Anime  pafìate  all'altra  vita  ?  re- 
itàdi  narrare  quella  ch'ella  ebbe  della  gloria  del  Beato  Luigi  Gonzaga  della 
Compagnia  di  Giesù  >  laquale ,  tra  tutte  l'altre  »  fu  bellilfima  >  e  feguì  a  quat- 
tro del  mefe  d'Aprile  dell'Anno  1 600.  Nel  qual  giorno  efsendo  ella,iecondo 
il  fuo  folito ,  rapita  in  eftafi ,  vidde  ri  detto  Santo  gloriofo  nel  Cielo  ;  e  fopra- 
prefa  dalla  vifta  di  sì  fourano  oggetto ,  cominciò  a  parlare  panatamente,  in- 
terponendo fpaziotrar'vne,  e  l'altre  parole ,  come  denotano  le  linee  fri  tal 
guifa. 

0  che  gloria  ha  Luigi  figliuolo  d'ignatio  ?  non  mai  Ih  arci  creduto  \  fc  non  me 
Taueffi  moflro  Giesù  mio .  Mi  pare  in  vn  certo  modo  ,  che  non  abbia  da  ejjer 

tanta  gloria  in  Cielo,quanta  ne  veggo  auer  Luigi  #  lo  dico,  che  Luigi  è  vn  gran 

Santo.  'ligi abbiamo  de  Santi  in  Chiefa  Citi temfcua  delle  Reliquie  de' 

Santi^)  i  quali  non  credo  abbino  tanta  gloria.  Io  vorrei  poter  andare  per  tutto. 

il  Mondoye  direbbe  Luigi  figliuolo  d'ignaro  è  vngran  Santole  vorrei  poter  mofirare 
ad  ogn'vno  la  gloria, per  e  he  Dio  fuffe  glorificato.  Ha  tanta  gloria ,  perche  opera 

con  l*  interno*  Chi  potrebbe  mai  narrare  il  valore,  e  la  virtù  dell  opere  interne  i 

non  ci  è  comparation  e  alcuna  dallintrinfeco  all' eftrinfeco.  Luigi,flando  qua  già 

in  terra>tenne  la  bocca  aperta  a*  rifguardi  del  Verbo  (  volle  dircene  quefto  Bea- 
to amaua  Tinfpirationi  interiori,che  il  Verbo  marìdaua  al  fuo  cuore.e  quan- 
to più  poteua,  cercaua  d'efeguirle  )  Luigi fu  Martire  incognito ,  perche  chi 
ama  te,  Dio  mio,  ti  conofee  tanto  grande,  &  infinitamente  amabile  ych  e  gran  marti- 
fio  Ve  il  vedere  di  non  f  amare,  quanto  de  fiderà  d'amarti ,  e  che  non  sij  agnato  dalle 
creature,an^i  offefo*  Si  fece  ancora  Martire  da  fé  (ìejfo ,  O  quanto  amo*ig 
terra  ?  e  però  ora  gode  in  Cielo  in  gran  pienezza  dyamore.  Saettaua  il  cuore  del 
Verbo,quando  era  mortale;  ora  clfèin  Cielo, quelle  faette  fi  ripofano  nel  fuo  ^perche 
quelle  comunic anioni, Qh e  meriiaua  contatti  d'amore^  d*vnioìie,chefaceua(quzlÌ 

G     z  erano 


j  o*k    Vite  della  Boaria  Maddalena  dePazzi. 

cranofictte)  orai- intende  y  e  gode ..  Vedeua  poi  y  che  quefto  Beato  pre- 
gau&caldamente  per  quelli  >  che  in?  terra  gli:  aueuano  dato  aiuti  fpirituali . 
Dal  che  accefa  >  dlfle  :  rincora  io  mi  voglio  ingegnare  d'aiutar  l 'anime  > perche  fé 
alcuna  riandrà  in  Taradifa  y  preghi ; per  me r  come  fa  Luigi 'per  chi  in  terra  li  diede 
aiuto.  E  qui  forni. 

Vedeua ,  efentiuaiinjpmt^lecofe  lontanex  &ajfenti>  come  fé  lefojfero  prefenti 
corporalmente..         Cap.     LXV  l.. 

T Ràgli  altri  fauori  fopranaturali ,  di  che  Dio  fi  degnò  >  di  pregiare  quefta> 
fua fpofa, fù> chele faceua  vedere ,  e fentire le  eofe  ilei  attenti  per  lon- 
taniffima  diftanza  diluogoicomefele  fuiTero  (late  prefenti,  &auanti  gli  occhi 
corporali;  e  queftointcruenneiamolte  occafioni .  Ma  particolarmente , 

Kedè  infpiritmvnarifpofta3.che  laMadreSuor  Catterina  de  F^cci  in  San  Vincent 
di  Trato  ydaua ad  vna  fua  lettera . 

fNEll^nno  M  8&ritroiiandofi  vn  giorno  foBeata'  Maria  Maddalena  in  ratto 
\J  nella  fala  del  nouiziato,dettòvna  lettera  indirizzaraalla  madre  Suor  Ca- 
tarina de  Ricci ,  monaca  di  gran  bontà,  e  virtù  nel  munifterodiS  Vincenzo  di 
Pratp.oggi  morta  in  gran  concetto  difantità>&  efsendo  ftaca  feruta  da  vn  altra 
monaca  prefente  àquelratto,  efigillàta  >  fi  mandò  alla  detta  Madre  Suor  Ca- 
terina per  il  fattore  del  Muniftero ,  à  Pirata,  dittante  dalla  Città  di  Firenze  per 
dieci  miglia .  Dilì  a  paiecchie  ore,  efsendo  la  Beata  ancora  nel  medefimo  rat- 
itoper  lcparolexhe  difse,  moftrò  di  vedere ,  che  il  fattore  porgeua  la  lettera  ì 
Suor  Caterina  :  e  pocoapprefso  tenendo  gli  occhi fiffi  >  fenza  vedere  douc  gli 
teneuàomoftraua  di  vedcre.e  leggere  la  riipofta  che  Suor  Caterina  le  rimanda* 
uà  e  fi  turbò  alquanto  involto,,  perche  non  le  rifgondéua  conforme  alfuode- 
fiderio  ;  e  così-\  idde  ancoraquandòella  porfe  detta  rifpofta  al  fattore  i  che  la 
iccafse.Jndi  à  quartr  ore  in  circa  tornò  il  fattore  conia  rifpofta  ;  e  domandato 
dàlia  Madre  Priora  dell'ora  che  aueua  porto  là  lettera»  e  riceuutane  la  rifpofta , 
•rouorno  per  l'appunto ,  che  confronraua  con  l'ora  che  la  Beata  laueua  vedu- 
to; 6caprendo,e  leggendo  larifpofta,  rrouorno  eflere  in  tutto,e  per  tutto  con* 
formeàche  la  Beata  aueua  veduto  in  fpirito.  La  quale  vfeita  di  ratto ,  confer- 
mò auer  veduto  quanto  fopra  ,  nel  modo  che  enarrato.. 

StandaìuHefettoriO)  vede  in  fpirito, che  ma  Monaca  delfuo  Muniftero  in  vnat 
fianca,  remota  moriua  improuif amente  . 

VNa  fera  dell'anno  1 5^1. in  Venerdì  \ ftando  la  Beata  Madre  con  l'altre7 
monache  in Refettotiaà  far  colizione,  moka  veloce  fi  leuò  da  men- 
fa;  &accoftatafi  alla  madre  Priora  le  diffé:  Madre ,  quell'anima  tranfifee. 
E  fenza  dir'altro ,  fi  pani,  &andò  correndo  in  vna  ftanza,*doue  ftaua  vnas 
Conucrlàinferm^chiamataSuor  Mattea  Focardi:  la  quale  aueua  vna  piaga 

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Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'Pazzì.     io  j 

in  vnagamba,efiteneuain  detta  ftanza  feparata  dall'altre  inferme,  per  il 
fettore  della  piaga.Ma  però  non  era  (limato  male,  che  accenaflfe  vicina  morte, 
e  ftaua  leuata  fuori  di  letto ,  e  lauoraua,e  fi  elèrdtaua ,  fecondo  che  f  infermità 
le  permetteua  j  &  il  dì  medefìmo  era  ftata  fempre  leuata,5c  aueua  lauorato  al 
fuo  folita;nè  in  talora  vi era  alcuna  da  ki .  Seguitorno  dietro  alla  Beata  alcu- 
ne monache  d'ordine  della  madre  Priora  ;  e  giunte  à  quella  ftanza ,  trouorno 
la  detta  fuor  Mattea ,  che  moriua,  aUa  quale  la  Beata  raccomandò  l'anima,  e 
Aettepocoàfpirare. 

Di  lontano  /ente  due  nottue,  ebeiù  luogo  ritirato  mormorauano 

del  projfimo -* 

IN  quel  tempo»  che  la  Beata  Maria  Maddalena  era  Pedagoga  «ielleNoai- 
zie  in  compagnia  della  madre  Suor  Vangelifta  del  Giocondo ,  fé  ne  ftaua 
vn  giorno  difeorrendocon  la  detta  madre,  &alhmprouifo  ,  come  fé  auefte 
fèntito  qualche  Còfà,  diffe  :  Madre ,  quelle  due  creature  non  "parlano  bene  , voglio 

andare  à  correggerle  \  e  pamtafirandò  in  vna  ftanza  remota  del  muniftero  4o- 
ue  trouò  due  nouizie,cheparIauaQo4el  pro'ffimo  con  poca  carità,  e  le  ripre- 
iè .  La  madre  Suor  Vangelifia  non  intefe  quello,  che  volere  dire,  la  Beata , 
quando  sì  in  fretta  fi  partì  da  lei  ;  ma  poi  le  confefToino  le  ftéfie  due  nouizie, 
cotneftauano  biafìmando il  proffimo  loro,e  che  dallaEeata  èrano  fiate  tro- 
uaxe,e  corrette .  Dalche  venne  infogninone  la  buona  madre,  che  tanto  era 
lo  ftimolo,che  haueuaia  Beata  della  perfezione  dell'anime,  che  atteneuano 
alla  fua  cura^che  Diote  faceuafentire  ogni  difetto,checommetteuano,  ac- 
ciò raiutafle  à  maggiormente  perfezionarfi . 

Dal  fuo  Muniftero  vede,  efente,  quel  che  il  Vadrc  Rettore  del  Collegio  de '  Gefuiti  di 
Firenze ,  die eua  vna  fera  a  Tadri  nel  fuo  Collegio  . 

D Eiranno  1600.  ritrouaudofi  vna  fera ,  circa  vn'ora  di  notte>Ia  Beata  in 
ratto ,  vidde  in  fpirito  il  Padre  Rettore  dd  Collegio  de'  Gefuiti  di  Fi- 
renze, che  ftaua  parlando  fpiritualmente  con  i  Padri  del  fuo  Collegio  ;  e 
fentì  ciò,che  egli  diceua .  E  chiamata  à  fé  vna  nouizia  de'  Berti,  che  al  feco- 
lo  era  ftata  penitente  di  detto  Padre,  lediffe:  che  penfate,  che  faccia  à  queft*- 
ora  ilVadre  Rettore?  rìfpdfè  quella  :  Deue fare  Orazione  ;  ^pn  fa  oratione , 
(diffe la  Madre)  ma  flà  fauellando  con  alcuni  fuoiTadri  delle  tali  cofe (  quali 
nominò)  e  lo  Spirito  Santo  li  forma  tutte  le  parole,  che  proferifee  .  Reftò  ftupita 

la  nouizia,nè  ebbe,che replicare .  Il  dì  feguente^ndò  il  detto  Padre  Retto-5 
re  à  confeffarle  Monache ,  chiamato  per  Confèffore  ftraordinario  ;  e  confe- 
rendoglieffa  ,  quanto  di  lui  haueua  veduto ,  e  fentito  la  notte  precedente  > 
con  fuo  grande  ftapore ,  confèfsò,  che  il  tutto  confrontaua  ,&  era  vero  :  e 
<osì  ne  accertò  anco  la  detta  nouizia * 

G    4  sàia 


1 04     Vita  della  B.Mària  Maddàfetia  de  Pazzi. 

Sa  la  Morte  di  vn  GentiVhuomo  Fiorentino  y  prima  che  ne  vengala 
nuoua  al  Muniftero. 

SEndo  ammalato  il  Signor  Pier'Francefco  Santucci  Genti l'huomQ.  Fioren- 
tino ,  quale  aueua  vna  figliuola  Monaca  in  detto  Muntfìera*  né  fapendofi 
cola  alcuna  della  Tua  morte  ;  ritrouandòfila  Beata  Maria  Maddalena  in  ratto 
in  sii  quell'ora,che  egli  fpirò,diflexomeeramortOjeche  era  faluo  peri  meriti 
di  Chrilìo ,  e  per  l'interceflìone  di  San  Francefco ,  del  quale  era  grandemente 
diuoto .  Mandorno  fubito  le  Monache  à  cala  dà  detto  Signor  Pier'Francefco  » 
e  trouorno ,che  era  fpirato  appunto  in  su  quell'ora,  che  ia  Beata  auea  detto;  e 
la  figliuola  confermò,  che  era  vero,  eh  egli  era  diuotiffimo  di  San  Francefco  $ 
e  come  era  folito  di  raccomandarfegli  ogni  giorno . 

Stando  in  luoghi  del  Munifiero  remoti  dalla  Cbiefa,  vidde  in  fpirito  quando  il  Tadre 
Spirituale  flaua  in  Cbiefa  confermando  . 

J\  Venne  molte  volte,chc  quefta  Beata,  ftando  in  eftafi  in  luoghi  remò- 
jì\.  tl>  e  lontani  dalla  Chiefa,  clifTe  :  Io  veggo  accender  dal  Cielo  il  Sangue  di 
Cbrifto  fopra  ?  anime .  Il  Taire  ftàin  Cbiefa  confejjando  ,  ancor'io  voglio  andare  à 
riceuere quèflo  sangue:  &andauaà confèffarfi;  e mouendofi apprelTo di  lei 
quelle  che  ftauano  nella  medefima  ftanza  (eco ,  trouorno  efser  vero  :  il  che 
umanamente  la  Beata  non  poteua  aucr  fapuro.  Altre  volte  ftandopureirì^. 
rattevedeua  in  fpirito>quando  il  Padre  Confefiòre  Ci  partiua  di  cafa.ò  da  altro 
ruègtfsÒ  quando  era  per  ftrada,  elodiceua;  e  di  quiuià  poco  fi  fentiuagiu- 
gnere  al  Munifiero .  Et  vna  volta  in  particolare, auendo  gran  defiderio  di  par- 
lare al  Padre  Spirituale ,  mentre  che  ella  ftaua  à  menfa ,  in  atto  di  metterli  il 
boccone  alla  bocca,  fu  rapita  in  cftafi  con  la  mano,e  co'l  boccone  folleuato  ; 
e  vidde  in  fpirito,  che  il  Padre  era  giunto  in  Chiefa .  E  così  eftatica  in  quell'at- 
to andò  à  parlare  à  detto  Padre  ;  e  feguitandola  la  Madre  Priora,trouó  efferui 
jl  Padre,  come  la  Beata  aueua  veduto  in  fpirito . 

- 
Tu  dotata  da  Dio  di  fpirito  di  profezia }  e  prediffe  molte  cofe  future  y 

quali  poi  fi  viddero  feguire . 

Cap.     LXVIL 

PEr  compimento  de'  Diuini  fauori  comunicati  à  quell'anima  eletta,  la  dotò 
ancora  iddio  del  dono  della  profezia  in  modo  (ingoiare  ;  che  perciò  quali 
di  tutte  le  cofe, per  le  quali  fi  poneua  à  far'orazione,!' era  da  l'uà  Diuina  Maeftà 
molìrato  quelIo,che  doueua  feguire .  Onde  auendo  le  monache,&  altre  per- 
fone,  che  aneuano  fu  a  notizia  5  toccato  con  mano  in  più,  e  diuerfe  occafioni  > 
quanto  fu  (fero  veraci ,  e  ficuri  i  fuoi  detti ,  ricorrenano  à  lei  per  l'orazione  con 
grande  auidità  di  fapere  quello,che  ella  fentiua  in  fé  delle  cole  raccomandate- 
Te  ;  e  ftauano  con  grand'attenzione  olTeruando  le  fue  parole  Ma  ella  elTendofi 
di  ciò  accorta ,  ftaua  molto  cauta  :  &  ancorché  preuedefle ,  &  intendelTe  pet 

Diui- 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzi.     i  o  % 

Diuina  riuelazione  i  futuri  (uccelli  di  talicofe,  non  li  palefaiia,  ne  Ji  manifefta- 
ua  ;  e  ne  rimandaua  particolarmente  le  petfone  fecolan.con  rifpofte  generali, 
e  di  confidenza  in  Dio;  ma  bene  alle  Monache,&  à  quelle  con  chi  più  confida- 
ua,  come  più  iègrete,riuelaua  bene  fpeflò  il  fuccefib  di  quelle  cofe ,  chea  gli 
altri  occultaua.Et  ancorché  mai  in  queftecoie  reftafle  ingannata ,tu trama  non 
preìupponeua  niente  di  se  fteffa.nè  ftimaua  punto  quefto  fuo  fpirito;ma  fi  re- 
putaua  facile  deffer  ingannata ,  come  ogni  altra  creatura  ;  &  era  tanto  aliena 
dalla  curiofità  del  faperecoiè  future.che  non  folo  non  fi  poneua  mai  a  chiede- 
re à  Dioiche  le  riuelaflè  tali  cofema  bene  fpeffo  fu  fentita  ne'ratti  chiedere  in- 
ftantementeàDio,  che  non  gliene  riuela (Te.  Onde  quando  vedeuacheDio 
voleua  nudarle  qualcofa,diceua  ;  Ritieni  in  te  signoreyritiem  in  te  «  Con  tutto 
ciò  le  era  tanto  intrinfeco  quefto  fpirito  di  profezia,  che  ancor  non  volendo,  e 
fpecialmentenc  ratti,  ne' quali, per efler agitata, e mofla dallo fpirito di  Dio  » 
al  quale  non  poteua  far  refiftenza,prediceua,e  proferiuale  cofe  future.E  que- 
fto fuccefle  in  molte  occafioni;  fpecialmente  vidde  molte  fanciulle  che  do- 
ueuano  monacarfi  nel  fuo  Muniftero ,  e  Jo  fpirito  di  che^loueuano  efler  dota- 
tele la  riufeita,  che  doueuano  fare  $  preuidde  molte  cofe,che  doueuano  fucee- 
dere  al  detto  fuo  MunifteroJe  quali  fi  fono  vedute  auuerate  :  e  così  molte  al- 
tre ,  tra  le  quali  fi  fono  raccolte Tinfrafcritte . 

Tredice  al  Cardinale  de''  Medici  ^Arciuefcouo  di  Firenze ,  che  egli  farebbe  Tapa ,  e 
che  poco  virerebbe  in  tale  dignità*  Cap.     Z  XV II I. 

DOuendo  il  Signor  Cardinale  Alefiàndro  Medici  Arciuefcouo  di  Firenze  1* 
anno  1586.  del  mefe  di  Settembre  venire  al  muniftero  di  Santa  Maria  de- 
gli Angioli,  per  l'elezione  della  nuoua  Priora ,  ella  in  vn  ratto ,  che  ebbe  in  tal 
tempoJntefe  come  Dio  voleua, che  ella  le  parlaffe  di  alcune  cofe  concernen- 
ti al  gouerno  della  Chiefa  Fiarentina,e  particolarmente  per  il  gouerno  del  fuo 
muniftero.  Circa  il  quale,cflendo  detto  Monf.  Illuftrils.  fiato  male  informato 
elei  Padre  Confeflbre ,  inclinaua  à  rimouerlo  5  il  che  la  Beata  intendeua  efler 
contro  la  volontà  di  Dio ,  &  in  detrimento  del  fuo  muniftero .  Sentito  dal  Pa- 
dre Confeflbre ,e  dalla  Superiora  quefta  risoluzione,  che  aueua  la  Beata  di  par- 
lare di  fimili  cofe  al  Cardinale,temerno,che  egli  non  fufle  per  pigliarle  in  buo- 
na parte  ma  fi  penfaffeche  le  fu  Aero  fatte  dire  da  altri,e  che  fi  fufle  per  accen- 
der maggiormente  contro  il  Padre  Confefsore,maflìme  per  efler  la  Beata  al- 
lora giouinetta  di  venti  anni  ,  <Sc  ancora  innouiziato;  onde  pen forno  d  im- 
pedirle quefta  riloluzione ,  con  rinchiuderla  in  quel  giorno ,  che  il  Superio- 
re veniua  à  fare  quefta  elezione.  Ma  perchè  nulla  vale  il  configlio  degli 
huomini  contro  il  Diuino  volere  ,  e  come  tele  di  ragno  fono  i  noftri  difegni 
nel  colpetto  Diuino,  ruppe  Iddio  il  difegno  del  Padre  Confefsore.  Impero- 
che  il  giorno ,  che  il  Cardinale  doueua  venire  à  far  quefta  elezione ,  che  fu  il 
dì  2  9.  di  Settembre ,  fubito  che  Suor  Maria  Maddalena  fu  comunicata ,  fu  ra- 
pita in  eftafi  :  e  così  eftatica,  fi  fermò  à  pie  della  grata  dd  Capitolo  risponden- 
te in  Chiefa»  doue.il  Superiore  doueua  riceuere  la  voce  delle  Monache  per 
iniezione  della  Superiora;  e  vi  fu  talmente  (labilità  %dallo  Spirito  Santo ,  che 

fé  bene 


i  oS    Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

fc  bene  le  Monache  fecero  ogni  forza  pofiìbile  per  leuarla  di  quiui  »  non  po- 
ternomaicon  violenza  alcuna  muouer la  vn  tantino.;  e  (lette  in  tal  maniera 
immobile  ,come  pietra, vndici  ore  continue  >  cioè  fmoairora,che  arriuò il  deN 
to  Illullriffimo  Arciucfcouo.  Al  quale  fubito>  che  fu  giunto  >&  accollato  alla 
grata  > ella  con  grande cmfafi>e  viuezza  di fpiritomaeftofo,  cominciò àpatla- 
re  con  quelle  parole  ;  Aleflandro ,  Aleflandro-,  fi  foggiunfe  tutto ciò,che  Dio 
le  fece  dire  in  rauore  dd  fuo  muniflero ,  e  conchiufe  con  quella  Temenza,  ca- 
uata  dalla  Sacra  Scrittura  >  accomodatale  in  bocca  dallo  Spirito  Santo  apro* 
pofito dell'inclinazione*  che  aucua  detto  Superiore  al  rimuouerc  ilPadro 
ConfèlTorer^o//  tangere  Chriflos  meos,&  in  ancillismeis  noli  malignar  i;  E  finito 
il  fuo  dire  vfcì  di  ratto ,  e  fi  leuò  di  quiui .  Reflò  il  Cardinale  flupito,  &  ammi- 
rato di  fentirfi  così  parlarcnè  feppe  dire  altro,  fé  non  che  quella  figliuola  aue- 
uà  parlato  bene  in  perfona  dello  Spirito  Santo.  Nonmancorno  alcuni  di  quel- 
lixhe  erano  con  detto  Monfignorc  affilienti  à  quella  elezioncche  fofpettor- 
no  ,  che  quanto  queftagiouanetta  aueua  detto,  lefufTeilatofuggeritodagli 
huomini,enon  da  Dio.  Ma  il  prudente  Superiore»  che  forfè  doueuaauer  fenti- 
to  dentro  di  le  l'effetto  dcllaccefe  parole  dello  Spirito  Santo »  non  cedette  à 
quello  fofpetto.anzi  dopò  di  auer  riceuuto  tutte  ie  voci  delle  Monache, e  fetta 
la  nuoua  ciezionefece  chiamarci  fé  la  Beata  à  folo.à  fólo,  e  molto  diligente- 
mente Tefaminò,non  folofopra  quanto  ella  le  aueua  detto  >  ma  ancora  fopra 
la  fua  vita  ;  e  ne  redo  tanto  edificato,  che  da  lei  fi  partì  tutto  riuolto ,  e  rimuta- 
to :  e  chiamata  à  fé  la  nuoua  Superiora ,  che  fu  la  Madre  Suor  Vangeliila  del 
Giocondo,  le  commendò  grandemente  la  fantità  di  quella  figliuola  ;  eie  dif- 
fe,come  in  quefto  fegreto  djfcorfo.ella  le  aueua  predetto,  ch'eifarebbe  Papaj 
dd  che  domandata  poi  dalla  lleflTa  Superiora  .confermò  il  medefimo.Qì]ando 
poi  liilcfTo  Cardinale  andò  in  Francia  Legato  de  Latere  di  Noftro  Signor  Pa- 
pà  Clemente  Ottauo,  in  parlando  per  Firenze  dal  detto  Muniftero  in  vn  tem- 
pore la  Beata  era  in  ratto?ella  diflTe  quefte  parole;  Queflo  chriflo ,  (che  con 
tal  nome  chiamaua  i  Prelati  )  ha  diprefente  vn  grande  onore,  &  arriuerà  anco  ai 
jupremo  j  ma  foco  gli  durerà^  quando  vorrà  abbracciare  la  J uà  gloriagli  /par  irà .  E 
quello  medefimo  confermò  anco  più  volte  fuori  di  ratto  ;  e  tutto  fi  vidde 
auuerato  Tanno  1605*  quando  per  la  morte  di  Clemente  Ottauo  fu  egli  elet- 
to Sommo  Pontefice  ,  e  chiamato  Leone  Vndecimo  ,  doue  che  viflenel 
Pontificato  folo  ventifei  giorni . 

Treuede  alcune  Fanciulle  particolari,  che  doueuano  Monacar/!  in  detto  fuo 
Muniflero .        Cap.      L  X I X. 

P~r  l'amore,  che  quella  Beata  portaua  alla  fua  Religione  ,  chiedeua  fpeffo 
nell'orazione  il  mantenimento.  &  augumentodcH'ofTeruanza  religiofa  ;  e 
perciò  inftantemenre  pregaua  Dio ,  che  eleggefse  perii  detto  Muniflero  ani- 
me ,  che  fofsero  dotate  di  quello  fpinto ,  che  bifognaua  per  tirarlo  innanzi  in 
perfetta  ofseruanza,del  che  compiacciuta  da  fua  Diuina  Maeflà,le  fu  più  volte 
fatto  vedere  in  fpirito  alcune  fanciulle ,  che  Dio  difponeua  di  condurre  à  Mo- 
nacaruifi  • 

Efpe- 


Via  delk  B.Mar  ia  Maddalena  dePazzi  v    i  07 

Efpecialmenteranno  590.  rifrouandoftellavn  giorno  in  effafi  ,  di(Tco> 
mt  vedeua,  che  la  fantitlìma  Vergine  conduceua  dall'Indie  vna  fanciulla  àfoc- 
fi  Monaca  tra  loro  .Le  Monache  preferaià quefto  ratto,  iertfita  tàlcofa,fi  tur- 
borno,  perche  mal  volentieriammettorto  foreftiere .  Conosciuta  dalla  Beata 
cosi  edafica ,  la  loro  turbazione,  difTcche  non  dubitaffero,  perche  la  Vergine 
la  conduceua  lei,  e  che  (arebbe  ftataamatnee  della  pouertà ,  e  del  difprezzo  di 
fé  ftelTa>e  molto  illuminata  della5  vita  Religiofa .  Si  auuerò  quella  profezia in- 
dia cinque  anni  $  quando  tanno  1595*  fendo  venuta  a  Firenze  Catterina  figli- 
uola del  Signor  Roderigo  Ximenez  Portughefe  ,  condòtta  da'  parenti  per  im- 
parentarli in  qualche  famiglia  nobile  della  Città ,  ella  ricalando  ogni  fponfalr- 
zio  terreno,  elefle  di  farft  Monaca  in  detto  muniftero  :  il  che  feguì  in  capo  ad 
vn  mefe  del Tuoarriuo  in  Fiteazc ,  e  fìt  chiamata  Suof  Catterina  Angelica  ;  & 
il  giorno  del  fuo  veftimento ,  iendo  la  Beata  rapita  in  eftafi  >  le  predifle  molte 
cofeinterne >  che  le  doneuano  fuccedere  nel  rempodi  fua  vira ,-  lequalielia 
medefima  ha  certificato  eflerle  fuccedute ,  come  la  Beatale  aueua  predetto* 

Dell'anno  1 5  9%.  yna  fonciulia  nobile  Fiorentina  della  famiglia  de'  Berti,per 
fodìsrareadvria  fua  Zia  >  entrò  per  dicci  giorni  à  vedere  il  detto  muniftero; 
ina  però  fenza  volontà  di  monacaruifi  ;  sì  perche  non  vi  aueua  inclinazione  > 
&aueuadi  già  fermato  l'animo  d'effer  Monaca  nel  Muniftero  di  Santa  Catte- 
rinadi  Firenze,  dell'Ordine  di  S  Domenico,*  sì  anco  perche  ci  arebbe  auuto 
delle  difficoltà •.  Inqueftì  dieci  giorni  frfenti  la  fanciulla  alquanto  inucJgliate 
di  mutar  penderò  5  mafapendole  difficoltà,  checiauerebbe  auuto,  nonci 
efette  orecchio;  ma  ritrouandofi  vngiorn-op  efenteacfvn  ratto,  che  ebbe  la 
Beata,  le  dimandò ,  Credete  voi  Madre,  che  io  abbia  ad  efler  Monaca  in  que- 
fto Muniftero  ?  le  rifpofè  la  Beata  :  lo  non  lo  credo  -y  mi  lo  sàdi  certo,  che  farete 
qui  da  noi  :  il  che  parendo  impoflibile  alla  fanciulla  ,  e  difeorrendo  dentro  di 
sé  fteflà  le  difficoltà  >  la  Beata  come  le  vedette  i  fuoi  petifieri ,  le  fòggiunfe  ; 
Giesù i  manderà  della /karugiada  ne  cuori ,  e gli  mollificherà \e  voi  fuper erete  ogni 
difficoltà .  Efsendo  poi  lafinciuBà  vfeica  del  muniftero^  e  battagliando  que- 
fta  fua  vocaziòneper  le  c&fficolrà che  trouaua.le  pareuaimpoffibile  che  auef- 
fé  à  fortire  ;  e  conferendo  vn  giorno  alle  grate  conia  Beata  quefte  Tue  difficol^ 
tà,di  nuouo  l'accertò>che  tutte  fi  farebbono  fupite ;  e  che  lo  teneua  tanto  cer- 
to ,  che  fé  vn' Angiolo  le  aue  fse  dettoin  contrario,  farebbe  tenuto  per  vn  De- 
monio .  Si  adempì  la  profezia  della  Beata  :  fi  fupirno  le  dirficultà ,  &  ella  fi 
monache  in:  detto  muniftero  di  Santa  Maria  degli  Angioli,  e  fu  chfamata  Suor 
Maria  Maddalena . 

Si  trouaua  in  quefto  tempo  >  nel  fopradetto  Muniftero  di  fama  Catrerina  dì 
Jirenze,inferbovna6nciulladeira  nobile  famiglia  de  Sommai,  chiamata 
Francefca  ;  la  qnale  petfemplicità,  e  bontà  era  come  vn' Angiolo  idearne,  & 
era  grandemente  amara dalla  fopradetta  de'  Berti,  perefsere  ftara  aioltianni 
infieme  per  educazionein  detto  Muniftero  di  Santa  Catterina:  e  detta  de*  Ber- 
fiper  ciò  la  defideraua  grandemente  monaca  infieme  fecoin  quefto  di  Santa 
Maria  degli  Angioli ,  e  fpefso  la  raccomandaua  all'orazioni  della  Beata*.  Vn 
giorno  mentre  la  Beataerain  rattale  dimandò  quefta  de'  Berti  :  Madre  crede- 
te voi,  che  Francclca Sommai  abbia adefsei;  monaca  da  noi?  rifpofe  la  B^ar*: 


i  o8     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

Gres*  melbàmofìrataconU  nofiro  abito  in  doffo .  Altra  volta  pregata  à  far  ora- 
zione per  la  medefima  caufa  della  detta  de'  Berti ,  e  da  altre  nouizie ,  difse  : 
Io  non  dubito  punto,  chela  Francefca  Sommai  farà  Monaca  in  queflo  Munifiero,  ma 
lo  so  di  certo .  E  quando  la  Beata  predice  quefto  3  non  fi  lapeua  punto ,  né  Y 
animo  della  fanciulla  ,  né  ce  nera  alcuno  ragionamento .  In  capo  a  due  anni 
vici  Francefca  del  munì  (le  ro  di  Santa  Caterina  >  &  entrò  a  vedere  quefto  di 
Santa  Maria  degli  Angioine  non  ottante  jche  di  età  di  tre  anni  fino  à  quel  tem- 
po fuise  ftata  fempre  in  detto  muniftero  di  S.  Caterina,  e  vi  aue  ise  grandiffimo 
affetto,tuttauia  per  particolare  infpirazione,che  ebbe,elefse  di  farfi  monaca  in 
quefto  di  Santa  Maria  degli  Angioli* 

jld  vna  Madre  di  famiglia r,  che  impediuala  Monacatone  di  vna  fua  figliuola,  pre- 
dice la  morte  y  in  gajìigo  della  fua  ofiina^jone  +        Cap*     LXX. 

QVantodifpiacciaàDio,  e  guittamente »  che  le  madri ,  e  padri  di  famiglia 
diftolgano,&  impedivano  li  loro  figliuoli  od  confecrarfi  à  Dio  nella  làu- 
ta Religione  ,  fi  può  raccogliere  dal  feguente  fuccefeo  ^ 

Nell'anno  1 5S4.  vna  fanciulla  nobile  Fiorentina  >  defideraua grandemente 
d'efìér  Monaca  in  quefto  Muniftero ,  ma  la  madre  le  era  contraria,  né  voleua 
in  modo  alcuno  confenrire.  Si  raccomaudaua  la  giouane  all'orazione  della 
Beata ,  acciò  Dio  difponelTe  il  cuore  della  madre  à  condelcendere ,  e  lafciarle 
effettuare  la  lìia  vocazione,  ma  rimanendo  quella  gentildonna  dura,e  pertina- 
ce nel  fuo  volere,  difTe  la  Beata ,  che  per  quella  fua  oftinazione  Dio  fra  poco 
]e  mandarebbe  la  morte  >  e  la  figliuola  (\  farebbe  Monaca  in  detto  Muniftero  ; 
così  feguì .  Morì  in  quell'anno  medeiìmo  la  madre  della  fanciullate  lafigliuO' 
la  fi  fece  Monaca  quiui .  ^  -fa 

Impetra  con  lefue  orioni  vna  figliuola  ad  urna  nobiliffima  Signora  5  e  predice^  che 
fé  non  farà  confecrata  à  Dio  in  I{eligione  >ela  madre^  e  la  figliuola  pati- 
ranno grantrauagli  nel  fecola;  e  l  tutto  f 'Accedette  ^ 

JNquei  tempi  vna  Signora  Fiorentina  principaliflìma,di  titolone  diStato>de-; 
fideraua  grandemente  hauer  figliuoli  >  e  perciò  ricorfe  con  molta  iftanza 
all'orazioni  della  Beata  Maria  Maddalena .  Né  fu  vana  la  confidenza ,  che  eb- 
be in  lei;  poiché  gli  fu  da  quella  impetrato  il  fuodefiderio.Dataxhe  fu  lamio- 
ila  alla  Beata  della  grauidanza  di  'quefta  Signora,  ditte  :  Diteàquefla  signora 
ch'ella  p.zrtcriràvna  figliuola  femina)  macche  fi  rie  ordì, eh  e  ella  è  figliuola  impetrata 
dall  orazione  yC  che  per  obi  fogna  la  dedichi  à  Dio  in  fiera  l^eligione,  altrimenti  faran- 
no grandi/fimi  idifigufli^che  aiteranno^  e  lvna,e  l' altra  Succttih  il  parto  conforme 
alla  predizione $ma  la  madie, ò  (dimètieata  delle  parole  delia  Beata. ò  vinta  dall' 
amor  del  Mondo,  non  tenne  conto  di  quahtoSuor  Maria  Maddalena  le  alie- 
na minacciato^  fatta  la  figliuola  in  età  nubile  la  mariròad  vn  nobile  Marche- 
ie  il  quale  non  molto  doppo,  (coperto  ribelle  del  fuo  Prencipe>fù  decapitare,.- 
tifearo  iJ  liioaucrc  :  dal  che  fi  può  fare  hconfeguenza  ,  quali,  cquanii 
IoìIclo  1  tiauagli,e  difgufti,  che  ne  fuccedeuero,Ó:  alla-figliuola /&  alia  madre,  j 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi.     109 

?r edice  altri  ca flight  ad  ma  fanciulla ,  fé  non  efeguiua  la  vocazione  d'effer  Bgli* 
giofa  y&  alla  madre  ,fe  limfediua  ,  e  {accedono  • 

VN'altra  fanciullatiobile  Fiorentina  >conofciuta  dalia  Beata,fi  fentiua  chia- 
mata da  Dio  allo  Stato  della  Religione  ;  &  anco  entrò  nel  detto  Muni- 
ero  per  vedere  fé  le  piaceua  5  ma  ritenuta  da  intereffi  ,  e  rifpetti  vmani ,  non 
fi  rifolueua»tanto  più  che  la  madre  maluolentieri  fé  n  accordaua .  Nonmancò 
la  Beata  di  fase  ogni  opera, acciò  la  fanciulla  efeguifle  la  fua  vocazione;  ma  ve- 
dendola fempre  irrefoluta,  le  dific>che  Dio  l'aueua  eletta  per  eflere  Monaca  ia 
detto  Muniftero,  e  che  fé  ella  non  efeguiua  quefta  vocazione ,  arebbe  patito 
nel  fecolo  molti  trauagli; e  che  le  fua  madre  raueffe  di(Tua(à>&  impeditale  fa- 
rebbe caftigata  da  Dio.  Non  temette  la  madre  le  minaccie  della  Beata,  e  ritraf- 
fé  la  figliuola  della  faa  vocazione  ;  e  nella  figliuola  preualfe  più  l'amor  del  fé- 
colo  che  qucJlodi  Dio,perchè  lafciò  la  fua  vocazione,allogandofi  al  Mondo; 
Succeffcche  la  figliuola  maleallogata ,  viffe  in  moltrtrauagli,miiérabile.;  e  la 
madre  non  molto  dopò  fu  punita  daDio  con  vnacanchrena,la  quale  con  acer- 
bi dolori  priuò  di  vita . 

Tredice  ad  ma  Monaca  grauemente  inferma  ìa  ricuperazione  della  foniti?, 
&  altri  particolari ,  i  quali  fono  fucceduti . 

VNa  Monacarci  fuo  Muniftero  ,  chiamata  Suor  Maria  Vincenzia  Dati ., 
nobile  Fiorentina, giouine  di  poca  fanirà  >  dopòeffere  viffutafeianniia 
detto  Munifterocon  mala  difpofizione ,-  dell'anno  1 5  pi.  fu  fopraprefa  da  feb- 
bre,che  al  giudizio  de'  Medici  pendeua  neiretica,  e  le  durò  diciotto  mefi  con- 
ti nui  ;  fiche  i  Medici  ne  faceuanocattiuo  giudizio,  e  teneuano  il  fuo  male  irre- 
parabile. Onde  vedendofi  ella  ridotta  in  tal  termine  ,  e  refa  inutile  per  la  fua 
Religione ,  fi  raccomandò  inftantemente  all'orazioni  della  Beata  Suor  Maria 
Maddalena  ,  la  quale  caritatiuamente  le  promife  di  raccomandarla  à  Dio  5  & 
vna  mattina  doppo  che  ella  fu  comunicatala  trouò,e  diffusore  Ila  abbiate  fe- 
de, che  Giesu  vi  vuol  rendere  la  finità  ;  e  fatta  Vn  poco  d'Orazione,  ket  fòpra  di 
lei  il  fegno  della  Crocce  leiòggiunfe.- ^0/ '  guarirete  à  poco  àpoca,  in  modo,  che 
parrà^ebe  voi  guari fchiatenaturalmente,che  di  tanto  ho  pregato  Giesu.  Di  più  vi  di- 
co, che  viuerete  molti  anni  nella  Religione  fona ,  e  potrete  feguit or e  tutti  gli  ordini. 9 
&  affaticami  negli  vffi^come  tutte  le  akre&  tutto  efeguì  come  la  Beata  le  aue- 
ua  predetto  :  perchè  in  termine  ditrè-mefi  à  poco  à  poco  ricuperò  1  intera  fa- 
nità;&  ancora  al  tempo  che  fi  fcriue  la  prefentcviueie  fi  efercita  nella  fua  JRe- 
li«ione ,  conforme  à  tutte  l'altre . 


H 


"Predice,  che  la  Regina  di  Francia  Maria  Medici,  arebbe  figliuoli 
mafehi  più  d'vno .  Cap,     L  X  XI. 

AuendolaPrencipeflà  Maria ,  figliuola  del  ScrenifT.  Gran  Duca  di  Tof- 
cana  Francefco,cognizione  della  Beata  Maria  Maddalena>(timaua  gran- 
de mente 


1 1  o     Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

demente  la  fua  fantità.e  le  portana  (ingoiar  diuozione, enei tempo,che flette 
in  Firenze,  perfonalmente  la  vifitò  ;  ma  fpecialmente  nell'anno  1600.  doppo 
d'eflere  (lata  folennemente  fpofata  à  nome  del  Rè  di  Francia  Enrico  Quarto. 
Il  giorno  innanzi  che  ella  fi  partifle  di  Firenze  per  Francia,andòà  vifitare  que- 
lla beata  Madre  per  raccomandarfi  alle  lue  orazioni^  volle  parlar  con  lei  à  fo- 
lo  à  folo  :  &  in  quello  ragionamento  %  che  ebbero  infieme  ( fecondo ,  che  la 
Beata  riferì  alle  (uè  Monache  )  la  Regina  raccomandò  alla  Beata  tré  fue  peti- 
zioni principali ,  e  molto  importanti  ;  tra  le  quali  la  prima,  degna  della  nobiltà 
dell'animo  fuo,e  del  Tuo  Chriftianiffimo  affetto,fù  quella:  Che  il  Regno  tem- 
porale non  fufle  caufa  di  farle  perdere  l'eterno;  loggiungendolc  >cheie  di  que- 
llo auelìe  dubitato,aueria  prima  eletto  d  effere  vna"pouera,che  andafle  pezen- 
do  la  iimofina  à  vfeio  à  vfeio,  che  accettato  d'eflere  Regina,  e  però  pregaffe  , 
che  quella  grandezza,  nella  quale  Dìo  la  poneua  ;  non  le  fufle  occafione ,  per 
non  lapere  feruirfene  bene,di  perdere  la  grazia  di  Dio-petizione  veramente  de- 
gna d'eflere  fcritta  à  lettere  d'oroj  e  polla  come  fpecchio  innanzi  à  tutti  i  Prin- 
cipi .,  e  grandi  dei  Mondo .  La  feconda,  che  il  Rè  fuo  fpofo  l'amaffe .  La  terza, 
d'auere  figliuoli  mafehi .  Promife  la  Beata  Madre  di  raccomandare  à  Dio  que- 
lle cosi  giufte  petizioni  ;  e  le  domandò  in  contracambio  tré  altre  grazie .  La 
prima,che  ella  procurale  con  la  Maeltà  del  fuo  Rè,che  rimettefle  nel  fuo  Re- 
gno i  Padri  della  Compagnia  di  Giesìx,  dicendole ,  che  quello  era  vno  de'  gran 
fcruizi,che  ella  potefle  fare  à  Dio  per  bene  di  quel  Regno .  La  feconda ,  che 
procurafle  Jeflirpazione  dell'erette,  e  di  ridurre  il  Regno  come  era  al  tempo  di 
S.  Lodouico .  La  terza ,  che  fufle  amatrice  de'  poueri  :  e  le  foggiunfe ,  che  fé 
ciò  auefle  fatto,teneua  per  certo,che  arebbe  dal  Signore  quanto  defideraua,e 
particolarmente  figliuoli  mafehi ,  quali  leforto  ad  alleuargli  Chriltianamen- 
te  ;  e  fé  bene  alla  Regina  non  difle  aflblutamente  ,  che  arebbe  auuto  figliuoli 
mafehi  >lo  difle  poi  alle  Monache  doppo  che  ella  fu  partita  ;  e  più  volte  in  quel 
primo  anno  difle  >che  quella  Regina  arebbe  auuto  figliuoli  mafehi  più  d'vno  ; 
e  quando  venne  la  nuoua  della  nafeita  del  primo  figliuolo,  fece  dire  alle  Noui- 
zie  il  Te  Deum,  &c.  in  ringraziamento  ;  e  foggimi  le  ;  Quello  non  bada,  bifo- 
ra chiedere  il  fecondo^  credo,che  l'otterremo  5  eperildefiderio,cheaueua 
che  quefto  Regno  non  cadefle  nelle  mani  degli  £retici,porgeua  à  Dio  caldiltì- 
me  preghiere.per  ottenere  quelli  figliuole  particolarmente  applicaua  à  que- 
lla petizione  tutto  il  bene ,  che  faceua  nel  giorno  del  Sabbato. 

Tredice  il  tempo  della  morte  di  molte  perfine  in  vari  tempi. 
Cap.     LXXll. 

SVor  Maria  Grazia  Gondi  Monaca  di  detto  muniflero  fi  trouana  l'anno 
1 5  90.  pedagoga  di  nouizied  intera  fanità  :  quando  vn  giorno  Ja  Beata  Ma- 
dre Suor  Maria  Maddalena  vidde  in  fpirito,  che  detta  Monaca  doueua  fra  po- 
chi giorni  infermarli, e  morirei  fi  accollò  alla  Maeltra  delle  nouizie,  e  le  dille  ? 
Madre  Maeftra  ta  vofìra  pedagoga  fi  morrà  fra  pochi  giorni  9  Rcllò  la  Macflra 
ammirata,e  trauagliata  inlìeme  da  tal  nuoua:&  attendendo  il  fucceflò,in  man  - 
co  di  quindici  giorni  fi  verificò  la  profezia,*  poiché  fra  pochi  giorni  dopò  tal 

pre- 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzi. 


ì  il 


predizione  Suor  Maria  Grazia  s  ammalò,&  indi  à  fei,  ò  otto  giorni  morì . 

Doppò  Ja  morte  di  D.Agoftino  Campi,  che  per  vent'otto  anni  era  flato 
ConfelTore  del  muniftero,  fu  dal  Cardinale  de  Medici  Arciuefcouo  diFiren- 
ze,afsegnato  per  Gouernatore  alme^efimo  luogo  il  Signor  Francefco  Ben- 
uenuri,Canonico,e  Penitenziere  del  Duomo  di  Firenze;  il  quale  accettò  det- 
to carico ,  con  animo  di  tenere  il  gouerno  del  muniftero ,  ma  deputare  vn  Pa- 
dre fpirituale,che  amminiftralTe  i  Sacramenti  alle  Monache.  In  quel  tempo  ri- 
trouandofi  in  eftafi  la  Beata  Maria  Maddalena,  dille,  che  quefto  Padre  non 
arebbe  altramente  effettuato  quefto  fuo penderò ,  che  da  Dio  gli  faria  rimuta- 
to il  cuore,  e  che  da  per  fé  fteffo  arebbe  amminiftrato  i  Sacramenti  alle  Mona- 
che continuamente;  e  che  aueria  loro  dato  fempre  per  confeflbri  ftraordinarij 
i  Padri  Gemiti;  e  che  egli  farebbe  viifuto  alla  cura»  e  gouerno  di  detto  muni- 
ftero la  metà  del  tempo ,  che  vi  era  vifluto  il  Campi  ;  quale  ella  vedeua  in  Pa- 
radifo,  che  le  impetraua  da  Dio>  &  infonderla  nel  cuore  di  e(To  Padre  quell'af- 
fetto^ defiderio  della  perfezione  di  quelle  anime  con  che  s  era  affaticato  lui. 
Si  vidde  il  tutto  auuerare .  Imperoche  detto  Signor  Francefco  confefsò  auer 
fentito  accenderfi  nel  cuore  gran  defiderio  d  aiutar  quefte  anime  :  e  per  que- 
fto (ancorché  aggrauato  da  altri  carichi,)  fi  rifoluette  confelTarce  comunicare 
Jc  monache  da  fé  fteflb  ,  e  fempre  diede  loro  per  ftraordinarij  i  Padri  delh-, 
Compagnia  del  Giesù  :  e  doppo  auer  durato  con  grande  affetto  molte  fatiche 
per  il  detto  muniftero,il  quattordicefimo  anno  di  quefto  fuo  gouerno,ammi- 
niftrato  con  molta  bontà,  e  prudenza  finì  i  giorni  tuoi  in  fanta  pace . 

Eirendo morta nell'anno  i  S94»in  detto  muniftero  vna  Monaca  ,  la  Beata», 
Madre  nel  pregare  per  l'anima  fua.  fu  rapita  in  eftafi,  conforme  al  (ìio  foJito,  e 
vidde  quell  anima  in  Paradifo;e  poco  appre(ìb,quafi  in  atto  di  merauiglia>diffe: 
Oh  le  colonne  di  quefto  Muniftero  crollano .  E  voltata  alla  Madre  Suor  VangC- 
lifta5quella,  che  era  quiui  preiente ,  diflè  :  la  vofira  colonna  refterà .  Vfcita  la 
Beata  del  ratto,  le  domandò  la  Madre  Suor  Vangelifta,  quello,  che  ella  aueua 
voluto  dire  in  quelle  parole .  Le  colonne  crollano,  e  la  voftra  rimarrà  ;  &  ella 
rifpofe,che  il  Signore  le  aueua  moftro ,  che  le  quattro  Madri  diferete  dei  Mu- 
nifteroxhe  tutte  erano  ftate  Priore  >  e  che  come  colonne  reggeuano  col  loro 
gouerno  il  muniftero,farebbono  morte  fra  poco  tépo;  e  che  lei,cioè  efta  Ma- 
dre Suor  Vangelifta  del  Giocondo,  che  pure  era  ftata  Priora  ancora  leu  fareb* 
be  foprauilTuta  à  quelle  molti  anni,e  così  fuccefle  ;  quelle  quattro  doppo  non 
molto  tempo  morirono  dietro  I  vna  ali  altra,  e  la  Madre  Suor  Vangelifta  è  fo- 
prauilTuta à  quelle  in  circa  trenta  anni . 

Vna  giouinetta  de'  Gianfigliazzi ,  monaca  in  detto  muniftero ,  chiamata»» 
Suor  Maria  Catterina,elTendoin  tempo  di  fare  la  fua  profeffione,e  trouandoiì 
fana,  la  Beata  preditfeche  ella  camperebbe  poco  doppo  la  fua  profeftìorre;  e 
quefto  s'auuerò  in  capo  à  Tei  mefi  ;  imperoche  fei  mefi  doppo  fatta  la  profef- 
fionc  pafsò  all'altra  vita .  Tre  dì  doppo,che  fu  morta  detta  Suor  Maria  Catre- 
rina,ritrouandofi  la  Beata  in  ratto,e  facendo  orazione  per  lei,  vidde,  che  vfcita 
dalle  pene  del  Purgatorio>  andaua  al  Paradifo  ;  e  nell'ifteffo  tempo  intele,  che 
vnaltranouizia,  che  aueua  nome  Suor  Maria  Innocenzia  Dati,  morirebbe 
prefto .  Staua  quella  nouizia  allora  di  buona  fanità ,  quando  la  Beata  predille 


i  x  z     Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

quefto  ;  e  non  molto  dopò  fi  ammalò  >  &  in  pochi  giorni  morì . 

Trouandofi  inferma  vn'altra  giouine  di  detto  muniftero ,  per  nome  Suor 
Maria  Benedetta  Vettori,  di  non  graue  infermità,preuidde  la  Beatacene  ella  fa- 
rebbe aggrauata,  e  morta  di  detto  male,  e  lo  ditte  ad  vna  forella.  che  Suor  Ma- 
ria Benedetta  aueua  monaca  in  detto  muniftero:  con  quefte  parole.c^e  dire- 
fle  voi  y  fé  la  vqflra  forella  morifie  t  alle  quali  parole  uguagliandoli  la  forella  , 
ibggiunfe  la  Beata .  ISfon  vi  trauagliate  y  ma  accomodatela  alla  volontà  di  Dio  ;  E 
così  fu  neceffario,che  fi  accomodaire ,  perche  iti  capo  ad  vn'mefe  Suor  Maria 
Benedetta  finì  li  giorni  fuoi. 

Predille  ad  vn'altra  monaca  del  fuo  muniftero  ,  che  la  morirebbe  fenza  Sa- 
cramenti ;  del  che  fpauentata  la  monaca  ,  lo  diffe  alla  Priora ,  la  quale  le  log- 
giunfe,che  peiò  fteffe  preparata .  Succede  il  cafo  che  vn  dì  fé  le  ruppe  vna  ve* 
ria  del  petto  ,e  fu  foffocara  in  poche  ore  dal!  abbondanza  del  fangue  >  ne  potè 
riceuere  i  Sacramenti  della  Chiefa . 

Mentre  la  Beata  ftaua  inferma  dell'vltima  fua  infermirà,Suor  Marra  Madda- 
lena Berti ,  altre  volte  fopranominata.Ia  pregò ,che  fé  il  Signore  la  tiraua  à  fé , 
veniffe  doppo  tre  dì  per  lei  perchè  per  affetto  di  carità  >  che  le  portaua,  non  le 
pareua  dauere  à  poter  viuere  doppo  di  iti.  Suor  Leffandra  dei  Beccnto,che  al- 
lora era  infermiera,monaca  di  beli  età.  fana ,  e  vigorofa,  fentì  quefte  parole,  e 
pigliandole  in  piaceuolezza. dille  alla  Beata:  Madre  di  grazia  contentatela>me- 
natela  con  effo  voi  in  Paradiiò:  allora  la  Beata  forridendo>fi  voltò  à  detta  Ber- 
ti,e  diffè  :  Io  non  verrò  per  voi ,  ma  sì  bene  per  Suor  Leffandra.  E  COSÌ  fuccefle  : 
poiché  circa  vn'anno  dopò  quefta  predizione  morì  la  Beata  Madre  e  due  meli, 
e  mezzo  dopò  la  morte  di  leipafsò  di  quefta  vita  anco  Suor  Leffandra  fudetta, 

Ne  gli  virimi  giorni  della  vita  della  Beata ,  fi  trouaua  inferma  vna  monaca 
del  iuo  m:miftero,chiamata  Suor  Maria  Vittoria  Ridolfi ,  giouine  di  buona  ef- 
pettatiua .  La  madre  Priora  la  raccomandò  all'orationi  della  Beata ,  e  le  diffe  > 
che  pregaffe  Dioche  fé  le  piaceua,le  reftituiffe  la  fanità .  A  cui  rifpofe  la  Bea- 
ta,e  uifie  rifolutamente  .  Egli  è  volontà  diDiotcbe  la  muoiale  marra  pochi  giorni 

doppo  di  me .  Seguì  fra  poco  la  morte  della  Beata ,  e  fei  giorni  doppodi  lei  , 
morì  Suor  Maria  Vittoria. 

Effendo  raccomandati  all'orationi  della  Beata  due  infermi,  vno  de'  quali 
crail  Signor  Filippo  del  Caccia,  ella  diffe:  II  Signor  Filippo  morirà  >elyédtr* 
guarirà.  E  così  fuccedette . 

Tr edice  più  volte  il  tempo  della  fua  morte  ,  &  vna  volta }  quali  delle  fue  nomate  fi 
aueuano  à  trouare  alla  fua  morte ,  e  quali  nò  ;  e  s'auuera  , 

NEI  tempo,  che  la  Beata  Suor  Maria  Maddalena  era  macftra  di  nouizic  ,  la 
prima  volta,  come  à  fuo  luogo  fi  dirà,cioè  fette  anni  prima, che  moriffe, 
ragionando  con  le  nouizie  della  Tua  morte ,  diffe  ad  alcune  ,  quali  ella  nomi- 
nò, Voi,e  voi  vi  trouerete  alla  mia  morte.  Quelle  che  non  fi  (èntiino  nomina- 
re ,  congetturornoauere  à  morire  prima  di  lei  ;  e  però  vna  di  quelle  chiamata 
SucrLilabetta  Rabat  ti  >  le  diffe:  madre  maeftra,afiiftete  alla  mia  murre  «Sceffa 
XÌipoiè:  io  fnò  viua  quando  voi  moneterà  non  potrò  afffUrui,  Succede  il  tutto 

pei: 


Vita  della  B . Maria  Maddalena  de  Pazzi.     1 1 5 

per lappuntccorne ella aucua  predetto . Tutte  quelle nouizicche  come Co- 
pra ella  aueua  tacciutemorirono  innanzi  à  lei  ;e  la  detta  Suor  Lifabetta  morì 
in  tempo,che  la  Beata  ftaua  talmente  grauata  della  fua  infermità,  che  non  po- 
tè aflìftere  alla  fua  morte . 

Vnanno  prima^ch'ella  morifle,  per  la  grauezza  della  fua  infermità  i  Medici 
l'aucuano  fatta  fpedita , e  ie  dauano  pochi  giorni  di  vita ,  e  dittero  alla  Madre* 
Priora,  che  le  facefle  dare  l'Olio  Santo.  Diede  la  nuoua  la  madre  Priora  alla 
Beata  di  quello,  che  diceuano  i  Medici ,  &  ella  rifpofe  :  State  ficura  ,  Madre 
Triora,cbe  io  non  morrò  così preftotferche  non  evenutoti  tempo  mio*  e  COSÌ  fegUÌ» 
poiché  foprauiffe  vrfanno  . 

L'anno  1 607.3^2  5 .  d'Aprile ,  morì  vna  Monaca  in  detto  Muniffiero  ^chia- 
mata Suor  Orfola  Viuuoli  :  fubito,  che  ella  fu  fpirata, alcune  Monache  andor- 
no  à  darla  nuoua  alla  Beata ,  che  ftaua  inietto  grauemente  malata ,  alle  quali 
ella  rifpofe;  Oggi  ad  vn  mefe  morrò  ancora  io .  Vna.di  loro  ricordandoli,  che  in 
quell'anno  l'Àfcenfioneveniua  a'  24.  di  Maggio,  epenfando,  che  la  Beata 
doueffe  morire  in  detto  giorno,rifpofe  :  Io  non  vorrei,che  voi  moriffi  in  quel 
dì^che  farà  TAfcenfione .  Replicò  la  Beata:  ilgiomo dell 'jLfcenfione  io  ci  farò. ; 
e  così  faccette  ,poiche  morì  il  dì  doppo TAfcenfione,  cioè  il  dir  5. di  Maggio» 
che  appunto  terminò  il  Mefe,  dal  di  della  morte  di  Suor  Orfola,  comeella 
aueua  predetto . 

Vede  gli  occulti  pen fieri,  e  fecreti  del  cuore  altrui» 
Cap.         LXXIII. 

MOlto  proffima  a  fudetti  fauori  di  veder  lo  flato  dell'anime  paffete  all'al- 
tra vita,  lecofe  afTenti ,  e  le  future, fu  la  grazia,  che  le  fece  Dio,di  pene- 
trare chiaramente  gli  occulti  penfieri,e  fegreti  del  cuore  altruiàlche  per  mol- 
ti cafi  occorfi  fpecialmente  alle  nouizie  >egiouani , che  ella  ebbe  à  fuacufto- 
-dia  nel  tempo,che  vide  in  detto  mnniftero,era  così  noto,ediuulgatotra  loro, 
che  molte  Monachete  fpecialmente  quelle>che  fletterò fotto  la  fua  cuftodia, 
•quando  le  andauano  innanzi,  faceuano  l'eflàme  della  cofeienza  ;  &  in  fua  pre- 
senza cuftodiuano  molto  bene  il  lorcuorcper  non  vi  lafciare  entrar  penfiero , 
di  che  aueflero  ad  arroffire  nel  cofpetto  di  quefta  madre  ;  e  nonTenza  roflòre. 
e  vergogna  le  ftauana  innanzi,  quando  aueuano  commetto  qualche  errore , 
ancorché  interno  ,'&  occulto  5  e  bene  fpeflb  non  riufeiua  vano  il  lor  timore , 
poiché  palefaua  loro  quello ,  che  più  cercauano  occultare .  Quello  che  oc- 
corfe  à  quefte ,  per  ora  lo  lafcieremo ,  per  raccontarlo  poi  à  fuo  luogo ,  doue 
fi  tratterà  degli  vffici ,  che  ella  ebbe  nella  Religione ,  qui  folo  fi  noteranno  i 
feguenticafi. 

Jid  ma  Gentildonita,cbe  più  volte  venne  a  r  accomandar  e  diuer fi  ctfì  occulti) 

prima  di  fentirla gliene  fcuoprey  e  le  predice  ifuccejfi ,  infieme 

con  altre  co/e,  quali  feguirono . 

*TPRa  gli  altri  teftimoniefaminati  nel  Proceflò  informatiuo  per  la  Bcatifica- 
J     tione  di  quefta  Madre  *  fi  efaminò  innanzi  à  Monsignore  Arciuefcouo 

H  diFi- 


1 1 4    Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

in  Firenze  vna  Gentildonna  Modanefe ,  chiamata  Lifabetta  Migliorini ,  di  vita 
molto  efemplarc ,  d'età  danni  64.  molto  deuota  della  Beata  Maria  Maddale- 
na;la  quale  rettificò  con  Tuo  giuramento,come  eflendo  occorro  nella  Città  di 
Firenze  fegratamente  vn  omicidio  tra  perfone  à  lei  moltocare,e  confidenti  : 
p rima,che  il  ferirò  morilTcefla  venne  à  vifirare  Ja  Beara  madrcper  raccoman- 
darle quello  cafo,acciò  pregafle  Dio  ;  che  dette  fpazio  di  penirenza  al  pazien- 
te, e  fé  fulTe  piacciuto  à  Dio,  impetrafle  da  Sua  Diuina  Maeftà  »  che  il  cafo  non 
fi  manifeftafle  al  Magiftrato  :  e  fattala  chiamare ,  fubiro  che  la  Beata  ih  giunta 
alle  grate  del  Parlatorio.fu  rapita  m  elìafi,  e  prima,  che  la  detta  Gentildonna  le 
dicefle  cofa  alcuna  ,  Suor  Maria  Maddalena  vedendo  in  fpiritoquel  cafo ,  &il 
fine  per  il  quale  Lifàbet  ra  era  venuta  à  vifitarla,  dilTe  quefte  parole  i  Lifabet- 
ta non  dubitare^  che  la  Vergine  fantiffima  ha  coperto  con  ilfuo  manto  queflo  pecca* 
to  :  il  Sangue  di  Giesù  Chriflo  l  ha  lattato, &  è  perdonato.  Di  loro  (cioè  a  quelli,  tra 
quali  era  feguito  il  cafo)  che  flieno  in  fede)  in  carità,&  vmiltà ,  che  il  tutto  è  acco- 
modato: onde  ella  fi  parti  tutta  contentai  vidde  che  il  tutto  luccefle,  come 
la  Beata  aueua  detto,poiche  il  ferito  ebbe  fpazio  di  penitenza,diede  la  pace  >  e 
inori  con  i  fantifiìmi  Sacramenti  della  Chiefa ,  &  il  cafo  relìò  talmcnteoccul- 
tocche  non  fìi  differito  al  Magiiìrato,&  il  tutto  con  pace  s'accomodò . 
1  Quella  medefima  Gentildonna  teftifica  nello  fteflb  efame,  come  effcndolc 
flato  narrato  in  confidenza,  e  raccomandatole  da  alcune  diuote  perfone  >  vn 
cafo  molto  brutto,e  deforme,che  fuccedeua  in  vna  diuota  adunanza  di  perfo- 
ne fpirituali;fenza  faperce  poter  penetrare  da  chi  fufle  commeflb;per  poterui 
rimediare  ;  ricorfe  per  raccomandarlo  alla  Madre  Suor  Maria  Maddalena,  e 
fattala  chiamare  alle  grate  del  munilìero  ;  fubito  che  ella  vi  fu  giunta,  fu  fimil* 
mente  rapita  in  eflafi:e  prima,che  da  Lifabetta  intendefle  cofaalcuna,fi  tutbò 
grandemcnte,&  il  fuo  volto  fi  riempì  di  grande  afflizione;e  cominciò  ad  cfcla- 
marc,  che  vedeua  bruttezze  enormi,  e  cofe  orrende 5  e  che fentiua puz- 
za di  peccati  intollerabili  ;  e  che  Dio  arebbe  feoperto  il  tutto  ;  e  che  ancor  lei» 
cioè  Lifabetta,  arebbe  veduto,  chi  fufle  Ja  perfona,che  commetteua  tal  pecca- 
to; e  che  al  tutto  fi  farebbe  rimediato.  Refi  ò  marauigliata  Lifabetta  di  tal  cofa, 
ammirandolo  fpirito  di  Dio,  che  era  in  quella  fuaScrua,e  ne  Ib  ringraziò,  che 
così  le  manifeiìaua  i  fuoi  fegreti  ;  ma  molto  più  fi  confermò  in  quella  ammi- 
zione ,  &  opinione  della  fantità  di  quella  madre  >  mentre  con  effetto  vidde  in- 
di à  poco  con  gl'indizi  dati  dalla  Beata ,  feoprirfi  il  delinquente,  e  rimcdiarfi  al 
turto  con  pace,come  la  Beata  aueua  predetto. 

Qiiando  era  controuerfia  fra  il  Duca  di  Ferrara,  e  la  Chiefa, quella  medefi- 
ma Gentildonna  defìderofa  di  quella  paccteltifica  nelfiiìefsoproceflò,che  fe- 
ce voto  à  Dio  per  impetrare  quella  pace  ,  di  vifitar  la  Madonna  di  Reggio  di 
Lombardìa,e  configliandofi  di  ciò  con  la  madre  Suor  Maria  Maddalena,  ella  ra- 
pita in  eftafi5alle  grate  del  Muniftero,le  dille;  M  ritorno  habbiateui cura  perche 
ti  demonio  (  nominandolo  fotto  nome  di  Malatafca  )  ve  la  vuol  fare  :  e  le  fog- 
giunfe,  che  pigliafle  feco  1  imagine  di  S. Giacinto  fuo  diuoto,  e  delle  Reliquie  • 
Efcguì  Lifabetta  quanto  la  Beata  le  aueua  detto  ;  e  quando  che  ella,ritornan- 
do  dalla  vifita  di  detra  Vergine  di  Reggio ,  era  sii  l'Alpi  di  Bologna ,  il  caualloi 
che  la  portaua  >  fuori  del  fuo  folito  adombratofi ,  fenza  che  fi  vedefle  in  che  » 

cominciò 


Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'Pazzi.     1 1 5 

cominciò  à  correr  di  maniera  >  che  non  potette  ritenerlo  ;  ma  ftando  à  federe 
in  fella  calcò  alfindietro ,  e  rimale  col  pie  nella  ftaffa  ,  fenza  poterlo  cauare  ; 
onde  il  cauallo  correndo  velocemente  la  ftrafeinò  molte  braccia  fopra  le  pie- 
tre, e  (affi  ;  di  modo  che  quelli ,  che  Taccompagnauano ,  penforno  di  trouarla 
tutta  fracaiTata,  e  forfè  morta  ;  ma  per  grazia  di  Dio  Jatrouorno  fenza  male 
alcuno;  &  ella  fubito  fermò  il  cauallo  >  fi  ricordò  di  quello >  che  le  aueua 
predettola  Beata,  e  ringraziò  Dio  ,  e  i  Santi,  le  cui  reliquie  ad  esortazione 
della  Beata  Madre  aueua  portato  ièco,  per  mezzo  delle  quali  riconobbe  la 
fua  liberazione . 

Di  più  teftifica  la  ftefla  >  che  douendofi  vna  volta  partire  di  Firenze  per 
tornariène  à  Modana  fua  patria  ,  con  animo  di  non  ritornare  pitia  Firenze; 
andò  à  vifitare  la  Beata  Maria  Maddalena ,  per  far  fecodeuota  dipartenza  :  e 
conferendole  il  fuo  penderò  di  non  ritornare  più  à  Firenze,  la  Beata  le  ditte 
quefte  parole  ;  Andrene  tornerete .  Si  rimefle  Lifabetta  nella  volontà  del  Si- 
gnore ,  non  fapendo  per  qual  caufa  ci  aueiTe  à  ritornare,  e  fi  partì .  Vn  anno 
doppo  fu  richiamata  à  Firenze ,  per  ordine  della  Sereniffima  Madama  Gran 
DucheiTa  di  Tolcana  ,  dalla  Signora  Irenea  Pica  SaluiatUòreJIa  del  Duca  del- 
la Mirandola,  per  afiìftere  a  detta  Signora  in  vna  infermità  d'occhi  che  patiua. 
Tornò  Lifabetta,e  trouò  che  la  Signora  Irenea  aueua  perfo  vn  occhio  affatto, 
e  1  altro  era  diuenuto  nero  come  vn  carbone  »  e  feoppiato ,  fi  che  non  vedeua 
punto,&  era  fenza  alcuna  fperanza  di  poterli  racquiftare  :  e  di  commilitone  di 
detta  Signora  andò  à  raccomandarla  alla  Beata  Suor  Maria  Maddalena,  la  qua- 
le rifpofe  a  Liiàbetta>che  dicelTe  alla  Signora  Irenea.che  firaccomandafle  à  S. 
Francefco,e  vifitafle  flmagine  della  Nunziata,  e  che  fi  veftifiero  tutte  due  per 
vnanno  di  bigio  a  diuozione  di  SFrancefco,  che  il  Signore  le  arebbe  refo  la 
vifta  ,  e  ifuoì  occhi  come  prima  .  Riferì  Lifabetta  alla  Signora  Irenea  quanto 
dalia  Beata  le  era  (iato  rifpofto  ;  e  riceuuto  con  fede  dallvna ,  e  l'altra  il  con- 
figlio della  Beata  ,  cominciò  la  Signora  à  migliorare  in  quell'ifteiTo  gior- 
no* e  fecondo  che  teftifica  Lifabetta ,  in  pochi  giorni  racquiìlò  affatto  il  vede- 
re come  prima  nel  modo,,  che  la  Beata  aueua  predetto  :  &  efeguirno  quanto 
aueua  elsa  commelso  loro  Auconofcendo  tal  grazia  dell'orazione  di  lei . 

Scuopre  ad  vna  fanciulla  la  fua  vocazione  alla  Religione  $  e  dal  fuo  Muniflero 
vede  i  pen fieri  del  cuore  della  medefima ,  la  quale  accettata  quiui  per 
Monaca^  effendo  in  cafa  del  Tadre  yper  tentazione  flaua  per  de- 
porre la  fua  vocazione  >  e  con  le  fue  orazioni  la  libera 
dalla  tentazione .  Cap.     LXX1V. 

FV  cofa  veramente,  tra  tutte  f  altre  fìn'ora.  narrate ,  marauigliofa  in  quefto 
genere,  quellochefuccefseadvna  figliuola  del  Signor  Dottore  Carlini 
Fiorentino  ,  chiamata  al  fecolo  Leonora;  la  quale  effendo  delmefe  diNo- 
uembrei5  9i.  entrata  nel  detto  muniflero  per  dieci  giorni,  per  vedere  fé  le 
piaceua  ;  ne  auendo  conferito  ad  alcuno  i  defideri ,  che  aueua  circa  la  fua  mo- 
nacazione-méntre ;a  prima  fera  ella  fi  trouaua  in  compagnia  d'altre  monache, 
tra  le  quali  era  ancora  Suor  Maria  Maddalena,  fu  la  Beata  rapita  in  eftafi;  e 

H    2  mentre 


i  i6    Vita  della  R.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

mentre  ftaua  così  rapita ,  con  grandifllmo  gufto  della  fanciulla ,  che  non  alie- 
na più  vifto  tal  cofa ,  cominciò à  fauellare,  e diiTe,  come  vedeua  l'Angelo  Cu- 
ftode  di  Leonora,  ilquale  aueua  vna  fcala  in  mano,  la  cui  forum  irà  atriuaua  fi- 
no al  Ciclo,echeegIilateneuafofpefa,  quafi  non  fàpendo  doue  la  pofare  ;e 
mentre  ella  ftaua  cosi  mirando  quell'Angiolo,  vidde  apprettò  à  quello  San 
Franeefco,San  Domenico,e  Sant'Angelo  Carmelitano , che  tra  di  loro  difeor- 
reuano,  e  quafi  gareggiavano  doue  il  detto  Angiolo  auefse  à  pofare  la  Scala , 
volendola  ciascuno  dfioro  nella  Tua  Religione  .  Ammirando  la  Beata  quefto 
pacifico  comrafto>teneua  dalla  parte  di  Sant'Angelo, Protettore  della  fua  Re- 
ligione, desiderando,  che  egli  vincefle  la  lite;  e  mentre  ftaua  in  quefto  defide- 
rio  ,  ientìxrhe  Giesù  comandò  all'Angelo  Cu  ftode  di  Leonora  ,  die  rermaflc 
la  Scala  nel  fuo  Muniftero .  Onde  voltata  alla  fanciullate  difte:  //  vofira  an- 
gelo Cufiede  hÀpofatola  Scala  in  quefto  Muniflero  ;  la  volontà  di  Dio  è>che  voi  fiate 
Monaca  qui  ■>  efuperarete  tutte  le  dtfficultùycbe  ci  avete .  Reftò  confortata  Leo- 
nora in  fentire  così  viuamenre >  e  chiaramente  la  volontà  di  Dio ,  per  mezo  di 
quella  fua  gran  Serua  ;  e  doue  prima  ftaua  dentro  di  fé  irrefoluta ,  (e  entraua 
nell'Ordine  di  &FrancefcO;ò  di  S.Domenico,ò  in  quefto  del  Carmincveden- 
dofi  così  marauigliofamente  feoperri  i  fuoi  penfieri,  fece  rilbluzione  ferma  di 
Monacarli  in  detto  Muniftero  di  Santa  Maria  degli  Angioli .  Doppolidieci 
giorni  tornò  à  caia  di  ftio  Padre ,  e  gli  aperfe  la  Tua  rifoluzione  ;  alla  quale  non 
confentendo  ne  il  Padre, nei  Fratefli,ebbe  con  elfi  tanti  contrafthche  vna  fera 
écì  Gennaio  feguentefi  era  arrefa,e  per  pacificare  i  fuoi,  fi  rifoluette  d'andare 
à  dire  à  fuo  Padre,  che  faceffe  ciò,  che  di  lei  voleua,  che  fi  rimetteua  nella  fua 
volontà .  Ma  mentre,  con  tal  penfiero,  volle  vfeire  di  Camera ,  fi  fentì  ribut- 
tare in  dietroXenza  vedere  da  chi  ;  fi  rimife ,  la  feconda  volta,  per  vfeire ,  e  fu 
fimilmente  ributtata ,*  e  così  feguì  fino  alla  terza  volta;  onde  rauuiftafi  del  fuo 
errore,rkornò  in  se  ,*  e  conofeendo  non  effer  volontà  di  Dio,che  ella  fi  rimet- 
tefse  al  volere  de*parenti,  riuocò  quefta  rifoluzione .  Quefta  medefima  fera, 
e  nella  medefima  ora,  che  fu  circa  vn'ora  di  notte,  la  Madre  Suor  Maria  Mad- 
dalena fi  ritrouaua  in  eftafi ,  e  fu  fentita  da  quelle ,  che  erano  quiui  prefenti , 
dire;  Quella  Colomba  vuole  fcappare ,tienla  Signore  ,eper  tre  volte  replicò  in- 
terpoftamente  quefte  fteffe  parole,T/>w/*  57£wo^.Vfcita5che  ella  fu  di  ratto> 
fu  domandata  dalle  folite  Madri,  quello  che  ella  aueua  veduto,  e  ciò  che  aue- 
ua voluto  inferire  nelle  parole  ,  che  aueua  detto  ;  &  ella  riferì  come  vedeui_, 
quefta  fanciulla  lòtto  forma  di  colomba,che  ftaua  per  lafciare  la  fua  vocazio- 
ne ;  ma  che  Dio  i'aueua aiutata ,  e  non  farebbe  fucceduto.  Mandorno  le  Mo- 
nache il  dì  feguentc  per  la  fanciulla ,  per  fapere  ciò  che  l'era  fucceduto  la  fe- 
ra ;  &  ella  venuta  alle  grate  del  Muniftero,  riferì  elTerle  fucceduto  quanto  fo  * 
pra  è  detto;  &  effe  allora  (coprirne  quanto  la  Beata  aueua  veduto  di  lei .  On- 
de confermata  maggiormente  nella  ina  vocazione  ,  tirò  la  volontà  del  Padre > 
e  de'  Fratelli  à  condefeenderie  *$Ci  lece  Monaca  indetto  Muniftero. 


Dell* 


VkadeHaB.^lariaMaddalenade,  Pazzi.     1 17 

Della  gran  purità  del  fuo  cuore ,  e  candiderà  deiUfuaconfciem^a  # 
Cap.        LXXV. 

DOpò  d'auer  narrato  quefti  priuilegi  diuini ,  «comunicati!  queftanlma  fan* 
ta,  torna  molto  à  propofito  moftrare  la  purità  ,  e  candidezza  del  fuocuo- 
re  :  poiché  ficuriffimamente  fi  può  affermare  ,  diedi  queftediuine  riuelazio- 
ni  non  poteua  effer  capace  fé  non  vntnondiffimo  cuore  ;  né  arebbono  potu- 
to penetrare  fecreti  tant'alti,  futuri ,  e  lontani  faccetti,  e  molto  meno  f  interno 
altrui ,  fé  non  gli  occhi d'vnamente  puriflìmavecandidrffima,  quale^ra  la  fua, 
come  dalle  fuc  opere ,  e  parole  molto  bene  fi  compre  fé.  Conferendo  ella  vna 
volta  ad  vn  altra  Monaca  la  tenerezza  d'affetto ,  &  il  gufto ,  con  che  effendo 
fanciu  Eletta  abbracciaua ,  e  ftringeua  i  piccoli  figliuoletti  de'  fuoi  Contadini , 
a'quali in  villa  infegnauai principi]  della  Fede Chriftiana; quefta  quafi  burlan- 
do ,  e  perfentireche  rifpofta  le  dauala Beata ,  le  diffe  :  Potrebbe  Madre  effer 
ftato  difetto  in  prendere  tanto  gufto  in  taleazione  :  ai  che  la  buona  Madre, 
piena  di  fanto  timore  di  non  ci  auere  oftefo  Dio ,  la  pregò  chele  diceffe  il  di- 
fcttOjchc  ella  poteua  auere  in  ciò  commeffo:le  replicò  la  Monaca  ;  fecondo!0 
intenzione,  che  in  far  ciòauefti.  Etellacongrand'vmiltàrifpofe:  Non  per 
altro  fine  mi  eompiaceuo  in  quei  paruolini ,  Te  non  perla  rapprefentazione , 
che  mapportauano  di  Gicsù  in  tale  età  ;  &  anco  per  la  purità ,  &  innocenza , 
che  in  quelli  fintroua.  Simile  al  l'innocenza,  e  purità  di  quefti  appariuaalle 
Monache  la  purità>  &  innocenza  di  Suor  Maria  Maddalena;  imperoche  nella 
fuaconuerfazione  era  come  vn  femplice  fanciullo  5  fenza  malizia,  ma  con 
fchiettezza ,e  fincerità  di  cuore ,  accompagnata  bene  con  prudenza,e  grauirà , 
la  quaie  la  rendeua  amabile ,  &  infieme  rifpetteuolc .  Il  fuo  operare  era  fenza 
jntereffe,  ò  attacco  alcuno  terreno,ma  foìoindirizzatoalla  gloria  di  Dio,&  al- 
la virtù .  Onde  fu  fèntita  taluoltadire  quefte  parole  :  Seiopenfajfìconvnafola 
parola>ctiio  dicejjìper  altro  fine^che  per  amor  di  Dio(  benché  non  ci  fujj'e fua  off  e  fa) 
di  poter  diuentare  vn  ardente  Serafino  y  non  la  direi  giamai.  O  granièntimento  di 
purità  ?  £  fé  aocadeua  taluolta,che  aueflè  cominciato  qualche  operazione  per 
fine  vmano ,  fubitoche fé  n'accorgeua  la  lafciaua  imperfetta,  ne  giatnai  Taue- 
rebbe  compita ,  fé  prima  non  l'aueiTe  ridotta  à  quel  puro  fine,  chesera  propo- 
fio .  Era  tanto  auuezza  ad  operare  ogni  cofa  puramente,  che  taluolta  fi  mara- 
uigliaua,  che  qualfiuoglia  gefto ,  motiuo,<>  alzar  d'occhio  di  quell'anime  che 
ù  confacrano  à  Dio  ,  non  fia  del  tutto  indirizzato  all'alfa  purità  diuina .  Seppe 
così  bene  cuftodire  la  purità  del  fuo  cuore,  che  mai  in  tutto  iltempo  di  fua  vi- 
ta s'affezionò  (cofa  che  parràforle  incredibile  a  chi  l'ode  )  à  cofa  alcuna  crea- 
ta,  fé  non  in  Dio  :  equefto  non  falofi  potè  molto  ì^bene  congetturare  da  chi 
la  conuersò  continuamente ,  che  pure  lo  teftifkano  moire  -,  ma  ella  medesi- 
ma ridotta  alfeftremo  della  fua  vira>ragionando  domefticamente  con  le  forel* 
le,  diffe  ;  che  fé  bene aueua  portato  tanto  grande  amore  alle  creature,  lìaueua 
iòlo  amate  j  per  fine  del  precetto  di  dilezione,  lafciatoci  daGiesù,  eperche 
tanto  l'aueua  amate  lui;  ma,  chefuori  didetto  amore, non  aueuamai  auuto 
•minimo  attacco  di  creatura  alcuna .  Altra  volta  di(ic  pur  neirifteffa  vltima  iti- 
li   3        fermità> 


1 1 8     Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

fermiti,  con  gran  fentimento  di  gratitudine  a  Dio,  che  non  fi  ricordaua,che  il 
fuo  cuore  aueffe  maipreibgufto,e  diletto,  ancorché  per  breue  fpazio,  tenori 
in  Dio;  e  foggiunfe ,  che  effendo  già  vicina  ali  Vltimofuo  fine  nonritrouaua 
cofa in  sé ,  che  le apportaffe maggior  quiete  ,e  conforto  di  quello . Dal  chcìì 
può  ficuramentc ,  non  folo  congetturare ,  ma  con  fondamento  ftabile  argo- 
mentate, e  tener  per  certo,  che  quella  Anima  Beata  coriferuaflè  fino  alla 
mo  rte  la  candidi  ffima  vede  deirinnocenza  battifmale  ;  anzi  fé  fi  confiderano 
le  fue  parole, pare  che  fi  poffa  paflarepiù  oltre*e  direche  la  fua  purità  fuffe  più 
Angelica,che  vmana;  poiché  à  quelli  folo  cconcedutopcr  natura  quello,che 
à  quefta  è  flato  conceduto  per  grazia,  di  non  pigliar  maigufto,  e  diietto ,  an- 
corché per  breue  fpazio,  in  altro,che  in  Dio .  Il  che  in  creatura  mortale  è  tan- 
to mirabile  ,  che  all'intelletto  vmanocon  qualche  ragione  può  parere  incredi- 
bile; ma  però  non  è  incredibile  à  quelle,  che  continuamente  la  conuerfor- 
no,  e  vidderoper  efperienza  la  continua  attuazione  della  fua  mente  in  Dio. 
Per  quefta  gran  purità  di  cuore  feorgeua  ogniminima  macchia,  eneo  d'im- 
perfezione, che  ruffe  nell'anima  fua ,  e  ne  teneua  conto  minutiflìmo  ;  onde  fi 
vmiliaua  ,  e  rendeùa  in  colpa  di  cofe  tali,  che  l'altre  non  vi  fapeuano  feorgere 
difetto  alcuno  ;  e  reftauano  ammirate  in  vedere ,  che  ella  in  mezoà  gli  atti  di 
perfezione ,  ne*  quali  continuamente  fi  efercitaua  ,trouaffc  da  incolparli ,  & 
accufarfi .  Il  che  faceua  con  tanto  lume  di  purità>che  l'ifteffe  fue  azioni  virtuo- 
fe  le  faceua  con  la  fua  vmiiiazione  apparire  difetti  ;  ma  fé  bene  era  così  delica- 
ta ,  &  efquifira  di  cofeienza ,  non  però  era  fcrupolofa  ;  anzi  per  il  lume  che_> 
aueua,  con  molta  facilità  quictaua  le  cofeienze  fcrupolofc  di  quelle  Mona- 
che ,  chea  lei  ricorreuano. 

Efamedi  confcien?a ,  che  fece  à  Dio  in  vn  ratto  ,  dal  quale  fi  raccoglie  la  fua 
gran  purità  di  cuore  .  Cap.      LXXV  l. 

LA  fera  de'  6.dAprile  del  1 552  .poftafi  ginocchioni  in  terra  per  far  Tela- 
rne di  quel  giorno ,  fu  rapita  in  eftafi ,  nel  quale  cominciò  à  recitare  il 
òulmo  Domine  quid  multiplicatifunty&c.  e  dopò  quello^diflè  il  Salmo,  %/  ha- 
bitat :  il  quale  finito  che  ebbe,cominciò  à  parlare  con  Giesiì  in  quefta  guifa. 
0  Giesu  mio,  qualfk  il  primo  penfiero3che  io  ebbi  in  queflo  dì?  mene  dolgo ,  che  non 
fa  di  te,  ma  ebbi  paura,  che  non  fojfe  Vora  tarda  per  chiamare  le  tuefpofe  à  lodar  te, 
né  fa  differirmi  a  te,nè  di  onorarti .  Dopò  Gicsù  mio,  n'andai  in  Coro  per  offerirmi^ 
ti, ma  non  mi  rimeffi  in  tutto, e  per  tutto  nella  volontà  tua .  0  benigniamo  Dio,e  che 
mifericordia  potrò  io  riceuer  da  te,  perche  non  mi  rilafiai  tutta  in  te  <?  Fammi  miferi- 
cordia,Signor  mio,  benché  io  non  la  meriti,poiche  più  preflo  meriterei  mille  Inferni. 
Dopò  quando  io  andai  alle  tue  lodi  mi  prejì  più  pena  di  quelle ,  che  io  vedeua ,  che 
mancauano  in  qualche  cofa  di  far  le  cerimonie ,  &  inclinazioni  debite ,  che  non  mi 
prefi  cura  d'onorar  te,  e  d'offerirti  le  lodi  mie  in  vnione  di  quelle  de*  Beati  fpiriti  •  Ti 
poffo  ben  chiedere  mi fericordia,ò  grande  Dio,poiche  in  quello, che  appartiene  à  te, che 
è  la  tua  lode,hò  commejfo  tante  imperfezioni  .Toi  quando  venni  à  riceuere  il  corpo, 
e  f angue  tuo ,  che  doueuo  venire  con  tutto  V affetto  ,  che  erapoffibile  ;  mi  dolgo  ^che 
non  ebbi  intensione  di  farlo  in  memoria  della  tua  T?affione,comc  hai  detto;  ne  manco 

prnfai 


Vita  della  B-Maria  Maddalena  de'Pazzr.     1 19 

penfai  di  viuerela  mia  anima  con  te  yma  penfai  come  io  poteua  fare  à  quietar  il  mia 
cuore .  Vdu  ben  prima  la  parola  diurna,  ma  più  penfai  fé  era  vero  ,xhe  noifoffimo  y 
come  tu  cifaceui  dire  al  tuo  Chriflo  ,.  che  non  penfai  alVamore,che  mi  portaui  „  Vera 
Signor  mignon  tipoffo  chiedere  altro »  chemiferuordia .  Quando  andai  à- riceuere  il 
Sangue  tuo  nel  Sacramento  della  Vemten'za  >  pia  confiderai  quel  cheiadoueua  dire 
al  tuo  Chriflo  per  quietare  il  mio  cuore,  che  il  benefico y  che  mi  fai  lattando  l'anima 
mia  nel  tuo  Sangue  \  e  non  mi  confidai  in  te  y  che  mi  darefii  grafia?  che  il  mio  cuore  fi 
quieterebbe  r  O  Signor  mio*  è  quali  fuma  le  mie  par ole y  che  io  proferii  ?  fumo  di  ri- 
prenfione.  ( dice quefto perchè effendo  pedagoga,  s'era  accufatadauerri- 
prefò  vna  nouizia  )  Et  il  mio  dire  poco  manfueto ,  e  dolce,  fu  caufa ,  che  il  cuor  di 
quella  s  inquietò  \e  quel  che  fu  peggio,  mancai  di  carità,  poiché  quando  viddi  y.  che  il 
fuo  cuore  era  inquieto,non  cercai  di  quietarloyacciòperqueflofivnifiecon  te  .  Ecco 
Signor  mio,quelche  caua  ditanta  vnione,e  dellume,che  mi  dai,  che  fé  lode/fi  ad  vrì 
altra  ere aturay  te  ne  farebbe  più  grata  :  &  iomifera  ,&  infelice  non  ne  cauo  frutte 
alcuno,poiche  manco  di  carità  ver  fa  lefpofe  tue. Ver  don  ami  per  la  tua  Tafftone.Voi 
quando mandai  a parlare  a quella  creatura  (  dice  quefto,  perche  andò  à  fàlielJarc; 
alle  grate  ad  vna  fua  zia ,  e  fu  rapita  quiuiin  eftaf  ì^  mi  dolgo,che feci  vna  gran- 
de  Ipocrifia facendomi  tenere  quella  ch'io  non  fono:  fé  bene  feci  cenno  alle  tue  crea- 
ture,nonmeritai,  che  elle  rn  intende ffero ,  (  vuole  inferirete  aueua  dato  com- 
miflìone  alle  Monache  r  che  quando  vedeuano ,  che  ella  ftaua  per  rimanere 
eftatica  alle  grate ,  la  leuaflTero  di  quiui,  acciò  non  fufTe  vedutale  di  ciò  aue- 
ua dato  cenno  }  poiché  moflrai  di  tenere *  ì  anima  mia  vnita  con  te  ',  e  pure  tu;  far 
quante  volti  mi  fona  fùagata  da  te  :  moflrai  dejfèr  religio  fa  ,e pure  tu  fai  quella , 
ch'io  fona.  Tidimando  mifericordiayDio  mio,  di queflagrande  ìpocrifia,e  tiofferif 
co  il  tuo  Sangue  verfato  per  me  con  tanto  amore.  Se  mi  mandi neW Inferno yà  Signor 
mio,  come  merita  ,giuflamente  mi  potrai  mandare  fotta  di  Giuda,  poiché  tìm  tanto 
offefo ,  jtndaipai  à  dare  il  neceffariociba al  corpo  mi o,ma  che  intenzione  ebUia  di 
onorar  te  ?  poiché  non  mi  ricordai  d'offerirti  tanti,  e  tanti  poverelli  y  che  forfè  erano 
fiati  malta  tempa  à  buffarle  porte  per  trouarevn  boccon  di  pane ,,  e  forfè  non  erafia- 
to  loro  data  j  &  a  me  mi  fera  mi fer  abile  y  fen^a  alcuna  mìa  fatica,  e  quel  che  è 
peggiOffeni^a  alcuno  mia  merito?  enfiato  proueduto  dalla  Religione  r  quello  diche  do- 
uenajoslentare  il  carpa  mio  y  e  non  filo  ti  feci  quefia  offefa,ma  anco  quell'altra,  che 
feci  dire  tante  parole  à  quella  tuafpofa  y  epwrefapeuo,  che  in  tal  luogo  non  era  leci- 
to parlare.  Ecco  Signor  mio,  che  in  tutte  le  mie  operatori  trouo ,  che  ho  offefo  te* 
Come  dunque  potrò  comparire  auanti  à  t e ^  chiederti  doni, e gra^e,  &  à  raccoman- 
darti le  tue  creature ,  poiché  t'ho  tanto  offefo  ,  che  non  merito  mi  facci  mifericordiaf 
Ma  quell  amore, che  ti  mofse  àvenirein  terra,e fpargere  il  tuo  Jangue,fia  quello,che 
ti  muouaafar  mi fericordia  all'anima  mia.  Ùappo  quando  non  andai  a  lodarti  infiemp 
con  l'altre  fpo fé  tue,  fu  filo  per  colpa  mia  -.perche  quando  quell  anima  mi  diffe,  che 
mn  anda(fi,fubitaacconfintì di  non  andare  *  O  Ciesu  mia  fé  la  mauefferichieflo  di 
qualche  caritày  non  tanta  prefio  arei  detto  di  si.  &  Signor  mio ,  come  pofsiofperare 
dauer  1  venire  douefempre  t'bò  à lodare  y  infieme  con glifpiriti  beati r  poiché  t'ha 
mancata  di  lodarti  infieme  con  lefpofe  tue*  T'offerifcoil  tua  Sangue^  acciachè  me- 

W       a  di  tinte 


no     Vita  delia  b,  Maria  Maddalena  de  razzi. 

diante  quello ,  mi  facci  mifericordia  .  EtinqneWopera  che  io  feci  ,  che  intendo*  e 
ebbi  d 'onorarti ,ò  Signor  mio  ì  poiché  pia  mi  dolfi  del  tempojhe  tu  donando  mi  togli, 
che  non  mi  dolfi  di  quello, che  io  aueuo  mancato  d'offerire  l'anima  àte.  (  voleua  di- 
re del  tempo  quando  il  Signore  la  teneua  alienata  da'iènfi.  )  Feci  ben  cenno  di 
tenere  Ujilen^io  alle  tue  verginelle,ma  non  confiderai  quant'ero  più  obligata  a  tene- 
re l'anima  mia  vnita  con  te ,  Toi  quando  ebbi  ad  inuocare  lo  Spirito  Santo ,  era  con 
la  mente  si  lontana  da  te ,  che  non  mi  veniua  in  memoria  il  moda ,■  che  io  aueuo  à  te- 
nere a  tal  che  quelle  che  fono  fiate  manco  tempo  alla  Religione  ,  ebbero  più  pruden- 
za di  me .  Ecco,ò  Giesà  mio,che  in  tutte  V operazioni  ho  mnncatoicome  dunque  potrò 
comparire  auanti  alla  tua.  bontà  auendoti  tanto  off  e  fa*  Di  nuouo  fofferifeo  il  tuo  f an- 
guey  chefolo  mediante  quello  J pero  perdono  *  E quanto  mancai ,  o  Dio,  quando  ebbi  a 
far  quell'altra  opera ,  per  non  durare  vn  pò  di  fatica  à  muouere  i  paffi  ?  mancai  dico, 
di  quello, eìje  ero  obligata  di  fare  ;  richie fi  altri,  che  mi  face  fiero  la  carità  ;  &  in  tanto 
mancai  di  farla  ali  anima  mia .  Ebbi  più  cura  di  non  m  affaticare  vnpoco^che  non  eb~ 
hi,che  tu  ti  allontana/fi  da  meJn  tutte  le  mie  opere  trouo  difetti,ò  Dio  mio.Ma  tu  non 
guardando  à  tante  off e fé  5  per  tua  fola  bontà  di  nuouo  mi  tirafii  à  te^doue  mi  dai  tan- 
to lume,chefe  lo  deffi  ad  vn  altra  animay  ne  farebbe  più  frutto,  che  non  nefòio  mife- 
rabile  *  jindaipoi  à  dar  rifioro  col  cibo  al  mio  corpo,  e  non  mi  ricordai  di  tanti  poue- 
relli ,  che  non  hanno  ài  che  cibar  fi,  &  à  me,ò  Signor  mio  ,  hai  proueduto  cosi  larga* 
mente.  Di  nuouo  ti  offerifeo  il  tuofangue  per  tante  offefe,  cìye  t'ho  fatte  ,  Ohimè, Si- 
gnor mio  ,  chefiamo  alle  tenebre,  &  io  non  ho  fatto  opera  alcuna  fenya  off  e  fa  tua  : 
che  deuo  dunque  fare  ?  O  Dio  mioyio  thò  tanto  offefo  in  quefio  giorno,non  voglio  gi$ 
farti  tvttima  offe  fa ,  che  farebbe  di  non  mi  confidare  in  te ,  e  nella  tua  mifericordia. 
So  ben  Signore,  che  non  merito  perdono  -,  ma  ìlfangue ,  che  haifparfo  per  me,  mi  fa* 
ràfperare  in  te,  che  tu  mi  abbi  à  perdonare .  Fatto  quefto  efàme^pur  tempre  in_. 
ratto,  fi  ritirò  in  vn  luogo  fegreto  del  muniftero.doue  con  vnaattroce  difcipli- 
na  macerò  le  fue  carni  in  penitenza  di  quefti  fuoi  leggeriffimi  difetti .  Così  di- 
fcuteua  queflanima  pura  la  Tua  candida  cofeienza ,  e  così  la  purgaua  da  ogni 
minimo  impolueramento;  à  confufione  di  quell'anime,  che  beuono l'iniquità 
come  l'acqua,  ne  Temono  il  pefo  de  i  grauiffimi  peccati ,  né  veggono  la  lordu- 
ra di  fetide  macchie  della  Jorocofcienza .  Né  punto  meno  deuono  arroffire  à 
quefto  efempio quelle  perfone  ,  che  focendoprofeifione  di  vita  fpirituale ,  e 
religio(à,quafi  vn  niente  (rimano  le  colpe  veniali,e  che  cosìnegligentemente 
cfaminano  la  loro  cofeienza . 

Oltre  di  quefto  quanto  ella  ftimaflfe  ogni  leggfer  colpa, n'abbiamo  nella  fua 
vira  vn'altro  efempio,&  è,che  viuendoella  con  vn  continuo  timore  dcll'offe- 
fadiDio,e  parendole  perciò  in  ogni  fua  operazione  d'offendere  la  Diuina 
Maeftà;  mentre  ella  vna  volta  ftaua  in  quefto penfiero,  fùfopraprefa  dadiuo 
zione  ftraordinaria  :  onde  per  tenerezza  cadde  in  terra  auanti  vna  diuota_*- 
Imagine,e  fterte  rapita  in  eftaftper  lo  fpazio  di  due  ore  »  nel  quale  Noftro  Si- 
gnore fece  veder  tutte  le  fue  colpe, &  i  difetti,  che  in  vita  fua  auena  commef- 
fi;  &  ancorché  fuflero  colpe  molto  leggieri,  le  piangeua  dirottamente,  e 
diceua  nelliftcflò  ratto  :  Volentieri  andrei  nell'inferno  rfe  h  poteffi  far  dimeno- 

a  non  tauer  mai  offefoyDio  mio;  perche  come  quella^he  aueua  vn'anima  così 

pura* 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi,     i  %  r 

pura ,  ogni  picciola  macchia  le  patreua  molto  brutta ,  e  per  l'amore  che  porta* 
uà  a  Dio  ogni  fua  picciola  offda  le  pareua  grande ,  e  metiteuole  dell'Inferno. 

Del  grande  amerebbe  ella  pori aua  àquefta  f >urìt adi  cuor e,  e  dell  odio,che 
aueiia  al  peccato .     Cap.  LXXVll. 

NOn  poca  teftimonianza  di  quefta  Tua  gran  purità  di  cuore  (oltre  alle  cof© 
predette )  ne  fa  l'amore,  che  ella  Tempre  mai  nelle  fue  parole ,  &  azioni 
moftrò  à  quefta  purità .  Ofleruorno  le  monache ,  che  quando  per  qualche 
occorrenza  la  Beata  Maria  Maddalena  andaua  alle  grate  le  fi  abbatteua  à  vede- 
re fanciullini  in  parlatorio,fermaua  (opra  quelli  il  Ino  iguardo,  e  con  gran  con* 
tento  gli  rimiraua,e  volentieri  parlaua  con  loro ,  e  fòfpirando  diceua  :  Quelli 
non  hanno  mai  offejò  Dio  -,  e  con  quefte  fimiji  parole  moftraua  gran  defiderio  * 
che  fi  manteneffero  in  quella  purità  ,  &  innocenza,  che  all'ora  fi  trouauano  « 
Quando  giungeua  nella conuerfazione  delle  forelle,doue  fi  ragionaffedi que- 
fta purità  delPanima,tutta  fi  rallegraua,e  diceua.*/«  queflo  luogo  ftarò  volentieri, 
perche  fi  tratta  della  purità.  Et  ella  ne  parlaua  con  grandi/fimo  gufto,  e  con  vi- 
ue  parole  procuraua  d'infiammare  il  cuore  delle  forelle  all'acquifto di  quella. 
In  vneftafi,  eh  ella  ebbe  (opra  il  mifterio  dell'Incarnazione  ,  moftrò  il 
gran  concetto,  e  ftima  >  che  ella  aueua  di  quefta  purità ,  con  quefte  parole^  ; 
La  purità  è  vna  co/a  tanto  grande^  &  incomparabile ,  che  la  creatura  non  è  capace  y 
né  la  può  intendere .  Et  efclamando  foggiunfe  *,  0  purità  inenarrabile^quanto  hi- 
fogna  effer  mondo, e  puro  à  poterti  riceuere?  0  Verbo  come  rimiri  gl'affetti, &  ipro- 
poftti  noflri  auantì^che  fi  vm frano  à  quello  fpìr  ito  di  purità?  Credono  poi  quefli  mon- 
dani^ frnfualiycon  le  loro  immonde  fin  fu  alita,  e  malizie  arriuare  a  queflo  fpir ito  di* 
uino,e  purijfimo .  Sono  in  maggior  errore,  che  non  era  il  Demonio  quando  fi  volfe  far 
vguale  à  Dio.  Altre  volte  diceua:  0  purità  quante  gran  marauiglie  ci  difeuopri  neU 
l  altra  vita,dcl  tutto  occulte  alle  creature,ma  no  già  à  quelle,  che  ti  cercano  .Ver  oche 
quiuifi  vedranno  perfine,  che  fono  fiate  al  mondo  di  grande  e ff empio, effer  e  inferiori 
à  molte,  chefolo  à  nominarle  eccitano  altrui  à  rifo  :  ma  perche  fumo  ricche  di  qujefio 
pre^iofiffimo  te  foro, e  quelle  di  effopouere,  il  Signore  aggrandirà  quelle, e  quelle  au- 
uilirà .  Spellò  ancora  diceua  ;  A  pefo  di  purità,ò  forelle  mie,  ci  vuol  premiare  Dio 
nell'altra  vita,  Sentiua  gran  dolore  in  vedere  quefta  purità  poco  ftimata,anzi 
calpeftata>&  auuilita;  onde  taluolta,eftatica  efclamaua  :  o  purità,ò  purità  po- 
co conofriuta,e  poco  defiderata  <?  ò  mio  Spofo,  ò  mio  Spofo,  ora  che  fri  neWvmanità 
tua  nel  Cielo,  re  fidente  alla  deflra  del  Tadre  eterno,  Cor  mundum  crea  in  me  Deus. 
Alcune  volte  trouandofì  con  le  forelle,diceua  :  ài  manca  d'operare  con  purità. 
Dimandandole  vna  volta  vna  iòrella,  come  hauerebbe  potuto  fare  acquifto 
dì  quefta  VirtÙ,rÌ{pofe:5^  in  ogni  cofa  cercherete  di  non  efeguire  lavoflra  volontà, 
eleggendo  più  toflo  il  patire ,  che  il  godere ,  vi  trouerete  al  fine  auere  operato  pura- 
mente :  perche  nel  vero  non  ci  vanno  interejfi  proprij •>  però  laflrada  di  effb  patire  è 
fienra,  e  molto  cara  à  Sua  Diurna  Maefià .  Finalmente  era  tanto  inuaghita ,  & 
àflètata  di  quefta  purità,  che  foleua  dire ,  che  fi  contentaua  dalla  parte  fua- 
aucrei  minimi  gradi  di  tutte  le  virtù  3  ma  della  purità  di  mente,  e  di  corpo 
bramaua  d'auGine  in  colmo*,  quantonepuòriceuere  vmana  creatura . 

Tanto 


nr 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzf. 


Tanto  quanto  era  grande  la  purità  del  ilio  cuore  >  altrettanto  era  l'odio,  e  T- 
aborrimeto,  che  aueiia  del  peccatole  fu  offeruato,cheal  iblo  fentir  nominare 

5' t  peccato  mortale,!!  vedeua  tutta  uguagliare ,  &  à  gran  pena  fi  poteua  conte- 
iere di  none  fclamat  contro  di  quello,  con  parole  di  viuo  zelo  :  talmenteap- 
prendeua  la  deformità  del  peccato  mortale  ,e  la  (uà  grauezza ,  che  non  le  pa- 
reua  potTìbile,che  fi  poteflfe  trouarc  vn  Chriftiano  ramo  empio  >  che  con  deli- 
berato voliere  offàndeffe  Dio.  E  quindici  giorni  alianti,  che  partine  di  quefta 
vita,diilè  quefte  parole  :  Mi  parto  dal  Mondo>con  quefta  folaincapacitàdi  non  fa- 
per  intendere  in  qual  modo  poffa  confentire  ,,e  deliberar fi  la  creatura  a  commettere 
colpa:  mortale  contro  al  Creatore.  Parlaua  de' vizile  de'peccati  con  gran  detefta- 
zionce  fi  accendieua  coatro  di  efiì  con  grand'impeto,  tale  chearebbe  voluto 
poter  diftruggereognt  peccato  dal  Mondo,e  non  potendo  Ci  doleua,e  lamen- 
taua  continuamente  di  tante  off- fé  fatte  à  Dio ,  6c  amaramente  le  piangeua  * 
e  fòfpiraua  ;  à  confusione  di  quelli,  chele  commettono,  e  mai  pedano  à 
piangerle* 

Quanto  fujje  grand*  Ivnione  della  fu*  mente con  Dio.. 
Cap.     LXXVllK 

PArrà  forfe  à  chi  legge ,  che  troppo  à  dentro  fi  voglia  penetrare  ,  mentre  fi 
piglra  à del criuer  cola  tantx>  intima,  quant  e  l'vnione  della  mente  con  Dio* 
Tuttauia  quefta  fteffàdirrlcultà,  rende  piùmirabile  l'iftefla  cofa,  che  fi  tratta  ; 
petche  fatale ,  e  tanta  la  vnione  della  mente  di  quell'anima  con  Dio  ,  che  fi 
fece  palefe ,  e  nota  in  modo  à  chi  la  CQnuersòxhe  fi  tocca  con  mano,  e  fi  può 
effimere  *&  è  ftaraatteftata  come  cofa  chiafiilìma,  che  coni  propri)  occhi 
fi vedcQ& Senontediafle il  replicare,farebbe molto a  propofito  Finlerir  qui , 
quello  che  lopraèdetto  degli  eftafi  »  qua  fi  innumerabili,  che  queft'anima 
contempfotiua  >  ebbe  in  tutto  il  corfodifua  vita  ;  i  quali  non  foloper  fé  (ledi , 
ma  ilniocto.ef  occafionecon  chegliaueua,  manifeftano  quefta  grande  vnio- 
ne,  <Scal3iffamentodelIafua mente  in  Dio  ;  poiché  non  lo lo  era  rapita  in  efta- 
fi>mentre  di  propofito  Ci  poneua  ali  orazione»  ò  cheficomunicaua,  ò  raceua 
altro  eferciziafpirituale  ;  ma  tal'uolta  in  ogni  azione,  ancorché  faticofa ,  e  di- 
fìrattiuajin  ogni  penfierobuonoàn  ogni  parola  diuota  che  diceuavò  fèntiua:  in 
coro ,  òin  refettorio  :  in  cucina,  ò  incella  ?  in  fa  la,  ò  meli  orrore  finalmente  in 
ognitempo ,  5cin  ogni  luogo  doue  lo  fpirito  di  Dio  l'afferraua ,  quiui  reftaua 
rapita  fenza  diftinzione  d'opera ,  di  luogo,  òdi  tempo  ;  &  ancora  taluolta 
mentre  fi' cibaua,come  foprapiùdiffufamente  è  detto  »  Eflendo  dunque  tale , 
e  tanta  la  frequenza  di  quefti  eftafi-»  che  in  efiì  .confumò  gran  parte  del  tempo 
della  fua  vita  in  Religione ,  &  eflendo  tanta  la  facilità  con  cui  reftaua  alienata' 
da  (enfi,  e  rapirà  in  Dio,fi  può  con  gran  fondamento  di  verità  anco  affermare; 
che  non  folo  ella  terrene  la  fua  mente  in  Dio  per  -quel-tempo,  che  ella  ftaua 
cosìeftatica,  ma  anco  l'altro  tempo*.  Imperochc  è  regola  commune,6cordi- 
uariache  nonfi  può  da  vrieftremo  arriuare  all'altro,  fenza  pafsare  per  i  mezi  ; 
e  però  non  Ci  può  vna  diftrazione ,  e  vanità  di  penfieri ,  arriuare  ad  vn  tratto  ad 
^meftatica  contemplazione  :  ma  bifogna  prima  auer  leuato  la  diftrazione ,  e 

poi 


'■    Vita  della  B.Mària  Maddalena  dcPazzi.     iij 

poi  accomodato  la  mente  al  penderò  buono  e  che  prima  rintéllettolodifcor- 
raie  col  difcorfomouarafFetto,qualeàpocoàpoco  fi  vada  internando  inDio 
fin  che  ardui  ad  internarfi  talmente  ,  che  feco  ne  tiri  tutte  le  potenze  dell'ani* 
ma.  Onde  fé  la  Beata  Maria  Maddalena  con  tanta  facilità  era  rapita  in  Dio  in 
ogni  luogoàn  ogni  tempo,&  inognioccafione  di  vedere,d  vdire,  ò  di  parlare» 
non  fi  può  negareche  la  fua  mente  non  fufle  fempre  vota  d'ogni  pernierò  va- 
no,e  terreno,e  che  il  fuo  intelletto,  e  la Tua  mente  ftefse  fempre  talmente  oc- 
cupatainDio,  che  ogni  poco  d  affètto  di  fpirito,  che  più  dell'ordinario  s'au- 
mentafse  nel  fuo  cuorcla  facefse  rimanere  così  alienata  da'  fenfi>e  fi  può  dire 
in  vna  parola,  che  ella  ftaua  talmente  con  la  mente  in  Dio,  che  ella  fempre  in 
proffima  difpdfitioneaireftafi .  Ilche  oltre  à  quella  ragionerie  fùpiù  volte  in 
ratto>promefso  da  Noftro  Signore ,  dicendolcche  ella  arebbe  auuto  la  mede- 
fima  vnione  di  mente  con  lui  quando  era  nel  fuo  naturale  ,xhe-quando"Ja  tira- 
ua in eftafi,e  che  folo  le  farebbe  mancata  quell'apparenza  efteriore.L'attefta- 
noancora  le  fue  Monachclequaliofseruàdocome  ammirate  il  (uo  ftraordina- 
rio modo d operare /vedeuano, che  le fue  opere  efteriori ,  le  faceuacon  tale 
attrazione  di  mente  >  che  come  dicono ,  pareua  che  in  quelle  non<qperafse  fe 
non  il  corpo ,  e  l'anima  fufle  più  doue  ella  amaua,  che  doueella  animauay  e  lei 
ftefsa  vedendo ,  che  le  Monache  faceuano  più  (lima  di  qu  elio iche  ella  diceua 
quando  era  in  quelle  attrazioni,  che  quando  era  nel  fuo  naturale,diceua  loro . 
Stimate  nel  medéfimo  modo  quello ,  che  vi  dico  fuori  dell'attrazioni ,  perche 
Dio  mi  dà  il  medéfimo  lume,&  vnione.Fecero  ancora  altre  efperienze  di  que- 
lla fua  attrazione  di  mente  in  Dio .  Imperoche  la  madre  Priora,  &  anco  quan- 
do era  nouizia,ògiouane  ,ie  Maeftre,ò  altre,(peiToTinterrogauano  airimpro- 
uifo,  che  cofaellapenfafscò  quel  che  interiormente  ella  operafsej&  ella  con 
prontezza,  fenza auerbifogno  dipenfare  à  quello  che  auefse  à  rifpondere,  fu- 
bito>e  con  femplicità  rifpondeua  quel  che  penfaua,  ócoperaua  nel  fuo  cuore; 
e  fempre  la  trouauano  occupata  in  DioiQuando  la  trouauano  che  ftaua  dige- 
rendo le  fue  opere  àgloria  di  Dio  ,  vnendole  con  quelle  -,  che  il  Verbo  vma- 
natoaueua  fatto  in  terra  ;  quandopenfaua  all'amore  che  Dio  ha  portato  alla 
creatura  vmana,quando  ftaua  godendo  delle  diuine  perfezioni,  e  quando  del- 
la comunicazione,  che  Dio  fa  di  fé,  e  de'  fuoi  attributi  alle  creature;  quando 
ofteriua  il  fangue  di  Giesù  per  quelli:  quando  ftaua  in  atti  di  defiderij  d'affati- 
carli per  l'anime ,  ò  di  patire  perla  gloria  di  Dio,  e  quando  in  qualche  mifterio 
della  Paflìone  di  Giesù ,  e  limili  altri  quafi  infiniti  penfìeri  .  Nèqualfiuoglia 
efercizioefterno  gliele  impediua  *  onde  lei  delia  ebbe  a  dire  vna  volta  fauel- 
lando  confidentemente  con  vna  fua  nouizia  quefte  parole;  ihnedefimo  me  f- 
efjermi  detto  andate  all'orazione  in  Coro  ?  che  à  qualfiuoglia  opera  manuale^  e  non  ci 
fò  di ferendo, alcuna:  an^fe  vi  dicefsi3cbe  taluolta  trono  più  Dio  in  quello^che  neW- 
oraTione^  crederei  diruì  il  vero-.  L'abito  buono,  ch'ella  auea  fatto  in  tenere  la 
mente  à  Dio,eraarriuato  à  tale,  che  etiam  dormendo ,  ò  fognando  ,  fi  fentitra 
vlcire  dalla  fua  bocca  parole  di  vita  :  e  quello  fu  più  volte  ofsemato  dalle  no- 
'uizie  nel  tempo,  che  era  loro  Maeftra ,  le  quali  ancora  di  mezza  notte  fi  leua- 
uano  à  fé ntirla  parlare  à  Dio,  così  dormendo .  Ofseruomo  dipiù  le  monache, 
>he  mentre  ella  fi  cibaua  in  refettorio  ,in  quello  -fpa^io  di  tempo,che  perfor- 
ine 


1 14     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

me  all'vfo  di  detto  munifterofi  fa  vn  poco  di  paufa  alla  lezione  di menfa, el- 
la faceua  alcune  azioni  diuoteche  dauano  indizio ,  che  in  quel  tempo  ella 
,  auefie  qualche  diuoto  penfiero.Vedeuano  che  alla  prima  pauià  ella  tencua  le 
mani  giunte  infieme  5  alla  feconda  paufa  le  teneua  diftanti  1  vna  dall'altra  ,  po- 
fate  (opta  la  fommità  della  menfa  ;  alla  terza  paufa  le  teneua  in  coree .  Onde 
le  domandorno  à  che  cofa  ella  penfaffe  in  quei  tempi ,  &  à  che  fine  facefle 
quelle  azioni .  Et  ella  rifpofcche  alla  prima  paufa  adoraua  Gicsù ,  à  riuerenza 
diquell'onore,chcdettelafuafantiiììma  VmanitàallaDiuinità,  auann  ,  che 
cominciatiti  prendere  il  cibo  dell'opere,  cioèadaffaticarfi  per  la  falute  dell' 
anime  ;  &  à  riuerenza  di  quell'adorazioncche  fece  la  Vergine  Maria,  quando 
lo  vidde  nato  nella  ftalla,e  porto  nel  prefepio,  e  preciò  teneua  le  mani  giunte. 
Nella  feconda  paufa  penfaua  quato  gufto  prendeua  Giesìi,  quando  predicaua 
di  dare  all'anima  fua  per  cibo  la  Redenzione  dell'anime  noftre ,  poiché  quello 
era  il  fuo  cibo,  e  perciò  teneua  le  mani  in  detto  modo  fopra  la  menfa .  Nella 
terza  paufa  confideraua  Giesù  in  fui  legno  della  Croce ,  che  finita  l'opera  del- 
la Redenzione,  à  guifa  d'vno,  che  fazio ,  non  appetifee  più  altri  cibi  ;  così  egli 
come  fazio  del  cibo  dell'anime  noftre  ,  e  della  noftra  falute ,  ancorché  auefsc 
creato  nuoui  Mondi,  e  fatto  infinite  altre  opere  mirabili ,  di  nefluna  però  fi  fa- 
rebbe tanto  compiacciuto,  e  dilettato,  quanto  della  Redenzione  vmana  >  che 
aueua  fatta  ,  e  perciò  à  quella  paufa  teneua  le  mani  in  Croce.  Non  finirebbe 
mai  chi  volefle  deferiuere  tutti  i  penfieri  diuini;  che  aueua,  quali  dalle  fue  ope- 
razioni ,  e  parole  fi  raccoglieuano ,  che  faceuano  chiara  teftimonianza  di  que- 
lla fua  continua  vnione  di  mente  con  Dio . 

Dell* affidati à,ch e  eW  aueua  nelV  oratone, ideila diuo^ione con  che recitaua il 
Dittino  Ffficio .  Cap.     LXXIX. 

SE  bene  da  quanto  fi  è  detto  nel  precedente  Capitolo,  fi  può  con  ragione 
conchiudere,  e  dircene  tutta  la  fua  vita  Riffe  vna  coutinua  orazione,  e  che 
ella  perfettamente ,  quanto  in  quella  vita  è  potàbile  ,  adempiffe  il  precetto  di 
San  Paolo  :  oportet  femper  orare  j  tuttauia  oltre  a  quello,  che  è  detto,  ci  fono 
da  notare  nella  fua  vita  alcuni  altri  particolari,  che  riguardano  queft'clèrcizio 
dell  orazionctra'  quali  fono  la  perfeueranza,  e  la  (lima ch'ella  n'aueua  ;  impe- 
rochè  non  mutaua  ogni  giorno  nuoue  diuozioni ,  lafciando  l' vfate  :  ma  quel- 
le, chepigliaualecontinuaua;  maperòquafi  tutte  le  fue  orazioni  erano  più 
internee  mentali ,  che  efterne,  e  vocali  ;  e  fé  non  era  impedita  dall'vbbidien- 
za  ;  ò  da  altra  necefsaria  occupazione  di  carità ,  non  preteriua  mai  i  tempi  da 
lei  deputati  à  tale  eiercizio  ;  &  oltre  à  gli  eftafi  fudetti ,  flaua  molte  ore  dei 
giorno,  e  della  notte  inginocchioni,  &  ancorché  taluolta,  come  fpecialmente 
le  fuccefle  nel  tempo  della  pronazione,  ella  non  trouaffe  gufto  nell'orazione  ; 
non  però  la  tralàndaua,nè  mai  fi  moftraua  attediata,  ò  annoiata  datale  eferci- 
zio  ;  ma  fempre  n'era  affetata  di  maniera ,  che  fé  non  foffero  (late  le  continue 
occupazioni,che  dall' vbbidienza.ò  dalle  Coftitutioni  le  erano  impofte,  e  fac- 
celo ftimolo,che  aueua  defercitarfi  nella  carità  verfo  il  proflj  morrebbe  con- 
fumato tutta  la  fua  vita  in  orationi ,  e  congiunto  le  notti  con  i  giorni  interi ,  e 

conti- 


Vita  della  B.Mana  Maddalena  de  Pazzi.     115 

continui  >  come  fi  vidde  piìi  volte  ne  gli  anni  del  fuo  nouiziato  >  doue  aueua.» 
manco  oblighi>&  occupazioni  efteriori>come  fopra  fi  è  narrato  :  e  quelle  fue 
orazioni  le  faceua  con  tanto  affetto ,  e  riuerenza^  verTo  di  Dio ,  che  ancor  che 
non  ruffe  rapita  in  eftafi,  (come  pure  frequentiilìmamente  fuccedeua)  pare- 
ua  Tempre  immobile  .  Per  la  lete  di  quello  fpirkuale  efercizio ,  daua  pochifli- 
mo  ripolò  al  fuo  corpo  ;  per  fuo  ordinario  non  dormiua  mai  più  di  cinque  ore 
per  notte ,  &  il  retto  lo  confumaua  in  orazione  :  anzi  che  moltiffime  volte  né 
anco  prendeua  le  dette  ore  di  ripolò»  ma  le  paffaua  tutte  in  orazione  ,  ouero 
dormiua  vn  poco  à  federe.ò  ginocchioni ,  col  capo  appoggiato  à  qualche  co- 
fa  ;  e  Te  aueua  nella  notte  occupazione  d'vbbidienza,ò  carità  che  iimpediffero 
il  ripolò  ,  quell'ore  che  le  reftauano  libere  da  tali  occupazioni ,  non  le  daua  al 
ripolò  del  corpo,ma  all'orazione, perche  più  tolto  voleua,che  reftaffe  il  corpo 
fenza  il  neceffario  ripolò,  che  l'anima  priua  dell'alimento  dell'orazione.  O 
quante  volte  le  fue  Maeftre,mentre  elTera  in  nouiziato,  e  le  fue  nouizicegio- 
uani ,  quando  ella  fu  loro  Maeftra ,  penfauano  ch'ella  luffe  à  ripofarfi,e  la  fen- 
tiuar^o  pernotrare,neli'Oratork)  in  orazionun  gemiti,  e  lòfpiri.  Se  le  era  racco- 
mandato la  conuerfione  de'  peccatori,fe  negozi  importanti ,  e  concernenti  la 
gloria  di  Dio  ,  e  làlute  dell'anime ,  ò  il  bene  delle  Religioni  ;  fé  nel  Muniftero 
s'aueua  à  profeffarcò  vellire  nouizie  5  fé  vi  era  alcuna  bifognofa  più  dell'ordi- 
nario d'aiuto  diuino  :  fi  toglieua  ogni  ripofo,e  confumaua  tutta  lanotte  in  por- 
ger preci  à  Dio,&  affligger  l'anima  fua,per  ottenere  dalla  Diuina  pietà  il  bene, 
che  ella  chiedeua. 

Più  volte  in  tempo  di  fua  vita  fece  la  Beata  gli  elercJzi  fpirituali  d'orazione  » 
infegnati ,  e  lafciati  fcritti  dal  Santo  Padre  Ignazio  Loiola ,  Fondatore  della_# 
Compagnia  di  Giesù,  ritirandofi  per  molti  giorni,  e  confumandoli  tutti  in  fan- 
te contemplazioni.  Oltre  alle  diuozioni,&  orazionLche  da  fé  fteffa,e  con  con- 
figlio del  Padte  fpirituale  ella  fi  prefcriueua  ;  aueua  vn  particolare  ftimolo  di 
ritrouarfi  fempre  alle  diuozioni ,  &  orazioni  comuni  della  Religione ,  e  parti- 
colarmente in  Coro  all' vffizio  diuino.Onde  quando  fentiua  fonare  a'  diuini  vf- 
fizi ,  tutta  fi  rallegraua  Tentendofi  chiamare  à  lodar  Dio ,  e  prettamente  iafcia- 
ua  ogni  opera ,  che  aueffe  fra  mano  j  &  ancorché  luffe  inferma  ,  fi  sforza- 
uailpiùchepotcua  ±  e  fino  che  potè  reggcrfi  ,  volle  Tempre  ogni  notte  an- 
dar al  Matutino>&  à  tutte  l'altre  Ore  canoniche;  e  quando  non  potè  più  Jeuar- 
fi  di  letto.fi  faceua  recitar  Tvffizio  Diuino  da  alcuna  delle  forelle;&  à  recitarlo 
Iftaua  con  tanta  modeftia,  e  diuozione,  che  pareua  vn1  Angiolo  pieno  d  ardo- 
re diuino  ;  imperochè  nella  fua  faccia  ridondaua  quella  letizia ,  e  quel  giubilo* 
con  che  lodaua  S.D,  Me  quando  per  qualche  neceffaria  occupazione  non  po- 
teua  interuenire  in  Coro  con  l'altre ,  procuraua  ad  ogni  modo  di  dirlo  accom- 
pagnataci perche  le  pareua  dirlo  meglio,sì  anco  perche  per  la  fua  vmiltà  dice- 
ua;  lo  ho  poco  fpirito,  e  dicendolo  con  vna  compagna, fono  partecipe  del  fuo 
femore ,  e  diuozione ,  Lorecitaua  con  tale ,  e  tanta  attenzione ,  che  non  rare 
volte  occorTe ,  che  in  recitandolo  fu  rapita  in  eftafi,  e  fempre  dalla  fua  faccia 
fi  fcorgena  l'attuazione  della  Tua  mente  in  Dio ,  la  quale  era  tale,  e  tanta  >  che 
vna  volta  all'inchinare  della  tetta ,  mentre  diceuail  Gloria  Patri,&c.  conforme 
al  Tuo  folito  >  udde  la  Torcila  >  che  Teco  lo  recitaua>  che  la  Beata  diuenno 

in 


Tì6     Vita  della  B. Maria  Maddalena  de'PazzL 

in  volto  pallida,c  fcolorita ,  e  piena  di  (udore ,  &  affanno  tale,  che  duraua  fati- 
ca à  recitar  Je  parole  dell'Vfizio .  Dimandandole  ,  che  cofaaueffe  ,  le  rifpofe , 
come  aueua  per  diuozione  quando  recitaua  il  Gloria  Patri,  &c.  fare  vn  offerta 
di  fé  al  martirio  per  la  gloria  di  Dio;  echeauendo  fatto  allora  quel!  atto  con 
vn  poco  piùaffiffamento  del  folito,  le  pareua  porgere  attualmente  la  tefta  ai 
martirio  ;  e  però  la  natura  attenta  dallo  fpanento  di  tale  apprenfione ,  le  aueua 
cagionato  affanno .  Onde  per  poter  fodisfare  all'obligo ,  fera  necelTario  ratte- 
nere  la  mante ,  e  raffetto,acciò  non  sinternaffe  tanto  ne  penfieri  diuini >  che 
rimanefle  alienata  da'fenfi,e  così  aueffe  à  reftare  di  recitarlo.  O  dono  ringoia- 
re ,  ma  però  acquiftato.>e  guadagnato  con  l'abito,  che  fino  dateneri  anni  aue- 
ua fatto  di  tenere  la  fua  mente  in  Dio ,  per  mezo  deJl'aflìduità  della  fanta  ora- 
zione, come  nel  principio  della  fua  vita  è  narrato. 

Vrepara7yóneych%ell4  fece'olla  folennitàdèllo  Spirito  Santo  :  dalla  quale  fi  raccoglie 

la  grande  vnione  della  fua  mente  con  Diay  e  lajfiduità  nellorazione\ 

Cap.  LXXX* 

VNa  volta ,  nel  giorno  dell' Afcenfione  di  Giesù ,  ritrouandofi  la  BeataJ 
Maria  Maddalena  à  menfacon  l'altre  forelle  nel  Refettorio,  ftando 
fida  nel  penderò  della  preparazione  alla  fòlennità  dello  Spirito  Santo ,  da 
lei  con  particolare  affetto  fempre  defiderata,e  celebrata,fu  eleuata  in  ìfpiri- 
to  fuori  de'  fenfi y  e  cominciò  à  fàuellare  in  quefta  guifà:  o  Santi  upofioli , 
quando  il  Signore  afeefein  Cielo,  infegnò  a.  voi  quelloyche  doueui fare  per  riceuere  il 
Santo  Spirito  :  Infegnate  ora  voi  vn  poco  à  me .  0  puro  Giouanniy  amoreuole  Filip- 
pojion  mifapretedifdire .  Ditemi  qual  deue  efiere  il  mio  cenacolo  £  quali  operaio* 
ni  interne y&  efierney  e  quali  eleua^ioni  di  mente  in  quefli  pochi  giorni  £ 

Il  Cenacolo  farà  bene  fabricarlo  in  alto  :  Sarà  Cenacolo  il  co/lato  del  Verbo y  nel 
quale  fi  debbaflare  in  vnione  d 'amore y  qual  debba  e/fere  il  mio  cibo  y  e  beueraggio 
spirituale  £  lo  voi  pigliar  piacevole  ad  ogni  dente  :  la  confidera^one  dell' operazioni 
grandì,&  vmiliffxme  %che fece  il  Verbo  incarnato  Jìando  qua  giù  con  ejjonoè  ;  il  beue- 
raggio faràil  Sangue ,  che  efee  da  quelle  quattro  fontane  delle  fue  fagrate  mani ,  t 
piedi  j  e  taluolt a  fi  potrà  andare  à  quella  font  e yche  ha  tanti  canali \  dclfuo  veneran- 
do capo .  0  amoro fo  Verbo  >  trentatre  anni  fieffi  con  noi,  &  io  debbo  fare  trentine 
atti  £  annichilatone ,  tra  il  giorno ,  eia  notte  >  e  quefla  farà  vna  delle  operazioni 
interne  . 

Otto  giorni  fitjjì  à  darci  il  Sangue  doppoychefofie  nato,&  io  debbo  fare  otto  volte 
l'è  fame  della  cofcien%ay  tra  il  giorno  y  e  la  notte  ;  perche  fé  l'anima  non  è  ben  e  fami- 
natale  purgata  da' fuoi  difetti,  non  è  atta  à  dare  il  f angue  per  te ,  cioè,  ad  offerirti  fé 
fteffa  in  atte  di  martirio  y  &  ogni  volta  che  farò  l  efame  di  cofeien^a ,  vi  aggiugnerà 
la  rinoua^ione  de"  voti  Rgligiofi . 

Quaranta  giorni  fle/ìi  in  terra  y  dopò  che  fofli  furto  da  morte  :  &  io  debbo  infra  il 
giorno  ye  la  notte  quatanta  volte  eleuare  la  mia  mente  in  te . 

Sette  anniftefii  in  Egitto  :  &  io  debbo  fra  il  giorno ,  e  la  notte  offerirti  fette  volte 

quelli, 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi,     1 2.7 

quelli,  che  fono  nelle  tenebre  del  peccato. 

Quaranta  giorni  (lefti  dopoché  foflinato>ad  offerirti  al  Tempio-,  &  io  deuo,  tra  il 
giorno*  e  la  notte  quaranta  volte  offerirmi  à  te  in  beneplacito  della  tua  volontà . 

il  nutrimento  Spirituale ,  farà  la  quotidiana  Meditatone  della  tua  santi/sima 
j>afsione,accompagnandolaconla  Meditatione  di  quell'ardente  amore >colqualeVin- 
carnafli  ;  delfvmiltàtfonla  quale  conuerfafli  \  della  manfuetudineycon  la  quale  pre- 
dicafti  y  dell?  allegrezza,  con  la  quale  efaudiflila  Cananea ,  e  la  Samaritana  -,  quefia 
non  ti  chic  fé, ma  tu  tinuitaflià  chiedere .  Mediterò  ancora  quelle  parole  :  Hi  e  tft  fi~ 
lius  meus  dileftusjn  quo  mihi  bene  complacui  :  Cibus  meus  eflyVtfaciam  voluntatem 
Tatrìs  mei  :  Difcite  à  me,quiamitisfum ,  &  bumilisxorde . 

Dodici  anni 'flefti  innante  he  dimoflrafti  latuafapien%a:  dodici  atti interni d 'a- 
tnore  debbo  far everfo  il  profsimo>e  dieci  d'vmiltàyfimilmente  interni .  0  quante  oc* 
cafoni  ci fi porgono di quefli atti  interniyquanteaccat^t^oni^intellettoyevolon^ 
ta .  Settevolte  deuo  adorare  ilSantifsimo'Sagramentqf0r.qifell^chenon  V adorano  > 
fette  il  mio  Chriflo,  che  porta  la  Croce  col  capo  chino jper  tutti glieletti. 

Tre  volte  debbo  dar  lode  particolare  alla  Vergine  Sarttijfima,come  Madre,  e  prò* 
tettrice  particolare  di  tutte  V anime  religiofe  ,percbeella:concorra particolarmente 
con  r aiuto  fuo  al  mantenimento  de  né  voti  di  Religione . 

E  quante  pia  volte  potrò ,  debbo  fare  off  equi  di  carità  al  mio  proffimo ,  con  tutto 
queìl amor e,e giocondità  d'animo,  che  èpoffibiU .  Staròfempre  in  atto  di  cuflodire  i 
miei  fenthnenti'y  e  per  non  effere  riputata /ingoiare ,  debbo  far ciò udore,  e  tempi ,  e 
modi  debiti;  perche  fé  io  non  rifguardafsi  mai  y  alcuna  potrebbe  penfare ,  che  io  non 
auefsi  qualche  {degno  con  lei  j  e  fé  mai  non  refpondefsi,  gli  darei  occafione  difofpet- 
tare . 

Tre  volte  il  giorno  ricordare  alle  for elle,  con  chi  fi  conuerfa,  la  dignità  della  voca- 
zione ,  alla  quale  fiamo  chiamate,  dicendo  qualche  lode  di  effa  vocazione ,  &  à  fé 
flejfa  ricordarla  continuamente . 

Ogni  volta,che  fi porge  l  occafione  yconfolar  e  gli  afflittiysì  nell  '  interior  e ycome  nelX 
efleriore  :  &inconclufione  d'ogni  cofa, debbo  flarein  continuo  atto  di  carità,e  cuflo- 
dire il  cuore . 

Con  quefti  concetti,  &  inuogliamenti  d'operazioni  interne  ,  &  efterne  fi  ri- 
fentì  dal  tatto  ,e  moifcpuntalmente  procurò  d'ofternarle . 

Dal  che  fi  raccoglie ,  che  gli  atti  interni  efpfeflì  di  diuozionce  di  virtti,che 
ella  fece  fra  giorno ,  e  notte  in  qa  erti  dieci  giorni ,  fumo  cento  fettant'otto  per 
ciafcnn  giorno,  fenza  l'altre  diuote  corifiderazioni  dell'amore  >  deH'vmiltà ,  e 
manfuetudine  di  Giesù,  e  fenza  l'opere  di  carirà  fpirituali  >  e  corporali ,«  fènza 
la  continua  cuftodia  del  cuore ,  che  come  fopra  fi  propofe  auere .  Qui  faccia 
rifleflìone  il  Lettore, e  confideri  quale  è  quell'anima  veftira  di  carne  mortale, 
chepoteffecfercitarin  vngiornotanti ,  e  tanti  atti  interni  di  virtù  ,  fenonvn 
anima  afluefatta  ,  &  abituata  nella  continua  rimembranza  di  Dio  ;  certo,  che 
pare  più  efercizio  da  Angioli,  che  da  creatura  vmana .  Oltreché  non  folo  in 
quefti  dieci  giorni,ma  in  tutti  li  giorni  di  fua  vita  fi  prefcriiTe  molti  atti,  &  opc  - 
razioni  interne  di  virtù,  e  di  diuozione;  quali  faccua  ogni  giorno . 

Efer- 


12.8     Vita  della  B. Maria  Maddalena  de*  Pazzi. 

Hferdzjo  fpirituale,  che  ellafaceua  ogni  mattina  con  alcune  offertele  protefie  a  Die: 

dal  quale  fi  raccoglie  l'iflefla  anione  difua  mente  con  Dioy  etajjìduità 

nell'orazione .  Cap.     L  X  X  X  /. 

TRa  gli  altri  efercizi  Ipirituali,che  la  Beata  Maria  Maddalena  fi  preferif- 
fe  di  fare  ogni  giorno  per  tutto  il  tempo  della  fua  vita ,  fu  in  partico- 
lare vn'efercizio,  che  ella  faceua  con  grande  affetto  ogni  mattinai  quale 
per  non  fé  lo  feordare,  e  per  oflèruarlo  puntalmente,lo  icriflè  in  quefta  for- 
ma ,  e  tenore ,  che  fègue . 

Trina  tre  volte  dirai  :  Benedica  ftt  Sanila  Trinitas ,  &c.  poi  farai  t  efame  del- 
la cofeienza  tua offerendo  ilfangue  del  Verbo,  Dipoi  adorerai  la  Santifjima  Trinità  : 
*  prima  adorando  l'eterno  Tadre,  confeffandolo  Dio ,  offerendoti  per  tal  confezione  à 
dar  la  vita,  &  ilfangue.  Similmente  poi  adorando  reterno  Verbo,  e  diurno  Spirito  , 
farai  il  mede  fimo  ;  pregando  ciaf  cuna  di  effe  tre  Diuine  Terfone ,  che  voglino  adem- 
pire in  te  il  lor  dimno  volere  .  Doppo  adorerai  Vvmanato  Verbo ,  confeffandolo  vero 
Dio,  e  vero  Huomo,  offerendoti  à  dar  la  vita,  e'ifangue  per  tal  confeJJione,e  verità . 
Doppo  adorerai  Vvnità  della  SantiJJima  Trinità  con  atto  di  riuerenza, facendo  la  me- 
desima offerta  di  tèfleffa .  Doppo  quefio  rinouerai  la  tua  profeffione  con  la  maggior 
purità ,  efemplicità  d'affetto  pojjìbile  ,  promettendo  e fler perfette  offeruatrice  della, 
tua  Bagola ,  e  Cofìit unioni,  Doppo  ti  confederai  alla  Santiffima  Trinità ,  facendole 
vna  perfetta  oblazione,  &  olocauflo  di  tèfleffa ,  commettendo  ogni  tua  intensione  , 
pen fiero,  parole,  &  opere  interiori ,  &  efieriori  alla  purità  di  Dio,  pregandolo ,  che 
adempifea  in  tè  perfettamente  quelfuo  dittino ,  &  amorofo  volere ,  per  il  quale  ti 
creò  ,  e  ti  chiamò  al  perfetto  flato  della  Religione  . 

Doppo  farai  refteffo  in  tè  fiefìa ,  conofeendoti  effer  niente  ;  &  eleuando  poi  la  tua. 
mente  in  Dio  ti  goderai  delle  fue  infinite  perfezioni ,  e  che  eglifolofia  quello ,  che  è 
ineferutabile,  che  nonpoffa  effer  intefo,  ne  capito  da  alcuna  creatura, godendoti  che 
tutte  quelle  creature, che  fono  in  Cielo,  in  Terra,  e  tutto  quello  che  è,  gli  dia  gloria, 
lo  laudi,  e  magnifichi  :  Godendoti  difua  infinità ,  che  facendo  effe  creature  quanto 
poffono  ,  niente  fanno  in  comparazione  di fua  grandetta  :  Godendoti  quanto  puoi* 
che  egli  fia  Dio ,  quale  egli  è  ;  conofcendolo  effer  e  ilfommo  bene  infinitamente  ama- 
bile perfefleffo ,  defidererai  amarlo  con  la  perfezione  ,  con  la  quale  l'amano  tutti  i 
Beati ,  e  con  quella ,  che  l'hanno  amato,  e  l amano ,  &  in  eterno  l ameranno  tutte  le 
creature,  &  i  Beati  infieme,e  con  tutta  quella  perfezione  diuina,con  la  quale  ama  fé 
flefiojfi  è  amato  ,  &  in  eterno  fi  è  per  amare  :  ringraziando  S.D.M,  che  amando  ella 
fcflefsa  ,fupplifce  al  debito ,  che  abbiamo  con  lei . 

Di  nuouo  adorando  vmilmcnte  la  Santiffima  Trinità  y  le  offerirai  tutte  le  fue  di- 
uine perfezioni  ;  dipoi  la  perfezione ,  pienezza  di  grazia,  e  meriti  deWvmanato 
Verbo  ,  quella  di  Maria  Vergine^  e  di  tutti  i  Beati,  &  ancora  di  tutti  gli  eletti  :  de  fi- 
derando  poter  patire^  operare  tutto  qucllo,chefi  è  patito,&  operatoy&  in  eterno 
fi  patirà,  &  opererà  da  tutte  le  creature ,  perfuo  onore ,  e  gloria .  Defiderando  an- 
cora in  tutto  il  tempo  di  tua  vita,  e  particolarmente  in  quefio  dì ,  di  poterlo  efalta- 

s  re, 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  dePazzi.     1 19 

re, lodar  e, magnificar  e ,  &  onorare  quanto  l'cfakano ,  lodano,  magnificano,&  onora- 
no tutte  le  creature  infìeme,  e  tutti  li  Beati ,  e  tanto  quanto  fa  da  fé  fleffoìn  atto  di 
/rotore . 

Di  nuouo  facendo l 'adornatone  alla  Santijfima  Trinità  col  più  intenfo  affetto  di 
umore?  che  potrai, ringrazerai  S.DM.  del  bene,  che  ella  poffiede,,  rallegrandotene ,  e 
compiacendoti  in  efso  :  &  in  tal  modo  la  ringrazerai  della  gloria  conferita  aWvma- 
nità  del  inerbo,  di  quella  conferita  alla  per  fona  di  Maria ,  e  di  quella, che  hanno  tut- 
ti li  Beati ,  e  fono  per  ricevere  tutti  gli  detti .  E  così  lo  ringrazerai  di  tutti  ièenefi- 
V  y&raVe  > e  comunicaZoni ,  che  egli  ha  conceduto,  &  in  eterno  è  per  concedere  „ 
Dopò  lo  ringrazerai,  che  t  ha  creato  àfua  imagine,  efimilitudinezredenta^olfan- 
gue  delfuo  unigenito, fpa/ata,  e  con/egrata  a  sé,  e  che  ogni  giorno  ti  dàfefiejfo  \  e  di 
tutte  legraZcy  e  comunicazioni  ,  che  egli  ti  ha  fatto  :  del  continuo  reflettendole  in 
lui  j godendotene,  non  per  vederti  arricchita  di  taligraZc ,  e  doni ,  ma  perche  con 
talibenefiZ  aiterai  maggior forze  per  feruirlo ,  &  onorarlo:  offerendo  V  emana- 
to Verbo ,  &  il  fio  Sangue  in  ringraZ^mento  di  tante  miferkordie  all'eterno 
Tadre  ^ 

Qui  t'accenderai  in  femore  difpirito,  everrai  in  defiderio  d'vnirticon  queflo  tuo 
amabiliffimo  Diojlquale  hai  cono feiuto,  e  conofeieffer  tanto  grande  }&  immenfo  ;  e 
j apendo, e  per  viua  fede  credendo,  che  efloperfua  infinita  potenza,  eliberalitàpuò, 
€  vuole  vnirficon  la  creatura,? abbafser ai  in  teflefsa,conofcendola  tua  viltà.  Dipoi 
ti  volgerai  all' eterno  Tadre ,  e  lo  pregherai ,  che  ti  voglia  donare  ilfuo  Verbo  Diui- 
no,  e  quando  te  Ihà  donatoci  rinchiuderai  nel  feto  cuore ,  e  quitti  ti  rilafserai  in  lui,, 
in  vnione  di  quella  relafsaZone ,  che  efso  Verbo  fece  dell' anima  fua  in  Croce  ,  cioè 
quando  efsofpirò:  &  inueflita  di  efso  Verbo  5  rafsegnerai  la  volontà t  uà  nelle  mani 
dell eterno  Tadre, dicendo  :  Fiat  voluntas  tua  „  in  vnione  della  rafsegnaZone ,  che 
fece  ti  Verbo ttell'Orto  :  e  poi  lo  pregherai ,  che  ti  concèda ,  e  fermi  in  te  ilfuo  eterno 
volere ,  offerendoteli  per  figliuola .  Dipoi  al  Verbo  chiederai  l'amore ,  offerendoteli 
perifpofa,  e  dopò  al  diurno  Spirito „  offerendoteli  per  fttadifeepola ,  li  chiederai 
Ivmiltà . 

Tatto  queflo, offerir  ai  il  Verbose  ìèfleffa  in  effo  Verbo, ali  eterno  Tadre, con  tutte 
le  fue  dittine perfeZoni,  anima,&  vmanità,  pen fieri,  parole,  opere  fue ,  infieme  col 
fafeetto  di  mirra  della  fuaTaffione^  &  ilpreziofo  fangwefno:  pretendendo  di  fare 
la  detta  offerta  nel  diumotemp'to  del  cuore  di  effo  Vcrbo,in  vnione  delle  offerte ,  che 
effo  fece  flando  in  terra  con  effo  noi  :  e  farai  la  detta  offerta  per  tutta  la  trionfante , 
militante ,  e  penante  Chiefa,  defidcrando  offerire  queffoflia,  coyl  maggior  affetto  dis- 
amore ,  che  fa  fiata  offerta ,  ò  fia  mai  per  offerir  fi  da  tutte  le  creature-,  E  perche  V- 
eterno  Tadre  di  efìa  offerta  prende  con  gran  compiacimento,  tipoferai  in  efso  piaci- 
mento, e  quiui prenderai  la  Croce  infieme  col  Verbo ,  con  propofito  d'andarlo  fegui - 
tando  fino  alla  morte  ; 


Dipoi  farai  al  tuo  Dio,  Spofo ,  e  Maeflro  i  feguentì  protefli. 
I .         Trote  fio  Ì  eleggere  la  più  alta  vmiltà.. 


•**         *Tlv^+^ 


1 3  o     Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

2 .  Trote/lo  d'adorare  ,  e  confejfare  Ivnità  della  SantiJJìma  Trinità,  per 
quelli ,  che  non  l'adorano  . 

3 .  tìefaltare  ferapre  la  pouertà  in  tutte  le  co  fé . 

4.  D'eJJ'ere  lapiùfauorita  de  gli  afflitti,  e  tribolati. 

5 .  D'edificare  tutte  l'opere  interiori,&  etteriori  nelle  piaghe  di  GIFSV . 

6.  D'zffcre  refugio  delle  imperfezioni, che  fi  commettono  nell*  abitacolo  di 
Maria . 

7 .  D'ejfer  lontana  dalle  co  fé  del  Mondo,e  da  me  ftejfa,quanto  è  lontano  il 
Cielo  dalla  Terra . 

8.  Di  godermi  del  difpregio,  e  confufione,  fi  come  Dio  fi  gode  in  sèfleffo  . 

9.  Di  godermi  dell' efìer  di  Dio,e  della  pouertà  difpirito,  e  patire  più  tofio 
qitalfiuoglia  eflremo  partito ,  che  impedire  il  proffìmo ,  che  non  poffa  godere  Iddio  , 

1  o.  Di  condolermi  con  Dio  dell' offefe  fatte  a  S.D.M. 

Finito  queflo  e  fenicio  col  tuo  Dio ,  te  banderai  alla  Vergine  Santiffima ,  e  l'a- 
dorerai di  quella  adorazione ,  che  à  lei  fi  conuiene .  Doppo  la  pregherai ,  che  tifac- 
ela e/fere  infieme  con  lei  madre ,  figliuola ,  efpofa  del  grande  Dio  ',  Madre  mediante 
la  conformità,  &  vniformità ,  della  tua  volontà  con  quella  dieffo  Dio  ;  Figliuola  per 
il  puro ,  e  retto  amore  -,  Spofa  per  la  fedeltà  ,  e  mantenimento  delle  promeffe  fatte  à 
lui  .Li  offerirai  poi  tutto  l 'abitacolo  fuo  (  intendeua  del  Muniflero  )  pregandola,  che 
lo  cuflodifea  con  quell'amore  ch'ella  cu/lodi  il  Verbo  incarnato  ,  e  la  fuafleffa  purità, 
e  verginità .  Et  in  vlt  imo  gli  farai  queflo  proteflo ,  dicendo  :  Vroteflo  à  te  Madre  pu- 
riffima ,  e  Madre  mia  amabiliffima ,  d'e/fer  più  toflo  vn  Inferno ,  che  non  gelare 
femprc  l'ofieruanza,e  perfezione  in  meflejfa ,  &  in  tutto  l'abitacolo  tuo, cioè  in  tutte 
le  figliuole  tue ,  che  ci  fono  di  prefente ,  e  per  l  auuenire empiranno  ;  e  dirai  tre  volte 
la  fai  ut  anione  Angelica ,  in  quel  luogo  ,  che  ti  piacerà .  Dipoi  t'offerirai  al  tuo  An- 
giolo Cuflode ,  pregandolo ,  che  ti  cuflodifea  fempr  e ,  e  gli  farai  queflo  proteflo  di  cor- 
rifpondere  ali  interna  ifpir  azione  ,  &  illuminazioni  diuine  .  jilli  Santi  tuoi  dìuoti , 
&  à  tutta  la  celefle  Gierufalemme  farai  quefi l'altro  proteflo  d'onorare ,  e  riuerire  le 
feflc ,  e  reliquie  vofl  re ,  e  fopra  ogni  cofa  immitarui  nelle  vere ,  e  fante  virtù . 

Inqueftoefercizio,  fé  fi  confiderà  bene ,  ci  fono  fette  adorazioni ,  dieci 
offerte,  vndici  petizioni,  Cci  atti  d'amor  di  Dio ,  cinque  atti  di  defiderij  fpiritua- 
li ,  altrettanti  ringraziamenti,  tredici  protetti,  e  gli  atti  d'vmiliazione,promeiTej 
rinouazione  di  profetinone, e  raffegnazione  in  Dio,fono  in  tutto  cinque  ;  quali 
computati  infieme  con  tuffigli  atti  fudetti,  fanno  il  numero  di  feffanradue  atti 
interni  verfodi  Dio;  e  quelli  li  faceuaogni  mattina  con  gran  fentimentodi  (pi- 
rito,  auanti  Matutinojpercheefiendofuo  vflzio  chiamar  le  Monache  à  Matu- 
rino, fi  leuaua  di  buoniffim'ora »  econfumaua  Tore  maturine  in  quefti  fanti 
eìcrcizij ,  e  così  non  le  vniuano  da  alcun'altra  occupazione  impediti . 

Dell  efficacia  delle  f ne  orazioni ,  douefi  raccontano  alcuni  cafi  mirabili  fuc ceduti  per 
mez^o  di  quelle  .  Cap.      L  X  X  X 1 1. 

ERano  così  efficaci  ,&  accette  nel  colpetto  Dio  l'orazioni  di  quefi;  anima, 
che  pare  fi  pofladire  in  certo  modo,chemai  ella  fi  poli:  a  chiedergrnzia  à 

Dio, 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi,      i  3  r 

Dio,delIa  quale  non  fufie  efaudita;e  quando  quello  fi  affermate  afiblutamen- 
te ,  non  farebbe  iperbole,  ò  efagerazione ,  ma  fondato  in  ragioni  molto  buo- 
ne .Tra  le  quali  è  molto  confiderabile  quella  ,  che  effendo  ella  nell'erta  fi  del- 
le quarant'ore  (òpra  defcritte  nel  Cap.  $i.  fentìdirfi dall'eterno  Padre  quefte 
parole  :  Sponfa  vnigenitì  Verbi  mei  >  quidquid  vis,  à  mepete  :  quali  parole  f  urno 
da  kì  proferite  in  ratto  in  perfona  dell'eterno  Padre  ,  comefopra  èdeferitto; 
eperefperienza  viddero  le  Monache,  che  quelle  petizioni  ("chea  loro  fumo 
note  )  quali  elfa  faceua  à  Dio>fempre  veniuano  efaudite .  E  lafciate  da  parte  le 
fanità  miracolofe  fopra  defcritte ,  da  lei  impetrate  nel  tempo  della  fua  proua- 
zione ,  le  grazie  fpirituali  ch'ella  impetrò  da  Dio ,  e  per  fé,  e  per  altre ,  le  quali 
fono  innumerabili  ;  folo  fi  racconteranno  alcune  più  mirabili ,  cha  da  telamo- 
ni in  procedo  fono  Hate  teftificate .  E  fé  bene  pare,  che  fotto  quefto  Capitolo 
cadano  molto  à  propofito  tutti  gli  altri  miracoli  approuati ,  da  lei  operati  in 
vita  >  tuttauia  perche  i  miracoli  non  folo  fono  parto  dell'orazione  >  ma  della 
fantità,  fi  narreranno  in  luogo  più  opportuna* 

Impetra  mirabilmente  la  fanità ,  e  prolungamento  di  vita  al  Confef- 
fore  del  fua  Muniftero  vicino  à.  morte  * 

ESfendofi  infermato  à  morte  delmefedi  Maggio  dell'anno  1*91.  il  Con- 
felTore  del  Muniftero,  D.Agoftino  Campi,  huomo  d'età  di  fettantacin- 
que  annijin  quefto  tempo,  vn  giorno  la  Beata  Maria  Maddalena  intefe  in  efta- 
fi  da  Dio,come  fopraftaua  al  fuo  muniftero  vn  graue  perico!o,cioè,  che  il  Car- 
dinale de'  Medici  Arciuef  cono  di  Firenze,aueua  penlàto  di  dare  il  carico,  e  go  • 
uerno  di  quefto  Muniftero  ad  vn  Sacerdote,  che  non  era  fecondo  il lorbifo- 
gno  ;  &  auendo  di  già  D.  Agoftino  f  quando  la  Beata  iiitefe  quefto  )  riceuuto 
la  Comunione  per  viatico ,  e  l'eftrema  vnzione ,  ella  fupplicò  con  tanto  af- 
fetto^ femore  la  Diuina  Bontà ,  che  prolungale  la  vita  al  detto  Padre ,  che  ne 
fu  elaudita ,  e  le  fu  promeilò  da  Dioiche  le  prolungarebbe  la  vita ,  fin  che  paf: 
faffe  l'occafione  pericotofa;  ecosìfeguì.  imperochè  pochi  giorni  doppo  il 
detto  Padre  racquiftò  la  fanità,  e  tornò  ad  amminiflrrare  i  Sacramenti  alle  mo- 
nache ,  e  vifle  fino  alprincipio  di  Luglio  feguente  :  nel  quai  mentrcl'Arciuef- 
couo  mutato  di  penderò ,  diede  loro  per  Confelfore  ,  e  Gouernatore  il  Sigli. 
FrancefcoBenuenuti ,  Canonico  >  e  Penitenziere  della  Cattedrale  di  Firenze ,, 
con  molto  gufto  di  tutto  il  Muniftero  .. 

Impetra  mirabilmente  la  fanità  d^vn  occhio  advna  Monaca  del 
fuo  Munijlero  .. 

DEllanno  1 5 s>8.Suor  Cherubina  Rabattiaueuain  vn  occhio vna  fìftola  fa- 
crknofa,  così  chiamata  da'  Medici ,  iaqualeledaua  gran  dolori;  né  gio- 
candole gli  altri  rimedi  j ,.  i  Mediaaueuano  rifoluto  dargli  fuoco .  Comparala 
grandemente  Maddalena  alle  pene  di  queftainferma,  che  con  molta  inftanza 
fi  raccomandaua  alle  fue  orazioni:  e  la  fera  precedente  alla  mattina  nella  qua- 
le i  Medici  aueuano  determinato  dare  il  fuoco  àdetta  piaga,  tra  le  cinque ,  e  le 

1    2.  (ci. 


1 3  %     Vita  della  B. Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

fei  ore  di  notte  fi  pofa  le  Beata  à  pregare  Dio  per  la  fanità  di  quella  inferma,  h 
quale  effendo  nella  medefima  ora  fopraprefa  da  acerbiflìmi  dolori,  fi  raccom- 
mandaua  alla  Santils.  Vergine  >  che  l'impetrafle  pazienza  da  potergli  appor- 
tare j  e  mentre  ftaua  in  quelli  dolori  così  raccomandandoli  alla  Vergine ,  vid- 
de ,  ò  ruffe  vifione  ,  ò  pure  in  fogno ,  comparirfì  auanti  la  Madre  Suor  Maria 
Maddalena  con  afpetto  maeftofo ,  ebello,  che  con  gli  occhi  riuolti  al  Ciclo 
faceua  orazione .  Mentre  ftaua  intenta  à  quefto  oggetto ,  fi  (enti  ad  vn  tratta 
ftringere  il  volto ,  &  aprirfi  à  forza  quell'occhio  intermo,  che  per  molti  gior- 
ni non  aueua  potuto  aprire  :  e  fu  tanto  il  dolore,  che  fentì  nel  l'aprir  fi  queft'oc- 
chio ,  che  fi  venne  meno  ;  e  rinuenuta ,  che  fu,  fi  trouò  con  l'occhio  fenza  al- 
cun dolore  >  &  al  tutto  (ano .  Andò  la  mattina  feguente  la  Beata  à  vifitar  l'in- 
ferma, e  molto  Ci  rallegrò  di  trouarla  lana  :  e  domandandole  l'inferma,  fé  la  fe- 
ra precedente  ell'era  (tata  da  Jei.rifpofe  la  Beata  che  nò,ma  che  bene  tra  le  cin- 
que^ le  lei  ore  fece  orazione  à  Giesìi  per  la  fua  fanità  :  allora  Suor  Cherubina 
le  raccontò  quanto  l'era  fucceduto;  e  ringraziorno  Dio  infieme  di  quella  gra- 
zia ,  né  per  i'auuenire  fìipiù  trauagliara  di  quefto  male  • 

Ottiene  da  Giesà,  che  lafteffa  Monaca  fia  mirabilmente  comu- 
nicata in  vna  fua  infermità* 

SI  ritrouaua  altra  volta  to  mede  fi  ma  Suor  Cherubina  Rabatti ,  per  cagione 
d'vn'altra  malattia  inferma  in  letto ,  fi  che  non  poteuaandarfi  à  comunica- 
re con  l'altre  .  Et  etTendo  molto  defiderofa  di  quefto  Sa  ntiffirno  Sagrarne  nto  » 
fi  condoleua  vna  mattina  con  la  Beata  di  non  poter  andare  à  riceuerlo.  Molta 
Maddalena  à  pietà  del diuoto  affetto  di  quefta  forella,  pregò  Giesù,che  Ja  vo- 
lelTe  confolare  :  e  come  fé  fufle  certa  del  faccetto,  le  diffe  >che  ftefle  attenta 
à  quell'ora  che  le  Monache  fi  comunicauano ,  che  Giesùauerebbe  confolato 
ancor  lei.  Ebbe  la  deuota  forella  fede  nelle  parole  della  Beata,  e  fi  preparò 
come  fé  auefle  aunto  à  comunicarli  :  e  mentre  il  Sacerdote  comunicaua  le  al- 
tre Suore ,  andando  ciafeuna  à  comunicarfi  al  fuo  luogo,  cioè  per  anzianità  di 
profefiìone  -,  quando  toccauaàSuor  Cherubina,  il  Sacerdote  vidde  fparirlì 
l'Odia  di  mano  :  e  dubitando  non  le  ruffe  caduta ,  ne  cercò  ,  e  fece  diligente- 
mente cercare,ma  non  Ci  trouò  mai,-fe  non  che  andando  la  medefima  mattina 
Suor  Vangelifta  del  Giocondo  à  vifitare  Suor  Cherubina  ,  la  trouò  molto  al- 
legra, e  contenta  ;  e  raccontandole  quello  ,  che  era  fuccedutoal  Capellano  > 
che  le  aueua  comunicare  ;  ella  le  confefsò  come  Giesìi  aueua  mandato  à  lei 
quelFOlìia-à  preghi  di  Suor  Maria  Maddalena, à  cui  s'era  raccomandata  :  e  co- 
me in  quella  comunione  aueua  fentito  vn  granditfimo  giubilo,c  conforto  fpi- 
rituale  ;  e  con  lagrime  di  tenerezza  ringraziorno  Dio  di  tanta  fua  pietà. 

Impetra  mirabilmente  la  fanità  ad  vna  Monaca  delfuoMìmiflcro  y 
che  patina  di  mal  di  pietra . 

SVor  Caterina  Ginori  patina  grauiflìmi  dolori  cagionati  da  maidi  pietraie  pei 
eie  anni  eia  ftata  in  gran  pene ,  e  trauagli  ;  fi  che  l'anno  J  $  ?2,.  lì  era  ridona 

iA 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  dePazzi.     i  j  j 

m  termincche  i  medici  aueuano  difperata  la  fua  vita ,  e  le  monache  aflifteua- 
no  la  notte  à  vicenda  alla  fua  guardia.  Tra  l'altre  affiftendoui  vna  notte  la  Bea- 
ta Maria  Maddalena  :  fentendofi  linferma  più  fieramente  del  (olito  trauaglìa- 
ta  r(e  le  raccomandò,  acciochè  pregaffe  Dio ,  che  le  mitigaffei dolori,  òche 
ledeffe  pazienza,  perche  erano  tanto  grandi- ,  che  non  le  pareuaauer  virtù  da 
tollerargli.  S'intenerirno  te  v  licere  di  Maddalena  alle  lagrime  dell'afflitta  Torci- 
la :  e  poftafi  in  orazione  per  lei ,  fubrto  1  inferma  s'addormentò ,  &  indi  à  poco 
rifuegliatafi  fi  trouò  lenza  alcun  dolore  >  e  libera  dai  male  ,  di  modo  che  viffe 
molti  anni  lana,  efipotèefercitar  nell  offeruanze ,  e  negli  ordini  della  Reli- 
gione r 

Dio  perle fue  orazioni prouede  mirabilmente  al  mancamento  d'vna 
piatane  per  il  M un  fiero . 

ESfendo  il  Muniftero  in  molta  pouert:ì  ;  vna  mattina  di  Quarefima  non  vi 
,  era  in  Conuento  da  poter  fare  vna  piatanza  alle  monache ,  (è  non  di  cer- 
te poche  aringhe ,  che  ne  meno  erano  à  efficienza  ;  &  il  tempo  era  così  Ura- 
no ,  e  piouolb,  che  non  fi  poteua  mandarne  à  comperare.  Era  in  quel  tempo 
in  cucina  la  Beata  Maria  Maddalena  :  e  chiamata  à  se  vna  conuerfa ,  che  aiuta- 
la alla  cucina ,  le  diffe  :  Facciamo  orazione  all' Angiolo  Cuftode  di  Lapo  del 
Touaglia  (  GentiihuomoFiorentino,e  benefattore  del  muniftero  )  che  lo  fpi  ■ 
ri  àmandarcttante  aringhe  ,  che  fi  poffa  fare  vna  piatanza  alle  monache .  L' 
vna ,  e  l'altra  inficine  fecero  quella  orazione.  Et  ecco  ,  che  in  meno  fpazio  di 
vn'ora  >non  oftante  latempeftofa  pioggia,  comparfealla  porta  del  muniftero 
vno,  mandato  da  detto  Signor  Lapo ,  con  vn  ceftino  d'aringhe  ;  onde  fi  potè 
farla  piatanza  alle  Monache,  le  quali  ringraziorno  Dio  di  quella  dia  proui- 
denza. 

Con  lejue  oratori  impetra  y  che  il  vinoguaflo  di  vna  botte  del  Mtmifle- 

ro  ritorni  buono. 

DEH*  anno  1 60  2 .  fi  guadò  il  vino  di  vna  botte  di  tenuta  di  molti  barili,  fi  che 
il  muniftero  per  la  pouertà  veniua  molto  aggradato  Onde  la  madre  Suor 
Vangelifta  del  Giocondo,  allora  Priora ,  ricordandofi  d'vna  fimil  grazia  altra 
volta  dell  anno  1588.  impetrata  dall'orazioni  della  Beata ,  fimpofe ,  che  pre- 
gaffe  Dio »  che  quel  vino  ritornaffe  buono .  Non  volle  f  vinile  verginella  effec 
fola  ad  orare:  ma  pregò  1  ifteffa  MadrcSuor  Vangelifta,  chefacede  quella 
orazione  iafieme  fcco,-  onde  andate  amendue  nella  cantina ,  e  fatta  vn  poco 
d'orazione ,  la  Beata  per  1* vbbidienza  della  Superiora  fece  il  fegno  della  Croce 
fopra  la  botte  del  vino  guafto  $  e  cariandone ,  il  trouorno  buono ,  e  ne  refero 
,  grazie  a  Dio  infieme  con  le  altre  monache . 

Molte  altre ,  e  quafi  fenza  numero ,  fono  le  grazie  >  &  i  benefizi  fpuituali  > 
«temporali ,  che  quefta  Beata  impetrò  al  Tuo  muniftero ,  ór  ad  altre  perfone 
fuori  di  quello  ;  Imperochc  fé  bene  ella  procuraua  quanto  poteua  d'occultar- 
fial  Mondo ,  &  effere  al  tutto  feonofeiuta  dalle  creature»  con  tutto  ciò  con- 

I   3;  tinua- 


1 3  4    Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

tinnamente  ricorreuano  a  lei  perfone  afflitte ,  e  tribolate  ,  chi  a  bocca,  chi  per 
Ietterei  chi  per  terze  perfone,  cioè  per  mezo  di  monache,  à  raccomandarle  i 
lorobifogni  ,•  chi  conuerfione  di  peccatori ,  chi  accomodamenti  di  pace,  e 
di  difcordie,echi  vnacofa,e  chi  vn'altra;  molti de'qualiveniuano  poi à  ringra- 
ziare le  monache  dell'orazioni  fatte  fare  à  Suor  Maria  Maddalena, (limando  d'- 
auere  per  le  preci  di  lei  riceuuto  le  grazicche  haueuano  defiderato  da  Sua  Di- 
urna Ma  ella . 

De  Ila  conformità  della  fua  volontà,con  quella  di  Dio* 
Cap.     LXXXIIL 

NOn  è  da  marauigliarfi ,  fé  così  erano  accette  ,  &  efficaci  nel  cofpettodf 
Dio  l'orazioni  di  quell'anima  $  poiché  ella  era  conformatiflrma ,  &  vm- 
tiflìma  con  la  volontà  di  Dio: né  mai  chiedena  né  voleua  altrove  non  quello, 
ch'era  il  fuo  diuino  volere  ;  che  perciò  diceua ,  che  auerebbe  (limato  in  sé  di- 
fetto notabile,fe  per  (e  (lefsa ,  ò  per  altri  aueffe  domandato  al  Signore  alcuna 
grazia  con  maggior  inftanza ,  che  con  (empiici  preghiere  ;  e  vfaua  dire  in  tal 
propofito  >  lo  mi  godo  y  e  mi  glorio  di  fare  la  volontà  di  Dio ,  non  che  egli  faccia  la 
miai  onde  maggior  vbligo  tengo  a  Dio  quando  non  mi  efaudifee  y  che  quando  mi  con- 
cede quanto  gli  chieggo  .  Ancor  rifleiTa  fantità .,  e  perfezione  dell'anima  iua^ 
defiderauaxhe  fufié  non  fecondo  il  fuodefuleuo.ma  fecondo  il  voler  diuino^ 
onde  fi  troua  (editto  tra  alcuni  atti  d  amor  di  Dio ,  che  ella  fi  era  preferitta  di 
fare  quotidianamente  quefto  particolare  ,  con  quelle  formate  parole^  5 
Offerir  fé  fleffa  à  Dio ,  e  voler  tutta  quella  perfezione ,  che  egli  fi  compiace ,  che  fi 
abbia ,  come  ei  vuole .  Il  che  quanto  da  lei  fufiè  perfèttamente  efèrcitato  ,  fi 
fentì  nel  fecondo  giorno  di  quel  grand'ellafi  di  otto  giorni  ;  nel  quale  parlan-, 
do  della  venuta  dello  Spirito  Santo,  e  del  defiderio  ,che  aueua  diriceuerlo ,  fi 
protefta  à  Dio  ài  non  volerlo, né  defiderarlo,fe  non  fecondo  il  fuo  diuin  vole- 
reDcon  quefte  parole  da  lei  in  eftafi  proferite--  lo  con  defiderio  lo  de  fiderò,  e  non 
lo  de  fiderò  ',  e  ben  conofeo  di  douerlo,  e  non  douerlo  defiderare,e  con  queflo  defiderio 
lo  de  fiderò, e  per  mefleffa,  e  per  tutti.  In  che  maniera  queflo  }  fon  pur  cofe  contrarie 
de  fiderai  e  }e  non  defiderarc.  Dico  che  non  voglio  defiderare  da  me  fleffa ,  come  da  me 
fteffa,  perche  non  voglio  auer  alcun  defiderio  .  Et  ardirò  dirc,an^i  dirò,  che  fc  me  lo 
deffijperche  in  ciò  ft  face  fé  la  mìa  volontà,e  non  la  fua, come  fua, e  non  come  miaian- 
core  he  in  queflo  cifufie  la  fua  volontà,ma  non  ci  fufle  ella  primieramente,  e  dirò  an- 
che totalmente  lafuajn  nefsun  modo  vorrei  efserne  contentaitanto  m'importa  ànon 
voler  ripofsedere ,  e  far  mio  quello ,  chegiàgli  ho  donato  ,  e  voglio  che  fia  tutto  fuo , 
perche  dirpofsa  con  ogni  veritàyin  ogni  cofa;  Fiat  voluntas  tua.  Dico  iel%ìo  volere  3 
del  mio  defiderio  ffi  che"  il  bene  ,  che  non  mi  viene  per  quefla  via  ,  non  mi  par  ben  e,e 
più  toflo  eleggerci  ,  e  così  bramo ,  non  auer  alcuno  altro  dono  fuori  (  che  queflo  è  pur 
fuo  )  di  lafciare  tutto  il  mio  volere,  e  tutp>  il  mio  defiderio  in  lui ,  che  auer  e  qualun- 
que dono  fi  fia,folo  per  imo  dcfiderio,e  mio  volere.  In  me  f/nt  Deus  vota  tua,&  non 
votamea. 
Sino  à  quell'alta  perfezione  >  arriuò  la  volontà  di  quell'anima  nel  confot- 

marfi 


Vita  della  B-Mària  Maddalena  deJ  Pazzi .     135 

marfi  col  diuino  volere  .  Manonèdamarauigliarfi  di  ciò  >  perche  queftafù 
la  prima  lezione  infegnatale  dallo  Spirito  Santo  nella  fua  puerizia,  e  forfè  nelf 
infanga  ,*  pokhè  lei  iteffa  difle ,  che  la  prima  grazia  ,  ch'ella  domandaffe  al  Si- 
gnore piùinftantemente,  fu  di  adempir  Tempre  fino  alla  morte  il  diuino  bene- 
placito .  Onde  volgendo  fpeffogli  occhi  al  Cielo,fù  fentita  più  volte  replicare: 
O  Signor  e, tu  ben  fai, che  io  in  fino  dalla  mia  fanciullezza  ho  defiderato  di  compiacer- 
ti*  Arriuò  a  tale  quelìo  defiderio  di  compiacere  à  Dio  ,  che  più  volte  fu  fentita 
dire  con  gran  fentimento  :  Se  io  vedeffiquì  l  Inferno  aperto,  epenfaffi,  che  fu  fé 
tua  volontà,  ò  Signore,  che  io  penaffi  eternamente  in  quelle  fiamme,  da  mefiefsa  mi 
precipiterei,  per  effettuare  il  tuo  diuino  volere  . 

Difle  ancora  più  volte,  che  non  fi  farebbe  metta  à  far  cofa  alcuna  ,  che  non 
aueffe  penfato,che  fuffe  conforme  alla  volontà  di  Dio;  e  che  fé  aueffe  comin- 
ciato qualche  azionce  nel  farla  le  fuffe  venuto  penfiero,che  non  fuffe  confor- 
me alla  volontà  Diuina>inquel  medefimoiftanterhauerebbelafciata,ancot- 
che  il  non  profeguirla  le  coftaffe  la  vitale  per  il  contrario  non  auerebbe  lafcia- 
to  di  far  cofa,benche  minima,che  aueffe  penfato  effer  volontà  di  Dio.E  quefta 
non  era  in  lei  vna  volontà  folo  abituale,ma  attuale  quafi  in  ogni  azionejimpe- 
rochè  fu  fentita  più  volte  ,  ancor  nel  fare  azioni  minime,  $£  indifferenti  i  come 
farebbe  d'andare  d'vna  ftanza  in  vn'altra,ò  fimili,  dire  :  Se  io  non  credeffi ,  che 
fufse  volontà  di  Dio ,  non  anderei  di  qui  à  quitti  .  E  quello  che  comunemente 
quafi  à  tutte  le  perfone  fpirituali  pare  tanto  diffìcile ,  cioè  di  faper  indirizzare 
attualmente  ciafcnna  azione  à  Dio  ,  l'era  tanto  facile,e  familiare ,  che  come 
più  volte  diffe ,  le  pareua  imponìbile  che  le  perfone  aueffero  ad  operare  fenza 
confiderazione;e  particolarmente  tra  l'altre  confiderazioni,  che  ella  defidera- 
ua,che  s'aueffero  neli'operarcera  queftada  volontà  di  Dio:onde  parlando  con 
leforelle  diceua  :  Se  desiderate  diperuenire  in  breue  àgran  perfezione ,  ci  bifogna 
che  procuriate  di  fare  tutte  le  voflre  operazioni  per  adempire  il  voler  di  Dio,  perche 
queflafanta  intenzione  ha  forza  difantificare  l'opere^  quando  fi  accorgèlttjChe 
fi  operaua  fenzaquefta  intenzione  ne  fentiua  gran  dilguftó:  onde  prorompe- 
uà  in  quefte  parole  di  lamento;  0  for  elle  quanto  perdiamo,  perche  non  fi  intende 
quefio  traffico .  Era  tanto ,  e  tale  l'affetto ,  e  la  tenerezza  dell'amore  5  -che  ella 
portauaalfare  la  diuina  volontà ,  che  folo  àfentirne  parlare  pareua,  che  fi 
ftruggefse  di  gufto ,  e  fi  rifoluefse  in  giubilo  di  fpirito  -,  e  taluolta  nel  folo  fen- 
tirla  ricordare  fu  rapita  in  efrafi.  Qiieilo  particolarmente  occorfe  vna  fera  in 
tempojche  le  Monache  quafi  tutte  eranoritirate  alle  celle  per  dormire  ,  nel 
qual  tempo  efsendo  la  Beata  per  certa  occafione  per  cafa  ,  lenti  dire,  die  vna 
forellaaueua  gran  defiderio  di  farla  volontà  di  Dio.  A  quella  parola,  rifpofe 
€lla  con  gran  giubilo  :  EW  ha  gran  ragione,  per  che  il  far  la  volontà  di  Dio  è  cofa 
simabiliffima .  E  difle  quefte  parole  con  tanto  fentimento  di  fpirito>che  rima- 
fé  alienata  da'  fenfi.  E  non  potendo  contenere  in  sé  quella  dolcezza  di  fpirito, 
che  fapportauaquefta  cognizione  dell'amabilità  nel  diuino  volere ,  così  efta- 
tica  andaua  per  il  dormitorio  efclamando ,  che  la  volontà  di  Dio  è  amabile  ;  e 
-chiamaua  le  forelie  >  che  venifsero  infieme  con  lei  à  confefsare  >  che  la  volon- 
là  di  Dio  è  amabile .  A  quefto  grido  dello  fpirito  di  Dioin  lei ,  fi  fentirno  le  fo- 

I    4        relle 


i  j  6    Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

felle  commuouere  il  cuore;  né  potendofi  contenere  dentro  alle  celle,vfciron 
fuori;  e  fatte  partecipi  dello  fpirito  di  quefta  loro  forella ,  vnite  feco  andorno 
invnaCapella  delMuniftero,  doue  tutte  infieme  con  lei,  à  viuavroce  ,  non 
lenza  lagrime  di  diuozione ,  confeflbrno  la  volontà  di  Dio  edere  amabile  :  e  fi 
fece  in  tutte  in  quella  fera  vna  gran  commozione  di  fpirito>accendendofi  i  lor 
cuori  in  gran  defiderio  d'adempire  quefta  diuina  volontà .  Quefto  medefimo 
affetto  aueua  tanta  forza  nel  cuore  di  Maddalena ,  che  foleua  dire ,  come  non 
penfaua,  che  non  fi  trouafle  nel  Mondo  sì  dura  auuerfità .  ne  così  gran  tribola- 
zione, ch'ella  non  lauefle  fopportata  con  allegrezza  ,  foJocolperfuaderfi, 
che  fuffe  volontà  di  Dio  :  &à  quefto  modo  animando  le  forelJe  »  diceua_,: 
ì\onfentite9cke  foanità  contiene  quefta  nuda  par  ola, Volontà  di  Dio  ?  Et  in  effetto 
eiperimentorno  adempirfi  in  lei  quello  che  diceua  .  Imperochè  non  era-» 
alcun  trauaglio ,  e  tribolazione  così  grande ,  &  acerba  (  come  particolarmen- 
te quelle  di  cinque  anni  della  fua  pronazione  )  ne  penalo  tormento  così  acer- 
bo,come  furono  quelli  della  fua  vltima infermità ,  che  non  venifsero  mitigati» 
Se  addolciti,quando  dalle  forelle,  fé  le  rkordaua ,  e  diceuano  ella  è  volontà  di 
Dio ,  che  voi  patiate  quelle  cofe  $  allora  vedeui  fubito  rafserenare  quel  volto 
afflitto;  e  cefsare  ogni  rammarico  »  equafi  pareua  che  fi  riauefse  da  morte 
a  vita . 

Quefto  fentimento  di  fare  il  diuino  volere  la  fece  così  forte,  e  magnanima  % 
che  quando  Giesìi  le  moftrò  in  fpiriro  come  vokua  prouarla  per  cinque  an- 
ni »e  per  detto  tempo  priuarla  del  gufto,e  fapore  della  fua  grazia  diuina,  e  por- 
iain  (leccato  con  1  inferno  ,  e  che  contro  di  lei  doueuano  vfeire  molti  Demo- 
ni come  fieri  leoni  à  batterla  ,  e  dargli  pene  neH'efterno ,  &  affliggerla  nell'in- 
terno^ con  grand'impeto,e  forza  s  ella  non  replicò  altro ,  fé  non  sufficit  miti 

gratta  tua . 

Per  quefta  conformità  col  diuino  volere  >  ella  viueua  come  morta  a  fé  ftef- 
fa, lenza  proprio  volerete  fenza  proprio  intendimento ,  e  tale  la  fece  Iddio  ve- 
dere fé  ftefla ,  fotto  fimilitudine  d'vn'alrr  anima  (nel  fello  di  quel  grande  eftafi 
d'otto  giorni)  la  quale  ella  defcrifle  con  quefte  pavolaEllavà  caminan  do  die- 
tro  al  fuo  fpofo, fen^ay >edere ,fen^a  vdireyfen7^a  intender -e ,fen%afapere3fen^a  par- 
lare,fenizaguftare,efen%a  (flò  per  dire  )  operare^  del  tutto  come  morta  \folo  atten- 
dendo ad  andar  dietro  a*  quell'intrinfeco  tiro  del  V erbo  per  non  l'offendere.  Così 
appunto  ville  ella ,  rigettata  nel  diuino  volere . 

Le  moflra  Giesù  quanto  gli  piaccia  la  totale  raffegn anione,  e  quanto  gli 
dif piaccia  ogni  minimo  atto  della  propria  volontà . 
Cap.     LXXXiy. 

COn  tutto  che  tale.e  tanta  fufse  la  conformità  del  fuo  volere  con  quello  di 
Dio,temeua  tuttauia  ,come  di  gran  nemico,  della  volontà  propria-  On- 
de faueliando  vna  volta  con  vna  forella ,  le  dille,  che  non  bramaua  altro  dal  Si- 
gnore >  fé  non  che  le  togliefle  la  propria  volontà  ;  poiché  conofceua,  che  per 
viiiezza  d'ingegno  non  s'auanzaua  quanto  defideraua  in  quelle  virtù ,  che  fan- 
no 


Vita  delia  D.Mana  Maddalena  ae  razzi.      1 37 

no  vn'anima  grata  à  Dio  :  e  ditte  quelle  parole  con  tanto  fentimento  d'vmikà, 
che  à  gran  pena  l'ebbe  finite  ,  che  riuolri  gli  occhi  al  Cielo  fu  rapita  in  eftafi,  e 
le  fu  moftro  da  Giesù  quanto  gran  nocumentoapporti  all'anime,  e  particolar- 
mente alle  Religione ,  l'etter  guidare  dalla  propria  volontà:  poiché  mediante 
il  voto  di  vbbidienza  l'hanno  di  già  confagrata  àDio.  Et  auendo  nell'iftetto 
tempo  intero ,  che  Giesù  non  voleua ,  che  ella  in  cola  alcuna  fi  lafciafle  fopra- 
fare  dal  proprio  volere  :  così eftatica  prefe per  mano  la  Superiora  >  che quiui 
con  l'altre  forelle  fi  trouaua  prefente  ;  e  feco  la  conduife  in  vn'Oratorio ,  doue 
ella  porfe  caldiffime  preghiere  alla  fantiifirna  Vergine ,  fupplicandola  arden- 
temente, chela  volefte  illuminare  ad efeguire il diuino  volere,  pregòcon 
molto  affetto ,  e  con  molte  lagrime ,  1  iftefta  Madre  Priora ,  che  ancor  ella  fi 
affaticarle  per  amor  di  Giesù  à  (pogliarla  del  proprio  volere  ;  e  per  atto  di  raf- 
fegnazione  fi  proftrò  tre  volte  in  terra  in  modo  di  venia  :  e  doppo  fi  rifentì 
dal  ratto . 

Il  giorno  feguente ,  ritrouandofi  con  l'altre  forelle  occupata  in  fanti  eferci- 
tij ,  fu  con  violenza  gettata  in  terra ,  e  rapita  in  eftafi ,  vidde  Giesù  molto  tur- 
bato :  onde  per  lo  fpauentodiuenne  in  volto  pallida,  e  tremante  ;  e  ricercando 
perchè  Giesù  così  turbato  le  apparifTe:  Intefè,  che  di  ciò  riera  cagione  ,  per- 
che auendòle-egli  fatto  intendere  altre  volte ,  come  ei  voleua  inalzarla  à  mag- 
gior grado  di  perfezione  religiofa;  e  che  le  fue  operazioni  folTero  fingolari:  ella 
ìòfpinta  dal  gran  defiderio,  ch'auea ,  che  nelle  fue  azioni  non  apparirle  fingo- 
larità  alcuna,  aueua  fatto  qualche  refiftenza  à  qucfto  fuo  diuino  volere>&  era 
venuta  in  defiderio  di  patire  più  tofto  qualfiuoglia  trauaglio,  che  Telter  tenuta 
appreffo  l'altre  di  vita  (ingoiare .  Per  quello  fé  l'era  moftro  il  Signore  turbato; 
e  le  foggiunlè  effer  fuo  volere ,  che  tanto  interiormente  quanto  citeriormen- 
te >  le  apparifTe  grata;  e  perciò  non  vifaceiTe  refiftenza  alcuna.  Non  molti 
giorni  doppo ,  effendo  in  Coro ,  fu  di  nuouo  rapita  i  n  eftafi ,  e  vidde  Giesù.dhe 
dinuouofele  moftro  turbato:  onde  per  il  terrore  cadde  in  terra  con  le  brac- 
ciaincroce:  e  dubitando  che  quella  turbazione  non  dependefie  daqualche 
atto>che  aueffe  commelTo  di  propria  volontà ,  non  conforme  al  diuino  volere, 
dilTe  le  parole  di  San  Paolo:  Signore,  che  vuoi  da  me?  Dimmi  quello  di  ebeti 
compiaci,  che  ogni  cvfafarò ,  purché  /  tuoi  rifplendenti  vechi  mi  ri/guardino ,  e  non 
fia  più  il  tuo  volto  turbato  [opra  di  me  >  e  foggiunfe  altre  parole  piene  d'vmikà  • 
Auendo  così  alquantto  dimorato  5  fileuòdaterra  col  volto  tutto  lieto ,  e 
fereno  :  e  volta  verfo  vn 'immagine  della  Santi  filma  Vergine ,  difTe  :  o  Ma- 
ria pur  veggo  i  puriffimi  -,  e  rifplendenti  occhi  del  miofpofo ,  che  in  me  ri/guardano , 
non  più  con  volto  turbato  >  ma  benigno  .  Ma  deh  dimmi,  ò  Giesù  mio ,  che  co  fa  ho  io 
operato  in  così  breuefpaxjo  di  tempo,  per  la  quale  io  abbia  meritato  così  dolce,efoa- 
uefguardot  elefìirifpofto:  Conformità  di  volontà*  Quefta  dunque  è  quelk  * 
che  ci  rende  Giesù  benigno ,  e  propizio . 


le 


1 3  8     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

Le  fono  date  da  Giesà  venti  regole  dì  perfezione  fpirituale  :  e  quanto  %elo  ella 
ebbe  d'ofieruarle  perfettamente  ,  per  viuere  conforme  al  di- 
urno volere.     Cap.  LXXXV. 

VNa  mattina  doppo  d'efferfi  comunicata,  fi  folti  chiamare  da  Giesa 
con  quefte  parole  ;  Vieni,  ù  Spofa  mia ,  che  io  fon  quello,  che  ti  traffi  dalla 
mia  mente ,  etimejji  n eli' vt ero  materno  ,  doueìntèmi  compiacqui  .  A  quefta 
vocazione,  ella  filbito  fi  motte;  e  come  ebria  d'amore  ,  con  fàccia  oltre 
modo  infocata  ,  fi  diede  à  cercare  per  il  Muniftero  il  fuoGiesiì:  e  mentre 
l'andauacosì  cercando,  fèntì di nuouo chiamarti  dall'iftefla  voce,  con_, 
quefte  parole  -,  Vieni ,  che  io  fon  quello,  che  ti  cacciai  dallvtero  materno  ,emi  vnij 
teco ,  compiacendomi  in  te  ■>  alla  qual  voce ,  accrefeendofi  in  lei  il  defideriodi 
trouarGiesù,conpiùanfietà,chemailandaua  cercando.  Nèceffandola 
diuina  voce ,  fi  fentì chiamare  la  terza  volta ,  e  dire  :  Vieni  eletta  mia  ,  che  io 
ti  voglio  dar  regola  ,epor  termine  alle  tuepajfioni  per  tutto  il  tempo  di  tua  vita,  fi- 
noj  che  io  ti  conduca  àgodere,  e  fruir  me  nella  terra  de  viuenti .  Sentite  quefte  pa- 
role, diuenne  fubito  immobile,  e  rimafè  affortain  eftafi-,  nel  quale  dall'eter- 
no Verbo  le  furono  date  venti  regole ,  che  doueua  oflferuare  tutto  il  tempo 
di  fua  vita,per  maggiormente  perfezionarfi  nelle  fante  virtù,e  renderfi  con- 
forme al  Diuino  volere,  &  in  perfona  del  Verbo  forno  da  lei  proferite ,  e 
dalle  Monache  fcritte  nella  feguente  forma . 

lo  Spofo  dell'anima  tua  ,  e  Verbo  del  mio  eterno  Tadre ,  ti  dò  regola  in  quel  me» 
de  fimo  atto  d  amore ,  che  io  ti  concedetti  ,  e  ti  feci  partecipe  della  grandezza  della 
purità  mia  diletta,  di  me  diletto,  nota  la  mia ,  e  tua  regola',  mia,  perche  te  la'dò\  tua, 
perche  la  dt  ui  ojferuare . 

1 .  Ricerco  da  te ,  che  in  ogni  tua  anione  interna,^  eterna,  mirifempre  à  quel- 
la purità  ,  che  io  ti  feci  intendere  :  e  tutte  l  opere,  e  parole  tue ,  imaginati  che  debba- 
no e/fere  l'vltime . 

2.  Procurerai  ,  conforme  al  tuo  potere ,  &  alla  grafia ,  che  ti  darò ,  à'auer 
tanti  occhi,  quante  anime  ti  concederò  (imendeuaà  gouerno ,  e  cura ,  come 
Maeftra  ,  che  aueua  da  efiere  di  Nouizic  ,  e  di  giouane  nel  fuo  Muni- 
ftero.) 

I .  Mai  darai  con  figlio ,  né  comandamento  alcuno,  ancorché  tifujje  concedutole 
prima  a  me  pendente  in  Croce  non  lo  farai  noto . 

4.  TS(on  noterai  alcun  diffetto  di  creatura  mortale  ,  ne  lo  riprenderai  fé  prima 
non  auerai  cono/cimento  d'effer  da  meno  di  quella  creatura . 

5.  Le  tue  parole  fiano /incere  ,  veraci ,  e  grani ,  lontane  da  ogni  adulatone  :  e 
fl-mpre  addurrai  me  per  eff empio  all'opere ,  che  debbonfare  le  creature . 

6.  l^on  volere ,  con  quelle ,  che  a  te  fono  eguali ,  che  lapiaceuolc^a  fupcri  la 
granitale  la  grauità  ecceda  la  manfuetudine ,  &  vmiltà  # 

7.  Siano  tutte  le  tue  opere  fatte  con  tanta  manfuetudine  ,  e  con  atto  tan- 
vmile ,  che  fembrino  vna  calamita  per  tirare  le  creature  à  me,  e  con  tanta 

pru- 


Vita  della  B. Maria  Maddalena  de'  Pazzi.     1 3  9 

prudenza,  che  fi  ano  regola  a  membri  miei,  cioè  all'anime  r  eligio  fé ,  &  ai  tuoi  prof- 
fimi  . 

8.  Sijfitibonda  come  il  cerno  dell'acque,  giorno,  e  notte, cioè  dì  e fer  citar  e  per  ogni 
tempo  la  carità  de  i  membri  miei ,  facendo  firma  della  debolezza ,  e  fiancherà  del 
corpo  tuo,quanto  della  terraglie  è  calpefiata . 

9.  Ti  sformerai  tanto  quanto  ti  darò  talento  ,  dìeffer  cibo  à  gl'affetati ,  vefle  de  i 
nudi,  giardino  de  gì  imprigionatile  refrigerio  de  gli  afflitti . 

io.  Con  quelli,  che  io  lafcio  nel  Mare  del  Mondo,  farai  prudente  come  ilfcrpen- 
te  :  e  con  le  mie  elette  ,femplice  come  colomba  ;  temendo  quelli,come  la  faccia  d'vn 
dragone^e  quefie  amando  come  tempio  dello  Spirito  Santo . 

il.  Su  domatrice  delle  tue  paffiom ^chiedendo  tal  grafia  a  me ,  che  fono  domina- 
tore di  tutte  le  creature . 

12.  Condefcenderai  con  le  creature  mie  come  io  fiando  in  terra  vfai  con  quelle 
fomma  carità ,  attendo  fempre  nell'orecchie  quella  ftnten^a  del  mio  *Apcflolo  :  Quis 
infirmatur,  &  ego  non  infirmor  ? 

1 3 .  J^onpriuerai  alcuno  di  cofa,che  tifia  data  facoltà  di  poter  dare ,  efiendone 
richiefia:  nepriuerai  alcuna  creatura  di  cofa  conceduta  à  lei,fe  prima  non  hai  in  men- 
te ,  che  io  fono  fcrntatore  del  cuor  tuo  ,  e  che  ti  debbo  giudicare  con  potenza ,  e 
maefià . 

1 4.  Stimerai  la  tua  regola,  e  coFtitutioni  di  efìa,  infieme  coy  roti ,  quanto  voglio 
che  tu  filimi  mefleffo  :  cercando  difiolpire  ancora  nel  cuore  di  ciafenna  il  zelo  della 
vocazione, alla  quale  io  l'ho  chiamata ,  e  della  tua  Religione . 

1 5 .  jLueraigran  defideric  d'ejferfoggetta  a  tutte ,  &  in  orrore  l*  e fier  preferita 
alla  minima . 

1 6  T^on  intenderai ,  che  il  tuo  rifugio,  ripofo ,  efolai^o,fia  in  altro ,  che  nel  di- 
fpregio,e  nell'vmiltà . 

1 7.  Cefierai  in  queflo  giorno  di  fare, che  le  creature  conofehino  i  tuoi  defiderij,e 
miei  voleri '^eccettuate  quelle  eh  io  ti  ho  dato,ed  il  mio  Chrifio . 

1 8.  Starai  in  continua  oblazione  d'ogni  tuo  defiderio}&  operazione  infieme  con 
i  membri  miei  in  me . 

19.  Da  quellora ,  che  io  mi  partì  dalla  mia  pura  Madre  ,  cioè  dalle  ventidue 
ore ,  fino  che  hai  da  riceuermi  ,flarai  in  continua  offerta  della  mia  Tafjìone  ,  di  te 
fleffa ,  e  delle  creature  mie ,  al  mio  eterno  Tadre ,  e  queflo  ti  farà  in  preparacene  à 
riceuer  me  fagr  amentalmente  :  e  fra  dì,  e  notte  vifiterai  il  corpo,  efangue  mio  tren- 
tanè  volte . 

2  o.  L'vltima  cofa  farà,  che  in  tutte  V operazioni ,  che  io  ti  permetterò ,  tanto  in- 
terne, quanto  efierne, fempr e  sij  trasformata  in  me  . 

Dopo  quefto  per  alquanto  fpazio  di  tempo ,  dimorò  fenza  parlare ,  e  le- 
guendo  poi  in  perfòna  dell'ideilo  Verbo^difle  :  Quefla  èia  regola  che  il  Diletto 
dell'anima  mia, in  atto  dimore  t'ha  data  :  perciò  la  prenderai  ,ele  co  fé ,  che  in  efiafi 
contengono ,  le  deui  tenere  nel  cuore ,  e  metterle  tutte  in  efecu^ione  ,  eccetto  però 
quando  la  carìtà,e  Vvbbidien^a  ti  toglieffc  la  vifitayionedel  Corpo,  e  Sangue  mio  ;  £ 

doppo  quefteparolefi  rifemì  dal  ratto . 

Quan- 


t4<>     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  dePazzf. 

Quantòquefte  Regole  fuffèi'ó  da  lei  offerirne ,  ne  fa  teftimonianza  non  fo- 
lo  iìprogeffo  delia  Tua  vita,  ma  il  zelo  ch'ella  ebbe  d'offeruarle  perfettamente. 
Jmperochè  ogni  mele  vna  volta  »  per  vn  giornointero  >  fi  ritiraua  in  luogo  fe« 
greto ,  e  minutamente  fi  efaminaua  come  le  auefse  in  quel  mefe  ofseruare  ;  e 
péridifetti,che trouaua auerui commetti  >  ancorché piccoliifimi ,  fidifcipli- 
naua  altramente  i  per  lo  fpazia  di  vn'ora  ;  con  vna  difciplina  di  ferro,  paren- 
dole d'auervfato negligenza  nelj'adempire  la diuina  volontà .  Cosìftimaua 
queftanimarenderfi.  conforme  in  tutto ,  e  per  tutto  al  din  ino-  volere  . 

D  eltardentiffimo  amore  ycon  che  amau*  Dio  i  e  dex grandi f fimi  ecce/ fi  et  ella  ebbe 
di  quefiamore.  Cap.      LXXXV  L 

SE  bene  li  continui  erta  fi-,  il  patire  di  cinque  anni  della  prouazione ,  e  tutte  le 
altrecofe fin. qui  narrare;  mafpedalmentelvnione,  econformità  della 
iiia  mente  >  e  volontà  con  Dio  ,come  parte  effenziale  del  diuino  amore  >  fan- 
no chiara  teftimoniaina ,  anzi  dimoftranograudiilimo  l'amore,  chequefta  in- 
nimorataanimaportauaal  Tuo  Dio,  e  fpofo  Giesù  Chrifto  :  tuttauia  fono  nel  - 
iafua  vita  moire  cole  [pedali,  che  vie  più  lo  manifeftano.  Ne  potendo  noi 
penetrare  con  gli  occhi  corporalUl  cuore  fedia  di  queft'amorei  ma  foio  com- 
prenderlo da  gli  effetti ,  che  nell'azioni ,  e  parole  fi  fcuoprono  :  mentre ,  che  in 
lèi  fi  feorgono  atti ,  e  parole  eccedenti  ogni  ordinario  amore,  portiamo  di- 
re, che  il  Fuo  amore  verfo  di  Dio  fufleftraordinark>,&  ccceffiuo.  Oltre  al  con- 
tinuo affetto,  clic  le  ftruggeua  il  cuore.e che  la  faceua  fempre  penfaie  à  Dio, 
parlare  di  Dio ,  cooperare  perDio  ><  e  che  così  frequentemente  la  rapiua  da' 
iènfi,  e  la  poneua  tutta  in  Dio:  veniua  tall'ora  in  tanto  ardore»  che  non  po- 
tendo racchiuderlo  nel  petto, fi  diffòndeua  nella  faccia  >  e  nell'azioni ,  e  piglia- 
uà  sfogo  nelle  parole  ;  Di  modo ,  che  effendo  erta  per  tuo  ordinario ,  e  per  f 
aurterirà  della  vitadebole  ,  e  (brutta,  pallida *e  macilente ,  fopraprefada  que- 
lle vampe  d'amore  ,  tutta  firinuigoriuà ,  e  la  fua  faccia  diueniua  piena ,  fiam- 
meggiante ,glk>cchicome  dae  ftellé  brillanti ,  &  il  volto  fuofereno  ,  e  lieto 
come  d  Angiolo  beato  ne  trouaua  pofa,  ò  fermezza .  Onde  per  sfogare  quel- 
lardore  che  dentro  non  poteua  contenere,era  coftrettaà  muouetfi,&  agitarfi 
in  maniera  amabile  .  Perciò  come  ebriadi-queft  amore (Tvedeuain  quefti ec- 
celli correre  velocemente  da  luogo  à  luogo  ,  ftrappare  ciò ,  che  le  daua  fra 
mano 5  e  quafi  parendole  feoppiare ,  fi  slentaua  il  bufto  >  eftrappaua  i  panni  : 
e  come  impazzita  d'amore ,  andàua  per  il  muniftero  efclàmando  con  gran  vo* 
ce  :  jLmoYeyAmQreyjLmoYe.  Me  potendo  foffrire  tanto  incendio  d'amore,  di- 
ceua  :  OSignor  mio  non  pi  ì*  amor  e, non  più  amore  :  è  troppo  Giesù  mio  Vamoreycbe 
tu  porti  alla  creatura  :  non  già  é  troppo  alia  tua  grandezza,  ma  troppo  alla  creatura 
sì  vile, e  bafa+  E  riconclccndofi  indegna  di  quefto  amore/oggiungeua  j  Ter- 
chedaiàme  tanto  amore  ,che  fono  così  indegnaye  vile  t  Altre  volte  dkcua  :  ODio 
d'amore,  ò  Dio  d'amore  -y  ò  Dio,  che  amile  creature  con  amor  puro  ?  eiìmili  altro 
infocate  parole .  Pigliaua  taluolta,  in  quefti  eccelli  amorofi>in  mano  vn  Cro- 
cififlò  >  e  con Tifleflà  {raaaia  d'amore^  correndo  per  i  Imuniftero^efclamaua  : 

O*morf» 


Vita  delia  ti.Maria  Maddalena  de  razzi,      141 

0  amore ,  ò  amore ,  talora  fi  fermaua  à  rimirarlo  dolcemente.  Altra  volta  con 
indicibile  tenerezza  fé  loftringeua  al  petto,  e  io  baciaua,  dicendo  :  0  amore, 
ò  amore  :  non  reflerògiamai  ,  ò  Dio  mio ,  di  chiamarti  amore  :  ò giubilo  del  mio  cuo- 
re,fperan^a,e  conforto  dell  anima  mia.Evd  di  tanto  gufto  alle  forelle,Ìl  vederla 
in  quelli  eccelli  d'amorexhe  molte  di  loro  la  ieguitauano ,  Temendoli  ancor 
effe  infiammare  dall'amorccne  vedeuano  in  lei.  Onde  riuolta  à  quelle  diceua: 
Tfonfapete  voi,careforelle ,  che  il  mio  Giesu  altro  non  è  che  amore  i  an^ipa^p  d'- 
amore. Ta^o  d'amore  dico, che  fei,ò  Ciesù  mio,e  fempre  lo  dirò ,  Tufei  tutto  ama-' 
bile,  e  giocondo  ;  tu  ricreatiuo  ;  e  confort atiuo:  tu  nutriti  uo  ,&  vnitiuo  :fei  pena ,  e 
refrigerio,  fatica, e  npofo,morte,e  vita  infieme  #  Finalmente,  che  non  à  in  te  «?  Tufei 
faggio,  e  giocondo ,  alto ,  &  immenfo  >  ammir  abile, &  indicibile .  Altre  volte  pu- 
re negli  ftelli  eccelli  »  ardendo  di  defiderio ,  che  quello  amorofo  Dio  fuffe  co- 
nofciuto,e  rimiratoda  gli  huomini,riuolta  al  Cielo5diceua  ;  0  amore,à  amore? 
dammi  tanta  voce,  ò  Signor  mio,che  chiamando  te  amore,  fiaf entità  dall'Oriente  fi- 
no all'Occidente^  da  tutte  le  parti  del  Mondo, fino  ali  Inferno:  acciò  tu  sij  ricono feiu- 
to,e  riuerito  come  vero  amore  .  0  amore  tu  penetri ,  e  trapaffi,  fpei^i,.  e  leghi ,  reg- 
gi, egouerni  tutte  le  cofe  itufei  Cielo ,  e  Terra,fuoeo,  &  aria,fangue,  &  acqua  ;  tu 
fei  Dio,&  Huomo  .  E  chi  potrebbe  maipenfare,  e  {piegarla  tua  grandezza ,  emendo 
tu  infinito ,  &  eterno  ?  In  quefti  eccelli  paffàua  i  giorni  intieri ,  fi  che  pareua 
vn'Àngiolo  interracene  fi  pafcefle  delle  delizie  del  Cielo  • 

Ver  il  grande  ardore  dell'amor  diuino ,  nelmc^o  dell' Inuerno  fi  ver  fa*  in  feno> 
acqua  fredda ,  &  in  modi  mirabili  inulta  l'anime  ti  queflo  amore  ;  &  è 
mirabilmente  pafeiuta  dal  Coflato  dell' Imagine  del  Cro- 
ci(fifio.        Cap.     LXXXV  I  L 

OLtre  alle  dette  marauiglie  d'amore ,  fuccedette  più  \olte  >che  e  (Tendo  el- 
la (lata  molte  ore  in  quefti  eccelli ,  lenza  trotiare  né  requie  5  né  pofa*  né 
potendo  fofììrire  vn  tanto  ardore ,  fé  n'andaua  al  pozzo  ;  &  ancorché  fuffe  di 
freddiftìma  ftagione* sbracciatali  tuftaua  Imbraccia  nell'acqua,  e  prendendola 
fecchia,ne  beueua  gran  copia ,  e  Te  ne  v^rfaua  in  feno,  dicendo ,  che  fi  fentiua 
ardere,  e  conlumare  ;  e  riuolta  al  Cielo ,  con  amorofo  fguardo,  replicaua  fre- 
quente :  J^on poffopiàfoffrire  tanto granfiammo*  Per  Hfteflb  accendimento  di 
amore ,  non  poteua  bene  fpeffo  neUlnuerno  tenere  imbuiti  di  lana  »  ne  (lare 
ftretta  di  buffo ,  parendole  di  Scoppiare . 

Fra  quefti  eccelli  d'amore ,  ne  notorno  le  Monache  vno  molto  mirabile» 
fuccedutoleilgiornodell'lnuenzione  della  Santa  Croce  dell'anno  1 5  92*.  Nel 
qual  giorno  dopò  d  efferfi  diuotamente  comunicata ,  fu  rapita  in  eftafi  -,  e  di- 
uenuta  immobile  come  ferma  colonna ,  parlò-con  molto  femore  dell'eccel- 
lenza ,  e  grandezza  delia  Croce  di  Giesù .  Poi  fermatafi  nella  contemplazione 
dell'incarnato  Verbo ,  che  fopra  quella  fu  confìtto ,  cominciò  ad  efclamare  : 
0  amore, ò  amore, quanto  fei  poco  conofciuto,&  amato  ♦  Se  non  troni  doue  tipo  fare, 
vieni,  ù  amore  tutto  in  me  ,.che  ben  ti  riceuerò  .  E  querelando/i  dell'anime  >  che 
con  amano  DiOjdiceua  ;  0  anime  create  dall'amore,  perche  non  amate  l'amore  i 

JE  che 


1 41*     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'  Pazzf. 

£  che  cofa  è  [amore  fé  non  Iddio  £  Deus  charitas  eji  .0  amoretti  mi  fai  firuggere ,  e 
sonf umare  5  tu  mi  fai  morir  e, e  pur  vino  :  fento  pena,facendomi  tu  cono f e  ere  quanto 
poco  fei  amatole  conofeiuto  .  E  mentre  conofceua  quanto  poco  Dio  è  cono 
fciuto,&  amato,pcr  il  dolore  faceuagefti  molto  petofi,ediuoti:Oraalzaua  le 
mani  al  Cielo,ora  slargaua  le  braccia,ora  percoteua  le  palme  con  tanta  pietà, 
che  muoueua  à  diuozione,  e  compungeua  quelJe,che  erano  prefenti:  nò  mai 
reftauadidire  ;  Venite  anime  ad  amare  il  mio  amore  t  Venite  ad  amare  il  voflro 
Dio.  Ne  potendo  più  per  quefto  defiderio  ftar  ferma,  fi  dette  à  feorrere  con 
molta  velocità  per  il  Conuento ,  e  per  l'orto  »  qnafi  parendole  feorrere  per  il 
Mondo.per  cercare  >&  inuitare  anime  ad  amare  Iddio. Onde  così  correndo  re- 
plicati! fpefiò  :  Venite  anime  genite  ad  amare  il  voflro  Iddio  :  Et  incontrandoli 
alcuna  Monacala  pigliaua  per  mano ,  ftringendola  force,  e  le  diceua:  0  ani- 
ma, amate  voi  l'amore^  e  penfando3che  ogni  altra  ardeffe  di  queH'amore,che 
fèfltiualei,  foggiungeua  :  Come  fate  à  viuere  <?  T^onfentite  confumarui,e  morire 
per  amore  t  Finalmente  dopò  d'auere  per  lungo  fpazio  girato  il  Conuento 
in  quella  amorofa  fmania ,  né  potendo  in  altra  maniera  inuitar  l'anime  fuori 
del  Muniftero  à  quefto  amore,  prefe  la  fune  delle  campane,  cominciò  à  fo- 
oarle,efclamando  in  quel  mentre  con  alta  voce  :  Venite  anime  ad  amare ,  ve- 
nite ad  amare  l'amore,  dal  quale  fiate  fiate  tanto  amate .  In  quefto  medefimo  ec- 
ce irò  le  n'andò  al  pozzo  per  refrigerare  l'ardore  ,  che  fentiua  nel  fuo  petto  ;  e 
tuffate  le  braccia  nell'acqua  fredda,  fé  ne  versò  in  feno .  Dopò  con  mirabile 
agilità  >  che  alle  Monache  parue  (òpranaturale ,  fenza  fcala  >  e  fenzaapppog- 
gio alcuno , quali  volando,falì fopra  vn cornicione ,  ch'era in  Coro  ,  rifpon- 
dente  in  Chieià,alto  molte  braccia  da  terra,Iargo  meno  d'vn  terzo  di  braccio , 
sfafeiato  da  tutte  due  le  bade, cioè  del  Coro,e  della  Chiefaie  come  fé  fufle  fo- 
pra d'vn  largo,e  (Tcuro  pauimento,corfe  ad  abbracciare  vn'lmagine  d'vn  Cro- 
cifitto di  riiieuo,  che  ftaua  fttuato  in  mezzo  di  quel  cornicione  r  e  leuatolo  dal 
fuo  luogo,  con  l'ifteflfa  agilità  fccCc  dal  cornicione,  col  Crocifitto  in  braccio  ; 
co)  quale  fi  ritirò  nel  Capitolo  del  muniftero ,douepoftainginocchioni,ftette 
tutto  il  giorno  fino  alla  fera  al  tardi, abbracciata  a  pie  del  Crocifìtto,  contem- 
plando l'amor  di  Giesù ,  e  sfogando  verfodi  luigliaccefi  ,  &  amorofi  affetti 
del  Tuo  cuore  :  e  mentre  ftaua  così  abbracciata  allimagine  del  fuo  amore 
Giesù ,  fìi  veduta  dall'altre  Monache ,  porre  più  d'vna  volta  la  bocca  al  facro 
Coftaro  di  quella  Imagine  ;  e  ftando  quiui  appiccata,come  à  dolce  mammel- 
la ,  fucchiaua ,  &  inghiottita con  gran  dolcezza  di  fpirito  vnlbaue  liquore* 
che  indi  traeua ,  dal  quale , come  poi  dilfe  fuor  di  ratto, fentiua  reficiarfi,  e  rin- 
uigorirfr  j  e  pienadi  (pinto ,  e  colma  di  contento  fi  rifueghò dal  ratto . 

In  vno  di  quejli  ecceffi  rafe  iuga  ilfudore  d'vn  Imagine  del  Croci fi  fio  •  Et  altra 
volta  con  vn  Imagine  di  Giesù  bambino,  fa  alcune  diuote  offerte 
all'eterno  Tadre „     Cap.  LXX  XV  I II. 

NOn  minore  di  quefte  marauiglie  fu  quella ,  che  le  fuccedette  altra  voltar 
in  vn  fimile  eccetto  d'amore  :  Nel  quale  eflendo  ella  làlita  con  quell'- 
Ai)- 


Vita  dellaB.Maria  Maddalena  dePazzi .         145 

Angelica  agilità  xhefopra  >  fui  medefimo  cornicione,à  prender  fifteffo  Cro- 
cififfo ,  dopò  d'auere  sfogato  verlo  di  quell'Imagine  amorofi  affetti  di  fpirito , 
ora  flringendolo  >  ora  abbracciandolo  con  gran  tenerezza  >  e  diuozione ,  lo 
feonficò  di  Croce,  &inuitò  tutte  le  Monache  quiui  prefenti ,  à  baciarlo  ,•  1<^ 
quali  tutte  acceledajìa  fua  diuozione,  vnadopò  l'altra  s'accoftorno  alla  dino- 
ta Imagine >  e  fecero  quell'atto  di  Chriftiana  pietà .  Dopò  il  quale  atto ,  ella_, 
poftafi  in  grembo  la  Santa  Imagine,e  contemplando  in  elfa  il  fuo  Giesù  mor- 
to >  e  deporto  di  Croce  >  rimirando  fifTamente  le  piaghe  ,  le  pareua  di  vederlo 
tuttodi  fanguce  di  fudore afperfo.  E  defiderofa  d'alciugare ,  e  monejar quel- 
le membra  dal  fudore ,  e  dal  lingue  ;  non  auendo  altro  lino ,  fi  leuò  i ve  li  dal 
capo ,  e  con  amorofo  olTequio  andaua  con  quelli  toccando ,  e  rafeiugando  le 
piaghe ,  e  le  membra  di  Giesù  in  quell'Imagine .  ÌSJon  fu  la  fua  diuozione  ,  & 
amorofo  olTequio  fenza  ricompenfa  diuina;  poiché  fubito  dopò  vntalat- 
to  pigliando  la  Superiora  quei  veli  ,  gli  trouò  così  vmidi ,  e  bagnati  ,  come  fé 
con  effi  fulTe  Hata  rafeiugata  vna  perlòna  fudata.  Ilche  filmando  le  Monache 
cola  miracolofa,  e  fopranaturale  >  le  diedero  vn'altra  velatura  »  e  quella  come 
reliquia  la  conferuorno ,  e  la  tengono  con  particolar  diuozione  in  memoria 
d'vna  tale  azione  :  &  auendola  dopò  la  fua  morte  mandata  à  varij  infermi  *  fé 
ne  veduto  effetti  mirabili. 

Vn'altra  volta  entrata  in  eccelTodel  medefimo  amore ,  fé  n'andò  in  Coro 
alla  Cappella  della  Beata  Vergine  del  Prelepio  ;  &  aperte  le  grate  dall'Altare , 
con  mirabile  agilità  ,falita ,  e  genufletTa  fopra  il  detto  Altare  (fopra  il  quale 
non  fi  celebra  )  porfe  affettuofi  preghi  alla  Madre  di  Dio  ,  che  3e  concedeffe  il 
fuo  figliuolo  Giesù ,  che  infieme  con  elfa  era  fatto  di  rilieuo;  e  dato  legno  di 
auerne  ottenutala  grazia  »  prefe  nelle  fue  braccia  quella  dinota  Imagine ,  o 
fpogliandola  d'alcuni  ornamenti,dif7e  \  rivoglio  nudo^ò  eie  su  mio,  poiché  non 
ti  potrei foftenere  con  le  tue  infinite  virtù,  e  perfezioni  :  voglio  tatua  vmanità,  nuda 
nuda .  Andò  poi  con  la  detta  Imagine  in  diuerfi  luoghi  del  Muniftero  ;  &  in 
ciafeunodi  quelli  >  in  quella  guifa appunto ,  che  il  Sacerdote  offerifee  l'oftia , 
folleuò  ella  à  poco  à  poco  condrali  riuerenza ,  quella  facra  Imagine  ali  eter- 
no Padre,  dicendo  nel  primo  luogoi  offero  ubi  fantlevater  filium  tuum,quem 
ab  eterno genuifli ,  &mibi  in  terram  mififli.ln  vn'altro  luogo  foggiunfe  :  Vitto 
ego  iam  non  ego,viuit  vero  in  me  Chrifins.Diletlus  meus  candidus,&  rubicundus.E 
giunta  doue  voleua  •  fece  il  medefimo  atto ,  che  poco  dianzi  al  primo  luogo 
aueua  fàtto^dicendo  :  Offero  ubi  MerneTater  Filium  tuum>quemab  Aterno  in  fi~ 
nu  tenuifli,&  infapientia tua generafli,  & propter  rniferiam  meam,&  mifericor- 
,diam  tuamin  terram  mififti .  Dopò  nel  terzo  Iuogo,vfandopure  le  medefime 
cerimonie510ggiunfe.0jffi?ro  tibi  Filium  eterne  Tatcr,  quem  poflrefurre&ionem 
eius  ad  te  attraxifti,&  ad  dexteram  tuam  collocaci.  Fornice  che  ebbe  quelle  of- 
ferte,fé  ne  ritornò  in  Coro,e  falita  riueientemente  fopra  detto  Altare,diede  à 
baciare  la  facra  Imagine  à  tutte  le  forel  le,  chea  sì  dinoto  fpertacolo  erano 
concorfe;porgendo  à  chi  il  capo  di  quella,à  chi  il  petrò,à  chi  le  mani,  &  ad  al- 
tre i  piedi,  fecondo ,  che  lo  fpirito  di  Dio  la  guidaua.  Con  quelle  druote  azioni 
talmente  accefe gli  animi  delle  Monache  à  diuozione,  efÌ-upore>cheniunafi 
nono  che  per  tenerezza  non  lagrimafle. 


1 44     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

jiltrì  atti  interni  }concetti9e  parole  dyamor  diuino  ^che  ella  sfogaua  verfo 

Dio  .        Cap.  LX  XXIX. 

* 

FVrono  gli  eftefi  fuoi  così  pieni  d'affetti , e  di  parole  d'amor  diuino ,  che 
da  quelli  può  chiunque  defidera  venire  in  chiara  cognizione  del  gran- 
de amore  con  che  queft'anima  amaua  il  fuo  Dio,  e  fpofò  Giesù ,  molto  più 
chequìnonfipuòefprimere  con  parole.  Lungo  farebbe  il  difteodere  ,  ò 
epilogare  qui  gli  alti  concetti,  ch'ella  aueua  del  diuino  amore .  Ma  fé  fòlo  fi 
confidereranno  le  parole  d'amor  di  Dio,  che  fparfamente  ne*  ratti  fuddetti 
furono  da  lei  proferite ,  fi  veggono  piene  di  tanto  affetto,che  al  folo  fentire 
come  ella  parlaua  di  S.D.M.  non  fi  può  negare ,  che  ella  non  ardeffe  di  que- 
fto  amore.  Lo  chiamaua  :  Dio  d'amore  ;  di  bontà  fommo  :  di  potenza  incredibile  \ 
difapienxa  ineffabile  ,feruatore  de*  noflri  cuori  ifoflan^a  del  fuo  cffere.  Se  nomi- 
naua  il  Verbo  5  ora  lo  chiamaua  :  Eterno  Verbo ,  Sapienza  infinita,  Bontà  fom- 
ma  y  dimore  incarnato  ,  Vmanato  Verbo,  Sapienza  eterna ,  Verbo  Spofo ,  ò  mio 
fpofo  :  ora  lo  inuocaua  :  ò  Verbo  vni genito  ,  ò  grande  Dio  ,  ò  puro  Dio ,  Se  par- 
laua della  fua  Vmanità ,  lo  nominaua  j  Suenato  agnello  :  ò profonda  y  &  am- 
miranda vmanità  del  mio  Verbo .  Se  rimiraua  le  fue  facrate  membra ,  le  chia- 
maua: Umorofe  ;  fé  il  cuore  >  efclamaua  ;  0  dolciffimoy  e  pietofiffimo ,  &  amoro- 
fiffimo  cuore  del  Verbo  vmanato  .  Se  rifguardaua  la  fua  Diuina  perfona ,  efcla- 
maua ;  0  Spofo  mio ,  ò  mio  bello  Spofo,  ò  amore ,  ò  dolce^a  3  ò  conforto  dell'anima 
mia,  o  buon  Giesù  yòGiesà  mio ,  Dio  mio  .  Se  nominaualo  Spirito  Santo  5  lo 
chiamaua ,  Soaue,&  amorofo,  con  mille  altri  epitetti  d'amore  ;  oltre  alle  qua- 
li5diceua  infinite  altre  parole  amorofè ,  come  ;  'Hpn  mi  faterò  giamai  di  no- 
minarlo .Amore .  Te  folo  voglio  amare  y  e  non  altro,  dimore  .  Quanto  più  ti  trouo ,  à 
Giesù  mio  ,   tanto  più  fono  afsetata  di  ricercarti  ;  e  fimili  • 

Ma  quefti  fono  vn  niente ,  rifpetto  à  gli  atti  interni  d'amor  di  Dio  ,  che 
ella  faceua,  quali  difficilmente  fi  farebbono  potuti  raccorre  fé  ella ,  per  eC 
ferne  piùricordeuole  di  efercirargli  non  gli  auefiè  ferirti  :  e  fono  i  feguenti. 

1 .  bitter  caro  goder  fi ,  e  compiacer  fi  de' Diurni  attributi ,  cioè  y  della  fua  poten- 
za yfapien^ay  bontà ,  &  amore  infinito ,  col  quale  Dio  ama  séftefto ,  e  tutte  le  crea" 
ture. 

2 .  Volere  à  Dio  tutto  quel  bene ,  gloria,  &  onore >,che  il  mede  fimo  ha ,  &  atte* 
rà  in  eterno . 

3 .  Goder  fi  di  quelle  fcambieuoli  comunicazioni ,  che  fanno  infra  di  loro  le  tré 
Dittine  perfine  # 

4.  Goder  fi  che  Dio  fi  a  tanto  grande  y  &  infinito ,  che  non  pojfa  ejfer  capito  dal- 
le creature  . 

5.  Goderai  di  quell  amore  infinito ,  col  quale  Dio  ama  feflefio ,  iè  amatoy  &  in 
eterno  è  per  amar  fi  :  compiacer  fi ,  che  tutte  le  creature ,  egli  f piriti  Beati  3  non  fie- 
no fnfficicnti  ad  amarlo  quanto  egli  è  degno  :  e  ringraziare  S.D.M. che  eli  ami  fé  ft  e f 
fa  infinitamente  • 


/l    r.n- 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi.      145 

6.  Goder  fi  di  tutti  quei  te jori,e  grafie  infinite,  che  l'eterno  Tadre  donò,  e  comu* 
meo  à  quell'vmamtà  del  Verbo, come  di  quella  gra%ia,che  egliaueua  di  far  miracoli  , 
e  di  tirare  afe  i  cuori  delie  creature  . 

7.  Goderfi,  che  l'eterno  Tadre  abbia  dato  noi  creature  per  eredità  del  Verbi 
vmanato  \  e  goder  fi  del  contento,  che  egli  prende  di  tale  ereditale  del  compiacimento , 
che  ha  dell  anime  degiufli . 

8.  Goderfi  di  quell'amore,  che  il  Verbo  vmanato  ha  portato  alla  verginità, 

9.  Offerire  k  Dio  l'iffeffo  Dio,in  ringraziamento  di  tutta  lagloria,onore,e  beatitu- 
dine, che  egli  pofftede ,  &  in  ringraziamento  di  tutti  i  doni ,  e  grafie  comunicate  à 
tutte  le  creature. 

I  o.  Dire  al  Signore;  Se  io  in  queflo  punto vjfotejfji  dare  tutta  quella  gloriarono- 
re  ,<?  lode^che  infieme  vi  danno  alprefente  tutti  gli  fpiriti  Beati  :  e  tutti  igiufiidella 
terra,volontieri  lo  farei:  ma  poiché  non  poffo  accettare  in  buon'animo,  che  ho  verfa 
VoflraD*M+ 

11,  Offerire  fé  flefia  à  Dio3e  volere  tutta  quella  perfezione ,  che  egli  fi  compiace 
che  s  abbia,come  ei  vuole . 

1 2 .  Inchinare  la  volontà  ad  amar  la  creator  a?  folo  perche  Dio  Xama,e  goderfi  di 
quell'amor  e, e  he  leporta^  e  della  perfezione,  chele  comunica ,  E  dato  cafo  (  che  non 
può  effere  )  che  lofìejfo  Dio  volefie  concedere  ad  vna  creator a,che  ci  offendere ,  e  ne 
deffe  difguflo ,  tuttauia  defiderare,cVella  abbia  tutta  la  perfeyione,e  gloria  de* Sera- 
fini, ancor  che  Vaueffe  àf pender  e  in  nojìra  uff  e  fa, accordandoci  con  Dio,còl  non  vole- 
re altro ,  che  ciò  che  efso  Dio  vuole . 

Et  inqueftiatti  d'amore  s'efèrcitaua  continuamente  quell'anima  inna- 
morata di  Dio. 

Della  diuozjene  ch'ella  aueua  alla  Taffione  ,  &  al  {angue  di  Giesù  .  E  come  ogni 
Venerdì  fu  lora,  che  Giesù  fpirò  in  Croce j  era  fatta  partecipe  delfuofpirito,e 
ferfauore  concedutole  ,patiua  in  quel  giorno  dolori  di  tefla.in  me- 
moria della  fteffa  Taffione .  Cap.     X  C. 

Esaminando  il  Profeta  Dauid,  quanto  fuffe  l'amore  >  che  egli  portauaaHa 
diuina  Legger  Quomodo  diìexi  legem  tuam  Domine ,  lo  mifurenron  quefta 
regola  :  Tota  die  meditatio  mea  efl:  cioè  3  ell'è  il  continuo  esercizio  della  mia-, 
mente  .Così non  pare>che  per  narrare  quanto fufle  l'amore, e  diuozione che 
la  B.Maria  Maddalena  aueua  alla  Paffione  di  Giesù  ,  fi  polla  pigliare  più  certa 
miiùra  di  queftacioè,ch'ella  era  il  fuo  continuo  penderò .  Lo  difle  ella  ftefla» 
che  quefta  era  la  Tua  principale  meditazione,e  che  quafi  Tempre  quando  fi  po- 
ncua  à  meditare,!!  proponeua  innanzi  l'appaffionato  Giesù .  Non  folo  al  tem- 
po dellorazioncma  ancora  in  mezzo  à  gli  efèrcizi ,  e  fatiche  della  Religione  # 
nutriuala  fua  mente  ne'  penfieri  di  quella  :  anzi  non  faceua  opera  alcuna» 
che  non  fufle  edificata  nelle  piaghe  di  Giesù ^  che  così  fi  proteftaua  ella  ogni 
mattina  in  quell'efercizio  fopra  notato.  Di  quefta  continua  memoria>che  ella 
ce  aueua)  ne  fanno  teftimonio  le  continue  offerte,  che  faceua  eoi  Sangue 

K  di 


1 4*     Vita  delta  B.Maria  Maddalena  de'Pàzzi. 

di  Giesù  àlPadre  eterno:  imperochè  ora  glie  n'offeriua  per  placarlo  cohtr.0 
de*  peccatori  ;  ora  per  impetrar  grazie  per  Te,  ò  per  altri  :  ora  per  purificare  l'a- 
nima fua  ;  ora  per l'anim e  del  Purgatorio  :  <3c ora  per  vn'intenzione , &  ora  per 
vn'altra,-  &infinone'piùaIti  intendimenti  delle  cofe  diuinei  ene'ouftìdelle 
maggiori  allegrezze  fpiriruali  del  fuo  cuore  ,  vi  fi  vedeua  mefcolata  la  memo- 
ria della  Paffione  del  Sangue  di  Giesù.  Ne  fi  troua  quafi  alcuno  de'  fnoi  eftafi, 
nel  quale  nonfiapiù  volte  fatto  menzione  di  quello  Sangue ,  e  Paffione  $  e 
iòpra  di  quella  ebbe  più  volte  belliffime  intelligenze ,  come  negli  fleffifuoi 
eftafi  fi  può  vedere .  Tanfo  più  credibile  fi  rende  quella  continua  memoria  in 
lei ,  quanto,  che  in  vna  delle  venti  regole  auute  da  Giesù,  notate  (òpra  .levi- 
ne ordinato  daS.  D.  M  che  ogni  giorno  dalle  ventidue  ore  fino  all'ora  della 
Comunione  della  mattina  fegu€te,ftia  in  continua  offerta  al  Padre  eterno  del- 
la fua  Paffione  ,  in  preparazione  alla  fanra  Comunione.  Il  che  quanto  ftretta- 
mente  ella  offeruaffe ,  ficaua  daquell'efame  di  cofcienza  da  lei  fatta  in  eftafi, 
e  l'opra  delcritto  ;  nel  quale  fi  duole  in  modo  particolare ,  d'effere  quella  mat- 
tina andata,  à  comunicarfi  fenza  auerlo  fatto  in  memoria  della  Paffione  di  Gie- 
sù. Quello  era  il  fuo  refugio  in  tutti  li  trauagli,  e  tentazioni:  la  fua  confolazio- 
ne  nell'aridità  di  fpiritOj  il  fuo  conforto  nell'infermità  ;  e  le  fu  e  arme  contro  i 
Demoni .  Nò  lòlo  fu  la  più  continua,  ma  ancora  la  più  antica  fua  meditazione* 
Da  qui  cominciò  ella  ad  efercitare  la  fua  mente  :  con  quella  cominciò  à  fue- 
gliare  il  fuo  affetto  verfo  Dio  :  da  quella  la  inalzò  Dio  all'alte  intelligenze  dcU 
le  die  diuine  perfezioni ,  e  grandezze,  come  pure  negli  anni  della  fua  puerizia, 
e  fanciullezza  fi  è  (òpra  narrato.  Onde  per  quello  fondamento,  già  ne  teneri 
anni  principiato ,  e  per  tanto  tempo  continuato ,  venne  à  fare  la  fua  mente  vn 
abito  tale  nella  confiderazione  de  mifteri  di  quella  Paffione,  che  non  è  ma- 
rauiglia ,  che  quello  fuffe  il  fuo  continuo  penfiero ,  e  meditazione .  Di  qui  ne 
nacquero  quelle  grandi  marauiglie  fopra  de.fcritte  ;  di  Ilare  vna  volta  ancor 
giouanetta ,  &  inferma,  fedici  ore  continue^  vn'altra  volta  vcntifeiore  fimil- 
mente  continucin  quella  meditazione ,  fenza  mai  ftancatfi  Di  qui  fimilmen- 
te  procedette  iquellìnternarfi  tanto  nella  contemplazione  di  quelli  mifteri , 
die  fu  fatta  degna  di  partecipare  in  quelle  due  volte  di  tutte  le  pene  ,  e  traua- 
gli ,  che  Giesù  patì  in  tutta  la  fua  Paffione ,  fino  allo  fpirare  in  Croce ,  come 
iòpra  à  fuo  luogo  è  narrato  . 

•  In  oltre  teftimonio  di  quefto  grande  affetto ,  e  diuozione ,  che  ella  portaua 
4  quelli  (aerati  mifteri  della  Paffione  del  lùo  Spofo ,  ne  fanno  i  fauori,  e  priui- 
legi  delle  facrate  ftimmate  imprefse  fpiritualmente  nell'anima  fua  ,  e  le  mara- 
uiglie fnccedutele  nella  fuddetta  partecipazione  delle  pene  della  Paffione, 
comunicatele  in  quella  dinota  contemplazione  :  oltre  alle  quali  nel  primo 
giorno  di  quelli  otto  continui  cheftette  in  eftafi,  le  fu  promclTo  dall'eterno 
Verbo,  che  ogni  Venerei!  (li  l'ora,chc  egli  fpirò  in  Croce ,  la  farebbe  partecipe 
(kl  fuo  fp trito  :  con  quelle  parole  :  Ti  dico ,  che  in  tutte  lefefteferieyfejlarai  at- 
trita y  nell'ora  che  iofpirai  in  Croce ,  ricetterai  di  continuo  ^articolar  grafia  dallo 
fpiritoyche  io  refi  ali  eterno  Tadre:  e  cosi  fuccedete.  E  quelle  che  più  continua- 
mente la  conuetforno  ,offeruorno,clie  alla  detta  ora  del  Venerdì ,  vedeuano 
quella  Madre  Ilare  fopra  di  se  >  con  particolare  raccoglimento  interno;  ò  di- 
cendo 


Vita  della  B.Mana  Maddalena  3de  Pzzai.     1 47 

ccndo  qualche  parola ,  ò  fa  tendo  qualche  azione  di  particolar  diuozione,  ver- 
lo  la  Paffione  di  Giesù  ;  dalla  quale  fi  comprendeua,  che  erada  Giesù  fauorita 
conforme  alla  prometta  :  oltre,  che  per  tutto  il  medefimo  giorno  patiua  dolo- 
ri di  tefta ,  in  memoria  della  Paffione  di  Giesù ,  per  partecipazione  promettale 
dall'ifteffo  Giesù ,  della  pena  ch'egli  patì  nella  coronazione  di  fpine,della  quale 
(  come  (òpra  è  detto)  egli  adornò  la  tetta  di  quefta  Tua  fpofa:&  i  dolori,che  efia 
patiua  eran  tali  >  che  in  detto  giorno  le  daua  pena  di  tetta  infino  il  fentir  parla- 
re .  Parlaua  poi  di  quefta  Paffione  facratiffima  con  tanto  affetto ,  e  tenerezza 
di  fpirito,  e  così  frequentemente,  che  dal  folofentirla  ragionare*  fivedeua> 
che  quiui  era  tutto  l'affetto  dd  Tuo  cuore  * 

Fn  altra  volta  Sfatta  partecipe  mirabilmente  dey  dolori  della  Taffione  di  Ciesà  y  la 

quale  in  lei  viene  rapprefentata  il  Giouedì ,  e  Venerdì fanto 

del  1592»       Capé     XCI. 

NOn  f\  fermornoi  mirabili  effetti,  che  cagionò  in  quett'anima  la  contem- 
plazione de  dolorofi  mifteri  della  Paffione  nelle  cofe  fuddette ,  mali 
compiacque  Iddio  di  rinouare  in  lei  vn'altra  volta  le  pene  ,  e  franagli  della  fua 
amariffima  Paffione ,  come  già  aueua  fatto  il  Giouedì,  e  Venerdì  Santo  dell'- 
anno 1 5  8 1 .  e  quefto  feguì  nell'anno  1 592  ne  medefimi  giorni .  E  prima,che 
ciòfeguiflTe,  le  fu  dal fifteffo Signore  fignificato  in  vn  tatto,  ch'ella  ebbe  la 
mattina  del  fudetetto  Giouedì  dopò  che  fu  comunicata,  quale  parrà  forfè  fu- 
perfluoil  narrarlo  per  effer  molto  fimile  à quello  fopra  deferitto  nel  1*85* 
t-uttauia  per  edere  cola  tanto  mirabile,  e  che  patentemente  manifefta  l'affetto 
fmi(ùrato>che  portaua  quett'anima  alla  Paffione  delfuofpofo, fi  farebbe  gran- 
torto  alla  prefente  Vita  ,  il  pattarlo  in  due  parole . 

Il  Giouedì  Santo  del  1 5  9  2.  tu  le  diciotto  ore  fu  di  nuouo  rapita  in  eftafi  ,  fo- 
pra la  contemplazione  della  Dipartenza ,  che  piamente  (\  penfa,che  Giesù  fa* 
ceffe  dalla  fua  fantiffima  Madre  per  ì vltima  volta ,  prima  d'andare  alla  Pallio^ 
ne  :  fopra  di  che  fece  vn  betìffimodifeorfo delle  cofe>che  paffbrno  tra  Maria , 
e  Giesù  in  quefta  dipartenza  ,  nella  quale  dimorò  per  lo  (pazio  diquattr'ore; 
cioè  infino  a  ventidue  ore:  alla  qualora  entrò  nella  contemplazione  de' mifte-- 
ti  feguenti  nel  cenacolo,  cioè  deil'vltima  cena  fatta  da  Giesù  con  gli  ApoftoliV 
del  lauar  i  loro  piedi,  e  dell inftituzione  del  fantiffimo  Sagrmento  ;  e  fopra  ciaf- 
cuno  di  quelli  mifteri  proferì  diuote  parole. e  ftettein  quefta  contemplazione 
fino  alle  due  ore  di  notte.  A  queft'oiacominciò  contemplare  la  partenza  di 
Giesù  da'  luoi  Difcepoli,e  l'orazione  ch'egli  fece  nell  Orto,  nella  quale  confu- 
mò  tre  ore .  Di  qui  entrò  à  contemplare  la  fìia  cattura  e  rutto  ciòcche  in  quel- 
la gli  occorfe.  con  1  ordincche  la  deferiuono i  ianti  Va  nge  l'itti.  Col  medelìma 
ordine  legni  di  contemplare  Giesù  condotto  prima  ad  Anna ,  quando  erano  ìt 
cinque  ore,  e  meza  :  e  ftataper  meza  ora  in  quefta  Contemplazione ,  alle  lei 
ocelocontemplò  condotto  à  Caifas  ;  Dipoi  condotto  à  Pilato  ,  efuccéftìua- 
tntnre  lo  contemplò  mandato  ad  Erode;  e  dopò  ritornò  con  la  fua  meditazio- 
ne àeafa  di  Pilato,  doue  ftttte  contemp landò  cièche  iuifeguì,f$uo  alia  flagel- 
la   2*        lazionej, 


1 4§     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

lazioncnella  còtemplazione  della  quale  entrata  allindici  ore>vi  flette  vn  ora; 
dopò  profeguì  la  còtemplazione  della  coronazione  di  fpine, dell' Ecce  Homo, 
e  della  Tentenna  data  contro  di  Giesìi ,  e  delportare  la  Croce  al  Caluano ,  ne 
quali  mifteri  confumò  tre  ore,e  meza  ronde  alle  quindeci,e  meza,  cominciò  à 
contemplare  la  Crocifimone  di  Giesù,  nella  quale  contemplazione, dimorata 
per  lo  fpazio  di  vna  mez  ora,  alle  ledici  cótemplò  il  fùo  Giesù  eleuato  in  Cro- 
cce flette  due  ore  contemplandolo  iui  pendente  e  proferente  le  fette  parole  : 
e  dopò  quella  conteplazione  fi  rìfentì  dal  ratto ,  che  erano  le  diciotto  ore  del 
Venerdì  Santo.  Doue  è  da  notare,che  quefta  non  fu  vna  femphce,&  ordinaria 
conteplazione  di  difcorfo,e  d'affetto,  ma  fu  tanto  intéfa,che  come  poi  fuori  di 
ratto  ella  diffcà  gli  occhi  della  fua  mente  fi  rappresétaua  ciafcuno  di  quei  mi- 
fteruche  di  mano  in  mano  ella  contemplaua ,  così  viuamente,  come  fé  con  gji 
occhi  corporali  auefle  veduto  Giesù  in  ciafcuno  di  quelli,  infieme  con  tuttef 
quelle  perfone  che  in  quel  mifterio  interueniuano;  e  fimilméte  come  fé  aiis^ 
fé  fentito  corporalmente  le  parole  proferite  da  Giesù,  da  mifteri>ò  dalla  turbaTV 
ò  da  altroché  in  quel  fatto  interueilnero  :  le  quali  da  lei  erano  proferite  in  per- 
fona  diquelli,  &  accompagnate  da  altre  fue  parole  propricdi  grande  affetto,  e 
diuozione  , concernenti  quel  mifterio.  Ancorai  luoghi  doue  fioperauano 
queftì  mifteri ,  fi  rapprefentauano  alla  fua  knaginatiua  nel  medefimo  modo  » 
come  fé  li  vede  de  ;  anzi  che  quando  da  vn  miftero  faceua  paflàggioall'altro  * 
ancor  corporalmente  così  eftatica  fi  muoucua ,  Se  andaua  in  quei  luoghi  del 
Muniftero,  che  piùaucuano  proporzione  con  quei ,  doue  furono  operati  ta- 
li mifteri.  Di  più  l'apprenfione  di  quello,  che  così  contemplando  con  la  fua 
mente  vedeua ,  era  tanto  gagliarda ,  e  con  tale  affetto  d'amore ,  e  di  compaf- 
fione  >  che  la  trasformaua  nell'ifteffo  Giesù  paziente  ,*  fi  che  l'iftcfla  anima  fa- 
ceua due  parti ,  e  laparte  del  contemplante ,  e  quella  del  contemplato  :  quel- 
la dd  contemplante  la  faceua  col  difeorrere ,  e  compatire  fopra  quei  mifteri  : 
quella  àcì  contemplato  la  faceua  con  patire  ,  e  partecipare  non  folo  fpiritual- 
méte,  ma  ancor  corporalmente  de  gli  ftefll  tormenti,  pene,e  trauagli  che  patì  : 
e  con  fare  anco  efteriormente  riflette  azioni  che  fecce  col  dire  l'ifteffe  parole 
che  difse  Giesù .  Onde  in  tutto  quefto  ratto ,  la  vedeuano  le  Monache  andare 
così  eftatica  ne  detti  luoghi,  efareqiufi  tutte  quelle  azioni  che  in  ciafcuno 
miftero  occorfero  à  Giesù,  come  fé  proprio  ella  le  facefle  in  perfona  di  lui  :  fi 
che  alle  Monache,  come  hanno  affermato,  pareuadi  vedere  rifletto  Giesù 
ne'  mifteri  della  fua  Pafiìonc  Imperochc  la  dipartenza  di  Giesù  dalla  Madre  la 
rapprefentò  con  tanto  affetto ,  e  grazia  di  parole,  e  di  geftì,  che  pareua  propria- 
mcnte,che  iui  fufse  la  fantiflmia  Vergine  con  lei,e  chi  leifufse  Giesù  Dopò 
nel  cenacolo  rapprefentò  folo  Giesù  nel  Jauare  i  piedi  à  gli  Apoftoli  ;  ma  il  re- 
ftepofta  daparte  lo  contemplò ,  con  tale  apprenfiua  però ,  come  fé  vi  fi  fùr- 
ie trouara  prefente,&  auefle  veduto  Giesù  à  menfa  con  i  filoi  Apoftoli ,  e  ciò 
eh  egli  faceua  i  e  fentito  ciò  che  eglidiceua;  emoftiòefser  daluiconumicata 
infieme  con  gli  Apoftoli ..  Nella  contemplazione  dell'orazione  nell'Orto ,  ef- 
prette  intatto,  e  per  tutto  Giesù  :  imperochc iu  perfona  di  lui  laiciò  gli  Apo- 
ftoli ,  diuenne  afflitta ,  e  meda  grandemente  ;  e  per  tre  fiate  fi  leuò  dall  orazio- 
ncritornàdo  à  gli  Apoftoli,coufòrme  à  che  fece  il  Saluatoree  mrlliftefla  ora- 
zione 


Vita  della  B. Maria  Maddalena  ddPazzi.     1 49 

zionc  fi  proftrò  in  terra  con  la  faccia ,  e  patì  tanto  gran  trauaglio ,  &  afflizio- 
ne interna ,  che  ancor  nel  volto  impallidirla ,  giacciaua  ,  e  mancarla  di  forze. 
Nella  contemplazione  della  cattura  le  fi  vedde  con  violenza  vnire  le  mani  die- 
tro alle  reni ,  come  (e  a  forza  le  fufsero  in  tal  gnifa  legate .  E  nelle  gite>che  fe- 
ce dall'Orto  alle  cale  de'  Pontefici ,  e  da  Pilato  ad  Erode ,  e  da  Erode  à  Pilaro , 
edacafadiPilatoalCaluario,  fi  vedeua  dare  certe  (tratte  di  palli  così  gagliar- 
di,e  far  arco  della  vita ,  come  fé  da  altri  rufse  ftata  con  violenza  fpinta,  e  tirata . 
In  contemplare  Giesù  in  cala  d'Anna ,  moftrò  di  toccare  vna  fpietata  guancia- 
ta .  In  cafa  di  Caifas  ancora  fece  gefti .  per  i  quali  appariti*,  che  le  fufse  benda- 
to gli  occhi ,  tirato  i  capelli,  dati  fchiaffi  »  e  pugni,  e  fatti  altri  fcherzi ,  e  villanie» 
cheiui  furono  fatte  à  Giesù .  In  contemplarlo  in  cafa  di  Erode,  fece  atto  dì 
efser  derifa,  eveftitadella  verte  bianca  perfehemo.  Dopò  in  cafa  di  Pilato, 
mentre  contemplaua  le  propofte  fatte  da  Pilato  a  gli  Ebrei ,  fi  ritirò  fotto  vna 
(cala  in  luogo  angufto ,  e  feomodo ,  rapprefentando  Chrifto  meftoin  tal  tem- 
po in  cafa  di  Pilato  in  vna  cifterna ,  ò  luogo  fimile ,  come  vn'akro  Giuièppe , 
come  lo  contempla  San  Bonauentura  :  donde  in  capo  à  mez'ora  vfeita ,  par- 
tecipò della  pena  della  flagellatione  in  modo  mirabile  $  perochè  ftette  vn  ora 
in  filenzio  ritta,  e  con  le  mani  di  dieU'o,appoggiata  ad  vna  colonna,che  iui  era, 
con  volto  pallido ,  e  mefto  ;  grauema  vmile ,  e  manfueto  ;  e  per  l'afflizione , 
chefentiua,  non  po.teua  formar  parola:  e  faceua  ftorcimenti  delia  fua  perfo- 
na, come  fé  fufse  data  crudelmente  flagellata  nel  corpo,  dando  fegno,  che 
trenta  volte  fimutafsero  i  miniftri,cheflagellauano  Giesù  à  due  per  volta. 
Alla  fine  di  quefta  contemplazione  cadde  in  terra  come  finita,  e  fenza  forze , 
tutta  affannofa ,  in  modo,  che  non  pareua  potette  riau ere  il  fiato .  Medefima- 
mcnte  nella  contemplazione  della  coronazione  di  fpine,  fi  vidde  porre  à  fe- 
dere,  e  patire  grand'amaritudine,  e  pene  ,  quali  dal  fuo  afflitto  volto ,  e  parole 
fi  congetturauano.  Dopò  dauere  contemplato  il  miftero,  Ecce  Homo ,  e  la 
fèntenza  data  da  Pilato  contro  l'innocente  Sa luatore  ,  fece  atto  ,  egeftodi 
prender  la  Croce  in  fpalla  :  e  con  la  perfona  curua,  come  fé  aueffe  vna  pefante 
Croce  (opra  le  fpalle,  col  voJto  pieno  di  meftizia,e  di  dolore,con  gli  occhi  filli 
in  terra ,  con  fingulti ,  e  fofpiri  d'incredibile  dolora ,  quali  apportauano  gran 
compailione  à  chi  la  vedeua  ;  andò  per  il  Muniftero  per  lo  fpaziodi  mez'ora  • 
&  arriuata  in  vna  ftanza  alta ,  che  i  lei  rapprefentaua  il  Caluario,doppo  d'aues 
fatto  in  perfona  di  Giesù  oblazione  di  sé  fteffa  al  Padre  eterno ,  Se  altriatti,che 
denotauano  lo  fpogiiamento  delle  vefti,  fi  diftefe  in  terra  fupina  ;  e  {tendendo 
li  piedire  le  braccia  con  moto  violento ,  come  fé  da  altri  le  tufferò  ftefe  in  for- 
ma ài  Croce ,  fi  vidde  chiaramente ,  che  partecipò  la  pena  della  Crocififfionc 
del  fuo  amato  Giesù  :  imperoche  fi  vidde  ribattere  fortemente  prima  i  piedi-, 
l'vno  all'altro  foprapofti ,  doppo  la  man  finiflra ,  &  in  vitimo  la  deftra  :  Se  of- 
feruornole  Monache ,  che  quelle  membra ,  che  di  mano  in  mano  patiuano 
quel  tormento,  le  s'intirizzauano,&  inrigidiuano  come  vn  legno ,e  fi  vedeuano 
attualmente  ritirate  inerui  con  gran  forza, e  con  gran  fuo  patire ,  in  quefto at- 
to ,  mandando  fuori  fofpiri ,  e  fremiti  intenfi  ,  pieni  di  gran  doglia  5  e  fi  vedeua 
Scuotere  terribilmente  in  tutta  la  perfona,ma  però  fempre  con  faccia  manfue- 
la,  epietola:  e  ftata  circa  vn  quarto  dora  in  quefta  guifa  in  terra,  fu  mira- 
le   1        bilmea 


1 50     Vita  delia  li.Mana  Maddalena  de3  Pazzi. 

talmente  fenza  aiuto  vmano  i  e  fenza  muouerfi  da  sèleuata  in  piedi  in  detta 
politura  di  Crocififla  ,  &  appoggiata  al  muro ,  come  pur  fuccedetre  anco  l'al- 
tra volta  dellanno  1585.  e  rtette  in  detta  forma  di  Croce  appoggiata  àquel 
muro  per  lo  fpazio  di  due  ore.come  (òpra  è  detto.-  nel  qual  mentre  prokrìin 
perfona  di  Giesù  le  fette  parole,  con  termine  dittante  ;  e  poi  fi  rifentì  dal  ratto, 
nel  quale  era  dimorata  ventiquattro  ore  continue, tutta  fianca,  e  Jafla  ;  né  vol- 
le altro  riftoro ,  che  di  vn  poco  di  pane ,  &  acqua  ;  e  per  la  lolita  vbbidienza  ri- 
ferì alle  Madri  deputate  ;  efler  paiTato  nella  fua  mente  tanto ,  quanto  cfterior- 
mente  dalle  forelle  s'era  veduto  in  lei;  il  che  è  tutto  diftefamente  notato  nel 
libro  de'  fuoi ratti.  Dal  che  pare,  che  fi  polla  conchiudere,  che  sì  come  per 
virtù  dell'amore  ch'ella  portaua  al  fuo  Crocifiiso  Giesù  ,  l'anima  fua  era  tutta 
trasformata  in  lui  ;  cosi  egli  per  amore  fi  compiaque  di  farla  partecipe  non  fo- 
le de  lùoi  patimenti ,  ma  in  vn  certo  modo  trasformarla  in  se  ancor  corporal- 
mente, fichènullareiìaiTeinlei,chenon  fu fse  trasformato  in  lui;  e  ciò  non 
d'altro  potè  eiser  effetto  dalla  parte  fua ,  fé  non  del  grande  amor  eh  ella  porta- 
ua  alla  Paffione  di  Giesù ,  il  quale  la  refe  degna  di  vn  tal  fauore ,  e  priuilegio . 

*  5  Della  gran  dittOT^one ,  che  ella  aueua  al  Santijfimo  Sagramento  dell'altare  :  e 
come  fi  comunicaua  ogni  mattina  con  gran  defiderio  5   e  fame  di 
queflo  Santiffìmo  Sagramento .  Cap.     XC II. 

QEgno  del  grande  amore ,  che  quei!  anima  portaua  al  fuo  fpofo  Giesù ,  fu  la 
iJ  riuerenza ,  el  defiderio  accefo  ,  che  ella  ebbe  del  Santiffìmo  Sagramento 
dell'Altare.  Imperochè  lènza  di  quefto  non  le  pareua  poter  viuere;&  era  ne  11' 
anima  iua  quello  Sagramento  ,  come  vna  calamita  d'amore .  Cominciò  in  lei 
quella  ardente  brama ,  e  gran  riuerenza ,  fino  da'  teneri  anni ,  come  fopra  nel- 
la fua  puerizia,  ^fanciullezza  è  narrato;  ctral'altre  cauieperJe  quali elefsc 
quello  Muniftero  di  S.  Maria  degli  Angioli ,  fu  perche  in  eflb  fi  frequentaua 
ogni  mattina  la  Sanriffima  Comunione  :  Del  quale  inftitutoellafù  così  ofser- 
uante,  che  mai  in  tutto  il  tempo,  che  vifse  in  detto  Muniftero  lo  lafciò,  né 
pure  per  vna  fola  mattinaci  propria  volontà  :  e  per  non  fé  ne  priuarcne'  tem- 
pi deiie  fue  infermità  fi  mefse  à  gran  patire ,  come  à  fuo  luogo  f\  dirà .  Oc- 
corfe  vna  vòlta  nel  tempo  del  Ilio  nouiziato ,  die  il  Padre  Confeflbre  tardò  1' 
Ora  della  Comunione  più  del  (olito  :  onde  la  Madre  Maeftra  delle  Nouizie 
penfando ,  che  egli  non  fufse  per  venire  à  comunicarle,  coftrinfe  Suor  Maria 
Maddalena  à  far'vn  pò  di  colizione  ;  fece  ella  alquanto  di  refiftenza ,  hauendo 
fperanza ,  che  ancora  doueise  venire  il  Padre  :  ma  vinta  dall'vbbidienza  ,prefc 
vn  pò  diefro .  A  pena  ella  ebbe  mandato  .giù  il  boccone ,  che  giunfe  il  Padre , 
e  fece  fonare  à  Comunione .  Sentì  la  buona  Nouizia  tanto cordoglio,&  ama- 
ritudine d'efserfi  priuatam  quella  mattina  delia  Comunione  che  proruppe 
in  vn'amariflìmo  pianto ,  e  con  parole  -di  tanto  pelo  del  bene  1  che  per  quel 
poco  di  cibo  ai-.ei  .-a  perduto  ,  che  morse  à  pianger  con  lei  la  Madre  Maeftra, 
che  n'era  ftata  cagione  •  Pareuale  lungo  ogni  tempo, die  sinterponeua  da  vna 
Comunione  all'altra;  e  fpefsc  voke  ita  giorno  conraua  lore  ,  chedoueuano 
icorrere  fino  alia  Comunione  della  mattina  feguente.  Era  tanto  tra fportata 

dal 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'  Pazzi.     1 5  r 

dal  defiderio  d* vnirfi  con  desìi  per  mezo  di  quello  diUifliflSm©  Sacramento , 
che  quafi  non  poteua  afpetrare  à  comunicarfi  ai  Tuo  luogo ,  che  per  ordine  di 
anzianità  le  toccaua  ;  ma  bene  fpeffo  non  (e  n'accorgendo,  preueniua  ,  <5c  an- 
daua  innanzi  à  quelle  à  chi  doueua  andar  doppo,e  talora  innanzi  aillftefsa  Su- 
periora. L  ardore>e  riucrenza  con  che  s'accoftaua  à  quella  facra  menfa  è  cjua^ 
fi  imponibile reprimerlo:  peroche  venuta  quell'ora,  giubilaua  d'allegrezza; 
e  tanto  attentamente  confideraua  la  grandezza  di  quello  Sagramento,  ei'a^ 
more  ,  che  Dio  in  efso  ci  ha  dimoltrato  ,  ò  la  Pàffione  in  memoria  della  quale 
fu  iiìituiro.che  per  Tuo  ordinano  eraquafi  Tempre  innanzi,©  doppola  Comu- 
nione rapita  in  eftafi  Tanto  quanto  era  l'amore,  altrettanta  era  l' vmiltà ,  e  r^ 
uerenza  conche  fìcomunicaua  .Imperoche  opponendo  ella  la  cognizione 
della  Tua  miferia,  e  bafsezza,  alle  perfezioni,  e  grandezze  del  Dioiche  fi  riceue 
in  quello  Sagramento,  vi  andaua  con  tanta  riuerenza=  e  timore,  che  come  ella 
confeflaua  >  le  pareua,  che  per  la  fua  indegnità  douefle  aprirfele  la  terra  fotto 
i  piedi  5  e  fpefifo  diceua  parole  di  profondiffima  vmiltà  verfo  di  quello .  Staua 
tanto  attuata  nella  confiderazione  di  queflo  Sagramento ,  che  ella  doueua  ri* 
ceuere,  che  nefTu  na  azione  la  diftraeua  dai  quello;  &ogniefèrcizio>  che  ella 
faceua  ,  ancorché  faticolò ,  le  era  preparazione  alla  Comunione .  Anzi  ne  gli 
ileffi  efercizi  fìi  raluolta  rapirà  in  eftafi ,  e  così  eftatica  andaua  à  comunicarli. 
Uche  interuenne  in  particolare  /na  volta,  che  ella  faceua  il  pane  :  Nelqual 
mentre  fonandoil  cenno  della  Comunione,  dh  sbracciata ,  e  con  due  pani  di 
pafta  in  mano,  fenza  accorgetene,  andò  a  coniunicarfi .  Staua  tanto  intenta  a 
lentire  quando  fonauail  cenno  della  Commuhione,  che  fé  bene  era  in  danze 
remote ,  donde  difficilmente  poteua  fentirfi,  non  lo  fentendo  l'altre ,  erTa  fola 
il  fentiua,  &  andaua  à  comunicarfi,(èguitandola  l'altre  ,che  non  laueuano  fei> 
tito.  E  ficomeal  fentire  quello  cenno  >.taluoita  per  lallegrezza,  e  confidera- 
zione del  bene ,  al  quale  era  chiamata,  rimaneua  rapita  in  eftafi;  cosi  altre  vol- 
te ,  elTendo  in  eftafi  quando  fonaua ,  come  ì  voce  di  vbbìdiedza  ;  ritornaua  fo- 
biro  à  i  (enfi ,  &  andaua  à  comunicarfi . 

Perla  rinerenza ,  che  portauaà  quello  Sagramento,  ancorché  ficomuni- 
calse  ogni  giorno,  e  viuelse  vita  cosi  (ànta,&  innocente,  tuttauia,  come  pafla- 
ua  otto  giorni,  che  non  poteflè  confeflàrfi ,  non  ardiua  di  accoftarfi  à  rrceucr- 
lo  ;  &  interrogata  perche  ciò  faceua,  non  auendo  rimorfo  di cofcienzarifpon- 
deua  :  E  troppo  gran  cofa  riceuereDio. 

Staua  innanzi  à  quello  Sagramento  con  tale  riuerenza,  &affetto,  che  pare- 
ua vn  Angiolo  affiliente  alla  Maeftà  di  Dio ■♦  E  quando  il  Padre  Confeflbre  io 
efponeua  fopra  l'Altare, ne  feiìtiua  sìgrangiubiloiche  non  pareua ,  che  capifle 
in  se  fteìTa  :  e  fé  lo  fapeua  innanzi  ali  altre, non  fi  poteuacontenere  di  dar  que- 
lla nuoua,  da  lei  (limata  tanto  felice ,  all'alrre,  &  andaua  dicendo  ;  Voi  non  fa* 
pete  ?  lì  Padre  ci  vuole  tenere  (coperto  il  Santiffimo  Sagramento.  Cosi  quan- 
do con  occafione  di  comunicare  inferme  allerto,  il  Padre  Confèlìcre  entra- 
ua  in  caia  con  la  Santiffima  Comunione  >  ella  quafi  tirata  dalla  fua  calamita , 
non  fapeua  contenerli  d'andare  alarli  riuerenza,  Scaccolateli  ilpiìtchepo- 
teua ,  in  modo  però  che  non  fulTe  confiderata ,  e  nottatadi  Angolarità . 

N'era  tanto  dinota ,  che  non  hauendo impedimento  vigente  d'vbbidienza , 

K    4  òdi- 


152,     Vita  della  B» Maria  Maddalena  de1  Pazzi. 

ò  di  carità  >  ò  d'infermità  ,  andaua  à  vifitarlo  fra  giorno,  e  notte  trentatre  volte 
ogni  dì ,  conforme  ali  ordine ,  che  ebbe  da  Giesù  nelle  venti  regole  foprafetit- 
te .  Parlaua  di  quello  Santiffimo  Sagramento  con  gran  tenerezza  d'amore  ;  & 
il  Giouedì ,  che  fu  quel  giorno ,  in  cui  fu  da  Giesù  iftituito ,  lo  chiamaua^ 
il  dì  dell'amore  >  &  aueua  particolar  defiderio  >  che  in  quello  giorno  le  Sorel- 
le fi  comunicaffero .  Ne*  tuoi  eftafi  ebbe  altiffimi  intendimenti  di  quello  San- 
tiffimo Sagramento;  e  fpecialmentevn  eftafi  nel  quale  fìi  dall'eterno  Padre 
infegnato  il  modo  di  prepararfi  alla  Santiffima  Comunione  :  EfprelTe  altri  de? 
uoti  penfieri  di  quello  medefimo  Sagramento  invn'altro  eftafi ,  nel  quale  di- 
feorfe  mirabilmente»  come  il  Verbo  vmanato  fi  ripofà  nell'anima,  e  nella 
Chiefa.  In  due  altri  eftafi  medefimamente  trattò  mirabilmente  del  compia- 
cimento di  Dio  nello  (lare  vnito  con  l'anima  giufta,  per  la  fimilitudine ,  che 
ha  con  lui,  e  di  quel  compiacimento,  che  ha  l'anima  nello  Ilare  vnitacon 
Dio. 

Come  più  volte  fu  Comunicata  eflatieamente  da  Giesù  >  e  da  Sant'Alberto 

Carmelitano  y  e  come  taluolta  ridde  Giesù  nel  cuore  delle 

Sorelle ,  che  fi  comunicauano . 

Cap.  XCIII. 

L'Ardente  defiderio,  eh'  ella  aueua  della  Comunioncfi  imprimcua  talmen- 
te in  lei,  che  più  volte  effendo  in  eftafi,  per  gli  atti  che  fece,  e  per  le  pa- 
role >  che  dille,  naoftrò  d'efser  comunicata  da  Giesù .  Quello  fucceflè  ne'  due 
ratti  fopra  deferita,  ne' quali  partecipò  delle  pene  della  Paffione  di  Giesù. 
Doue,  contemplando  ciafeuna  di  quelle  volte  ,  l'iftituzionc  di  quello  gran 
Sagramento ,  e  rapprefentandofi  viuamente  à  gli  occhi  della  mente  fua  Gksù 
in  quell'azione  ,*  faceua  tutte  quelle  azioni ,  che  fi  fogliono  fare  nel  comuni- 
carfi,  come  fé  attualmente  fu  Ile  comunicata  da  Giesù  con  gliApoftoIi;  e 
tanto  appariua  à  gli  occhi  delle  Sorelle  quiui  prefenti ,  e  tanto  fi  comprende- 
va dalle  parole5che  cosi  eftatica  diceua .  Tra  le  quali  furono  quelle  ;  Diteti us 
meufcandiduSy&  rubicundus ,  collocami  fé  in  anima  mea.  Vn'altra  volta  fu  nel 
giorno  di  S.  Alberto  Carmelitano ,  quando  fu  riueftita  di  quell'abito ,  che 
vfcì  dalle  piaghe  dì  Giesù,  come  à  fuo  luogo  s'è  detto  -->  nel  qual  ratto  dHIè  il 
Confiteor ,  &c.  Domine  nonfum  digna  \  tre  volte  :  apri  la  bocca ,  come  fuftè  co- 
municata ,  e  flette  in  sé  raccolta,  fecondo  il  fuo  fol ito  dopò  la  Comunione. 
Quello  medefimo  feguì  vn'altra  volta  vna  mattina  ,  che  il  Padre  Confetta- 
re non  era  potuto  venire  à  comunicar  k  Monache.  Nel  qual  cafo ,  fecondo  1' 
ordine  ài  detto  MuniileroJe  Monache  fi  comunicano  fpkitalmente>&  a  que- 
lla duiozionc  tutte  fi  ragunano  infieme  per  mez'ora ,  nella  ftefsa  ftanza  della 
Comunione .  Stando  dunque  le  Monache  così  ragnnate  à  quella  Comunio- 
ne fpintua  le  >  la  Beata  Maria  Maddalena  fu  rapita  ineftafi,e  vidde  venite  S.  Al- 
berto Carmelitano  col  Santiffimo  Sagramento  per  comunicar  le  Monache  : 
onde  difse  il  Confiteor  5  &  e.  Domine  nonfum  digna  ,  &c.  e  fece  atto  di  riceueiC 
il  Santiffimo  Sagramento:  e  dopò  il  ratto  riferì  come  aueua  veduto ,  che  il  det- 
to Santo  noniòlo  aueua  comunicato  lei,  ma  ancora  tutte  l'altre  Monache» 

le 


v  ita  uciia  13.  iviui  in  mauuaicna  ac  raz,£i.      i  j  j 

le  quali  erano  quiui  concorfeà  quefta  Comunione  fpirituale  ,  in  fegnadi 
quanto  piaccfle  à  Dio  vna  tale  azione  . 

Aueua  ancora  grazia  da  Dio  di  vedere  Giesù  nel  cuore  dicìlc  Sorelle,doppo 
che  erano  comunicate  :  e  talora  diceua  in  che  forma  lo  vcdeua  in  ciafcuna  :  in 
alcune  lo  vedeua  bambino,in  altre  di  dodeci  &  in  altre  di  trentatrè  anni  ;  In  al- 
cune appaflionatox  crocififlò ,  in  altre  rifufcitato,  e  gloriofo  ;  e  quefta  diuer- 
fità  era  iecondo  la  diùerfità  delle  meditazioni  >  che  aueuano  le  Sorelle  di  Gie- 
sù ,  ò  fecondo  la  capacità,  e  meriti  di  ciafcuna .  E  tra  l'altre  vna  mattina  di  Pa- 
fqua  di  Rifurrezione.nel  tempo>ch,ell,era  Maeftra  di  Nouizie,ftando  à  menfa 
con  vna  giocondità  ,  &  allegrezza  ftraordinaria ,  vna  Nouizia ,  cha  feruiua  à 
menfa  non  potè  contenerfi  di  dimandarle ,  che  cofa  ell'auefle  ,  perche  ftaua_* 
tanto  allegra.  Le  rifpofe  la  Beata  Madre  :  Perche  veggo  Giesù  ripofarfinel 
petto  di  tutte  le  Sorelle,  gloriofo,  e  rifufcitato,  come  ce  lo  apprefenta  oggi  la 
Santa  Chiefa*e  quefta  diuina  prefenza  è  quclla,che  mi  fa  così  giubilare^  dette 
quefte  parole  rimafe  alienata  da'  fenfi,e  fece  vn  bel  colloquio  con  Giesù  rifu- 
fcitato. Per  queftola  compagnia  delie  forelle  l'era  materia  di  tenere  la  prefen- 
za di  Dio ,  e  di  maggior  dilezione  del  proffimo  fuo  $  che  però  vna  volta  ritro- 
uandofi  in  compagnia  dell'altre ,  dette  vn'occhiata  à  tutte ,  e  voltatafi  ad  vna 
fua  compagna  le  difle  :  0  che  amore  fento  verfo  di  tutte  quefte  Sorelle ,  perche  le 
veggo  tutte  y  come  tante  cuflodie ,  e  coffe  del  Santiffimo  Sacramento >  foichè  così 
ffefso  lo  riceuono  t 

Haueua  grandiffimo  defider io,che  le  forelle  del  fuo  Muniftero  frequentafiero  la 

Santiffima  Communione  :  &  inftgnaua  loro  diuote  preparatori, 

e  cercaua  d'accenderle  a  quefta  frequenta . 

Caf.    xciy. 

Q Vanto  era  maggiore  il  bene  ch'ella  conofceua  contenerfi,  e  di  riceucre  il 
Santiffimo  Sagramento,tanto  era  maggiore  il  defiderio,  che  aueua, che 
le  Sorelle  participaffero  di  quefto  bene,  e  che  perciò  fi  accoftaflero  frequen- 
temente à  quefta:  Diuina  Menfa.  Onde  per  accenderle  à  quefta  frequenza» 
parlaua  di  quefto  Sagramento  con  gran  concetto  conforme  à  che  l'aueua  nel 
cuore  ;  e  con  tanto  affetto  ne  difeorreua ,  che  talora  in  fimili  occafioni  rimafe 
rapita  in  eftafi  .  Quefto  fuccefle  particolarmente  vna  volta  nel  difeorrere  fo- 
pra  quella  parola  di  Giesù  detta  in  Croce  >  Confummatum  efl  :  la  quale  appli- 
cando alPanima,che  ha  riceuuto  il  Santi/lìmo  Sagraméto,diflejjQ«4«*fo  l'ani- 
ma  ha  in  sé  riceuuto  il  Tane  di  yita  nel  Santiffimo  Sagrameto  dell \Alt are,per  quella 
vnione  fttett  a \che  effa  ha  fatta  con  Dio ,  può  ancor  ella  dire:  Confummatum  eft .  In 
quel  celefte  cibo  tutti  i  beni  fon  raccolti  y  quiui  tutti  i  defideri  in  Dio  fono  ademfiti  : 
e  che  altro  fuo  l'anima  volere  yfe  contiene  in  sé  quello y  che  ogni  cofa  contiene  <?  fé 
ella  de  fiderà  la  carità  y  auendo  in  sé  quello y  che  è  la  perfetta  carità y  viene  ad  auerè 
in  fé  la  fer  fedone  della  carità  y  Così  della  vera  fede  y  della  fperan%ay  della  purità  9 
della  partenza,  della  vmiltà,  e  della  manfuetudine  :  perche  Chriflo  nell  anima ^mer- 
cé di  quefto  cibo,  produce  tutte  le  virtù.  E  che  più  può  volere  >  e  defiderare  ì!  anima  , 

fetut- 


1 54     v  ìcaaena  tx  maria  iviaaaaienaae  razzi. 

fé  tutte  le  vir  turioni, e  gra^er  cucila  pojfa  dejìd erare  r  fono  raccolte  in  quello  ammi- 
rabile Dio  ,  cbeflà  -veramente  j otto  quelle  fiacramentali  fpecie ,.  come  in  verità  fìà  fe- 
dendo, alla  deftr  a  del  Tadre  in  Taradifo.  Oh, oh  quanto  bene  adunque  auendo, e  pojfc- 
dendo  l'anima  queflo  Dio  in  fé, può  dire  con  verità  •  Confummatum  efl,  filtro  ella  non 
yuole,  altronon  defiderajiltro  non  brama,  che  lui>ilquale  allora  tutto  fé  fidato,  co- 
municandole con  Sièftejjb  tutti  lifiuoi  beni  ^ 

Vn  altra  volta  dando  e  Ila  gli  efercizi  fpirituali  di  Sant'Ignazio  ad  vna  fua  No- 
uiziajqucfta  nel  riferire  alla  Beata  Madre  quello,  chele  era  fucceduto  nella 
meditazione  dell'Inftituzione  di  quefto  SantiffimoSagramento,le  ditte,  come 
s era  fermata  à  confiderar  l'amore ,  con  che  Giesù  l'aueua  inftituito,e  che  non 
era  potuta  pattar  più  oltre.  Si  Tentila  Beata  Madre  da  quefta  parola  ferire  il 
cuor  dimore  ,  e  più  volte  replicò  ;  Quando  fi  ferma  nell'amore,  non  fi  può  andar 
più  oltre  yma  bifogia  fermarfi  nell'amore  :  e  qui  rimate  in  eftafi .  Vn'altra  volta 
eilendoMaeftra diNouizfe»  iipofeinginocchioni in mezodiforo,  econ  le 
braccia  in  Croce  (opra  il  petto,  difle  quefte  parole  :  0  fior  elle, fie  noi  penetra/fi- 
mo  y  che  in  quello  frante  xche  durano  in  noi  quelle  fiacre  fipczie  ,fà  in  noi  il  Verbo  Di* 
uino  quelle  operatori ,,  che  egli  fa  nel  Jena  del  fua  eterno  Vadre  >  e /landò  il  Verbo 
nel  fieno  del  Vadre  >  &  il  Tadre  nel  Verbo  >e  lo  Spirito  Santo  neWvno  >  e  neil  altro 
in fiep  arabilmente, noi  nel  riceuereil  Verbo  yriceuiamo  tutta  lafantiffima  Trinità  f  O 
fé  lo  penetrammo  i  òfie  lo  canoficeffìmo?  non  ci  andremmo  a  flampa,  e  tanto  à  cafio  >  e 
non  laficieremmo  ne  anco  di  prenderloper  sìpicciole  occafioni-,  e  la  penfieremmo 
molto  beneyprima  che  lo  laficiajfìmo.  E  difle  quefte  parole  con  tanto  affetto,  che 
cagionò  nelle  Nouizie  vn  grande  accendimento  di  frequentare  quefto  San- 
tifitmo  Sacramento. 

Quando  fapeua,che  alcuna  auefle  lafciata  di  comunicar  fi  di  propria  volon- 
tà,ne  fentiuataldifgufto>che  più  volte  fu  veduta  piagnerei  fé  poteua,andaua 
à  trouare  quella  talee  le  moftraua  Ixrrrore,  che  aueua  fatta,&  il  bene ,  che  s'- 
era perfa  a  lafciare  quella  Comunione,  e  diceua  :  Voi  non  fapete  forella  di 
quantobene  vi  fiate  priuata  ;  ò  quanto  bene  auete  perdutaquefta  mattina  !  è 
fefortauaà  non  lafciare  la  Comunione,  con  dimoftrarne  i  beni  ,  che  clTap? 
portaua  all'anima  ;  &  il  torto.che  Ci  fa  all'amore  di  GiesìUafciando  di  comuni- 
carfì  quando  (i  può,  Efsendo  la  mattina  di  Sant'Ago  ftino  per  nonsò  quale  ac- 
cidente, reftare  due  Monachelle  quali  non  s'erano  comunicate,  e  ritrouandofi 
ella  in  eftafi,quandò  intefe  quefto,ritornò  a'fenft  ;  e  tutta  accefa  dicarità  andò 
à  chiamare  il  Padre,  che  ftaua  per  vfeire  diChiefa ,  pregandolo ,  che  per  amor 
di  Dio  comunicarle  quelle  due  lòrelie ,  come  egli  fece  ;  &  impetrato  loro  tal 
carità ,  fé  ne  tornòin  eftafi . 

Pregauainftantemente  Iddio,  che  facefse  grazia  di  mantenere  nel  fuo  Mir- 
nifteto,finoalla  fine  del  Mondo, lafrequenza  del  Santiffimo  Sagraméto.c  che 
perciàdefle  loro  Padri  fpirituafr,  cheguftafseto  di  mantenerla  ,  eche  aueflero 
tal  lume  >  che ammetteflero  degnamente  le  forelle  a  quefta  Menfa  •  Mentre 
che  vedeuaefier  frequentata  freddamente  ,  econ  poca  diligenza ,  reftaua  lo- 
prafatta  da  gran  cordoglio, e  diceua,* lo  fon  pur  certa  che  vna  Comunione  fatta 
con  vero  iì>irito,e  fentimento,e  atta  ìfar,  che  l'anima  venga  àgran  perfezione 

di 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi.      1 5  5 

di  vita .  Altra  volta  chiamaua  a  fé  qualche  forella ,  e  con  molti  fofpiri,  e  lagri- 
me diceua  :  Preghiamo  il  Signore>  ò  forella  ,  che  ci  conceda  lume  à  non  effec 
tanto aggiacciate,efredde  nelferuizio  fuo  ,e  particolarmente  nel  frequentare 
il  erbo  di  vita . 

Tragli  alttifrutti  ch'ella  diceua  cauarfi  dalla  frequenza  del  fantiflìmo Sa- 
gramene à  prò  dell'vniuerfale  del  fuo  Muniftero,era  lo  ftaccamenro,  e  ritira- 
tezza del  commercio  deYecolari,  ch'ella  vedeuaintuttele  forelle;  del  che 
grandemente guftaua  :  e  perciò  anco  tanto  bramaua,chc  fi  mantenerle  quefta 
frequenza ,  acciò  >  infieme  con  effa  fi  conferoafle  la  ritiratezza  dal  fecolo . 

Quando  vedeua  alcune >  che  per  pufillanimità  »  e  per  fouerchio  timore  di 
non  iaperfi  preparare  à  riceuere  quefto  Santiflìmo  Sagramento,  saftenc- 
nano  da  quello ,  daua  loro  animo ,  e  diceua .  Offerite  à  Dio  per  prepara- 
zione tutte  fazioni ,  che  rate  *  e  fatele  con  intenzione  di  piacerei  Sua  Di- 
urna Maeftà  ,•  &  andate  con  purità  di  cuore ,  €  con  vmiltà ,  in  memoria  della 
fua  Pallìoue  *  come  egli  ci  ordinò.  Ad  altre  diceua?  Per  preparazione  pen- 
iate attentamente ,  e  cercate  di  penetrare  >  che  quello , che  fi  riccue  >  è  Dio  » 
che  ci  ha  lafciato'fe  fteflb  per  amore  ;  però  ricerca  >  che  fi  vadaà  riceuere  con 
grandaftetto  d'amore ,  e  di  gratitudine .  Altre  vòlte  diceua ,  che  per  prepara- 
zione fi  offerifle  vna  Comunione  per  Tal  tra  ;  percheà  chi  fi  comunica  ipeflò* 
vna  è  preparazione  all'altra  :  &  infegna.ua  >  che  dalla  Comunione  finoà  Vcf- 
pero ,  fi  (pendette  tutto  quel  tempo  in  ringraziamento  della  Comunione  rt- 
ceuuta  ;  dal  Vefpero ,  fino  alla  mattina  feguente ,  in  preparazione ,  penfando 
alla  Communione  ,  che  s'hà  da  fare  :  e  tra  gli  altri  penfieri ,  che  infegnaua  per 
quefta  preparazione  erano  quelli:  Tenfate  Cdiccm  ella)  cheaueteàfar  la  mag- 
gior anione ,  che  fi  po/fa  nel  Mondo ,  che  é  il  riceuere  in  voi  il  grande  Dio .  Confidc* 
rate,  cheefiendo  voi  degne  d'ejfer  profondate  nell'Inferno  ,  Ciesu  vi  fa  tanta  gran 
tnifericordia  ;  perfua  bontà  ,  che  vi  dà  séflefso  nelSantiJfimo  Sacramento  :  qual pu- 
rità douerebbe  auere  il  voflro  cuore ,  auendoà  riceuere  il  fonte della  puntai  Sopra 
tutto  fàceua  gran  conto  ,  che  non  s'andafle  à  comunicai  e,  nonfolo  con  fde- 
gni,ma  né  pure  con  il  cuore  arrancato  con  il  proflSmo  fuo:perche  vn  Sacra- 
mento di  dilezione  non  iideuexiceuerefenzala  dilezione  del  fuo  proflìmo? 
onde  diceua.  Sevoiauete  qualche  cofa con  alcuna for ella ,  aitanti  dimandami à 
comunicare ,  procurate  difentire  in  voi  vn  interna  dolceT^a  verfo tutte  le  forelle\  t 
quando  non  lafentites  domandatela  tanto  à  Giesù,che  vela  dia  m  Sepoifentite  vna 
volotà  pronta  di  dare  lavita^lfangue  per  quella  forella+quado  fnjfe  volontà  di. Dio,, 
andate  pure  liberamente  à  comunicanti .  Per  Fifteflo  elcrcizio  di  carita^eiòrtaua 
che  in  preparazione  a  quefto  Sacramento  vi  fi  andaiìecon  defideriodigiouare 
à  tutto  il  Mondo  ;  e  che  fi  chiedefie  à  Dio  fame  di<qucft©  facro cibo  in  tutte  le 
anime  fedeli  Non  vòleua  che  dopò  di  quefto  facrocibo  in  tutte  l'anime  fe- 
deli .  "Non  voleua ,  che  dopò  la  comunione  s  andatTecosì  preftoi  gli  efercizi 
del  Muniftero,  ma  che  le  fotelle  fi  fermartelo  per  qualche  fpazio  di  tempo  i 
goder  della  prefenza  di  quel  diuin'Ofpite,che  dentroal  petto  aueuanoriceuu- 
to  :  e  diceua ,  che  quello  era  il  tempo  più  preziofo ,  che  ahbiamoin  quefta 
vita,  &  il  più.opportuno  per  trattare  con  Dio,  «dargli  luogo  perpuwficare, 

iiiu- 


1 5  6     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

illuminare ,  e  fantificare  l'anime  noftre  ;  e  che  però  fi  doueua  fpendere  in  af- 
fetti amorofi*  in  lode,  ringratiamenti,  &  offerte  di  fé  fteflò  à  Dio  ;  e  che  non  fi 
può  trouare  mezo  più  efficace  per  perfezionare  vn'anima ,  quanto  il  confu- 
mare quefto  tempo  dopò  la  Comunione  in  quefti  fanti  efercizi  ,*  perche  chi 
impara  da  Giesù,  diceua  ella ,  non  ha  bifogno  d'altri  libri ,  ò  ammaeftramenti. 

Della  gran  diuozione  >  che  aueua  alla  Beati ffima  Vergine ,  la  quale  fpeclalmentc  fi 

raccoglie  da  vna  intelligenza ,  ch'ella  hebbe  la  Vigilia  deli" 

•Affandone.         Cap.    XCV. 

NOn  poteua  vn  cuore  tanto  fuifcerato  dell'amor  di  Giesù  (  quale  fi  è  ve- 
duto di  quell'anima^  non  amare  fuifceratamente  la  Santiflima ,  e  Bea- 
tifiìma  Madre  Maria .  Di  quefto  amore ,  e  diuozione  ne  dette  ella  chiariffimi 
legni  in  tutta  la  fua  vita  :  perche  fempre  con  particolare  affetto ,  e  diuozione 
recitaua  l'orazioni  indirizzate  da  Santa  Chiefa  à  quefta  gran  Madre  di  Dio  ;  e 
fpecialmente  quando  per  occupazioni  d'altri  efercizi  religiofi,  non  poteua  in- 
teruenirea  DiuinivffiziinCorocon  l'altre  3  procuranacon  particolare  dili- 
genza di  trouarfi  fempre ,  quando  la  fera  doppo  Compieta  >  fecondo  l'vfo  del 
Munijftero  fi  canta  la  Salue  ;  così  ancora  al  recitare  nella  fala  il  Santo  Rofario, 
&  altre  diuozioni  della  Vergine.La  chiamaua  lafuaSignora,e  Tadrona^  talora 
ne  gli  eftafi  fu  fentita  inuocarla  con  quefta  dolce  parola ,  Madre  mia  amabìlifi. 
fimaye  con  altre  fimili5quali  denotauano  la  tenerezza  d'amore^  diuozione , 
che  le  portaua .  Ma  più  che  in  altri  tempi  vedeuanfi  i  legni  di  quefta  diuozio- 
ncquando  s'auuicinauano  le  fefte  ,  che  fri  l'anno  fi  celebrano  da  Santa  Chie- 
tà  in  onore  di  quefta  gran  Regina  ;  poiché  allora  con  grand'affetto,  e  diuozio- 
ne fi  preparaua  per  molti  giorni  auanti  a  celebrarle  con  più  fintiti ,  che  pote- 
ua. Dipiùfagianteftimoniodiquefta  fua  diuozione i Maria  ,  che  quafi  in 
tutriifauori,epriuilegifattida  diesila  quefta  fua  Spofa ,  come  allo  fponfali- 
zio,ai  riceuere  della  corona,e  del  cuore  di  Giesù,  alla  comunicazione  dell'in- 
telligenze fopraja  purità,  &  vmiltà,  fattele  da  Santo  Ignazio,  e  da  Sant'Ange- 
lo Carmelitano;  &  anto  quando  da  Giesù  le  fu  comunicata  la  purità  in  forma 
di  giglio  >  cofe  tutte  occorfèle  negli  eftafi  fopra  narrati ,  vi  fu  fempre  affinan- 
te la  r  '  riofa  Vergine ,  da  lei  fpecialmente  inuocata .  Ebbe  poi  in  molti  eftafi 
belliflimc  intelligenze  delia  verginità,  vmiltà ,  fede ,  &  altre  virtù  di  Maria-,* 
fpiegate  con  grand'affetto  di  diuozione,  come  in  quelli  può  leggerfi . 

Ma  fpecialmente  a' 1 4.  d'Agofto  dei  159J  giorno  della  Vigilia  dell'Aflun- 
ta,ebbe  vn'eftafi  cosìdiuoto  verfo  della  Vergine  Santiffima ,  che  èparfo  be- 
ne inferirlo  qui  per  maggior  teftimonio  di  quefta  diuozione .  Mentre  dunque 
ella  contemplaua  quefto  gloriofo  miftero ,  fu  alienata  da'fenfi  ad  ora^di  Vef- 
pro,nel  quale  dimorò  fino  alle  fette  ore  della  mattina  feguentc .  Da  principio 
dimorò  buono  fpazio  di  tempo  contemplando  in  fiienzio  le  grandezze  della 
Vergine  :  ma  trouandofi  poi  nel  progrefiò  della  contemplazione  vie  più  illu- 
minata la  mente ,  &  accefo  1  affetto  di  diuozione ,  non  potò  contenerli  di  non 
mandar  fuori  i  concetti  del  cuore;  onde  con  faccia  gioconda  inafpcttatamen- 

te 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzi.     1 57 

tC  Cominciò  à  parlare  in  quefta  thrmd..Leggere^ra  nel  corpo,giocodità  nel  cuore, 
libertà  nella  volontà,nuditàneU 'intelletto ^continuatone  de  benefizi  nella  memoria, 
purità  nell'intensione  Semplicità  nell  operazione, ver  ita  nelle parole ,e  mortificazione 
ne  finimenti,  conuiene,che  abbia  colui,che  vuole  ajeenderc  à  Maria,  Volendo  che  il 
cuore  riceua  doni  yè  neceffario, che  fia  puro, rifplendente,eforte.  Turo,  nell'integri* 
tàdell offeruan^a  de* commandamenti ,  e  de*  religio  fi  configli  ,  ancorché  minimi  :  ri* 
fplend ente  per  lapaceyche  debbe  auere  in  fé  :  rifplendente  ancora  per  la  rimembran- 
za delfangue,  che  riceuette  nel  finto  Batte  fimo .  Sia  forte  in  tal  modiche  non  brami 
altro  che  Dio:  e  fé  f uff  ero  mille  volte  pia  demoni,  che  non  fono,  e  mille  Inferni,non  lo 
pojfano  rimuouere  dal  voler e  altro,che  foto  Dio .  In  tal  cuore  dunque  così  puro  ,  ri* 
Splendente,  e  forte,  può  infonder  Maria  li  firn  doni,  e  grafie %  La  purità,  fi  può  acqui* 
flare  con  vmilc abb a ff amento  nel  cofpetto  d'tDio,e  delle  creature,&  ancora  con  vmi- 
le  confezione.  Lo  fpiendore  fi  può  configuire  con  la  conforme  volontà  à  quella  di  Dio, 
e  de  Superiori  „  La  fortezza  con  lafperanza,  con  la  continuazione  ,■  e  confidenza  in 
Dio  .  0  quanti  fono  i  doni ,  e  grafie ,  che  Maria  vuol  conferire  alle  creature  \  E  chi 
non  douerebbeefferdi  ogni  virtù  adorno  ,per  ricencr  t ali doni y  quali  fon  quelli  di  Ma* 
ria  i  Ma  ahimè,  che  manca  laperfeueranza  nel  domandargli .  Ma  òMaria,ehe  ti  pò* 
tràdare>&  off erir  e, che- ti  fi  a  grato?  Se  t  off  eri  fio  la  volontà,temo,che  non  ladìfpreT* 
Ziyperche  non  è  conforme  ife  t  off  eri  fio  l'intelletto ,  non  è  illuminato  affatto:  fi  ti  of* 
feri  fio  dipoi  la  memoriale  fior  de  noie  de  benefizi  ìfi  l'affetto,  non  epuro.  Ti  off  eri* 
rò  il  cuore  del  tuo  unigenito:  e  che  ti  potrà  offerire  maggior  dono  di  quella?  0  Maria* 
dolci ffima, quanto  fei pura,  e  bella  -,  Voiche  colino  riguardare  rallegrigli  Angioli, e 
conforti  i  peccatori ,  rendi  liete »  efefleggiantile  creature  ifìando  in  deh  fai  coltiva 
rifguardojchefi  mitighi  l  ira  Diuina  co* peccatori ,  onde  le  creature  s'ammirino  del* 
la  mifericordia  di  Dio  :  poiché  per  vìi*  anima ,  che  à  lui  ritorni,  afpetta  tanto  tempo 
fenza  caligarla*  Isella  bellezza :de  gli  occhi  tuoi,  ò  Maria  ,  s  è  compiacciuto  tutto  il 
Taradifo.  Andando  in  Cielo^ò  Maria,lafii  il  'Par  adi  fi  in  terra,perche  vi  lafii  quell* 
inaudita  efempio  di  cafiità  ,  che  à  comparazione  de  gli  altri  fiati ,  à  vn  Taradifo  in, 
terra .  Eficome  in  Cielo  fi  racchiuggono  tutt  eie  per  felloni  ^grazie, e  virtù,  così  nello 
fiato  verginale  confifie  ogni  per  fedone  di  virtù,  che  fi  pò  fia  auere  in  terrai  ls[on  per- 
che efia  verginità  fia  la  perfezione  di  tutte  le  virtù  :  ma  perche  ella  è  il  più  atto  fini- 
mento ad  acquiflarla.O  Maria  vai  a  godere  il  frutto  deltuoventre.  Adorna JPlfaria, 
i  cuori  delle  creature,  accioche  fi poj fino  offerire  alla  Santiffima  Trinità  infieme  col 
tuo.  7{efia  alcuno,cbe  rifiuti  tal  ornamento  :  poiché  non  è  dubbio  ,  cìye  effendo  il  no* 
flro  cuore  offerto  alla  Santiffima  Trinità ,-  eglipenfi,  operi  r  eprefinfia  parola ,  che 
npnfia  in  onore  di  Sua  Diuina  Maefià ,  e  vtilità  delproffimo  .  Deh  ,■  come  benigna 
Madre ,  infegìia  alle  tue  figliuole  ,  che  conuerfando  con  la  mente  in  Cielo, non  faccino 
con  negligenza  V  opere  di  terra ,  e  particolarmente  doue  è  il  folle  u  amento  del  profu- 
mo. 0  Maria  :ò  amoro fa  Maria ,  ora  fei  affimta  in  Ciclo  :  Quanto  fii  Maria  glorio- 
fa,ògloriofa  Maria.  Maria  è  quel  fonte  fegnato  con  quel  figillo  immacolato  del 
Verbo,  doue  fi  dichiara  Vergine ,  e  Madre  ;  Va  irrigando1  quefio  fonte  tutto  il 
Cielo  ,  fruttificando  nella  terra,  letificandogli  Angeli  ,  e  refrigerando  l'anime  del 
purgatorio.. 

fi  Ma- 


1 58     Vita  della B.Maria  Maddalena  de'Pazzf. 

Q  Maria  tnfei  quella  porta  >  per  la  quale  noi  fiamo  introdotti  nella  Celefle  Ta- 
tuale per  la  quale  Dio  è  difeefo  in  terra .  Ma  veggiamo  Maria  lafciare  vn  manto  ca~ 
fiiffimo ,  per  prendere  vn  rubicondo  ,  per  ripigliare  poi  amendua  :  la/eia  il  manto  ca- 
ftiffimo  del  fuopuriffimo  corpo  ,.  il  quale  gli  ^ipofloli  doueuano  tanto  abbracciare  ,  e 
particolarmente  il  vergine  Giouanni .  Ts{e prendi  vn  rubicondo,  ò  Maria,  cioéi  meru 
ti  di  tutti  i  Martiri  r  che  erano  flati,  e  che  doueuano  e  fiere  :  Ver  che  non  e  slata  gia- 
mai  per  fona  alcuna,che  abbia  patito  tante  gran  martir  io, quanto  pati  flit  u  nella  Taf- 
ftone  del  tuo  vnigemta  Figliuolo  tTeròfei  vergine  x  e  martire  ,/pofa ,  e  madre,  figli- 
uola, &  eletta',  tortoraxe  colomba*  Q  glorio  fi  ^Apofloli  voi  flaui  cuflodendo  il  corpo  di 
Maria,più  che  nonfaceui  Immanità  del  Verbo  1  e  queflofeguì,perchenon  aueui  vice- 
auto  ancora  la  pienezza  dello  Spirito  Santo .  0  che  contento  riceuè  Maria  negli  ab» 
bracciamenti  del  fuo  unigenito  Figliuolo  i  0  quante  grafie ,  Maria ,  à  noi  fono  ve- 
nute, mercé  della  tua  jlffunyion  e  al  Cielo  ?  Mà,ò  Maria,à  voler  fi  rendere  atta  ad  ef- 
fer  tecoaffunta  in  Cielo,bi fogna  far  come  te:  prima  morirete  non  eficndo  in  no/ira  po- 
teflàla morte, doniamo  morire  in  tal  modo,che  operiamo  come  morteynon  auendo  ne 
vedere,  ne  vdire}ne gu flore .  J^e  ci  doniamo,  lafciar  toccar efe  non  da  dodici  jlpo- 
fioli,comefacefii  tu,cioe\ci  doniamo  reggere  [opra  i iodici  frutti  dello  Spirito  Santo-, 
e  doniamo  flendere  la  virtù  noflra  nel  cataletto,  cioè  neflfrCrjoee  di  Chri(lo,e  quiui  ri- 
pò  far  ci\0  glorio  fa  Maria, e  glorio  fa  chi  ti  feguit  a.  Ma  à  voler  poi  con  fer  uar  e  idoni,e 
grafie, come  fece  Maria,bi fogna  auer  quel  che  aueua  Maria^  che  doppo  che  fu  affun- 
ta  al  Cielo,viue  di  vita  durabile,  ed  eterna  :  così \deue  far lanimayche  è  fiata  morta  ,e 
fiata  nel  cataletto  con  Maria  jioè  viuerepoi  in  con  fer  uar  e  r donile  le gra'iie  riceuute 
da  Maria  ,&  attere  vn  perfetto  vedere  :.  vn  incredibile  vdir e ,  vn  perfetto ,  e  non 
punto  infermo  tatto  %,  Debb  e  auer  e  vn  perfetto  vedere  in  rimirare  folo  Dio  :  vn  in- 
credibile vdire, che  faccia  tutte  le.  operazioni, è  glandi,  ò  min  ime,t  en  end  0  fempre  Dio 
aitanti. Dette  auer  di  più  vn  faporofo  guftoipoichefe  fi  incontra,ò  in  cofa  dolce,ò  ama- 
rai t<'ibula^ioni,o\.felicità,vada  tutto  àguflarenel  Crocififfo.Deue  auer  e  vn  perfetto, 
e  non  punto  debole.^  cj:  infermo  tatto,in  faper  difeernere  il  caldo  dal  freddo, e  non  s%- 
ingannare  nel  prendere  il  morto  pel  viuo,elviuo  pelmorto-,e  così  qiteJF anima  confer- 
irai doni, e  le  grafie,  che  ritener  à  nell 'affandone  di  Maria.Quàdo  aueremo  con  fer- 
uati,i  donile  gra^je  con  Maria  ^potremo  fare  quel  che  ella, cioè  porger  fupplich e  à  Dio 
per  lì  bifogni  ^che  fono in  terra,  econflringtrlo in  vn  certo  modo  col  fuo  f angue  a  far 
mifericordia  all'anime porrei  ancoraché  vny  anima, che  hàrfatto  quel  che  fa  Maria  , 
cioè,nelconferuarei  donile  le  grafie  da  Dio  concedutele ,fì  rendefie  ancor  atta  ad  efi* 
fir  coronata  con  Maria .  Si  rende  atta  l'anima  ad  effer  coronata  con  Maria ,  la  quale 
ha  in  difpregia  tutta  la  gloria  ,,ono>c ,  e  ben  e  noli  117,0.  delle  creature ,.  che  fono  folto 
Dio  ,  che  non  fuffero  però,  ordinate  da  Dio.  .  Sarà  incoronata  Maria  di  q  iteli  anima 
fpmtudmcnte  ,,che  offerirà  tutti  li  meriti  di  cfsa  ,infien:e  con  tutte  le  Iodiche  fona* 
fiate  date  allafua  anima  giovi y fa  ,,  co'  mefiti  di  tutti  1  Santi ,  auendo-dcfidtrio  d'ac- 
erifeerie  gloria,  ancorché  glorio fi  fia,tn  tal  modo  verrà  col  V eibo  à  coronar  Mar ia^ 
E  chi  potrebbe  mai  (limare  quanto  le  farà  grata  tale  offerta?  0 Maria  quando  verre- 
n.i  volta  à  onorar  tejion  pia  in  parole,  ma  infatti  ?  non  per  vn  ora,  ma  in  eter^ 
no^kamntopoco  cipajrà  allora d*au£fi  patitolo  perche  non  ha  fempre  auantigh  oc-* 

dm 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pa2zr.      1 59 

chiyógnicreatura.ognifpofa  confagrata  à  Cbrifto,ogni  figliuola  dì  Maria  il  tempo  fu* 
turo>&  ilprefeuie  tanto  breue,percbe  nomai  offenderebbe  Iddio  in  cofa  verunà,an~ 
corebe  minima  .  V  elice  V anima ycb e  fi  tr onera  prefente  alt  incoronatone  di  Mariane 
conforme  al  fio  potere  farà  talopcraJLt  andando  la  Madre  noflra  in  Cielo  fin  noi  deb* 
fy  rimanere  auìdita>e  defiderio  ardete  di  feguirla.O  gratiofiffima  Mariajogli  l'anima. 
mia,&  il  voler  mio9e  dammi  il  voler  éuo.O gloriofiffima  Maria  madre  noftrajion  vo- 
ler fopportare  d'andartene  in  Cielo >  e  lafciare  i  cuori  in  terra  .  Voglio>quefto  tempo* 
che  mi  rimane  di  vita  3 godermi  te  -,  rie  voglio  operar  altro ,  fé  non  ammirarmi  in  te , 
Doppoquefto  fi  ritenti  dal  ratto,  nel  quale  aueua  dimorato  più  di  dodici  ore 
continue .  Vn'àltra  volta  ebbe  vna  belliffima  vitìone  della  fantiffiirva  Vergine, 
mentre  (taua  in  ratto ,  e  diflecome  vedeua  Maria  fedente  Copra  vna  nauicelja  > 
veli  ita  di  abiti  candidi ,  e  lucenti  .coperta  di  regale  amanto ,  carico  di  gioie ,  e 
pietre  preziofe- accompagnata  da  innumerabile  drappello  di  Beati  fpiriti:  e  per 
buono  fpazio  di  tempo  (lette  in  quella  contemplazione ,  godendo  di  sì  beato 
oggetto ,  e  con  gran  veemenza  di  parole  moftraua  il  giubilo ,  che  teneua  da  sì 
dolce  villa.  Molte  altre  vifioni  ebbe  della  fantiffima  Vergine,  &  alte  intelli- 
genze delle  fue  grandezze,  &  eccellenze  .notate  nel  libro  de*  Tuoi  eftafi,  quali 
tutte  denotano  la  gran  riuerenza,  e  diuozione  eh  ella  le  teneua . 

Delguftote  %elo%cbe  Maddalena  aueua  della  gloria  di  Dio,  e  che  gli  yffiirj  Ditóni  fi  rer 
citajfero  con  diuozione ffpecialm  ente  nel  Coro .        Cap.  XCV  I. 

IL  gufto ,  che  aueua  quella  Beata  della  gloria  di  Dio ,  pare,  che  a  baftanza_> 
venga  (piegato  ael  Capitolo  89.  doue  fi  è  moftrato,che  tanto  fi  compiace  - 
uà  dei lagloria,e  perfezione  di  Sua  Diuina  Maeftà.di  vederlo  onorato,  glorifi- 
catole lodatodalle  creatute,  chene  formaua  dentro  il  fuocuore  gli  atti  di-go- 
durie nto  di  amore  fopra  deferitti .  Ci  refrano  nondimeno  altre  cofe ,  che  non 
meno  lo  mauifeftano  :  tra  le  quali,èilzelo,&  il  defiderio,  che  ella  aueua  di  dar 
gloria  à  Dio  in  se  itefTa ,  e  ne  proflimi  fuoi ,  perciò  tutte  l'opere  ,  che  faceua , 
ancor  minime,  tutti  li  fuoi  penfieri,intenzioni,  e  parole,  le  ordinaua  à  gloria  ói 
Sua  Diuina  Maeftà  ,*  e  fi  può  dire  con  ogni  ficuresza ,  che  la  gloria  di  Dio  era 
Jo  feopo  del  fuo  operare.  -Ne  mai  rifparmiauaà  fatica  alcuna,  dalla  quale 
fperafle  rifultar  gloria  à  Sua  Diuina  Maeftà  ;  anzi  (come  ella  diceua  )  mille  vol- 
te ilgiorno,fefutTeftatopoflìbile,auerebbedatola  vita  per  la  gloria  di  Dio . 
O  quante  volte  fu  fentita  ne'  fuoi  ratti  e  fclamare  con  infocato  defiderio; 
Beata ,  e  felice  me  ,fefujfi  fatta  degna  di  dar  la  vita ,  èlfangue  per  lagloria  voftra>à 
ùìo  mio .  E  tanto  ardentemente  lo  defideraua ,  che  quando  indhinaua  la  te- 
tta al  recitare  il  Gloria  Patri,&c.faceua  vn'atto  tanto  intenfo  di  porgere  la  teda 
al  Carnefice  per  la  gloria  di  Dio ,  che  vna  volta,  come  (opra  e  detto,  rima(è  in 
tal  penfieroeitatica  ;  Scaltre  volte  fu  amie  rtito  dalle  fue  Nouizie  ,  che  in  tale 
atto  diueniua,per  quefto  penderò ,  palhda,e  tremante,comc  fé  fuffe  inatto  di 
martirio .  Ne  potendo  ciò  confeguire,con  tanto  più  accefo  zelo, fi  dana  à  fare 
quell'opere  di  religione,  e  d'aiuto  de*  fuoi  profumi,  che  poteuano  arrecare 
maggior  gloria  ,  &  onor  di  Dio  ;  nonfoloiecitaua  le  Diuine  lodi,  e  gli  Virici 

con 


.  1 6o     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

con  allegrezza,  e  diuozione,  come  fopra  è  narrato  ;  ma  aucua  ancora  vn  parti- 
colar  zelo ,  che  da  tutte  le  creature  ,  e  fpecialmente  nel  fuo  Munillcro  dalle 
Monache,  fi  recitaffero  in  Coro  iDiuiniVffici  con  ogni  affetto,  e  riuerenza 
maggiore.  Perciò  quando  fentiua  il  cenno  della  campanaxhe  chiamaua  al  Co- 
ro ,  faceua  conto,che  fulTe  la  voce  di  Dio ,  e  diceuaallaltre,  che  feco  fi  troua- 
uano  :  Ecco  la  voce  di  Dioiche  ci  chiama  ,  non  lafciamo  d'vdirla ,  ne  d'efequi- 
re  quel  che  vuole  da  noi ,  andiamo  à  lodare  Dio .  E  fé  vedeua,che  alcuna  ruffe 
negligente  nell'andarui,  ò  che  per  piccola  occafione  lolafciaffe,  ne  rentiua 
grande  amaritudine;  e  quando  le  fi  porgeua  occafione, gliene  daua  lume.Me- 
defimamente  le  vedeua,  che  gli  Vffizi  s'affrettai  fero,  diceua  :  A  me  non  dà  il 
cuore  di  fpedire  le  diuinc  lodi,  come  fi  (pedifeono  l'altre  racende  àtì  Munille- 
ro .  E  però  ancorché  aueffe  poca  voce ,  ad  ogni  modo  Ci  sforzaua  quanto  po- 
teua  di  reggere  il  Coro  quando  vi  era  bifogno  ;  e  quando  vedeua  per  la  troppa 
fbllecitudine  di  quelle ,  che  aueuano  miglior  voce  ,  non  poter  reggerete  raf- 
frenare la  prcllezza  del  recitare,  ne  fentiua  tanta  pena,  che  non  potendo  quafi 
ioffrire ,  ò  per  far  rauuedere  quelle  che  aueuano  ranta  prefeia  nel  dire ,  con  li- 
cenza della  Superiora  fé  ne  partiua  di  Coro .  Et  vna  volta  partitali  dal  fuo  luo- 
go, andò  alla  Superiora,  e  con  vmiltà ,  e  zelo.le  àiffiz  :  Madre  fi  falmeggia  così 
in  fretta  ,  quafi  che  fi  abbia  à  fare  qualche  efercizio  di  più  importanza  di  que- 
fto;  e  così  fu  caufa,che  il  Coro  fi  correggeffe.  Vnaltra  volta  vedendo  vna  Ma- 
dre troppo  affrettarfi  nel  falmeggiare,  le  dille  :  Madre,  fé  voi  aueteà  fare  altra 
facenda ,  che  più  importi  di  quella  ,vfcite  di  Coro,  &  andate  à  farla  5  e  fienili  al* 
tri  aunifi  né  fece  à  molte  :  fiche  perii  fuo  zelo,  ridiifle  le  Monache  à  recitare  i 
Diurni  Vffizi  molto  aggiullatamente  5  e  teneua  conto  d'ogni  minim  o  difetto  . 
che  Ci  commetteua,  non  folo  nel  recitare  ,  ma  nel  fare  le  riuerenze ,  gcnuflef- 
fìoni,  &  in  tutto  ciòcche  vi  fi  aueua  da  fare  :  talché  vna  volta  ebbe  à  renderli  in 
colpa  ,  d'auere  più  atre fo  à  zelare  ,  che  quelle  cofe  fi  faceffero  con  i  debiti 
modiche  d'auere  tenuto  la  mente  à  Dio .  E  quello  zelo  era  così  grande  in  lei  , 
perilgran  concetto  e  riuerenza  eh  ella  aueua  delle  diuinelodi;  perchè  dop- 
pò  i  Sagramenti  ellalollimaua  il  principale  efercizio  della  Regligione,  e  lo 
chiamaua  l'cfèrcizio  degli  Angioine  però  infegnaua,chc  vi  C\  doueua  (rare  con 
modeftia ,  e  riuerenza  Angelica ,  la  quale  cercaua  d'imprimerla  fpecialmente 
nelle  fue  Nouizie  5  onde  quando  andauano  in  Coro  diceiia  loro  taluolta:  Con- 
fiderate  che  andate  à  lodaréDio  con  gli  Angioli  ;  che  (tate  alla  prefenza  della 
Santillana  Trinità  5  e  che  fiate  indegne  di  frarui  ;  e  che  ad  ogni  parola  auere- 
fre  per  riuerenza  à  proflrarui  in  terra  ;  &  altri  documenti  daua  loro  circa  que- 
llo efercizio  del  Cero ,  come  fi  diràdoue  fi  tratta  dell'educazione  dell'anime , 
da  lei  cullodite .  Le  pareua  (  e  giustamente  )  che  quello  defiderio ,  e  zelo  dell' 
onor  di  Dio  aueffe  da  efler  tale  in  tutti  gli  huomini,  convella  lo  fentiua  in  sé; 
e  non  reftaua  capace  di  vedere  altramente  5  onde  taluolta  fu  fentita  dire  :  E'  mi 
par  gran  cofa ,  e  quanto  à  me  confetto  non  la  poter  comprendere ,  che  ci  fia 
ranta  teatina  d'anime,  che  tengano  in  grandezza  l'onordiDio:  efoggiunge- 
uà.  Deh  foreJle  colli  inghiaino  Giesù  con  l'orazioni  à  conceder  fempre  Pallo- 
re à  quello  luogo ,  che  ria  zelante  delJ'onor  di  Dio . 

Ebbe 


Vita  della  B.Marfa  Maddalena  de  Pazzi,     i  €  i 

Ebbe  gran  defiderio  del  martirio  >e  della  propagazione  della  Santa  Fede* 
Caf.       xCVIL 

PEr  Tifteffò  affetto  della  gloria  di  Dio  aueua  quell'anima  gran  defiderio  del- 
la conuerfione  de  gl'infedeli  >  e  dell'eftirpazione  dell'erdìc,  onde  portaua 
particolardiuozioneà  quelle  Religionirche  fono  per  particolare  istituto  or- 
dinate alla  dilatazione  della  gloriaci  Dio,e  dell'accrefcimento  del  Tuo  Regno* 
con  la propagazione-delia  Santa  Fede>  e  conuerfione  deU'anirne,&  à  quei  Re- 
ligiofixhe  in  ciò  s'affaticano.Quando  vdiua  leggere  à  menfa  qualche  lezione  » 
doue  fi  narraffe  conuerfione  d'anime  alla  Fede  di  Chrifto  ,  fi  vedeua  ancora 
cfteriormente  nel  volto  giubilare  di  gufto ,  e  d'allegrezza ,  e(  come  diceua  )  fi 
fentiua  accendere  vna  particolar  diuozione ,  :&  affetto  àqueifantiOperatori 
ditaliconuerfioni  :  e  tutta  smfiammaua  neklefiderio  di  poter  cooperare  aa- 
coreffa  alla -conuerfione  di  quell'anime  ,  &  infieme  con  quelli  dare  à  Dio 
quella  gloria. Eparticolarmente  leggendofi  taluolta  la  vita  di  S.Francefco  Xa- 
uerio,  e  te  lettere  rChe  veniuano  dal  Giappone ,  le  quali  narrauano  la  conuer- 
fione di  quei  Popoli  »paretia  che  fi.ftmggetfe di  defiderio  d'effere  in  quelle 
parti  i  e  cooperare  alla  conuerfione  di  quell'anime,  edi  fopportare  il  martirio 
per  loro;  e  veniua  in  tanto  ccceffo  diquefto  defiderio,che  diceua  auerinuidia, 
in  vn  certo  modo  à  gli  vccelli  dell'aria,  che  portolo  volare,  &  andare  doue  vo- 
gliono; e  che  così  auerebbe  voluto  lei  fenza  pregiudizio  della  fua  profeffione, 
poter'andare  per  tuttoil  Mondo, per  conuertire anime  alla  Fede.  Altre  volte 
diceua  ;  O  chi  mi  concedette  poter'andare  fra  gl'infedeli,  e  fino  nell'Indie,  j e 
pigliare  quei  paruolini  Indiani  ,&  inftruirgli  nella  nóftra  Fede,  accioche  Giesù 
auefse  quell'anime ,  &  effi  aueflino  Giesù .  Vn  altra  volta  effendo  injeftafi ,  e 
parlando  di  tutti  gli  infedeli  in  generalcdilfe,;  Scio  potetti,  tutti  gli  piglierei,  e 
gli  condurrei  nel  grembo  di  Santa  Chiefa,  e  quiui  vorrei,che  ella  col  Ilio  fiato 
gli  purgaffe  da  tutta  l'infedeltà  loro,e  gli  rigenerafle:  fi  come  la  madre  gli  fuoi 
figliuolini ,  e  poi  gli  ponelTe  alte  fue  dolci,  e  foaui  maiiimelle,  Dilatandogli  col 
fuo  latte  de'  Santillìmi  Sagramenti,5c  efclamauaiQ  come  bene  gli  nutrirebbe, 
&  allatterebbe  al  fuo  petto  ;  e  replicaua  ;  O  fé  io  poterti  >  come  lofàrei  volon- 
tieri.  Tanto  s'imprimeuaqueft'affetto  nel  fuo  cuore  ,che  ancor  dormendo,fo- 
gnaua,  e  parlaua  diquefta  conuerfione  de  grinfedeli.  Altre  volte  per  l'affiffà- 
mentodiqueftopenfiero,  così  vaiamente  s'imaginaua  di  trouarfì  in  quei  luo- 
ghi, e  dare  la  vita  perla  Fede  di  Chrifto  ;  che  vna  voltamentre  ,che  conforme 
ail'vfo  del  Muniftero  le  erano  tofeti  i  capelli,s 'knaginòcon  sì  veemete  appren. 
fione  d'auer  la  tefta  fotto  la  fpada  del  Carnefice ,  per  darla  per  la  Fede  di  Chri- 
ito,che  genufletta  co  la  tefta  china,rapita  in  eftafi  afpettaua  il  colpose  diceua; 
O  no  riene  ?  ò  eglifià  tanto  à  venire  $  ecco prontiffima  la  te/la.E  così  eflèndo  priua 
bell'atto  pafcQua  in  quello  defiderio  rimaginazione,eTaffetto.  Per  cooperare 
ancor  elta  in  quel  che  poteua  alla  còuerfione  di  quell'anime  faceua  à  Dio  fpef- 
,le  offerte  del  Sangue  di  Giesù  per  loro;  applicaua  à  quefta  conuerfione  l'opere 
.della  Religione,rnolte  Comunioni,e  molte  ddk  peniteze  affiittiue  ch'ella  fa- 
ceua.Ne  cotéta  d'auere  in  fé  fola  queflo  zelo,per  impetrare  più  abódatemen- 

L  te 


1 6t     Vita  delia  B  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

requeffaconuerfione  >procuraua  d'imprimerlo  nell'altre  >  e  fpetialmente  in 
quelle  >  che  furon  commette  alla  lua  cura .  Onde fpeffo  la  mattina  quando  le 
adunaua  inficine»  ò  al  lauoro,  ò  ad  altri  efercizi  del  Muniflerojntenta  fpecial- 
mente  à  quella  conuerfione  de  gl'Indiani ,diceua  ;  Offeriamo  a  Dio  per  quelli 
tutto  ciò,  che  oggi  faremo;ò  vero  :  Dimandiamo  à  Dio  tante  di  quelle  anime, 
quanti  paffi  faremo  per  il  Muniftero,ò  vero diceua; Chiediamone  tante,quan- 
te  parole  reciteremo  nel  Diuino  vffizio.  Se  cuciuano,  diceua -,  Chieggiamone 
tante  quanti  punti  metteremo  con  l'ago  :  Te  lauauano  il  bucato  ;  fefocraua  4 
chiederne  tante  quante  volte  tuffauano  le  mani  nell'acqua  $  &  in  fomma  da_* 
ogni  efercizio  ne  cauaua  quelle  petitionià  Dio. 

Patiua  pena  grandiflìma  in  fentire  tanto  moltiplicati  gl'Ereticixontro  i  qua; 
Ji  accefa  di  zelo,gli  cbiamaua  maladetti ,  e  demoni  incarnati ,■  lingue  auuelena- 
teche  con  le  loro  auuelenate  parole ,  &  operazioni ,  s'ingegnano  per  quanto 
pollano  di  rompere ,  e  fquarciare  la  vede  di  Chrillo ,  che  è  la  Santa  Ghie  fa.  E 
confiderando  le  loro  peruerfe  erefie,  e  la  (tragedie  fanno  dell'anime  proprie^ 
e  dell'altrui , ne  fentiua  tanto  dolore,e  lappreudeua sì  fattamente ,che  diceua; 
Bifognerebbc,  che  l'anime  noflre  folTero  come  tortore ,  Tempre  gementi ,  e 
piangenti  la  tanta  loro  cecità. Non  meno  fentiua  il  vedere  ne'Cattolici  raffred- 
data la  Fede  ,  e  faceua  feruenti  orazioni  per  il  raccendimene  di  quella  ;  e  de- 
plorando in- vn  ratto  amaramente  quello  raffreddamento ,  fu  fentita  dire  con 
grande  affètto  queffe  parole  .  E  à  che  gioita  la  Fede ,  à  chi  in  quella  per  altnynon 
-profitta  ?  fpargila,fpargila,V  erbo,viua,&  ardente  nel  cuore  de*  tuoi  fedeli ',rij calda- 
ta,&  accefa  nella  fornace  del  tuo  cuore  ,  e  dell* infinita  Carità  -,  fi  che  la  Fede  de  tuoi 
Fedeli  fi  conformi  con  l'opere  loro,e  V  opere  fi  conformino  con  la  fede  -,  Ohimè, ohimè, 
quanti  naufragi  della  F ede  ?  0  Chrifìianità  tanto  mancata  per  lerefia  in  tanti  luo- 
ghi ,  contro  la  Fede?  Ma  perche  il?  er  che  prima  erafpentà  la  Carità .  La  tua  fé  de  fa  il 
viaggio  ,  che  fa  il-Sole  :  quinafee ,  e  qui  tramonta  :  qui  forge ,  e  quiceffa  ;  e  chefegno 
danno,che  quefìo  Sole  tramonta  ?  l'ombre  de* peccatici)  e  fi  veggono  per  tutto.  Et  ac- 
cefa vie  più  in  quello  defiderio  foggiungeua  :  0  chi  mi  toglieffe  la  vita,  e  mi  fa- 
ci ff  e  ver  far  e  tutto  ilfangue ,  perche  quefla  Fede  accefa  nel  tuo  Sangue ,  e  rauuiuata 
con  la  tua  carità, fi  fpargeffe  per  tutti  quelli, che  profetano  la  tua  Fede.  Con  riftef- 
iò  affetto  raccomandaua  à  Dio  frequentemente  ogni  giorno  la  Santa  Chiefa  . 
&  il  Sommo  Pallore»  e  procurauaxhe  le  lue  difcepole  racefleroil  medefimo  ; 
e  dimandando  vna  fera  ad  vna  forella,fe  in  quel  giorno  aueua  pregato  Dio  per 
la  Santa  Chiefa ,  e  per  il  Sommo  Pontefice  ;  e  nfpondendo  quella  di  nò  ,  con 
grande  (ìupore.e  zelo,  dille .  O  che  fpofa,  che  non  raccomanda  ogni  giorno  la 
Chiefa  a  I)io*ir.o(lrando  in  quelle  parole  efler  particolar  obligo  delle  Mona- 
che>tenere  ogni  giorno  nelle  loro  orazioni  raccomàdata  à  Dio  la  Sàta  Chiefa. 

Ebbe  grand  iffimo  defiderio,  e  gufo  della  conuerfione, e  fallite  de 'peccatori,  e  come 
e  crcaua  d'imprimerlo  nel  cuore  d  (  Ile  f or  elle.      Cap.      XCV  1 1  /. 

SI  come  vanno  infeparabilmente  vhiti  infieme  la  gloria  di  Dio,  elafalurc 
dell  anima,  così  ncll'idelTa  maniera,  che  la  B.  Maria  Maddalena  fu  zelolà 

della 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzi .      1 6  j 

della  gloria  del  noftro  Dio,  altrettanto  fu  antìofa  della  conuerfrone  de'  pecca- 
tori >  e  falute  dell'anime .  Quefto  defiderio  fu:  in  lei  così  grande,  Se  eccellluo  » 
che  con  molta  ragione  fi  può  dire ,  che  fu(Te  vno  de'  più  principali  doni  infofi 
da  S  D.  M.  nel  cuore  di  ki  ;  anzi  più  predo  fi  può  dire ,  che  Dio  fauefle  tut- 
ta immerfa  in  quefto  defiderio,  che  di  quello  modo  di  parlare-fi  lèrtiì  lei  ftefsa 
in  vri  ratto,  parlando  di  quefto  fuo  defiderio  della  fallite  dell'anime,  edifici 
C  olio  e  auit  me  Verbum  in  defiderio  ,  quodipfebabuitinhumanrtatefua  .  Perlo 
quali  parole moftrò ancora  come  Giesù  lraueua  fatta  partecipe  di  quel  zelo, 
che  elfo  ebbe  mentre  viffe  tra  gli  huomini ,  della  falute  di  quelli  :  oc  in  vero 
che  il  tuo  non  era  zelo  ordinario  ,  ma  ftraordi natio  >  e  fopra  ogni  vmano 
penfiero . Quefto erail fuo conforto>& il  Tuo  martirio;il  fuo eonforto,perche 
negli  fteffi  trauagli  e  tentazioni  quefto  defiderio  la  confolaua,  e  nel]  aridità  la 
rauuiuaua;  onde  ancorché  patine  grande  aridità  difpiriro ,  tutrauia  nel  defide- 
rio della  falute  delle  anime  fempre  era  inferuorita,  &  efficace,  &  erale  arnie,  e 
feudo  contro  le  tentazioni .  Ritrouandofi  ella  vna  volta  grandemente  traua- 
gliara  da  vna  grauiflìma  tentazione  di  fede  5  &  eftendo  tanto  gagliarda  la  ten- 
tazione <  che  per  ributtarla  le  era  neceffariograndiiTrma  forza ,  e  violenza ,  di 
niodoiche  auendo  durato  buono  fpazio  di  tempo,  fi  trouaua  molto  ftanca,  Se 
affannata, col  volto  pieno  di  fudóre  e  parendole,  quafi  che  d'efferabbadonata 
dal  fuo  fpofo  Giesù,fe  gli  voltòDe  d\SÌk:Ofpofomio  Verboytufeipurein  mey&  io 
in  te?  0  botte  lefuyperche  non  m'aiuti?  e  replicando  più  volterà  bonelefu^vìk  cro- 
llando folleuamento alcuno  datale  tentazione,  ricorica  quefto  defiderio 
della  falute  dellanimce  difle  sSurfum  corda,  habemus  addefiderìumjalutis  ani* 
marum  omnium  credentium  ;c  fubito  fi  dileguò  ogni  tentazione  r  e  fi  dichiarò 
la  fua  mente.e  di  mefta,&  afflitta, che  era.rìiuenne  tutta  allegra.Ma  sì  come  le 
era  dato  conforto>così  l'era  dolce  martirio,perche  quefto  defiderio  giorno,  e 
notte  la  confumaua>nè  mai  fi  parriua  dal  Tuo  cuore .  Onde  in  vn  ratto  ,  ch'ella 
ebbe ,  parlando  con  Dio  nofho  Signore  di  quefto  defiderio ,  fi  feruì  di^quelle 
parole, che  difse  ilSanto  Profeta  Dauid ,  del  zelo.che  ebbe  Chrifto  ,  dell'ono- 
re 5  del  Padre  .Dille  ella  \Defiderium  animarum  tuarum  comedipme  .Signore  il 
defiderio  della  falute  delle  tue  anime  mi  ha  confiimato  >  e  poco  appreflò 
fòggiunfe  quel!  altre  fimili  parole .  Congrua  menomine  ,quoniam  in  defiderio 
éyumarum  confumpta  ejì  anima  mea .  E  quelle,  che  più  intrinfccamentela;con- 
uerfornojdicono,  che  quefto  defiderio  era  in  lei  così  continuo,  che  non  paffa- 
ua.quafi  mai  ora,  che  ella  con  qualche  parola, ò  azzione  non  lo  manifeftaffe  : 
nò ,  clic  per  qualfiuoglia  efercizio  lo  perdeua  di  memoria  :  anzi  bene  fpefìò 
accadeua  ,  che  trouandofi  e!  la  in  comune  conaltre  forelle,  improuifàmente  fi 
partiua  diquiui;.e  iène  ritiraua  in  Coro, ò  in  altro  Iuogo>e  fi  proftraua  auanti  à 
Dio  à  chiedere  la  eonnerfione  depeccatori  Frequentiffimameute  fi  leuatia  di 
mezzanotte  &  andana  auanti  al  Santiftìmo  Sagramento,  e  quiui  gettata  àtei> 
IB.fi  fenjtiua  piangere  dirottamente  l'offefe  fatte  à  Dio  e  chiedere  la  falute  del- 
l'anime. Ma  particolarmente  ne  tempi  del  Garneuale,nel  quale  la  Diurna  bon-v 
tà  viene  maggioimente  offefa  da  mondani  per  la  moltiplicazione  de'  peccari, 
Che  m  quei  tempi  fi  fanno  ,  ellaraddoppiauale  penitenze  »  e  le  orazioni  per  i 

L     2  pecca- 


1 64    Vita  della  B.Marra  Maddalena  de  Pazzi.  ' 

peccatori , &  ancoincitaua  l'altre  Monache  a  fare  il medefimo .  Vna  volta  fri 
l'altre  per  eccitare  le  Monache  alla  penitenza  per  i  peccati  de'  popoli  ;  effónda 
folita  fuegliare  ,  e  chiamar  le  Monache  à  Mattutino,  vna  notte  delGiouedj 
grafia .  chiamatain  Firenze  Berlingaccio  ,  su  l'ora ,  che  doueua  chiamare  le 
Monache  à  Mattutino, ne  chiamò  alcune,  che  veniftero  con  lei  a  darli  la  difei- 
plina;  &  infienie  con  effe  difciplinandofixandorno  per  tutti i  dormentori  à  (ve- 
gliare i»  tal  modo  le  Monache  al  Mattutino  &  alla  penitenza  infieme.Mede- 
fimamente  raceuaparticolariorazioniperle  meretrici  ne  giorni  di  Quare fi- 
ma  >  quando  fono  camandate  interuenire  alla  Predica  :  acciò  Dio  difponeiìe  i 
lor  cuori  alla  conuetfione.  Si  doleua  grandemente  di  nonpoter  cooperare  al- 
la conuerfione  e  falute  de'  peccatori ,  come  arebbe  voluto  :  &  ancorché  con 
efficaci  orazioni, e  con  moire  penitenze  gli  aiutane ,  come  ne  feguenti  capitoli 
fi  narrerà,tuttauianonle  paxeua  far  cofa  alcuna.  Onde  vna  volta  in  vn  rattoàn 
atto  di  rammarico,  dille  >  che  non  trouaua  chi  empiefìe  il  de  fide  rio  dell'anima 
lua,nel  porgerle  occafione  di  cooperare  alla  falute  dell'anime  :  e  le  Tue  paiole 
fumo  quetleiConfideraibMi  ad  dexteramy&  videbaìn^ù*  non  erat,qui  impleret  de- 
fiderium animarne**  Et  vnavoka fu trouatainluoga ritirata , che pisngeua 
dkottamente  ;  e  domandata  perche  così  piangefle,  rifpofè  ;  Piango  perche  mi 
pare  di  tiare  oziofa,  e  non  far  nulla  in  feruizio  di  Dio,e  per  la  falute  dell'anime  • 
Effóndo  vna  volta  fiata  à  vifitarla  vn  buon  feruo  di  Dio ,  il  quale  nella  Città  di 
Firenze  molto  lì  affiàticaua  per  la  conuerfione  der peccatori;  e  raccontandole 
molte  fue  fatiche  »  e  trauaglixhe  patiua  nekondurre  anime  à  Dio ,  ella  da  vna 
parte  molto  fi  rallegrò  di  quello  frutto  s  ma  dall'altra  parte  dette  in  vn  amara 
pianto,perche  ilei  non  pareua  d'operar  nulla  per  la  fallite  dellanime,e  fi  ripu* 
tana  a  gran  confufione  il  vedere  vn  fecolare  tanto  affaticarli  per  l'anime ,  e  iti 
Religiofa  non  far  cofa  alcuna  >come  ella  ftimaua .  Onde  fpeflb  diceua  alle  So- 
relle >  Non  ci  lafciamo  vincere  da'  fecolari:  e  foggiugneua  con  gran  fentimen- 
to  di  fpirito;  Noi  non  abbiamo  à  render  conto  à  Dio  folo  delle  opere  cattiuc, 
che  aremo  commette ,  maancora  delle  buone  tralafciate  ,  che  aremapotuto 
fare  ,•  Dio  non  ci  hi  f  eparato  dal  mondo,  perche  folò  fiamo  buone  per  noi,ma 
perche  aiutiamo  l'anime  con  l'orazioni ,  e  penitenze ,  e  Io  plachiamo  contro 
de'  peccatori  adirato:  quefta  eia  noftra  parte.  E  per  acce rrder  viepiù  fé  ftefsajC 
l'altre  infieme  nel  femore  di  quefto  defiderio.  replicaua  fpefso:CIìi  sa  che  for- 
fè molte  anime  non  fienoreftate  di  conuertirfr ,  perche  noi  non  fiamo  ftare 
feruenti  in  pregare  Dio  per  loro  ?  Akre  volte  diceua,  come  Santa  Caterina  da 
Siena  ,  che  Dio  fi  lamentaua,  che  non  aueua  in  quefto  mondo  chi  sopponef- 
ie  all'ira  fua  ,  e  loplacafse  ;e  foggiungeua  .  Noi  Sorelle  habbiamo  a  render 
contaà  Dio ,  elle  tante  anime  oggi  ardono  nell'Inferno  :  che  fé  voi,  &  io  funi- 
aio  tote  feruenti  à fare  orazione ,  &orrerire  il  iàngue  eli  Giesù  per  loro  ,  e  rac- 
comandarle con  caldo  affetto  a  Dio ,  egli  Ci  farebbe  forfè  placato  ^  e  non  (à- 
rebbono  in  quelle  pene  .  Perciò  efortaua  le  Sorelle  ad  offerire  fpefso  àDioii 
(àngue  di  Giesù  per  ipeccatori,  &  à  tollerare  qualfiuoglia  trauaglio  per  impe- 
trare la- lora conuerfione .  E  sì-come  iPgufto,c  h'clla  aueua  nel  chiedere  à  Dia 
Ja  falute  dell'anime,  la  confòrtaua  in  ogni  amaritudine  d  animo,  così  le  ne  fer- 
mila ancora  pec  ammire>e  rallegrare  le  tiepide,  e  maninconiche  lue  difeepok  > 

onde 


Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi.      1 6  $ 

onde  quando  vedeua  alcuna  di  loro  meda  ,  &  afflitta,  diceua .  Voi  non  auetc 
amordiDio,  pere  he  date  così;  fàrelle  il  meglio  àpenfareallafalute  di  qual- 
che anima,ed  andarla  à  rubare  dalle  branche  del  demonio,&  acquiflarla  à  Dio; 
&  ìniègnaua  qualche  orazione  da  farfi  per  tal'intenzione, e  diceua  :  Chiedete- 
la con  tede  à  Dio ,  che  ve  la  concederà  :  e  talora  per  infiammarle  in  tale  efer- 
ciziojfoggiungeua  :  O  Nouizie  fé  voi  potette  vedere  la  bellezza  d' vn'anima , 
che  è  in  grazia  di  Dio ,  ve  ne  innamorarefte  tanto ,  che  non  fareile  altro  >  che 
chiedere  anime  à  Dio  ;  e  per  il  contrario  fé  vi  fu  (se  moflrato  vn'anima  in  pec- 
cato, odierefli  il  peccato  più  che  il  demonio  ftelTo,  e  lempre  pregareftiper  la 
conuerfione  de'  peccatori  * 

Segue  la  mede  finta  materia  :  Dotte  fi  narra  il  gran  defiderio  y  e  gufilo  che  aueua  dì  pa- 
tire per  la  conuer jìone  y  efalute  de  peccatori  y  e  come  fi  accendeua  in 
queflo  defiderio.        Cap.     X C  1 X. 

INfallibile  teflimonio  del  zelo ,  che  aueua  quell'anima  della  conuerfione  >  e 
falute  de' peccatori,  fu  la  brama, e  defiderio  grande,  che  aueua  di  patire,  e 
fodisfare  per  i  peccati  loro ,  acciò  Dio  fi  placafìe  ,  e  gliene  perdonane  :  Perii 
qual  defiderio ,  oltre  a  gli  urani  patimenti ,  e  penitenze ,  con  le  quali  volonta- 
riamente affliggeua  il  ìlio  corpo  per  loro,*chiedeua  ancora  à  Dio  infermità.pe- 
ne ,  e  franagli ,  &  ogni  male  di  pena  da  quelli  meritata  per  le  lor  colpe,  ancor- 
ché fulTerolutfe  le  pene  del  Purgatorio.  E  pattando  più  oltrcarriuò  fino  à  efi- 
birfi  à  Dio  di  ftarefe  fujfe  fua  volontà,  nell'Inferno à  penare  perla  falute  delle 
anime, purché  iuinon  odia(Te,nè  beftemmiafifeSua  Diuina  Maeftà  ;  &  in  con- 
fermazione di  quello ,  dille  vita  volta  in  ratto ,  che  fé  l'anima  s'acquiftafle  l'In- 
ferno lenza  offender  Dio ,  per  ridurre  vn'anima  à  Dio,  fé  ne  douerebbe  gloria- 
re ,  fendo  ciò  fatto  per  puro  onore  di  Dio  ,  tanto  era  grande  il  concetto ,  che 
aueua  della  falute  dell'anime.  A  quella  anteponeua  ogni  fuo  gufto,  e  conten- 
to ,  non  folo  temporale ,  ma  anco  fpirituale  ;  onde  quando  lei  fi  porgeua  oc- 
cafione  d'aiutare  qualche  anima  bifognofa,nonguardaua  à  priuarfi  non  folo  di 
ogni  commodo ,  e  bene  (pedo  delle  ilefle  neceffità  corporali,  ma  ancora  del- 
le orazioni,  e  d'altri  efercizHpirituali;  e  fi  efibiuaà  Dio,  fefutTe  Hata  fua  vo- 
lontà ,  di  rellar  priua  per  la  falute  dell'anime  di  ogni  fentimento,  e  gufto  fpiri- 
tuale ,  e  d'edere  fpogliata  d'ogni  fauore,  e  grazia,  purché  le  re£lafse,come  ella 
diceua,la  grazia  principale  dell'amicizia  di  Dio,e  la  buona  volontà  con  la  qua- 
le potette  amare,e  feruireSua  D.  Maeftà.  Del  che  ne  fu  efaudita;  non  folo  per 
lo  fpazio  di  cinque  anni  della  prouazione  fopra  narrata,  ma  ancora  in  molti  al- 
tri tempi  di  fua  vita  ,come  appretto  fi  narrerà  :  fi  come  anco  fu  più  volte  com- 
piaciuta da  Dio>e  tocca  dalla  fua  mano  con  graui  dolori ,  &  infermità ,  che  le 
durorno  fertimane  ,  e  mefi,  per  la  fallite  de  peccatori .  Nò  per  quello  fi  eftin- 
le  in  ki  là  fete  di  patire  per  l'anime ,  ma  quanto  piùpatiua  per  tal  fine ,  più  gu- 
llaua  patire;  e  come  innamorata  di  quello,  diceua,  che  quello  patire  le  daua 
contento,  e  lo  chiamaua  pena  gloriofa:  ckvna  volta  eflendo  in  ratto,  fu 
fenrita  direinquefto  propofito,  che  il  non  auer  pena,  le  era  gran  pena;  e 
volle  dire,  che  più  pena  era  all'anima  fua  il  non  auer  che  patire  ,  per  la  con  - 

L    i  uer- 


idb      vicaaeuar>.iviana  Maaaaienaae  razzi. 

uerfione  dell'anime  peccatrici,che  lo  lìefso  patire  j  perche  nel  patire  per  quel- 
le ,  vi  trouaua  tanto  conforto ,  che  fuperaua  la  pena .  E  tanto  bramaua  quello 
patircene  ad  ognora,  &  ad  ogni  momento,  fé  ruffe  flato  poffibile,  arebbe  lok 
ferto  il  martirio  per  l'anime;  così  fu  l'entità  in  vn  ratto,  nel  quale  raccoman- 
dando à  Dio  feruentemente  la  falute  delPanime5diiTe.'  ver  le  quali  ad  ogni  ora, 
&  ad  ogni  momento  /offrirei  volentieri  il  martirio  y  e  fé  fujje  poffibile  mille  morti 
ancora ,  e  foggiunie  :  0  felice, &  auuenturata  mcyfe  mifujie  conceduta  queiiagra- 
^ia,che  tanto  bramo .  Et  vn'altra  volta  e/Tendo  in  quello  medefìmodefiderio 
del  martirio  5  diffe  :  Il  martirio  non  mi  farebbe  martirio  ,  ma  Taradifo  .  Altre 
volte  diffe  >  che  arebbe  voluto  poter  morire  mille  volte  per  potere  tante  volte 
tornando  à  viuere,  dare  tante  vite  perla  falute  dell'anime .  Et^na  volta  in  par- 
ticolare .  acce  fa  in  quello  femore ,  prefe  vn  Crocififfo  in  mano ,  e  dille  con 
grand'ardore  di  carità  quelle  parole  :  Tu  signore  ,hai  voluto  morire  in<:roce ,  e 
dottare  tutto  il  tuo  Sangue  a1  peccatori  -,  Io  ancora,Dio  mio,vorrei  donare  il  mio  prò  - 
priofangue,e  reflar  priua  di  vita, perche  quelli  fi  conuertijfero  .  Et  vna  Volta  mo- 
Arandotele  Dio  adirato  contro  de'  peccatori,e  defiderando  ella  di  placarlo  ; 
riuolta  al  Verbo  Diuino  proruppe  inquelle  parole  :Overbo^erche  non  mi  fai 
guflare  T  Inferno  yC  perdere  la  vita,  accioche  almeno  in  parte  fi  poffa  placare  Vira  del 
Tadre  tuo  ?  In  fomma  non  aueuano  mai  fine  quelli  fuoi  infocati  defiderij  :  fi 
che  à  imitazione  di  S.  Paolo  Apoftolo,dando  in  eccello  di  carità,anteponeua  la 
iàlute  dell'anime  altrui  alla  gloria  dell'anima  propria .  Onde  mentre  vna  volta, 
flando  in  ratto  ,  chiedeua  a  Dio  la  conuerfione  di  alcune  anime ,  dille  à  Dio  : 
Signore,  fé  tu  non  mi  farai  grafia  di  darmi  quefly  anime ,  che  ti  chieggo,  dirò  ancor  io 
di  non  voler  venire  àpofiedere  lagloria,che  tu  mi  hai  preparata  .  Et  vn'altra  volta, 
dille, che  le  noftro  Signore  auefie  domandato  à  lei,come  domandò  à  San  To- 
rnato d'Aquino,  che  mercede  voleua  delle  fue  fatiche,  non  gli  arebbe  chiedo 
altroxhe  falute  dell'anime .  Quelli  erano  i  fentimenti ,  che  ella  aueua  della  la- 
Iute  altrui,  à  confufione  fpecialmente  di  quelli,  che  hanno  cura  danime,e  non 
i 'hanno  ne  d'altri,  ne  della  propria  . 

Se  benccome  lòpra  è  detto,  fiitale,e  tanto  quello  zelo,  che  IT  può  lìimare 
vnofpecial  donodiDioinleiinfufo,*  tuttauia,  ella  per  corrifpondere  à  quello 
benefizio  Teccitaua  in  se  ftelìacon  tre  confi  derazioni.  Prima,  con  confiderare 
frequentemente  l'amore,che  Dio  ha  portato,  e  porta  all'anime,  e  quanto  Gie- 
sù  ha  patito.e  con  quanto  amore,  per  la  falute  dell'anime  noltre,  e  checueile 
tòno  l'eredità  di  Giesù  datagli  dall'eterno  Padre  :  onde ,  come  quella ,  che  lui- 
lceratifiìmamenteamaua  Dio,  &  ilfuo  fpofo  Giesù,  non  poteuanon  amare ,  e 
non  zelare  fnifeeratamente  quell'anime,  che  tanto  ha  amato.e  zelato  Dio.Se- 
eondo,  confideraua  quanto  beila  cofaè  vn'anima  ingrazia  di  Dio,  e  quanto 
Dio  ne  gufta ,  e  quanto  grande  è  il  bene  di  quell'anima  *  Terzo  ,  confideraua , 
quanto  brutta ,  e  deforme  fia  vn'animain  peccato  mortale ,  e  quanto  cattiuor 
(lato  fia  quello.E  talmente  s  internaua  in  quelli  penfieri,  che  meritò  più  volte 
ne'  fuoi  ellafi,  di  vedere  anime  nell" vno  r  e  l'altro  flato ,  e  la  bellezza  di  quelle 
ingrazia,  eia  orribilità  di  quelle  in  peccato . 

Segue 


Vita  della  B.  Maria  Maddalena  deTazzu     1 67 

Segtle  della  medefima  materia,doue  fi  moflra  di  pia  il  dolorerei)  ella  aueua  dell  off  e  fé 

fatte  a  S.  D.  M.  e  come  fi  doleua  del  poco  'telo  ,  che  hanno  alcuni  Supe* 

riori  dell'  emendale  conuerfione  de  peccatore      Cap.     C. 

E  Così  abbondante  la  vita  di  quefta  Beata  de  gli  atti  di  quefta  accefa  ca- 
rità ,  e  di  zelo  deila  conuerfione  de'  peccatori ,  che  non  fi  poteua  fenza 
notabile  lunghezza,  reftringerli  in  vn  folo  Capitolo .  Imperoche ,  oltre  alle 
cofe  fudettefi  ftruggeua,e  confumaua  del  continuo,in  vedere  tante  otfefe, 
che  fi  fanno  à  Dio  da  peccatori,  e  non  vi  poter  rimediare .  Onde  efTendole 
vna  volta  moftrato  da  Dio  la  malizia  del  cuore  de  peccatori ,  proroppe  in 
quefte  parole  :  Chi  potrà  mai  Iettare  tanta  malizia  dal  cuore  delle  creature  <?  certo 
che  non  vi  bifogna  meno,che  la  carità,?  bontà  tua,  ò  Dio  mio  :  e  tutta  accefa  di  de- 
fiderio  d'eftinguere  quefta  malizia,foggiunfe  :  ofe  io  fuffi  fatta  degna  di  dar  la 
vita  mia  per  la  falute  delle  tue  creature,  e  leuar  via  tanta  malica,  quanto  refrigerio 
mi  farebbe  §  Gran  co  fa  èviuere,e  del  continuo  morire.  0  che  gran  pena  è  il  vedere  di 
poter  giouare  alle  tue  creature,con  metter  la  vitale  non  lo  poter  fare  i  e  fentendofi 
confumare3e  ftruggere  da  quefto  zelo,diceua:  0  carità,tufei  vna  lima,che  con- 
fumi àpoco  àpoco  Vanima,&  il  corpose  del  continuo  nutrijci  efìa  anima,&  e/so  cor- 
po: Deteftando  poi  quefta  malizia ,  foggiungeua  :Ohimé,quefiì  tali  huomini  sì 
pieni  di  malica  non  mi  paiono  creature,ma  demoni-,  e  che  e  ferrico  fanno  idemoni,fe 
non  di  malizia  ì  Istyn  esercitano  altroché  mali%ia,per  ingannare  la  verità.  Né  po- 
tendo ella  (offrire  di  vedere  tanta  malizia  nelle  creature,diceua^Doae  anderò, 
doue  mi  volterò,che  io  non  veggano  buono  Dio,latua  offefaì  Ter  tutto,,per  tutto  veg- 
go abbondare  la  malica-,  e  fupplicando  Dio  à  conuertire  le  creature3replicaua: 
O  Tadre,  ò  Verboso  Spirito-  Trino,  &  vno  Dio  ,fàsì  che  ad  ogn'vnofia  conferito  il 
lume  tuonacelo  per  me^o  deffopofsa  ciafeuno  di  loro  conofcere,&  in  parte  penetra- 
re la  fua  malica  -,  e  tutta  defiderofa  dauer  parte  in  quefta  conuerfione  de' 
peccatori ,  di  nuouo  replicaua^  me  concedi  grafia,  che  per  loro  io  pò fsafodi fi- 
fare, con  metter  la  vita  quando  bifognafseDtfidcra.ua  ancora  di  non  efTer lòia  in 
quefta  fanta  operazione ,  ma  che  con  lei  fi  vniffero  i  Semi  di  Dio  ,  e  pregaua 
caldamente  il  Signore ,  che  ancor  à  quelli  confcriflè  il  defiderio ,  che  aueua 
conceduto  à  lei  dì  quefta  falute  dell'anime;  e  vedendo  non  lo  trouare,afflit- 
ta  dalla  fiamma  del  fuo  zelo ,  diceua  :  0  perche  non  la  pofso  io  conferire  à  tutti 
quejli ,  affinchè  poi  tutti ,  &  io  infieme  con  loro ,  poteffimo  in  qualche  parte  fodisfa- 
re  all'off efe ,  che  ti  fi  fanno  *  fé  bene  non  può  Jodisfare  a  teflefso ,  fé  non  la  bontà 
di  teflefso  :  ma  pure  auerei  alquanto  di  sfogamento .  E  conofeendo ,  che  cagio- 
ne di  quefto  poco  zelo  n'era  l'ignoranza  delPoffefa  di  Dio,  efclamaua^». 
0  malizia  della  creatura ,  quanto  poco,  e  da  pochi  fei  penetrata  ?  0  Dio  buono ., 
ella  none  penetrata  :  molti  dicono  -,  che  tu  fei  offefo ,  ma  non  fanno  -,  e  non  pene- 
trano ,  che  cofafia  offefa .  Penetraua  bene  ella  la  grauezza  dell'offefe  di  Dio* 
talmente,  che  nel  vedere  i  peccati  del  Mondo ,  quali  frequentemente  da 
Sua  Diuina  Maeftà  le  erano  moftrati ,  patiua  grandi,&  eftremi  dolori .  On- 
de auendo  vna  tal  vifta  in  quel  ratto  a  nel  quale  da  Giesù  fa  fpofata  :  affa- 


1 6  8-     Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzi. 

lira  da  trauaglio,&  afflizione  grandi/lima,  ad  ora  ad  ora  proferiua  quefte  pa- 
role >  CircHmdederHìit  me  dolor  es  mortisi  dolore s  inferni  circumdederunt me ,  Come" 
dit  me  dolor  inferni ,  prò  multitudine  iniquitatum  noftrarum  .  E  per  il  dolore^  che 
fentiua,mandaua  fuori  atfannofi  fofpiri,  mefcolati  con  amaro  pianto  :  fi  get- 
taua  per  terra ,  freraeua  in  fé  ftefla  ,  e  patiua  trauaglio  di  morte ,  e  diceua  :  o 
Signore  yio  nonpoffopiu>  e  fé  non  vogliono  Iettare  da  loro  i  peccatori  tanti  peccati , 
lena  da  me  ti  prego ,  la  vifta  di  quefte  iniquità  ;  che  non  poffo  più  :  e  flette  vnora  3  e 
meza  in  quefto  gran  trauaglio,  nel  quale  diffe  molte  altre  parole  in  detefta- 
zione,  &  odio  deiringratitudine  de  gli  huomini .  Apportauale  tanta  amari- 
tudine quefta  vifta  de'  peccati  de  gli  huomini  5  che  quefto  le  pareua  il  mag- 
gior di  tutti  i  fiioi  trauagli ,  che  aueffe  patito  in  vita  fua  :  e  fé  non  fuflè  flato 
quefto ,  le  farebbe  parfo  d'auer  goduto  in  quefta  vita  vna  caparra  del  Para- 
difo.  Così  diffe  ella  in  eftafi3con  quefte  parole  :  ofefinifiero  vna  volta ,  ò  mio 
Lio ,  l'offefe  che  ti  fon  fatte  ì  Ofe  i?na  voltanon  aueffero  i  maladetti  demoni  occa- 
fione  di  trauagliarmi  con  la  vifta  de* peccati  de  gli  huomini  ?  Ma  che  ?  Troppo  fareb- 
be :  gufterei  Vara  del  Taradifo  j  vuoi  fempre,  ò  mio  Dioiche  col  foaue  mele  della  tua 
grafia  vi  fi  mefcoli  laffen%io  della  tentazione  #  Doue  è  da  notare  ,  che  quefto 
trauaglio  della  vifta  de'  peccati  fu  à  lei  molto  continuo  ;  poiché  come  fopra 
è  dettole  patì  in  tutti  i  cinque  anni  della  fua  prouazione ,  &  i  demoni  fé  ne 
ièruirno  come  di  ftrumento  principali/fimo  per  tormentarla  nell'animo  :  e 
poi  fuori  del  detto  tempo  ancora  5  Dio  permife5che  frequentemente  auefle 
fìmili  vifte  :  sì  acciochecon  quefta  pena  vcniflè  à  foddisfare  in  qualche  par- 
te à  i  peccati  altrui ,  come  ella  defideraua  :  si  ancora  per  infiammarla  mag- 
giormente à  porger  preghi  àS.D.Me  far  penitenze  per  gli  ftefifì  peccatori  : 
oltre  che  il  dolerli  dell'ofiefè  fatte  à  S.  D.  M.  era  il  fuo  efei  cizio  quotidiano  ; 
&  ogni  mattina  fi  proteftaua  di  volere  in  quel  giorno  condolerfi  con  Dio 
deli'offefe5che  li  fono  fatte,come  fopra  nel  Capitelo  8 1 .  è  notato . 

Oltre  al  dolore  dell'offese  che  fan  no  i  peccatori  à  Dio  fentiua  grande  af- 
flizione in  vedere,  che  poco  fi  2claffe  da  proflìm^e  da  alcuni  Superiori  que- 
fta fallite  dell'anime ,  e  la  correzione  de  gli  ftelfi  peccatori  :  e  diceua ,  che  li 
Superiori  douerebbono  effer  fitibondi ,  &  anziofi  dell'onore  di  Dio ,  e  della 
falute  dcll'anime,come  il  ceruo  dell'acque  •>  riè  douerebbono  lafciarle  perire 
per  la  loro  parte  nel  baratro  infernale3per  cagione  di  no  voler  difguftarle  per 
rifbetti  vmani,con  la  zelante  correzione.E  piena  di  zelo  rapita  in  eftatì>efcla- 
miua  :  0  quanto  è  odio  fa  à  Dio  quefta  diffimulaxjone  \  Ver  che  fé  bene  egli  vuole  , 
che  nell'intimo  del  cuore  fi  compatì fca  àgli  altrui  man  e  amenti  juttauia  fi  compiace, 
e  vuole  ancoraché  quelli  a"  quali  s  a fpetta3 fieno  Telanti,  e  rigorofi  nel  caftigar  le  col- 
pe >  acciò  venghino  purgati  i  cuori  dalla  ^i^inia,  e  reftino  frumento  purgato  ,  e  degno 
d' effer  introdotto  nel  granaio  di  Dio  in  vita  eterna.  E  foggtungeua;  Se  co1 peccato- 
ri s 'e fercitafse  in  tal  modo  feuer a giufli^ia ,  ò  quanto  maggior  aiuto  fi  darebbe  alla 
Chiefa  di  Dio,  che  non  fi  dà  <? 

Altra  volta  fimilmente  in  ratto,eflendole  da  Dio  fatto  vedere  la  freddez- 
za di  moki  Superiori  nel  correggerle  punire  i  peccatori,  cominciò  ad  cfda- 


Vita  della  B  Maria  Maddalena  de'  Pazizi .      1 69 

Jfnare  :  0  quanti  veggo  io,che  /otto  mantello  di  mifericordia  lafciano  andare  impu- 
niti i  diffetti  proprif,  e  quei  de*  loro  fuddìti ,  &  inferiori  !  e  per  queflo  s*efpongono  i 
gran  pericolo  d'andare  alt  Inferno .  E  riuolta  à  Dio  foggiunfe  >  Ma  che  maggiore 
immifericordia  può  efiere ,  che  auer mifericordia  d*  offe  fé  >  che  fon  fatte  afe  3fen^a 
-pfar  me^i  di  far  riconofeere  la  granella  delle  mede fime  offe  fé ,  e  che  ne  forti fca  in 
loro  pentimento,&  emendazione. 

In  vn'altro  eftafi  parlando  in  perfona  dell'eterno  Padre ,  fi  doleua  gran- 
demente del  rilpetro  vmano,  che  hanno  i  Sacerdoti  nel  riprenderle  coreg- 
gerei diceua,che  quefta  era  gran  cagione  >che  tanta  malizia  fi  trouaua  negli 
huomini  e  queftelbno  lefue  parole  :  Jlncoraimiei  Ckrifli non  attendono  àquel- 
lo,  che  fono  obligati  di  farete  non  aprono  gli  occhi  àveder  e  quello^ctì  appartiene  à  lo- 
ro di  correggere,  e  di  emendar  e Jaf dando  feorr  ere  le  pouereanime  in  difetti  ^peccati?, 
e  e  e  titàniche  precipitano  nel  profondo  d'ogni  miferia}&  infelicità. 

Et  ella  per  accendere  fé  fteiTa>e  muouer  altri  à  quello  zelo  della  correzione 
del  proffimo>ne  daua  quefta  ragione .  Se  io  amo  la  forelia/ono  obbligata  an- 
corché io  fu  ih  alla  laude  di  Dio  ,  lafciarla,  &andarlaà  fouuenire  ne  fuoi  bi(ò- 
gni  ;  e  fé  ho  a  far  queflo  nelle  cofe  efteriori ,  molto  più  fon  tenuta  à  darle  lu- 
me,&  auuifarla  del  fuo  difetto,  che  è  vn  bifogno  interiore  dell'anima  ,  più  im- 
portante a  (Tai>che  refteriore.E  fé  peraiutare  il  corpo  ioflarei  vna  nottedue,  e 
quante  io  aueffi  bifogno  ;  mólto.più  le  io  aueffi  amore  del  proflimo  mio,  non 
{limerei  già  fatica  à  vegliare  vna  notte  ,due ,  e  con  lagrime  piangere  vn  difet- 
to,ancorchè  minimo,  della  mia  forella,  (  come  effettiuamente  faceua.  )  Onde 
ella,  che  fentiua  accefo  in  fé  quefto  fanto  zelo dell'onor  di  Dice  della  falute 
dei  proilimo,non  fi  poteua  quietare  in  vedere,checi  fufletanta  fcarfirà  di  chi 
zelafse  la  falute  dellanimce  l'emenda  de  i  peccatori . 

Le  fa  intendere  Dio  in  vn  ratto  ,  quanto  gli  fa  grato  il  pregare ,  &  offerire  il  Sangue 
di  Giesuper  i  peccatori .  Et  in  vn  altro  ratto  le  mofìra  tutti  gli  flati  de*  peccatori 
del  Mondo3per  i  quali  ella  gli  fa  diuotiffime  offerte  del  Sangue  di  Giesù. ,  &  impe- 
tra la  conuerfione  di  molti •  Cap.     CI. 

GVftando  laDiuina  Bontà,comedi  fuo  dono,  del  grande  zelo,cheaueux_> 
quefta  Beata  Verginella  della  falute  delle  anime  :  come  quegli,  che  per 
fua  mifericordia,  infinitamente  più  di  ogni  creatura  la  brama,  <5cà  talfine  in- 
fonde quefto  zelo  nelle  fue  ancille  :  per  maggiormente  accie  feergliene ,  più 
volte  le  fece  intendere  quanto  gli  era.gratoil  piegare  >  e  cercar  di  placarlo  per 
li  peccatori  ;  e  più  volte  con  lei  fi  dolfe  della  fcarfezza  d'anime  .in  quefto 
Mondo.che  cerchino  di  placare.J'ira  fua  ;  infognandole  infieme,come  doueua 
placarlo  con  l'offerta  del  preziofe^S&ngue  del  fuo  Figliuolo.  Ma  fpecialmènte 
in  vn  colloquio ,  che  ella  ebbe  con  l'eterno  Padre  circa  la  malizia  de  gli  huo- 
mini,doue  dopò  d'auerle  moftrato  quefta  gran  malizia, e  quanto  guidamente 
lo  prouocaua  al  gaftigoje  dilTe:  Off  eri fc  i  Viglinola  di  continuo  la  mia  verità  à  me 
flefso  y  e'ifno  Sangue  .  Offerifci  ancora  alla  mia  verità  il  mede  fimo  fuo  S  angue  3acciò 
per  quello  venghiamo  placati .  E  foggiunfe  ;  Fedi  vedi  Figliuola ,  come  gì' huomini 

per 


170     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

pert  la  loro  maluagità  flamio  nelle  mani  del  demonio  .  Guarda  come  il  demonio  tiene 
la  bocca  aperta  per  diuorargli  :  Onde  fé  i  miei  Eletti  con  le  loro  orazioni  notigliene 
cauafiero  dalle  mani,  far ebbono  diuorati  da  quello,perocke  da  loro  lo  prono cano  -à  ta- 
le diuóra^ione.E  poco  appiedo  foggiunfè  :  Io  ho  dato  a  miei  Eletti,  &  a  voi  mie 
Elette,e  preelette  Spofe,  la  mia  verità,  come  Città  di  rifuggio  :  acciò  abbiate  doue  ri- 
correre per  aiutar*  le  mie  creature. Vero  ricorrete,ricorrete  in  effa,ch  è  in  voftrapote- 
flà:  ini  porgete  aiuto  alle  mie  creature, che  perifconoynettete  mettete  la  vita  per  effe. 
Da  quefti  lumi»  e  Diuinc  efortazioni  aceda,  era  così  frequente  nel]  offerire  à 
Dio  il  Sangue  di  Giesìi  per  i  peccatocene  l'offerir  lo  cinquanta  volte  il  giorno* 
le  pareua  poco, e  quello  era  i  1  ili o  ordinario . 

Ma  tra  quefte  offerte,  furono  molto  efficaci  alcune,  che  ella  fece  in  vn  rat- 
to ,  nel  quale  Sua  Diuina  Maeftàle  fece  vedere  lo  ftato  di  tutti  gl'huomini 
del  Mondonel  quale  ella  l'offerì  perciafeuno  ftato  particolare;  e  con  tale  of- 
ferta ottenne  la  conuerfione  di  molte  anime  di  ciafeuno  ftato .  Primieramen- 
te gli  offerfe  le  Vergini  dedicate  al  fuo  feruizio  ,  e  le  mette  nel  coftato ,  e  nel 
cuore  di  Chrifto5dìcendo;  Quefto  è  il  luogo  doue  hanno  àfare  il  nido, e  la  Cella  do- 
ve fi  hanno  à  r ipofare, e  pigliare  ogni  conforto.  Per  quefte  offerì  il  Sangue  di  Gie- 
sù  fparfo  nell'Orto  5  &  in  virtù  di  quefto,  pregò  Dio  ,  che  illuminale  queft'ani- 
nie  à  conolcere  lo  ftato  loro,e  lobligoxhe  hanno  d'ofleruare  le  promette  fat- 
te à  Sua  Diuina  Maeftà;  e  per  le  parole,che  diffe  di  letiziale  di  ringraziamento  * 
moftrò  di  vedere  infonder  da  Dio  quefto  lume  in  alcune  di  quelle . 

Supplicò  poi  per  lo  ftato de'Sacerdoti  di  Sàta  Chiefa,  per  i  quali  fece  le  mag- 
giori ,  e  più  inftanti  offerte  ,  e  fuppliche  à  Dio ,  che  per  qual  fi  voglia  altro  fta- 
to ;  e  quefto,  perche  la  buona  vita  di  quefti  è  cagione  della  falute  di  molti  de 
gli  altri.  E  perche  effe  denotano  vnozeio  ftraordinario ,  fé  bene  in  detto  ratto 
fono  deferitte  ,  è  parlò  vtile  difenderle  anco  qui  di  parola  in  parola ,  acciò  da 
quefte  poffa  ciafeuno  imparare  come  fi  deuano  raccomandare  a  Dio  i  pecca- 
tori^ quanta  inftanza  egli  fi  compiace, che  fé  gli  faccia  per  la  loro  falute.  Dop- 
po  d'auer  ella  efaggerato  con  gran  zelo  i  peccati,  che  di  quefti  tali  li  moftraua 
DiOjdifTè  :  0  Verbo,non  mi  vuò  partire  di  qui  da  tè,  né  da  loro,fin  che  non  veggo  il- 
luminare qualcuna  di  quefte  anime.  lS(pngià,ò  V erbo,che  io  fa  degna  d'efier  efaudi- 
ta.  Ffaudifci,non  me, che  fono  troppo  profontuofa,ma  il  tuo  Sangue. ISlon  puoi  man- 
care à  te  lìeffb  :  efaudifci,efaudifci  dunque  Verbo, il  tuo  Sangue.  E  riuolta  al  Padre 
ecerno5di(Iè  :  0  Tadre  eterno,muouati  queWamore,che  ti  mojfe  à  moflrar  la  tua  co- 
municatone, in  creare  quegli  fpiriti  ^Angelici  ;  E  fé  non  ti  muoue  queflo  ,  muouati 
qu  eli  amor  e, che  ti  moffe  à  creare  il  genere  vmano-.Muouati  ancora,ò  Tadre,quell%a- 
more ,  che  ti  moffe  à  mandare  il  tuo  Verbo  à  ricreare  la  creatura  con  lo  fpargimento 
del  prc^iofij  Sangue  di  quello -,  egli  lo  fparfe  pure  per  me  ingrata ,  e  feonofeente . 
Ritorno  poi  à  fare  offerte  al  Verbose  ditte :  lo  offerifeo  àte ,  ò  Verbo,  quel  pro- 
fondo atto  d'vmiltd  ,  che  faceti ,  difeendendo  di  Cielo  in  Terra  nel  ventre  di  Maria 
Vergine;  e  così  ancora  quella  manfuctudine,  che  dimoftrafti  in  lafciarti  allattare  dal- 
la tua  Madre  V  ergine, mojirando  di  ciò  efser  bifognofo^come  noi  altre  pure  creature. 
Dal  Verbo  ricorfe  alla  San  tittnna  Verginea  cominciò  à  fupplicarla  in  que- 
lla guifà  :  0  Maria,  fé  quelle  anime  non  fon  difpofle  à  riceuere  il  lume,  fa  tu,  deb  sì, 
che  le  fi  difponghìHo,accioche  il  Verbo  lo  pofsa  infondere  in  loro.  Di  nuouo  ritornò 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzi.     1 7  r 

à  fare  iftatiza  al  Verbo5COn  dire  ;  0  Verbo,  io  non  mi  vuò  mai  partire  da  te,  e  non 
t'offerirò  l'altre  creature, fc  non  mi  fai  grafia  d'illuminare  i  tuoi  Chrifii .  Tunifci  ,  ò 
Verbose  colpe  lorofopra  di  me:  e  fé  bene  la  mia  dolcezza  non  bafla  à  purgare  la  loro 
ignoranza? fammi  tante  volte  morire,  e  riuiuere,  ch'io  foddisfaccia  alla  giuflitia  tua . 
O  Spofo  mio,io  vorrei  ancora  qualcuna  di  quefle  anime  illuminate  ;  moflrami,tipre- 
go,quel  ch'io  debbo  far  e, per  ottenere  quefio  mio  defiderio,che  ciò,chyegli  fi  fia,lo  farò 
voiontìcri .  E  quafi  che  aueflè  inteiò,che  molto  gli  piacciono  l'offerte  dell'o- 
pere, che  egli  fèce  in  quefta  terra  tra  mortali,proruppe  in  quefte  offerte  :  io 
tofferifeo  tutto  il  Sangue,  chefpargefli  nella  tua  Cireoncifione  ,  neltorare,chefacefli 
nell'Orto  con  tanta  agonia,  e  quello  chefpargefli  alla  Colonna ,&  in  tutta  la  tua  Taf- 
fione, tutte  l'opere,  che  face/li  ne  trentatre  anni,  che  (ìejfi  con  noi,  e  tutto  quello,  che 
facefli,e  patifli  in  tutta  la  tua  Vita  ,Taflìone  ,  e  Morte .  Aggiunfe  poi  quell'altre 
offerte  :  Io  tofferifeo  àte,  ò  Verbo ,  quell'amore  dolciffimo,e  tenero,  che portafli alla 
tua  Santiffima  Madre-,  e  V  offerifeo  ancora  quello,che  ella  portò  à  tè,c  tutti  i  meriti,e 
priuilegi  di  quella.  Riuolta  poi  al  Padre^.fece  queft'altre  offertelo  offerifeo  à  te 
Tadre, tutto  il  Sangue  de  Mar  tiri, invnione  di  quello, che  (par fé  il  tuo  Verbo  ,t' offe- 
rifeo ancora,  tutte  le  parole  ,  &  opere  de  Santi  jlpofloli ,  in  vnione  del  Sangue  del 
Verbo  :  offerifeo  ancora  tutta  lafapien^a ,  diligenza,  le  parole,  e  le  fatiche  tutte  de  i 
Santi  Dottori  in  vnione  del  Sangue  del  Verbo  m  Io  t  offerifeo  le  vigilie, la  penitenza, 
e  la  fortezza  contro  le  tentazioni  degli  Eremitiyin  vnione  del  Sangue  del  Verbo  :  Io 
t"  offerifeo  li  defideri,le  lacrime,  le  orazioni^  diuozioni  de'  Santi  Confefsori,  in  vnio- 
ne del  Sangue  del  Verbo.  Io  f  offerifeo  la  purità,  la  bellezza,  &  vnione  delle  Ver* 
gi  ni,  in  vnione  del  Sangue  del  Verbo  ;  &  iufomma  t  offerifeo  tutti  i  meriti  ,  e  t ope- 
razioni giufle,  e  Sante  di  tutte  le  creature,  Ivmiltà, [ubbidienza,  la  carità,  la  miferi- 
cordia,e  la  virtù  di  tutti  gli  Eletti ,  in  vnione  del  Sangue  del  Verbo .  Dopò  quefte 
offerte ,  le  moftrò  il  Signore  alcuna  di  quefte  anime ,  illuminata  a5  fuoi  pre- 
ghi i  onde  piena  di  letizia,diffè:  Oh  tanto  chiamai, tanto  offerfi, che  veggo  illumi- 
nare qualche  anima  de'  tuoi  Chrifli .  0  Verbo,  quanto  è  potente  qu-eflo  tuo  Sangue  ì 
E  chi  mai  ti  potrebbe  ringraziare  ?  Io  tofferifeo  l'iflejìo  tuo  Sangue, ringrazi  sàfief- 
fo  il  mede  fimo  Sangue  \godifi,e  fi  glorij  iufeflefso.Ma  non  mifazjerò  mai,fìno  a  che 
non  mi  veggo  tutta  confumata  in  defideriodi  condurre  à  te, Verbo,  l  anime  fmarrite  * 
Defiderium  animarum  tuarum  eomedit  me  v 

Dopò  quefto  le  moftrò  Iddio  lo  flato  di  tutto ilreftante  dell'anime  fedeli 
di  Santa  Chiefa  ;  e  difponendofi  ad  offerire  anco  quefte,di(fe:  offeram  Verbo 
meo  animas  omnium  ere dentium,  qua  requiefeuntin  tabernaculofponfitì  eius  Eccle- 
fi& .  E  dopò  d?auere  deplorato  la  maliziala  fupert>ia,  l'ingratitudine^l'amor 
proprio,e  l'ignoranza  di  molte  di  qjuefte  anime ,  offerte  per  quelli  il  Sangue, 
che  Gieeù  fparfe  alla  Colonnare  ditte  :-Ter  quefli,sì  come  fono  quafi  infiniti,  of- 
ferifeo l  infinite  gocciole  del  Sangue,  chefpargefli  in  tanta  abbondanza  ,  quando  fufli 
battuto  alla  Colonna ,  e  sì  come  lo  Jpargefli  da  tutti  i  tuoi  membriycosì  io  te  l offerif- 
eo per  tutti  i  membri  di  Santa  Chiefa,deUa  quale  tufei  il  capo  .  Ma,ò  Verbo  amore 
io  vorrei ,  che  di  tutti  gli  flati  de  credenti ,  qualche  anima  fuffe  da  te  illuminata  \  e 
dopò  dauere  rinouato  quefte  offerte  con  calde  preghiere  »  moftrò  che  anco 
di  quefte  ne  fallerò  da  Dìo  illuminate .  Nel 


ijz     Vita  cfelFa  BvMaria  Maddalena  de  Pazzi. 

Nel  quarto  luogo  le  fi  rapprefentò  lo  (lato  di  tutti  grinfedeli,per  i  quali  ofc 
ferte  il  Sangue  ,  che  Giesù  fparfe  nell'Incoronazione  di  fpine;  e  dopò  auer 
fupplicato.  iddio  per  mezo  di  quefto  Sangue  con  afTettuore  preghiere  ,  vidde 
d'efierecfaudita,  e  che  molte  di  quell'anime  veniuano  alla  Fede  Chriftiana  5 
onde  piena  di  giubilo,  riuolta  à  Dio ,  le  dille  :  E  tanto  grande  la  tua  bontà,ò  Dio 
mio  ,  che  non  manchi  d  adempire  i  defìderi  delle  tue  creature ,  non  riguardando  alla 
pìcciole^ay&  indegnità  loro:  &  altre  parole  di  ringraziamento .  Offerte  dopò 
per  la  conuerfione  de  gl'Eretici  con  grand'affètto  il  Sangue ,  che  Giesù,  fparfe 
neli'effere  fpogliato iìrì Calciano,  dolendoli  grandemente  dell'ingiurie,  che 
quefti  fanno  al  Sangue  di  Giesù>&  alla  Santa  Chielà  ;  &  anco  d'alcuni  di  quelli 
moftrò  di  impetrare  la  conuerfione ,e  con  parole  di  letiziale  di  gratitudine  rin- 
grazi Iddio,  OrTerle  per  vlrimo  il  Sangue  di  Giesù,  &  il  latte  della  Santifllma 
Vergine  pei  l'anime  àc\  Purgatorio  tanto  affèttuolamente  ,  che  meritò  di  ve- 
derne liberare  molte  da  quelle  pene.  Etinciafcuna  delle  foprafcritte  offerte 
ebbe  affettuofiflìmipenfieri,  e  proferì  diuotiffimi  concetti,e  fopra  il  Sangue  di 
desìi,  e  (òpra  la  falute  dell'anime,  quali  per  breuità,  fi  fono  tralafciati ,  e  fono 
notati  nel  libro  de'  Tuoi  eftafi .  Ma  fu  tale, e  tanto  il  zelo ,  e  l'ardore  con  che  fe- 
ce ciafcuna  di  queffe  offerte  à  Dio,  che  pareua,  che  fi  ftruggefle,  e  confumaf- 
fe  :  e  con  tanta  efficacia  chiedeua  à  Dio  la  falute  di  quell'anime,  che  vedendo- 
fi  i  demoni  rapire  da  quefte  fue  orazioni  molt  anime  dalle  mani,  non  potendo- 
foffìirlo  ,  la  trauagliorno  in  quefto  eftafi  grandiflìmamente  con  molte  tenta- 
zioni ,  e  vide  terribili ,  e  fpauentote  >.  come  in  quello  Ci  legge  ;  e  con  quefto 
efempio  accete  anco  nelle  forellcche  fumo  pretenti  à. quefto ratto,gran  defi- 
derio  della.iaJute  dell'anime.. 

Le  viene  mofirato  da  Dio  il  cattìuo  fiato  dì  alcuni  Sacerdoti  particolarie  le  fono  da  pia 

perfone  raccomandati  altri  peccatori,  la  conuorftone  de'  quali  con  le  fue 

orazioni ?■■ ,  e  penitente  ella  ottiene ..        Cap.     C 1 1. 

SE  bene  il  noftro  Dio  per  fua  bontà  gufta  fommamente  di  far  mitericordia  a 
peccatori, defidera  però, che  quefta  li  fia  chiefta,e  dimandata  ;  e  perciò  vo- 
lendo egli  far  mitericordia  ad  alcuni  Sacerdoti ,  che  non  caminauano  confor- 
me al  loro  flato  gli  fece  vedere  in  ratto  à  quefta  fua  diletta ,  tutti  immerfi  ne' 
peccati .  Per  la  qualvifta  accendendofi  ella  grandemente  à  zelo  della  loro  fa- 
llire,ne  fece  grande  inftanza  à  Sua  Diuina  Maeftà  ;&  vna  volta  in  particolare, 
rapita  in  eftafì/ù  fentita  parlare  al  Signore  per  loro,  con  quefte  ragioni  :  Tu 
vedi,ò  Signore, il  bifogno,checè  dì  queH  anime ,  poiché  fé  quelle, che  fono  la  luce  del 
Mondo,  fianno  nelle  tenebre,  quanto  più  ciflaranno  £  altre  creature  ?  Efc  coloro,che 
fono  tifale  della  terra,  fono  in fipidi ,  e  feiocchì, come  potranno,  ò  Giesu  mio ,  condire 
gli  altri?  E  come  potranno  in  figliare  ilfcntiero  per  condurci  à  te,fe  per  la  ria  contra- 
ria àte  quegli  fìeffi  caminanoìE  purché  quefti  tali  vfeiflcio  de,peccati5s'offeriua 
à  Dio  di  patire  tutte  le  pene^chc  quelli  mcrit;uiano,e  diceria:/" fondi, in fondilo 

Giesù  nno,in fondi  il  tuo  Sangue  fopra  di  loro;  pe::he  fé  io  auejfi  a  patire  tutte  le  pene 
del  Vurgatorio, purché  quelle  fi  fduaff ero, me  ut  coh:enterei0'Punifci^iprego,fopra: 

di  me 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de' Pazzi.     17  j 

di  me,  dammi  pena  interiore,  &  efìeriore,  come  ti  piace,  perche  non  poffo  comporta-» 
re ,  ebefia  tanta  ignorane  doue  è  tanta  abbondane .  E  vedendoli  prilla  di  non 
poter  patire  peri  anime  quello  5  chedeiìderaua  jfoggiungeua:  umifera, & 
infelice  me;  perche  non  puffo  condurre  fopra  di  me  ogni  penai  Vutnfci,ò  V erbo,fopra 
di  me  tanta  ingratitudine ,  tanta  cecità ,  &  ignoranza .  Intornino  dunque  a  te  come 
fmarrite  pecorelle ,  poiché  tutte  £  anime  felici,  e  beate  affettano  la  fua  venuta . 

Doppo  quefte  parole,  diede  fegno  di  vedere  quefte  anime  ritornate  à  Dio. 
Similmente  auendogli  Dio  vn 'altra  volta  fatto  vedere  vn'altro  in  cattiuo  flau- 
to, fi  dette  à  pregar  per  quello  con  tanto  femore,  che  meritò  divederlo 
conuertìto .  Onde  tutta  allegra3fendo  pure  in  eftafi ,  proruppe  in  quefte  pa- 
role :  Mia  fine ,  ò  Verbo,  hanno  ottenuto  le  mie  preci  il  loro  fine  ,  Altra  volta  et 
fendo  in  eftafi,e  pregando  caldamente  per  vn  peccatore,fù  vdita  proprom- 
pere  in  quelli  affettuoi!  preghi.  0  Giesu  mio  conuertilo,conuertilo.O  Verbo,il  tuo 
Sangue  efclama  pure.O  amore  efaudifci  il  tuo  Sangue, r  adoppia  $ì,che  non  importerà* 
(Intendeua  che  Dio  radoppiaffe  la  pena  di  quello,per  chi  ella  pregaua,fòpra 
di  lei  •  )  {{adoppia  purché  fi  leni  tanta  ignorati1^  :  infondi  il  tuo  lume,  manda  vna 
fcintilla ,  urna  filila  del  tuo  Sangue  ,  quale  pur  atto  a  penetrare  mille  cuori,  non  che 
vno  .  O  quanto  rolentieri ,  Verbo ,  patirei  ogni  forte  di  martirio ,  purché  lovedefjì 
conuertito ,  ma  non  mi  farebbe  martirio  nò ,  maTaradifo  ,  0  Verbo,  deh  infóndi  fo- 
pra di  lui  queflo  Sangue  :  deh  dà  difpofition  tale  nel  cuor  di  lui ,  che  egli  fi  renda  atto- 
a  riceuerlo.  Efaudifci  i  preghi  della  tua  cincillà-,  E  molti  altri  affettuofi  preghi  ne 
porfecome  in  detto  ratto  è  notato. Quando  l'era  raccomandato  qualche  pec- 
catore particolare  dalle  Monache ,  ò  da  altre  perfone  fi  pigliaua  così  à  cuore^ 
la  conuerfione  di  quello  ,  che  duraua  i  mefi  interi  à  far  penitenze  ,  &  orazioni 
per  loro:  &  auendo  ciò  fatto  vna  volta  per  due  peccatori ,  raccomandati  dal 
Padre  Confeflbre;  il  medefimo  Padre  indi  à  non  morto  tempo  difle,  che  l'ora- 
zioni di  Suor  Maria  Maddalena  erano  fiate  efaudite ,  e  che  quei  tali  erano  tor- 
nati à  penitenza  ;  &  il  medefimo  sinteie  d altri,  che  le  furono  raccomandati - 

le  grandi  penitente  afflittine,  e  maceratine  del  fuo  corpo,  che  faceuaper  amor 
di  Dio ,  e  per  la  fallite  dell' .Anime.  Cap.     CHI. 

PErchè  le  macerazioni  della  carne,  chiamate  comunemente  penitenze  cor- 
porali, fono  l'ordinario  ftru mento  per  purgare  i  peccati,  cioè  le  pene  à 
quelli  douute,  col  caligarle  nella  propria  carne,  ò  per  raffrenar  gl'impeti  della 
sfrenata  concupifeenza  carnale:  però  fi  fogliono  nelle  vite  de' Santi  inferire 
doppó  la  conuerfioncò nel  trattato  della  caftità  di  quelli.  Ma  poiché  nella  vi- 
ta di  quefta  Beata  non  ci  furono  mai  colpe  mortali,  nò  altre  colpe  graui,  per  le 
quali  le  fuffe  neceflario  caftigarfi  così  feuerameme  :  e  dall'età  di  2 1 .  anno  nel 
quale  per  fingolar  priuilegio,  e  tauore,  concedutole  dalla  BeatiiTìma  Vergine, 
fopra  narrato,  non  fu  mai  più  per  tutto  il  tempo  di  fua  vita  mokftata  da  impu- 
ri fentimenti ,  ò  imaginazioni ,  pare  che  con  molta  ragione  fi  poffa  attribuire 
le  penitenze,  che  ella  fece,  à  queflo  zelo;  edefiderio,  che  ell'ebbe  della 
conuerfione  dell'anime ,  e  che  ella  nel  proprio  corpo  caftigalTe  non  i  peccati 

prò- 


1 74     Vita  della  B. Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

propri)  ,  ma  le  colpe  altrui  >  per  placare  col  facrifizio  della  Tua  pura  carne  Io* 
fctegnato  Signore  contro  de' peccatori;  quefto  tanto  più  pare  ragioneuole , 
quanto  che  già  fono  narrate  nel  principio  della  (ha  vita  quelle  penitenze,  che 
ella  fece  negli  anni ,  che  dallimpure  tentazioni  fìi  moleftara  :  tra  le  quali  fu  il 
gettarli  nuda  tra  le  fpine,&  altre,  che  ora  farebbe  fuperfluo  replicare.  E  quan- 
doaltre  ragioni  non  ci  fallerò ,  dai  fentireii  zelo  ,  e  deiìderio,  che  aueua  di  pa- 
tire per  la  fallite. dell'anime ,  ne'  precedenti  capitoli  deferitto ,  chiaramente  fi 
può  congei  turare,  che  quefto  fufleil  principal  fine  delle  lue  afpre  penitenze. 
Facendoci  dunque  a  narrarle  dall'anno  1 587.  nel  quale  fu  ricoperta  dalla  Bea- 
ta Vergine  del  candido  velo ,  che  da  gli  immondi  (limoli  della  carne  la  liberò  ; 
elTèndo fi  dall'anno  1585.  lino  allora  cibata  folòdi  pane  ,  e d'àcqira,  eccettoi 
giorni  di  Dominica,  ne' quali  pigliaua  cibi  quadragefimali,  feguitò  fino  altari- 
no 159,0.  ii  medefimo  Itile  .  Finito  il  detto  anno,  vltimodifuaprouazioncpec 
dkiino  volere,  làfciò  il  cibarfi  le  Domeniche  de'  cibi  quadragefimali,  e  Ci  ciba- 
ua  de'comuniairaltre,  &  il  Giouedìbeucua  vn  pò  divino:  ma  gl'altri  giorni 
feguitò  di  cibarfi  folo  di  pane,  e  d  acqua  :  &  auendo  cosi  durato  fino  all'anno 
1  5  22. vedendo  i  Superiori,che  per  così  rigida  vira  ella  più  vn  giorno,che  l'altro 
Ice  man  a  di  forze  >e  temendo  perciò  di  non  perderla  di  vita,refqrtotno  à  pregai: 
Dio, che  le  concedente  grazia  di  poterfi  cibare  conforme  all'altre  :  fopra  di  che 
fatto  da  lei  orazione  ,  fùdaSuaDiuina.Màeftà.efaudita;  e.firàiTegnònell'vb- 
bidienza ,  e  volontà  de  Superiori,  cominciandofi  à  cibare  de'  cibi  comuni  alle 
altre  :  e  sì comeera  Irata  ammirabile  nella  Angolarità  della  vita ,  che  per  Diui- 
na  volontà  aueua  fino  allora  tenuta;  così  fu  efemplare  nel  cibarfi  comune* 
mente  con  l'altre.  Imperoche  fu  fempre  parchifiìma,e  modeftiflìma  nel  pren- 
dere le  fue  neceilìtà  >  e  ricufare  le  viuandepiù:delicare,-  es'appigliaua  fempre 
alle  più  vili ,  e  grolle  >  moftrando  di  guftare  più  di  quelle,  che  dell'altre,  e  così 
feguitò  fino  alla  morre .  Dal  medefimo  anno  1587.  fino  al  1  $  90.  per  ordine , 
come  fopra1,  datoleda  noftro  Signore,  andò  fempre  fcalza,  con  le  piante  nu- 
de per  rerra:  fiche  perla  delicatezza  delle  fue  carni ,  eperefercirarfi  in  quei 
tempi  per  fua  mortificazione  negli  efercizi  della  cucina ,  andando  perciò  per 
l'orto  super le'neni,  e  peri  giacci,  patiuagrandiiììmi  freddi,  tali.che  faceuano 
creparle  1  piedi,  e.da  quei  verfare  il  (angue  5  e  le  inliuidiuano  le  carni ,  elari- 
duceuano  à  tale  ,  che  per  il  tremito  non  poteua  talora  efprimer  parola  :  e  non 
contenta  di  quefto,vna  volta  frette  tutto  vn  giorno  così  fcalza  à  fare-orazione 
in  su  la  neue .  Doppo  i  detti  tre  anni ,  cioè  dell'anno  1 5  90.  fino  all'vltima  (uà 
infermirà  ,  fi  rimefle  le  fcarpé -,  e  le  pianelle  per  vbbidienza,ma  non  mai  le  cal- 
ze r  e  ramo  ne'  detti  tre  anni  auanti  al  1 590.  quanto  iYi  poi  fino  à  detta  infermi- 
tà ,  non  portò  mai  anco  d'inuerno ,  a  1  rio  che  vite  tdrtaca ,  e  quella  confuma- 
ta ,  e  debole ,  fiche  fempre  nell'inuemo  patina  grandifiimi  freddi .  Dal  detto 
anno  1 587.  fino  all'vltima  infermiti,  dormì  fempre. (opra  vn  (Eccone  di  pa- 
gliare ve(tita>e  fpefiffime  volte  fopra  la  nuda  rena..  Il  fuoripofo  era  per  ordi- 
nario pochiiFimo;  e  quando  ne  prendeua  affai ,  non  palTaua  le  cinque  ore  ,  e 
molte  volte  anco  non  ne  prendeua  punto  ,  ma  confumatia  tutta  la  notte  hv 
orazione  ,  òin  ofìfequij  di  carità  fpintuale,  e  corporale  verfo  le  Sorelle  fecon- 
do foccafiom,  òin.  rauche  per  la  Religione  :  Ne  quali  esercizi  talora,  coiir- 

ItrdfUk 


Vita  dellaB.Maria  Maddalena  de'  Parai.     175 

ftretta dalla necefiìtà .  fi  poneua  à federe  >  e  pigliaua  mez'oradi ripofo conia 
tefta  appoggiata  à  qualche  cofa ,  e  quelli  erano  i  fuoi  ripofi  :  e  tanto  poco  fti- 
maua  il  lùo  corpo  >  che  propriamente  ne  faceua  il  conto,  che  della  terra  ,  che 
calpeftaua ,  e  1  affaticaua  come  vn'afino ,  lenza  alcun  ri  (piarmo  ,finoi  che  le 
forze  le  poteuano  reggere .  Oltre  alla  tonacella  di  lana  >  che  fempre  fino  atf 
vinaio  di  Tua  vita  ella  portò ,  conforme^airiftitutodel  Muniltero  ->  portaua  lò- 
pra  le  nude  carni , quando  vna  cintaci  ferro ,  quando  il  cilizio ,  e  quando  vna 
cinta  di  chiodi ,  che  da  se  della  s'era  fabbricata.  Si  difciplinaua  frequentifilma- 
mente  con  varie  difcipline ,  ma  fpecialmente  con  vna  di  catene  di  ferro  molto 
grolla  di  pefo  circa  ne  libbreje  paflaua  Tore  intere  in  difcipjinarfi:  fiche  più  vol- 
te Mentita  da  qualche  Monaca,  temendo,  che  non  fi  sfragellalTe  con  tanto  bat- 
terfi, quelle  che  fi  abbatteuanoà  fentirla»andauano  à  chiamare  la  Madre  Prio- 
ra ,  ò  Maeftra ,  che  veniffe  à  farla  reftare  5  e  la  Madre  Suor  Vangelifta  del  Gio- 
condo >  che  più  volte  à  tal  fine  fu  chiamata  ranella  >  che  vna  volta  elTendofi 
fermata  à  contare  le  battiture ,  cheella  fi  daua  con  detta  difeipiina  di  ferro ,  ne 
contò  più  di  cinquecento ,  lènza  quelle  che  sera  date  prima >  che  giugneffe  à 
quella  (lanza,doue  ella  fi  difciplinaua  ,*  e  la  nouò  fpeflb  in  quelle  lue  battiture 
fanguinofa ,  e  liuida.e  i'pauimento  doue  fi  difciplinaua  fu  trouato  più  volte  af- 
periodi  fangue:auzi  in  quel  tempo,che  era  Maeftra  di  Nouizie,perche  le  No- 
uizienon  vedefseroil  fangue,  copriua  il  pauimento  dell'oratorio  con  vna  tela. 
Si  faceua  anco  talora  dare  la  dilciplina  fu  le  fpalle  da  altre  ,  quando  da  qualche 
Nouizia  ,ò  fua  compagna,  e  quando  da  qualche  Conuerfa:  e  quello  lo  face- 
ua ,  si  per  fua  maggior  mortificazione ,  (limandoli  degna  ,  e  meriteuole  def- 
fer  percolla  da  altre,  stanco  perche  non  le  pareua  dipercuoterli  con  quella 
forza ,  che  arebbe  voluto  patire  ,  temendo  che  l'amor  di  se  (leiTa  non  la  facef- 
fe  debole  al  batterfi  :  e  mentre ,  che  da  altre  era  battuta,  fpeflb  replicaua  ^Bat- 
tete forte .  Non  contenta  di  quelli  crudeli  parimenti,trouò  ancora  delfinuen  - 
zioni  per  maggiormente  tormentare  la  fua  carne:  trale  quali  fumo  fpecial- 
mente veduti  quelli  >  che  accendendo  vna<^ndela ,  verfaua  fopra  le  fu  e  nude 
braccia  >  ò  gambe , le  cera  ftrutta,che  dalla  fiaccola  cadeua  ;  e  più  volte  fumo 
trouate  le  fue  tonacelle  per  talcaufa  macchiate ,  e  di  fangue ,  e  di  cera, perche 
con  quello  pilottarfi  veniua  a  Icorticarfi  le  membra  ;  e  quello  in  modo  >  che 
taluolta  per  più  giorni  andauazoppicatulo.  Altre  volte  fiilringeua  le  carnicon 
le  tenaglie  di  ferro,  Cm  che  n'vfciua  il  (angue .  Fu  più  volte  lènti  tape  rcuoter- 
fi  duramente  il  petto  con  vn  faflb,  mentre  llaua  in  orazioni .  Altre  volte  fu  vi- 
lla a  bella  polla  llropiccarfi  le  carni  con  l'ortica ,  per  patire  quel  brugiore,  che 
cagiona  quell'erba  ,*  e  nel  tempo  che  andò  calzata,cioècon  le  fcarpe, e  pianel- 
le, acciò  non  reftalTero  i  piedi  lènza  il  fuo  martirio,  e  patimento,fpezzaua  del- 
le  coccole  lecche  di  cipreflò ,  e  le  le  poneua  nelle  fcarpe ,  e  fopra  quelle  con 
le  piante  nude  andaua  facendo  i  Tuoi  efeicizij  con  gran  patire .  Così  trattaua  il 
i'uo  delicato ,  &  innocente  corpo  quella  Verginella  per  placar  l'ira  di  Dio ,  e 
foddifsfare  alla  Diuina  giullizia ,  e  per  impetrare  perdono  de*  peccati  altrui,  da 
lei  (limati  fuoi, e  per  ottenere  la  conuerfione  de'  peccatori, la  liberazione  àd( 
anime  del  Purgatorio*  *&  altre  fimili  grazie  dalla  DMàcQÀ  in  vtiiità  de  proffi- 
i&i  fuoi . 

Del 


i  y6     Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi» 

Beicelo  y  che  aueua  della  falut  e  delt  anime ,  particolarmente  verfo  le  Monache  del 
fuo  Muniftero ,  e  verfo  le  J^ouÌT^ie ,  e  Ciouani  3  mentre  fu  lor$  Maeflra . 

Cap.       CIV. 

TRouandofi  quefta  Verginella,  e  dal  Ceffo ,  e  dalla  profeffione  impedita  di 
poter  andare  per  il  Mondo  à  conuertire  anime  à  Dio,  conforme  all'acce- 
ca carità  del  fuo  cuore  ;  oltre  alle  penitenze  continue,  e  feuere,  che  per  quelle 
faceua ,  riuolgeua  tutta  l'opera  fua ,  e  la  fatica  verfo  le  fue  Madri ,  e  Sorelle  :  e 
come  fopra  di  lei  fi  pofafTe  tutto  il  gouerno,  e  cura  di  queli  anime ,  à  tutte  fe- 
condo i  bifogni,procuraua  di  giouare,  ora  con  l'orazione,  ora  con  il  configlio, 
quando  con  gli  auuifi,e  documenti ,  e  quando  con  le  riprenfioni ,  e  correzio- 
ni 5  mafemprefpecialmenteconfcfempio.  Ofteruaua  ella  così  efattamente 
quei  bifogni  fpintuali  di  ciafeuna  forella,  a'  quali  credeua  di  poter  porgere  aiu- 
to ,  che  fapeua  beniffimo  i  bifogni  di  ciafeuna ,  come  fé  à  tutte  fuffe  (lata  Pa- 
dre fpirituale ,  &  aueuano  in  ciò  vna  grazia,  e  talento  tanto  (ingoiare,  che  non 
v'era  alcuna  ignorante ,  che  volendo  riceuere  il  fuo  aiuto ,  non  reilaflc  illumi- 
nata ;  neffuna  afflitta ,  che  non  reftaffe  confolata  5  neiTuna  tentata,  che  col  fuo 
aiuto  non  s'auualoraffe,  neffuna  viziofa,  ch'ella  non  corregeffe,  &  emendaffe; 
e  neffuna  defiderofa  del  bene  ch'ella  non  la  promoueffe  :  fiche  di  quelle ,  che 
videro  à  fuo  tempo  in  detto  Muniftero ,  non  vi  fu  alcuna ,  che  da  lei  non  rice- 
ueffe  qualche  aiuto  particolare,  fenza  i  generali ,  e  comuni  dati  al  Muniftero  f 
&à  tutte  in  vniuerfale .  Per  quefto  zelo  non  rifparmiaua  fatica,  òdifagio  al- 
cuno: anzi  quando  era  in  fimili  occupazioni  (  il  che  fuccedeua  frequentiìfima- 
mente,)  fi  feordaua  il  cibo,  il  ripofo,  &  ogni  fuo  commodo  corporale  :  e  ftaua 
non  folo  Tore,  ma  i  giorni,  e  le  notti  intere  intorno  à  qualche  bifognofa  d'aiu- 
to fpirituale ,  ò  per  confolarla,  s'era  afflitta  ;  ò  per  aiutarla ,  s'era  tentata  *  ò  per 
illuminarla ,  fé  fi  rendeua  incapaccò  fé  era  ignorante;  ò  per  addolcirla,&  vmi- 
Jiarla.fe  era  in  qualche  durezza  di  giudicio,  ò  di  volontà  ;  Teneua  in  tanto  pre- 
gio l'aiutar  l'anime, che  per  cagion  di  queft'opere  ftimaua  degno  lafciare  l'ora- 
zione ,  &  ogni  gufto  fpirituale  :  e  più  conto  faceua  di  dare  aiuto  ad  vn'anima  > 
che  di  tutti  gli  eftafi  ,  &  eccedi  di  mente ,  ch'ella  aue (Te  potuto  auere;  e  ren- 
dendo di  ciò  la  ragionediceua  :  In  quelli  io  fonoaiutata  da  Dio:  ma  fouucnen- 
do  il  profilino,  io  aiuto  à  Dio .  Per  auere  piti  comodità  d'infegriare  >  &  illumi- 
nar l'anime ,  conuerfaua  più  volentieri  con  le  più  femplici,  come  fono  le  No- 
nizie  minori,e  le  Conuerfe .  E  quando  da'  fuoi  parenti  era  mandata  à  vifitare , 
per  mezo  di  ferue,  e  feruitori,  ò  contadine,ò  che  per  altra  occafione  della  Re- 
ligione le  fi  porgeua  comodità  d'auere  à  parlare  à  fimi!  forte  di  perfone.ò  fan- 
ciulli, fempre  daua  loro  qualche  falutifero  ricordo ,  &  ammaeftramento . 

Conobbero  le  Madri  del  Muniftero ,  fino  da  principio  quefto  ftraordinario 
talento ,  e  deliberorno  porgerle  occafione  d'impiegarlo  ,  fperando ,  che  do- 
ueffe  fuccedere  con  molto  frutto  della  Religione .  Onde  appena  ell'ebbe  fini- 
to il  tempo,  che  conforme  all'iftitutodel  Muniftero,  doppo  il  Nouiziato  fi  ftà 
nel  Giouanato  fotto  vnaltra  Maeftra  :  che  in  vece  di  coftituirla  fotto  la  Mae- 
lira  delle  (òpragiouane ,  come  s'vfa  per  l'altre ,  fu  fatta  Pedagoga ,  cioè  com- 
pagna 


Vita  dellaB,  Maria  Maddalena  de'  Pazzi .     i  jj 

paglia  della  Maeftra  delle  Nouizie ,  che  appunto  era  nell'età  di  ventitre  anni. 
Fu  da  lei  accettato  quefto  vfrìzio  per  vbbidienza  con  molta  vmiltà,e  con  gran 
timore,  parendole  àeffer' inabile  à  cu  ftodire  le  nouelle  piante  della  Religio- 
ne ,  maflìme  per  non  poterui  attendere  con  quella  diligenza ,  che  defideraua  * 
per  effere  ancora  nella  prouazione  de  i  cinque  anni  ;  per  la  quale  effendo  oc- 
cupata continuamente  in  attroci  battaglie  co'  demoni ,  l'era  neceffario  ftat 
Tempre  vigilando  (opra  di  le ,  come  (òpra  se  detto .  Con  tutto  ciò  non  redo  di 
fare  compitiffimamente ,  e  con  molta  vtilità  delle  Nouizie  ,  l'obligo  Tuo.  Di 
modo  che  per  il  buon  faggio ,  &  edificazione>che  dette  al  Muniftero  ne  i  tre 
anni,  che  efercitò  quefto  carico;  peruenuta  all'età  di  trentatre  anni,  fu  eletta 
iMaeftra  delle  Giouani ,  che  efeano  di  Nouiziato ,  &  infieme  Forefteraia ,  cioè 
cuftode  delle  Giouani,  che  entrano  indetto  Muniftero  àproua ,  ad  effetto  di 
monacaruifi.Edopodiaueramminiftratocon(òmma  lode  l'vno,e  l'altro  vffi- 
zio  per  tre  anni,fù  immediatamète  eletta  Maeftra  di  Nouizicnel  quale  vffizio 
doppo  tre  anni ,  fu  confermata  di  comun  confenfo  dei  Capitolo  per  altri  tré 
anni .  L\amore,e  carità,che  ella  hebbe  verfo  di  quelle  anime  à  lei  £ornme(Te  , 
il  zelo  della  loro  falutc,  e  perfezione,  i  modi  marauigliofi  come  ella  fiftruì,  & 
efercitò  nella  via  di  Dio,fono  difficili  à  narrarli,  per  effer  cofe,  che  difficilmen- 
te fi  poffono  dare  ad  intendere  à  chi  non  l'ha  vifte;  el'ifteffe  Madri ,  che  l'han- 
no teftificate  di  vifta>doppo  auer  detto  molte  cofe ,  non  è  parfo  loro  auer  det- 
to nulla  in  paragone  di  quello,che  hanno  veduto;  tuttauia  fi  deformeranno  fe- 
condo la  loro  teftimonianza  ne  feguenti  Capitoli. 

Con  quanto  amore ,  e  carità  fi  portale  con  le  T^oui^ie,  e  Giouani  à  lei  commefse* 
per  affezionarle  alla  Bgligione  \  e  quello  ebefaceua  ne*  tempi],  che 
alcuna  fanciulla  fi  aueua  da  vefiir  Monaca  ,  ò  pro- 
fetare*       cap.        c  r. 

L'Amore  ch'ella  portauaà  quelle,  che  tanto  nel  Nouiziato,  quanto  nel 
Giouanato,lefuronodateincuftodia,fùtaIc,etantOi  che  lefte(sehan- 
*io  atteftato,  che  fuperaua  l'amore  d'ogni  madre  ;  e  che  più  fi  trouorno  amate 
ancora, quanto  alle  carità  corporali  da  quella  Beata  ,che  dall'iftefse  madri,che 
l'aueuano generate  :  e  ciò  non  è  difficile  à  crederfi,mentre>  che  l'amore  delle 
madri  carnali,  è  mero  amore  vmano,  e  naturale,e  quefto  della  Beata,virtuofo, 
e  diuino  ;  onde  ella  ftefsa  difse  loro  più  volte ,  che  l'amaua  con  vifeere  damo- 
re  più  che  di  madre .  Vigilaua  (opra  ciafeuna  di  loro  con  gran  diligenza  ,  &  of- 
feruaua  i  bifogni ,  che  aueuano ,  ò  poteuano  auere ,  e  con  gran'earirà  gliene 
faceua  prouedere  dalla  Superiora;  e  s  alcuna  era  timida  à  chiedere,  ò  dire  i  fuoi 
bifogni ,  le  daua  animo,  e  più  dell'altre  l'ofseruaua,e  la  faceua  anco  dalle  com- 
pagne ofseruare ,  acciò  non  le  mancafse  cofa  alcuna  :  racconciaua,  e  puliua  i 
loro  panni,  e  faceua  ognaltro  ofsequio  di  carità,  fecondo  1  bifogni  di  quella 
età.  Alleggeriua  loro  le  fatiche, e  procurarla ,  che  (ì  e  fiero  allegre ,  e  chefen- 
za  alcun  difturbo  pigliaffero  quelle  modelle  *icreazioni,che  la  Religione  con- 
cedeua  loro .  Se  alcuna  s'ammalaua ,  non  fi  può  dire  con  quanta  carità ,  e  con 
guanto  amore  elk  k  ftefle  dintorno  àferuirla,  à  porgerle  i  cibi,  e  farle  tutti 

M  gli 


178     Vita  della  B. Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

gli  oflequij  poffibili  ;  medefimamente  fé  alcuna  era  afflitta  ,  ò  tentata  ,  come 
bene  fucceffe  nel  tempo  del  Noniziato ,  li  voleua  ogni  dì  parlare  à  folo  à  folo, 
e  con  grande  amore  le  (lana  dintorno  confortandola ,  e  trattando  feco  con 
piaceuolezza,  e  carità,  ne  la  tediaua  in  tale  vffizio  lo  (lare  il  giorno ,  e  la  notte. 
Non  vedeua  alcuna  afflizione  ,  òfpirituale,  ò  corporale,  chefnffe  in  quelle 
figliuole,  ch'ella  non  la  feutiffe  in  se  come  propria,  &  auerebbe  voluto  poter- 
gliene in  tntto ,  e  per  tutto  leuare ,  e  pigliarla  (òpra  di  se  :  e  quefto  oltre  ai  di- 
molìrarlo  con  l'effetto ,  lo  diffe  anco  vna  volta  ad  vna  di  loro,  che  da  graui  do- 
lori era  afflitta  con  quelle  parole  :  O  s'io  poterti  leuarui  cotefti  dolori,  quanto 
volentieri  lo  farei  ?  Se  talora ,  ancor  nel  cuore  delia  notte  ripofandofi  Jaffa,  e 
fianca  dalie  fatiche  fopra  il  fuo  faccone,nè  fentiua  alcuna  lamentarfì ,  ò  fofpi- 
rarcfubito  fi  leuaua  in  piedi,e correua  al  letto  di  quella  talcper  vedere  fé  aue- 
ua  bifogno  alcuno  ;  &  alTifteffe  difcepole  diceua ,  che  non  la  rifparmiaffero  in 
conto  alcuno ,  che  ad  ogn  ora  che  aueuano  bifogno  di  lei ,  ancorché  fuffe  di 
mezza  notteandaflero  a  deftarla,che  prontamente  1  auerebbe  fouuenute,*e  co- 
sì in  effetto  faceua  con  tutte  lenza  alcuna  parzialità.  E  fé  ftandotaluoka  intor- 
no ad  alcuna  in  tempo  di  notte ,  era  pregata  dairifletTa,che  andaffe  à  npofarfi  > 
replicaua  :  figliuola ,  feauete  bifogno  ftarò  in  piedi  fino  à  dimattina ,  e  con- 
fido in  Dio,  che  nonmifaràmalnefsuno.  Rendendo  vna  volta  la  ragione  di 
quefto  fuifecrato  amore  ,  col  quale  ella  le  amaua  più  che  le  madri  dille  le  ra- 
gione  addotta  vna  volta  da  S  Paoìo  in  fimile  occasione;  cioè,  perche  diceua 
effa  :  Le  voftre  madri  vi  partorirono  vna  fola  volta  al  Mondo,&  io  mille  ,  e 
mille  à  Dio,con  pena;  perche  quanto  fento  effer'in  voi  di  diigufto,  e  d  afflizio- 
ne ,  più  lo  fento  io,che  voi  medefime  :  &  altre  volte  fi  dichiarò  >  che  fentiua 
quello particolar amore,  perche  quell'anime  1  erano  date  dalla  Religione à 
cura,  e  conofceua  eh  efercitandofi  per  loro,era  certa  di  fare  la  volontà  di  Dio . 
Oltre  che  le  pareua  neceffario ,  £he  doueffero  elfer  trattate  con  quefto ,  e  fc 
pollìbil  fu  (se.  con  maggiore  amore ,  per  bene  dell  anime  loro,  e  della  Religio- 
ne.acciòfi  affeziona fsero  a  cuella.  Onde  diceua.:  Vengono  quelle  figliuole 
dal  Mondo,  lafciano  padre,  e  madre,  e  tutte  le  cominodità  del  fecolo  :  però  è 
necefsario,che  le  trouino  nella  Religione  chi  con  amore  l'induca  ad  abbrac- 
ciare volentieri  le  fatiche  di  quella,  &  à  loro  diceua  :  Figliuole  voi  auete  laica- 
to vna  madrce  neauete  trouate  molte  :  auete  lalciato  poche  forelle,e  ne  aue- 
te trouate  vn  gran  numero,che  vi  ameranno  d'altra  manieracene  i  parenti,per- 
che  farà  in  carità, &  in  Dio,che  (ùpera  di  gran  lunga  l'amore  naturale,  e  carna- 
le,^ acciò  fi  feordaffero  dei  Mondo. del  padrce  della  madreprocuraua  di  far- 
fele  affezionare  con  le  (udette  cai  irà,  &  amoi  euolezze ,  coodefcendendoli ,  e 
comparendoli  affli ,  (penalmente  ne'  principi)  del  Noniziato. 

In  oltre  conofeendo  ella,  come  illuminata  ReJigiofa.che  dalle  buone  quali- 
tà ,e  perfezioni  delle  Keligiolcne  nalce  il  bene,e  la  perfezione  della  fteffa  Re- 
lÌ2ionc;pero  quàdo  entrala  in  Munifteroà  prona  alcuna  fanciulla,  liana  mol- 
to attenta ,  e  vigilante  pei'  conofeere  le  lue  qualità ,inclinazione,e  condizione» 
per  vedere  fé  era  à  propolìto  perla  (ìia  Religione  :  e  fpecialmente  offeruaua 
s'erano  docili  d'intelletto,  epicrheuoli  di  volontà,  eie  aueuano  vera  vo- 
glia de  ber  ReSgioie  \  e  con  prudenza ,  &  accortezza  le  prouaua  in  vari  modi. 

Ne 


Vita  delia  d. Maria  Maddalena  de  razzi.     179 

Ne  per  defiderio  d  auerlc  ,  nafcondeua  loro  i  rigori  dell'oiTeruanza  5  ma  gli  fa- 
ceua  noto ,  e  manifefto  tutti  gl'ordini  del  Munfftero  >egli  proponeua  tutte  le 
difficuJtà,  e  fatiche  delia  Religione;  e  procuraua  dargli  il  lume  dello  flato  Re- 
Jigiofo,  acciò  aprifsero  gli  occhi  à  vedere  quello,che  eleggenano .  E  le  troua- 
ua  in  efse  qualche  diftìcultà ,  diceua  loro  liberamente  ,  e  lenza  alcun  rifpetto 
vmano:fe  non  vi  piace  quefto  modo  di  viuere,potete  eleggere  vn'altro  luogo* 
perche  qui  vogliamo  tirare  innanzi  in  quefta  manierarne  vedete .  E  fé  li  lug- 
getti  non  le  pareuano  à  propofito  per  la  Religione,  lo  diceua  liberamente  alle 
Supcriore.  Quando  alcuna  di  quefteaueua  à  prendere  l'abito  della  Religione! 
ò  vero  alcuna  Noifizia  aneua  à  far  profeilione ,  per  più  giorni  innanzi  à  tal  vc- 
itimento,ò  profefiìoncfaceua  per  quelle  molte  orazioni,  penitenze,  e  comu- 
nioni, e  la  raccomandaua  all'orazioni  dell'altre;  e  la  notte  precedente  al  vefti- 
mento;non  pigliaua  punto  di  ripofo  ma  tutta  la  confumana  vegliando  in  ora- 
zioneper  la  nouella  Spofa  di  Giesù  ;  per  impetrarle  lume  da  Sua  Diuina  Mae- 
ftà  da  conofeer  la  dignità  dello  flato ,  al  quale  era  chiamata,  e  grazia  di  corrif- 
pondere  con  la  vita  à  tal  vocazione .  Doppo  che  erano  veftite,  procuraua  con 
ogni  diligenza  di  farle  affezionare  alla  Religione, &  à  gli  ordini  del  Muniftero  5 
e  però  cercaua  d'imprimergli  nel  cuore  i\  benefizio ,  che  Dio  aueua  fatto  loro 
di  chiamarle  alla  Religione,  e  l'efortaua  ad  e  (Terne  grate.non  iòlo  à  Sua  Diuina 
Maeftà^ma  alle  Monache  ancorai  diceua;  Figliuole  fiate  grate  principalmen- 
te à  Dio,e  poià  tutte  quefte  Madri,  e  SorelIe,che  vi  hanno  accettato  :  perche 
auete  riceuuto  per  mezzo  loro  il  più  pregiato  dono ,  che ,  doppo  il  Battefimo , 
Dio  conferifea  a'fuoi  Eletti  in  quefta  vita,qual e  lingreflò  nella  Religionerfia- 
te  obligate  per  gratitudine  ad  amarce  feruir'  tuttecon  riputami  indegne  della 
loro  compagnia  :c  così  f  auezzaua  nelttftclTo  tempo  mierenti  alle  Madri>  co- 
la oggi  tanto  neceflaria  ne'  Munjfteri . 

Come  ella  iflrnifse  le  ^pui^ie  y  e  gioitane  alci  commefse  nella  via  di  Dia,  e 

jpecialmente  nella  dilezione  dell' vna  con  l'altra  -,  nell'orazione  ,  e  nel 

recitare  diuqt  amente  gli  Vffici  in  Coro  . 

Cap.        C  V  I. 

SOpra  gli  altri  beni,  che  procuraua  la  Beata  MariaTviaddalena d'inferire  nelle 
nouelle  piante  della  Religione,  era  principalmente  la  dilezzione,e  riueren- 
za  1  vna  con  l'altra .  Onde  vokua,che  tutte  samafiero  tra  di  loioxome  fé  fof- 
Jero  nare  àvn  medefimo  padre ,  e  madre  ;  e  che  non  fu  (Te  tra  di  loro  differen- 
za nefluna  :  e  per  ingenerare  tra  loro  quefto  amore ,  e  riuerenza ,  diceua ,  che 
ciafcuna  confideraiTe  le  lue  compagne  ,come  figliuole  dd.  Padre  Eterno,  co- 
me Spole  di  Giesù  Crinito ,  come  tempio  de  Ho  Spirito  Santo ,  e  come  fòrelle 
de  gli  Angeli  ;e  quando  erano  infreme,  ftimairero  d'efTere  in  vn  Coro  d'Ange- 
li quali  vengono  ralTembrari  nella  virginità .  Nò  padana  quafi  mai  giorno,  che 
non  dicelTe  loro  più  volte  le  parole  di  S.  Giouanni  à  fuoi  difcepoJi  ;  Figliuole 
amateti*  l'vna  l'altra ,  che  quefto  è  precetto  di  Giesù  :  e  voleua ,  che  la  loro  di- 
lezione fafi'c  tale ,  che  ogni  volta,ches'incontrauanoper  la  cafa ,  giubikflera 
«aikgrezzaneliosctioye,  come  fé  furie  k  prima  voka,  che  fi  veddìero,  e 

M     z  fila- 


i°o     vita  delia  15. Maria  Maddalena  de  razzi. 

fi  falutaffero  l'vna  l'altra  i  con  parole ,  che  eccitaffero  all'amor  di  Dio .  Per  {ra- 
dicare ancora  da'  lor  cuori  ogni  radice  d'inuidia  fpirituale>  ò  per  impedire,  che 
in  loro  non  entraffe  quefto  ipirito  ,*  infegnaua  loro ,  che  Tempre  defideraffero 
maggior  bene  al  proilìmo  Tuo,  che  à  loro  fteflè,e  diceua;  Se  voi  figliuole  defi- 
derate  per  voi  vn  grado  di  grazia  ,  chiedetene  à  Dio  dua  per  le  voftre  fòrelle  : 
rendendole  di  ciò  la  ragione ,  foggiungeua  ;  perche  auere  à  (limare  quelle  più 
meriteuoli  di  voi,  &  atte  à  far  più  frutto ,  e  dar  più  gloria  à  Dio ,  che  non  farc- 
ite voi,  &  in  quefto  modo  purificherete  l'anime  voftre  dalla  propria  ftima,  e 
da  ogni  interefle ,  e  verrete  à  difporui  maggiormente  à  riceuere  f  ifteffe  grazie. 
L'auuezzauaàfarfi  delle  carità,  e  durare  delle  fatiche  l'vna  perl'altra,  acciò 
con  quefto  operare  s'ingcneraffe  tra  loro  maggior'amore  :  lefortauaadeffer 
comunicatine  de'  lor  beni  fpirkuali  l'vna  con  1  altra  ;  e  diceua.che  non  le  piace- 
uano  quelle perlòne,che  folo erano  buone  per  fé  ;  anzi  foleua  dire ,  che  chic 
buono  folo  per  fé ,  non  è  buono  né  per  fé,  nò  per  altri  j  e  per  il  contrario  mol- 
to le  guftauano  le  perfone  comunicatiue  del  bene,che  aueuano:  e  ne  rendeua 
quefta  ragione  :  Se  voi  non  fate  frutto  delle  grazie  di  Dio,  vi  fa  con  il  comuni- 
carle all'altre  ,può  effere,  che  lo  faccino  effe .  Voleuano  vn  giorno  le  fue  Noui- 
zie  far  tra  loro  vna  diuozione  :  vn'altra  fanciulla  ,  che  era  accettata,  defideraua 
farla  con  effe ,  ma  non- la  vollero  accettare .  Seppe  la  Madre  quefta  colà ,  e  fe- 
neramente  le  riprefe ,  dicendo ,  che  quella  loro  non  era  diuozione ,  ma  amor 
proprio ,  poiché  non  s'eftendeua  alla  carità  del  proffimo .  Voleua ,  che  l'vna 
l'altra  Ci  compatiffero  ne'  loro  difetti ,  e  mancamenti ,  e  che  la  mormoratone  1 
e  gli  fdegni,  tutto,  e  per  tutto  fuffero  sbanditi  dal  lor  commercio  ;  onde  tra  gli 
altri  difetti,  de'  quali  ella  fu  rigorofa  corretrice,  in  particolare  fu  della  mormo- 
ratione  Onde  fé  qualcheduna  delle  fue  fuddite  incorreua  in  quefto  errorcan- 
corche  leggiermente  ,  non  permetteua ,  che  la  fera  ella  entraffe  nell'oratorio 
con  l'altre  ,  le  prima  non  aueua  fatto  la  penitenza  di  tal  difetto  :  e  la  penitenza 
era  quefta  ,•  che  in  prefenza  di  tutte  le  Nouizie ,  ne  diceffe  fua  colpa  ;  e  le  la 
mormoratone  era  leggieri,  imponeua ,  che  faceffe  vna  croce  conia  lingua  in 
terra  ;  e  fé  era  più  graue ,  la  faceua  proftrare  in  terra  lupina,  e  da  tutte  le  Noui- 
zie la  faceua  col  pi  calpeftare  la  bocca  ;  ò  vero  le  faceua  dare  su  la  bocca  tre 
difciplinate  da  ciaicuna  Nouizia  :  e  per  farle  venire  in  ftima  di  quefto  erroredi- 
ceua,che  fé  ella  aueffe  conosciuto  vnaJa  quale  in  vita  fua  non  aueffe  mai  det- 
to male  del  proftìmo  ,  J'aueria  ftimata  meriteuoled'effer  canonizatainvita. 
Tra  rimedi j,  che  ella  daua  loro  per  non  incorrere  in  tale  errore,craquefto,che 
parlaffero  pochiffimo  od  proflìmo ,  ancorché  in  bene  :  perche  ,  diceua  lei ,  Ci 
comincia  in  bene.e  poi  per  ordinario  fi  finiice  in  male.  E  fé  pure  era  neceffario 
parlarne,  non  fi  diceffe  colà  inaffenza  >  che  non  fi  diceffe  anco  in  prefenza. 
Ne  permetteua ,  che  alcuna ,  che  aueffe  auuto  difparere  con  l'altra,  andafse  à 
riporti  J*e  non  fuise  prima  riconciliata.  Anzi  aueua  ordinato  ,  che  due  volte  il 
dì  Ci  dimandafsero  perdono  tutte  l'vna  à  l'altra  del  marefempiodatofi,  e  del 
poco  amore,  che  s'erano  portate  ;  il  che  eravn  mezzo  molto  vtik  per  genera- 
re tra  loro  ve  ra  dilezione . 

Perfuadeua  ancora  con  molta  efficacia  alle  fue  fuddite  fefercizio  dell'orar 
zione,  inoltrando  loro  l'importanza  ,necefluà  ,e  frutto  di  quella  :  e  tra  l'altre: 

coi. 


Vita  della  13.  Maria  Maddalena  de  l'azzi.     1 8 1 

cofe,  diceua ,  chcquefta  era  vnabreuc  ftrada  diperuenire  alla  perfezione  ; 
perche  in  quella  Chrifto  inlegna  ali  anima.e  per  mezo  di  quelJaJanima  fi  fiac- 
ca dalle  cole  create ,  e  Ci  vnilce  à  Dio  ,•  e  le  fue  parole  eran  quefte  :  Se  defide- 
rate  figliuole  di  pecuenire  inbreue  àgran  perfezione»  prendete  per  voftro 
Maeftro  il  Crocififfo,e  tenete  attente  l'orecchie  alle  fue  parole;  perche  di  con- 
tinuo vi  parla  al  cuore,  e  particolarmente  >  quando  auete  riceuuto  il  Santillì- 
nio  Sagramento .  Dateui  all'orazione, perche  il  traffico  con  Dio  nell'oratione, 
fa  che  la  perfona  non  fi  curi  daltro,che  di  Dio  ;  baftiui  folo  Dio,  e  non  vi  cura- 
te de' parenti ,  ò  d'altra  cofa  terrena,  perche  vi  aificuro ,  che  in  lui  trouarete 
ogni  vero  bene  ,  &  auerete  vn  perfetto  appagamento  de'  voftri  defideri .  Da- 
ua  loro  ogni  mattinai  punti,  chevokua,  che  meditaffero  in  quel  giorno  :  e 
quelle ,  che  non  fapeuano  meditare  i  per  infegnar  loro  ,  &  affuefarlc ,  fi  met- 
teua  ella  à  fare  la  meditazione  con  loro,dicendo  intelligibilmente  ciò  che  me- 
ditau  a  ,  acciò  con  la  mente  f^guitaffero  le  lue  parole  ,  e  difeorfi  ne  quali  be- 
ne (petto  era  rapita  in  eftafi,  &  aueua  belliffimi  fentimenti  delle  cofe  diuine  ;  e 
tal  volta  chiamaua  alcuna  à  ftar  foco  la  notteà  fare  orazione  ;  e  fpeflb  f  inter- 
rogaua  delle  meditationi ,  che  faceuano,e  quello  che  ne  cauauano  ;  &  in  mol- 
ti altri  modi  facilitaua  loro  quefto  Tanto  efercizio .  Quandofi  approftìmauano 
le  folennità,  che  fra  l'anno  celebra  Santa  Chiefa,  otto,  ò  dieci giorni-aiianti  co- 
minciaua  a  farle  preparare  con  qualche  di  uoto  efercizio  d'orazione  ,ò  di  mor- 
tificazione ,  e  rimili ,  quali  ancor  effa  infiemecon  lorofaceua,  sì  per  dargli  ani- 
mo , come  per infegnarli con l'efempio. v>  iff->s   \^* 

Premeua  affai ,  che  aueffero  (limolo  di  recitar  bene  il  Diuino  Vffizio,e  che 
fi  auezzaffero  à  (lare  in  Coro  con  riuerenza ,  e  diuozione  :  e  per  fargliene  loro 
apprendere,diceua,che  quefto  è  vno  de'  principali  oblighi, che  abbino  le  Mo- 
nache ,  e  che  in  quefto  principalmente  fi  riconosce ,  onora,  &  adora  la  Diuina 
Maeftà .  E  taluolta  prima,che  andafferoin  Coro ,  le  chiamaua ,  e  diceua  loro. 
Figliuole  confiderate  ,  che  finora  auetefattoefercizi  vmani,  trattando  con 
kxrreature,  ora  auete  à  fare  efercizij  Angelici .  trattando  con  lo  fteflb  Dio. 
Altre  volte  diceua  -,  Confiderate  ,che  quefto  efercizio  è  tanto  importante,che 
gli  fteflì  Beati  Spiriti ,  la  purità  de'  quali  è  ammirabile ,  appena  con  timore ,  e 
tremore  ardifcono  farlo,  hor-con  quanta  maggior  riuerenza  dobbiamo  àffifter 
noi  al  Diuino  cofpetto,  che  fiamo  creature  indigniffime  ?  Di  più  infegnaua  lo- 
ro,  che  auanti  di  cominciare  il  Diuino  Vffizio ,  faceffero  atti  d'vmiltà,  efiri- 
putaffero  indegne  di  lodare  Dio  con  gli  Angioli .  Et  acciò  le  loro  laudi  fuffero 
accette  nel  Diuino  colpetto ,  inlegnaua. loro ,  che  le  offerifferoà  Dio  in  vnio- 
nc  di  quelle>che  nella  celefte  Patria  gli  porgono  gli  Spiriti  Beati  :  Perche  (dice- 
ua lei  )  fé  bene  è  impoffibile ,  che  le  noftre  laudi  arriuino  alla  purità  di  quelle , 
che  danno  à  Sua  Diuina  Maeftà  quei  Beati  Spiriti ,  non  è  però  vietato  a  noi  il 
defiderare  d'arriuare  ad  vncosì  alto  modo  d'onorare  Dio.  Inlegnaua  anco- 
ra à  quefte  figliuole  quell'affetto  d'amor  di  Dìo  ,  che  nel  recitare  il  Gloria  Pa- 
tri, &c.  ella  haueua  nel  penderò  di  porgere  latefta  al  martirio  per  la  Fe- 
de di  Chrifto,  &  altre  Cauli  diuozioni  .  Offeruaua  poi  attentiffimamente  » 
come  ftauano  in  Coro  diuote,  e  modelle  con  gli  occhi  >  compofte  di  per- 
fona >  e  fé  faceuano  le  inchinazioni,  e  genufleffioni  a'  tempi ,  e  ne'  modi  che 

Al    5        dou$  : 


i  ò  z       v  ita  aeua  r>.  maria  ivjaaciaicna  ac  razzi» 

doueuano,  e  come  falmeggiauano,  e  fé  fi  vniuano  con  i!  Coro ,  ò  fé  fàceuano 
altro  difetto ,  e  mancamento  ;  e  fé  le  vedeua  in  ciò  mancheuoli ,  quando  con 
carità T&amoreuolezza,e  quando  con  feuerità,fecondo  che  bifognauaJe  cor- 
regger .  Et  vna  volta  in  particolare  vedendo  vna  Nouizia ,  che  non  ftaua  at- 
tenta all' Vffizio  ,  auendoJe  fatto  cenno  che  ftefle  altramente ,  vedendo ,  cho 
nons'emendaua,  la  chiamò  in  mezzo  il  Coro ,  damando  via;  e  poi  le  dille 
come  aueua  vifto,che  il  demonio  le  ftaua  d'intorno  ballando ,  e  (aitando,  per- 
che ella  ftaua  diftratta,  e  non  vbbidiua  a  cenni  della  Maeftra . 

Medefimamenteccrcaua  d'imprimere  in  loro  la  dima  del  recitare  iDiuini 
Vffizi  nel  Coro  con  l'altre,  e  che  gli  preferiflero  fempre  ad  ognaltra  orazione, 
ò  dmozione  propria.  E  fé  alcuna  le  chiedeua  licenza  di  lafciare  il  Coro  per  fare 
orazione  mentale, le  rifpondeua  :  figliuola,mi  parrebbe  ingannami, fé  tal  licen- 
za vi  concederti  ;  perche  penfando  voi  d'onorare  maggiormente  Dio  >  e  darli 
maggior  gufto  in  quefta  voftra  orazione  priuata ,  trouerefte  poi  dauer  merita*? 
to  poco  ;  perche  à  comparazione  del  recitatre  in  Coro  con  l'altre  Monache  i 
DiuiniVfHzi>  ognaltra  orazione ,  e  diuozione  priuata ,  ènelcofpetto  di  Dio 
poco  meriteuole .  Così  le  affezionarla  al  Coro,  &  a  diuini  Vffizij  ,*  a'  quali  vo- 
leua ,  che  fempre  fodero  prontiffime ,  e  follecitiilime . 

Conte  infegnaua  alle  /ite  di/cepole  ad  operar  con  vua  pura ,  e  retta  menzione , 

e  tenere  la  mente  vnitaà  Dio  >  e ì  cuore  aperto  alla  Superiora: 

e  quanto  conto  tene  uà ,  che  ojjeruaffero  ilfilen%io  ne* 

tempi y  e luoghi douuti .        Cap.     CPU. 

NOn  fi  trouaua  in  lei  virtù  veruna,ch'ella  non  procurante  per  quanto  pote- 
ua,  di  piantarla  nell'anime  à  lei  commette  :  e  perche  l'intenzione  conia 
quale  fi  operaie  la  radice  dell'opere;  e  tale  quale  è  fintenzionctali  fono  l'ope- 
re noftre  ;  però  sì  come  ella  nel  fuo  operare  non  aueua  altra  mira ,  che  di  pia- 
cere ,  e  dar  gloria  à  Dio,  cosi  infegnaua  alle  fue  difcepole  ,  e  per  accenderle  a, 
quello ,  moftraua  loro  con  va  ri  j  difeorfi ,  e  ragionamenti,  quanto  grata  fi  ren- 
dala à  Dio  quell'anima ,  che  opera  con  quefta  pura  intenzione ,  e  come  que- 
fta auualora,  e  fa  meriteuole  ogni  opera,  ancorché  picciola;  e  diceua ,  che  chi 
facefle  tutte  l'opere  fue  con  quefta  pura  intenzione  di  dar  gloria  a  Dio,  doppo 
la  morte  anderia  in  Paradifo  fenza  toccare  il  Purgatorio.  Per  renderle  più  affe- 
zionate à  queftoefercizio,  deteftaua  loro  come  pefte  dell'opere,  l'operare  à 
calo  >  e  fenza  confiderazione ,  ò  per  altro  fincche  di  piacere  a  Dio .  Et  accio-^ 
chemettefleroinpratticaqueftoefercizicfpeflòimprouifamenteinterrogaua 
quando  vna  ,  e  quando  l'altra  ,  con  che  intenzione  aueflero  fatto ,  e  facellero 
l'opere, e  gl'efercizi  >  che  aueuano  fra  mano  :  e  fé  ttouaua  alcuna,  che  non  fa- 
pelfe  rifponderle ,  congetturando  di  qui  che  aueua  operato  à  calò ,  la  ripren- 
dala, e  le  diceua  :  Non  vedete, che  perdete  il  merito  di  qucft'opera  ?  Iddio  non 
fipafced'operefatteàcafo.  Queftoftimolo  d'auer  à  faperdire  alla  Maeftra 
con  che  intenzione  fàceuano  quefta ,  e  quell'opera ,  le  rendeua  vigilanti ,  e  le 
faceua  praticare  quefto  fanto  efercizio .  ApprelTo  infegnaua  loroxhe  per  fare 
l'opere  accette  à  Dio ,  le  vniffero  à  quelle,  che  Giesù  fece  in  terra  :  e  diceua  ■> 

che 


Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'Pazzi.     1 8 3 

che  le  noftre  opere  buone  da  fé  fteffe  fono  come  piombo  di  niun  prezzo  ;  ma 
vnite  à  quelle  di  Giesù ,  diuentano  come  perfettimmooro . 

Tra'  mezzi ,  che  ella  infegnaua  loro  per  lacquifto  di  quella  purità  d'inten- 
zione, come  principalilfimo,infinuaua  loro  il  tenere  la  mente  vnita  a  Dio  con 
iànti penfieri,&  affetti  :  ne  le baftaua  folo finfègnare  quello  mezo,  ma  procu- 
raua ,  e  teneua  il  medelìmo  modo,  che  (òpra  ,  per  farle  e  fé  reità  re .  Ondefpef- 
fo  dimandaua  à  qualcuna  ;  A  che  cola  peniate  ì  Doue  Irà  adeffo  li  voftro  cuo- 
re? A  qualcun'aìtra  diceria  :  Quante  volte  oggi  vi  lète  ricordata  di  Dio  ?  quale 
è  (lato  il  primo  penfiero,  che  auete  auuto,  quando  vi  fuegliafte  ?  Quante  vol- 
te ariete  ringraziato  oggi  Dio,  che  vi  ha  chiamato  alla  Religione  i  Che  penfie- 
ri  auete  auuto  mentre  recitauirVrrìziodiuino?  che  auete  cariato  dalla  lezione 
di  menfa?  Se  aueuanovdno  predica,  òfentito  eiòrtazione  ,  le  interrogauàdi 
quello  che  n'aueftero  cariato ,  e  così  ricercaua  anco,  che  affetti  y  che  propofiti 
aueuano  cauato  dalla  meditazione  .  Enei  giorni ,  che  quelle  lì  communica- 
uano,dimandaua  loro  :  Che  vi  ha  detto  Giesù  nel  voftro  cuore,  quando  l'atie- 
te  riceuuto  5  quante  volte  l'ariete  ringraziato  in  quello  giorno  >  che  vi  lì  e  dato 
nel  Santiffimo  Sagramento  ;  Similmente  il  Giouedì ,  &  il  Venerdì,  i  quali  gior- 
ni erano  da  lei  confumati  con  particolare  affetto  di  diuozione,  fvno  per  me- 
moria deirillituzione  del Santitlìmo  Sagramento,  che  però  lochiamauail 
giorno  dell'amore ,  l'altro  per  memoria  della  PalTìone,  da  lei  chiamato  il  gior- 
no dello,  fponfalizio.  Le  dimandaua  hauete  confiderato  quello  che  ha  fatto 
Giesù  per  voi  in  quello  giorno  :  e  così  fecondo  i  tempi ,  fecondo  loccafìone 
le  andaua  interrogando  di  quel  che  paffaua  per  il  loro  cuore  >&  in  tal  giula  non 
folo  le  faceua  vigilanti  e  l'efercitaua  nelì'operare  confukratamente,  e  tener  la 
mente  vnita  à  Dio,  ma  ancora  I'auuezzaua  a  tenerle  (copreto ,  &  aperto  iljloro 
cuore,&  i  loro  péfieri:cofa  da  lei  lìimata  grandemente  per  lacquifto  della  per- 
fezione Religiofa,  e  per  aiììcurare  l'anime  da  gl'inganni- dei  demonio;  per  qùal 
fine  aueua  anco  ordinato ,  che  ogni  dì  andalfero  à  dirle  i  loro  difetti  ;  e  perche 
alcuna  taluolta  le  diceua,  che  era  imponibile  lo  ftar  fempre  con  la  mente  vnita 
à  Dio,  ella  rifpondeua  :  E  vero ,  che  è  imponìbile  penfar  fempre  attualmente 
di  Dio  ;  efTendo  che  quello  folamente  in  patria  potrà  farfi  perfettamente  ;  ma 
ftar  fempre  vniticon  Dio,con  auer  fempre  h  mira  à  quello. quello  fi  può  fare: 
Peroche  fé  ci  affatichiamo  per  le  creature,  si  per  vtilità  dell'anima  ,  come  dei 
corpo >e non  ad  altro  fihe,che  per  dare  ònorce  gloria  à  Dio, e  le  non  falle  Dio, 
non  lo  farelììmo  :  non  fi  può  negare  1  che  in  tal  modo  non  fi  ftia  fempre  vnita 
à  Dio  :  e  le  ci  affatichiamo  io  benefizio  della  Religione,  lo  facciamo  perche  la 
Religione  è  di  Dio,  e  quanto  facciamo,  è  folo  per  piacergli,  e  per  onorarlo,  e 
glorificarlo,  a  quelle  che  così  fanno ,  non  fi  può  torre ,  che  fieno  vnite  con 
Dio. 

Stimaua  mezo  molto  proporzionato, e  fcala  necefsaria  per  giungere  à  que- 
lla vnione  di  mente  con  DioTofferuanza  dei  fi  lenzio  regolare,  poiché  quello 
è  ordinato,  perche  l'anima  rientri  in  fé  lleifa ,  e  f\  raccolga  con  Dio  :  e  diceua  > 
che  vna  perfona  religiofa  ;  che  non  guftadel  filenzio ,  è  impoflìbile  ,  che  polla 
gulhre  delle  cofe  di  DioJPeraò  sì  come  ella  efattiflìmamente  Tolsemaua.così 
volcua,  che  dalle  lue  dilcepole  fufse  rigorofamenre  offeruato  :  e  le  alcuna  lo 

M     4        ron> 


1 8  4     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

rompeua,oltre  la  penitenza,ch'  ella  le  imponeva,  lei  fteffa  ne  tempi  che  fi  può 
parlare,  offeruaua  il  filenzio  per  la  difcepola ,  che  l'aucua  rotto,  dicendo  :  Vo- 
gliose la  Religione  abbia  il  fuo  douuto.lnfegnaua  ancora  le  confiderazioni, 
e  penfieri,che  fi  doueuanoauere  nd  tempo  del  filenzio  ,*  tra  quali  eraqncfto  > 
cioè:  Che  fi  confiderafse  l'opere  che  Giesu  operò  dalli  dodici  fino  alli  trenta 
anni ,  che  vifse  in  quefta  vita  feonofeiuto ,  che  da  Santi  Vangelifti  fono  palTa- 
te  con  filenzio  :  e  (òggiungeua,  che  piacciono  molto  à  Dio  l'opere  fatte  in  fi- 
lenzio :  cioè,che  non  apparirono  a  gl'occhi  de  gli  altri  :  e  che  più  vtile,e  fica- 
io fare  opere  grandi,  che  apparifeanominimeche  far  opere  grandi  in  apparen- 
za .  Ma  però  voleua  ,  che  fi  operaffe  con  femore ,  e  che  ciafcuna  cercafse  la 
maggior  perfezione  ,  che  fuffe  possibile  :  e  fé  vedeua  alcuna  operare  fredda- 
mente^ fenza  affetto,  la  riprendeua,  e  cercaua  di  fuegliarla  ,^  diceua,  che  chi 
nella  Religione  opera  freddamente  ,  è  di  pefo  alla  Religione >  perche  ha  bifo* 
gno  d'efser  portato  dalla  Religione;il  che  è  in  contrario  di  quello.che  douereb- 
bono  fare ,  perche  le  Religione  fono  quelle>che  deuono portare  la  Religione  ; 
&  acciò  non  sauuezzafsero  infingarde  >  enegligenti,  fempreleteneuaoccu* 
paté  >ne  permetteua ,  che  fteffero  oziofe  * 

Cerne  efercitaxa  le  fue  fitddite-  nella  fpr  opriamone  delle  co  fé  terrene  per  loffer* 

uan^a  della  pouertà  {{eligiofa  .  E  come  infegnatta  loro  a  cercar 

Dio  per  la  vìa  della  mortificatone  ,  e  non  per  mc^o 

de'  gufli  fpirituali .  Cap»     CV  II  U 

ANcorche  nel  Munifterodi  Santa  Maria  degli  Angioli,  doue  viueua  Mad- 
dalena,fi  viueffe  in  olferuanza  d' vna  perfetta,  e  totale  comunità  Religio- 
fa ,  tuttauia  conofeendo  effa  molto  bene ,  quanto  facil  cofa  fia  il  preuaricare  il 
tanto  voto  della  pouertà,  per  il  difordinato affetto,  chel'vmana  conditione 
porta  alle  cofe  terrene ,  ancorché  poche  ,  e  piccole  fieno  ;  non  mancò  di  dar 
lume  alle  nouelle  Religiofe  di  quefto  fanto  voto>e  della  bellezza  dell'offeruà- 
^a  di  quello ,  inoltrandolo  come  bafe ,  e  fondamento  d'ogni  perfezione  Reli* 
giofa  ;  né  ballandole  folo  i'infegnar  loro ,  come  doueuano  viuere  (taccate  da 
ogni  affetto  di  proprietà ,  offeruaua  diligentiflìmamente ,  e  teneua  buoniffime 
regole  per  conofeere  à  che  fi  trouauano  attaccate  ;  &  vfaua  ottimi  mezzi  per 
efercitarle  in  quello  fpropriamento .  Perciòaueua  loro  ordinato ,  che  ogni 
mefefiefaminaffero,  fé  aueffero  affetto  fouerchio  à  qualche  cofa  i  òfeaue- 
uano  alcuna  cofa  fuperfìua  al  lor  bifogno,  e  trouandone,fe  ne  priuaffero  :  e  di- 
cena  loro,che  aueffero  più  caro  viuerfene  in  necelfità ,  che  auere  nulla  fuper- 
fino,  perche,  tutto  ciò  che  manca  al  Rehgiofo in  quefta  vita  fdiceua  lei,)  gli 
farà  relo  con  grand' vfura  nell'altra .  E  perche  quefto  affetto  nondeue  portar- 
fi ,  nò  ancoalle  cofe  neceflarie ,  le  faceua  cambiare  l'vna  con  l'altra ,  fi  clic  tra 
loro  fi  cambiauano  ancor  le  vefti,  e  gl'abiti  che  vfauano .  Trono  vna,che  alie- 
na attacamento  ad  vn  libretto  d'efercizi  fpirituali,  che  di  fua  mano  aueua  fcfft- 
ti ,  e  glielo  fece  gettare  in  fui  fuoco .  Ad  vn'altra,che  teneua  affetto  ad  vna  co- 
ronagliela tolfcc  dopò  fei  mefi  gliela  reftituì  conordine,che  ogni  (era  gliela, 
ripoitaffe ,  e  durò  fin. tanto  che  altutto  fi  diftaccò  l'affetto ,  &  imparò  tenerli 

come 


Vita  della  a  Maria  Maddalena  de  razzi .      185 

come  predatale  dalla  Religione  ;  che  cosHenono  tenerfi  dalle  Religiofe  le 
cofe  concetTe  à  loro  vfo,  e  fpeffo  faceua  fienili  mortificazioni  ;  &  in  varij  mo- 
di,e  guife  cercaua  d'accenderle  all'amore  della  pouertà  Religiofa,&  alla  mor- 
tificazione di  loro  (tefèe . 

Per  illuminarle  diqueflo,  diceua  loro,  che  s'inganna  grandemente  chi  fi 
mette  al  feruizio  di  Dio  per  auer  gufti,  e  confolazioni  ;  perche  Dio  non  fi  tro- 
ua  ne'  giudi ,  ma  nella  vera  virtù ,  la  quale  ha  il  fuo  luogo  proprio  ne  gli  affan- 
ni,ftenti,e  trauagli;e  che  falò  s'hannoda  (limare  quei  gnfti,e  dolcezzeje  qua- 
li inanimirono  al  patir  volentieri  per  amore ,  e  gloria  di  Diae  per  adempire  il 
fuo  diuin  volere .  E  foggiungeua  ,che  non  era  degna  d'efser  chiamata  ferua  di 
Dioquell'anima>chein  quella  feruitù  non  patifee,  e  non  s'affatica  $  perciò  el- 
la non  Ci  fidaua  molto  della  (labilità  di  quell  anime  ,  che  moftrauano  di  auer 
acquiftata  la  loro  perfezione  nella  pace,e  nelle  dolcezze  fpiritualijperche  (co- 
me effa  diceua  )  non  è  vera  virtù  quella  >  che  non  è  pronata  dal  fuo  contrario, 
cioè  delle  tentazioni,  e  tribulazionie  rendendone  la  ragione  diceua ,  che  Dio 
ricerca  dalle  creatureche  Io  vogliono  feruire,  vna  motte  retta ,  fenza  la  quale 
non  fi  fa  niente;  e  che  chi  entra  nel  feruizio  di  Dio,altronon  $ ,  che  per  mille 
vie,e  modi  ad  ognora,  &  ad  ogni  momento  dar  morte  à  fé  (lefsa  :  E  lo  dichia- 
rarla in  quefla  manierala  vita  della  noftra  carne  è  il  diletto ,  &  il  piacere  della 
ienfualità Ja  morte  della  carne  è  il  torle  ogni  diletto,  e  piacere,  e  doirarlaxon 
digiuni,  e  vigilie,&  altre  afprezze .  La  vita  del  giudizio,  e  arbitrio  proprio  è>di* 
(porre  di  fe,e  delle  cofe  proprie  à  fuomodojla  morte  fu  a  è,fottomettérlo  ogni 
ora  al  parere,  e  voler  d'altri  per  mezzo  dell' vbbidienza ,  così  fi  dà  morte  alfap* 
petito  della  propria  riputazione^  fuperbia ,  col  fare  continuamente  atti  di  ve- 
ra vmiltà,  e  di  difprezzo  di  fé  fteffare  con  occultarti  per  non  efser  conofeiuta  < 
E  fimil  morte deue  dare  à  fé  (lefsa  »  chi  veramente  vuol  feruire  à  Dio  ;  e s'in- 
ganna ,  chi  penfa poterfi  dare  quelìa  morte  col  mele ,  e  latte  in  bocca  d'vna 
dolcezza  interna,  &  efterna,  perche  non  puòefsere,  che  nonfenta  gran  dolo- 
re ,  chi  veramente  muore,  acciò  Dio  viua  in  lei .  Onde  quando  vedeua  alcuna 
Nouizia  fempre  quieta,  e  tranquilla,  fenza  alcuna difficultà,  e  trauaglio,  ne 
temeuaafsake  diceua;  Temo  che  non  habbiate  pofto  il  voftro  fine  nellac- 
eomodarerefterno,  e  non  attendere  all'interno  .  E  foggiungeua  :  Dokteui 
diauercindamo  fpefo  quel  giorno ,  che  non  hauete  mortificato  voi  mede- 
lima  . 

Come  efercitaua  lefue  TtyniQe,  e  Giouani  netto  sbaff amento-  della propria 

riputazione  ,  e  ftima  ,  nel  renderle  vmili. 

Cap.       C IX. 

ESfendo  che  F vmiltà  è  il  fondamento  d'ogni  perfezione  fpirituale,fece  grart 
conto  la  Beata  Madre,  di  piantarla  ne'  cuori  delle  figliuole,che  veniuano 
à  feruire  Dio  nel  fuo  Muniftero ,  piùprofondamente ,  che  poteua ,  accioche 
lòpra  di  quella  potefsero  ergere  più  alto  edifizio  di  virtù  Religiofa  per  tut- 
to il  corfo  di  lor  vita  :  e  per  fare  quello  fondamenta,  fi  dette  con  ogni  dili- 
genza ad  atterrare  7  e  fcacciaxeda' loro  cuori  la  fuperbia,  e  propria  (lima,che 

feco 


1 86     Vita  della  B.Mana  Maddalena  de  Pazzi. 

feco  ne  porta  l'vmana  condizione.Perciò,fe  tra  loro  Ci  trouauano  alcune  dota- 
te più  di  talenti,  cioè,di  più  giudizio,fapere,  e  prudenza,  ò  d'altra  virtù ,che  l'al- 
tre :  ella  per  tenerle  vmili.e  balfcpoco  fé  ne  feruiua,  e  moflraua  difarne  poco 
conto ,  e  di  (limarle  manco  dell'altre ,  vagliandole  Tempre  nelle  loro  azioni  ; 
quefto  parricolarmente  il  faceua  con  tutte  quelle,  che  conofceua,che  pigliaf- 
fero  compiacenza  del  loro  operare  ;  e  lo  faceua  in  modo ,  che  non  poteua  lor 
cadere  in  mente ,  che  ciò  ella  facelTe  per  vmiliare .  Imperoche  con  quel  gran 
lnmcche  anena  delle  colè  fpirituali ,  trouaua ,  e  feopriua  in  quelle  loro  opere 
mille  imperfezioni  ;  e  con  tali  ragioni  gliene  feopriua,  che  quafi  gliene  faceua 
toccare  con  mano  :  onde  neH'iftelTo  tempo  reftauano  illuminate, &  vmiliare  j 
fiche  quella  ,  che  prima  fentiua  vanagloria ,  ò  compiacenza  della  tua  opera  * 
doppo  C\  vergognarla  d  auerla  fatta  così  male ,  come  la  Madre  le  moftraua  .  E 
quando  le  bitògnaua  impiegare  alcuna  di  quelle,  ebeaueuano  più  talento  io 
qualche  cola,  doue  apparrffe  il  Tuo  fapere,  ò  attitudine  ,  ò  altra  virtù,  gliene 
commettcua  in  tal  maniera ,  e  con  parole ,  che  tanto  lvmiliauano ,  che  rimo- 
ueua  da  quella  ogni  penfiero  difuperbia:  quelle  àchi  più  dell'altre  pareua  fa- 
pere»  le  faceua  ofercitare  ne  gli  efercizi  più  badi ,  e  vili ,  e  taluolta  per  vmiliar- 
le  le  facetva  andare  in  Refettorio  à  leggere  forte  l' Alrabetto ,  che  imparano  ì 
fanciulli  ,*  e  quefto  lo  fece  in  particolare  à  due  Giouanc  d'età  di  più  di  venti  an- 
ni, ad  altre  fimili  faceua  talora  recitar  forte  1*  Aue  Maria  in  publico;  altre  umil- 
mente faceua  riprendere  publicamente  da  qualche  Madrccon  parole  che  pa- 
rete lorod'eflere  (limate  di  poco  camello .  Se  vedeua  alcuna  ,  che  le  parefle 
che  fuffe  buona  perla  Religione  ,  la  chiamauain  mezzo  dell'altre  >  e  diceuà  : 
Quefta  figliuola  penfa ,  che  noi  abbiamo  auutovna  gran  forte  ad  auerla  nel 
noftroMuniftera,  ma  io  vi  dico,  che  ella  hàauuto  vnagran  forte  ,  chele 
Monache  fi  fiano  contentate  d'accettarla,&  ammettercela . 

Taluolta  ad  alcuna  di  quelle,  che  veniuano  alla  Religione,  prima  che  pren- 
deflero  l'abito,  le  faceua  feruire  a  menfa ,  e  baciare  i  piedi  alle  Monache  con 
le  loro  vefti  di  feta ,  &  ornamenti .  Vna  che  molto  fentiua  l'efler  riprefa,  e  no- 
tara  di  difetti  la  Beata  Madre  commefle  à  tutte  le  Nouizie,che  ofìèruaflèro  di- 
ligentemeiite  tutti  i  difetti,che  vedeuanoin  lei ,  e  gliene  rifenlTero;  e  di  quelli 
poi  publicamente  la  riprenderle  correggerla .  Venne  in  quei  tempi  alla  Reli- 
gione vna  fanciulla  nobile,  d'età  di  dicianoue  anni,  con  molto  fpirito,  e  defide- 
i-io  della  perfezione  Religiofa  ->e  prefumendo  vn  poco  di  fé  ftefià ,  ò  traporta- 
ta dal  femore  giouanile ,  difle,  che  fentiua  qualche  diffìcultà  in  prender  l'abito 
in  quefto  Mumftero,  perche  non  vi  fi  faceua  penitenze,nè  vieraoccafionedi 
patire  per  amor  di  Dio  5  &  in  altra  occafione ,  dille ,  che  veniua  alla  Religione 
per  eifer  Monaca  di  fatti ,  e  non- di  nome ,  e  che  non  auerebbe  voluto  fare  nel 
fuo  vestimento  certe  cerimonieche  fi  cofhiman  fare  nelprender  1  abito  No- 
tò la  Madre  J'vna,  e  1  altra  parola,  ma  però  dilli  mulo  la  prima-  per  fami  lene  i 
fuo  tempo:  ma  di  quella  feconda  la  ripreiè ,  come  detta  da  fpirito-di  fmgu lati- 
ta e  di  iùpeibia  ,  e  con  vna  dura  riprensione  la  fece  riconofecre  ,  replicando- 
le più  volte:  Quefte  km  quelle  che  il  Mondo  penfa,che  abbino  tanto  lume,  e 
U;noU'i;ro  ;  ie  quali  parole  funx)  dette  da  lei  con  tanto  iènumento  ,  eli. 
Si  u-iulla{ :iena  di  confuficnc  iì  lenti  grandemente  compungerete  d'vbbidien* 

za 


Vita  della  13.  Maria  Maddalena  de  Fa2zi.     187 

za  della  detta  Madre  ne  chiefe  petdonoà  tutte  le  Nouizie,e  fcufandola  l'altre, 
ella  non  volle  ammettere  feufa  nefluna  :  &  ad  ogni  occafione  ,  e  difetto  cho 
quella  commetteua ,  la  buona  Madre  fi  feruiua  di  quelle  parole  per  vmiliarla  \ 
e  per  (radicare  dal  cuore  della  ftefla  fanciulla  quella  prefunzione,  che  prima  d1 
prendere  l'abito  aueua  auuto  nel  lentir  difficoltà  di  eleggere  quefto  Munifte- 
romper  non  ci  effere  molta  occafione  di  patirete  di  far  gran  penitenze  ;  la  Bea- 
ta Madre ,  dopò  che  quefta  fu  veftita  >  cominciò  à  procedere  feco  con  molta 
feuerità  :  e  per  ogni  minima  parola  mal  detta,  e  difetto  che  commetteua,  la  rir 
prendeua  feueramente ,e  talora  la  chiamaua  all' improuifo,e  le  daua  difcipline , 
e  l'imponeua  penitenze,  e  per  alcuni  mefi  duròà  proceder  feco  in  maniera  , 
che  pareua  che  fé  la  fufle  recata  à  noia,  e  non  la  potefle  patire  s  e  di  più  aueua 
dato  ordine  all'altre  Nouizie,ancorche  minori  dilci,che  d'ogni  difetto,che  ve- 
deuano  farle  ,  la  riprendeffero,fenza  che  lei  s'accorgete ,che  aueffero  tal'ordi- 
ne  dalla  Maeftra,e  fimili  altre  mortificazioni ,  le  quali  alla  Nouizia  erano  mol- 
to dure ,  e  malageuoli  ;  talmente  che  vedendofi  così  sbattuta  da  tutte ,  non  fi 
poteua  contenere  taluolta  di  piangere,  &  affliggerfi.  Delche  accorgendofi  la 
Beata  Madre,  le  diceua .  Ricordateui  forella,  che  voi  durafte  fatica  ad  elegge- 
re quefto  Muniftero ,  perche  non  ci  faceuano  grandi  penitenze  5  e  così  per 
quefta  via  la  fece  riconofeere,  &  vmiliare  del  fuo  errore;  ma  però  mentre  che 
procedeua  feco  in  tal  modo ,  non  comportando  il  fuo  caritàtiuo  affetto  di  la- 
rdarla in  quelle  afflizioni  fenza  qualche  conforto  >  fpeflo  le  replicaua  :  Sorci* 
la  bifogna ,  che  chi  vuole  rifarfi  à  Dio ,  prima  fi  dislacciai  fé  ftefsa  ;  con  dir- 
le di  più  ,  che  era  voler  di  Dio,  che  ella  procedette  feco  in  tal  modo  per  fuo 
maggior  bene. 

Come  le  efercitaua  nel?  vhbidien%a  con  V  annegatone  del  proprio  volere,  e  del 

proprio  giudizio  :  e  d'vn  modo  molto  vtìle ,  che  teneua  per 

fi molarle  all'emenda  de  i  doro  di  fretti  . 

Cap.        C  X. 

PErche  fenza  1  annegazione  del  proprio  giudizio ,  e  della  propria  volontà , 
non  u  può  acquiftare  perfetta  vbbidienza:  perciò  la  Beata  Madrcche  de- 
fideraua  le  fue.figliuole  perfette  in  ogni  virtù  Religiofa ,  vsò  grand'arte ,  edili- 
genza  nel  rompere  iilor  volere,  &  in  cattiuare  il  lor  proprio  giudizio;  &àtal 
fine  ofseruaua  diligentemente, quali  fu  fiero  le  loro  inclinazioni.per  fargli  efer 
citare  cofe  contrarie ,  e  le  commetteuacoie  contro  il  proprio  giudizio .  Onde" 
fc  vedeua  vna  troppo  inchinata  all'orazione ,  la  mandaua  à  dormire  ,  ò  à  fare 
qualche  efercizio  efteriore ,  òdi  fatica  ,*  fé  vedeua  altre  inchinate  ad  efercizi 
efterni>grimponeua  il  fare  orazione,ò  altri  efercizi  interni;  à  chi  era  vaga,e  vo- 
lonteroià  di  fare  molte  penitenze ,  e  mortificazioni ,  le  auerebbe  importo  vn 
Pater  nofter,  &  vn'Aue  Maria  ;  àxhi  vi  fentiua  gran  ripugnanza -,  imponeua 
mortificazioni  pefantir&  vmiliatiue  :  e  così  rompeua  le  loro  volontà,  &  incli- 
nazioni. Taluolta  quando  ftaua  in  Coro,ne  chiamaua  alcuna  ;  e  per  esercitarla 
nella  cattiuazione  del  proprio  giudizio ,  la  faceua  vfeir  di  Coro,  e  la  mandaua  à 
contare  i  correnti  del  palco  di  fala,ò  di  cella:altre  volte  le  faceua  attigner  dell'- 
acqua* 


1 8  8     Vita  della  B.Mana  Maddalena  de5  Pazzi. 

acqua,  e  rigettarla  nel  pozzo  ;  ad  alcun'altra  le  commetteua ,  che  andafle  nell'- 
orto  à  pigliare  le  formiche,  ò  le  farfalle  .  Vna  volta  comandò  ad  vna,  che  fpo- 
gliara  andafle  in  tonacella  in  refettorio  :  fé  bene  le  badò  vedere  la  prontezza  di 
quella  tale  in  quefta  vbbidienza,e  vedendola  pronta  la  fece  riueftire.  Ad  vn  al- 
tra commefle >  che  andafle  ogni  giorno  nell'orto  ,  e  cercafle  d'imparare  da», 
quelle  piante  il  modo  di  far  orazione  ,  e  che  tenefle  conto  degliammaeftra- 
menthche  ne  cauaua.  Se  vedeua  qualche  difetto  non  fempre  lo  riprendeua  al- 
lora ,  ma  afpettaua  taluolta,  che  vna  fufle  andata  dormire ,  e  poi  la  faceua  chia- 
mare >  <Sc  vfeire  del  letto  ;  e  chiamatala  à  fc  , la  faceua  porre  ingmocchioni ,  e 
la  riprendeua ,  che  fufle  fiata  ardita  d  andartene  al  letto ,  fenza  prima  renderli 
in  colpa  ,  &  vmiliarfi  di  tal  difetto  . 

Non  le  baftaua  il  correggerete  riprendere  i  difetti ,  e  mancamenti  delle  fud- 
dite,  ina  voleua  il  frutto  della  correzione ,  che  è  l'emenda  ;  e  per  aiutarle  anco 
a  quello  ,*  commetteua  loro ,  che  quando  da  lei  erano  auuifate  di  qualche  di- 
fetto andaflèro  dopoi  ogni  fera  à  dirle  quante  volte  in  quel  dì  vi  fuflèro  cadu- 
te ,  e  taluolta  arriuando  da  lei  alcuna  rutta  vergognofa  ,  perche  più  volte  fufle 
caduta  in  quel  difetto,  ella  la  mandaua  via,  dicendo  ;  Non  voglio  perder  tem- 
po con  voi ,  che  non  v'approfittate  de  miei  auuertimenti  ;  e  poi  quando  quel- 
la non  ci  penfaua  la  faceua  chiamare,  e  le  faceua  dire  quei  difetti  che  non  aue- 
ua  prima  voluto  afeokare;  e  poi  voleua  fape re  *  che  penfierigl'erano  pattati 
pe  1  cuore  «per  auerla  così  mandata  via.  Vna  volta  auendone  così  mandata  vna> 
iafciò ,  che  prima  andafle  à  letto,  e  poi  la  fece  leuare ,  e  venirfi  ad  vmiliare .  li 
fimile  fece  ad  vn  altra  ,  la  quale  fenza  vmiliarfi  era  andata  à  ripofarfi  :  andò  la 
buona  Madre  ai  letto  della  Nouizia,  e  la  riprefe ,  e  la  fece  leuare .  &  andare  nel- 
l'Oratorio delle  Nouizie  ,  doue  di  nuouo  la  riprelè,  e  le  commefle  ,  che  fteflc 
quella  notte  à  dormire  quiuiin  terra  :  e  con  quefto  ordine  ve  la  Iafciò ,  per  ve- 
dere quello.che  la  Nouizia  faceua  ;  non  molto  doppotornò  da  lei,e  l'efaminò 
che  cola  auefle  detto , e penfato  nel  f uo  cuore,  per  auere  la  Maeftra procedu- 
to leco  in  tal  maniera;  e  doppo  d  auerla  caritatiuamente  auuilata,  <5c  ammoni- 
ta de'  ftìoi  difetti >la  fece  ritornare  al  letto .  Vna  fonciulla,che  era  entrata  à  pro- 
ua  in  detto  Muniflero ,  vna  mattina  fi  leuò  di  letto  più  a  buon'ora  del  folito  > 
con  defiderio  d'andare  al  Mattutino  con  le  Monacherà  vidde  la  Beata  Madre* 
e  le  difle  che  bifognaua  dimandarne  licenza  alla  Madre  Priora,  &  andò  à  chie- 
derla; e  tornata  Je  difle,come  raueua  ottenuta,  ma  però,  che  tornafle  à  letto  ; 
Vbbidì  la  fancmlla,e  doppo,che  fu  entrata  in  lettoje  difle;Vcftiteui,e  venite  in 
Coro  coneflb  noi;hò  fatto  quefto  per  prouare  la  voftra  vbbidienza.  Altra  vol- 
ta imponeua  vna  penitenza  ,  e  poi  vicinoal  tempo  di  farla,  la  riuocaua,  badan- 
dole di  rompere  quella  volontà,^  vederle  pronte  all'vbbidicnza,la  quale  vole- 
ua, che  da  loro  fu  (Te  fatra  con  volto  allegro,e  prontamente .  Perciò  infegnaua 
lorochencH'vbidirenon  riguaidafserola  pedona,  checomandaua,machein 
quella  riconofcelsero  Dio.e  come  à  Dio  vbidifsero  femplicemente,e renden- 
done la  ragione ,  diceua  :  Voi  nonauete  dato  la  voftra  volontà  alla  creatura  * 
ma  à  Dio,e  la  creatura  vi  è  in  luogo  di  Dio;  però  foggiungeua  loro,che  vbidif- 
fero  alle  Superiori  dategIi,ancorche  fùfsero  Conuerìe,  ancora  in  cofe  contra- 
rie al  proprio  giudizio,  catuuandofi  9  e  credcndojdie  ciò  che  è  comandato/a 

vo- 


Vita  della  B.Mana  Maddalena  de  Pazzi*     189 

volontà  di  Dio;  e  foggiungeua ,  che  auelTero  gran  confidenza  nelfvbbidieti- 
za ,  perche  con  quella  fi  operaua  gran  cole  ;  e  fuccefle  a  molte  con  la  fua  vb- 
bidienza  eiperimentare  in  fé  ft effe  cofe  mirabili  $  cVin  particolare  quella  che 
come  l'opra  è  detto,  ella  mandò  ad  imparate  a  far  l'orazione  dalle  piante  deli- 
orto  ,  effendo  difficiliffima  nel  faper  orare ,  per  coteflo  mezzo  trouò  tanta  fa- 
cilità, e  gufto,che  non  auerebbe  poi  fatto  altro  che  (tare  in  oratione.  Ad  vn  al- 
tra che  era  grauemente  tentatale  diede  il  fuo  cordiglio,e  le  diffe,che  fi  cignef- 
fe  con  quello,e  fubitocintofclo,le  cefsò  la  temanone. Et  efortandole  à  quella 
vbbidienza,diceua.  Fin  che  non  vi  date  nelle  mani  dell'  vbbidienza  >come  mor- 
te,non  potrete  mai  guftare  che  cola  fia  lèruizio  di  Dio  :  Offerite  la  voftra  vo- 
lontà in  facrifizio  à  Dio ,  e  ne  fentirete  vnfommo  contento  .  E  Te  bramate 
adempire  la  Diuina  volontà ,  gnardatiui  di  non  tirare  con  perfuafionial  voftro 
volere  la  volontà  de  i  Superiori ,  ma  cercate  di  efeguire  femplicemente  il  lor 
volere ,  &  in  quella  guilà  arriuerete  à  gran  perfezione .  E  fé  fentite  ripugnan- 
za in  rompere  la  voftra  volontà ,  poco  amore  moftrate  à  Dio  ;  poiché  in  vna_* 
cofa,nella  quale  lo  potete  onorare  fommamente>come  èquella^delfannega- 
re  voi  fteffe  per  amor  fuo,non  vi  volete  affaticare . 

Nonfoloprocurauadifarlefuedifcepole  vbbidienti  ,  ma  defiderofe  della 
vbbidienza  ;  però  ordinaua  loro  1  che  non  facelTero  mai  cofa  alcuna,ancorche 
minima,fenza  fua  licéza,e  perche  ella  non  fempre  poteuaaffiftergli{J,affegna- 
uà  à  ciafeuna  vna  compagna  ,  alla  quale  doueffero  dimandare  le  licenze  in  fua 
affenza  ;  e  quando  né  ancor  quella  poteffero  auere,  dimandailero  tale  licenza 
ad  vn  altra ,  purché  non  facefTero  mai  cofa  alcuna  fenza  qualche  vbbidienza: 
perche  auuezzandofi  ad  vbbidirein  cofe  minime, fi  facilitauanoaiia  vbbidien- 
za nelle  cofe  d'obbligo  5  e  così  confefsorono  le  llefse  efser  loro  fucceduto. 

Stimaua  come  beftemmia  in  bocca  di  vna  Religiofa}quefta  parola  Voglio, 
e  non  voglio  :  onde  quando  alcuna  ci  cadeua»!  imponcua  rigorofa  penitenza, 
facendole  fare  delle  Croci  con  la  lingua  per  terra,  ò  le  faceua  calpeftare  la 
bocca  dall'altre  Nouizie  »  ò  darle  tre  difciplinate  sii  la  bocca  da  ria/cuna,  e  per 
tal  via  sbandì  dal  Nouiziato  la  propria  volontà ,  rendendo  le  fue  fuddite  vbbi- 
dientiffime  figliuole  vere  Reiigiofe. 

De  talenti, che  aueua  Maddalena  nell'incaminare  Vanirne  alla  per  fedone  Rglìgiofai 
e  fpecialmente  della  prudenza  ,  e  del  ^e  lo  nel  far  le  ceneroni }  &  illuminare  U 
menti,  e  muoueregli  affetti  :  e  come  difeerneua  ottimamente  gli  [piriti ,e  le  indi- 
nasoni  delle  figliuole .  Cap.     CXI, 

DAI  detto  fin  quì.pnò  molto  bene  comprenderfi,quanto  numerofi>&  emi- 
nenti fu  (fero  i  talenti  che  aueua  quella  Beata  nel  guidar  l'anime  alla  per- 
fezione Religiolà;  ma  però  rimarrebbono  affai  ofeuri,mentre  che  perouniare 
alla  lunghezza,  non  potendofi  narrare  tutti  i  particolari,  che  circa  quello 
ilio  gouerno  dell'anime  le  occorlero ,  fi  Jafciaffe  almeno  ài  accennarli ,  e  re- 
ftringerli  infornma,  acciò  da  quelli  poffa  il  lettore  con  breuità  venirne  ia_r 
cognizione,  e  non  con  lunghezza  auerglià  congetturare  dai  particolari  . 
Tra  l'altre  cofe  >  che  Dio  dette  per  regola  à  quefta  Beata  nelle  venti  Regole 

fo- 


190      vita  delta  d.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

fopraferitte,  fu  quella:  che  ella  anelTe  tanti  occhi  quante  anime  egli  le  atie- 
rebbe  date  in  cuftodia  ;  il  che  ella  efeguì  così  perfettamente,  che  faceua  (lupi- 
re  le  Madri ,  che  la  conuerfauano ,  e  le  ileue  fue  Nouizie  ne  reftauano  ammi- 
rate. Imperochèconofcendo  ella  ottimamente  col  lume  fopranarurale ,  e  per 
ia  diligenza,&olTeruanza,che  faceua  fopra  le  lue  figliuole  fpintuali,  le  loro  na- 
turc,&  inclinazioni ,  e  di  {cernendo  gli  fpiriti  di  tutte ,  fi  accommodaua  alla  na- 
turai capacità  di  ciafcuna,couie  fé  quella  fola  aueflfe  à  guidare  ;  e  tante  quan- 
te anime  ella  guidaua,  tanti  diuerfi  modi  teneua.  A  chi  più  era  capace ,  più  im- 
poneua  :  à  chi  meno  apprendeua ,  più  campatala  5  chi  più  era  animofa,e  di  più 
lapercpiù  rigorofamente  trattaua;chi  era  di  manco  talento,ò  pufillanimcda- 
ua  loroanimo>e  mofìraua  farne  più  (Hma,e  più  benignamente  con  quelle  trat- 
taua .  Onde  vna  riprendeua  feueramente  con  parole  pungenti ,  e  per  minimo 
difetto  commeiTo  la  penitenziaua  ;  vn'altra  per  lo  fieno  difetto,  &  anche  più 
graucdolcemente  la  correggeua,ò  la  tolleraua;  con  alcuna  diffimuJaua>come 
le  non  vedefse  quei  difetti  :  con  altre  non  lafciaua  paisare  vn  minimo  manca- 
mento; con  alcune  conuerfaua  con  molta  carità,  con  altre  raceua  ,  e  sfuggiti* 
il  parlare  :  e  quefti  diuerfi  trattamenti  gli  faceua  con  tanto  lume ,  e  prudenza , 
che  non  folo  non  le  prouocaua  à  fdegno ,  ne  nafceuan  tra  loro  gelone,  ò  inui- 
die,  ne  fofpetti  di  parzialità,ma  tutte  confefsauano,  che  il  modo  di  procedere* 
che  ella,  teneua  con  ciafeuna  era  loro  profitteuole.  Anzi(comeefse  medefime 
dicono Jera  loro  colà  mirabile  il  vederla  nell'iftcfso  tempo  con  vna  feuera ,  e- 
maeflofa,e  con  vn  altra,pietofa ,  e  benrgna  ;  vna  riguardarla  con  occhio  feue- 
?o,  e  farla  arroffire  in  volto,  &  abbaisare  gli  ocelli  :  e  vokandofi  à  vn'altra  eoa 
volto  benigno,  di  metta,  e  pufillanime  rafserenarla  :  Verfo  d?vna  con  gran  ze- 
lo proferire  parole  di  riprenfìonce  di  viìiiliazione,&ad  vn'altra  in  vn-  medefi- 
mo  tempo  parole  di  dolcezza^  di  conforto:  Ora  vederla  ritenere  vna,che  per 
troppa  a llegrezza  non  defse  nella  difsoluzione,  e  nel  medefimo  tempo  cercar 
di  rallegrare,  chi  per  fouerchia  maninconia  daua  nell'afflizione  :  ora  raffrenare 
vna  daltroppo  feruore.&ora  fpronare  vn'altra  dal  torpore;e  così  fecondo  i  di* 
fcttue  bifogni  di  ciafcuna,fi  rendeua à  tutte  gioueuole;nè  mai  perdeua  vn  ran- 
tino  di  tempo,mafcmpre  era  occupata,  &  impiegata,  ora  per  fcruizio  dellani- 
ma&  ora  per  carità  dei  corpo  verfo-deli' vna  ,ò>  falera,  òdi  tutte  infieme.Nè  le 
eccitazioni  corporali  mai  la  impediuano ,  che  non  attcndene  a'  bifogni  fpiri- 
tuali,ma  di  tutte  lbccafioni,che  aueua;fe  ne  feruiua  chi  per  riprenderei  vmi- 
liarcchi  per  infegnare,&  illuminare:  chi  per  mortificare  :  e  chi  per  inanimire , 
&  accendere. 

Se  bene  nell'imporre  le  penitenze ,  e  mortificazioni,  con  alcune  era  più  fé- 
aera.tuttauia  le  imponeua  fempre  con  gran  prudenza,  e  diferetionc  :  ne  (em- 
pie ,  che  egli  erano  chiede  le  concedeiu  ,  ma  le  teneua  in  riuerenza,  e  (lima  ^ 
Non  fole  uà  mai  rare  correzione  ,  ò  riprenfione  ad  alcuna ,  che  fotk  in  paolo- 
ae,  ma  quando  quella  aliena  placato>e  quietato  l'animo:  e  fé  alcuna  le  rifpon- 
deuaeon  alterazione,  ella  la  rimiraua  finamente  con  benignità, e  piaceuolcz- 
za  ,  e  non  diceua  nulla  per  allora, ma  poi  à  Ino  tempo  la  coi  reggeua;  e  per  più 
Kiefi  tollerò.  vna,che  per  tentazione  dabolica  aueua  concepito  pallìone  d'ani- 
ma  verlò  diki,  ne  mai  le  dille  colaaicuna ,  fin  che  non  vidde  difpofizione  à 

bri» 


Vita  della  B. Maria  Maddalena  de  Pazzi.     i 9  * 

farla  riconofeerc  del  fuocrrore.il  tempo,  ch'ella  prendeua  per  correggere,  & 
auuifare  le  fue  fuddite,e  nel  quale  daua  publiche  mortificazioni ,  difciplinc  >  e 
fimili.era  per  ilio  ordinario  ,  quando  elle  fi  partivano  dall'orazione ,  ò  da  altri 
eìercizi  fpintuali;  sì  perche  in  quefto  tempo  l'anima  è  più  raccolta ,  e  difpofta 
à  far  frutto  delia  correzione  ,  e  mortificazione ,  sì  anco,  accio  le  ad  alcuna  pa- 
relTeauer  fatto  bene  le  orazioni  ,  ò  vi  hauefle  trouato  gufto ,  col  fentitfi  dire  i 
luoi  difetti,  fi  riconofcelTe,ele  vfcilTe  del  capo  ogni  propria  compiacenza, che 
dalla  fua orazione ,auefse concepito  e  diceua,che  il  frutto  dell'orazione, e  del- 
la diuozione,doueua  effer  m  particolarcd'acquiftar  virtù  per  foffrire  la  morti- 
ficazione; e  fé  alcuna  auuilàta  in  quel  tempo  fi  rifentiua,  iariprendeuapiù  fé- 
ucramentee  diceua;  Quando  voi  vi  partire  dall'orazione ,auete  ad  efser  pron- 
te a  riceuere  ogni  riprenfione ,  e  mortificazione  à  torto,  &  ù  ragione ,  e  tanto 
auete  ad  efser  ferme,  e  (labili  in  Dioiche  niuna  cofa  vi  pofsa  perturbar  la  quie- 
te dell'animo . 

Faceua  le  riprenfioni,&imponeua  le  penitenze  con  tanta  carità,ezek>,che 
le  fue  fuddite  non  folo  non  fi  contriftauano  verfo  di  lei,mas'accendeuano  più 
adamarla  e riuerirlaj e  chi  erariprefa,diceua,quefta  veramente  mi  è  Madre:& 
i  fuoi  ammaeftramenti  tanto  1  illuminauano ,  &  infiammanano,  che  come  di- 
cono alcune  di  loro,  farebbono  camminate  su  le  fpine  per  fentirla,  perche  pa- 
reua  loro  di  vedere ,  e  fentire  vn  fpirito  celefte .  Imperoche  ne  gli  occhi  di  lei 
vedeuano  rifplendere  vn  non  so  che  del  diuino ,  che  daua  loro  gran  confola- 
zioncancor  nella  ftefsa  riprenfione .  Moftraua  tal  maeftà  nel  riprenderebbe 
faceua  entrare  nel  cuore  vn  fanto  timore  :  e  nel  medefimo  tempo,  che  fi  mo- 
fhauafeuera,fi  feorgeua  la  fuacarità,e  benignità :fi che  fi  vedeua  nel  medefi- 
mo iftante  ,  zelante ,  e  pietofa ,  maeftofa ,  &  vmrle  :  in  modo  che  fi  vedeua  , 
quafi,che  tremarlei  per  l' vmiltà  con  che  proferiua  le  parole  di  riprenfione,  e 
faceua  tremare  altri  per  la  maeftà,che  fi  feorgeua  nel  fuo  volto  . 

Quefto  mirabile  accoppiamento  di  maeftà,  &  vmrltà,  dizelo,e  di  pietà  ,  lo 
dimoltrò  particolarmente  nel  rompere  la  durezza  di  quelle,  che  fufsero  (late 
renitenti  ad  efeguire  le  mortificazioni  e  penitenze  impofte  loro  da  ìqì  .  Impe- 
roche quando  trouaua  alcune  di  quefte  ,che  in  ciò  non  l'vbbidifsero,  ella  me- 
tlefima  in  prefenza  di  quella  tale, fi  metteua  à  fare  quella  penitenza,e  mortifi- 
cazione,con  tanta*vmiltà,  come  fé  lei  fu  (Te  mancheuole  ,  fi  che  con  la  Tua  v- 
miità  confondeua.e  con  la  fu  a  grauità  atterriua  la  fuperbia  di  quella  renitente" 
e  fé  ciò  non  futìe  ballato,  alla  prefenza  di  quella  medefima ,  suiginocchiaua 
auanti  à  qualche  Nouizia,pregandola  che  le  volefle  dire  ciò  che  fi  poteflè  rare 
per  dare  aiuto  à  quell'anima  ,*  e  ciò  faceua  con  tante  lagrime ,  che  auerebbe 
fpezzato  ogni  duro  cuore  :  e  così  fortiua  ,  che  per  via  ói  quella  vmiliazione 
riempala  di  con^ufione  ,  e  faceua  vmiliare  la  difubbidiente.  Auendo  vna  volta 
viàto  in  fimil'occafione  quefto  rimedio  con  vna  Noulzia,e  vifto,che  non  gio- 
uaua,conobbe  che  la  durezza,  &oftinazione  della  Nouizia,na(ceua  da  opera, 
e  tentazione  diabolica  :  onde  acce  fa  di  zelo,prefe  vna  difciplina,e  con  gran  ri- 
gore cominciò  à  batterla ,  dicendo  ;  Voglio  vedere  chi  ne  ha  da  poter  più  ,•  ò 
Dio,  !a  cui  perlòna  io  tengo;  ò  il  demonio,  che  ha  prefo  il  cuore  di  quella 
Sorella:  e  voglio  durare  fintanto*  che  io  vegga  chi  n'ha  da  porerpiù,  ecosì 

durò 


192-     Vita  della  B.Mana  Maddalena  de'  Pazzi. 

durò  per  buono  fpazio  ;  fi  che  al  fine  quella  Nonizia  sarrefe  >  e  con  molte 
lagrime  s'vmiliò,e  chiefe  perdono  alla  Santa  Madre. 

Conforme  alle  regole  auute  da  Nollro  Signore,  fopra  deferitte,  non  ripren- 
deua  mai  ditetto  alcuno  in  altre ,che  non  mirafle  prima  fé  tal  difetto  era  in  lei;  e 
neli'illeiTo  tempo,che  correggeua  altre  ,faceua  dentro  di  fé  atti  d'vmiltà,  cono- 
fcendofi ,  (tome  ella  diceua)  più  impcrfetta,e  di  manco  virtù  di  quella,che  ella 
riprendeuaje  moke  volte  dopò  d'aucr  riprefa  alcuna,andaua  alla  Madre  Priora 
ad  vmiliaril ,  e  renderli  in  colpa  d'auer  ratto  quella  riprenfione  ;  acculandoli 
più  imperfetta  di  quella, che  aueua  riprefa  ;  e  diceua,  che  l'aueua  fatto  per  cari- 
tà^ per  obligo  dell'  vfrìzio,e  che  fé  le  pareua,che  auclTe  ratto  male  à  far  quel- 
te  riprenfioncle  perdonalTe.e  l'imponelTe  lapenitenza.Similmente  non  impo- 
neua  mai  mortificazione ,  ò  penitenza ,  che  ella  non  PauelTe  prima  efercitata 
per  fé  fletta .  Ne  ordinaua  mai  cofa  alcuna ,  che  prima  non  fauelTe  confultata 
con  Giesù  nell'orazione  f  documento  molto  notabile ,  per  chi  guida  anime  )  e 
però  con  grandiffimo  frutto  guidò  l'anime  datele  incuflodia. 

Come  per  diuina  virtù  penetranti  i  peti fieri delle f ne  f addite  . 
Cap.         CX  II. 

A  Tutti  quelli  così  rari  talenti  fin  qui  narrati  ,s'aggiungeua  in  lei  quello  di 
fopra  in  altra  occafione  accennato ,  che  pcnetraua  i  fecreti  penfieri  del 
cuore  altrui  ;  il  che  per  reggerete  guidare  le  fu  e  fuddite.ie  fu  di  grande  aiuto,c 
giouamento:  e  fenza  replicar  niente  de'cafi  circa  quello  talento, fopra  narrati, 
fi  noterà  folo  alcuni  di  quelli,che  occorfero  alle  fue  Giouani.e  Nouizie,  dall- 
ifleiTe  terrificatine  Proceffi. 

Mentre  vn  giorno  la  Beata  Maria  Maddalena  fi  trouaua  à  lauorare  con  lo 
fue  Nouizie, vidde,che  nei  cuore  d'vna  di  loro  fi  trouaua  vn  difetto,che  molto 
difpiaceua  à  Dio>del  quale  detta  Nouizia  non  ne  aueua  lume ,  ne  meno  l'aue- 
ua conferito  alla  Beata  Madre, ne  ad  altre  ;  e  vidde,  che  quello  difetto  llaua  ra- 
dicato in  quella  figliuola  à  gitila  d'vn  gineprofeosì  lo  figurò  la  Madre ,)e  dilTe, 
che  l'Angiolo  Cu  (lode  di  quella  Nouizia  fi  sforzaua  {piantarlo  dal  fuo  cuore* 
ma  non  poteua,  perche  due  demoni, ch'ella  vedeua,  impediuano  che  non  pò- 
telTe  (radicarlo .  Onde  accefa  la  Beara  Madre  di  zelo ,  improuifamente  fi  leuò 
àa  federe,e  prefa  la  Nouizia  per  vn  braccio,  la  condufle  nell'Oratorio  del  No- 
uiziato,erapitainelìafi,  cominciò  à  percuoterla  con  la  difciplina  ,  dicendo 
contro  i  demoni;  Tartiteui  negretti ,  e  lafciate  queff  anima.  La  Nouizia, 
che  non  fapeua  la  hno. ,  cominciò  a  piangere  per  pailione  ,  e  la  Madre  farta- 
la  vmiliare ,  le  feoperfe  il  difetto,  che  quella  aueua  nel  fuo  interiore ,  e  per  tal 
via  l'illuminò, &  emendò . 

Vn'altra  Nouizia  aueua  tenuto  cinque  mefi  nel  fuo  cuore  afeofa  vna  tenta- 
zione ,  né  la  voleua  feoprire.  La  manireftò  Dio  à  quella  Beata  fu  a  Maellra,  la 
quale  chiamata  à  le  la  Nouizia,  le  feoprì  la  fua  tenrazionce  la  riprefe jauuilàn- 
dola ,  che  per  l'auueniue  non  le  celalTe  mai  cofa  veruna ,  ma  le  conferititi  ciò  , 
che  patfaua  per  l'anima  fua . 

Ritrouandofi  vn'altra  fuadifcepola  vna  fera  in  Coro  alla  Compieta  ,  ugua- 
gliata 


Vita  dellaB.Maria  Maddalena  deTazzi.     15 } 

gliata  da  molte  tentazioni  contro  il  fuo  flato  :  toccando  alla  Beata  il  dar  l'acqua 
benedetta  alle  Monache ,  mentre  fi  canta  la  Salue  alla  Compieta ,  conforme 
all'vfodelMuniftero;  quando  ella  giunfe  à  dar  l'acqua  benedetta  à  quefta 
Giouine ,  fubito  tutte  le  tentazioni  del  fuo  cuore  fparimo,e  rimafe  ad  vn  tratto 
con  gran  tranquillità.  Notò  ella  quefto  effetto  mirabile  ;  &  imaginandofi,che 
la  Beata  aueffe  vifto  in  fpirito  le  fu  e  tentazioni  fuori  ài  Coro ,  le  ne  dimandò", 
riif  ole  Maddalena ,  che  sì;  e  che  Giesù Taueua  moftrato  il  fuo  cuore,e  che  nel 
benedirla  comandò  alle  tentazioni ,  che  fi  partiflfero  . 

Mentre  ch'ella  era  Maeftra  di  Nouizicla  Maeftra  ch'era  allora  delle  Gioua- 
ni ,  aueua  vna  fua  difcepola  molto  afflitta  ;  né  trouando  via  di  quietarla ,  chia- 
mò vn  giorno  Maddalena,  acciò  facefle  quefta  carità:  e  mentre  ,che  la  Beata 
ftaua  impiegata  in  quefto  vffizio ,  vna  fua  Nouizia  defiderando  parlarle,  e  non 
potendo ,  diffe  dentro  disc,  con  vnfpoco  d'impazienza  :  A.coftei  non  bafta  a- 
nere  la  fua  Maeftra ,  che  ci  viene  a  torre  la  noftra$  ma  però  non  diede  alcun 
legno  efteriore  di  quefta  mormorazione  ;  quando  la  Beata  vfcì  di  quel  luogo, 
trouando  alla  porta  quefta  fua  Nouizia ,  la  riprefe  della  mormorazione ,  e  le 
diffe  ;  Quando  vi  trouerete  afflitta ,  ò  tentata,  io  aiuterò  anco  voi,anco  quan- 
do non  farò  voftra  Madre,  onde  quefta  tutta  confbfa  le  dimandò  per- 
dono . 

Vn'altra  Nouizia  vna  voltaaueua  non  so  che  inquietudine  per  fua  fuperbia > 
quale  ella  diffimulaua.*  &  andando  in  Coro  in  quefto  interiormente  conturba- 
la, all'entrar  del  Coro  la  Beata  rifpofe  :  Aue  Maria  ;  come  s'aueffe  fentito  ef- 
fer  chiamata .  La  Nouizia  ,  che  l'era  vicina,  diffe  :  Madre  Maeftra  neffuna  vi 
•chiama .  Rifpofe  la  Beata  :  Venite  meco ,  e  la  tirò  in  difparte,  la  riprefe  di  que- 
fto difetto  occulto ,  e  le  difse ,  come  Santa  Caterina  l'aueua  detto ,  che  non  la 
Jafciafse  entrar  in  Coro,  fenza  dargliene  prima  la  penitenza  Le  così  fece . 

Stando  vna  fua  Difcepola  nouiziai  recitare  rVffizio  (èco ,  fu  interiormente 
iòpraprefa da  ftrauaganti  penfieri ,  e  tentazioni ,  ma.però  non  nedettcalcun 
fegno  eftenore  :  .con  tutto  ciò  la  Beata  lo,conobbe,e  fiffandole  gl'occhi  adof- 
fo,  difse  :  Finito  quefto  Vitìzio  bilognerà  far  Capitolo,e  così  doppo, che  eb- 
.beto  detto  1  Vftìzio ,  Ja  fece  vmiliare  in  prefenzadellaltrcNouizie ,  e  de'  pen- 
iìeri,  che  aueua  tenuto  nella  mente,  mentre  recitaual'Vffizio. 

Vna  Nouizianel  far  fvbbidienza ,  che  dalla  Beata  fera  ftata  importa  d'attin- 
ger ogni  giorno  alcune  fecchie  d'acqua ,  e  poi  riuerlàrle  nel  pozzo  ;  vn  giorno 
mentre  face  uà  taf  vbbidienza ,  le  cadde  in  mente ,  che  farebbe  flato  meglio 
verfare  quell'acqua  nel  trogolce  feruirfene  per  annaffiare  l'orto  :  ma  però  re- 
gimò di  fare  l'vbbidienza.Tornata  in  NouiziatoJedimandò  la  Beata  s'ella  aue- 
ua fattoi' vbbidienza  :  e  rifpondendo  la  Nouizia,  che  sì:  foggiunfe  la  Beata:  fa- 
rebbe ftato  meglio  verfar  quell'acqua  nel  trogolo,  non  è  vero  ^  reftò  la  Noui- 
zia confufa  ,  e  s  accusò  del  fuo  difetto ,  eja  Beata  le  diffe ,  che  imparafse  a  far 
J' vbbidienza  alla.cieca  »  fenza  hauer  prudenza  vmana .  Occorfe  à  quefta  me- 
defima ,  ch'efsendofi  per  fuo  capriccio  cinta  fopra  Ja  carne  vna  fune  con  mol- 
tinodi,  fenza  auerlo  conferito  ad  alcuno,  ócauendoJa  tenuta  alcuni  giorni- 
mentre  vna  notte  ella-ftaua  dormendola  Beata  andòal  fuo  ktto,e  fuegliando- 
Ja  le  diffe:  Sorella  guardate  quel,  che  voi  fate,  perche  non  fate  la  volontà 

N  di 


1 94     Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

di  Dio .  Non  intefe  la  Nouizia  ciò  che  fi  volefle  dire  la  Maeftra  i  e  rifpofe  :  di 
che  cola  ?  Replicò  la  Madre  :  della  fune  che  tenete  cinta  ,  e  glie  la  fece  catta- 
re >  iettando  la  Nouizia  con  fu  fa >  e  marauigliata  come  ciò  potefse  la  Maeftra 
auer  penetrato . 

Vn'altra  Nouizia  di fprezzaua  dentro  di  sé  ftefla  vna  fua  compagna ,  perche 
le  pareua  difettofa ,  e  con  qualche  mancamento  naturale  >  ma  però  non  lo  di* 
moftraua .  Lo  penetrò  la  Beata,  e  le  difle  inafpettatamente  ;  Suor  Tale,  fé  la 
tal  Nouizia  non  ha  tutte  le  qualità  efterne  ,  che  pare  auer'à  voi ,  ipfefedt  nos> 
&  non  ìpfi  nos .  Cosìconfufe ,  €  correiTe  la  fuperbia  di  quefta . 

Vna  Monaca  del  fuo  Muniftero  aueua  vna  cofa  interna>che  le  daua gran  fa- 
lcidio, e  non  s'ardiuaà  palefarla,  ma  bene  faceua  infrante  orazione  a  Dio  ,  che 
laliberafle  daquefto  trauaglio.  Vn  giorno  eflendolaBeataineftafi,  difle  à 
quefta  tale:  Giesù  vivuol  far  la  graziarne  voi  defiderate  ;  pochi  giorni  dopò 
tiouatala  percafa  ,  e  tiratala  da  banda ,  le  difle  :  la  cofa,  che  voi  dimandate  à 
Dio  è  quefta,e  le  difle  ciò  che  era,e  fogguinfe  :  Ma  voi  ci  mettete  il  tale  impe- 
dimento ;  e  quella  confefsò,  che  il  tutto  era  vero  :  leuò  l'impedimento ,  e  ri* 
ceuè  la  grazia 

Per  l'anguftia  del  Coro  le  Nouizie  erano  ncceflìrate  à  ftar  fuori  :  &  auendo 
vna  di  loro  vn  giorno  vna  gran  voglia  d'entrare  in  Coro  à  recitar  T  Vftìzio  con 
Je  Monache,  non  s'ardiua  à  dirlo .  Vidde  in  fpirito  la  Beata  il  defiderio  di  que- 
lla figliuola  :  &  eflendo  in  Coro ,  vfcì  dal  fuo  luogo  ,  &  andò  per  lei ,  e  la  fece 
entrare  in  Coro ,  reftando  quella  molto  ammirata,  come  la  Madre  auefle  po- 
tuto penetrare  ilfue  defiderio. 

Toccando  à  quefta  medefima  ad  afììftcre  vna  notte  alla  Beata  Madre  in 
quegli  vi  ti  mi  giorni  di  fua  vita ,  andaua  mal  volentieri,  dentro  del  fuo  cuore  » 
perche  aueua  timore  ,  che  in  quella  notte  la  Beata  morifle  ,  e  non  vi  farebbe 
voluta  efser  fola:  ma  per  rifpetto  vmano  non  ardiua  dir  quefto  fuo  timore.  Lo 
conobbe  in  fpirito  la  Beata,e  le  difserSuor  Angiola  Caterina  (  che  falera  il  fuo 
nome  )  venite  pur  allegramente ,  che  quando  morirò  ci  faranno  prefenti  tutte 
le  Monache  ;  così  feguì . 

Ma  tra  l'altre  cole  ch'ella  difeernea  dell'interno  altrui ,  era  particolarmente» 
fé  vna  fi  vmiliaua  di  cuore ,  ò  nò  :  onde  fé  bene  alcuna  faceua  quanto  poteua 
permoftrarfele  vmiliata ,  nondimeno  non  refraua  mai  la  Madre  ingannata  ,  e 
le  rimandaua  lenza  accettare  tali  vmiliazioni .  Ad  vna  ,  che  per  vmano  rifpet- 
to le  chiedeua  vna  mortificazione ,  difse  ,  che  Dio  non  fi  pregia  di  quelli  facri- 
fizi ,  ma  della  purità  del  cuore,  e  dell'intenzione.  Ad  vn'altra,  che  fotfombr^ 
d\m illazione  andaua  à  lei  pergiuftificarfi  con  biafimod'vn altra,  vedendola, 
difle  :  Suor  Tale ,  fé  voi  tacete  con  la  bocca ,  tacere  anco  col  cuore ,  e  quello  > 
che  voi  peniate  dirmi,  tenetelo  in  voi. 

Per  quefta  efperienza ,  cheaueuanolefueDifcepole  del  penetramento  eh* 
ella  aueua  de'  lor  cuori ,  non  ardiuano  d'andarle  innanzi ,  fé  non  vmiliate  di 
cuore:  &  anco  in  fua  prefenzi  ft anano  con  gran  timore,cuftodendo  il  lor  cuo- 
re  5  e  per  quefto  mezzo  sauuezzauano  vigilanti  fopra  di  fé  ftefsc  :  cofa  tanto 
necefsaria  per  il  profitto  fpirituale . 

-  -  Ter 


Vita  dellaB.  Maria  Maddalena  de*  Pazzi .     19  y. 

Ter  il  grande  amòre \  ch'ella  portaua  al  fuo  profjin\o  yfi  rallegraua  del  bene  altrui 

come  del  fuo  proprio  ;  &  ogni  fuo  bene  de fiieraua  grandemente 

di  comunicarlo  ad  altri  *  Cap^.     C  XI  IIm 

TRa  gli  altri  atti  ài  Carità,che  la  Beata  Maria  Maddalena  aueua  notati  di 
Tua  mano,  per  efercitan*Ii  frequentemente,  fi  trouaua  quefto,cioè .  In- 
chinare la  volontà  ad  amare  la  creatura,  folo  perche  Dio  l'ama  i  e  goderfi  di 
quell'amore.che  li  porta,  e  della  perfezione  che  lo  comunica.  Et  aueua  que- 
llo fentimento,e  gufto  del  bene  del  proflìmo.  con  tanta  perfezione  di  Carità, 
che  loggiungeua  :  Dato  cafo  (che  non  può  effere  )  che  lo  frettò  Dio  voleflo 
concedere  ad  vnproffimo, che  ci  offendertele  ne  delle  diigufto  tuttauia  de- 
siderare, ch'egli  abbia  tutta  la  perfezione,  e  gloria  de' Serafmi,ancorchèl'auef- 
fe  à  fpender  in  noftra  offe  fa  . 

11  fondamento  di  quella  profonda  fua  carità  era  l'amor  di  Dio^Sc  il  defiderio 
della  fua  gloria:  perche  nellamar  il  profumo,  non  cercaua  il  fuo  interefle ,  ò 
il  fuo  gufto, ma  folo  la  gIoria>&  il  gufto del  Dìuino  volere;  e  però  diceua.  Se 
Dioguftafife ,  e  fufTe  gloria  fua,  che  io  fuflì  trauagliata  da  vna  creatura  ,  che 
auef*eitaIentide'Serafini,iolenedeuo,e  voglio  de fiderare,  ancor  che  li  do- 
uefle  1  pendere  in  mia  offe  fa  per  dar  gufto,e  gloria  à  Dio .  Et  anco  fi  potrebbe 
dire,che  in  ciò  aueflè  gran  parte  la  fua  vmiltà,mentre  altre  volre  dilse  :  che  fi 
deue  defiderare  maggior  bene  al  prodìmo  di  quello,che  fi  chiegga  per  sé,  fti- 
mando,che  il  proflìmo  fia  per  e  (Terne  più  grato  à  Dio  ,  e  rendergli  maggior 
frutto,  e  gloria  ài  quello  che  non  fappiamo  far  noi . 

Contemplando  ella  vna  volra  la  grazia  ài  Dio  lòtto  fimilitudine  di  fonte.,  , 
mentre  ftaua  rapita  in  quefta  contemplazione ,  le  panie  di  vedere  molt'ani- 
nie  intorno  a  quefto  fonte  ,  fotto  fimilitudine  ài  pecorelle  ;  e  defiderofa,  che 
tutte  gu  (tallero  e  s'immerge  fsero  in  quel  fonte  digrazia,andaua  dicendo  con 
fcolpite-parole  :  Porrei  poter  tu  fami  ad  vna  ad  vna  quell'anime  .  E  moftraildo 
di  vederne  alcune ,  che  (\  attufTaiTero  :  con  gran  giubilo  diceua  ;  Gif  su  mio  > 
elle  fanno  pur  bene .  Era  così  inuifeeratain  lei  quefta  carità  del  proflìmo,  che 
ne*  cinque  anni  della  fua  prouazione,auendole  Dio  fottratto  ognigufto  fpi- 
rituale,non  le  rimale  altro  gufi o3che  quello,  ch'ella  aueua  del  bene  del  prof- 
fimo  •  Quefto  lei  ftefTa  lo  dille  nell'vltimo  diquegli  otto  giorni,  che  flette  in 
eftafi  ,  quando  entrò  in  quefta  prouazione  fpirituale,  con  quefte  paralo  : 
Iofiarò  là  in  vn  cantuccio  àvedere  tutte l  altre fpofe  mie  compagne  y  non  aucndoà 
gufiare  co  fa  alcuna\ma  farò  tecoycterno  Verbo>come  fanno  quei faneiidliniyche  tu  hai 
afsunti  cofla  su  da  te  (  intendeua  de* putti  3  che  muoiono  doppoil  Battefimo  , 

auanti  gl'anni  della  difcrezioiK^)  che  fé  bene  non  hanno  quella  pienezza  digloriay 
che  veggono  battere  molti  altri  Santi y  fi  contentano  nondimeno  di  varilo  y  che  hanno: 
ò  vero  farò  contadauer  anco  io  tutte  quelle  cofey  che  effi  hanno  \  e  fi  bene  non  negu-> 
fiero  y  la  carità ,  che  fa  tutte  le  co/e comuni  y  mifaràguflare  non  gufando  :  guflando 
folodelguflo  altrui  .E  chiunque  laconuersò ,  non  folo  ne  detti  cinque  anni, 
fiaa  in  tutto  il  tempo ,  che  vifse  nella  Religione ,  *  rendono  tefumonio ,  che 

N    2        nel 


ijriS    Visa  della B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

nel  vedere  l'anime  fauorite  da  Dio  di  grazie,  e  doni  celefti,giubilaua  d'allegrez- 
za ,  come  fé  fufsero  (lati  (boi  propri. 

L'iftefsa  carità  ,  che  la  faceua  guftare dell'altrui  bene,  gliene  faccua  anco 
fommamente  defiderare  ;  né  elJaaueua  bene  alcuno  in  se  ,  che  non  defideraf- 
iè,  che  Dio  lo  concedefse  a  proffimi,  e  che  dal  canto  Tuo  non  facefse  ciò,  che 
poteua,  per  comunicarlo .  Quefto  fi  viàde  dalle  (uè  Monache  in  tutte  Tocca- 
fioni  ;  ma  (penalmente  nel  tempo  ch'ebbe  in  cuftodia  le  Nouizie ,  e  Giouani, 
e  Sopragiouani  del  Muniftero .  Imperoche  non  era  virtùin  lei,ch'ella  non  cer- 
caiTe  di  piantarla  in  quei  cuori  :  Non  ricercaua  alcun  lume  fpirituale,  fpettante 
alla  fallite  dell'anime,  ch'ella  non  lo  comunicafse .  Il  che.oltre  moltopere  fu- 
dette ,  raccoglieuafi  dalle  fue  parole ,  e  (pecialmenre  da  quelle,  che  proferi- 
uà  in  eftafi  :  ne'  quali  lo  fpirito  di  Dio  la  sforzaua  à  pale  fare  i  tefori  del  tuo  cuo- 
re, più  che  di  fua  volontà  non  aucrebbe  ratto,  e  particolarmente  moftrò 
quefto  fuo  defiderio  la  terza  notte  dello  Spirito  Santo  ne  gli  eftafi  de  gli  otto 
giorni .  Doue  efsendo  entrata  con  la  contemplazione  nel?  Vmanità  del  Ver- 
bo, e  contemplandola  forto  figura  d'vn'amenidìmo  giardino,  difse,  che  ne 
piedi  diGiesù  vitrouaua  fiori;  nelle  mani  frutti,  e  gioie;  e  nel  cuore  faette 
d'amore  in  grande  abbondanza  ;  e  mentre  confideraua  quei  facrati  piedi  , 
diceua  l.Chi  vuol  legare  molti  mw^i  di fiori  ^e  gigli,  venga  qui ,  perche  fé  nepojfon 
fare  gran  bacinate  in  quefii  piedi  del  mio  Spofo .  E  con  gran  d'affetto  foggiunge- 
ua  >  lo  vorrei  con  quefii  fiori  poter  inghirlandare  tutti  i  capi  delle  tue  Spofe  \  ma  n& 
farò  vnf afe  etto ,  e  gli  darò  à  Maria  >chegli  conferui  loro  .  Contemplando-la  ma- 
no finiftra  5  diceua  :  Qutfii  frutti,  che  io  catto  dalla  mano  finifira,  ò  Verbo,  non  gli 
vorrei  folo  per  me ,  maafpiro  comunicargli  à  tutto  il  Mondo .  Poj  alla  man  deftra 
foggiunle  :  Da  quefia  fua  man  deflra ,:  Ò  Verbo ,  raccorrò  le  pr  elofita  delle  gioie , 
cheiovitrouo:  le  quali  T  anima  mia  de fiderà  comunicare  ad  ogni  creatura .  Delle 
faette  d'amore ,.  che  trouaua  nel  coftato  y  non  le  parendo  d'effer  capace  di 
iòffrirle ,  non  di/Te  altro  5  fé  non  :  0  cuore ,  ò  cofiato  dell'eterno  V erbo  vmanato, 
non  fi  può  corrifpofidere  à  tanta  tua  influenza  :  Saetti  troppo  -,  non  fi  puòfoffrire,  hi- 
jogna  grande  aiuto  à  comfpondere ,  e  conferuare  tante  faette . 

Nel  fecondo  giorno  del  medefimo  eftafi,  fpirò  fuori  vn'altro  raggio  di 
quefto  defiderio  di  comunicare  ogni  bene  all'anime  -,  mentre  contemplan- 
do la  grazia  dello  Spirito  Santo3(btto  fimilitudine  d'acqua ,  diflfe  :  0  acqua 
p-exiofa .  0  chi  ne  diuenìfie  fonte  per  carità  ?  0  chi  la  potè  fise  comunicare^  fparger  e 
per  tutto  il  Mondo  ,e  diuenifse  fonte, e  fiume  tanto  largo>e  rapido  jhe  ne  inuolgefsey 
e  ne  trac  fise  fé  co  y  come  al  Mare  tutte  Vanirne  in  vita  eurna  \  E  molte  altrecofe 
foggiunle  per  le  quali  moftiò  il  gran  defiderio,che  auenaxhe  lo  Spirito  Santo 
fi  diflondefie  con  la  fua  grazia  in  tutte  le  creature.Quefto  medefimo  defiderio 
lo  dimoftrò  nel  fuo  contrario,  cioè  nel  difguftó,  che  (ènti uà  nel  veder  l'anime 
reftar  priue  della  grazia  di  Dio .  Onde  in  vn'eftafi  ch'ella  ebbeintendendo  co- 
me il  Diuino  Spinto  fi  voleua  partire  dàll  anime  perla  loro  ingratitudine.fentr 
grandiftìmouftliggimento ,  come  dalla  pallidezza  del  fuo  (embiante ,  e  dalle 
parole  di  dolorcch'ella  proferiti  ritrafTe  ;  e  rJ^Y placarlo ,  e  muouerlo à  pieta> 
formo  alcune  diuotiiTuiic  preghiere  fopnrquelle  parole  :  vrotetlornofta 

afpitc 


Vita  dclfo  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi,     i  97 

afpice  Deus ,  &  refpice  infaciem  chrìfli  tui  -,  fèruendofi  come  per  interceflòrey 
della  faccia  fanguinofa,e  fpinofa  del  Tuo  Diletto,con\e  in  detto  ratto  è  notato . 
finalmente  tanto  ftimaua  ogni  bene  Spirituale  del  proffimo  fuo  >  che  ogni 
mattina  fiproteftatiaàDiodivoler  piùtofto  foftenere  qualfiuoglia  eftremo 
patire  »  che  impedire  il  proffimo ,  che  non  potette  godere  Dio .  Punto  molto 
notabile .  O  quanto  poco  fi  (lima  da  molti  l'impedire  il  bene  Spirituale  a'  prof- 
fimi  Suoi  ì  quanto  poco  ci  fi  bada  ^ 

Quanto  fujfe  dedita  ali opere  di  Carità -,  e  come  Vefercitò  verfo  le  Monache 
del  fuo  Muniftero  con grandijfime  fatiche  y  e  difagi. 
Cap.  CX IV. 

E  Sfendo  la  vira  di  quefta»  Beata  Madre  piena  di  tanti  eftafr,  di  così  aire,  e 
continue  contemplazioni  di  sì  frequenti  orazioni,  e  tutta  occupata  in  ce- 
kfti,e  diuoti penfieri,  come  fin  qui s  enarrato  ;  con  molta  ragione , chiunque 
fin  qui  ha  letto ,  potrebbe  auer  formato  concetto,  che  il  fuo  viuere  fulTe  fla- 
to vna  mera  v.ra  contemplatiua  :  poiché  dal  detto,  fi  vede  tanto  alTorra  in  Dia 
in  ogni  tempo ,  e  luogo r  che  non  pare, che  vi  reftaffe  tempo,  né  attitudine  al- 
la vita  attiua.  Con  tutto  ciò  ebbe  tale  attitudine  fenaa  diitrarfi  dalle  fue  con- 
templazioni, feppe  trouar  tempoalì'impiegarfi  nella  vita  attiua ,  con  tanta  af- 
fiduità ,  e  con  tante  opere  di  carità ,  che  tra  le  Monache  ella  era  chiamata  la 
Madre  della  Carità  ;  e  la  Carità  del  Muniftero.  Imperoche  oltre  alle  carità 
rpirituali  di  confolare  l'afflitte ,  di  rallegrare  le  mede ,  di  confortare  le  tentate  > 
e  di  animare  lepufillanimi;  non  fi  faceua  opera  nel  Muniftero,  che  ella  per 
quanto  lepermetteua  l'vbidienza  non  vi  mettelTe  le  mani  ;  non  fi  duraua  fati- 
ca tanto  dalle  Velate,  quanto  dalle  Conuerfcnella  quale  ella  non  auefle  gran> 
parte  :  né  faceua  efercizio ,  ancorché  ba(fo,e  vilcche  ella  non  vi  fi  impiegafle: 
e  come  dicono  Tiftefte  Monache ,  bifognaua ,  che  le  fi  guardaflero  in  Xlia  pre- 
lènza di  non  moftrar  d  auere  alcun  bifogno,ò  d  auer  à  durare  alcuna  fatica  per 
la  Religione  >  perche  ad  ogni  fatica  s'offeriua  fenza  rifparmio  alcuno.  Oltre  ì 
gli  Vftìzi,  che  fece  per  la  Religione,  aiutaua  frequentemente  alla  cucina,  &  in 
quella  s'impiegarla  nel  cucinare  i  cibi  per  le  Monache  ;  nel  portare  >  e  fefcuico 
àmenfa;  nello fpazzare  ,  enelrigouernarecon  leConuerfe;  nell'attignere 
acqua,e  lauare  i  bucati  ;  nel  fare  il  pane,e  portarlo  al  forno.e  fìm-ili  altri  eferci- 
zi  ;  ne'  quali  non  fi  efercitaua  per  tranfito,  ò  per  fupplimento.ma  come  fé  fuf- 
fe  ftata  vna  Conuerfa, e  le  toccaffe  per  vffizio .  Imperoche  aiutando  per  lei  an- 
ni continui  ad  vna  Conuerfa  intridere  il  pane ,  era  la  prima  à  leuarfi  :  &  accio- 
che  la  Conuerfa  auefle  manco  fatica,  prima,  che  quella  fu  (le  leuata  fcaidaua 
.racqua.ecominciaua  à  farlo  :  nel  portarlo  fopra  i'afle  al  forno,  s'auanzaua  con 
piti  follecitudine  ,  che  poteua,  per  portarne  pi-ìraffe ,  che  fhfìè  poffibile.  Se  fi 
ancua  à  fare  il  bucato ,  fi  lcuaua  prima  delle  Connerfe,  empieua  le  caldaie^  * 
portaua  le  tegne ,  accendeua  il  fuoco ,  ecominciaua  à  lauare  ;  fiche  quando 
l'altre  fi  leuauano,  etTaaueua  faticato  molte  ore  :  e  ftana  talora  cinque ,  e  fei 
ore  di  notte  lauando  i  panni  ;  sì  per  non  efser  vifta  di  giorno  in  quella  -affidili-. 
tri  di  fatiche,  sì  anco  per  poterfi  il  giorno  eferckare  in  akr  opere.,,  fecondo  gli 

N-    3         vffizi , 


198     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'  Pazzi. 

vffiaà ,  cheaneua .  E  quando  era  Pedagoga  delle  Nòuizie»  le  mandaua  à  cerca- 
re  per  il  Conuento  i  panni  (uccidi ,  e  la  notte  poi  gli  lauaua,  per  leuare  quella 
fatica  alle  Conuerfe  :  e  di  modo  fi  affaticò  in  quello  e fercizio  dellauare,  che 
fé  gl'era  trauolto  vn'offo  del  collo  d' vna  mano.Quando  fi  ftaua  così  affatican- 
do con  le  Gonuerfe  1  le  efortaua  talora  per  carità  à  ripofarfi,  &  ella  fenza  alcu- 
na intermelfione  Tempre  feguitaua  ;  e  ne  gli  eiercizi,  che  faceua  con  e(fe>fem- 
pre-fi.-ckggcua.le  cole  di  maggior  fatica ,  cercando,  Tempre  di  alleggerire  >  e 
igrauare  le  Gonuerfe  dalle  fatiche  >  il  più  che  poteua .  Domandata  taluolta , 
perche  ciò  face  fife, ri  fpondeua:  accioche  quelle  aueflero  poi  più  tempo  da  po- 
teri! occupare  nell'orazione ,  e  diuozione  ;  e  fu  auuertito  >  che  con  particola- 
reSollecitudine  fi  impiegaua  in  quelle  fatiche ,  in  queigiorni  ne  quali  Ci  face- 
ua nella  Religione  qualche  diuozione  particolare,  acciò  le  Conuerfe  sbriga- 
te da  tali  occupazioni,  poteffero-interuenirui  con  le  Monache .  Quando  talo- 
ra qualche  Gonuerfa ,  ò  per  riuerenza ,  ò  per  carità ,  ricufaua  il  fuo  aiuto ,  el- 
la le  faceua  tantaiftanza ,  e  he  bifognaua  che  quella>cedefle ,  e  l'accettatle  5  e: 
per  conuincerla,  diceua ?:  Non  mitogliete  (biella  il  merito  di  quell'opera  :  la- 
feiate  far  quefto  à  me-,  poi  farete  voi  qualche  cofa  per  me  ;  perche  è  meglio, 
che  ci  affatichiamo  in  fare  le  cole  l'vna  per  l'altra ,  che  (e  ciafeuna  racefie  per. 
sèfìclTa:  perche  nel  fare  le  cofe  per  se  >  vi  e  l'amor,  proprio  >e  nel  farle  per  l'al- 
tre, vrè  la  carità ..  E  finalmente  duraua  tali,  e  tante  fatichcnella  feruitù  del  Mu- 
niftero ,  che  le  fteiTe  Monache  affermano,  che  ella  fola  duraua  più  faticai  fa- 
ceua più,  che  quattro  Gonuerfe  infieme.  Il  che  non  era  fenza  loro  maraui* 
glia  ;  poiché  ella  era  difangue  nobile ,  di  compie fiìone  delicata ,  di  poca  fani* 
tà  ,  e  fi  cibaua  pochifiìmo ,  e  quel  poco,  il  più  del  tempo,  pane,  &  acqua ,  co- 
me fopra  è  narrato  :  onde  la  ftimauano  cofa fopranaturate .  Oltre  à  ciò  ,  quan- 
do perqualche  occupazione,  non  poteua  interuenire  con  le  Conuerfe  alle 
fatiche  de  loroefercizi ,  andaua ,  e  rifaceua^loroi  letti,  e  fpazzaua  le  loro  dan- 
ze, e  fimili  altre  carità  1  e  diceria  :  Voglio ,  che  quelle  pouerelle.  quando  han- 
no finito,  pollano  ripofatfi .  Eflendo  vffiziod'vna  Conuerfa  il  chiamare  le  Mo- 
nache à  Mattutino ,  ella  le  chiefe  in  grazia  ("però  con  licenza  della  Superiora  ; 
di  far  feco  à  vicenda  à  fuegliar  le  Monache  vna  fettimana  per  vna  :  edopò  di 
auer  durato  alquanto  tempo ,  fendofi  la  Gonuerfa  infermata ,  ella  feguitò  da 
se  fola,  edurò  quindici  anni  continui  à  chiamare  ogninotte  le  Monache  à 
Mattutino.  Quando  nel  Muniftero  v'erabifogno  di  qualche  arte,  ò  efercizio, 
per  efierui  poche ,  che  lo  fapelfin  fare ,  ella  con  ogni  diligenza  cercaua  d'im- 
parado,  sì  per  aiutare  quelle,  chelofaceuano,  sì  acciò  il  Muniftero  non  re- 
ila  Afe  priiio  di  quell'aiuto.  Non  fumai  richieda,  nò  fé  tè  porle  occafione  di, 
ftre  alcuna  canti ,  che  ella  potendo ,  non  la  facefie , ancorché  con  lùofcom- 
modo:e  come  diceua, fiimaua  perduta  quellrrgiornata, nella  quale  nonauefTe 
fatto  qualche  carità  al  ilio  proifimo,nè.fù  nel  fuo  Muniftero  alcuna  Monaca >.. 
la  quale  da  lei  nonriceueile  qualche  carità  .  Ancorché  tulle  tanto  affaticata  , 
non  fi  moftraua  mai  fianca  ,  ma  fé  dopò  lunga  fatica  fc.leporgeua  occafione 
di  altra  opera  ,  con  prontezza  fi  ofteriua  anco  à  quella  come  le  alloracomin- 
ciafTc  à  faticarci  talora  pregata  da  qualche  forclla  à  prender  ripofo,òdomarv 
data ,  come  tkccua  à  potere  tante  fatichciilpondcua  :  Io  ho  carne  d'afino  >  e 

nont 


Vita  dellaB.  Maria  Maddalenade'  Pazzi,.     199 

non  patifco  niente  .  Altre  volte  diceua  :  Queftocorpoèvn'afinello,  edeuc 
portar  la  foma  giorno, e  nottenon  bifogna  tenerloin  ripofo.  £  maggiormen- 
te vmiliarfi,diceua,che  non  era  buona  à  nulla  e .  he  non  fapetia  fare  orazione; 
e  che  per  non  fi  rendere  inutile  alla  Religione,  le  bifognauaaffaticarfi  in  que- 
lli efercizi  efleriori.  Ma  il  vero  era»  che  ella  faceua  quelle  co  le  per  ofTer- 
uare  quella  Regola  datale  da  Giesù,nella  quale  ricercarla  da  lei  eh  ella  fuficfr- 
tibondacomeèilceruo  dell'acque  ,  d'efercitare  per  ogni  tempo  la  cariti  ver- 
fo  i  proffimi»  e  non  facefTe  (lima  delia  debolezza,  e  ftanchezza  del  fuo  corpo, 
più  di  quello,che  fi  fa  della  terraglie  fi  ca  lpefla:e  tanto  faceua  ella  con  Je  con- 
tinue fatiche  &  eiercizi  di  carità;ma  fandaua  ricoprendo  con  queiìe  vmiliazio- 
ni:  poiché  chiarifiìmamentc  fi  vedeua  dalle  Sorelle  i  gran  talenu,ch'ella  aueua 
tirv3gniefetcizio,e  particolarmente  nell'orazione;  e  quello  affermano  le  ftelTc 
Monache, efiere  vna  delle  gran  marauiglie  della fua  vita.cioè,  il  vederla  attiua, 
e  contemplatala ,  con  tanta  perfezione  dell'  vno ,  e  l'altro  (lato,  come  fé  fuiTe 
tutta  contemplatiua,  ò  tutta  attiua  :  poiché  l'attiua  non  f  impediua  la  contem- 
platiua,nè  la  contemplatiua  l'impediua  f  attiua  ;  perchè  era  tanto  dedita,  &  af- 
fuefatta  allbratione,  che  neH'illefle  opere  efteriori,iìaua  con  la  mente  in  Dio , 
come  foprà  è  motlrato:  e  nelf iftefse  conremplazioni,&  eflafi  non  fi  feordaua 
de  bifogni  de  proffimi  ;  anzi  fu  veduta  molte  volte  ancor  eiìatica  ,  affaticare  il 
corpo  in  opere  di  carità,  e  commettere  ad  altrequel,che  per  cagione  deHefìa- 
fi  era  impedita  lei  di  poter  fare  :  così  fuccefse  più  volte  nel  tempo ,  che  aue- 
ua  à  giuda  le  Nouizie .  Imperoche  vedendo  eliache  quafi  fempre  le  fuccede- 
ua  nelle  folennità  principali ,  (Tare  il  più  del  tempo  in  eflafi ,  &  efsendo  Ja  fua 
carità  molto  prudente,  &  accorta ,  preueniua  quei  tempi ,  e  ne'  giorni auanti 
à  dette  folennità »  diflribuiua  alla  Pedagoga ,  ò  alle  maggiori  Nouizicquegli 
efercizi  di  carità ,  che  auerebbe  fatto  lei  circa  l'iflefse  Nouizie ,  ò  circa  linfer- 
me,  ò  altre  bifognofe .  E  quando  poi  veniua  l'ora  •>  &  i  tempi  di  far  quella  ca- 
rità ,  ancor  ch'ella  fufse  tutta  rapita  in  Dio ,  fi  ricordaua  di  quella  carità,  e  co- 
sì ellattca  commetteua  à  quelle  ftefse,che  facefsero  quello  ch'ella  aueua  loro 
ordinato .  Dalche,  e  da  altre  ragioni  fi  può  comprendere  ('per  chi  defiderafse 
fapere  qualche  delle  due  virtù  preualefsein  lei,ò  la  contemplazione,ò  la  carità 
verlb  il  proffimo)  che  preualeua  la  carità  delproffimoje<]ueftofi  vidde  chia- 
ramente ,  poiché  per  aiutare  il  proffimo  ne'  fuoi  bilbgni ,  ò  fpiriruali,  ò  corpo» 
rali ,  fu  fempre  pronta  à  lafciar  Je  lue  orazioni ,  contemplazioni ,  &  ogni  fuo 
guflo  fpirituale .  Partiticolarmente  aucndo  vna  volta  determinato  di  fìare  al- 
cuni giorni  in  ritiramento  per  fare  gli  efercizi  fpiriruali  di  Sant'Ignazio  :  occor- 
rendo in  quel  medefimo  tempoad  vna  Sorella  alcuni  trauagli ,  e  faflidij  d'ani- 
mo ;  per  aiutare  quella  Sorella ,  fi  priuò  di  quel  ritiramento ,  dicendo ,  che  la- 
fciauaDioperDio.  Documento  molto  vtilealle  perfone  Spirituali ,  per  non 
far  maiTopere  di  Dio  con  alcuno  attaccamento  d'ailetto  proprio  ,ma  fempre 
con  riguardo  alla  carità  >  &al  volere  di  Dio. 


N     4.  Con 


ioo     Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

- 

C$n  quanta  gran  carità  feruiua  aW  Inferme  t  &  ajjìfieua  alle  moribonde:  e  come  per 
f        affetto  di  Carità ,  e  per  J uà  maggior  mortificazione  ,  meffè  la  bocca  ad 
vna  piaga  verminofad'vna  Conuerfa^e  con  la  propria  lingua  leccò 
altri  malori  delle  Monache  .  Cap.        C  XX. 

LA  carità,  ch'ebbe  quefta  Beata  verfo  dell'Inferme >  fu  tale ,  che  la  indufse 
à  eccelli  incredibili ,  come  nel  titolo  è  accennato .  Quando  alcuna  s'infer- 
maua ,  era  follecitiffima  à  vifirarla ,  e  non  pafsaua  giorno ,  che  non  vifitafse 
l'inferma  :  e  quando  erano  più  bifognofe ,  ò  più  graui ,  le  vifitaua  più  volte  il 
giorno  ,  e  fé  aueuanobifogno  ài  conforto,  ò  d'affìftenza  ,  per  cagione  de  do- 
lori,  ò  per  grauezza  de!  male ,  ò  per  altra  occorrenza ,  vi  affifteua  quanto  bi- 
ibgnaua .  Efsendo  per  fua  condizione  accorti!  fi  ma,  antiuedeua,  e  preparaua  i 
loro  bifogni ,  &  andaua  alla  Superiora ,  &  all'Vffiziale ,  e  le  faceua  prouedere 
quanto  buognaua,  e  ciò  ch'ella  giudkraua ,  che  potefle  loro  giouare  ;  ini  con  le 
lue  proprie  mani  le  feruiua,  rifaceua  i  loro  letti,  fpazzaua  le  ftàze  dell'Inferme- 
ria,e  faceua  tutti  gli  altri  più  vili,e  ftomacofi  vftìzi,  che  bifognano  all'Inferme 
ancorché  non  fu  fife  fuo  obligo  ;  &  il  tuto  faceua  con  tanta  allegrezza,e  carità, 
ch'era  all'Inferme  vngran  conforto  auerìa  apprettò .  Non  folo  le  feruiua  cor- 
poralmente, ma  anco  fpiritualmente  le  confolaua  ,  fé  erano  afflitte  ;  l'eforta- 
ua  alla  pazienza ,  leggeua  loro  de'  libri  fpintuali  :  le  ricordaua  la  gloria  del  Pa- 
radifo  ,  la  Paffìone  di  Giesù ,  e  tutto  ciò  che  poteua  apportar  loro  confolazio- 
ne  :  e  quando  per  occupazione  deli'Vffizio  non  poteua,  mandaua  à  fare  que- 
lli vffizi  di  carità  ,  ò  qualche  fua  Compagna  ,  ò  qualche  Nouizia .  Compatiua 
talmétei  dolori  dell'infermità  corporale  l'afflizioni  d'animo  altrui,che  le  pian- 
geua  come  fé  fuflero  lue  proprie,e  defideraua  poterle  Ieuare  ad  altri,e  pigliar- 
le fopra  di  sé .  Onde  più  volte  fu  feutita  dire  a  qualcuna ,  che  patiua  gran  dolo- 
ri .  Vorrei  poterui  rubare  quelli  dolori  :  E  rifpondendo  l'inferma  con  fcambie- 
uole  carità,  che  non  non  auerebbe  voluto  ch'ella  patifle  tali  dolori  :  replicaua 
lei  :  Io  fono  di  natura  più  rozzaxhe  voi,  e  non  gli  fentirei  tanto .  Se  alcuna  per 
afflizione  era  digiuna  ,  ò  per  naufea  de'  cibi  cagionata  da  infermità  duraua  fati- 
ca à  mangiare  ,  ella  per  eccitarla  à  prendere  il  cibo ,  con  eflò  loro  cominciaua 
à  prendere  degli  ftetìì  cibiJe  imboccaua,  e  con  dolci  parole  le  folleuaua.  Era 
tanto  il  gufto,  ch'ella  aueua  in  far  quefta  feruitù  all'Inferme ,  chediceua,non 
eflere  nella  Religione  vffizio ,  ch'ella  defideraiTe,  fc  non  quefto  dell'Inferma- 
ria  :  talché  folo  à  penfarui  ne  godeua  5  e  difeorreua  taluolta  quello,  che  aue- 
rebbe fatto  vedo  1  Inferme,  fé  fu  (Te  (tata  infermiera  ;  e  vedendo  non  lo  poter 
fare  :  per  auer  vffizi  incompatibili,ne  fentiua  pena,  ma  però  non  reftaua  di  fare 
tutto  ciò  che  poteua  .  Se  occorreua,  che  qualche  Inferma  per  ordine  de' Me- 
dici, auefle  a  pigliare  fci  loppi,  ò  medicine  ad  ore  feommode,  come  innan- 
zi Mattutino,  particolarmente  nell'Inuerno;  ella  fi  offeriua  all'Infermiere.» 
acciò  non  auelTero  quel  difagio,  e  faceua  lei  quefta  carità.  Sefapeua,  che 
ad  alcuna  mancaflfe  ,  ò  aueflfc  defiderio  di  qual  cofa , ch'ella  auefse  >  per  fodis- 
tarla  fc  ne  priuaua,  ò  non  l'auendola  procuraua.  E  fpecialmente  quando  nelf 
infermeria  erano  conualefcenti ,  acciò  non aucfsero  follecitudine  fouerchia 

di 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de'Pazzi. 


io  i 


di  loro  fteffe,  ella  fé  ne  pigliaua  il  penficro,  e  cercaua  di  fargli  auere  quello  di 
che  aucrebbono  potuto  auergufto  ;&aueua  l'occhio  finoà  cofe  minimiffi- 
me.<per  feruizio,  e  gufto  dell'inferme .  Onde  fi  fiupiuano  le  Monache,  di  ve- 
derla tanto  vnita  ,  &  afforta  con  la  mente  in  Dio ,  e  poi  tanto  accorta  in  ogni 
minima  cola  corporale  per  il  proffimo:  &  alle  volte  appena  vfeita  di  ratto,  fi 
vedeua  tutta  pofta  in  quelle  cofe ,  come  fé  non  aueffe  mai  altro  penfiero  . 
Quefta  fuacarità  era  vniuerfàle  verfo  di  tutte,  e  fenza  alcuno  intereffe,  ma  fo- 
loper  amordi  Dio.  Imperochè  fé  ben'ella  feruiua  il  corpo,  fempre  rifguarda- 
ua  ranima:&in  quella rifguardauafimagince  fimilitudine  di  Dio:e  m£tre  fer- 
uiua alle  Monache  s'imaginaua  di  feruire  allo  fteflò  Dio  :  ó  vero  le  confidera- 
ua  come  figliuole  dell'eterno  Padre ,  come  fpofe  del  Verbo,  ò  come  tempio 
dello  Spinto  Santo,  ò  come  Sorelle  de  gli  Angioli:  ò  vero  confideraua  l'amo- 
re con  che  Dio  l'aueua  amate:  e  con  quefte  confiderazioni  fi  accendeua  a  fa- 
re quefta  carità  con  tanto  affetto ,  chediceua  :  Io  mi  metterei  à  fopportare 
qualfiuoglia  cofaper  il  proffimo  mio,  e  fpecialmente  per  quietare,  e  con  fola- 
re  vn'anima;  perchè  il  cuore  inquieto ,  non  dà  vero  ripofo  à  Dio  in  sé ,  &  io 
non  bramo  altro,  che  poter  darei  Dio  lefue  creature:  econl'ifteffe  confide- 
razioni  infegnaua  alle  fue  Nouizicche  feruiffero  alle  Monache ,  e  Tvna  all'al- 
tra; foggiungeua:  Voi  douerefte  riputami  indegne ,  eftimaregranfauore  di 
iferuire  ad  anime  ,  che  fono  facrario  dello  Spirito  Santo  .  Quefto  medefimo 
ftaccamento  da  ogni  vmano  intereffe  nel  fere  la  carirà,fi  conobbe  in  Jei,quan- 
do  che  effendole  mandato  da'  Parenti  alcuna  cofa  che  fuffe  buona  per  l'infer - 
me,  òConualefcenti,ella  di  licenza  della  Superiora  gliene  portaua  loro,coine 
cofa  della  Religione,  e  non  come  cofa  mandata  à  leij  né  mai  voieua  apparire 
d'effer  lei  quella  che  faceffe  tal  carità,acciò  quelle  Sorelle  non  aueffero  à  te- 
nerle  obligo  alcuno,  non  volendo  effere  ringraziata . 

Applicaua  con  tanto  affetto  à  quefto  efercizio  di  feruire  gl'Infermi ,  che_, 
vna  volta  diffe,  che  tè  bene  ell'eracontentiffima  dello  Rato,  in  che  Dio  l'aue- 
ua pofta,  tuttauia  le  farebbe  parlò  auere  riceuuto  vna  gran  grazia,  fé  Dio  auef- 
fe  voluto  ch'ella  fulfe  ftata  vna  feruitrice  d'vno  Spedale .  E  foggiungeua  :  Io 
vorrei  farei  quegli  Infermi  tutti  gli  offe  qui  j  poffibili,-perchè  io  vedo  che  io  no 
so  tirare,  nò  merito  condurre  le  anime  à  conofeere  l'amor  di  Dioxhe  è  quello 
di  che  maggiormente  io  mi  fodisfarei:  così  almeno  (bruirei  a'  corpi:Per  quefto 
affetto,  oltre  alle  feruitù,  e  carità  vninerfali  verfo  di  tutte,  fin  qui  narrate  ;  fi 
prefe,  come  per  vihzio,  il  feruire  ad  alcune  inferme  particolari,  fra  le  quali  fu- 
rono due  Conuerfe,vna  chiamata  Suor  Carità,  e  l'altra  Suor  Mattea .  La  det- 
ta Suor  Carità  era  cieca  i  &  inferma  di  febre  etica,e  flette  vn'anno  ferma  in  let- 
to; e  per  tutto  queft'anno  la  Beata  Madre  la  feruì  come  fé  fuffe  ftata  vna  fua 
fcrua:  le  rifaceua  il  letto,  le  fpazzaua  la  danza,  e  le  lauaua  i  panni,  e  le  faceua^ 
ogni  altro  efercizio,  ancorché  vikyC  fchifo:  e  domandata  dalla  Superiora,  per- 
chè con  tanta  affiduità  fi  pigliaua  il  feruizio  di  quefta  inferma  ,\le  rifpofe ,  che 
Giesù  le  le  era  inoltrato  in  forma  di  pouerino,  e  l'aueua  detto,che  s  ella  voie- 
ua fargli  cofa  grata, loferuiffe  in  quella  fuaSpofa. 

Suor  Mattea  altra  Conuerfa  fudetta,  aueùa  vna  piaga  in  vna  gamba,  la  qua- 
le fcaturiua  vermini >  e  putredine,  con  tal  fetore  ,  che  eraneceffario  tenerla^ 

in  vna 


iox     Vita  delia  B.Marìa  Maddalena  de  Pazzi. 

in  vna  llanza  feparata  dall'altre .  A  quefta,  oltre  à  molte  carità ,  che  la  Beata 
le  faceua,  particolarmente  le  cuftodiua  quella  piaga,  e  la  nettaua  da'vermini , 
dalla  marcia;  e  per  affetto  di  carità,  e  di  vmiltà ,  e  per  (uà  maggior  mortifica- 
zione, arduo  à  tale  eccetto,  che  più  voice  vi  mette  la  bocca.e  quello  non  len- 
za lacrime  di  tenerezza ,  e  di  confufione  lo  riferì  la  itefla  inferma  alla  Madre_> 
Priora  Suor  Vangelifta  del  Giocondo.  Ancora  à  Suor  Barbera  Badi  ,  &  à 
Suor  Maria  Benigna  Orlandini  Monache  velate  di  detto  Muniftero ,  le  quali 
patirono  mali  contagiofi,  e  fcabbiofi  ,  fienili  alla  lebra  ;  oltre  alle  carità ,  che 
fece  loro;  come  amoreuole  caglinolo,  non  ebbe  orrore,  à  leccare  con  la  pro- 
pria lingua  quei  malori  delle  lor  membrainfette  :  e  quelle  per  tal  via  ricupe- 
ramo  Ja  uniti ,  come  à  lor  luogo  Ci  dirà . 

Quando  poi  l'inferme  erano  graui ,  e  per  la  grauezza  del  male ,  ò  per  efler 
vicine  à  morte,  bifognauaaffiiterealla  lor  ciuìodia  ,*  allora  la  Beata  al  tutto  di- 
menticata di  se  della,  drappazzaua  più  che  mai  il  fuo  corpo,  e  non  ù  partiua_» 
quali  mai  da  quelle,  e  particolarmente  la  notte;  e  daua  taluolta  otto ,  dieci,  e 
quindici  notti  fempre  in  piedi  lenza  colcarfi ,  ne  pure  fopra  il  fuo  faccone,  ma 
i  1  più  pigiiauavn  pò  di  xipofoà  ledere.  Così  fece  molte  volte,  ma  fpecial- 
mentequando  venne  a  morte  la  fudetta  Suor  Carità  Conueriàe  Suor  Barbe- 
ra Balli,  à  quella  dette  aflìdente,  e  vigilante  fenza  prender  upofo ,  quindici 
giorni,  e  notte  continue ,  &  à  quefta  dieci . 

Sopra  tutto  procuraua  fempre  dùrouarfi  prefenteal  tranfito  delle  Sorelle  ; 
e  quanto  era  maggiore  quello  vltimo  bifogno  di  tutti  gii  altri  ,  tanto  era  più 
feruéte,&accefa  la  carità,e'l  zelo  col  quale  ailìdeua.  Staua  ella  quiui  intorno 
al  letto  della  moribonda  tutta anfiofa  della  fallite  di  quelf  anima,  ora  facendo 
foménti  orazioni,  e  raccomandazioni  di  quell  anima  à  Dio;ora  leggeua  il  Paf- 
fio,  ora  recitaua  Salmi,  ò  altre  diuote  orazioni  :  &ora  parlaua  loro  di  Dio,  e  le 
faceua  fare  atti  di  contrizione,  ò  di  Amore,ò  di  Speranza,  ò  di  Fede;e  fimilial- 
tri  aiuti  daua  loro  fino  allo  fpirarc:  e  con  tanto  fpirito,&  affetto  di  carità ,  che 
era  di  gran  conforto  à  tutte  le  moderni*  fiche  tutte  le  Monache  defiderauano 
grandemente,  che  ella  fi  trouafle  prefente  al  loro  tranfito;  e  felici,  e  beate  lì 
ftimauano  quelle,che  moriuano  alle  lue  mani  •  Morte  che  erano,  con  lo  ftef- 
fo  affetto  di  carità  chiudeua  loro  gl'occhi ,  e  faceua  à  i  lor  corpi  altri  oflequi  di 
Ghridiana  pietà  :  ne  mai  fi  partiua  d'intorno  à  quelli,finche  non  erano  ieppel- 
liti,  facendo  Tempre  orazione  per  quell'anime .  In  quefta  orazione  era  quali 
tèmpre  rapita  in  eftafi,  e  da  Dio  le  era  moftro  lo  dato  di  quell'anime  ,  come 
altroue  s'è  narrato:  e  vedendole  in  Purgatorio,  oltre  all'orazioni  comuni  ,  di- 
giuni, difcipline,  &  altre  penitenze,che  faceua  per  la  loro  liberazione^  offeri- 
ua  à  Dio,e  chiedeua  di  patire  pene,  e  tormenti  per  loro  nel  fuo  corpo  ;  del  che 
più  volte  ne  fu  da  Dio  efaudita ,  e  per  cagione  di  quello ,  taluolra  per  molti 
giorni  lenti  grandinimi  dolori  nelle  fue  membra ,  come  le  le  fiuterò  lacerate 
da'  cmi,ò  morficate  da  ferpenti .  E  per  tal  via  ottenne  ,  che  molte  fu  Aero  in 
breue  {carcerate  da  quelle  pene  ,  e  condotte  à  godere  gli  eterni  beni,  e  così 
gloriole  le  veniuano  m  jllrace  dal  Signore,  come  fopra  è  detto . 


Dello, 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi,     2,0  $ 

Della  riuerenza  che  port  atta  a' projJìmi>efpccialmente  alle  Monache  >&  à  iSaccr* 
doti,  e  Superiori.  Cap.  CXVI* 

PBr  eflere  (lata  quefta  Beata  Madre  ritiratiffima  dal  fecole ,  e  per  non  auet 
conuerfatocon  perfone  fecolari ,  noa«  ciò  da  notare  circa  quefta  riueren- 
za  vniuerfale  de'proffimi  cofa  particolare ,  fé  non  che  in  tutte  le  perfone  ella 
fi  proponeuaauanti  àgli  occhi  più  io  fpirito,che  la  carne ,  più  l'anima,  che  il 
corpose  tutte  le  creature  ragioneuoli  ella  chiamaua  con  nome  di  Anime ,  e  di 
ognuno  parlauacon  rifpetto ,  e  riuerenza ,  e  con  gran  carità  ;  né  mai  fu  feri- 
rò vfeire  dalla  fua  bocca  vna  parola ,  ancorché  minima,  in  offefa  del  proffimo 
Ìlio  re  fuori  dell'atto  delle  correzioni,  ò  vmiiiazioni ,  che  faceua  alle  fue  fud* 
dite,  femprefeufauaì  diretti,  e  mancamenti  altrui,  e  confìgliaua  fempro 
Sragionare  poco  del  proffimo  :  perche  (diceria  lei)  fi  come  il  vetro  perca* 
tendofi,  facilmente  fi  rompe  ,  così  il  proffimo  mettendolo  in  bocca,  facil- 
mente s'offende .  Se  era  chiamata  allegrate  per  elTer  vifitata  da  perfone  di 
fuori, andana,  e  ftaua  conglocchi  baffi,e  con  volto  riuerente, ne  fi  ponena à 
federe,  fé  prima  quelle  non  fedeuano  loro;  e  fempre  parlaua  con  voce  ba(Ta,c 
fommeira  -.  fiche  chiunque  da  lei  fi  pattare*  reftaua edificato  della  fua  mode- 
ftia,  e  riuerenza. 

Nel  conuerfare  con  le  Monache,  oltre  al  confederarle  come  anitire,  \vl> 
cui  è  l'imagine  di  Dio ,  per  concepire  maggior  riuerenza,  le  eonfideraua  con 
dinerfi  titoli  di.dignità,  e  grandezze  fpirituali,  come  nel  precedente  Capitolo , 
iti  altro  propofito  fi  è  detto  ;  &  era  tanta  la  riuerenza  che  portaua  à  tutte ,  che 
fi  riputaua  indegna  disiare  in  loro  compagnia  ;  e  più  volte  fu  veduta  bacciare 
la  terra  doue  le  Monache  teneiiano  i  piedi ,  fpecialmeme  nella  fala  del  lana- 
ro  :  &  altri  concetti,e  fentimenti  di  -riuerenza  aueua  verfo  di  quelle  ,  che  Ci  de- 
kriueranno  nel  Capitolo  dellafua  Vmiltà .  Maifù  veduta ,  ò  fentita  conten- 
dere, ò  riiTare,  ne  fopraftarc  con  alcuna.*  anzi  con  Tifteffè  fue  difcepole ,  fé  al- 
cuna di  loro,riprefa  da  lèi,  le  rifpondeua  con  durezza,  e  con  fuperbia,  ella  non 
replicaua  niente,  ma  guardandola  con  occhio  amoreuole ,  Ci  chetaua,  appet- 
tando à  correggerla  in  altro  tempo.  Le  Superiore  del  Muniftero,  e  Madri 
maggiori,  erano  da-- lei  trattate  con  grandiffima-riuerenza  ,  &  in  loro  prefenza 
ftaua- con  gli  occhi  baffi-,  e  comporta  comete  fuiTevna  Nouizia  venuta  di 
trefeo alla  Religione .  Non  incontrarla  mai  neffuna  Monaca,ò  Conuerfa  per 
il  Muniftero,  alla  quale  ella  non  faceiTe  riuerenza  con  allegro  volto ,  ma  fpe* 
cialmente  alle  Madri  maggiorile  Maeftre  ;  e  quando  giugnena  alla  prefenza 
delle  Superiore,  fempre  s'inginocchiarla»  e  con  molta  riuerenza,&  vmilràscott 
volto,  e  voce  fommefla  efponeua -.  e  chiedeuaa'ilpondeua,  ò  accettaua.quello 
die  le  occorreua.  I  Sacerdoti,  &  i  Prelati  gli  chiamaua  Gerirti  di  Dio, e  gli  rine- 
nua  come  rapprefentanti  la  perforudi  Dio .  Pariaua  di  rutti  ma  fpechlmenre» 
de'  Padri  fpirituali,  con  gran  riuerenza  ,  &  abborriua  grandemente  il  lentirlo 
nominare  dalle  Mònache,  per  ogni  piccola  occafione,  ò  con  leggerezza,  e 
vanità,  ò  con  poca  riuerenza  :  &  auanti  à  quelli  fempre  ftaua.  mginocchioni  , 
ttè  fi  rizzauaalla  loro  prefenza,  fé  pnma  da, Ipro  noal'era.comandato;  e  così 

offwruò 


x  ©  4     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

offeruò  tutto  il  tempo  di  Tua  vita  .  Si  potrebbono  circa  quella  riuerenza  de* 
Padrifpkimalì,eSuperioriaddurre  altri fuoi notabili  efempi  ,  quali  firilerba- 
no  alla  fua  Vbbidienza . 

Della  grande  flima  ch'ella  faceta  della  flato  Rgligiofo,  e  dell'amore  che  portaua  alla 
fua  Religione ,  e  Muniftero  *  Cap.     C  XV II» 

LA  (lima  che  aueua  la  Beata  Maria  Maddalena  dello  ftato  Re ligiofo, molto 
bene  fi  comprende  da'  concetti,e  fimilitudini  con  che  ella  ne  parlaua.pes 
illuminare  le  Monachete  fpecialmente  le  fue  Nonizie,e  Giouane)dclla  eccel- 
lenza, e  nobiltà  di  quello .  Jmperochè  ora  aflòmigliandolo  al  Paradifo  Ter- 
reftre,  lochiamaua  Paradifo  di  delizie ,  e  giardino  di  Dio  ,•  ora  comparandolo 
alla  Patria  celefte.moftraua  effere  in  erto  lordine  che  è  nel  Paradifo  tra  Dio,  e 
gli  Angioli:  ora  lo  chiamaua  pupilla  de  gl'occhi  di  Dio.e  fopra  di  effoebbe  ne' 
&oi  ratti  molte  belle  intelligenze  >  e  forto  belliflìme  figure  le  fu  moftro  da_> 
Dio.  Ma fpecialmente  lo  vidde  vna volta  fotto figura  d' vna  belliffima Vergi- 
ne.mifteriolamente  veftìta  con  vari]  ftromenti  in  mano,  dalla  quale  intefe,co- 
me  la  Religione  perfeziona,  &  adorna  l'anime  re  ligiofe.  Vn'altra  volta  lo 
vidde  fotto  figura  di  fonte,  e  TH^analicLv^ij  liquori;  e  di  quìintefe  i  guftifpi- 
I itualij  che  ne  communica  Dio  à  i  veri  Religiofi.  Vnaltra  volta  lo  vidde  lotto 
figura  di  varie  ftrade  fcortatore  ;  &  intefe  come  la  vita  Religiofa  è  vna  breuo 
ftrada  per  arriuare  al  Cielo:  e  fimili  altre,  che  lungo  ferebbeil  numerarle.  E 
fempre,  tanto  in  ratto,quanto  fuori  di  ratto,pariaua  della  Religione  con  gran- 
dezza t  e  riuerenza  .  Stimaua  tanto  il  benefizio  della  vocazione  alla  Religio- 
ne > che lanteponeua  à tutte  le  grazie,  chedopòil  BattefimoDio  faccia  ad 
vn'anima .  E  più  volte  fìv  vdita  dire ,  che  non  auerebbe  cambiato  ilTuo  ftato 
con  qualfiuoglia  Rè,  ò  Monarca  del  Mondo  :  e  che  non  portaua  inuidia  à  gli 
Angioine  Serafini  del  Paradifo  perchè(diceua  lei)  lo  ftato  Religiofoprofeflfa_> 
d'imitare  il  Verbo  vmanato,  mediante  lofleruanza  de  tré  voti,il  che  non  poi- 
fon  fare  gli.  Angioli  del  Paradifo;  e  cornetta  diceua  quando  fofle  douuta  cfle- 
re  lo  ftrofinacciolo  del  Muniftero,  lo  reputaua  à  maggior  fauore,che  l'auere 
qualfiuos^lia  grandezza  deL  Mondo,  e  fempre  fé  ne  farebbe  ftimata  indegna  * 
e  però  fi  Teruiua  fpeflb  per  orazione  iaculatoria  di  quelle  parole  del  Profeta 
Dauid;  Elegi  abieclus  effe  in  domo  Dei  mei  ,  magis  quam  habitare  in  tabernaculis* 
peccatomm  .  Per  il  bene,  che  cauano  l'anime  dallo  ftatto  Religiofo,  fentiua 
grande  allegrezza,  quando  fapeua  che  qualche  perfona  fi  faceua  Religiofa  ,- 
uiatlimefe  cleggeua  Religione  ofleruanre.  Stimaua  grandemente  ogni  or- 
dine della  Religione,  ancorché  minimo,come  cofa  dettata,e  voluta  dallo  Spi- 
lito Santo, et enena in  pregio  ogni  cola- della  Religione,  ancorché  pouera  ». 
fcmplice,  e  vile  $  ne  poteua  (bifore  di  lenti*  biafimare  alcuna  cofa  di  quella  ; 
né  che  fotto  l'abito  religiofo  fi  foceife  leggerezza  veruna  .  Merauigliandofi 
vna  volta  vna  Nouizia,  come  mangiando  tèmpre  le  Monache  cibigroiìi ,  <t^> 
Baal  fani,  auelTcro  forza  da  portar  le  fatiche  della  Religione,  le  ri  (poi  è  la  Beata» 
Madre:  Quefti  cibi  fono  lànnficati  dalla  Religione,  e  Dio  mette  virai  in  loro* 
che  ci  foikmino,  come  buoni;  e. quando  Dio,  vorrà  altrimenti, ci  proluderà;^ 

dilla 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  deTazzi,     i  a  $ 

diflc  quefteperchè  per  Ja  pouertà  del  Muniftero ,  non  poteua  la  Religione* 
precedergli  migliori.  Per  quefta  medefima  (lima  ,c  riuerenza  della  Religione 
quandoalcunasammalaua,non  voleua>che  fi  delle  colpa  a  eibi,ò  alle  fatiche 
della  Religione;  ma  che  fi  pigliaiTe  dalla  mano  di  Dio  ;  e  quando  alcuna  per 
fiacchezza^  debolezza  non  poteua  tare  qualche  fatica,  &  offeruanza  della., 
Religione,  inlègnaua  che  fi  diceffe  :  Io  per  i  miei  peccati  non  merito  di  poter- 
mi affaticare  nella  Religione  ;  e  così  ella  teneua,  e  coftumaua  dire ,  quando 
s'ammalauax  non  poteua  efercitarfr  come  defideraua.  Similmente  non  vote- 
ua,che  le  Monache  nelle  fatiche  della  Religione  mai  ft  moftraiTero  (lanche,  e 
foprafattecon  vna  certa  dimoftrazione  affettata,  e  quando  vedeua  alcune  del- 
le fue  fuddite,ò  compagne,  che  faceffe  tali  dimoftrazioni>diceua:  Che  vi  pare 
che  la  Religione  vi  habbia  da  effere  obligata,  perche  vi  fiate  affaticata  per  lei  ? 
Vi  dico,che  voi  fiere  obligata  alla  Religione,  che  fi  ferue  di  voi,  e  quanto  più 
filile  con  voftra  faticatiti  douerefte  giubilare  d'allegrezza. 

Da  quefta  grande  flima  dello  (lato  Religiofone  procedeua  vn  grande  amo- 
re, ch'ella  aueua  alla  fua  Religione>e  Muniftero;  onde  l'amauacome  cara  ma- 
dre, e  ne  padana  con  tanto  affetto,  chetaluolta  ragionandone  era  rapita  in 
eftafi .  Chiamaua  Ja  Religione>fua;  e  fpefforéplicauaJa  mia  Religione  ;  e  do- 
mandata da  vna  Nouizia,perche  la  chiamalTe  (ua,rifpo(e  :  Perche  Dio  me  n'ha 
fatto  vn  donatiuo.e  vuoicene  io  la  confetui  ,  e  però  defidero  cheapparifca_» 
bella,&  immacolata  nel  colpetto  di  Dio .  Ogni  mattina  fra  l'altre  orazioni  of- 
feriua  il  Tuo  Munillero  alla  Santiilima  Vergine,  pregandola, che  lo  cuftodifle , 
come  cuftodiua  Tvmanità  del  Verbo  Incarnato ,  e  la  fua  purità  .  Alle  volto 
veniua  in  tanto  eccedo  d'amore ,  che  Ci  metteua  fino  à  lodar  le  mura  del  Tuo 
Muniilero  ;  ancorché  vecchie,  e  mezze  rouinate  ,  e  diceua;  Se  bene  quefte 
itanze  fono  mezze  rouinate»  ò  quanto  fono  buone,e  care  ;  poiché  ci  tengono 
feparate  dal  Mondo,  ne  ci  lafciano  veder  cofa,  che  ci  polla  dàr'occafione  di  di- 
uertircidaDio. 

Cercaua  d'imprimere  quanto  poteua  nel  cuore  dell'altre  Monache  quefta, 
ftima  dello  fiato  Religiofo,  e  l'amore  al  fuo  Muniftero  ;  e  (pecialmentealle 
fue  fuddite  replicaua  fpeflb  :•  Figliuole  amate  la  Religione  come  cara  madre  •>  e 
tanto  era  frequente  in  quefte  parole,  che  vna  di  loro  vna  volta  attediata  le  di- 
mandò, perche  replicarle  sì  fpeiTo  quello  medefimo  ;  &  ella  rifpofe  :  Perche 
poco  gioua  auere  vna  gioia  preziofa ,  e  non  conofeere  il  fuo  valore ,  perche 
mentre  non  fi  cono(ce>  nonsama,  né  fi  ftima  ;  fignificandole ,  che  replicaua 
loro  fpeffo  quefte  parole,  acciò  veniffero  in  cognizione  del  benefizio ,  che 
Dio  aueua  lor  fatto,  e  lo  ftimaffero .  Per  quello  medefimo  fine  dille  tal  vol- 
ta: Se  noi  penetraflìmo  al  viuo  la  dignità  dell'anima  noftra ,  per  1- vnione  ftret- 
tiilìma,chehà  fatto  con  Dio  benedetto,  mercè  detre  voti  foknni  ;  àguìfa  di 
ruftica  Paftorella ,  che  afTunta  da  potcntiffimo  Rè  a  (lato  Regale ,  (Tfdegna 
quando  alcuno  le  ricorda  lo  (lato  di  prima ,  aueremmo  in  difpregio  il  la  Telar- 
ci da  proprij  penfieri  tirare  alla  confiderazione  delle  cole  mondane  ;  e  cono- 
feendod'efler  fatte  fpofe  del  Rè  dell' Vniuerfo  ,  per  appagare  le  noftre  vo- 
glie di  cofe  non  terrene,  né  corruttibili,  e  inalzeremo  con  (3nta  fuperbia  al- 
ia contemplazione  delle  fempiterne  ricchezze  del  Cielo .  Akre  volte  diceva 

loro  : 


%pS     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

loro:  Voi  fendo  chiamate  alla  Religione,  fiere  chiamate  à  feruir  Dio  >  il  cui 
feruire  è  vn  regnare,  &  à  communicarora  in  terra*  ciò  che  auete  a  fare  eter- 
namente in  Cielo,cioè  à  Jodarlo,e  benedirlo  ;  Et  infegnando  loro  come  auea- 
no  à  fare  ad  amar  la  Religione,  diceua,che  allora  fi  fa, quando  fi  vbbidifce,  e  Ci 
olTerua  con  amore.tutto  quello  ch'elJaordina  nelle  Regole, e  Coftituzioni,  e 
fi  tien  conto  d'ogni  cofa  di  quella*  ancorché  minima . 

Della  fama  ,  eriueren^a,  che  aueua  dc%  fanti  voti  della  Religione  x  e  della  loro 
rinoua'zjone .  Cap,  CXVIII+ 

rTHEneua  quella  vera Religiofa in  gran  di  filma  (lima,  e  riuerenzai  voti  della 
|    Religione,  come  cofa  diuina  :  gli  riconofceuacome  pnuilegi,  e  benefizi 
fingolari  fatti  da  Dio  all'anime,  ch'egli  chiama  alla  Religione:gh  tlimaua  telò- 
ri ,  e  prezzo  del  Paradifoe  gli  amaua  come  legami  d'vnione  delle  anime  con 
Dio;  come  Iliade  del  Cielo,  e  come  gloria  di. Dio,  e  come  di  tali  ne  parlaua-, . 
Per  quello  gran  concetto,  e  lume, che  n'aueua,fentiua  grandini  mo  gufto ,  di 
vederli  Religioià,  e  legata  con  quelli  legami;  e  percioogni  giorno  tra  sè,e  Dio 
gli  rinouaua .  Sopra  la  cui  rinouazioncebbe  vna  volta  in  ratto  quella  bella  iti* 
diligenza  da  lei  proferita.  Ogni  volta  che  fìrinouano  le  promefìe  fatte  a  Dio,  fifa 
vua  rinnovatone  d'vnione  co  Dio,&  acquifla  [anima  diletta  vnione  più,ò  meno* fe- 
condo lo  flato  di  perfezione,  in  che  fi  troua,e fecondo  la  carità,  che  ha  in  sé  :  e  quefla 
rinnoua'rjone  de'voti  fatta  dall'anima  internamente  ,  è  di  contento  alla  Santiffima 
Trinità,  quanta  è  la  r  innovatori  e  del  compiacimento  interno^  che  ha  C  anima  m  se 
fleffa  ,e  di  se  fieffa,  con  tale  offerta  fatta  à  Dio -,  rinnovando  fempre  il  primo  diletto 
della  prima  offerta,  con  nuovo  compiacimento,  e  nuovo  diletto  *  Et  a.  Maria  è  tanto 
grata  ,quanto  fé  ellafleffa  rinnouaffe  il  voto  della  pvriià  :  E  di  gloria  a  gli  ^Angioli  , 
perche  veggono  adempire  quelle  fpir anioni,  che  da  loro  ci  fono  miniflrat e .  E  ancora 
Asfaltatone  a  Sant'iter  che  veggono  effer  feguitato  il  lor  Creatore  per  loro  vefligie. 
E  di  contentoal  Coro  delle  Vergini,  quali  vanno  rinnovando  vncanto  nuouo,  veden- 
do augjnentare  quello  ch'elle  con  tanto  affetto  hanno  e fer citato  ;  &  ancora  loro  s'ac- 
cr  e f ce  gloria,  perchè  ogni  volta  che  fi  fa  quefla  rinnoua-rione ,  fi  celebra  per  modo  di 
dire,  la  lorofefla .   E  t  anima  riacqui fla  grandi/fimo  frutto,  perochù  in  quella  fi  aug- 
menta  la  grafia,  fi  fortificano  le  preme ffe  fatte  y^nafee  in  leivna  nuouapace,&vnio- 
ne\  il  frutto  della  qual  pace  fi  vede  nella  conuer fazione, e fuo  operare .   0  di  quanta 
dignità  fono  quefli  voti,  e  prom  effe  fatte  à  Dio  nella  fauta  prof effione  ^poiché  la  lo- 
to rinnoua-rione  fa  tanti  degni  effetti,  e  l'anima  ne  riporta  tanti  frutti  <?  Terc  non  è 
da  maravigliar  fi, che  chine  ha  lume,  come  fa,  ò  V erhoja ,  Bgligione  del  tuoSantiffi- 
mo  V^me  (inrendeua  la  Religione  della  Compagnia  di  Giesù)  celebrila  detta 
rinnoua'rjone,  con  talfolennità^  efefla-Jendo  che  gì  h uomini  del  Mondo  fanno  tanto 
conto  del  giorno  in  cuinafeono,  ò  nel  quale  riceuono  qualche  dignità:  Tanto  maggior- 
mente noi  dobbiamo  celebrare  il.  dì  in  cui  ci  vniamo  a  Dio  con  sì  gran  vincolo  >  (  che 
non  fi  può  maifcìorre)con  fe(ìa,.e giubilo  fpirituale .  Quanto  poi  perfettamente 

ella  gliofleruafle*  fi  vedrida  <jucl  che  fegue . 

Quante 


Vita  della  B.Mana  Maddalena  de  Pazzi,     xoy 

Quanto  ella  fujfe  perfetta  neUvbbìdien^ayecomefi  ridderò  in  lei  tutte  le  perfezioni 
di  quefla  virtù.  Cap.  CXIX. 

ESercitò  così  perfettamente  ,  la  Beata  Maria  Maddalena ,  la  virtù  dell' vbbi- 
dienza,che  fu  à  tutte  quelle,che  la  conuerforno,  vno  fpecchio  di  vera  vb- 
bidienza; poiché  in  effa  viddero  riiplendere  tutte  le  qualità  defiderabili  alla 
perfezione  di  queita  virtù .  Fu  la  fua  vbbidienza  volontaria,pura,pronta,  alle- 
gra, intrinfeca,  cicca  ,e  perfeuerante . 

Fu  volontaria,  non  folo  per  ragione  del  voto  fatto  fpontanea ,  e  volontaria* 
mente  ,  ma  ancora  perche  per  farla  vbbidire  non  fu  mai  bifogno  di  fprone  di 
penitenzcjò  di  timore  ;  ma  così  volontariamente^  con  tanto  gufto  vbbidiua, 
come  fé  ubbidienze  commeffele  fuffero  fuo  proprio  volere.  Anzi  che  fendo 
ella  grandemente  defìderofa  del  merito  dell'vbbidienza ,  ne  parendole  per  la 
facilità, che  trouaua  nell'vbbidire ,  auer'à  confeguire  merito  alcuno ,  cercaua 
quanto  poteua  di  occultare  i  fuoi  defiderij >  e  gufti  >  e  moflraua  di  guilare  di 
quell'opercche  gli  erano  piùgrauce  noiofce  di  reftar  attediata  da  quellcche 
l'erano  di  foddisfazione  ;  acciò  effendole  quelle  vietate,  e  quelle  comandate , 
come  frequentemente  fuccedeua  ,  aueffe  occafione  di  fentire  qualche  pefo 
nell  vbbidienza  ;  e  quello  effa  lo  chiamaua  vn  capitale  afcofo.perche  il  patire, 
che  ella  faceua  con  quella  fanta  indu(lria,era  afcofo  à  gli  occhi  delle  creature, 
e  paiefe  folo  à  gli  occhi  di  Dio.  In  oltre  non  fi  contentaua  dittar  fuggetta  folo 
alle  Superiore  »  ma  fi  fuggettaua  da  fé  fleffa  alle  fue  compagne ,  «Sdegnali ,  e 
taluolta  alle  inferiori  ,•  Onde  tra  le  fue  compagne  fé  n'eleffe  vna  in  particolare , 
chiamata  Suor  Maria  Pacifica  del  Touaglia ,  alla  quale  fi  fuggettò  di  ./laniera  » 
che  quafi  di  tutte  le  azioni,  che  voleua  fare,  ancorché fuffero  neceffarie ,  e  co- 
mandate dalla  Regola ,  e  Coftituzioni ,  le  chiedeua  licenza .  E  quello  perche 
ftimaua  tanto  accetto  à  Dio  l'operare  con  vbbidienza ,  che  defideraua  non  far 
mai  azione  alcuna ,  che  non  ruffe  attualmente  facrificata  à  Dio  per  mezzo  di 
quella  vittù.  Onde  quando  non  poteua  auer  la  detta  compagna  ,  faceua  lo 
(leffo  con  altre;  e  non  auendo  comodità  di  altre,  fi  metteua  talora  a  chiedere 
l' vbbidienza  delle  fteffe  fue  fuddite  Nouizie  .  Quandofaceua  la  cucina  con— 
le  Conuerfe,  ftaua  così  rimeffa,  e  rafiegnata  alla  loro  vbbidienza ,  come  fe-fcj. 
fuffero  (late  Maeftre,  e  Superiori .  Medefimamente  alle  compagne,  che  ella 
hebbe  ne  gli  uffizi,  fempre  fu  vbbidientifiima  fenza  alcuna  conti-adizione  ;  E 
tanto  ftimaua  Ì'vbbidienza,  che  chiamaua  perfo  quehgiorno ,  nel  quale  non 
rompeua  la  fua  volontà,  ò  non  la  foggettaua  à  quakuna ,  Per  quello  ftima- 
ua più  il  viuere  in  congregazione,  che  nella  folitudine^e  diceua,  che  fé  bene  lo 
llato  folitario  è  di  gran  perfezione,  nondimeno  ella  arebbe  fempre  eletto  il  vi- 
uere in  congregazioneperche  continuamente  v'è  occafione  di  dar  morte  à  sé 
fteffa,  mediante Tannegazione  della  propria  volontà . 

Se  Ì'vbbidienza  pura  fi  chiama  quella  che  è  fatta  fenza  alcuno  intereffe  ter- 
reno» fenza  rifpetto  vmano,ò  amor  proprio,  ma  puramenteperamordi  Dio, 
tale  fu  ì'vbbidienza  di  quella  Beata.  Poiché,  mentre  afeondeua  àgli  occhi 
ideile  creature  il  patire  nelle  vbbidienze,  acciò  le  fuffero  impofte  quelle  che 

più  lag- 


xo8     Vita  della  B,  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

più  l'aggrauano,  come  fopra  è  detto,  chiaramente  fi  vede,  che  col  Tuo  vbbidi- 
re,  cercauafolodi  piacere  à  Dio,  il  quale  (blo  vedeua  il  fuo patire.  Per  vbbidi- 
re  puramente,  come  Jei  fteflfa  diceua,  e  come  infegnaua  alle  Tue  Cuddite,  non 
riiguardaua  mai  la  peribna,  che  gli  era  Superiora,  e  che  le  comandaua ,  qua- 
lunque ella  fi  fu  (Te,  ma  riconofceua  in  quella  Dio;  né  per  altri  rifpetti  vbbidi- 
ua,  te  non  perchè  riputaua  eflfer  volontà  Diuina  ciò  ,  che  la  Superiora  impo- 
neua,  e  che  con  autorità  diuina  gliene  imponeiTe  .  Per  quello  rifpetto  tanto 
volentieri  vbbidiua  alla  Conuerfa  cuciniera,  quando  le  era  Superiora  nella  cu- 
cina, quanto  alla  Priora,  perchè  in  elTarimiraua  laperfona  di  Chrifto  ,  per 
amor  del  quale  ella  vbbidiua  loro,come  à  Tue  Vicarie,  che  da  luiaueuano  l'au- 
tonta . 

Stimaua  tanto  quefto  modo  d' vbbidire,  che  infegnandolo  alle  Tue  fuddite  , 
diceua,  che  quefto  era  vn  modo  di  fare  gran  frutto  nella  Religione ,  e  grande 
auanzo  nelle  fante  virtù;  e  che  quell'anima,  che  fa  quefta  impresone  nel  fuo 
cuore,  che  il  fuo  Superiore,  e  Superiora  fia  in  luogo  di  Dio,  e  che  quanto  egli 
ordina.e  dice,fia  detto,&  ordinato  da  Dio,per  bocca  di  lui,  arebbe  confeguito 
da  Dio  quefte  cinque  grazie  particolari . 

I.  Che  mediante  la  tua  Fede  ,  Iddio  fi  comunicherebbe  maggiormente  à 
quel  Superiore,  &  a  quel  fuddite  che  ha  tale  imaginazione  viua . 

II.  Che  turte  l'vbbidienze  gli  làrebbono  egualmente  grateitanto  le  profpe- 
re,  quanto  Tauuerfe. 

III.  Che  fempre  fi  trouerebbe  nel  fuo  cuore  quieta,  e  tranquilla  ,  efenti- 
rebbe  vn  contento  e  dolcezza  grande  interiormente  • 

IV.  Che  i\  renderebbe  più  atta  ad  aiutare  la  fanta  Chiefa  con  l'orazione  * 
perche  <jiesù  efaudifee  l'orazioni  de  gli  vbbidienti;  &  efìendo  quelli  vbbidien- 
t illuni:  faranno  elauditi  di  ciò  che  chiederanno . 

V.  Che  di  quell'anime  Dio  fé  ne  fa  corona,  perchè  fi  come  la  corona  ma- 
nifefta  la  grandezza  del  Rè ,  così  elle  onorano  ,  e  glorificano  Dio  in  tutto 
l'opere  loro . 

Non  era  né  meno  la  fua  vbbidienza  mefcolata  con  alcuno  amor  proprio  > 
anco  nelle  cofe  fpirituali»  poiché  non  folo  raceua  fempre  più  volontieri  la  vo- 
lontà d'altri,  che  la  fua,  ma  era  di  più  fempre  difpofta  à  lafciare  per  l'vbbidien- 
za  ogni  opera  ancorché  buona,  eletta  di  fua  volontà,  e  di  gufto,e  di  fodisfazio- 
ne  ipirituale  .  Efiendo  fuo  (olito  il  dire,  che  è  amor  proprio  il  non  voler  vbbi- 
re, quando  i  Superiori  vierano  laufterità,penitenze,&  orazioni  :  perciò  ello_,  > 
ancorché  dedita  alle  penitenze,&  aufterità, quando  da'  Superiori  le  erano  per 
vbbidienza  vietate,  non  voleua  mai  tirare  la  loro  volontà  alla  fua.  Così  ancor- 
ché grandemente  defiderofa  di  patire, non  fece  alcuna  refiftenza  a  pregar  Dio 
di  poterfi  cibare  de'  cibi  comuni ,  come  l'altre  ,  quando  doppo  i  fette  anni  di 
vitto  in  pane>&  acqua  dall  vbbidienza  le  fu  importo ,  come  {òpra  è  narrato  » 
che  facefle  orazione  à  Dio,  che  le  concedelTe  tal  grazia,  quale  ottenne.  E 
quando  ftaua  inferma  ,  e  che  per  riftoro  del  fuo  corpo  le  ordinauano  qualche 
obo  cieiicato,òpreziolo  medicamento,  ricufando  ella  pigliarlo :quando  le  era 
detto,  per  vbbidienza  pigliatelo,  non  batteua  parola  ,  ma  Cubito  diceua^  » 
dicìiis  x>éw:  e  ]o  pigliata.  Per  purità  deirvbbidknza?ftimaua  molto  più 

l'opere^ 


vita  deua  tì.Mana  Maaaaiena  aerazzi.     109 

l'opere  5  ancorché  vili,  e  piccole  in  sé  fteffe,  fatte  per  vbbidienza,che  quelle  di 
gran  perfezione  fatte  di  proprio  volere . 

£ù  ancora  la  fua  vbbidienza  pronta*  &  allegra  .  A  pena  aueua  intefo  la  vo- 
lontà deSuperiori, che fubitoe fenza indugio, ò replica  alcuna l'efeguiua, la- 
feiando  imperfetto  ciò.  che  aueua  fra  mano  :  nò  occorreua  con  lei  comanda- 
menti, ò  precetti,  ma  le  baftaua  ogni  cenno  della  volontà  de'  fuoi  Superiori  : 
anziché  in  certo  modo ,  per  quanto  ella  poteua,  s'ingegnaua  cognetturare  ? 
&  antiuedere  la  volontà  delle  fue  Superiore,  per  preuenire  l'vbbidienze.  Co- 
sì fanno  teftimonio  quelle,  che  fumo  fue  Maeftre  nel  Nouiziato,  e  Giouana- 
to,  e  le  Priore,  che  furnoà  fuo  tempo  del  Muniftero .  Ne  mai  nelfvbbidire 
fi  vidde  afflitta ,  ritrofa,  ò  fantaftica,  ancorché  molto  fufle  affaticata  -,  ma^ 
vbbidiua  con  voltoallegro ,  come  fé  le  fufle  importo  fempre  cole  di  grandtf- 
fimo  gufto  :  anzi  che  fé  talora  per  qualche  tentazione  ,  ò  altro  interno  traua- 
glio ,  fi  trouaua  afflitta,  con  l'eflerle  comandato  qual  colà,  fubito  Ci  rallegra- 
la, e  rifchiaraua  il  volto  .  Era  tanto  pronta  all'vbbidienze ,  che  ancora  in_, 
ratto  ,  dando  rapita  in  Dio,  vbbidiua  alla  voce  della  Superiora .  Di  quefto  ne 
fece  più  volte  efperienza  la  Madre  Suor  Vangelifta  del  Giocondo ,  che  quali 
fempre  fu  fua  Superiora;  la  quale  per  prouar  l' vbbidienza  di  Maddalena  >  vfa- 
ua  taluolta  chiamarla,  e  comandarle,  che  andarle  à  (eruire  à  menfa  >  ò  à  fare-» 
qualche  facenda,ò  altra  vbbidienza,  mentr  ella  era  in  eftafi;  e  fubito  à  quel  co- 
mandamento fi  vedeua  tornare  a  (enfi,  &  andaua  ad  efeguire  quanto  le  veni- 
ua  dalla  Superiora  Importo  :  &  anco  talora  efeguiua  l'vbbidienza,  così  eftatica 
com'era  -  E  quando  per  vbbidire  vfciua  di  ratto,  fubito  fornita  l' vbbidienza.* 
ritornaua  eftatica  come  prima  ;  anzi  ofleruorno di  più  le  Monache,  che  men- 
tre ell'era  in  eftafi,  il  più  delle  volte  non  fentiua,  né  intendeva  altra  voce,  che 
quella  della  Superiora . 

Non  fu  f  vbbidienza  di  Maddalena  folo  efteriore,  &  apparente, ma  intrinfe- 
ca,e  di  cuore,  cioè  fatta  con  conformità  di  volerccon  quello  di  chi  le  coman- 
daua,e  con  affetto:  e  quefto  non  folo  fi  raccoglie  dalla  prontezza, con  che  vb- 
bidiua, ma  principalmente  dal  vedere,  che  mai  contradiceua,  né  daua  minima 
dimoftrazione,  che  tal'vbbidienza  le  diipiaceiTe  :  ne  mai  procurò  né  di  nafeo- 
fto,  né  palelàmenre ,  tirar  la  volontà  de*  Superiori  alla  fua  :  &  aueua  tanto  à 
cuore  ubbidienze,  che  ancora  in  ratto  fé  ne  ricordaua,  e  1  efeguiua:  il  che  no- 
torno  le  Monache  in  due  cafi  particolari . 

Vno  fu»  che  auendo  il  Cardinale  de'  Medici  Arciuefcouo  di  Firenze,  che  fu 
poi  Papa  Leone  vndecimo,neH'efaminarla  circa  illuo  viuere,  intefo  come  el- 
l'era ftata  quindeci  giorni,  ne'quali  non  Ci  era  cibata  fé  non  tre  volte,  le  vietò, 
che  ella  non  paiTafle  mai  ventiquattro  ore  fenza  prender  cibo.  Doppo,  che 
ell'ebbeauu  totale  vbbidienza,  auendo  alcuni  eftafi  ne  quali  palsòii  giorno, 
e  la  notte  fenza  rifuegliarfi  da  quelli,  quando  s'auuicnaua  le  ventiquattro  ore, 
che  ella  non  aueua  prefo  cibo,  fi  ritiiegliaua  dal  ratto:  e  fpecialmente  quefia 
foccefle  in  quel  ratto.che  ella  ebbe  il  Giouedì,e  Venerdì  sàto  dell  anno  1592. 
nel  quale  patticipò  le  pene  della  Paflìone  di  Gesù,  doue  su  le  1 5 .  hore  del  Ve- 
nerdì fanto  approftimandofi  le  ventiquattro  ore,  che  non  aueua  prefo  cibo,  Ci 
voltòà  DÌ03C  dìlTe:0  Verbo  tnm  'abbreuij  il  tempo  per l'vbbidìen^i  e  poco  iti- 

O  nanzi 


* 1  a     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  dePazzi. 

nànzi  alle  diciotto  fi  riferiti  dal  ratto,  e  fi  cibò  di  vn  poco  di  pane,  &  acqua ,  è 
così  efeguì  l'vbbidienza  prima ,  che  paiTaffc  l'ore  ventiquattro  dal  cibo  prefo, 
il  dì  precedente.  L'altro  fu,  cheauendo  intefo  ilConfeflbredel  Muniftero, 
come  ella  in  eftafi,faliua>  e  caminaua  fopra  quel  cornicione  del  Coro,  che  rif- 
pondeua  in  Chiei3,per  andare  al  Crocififlache  era  in  mezzo  di  quello  lenza.-, 
icala,e  fenza  appoggio ,  le  comandò,che  quando  voleua  andarui,  pigliale  la_> 
fcala.  Eteflendovnavoltaineftafi*  e  volendo  in  quel  femore  andai- à  quel 
Crocifìflò,  quando  fu  giunta  in  Coro.alzando  gli  occhi  àquello,fi  ricordò  del- 
lvbbidÌQnza>  e  difCeiBi fogna  andar  per  lo  ftrumento  >  e  così  eftatica  andò  per 
vna  fcala  à  piuuoli,  fopra  la  quale  fa  lì  à  detta  imagine  * 

Ebbe  ancora  l'vbbidienza  di  quella  Beata  Madre  quella  qualità  tanto  loda- 
ta de*  Maeftri  della  vita  fpirituale,chiamata  vbbidienza  ciecaróc  è  quando  l'vb- 
bidienteinfieme  con  la  volontà,  (òggetta  anco  il  giudizio  proprio  alla  volon- 
tà, e  giudizio  di  chi  li  comanda»  fenza  inueftigare  lìntenzioncò  il  fine,  ò  la  ra- 
gione di  tale  vbbidienza,  e  fenza  decorrere  quel  che  fufle  meglio,&  in  fomma 
fenza  metterui  niente  del  proprio  intendere  .  Equeftocon  molta  perfezio- 
ne efeguiua  la  Beata  Maria  Maddalena,  e  lo  diffe  lei  fteffa,  conoccafione^ 
d  infegnare  alle  fue  difcepole  il  modo  d'vbbidire  :  e  foleua  dire ,  che  non  Cr  pa« 
teua  vbbidire  perfettamente ,  fenza  cattiuare  il  proprio  giudizio  nella  volon- 
tà, e  giudizio  del  Superiore,  e  che  à  lei  non  pareua  d'vbbidire ,  ancorché  efe- 
guitte  il  comandamento,  fé  prima  non  cattiuaua  il  fuo  giudizio,  ancorché  fuf- 
lero  cofcalle  quali  ella  auelfe  ripugnanza:  e  perciò,  quando  le  era  comanda* 
«o  qualche  cofa,s'ingegnaua  prima  tener  per  bene,  giudicareTe  fentire,  come 
la  fua  Superiora  teneua,  giudicaua,e  fentiua ,  e  poi  inchinaua  la  fua  volontà  à: 
volere  ciò,  che  la  fua  Superiora  voleua .  Di  quefta  fpropiazione  di  giudizio  ne 
diede  efempi mirabili ,  fpecialmente  circa  le  cofe  ordinatele  da  Dione'  ratti  $ 
le  quali  efla ,  ancorché  le  intendente  da  Dio  in  modo  così  mirabile,non  l'efe- 
guiua  fenza  l'vbbidienza  della  fua  Superiora ,  e  del  Padre  fpiritualc  ;  e  fé  tro- 
uaua  quelli  di  diuer/o  fentire  ,  &  intendere  dal  fuo ,  deponeua  il  fuo  intende- 
re, e  feguiuala  volontà  di  quelli.  Quefto  particolarmente  fuccelTe,  quan- 
do da  Dio  le  fu  ordinato  ,  che  fi  cibalTè  folo  di  pane  &  acqua  ,  e  che  andalle 
icalza,  e  veftitad'vna  fola  tonica  rattoppata, e  vile  :al  chenonacconfentendo 
i  Superiori,  ella  Ci  metteua  à  mangiare  per  loro  vbbidienza  i  cibi  comuni ,  an- 
corché fuffe  con  gran  trauaglio  del  fuo  ftomaco,  e  fi  rimile  le  calze*  e  le  fcar* 
pe ,  e  la  tonica,  che  ineftafiffi  era  cauata  >  e  così  feguitò  fin  che  Dio  con  eui- 
dente  miracolo  fece  noto  àgli  iìefil  Superiori  quefta  fua  volontà,  eche  eflì 
confentirno ,  come  fopra  à  fua  luogo  è  narrata.  E  piò  fi  fidaua  in  ogni  cofa 
del  giudizio  de'  Superiori,  che  di  ogni  fuo  intendimento,c  riuelazioncanzi  co- 
me ella  dilfe  alla  morte,  non  trouaua  cofa >  che  più  la  quietane,  circa  le  cofe 
fuccedutele  in  tutto  il  tempo  di  fua  vita,  che  l'elTer  certa  di  non  s'efler  mai  gui- 
data in  colà  alcuna  di  fua  volontà,  e  giudizio,  ma  fempre  con  la  volontà ,e  giu- 
dizio delle  fue  Superiore^  de'  Padri  fpirituali  ;  e  fìi  talmente  ralfegnatain  que- 
fto modo  d'vbbidire,  che  più  prefto  pare, che  la  fua  vbbidienza  in  quefta  parte 
fi  porta  chiamare  morta,  che  cieca  :  poidie  non  folacattiuauafotto  il  giudi- 
zio^ volontà  de'Superiori  il  fuo  giudizio  proprio,mà  n'era  tanto  fpropriata ,  et 

l'aueua. 


V  Ita  ucnai3.  iviana  ìviuuuuici  ia  uc  i ritz,^-i .       zìi 

Faueua  così  liberamétc  rafTegnato ne  Superiori.che in  quefta  parrei! fuogiu- 
dizio  era  morto,  &  era  come  fenon  aueflfe  proprio  giudizio.  Quefta  era  quel- 
la grazia  tanto  da  lei  desiderata,  e  chieda  così  frequentemente  ne'  tuoi  eftafi 
pei*sè,eperrànimeReligiofe,  di  nulla  volere,  e  nulla  intendere,  ma  come 
morte  lafciarfi  guidare,&  in  quefto  flato  le  moftrò  Dio  sé  ftefia  più  volte,  co- 
me ne  detti  eftafi  fi  legge.  Da  quefta  perfezione  cominciò  la  fua  vbbidienza., 
Religiofa,quando  che  il  medefimo  giorno,che  prefe  l'abito  della  ReJigione.fi 
ratTegnò  comemorta  nelle  mani  della  Maeftra  delle  Nouizie .  Dal  che  fi  può 
fare  la  cognettura,  fé  tale  fu  il  principio  dell' vbbidienza  di  cjueftanima,  à  qua! 
grado  d*  vbbidienza  bifogna,  che  arriuaffexon  f  efercizio  di  tanti  annùche  in  ef- 
ià  perfèuerò  fino  alla  morte  ;  e  perche  quefto  difficilmente  fi  potrebbe  efpri- 
mere  ,  lo  manifeftò  Dio  nella  fua  morte  con  vn  azione  di  gran  marauiglia  ; 
mentre  che  ftando  ella  per  fpirar  l'anima ,  le  fu  comandato  *che  per  ubbidien- 
za afpettalTe  fin  tanto,  che  il  Padre  Confefforeaueffe  detto  Meffa,  e  comu- 
nicatole Monache;  ella  riebbe  la  loquela, e  quafirimtfe,  &afpettòj  cornei 
ilio  luogo  fi  narrerà . 

De  Ha  fua  Caflità  angelica  :  e  come  rifplendeua  nel  fuo  volto,  gefli^  e  parole  .  Come 

dalle  fue  carni  fpiraua  vn  grato  odore  :  e  dell'affetto,  e  riueren'^a ,  che 

ella  por taua alla  verginità.         Cap0      CXX. 

PErdimoftrare  quanto  mirabile  fuffe  la  caftità  della  Beata  Maria  Maddalena 
de'Pazzùfa  molto  à  propofito,come  cofa  eflenzialcil  narrare  come  ella  in 
età  di  dieci  anni  fece  voto  di  perpetua  verginità^  come  per  mantenere  quefta 
promefTa;fatta  à  Dio,diffe  rifolutamente  a'  fuoigenitori,quali  erano  còtrarij  à 
quefto  fuo  sàtopropofito,che  prima,  che  acconfentire  à  prendere  altro  ftatot 
che  di  verginità,arebbe  permeflb,che  le  fuffe  tagliata  la  tefta:  e  perciò  volon- 
tariamete  elefse  d'efser  Monaca>e  fece  folenne  voto  di  caftità  nella  fanta  pro- 
feffione.  Ma  per  efser  quefte  cofe  altra  volta  fopra  narrate ,refta  folo  da  dire  » 
che  quefta  virtù  fu  in  lei  così  fublime,  e  perfetta,  che  non  folo  non  commefsc 
mai  azione,nè  ammefse  nella  fua  mente  penfiero,  che  macchiafse  la  fua  cafti- 
tà virginakima  ridotta  àgli  vltimi  giorni  di  fua  vita  ditecene  per  grazia  di  Dio, 
non  C\  ricordaua  d'auer  mai  in  vita  fua  prefo  gufto,  ò  diletto  alcuno,  fé  non  in 
Dio  folo;  e  che  non  trouaua  cofa,  che  in  queir vltimo  pafso  le  de6e  maggior 
quiete  >e  conforto  di  quefta.*  e  fi  vidde  per  proua,che  quefto  le  era  anco  di  co- 
forto  ne'  fuoi  maggiori  dolori  dell'infermità, •  che  però  mentre  da  quelli  più  del 
folito  era  fieramente  trauagliata  :  fu  fentitapiù  volte  voltarfi  a  Dio  con  quefte 
parole  :  Tu  fai  bene  Signor  mio,  che  il  mio  cuore  non  ha  mai  bramato  altro  , 
che  tè.  Non  folo  non  macchiò  mai  la  caftità,  né  del  corpo,nè  della  mente  con 
alcuna  azione,ò  penfiero:  ma  quello,  che  è  di  maggior  marauiglia,  in  quaran- 
tadue anni,  che  ella  vifse  in  quefta  carne  mortale.,  non  Teppe  ,  che  cofa  fufse 
azione  contro  la  caftità.e  morì  fenza  faper  che  cofa  la  macchiale  ^rquefto 
ne  ringraziò  ella  Iddio  pubicamente  alla  prefenza  delle  Sorelle  negìi  vltimi 
giorni  di  fua  vita,dicendo  con  grande  allegrezza,  che  moriua  con  quefto  con- 
tento di  non  fapercnc  auer  mai  faputo,  che  cofa  fufse  azioni  contro  la  caftità, 

O     2        nèco- 


1 1 2,     Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

né  come  fi  perdefse:  e  quello  tanto  è  più  degno  di  ammirazione,  quanto  che 
ne  due  primi  anni  delia  pronazione,  che  di  lei  fece  Dio,  cioè  dall'anno  1 5  8  s . 
fino  al  1 5  87.foftenne  da*  demoni  grauiflìme  tentazioni^  illufioni  d'impurità. 
Poiché  fé  bene  ella  patiua  tali  tentazioni,  tuttauia,  come  lei  ftefsa  in  queft'vl- 
timo  racconto,  non  aueua  mai  intefo  ciò,  che  il  demonio  in  quelle  pretendef- 
fe  da  lei»  e  che  combatteua  con  vn  nemico  da  lei  non  conofciuto .  Era  tanto 
grande  l'abborrimento,  che  fentiua  d  ogni  minimo  fentimento  impuro ,  che 
prima  fi  trouaua  auere  difcacciato  da  sé  il  nemico ,  che  la  tentazione  l'auefse 
afsalita .  E  fé  bene  fentiua  il  primo  impulfo  della  tentazione»  nondimeno,  ef- 
fendo  il  fuo  intelletto,  e  la  fua  volontà  lontani  da  ogni  terreno  affetto ,  &  oc- 
cupati in  Dio,  non  apprendeua  quali  fufsero  le  tentazioni  ;  &  anco  da  quefte 
dopò  i  detti  due  anni  di  pugna,ne  fu  liberata  dalla  Santiffima  Vergine  mentre 
da  efsa  fu  in  vna  mirabile  vifione,  ricoperta  con  vn  candido  velo,  come  fopra  è 
narrato  :  fiche  à  guifa  di  vn'altroSan  Tomafo  d'Aquino,  mai  più  in  tempo  di 
fua  vita  patì  moleftia  alcuna  di  fenfo,nè  corporalcnè  mentale,&  era  diuenuta 
in  quefta  parte ,  come  fé  fufse  vna  (tatua . 

Quella  così  alta  purità  di  corpo,  e  di  mente  rifplendeua  anco  nel  fuo  efter- 
no .  Imperoche  nella  fua  feccia  aueua  vna  grazia  tanto  mirabile  ,  e  rifplende- 
ua vn  non  so  che  di  diuino,che  pareua  vn  Angiolo  di  Paradifo.  I  fuoi  (guardie 
fuoi  gefti  erano  così  graziofi,graui,  modefti,e  benigni,  che  cagionauano  pen* 
fieri  puri,  buoni,e  cafri  in  chi  la  vedeua ,  e  la  rendeuano  fommamcnte  amabi- 
le •  Il  fuo  corpo  fteflo,  ancor  viuo,  fpirauavn  certo  inlolito  foaue  odore  i 
qual'era  dalle  Monache  chiamato  odore  di  purità  ,  ne  aueua  fimilitudinc  di 
odore  vmano,  e  grandemente  ne  guftauano^e  pareua  loro.che  incitalTe  adefi- 
derij  di  purità,&  inuogliafle  di  Dio.In  conformità  di  che  teftificano  le  medefi- 
meche  ne  gli  virimi  anni ,  che  quefta  Beata  ftette  malata  fenza  leuarfi  di  Iet- 
to,abitò  fempre  in  vna  camera,  la  quale  perse  fteffa  aueua  cattiuo  odore,  per 
effere  malfituata;  Se  in  quei  tre  anni,  ch'ella  vi  ftette,  fenza  vfare  arte  alcuna  di 
odori,  ò  profumi,  iempre  vi  fi  fentì  quel  buon'odore,  che  vfciua  da  lei ,  quale 
fi  comunicaua  ancora  à  gl'abiti ,  ch'ella  portaua.  Le  fue  parole  ancora  fpira- 
uano  purità,  e  quando  ella  padana  di  quefta  virtù,  ne  parlaua  con  tanto  affet- 
to, che  ne  inuogliaua  grandemente  gli  animi,  che  l'vdiuano  ;  &  ebbe  fpecial- 
mentene'fuoieftafialtiffimi  concetti,  efpicgòbelliflìmipenfieridi  quefta^ 
Angelica  virtù  :  Specialmente  in  vno  fa  paralello  tra  gii  offequij,  che  fece  la 
Sanriflìma  Vergine ,  à  quei  che  fanno  le  Vergini  à  Giesù .  In  vn'altro  difeor- 
re  come  la  Beatiflìma  Vergine  prendeua  particolar  diletto  nel  l'intendere ,  che 
il  fuo  Figliuolo  doueua  elTer  lo  Spofo  delle  Vergini  :  doue  moftra  quanta  glo- 
ria dà  à  Dio  la  verginità .  Altroue  intende  i  gran  fauori,  che  fa  lo  Spirito  San- 
to alle  Vergini  fpofe  del  Verbo .  In  altro  luogo  rratta  degli  amori  diuini,  che 
i  Serafini  comunicano,  e  dell'onore,  che  portano  à  quelle.  In  vn'eftafi  ap- 
plicando alle  Vergini  le  parole  dette  da  desìi  in  Croce  alla  Vergine  Santiflì- 
ma,  &à  San  Giouanni.moftra  come  le  Vergini  diuengono  Madri,  e  Sorelle  di 
Chrifto.  In  vn'altro  applica  la  fere ,  che  Chrifto  ebbe  in  Croce  al  defiderio  > 
ch'egli  aueua  della  purità  nelle  creature  ragioneuoli,  e  d'elTer  feguitato  dalle* 
Vergini,&  infomma.tamoin  quefti>  quanto  in  altri  eftafi,  sì  di  quei,che  fono 

ferirti , 


V  Ila  ucua  Déiviaiia,  iviauuai^iia  iu>  1  a^^i.       z*  i  j 

fcritti,comc  in  altri  dette  moltiflìme  lodi,e  parlò  con  gran  fentimento  di  fpiri- 
to.della  Caftità,e  Verginità:  e  fpecialmente  in  vncdoue  rende  la  ragione,per- 
che  la  Beatiffima  Vergine  fufife  la  prima  vifitata  da  Chrifto  dopò  la  fua  Refur- 
rezione,come  piamente  fi  crede .  Di  più  foleua  dire ,  che  il  Signore  le  aueua 
conceffo  fino  da'  teneri  anni  particolare  amore,e  defiderio  della  purità 5  e  che 
ne  defideraua  in  colmo  quanto  fé  ne  puòauere  in  quefta  vita,  e  che  per  ac- 
crefeere  in  sé  quefta  virtù  aurebbe  tollerato  ogni  gran  pena . 

Per  l'amorcche  ella  portaua  alla  verginità.teneua  in  grande  onore ,  e  riue- 
renza  le  Vergini;  onde  quando  giungeua  in  luogo,doue  fuflero  altre  Sorelle,  à 
tutte  facetia riuerenza>fichè  vna  fanciulia,ch'era  entrata  nel  Munifteroà  pro- 
uà  per  monacaruifi,vedendofi  tanto  onorare  da  quefta  Beata  Madre,reftò  am- 
mirata :  e  fofpettando,che  ciò  non  fuffe  cerimonia  fecolarefca, dimandò  per- 
che ella  le  faceua  tanta  riuerenza  ;  &  intefe ,  che  così  ella  onoraua  la  vergi- 
nità . 

Tanto  quanto  ella  fentiua  gufto  nel  trattarle  conuerfare  con  quelle ,  che 
tengono  quefta  vita,  altrctanto  fentiua  fatica  nel  trattare  con  perfone  dittato 
contrario:  e  foleua  dire,  che  fentiua  maggior  arTetto,e  fimpatia  vedo  le  perfo- 
ncche  profelTano  quefta  purità,  benché  fuflero  imperfette,  che  verfo  le  per- 
fone maritate,  e  vedoue ,  ancor  che  fuflero  più  fante .  E  finalmente  tutte  lo 
perfone,  che  la  conobbero,  e  conuerforno,dicono,che  sì  nel  fuo  volto>comc 
ne'  gefti,e  parole  appariua  vna  purità  più  Angelica,  che  vmana . 

Con  quanta  diligenza  Maddalena  cuftodifie  la  caflità  ,  ede'meTgj  ,  ch'ella 
tenne  per  confermarla,  e  fpecialmente  della  ritiratezza 
dal  fecola.  Cap.     CXXI. 

COn  tutto  che  quefta  Beata  fi  troualTe  tanto  da  Dio  fauorita,  dotata  di  tan- 
ti priuilegixosì  accefa,  &  innamorata  di  Sua  Diuina  Maeftà,  in  tanta  per- 
fezione di  virtù.e  con  tanto  aborrimento  dell'impurità  carnale:  tuttauia,ancor 
dopò  che  per  durino  priuilegio  fu  dalla  Santiflima  Vergine  3flicurata  (  me- 
diante quel  candido  velo)  da  ogni  impurità  di  corpo,  e  di  mente,  vsò  ogni  dili- 
genza potàbile  per  cuftodire ,e  conferuare  la  fua  caftità  verginale  ,  come  fo 
fafse  ftata  vna  creatura  ordinaria, e fpofta  ad  ogni  pericolo.  E  fé  bene  fi  potreb- 
be addurre  in  quefto  propofiteche  tutti  gli  efercizi  fpirituali,  &  opere  di  cari- 
tà,e  di  Religione^  Piffero  come  tante  armi  per  difenderfi,e  cuftodirfi  da  que- 
fto nimico;  nondimeno  perche  non  mancano  gl'efercizi ,  e  mezzi  particolari 
ordinati  da  lei  à  quefta  cuftodia  di  sé  ftefla,  fi  lafceranno  i  generali,  &  ordinari) 
all'arbitrio  dichi  legge .  Ma  quelli,che  da  lei  erano  ordinati  à  quefto  fine,  fu- 
rono particolarmente,  la  frequenza  del  Santiffìmo  Sacramento  dell'Altare;  & 
il  ricorfo  all'orazione ,  e  fpecialmente  airintercefiione  della  Santiflima  Vergi- 
ne, Taufterità  della  vitale  le  penitenze  affiittiue,  ch'ella  fece;  tra  le  quali  come 
confiderabilifiima  fi  rammemora  quella  così  generofa ,  di  gettarfi  nuda  tra  le 
fpinecome  vn'altro  San  Benedettole  quefte  ancora  per  eflerfene  fopra  a*  fuoi 
luoghi  trattato,  badi  auerle  accennate . 
Ma  oltre  à  quefte>tenne  fempre  per  potentiffimoj  &  efficacifllmo  rimedio 

O    3        di  que* 


Z14      viiaaeiiar>.iviana  iviaaaaicna  ae  razzi. 

di  quelle  tentazioni,  il  fuggire  ogni  occafione  di  vedere,  fentire.di  trattare  >  e 
ragionare  di  cole,  che  potettero  fomminiftrarle,  &  accenderle :<5c  à  quella  fu* 
ga  (limò  ottimo  rimedio  la  ritiratezza  da  ogni  mondana  conuerfatione .   La- 
onde vno  de'  gran  benefizi  ,  ch'ella  riconofceua  dalla  Religione  ,  era  il  ve- 
derfi  ferrata  in  facro  chioftro ,  &  obligata  à  perpetua  claufura,  e  ficura  di  non 
auer  mai  più  in  tutta  l'eternità  à  tornare  al  xMondo ,  né  à  conuerfare  co*  mon- 
dani .  E  nella  confiderazione  di  quello  benefizio ,  fi  fentiua  accendere  à  tan  • 
to  amore  verfo  della  Religione,  che  con  grand'  affetto  la  benediceua  ,  e  ba- 
ciaua  le  mura  del  Muniftero .  E  domandata  perche  ciò  faceffe,  rifpofe  :  Non 
vi  pare,ò  Sorelle  mie>  che  io  abbia  gran  cagione  di  ciò  ?  poiché,  quelle  fante 
mura  mi  Separano  dall'infelice  Mondo,  emirendonoficuroil  più  pregiato 
tefòro,  che  io  poffeggain  terra  (per  il  quale  intendeua  la  Tua  verginità.  )  e  tal- 
ora eiclamando  con  grande  affetto,diceua  ;  O  fé  gl'huomini  del  Mondo  ca- 
piffero  quanto  fieno  grandi  i  gufti,  che  nella  beata  vita  fono  ripoili  à  quei  che 
viuono  fempre vergini,  correrebbono come  cerui affetatial  fonte,  à  riferrarfi 
nelle  più afpre  Religioni ,  per  conferuarfi  intatti,  e  puri  ;  perche  quanto  più 
è  circondata  la  vigna  da  fiepe,  tanto  più  (là  ficura .   Et  vna  volta  in  ratto,  dif- 
fe,  che  le  Religiofe  douerebbono  edere  con  i  fecolari  faluatiche  come  il  cer- 
uo,  e  che  di  ciò  Giesù  molto  (ì  compiace .  E  quello  fu  da  ki  oflèrmto  mol- 
to accuratamente  non  perche  nel  luo  trattare,  ancor  con  i  fecolaii,  fuffe  ru- 
uida,  e  mal  creata, poiché  feppe  beniflìmo  congiungere  la  granita  con  la  beni- 
gnità, &  vmiltà  religiofa:  ma  perche  mai  Ci  addometticò,  nò  prete  familiarità  » 
né  intrinfecchezza  con  alcuna  perfona  di  fuori  del  Muniftero,  nefecolare  ,nè 
Religiofa,  ò  huomo5ù  donna  che  fuffe,  nò  ancor  che  fu  Aero  perfone  fpiritua- 
li,  e  di  fama  di  Santità,  ne  àbocca,nè  per  lettere,  né  in  altra  maniera.  Perciò 
andauatantomaluolentierialle  Grate,  che  quando  era  chiamata, bifognaua-» 
fpingeruela  ,  e  conduruela  per  vbbidienza  ;  particolarmente  quando  taluolta 
era  fatta  chiamare  da  perfone  di  titolo,  ò  da  altre  che  auelfero  del  mondano  . 
Per  tal  cagione  fu  villa  più  volte  piangere,  e  fentiua  tanto  tedio,  efallidio  à 
trattare  con  limili  perfone,  che  dilfe  più  volte  ,  che  quel  tempo  che  (lana  in-» 
Parlatorio,  farebbe  Hata  più  volentieri  nel  fuoco  del  Purgatorio:  e  la  ragiono 
era  quella ,  perche  llimaua  che  il  Parlatorio  fu  (Te  alle  Spole  di  Cimilo  vna 
grande  occafione  di  detrazione  ;  e  diceua  che  quiui  le  Monache  non  ne  trae- 
uano  altro  (e  non  inquietudini,  ditlurbi,  fuagamenti ,  tentazioni,  e  pencoli  di 
macchiare  la  purità;  il  che  non  può  elìere  nel  Purgatorio .  Onde  aueua  tal  ab- 
bonimento del  Parlatorio ,  che  non  poteua  fentirio  appena  nominare,  e  fug- 
giua  infine  al  palTarui;  e  quando  vi  doueua  andare,  pareua  proprio,  che  aueffe 
d'andare  alla  morte  :  che  però  elfendo  Maeftra  di  Nouizie,  quando  era  chia- 
mata à  parlare  ad  alcuno,  diceua  loro:  Nju;zie  pregate  Dio  per  me,  che  fono 
chiamata  alla  Grata;  e  lafciaua  loro  ordine,  che  andalfero  prello  à  chiamarla  > 
con  qualche  feufa .  Onde  le  Monache ,  che  fapeuano  quanta  noia  le  appor- 
tane l'elTer  chiamata  alle  Grate,  quando  veniuano  loro  parenti,  ò  altre  perfo- 
ne, cheaueffero  defiderato  di  vederla,  e  parlare,per  racomandare  alle  fue  ora- 
zioni i  loro  affari,  e  defidsri  j ,  ò  per  qualche  consìglio;  pigliauano  effe  tali  im- 
battiate, e  fenza  chiamarla  alla  Grata,  le  raccomandauano  i  defidenj  di  quelle 

perfone 


V  ita  uCiia£>.  iviaiia  iYiiiuuiiicija  uw  t  a^za  •        2*  i  e 

perfone,  e  così  ella  volentieri  con  la  Tua  carità  abbracciaua  tutte  le  cofe  racco- 
mandatele dalle  Monache;  onde  non  era  chiamata  alla  Grata ,  fé  non  per  ne- 
ce(Tità,à  perfone,  alle  quali  non  Ci  potette  difdire .  Medefimamente  fentiua^ 
<rran  ripugnanza  quando  l'erano  mandate  lettere  >  e  diceua,  non  conuenirfi  à 
ììeligiofa  lpofa  di  Giesù  l'auer  commercio  fuori  del  Muniftcro,^  fcriuere ,  e 
riceuere  lettere  ;  perche  la  lettura  di  quelle  rinfrefea  la  memoria  delle  cofe  del 
Mondo,*  e  fé  li  era  fcritto,non  riipondeua ,  fé  dall' ubbidienza  della  Superiora  » 
e  dal  Padre  Confeflbre  non  l'era  comandato ,  ancorché  auefle  à  rifpondere  a* 
parenti.  Così  fuccefle  al  Signor  Lodouico  Capponi  fuo  parentesi  quale  au£- 
do  mandato  à  raccomandarle  alcuni  fuoi  trauagli,  fé  volle  rifpofta  ,  bifognò 
che  più  volte  la  mandaffe  à  chiedere;  né  l'ebbe  mai,  finche  il  Padre  Confeflb- 
re non  le  comandò  lui,  che  gli  rifpondefle.  Et  il  fuo  fcriuere  era  breue,  (empii- 
ce,  e  fpintuale,fenza  cerimonie,  e  parole  affettate.  Per  quefto  difgufto  ch'el- 
la aueua  di  riceuer  lettere,  e  per  la  ripugnanza,che  fentiua  al  rifpondere,quan- 
ào  occorreua,  che  alcuna  perfona  le  auede  fcritto,la  Madre  Priora  non  fe  pre- 
fentaua  quafi  mai  tali  lettere,  ma  ne'luoghi  doue  con  l'altre  Monache  ella  era 
prefente,  raccomandaua  loro  in  comune  le  petizioni  di  quelle  perfone ,  che 
aueuano  fcritto,e  così  era  fìcura,cheanco  la  Beatafaceua  orazione  per  quel- 
le ;  e  fé  occorreua  rifpondere .rifpondeua  la  medefima  Madre  Priora,  &  in  que- 
lla maniera  la  Beata  fi  conferuaua  lontana  da'  fecolari,e  feonofeiuta  dal  Mon- 
do,e  fenza  alcun  traffico  terreno  come  ella  defideraua,per  attender  folo  a  pia- 
cere à  Dio,  &  aflkurare  maggiormente  la  (uà  caftità . 

Nò  badandole  quefta  ritiratezza  dal  fecole prefe -vn  altro  mezzo  di  molto 
maggior  perfezione;  e  fu  che  cuftodì  il  fuo  cuore  in  maniera  ,  che  mai  s'affe- 
zionò con  affetto  terreno  à  creatura alcuna>ancor  alle  fue  Monaoheie  quefto 
non  folo  fi  conobbe  molto  bene  da  quelle,che  la  conuerlòrno,  per  manifefta 
euidenza  del  fuo  modo  di  trattare  con  tuttemà  ancoraella  fteflà  poco  prima, 
che  paflafse  di  quefta  vita  cagionando  con  le  Sorelle  della  dilezione  del  proflì- 
mo,diffe,che  aueua  portato  fempre  grande  amore  alle  creature  ragioneuoli , 
folo  per  fine  d'adempire  il  precetto  della  dilezione  lafciato  da  Giesù,  e  perche 
Giesù  l'aueua  tantoamate  lui;  ma  che  fuori  di  quefto  amore,  ella  non  aueua-* 
mai  auuto  pure  vn  minimo  attacco  à  creatura  veruna . 

Medefimamente  per  lo  ftefso  zelo  della  fua  purità ,  non  permefse  mai  che 
altre  creature  amafsero  lei  con  amore  difordinato.  Onde  ancor  fecólare  ,  ve- 
dendo fua  madre  efserle  troppo  affezionatale  che  da^quefta  affezione  ne  prò- 
cedeua  le  difficultà,  ch'ella  le  opponeua  all'elezione  dello  ftato  di  verginità  » 
vsò  ogni  arte  podìbileper  daccarnela .  Poi  nella  Religione,  fé  vedeuache  al- 
cuna, particolarmente  delle  fue  Nouizie,  troppo  fé  le  affezionade,procedeua 
feco  con  tal  feuerità,  e  la  mortificaua  sì  fattamente ,  che  con  facilità  depone- 
uano  l'affetto,  ch'ella  non  voleua . 

In  oltre,fenza  neceffirà  non  toccaua  mai  altre,  né  da-altre  voleua  efser  toc- 
ca lei;  e  fuori  de  gli  eccedi  d'amor  di  Dio,  ne'quali  per  eccefso  di  carità  preti- 
deua  talora  per  manoalcuna<perinuitarlaal  Diuino  amore,abborriua  il  pigliar 
per  mano,ò  toccare  il  volto  altrui,  ò  fare  altri  Cimili  atti,  quali  ella  diceua  else- 
re  difdiceuoli  à  perfone  Religiofcancor  farti  femplicemente  :  e  nell'vltima  in- 

O    4        fermità 


Lio        v  uà  ucua  u.  iviai  id.  iviauuaiciia  uè  1 a££i» 

fcrmità  effendo  ridotta  tanto  male;che  non  poteua  muouerfi  da  per  se  nel  let- 
to; &  effendo  neceffario,che  talora  le  Sorelle  la  riuoltaffero  da  vn  lato  all'altro» 
diffe  più  volte;Sorelle,fe  voi  credete»  che  il  toccarmi  in  quefto  modo  pofla  ef« 
fcr  contro  la  purità,lafciatemi  darcene  volentieri  (tarò  in  quefto  tormento,  e 
mi  Jafcierò  inuerminare  sta  quefto  lato .  Tale  era  l'affetto  ch'ella  portaua  alla 
caftità  • 

Per  vkimo  fece  ella  Tempre  gran  cafo,e  ftima  per  cuftodia  della  purità  ver- 
ginale.il  non  parlarcene  penfar  mai  di  cofe  mondane»  e  fecolari ,  ancor  de'pa- 
renti,fuori della  carità  per  raccomandargli  à  Dio:  ne  parlaua  mai  d'altro ,  che 
ài  Dio ,  ò  di  cofe  fpirituali,ò  della  Religione ,  e  ftimaua  gran  difetto ,  che  vna 
perfonaconfegrata  à  Dio  con  (bienne  voto  di  caftità,  ammetteffe  volontaria- 
mente nel  fuo  cuore  vn  minimo  penfiero,e  diceffe  minima  parola,che  in  qual- 
che parte  ruffe  deforme  dalla  profeffione  Religiolà. 

Ella  era  gelofiffima  di  quefta  putità,non  folo  in  sè,ma  anco  nelfaltrce  fpe- 
cialmente  nelle  (ùe  fudditte,  e  perciò  l'infegnaua  ad  armarti  con  le  medefime 
armi  di  quefti  mezzi>che  adoperaua  per  sè,&  in  ellì  le  illuminaua,  &  inftruiua» 
e  fpecialmente  procuraua,che  amaflero  la  ritiratezza  della  conuerfazione  del 
fecolo,  e  che  abborriffero  le  vifitc delle  perfone  di  fuori:tra  l'altre  cofe  diccua 
loro;  Ricordateui  Sorellcche  fiate  confagrate  à  Dio,  e  che  non  vi  douete  cu- 
rare daJtri,che  di  Dio,e  di  piacere  à  lui  folo;  e  per  cagionare  in  loro  abborrimé- 
to  delle  Grate,  diceua,che  le  Grate  fono  di  tale  fuagamento,  che  non  fi  partirà 
mai  vna  Religiofa  da  quelle,che  non  le  bifogni  poi  (pendere  molto  tempo  per 
leuarfi  della  mente  gli  oggetti,  e  l'imagini  delle  cofe  vifte,ò  femitcegli  effetti, 
che  hanno  cagionato ,  e  per  racquiftare  la  pace  del  cuore ,  e  della  mente  .Al- 
tee volte  diffe,  che  i  ragionamenti  de'  fecolari  impoluerano.e  bene  fpeffo  om- 
breggiano il  candido  giglio  della  caftità  :eC\  rallegraua  grandemente  à  vedere 
che  nel  fuo  Muniftero  ci  fuffe  vniuerfalmente  alienazione  dalle  Grate ,  e  dal 
commercio  de' fecolari;  e  quando  vedeua alcuna  Nouiziaandar  volentieri,e 
con  allegrezza  alle  Gratcdiceua:  Si  vede  bene,ò  Sorella,  che  voi  non  fiate  an« 
cora  diuenuta  interamente  noftra  ->  perche  il  proprio  delle  Monache  di  Santa 
Maria  de  gli  Angioli,  è  d'attriftarfi,enon  rallegrarfi  quando  fonochìamatc  al- 
le Grate.  Per  quefto  proibiua  alle  fue  difcepole  il  ragionare  delle  cofe  del  fe- 
colo,e  de'  parenti:  e  fé  aueffe  fentito  ragionare  di  maritaggio  fpofedi  parti,c 
fimili  cofe,non  gli  auerebbe  in  modo  alcuno  tolleratila  apprelso  di  lei  fareb- 
feono  (lati  ragionamenti  (candalofi  :  e  così  cuftodiua,  <3c  infegnaua  cuftodirc* 
anco  alle  fue  Difcepole  quefto  preziofo  teforo  della  caftità . 

Fu  grande  amatrice  della  fanta  pouertà  Heligi  ofa,  godendo  dì  patire  le  neceffìtà  ,  e 
fentiua  dijguflo  d' e/seme  fonu  enuta  .  Cap,     C  X  X  II. 

FV  quefta  Beata,non  folo  pouera  volontaria,  per  la  renunzia  fattanella  Tan- 
ta profeflìone  di  tutte  le  cofe  terrene ,  ma  fu  innamorata  talmente  àelliu, 
fanta  Pouertà, che  ogni  mattina  proteftaua  à  Diod'efaltare  fempre  la  pouer- 
tà in  tutte  le  cofe  ;  «Scarriuòà  tal  grado  d'amore  vedo  di  quefta*  chevnodc* 
grandifgufti,che  aueffe  nella  Religioncewl'efferprouedutacó  troppa  carità; 

&vno 


VitadenaD.iviana  jviaaaaienaac  razzi.     1 17 

&vno<Jc*  maggiori  gufti  era,  quando  le  mancaua  qualche  co  fa  neceffariai  I 
fooi  bifogni;  e  doue  Je  Religiofe  imperfette  foglionoquerelarfi  delle  Superio- 
re ,  quando  non  così  prontamente  fono  fouuenute  di  tutte  Je  loro  neceffità* 
òin  quel  mode-che  vorebbono,-  quella  per  il  contrario,  non  aueua  mai  altra 
querela  dalla  Superiora,  fé  non  che  ella  aueua  troppo  l'occhio  di  prouederla_* 
nelle  fuc  ncceffità .  Onde  per  quello  fpefTo  piangeua  ,e  fi  affiiggeua,  che  fé 
Jc  auelTe  tanta  cura;  il  che  veramente  non  era:  perche  fé  bene  la  carità  della-» 
Superiora  aueua  l'occhio  à  i  bifogni  di  lei,  come  di  tutte  le  Monache,  non  po- 
teuaperò  prouederla,pcr  lapouertà  della  Religione,  fé  non  fcarfamente  :  mi 
per  il  defiderio,  che  aueua  quelita  Beata  di  patire  glincommodi  della  pouertà  * 
ogni  poco  le  pareua  troppo,e  non  le  mancando  cofa  alcuna  neceiTaria,rion  le 
pareva  d'offeruarequefla  pouertà;onde  molte  volte  fi  doleua,con  dire ,  cho 
auendoprofeflato  pouertà,  farebbe  morta  fenza  auer  prouato,  che  cofa  ella^» 
fia  :  fiche  le  Superiore  per  non  te  dar  difguflo  fi  riteneuano  ^ì\c  volte  di  farlo 
qualche  amoreuolezza . 

Talora  più  accefa  di  quefta  virtù,riuolta  al  Cielo  diceua  :  ò  Dio  mio,perche 
tanto  mi  dimoiate  ad  efler  pouera  per  voi ,  poiché  pur  vedete .  che  me  per- 
meflb  l'andar  mendicando  à  porta  a  porta  il  pane ,  il  che  tanto  mi  farebbe  in- 
piacere  i  Anzi  tra  tutti  icontenti>che  iopoteffi  auerein  quetìa  vita,quefto  fa- 
rebbe il  maggiore>cioè,che  voi,ò  Giesù  mio,mi  facefte  grazia  >che  nudaio  po- 
teffi  morire  (opra  vna  Croce,  come  voi  mortile  per  me .  Se  fentiua  qualche 
pouero  andar  mendicando,  fi  riempieua  diconrufioneie  diceua  :  Quelli  noti-» 
hanno  TobligOjchc  ho  io,o0eruar  pouertàiepatifeono  tanti  incommodi  della 
pouertà>&  io  non  patifeo  niente  ;  onde  per  defiderio  di  patir  pouertà,  accefa-, 
d'vnafantainuidia  verfo  di  quelli,  diceua  :  Q  fé  mi  fuffe  lecito  l'andar  mendi- 
cando, e  quando  io  chiedefli  la  limofina  per  amor  di  Dio ,  mi  fu  fiero  dette  del- 
le parole  ingiuriofe,5c  in  tempi  piouofi,e  ftrani,  tutta  laffa,e  fianca  me  ne  tor- 
narti à  cafa  fenza  alcun  conforto,ò  che  contento  farebbe  il  mio  !  ma  non  no 
fon  degna.  Altra  volta  e fortando le  nouizice  compagne  all'amore  diquefta 
pouertà,  diceua:  Allora  Sorelle  ci  potremmo  chiamare  veramente  Monache 
ài  Santa  Maria  degli  Angioli,  quando  efsendo  noi  affaticate,  e  (lanche,  la  fera 
in  vece  d'auere  refrigerio,  e  ripofo,  aueffimo  chi  ci  rimprouerafse ,  ,e  difcipli- 
nafse. 

O  che  grazia ,  òche  fauore  farebbe  il  noftro,  fé  andando  à  menfe  nonauef- 
firno,  che  mangiare  :  auendo  biloguo  di  ripofo ,  non  aueffimo  letto  da  dor- 
mire ^volendo  mutarci,  ò  veftirci,  per  la  pouertà  della  Religione  non  cifuffe- 
ro  vefti  da  darci  !  io  per  me  ne  areigrandiffimo  contente*,  &àchimifacefse 
vn  tal  fauore ,  mi  terrei  obligata.à  dargli  ilpropriofangue .  Onde  per  patire  di 
quelle  cofe ,  nafeondeua  il  più  che  poteua  i  fuoi  bifogni  :  e  fé  accadeua ,  che 
talora  lemancafse  qualche  neceffità,  aueua  tanta  allegrezza,  chenon  po- 
teua fconderla.  Quefto  le  fuccefse  particolarmente  vna  mattina ,  che  per 
inauuertenza  della  Canouaia ,  non  le  fìì  polio  pane  à  menfa  >  doue  chefen- 
^a  chiederlo  il  pafsò  il  definare  fenza  auer  auuto  pane:  e  fentì  tanto  il  con- 
cento ,  che  dopò  menfa  non  poteua  contenere  le  rifa  ,  cofa  fuori  d'ogni  fuo 
iolito;  e  domandata  dalla  Superiora  di  xhcrideflfe ,  fucoftrettaacenfarfi  ed 

auer 


auer  fentito  troppo  gufto  del  non  auer  auuto  pane  à  definare  :  così  fi  ralle* 
graua  del  patir  freddo,  &ogn'altra  neceflltà.  Taluolta  ritirata  ne3  luoghi 
più  poueri  del  Muniftcro  con  vn  Crocififlò  in  mano ,  e  ftandofene  ginoc- 
chioni in  terra  con  gli  occhi  riuolti  al  Signore ,  e  con  lagrime ,  e  fofpiri ,  di-, 
ceua  ;  O  me  beata  ,  fé  tutto  quello,che  ha  bifogno  quelto  corpo  gli  mancaf- 
fè ,  &  in  vece  d'effer  ricreata  patirfì  oltraggi ,  e  villanie  per  amor  di  voi ,  ò 
Gicsù  mio  ;  allora  sì  che  mi  terrei  in  qualche  parte  pouera  per  amor  voftro. 
Come  innamorata  di  quefta  pouertà  à  guifa  d'vn'altro  S.Francefco  di  Aflìfi, 
la  chiama  con  titoli  onoratiflimi ,  e  di  grande  affetto:  particolarmente  la 
chiamaua  la  fpofa  di  Giesù,  e  diceua ,  che  quefta  doueua  eflfere  la  mammel- 
la delle  fue  fpofe;  &  ebbe  circa  quella  altiffimi  concetti,  e  ne  parlò  con  gran 
fentirnento.  Particolarmente  la  quinta  notte  delTOttaua  della  Pentecofte 
dell'Anno  i  j  85.  in  quell'eftafi  di  otto  giorni  continui,  parlando  con  Giesù, 
di(ìequefte parole;  Felicitimi  quelli,  che  puramente  vanno  feguit andò  te  fen^a 
poff edere  co/a  alcuna  tranfitoria ,  fendo  che  auer  anno  per  premio  tè ,  chefei  rie- 
cbevga  d'ogni  ricchezza ,  te  foro  d'ogni  te  foro  ,  e  la  riccheTga  infinita  del  Taradifo  ; 
ma  chi  comprerà  il  Taradifo  $  oue  fi  tr onera  danaro ,  che  quefio  agguagli  ?  che  fi  può 
dare  in  pre^o  di  bene  sì  grande  ?  ò  chi  lo  cr-ederbbe  il  nulla ,  il  nulla  :  per  amor  di 
Dio  non  pofiedere  nulla  ,  non  bramare  nulla  di  quefio  mondo ,non  volere  altro ,  che 
Dio .  Dominus  pars  hareditatis  mea  .  Dico  di  più  j  Av^i  non  voler  Dio  ,  fé  non  per 
Dio  .  0  altiffima  ,  e  ricchiffima  pouertà .  Dì  quefia  forte  hanno  previo  in  mano  da. 
comperare  il  Cielo  quelli ,  che  fon  poueri ,  perche  quefii  t  efori  fi  comprano  con  vna 
fomma  pouertà  :  e  quanto  più  l'anima  è  pouera  ,  tanto  più  Iddio  infonde  in  lei  ifuoi 
te  fori  ,  co  i  quali  può  comperare  il  Taradifo .  Chi  non  amerà  la  pouertà ,  poiché  è  ca- 
gione,che  Dìo  ci  dia  tanti  gran  doni?  Beati  pauperes  fpiritu,&  c.Qua diletla  tabema- 
cida  tua  Domine  virtutum  :  Concupifcit  &  deficit  anima  mea-,  dico  del  defiderio  del- 
la poffeffione  del  Cielo ,  ò  del  defiderio  d  ella  p  offe  filone  della  pouertà  tua ,  che  mi  va- 
le quanto  il  Cielo ,  poiché  con  quella  vuoi,  che  compri  il  Cielo  ,  &  è  il  prezzo  baflc- 
uole  per  così  gran  Bggno  .  Vn'altl  a  volta  ef  clamò  :  0  felici  Heligiofi ,  che  fono  tan- 
to onorati  da  Dio  ,  che  la  lor  parte  vuoleffer  egli  fleffb  ,  poiché  per  amorfuo  con  vo- 
to folenne  hanno  lafciato  tutte  t  altre  co  fé .  0  ricca  pouertà ,  che  ne  faipofiefsori  del 
fommo  bene .  Ma  per  il  contrario ,  guai  à  quei  T{eligiofi ,  che  con  atto  proprietario 
fi  ritengono  alcuna  co  fa  ;  trafficando  con  quella  ,  come  chi  non  ha  tale  obligo  -,  ohimè, 
che  in  tal  modo  vengono  à  rifiutare  la  lor  parte ,  che  e  Dio ,  volendo ,  e  tenendo  altre 
co/e  fuori  di  lui,  contro  alle  prom  effe  fattegli:  Ma  Dio  voglia,  che  poi  alla  morte , 
quando  fi  verrà  alla  difcujfione ,  non  fiano  rifiutati  dallo  fieffo  Iddio ,  efeparati  da 
lui  fommo  bene,  0  poueri  I\eli*iofi  tanto  ciechi  dello  flato  loro,  0  femplicità ,  e 
pouertà  tanto  fcaduta  nelle  ì\cligioni ,  e  tanto  poco  conofeiuta ,  &  ofseruata  da 
chi  ti  profefsa .  Dio  sa  fé  meriterà  feufa  tal  cecità  in  quella  d'ifcuffione  diuina  ,  doue 
nonfolo  i  difetti ,  ma  ancora  molte  vofe^  che  noi  filmiamo  virtù ,  appariranno  difet- 
ti ,  e  vi%i . 


Seqae 


Vita  della  tf.Mana  Maddalena  ac  razzi.    1 19 

Segue  della  mede  finta  pouertì  di  quefta  Beata,  come  e ffat  offerito  nel  vitto  y 

nel  veflito ,  e  nell'altre  co/e  neceff arie  per  [ito  vfo  . 

Cap.       C  XX  III. 

QVcfto  grande  affetto,  che  la  Beata  Madre  portana  alla  pouertà  da  lei  pro- 
fetata, l'efercitò,  e  dimoltròcon  l'opera  in  tutto  il  tempo,  di  Tua  vita,  in 
ogni  occafione  ;  ma  fpecialmente  nel  Tuo  vitto,  e  veftito ,  &  in  ogni  altra  cofa> 
che  feria  per  fuo  vfo,*  imperochè  non  contenta  folo  d'auere  eletto  Muniftero, 
nel  quale  fi  viue  in  comunità  Religiofa ,  e  con  offeruanza  di  vera  pouertà ,  s* 
ingegnò  fempre  d'auanzarfi  in  quefta  offeruanza  più  di  quello!  ali  ringeffe  la 
Regola  ,  e  voti .  Onde  non  folo  non  tenne ,  ne  ebbe  mai  cola  fuperfiua .,  ò  va- 
na, malifteffe  cofe  neceffarie  procurò  fempre  d'auede  più  icarfamente  » 
e  più  pouerce  vili,  che  ruffe  potàbile .  Teftimonio  di  queftone  fanno  quegli 
eftafi,  che  ebbe  l'anno  1587  ne'  quali  in  te  fé  come  Dio  voleua  da  effa  vna  po- 
uertà ftraordinaria ,  e  (ingoiare  ;  e  ne*  quali  così  eftatica,  andò  a  gli  armadi  de 
gli  abiti  vecchi ,  e  prefe  la  più  pouera,  e  rattoppata  tonica ,  che  vi  Riffe ,  e  (po- 
gliatafi  di  quei  cheauena,e  fcalzata ,  fi  veftì  di  quella  tonica  vile»  oc  andò  alla 
fua  cella, e  leuò  la  materaffa  dal  letto,  lafciandoui  (alo  il  leccone  >  e  Hall  altari- 
no leuò  ogni ,  ancorché  femplice  ornamento ,  lafciandoui  iolo  il  Crocififfo,& 
il  libro  de'  Vangeli;  &  ottenuto  licenza  dà  Superiori  di  viuere  in  quefta  pouer- 
tà fegu  ito  il  tempo  di  fua  vita  à  tenere  la  fua  cella ,  e  1  fuo  ietto  così  fpoghati , 
&  ad  andare  così  vilmente  veftita  :  né  volle  mai  veftn  fi  d'abiti  nuoui,  ma  vfati, 
e  vecchi  1  e  quanto  più  erano  vili ,  tanto  più  ne  godeua  :  fiche  tra  le  celle  delle 
Monache ,  ancorché  tutte  tenute  poueramente,  la  fu  a  era  la  più  pouera ,  e  tra 
tutte  le  iMonache.ella  più  vilmente  di  tutte  era  vellita,rifplendendo  tra  tutte  la 
fua  pouertà;&  aueua  tanto  l'occhio  à  non  tenere  alcuna  cola  fuperflua,ancor- 
che  minima ,  che  fpeffofaceuarifleilione  fé  aueua  cola  alcuna  non  neceffaria: 
e  t rouando  vna  volta  nel  fuo  altarino  vn  poco  di  faia ,  che  ella  aueua  chieda 
per  racconciare  il  fuo  abito ,  della  quale  non  fé  n'era  poi  feruita ,  la  riportò  alla 
Superiora ,  e  con  molto  dolore  della  fua  trafeuraggine  nell'auerla  tenuta  fé  ne 
-accusò  >  come  di  colà  ìuperflua,  e  ringraziò  il  Signore,  che  laueffe  conferuata 
in  vita  per  poterne  far  penitenza  / 

Vn'altra  volta  fi  trottò  auere  due  dozzine  di  fpilletti,  e  parendole  ,che  anco 
cjuelli  le  fuffero  in  parte  fuperf  lui,  ne  diede  via  la  metà  .  Ne  folo  ebbe  la  mira 
à  contentarfi  della  fcarfa  neceffità  de5  fuoi  bifogni ,  ma  come  fopra  è  detto  , 
defìderaua,  e  cercaria  di  afeondere  lefue  necdfità  ,  pernon  effere  in  quelle 
fouuenuta,  e  patire  ghneommodi  della  pouertà  ;  talmente,  che  non  fi  poteua 
prouederia  di  cofa  alcuna  fenza  fuodifgufto ,  bifognando  bene  fpeffo  ,  che  la 
Superiora  l'imponeffe  per  vbbidienat  il  pigliare  qualche  fua  neceffità.-.  Fra 
l'altre  vna  volta  d  Inuerno,  e  fu  l'anno  15  88  là  Madre  Suor  Vangelifta  del 
Giocondo ,  vedendo  1  che  quella  Beata  per  effer  così  malamente  veftita,  dif- 
ficilmente poteua  paffare  l'Inuerno  ,  Ci  rifoluette  à  farle  veftire  vna  tonica  mi- 
gliore; enonfapendocomefarfi  ànon  Jacontriftare,  trouòquefta  religiofa 
inuenzione .  La  notte  di  San  Giouani  Euangelifta  a  2  7.di  Decembre  ,  dopo  il 

M  attui- 


xi  ©      v  ira  ueiia  o.  man  a  maaaaiena  ac  razzi. 

Mattutino,  prefenti le  Monache,  chiamò  Ja  Beata  in  mezzo  del  Coro,  e  fat- 
tala quiui  inginocchiare ,  le  ditte  >  che  per  auuezzarla  a  prouare  maggiormen- 
te la  lànta  pouertà  ,  voleua ,  che  fi  fpoglialTe  della  tonica ,  che  aueua  indoflb  ; 
e  dopò  i  che  f ù  fpogliata ,  domandò  le  Monache  fé  fi  contentauano  di  darle 
per  amor  di  Dio  vn  altra  tonica  per  riuellirla;  e  confentendo  le  Monache , 
chiamò  quiui  nel  me2zo  vn'altra  Monacha ,  e  fece  cauare  anco  a  quella  la  to- 
nica,e  la  dette  à  Suor  Maria  Maddalena,e  le  dille  :  Quella  ve  la  dà  la  Religione 
per  l'amor  di  Dio ,  veftiteuela  f  e  tenetela  fm  tanto ,  che  vi  fia  richieda  :  e  così 
ella  l'accettò ,  e  feniì  grandiflìmo  gullo  deflere  così  riueftita ,  come  vn  poue- 
rino  per  lamordi Dioi  dicendo:  Dio  ve'l meriti.  Fùquefto  Ipettacolo ,  & 
efempio  di  fantità ,  cagione  di  molte  lagtime,  e  commozione  nelle  Monache, 
&  acce  ndimento  di  grande  amore  alla  pouertà  Religiofa . 

E  perche  non  balla,  chcleperfone  Religiofe  fi  guardino  dal  tener  cofe  fu- 
perflucma  fono  anco  obligate  à  tenere  te  cofe  necetTarie  fenza  affetto  di  pro- 
prietà :  nell'ifteffa  maniera,  che  la  Superiora  le  aueua  conceduta  la  detta  toni- 
ca ,  acciò  la  tenefle  fino  à  che  non  l'era  richieda  ;  così  ella  teneua  tutte  le  co- 
fe ,  che  per  iuo  vfo  l'erano  concerìe  dalla  Religione  :  &  era  tanto  fpiccata  da 
ogni  affetto  di  cofa  terrena ,  che  per  la  pouertà  Religiofa  fi  farebbe  contenta 
di  reftare  anco  priua  di  tenere  nella  fua  Cella  l'imagine  del  Crocififlb  :  de  elTen- 
do  vna  volta  in  ratto  parlando  del  Verbo  Eterno ,  diffe  à  quello  propofito  le 
fcguenti  parole  :  0  vmanato  Verbose  io  erede ffiycbe  l'imagine  tua  m  impedi fse  vn 
minimo  punto  di  gloria  in  Cielo  ,  or  ora  me  ne  priuerei  » 

Oltre  al  cibarli  parchiffimamente  i  guftaua  auere  cibi  groffi,  e  di  vii  prezzo, 
e  diceua,  che  quelli  erano  fecondo  lo  llato  di  pouertà ,  che  le  Monache  pro- 
felTauano  s  e  (e  per  mancanza  di  condimento  erano  infipidi.non  fi  doleua  mai, 
ma  diceua ,  che  la  pouertà  Religiofa  le  condiua ,  e  gliene  faceua  parer  fapori- 
ti .  Se  taluolta  fi  dauano  à  menfa ,  per  llraordinario,  cibi  delicati,  gli  lafciaua ,  e 
diceua ,  che  non  erano  buoni  per  il  fuo  llomaco,  e  che  non  erano  cofa  da  lei  : 
medefima  mente  fé  le  erano  mandati  di  fuori ,  gli  raffegnaua  alla  Superiora  .ac- 
ciò gli  diftribuiffe  all'altre  ,  òdi  fua  licenza  li  dillribuiuaelTa  :  etantoguftaua 
dauer  cofe  da  ppueri ,  che  tra  l'altre  mortificazioni ,  che  le  daua  la  Superiora  » 
le  apportaua  mólta  confolazione,quandoera  mandata  in  Refettorio  alle  men- 
fé  à  chiedere  per  l'amor  di  Dio  vn  poco  di  pane  alle  Sorelle ,  e  poi  mangiarlo 
in  terra  in  mezzo  del  Refettorio  r  e  da  sé  ftefla ,  molte  volte  quando  non  era 
potuta  interuenire  alla  prima  menfa  con  le  xMonache ,  andaua  alla  cucina ,  e 
fi  faceua  fare  vna  fcodella  di  quello ,  che  era  auanzato  nelle  fcodellc  dell'altre> 
dicendo,  chela  voleua  per  vna  pouerina;  e  fattagliela,  fé  la  portaua  à  man- 
giarla m  Refettorio,  e  diceua,  che  la  pouerina  era  lei  :  e  fimili  altre  inuenzio- 
ni  d'amore  di  pouertà inuentaua ,  per  offeruarla  più  perfettamente ,  e  renderli 
più  fimile ,  che  poteua  ,  à  Giesù  Crocififfo  * 


ad" 


V  Ita  ucua  u.iviaiia  iviauuai^ua  ut  a  a^z.1.       2.2-1 

Del  de fidmo,che aueua,  che  nelfuo  Muniflero  fi  mantenefse  tofsernan^a  della 
pouertà,  e  femf  licita  ^eligiofa  m  Cap.     CXXIF. 

COme  quella,  che  penetraua  l'importanza^'l  bene  delia  pouertà  Religio- 
fa,e  come  dall'offeruanza  di  quefta  ne  dipende  ogni  bene  >  e  perfezione 
della  Religione;  nell'ifteffa  maniera ,  che  efla  fuifeeratamente  amaua  Ja  (ua^, 
Religione,  e  così  defideraua>che  in  efla  rifplendeffc  perpetuamente  la  pouer- 
tà, e  femplicità  Religiofa,  sì  nel  vitto,  e  veftito ,  come  in  tutte  l'altre  cofe_,  » 
ancorché  minime.  Aueua  vnafuaNouizia  fatto  ajcune  figure  più  ornato, 
che  non  era  folito,  per  donarle  fuora  a' parenti  :  Ja  buona  Madre  Jariprefe ,  e 
non  volle,  che  vfeiflero  fuori,  acciò  non  fuflero  vedute  .  Vn'altra  Monaca^ 
aueua  fatto  per  la  Sacreftia  alcuni  lauori ,  quali  eccedeuano  la  folita  femplici- 
tà; effendo  la  Beata  Maria  Maddalena  vna  volta  in  ratto ,  gli  prefe,  e  gli  ftrac- 
ciò.  Così  quando  vedeua  alcuna  cofa,  che  tendefife  ad  allargare  vn  minimo 
che,  quefta  pouertà,  e  femplicità,  ricorreua  con  gran  zelo  alle  Superiore ,  & 
a  Padri  fpirituali,  e  gli  auuifaua,  acciò  non  fi  la  (caffè  pullulare  cola ,  che  of- 
fendere quefta  femplice  pouertà:&  in  ratto,che  ebbe,nel  quale  intefe  quan- 
to piaceua  à  Dio  quefta  seplieità  Religiofa,  e  come  quefta  à  guifa  di  cagnuo- 
lo  fcuopriua  i  ladri,e  nimici  della  Religione, e  teneua  lontani  ifecolari,  e  face- 
ua la  Religione abitatione di  Dio,  alla  fineconclufe:  Guardifi  ciafeuna,  ^ 
ponga  cura  di  non  indurre  fotto  colore  di  compadrone  ,  in  sé  la  maledizione^, 
di  qualche  vanità.Guai,guai,e  per  mille  volte  guai  à  chi  indurrà  tal  maledizio- 
ne di  vanità  nellaReligionce  maflìmamete  doue  regna  vn  poco  di  lume  di  se- 
plieità. Et  vn'alrra  volta  diffe  :  Chi  non  ama  la  pouertà,  fia  fchifata  come  leb- 
brofa,e  come  tate  tenuta .  Non  poteua  foffrire  di  fentir  biafimare  le  co  fé  del- 
la Religione  femplici,  e  pouere,  sì  nel  vitto,  come  nel  veftito,  &  in  tutte  l'al- 
tre co(è,e  diceua,che  quanto  più  le  cofe  della  Religione  fono  pouere ,  &àb- 
biette.tanto  fi  debbonopiù  ftimare,  e  cercare  dalle  Religiofe ,  perche  hanno 
profeffato  pouertà,&  i  poueri  apprezzano  ogni  cofa,  fapendo  che  non  fi  con- 
uiene  loro  ..cofe  pregiatele  di  valore,e  foleua  dire, Chi  ama  l'vmiltà,e  pouertà, 
non  ifpende  mai  parole  in  dolerfi  di  colà  alcuna.  Altra  volta  diceua*Chi  è  pof- 
feffore  della  pouertà,fempre  penfa  al  pouero  Chrifto.e  rantola  ftima  del  cor- 
po fuo>quanto  fa  il  Rè  della  tela  del  ragno:  e  quello  che  ella  diceua  lo  confer- 
inaua  con  l'efempio,  perche  ftimatia,  &  apprezzaua  ogni  cofa,  che  dalla  Reli- 
gione le  era  data,  ancorché  minima;  e  quanto  erano  più  pouere,  più  fé  no 
gloriaua .  Onde  quando  fèntiua  alcuna,che  Ci  doleffe  di  auere  aunto  cibi  mai' 
accomodati,  ò  non  aueffe  tenuto  in  prezzo  le  cofe  pouere,  e  vili  della  Reli- 
gione ,  ne  fentiua  difgufto,  e  la  riprendeua,  dicendo  :  Ricordatela ,  che  pro- 
fetiate pouettà.e  li  poueri.quan do  accattano ,  ftimano  affai  il  trouare  vn  toz- 
zo di  pane,  ancorché  fecco,  &  auanzato .  Diceua  in  oltre,  che  la  pouertà  de- 
lie effere  il  marchio  di  tutte  l'opere  religiofe;  e  che  fi  come  gii  huomini  del 
Mondo,  accioche  l'opere  loro  fieno  conofeiute  per  loro ,  v'improntano  lo 
Joroarme,cosìà  volercche  l'opere  delle  perfone  Religiofe,fieno  conofeiute 
£>er  Religiofcè  neceflfario  marchiarle  con  la  pouertà.  Petcià  eUa  defideraua  * 

che 


che  quefta  pouertà  rifplendeffe  in  ogni  cofa  tanto  dentro  al  Muniftero,  quan- 
to fuora,  cioè>  che  tnttociò  che  vfciua  dal  Muniftero ,  fi  conofQeffe  da  quella 
fimplicità  ,  che  vfciuai  da  cala  di  pouertà  religiofa .  Se  bene  perla  fua  carirà  de- 
fìdecaua ,  che  la  Religione  per  fouuenire  le  Monache  inferme ,  per  cosi  dire , 
fi  fuifceraffe  ;  tuttauia  voleua >  che  ancora  nell'Infermeria,  &  in  tutto  ciò  che 
doueua  feruta  per  l'inferme,appariffe,e  rifplendefse  la  pouertà,  e  che  fi  cono- 
fceffe  differenza  tra  inferma  Religiofa ,  e  inferma  fecolare. 

Cercaua  ella ,  non  folo  con  le  parole ,  ma  con  viuiflìmicfcmpi  di  far  pene* 
txare  alle  Monache ,  quanto  importi  lofferuanza  della  fanta  pouertà,  e  quan* 
ta  bellezza»  e  decoro  ella  apporti  alla  Religione  ,  e  quanto  vtile  all'anime  Re- 
ligiofe;  ma  fpecialmente  vsògran  diligenza  nell'illuminare  lefuedifcepole 
Nouizie ,  e  Giouani  ,e  faceua  loro  praticare  quefta  pouertà  in  molti  modi .  E 
le  bene  per  la  fua  carità,  non  permettcua,che  alcuna  patiffe  delle  cofe  neceffa- 
rie,  ftudiaua  però >  che  non  aueffero  affetto  à  cofa  veruna ,  ne  teneffero  cofa 
alcuna  fuperflua  :  e  perciò  quando  vedeua  alcuna  affezionata  à  qualche  cofa 
concedutale  per  vfo ,  ne  la  priuaua.  ò  gliene  fcambiaua  ;  &  andaua  fpeffo  à  ri- 
uedere  i  loro  altarini ,  e  fé  vi  trouaua  alcuna  cofa  fuperflua ,  ò  che  non  aueffe 
quella  femplicità  Religiofa ,  che  ella  voleua,  latoglieua  loro  ,e  diceua.  che  f 
ofleruanza  della  pouertà  è  incompatibile  con  la  fuperfluità  e  vanità  :  &  ad  vna 
Nouizia  leuò  vn  paro  di  Angioli  di  carta ,  che  da  se  fteffa  s'era  dipinti,  folo  per- 
chè negli  orli  vi  aueua  poftì  alcuni  ornamenti . 

Ad  vn  altra,che  s'afteneua  di  portare  vn  velo  nero,perche  non  era  à  fuogu- 
fto,fecevn'afprariprenfione  ,  e  di  più  le  impofe  »  che  per  molti  giorni  andaffe 
ogni  dì  a  chiederle  per  l'amor  di  Dio ,  vna  delle  più  vili  velature ,  che  fuffe  nel 
Nouiziato .  Così  ad  altre  ,  che  efikxiéàc  inclinate  à  vanità  di  abiti  nuoui ,  fa- 
ceua dar  loro  de'  più  vecchi,acció  per  mezzo  di  quefti  efercizi  venifsero  à  im- 
parare lofferuanza  della  Tanta  pouertà,  per  poterla  poi,  per  così  dire,  piantar  in 
quelle  ,  che  veninano  doppo  di  lóro  E  quando  vedeua  alcuna  Nouizia ,  che 
amaua,  e  cercaua  le  cofe  ièmplici ,  e  vili,  ò  che  da  per  se  fteffa  fi  priuaua  delle 
fuperflue,  nefentiua  grandiffimo  contento. 

Quanto  fiimaf se  ,  efufse  ofseruante  di  tutte  le  pegole ,  e  degli  ordini  della  gigione: 

e  come  per  fuo  mc^o  fi  riformorno  le  Coflitu^ioni  delfuo 

Muniflero .  Cap.     CXXV. 

"VTOn  meno  de  fanti  voti  teneua  in  ftima ,  e  riuerenza  le  Regolce  Coftitu- 
J\|  zioni,  e  tutti  gli  ordini ,  e  confuetudini  Religiofe  de  fuo  Muniftero ,  an- 
corché minimi  ;  e  tutti  gli  riputaua  volontà  di  Dio ,  e  dettati  dallo  Spirito  San- 
to ,  efercitandofi  in  tutti  con  gran  prontezza,  ne  mai  tralafciando  alcuno  ordi- 
ne ,  fé  da  neceffitàd  infermità,  oda  qualche  altra  vbbidienza,  òeferciziodi 
carità  non  era  impedita.  Ilche  quando  le  occorreua  ,non  reftauadinterueni- 
re  col  defiderio  »  e  fpecialmente  quando  era  impedita  da  infermità,  ne  fentiua 
particolare  afflizione,  dicendo,  che  ciò  le  permetteua  Dio ,  perche  non  era  de- 
gna d  interuenire  con  l'altre  all' vbbidienze  della  Religione  ;  e  fino  à  che  aue- 
ua forze  ficonduceua,ancorchc  con  gran  fatica ,  agl'ordini  comuni .  Quando 

talora 


V  ita  delia  d. Maria  Maaaaicna  ae  razzi.    1 1 5 

talora  era  impedita  >  ò  dalfvbbidienza ,  ò  dalla  carità  del  profljmo,  fé  non  po- 
teua interuenire  à  quelli  ordini  interamente ,  cercana  almeno  dinteruenire  ai 
principio,  ò  alla  fine  :  come  per  efempio ,  su  l'ora  >  che  le  Monache  doueua- 
novfcire  della  fala  del  lauoro,  fi  fpediua  da  quel  che  faceua  t  e  farebbe  anda- 
ta in  fala ,  e  per  quel  poco  di  tempo ,  ancorché  ruffe  due  Credi,  fi  poneua  à  fe- 
dere! e  poi  fi  rizzaua  con  l'altre ,  e  ritornaua  all'opera  lafciata,  e  fimili.  E  pa- 
rendo ad  alcune ,  che  non  penetrauano  il  fuo  fine ,  che  quefta  fufle  vna  ceri- 
monia 5  ò  fatta  da  fanciulli  5  fu  domandata,  perche  ciò  faceua,erifpofe»  che 
faceua  quefto  per  auereinfieme  con  l'altre  qualche  parte  in  quell'ordine,  & 
vbbidienza;  e  poiché  non  poteua  auere  il  merito  di  tutta  f  vbbidienza  con  l'al- 
rre  ,  che  ftauano  à  tutto  quell'ordine,  voleua  almeno  partecipare  di  queir  vb- 
bidienza ,  col  rizzarfi  da  federe  con  l'altre  per  vbbidienza .  Sollecitaua  fempre 
il  più  che  poteua  gli  akri  efercizi ,  &  vbbidienze ,  e  le  anticipaua ,  e  faceua  in 
tempi  ftraordinari  j,  e  fpecialmente  quei,  che  poteua  far  di  notte  per  poter  poi 
interuenire  con  l'altre  à  gl'ordini  :  &  ancorché  fu  (Te  affaticata ,  &  auefse  bifo- 
gno  di  ripofo,  tuttauia  ftimaua  più  l'interuenire  all'ordine,  che  il  ripofo  del  fuo 
corpo .  Anzi  la  Superiora  vedendola  taluoka  affaticata  grandemente,  le  dice- 
ua ,  che  per  quella  volta  lafciaffe  lordine ,  &  andafse  à  npofarfi  ;  ma  ella  non 
acertaua  mai  quefta  licenza,  fé  dall'vbbidfenza  non  era  affretta  ;  e  purché  non 
k  auefse  ad  efsere  vfato  quefta  difcrezione,  cercaua  fempre  di  occultare  il  più 
che  poteua,  la  fua  franchezza . 

Teneua  in  grande  ftimail  filenzio,  e  (grettamente  Fofseruaua,  e  diceua,non 
poter  mai  guftare  le  cofe  del  Cielo  quell'anima  religiofa,  che  non  gufta  il  dol- 
ce filenzio ,  e  foggiungeua  ;  Anzi  viuerà  fempre  molto  afflitta,  e  trauagliata  > 
perche  dal  non  faper  raffrenare  la  lingua,  ne  fuccede ,  che  molti  mali  fi  com- 
mettono ,  cagione  di  molta  inquietudine  all'anima .  Fuori  de'  tempi  del  filen- 
zio parlaua  con  voce  bafsa ,  e  lòmmefsa  >  e  diceua,  che  così  fi  conuehiua  par- 
lare alle  perfone  Religiofe;  &abborriua  grandemente,  come  cofa  indegna  di 
Monache,  Io  ftridere"&  alzar  di  voce ,  e  ftrepitareper  la  Religione,  ancorché 
fufse  fenza  contefe .  Teneua  in  rigore  l'ofseruanza  delle  Coftituzioni ,  e  le  pe- 
nitenze , che  quelle  impongono;  e  quandofaceua  alcun  difetto,  alqualefia 
nelle  Coftituzioni  del  Muniftero  afsegnata  la  penitenza,  ancorché  il  difetto 
fufse  minimo,  ne  faceua  la  penitenza  dasèftelsa,  fenza  afpettare ,  che  dalla 
Superiora  le  fufse  importa ,  dicendo  »  che  auerebbe  foffèrto  più  tofto  qualfi- 
uoglia  tormento,  che  vedere  annullata  vna  minima  ordinazione  della  Religio- 
ne. Ogni  mattina  offeriua  alla  fantiffima  Vergine  il  fuo  Muniftero  ,  e  le  prote- 
ftaua  dfèfsere  più  tofto  vn'inferno ,  che  non  zelare  fempre  la  perfezione  in  sé 
ftefsa ,  &  in  tutto  il  Muniftero  5  tanto  in  quelle ,  che  ci  erano  allora ,  qua  nto  in 
quelle ,  che  doueuano  efserci  in  auuenire  *  Il  medefimozelo  >che  effa  aucua 
dell'ofleruanza  per  se  ftefsa,  defideraua  vederlo  in  altre  ,  &à  quefto  e forraua 
con  grande  rftanza  le  fue  compagne ,  e  fuddite ,  e  quando  vedcua  patire  l'of- 
feruanzainqualfiuogliacofa,  ancorché  minima ,  e  che  fi  tralafciafse  alcun 
buon  ordine >  ricorreua  alle  Superiore  >  &  alle  Madri  più  venerande  del  Munir 
fiero ,  e  la  auuifaua ,  e  pregaua  caldamente ,  che  fufsero  vigilanti ,  e  rimediai* 
fero  à  quei  difordini  >  dicendo  loro  3  che  lafciandofi  in  dietro,  ancorché  piccia. 

liffima 


2,24     v  ica  aella  D-  Maria  Maaaaiena  ac  razzi. 

liffima  cofa  de  gli  ordini  tanti,  rellaua  offefa  non  folo  la  Religione ,  ma  la  pu- 
pilla de  gli  occhi  di  Dio,  che  tale  è  la  Religione,per  l'amore,  che  Dio  le  porta . 
E  perche  le  Tue  compagne,  ò  fuddite  potettero  interuenire  à  gli  ordini  delk-r 
Religione ,  duraua  per  loro  molte  fatiche ,  e  nel  tempo  della  notte  faceua_* 
quelli  efercizi,  che toccauanoà  far  loro,  i  quali  facilmente  l'arebbono  impe- 
dite à  ritrouarfi  con  l'altre:  e  daua  loro  quello  auuertimento,  che  non  ante- 
poneffero  mai,  non  folo i  propri j  commodi,  ma  ne  anche  altre  proprie,  e  pri- 
uate  azioni>  ancorché  diuote,  e  fante,  à  qualfiuoglia  minimo  ordine  comune 
della  Religione:  perche  ('diceua  ella)  nel  fare  l'azione  comune  della  Religio- 
ne, fiamo  certe  di  fare  la  volontà  di  Dio,  del  che  non  ci  polliamo  afiicurare  > 
mentre  facciamo  opere  à  nollra  voglia,e  capriccio,  anzi  ci  eiponghiamo  à  gra 
pericolo  di  inganno, e  di  tentazione .  E  foggiungeua,  che  llauano  in  gran  pe- 
ricolo d'ellere  ingannate  dal  demonio  quelle,  che  per  llar  ritiratele  far  orazio- 
ne à  lor  voglia, non  fi  curauano  d  interuenire  à  gl'ordini  comuni»  e  che  priue 
di  quella  lòdisrazione,  fi  conrrillano  ;  e  che  quelle  fi  rendeuano  inutili  all'ol- 
ieruanza,  perche  rofleruanza  della  Religione  non  può  mantenerfi  fenza,  che 
le  Monache  fi efercitino  m  efla .  Diceua  ancora ,  che  ciafeuna  doueua inter- 
uenire à  gl'ordinicon  quella  prontezza,  e  diligenza,  come  fé  a  lei  (bla  toccaf- 
fe  à ofteruargli .   Altre  volte  diceua  loro ,  che  doueuano  elTer  pronte  à  met- 
ter la  vita  e'i  (àngue ,  prima  che  permeitele  vn  minimo  allargamento  della-* 
Regola,e  Conllituzioni .  Ne  folo  defideraua  quella  ofleruanza  per  il  prelen- 
te, ma  che  fi  perpetuarle  in  detto  Munifteroi  e  perciò  diceua,  che  quelle,  che 
aueuano  lume,  e  cognizione  della  perfezione  dello  llato  Religiofo ,  doueua- 
no alla  moite  loro  lalciar  per  tellamento  all'altre,  che  rhnaneuarco,  quella  of- 
leruanza 5  e  che  così  fi  farebbe  lempre  mantenuta .  E  per  allkurarfi  quanto- 
più  poteua  i\cì  mantenimento  di  quella  >  lì  fece  promettere  da  moltcche  fa- 
rebbono  Hate  oflèruanti>&  auerebbono  mantenuta  la  difciplina  religiofa.che 
non  fi  allargante .  Per  quello  non  arebbe  volutocene  nel  Muniftero  fiaccet- 
uife  mai  fanciullexhe  per  quanto  fi  poteua  conofeere ,  non  fufiero  guidato 
alla  Religione  dello  Spirito  fanto  :  e  faceua  gran  diligenza  in  efaminarle  ,  per 
vedere  da  che  fpirito  erano  molle .  Cosìqnando  le  lue  Nouizie  erano  vicine 
ararla  Profellìone,  ancorché  per  tutto  il  tempo  del  Nouiziato  l'auefte  illumi- 
nate, e  con  l'efempio,  e  con  esortazioni ,  dell'importanza,  e  dignitàde'voti  ; 
tuttauia  per  molti  giorni,  efettimaneauanti,  con  più  diligenza,  che  mailer 
ifìruiua,  &  infegnaua  loro  quel  che  importafse  la  Profellìone  Religiofa,  e  co- 
me la  doueuano  fare .  Et  vna  volta  in  particolare  auendo  illruite  tre,  che  do- 
ueuano lare  la  Profellìone  infieme ,  llimando  non  anerle  fapute  illuminare^ 
quanto  bifognaua  circa  l'ofscmanza  de  voti,  e  fpeciaJmente  inquello  della_-» 
PouertàJa  l'era  auanti  della  Profellìone  ,  con  grande  vmikà  s'inginocchiò  a' 
lor  piedi,  e  domandò  loro  perdono  di  non  auer  faputo  dar  loro  quel  lume ,  & 
aiuto  che  era  obligata. 

Con  tutto  che  il  fuo  Munillero  fufse  in  buona  ofsertianza  >  e  vi  fi  viuefso 
con  molra  difciplina  Keligiofa,  tutrauia  per  il  gran  lume,  ch'ella  aueua  della^ 
bellezza  deli'olseruanza  H eljgiofa,  e  per  il  guìto,  che  intendeua  dare  a  Dio  viv 
Mun/itcro,  che  viuc  con  perletu  oiscruan^a,  defidetasa  grandemente ,  che* 

ftlfc 


Vita  della  B.Maria  Maddalena  de' Pazzi.     115 

gii  ordini,  che  vi  erano,  maggiormente  fi  perfezionafsero  ;  e  quei  che  vi  mart- 
cauano,  vi  s'introduceflero,e  fi  riitringelTero ,  e  riformatTero  le  Coitituzioni . 
Sopra  di  ciò  fece  molte  orazioiùe  trattò  frequentemente  con  Dio  qadto  ilio 
defiderio;  &  intcfe  efler  diuina  volontà ,  infieme  ebbe  da  Sua  Diulna  Maeftà 
riuelazione  di  molte  olTetuanze,  che  piaceua  à  Dio,chc  vi  fi  inferiffero  :  quali 
da  lei  proferite  in  ratto,  furono  notate  dalle  Monache ,  &  altre  lei  (teda  notò 
di  fua  mano:  &  e  (Tendo  vicina  à  morte  chiamato  à  sé  il  Padre  Gouernatore ,  e 
ConfelTore  il  Signor  Vincenzo  Puccini ,  gli  dette  la  nota  di  quelle  cofe,  che 
Dio  ricercaua,che  s'aggiungelTero  alle  Coftituzioni^e  lo  prego  in(tantemente> 
che  volefse  riferiuere,  e  riformarle,  conforme  à  quella .  Il  che  da  lui  promef- 
fo,doppofaa  morte  fu  efeguito  con  confenfodel  Capitolo  del  Muniftero,  e 
furono  confermate  con  autorità  Apoftolica ,  dalla  felice  memoria  di  Paolo 
Quinto  per  vn  ilio  Breue, l'anno  1009.  E  per  grazia  di  Dio,  così  riformate  sof- 
feruano  con  molto  frutto  fpirituale  delle  Monache  >  &  apportano  molto  de- 
coro, e  perfezione  al  Muniftero . 

Defideraua,  che  tutte  le  Religioni  fi  riduce  fiero  a  perfetta  ofseruani(a  ,  e  fentiua 

gran  dijguflo  net  veder  [e  rilafsate  ,  particolarmente  nell'ofieruan^a 

del  voto  della  povertà,  perla  quale  inofseruan^a  y  vede 

molte  anime  {{eligiof e  precipitate  nelt  Inferno  . 

Cap.  CXXVI. 

IL  zelo ,  che  aueua  quefta  Madre  delf ofseruanza,  non  fi  rrftringeua  foto  al 
fuo  Mtrniftero,  mi  abbracciaua  tutte  le  Religioni ,  e  defideraua  di  vederle 
tutte  in  quel  primo  vigore,  e  purità  lìi  vera  offeruanza ,  nel  quale  fumo  infti- 
tuite  da  r  toro  fondatori;  e  fpefse  volte  ne' (noi  ratti ,  con  arTettoftraordinario 
pregaua  Dio  per  effe,  e  C\  ofTeriua  à  patire  qua!  ftuoglia  pena, che  à  Dio  piacef- 
fe  darle,  pur  che  le  facefse  graziarne  ìc  Religioni  fi  riforn>afsero ,  e  rkornaf- 
fero  al  primiero  femore;  e  fu  più  volte  fentica  piangere,  <5c  affliggerfi  della  lar- 
ghezza,e  rifa  fsazione  de  Ila  Religione, e  dkeua,  che  nou^^^  curata  d'ef- 
fer  tenuta  pazza ,  fé  auefse  potuto  andar  correndo  per  tutto  il  Mondo ,  e  pei* 
aiutare  à  ridurre  le  Religioni  alla  prima  forma  e  (tato  d'offe  manza:  e  più  volte 
in  rattodettò  lettere  indrizzate  à  diuerfì  Prelati,  piene  di  zelo ,  per  accenderli 
alla  riforma  delle  Religioni  à  loro  fuggette  j  fé  quali  lettere  forno  faine  dalle 
Monache  qniui  affi  (tenti,  ma  però  non  furon  mandate . 

Tanto  più  saccefe  in  lei  quefto  zelo*quàtoche  piacque  à  Noftro  Signore , 
moftrark  in  quegFeftafi  molte  anime  Religiofe  $  che  come  folgori  predpito- 
fameme  profondauano,e  moke  che  ardeuanoneirinfenx>,fpeciaInientc  per 
nò  auer  ofleroato  il  voto  della  Pouertà,che  così  k  fu  riuelatoda  Dio  Onde  in 
vna delie  dette  viftecominciò  adefclamare:0  pouertàyàpouertà^eligiafa  quoto* 
pO£ofeiconofciuta,&  ofseruata\è  che  fé  la  fi  conefcefsejZr  ofs-eruafse  nonfiterreh- 
bono  le  celle  piene  d%ornametiyfi  aborrirebbe  come  velenoil  tener  danari  >  e  fpledergli 
fecondo  ilproprh  voler -eie  tante  altre  pompe ^  e  vanità  troppo  dìfdiceuoli  al  vero  ì{e* 
ligio fo  y  fimanderebbono  in  bando  da* fiacri  cbioflri  .  0  come  Giesù  mio  la  beitela, 
della  pouertà  I\eligiofaédiuenuta  diformataper  la  maledetta  proprietà.  0  quante%e 

P  quante 


il6     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de3  Pazzi. 

quante  anime  ^eligiofe  abbrucciano  nell'Inferno  per  non  auer  tenuto  in  pregio  y  & 
ojjeruata  la  [anta  pouertà  .  Nell'altro  edafi  difie  fimilmente  altre  parole  di 
rammarico,e  di  fpauento  per  i  R  eligiofi  inofleruanti,  quali  per  elfer  fopra  no- 
tate in  altro  propoli  to>  non  fi  replicano . 

Hauendo  vna  volta  vdito  da  alcuni  Religiofi  ,  che  fi  vantauano  d'ofleruarc 
la  pouertà  piti  degli  altri,  per  efTere  fcarfamenteproueduti  dalla  Religione,  e 
come  fi  gloriauano  di  auerfià  prouedere  il  vitto,  e  vedito,  &  altre  commodi- 
tà  con  le  loro  indudrie,  e  che  però  andauano  vilmente  vediti,  dicendo ,  che-» 
non  così  fariano  andati,  fé  dalia  Religione  rudero  dati  proueduti;  proroppe  in 
fofpiri,  e  fingulti,  e  cominciò  ad  efclamare .  O  cecità  delle  creature  !  ò  dato 
Religiofo,  così  poco  conofeiuto!  O  miferia  grande,  che  Tidedò  male  Ci  voglia 
ricoprire  col  vero  bene:  rouina  di  molte  anime .  Penferanno  quedi  come  in- 
gannati, ritrouare  il  merito  delle  loro  operazioni ,  e  troueranno  l'eterna  dan- 
nazione, perche  negl'incommodi  della  pouertà ,  auerannoauuto  la  proprie- 
tà volontaria:  &  à  quedo  propofito  foleua  dire ,  che  Ci  dà  quafi  certa  la  falute 
al  Religiofo  ofleruante,  che  è  prouido  dalla  Religione,  e  dal  Superiore  in  tut- 
ti i  bifogni,  fiche  non  ha  da  penfàre  à  cofa  alcuna  ;  e  per  il  contrario,  che  è  dil- 
perata  la  falute  di  quel  Rejigiofo,  che  è  volontariamente  proprietario ,  e  non 
fi  fazia  mai  di  mangiar  bene,  e  vede  mefehinamente,  e  con  quedo  fuo  vedire 
poueramentepenfàcTadkurarelacofcienza  ;  e  s'inganna;  perche  fé  non  ha 
animo  di  fpropriaifi  di  tutto ,  non  vi  farà  Cielo  per  lui . 

Altra  volta  parlando  dell'ideila  materia  contro  di  quelli ,  che  impugnano 
rofleruanza  della  comunità  Religiofa,difle:  Io  non  so  intendere ,  né  capire^  » 
perche  quei  Religiofi ,  che  per  i  tré  voti  folenni  fi  fono  dedicati  à  Dio.non  vo* 
glinoofieruare  fra  di  loro  le  comunità,  e  procurino  con  la  proprietà  loro  di 
guadare  vnordine  così  bello  di  perfetta  vita .  O  maladetta  proprietà,  che  fe- 
co  porta  tante  leufe,  &  inuenzioni,  con  le  quali  bene  fpefiò  fa  apparire  virtù , 
quelche  è  vizio5e  difetto .  Vnaltra  volta  parlando  con  le  Sorelte,didé  ;  O  So- 
relle, io  non  intendo  come  i  Religiofi  pollino  con  buona  colcienza  auere  en- 
trate patticolari,  e  che  gli  vffizi  del  Munidero  s'abbino  à  mantenere  con  ferir 
tratte  lauori  particolari;  talché  bene  fpeflb  forti  fccche  più  fono  attaccati  alle 
cofe  del  Mondo  i  Religiofi,  che  i  fccolari .  E  foggiunfè  :  O  Gesù  mio  fatemi 
patire  ogni  pena,  perche  tante  fpofe  à  voiconfegrate,  fi  dilponghino  all'ofler- 
uanza  dei  viuer  comune ,  perche  voi  mi  fate  vedere  con  mio  gran  trauaglio 
molte  di  quelle  mefehine  difeendere  nell'Inferno . 

Similmente  le  fu  moftrato  dal  Signorein  vnvaltro  edafiche  molto  le  dif- 
piaceuano  quelle  R  eligiofe,  e  he  continuamente  danno  occupate  in  traffichi 
lecoIarefchi>onde  ella  piena  di  fpirito,  e  di  pietofò  fdegno  di  quede  parole  ; 

O  quefli  traffichi  di  cofe  efleriori,  che  ha  lafpoja  di  Giesà,  e  che  le  tolgono  il  tempo  > 
é'I  modo  di  poter  fare  il  fuo  vera  traffico  con  Dio\  piaccia  piaccia  à  Diox  che  no  le  tol- 
ghino  alfine  la  diuinavifone  \  e  quede  parole  minacceuoli  leproferiua  con-, 
tanta  grauità,  e  Maeftà,  che  metteua  terrore^  fpauento  in  chi  Fvdiua . 

Ebbe  ancora  in  vn'altro  edafi,intendimeto,che  oltre  modo  difpiaceuano 
àDio  quei  Religiofi  5  che  non  folonon  vogliono  ofTeruare  i  voti  promeflt 

àSua 


Vita  deliaD.  Maria  Maddalena  de'  razzi .      -li,j 

à  Sua  Diuina  Maeftà,e  le  Regole,e  Statuti  della  loro  Religione  ,  ma  fono  an- 
che d'impedimento  à  gl'altri,  che  non  cammino  neirolTeruanza.  E  perii  con- 
trario intefe,  che  molto  aggradiuanoà  gl'occhi  diuini  quei  Religione  che  vi- 
uendoin  Religione  pocoofferuante  >  procurano  dalla  patte  loro,benche  con 
grande  incommodo,  e  patimento,  di  corrifpondere  al  vero,  e  perfetto  viuero 
Religiofo.  Onde  di  quelli  con  fomma  comparitone  diceua:0  quanto  mi  duo- 
le di  non  potere  col  proprio  langue  far  sì,che  quelt  anime  illuminatele  quali 
abitanoin  Religione  larga,abbino  quella  facilitai  quelloccafione,  che  ho  io 
di  poter  corrifpondere  al  defiderio,e  (limolo  internoiche  hanno  !  E  riuolta  à  sé 
fletta  diceua:  O  quanto  meglio  di  me  feruirebbono  à  Dio  !  ò  quanto  più  grate 
farebbono  di  tanto  dono,  fé  fi  trouaflero  doue  io  mi  trotto  ! 

Intendendo  medefimamente  difpiacere  molto  à  Dio  quelle  Religiofe,  che 
s  occupano  i  lauori  di  cofe  vane,  come  in  fabricare  nuoue  foggic  d'ornamenti 
di  creature  mondane,  prorompeua  in  parole  di  molta  afflizione,ediceua:Ohi~ 
mè  ,  che  quegli  occhi ,  che  pure  douerebbono  (lare  intenti  à  rimirar  Chrifto 
Crocifitto,  e  la  fua  diuina  bellezza,  s'occupano  cosi  infelicemente  à  rimirar  le 
cofe  vane,e  miferabili:  e  quelle  mani  confegrate  à  Dio,s  impiegano  a  fabricat 
lacci  per  pigliare  anime,e  mandarle  all'Inferno .  O  miferia  eflrema,  ò  infelici- 
tà miferabite,  e  lacrimeuole . 

Mentre  ch'ella  vna  volta  rimiraua  molto  attentamente  alcuni  fiori,  fatti  con 
grand'arte  da  certe  Monache,  ellendole  dimandato  da  alcune  Sorelle,  perche 
cosi  fittamente  gli  rifguardaffe,  rifpofe  con  quelle  parole  :  O  Sorelle  mie ,  io 
confidente  penfo ,  che  Dio  il  sa ,  fé  chi  ha  fatto  quefti  fiori  abbia  mai  faputo 
pigliar  tanto  tempo  per  entrare  dentro  sé  delta, e  penfare  allo  (lato  dell'anima 
fua,&aH'obligo,che  ha  con  Dio,  quanto  n'ha  fàputo  pigliare  perfar  quelli 
fiori,  e  foggiunfe  :  O  confiifionenollra  1  Dio  sa  fé  ancor'io  ho  mai  adattato  il 
mio  intelletto,  in  fare  atti  d'amor  di  Dio ,  come  ella  ha  adattato  il  fuo  ingegno 
in  fare  fimil'arte .  O  nobiltà  dell'anima,  e  maflìme  religiofa  che  tanto  obligo 
hai  di  feruire  Dio,  in  che  ti  vai  diffondendo  ?  Opoueri  Religiofi  tanto  ciechi 
dello  flato  loro  1 0  femplicità,e  pouertà  tanto  fcaduta nelle  Religioni^  tanto 
poco  conofeiuta,  &  olteruata  da  chi  ti  profelta .  Simili  à  quelle  erano  molto 
altre  efclamazioni ,  ch'ella  faceua  frequentemente  nella  confidetazione  del 
raffreddamento  delle  Religioni, 

Auuifi>  e  documenti  fpirituali,  ch'ella  daua  per  acquifiare  la  per  fedone 
Religiofa  .  Cap.     C  XXV II. 

SE  bene  quella  Vita  è  fparfamente  piena  di  documenti,  e  d'efempi  di  perfe- 
zione di  vita  religiofa,dati  da  quella  Madre ,tutrauia  efiendo,  che  molti  non 
fi  fono  ne  anco  tocchi ,  è  parfo  molto  vtile  notargli  in  fommario  nel  modo  » 
che  dalle  flette  Monache,  à  cui  in  diuerfi  tempi,&  occafioni  furon  dati,e  dalle 
fieli  e  raccolti  :  si  perche  da  quelli  fi  venga  in  cognizione  dei  gran  lume ,  che 
quella  Beata  aueua  delia  vita  religiofa;sì  anco  acciò  le  pedone  religiofe  defi- 
derofe  d'auere  vn  compendio  della  perfezione  del  iorviuere,  l'abbiano  con 
breuità  compendiato  dalla  bocca  di  lei.  Diceua  ella  dunaue . 

P1  ì       l  Debbe 


zx5     vita  delia  D.Maria  Maddalena  de  razzi. 

I.  Debbe  la  Rehgiofa nelfvbbidienzacffer'aJIegra,  vmile,  femplicce  vek> 
et,  con  perfeueranza,  penlàndo,  che  è  la  voce  ài  Dio  quelJa  deiJa  Superiora^, 
che  le  comanda;  e  riputandofi  indegna,  che  Je  fia  importa  queir vbbidienza,  e 
di  poterla  efeguire,  quando  però  non  ci  è  dubitazione  dell'offesa  di  Dio,  della 
Regola,  e  dell'ifteflà  anima  lua . 

II.  Nelfoccafione  del  patire  debbeeffere  allegra,  e  forte  penfando,  che  il 
patire  è  quella  via  Regia, per  la  quale  fi  cammina  al  Cielo,  e  che  quefta  vita  e 
vn  momento  ;  godendo  nel  penfare  al  guadagno,che  è  nel  patire ,  e  quanto  è 
nobil  cofa  efercitarlo,  effendo  ad  imitazione  dei  Verbo  vmanato . 

III.  Nellvmiliazione,  mortificazionce  riprenfionedeue  moftrarfi  la  Reli- 
giosa allegrai  quieta  ;  non  fi  feufando  mai,  benché  ella  non  auelTe  fatto  quel 
difetto  di  che  ella  fia  riprefa,  e  penfando,  che  1'vmiltà  è  la  porta  per  entrare  in 
Cielo,  e  che  per  efercizio  di  quella  pagherà  qualche  poco  di  debito  delle  fuc 
tante  iniquità . 

IV.  Nella  carità  moftrifi  allegra,  e  pronta,  penfando,  che  fife  per  quella 
oflfequio  allo  ftefso  Dio  ne  fuoi  membri,  chefìamo  noi  altre  creature  vaia- 
ne, e  che  egli  reputa  quel  che  fi  fa  ad  vna  creatura  per  amor  fuo,  fatto  à  sé 
fteffo. 

V«  Nelf orazione  fia  vmile,  feruente,rifegnata,e  perfeuerante  con  riueren- 
23 ,  penfando,  che  fi  ftà  alla  diurna  prefenza,  auanti  à  cui  tremano  le  Virtù  del 
Cielo. 

VI.  Deue  moftrarfi  nella  conuerfazione  allegra,  manfueta>  vmile,  pazien- 
te, prudente,  e  taciturna;  penfando,  che  tutte  quelle  Madri  fono  terreftri  An- 
gioli, adornate  del  l'imagine  del  grande  Iddio.e  che  fono  anche  fuefpofe.  Ri- 
cordandoli,^ Chrifto  ftando  in  terra,  dille."  Mmdatum  nouum  do  vobis  >  vt 
diligatisinuicem,fìcut  dilexivos , 

VII.  Nelle  parole  deue  la  Religiofa  efser  vmile,modefta,e  quando  bifogna 
allegra,  ricordandoli  di  quelle  parole,  che  diffe  Giesù  ;  De  omni  verbo  otiofo, 
&c.  e  che  ancora  è  fcritto:  Sermo  virginisjanquam  fermo  Dei,  rarus,&  prudens. 
E  deue  ancora  sforzarfi  di  non  mai  parlare ,  fé  prima  ella  non  ha  auuto  quelle 
tre  confiderazioni;  cioè,  fé  è  per  pura  gloria  di  Dio,fe  per  vtilità  del  profilino, 
e  fé  egli  è  necefsario,  che  allora  Ci  parli . 

Vili  Nel  filenzio  fia  ftrettiffima,perche  tutto  quello ,  che  fi  parla  in  quel 
tempo  fuor  della  neceiììtà,  rare  volte  è  fenza  difetto. 

IX.  Nell'opere  fpirituali  fia  la  Religiofa  feruente ,  non  cercando  la  propria 
riputazione  ,  &  abbia  conformità  con  la  volontà  di  Dio.  Nell'efteriore  non 
faccia  conto  del  fuo  corpo,  fenza  llimazione  di  fatica ,  con  vmiltà,  e  rifegna- 
zione  nella  Superiora . 

X.  In  tutti  i  mouimenti,&  operazioni  interne,&  efterne ,  deue  dare  vn'oc- 
chinru  intenfa,  &amoto(à  à  Dio  dimandandogli  l'aiuto,  anzi  pregandolo,  che 
egli  ftefso  operi,  pari» .  e  penfi  il  tutto  in  lei  >  offerendo  tutte  le  lue  operazioni 
àgJorta  di  Sua  Diuina  Maeftà  A  in  vnione  di  quello,  che  operò  il  Verbo  vma- 
nato in  terra. 

XI.  Deue  la  Religiofa  confìderare,  che  la  Religione  e  luogo  facro,  erap- 
piefenia  il  Collegio  ApoIWlico . 

XII.  Deue 


Vita  della  B.Mana  Maddalena  de'Pazzr.     ri  9 

XII.  Deue  confiderare  in  tutte  le  Sorelle  1  miagine  di  Dio:e  vedendone  al- 
cuna, che  apparisca  vile,  &  imperfetta,  peniate ,  che  ella  abbia  qualche  dona 
interiore,  per  il  quale  il  Signore  fi  compiaccia  in  eflà . 

XIII.  Nel  diùribuire  gli  vffizi  della  Religione,non  fi  deue  auer  mai  l'occhio 
à  nobiltà  di  làngucò  ad  altra  cola  vana,mà  folo  allo  fpiritce  lume.che  fi  vede 
eflere  nelle  creature,  corrifpondente  al  carico,  che  fi  vuole  dar  loro . 

XIV.  Quando  le  Nouizie  vengano  alia  Religione ,  fi  deue  cercare  d'impri- 
mer loro  bene  nella  mente  quella  confiderazione  :  Di  quanta  importanza fià 
il  culto  diiiino;  e  come  fopra  rntte  l'altre  cole ,  elle  deuono  efler  follecite  ali* 
opere  appartenenti  ad  eflb  ;  e  con  quanta  riuerenza  fi  deuono  riceuere  i  San- 
ti/fimi Sacramenti  della  Confefiìone.e  Comunione,&  efiferne  grate . 

XV.  Iftrukte,  &  ammaendarle  circa  gli  efercizr  fpirituali,  &  inanimarle  con 
parole,&  efempi  all'acquili  o  delle  vere,e  reali  virtù.  Dar  loro  lume  della  gran- 
dezza, e  dignità  della  vocazione,  alla  quale  il  Signore  l'ha  chiamate  >  e  farle-» 
dotte  nella  Regola,  e  Coftituzioni  della  Religione . 

XVI.  Debba  la  Religiofa  molto  ben  cercare  d'elTere  iftrutta ,  permettere 
in  pratica  tutto  quello,  che  l'obliga  la  fu  a  Regola,e  Coftituzioni,otTeruando> 
e  facendo  le  penitenze, che  ella  comanda,  fecondo i  difetticene  fi  commetto- 
no: e  Ci  deue  guardare  di  non  pigliare  vn'eftremità  nel  fuo  viueremà-  puntual- 
mente olTeruare  la  fua  Regola,  che  è  la  via  retta . 

XVII.  Debba  conforme  à  gli  vffizi,  che  ha,  auer  fempre  rifguardo,  che  eia- 
feuna  refti  proueduta  di  tutte  le  cofe  ne'  fuoibifognineceffari,  fenza  altri  ris- 
petti» e  confiderazioni . 

XVIII.  Deue  la  Religiofa  far  conto  d  auer  ella  fola  ad  offe  mar  la  Regola,  e 
Coftituzioni  non confiderando fé quelia,ò quell'altra  lofferua  puntualméte * 

Altra  volta  diiTe,efser  neceflarie  alla  vera  Religiofa  lei  virtù. 

I.  In  tutti  li  fuoi  efercizi  interni,  &  efterni  non  cerchi  mai  sé  ftefla,  ò  il  pro- 
prio eommodoj  e  ne'  feruizi  de'  fuoi  proUìmi  non  faccia  dima  alcuna  del  fuo 
corpo. 

II.  Abbia  vna  mente  tanto  buona,  che  da  tutto  quel  che  vede  ne*  fuoi  prof- 
fimi,  5c  eziamdio  dali'ifrefib  male,  apprenda  bene . 

III.  Stimi,e  fauelli  del  fuo  proffimo,  come  vorrebbe,  che  di  lei  fufle  filma- 
to, e  fauellato . 

IV.  Abbia  vn  intrinfeca  dilezione^  carità  con  tutte  le  Sorelle  : 

V.  Sia  ritirata,  confiderata,  e  circofpetta  nel  parlare . 

VI.  Abbia  fempre  vn'interna  cognizione  de'fuoi  difettile  de'benefizi ,  che 
Dio  le  ha  fatto,  giudicando  farne  poco  frutto,  e  penfando  fempre,  che  vn'al- 
tra  ne  farebbe  più  grata , 

Intende  in  vn'eflafì ,  che  none  regole  funicolari  fi  deuono  o/sentore  nelle  Religioni  > 

per  confeguire  da  Dionoftegra^e  molto  importanti  alCiflefse  l\eligioni  * 

Cap.  QXXV  III* 


R 


Itrouando/T  la  Beata  Madre  in  efiafì  nella  contemplazione  dello  (lato 
Religiofo,  intefe  dal  Signore  >  che  noue  grazie  particolari  egli  voleua^ 

P    3        conce- 


ijo     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de'Pazzi. 

concedere  alle  Religioni,  feperòvififuffèroofTeruate  noue  regole,  quali 
molto  fi  compiaceua,  che  iìcrouafiero  nell'adunanze  Religione  >  ediflfe. 

/.  Se  le  [acre  adunante  I{eligiofe  perfeuereramo  nelly  eleggere  i  Superiori  di 
tempo  in  tempo ,  fenza  auer  l'occhio  à  chi  per  età ,  &  ordine  della  Religione  tocca f- 
fe,  né  meno  alla  volontà ,  e  defiderio  di  alcuna  creatura,  màfolo  alla  pura  illumina- 
zione, espirazione  Diurna  :  il  mio  Celefle  Spofo  darà  laffifienza  dello  Spirito  Santo 
ù  chi  gouernerà . 

//.  Se  in  ogni  diluuio  di  tribuhzione  ,  alzeranno  li  Fgligiofi  le  mani  à  Dio ,  egli 
forgerà  loro  ilfuo  aiuto,  Come  fece  à  ISfot . 

III.  Se  eglino  aranno  in  odio  il  Mondo,  il  noflro  Signore  gli  cufiodirà  come  il  Col- 
legio de  fuoi  jLpofloli  ,  dopò  che  fu  preuaricato  Giuda .  Effifurno  lume  di  tutto  il 
Mondo ,  mediante  la  predicazione  del  fanto  V 'angelo  :  &  i  buoni  Bgligio fi  faranno 
in  aiuto  alle  creature  apprefio  alla  fantiffima  Trinità  con  foratone  ,  &  interceffio- 
ne .  Quelli  fumo  fornace  ardente^  amor  e, e  carità,  e  però,  ibantgaudentes  à  cofpe- 
ftu  concili]:  e  i  ì\eligiofi  piglieranno  per  lor  gloria  il  patire,  e  fejfer  di/pregiati  per 
amor  di  Giesù . 

IV.  S'eglino  ameranno  come  diletta  Spofa,cara,amica,  e  diletta  f vr ella, la  f anta 
pouertà,  il  mio  Dio  non  lafcerà  mancar  loro  alcuna  cofa  neceffaria. . 

V .  Se  l'occhio  de*  I\eligiofi  odierà  ilfuo  co  ntrario,cioè  agni  m  in  ima  coja,  che  p  of- 
fe maculare  il  candore  della  purità ,  il  mio  Dìo  con  locclno  interno  farà  lor  vedere , 
guftare,  e  penetrare  la  fua grandezza,  bontà,  &  amore,  come  ha  fatto  a"  Santi,  egli 
farà  partecipi  def uoìf egreti, la f dandoli  ripofare  fo-pra  il  fuo  petto, come  il  puro  Gio- 
uannr. 

VI*  Sei B^ligiofi internamente, inte/ame?ite,giufiamente,e  fintamente ameran- 
no ilfuo  prof/imo,  il  mio  Verbo  jlaràfempre  con  loro  in  vnione  di  grafia . 

VII.  Se  eglino  eleueranno  se fleffi  foprasè 'fleffì,  e  gli  occhi  loro,  àfarlavolontà 
di  lui,  egli  per  modo  di  dir  e  farà  quella  del  Bgligiofo,  come  fece  quella  del  fuo  Eterno 
Tadre,  pellegrinando  in  terra  . 

VILI.,  Se  eglino  fi  compiaceranno  di  camminare  fopra  V  acqua  delle  tribolazio- 
ni, e  calcare  le  [pine  delle  tentazioni,  il  mio  dolce  Spofo  fi  compiacerà  di  camminare,, 
difeorrere,  e  paffeggiare  per  lifagri  abitacoli  Heligiofi ,  come  fa  il  diletto  Spofo  nella 
fua  più  amata  camera  .. 

IX.  E  durerà  egli  à  quefii  doni,  e  grafie  quanto  dureranno  le  carni  f opra  terra . 
Se  lafciando  i  Rgligiofi  le  carni,  cioè,  morendo  ,  e  pajfando  aW altra  vita,  laveranno 
quafiper  teflamenno  à  que*  che  rimangano,  queflo  lume  d'ojferuare  lefopradette  re- 
gole, infieme  con  tutte  l'altre,  che  appartengano  alla  perfezione  dello  fiato  Heligiofo, 
facendo  quanto  pò  fono  dal  canto  loro^  che  fempre  fi  troui  nella  fama  adunanza,  chi 
abbi  tali  defiderif,  &  afpiri  à  tal  perfezione:  opererà  Dio,  che  in  tali  Religioni  fi  per^ 
petui  lojjernanza  della  vita  ^elìgiofa. 


Cinqpet 


Vita  deiiaJD.  Maria  xviaaaaicnaae  razzi  ♦      %y\ 

Cinque  petizioni ,  intefe che  fi  deuonfare  à  Dio  per  mantenimento  della  vera 
ojfernan^a  nelle  Religioni .  Cap9     CXXIX+ 

IN  vn  altro  eftafi  intefe,che  cinque  petizioni  fi  doueuano  fare  à  Dio  in  eia- 
feuna  Religione;,  acciò  fempre  fi  mantenere  in  fiore  la  vera  oflèruanza , 
e  non  fcadeffè  la  Religione  del  rigore  del  primo  iftkuto  :  e  cominciò  in  tal 

guiia. 

O  desìi  dolce  Spofoy  come  veggo  oggi  auuilita,  e  deformata  quell  antica  bellezza 
della  I{eligiofa  oflèruanza  !  come  vedo  allentata  quella  firettezga  de  tre  nodi  di  J^~ 
ligione,  co  quali  fi  vnifee  tecoflrettamente  V  anima  ^eligiofa  \  jlh  che  mancata  Vvb- 
bidien^a,  abbonita  lapouertà,  non  è  tenuta  in  pregio  la  bella  gemma  della  caflità . 
Benmifai  intenderemo  Dio  mio,  per  tua  bontà,  cinque  petizioni ,  chefidebbonfare 
a  té,  per  mantenimento  della  vera  offeruanza  delle  Religioni . 

I.  Che  nella  Religione  fi  mantenga  fempre  la  Carità,  &  vnione  teco>  ò  Dia  mio,  e 
(olprojfimo  nofiro  9 

II.  Che  fempre  sojferui  perfettamente  il  voto  della  fanta  vbbidienza . 

III.  Che  tu  conceda  fempre  ò  Dio  mio  in  ciafeuna  Religione  Superiore  tale ,  che 
fia  come  dijfe  Dauid ,  fecondo  il  cuor  tuo ,  accioche  non  habbia  à  mancare  il  viuere 
femplice  della  fanta  oflèruanza  . 

IV .  Che  continuamente  fi  tenga  in  rigor o fa  perfezione  il  voto  della  fanta  pò- 
uertà . 

V.  Che  del  continuo  ti  fi  chiegga  quefla  grafia  ,  ò  mio  dolce  Spofo,che  tutti  quei 
J\eltgiofi,  chetidebbon  venir  àfer  une,  abbino  lume,  e  perfetta  cognizione  di  quanta 
importanza  fia l'annegatone  della  propria  volontà  \  eiofleruareogni  minima  cofa 
della  fanta  pegola .  E  poi  feguitò  di  parlar  COSÌ:  0  quanto  è  nece/fario,  che  tifica 
fatte  quefle  petizioni,  ò  mio  Signore.  0  come  è  necejfario,  che  tà  conceda  quefie gra- 
zie ne  tuoi  fanti  abitacoli,acciò  flia  fempre  in  vigore  il  tuo  diuinofemigioìMàfe  non 
ti  fono  dimandate  con  puro  affetto,  e  confpafimata  anfietà,non  le  voi  concedere  no\ 
nò  .  Ti  farò  io  quefle  petiZ}oni,ò  mio  Dio  in  nome  di  tutti,  perche  tu  comunichi 
quefli  doni  così  pregiati  ali  anime  tue.  Ma  ahimè, che  ne"  lor  cuori  non  fi  trouaua 
di/pofizione  per  riceuergli  :  anzi  ogni  dono  troua  l  impedimento  a  comunicar  fi . 

Se  tu  voi  infondere,  ò  Verbo,nelt anime  Rgligiofc  la  carità,e  Ìvnione:ah  che  vi  re*na 
la  propria  volotà,  el  non  rilaffarfi  in  tutto  nellvbbidienza,che  diflurba  la  comunica- 
zione di  così  gran  dono.  Se  tu  voi  infondere  Vvbbidienzatah  che  Umpedifce  il  rio 
credere,  che  Dio  parli,  &  operi  ne*  Superiori .  Il  rifpetto  vmano  è  quel  che  cagiona, 
chetaluolta  no  s'eleggano  Superiori  fecondo  il  cuor  di  D/o,  e  fecondo  l'illuminazione 
dello  Spirito  Santo.  La  propria  fcnfualità  s  oppone  alfofferuanza  della  purità. 
Ofipenfafle,  innanzi,  che  fi  venga  alla  Religione 5  à  quel  che  sobliga  il  I\eligiofo,e  di 
quato  momento  fia  l  ofleruar  e  quel  eh  e  promette  :ah  che  bene  ofseruar  ebbe  ì 'annega- 
ZJone  di  sèflefso,e  laflrettezza  àella  pegola, .Tutte  parolc3che  denotano  laccefo 
zelo>e  defiderio,  che  ella  aueua  della  perfètta,  e  vera  oflèruanza  Religiofa. 

P     4  Ter 


%  j  2-     Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

Terdefiderio  di  patire  nudamente  per  amor  di  Dio ,  rinunciò  à  Sua Diurna  Maeflà 

ogni  gufto  fptrituale,  che  potefse  avere;  e  patifce  per  molti  anni  fino  alla 

morte  grande  aridità  di fpirito  ,  con  gran  co/lan^a,  eperfc- 

ueran%4  nel  bene .  Cap.     CXXX. 

NOn  fazia  quefta  innamorata  di  Dio  Maria  Maddalena  del  patire  della  po- 
uertàidelle  fatiche  della  Religione,  dell'occupazioni  della  carità  verfo  il 
profumo,  né  de'  di(àgi,  e  penitenze  afflittine,  ch'ella  per  amor  di  Dio  prende- 
ua,  e  faceua:  anzi  quafi  fcordata  di  tanti,  e  sì  crudeli  ftrazi,  e  tormenti  (ottenu- 
ti da'demoni,  e  dell  atroci  battaglie  fpirituali,  nelle  quali  per  cinque  anni  con- 
tinui, cioè  dal  1 5  8  s .  al  1 5  90.  era  ftata  più  affetara,  che  mai  del  patire  per  amor 
di  Dio  :  fece  vna  rinunzia  a  Dio  d'ogni  gufto  fpiritualc,  che  fufie  piacciuto  al- 
la Diuina  Bontà  di  concederle  >  e  ne  fermò  il  patto  con  1  ifteflò  Dio  il  mede- 
fimo  anno  1590.  quando  vfeita  dal  Iago  delle  tentazioni,  e  de'demoni,  l'era 
fiato  da  Sua  Diuina  Maeftà  redimito  il  gufto,  econforto  fpirituale  della  fua 
diuina  grazia;  e  fu  quefta  rinunzia,  e  patto  con  Dio  da  lei  fatto  in  eftafi  ,  e  pro- 
ferito con  parole  efprefle ,  e  poi  in  alrre  occafioni  confermato  fuori  di  ratto  $ 
e  fpecialmente,  rallegrandofi  (eco  vna  («a  compagna  del  gioriofo  fine ,  che», 
aueuano  auuto  le  fue  crudeli  tentazioni ,  e  combattimenti  (pirituali ,  e  che 
Giesù  in  luogo  della  vifta  mentale  de  demoni ,  le  aueua  promeflò  di  farla  go- 
dere della  fua  diurna  prefenza ,  nel  modo*  che  fopra  è  detto;  rifpofe  la  Beata  : 
Quefto  farà  sì,  ma  lenza  gufto,  folo  per  conforto,  e  corroborazione  de'traua- 
gh  paftati  ;  perche  aueua  fatta  à  Dio  quefta  rinunzia,  e  dimandata  dall'ifte(Ta_, 
qual  fufle  ftato  il  fuo  motiuo  in  fare  quefta  rinunzia,  rifpofe  :  Defiderando  io 
di  poter  dare,  &  offerire  à  Dio  qualche  cola,  e  rimanere  per  amor  fuo  fenza_* 
niente,  e  non  trouando  auer  cofa  alcuna,  già  che  per  i  voti  della  faina  Religio- 
ne ho  rinunziato  non  folo  ogni  cofa  creata  fuori  di  iriè,  ma  anco  me  fteffa  ,e  la 
propria  volontà: le  ho  fatto  la  rinunzia  di  tutto  ciò,che  egli  dà  a  mè,non  auen- 
do  io  altro,  che  dargli  .  E  fé  bene  non  letoìfe  Iddio  quelle  aftrazioni  enfati- 
che, ma  continuorno  di  quando  in  quando  quafi  tutto  il  tempo  di  fua  vita,tut- 
tauia  (come  ella  diceua;  erano  quafi  fempre  lènza  (ènfibilità  di  gufto  fpiritua- 
le, mi  folo  per  corroborazione  dell'anima  lira ,  e  delle  fue  potenze .  Ond^ 
vna  volta  ellendo  ella  rapita  in  eftafi,  e  comunicandole  Iddio  qualche  dolcez- 
za di  fpirko  ftraordinaria,quaiì  lamentandoli,  diflè  :  Ahi  perche  Dio  mio  rom- 
pi il  pattoyche  meco  facefii,auendo  io  ricujato  ogniguflo  per  amor  tuo  l  Onde  fuori 
di  uielte  aftrazoni  di  mente  fi  trouaua  bene  (petto  in  grande  aridità,  e  desola- 
zione di  fpirito;  e  per  acquiftare  vn  poco  di  diuozione.  l'era  neceflario  pigliare 
de' mez!  n^cc  aii;  àgi  incipienti  nel  feruizio  di  Dio.  Perciò  fpeftb  fi  poneua 
auantial  Santnììmo  Sacramento  con  la  corona  òcon  l'vifiziolo  della  Madon- 
na in  mano,  ò  recitaua  orazioni  vocali,  ò  leggeua  il  Paflìo,  ò  altra  cofa  diuora: 
e  talora  fu  fentita  in  luoghi  ritirati  legger  forte  quefte,  ò  fimili  orazioni,  ò  par» 
lac  forte  nel  fuo  naturale  con  Dio ,  per  cccitarfi  à  diuozione  ;  e  taluolta  nelle 
maggiori  folennità  i\  trouaua  in  maggior  defolazione,&  aridità  di  fpirito.  On- 
tfe  vna  mattina  diPafqua  di  Refurrczione  dille  ad  vna  fua  compagna,  che 

fi  tro- 


Vita  della  B.Mana  Maddalena  de'  Pazzi,     x  3  5 

fi  trouaua  in  tanta  aridità  >  che -dopò  la  Comunione  pei* eccitarli  à  diuozione, 
andò  à  leggere  la  vita  di  alcuni  Santi,  e  che  non  trouando  affetto  di  fpitito  nel 
mifterio  ,  "che  la  Chiefa  rapprefentaua  s'era  mefsaà  meditare  ia  Paffione  di 
<3iesù.  Ediceuataluolta,cheinpenfaredi  Dio  era  ridotta  come  vn  pezzo  di 
legno,  ò  pietra  fenza  fornimento'  veruno.  E  fé  bene  s'era  così  volontariamen- 
te fpropriata  d!ogni  gufto  fpirituale ,  &  aueua  eletta  per  amor  di  Dio  quefta-* 
defolazione;tuttauia  per  la  fua  vmiltà,e  timorevche  aueua  di  sé  ftefsa  >dubitaua 
che  ciò  non  le  auuenifse  per  fua  colpa>e  che  ciò  meritafsero  i  Cuoi  difetti  e  che 
per  quelli  Iddio Tauefse  abbandonata  :  onde  oltre  allaffaticarfi  per  ritrouare 
vnpoco di fpirito coi  mezi  fuddetti,faceua  ancoà  quefto  fine  delle difcipline» 
&  altre  penitenze,le  quali-tanto  più  fé  le  rendeuano  afpre,  quanto,  che  eran- 
fatte  fenza  gufto  fpirituale.  Con  tuttociò  feguitauaà  farle  nel  modo ,  che  fo- 
piaè  detto,doue  fi  è  trattato  delie  penitenze  afflittiue.-  E  non  folo  quelle,  ma 
con  queftaaridità,  feguitò  fempre  tutte  l'altre  fuefatiche»  &  opere  di  carità  f 
gli  efcrcizi,&  ordini  della  Religione, tutti  i  Sacramenti,  &  orazioni  :  ne  mai  per 
tediO:Che  fentitèe  in  quelli  tralafciò  vn  minimo  efercizio  dell'opere^  virtù  fin 
qui  narrate,e  lefaceua  con  f  iftefsa  prontezza,  come/e  vi auefse  trouato  ogni 
gufto  fpirituale .  Ma  ben'è  vero,che  fentendo  ella  dentro  di  se  quell'aridità,e 
quella  ripugnanza  del  (enfo ,  non  le  pareua  di  farle  con  quella  prontezza,  che 
doueua,e  fpefso  fé  n  accufaua  ad  vna  fua  compagna,e  le  diceua:  O  Sorella  ci 
vuol  del  buono,e  bifogna  bencche  vn  anima  abbia  guftato  Dio  da  vero ,  e  fi 
fia  inuogliata  del  patircà  voler  ch'ella  operi  nel  medefimo  modo  in  tanta  ari- 
dità di fpirito>come  s'ella guftafse grandemente  di Dio;e  fé bcnedla  à  quefta 
perfezioneperia  fua  vmiìtà,e  per  fuo  maggior  patire,Dio  non  gliene  lafciaua 
conofcere.In  quefta  aridità  feguitò  per  fedici anni  contimi i,.cioè  dal  ispo.fino 
al  1 6^7.  che  ella  morì,con  aggiunta  di  graue  infermità >che  ebbe  nelli.  cinque 
vltimi  anni  di  fua  vita,  come  più  a  baffo  fi  narrerà . 

alcuni  effetti  mirabili  della  fua  jantità.,  e  f  articolarmente  dell'efficacia ,  evinti 

della  fua  preferita  :  della  virtù,  che  aite  uano  le  e  afe,,  che  J emiliano 

per  vfo /ho..  Cap.     C XXX  L 

PEr  quefte  chiare  virtù  fin  qui  narrate,  vnite  con  la  fua  profonda  vmiltà,  che 
pocoapprefso  fi  toccherà,  arriuò  quefta  Beata  à  tanta  fantità ,  che  ancor 
nel  fuo  volto,  gefti ,  e  parole  fi  conofceua  per  fanta  da  chiunque  non  l'auefse 
mai  conofeiuta .  Imperoche  oltre  alla  grazia  diuina, che  nel  fuo  volto  rifplen- 
<leua,  la  quale  congiunta  con  la  benignità,  e  modeftia,  la  faceua  apparire  co- 
fa  Angelica,  come  altroue  è  detto  :  aueua  ancora  tanta  grazia ,  &  efficacia  ne' 
fuoifguardi,  e  parole,  che  con  vii  folo  fguardo  maeftolò  atterriua  lafuper- 
ibia,  e  con  vn  fguardo  benigno  attraeua  il  cuore  altrui,  à  portarle  vn  puro  ,  e_> 
cafto  affetto:  e  tanto  con  li  Iguardi,  quanto  con  le  fue  viue  ,  &  efficaci  parole 
«compungeua,  «Se  ammolliua  la  durezza  de'cuori;  cagionaua  caftipenfieri, 
e  defiderij  di  perfezione  -,  accenderla  odio  del  vizio,  in  defecazione  del  quale 
-eliaparlaua  :  Inuogiiaua  gli  animi  alle  virtù,  delle  quali  difeorreua:  e  talora^ 
<con  vna  fola  parolaio  fguardo  caritatiuoconfolaua  l'anime  afflitte>eleuaua  dal 

cuore 


^34    Vlta  dcI,a  tf-Mana  Maddalena  de1  Pazzi. 

cuore  altrui  pefi,  affanni,  paflìoni,  e  tentazioni  inuecchiate  per  lungo  tempo  l 
La  fola  fua  prefenza  daua  gran  confoiazione  alle  perfone  afflitte ,  e  tentate,  e 
le  confortaua,  e  fcacciaua  da  loro  ogni  timore,  e  fgombraua  da'lor  cuori  ogni 
meftigia.  Tutti  quefti  effetti  confeflanoauerli  fperimentati  in  se  fteffe  le  Mo- 
nache dd  fno  Muniftero,  e  fpecialfnente  le  fue  compagne,  e  quelle,che  det- 
tero fotto  la  fua  difciplina:  alcune  delle  quali  affermano,  che  fentendòfi  mole- 
fiate  da  tentazioni ,  le  fi  accoftauano,  e  col  folo  toccare  le  fue  vedi,  fentiuano 
partirfi  la  tentazione;  altre  col  folo  (lare  doue  ellera  5  altre  nel  mirarla  j  altre 
ftando  lontano  da  lei,  col  folo  penfar  di  lei»  fentiuano  in  loro  fteffe  effetti  ma^ 
rauigliofiinpacce  di  tranquillità  di  cuore:  e  per  contrario  à  chi  fitrouauain 
qualche  peccato ,  cagionaua  la  fola  fua  vifta,  e  prefenza,  confufionc ,  e  ver- 
gogna. 

.  Vn  fimile effetto  tra  gl'altri  lefperimentò  vn  giouine  nobile  Fiorentino,  di 
vita  licenziofaj  il  qualeffendo  andato  al  de  tto  Muniftero  à  vifitare  vna  fua  So- 
rella ;  che  in  quel  tempo,  che  la  Beata  era  Maeftra  di  Nouizie ,  fi  trouaua  fot- 
to la  fua  cura  in  Nouiziatofeffendoconfuetoin  detto  Muniftero,  che  le  Mae? 
ih  e  accompagnino  le  Npuizie  alle  Grate)  quando  ei  vidde  comparire  alla_# 
Grata  quefta  Madrcfi  fentì  riempire  di  tanta  confufione^  vergogna,che  non 
potédo foftenere  la  prefenza,e  la  vifta  di  lei,voltò  le  fpalle  all'vna  e  all'altra,  e 
iènza  pure  auer  falutato  la  Sorella  fé  n'andò.  Reftò  marauigJiata  la  Nouizia  di 
quefta  inciuiltà  del  fratello,no  ne  fapendo  la  cagione:mà  venendoui  poi  à  vifi- 
tar  la  fua  madrec  feufando  il  figliuolo  della  mala  creanza  vfata,diffe  com'effo 
k  aueua  riferto ,  che  s'era  partito  così  all'improuifo  fenza  falutare  ».  perche  R 
lenti  tanto  atterrire  dalla  vifta  di  quella  Madre,  ch'era  feco ,  che  non  potò  fo- 
ftenere di  ftar  quiui  in  fua  prefenza,  né  di  dire  vna  parola . 

Ancora  lebeftieparuein  vn  certo  modo,  che  temeffero  la  fua  prefenza,  e 
fi  rendeffero  à  lei  manfuete .  Quefto  feguì  due  volte  in  particolare .  Vna  fu.  > 
ch'effendo  ftato  donato  a  dette  Madri  vn  Caprio  viuo:  quefto  introdotto,  che 
fu  nel  fuo  Muniftero,  reftò  tanto  fpauentato ,  che  correndo  per  tutti  i  luoghi 
con  furia,  fi  temeua,  che  faceflè  qualche  dannose  per  molta  diligenza ,  che_> 
\  (afferò  le  Monache,  non  poterno  mai  pig!iarlo:&  entrato  nella  faladoue  era- 
no àlauorare,  con  la  fua  ferocità  meffe  ànitre  paura.  Giunfe  in  fala  in  quel 
mentre  la  Beata  Madre,  &  accoftatafegli,ftibito  il  Caprio  le  fi  proftrò  a  piedi , 
e  diuenne  manfueto,e  trattabile,lafciandofi  pigliare,  e  condurre  doue  volfero 
le  Monache. 

L'altra  fu,  ch'effendo  vna  volta  entrato  in  Muniftero,  mentre  le  Monache 
erano  a  menfa,  perinauuertenza  delle  Portinaie ,  vn  cane  groffo  martino ,  e 
correndo  molto  infuriato  in  quà,e  in  là  per  il  Conuento,meffe  à  tutte  le  Mo- 
nache fpauento,  nò  fapendo  come  fi  fare  à  cacciarlo  fuora  j  la  Beata  fi  leuò  da 
inenfa,e  lo  prefe  per  vn  orecchia,  e  come  fé  fuffe  ftato  vn  agnellino ,  fi  lafciò 
da  lei  menare  alla  porta  della  daufura*  e  lo  mandò  fuora . 

Non  folo  la  fua  prefenza, ma  anco  le  cofeche  feruiuano  per  fuo  vfo,parte- 
cipauano  della  virtù  diuina,che  era  in  lei .  Onde  alcune  delle  ftclfe  Monache 
telhficano,chi  col  cingerfi  il  fuo  cordiglio,chi  col  metterfi  il  fuo  cilizio ,  e  chi 
col  toccare  i  fuoi  abiti,  effere  ftate  fubito  libere  da  importune  tentazioni . 

Mirabile  . 


Vita  della  B.Mana  Maddalena  de  Pazzi.     157 

Mirabile  ancora  fu  quello,  che  occorfe  in  quefto  genere  alla  Madre  Sue* 
Maria  Maddalena  de'Mori,  Monaca  in  derto  Muniftero  •*  la  quale  trouandofi 
il  Venerdì  fanto  dell'anno  1592.  trauagliata  grandemente  da' dolori  di  gotta,e 
iciatica,  de  quali  neaueua  patito  per  molto  tempo:  (emendo  come  la  Beata^ 
Maria  Maddalena  fi  trouaua  in  ratto,  Tenti  dirfi  interiormente  :  Se  tìi  voi  guari- 
refatti  portare  innanzi  à  Suor  Maria  Maddalena .  Onde  conceputo  fiducia  in 
quefta  frazione,  di  confenfo  della  Superiora  fi  fece  portare  doue  ftaua  in  rat- 
to la  Beata,  e  fattafi  accodare  a  quella,  la  toccò  col  lato  infermo .  Sentì  fubi- 
toceflarfi  ildolore,e  da  sé  ftefifa  fenza  aiuto  veruno  fé  ne  tornò  alla  fua  cella. 

Vnaltra delle  (lede  Monache  teftifica,  che  in  quel  tempo,che  quefta  Bea- 
ta era  gràuemente  malata,  fi  ritrouaua  vn  giorno  trauagliata  tanto  crudelmen- 
te da'  dolori  di  tettarne  non  lepareua  di  potergli  fopportare .  Ne  trouandoui 
rimedio,  fi  rifoluetre  andar  à  vifitare  la  Beata  Madre ,  fperando  col  toccarla.» 
auere  à  reftar  fana  :  &  andata  Te  l'accodò ,  &  appoggiata  la  teda  ad  vna  (palla 
della  Beata,  fentì  fubito  ceffarfi  ogni  dolore . 

OfiTeruorno  ancora  alcune  Monache,  fpeciafrnente  quelle  ,  che  faceuano 
feco  la  cucina,  che  quando  la  Beata  era  in  cucina ,  pareua  loro,  che  fempre  la 
robba  le  crefeeffe  tra  le  mani;  imperoche  con  manco  robba  che  l'altre ,fàceua 
le  piatanze  più  grandi,  e  più  abbondanti .  -Onde  vna  Conuerfa  in  particolare, 
auendoofferuato  quefta  multiplicazione:  quando  vedeua,che  (per  la  pouertà 
ad  Munifterojnon  vera  tanta  robba,  che  ad  vn  pezzo  fu  (Te  (ufficiente  per  tut- 
te le  piatanzefi  raccomandatia  alla  Beata  Maddalena,  acciò  che  pregaiTe  Gie- 
sù,  che  crefceflfe  la  robba >  che  l'era  (lata  affegnata  ,  perche  non  era'tanta  per 
far  tutte  le  piatanzeche  bifognauano  :  e  rifpondendole  la  Beata,  ch'ella  aueflfe 
fede,concepiua  la  Conuerfa  buona  fperanzadi  receuer  la  grazia,  e  confelTa  lei 
ftefla  ,  che  più  volte  te  occorfe  per  quefto  mezo  muitiplicarfele  la  robba  in 
snaniera,che  faceua  unte  le  parti  molto  piene,e  che  gliene  auanzaua* 

alcuni  altri  Miracoli  operati  da  quefla  Beata  in  vita .  €ap9     C XXXII. 

OLtrelefuddettecofemarauigliofe,  &  oltre  à  gl'altri  miracoli  operati  da 
quefta  Beata  Madre,e  regiftrati  di  foprain  teftimonio  della  fua  fantità >  e 
perfezione:  operò  Iddio  noftro  Signore  quefti  feguenti,  quali  dalla  Sacra  Ro- 
ta efammati,  e  dalla  Congregazione  de*  Riti  fono  ftati  approuati  per  veri,e  rea*- 
fi  Miracoli,  e  fono  i  feguenti . 

Leccando  con  la  propria  lingua  la  lebbra  d'vna  inferma,  la  monda,  e  rifan*.. 

SI  trouaua  nel  detto  Muniftero  disanta  Maria  de  gli  Angioli  l'anno  159  r. 
vna  Monaca  chiamata  Suor  Maria  Benigna  Orlandi™,  inferma  d'vn  male 
contagiofo,  e  riputato  lebbra,  &  aueua  particolarmente  infetto  di  tal  male  il 
capo,  e  la  collottola^  da'Medici  era  giudicato  incurabile  ;  al  quale  neffun  me- 
dicamento, ancor  che  molti  fé  ne  fuffero  fatti,  aueua  giouato.  Ricorfe  quefta 
Monacatila  Beata  Madre ,  pregandola  che  da  Giesù  l'intercedeiTe  la  fanità  ,. 
&erain  fua  faitue .  Promeffe  la  Beata  pregare  Dioper  ki  :  e  la  mattina  di  Sai* 

Pietro 


v  x+      Vita  della  Jb.Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

c^  Martire  didettoanno,  e(TendonTvna,e l'altra comunicata;  fùlaBeav 

pò  la  Comunione  rapita  in  eftafi  5  e  così  eftatica  andò  all'Infermeria ,  e 

&  quiui  l'Inferma ,  le  leuò  i  veli  di  capo,  e  con  la  lingua  le  leccò  il  capo, 

.chie,e  la  collottola  ,  dou'era  particolarmente  il  male,  e  Jecomandò,  che  . 

non  dicefle  nulla  di  quanto  ella  le  aueua  fatto ,  ma  ch'aueifè  fperanza  in  Dio  , 

che  guarirebbe -.  Covi  fuccedette  :  in  capo  à  pochi  giorni  rinfermafi  trouò  al 

tutto  lana,e  monda  da  quello  male . 

Col  fegno  della  Croce  ri fana  in  vn  fubito  vna  piaga  crudele  y  che  aueua 

vna  Monaca .. 

NEI  medefimoanno  1 591.fi  trouaua  inferma  Suor  Cherubina  Rabatti^ 
Monaca  di  detto  Muniftero ,  la  quale  aueua  nel  capo  vna  piaga  crudele, 
che  le  daua  febbre,  e  gran  dolori,  eia  teneua  ferma  in  letto.  Occorfcche 
la  mattina  de  1 3 .  di  Decembre,  dandola  Beata  in  ratto ,  mentre ,  che  l'altre 
Monache  ficomunicorno  ,  e  non  fi  eflendo  rifentita  del  ratto ,  per  diuina  pro- 
uidenza ,  non  flcomunicò  con  loro ,  ma  auendo  il  Padre  Confeflbre  à  comu- 
nicare l'Inferme,  le  diffe,che  andade  in  infermeria ,  che  1  auerebbe  comunica* 
ta  con  l'inferme,  e  così  fece .  Doppo>che  la  Beata  e  detta  Suor  Cherubina  fur- 
no  comunicate ,  fu  Maddalena*  rapita  in  eftafi;  e  ftando  cosi,  difte  all'Inferma. 
Sorella  acordate  ni  meco  a  dimandare  la  fanità al Signore  Dio:  e  doppo  d'auer  fàt* 
toper  breue  fpazio  orazione ,  fece  tre  volte  ilfegno  della  Croce  fopra  il  capo 
dell'Inferma ,  e  fubito  in  qnell'iftante  fi  faldò,e  ferrò  la  piaga  :  cefsò  il  dolore, 
e  fi  partì  la  febbre,  e  Suor  Cherubina  reftò  al  tutto  .- 

La  Mede  [ima  vicino  à  morte portata fui faccone  doue  dormiua  quefta  Beata  y 

m  vn  fubito  rifana  .. 

LAmedefima  Suor  Cherubina  Rabatti  Tanno  feguente  1592.  giaceua  in 
letto  inferma,  vicina  à  morte  per  febbre ,  e  per  due  gran  piaghe,  che  aue- 
ua nelle  reni,  e  già  per  configlio  de'Medici  aueua  nceuuto  f  eftrema  Vnzio- 
ne .  La  Beata  per  aftìftere  alia  morte  dell'Inferma,  aueua  pofto  il  fuo  facce- 
ne, doue  giaceua ,  nella  ftanza  medefima  ;  la  quale  mentre  ftaua  in  quefti  ter- 
mini ,  lenti  dirfi  interiormente  ;  Se  vuoi  guarire,  entra  nel  letto  di  Suor  Maria 
Maddalena .  Dando  ella  orecchi  à  quella  if  pirazione,  di  licenza ,  &  alla  pre- 
lènza  della  Madre  Priora,  fi  fece  portare  dall'Infermiere  su  quel  faccone  del- 
la Beata;  e  poftauifi  fopra,  fentinauerfi,e  rifanar-fi:  Ci  che  in  capo  ad  vn'ortauo* 
di  ora  libera ,  e  fana  fé  ne  tornò  co'  fuoi  piedi  al  fuo  letto  e  la  mattina  feguen- 
te fileno  -,  &  andò  con  l'altre  Monache  adir  l'viSzio  in  Coro  ,  e  feguitò  gir 
efercizi  del  Muniftero,  come  l'altre . 

Befana  vrì altra  Monaca  mir acolo f amente  £  vna  piaga  crudele, 

SVor  Maria  Caterina  Cucili,  Monaca  profc(Ta  nel  medefimo  Muniftero ,. 
aueua  vna  piaga  nei  braccio  deliro ,  vicino  al  nodo  della  mano  >  &  era  fta* 

tainì 


Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Pazzi,     i  j  7 

ta  in  mano  de'  Medici  due  anni, e  li  medicamenti  fatti  non  leaueuanomai  gio- 
cato ;  anzi  era  andata  Tempre  di  male  in  peggio,  e  già  Je  aueuano  canato  dalla 
piaga  vn  pezzod'olso,  onde  i  Medici  diceuano ,  che  ò  non  guarirebbe  mai  ,  ò 
le  pure  fuffe  guarita ,  farebbe  rimafta  ftropiata .  Ali*  1 5  •  di  Maggio  1595.  fen- 
tendo  ivi  quel  braccio  intenfiffimi  dolori ,  né  fàpendo  ,che  rimedio  trouarci , 
andò  alla  madre  Suor  Vangeiifta  del  Giocondo  Prioia,pregandola,che  l*aiutaf- 
fc&effaledifse:  Sorellaandate  da  Suor  Maria  Maddalena,  eraccomanda- 
teuiàlei,  che  auendo  fatto  delle  grazicall  altre,  la  farà  ancorai  voi .  Andòl' 
Inferma,  e  trouatala,  fé  telecomando,  dicendo,  effer  mandata  dalia  Supc- 
riora. Suor  Maria  Maddalena  fentendoquefto,  andò  iubito  à  trouare  la_* 
madre  Priora,  efecola  menòin  Coro  in  compagnia  della  ftclTa  inferma:  e 
poftefi  tutte  inginocchia™  auanti  all'altare  della  Beata  Vergine,  prefe  Madda- 
lena il  braccio  piagato  di  Suor  Maria  Cateriua  ,  e  lo  sfefciò ,  e  voltatafi  alla 
madrePriota,  iediffe:  Volete  voi  che  iocaui  le  taftedellapiaga  :  Rifpofela 
madre  Priora,  Se  voiauetefede,chelaguarifca,cauatele.  Allora  Suor  Ma- 
ria Maddalena  fatto  vn  poco  d'orazione  >  cauò  le  tafte,e  rifafciò  il  braccio  fen- 
ica rimetterai  altro,e  fnbito  cefsò  il  dolore-,  &  in  pochi  giorni  fi  faldò  la  piaga-r 
fenza  verun  medicamento,  e  reftò  fana  affattocome  fejìon  vi.auefie  mai  auu- 
to  male . 

Della  profonda  vmikà  delfitotuore ,  la  quale  fìraccoglie  dalla  bafsaflima ,  e 

yil  concetto,  che  aneua  disèflefsa*  e  dell'opere  fue* 

Cap.     CXXXIIl. 

POiche  tanto  maggiore ,  e  più  perfetta  ("fecondo  il  parere  de  Maeftri  della-* 
vita  (Spirituale)  e  1'  vmiltà»quanto  ella  è  in  fuggetto  più  alto ,  &  eminente,  e 
dotato  di  maggior  virtù,e  talenti;  non  farà  (limato  fuor.di  propofito  auer  nel- 
JTvltimo  luogo  delle  virtù  religione  di  quella  Beata,  quella  die  nel  fondamen- 
to della  vita  reiigiofa  tiene  il  primo .  Anzi  in  vn  certo  modo ,  è  necelTario  per 
manifeiìare  la  grandezza  dell' vmiltà  del  fuo  cuore  Tauer  prima  defentto,  l'al- 
tre fue  virtù:  poiché  tutte  aiutano  à  narrarefa  perfezione  di  quefta  fola,e  mol- 
to fi  farebbe  detratto  à  tanto  grande  vmiltà,  le  non  fi  ruffe  prima  narrato  la-» 
fua  gran  fantità .  Onde  dall'auer  prima  fentito  l'altezza  delle  contemplazio- 
ni, la  maraviglia  decederti  fauori,e  priuilegi ,  la  perfezione  delle  virtù,  l'eccel- 
lenze della  fantirà,e  gli  ftupendi  miracoli  da  Dio  operati  in  queft 'anima* e  fen- 
tir  poi  la  balTa<ftima,&  il  vile  concetto.  &  il  difpreggio,  che  aueua  quella  fauo- 
rita  di  Dio,di  sé  medefìma;  potrà  cia&uno  venire  in  cognizione »quanto  gran- 
de^ quanto  profondamente  radicata  fuiTe  nelcuore  diJei  quelfvmiltà,  che  è 
pieno  con  parole  non  fi  può  narrare . 

Con  tutta  quefta  fantità  dell'anima  fua,  ella  ad  ogni  modo, per  la  fuperbia , 
e  per  Tingratitudiue,  che  ftimauaauere  in  se,  fi  riputaua  fienile  a  demoni  :  fi 
riputaua indegna  di  riceuere  l'aureola  della  verginità,  e  di  feruireà  Dio  pura- 
mente, fi  riconofceua  indegna,che  le  fa  (Te  importo  in  alcun  tempo  vbbidien- 
jza  alcuna ,  e  d'edere  annouerata  nel  numero  delle  vere  vbbidienti .  Si  ripu- 
iraua  iodegna  d'abitare  in  quel  facro  collegio  di  Vergini ,  e  d  vaire  la  lode  fua^, 

£011 


i  j  8     Vita  della  B".  Maria  Maddalena  dePazzi. 

con  quella  delle  fpofe  di  Giesù,  e  d'aicolrarle  volentieri ,  ancorché  le  diceffe* 
io  parole  ingiuriofee  di  vergogna.  Si  conofceua  indegna  d'ogni  grazia,  e  do- 
no dal  Ciclo ,  e  di  potere  in  terra  aiutare  il  ilio  proffimo  con  gli  oÌTequij  di  ca- 
rità, ed  efler  partecipe  de' beni  di  tutti  icredenri  :  fi  riputaua  indegna  d'effer 
pofleditrice  della  pouettà  di  fpnito,  e  d'ogni  altra  virtù.  Indegniilìma  poi  fi 
ftimaua  d'vnirfi  col  fuo  Spoiò  Giesù  nel  Santiffimo  Sagramento  dell'Altare . 
Indegna  fi  confeflaua  di  ogni  lume  celefte,e  fpirazione  Diuina  ;  e  folo  degna 
d'effer  da  Dio  abbandonata,  e  lafciata  nelle  tenebre  de  peccati,  e  de  gli  errori . 
Finalmente  fi  ftimaua  indegna  d'effer  conferuata,  e  tollerata  da  Dio  fopra  la_-> 
terra, (ènz'effe re  (profondata  nelle  fiamme  dell'Inferno  :  fra  tutte  le  creature-* 
sé  (ola  (limaua  indegna  della  Diuina  cura,e  prouidenza,  e  dell'amor,  che  egli 
porta  à  tutte  le  creature;  &  abborriua  se  fteffa ,  come  la  più  fchifa,  &  abbomi- 
neuol  cofa,  che  fi  potefse  trouare.  E  quefti  in  lei  non  erano  folamente  pen- 
fieri  in  attratto,  e  per  imaginazione  artifiziofa ,  ma  efercitati  con  viuo  fenti- 
mento  dentro  del  fuo  cuore  ;  &  anco  li  manifeftaua  nell'operazioni  efteriori 
con  finceta  cognizione  di  se  ftefsa;  e  per  maggiormente  imprimeteli,  &  efer- 
citarli  frequentemente,  gliaueua  notati  di  Tua  mano,  quafi  come  vn'efercizio 
quotidiano,  e  diftinti  in  noue  atti,  in  ordine  à  noue  cori  de  gli  Angioli,  nel  mo 
do,chefegue. 

Trimo.  Te  riandrai  al  Coro  de  fanti  Angioli,i  quali  pregherai,  che  off enfiano  al 
Trono  della  Santiffima  Trinità  il  /angue  del  V  erbo  emanato  ,  chiedendo  loro  -vera 
vmiltà  difpirito;  e  tu  anima  mia  tanto  ti  vmilierai,  che  ti  reputi  effer  fintile  a  demo- 
ni per  la  tuafuperbia,  &  ingratitudine . 

Secondo.  Te  riandrai  al  Coro  de  gì' Ar cangi oli,  e  gli  pregherai  come  di  fopra  ;  e  tu 
anima  fidente  di  alta  purità,  chiedendola  loro,t  vmilierai  in  tal  modo,  che  ti  reputi 
indegna  di  riceuere  l'Aureola  della  Verginità ,  e  diferuirc  à  Dio  puramente . 

Ter^p  .  Al  Coro  de*  Trincipati  pregandoli ,  che  offerifeano  il  fangue  del  Verbo 
vmanato  all'Eterno  Tadre-,  e  chiedendo  loro  perfettiffima  vbbidien^a ,  e  fogge^ione 
al  Diuino  volere,  &  à  tutte  le  creature  per  amor  del  Creatore,  ti  sformerai  di  arrìuà- 
re  à  quefia  vmilia,zjone,di  conofeerti  indegna ,  che  ti  fin  impoflo  in  alcun  tempo  vb- 
bidien^a  alcuna,e  d  effere  annoueratafrà  il  numero  delle  vere  vbbidienti. 

Quarto.  Anderai  al  Coro  delle  Totefià,e  le  pregbcrai,che  offerifeano  il  fangue  del 
Verbo  vmanato,  come  di  fopra:  e  tu  anima  fatta  fchiaua  de*  tuoi  fenfuali  appetiti  % 
chiederai  grafia  di  poter  raffrenare  ogni  tuofenfuale  appetito,  e  verrai  giuflo  al  tuo 
potere,à  quefia  vmilia^ione,  di  riputarti  indegna  d'abitare  in  quefiofanto  collegio,  e 
divnirelalode  tua  con  quella  delle  fpofe  di  Giesù:  e  che  più?  dafcoltarle  volontiert\ 
ancorché  ti  dicano  parole  ingiuriofe,  e  di  vergogna . 

Quinto.  Al  Coro  delle  Virtù, pregandole  come  fopra:  e  tu  anima  prìua  di  ogni  vir- 
tù, chiederai  loro  fermerà,  /labilità,  e  co  fianca  nel  bene  operare ,  e  ti  vmilierai  in 
t  al  molo,  che  ti  cono fchi  indegna  di  ogni  grafia,  e  dono  del  Cielo  ,e di poter in  terra 
aiutare  il  tuo  proffimo  con  gli  ofiequif  di  carità,  e  Ài  effer  partecipe  de0  beni  di  tutti  i 
credenti  . 

Sello  •  Anderai  al  Coro  delle  Dominazioni, pregandole  a  far  e  la  fopr  adetta  offer- 
ta: e 


Vita  della  B.Mana  Maddalena  de  Pazzi.     2.39 

ta:  e  tu  anima  mia  chiedendo  loro  perfetto  dominio  di  ogìii  tua  paffione  internale  ter- 
reno effetto  ,  ùvmilieraiintè  [ìeffa  ,  riputandoti  indegna  d'efierpoffeditrice  dell' 
vmiltà  difpirito^  e  di  ogni  altra  virtù . 

Settimo .  Te  ne  ricorrerai  a'  Troni ,  i  quali  s  andranno  alle  braccia  amorofe  del 
Verbo  vmanato,e  quitti  t'offeriranno;  e  tu  anima  mia  tabbafferai  tanto,  che  ti  repu- 
terai indegna,  come  in  verofei,  deWvnione,  che  sìfpefj'ofai  col  tuofpofo,per  il  San- 
tiffimo  Sagramento,il  quale  con  tanto  affetto  Viene a  federe  nel  me^o  del  tuo  cuore. 

Ottano .  jinderai  al  Coro  de  Cherubini  ,  &  effi  t  offeriranno  ne'purìfiimi  occhi 
delivmanato  Verbo:  e  tu  anima  mìa,  anderaifeguitando  le  tue  vmilia^ioni,  chieden  ■ 
do  ad  off  luce  per  cono f cere  in  te  {teff a  il  Diuino  volere,  le  grafie  ,  che  dal  Signore 
ogni  momento  ricetti,  e  quanto  male  ad  effe  cornfponda,  riputandoti  indegna  di  ogni 
lutile*  e  di  cclefle  fpira%ione, e  d'effer  conferuata  dalla  Diurna  misericordia,  e  digniffi- 
ma,  per  la  tua  poca  corrifponden^a  alla  Diuina  luce,  dì  effer  da  Dio  abbandonata  ,  e 
lafciata  nelle  tenebre,  &  errori . 

Tfono.  M  Coro  de'  Serafini,  che  f  offerivano  al  dolciffimo,pietofìffimo,  &  amo- 
ro fiffimo  cuore  del  Verbo  vman.ito:  e  tu  anima  mia,  chiedendo  loro  la  purità  del  Di- 
uino amore,e  d'ardere  in  quelle  fiamme  di  carità,  nelle  quali  effi  ardono  eternamen- 
te, feguiterai  il  tuo  eferci'zjo^  e  ti  sformerai  £ arrìuar e  à  qùefla  vmilia'^ione  di  cono- 
feerti  indegna,  che  Iddio  fino  ad  ora  t'abbia  conferuata,e  tollerata  fernet  profondarti 
nelle  fiamme  dell  Inferno  per  la  tua  fredde7^a,e  gelo  del  tuo  cuore,  a  tanti  incendij  di 
carità  Diuina:  e  riflringendoti  nel  centro  della  tua  viltà,  e  baffeiga,  conofeerai ,  che 
tu  fola  per  la  tua  ingratitudine  fra  tutte  le  creature  fei  indegna  della  Diuiua  cura,  e 
prouiden^a,  e  deltamore,che  egli  porta  alle  fue  creature;  &  abbonendo  téfiefia,co- 
me  cofa  oltre  ogni  credenza  fichi  fa,  &  abbomineuole,  chiederai  grafia  per  me^o  di 
quei  purìjfimi  f piriti  amanti  à e ffer e  con  Ifaia  purgata,  e  mondita,e  che  più*  d' efiere 
in  terra  con  la  fiamma  delle  tribnla^ioni  purgata,  acciò  fia  tolta  dall'anima  tua  ogni 
ruggine  de' tuoi  difetti,  e  non  fia  più  indegna  affatto  di  quel  puriffimo  amore . 

Perqueftabafsa'Tlmadisèftefsa  ,  concepirà  per  mezzo  della  frequenza  di 
quefti  atti  di  cognizione  della  fu  a  indegnità,e  miferia,ne  nafceuano  molti  altri 
viliffimùe  baffiifimiconcetti,cheelIaaueuadisè:  e  per  quefti,  e  per  quelli  fi 
rcndeua  tanto  vmile  nel  cofpettodi  Dio,e  delle  creature,  che  quefta  fna  vmil- 
tà fi  palefaua  in  tutte  le  fue  opere. e  parole,  in  tal  maniera ,  che  faceti  a  ftupue 
chiunque  là  conofceua,parendo  imponibile,  che  in  vn  anima  tanto  fauorita_# 
da  Dìo,  e  di  tanto  lume,  e  virtù  aueise  ad  efsere  si  bafso  concetto  ,  e  vile  (lima 
di  sé .  Imperoche  tra  tutte  le  creature  ella  fi  ftimaua  la  più  vile  e  per  tale  fem- 
pre  fi  confefsaua:  ma  fpecial mente  in  quell'erta  fi  di  otto  giorni,  mostrandole 
Iddio  la  forza»  e  virtù ,  che  le  voleua  comunicare  contro  i  demoni,  e  le  loro 
tentazioni,che  per  cinque  anni  doueua  lòftenere. proruppe  con  gran  fenrime- 
to  in  quefte  parole .  Confufione  mia,  che  nella  più  bafsa,  e  vile  creatura  del  Mon- 
do, quale  fon  io,  vuoi  mofirare  la  grandezza,  &  immenfità  de te  Jori  della  tua  libe- 
ralità, e  mifericordia .  Si  chiamaua  la  pouerina  di  Dio,  vermicello,  e  bacoli- 
no  della  terra,  e  limili  nomi  abietti .  Con  tuttoché  fufse  tanto  illuminata  del- 
le cofe  Diuine,  fi  ftimaua  la  più  ignorante  fra  tutte:  e  perciò  non  fi  vergogna- 

uaà 


%^o    Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

uà  à  domandar  configlio  anco  di  cote  minime  all'altre,  ancora  inferiori  à  se  ,  e 
talora  airifteflfe  Nouizie  >  non  fi  fidando  del  fuo  giudizio .  Ciò  che  faceua  le 
pareua  fare  imperfettamente,  e  che  le  fue  opere  non  valeflero  nulla.  Onde 
nioftrandole  vna  volta  il  Signore  in  vn'eftafi  il  premio,  che  le  aueua  riporto  in 
Paradifo  per  quelle  mortificazioni,  &  attinenze  della  puerizia  fua,grandemen- 
te  fé  ne  marauiglia ,  come  d'opere,che  nulla  valenero  ;  onde  quando  occor- 
reua,che  facefle ,ò  diceflfe  quai  cofa,  foleua  taluolta  interrogarle  :  Vi  par  egli, 
ch'io  abbia  fatto,ò  detto  bene  ?  per  amor  di  Dio  auuifatemi  (e  ci  ho  fatto  man* 
camento ,  e  fé  akuna  fauuifaua  di  qualche  mancamento ,  che  vi  aueflè  corn- 
ine flb,fubkocedeua  .  e  lo  credeuafenza  giù  ftificarfi, ancorché  quel  manca- 
mento non  vi  fufle  ;  perche  bene  fpefiò,  guftando  le  Sorelle  di  vedere  quella 
vmiltà  le  diceuano  de*  mancamenti ,  che  ella  non  faceua,e  con  tutto  ciò  ripu- 
taoa  di  fargli  e  non  conofcergli  ;  e  come  colpeuole  fé  n'accufaaa.e  ne  chiede* 
wa  perdono .  Ancorché  furie  così  eccellente  Maeftra  di  vita  Religiofa, quan- 
do trouaua  qualche  durezza,  òdifficultà  nel  guidare  qualcuna.clìiedeua  aiuto, 
e  configlio  ad  altre ,  anco  talora  à  Nouizie,  e  con  grande  vmiltà  diceua  :  Di- 
temi Sorella ,  che  vi  parerebbe ,  che  io  potetti  fare  per  illuminar  quell'anima  ì 
Neirifteffe  azioni  manuali,  ancorché  fufle  in  tutte  molto  efquifka,fempre  fti- 
maua  ,  che  altra  facefie  ogni  cofa  meglio  di  lei>&  infino  nell'efercizio  della  cu- 
cina Ci  fometteua  alle  Conuerfe,nè  mai preferiua  alcuna fua cofa  à  quelle  deli* 
altre.  Tra  tutte  le  Monache  fi  ftimaua  la  più  imperfetta, e  peccatora  $  e  tut- 
te le  altre  le  teneua  come  fante,  e  molto  accette  à  Dio  ;  <5c  inalzaua,  e  lodaua 
fempre  la  virtù  di  tutte  tanto  di  quelle,  che  viueuano  aliora>quanto  delle  mor- 
rebbe ne  foceua  formare  gran  concetto,e  riuerenza  à  chi  la  fentiua;e  per  que- 
llo concetto,e  riuerenza ,  che  aueua  di  loro;fii  veduta  baciare  la  terra  doue  le 
Sorelle  teneuano  i  piedi  :  e  fé  vedeua  alcun  difetto  di  quelle,  fempre  lo  feufa- 
ua ,  e  diceua  ,  io  aurei  fatto  peggio .  Né  folo  tra  le  fue  Monache  ma  tra  ratti  i 
peccatori  del  Mondo  fi  ftimaua  la  maggiorerà  più  iniqua,e  ria,onde  talora  di- 
ceua .  Se  Dio  leuafle  da  me  la  fua  mano.non  farebbe  peccato  sì  graue  ;  che  io 
non  facefii .  Et  ogni  piccoliffimo  difetto,  che  faceua ,  Io  uimaua  vna  grandif- 
fima  ingratitudine  à  Dio  :  e  diceua,  che  ogni  altra,  che  auefle  riceuuto  da  Dio 
i  benefizi],  che  aueua  riceuuto  lei,farebbe  fiata  à  Dio  più  grata  di  lei.  Si  ftima- 
ua elTer  cagione  di  tutti  i  diretti ,  che  fi  commettenano  nel  Muniftero,e  di  tut- 
ti i  peccati  del  Mondo  ;  onde  in  vn  ratto  nel  quale  ebbe  alcuneintelligenze 
della  malizia  de  peccatori  ;  dopò  auerh  amaramente  deplorata ,  Ci  voltò  con 
grandiraverfosèftelTa,  prorompendo  inquefte  parole»  Io  fono  cagione  di 
ogni  male:  e  però  venga  la  giuftizia  fopra  di  me, e  h  mifericordia  fopra  di  loro; 
e  fopra  quefto  fondaua  quel  così  bado  (entrmento  di  scucendo:  che  frmara- 
uigliaua,  che  Dio,e  gl'Angioli,  e  i  Santi,  fa  fopportafTero  fopra  la  terra  e  che  la 
terra  non  s'apriffee  ringhiottiflTe  vhia  ,-  tanto  era  impreffo  nel  fuo  cuore  que- 
fto concetto,  che  ritrouandofi  talora  con  qualcuna  diceua  :  Che  dirette  foref- 
]a ,  fé  voi  vedefteoforaaprirfi  laterra,&  inghiottirmi?  e  quando  nel  ratto,  e 
vifione,  che  ella  ebbe  delle  pene  del  Purgatorio,  vedeua  quel!  anime  in  quei- 
k  pene,  temendo  per  sé  ftefTa  1  Inferno,  diceua  frequente  con  gran  timore; 
Beatomèfertonandaffipiùgiù.  Per  quefto  medefinioconcetto,  cheaueuà 

di 


di  sè,quando  vedeua  la  Madre  Priora,  pareua  che  per  paura  quafi  tremaffe  :  e 
domandata  perche  (leffe  con  tanto  timore  alla  prefenza  della  Superiora  ,  rif- 
pondeua,  che  temeua,  come  indegna  di  (lare  in  quel  fanto  luogo,dinon  effec- 
ne  da  lei  cacciata;  e  le  pareua  fentirfi  dire  :  Partiti  di  quello  fanto  luogo,che  tu. 
non  fei  de^na  di  Ilare  in  compagnia  di  quelle  fante  Spofe  di  Chrillo:  e  tanto  lì 
riputaua  indegna  di  Ilare  in  compagnia  dell'altre»  che  fempre  ne  luoghi  douc 
interueniuano  le  Monache,  llaua  con  tanta  riuerenza.che  non  ardiua  à  pena-» 
alzare  gl'occhi  in  prefenza  delle  Sorelle,  dicendo,  che  auendo  viftiifuoi  man- 
camenti fapeuano  la  fua  indegnità . 

Quando  dalla  Superiora  era  chiamata,  fubito  come  colpeuole  fé  legettaua 
à'piedi con  grande  vmiltà ,  allettando  fempre  d'effer  corretta ,  e  penitenzia- 
ta  j  e  mentre  fi  vedeua  eflere  nel  numero  dell'altre,  e  non  effer  da  quelle  fcac- 
ciatalollimaua  pervn  (ingoiar  benefizio  di  Dio.  Onde  vna  volta  andando 
al  Coro  dille  à  vna  fua  Nouizia  :  O  forella,  che  bene  abbiamo  fatto,  e  voi ,  & 
io  à  Dio.di  tanto  fuo  feruizio,  che  abbiamo  meritato  d'effer  ammeffe  in  com- 
pagnia di  tante  Madri,  e  Sorelle  à  lodarlo  ?  e  per  tal  benefizio,  che  renderemo 
à  Dio  ì  perciò  fi  conofceua  grandemente  obligata  à  tutte  le  Suore,  che  l'aue- 
uano  accettatale  per  quello  fi  ilimaua  effer  ferua  di  rutte .  Quello  medefimo 
obiigo  riconofceua  tenere  alla  Religione  :  onde  più  volte  fu  veduta  con  gran- 
de affetto  andar  baciando  le  mura  del  Munillero,e  dire:  O  benedette  mura.Se 
io  fuilì  Hata  al  fecolo  fuori  di  quelle  mura,  auerei  commetto  tante  fceleraggi- 
ni,  che  farei  morta  per  mano  di  giullizia,  fiche  ho  ragione  di  baciami .  Dallas 
ilima,  che  aueua  della  fua  indegnità  di  Ilare  in  Coro  con  l'altre,  nenafceua, 
che  vi  andaua  con  ogni  timore,  e  tremore,  e  temeua,  che  i  fuoi  peccati  non^ 
fuffero  impedimento,  che  1  orazioni  dell'altre  non  tufferò  accette  à  Dio  ;  onde 
taluolta  diceua:  Quello  è  vn  gran  mit acolo,che  io  abbia  da  comparire  auanti  à 
quella  gran  purità  di  Dio,  e  che  da  quella  io  Ila  fopportata  ;  e  come  ella  fog- 
giungeua,  le  pareua  fentire  taluolta  vna  voce  che  le  dicette:Sia  leuata  l'iniqua 
dalla  compagnia  delle  Sante,  perche  la  fua  iniquità  impedifee,  che  l'orazioni 
dell'altre  non  entrino  come  incenfo  nel  cofpetto  di  Dio .  Finalmente  Ci  Ilima- 
ua tanto  peccatora,  e  con  tal  fentimento  d  vmiltà,  che  arriuò  à  dire  (e  fu  po- 
chi giorni  innanzi  la  fua  morte)  che  teneua,che  Dio  la  ieuaffe  dal  Mondo,  per 
non  auer  da  mandare  qualche  galligo  per  li  fuoi  peccati;  &  altra  volta  aueua_, 
detto,  che  non  fi  farebbe  marauigliata  diqualfi  voglia  gran  gatligo ,  che  Dio 
aueffe  mandato  al  Mondo  per  li  fuoi  peccati . 

Come  faceua  in  mc^o  a  tanti  fattori  diurni  ad  auere  sì  vileflima  di  sé 
JìeJJa .  E  come  in  lei  era  e  flint  o  ogni  appetito  di  compiacene 
vmana .  Cap.     C XXX IV. 

P  Arcua  alle  Monache,  chevedeuano  in  lei  tanta ■  virtù  cofaimpoflibilo  , 
ch'ella  potette  auere  quelli  Urani  concetti ,  e  fentimentidi  se  lleffa ,  con 
cognizione  di  verità,*  onde  fu  da  alcune  di  loro  domandata  vna  volta,  fé  quan* 
do  diceuaxhe  temeua,  che  la  terra  linghiottiffe,  ò  limili  colè,  fé  ella  aueua  in 
verità  quel  fentimento.  Alcheellarifpofe  :  L'ho  in  verità,  &  ho  cagiono 

Q_  d'auer- 


d'auerlo,  perche  fé  non  ho  fatta  peccati,  che  priuino  della  grazia  di  Dio,  e  (la- 
to,perche  il  Signore  m'ha  leuato  loccafione,  e  ritenuta;  e  Te  altri  auefle  auuto 
da  Dio  i  benefizile  le  commodità  di  far  bene  »  che  ho  auuto  io,  non  lauereb* 
bono  offefo  quanto  ho  fatto  iox  l'auerebbono  onorato  più  di  me;  orale  per  te 
mia  ingratitudine,  conofco,  che  merito  ogni  gran  gaftigo:  e  detto ,  ch'ebbe 
quello,  s'inginocchiò  auanti  à  loro  con  grand  vmilrà ,  e  cominciò  ad  accufarfi 
delle  fue  pacate  tentazioni xome  fé  fufsero  (late  colpe  volontarie;  e  poi  dice- 
ua:  Vedete  (è  con  ragione  io  deuoauere  tal  ientimento.  Vnaltra  volta  in  fimi- 
le  occafione  domandata  da  vna  fuaNouizia  >  come  ellafaceua  ad  auere  così 
bafsaftima  di  sè,vedendo,che  Dio  le  faceua  tanti  fauori,e  doni  fingolarijrifpo- 
fe  con  grand' vmiltà  :  Sappiate  figliuola,  che  le  Dio  non  m'auefse  fauorito  con 
doni  particolari,  e  quafi  ritenuta  in  qucftaguifa  ,  iomifareiprecipitata  nelle 
maggiori  offefe,  che  Ci  poffiu  fare  à  Sua  Diuina  Maeftà  :  à  voi  altre  non  ha  fat- 
to così,  perche  voi  vbbiditealla  fua  fempliee  voee,e  lo  feruire  lenza  quelli  fa- 
uori  particolari;  e  però  io  vengo  ad  efsere  piti  miferabile  di  tutte  voi .  In  fom- 
madaognicoiàpigriauaoccafioned'vmiliarfi.  Quando  cauò  fuori  del  Muni- 
flero  quel  cane  grofsa,  diche  fopra  se  fatto  menzione ,  e  domandata  come 
non  auefse  auuto  paura  à  prenderlo  per  l'orecchio,  e  condurlo  al  la  porta  ;  rif- 
pofe: Vna  beftia  menaua  l'altra  beftia.  Dimandata  da  vn'altra  Sorella,  fé  tan- 
te grazie  riceuute  da  Dio  l'auefsero  mai  dato  occafione  alcuna  di  vana  com- 
piacenza,le  rifpofe  :  Non  fapete  voi,  che  nefsunodeue  prender  gloria  di  quel- 
lo, che  non  è  fuo*  Perche  dunque  volete ,  che  io  ne'  fauori  concedutimi  dx_* 
Dio  mi  compiaccia,e(Tendo  tuttidi  Dio  ì  Vn'altra  volta  leggendole  vna  fua_» 
compagna  alcuni  ratti5&  intelligenze,  ch'ella  aueua  fcritto  di  (uà  pcrvedero 
fc  vi  rude  errore^le  dimandò  fé  in  tali  cofe  ella  fendile  alcun  mouimento  dì  va- 
nagloriai ella  rifpofe:  Tanto  fentoio  di  quelloxhe  mi  auete  letto,quanto  fé 
miauefte  letto  di  qual  fi  voglia  altro  libro  :  riconofcafolaauere  auuto  in  me 
tali  fentimenti,  &  intelligenze,  che  mi  auete  letta.  Vn'altra  volta  fendole  ve- 
nute alle  mani  alcuni  quaderni,  ne  quali  dalle  Monache  erano  (late  fcritte  al- 
cune cofe  della  fua  vita ,  ella  gli  abbruciò  :  &  eflendo  di  ciò  riprefa  dalla  Supe- 
riora^ dimandata  fé  ciò  aueua  fatto  perche  le  Ei fiero  (lati  occafione  di  fuper- 
bia,difle  di  nò;  miche  non  auendo  obligo  d'vbbidienza  ,che  in  ciò  la  legaflè , 
le  pareua,  che  fu  (le  obligo  fuo  TabbruciarIe,aliegando,che  il  fimife  aueua  fat- 
to vna  volta  vn  feruo  di  Dio,mà  vedendòfene  riprefa  fé  n'vmi!iò,e  chiefe per- 
dono; &  efiendole  importo  per  vbbidienza,che  non  più faceflfe  fimil  cofa,  vb- 
bidì  fenza  (limolo  alcuno .  Dal  che  fi  raccoglie,  quanto  ella  fu  (Te  aliena  e  co- 
me in  lei  fufle  eilinto  ogni  fpirito  di  compiacenza  vmana,e  vanagloria.  Mede- 
fimamente  dichiarò  il  modo  come  ella  fi  teneua,  e  riputaua  d  eflèr  cagione  di 
tutte  l'imperfezioni,  che  fi  commetteuano  nella  Religione  quando  talora  nel- 
le fue  eftatiche  contemplazioni, piangendo  l'altrui  colpe,  efclamaua  ;  O  Te  io» 
fiiffi  (lata  nell'orazione  feruente  ;  fé  io  aueflì  auuto  raccoglimento  in  me  (lef- 
fa,ò  altre  fi mili  cofe  aueflì  fatto,  certo  che  Dio  mi  auerebbe  illuminata^alm- 
mente ,che  non  ha  potuto  fare  per  miei  difetti  ;  onde  io  auerei  tenuto  qui  me- 
zi  per  impetrar  lume  à  quell'anime,  che  non  farebbona  in  così  mi  fero  (lato  - 
Neli'iftefla  manierali  nputauaeffer  cagione  di  tutti  i  peccati  del  Mondo,  o. 

della. 


V  ita  della  D.  iviana  iviaaaaiciia  uc  ra^i  •      ju|  3 

delladannazionedi  molt'animc ,  perche  non  lepareua  efler  feruente  quanto 
doueua  nel  pregareDio  per  i  peccatori,  e  nel  cercare  di  placar  l'ira  di  Dio,  co- 
me (opra  nel  Capitolo  doue  fi  tratta  del  zelo>che  ella  aueua  della  conuerfione 
de'peccatori,  è  inoltrato  <. 

Del  defiderio,  egujìo,  che  aueua  cfefser  difpreggiata,  e  de  modi,  che  renetta 

per  efser  in  difpreggio,e  vii  concetto  defuoifrojjimi» 

£ap,    cxxxr. 

TRa  le  vitCì  che  fi  leggono  de*  Santi,  ella  {òttimamente  guftaua  la  vita  di 
quelli,  che  viuendo  in  congregazione,  e  conuerfazione,  aueuanooccul- 
ato  la  loro  virtù,  e  tattifi  tenere  per  pazzi:  e  diceua,che  auerebbe  guftato  gran- 
demente di  poterli  imitare,  fé  fuffe  flato  volontà  di  Dìo  ;  ma  nQnl'auendo 
voluta  Iddio  per  quella  ftrada  per  aiuto  dell'anime  ,  cercaua  almeno  quanto 
poteua d'effer  riputata  vile,e  {limata imperfetta »  e  peccatrice:  e  perdarfi  a_, 
conofeere  per  vile,  s'efercitaua  con  le  Conuerfe  nella  cucina,  e  negli  altri  fer- 
uizi  baffi  di  cafa,  proprij  di  quelle;  anzi  tra  quelli  feieglieua  fé  mpre  i  più  fchifi, 
&abietti,ediceua,  che  quei  più conueniuano  à  lei,cheio  {lare  con  le  Mona- 
chein  Coro  -,  e  non  folo  non  cercaua  d'aucrvffizi  nella  Religione ,  ma  fé  ne 
riputaua  indegna,  grandemente  fi  affliggeua,  e  piangeua  quando  l'erano  dati  - 
Dimandò  vna  volta  ad  vna  fua  Nouizia ,  fé  farebbe  (lata  volentieri  Monaca-, 
fenzaauer  voce  in  Capitolo:  e  rifpondendo  quella  di  nò,  perche  aueua  volu- 
to efler  Monaca  come  l'altre;  foggiunfe  la  Beata  :  Io  sì,che  ftarei  volentieri  in 
quel  modo,  vile, abietta  ;  e  volentieri  darei  il  mio  luogo,  e  la  mia  voce  ad  va-, 
altra,  che  penfo  fé  neleruirebbe  meglio  di  me .  Per  fide  fio  fi  ne  d'efler  tenu- 
ta à  vile,gufìaua di  vederfi  veflitapiù poueramentedeiraltrce  fi  ftimaua  fera- 
pre  meriteuolc delle  più  vìlicofe  del  Muniftero.  Per  quefto ftimaua  à  lei  con- 
uenirfiilcibarfi  di  quel  che  auanzaua  all'altre  Monache,  come  benefpefib 
faceua  :  e  per  maggior  auuilimento ,  e  mortificazione  di  sé  fletta  ,  fi  elefle  di 
mangiare  permoJto  tempo  la  mineftra  in  vna  feodelia ,  che  feruiua  per  vfo  d' 
ma  Inferma  piagata,  e  molto  ftomacofa  Oltre  à  quefto  s'efercitaua  frequen- 
tementein  quelle  mortificazioni ,  &  atti  efteriori  d'vmiliazione ,  che  più  la_» 
rendeuanodifpreggiabile  ,  come  farfi  bendare  gl'occhi, legare  le  mani  di  die- 
tro >  farfi  calpeftarce percuotere,  farfi  dire  parole  di  confufione ,  e  limili,  co- 
me fopraè  notato  neglianni  della  prouazione:  &in  quelli  trattamenti  godeua 
talmente  di  vederfi  difprezzata  per  amor  di  Dio,che  perii  gufto,  che  fentiua_# 
nell'anima  fua,  fu  molte  volte  >  doppo  taliazioni,fubito  rapita  in  eftafi,  come 
iui  è  notato* 

Alcuna  volta  dimandaua  de  fuoi  difettià  qualche  fua  Nouizia,  e  poi  s'ingi- 
nocchiauaàbacciarleipiedi,ela  pregaua  le  calpeftafle  la  bocca, eie deffe  la 
difciplina  $  e  quando  faceuano  refi  (leza  gliene  comandaua  per  vbbidiéza>e  poi 
leimponeua  filenzio.  Più  volte  fi  fece  difciplinare  dalle  ilefse  fue  Nouizie  * 
cdalleConuerfe.  Et  vna  volta  efsendo  MaeftradiGiouane ,  fiproftòinrerra 
in  mezzo  di  loro  fupina  *  e  volle ,  che  ciafcuna  le  defse  con  vna  fcarpa  nella 
sbocca.  Erano  quefte  cofe  di  gran  confufione  »  e  mortificazione  alle  fteàe 

Q_    2       lue 


2.44       v  1L*  ucii«t  u.  ivi  di  la  mauuuicua  uc  razzi, 

iiie  fuddite >  &  infierne  di  grande  efempio ,  e  cagione  di  compunzione  .  Onde 
bene  fpeflò  tutte  in  limili  a/joni  fi  commoueuanoà  pianto  per  indurre  le  Tue 
difcepole,  e  compagne  à  farle  manco  refiftenza  nell'efeguire  quelli  atti  di 
dilpregio  verfo  di  lei,  diceua  d'effer  molto  tentata,  à  che  aueua  bifogno  di 
quella  vmiliazione,  e  che  quelle  ledauano  grande  aiuto;  e  perciò  durò  per 
noue  anni  continui  à  vmiliarfi  ad  vna  fua  compagna ,  alianti  alla  quale  quali 
ogni  dìgenufcfla  Ci  rendeua  in  colpa  de'  difetti ,  che  le  pareua  commettere  ;  e 
doppo  le  chiedeua  perdono,  facendoli  dar  la  penitenza.e  taluolta  la  difciplinaj 
e  fi  faceua  dire  delle  parole  di  mortificazione .  Medefimamente  durò  molto 
tempo  adire  la  colpa  de' fuoi  difetti  ogni  dì  auanti  ad  vna  luaNouizia,  dalla 
cu  de  Ci  faceua  dar  la  penitenza  :  e  fino  à  che  ella  vilTe  (èmpie  volle  auere  vna 
particolare,  a  cui  ogni  giorno  ella  s'vmilialTe  de*  luoi  difetti    quali  però  erano 
tanto  minimi ,  che Tiftefle  Sorelle  >  alle  quali  ella  faceua  quelli  rendimenti  di 
colpa,  dicono  non  auer  mai  faputo  conofeere  in  lei  alcun  difetto  in  quelle  co- 
fe  di  che  ella  s'accufaua;  &  à  tentala  accu  far  fi,  pareua  che  ella  fulTe  fiatala 
più  piallata  Monacarne  fi  potette  trouare  ;  Imperoche  ogni  minimilfimo  di- 
fetto ,  anzi  quelle  llefTe  cole  doue  non  era  difetto ,  le  accuiaua  in  modo ,  che 
le  faceua  apparire  difetti  notabili  :  come  perefempio  ;  L'occorfe  vna  volta 
partire  vn  pinocchiato ,  e  mangiò  due  pinocchi ,  che  erano  vfeìti  da  quello  : 
e  ci  quello  fi  accusò ,  con  dire ,  che  era  (lata  golofa  ,  &  aueua  mangiato  fuor 
di  menfa  lenza  licenza  ,  contro  le  conllituzioni  :  e  così  ogni  tantino ,  che.» 
le  venifle  trafgredito  qualche  cofa  delle  Coftituzioni ,  &  Ordini  della  Reli- 
gione s'accufaua  d'elTere  traigretlbra  della  Regola ,  e  de  gli  ordini  :  né  fenti- 
ua  mai  alcuna  accufarfi  di  qualche  mancamento >  che  ella  in  se  non  diceise 
auerlo  in  se  molto  maggiore  ;  e  particolarmente  fi  leruiua  di  quello  modo  di 
fare,  per  renderfi  vmile  con  le  fue  Nouizie ,  e  dar  loro  animo.  Onde  quan- 
do alcuna  di  loro  riprefa  da  lei  s'vmiliaua ,  e  riconofceua,ò  s'accufaua  con  len- 
rimentodvmilrà,  e  con  dolore  di  qualche  difetto*  fubito  la  buona  Madre, 
confortandola  diceua  :  Ancora  io  figliuola  ho  fatto  quello  difetto ,  ancòrio 
ho  in  me  quello  mancamento ,  ò  vero  diceua  ;  io  auerei  fatto  peggio  di  voi , 
non  vi  sbigottite .  Se  vedeua  ,  ò  fontina  ,  che  alcuna  aueflè  fatto  qualche  atto 
\  irtuofo,  diceua  con  gran  confufione  l'uà;  Non  l'auerei  già  faputo  far  io,  e 
fimili  altre  parole  d'vmiliazione.  Spellò  genuflefla  auanti  alle  Sorelle  chiedeua 
loro  con  grand  illanza ,  che  le  dicelTero  i  fuoi  mancamenti;  del  che  le  Mona- 
che durauano  fatica  àiodisfarla,  per  non  ne  conofeere. 

Ma  lòpra  tutto  quando  s'accorgeua  »  che  alcuna  auefìe  concetto  della  fua 
fantità,e  perfezioncallora  vlàua ogniarte,& ogni  diligenza,che  poteua  fenza 
offeladi  Dio,  per  fare,  che  quella  tale  mutaiTeconcetto,epenfiero.Sauuidde 
in  particolare  \  che  vna  Giouane  fua  Nouizia  venuta  alla  Religione  d'età  di  r  9. 
anni ,  chiamata  Suor  Maria  Sommai,  molto  illuminata  da  Dio,  ripiena  di  mol- 
te virtù  Religiofe  ,  aueua  fatto  gran  concetto  di  lei,  e  ne  feceua  grande  llima; 
onde  ^enbò  al  mudo  di  farle  perdere  quello  concetto,  e  farfi  tenere  imperfet- 
r  t,  e  v^catora.:  e  perciò  ottenne  licenza  dal  Padre  fpiritualcdi  poter  manife- 
ftaie  a  quella  Nouizia  le  lue  tantazionixhe  patì  ne'  cinque  anni  della  fua  pro- 
nazione Et  vn  g;orno  ritirata  con  lei  à  folo  à  lòloje  fi  gettò  a'  piedi,e  prorom- 
pendo 


pendo  in  amaro  pianto  con  fingulti,  e  f  ofpiri ,  cominciò  à  parlare  in  quefla»* 
guifa:  Sorella  voglio,che  voiconofciate,che  Maeftra  voi  auete,  acciò  abbiate 
più  merito  nelfvbbidirmi,  come  fiete  tenuta  per  l'vffizio,  che  io  tengo ,  fia  io 
qual'io  fono;  e  vi  prego  a  farlo,non  auendo  l'occhio  à  quanto  vi  fon  per  dire  : 
Sappiate,  che  io  fono  Hata  lo  fcandolo ,  &  i!  difturbo  di  quefta  Tanta  Religio- 
ne:  e  facendofi  da  vn  capo  delle  fu  e  tentazioni,di  tutte  fé  ne  accufaua  come  di 
granulimi  peccati  :  e  perche  era  ftata  tentata  digola>  s  accufaua  d'eiière  ftata.., 
goloià;  per efler  ftata  tentata  di  torre  qual  cofa  da  mangiare,  s'accufaua  d'efle- 
re  ftataladra,di  auere  diilìpato  di  quello  della  Religione  ,  per  auer  auuto  fi- 
mili  tentazioni  in  quei  tempi>  che  digkinaua  in  pane,  &  acqua,  diceua  effero 
ftata  vna  ìpocritaj  per  auer  patito  tentazioni  di  iliperbia ,  e  iènfualità ,  fi  accu- 
faua d'effere  ftata  vna  Monaca  fuperba,  e  fenfuale:  per  auere  in  qualche  occa- 
fione  taciuto  la  verità  prudentemente,  e  per  il  meglio ,  s'accufaua  d'effere  fta- 
ta bugiarda,  e  mentitrice  ;  e  per  eflere  ftata  agitata  dalle  tentazioni  ài  difpera- 
zione,  e  di  vfeire  della  Religione:  fé  leaccusò,  come  fé  aueise  à  tutte  accon- 
fentito,  tempre  piangendo  dirottamente,  come  (e  quelle  non  fufferò  flato 
tentazioni,  ma  peccati  commetti;  e  foggìunfe  :  Se  io  fuffi  ftata  al  fecoJo ,  al 
certo,  che  auerei  finito  la  mia  vita  per  mano  di  Giuftizia,  per  tante  fceleratez- 
ze,  che  ho  commeflò  :  e  fé  tuffi  ftata  in  vn  altro  Muniftero ,  doue  non  regnaf- 
fe  tanta  carità,  in  vna  prigione  à  vita  farei  ftata  rinchiufa ,  e  quefte  fante  Ma- 
dri, e  Sorelle  con  tanta  pazienza  m'hanno  tollerato,  e  compatito .  O  quanto 
obligo  tengo  à  ciafeuna  :  ò  che  mifericordia  ho  io  riceuuto  !  e  mentre  s'accu- 
faua di  quefte  colpe,  fpeflòreplicaua  :  Ecco  Sorella,  che  Maeftra  voi  aueto, 
pregate  Dio  per  mè.acciò  mi  faccia  mifericordia  di  non  mandarmi  all'inferno  > 
come  io  meriterei  :  e  mentre  s'accufaua  di  quefte  cole,  ftaua  tutta  tremante  , 
e  tanto  fommeflà ,  che  venne  in  penfiero  à  quella  Nouizia,  che  ella  fé  aueffe 
commetto  le  maggiori  fceleratezze  del  Mondo ,  Iddio  per  fua  mifericordia  , 
per  quefto  nobilatto ,  di  gran  peccatrice  l'auerebbe  fatta  vna  gran  lànta-  Et 
era  tanta  la  fua  compunzione  ,  checommofle  à  pianto  ancora  la  Nouizia  ; 
la  quale  come  elsa  teftifica,  in  quel  primo  fi  conturbò  alquanto  :  perdio 
fentendofi  porgere  tanto  al  viuo  per  graui  colpe  le  cole  fudette ,  le  cadde  in_* 
niente,  e  quafi  credette,  che  da  quelle  graui  colpe,  che  s'accufaua,  fuffo 
poi  venuta  à  quella  gran  fatuità  nella  quale  la  conofceua  edere  allora  :  &  ef- 
fendoreftata  con  grande  inquietudine  di  quefto  concetto  ,  che  fentiuafor- 
marfi  nella  fua  mente  verfo  di  quefta  Madre  ;  s'andò  in  Coroauanti  al  Santif- 
fimo  Sagramento ,  e  diffe  :  Signore  ,  fia  quel  che  fi  vuole  ,  ai  prefente  clì'b 
vna  gran  ferua  di  voftra  Diuina  Maeftà,  &  io  fempre  la  terrò ,  e  riueiiròper  ta- 
le :  &  in  dir  quefto ,  lenti  partirfi  via  ogni  perturbazione  $  e  come  fé  le  tuffo 
fuelata  la  mente, compre  fé,  che  quefto  era  ftato  vn'eccefsodi  vmiltà  ;  e  cho 
la  fu^maeftra  fé  le  era  in  tal  modo  vmiliata ,  à  fine  d'efser  da  lei  tenuta  vna_* 
grarì  peccatrice  :  e  parlandone  poi  con  l'altre  Madri  dpi  Muniftero  le  fu  da»» 
quelle  raccontato  come  quefta  Beata  era  ftata  grauemente  tentata  in  tutto 
quefte  cofe,  di  che  fi  era  acculata  »  ma  che  però  ne  aueua  riportato  gloriofa-, 
vittoria  :  sì  che  tanto  più  crebbe  poi  in  lei  il  concetto ,  e  la  riuerenza  verfo  di 
tal  Madre  :  la  quale  poi  fpe  fso  diceua  alla  Nouizia  :  Sorella  ricordateti!  di  me  ,- 

Q_3        voi 


voipurfapetelemieneceffità  :  e  quando  leveniuain  mente  alcuna cofadì 
quelle  fue  tentazioni  >  ò  difetti,  che  non  leauefTe  detto*  andaua  a  dirgliela  in 
atto  d'vmiliazionere  fpeflò  quando  lellaua  appretto  à  lauorare ,  tocca  da  vee- 
mente dolore  delle  fue  colpe,c  diceua:  Oiòrella,  io  ho  commetto  pure  tanti 
graui  peccati,  pregate  Dio,  che  mi  fàccia  mifericordia ,  fatemi  quella  carità . 
HaueiKi  la  prudente  Nouizia  diilìmulato >  come  fé  il  tutto  auefTe  creduto,  on- 
de la  Beata  ne  (bua  molto  contenta  -  Ma  la  Nouizia  volendo  vna  volta  con- 
uinccila,  quando  la  Madre  le  diceua  di  auer  ranto  offefo  Dio»  le  replicò  :  Ma- 
dre per  offendere  Dio  bifogna  auer  mala;Volontà .  Al  chefubito  la  Beata  rif- 
pofe:  Quella  per  grazia  di  Dio,  non  ho  iamai  auuta  :  io  ho  fempre  auuto  vn 
cuore ,  che  hàdeiiderato  dbnorare  Dio,  fé  bene  io  trono  dauerlo  fempre  o£ 
fèfo.  lo  ho  fempre  amato  Giesù,  perche  mi  hàfarto  ogni  bene  .  Cosìreilò 
conninta  che  in  quelle  cofe>  che  lepareua-auer; tatto  tanti  peccati}  non  erano 
peccaci,  ma  tentazioni . 

Cercanti  d'occultare  ognifuavirtu^ediviuereafcofa  y  efeonofeiuta  fentendo  grai* 
difguflad 'efere  filmata.-         Cap..    CXXXV I- 

PEr  il  defiderio,  che  elfaueua  d'efler  difpregiata,  e  tenuta  per  creatura  vile  »> 
e  peccatrice,  non  folò  manifeftaua,  e  s"?àccufaua  pubicamente  di  ogni  fuo 
difetto,  con  ingrandire  ogni  fua  minima  colpa,  ma  cercaua  ancora  quanto  po- 
ttua  d'afeondere  le  fue. virtù,  &  operazioni  fante*  e  non  potendo,  ne  douendo 
talora  afconderle,  le  fminuiua  il  panche  poteua  »>  e  Jedimoftrauaefler  pieno 
di  difetti, emancamentb e cosifottilmente  landaua eliminando  ,  che qualfi- 
uoglia  opera  fua  buona  la. faceua  apparire  dégna  di  riprenfionce  quando  con- 
uinta  non  poteua  afeondere  nè;l'opera,nè  la  perfezione  di  quella  ,>  diceua  che 
in  lèi  non  era  virtù,  ma  cofa  naturale  ;  e  chela  natura  così  finclinaua .  Quan- 
do facetia  qualche  atto  d'vmiliazione ,  od  altra  virtù  con  le  fue  Nouizie,  quafi 
fempre  imponeua  loro,  che  non  lo  dicefiero  :  così  ancora  à  quelle  dalle  quali 
fi  faceua  talùolta  difciplinare  :  fiche  quelle  ,  e  fimilicofe  Ci  fono  fapute  folo 
doppo  la  morte  fua  -  Nei  tempo,  che  andaua  fcalza ,  quando  entrauano  fan- 
ciulle a  vedere  il  Muniitero  per  proua,  elià  per  non  e  (Ter  notata  da  loro, fi  met- 
teua  in  piedi  vn  paro  difearpe  fenza  fuola .  Non  parlaua  mai  de'  doni,  che  Dio; 
le  aueua  fatti,  anzi  cercaua  d'occultarli  il  piùche-pote-ua,  e  fi  doleua  ne  gi'iftef- 
fì  ratti ,  che  Giesù  gli  manifeflafle .  Onde  quando  fu  fpoiàta  da  Giesù,  come 
(opra  è  deferitto j  quafi  lamentandofi,diiTe  :.  Tà  mi  bai  pure-  promeffo ,  ò  Giesù 
mio,,chefi  come  tùfufli  nafeofo ,  cosYdebbo  ejjer  io:  ma  con  tutto  ciò  fia  pur  fatto  il  ' 
tuo  diuìno  volere .  Altravolta  dolendoli ,  perche  Giesù  la  faceua  parlare  ì/l,  . 
sitali,  e  direciò,  che  egli  le  faceua  intendere,  dille  :  Deb  amorofy  Verbo,  deb' 
dimmi  tipregorferebe  mi  bai  conferito  tante  cofe  tra  té  folo,  e  me,  &  ora  vuoi ,  che  ' 
iole mani feflif.  Et  altre  voice  fùfentka  ne' ratti  chiedere  à  Dio  iftantemen- 
te  quella  grazia;  medefimamente  nel  pregare  Dio  per  qualchcmegozio  rac- 
comandato alle  lue  orazioni,  inoltrandole  il  Signore  il  iucceflev,  che  doue- 
uà  auere  ;  &  altre  volte  inoltrando  di  volerle  manifcftare  cofe  future,  fii  più, 
yolte  lèntitadirc  >  Ritieni  in  té.  Signore  r  ritieni  in  té  i  tuoifègreti .  Et  eflendo le 

periooe: 


Vita  delia  D.iviana  iviaaaaiena  ae  razzi .     347 

perfone,  che  fé  le  inandauanoà  raccomandare  ,  molto  defiderofedi  fàper£ 
quel  che  ella  fentiua  delle  cofe  raccomandatele:  ella  ancoreheauèfle  qualche 
intendimento  particolare,  fenzanecertìtà  ,  e  fenza  vbbidienza  non  lo  manire- 
ilaua ,  ma  rifpontkua  parole  generali ,  come  arebbe  fatto  ogni  altra  perfona 
ordinaria .  E  le  Monache  che  la  conuerforno,  fcorfero  in  lei  tanta  fegretezza 
de'  Dinini  fauori  riceuuti  da  Sua  Diuina  Maeftà ,  che  dicono» che:fe!Dio  noa 
l'aueffe  manifedata  col  farle  parlare  ciò,  che  in  ratto  le  fuccedeua,; per  la  par- 
te fua  non  fi  farebbe  faputo  nulla  delle  fue  Diuineintelligenze,  fé  non  quan- 
to ivbbidienzalauefle  forzata;  che  anco  quando  le fu  datOA'bbidienza  dal  iPa- 
dreConfèfTore,  che  ella  riferfde  ciò  ,che  ne  gli  edafi  le  occorreua,pianie  ama- 
ramente, come  fopra è  narrato::  e  nel  riferire  quede  cofe  fentiuatanta amari- 
tudine, che  più  volte  fu  veduta  piangere, e  pregaua  anco  Dio,  .che  non?le  defife 
quelle  intelligenze .  Onde  particolarmente  in  vn  ratto ,  nel  quale  Iddio  le  fa- 
ceua  intendere  i  compiacimenti,eheegli  fcambieudlmente  ha  nell'anima ,  e 
l'anima  inedò^fu  fentitadire  quefte parole:  0  Dio  mio  tenete  pure  in  voi  quefla 
grandezza,  non  fiù  ne  date  tanta participa^ione  à  quella  viliffima  creatura  ,,  qual 
fon  io,  incapaciflìma  di  qual  fi  voglia  bene .  Tenetela,  tenetela,  ò  Dio  grand?,  in  voi 
fleffb,e  compiaceteui  in  quella „.  UncV io  ne  trarrò  compiacenza,  ma  altro  notimi 
curo  intendere  per  la  mia  dèbole^a*  Le  difpiaceua  ancora  eflèr  veduta  intat- 
to; onde  quando  daua  per  ritornare  a  fenfi/la  Madre  Priora  fa  ceua  Jean  faro 
quelle  cheerano  prefenti ,  acciò  non  auefle à  fentir  dilgu  do  d'effe  re  data  ve- 
duta. Quando  era  richiedalo  comandatole  dalla  Superiora  ,  difare  ilfegno 
della  Croce  fopra  qualche  inferma,  òdi  fare  orazione  per  qualche  grazia,  che 
fi  defideraua  da  Dio,quafi  fempre  chiamarla  qualcun  altra  in  fu  a  compagnia^ 
à  rare  quellazioncò  orazione,  affine  he-ottenendofi  la  grazia>nonfi  attrlbuiflc 
à  lei .  E  più  volte  intimili  cafi  occorfe ,  che  riportando  le  fue  orazioni  le  do- 
mandate grazie,  ella  diceua:  fono  fiate  l'orazioni  di  Suor  tale ,  che  era  in  rnia^ 
compagnia. 

fabricandofi  ancora  in  vita fua  il  procedo  per  la  Beatificazione  ad  Beato 
Luigi  Gonzaga,  i  PadridellaCompagniadiGiesìiauendo  auuto  notizia  àc\iv 
eftafi  fopraferitto ,  nel  quale  Dio  le  aueuamoftrato  l'altezza  della  gloria  di 
quefto  fuo  Seruo,  vollero  farla  efaminare  fopra  quella  reuelazione,e  per  com- 
midìone  della  Sacra  Rota ,  entrò  ad  efaminarla  Monfignor  Alédandro  Marzi 
Medici  Ardue  feouo  di  Firenze ?con  il  Notaro,e  tedinióni  ; ritrouandofi  eila^, 
inferma,  non  volle  mai  acconfentired'efaminarfi  ,  fedairvbbidienzanonfù 
adretta;edoppo  d'edere  data  efaminata,proroppe  in  sì  gran  pianto ,  che  non 
poteuaeonfolarfi.e  lamentandofi,diceua;è  poffibile  che  io  creatura  sì  vile  ab- 
bia da  edere  ferina  su  i  libri ,  e  menzionata  per  le  bocche  de  gHiuomini  per 
quede  cofe  ?  iolo  la  quietò  l'auerlo  fatto  forzata  dall' ubbidienza . 

Se  di  tutte  le  perfone  fecòlari  sfuggiua  la  conuerfazione,e  conolcenza,  co- 
me fopra  è  detto,(pecialmente  fentiua  grande  afflizione  dell  eder  chiamata  à 
perfonaggi  grandi;  sìperche  vedeua  il  pencolo,  che  era  in  quede  vifite  ;  sì  per 
defiderio,  che  aueuadi  viuere  in  quedo  Mondo  feonofeiuta,  e  per  la  fua  vmil- 
$à  :  per  la  quale  fi  conofceua,  e  diceua  edere  indegna  d'edere  nominata  fopra 
U  terra  anon  che  d'eder  conofeiuta  da  fimiliperfon3ggi-  E  fé  bene  le  Monache 

Q^  4       del 


140      v  iiaacna  jD.iviaijaMaauaicna  ae  razzi* 

del  fuo  Muniftero,  come  ritirate,  aucuano  procurato  di  tener  più  celata ,  ch<£ 
poteuano  la  fama  della  fatuità  di  quefta  lor  Sorella ,  per  ouuiare  al  concorfo 
delle  gemi;  tuttauia  non  potè  fàrfi,che  per  qualche  (piraglio  non  fi  manifeftaf- 
fe  lo  f  plendore  di  quella:  per  il  che  fu  neceffario  alcune  volte,  che  parlaffe  alla 
Sereniffima  Prencipeffa  Maria  Medici,  poi  Regina  di  Francia,  e  alle  Ducheffe 
di  Mantoa,e  di  Bracciano,  che  vennero  al  Muniftero  -  E  quando  fu  chiamata 
à  quella  di  Bracciano,rifpofe:  O  fé  la  Signora  DuchelTa  di  Bracciano  fapefso , 
che  Suor  Maria  Maddalena  è  l'abbominazìone  di  quefto  Muniffero,  fi  guarde- 
rebbe di  nominarla >  non  che  di  farla  chiamare .  Quando  l'altra  volta  fu  chia- 
mata à  quella  di  Mantoua,fi  pofe  à  piangere  dirottamente,e  diccua:  Io  non  so 
per  quel  che  io  m'abbia  andare  à  parlare  con  fimili  perfonaggi ,  che  fono  vna 
Monaca  come  l'altre,e  non  fi  poteua  confolare.  Medefimamente  auendolo 
la  fuddetta  Sereniffima  Prencipeffa  fcritto  vna  lettera  ,  per  la  quale  le  chiede- 
ua  alcuni  configli,  e  documenti  fpirituali,  e  diceua  di  volerla  andare  à  vifitare , 
fi  amili  ò  grandemente,  e  pianfe  in  vederli  così  onorata  da  quefta  gran  Princi- 
peffa,  &  imponendole  la  Superiora  >  eh  ella  le  riìpondeffe,  e  deffe  lòdisfazione 
di  quanto  la  richiedeua,  Suor  Maria  Maddalena  le  diffe  :  Madre  Priora  voi  vo- 
lete, che  io  fiaftimata  quella,  che  io  non  fono,  e  che  io  vada  all'Inferno  per 
la  mia  fuperbia  :  quando  io  farò  nell'Inferno!  quelle  genti  grandi  non  me  ne 
caueranno .  E  nella  rifpofta,che  diede,  pregò  detta  Sereniffima,  che  non  an- 
daffe  à  vifitarla,  dicendole,  che  ad  ogni  modo  auerebbe  pregato  Dio  per  lei  . 
Quando  poi  la  Prencipeffa  fu  fatta  Regina  di  Francia,  le  fece  intendere  come-, 
prima  di  partirli  di  Firenze  per  Francia,  voleua  andarla  à  vifitare  ;  e  non  poten- 
do la  Beata  sfuggire  quefta  vifita,  mandò  à  pregarla,  che  veniffe  foIa,e  quefto 
non  per  altrove  non  per  effer  manco  conofciuta,e  villa,  che  fuffe  poffibile  -,  e 
così  fu  compiacciuta  da  quella  Sereniffima  Regina,  laquale  l'andò  à  vifitare  il 
dì  innanzi, che  partiffe  per  Francia>&  entrò  fola  in  Muniftero,riceuendo  mol- 
ta confolatione,  e  conforto  fpirituale  da  quefta  Beata  Madre . 

Con  quanto  Jfentimento  %  e  gran  concetto  ella  parlaua  di  quefla  /anta  virtù 
dell' vmi  Ita .  Cap.     C XXXV IL 

SArebbe  lungo  il  conteffere  infieme  tutti  i  concetti,  e  fentimenti ,  che  ebbe 
quefta  vmile  ancilla  del  Signore  intorno  à  quefta  virtù  dell'vmiltà:  poiché 
ebbe  lunghiflunj  ratti  tutti  pieni  d'alte  intelligenze  circa  di  eilà,  quali  da  chi 
li  defidera  fi  poffono  leggere  ne'  libri  de'  fuoi  ratti  :  ma  fi  fono  raccolte  fola- 
mente  alcune  fcntenze,e  detti  fparfamente,  notati  in  tali  eftafi ,  sì  per  inoltra- 
re l'affetto,  e  la  ftirna,che  ella  aucua  di  quefta  virtù ,  sì  anco  perche  fi  giudica- 
uaóó  molto  vtili,  e  profitteuoli  à'  Lettori,  per accenderfi  al  defiderio  di  quefta 
fama  virtù .  E  tra  l'altre  cole  belliilìma  fu  la  definizioncch'ella  dette  all'vmil- 
tà,quando  in  vn  ratto  dille ,c he  l'vmiltà  non  è  altro  che  :  Vna  continua  cogni- 
zione del  fuo  non  efferc>&  vn  continuo  godimento  in  tutte  quelle  cofe>cbe  pojjono  in- 
durre al  d'fpreggto  disc  fteffa  . 

Vnaltra  volta  parlando  in  eftafi  delle  cagioni,  che  prouocano  Dio  ad  vnirlì 
con  1  anima  noftra,  dtfsc,  che  tra  quelle  è  l'vmiltà ,  la  quale  à  guifa  di  cala- 
mita 


V  ha  Libila  u.ivKiijia  ìviauuatv/iia  <.iv*    i  u/.£,.'«  ^^w.y 

tnitatiraDio  in  qtieH'anima.che  la  poffiede:  e  ne  .refe  belliifime  ragioni,  nelle 
quali  inoltrò  il  modo,  come  Dio  fi  vnifce  con  l'anima  vmile,  e  come  operai 
in  quella.  E  perche  quelle  vengono  a  (coprite  quale,  e  quanto  perfetta  tulle 
la  àia  vmiltà,  e  come  Dio  per  mezzo  di  quefla,  operaua  in  lei,  molto  meglio  , 
che  non  fi  è  potuto  dichiarare  col  narrare  folo  le  lue  vmiliazioni,  e  per  il  gran 
lumcchelle  contengono  in  se  diquefta  virtùjfono  degne  d'elTere  notate  nel 
modo,ch  ella  le  proferì  :  Riguardando  Iddio  (  dille  ella  )  la  fattura  fraghe  per 
ymiltà,conofcimento,  &  annichilatone  ha  perduto,  per  cqsì  dir  e, ilfuo  effere,efolo 
vede  ilfuo  non  e  fiere, le  dona  DÌ9  vrì ejfere  nobiliffimo,  e  perfettiffimo,flò  per  dire  vn 
effcrfenza  principio^  Jen^a fine-  vn efiere  (come  lo  dicefte  voi,ò  Signoresche  ex pro- 
prio voflro,vn  ejfere  diurno.  Qui  adh&ret  Deo,  vnus  fpiritus  fit  cum  ilio  :  non  già  per 
comunicatone  di  natura,màpcrvnionc  di  volontà^  fi  che  parea  che  non  habbia  vole- 
rete intendere  altroché  il  vofiro  \  e  così  opera  con  voi,in  modo,  ch'ella  non  conofce 
operare  infefleffa,e  da  fé  fiefia:  epare.che  tutto  quanto  ella  opera,  fia  operatone 
voflra,e  nonfua,mà  è  più  voflra,che  fualperche fé  bene  ella  concorre,  come  creatura 
da  voi  moj]a,all operazione ,  ad  ogni  modo!  operare  è  più  voflro,che  fuo:.  che  fiate  il 
principio, il  mezzp,&  il  fine  di  tale  operazione,e  che  il  tutto  con  la  voflra  grazia,  <&• 
amore  mouete:&  operate  in  lei  nonfenza  lei.  Quando  V anima  giunge  à  queflofegno 
d 'vmiltà,  tanto  fi  compiace  Iddio  in  quefla  f uà  annichilazione,  che  tggrandifce  ilfuo 
non  effere,e  quiui  fa  lafua  abitazione*  E  rendendo  la  ragione;perche  Dio  non 
s'vnifce  con  l'anime  ìiiperbe,  foggiunfe  :  *Hon  vuole  Iddio  vnhfi  à  quell'anima  » 
*he  è  priua  di  quefla  annichilazione,  perche  fetido  egli  infefleffb ,  e  per  fé  fl  e  fio  glo- 
rio fo,  né auendobifogno  d'alcuno, fé  s*vnifsead  vn' anima,  che  non  auefse  quefla  an- 
nichilatone di  sèflefsa,parrebbc,  che  auefse  hi  fogno  di  quella,  e  non  fuf se  come  egli 
è  in  fé  flefso  gloriofo .  E  come  nella  creazione  deWrniuerfo,  il  nulla  precedette  (fé 
fi  può  dire  precedere  quel  che  non  è)  à quanto  in  queflo  Mondo  fece  il  Creatore ,  & 
alìvnione,  che  egli  fece  di  fé  flefso,  dando  Vefsere ,  e  la  particip  azione  di  fé  à  tutte 
le  creature,  fecondo  la  capacita  della  natura  di  ciafcheduna,  per  la  quale  particip  a- 
Zione  ogni  creatura  viene  ad  efsere  vnita ,  e  dependenteda  Dio  :  così  per  fare  quefl% 
altra  vnione  con  lanima,e  riceuere  vn  Mondo  di  grafie,  bi fogna,  che  rkrouineU ani- 
ma quefla  annichilazione.  E  come  nella  ricreazione  (per  mezzp  della grazia)del  pic- 
chi Mondo,che  è  ragioneuole  creatura,e  nell  vnione  del  Verbo  confvmanità,  volle, , 
cheprecedefse  prima  vn  annichilazione  in  quella^  che  doueua  efscrfua  Madre.  Ec- 
ce anelila  DominL  acciò  contale  atto  fi  rendefsepià  degna,  e  capace  di  tanta  glo- 
ria^grandezza \che  né  ella,né  veruno  Spirito  Beato,ò  pura  creatura  à pieno  può  ri- 
prendere (cfsendo  la  dignità  di  tal  Madre  grazi*  infinita)  così  per  vnirfi  con  V  anima 
queflo  diuino  Verbo,  bifogna^che preceda  quefla  annichilazione^  per  mezzp  di  que- 
fta,ò  precedendo  quefla,  viene  Iddio  àfar  cofe  marauiglwfe  in  quella .,  e  può  dirfi  di 
lei:  Quia  fecit  mihi  magna  qui  potens eft  :  quia  refpexit  humilitarem  andi- 
to fu£ .  Mane  anche  quefla  annichilazione  conofce  ,fentir  conofeere  in  fe,mà  folo 
.  annichilando  fi  pafsa  poi  alla  grandezza  ài  Dio  ;  /'/  quale  vnendofi  à  quell  anima  ., 
xhe  ha  tale  annichilazione,  lo  viene  ella  per  modo  di  dire  à  far  gloriofo  in  fé  flefso , 
attribuendo  à  lui  ogni  gloria  t  &  onore  3  enonàfeflefsa.  Onde  lo  flefso  Dio  fi 

CQW- 


compiace  in  tale  anima  ^talmente,  cheflà  del  continuo  vnitoà  lei .  E  conquefla  anio- 
ne viene  etlaàpa;  ticipare  in  quella  maniera ,  che  può  (  reflando  nelfuo  ejjere  quan- 
to alla  natura  )  le  diurne  perfezioni.. 

In  vn  altro  ertali  ammirando . l' vmiltà  di  Giesù  quando  lauò  ipiediàiDi- 
fcepoli,  pioroppe  in  quedi  encojnij  deirVmiltà,  e  dille  :  o  Vmiltàythe  sfolti 
quella  cofa,  che  non  è,&  abbaffì  quella,  che  è ,  e  però  efalti  Chuomo,che  è  vn  niente, 
&  abbaffì  Iddioycbe  é  il  tutto  .  0  Vmiltà,che  fei  Vittorio  fa ,  e  folleuandoti  arriui  fi- 
no al  Trono  della  Santiffima  Trinità .  0  Vmiltà  come  produci '.,  enutrifei  dalle  tue 
mammelle  la  purità \  Tu  come  Madre  allatti  i  poueri  di  fpirito,egli  conduci  fotto  V 
ombra  del  Verbo  \  abbracci  gli  ignoranti ,  elì.jconàuciallafpofaChiefa\  nutnjcii 
puftllammi ,  incoroni  le  Vergini ,  dai la'Pdma  ai  Martiri  5  indiademi  in  Cielo  i  tuoi 
Còrifiiy  dai  la  faceta  della  vi/ione  tua  àgi  Eremiti ,  &  infomma  à  tutti  i  Santi,  e  nei 
pellegrinaggio  di  qurfia  vita  ci  rendi  pazienti,  e  collanti . 

Akra  volta  facendo  paralello  tra  la  purità ,  e  !  vmiltà ,  preferì  in  vn  certo 
modo  quella  à  quella  :  e  inoltrando ,  che  la  purità  non  è  accetta  à  Dio  fen- 
zalvmiltàj  dijle  quella  bella  ièntenza.  'bell'inferno  vi  faranno  molte  Vergi- 
ni ì  ma  non  potranno  già  efferui  condotte  l'anime  vmili ,  che  auranno  quefla  purità  • 
Onde  diceuaeffernecedaria  quella  virtù, (pepa iment e  alle  pedóne  Religiofe; 
e  che  quelle  perfone  *che  hanno  à  gouerno,  e  cura  talianime,deuono  eferci- 
tarle  neUvmjltà  fin  dai  principio  dei  lo.ro nouiziato ,  e  feguitare  fino ,  che  vi- 
uono  :  le  Tue  parole  fon  quelle .  I-'  Vmiltà  fi  deue  infondere  come  oglio  in  lu- 
cerna nelle  .nonelle  piante  della  Religione  :  E  sì  come  lo  doppino  non  può 
ardere  lenza  loglio ,  così  le  nouelle  piante  non  daranno  nella  Religione  fplen- 
dore  di  fantità  ,  e  perfezione ,  fé  ad  ogni  momento  non  è  dato  loro  notizia  »  e 
fé  non  fono  prouate  in  effa  vmiltà:  E  foggiungeua.Mai  fino  alla  morte  fi  quie- 
ti alcuna  neireferciziodeirvnultà .  Echi  ha  cura  d'anime  non  fi  aflìcuri  di  non 
efercirarle  in  quella  virtù ,  fino  che  la  carne,  e  l'offa  danno  vnite  con  la  vita  ; 
perche  l'viniltà  è  vna  fcala  con  tanti  fcalmi ,  che  mai  fi  fornirà  di  falire  •  Il  che-» 
ella  nel  tempo ,  che  fu  Maedra,  praticò  efquifitamente  verfo  le  fuddite ,  &  in 
sèdeffa  fempre,  poiché  fino  alla  morte  non  redo  mai  d'vmiliarfi  con  atti  di 
profonda  vmiltà, come  nell'infermità  fua  fi  narrerà. 

Come  ella  saccefe  àgran  defìderio  di  patire  nudamente ,  e  l ottenne  per  tne^pp 

(Cvna  infermità ,  che  le  cominciò  fanno  1 60  2 .  nel  quale  fé  le  ruppe 

vna  vena  del  petto, e  flette  per  due  anni  conualefcente 

fe?rra  allentar  punto  il  rigore  della  fua  vita . 

Cap.  CX   XXV  ///. 

SI  come  il  moto  naturale,  quanto  più  s  anuicina  al  centro ,  tanto  è  più  preci- 
pitolo;  e  veloce  :  così, quanto  più  queda  benedetta  Madre  s'auuicinaua  al 
fine  della  fua  vita,  &  al  ino  centro  Iddio  ,  tanto  più  fi  mofiraua  ardente,  &  affé* 
tata  del  patire  per  amore  di  Sua  Diuina  Maedà .  Soleua  ella  dire ,  che  defide- 
rauadiviuerciòloper  patire  per  amor  di  Dio ,  poiché  nell'altra  vita  non  vera 
luogo  à  quello gloriofo  paniere  però  vededofi  auuicinare  il  termine  de  gl'anni 

della 


della  fua  vita  (  non  ottante,  che  auefle  menato  vira  di  tanti  itenti  trauag];,e  pa-' 
timenti-e  che  fufferimafta  in  gran  deflazione  di  fpii  ito  :)  tutràuia  perche  non' 
aueua  mancato  il  benigno  Signore  di  quando  in  quando  darle  qualche  confor- 
to interiore  ,non  le  pareuaauer  mai  premuto  (iuv.1  nudo  patire,  che  ella  defide- 
raua,  e  piùaccefamente,  che  mai  loch-cdeua,  (e  era  maggior  gloria  di  Dìo. 
Onde  dell'anno  i6oz.  Sentendo  vna  mattina  leggere armeni  a"  vn  trattato  del 
patir  nudamente  per  amor  di  Dio ,  e  (e  le  accelé  talmente  il  cuore  nel  defide- 
rio  di  quefto  nudo  patire  ;  che  nonpotendovrefiftere  airimpulfo  Diurno ,  file- 
uò  da  menfa*,  &  andò  à  trouare  la  MadreSuor  Vangelifta  del  Giocondo,  alli- 
gnatale (Ino  nel  principio  pei  guida ,  eMaeftra"  e  le  diflé ,  còme  fenriua  in  se  » 
che  Dio  le  voleua  far  grazia  di  concederle  vn  vero  >  e  nudo  patire  ;  e  la  pregò ,;. 
che  non  glielo  volelTe  impedire  :  e  come  fé  aucfie  auttò  la-più  felice  nuoua ■» 
che  potette  defiderare ,  ripiena  di  contento  >  e  d'allegrezza  -,  fé  n'andò  in  Coro 
à  ringraziare  Diodi  quella  grazia,  chele  voletia concedere .  Non  molto  do- 
pò ,  del  medefimo  anno  1 6oi.  effendo ancora  la  detta  Beata .-,  Maeftra  di  No- 
uizicfù  fopraprefa  da  vn  gran  catarro,quale  le  cagionana  vna  continua  to(Te>  e 
talmente là  tranagliò,  che  ella  rimafequafialtnttopriua  di  fòrze.  Con  tut- 
to ciò  non  aménto  punto  il  fuo  rigore  di  vita ,  né  pigliò  fòlleuamenro -,  ò  ripo- 
fa  alcuno  :  ma ;•  frequentarla  il  Coròy  e  notte.e  giorno .  Seguitò  a  fuegliar  le 
Monache ,  e  fonare  ogni  notte  al  Maturino  >  e  faceua tutti  gli  efercizi,  &o§d£ 
ni  della  Religione ,  &  altre  penitenzccome  era  lolita  :■  fiche  taluolta  per  vio- 
lenza' *  che  faceua  à  sé  ftefla ,  era  fopra  prefa  da  febre ,  e  rimaneua  tanto  debili- 
tata, chenofrpoteualavita,  edurauafaticaàfalirlefcàle.  Temendo  ella»» 
dell'amor  proprio,  cche  queftonon le  facefie  parere  dauer  più  niale,  di  quel 
che  ci  fu  (Te  ;  anzi  {rimando ,  ch&q&efta  fiacchezza  -fa  fife pigrizia,  e  fonnolenza 
del  fenfo  ;  non  voleua  prendere  alcuno  conforto  corporale  di  cibi ,  ò  medica- 
mentinutritali >  e  ftimaua  fenfualità  fino  a  Tpigliarevn  poco  di  zucchero  rófa- 
to;  e  taluolta  diceua:  O  quanto  fa  di  bifognoftarfopra-disè,perefrer  quello 
fenfo  tanto  pigro,  e  codardo  !  Vorrebbcche  quellòìche  è  fonnolénzanel  fer- 
uizio  di  Dio  iolo  ftlmaffidebolezza,&  infermità,  per  potere  prendere  ripofo . 
E  riuolta  à  sé  ftefla,  diceua  al  fuo  corpo:  Io  ti  conofco  bene,  non  farò  giamai  a 
tua  voglia,ma  fi  bene  di  Dio .  Seguitò  in  quello  termine  fino  al  mele  d'Aprik 
deirannoi6o"3.  nelquaimefe,  mentre  ella  ftaua  feruendo  vna  Nòuizia  infer- 
ma ,  fé  le  ruppe  vna  vena-dei  petto ,  e  gettò  per  bocca  molto  fangue,  ma  non 
lo  palesò,  acciò  non  fulTe  fatta  ftare  in  riguardo:  e  fenzatenerne  conto  ,  tirò 
innanzi  la  fua  opera .  Il  dì'feguente  accompagnando  vna  Nouizia  alta  Grata  • 
tornò  a  fputarne  dell'altro  ;  né  auendo  potuto  occultarlo ,  per  efTere  fiata  ve- 
duta, fu  affretta  daU'vbbidienza  à poiàrfi nel  letto,  e  far  qualche  rimedio .  Ef- 
fondo ftatainripofoalcuni  giorni ,  ritornò  a  fuoi  folrti  efercizi ,  &  alviuere  di 
prima:'  e  fentendo  più  vn  giorno,  che  l'altro  mancarfi  di  forze  •.  fi  affiggeua,- 
e  piangeua  per  timore,  che  non  fufleijStonno  del  demonioiper  allargare  Ti  kio 
viuere,  e  diceua  tal  volta  :  Io  ftò  à  coniiderare  ,(c  io  fon  quella ,  che  ioera  pri- 
ma, perchégiàconvnarifoluzione,  io  fuperaua  ogni  gran  diificultà,  &ora 
guanto  piùmisforzo,reflo  maggiormente  indebolita .  Nelmefe  di  Luglio  fe- 
dente di  nuouo  gettò  per  bocca  gran  copia  di  faagpe;  Onde  i  Superiori,  che 

per 


perhauervedutoinleitantemarauiglie,  eche  Dio  la  guidaua  con  modi  lira-, 
©rdinatij,  non  aueuano  fino  allora  auutoardire  di  comandarle,  che  fi  fermarle 
in  letto,  &coftrinferoàpofarfi;  doue  che  vie  più  peggiorando,  del  mele  di 
Agofto,  tornò  àfputar  fangue  in  tanta  abbondanza/ che  i  Medici  la  fecero 
fpacciata,e  per  tale  la  giudicauano anco  le  Monache:  anzi  temeuano,che  non 
rellafie  morta  nell'abbondanza  del  fangue,  che  ella  fputaua .  Onde  le  lue  No- 
uizie infieme  con  falrre  la  piangeuano  per  morta  :  ma  ella  con  tutto,  che  fuf- 
fe  à  tal  termine  ridotta ,  diceua  alle  Nouizie,  che  {reitero  di  buon  cuore ,  per- 
che  ficuramente  non  farebbe  morta  di  quel  male ,  perche  era  volontà  di  Dio  > 
che  ella  fini(Te  il  Tuo  vtfizio  di  Maeftra  di  Nouizie ,  e  così  feguì  :  Imperoche  à 
poco  à  poco  fi  riebbe  in  modo,  che  nella  feda  di  tutti  i  Santi  del  Nouembre  fe- 
guente  ripigliò  il  gouerno  delle  Nouizie  con  molta  allegrezza  di  tutte,  e  ritor- 
nò alla  vita  comune, &  à  tutti  gli  ordini  del  Muniflero .  Le  ritoccaua  di  quan- 
do in  quando  lo  fputo  del  fangue,  ma  però  non  ne  teneua  conto  ;  &  affligen- 
dofi  di  ciò  le  fue  Nouizie  ,  diceua  loro,  che  confidaflero  in  Dio,e  non  dubitaf- 
fero ,  ancorché  ella  n'aueiTe  fputato  vn  barile  al  dì ,  perche  fapeua  certo  efiec 
volontà  di  Dio ,  che  ella  finille  l' vffizio ,  che  teneua  fopra  di  loro .  Ancorché 
ella  fulle  così  mal  condotta,ottenne  da'  Superiori  di  cominciare  la  Quarefima 
del  feguente  anno  1604. e  laprofeguì  fino  al  Sa bbato innanzi  la  Domenica  di 
Patììone,  nel  quale  fopragiunta  da  vnaccidente  di  fputo  di  fangue ,  per  vbbi- 
dienza  la  guadò  ;  ma  piangendo,  diceua,che  per  i  fuoi  peccati  non  aueua  me- 
ritato di  poterla  condurre  ,fe  bene  poi  incapo  àgli  otto  dì  la  ripigliò,  eia  finì 
con  l'altre . 

T^ellvltimo  eftafì ,  che  ella  ebbe  y  di  nuouo  le  fu  mofiro,  e  promefio  da  Dio  vn  nudo 
patire  d'vna  maggiore  infermità  :  e  come  ella  fu  elexta  Supcriora  del  Munifte- 
ro,  e  doppo  fi  fermò  in  letto ,  doue  flette  i  tre  vltimi  anni  di  fua  vita  * 
Et  i  grandinimi  dolori  y  che  con  gran  patien^  fopportè  inquefla 
infermità.  Cap.     CXXXIX. 

ACcioche  il  Tuo  patire  fulTc  più  nudo ,  conforme  al  fuo  defiderio ,  aueua 
Iddio  (buratto  à  quefì'anima  quell  ardore  di  fpirito ,  che  così  frequen- 
temente la  rapina  da'  fenfi,  ma  non  però  l'aueua  lafciata  in  tutto ,  e  per  tutto , 
nia  di  quando  in  quando  fé  le  comunicaua .  Ma  alli  24  di  Giugno  del  1 604. fu 
rapita  in  eftafi  per  Y vkima  volta,&  intefe,c  dilTccome  quella  doueua  eflere  la 
vlrima  aerazione  che  douefle  auere  in  vita  fua.  Et  in  quella  le  moftrò  il  Signo- 
re il  nudo  patire,  che  egli  le  volcua  dare  d'vnagrauilTima  infermità,  con  gran 
defolazione  di  fpirito:  nel  quale  intendimento  proruppe  in  quelle  parole^  : 
0  desìi  mio ,  voi  volete  ,  che  io  diuenti  vna  piccola  fanciullina  y  an^i  volete  ,  che  io 
vinajca .  0  quanto  piccola  deuo  ritornare ,  per  la  quale  piccolezza  qnefie  mie  anime 
non  mi  ri conofe eranno  \  e  tutta  accefa  ckìdefiderio  di  quello  patire ,  cominciò 
nello  ileflb  ratto  ad  efortare  ciafeuna  di  quelle ,  che  erano  prelenti ,  ad  abbra- 
ciare  il  nudo  patire  ,  moftrando  loro  quanto  fufle  vàie  per  lapeilezione  >  &in 
quello  eftafì  dimorò  otto  ore  continue  • 
Doucdofi  l'Ottobre  fogliente  far  l' elezione  della  nuoua  Superiora  del  Mu- 

mftero, 


V  Ita  ucua  £>.  iviai  la  tviauuaici  la  uc  r  az,zi.      z  j  5 

nifteto,  afpirauanole  Monache  ad  elegger  lei,  con  animo  di  ottenere  la  dif- 
penfa  dell'età,  che  le  mancaua.  Peruenne  à  i  Tuoi  orecchi  quefto  penderò  del- 
le Monache  e  per  fottrarfi  da  quefto  carico ,  al  quale  per  fu  a  vmiltà  fi  ftima- 
ua  infufticiente,  fi  feruì  della  feufa  deli  infermità,  dicendo,  che  per  cagione  di 
quella  aueua  bifogno  di  ripofo,  &  ancone  porle  affertuolè  preghiere  à  Dio  , 
che  non  permettere  tal  colà  -  Sacquietorno  le  Monache  di  quefto  loro  de- 
fiderio.  ma  però  non  vollero  lafciarla fenza  impiego.  Eletta  dunque  chefù  la 
nuoua  Priora,  e  refo,che  ella  ebbe  il  fuo  vtìizio  di  Maeftra  di  Nouizie,e  J'elef- 
fero  immediatamente  Soppriora .  Fu  quefto  carico  da  lei  accettato  con  mol- 
ta vmiltà,  e  fommeffione,  e  cominciò  efercitarlo  con  molto  zelo ,  particolar- 
mente nella  cura  delie  fopragiouani.  che  in  quel  Muniftero  ftannofottolacu- 
ftodia  della  Madre  Soppriora,  e  riordinò  varie  cofe  in  riguardo  di-maggiore 
ofseruanza.In  capoad  otto  dì  le  mandòil  Signore  vna  graue  infermità  di  febre, 
quale  la  pnuò  al  tutto  di  forze,  e  la  posò  in  letto,  doue  flette  trenta  meli  con- 
tinui, cioè  fino  alla  morte. 

Imali,  coni  quali  Dio  l'efercitò*  e  le  fece  in  quefti  trenta  mefi  guftare^ 
il  nudo  patire,  furono  parte  nel  corpo,  e  parte  nell'animo-  Nel  corpo  fu 
sbattuta  da  ardentiffime  febri  continue  con  catarro,  e  toflfe ,  quale  per  tutti 
quefti  cinque  anni  la  trauagliò  con  fpeffo  vomito  di  fangue  :  patì  acerbifll- 
mi ,  e  continui  dolori  di  capo,  tanto  che  ogni  piccolo  romore ,  anco  il  parla- 
re dell'altre,  l'offendcua .  Ne  gl'vltimi  due  anni,  à  i  fopradetti  mali  s'aggiunfe 
vn'acuto,  e  quafi  continuo  dolore  di  tutti  identi,  che  non  la  Jafciauano  ri- 
pofare  ne  giorno ,  né  notte  ,\&  era  dolore  così  acerbo  ,  che  non  poteua  chiu- 
dere la  bocca ,  né  fare,  che  quei  di  fopra  toccafferoquei  di  (òtto,  né  ftringer- 
]i,  né  mafticare  :  e  per  la  pena  intenfa ,  che  fentiua  quando  prendeua  il  cibo  , 
era  sforzata  a  piangere,  fu  così  crudele  quefto  dolore  ,  che  le  confumò  lo 
barbe,  e  radici  de  denti  in  maniera,  che  quafi  tutti  le  cafeorno:  Scalcimi,  che 
l'erano  rimarti,  tanto  fieramente  la  tormentarono ,  die  fu  neceflario  farglie jj 
cauare  per  mano  di  certifico:  e  reftò  quafi  fenza  neffun  dente .  Da  quefta  do- 
glia era  sì  crudelmente  trauagliata  che  talora  fenza  poter  refiftere  alia  violen  - 
za  della  natura,  era  coftretta ,  anco  non  volendo  à  prorompere  in  parole  di 
duolo,  e  di  rammarico  :  e  doppo  defler  lamentata  ,1'aflTaliua  il  timore  di  auerc 
offefoDio  in  quelle  parole .  Onde  piangendo  fi  riuoltaua  alle  Sorelle,  dicen- 
dole pregaftero  Dio  per  lei ,  acciò  le  defle  forza  di  (offrire  quei  dolori  fenza 
offefa  di  Sua  Diuina  Maeftà. 

Oltre  à  i  fopradetti  mali  patiua  in  tutto  il  corpo,&  in  tutte  le  membra  acerbi 
dolori  ;  ora  fentiua  comeda  vn  rafoio  trinciar  fi  il  petto,  ora  nel  capo  percofle 
come  di  martelli ,  &  ora  in  quefta ,  ò  quella  parte  fentiua  quafi  ftaccarfi  fvn 
membro  dall'altro;  e  tanto  erano  addolorate  tutte  le  fu  e  membra,  che  ebbe  à 
dire  vna  voltaiche  le  pareua  quafi  efser  fritta  nella  padella  Si  ridufle  per  quefte 
infermità  il. fuo  corpo  tanto  confumato,  che  le  reftana  folo  le  pelle,  i  nerui,e 
l'oflaJe  quali  la  feorticauano,  e  piagauano,  e  anco  da  per  sé  ftefsa  non  poteiia 
muouerfi;  e  quàdo  la  voleuano  muouere  da  vn  lato  all'altro  patiua  acerbi  do- 
lori; in  modiche  era  vna  pietà  à  vederla  :  tanto  che  alcune  s'afteneuano  d'an- 
dare à  vifitarla,non  potendo/offrire  di  vedere  vn  tale  fpettacolo  fenza  lacrime. 

I  Medici 


2-  )  4       v  ilfi  UC1UI  u.iviai  lei  muuuaicuu  uc  r  az,z,i. 

1  Medici  fteffidupiuano,  e  dicenano  di  non  faperc  come  fu fse  potàbile  natu- 
ralmente* che  vn  corpo  tanto  edenuato>c  con  tante  forti  di  tormenti  giorno  $ 
e  notte  martirizato,  per  tanto  lungo  tempo  potefse  mantenerfi  in  vita ,  e  fòp- 
portare  cosi  atroci  pene  ;  e  bene  fpefso  diceuano  non  efser  poflìbile ,  che  ella 
campafse  vna  fettimana  intiera:  e  pur  campaua  le  fettimanci  mefi ,  e  gli  anni  : 
il  che  è  da  credere  ,  che  non  feguifse  per  altro ,  che  per  Diuina  virtù ,  perche 
Dio  voleua  compiacerla  del  defiderio,  che  ella  aueua  del  nudo  patire  -,  eia 
xnantcneuain  vita  per  faziaria  di  pene.  Acciò  il  fuo  calice  fufse  più  puro,  6c 
il  (ùo  patire  più  nudo Ja  priuò  Iddio  di  ogni  conforto  fpirituale,  e  di  ogni  fodis- 
fazione  d'animo,  e  folleuamento  di  corpo .  Imperoche  oltre  al  dolore  de  den- 
ti ,  che  nel  cibarfi  le  daua  tormento,  prefe  di  maniera  il  gudo,che  di  niun  cibo 
ella  guftaua  ;  &era  tanta  l'afflizione  del  fuo  cuore ,  che  nelTunoofsequio ,  ne 
alcuna  altra  cofa ,  che  fé  le  facefle,  le  recaua  conforto  :  anzi  ella  defla  diceua, 
che  tutte  quelle  cofe  ,  che  prima  le  apportauano  refrigerio ,  e  confolazione , 
le  l'erano  cangiate  in  penale  dolore,  e  che  il  fuo  cuore  non  era  più  capace  di 
altro ,  che  d  aftanni ,  e  d  afflizione .  Onde  alcune  volte  riuolta  al  Crocifilso  di- 
ceua ,  ma  però  con  gran  pace,  e  raisegnazione  :  Signor  mio  fé  voi  non  mi  da- 
te aiuto ,  e  vigore  ,  non  può  il  mio  corpo  foffrire  tante  paffioni .  Ma  quello , 
che  più  di  tutte  1  altre  afflizioni  la  tormentaua  ,  era  la  grande  aridità  di  fpirito , 
Ja  quale  tanto  à  lei  era  maggiore,  quanto,  che  era  anuezza  à  guftar  Dio  sì  alta- 
mente ,&  in  modi  cosi  mirabili  d'intelligenze  ,  e  d'affetti  fpiritualfediuini,  & 
oc  ora  pareua ,  che  i  Cieli  per  lei  falserò  diuentatidi  bronzo ,  e  che  le  fue  pre- 
ghiere non  arriuafsero  più  all'orecchie  di  Dio  ;  ne  più  didillaua  (opra  di  lei  dol- 
cezza veruna  :  anzi  era  tanto  derelitta ,  che  temeua  della  (uà  falutc ,  e  C\  rac- 
comandaua  alle  Sorelle ,  che  pregaisero  Dio ,  che  le  facefse  mifericordia .  E 
fé  bene  quello  patire  era  da  lei  (iato  tanto  defiderato ,  tuttauia  temeua  fufse 
da'  fuoi  peccati  meritato ;e  fpefse  volte  dimandaua  al  Padre  (Spirituale  con  gran 
ientimento  di  dolore  :  Padre  credete  voi  >  che  io  m'abbia  à  faluare  ;  e  dopò 
aaerle  per  più  volte  il  detto  Padre  dato  conforto ,  vna  volta  le  domandò  :  Per- 
che mi  dite  voi  quello  ì  &  ella  rifpofequede  parole:  Padre,  eglièvnagran 
cofa  :  Vna  creatura,  come  me,che  non  ho  mai  fatto  bene  alcuno,auer  à  com- 
parire auantià  Dio  ;  e  tali  erano  i  fuoi  fentimenti ,  perche  s'era  (cordata  tutti  i 
beni,che  ella  aueua  fatto  ;  e  lolo  aueua  innanzi  à  gli  occhi  i  fuoi  peccati,  qua- 
li ancorché  leggieri  falserò,  da  lei  erano  (limati  grandemente  :  onde  diceua  al- 
cune volte ,  che  credeua ,  che  Dio  la  voleiTe  pretto  leuare  dal  mondo  per  non 
auer'  occafione  di  mandar  al  Mondo  qualche  gadigo  per  i  fuoi  peccati .  Altre 
volte  diceua  :  So  ben  Signore ,  che  fono  tali ,  e  tante  le  mie  colpe ,  che  meri- 
terebbono  altro  gattigo7che  quello .  In  iomma  fi  ridufle  in  maniera ,  che  le 
Monache  delle  diceuano  ,  che  pareua  loro  tanto  abbandonata  da  Dio ,  che^ 
raircmbraua  Chrifto  in  Croce ,  quando  elide  :  Deus  meus,  Deus  meus ,  vt  quid 
dereltquifli  me  t  Oltre  di  quello  fa ffiiggeua  grandemente  lo  dare  continua- 
mente in  letto,  per  elìer  ella  di  natura  attiua,  e  viuace  :  e  fentiua  tanta  fatica  in 
qnedo ,  che  foleua  dire ,  che  non  le  pareua  ,  che  Dio  potefle  mandarle  pena  • 
nella  quale  fentifle  maggior  ripugnanza  che  in  queda.  Con  tutto quedogra- 
ue  patire  fi  feorfe  in  lehcropre  vna  granciflima  pazienza ,  e  conformità  col  di- 
urno 


uino  volere .  Onde  non  folo  non  fi  vedena ,  né  fi  fèntiua  vfcir  da  lei  atti,  ò  pa-! 
role  d'impazienza ,  ma  bene  fpefiò  fi  vedeua  alzargli  occhi  al  Cielo,  e  ringra- 
ziare Dioiche  le  auefie  allungata  la  vita  per  darle  à  guftare  quefto  nudo  patirei 
e  s'offeriua  a  Sua  Diuina  Maeftà  con  molta  ralTegnazioncdicendo:  Signore  (e 
ti  piace  >  che  io  dia  in  quefto  letto  penando  fino  al  dì  del  Giudizio ,  fia  fatta  la 
tua  volontà. 

Vedendola  vna  delle  fue  Difcepole  in  sì  gran  patire ,  e  tanto  continuo  >  che 
à  pena  era  pattata  vn  afflizione,  e  dolore,  che  ne  fopragiungeua  vn'altra,  le  dif- 
fé  :  O  Madre  Maeftra,  è  pur  gran  cofa  ,  che  il  Signore  fempre  vi  dia  occafioni 
nuone  di  patire  ;  Al  che  rifpofe ,  che  quefto  era  (lato  il  (ùo  defiderio  fino  dalla 
fua  giouenm ,  di  patire  per  amor  di  Dio ,  hauendo  Tempre  con  tutto  il  fuo  af- 
fetto dimandato  à  Dio  quefta  grazia  di  patire  per  amor  fuo,  e  particolarmente 
nell'atto  della  Comunione,  e  che  però  la  ftimaua  grazia,  e  fauore  Diuinoj  on- 
de iòggiunfe  :  Sorella  l'efercizio  del  patire  è  cofa  tanto  pregiara.e  nobile,chc 
il  Verbo  trouandofi  nel  feno  del  fuo  eterno  Padre,  abbondeuole  di  tutte  le 
ricchezze,  e  delìzie  del  Paradifo ,  perche  non  era  ornato  della  ftola  del  patire » 
venne  in  terra  per  quefto  ornamento,  e  quefto  era  Dio,  che  non  fi  poteua  in- 
gannare ;  &  ella  ftimando  non  auere  mai  patito  cofa  nefflina  in  vita  fua  $  fog- 
giunfe .  Io  non  ho  mai  in  vita  mia  meritato  d'auere  occafione  alcuna  di  patire» 
perche  ho  fempre  riceuuto  bene  da  Dio,e  dalle  Creature .  E  riducendole  que- 
fta alla  memoria  alcuni  patimenti ,  che  aneua  veduti  in  lei ,  &ancora  quelli  di 
cinque  anni  continui  della  fua  prouazione  ;  ella  rifpofe ,  che  il  tutto  era  ftato 
vn  niente,  e  che  non  poteua  ammettere  tal  tempo  à  nudo  patire ,  poiché  in 
quello  aueua  guftato  bene  fpefiò  varie  fuauirà  di  fpirito ,  che  le  aueuano  ad- 
dolcito ogni  amarezza  di  pene,e  foggiunfe  :  Quello,  che  ora  io  ricerco  da  Dio 
è  i  che  mi  conceda  il  poter  efprimentare  vn  nudo  patire ,  che  non  fia  mescola- 
to con  gufto  veruno  ;  e  per  la  confidenza ,  che  io  ho  nella  Diuina  bontà  ,  fpe- 
ro  ,  che  mi  farà  quefta  grazia ,  prima ,  che  io  muoia . 

Vn'altra  Sorella  le  difìfe  vna  volta  :  Madre  à  me  non  dà  più  il  cuore  di  foffri- 
re ,  che  Dio  vi  faccia  patir  tanto.  Si  turbò  la  buona  Madre ,  vedendo  in  quefta 
forella  rinconformità  col  diuino  voletce  moftrò  di  fentir  più  dolore  ài  quefto 
difetto ,  che  dal  fuo  proprio  male  5  e  per  farla  rauuedere  le  diede  quefto  ricor- 
do: Sorella,  fempre,  che  fiate  opprefTa  dalle  tabulazioni,  procurate  di  ftar 
molto  vigilante  di  non  cauarle  dal  fonte  Ioro.che  è  la  volontà  di  Dio;altrimen- 
ti  vi  faranno  pefo  graue,&  infopportabile: Ricordo  veramete  diuino,vtiJifimio 
à  tutte  le  perfone  tribolate .  Vna  volta  in  quell'vltimo  domandata  dal  Con- 
feiTore,comefu(Teda'doIoritrauagliata,rifpofe  .-Sappiate  Padre,  che  non  ho 
parte  nel  corpo  mio ,  che  non  fia  piena  di  dolori ,  ma  fento  gran  pace ,  e  quie- 
te di  cuore  nella  volontà  di  Dio  :  e  foggiungendole  il  Padre  ,  che  fpcraua  che  il 
Signore  prima,  che  ella  fu  fi  e  morta,  farebbe  confolata,  rifpofe  fubito  :  Qjie- 
fto  non  domando  io ,  ma  folo  chieggo  pazienza,e  forza  per  iòpportare  quelle 
pene.  Eie  fopportauacon  tanta  ilarità,  e  fortezza  d'animo ,  che  quando  tra- 
fitta da  gli intenfi dolori , era neceffitata à lagrimare ;  nelliftelTo tempo ,  che 
lagrimaua  fi  sf  orzaua  di  ridere ,  e  moftrarfi  allegra  nella  conuerfazione .  Vna 
volta  mentre  le  Monache  ftauano  à  vdir  la  predica ,  cflendo  quefta  Madre  re- 

ftata 


fiata  fola  ,  cominciò  in  mezzo  à  quei  dolori  à  cantare  de*  Salmi ,  &  alla  fine  di 
xiafcun  Salmo ,  diceua  cantando  le  parole  di  S.Francefco.  TantèHbene, 
ctìio  ri affetto  y  ch'ogni  pena  m'è  diletto  :  e  le  cantaua  con  voce  sì  foaue,che  vna 
Monaca ,  che  per  altro  paffaua  di  quiui ,  fi  fermò  à  i entirla  fé  era  lei ,  parendo- 
le impoffibile >  che  aueffe  tanto  fiato ,  che  poteffe  tra  tanti  dolori  cantare  con 
tanta  fuauità .  Ma  quello  che  faceua  più  marauigliare  le  Monache  era ,  che  fé 
bene  ella  era  tanto  afflitta  >  e  d'animoper  l'aridità ,  e  defoJazione  fpirituale,  e  di 
corpo ,  per  l'infermitàc  dolori  ;  ad  ogni  modo  il  fuo  volto  non  fi  vedeua  mai 
turbato ,  ò  alterato ,  ma  fempre  vi  fi  feorgeua  quella  grazia  Angelica ,  e  quel- 
la pace, che  aueua  nel  cuore  :  Siche  fé  bene  apportaua  compaffione  il  veder- 
la in  queft'eftremo  patire ,  dall'altra  parte  la  fua  vifta confortaua ,  e  confolaua, 
etiam  l'afflitte  ;  e  così  f\  mantenne  fino  all'vltimo  fiato . 

&  alcuni  atti  di  V irta  fpecialì ,  che  ella  fece  in  quefla  Infermità  y  e  particolarmente 

dei  defiderio  y  che  ebbe  della  SantiJJìma  Comunione ,  del  telo  di  recitare  Vvf- 

fi^io  diurno  y  E'dell'aufterità  della  vita ,  &  atti  d'vmiltà  ,  e  carità . 

Cap.  CXI. 

OLtre  alla  pazienza  da  lei  con  tanta  fortezza  efercitata  in  quefta  lunga ,  e 
giau e  infermità, fegu ito  fino  all'vltimo  fiato  à  dare  efempio  di  tutte  le  vir- 
tù iopra  narratemia  fpecialmente  s'efperimentò  grandemente  il  defiderio,che 
ell'aucua  della  fanta  Comunione,  e  del  patire  per  amor  di  Dio .  Imperoche  ef- 
fondo ella  circa  i  venti  d'Ottobre  i  <5o4-.fopragiunta  da  grane  febre,  (  come  fo- 
pra  è  detto )  che  lacoftrinfe  à  pofarfi  nel  ietto,  tuttauia  fin  che  potè  >  fi  sforzò 
ogni  mattina  di;Jeuarfi  per  andarli  à  comunicare  con  l'altre,  ancorché  con  gra> 
diflìmo  fuo  patire  :  poiché  per  la  debolezza  à  pena  fi  reggeua  ritta,  &  era  ne- 
ceilìtara  à  fermarli  più  volte  per  la  ftrada,  anzi  molte  volte  bifognaua  condur- 
la a  braccia  :  e  fpeffo  occorfe  ,  che  per  cagione  della  febre ,  che  la  piglraua  in 
su  quell'ora,  patiffe  per  via  Urani  accidenti ,  che  pareua  douelfe  fpirare  . 

Vedendo  il  Padre  Confeffore ,  il  Sign.  Francefco  Benuenuti ,  come  quefta 
Madre  per  defiderio  della  Santiffima  Comunione  fi  metteua  à  co^ì  gran  pati- 
re j  ù  riiolfe  di  comunicarla  al  letto  ogni  mattina  ;  e  così  fece  ;  ma  non  per 
quefto  rimediò  al  fuo  patire  ,  poiché  in  pochi  giorni  fi  ridufle  à  tale  debolez- 
za di  ftomaco ,  che  non  potendo  (offrire  tanta  quantità  dicibo ,  che  la  fofterv- 
?affc  da  vn  pafto  all'altro ,  era  neceffario  ,  che  fi  cibalTc  di  tre  in  tre  ore ,  onde 
per  poterfi  comunicare  le  era  necelTario  pattar  le  notti  fenzì  cibo  :  fiche  fen- 
tiua  mancarfi  con  molto  patire,  oc  ad  ogni  modo  per  defiderio  di  comunicarti 
voleua  (offerirlo.  Perloche  le  ìò'relfe,  che  vedeuauo  il  fuo  gran  patimento, 
per,  compaffione  reforrauano  taluolta  ,  che  per  fonuenireallaneceilità  del 
corpo,  Jafciafse  la  Comunione  :  &  ella  rifpondeua  loro:  Sorelle, le  vi  pare. che 
k)  non  debba  comunicarmi  per  la  mia  indegnità,  volentieri  me  ne  prillerò:  ma 
fé  vi  mouete  per  compaffione  di  vedermi  patire  ,  lappiate,  chele  lalpettare 
micoftaffelavita,  non  lafcierò  di  comunicarmi  :  perche  fé  bene  io  non  len- 
to gulto  di  queftoSagramento  i  che  io  riceuo  ,  nondimeno  fento  da  quello 
i  inuigorknu  à  [offerire  quello  male  con  pazienza  ;  e  quando  ne  refto  priua_>., 

lento 


V  Ita  acuii  JL>.  mai  i<t  iviauu«ut i ia  u^  1  <*^za,       **  J  / 

fento  mancarmi  vn  grand  aiuto  nell'anima  mia  ,  &  io  ho  bifogno  di  forze  pec 
iopportare  quello  male ,  come  fi  deue .  Et  il  Padre  Signor  Vincenzo  Pucci- 
ni, che  fuccedette  al  Signor  Francefco,  quando  andaua  à  comunicarla,  la  tro- 
uau^  tanto  finita  di  forze>che  à  pena  vedeua  in  lei  tanta  lena  d'aprir  la  bocca;  e 
ftaua  taluolra  iòfpefo  fé  la  comunicaua,  ò  nò,  dubitando,  che  non  fofle  in  lei 
tanta  virtù  di  potere  inghiottire  il  Santiifìmo  Sagramento  ;  ma  bene  feorgeua 
dopò  1  effetto>che  ella  diceua  ;  poiché  fubito  comunicata,  fi  vedeua  nauere  li 
fpinri.e  nnuigorirfbin  modo,che  anco  nella  faccia appariua  quella  forza  e  vir- 
tù, che  le  comunicaua  quefto  diuino  Sagramento,  fiche  in  vn  certo  modo  non 
pareua  quel  lift  ella  di  prima . 

Sino  à  che  potette  recitare  Y  vffizio  diuino,  non  volle  mai  lafciarlo  ;  e  quan- 
do non  poteua  più  dirlo,  fé  lo  faceua  recitare  ogni  giorno  da  qualche  lorella,e 
così  durò  fino  alla  morte,  etiam  che  fufle  con  fuo  gran  patire,  poiché  per  hn- 
tenfo  dolore  diteftache  patiua  continuamente,  non  poteua  fenza  graue  mo« 
kftia fentir fanellare; e tuttauia l'afcoltaua con  molta attenzione^ talora  re- 
plicata da  se  ftefla  qualche  verdétto  ,  e  poi  alla  fine  dell  vrfizio  con  grande-* 
vmiltà  fi  percoteua  il  petto^dicendo:  Veccaui  Domine  mifenre  mci\  e  foggiun- 
geua,  quefta  è  la  mia  parte . 

Ancorché  così  grauemente  inferma,  dorò  per  molti  mefi  à  giacere  fopra  il 
fuo  duro  iàccone  di  paglia  con  le  Jenzuolae  tonacela  lane^nè  vole  pofarfi  fo- 
pra la  materaffa  di  lana,nè  vfare  tonacella,e  lenzuola  line,  fino  à  che  dall' vbbi- 
cjienza  non  fu  affretta .  Se  le  veniua  penfiero ,  che  qualche  cibo,  ò  altra  cofa 
le  farebbe  guftata,ftimaua  difetto  il  diahiararfi,ò  chiederlo;  &  effendole  man- 
dati fpefiò  per  carità  da  vna  Gentildonna,molto  affezionata  a  tei ,  ck  al  Muni- 
ftero,alcuni  cibi  delicati,e  gufteuoli  :  ella  ancorché  non  fi  trouafiepiiicofa_, , 
che  le  deffe  conforto.e  foftentamento,fentì  ferii  polo  à  pigliarne,  parendole , 
che  non  fuffero  cibi  da  pouere  Religiofe:  onde  il  Padre  Confeffore  ebbe  a  co- 
mandarle, che  ne  mangiafse,  altrimenti  non  ne  arebbe  mangiati. 

I  dolori  del  fuo  corpo,  e  l'afflizioni  del  foo  animo,  non  folo  non  eftinfero 
quella  gran  carità,  che  ella  aneua  inuerfo  i  proflìmi  *  ma  fi  manteneua  in  lei 
così  grande,  che  quefta  fola  in  vn  certo  modo  eftingueua ,  ò  addolcii»  i  fuoi 
dolori.  Onde  ancorché  trauagliata  grandemente  da  quefta  infermità,  quan- 
do vedeua,  ò  fentiua>  che  alcuna  fufle  afflitta ,  ò  trauagliata  da  infermità ,  da 
tentazioni,  ò  da  altri  trauagli  quafi  feordatafi  di  sé  ftefla,e  come  non  fentilfe 
i  fuoi  affanni,  tutta  fi  voltaua  à  confolare,e  rimediare  à  quell'afflitta  :  e  piena-» 
ài  compaflìone  ,  tutti  i  mali  de  gli  altri  le  pareuan  più  grani  de'  fuoi  ;  Onde  di- 
cono le  fteffe  Madri ,  che  in  quefta  così  acerba  infermità,  nonfitrouò  mai 
altro  rimedio  per  fare ,  che  ella  non  fentiflTe  i  fuoi  propri  j  dolori,  quanto  rap- 
prefentarie  l'altrui  afflizioni .  Di  modo  che,  ancorché  fufle  immerfa  in  graui 
dolori,  e  con  le  lagrime  àgli  occhi ,  fé  vedeua  alcuna  afflitta,  fubito  rafeiu- 
gaua  il  fuo  pianto ,  e  quella ,  che  più  d'ogn  altra  aueua  bi fogno  di  conforto , 
fi  poneuaà  confolare>  e  quietarci  cuori  afflitti  :  fiche  ell'era  il  refugio  di 
tutte  le  tentate  ,  e  trauagliate  del  Muniftero .  Per  quefta  ftefla  carità,ancor- 
che  per  sé  fteffa  fufle  così  bilògnofa  di  riftoro  fé Je  era  portato  qualche  cibo 
più  delicato  5  e  migliore  Me  fapeua,  che  in  Muniftero  fufle  qualche  altra^ 

R  infet- 


z  5  s      V  ita  delia  iàMaria  Maddalena  de  yxzll 

inferma,  fé  ne  priuaua,e  lo  mandaua  à  quella, (limandola  più  bifognofa  di  sé  ; 
e  penfoua  più  à  i  bifogni  dell'altre,  che  ài fuoi  propri j .  Erano  tanto  auuezzo 
le  Monache  à  quefta  fua  cantiche  vna  volta  vna  Conuerià  ad  Munirtelo  in- 
ferma, auendo  voglia  di  non  so  che  cibo,  fenzapalefarioad alcuna ,  penfaua 
tra  sé  fte(Ta,che  fé  Suor  Maria  Maddalena  nauefle  auuro,glie  naurebbe  man- 
dato, <5c  inquello  ftefsopenfiero  venne  vna  foreila  da  parte  della  Beata,  eie 
portò  quel  cibo,  che  ella defideraua  .  Efsendoper  quefta  graue  infermità 
impedita  di  poter'andare  alle  moribonde ,  come  era  fuo  collume,  Ci  fòceusc» 
portare  per  poterle  aiutare  inquell'edremo  palso,  e  diceua  ;  Da  che  lo  fpofo 
non  viene  per  mè.voglio  trouarmi  dall'altre  quandoviene  per  loro.  Efercitò 
ancora  il  zelo  della  falu te  dell'anime  con  grande  affetto  ;  poiché  auendo  per 
cagione  di  quefta  infermità  rinunziato  lAffizio  di  Soppriora,  fi  ritenne  la  cura  > 
e  cuftodia delle  Sopragiouani,  fpettante  à  detto  vifizio:  e  con  molta,  carità ,  e 
zelo  sefercitò,  ancorché  inferma  in  letto,  nell iftruirle,  corregerle, emendar- 
Je,& illuminarle .  Similmente  non  cefsò  mai  di  fare  offerte  del  Sangue  di  Gìe- 
sù,e  di  pregare  Sua  -Diurna  Maeftà  per  la  conuerfione  de  peccatori,  per  l'ani- 
me del  Purgatorio^  per  le  perfone  afftìtre>e  per  altri  bifogni,che  le  erano  rac- 
comadati .  Qiefta  fua  gran  carità  la  moftrò  fpecialmente  pochi  giorni  man- 
zi alla  fua  morte  in  vnoccafione ,  nella  quale  riceuè  da  vna  perfona  vn'ingiu- 
ria,  e  difgufto  molto  notabile  >  &  auendola  (offèrta  con  animo  intrepido ,  gli 
refe  molta  gratitudine  >  e  détte  legni  di  particolare  amoreuolezza ,  e  carità  ; 
ilche  e  (fendo  ammirato  dà  vna  fuadifcepolaJe  difle:  Sorella  mia  ho  fatto  que- 
llo per  dimoftrar  gratitudine  del  benefizio,  che  ho  riceuuto  (  chiamando  be- 
nefizio l'ingiuria)  e  foggiunfe,&  ho  caro  di  non  efter  morta  prima , per  auer  oc- 
cafione  di  guftare  quello  patire . 

Non  mancorno  ancora  gli  atti  dell'altre  fue  virtù,  e  fpecialmente  dcH-vmil- 
tà,da  lei  efereitati  in  quefta  infermità:  tra  quali  ne  nororno  vno  le  Monachete 
fu  che  facendoci  in  detto  Muniftero  vna  certa  diuozione,  nella  quale  tutte  le^ 
Monache  nei  Coro auenti  il  Santitfìmo  Sagramento,  vna  doppo  l'altra  per  or- 
dine.in  prefenza  di  tutto  il  Muniftero  chiedeuano  perdono  à  Dio  delle  iòr  col- 
pe: Volle  interuenire  à  queft'atto  ancora  la  Beata  Madre  Suor  Maria  Maddale- 
na, &  à  tal  fine  fi  fece  porrare  in  vn cataletto  in  mezo  del  Coro  :  e  quando  toc- 
cò per  ordine  à  lei,fi  gettò  dal  cataletto  in  terra,  e  pofta  inginocchio™  tutta_> 
tremante,  con  gran  fentimento,  e  con  parole  di  profonda  vmiltà,  domandò 
perdono  à  Dioxhiedendoli ,  che  le  facedè  mifericordia  su  l'ora  della  morte-. . 
Poi  riuoltafi  alle  Monache, dando  pure  ginocchioni,  domandò  perdono  à  tut- 
re  de  gli  fcandali.e  mali  efempi,  che  aueife  dato  loro  in  vita  fua:  e  fece  quell'at- 
eo con  tantavmiltà,  e  fommiflìone,  che  moffe  tutte  à  pianto . 

€ongran  diuozione,  &  vmiltà  riceuè  gli  ritimi  Sagramenti  :  dà  religiofi  ricordi  alle 

fue  Monachelle  occorrono  ncWvltimo  di  fua  vita  altre  co  fé  mirabili: 

e  rende  fintamente  lo  fpirito  à  Dio  ^         Capi     CXLI,- 

jOppod'aueri  Medici  più  volre  in  quefti  treanni  della  fua  grauc  malattia 
ordinato,  che  le  fi  defle  l'eftrema  Vnzioncparendoloro  fpefiò  >che  fuife 

pct 


D 


f>er  campare  poche  ore  .  Alla  finca  2  ^di  Maggiori  1607.il  PadreConfof- 
iore  doppoauerla  lifteiTa  mattina  comunicata  per  diuozione,  fecondo  il  (oli- 
to ,  effendofi  notabilmente  agrauata,  fi  rifoluettea  darle Teftrenia  Vnzione? 
alcheella  .con  molta  pace  oc  allegrezza  fpiritualeacconfentì  ;  epreparatati 
cpn  molta  diuozione,  pregòla  Madre Priora  ,  che  faceffe  ragunaretutte  I<l# 
Monache  nellaftanza  doue  ella  giaceua.e  radunatecene  finno,  in  prefenza  del 
Padre ConfeÌTore,il  Signor  Vincenzo  Puccini»  chiefe  perdono!  tutte  de'fboi 
difetti,  e  mali  efempijion  parole  di  sì  profonda  vmiltà,  e  contai  fentimento  di 
fpiriro ,  che  mofle  tutte  a  lagrimare:  e  tra  1*  altre  cofe ,  che  di(Te,  le  ringraziò , 
che Jaueflero comportata  nella loroxonuerfazione,  dicendole  era ftata in- 
degna di  quel  fanto  luogo ,  e  che  perii  meriti  delle  buone  Sorelle  paùate  air 
altra  vita,  che Taueuano accattata  nel  loronumero ,  fperauadauere  a  ottene- 
re il  perdono  de  fuoi  peccati  .  Dipoi  fi  vmiliò  molto  in  particolare  alla  Ma- 
dre Suor  Vangèlifta  del  Giocondo,fotto  la  cura  della  qtiale  era  fempre  vHTuta, 
ringraziandola  delle  fatiche  durate  per  lei ,  e  chiedendole  ^perdono  in  tutto 
quello,  che  vetfo  di  lei aueua  mancato  ;  e  tantoà  lei,quanto  al  Padre  Confef- 
forcraccomandò  il  Mumftero,promettendo  di  pregare'Dio  per  loro,  acciòfi 
riuedefleroin  Paradifo:  e  particolarmente  promette,  fé  andaua  in  GieIo,di  pre- 
gare Dio,  che  dette  lunga  vita  alla  Madre  Suor  Vangèlifta ,  e  che  per  benefi- 
zio del  Munirtelo  la  faceffe  viuere  fino  ali  età  di  SanGiouanni  Euangélifta  ;  & 
elTendo  ella  allora  d'età  di  7$ .  anni;è  poi  vifluta  finoà  notiantadua,e  morì  an- 
cor'ellafantamentc l'anno i <5a6.  lafciando molti efempi diùntità,e  perfezio- 
ne Réligiofa. 

Doppo  lafciò  tre  ricordi  molto  falutiferi  alle  fue  Monache,  e  furono  ;  Il  prw 
mo ,  che  feffero zelanti  dell-ofieruanza  della'Regolave  Conftituzioni  loro,  e 
prima  fi  efponefiero.i  patire  quàlfiuoglia  cofaietiamdio  à  fopportar  la  morte , 
che  permettere  vn  minimo  allargamentotiel  rigore  deirofleiuanza  e  che  pet 
mantenerla  eleggefsero  fempre  Superiori,  che  ne  fuuero  zelanti .  Secondo , 
che  in  tutte  le  cofe  cercaflero,  &  amatfero  la  fanta  pouertà  ,  e  fempliciti  Re- 
ligiofa,e  che  fé  in  quello  élla  aueua  dato  loro  qualche  difgufto,  e  per  auer  te- 
nuto nel  veftirce  nel  cibarfi  vita  Angolare,  le  perdonaffero,  cene  teneua,  che 
tiifse  ftata  volontà  di  Dio .  Terzcche  fi  amafsero,e  ftefsero  vnite  in  carità,  e 
fufseio  tutte  vn  cuore,  &  vna  volontà .  E  che  tale  doueua  efsere  il  lor  amore , 
l'vna  verfo  1  altra;  che  fi  rallegrafsero^iù  ciafeuna  del  bene,  e  virrù,  che  vede- 
ua  nell'altra,  che  in  sé  ftefsa ,  (limando  l'altre  linimenti  più  attua  onorare  Dio 
con  quelle  virtù .  Doppo  auer  fatto  quelli  atti  di  vmiliazione  ;  e  dato  quefti 
fanti,  ricordi,  riceuè  lòglio  Santo  con  molta  diuozione ,  rifpondendoda  pec 
sé  ftefsa  a  verfetti,  alle  Letanie,&  à  tutto  ciò  Che  il  Padre. diceua .  Per  laffet- 
to,c  diuozione  >che  ella  aueua  a'  mifteri  della  noftra  fama  Fede,pregò  le  Sorel- 
le, che  mentre  ella  riceueua  l'Oglio  Santocantàfsero  il  Oedo,che  fi  canta  al- 
ia Mefsa,&ilPrefatio  della  Santiflìma  Trinità,  echerecitafseroil^inlbolodi 
Santo  Atanafio  :  eftetteà  fentirli  fempre  con  gli  occhi  fiftì ,  conamorofo 
fguardo  al  Crocififso,che  ella  teneua  in  mano ,  con  tanto  gufto,  che  pareua^ 
,giubilafse,  e  fi  ftruggefse d'allegrezza,  e  rimafe  così  rinuigorita,  e  rauuiuatada 
*juefto  Santo  Sagramento  >  che-pareua ,  >che  il  malefeJe  fufse  in  gran  part^ 

R     2,       ,alleg- 


i6o     vitaaeua  D.rvianaiviaaciaicna  de  razzi. 

alleggerito;  ma  tutto  era  affetto  d'accendimento  di  fpirito,  e  non  migliora- 
mento d\  fanità  di  corpo  - 

Aueua  il  tktto  Padre  Signor  Vicenzo  Puccini  alcuni  giorni  auanti  determi- 
nato di  anelare  per  tue  occorenze  lino  all'eremo  de'Padri  di  Monte  Senario ,  e 
voleua  partirti  la  mattina  feguente:  md  vedendo  quefta  Madre  in  tal  termine , 
defiderofo  di  trouarfi  prefente  alla  fua  morte,  aueua  depoftone  il  penfiero  :  <5c 
efsendo  ciò  j>cruenutoà  gli  orecchi  della  Beata  Madre  ,  gli  difse  Padre  vi  dico, 
che  andiate  ficuramente,  e  vi  prego  à  raccomandarmi  all'orazioni  di  que  Pa- 
dri confidandomi  in  quelle,  acciò  il  Signore  mi  conceda  grazia,  ch'io  mi  pof- 
ia  ialuare;  e  rnpondendo  il  Padre  che  non  fi  artkuraua,ella  le  replicò:  Andate 
deliramente  perche  mi  trouarete  viua .  Credette  il  Padre  à  quefte  parole,  & 
andò  a  detto  Eremo,  e  doppo  tré  giorni  tornò ,  e  trouò  viua,  ma  però  in  tan- 
ti, e  sì  graui  dolori,  che  pareua  ,  che  il  Signore  la  mantenefse  in  vita  folo  per 
darle  il  merito  di  più  lungo,  e  maggior  patire  :  poiché  in  dodici  giorni,  che  ella 
foprauifse  al  dì  dellOglio  Santo,  patì  così  acerbi  dolori ,  che  lei  ftefsa  temeua 
di  non  cadere  in  impazienza  ;  e  perciò  con  molto  affatto  fi  raccomandaua  air 
orazioni  delle  forelle;  le  quali  in  quelli  dodici  giorni  vedendola  auuicinarfi  al 
finej  non  reftauano  quando l'vna  quando  l'altra,  d'andare  à  fare  feco  la  dipar- 
tenza, e  raccomandarle  sé  ftefse,il  ior  deuoti  defiderij,  &  il  lor  Muniftero ,  <5c 
à  chiederle  chi  vna  grazia,  e  chi  vn'altra:  fiche  come  dicono  alcune  di  loro  che 
più  attentamente  confiderauano  quefta  continua  lète ,  che  aueuano  le  tòrci- 
le d'andare  giorno,  e  notte  da  lei  à  raccomandar fele,  ralTembraua  loro  quefta 
ferua  di  Dio  in  quella  pouera  camera  vna  gran  Regina ,  che  fra  poco  tempo 
doueflè  partii  fi  da  loro  per  andare  al  Regno  del  fuo  Spofo  ;  &  ella  à  tutte  pro- 
metteua  di  dar  maggiore  aiuto  inParadifo ,di  quelJo,che  aueua  fatto  qua  giù  in 
terra,e  diceua  $  Se  10  mentre  fono  fiata  con  voi,arei  meflo  la  vita,  perche  cia- 
feuna  fulTe  diuentata  perfetta ,  folo  per  l'amore,  che  Giesù  vi  ha  portato,quan- 
to  maggiormento  lo  farò,fe  Dio  mi  farà  mifericordia  di  condurmi  in  Paradifo  ? 
Molte  proftrandofi  a  fuoi  piedi  le  chiedeuano  perdono  de  di  fgufti  datili,  o 
tutte  piangeuano,  e  C\  doleuano  della  fua  mancanza  :  fiche  in  quella  camera  » 
non  fi  fentiua  à  tutte  Tore  altro  che  pianri,e  fofpiri .  Altre  andauano  per  chie- 
derle lume.e  configli>&  ella  à  tutte  lenza  mai  moftrarfi  ftanca,ò  attediata,  be- 
nignamente rifpondeua;  à  tutte  s\<  miiiaua;  tutte  confolaua;  à  tutte  daua  auuifi 
di  Ialine,  e  di  perfezione  Religiofa  ;  e  tutte  efortaua  all'amore  della  Religio- 
ne, alla  dilezione  del  profilino  ,  ezelodellofleruanza.  Quiui  non  fi  (enti- 
uà  ragionare  d'altro,  che  di  Dio,della  morte,  e  del  Paradifo;  della  perfeziono 
Euangelica,  de  gli  ordini  della  Religione,  e  de'bifogni  fpirituali  dell'anime  ;  e 
fpecialmente  con  la  Madre  Priora'ragionò  à  lungo  di  quefte  cofe,  e  de  gli  or- 
dini, che  defideraua,  che  (\  aggiungelTero  alle  Coftitutioni  :  Et  alle  Sopragio- 
uani  del  Muniftero,  che  ancora  erano  fotto  la  fua  difciplina ,  chiamatole  à  sé 
due  giorni  prima,  che  morifle  dette  loro  alcuni  auuifi  di  dilezione,e  carità  fra- 
terna, particolarmente  quello,  che  dette  Giesù  a'  fuoi  Difcepoli ,  cioè  che  Ci 
amaflèro  l'vna  con  l'altra  come  Giesù  aueua  amato  loro . 

AncorcheeJlaauefièauuto  molta  certezza,  e  probabilità  della  verità  de 
fuoi  ratti, e  reuelazioni,come  fopra  nella  vita  fi  è  inoltrato ,  tuttauia  per  fua_, 

vmiltà, 


vita  aeiia  £>,  Maria  Maaaaienaac  razzi.     i&  r 

vmiltà,  mantenne  fino  à  queft'vltimo  il  timore,  che  aueua  di  non  effere  (lata 
illufa,  &  incannata  dal  demonio  :  &  in  quefti  virimi  giorni  domandò  il  Padro 
Confeffote,  fé  egli  credetti  che  ella  fuffe  fiata  ingannata:  e  rifondendo  egli  ; 
Se  voi  vi  fere  guidata  con  ubbidienza,  fiate  ficura  >  che  non  ci  può  effere  fla- 
to inganno;  Replicòella,ediffe:  lo  non  mi  ricordo  mai  auer  fatto  nulla  lenza 
vbbidienza ,  ma  fempre  mi  fon  lafciata  guidare  femplicemente  dall' vbbidien- 
za  de'tniei  Superiori  &  in  tutte  le  mie  cofe  non  ho  auuto  altro  nella  mente^fc 
non  la  prefenza  di  Dio . 

Era  lontano  da  lei  ogni  orrore  ;  e  fpanento  della  morte ,  fi  che  le  Sorelle  ra- 
gionauano  con  lei  del  fuo  morire  liberamente  come  d'ogn'altra  cofa  ;  anzi  fi 
vedeua,che  guftaua  di  trattarne,  e  pareua ,  che  fi  ftruggeffe  di  defideriodi  ve-> 
derfì  fciolta  da)  corpo  per  vnirfi  quanto  prima  à  Dio;e  quelle,  che  in  queir  vi- 
tima  notte  affìfterno  da  lei,  affermano,  che  vedeuano  in  lei  tanta  pace, e  tran- 
quillità d'animo,  e  lentiuano  ,  che  ragionaua  dell'altra  vita  con  tanta  fodisfa- 
zionce  che  con  tanta  brama  afpettaua  deffer  chiamata  dal  diuino  Spofo  alle,, 
celefti  nozzeche  non  pareua  loro  d'effer  in  camera  di  vna  moribonda  ;  ma,!! 
beneper  la  parte  di  lei,ki  luogo  di  giubilo,e  di  allegrezzaimà  per  laparte  delle; 
Monache  akronon  fi  fentiua,chegemiti,e  fofpirne  facendo  quaft  tempre  vna 
gran  parte  corona  al  fuo  letto,  fentiuano  da  vna  parte  molta  dolcezza  di  (piri- 
co in  vedere  quefta  loro  Sorella  già  ficura  auuicinarfi  al  porto  con  tanta  alle- 
grezza ;  e  dall'altra  parte  le  trarfiggeua  il  cuore  il  reftar  priue  della  fua  fanta^ 
conuerfazione;  onde  fi  mefcolauano  le  lagrime  dell'allegrezza,  e  del  dolore  § 
ne  fi  faziauano  di  ftar  da  lei . 

In  quefti  vltimi  giorni,  ancorché  fuffe  più  che  mai  uguagliata  da  aeerbHfimi 
dolori  in  tutta  la  vita,  re  e  ufau  a  ogni  conforto  corporale  .ancorché  ordinato  da' 
Medicee  diceua ,  Giesù.  in  croce  non  ebbe  alcun  conforto  :  e  così  ella  à  fua_, 
imitatione,  voleua  morire  lenza  conforto,c  sii  la  nuda  croce  del  patire ,  e  l'ot- 
tenne: Poiché  non  lòlo  quanto  al  corpo,mà  anco  quanto  alio  J  piato ,  poche 
ore  innanzi,  che  ella  paffaife  all'altra  vita,  diffe  alla  Madre  Suor  Maria  Pacifica 
del  Touaglia,  ma  però  con  gran  pace,e  quiete  d'animo  ;  che  fino  à  quel  può-, 
to  fi  trouaua  ancora  de  folata  di  fpirito,e  lènza  gufro  rteffuno  di  Dio;  e  ne  rin-> 
graziò  Iddio  con  vn'atto  di  raflTegnazione,  dicendo  ;  io  mi  contento  dì  tutto* 
quello  }che  eglifi  compiacele  lo  ringra7^ioye  gli  offerifeo  di  nuouo  ogni  contento,  egli-- 
ftofpirituale  pur  che  iomifalui.  Onde  la  detta  Madre  infieine  con  le  altre,  che 
erano  prefenti,vedendo  viVanima  già  tato  fauonra  da  Dio,có  doiùe  gufti  così 
Angolari, derelitta,&  abbandonataTino  alf  vltimo  fpirito,  tra  tanti  dolori  fenza 
alcun  conforto  non  poterono  contenerle  lagrime .  Ritrouandofi  la  B.Madre 
in  talearidità,inquefte  vltime  notti  per  trouare  vn  pòdi  deuozrone  ,  fi  faceua 
leggere  dalle  Sorelle  il  Paffio.e  recitare  i Salmi  Penitentiali,  le  Letanicil  Sim- 
bolo di  S.  Atanafio,&  altre  orazioni,  ftando  à  vdirle  con  grande  attenzione . 

Eflèndo  foprauiffuta  all'Oglio  Santo,  non  voi  fé  in  quefti  giorni  reftar  priuc* 
àcì  cibo ,  e  mantenimento  fpirituale;  onde  feguì  à  comunicarfi  ogni  mattinai 
&  il  giorno  deU'Àfcenfione ,  che  fu  in  quell'anno  ìzu  di  Maggio,  volendola 
il  Padre  comunicare  per  viatico,  ella  gli  dille,  che  la  comunicarle  per  deuozio- 
ne  fecondo  il  lòlito  >  che  farebbe  flato  à  tempo  à«comunicarla  per  viatico. 

R    3        iaiiiar- 


i6l      Vica  della  i&Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

la  mattina  feguente:  e  cosi fuccedette.  Ma  temendo  ella,  che  l'indugiare  à ie- 
t^adi  Sole  àcomunicarfi  per  viatico*  non  fudepereder  tardi,  fece  r  chiede- 
re il  Padre*che  la  comunicade  auanti  giorno  :  e  cosila  comunicò  alle  fette  ore 
del  giorno  feguente ,  &ella  riceuè  quello  Santifilmo  Sagramento  per  f  viti- 
ma  volta  con  gran  raccoglimento  >  &  affetto  di  diuozione  ;  e  comecché  auefc 
fé  ottenuto  tutto  ciò  che  in  quella  vita  potede  defiderare ,  ne  fece  molta  fe- 
lla, &  allegrezza:  e  doppod'eder  comunicata  dille  al  Padre ,  che  andàffe  à  ri- 
pofarfi  per  cinque  ore,  e  poi  cornafle  da  lei  per  poterfi  trouar  prelente  alla  fua 
morte. 

Tomòil  Padrcalle dodici ore,e  la  trouò,  che  non  parlaua  più:  &  auendolc. 
data  la  raccomandazione  dell'anima,  fi  tratttnneckca  tre  ore  da  lei  à  recitare 
orazioni,  e  Salmi  5,  S  erano  tutte  le  Monache  ragunate  quiui  per  trouarfi  pre- 
fentialla  fua  morte,  afpettando>che  dì  punto  in  punto  ella  fpiraffe ,  poiché  da 
vnrefpiro all'altro  interponeua  tanto  fpazio,  che  fi  farebbe  detto  vn'Aue  Ma» 
ria  •  ma  paflandò  il  tempo  didir  la  Meffa,e  di  comunicar  le  Monache  ,  fi  parti 
il  Confedbre  :  e  mentre  egliera  in  Sagrellia  parato  per  vdir  Meda,  fu.  chiama- 
rcene ritornaffe  dentro,  perche  la  Beata  fpiraua  ::  ma  non  gli  parendo  tempo 
da  differir  là  Meda,  mandàper  mezzo  della  Sagreftana  del  Muniftero  alla  Ma- 
dre Priora  quella  imbasciata .  Dite  a  Suor  Maria  Maddalena,  che  slcome  el- 
le  (lata  ubbidiente  in  vita, così  ancora  fia  in  morte,  e  che  m'afpetti  tanto,  che 
io  habbia  detto  Meda,  e  comunicato  le  Monache .  Fece  la  Madre  Priora  fu- 
bito  l'imbafciata  alia  Madre  Suor  Maria  Maddalena,  la  quale  (laua  per  fpirarej 
&  ella  à  quelle  parole  fubito  fi  riebbe,  come  fé  da  vn  profondo  fonno  fi  fue- 
glialfe .  Et  edèndo  data  più  di  tre  ore  fino  ali  ora  fenza  parlare,  con'  volto  al- 
legro forridendo,di(Te:  Bènediftus  Deus,  e  chiefe  vn  pò  di  ftillato* ,  dal  quale 
alquanto  refìciata  fi  mantenne  fino  à  che  il  Padre  ebbe  detto  la  Meda  »  e  co- 
municatole Monache .  Tornò  il  Padre  fubito  fpedito,  e  la  trouò  nelterminc 
di  prima»e  dòppo  vn'ora,  e  mezza  ellafpirò  .*  nel  qualrempo  recitando  egli  de 
Salmi,&  altre  diuote  orazioni,e  cantandoli  dalle  Madrùe  Sorelle,Inni.  e  Laudi 
diuine,  cornea  fua  iftanza  s'era  fatto  il  giornee  la  notte  precedente  -,  siile  di- 
eiottoore  fra  quefte  diuine  lodi»  da  lèi  tanto  amate ,  e  frale  lagrime  delle  Ma- 
dri>eSorelle,che  tutte  irnornaal  fuo  letto  adunate  piangeuano ,  e  fofpiraua- 
no  lafuafeparazione,  refe  con  gran  quiete  il  fuo  beato  (pirito  al  Creatore  in_. 
giorno  di  Venerdbsù  le  i  s.  ore  à'  2  5  .di  Maggio  1007.  di  dia  età  d'annixjuaran* 
tauno,  mefi  due,  e  ventiquattro  giorni  >  ellendo  viduta  in  Religione  24.  anni** 
ore  mefi,  e  venticinque  giorni . 

Bell'effe  quie  fatte  al  fuo  Corpo  t,  della  deuo^ione  r  e  concorfo  del  popolo  >  e' 
della  fua  Sepoltura.  Cap.     CXLII*. 

SPirata,  che  fu  quella  anima  felice ,  fi  fentirrro  tutte  le  Monache  riempirò- 
d'#no  ftraordinario  gaudio,  e  contentezza  fpiriruale  ,  con  grande  accendi- 
rwentD  al  defiderio  della  virtù,  e  perfezione  Rcligiofa.:  Onde  il  dolore,  che  per- 
la perditadital  Madre  (entiuano,  era  accompagnato  da  tanto  giubilo,  e  gu (la» 
fpirituale,che  le  lagrime  del  dolore  fi  melcolauano  con  le  lagrime  di  dolcezza*, 

e  quello 


V  ita  della  i5.  Maria  JYiaGaaienaaei'az^i .     3.65 

e  quello  fenza  fapere  l'vna  dell  altra, conferendolo  infieme  fi  trouauano  efler 
^uttedvnilleffoientire.  Si  chepareua  Jorodeffer  più  torto  (late  preferiti  à 
vna  feda  di  deuozione,chealtranfitod' vna  creatura  :  e  quel  che  è  più  mirabi- 
le,quelle  ftefse,  che  mentre  ella  viffe,  non  ebbero  intera  credenza  alle  fue  co- 
fe,e  che  in  qualche  cola  le  fumo  auuerfe ,  in  quell'idante  fentirno  gran  muta- 
zione di  cuore  te  certezza  della  fua  fantirà  predicandola  à  viua  voce  perSanta, 
e  Beata*,  il  èhetantof  ù  da  loro  {limato  caparra»6c  indizio  di  quella  gloria,  cho 
era  andata  a  godere  in  Cielo  queda  lor  Sorella .  II  fuo  volto,e  le  fue  carni, che 
per  sì  lungo  patire  di  penitenze,  e  d'infermità  erano  pallide  ,e  macilenti  diuen- 
nerocandide,eluftre  come  vnauorio.ò madre  perla  ;  e fpecialmente  il  vokó 
aueua  vna  chiarezza^  grazia,che  fpiraua  diuozione,  e  fantità,  e  pareua  vn  An- 
giolo: onde  in  vece  d'apportar  orrore,  e  fpauento,  come  per  ordinario  foglio- 
no  apportare  i  corpi  morti ,  daua  conforto,  e  giubilo  al  cuore  come  fogliono 
fare  le  Reliquie  de  Santi  alle  perfone  pie  :  e  fpiraua  tale  odore,  che  le  Mona- 
che non  fi  faziauano  di  darle  intorno  à  rimirarlo,&  odorarlo,  traendo  gran  de- 
iezione dalla  pre(ènza,evida  di  quello;fidìcfattodalle  Madri  deputate  à  det- 
to Corpo  i  foliti  ofsequij  fecondo  f  vfo  Religiofo ,  <5c  afperfo  di  fiori ,  fu  da-, 
quelle  collocato  nel  Capitolo  del  Munidero  àpiè  della  Grata  rifpondente  in 
Chiefa,in  vna  bara,  doue  dette  tutto  ikletto dì  1 5 .  e  la  notte  feguente  dando 
continuamente  fempreintornoadedàlefue  Monache  falmeggiando,  e  reci- 
tando Inni*e  Salmi  ;  &  alcune  vi  dettero  fino  à  mezzanotte,  Scalrretutta  Iti 
notte,nonfapendo  partirtene,  parendo  loro  in  vn  certo  modo,  che  la  gloria^ 
dell'anima  già  rifplendefse  in  quel  corpo .  Mentre  ftaua  in  detto  luogo,  il  Pa- 
dre Confessore  Signor  Vincenzo  Puccini  fatteadunare  tutte  le  Monachejfecc 
loro  vn  fermone  in  lode  di  queda  Beata  Madre, accendendole  vie  più  col  fuo 
efempio  al  defiderio  della  fua  imitazione . 

La  mattina  feguentechefù  il  dì  26. di  Maggiori  portatoli  Corpo  in  Ghie- 
faxonforme  all' vfo  del  Munidero,  doue dette  tutto  quél  giorno.  Et  efsendofi 
fparfo  per  la  Città  la  fama  di  queda  Beata  ,  viconcorfeà  vifitarlo  tanta  gran 
moltitudine  di  popolo,  che  fu  cofa  da  dupire,  non  fi  eiTendo  in  ciò  fatto  ope- 
rai diligenza  alcuna;  efù  tantoil  concorfo,  che  à  pena  fi  porerno  finire  i  (acri 
vifizi  :  &  accodandoli  ciafeu no  à  quella  bara ,  con  riuerenzabaciauano  hor 
quella,  &  ora  il  manto,  e  le  vedi  di  ieixhiamandoia  Beata,  e  fi  raccomandaua- 
no  alle  fue  intercedìoni,  cercando  ognvnoà  gara  di  leuare  de*  fiori,  che  erano 
fparfi  (opra  le  fue  vedi  :  onde  per  fodisfare  a  queda  diuozione  del  popolo ,  fu 
necèflario  più  volte  ricoprirla  di  fiori:  e  per  terna,  che  non  fu  d'ero  diacciati  gli 
abitilo  daccato  qualche  parte  del  corpo,vi  fi  pofe  le  guardie;  &  eflendofi  dop- 
po  gì' vfrìzij  ferrata  la  porta ,  ilaua  la  gente  fuori  picchiando ,  e  percuotendo , 
per  entrar  a  vederequel  facroCorpo:onde  fu  neceflario  per  fodisfare  al  popo- 
lo riaprirelaChiefa,  la  quale  à  tal  fine  fi  tenne  aperta  fino  al  tramontar  del  So* 
le,  fempre  con  vn  continuo  concorfo;  e  molti  non  fazijdi  vederla  vna  voltai, 
ritornauano  più  volte;  altri  fi  fermauano  à  contemplare  quel  volto  Anglico, 
uè  fapeuanopartirfidiquiui.  Chiufache  fùlaiChiefadafcra,  fi  vedi  il  detto 
Oorpo  d'abiti  di  feta,del  colore  però,  che  vfaquedo  Munidero;  e  così  vedito 
lenza  efsere  (parato,  ne  in  minima  parte  euacuato,  né  imbalfimato,  e  lenza  al- 

R    4        tra 


2.04     v  uà  aena  D.iviana  maaaaiena  ae  razzr. 

fra  arte,  fi  accomodò  in  vna  cafsa  di  legno  >  Ja  quale  fi  coiiocò  fotto  terra  dicr 
tro ali  aitar  maggiore  della  Chiefa  • 

Cafo  mirabile  occorfo  il  giorno  della  fua  fepoltura  ;  e  fu ,  che  il  fuo  corpo  morto  f 

alla  preferita  <Tvn  donane  lafciuo  fi  voltò  da  per  sèfiejfo.in  alt?* 

parte,  Cap.     CXLlll. 

IL  fopeadetto  giorno  i6.di  Maggio  1 607.  méntre  il  Corpo  della  Beata  era  in 
Chiefa,  &  in  quell'ora  appunto,  che  per  ouuiare  al  tumulto  del  popoloera- 
chiufa  Ja  porta  -,  elTendo  rimallo  in  Chiefa  vn  Padre  della  Con  ìpagnia  diGie* 
su,  chiamato  per  nome  il  Padre  Claudio  Siripandi  ,  con  pochiflìme  altre  per* 
ione,  mentre  eflò  Padre  attratto  ;  come  egli  diffe,  alla  villa  del  facro  Corpo , 
lo  ftaua  attentamente,  e  con  molta diuozione  rimirando ,  lo  viddein  vn  fubi- 
ro  muouer  la  tefta,  e  voltar  la  faccia  dall'altra  banda ,  lenza  che  da  alcuno  ruf- 
fe tocco,  né  il  Corpo,nè  il  Cataletto ,  ò  altra  cofa,  che  poterle  auer  cagionato 
ta  l'effetto .  Onde  reftò  llupito,  e  pieno,  d'ammirazione  :  e  ricercando  diligcn  - 
temente,  fé  quefto  moto  delia  tefta,  fuffe  potuto  proceder  dal  cataletto,  ò 
dal  cufeino  fu'}  quale  pofaua  la  tefta,  non  ritrouò  caufa  neffuna:  ma  vedendoli 
a  canto  vn  Gicuine,quale  egli  fapeua  efier  ài  vita  iicenziofa  e  dilToluta,gli  cad- 
de in  mente ,  che  elTendo  quella  purirlrma  vergine  tanto  piacciuta  à  Dio  nel- 
Ja  fua  purità  verginale,  Sua  D.  Maeftà  non  voleffe,  né  permetterle,  che  il  fuo 
Angelico  vojto  fulTe  rimirato  da  gl'occhi  lafciui  di  quell'impudico  Giouine;  e 
perciò  in  fua  prefenza  aueffe  operato  quel  miracolo.  Però  accollatoli  alGio- 
uine  gli  dille:  Guarda  quel  che  ha  fatto  quella  fanta  vergine,  credo  che  l'abbia 
fatto  pertè.  Il  Giouine,  chea  veder  tal  cola  fi  era  tutto  atterrito,  e  confufo, 
rifpofe  tutto  compunto,  così  penfo  ancorio;  e  pentito  della  fua  pallata  vita-.  > 
fece  propofito  d'emendarli. 

Come  il  fuo  corpo  s  èconferuatp  miracolofamente  incorrotto  -,  &  ha  fcaturito  per 
molti  anni  vn  fuauiffimo,  e  miracolofo  liquore,  rendendo  continuamente 
vnod.or  mirabile .  Cap.      CXLIV, 

IL  Signor  Vincenzo  Puccini  ConfeiToice  G  ou  e  ina  tore  del  Muniftero3au5- 
do  per  vn'anno  intero  veduto  la  diuozione  del  popolo  e  la  frequenza  dello 
vifite  fatte  à  detta  Chiefa  à  diuozione  di  quella  Beata.e  fentito  per  la  Città  il 
grido  de  miracoli  operati  à  fua  interceifione;  e  conoiicndo,che  il  luogo  doue' 
era  collocato  detto  corpo,  era  vmidiffimo, poiché  dietro  al  muro,à  latoalqua- 
le  era  fotterrato,  vi  cadeua  l'acqua  dalla  gronde  del  tetto  della  Chiefa  ;  e  vi  era 
vicino  à  due  braccia  vn  pozzo  d  acqua:  Q  l'enti  infpiratoà  cauarlo,e  collocarlo 
in  luogo  più  decente, <Sc  afeiutto.  Ottenutane  dunque  licenza  dai  Signor  Arci- 
uefeouo  di  Fircnze,a;  27.  di  Maggio  i6cg .  che  appunto  era  feorfo  vn'anno  dal 
dì  deila  fua  iepolrura,  lo  fece  diflotterrare  ;  e  cauata  ,  &  aperta  la  calla  nella-, 
quale/ì  ritronauajo  trouò  intero,&  incorrotto,con molto  llupore  fuo,e  delle 
M -  nachc;poiche,come  fopra  è dòtto,nó  era  flato  fparato,nè  cauato  alcuilin- 
teftino,  né  condito  con  bailàmi,né  aromati ,  né  fattaui  altra  diligenza  per  la  fua 
conleruazione;  e  di  più  la  calla  piena  d'  vmidità;&  vn  panno  lino  incerato ,  che 

copriua 


copriuaìl corpoipofto foprai veftimentùera  fradicioin  maniera, che  fi leua- 
fuain  pezzi>e  gli  fteffi  abiti  erano  pieni  d'vmidità,  e  con  tutto  ciò  il  corpo  era^ 
incorrotto^  fpiraua  odore;  folo  aueua  annegrita  la  faccia*  e  li  piedi,  <5c  incene- 
rita leftremità  delnafo,e  del  labro  inferiore .  C)oncorfero4:utte  le  Monache 
froceffionalmente  alla  porta  della  Claufuta  a  riceuerlo.;  e  nella  detta  cafla,  e 
con  molta  diuozioneWintrodu  fiero  dentro  al  Muniftero:  e  trouatolo  intero,  e 
maneggiabile*  come  (è  fufle  morta  alloca  ,  lo  (pogliorno ,  e  riueftirno  d  altri 
abiti  nuoui  di  fetale  lo collocorno  in  vn altea  caffa  più  decente,  fino  à  che  fufr 
fe  fatto  vndepofitoà  lorgufto. 

Otto  giorni  doppo,  che  il  corpo  fu  canato  della  prima  ca(&,e  pofto  in  quel- 
l'altra fudetta,  cominciò  à  gemere  dalle  ginocchia  ingiù  vnJiquore  fimilealT 
oglio,di  fuauiffimo  odore ,  che  macchiaua  i  drappi  à  guifa  dell'oglio ,  i  quali 
con  le  macchie  riteneuanoi!  medefimo  odore  ;  ne  potendo  le  Monache  in  al- 
tra maniera  raccorlo,  poneuano  fotto  de  drappi,  i  quali  da  quefto  liquore  ba- 
gnatici dKlribuiuano  alle  perfone  diuote ,  che  veniuano  à  chiedere  delle  fuo 
Reliquie;  e  durò  gemere  quefto  liquore  dodici  anni,  cioè  dal  ióo«.  fino  al 
1620.  e  poi  è  ceflàto,reftando  il  Corpo  nella  medefima  integrità,e  conferuan  - 
do  il  medefimo  fuauiffimo  odore  per  tutte  le  membra  ;  ma  fp^ecialmente  più 
acutamente,  che  in  altta  parte,  su  la  bocca  dello  ftomaco »  &;  è  vn  odore  così 
fuaue>che  non  ha  fimilitudine  tra  gli  altri  odori  vmani  :  e  così  affermano  dieci 
Medici,quali  nella  formazione  de' Proceffi  tanto  informatiui,  quanto  remiflb  • 
riali,  l'hanno  vifitato  in  più  voltcin  diuerfi  tempi  >  cioè  Tanno  1612.  quando 
detto  liquore  fcaturiua*e  poi  Tanno  1 62  5 .  e  diligentemente  vifto ,  e  confide- 
ratolo,  con  lor  giuramento  hanno  affermato  efler  integro,  &  incorrotto  lènza 
alcun  fegno  dapertura;e  che  tanto  l'incorruzione  <  quanto  il  liquore  fcaturito, 
e  l'odore ,  che  continuamente  fpita ,  non  è,  né  può  effere.cofa  naturale,  né 
vmanat  mi  fopranaturale,  e  miracoloni  ;  e  per  tale  è  fiata  approuata  doppo  di- 
ligente  difeuitìone  dalla  facra  Rota,  e  da  gfllluftriffimi  Signpj:i  Cardinali  della 
facra  Congregazioni  de'Riti . 

alcuni  altri  miracoli  fucceduti  per  interceJJÌQne  di  quefla  Beata  doppo  lafiiamoftCt 
approuati  della  facra  }{ota  Romana  ,  e  dalla  Congregazione  de* 
Bjti,  Cap.     C.XLF. 

TRa  molti  miracoli  feguiti  per  interceffionc  di  quefta Beata  Madre  doppo 
la  fua  morte,  teftificati  ne'^roceffi  mformatiui  e  remi(Toriali,fatti  per  la__, 
Beatificazione  di  lei,  fono  (tati  dalla  Rota  Romana,e  dalia  Congregazione  de 
Riti  elaminati.  &  approuati  glinfrafcritti . 

Madonna  Maria  Rouai  delloffi ,  gentildonna  Fiorentina  vedoua,  era  fiata 
per  lo  fpazio  di  fedici  mefi  continui  ferma  in  letto  con  graue  infermità  di  feb- 
bre ,&  altriaccidcnti  ;  e  per  molti  medicamenti  fatti  per  ordine  de'Medici,  non 
folo  non  aueua  mai  trouato  meglioramento  alcuno,  ma  Tempre  era  andata^ 
di  male  in  peggio;  &  era  ridotta  a  tal  termine  ,  che  per  la  debolezza  grande^ 
non  poteua  né  pure  nel  letto  muouerfi  da  sé  fteffa,  ne  poteua  veder  la  luce,nè 
.anco  le  pareti  bianche  della  qamera,&  ad,ogni  poco  fi  iiieniua .  Mentre  ella  (ì 

.trouaua 


xob     v ita aeiia  d.  Maria  iviaaaaicna  ae  razzi. 

trouaua  in  quefto  cattiuo  termine  di  fanità  »  a"  ?  o.  di  Maggio  i6o?.  fìi  vifitatt 
da  D.  Giorgio  Ciari ,  Curato  della  Parodia  di  S.  Simone  di  Firenze»  neJU  qua- 
le effa  abitaua ,  il  quale  le  portò  alcuni  fiori,cheaueuano  toccato  il  corpo  del- 
Ja  Beata  Maddalena  de'  Pazzi  ,  che  cinque  dì  innanzi  era  morta .  Prefi  da  ki 
quei  fiori  con  fede  ,  e  diuozione  verfo  la  Beata,  (e  li  posò  fopra  lo  ftomaco ,  e 
Cubito  fi  addormentò  ;  &  indi  à  poco  fuegliata  fi  trouò  al  tutto  lana  ,c  fi  leuò 
diletto  con  ftupore  di  tutti  quei  di  cafa,  e  di  chiunque  l'aucua  veduta  in  quello 
flato  miferabilc- 

Quattro  anni  doppo  >  cioè  1  anno  16 1 1 .  la  medefima  madonna  Maria  fi  in- 
fermò del  mefe  di  Maggio»  e  (lette  rutta  la  notte  con  febbre,  &  altri  canini  ac- 
cidenti ,  quali  la  rendeuano  tanto  debole ,  e  fiacca,  che  i  Medici  non  ardiuano 
applicarle  medicamento  alcuno  :  onde  era  ridotta  in  gran  pericolo  della  vita . 
Stando  ella  ancora  in  quefto  medefimo  (iato  il  dì  zj.  di  Ottobre  fenza  fperan- 
za  di  vitajl  fopradetto  D  Giorgio  Ciari  le  portò  vn  gnancialinodi  piuma ,  che 
la  Beata  foleua  tenere  sii  lo  lìomacone  i  dolori  della  fua  infermità  ;  e  fubi- 
to ,  che  élla  fi  fìi  pofta  detto  guancialino  sii  lo  ftomaco ,  fi  fentì  fpargere  per  la 
vita  vn  calore  confortatiuo,qual  le  confortò  grandemente  la  tefta>&  in  queir 
iftante  la  rinuigorìdi  modo  ,  che  lubito  fi  fentì  partir  lafebbre ,  &  ogni  male  ; 
e  leuatafi  diletto  in  quella  medefima  ora,  chiamò  la  fua  famiglia  »  <5c  in  ringra- 
ziamento cantarono  tutti  il  Te  Deum,  &c.  reftando  tutti  ftupiti  del  miracolo; 
eia  mattina  feguente  andò  alla  Chiefa  a'  fuoi  piedi. 

Auendo  la  fudetta  madonna  Maria  Rouai  ottenuto  dalle  Monache  del 
Muniftero  di  quefta  Beataxhe accettaffero  per  Monaca  vna  fua  figliuola  dop- 
po alquanto  tempo  fi  ammalò  vnaltra  volta  di  febbre  ;  fi  che  non  potena  le- 
uarfi  punto  di  letto  ,  e  per  cagione  di  quefta  infermità  fi  differiua  il  veftimen- 
to  della  fua  figliuola  conmojtofuodilgufto.  Dopòdeficre  (lata  la  figliuola 
circa  due  mefi  afpettando  la  fanità  della  madre ,  le  mandò  à  dire ,  che  farebbe 
voluta  veftjrfi  ,  e  la  madre  le  repijcòxhe  fé  vokua  vellirfi ,  pregaffe  la  Beata 
Maria  Maddalena ,  che  la  guariffe .  Ciò  vdito  dalla  figliuola,  le  mandò  vna  to- 
nacela di  taffettà  ,  della  quale  era  (lato  veftito  per  alcun  tempo  il  corpo  mor- 
to della  Beata  :  ricaiè  con  fede  la  detta  madonna  Maria  quefta  tonacella,  e  la 
medefima  fera  fé  la  mefse  in  dofso ,  e  (libito  redo  lana  :  e  la  mattina  feguente 
andò  alla  Chiefa,  &  il  dì  doppo  andò  al  muniftero  à  piedi,  e  (òdisfece  al  defi- 
de rio  della  fua  figliuola,  ringraziando  l'vna  ,  e  l'altra  la  Beata  di  quefta  fanità 
miracolofa. 

Vn'anno  dopò,effendola  medefima  madonna  Maria  fopragiunta  da'  mede- 
fimi  mali,e  ftata  così  per  due, ò  tre  mefi  ferma  in  letto,  le  fu  mandato  vn  velo, 
che  eraferuitoper  vio  di  detta  Beata  mentre  vide,  efacendofi  l'inferma  fare 
con  il  detto  velo  il  fegno  della  fanta  Croce  fopra  il  fuo  petto  dal  Parochiano , 
che  vieraprefènte  quando  le  fu  recato,  fubiro  redo  lana. 

Maddalena  di  Piero  Rondoni,  fanciulla  dell'Abbandonate  del  Ceppo  di  Fi- 
renze ,  era  ftat3  per  fpazio  di  fei  anni  ammalata  di  febbre  con  dolore  di  doma- 
co  tanto  trauagliato ,  e  con  tanta  naufea  del  cibo,  che  non  poteua  fenza  gran- 
didimo  trauaglio  nò  mangiare  nò  bere  ,  e  folo  al  fentire  l'odore ,  anco  del  vi- 
no, fi  fentiua  prouocare  con  gran  forza  à  vomitare  »  fi  che  era  ridotta  in  malif- 

fimo 


fimo  termine  ,&  ancorché  te  le  fuffero  applicati  molti  medicamenti,  nulla  le. 
aueuano  giouato .  Quando,  che  eflendole  dato  vn  poco  dell'abito  di  quefta 
Beata  Madre ,  ella  fé  lo  pote  addoflb  con  gran  fede  ne'  di  leimeriti,  &  intercef- 
fione ,  con  far  voto  di  vififar  la  Chiefa  delia  Beatale  conteflfarfi,e  comunicarfi, 
efare  alcuni  digiuni  inonorefuo;  fubito  tenti  ceflarfi  ogni  dolore,  epartk 
ogni  male  ,e  poi  è  mangiare  >  e  bere  fenza  difficultà ,  e  redo  lana . 

Caterina  d'Antonio  Tori ,  fanciulla  dell'abbandonate  di  Santa  Caterina  di 
Firenze,  effendo  (tata  per  dodici  annicontinui  trauagliata  da  ecceffiui dolori  di 
ftomaco,  quali  bene  fpeflònori  la  lafciauanomai  ripofare  ne  dtnè  notte,  e  le 
dauano  tanta  pena ,  che  come  ella  teftifica  >  la  induceuano  quafi  à  difperazio- 
ne ,  e  h  faceuano  piangere  amaramente  :  fi  era  ridotta  tanto  (trutta  ,  e  confu- 
mata, che  era  folo  pelle,  &'  o(Ta ,  &  era  neceffitata  quafi  tempre  (iar  nel  letto . 
Le  fu  dato  vn  poco  dell'abito  della  Beata  Madre  Maria  Maddalena  de  Pazzi  * 
quale  ella  ponendotelo  addoflb  con  fede,e  diuòzione,fubito  fi  addormentò;e 
ài  quiui  à  poco  fuegliata>fi  trouòal  tuttalana >  nèmai  più  ha  patito  di  tal  male. 

.Altre  gra^e  marauigliofe  ottenute  per  interceffione  di  quefla  Beata  f  notate  nell'al- 
tre impreffioni  della  prefente  Vita  dal  Sig.VincentzorPuccmi>molte  delle  qua- 
li fono  teflifi catene  Troceffi,  ma  perù  non  approuate  per  miracoli  dalla 
[agra  t{ota  .>        Cap.     CXLV L 

MArgherità  di  Lorenzo  Cafati  aueua  tenuto  diciotto  anni  vnai  dòglia?  nel 
lato  finifìro  >  fenza  mai  trouarui  rimedio  alcuno;  &  abbandonata  da' 
Medici,  era  ridotta  all'eftremo  di  vita,  &  aueua  riceuutorOgliofanto  Doppo» 
efeflere  (tata  in  rranfito  otto  giorni,  e  (lati  lo  giudicata  còme  mort&le  fu  pollo 
su  1  lato  dellapena  vn  poco  dell'abito  della  Beata  Maria  Maddàleaa,  fi  partì to- 
fio  il  ma  le,  e  rimate  interamente  libera,  efana,  come  di  tutto  ne  fece  fede 
madonna  Cofa  tua  Madre  . 

Il  Signor  Giouanni  del  Sig  Pier'Francefco  Rinuccini,fanciullo  di  dieci  anni,fi 
trouaua  in  letto  graue  mente  malato,  &  in  pericolo  della  vita.  La  Signor* 
Verginia  Ridoifi  fua  Madre  ricorte  con  viua  fede  ali  interceflìone  di  quella 
Beata  Madre  , di  cui  in  viri ellera  (lata  diuotiffima,parendòle  fentirfi  dite nell' 
animo,cheà fuaintercefiione farebbe  ftatoliberato  il  figliuolo:Perciò le  mela- 
te àdoffòvn  poco  de  lìiio  abito  ^  facendo  voto,  te  egli  otteneua  la fallite  ,  di 
mandarlo  vellitoper  vn  annodelf  abito  Carmelitano  ,  e  di  portare  vn  voto  al 
fuo  tepolcro .  Fatto  la  fera  quello  voto,la  mattina  i  Medici  lo  trouarono  fuo- 
ri di  ogni  pericolo ,  e  ffupitidiciòi  affermarono  non  douerfi  quello  attribuire 
adaltro,che  a  grazia  Diuina.  Sodisfece  la  madre  il  voto,&  infieme  con  altri  te- 
ftimoni  ha  affermato  in  tuttrduei  Proceffi  la  veritàdi quello  fatto'. 

Il  Padre  Antonio  Menefio  Sacerdote  della  Compagnia  del  Giesù ,  e  Predi- 
catore famofo ,  Ci  ammalò  ira  Firenze  d'vna  pericolofa  febre,  &  era  molto  af- 
flitto da intenfi  dolori  di  teda;  fiche  non  potette  trouarripofo  alcuno.  Fu^lr 
mandato  da  vna  Gentildonna  vna  cuffia>feruita  in  vita  per  vfo  della  Beata  Ma- 
ria Maddalena ,  &  egli  con  fede ,  e  diuozione  verfo  di  quellapoftafela  in  teda; 
fcntì  fubito  ceflarfi  ogni  dolore ,  &  alleggerì  della  febre  talmente  >  che  in  pò. 

chi 


165     vita aena  ruviana Maddalena ae razzi. 

chi  giorni  ricuperò  la  fanità,  &  egli  fteffo  ne  fece  fede >  e  poi  fu  testificata  taf 
grazia  nel  Proceffo  informatiuo  da  più  te ftimoni. 

Suor  Maria  Maddalena  Berti,  Monaca  nel  medefimo  Muniftero della  Bea- 
ta >  era  trauagliata  da  ardentiflìmafebre  ,  &  aueua  fputato  molto  fangue  dalla 
vena  del  petto ,  fiche  i  Medici ,  eie  Monache  credeuano >  che  pretto  ella  do- 
uelTe  pattare  all'altra  vita ,  e  di  già  il-Padre  fpirituale  del  Muniftero  dopò  auerla 
vna  mattina  comunicata  al  letto ,  le  aueua  fatto  fare  alcuni  atti  d  vnuliazione , 
e  refignazione  ,  conforme  al  diuoto  vfo  del  Muniftero.  per  le  moribonde  ioli- 
ti  farfi  :  quando,  che  dopò  dauere  ella  fatto  quefti  atti  diuoti,  pregò  il  Padro* 
chevoleffe  &r  fopra  di  lei  il  fegno  della  coree ,  con  vna  reliquia  della  Beata , 
Iterando  d'auer  à  guarire  per  i  meriti  di  quella .  Il  che  fatto  dal  Padre,ella  co- 
minciò fubito  à  migliorare ,  &  in  breue  tempo  ritanò  affatto ,  con  ftupore  di 
tutte  le  Monache ,  molte  delle  qua lbinfieme  con  effa,teftificorno  queftagta- 
zia  nel  primo  Proceffo. 

Tomafo  Fiafchi  Cittadino  Fiorentino  aueua  male  al  ginocchio  dritto,&  ef- 
fèndoui  concorfo  vmore ,  gli  sera  enfiato,  con  grandiiììmo dolorifiche  non 
trouaua  ripofo  ,nè  giorno ,  ne  notte ,  &  il  medico  gli  diceua ,  che  farebbe  fta^ 
to  con  quefto  dolore  parecchi  giorni,  fin  che  l'vmore  non  fi  maturaua .  FìY  vi- 
fitato  da  vn  amico,  il  quale  gli  portò  alcune  foglie  di  gelfomino ,  che  aueuano 
tocco  il  corpo  di  quefta  Beata  Madre  :  &  eglipoftele  con  fede  fui  ginocchio 
infermo ,  tenti  iubito  ceffarfi  il  dolore ,  el  enfiato ,  che  doueua  ftare  à  matu- 
ràrfi  parecchi  giorni ,  fi  aperfe  m  quello  ftanre,  e  Ci  rifoluette  lvmore>con  ftu- 
pore del  Medico  ,e  delCerufico>che  venuti  per  curarlo  lo  trouorno  aperto: 
e  f  vno ,  e  l'altro  fi  efaminorno  nel  primo  Proceffo . 

La  Signora  Maria  de' Bardi  negli  Arrighi ,  Gentildonna  Fiorentina ,  fàfo- 
praprefa  vn&notte  da  terribili  doglie  di  corpo  »  le  quali  per  raiTanno,che  le  ap- 
portauanoJe  cagionauanopee  tutta  la  vita  l'udore  in  gran  copia .  Si  mandorno 
fubito  à  chiamare  i  Medici  >  i  quali  ancorché  vfaflero  molti  rimedi»nulla  le  gio- 
uarono,  fiche  dubitauano  mokoxhe  in  termine  di  poche  ore  ella  ftiflè  per  pa^ 
fare  all'altra  vita  '.  giudicando ,  che  quefti  fuffero  dolori- colici,  mefcolati  con 
renella.  Ritrouauafi  quiui  prefente  vna  Gentildonna,  che  aueua  vn  poco  di 
abito  della  Beata  Maria  Maddalena,&  vn  fiore,  che  aueua  tocco  il  fuo  Corpo; 
&  auuifatane  rinferma,le  fece  far  voto ,  (e  otteneua  la  fanità,di  portare  vn  Bo- 
ro d'argento ,  e  due  candele  di  cera  al  Sepolcro  della  Beata  ;  e  con  fede  le  pofe 
lui pettodetta  Reliquia  Indi  à  poco fentì l'inferma ceffare  i  dolorile  fi  addor- 
mentò,e  fuegliata  fi  trono  al  tutto  libera  con  gran  merauiglia  de  Medici ,  e  di 
chiunque  v  era  prefente .  Et  ella  fodisfece  al  voto ,  e  narrò  il  tutto  alle  Mona- 
che. 

Orazio  di  Giouan'Battifta  Perfiani.»  fanciullino  d'età  di  tre  anni ,  era  ftato 
ammalato  quattro  mefi  continui  di  febre  a:  dentiffima  con -Idropifia ,  la  quale 
l?aueua  con  (lì maro  di  modo  ,  che  non  gl'era  rimafto  le  non  la  pelle  in  fu  fot- 
fa  ;  e  s'era  ridotto  à  tal  termine,  che  non  poreua  piìi  inghiottire,  fiche  era  ftato 
tre  giornee  quattro  notti,  che  non  s'era  cibato  le  non  di  vn  pò  di  ftiJlato  :  onde 
safpcttaua,che  dora  in  ora  egli  mancaffe  di  vita .  Confidati  i-fuoi  Genitori  ne' 
menti  della  Beata  Maria  Maddalena ,,procmoi;nod:auerne  qualche  ina  ftclit 

quia 


v  ita  acua  D.iviana  iviaaaaicna  ac  razzi,     iocjf 

qiria;& ottenutala ,  iiibito  che  detta  Reliquia  arriuò  nella  ftanza  doue  il  mori- 
bondo fanciullo  giaceua  in  vna  zana,di(Te  alla  madre  con  volto  allegro:  Mam- 
ma io  fon  guarito  .  La  Madre  allora  pigliando  con  maggior  fiducia  quella  Re- 
liquia,e  ponendogliela  adoffo,vidde  con  merauiglia  reftar  fubito  il  figliuolo  li- 
bero dalla  f  ebree  pigliar  vigore,di  modo,  che  all'ora  allora  fi  leuò  della  zana  » 
e  cominciò  andar  per  la  cafa ,  e  reftò  al  tutto  fano .  Qjjefto  fu  teftificaf  o  dal 
Padre  ,e  dalla  Madre  dei  fanciullo  nel  primo  Procedo:  ma  nel  Procedo  remif- 
ioriale  non  s'è  potuto  pronare  pienamente  ,  pereffer  morto  il  Padre  in  Paefi 
lontani,  che  non  fé  ne  potuto  hauer  fede . 

Il  Padra  Maeftro  Simone  Cifti,Frate  Conuentuale  dell'Ordine  de'MInori  di 
San  Francesco  nel  Conuento  di  Santa  Croce  di  Firenze, auendo  mangiatoie* 
funghi  velenofi,&  andatoli  a  ripofare,  vfcì  di  fentimento,e  fòpra  il  capo  li  ven- 
nero due  enfiati,  e  due  altri  nelle  natiche  ,  e  per  la  bocca  gettaua  gran  quanti- 
tà di  fchiuma,  &  aueua  impedito  la  fauel-la,e  miferamente  fi  moriua .  S'abbat- 
tè à  trouarlo  in  quello  termine  vn'altro  Padre  fuo  diicepolo  ,  chiamato  Mae- 
ftro Lionardo  della  Vacchia  ;  quale  trouatolo  moribondo  vsò  quei  rimedi]  , 
che  potette  ;  ma  nongligiouando,  il  moribondo  ricorfe  airinterceflìone  di 
quefta  Beata  tyladre ,  e  mandò  per  alcune  fue  Reliquie;  quali  poftefi  addotte* 
fece  voto  di  vifitare  vna  volta  H  Sepolcro  della  Beata,  e  celebrare  vna  MetTa_, 
nella  fuaChiefa.  Subito  prefe  miglioramento  ,  &  in  breue  reftò  del  tutto  li- 
bero^ egli  fteflo  fece  teftiraonianza  di  quefta  g^  epoifù  rettificata  nel 
Procedo  informatalo . 

Suor' Vmiltà  Cini,Conuerfa  nel  Muniftero  di  San  Clemente  di  Firenzcaue- 
uà  tenuto  trenta  anni  vna  poftema  fu'l  corpo,  &  era  ridotta  in  termine ,  che  à 
pena  fi  poteua  muouere .  Si  meffe  addotto  vn  pò  dell'abito  della  Beata  Ma- 
ria Maddaleua,  e  fé  le  raccomandò  più  volte  con  calde  preghiere .  Indi  à  po- 
chi giorni,  auendo  tuttauia  addodb  quella  Santa  Reliquiari  cui  aueua  gran  fe- 
de, fentì  in  vn  fubito  à  guifa  di  pietra  cadere,  e  fuanire  queir  vmore,  che  le  ha- 
tieua  cagionato  la  poftema  :  e  riconobbe  tal  grazia  da  quefta  Beata,  enefece 
teftimonianza . 

lì  Signor  Fabio  Serragli  Gentirhuomo  Fiorentino,  per  vna  graue  infermiti 
di  mal  di  pondi  con  febre  continuale  continuo  flutto  di  fangue ,  con  eccedila 
dolori,  fi  riduffe  vicino  à  morte  :  &  edendofi  comunicato  per  viatico,  e  prepa- 
randoci per  riceuere  leftrema  vnzione ,  prefo  in  mano,  e  baciato  il  Breuiario, 
del  quale  C\  feruìla  Beata  Madre-Suor  Maria  Maddalena  mentre  videe  racco- 
mandatofi  alla  fua  intercedi  one,có far  voto.fe  riceueua  la  fanità>di  vifitare  per 
vn'anno  intero  ogni  giorno  laChiefa  della  Beata.fubito  prele  miglioramento, 
e  reftò  fuori  del  pericolo  di  morte:  di  tutto  quefto  nefece  fede  Don  Saluado- 
le  Taddei  Sacerdote  Fiorentino,  quale  gli  portò  il  Breuiario  della  Beata . 

Agnolo  di  Domenico  dal  Piano  ,  lauoratore  fopra  i  beniall'ora  del  Signor 
Cardinale  Barberini,  oggiBearidìmo  Papa  Vrbano  Ottano,  per  cagione  d' vri^ 
graue  trauaglio  impazzo,di  manieraxhe  né  pure  conofceua  i  fuoi  di  cafa,  e  fu 
bifognofo  legarlo .  Effendo  flato  così  pazzo  tredici  giorni ,  la  fua  moglie  gli 
$>ofe  addodò  vn  pò  dell'abito  della  Beata  Madre,  tacendo  voto, fé  egli  guariua, 
idi  mandare  al  fuo  Sepolcro  vaboto  d'argento;  eiuhito  prete  miglioramento, 


170     vita  della  B. Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

&in  tre  giorni  ritornò  affatto  in  ceruello,  ,e  di  ciòne  fece  fede  Ja  Signora  Ca* 
teiina  Bufini  Gentildonna  Fiorentina . 

11  bi£.  Antonio  figliuolo  delSig  Bernardo  A4 inutoli,  Ambafdadore  della 
Repubblica  di  Lucca  'appiedo  Ja  Maeftà  del  RèCattoJico,  fàncmllodijquindici 
anni,*  infermò  jn  Madrid  di  febre  maligna  e da'Medici fu  quali  di fperata  Ja  fua 
vita .  Gli  pofe  adofib  il  Padre  vn  poco  del  velo  >che  aueua  appretto  di  sède!  la 
Beata;  e  fece  voto,  leguariua,  di  condurlo  a  vifitare  Je  Reliquie  di  quella .  Su- 
bito il  Fanciu  Ho  prefe  miglioramento notabile,  &  in  pochi  giorni  guarì  ?  &  in 
ritornartene  alla  patria  con  detto  iuoiìgliuolo  pafsò  per  Firenze ,  &  adempì  il 
voto  >  &  à  booca riferì  la  detta  grazia  alle  monache  dei  muniftero  della  Beata. 

Madonna  Maria  di  R  aifaeljo  Pera  jLucchefe inferma  di  punta,e  febriconi  dis- 
perata da  Medici,elTendofi  comunicata  per  \iatico,6c  auendo  ricevuta  feftie- 
ma  Vnzione.  fu  raccomandata  dalle  monache  del  muniftero  di  San  Domeni- 
co di  detta  Città  alla. Beara  Maria  Maddalena;  e  riceuuto>che  ebbe  alcuni  fiori, 
che  auueuano  rocco  il  corpo  della  Beata ,  mandatili  da  quelle  Madri ,  fubito 
prefe  tal  miglioramento ,  che  in  tre  giorni  reftò  fanale  gagliarda,  come  fé  non 
aueffe  auuto  male  alcuno,  con  ftupore  di  tutti ,  e  ne  fu  fatta  teftimonianza  in 
fcritto,e  mandata  alle  monache  del  ino  muniftero. 

Suor* Anna  Lippi,  monaca  nel  muniftero  di  S.  Domenicodi  Lucca,auendo 
portato  per  lo  fpazio  di  venti  meli  continui  quattro  febri  quartane  con  enfia- 
gione» &  altri  malica  mattila  della  fefta  di  detta  Beata  Madre  fé  le  raccoman- 
dò :  e  pigliando  alcuni  fiori ,  che  aueueuano  tocco  il  fuo  corpo ,  fubito  reftò 
fana:  e  teftificò  con  altri  teftimoni  il  fticceflò,nel  Proceffo  fatto  in  Lucca . 

Nel  Muniftero  di  S.Domenico  di  Lucca  fi  era  guafto  il  vino  d' vna  botte , 
nella  quale  le  dette  Madri meflero  alcuni  fiori ,  che  aueuano  tocco  il  corpo  di 
quefta  Beata  ;  e  fubito  il  vino  ritornò  buono  ,conie  fé  mai  auefle  patito . 

Eflfendo  dopò  alquanto  tempo  vota  la  botte  >  &  effendoui  rimafto  vn  poco 
di  fondigUuoJo  di  quei  vino,  inforcò, e diuenne aceto.  Vna donna Lucchefe 
inferma  di  petecchie ,  e  che  patiua  di  febriconi ,  effendo  vicina  à  morte  ti  ba* 
gnò  con  vn  poco  di  quell'aceto ,  e  fubito  prefe  mig!ioramento,&  in  breue  re- 
ftò del  tutto  fana. 

La  medefima  vn'alrra  volta  tronandofi  con  ecceflìui  dolori  ài  tefta ,  bagna- 
ta fi  coni  i  mede  fimo  aceto,  fubito  lenti  alleggerirli  ,  &in  fpazio  dvn'ora  ne 
reftò  al  tutto  libera . 

Vn'altro  nella  medefima  Città,eflendo  grauemente  trauagliato  da  dolori  di 
gotte  ,  e  bagnatoli  col  medefimo  aceto,  fubito  ne  reftò  libero. 

Vna  fanciulla  della  medefima  Città,per  cagione  d'vn  catarro  cadutole  negli 
occhi  era  rimafta  cieca,  e  bagnaroli  con  detto  aceto  riebbe  la  vifta . 

Di  tutte  quattro  le  dette  grazie  ne  fii  fatto  fede  dà  diuerfe  perfone  Lucchefi* 
in  fentto  alle  monache  di  Santa  Maria  degli  Angioli . 

La  Sorella  Virginia  Magnani  Parmigiana ,  della  Compagnia  di  S.  Orfola  dì 
Panna  ,  ridotta  aH'eftremcTdi  fua  vita,  egià  comunicata  per  viatico,  e  riceuuta 
Jc  iberna  Vnzione  con  nimfeftiftimi  fegni  di  vicina  morte ,  fu  raccomandata 
da! Li  kre  Sorelle  di  detta  Compagnia  ali  interceflione  della  Beata  Maria  Mad- 
dalena ;  e  fubito  fentì  in  se  miglioramento;  di  maniera ,  che  dille  eflerle  parfo 

di 


cfi  ritornare  da  morte  à  vita  ;  come  in  effetto  fi  vidde,poiche  fubito  cominciò  à 
migliorare,&  in  quattrogiorni  fi  leuò  di  Ietto  fana,e  ne  fu  fatto  fede  in  fcritto  * 

Domenico  figliuolo  di  Bafliano  Fabro  nel  pianodi  Scò,per  vna  grane  infer- 
mità, quale  fu  giudicata  vna  malia, era: ridòtto  a  tal  termine,  che  non  aueua  al- 
tro,  che  la  pelle,  e  1'oflò ,  né  poteua  mangiare  fenza  grandiffima  fatica .  Il  pa- 
dre dopòmoltì  voti,e  preghiere  fatte  à 'più -Santi;  edc>pò  molti  rimedi,  fece 
votoalla  Beata,  feegli  guadua,  di  mandarlo  à  vifirare  la  Santa  Cafa  di  Loreto: 
dipoi  dette  à  mangiare  al  fuo  figliuolo  due  fiori,  che  aueuano  tocca  ilcorpo 
della  Beata,  e  fubito  ritornò  (ano >  &  indi  àquattro  giorni  andò  a  Loreto  con- 
forme al  voto:e  1  vno,e  l'altro  hanno  teftificato  in  voce  alle  monache  del  fuo 
muniftero  tal  grazia ,  &  è  teftificata  nel  Procedo  remilToriale  da  più  teftimoni. 

Alcune  monache  della  Città  di  Brufelles  in  Fiandra,  e  leggendo  il  libro  del- 
la vita  della  Beata,tradotto  in  lingua  Ihglelè  dàfSign.  Tobia  Mattci  Gaualiere 
Inglefe  Cattolico ,  fiinuoglioino  deirofleruanza  Religiofa  ;  còntradicéndo 
alla  riforma  d'alcune  cofevn'altra  parte  dì  Monache  dell'ifteifoMùnifferOjri- 
corferoairinterteffione  di  queiìà  Beata;  e  fecero  voto  d'erigere  in  quel  mu* 
niftero  visitare  a  lei  dedicato,  fé  la  detta  parte  di  Monache  repugnanti  fi  ac- 
cdrdaua  a  quefta  riforma.  Subito  fàttaqìTefto  votoitrouarono  le  monache  re- 
pngnanti  concordi  alla  riformarne  defìderauano&ereflero  detto  Altare  :  di 
quello  ne  fu  fatto  fede  inscritto  dall'ifteflb  Sig.  Tobia-Mattei  per  fualettera . 

IÌSerenifs*  Don  Ferdinando  Duca  di  Mantoua,  fi  t'rouauatàmmalàtadi  fe- 
bre,  e  palpitazione  di  cuore ,  quale  gllapportaua  tal  faftidio ,  chetion  poteua 
prendere  punto  di  ripofo .  Fece  voto  alla  Beata ,  (è  guariua  >  mandateal Tuo 
Sepolcro  vn  cuore  d'oro,  e  fatto  dettò  voto ,  reftò  fano,  e  della  febbree  dèlia 
palpitazione,  e  mandò  vn  cuore  d'oro  al  fuo  Sepolcro  con  quefta  infcrittione. 
Signum  Cordts  Ferdinandi  Ducis  Mantu£SeXtì,&  Montis ferrati  Quarti  Beate  Ma- 
rti Magdalenóde  Taccisdicatnm. 

Madonna  Verginia  Giocondi ,  moglie  di  Benedetto  Serbaldefi,  Cittadini 
Fiorentini ,  trouandofi  di  parto ,  con  eftremo,  e  qiiafi  infopportabil dolore  di 
retta,  quale  per  buono  fpazio  di  tempo  le  aueua  durato ,  frpofe  fopra  là  teda 
alcuni  fiori,  che  aueuano  tocco  ilcorpo  della  Beata,  e  fubito  reftò  in  tutto  s< 
e  per  tutto  libera. 

A  Bàffiano  di  Domenico  Fabbroalla  PìeueàScò  fopratiominato,  fi  guadò 
il  vino d'vna botte  :  e  fapendocome  la  Beata  Maria  Maddalena  in  vita  fuaaue- 
ua  due  volte  reftituito  ilvino  gnafio  nel-fuomu  ni  fiero  alla  pi  iftina  bontà,pre- 
fe  il  libro  della  fua  Vita,e  con  elfo  fece  orazione  nello  ft'eiTo  luogo  alla  Beata , 
e  poi  ritrouò  il  vino  tornato  buono  :  &  egli  ftefso  ne  kcc  reftimonio,  <5cin  le- 
gno di  gratitudine  ne  portò  alle  monache  delfuo  munifiero;&  è  teftificato  nel 
Procedo  remifsoriale  da  più  teftimoni . 

Antonio  di  Domenico  Pàrrigliani  Lucchefe,  malato  di  fé bre  con  ffufso,  era 
dai  Medici  fatto  fpacciato,  &  aueuano  dato  ordine,  che  riceuefse  feftrema  Vn- 
zione .  Si  raccomandò  alla  Beata  Maria  Maddalena ,  e  là  pregò  ,  che  sì  come 
aueua  fatto  molte  grazie  à  fuoi  compatriotti  così  volefte  impetrare  à  lui  la  fa- 
nità  In  quefta  orazione  s'addormentò ,  egliapparuelàBeata  eglrditse:  Se 
*uoi  guarite,  beui  dell'acqua  del  mio  fonte .  Suegliarol:infermo>  con  gran  fe- 
de 


%yiL     Vita  della  D.Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

de  la  mattina  di  buoniffima  ora  mandò  al  Muniftero  della  Beata  à  chiedere  di 
quelìa  acqua  :  ne  fapendo  le  Monache,  che  fonte  fi  volefse  dire ,  gli  mandor- 
jìo  dell'acqua  del  pozzo  ,  la  quale  la  Beata  viuendo  ioleua  bagnar  le  braccia  » 
quando  era  in  quegli  eccedi  d  amore  diuino ,  regiftrati  di  fopra  :  e  riceuuta,  e 
bcuutactallinfermo,  lenti  alleggerirò  il  male  ,  <5c  in  pochi  giorni  fileuòfanos 
&  ha  certificato  tal  grazia  nel  Procedo  remiiTonaie  con  altri  teftimoni . 

Per  caute  di  quefta  grazia,  fi  fparie  la  voce  di  quell'acqua ,  e  cominciò  à 
concorrere  al  muniftero  molta  gente  à  damandarne  per  infermi ,  e  così  fegui- 
tano  fino  al  prefente  $  e  se  vdito  da  molti  dinerfe  grazie  di  iànirà  ottenute  per 
mezzo  di  quella  :  e  non  folo  di  Firenze  :  ma  anco  di  Lucca  *  e  d'altri  luoghi  è 
flato  mandato  à  chiedere  di  quell'acqua  ;  e  di  Lucca  fu  fcritto  alle  Monache 
le  due  feguenri  grazie. 

Vna  Monaca  dei  muniftero  di  S.  Domenico  ài  Lucca  >  fendo  (tata  ammala- 
ta fei  meli  di  febre  con  vmore  maninconico  tanto  grande,  che  la  rendeua  qua- 
fi  infentàta  ,  lenza  poterfi  leuare  di  letto,  prefe  con  deuozione  à  bere  vn  poco 
della  detta  acqua,  e  reftò  fana  di  maniera,  che  il  dì  feguentc,  fi  leuò  di  letto  ,  e 
fi  dette  a  fare  egliefercizi ,  &  offeruanze  della  Religione  1  come  (è  non  auefle 
mai  auiito  male  alcuno. 

Vn'akra  Monaca  della  medefima  Città  dell'Ordine  de' Gefuati,  era  fiata 
quattro  giorni  con  dolori  acerbiffimi  di  mal  di  pietrà,quali  le  cagionauano  vo- 
mito j  fiche  non  poteua  ritenere  niente ,  ne  n  trouaua  alcun  rimedio  per  far 
celiare  i  detti  dolori,  e  vomiti  ;  prefe  vn  poco  della  medefima  acqua ,  e  fubito 
le  ce fsorno  i  dolori ,  e  vomiti  :  e  fenza  altri  medicamenti  guarì . 

Della  Città  di  Palermo  venne  fcritto  dell'anno  16 19  alle  monache  del  mu- 
niftero della  Beata,  come  in  quella  Città  nella  Badia  di  Santa  Maria  la  Mar- 
torana ,  vna  Monaca  chiamata  Suor  Lilabetta  Crifpo  ,  ftaua  in  gran  pericolo 
della  vita  per  male  di  idropifia  ,  che  aueuano  portato  molto  tempo  :  fece  vo- 
to ,  fé  ricuperaua  la  fanità,  di  mandare  al  Sepolcro  della  Beata  vn  voto  d'argen- 
to: e  fubito  ratto  il  voto  riebbe  la  fanità,  calandofene  il  corpo,  e  pacandole 
tutte  le  fincope.  Ma  perche  detta  Monaca  aueua  comodità  di  mandare  il  Bo- 
to, pensò  di  commutarlo,  e  nell'ifteiTo  penfierodi  nuouo  fi  infermò  del  me- 
defimo  male  :  onde  rinnouato,e  confermato  il  voto  di  mandare  detto  Boto  di 
argento,  di  nuouo  (ubitamente  raquiftò  la  fanità  . 

Suor  Cecilia  Crifpo ,  forella  della  fopradetta,  correttrice  del  muniftero  dek 
k  Educanti  di  detta  Città  di  Palermo  aueua  tenuto  quatti  anni  vn  male  d' Me- 
dici nonconofeiuto  ;  màgiudicato  canchero,  al  quale  non  fi  trouaua  alcun  ri- 
medio vmano  ,  fu  botato  dalla  fopradetta  Suor  Lifabetta  fua  forella ,  che  lo 
riaueua  la  fanità  ,  arebbe  mandato  vn'aitro  Boto  d'argento  al  Sepolcro  della 
Beata ,  e  fubito  riceuette  la  fanità . 

Don  Francefco  Gelulo  Confcfibre  del  detto  muniftero  della  Martorana, 
foeifopariua  grandtflìmo  dolore,  e  fpafimo  di  teda  :  fu  botato  dalla  medefima 
Suor  Lilabetta  Crifpo  di  mandare  al  Sepolcro  della  Beata  vn  Boto  d'argcnro,e 
fubito  fi  fentì  libero  da  detti  dolori,  e  mai  più  ne  ha  patito . 

NellifteiTo  muniftero  tklia  Martorana  di  Palermo,  vna  Monaca chiamata 
StìorAegclica  Maria  3  eragrauiflìmamenre  ammalata  di  lebre  con  dolori  di 

doma- 


Vita  della  B.  Maria  Maddalena  de  Fazzi.     2,7  $ 

ftomaco,  efincopedicuore:  ne  trouandofi  rimedio  al  fuo  male,  firiduffeà 
termine  di  morte .  Mentre  ftaua  in  tranfito,  fece  voto  alla  Beata  di  mandato 
vn  Boto  d'argento  di  tari  quindici,  e  fubito  fi  fentì  migliorare,  &  vici  del  peri- 
colo de  Ha  fopraftante  morte . 

Nella  fteffa  Città  di  Palermo  ,  vna  monaca  del  muniftero  di  Santa  Maria_» 
della  Pietà,eraacciecata  totalmente,  nò  per  molti  rimedi  vmani,  e  voti  fatti  à 
molti  Santi,potè  mai  ricuperare  Ja  perduta  vifta:  &  auendo  gran  fede  alfinter- 
ceffione  della  Beata, fi  mandò  a  raccomandare  alla  fudetta  Suor  Lifabetta  Crif- 
po.che  faceffe  orazione  per  lei  alla  Beata  :  promettendo  di  mandare  al  fuo  Se- 
polcro vn  boto  di  tari  quindici,  (è  riceuena  la  fanità  ;  e  la  medefima  fera ,  che 
£uor  Lifabetta  botò  la  detta  cieca  alla  Beata,  ella  riebbe,e  ricuperò  la  vifta. 

E  tutti  li  fudetti  cinque  voti  fumo  mandati  al  Sepolcro  della  Beata  da  Paler- 
mo, infieme  con  la  fede  delle  fudette  grazie  . 

Pafitea  di  Matteo  Lucchefe,  fattorelTa  delle  monache  di  San  Domenico  di 
Lucca ,  effendo  fiata  quattro  mefi  in  letto  con  dolori  grandiffimi  nelle  gam- 
be, e  tali ,  che  non  poteua  pofare  i  piedi  in  terra  fenza  eftremo  dolore  ,  non 
auendo  trouato  alcun  rimedio,  che  le  giouaffe  $  fece  voto  alla  Beata  di  porrà- 
re  al  fuo  Sepolcro  vn  boto  di  due  gambe  d'argento,  fé  riceueua  la  fanità ,  e  fu- 
bito fé  li  partirono  i  dolori;  ma  ftando  poi  perpleffa  d'efeguire  il  voto,  per  la_» 
difficultà,  che  aueua  d'andare  à  Firenze,  le  tornorno  i  dolori  nelle  gambe  co- 
me prima;  onde  rinnouato;  confirmato  rifolutamente  il  detto  voto ,  di  fubito 
redo  di  nuouo  fanata,  e  venne  à  Firenze  à  efeguire  il  voto,e  lei  fteffa  in  perfò- 
na  fece  fede  di  quanto  è  detto . 

oiltr  e  grafie  marauigliofe  >  che  oltre  all' approuat  e  per  miracoli  dalla  Sacralità, 

fi  trouano  teflificate  nei  Troceffi  formati  in  Firenze  per  la  Beatificatio- 

ne  di  quefta  Madr esprima  per  V  Ordinario^  poi  per  auttontà 

Upojìohca .  Cap.     CXLV II. 

ANdrea  Bindi  Sacerdote  Fiorentino ,  Curato  della  Collegiata  di  San  Fria- 
no  di  Firenze,  auendo  portato  per  molti  anni  contagiofo  maleinvna_» 
gamba,  chiamato  il  male  della  formica;  né  mai  per  molti  rimedi  j  fatti  auen- 
do trouato  fanità,  anzi  peggiorando  di  giorno  in  giorno  ;  fu.  chiamato  con  al- 
tri Sacerdoti  à  portare  il  di  della  Sepoltura ,  il  corpo  della  Beata  Madre  :  e  nel 
portarlo ,  raccomandandofele  con  gran  fede,  lenti  fubito  miglioramento,  & 
in  breue  reftòal  tutto  fano  ;  e  tanto  teftificò  con  giuramento  nel  primo  Pro- 
ceffo auanti  all'Ordinario . 

Il  Signor  Antonio  Valderama  Spagnuolo ,  abitante  in  Firenze ,  ritrouan- 
dofi  ammalato  grauemente  di  febre  §  &  altri  accidenti ,  con  grandiffimo  do- 
lore di  gambe,  fi  fece  legare  le  gambe  con  alcune  fafeie  fatte  d'vno  feiuga- 
toio  ,  che  era  feruito  in  vita  per  vfo  della  Beata:  ;  fubito  Tenti  ceffarfi  il  dolore 
delle  gambe,  &  in  breue  ricuperò  l'intera  fanità,e  teftificò  la  grazia  nel  primo 
Proceffo. 

Bernardino  Cerboni  da  Colle,  Cittadino  Fiorentino,  auendo  patito  per  die - 
ci  annj  di  niale  di  pietra/e  renella  ;  &  effendo  fpeflìffimo  trauagliato  da  gran- 

S  diffimi 


Z74     Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

biffimi  dolori  i  fiera  ridotta  vna  volta  in  molto  pericolo  della  vita.  Mentre 
egli  lì  ritrouaua  in  quefti  dolori ,  li  fu  porto  addoffo  vn  poco  dell'abito  della_, 
Beata;  alla  quale  raccomandofi  di  cuore,  fentì  in  vn  fubito  mitigarfi  il  dolore , 
&  in  capo  ad  vnrora  le  né  trono  al  tutto  libero,  ne  mai  più  né  ha  patito  :  &  egli 
fteflfo  con  giuramento,  inficine  con  altri  teftimoni ,  ha  affermato  quefta  gra- 
zia nel  pruno  Procedo . 

Antonio  Mattei  Lucchefe,  feruidore  del  Signor  Alefiandro  Lamberti,  Am- 
bafeiadore  della  Republica  di  Lucca  apprettò  il  Gran  Duca  di  Tofcana,  venu- 
roàcontefe  con  vn'altro  feruidore  di  caia,  reftò ferita  nelpefcedel  braccio 
deflme  nel  fiancoja  quale  ferita  del  fianco,  à  guifà  di  mantice  sfiataua  ,  e  fe- 
condo il  parere  del  cerufico  aueua  ferito  anco  gì  ìnreftini,  e  più  volte  per  boc- 
ca vomitò  del  fangue:  onde  i  medicee  certifichi  chiamati  a  curarlo,dubitando, 
che  nongli  inorine  tra  le  mani  non  vollero  applicargli  rimedio  alcuna,  fé  egli 
non  fu  prima  confenato .  Furono  dalla  Signora  Ambafciatrice, tra  le  fila  ordi- 
nate per  le  tafte  del  ferito,  me  (colate  alcune  fila  del  lenzuolo  della  Beata  Ma- 
ria Maddalena  de'Pazzi;e  per  la  fede  di  quella  Signora  ne  meriti  &  interceffio- 
ne  della  Beata,il  ferito  non  fola  non  morì,  mìnanfentr  maidolore  alcuno  in 
dette  ferite,  né  fu  aflalito  da  febre;  <5cin  pochi  giorni  guarì,  e  1'iftefla  feruidore 
infieme  co' detti  Signori  Ambafciadore  ,  &  Ambafciatrice  hanno  teftificato 
tutto  queftanel  primo,  e  fecondo  Procefìo . 

lì  mede  fimo  Signor  Ambafciadore,  con  la  Signora  Ambafciatrice  teftifica 
nelJirtefiì  Procedi  di  sé  fieno,  comeauendo  tenuto  per  parecchi  giorni  vn 
grandifiimo  dolore  nel  braccio  deftro,  cagionata  da  vna  piccoliffima  puntuta 
negra,  lenza  fapere  da  che  fufse  cagionata,  né  trouandoui  alleggerimento,fen- 
tiua  conuertirfi  in  dolore  di  fpafimo  ;  ma  la  Signora  Ambafciatrice  fua  Con- 
forte sfafciandoli  ilbraccio  offe  fo>  lenza  di  lui  faputa,  pofe  su  la  puntura  vn  po- 
co del  lenzuolo  della  Beata  Maria  Maddalena  »  raccomandandofele  con_> 
gran  fede  ;  e  nelliftefso  iftante  fentìil  detto  Signore  ccfsar'ogni  dolore  re  ftu- 
pito  di  ciò  domandò- la  Signora,  che  colavi  auelse  mefso,  che  non  fenriua  più 
punto-di  dolore;  rifpofeella.  che  vi  aueua  mefso  fopra  vn  poco-dei  lenzuola 
della  Beata  Maria  Maddalena.  Onde  egli  fi  voltò  à  ringraziarla  con  grande^ 
affetto,  che  da  così  gran  dolore  l'aueua  liberato>e  non  fentìmai  più  altro  dolo- 
re in  quel  braccio. 

Terrificato  ancora  gliftefil  Signori,  come  laSignora  Lucrezia  Cenami  ne 
Lamberti,  Madre  di  detto  Signore  Ambafciadore,  di  anni  otta'nta,aueua  pa- 
tito, e  patina  continuamente  et  afma»cosìgrauemente ,  che  fi  dubitaua ,  cho 
refiafiè  foffocata:  le  diedero  à  bere  vn  poco  d'acqua ,  dentroui  della  poluero 
de'fìori,  che  aneuano  tocca  il  corpo  di  quefta  Beata,  e  reftò  (libito  libera ,  o 
lana  da  detto  male. 

Alefiandra  figliuola  del  Capitan  Francefco  Puccini,  e  moglie  di  Aradrea  Sa- 
piti,  fi  trouaua  con  petecchie  vicina  à  morte,  &  abbandonata  da  Medici  aueua 
riceuutarOgliaSantO;e  non  poteua  più  pigliar  cibonifpettandofi  d'ora  inora, 
che  fpiraffe .  Mentre  fi  trouaua  in  quefto  termine,  le  fu  pofto  al  collo  dal  Si- 
gnor Aleffandro  Puccini  ilio  parente, vn  bieue  ne!  quale  era  vn  pò  di  Reliquia 
«iella  Beata  Maria  Maddalena:  e  non  potendo  dia -più  parlare ,  per  auer  quali 

affatto- 


Vita  della  U.  Maria  Maddalena  de  v zzili  .     zj  $ 

affatto  perduti  i  fentimenti,  la  Fece  raccomandare  alia  Beata  dalle  perfone  cir- 
coflanti,  che  erano  venute  per  trouarfi  al  fuotranfito  :  &e]Ja  per  mezzo  dì 
detta  Reliquia  cominciò  à  riauerfi  à  poco  à  poco  ,  &  incapo  à  pochi  giorni 
vfcì  del  letto  fana  :  &  efla  co'l  Signor  Aleiìandro,3c  altri  hanno  teftificato  nel 
primo,  e  fecondo  Proceffo  la  verità  di  quanto  fopra . 

Stella  vedoua,donna  fu  di  Taddeo  Curradi,di  anni  70.  in.  circa,aueua  pat  ito 
per  molti  giorni  grandiffimi  dolori  di  fianco ,  né  da  rimedi),  e  medicamenti 
vmani  aueua  trouato  alleggerimento  alcuna  ;  onde  afpettando  di  morite  sera 
comunicata  per  viaticorquando  che  poftafi  con  fede  numeriti  della  Beata  Ma- 
ria Maddalena,  fopra  il  lato doue  era  il  dolore  vn  guancialino,  che  ne  fuoi  do- 
lori teneua  la  Beata  fopra  il  fuo  ftomaco,  lenti  fubito  alleggerirà  il  dolore,  e  Ci 
addormentò ,&  indi  à  poco  fuegliatafi,  fi  trouò  del  tutto  fana.*e  teftifica  in  tut- 
ti due  i  Proceffi  quella  grazia  da  lei  riceuuta.  con  altri  teftimonij . 

Agoftinodi  Francefco  Cortellini ,  puttino  di  anni  due  fi  trouaua  infermodi 
febre  ardentcin  gran  pericolo  della  vita >  ne  fé  gli  poteua  applicar  rimedio  al- 
cuno: & elTendo  ftatoalcuni  giorniin  quefta guifa,  Lifabetta  fua Madre  ricor- 
fé  alfinterceffione  di  quefta  Beata,  &  ottenuto  dalle  monache  di  Santa  Maria 
de  gli  Angioli  il  fuo  velo,  (ubito,  che  glie  lo  pofeà  doffo,fi  partì  la  febre  ;  o 
f  ideilo  fanciullino  diffe,  Mamma  io  fon  guarito,e  non  ebbe  più  male  :  e  que- 
llo nell'vno,  e  l'altro  Proceffo,é  da  più  teftimoni  affermato . 

Il  PadreDon  Vicenzo  Maccanti  Sacerdote  Teatino  :  ritrouandofi  in  Mode- 
na grauemente  infermo  di  febre  terzana  ,  laquale  gli  aueua  durato  quindici 
giorni, né  trouando  rimedio  da  medicamenti,  fi  rajccomandò  all'interceflione 
diqueftaBeata*  epreffo  all'ora,  che  le  doueua  ripigliare  la  febre,  fimefle  à 
meditare  la  gloriadi  lei,  nella  qual  meditazione^  addormentò,  e  gli  parue  di 
veder  comparire  quiui  la  Beata  Maria  Maddalena,con  San  Nicolò  Vefcouo , 
fuo  particoiar  diuoto:  e  mentre  ftaua  in  quefta  vifta ,  gli  panie  fentircche -la-» 
Beata  diceflè  quefte  formate  parole:  Facciamoli  la  grafia  compitamente  5  e  Io 
ricoperfe  con  ilfuo  manto.  Onde  egli  fi  fuegliò  tutto  pieno  di  giubilo,  edi 
contento  ,  nò  più  gli  tornò  la  febre,  e  fenza  altri  medicamenti  reftò  fanone 
tanto  afferma  egli  fteffo  nel  primo  Procefifo. 

Il  Sig.  Pietro  Alli  Gentilhuomo  Romano ,  abitante  in  Firenze ,  fi  trouaua 
in  letto  grauemente  ammalato  di  febre  con  dolori,  e  da'Medici  fi  temeua 
grandemente  della  fua  vita  onde  ordinorno,  che  fi  facefTe  comunicare  per  via- 
tico ;  &  efléndo  venuto  il  Curato  dellaTarochia^pcr  rimanere  in  appuntamen- 
to dell'ora ,  che  lo  doueuano  comunicare »  fu  pregato  dalla  Signora  Lucrezia 
Ghizziani  conforte  dell'Infermo,  che  volefse  applicarli  il  velo  della  Beata  Ma- 
ria Maddalena,  che  ella  aueua  ottenuto .  Subito,  che  ilCuratoebbe  porto  fo- 
pra l'Infermo  quel  velo,  e  raccomandatolo  alla  Beata,  gli  ceflbrno  i  dolorile  fi 
partì  la  febre  ,  con  ftupor  grande  de  medici  :  &  egliftefso  con  altri  teftimoni 
afferma  effer  vero ,  nell'vno,  e  l'altro  procedo. 

La  Sig.  Maria  del  Garbo  de'  Roffi .  Gentildonna  Fiorentina ,  vedoua,aueua 
patito  per  molti  anni  gran  dolori  di  tefta  5  né  auendo  trouato  mai  alcun  rime- 
dio da  molti  medicamenti  fatti,  fi  votò  à  quefta  Beatale  fubito  fi  partì  il  dolo- 
Te,  né  mai  più  n'è  ftata  trauagliata* 

S     ^       Alla 


ijb     Vita  della  13. Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

Alla  meckfmia  altra  volta  venne  in  vn  dito  il  male  chiamato  del  pino,e  tro^ 
uandofi  per  più  giorni  in  dolori  quafi  di  fpafimo ,  fenza  trouar  rimedio,  che  lo 
mitiga(Te ,  fece  vn'altro  voto  à  quella  Beata ,  e  fubito  le  cefsò  il  dolore ,  &  il 
male  tutto  ti  partì  ;  e  Fvna  e  l'altra  grazia ,  efsa  con  altri  teftimoni  le  depongo- 
no con  giuramento  nel  Procefso  remilToriale  • 

Antonia  di  Iacobo  Giulianetti  da  Scarperia;  fanciulla  dell'Abbandonate  del 
ceppo  di  Firenze ,  ebbe  vn  grauiffimo  male ,  per  il  quale  fi  ridufle  in  eftremis , 
e  riceuè  l'Oglio  fanto  .*  ma  non  piacendo  à  Dio  tirarla  all'altra  vita,  flette  più  di 
vn  mele  doppo  con  accidenti  di  mal  caduco ,  così  faftidiofi,  che  non  folo  non 
potena  riauerfi ,  ma  ne  pure  alzare  la  tefta,  che  fubito,  che  tentaua  di  rizzarti 
à  federe  fui  letto  era  fopraprefa  da  quel  brutto  male,  con  tremiti  tali ,  che  ftra- 
uolgeua  la  bocca ,  ftralunaua  gl'occhi  »faceua  fchiuma,  e  baua  dalla  bocca  ;  e 
r.nuenuta,  che  era,  ftaua  vn  pezzo  fuori  di  se  .  Portole  adoflò  dalla  Priora  del 
luogo  vn  poco  di  reliquia  della  Beata  Maria  Maddalena,  fubito  cominciò  à  ria- 
uerfi, e  rizzarli,  &  il  dì  feguente  fi  leuò  di  letto  fenza  patire  più  di  detti  acci- 
denti: erta  medefima  con  altre  fanciulle  di  detto  luogo  testificano  Ja  grazia  nel 
Procedo  remifsoriale . 

Aleflandra  Vedoua ,  Priora  delle  fanciulle  Abbandonate  di  S.  Caterina ,  fi 
trouaua  all'ertremo  della  fua  vita  5  e  dalle  fanciulle  fi  piangeua  per  morta  ,  che 
per  tale  faueua  data  il  Medico ,  per  mal  di  petto .  Mentre  era  per  riceuere  le- 
ftremaVnziorve,vna  di  quelle  fanciulle  fece  vn  voto  alla  Beata  Maria  Maddale- 
na ,  fé  detta  inferma  guariua ,  e  nello  fteflb  tempo  le  potè  addoffo  vn  poco  di 
reliquia  della  Beata  ;  e  fubito  portale  adoflò  detta  reliquia,  l'inferma  fi  leuò  di 
Ietto ,  le  cefsò  la  febbre ,  &  in  due  ,  ò  tre  giorni  al  tutto  ti  riebbe  ;  &  è  teftifi- 
cato  da  più  tertimoni  nel  medefimo  Procefso  remifsoriale  . 

11  Signor  Giouanbattifta  RofTì ,  Nobile  Fiorentino ,  durò  per  due  mefi  con- 
tinui à  patire  di  palpitazione  di  cuore ,  per  la  quale  ad  ogni  poco  fi  mancaua  * 
con  accidenti  di  fudor  ghiacciato ,  fi  che  le  pareua  di  morire>&  aueua  vn  con- 
tinuo dolore  al  cuore ,  fenza  mai  ceflargli,nè  auendoli  giouato  i  medicamenti, 
che  fece ,  fi  rifoluette  dire  ogni  giorno  alcune  diuozioni  ad  onore  di  quefta_* 
Beata,  e  portare  vnvoto  d'argento  al  fuofepolcro:  e  fubito  fatto  il  voto  gli 
cefsò  il  dolor  di  cuore  &  accidenti.e  palpitazione, e  mai  più  ne  bà  patito:  e  così 
ha  teftifìcato  infieme  con  altri  teftimoni  efanrinati  nel  Procedo  remifsoriale . 

La  fopranominata  Maria  Rouai  del  Roffo,oltre  a'miracoli  (opra  deferitti  fe- 
guiti  nella  fua  pedona,  teftifica  nel  Procedo  remifsoriale,  che  ritrouandofi  in- 
ferma vn'altra  volta  di  febre  in  Villa  del  mefe  d'Ottobre,  e  defiderando  la  mat- 
tina d'ogni  Santi,aliora  profììmajdi comunicarti  e  facendo  refiftenza  il  Curato 
d'andare  à  comunicarla  à  caia  ,per  edere  aliai  lontano  dalla  Chiefa  ;  ella  la  fera 
di  S.Simone  Apoitolo  il  pofe  addoffo  con  fede  alcune  Reliquicchaueua  del- 
la Beata  Maria  Maddalena,  e  fubito  fi  fentìcertàr  la  febre,  la  quale  le  aueua 
durato  continuamente  dalla  mattina  di  S.  Francefco  fino  à  quel  punto  ,  e  ti. 
lenti  1  tornate  in  quell'iitante  le  forze  in  maniera ,  che  ti  leuò  allora  allora  di 
letto,  e  la  mattina  feguente  a*  fuoi  piedi  andò  alla  Chiefa ,  dittante  più  d'vn  mi- 
glio di  ftrada  erta ,  e  cattiua . 

Lorézo  figliuolo  di  Paolo  del  Rofso>  e  della  fudetta  Mariani  tre  anni  aueua 

comin- 


Vita  delia  d.  Maria  Maddalena  de  Pazzi.     177 

cominciato  à  patire  di  fpine  vetofe,  le  quali  gii  aucuano  piagato  vn  braccio,& 
vn  piede  in  maniera  che  aueuano  fatto  cinque  ò  lei  bocche  per  iato,  e  Scaglia- 
to dell'olio:  &  e (sédogli  (lati  fatti  molti  rimedi,nè  trouàdofi  medicameto.chc 
io  guarire  >  (lette  quattro,ò  cinque  anni  con  quefto  male,  e  fi  trattò  infino  di 
tagliargli  il  piede  .  Ma  ricorrédola  madre  ail  ineerceilìone  diquefta  Beata, gli 
pofeaddoffo  alcuni  fiori>che  aueuano  tocco  il  fuocorpo,e  da  indi  in  poi  quel- 
le piaghe  andorno  chiudendofi  in  pochi  giorni:  &  è  teftificato  come  (opra . 

Oltre  alle  preddette  ,  fi  contengono  ancora  ne'  detti  Proceffi  molte  altro 
grazie  di  fanità ,  e  particolarmente  di  Donne  in  pencoli  di  parto ,  liberate  per 
mezzo  delle  Reliquie,  &  inuocazione  di  quefta  Beata ,  le  quali  per  breuità  fi 
tralafciano. 

Et  oltre  à  quefte  teftificate  ne'  ProceiìLce  ne  fono  moltiffime  altreje  qua- 
li dalle  monache  del  detto  muniftero  fono  (late  raccolte  di  giorno  in  giorno 
da  varie  perlòncche  fon  venute  alle  Grate  à  raccontarle>&  a  portar  voti  al  Se- 
polcro della  Beata  per  gratitudine  >  e  riconofcimento  delle  grazie  nceuute  à 
(uà  interceffione ,  e  Ihanno  notare  in  vn  libro  à\  ricordi  à  tale  effetto  da  loro 
tenuto  ;  e  quando  nel  Procedo  remifforiale  fu  fatta  la  vifita  al  fuo  Corpo  »  fi 
numerorno  intorno  al  fuo  Sepolcro ,  feicento,  e  ventifei  voti,  che  erano  cin- 
quecento, e  feffanfette  d'argento,  e  cinquantanoue  in  tauoletta,  e  carta . 

jlltre  grafie  feguite  ad  interceffione  di  quefta  Beata  nella  Città  di  Lucca,  efaminate 
in  vn  Vroceffo  remi/foriate  formato  in  quella  Città  ad  iftan%a  delle  Monache  di 
S.  Maria  de* gli  Angioli>il  quale  per  non  effer  fatto  con  legitima  auttorità  ?non  è 
fiato  approuato.Màperò  vi  fi  trouano  depofle  con  giuramento  da  molti  teflimoni^ 
l'infrafcritte  grafie;  la  fede  delle  quali  fi  rimette  a  Lettori.        Caf.  CXLV11I. 

IL  Reu  D.GiouannrPierotti,  Sacerdote  Lucchefe»  fi  trouaua  in  vna  grandif- 
fima  indifpofitione  di  mente,  che  come  egli  fteffo  teftifica,  né  giorno ,  ne 
notte  lo  lafciaua  quietare;&aueua  vnapaflìone  al  cuore>&  in  tutta  la  vita,che 
non  poteua  fare  azione  alcuna  con  pace, e  perdeua  la  memoria  di  ciò  che  face- 
ua  dora  in  ora:  fiche  qualche  volta  nel  recitar  l' Vfrìzio  diuino  arebbe  detto  vn 
Salmo  dieci,  ò  dodeci  volte,  e  dipoi  non  fi  ricordaua  fé  laueua  dettolo  nò  ;  né 
tampoco  poteua  inghiottircene  pareua  d'affogare.di  modo,  che  era  tribolato 
in  maniera,che  nonfapeua  come  farfi  à  viuere,conofcendo,che  quefte  erano 
illufioni  deipiauok)-  Dopò  molti  digiuni,orazioni,e  voti,non  trottando  rime- 
dio a  Icuno,fi  fentì  i(pirato  vna  mattina,mentre  diceua  Me(Ta,di  raccomandarli 
alla  Beata  Maria  Maddalena  de'  Pazzi,  e  fece  voto  di  vifitare  il  ilio  Corpo  »  z_, 
prelèntare  alla  fua  Chiefa  vn  Calice  dargento  v  e  Cubito  gli  parue  effer  lauato 
da  vn  riuolo  d'acqua ,  e  fentì  partirli  ogniillufione,  e  fantafia>  e  reftar  la  fua-. 
mentee  tutta  la  fua  vita  libera  ;  &  e  (èqui  il  voto  in  perfona,e  prefentòil  Cali- 
ce d'argento  al  fuo  Sepolcro;  &  in  Proceffo  teftifica  il  miTacolo ♦ 

Suor  .Maria  Fanucci,  monaca  dei  muniftero  di  Santa  Chiara  di  Lucca  efTen- 

xio  (lata  inferma  per  lo  fpazio  d'vn'anno  di  varie  infermità,  e  ritrouandofi  con 

'  febre  continua,debolezza>e  relaffazione  di  teda,  e  di  ftomaco  notabiljffima,  e 

tanto  abbandonata  di  forze  f  che  non  poteua  muouere  fé  non  le  mani,  e  cos; 

$  S    j       era    ^ 


17»     Vita  della  B.Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

«aliata  giudicata  in  lettoper  molto  tempo;  ne  trouandòfi  alcun  rimedia,  che 
lafanaflè,erada'  Medici  (limata  infermità  incurabile,  &afpettauano,  che  in 
breue  douefTe  morire  .  Mentre  ella  fi  rrouaua  in  quefto  termine  r  fu  toccai 
dalla  Badefla  del  fuo  Munifterocor*  Reliquia  ài  vn  poco  di  vello  della  Beata_, 
Maria  Maddalena,efubito  fi  lenti  partire  ogni  male,ejpinuigorire  in  modoxhc 
allora  allora  Ieuata  di  letto,  àfuoi  piedi  andòdietro  alla  BadefTa,quale  rrporra- 
ua  quella  Reliquiaal  Prioredi  Sarv  Giouanni  di  Lucca,  che  glielaueua  porta- 
ta,acciò  corcefla  toccafle  l'inferma;  reftandoftupite,&  attonite  tutte  le  Mona- 
che che  la  vedeuano,  per  la  nouità  di  tal  miracolo  :  e  per  l'allegrezza  tutte-, 
concortèroircCoroJnffemc  con  l'inferma  risanata, e  dato  nelle  campane, can- 
torno  in  ringraziamento  il  Te  Deum.  Quefto  miracolo  non  folo  è  rettificato 
dalla  ftefla,  e  da  aftre  Monache,  ma  ancora  dal  VicariodiMonfignorVefco- 
uo  di  Lucca,  e  dal  Priore  diSan  Giouannt  quali  in  tal  tempo  per  altre  loro  oc- 
correnze fi  trouauano  alte  Grate  didettoMuniftero,  e  dal  mediacene  curaua 
l'inferma . 

Suor  Anna  Lippi  >  Monaca  nel  Venerando  Muniftero  di  San  Domenico 
«RLucca,.  era  (lata  pervnamiointero  férma  in  letto  con  febre  continua  dop- 
piatori dolori  di  tutte  fé  membra.e  continuo  fudore  5  né  aueuarrouaro  rime- 
dìo  da  alcunomedicamentot  anzi  era  tanto  aggrauata,  che  non  fi  poreua  più 
Jeuar.  di  Ietto  in  modoalcuno.e  none/era  più  fperanza  della  fua  vita.  Vna  mat- 
lina  dopòeflétfrcomunicataaf  letto,fi  fece  dare  dal  Padre  Confeflòre  àbero 
vnpoco  d'acquarella  quale  era  (lata  meflfa  dellapoFuerede  i  fiori,  che  haue- 
uano  toecoil  Corpo  della  Beata  Maria  Maddalena^  cui  di  cuore  fi  raccoman- 
daua.  Subito  prela  quell'acqua  le  parue,comeefla  rettifica»  eflcr  porta  in  vn 
bagno  di  pene  intollerabile  nelle  quali  continuando  fino  à  mezzo  di,  con  rac- 
comandare  continuamente  alla  Beata,  in  su  la  detta  ora  fi  lenti  ad  vn'tratto 
partir  la  fé  bre,  ce  fiamme  le  pene,  e  rinuigorirfi  in  maniera, che  fubito  vfcì  dal 
ktto,e  fenza alcuno  appoggio,  l'enti  che  fi  reggeua  beniffimo;e  la  mattina  fe- 
gtrentecon  ftupore delle  Monache  andò  in  Coro ,  doue  tutte  radunare  per 
l'allegrezza  canrorno  il  Te  Deum  in  ringrazi  a  menro  :  e  più  Monache  infieme 
con  ella,  &  il  Medico*  che  la  curaua,hanno  rettificato  con  giuramento  quefto 
miracolo. 

Mentre  fi  cantaua  il  Te  Deum  irr  ringraziamento  delfa  grazia  mrracolofa^ 
ottenuta  da  Suor  Anna  Lippi,comefopra>  la  Madre  Suor  Maria  Benigna  Lam- 
berti* Monaca  del  medefimo  Muniftero,trouandofi  per  quattro  anni  ftotpiata 
dal  fianco  deliro,  nel  quale  fenriuavn  continuo  confumamento  comedi  li- 
matura, &auea  vn  continuo  tremito,  fiche  non  poteua  andare  fé  non  con  le-r 
groccie,  nèfenza  appoggio  poreua  punto  agitarli,  e  come  male  incurabile  era 
ftata  da  Medici  già  molto  tempo  falciata  fenza  fami  più  medicamenti ,  auen- 
dòne  fattimolti  fenza  alcun  miglioramento;  fi  accefeà  fperanza  dauer  ancor 
fci  à  riceuere  la  fanità  per  mezzo  dell'iiKcrceflìone  di  quella  Beata,  e  ptegò  le 
fuc  Monache,  che  raceflfero orazione  per  lei.  In-quel  mentre,  che  fi  facena_r 
quefta  orazione,  ella  da  perse  fteffa,  pofefopra  il  fianco  infermo  alcune  Reli- 
quie, che  aueua  di  quella  Beata,  &  in  vn  fubito  fentr  pigliai  fi  in  tutra  la  vita  da 
vntremito,e  terrore cosìg^gkardo,  che l'otta  faceuano  vn  tremore,  che  pare* 

uà,  che 


\  ita  uc ila  u.  ivxanaxviaumiiciuiu^  1  ±ll,\  .       X/9 

uà,  che.tutto quel  lato  fi  diflorfuefle .  iVr  il  trauagJio,  the  fentì.  fi  fuenne ,  o 
doppo  mezz  hora  rinuenutafì/i  trouò  lanata  del  fianco,  e  da  se  11  ella  fi  rizzò  » 
ma  quafi  fuori  di  se  >  &  andò  a'  Cuoi  piedi  lenza  appoggio  alcuno  ;  mi  però  fi 
featiua  così  pefta,efiacca,  che  non  fi  rinueniua  ronde  tu  dalte  Monache  con- 
dotta al  fuo'lettOtC  (lette  tutto  quel giornocome  fuor  di  sé  ;  ma  rinuenuta  af- 
fatto^ leuò  1  iflelYe giorno, e. lenza groccie ,  ò  appoggio  alcuno,andò  il  luai 
efercizi»  e  nftefl'acon  altri  tellimoni  afferma  con  giuramento  l'vno ,  e  l'altro 
miracolo,^  dellafteffo  ne  fa  tetlimonio  ancora  il  Medico  del  muniftero . 

Suor  Leonilda  Trenta  »  Monaca  profoffa  del  muniftero  di  Santa  Chiara  ,di 
Lucca,pertrentaanniincircaaueua  patito,  e  patiua^continuanvente  di  piaghe» 
in diuerfe parti della/ua pedona, cagionate  da  vn'vuiore  falfo ,  quale  douun 
que  calauadc  rodcua.e  (cotticaua -quelle  parti:  ne  permeiti  medicamenti  tar- 
ti,mai  fi  era  potuta  liberare  da  detto  male;  onde  fi  giudicaua  incurabile:  e  li  eia 
ridotta,che  nonpoteua  quafi  più  mangiare,  né  meno  dormircper  il  confuma- 
mentOiChefentiua  in  tutta  la  (uà  vita  per  cagione  di  detto  vmorc,  &  era  quafi 
in  vn continuo  martirio;  perche  i  panni  sì  di  doflòicome  le  lenzuoladouc  gia- 
ceua,feleattaccauanoalle  carni,  e  la  feotticauano  :  e  di  più  teiera  aggiunto 
al  braccio  finiftro  vnmalorcche  le  dauagran  faftidio  .;Queita  pouera  inferma 
eflendofi  trouata  prefente  al  miracolo,  che  fucceflc  nella  pedona  ,di  Suor  Illa- 
ria  Fanucci ,  per  mezzo  della  Reliquia  della  Beata  Maria  Maddalena, ancor  el- 
la per  diuozione  volle  baciare  la  detta  Reliquia;  ma  efsendo  quafi  fuori  di  sé 
per  lo  ftupore,  che  del  miracolo ,  che  vedeuain  Suor  Ularia ,  non  fentì  in  se  V 
operazione  della fletta  Reliquia .  Ma  la  fera  quandoandòà  letto,  volendoli 
medicare  le  dette  piaghe ,  e  malore ,  come  era  lolita  ogni  icra<  letrouò  tutte 
rifaldate ,  e  le  lue  caraipulite,,  e  nette  da  ogni  male»  come  icmaiaueiseauutQ 
né  piaghe ,  ne  malorcnè  più  le fono  ritornate  je  così  ha  tcltificato  con  giura- 
mento .con  altri  teftimoni . 

A  Suor  Maddalena  Franciotti,monaca,profcfsa  nel  muniftero  di  SCiorgio 
di  Lucca,  per  vna caduta,  reftòtalmcnte  offelo  il  pie  finiftro.  che  non  poteua 
punto  muouerlo,  e  vi  aueua  grandinimi  dolori  :  &  eiscndo  fiata  venti  giorni 
ferma  inietto ,  fenzaauerriceuutoalcunniiglioramentoda'medicanicnn  ap- 
plicati, ricorfe  allinterceflìone  di  quella  Beata  Madre .  Vna  mattina  doppo  ef- 
ferfi  comunicata  alletto,  dandole  intorno.le  Nouizie ,  fecero  voto  tutte  con- 
cordemente ,  fé  detta  lor  Sorella  guariua ,  di  recitar  iivonorc  di  quefla  Beata 
tanti  Salteri,  quanteiettere  fi  contengono  nel  nome  di  Maria  Maddalena  ,  o 
tenere  tante  ore  di  filenzio .  Mentre  le  Nouizic  fecero  quello  voto,  ella  fi  fe- 
ce fare  il  légno  della  Croce  (opra  il  piede  infermo  dal  Padre  Con  fé  flore  ,  con 
vn  pocodi" Reliquia  di  Jeozuolordella  Beata  :  al  che  (ubito  fentì  entrare  in  quel 
piede ,  &  in  tutta  quella  parte  vngran  tremito,  con  maggior  dolore  del  loJito, 
e  cefsatoindi  a  vnottauodbra  il  tremito  ,  e  dolore,  fi  riti ouò  lanata  del  piede» 
e  fi  leuò  di  letto ,  &  andò  afuoieiércizi ,  lenza  alcuno  impedimento  :  &  infic- 
ine con  tutte  le  Nouizie,  e  Monache  refe  grazie  a  Dio,  &allaBeata  Maria 
Maddalena  ;  e  lei  ftefsa  con  molte  altre, &  il  detto  Confefsore  A  il  medico>cc- 
iìificano  quello  miracolo  con  lor  giuramento . 

Suor  Giorgia  diMauano  di  Marchio  da  Cafoli ,  Conuerfa, nel  medefima 

S    4         mu- 


i5o     vita  delia  D.iviariarAlaaaaiena  ae  razzi. 

muniftero  di  San  Giorgio ,  per  vna  fimil  caduta  Je  era  entrato  dolore  di  fpafi- 
mo  in  vn  piede  ftorto,  e  fatto  voto  à  quefta  Beata,  reftò  Tana,  e  lo  teftifìca  co- 
me fopra. 

Suor  Flauia  A rnolfini  monaca  Profeffadel  numiftero  di  Santa  Giuftina^, 
di  Lucca,  per  vna  caduta  precipitofa ,  le  reftò  talmente  offefo  il  lato  finiftro  » 
che  fé  le  ritiromo  i  nerui  di  quel  latcche  vi  (èntiua  tanto  dolore,  che  non  po- 
teua  foffrire,  che  cofa  alcuna  glielo  toccaffe ,  ne  poteua  punto  muouerfi  del 
Ietto,&  i  medicamenti  applicati  dal  Medico»  non  folo  non  le  haueuano  gioua- 
to  ;  ma  fé  gl'era  andato  augii mentando  il  dolore,  in  modo ,  che  daua  in  fpafi- 
mo .  Onde  non  potendo  fòffrirlo,  efortata  à  ricorrere  all'interceflìone  della.* 
Beata  Maria  Maddalena,  richiefe  vna  monacarne  le  recaffe  vna  Reliquia,che 
ella  aueua  di  fuo  :  e  mentre  la  detta  monaca  le  recaua  la  Reliquia,  quanto  più 
s'auuicihauaall'inferma,fi  fentiua  ella  vie  più.  alleggerirli  il  dolore:  e  portatale 
Ja  Reliquia,  fentì  celTare  affatto  il  dolche,  e  fiibitopotè  muouerfi,  leuandofi  di 
letto  lana  :  e  poftafi  ginocchioni  con  tutte  quelle ,  che  fi  trouorno  prefenti  , 
con  grande  allegrezza  cantorno  in  ringratiamento  il  Te  Deum  Jaudamus,<5co 
e  fu  il  miracolp  da  lei,&  da  altre,&  anco  dal  Cerufico,  che  la  curaua,  teftifìca- 
to  come  fopra . 

Suor  Lodouica  Franciotti ,  monaca  nel  muniftero  di  San  Giufeppe  di  Luc- 
ca,aueua  portato  ventun'anno  vn  catarro  ne  fianchi,nelle  gambcc  nelle  mani 
con  gran  dolorane  potea  lenza  buon'appoggio  inginocchiarli,  ne  chinarfi,  nò 
rizzarfi,e  fempre  aueua  le  mani,€  le  ginocchia  enfiate  .  Subitoxhe  coirvna_* 
Reliquia  d'vn  poco  di  velo  della  Beata  fu  tocca,  fentiilì  adoftb  tanto  gran  ter- 
roreche  quafi  vfcì  fuori  di  sè,e  fi  fuenne  ;  e  rinuenutafi  trouoffi  al  tutto  fana 
lenza  dolorLfenza  enfiagione,^  fenza  impedimento  alcuno,  fi  che  liberamen- 
te fi  agitaua,come  (e  non  auefle  mai  auuto  male  alcuno;e  per  miracolo  è  testi- 
ficato con  giuramento  da  lei,e  da  altre  monache,fi  trouorno  prefenti,&  anco- 
ra  daLmedico,  che  la  curaua . 

Suor  Maria  Eletta  Orfucci ,  monaca  nel  muniftero  medefimo  di  San  Giu- 
feppe di  Lucca,ritrouandofi  per  molti  anni  ài  maladifpofizione ,  alivltimo  fi 
fermò  in  letto  con  grandiilime  penexagionatele  da  vnji  poftema  nel  lato  drit- 
to, con  fé  bri  acuti  (lì  me,  lenza  poter  pigliare  punto  di  ripofo,  poiché  ne  anco 
potea  giacere  :  ma  per  cagione  della  pena  le  bilògnaua  (lare  giorno,  e  notte  à 
federe  su  1  letto,  &  aueua  due  febri  il  giorno  :  e  le  bene  i  medici  faceuano  con- 
tinui rimedi,  il  male  tuttauia  andaua  augumentando, iti  maniera .  che  era  ridot- 
ta vicino  a  morte  .  Ricorfe  in  quefti  termini  ali  interceftìone  della  Beata  Ma- 
ria Maddalena,&  vna  mattina  dopò  eflerfi  comunicata  ai  letto,  fi  pofe  addoftb 
con  gran  fede  d'auerà  guarire,  vna  Reliquia  che  aueua  della  Beata;  e  lìibito  le 
venne  vno  fuenimento  con  tremito >  e  gran  trauaglio ,  che  le  durò  vn  quarto 
d'ora,  e  celiatole  quel  tremito  fi  fentì  tutta  rinuigorire:  onde  da  perse  ftefla  fi 
kuò  del  letto. e  flette  vn'ora  all'altarino  mginocchioni ,  con  grande  ftuporo 
delle  monache,  ringraziando  Dio  delia  ìanità  riccuuta .  Eflendo  ftata  così  fa- 
na due  giorni  per  cala, le  fu  detto  da  pedona  da  lei  (limata  prudentexhe  non  fi 
fidaffe  di  quefta  fanità  repentina,perche  poteua  non  eflere  finità  reale, e  vera» 
e  che  però  ne  fteffe  con  timore,  e  non  ialcialfe  i  medicamenti .  Diede  tede  la 

monaca 


V  ilei  ciglia  jL^.i-Yiaiia  i¥iauua*v.iw  uw  i  a^^u        x.cj  * 

monaca  à  quella  perfona,  e  cominciò à  fgomentarfi  ,  dubitando  d  auer  à  ri- 
tornare come  prima  :  onde  per  quefla  poca  fede  permeile  Dio,  che  le  tornaf- 
fero  le  due  febri,  che  aueua  prima  &  anco  le  ritornò  la  pena .  Ma  illuminando- 
la Dio,  e  facendole  fentire  interiormente ,  che  quello  era  affetto  della  iuapo- 
ca  fede >  di  nuouo ricorfe ali  interceffione  della  Beata  Madre  :  e  dopò deflerfi 
vna  mattina  communicata,  fi  fece  fegnar  di  nuouo  con  la  delia  reliquia ,  e  fu  • 
bito  fi  partì  !a  pena  e  Ja  febre,  e  fi  leuò  di  letto ,  &  andò  a  gli  efercizi  della  Re- 
ligione,  ringraziando  Dio.  Tutto  quello  lùccelso  è  teilificato  dalei,edaai- 
tri  teftimoni  cóme  fopra  »  e  fpecialmente,  dal  Medico  • 

La  Signora  LifabettaBuonuifi  ne  Nobili  di  Lucca ,  era  (lata  inferma  otto 
mefi  di  rebre>  con  grandiffimo  dolore  di  fella  ,e  con  inappetenza  tale,  che  non 
poteua  mangiare  alcuna  cofa,fe  non  contro  loftomaco  «  Sentendo  leggere  la 
vita  di  quella  Beata*  s'accefe  à  gran  deuozione  verfo  di  lei  >  procurando  d'aue- 
re  qualche  fua  reliquia ,  &  ottenne  vn  poco  del  fuo  lenzuolo  :  e  non  trouan- 
do  in  tanta  lunghezza  di  tempo  da  mdlti  medicamenti ,  che  aueua  fatto ,  al- 
cun rimedio  ,  che  la  lanatTe ,  ricoricai linterceffione  di  quella  Beatale  polla- 
fi  con  fede  adoffo  quella  reliquia»fubfto  redo  lana.  La  medefima  grazia  otten- 
ne vn'altra  volta  d'vn  altra  infermità  per  mezzo  del  l'i  (le  fsa  reliquia  Di  più.  Vn 
fuo  figliuolo  chiamato  Celare  j  per  cagione  del  vaiuolo  aueua  impedito  vn- 
occhio  da  vna  maglia,  &  era  rocchio  rappiccolito  più  dell'altro  :  ròtrouando 
alcun  rimedio  da  medicamenti  vmani ,  ìi  feceilfegno  della  Croce ^on  quella 
reliquia,  e  fece  voto  di  mandarlo  per  vn'anno  vellito  dell'abito  Carmelitano  à 
onore  di  quella  Beata .  Subito  fatto  il  voto ,  &  applicatoli  la  reliquia,  comin- 
ciò à  migliorare,  &àpocoa  poco  ritornò  locchio  fanocomeauanti  :  e  que- 
lle grazie  non  iolo  fono  teftrficate  da  efsa  Sig.  Lifabetta ,  ina  anco  da  Medici 
che  Jacurauano^ 

Suor  liabella  Gianpaolo  monaca  nel  munillerodi  S.  Chiara  di  Lucca,  tedi- 
fica, che  auendo  auuto  alcuni  termini  di  febre  quartana ,  £o'l  meterfi  addofso 
vna  delle  reliquie  della  Beata ,  fu  bito -ne  reilò  libera .  4 

Suor  Perpetua  Collodi ,  t  edifica ,  che  aueua  portato  fei  mefi  vna  indifpofi- 
zione  di  ftomaco,  che  le  daua  continuo  dolore  :  vn  giorno  fé  le  accrebbe  tan- 
to ,  che  dubitaua  morirneperche  era  tanto  ecceffiuo,  che  ella  fi  venne  meno* 
Mentre  ella  llaua  in  quello  termine ,  le  f  ù  pofto  addofso  da  vn  altra  monaca 
vn  poco  di  reliquia  di  quella  Beata  Madre ,  e  fubito  il  dolore  cefsò .  Le  riprefe 
il  medefimo  dolore  la  ilefsa  fera:  e  fattofi  porre  addofso  la  medefima  reliquia 
dinuouo,  iubitocefsò,  ne  mai  più  ha  patito  di  tale  indifpofitione  >  epenadi 
ftomaco. 

Suor  Appollonia  Mafsorofa,  monaca  nel  medefimo  mimiftero ,  per  cagio- 
ne d'vna  fcefa  aueua  vn'occhio  tutto  coperto  di  (angue ,  che  leimpediua  Ja  vi- 
lla.  Si  fece  toccare  il  detto  occhio ,  con  vna  Reliquia  della  Beata ,  e  (libito  il 
langue  fi  partì,e  l'occhio  rhnafe  netto  ,e  riebbe  la  villa  :  e  tutte  tre  tellificano 
con  giuramento  quelle  grazie  riceuuteà  inteteeifione  di  quella  Beata . 

Suor  Francefca  Bariotti ,  Conuerfa  nel  medefimo  munillero  di  S.  Chiara  di 
Lucca,  aueua  vn  braccio  nel  quale  vi  era  concorfo  materia ,  fiche  fempre  era 
enfiato ,  e  particolarmente  nel  gomito  i  bafso  *  inuerfo  Ja  mano  aueua  fatto 

vn 


tttz       v^rauciia  u.iviui  ih  iviauuiiicua  ac  razzi» 

vn  gonfio  quanto  vn  graffo  pane;  onde  non  aueua  in  detto  braccio  punto  di 
forza ,  né poteua  fenza  grandiflima diftkultà  muouerlo,&  aueua  portato  que- 
llo male  lèi  mefi  continui  •  fenza  trouare  rimedio  alcuno  da'medicamenti,  ari- 
corche  molti  ne  aueffe  ratti.  Quella  auendo  veduto  le  tante  grazie  ottenute 
dall  altre  monache  delfuomunifteroperinterceffione,  e  mediante  le  Reli- 
quie ài  quella  Beata  Madre,  dopòdefferfi  per  molti  giorni  raccomandata  à 
lei ,  con  gran  fede  d'auer  à  guarire  per  i  fuoi  meriti,  fi  fece  toccare  con  vna  fua 
reliquia  il  detto  braccio ,  e  fubito  reftò  fana ,  e  potè  adoperarlo  fenza  alcuno 
impedimento  i  e  così  ha  giurato  effer  la  verità,  con  altre  monache  del  fuo 
muniflero . 

Oltre  alle  predette  grazie  miracólofe  efaminate>c  teftificate  tutte  nel  fopra- 
detto  Proccffo,ne  fono  lèguite  molriflìme  altre  in  detta  Città  di  Lucca  ,  quali 
per  lettere ,  &  à  bocca  fono  (late  fcritte ,  e  riferire  da diuerfe  pcriòne  alle  mo- 
nache del  munillero  di  quella  Beata  ■ 

Della  fama  della  Santità ,  e  diuozione  de' popoli  verfo  di  quefla  Beata ,  aitanti  che 
fuffe  Beatificata ,  Cap.     CXLIX 

IL  primo  giorno  dopò  la  fepoltura  del  corpo  di  qnefla  Beata  Madrccomin- 
ciò  laChiefadelfuo  Munifteroà  effer  frequentata  à  fua  diuozionc  da  Fio- 
rentini, e  molti  veniuanoà  domandare  alle  Madri  doue  eli  era  fepolta ,  &alla 
fua  Sepoltura  faceuano orazione,  e  fé  le  raccomandauano  come  à  Santa,  o 
Beata  \  e  rièll'iftcffo  tempo  cominciorno  à  effer  chiefte  da  molte  perfone  a». 
<\tttc  Madri  delle  Reliquie,  delle  cofe  feruite  in  vita  per  fuo  vfo:e  così  fempre 
dapoi  in  qua  ha  feguitato  la  detta  Chiefa  à  effer  vifitata  da  molte  perfone  à  di- 
uozione  di  lei, e  non  folo  da  Fiorentini,  ma  anco  dalle  perfone  de  luoghi ,  e_» 
Città  circonducine  ;  e  fpecialmente  è  (lata ,  &  è  in  grandifiìma  diuozione  ap- 
preffoiLucchefbper  le  molte  giazice  miracoli,  che  erti  riferirono  auere  ot- 
tenuta e  riceuere  continuamente  à  fua  interceffione,  e  mediante  le  lue  Reli- 
quie .  Onde  molti  di  loro  per  diuozione  di  quella  Madre  fono  venuti  tal  vol- 
ta à  fchiere  à  vifitate  la  fua  Chiefa  ;  tra  quali  vi  fono  di  quelli  ancora  ,  che  per 
maggior  diuozione  fon  venuti  dalla  porta  della  Città  di  Firenze,  fino  alia  detta 
Chiefa  à  piedi  fcatei:  e  tanto  quei,  che  fon  venuti, quanto  akri,fono  (lati  fem- 
pre auidiflìmi  dauere  delie  Reliquie  fue'e  con  grande  illanza  hanno  mandato, 
e  venuti  à  chiederne,  e  molti  hanno  mandato,  e  portato  gran  quantità  di  Ro- 
farij,e  Corone,  per  far  toccare  con  effe  il  Corpo  di  quella  Beata:  e  come  han- 
no referto  alcuni  di  loro,  credono  efferui  poche  cale,  che  non  abbino  l'effigie 
di  quella  Beata .  Vedendo  le  Monache  del  fuo  muniftero  tanto  gran  femore 
de  popoleranno  160.  cominciorno  ad  onorare  con  particolar  diuozione  il 
giorno  del  fuo  tranfito  con  molto  concorfo  di  popolo,  che  poi  è  andato  fem 
pre  crefeendo  anco  con  linremento  de  Screniflìmi  Principi ,  i  quali  non  folo 
in  tal  giorno,  ma  altre  volte  fono  venuti  per  occafione  di  vedere  ,  e  riueriro 
quel  Santo  Corpo:  come  anco  ha  fatto,paffando  di  Firenze,  Ferdinando  Duca 
di  Mantoua,  che  non  contento  d' vna  fola  villa ,  tornò  la  feconda  volta  à  riue- 
rirlo .  Medcfimamente  in  alcuni  altri  Munilìerij,  come  in  San  Domenico  di 

Lucca, 


Vita  della  IJ.Mana  Maddalena  de  razzi,     i»  j 

Lucca,  &  in  vno  di  Monache  Carmelitane  nel  Monferrato,  è  (lata  in  taf  divo- 
zione, che  molti  anni  auanti  la  fua  Beatificazione  aueuana  in  particola*  onore 
ilgiomodel  iuo  tranfito.  E  circa  ihiìedeftmo  tempo  deliberorno  deregger- 
le vn'altare,alcune  dioote  Monache  in  Brufelles;  &  airifteflòs -obligòcon  vo- 
to Giouanbattifta  Magnani  Scultore  in  Parma  l'anno  x  6  io. 

L  anno  antecedente  1 609.  fi  diede  in  luce  la  Vita  di  quefta  Madre  (rampa- 
ta in  Firenze  :  &  eflendofi  per  fa  diuotione  de  popoli  fpacciata  iti  pocrrifiimo 
tempo,  fò  de  Uaniio  ioli. di  nuouoriftampara  con  l'aggiunta  de'ratti  ,  e  poi 
nel  i5  2  o.  la  terza  volta,  Tempre  con  grandifiìmo  fpazio .  Per  mezo  della  qual 
vita  fi  è  vie  più  dilatata  la  rama  della  fua  Santirà,e  la  divozione  de*  popoli, e  del- 
le nazioni  verfo  ài  lei,  onde  è  fiata  poi  rifiampan  in  Pania ,  e  dal  Signor  Caua- 
lier  Tobbia  Mattei  Ingle fc  Cattolico,tradotta  m  lingua  Irigfcefe, è  fiata  ftampa- 
ta  in  Fiandra;  &  anco  è  fiata  tradotta  in  lingua  Spagnuola  dal  Padre  Fra  Marco 
di  Guada  lazara,  facerdote  Carmelitano  Scalzo  di  Saragozza  nel  Regno  d'Ara- 
gona, Cronifta  della  Maeftà  del  Rè .  Così  ha  Dio  publicato,  e  manifeftato  la- 
Santità  della  lua  vmile  ancilla,  che  tanto  cercò  d'occultarff ,  e  di  viuere  afeofa 
àgliocchidelfe  Creature.  Siche  altro  noufi  può  conchiudere,  fé  non  con  la 
verkà  della  temenza  del  Saluatore  :•  S&jc  burmliat^exaltabitur  * 

Della.  Beatificatone  di  Suor  Maria  Maddalena,  fatta  da  T^pflrù  Signore  Tapa 
Vìbano  Ottano .  Cap.     C  L . 

VEdendòfi  cosi  dilatata  nel  Mondo  la  fama  della  Santità,  C  de'imracoli  di 
quefta Madre ,e crefeendo continuamente la  diuozione, ci concorfo  de 
popoli,  come  fopra  è  narrato, furono  le  monache  deHìio  muniftero  perfuafe  , 
e  fiimolate  da  molti  Prencipi,e  da  altre  perfone,  efpecialmente  dalle  Serenif- 
fime  Altezze  di  Tofcana,  à  procurar  da  Noftro  Signor  Papa  Paolo  Quinto  la 
Beatificazione: onde  1  anna  6 1  o  rjcorfero  al  Setenitfimo  Duca  di  Mantoua 
Ferdinando  Gonzaga,  all'ora  Cardinale  di  Santa  Chielà>fupplicandolo  à  voler* 
impetrare  dal  Sommo  Pontefice  facoltà  di  formareif Procedo  fopra  la  fua  vi- 
ta,e  miracoli  •  Fu  da  fua  Beatitudine  vdita  molro»  volentieri  la  pia  iftanza ,  che 
fopra  di  ciò  le  fu  fatta  dal  detto  Signor  Cardinale,  e  mofirò  inclinazione  à  que- 
llo negozio',  e  difle  >  che  il  primo  Proeeffo  informatiuo  poteua  farfir  dall'Or* 
dinario  di  fua  propria  auttorità  t  oiKle  il  Signor  Cardinale  n'auisò  l'Arciue- 
feouo  di  Firenze  r  Monsignor  AfefTandro  Marzi  Medici ,  e  lo  pregò  inftante- 
mente  a  voler  metter  mano  quanto  prima  a  quello  negozio  .  La  medefima 
iftanza  le  fii  fatta  da  altri  Cardinale  dalle  Serenifiime  Altezze  di  Tofcana;otv 
del  anno  161 1.  il  detto  Monfignor  Arciuefcouo  fece  vn  compito  Procedo  , 
nel  quale  efaminò  in  Firenze  for>ra  la  Santità,e  miracolidi  quefta  Madre,  cen- 
tone otto  teftimoni,' <5c  vn'altro  le  ne  formò  in  Lucca  fanno  Tegnente^  fopra-, 
belliilìmimiracoli  (eguiti  per  interce  filone  di  quefta  Beata  nellifteffa  Città  , 
nel  quale  fumo  eliminati  altri  trenratre  teftimoni  ;  &  vn'altro  fé  ne  formò  in 
Parma  fopra  altre  grazie  iui  feguite:  i  quali  tutti  fumo  mandati  à  Roma  alla  Sa- 
cra Congregazione  de  Riti;  dalla  quale  fu  commettala  reuifione  de'  detti  Pro- 
ceffi al  Signor  Cardinale  Oifino.  Ma  per  effèr  egli  dipoi  andato  Legato  del 

Sommo 


i54     Vita  delia  B. Maria  Maddalena  de  Pazzi. 

Sommo  Pontefice  a  Rauenna,  dormì  quefta  caufa  per  diurna  prouidenza  fino 
all'anno  162».  nel  quale  anno  auendo  detto  Sig.  Cardinale  Orfino  riuedutii 
Proceffi,  a   o.  di  Febraio  riferì  alla  Sacra  Congregazione  de'  Riri ,  che  la  cau- 
fa della  Beatificazione  di  quefta  Madre  era  degna ,  e  meriteuole  deifer  tirata 
auanti  ;  e  la  Sacra  Congregazione  fece  la  medeiìma  relazione  à  N  S  Papa  Vr- 
bano  Ottauo  :  il  quale  efifendo  Supplicato ,  e  dalle  Monache  di  S.  Maria  degli 
Angeli. e  dalle  Serenifs.  Altezze  di  Tofcana  per  la  Beatificazione  d'i  quefta  ma- 
dre ,  fi  moftrò  pronto  .*  ma  fi  dichiarò  volere >  che  fi  pfleruaiTero  tutti  li  ter- 
mini delle  Beatificazioni  ,  che  il  tutto  palTaffe  con  rigore  fecondo  gli  ordini ,  e 
Ritti  della  S.  Madre  Chiefa  infimili  caufe  confueti .  Commiflè  perciò  per 
Chirografo  particolare  quefta  caufa  a  tre  Auditori  di  Rota ,  che  furono  Mon- 
fig.  Giouan  Battifta  Coccino  Decano ,  Monfign.  Alfònfo  Manzanedo  Qui- 
nones  Patriarca  Gerololimitano,  e  Monfign.  Filippo  Pirouano  ,  i  quali  fpédk- 
no  le  Remiffione  à  Monfign.  Arciuefcouo  ó\  Firenze  ,  &  à  due  Signori  Cano- 
nici della  Cattedralexioè  al  Sign.  Andrea  del  Touaglia  Cavaliere  di  S.Stefano, 
ckalSig.  Alefìàndro  Strozzi  oggi  Vefcouo  diS.Miniato  alTodefco;  iquali 
vnitamente  con  molta  follecitudine  comprino  il  ProcelTo  con  tutti  i  termini 
iuridici .  e  con  molta  di  ligenza.e  lo  mandorno  à  Roma:  doue  prefentato  a'  me- 
defimi  Signori  Giudici  di  Rota  ,  fu  da  effi  aperto ,  e  diligentemente  efamina- 
to .  E  dopò  auer  difcufTo,  e  ventilato  con  rigore  la  validità  di  elio,  e  poi  la  fan- 
tità  della  vita,  òki  miracoli  di  quefta  Madre, tanto  quelli  operati  in  vita, quanto 
dopò  morte  ;  e  dopò  d  auer  nuouamcnte  commefìò  per  lettere  remifforali  a 
medefimi  Giudici  in  Firenze ,  che  faceiTero  nuoua  vifita  del  Corpo  di  quefta 
Madre,  e  con  altri  più  Medici  di  quei,  che  s'erano  chiamati  nell'altre  vifite ,per 
prouare  con  più  ficurezza  l'incorruzzione»  l'odore ,  e  liquore  di  quel  Corpo  : 
&  efeguita  quefta  noua  vifita  con  la  prefenza,  &  efame  di  fei  Medici, e  riccuu- 
tone  da  e  (li  Signori  Auditori  il  Procedo:  apertolo,  &  efaminatoto,  fenten- 
ziorno ,  che  quefta  Sema  di  Dio  era  degna  d'eflere  non  folo  Beatificata ,  ma 
annouerata  nel  numero  de  Sanri  canonizati  :  e  Monfignor  CoccinoDecano 
ftefe  la  Relazione  .quale  fottoferitta  da  tutti  tre ,  la  prefentò  al  Papa .  Allora  S. 
Santità  rimife  la  Relazione  alla  Congregazione  de'  Riti ,  a'quah  prefentarada' 
medefimi  Auditori  il  dì  ^  8 .di  Marzo  1 616.  detti  llluftriffimi  deputorno  à  rife- 
rire quefta  Caufa  ,  il  Sign.  Cardinale  Pio  ,  facendo  citare  il  Sig.  Antonio  Cerro 
Procurator  fifcale  à  contradire >fe  aueffe  cola  da  opporre .  Si  fece  fopra  di  que- 
fta Caufa  tre  congregazioni  ;  e  nella  prima  fu  difcufTo ,  &  approuaro  la  validi- 
tà de*  Proceffi  fatti  in  Firenze,  nella  feconda  la  (àntità  della  vita  ,  e  nella  terza  i 
miracoli  operati  in  vita  &  in  motte .  Onde  la  detta  Sacra  Congregazione  rifoì* 
uetteche  le  à  Sua  Santità  folle  piaciuto,  poteua  Canonizarla  e  finche  ciò  fi  fin 
celie  ,  Beatificarla  ;  e  tanto  le  riferì .  Sua  Santità  ftante  quelle  relazioni ,  per 
vnfuoBreuefotroildÌ8.diMaggio    6  6.  la  dichiarò  Beata  ,  e  conce  fle,  che 
le  ne  faceffe  l'Vffizio ,  e  la  Melfa  in  Roma,  &  in  Firenze  :  in  Roma  per  il  primo 
anno  nella  Chiefa  di  San  Giouanni  de' Fiorentini,  &  in  Firenze  in  perpetuo» 
come  in  detto  Breue  ;  e  da  Monfign.  Arciuefcouo  di  Firenze  fu  ordinato  f  Vi- 
fuio ,  che  in  Firenze  fi  facelTe  Doppio .  Dipoi  ad  ìftanza  della  Religione  Car- 
melitana >  delcuiOrdine ell'era ,è AatodalmcdefimoN.S. VrbanoOttauo, 

con- 


v  il  a  urlici  u.  iviai  la  iviauuait,i  in  uc  a  az,  ai.       z  ò  5 

conceduto,  che  tutto  l'ordine  Carmelitano  per  tutto  il  inondo  pofla  celebrar- 
ne la  Meffa,  e  l' Vffizio  *  e  che  anco  gli  altri  Sacerdoti  nelle  Chiefè  de'  Carme- 
litani di  Roma,  portino  celebrare  la  Meflà  del  Comune  delle  Vergini  non 
martiri  ,  come per  va  altro  Breue  lòtto  li  di  23.  d'Aprile  16x7. 

Come  né  giorni  ycbe  fi  celebrò  nella  Chiefa  àelfuo  Muniftero  la  fefta  della  fua  Beati- 
ficatone ,  multiplicò  miracolofameate  toglie  (tvn  Orcio  * 
£aj>.  CLL 

SPedito  il  Breue  di  quefta  Beatificazione  ,•  con  fommo  applaufo ,  e  giubilo 
di  tutti  i  diuoti  di  quefta  Beata  >  e  fpecialmente  de'  Fiorentini,  le  Madri  del 
fuo  Muniftero ,  inficme  con  il  lor  Padre  Gouernatore ,  e  ConfetTore  >  il  Sig. 
Vincenzo  Puccini ,  deliberorno ,  per  fodisfare  alla  diuozione  de  Popoli  fare 
vna  fplendidiffima  feda  di  quefta  Beatificazione  per  otto  giorni  continui  5  & 
efporre  per  tutto  quel  tempo  d  Corpo  di  quefta  Beata  in  Chiefa  à  vifta  di  tu  t- 
ti:  e  per  collocarlo  più  g!orio(àmente,che  fuffe  poffibileaiella  Cappella  mag- 
giore di  detta  Chiefa ,  fu  con  bellitfimo  difegno  accomodato  nella  volta  éi 
quella ,  vn  Paradifo,  dipinto  d'Angioli  fopra nugole,  e  fplendori;  in  mezo  de', 
quali  fopra  il  corpo  efiftentein  vna  cafta  di  vetro  era Timagine  di  quefta  Beata; 
e  per  far  rilplenctere  quefte  nugole,e  fplendori  per  via  de  refleffi  de'  lumi >  Ci 
erano  accomodateglielo  à  quegli  Angioli  fino  al  numero  di  feffanta  lucerne. 
Edouendofi  cominciare  à  celebrare  la  detta  Fefta  il  dì ,24  di  Maggio  à  ora  di 
Vefpero,  che  fono  i  primi  Vefperi  della  fefta  di  quefta  Beatali! giorno  antece- 
dente,cioè  a'  23.  di  detto  mele»  volendo  le  due  Conuerfe  »  deputare  fopra  ta- 
le Vffizio ,  preparar  foglio  per  le  lucerne  >  andorno  nella  ftanza  doue  fi  con- 
ferua.(5c  accoftatafi  vna  di  quelle  per  finir  di  votare  vn  orcio  doglio  morchio- 
fo ,  che  fino  allora  era  feruito  per  le  lucerne  del  Conuento,  nel  quale  vi  era  ri- 
mafto  fette,ò  otto  fiafehi  d  oglio  :  leuato,  che  ebbe  il  coperchio,lo  trouò  pie- 
no fino  alla  lòmmità,che  quafi  ftaua  per  traboccare .  Siatterrì,e  quafi  fentiftt 
arriciare  i  capelli  la  Conuerfa  in  vedere  vna  cofa  cosìinafpcttataje  chiamata  la 
Compagna,  con  loro  ftupore  non  feppero  fare  altra  congettura,  fé  non,  cho 
la  Beata  lauefle  miracolofamenteaccrefciuto .  Imperoche  effe  fole  maneg- 
giauanol'oglio  dd  Conuento ,  e  fapeuano ,  che  non  vi  era  in  Conuento  altro 
oglio ,  che  quello,  che  fi  trouaua  in  quella  ftanza  ;  e  tutti  gli  altri  orci  eran  pie- 
ni come  prima,  né  in  Conuento  vi  eia  venuto  oglio  con  cui  fi  fufie  potuto 
riempire  detto  orcio  quale  era  di  tenuta  di  tre  barili;fiche  congetturauano  non 
poterui  eflere  le  non  miracololamente  :  e  cauatone  fette ,  ò  otto  fiafehi  fpar- 
lero  la  voce  di  quefto  fatto  per  il  muniftero,  ma  non  fu  dato  loro  audienza ,  né 
credenza.  Ma  feguitando  poi  quelle  dueConuerfe  per  parecchi  giorni  à  caua- 
re  dal  medefimo  orcio  più  fiafehi  il  giorno  ,  sì  per  confumo  delle  lucerne^ 
di  dette  nogole  >  come  per  le  lucerne  del  Muniftero  ,  e  per  le  lampade  di 
Chiefa,  nell'ifteflb tempo ,  che  l'attigneuano  vedeuano  attualmente*  cbe^. 
nonfcemaua,  mafemprerimaneua  alla  medefima  milura,  che  era  reftato 
quando  il  primo  giorno  ne  cauorno  quei  fette,ò  otto  fiafehi  ;  e  così  fi  con- 
gruo a  quefta  miiura  per  quattro ,  òcinque  giorni,  con  marauiglia  >  e  ftu- 
pore 


tot — vicaueuaD.  maria  iviaaaaienaac  razzi. 

quantità,  che  ne  cauauano  volta  per  volta.  Peruenuta  quella  cofa  a  notizia-» 
del  Padre  Confeflbre,  econofeiuto  per  diligente  efame  fatto  à  dette  con- 
tiene» alla  Superiora,  «ScallaltreVifizialidelMiiniftero,  die  ciò  non  potc- 
uaeffer  fé  non  per  virtù  Diuina,  dette  ordine  ,  chequell'ogliofì  confemafle, 
come  miracolofo  :  e  fatto  mifurare  quanto  ve  n'era  rimafto,  trouò  ,che  ve  ri 
erafedicifiafehi  :  e  fatto  calculare  quanto  fé  n'era  cauato,  trouò,  che  fé  nera 
cauato  cinquanta  fiafehi,  che  con  detti  fedici  fanno  il  numero  di  feflantafei 
fiafchirC  l'orcio  non  teneua  più,  che  quarantacinque  ;  fiche  prouò  euidentiffi- 
mamente  il  miracolo:  e  fatto  efaminare  con  giuramento  per  ordine  di  Monfì- 
gnor  Arciuefcouo ,  per  mano  di  Notaro  publico  le  dette  due  Conuerfe ,  con 
tre  altre  Monache,  affermomo  effer  vero  quanto  fopra  è  fcritto .  Dipoi  fatto 
dalmedefimo  Monfignorc  Arciuefcouo  vna  congregazione  di  nouiTeologi 
fopra  quello  fatto,  tutti  con  beliffime,  e  fottiliffime  ragioni  afFermorno  effe- 
re  vneuidentiffimo  miracolo,  e  de  maggiori ,  che  Dio  noftro  Signore  operi  à 
gloria delfuofantiffimo nome.  Dal,  chenonpare,che  fi  poffa  concludere  al- 
tro, fé  non,  che  è  piaciuto  tanto  a  Dio  l'efaltazione,  che  ha  fatta  il  fommo  Pa- 
llore di  quella  Spofa  di  Chrifto  col  dichiararla  Beata ,  e  l'onore  datole  da'fuoi 
fedeli;  ipeciaimente  nel  gran  concorfo,  frequenza  ,  e  diuozione,  con  la  qua- 
le in  quegli  otto  giorni  fu  vifitata,  che  ha  voluto  con  la  fua  Diuina  onnipoten- 
za corroborare  quello ,  che  ha  fatto  il  fommo  Pa flore  ,  e  con  efla  concor- 
rere all'onoteche  à  quefta  Beata  hanno  dato  i  fuoi  fedeli .  E  per  l'autenticazio- 
ne di  quefto  miracolo,  fi  è  mandato  à  Roma  in  autentica  forma  l'efamina  del- 
le dette  Monachcinfieme  con  il  parere ,  &  approuazione  della  detta  Congre- 
gazione de'  Teologi  •  e  di  Monfignore  Arciuefcouo  di  Firenze  • 


IL       FINE. 


L'ODIO 


t%7 

L'ODIO   AMANTE 

O    V    E    R    O 

LAMORE  SDEGNOSO 

Gradone  in  Lode  della  Beata 

MARIA  MADDALENA 

DE  PAZZI  CARMELITANA  OSSERVANTE. 

Recitata  in   Trapali  nel   giorno  della  Tentecofie  y  nella  Gbiefa  de 
Santa  Maria  della  Vita  de  Tadri  Carmelitani 
Offeritami. 

i  "W^VÀL  Sagro  Monte  Carmelo  fpunta  hoj>gi  Iapiùlncente 
\  StelJa>  che  nel  fereoo  Cielo  di  quella  sì  antica  Religio- 
\  J  ne,  il  cui  Fondatore  trionfando  della  Natura,  e  de'Seco- 
Ji,  viue  ancora  impaffibile  in  carne  mortale,  rifplender 
giammai  fi  vedeffe .  Hoggi»  quando  l'Amor  increato  di  Dio  ,  per  far 
pompofa  moftra  delle  lue  glorie,  aperte  le  cataratte  del  Cielo ,  e  dilu- 
uiandoamorofo  fuoco  lopra  gli  Apoftoli ,  riempie  delle  diuine  gratie 
rVniuerfità  della  Terra:  Spintus  Domini  repleait  Orbemterrarum  a  :  Il  s^i.  7 
creato  Amore  drna puritfìma  Verginella ,  per  ifpiegardel fuo potere 
le  pompe,  fciolti  di  fragii corpo  i legami ,  foruolandogloriofatòwra_, 
A'immenfuà  delle  Sfere ^accrefce  allegrezza  a' Beati,marauiglia  all'Em- 
pireo. Hoggi,  non  credo  lenza  fpeciale  artificio  diquell'eterna  Sa- 
pienza>  che  al  jferer  di  Salomone*  efl  omnium  artifex  by  fi  fono  ac-  s*p.7*u 
copriate  due  Feltiuità  sì  folenni,e  della  Sagratiffima  Pentecofte,  qua- 
rto lo  Spirito  Santo  diicefe  (oura  gli  Apoftoli  :  e  della  Beata  Maria_» 
Maddalena  de  Pazzi ,  quando  il  fuo  Spinto  fé  n'afcefe  fra  gli  Angioli. 

2  E  quando  con  più  proportionato  difcontro,  poteuanfi  celebrar 
le  glorie  di  colei,  che  fìi  tanto  innamorata  di  Dio  che  nel  follenniflìmo 
giorno  dell'Amor  di  Dio  ì  Quando  meglio  poteuan  comparir  le  fiam. 
me  *  che  le  brucciaron  dolcemente  le  vifcere  ,  che  in  compagnia  di 
quello  foauiilìmo  Fuoco,che  hoggi  cade  dal  Cielo  ì  Quando  mai  la_* 
gloriofa  vita  della  Vergine  Maddalena,  per  efler  lodata  ,  douea  confe- 
gnarfi  alle  lingue  de  Dicitori  Euangelici ,  che  quando  quello  Spirito , 
eh  e  l'Imeneo  delle  Vergini,  in  forma  di  lingue  compartite  fopra  i  Capi 
Apollolicté  Quando  mai  1  Eroiche  attioni della  noftra  Santa  Donzella, 

che 


%  8  8  Granone  Recitata 

che  fanno  ftupir  la  Maraviglia,  poteano  più  acconcianìentecoftitairfì 
foggettoalla  Fama,che  in  quello  giorno,quando  per  dar  vigorofo  fia- 
to alla  Tromba,  lo  Spirito  Santo  fi  fa  sétire  come  vn  gagliardiflìmo  ve- 
to i  Quando  mai  poteua  meglio  ammirarci  dall' Vniueriò  la  fapientitfì- 
ma  pazda  di  Maddalena  de  Pazzi,  che  quando  gli  Apoftoli  ripieni  del- 
lo Spinto  Santo ,  erano  fcioccamente  ilimati  dagli  Hebrei,  che  navi- 
gando per  vn  mar  di  Vino,con  la  Barca  d'vna  Tazza,haueffer  fatto  nau- 
Ecei.  i.  in  fragio  del  dilcorib^  Muflo  madere  deputarti,  quos  Sphitus  repleuerat  •  e 
^mn'     Quando  mai  doueano  comparir  nelle  Scene  de'  Pergami  le  Profetie  r 
l'Eitafi,e  le  vifioni  innumerabili  di  quella  Spofa  di  Chti(ìo,che  in  que- 
llo giorno  dello  Spirito  Santo  ,  di  cui  fìi  detto  ;  Effimdam  de  spirim 
heu.  zs.  me o,  &  prophetabuntfilij  veftri,  £r  iuuenes  veftri  vifìones  videbunt  d  ? 

3  O  che  bella  intrecciatura  di  (agre  follennitadi,e  dello  Spirito  fan- 
tificatore,  &  d'vno  Spirito  fantificato;  e  della  Chieia ,  che  riceue  Dio 
nel  Cenacolo:  &  d'vna  Donna,  eh  e  riceuuta  da  Dio  nell'  Empireo  :  e 
d'vn  diluuio  di  fuoco ,  che  manda  Iddio  dal  Paradifo  per  impofleflàrfi 
del  cuor'humano;  e  d'vn  diluuiodacqua,che  verfa  dagli  occhi  vn cuo- 
r'humano  per  impofieiTarfi  di  Dio:  e  d'vna  Fiamma,  che  feende  interra 
per  ritrouar  la  (uà  Sfera  nellhuomo  ;  e  d'vna  Terra, che  faglie  in  Cielo 
per  ritrouar  il  fuo  centro  in  Dio;  e  d'vna  Lingua  eloquente,alJe  cui  pa,- 

cw.i.j.  role  fanno  fònora  Echo  le  più  rimote  parti  del  Mondo  iinomnem-j 
Terram  exiuitfonus  eorum  e  ;  e,  d' vna  lingua  si  muta>che  non  ftfciol- 
fe  mai  ad  vn'otiofà  parola  :  e  d'vno  Spirito  della  Sapienza,  che  per  ac- 
quiftar  Sapienza,perluade  pazzia;  Stultus  fiat3vt  fit  Sapiens  f;  e  dVna.» 
Donna,  ch'effe  ndo  (lata  Di  (cepola  della  Santifllma  Trinità  ,  per  otte- 
ner il  grado  di  celebre  Dottore  fsa  ,  con  eterni  applaufì  degli  Angioli, 

p/tf.  S'  conformandofialnomedeifuonobilCafato,riulcìvna  follennffliim 
Pazza  :  S  tutta  fatta  eft,  vtftt  Sapiens . 

4  Ma  fra  tanti  nobiliilìrni  rifcontri.e  delia  Pentecofte,  e  della  no- 
ftra  Beata,  per  accennar  in  qualche  modo  le  gloriofe  attieni  di  quella 
fagratiflìma  Verginella,  à  due  particolari  mi  appliglio  ;  che  sì  come  fu- 
rono i  principali,  che  in  quello  giorno  faccetterò ,  così  Lr.o  i  più  rag- 
guardeuoli.nel  corfo  della  vita  di  Maddalena  rifplendano.  Vento,  e 

^a.  1. 1.  Fuoco,nella  Pentecofte  fi  ammirano:  Faftus  eftfonus  tamquam  fphitus 
vehementis:  Apparuemnt  illis  difpertitx  lingua  tamquam  ignis.  e  E  Vento 
di  patire ,  e  Fuoco  d'Amore  in  Maddalena  vederemo  •  Vento  ga- 
gliardi/inno, tamquam  fpirit us  vehementis-,  perche  fu  vn  patire,  che  1  II- 
peraua  le  forze:  Fuoco  ardentiiFuno  perche  fu  vn  Amore,  che  le  bru- 
ciaua  anche  le  carni .  Vento  d'vn  patire»  che  pareua  effetto  d'vn'odio 
crudele:  Fuoco  d'vn  languire  >  ch'era  cagionato  da  vn  amore  irruen- 
te. Siche  con  vn  bellulìmo  paradoffo  vederemo  in  Maddalena  vn* 
ODIO  AMANTE,  edvn'AMORE  SD l GNOSO:  v n'Odio,  che 
ama,&  vn' Amore, che  odia  .  Spero,  che  da  tante  lingue  infocate,  che 
hoggicadon  dal  Cielo,  apprenderà  lamia  lingua  deiser  faconda  :  hu> 

mia 


Nella  Fefta  della  B.M.  Maddalena  de  Pazzi.    %  %$ 

mia  debole  voce,,  firà  rinuigorita  da  quel  gagliardo  Fiato,  che  hoggrli 
(ente  :  non  mancheranno  alla  mia  Oratione  difiorite  parole  le  Rofo  » 
mentre  mi  corniteli  ragionami  nel  giorno  di  Pafqua  Rofata  :  ne  potrò 
temercene  1  miei  concetti  riabbiano  fentkiiento  di  freddo  ,  mentre  lì 
raggireranno  fràgttauuenimenti  di  Fuoco.  Piaccìaui  fra  tantd&Nobilif- 
fimi  Vditorùdi  far  l'vfficio  degli  Apoftoli,  i  quali  fi  come,  Erant  pari- 
ter fedente s  in  eodem  loco,  h  &  attendeuan  diuoti  gli  effetti  del  Vento ,  Aid.. 
e  dei  Fuoco  dello  Spirito  Santorcosi  ancor  voi,  Tariterfedentes  in  eo- 
dem loco,  attendete  con  vn  eortefe  fiIentio,quanto  del  Vento  del  Pa- 
tire, e  del  Fuoco  dell' Amorcd'vn  ODIO  AMANTE,  e  rfvn'A MO- 
RE SDEGNOSO  della  Beata  Maria  Maddalena  de  Pazzi ,  io  fon  per 
dirui  :  e  cominciamo . 

5     Non  vi  paia  ftrano,  Vdirorr,  quello  amicheuole  congiungimen- 
to d'Amore ,  e  d'Odio,  che  per  ordir  la  tela  delle  lodi  di  Maddalena»^ , 
quafi  due  artificiofe  fila io  vi  propongo .  Poiché,  oltre  che  1  Amore  , 
come  con  l'Angelico  infegna  il  lottile  ,  *  è  propriamente  cauli  dell'  D.m.i,. 
Odio:nè  mai  fi  vederebbe  comparir  odio  nel  Modo,  fé  non  vi  compa-  *;,f;z£. 
ride  prima  rAmore;perche giamai  fiabborrirebbe  il. male,  che  s  odia,  scoiti,  *. 
fé  non  perche  è  contrario  al  bene,  che  s'ama .  poi  diremi,per  cortefia,  ^;6*j^° 
oiTeruafte  mai  le  diuife  dell'Amore,  come  in  tutto  fono  fomiglieuoli  à  2'  "' 
quelle  dell'Odio?  Arco,faette,  fuoco,  ghiaccio, catene,carceri,  pouer- 
tà, vigilie ,digiuni,difagi,pericoii,flagelli,pene,  tormenti,  di fpregi, lagri- 
me, (bfpiri,piaghe,morti,rouine,e{rerminij, e  quanto à  danni  altruipuò 
efiere  machinato  dall'Odio,  tutto  fé  l'vfurpa  per  fauonre  i  fuoi  f  èguaci 
F  Amore.  Anzi  non  mai  con  maggior  gloria  difpiega  le  fuepiù  ricche 
pòpe  l'Amore, fé  non  quando  fra  tormentofe  mi  ferie  menai  fuoigior- 
ni:ne  in  più  tranquillo  Mare  (lima  di  nauigar  più  felice\che  quando  con 
tempeftadifofpiri  ,  e  pioggia  di  lagrime  fi  vede  fommerfo  dentro  vn* 
abiflb  ài  fangue  Che  però  quel  Corifeo  degli  Amati  Paolo  Apoftolo , 
come  non  perfetti  nell'Amore  rampognagli  Hebrej,che  non  doueua- 
no  vantarfi  feruidi  amanti,  mentre  non  ancora  s'erano  imporporati  col 
fangue:  T<{ondum  vfque  adfanguinem  re/ìitiftir. k  Et  il  medefimo  Paolo  a  «**!*;♦ 
dopò  che  fra  i  vezzi  dell'  Amore  fu  nel  terzo  Cielo  rapito ,  torto  fa  vn 
dolorofoca  alogo  degli  effetti  deli  Odio,  à  che  rifletto  Amore  il  con- 
duflc:  In  Uboribus  plurimisym  carceribus.  abmdantiusy  in  plagis  fupramo- 
dum,in  mortibm frequentar:  à  Iuddis  quinquies  quadragenas  vna  minus  ac- 
cepiy  ter  virgis  cafusfu?ny  fernet  lapidatusfum,  ter  naufragiumfecr,nacley& 
die  in  profondo  marisfui:  in  itineribusfapè;  pericuiis  latronmn,  pericuiis  in 
Ciuitateypericulis  in  folitudiney  periculis,  infalfis  fratribus  ;  in  labore y  & 
arumnaxin  vigilus  multisy  in  fame y  &  fitiyin  leiunijs  mukisywfrigorey&  nu- 
ditate  :  '  che  so  io  ?  poteua  far  più  al  Dottor  delle  Genti  l'Odio  più  \^9' X1- 
crudele,  di  quel  che  gli  fé  il  più  piaceuole  Amore  ? 

6     In  fatti,Signori,  non  fi  dichiari  amante,  chi  non  foggiaee  a'tor- 
menti  :  nèpuòhauer  nel  cuore  tenerezza  d'amare,  chi  non  ha  nel 

T  petto 


X9°  Granone  Recitata 

petto  fortezza  di  patire .  Le  Rofe  de  contenti  non  fi  prendono,  che  fri 
le  fpine  de'  tormenti  :  e  le  perle  delle  coniblationi ,  nel  falfo  Mar  degli 
affanni  fi  pefeano .  Chi  porta  amore  nel  cuore,  ha  da  portar  nelle  ma- 
^"^niillibrod'Ezzechiello,  m  nelquale  erano  fentte  canzoni,  e  lamenti. 
Ha  da  imitar  quel  fimulacro  dell'  Apocaiiilì,  n  c'hauea  la  Spada»  eie 
£/"-«c  Stelle.  Ha  da  raflbmigliarfi  alla  Mano  del  Facitore  (upremo,  °  ftrin- 
/Ao.h.  ger  col  pugno  l'acque  de' rrauagli,  e  mi  furar  à  palmi  il  Cielode'gufti. 
iudu  i4  Ha  d'haucrJa  forte  dei  Leon  di  Sanione ,  *  &  eflere  sbranato  da  cre- 
pacuori, ed  afìTaporar  il  mele  delle  dolcezze .  Ha  da  idearfi  dal  trono  di 
Salomone,  1  atterrir  con  l'effigie  de  Leoni,e  lufingar  con  la  candidezza 
^.17"  *  dell' Auorio.Hà  da  eflere  come  la  pietra  di  Mosè, x  &  efferpercoflu  con 
ex*.i7.6  laVerga,e  featturire  il  refrigerio  dell'acque-In  (omnia  ha  da  diuenirevn 
Paradifo  Terreftre,  f  racchiudere  infieme  con  le  delitie  il  Serpète.  Che 
Gentf>.z  però  è  coftume  ordinario  dell' Amorcarder  nell'acquea  foipirar  cata- 
do.  Ridde  nelle  pene, e  fra  timori  fpera.  Sempre  combatte»ed  offerifee 
la  pace  Sta  in  continua  perdita, perche  ha  perduto  fé  irefifore  pur  vince 
ogni  cofa,perche  d'ogni  impedimento  trionfa .  Camina  fra  tormenti  > 
perche  l'amare  è  vn  martirio  :  &  il  fuo  fenderò  è  di  gioia  perche  ogni 
tormento  egli  è  dolce.  Serucperche  ha  perduta  la  libertà  &  e  R  è  per- 
che  ogni  dirficulrà  gli  vbbidifee  •  Non  mai  Ci  parte  ,perche  ftà  radicato 
nel  cuore:e  fempre  voIa>perche  fiegue  l'Amato  •  E  tanto  pouero.che 
va  nudo  :  &  è  tanto  ricco,che  fempre  dona .  E  vn  ladro  così  rapace, che 
.*  ruba  infino  il  cuore,e  non  fi  fatia:ed  è  vn  Donator  così  profufo,  che  ha 
ìnfinlevifcere,  egliparnuJla.  Minaccia  con  le  lunfighe,  elufingan- 
do  impiaga  .  Parla  tacendo ,  e  negando  con  le  parole ,  conrefla  con 
l'opere.  Dà  inognipunto  la  morte.e con  la  morte  mantiene  la  vita. 
Le  fue  ignominie  vuol  che  fianoglorieà  fuoi  dolori  confortale  fue  ca- 
tene corone \  le  fue  carceri  libertàri  fuoi  difeacciamenti  raccoglimen- 
ti>  &  vn  veleno  d'Infèrno  comanda ,  che  fia  vn  nettare  di  Parodilo .  In 
fomma  trouafi  in  vn  cuore  Fuoco  d'Amore  ?  Dunque  fa  di  meftieri  » 
che  vi  fia  il  Vento  del  Patire  >  e  dell'Odio  :  e  fempre  la  mia  propofi- 
tione  fi  auuera ,  che  in  vn  cuore  >  che  ama  ,  ha  da  fpiegar  la  lua  bal- 
danzosa bandiera  vn'ODIO  ARMANTE. 

7  Eccone  chiara  l'ifperienza  nella  gran  Maddalena  de  Pazzi,  nel  cui 

fteflò  cognome  porta  fcolpita  la  finezza  dell' Amoré:mentre  con  tanta 

perfettione  amò  quel  fommo  Bene  Increato,  che  dimoftratafi  fapicn- 

tiflìma  Amàtcfi  dichiarò  paz?a  d'Amore, perche  come  dice  Climaco: 

tfhns  de  Jimory({H&àam  infama  efi. l  Ma  di  chi  credete>Signori,  che  Maddalena 

grZ*   e  fofteneffe  1  Odio,e  foffriffe  io  Sdegno*?  Di  fé  ftefla .  Ella  con  vn'animo 

pietofamente  crudele,  e  con  vn  cuore  lautamente  homicida,  diuemita 

di  fé  medefima,eTiranna,eCainefice, per  conformarli  à  quella  fciìtc- 

Za  Euangelìca  :  Qui  odit  animamfuam  in  hoc  Mundoy  in  vitam  Atcrttm 

15,15  cuJìodueam:llapipYd<:  nella  Scuola  delDiuino  Amore  la  Dottrina  di 

u«t  »  vn'ODIO  AMANTE,  e  con  più  lòdeuóle  pciificro  di  Ariflippo  Filo- 

mmvitT.  loto, x  che  lommerle  tutte  le  iiie  ricchezze  nel  Mare>pet  liberai  te  fteÉ 


Nella  Fefta  della  B.  M.  Maddalena  de  Pazzi.     19 1 

fo  dal  naufragio  ;  con  vna  oftinata  rifolu  rione  deliberò  di  perder  fé  ftef- 
fa,  per  guadagnar  fé  medefima . 

8     Appena  quafi  fi  erano  dalle  Tue  membra  difuincolate  le  fafcie^ , 
che  le  tenea  ftrettamente  falciate  dentro  i  cilici] .  Appena  s'era  difuez- 
zata  di  lucchiar  poche  (lille  di  latte,  che  con  mano  di  pargoletta,  e  con 
vn  cuor  di  Gigante  ,fape uà  dalle  fue  vene  (parger  fiumi  di  fangue-  Non 
fi  poteua  contar  più  nella  fua  vita  d'vn  luftro;e  già  nell'acquifto  de'me- 
rìti  numerauanfii  Secoli .  Non  ancora  hauea  trafcorfa  l'età  di  Fanciul- 
late nell'afprezza  dd  viuere  hauea  trapaflati  i  più  inuecchiati  Romiti. 
Non  ancora  prouaua  il  fenfo  alla  ragione  ribelio  -,  e  giacerne  reo  il 
con dannaua  alle  pene.  Non  ancora  la  Carne  ricalcitraua  allo  Spirito;  e 
già  con  vna  Tanta  ingiufritia  la  fententiaua  stormenti.  Non  haueano. 
ancora  i  Lombi penfato  di  rubar  nulla  alla  purità  della  mente;e  già,  co-1  ' 
me  conuinti  di  furto,  fra  catene  di  ferro  gli  teneua  riftretti ,  Non  anco* 
ra  il  fuo  Corpo fapeua  contro  l'Anima  machinar  tradimenti  ;  e  di  già  il 
lbggettaua  feueramente  à  flaggelli .  Non  fi  poteua  in  quella  tenera^ 
età  difeernere  altro,  che  innocenza;  &  ella  con  vna  lodeuoie  fintione^» 
riputandofi  colpeuole,  n'eflìggeua  a  fpriffima  penitenza .  Sii  i  primi  al- 
bori del  fuo  candorpuerile,  foiferiua  le  cocenti  sferze  del  Meriggio  , 
cioè  le  sferzate  d'afpriiTìme  difcipline  Non  ardiua  ancora  la  colpa  d'ac- 
coftarfi  à  fchiccherarle  l'interno  j  e  di  già  ella  nefacea  le  vendette  con 
iòftenerne  le  pene.  Elia,comeche  Fanciulla,  per  non  effer  ingannata^ 
dall'aftuto  Nemico,  ingannaua  fantamente  fé  ftefla;e  per  guardar  ficu- 
ra  la  fortezza  del  cuore,  quafi  foltenefle  de  Nemici  ialTalto  ,ftà  su  la_* 
fentinella  d' vna  continua  vigilia,  fi  prouede  di  abbondante  vittouaglie* 
di  rigorofi  digiuni;  fi  inondare  all'intorno  il  Fiume  di  copiofiffime  la* 
grime^piegailrolTeggianteftendardod'inlanguinati  flagelli,aìTegnai 
pofti allacuftodia de1  fenfi,caua profondiamo il  folTod'vna  vii  cogni- 
tion  di  fé  fteiTaXpiana  la  campagna  della  mente  con  vn  totale  diftacca- 
mento  dal  Mondo,  feocca  le  faette  di feruenti  orationi,  fa  rifuonar  non 
i  bronzi,  ma  i  ferri  di  ferrate  carene,  e  con  accefi  globi  di  varij  ftrumen- 
ti  di  mortificatione,  quafi  ordigni  di  guerra,  procura  di  metter  in  fuga  il 
Nemico,  prima,  che  fi  accodi  a  combattere .  Qdiaua  più  ella  fola  fé-, 
ftelTa,  che  non  odiaua  vn  certo  Timone  Ateniefe  tutto  il  Genere  Hu- 
mano.  y  E  fi  come  de  Giganti  fauoleggiaron  gli  Antichi,  z che  in  vn  Fiutar. 
medefimogiornofivedeuanonati,adtilti,eguerreggiantico'Dei:co-  ^"?* 
sì  Maddalena nell'ifteffo  tempo,  che  frmirauà  Fanciulla ,  fembraua^  T" 


Ouid.Mct, 


adulta  nelle pene,che  con  le  fue  afprezze  muoueua  guerra  all'Inferno. 
9  Ma  le  difciplineJe  vigilie,e  i  digiuiùbenche  fuperiori  aU'età,pareua 
nondimeno,che  fuffero  eiTercitijcommunali  de'Sàti.Quelloxhe  rifue- 
glia  lo  ftupore  è,il  veder  vna  Fanciulla  appena  di  fette  anni ,  che  nel  ri- 
gor della  vita,non  contenta  di  préder  lemoffcoue  altri  hauean  felice- 
mente terminate  le  metecon  folleuati  penfieri  machina  nuoui  ordigni 
di  pene,e  co  più  felice  auueniméto  di  Perillo, a  inueina  nuoue  maniere  pim,  J4,c. 
per  tormétar  fé  medefima.  Aduna  gran  quàtità  di  pungentidlme  fpine, *• 8- 

T    2        d'alcune 


2.9  l  Oratione  Recitata 

d'alcune  fabbrica tafene  vna Corona, fé  ne  cinge  le  tempie;e  d'altre  for- 
matotene vn  Cintole  ne  falcia  i  lombi  :  e  per  radicacele  pianelle  me- 
bra>cosk  cinta  e  coronata  fi  adagia  per  ripofarfi  nel  letto.  Siricordaua_, 
Maddalena,che  vnf  Anima  non  ritrouo  nel  fuo  letto  lo  Spofo  :  in  le- 
c*»*.j.i.  guio  meo  qU&jìuì>que diligic  jinima  mea^qu^fìui  illum9&  non  inueni:  b  e  la 
cagione  fù,perche  era  vn  letto  afperfo  di  Rok^Le tlulus  mfler  floridus: 
onde  addottrinata  Maddalena  alle  fpefe  altmi,pcr  ritrouar'il  fuo  Spofo, 
fé  ne  va  ad  vn  tetrodi  fpine.  Voleua  dare  ad  intédere  ch'ella  era  vna  fe- 
menza,diuei fa  da  quella  di  quell'Agricoltore  Euangelico,c  poiché  non 
*"8.7-  f0iamente  non  era  foffogatadalte  {pinc>mà  in  mezzo  delle  fpine  mag- 
giormente crefee  ,e  fi  auanza  Già  col  continuo  guerreggiar  contro  fo 
fte(Ta,fi  hauea  cóquiftato  il  Regno  della  Patiéza;  e  perciò  diucta  Reina 
dellafprezzcnon  douea  con  altra  Corona  cingerli  il  capo,  che  con  vn 
Diadema  di  fpine.  Era  la  fua  méte  vn  delitiofo  Giardino  di  conteplatio- 
ni  diuinc'onde  per  ailkurario  dell'inuafione  deladri,vi  fa  intorno  vna-* 
fiepe  di  fpine  :  Era  rifoluta  di  regnar  sépre  fra  pene,&  acciò  quefto  fuo 
Regno  fia  ftabilce  fermo,vuol,  che  le  fpine  le  fian  radicate  nel  Capo . 
Penfaua,  in  tutta  la  fua  vita  di  fagrificarfi  à 'torménte  perciò  come  vitti- 
rettili,  i.  ma  coronata! d  s'incorona  di  fpina.  Giua  penfando,che  Iddio  cóparue  à 
MdiTs**  Mosè  in  vn  ricinto  di  fpine,c  e  perche  bramaua  ancor  ella.che  fé  le  ma* 
Bxod.yz.  nifeflafle  alla  meteforma  del  fuo  Capo  vn  roueto  di  fpine. Nel  Giardi- 
^phton.in  nodi  venere  le  fpine  pugono  il  piede /perche  fandiuenire  zoppo  il  pe- 
frogimnaf.  faxo  p£f  j0  camino  del  Cielo:  onde  dille  colui:  Fxoreduxi,&  ideò  non 
lucido  pò fsu  venire;^  Ma  nel  Giardino  di  Chrifto  le  (pine  trafiggono  il  Capo, 
perche  aprono  il  varco  alla  mente  per  volartene  à  Dioiche  però  diceua 
pf.i*.  jz.  il  Real  Profeta:  Viam  mandatorum  tuorum  cucnrri>càm  dilataci  cor  meù: 
h  Ma  quando  quefto  gli  auuenne?  quando  fìi  trafitto  dalle  fpine  dello 
p/.  4. 1.  tribulationi,  in  tribnUtione  dilatafli  mìhi.  •  DifTe  Cameade*  che  la  bel- 
lezza del  Corpo  è  vn  Regno  fenza  fatelliti:mà  la  bellezza  dell'anima  è 
Latrt.  m  vn  Regno, l  à  cui  per  guardarlo  fan  meftiero  i  Soldati  :  che  però  dillo 
ems  vita.    Salomone: l  Omnis  cuftodia  ferua  cor  tuum,quomam  ab  ipfo  vita  procedit  : 
re» .4.1,  ^  j.  qUgy,^njraa  fanta  fu  Jetto  :  En  lettitlum  Salomonis  fexagintafortes 
ambinntyomnes  tenentesgladios,&  ad  bella  dotti ffimi  : m  E  perciò  Madda- 
ant'1  7  lena  alla  Metropoli  di  quefto  Regno,cheil  Capo, mette  la  guardia  del- 
le fpine.  Quel  Terren  fortunato.che  fecondo  germogliaua  fenza  fpine 
14W  b+s.  le  Rofe, n  dopò  la  primiera  maledizione  fi  vide  fterilito  produr  fenzsu, 
,»  htxa.    K0fe  ]e  fpjnc  •  spinas ,  &  tribulos  germinabit  tibi:  °  ma  nel  Terreno  dei 
Ctn,yi  '  CUor  di  Maddalena.mérrc  le  fpine  fanno  verfare  (lille  di  l'angue,  produ- 
cono,in  cópagnia  delle  Rofe,  Rubiniln  quefto  M5do,chi  ha  nel  Capa 
le  Rofe  ,hà  neì  cuore  le  fpine  ;  che  però  quei,  che  n'hauean  fatto  1  ifpe- 
s*p.*.s.    iie:nz^diccUàno:CoronemMS  nos  1\pfn>  antequam  marcefeant:  p  e  poi  pen- 
$4^4. 8.   titi  fi  doleuano:  Diuitiamm  iattantiayquid  contulit  nobis?  i  Ma  nella  Cala 
di  Dicchi  s'incorona  di  fpine  di  trauaglUoglie  le  Rofe  d'vna  tranquilla 
i  cfcr.i.  cofcienzaionde  diceua  PApoflolo,/"/»**  modum grauati fnmus , r  ecco 
ucij0.u1  ]e fpine i ma,  gloria  noflrabac  efl  ,  teHimonium  confeicntia  nojlra  ,  * 

ceco 


Nella  Fella  della  B,  M.  Maddalena  de  Pazzi.    19  j 

ecco  le  Rofè .  E  vero  ,  che  per  detto  del  Saluatore,le  fpine  non  pro- 
ducono l'vue:^»?»/^//^^^  l  Ma quelto fi auuera^.  Mattb.y 
delle  fpine  nate  in  vn  campo  ;  ma  le  fpine  per  amor  di  Dio  radicate  l6- 
sul  capo 5  germogliano  grappoli d'vua ,  d'onde  fifpremeilvinodi 
gioconda  allegrezza;onde  diceua  l'Apertolo,  "Gloriamur  in  tribulatio-  R6m-s-i< 
nibus:  Et ,  Superabnndo  gaudio  in  omni  trilmlatione  x  Hora  SÌ,  che  con- 
ueniua  à  Maddalena  quell'attributo  della Spofa:  sicutlilnminter  fpi-2-ck°-7^ 
nas.  y  poiché  efTendo  ella  vn  eandidrfìinio  Giglio ,  nonfoloperla; 
purità  verginale  ;  ma  anche  per  fa  fanciuHelca  innocenza ,  fi  cingeuail  Cant,i' u 
Capo,  &i  fianchi  di  ptingentifsime  fpine 

10    Spine  crudeli  ,  fpine  fpietate  :  e  come  foftesì  ardire  di  entrar  irr 
quel  Capo,  oue  non  ancora  era  entrato  pender  funefto  di  colpa  ?  Co- 
me non  vi  confondere  dì  confbnderuicon  quefle  chiome ,  che  al  co- 
lor doro fimboleggrando gli amorofi  penfieri ,  dinorauano  l'ordinata 
carità  verfo  di  Dio  ?  Come  non  vi  fpezzafre  per  renerezza ,  vedendo? 
aprir  tante  ferite  fui  Capo  àcolei ,  che  per  la  tenerezza  deglianni,  ap- 
pena tàpeua  aprir  ìa  bocca  à  parlare?  Mà.che  colpa  han  le  fprne>metre 
fecero  I'vbbidicnza  d'Amore  ?  O  Amor  tiranno.che  non  la  perdoni  né 
anche  alle  Facrulled'vnluflrol' Anzio  dolciffimo  *^more,che  comu- 
nicatoti alle  fanciulle  d'\Tilu  (frode  rendi  trionfami 
l'incoroni  di  fpine!  Sono  quelle  proddezze  d*  Amorcchc  amado  odia, 
mentre  tormèta:&  odiando  ama,mentre  fa  dolci  i  tormenti;&  à  fomi- 
glianza  di  quel  Pefce>nomato>Stella  *  m  mezzo  cf  vn  Mar  ài  tra  Bagli,  far  m  m 
che  i  fuoi  legnaci  ardan  d'Amore.  Oche  gradito  fpettacolo,  métre  dal*  *.  6o.'j£ 
la  Neue  d'vna  Verginità  innocétczimpriiar  vagamente  mirauanfi  Ru-  tf-  Rhc~ 
cellettipurpuen!  Mentre  con  tate  (pine  Maddalena  inlanguinaua  il  ca-  $™m.  3. 
dor  d'vna  purità  fanciuHelca  >  sébraua  dimllarfnn  vna  vermiglia  rugia- 
da, che  pioueua  fopra  de'  Gigli .  Onero  hi  vn  picciolo  Fantìcello  di  li- 
quefatti Rubini^he dolcemente  feorrea  foprar Diamanti. Ouero in  vn 
diftillato  Corallo  fopra  d'vn  vago  Jaftrieato  di  Perle .  Ouero  in  vn  bel 
Cinabro  eletto ,  che  con  Tartificiofa  mano  d'Amore  minianal' Ano- 
rio.  Ouero  in  vn  Oftro  pretiofiu*ìmo,per  colorir  la  porpora  ad' Amore, 
Con  quefta  pioggia  di  fangne  ,  che  cadeua  dal  Cielo  od  fuo  Capo>  mi- 
nacciaua  Maddalena  all'Inferno  caideliffima  ftragc.  Quanto  fangue 
Maddalena  verfa  dal  capo ,  tanta  forza  al  Demonio  toglie  daloiore  » 
Refta  ella  ferita,  è  vero  5  ma  rimanagli  languente .  Per  impiagar  il  Ne- 
mico ,  rieeue  ella  le  piaghe  :  per  metter  in  fuga  ,  fi  mette  ella  lui  Ca- 
po l'afsedio  delle  fpine  :  e  per  fommerger  il  fuo  Faraone ,  forma  c\h 
il  rolso  Mar  del  fuo  fangue . 

1  z  Io  non  faprei  ♦  (è  ogni  (lilla  di  fangue,  che  le  cadeua  dal  Capo, 
iiiife  come  vn  di  quei  denti  diCadmo.che  partoriua  efferati  armati  per 
guerreggiar  coni  Inferno:  ouerofufle  vn  feme  di  vn  fiore,  per  for- 
marne ghirlanda  à  coronarfene  il  Capo.  Se  quei  forami  fu  (Fero  porte  ? 
onde  il  dolore  faceffevfcir  dal  Capoilille  di  fangue:  ouero  T  Amoro 
facefle  entrar  nel  petto  torrenti  digufti.  $*  qudk  punte  aprifiero 

T    5         più 


tAff.l 


Butti   k 

mut  vita. 


194  Orationc  Recitata 

più  ferire  alle  tempie  per  auuiuar  le  Tue  pene:  ò  più  bocche  alla  Fama^ 
per  celebrarle  fue  glorie .  Se  quelle  (pine  fuiTero  lancic  per  tener  lon- 
tani i  Demoni:  oueroamorofe  faette  per  impiagare  il  cuore  al  fuo  dol- 
cirtimo Spofo .  Se fuuero chiodi  >  con  cui  s  nichiodafle  col  fuo  Amor 
CrocifilTo  :  ouero  temperate  penne ,  con  cui  su  la  carta  bianca  della»* 
tua  carne  verginale,  con  ttncnioiiro  del  fangue,  co*  caratteri  ódk  feri- 
te» co'  pericoli  de'  gambi,  con  leparentefi  dell'intrecciature ,  co'  punti 
delle  punte,  con  le  virgole  delle  fpine,  per  tramandarlo  a  poderi ,  pet 
marauigliade'  fecoli,  (criueua  ella  medefima  in  compendio  il  Trattato 
fango  d'Amore .  Se  pur  non  volellìmo  dire,  che  le  (pine  fallerò  pen- 
nelli, con  cui  su  la  tela  della  Teda,  con  l'ombre  del  dolore,  co' lumi 
dello  Spirito,  col  bianco  dell'innocenza,  col  vermiglio  del  (angue ,  col 
minio  dell'affetto ,  coal'azurrode'celeiìipenfieri ,  dipingeffe  iole-» 
ftefla  vn'animato  ritrattoci'  vn  cuore  innamorato  di  Dio  ;  e  sforzalTe  al- 
fe (tupore  l'Empireo  >  che  anche  in  terra  fra  le  fanciulle  d'vn  luftro  fi 
ritrouano  Serafini . 

1 3  Ma  fé  Maddalena,  nel  girar  d'vn  luftro ,  così  fiero  fperimentò 
IODIO  AMANTE,  mentre  per  Amore  fi  condannò  à  foftener  così 
acerbi  tormenti,  quali  credete ,  che  fuiTero  fiate  le  pene,  e  l'àfprezze , 
con  cui  auanzandofi  ella  negli  anni,  fi  auanzò  ne' martiri  ì  Piacefleal 
Cielo-,  Vditori,  che  atringrandirfrdi  Maddalena  nell'età  >  s'ingrandifle 
in  vn'artifìciofa  eloquenza  la  mia  dozzinale  Oratione  ;  ma  (e  pur  non-»- 
poterti  per  mia  fuentura  affegu  irlo,  confido,  che  faran  così  grandi  lo 
prodezze,  ch'io  fon  per  racconrarui  di  quella,  che  attoniti  dallo  (lupo.* 
re*  lafciarete  di  penfare  alla  mia  battezza  del  dire. 

14  Già  fatta  adulta  Maddalena,  (limando  vn  bamboleggiar  da  Fan- 
ciulla, quanto  hauea  fofferto  fin  hora,  cominciò>come grande  ,ì  fofte- 
ner più  crudele  rODIO^d'i\more,efperimentar  più  gagliardo  il  Vento 

j  del  patire.-  Onde  poteuaft veramente  affermare,  che ,  Fafttis  efiin  ea 
fonus-tamquamSpiritHsvebementis .  a  Infino  ad  hora  Maddalena  ha 
fcherzato  con  le  pene,  perche  è  fiata  Fanciulla:  &  ancorché  i  tormen- 
ti fufiero  (tati  sì  grandi,  che  haurebberoatterriti  anche  i  Giganti,  gli  (li- 
maua  ella  piccoli  >  perche  fi  fcaricauauo  fopra  del  fuo  piccolo  corpic- 
ciuolo .  Ma  quando  nell'età  era  ell&diuenuta  già  grandejftimaua  man- 
camento,  non  ingrandirfi  ancor  nelfafprezzc  :  Ana(Tagora:  b  ftimaua 

*"  delitie  il  foffrir  grinfortunij  della  più  fortunofa  Fortuna,  purché  poref- 
fe  beatificarfi  col  rimirar  (blamente  il  Solete  Maddalena  riputaua  gioie 
tutte  le  pene,  ch'ella,  diuenuta  di  fé  (Iella  afpra  Fortuna. poreua cagio- 
narne purché  merftaiTe  folo  di auanzarfi  in  vn  grado  di  Amore .  Cho 
però  non  fatiadi  tonnentarfi  conquei  dolori,  ch'ella  potea  cagionar  à 
feftefsa,  chiamauainfuacompagnia  vn  più  potente  perfecutor  per  af- 
fliggerli. E  chi  credete,  Signori.che  fufie  ftatoeoftutf  Iddio:  Iddio  me- 
defimo,  le  tré  Perfone  Diurne^  quafi  accinti  alla  guerra,  s'armaronoà 
berfagliare,  à  battagliar  Maddalena  .  Ne  vi  offenda  l'orecchio ,  ch£-» 
iddio perfeguitaffe  lanoftra  Beata  ,  perche  qui  fi  tratta  d'vn'ODlO 

AMÀÌSU 


Nella  Fella  della  B.  m.  Maddalena  de  Pazzi;     1-9  j 

AMANTE,-  e  già  fapete,  che  fra  colpi  di  flagelli  fi  matricolala  Figlio- 
lanza di  Dio.  G  £1  grande  Infegnator  delle  Genti  promulga ■irreffagjh".aji 
bil  fentenza  »  che  le  nel  camino  della  pietà  ti  rifolui  à  prender  le  mof- 
fé  ,rofto  diuerrai  dalle  perfecutioni  vn  berfaglio .  d  E  quella  lingua  ca- 
nonizzata di  quel  cuore  di  acciaio,  congiure  querele  fi  Jamentaua  de  *"  tm*% 
fuoi  amici,  che  mentre  il  vedeuano  perfeguitato  da  Dio  ,  non  doueua- 
no  eglino  con  nuoue  perfecutioni  ag°vauMlo:Q4<zreperfeiHimimime  leb,l9^ 
ftcut Deu$\& carnibus meis faturamini  e  ì 

15  Richiamate  alla  memoria,  s'Iddio  vi  falui,  Signori ,  in  che  ma- 
niera Iddio  perfeguitaffe  il  patientiflìmo  Giobbe  ;  e  così  vi  fi  fchiari- 
ri  l'intelletto  à  confiderar  le  perfecutioni,  alla  noftra  Maddalena^ 
mandate.  Dalle  contrade  dell' AbilTo  chiama  l'Onnipotenza  vn  De- 
monio ;  e  come  à  Bargello  del  fuo  rigore>^H  fpedifee  ampiapatente_* 
di  tormentar  àfua  voglia  vn  più  giudo  fra  giihuomini .  Col  Fuoco, 
e  col  Vento ,  quafi  con  Miniftri  di  crudeltà, gli  brucia  gli  armenti ,  t 
con  vn  gaghardiflSmofcuotimento,  rouinandola  danza ,  oue  raduna- 
ti banchettauanoi  Figli  ,  fopra  di  quelle  roume,  ergendo  i  trofei  del 
iuo  furore  >  gli  fa  comparire  prima  fepélliti  ,  che  morti .  Penfaua^ 
faftiofoNemico,  col  Fuoco  di  far  anckrinfumof  innocenza  di  Giob- 
be, e  di  ridurre  in  cenere  la  maHìccia  fantità  di  coftui  :  e  coibenta 
fmantellargli  dal  cuore  la  coftanza  dell'animo  .  Mànons'accorgeìL* 
l'infelice,  che  in  mezzo  di  quelle  fiamme,  rilplendc  più  pretiofo  f 
Oro  delle  Virtù  ;e  come^annofa  Quercia  ,  à  grimpetuofrfiaridi  que. 
floBorea,  abbarbicaua  più  al  profondo  le  radici  della  pazienza.  Ro- 
uerfeia  in  vn  tratto  fopra  di  quefto  Atlante  vn  Mondo  di  calamità,  ac- 
ciò ,oppre(To  dal  pefo,  gli  fuflTero  Calamita  dellatiifperarione  :  e  quan- 
do credeua  con  vn  tal  Mondo  foura  il  di  lui  Capo  d'opprime  rlo,trouò, 
e  he  fe'I  metteua  fotto  a  pie  per  calpeftarlo:  per  non  dire,  che  fc  ne  for- 
mauavn  gradino  per  falidène  à  Dio  .  Er  ancorché  in  tal  maniera  fa- 
ceTe  crudeliffima  ftrage,  ftimaua  egli,  che  fliflè  folamente  vn  vibrar  ia 
srh  la  Spada,  mentre  fi  feruiua  del  Fuoco^e  del  Vento . 

1 6  Ecco,  che  da  vicino  l'affale,  e  con  terribil  colpo  gittatolo ,  non 
interra,  acciò,  come  Anteo  noe  ripigliale  le  forze  5  f  ma  fopra  vn  vii  ****>  e*. 
letamaio,  acciò  come  Antiococonfumato  nel  puzzo,  fé  gl'infracidaiTe  Ti.1'7*' 
infieme  con  le  carni  lo  Spirito-  ma  a  fuo  difpetto  il  rimirò  fempre  in  ^?« 
}iè  nella  fortezza:  e  quando  penfaua  nel  proprio  ma rcidu me  affogar- 
jo,  vedeua ,  che  con  l'aura  dello  Spirito  nauigaua  felice  v  per  approdar 
nel  porto  della  Gloria.  Gli  trafrìffe  con  mille  piaghe  le  membra  ;  ma 
nonarriuògiammaià  pungergli  il  cuore  .  Gli  aprì  ben  mille  ferite  ne! 
corpo,  nousò  fé  perfarne  vfeire  più  tormentata  l'Anima;  ò  per  far  en- 
•trar  nell'Anima  più  arrabbiata  l'impatienza.  Glifchierò  nelfeno  vno 
-efercito  di  vermini,  acciò  pafeiuti  alle  fpefè  »  anzi  con  le  carni  dell' 

affediato,  fi  rifoluefle,  òdi  abbandonar  il  porto  della  Virtù,  ò  fulTo 
*coftrettoà  confumar  le  foftanze  delle  fue  membra  ,  per  nutrimento 
«diqnella  verminofa  sbirraglia  rmàinmezzo  di  tanti  rimordimenti  » 

T    4.        non 


AG* 


i$ré  Granone  Recitata 

non  fi  fehtì  giammai  rimorderla  cofeienza  di  colpa.  In  fomma  machi- 
nate  dal  Demoniotutte  le  pene, praticati  tutti  i  tormenti,sfogataturta_r 
la  rabbia  :  dopò  dauer  ìfpogJiato  H  patiétiffimo  Giobbe  delle  robbe»de* 
Figli,difemedefimo:pernondire  ,  chelhauea  veftiro cl'vn pretiofo 
manto  di  Gloria.  Dopò  nò  hauergiì  Jafciato altrove  la  mano>per  darti 
disperato  la  morte;  e  Ja  lingua,  per  biaftcmare  il  tuo  Dio  :  per  non  dire* 
che  il  lafciaua  pien  di  trofei,  per  effer  ammirato  con  eterni  applaufi  da- 
gli Angioli .  Dopò  hauerlo  inchiodato  in  vn  letto  di  fuccidume,  e  fat- 
tolo vjuo  fèpolcro  di  fé  fteffo:  per  non  dircene  l'hauea  fublimato  in  vn 
Trono,  pereffere lo ftupore de' Secoli.  Dopò  hauerlo vecifo mille 
volte,  lenza  mai  finire  dargli  la  morte  :  per  non  dire,  che  l'hauea  confi- 
guato  nelle  bocche  d'vna  Fama  immortale  Dopò  hauerlo  fatto  vn  vo- 
mito delle  difgratie, vn  Moftro dihorrore,&  vn  horrore  He'Moftri: per 
non  dire  .che  l'hauea  ratto  vn  Trofeo  della  grada,  vn  Moftro  di  fantità  » 
&  vn  ornamento  de  Santi .  Finalmente  confuto  per  vederfi  vinto  da 
vn'impiagato  languente,  fi  precipitò  negli  abiffi, per  non  veder  i  trionfi, 
che  al  fuo  competitore  apparecchiaua  l'Empireo . 
.  %f  Ma  credetemi,  Vditori,  che  tutti  i  patiménti  ài  Giobbe  Ci  ponno 
chiamar  delitie,  rifpettoi  quello ,  che  per  amor  di  Dio  Maddalena  fo- 
ftenne .  Gareggiauano  le  Tre  Perfone  Diuine  ad  affliggerla .  II  Padre 
Eterno  dopò  hauerJe  importo,  che  per  molti  anni,  folo  con  pane ,  & 
acqua  coftringefle  la  fua  vka  à  non  dipartirfi  dal  Corpo,  che  in  breuif- 
fime  hore,  anche  fui  nudo  terreno,  ammetteffe  il  fonno  sii  gli  occhi  : 
che  con  le  nude  piante  premeflc  i  più  gelati  rigori  del  verno:che  le  Po- 
tenze, &  i  Senfi  lofpefi  in  aria,  per  lo  diftaccamento  dògni  affetto  ter- 
reno^ (lederò inchiodati ncll'erfècutione àcì Diuino Volere  :  con  vn 
Aflalto  di  fpiritogittatala  in  terra,  quafi  al  primo  colpo  abbattutala ,  le 
fulmina  contro  rigoro  fa  fentenza,che  per  cinque  anni  continui  debba 
giacerfene,  non  in  vn  letamaio ,  come  Giobbe  ;  ma  in  vn'horribile  for- 
nace di  trauagli  acce- -biffimi:  e  foftener,  non  già  il  mordicar  di  piccioli 
vermiciuoli;  ma  l'arrabbiate  Zanne  degl'infernali  Leoni .  Ecco,  che  il 
Padre  Eterno  fcatena  dallabiflo,  non  già  (òlo  vn  Demonio  5  ma  rtuoli 
intieri  delle  più  (pauenteuoli  Bertie,  che  in  quelle  infernali  grotte  fi  an- 
nidino; &  per  dar  loro  libera  poteftà  di  tormenrar  in  tutti  i  modi  la  Ver- 
gane, fi  allontana  egli  con  la  condolanone  dello  Spirito . 

18  Dioirnmorrale,  chi  potrebbe  laccontargli  l'pauenti ,  le  tenta- 
doni,  gli  horror j,  le  percofse,  gli  ftrafeinamenti,  i  precipiti],  gli  (Irati j  , 
che  da  Demonij  in  quefto  tempo  Maddalena  foftenne?  a'  quali  per  re- 
fiftere,  mentre  trouaua  chiufa  la  porta  del  diuino  ioccorfo  ,  n'aprjusL* 
nel  fuo  corpo  ben  mille ,  mentre  m  mille  modi  s'impiagaua  le  carni  . 
Hora  per  difeacciar  quei  Martini  ,  fi  sferzaua  con  discipline  di  ferro  -• 
bora  per  tener  lontani  qiieimoleftipenfieri,  che  alla  fua  viua  fede,  ed 
all'angelica  lua  purità  tendeuan  Tinfidie,  cingeua  il  fuo  Capo,  come 
fuocortumatoprefidio,connumerofefquadre  di  fpine:  hora  per  ifpe- 
dir  ambafeiadrici  le  fae  vigilie  nel  Gclo,mendicaua  vn  difagiato  ripofo 

dalla 


Nella  Fella  della  B.M.  Maddalena  de  Faz  zi.    1 97 

dalla  nudità  della  Terra .  E  benché  in  quefto  tempo  ,  in  così  diuerfe 
maniere  daile  diabolice  Furie fofleaflalira  fempre  nondimeno potea  in 
lei  prefagirfi  gloriola  vktoria;poiclie  co'*  iuoi  rigorofi  digiuni  indeboli- 
ua  a*  Tuoi  nemici  ic  forze:  andana  icalza,acciò  con  la  nudità  del  iuo  pie- 
de IchiacciaflTe  il  capo  à  quei  Serpenti  infernali  :  fi  cingeua  di  catene  le 
niembra,per  incatenar  le  forze  a  Demoni  :  fi  sferzaua  con  di  (cipline  di 
ferro,perdifcacciardal  dio  cuore  à  colpi  di  flagelli  quegli  fpauenteuoli 
Moftri.prendea  su  la  nuda  terra  vn  trauagliate  ripolò ,  peraddormen- 
tareil fuofuroreall' inferno-  Verfaoa fra  martiri.ch'lladauaà fefteflà, 
prodiga  iJfaugucnò  so  le  per  tingerfiambitiofa  la  porporato  per  foni- 
rnergerein  quello  rollò  Mare  il  Nemico  :  s'incoronaua  di  bel  nuouo  il 
Capodifpine.no  so  fé  per  dichiarirfinionfatricegloriofa,ò  per  trafig- 
gere il  cuore  à'  fuoi  perfecutori  tartarei  :  &  in  fomma  s  incaminaua  per 
lo  fentiero  di  morteich'era  il  Dolore,  per  rintracciare  il  camino  di  vita, 
ch'era  T  Amore. 

19  Che  le  noi  parliamo  delle  pencche  le  die  laSecóda  Perfonare  che 
altro potcua  darle,fè  no  quello  ,di  che  egli  abbondaua^Era  egli  huomo 
di  dolori,come  regiftrò  il  Profetta;  s&  vn  Falcetto  di  mirra,come  il  de  * Ifa'^  ** 
fcrifle  là  Spofa; h  e  però  non  fapea  diftribuirecon  maggior  gufto ,  che  c^t  i.  u.. 
amarezze^  dolori,  lo  non  mi  dicendo  troppo  à  dichiararui  i  torméti>di 
che  fu  partecipata  dal  Verbo;  bada,  che  le  fu comunicato  vn  viuaciffi- 
mo  fentimento  di  tutti  i  dolori,che  il  Figliuol  di  Dio  in  tutta  la  Tua  ama- 
riiììma  paflìone  foftenne .  E  fi  come  quefti,  fecondo  il  parer  di  S.  To- 
maio, 1  auanzarono  di  gran  lunga  tutt'itormentide'xMartinfper  con-  d.tu.  k 
fequenza  le  pene  da  Maddalena  fofferte,  non  bifogna  dubitare,  che  ■**£  4ó;"' 
non  rullerò  le  maggiori  del  Mondo- 

j  20  Finalmente  la  terza  Perfonadiè  lvJtimo  compimento a  marti- 
rizzar Maddalenajpoiche  non  folo  nel  giorno  dello  Spirito  Santo^uali 
per  celebrar  più  follennemente  la  Fefta,  volle,  clVennaffeneH'horribi- 
liffimo  lago  delle  tentationi  infernali;  ma  le  fottrafleil  dolce  fentimen- 
to della  gratia ,  &  delle  interne  confolatioiù  Onde  fé  il  Verbo  le  fé  fen- 
tire  i  più  attroci  tormenti  del  Mondo  Jo  Spirito  Santo  in  quefto  abban- 
donamelo le  fèfperimentar  le  pene  d'Inferno*  Poueta  Maddalena* 
che  fai?  che  dici?  che  penfi?  che  ti  rilòlui?  Se  alzigli.occhi  nelCiclo,per 
te  è  fatto  di  bronzo  :  fé  gli  riuolgi  in  terra ,  la  truouigià  diuenuta  di  fer- 
ro :  ricorri  al  Padre ,  &  egli  ti  prefciiue  trauagli  :  ne  vai  al  Figlk)>&  ci 
ti  prelenta  fpince  f  laggelli:  Fuggi  allo  Spirito  Santo>&  ei  fi  nalconde; 
chiedi  il  foccorfo de  Santi,  eniuntirifponde  :  abballi  Je  luci,  emiri  à 
danni  tuoiarrabbiato  l'Inferno:  ti  giri  intorno,  e  vedi  contro  di  te  fcate- 
natii  Demoni.  Pruoui  l'intelletto  ofeurato,  la  volontà  raffreddata,  e 
memoria  confufa ,  le  potenze  abbattute,  ifenfì  afta  liti,  il  Corpo  tor- 
mentato, l'Anima  afflitta.  Che  Giona,  K  fepellito  vino  in  quel  lepoi. /^„.t,  ^ 
chro  animato^  Che  Giobbe,  l  che  bramaua  di  ticouiarfi  nell'In- 
ferno per  sfuggir  l'ira  di  Dio?  Che  Daniello,  m  deftinatoad  effetti  ^Xlt 
sfoganiento  ài  rabbiofà  fame  a'  Leoni  ?  Si  può  Jmaginareitatopiù  mi- 

férabile. 


19» 


Oratione  Recitata 


ferabile,  miferia  più  cornpaffioneuole  di  querta  ?  Vna  pouera  Donzel- 
la fatta  beriàglio  a]  furor  dell'Inferno ,  diuenuta  fcopo  alle  faette  di  vn 
Dio  Se  l'Odio  haueflè  bramato  di  far  delle  lue  crudeltà  l' vi  timo  sforzo, 
non  haurebbc  potutoergere  più  gloriofo  trofeo ,  che  Maddalena  ten- 
tata .  Ben  poffiam  dire ,  che  ruffe  fiato  gagliardiffimo  il  Vento  de'  pa- 
timenti (òftcrti3e  che5F##Kj  efl  in  ea  fonusjamquamfpiritus  yehementis* 

21  Ma  ricordateci.  Signori,  che  il  Vento  hoggi  fi  accompagna  col 
Fuoco ,  e  le  pene  fon  rammefcolate  co'gufti .  L'Odionon  sa  far  male> 
quando  vien  guidato  d'Amore.  Vn'ODIO  AMANTE  è  vn  Artefice 
de' più  faporiu  contenti:  Scvn'AMOKE  SDEGNOSO  è  vn  Fabbro 
delle  più  inzuccherate  dolcezze .  Maddalena  non  haurebbe  potuto  fof- 
ftir  tante  pene ,  fé  non  amaua  :  né  farebbe  (lata  nel  patir  sì  collante,  fé 
non  filile  (lata  nell'amar  sì  feruenre.Ben  conueniua,che  hoggi  in  com- 
pagnia del  Fuoco  pioueflero  lingue  dal  Cielo ,  poiché  peri  (piegar  f 
amorofo  fuoco  di  Maddalena,  vi  bifognano  lingue  infocate .  Ninna 
co(a  è  più  inuifibile,  chel  Fuoco  nella  (uà  Sfera  :  e  niuna  cofa  è  più  in- 
efplicabile ,  che  l'Amore  nel  cuor  di  Maddalena .  Ho  errato  ,  Signori  ; 
Maddalena  non  haueua  cuore  ,  perche  Thaueua  dato  à  Giesù:  e  Giesù 
haueua  dato  il  fuo  cuore  i  Maddalena .  Vditc  fé  Iddio  vi  falui,  il  fuccef- 

G .n  i8#I2  fo .  Si  haueua  ella  con  diuerfi  fanti  penfieri,quafi  con  diuerfi  gradini,  à 
fomiglianza  di  Giacob  n  »  formato  vna  (cala  :  &  hora  con  la  contempla- 
zione delie  diuine  grandezze  ,  le  ne  faliua  nel  Cielo  :  hora  confidcran- 
do  1  humana  malitia,  fé  ne  feendea  nella  Terra .  E  mentre  rapita  fuor  di 
fé ,  era  in  fé  (letta  tutta  raccolta  ,  per  inflar  vnita  con  Dio  ;  vn  giorno 
dopò  hauer  recitato  la  Compieta  in  compagnia  d'Angelo  Santo  Car? 
inclita ,  e  della  gran  Vergine  Cattarina  da  Siena,  vide  il  fuo  dolce  Spo- 
fo  Giesù ,  che  alla  prefenza  di  quelli  Santi,  e  defia  Reina  de  Santi,  le  fu 
vn  cortefirtìmo  dono  del  luo  cuore  Diuino . 

22  Qui  vorrei ,  Vditori ,  che  con  la  folleuatezza  de  voftri  indegni 
mi  aiutafte  à  decidere, fé  Maddalena  in  quefto  auuenimento  morifle,  ò 
per  miracolo  d'amore  redatte  viua  .  Se  non  hauea  il  fuocuorecom'era 
viua  ?  Efe  nel  fuo  petto  hauea  la  vita ,  com'era  morta  f  Senza  cuore^» 
non  fi  può  viuere  :  e  con  vn  cuor  che  dà  vita  non  può  altri  morire .  Al 
dipartirfi  del  cuore  da  vn  petrose  ne  fugge  la  vita:  &  all'introduruifi  vn 
cuore ,  eh  e  vita  ,  (e  n'allontana  la  morte .  Diciam  così,  che  Maddale- 
na mentre  era  amante ,  era  morra ,  perche  viuea  nell'amato  :  e  mentre 
era  amata,era  viua  j  perche  hauendo  l'amato ,  ricuperaua  la  (uà  vita_>  t 
ch'auea  nell'amato  riporta  .  Mentre  amaua,  hauea  tramandato  il  fuo 
cuore  all'amato;  dunque  era  morta:  e  mentre  era  amata, hauea  riceuu  • 
to  nel  fiK)  petto  il  cuor  dell'amato;  dunque  era  viua.  Maddalena  non 
era  in  fé  fìefra,perche  era  in  Giesù  ;  dunque  era  morta  :  e  Giesù  hauea 
dato  il  (uocuor  à  Maddalena, perche  l'amaua  ;  dunque  era  viua..  Vede- 
rte  mai  vn  petto  lènza  cuore,  e  non  morire  ?  Mirafte  mai  vn  petto  col 
cuor  di  Giesù ,  che  tutto  vita ,  e  non  viuere  ?  Sono  quefte  del  Diuino 
Amor  le  prodezze ,  che  con  la  vita  dà  motte ,  e  con  la  morte  dà  vita^» . 

Chi 


Nella  Feda  della  B.  M.  Maddalena  de  Pazzi.    19$ 

Chiama  ,  muore  :  e  chi  muore  amando ,  viue .  Non  fi  ponno  fcom- 
pagnar  Morte,  &  amore:  e  quando  la  Morte  diuien  compagna  di 
Amore,  s'incatena  ancora  in- dolce  vniòn  con  la  Vita .  Chi  ama ,  viue  ; 
perche  vn  mortononama.  Echiama,muore;  perche  vn'Amante non 
ha  cuore  da  viuere,màd'amare.  Dunque  Maddalena  era  doppiamen- 
te mortale  perche  eraamame;  e  perche  non  haueailfuo  cuore;  e  dop- 
piamente viua  ;  e  perche  era  amata  y  e  perche  lìauea  il  cuor  di  Giesù  y 
che  la  Fontana  di  Vita . 

£$  O  feliciffimi  pafTaggi  di  cuori  ;  altroché  le  trafmigrationi  di  Pi- 
tagora ,  Odolciffimi  cambiamenti  di  vite  :  altro ,  che  le  trasformatio- 
nicfe'  Potei .  Io  non  dubito ,  Signori,  che  il  Fuoco,  che  in  quefti  fagra- 
titfìmi  giorni  cade  dal  Cielo  ,  di  cui  1  Amor  di  Maddalena  è  viVanimato 
ritrattOjnon  femori  a  chi  bene  il  confiderà  vn  diluuio  ài  fiamme.Quan* 
do  radunati  nel  Cenacolo  di  Sion ,  quafi  in  vn' Arca ,  non  già  i  figliuoli 
di  Noè ,  ma  quei  della  famigliola  di  Chnfto  :  non  fi  rompeuano  i  fon- 
ùdelì  Abiflb,  ma inondauano  i  fiumi  dello  Spirito  Santo  :  non  s'apri- 
uano  le  cateratte  del  Cielo,  ma  fi  differrauano  del  Paradifo  le  Porte  : 
non  s'ingrombraua  1  Aria  dì  tenebrofe  caligni ,  ma  s'illuftraua  di  lumi- 
nofi  fplendonmon  rouinauanoin  terra  precipitofe  le  pioggìe,mà com- 

{>ariuanosùi  Fedili  mifteriofe  le  fiamme  :  non  fi  vedeuano  minacciai: 
epoltura  a'  più  alti  Monti  infuperbiti  gli  Oceani ,  ma  per  inalzar  fopra 
le  Sfere  l'Anime  humili,  abballati  dal  Cielo  fi  mirauan  gl'incendi  j;  non 
vomitavano  i  Mari  ad  ogni  flutto  imperuerfati  la  morte,  ma  prommet- 
teuatioi  Fuochi  adognifauillaimpietofitila  vita,-  non  fi  deplorava  c- 
flinto  l'Vniuerfo  tumulato  nell'Onde,  ma  giubilaua  generata  la  Chiefa 
dentro  gli  ardormon  fi  vedeua  fdègnata  la  Giuftitia  fommerger  la  Na- 
tura dentro  dell'acque  ,  ma  pietofa  la  Mifericòrdia  promulgar  il  Van- 
gelo in  mezzo  del  Fuoco .  Cadeuan  Tefcintille,  e  fcintiHàuan  gli  affet- 
ti :  pioueuan  le  fiamme,  e  fiammeggiauano  i  cuori:  inondauano  i  Fuo- 
chi, ócsinfocauan le  voglie ••  fiauuanzauan gli ardori,& ardèuanoi  pet- 
ti :  diluuiauan  grincendi]>e  fi  confumauan  gli  (piriti:  veniua  dal  Cielo  lo 
Spirito',  fuggiua dalla Terra  <*gni  Carne .  Si  vedeua  Fuocosìi  i  capi  lin- 
gue di  fuoco  nelle  bocche ,  parole  di  fucco  nelle  lingue ,  legge  di  fuo-, 
co  nelle  menti  amorofo  fuoco  ne'  cuori,  operationi  di  fuoco  nelle  ma- 
ni, velocità' di  fuoco  -ne:  piedi .  In  fomma  vrt  diluuio  di  filoso*  che  in- 
ceneri la  Sinagoga,  che  generò  la  Chiefa . 

24  Ben  conueniua ,  Signori,  che  in  tempo ,  che  dal  Cielo  cade  vrì 
diluuio  di  fuoco,  comparifle  in  Terra  vn  diluuio  animato  di  amorofo 
Fuoco  diuino .  Confidente  mai  Maddalena,  che  non  fi  védefle  in  tut- 
te le  fue  anioni ,  in  tutte  le  parole  mandar  fuoco,  fpirar  fiamme,  fco- 
prir  ardori,  manifestar  incendi j  d'amor  di  Dio  <*  Se  per  vna  volta ,  che 
riceuerono  gliApoftoli  lo  Spirito  Santo  >  fentirono  tanto  fuoco  nel. 
cuore,  che,  come  diflfe  Gregoriail  Grande  >  °Fortis  apparentiòus  Un-  Gr*^£' 
guis  igneisy  intus  fatta  fmt  corda  ftammamia  :  che  incendi)  poffiam  direy  *°* 
«he  Maddalena  fentifle ,  mentre  per  fette  giorni ,  Cotto  nuoue  forme 

riceueua 


joot  Orationè  Recitata 

riceuetva  ogni  di  lo  Spirito  Santo?  Ella  hauea  fuoco  nei  piedi;  polche 
rapita  in  eftafi  >  con  miracolosa  agilità  caminaua  ne'  luoghi  eminenti  » 
oue  appena  con  l'aiuto  delle  fcale  vi  fi  poteua  ficuro  fèrmaruifi  il  pie- 
de .  Hauea  fuoco  nelle  mani,mentre  trafportata  dall'impeto  dell'amo- 
re,tutta  accefa  correria  a  tuonar  le  Campane,&  al  rimbombo  di  quel- 
le Ecclefiaftiche  Squille, accordandogli  accenti,  che  le  fuggeriua  l'af- 
fetto ,  con  dolce  melodia  inuitaua  i  popoli ,  dicendo  :  ;  v enite  tutti  ad 
amar  remore  .  Hauea  fuoco  nel  petto,  mentre  non  potendo  (espor- 
tarne gli  ardori ,  che  le  meeneriuan  le  vifcere ,  fi  (quarciaua  fmaiaiofa- 
merrte  le  velti .  Hauea  fuoco  nel  cuore ,  mentre  da  quell'innamorato' 
di  Dio  Aguftino  le  fu  fcritto  nel  Cuore  à  lettere  d'oro ,  Verbum  -,  & 
con  caratteri  di  imgas^  aro  fati  urn  cfl.  Hauea  fuoco  nel  la  voce5men- 
tre  bramaua  di  hauerla  per  amor  si  (onora ,  che  fentita  dalle  più  rimote 
parti  del  Mondo,accendefleogni  cuore  ad  amar  il  fuo  Dio. Hauea  fuo- 
co nelle  parole ,  mentre  non  ilcioglieua  in  altre  note  la  lingua  >  che  in- 
torno à  qacì  foggetto,che  le  teneua  fegato  il  penfierore  diuenuta  Bac- 
cante del  ParadOfo,  fenza  connetter  leparole,giua  gridando^wo/T, 
Umore  y  Hauea  fuoco  nel  volto,  mentre  racchiudendo  nell'interno 
vn  ivlongibello  continuo ,  fuaporaua  dconceputo  ardor  per  la  faccia  ; 
onde  la  dimoftraua  (empre  fpiratrice  di  fiamme.  Hauea  fuoco  nelle 
ìnembra ,  mentre  non  potendo  fofTrir  1  inceudio,che  le  brucciaua  le  vr- 
feere ,  hor  fi  sbracciaua  neHacqua,hor  ne  beueua  in  gran  copia,,  &  hor 
le  la  riuerfaua  nel  feno .  Hauetu  fuoco  nel  moto  >  mentre  à  Somiglian- 
za di  mobililfima  fiamma ,  hor  qua.  hor  là  caminando  giua ,  rirornaua* 
iàltaua  >  correua,e  non  poteua  troiiar  in  niuu  fno  ri  polo  ,  perche  non 
poreua  fermar  ir  fuo  penfrero  in  altro,  che  in  Dio .  Hauea  fuoco  in  tut- 
te lattioni  ;  porche  fé  mangiaua ,  ella  fi  fottenaua  à  banchettar  col  fuo 
Spofo  :fe  dormiua,  nonfolamente  con  la  Spola  vigilaua  nercuore,mà 
con  la  bocca  ancora  fi  fentiua  locfer  il  fno  Dio  :  fé  in  baffi  minifterij  im- 
piegarla ella  le  mani ,  inaltiffimecontemplationi  fubhmaua  i  penfieri  i 
fé  trapungea  con  piccot  ferro  le  relè  faceua  di  tutta  fé  ftefla  vno  (frale  > 
meglio»  che  Anacteonte  non  firrfe.  per  volarfene  al  Gelo  :  e  finalnren- 
te  fempre  fi  vedeua  inalzata  in  rapimenti ,  e  folleuata  neHeftali ,  quali 
inquieftiflìmo  fuoco ,  che  volando  cercaria ,  per  ripofar ,  là  fua  Sfera . 
2.5     Chi  fi  trasferifee  da  vn  habitatione  in  vn'altra ,  iui  trasporta  ttip- 
ta  la  fua  fuppellettile,  oue  per  habitaTui  ha  eletta  la  danzar  hor  mentre 
Maddalena  haueua  eletto  di  habitarinDio  per  amore,  in  Dio  hauea 
tra  (portati  tutti  i  fuoi  penfieri,  e'1  luo  Cuore  :  e  perciò  in  efrafi  fempre 
iòìlcuata  muauafi.  Vn  moribondo  difpenfai  luoi  beni ,  lafciai  legati  >Óc 
infiituifee  J'hercde ,  che  debba  hauer  delle  (ùerobbe  il  domrmo-  Così 
appunto ,  chi  ama ,  perche  muore  in  re  ItelTb ,  per  viuere  nel!  oggetto* 
che  ama ,  lafcia  herede  di  fé  fieflò  l'amato .  Hor  mentre  Maddalena 
amaua  Chriito ,  hauerrdolo  fatto  di  tè  medefima  herede,  gli  hauea  da- 
to di  rutta  la  fua  vita  irpoffeflò  :  dunque  non  potendo  più  viuere  in  le  » 
eflaivioii  per  amore  fpoffeflàta  del  viuere  ,  fé  ne  ftaua  in  Chàfto ,  pce 

poter; 


Nella  Feda  della  B.  M.  Maddalena  de  Pazsu     j  o  i 

poter  mantenerti  la  vitale  perciò  era  Tempre  rapita  nelKeftali  ;  Oeh^ 
Fuoco ,  ò  che  Amore . 

26  Hor  mentre  in  così  ardenti  fiamme  la  vita  di  Maddalena  confi- 
derò ,  non  po(To,con  molta  ragioncnon  chiamarla  prodigioià  Fenice. 
E  pur  troppo  noto ,  Vditori ,  quelfvnico  prinilegio ,  chea  quell'vnico 
vccello ,  che  Fenice  communemente  fi  appella,  non  so  fé  concedette 
Natura,  opurl'humano  dtrouamento  aferiueflè  .  Ella  non  potendo 
più lopportar  ii  pefo  degli  anni,  e  (tanca già deJla vita,  ricenutain 
dono  da'Secoli,  foura  aromatica  .pira ,  quafi  apparecchiando  profuma- 
to per  ripofaruifi  il  letto  ;  con  vna  lodeuole  viura, accendendo  le  ifiam- 
me ,  quafi  lumiere  necetiTane ,  per  celebrar  nella  notte  della  morte  il 
contratto  :  depofita  vna  moietta  vecchiaia* e  ne  riceue  vna  giouinezza 
fiorita .  Ella  è  (limolata ,  edall  Inuidia^r  vederfi  fola  fra  le  fchiere  de 
volatili  fterile  ;  e  dali'Auaritia ,  non  le  fopportando  il  cuore  di  parte- 
cipar ad  altri  la  Angolarità  del  fuo  efsere .  Che^peròjcon  marauigliofo 
artificio ,  apprefso inmoite centinaia d'annkiella fcuoladella Natura  1 
truonaua  in  vn  medefimo  tempo  eipedicnte  ,.e  peri  vna ,  e  per  l'altra  S 
Si  toglie  dall  Inuidia ,  perche  diuiene  di  feilefsa  feconda  :  e  fi  rifeuote 
daUAuarita ,  mentre  prodiga  dona  tutto  il  friohauere ,  communkran- 
do  à  fé  medefima  di  fé  ftefsa  la  fpecie  .  Ella  mi  fembra  vn'imbrogliatri- 
ce  Negotiante ,  poiché  finge  di  morire ,  e  di  lafciarherededei  fuo  ef- 
ière vn  Verme  :  e  poi  efigge  dall'iftefso  Vermeil  fuo  efsere,  di  miglior 
conditione  di  prima .  Ella  mi  pare  vna  più  fina  Maga  di  Circe ,  poiché 
riducendofi  non  fottoi  nascondigli  degli  antri,masù  l'altezza  de  Mon- 
ti :  non  cercando  luoghi  ricoperti  dalfombre^ma  efpofta  a  più  (p ten- 
denti raggi  del  Sole  :  non  raggirando  la  verga,  ma  dibattendo  l'ale  .*  non 
fufurrando  magichenote  ,niaaccendendo.lucidefemme  ;  trasforma 
in  vn  tratto ,  non  già  gli  huomini  in  Bruti, ma  fé  medefimain  fé  ftefsa. 
Poiché  di  vecchia  fi  cambia  infanciulla ,  di  Vccello  in  Verme ,  poi  di 
Verme  in  Vccello:  fenza  lafciar  defser  l'iftefsa ,  fi  trafmuta  in  vn'altra  : 
iafeia  herede  del  fuo  efsere  il  Fuoco ,  e  pur  dal  Fuoco  ripiglia  Fheredi- 
tàdel  fuo  efsere  :  non  è  più  d' vna  *e  pur  fi  addirà  la  Madre  ,  e  la  Figlia  ; 
fi  conofee  decrepita,  e  pur  comparifee  Bambina  :  fi  vede  pur,morta,e 
giammai  perde  la  vita  :  s'incenerifee  nel  fuoco,  e  pur  dalfuoco  riforge: 
par  che  fia  vinta  dal  tempo ,  e  pur  del  Tempo  trionfa  :  non  più  le  fom» 
miniftra  vita  il  calore ,  e  pur  fra  gli  ardori  troua  la  vita  :  par  chele  fiano 
vltrici  le  fiamme  ,  e  pur  genitrici  le  pruoua  ;  penfa  di  giungere  de  fuoi 
giorni  all'Occafo ,  e  pur  fi  ritruoua  nell'Oriente  degli  anni  ;  crede  al- 
tri ,  che  fia  diuenuta  cibo  di  morte ,  e  pur  dalla  morte  le  vien  fommini- 
ftrato  alimento  di  vita.  Ma  ditemi.per  cortefia,in  qualcampo  JaFenice 
adopera  sì  marauigiofe  prodezze  ^  nel  Fuoco.In  quel  vorace  Eleméto, 
oue  ogni  animai  truoua  la  morte ,  sa  ella  rintracciar  il  fentiero  di  vita ,5 
quelle  fiammeche  ad  altri  fono  producitrici  dell'ombre  in  lei  fono  ge- 
-nitrici  di  lncijquelle  ceneri  fon  per  lei  vn  terren  sì  fecondo. che  fé  mina- 
céouil  età  decrepitarne  raccoglie  in  vnmometo  vna  giouinezza  felice  : 

qud 


3  o  l  Orationc  Recitata  nella  Feda  della  B.  M  Mad. 

quel  rogo  è  per  lei  vn  deiitiofo  giardino  i  oue  ne  va  à  diporto ,  quando 
è  moleftata  dagli  anni .  In  fomma,non  sa  viuete-  non  sa  gioir  la  Fenice» 
che  brucciata  nel  fuoco  ,e  nelle  fiamme  fepolta . 

z-j  Ma ,  ò  llupenda  Fenice  ,  ò  Maddalena  amante  !  Ella  radunati 
gli  aromatici  legni  delle  profumate  virtù:  compolla  la  pira  d'vna  fanti!- 
fima  vita  :  efpoil a  al  Sol  deli  Empireo,  mentre  il  contemplaua  (empie 
fuor  di  fé  delta  rapita  :  dibattendo  l'ale  degli  affetti  ,  accelè  così  arden- 
ti del  Diuino  Amore  le  fiamme,  che  brucdato  ogni  fentimentodi  ter-: 
ra  >  non  fapeua  farcino ,  che  ardere  »  che  amare .  Ella  era  vna  Fenice , 
morta  ,  e  viua  nel  Fuoco  ;  poiché  ad  ogni  cofa,  che  non  era  amore,era 
motta  ;  &  in  tutto  quello  >  che  hauea  veftigio  d'amore ,  era  viua  :  Nel 
Fuoco  dell'amore  truoua  la  vita,in  quelli  ardori  rèfpira,in  quelìe  fiam- 
me fi  pafce>in  quelli  incendij  fi  delitia .  Mentre  viue,  ama  :  perche  non 
sa  viuere  fenz'amore  :  e  mentre  ama,  muore;  perche  non  viue  più  in  fé 
ftefia,ma  nel  fuo  Dio  Onde  neU'iilelTo  tempo>e  vince  muore  :  viue 
nell'amore  ,  che  ama  :  e  muore  nella  vita ,  che  tiene .  Che  però  qual 
Fenice  di  Paradifo ,  e  viua^  e  morta  nelle  fiamme  d'Amore ,  in  vn  me- 
defimo  tempo  marauigliofamente  fi  ammira . 

2  8  ConfeiTo  il  vero ,  Signori,  che  e  troppo  cocente  queiìo  Fuoco 
di  Maddalena  ;  fon  troppo  ardenti  del  fuo  Diuino  Amore  le  fiamme . 
E  però  non  è  marauiglia,che  eflendomi  auuicinato  per  ifpiegarlcqua- 
fi  feottato nella  lingua,  arfo  nello  llile,  ritruoui  morte  le  parole  ,  ince- 
neriti i  concetti .  Voi  Religiofi ,  che  meritafte  di  quella  Gran  Beata  ef- 
ferGIoriofi  Padri,  e  fomiglianti  Fratelli .  à  fomiglianza  di  quella  Fe- 
nice del  Cielo  fapete  in  quello  Fuoco  del  Cielo  diuenire  immortali. 
Voi ,  che  morti  in  voi  fteffi  ,  ne  He  fiamme  di  Maddalena ,  fapete  con 
praticata  fperienza  ritrouar  celefte  la  vita  ;  che  però  i  Padri  della  Vita  il 
Mondo  con  giuda  ragione  ,  vi  appella.  Voi»  dico,  che  fiete  morti,  e 
viui,  potrete  molto  meglio  ammirar  Maddalena,  morta  al  Mondo, 
viua  all'Amore.  E  Voi  Nobilillìmi  Vditori ,  apprendete  dalla  Santità 
di  cotelli  Religiofi ,  quanto  in  vn  degno  Pjnegirico  per  compimento 
bramate;  e  fcorgeridoinefli  effigiata  al  viuo  di  Maddalena  la  vita ,  po- 
trete co' fregi  dell'opere  loro  fupplire  a  gli  ornamentici  che  hauete  of- 
feruato  le  mie  parole  mancheuoli .  In  effi  appieno ammirarete  il  Ven- 
to d'vna  riaidiffima  afprezza,  accoppiato  col  Fuoco  d'vn  feruentiffimo 
Amore;  è  quanto  dell' ODIO  AMANTE,  e  dell' AMORE  SDE- 
GNOSO della  Beata  Maria  Maddalena  de  Pazzi  in  fino  ad  horavi  ho 
detto. 


L  A 


LA  SAGGIA  PAZZIA 

ORATIONE  SECONDA 
In  Lode  della  Beata 

MARIA  MADDALENA 

DE  PAZZI  CARMELITANA  OSSERVANTE. 

Recitata  in   Tsfapoli  nel  giorno  della.  Tentecofle  ,  nella  Chiefa  di 

Santa  Maria  della  Vita  de  Vadri  Carmelitani 

Offeritami  - 


s 


,  i     £~*\  ONO  così  fublimi  i  Mifteri ,  e  così  profondi  gli  arcani ,  che 
in  quefta  Sagratiiììma  Solennità  della  Pentecofte  lo  Spiri- 
to Santo  ci  fcuopre ,  che  chiunque  attentamente  gli  olTer- 
ua,  non  può  con  giudo  titolo,  non  chiamargli  Paradofll 
Diuini.  E  forfè  ftupendo  ParadolTononfembra,  che  vna  Colomba  > 
ch'è  lo  Spinto  Santo ,  a  guifa  di  rante  Aquile  partorifea  gli  Apoiloli. 
^iffument  pennas  vt  Aquila ,  volabnnt,  &  non  deficient a  f  Che  il  Fuoco,  ^»-4o.ji 
che  hoggi  cade  dal  Cielo .  Tamquam  ignis ,  fia  vn'acqua ,  che  laua  le 
macchie  :  Effundamfuper  vos  aquam  mundam ,  j^»  mundabimini  ab  omni- 
bus inquinamentis  veflns b.  Che  all'empito  d'vn  gàlgiardiflimo  Vento,  e^c.  3<j. 
tamquam  spìritus  vebementis  3  non  fi  fmantelli5come  la  Cafa  di  Giob-  i5, 
becj  ma  fi  edifichi  la  Città  della  Chiefa,  lerufalem,  qua  adificaturvt  *ti..  19. 
Citihas d.  Che  al  comparir  di  poche  lingue ,  Appamerunt  illis  difpertit*  pflz1'^ 
lingua ,  fi  ammutolita  ftupita  tutta  l'Eloquenza  del  Mondo ,  Stupe-  ^ 
barn  autem  omnes ,  &  mirabantur e.  Che  fi  vegga  lo  Spirito  della  beni- 
gnità 5  Eenignus  ejl  enim  spirìtus  Sapienti**  fj  armarfi  di  terrore,  per  de-  Sa'- l'  6- 
bellar  1J  Vniuerfb  :  Cum  venerit  Taraclitus9  arguet  Mundum  s.  Che  fia  u*  16. 8. 
vna  perenne  Fonte  di  vita ,  Vons  yiuus  -,  e  pur  non  perfuada  altro,  che 
morte ,   Si Spiritu  fatta  carnis  mortificaueritis ,  viuetts  h.  Che  fia  egli  di  *»<8.  ij. 
ogni  corifolation  la  forgente ,  Confolator  optime  \  e  pur  fi  vanti  d'efler 
il  Maeftrodel  pianto:  Ipfe  enim  Spirituspofiulat prò  nobis gemitìbus  ine- 
narrabilibus  \  Che  fia  il  primo  Autor  d'ogni  dono,  che  perciò  il  chia-  R9yn.z.26 
tna.yTatermunerum:  anzi  egli  pedonalmente  è  il  dono  del  Padre ,  e 
del  Figliuolo  3  Donum  Tatris ,  &  Fili)  :  e  pur  fi  confcflì  mendico  del 
cuorhumano,  Filiprabe  mibi  cortuumKE  che  finalmente  eilendo  [r°H- 2*- 
egli  il  medefimo  Spirito  della  Sapienza ,  spìritus  Sapienti^ ,  &  imelle- 
ftus  :  all'hora  a'  fuoi  Difcirpoli  dia  il  Priukgio  di  concimati  Maeftri  5 

quan- 


3  04  Granone  Seconda 

quando  gli  dichiara  per  follenniflìmi  Pazzi  y  Si  quis  voluerit  mter  vir 
Sapiens  efie  yflultusfiAt ,  vtfit  Sapiens'1 . 

2  Ben  conueniua ,  ò  Signori ,  che  in  tempo  di  quefte  sì  mifteriofe 
contrapofitioni  >  e  Paradoffi  Diuini ,  fi  celebraffero  le  glorie  di  quella 
Gran  Maddalena  de  Pazzi ,  la  cui  ammirabile  Vira,  d'altro  non  fu  dallo 
fpirito  Santo inteffuta  >  che  di  celefti  Antitefi>e  Pardoffi  ftupendi.Heb- 
be  egli  in  piacere»  che  nel  Teatro  di  quefto  Mondo,  tal  volta  ella  com- 
pariffe.  Fanciulla  negli  anni. e  Giganteffa  ne'  meriti:  bisogno  fa  di  fugge- 
re  il  latte ,  e  bramofa  per  Chriftodi  fpargere  il  (angue  :  non  habile  an- 
cor per  l'età  ad  articolar  le  parole,  e  parlar  lungo  tempo  nell'Oratione 
con  Dio  :  (colar  con  aura  ieconda  vn  Mar  di  contenti,  e  ricettar  nel  fe- 
no  vn'abiffo  di  pene  :  effer  dello  Spirito  Santo  vn'albergo  felicce  nella 
fefta  dello  Spinto  Santo  albergar  fra  Demoni  :  effer  da  Dio  (limata  de-* 
gna  della  conuerfatione  degli  Angioli ,  e  riputarfi  ella  indegna  di  con- 
ueriar  fra  le  Monache  :  effer  compagna  in  vn  Lago  de'  Leoni  infernali, 
e  recitar  le  Diuine  lodi  in  compagnia  de'  Beati  :  rapprelèntar  nelle  fue 
attioni  dell  Innocenza  vn  ritratto,  e  far  comparir  nella  tua  Vita  d' vn* 
afpra  panitenza  i  trofei.Quefth&  altri  nobliffimi  contrapofti,ne'  gloria- 
fi  gefti  della  noftra  Maddalena  campeggiar  Ci  vagheggiano. 

?  Ma  quello,  che  quafi  Sol  fra  le  Stelle,  maggiormente  rifplende, 
è  il  mille riofofignificato  del  Nome, in  cui  racchitilò  vn  gentil  Paradof- 
fomarauigliofamente  fi offerua.  Maria  >  voi  dir'Illuminata:  e  Madda- 
lena vien  interpretata  Magnifica .  Et  in  buon  linguaggio ,  vn'Illumina- 
ta  Magnifica  dinota  la  più  iaggia  Donna ,  che  fotto  il  Gel  compariffo 
giammai*  Al  che  (e  vi  fi  aggiunge  il  cognome  de  Pazzi»  viene  à  for- 
marli nella  noftra  Bea^vnParadoflo  gtatiofo,  di  vna  SAGGIA  PAZ- 
ZIA.    ? 

4  Non  potea  veramente  feoprirfi  più  al  vino  l'ammirabile  Santità 
della  noftra  Maria  Maddalena  de  Pazzi ,  che  con  quefto  Paradoffo  in- 
gegnolò ,  mentre  in  tutta  la (iva  Vita  altronon  fi  vede ,  che  di  fotto  le 
i embianze  di  vna  celefte  PAZZIA ,  folgorar  gli  fplendori  di  vna  Sa- 
pienza Diuina.  Di  grafia,  Signori,  non  pen(àte  di  defraudarmi  della  vo- 
ftra  lolita  cortefe  attentione ,  perche  mi  fentirete  ragionar  d»  Pazzia:an- 
ziadeffopiù  ,  che  maidourete  attenti  afcoltarnùmentred'  vna  tal  paz- 
zia mi  conuiene  inteffere  il  Dire  ,chenafcondendo  vna  vera  Sapienza , 
condannerà  per  Pazza  tutta  la  Sapienza  del  Mondo.  Hor  cominciamo. 

5  Mentre  coniìantemenre  afferifeo ,  che  la  Beata  Maddalena  de 
Pazzi ,  conforme  al  nome  fuffe  ftata  veramente  vnammhabrle  Pazza, 
non  vorrei  Vdirori,  che  à quella  Pazzia  riuolgefte  del  péfiero lo  (guar- 
do, che  daeccedenti  qualità  alterate  le  Potenze  ,  pervnofconuolgi- 
mento  di  fpecie ,  fa  traballar  l'intelletto  ;  che  in  vn  laberinto  di  feioc- 
cherie  fàcomparir  inuiluppata  la  Mente  *  che  nella  nauigarion  della  vi- 
ta ,  per  la  tempefta  della  perturbation  degli  humori  r perduto  il  Timon 
della  Ragione  ,  e  fatto  il  gitto  delle  pretiofe  merci  de'  regolati  concet- 
ti >  iòmmerge  il  JSIauilio  delusori©  >cheiconcerrando  l'ordinato  Ho* 

riuolà 


in  Loac  delia r>.  ivi.  Maaaaiena  eie  razzi.    305 

liuolo  dell'animo,  riduce  quell'huomo,  che  gareggiaua  con  gli  Angio- 
li ,  ad  effere  di  peggior  conditione  de  Bruri:  che  in  vn'ifcompofta  con- 
gerie di  tumultuanti  Fantafmi ,  rende  miferabilmente  imprigionato  1*. 
arbitrio:che  con  captici  d'vn'hnaginatiua  gagliarda  difordina  della  Pru- 
denza hamana  le  leggi  Che  non  teme  i  pericoli,perche  non  gli  appren- 
de: non  cura  i  rimproueri ,  perche  non  gli  (lima:  non  pauenta  le  mi- 
nacce, perche  le  ne  ride  :  non  gradifee  gli  honori ,  perche  non  gli  ap- 
prezza :  non  gli  cale  la  vita,  perche  non  riflette  fé  viue  :  non  gli  dilpiace 
il  morire,  perche  non  sa  che  fia  morte.  Ride»  e  non  sa  perche.  Piange , 
e  non  sa  la  caufa  :  chiede,e  non  sa  che:  minaccia.e  non  sa  chi*  camina, 
e  non  sa  dpue  5  fi  arreita.e  non  sa  il  fine,-  parla>e  non  sa  quando  5  man- 
gia, e  non  sa  quanto.  Peuià  di  ftarfano,  e  tutto  è  infermo;  fiquere- 
la  de  torti,  e  niun  l'offende  ;  fi  vanta  d'effer  vn  Grande,  &  è  vn  Mefchi- 
no  ;  fi  crede  hauer  gran  fenno ,  e  l'ha  perduto;  (lima  ogn'vn  che  non 
vegga,  &  egli  è  cieco  ;  difegna  di  reggere  il  Mondo  con  vn  feettro  alle 
mani,  egli  vien  aggiuftato  ilceruelloconvnbaftonsàle  fpalle;  & 
in  fomma  con  decifiua  fentenza  condanna  ciafeheduno  per  Pazzo ,  6c 
egli  fé  ne  viue  fra  tanto  fuor  di  le  fteffo. 

6  Di  gratia,  Signori,non  abbalTate  il  penfiero  à  così  indegne  mife- 
rie ,  quando  della  noftra  gran  Maddalena  vditeche  fuffe  (lata  vna  Paz- 
za,  Ergete  gli  animi  ,  foikuategfintellettia'piùfublimipenfierbquan- 
doà  cotefta  Sapientiflìma  Verginella  l'attributo  di  Pazzia  fé  le  aferiue. 
Ella  ,  fi  come  fu  perfetta  imitatrice  delle  Virtù  dell' Apofiolo,  così  de 
diluiinfegnamentimoftiandofi  follecita  eflecittrice  ;  Stulta  fatta  eftt 
vtfit  sapiens  :  e  nella  fcuola  del  Dottor  delle  Genti  apprefe  le  regole 
d'effer  Pazza ,  perdiuenire  vn'ammirabile  Saggia. 

7  Qual  maggior  Pazzia ,  che  appena  di  fette  anni  (tracciarli  con 
flaggelli  le  carni  $  ma  qual  Sapienza  maggiore ,  che  in  quell'età  fan- 
ciulle fca  faper  foggetrar  la  Carne  allo  Spirito  ?  Qual  maggior  Pazzia , 
che  diuenutadi  feììeffain  vn  medefimo  tempo, e  Reina,  e  Carnefice  $ 
Incoronarfi  di  (pine  $  ma  qual  Sapienza  maggiore*  che  trasformar  1^ 
fpine  terreftri  in  immarcefcibili  fiori  di  Gloria  i  Qual  maggior  Pazzia* 
che  cercar  il  fonno  fra  crudeliiììme  punte  ?  ma  qual  Sapienza  maggio- 
re, che  da  vn  letto  fpinofo  rintracciar  il  fentiero  per  lo  camino  del  Cie- 
lo i  Qual  maggior  Pazzia .  che  cibarli  volontariamente  bene  fpeffo  di 
affentio  ?  ma  qual  Sapienza  maggiore,  che  d'effer  communicata  da 
Chrifto  ?  Qual  maggior  Pazzia ,  che  con  auida  lingua  fugger  le  fchifez- 
ze  da  vno  fpirante  cadauero  ?  ma  qual  Sapienza  maggiore  Tche  con  vn 
tocco  di  lingua  recar'in  vn  tratto  ad  vn  mal  contagiofo  fallite  ?  Qual 
maggior  Pazzia ,  £he  chieder  gratie  per  tutti,  e  per  fé  (teffa  elegger  le 
pene  ì  ma  qual  Sapienza  maggiore,  che  adattarti  di  pene ,  per  volarfe- 
»e  a  Dio  ì  Qual  maggior  Pazzia,che  gir  caminando  su  gli  orli ,  &  eftre- 
mirà  ddk  fabriche ,  e  su  i  confini  de'  precipiti),  e  dirupi  ?  ma  qual  Sa^ 
pienza  maggiore,  checaminarper  le  cime  della  perfettione  Euan- 
gelica  ?  Qual  maggior  Pazzia ,  che  à  fomiglianza  de  Pazzi  (frapparti > 

V  pan- 


3  oò  uratione  seconda 

panni  d'adoflb  ?  ma  qual  Sapienza  maggiore ,  che  1  diftaccarfi  da  ogni* 
affetto  terreno  i  Qual  maggior  Pazzia ,  che  fmaniar  nelle  parole,  e  ne' 
gefti  ?  ma  qual  Sapienza  maggiore ,  che  ripiena  dello  Spirito  Santo,ha- 
uerio nelle  fue  atuoni  per  guida  i  Qual  maggior  Pazzia ,  che  ftar  quafi 
fempre  fuor  di  fé  ftefla  f  ma  qual  Sapienza  maggiore ,  che  ftar  quafi 
fempre  in  eftafi  amoro  fé  vnita  con  Dio . 

8  O  che  auueduta  fciocchezza,ò  che  SAGGIA  PAZZIA  >  la  qua- 
le fa  perder  il  fenno,  per  far  guadagno  d' v  n  intelletto  purgato  ;  priua  al- 
trui dell  humano  difeorfaper  farlo  contemplar  à  fomiglianza  dAn  An- 
gelo :  difordina  le  Potenze  ,  per  metterui  lordine  della  Carità  :  peruer- 
te  le  regole  éc\ giudicio ,  purcherefti regoIatorAmore  :  rende  inogni 
attione  cieca  la  mente,  per  meglio nobilitarla  à farle feorgere Dio: 
par  che^ad  vn certo  modo  tenga inuiiuppato  l'arbitrio,  mafciogliela 
Volontà  à  volarfene  al  Cielo  :  non  conofee  piai  termini  dell'humana 
Prudenza,  perche  ha  di  già  fiflaro  lofguardo  nella  Sapienza  Diuina  : 
quanto  più  fi  ftrappa  le  vedi ,  tanta  più  comparifee  (àna  nell'Anima  : 
quantapiù.  prorompe  in  ifmanie  ,  tanto  più  fi  vede  operar  maraniglie  : 
quanto  più  efee  fuori  di  fé,  tanto  più  entra  dentro  fé  fteffa:  quanto 
più  è  cieca  in  quello,  che  fa,  tanto»'piùvedequello»chedeue  ;  quan- 
to è  più  lungi  dal  penfar  in  fé  fteffi,  tanto  fi  truoua  arSommo  Bene  vi- 
cina :  quanto  è  più  riputata  degna  dirifo  dagli  huominr,  tanto  più  è  (li- 
mata degna  di  marauiglia  dagli Angioli:  &  infomma  quante  più  Paz- 
za perche  non  le  cale  nientedel  Mondo;  tanto  è  più  Saggia ,  perche^ 
ftà  fol'intentaad  abbracciarfi  con  Dio  * 

9  Si,  si,  Pazza  Maddalena ,  percheraamante  ;  e  Saggia,  perch'era 
amante  di  Dio .  La  Sapienza  fi  acquifta  con  lacognition  degli  oggetti,! 
qualralì'hora  s'intendono^quando  all'intelletto  fi- vnil cono.  Ma  l'Amo- 
re fi  genera  con  la  propenfione  àgli  oggetti,»  i  quali  all'ho  ras  amano , 
quando  la  volontà  à  loro  fteiìì  rapifeono .  Di  maniera ,  che  Elntellet- 
ro,  conoscendo,  afe  tira  gli  oggetti.  Mala  volontà,  amando,  tàen 
dagli  oggetti  rirata,  L'Intelkttotionpuòintendercfenonftàfiiroin 
fé  fteflò  ;  la  volontà  ncn  può  amare,  fé  non  efee  fuor  di  fé  ftefla .  Que- 
fte  due  potenze  fono  i  due  gambi  del  compaflb  dell'Anima  :  con  vna_, 
ftà  ferma  ad  apprendere  il  vero  ;  con  falera  fi  raggia  p|r  abbracciai f\ 
col  Bello.  Vno,  quafi  vn  Rè ,  dal  fuo  Solio  non  qf-ej'altro ,  quafi 
Cacciatore,  allafua preda fen  vola.  L'Intelletto cwSauìo";  quafi  no- 
bile Cittadino,  habita  fempre  quieto  nel  Pakpio  dell'Anima;  la  Vo- 
lontà dell- Amante,  quafi  gentil  PellegrinaVfoffòcira  fempre  va  cercan- 
do il  fuo  bene .  L'Intelletto  non  puòfpecular,fe  nonraccolto  in  fé  ftef- 
fò  ;  la'yolontà  non  puàamar,  fé  non  fi  trafporta  fuor  di  fé  ftefsa .  L'in- 
tellettó'intendendo  fi  mantiene  lavita  ;  la  Volontà  amando  fi  acqui- 
fta la  morte.  Dunque  ogni  Amante,  ò  pur  è  Pazzo ,  perch'efee  fuor  di 
fé  ftefso  ;  ò  pur  e  morta,  perche  à  fé  ftcfso  non  vine. 

io-    Ma  (e  Maddalena  de  Pazzi  era  vna  feruentiffima  Amai  te ,  era 
dunque  eila^nafòlkoniffima  Pazza,  perche  ftaua  fuor  di  fé  fteffa  ;giàt 

che. 


ìNciia  rcuaucua  u.  ivi.  iviauuaicnauc  y&l&u    jxr/ 

«die  come  lafciò  fcritto  Seneca: m  jitrtaregr  fapere  vixDtoconcedhHr.» 
Amare,&hauerfenno,èvnpriuilegio  ,  che  appena  fi  può  concedere  pTm.Z 
à  Dio .  Ma  s'è  pur  vero,  che,  Omnefìmile  appetti  fibifìmile:  Madda- 
lena, perche  per  amore  era  diuenutagià  Pazza,  hanea  diuotione  parti- 
colarmente à  quei  Santi ,  che  con  artificiofe  inuentioniocultandolaj, 
lor  Santità,  fi  facean  tenere  per  Pazzi .  Ma  auuertite,  Signori,  che  fe^ 
ben'èfuordi  fé  Maddalena ,(ì:à  tutta  nondimeno  nel  fòmmoBene  rac- 
colta :  non  penfa  niente  di  fé,  perche  il  fuo  penfiero  fempre  in  Dio  fi 
raggira:  e  non  hauendo  intelletto,  che  delle  cofe  proprie  difeorra  ;  e* 
perciò  fembra  vna  Pazza:  ha  nondimeno  vn  Cuore ,  oue  Interna  Sa- 
pienza ftà ferina, e  però  è  veramente  vna  Saggia.  Vditene,s'Iddio  vi  fai- 
ui,della  fua  SAGGIA  PAZZI  A  vn  auuenimento  ftupendo . 

1 1  In  quel  giorno  felice,  che'i  Paraninfo  ce  lette  ipiegò  al  la  Corifea 
delle  Vergini,  come  douea  diuenir  Madre  di  Dio,  impennò  Maddalena 
al  fuo  penfiero  le  piume ,  per  vagheggiar  fra  gli  fplendori  del  Paradifo 
l'Incarnatione  del  Verbo .  Confideraua,come  l'Onnipotenza  Diurna-» 
raccolfe  dentro  d'vn  puntodi  carnei' immenfa  Circonferenza  del  Ver- 
bo: come  con  vn  velo  di  fragile  fpoglia  ,  velli  vn  fempliciffimo  Spiri- 
to; come  fra  vn  vii  cencio  di  morte  l'Immortale  rauuolfe;  come  con- 
federò il  Temporale^  l'Eterno  $  come  di  membra  hutnane  fi  videia^ 
Maeftà  ricoperta  d'vn  Dio  :  come  vno  fmifurato  Gigante  trasformò  in 
vn  Pargoletto fanciulIo,e  come  quegli ,  che  à  gli  Angioli  nell'Empireo 
cópartiua  fplendori  drgloria,à  giacercene  frale  tenetxe  cfvn'vtero  Ver- 
ginale, l'hauea  finalmente  ridotto .  Meditaua,Diuota,come  kSapien- 
za  Eterna,  vollesù  gli  occhi  deirVniuerfo  fpiegar  de'fuoi  teforiio 
pompe,  e  quella  cognition  della  Diuinità,che  non  feppe  apprender  il 
Mondo  dalf  armonia  delle  Sfere,  dalla  difpofition  delleStdle ,  e  dalle^ 
voci  di  tutte  le  creature  *  l'apprendere  perfettamente  da  vn  Dio  infan- 
ciullito ,  che  nel  ventre  della  Madre,  non  può  formar  neanche  vn  ref- 
j>iro  ;  e  con  la  mortalità  d'vna  Carne,  s'apparecchiauaà  trargli  humani 
ipiriti  dall'Inferno  all'immortalità  della  Gloria  .  Riandaua  Maddalena 
col  penfiero ,  come  quella  Bontà ,  che  non  hàfine  ,  non  le  badando 
piùilìGuoredi  veder fHumano  legnaggio  foipirar negli abifiì ,  con  gli 
ftimdli  dell'Amore  follecitando  la  Diuina  Natura  ,  laridufTe  già  final- 
mente ad  efeguir ;  l'eterno  Decreto  con  la  Redentione  del  Mondo .  Et 
ecco  il  Sole  hormai  ricoperto  di  Nube  ,  ecco  il  Cielo  mefcolato  col 
fango,  ecco  il  Fuoco  arder  nell'acque,  ecco  laiuamma  in  feno  al  Ro- 
ueto,  ecco  demro  vna  lantemalatìceieccp  la  faliua  intrifa  nel  lotOiec- 
>co  Elifeoincuruato  fulrnorto,;ec<;o  a  Dailida  in  grembo  Sanfoncecco 
la  Spada  nafeòfta  nelfodcro  ,  ecco  il  Teforo  rinchiufo  nel  facco,  ecco 
Ja  Manna  rinferrataneirArca,iecco  l'Arca  di  cilicio  coperta,ecco  lìm- 
menfo  diuenuto!  Bambino ,  icccola  Luce  velata  da  vn  ombra,  ecco  la 
Maeftà  rauudlta  in  viltà,ecco  la  verità  di  vanità  mafcherata,ecco  il  tut- 
to traueftito  d'vn  niente,ecco  Iddio  fatto  già  Huomo,  &  ecco  il  Vetbo 
< diuenuto  già  Carne  :  Et  VcrbumcaYQfaftumeft . 

V    2       ii  Hor 


308  uracione  seconda 

1 2     Hor  mentre  in  quefte ,  e  più  folJenate  conremplationi  delitia- 
uà  il  fuo  Spirito.fuor  di  fé  Maddalena  rapita ,  ecco  feender  dal  Cielo  il 
Gran  Dottor  della  Chiefà  Agoftino,  il  quale  fatto  homai  Vangelifta-  • 
con  vna  Penna,fuelta  dall'ale  del  Serafino  più  ardente ,  fcrilTe  nel  cuor 
di  Maddalena  il  compendio  di  tutto  il  Vangelo,  che  furono  quefte  po- 
che parole  :  Et  Verbum  carofattum  eft .  Ma  con  tal  mifteriofo  artifi- 
cio 5  che  la  parola,  Verbum,  à  caratteri  d'oro:  e,  Caro  factum  eft ,  à  ca- 
ratteri di  fangue  marauigliofàmente  regiftra .  E  veramente  la  Diuini- 
e*nt.   f.  tà  del  Verbo,  ch'è  tutta  Oro,  Caput  eiusaurum  optimum  :  n  Et,  Caput 
J.or.uj.  ckrìfliDeus,  •  Nondouea  con  altro  inchioftro,  che  con  oro,notarfi: 
e  la  Carne,  che  fu  da  punitimi  (angui  d'vna  Verginella  formata,non  do- 
ueafcriuerfi,  che  col  fangue .  L'Oro  vien  detto  vnaltro  fangue  deli* 
huomo;  e  però  Agoftino,  mentre  adopera  l'Oro  col  Sangue,  accoppia 
quafi  fangue  con  fangue  in  quefta  mifteriofa  fcrittura.  Se  Maddale- 
na non  hauea  altro  teforo,  che  Dio,  era  ben  douere,  che  anche  fcritto 
^      nel  fuo  cuor  fe'l  portalTe;  perche,  vbiefltbefaurus  tuus,ibieft ,  <<tcoy 
*"'  ll  tuum .  p  Peniate  voi ,  quanto  Sauia  fulTe  diuenuta  la  noftra  Beata., , 
mentre  porta  fcritto  nel  Cuore  1  Eterno  Verbo ,  che  la  Sapienza  ftefla 
del  Padre-  Anzi  quinci  fi  fcuopre  Maddalena  in  vn  medefimo  tempo, e 
Pazza,e  Sauia:  perche  tien  regiftrato  nel  Cuore  Dio  fatto  Huomo;  che 
al  dir  di  Paolo>  benché  fulTe  IifteiTa  Sapienza  ,  era  ftimato  dal  Mondo 
Vlia  Pazzia  :  Vradicamus  Cbriftum,  Gentibusftultitiam ,  nobis  autem  Sa- 
cor.  l,l.pientìamf  i  Nonfipuòàuuèrardileiquell^ntico ,  e  trito  Prouerbio 
57  carta  caàit ,  tota  feientìa  vadit  :  perche  ella  non  tiene  la  Sapien- 
za ferirti . con  Imchioftro  jnvn  foglio  >  màregiftrata  col  fangue  nel 
Cuore . 

i?  Oche  ftupenda  Scrittura  >  ammirabile  per  chi  la  fcriue  ,  per 
quello,  che  vi  fi  fcriue,  e  per  doue  fi  fcriue .  Lo  bcrittore/è  quel!' Ago- 
ftino, eh  e  il  cuore  della  Teologia)  il  Maeftro  de  Dotti,  rinfegnatore_* 
degli  Angioli ,  mentre  l'Angelo  del  grande  Aquino  d'elTer  fuo  Difce- 
polofi  vanta:  e  quel!' Agoftino ,  che  non  fu  l'ufficiente  à  fpiegare  dell' 
incomprenfibile  Trinità  il  miftero  à  fomiglianza  di  quel  fanciullo,  che 
non  poteua  ih  piccola  folTeta  ftrignere  il  Mare  ;  hora  nel  piccioliffimo 
foglio  d'vn  cuor  humano ,  fcriue  in  tre  parole  il  miftero  dell'Incarna- 
zione del  Verbo;  Et  Verbum  Carofattum  eft .  Miftero  così  ineffabile , 
doue  l'Onnipotenza  piantò  le  Colonne  del  T^on  plus  vltra  :  doue  la- 
Sapienza  vide  tutti  fuoi  i  tefori  già  efaufti:  doue  l'Amore  confumò  tut- 
te le  fue  fiamme:  doue  la  Liberalità  fi  conobbe  per  prodiga  :  doue  la- 
Fortezza  diuenne  già  fiacca:doue  piccola  fi  mirò  la  Grandezza,doue  la 
Vita  pagò  il  tributo  alla  Morte  t  e  doue  il  Verbo  fi  vide  fatto  huomo  >  : 
£t  Verbum  Carofattum  eft  .  E  doue  meglio  fi  poteua  fcriuere  vn  mi- 
ftero d'Amore, eh  e  nel  pcrgamenodVnCuore^doue  meglio  fi  poteua 
collocar  quefto  Sole,che  in  quefto  Cielo?  doue  meglio  Ci  poteua  ripor 
quello  Spofo,che  in  quefto  Letto  nuttiale^  doue  meglio  poteua  cam- 
peggiar 


»i 


pcggiar  quefto  Guerriero,  che  in  quefto  fteceato ,  doue  meglio  potesi 
adattarti  quefto  Fermaglio  di  Diamanti,  cioè  di  Dio  amante  ,  che  in-* 
quefto  feno^doue  meglio  porea  vagheggiai  vn  sì  bel  Fiore  ,  che  in 
quefto  Giardino  ?  e  finalmente  doue  meglio  potea  regiftrar  vnDio 
fatto  huomo ,  che  nell'amante  cuore  di  Maddalena-  de  Pazzi  ?  Et  Ver* 
hum  Caro faftum  efi . 

14  Quando  Agoftino  fcriffe  quefte  parole,  parue ,  che  fchieraflc 
nel  cuor  di  Maddalena  vn'effcrcito  d'amorofi  pen  fieri,  che  attediatolo 
d'ogni  intorno,  il  foggettarono  ad  Amore:  onde  poteua  ella  ben  dire  : 
Ordinanti  in  me  caritatem. x  Quella  dotta  Penna  f»  vna  tagliente  Spa~  Cant-%- 2* 
da,  con  la  quale  quanti-caratteri  fcriffe,  fante  nel  cuor  di  Maddalena-, 
impreffe  amorofe  ferite .  Fu  vrfarf  ificiofo  Pennello ,  col  quale  co'  lu. 
mi  deH'Oro,e  con  l'ombre  del  Sangue ,  dipinte  à  chiaro ofcuro  rincar- 
nationc  del  Verbo.  Fùvna  Lingua  eloquente,  la  qua  fé  con  tré  paro- 
le fpiegò  à  baftanza  quanto  Iddio  haueflfe  amato  Ihuomo,  mentre  per 
amor  di  lui,  s'era  di  paffibil  carne  veftito .  Fui  fa  Mano  di  Prometeo  >  , 
con  la  quale  traile  il  fuoco  dal  Cielo,nó  per  dar  vita  mortale  ad  vn'huo- 
ino:  ma  per  recare  ad  vna  Donna  vna  morte  vitale .  Fn  in  fomma  vna 
magica  Verga,  la  quale ,  non  come  quella  di  Circe,  togliendo  loro  il 
fenno,  trasforrnaua  gli  huomini  in  Bruti  ;  ma  trafportando  fuor  di  fo 
Maddalena,  la  trafmutaua in  vn' Angelo. 

1 5  Che marauiglia  dunque,che  Maddalena  fuffe  vna  Saggia,men- 
tre  hauea  ftampata  nel  cuore  la  Sapienza  incarnata  ì  Che  marauiglia , 
ch'ella  ancora  fuffe  vna  Pa?za>  mentre  più  veracemente  ài  quello,  che 

fu  detto  di  Paolo,  f  le  molte  lettereccia  profondità  della  Sapienza^,  ^f*  *** 
l'bauea  fatta  impazzire  ?  Non  mi  bia(mate,per  coi  te  fi  a  editori,  fé  così 
francamente  io  affermi ,  che  la  noftra  Maddalena  fia  Pazza .  Non  vo- 
glio altro  teftimonio  più  vero,  cheleifteffa.  Non  voglio  altri  Giudi- 
ci, piùrigorofi,  chevoimedefimi,  fé  nelle  di  lei attioni  Afferete  lo 
fguardo . 

1 6  Era  attediato  il  Mondo  con  rrgorofi  freddi  dal  Verno ,  &  effen- 
do  infino  i  Fumi  imprigionati  fra  catene  di  ghiaccio,  fioccaua  à  tatti  in- 
fieme  con  la  neue  vn  tremor  nelle  membra:  folo  Maddalena,  come  fé 
fuffe  nella  Canicola  il  Sole*  tutta  slacciata,  tutta  sbraccila,  fé  n  andana 
ad  vn  pozzo,  fi  tuffaua  nell'acqua  ;  fé  la  riuerfaua  nel  feno,  ne  beueua 
fenza  mifura3e  quafi  inquieta  febrickame  dieeua:  l^on  poffo  più/offrir 
'pria  tal  fiamma:  io  ardo:  Non  è  fbrfi  quefta  Pazzia  ì  Prendeua  alcune 
peiuie  di  quell'Ale,  che  Amor  le  hauea  ripofte  nel  cuore  >  &  attacca- 
tele alle  piante,  non  correria,  ma  volaua,  horquà,horlà.  perlo.Mo- 
niftero,  e  per  lo  Giardino,  fuor  di  fé  rapita,  dicendo,  fenza  formar  altro 
fenfò:  0  Amore  ^  à  Amore  :  Non  èfori!  quefta  Pazzia  ì  Veniua  à  tal 
fegno  talhora ,  che  agitata,  non  già  dal  cattino  fpirìto ,  come  Saul  s 
1  ma  dal  Diuino  Spirito,  come  d'alcuni  dieeua  San  Paolo,  Qui  fpi- 
ntu  Dei  aguntur ,  u  fi  laceraua  le  vefti  5  e  ftrappaua  ciò  che  le  veniua  *•• 8-  u.r 
alle  mani;  Non  è  forfi  quella  Pazzia  ?  Spinta  tal  volta  dallamorofo 

V    3        Fuoco, 


l-Eej,  16. 

«4. 


3  io  Uracione feconda 

Fuoco,  fé  ne  ghia  velocemente  àfuonar  le  Campane;  e  con  voci  più 
iònore  deirifteffo  fuon  delle  Squille,gridando,diceuai^^«/>e  tutti  ad 
amar  remore:  Non  è  forfi  quella  Pazzia?  AmauaDio  fenza  maifà- 
tiarfi  damarlo  :  e  poi ,  quali  non  potendo  foftencrel-amorofe  violen- 
ze ,  diceua  :  7fonpiu\Amore,  non  più  amore .  Non è  forfì  quefta  Paz- 
zia^ 

17  Ma  quel  che  fembra  vna  follenna  Pazzia,  è,  che  prendeua  tal 
yoltavn  CrocifiiToallemani,&  hor  lo  difchiodaua  dalla  Croce ,  hor  fé 
Io  ftringeua  nel  petto,  hor  caramente  il  baciau3,  hor  riuolta  alle  Sorel- 
le diceua: K(onfapet e  voi  y  che  t  mio-  Ciesknon  éaltro,che\Amore  ?  An^ 
Va^o  d^more.Ta^od'UmoreydicOychefeiyèmio  desùme  fempre  Io  dire. 
Piano  Maddalena,che  dici  f  in  quale  parole  prorompi?  auerti>che  fem- 
brano  parole  da  foggetfarti  da  Sagri  Tribunali  all'efsame  .  Eh,  ché^ 
non  intendiamo,  Signori,  ladiftillata  Teologia  ,  e  la  profonda  Sapièn- 
za, che  in  quelle  poche  note  Maddalena  ci  fcuopre  .  La  Pazzia ,  già 
lofapete,nonèahro,che  vn^fcirfuordifeftelTore  Giesù,  amandò 

i>.Th>  r.  1  huomcfpefle  volteefce  fuor  di(c  fteflb .  E  però  il  Dottor  Angelico 

iMch*r.  infogna,  che,  amor  ejiextafimfacìens:*l Amore  è  1  Architetto  dell' 
Eftaii ,  &  è  vn  Maeftro>cheinfegnailmodoad  vfcirfuor  di  fé  fteflò. 
E  perciò  l'Eterno  Verbo  addottrinato  da  quefto  Maeftio  dell'Amore  » 
colà  nel  principio  de' Secoli,  nella  creatione  del  Mondo,  per  benefi- 
cio dell  huomo  ,  infierne  col  Padre,  e  con  lo  Spinto  Santo ,  vfcì  fuori 
di  fe,communicandofì  ad  extra  .,  Vfcì  fuori  di  (è ,  quando  nella  pie- 
nezza, de'  tempi  comparue  d'humanafpogliaveftito  ;  óceglifteflo  il 

i«  lé.i*.  confè(Ta:£A:/«/  à  Tatre^  veni  in  Mimdum  >'.  Vfcì  fuori  di  fe ,  mentro 
con  tanta  vehemenza  era  intento  alla  predication  del  Vangelo ,  cho 
come  dice  San  Marco  »■  lo  ftimauanovnvIndemoniato,&vn  Pazzo: 

Utra.u  Dicebam,qitoniam  Beel\ebub  habet.Ft  quoniam  in  furor em  verfus  efi  z.Vfcì 
finalmente  fuori  di  fé  nella  Croce,  poiché  efìendo  egli  la  Vita  fte(fa>e'l 
Rè  delJaGlotia,  volle  per  amor  dell'huamo,  comevn  Capo*  de' ladri 
perder  la  vita .  Onde  fu  ofseruatoda  Paolo,  che  quefto  era  (limato  da' 
Gentili  Pazzia  Tradieamus  Chrrfìum  Crucifixum ,  Iud&is  qitidem  Scanda- 

**•  *  '•  tum,  Gentibusveràflultitiam. *  Che  però  Maddalena,  vedendo  il  fuo 
amante  Giesù  per  amor  Crocififfo  per  Fhuomo ,  con  vn'amorofa  con- 
fidenza il  chiama  Pazzo  d'Amore.  Pazzia  bensì,  ma  che  fcuopre  vna 
incomprenfibil  Sapienza  di  Dio  ,  come  à  tal  propofiro  Jafciò  regiftrato 

*'•  lApoftolo^pai  landò  della  Croce  di  Chrifto  :  Quodjiultnm  efi  Dei ,  fa- 
pientius  vft  b&minibus-  b  . 

1 8  Ma  mentre  confiderò  Maddalena,  tanto  fagjiiamento  del  Diui- 
wo  Amore  diuenuta  già  Pazza,  mi  fi  rapprefenta  nell'animo  di  raflbmi- 
gliarla  à  quell'antica  indigena  mole  del  Caos.  Alptimo  cennoclel  Di- 
nino  Volere,  nacque  vna  Malfa  informe,  da  cuidoueannaicere  forma- 
te tutte  le  cofe.  Io  non  (aprei  come  più  rodo  chiamarla  ,  fé  bella,  ò 
deforme  ;  Pouera;  ò  Ricca: Tcnebro-ìà,  ò  Splendente  :Guerrkra,ò  Po^ 

cifica  : 


Ili  Luut  utiia  t;. ivi,  ivi<iuu4n,iid  m,  i  d>LL,\.        j  i  i 

tifica ^ortìata*  òfcompofta  :  Celefte, ò  Terrena  :  poiché  in  vn  medéfi- 
mo  tempo  racchiudeua,  e  le  più  fiorite  bellezze  della  Primaueia,  e  te_* 
piùfquallidehorridezze  del  Verno:  eie  piùpretiofe  gemme  del  Ma- 
re, e'1  più  fprcgiato  fango  della  Terra  ,  copriua  col  Tuo  immotimi  i 
raggi  del  Sole,  e  tutte  le  caligini  della  Notte:  ricettaua  nel  feno  gli  odij 
più  inteftini  degli  Elementi,  e  de.  Mifti,Scalbergaua  confederati  l'Ac- 
qua col  Fuoco.  Vedete  fé  poteuaeTTer  ornata,  mentre  hauea  in  fua 
balia  tuttcleStelte  :  e  mentre  quanto  douea  ^comparire  fcompofta  , 
mentre  in  fenafcondeua  il  difordine  dell'  Vniuerfo .  Si  potea  dir  ceie- 
ftcmentretutti  i  Cieli  gli  riftringeua  nel  j*rernbo:  e  potea  nomarfi  ter- 
rena>roentre  tutta  di  terra  fi  rimiraua  coperta .  Si  vedeuano  affratellati 
il  Caldo  còl  Freddo,  rhumido  col  Secco .  Si  haurebbe  potuto  nauigar 
neBa  Terra,  efeminar  nel  Mare,  perche  fra  di  loro  hauean  fatte  com- 
muni, e  l'Onde,  e  le  Glebe.  IlCielo,e  la  Terra  habitauan  fotto  d'vn 
Tetto:£he  perciò  fi  vedeuano  le  Stelle  incauernate  negli  Antri  ;  e  le 
Fiere  appiattate  fra  le  fratte  di  Stelle .  Era  vna  congerie  di  tutti  i  corpi, 
contufamente  ammaliata:  vn  aggregato  di  tutti  gli  Enti  materiali  ,fen- 
za  conaeffione  connetto  :  vn  Terreno  grauido  di  tutti  i  femi  ài  tutte  le 
creature  vifìbili:  vn  mifcuglio,impaftato di  Cielo, e  di  Terra;  d'Acqua, 
edi  Fuoco .  .In  fomma  baftail  dire,  ch'era  vnCaos  pieno  di  confuso- 
ne, e  d'horrore . 

1 9  Ma  fé  la  Diuina  Onnipotenza  feppeprodurre  vn Caos  nel  princi- 
piodei  Mondchà  potuto  l'Amor  diDio ,  in  perfona  di  Maddalena  de 
Pazzi,vn'a Itro più marauigliofoCaos formare.  Non  fi  vedeua  forfè  in 
lei  mefcolato  il  Gel  con  la  Terra  mentre  con  le  continue  eftafi  eflen- 
do  rapita  nel  Cielo»  era  nondimeno  tanto  humilcche  fi  ripmaua  la  più 
indegna  peccatrice  del  Mondo  ì  Non  fi  vedeuanoiufieme  gli  Elemen- 
ti fra  di  ieraammalTati,  mentre  in  vn  medefimo  tempo  hauea  il  Fuoco 
dell'Amore  nel  cuore,  fx\ria  defofpiri  nella  bocca ,  il  Mar  del  pianto 
negli  occhi,  e  la  Terra  deli'humilti  nelpenfiero  ?  Non  fi  vedeua  in  vn 
JftelTo  tempo  bella,  per  le  ftupende  graticchericeueua  da  Dio  :  e  de- 
forme per  le  crudeli  mortificationi  ,xon  cui  deformaua  fé  ftefla  ?  :  Po. 
uera,che  appena  hauea  brieuefpatio  di  terra  per  ripofarfi:  e  Ricca,me- 
tre  Giesù  le  fa  il  pretiofo  donatiuo  del  fuo  cuore  medefimo?  Tenebrò - 
là,  mentredallo  Spirito  Santo  è  ripofta  in  vn  profondo  lago  di  tentalo- 
niinfernali  ,  con  vna tenebrala  ofcuritàddh mente 5  e rifplcndente  , 
mentre  fotto  fembianza  di  cinqua  fpiendentiffimi  raggi  di  fuoco ,  rice- 
ue  dalfuocelefteSpofo  leirimmate?  Guerriera  .mentre  combatte  con 
Jatentatione  carnale,  onde  per  vincer  il  Nemico  ,  armata  fi  mirandi 
ferrate  catene,  e  rauuolta  fra  pungentiflìme  fpine;  e  Pacifica ,  mentre 
il  Fanciiillino  Giesù,  crfè  la  Pace  del  Mondo,  frale  fue  braccia  riceue  ì 
Ornata ,  mentre  viene  abbellita  con  .gli  finimenti  della  Paflìone  di 
Chriftoje  fcompofta ,  mentre  agitata  d'Amore  J5  laceraua  le  vefti ,  e 
rfeompofiamente  pe'l  Giardino,  come fuorfennara  correua  ?  CeJefte, 
\  mentre  per  le  frequenti  appariticmi  de'Santi  conueifaua  co'  Cittadini 

V    4       del 


3 1  l  Orauone  Seconda 

del  Cielo:  e  Terrena,  mentre  era  condotta  nei  centro  della  Terra  ,  o 
l'erano  additate  dei  Purgatorio  le  pene?  In  fornma,  chi  hauefle  mirato 
Maddalena, haurebbe  in  lei  offeruatoftupende  contrarietà ,  e  ftraua- 
gaze  mirabili:  e  tutta  inquieta  agitarli  nel  moto,e  tutta  immobile  à  cò- 
te mp  lari!  ilio  CrocifirTo  diletto,  etutta  Fuoco  ad  amar  il  (uo  Dio,  e 
tutt' Acqua  à  piangeri  peccati  dd  Mondo,  e  tutta  eloquenza  à  ragio- 
nar d'Amore,  e  tutta  filentio  à  marauigliarfi  d' Amore>  e  tutta  famelica 
di  Dio,  mentre  diceua  di  non  mai  fatiarfi  d'amarlo^  tutta  fatia  d'Amo- 
re,mentre  diccua,  0  Signore,  non  più  .Amore ,  non  pi*  untore  :  e  tutta.* 
vnita  con  Dio,  mentre  fu  fpofata  con  Chrifto,e  tutta  fcompagnata  da 
Dio.  mentre  fu  gittata  nel  lago  dhorribiliffimi  affalti  Diabolici,  e  tutta 
nel  Paradilò  ,  mentre  recitaua  l'Hore  Canoniche  accompagnata  da* 
Santi,  e  tutta  nell'Inferno,  mentre  da  Demoni  era  (pauentata  ,  ftra- 
lanata,  e  percofla,  e  tutta  Pazza  ,  perche  peramore  ftaua  fuori  di 
fé,  e  tutta  Sauia,  perche  cosi  perfettamente  fapcaconofcere,  &  im- 
pazzar d'amore  per  Dio.  Finiamla,  era  ella  vnfcaos  della  Gratia,  ouc 
fi  vedeuano  rammefcolatc  tante  contrarietà  marauigliofe,oue  fi  am- 
maflauano  tanxe  ftrauaganze  di  Virtù,  oue  fi  vedetta  vna  ftupenda  con- 
gerie di  marauiglie,  oue  Ci  ammirauano  tanti  difufati  effetti  d  Amore  . 
Più  ammirabile  del  Caos,  della  Natura,  che  oue  in  quello  la  confusio- 
ne è  diffetto,in  quello  è  perfettione:in  quefto  il  difordine  è  caufa  d'hor- 
rore,  in  quello  cagiona  ftupore:  in  quefto,  mentr  e  confato,  eflendo  il 
tutto,  non  ve  cofa  ninna;  in  quello,  in  tanto  tutte  le  Vittù  vi  fi  veggon 
perfette,  in  quanto  fi  mira  per  amorofo  eccedo  confufo . 

20     Ma  perche,  Vditori ,  chiamo  quefto  Caos  della  Diuina  Gratia 
confufo?  E  veramenre  Caos, perche  racchiude  ftrauaganze  contrarie  : 
ma  non  è  confufo ,  perch'è  fabbricato  con  1  archipenfolo  d  '  Amort_,  • 
Mentre  y'è  l'ecceffo  d'Amore,  fa  di  meftier,  che  fi  prorompi  alle  fma- 
nie,&  alle  Pazzie:  Perche  San  Bernardo  è  di  parercene  l'Amorcnon  è 
Bcrn.1.  de  aitro  ,che  vna  Pazzia:  Wmoryfantta  quidam  infama  e/I:  c  e  mentre  ve 
vn  Amor  e£ceiiuio,il  tutto  e  d  huopo  che  n  rimiri  ordinato  ;  che  cosi 
<4„m.4.  J>afl[erma  vna  perfèttiffima  zmmtClOrdinauit  in  me  Charitatem. d  Iddio, 
j,/«.:.?.  è  il  primole  vero  Amore:  DeusCbaritaseJì:c  &  Iddio  medefimo  èia 
primate  vera  Regola,e  di  tutte  le  cofe  ordinate  l'origine  :  Qu^cumque 
*•  13- 1  funt,à  Deo  ordinata  funtJE  però  Maddalena  fèmbraua  vn  Caos,perche 
tutta  con  fu  fa  fmaniaua  dimore  :  &  era  ordinata,  perche  con  certe  re- 
gole eia  guidata  d'Amore,  &  era  Pazza  ,  perche  per  amore  era  fuor  di 
fé  fteffa:  <5c  era  Sapientiflima,  perche  hauea  vn  fubJime  conofeimentò 
di  Dio . 

2  1  Ma  quelle  forfè  vi  fembreranno  eccefllue  tenerezzee  foauiflì- 
me  confolationi  d'Amore,  dalle  qnali  trafportato  il  (uo  Spirito,  proró- 
peuacon  tali  confidenze  a  ragionar  col  fuoSpofo.  Confederiamo  i  fat- 
ti,! quali  fono  i  veri,  e  legirimi  contraiegni  d'Amore.  Ella  teneua  così 
impretTo  nel  cuore  il  zelo  della  falute  dell'Anime ,  che  fi  lafciò  vfeir  di 

bocca 


bocca  in  vn  ratto,  d'effer  fatta  partecipe  dì  quel  triedefimozelo.cheb- 
fce  l'Incarnato  Verbo ,  mentre  vifTe  nel  Mondo  >  e  però  diceua  :  CoU 
locauit  me  Verbum  in  defiderio ,  auod  ipfe  habuit  in  humanitate fua .  E  sa 
come  nel  zelo  dell'honor  del  Padre ,  fu  di  Chrifto  dal  Real  Profeta 
predetto  :  zelus  dvmus tua  comedit  me  s  +  Cos  ì  per  falute dell'Anime  »  p/^^ 
di  fé  ftefTa  Maddalena  affermaua:  Defider'mm  jinimarum  tuammeome- 
ditme. Lzfcio  la  continua  anffetà,  cheperqueftofentiua:  epoteua 
dir  con  San  Paolo  Continuus  dofor  cordi  meo  \  Lalciol'inferuorateora*  Rom.9.1. 
tioni  >  con  le  quali  follecrtaua  l'Empireo,  l'infocati  fofpiri ,  i  diluuij  del- 
le lagrime ,  i  fiumi  di  fangue ,  la  crudeltà  de'  fiaggelli,  le  continue  difei- 
plinè ,  fafprezze delle mortificationi ,  lacerbirà de* martirij , chella>di- 
uenuta  Carnefice  difemedefima  ,dauaàfeftelfa.  Lafcioidefiderij, le 
parole ,  l'opere ,  le  diligenze ,  l'inuentioni  ?  in  che  di  continuo  s'impie- 
gaua  per  la  falute  dell'Anime.  Quelloiche  femirà  per  compendio  del 
tutto ,  e  per  efficace  argomento  d'vna  SAGGIA  PAZZIA ,  è  il  confi- 
derar  quel ,  che  difle  vna  volta  intorno  àqucfto  Zelo  dell'Anime./: 
Io ,  dicea  Maddalena ,  ad  orni  bora ,  &  ad  ogni  momento/offrirei  volen- 
tieri il  martirio:  e  fé  fufie  poffibtlejnille  morti  ancora;  perche  il  martirio  non 
mi  farebbe  martìrio ,  màvn  varadifo  digufli  :  &era  in  tal  maniera  traf- 
portata  da  quello  defiderio  Diuino,  che  non  folamente  chiedeua  à 
Dio  tutte  l'acerbe  pene  del  Purgatorio  ;  ma  fi  efibiua  à  penarnelHn- 
ferno ,  purché  ridondafle  adhonor  di  Dio ,  e  conuerfion  de* Peccatori. 

2X  Per  quanto  vi  è  carila  voftra  Gentilezza ,  confefsate  il  vero,Si- 
gnori  5  non  vi  fembra  cotefta  à  prima  fronte  vna  fólenne  Pazzia?  Chie- 
der ogni  ben  per  altrui ,  e  per  fé  ftelTa  ogni  male?  Bramar  ad  altri  il  go- 
dere ,  e  per  le  ftefla  ritener  il  penare  ?  Giouari  tutti ,  e  danneggiar  fé 
raedefima?  Starnuta  intenta  à  beneficio  altrui,  e  dimenticar  Te  ftefla 
fra'  tormenti  ?  Eller  per  tutti  vna  Madre,  e  per  fé  ftefla  vn  Carnefice^  ? 
Compartir  à  tutti  le  Rofe ,  e  trafigger  con  le  Spine  il  cuore  A  fé  ftelTa  ? 
Dar  altrui  la  Corona,  &  elegger  per  fé  folamente  il  martirio?  Bramar 
J 'Inferno  per  fé,  purché  fi  conceda  è  Peccatori  T  Empireo?  Voler  pri- 
juarfi  di  Dio ,  purché  i  Peccatori  godano  Dio  ? 

zi  Ma  quel  che  l'occhio  del  Mondo  crede  Pazzia ,  il  giudicio  del 
Paradifo  dichiara  Sapienza .  E  qua]  pia  cele'fte  Sapienza,che  veftirfi  de' 
penfieri  di  Dio  ?di  fomigliarfi  alla  Sapienza  increata?  conofeerequan- 
to  pela  la  perdita ,  ò  la  faluezza  di  vn  Anima  ?  priuarfi  del  Sommo  Be- 
ne ,&  in  tal  modo  viepiù  nel  Sommo  Bene  internarfi  ?  voler  dimorar 
x\t  tormenti*  &  lai  ritrouar  d'eternigodimenti  il  fentiero  ?  elegger  per 
fé  ftefla  l'Inferno,  e  da  quefto  Inferno  faperfi  tragittar'air Empireo  per- 
der (e  ftefia ,  e  ritrouar  le  medefima  *  allontanarli  da  Dio ,  &  abbrac- 
ciar fi  più  ftrettamente  con  Dio  ?  Non  è  vero ,  Vditori ,  che  J  patir  vo- 
lentieri 1* Inferno ,è'  1  priuar(ì,fenza  coIpa.diDio.per  beneficio  deli' Ani- 
me, fia  la  cima  della  perfettione  Euangelica ,  e'1  più  fino  diftillato  della 
Carità  Chriftiana?  e  fi  può  trouar  giàmai  perfetta Carkà>fenza  perfetta 

Sa- 


}J4  wiauuiic  jctuiiua 

Sapiènza  ì  dunque  fé  Maddalena  d'vna  tal  Carità  era  inferuoraia  verfd 
del  profluvio ,  era  dotata  della  più fublime Sapienza,  che  fi  ritruouaf 
Éel  Cielo.   : 

;  24.  Datemi  licenza ,  Signori,  che  à  tal  propofito  vn  degno  auueni* 
piento  io  qui  vi  apprefenti  ;  acciò  con  vna  bella  fomiglianza,  quafi  da 
vnombra ,  la  verità  della  mia  propofitione  maggiormente  rifplenda  • 
N;el  tempo ,  che  quei  valorofi  Soldati  de  Quaranta  Martiri ,  cimenta- 
rono il  calor  della  Fede  con  la  freddezza  del  ghiaccio  ;  &  hi  vn  gelato 
ftagno  feppéro etlinguere  del  tirannico  fdegno  le  fiamme,  fi  ritrouaua 
io  quella  felice  adunanza  vn  di  loro  pia  giouine ,  à  cui  per  lo  vigor  del- 
ie forze  ,  e  per  le  forze  dell'animo ,  non  ancora  hauea  potuto  la  Morte 
(cacciargli  dalla  bocca  totalmente  il  refpiro  :  onde  fperaua  l'Empietà  1 
che  ie  pur  fé  glifufse  al  Corpo  conferuata  la  Vita ,  gli  haurcbbe  ficura- 
mente  dal  cuore  toltala  Fede .  Non  permife  la  Madre,  che  ad  vn  tal  di- 
fegno  fi  concedette  dimora  >  ma  troncando  in  vn  tratto  a  Carnefici  le  , 
benché  non  fondale  »  fperanze ,  prende  fra  lebraccia  l'ancorboccheg- 
giante  Fanciullo,  e  con  pie  frettoiofo  giungendo  i  Carri,  ou'erano  i  fa  - 
gri  pegni  de  Martin  >  percfser  dati  alle  fiamme ,  con  animo  generofo  il 
Juo  Figliuolo  >  già  nel  tuo  feno  fpirato ,  vigitta.  Chi vole (se giudicar 
quefta  Madre  con  occhio  fòlamenredi  carne  ,  darebbe  la  féntenza  •  ò 
che  fufse  (lata  più  d'vnaTigre  crudele ,  ò  pur'vna  Pazza.  Veder  morire 
il  fuo  Figliuolo  nel  ghiaccio,  cnonfentirfi  rifcaldare  d'amore  f  eflet 
conceputa  pe'l  Figlio  fperanza  di  vita ,  &  ella. Parca  crudcl,accelerargli 
la  moire  f  etTer  impietofitii  Carnefici  nel  tormentar  jl  fuo  Figlio,&eìla 
oftinata  non  rifinar  giammai,  finche  non  lo  vegga  già  morto? 

2  5     Chi  hauefle  veduta  vna  Madre  prender  fra  ie  braccia  vn  mori- 
bondo fuo  Figlio,  non  haurebbe  creduto , co*  fuoi  caldi  baci,  &  ardenti 
fofpiri  doueiTe  rinuigorirgli  il  di  lui  freddo  refpiro }  che  con  le  fue  calde 
Jagrime  ,  fi  come  prima  col  latte,douciTe  inftillargli  vitali  gli  fpiriti  ?  e 
diftemperarafi  nel  fuoco  d'amore  in  vn'elettuario  di  vita*douefse ,  per 
quanto  le  fora  fiato  pofllbile  ,  tener  lontana  dal  fuo  caro  Figlio  la  mor- 
te ?  Chi  fénte  vna  Madre  prefente  al  Tuo  Fig!iuolQ,che  fpira,  e  non  fen- 
teper  tenerezza  fpezzarfegli il  cuore  ?  Chi  fente  vna  Madre  Spettatrice 
dva  Figlio  in  mezzo  a  tormenti,  e  non  Ci  raffigura  il  cuor  di  Iti  da  mille 
ipade  traffitto?  E  pur  cotefta  Madre  fi  fcorge.à  cui  con  occhio  afeiut- 
to  le  bada  l'animo  ,  di  mirar  fra  crude  pene  il  fuo  Figlio  :  e  vedendolo 
morir  di  freddo  fepellito  in  vn  ghiaccio ,  ella  infegna  le  fue  vifeere  à  di- 
venir parimente  di  ghiaccio .  ìì  prende  fra  le  braccia ,  non  per  dargli  in 
2uelf  vitimo  reipiro  l'agiato  letto  del  cuore  ;  ma  per  gittarlo  fopra  d'vn 
)arro,  ch'era  vn  commun  cataletto  di  Morti.  Se  ne  ftauaanfiofa,  & 
afflitta,  non  perche  moriua  il  fuo  Figlio,*  ma  perche  duhitaua ,  che 
non  reftafle  vino .  Vlifle  {limato  Pazzo  ,  come  Sauio nondimeno  foJ- 
'Mf'dlT  ^euando  l'aratro ,  sfuggì  di  dar  la  morte  al  fuo  Figlio';  ma  cortei  ere - 
k*c.u      dura  Sauia ,  come  vna  Pazza,  fi  moftra  di  goder  nella  mrote  del  Figlio- 
la v  Hor  chi  non  ditebbe*  Signori,  quefta  Madre  vna  Pazza  ^atten- 
der 


in  luuc  ucna  u.  ivi.  iviauuaicua  uc  raz.z.i,     j  i  j 

der  defiderofa  la  morte  del  Figilo  ?  prenderlo  nel  fério ,  per  darlo  ir* 
grembo  alla  Morte  ?  non  perdonar  al  Figlio ,  à  cui  hauean  perdonato* 
Carnefici  ?  far  il  meftiero  di  Boia,  corichi  tanti  anni  hauea  fatto  i'vrrlzio 
di  Madre,  &  elTer  Miniiìra  di  mortelo  chi  era  (lata  principafiftrumen- 
to  di  vita  i  Ma  fuorfenato  è  colui ,  che  battezza  vna  tal  Madre  per  Paz- 
za: poich'ella  è  la  più  faggia  Donna,e  la  più  amante  Madrcche  fapefle 
fabricar  la  Natura.  E  chi  mai  vide  vna  Madre  >  che  dal  fenod'vn  ghiac- 
cio fapelTe  far  nafcere  fplendori ,  per  render  in  tutto  il  Mondo  illuftre  il 
fuo  Figlio  l  quando  il  tragittò  dalle  braccia  fui  Carro,  fu  vn  collocarlo 
fopra  d' vn  Carro ,  per  farlo  entrar  trionfante  nei  Campidoglio  del  Cie- 
lo :  quando  bramaua  >  che  ardeffe  nel  Rogo ,  era  vn  bramar  di  veder  il 
fuo  Figlio  sfauillar  nel  Paradifo  di  gioia  :  con  vederlo  incenerito^  con- 
fidaua  con  quelle  ceneri  intelTergli  vn  manto  di  Stelle  :  e  defiderando- 
io  morto  per  Chrifto ,  gli  defideraua  vn'eterna  vita  felice .  Quefti  era- 
no i  drfegni  di  cotcfta  Sapientiffima  Donna  >  (limata  dal  Pazzo  Monda 
pazzamente  per  Pazza . 

27  M  à  ceda  pur  la  Pazzia  di  cotefta  Sapientiffima  Donna  alla  SAG- 
GIA PAZZIA  di  Maddalena  de  Pazzi  :  perche  fa  quella  per  la  hdc  di 
Chrifto  incrudeliua  contro  del  Figlio;quefta  per  l'amor  di  Chrifto  fma- 
niaua  contro  fc  ftefsa.  Se  quella  nel  ghiaccio  del  Tiranno  vide  poco 
men  ,ch  eftinto  il  fuo  Figlio  :  quefta  nel  Fuoco  d'amore  fcorge  poca 
roen.che  morto ,  del  fuo  intelletto  il  Difcorfo .  Se  quella  per  virtù  del- 
la Fede  ftà  quafi  fuori  di  sè,mentre  non  fi  cura  della  morte  d'vn  Fjglio: 
perquefta  forza  dell*  Amore  è  tutta  fuor  di  fé  fteiTa,  mentre  no  gli  cale 
di  reftar  priua  di  fé  no.  Se  quella  con  le  proprie  mani  per  amor  dì  Chri- 
fto conduce  il  Figlio  alla  morte  :  quefta  per  amor  del  Proffimo  con  la- 
propria  bocca  fi  efibifce  à  penar  nell'Inferno .  Se  quellàper  mantener 
viua  la  Fedcvolentieri  perde  il  fuo  Figlio.-quefta  per  la  falute  dell'Ann 
me ,  volentieri  perde  fé  ftefsa .  In  fomma  l'vna,  e  l'altra  potììam  diro 
con  ragione ,  che  fia  Pazza  :  quella  per  còmpiacerfi  nella  morte  d'vnr 
Figlio ,  e  poi  confignarlo  alle  fiamme  :  quefta  per  defiderar  mille  mor- 
ti il  momento ,  &  alla  fine  l'Inferno  .  L'vna,  e  raltrà-poffiam  celebrar- 
la meriteuolmenteper  Saggia  :  quella,  perche  con  la  morte  non  per-> 
delia-»  ma  racquiftaua  in  vna  gloriofa  vita  il  fuo  Figlio  :  quefta  >  perche* 
dall'Inferno  s'inalzaua  al  più  fublime  Trono  del  Cielo 

x8  Oche  altezza  >  ò  che  profondità  di  Sapienza  :  Gli  Antichi  Filo- 
fofi ,  vfcindalpatrio  iùolo ,  e  da'natiui  alberghi ,  fotto  Cielo  foreftiero 
fé  n'andauan  raminghi  per  ritrouarla  Sapienza  :  ma  lanoftra  Maddale-  { 
na ,  perritrouarla  «  vfcì  fuor  di  fé  ftefsa  .Salomone k  apprefe  la  Diuina  h  '*'*'* 
Sapienza  in  vna  vifione  dormendo  :  Hor  penfate  voi,  quanto  Maddale-* 
na  fufle  (lata  più  Saggia ,  mentre  hebbe  tante  vifioni ,  quante  attioni 
operaua:  poiché  (e  mangiaua ,  laùoraua,  ò'simpiegaua  anche  in  efser- 
citij  più  baffi,  fempre  erain  eftafi rapita  a  contemplari  Diuini  Mifteri, 
Gli  Apoftoli  in  vn  fol  giorno  >  vna  fol  volta>fotto  tre  forme ,  di  Vento, 
di  Fuoco,e  di  Lingue  rkeuetrero  lo  Spirito  Santo  *>e  per  quefto  diueiv  ^c1-1-  s* 

nero 


3 1 6  Urationc  feconda 

nero  Dottori  del  Mondo* .  Ma  a  Maddalena  in  fette  giorni ,  in  (ette  vol- 
te ,  in  fette  fembianze  difcende  lo  Spirito  Santo ,  di  Fuoco ,  di  Fiume  » 
di  Colomba  ,  di  Colonna ,  di  Nuuola,di  Vento,  e  di  Lingua .  Hor  pen- 
iate voi ,  come  quefto  Fuoco  -l'illuminò  l'intelletto,  come  quefto  Fiu- 
me le  inondò  la  Sapienza ,  come  quefta  Colomba  le  dit  le  piume  per 
volar  a  conoscete  i  Mjfteri  Diuini,  come  quefta  Colonna  la  (labili  ad 
efser  capace  de' fegreti  del  Cielo,  come  quefta  Nuuola  la  fecondò  di 
ruggiada  dell'  intelligenza  fourana ,  come  quefto  Vento  la  fpinfe  a  pe- 
netrar i  configli  dell'increato  Monarca ,  come  quefta  Lingua  le  fpiegò 
à  chiare  note  i  (agri  Arcani  più. occulti ,  e  come  lo  Spirito  Santaia  col- 
mò di  marauigliota  Sapienza. 

i  9  Confederate,  Vditori,à  qual'  altezza  di  Sapienza  (I  folleuò  Mad- 
dalena y  mentre  fu  Di  (cepola ideila  me  de  fi  ma  Trinità,  enellafcuola 
delle  Tre  Pedone  Diuinc  ellaftudiòtfefser  Pazza ,  per  diuenit  Sapien- 
tiflìma .  Il  Padre  Eterno  l'infegnò,  come  douea  illuminarfi  l'intelletto» 
infiammarli  la  Volontà,  eie  rotar  la  Memoria, regolar  le  Potenze  ;  e  le 
preferire  infin  le  regole  del  mangiar,  e  dormire .  Il  Figliuolole  die  per- 
fetta iftruttione  di  rutti  i  fuoi  acerbi  tormenti ,  mentre  dandole  tutti  gii 
ftru menti  della  fua  (agra  Paisione ,  la  fé  partecipe  di  tutti  ifuoi  dolori,  e 
di  quanto  in  Croce  foirenne.Lo  Spirito  Santo  lecommunicù  il  dono  di 
eminente  Profetia,  e riuelò vn'akiilìmo cono (cimenu> de  più foura- 
ni  Mifteri . 

3  o  Ma  benché  Maddalena  di  così  alta  Sapienza  fi  conofeefle  do- 
tata ,  nel  punto  nondimeno  della  morte ,  quando  più  che  mai  la  pura_» 
verità  fi  confetta ,  fi  riconobbe  d'vn  folo  punto  ingnorante ,  dicendo  , 
che  fi  partiua dal  Mondo fenzafaper  intendere ,  come  vnaCreatura_# 
pofsa  commettere  vn  peccato  mortale.  O  non  faper ,  d'eterna  lode-» 
ben  degno  !  O  iapientiffima  Ignoranza  !  Queli'intelletto,illuftrato  con 
gli  ecceffiui  iplendon  dello  Spirito  Santo>che  per  quanto  viatrice  crea- 
tura ne  cappia,  lefùriuelato  il  mifteriofublime  della  Trinità  Sagro* 
fènta  :  che  ne  1  foglio  del  luo  cuore>(critta  per  mano  d'vn  habitator  dell' 
Empireo ,  vi  ftudiaua  l'Inearnatione  del  Verbo  :  che  aflforta  nelle  con- 
templationi  celefti ,  non fentiuai  dolori,  co  quali  da  crudeli  infermità 
era  lacerato  il  fuo  corpo  :  auczzo  à  difeorrere  co'  Cittadini  del  Cielo , 
mentre  foleua  recitar  il  Diuino  Vlrkiocò  Santa  :  habituato  à  fpecolac 
tempre  mar,  col  pmlolleuato modo,  in  quefta  vira  pofllbik,  Jeper- 
fcttioru  Dittine  :  in  maniera  che,  anche  dormendo ,  per  la  pienezza  del 
cuore ,  fi  fentiuano  vicir  dalla  bocca  parole  di  Dio  :  quefto,  quefto  In- 
telletto ,  cosr  (cienciato,  così  illuminato ,  cosìperfpkraee,  non  Ci  con- 
fida di  capire  ,  non  gli  bafta  l'animo  di, penetrare  ,  non  si,  non  intende, 
come  vna  Creatura  polsa  mortalmente  offender  Dio . 

1 i  Che  vn  tenue  foftìo  penfi  di  render  (eco  l'Oceano  r  che  vna^ 
menoma  (lilla  tariti nclk  ùia  sfera  d,eftinguere  il  l-uoco  :  che  vn  pico- 
lo  vapor  prefuma  di  fepellire  ih  tenebre  il  Solef  che  vn  pizzico  dj 
kngo  ardiUa  di  diftttiggere  il  Cielo  $  che  vn  viliffimo  verme  fi  m*:r> 


ta  in  punto  per  guerreggiare  col  Signor  degli  Efferati  ;  che<vn  difutilo 
Seruoofi  di  toglier  la  Cotona  di  Capo  all'increato  Monarca  ;  che  va 
Piglio,  allatatto  col  fangue  del  Padre ,  penfi  d  vcciderIo;che  vna  Vani- 
tà penfididarlaniorte  all'Eterno  ;  che  vn  Niente  difegni  di  ridur  in 
Niente  in  vn  fubitoil  Tutto  ;  che -la  Creatura  contro  il  fuo  Creatore  fi 
libelli  ;  e  che  vn'huomo  poffa  mortalmente  offendere  Dip,  non  può  la 
noftra  Maddalena  capirlo . 

31  Come  Cj  diftjnguano  le  tré  Perfone  Diuine  in  vna  Effenza  :  co- 
me s'incarni  il  Figliuolo,  e  non  il  Padre,  né  lo  Spirito  Santo  ;  mentre  il 
Padre,elo  Spirito  Santo  hanno  fifteffa  natura  col  Figlio:come  l'Incar- 
nato Verbo  fia  nella  Croce  derelitto  dal  Padre  ,  e  pur  non  poffi  giam- 
mai fepararfi  dal  Padre  :  come  fopporti  acerbi  tormenti ,  £>nell'ifteffo 
tempo  fia  Beato  col  veder  l'Effenza  Diuina  :  come  nell'  Eucariftia ,  ef- 
fendo  corpo,  fia  nondimeno  à  fomiglianza  di  Spirito  :  come  inChri- 
fto  Crocififfo  fi  ritrouiognicontento:come  vn' Anima  con  tanto  prez- 
zo fi  compri,  quanto  vai  Dio  :  come  gli  Spiriti  nel  Purgatorio  fian  tor- 
mentati dal  fuoco  corporeo;  come  fi  difpongano  le  Volontà  ad  acqui- 
etar le  Virtù.  Quelle,  &  altre  più  delicate  fottigliezze  sa  beniffimo 
Maddalena,  e  perfettamente  le  capifce.;  ma  come  vn'huomo  poffa  of- 
fendere Dio,  in  niun  modo  l'intende . 

33  Quefta  Verità  lagrimeuole  ,  infegnata  primieramente  davn 
Angelo,hereditata  da  Adamo,  pratticata  da  vn  Dauid,  effercitara  da  vn 
Salomone,  fperimentata  dagli  Apoftoli,  intefa  fin  da  moltifiìmi  Santi , 
conofciuta  da  tutti  gli  huomini;  capita  fin  da  Fanciufii,comparfa  in  tut- 
ti i  Secoli,  offeruata  (ahi  ragrimeuole  conditionej  in  tutti  gli  Stati,  cioè* 
che  vna  Creatura  offenda  mortalmente  il  fuo  Dio  :  Solamente  Madda- 
lena quefta  Verità  non  intende.  Dunque  poflìbil  fia  che  quell'huo- 
nx>,per  amor  di  cui  Iddio  fa  rifplendere  il  Sole,  ha  regolati  i  moti  alle,» 
Sfere,  ha  ricamato  il  Cielo  di  Stelle,  ha  trapunto  alla  Terra  il  manto  di 
fiori,  ha  in  vn  bel  giro  le  Stagioni  legate  :  e  he  al  di  lui  mantenimento 
fpirano  i  Venti,fi  agita  il  Marctidono  i  Prati,  fi  feconda  no  i  Campi,par- 
torifeon  le  Piante,  miniftrano  gli  Angioli,s'impiegan©i  Diuini  Attribu- 
ti,sincarna  paffibile  il  Verbo;  che  per  veftirlo  di  gloria, fi  ricuopr'egli  di 
piaghe  :  per  fatiarlo  d'Ambrofia Diuina, fi  ciba  egli  di  pene  :  per  trarlo 
dall'Inferno,  su  la  Croce  ne  faglie  :  per  dargli  vn'eterno  ripofo  ,  verfa 
egli  fudori  di  (àngue  :  e  per  dargli  vna  Vita  beata,  vuol  foffrire  ignomi- 
nioiàmente  la  morte  :  e  che  dopò  tanti  ineffabili  benefici ,  fi  ritroui  vn 
cuor  humano,  che  poffa  mortalmente  offendere  Dio;  hor  quello  sì, 
dice  Maddalena,  io  non  l'intendo. 

34  Felice  te,Maddalena:  auuenturata  te,  ò  Verginella  Beata ,  che 
hauefti  quefta  Sapientiftima  Ignoranza,  che  nel  tuo  intelletto  non  po- 
tè penetrar  quefta ,  pur  troppo  infelicemente  faputa ,  Verità ,  di  faper 
offendere  mortalmente  Dio .  Quefta,  quefta  è  la  vera  fapienza  >  que- 
lla è  la  cima  della  celefte  dottrina,  quefta  ti  rende  più  marauigliofa  de 
gli  Angioli,  perche  gli  Angioli,  benché  fappiano,  nonponno  ;  ma 

tu  pò- 


3 1  e     granone  u.  in  Loac  aeiia  r>.  m.  xviaaaai. 

tu  potendo  per  natura,  per  fegnàlato  priuìlegio  della  Gratia  non  fa 
mortalmenteoffendere  Dio .  La  gratia  ti  ha  illuminato  rintelletto,per 
altamente  conofeere  Dio:  e  lifteflà  Gratia  ti  ha  ofeurata  la  mente ,  ac- 
ciò non  fappi  offenderlo  mortalmente .  Quefta  Gratia  Diuina,hauen- 
dotiriuelate  le  perfettionidiDio>  ha  fatto,  che  col  domito  modo 
J'amaflS,<ioè  fenza  termine,  ò  modo;  Scarnandolo  fenza  modo  ,diue- 
nifli  faggiamente  Pazza  in  amarlo .  Deh,  Gjpriofiffima  Verginella-»  * 
impetraci  gualche  raggio  di  quefta  luce,  qualche  fcintilla  di  quefto  in- 
cendio 3  acciò  conofeiamonon  faper  offenderlo  mortalmente ,  acciò 
meritiamo  diuenir  Pazzi  d'amore  ;  e  di  prouar  con  lifperienza  in  noi 
medefimi,  quanto  della  voftragloriofa  ignoranza,  e  della  voftrà  SAG- 
GIA PAZZIA,  à  quelli  j  ;chemiafcoltano.  Ho  detto. 


I   L     P  I  N  E. 


T  A- 


*  Ly 


TAVOLA 

DE  CAPITOLI 

Della  preferite  Vita  * 


Cap.  I  *    W    *^EV  Genitori)  e  delia  nafcitay  &'  Infanzia  della  Beata  Maria  Mad* 
■     dalena.  f<zg*i* 

Cap.2  •    ft    J  Della  buona  indoley  &:  inclinazione*  chemoflrò  nella  f uà  pueri- 
zia alle coj e  D  iuin  e , indivie della fua i  futura fantit -à  •  2 
Cap.  3 .  De  Ila  virtà  della/ita  puerizia,  e  fpecialmente  quanta  fujfe  dedita  alla  riti-' 
Yatezz*,&  affidua  nell'Orazione  *  3 
Q&^.^DelDcfiderio  ch'ella  ebbe  di  patire  per  amor  di  Dio,  e  delle  penitente ,  che 
fece  nella  fua  puerizia  y  e  fanciullezza .                                                    5; 
Cap»  J.  Della  carità  y  che  moflròverfo il  prof/imo  nella  fua  puerizia ,.  e  fanciulle^- 

Cap.6.  l>eldefideriù,che  nella  fua  puerizia ebbe  del  Santi fr-  Sacramento  delimita- 
re^ della  riueren^a  yche  gli  pàrtaua .  Come  di  età  di  diecianni  fi  comunicò 
la  prima  volta*?  e  della diuozione,con  che  in  tale  età  fi  comnnicaua.  7 

Cap. 7.  Quanto  nella  flejfa  puerizia  ella  fujji  amatrice ,  della  purità ,  &  innocen- 
za;? come  dieta  di anni dieci fece vota di verginità^  d'vneccejfo  d'amore  di 
Dio,  che  ebbeal  fecola.  9 

C%$.%*C*mela  Beata  dette  grande  efempio  di  tu  tte  qnefle  virtù  alle  Monache  di  S. 
Ciouan  nin  0  de*  Cavalieri  di  Malta,  doue  flette  in  ferbo  quindici  me  fi .    io 

Cap.o.  Del  defidtrio,ctieUa  ebbe  dteffer  Monaca,  e  com*  fuperò  le  diffcultà,  che  fé 
le  oppofero \  Ij 

Cap \lo\Come  ella  fi  guidò  nell *  elezione 'del  Muniflera  in  cui  volle  Monacar  fi  :  e 
come  per  qualfineelefie  il  Murirflera  di  Santa  Maria  de  gli  ^Angioli  di  Bor- 
go S.  F  ridiano  .  15; 

Cap.  1 I*  Come  entrò  à prona  nel Munifiero  di  S*  Maria  de  gli\Angioli  di  Borgo  San 
Fridiana  per  dieci :  giorni  ,■  e  dette  à  quelle  Madri  ottimo  fàggio  delle  fue 
qualità,  e  virtù  ;  e  fèda  efìe  accettata  per  Monaca .  1 6 

Cap.I2;  Quanto  lefujfero  in  difpregio  tutti  gli  ornamenti  del  corpo,  e  le  vanità  del 
fecolo,  17 

Cap.  1 3 .  Come  ella  entrò  in  detto  Munifierc rper  fempre  ;  e  deWapparecchio  ,  e  di- 
nozione,  con  che  riceuèV  abita  della  Bgligfane .  Ip 

Cap.  14.  Quanto  fantamente  efercitò  il  T^ouizjato  y  e  d'vn'cccejfo  d'amore  di  Dio  ,' 

ch'ebbe 


310  1       A      V      U      L      A. 

eh* ebbe  nei  fYirrì anno  della  pronazione .  2cr 

Cap.  1$.  Ebbe  gran  àefiderio  di  fare  la  profejfiene  ,  e  differitale  da*  Superiori,  pre- 
dijfe,  che  la  farebbe  fola.  23 

Cap.  16.  Jfvnagrauiffima  infermità ,  f&e  ebbe  in  quefto  tempo  -,  e  come  in  effa  mo- 
ftrò gran  virtù.  24 

Cap.l  7.  Come  per  cagione  di  dette  infermità  i  Superiori  le  f ecera  far  e  la  pfrofejfwne 
fola  y  come  ella  aueua  predetto^  e  con  quanto  fphito,  e  diuo^ione  la  fece  .2  j 
Op.  18.  Come  per  quaranta  giorni  feguenti  ogni  mattina,  doppola  Comunióne  ,fk 
rapita  in  efiafi  per  due  ore  :  e  come  ebbe  vbbidien^a  di  riferire  à  due  Maa- 
fire  la  intelligenza ,  che  aueua  in  detti  ecceffi  >  douefe  ne  notano  alcune. 2 1 
Cap  .157*  Come  ne* mede fimi  quaranta  giorni ,  doppo  lamedefima  profeffione  (in- 
ferma  comefopra  )  ebbe  altri  ecceffi  d'amor  Dittino  molto  mirabili .        *& 
Cap.  20.  Come  ella  dimorò  invno  di  quefliecceffi  fediti  ore  continue ,  meditando 
fempre  la  Vaffìone  di  Giesù  .  3  o 

Cap.2l.  Befana  in  modo  mirabile  dalla  fudetta  infermità  per  intere effione  della 
Madre  Suor  Maria  Bagnefi  >  la  quale  dipoi  ella  vede  in  Cielo  glorio  fa .  3  L 
Cap.22.  Sanata  dalla  fudetta  infermità,  ritorna  al  ISlouiziato',  doue  viepiù  fi  eser- 
cita nella  mortificazione  ,  enelValtre  virtù.  35. 
(JXJ).2  ^  Ver  lo  fplendore  della  f uà  font  ita,  ancora  in  T^auizjato  è  conafeiuta  per 
Santa  da  chi  non  la  conofceuaie  fpecialmentc  come  fu  conofeiutaper  me^o* 
d'vna  mirabile  vi/ione.                                                                        34 
Cap >2 4.  De*  molti  fauon ,  e  primlegi  fpirituali  J  che  da  Dìo  riteuette  neW  eflafi  la: 
Beata  Maria  Maddalenaye  prima  carne  da  5".  Agoflino  le  jùferitta  nel  cuo- 
re à  lettere  d*oro ,  e  di  fangue  :  Verbum  caro  ià&lim  efì  .  35 
Càp.2  5. E  fatta  partecipe  da  Giesù  della  pena, che  egli  pati ì  fiello  fpirare  in  Cro- 
ce .  36 
Cap.  36'  Le  fono  impreffe  nell'anima  da  Giesù  lefuefagrate  Stimmate  con  raggi  di 
fplendidijfima  fuoco .                                                                              37 
Cap.  2  7.  In  va  ratto  di  2  6.  ore  continue  partecipa  con  Giesù  le  pene  della  fua  fan- 
ti ffima  Vaffìone .                                                                                  37 
Cap.  2  8.  Ha  vny  eflafi  di  9.  ore ,  net  quale  èfpofata  da  Ciesù  alla  prefen^a  di  Sani 
Agoflino,  e  di  S.Caterina  da  Siena  fuoi  dinoti .                                     39 
Cap.  25?-.  E  coronata  da  Giesù  die srona  di  fpine,  affluenti  la  fanti f firn  a  Vergine , 
S.  Agoflino ,  S.  Aggelo  Carmelitano ,  e  S.  Caterina  da  Siena  .  39 
Cap.30.  Dimora  in  efiafi  tre  notti  alla  fila  ,  nelle  quali  e  eleuata  dalla  fanti f sima 
Trinità  ad  ahiffime,e  mirabili  intelligence  delle  co  fé  diuine  ;  &  iuefie  efer- 
cita  atti  interni  di  gran  perfezione .                                                         40 
Cap.  3  I .  Dimora  in  efiafi  40.  are  in  memoria  delle  40.  areiche  il  corpo  di  Giesù  flet- 
te nelfepolcro  \  nel  quale  eflafi  riccuc  da  Giesù  ilfuo  cuore ,    e  dal  Tad>e 
nenia  L'è  detto  y  che  le  chieggo. ciò  cìntila  vuole  re  dipoi  vede  Giesù  rifu- 
fatato  ,  &  ha  draote  intelligence  fopi  a  quvflo  mifleno  .  42 
p. $z.  Il  Signore  Dio  le  fa  intendere  tre  volte  3  wme  vuole, che  e  Ih  fi  e  ibi  fola  dt> 

PJ'ie  > 


1      AVOLA.  519 

pane  5  e  d'acqua  :  doppo  dyeffer  prouata  da  Superiori,  con  la  loro  licenza  l'- 
effeguifce.  ^  44 

Cap.J  3  •  Le  viene  data  dall'eterno  Tadre  la  regola  del  tempo  del  dormire ,  &  altre 
regole  di  vita  fpirituale  -,  le  predicela  prom^ione ,  che  vuol  far  e  di  lei  per 
cinque  anni, promettendo  di  infonderle  auanti  lo  Spirito  Sato  nell'anima,  46 

Cap.$4«  Rapita  in  eftaft  nella  vigilia  dell' Jlfcenfione  vede  Giesù  afcenderegloriofo 
al  Cielo  ;  &  in  vn  altro  ratto  ha  alcune  intelligenze  f opra  la  purità ,  la  quale 
in  forma  di  vefle  le  viene  da  Dio  comunicata .  47 

Cap.3  5  •  Stette  in  eftaft  otto  giorni ,  &  otto  notti, par  landò  di  co  fé  altìffìmt;  &  ogni 
mattina  ad  bora  di  Ternari  ceue  in  varie  forme  lo  Spirito  fanto.  47 

Cap.3  6.  Epilogo  di  tutto  ciò ,  che  fece ,  e  di  tutte  le  intelligence  f  che  ebbe  la  B  Ma- 
ria Maddalena  in  quefti  eftafi  di  otto  giorni ,  &  otto  notti .  49 

Cap  1 7.  Entra  nella  prouazione  di  cinque  anni  di  trattagli,  e  di  tentazioni,  che  Dio 
leaueua predetto',  &  élafciata  con  quelli  fen^a  alcun  ferimento  della  gra- 
zia di  Dio  la  mattina  della  fantijjima  Trin  ita  dell  'ami  01585.  57 

Cap.$8.  Delle  tentazioni,  e  trauagli  interni, eh  e  patì  per  cinque  anni  ;  efpecialmen- 
te  della  continua  vifta  mentale  de  Demoni,  e  dell'aridità  difpùito  ;  e  come 
in  effa  fi  portò  per  fuperarla .  N  60 

Cap.$9«  Delle  tentazioni  contro  lafede,che  elVebbe  in  quefti  cinque  anni-,  e  fpecial- 
mente  dell'arte  tp fata  dal  demonio  per  impedirle  la  frequenta  della  Santifft- 
ma  Comunione  dell' altare, e  de*  mez%i  co  i  quali  fuperò  quefte  tetazJonLói 

Cap.40.  Come  ne  predetti  cinque  anni  fu  atrocemente  tentata  di  beftemmia ,  e  del 
difpr  egio  delle  f acre  ìmagini  ;  e  de  modi  con  i  quali  ne  refiò  vittoriofa.  6$ 

Cap.41.  Quanto  crudeli  furono  le  tentazioni  di  di fper  azione ,  che  patì  in  quefti  cin- 
que anni-,  e  come  fu  più  volte  tenta  ta  di  lafciar  l'abito  della  Religione  ;  e  de' 
rimedi) ,  cheftferuì  contro  di  quefte .  6$ 

Q&Q.{LlSÌ>(e  cinque  anni  di  quefta  pronazione  fu  tentata  grandemente  di  Si4peybia,e 
di  difubidieza\e  come  co  molti  atti  vmili,e  virtuoft  vinfe  quefte  t  et  azioni. 6  5 

Cap.43.  Ebbe  ancora  gmuiffime  tentazioni di  Gola:,  e  come  di  quelle  ne  riportò  glo- 
riofa  vittoria.  6j 

Cap.44-  Tati  mólte  tentazioni  impure  ,  e  per  vincerle  fi  gettò  vna  volta  nuda  tra  le 
fpine  ifece  molte  penitenze  afflittiue  ,  &  vsò  altri  rimedi  efficaci .  68 

C3p.45.Zw  quefti  cinque  anni  di  pronazione  fa  la  Beata  Maria  Maddalena  molte 
volte  crudelmente  per  coffa  ,ftrafcinata  ,  precipitata  giù  per  le  f e  ale ,  &  i* 
varie  guife  tormentata ,  &  afflitta  corporalmente  da  demoni,  69 

Cap.46.  Quanto  valorofamente  fi  portò  la  Beata  Maria  Maddalena  in  quefta  bat- 
taglia co*  demoni.  71 
^ap.47.  Come  i  demoni  per  ritirarla  dall' aufler ita  del  fuo  viuere,  le  apparsero  in 
forma  di  Monache  :  e  come  per  fcreditarla  prefero  pia  volte  la  fua  effigie ,  e 
fecero  de  folleuamenti  nel  Muniftero  .  75 
^.  .Alcuni  conforti  fpintuali .,  che  ebbe  la  Beata  Maria  Maddalena  in  quefti 
cinque  anni  diprouazjone  \  e  fpccialmente  come  ella  riceuè  da  Giesù  ilfa- 

X  f e  et  t,o 


3 io  T     A     V     O     L     A.  " 

fcette  de  gli  finimenti  de  Ila  f uà  TaJJìone ,  &  altra  volta  VìfieffoOiesù  nelle 
braccia.  E  come  fk  confortata  con  vnfoaue  liquore  da  San  Tomafo  acqui- 
no ,  e  flette  quattro  giorni  ,  e  quattro  notti  continue  in  eflafì .  74 
Op-45?'  Ebbe  vn  altro  conforto  fpirituale  in  qutfio  tempo ,  e  fu  defsere  afficurata 
con  vn'mirabil  fegno  ,  che  ne  fuoi  ratti  non  era  ingannata  dal  demonio, 75 
Cap.50.Le  fono  moflrate  da  Dio  le  pene  delVnrgatorio,  don  e  vede  l'anima  d'vn 
f no  fratello.                                                                                         j6 
Op.J  I .  Le  viene  ordinato  da  D/o,  che  vada  fcalza,c  vefiita  d'vna  vilifsima  tonaca, 
e  con  vn  fegno  marauigliofo  confermò  Dio  quefiafua  volontà ,  quale  fu  da 
lei  efeguita  con  licenza  del  Tadrefpirùuale.                                           7  8 
Cap.y  2,  Vede  la  gloria  di  S.  ^Agofiino  ,  e  con  efjò  recita  VVffixio  Diuino.  \  ,         8  o 
Cap.y  3 .  Confermò  Iddio  ,  che  quefla  pronazione  venitta  da  fua  Diurna  MaeHàjcon 
V  operatone  d'alcuni  miracoli  fatti  in  queflo  tempo  della  pronazione  della 
Beata  Maria  Maddalena .                                                                     80 
Qap.$4*Come  il  Signore premiaua  di  quando  in  quando  conceleftifauorìgli  atti  vir* 
tuo  fi  ,  eie  vittorie ,  che  la  Beata  Maria  Maddalena  riportaua  dalle  tenta* 
Zjoni;  e  fpecialmente  come  doppoauer  vinto  le  tentazioni  d'impurità  fu 
dalla  fantiffima  Vergine  ricoperta  con  vn  candido  velo  ,  per  mezz°  della 
quale  fu  liberata  per  tutto  il  tepo  di  fua  vita  da  ogni  tentazione  impura.Sj 
Gap. yy.  D oppo  d'auer  vinta  la  tentazione  di  la feiar  V abito  della  Religione ,  à  da 
Giesù  riueftita  divn' abito  religiofo  inuifibile ,  edallofiejjo  desi* comuni- 
cata*                                                                                                8y 
Cap.5  6.  Cinquanta  giorni  auanti  alla  fine  de*  cinque  anni  della  fudetta  pronazione^ 
fa  vnafpra  penitenza  di  tutti  i  difetti ,  che  in  quei  cinque  anni  aueffe  com- 
mefìo .                                                                                             86 
Cap.y  7.  finiti  li  cinque  anni  di  quefla  pronazione ,  è  canata  dal  luogo  de*  demoni, 
e  dille  tentazioni  ',  e  con  giubilo  diT  aradi fo  è  coronata  da  Dio  di  molte  gr a- 
Zje9                                                                                                   26 
Cap.  y  8.  Ter  premio  della  continua  vifia  de*  demoni ,  patita  da  lei  nel  tempo  della 
pronazione  fi  it  su  le  promette  la  fua  continua  prefenz*  :  e  fé  le  fa  vedere  in 
tre  maniere  fioè  neW  infanzia ,  nella  fanciullezza,  e  nell'età  che  egli  morì 
per  noi .                                                                                                  89 
Cap.y  9«  Degli  efiafi  quaft  innumerabili,  che  ebbe  la  Beata  Maria  Maddalena  in  tut- 
to i  l  tempo  di  fua  vita:e  come  in  ogni  azione,  &  efercizjo  fpirituale,ò  tem- 
porale ,  era  rapita  fpe fio  in  efiafi .                                                            90 
Cap. 60.  Di  vari  modi  ;  e  circofianze  marauigliofc  di  qnefii  ratti ,  che  ebbe  la  Beata 
Maria  Maddalena.                                                                              91 
Cap  61.  Del  modo  ,  che  tennero  le  Monache  del  fuo  Mnniflero  nello  fcriucre gli 
efiafi,  che  eU  ebbe.                                                                              93 
Cap.62.  Che  i  ratti  di  quefla  Beata  ancor  vinerte,  furono  e f aminati  da  Teologi,  & 
affermato ,  che  non  erano  perillnfione  diabolica ,  ò  cofa  naturale,  ma  dini- 
na  ;  e  di  tanto  fu  afficurat*.                                                                 94 

Cap. 


C#pr63 .  La  verità-  de*  ratti  diurni  di  quefia  Beata  fu  confermata  da  Dio  con  vnfer~ 
unite  mi  acolo  :  quale  fu,  cbeflando  in  efiafiydipingeua,  e  lauoraua  d'ago , 
fen?aferuitfi  del  lume  elementare .  g* 

Cap.  £4.  Vèr  melato  da  Dio  lo  flato  di  molte  anime  paffate  all'altra  vita  >  alcune  ne 
vede  in  'Paradifo  y  altre  nel  Vurgatorio ,  &  altre  nell'inferno  +  96 

Ca^.6j*  Vede  trai  Santi  del  Taradifò  il  Beato  Luigi  Gonzaga  della  Compagnia  di 
Giesù*  Ioi 

Cap.  66.  Vedetta ,  efentiua  infpirito  le  co  fé  lontane  >  &  efientixcomefe  le  foffero 
pr  e fenti  corporalmente  \  I02 

Cap.  6j*  Fu  dotata  da  Dio  dtfpirito  di  profeta,  e  prediffe  molte  co  fé  future  f  quali 
poi  fi  ridderò  feguir  e.  104 

Cap.68.  V  redice  al  Cardinale  de*  Medici  jirciuefcouo  di  Firenze  *  che  egli  farebbe 
Vapa,  e  che  poco  viuerebbe in  tale  dignità .  Io£ 

Cap.69.  Treuede  alcune  Fanciulle  particolari*  che  doueuano1  monacar/i  in  detto  fuo 
Munifiero\  106 

Cap.y  o  0  ^id  vna  madre  di  famiglia,  cheimpediua  la  monacatone  di  vnafua  fi- 
gliuola ,  predice  la  morte  ,  in  cafligo  della  fua  oflmazione  *  1 08 
Cap.7 1 .  Vredice ,  che  la  Bigina  di  Francia  Maria  Medici  f  arebbe figliuoli  ma fichi 
più  d^rno*                                                                                           Iop 
Cap»72 .  Tredice  il  tempo  della  morte  di  molte  perfone  in  vari  tempi.               no 
Cap.7  3  •  Vede8}i  occulti  peri  feri ,  e  f egreti  del  cuore  altrui  *                             1 1  j 
Cap.74.  SCH0Pre  a(l  vna  fanciulla  la  fua  vocazfoue  alla  Religione  -y  e  dal  fuo  Munh 
fiera  vedeipenfieri  del  cuore  della  mede fima ,,  laqual  accettata  quiui  per 
Monaca  j  effendo  in  1  afa  del  Tadre ,  per  tentazione  fiaua  per  deporre  la  fua 
vocazione,  e  con  lefue  orazioni  la  libera  dalla  tentazione .                    1 1  j 
Cap.7  J.  Della  gran  purità  del  fuo  cuore  ,  e  candidezza  della  fua  co  faenza  .      1 1 7 
Cap.76.  Efame  dicofcienzaTchefece  àDio  invn  ratto  :  dal  quale  fi  raccoglie  la  fua 
gran  purità  di  cuore  .                                                                               1 1 8 
Cap-77r  Del  grande  amore  9  che  ellaportauaà  que°,a,  purità  di  cuore ,  e  deWodio  y 
che  aite  uà  al  peccato,                                                                                121 
Cap'7$  •  Quanto  foffe  grand* unione  della  fua  mente  con  Dio .                              122 
Càp.7  9 'Dell'afsiduità ,  che  ellaueua  nell *  orazione ,  e  della  dcuozione  con  che  re- 
citaua  il  Dittiti 0  uffizio.                                                                      1 2  4 
,$0.  Tre  par  anione ,.  che  ella  fece  alla  folennità  dello  Spirito  fanto  :  dalla  quale 
fi  raccoglie  la  grande  unione  della  fua  mente  con  Dio ,  e  Vaffiduità  nell'ora- 
zione*                                                                                                 126 
,8  I.  Ffercizio  fpirituale ,  che  ellafaceua  ogni  mattina  con  alcune  offerte  >e  prò- 
tefle  à  Dio  ,  dal  qualfi  raccoglie  UfieJJa  unione  di  fua  mente  con  Dio,  e  l  af- 
fiduità  nell  orazione,                                                                                1 2.8 
3  2.  Dell efficacia  delle  fue  orazioni  ,doue  fi  raccontano  alcuni  ca fi  mirabili  fuc* 
cedu  ti  per  mezzp  di  quelle .                                                                     1 3  & 
8  j.  Della  conformità  della  fua  volontà  con  quella  di  Dio ,                        134 

X    2        Cap. 


3X2,  1       A      V      U      L      A. 

Cap.84.  Le  mofira  Giesù  quanto  gli  piaccia  la  totale  raf segnatone,  e  quanto  gli  dif- 
piaccia  ogni  minimo  atto  della  propria  volontà.  136 

Cap.85.  Le  fono  date  da  Giesù  venti  regole  di  perfezione  fpirituale  :  e  quanto  ^elo 
ella  ebbe  cTofieruarle perfettamete,per  viner  co/orme  al  diuino  volere.  138 
Cap«86.  Dell' ardentiffimo  amore  con  che  amaua  Dio  :  e  degrandiffimi  ecceffi  che  el- 
la ebbe  di  quefi  amore .  1 40 
Cap.  87.  Ver  il  grande  ardore  dell  amor  diuino,  nelmez^o  delflnuerno  ,  fiverfa  in 
/eno  acqua  fredda  :  &  in  modi  mirabili  inuita  Vanirne  a  questo  amore  ;  &  è 
mirabilmente  pafciuta  dal  co/iato  dell' Imagine  dei  Crocififfb .  141 
Gap.ZS.Invnodi  quefli  ecceffi  rafciuga  ilfuiore  d'vn  Imagine  del  Crocififfb  •  Et 
altra  volta  con  vn' Imagine  di  Giesù  bambino  fa  alcune  diuote  offerte  all'è* 
terno  Tadre.                                                                                     124 
Cap.89.  Altri  atti  interni ,  concetti ,  e  parole  d'amor  diuino,  che  ella  sfogaua  verfo 
Dio.  144 
Cap  90.  De  Ut  dìuoxione  eh  ella  aueua  alla  Taf/Ione ,  &  alfangue  di  Giesù .  E  co- 
me  ogni  Venerdì  su  l'ora ,  che  Giesù  fpirò  in  Croce ,  era  fatta  partecipe  del 
fuofpirito  ,  eperfauore  concedutole,  patina  in  quel  giorno  dolori  di  tefla  in 
memoria  della  Taffìone .  1 4  5 
Cap  91.  Vn' altra  volta  è  fatta  partecipe  mirabilmente  de'  dolori  della  Taffione  di 
Giesù  y  la  quale  in  lei  viene  rapprefentata  il  Giovedì,  e  Venerdì  fanto  del 
1592.  147 
Cap.92.  Della  gran  deuo^ione^che  ella  aueua  al  fanti/fimo  Sagr  amento  dell'Altare; 
e  come  fi  comunicati*  ogni  mattina  con  gran  defiderio,  e  fame  di  queflofan- 
tiffìmo  Sagr  amento  .  150 
Cap,  93.  Come  più  volte  fu  comunicata  efiaticamente  da  Giesù,e  da  S.Alberto  Car- 
melitano ;  e  come  taluolta  vidde  Giesù  nel  cuore  delle  Sorelle ,  che  fi  com- 
municauano .  152» 
Cap.94.  H  aueua  grandiffimo  defiderio  ,  chele  Sorelle  del fuo  M  uni  fi  ero  frequenta f- 
fero  la  fanti ffìma  'Comunione,  &  infegnaua  loro  diuote  preparazioni,  e  cor- 
eana d'accenderle  àquefla  frequenta .  15  3 
Cap«95«  Della gr<M  diuo^one ,  che  aueua  alla  Beatifflma  Vergine , la  quale  fpecial- 
metefi  raccoglie  da  vnintellige'^a  ci)  eli' ebbe  la  vigilia  dell'  Afsutione.i  5  6- 
Cap.96.  Delguflo,e  %elo,che  Maddalena  aueua  dellagloria  di  Dh,e  che  gli  Vffi?i  di* 
uini  fi  recit afferò  con  diuo^ione  fpec  talmente  nel  Coro  .  159 
Cap.9  7.  Ebbe  gran  defiderio  del  martirio,  e  della  propagatone  della  S.Fede .   161 
Cap.98.  Ebbe grandijfimo  defiderio,eguflo  della  conuer fazione  5  efalute  de' pecca" 
tori ,  e  come  cercaua  d  imprimerlo  nel  cuore  delle  Sorelle .  l^z 
Cap.99.  Segue  la  medefima  materia:  Doue  fi  narra  il  gran  defiderio, e  gnflo,  che 
uà  di  patire  per  la  conuerfione,e  fedute  de'  peccatori ,  e  come  fi  accendeu. 
quello  defiderio.  *£ 
Cap.  1 00  Segue  della  medefima  materia, doue  fi  mofira  di  più  il  dolore \fbt ella  ara- 
na  dell  off efe  fatte  à  Sua  Diuina  Maeflà,  e  come  fi  doleva  del  poco  %clo ,  cÌk 

hanno. 


hanno  i  Superiori  dell9 emendale  conuerfione  de  peccatori .  1 67 

CaD  iol  Lefàmtender  Dio  in  vn  ratto ,  quanto  gli  flagrato  il  pregare ,  &  offerire 
il /angue  d  i  Giesù  per  ì  peccatori .  Et  in  vn  altro  ratto  le  moflra  tutti  gli  fia- 
ti de*  peccatori  del  mondo,  per  i  quali  ella  gli  fa  diuotifsime  offerte  del  San- 
ane di  Giesù,  &  impetrala  conuerfione  di  molti .  169 

Cao  102  Le  viene  mofìrato  da  Dio  il  cattino  flato  d  alcuni  Sacerdoti  particolari,  e 
le  fono  da  pia  perfine  raccomandati  altri  peccatori,la  conuerfione  de  quali 
con  lefue  orazioni,e  penitente  ella  ottiene .  1 72 

Cap.  I03.  Le  grandi  penitente  afflittine ,  e  maceratine  del  fio  corpose  faceua per 
amor di  Dio,  e  per la  filute  dell 'anime.  *1Z 

CaP  I OA  Del  7elo  che  aueua  della  filute  dell'anime  particolarmente  ver  fi  le  Mo- 
nache del  fio  Muniftero,e  ver  fi  le  ^oui^iey  e  Giouani, mentre fu  loro  Mae- 

(Ira  I7 

CaD  10%'con  qnanto  amore,e  carità  fi  portaffe  con  leJiouiye,e  Giouani  àtei  com- 
'  meffe,per  affezionarle  alla  Religione',  e  quello^  he  faceua  ne  tempi,  che  al- 
cuna fanciulla  fi  aueua  da  vefiir  Monaca,  òprofeflar  e .  177 

Cap. 1 06.  Come  ella  iflruiffe  le  ^ouiKie,e  Giouani  a  lei  commefie  nella  via  di  Dio,  e 
/penalmente  nella  dilezione  deWvna  con  Ultra  ,  nell  oratone, e  nel  reci- 
tar diuotamente gli  vffiz}  in  Coro  .  } 79 

Cap  1 07  Come  infegnaua  alle  fine  di  fi  epoU  ad  operare  con  pura,e  retta  intensione, 
e  tener  la  mente  vnita  à  Dio.el  cuore  aperto  alla  Superiora  5  e  quanto  con- 
to tenena  y  che  offeruafiero  il  fienaio  ne  tempi,e  luoghi  douuti .  182 

Cap  1 08  Come  efircitaualefuefuddite  nella  f propri  anione  delle  cofe  terrene  per  l> 
offeruan^a  della  pouertà  Bgligiofa  .  E  come  infegnaua  loro  a  cercar  Dio  per 
U  via  della  mortificatone^  non  per  me^o  de'gufìifpirìtnali .  1 84 

Cap.1 09.  Come  efercitana  le  fie  ^ouìye ,  e  Giouani  nello  sbajfamento  della  pro- 
pria riputatone ,  eflima,per  renderle  vmili .  1 85 

Cap  1 1  o.  Come  le  efercitana  nell  vbbidien^a  con  l  annegatone  del  proprio  ^lere,e 
del  proprio  giudico  ,  e  d*vn  modo  molto  vtile,che  tenena  per  {limolarle  aW 
emenda  de  loro  difetti .  '  lh7 

Cap  ili.  De  talenti,  che  aueua  Maddalena  nell  incaminar  Vanirne  alla  perfezio- 
ne I^ligiofa,  e  fpecialmente  della  prudenza,  e  del  ^elo  nel  fare  le  correzio- 
ni, &  illuminare  le  menti ,  e  muoueregli  affetti^  come  difeerneua  ottima- 
mente gli  [pinti ,  e  le  inclinazioni  delle  figliuole .  1 89 

Cap.l  12.  Come  per  diurna  virtù  penetraua  i  penfieri  delle  fine  fiddit  e .  192 

Cap.  il  3. Ver  il  grande  amore  ch'ella  portaua  al  fio  proffimo  ,fi  rallegraua  del  be- 
ne altrui ,  come  delfino  proprio  >  &  ogni  fio  bene  defideraua  grandemente 
di  comunicarlo  ad  altri .  J9$ 

Cap.114.  Quanto  fuffe  dedita  ali  opere  di  canta,  e  cornei  e fercitò  verfi  leMonache 

delfino  Muniflero con grandiffme fatichete difigi .  .      197 

Cap.  1 1 5 .  C  on  quanta  tran  carità feruma  all'inferme,  &  affifleua  alle  moribonde;  e 

come  per  affetto  di  carità ,  eper/ua  maggior  mortificazione  mcfielaboc- 


ca  ad  una  piaga  verminofa  d'una  Conuerfay  e  con  la  propria  lingua  leccò  aU 
tri  malori  delle  Monache .  20Q? 

Cip.ll6.BelUrÌ!tcren?a;  cheportauaa  proffimi,  e  fpecialmente  alle  Monache  y 
&  d  Sacerdoti y  e  Superiori  #  2oi 

Cap.1 17.  Della  grande  flima  ch'ella  faceua  delloflato  I\eligìofoy  e  deWamore  y  che 
portaua  alla  fua  T{eligioney  e  Munì fl ero .  2  04 

Cap.  1 1 8,  Della  flima ,  e  riverenza*  che  aueua  dey  fanti  voti  della  gigione  y  e  del- 
la lo r  rimi oua^ion  e .  2  o  6 

Cap.I  Ip.  Quanto  elU ifufie  perfetta nell'ubbidienza, e come  fi uiddero  in  lei  tutte 
le  perfezioni  di  quefla  uirtù .-  2o7 

Cap.I  2  o.  Della  fua  Caflità  angelica  te  come  rifplendeua  nelfuo  mito yygcfliye  pa- 
role. Come  dalle  fue  carni  fpiraua un  grato  odore-,  e  dell affetto  ye  riueren^a 
che  ella  portaua  alla  Verginità^  211 

Cap,  121.  Con  quanta  diligenza  Maddalena  cuflodifle  la  caflità  y  e  de'  me^i  y  chz^> 
ella  tenne  per confermarla,  e  fpecialmente  della  ritiratela  dalfecolo.  21$ 

Cap.122.  Fu 'grande  amatrice  della  f anta  pouertàì{eligiofay  godendo  di  patire  k 
neceffità  y  efentiua  difguflo  d'eterne fouucnuta..  2 1 6 

Cap,i  2  S .  Segue  dellamcdefima  pouertàdi  quefla  Beataye  come  efia  lofferuò  nel  uit- 
tojiel  ucflito,  e  nelt altre  cofe  necejfarie per fuo  ufo  „  219 

Cap.li^Deldefiderio  y  che  aueua  y  che  nelfuo  Munifiero  fimantencfsel  offtr- 
uan^a  della  pouertà ,  e  femplicità  ì{eligiofa  „  2  21 

Cap.  1 2  y.  Quanto  flimajfe,  efujfe  ofseruante  di  tutte  le  Tegole y  e  degli  ordini  della 
Religione  le  come  per  fuame^o  firiformorno  le  Coft imponi  delfuoMuni* 
fiero.  222: 

Cap.  126.  Defideraua  y  che  tutte  le  Religioni  fi 'riduce fiero  a  perfetta  ofseruan^a  y  e 
fentìuagran  difguflo  nel  uederle  rilafsat  e  y  particolarmente  nell'ofseruan^a 
del  uoto  della pouertàjper  la  quale  inofseruan^a  uede  molte  anime  litigio- 
fé  precipitare  n  eli  Infern  0.  2  2  jT 

Cap.  1 2 J*  JLuwfi  y  e  documenti  fpirituali ,  ch'ella  dauaper  acquiflare  la perfetto  - 
ne  Kg  ligio  fa  *  22J 

Cap.  12  8.  Intende  inuneflafi,  che  nuoue  pegole  particolari  fi  deunno  ofseruare 
nelle  Religioni, per  configutre  da  Dio  noue grafie  molto  importanti  alliflef- 
fé  J\eligioni .  229 

Cap.  129.  Cinque  petizioni y  intefe  che  fi  deupn  fare  à  Dìo  per  mantenimento  del- 
la ver -a  o/eruan^a  nelle  Religioni.  23  I 

Cap.  150.  Ver  defiderio  di  patire  nudamente  per  amor  di  Dio  y  rinmi^iò  a  Sua  Dini* 
na  Matflà  ogni  guflo  fpirituale ,  che  potè  fé  auere  \  e pati fee  per  molti,  ,:nni 
fino  alla  morte  grande  aridit  adi  fpirito  y  con  gran  coflan%a  ,eperfeueran 
^a  nel  bene  .  2  ?  2 

Cap.I  3 1  •  ^Alcuni  effetti  mirabili  della  fua  fantità,  e  particolarmente  dell  efficacia^ 
-virtù  della  fua  prefen^a  :  della  virtù  y  che  aueuano  le  cofe  3  che  fer lituano- 
per  -vfofiio,.  25 £ 

Cap- 


TAVOLA.  nj 

Capei  ?  2»  alcuni  altri  miracoli  operati  da  quefla  Beata  in  vita .  2  j  j 

Cap.i  j  ?•  Della  profonda  Vmiltà  del  fuo  cuore ,  /<*  quale  fi  raccoglie  dalla  bajsafti- 

>  md,e ni. concetto , che aueua di sèfleffa^e dell'opere  fue  .  2^7 

Cap.i34  Come  faceta  in  me^o  à  tanti  f onori  diurni  ad  auev  sì  vHeflima  disèflefsa. 
E  come  in  lei  era  eftmto  ogni  appetita  di  compiacene  vmana*  241 

Cap.  135.  Del  dcfiderio ,  e guflo ,  the  aueua  d'efser  difpreggiata ,  e  de  modi ,  che  te  ■ 
neua  per  efset  in  difpregio ,  e  vii  concetto  de  f noi  proffimi .  24$ 

Cap.i  ?<5.  Cercaua  d'occultare  ogni  fua  virtù  ,  e  di  viuere  afcofa  ;  òfconofciuta,fcn- 
tendo  gran  dij'guflod* ej sere flimata.  246 

Cap.i57*  C  on  quanto  jentimento ,  e  gran  concettatila  parlaua  di  quefla  fantavirtà 
dell'umiltà.  248 

Cap.i?8.  Come  ella  s'accefe  àgran  defider io  di  patire  nudamente ,  £  l'ottenne  per 
me^^o  d'vna  infermità,  che  le  cominciò  Vanno  1602,  nel  quale  fé  Le  ruppe 
vna  vena  del  petto ,  e  flette  per  due  anni  conualefcente  fen^a  allentar  punte 
il  rigore  della  fua  vita  .  250 

Cap.iiP»  Neirvltimo  eftafi,  che  ella  ebbej  di  nuouo  le  fu  mofiro,epromefio  da  Dio 
vn  nudo  patire  d!  vna  maggior  e  infermità  :  e  come  ella  fu  eletta  Suppriora 
del  Muniftero,e  dopò  fi  fermò  in  letto,  doue  flette  i  tre  vltimi  annidi  fua  vi- 
ta. Et  1  grandinimi  dolori,  che  con  gran  pa^ien^a  fopportò  in  quefla  infer- 
mità. 25* 

•:Cap.i40>  D'alcuni  atti  di  virtù  fpeciali,  cheella  fece  in  quefla  infermità ,  e  parti- 
colarmente del  defider  io,  che  ebbe  della  fantifs.  C  omunione,  del  %elo  di  reci- 
tare l' vffi^io  diurno;  E  dell 'aufterità  della  vita ,  &  atti,  dTmiìtà,e  Carità. 

25<S 

Cap.141.  Con  gran  diuo^ione  ,dr vmiltà riceise  gli  vltimiSagr  tmenti:  dàreligìofi 
ricordi  allefue  Monache  :  le  QccorronbneWvltimodifua  vita  altre cofe mi* 
. r abili ,  e  rende  fantamente  lofpiritoÀ  Dio .  *  S  8 

Cap.\42.  Dell'esequie  fatte  al  fuo  Corpo ,  della  diuo^ione ,  e  concorfo  del  popolo  :  9 
della  fua  Sepoltura .  262 

Cap.  143.  Cajo  mirabile  occorfo  il  giorno  dalla  fua  ftpoltura  :  e  fu,  che  il  fuo  corpo 
morto,  allaprefen^advnGiouane  lafciuo  fi  voltò  da  per  sèflejfoinaltra 
parte.  2.6^ 

Gap»  144.  Come  il  fuo  corpose  confa  uato  mir  acolof amente  ine  or  r  otto, <&  hàfcaturi- 
toper  motti  anni  vnfaauifflmo,  e  miracUofo  liquor  e, rendendo  continuamen- 
te vrfodor  mirabile .  254 

Cap.145.  Mcuni  altri  miracoli  fuc  ceduti  per  tnterceffione  di  quefla  Beata  doppo  la 
fua  morte,  appromti  dalla  f aera  Bgta  Bimana,  e  dalla  Congregazione  de* 
B^ti*  '  2(5'5 

Cap.ì  46.  Mire  grafie  marauigliofe  ottenute  fer  inter  ceffone  di  quefla  Beata ,  no- 
tate nell'altre  imprejfioni  della  preferite  Vitadal  Signor  Vince?i%pTuccini, 
molte  delle  quali  fono  teftificate  ne*J?roccffi ,  ma  però  non  approuate  per  mi- 
racoli dalla  f  aera  B^ota»  16 7 

Jap.147.  Mtr e  grafie  marauigliofe }  cb;  oltre  ali1  apprettate  per  miracoli  dalla  Sa- 
cra Bgta ,  fi  trouano  teftificate  ne'Trocejfi  formati  in  Firenze  per  la  Beati- 
ficatone 


5x6  T     A     V    O     L     A. 

fic anione  di  quejla  Madre,  prima  per  l'Ordinano ,  e  poi  per  autorità  jlpofio* 
He  a .  27  ? 

Cap.  1 48.  Mtre  grafie  feguite  ad  interceffione  di  quejla  Beata  nella  Città  di  Lucca, 
ef aminate  in  vn  Trocefiò  remi  fiori  ale  formato  in  quella  Città  ad  iflan^a  del» 
le  Monache  di  S. Maria  de  gli  *Angiolt  il  quale  per  no  effer  fatto  io  kgitima 
auttorità,non  è  flato  approuato  Ma  però  vi  fi  trouano  depofie  con  giuramen- 
to da  molti  teflimoni  Nnfrafcritte  grafie:  la  fede  delle  quali  fi  rimette  a*  Let- 
tori* (  zyj 

Cap.I4P-  Della  fama  della  fantità,c  diuo^ione  de*  popoli  verfodi  quefla  Beata,auan* 
ti,  chcfujje  beatificata •  232 

Cap.  150.  Della  Beatificazione  di  Suor  Maria  Maddalena  ,  fatta  da  Hoflro  Signore 
Tapa  orbano  Ottano.  28$ 

pap.l  J  !•  Come  ne*  giorni ,  che  fi  celebrò  nella  Cbiefa  delfuo  Muniftero  lafefia  della 
fua  Beatificazione  >  multipltcò  miracolofamente  foglio  d'vrì  Orcio  •      il  5 


%%&:/&  {&*$$ 


IL    FINE 


BINDING  C^r,  FEB  1  7 


9BL 


BX  Puccini,   Vincenzo,  D.   Sic, 

4700  Del                                            * 

M37P84  Marie  Maddelene 
1666 


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