V,
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VITE
PITTORI > SCULTORI,
ARCHITETTI
NAPOLETANI
No» mai date alla luce da Autore alcun?
DEDICATE
AGLI ECCELLENTISS. SIGNORI ,
ELETTI
DELLA FEDELISSIMA CITTA' DI NAPOLI .
SCRITTE DA
BERNARDO DE DOMINICI
NAPOLETANO.
TOMO PRIMO.
IN NAPOLI M. DCC. XLII.
Nella Stamperia del Ricciardi .
Con licenza fé* Superiori.
/
I
I
AGLI ECCEI LENTISS. SIGNORI
E LETTI
Della Fedeliflima Città di Napoli.
LI SIGNORI
D. NICOLA CARACCIOLO Marchefe
della Bella per Capuana
(D. BARTOLOMEO DI MARX
(D.FRANCESCO SANCÌ IEZ DI LUNA
per Aiont agna .
D. CIO: BATTISTA PIGNATELLI
Duca dì S* Demetrio per N?do .
D. CARLO DE DURA per Porto,
D. NICOLA DI LIGUO RO Duca di
Puzzomauro per Portauova.
Il Prefidente D. NICOLA COLOMBO
per lo Fedelifftmo Popolo .
ECCELLENTE S. S7GN0RI.
I quanta bellezza , e di
quanto ornamento fiano al-
le Città , e alle Nazioni
tutte le nobili Arti del Difegno , non
a 2
e mio
è mio penfiero di rapprefentare alk_
EE. VV. ? le quali per se fteflè coru
diletto il veggono ; e leggendo i Libri
di molti antichi , e moderni Scrittori,
con fomma laude le truovano mentova-
te. Perciocché, trallafciando l'Architet-
tura , cotanto neceffaria , non fola mente
per bene abitate , e per ripararci dalla
inclemenza delie Cagioni affai meglio
che gli animali bruti, e' poveri Conta-
dini non fanno ; ma eziandio* per Iéu
magnificenza degli edincj pubblici , e_
fopratutto de' Sacri Templi , defiinan
al culto della Santa Religione ; (e noi
riguardiamo la Pittura , e la Scoltura,
elle fono arti dQÌ tutto maravigliofe_. ,
imitando quanto di bello , e di va-
go fi feorge nella natura, e rendendoci
anche in un certo modo fendibili le cofe
celeftiali , ficchè venerando le Sacre__
Immagini , o dipinte , o (colpite , deter-
miniamo la noftra mente alla adorazio-
ne di Dio , della SS. Vergine , e degli
altri Santi che godono in Paradifo, Lo
fleffo Iddio preferiffe a Moisè la forma
dell'Altare, e dell'Arca del Teliamen-
tO 3
to , e de' Cherubini , che la rendeano
ornata. A gran ragione adunque venne-
ro quefie due Eccellentiffime Arti iru,
foni ma (lima appo i Popoli più culti ,
e rifehiarati ; e la faggia Grecia nella—
educazione de' nobili Giovanetti vo!le_
che la Mufica , e la Pittura avellerò
buona parte. E quindi è che non fola-
mente Fabio M affano , ma molti Ce-
fari , ed altri Sovrani dell'antichità , per
tacer de' Moderni , della Pittura fi di-
lettarono, e co' primi Mae/iri di efla_
vollero gareggiare . Imperciocché l'ani-
mo nobile , avidifllmo di gloria , da—
quelle arti fpera laude maggiore, le di
cui opere perfette fono efpo/ie agli oc-
chi di tutti gli uomini . Per mezzo di
effe gloria non fugace , ed utile non^
palla ggiero fi merca ; ma immortale^
eterna fama fi acqui/la , non fottopofta
all'imperio di quella , che fi chiama For-
tuna . In fatti di quella fola fpecie di
Artefici fi fon vantate le Città più il-
ludo, e le Provincie più gloriofe, e di
quelli foli leggonfi da dotte penne regi-
(Irate le Vite , per gloria degli ante-
paflati ,
pallini ) e per incitamento a' prefenti ,
che in sì nobil carriera fi vanno eferci-
tando . De' Pittori 7 e degli Scultori ,
quafi più che de' Filofofi , e degli Ora-
tori, vantodi l'antica Grecia : e di efli
pregiafi oggidì Ja no/Tra Italia ( per ta-
cer delle nazioni di là da' Monti) Tem-
pre fludiofa delle belle arti . Teflimo-
nio Firenze > Bologna , Vinegia ; Geno-
va , ed altre illufìri Città ; ciafcuna del-
le quali y vantando i pregi de' Profef-
fori fuoi , ed innalzando infino alle Stel-
le !e opere eccellenti da e/fi fatte , in-
vogliarono i loro giovani a feguitare le
gloriofe vefiigie de* Raffaeli! , de' Cor-
reggi * ^e' Tiziani > e de' Michelan-
geli *
Da così illufìri efempli fui mollo an-
cor io parecchi anni addietro a compaf-
fionare la forte di molti antichi Pittori ,
Architetti , e Scultori della noftra Pa-
tria , i quali , avvegnaché degni di mol -
ta lode per le opere da loro lafciateci,
giacevano nondimeno nel bujo della di-
menticanza per difetto di penna pietofa,
che di fottrarneli prendefle cura : e que-
fto
ilo compaffionevol penfiero cotanto mi
affliffe , che alla fine nel mio animo de-
liberai d' intraprender qualfivoglia intol-
lerabil fatica per eternare , quanto col
mio debol talento poteffi , la memoria
de' trapaflàti , e de' moderni profeflòri
Napoletani , e del Regno , e nel tempo
ideilo proporre il loro efempio innanzi
agli occhi de' noflri viventi Artefici , e
maflimamente di coloro che la nobile^
Arte della Pittura profetano . Imprefa
invero affai malagevole dopo si lunga
trafcuratezza , e filenzio de' noflri , e_
d'infinito e lunghiffimo /lento per con-
durla al defiderato fine.
Ma come niuna , quantunque nobile
Profeffione , può farli ftrada tra V emu-
lazioni, e le gelofie fenza de' grandi ap-
poggi ; perciò egli è convenuto a me.
nel pubblicare quefìa opera , prefentarla
a perfonaggi autorevoli ed illuflri , che
a gloria della Patria , e lode eterna di
loro fleffi , ne prendeffero sì efficace , e
valorofo patrocinio , che animati gli ftu-
diofi dalla bontà de' Protettori , cercaf-
fero di fare acquifìo della perfezione , e
fé poflìbil folle , di fuperare eziandio i
più rari , e famofi Maeliri dell'antichità.
Or quali Perfonaggi poteva io imma-
ginare a sì grande uopo convenienti ,
più che l'Eli. VV.? anzi qualbiafimo io
non mi avrei addoffato , ad altri prefen-
tando le Vite de' Pittori , e Scultori di
quefla nobiliflima Patria , che a' degnif-
fimi Eletti di lei medefima ? Degli altri
libri la Dedicazione è un effetto volon-
tario del rifpetto del Dedicante ; ma di
-queflo ella è una confeguenza neceflaria
dell'argomento che vi fi tratta . E poi
facendo meftieri di foftegno, e di prote-
zione, eflendo TEE. VV. infigni per no-
biltà , per 'fapere , e per grado , e mo-
flrando di benignamente approvare , e
gradire , ficcome io ipero , quefla opera,
non dubito punto ch'ella mercè l'auto-
rità voftra farà rifpettata , gradita , e pre-
fa infieme per norma da' giovani ftudiofi
della Pittura . .Sarà dunque eterna laude
delle EE. VV. il rendere l'onor dovuto
alla Patria, ed accender l'animo de'fuoi
Cittadini Profeflòri a dare al pubblico
opere degne dell'immortalità : laude in-
vero
vero degna de' voflri illuflri Antenati ,
i quali fra le altre loro gloriofe azioni
ninnarono officio di vero Patrizio il pro-
teggere le belle Arti ; ne sdegnarono di
applicar talora la guerriera , e vittoriofa
mano alle opere del dilegno.
lo farei troppo temerario a voler ram*
mentare all'EÉ. VV. medefime que' pre-
gi , che avete fempre prefènti ? rimiran-
do cotidiana mente nelle voftre danze i
ritratti de' voflri Maggiori; né leggendo
iloria , in cui di qualche illuflre lor fat-
to non fi faccia menzione . E chi po-
trebbe mai raccorre in brieve le glorie
dell'antichiffima Cafa Caracciola, feconda
fempre di Eroi? Il celebre Scipione Am-
mirato de' foli Caraccioii Rolli riempì
molte pagine della fua celebra tiffima ope-
ra delle Famiglie Napoletane, per tace-
re di Francefco de' Pietri , e di altri
Autori di minor grido . Così la no-
biliffima Cafa Sanchez de Luna , die
alla antica origine de ks rìcos bombres
di Spagna aggiunfe non ordinario Splen-
dore co' fatti egregj , e colla Signoria di
Grottola , e di Gagliati . Taccio ancora
b della
della Famiglia de Majo , già detta de__
Madio, tempre ragguardevole per nobil-
tà , e per dottrina ; e che ha iàputo a'
pregi della Toga accoppiare l' esercizio
dell'armi , e l' inclinazione a favorir le__
belle arti ; e malìimamente quelle della
Pittura : Ma qual lode dee dirli propor-
zionata alla chiari/lima Cala Pignatelli ,
gloriola ugualmente nelle arti della pace,
e della guerra inlin da' tempi più remo-
ti , e fecond illima non Ibi di Capitani egregj ,
ma di Prelati intigni , e di Cardinali , e
di un Sommo Pontefice. Così della gran-
dezza della Cala di Dura > una delle antiche
dette Aquarie , ne rendon chiara te-
fiimonianza le Iuq infegne in un piliero del-
la noi Ira Cattedrale, rifatto a fpefe della
medelima , a gara degli Orfini , e de
Balzi, che altri ne rifecero dapoi, allor-
ché per un tremuoto ella Cattedrale fu
rovinata : feoiio evidente non folo della_
C-
pia liberalità di tai Signori , ma del gu-
flo che aveano nelle arti del dilegno , e
dell' Architettura . Né decli pailar lotto
filenzio la gloria a' tempi noliri acquillata
nell' arti della guerra , e fpezialmente da
1 D.C,.
D.Camillo di Dura , Duca d'Erce , creato
General di S.Chiefa dall'immortal memoria
di PP.Inn.XlJ. Né punto meno amante delle
arti del difegno fi e dimoftrata l'antica nobil
famiglia Ligorio ; vantando nel Tuo Pir-
ro un nobilillimo fublime ingegno in fat-
to di Antichità Greca , e Romana , e di
Architettura ; e tale ch'egli fu carifsimo
al Sommo Pontefice Paolo IV. , e per la
fina eccellenza adoperato in varj edirlcj
pubblici nel gran Teatro dell' Univerfo ,
eh' e Roma, il buon gufto nella Pittura
li è difillo infino alle Donne della fa-
miglia ; come ossidi con ammirazione
degl'Intendenti li icorge nella Sig. D. An-
tonia de Liguoro, la quale co' tuoi vir-
tuoiì pennelli accrelce il pregio delle no-
fbre arti , maeflre\ olmente trattandole .
Ma qui non debbo io tacere del merito
immortale altresì del Signor D. Nicola
Colombo ; dappoiché in picciolo ipazio
di tempo avendo con incomparabil retti-
tudine efercitato la difficile , e penofa ca-
rica di Eletto per lo fedeliiìimo Popolo,
egli e pervenuto a quel grado di ripu-
tazione , e di fama al quale non cosi di
b x kg-
leggieri altri potrà giungere per J' avve-
nire . Ma che dico io ? Non foffrifce la
fu a modefiia ch'io mi dilunghi nelle fiie
lodi, la maggior delle quali confi/le nel-
P averle colla fu a rara prudenza , e...
modeflia meritate , infiem co' novelli
onori di Prefidente ; di cui dal no/lro
clementiffimo , e faggio Monarca Egli è
{lato rimunerato . Supplico adunque umil-
mente TEE. V V. a gradire , e protegge-
re con magnanimo cuore quelle Vite de'
noftri ProfeiTori del difegno , che a gran
ragione ho prefò ardire di confecrarvi;
acciocché colla voftra potentissima prote-
zione riforga nella no/ira Patria il preflò
che vacillante Audio della Pittura ; re-
candovi a memoria , che le buone Arti
fon certe piante che di leggieri s'inaridi-
fcono qualora non fiano innaffiate dal fa-
vore de' gran Perfonaggi , fimili all' EE.
V V. ed all'incontro eflere officio de' buo-
ni Covernadori delle Cittadi il promuo-
vere quelle Virtù , che alle medefime
aggiungono e fplendore , e ricchezza .
Tanto io fpero ed auguro alla noflra
Napoli , mercè la faviezza , e grandezza
del nobilifsimo animo voflro ; E final-
mente
mente , applicandole a benignamente ac-
cettare non folamente l'opera, ma il mio
zelo ancora nel lavorarla in molti anni
per onore della comnn Patria, con pro-
fondifsima riverenza mi fofcrivo
Delle EE. VV.
Napoli li 20. Marzo 174;,
■
■ajomo> -seno-
Xkttìhfu \ Dtòdtìfs. > èè Ollìiaììfu Sp*
Bernardo de Dominici.
S. R. M.
i U Ai
I^Rancefco Ricciardi pubblico Stampatore protrato a' piedi della
M. V. umilmente le rapprefeuta , come defidera dare alla luce
delle Stampe le Vite de* Scultori , Pittori , ed Architetti Napolitani ,
illuftrate , e compilate dal Pittore Bernardo de Dominici j Ricorre per-
tanto alla M.V. , e la fupplica degnarli di commettere la revifione del-
la medome , a chi meglio parrà proprio alla Reale illuminata voflra
mente , e lo riceverà a grazia ut Deus .
Adm. iy. V.Magifìrwn Thomam Mi laute OrJ. Prétiic. hujut Vniver-
fìtat.s Studiorum ProfeJJorem prò Bjvijìone die z.menf. Feernar.it 41;
Nicolau» de Rofa Epifc. Puteol. G.Dep.
S. R. M.
Llbrum elucubra tum a Bernardo de Dominici , 6c etrufeo fermone
confcriptum cum epigraphe Vite de' Pittori , Scultori , ed A) chi'
*e///'mihi cenforio calculo probandem demandatum non percurrente
oculo legi , nec per volam , aut per hilum ab ErhiceCriftiana , aut
e juribus Regia; Majeftatis illum declinare confpexi ; quapropter pofTe
in vulgus edi cenfeo . E Gouventu S. Spiritus die xxn. Februarii An-
no parta; falutis MDCCXLI.
M.V»
Humillìmas , &• AddrSìJfimus Client
F. Plus Thomas Milante .
Die n.Martii 1741: Neap.
Vifo referipto S.R.M. fub die fexta currentis men(is,ac approbatione
fr.éla ordine prasfata? M.S.de commiflione Rev.Regii Cappellani Majoris
per A.R.P .Fr.Thomam Pium Milante Reviforem Regalis Camera San-
cì» Clara providet , decernit * atque mandat , quod imprimatur rrm
inferta forma pr;efentrs fupplicis libelli , & approbationisdi&i RevKo-
ris i Se in publicatione fervetur Regia Pragmatica . Hoc fuum .
MAGGIOCCO. CASTAGNOLA- FRAGGIANNI.
III. Marchio de Hipolyto Prasfes S.R.C.
temp.fubfcnpt. imped.
ili. Marchio Roca non inteifuit;
Maflel/onus .
EMI-
EMINENTISSIMO SIGNORE .'
FRancefco R"ccnrdi pubblico Stampatore (applicando efpone a Vo-
li ra Em. cerne defidera dare alla luce delle Stampe le Fife de' Pit.
fori, Scultori, ed Architetti Napoletani , illutrate, e compilate da
Bernardo de Dominici , e perciò ricorre a!h Em. Voftra , e la fupplica
degnarli di commettere la revifione delle msdefime a chi meglio le
parrà , e lo riceverà a grazia ut Deus .
Do>n.T).Jacobui Martorellus Grac* Hi/lori* in fregia Studiorum Viti-
v.rfitatt Prcf-JJor rtvideat , &• refirat . Vatum Keap.hac die ?.
Septemè.if+i. ' '
Julius "Ricalata Tomus Can.Deb.
o
PRINCEPS EMINENTISSIME .
.Ptaverat Petrus Paullus Rnbenius vir & litteris & pittura ad mi-
_ ' raculum cultilfimuS cum ad Frane. Junium fcriberet,ut de Italo-
rum pidìuris hiftoria conficeretur , pratfertim de ex.mplaribus ac pro-
totypis qua? hodie publice proftant , ut digito commoltrari omnibus
poilènt & dicier ha?c funt : hoc p.i&o materies uberior artis hujus ftudio-
ìis prarberetur , ita Rubenins . Bernardus de Dominicis ad patria: bo»
num natus Neapolitanorum non dumtaxat picìorum , veruni & qui in
ilatuaria atque archittcìonice valuerunt vitam & opera in lucem tra-
xit , ut & Rubenii defiderio afTitim f.iceret , atque ixemplo fortt aliis
magnuum urbium Italia* noftrse viris , quo de fuis quifque picìonbus
& picluris egregie mererentur , fcnptifque eas confignarent . Quantum
laboris in hoc opere ornando durarit Bernardus nofter , piane colligitur
ex d imita hftione codicum ac membranarum . Miratus fum praeterea
ordinem atque acre judicium , quod in nobilium noftrorum Artifìcum
txemplaribns exponendis attulit . Sane fimilia mihi videntur Auftoris
volami na illis imaginibus, (ut ne ipfe quidern a piftura difeedamj qua;
e lapillis diverficolonbus belle compadYs fiunt , qualis illa Satyri cpi-
grammate Gra»;o celebrata , Se "Iheuderici Gothorum Reg's memorata
Procopio: dcltcìat qnidem varietas , moltoque mag s ex ipfa varietate
confurger.s pulcra fpecies. Qime nihil cavendum eft , ut opus hborio-
fi ili mi
fifììmi viri pubh'cas ufurae fìat : omnibus enìm cara funt acque in deli-
ciis patri» ifthajc iwiix^t**™, Neap. Idib.Decemb. MDCGXXXXI.
Obfequium fnmmum profejj'tts.
J. Martorellus Licter. Grajcarum Interpres i
Attenta relation» "Domini fyviforis Imprimatur
Neafo/i hac diexvu. Decembris 1741.
Julius Nicolaus Tornus Can.. Beput.
•
^
I
VITA
D I
PIETRO, E TOMMASO
DE' STEFANA
Vea la mifera Italia affai perduto di que' belli or-
namenti , che ricca , appreflb di tutti gli uomini
l'avean fatta conofcere per la Reina di Europa ;
Concifuflecofacche tutte le buone Arti non Colo
fcemate fi vedefibno in lei , ma a buona pezza to-
talmente mancate i Anzicchè naufragando nel di-
luvio de' mali , che l'irruzioni de' Barbari , l' in-
telaine guerre, portando Iuttuofe calamitadi , avea-
no cagionato j ogni più bella facoltà , e nobiliffi-
ma fcienza , feco fommerfa avea * Reftando aflbrte con effe le nobilillì-
me Arti della Pittura , ScolCura , ed Architettura . Pure nella Città di
Napoli , ebbero perb in così orridiffìmo tempo un qualche conforto in
cosi mif rabil naufragio quelle derelitte Sorelle ; Dapoic he di tempo in
tempo videro qualche raggio di lume , che lor compartiva benignamen-
te il Cielo ; fé bene non lo miraflero mai più così fereno , come ne* lor
primi anni ; e/Tendo cortefemente accolte da' Cittadini , che non poco
prezzorono que' Maeflri , che in ogni fecolo , con decoro di qut.ll' Arti
vider fiorire . Ma que' molti oltraggi , che forfè per particolar Provvi-
denza fcampando dalle mani delle Barbare Nazioni , non furono all'in-
tutto ballanti a dillruggerle , cerco farli ricevere ilt.mpo in replicati
modi per innientarle ; Oapoicche in un con lo opere dillrufle egli p.r
molti fecoli le memorie di que' Maellri , che 1' aveano decorofamente
operate ; con danno notabililfimo delle Arti fuddette , e della Patria no-
ftra . Quando (come a Dio piacque ) acciocché alla Vii tu il fuo premio ,
ed a' Maeflri il lor utile , con piena laude non mancarle giammai , fé
fuccedere nel Reame di Napoli la Signoria d ' Rè glori, fi Angioini i ne1
patrocinio de' quali ripigliando forza le fmarrite facoltà virtuolè , ed in-
fieme con e/Te , infra le librali Arti , la Pittura , Scoltura, ed Archi-
tettura ; fi videro quelle non folo rifiorate de' parlati danni , ma ripolle
ancora nel lor primiero onora ti ffimo luogo, prima inNipoli, che al-
trove, tuttocche l'altrui paffione ( non volendo fupponere altra cagione ,
poicche fea^a quella farebbe malignità ) vogli altramente far credere»
A come
% Vita di Pietro , e Tommafo
come delle Vite che fieguono di Pietro , e Tommafo de' Stefani fi può'
conofcere appieno .
Nacquero quelli due Uomini famofiflìmi in quel tempo , circa gli
anni della noftra redenzione is^o. , o poco più , mentreiche di poco
avanzava Pietro il Fratello ; e nella lor puerizia fi videro talmente inchi-
nati alle cofe del difegno , che fu necefììtato il di loro Padre , chiamato
per quello fi dice , Jacobaccio , ad appoggiarli ad alcun Pittore , che in
quelli tempi incolti rozzamente operava ; e li raccomandò ad uno , che
ancora nella Scoltura, e di legno , e di marmo fi efercitava ; col quale
tanto profitto fecero quelli Fratelli , che lafciando il Maeftro , comincio-
rono ad operar da se fteilì , facendo ftudio con il buon lume del vero, co-
me il meglio poterono in que' tempi tanto calamitofi per le buone arti S
e Pietro fi fermava bene fpeflb a contemplare le Statue di Cadore , e Pol-
luce , e quelle , che allora ftavano nell'atrio della Chiefa nominata la
Ritonda ; la quale ne' tempi antichi era ancor ella da' Gentili a' fallì Dei
confecrata ; delle quali Statue , alcuna fé ne vede ancor'oggi nella cafa,
che fu di Bernardino Rota , celebre Poeta Napoletano , ed altre nel Pa*
laggio de' Conti di Madaloni ; e con quelle contemplazioni , potè fare
quel profitto , che in cafa di ("ufficiente Maeftro fatto averebbe ; indu-
cendo col fuo efempio Tommafo a fare il medefimo, che egli faceaj laon-
de cominciorono ad operare varie immagini , ed opere di Scoltura, delle
quali farò parola fenza alcun ordine ferbare delle prime opere ; attefoche
a noi non è pervenuta notizia , per tanti giri de* fecoli, qual fufle primi,
o dopo operata da loro in que' primi anni .
Fece Pietro molti divotiflìmi Crocifilfi fcolpiti in legno , alcuni de*
quali fino ad oggi fon tenuti in grandilfima venerazione ; eflendofene al-
tri perduti , per effere Itati conlumati da lunghezza di tempo . Uno de'
primi , che egli fcolpifle , fi dice e/Ter quello , che Uà fituato nell'anti-
Crocifi!!") «r» chilllma Chiefa diS.Reftituta , edeficata dal Magno Goftantino ; il qual
S.R.eiticuts . Crocififio vedefi in un muro laterale all'Altare di una Cappella , prima
di arrivare a quella della noftra Donna del Principio ; op;ra fatta a Mo-
faico dal Tauro , come nel Proemio delle Vite fi dille : Un altro Croci-
Altro in fiifo , anche in legno fcolpito , fi vede con molta venerazione nella Ghie-
5. Mariaa_, fa di s.Maria , detta a Piazza . Cosi fece quello della antica Ghiefa di
^""n Cd s-Gregorio Armeno , e fece ancora altre immagini di Santi ,che in quel
Ji^Scolcura cemP° furon foPra S1' Altari Gol,ocate » Come ln S-Gio: in Fonte vi cra*
«li Pietro, no le Statue tondi di S.Gio: Battifta , che battezzava N. S. , le quali in
procefiò di tempo effendofi per l'umido confumate , vi fu fatta la tavola
Ciocih'flo coj m,fter0 medefimo , che al prefente fi vede . Così lavorò altre imma-
nenVchief 2ini Sante a S# Afpremo , a S. Severino , ed oggi con fomm\ divozione
«lei Caiminc '' venera ancora di fuo, il Crocififlb miracolofo della Chiefa del Carmine
Maggiore . Maggiore , fituata nella gran piazza del Mercato ; fainofiflìmo per lo Mi-
racolo
De' Stefani. 3
facolo accaduto nell'anno 1436. , in cui calo la Sacratiffima Telia , pec
fchivare la palla del Cannone , venuta dal Campo del Rè Alfonfo Primo i
Coma riferirono tutti gl'Iftorici delle cofe di Napoli , e come teftimonia
la palla mcdefima , che predo al Tuo Sagratiflìmo Capo attaccata fi
vede .
Intanto Tommafo avanzatoli nel difegno, con gli efempj , con gli
precetti fraterni * e con la fcorta di qualche pittura , delle migliori in
Sue' tempi , rimafta da alcun buono Maellro , che ne' fecoli innanzi avea
orito ; come amhe di alcun altro , che negli anni fcorfi avea Sacre Im-
magini per le Chiefe dipinte, vedendofene a fuoi tempi in quella di S.Giu-
liana , di S. Cecilia, di SLionardp , ed altre ; e poco innanzi a lui vi
cran (late dipinte l'Immagine di S. Maria , nella nuova Chiefa eretta dal
p.Agoftino di Aflìfi * e quella del Crocififlb Santiffimo , che parlò all'An-
gelico Dottor S.Tommalò , e da altre , e con le conferenze , che da loro
iteli! quefti fratelli faceano , avea in alcun opera dimoftrato la prontezza
dello fpirito fuo ; per lo che, gli venivano allogate moke Immagini di
Santi , per quelle Chiefe , ove la divozione di coloro , che le chiedeva-
no , avevano quelle fondate , ovvero in eflè qualche loro Cappella . Co-
sì eflèndofi fparfa la fama della fomma loro abilità nella Pittura , e Scol-
tura , fecero molte opere nella Ghiefa de' Frati de' 7-occoli , quella me- _, .
defima accennata di fopra , la quale alcuni anni innanzi aveva edificata pratjie jc.c
il P.Agoftino , che fu Compagno di S. Francefco di Aflìfi , e quella era Zoccoli, che
Ctuata fopra una amena Collinetta , che fopraftava al mare , intitolata flava o\ e-»
S.Maria del Serafico P.Francefco dAlTìfi i la quale fu poi dal Rè Carlo ora è edifi-
Primo d'Angib fatta diroccare , con altre Chiefe , e conmoltiffime Cafe, cat0 CaftcJ
per edificarvi il Regio Caftel N'iovo . Fecero poi altre opere nella Chie- nu0V0 *
fa di S.Maria delle Grazie , fituata anch'elTa nello Hello luogo , e poco di-
fcoilo dalla fuddetta de' Frati di S. Francefco . Così dipinfero ambedue
n quelle _, ed in altre Chiefe d.vote Iinm igini j giacche Pietro eflb ancor
dipingendo , avea profittato della Pittura ; benché quella poi , lafciando
del tutto a Tomm.do fuo fratello , che in efla fi era mirabilmente avan.
zato , fivolfe egli alla Scoltura de' marmi , nella quale tal profìtto fe-
ce « che ne meritò queha laude , e qusgli onori , che in appreflb vede-
remo .
In quello mentre eflèndofi da per tutto fparfa la fama delle pitture
di Tommafo , volle l'Arcivefcovo Aigleno , che dipignefle alcuni fatti , Aigleri»
e miracoli di alcuni Santi Vtkovi , in un gran Cappellone dell"antico Arcivdcovo
Pifcopio, e principalmente del noflro gloriolo Protettor S.Gennaro ; laon- dl N^P''1*
de egli incontrando con lieto animo quella buona congiuntura, vi efpref- Ii6°*
fé tutte quelle belle ftork- , che dall'Arci vefcovo ordinate le furono ,
con tanta aggiuftatezza di componimenti grandi , con grazia di attitudi-
ni » e di colorito , che parve un miracolo in que' tempi , in cui ogni
A s buona
Vita di Pietro, e Tommafo
buona difciplina era quafi del tutto (penta . Dipinte inoltre a' PP. rli
S-B^filio , che la Ghiefa di S.Michele detto a Marfifa poffédevano , la me-
defimì , che poi eflì cedettero a que' Frati di S. Domenico , che da Papa
Gregorio Nono furon mandati , per fcdare le loro difcordie ; dipinfe di-
co la tavola del S.Michele Arcangelo ; la quale poi in progreffb di tempo
da' Fnti di S.Domenico , Ai conceduta al Cardinale Rainaldo Brancaccio
quindo edificò la Chiefa al luddetto Arcangelo dedicata a Seggio di Nido ,
e fi venero nello Altare di eifa , infino , che infronditali più la Chiefa ,
e medefimamente la Tribuna , riufcendovi perciò affai picciola quella
tavola * vi fu fatta dal rinomato Marco da Siena , quella beliiflìma che
Celano nell' V| fl ve^e » e 'a tavoìa di Tommafo fu trafportata nella Sagriftia , ove
antico cuf io- ancor oggi confervafj ; e della quale anche ne fa menzione il Canonico
fo,e bello d« D.Carlo Celano ne' fuoi libri dell'Antico , del curiofo , e del bello della
Napoli . città di Napoli .
R' M fre- Ma variando le umane vicende , occorfe prima la memorabil rotta
di vinto da del Rè Manfredi , e dopo quella dell'infelice Rè Corradino , nelle pianu-
Carlo Pri- re di Tagliacozzo , nel 1266., che perciò impadronitofi del Reame di
mod'Angiò. Napoli Re Carlo Primo d'Angio , fi diede ad ornare la Città di fortifica-
Che ancho zjonj ^ e ^ (>njefe j Conciofliacofacche per edificare la bellifsinu fortez-
dinoC ed" 2a del Cartel nuovo , ed avvalerfi di quel fito , gli convenne far dirocca-
acquiftò il re le nrntovate Chiefe ; laonde in luogo di quella eretta dal B. Agoftino,
Reame di edificò a que* Frati la nuova Chiefa, non molto dalla prima dittante , con
Napoli . j] difegno , ed affiftenza del fa mofiflimo Architetto Gio: Pifano , da lui
R" (-a T0 chiamato ; perciocché in quel tempo fi ritrovava il primo Mafuccio in
fa venire di Roma , per offérvarvi le buone fabbriche , e le eccellenti mifure degli
Firenze Gio: antichi Maeftri , e perciò in niuna cognizione venuta del mentovato Rè ;
Pifano Ar- che di poco" entrato nel domiuio del Regno , aveva bensì memoria di
elmetto , ed c\occ\^e veduto avea nella Città di Firenze ; Che perciò vedendo le opere
crczion- dei di Tommafo , e giudicatole migliori di quelle colà vedute , del tanto ce-
Caikl nuo- lebrato Giovanni Cimabue , volle , che da lui fufle dipinta la Tribuna ,
\o . ove nel mezzo l'Immagine della 8. V. fopra tavola , già fatta dipingere
dal B.Agoltincuuentovato , fu collocata , fopra l'Aitar Maggiore ; di-,
pingendovi ancora altre varie ftorie di altri Santi , fecondo la pia divo-
zione di quel Rè , o di altre perfone . da cui le furono allogate , per fi«
tuarle in quelle gentilizie Cappelle , che nella mentovata Chiefa fi avea»
no edificate ; Ma quelle per dtoro dipinte , e quelle del Re , perche era-
rio a frefco , fi perderoiio , allora, che la Chiefa ebbe ad «ngrandirfi , ed
alla moderna rifarfi , effèndo alla Gotica ufanza edificata , come in quel
tempo fi coftumava . Veggendofene delle antiche Pitture fatte allora , fo»
iamente l'immagine ftiddetta della B- V. del B.Agoftmo , che nel nuovo
Aitar Maggiote trafportata, fi vede al prefente con venerazione de' fe-
deli.
* • Intanto
De' Stefani . 5
Intanto avea fatto ritorno alla Patria l'Architetto Maluccio , dapoi-
chè aveva intefo le magnifiche fabbriche , che il nuovo Re vi facea , ed Ma/iiccio
orTertofi di fervido , con afftftere per la perfezione di quelle , giacche non aC'ftè al fi-
potendo più trattenerfi il Pifano, dovea partire per la Tofcana, ed e/Tendo nirj,e"t(>
flato dal medefimo Giovanni accreditato a quel Re , fu da effo adoperato, eriche
per conofeere appieno la fua fufficienza , affinchè potefìè poi fervirfi di minciatt-»
lui in quelle Fabbriche, che egli avea in animo edificare, fenza che de* Fo- dal Pifano»
r.iftieri maturi avefTe più bifogno . Così rimano foddisfatto di veder
condotto a fine il Cartello , e la Chiefa fuddetta , gli commife la edifica-
z:one di un nuovo Duomo $ a quale oggetto avendone Maluccio formato
un compiuto modello, e ccn elfo appagato li Re,fi diede principio alla fab- Reedìfica-1
brica negli anni 127 2. , a quale tirata innanzi , per la generofa contribu- p'.fne . ^S1
2Ìone di quel pio Regnante , fu dal medefimo comandato a Pietro de' Ste- J1|C°^*„ f
ani, che tuoi lavori di marmo vi racefie , 1 quali in appretto diremoj4indi pitture fatte
volendola adornar di pitture, ordinò a Tommafo,che con fuoi pennelli ar- nel detto.
ricchifTe d'immagini Sacre il Maggiore Altare ; laonde egli vi kce la tavo»
letta per lo fuddetto Altare,divifa in tre compartimenti, con le cime pira-
midate, com'era l'ufo di qua' tempi, effigiando in quel di mezzo l'eterno
Padre, che foftiene il fuo Figliuolo confitto in Croce, e da' lati vi fece
varj Santi Protettori con S. Gennaro : dipingendovi la Tribuna a frefeo ,
e ne' muri laterali di detto Aitar Maggiore, vi fece varie Storie,che efpri»
mevano azzioni della Vita della B.V.
Fabbricando»" la Cattedrale concorfero molte perfone nobili di quel Varie Fami-
tempo in adornarla con gentilizie Cappelle , ed in fra gli altri i Carac- sJ'e n°|T'e
cioli , e gli Ajerba , i quali le fecero dipingere da Tommafo con efpri- Cppeflenel
mervj varie ftorie di Santi lor Protettori , (opra le volte di effe , e d'in- Pifeopio.
torno a' muri laterali , avendovi negli Altari collocato immagini della
B. V. , e del Salvatore del mondo , con le figure de' loro antenati in<*i-
nocchioni , figurate più pLciole , com'era l'ufo in quei tempi , ne' quali Perche ra-
per venerazione coitiimavano l'immagini facre figurare affai maggiori del &}"n^ S,}'1 211
vero , e di quelle degli uomini che l'adoravano , e che molto piccioli ve- >IC" Puto™
nivano effigguti ; allegando per ragione di cotale ufo , l'umile abbuffa- aflaj gianji
mento di s mede-lìmi avanti laMaeftà di Dio , della B. V. , e la gran- le Sacre im-
dezza de' Santi fuoi ; e di qui nafeeva l'ufo di effiggiare il Salvatore di magini , *-^
maravigliofa grandezza , ed altresì la fua Santiffima Madre , il qual' ufo I116!'1 , dt,
veramente avea avuto l'oricine da' Greci , che ancor oggi il coftumano . ?!?!,.,„,„ Ì,„i
\t !• fi r 1 adorano moi
Ala ritornando ali opere di pittura ratte da Tommaio , dico , che tra per to piccioki
1 incuria de' Pofteri , che poco dilettanfi delle antiche memorie , e tra Ofointiodot
per gli accidenti accaduti , come dell'effe* paffate alcune Cappelle fotto to ila'Giec»
altro dominio , per famiglie già fpente , e perciò rifatte di architettura ,
e pitture , poche opere fé ne fon conferiate , e quelle in gran parte ritoc-
che , e guaite da ordinario pennello i come nella Cappella de' Minutoli ,
no-
6 Vita di Pietro, e Tommafo
Cappella nominata da Giovanni Boccaccio , fi dirà ; eflèndofi ancora la maggior
de 'Mininoli parte perdute per un gran tremuoto , in cui quello Pifcop.o rovina , nell*
nominata-» anno 1446. , come fra gli altri Autori , riferifee S.Antonino. Quelle
. Boccac" però de' muri , fotto della Tribuna rimarle in piedi , furon buttate giù ,
Orrèndo tre Per ingrandir la medefima , dal Cardinal Vincenzo Carrafa , dopo, che
nuoto per a fpefe di p.ù famiglie nobili , fu rifatto il Duomo mentovato» e dallo
lo qiwle 10- fteffò Cardinale efkndo fiata fatta fare la tavola del maggiore Altare, dall',
vino il Pi- eccellente permeilo di Pietro Peruggino , maeftro del Divin Rafaello da
Chfefa Cfli orbino » m la tavoletta diTcmmalo trafport.,ta nella S'acriHia , ove al
San Dome- preftnte fi vede fepra un Iato dell'Altare di efia ; vedendofi ancor di lur
nico mag- una mezza figura . rapprtfentante il Salvatore , dipinta fcpra una porta ,
giore. ^ (-jj'^ jja ]. t0 ana Cappella della famiglia Gamb?corta j e quella , con Tal-
li Cardinal pitture fanno teftimonianz-ì ne' tempi noflri , della virtù di Tom-
Vinccnzo f *
Carrafa fé- malo.
ce fare il Ma intanto , che l'opere del Pifcopio fi proféguìvano , eiTendofi eree^
quadro a ta prima la Chiefa diS. Lligic Maggiore , nell'anno 1270. defideravano
Pietro Pe- j tre ponviatorj jj efTa % cnt furono G10: Dotto , Guglielmo Eurgundo, e
jo§ "Aitar f ^'o: i-'cne^ tne f°fà ornata di Pitture , e perciò dal Re Carlo primo *
Mrggioit^ da cui aveano ottenuto il luolo , ottennero anco il Pittore , laonde con-
dii Pifcopio venne a Tommafo dipingervi molte Stoiie,ddle quali pitture fino a noilri
,. giorni alcuna ancor le ne vede,e maiTirmnente quelle del primo Pillerò j
S&ieio e intontro ia P°rta maggiore , ove mirarli la efTgpre d«'luddetti tre Fon-
fiic pitture . datori , cerne dalla ikrizione fotto di loro fi Ugge.
Ma è tempo ormai di venire all'opere di Pietro fuo Fratello.il quale,
dopo , che queLle di legno ebbe fcolpito , fu fritto animofo dal meeiefimo
Maellro , che infegnato i primi rudimenti gli avea ; concioffiacofacche ,
le bene quello Maeilro dozzinale fi folle , pure alcuna pratica dimcftrare
ad e flbpotea dell'operare in marmo ; giacche perlopiù era in cotai la»
vori impiegato ; ed elTendo veramente uomo da bene , cercò per tutti
verfi la difficile operazicne corrmunicarli . Pietro, che giovane era, e
perciò volenterofo di atquiflare perfezione nell'arte , vi applkò in tal ma-
niera , che jn breve ne f^ct acquifto ; laonde fece molti lavori , così di
Altari , che di Sepolture ; ed elTendo in quel tempo morto in Napoli Pa-
papa Inno- pa Innocenzo Quarto , ai2.Decembre di quell'anno I2f4. conofeiuto
cen2o IV. quello Artefice iufficiente dall'Arcivefcovo Pietro , ancorché giovane lofi»
poli™ e tuo fe * 8'1 aIlcB° la Sepoltura di quel Pontefice , nella quale vi fio'pì egli la
Sepolcro, fua ftatua , con il ritratto al vivo , che lomigliantillìmo riufeì ; la qual
Sepoltura fu trafportata nella nuova riedificazione , fitta da Carlo primo,
del Pifcopio fuddetto , nel Coro , per ordine dell'Arcivefcovo Umberto ,
circa il 1 31 f. , dove elTendo rimarla infin che cadde il Pifcopio pel tre-
muoto fuddetto del 1446. , come fu reedificato di nuovo , fu tralporta-
U quella Sepoltura vicino la Porta della Cappella de' Sacerdoti Miflìonarj,
th'è
De' Stefani. 7
eh' è nel muro della Sacriftia , ove al preferite fi vede * ed ove fu curata
con Aia nuova memoria del Cardinale Annibale di Capua ; leggendoli Annibale dì
nell'antico marmo l'epitaffio che comincia Capua Aici-
Hic fuperis digtius , requie feit Papa benignus fra veicovo <U
Villa da' nobili quella Sepoltura , ed ofTervata la Statua , che il (ud- **"
detto Papa ben famigliava , cola maravigliofa in que* tempi , per l'impe-
rizia dell'arte, vollero alcuni , che i Sepolcri de' loro maggiori Pietro fa-
cefle ; per la qual cofa , fecondo le occalioni , ebbe a fare moltiffimi la-
vori di marmo , che nel rinovarli le Chiefe per modernarfi , e per eiTei
pallate le Cappelle ad altre Famiglie , nulte fé ne fono perdute , come Eu„en;0
riferifee l'Eugenio nella fua Napoli facra ; Avendo alcuni poco curanti nellaNapoli
delle memorie antiche , fatto convertire que' marmi in altro ufo , che di Sacra .
Sepolcri , collocando l'offa ne' Cimiteri . Si vede però , fitta da Pietro ,
la Sepoltura di Bernardino Caracciolo , Arcivefcovo di Napoli * con fua
Statua , e ritratto al vivo , il quale morì in concetto di Santità nell'an?
no 1262. , come nella fuddjtta Sepoltura fi legge.
In quello mezzo reedificandofì /l nuovo Duomo , per ordine di Car-
lo Primo di Angiò , che avea in quel tempo col fuo valore acquiftato il Lavori dì
Regno di Napoli , come fi diffe , fu propollo Pietro dall'Architetto Ma- P^tro mi
Cuccio a quel Re , per valente Scultore , giacché ne' molti lavori » che llcoPl',,
avea egli condotti a perfezione , per tale erafi fatto conofeere ; laonde gli
furono da Carlo ordinati alcuni lavori , che erano neceilarj per abbellir di
marmi la mentovata Chiefa . Pietro incontrando con lieto animo una
cosi buona occafione > per la quale potefle intieramente ne' fuoi lavori
foddisfarfi , e rendere appagato quel Pregnante , che de' fuoi comandi ono*
rato l'avea , li pofe ad operarvi que' lavori , che dall'Architetto Mifuc*
ciò gli furono add,t<ui nel fuo modello ; chiamando alcun altro Maellro
in fuo aj'uto , oltre de' giovani fuoi difcepoli , che l'alfiltevano . Cosi la-
vorandoli continuamente fi vide in poco tempo la nuova fabbrica molto
avanzata , mfieme con lavori di marmo , e dopo alcuni anni ridotta quafi
a perfezione ; lavorandovi Pietro , oltre degli ornamenti del Tempio ,
alcune tavole di bado rilievo , per alcuni Altari , due delle quali fi veg-
gono in alcuni Altaretti , vicino le fcale , che al Succorpo conducono ,
che Uà fotto del maggiore Altare ; ed in uno di elfi vedefi effigiato nel
mezzo un Ecce Homo , e da' lati la B.V. » e S.Gio: Evangelifta piangenti,
che efpnmono mirabilmente il dolore , ellendovi nell'altra , dalla parte
oppolla , il Salvarore con altri Santi , e quelle fono tutte mezze figure >
fcolpite di ballò rilievo in tre tondi . L'altre tavole di marmo con balli
rilievi fimili , fono poi Hate rimotìe , per farvi ornamenti alla moderna 5
ma in alcun luogo della Chiefa fé veggono le memorie > elTendovi altri
Aitar: tei , e fimilmente altri baffi rilievi in altri luoghi , fcolpiti dal no-
ftro Pietro»
Di
8 Vita di Pietro , e Tommafo
Di già era a buon termine li fabbrica della Chiefa , e non mancava5
no fé non gli ornamenti , ma mentre volea compirli ii Pifcopio , finì la
vita il fuo Fondatore , che fu Carlo primo d'Angib, come dinanzi fife
parola , e come nel marmo , che ftà (opra la Porta maggiore di efla Chiefa
fi legge . Il qual Re tuttocche anguftiato dalla prigionia del figliuolo , e
da' prepuramtnti di Guerra , che nella i uglia facea, non avea perb giani*
mai mancato di dare ordini per lo profeguimento di quella , e l'averebbe
Re Carlo a perfezione veduta , fé morte non lo aveflè tolto di vita in Puglia , nel
primo mori mentre che a Brindifi voleva incamminar»" , per ivi apparecchiire pode-
*npugl" "^ rofa Armata , e con efla ricuperare la libertà del fuo figliuolo; per la
** qual morte rimafero veramente imperfette molte parti del fuddetto Pifco-
pio , ed in fra l'altre , gli adornamenti per la facciata della Porta mag-
giore , di cui fé n'erano cominciati .i lavori ; venendo ella tutta adorna-
ta di Statue , con altri ornamenti di bianco marmo ; come dopo molti an-
ni fece efeguire la pietà del Cardinale Arrigo Minutoio , cioè nel 1406. ,
dall'Abate Antonio Bamboccio , come nella vita di quello Artefi e fi dirà,
con permillìon del Signore . Ma Pietro non ceflando dall'applicazione de*
CrocifiiTo fuoi lavori , fece il Crocififlb di legno , .per collocarfi nel maggiore Al-
del PiJcopio, tare , fopra la conetta dipinta dal fuo Fratello Tommafo , e vi fece la
con altra for Croce di capricciofa figura , perche fece ufcire dal tronco di fotto due fer-
ma «ii Crote 2j jj piede dopo , due altri tronchi , in cui afflile le braccia del Crocififlb,
e per collocarvi il I.N.R.I.alzb da dietro una raba2Zetta,congionta al pri-
mo tronco , che appunto fa la figura di uno aperto y greco , ma con lun-
go piede per foftenerla ; Il qual crocififlb , nel rinovarfi la Tribuna , ed
adornarfi di marmi , come fi difle , fu dal Cardinal Carrafa fudetto fatto
riporre fcpra l'Altare della Sacriftia , ove al prefente con venerazione fi
vede . Riftaurb poi il Sepolcro di un di cafa di Capua , che per cagion di
r ifarfi il Pifcopio , era flato rimoflb dal primo fito , e fu fituato nell'ufeir
del Coro . Dcpo di che gli fu ordinato da Carlo II. , fucceduto alla Coro-
fj^c'ìu na del R gno,la Sepoltura del Re fuo Padre con la fua Statua,la quale Pie-
Primo. tro tutta tonda , ed a federe condufle; qual Sepoltura finita, fu collo-
cr.ta dal canto al Maggiore Altare , ove ftiede fin che dal Cardinal Gie-
fualdo empiamente fu tolta ; perciocché non dovea un che era ornato del-
la porpora di S. Chiefa, per proprio intereflè , o per altra appaflìonata
cagione , lafciare infepolte l'ofla di un Regnante, a cui dovea I'obligo del-
la lua magnifica riedificazione , la Chiela Napoletana ; ma quella pietà
che non ebbe egli , fu compartita a quel Reyio Cadavero dal Conte di Oli-
vares , allora Viceré , il quale avendo udito un tal fatti , col defedarlo
ancor egii, volle onorare la memoria di un tanto Re, facendogli a proprie
fpefe engger nujvo Scpoloro di porfido , e di altri marmi , e lo fé collo-
care su la porta del Vefcovado fuddetto ; vedendofi ora la Statua da Pie-
tro fcolpita , cu la porta minore delle tre» che ha il Pifcopio , e l'altra su
dell'
De' Stefani. p
dell'altra porta , che l'accompagna , anso da lui feolpita , è di Carlo Se-
condo , ambe in due nicchie collocate , poiché ambe fono effigiate fe-
denti .
Avendo il mentovato Re Carlo II. , ad imitazion di fuo Padre , q,}0 jt >
eietta a' Frati di S. Domenico una magnifica Chiefa , a S. Maria Mad- Angì0 iref-
dalena dedicata per voto dell' ottenuta libertà , dalla prigionia del Re fc la Gliela
D. Pietro di Aragona , in cui era caduto , dopo l'orrendo Vefpro Sicilia- d.' S.Dome-
no , e quella eretta nell'anno 1286. con difegno , modello , ed affiflen- "^.°.aoF0 la
za del famofo Mafuccio , come nella fua vita fi farà menzione , volle an- ueJ Re D
cora, che Pietro varj ornamenti di marmo vi facefie , nelii quali lavori Pietro d'A-
alcuni archi di Cappelle , fcolpiti di baffo rilievo fi comprendevano , ol- raSona.
tre gli Altari , ed 1 di loro ornamenti ; ma di quefli poco ora fé ne veg- -ummon-
gono, per ledi fopra mentovate ragioni. Finita quella Chiefa Regale, niciu'c°aWr"
la qual mutando nome, in proceffo di tempo , S.Domenico Maggiore eretta nel
venne appellata , convenne a Pietro lavorar prima una caffa Sepolcrale , il8J poiché
e poi gli ornamenti , che foflener la doveano , per un figlio del fuddttto ll) l'x-fl'an-
Re Carlo , ed in quefla Caffa vi fcolpi alcune floriette di baffo rilievo con no. . . "rto
fomma diligenza. Dicefi, che quei Sepolcro fatto da Pietro , reftò in- ìYmdpT,
franto, per eff.r lavorato di marmi gentili , allorché cadde quella ma- Cai lo fud-
gnifica Chitfa , nel mentovato tremuoto , riferito da S. Antonino , e che detto.
per tal cagione non potè più rifarli, laonde i Frati pifero le offa regali
unite a quelle del Principe Filippo; Altri in altro modo fanno il racconto;
ma il vero fi è , che della caffa del primo Figlio morto a! Re Carlo non fi
sa veramente ciocché ne fia accaduto , dopo rimoffa da dietro l'Aitar
Maggiore , allorché vi trafportarono il Coro , che , conforme all'ufo an-
tico , flava in mezzo della Chiefa lìtuato in quel tempo .
In quello mentre effendofi nell'anno 1 27 f. eretta la Chi-fa di S. Mi- ChLfa di
ria , detta a Sicola , luogo ove era l'antico feggio di tal nome , da Lione S. Maiù a
Sicola, nobile di tal feggio , e gran Protonotano del Regno , per Carlo ^KOi"> e.rec-
primo d'Angiò , e volendo quello ornarla di pitture , ne diede di qu-fte ", .ola L°n*
il penfiero a Tommafo , il quale volentieri incontrando l'occafione di
fervire un Signore di ottime qualità , come era riputato Leone , oltre
nll'autor.tà , che avea , giacché era per quelle fue doti molto amato dal
Re Carlo fuddetto , gli dipinfe per l'Aitar Maggiore una bella Imagine
di Maria Immacolata , e ne' muri laterali di cfTo , come nella vclta del-
la Chiefa vi effigiò fatti di fua fantiffima vita . Ma di quelle pitture al-
tro non confervafi , fé non l'immagine mentovata della B. V. , per l'an-
zid.tta cagione di rinovarfi le Chiefe j la quale Imagine anche al gior-
no d'oggi , operando molti miracoli , è tenuta informila venerazion da'
Fedeli j Dapokhe dal Sicola detto effendovi iflituita una Compagnia di
divote perfone , in cui furono aggregati con i due pnmi Carli d'Angiò ,
anche il terzo della cafa di Duralo , e Ladislao fuo Figliuolo , operò
U Iddio
i o Vita di Pietro , e Tommnfo
Lidio per mezzo di quella Santa Immagine varie grazie, e miracoli in."
fin d'allora , eh- pero ogni Sabbato foiea vifitarla la Regina Gianna
Seconda per un fuo voto , avendo per mezzo di efla una volta avuta I»
grazia della fanità del Fratello , che infermo di fciatica , non avea al fuo
male alcun rimedio trovato ; laonde ella in rendimento di grazie , veni-
va ogni Sabbato a farvi orazione , come dicemmo , e come per tal fatto
può leggera" da chi che fia il marmo , che nella fuddetta Chiefa di fuo or-
dine vi fu porto , con la feguente memoria ,
Re Ladislao Divus Ladislaut %ex , cum morbo ftalica ejjet infiBut , Convtrftfs
lana dalla_5 ad B. V. Siciliani liber evafit . D. Joanna forar Ladislai qualibst Heb-
1 t pei jomatja in jje Gabbati eandem fumma cum vtneratione vifìtabat , ab ea~
mezzo ai , ~ ,.,
qutfta Ima- "f"7?»/"^'"' fatientes , farti redibant .
gine. Così dipinfe anche varie immagini per la Chiefa di S. Niccolò , det-
to anch'egli a Sicola , eretta da Purinel/a , figliuola del mentovato Lio-
Purinclla ne ; ma di quelle pitture , alcuna memoria più non fi vede , per le ac-
Sicola e?ig- cennàfeg cagioni ; nelle quali Chiefe folamente le Sacre divote Immagini
gè la Crucia,- r .P * r _ . „ e
ài S.Nicola onervaCe ' con tralportarli con muri medefimi , ove elle turon
dipinte , per fomma diligenza , e divozion de' Fedeli .
Mininoli Aveano in quello mentre i Minutoli , nobili di Piazza Capuana ,
eriggono la eretta ne! nuovo Pifcopio una loro Cappella , della qaale avea tatto il
lor° CaP" difegno Mafuccio , e volendola rendere adorna Hi lavorati marmi , che
fcovado C ne"° ^'tare ^' en"a apporta/Tero una ricca vaghezza , ne commifero a Ma-
luccio il pernierò , ed egli vi fece di gotica Architettura il difegno , che
per la novità molto piacque, elTendo de' primi ornamenti, che in tal'ufan-
za più degli altri riccamente fi alza/Fero in forma di Tribuna, nella Chie-
fa Napoletana , il quale fu meno in opera da Pietro , che fin fotto la vol-
ta alzò l'acuta piramide dell' ornamento ; e vi pofe la Statuetta della
B. V. col Bambino in braccio nella cima di efla , indi in faccia di quello
corpo ufeendo un altra piramide , che di fotto la prima un braccio , e
mezzo veniva a Ilare , vi fituò aitra ftatuetta , rapprefentante il Salva-
tore , e per accompagnare quelli acuti finimenti , alzò da' lati , fui vivo
delie colonne , che foftengono quella Tribuna alla gotica , due pirami-
dette , nelle cime delle quali vi collocò l'Agnolo Gabriele , e la B. V.
Annunziata . Sotto del primo tompagno , che fa Tribuna di fopra , vie
una acuta lunetta , anch'ella di gotica bruttura formata , in cui vi pofe
tre Ihtuette , fcolpite dall'Architetto Mafuccio , le quali rapprefentano
Gesù Crocifi/To nel mezzo , e da' lati la B. Vergine Addolorata , e S. Gio:
Evangelica , e dopo lìeguino più fòtto altre immagini di Santi , fcolpite,
ed indi vi fu poi fatto dall'Abate Bamboccio il Srpolcro del Cardinal Ar-
rigo Minutolo , che dopo di molti anni mori , come in npprelfo nella
vita di coftui fi dirà . Di fotto quello Sepolcro fi vedono gli ornamenti
dell'Altare , il quale aiuhe di marmo (la d'intorno abbellito di lavori ,
con
De' Stefani . 1 1
con molto giudizio , e finimento condotti. Reftava per ultimo compi-
mento ili ornarli di pitture quella Cappella , perciò vi fece Tommafo
nelle due parti laterali delio Altare fuddetto quattro Compartimenti di
finto ftucco per ciaftun lato , i quali contengono quattro quadri un Co-
pra l'altro fituati , e quel di (opra restringendoli nella fua fommità , ter-
mina alquanto in acuto per accompagnare l'ordine della cima di eiTo Af"-
tare , che piramidato alla gotica , fecondo il cortame di que' tempi era
formato , come già fé n'è fatto parola .
Efprefle adunque Tommalo ne' fuddetti otto quadri le Storie della Storie d
Paflìone di Crifto , e nella prima di l'opra dal canto del Vangelo, tffì- Paflìone d*
gib il licenziamento, che fece dalla SS. Vergine , per andare a patire ; Crì/fo di.
ed in elfa oflervafi la Paflìone della dolente Madre, e la coftanza del fuo P'ncs ^a_.
Figliuolo . In quella dell'altro canto vi fece f Orazione all'Orto , e vi n°^n,aJ^
fono i tre Appoftoli , che dormono , in attitudini molto proprie , e pjj^ dt. ^P'
graziofe . Sicgue fotto quello del licenziamento la prefa del Signore nell' natoli.
Orto fuddetto , ove fi vede il traditore Giuda baciare l'innocente Mae-
firo , che pazientemente lo guarda , e fotto la Storia dell'Orazione men- Q-UfHe pìt-
tovata , vi è quella delfefame , che fa Pilato a Crifto ; Così fotto la Cllie Per 0"
prefa all'Orto vi è efprefla la flagellazione alla Colonna , e nella crudeltà Cardi j
di quei Miniftri , fi ofterva la pazienza del Redentore , eflendovi dall'ai- Pìgiiacelii
tro canto dipinto l'Ecce Homo, additato al Popolo Ebreo da Pilato .Neil' Arcivei'co-
ultimo , fituato nel primo lato vi è effigiato il Redentor Crocififlb , con vo .d' Na-
gran numero di Soldati,e di Popolo, e vi e la B.V.dolorofamente coftante ?? '. "*
a pie della Croce , eflendovi ancora S. Gio: Evangelifta , con le Marie ; ja /tAou*0
e nell'ultimo dell'altro Canto , vi è rapprefentata la glonofa Refurrezio- /le cole ieri
ne del Salvatore , il quale fi vede in atto di ufeire dal Sepolcro , ed i ye , non fi
Soldati Pretoriani fpaventati per tanta luce ; ed in tutte quelle pitture'0110 '';oc-
cercò Tommafo dare unità , ed efpreffione a' fopuetti , the elle rappre- c'"cf .
, . . r . ,. . °- r . . rr gotto picto-
fentavano , che certamente in riguardo di quei primi anni , hanno tanto re % cfe ui
di buono , e del ragionevole , che recano diletto a chiunque le guarda . tìmamenre
Ne quella è ella efagerazion della penna , dapoiche di quella Cappella in- l'altre pic-
tefe di far menzione il Boccaccio nella novella quinta , della feconda gior- 'ur£dl 1uel
nata, nominando la Sepoltura dell'Arcivefcovo Fil.ppo Mmutolo , <he :a an>cJia
iij i <■•!•• r i ii ii. . ignora ntc-
ivi con gli altri di tal famiglia e lepolto , nella qual novella rende ancor niente gua-
tetlimonianza , come in Napoli coftumavanfi i ricchi arredi ; laonde da ftu va colli-
rio comprendefi , che infin da quel tempo vi era i! lufl* d'adornar le Ca- "ovarle.
fé , con nobilmente mobiliarle ; or dunque con quanta maggior ragione, Boccaccio
e dovere , doveano effer refe adorne le Chiefe ; il perche conehiud.fi, che "' ., eca"
eflendo li maggior ornamento della Chiefa la Pittura , e la S-oItura , non Gìorn. t.
mancarono giammai nella noftra Napoli , e Pittori , e Scultori , che l'a- Nov. y.
domano per fupptir con le opere loro alla nazia ricchezza , come ne fan
teftimonianza infallibile le mentovate Pitture , che a' noftri giorni fi veg-
gono , infin da quel t:mpo dipinte . B 2 Fece
»
1 2 Vita di Pietro, e Tommafo
Varie pictu- Fece Tomrmfo altre molte Pitture per varj particolari , ed avendo
re dì Tom- Mafuccio edificato il Palaggio del Conte di Mataloni Carrara fu adornato
ma.o . di tutte quelle Statue antiche, che poterono averfi i il compimento delle
quali, con altri nuovi ornamenti di mirino, vi fece Pietro , con più
fcorie di baffo rilievo,delle quali alcune infin'oggi fé ne veggono in varj
luoghi, fituate nel Cortile del mentovato Palaggio. Cosi Tommafo vi
dipinfe molte favole, ed iftoriette , che ora nel rimodernare le ftanze
più non fi veggono , efilndovi fclo rimarca qualche rtliquia in alcuno
antico Camerino , lafciata forfè , per efTer quello fegregato dall'ordine
deìle ftanze . Quella difgrazia medefima è accaduta alle pitture eh' e' fece
in S.Gio: Maggiore, dopo che l'Architetto Mafuccio aveva rifabbricata
quella Chiefa , con bell'ordine alla Romana , come nella fua vita fi dirà.
Cesi accadde ad altre opere di Pittura di Tommafo , ed anche a quelle
di marmo di Pietro , perciocché fucceduta la morte dell'Architetto Ma-
fuccio , circa gli anni 130J. , volle Pietro onorare la memoria del caro
amico , e tanto più , che infino il medefuno Regnante Carlo II. ne ave-
va lentito difpiacere , laonde volle lavorarli di propria mano il fcpolcro
aiutandolo folo il giovanetto Mafuccio fecondo , il quale dal primo era
fiato ammaeftrato ne' preatti dell'Arte di Architettura , come fi dirà , e
vi fcolpì fu! fepolcro alcune iftoriette di bafib rilievo , che le di lui ono-
rate , e virtuofe operazioni rapprefentavano , ed in due fra le altre , che
erano più grandette, efprefle quando inoltrò il modello del Pifcopio af Re
Carlo Primo , e nell'altro , quando con l'alllftenza del Re Carlo II. fab-
brica la Chiefa di S.Domenico Maggiore ; qual fepoltura fi vedeva infino
a gli anni ryoo. , preflb la Cappella de' Gambacorta , de' Duchi di Li-
matola ; Ma dopo di quefto tempo effèndo fiata rimofià , forfè per edifi-
carvi la mentovata Cappella , non fi è potuto venire in cognizione ove
fituata ella foffe , ovvero , che ne fìa accaduto di quelli marmi fcolpiti ,
da noi deferitti ; Perdendofi ancora in fimil modo altre fatiche di Pietro.
Così variano le umane cofe , e cesi fi perdono le antiche memorie per
la folita incuria de' Pofieri , che fempre più abbondante di negligenza ,
viene a mancare la venerazione alla virtù di quei , che fono già trapaf-
fati.
Ma ritornando a*noflri Artefici , farà bene , che feguendo l'ordine
incom'nciato, fi rapporti a quefto luogo ciocche nelle fue notizie ne la-
fciò fcritto il Notajj Pittore ; e cos'i continuatamente profegnire in tutte
quelle vite degli Maeftri di cui fece egli parola ; e benché in quefta de'
prtfi-nti Fratelli non rapporti per intiero il Catalogo di tutte l'opere da
me dianzi deferitte , ciò accade perche non termina nello fcritto del fuJ-
detto le notizie di elfi , ma in quelle dell'Architetto Mafuccio , per inci-
dente le nomina, e dà compimento all'onorata loro memoria j come dal-
lo firitto che fiegue potrà da ogn'uno vederli .
n
Pie-
De' Stefani. 13
,, "Pietro l e Tommafo de'Stefana fono fiati li nolìri più antichi Pit- Gìo: A?no!o
„ tori 1 che fi trovano notiti, perche erano negli anni in circa de lo mil- Crifcuolo,ne
n lefimo 1260. , e per ordine di Girlo Primo Franzefe d'Angiò , feciono lu°' Mano-
ay a molte Chiefie molte belle pitture; ma prima di quelle Chiefie dette , fc"tti.
,, feciono tutta la Chiefa di S. Frano fco , che dava nel Caftello nuovo ,
», prima de' Re Carlo ditto ! ( In quello luogo Notar Gio: Agnolo fa
menzione della Chiefa de' Frati de' Zoccoli , edificata dal P. Agoilino di
Aflìfi » vicino S. Maria delle Grazie; le quali poi furon diroccate dal
mentovato Re , per farvi il Cailel nuovo , come nel Proemio fi difie )
e, e a S. Maria de la Grazia , vicino a lo ditto S. Francifco ; e poi ha
„ pintato Tommafo la immagine della Madonna , che fu fatta per il Re
9, Carlo, a Santa Maria la Nova ; avendolo io trovato notato da Notaro
9, Ambruofo Carucciolo , di Napoli, Notaro de Palazzo del detto Re ; e
9, nelli iftrumenti fatti per li pagamenti Regii di S.M. , e 1' immagine di
9, S. Michele Arcangelo nella Ghiefa di detto Santo , che era fuori la por-
9, ta Reale , anco fupintata da quefto prima .
„ Pietro lo fratello fece di S:oltura , e fece prima di legno lo Cro-
9, cififlbdi S. Maria a Chiazza , e a Santo Liguoro , quando era Chielia
9> antica , e ancora quello , che fta pollo alla Midonna de lo Carmine ,
9, che è tanto miracolofo ; e ancora tutti quelli che ci fono dal tempo fuo
9, cioè li meglio fatti , come quello che ora ftà nellla Sacriftia del Pifco»
9> pio , che prima flava nello Altare Maggiore , fopra la Gonetta He
9, Tommafo , che pure ftà ne la detta Sacrillia ; come fece de marmo
9, molte antiche immagini di Santi , e badi rilievi , e fepolcri , per va-
9» rie perfone nobili , e Altari lavorati ; avendo fatte le Statue de lo bat-
s, tefimoa S.Gio: in Fonte , e altri lavori a S.Afpremo , a S. Severino ,
m con altre belle Scolcure , e bone immagini di Santi , e Madonne , an-
9) co pintate con devozione ; perche prima anco fu Pittore , e poi fi die-
9i de tutto a la S-oltura , perche Tommafo aveva fatto molto profitto
9, ne la pittura ; e furono quelli fratelli molto buoni Criftiani , campan-
9* do affai vecchi , infino all'anno 15 io. , e fervirono ancora Carlo Se-
9, condo . Da loro imparati lo Pittore Pippo Tefauro , &c. e fiegue cioc-
che ftà nel Proemio , e nella Vita del fuddettt) Pippa rapportato .
Ecco dunque come da tanti veracifiìmi teilimonj refta incontrafta- Carlo tvl-
bilmente provato , come quelli Artefici furono adoperati , ed in quanto mo, e Cado
pregio fu/Ter tenuti da' primi Re Angioini , giacche l'opere di coftoro , fecondo U'
vedute da Carlo , primo Ceppo della Cafa d'Angiò n.l Reame di Napoli, An.S.ió non
non fi curò di quelle , che in Firenze vedute avea , di quei famofi Mae- cf "T"**'
ftri , ni riferir del Vafari ;.Conciotfiacofacchè, avendo egli già veduto la mTì il
rvi-
bella tavola di Ciambue , allora tenuta per miracolofa ,"p?r aver com- 1011 dVnoftri
ponimento di più figure , perche pòi nel far dipingere il da lui fabbrica- Artefici psr-
to Pifcopio, non fece condurre à^ Firenze quel rinomato Artefice, ed c-he 1UfSden-
ador-
1 4 Vita di Pietro , e Tommafo
adornarlo con fue pitture ? Sì che dunque b fogna dire (fenzairche al-
tro argomento rapporti in pruova dj mia ragione , dapoiche il primo ap-
pien perfuad , anzi convince ) cioè, e h^ il Re Carlo , per quello, che
poi vidile in Napoli operarli in Pittura , Scultura , ed Architettura , non
chiamò mai più Fiorentini Maeftri , ne il fuo figliolo Carlo Secondo,
tampoco fi valle d'alcun Tofcano , come nei Vafari fi ofierva , il quale
troppo appaffionato de' fuoi , di quelli fatti non fece egli parola . Così
adunque vedute dal Re Carlo Primo le pitture di Tommafo de' Stefani, e
vedendo efTere ridonare con più figure , cofa ufitata da lui , gli parve al-
meno in tal facoltà miglior Pittore di Cim^bue, ed altresì nel lumeggia-
re^ ombrare con più maniera natunle,le fue figure, che quelle del fud-
dettoMaeflro,per la mentovata ragione nel Pro mio apportataci profilar
le figure di ofeura tinta ; Coftume rozzo introdotto dagli ultimi Maeftri
Greci ; e riandando forfè col penderò , efTer egli flato condotto con tan-
te fpecialità Fiorentine, a vedere una cofa , che avea titolo di maravi*
gliofa ( per la quale più miracoli ne lafciò fcritto il mentovato Vafari j
il che accaduto non era alle pitture di Tommafo , ma folamente propo-
steli di Ms faccio , o da altri , avea voluto offervarle , percib fece con-
cetto nella fua mente , eflcr quello miglior di quello , dapoiche avea per
confueto di (tonare i componimenti , e con ciò drlui fervendoli , come
fece degli altri due Maeftri, fu ben contento di aver fortito la Signoria
di un Regno , in cui i fuoi VafTalli etano Uomini di tanto pregio , men-
treche potea fervirfi dell'opera loro , e non di quella altrui .
Succeduta la morte dell'Architetto Mafuccio , reftarono fconfolatif-
fimi i due fratelli col giovane Maluccio , per la perdita di un Uomo così
eccellente ; come ne fan fede le opere fue , che ancor oggi coniervanfi
dopo di tanti fccoli . Andavano eflì tirmJo innanzi la fopravve-
ruta vecchiezza , non celiando giammai di lavorare, così Pietro i fuoi
marmi , come Tommafo le fue pitture , psr i continui impieghi in cui
erano adoperati , venendo tuttavia dati a Pietro commilfioni di fcpoltu-
v • f , re , e pochi anni prima avea fattala ftpoltura al Diacono del Duomo
tuie lavora- Tommafo Pifcicello , che morì nel i;oi. , & in indi a poco nel medefi-
u ila pie- ino Duomo lavorò il f.polcro per l'Arcivefcovo Aiglerio , morto fempli-
tro . ce , e povero di lavori , per un Pre'ato di tanto merito . Così accade
alle volte , che colui al quale per dignità gli fiano in vita molti onori
renduti , iia poi trafeurato in morte . Così fece la fepoltura p.r Filippo
Minutolo, che morì nel 1303. , quell'Arci vefeovo di cui fa menzione il
Boccaccio. Boccacc:0 f ^alla mìravigliofa penna del quale, reftb quello fepolcro
eternato nella novella mentovata da noi , fituito nella loro Cappella ; e
qu"*fi nel mede-fimo tempo fece Pietro il depofito p.-r Giacomo Marchefe ,
i! quale entro ia Chiefa di S. Reftituta fu fituato > Avendo già fatto alcu-
ni anni innanzi in S. Gio: Maggiore a Simone Qoindacio At^hidiacono
la
De' Stefani. iy
la fepofrufa , che poi morì nel i joo. , e nella medefima Chiefa fece poi
quella di Agnello Buccantorcio nel 1304. J facendo prima a S. Lorenzo
quella di Marino Aldemarifco, il quale fu fepolto nel 1 j 00. ,e di quelle ne
fece altre per varj altri Signori da fituarfi in altre Chiefe , le quali fon
perite con gli anni , mentre le Chiefe fon modernate .
Aveano circa quelli rmdefimi anni * ricuperata la libertà , dopo
fette anni dicrudel prigionia , folferta nel Caftéllo di Montecatino , Ni-
colò , e Giacomo Sconditi , nobili della piazza di Capuana , i quali nel- NrcoIò ,
la guerra , che il Re Carlo Secondo Angioino ebbe con la Tofcana , eran £ Giacoma
colà prigionieri rimarti , per lo che voller cofloro adempire ad un voto, Sconditi e~
1 r " <r- ... V.« • 1» • ii_ \ ringoilo ia
che prometto aveano alla B. V. Annunziata , per I impetrata libertà ; Q^ìeCa della
qual voto era di edificare una Chiefa , con un picciol Spedale , in onore SS.Nun*/*-
di effa SS. Nunziata , fecondo , che in fogno ne avean ricevuto il precet- ta per la ii-
to da lei medefima j che però fattone parola con i due Fratelli de' Stefa- cuPcraca Ì4*
ni, come quelli, che per tante opere condòtte a perfezione in molto
credito eran venuti , ne fu da Pietro fatto il difegno , o come altri vo-
gliono, dal giovane Mafuccio fuo figliuolo , e con 1* alfiftenza di Pie-
tro , fi fabbricò una Chiefuola , con lo Spedale fuddetto nell'anno 1 }of.
in cui volendo elfi Signori Sconditi adornarla d'immagini , fecero dipin-
gere a Tommafo , fu d'una tavola per traverfo , fu campo d'oro , come
anco era coftumanza in que' tempi , l'Angelo Gabriello , che flà inginoc-
chioni annunciando la B. V. , e nella Tribuna dipinfe la Coronazione di
effa Vergine , fattali dalla SS. Triade . Cosi ne' muri di bailo vi fece va-
rie ftorie della Vita ,e Miracoli della fuddetta Verg ne Gloriofa , & in
elfi vi tffiggiò il fatto della ricuperata libertà de' fuoi divoti Sconditi . Ma
né quello ne gli altri lavori dipinti a (reCco fi veggono più ; Concioifiaco-
facchè volendo la Reina Sancia d'Aragona , e di efemplare memoria , am-
pliare il Monifterio da lei eretto della Maddalena nel 1324. , fi le cedere
da 'Governatori la Chiefa medefima , e l'Ofpedale , dando ella per tal
cambio un vacuo incontro , di maggior grandezza , ove ella medefima
de'luoi danari edificò la Chiefa della SS. Nunziata nel luogo , che di pre-
fente veggiamo , nell'anno 1343. per la qual fondazione preftò l'affenzo
Gio: Arcivefcovo Napoletano ; ed in quella Chiefa vi fu collocata l'im-
magine da noi detta , dipinta da Tommafo , tenuta in fomma venera-
zion da' fedeli , per la qual cofa molti doni ella ottenne dalla Real Mu- GjoVan-
nificenza di que'primi Regnanti . Indi dalla Reina Giovanna Seconda fu 1Ja Seconda
dì nuovo rifatta per ingrandirla , effendo divotilfima di quella Santa lm- redificò di
macine . nuovo la
Per ultimo , fu tutta buttata a terra dal celebre Architetto Ferdi- r* ~ Jr
j »/ i- 1 1 • r 1 ■< •• . . . 1 'a SS. Nun-
nando Manlio , che la rifece da fondamenti per ingrandirla, come al 2jara ^
prefente fi vede , e come nel marmo fi legge , di che nella fua vita fi farà
parola . Ma pei tornare all'Immagine della SS. Nunziata , dico , che fu
ella
i6 Vita di Pietro , eTommafo
«Ila arricchita di rendite innumerabili da? varj Perfonaggì , per le molte
grazie , che per Tuo mezzo con edeva l'AItiffimo Iddio i e per la fua in-
IlRe Ladis- terceffione ottenne la Re;na Margarita , Madre del Re Ladislao , la falu-
lao guanto te jj fUQ figliuolo , ridotto a morte da febbre acuta j per la qual cofa
infermità ^on" a l0^3 Santa Cafa molte rendite,^& n fra le altre la Città di LeG-
per mezzo "a > come fi ha dal Regio Archivio , e dalle fcritture , che fi confervano
di quetfa in quella Santa Cafa , che oggi è ricchilsima . Quella di votifsima Imma-
Imnug»ne_j gjne fatta da Tommafo de' Stefani , oggi è fituata nell'Altare, che di
ex a -N11"- marmi ifolato vi fece il Manlio, Se ora fie°ue a tenerfi con una divotif-
fima venerazione da' fedeli ; della quale dice il Cav. Maffimo Stanzioni,'
Maflimo ne' c'tatl fuo' manoferitti , che appreffo di me fi confervano , aver egli
Stanzicni con acturatifsima "diligenza offerv..to, efTer dipinta ad oglio , fi come
dice e(Ter ancora dice dell'Immagine di S. Maria la nuova , aflerendo non avervi
quella I»i-conofciuto ritoccatura , Con le feguenti parole , che egli fcriflè in alcune
ranca ad o- note contro Giorgio Vafarj : „ Così confutarli la cofa di Gio: di Brug-
giio , ben- r» g'» » e di Antonello da Mefsina , con la ragione , che in Napoli fémpre
che in ai-,, fi dipinte ad oglio , almeno avanti , enei 1500. , perche la Immagine
cune note-. H di S. Maria la nuova, e qnella della SS. Nunziata fono dipinte ad
j uc"„ oglio, non riconofeendovi ritoccature , dame ben oflervate , come
effer dlver- '» 'e P'tCllre di molti noilri Pittori. del fudetto 1300. — Fin qui il Gav:
fa da quei- Mafsjmo , feguitando egli poi fuo racconto di Antonello fuddetto, di cui
la dipinta-» fi farà parola , con riportarlo nella fua Vita, fé pure al Signore farà di
da Tonima-pjacjmeut0#
imi C " ^0S1 Pr°fegHendofi dall' uno » e dall' a*tro Fratello in dare opera a
quegli impieghi , che ordinati venivano tanto da'pubblici , che da'priva-
ti luoghi , conciolfiacofacche fé ben Vecchi gli veJefTero gli amatori dell'
opere loro , ad ogni modo, non celiavano chiedergli onorate memorie
della virtuofa loro applicazione,e profeguendo altresì il giovane Mafuccio i
fuoi (ludj , circa gli anni 1 ; io. vennero j due Vecchi a mancare ambi-
due , quali in un medefuno tempo .
Fine della Vita di Rjetro , e Tommafo de' Stefani.
n
.Vita
*7
VITA DI MASUCCIO PRIMO
Scultore > ed Architetto .
ERano già da più tempo venute in cofìumanza appreso la maggior par-
te de' Popoli , L Gote fabbriche , dapoiche perduteli le buone re-
cede degli eccellenti Maeftri , eran rimarle fepolte nelle rovine de5 Re-
gni , oppreffi da tante birbare nazioni , le quali quali torrenti Ingor-
gando dalla gran Penifola della Scandia , inondarono le campagne , e col
loro rapido corfo , vennero a fommergere tutte quelle belle Arti * cha
più he altrove , aveano renduta adorna la bella Italia ; laonde mancan-
done gli buoni efempj , fu neceflario quelli (blamente feguitare, che l'im-
perizia de1 tempi inoltrava loro » e c< sì cogliendoli da'Coci , o come altri
vogliono da Francefi con più ragione , perche migliori forme di membri
dimoftravano , e migliori regole negli edificj , che gli altri , fecondo le
loro corruzioni, li formarono anche in varie rinomate Città Italiane,
fabbriche di molta onfulerazione., sforzandoli pero alcuni più ingegnofi,
èi ap?iu£,nere a quelle , qualche bellezza, ovver magnificenza , acciocché
a gli occhi de' riguardanti almen più bella appari/Te ; come appunto
prima fecéM'Ar.hitetto Buono , defentto dal Vafari nella Vita di Arnol-
fo di Lipo , il quale ci è collante opinione , che fofTe noftro Napoletano,
affermandolo in alcune note il Cav. Malfimo Stanzioni; e che da Napoli fu Buono fiorì
chiamato in Venezia , e nell' altre Città , riferite dal fuddetto Vafari , neill51«
ove fece quelle munifiche fabbriche , che nel fuo libro , nel citato luo-
go fi leggono ; e del quale da noi non fé ne fa parola , per effere ancora
in dubbio , fé veramente fu noftro Cittadino , non avendo altra telti-
monianza, che quella del mentovato Cav. Stanzioni e dopo Coltui
quali cent' anni fece ancora 1' Architetto Mafuccio , da noi primo nomi-
nato-, per cagion dell' altro , che da lui prefe il nome ; il qual Mafuc-
cio col bello incigno fortito dalla natura , e coltivato fra gli lìudj dell'
Arte, tento per mezzo di fue fatiche , ridurre al poffibile in miclior
forma le fabbriche fuddette ; cercando rimettere in piedi le buone repo-
le di Architettura , e conciò far chiaro al Mondo il fuo nome.
^Fu la nafuta di Mafuccio circa gli anni di noftra redenzione 1228.,
giacché fi ha , che egli viverle 77. anni , ed elfendo fin da giovanetto
inclinato alle arti del difegno , fu appoggiato con on Pittore 7 ed Archi- Jn/^'"-0 r*
tetto Napoletano già vecchio , il di cui nome fin adora non è venuto in l' Artefice!!
noftra cognizione, benché tenuto in quel tempo in molta conliderazio- del deci-
ne > del qu-ile anco a' noflri giorni qualche antica immagine fé ne confer- fi/Tochepar.
va , ed in fra quelle (1 yenerabilte , famofo , e miracolofiffimo Croci- lò \ S'J"'
Ella , che parlo all' Angelico Dottore S. Tommafo d*Aquino , che nella ""in00 A"
C Chiefa
1 8 Vita di Maluccio primo,
Chiefa di S. Domenico Maggiore , nella fua Cappella conferva!! , alfa
pubblica divozione de' Popoli , ove fu fittiato dopo la morte del Santo ,
come altresì l'immagine della B. V. , dipinta al P. Agoftino di AmTi» per
. la nuova Chiefa da lui eretta , ove ora fi vede il Caftel nuovo , e che fu
poi trafportata nella Chiefa nuova , erettagli da Carlo I. d'Angib , come
nella Vita di Pietro , e Tommafo de* Stefani fi difle . Coflui con quella
bontà , che fu propria di quegli antichi tempi , cerco iflruire Mafuccio,
in tutte le buone regole dell' Architettura , vedendo in tale facoltà il
fuo genio inchinato , e di bello ingegno , atto a fuperare ogni difficoltà,
apprendendo facililììmamente tutto quello, che dalMaeftro li veniva
inlegnato . Ma nel più bello di comunicarli quelli precetti ,• manco di vi--
ta l'amorofo Maeflro ; laonde fconfolatiilìmo rimafto il giovanetto di-
fcepolo , ne fofpirava la perdita , mentre che li era mancato in tempo in
cui egli più n'avea di bifogno : conciofiachè era già pervenuto alla co-
Appremle gnizione del buono , che perciò efféndovi allora fcarfezza d' ap-
Arclncemi- provati Maeftri , applicofsi apprefso ad un foreiliero Architetto mili-
chitctt { ì tare ^' °ran nome » c^e m Vel tempo avea mandato 1* Imperador
l'Imperador Peder'co a levare alcune piante da molte Città d'Italia, e con que-
Fedeiico. fio prefo domeftichezza , potè Mafuccio alcun profitto ritrarne , e tanto ,
che da fé alcuna fabbrica potè erigere - ErTendo poi fucceduta la mor-
Morte deli'' te dell' Imperadore fuddetto , acceleratagli dall' ambiziofo Manfredi ,
Eeder* che foffogollo , convenne al mentovato Architetto partir da Napoli, con-
figliando Mafuccio ad incamminarfi confeco in Roma; ove a fuo talento
avrtbbe potuto offervare quelle reliquie venerande dell' ottima anti-
chità , le quali erano avanzate alle barbare crudeltà , per teftimoniare al
ya in jvQ_ Mondo le magnificenze di quella Città, che fu capo dell' univerfo ..
ma.oveihi- Quello configlio eflendo dal Giovane difiderofo d'imparare abbracciato ,
dia le iuione verfo Roma , col favio Configliatore s'incamminò , Ove giunto fi diede
nulure-di ad offervare quanto di bello , e di antico vi era ,. difegtianclo tutti i più
Aj Umetti!- v ir re • -Mi _j>. r ... *■
Ia^ belli ectihcj , che gli fi piravano innanzi .
Ma benché egli cercarle infinuarfi nelle buone , e perfette regole
Gotiche-» dell' Architettura , non v'era però chi quelle adoperando , con pratica
forme u/àte gli dimoftraffe ; perciocché tutti gli Maeftri di quel tempo , alla Gotica
dappertutto gli edificj \ fabbricavano , e nulla curandofi de' Remani efempj , che
luufr r anzi deprezzandogli ,aveano talmente introdotto quel barbaro coftume ,
che da per tutto prevaleva ad ogni altro quel deteftabile abufo; laonde
fluitandoli da tutti , convenne ancora a Mafuccio di feguitarlo , e maf-
fi me perche avendo voluto da effo ufeire , non eragli riufcjto ; così- per-
che i F.ibri ad altro modo che quello non erano avvezzi , come anche per-
che a' Padroni , che ordina va n- le fabbriche ( avendo corrotte le menti
da tali ufr.nze ) ogni altro difegno non dilettava . Non ce/Tando peib egli
dalla fua cominciata: Icdevole applicazione, andava p.'tfcendo la mente
coni
Scultore, ed Archittetto. 19
con belli efmplari , e giachè non Ji veniva in acconcio mettere in
opera i fuoi penfieri , concepiti in migliori forme , per tanti difegni , eh»
egli andava formando, fi applicò a fcolpire in marmo alcun baffo rilievo,
per isf gare la fantafia , ad imitazione di alcun buono efemplare , di que'
allora in Roma vedevanfi i Concioflìacofacchè , non ancora in queplì
anni eranfi dilcoperte le belle antiche itatu. , ed altri baffi rilievi , che
in appreflb con le loro perfezioni accrebero le bellezze di Roma . Cosi
efercitando la fua ab lità , qualche tempo vi fi trattenne ; fervendo di
quando in quando alcun fogg-tto , tanto neirarte delia fcoltura (quale
continuamente operava , forfè ancora per fovvenimento di fé meddimo)
come in Architettura talvolta veniva egli impiegato ; e/Tendo allora mol-
to rare le congiunture , per ejTere crefeiute in Italia le calamitofe feiagu-
re , apportategli dalle infettine guerre, che in quel tempo fufeitava l'am-
bizione di que' che in effa regnar volevano .
Intanto eifendo fucceduto nel Reame di Napoli il Re Carlo Primo c ,j
d' Angiò , ed avendo chiamato da Firenze Giovanni Pifano , per edifica- mo d'Ang'ió"
re il Cartel nuovo, fi era quefto principiato , e tirato innanzi con bellif- acquaiòli
fimo ordine , e magnificenza veramente reale ; Ed effondo per cotal fon- Rear"e di
dazione convenuto p.r allargarfi buttar giù molte Cafe , e con effe diroc- Napoli .
care altresì la Chiefa de' JFrati de' Zoccoli , eretta dal P. Apoftino di Affili, Giovan Pi-
oltre di un altra intitolata S. Maria delle Grazie , fu ordinato a Gio:, dal fano. eri£~
Re Carlo fuddetto , che piiflìmo Uomo egli era , che un altra per i Frati ge ^ Ca/teI
fnddetti, quafi a vifta del Cartello medeiìmo , edificar doveffe , come ^Mar'ia l"a
giàfipofein efecuzione. Q^fte novelle pervenute all'orecchio di Ma- Nuova .
fuccio , li cagionarono qualche (limolo di virtuofa emulazione , e con ciò
il defidi rio di far conofeere a quel Re il fuo valore , in un qualche model-
lo di magnifica fabbrica , che in appreflb voleflè edificare ; Che perciò,
fatto r, torno alla Patria , in tempo , che il fopranominato Giovanni ,
avendo molto innanzi tirato V uno , e 1' altro edificio , voleafi per lue bi-
fogne partire p r la To Peana , orferfe Mafuccio la fua affillenza per lo
compimento di éflì , ed efTendo flato conofeiuto da Gio: per fufficientdfi-
mo Macrtro , 1' approvò a quel Regnante; laonde efTo gli ne diede il pen-
fiero , eGicr. contentiamo per 1' aflìftenza , che vi lafciava , fé ne partì;
Della qual cofa ben potea farne menzione Giorgio Vafari , allor che difTe
nella Vita di quel f'amofo Architetto : che Giovanni Pifano tirate innanzi
le f.bbriche , putì per la Tofcma , ove poi da' Pifani fu trattenuto ì
Concilfiacofache , fé ben egli di Maluccio non fàpeff: giammai novella ,
pure ( al rif.rir del Cnfcuolo ) fapea affai bene , che la direzione , ed il
compimento delle fabbriche mentovate , ad un Ma«ftro Napoletano furo-
no raccomandate dal medefimo Gio: Pifano , perciocché è ragione chia-
rilfima , che non pctean compirfi le fabbriche fenza l'affiftenza di alcun
Maertro , la qual cofa forfè egli tacque , psr non minorare la gloria de*
Paefani fuoi . C * Ma
20 Vita dì Mafuccio primo.
Ma per tornare a Mafuccio , terminata egli la Ghiefa di S. Maria la
Nuova , ed altresì il Caftello , fecondo gli ordini dal Pifano Architetta-
Reedifi C' , fé ne chiamò il Re Carlo foddisfattiffimo ; dopo di che conferì con
jìonedel Pi. Mafuccio il penfiero , che egli aveà di «edificare un nuovo Pifcopio di
fcopìo Na- bella fabbrica , e di maeftofa grandezza ; per la qual cofa ne formò Mar
poietano. fuccio più difegni , e moftraudoli al Re , offerì per qualunque di quelli
piaciuto gli forTe , formarne un compiuto modello » Accettò il Re I' of-
tv ferta , e conciò foprafedè dal penfiero , che fatto avea di richiamare , per
tale importante fabbrica Giovanni , avendo concepito nella fua mente,
che 1' Idea di Mafuccio , non foffe punto inferiore a quella del Pifano
Architetto j e tanto più , per le lodi compartiteli da quello medefimo ,
nell' approvarglielo per buon Maeftro i ed in fatti , non s' ingannò nel
giudizio , che formato egli avea , perciocché , veduto terminato il mo-
dello ne reftò contentiamo ; anzi che d' allora in poi fece tal concetto
degli Artefici Napoletani , che mai più pensò chiamare altri Maeftri fora-
fti?ri, vedendo quai belli ingegni avefTe fjrtito per fuoi Va/Talli . Così im-
mantinente die ordine,che il nuovo Duomo edificar fi doverle , fecondo V
Architettato modello. Cominciò dunque Mafuccio la nuovafabbrica,anch*
ella formata alla Gotica, giacché qusli' ordine prevaleva ad ogu' altro , e
quello era fiato fcelto dal Re Carlo , ma non lafciò di tramifchiarvi ab-
bellimenti , e cofe tali , che più graziofa , che L" altre , infino allora
erette , agli occhi de' rifguardanti appaniTe j, tramifchiandovi alcuni or»
dini , che in que' tempi venivano nominati , Regole Baricefali , che a
mio credere altro non erano fé non che regole fenza alcun ordine parti-
colare .
Avanzandofi di giorno in giorno la fabbrica in cotal modo , faceva
meftiere , che ella reftafTe abbellita dagli adornamenti di marmo , che
con fcolture della medefima materia doveano farfi per compimento ; per
la qual cofa propofe Mafuccio al Re Carlo , Pietro de' Stefani , come nel-
la fua vita fi difl'e , il quale datovi opera ,. chiamando in fuo ajuto alcun
altro Maeftro , e con fuoi difcepoli , tirorono innanzi il lavoro ; Così
terminato tutta la parte di fopra r e ridotta intieramente a perfezione la
fabbrica in ogni parte della nave di ballo , fi fece ornar di Pitture da
Tommafo , fratello di Pietro , delle quali pitture fi è fatto parola nell"
accennata vita ; ma nel compirli la Cattedrale , e ftando a buon termi-
ne i mentovati ornamenti , inforfero quelle turbolenze marziali, che fu-
ron cagionate dall' orrendo Vefpro Siciliano , ed efiendo ancor fucceduta
la prigionia del Principe Carlo nel 128?. , il quale foccorreva la fabbri-
ca , ed indi a poco la morte del Re Carlo primo , nel fine del 1284. m
tralafciato il lavoro di quella , infino che Carlo ebbe ricuperata la liber-
tà , per mezzo del Re Odoardo d' Inghilterra , e coronato da Nicolò IV.
a Perugia , ritornò a Napoli 5 ove s agguagliato dello fiato della fabbrica
dell*
Scultore, ad Architetto. 21
della Cattedrale , diede ordine , che a fine fi dove ile condurre; e così
fu del tutto perfezionata la fabbrica della Chiefa Napoletana nella parte
fnperiore . Ma parche di rado avviene , che i Poderi abbiano l'ideilo pen-
fiero de' trapalati loro maggiori , cioè , che le opere da quelli comincia^
te finifcano in ogni cofa , portando ogn' uno per- naturale indinto di al-
tra cofa operare , ovvero di far porre in eilecuz.one , che da loro medefi-
mi l'origine riconofca 5 non fi curò il nuovo Carlo degli adornamenti di
marmo T e delle datue , che la facciata della maggior porta della Chiefa
doveano macdofamente rendere ornata ; laonde avvenne , che fenza
de' fuddetti fi rimanefle , reftandovi ancora alcun altro lavoro di marmo
da farli per entro della medefima Chiefa .
Non era però nel Re Carlo Secondo mancanza alcuna di riverenza , Chiefa del-
e di pi tà il non far terminare i lavori fuddjtti , ma un zelo , che egli IaMàddalsi
avea di compire unfuovoto; conciolfi-acoficche , avendo ricuperata la "a U^,^
libertà, come dianzi fi è detto , volle efeguire quanto nella prig.one v Mlgg;n_
del Re D. Pietro d'Aragona promeflb avea all'Appoflola d; Crifto, la Mad- re nominata',
dalena ; ed ordinò , che un magnifico Tempio in anone delia medefima
fi erigerle , del quale formatone Mafuccio il modello , dopo un ben' in-
tefo difegno , e con elfo foddisfatto a quel Re , potè mano alla fabbrica
nell'anno 1289. buttandovi il mentovato Carlo la prima pietra , bene-
detta dal Cardinal Girardo , che appretto la Principell'i Maria fua moglie, Ciò: Villani
Legato Apoftolico li ritrovava , per ordine di Martino IV. ; acciocché i-1 Platina-»
avelie diretto con fua prudenza le cofe della Gafa Reale. Quefta noo- ". * ""f
r r • , /v • . 1 .>> r> • • ' <-'» Nicolo
va fondazione erroneamente vien delcrifta dall Engenio in prima , e 1V> ^ q0_
poi dal Gelano , chelofeguì, nel 128?., poiché nel medefimo anno , danzo, ed ii
del mefe di Giugno fu prefo Carlo, allora Principe di Salerno, prigioniero, Summoute
da Ruggiero di Loria , Generale del Re D, Pietro , e daMelfina pafsò 1K*lla Stona
nell'Aragona, ove ne diede cuftodito cinque anni , ed eiTendo poi liberato J: Seta 10
per mezzo di quel Re , che fi dille , e di Papa Nicolò IV. tornando in
Italia , andò in Perugia a ritrovare il ludetto Papa , dal quale fu corona- Rf Carlo
to Re dell' una , e 1' altra Sicilia a 29. Maggio , di quell' anno 1289. nel -t "^ ,
■ ir •:. ,iv ■ 'vi-. ,«•/• coronatole
qual medefimo anno tornato a Napoli incomincio la mentovata Cniela. <ja PapaNi.
In quefta fabbrica volle Mafuccio fervirfi in qualche parte delle buo- culo IV.nel
ne regole de' migliori Maeftri di Architettura , ed introdurre di nuovo il ilS^-
buon gufto de' Romani , e de' Greci ; conciollìacchè , fé bene ella era Alcuni
in qualche forma all' altezza Gotica Architettata , pure nella ftruttura de' Scrittori di.
membri ferbava le regole della Romana Scuola ; Dapoiche nepli ordini de'Cono a Rie"
pi ladri , e delle colonne ; ravvifavafi quello de' capitelli compofiti; facen-
dovi ancora molti abbellimenti nelle cornici , architravi , dentelli , e
liftelli fuor dell'ufo di allora , per far conofeere qual fovrano intendimen-
to gli folle dato conceduto da Dio , in qne' fecoli infeliciffimi per le no-
llre Arti , e per ogn,' altra fcjenza • Poi con, lavori di marmo fatti da Pie-
tro
1 2 Vita di Maluccio primo.1
tro de' Stefani , con altri ornamenti di Racco , fecondo J' ufo di allora^
e con pitture di Tommafo , fu la magnifica Ghiefa xenduta all' intutto
compiuta ; come nella loro vita già fé ne fece parola .
Veduta quella nuova Chiefa , furon date a Mafuccio dagli Uomini
intendenti molte laudi , dapoiche quella fé ben non tra della grandezza
del Duomo , era prrò di altezza forfè maggior di quella , ed era con mi-
gliori ornamenti coftrutta , i quali come quelli che difufati fi erano ,
per molto giro di tempo , forprefero con la loro veduta , e recarono ma-
raviglia a gli occhi de' riguardanti . Per la qual cofa crefciuta la fama
dell' eccellente virtù di Mafuccio , gli fu commefla la riedificazione della
Chiefa di S- Chiefa diS. Giovanni Maggiore mentrecche era ella già cadente, eflendo
G.l0: M-jjj- fiata alcune volte folamente racconciata , dopo la fua prima edificazione,
caca6 prima fatta da Goftantino il Grande ; la qual Chiefa dovendofi buttare a terra ,
daJl' Impe- ea* una totalmente nuova riedificarfi , ebbe campo Mafuccio di inoltrare
rador Co- nello inalzamento di elfa quanto egli valeffe nell' arte dell' Architettura;
/lancino. perloche formatone fuoi difegni , e fattane una bozza in modello , buttò
i fondamenti , allargandoli mirabilmente dalla mifura della prima Chie-
fa , efabbricolla tutta alla Romana , e ficondo le ottime antiche re-
gole di Architettura , come infin' oggi fi vede , benché in atto fi vada
rilìaurando , ed abbellendo di lavori de' moderni Mucchi le Cappelle di
eifa , fenza però alterare l'Architettura primiera . In quella Chiefa vi
lavorò Mafuccio con Pietro de' Stefani , qualche f-oltura , lìccpme avea-
no fatto ancora nel Pifcopio , ed in S. Domenico Maggiore, nominata
allora la Chiefa della Maddalena , come fi di/Te ; delle quali fco Iture tra-
lafcio di farne parola in quello luogo , per nominarle tutte nell' ultimo
diqu.fta vita , quelle poche che egli fcolp'i , conciolfiacofacchè in quella
facoltà poco potendo , per i continui impieghi di Architettura, adope-
rarli, le rinunziava all' amico Pietro, cui egli fufficientifiimo maeilro
nell' arte della fcolturaconofcea , e perciò lafciavaa lui l' operazione di
quella, tenendofi per sé il primo vanto nell'Architettura, effendoche
per quella più che per 1' altra venga egli da'nollrifcrittori tenuto in preg-
gio , e lodato , fecondo lo (lato in cui allora erano le noftre Arti ; È qui
non lafcieròdi efporre in tal proposto il mio fentimento , che anzi mi-
glior fcultor di Pietro io filmerei Mafuccio , perciocché ravvi fanfi mlle
opere Aie di baffo rilievo , e nelle fue llatue una grazia particolare, la
quale par che manchi a quelle di Pietro; laonde io non pongo alcun dub-
ito , che elio miglior di quello abbia con più felicità adepuato i Scalpelli,
Nulla però fia di manco , fi rendono elfi ambedue commendabili , per la
povertà in cui era V Arte in que' .tempi .
Rifece dopo Mafuccio la Chiefa di S. Afprcmo , primo Vefcovo , e
A/'emo Pr'mo Cnft'anodi Napoli , battezzato dall' Apposolo S. Pietro ; la qual
Chitfa già fu notata da Gio: Angelo , che fu eretta dall' Architat For-
mi-
Scultore? ed Architetto. 23
micola ; Così ancora edificò il Palagio di un Conte gran Giuftiziero ( di
cui non dice il nome J e gran Siniscalco del Regno , nella Strada di S.
Giovanni , e vi pofe per tutta la facciata l' infegna de' gigli , come ono-
re datoli dal Re Carlo Secondo , e quello Palagio veramente ha 1' iflefio
ordine di fabbrica che quello del Contedi Madiloni, ancor effo da Ma-
fuccio edificato ; benché a prima faccia par che non corrifpondino i tem-
pi . Ma prima di venire allo fcioglimento di quelle difficoltà , egli è di
meftieri rapportar qui fedelmente quanto il Gnfcuolo ne fcriffe.
„ Circa l'anno 1260, ci fu l'Architetto Mafuccio, che altro 110-
„ me , e cognome di lui non fi è avuto , che in alcuni vecchi notamen-
„ ti , ed Illrumenti fatti dal detto ; nelli quali fi trova chi per ordine de
9> lo Re Cario d' Angiò , faceiTe di nuovo il Pifcopio di Nap ili , avendo
9> prima affitli-tj allo finimento della fabbrica de lo Cartello nuovo , e de
„ S. Maria la Nova ; dov. che in quarto 1' aveva approvato lo medefimo
„ Architetto de le dette fabbriche Gio: Pifano, prima de partirfe da Na-
9, poli , a lo prefato Re Carlo, per buono maltro , efTendo Gio: huomo Per qxie/to
„ lincerò ; e pure de quella Cofa non fé ne ìece menzione da lo loro fent- refto v'eeh il
tore , ne lo libro de li Pittori , e altri . Ma prima di quefte cofe è ,l
9) tuie , n^iviii-#i.-/wwiixi*.t.^Ai9 ^ (uni . i\i.a -Ji 1 iì i-i ui uii-it. ^wi*. w rjj> 1*
„ da faperfi come Mafuccio e/Tendo giovane , e mancandole lo Maeflro £aita |cn-:.
9, de vecchiezza , quale era affai buono , che fé dice , che lo Crocififlb ta dal No-
„ che parlai a S. Tommafo d'Aquino fu fatto da lui , efTendo anco Archi- tajo Pitto-
9»
9>
a
iciie-
tetto , ma non fé n' è potuto fapere mai lo nome ; per la qua! cofa re> Ja 4"a'e
Mafuccio ftiede con uno Inoeoniere foraftiero , mandato allora da lota.n01
o c? * uni Z3. t'nn ,«
„ Imperatore Federico a levar piante de molte Città ; dove eflb andò ja pjma t}^_
,1 con quefto a Roma» e vi fi odiò quelle buone cofe di Architettura , fa- cizia per nò
„ cendo ancora de Coltura molte cofe per camparfe la vita . Con.he poi apportar te-
9, intefo de le fuddette fabbriche, e come Napoli era flato prefo da lo Pre- ai°. a Jesg''
5, ratto Re , fé ne ritorno per far conclcere la virtù lua ; dove che poi, .
9, fatte le dette cofe , fece il Pifcopio , con un belliffimo modello per
9» guida , e Pietro de' Stefano fece 1' intagli , e li ornamenti de marmo ,
9> e le figure (colpite , che ora danno fotto le grade , e a le falite de Io
51 Altare maggiore , Iavorandove anco Msfuccio de fcoltura in tutte le
j> Chiefia che eflb fece , come fece le due ftatue a la porta de S. Do-
5» menico , allora chiamata quella Chiefa S. Maria Maddalena , da lui edi-
j> ficata per ordine di Carlo II. , e vi kce Io bello baffo rilievo de la
9» ditta Santa con lo fuo nome fopra , per uno altare de una Cappella de
,, quella Santa . Ma tutte quelle cofe fono a modo di quelli tempi , n;
?> le quali Architetture vi è mifchi ta l'Architettura greca , che in quelli
9> tempi non era più la buona , con la gotica , dandoli forme baricefìli,
9, ed ornandola con belle fcolture il fuddetto Pietro , ed un altro fcu'tore
5, del quale non fé n' e trovato memoria dei fu > nome , e di dovo I
w> fi crede , che Pietro fotto di lui chiamafit a:t;i fctt'tcrf , pei li i
2 4 Vita di Mafuccio prima
5, lavori , chedoveano farli , in tali fabbriche Baricefali . DoV« che Ma^
t, fuccio edificò ancora la Chiefa di S. Gio: con bella forma , ed alla Ro-
», mana , avendofi affai perfezionato con vedere, e (Indiare in Roma quel-
„ le buone mifure , e perfette regole de le buone fabbriche . Rifece an-
si, cora Mafuccio in molta parte Santo Afpremo , ( Intende la Chiefa al
», mentovato Santo dedicata) „ che era quafi rovinato ì e quella Chiefa
9, era (lata edificata da maeftro Formicola , e Pietro vi fece le fepolture ,
», per alcuni perfonaggi , in quel tempo, o prima mancati, in tutte
», quelle Chiefie fudette , ed in altre ancora ; ma più nel Pifcopio , dove
», fece le fepolture di due Arcivefcovi , ed un Cardinale ; dove che in
», quello mentre Tominafo dipingeva nelle dette Chiefe ,il qual Tomma-
», fo era Pittore molto {limato in quel tempo , fratello di Pietro . Detto
», Mafuccio profeguendo in nomine Domini , fece il Palazzo del Conte
», Giuftiziero , e gran Sinifcalco del Regno , nella ftrada vicino a San
», Giovanni , dove mife li gigli per tutta la facciata di detto Palazzo, co-
», me onore d toli da lo prefato Re Carlo Franztfe d' Angiò . Poi detto
», Mafuccio fece il Palazzo del Conte di Madalona , dove l'ornò di bellif-
», fime Statue antiche , e Pietro vi lavorò di fcoltura il teflo delli orna-
menti . ( Alcuni pezzi di <pefte fatiche di Pietro veg^onlì oggi fparte in
vari luoghi del fudetto Palagio ) Il qual detto Conte fece dipingere il
», fuddetto Palazzo a Tommafo e in quello mentre Mafuccio Architettò li
s, R^gii Tribunali per tenere lajuftizia, uno vicino all' altro , fecondo li
», loro uffìcj ; avendoli ordinati lo Re Carlo fecondo d' Angiò a io qua-
», le Re avt va edificato prima detto Mafuccio , con Regole baricefali,
», la bella Chkla di Santo Domenico Maggiore , che allora fi chiamava
», S. Maria Maddalena . Cesi anco edificò il Palazzo del Conte di Segni
», nipote del Papa Bonifacio ottavo , il quale lo menò in Roma , dove li
», fece un Palazzo , e la Chiefìa del Cardinale fuo fratello , di ordine del
», Papa fuddttto , doppo di che il prtfatto Mafuccio tornato a Napoli , ed
9, eflèndo vecchio , mori circa li anni i;of. , condifgufto de lo Serenif-
9, fimo Re Carlo , figlio de Carlo primo d' Angiò , detto di fopra; e Pie-
», tro fece la fua fcpoltura nel Pifcopio da Mafuccio edificato . Dopo di
9, quello , crefeendo il figlio del fuddetto Pietro , anco Mafuccio chiama-
to , &c. Fin qui Notar Gio: Anoelo , giacche fa di meftiere riportar cioc-
che iiegue nella vita del fecondo Maluccio , per pruova dell'opere ma-
ravigliofe, che egli fece , come da quello fera apppien conofiiute da'
leggitori .
Ora in quelle riportate notizie del Notajo Pittore, par che fi ci parano
Difficoltà, e innanzi graviffimè difficoltà, e maffime cv' egli dice, che Mafuccio ed, fico
loro /piega, il Palagio del Conte Giuftinziero , e gran Sinifcalco del Regno , dicendo
eiTer flato eretto nella ftrada vicina S. Gio: , che in quel tempo non pc tea
effei S. Gio: , detto a Carbonai?, perciocché l'edificazione di quella Chic-
fa
Scultore, ed Architetto.^ ij
fa fu nel 1400. , laonde non pub portarli un tal Palagio , con l' infeonè
de' gigli che ivi flava , e che nel rimodernarli la fabbrica , molte di que-
lle infegne andarono per terra ; né meno par che fia quello che ora lì è
convertito in ufo di Convento de' PP. Sommafchi , ia S. Demetrio , per-.
CÌocche,vi è fopra la porta di elfo l'ifcrizione che vi fi legge,in cui dimoftra
efier (lato eretto in tempo del Re Ladislao , che in effa è nominato. Dico-
no alcuni , che fulfe il Palagio de'Duchi di Cafole , quello di cui fa men-
zione G10: Agnelo , elTendo fabbrica antica , riftaurata più volte da que-
lli Duchi , a quali fi dice che cadde per compra , dopo che la famiglia di
quel Conte Giuftiziero fi eftinfe , e perciò perdutefi le mentovate infigne .'
Ma fappiafi però , che appunto quello del Convento di S. Demetrio è i'
mentovato Palagio , il quale fu conceduto dal fuddetto Re Ladislao ad
un difcendente del mentovato Conte Giuftiziero * che poi lopofTedè ; ef-
ftndocche , era quello Palagio decaduto al Regio Fifco , per le già note
rivoluzioni di que' torbidi tempi , e perciò il nuovo Signore per dimo-
flrarfene legittimo poUéiibic , e grwu alla, iuarovììi Ui .Ladislao , vi pofe
la breve ifcnzitne che ivi fi legge .
Così ancora non deve recar maraviglia fé fi legge fopra la porta del
Palagio de' Conti di Madalani il nome di Diomede Carrafa , col millefi-
mo 1 466. , per. iocchè in quel tempo , che il fuddetto fu da Mafuccio edi-
ficato , non ancora aveano quelli Signori ottenuto il Contado di Madalo-
ni , qual dignità ebbero dagli Re Aragonefi , e Diomede volendo pubbli-
care l'onore conferitoli dal fuo Re , fé intagliar su la porta l'ifcrizione
fuddttta , dopo rillaurato il Palagio , edificato da' fuoi maoajori , & ac-
creftiutolo di altri nuovi ornamenti , e la gran teda del Cavallo di Bron-
zo fu ottenuta da' fuoi Predeceflòri , per loro merito , in dono dal Cardi-
nale allora Arcivescovo di Nipoli , il quale fece disfare il
Cavallo nel 1322., per togUer via la fuperftizione di raggirarvi intorno
que' Cavali, , che dolor nel ventre pitivano , giacché il Credulo Vol?o
avea tenute per vere le puerili dicerie del nollro Gio: Villani , intorno
alla magia di Virgilio , come riferifee il Celano ne'le notitie dei bello , *' Celano
dell'antico , e del curiofo della Città dì Napoli ; ernndo però eoli , & al- ne!le cu"°-
tri , in dire , che il Palagio fuddetto fulTe dal mentovato Diomede edifi- j-\| beH°
cato , e così l'altro da noi deferitto , per le di fopra rapportate rapioni ," ' *
effendofi quelli Scrittori ingannati dal notato millefimo , che anzi , da ef-
fo fi aggiunge la ditlanza de' tempi , in cui fiì da' Carrafefehi acquiflata la
teda del Cavallo di Bronzo , a quel , che eiiì portano dell'edificazione del
fuddetto Palagio, né quella fu* fatti altrove, che in q uè dj mede fi ino
luo^o inììn d' allora , fecondo le notizie , che n' abbiamo da noflri
Storici .
Ecco dunque difciolte quelle difficoltà , che in primo Spetto molto
difficili apparivano a fqperat il ; Rettane ora (blamente di dar contezza
D d<
2 6 Vita di Maluccio primo
Scolture di di qualche Scoltura operata da Mafuccio , effendo che , egli di tempo iti
Maluccio «n tempo , tirato dall'amor del difegno, ne formava tal'una , come fi diffe
vane parti ,cjje ne jaVorJ, ne\ Duomo , in S. Domenico , Se in S. Gio: Maggiore , ol-
tre di altre da Ini prima operate in fua gioventù , delle qualt non fé ne ha
memoria , e di quelle da noi accennate , affai poche fé ne ritrovano , at-
tefocche per le vicende del tempo , diruttore di tutte l'umane cofe, mol-
te opere di lui , e di altri fi fono affatto perdute; ed ancora perche e/Tenda
fcolpite in quel , quafi diffi barbaro modo , fono Hate poco curate da chi
niun conto ha tenuto di que' teflimonj di antichità , Quelle di che abbia»
mo qualche tradizione , che lavorante l'Architetto medeiìmo, che edificò il
nuovo Pifcopio,per Carlo primo, fi dice che fono gli ornamenti,ed ii Sepol-
cro delTArcivefcovo Umberto,nella medefima Cattedrale collocato , cosi
quello del Cardinale Raimondo Barile , ed uni tavola di bailo rilievo, ove
èfcolp.toCrifto Signor noftro,in mezzo due Santi . Cos'i lavorò nel mede-
limo Duomo il bel Sepolcro di Jacopo di Coftanzo , il quale era morto fin
dall'anno i-»}4. a cJ j. fuo lcixi^w li fu ui.lmato il Sepolcro da' Succeilbri..
Così nel mentovato Pifcopio è fua fcultura l' Anti-hiffimo Crodfiffo
fcolpito in legno, fituato nella Cappella de' Caraccioli . Nella Chiefa
fuddetta di S. Domenico fi vedono alcuni fuoi lavori nella Cappella de'
Garrafefchi , dentro quella di S. Tommafo . Così lavorò un ballo rilie-
vo , che un tempo ftiede nella Cniefa in uno Altare di Cappella , che fa
poi demolita per edificarvi il Coro i Ora fi vede nel principio delle nuo-
ve Scale del Convento , ove dopo pulitola l'han collocata , ed è l'erfigie
della Maddalena r il cui nome le ftà fopra intagliato di lettere gotiche .
Lavorò an:ora per la Cappella de' Minutoli nel Pifcopio , le tre Statue ,
che fono di fotto alla tribunetta di marmo * che già dee con fuo difepno
Pietro de' Stefani » il quale l'altre Statuette fcolpì T e quelle di Mafuccio
rapprefentano Grido CrocifiiTo nel mezzo , e da' lati la B. V. , e S. Gi o-
vanni . Nel mentovato Cortile del Conte di Madaloni , è collocato su la
Porta delle Italie un fuo biffò rilievo di figure grandette, ifloriato affai
bene, rapprefentante il ratto delle Sabine , ed ivi alcun altro baffo rilie-
vo di fua mano, ma affai maltrattato , fi vede ; come ancora alcune te-
tte tonde fcolpite in marmi , così nel Cortile , come nelle ftanze del fud-
detto Palagio,
Ecco dunque come virtuofamente operando quello valenti/lìmo Ar-
tefice fi fece Brada all'onore , per mezzo di fue fatiche , con le quali ot-
tenne ricchi premj, e fingolariifiim ftimi , infin da' fuoi proprj Re-
gnanti, che umanamente feco trattando , lo colmarono di favori, e di
benevolenza , ed effendo gii fatto Vecchio li convenne andare in Roma ,
ove fu menato dal Conte di Segni fai quale avea prima edificato ii Pa-
'33'o » J per fabbricare ivi una Chiefi al Cardinal Gaetano , comi notò
Gio: Agnelo Crifcuolo i ma aoii fece egli parola qual fu/Te quella Chiefa
edi*
Scultore, ed Architetto. 27
edificata in Roma , forfè per non faperlo ; Dopo di che prefo concedo da
que' Signori, ed avuta la Benedizione dal Papa , dal quale era (lato Ili»
mato , in Napoli ritornò , per dar ripofo i rotante fatiche . Così prez-
zato da tutti , pervenne all'ultima fua vecchiezza , nella quale fenilmeii-
te portandofi , applicava per lo più que' giorni , che gli reftavan di vita,
nell'infegnare il fuo caro Allievo , e Compare Mafuccio , figliuol di Pie-
tro de' Stefani ; comunicando a quello Giovanetto tutte le buone rcole
dell'ottima Architettura , e della Scoltura altresì , acciocché raen diffi-
cile , e più breve gli fi renderle il cammino , per giunger quanto prima
alla meta della perfezione . Ma giunto in fine all'anno fettantefimo fet-
timo della fua età , chiufe in pace i fuoi giorni , negli anni di nofira fa-
Iute ijof. come notò il Crifcuolo , lafciando di se pianto ne* fuoi più
Cari , e defiderio negli Amatori della fua Virtù .
Fine della Vita di Mafuccio Primo.
VITA DI FILIPPO DETTO PIPPO
TESA URO.
Cominciavano ormai i noftri Popoli a godere qualche quiete fotto il
dominio de' Re gloriofi Angioini , e cominciavano altresì le buo-
ne Arti ad avere i loro lìudiofi Maeftri , e conciò i dilettanti godevano
anch' elfi di quelle virtuofe operazioni ; laonde ripigliandoli le ottime
difcipline , fi ripigliarono ancora le nobiliffime Arti della Pittura , Scoi-»
tura , ed Architettura , e quelle a poco , a poco ti videro di nuovo ri-
sorgere , laddove che quali fpente dagli Uomini venivano credute,
ed in tal modo vennero elfi ad accenderfi di defiderio per voler fare acqui-
fìo disi belle facoltà , per le quali non folo utile, ma fupremo onore
doveflbno operando acquiilare . Qujndi è , che per confeguir quello in-
tento , più di un giovane fi vide in quelle beli'' Arti applicato, come
uno di elfi fu Filippo , detto Pippo Tefauro , che con gli fiudj di Pittura
cercò fare acquiilo dell' onorato nome di buon Pittore , fotto la direzio-
ne di Pietro , e di Tommafo de' Stefani , e per mezzo di fue fatiche arri-
vare ad efler tenuto in pregio da' medefimi fuoi Regnanti , rendendoli
con effe meritevole appreflb di loro , come dalla fua vita vedremo.
Non vi è certezza alcuna dell' anno in cui nacque Pippo Tefauro ,
né chi fuflero i fuoi parenti , ma per quello che fi conghietturaJal corfo
della. fua Vita , fi può dire , che egli nafeeife circa gli anni 1260. , ef-
fendo che venne a mancar qiìtfto Artefice negli r.nni in circa del 1520.,
in età di 60. anni , 0 poco più. Appena ebbe l'ufo di ragione , che fi
D 2 vide
28 Vita di Filippo
vide inclinato alla Pittura , e^fpinto a quella da un forte genio , fpeffo
fviavafi dalla fcuola delle lettere per andare a veder dipingere alcun di
que'Maeftri , che allora ordìnAiiamcnce dipingeva in gualche luogo , o
nella propria bottega ; ma fentendo * che nel nuovo Pifcopio , redifica-
to per ordine del Re Carlo I. d'Angiò , vi lavorava un valente Pittore,
colà portavafi , per vederlo operare , e fpeiTo fecondo quello, che egli ve-
deva , con il carbone , nella carta , o ne' muri cercava di contraffare,
la qual cofa ofTervata da' Fratelli de' Stefani più volte , facendoli animo
lo prefero a ftar con effi , e comunicandogli le regole con caritativa at-
tenzione, e di propofito ponendo Pippo in efecuzione i loro ammaeflra-
menti , fece tal profitto nell' arte del difegno , che molto pratico ne di-
venne ; laonde cominciò a dar Opera a' colori , ritraendo quelle
pitture , che alla giornata dipingeva Tommafo . Così avanzandoli
Varie ope- fempre piìì nella cognizione dell' Arte , dipinfe alcune Morie fu i
re dipinte difegni di Tommafo , e da fé fece nella Chiefa di S. Reftituta
dal Teramo una tavola di Altare , la quale benché confumata dal tempo, in-
fino oggi fi vede , ed in cui Ila efprefia la B- V. col Bambino , e d'in-
torno vi fono piccioli quadretti , con varie iiìorietfe dipintevi ; Porgen-
doli in quelle il componimento di più figure , che ferbano qualche cofa
di buono , riguardo a que' fecoli , ed alla giovanile età in che egli era al-
lora . Dipinfe poi nel Duomo una Cappella per i Signori Nobili della fa-
miglia de' Zurli già fpenta , nel Seggio , ovver fedite di Capuana , ma
quella con altra contigua fn diroccata , per edificarvi il famofo Cap-
pellone di S. Gennarc , noilro particolar Protettore , nominato volgar-
mente la Cappella del Teforo , rinomata non folo in Italia , ma per tut-
. ta l'Europa , per lo flupendo , e miracolofo Sangue di S. Gennaro , no-
fcil e il f le- ^r0 Partlcolar Protettore .
to dell'ucci- Seguita circa gli anni 13 io. la morte de' Maellri de' Stefani , feguì
fìoue del 13. altresì lo federato omicidio del B-Nicolò Eremita , il cui fatto in quello
Nicola Ere- modo racconta PEngenio , che fuccedè . Abitava quello Santo Uomo in
miÌ.\ ' . una Chiefnola antica , detta prima S. Maria a Gircolo , ora volgarmen-
Cìrcolo * te c'etta S-Marìa della Chiufa , la quale è fituata avanti di arrivare all'an-
Mari'a R- tica Chiefa di S.Gennaro extramenia , edificata da S. Severo Vefcovo di
filinola di Napoli; la fama dell'auflerità di fua vita , e delle grazie che a molti per
Stefano V. je fne orazioni concedeva il Signore , .giunfe all' orecchio della Regina
gheria' ino- Maria ' figliuola di Stefano V. Re di Ungheria , già moglie di Carlo Ili
<=lie di Car- ^e l'' Napoli ■> c"e l'anno prima era morto ; Or quella avendo più volte
lo fecondo, trattato con eflb , per fpecial carità , folea mandargli ogni giorno il Vit-
Perottino to per un fno fervidore , nomato Perottino . Coftui dopo alcun tempo ,
{aa <lt:Jia occiecato dal Diavolo, fi pofe in cuore uccidere quello fpecchio di Peni-
Reina ucci tenze ♦ e^ 'n ^ne una mattina gli dille , che in ogni conto erafi rifoluto
de ii B. ^i, di privarlo di vita . Il B.Nicolò dogo averlo diffuafo, con portargli innan-
cola. 2Ì
Detto Pippo Tefauro. 29
z\ il peccato , e la diabolica Cuggellione , con l'offefa di Dio , vedutolo'
alla per fine oftinato nel mal conceputo penderò , fatto fue protette di
perdonarlo , e predato per lui , pollofi inginocchioni , attefe da lui la
morte, raccomandando l'anima fua con Comma pace al Signore , e così
colpito dal f igrilego Ccelerato , rende lo fpirito al Tuo Creatore ; ma l'in-
fame Perottino , commeflb l'eCecrando delitto rellò per virtù Divina im-
mobile , Cenza che da quel luogo potefle muover palio , e così fu ritro-
vato da alcuni tagliatori di pietre , i quali al Santo Uomo Colean la fera
Conlegnare i loro ferri , che poi la mattina avvenire fi ripigliavano per
Jorolavorii , Ccaricandofi in quella Ch'ieCuola , Cotto la fua cullodia , di
quelpefo inutile ,in quell'or.; deftinate al ripofo . Coftoro veduto l'Ere-
mita uccifo nel Cuoio , e Perottino con la fpada ,. o coltello nudo inCan-
guinato nelle mani , conoCciutolo per il Cervo della Regina a lei ne die-
dero parte , la quale tofto mandò lue genti , a vedere , come la CoCa lì
folle , e trovato il reo in quel mo lo , fu da lor preCo , confeflando egli
medefimo il delitto commeflb ■> per la qual coCa fu condennato ad efler ,
come meritava , giuftiziato . La Reina intanto , dolente per la morte
del Servo di Dio , fece piamente Ceppellire il benedetto corp:> nella fud-
detta ChieCuola , ed ordinò , che nella medefimi vi fi djpign -fle la vi-
ta Cua , con la Cpietata morte datali da Cerottino , da Pippo TeCau-
ro , il quale era di già venuto in molta flima appreflb gli uomini
virtuofi , ed in ammirazione di ognuno ; ConciifiacoCacchè andava egli
mirabilmente accanzando l'Arte della Pittura , cercando di giorno m
giorno fuperare le difficultà , per farla apparire più bella all' occhio de'
riguardanti , aggiungendo grazia ne' componimenti , bellezze ne' colo-
ri , e migliori contorni alle figure .
Dopo dipinta quella Chiefa , veg^enlo la Reina , che era fatto afi-
lo de' delinguenti , i quali fenza alcuna venerazione del Sacro luogo , e
del Corpo del Beato Eremita la profanavano, parlatone con Liberto allo-
ra Arci veCcovo di Napoli , deliberarono di trasferire quel Santo Corpo
nel Pi Copio , e darli Cepoltura nella Chiefa di S.Relt.tuta , in una Cap-
pelletta contigua alla Cappella di S'.Maria del Principio , giuda il delide-
rio della Reina ; laonde con una divota, e magnifica Proceffione , ne
fu fattala traslazione nell'anno 13 13., alfitleiidovi la mentovata Reina,
col Re Roberto Cito figliuolo , e l'ArciveCeovo Copraddetto , e Cottola
menCa dello Aitate della deCcritta Cappelletta , in luogo depofito, fin-
che il Signore altro ne difponefTe , lo Ceppellirono . Cosi dato riposai y;t'!tC'j 1 ia
Corpo del B.Niccolò, volle la Reina , che ancora in quella Cappella vi Nrcoia di-
Cullerò efpreffe da Pippo le umili azioni della Cua vita , perche deflaflero pìncidiPip-
ne' fedeli inftinto di divozione ; per lo che vi dipinfe egli in Varj com- P° nel Duo-
ponimenti , le principali ftorie della vita di ini , delle quali faremo in Jl°' "^'^
quello luogo menzione , giacché quelle fole oggi fi veggono , dapoiche i\efHunaV
quelle
30 Vita di Filippo,
quelle dipinte nella fuddetta Chiefuola di S. Maria della Chiufa, fono (late
cancellate , imbiancando i muri , non ha molti anni per ordine de' Fra*
ti Domenicani della Chiefa intitolata la Sanità , alli quali fu data per
Eitanrita , avendo ( com'è coSume comun de' Frati ) poco gu (lo delle
memorie antiche, eflendovi (blamente rimarla in quella la figura di
Perottino , rhe al vivo vi fu dipinta , per tellimonianza del fncceduto.
S. Maria del Nella Cappella di S. Maria del Principio, eretta nella Chiefa di S.Rc
Principio fiituta , anzi incorporata in effa dal canto del Vangelo vi è il muro late-
nella Chiefa rale , ed è lo (teflb , che continuando , entra a formar con gli oppofti
alta Re^J" mmi la CaPPelletta dedicatasi Santo Eremita , ove fi diffe , che ripofa
il fuo Corpo ; In quello vi è come un arco gotico , fotto del quale , av-
valendofi di eflb , ha formato il Tefanro , una lunetta bislunga nella par-
te fuperiore , infinoa i Iati degli angoli acuti ; Indi tirando dal mezzo un
xipartimento divifo con gotiche colonnette finte , infino a baffo , ha di-
vifo tutto il vano in fei quadri , che con la lunetta di (opra vengono ad
edere fette ftorie dipinte con i feguenti fatti .
Vita del B. Nella lunetta ha figurato il fito de' Colli di Napoli , da quella parte
Nicola Ere- di S.Gennaro detto Eflramenia , con veduta di mare , e fecondo era al-
mita, dipin- lora quel luogo ( efTendo ora da per tutto popolatiflìmo J e vi è il S.Eremi-
tz dal Te- ta f Cfie da lontane parti ivi arrivato , elegge quel luogo per fua abita-
zione , allettato dalla bellezza di eflb , e dalla fua folitudine . Nel primo
de' fei compartimenti fi vede effigiato il B.Nicolò , che arriva alla Chie-
fa di S.Maria detta a Circolo , ed entrando la foglia fi fente infiammare
di amor divino , per la Sacra Immagine ivi dipinta ; e dietro di lui vi è
una figura , forfè tfprefia per la voce , ch'egli fentì , che ivi fervi/Te la
gran Madre di Dio . Nel fecondo laterale a quello primo , (ì vede un Sa-
cerdote celebrante all'Altare , in atto di alzar l'Oftia Confegrata , affi-
ttendovi prefente la Reina Maria ,e fua Corte , con il S.Eremita ingmoc-
chioni , e fi vede il Bambino Gesù , che a lui fi volge dal quadretto ,
finto fu dell'Altare , ov' è figurato in braccio alla Beata Vergine : Noi
terzo fi vede il Beato , che con l'orazione fi libera dalla mala Donna ,
che lo tentava , ovvero come altri vogliono , dal Demonio in tal
forma , che per le fue orazioni fen (ugge . Nel quarto , figurò il
Santo Vecchio , che ritiratoli in mezzo alcune rupi dtfeite , (la
in atto penitente difciplinandofi , eflendovi in quefto accopagnsmen-
to di fallì , e di Paefe . Siegue nel quinto efpreflb la fuddetta Chiefuo-
la , ed appare in efla l'Altare , ove è dipinta l'Immagine mentovata del-
la B. V. col Bambino , ed il Sant'Uomo orando avanti di efla , viene
dalla medefima confolato ; Attaccata al muro della finta Cappella , ha
parimente figurata Ja fcala , su della quale dormiva il B. Niccolò , e per
t-fprimerlo, ve lo ha dipinto dormendo , e diltefo su quella ; Indi più
fuori ( credo per non aver altro (ito; vi è efpreflb quando da pirottino ,
fervo
Detto Pippo Tefauro . 3 1
fsrVo (iella Reina , fé gli porta il vitto . Nel kho , ed ultimo quadroni
vi figurò quando quel Santo Vecchio difpenfava a Poveri tutto ciò ch'-
egli avea «Lalla mentovata Reina , ed in edò e belliflìma l'azione, che
fi vede .li uno ftorpiato in fra gli altri, che fi sforza di arrivare al Santo
prima de' fuoi Compagni , per aver miglior parte ( com'è colìume de' Le defcrlcce
poveri ì , e viene a fare alfài bella veduta . Eflendovi nell'altre Storie Azioni _ del
deferitte , figurette affai buone , e maifiine in quello , in cui la S.MefTa d) invaila
fi afcolta , ove il Sacerdote è propriamente vellico degli abiti Sacerdotali, fua Cappel-
li quale tutto , che dipinto in que' barbari lecoli per la Pittura , pure ftà la , alcuni
dipinto beniffimo ; quelle dipinture fono anche accennate dall'Engenio anni dopo
nella fua Napoli Sacra al f. 628. *™£ dl£"
Avea dipinto nel muro di fopra l'Altare della Cappella la morte |crittoreji
data da Perottino al Santo Vecchio , ma nel rimodernarli il fuddetto Al- delle pre-
tare , e adornarfi di marmi ultimamente fu rifatto anche il maro della (enei Vice ,
Cona più indentro , per tornarvi più capace la Cappelletta , perloche fi J.on° im^
perd rono le pitture dipintevi dal Tefauro ; in luogo delle quali vi fi è cafg er po.
ripifto un moderno quadro, che efprime medefimam :nte il fagrilegoco giudizio
omicidio de! Servo di I ),o , il di cui Corpo , come primi , anche ripola dal Sagrili*
fotto la menfa dell'Altare, nella medelìma caffa , lavorata di preziofo no d» S.Re-
mofa.co , che fu coitrutta per ordirne della divata Reina , già mentovata 'V^Jjj ^
di l'opra . Così molte altre pitture di quello Artefice in altri luoghi fi fon ber(> dì cià
perdute , p.r la m.defima cagione di rimodernare le Chiefe , e le Cap- cotdoglto, e
pelle ; ben.he in alcuni luoghi fiano Hate per riverenza confervate alcu- fra quelli il
ne immagini , ponendovi fidamente fopra di efl'e altro quadro , o per ef- Cardinal
fer di mano Celebre , ovvero per dedicar la Cappella ad un tal Santo, pj^^jy
come appunto è avvenuto nella Chiefa di S. Maria Donnaivina , ove nel- Arrivefcova
la Cappella ch'è vicino al Comunicatori© , vi è dipinto nei maro fopra a; Napoli ,
l'Altare una Immagine delia I). V. col Bambino , e quella reità coverta allor viven-
dal quadro che vi è l'opra ,ov'è l'Immagine altresì delU B. V.can S.Lo- te , come lo
renzo, e S.Francefio a' quali per particolar divozione fu la fuddetta Cip- "-'J^g^
pella dedicata dopoi , e per venerazione dell'Imagine di Maria V. di- "CQfe fcriVe ,
pinta da Pippo fi lafciò intatto quel muro.
Terminata quell'Opera dip-nfe Pippo alcune figure , che rapprefen-
tavano le Virtù, in una Cappella del Duomo , che fu delia Famiglia
Pifckella - poi fotto altro dominio pallata , fu in procedo di tempo ri-
modernata , e dipinfe altresì per Riccardo Pifcicello una Cona di Altare
da collocarli nella fua Cappella dentro la Chiefa di S. Reftituta . Qaefle
virtù f prad lette vedute dall'Arcivefcovo Umberto , li fecero voglia di
farne altre dipingere intorno al Maggiore Altare del Duomo , in alcu-
ni fpazj , che eran vuoti rimarti di pitture , non terminate , come u
dille da Tommafo de' Stefani , per le quali figure meritò Pippo molta lo-
de in quei tempi , in cui cofa migliore di quella non enfi unqua
Ve-
5 32 Vita di Filippo
Guglielmo veduta ; che perciò invaghitoti di effe , e dell' a/tre Opere del Tei
Toccofadi-fauro Guglielmo Tocco, delìderofo di ornare ancor' egli la fua Gap-
fiuCappdìa Pe^a eretta "el P'fcopio , in Tito laterale all' Aitar maggiore , ordinò a
oelPiicopio Pippo « che le Storie della Vita di S. Afpremo , primo Vefcovo di Napoli,
ordinato dall'Appoftolo S.Pietro , ed il di cui Corpo ripofa Cotto 1' Altare
.di quella mentovata C-ppelIa a lui dedicata , dipinger vi doveffe , e Co*
pra dello Altare vi effigiane l'Immagine della B- V. al naturale , col Bam-
bino , con da' lati lui , cioè Guglielmo mentovato , ed un altro di fua
famiglia inginocchio™ , e quella ancor' oggi fi vede , fervendo di Cona
l'Aitar fuddetto . Dipinfe poi le Storie di S. Afpremo in figure picciole,
ma non così , the non fuffero alla mifura della quarta parte del naturale ,
compartite in più vani , come anche vi dipinfe la volta della Cappella , e
la Tribuna ; Ma di quelle non occorre farne altra menzione , concioifia-
cofacche quella Cappella fu una di quelle , che cadde , mentre , che nel
tremuotodel 1446. ballando la Cupuletta della Tribuna , la quale era
alta , e tonda , lavorata alla gotica , e mancandoli un piede di una Co-
lonnetta , poiché fopra un ordine di quelle pofava , con bel capriccio la
fuddetta Tribuna , come nella Vita di Mafuccio primo fi dille , cadde
xovinofamente fui tamburro di quella Cappella , e rovinando ne tirò mol-
ta parte delle Storie già dette ; laonde rifacendoli poi la Cappella , furo-
no dipinte di nuovo dall' ultimo , e più valente Tefauro , e quali per fa-
talità parve , che il cafo folle fucceduto , acciocché da così eccellente
Maeltro del medefimo Cafato , egregiamente fijffe complita , come nella
fua Vita diremo .
S. Mana_» Finite quelle Storie nella Cappella Tocco , dipinfe Pippo 1' Immagi-
della Lioe- ne jj <^ Maria della Libera nella fua Chiefa , la quale oggi confervafi su
dell' Aitar Maggiore , con fomma venerazione de' Fedeli ; ed avanti di
, j quella Immagine ibleano]fare Orazione le Regine Giovanna prima , e fe-
conda . Circa quello tempo , effendofi edificata la Chiefa di Montevcrgi-
Bartolomeo ne , per ordine di Bartolomeo di Capoa , Gran Conte di Altavilla , vol-
di Capoa fu je quello virtuofiffimo Cavaliere , che fufle adornata di buone pitture dal
eccL enti - pjpp0 . per j0 cjie datagliene commifiìone , vi dipinfe egli alcune Sfo-
llino ne.la_j . *% . i . ,. _ . *> ' ■ , « s
Glurifpru- rie "ella "lEa dl no'^a Donna j ma pjr efferfi riedificata , ed ingrandita
denza.e tato la Chiefa nel 1 f88. altro di lui non fi vede fé non che 1' antica Immagine
che egli di. della B. V. , trafportata nella Cappella della Famiglia d' Afflitto nobile
del ReRtt del Se»°ìo di Nido ' Ai un P*'flc»pe della Famiglia Caracciolo , che abi-
jjC..to ;nnan. tava preffo la Cattedrale , e proprio vicino la Chiefa di S, Stefano , di-
zi al Papa pinie m un muro del fuo Palagio, in frtf'co S. Anna , e la B. V. » col
Clemente-» Bambino, le quali Immagini Sacre eran tennte dalla fua Famiglia in
V. "n Avi- or: n divozione ; per tante grazie ricevute , e per i gran prodigi operati
gnonc., ja jjj0 per mt.2Z0 joro _
Dipinfe ancora quello Pittore in altri Sacri publici luoghi ■> co"ie
una
Detto Pippo Tefauro. 33
«na Cappella aS. Giorgio Maggiore , molti frefchi nella Chiefa di S.Pie-
tro , e Paolo , ed in quella accennata da Gio: Agnolo Crifcuolo , «letta
Monferrato de' Goti , della quale ora non ve n' è memoria , percioc-
ché quella ., che oggi d vede in faccia al Cartello nuovo , è diverfa dalla
qui mentovata , volendo alcuni noflri Scrittori , che in luogo di quella
già demolita fuife pò» quella eretta , ma in fito differente dal primo . Così
dipinfe la Tribuna, ed intorno l'Aitar Maggiore di S. Gio: Maggiore ,
in cui vi fece le Storie della V.ta del Santo Precurfore di Grillo ; Ma ir»
quella, e nelle altre Chiefe fuddette, le nominate pitture più non fi
veggono, eccetto che nella vecchia Chiefa di S. Pttito , ove fon poche
renquie di effe ; Eflendocche , parte perdutefi dagli anni , e parte but-
tate giù per rifabbricarli le Chiefe mentovate , non refta a(tro vefliggio
di loro , le non qualche miferabile avanzo guaito dal tempo, ed ab-
bandonato, dall'ufo difiru-flo delle fuddette per 1' erezione delle nuove
Chitfe ; avendone raccolte le memorie da' già noti manofentti del No-
tai 3 Pitt ore , che in tal forma ne lafciò le notizie in quelle di Pietro , e
di Tommafo de' Stefani^ riportate altrove per altro oggetto , che così
dice.
Da loro irij-arò lo Pittwe Pippo Tefauro , lo quale da ficcalo anda-
va a vederli d pi) gere , che migliorò tanto la l'i t tur a ; benché più anti*
camente ci fu un altro Tefauro 3 e qui narra di ..quello, che fervi Ca-
ttanti no , già da noi accennato nel Proemio delle V.te , poi f,ggiun?e ) 1
ma qttejìo moderno ha dipinto nel Pifcopio per li famiglia Tqcco , per
l'Arcivefcovo le virtù fotto la Tribuna , dopo dipinto quelle a S. I\ejitu-
ta p'r li Pifcicelli , e la Storia de lo Santo Eremita a la Madonna de lo
Trinci pio , dopi quella dipinta de lo me de fimo a S. Maria a Circolo , e ha
dipinto ne la antica Chiefa di S. Petito , a S. Pietro e Paolo , a S. Gio:
Maggiore , e a Monferrato de li Goti , che non c'è più , come ora S. Pie-
tro , e Paolo detto fi fa Chiìfìa ds li Giefuitj de lo Collegio i dove che h
pitture di Pippo fi cono f cono a la fua maniera antica .
-E'però di avvertire, come in quelle riportate notizie fi fono dipinte
l'opere deli' anti ho , e del moderno Pittore, eflraendone folam nte
quelle Jdi Pippo per compire alla prelente bifogna , attefoche in quel/e
,pr,ginaii di Notar Gio: Agnolo veggonlì quafi in confufo quelle opere
mefcokte infume , pvver polle come in abbaglio , nell'uno quelle deli'
altro .
Ma quello , che maggior contento avrebbe agli Amatori recato
ora è-cagion che in doglia iza rivolgafi , perciocché alcune tavole dipin-
te , che ferviron per conette di Altare ntll C.-.tt; drale , in S. Domeni-
co , ed in S. Giovanni Ma ;_;iore , eflVndq flato tr .'portate in altre Chie-
fe , e 1 ate ne' loro A'tari , fono poi così andate a male , the ormai non *
Ve n: r a ricordanza veruna , efìl-ndofi perdite per l'incuria , che n u
E è pò. a
34 Vita di Filippo
è poca appreffo i Frati , ed i Preti ; concioflìacofacchè nel rimodernarli
Nella Chic- le Chitfe , ed ingrandirli le Tribune , e gli Altari , eflendone (late tol-
la ui S.Lo- te per altre più moderne , e fecondo l'ufo riporvi , di efle facendone
rem.o fi ve- poco cor)to } je j,^ lOCato per alcun tempo allora in alcun peggior canto
voie ariti- ^' Sacriftia » e dopo i di loro Succe/Ton , nulla curandofi di quelle anti-.
che tenute che pitture , che anzi {limandole a vile , togliendole da' riporti luoghi ,
inpococócoo l'han buttate in un canto, ovvero per qualche picciola ft<ma (erbata
che fon die- a tal'una Immagine , che già fu venerata (opra di alcuno Altare , ne bau
vf° -, fatto dono a qualche povero Artigiano , ovvero a femplice.e divota fem-
e fra quellm'nui-cia » Ed a me è convenuto più fiate andare per l'altrui cafe ricer-
Je Cappelle cando quelle tavole , che in que' Secoli fopra di tali Altari furono efpode
Ve ne fono a]|a pubblica divozione de' Popoli , ed in tale inchieda non poca fatica »
antichuTinic e travag|j jj cattivi incontri foifrire , avendo ogni cofa tollerato per l'o-
sti V altra-» nor c^t"a ^atr'a » in ^"ar tornare in vita cotanti fuoi V^rtuolì Cittadini ,
auafi in ma-e per beneficio de' Profeflbri , ed amore delle noftre Arti ; Che perciò
gazini ai coporterò,m teftimonianza di quelle mie diligenze , la tavola da me ritro-
ie inutili ri- Vata del Tefauro in- cafa di Maedro Girolamo Farrajolo Calzolajo ,
^'c di i Ile a^ICa mcontro 'a Chiefa di S. Maria Vjiitapoveri , qual tavola diede
dìuneOe. moltirlìmi anni su l'Altare di S. Giacomo , detto degli Italiani , a didin-
Tavole ef-zione di quella, che ora vien detta de' Spagnuoli , eretta da D. Pie-
pofte su gli tro di Toledo , dal quale Altare in procedo di tempo fu tolta , per ripor-
Altau di vi l'Immagine della B.V. , che al prefente vi fi vede . In qtieda tavola,
Chiefe do-c^e ^ ^' 7" ' e ^"e' Pa'm' dipinta ad olio » fi vede efprtffa la no^ra Don-
nate a varie na col Bambino in braccio a federe in mezzo , eflendovi da un lato
oiuinarìt-. S. Sebadiano , e dall' altro S. Giacomo Appodolo , e fotto la figura del
perfone,tro- s, Sebadiano fuddetto vi Ci feorgono alcune lettere , le quali parte perche
vate a furon fcrJtte con dolce colore , ed ancora per i tormenti ricevuti nel vo«
Ancore con ..... r» • n .-
rauca e ma- 'er puuzzare la pittura con acque corrolive , poco in quello tempo fi veg-
li incorna . gono , leggendovi!! però nelle feguentj lettere li fottoferizione del Tefau-
ro , che fegnolla per edere 1\ pera affai buona , ed in cui egli forfè molto
L'altra fi- fi compiacque , e fono quede medefims che qui riporto : Tef. itr. 130. :
gui t deli ab Le figUre di queda tavola fono buoni/lime , ed il S. Sebadiano dà in bei-
carta t a' da*ìr l'^ima podtura , ed è ben contornato , che fa maraviglia in riguardo a
antichità , qua' tempi.
però fi ere- In alcune Scale delle Camere del Sagredano della Chiefa nominata
de lu figura S, Pietro a Fularo vi è una tavoletta per traverfo, che diede prima
1 "* rei Maggiore Altare , e per caufa d'ingrandire , e modernare la Chiefa
ne fu tolta , e ripoda in fuo luogo altra tavola dipinta di miglior dile ,
perche ne' migliori tempi operata , e la prima fu meda in luogo molto
umido , e per mio avvertimento collocata ove oggi fi vede i In e/Ta vi è
efpreffi la B. V. in mezzo , a federe col Bambino in braccio , da un lato
S. Michele Are a ngelo , S. Caterina , e S.Aiitouie Abate , dall'altro canto
vie
Detto Pippo Tefaurò. 3 j*
vi è S. Orfola , S. Maria Egizziaca « e S. Francefco di Adì fi , opera vera-
mente degna di laude , per lo componimento che in se contiene , ed in
quefta anche il Tefauro ha fegnato il fuo nome .
Per tutte queftj opere mentovate, era venuto Pippo Tefauro in mol-
ta ftiim non folo de" Cittadini di Napoli , e que' del Regno , ma de' Po-
poli ancora di molti lunghi d'Italia , per Io che non mancandogli le com-
rniflìoni de' fuoi lavori , cercava per mezzo di eflì maggiori onori , quan-
do che, prevenuto dalla morte, gli convenne pagare all'umanità quel tri-
buto , al quale è tenuto ogni uomo che è nato al mondo , e que' che na-
feer debbono , laonde fini di vivere circa gli anni del mondo redento
ijjo. 1 o poco più , con grave p rdita dell'Arte della Pittura , che dal
fuo itudiofo operare un gran vantaggio riconofeea .
fìat iella Vita di P/'j>po Te/auro'
VITA DI MASUCCIO SECONDO
Scultore^ ed Architetto.
QUanlo dt! hono alcun Cittì a que' Scrittori , che prima di ogni al-
tro , na.r;ndj alca i loro pregio , le fangir faftofe di quegli Uo-
""'niini , hi primi di tal Prof, filone fi vantano , p;r una inveterata
credulità , non è eli a fscil cofa fpi egare . Perciocché elfi' imbevendo le
menti umane di que' primi nuovi racconti , vi ftabilifcono tal credenza ,
che dopo f oprendofi dal tempo div riamente Cai fatti , anche in faccia
alla verità trovan da principio oftmati contradttori ; perche imbevuti
ì loro Popoli infin da fanciullezza da quegli , non han hiugo quefti di pre-
occupate minima parte di loro , e maflìme quei , a ^ui 1j gloria da' loro
Concittadini parche s'abbia afe mire, p^r le ritrovate divrfe cofe .
Cosi dall'altro canto devon do'erf; quelle Città , .he per mancanza di ac-
curati S.rittori , fi veggon defluite di que' vanti , di che le ave n con
tanti furori col imtr i lor-i virtQofìflìmj Cittadini j le m morie de' quali,
o difperfe dal tempo , o trafeurate digli antahi lor Patrioti , fecero mag-
giori le glorie altrui . Quindi è , che p r tal traf^uratezza è la Città di
Napoli reftata privi di qne le laudi? he rn.r.tillìmim rtt< più a'fuoi Arte-
fi i, che ad altri fi convenivano per il primato di molte cofe , delle
quali vieD dal mondo injino ad ora creduti , a quelli le glorie dovtrferw
E a attri-
$6 Vita di Mafuccio Secondo
attribuire. Perl oche dalla medefima verità fi farà conofeere appieno j et"
fer diverfa la bifogna avvenuta , da quella che da5 mentovati Scrittori»
per eflér fiati i primi , che di tal forti di profelfione abbian fcritto , vien
fatto credere a tutti ; portami ofi nella Vita che fiegue di Mafuccio fecon-
do gli argomenti, gli efempj , e le operazioni medefi me , per teftimo-
nianza di ciò che io dico , per difiìnganno di coloro , che infino ad ora
diverfamente cred rono .
Nafcita di Nacque quefeo perfettiflìmo Artefice circa gli anni del Signore 1291. •
Maluccio, da Pietro de' Stefani , ed elTendo ftato tenuto al Sacro Fonte da Mafuccio '
Architetto , fu ancoragli , in memoria di lui , Mafuccio altresì nomina-
to. Appena adulto fi v. de inclinato alle cofe dell'arte del difegno , in
giiifa tale che prendendone particolar cura l'Architetto Mafuccio , vol-
le farfene Precetcore , amandolo qual figlio infin d'allora j che fé lo fece
Viene ìnfe Compare. Che però cercò iftruirlo in tutte le ottime regole di Architet-
£nato dal tura, e di Scultura altresì ; per la qual caufa difegn-ava continuamente
luoyo"1?3- quelle figure , che migliori dell'altre ravvifava , moleftando ed il Com-
primo. Pare ' ed il Padre a formargliene nuovi efemplari J efercitandofi tuttavia
nella pratica di fabbricare con vederne Io efempio daMafuccio medefimo,
al quale giammai non mancavano le occafioni di fabbriche , durante le
quali folea farvi affiftere il giovanetto allievo , acciocché unendo la pra-
tica alla teorica , veni/Te a facilitarfi l'acquifto di così ftudiofa facoltà :
Ma nel mentre , che egli cercava far maggiori , e più ftudiofi progreffi ,
con la guida di un tanto rinomato Maeftro , venne quelli a mancargli
pL-rde il Ma- ne' P'u bello delle lue operazioni , con difgufto univerfale di tutti , ma
(tro nel fior più del giovanetto Maluccio , il quale non folo come Precettore l'amava,
tie.^li anni rna come fuo vero Padre . Confolatofi però con la convenzione de'fuoi
fuoi. parenti , feguicò per aicun tempo i fuoi ftudi , ajutando il Padre in quel-
le Sculture che alla giornata li erano allogate , giacche ormai troppo de-
bole fi conofeea per cesi dure fatiche , perche eran egli , ed il fratello di-
venuti affai vecchi .
Niccolò , Occorfe in quefto mentre che Nicolò , e Giacomo Sconditi ricupe-
e Giacomo rarono la libertà , come fi diiTe nelle vite di Pietro , e Tcmmafo de' Ste-
Scondici. fani ; borirle volendo quelli , a compimento del voto , eriggere la Chie-
fa alla SS. Nunziata , con un Spedale per i poveri infermi , fecero ricorfo
Erezione a Pietro , acciocché fattone per eilì i difegni , fi cominciarle la fabbrica»
della Chie- che però valcndofi Mafuccio deH'occafione , volle fire egli i mentovati
1.1 della S S. djfegni , che anzi non contento di tffi , ne fece di propria mano una boz-
Nunzura . za ^ n^^j-Q f ja qUaj.> piacendo afli fuddetti Sconditi ordinarono , che
fi devefle per mano alla fabbrica , la quale fu eretta appunto l'anno ap-
Giecomo preflon quello che fu incominciata ( per quello fi dice) del 1506. per
Galecta dà l'accurata diligenza de'Maeftri che vi afììfterono , e di que' che l'opera-
1 hiogo nel- g. fu un terr;tori0 dorato 3' fuddetti Sconditi da Giacomo Ga-
cokofe . *e^
Ginnasio
:ano
Scultore , ed Architetto ". 3 7
Jeota "nella piazza anticamente appellata : Regione Ercolenfe , per
"inochi da Ercole iftituiti , td ove era lo antico Gmnafio , coinè dal mar-
mo Grtco , e Latino , che ivi è fttuato fi Ugge ; qual Ginnafio da Tito
Imperadore fu fatto riftaurare , ed og«i ffrada della ^antifsima Nunzia- j^,V"?r
ta vien detta ; ed a quella Chiefa accanto fu altresì l'Ofpedale fabbrica-
to della Compagnia detta de' Repentiti , del qual infin' oggi fé ne veg'
giòno i luoghi ; giacché l'odierno Ospedale non è più limato ove iù
quello prima edificato con la (addetta Chiefa , ma poco ivi difcoflo , ed in
faccia a quello fu pofcia er tto, ed ampliato; Indi dalla Reina Sancia,che in Ru-n. c.*m
un medefimo tempo d;è maggior comodo al nuovo Moniftero della Mad- cia ,
dalena , da lei nell'anno i 224. edificato , fu ingrandita la Chiefa della
Santifsima Annunziata , che ella ereff: a fue fptle , dopo la cdfione fat-
tale della prima da' Governatori del luogo ; Come dalle fcritture , che fi
ferbano in quella Santiffima Cafa , può da ciafeuno vederfi .
Avea Maluccio nell'edificazione della prima Chiefa della Snntiflìma
Nunziata dato moftra del tuo mirabile ingegno* che di gran lunpa i "io-
yanili anni fuoi fepravanzava , avendola quafi all'ufo italiano condotta ,
e molto fi era feoftato dagli gotici ordini , per la qual cola diede fperan-
za a' fuoi , ed a molti , che egli dov\ Se a' fuoi tempi magnifiche , e bel-
liiììme fabbriche operare . Ne s' ingannavano punto , perciocché avea
queflo giovane apprefa dal vecchio Mafuccio le Romane forme , e con cib
nutriva un ardente defiderio di vedere in quell' alma Città i magnifici
edificj di quella veneranda antichità , per abolire al poffibile quello abu-
fo introdotto da' Goti ; Ma amore , e riverenza erano gl'impedimenti ,
per i quali non potea porre in efecuzione il ben nato defio; conciofiiacofa-
chè l'età cadente del Padre , e del Zio non permetteva , che egli loro fo-
ftegno fi allontanale da loro , a tanto configliandolo ancora l'amor del
fangue . Ma fucceduta la morte di ambi i due Vecchi , dato che egli eb-
be ripofo alle offa onorate di quegli , ed afeiugate le lagrime , fparfe per
tanta ptrdita , come ancora raffettata ali una cofa domeftica , non tardi)
molto a porre in efecuzione il fuo ben nato penliero , con incamminarli
alla volta di Roma .
Giunto in quella Città famofiffima per Pcrokhe azioni , e per tanti Vi ta Ro*
virtuofilìimi Maeilri ? che vi operarono , fi diede ad offervare le opere di ma •
quelli , e nd medefimo tempo offervava di quelli i flupendi vefligj , ed
iva così pafcendoli in quelle bellezze graziofe dell'arte ; non lafciando di
conlidenre né antica fabbrica , ne alcuna fcultura di quelle , che infino
all'ora fi erano rinvenute dagli inveftigatori delle Romane reliquie ; e tut- M rStu^; ^
to ciò che gli dilettava , ritraeva indifegno, formando forra quepli iuj^"""
tuoi itud] per 1 quali impiegava anche lore deftinate al ripofo , tanto fa
1 amore dell'arte a chi veramente cerca di bene apprenderla , e perfetta-
mente acquiffarl.a . Così dunque veduto nella cognizione delle vere mi«
fiate,
3 8 Vita di Mafuccio Seconda
fure , venne altresì nel poflèflb dell'Arte , per la quale acqui flà la Rimi
di que' che allora l'adopravano , e la protezione di molti nobili , i quali
vollero di lui fervirfi , sì nell'erezione di fabbriche , come in qualche de-
pofito ; che per non eflere ne quelli , né quelle venuti in particolar co*
gnizione dei Notajo Pittore , che le memorie ne feri/Te , non fé ne fa
di loro menzione . Quello di che (blamente ne da raguaglio, è di un Car«
dinaie Nipote del Papa , the in quel tempo lo tenne molto impiegato , e
tanto ch.j non potè lafciare il di Ini fervido , allorache fi* chiamato dal
Rè Roberto , come in appreflb li dirà ; Quf Ito Cardinale per quello cht
ne da la Cronologia di que' tempi fi ha i he fofle uno de' nipoti di Bonifa-
cio Ottavo , che in quel tempo molto potevano in Roma , tuttocche luf-
fe morto il Pontefice loroZ«o , per le fazioni che vi erano de' Guelfi * e
de' Ghibellini ; att foche dopo di Bonifacio non vi furono per molti ann;,
ne Pontefici Napoletani , ne in Roma tenne la Sedia di S.Pietro altro che
Benedetto Nono , fucceflore di Bonifacio fuddetto , perciocché Clemen-
te Qojnto , che fu cede a Benedetto , trasferì la Coite Romana in Avi-
gnone nd i}of. , fecondo il Platina fcrifle ; altrimenti pu 1 crederli, che
folle alcun Cardinale Nipote di Clemente V. , perciò, che quello Pipa fe-
ce cinque Nipoti Cardinali , de' quali non è gran fatto , -he alcu.i di
loro fignoreggiaife in Roma ; ma qualunque quelìo Cardinale lì folle ,
egli è certo , the in alcuna fabbrica ìmportaiuilììma lo tenne egli impie-
gato , per quel che fiegne .
Era p.r la morte del Rè Carlo S condo , dopo fucceduta la f;mofa
quiftione tra il Zio , ed il Nipote , (opra la fucceffione del Regno , e do-
po altresì la elegante difefa di Bartolomeo di Capua, D.ttore Eccellentif-
iimo , fucceduto nel Reame di Napoli il fipintillìmj Rè Roberto , allo-
Rnberto ra Duca di Calabria appellato , e quello ptrfentenza di tutto il Conci-
Coionaco ft°r0 de' Cardinali era llato Coronato Rè a gli 8. di Settembre del 1309.
Re di Na- da Papa Clemente V. in Avignone . Principe veramente degho delle mol-
poiiin Avi- te laudi dategli da tutti coloro , che di lui fcriflere ; t fluido egli il vivo
gnone . efempio , anzi il lucidiamo fp echio, in cui fpe chiar G dovrebbrmo
Lodi del tutt' ' Regnanti dell'univerfo ; dei di cui fapere balla fol confiderare la
Rè Rober- Hima , che già ne fecero 1 due primi chiaritimi lumi della Tofana Poe-
to. fia , e della profa infieme ; dico 1 famolìliìm i Francefc.o Petrarca , < h il
Petrarca, volle far giudice de' fuoi componimenti , e G 10: Boccaccio , che lui in-
Bocaaccw. rfa tuttj j princjp; jj Europa llimò degno di fin p-rfoua ; e perche avea
quello Rè alla fua molta fapienza congiunta una profonda pi. ti vtrfo il
Lodi della ^n't0 ^' ^'lo » difiderava egli , e la Regina Snncia fua meglio ( Pi nna
Regina ^' quelle virtù Crilliane dotata , e di quelle fante azioni che il Mondo
S?.ncia. sa ) di eriggere una Chiefa magnifica in onore del Corpo di Crifro , con
iflituirvi un divoto ufo di Iroceffione del Vener^b le per lì) Città nel
giorno dedicato a lui , e che pei pofandofi in queua Ciucia , dovefiì per
l'otta-
Scultore , ed Architetto . 3 9
l'ottavario rimanervi all'adorazion de' FedelijChe perciò fattone parola ,
gli furono da varj Maeftri fUteà ordinari diC'gni , per li quali run avendo
veruna foddis fazione , cercò notizia di que' fimofi Maelìri , che l'Avolo»
ed il Padre di lui avean fervito , e de' quali le laudi a piena bo^ca intefo
aveajper lo che gli venne detto efler que' Vecchi pò. hi anni innanzi già
morti , ma che un lor figliuolo , alkvato dell'Architetto Mafuccio , e da
lui iftrutto nelle cofe dell'arte , fi ritrovava in Roma , ove eflendofi por-
tato per compire i fuoi Uudj , avea per mezzo dell'Opere fue acquietato
buon nome . Quello intefo dal Rè Roberto , non indugiò punto a man- Erezione
dare in Roma un fuo ordine , acciocché Mafuccio favelle fubito ritorno della Chie-
alla Patria ; Ma ritrovandoli elfo impiegato in uni qualche importantif- '*,..**
Urna fabbrica, che tr iggevafi per ordine d'un Cardinale , che era in quel m;ncjaca ^i
tempo di molta autorità , come Nipote di un Papa , come il è detto di alnoArchi-
fopra , non potè allora ubbidire a'comandamenti del Rè , per non poter cecto.
lafciare forte nel bel principio la cominciata imprefa , laonde con umili
feufe cercò avere qualche dilazione p.r il fuo ritorno , promettendo di
ben fervido , allorquando avelie potuto lafciare a buon termine il co-
minciato lavoro. i>^ntl con qualche (degno il Rè Roberto quella repulfa,
e conofecndo, che il replicare l'iltanze farebbe fiata opera ìnfruttuofa ap-
plicò l'animo ad un foraftiero Architetto , che in quel mentre fi gli era of-
ferto di fervido , del quale Maeftro per diligenza ufata , non è mai a noi
giunta la notizia del nome , ne della Patria ; Quello veduto il fico, e for-
matone fuoi dilegui» e modelli , al Rè , ed alia Regina Sancia lece ve-
der con parole eretta la più magnifica Chiefa del mondo ; per la qual
cofa fi diede principio all'erezione di quella colia maggior follennità, che
unqua fi foiTe veduta ; tuttoché , fecondo alcuni , fi temefTe dal favio Rè
una non buona condotta , per le molte promefle fitte da quello . Ad ogni
modo , dopo varie facre cerimonie Vi buttò egli la prima pietra , bene-
detta dall'Arcivefcovo Umberto , alfiftito dalla Regina Confor&e » da'
Principi , e PrincipefTe fue figliuole , e parenti , con moki gran Baroni
del Regno , nell' anno qio.
In quello mentre Mafuccio avea molto innanzi tirata la fabbrica rac-
comandatagli della Chiefa in Roma (la quale né meno venne a notizia di
Gio: Angiolo , infin dal fecolo i foo. , quale precifamente fi foiTe ) e pro-
feguendo tuttavia allo avvanzamento di efTa, per isbrigarfene quanto pri-
ma , difiderand > di andare a fervire il fiio naturale Signore j ed infratan-
toche a quello attendea » ebbe notizia , che il Rè Roberto fdegna-
to verfo di lui , avea commefTo r erezione della Chiefa ad un Ar-
chitetto foraftiero , il quale di già avea dato principio a quella fabbrica ,
con un grande apparato di promefle . A cotal novella fentì Mafuccio ac-
cend rfi di un ardente difiderio di portaffi al più prefto , che li fulfe flato
poiììbile alla Patria , e vedete , ebe «jdifte fi tenefie da colui , e che pre- (
^ pacar
40 Vita di Maluccio Secondo
paramenti fatto aveiTe , dubitando non poco , che forfè non farebbe t'm~
icita con quella felicità , che fiera figurata, e rnaiììmamente , che da
Napoli da'fuoi parziali, e parenti , li veniva avvifato ciocché faceyafi
in quella; che perciò condotta a buon termine la fua opera , e lafcian-
do per lo rimanente gli ordini opportuni , con buona licenza del Cardi-
nale , a cui rapprefencò la fua urgenza , a Nàpoli fi conduffe nel più bre-
ve fpazio di tempo , che gli fu polfibile accommiatarfi da Roma ; perle-
che non potè efler così prefta la fua venuta , che non trovatfe molto avan-
zata la fabbrica della nuova Chiefa .
Ritorno di Nel primo arrivo , che fu circa il 1318., fi portò ad oflervarla , e
Maluccio^ fu così opportuna la fua venuta , che potè in gran parte riparare a quello
»n Napoli. cne malamente infino allora fi era operato ; Concioflìacofachè conofciuto
efier difettofo il modello , conobbe altresì quello che vi mancava nell'o-
pera , e maffimamtnte 1 niCefTàrj fondamenti , che molto fcarfi fi erano,
poco palmi di fotto gettati . Che perciò , chiefio udienza al Rè Roberto ,
prima lo refe dplce verfo di lui, portandogli umilmente le lue ragioni ,e
pofeia finceramente gli dine il cattivo principio , e peffimo avanzamen-
to , che fi faceva dell'ordinata Chiefa ; laonde fubito fu dal Rè ordinato,
che l'Architetto feraftiero defifecffe dall'Opera , e perche egli era faviiifi-
mo Principe , comi fi diffe , volle , che in fua prefenza da i due Maeftri,
con afflìttila di aitn tip-iti , fi djlcorrefle del modo tenuto , e da te-
nerfi , dal qual aìjcorfo conobbe poi il molto vanto , ed il poco valore
del foraftiero , con il profondo intendimento di Mafuc io , al quile die-
de la cura , e l'autorità di riparare , e di compire a fuo talento la f bbri-
, ca . Ma dispiaceva non poco a Mafu.rio , che quella fofse a tal fegiio tf-
mÌìAiccìo ' rat3 'nnan2' ' c^s non P tcfse , lenza grave danno dell'Erario Regale but-
iopra Ja fa- Car^ a terra' e più difpiacevagli cfser ella /ormata cor. tlillgno nll.i gotica;
baca . tuttavia confortatovi d'animo , promife al Rè rimediare agii commeffi di-
fordiri , già avvertiti , quali erano ; prima , chg la fabbrica n ri
avea que' nccefsarj fondamenti , che fi richiedevano , per alzarla con ma-
gnificenza , e Secondariamente , che non venendo molto a'ta ( come per
ifc ufa del primo difetto partiva i! foraftiero ) era forza , che venirle cie-
ca di lume ; per ultimo , che bisognava finirla in quella gotica forma ,
tanto contraria al fuo genio , benché certafle farvi il poffibile per sbeì-
lirla , e renderla maeftofa , ma che non p. tea fv.rfi a meno di rimediar*
la parte fnperiore con le travate , ogni qualvolta volerle alzarla Secondo
la idea , che concepica avea . Così ordinò , che lì cava (fero 1 fondammo
di convenevole profondità , ove fece lavorarvi a mano , con Sporger fuori
molti palmi , per ogni tanto fpazio , acciocché, fopra di elfi poterle alitar-
vi molto gagliardi i vottanti , per reggere la f.bbrica , ere egli poi fere
alzare in altezza maravigliofa ,ecreSccndo fito , fi allungai tetto' lo fpa.
Zio •■ che fi vecie c/al Piiaftro ove e il Pulpito, ove poco fopra e Id fcr •!;■-.-»,
eli-
Scultore > ed Architetto. 41
che divide la nave dalla Croce , e dallo Aitar maggiore ; il quale fpazio
crebbe egli , per alquanto dargli forma di Croce , in cui vi erefle alcune
Gappelle , che rendono adorna la Chiefa nella parte della Croce fud-
detta , e furon altresì rendute dopo più adorne da' Sepolcri Reali , che
appreflb vi furono collocati giufta la fua idea ; come in appreflb diremo.
Mentreche Mafucci® profeguiva quefta fabbrica , alquanto di mala
voglia , per efler'ella alla gotica , e perche veniva altresì biafnnata- da
Carlo Illuftre , Duca di Calabria , figliuolo di Roberto , e Vicario del
Regno, gli convenne di fcolpire il fepolcro a Caterina d'Auftria moglie Sepokura
di eflo Carlo , la quale morì nel 1525. , e quello con magnifica diligenza di.. òrcriiia
compiuto , fu collocato dietro il maggiore Altare di S. Lorenzo . Indi d'Auftria .
datofi di nuovo a'penfieri degli abbellimenti per la nuova Chiefa del
Corpo di Cri Ho , acciocché le aggiunzioni , e nxignifietnze la rendeflero
confiderabile appreflb il mondo , ed avendo quello in penfiero , li venne
irnpofto dalla Reina Sancia i'ereziona della nuova Chiefa , e Moniftero di
fi. Maria Maddalena , giufta Raccordo avuto con i Governadon del luogo,
comedifopra da noi iidifle; Per la qual cofa , nel fito donato nuova- P"^?^1*
mente alla mentovata Reina , fu con magnifica pompa , e Real munifi- iena
cenza cominciata la Chiefa coi Aioniftero di beiliifima forma alla Roma-
na ; cola che fece maravigliare in que' tempi , e crefeer la lliina all'Ara
tefice , che non poco fu lieto di quefta occaiione , per far nota la fua abi-
lità , e peregrino ingegno . Or mentre che quefta nuova Chiefa aveva
principiata , avvenne , che dalla Reina medefima gli venne comunicato
un penlìero , che ella nutriva da più tempo nel cuor; , ed era quello di
erigere una Chiefa , ed un Convento alle Suore , ed a" Frati di S.France-
feo di Affili , in un qualche rimoto luogo , atto alia quiete dell'anima ,
che fempre in quella il palce con fante orazioni;Concioifiacofacchè la Ioli-
tudine è molco propria per la contemplazione delle Divine cole , Ebbe a
fummo grado il felice incontro di Cai comandamenti Mafuccio perciocché
era molto difiderofo di moftrare a lei , al Re , ed al Duca Carlo , come
anche a tutti , alcun' opera di fuo genio , ed avvenga che quella della
Maddalena folfe di fuo piacimento , ad ogni modo per aver maggior cam-
po da moftrare nella moltiplicità de* lavori , quanto egli valefle , con-
fortata la Reina a porre in efecuzione un così fanto penfiero , adocchio
un fito vicino al Mare , ed appreflb un Bofchetto , il quale faceva aprica Sito per Pe*
collinetta , poco tratto lontano dall'abitato , che participatolo alla Reina lezione del»
ne fu oltremodo contenta , che perciò fìttone egti un picciolo modelle t- ,a Chiefa
to (il quale non ha molti anni , che era in potere de' Frati , fé bene al a C;otc-
folito loro , aliai mal concio ) diede principio alla fabbrica , nel men-
tre quella di S. Chiara guidava , e dirigeva quella della Maddalena, e con
mirabil preftezza avanzando l 'una , e l'altra fi vide quefta condotta mol-
toa buon termine, ma con ordine Dorico Architettata , ed infime vi
F fab-
42 Vita di Ala/liccio Secondo,
fabbricò nel tempo medefimo un comedo Convento per le Suore , e poi
Ciucia , co difcofto da quello uno per i Frati ne fece , com.- aite sì poi vi ereflè
e Convento un'altra Chiefa , fetto il titolo della Santiflima Triniti: , per lo che affi-
.' ^;:i!" ftendovi ailìduamente , e lavorandovi inceffantemente buon numero di
ruta U" Cptrari » terminò con mirabil preftezza tutta la fabbrica di quello luo-
go , nell' anno i 328. , come nel regale Archivio fi legge. Quanta
con-folazione ne fent.fle la Reina , non è mio pontiere fpiegare , per ve-
dere erette al divino culto per fua e pera sì belle Chitfe i la qual cofa
può facilmente penfarfì da chiunque sa la Santa vita , che ella menava ;
laonde folo dirò , che in quefta ultima Chiefa , la quale ella nominò,
S.Croce , per Jivozione della Croce del Salvatore , acuì la dedkò, e
per una Chiefa di fimil ti tolo , che eia a Firenze , ove fufepellito il
picciolo Carlo Martello, figlio di Carlo Iilulìre fuo figliuolo j in quefta
dico fi ritirava fpeflò con le fue Dame , ed in compagnia delle Suore ,
che ella collocate vi aveva, cantava le laudi , ed orava ^ Dio ; ed in fi-
ne quivi fi ritirò dopo la morte del Re Roberto fuo fpofo, facendofi Suo-
Reina San.ra di S.Francefco , cambiando il nome di Sancia in Suor Chiara , e qui-
cia Mori vi fervendo qual umil ferva le Monache , lautamente morì , come fi ha
Monaca nel ^gi ja fQa vjta y e cerne nel fuo fepokro , eh' è collocato all'Aitar mag-
li1 C ° S'ore ^' 4ue^a Chiefa , fi legge ; Il qual fipolcro fi tiene per opera di
Mafuccio . Quello luogo oggi è il più cofpicuo , e frequentato di tutta
Profezia di ^ C'ttà , giulla la profezia , che appreflb le fece S. Francefco da Paola ,
S. Francefco allora che il fuo Convento vi ere/Te j rnentrecchè dopo toltone il Bofco ,
da Paola, vi fu fabbricato avanti di lui il Palaggio Reale, che li fa Regale , e mac-
ftofo afpetto ; efiendovi intorno molte magnifiche Chiefe , come S. Ma-
ria della Solitaria , S. Luigi de' Francefi , oggi S.Francefco di Paola vol-
garmente appellato ; S. Spirito di Palazzo , e S.Francefco Xaverio . Così
è renduto adorno di molte nobili , e magnifiche fabbriche che lo circon-
dano. Il Convento della Croce comunica con quello della Santiflìma Tri-
nità , ove (lavano i Frati , che per ministrare i Santi Sacramenti alle
Suore vi collocò la Reina Sancia già mentovata .
Chiefa , e Conofceva affai bene il Duca Carlo il valor di Mafuccio , che fé
S°' Marti 1 kene aVefi'e 'a fabbrica biafimata della Chiefa di S. Chiara , ad ogni mo-
ttetto tia_» d° Per0 » non intendeva pregiudicare alla flima del fuo Artefice , ma a
Cailo Uhi- quella gotica ufanzail fuo biafimo indirizzava ; Come in apprefso fu per
^c s ogn'un conofciuto,imperocchè volendo ancor egli il mentovatoDuca,con-
trafegnarfi fra Principi , con l'erezione di una qualche magnifica co-
fa , fi propofe di eriggere la Chiefa con il Moniftero a S. Martino dedica-
to , fopra il Monte S. Eramo , la qual cofa avendo conferita con Fran-
ta den^d" celc0 Ai Vit0 ' e Zino di Siena Architttti » re rfiede ,a cura a Fra Riccio
itero di S. Abate di S.Severino per guidare la fpefa ; ma cominciata la fabbrica , e
Severino, quella non foddisfaando al fuo^gen.iOjfecc fepraintendente di eiTa l'Archij
tc«o
Scultore, ad Architetto. 43
tetto Mafuccio , che unitoli con Francefco di Vito , più intendente , e
non così duro come il Zino di Siena , condurti a perfezione li b.ili fib-
brica , che a* noftri giorni fi vede ; € quello è quel Mazzeo nominato
dal Summonte ne' tatti di Cario Iiluftre , cosi bri; per abbiglio di
antichità dagli altri Autori deferitto . Indi eiTendofi ne' medeliim cempi
proporlo dal Re Robeito di fabbricar Sii quel" Monte un Cartello (fecondo p bt» ìca del
il Colennucciojfu per configlio di Maluccio tagliato il Monte a fcarpi,ft> del Cartel
Condoli difegno » ed il modello che avea formato, e con pietre quadrate, di iH.amo.
tolte dal medefimo faflo , forniti i baloirdi, e le fu j cortine , fabbri.
caniovi cafe comodiffime , e che reliano ficure da qualunque mfortu.iio
potefle giammai in tal luogo accadere. Così'l Caftllo per io fito,e p rche
e tagliato quafi tutto nel Monte, fi rende inefpug labile, a qualunque at-
tentato potefle immaginarfi,non che m;tterfi in opera,da chi voiede com.
batterlo . Cesi in un medefimo tempo quello Cartello , rende ornamento
alla Citta , e licurezza a' Regnanti di erta , perche è il freno de' popol. ; a
quale oggetto mi perfuaJo , che il Savio Re Roberto, fibbricar lo facefle.
Circa quello tempo , che fu nel i J2;. fi prefentò a Mafuccio occa-
sione opportuna per far conolcere al Re anche li fua virtù della fcoltura. Morte dì
poiché morì nell'anno mentovato, prima Caterina d'Aullria , moglie del Cateiina d
Duca Carlo di Calabria , e poi nel mefe di Marzo la Reina Maria , Ma- jeJ* 'rlcina
dre di Roberto , per la qual perdita volendo confidarli quello dottdllino Maria, e io-
Re col volere del Cielo , ordino a Mafuccio ( che forfè la fua opera prò- »'<> fepouura.
ferto l'avea ) l'uno , e l'altro fepolcro , laonie fu quello della Reina Ma-
dre fco.pito di bianchi marmi, con regale magniruenia ; avendo altresì
l'altro con buon difegno «.ominciato a Mofaico , (opra quattro colonne ,
e con regale Maellà elcguito ; come fi vede dietro l'Aitar maggiore della
Chiefa di S.Lorenzo , ove fu collocata per noti erterlì ancora compiuta la
i bbrica di S. Chiara ; nel qual fepolcro ti legge Hcjacet Caterina filiti ifcr[n-one
f^gis Alberti , éf Niptit ^egit \olnlphi Hpmanoru a S^eg't , ac Soror {.polare a.
FriAerici in f{egem Rjmanorum EieUi Domini Aujinx , ac Confort Sue- Caterina d'
Utibilit Caroli Primogeniti Domini l'r incipit Domini Esther ti è"C e quel Auftria .
che li gue . Qu, Ilo della Reina fcolpito con più attenzione , e compiuto
con maggior gen o , fu collocato nella pirte interiore del comunicarono
della Chiefa di S. Maria Donna Regina, rom'ella av.va ordinato ; Per
la ftruttura di quelle fepoiture , e più per quello della Rema , per i can-
didi marmi cosi bene f;olpiti n'ebbe Maluccio dal Re , dal Du a Carlo,
e da tutti copiofe laudi , avendogli queiVopira molto crefJuto il concet-
to , eh.' fi aveva di lui . La If.rizione del fepolcro della Reina Maria ,
per non eflVr facile al curiofo di leggerla, eden io in fagro luogo di Clau-
fura, qui fi trafport. pr cornilo de' leggitori •
He reauiefeit StxBa Mi,nor:a excelltntitfima Domina , Domina aU^n^""2
Maria Dsi gratta Hirufakra , Siala, Uiganeqi Bigina, ^««Muia!"""
F z jici
44 Vita di Mafuccio Secondo,
£ci l'rincipit quondam Stephani Dei gratia Rfgis Ungavi a , ac feliBtt
darà memori* inclyti Principi* Domini Cara/i Secttndi , 0* Ma-ter
SereniJJìmi Principi s , & Domini , Domini Roberti , eadem grati.i Dei
th&orum R^gnorum Hierufalcm , Sicilia !{egu>n illujtrium ; qua ubiit
anno Domini M. CCC. XXI li. Ind/3.vi.die xxv.menjìs Marti i cujus Ani-
ma requie fcat in pace . Amen .
Chicfa di Nel medeiìmo tempo che Mafuccio eriggeva le fcritte fabbriche gli
S. France- convenne accorrere al riparo della Chicfa di S.Francefco , in quegli anni
coVdfro- mede,ur" edificata , vicino quella di S.Chiara da un foraftiero Archilei-
vinare,e ri- to ' come Q M per tradizione , e fu in quello modo . Neil' anno i ?if.
parata ma- venne in Napoli dalla Città di Affili una Suora del terz'ordine di S.Fran-
ravigliola- cefco , e quella portava feco una divota effigie del Serafico S. Padre , e
mente uu capi^, jn alcune cafe i c|ie erano , ove al prefente è la Chiefa , ed il
Moniftero luddetto . In quefte cafe vi aveano collocate il Re , e la Rei-
na aLune Monache , deputate difpenfiere delle Regie limoline ; quefte
divote Donne veduta la Immagine del Santo Patriarca , animate da un
Santo difiderio , vollero fabbricare una Chiefa per colhcarvela dentro ;
laonde ottenuto il Regio confentimento da que' pn Regnanti i chiamaro-
no quello mentovato Architetto » il quale fi dice , che folle il medefimo,
che innanzi a quella , aveva per ordine di Roberto incominciata la Chie-
fa di S. Chiarate perchegiammai non è cos'i derelitto un Artefice per man-
cante che forTe , che i fuoi parziali non abbia , le Suore conservando a
coftui loro benivolenza , e come poco intendenti , compatendolo della
difgrazia avvenutagli , quafi da quella » e non da mancanza del fapere li
folle accaduto il già noto difavvantaggio , vollero perciò , che da lui fof-
fe fabbricata la Chiefa , ed il Convento , ove le fcritte Monache pro-
Madd 1 na ^e^arono k povera regoia di S.Francefco , ed in brieve crebbe talmente
<ii C >ftanio '* divozione , che poi molte nobiliffime Donzelle vollero quel Santo in-
AiiS.Vita. ftituto abbracciare, ed infra quelle vi fu Maddalena di Coilanzo , che
efemplarm.nte vivendo , morì in concetto di Santità .
Or quella Chiefa , non avendo mi credo fodi fondamenti , edefs?n*
do peggiori di quelli (atti nella fabbrica di S.Chiara , crollò notabilmen-
te da un lato , per lo che accorfovi fubito Mafuccio , recinfe con catafte
la Chiefa , affienandola con grofse travi , ed altresì facendo il medefi-
mo al Convento , cavò i necefsarj fondamenti , e buttandoli fodif-
fimi , alzò fin dal fondo de' medefimi un muro a fcarpa , dalla
parte ove crollata era la Chiefa , e tagliando fempre il muro già fabbri-
cato dal Foraftiero , vi facca fuccedere il nuovo , the andava alzando ,
finche arrivatosi tetto , e quello ftabilitolo fopra i fuoi muri , fortifica-
toli con grofse catene , di ferro, refe ficura la Chiefa , il Convento, ed
infieme il cuore fmarrito delle pietol'e Suore , le quali colmarono Mafuc»
ciò di mille Ccklu Benedizioni
Ma
Scultore , ed Architetto . jff
Mi è tempo ormai di ritornare al racconto della Chiefa del Corpo
di N-S. , qual da noi fi nomina S. Chiara , per maggior intelligenza dV.
Lettori . Avea Maluccio allungata la Chiela , come fi dirle , ad opetto Fabbrica di
di <-rcf erla mirabilmente di .Itezza , e perche una cosi liraordinaria lun- , .atf. '
phezza non dadè all'occhio , cercò ingrandirla da' lati con ingegnolò pen- u, i,:'' ' '•"
.. \ i V • • n- i • r v Clini, UHI.
fiero ; che perciò tirò da fuori per ogni canto di erla le piante di c?.paci,
grandi , e maeftofe Cappelle , compartite con buon'ordine una appreilò
l'altra , e confidandoli ne' gagliardi vottanti , gettati , e fatiti a ("carpa ,
con fode , e quadrate pietre , a tal fine ordinati , e fabbricate fopra le
mentovate piante quelle Cappelle , ruppe tanto di vano ne 'muri laterali,
quanto era l'altezza delle medelime , fenza ne meno ombra di pericolo di
lelione , o movimento alcuno , per le accennate prevenzioni , e comu-
nicò nella Chiefa l'adito di erte , abbellendole con ornamenti , e regole ,
che dal Notajo Grifcuolo « vengono Bar ice tali nominate ; quali a mio cre-
dere ( giacche altra interpretazione non fé ne trova ) è un ordine grande
o fia grave per la voce greca @<tpù( : ed è mirto fecondo la bifogna , per Co*
gliere quanto gli fulfe polììbile la forma gotica ; quindi avendo a ili urato
il tetto con fortiilìmi corridori di grolfi legni , maravigliofi per la di loro
grandezza,e quelli armati fortiJlìma mente di ferro da ogni banda per ficu-
rezza , ed eflendo ficuro della gagliardezza della mafficcia fabbrica , tutta
conceda di quadrate pietre , coverfe il tutto con ifpaziofe , e grolle Mitre
di piombo , che recò maraviglia , e diletto infieme in quel tempo , non
folamente al Re , ed alla Reina il vederlo , e vedere inlìeme con quanta
magn ficenza fulfe formata la loro tr.nto deliderata Chiefa , ma recò anche
ilupore aikra una tal novità all'occhio di tutti i riguardanti , che anzi
tirò inlin da Roma i curiofi dell'Arte , per oflervare le diligenze rifatevi
da Maluccio , a cui ne furon date picnJlìme laudi da tutti . Quella Chie-
fa venne ancora abbellita dalle pitture che vi fece il fnmofillìmo Giotto • /-- t-
•I-ili- • <" ■ ■ l-n n L -iv . 7 Giotto Fio-
il quale da Firenze rece venire il Re Roberto, acciocché con lue pitture uncino pit-
ia dove/Te adornare , come altresì alcun'altra , delle quali pitture , oltre core famè-
di ciocché ne dirle il Vafari nella lua vita , fé ne farà in appreflò da noi ^irim0-
menzione onorata , nella vita di Maefiro Simone . VoTari,
Ma perche in quello inondo fillace non fi dà perfezione veruna di
Contento , fu quello amareggiato a'quei pii Regnanti da un fenfibililìì-
mo, e ddorofo cordoglio, eh loro fopravvenne , quafi che ìnafpetta-
to , così difponendo il Signore Iddio , forfè perch- maggior merito ap-
preso di lui a.quiihlTero, per mezzo di una crilliana fofferenza , erafle-
gnazione nel fuo Divino volere ; perciocché mentre che eglino gioivauo
per l'erezione felice di così magnifica Chiefa , e dell' altre erette dalla „
Re.na Sancia , con i loro Conventi , accadde la morte di Carlo Illuftre Cartolila!
Duca di Cilabria , primogenito , ed unico figliuolo del mentovato Re , fere Duca di
«onii fi dilfti dal quale ( dopi che lo pianfe amaramente , mentre che per Calabria.
le
46 Vita di Maluccio Secondo
la fue virtuofe bontà teneramente l'amava, ) fu ordinato a Maluccio, che
fare gli doveiTe il depolìto nella nuova Ghiefa di S. Chiara ; perloche
egli, che dilìderavi con fui opera confolare , o alm-n mitigare dell'af-
flitto Padre il dolore , lafcianio ogn'alcro arFire , fub,to ne formo il di-
fegno , e dopo quello un m )dello di terra cotta , quale piaciuto al Re ,
Sepoltura diede principio a 'lavori di marmo , chi adornar doveano la Sepoltura 5
di Carlo 11- Scolpendo su la cafla , ove il Corpo di Cario npofava , la fua Statua a
ltiftie. giacere , adornata del Real manto , fparfo di gigli d'oro , e con la Coro-
na in tetta , la qual Ititua vien (coperta da due Angioli , che alzando le
Sepolcrali cortine , la moftrano a' Spettatori ; e nella fuddetta CalTa vi
fcolpi di baffo rilievo il med d'imo Carlo a federe in maeltà , ponendogli
da un lato i fuoi Bironi , e dall'altro i Miniftn dei R.gno , ed a fuoi pie-
di un vafo , in cui tiene egli lo Real ftojco appoggiato , nel mentre che
in quello (lan bevendo una pecora , ed un lupo pacificamente; ciò fi-
gurando per fimbolo della fua gran giuilizia i avendo i piedi appoggiati
su gii onirri de' fuldetti ammali, elfeniovi altre figure per ornamenta
del Sepolcro , come ancora quella della B.V. colflimbino , e di due San-
te Vergini fidiate fopra il Sepolcro dove fimfce , e vi fono degli orna-
menti molto ben lavorati n;lle bali li elTi , eh: fon due colonnette , che
pofano fopra leoni giacenti , e per ogni una vi ha fcolp^to due Virtù ala-
te, quali Angioli , eflendovi inqa-lL- prime li Giuftizia , e la Fortezza,
la Manfuetudine , e la Prudjnza , com^ fimiim-'nte rapprefcntano nelle
Coionnett: di dietro , che fon fiotto vicino ai muro , la Magnanimità ,
la Fedeltà , e due altre , che non fi veggono .
Cosi compiuta djl tutto ia Sepoltura , fu erfa murata nella Tribu-
na laterale all'Aitar maggiore dal canto d-U'Epiftola , ove fi leggi la fe-
gueate ifcrizione in caratteri goti.i .
?^5v| Hic jacet Princept lllajìrif. Domìnus Caroliti , Primole»! tur Sere-
tùi-à^diCar- nijjìmi Domini nojiri , Drniaì Roberti Dei gratin Herufalem ,
10 1 Et Sicilia f{egit , Inclitus D.ix Calabria , éf pr afati Dimmi ni-
Jtri Vicariti! Gmeralis , qui J aititi a pracpuus %Aator , &• etti*
tor , ac \°ipublica Hrenuur Jefenfor ; obiit autem Neap. Catko-
lice receptis Sacrofan^a Ecclfia omnibus Sacramentis . Anne
Domini l}28. Inditi. 12. Anno atatis fua xxx. Regnante f liei, tr,
Vr afato Domino nojiro Rjg? , ^gnorum ejus anno XX. é"C.
Valuta n^lla nuova Chiefa da' Cittadini quella nobile Sepoltura ,
fu ella da ogni eto di perfone fommimente lodata , per lo che ordinò il
Re , che andafTl- fermando un modello per enggere nel maggiore Al tri re
il Ino tmnolo , il quale voleva , che folle fimiglnrite alla Tribuna già
eretta da Pi tro fuo Padre neila Cippella de' Minutoli nel Do moi
per-
Scultore, ed Architetto. 47
perche in quello modo rarebfa: un fepolcro per iui , ed un ornamento ali**
Aitare , eflendo la Chiela con formi gotica eretta . Così dunque Maluc-
cio p r appagare il defid.rio dei Re , fecondando il Aio genio , e la ne-
cellità , dd.gnò , e modellò in tal forma il Maufoleo J coltrutto però con
varj , e capruciofi ornamenti , il qu.Ue inoltrato al Re , fu da quel! umile
Signore ftimato troppo magnifico per un uomo di pjco merito , com'egli
fi dimiva , apprefll) Iddio ; laonde per allora atte fé a far terminare cioc-
che f-cea di meftieri , sì per lo comodo delle Suore ( alle quali avea eret-
to contiguo alla Chiefa , un ampio Moniftero ) comi anche a que' Frati,
che lor miniftravano i Sagramene ; Indi attefe ad ottenere le defi .erate
indulgenze , e vantaggi della fua Chitfa. Così dunque finita in tutto la
Chiefa , nell'anno 1330. vi furon concedute da Giovanni XXI. Pontefi- ~.o. ^y.
ce, tutte le indulgenze , che godono i Frati Minori per tutto il Mondo papa.
redento , come nel Campanile fi legge , benché quello fu coftrutto alcu-
ni anni dopo la mentovata Chiefa ; e/Tendo che di tempo in tempo furo-
no fatte le ifcrizioni accennate , come in quella , che la parte dell'Orien-
te riguarda , qual narra la Confegrazione di detta Chiefa, fatta nel 1 540.
come da noi per coinmodo de' Leggitori , fi farà parola di elle , allora
che dell'erezione del Campanile difeorreremo . Impetrò altresì il Re Ro-
berto dal mentovato Papa , che la Procefiìone dell'Oftia Sagra venifle in
quella Chiefa , ed ivi dall' Arcivefcovo fu/Te il Santilfimo Sagramento
lafciato , dopo data la Benedizione al Popolo , per gli otto giorni ; co-
me diffufamente fi legge nell'Engenio , de' Rjti , e Cojìumanze napole-
tane .
Crefcevano intanto di numero le Suore nel Moniftero della SS. Cro-
ce , eretto due anni prima dalla Reina Sancia , come fi diffe , per lo che
più non capivano in quello ; laonde vedendo il Re Roberto , che di gior-
no in giorno cresceva il Sacro Ordine del Patriarca d Aflìfi , aumentan-
doli la divozione di efio , per la qual cofa determinò di ampliare per ogni
canto, e rendere fontuofo il Moniftero di S. Chiara , ed ivi trafportarle,
acciocché ampio , e fpaziofo luogo abitaffero ; e tanto più , che fapeva
il p> nfiero della pia C onforte , d'introdurvi la regola di S. Chiara . Così
fattane parola a Mafuccio , ne fu da lui difegnata la pianta , ed infieme
l'alzata di tutto l'edificio , che dovea crelcerfi , ed unire con l'altro , ed
eflendo cotai dilegni flati ccnlìderati dal Re , come quello che di tutto mi-
rabilmente era intelligente , conobbe che non folo il luogo veniva capa-
ce di gran numero di Suore , ma che altresì vi reftava fpazio grande pee
ornarlo di delizie ; laonde ordinò, che fenza veruno indugio in opera folle
pofto il difegno , il che di lemma ccnfolazione riufeì non fidamente alle
Suore, ma alla Reina affai più , per i fanti penfieri che ella avea . O»
mentre che quello Moniftero fi andava maravigliofamente ampliando k
venne in p.nfiM 0 a Mafuccjo, di eriggervi un, Campanile, che comincian-
do
48 Vita di Mafuccio Secondo
do con ordine tofcano , moftrafle nelle fue divifioni gli a'tr* <lliattro or-
dini , cioè il Jonico , il Dorico , il Corinto , ed il Compofito ; e così
dal iuolo infino alla fommità compiutamente tutti i cinque ordini di Ar-
dii tettura contenefTe insefteflb, e quelli rendere adorni di ricchiflìmi
fregi; laonde fattane parola col Re, lo perfuafe ad eriggere una tal fab-
brica , tanto più che doveafi neceflariamente ad una Ghiefa cosi cofpicua
fare il fuo Campanile , il quale egli intendeva di fare nel defcritto mo-
do , per manifestare al mondo la fua abilità ; aggiungendo aver penfato
Itipgne , ed ancora , che nel primo ordine , ovvero nella baie , vi fi avrebbe patuta
i "Z.™ni intagliar* gran lettere , che la erezion della Chiefa , ed i fatti ivi fucce-
nel Campai ^uCj ' '" ,atin' vet^1 fpiegaffero . Piacque al Re il penfiero , e difpofto
nH« di S. ccsì di compiacer Mafuccio , cui egli molto ftimava , come di eriggere
Chiara, fabbrica sì fontuofa , e memorabile per tutti i fecoli , ordinò, che poc
fi doveflè in efecuzione , non badando a fpefa veruna , tutto che cono-
nofcefle erTer molta , dimoftrando in ciò l'animo fuo veramente Regale ;
per la qual cofa munitofi Maluccio del bifognevole , e di pratici Maeftri,
buttò fodiflimi , e profondi i fondamenti di eflò , giacché dovendo ino-
ltrarvi i cinque ordini compattttamenteun fopra l'altro , neceflariamen-
te dovea venire di altezza maravigliofa ; che perciò infin da' fondamenti
cominciò a farvi porre regolatamente pietre quadrate di fmifurata gran-
dezza , e con tal fimetria , come aveffe dovuto apparire all'occhi di eia-
Fabbrica feheduno , ciocche fepolto nella terra veniva . Arrivato al piano della
bdliffima-i ftrada alto 4. palmi da terra , pofe per prim'ordine un ben grande , e
nUe dT^s" ma^icc'° Toro ' ° ^ia barione di marmo bianco , il quale ha più di tre
Chiara. palmi di diametro , e che tutto il Campanile circonda , quindi feguitan-
do un dente , fi alza fopra di quelli una ben grande , e fmifurata bafe ,
confetta di pietre di ordinario marmo grandi , ed a proporzione quadra-
te; nella fommità della quale leggonfi le prometfe Iscrizioni i fuccede
a quella la cimata delia fuddetta bafe , e dopo viene il prim'ordine dell*
Architettura , quale è Tofcano compartito intorno a 4. rìneftroni ; finito
quello con la cornice , viene nel fecondo compartimento l'ordine Dorico,
e fuccede nel terzo l'ordine Jonico , ove fi vedono così giudiziofamente
compartiti i 4. fineflroni con li loro ornamenti , fecondo il buon guflo
degli antichi Maeftri Greci , e Romani , eflendovi così giufte le loro
mifure , che quello Campanile potrebbe efiere un vero efempio a tutti
coloro , che voleflero giudiziofamente , e fodamente operare la vera Ar-
L nudi del chitettura . In quello falgono gli pilaftri con loro bafi , e capitelli , come
^^P";™1?' anche fedendo , fopra il capitello vedefi l'architrave , fregio, e corni-
ili . ' Sl° C10ne » ne' <]ual capitello Jonico è da farvi una non men bella , che utilif-
fièia oficrvazione , ed è quella . Figurarono gli antichi Greci, ottimi
Maeftri di Architettura , il capitello della colonna Tonica con le vclnt: ,
che abbracciano il principio del vivo della colonna , eflendovi nel mez-
zo
Scultore? ed Architetto. 49
fco l'uoVolo » e di fopra quefto vi è il tondino , da noi baroncino nomina»
to ; Indi fiegue la ambia , o fia collarino , di dove principia il vivo del-
la colonna , fin dove arrivano le volute , come di fopra è detto . I) gran ... .. .
Mkhelagnolo Buonarruoti , per ornar con maeftofa bellezza qaefto Jonico {Q By0„f^
capitilo, calò la ambia fuddetta un modulo di mifura, ed ingrandì l» ruoti gran
campana , su della quale fece terminare le volute , e vi aggiunfe un ba- Maeiiro di
flone , e fotto quefto fituò il collarino , ed il principio d.lla colonna ; or- Archicecru-
tiando quella campana del capitello con la fempre belliffiim invenzione [oredjn,L
de' trovati felloni, che hanno la tenuta dal centro dell'incavo delle vo- VQ0;'naco.
Iute mede fi me, d'onde elfi nafcono , ponendo il m;fiherone fopra dell'A-
baco , che fa un ornato cosi bello , che non ballano tutte le laudi degl*
intendenti , e de' Pro felibri , per adempire al gran vanto , che devefi al
fiuonarruoti . Or dunque? quanta parte di quelle laudi devonfi ancora
all'Architetto Mafuccio j 11 quale tanto tempo innanzi ebbe ancor' egli
tanto di fopraumano intendimento , che la medefima invenzione di calao
la cimbia alla mifura di un modulo , ed aggiungere il bilione con di fot-
to adattarvi il collarino , fece egli prima , eh; ogn'altro in que' tempi,
facendo da elio principiare la colonna dalla parte di fopra , come appunto
lece dopo tanti anni Michelagnolo ; la qual cofa fu da Mafuccio pò ih in
opera nel i 540. , nel qual tempo erano ancora in povertà le nobililiìme
arti del dileguo . E' ben vero , che il rimanente del mentovato fedone ,
e mafeherone, devefi al divino ingegno del Buonarruoti,quaie loaatilììma
invenzione vedefi continuamente melTa in opera da tutti 1 buoni Maeilri
di Architettura di ogni Nazione . Ma la prima invenzione di calare la
cimbia , e fare lo fpaaio alla campana , forfè fi vide prima in Nipcli tifa-
ta , che altrove ; non entrando io a far difputa , fé prima folTe flato ve-
duto in Roma da Maluccio un tale efempio , che fé ciò folle , come lui ,
C05Ì pctè vederlo altresì il Buonarruoti ; ma foio dico , che egli tanti anni
prima il medefimo fzee , che quel Divino Artefice pofe in opera . Ne que*
ila è ella fuperflua ef gerazione di penna , poiché fi vede patente in que-
llo campanile l'opera di Maluccio ; laonde qui mi torna in concio di nuo-
vo alquanto dolermi delVafari, il quale come pentiilimo Architetto . "
avea bene offervato , elìèndo in Napoli , quefla rabbnea , giachi ella pjutco|i0
contafi p^r una delle più magnifiche , non folo della noftra Città , ma che fece o-
deli 'Italia , che dopo di tanti fecoli appanfee così valida , e fenza ombra nore a' Na-
alcuna di lefione , che fi maraviglia a coloro , che la mirano i ed in efla poleta,)i'
avea pur egli veduto gli ordini della Romana Architettura , cosi perfetta-
mente compiuti ; pecche dunque f.-cecosi gran torto a' Napoletani Mae-
ftri , non facendone alcuna menzione ? Il eh: ben fi conofee , che ciò fe-
ce folo per efìer opera di Art le Napoletano ; perciocché fé di alcun' al-
tro Italiano Hata fi fofle , ne averebbe certamente (atto, parola ; fé poi di
alcuno de' Fiorentini fuoi , quali encomi , e quai laudi avrebbe egli la-
G fciate
^° Vita di Maluccio Seconda
rciate in ifcritto ! Come fi vede , che ha fatto all'opere di. quelli , ancor-
ché elleno fo/Tero di poco conto ► Or avendo elio Giorgio già veduta que-
ll'Opera , come dunque ferirle , che Filippo di Ser Brunellefco , che fu
tanti anni dopo , rimife in piedi la buona Architettura , di già perduta?
quando, che quella fola , oltre dell'altre già fatte innanzi dal primo Ma-
fuccio, anche con buona Architettura , come la Chiefa di S. Gio: Mag-
giore , S.Lorenzo , ed altre fabbriche , lo mentifee ? Egli è vero però,
che fi deve al Vafari alcun obbligo , per non avere appropriato quella,
ed altre buon opere a' Fiorentini Maeftri , come in molte ha già fatto 3
Ma pur chi sa , fé noi fece egli , forfè per efTere. in fua cognizione l'Au-
tore , come già fu noto al celebre Marco da Siena , che li dà piena laude,
come nella fua lettera pub vederfi . Io so bene , che da tal'uno mi fi
dirà , che non tutte le fabbriche fatte da Mafuccio fono di quella perfe-
zione , alche iorifpondo, che tanto badava per conofeere appieno la
gran fufficienza di quello Artefice in que'fecoli tanto privi di lume ;
Confiderando ancora , che non prima del 1 f 00. giunfero quelle Arti alla
primiera bontà , anzi al colmo della perfezione , per mezzo de' due di-
vini Ingegni , Michelagnolo , e Rafaello ; e pure quelli uomini così
illullri , qm He medefime buone regole praticarono , che tanti anni prima,
anzi fecoli innanzi oprate aveva Mafuccio . Per la qual cola , fi vede ap-
pieno la già da noi apportata paflìon del Vafari eiTer vera ;• come altrtsì
la laude dovuta a Napoletani Maeilri . Ma ritorniamo alla Storia.
Mentre che Maluccio al campanile flava applicalo , comi ad opera
per lui gloriofa-, perciocché fperava , che per mezzo di cotal fabbrica ,
furie appien conosciuto dal mondo il fuo valore , compì di tutto punto il
Monillero ; per la qual cofa furono un buon numero di Monache deliri
Croce fatte paflare in quello nuovo Convento , in cui prof rìandovi per
ordine della Reina Sancia la regola di S. Chiara, con tal nome ptr fempré
dopo venne appellata la Chiefa ; e nel fuddetto Convento nel luogo de-
limito , vi vennero altresì , per ordine della mentovata Reina , e del Re
fuo Conforte , i Frati Conventuali , per miniferare i SS. Sacramenti alle
Suore, come già fatto aveano nel primo Moniflero della Croce, abi-
tando effi. nel Moniflero appellato della SS. Trinità . Il tutto appien lì
comprende dalla prometta lfcrizione che fiegue ; la quale è dalla parte di
mezzo giorno .
Ifcr'uìont Jllujìrif. Clarus. RjbertUf. R,ex. Siculo;- unti
«klCampa- Sartcia. Regina, pralucens. Cardine, moriim»
m e" Clari. Confortes. Virtutum. munere.fnrtes.
Virginis. hoc. Clarae. templur,: . Jìrttxere .beat ae".
JPoJìea. dotar unt. donis. Mitili fyl bearunt.
Vivant. Coìststìta. Domina. FratrefqiMinorer.
San%
Scultore , ed Architetto . 51
SanEia . c»>n. Vita . Virtutibus . é* redimita
Anno . Milleno . Cent erto . ter. fot iato .
Deno . /andare « Temflum . Capere . Magijìri .
ìn quella ifcrìzione vengono nominati i Frati Minori Conventuali '
perciocché ad elfi fu data allora la cura della Chiefa , e dell'ammini fra-
zione de' Sacramenti ( come fi difse > e quelli vi diedero infinthe Filippo
Secondo Re delle Spagne , e di Napoli , pregò il S.Pontefice Pio V.a ri-
moverli da quello Convento , ed in lor vece vi tè venire i Frati Ofser-
vanti , che ne prefero il pofsefso nel i f68. , ed efsendone poi anche co-
floro rimollì , vennero in luogo di elfi quelli della Riforma, quali al
prefente vi Manno . La Ifcrizione che ftà dalla parte dell'Occidente , di-
chiara le Indulgenze concefseli da Papa Giovanni XXI. , cosi dicendo .
Anno . Milleno . terdtno . Confidato .
Et tricenteno . quo. Chrijìus . rios . reparavi £
Et. genus . kumanum . Collafpum . ad fi . revocavi? l
Eleufet . CunSlas . ConceJJìt . JPapaJoanney .
Virginio, huic. Clara . Tempio . virtute. Colendo^
Obtinuit . Mundo . tota . quas . Or do . Minorum.
Si . vor . SanSorum . Cupitis . vitamqìpiorum.
Hitc . 0 credente! . veniatif . ad has . reverente! "
Dicite . quod . gentes . hoc . Credant . quafi . lepentet \
Efsendofipofcia nell'anno i?4°» folennemente Confegrata la Chie-
fa da dieci Prelati tra' Vefcovi , ed Arcivefcovi , fe ne fece memoria
neil'ifcrizione che riguarda Oriente , che così dice .
Anno - [ab . Domini . Milleno . Vi r gì ne . itati .
Et. tricenteno . Conjun&o . Cam . quadrageno .
Odiavo . Cur/u . Currens . indi&io.Jìabat.
Tralati . multi . Sacrar unt . hic . numerati ;
G. Vièti . hoc . facrant . Brundufii . Metropolita S
jR_. q. Bari. Pra/ul . B. Sacrat. ér >pfi . Tranenjìs .
L. dedit. Ama [fa. dignum . dat \ Conti a. ?etrum .
P. q. Maris . Calìrum . vicus . I. G. datql Mi/étuf» .'
G. Baianum . Marum. /ert . N. vsnerandum .
Nel quarto , ed ultimo lato , che riguarda Tramontana , fi fa men-
zione di tutti que' Regali perfonaggj che intervennero nella mentovata
coniègrazione ; Cosi dicendo .
.
G 3 &JB
$z Vita di Mafuccio Secondo,
Rjx.è" Regina, ftant. hic. multi; . fidati .
"Ungaria. l{e°is. generoja . Jiirpe . creatili .
Confpicit . Andreas . Calabrorum . Dux . veneratili .
Dux . pia . Dux. magna. Confort . hiticqljnaina .
K<-ptit ■> I{egalir . Sociat. Soror. é" ipfa. Maria .
lllulìì is . l'rincept . Robert ut . & ipfe Tarenti .
Ipfe. Ihilipput. Frater. vultu. reverenti .
Huc.Dux. Duraci i . Kar oliti . fpe&at . reverendut .
Sitntqì duo . fratres » Ludovicus. é" ipfe. Robertus i
Ed ecco con quelle Ifcrizioni appagata anche la curiofiti di alena
leggitore , che non avefle notizia, né dell'Engenio, uè del Celano, fé mai
bramofo egli forfè di fapere, che cofa quelle fignificafTero; Gonciofùacofac-
chè , non lolo per i caratteri gotici fi rendono a molti difficili , ma anche
per Jie non fon più leggibili quelle de' due lati di dentro, ptr le fabbriche
che vi fono fatte , che tutte le hanno occupate , per farvi abitazioni ,
dapoiche la gran Cittì di Napoli ormai fi rende angmla alla multiphcità
del fuo numeroliiìimo popolo .Ma prima che quelle cofe fifaceiT.ro, avea
Mafuccio formato un Cortile alla Chiefa, ed in faccia alla porta di efTa
_!.._- - Il /?«rnla cri\ innraf-a np av^s _ pA ir» rrit^ft^ ,-Un ».«„
anche in un DarDaro componimento, conciomacoiacne vi fece su la
porta fuddetta un Arco di pietre commefTe , pipernine , lavorate fottili,
le quali cominciando su l'appoggiatura di un picciolo cartoccio vendono
a mifura , e con proporzione crefeendo , e tinto , che nella maggior
fommità , ove alquanto ha dell'acuto , avanzano infino alla lunghezza
di dieci palmi ; reggendoli da loro lletie , e lenza altro foftegno , che del
pur dato giammai minimo legno ai iLunipuuern , e pure puoi dirli , che
*' quelle pietre contelle , che l'Arco mentovato compongono , fembrano ir»
aria fituate , tanto fporgono in fuori , la qual cofa non è riufeita mai
più ad alcuno Architetto , in altre fabbriche imitare ; e perciò av-
viene , che da ogn'uno fia quell'Arco con maraviglia ofiervato , del qua-
le ne fanno ancor menzione gli fiorici delle cofe memorabili della noftra
Napoli .
Profeguivafi intanto l'incominciata fabbrica del Campanile , la qua**
le come andava credendo , cosi apportava maggior flupore a gli occhi
di co oro che la mifuravano , concioflìacofacchè giammai veduto non
aveufta dopo di tanti fecoli un opera, di cotanta magnificenza , e di coj;
tali
Scultore , ed A rchitetto . 5 3
feli ordini eretti , ed erano i fpettatori rie pò lunga pezza fatti difiderofi
di vederla oggimù condotta a fin?,e fitnatevi l'opra le cinque grolle Cam-
pane , che già avea anni innanzi fitte formare 1 1 Reina Sancia , le qua-
li prima fopra grandi Arpigloni aveano Riattiti , e pofeia accomodate
fopra unabalTa , e ruftica fabbrica ( come (i dice ) a guifa di Campanie ,
ma picciolo , e fenza veruna formi . Ma le molte commefTe , che tutto
giorno a Mafuccio venivano, non faceano camminare Io edifìcio, che len-
tamente ; avvengaceli^ nel profeguimento di eflb non volea egli difpen-
zare la fua perfona , ma con indefelfa vigilanza tutto iva vedendo, tut-
to mifuranlo , in quello ino importante lavoro", che anzi difpiacevali
fommamente , che per impegno alcune volte ne fuife diltolto , ^fognan-
doli condurre alcuni tali Livori , che dilazione non ammettevano ; come
appunto furino i Sepolcri di Gregorio Filamarino nel Pifcopio , ove in- GfegoriqFI-
ranzi avea finita la fepoltura di Marmo Caracciolo , cominciata dal Pa- lama uno.
dre fuo nel i 5 io. , e lafciata imperfetta per la fua morte ; ed ove anco- Marino Ca-
ra nel primo arrivo che egli fece da Roma, ebbe a fare per ordine deìl'Ar- racCi0l° •
civefeovo Umberto ( come fi dicei) il Sepolcro dell'Arcivcfcovo Aiglerio, Umberto
morto fin dal 1294. , ma privatamente, anzi poveramente fepoito A .icivefeovo
allora ; benché ciail'Engeniofi nota , che quello fi-polcro fu ordinato da c^ ,? az
Umberto nel 1 51 f. , nel qual tempo Mafuccio era in Roma ; laonde più Amerio.
torto accorda , che lo faceife nel 1312. prima che in Roma fi portarle ,
b- pc he folle giovane , che tanto puoi' edere , che l'opera del Sepolcro
folle ltata commefla a Pietro fuo Padre dall'Arcivefcovo , e poi per la
morte di quello , terminata da lui ; Quello però che fi ha di certo egli è,
che nel tempo che al Campanile flava impiegato , fece il Sepolcro di Gu- .. f ,
ghelmo Guidaccio , e di Riccardo Pilcicello , ambi fepolti in S. Reflitu- ^"dìNu-
ta, l'uno morto nel x^r. , e l'altro nel i'-JH- Così ebbe a fare in S.Do- bili Uomini,
memeo maggiore il Sepolcro del Duca di Durazzo Angioino, fratello del
R Roberto , ottavo genito di Carlo Secondo , che morì nel 1 5 3 f.aven-
do prima fatto quello di Filippo Principe di Acaia , e di Taranto , che fu
quarto genito del fuddetto Re Carlo , Cesi fece il Sepolcro di Bernardo
del Balzo , Signore di Montefcagliofo , i quali Sepolcri eran prima die-
tro lo Aitar maggiore , ma i Frati volendo in tal luogo fare il Coro , lo-
carono i mentovati Sepolcri ne* muri laterali della Croce , in fito molto
eminente , per que' baffi rilievi ion tanto fludio da Mafuccio fcolpiti ;
i quali veramente mentano ogni laude dagli amatori delle buone o»?re
della età vetufta , per e/Tere aliai ben condotti di componimento , dife-
gno , e buona grazia di volti , così varj difegni avea fatto innanzi pec
varj altri Sepolcri di Titolati , i quali fece condure forfè da fuoi Disce-
poli , con la femplice fua ailìflenza , che fon quelli , che di minor bon-
tà di lavoro p? r fue fatiche fi contano . Ma tutti quelli lavori non avreb-
bero ballato a djfioglierJQ , fé un opeja di fomnaa coofiderazione , e djj
ho
54 Vita di Mafuccio Secondo ,
fuo genio , ed ancora del Re, non l'aveffe impegnato, e quella fu là
fontuofa Chiefa di S. Lorenzo , che egli ebbe da finire nel modo , che
fiegue .
Carlo primo Avea '* Re Carlo Primo d'Angib ottenuto graziofamente da' Nobili,'
d' An piò e- € da' Popolani di Napoli il Palaggio del lor congreffo, ed una antica Chie-
refle laChle- JÌà J che Giovanni Vefcovo d'Averfa avea conceduta a' Frati Conventua-
le di S. Lo- ij di S. Francefco nel 1224. , perciocché in que' tempi ad elfo appar-
ai'0 j^_ tenea il ^^ con altre Cafe , e Giardini , che da* fuddet-
J.J, " ti Nobili , e Popolani eran flati convertiti nel Palaggio dianzi mentova-,
to , per trattare i publici , ed i privati neg^zj ; della qual cola ingelofi-
to Re Carlo , per cotanta unione , e confiderando , che da un corpo
unito difficilmente potea ottenere quel tanto che egli volea , finfe aver}
tatto voto al Santo Levita Martire , di eriggerli una Chiefa , per 1' otte-
nuta vittoria del Re Manfredi , nel miglior luogo di Napoli , e cosi die-
de principio alla fantuola fabbrica di S.Lorenzo, dirigendola il primo
Maluccio, che formato ne avea con il difegno il modello i Indi venuto
a morte Re Carlo Primo , fu la fabbrica profeguita da Carlo fecondo fuo
figliuolo, e fuxeffore , il qu ile concede nel 1202. mille feudi annui
iopra i dazj delParrendamento del ferro , per la continuazion della fab-
brica , la qual donazione fu poi confermata dal Re Roberto nelf anno
15 io. , e dopo da Carlo Terzo nel 15 81. , per il mantenimento de'F ra-
ti come da' Jor Privjleggj, e Scritture , che li confervano nel Regia
Archivio di Napoli , e del Convento di S.Lorenzo.
Era quella Chiefa per i varj accidenti rimafta molto imperfettajdo-
po la morte del Re Carlo Secondo , dovendoli eriggere le Cappelle della
nave di effa , elTendo però in tal buon flato condotta , che da più anni fi
ufficiava , e vi fi celebrava da' Frati , i quali vedendo che il Re Rober*
to , con la Reina Contòrte erano molto alle opere di pietà inclinati , eb-
bero a lui ricorfo , acciocché allaperfine una volta la Toro Chiefa fi ve-
ri, fie compiuta , per la qual cofa volendo Roberto compiacerli » ne fu
data la cura all'Architetto Mafuccio , acciocché quella abbellifle , ed or-
ir.flé con le Capptlle , e dei tutto la renderle compiuta , e per far que-
llo ogni altra cura Iafciaflè . Laonde egli confederando la Chiefa affai be-
ne incominciata , fece fopra del fatto un modello , in cui agpiunfe i fa-
Arco della nimenti , che vi mancavano , ma fopratutto vi accomodò l'Arco mag-
Chiela di S. giore così alto , e maeflofo , the recò maraviglia anche in vederlo nel
Lorenzo al- modello operato . Infine datovi opera con piacere del Re Roberto , Cer-
vinia . " CaVa conc'ur'a 'n POCo tempo a perfezione , ma nel profeguimentodi tfsa,
avendovi di già terminate le Cappelle , con gli abbellimenti di marmo,
venne a mancar di vita quel pio , e fapientifiìmo Regnante , con un i-
verfal pianto , e dolore de' fuoi vafsalli , nel 1542. a 16. Gennajo , pei
la qua! cofa , convume a Mafuccio lafcjar ogu'opera , e folo applicarli
a la-
Scultore , ed Architetto . jj
a lavorargli il Sepolcro, su l'idea concepitane gli anni innanzi » ed in tal
modo convenirgli dar pofa alle fquadre , ed alle mifure , ptr dar opera
tiF (carpelli , ed alla (cultura . Ma quello che egli con fua difpiacenza con-
fiderava , era che per la morte di quell'ottimo Re rimaneva imperfetta
ia maravighofa fabbrica del Campanile di S.Ghiara , dapoiche conofcea
benifiìmo , non elservi rimalto ne' rampolli della ftirpe Reale , chi con
cuor generofo ,1a magnanima imprefa facelTe feguitare ;dapoicchè l'Uri- Andrea ctt
garo Andrea , con la fua Spofa Giovanna Prima » che fuccedeva al Re- Ungheria, e
j»no , come figliuola di Carlo Illuftre , noneran punto inclinati > né a Giovanna-^
fabbriche , né ad abbellimenti , e più la Reina , come quella che di ma- Prima •
la voglia fi vedeva congionta ad uomo molto diverfo dal genio fuo , per
la fua afpra natura , e non già per impudiche voglie,come erroneamente
fu creduto da alcun Scrittore ; ma giammai da Coltanzo , e da altri gra- Il Coftanzo,
ViilTmi Storici delle cofe di Napoli , come in appretto farem parola , da-
poicchè affermano coftoro, non aver ella colpa nella morte di Andrea , la
qual cofa fu a baftanza provata nella Corte del Papa in Avignone , ove
Giovanna giultifkò fé ftefsa . Così dunque la fabbrica famofa del Cam-
panile fuddctto fi rirmfe infino al terzo ordine polla in opera , mancando
poco pel finimento di quello terzo piano , e'1 cornicione , che ora vi il
vede principiato ; che fé bene nel 1 5"8o. in prima , e poi nel róoo.ten-
tafsero , e le Suore , ed i Frati farvi il Compimento delli due ordini Co-
rintio , e Comporto per ridurlo a perfezione , ad ogni modo però non
ebbe giammai p,ù effetto di quello che fi vide forfi dall'Engenio , che
nella fua Napoli Sacra ne fcrifse , che in quel tempo fi andava riducendo
a fine , che fu folamente il compimento del terzo ordine Jonico, con co-
minciarvi il cornicione , che dalla parte del Cortile fi vede , errando
per altro i'Engenio ove d;fse , che infino al primj ordine fu fatto al tem-
po del Re Rcbirto, poiché Gio: Agnolo Crifcuolo, the fcrifse le fue noti-
zie nel i f 60. nota li tre ordini fatti da Maluccio , e chs la fabbrica non
fu mai profeguita a cagione del gran difpendio vi bifognava , e quella
è la cagione che così imperfetta fia ri malia fm'ora .
Cominciò dunque Mafuccio il Resi Maufoleo giuda l'Architettato Sepoltura
modello , il qual non volle , che punto fofse alterato la Reina Giovan-^el ^e R°"
na prima , di quel che piacciuto avea ali' Avolo Re defonto , perloche ert°s
fi lavorò con gotica Architettura per accompagnare l'ordine della Chic-
fa , ma con Cottili , td off rvati lavori , con varie fìatue , grandi >
me/zane , e piccole , fituando di f pra la ftatua del Re , con abito Re-
gile a federe , e di fotto di efs^. , fopra il tumulo , che chiudeva il fuo
corpo , altra giacente , veftitacon l'abito delli Frati Minori , avendovi
fetta profeffione 18. giorni prima di morire , e quivi fece due Angioli ,
che alzando le Cortine inoltrano il Re defonto , come prima già fatto av^a
nel tumulo del Duca Carlo ; veggendofi però in quello di Rcb ito moke
figUie
56 Vita di Malfaccio Secondo,
figure , le quali a! fuo Cadavere fan dolente carteggio ; ed in quelle fi-
gure efpreue Maluccio le molte virtù , che aveanorefo adorno l^nirno
luo Regale , come in altra parte vi effiggiò i fuoi popoli , con fuoj mini-
ilri , ed i più cari parenti , i quali pietofe lagrime fpargendo , fanno
ammirare a' riguardanti l'efprefib duolo in que' marmi . Così varie fta-
tuette rapprefentano ancora varj Santi , che furon particolari Avvocati
del Religiofo Regnante , efllndovi con quelli molti Angioli con la Statua
della B.V., che tiene in braccio il fuo diletto figliuolo , alzando mirabil-
mente quello Maufoleo infino all'altezza di y 6^ palmi * che rende mara-
viglia il vederlo .
E ben vero però , che ferbando quella gotica forma , non ha l' oc-
chio quel diletto , che potrebbe avere , fé con le buone regole de' Ro-
mani fufs'egh quello fepolcro Architettato , perciocché crefeerebbe in
bellezza , e tanto più , che in niuna parte di eflb fu rifparmiato , e la
materia , ed il lavoro ; che anzi molto di più ve ne ha in quello , che
fé forte di Romana forma coftrutto ; la qual cofa non potè far Mafuccio «
per la ragione difopra addotta , di eiTer la Chiefa alla gotica ed.ficata ♦
Ad ogni modo però non refla , che egli non abbia in fé queflo gran Mau-
foleo le fue laudi ; conciollìacofacchè , tra per lo lavoro con gentil mae-
firia condotto , e per la fmifurata fua altezza , ferba in fé un maeltofo
decoro , che non ha che cedere alli più fuperbi fepolcri d'Italia , fé fi
confiderà opera coftmtta nel 13 fo. in circa ; nel qual tempo ancora
avean del barbaro le nollre Arti , non folo in Napoli , ma nella medefi-
ma Roma , che già fu fcuola di belle forme, come al prefente fi operano,
&ove doveano in ogni tempo efTervi eccellenti maeftri dell' ott.me re-
gole di Architettura , per gli efempj perfrttilfimi , che aveano ogn' ora
in iù gli occhi , ma in quella ancora eran corrotti gli ordini , e k>vvtr-
Emionedel- tltl con g1' coftumi i penfieri . Ma tornir.mo a Mafuccio .
]a Cniei.. di Intanto che la fepoitura del Re Roberto andavafi ponendo in opera ,
S.G:o:iC2:- convenne a Mafuccio, circa la fine del fuddetto anno 1343. fare i diftgni
da'^B CU P£r h erezion de,,a Chitfa di S.Giovanni detto a Carbonara , com. ri-
piano Fian- fer-fce Gio: Agnolo Cnfcuolo nelle notizie che ei ne lafciò di Gennaro di
co, eome cL] Cela , ove incidentemente ( com' è fuo coftume ) dice : che Mafuccio
fuo Epitaffi-» aveva edificato quella Chiefa , per amor del 6. Crilliano Franco Frate
'iM^ChT0 de' Servi di Maria; concioffiacrfacchè avendone avute preghiere dal fnd-
, ' ' detto B.Criftiano , non aveva potuto negar fua opera ad uomo di tanta
Gualtiero Santità ; laonde fi cominciò d fabbricare la Chiefa nel fuolo, che a quel-
G. .tot.T do- lo avea donato Gualtiero Galecta , Cavaliero Napolitano , con i centi-
na il fuolo cui Giardini , come dalle Scritture , che nell'Archivio della fuddetta
couGurui- ch.efa confervanfi , appien G vede . Qu_=fla fu veramente da Mafuccio
rezKn'c del- f°rrnata a fa° genio, avendone prima architettato 1; Modello , che fu
la fucucLca ailoxa confiderato crnr-t. filmo , con Architettura all'ottime regole confa-.
C^ia . centj ,
Scultore , ed A rchitetto . 5 7
«ente , tome infino a' noflri giorni fi oflerva . E ben vero però, che og?\
Vedefi quella Chiela ornatifhma , ed arricchita di marmi , che non Io fa*
allora per la povertà di que' Padri , che la fondarono , i quali furono , iL
fuddetto Beato , ed il P.Gio: d'Aleflandro , allora provinciale de' ferviti;
ma venne ella mirabilmente , dopo molti anni , abbellita per ordine del
Re Ladislao , che tutta l'ornò di marmi con legai liberalità , e magni-
ficenza . Ma cotefti abbellimenti non alterarono punto la fua forma pri-
miera , né della Chiefa , ne del Coro , ovvero di altro membro dell*.
Chiefa fuddetta , aggiungendoci folamente a capo a molti anni la Cap-
pella del Marchefe di Vico , fontuofiilìma per lo lavoro , ricchiffim*
per i m^rmi , come nella feconda parte di quell'opera con permiffion del
Signore , fi farà parola ; perciocché a quella Cappella poche alcre nort
fol di Napoli , ma d'Italia, comparar fi ponno , di lei facendone men- ,
aione il Vafari nella Vita di Girolamo Santacroce , ma non appien ne
difrorfe , dapoicche non v'è cofa , che in efia vedefi , che non rechi ma-
raviglia , e diletto nella fua sferica circonferenza . In quella Chiefa me*
defima fu altresì fituato il fuperbo Tumulo del Re Ladislao mentovato»
tutto di bian hi marmi conteflo , il quale è un fìupore della fletta magni-
ficenza , come nella vita di Andrea Ciccione, che ne fu l'Artefice, fi dir-V
per intelligenza di ogn'uno .
Terminata nella guifa , che già fi difTe , la fepoltura del fapientif-
fimo Re Roberto d'Angiò , ed ove il breve , ma degno elogio fi legge :
Cernite Rjbcrtum B^egew virtute refertum . Cercò Mafuccio dar compi-
mento alla Chiefa di S.Lorenzo , the perciò fi rimife di nuovo ne' lavo-
ri di quella , finendo in tutto fi giro delle Cappelle , e voltò l'Arco mag-
giore nella di già figurata altezza , concepita dal primo Mafuccio , abbel-
lendo di ornamenci tutta la e.hiefa , e m.dfime la Cappella di S.Antonio,
ove Ma Uro Simone avea dipinta la Immagine del Santo mentovato. Co-
sì finita la Chiefa , retta va a farfi per compimento di ella la facciata del-
la porta maggiore , ma le turbolenze che inforfero esulate dalla morte
di Andrea d'Ungheria , primo marito di Giovanna prima , non fecero
per ..llora pinzarvi ne la Reina, ne altri fuoi congionti, la qual cofa ve-
dendo Bartolomeo di Capua , volle con quella porta dare intiero compi- .Bartolomeo
mento alla Chiefa ; laonde ordinò che fofle a fue fpefe condotta a fine , di^2P"a-
come fi vede dalle lue infegne , che non l'olo fono collocate fopra la fud-
detta porta , ma per la Chiefa ancora . Rellarono nel veder compiuta
quella Chiefa , oitremodo appagati i Napoletani, ma quello che recò
Hupore ad ogn'uno , e più a gl'intendenti dell'Arte di Architettura , fu il
maravigfofo Arco maggiore della Chiefa , già da noi accennato ; perche
ha la volta in altezza cotanto eccelleva , che lo rende appretto di ogni , ,p a .
nazione ammirabile , come ne fanno teftirnon.ian.za anche i Scrittori del- y CeiXoed
h cofe cuxiufe di Napoli . il Sarnellì.
jj Fece
5 8 Vita di Mafuccio Secondo ,
Fece Mafuccio varie fepolture , oltre delle fuddette , alcune delle
quali effendo fituate nel Vefcovado furon p>i tolle per eriggervi il Timo-
Vane fé- fo Cappellone di S. Gennaro diroccati iofi a tale effetto le Cappelle de'
polcure» SCurli , e de' Filamarini , laonde l'offa di Giovanni Filamiro il Juniore,
di Riccardo , e di' Zurli furono unite a quelle di' Pifcicelh , co' quali
aveano parentela , come fi ha dalla fepoltura di Pietro Pifcicello , e di
Giovanni Zurlo morto l'uno nel i 3 7 8. , e l'altro nel 1 3 8 1 . Cos\ ùce il
lepolcro del famofo Dottor Bernillo Guindacio , che fu anche Medico»
e Razionale della Regia Camera della SamtOariaSe quelli fepoltura vedefi
vicino la porta picchila del Vefcovado fuddetto , che fu lavot..ta da Ma»
luccio nel 1570. in occafione della morte di Giovanna Ammendola di lui
Conforte » Cesi fece la fepoltura nella Cappella Cnfpano di Landulfo
Cnfpano Luogotenente della Regia Camera mentovata , il quale avea
conferito il Razionalato al fuddetto Dottor Bernillo, per i molti fuoi me-
riti , come nelle memorie di N «poli fi legge . Fece in oltre per ordine di
Carlo Terzo di Durazzo Re*di Napoli la fepoltura della fanciulla Maria
liei 1 37 1. > e quella vedefi fituata in S. Lorenzo , dietro lo Aitar mag-
giore . Una però delle più belle fepolture , che fi veggiono di Mafuccio
è quella che ftà nella Chiefa diS. Domenico maggiore, di Gio: d'Aqui-
no , che morì nel 154^. , la quale vedefi oggigiorno fituata preffo la
Cappella di S. Tommafo » ch'è accanto alla nuova Sagri dia , e fopra
quella fepoltura vi fono le pitture di Mallro Simone , che in que' tempj
furon tenute per opere perfettiflìme .
Ma di quanti lavori di fepolture fece Mafuccio , niuna fu che lavo-
rò con più cordoglio di quella di Giovanna prima , la quale fi dovea fi-
tuare nella Chiefa di S.Francefco della Città , ovver Cartello di Muro *
nel Monte Gargano di S. Angelo in Puglia , perciocché aveali affai rin-
crefeinto la di lei funefta morte datale dall'ingrato Re Carlo Terzo , in
quello modo » Dimorava la Reina fuJdetta nel Monte Gargano di S.An-
gelo in Puglia , coli relegata > come prigionieia del Re , ed ivi di
buona voglia fi ftava , per la divozione , che profetava a quel Santua-
rio del Principe delle Celelli milizie ; ed ove ancora fi avea fatto fabbri-
care , condifegno» ed intelligenza di Mafuccio ( che fpefso folea vifi-
tarla ) una Chiefa dedicata al Serafico S,Francefco , e volentieri altresì'
vi dimorava per rtar lontana dal Re fuo Nipote, e Cognati , nel qua-
4e aveva feorto a più d'un fegno il mal'animo , che ingratamente verfo
lei machinava, giacché per la prima adozione, vedevafi egli afsunto
■alla Corona del Reame di Napoli .
Qnefto ingratilfimo Re per regnar folo , Contro T'accordo della pace
Iii^ratitu- raTta con la Reina, pieno di mal talento , per la feconda adozione di
Carlo III' kul§1 d'Angiò , rifolfe in fine di condurla a morte , eco! prefetto di ven-
■éi Dsrazzo- di care Re Andrea , fece chiamar* a sì alcuni Ungati-, e quelli perfnafi a
Scultore? ed Architetto. 59
far Vendetta dell'impiccato Re , già J0r Signore , e primo marito di Gio-
vanna , colorì con tal zeb il fuo ingrato delittori laonde coloro perfuafi
da tal finzione , fi portarono ntlla Città , ovver Gattello di Muro , ed
ivi nel- mentre che nella Chiefa di S. Francefco, da lei edificata , come fi Morte della
diflè , faceva orazione , miferamente frangola rono quella innocente Rei-, j^7na Gw:
pa ; giacche per pruova di chiaritimi Autori , ella non colpo nella mor-
te di Andrea , come malignamente il Collenuccio , con alcun altro, affer- slu ;nno.
ma ; ne mai fu impudica , dapoiche tolfe Principi favj per fuoi mariti , cenza ó ìfc-
come nel Cortanzo potrà vederli , che le pruove ne adduce di Giovanni j* da ,grav«
Boccaccio ,e di Francefco Petrarca di lei Contemporanei i oltre alla , feu-
fa , che ne fa Gio: Villani, che dille aver fentto ciò c/ie gli aveva riferito
un Ungaro , (lato bailo del Re Andrea , e però relatore appailionato deva
credt- rfi , come prova il Cortanzo . Cosi dunque , morta innocentemente
quella infelice Sovrana ne fentì , fra gli altri , molto difpiacere Mafuccio,
nel vederla poi tfpofta , quafi ludibrio del mondo, nella Chiefa diS.Chia-
ra , ove per ordine del Re Carlo era il fuo Gadavero fatto condurre dalla
Città di Muro , e non d'Averfa , come fognò il Collenuccio fuddetto 5 e Abbagli»
dovendoli fare il fuo tumolo , vicino quello di Carlo Illurtre fuo Padre , del Colle-
Mafui ciò unitoli con alcuni nobili , affezionati della defonta Reina , gli ''■
(colpirono il bel tumolo , che nella Città di Muro , fi vede con la fua Sta-
tua , efprelTi al naturale , e con le fue infegne ; e conducendo quello Se-
polcro nel fuddetto Cartello, fotto fpecie di adornamenti di Chiefa, fi ado-
perarono i mentoviti Nobili con Mafuccio , che vi fufle fegretapitnte al-
tresì ricondotto il Cadavero , come fu notato da alcuni a' quali la cefa
venne in cognizione ; e perciò vi è l'equivoco degli Autori della fua Sto»
r'n , circa ove la Reina Giovanna prima folle veramente fepolta j Ma ab-
biali intiera fede a Teodorico Segretario di Papa Urbano VI. , il quale af-
ferifee efler el'a fepolta nello fentto Cartello, ove come li dille fu trafpor-f**"*."'**
. n r .\ i e ■ de j hi ì mate
tata , avendo queito Autore laputo per certezza cola il aio corpo giacere , Cib.i. (»*.-<.*
tettando gli altri Scrittori nell'erronea opinione , che non fufle così ; e
qui (lo accade , perciocché in Napoli medefimamente vedefi il fuo Sepol-
cro , il quale fu fcolpito da' Difcepoli di Mafuccio con fuo dilegno , ed è
quello , < he ora veggiamo in S. Chiara , vicino quello del Duca Carlo
li'uftre Duci di Calabria fuo Padre , però dalla parte , ove ora ft va in
Sagreftia , con molti nobili adornamenti , ed in quello vi aveva il Re
Carlo ordinato folairi-nte que' verfi che eran gli ultimi a leggerli , non
so fé per mortrare maggiormente agli occhi del mondo L'ingrata fua cru-
deltà , ovvero per ifeufare il fuo delitto , ma Vi fi aggiunfero a'prieghi
degli Affezionati , e di Mafuccio i due primi verfi , che tutti per eflec
guadi , non già dal tempo , ma da' benevoli infin d'allora , cioè dopo la
morte di Carlo Terzo , qui fi riportano , per intelligenza di ogn'uno.
6o Vita di Maluccio fecondo
Ifcrhione
alia Sepol- ìnclyt a farthenopes jacet hic RjgìnaJ otinnti
tura della ìrima , priusfelix , mux mijeranda nìmis ;
Runa Gio-« £^»w C/?>-u/f gcuiiani , multavit Carolus alter ,
vanaa pa-, <^<7 jwcr/e /7/a virnm fufiulit ante fu um .
M. CCC. LXXXII. Zi. Maji V: ind.
ina
In quello tempo medefimo avendo F. Giorgio Eremita ottenuto dal
p ry -- mentovato Re Carlo III. , di cui egU era famigliariffimo , un Campo a
Eremita ed» piedi delle leale di S. Gio: a Carbonara, già da Maluccio edificato , e qae-
fìci la chls ito conceduto a que5 divoti Napoletani , che lui partale intercclìì me
fa della Pie aveano fcelto , ne fu data la cura a Maluccio di eriggervi una Chiefa de-
ta: dicata a S. Maria delia Pietà , la quale in affai poro tempo conduce a fine,
con l'Olptdalc , che la pitta de' Napoletani fuddetti vollero erigg. re , per
poveri infermi nell'anno 1 385. del quale ancora fé ne veggono le Corfie ,
eflendo dopo quello Spedila incorporato a quello della SS. Nunziata , ivi
trasferendovi l'opera pia , ma la Chiefa ancora fi vede , bella, ed alla Ro-
mana Architettata inlìnd'a:lora , per tellimonio ancor ella della virtù di
Maluccio .
Era quello Artefice circa quelli tempi ormai pervenuto agli ultimi
Raìnaldo anni di fua vecchiezza , quando , dopo ottenuta per i fuoi molti meriti
Brancaccio Ja porpora Rainaldo Brancaccio , fatto ritorno a Napoli * volle eriggere
iinale, una chkfa al Principe delle Gekfti Milizie Michele Arcangelo, che
però eflendo appieno infoi mato dell'opere , e del valor di Mafuccio , vol-
le , che egli benché molto vecchio (i folle , la Chiefa difìderata gli edifi-
cane 5 lecnde gli convenne farne i difegni , con una bozza di modello, ia
cui fi vide veramente con quanto giudizio fi fofle accomodato al poco fi-
to che aveva ; concioffiacofacche architettò quella Chiefa con bu ne re-
cole alla Romana fenza ne pure introdurvi minima parte del gotico,
Erettane d^ ornan(j0ia Jj dentro , e nelle porte di lavorati mirmi, vi fece in quella
,-T fcolpire da fuoi difcepoli in legno varie Storie , ehe ancor fi veggono i
Cesi dunque facendovi lavorare Maeftri , e Fabbri continuamente, fi
vide la Chiefa compiuta circa quello anno 1387. , giacche il Njtijo Pit-
tore Gio: Agnolo Crif-uoio nota , che avendola appena compiuta , ven-
ite a morte i'Artefice , come dalla ingionta memoria , che egli ne lafcià
Icritta , chiaramente fi legge , dopo quella del primiero Mafuccio ; leg-
gendoli ancora alcuni altri fatti di quedo fingolariffìmo uomo in altre no-
te di altri Artefici , regiftrate ivi incidentemente , come in tutte le fue
notizie ha per coEume , e corp.e noi fareua noto , in quei delti die lie-
^uone .
Dopo dì -qtiefic crsfcsnZo iljìglio dil ptddetto Tietro , anco Mnfucxìn
fliuas.to , J>:r amor* di 'M<tJ)atui Archi tetto fkiitUt» eh: fu il Compa-
re
Scultore, ed Architetto. 61
tt al battemmo di quello giovine , il quali fi fece ancora bravo Archi tetto
fotto di lui , ed ancora bravo Scultore , efice le Sepolture del Re Rioberta
Cai tempi , ma prima fece la Sepoltura di Carlo figlio d-.l prefato Re fil-
ler to , dove che Pietro fuo l'.idro aveva fitte altre Regie Sepolture in
S. Domenico , e Ma'} uccio Vecchio aveva anco edificato la bella Chi e fi a dì
detto S. Dom nico , come quello ave ancora edificato la bella Chiefia delle
Monache della Croce , che era fora Napoli allora , dove poi quejh Moniche
Io prefitto Bj Rnbrto , edificato S. Chiara , con uno Ingegniero fyr altiero *
perche Mafuccio era a Roma , ed aveva avuto coltra , che non era venti»
to alla fu. i chiamata; ma quello non poteva , fervendo un nipote del Papa
Cardinale , e cos'i edificata detta Chiefa di S. Chiara , portò l; fu.ldette
Monache in detto Monafterio . Ora quejlo Mafaecio giomne\ per veder be-
ne le buone cofe , andò in Roma , dove fi U dio , e ferzi gran Signor: , ed
sin Cardinale , che era qtidlo che comandava Roma in quel tempo ; poi ri-
vaiato a Nipoti t fece belle enfi di Architettura , con fabbriche baric cfa-
li , tf.ee b.lle f cult lire , edificando anco. a Cafsrta un bel Palazzo , ed a
Napoli per il Principe Diego , che a quel tempo era gran Camerlengo del
Regno di Napoli ; dove che crefCuUo di fama per le cofe vedute , e liudiate
ittRonta , Arch' tettò l'arco della fama fa Chiefa di S. Lorenzo , e la finì
facendone un modello fecondo il primo , con regole baricefali , che* fi mol-
to apprezzato. Perfine ejjendo fatto Vecchio fabbricando la Chiefa di S.Ar-
cangilo -, per il Cardinale Rainaldo Brancaccio , vicino Seggio di Nido ,
finita que/ìa, cafeando ammalato di gran fibre , morì fanno 1587. in
circa , come ho trovato che dice nelli j'uoi netamenti N>tar Cacciutto di
Napoli, e Notaro allora del Sereniamo Palazzo in quel tempo. N. Cri-
feonius .
A piceli di un'altro manofcritto del rmdefimo Gio: Agnolo , ove ne dà
prima le nctizie di Simon Papa il vecchio , e poi di altri varj Pittori
difeor rendo , foggiun^e di Maluccio così ;
£' da fapsrfi Ancora , come fi è trovato memoria , come Mafuccig
per far pajfare la collera a lo Magnifico Re Robert ofi fpedìo da lo Nipote de
lo Papa Cardinale , lafciando a buon termine , e ricapitate le cofe fue 9
e veline , dove parlato ■> feci defijlere l'Architetto forafliero con le ragioni
delli mali cominci/unenti » pedat\ , e vottanti mali , fenza regole reali 9
0 baricefali j venendo la Chiefa baffa , e fenza lume , dove che poi facen-
do li fuoi difegni , lo prefato Re ordinò , che luifiiceffe tutto-, prometten-
do Mafaecio di fare la Chiefa alta più di S. Domenico , abbellendola , ma
non fi poteva fare tutta come voleva , per quello che era già fatto di gran
fpefa , ma con rimediare con le travate alla Conca*, Ma la fabbrica di
fu. ri Ael Campanile fece a fuo modo , alla Romena , dove per la bellezza
rejtò imperfetta fino al terzo jpiauo , fé? la morte del Re . Notar C :■>
jfaniMs +
IfcU
6 2 Vita di Maluccio fecondo
• Nelle notizie , che in confufo ne da in un foglio medefimo , di vari
Artefici , che dopo Mafuccio fionrono , così foggi unge :
Ma uiuno di quejìi Architetti , e Scultori detti , voi fé fornire ihfyi-
ravigliofo Campanile di S. Chiara , fatto da Mafuccio fecondo , perche di-
cevano', efier dubbio di fupentre coagli altri dui ordini li tre fatti dal
detto Mafuccio , con tanta perfezione dì arehitsttura , la qftale è lodata
da MeJJer Marco de Fino, che onora fempre la memoria di quefto Sogg?tfoi
il qualf. requiefeat in nomine Domìni Amen.
Ecco duuque come di quelle parole , togliendofi ogni dubbio , chia-
ramente conofeefi , che fino al terzo ordine fu da Mafuccio eretto il Cam-
panile famofo di S. Chiara , che poi non fu compiuto, e per la diffidenza ,
e per la gara del nome , come per il gran difpendio , da' fuff.guenti Archi-
tetti . Ma trallafciando quella , nella quale alcun dubbio non vi rimane
pei sì graviffimi teftimoni , mi conviene ora appianare quakhe difficoltà,
che neila mente di alcun leggitore potetti* inforgere , fé mai leggendo la.
Bulla di Papa Martino V. vedette ettèr quella fpedita a 2 9. Aprile dell'anno
1426. per la fondazione dell' Ofpedale di S. Angelo a Nido , giacché la
Chiefa li porta eretta circa il 1 3 87. in cui anche fuccedè la morte dell'Ar-
chitetto , per lo che Illa il leggitore con la intelligenza , che la Chiefa fa
prima eretta del mentovato Spedale , patendo relìar chiarito dalla Bolla
nudefima , ove fi lepgr : Che offendo lo Spedale di s. Andrea ( Chiefa finta-
ta ivi preffo ) dtfmeffo , ed abbandonato , per le continue guerre di qite*
tempi , e delle peliilenzt , dal medefimo Pontefice Martino V. fi concede
talfpedale , con tutte le cafe , e territorj è~c Per la qual cofa il Cardi-
nal Rainaldo rinovò l'opera pia dello Spedale , che ora veggiamo . Laon-
de refta affai chiaro , che fu molti anni innanzi eretta la Chiefa , dello
Ciò: XXII. Spec}ale , il quale fé nel tempo medefimo, che quella foiTe llato fabbricato,
tu Salumai n£ averebbe il Notijo G10: Agnolo fatto ancor menzione, giacché fi vede,
Co la ■N"P°^c|,e di tale Art' fice andò accuratamente ritrovando notizie , come appien
to Papa in conofeefi dalle foggiunzioni , che di lui fece . Che anzi da lui vengon no-
Bologna_> , tate più opere di cui da noi non lì fa parola , per effer guaite , ed alla mo-
benche alti'^erna rifabbricate , come l'accennato Palaggio del Principe Diego di Ca-
dicono in_,perta ^ CQn ajtre CQre ; qqS\ dunque ogni ragion vuole , che il Cardinale
'io ' el' Rainaldo Brancaccio , avendo edificata la Chiefa , e vedendo difmelTa l'o-
pci neli4»o pera pia dello Spedale di S. Andrea , penfaffe dopo di edificarlo , per la
per quietali, qual cofa è facilismo , che per ottenerne la conceffione , e la Bulla , al-
lo fettina i cun tenip0 vi palfcfle di mezzo . Inoltre fi ha dalle Storie , che il fuddet-
Papato° e to Cardinale coronò Gio: XXII. Papa , dal quale , come dice l'Engenio ,
adorò i'n_. fu amato molto , perla bontà della vita , e per la età fua veneranda . Per
FirenzeMar lo che dovea elTer molto vecchio infin dal tempo di Gio: XXII. , e molti
tino V. co- anm prima di ottenere la Bulla da Martino V. giacche fi ha , che morì un
Pmèfice »W dopo ottenuta h mentovata Bulla , cioè nel 1427, regnando elfo-
Max-
Scultore, ed Architetto. 63
Martino , il che non appare dal Aio ritratto , dipinto su la porta Maooj'o-
re della fua Chief , , ove vedefi efpreiT) ìngmocchioni , innanzi la B- V. ,
ed in età virile ; Dunque dopo più anni di quella pittura fu egli vecchio ,
e venerando , p.-r cui fu amato da Papi Giovanni detto ; p.r le quali in-
fallibili ragioni viene a cafcar benilfimo l'erezion della Chiefa nel 1386.
enell'8*., perche dopo più anni lo Spedale fu eretto , giacche abbjam
provato , che il Cardinale mori un anno dopo > che il mentovato Spedala
fu pollo in ufo .
Così dunque Maluccio appena compilata la Chiefa di S. Michele Ar. Morte di
cangelo , _fu fopragiunto da acutilllma f;bre , alla quale più non potendo Maluccio,
rendere lefue forze già indebolite dalle molte fatiche , ma più dapli an-
ni , efTendo aflai avanzato in vecchiezza, come quello che numerava pref-
fo che 96. anni dell'età fua , fini il corfo di quella vita mortale , carico
di onori, di laudi-, e di ricchezze , acquiftate col mezzo delle fue vir-
tuofe operazioni ; laonde per h fua morte ebbero le Arti delia Scultura ,
e dell'Architettura molta perdita , dapoiche per lo mezzo de' fuoi accura-
tillìmi ftudj , e del fuo grande ingegno , aveano quefte avuto tanto di lu-
me , quanto loro fu necefTario , e fuffi.'iente ad eflergli verace feorta al
Tero modo di quelle opeiare , per efempio di coloro che vennero ad efer-
citarle in appreflb .
line della Vita di Mafttccio fecondo Scultore , e d Architetto,
VITA
64
VITA DI MAESTRO SIMONE
Pittore .
RActe volte , fecondo il parere de' favj uomini , egli avviene , che la
virtù non abbia il fuo premio , e che non ottenghirto laudi le opere
degli eccellenti Maeftri , anche da' medefimi loro avverfarj , i qua!» fo*
vente fon ccftretti dalla verità a palefare i di loro preggi , e più fi ctt.n«
gono i vanti da quegli Uomini , che fono di maggior virtù forniti, e con-
feguentemente di autorevole credito ripieni i come coloro chetiamo nel-
la fupr; ma (lima univerfale , e quelli il Valor degli a'tri conofcendo ,
fanno di loro fmcera teftimonianza , acciocché qulli appreiìb di ognuno
fian tenuti nella debbita (lima ; e moltiilìme volte adivi ne , che taluno
per le fuddette laudi di tal ftimaco Artefice, fia fpeflb adoperato , e eoa
ciò pofla moftrare al mondo interamente fin dove giunga in lui qutlì'ar-
te , che egli prof.1T: ; la quìi cofa noi polliamo vedere appieno nella vita»
che fiegue di Maeftro Simone , il quale per i vanti datigli dal f.imoiifiìmo
Giotto , fu tenuto in quella fovrana (lima dal Re Roberto , e da e. tei co-
loro , che lo conobbero , di che egli con l'opere lue egregie fi refe ben
meritevole.
Fiorì dunque Maeftro Simone circa il i $ 3 f . giacché per tellimonian.
2a di G;o: Agnolo Crifcuolo , fi ha che imparo la Pittura da Fi! ppo T:«
(auro . Per farfi conofeere ancor egli edere già fianco Pittore divenuto ,
dipinfe in S. Lorenzo una tavola , con entrovi aluni Santi dell'Ordine di
S. Francdco , i quali infino a' nollri giorni con fua laude fi veggono . Ma
ciocche fé ne fofie la cagione , non aveva Simone quel grido in quel tem-
po , che gli altri tr.'.pafTati Pittori avuto aveano , come ultimamente avea
pur veduto nella perfona del mentovato Tefauro fuo Maeftro ; e benché
veniile egli adoperato in molte opere , ad ogni molo però , non erano a
lui fatte le richiede cosi frequenti , come- a* fuddttti Macftri , con tanta
abbond nza di laude, erano pervenute ; Non mancava egli però di farli
conof- ere per buon pittore , per poter col mezzo delle fue virtuofe opera-
zioni , venire dal Re Roberto impiegato nelle pit'ure , che farfi doveano
nella nuova Chiefa di S. Chiara , avendoli perciò acquata la dima , e la
beneVoLnza dell'Ar hitetto Mafuccio , dal qu-.le commendato alla Rei
na Sancia , avea molte cone peT Altari dipinte nella Chiefa di S. Cro e »
da lei novellamente eretta , come nelle vita dell'Architetto fuddetto fé ne
fece
Pittore. 6-
!>:? pircla ; Una di q. : " :
quel 2 , dipi; Reina Sancia, fi vede
le' Frati «li quel Ce
contro : ta ; C
ti e , e ir. . .._:.-.
fa R, '•'- - col Bunfa
. : "ime di p^rti , e di
b__- lunetria 9 I .::,.:.:. -
\_: i. pine : dolio, laq. ".ss
ir.. : di qns&i Arg : fa-
f\ .:.-.: per ora cesi - ita credali! , paffando di nuovo
a narrare come 1 . la Reina ope-
rane , t. : grazia dei Re; J
e io pati da i.::o diiiderio ,
P avean partorii . . znofo, e ■..
bue meritamente itoti : fidavano.
E."- .: " mpo ari: :o il gr! te -,
£ ::. . ..:::-_■.-... ,\ , laonde n-.ne mira- Lo _r i
^ .- . r Scrii . ' . . - ■ ugna G.:. L . -»
e Mirali . . ..-....-- I •
ta delJe pittare ; die
TIO-
nae , che quel Artefice a ìveà : tìs
.poj , r -= . _:. b R ' . . : di
: . 1 gran Cbiefii . figni
I :: . _. ". t, rafico Padre, . . ■ q . : : -
re, ,:.itot. me :o nome - brano ne
. B : ap-
5 I ■•' -
, Coi ranoda k x .
anticne ... :; tantef • • .
i Grazia , e: ini 0, la qaaie : _ . : nta
- fedeli . ex . . ■ . .-' io ;ri-
- -- - - -...' _ '. : .
: rima comrr..: co il
fu rito fii coronai * " o
• - ' ■ : XXL ornai sa diCnflo
.■'■".--■::.-.-::, e poi 1 pre :t£To di
• Maria Coronata . e l'Incoronata te fi api
varie , e ■ . a a
*c — 1 •:::;-.. redefi -r.iafoffit: la
1 :..» *
66 Vita di Maeftro Simone
mentovata Reina ritratta al vivo , in atto di fpofarfi con Ludovico futi-
detto , ed incontro a quella vi è la Storia da lui dipinta de' Monaci Cer-
tofini , che con tanti movimenti di bocca cantano con mirabile efpref-
fione i Divini Uffizi ; effendovi anche in quella Chiefa fra l'altre pitture
di Giotto , una noftra Donna delle Grazie, affai tenuta in divozione ,
e che a quella dipinta in S.Chiara affomigliafi , le quali pitture oggi gior-
no fi veggono , conciotfiacofachè per il folo loro riguardo : r. o
i Monaci di S. Martino riedificata la Ch. efa, a' quali fu per donazione
della Reina fu Metta conceduta con molte rendite, come dagl'ift: amen*
ti , che nel lor Moniftero fi confervano , appien fi vele . Così per lo me-
defimo nfpetto non fi è giammai alzata la Goiefa dal fito fotterraneo ,
ove venne a cadere , allora quando per cagione del nuovo Ca.'teilo , fu
terrapieni tutta l'antica ftrada detta delle Corregge , per dar l'altezza
a' folli del mentovato Cartello , come ad ogn'uno è palefe .
Ma Simone reggendo , che per i vanti fi davano a Giotto , era egli
pollo in non cale , fé ne prefe così fatto rammarico , the ne divenne am-
malato . Non contriftavafi egli già per invidia del Fiorentino Pittore,
l'opere dd quale fommamente piacevangli , come quelle che in quel tem-
po tran tenute ottime da ogni Arte fice .... A ..-io; ma (bUmeote d- .-
vafi, perche allefue fatiche non fi avelie ancora qualche confiierazion? ,
per effer dipinte con baone regole di difegno, e compartimento di co ore;
per la qual cofa ruminando fra se , e: ne tea potefle la fua : . -
tuna , firmo nel fuopenfuro di far G.uiice delle fue op-re il meJefimo
Giotto, forfè anche così configliuto dall' Architetto Aia faccio 9 laor.de
riavutoli alquanto tenne pratica , che quello le fue pitture vedeffe , ed
appunto com'egli fi era avvifato fa :c=dette ; r..-; :.::;- . nte da G.:::o
Opere ai a]cune tavole dipinte da Mastro Simone , a piena boc:a le commendò ,
M- o:mone ',. „ , .. , V •-. j- r
a:eai_, e ncn conCento di queire laudi , perche era tornito di cuor lincerò , ne
:o . tenne raggionamentocol Re , al quale efprefTe la ftima nella q<iale dovea-
no effer tenute così buone pittare! - e anzi in teftimonianza di qaefti
veraci fuoi fsntimenti voile, che Maeftro S rione dipinge ffe ancor
[ ime cofe nella faidetta Chiefa dì S. Chiara , ove veggono" in due tv -
le difinte ad olio S. Lucia , e S. Dorotea , locate ne' mari ora della C p-
p r.i i . .he fu de' Signori Doahi di Diano .
I . C: sì anche dipmfe la Cena A B Maggiore della fuddetta Chiefa
-c\ 'Aitar S. Maria Coronata , ove varj Santi vi figurò , efpitaieudb nella patte di
V mezzo Noftro Signore Giesù Crifto morto fofienuto dalla B. V. , e da
, \l2S.G . in mezze Sgure , anzi infmo al ginocchio efpreàV, e le q. ì
" for. «ente dipinte a maravigli'. - riTV-davi dalla parte di fopra al-
cuni A gi'iftrumenti della SS.Pafiìone.r)a uno de' la-
ti Vi è S. Pietro, che nella mano delira tiene le chiavi , e con h Gn
-:r. .bro • ; . canta vfeS, Anna, con la B. V. coi Bambino, e
S. Lu-
Pittore .
6j
S. Lutbvico Re di Francia. Dall'altro Iato vi fon dipìnti , S. p.;o;o i"
atto Hi sfoderare la fpada, S. Dorotea, die tiene li fiori nel Ceno , e S. Lu-
dovico Vefqovo di Tolofa , il di cui Piviale è tutto fparfo di gigli , per
l'Im.prefa Angioina , e di fotto ha l'Abito Francefcano . Di folto a quelle
Immagini vi fono compartiti otto tondini , ne' quali vi dipinfe S. Dome-
nico , S. Attanafio , S. Bartolomeo , e S.Filippo Appofioli , dal lato de-
ftro , e dal finiftro vi figuri» S. Antonio Abate , S. Giacomo Apposolo,
S. Gio: Batti (la, e S. Francefco di Affili > le quali Immagini meritano
m_ 'la lode . Dipinfe ancora per la medelima Chiefa il Crocififfa , che ora
fi vede locato nella Sacriftia , il quale è condotto con fornirlo ftudio , e di*
ligenza ; Indi partito Giotto , reftò Simone nella ilima univerfale degli
Uomini , ed efftndofi perfezionata la Chiefa di S. Lorenzo * vi dipinfe la
Miracolofa Immagine di S. Antonio da Padova , quella medefima , *5h?jmi ,„•
a* noftri giorni in tanta venerazione da' Fedeli è tenuta , e la quale deferi- ui S. Anto-
Vendola l'Engenio , ed il Celano diflero , che quella Immagine era Hata "io nella-,
dipintala Matftro Simone Memmi Santfe , quello ifteifo che il ritratto Chiefa di
di Mad. nna Laura avea dipinto, pigliando l'abbaglio , che prefe anche ^ .Lo'Tnz»
il Coft nzo , dalPaver trovato il nome di Maeftro Simone nelle mentovai fre/co* *""*
pitture regiftrato , e perciò aveano fuppofto efl'er quello , che la Donna Abbaglia
dell'umorolb Poeta ritratto avefle i Opinione , ed abbaglio cotanto erro- de' noftii
reo , che null^ciù j Sì perche quel Simone non fu giammai in Napoli , Scrittori cir
come dalla fuaW.ta f.ntta dal Vafari G. Vede , si ancora perche non ^1illJl0"le
p.iunfe al faper di quello , come lo arrlrma il Vafari medefimo , il quale ne ,
di lui ne fcrifle : che fu più lu< gran fortuna eifer egli fiato lodato dal
Petrarca, che perche folle eccellente nella Pittura . A cosi fode ragioni
lì aggiinioon quelle addotte dal Motajo Pittore , che in un fuo fentto di
prime notizie , così va argomentando di Juj .
fiorì ancora circa l'anno 1 3 50. un Maeftro Simone , il quale fu pit-
tore molto /limato dal I{e Filiberto , ma non so ancora fé fu dopo lo l'i tia-
re Giotto Fiorentino , come da alcuni fi crede , perche fé ci fu/fi fato lui,
il prefato I{e non averi a chiamato lo d«tto Giotto per far dipingere S. Chia-
ra , F Incoronai a , e lo Cajielìo dell'uovo , ma aver ebbe fitto fare da quello,
effendovi allora gran curejtìa di Pittori buoni , e trijii , come di Scultori
ed Architetti in ogni parte l ma lo prefato Simone fu valentuomo ajj'ai ,
e per ordine de lo prefato F^e nella Chiefa di S. Lorenzo fece il bello quadro
di S. Ludovico Vefeovo de Tolofa , chef a coronando il f addetto ì\e , e d'
cadine di lui ancora fi dice-,chs dipinfe l'antica immagine di S. Antonio ,
e l'altre cofe che lì anno attorno . Ma vi è chi dice , che la dipinfe Cola
Antonio , come anco diceva Gio: Antonio d'Amato , il quale anco di e èva,
che Simone le pareva difcepolo di Giotto ', ma Notar Gio: Agnolo Crifcuo-
lo dice (parola di fé med<*imoj che Simone era Napolitano , e aveva im-
parato , 0 da quelli di Stefano , 0 da Pippo Tefauro , tenendo la Jìef.
I l fi
68 Vita di Maefìro Simone
fa maniera ; e lo fejjo fi era detto con Marco da Siena , parlando de
ti rioflri antichi Vittori de li quali il prefato Marco vote onora-
re le memorie frc. , fin qui notar Gio: Agnolo . Né quefto fcritto rechi
punto di maraviglia a' leggitori , per vederli in tiTo alquanto di fenzo
contrario a quello già da me rapportato , e mallìme ove legg-fi , che fu
■pittore molto Jiimato dal Re Roberto : Mentreihe da me portali contraria-
to d .Ila fortuna , la quale diffkoità , con l'altra ove appare , che vi fia
dubb o (e fu Napoletano, reitera appianata dall'altro fcntto dtl medefimo
Gio: Agnolo , the in ultimo , c< nit accertata ne tizia da ini trovata , in
appreflb farà come a tetto da m regftrato , g.uft.i l'ordine prefo neli'altre
Vitejbafhndoci per ora il r (cogliere dalle fentte notizie, oltre dell'opere,
che quetto noq Cu quel Simone Memmi , come in appreilò farà dall'altro
fcntto con tutta certezza confermatoci aggiunto a quello fuo,lì noteran-
no ancora alcuni fermenti ,chj il Cavaher M^ffimo Sunzione ne lafciò
fcritti, p< riandò di Maeftro Simone .
Profeguiva in tanto Simone k fue pitture , non mancandogli giam-
mai le commijìoni , dopo che voltata in (uo favore la forte eragliii ren-
duta amica , con far conofe re appi, no il fuo valore al Re , ed a tutti
coloro , che i fuoi dipinti vedevano , dopo le lodi dategli dal valentiffi-
mo Giotto ; tanto puote lo attelìato di un Uomo già accreditato , ed a
tanto giungeva la iincerità in que' tempi ; concioffia^acchè pofpofti
i proprj interdi! , fi davano fincerilfime laudi a colui , Me per fua opera
fé ne rendefle meritevole i Elempio veramente memorabile , e maffima-
menteper i n ilri tempi , ne' quali tant'oltre lì fpinge la malignità de*
Pi-ofefiori delle noltre arti, che giunge inlìno a volere opprimere anche
l'i ieffa virtù , conculcandoli queltasì da' Maeiìri , che da' Difcepoli ,
dr.poi-he divenuti ineforabili cenfori delle fatiche altrui, procedono lenza
rifp.cto delle divine, e delle mondane leggi. EfTendo dunque Simone
venuto nella (lima di ogn'uno gli fu dal Re Roberto ordinato , che dipin-
ger deveflè la U fua coronazione , fattigli dal Vefiovo di Tolofa fin fra-
tello , ond egli dipinfe in un3 tavola in campo d'oro S. Ludovico a federe,
che pone la corona in telb a Roberto fuo fratello , il quale inginocchioni
gli tra a piedi , con imni giunte , e.l ambidue i loro volti effiggiò al vivo,
coinè oggi ancora fi olfirvano efpofti di nuovo in una Cappella della nave
d ila Chtefa di S.Lorenzo, dal canto deìl'Epift ila , la quale opera diede
allora molta fod.lisfazione a Roberto, ed al pubblico . Gosì dipinfe Simo-
ne altre varie cote , e diedi che anche ha fua l'altra antica immagine di
S^Antonio , che fia nelle fcàle dello lìefTo Convento di S.Lirenz3 , oltre
di quella fu Idetta di fin Cappella , perlaquale n'eb le egli un lommo
onore - Dipinfe per il gran Concedi Altavilla Bartolom;o di Capua, nel-
la nuova Chiefa di Monrevergin? , da lui eretta rrl r 3 14. una nuova im-
jvtf<?,ine deJla B.V. , .* do^o dipinta q.iiftaj com,s altresì la 6g\»ta del gnu
Pro-
Pittore .
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Protonotario Jel Regnofufficio efercit .to da quello} la donò a'PP.di S.Gu-
slielmo , acciocché l'ufficiallero . Ma lafujdetta immi^me vii nc^ra
Donna, vedefi ora trafportata nella Cappella .lei a fam gin di Afflitto ,
ove fu collocata nel rimodernarli la Chiefa nel if88. > e benché alcuni
crede/Tero che quella immagine fuile ftata dipita da Cola Antonio del Fio-
re , come quella altresì di S.Antonio in S. Lorenzo , ad ogni modo però,
fappiafi iT.r di Certo di Mastro Simone , dapoiche" quando tu dipinta
l'ini n>ggme di S.Annn.o , Cola Antonio era nella mnte di Dio , come ,. ... ,
non ancora venuto ai mondo in quel tempo ; per la feonda della B. V. , glJo j "
quando egli divenne Pittor Maeltro , e di grido , che non fu prima deldipiqcure
1570. in Circa , Bartolomeo di Cipui era da più anni pillato all'altra vita, foddecte •
con che reità l'error chiar.to di coloro , che altrimenti ne fcriliero , j qua-
li a mio credere non badarono alla Cronologia di que' tempi , che tanto
bene avverti poi al Notijo fuidetto Marco da Siena , ottimo Cronologi-
co , qninto tu gran Pittoie .
Ma ritornando a Maeftro Simone , ed all'opere eccellenti , che egli
fece, di :o -he giurale a tanto altilììmo concetto , che ratto famofo , fece
per varj p.-rfonaggi , e gran Signori molte bell'opere , oltre di alcune ta-
vole , e per altari , e per le ftanze , che ebb? a dipingere per la Reina
Sancia , con varie immagini li Santi , ed o tre di quelle per lei prima
dipinte nella Chiefa della SS. Croce , già mentovate , dipinle nella danza
d 1 Confellionario di quelle Monache , Che divano in quel tempo in quel
Moniltero , un, immagine della 6. V. col Bambino in feno , dipinta a
frefeo , e da' lati S. Fra'ncelco , e S. Mi hele Arcangelo , con 1' Infermi
Dragone lotto i pi 'di . Sopra la porticeila ove ledeva il Confellòre , vi è
a chiaro feuro la figura dell'Angiolo Rafaele in fembianza di Pellegrino,
e quelle pitture fono 1 od it illune in riguardo a que' tempi . Quindi è che
piacendo ogni giorno p,ù al Re le fue pitture , ordinò che dipinger dovef-
fe in una gr ,n'Cipp-lla del Pif :op 0 ( che ora è commutiti in ufo di Sa-
criftìaj ie itorie della vita di S.Ludovico V-fcovo di ralofa fuo fratello «
pochi anni innanzi pillato a gloria eterna , e di frtfco Canonizzato da
Papa Giovanni XXI. in quegli anni ; laonde Simone fi diede a porre
in opra ipenfieri, e li dice , che di pi afe nel Cappellone Addetto varie
a/., oni del Santo ; ma che fopravenendo la morte del Re Roberto , refta-
rono imperfette , e fenza profeguirfi le di collui opere , infinoche furono
poi dipinte da Gennaro di Cola fuo difcepolo , come a fuo luogo fé ne fa-
rà parola: Come anche fi dice , chedipigneiTe varie cofe nella Chiefa
(addetta di S. Lorenzo, e di S. Gioc Maggiore , le quali pitture forfè
per effer dipinte a frtfco , nel mo-dernarlì le mentovate Chiefe , 0 nel-
le eresi ni di nuove Cappelle , come fempre avviene , fono ftate cancel-
late , o par buttate a terra . Vedtfi però di faa mano nella Chiefa di
S. Domeaico nujgiore , fopra la fepoluu\i di Gjo: d'Aquino , fvrtta da
Ma-
7 o Vita di Maeftro Simone
Mafuccio fecondo ? la B. V. col bambino in braccio , aliai ben dipinta
t ne' partimenti laterali , in uno vi è S.Gio: Battifta , e nell'altro S. An-
tonio Abate . Sopra quelle pitture vi fon tré lunette, ed in quella di mez-
zo fcort>efi l'Eterno Padre , e nell'altre due vi è efpreflb l'Angiolo Ga-
briello , con la Santiflìma Vergine Annunziata . Quelle pitture fi man-
tengono tuttavia in quella prima bellezza a difpetto di tanti fecoli , ciTen-
docte fono a buon frefeo dipinte . Ma per non più tirare in lungo con
miei racconti quella narrativa di Maefcro Simone , farà bene rapportare
in prima lo fcritto di Gio:Agnolo Crifcuolo , e poi quello d J mentovato
Cavaliet Mailìmo Stanzione , che ancora le fue memorie ne fcrifle ; da'
quali fi potrà comprendere appieno tutto ciò che appartiene a quello pie»
tore , e ciocche fece , giacche nelle accennate notizie , ed in quelle che
fieguono , regillrarono que' accurati Scrittori le fue opere, e le fue a-
zioni .
£' da fapirfì ancora come Maejìro Simone fu nojiro Napoletano , e fé-
Ce belle pitture , come abbiamo detto ■> e fu difcepolo di Pippo Tefauro ■>
dove che fee molte belle opere., benché poco conofeiuto prima , ma lodan-
dolo Mafuccio alla Regina Sancia » li pinfe varie cone d'Altari aliano»
va Chiefa de la Croce-, dalla detta Bigina edificata ; perche poi queflo Pit-
tore rivendo colera , che non fcjje più Jìimata la f un pittura delli altri
paffuti y faputolo lo valentijjìmo Giotto , «he faceva per lo Rs Roberto le
fue belle pitture , lo Jìimai , e voi/e che lui fceffe molte pitture anco A
S.Chiara •, dove dipingeva lo detto Giotto , e la cona di S. Maria Incoro-
nata j ed altre pitture a S. Lorenzo » e quejio fu Maestro doppo ajjai ftima-
to ■> facendo Pepare già ditte , e fu Maejìra de utto Gennaro de Cola , &c*
Seguitando a delcnvere le notizie di altri nollri ProfeiTori del dife-
gno , non fa parola del tempo in cui venne a mancare Simone , argo-
srrntandofi però dal tempo in cui dirli egli , eh- fiorì qu Ho Artefice ,
e dalla notizia lafciatane dal Cavalier Mailìmo , che aiT-nf e efler mor-
to nel i 546. , come fi feorge delle fue parole , da me fedelmente qui ri-
portate .
£' da faperfì , come nigti anni del R^' Rjb'rto d'A-ig:à , Re di Na-
poh' , ci fu un buon Pittore , chianato Maejlro Simone , e queflo dipinj'e
molte belle tavole nella Chiefa d S.Lorenzo , per il fudetto Re Roberto , e
dipinfe la immagine aaiicbiffi na di S.Antonio , e quella che fa nel Con-
•vento 1 ed altre tavole nelle Cappella dietro lo Aitar Miggiore , come an-
the quella di S.Ludovico , che corona il Rjfuo Fratello i poi anco dipin-
fe in S. Chiara una tavola , 0 due in una Cappella , ed anche alla Regina
moglie molte immagini di Santi in muro f ed in tavola , fecondo la fua
divozione ; il quale Pittore fu molto filmato in quel tempo •, ed era nojiro
compatriota , dove che le fui pitture furono cercate in quel tempo da mol-
li Signori , e graa Principi , fuori del nojiro i^»s > il laah poi venne a
man-
Pittore . 7 1 f
Mancare circa Vanno i%\&. > o poco più , »ow effendo vecchio , lafci Ando-
Ai fé un figlio , che fin molto ricco , e perciò non- efercitò la pittura , »»/t
_/» £*»i? infegnò l'arte a Colantonio del Fiore J come ho potuto fa per e da al-,
cune antiche memorie di detto Colantonio .
Fin qui il Cwalier Stanzioni in quarto luo "0 , dove facendo pmfa
al racconto che viene appretto di Colantonio fuddetto , regiftraremo fo-
lamente alcuni altri fuoi veri! , ove par che fi lagni dell'infortunio di
Maeftro Simone , perche a lui fofle antepofto Giotto , narrandone la ca-'
gione di fui vtnuta in quelli fenfi .
Il Rj Roberto chiamò Giotto famofo Vittore Fiorentino propolìoli daf
famofo Gio.Boccaccio , per la granf.'de , che aveva a quefio grande Auto-
re , e per la gran fama di Giotto , con che gran dijgttjio ci fu di Maefvo
Simone » che in quel tempo s'ammalò avendo poi fatto conofeere effer lui
ancora bravo Vittore , confidandolo tale il medem-i Giotto , e però la ta-
vola dell'Aitar maggiore dell'Incoronata non la fece Giotto , ma Jilaefro
Simone di fuo corife nfo, frc.
In un altra nota di varie memorie da fervirfene, così a quelle notizie
fo^giunge .
Così HKe Roberto chiamò Giotto per compiacere a Mejfer Giovanni
Boccaccio , non ejjendo meglio di Maeftro Simone , ed ancora perche ve-
ramente fentiva narrar miracoli di qnefito Pittore , ed ancora perche lì
Signori fon tutti volontà .
Ecco dunque come dal Cavalier Maflìmo difendendoli le ragioni del
trapalato Pittore compatriota , fi contrafta il priimto al Fiorentino Ar-
tefice , il quale veramente in quel tempo fu per lo migliore tenuto di
tutti quei , che colori adoperavano . Gon tutto ciò , fé al vero aver
devefi alcun riguardo , fi veggono nelle pitture di Simone migliori for-,
me di volti , e più grazia di quei di Giotto, ne' quali vedonfi quegli occhi
ad ufo di pelei , tacciati dal Vafari medi;fimo , dove che quei di Simone
han buona incafeiatura , e fon Ornili al naturale . In oltre le forme del
cerpo fono di gran lunga fuperiori in quei di Simone per la ragione , che;
aveano j noftri Pittori i buoni efemplari , donde potean le buone forma
vedere, i quali mancarono a' Fiorentini Artefici , come già nella lettera
fi dirle , e cerne lo confvfsb il Vafari medefimo ne! proemio della fecon-
da p?.rte dette vite de' fuoi Pittori ; ove dilTc di Giotto .
£ ridujfe a una morbidezza la fua maniera , che prima era ruvida , yafarj nc]„
efeabrofa, eferonfece gli rechi con quel bel girare > che fa il vivo , e je y;:e de'
con la fine de' fuoi lagrimatoi , ed i cape gli morbidi , e le barbe pi umofe ■> Pitcoii.
e le mani con quelle fue nodature , e mufcoli , e gli ignudi come il veroi
fi: tifilo la difficoltà del? arte , ed il non aver villo Vittori migliori di lui ,
in </anzi a lui ; fin qui il Vafari : Per lo che fi conferma il da me poco
ùianzi, e nella lettera mentovata già detto; percjocehe fé Gictto i ne-
cci: arj
7 2 Vita di M. Simone Pittore
ceflarj tfemplari aveflè avuto , migliori le fue pitturi: dipinte avrebbe ,
ponendo per elfi in opera quel talento di che Udio lo avea fornito , lo che
non potè far egli per la mancanza di eilì ; laddovecche inoltri Pittori,
oltre de' loro Maeftri , ebbero gli efemplari donde le buon? forine aver
poteano , con che quegli imitando , miglior di Giotto , e degli altri «
ben poterno uper ire , ficcome fece Maeftro Simone ; e quello può chiara-
mente vederli da chi che fia , afFermindo per verità , che il Crifto mor-
to , dipinto nella Coni dell'Aitar Maggiore di S. Mtria Coronata , ne-n
puoi eif r difegnato , né dipinto migliore da Giotto , e da qualunque Pit-
tore di quei tempi , come altresì le due tavole nominate di S. Chiara .
Ma io non facendomi punto fportare dalla paflìon della Patria , né da
quello , che più alla bifogna convienfi , protrando f. rivere alla verità ,
lafeerò , che il mondo medefimo con oèchio (ano ne rcnd. bilanciato giudi-
zio del valor dell'uno , e dell'altro , confiderando le opere loro j Che pe-.
rb, ritornando al da nv trahfciaco racconto , dico p r fine di quello,
eh? Mieftro Simone morì più tolto in età virile , ed anzi Giovane , che
fatto Vecchio , e mancN circa gli anni 1:546. lafciando di se uri figlio
molto agiato di beni di fortuna , nominato Francefco , d-l quile , e de'
fuoi Dikepoli , a fuo luogo fé ne farà ptrola , con far dell'uno , e degli
altri menzione onorata .
fine della Vita di M.tejìro Simone Vittore;
VITA DI MAESTRO GENNARO DI
COLA , E DI MAESTRO STE-
FANONE Pittori.
G Rande invero può dirli la fortuna in coloro , a' quali vien dato in
forte aver buon Matftro , che fecondando la loro naturale abilità ,
gli addita il diritto cammino , per lo quile , fenzi punto rimanerli , pof-
fono pervenire alla meta di loro gloriofe fatiche. Perciocché i buoni
efempj additandogli , e le difficoltà con l'operare appianandogli , fan sì ,
che continuando i Difcepoli la loro virtuofa applicazione , veggono que-
lle diffi.oltà dell'arte fuperate , e giunti a fegno di efTere ancor eglino per
valentuomini da ciafehedun reputati , con eftremo contento non folo
di loro fteifi, , raa ancora di que' Maeflri , che gl'mfegnarono , per veder,
E di M. Stefanone Pittori. 7 3
Be' Difcepoli propagatati ancora la gloria loro . Qumdi è , che ogni Mae-
ftro dovrebbe con caritativo amore i loro Difcepoli ammaeftrare, e malli»
inamente coloro , i quali , da Dio più che gli altri dotati di buoni abili-
tà , moftrano eccellenti Maeftri dover eli] ancor divenire ; Ma tuttavia
i! contrario la fperienza dimoftrandoci , ce gli addita più tofto tiranni *
che precettori ; Concioflìacofacchè , o perche niuno amore avendo verfo
gli Alunni , non gli ammaeftrano , riè gli danno ne meno un femplice ri-
cordo , ma per lo più verfo loro zotichi dimoftrandofi , parche più tofto
ad infaftidirlo , che ad apprender l'arte da lui portati li folTero ; ovve-
ro , che per l'abilità del Difcepolo , concependone gelofia , invece di am*
maeftramenti , torve occhiate, e cattivi ricevimenti dimoili andogli , gli
danno ad ogn'ora a conofeere , che molto nojofi gli fono . Per la qual cofa
fp. Ab adiviene , che l'abilità di tal'uni , o li fono fenza i neceffarj pre-
cetti perdute ; o che da se coltivandole col lume fuperiore , Commini*
Aratole dall'Eterno Maeftro del tutto , fi fono agloriofi meta portati , e
tonci?) ad una aperta gara di elfi , come di molti efempj ne fon piene le
ftjrie , con eterno bialimo de' Maeftri loro . La qual cofi non accadde a
Maeftro Simone , il quale caritativamente i fuoi Difcepoli ingegnando ,
Tempre fi adopero , che eglino follerò miglior di lui riufeiti , collume
veramente da Criftiano , e che è indirizzato al diritto cammino j Per lo
che fece egli due Valent' Uomini , come dalle Vite, che fìeguono di
Maeftro Gennaro di Cola , e ui Maeftro Stefanone potrem conofeere ap-
pieno .
Fu la Nafdta di Maeftro Gennaro circa gli anni 1520. , ed ebbe
fcuola da Maeftro Simon-, dal quale fu con ogni caritativo ftudio ammae*
ftrato , con che buon P.ttor divenuto , ajutò il Maeftro in varie opere .
Indi dipinfe da se v irie cole p:r le quali fecefi conofeere efler fitto molto
pratico nelle cole dell'arte ; ed efllndo in quello tempo venuto a fcuola di
Simone un Giovanetti per nome Stefanone ( credo così nominato per
eifer di ftatura grande ) fu quelli iimilmentf col l'olito amore da ^lTo am«
maeftrato , e con le conferenze , che con Gennaro faceva circa le diffi-
coltà dell'arte, le venne in breve ancor egli a fuperare ; e tanto , che
prendendo Gennaro a dipingere alcune ce fé volle, che Stefanone l'aju-
t.fte in quelle ; come ancora in alcuni frefehi che ei fece in una Cappella
della Chiefa di S. Reftituta , la qual finita , fu allegata a Gennaro la Chie-
fa eretta pochi anni innanzi di Mafuccio Secondo di S. Maria della Pietà,
fituata (come altrove fi difte; fotto le fcale di S. Giovanni a Carbona-
ra , ove varj Mifterj della Pallìone di N. S. Gesù Grido egli vi dipinfe a
frefeo ; le quali opere in procedo di tempo fi fon per l'umido confurmte »
veggendovifi diede appena qualche reliquia aliai mal concia dal tempo.
Dipinfevi eziandio alcune tavole ad olio, le quali tuttavia confervatefi
K dall',
7 4 Vita di M . Gennaro di Cola
({all'ingiurie del tempo , veggonfi a noflri giorni , efprimendofi in quel-
la del maggiore Altare la noftra Donna Addolorata, che tiene in fcno il
fuo morto Figliuolo, il quale vif ne pianto da alcuni Angioli , afTii gra-
ziofamente dipinti in atto lagrimofo per la morte del Redentore . Così
in un Altare di Cappella vi efprefTe la Maddalena in atto di penitenza -,
con alcuni Angioli, che portano gì' iftrumenti .della Santillana Paffio-
ne.
"Pitture del- Terminate quell'opere-» e vedute da' Frati di S. Gio: a Carbonara ■»"
la. Tribuna Chiefa ivi preflb eretta alcuni anni prima di quella mentovata della Pier-
ri» S. Gio:?. t^ ^ anc0 Dall'Architetto Mafuccio indetto , vollero quelli , che da Gen-
" naro foffe dipinta la Tribuna, o fìa Cupuletta -, che fopraftava al Coro di
-efla , ove vi compartì Gennaro alcuni quadri -, nelli quali, che fon di
numero fei divilì dalle fafcette , che le fanno compartimento , vi
figurò la creazione del mondo e della .'luce ., quella, dell' Homo, e
dellaUonna, il peccato di Adamo-, lo fcacciamento di elfo dal Paradi-
so terrefrre, lo fieno Adamo, che coltiva la terra, ed il Sagrificio di Abe-
le con la fua morte datali dall'omicida fratello! Indi continuando il
conc.tto, ghcche avea dimoftrata la prima cagione del peccato , vole
feguitare ad efprimervi la redenzione dell'uman genere, con dipinger-
vi nelle facciate di bailo la Santillima Nunziata , con la Nafcita del noflro
RedentorGesù Crifto, ed altri fatti della Beatillìma Vergine , de' quali
forfè ne avea non folo formato i difegni, ma i cartoni dipinti , come in
quel tempo fi coflumava, i quali eran la guida dell'Opera; ma fcoverta
in occafione di Feltività da' Frati la Cupuletta , ne furon date all'Arte-
fice le meritate'laudi , godendoli allora -in quella una bella armonia di
componimento, e di colorito ; laddove che in oggi refta affatto dall'umi-
do confumata così bella Pittura ; laonde pervenuta a notizia della Reina
Giovanna Prima , volle eflerne fpettatrice , perciocché aveva in animo di
far profeguire un opera promofTa da' fuoi Maggiori , come poi fece , nella
*>ccafione che fiegue.
Vita dì S. Aveva alcuni anni innanzi il "Re Roberto ordinato a~Mae(lro Simo-'
Ludovico ne, che i fatti della vita di S. Ludovico Vefcovo di Tolofa fuo fratello
Vefcovo di dipinger dovefle in un gran Cappellone delPifcopio , per efTer flato al-
Tolofa , di- iora Canonizato da Papa Giovanni XXL-, dopo fedici anni della fua mor-
pinta nel .. r r r , ,, ■ , , , r , ,.
JVefcovado . te ' come Slà le ne tece parola nella Vita del mentovato Simone , ed egli
vi aveva dato principio , con dipingerviquelle fiorare, che già in quella
fi diilero'; ma per le guerre di Sicilia inforte , che prima la quiete di quel
Re diflurbarono , e dopo per la fua morte non furono profeguite-; per
la qual cofa eflendo altresì nel i 346. fucceduta la morte di Maeflro Si-
mile, ri maiero fola mente cominciate. .Indi in progreflb di tempo la
jReina'Giovanna.Tnma:, vokado rinovare da divozione 'di 'S.Ludovico
iluo
E di M. Stefanone Pittori. j $■
Ciò Parente , ricordandoli dell'ordine dato dal Re Roberto fuo Avolo,
vedute le mentovate p.tture di S.Giovanni a Carbonara , ordinò a Gen-
naro * che la vita di quello » cominciata dal fuo Maeilro , rimile con fue
pitture ; Per la qual cofa, i gli allegro di cosà huona forte, vedendoli ono-
rato dalla fua propria Reina,ii pofe con applicazione a q isft'opera,e fitto-
ne i fu; i difegni, diecL principio di nuovo alle Pitture della Stona del San-
to Vefcovo t e feguitando l'ordine intraprefj di Maeftro Simone , riparti
ns' difegnati vani in quello modo le azioni del Santo .
Ven ono compartite le Storie nella parte di fopra conarchi di fiacco
finto , in tre ordini per ciafeheduno de' lati della Cappella , e fotto dell'
Arco vi è un quadro , che di futto ha fimilmente un altro quadro più pic-
ciolo, di figure minori del naturale ; di modo che ogni arco tiene tre qua-
dri , compresovi quello dell'arco fuddetto , che fa lunetta ; ma que' di
balio reftringendo lo fpazio vicino a' compartimenti degli Archi , ha due
quadretti di più , che fon di numero cinque , i quali con li fei di fopra
fanno il numero di undici Storie per facciata .
Nell'ingr'-fTo della Cappella effigiò la Nafcica del Santo in un de 'qua-
dri più piccioli , che fono nel prim'ordine , e fegnitando appreflò , vi di-
p.nl'e quando eflendo bambino fu vifitato,e guardato dagli Angioli,ed in uri
altro li vede giacere infermo, e perciò l'apparifce il Bunhina Gesù accom-
pagnato di Angioletti, che lo guarifce,ved\-ndo la vilione i di luiGenitori.
Siegue appreflò quando già fatto adulto va vifitando gl'Infermi,? dannose
limofine a' Poveri , e quello termina focto del primo arco, eh e vicino ali*
A'tare , che allora era della Cappella mentovata , ed ora è della Sacriftia,
m-ntreethe dal Cardinale Annibale di Capua , in tal ufo quella Cappella
tu commutata . Siegue il quadro , ch'è fituato fotto di quell'arco , e fopra
del quadro dianzi detto, ove fi vede S. Ludovico fovvenire le Vergini ,
ed i Pupilli ; e nell' arco , che fiegue , il quale è quel di mezzo vi è di-
pinto quando nel Convento di Ararceli fi fece Frate di S. Francefco , per
mano di Fra Gio: di Muro , allora Generale dell'Ordine de' Frati Mino-
ri , il qual fitto fuccedè in Roma nell'anno 1296. Vedefi nel terz'arco ef-
figiato quando già fatto Frate prende ripofo su della nuda terra , ed in
fogno gli appanfee la Vinone di Melchifedec,che l'ammonifee ad accettar
di buon animo quel Vefcovado , ed ivi moderare gli abufi , ed i mali co-
ftumi di que' popoli ; vtdendofi quella figura con magnifica gravità in
abito Pontificale all'antica , con Camauro in tefta , e l'infegna de' Sacer-
doti dell'antico rito nel petto . Siegue l'ordine de' tre quadri maggiori fi-
tAPti 'nJ mezzo , e nel primo quadro vi è efpreflb quando il Santo vien
conf grato Vefcovo di Tolofa da Papa Bonifacio Ottavo , e nel fecondo
che fiegue vedefi il Santo Vefcovo a cavallo, che arrivato neila mentova-
ta Città , per obbedire al Papa , the contro fua voglia lo avea fatto Vefco-
K * vo
7 6 Vita di M.Gennaro di Cola,
vo in cosi giovanile età , viene incontrato da moltitudine di Cittadini *
da' quali con giubilo immenso è ricevuto. Pittura fenza dubbio memora-
bile per la copia delle figure , e delle varie azioni , con le quali efpn mo-
no la divozione , ed il contento dell' arrivo del Santo . Nel terzo di
quelli quadri fi fcorge il Santo Vefcovo , che in abito di Frate , con
un Compagno , ftà fervendo molti Poveri , a' quali egli » avendo-
gli fatti federe ad una lauta manza , porge il mangiare con umil ca-
rità .
Vedefi umilmente in alcuni ripartimenti quando il Santo celebra il
Divin Sacrifizio della Mefla , ed in un altro quadro quando rifana gl'in-
fermi ; ma delle ftorie pni , che fono nella pareti oppolta effigiate, poche
Mentre fi fono quelle cofe,che fé neravvifanojdspokhe tra per l'ingiurie del tempo,
£avan feri- e per l'umido , che prima le ha confumate , appena delle molte ftorie di-
vendoquefte ^mte fcorgef, qUeua della Coromz.one del Savio Re Roberto , come quel-
ft 'te buttate k altresì della traslazione del Corpo di S.Ludovico a' PP.Francelcani Zoc-
a terra quel. colanti della Città di Marfiglia , come egli aveva ordinato nella fua mor-
ie pittine-» te , la quale fuccedè nell'anno 12-97. nell'età fua ancor verde di 23. anni ,
«kfencte, ef- e me220 > mi affa[ maturo per la gloria eterna , mercè le Sante virtù Cri-
fthbricata!ji*'ane » con *e <lua'' ^ l'acquiftò . Così in detta parete feorgefi ancora al-
ia Sacriib'a , cun'altra figura , che fu neli'akre Scorie effiggiata , ma informe , e quaG
che prima-» del tutto confumata., e diftrutta .
iuCappella, Scovertali dopo finita que-fta , che fu allora fontuofa Cappella , non
') ve^'^tattc) v' ^a P^01™ ln Napoli, che non corre/Te a vederla , e che piene lodi non
lenone in_»dafle a cosi bene ordinate pitture , per edere fu in que' tempi cofa mara-
qneir ultimo vigliofa il vedere dipinte Itorie cotanto copiofe di figure , e quelle efprefle
oircndo tre- ;n tante e si varie,quanto proprie,e naturali azioni; laonde ne rilevò Gen-
muote dell naf0 ^ 0jtre i'ono,r ^\\t lodi dateli dalla Reina , un aliai onorato ricono-
Novembre fei mento in pr.mio di fue fatiche , delle <juali pitture ne fece men-
del 1751. , Eione Notar Crifcuolo nelle notizie di Agnolo Franco Padrino di Pietro »
come anco- e Polito del Donzello ; come nel compimento di quella narrativa farà da
r3aIJ;T^ noi riportato.
Cattedrale , Per ca8ion di quell'opera , ordinata dalla Reina , era convenuto a
con difguilo Gennaro di pofponere quella intraprela dt Ila Tribuna di S. Gio: a Carbo-
deil'Aurore, nara , la quale , come fi dine , aveva molto tirato innanzi, quando (forfè
" .rie.gU ^.°"Per nou efleie di troppa fanrtà ) non fidandoli di condurre il rimanente
lr/l 1_di tife , chiamò in ajuto Stefanone , dal quale anche era fiata dipinta con
fuai cartoni alcuna delle rìorie mentovate della Vita di S. Ludovico j per-
ciocché veniva am co da lei , si per l'uniformità della maniera , la quale
pia da lui , che dal Maeftro aveva apprefa , come ancora per i buoni co»
Buoni co-^iumj ^ cjle tenea Stefanone , per i quali come fratello teneramente l'ama-
ia^'ene ' WiUwnfle gli .racccoundò alcune di quelle Storicene doveanprofegiùrfi^e
.dtlb
E di M. Stefanone Pittori. 7 7
delle quali i difegni egli già formato ne avea j intanto che poi riftabilitoli
nella primiera falute ( effendo di già infermo divenuto ) fi (offe ancor egli
port.to a dipingere il r munente , per condurre tutta l'opera al fine defi-
derato . Ma nel b.-l principio,», he Stefanone cercava di perfezionare il pri-
mo quadro , (uccedttte la morte di Maefìro Gennaro,che fu circa il 1570.
del male foric di tificia „che l'avea confumato , la qual morte difpiacque Morte di
a tutti coloro,che conofciuto i'aveanojma a Stefanone gran difpiacere ap- Gennaio d*
porti», come colui che perduto avea non folo un amorofo Condifcepolo , e Gola .
Precettore , come ancora un affezionato Gompagno,e caro amico,confide-
do come l'arte della Pittura molta perdita fatto avea ; nella perdita di
Gennaro ; Ma alla perfine datoli pace , fi come avvien per rimedio in tut-
te le umane cofe , fi diede a dar compimento alli quadri., che andavan di
(otto alla Tribuna già detta di S.Giovanni a Carbonara nella quale com-
pì il numero delle otarie , che xapprefentano la nafclta della Beata
Vergine, e la Santiffima Nunziata , veggendofi nella prima una fcalinata j-e jj
ycr la quale vanno le genti a vifitare la Vecchiarella S. Anna , che per il S. Gì e: a_»
frefeo p.irto , giacer nel letto li vede , e nella feconda vedefi un c.a» Carbonara.,
fomento afsai bene ordinato , lepra il quale fcorgefi lo Eterno Pa-
.dre apparire con lo Spirito Santo . Siegue dall'altro lato da baffo la
prefentazione al Tempio, e fopra vi è dipinta la morte della fuddetta
E. Vergine , e quelli .quadri fono di ugual grandezza , fetto de' quali veg-
gono, in fei quadri più piccioli ripartite varie azioni de' Santi Padri , che
furono de' Servi di Maria ., Così dipinfe fepra la Porta , per dove fi en-
tra in quello luogo , che è fatto in Circolo fotto della Tribuna , varie
fchiere di Angioli 3 nelle quali vi fon beiliffimi volti 5 che migliorar non
fi poffono , e queili fanno Corteggio agl'Eterno Padre ,che maeftofamen-
te fedendo tien la E. Vergine per la delira , e con la fìniflra il Ino Figliuo-
lo Signor noltro , i quali fiedono alquanto più baffo avanti di lui , e
lo Spirito Santo fé gli vede nel petto j E'funiìmente l'Eterno Padre cir-
condato da Serafini , da Prrtriar.hi , e Profeti , a cui faniempre le men-
tovate (chiese d'Angioli compartimento , effendovene alcuni per traverfoe
e per dritto , fecondo .ha ordinate le fchiere., parte delle quali fon di bian-
co veftite , ^ patte di.fin'rffimo Azurro -Oltramarino , eifendo così l'ali
jnedefimamente dipinte , dapciche è quella pittura affai ricca di sì prezio»
fo colore . Vi fono eziandio le Sante Vergini , ed i Santi Martiri con
altri Santi dipinti , ed il tutto è così vivamente effiggìato , che reca.ma->
raviglia,' he in que'facoli -cotanta cognizione di operare vi fufsejconfervan-
dofi affai bene le figure,nelle quali fifeorgono fìfonomie belliifime,quanto
le più belle moderne, e delicate fi veggono ; e la cella del Dio Padre è cofa
maravigliofa,per la venerazione ,e per la bcllezza,con la quale è dipinta .
S.tto de' quattro. quadri mentovati; ove le fiocie della B Vergine di-
jpitì&i, vi compartì un ordine .in giro di quadri bislunghi più piccioli allfl
meir j.
jS Vita di M.Gennaro di Cola,
meti , e forfè meno di quelli , e quelli con i loro ornamenti fervon di
fregio alle pitture di Copra ; tifandoli in.que' tempi il primordi ne in tal
maniera con figure picciole effiggiarfi i portando per ragion di tal fare
una maflìma , tenuta, allora per buona, ma in quefti noftri tempi , ne*
quali la Pittura è giunta a tanta perfezione -. Rimata mendace, e fallaciilì-
ma ; perciocché diceano , che elfendo quelle picciole dipinture nHto
proffime all'occhio , bifognava , per non offènderlo , impicciolir le fi-
gure , la dove che poi difcoflandofi , quanto più in lontananza fi col»
locavano , tanto dovevan crefcere per farfi fempre più vifibili a quello .
Redola in vero erronea , e contraria a* buoni infegnamenti profptttici, e
maffimamente dell'ottica » Così dunque Stefanone djpinfe anch'egli , fe-
condo l'ufo di que'' tempi , con figure picciole quelle azioni di que' San-
ti Frati Serviti di Maria , di che Copra facemmo menzione ; figurandoli
in luoghi folitarj, e di penitenza » ne' quali in fpirituali efercizj fi trat-
tenevano ,
Terminata con Tua lode quell'opera , fu tanto ri nome , che n'ebbe
Pirture n^-<;teranone ì che gli fu allogata nel Pifcopio una Cappella , nella quale vi
d'I 3s^ufefpre£fe un Arbore di tutti que* Santi Patriarchi , da' quali la ftirps di
narìo del Noilro Signor Gesù Crillo discendeva , che poi fi vede fituato fopra la ci»
.Velcovado^rna dieffo in abito Pontificie , col camavero in tella > figurando in terra
Abramo a giacer fupino , dal di cui feno , quali da radice , forge l'Albo-
re mentovato , con concetto milleriofo ; veggendofi dopo Abramo nel
tronco , che diritto s'inalza, Giacob , e dopo lui il Patriarca Giuda , e fo-
pra di elfo Aminadab , indi il Re David, al quale Salomone fuccede , do-
po il quale è figurato Noilro Signore in cima » come lì diflè . Dal tronco
principale veggonfi ufcire i rami delle progenie de' fuddetti Patriarchi »
e Profeti, avendo ogn' uno il fuo ramo, che la fua ilirpe contiene.
Da' lati di queft' Arbore vi dipinfe i Profeti Balaam , ed Elifao .
Così dipinfe fopra dell'Altare della nominata Cappella la B. Vergine , col
Bambino in Campo d'oro , e da' lati tre quadretti per parte , in uno la
detta B.Veigine , che apparifee in fogno ad un Pontefice , nel fecondo il
detto Papa , che concede la fella dalla fudd-tta immagine, per la qual cofa
effieiò nel terzo la Proceffionc , che fi fa dal Popolo , e dal Clero por-
tando l'Immagine mentovata , e negli altri tre vi fono efprene varie mi-
racoìofe azioni di detta B. Vergine , operate per mezzo di quella fua San-
ta Immagine . Quelle pitture veggonli oggi locate in uno Altarino , che
Francefco {^ vjcjn0 Je ("cale del maggiore Altare , e vicino la Cappella di S.Giorgio,
Solimeli*-» ■ £ jj quai{f0 dipinto dal noftro celebre Francefco Solimena, il quale
Pittore uno- " ^ " t r . *
niacillimo. vive ancora , per far veraciffimotellimonio , che lempre in Napoli vi bo-
rirono i gran Maeftri della Pittura .
Dipinfe in oltre alcune cofe nell'antica Chiefa di S.Patrizia , le qua-
li pitture credo, che nel rimodernare la Chiefa , ed abbellirla , tolte Hate
ne
E di M.Stefanone Pittori , 79
Tie fiano ; ovvero che molte poche reliquie ve ne fiano rimafte . Ne fi ma-
ravigli il Lettore , fé in erte quefte fi notano , perciocché non fempre fé
ne può far diligenza , mentrechè la Chiefa da noi nominata , non fi apre,
che due foli giorni dell'anno , ne'quari celebrandovi fi feftività, non pub
agiatamente offervare quelle pitture colui , che accuratamente vorrebbe
confederarle, per la moltitudine delle perfone., che vi concorrono diqual-
fivoglia grado , e condizione.. Così ancora dipinfe l'Immagine di Noftra
Donna nella Chiefa di S. Maria detta la 'Rotonda , che già fu tempio de'
Gentili a' falli Dei confecrato., ed ancora la tavola del S. Michele Ar-
cangelo , per la fua Chiefa nella regione Ercolenfe , ora detta a\Bajano ,
ove efprefle S.Michele armato , in una bella., e bizzarra politura, difeac-
ciare Lucifero dal Paradifo } opera cheinfìwo a'noflri giorni .è moltojoda-
ta da' Profeffbri delle noftre Arti , per la bella maeftria,, e diligenza del-
l'armi con la quale è condotta . Fece ancora Stefanone varie altre pitture,
infra le quali contanfi quelle, che dipinfe alla Chiefa di S. Onofrio a For-
mello , nuovamente reedificata dall'Architetto Giacomo de' Santis , in fi-
ne fatto ormai affai Vecchio , mancò Stefanone circa gli anni 1 390. , in
in cui diede pofa a' pennelli-
Ebbe Stefanone .un certo fpiritoTuperiore aquéilo di Gennaro di
Cola , come nelle fue pitture fi vede ; concioffiecofachè imprendeva a di-
pingere qualunque IToria gli fulTe venuta in capriccio., con un ordine affai
pronto , e ben comporto , laonde molto rifoluto cominciava , e termina^
va ancora le fuepitture-j come Jo accenna lo Scrittore delle notizie de*
noftri Profeffori del difegno , dico'Notar Gio: Agnolo Crifcuolo;; e le fue
figure ferbano in loro lo Ipirito , che egli in pingendo gli diede , apparen-
do oggi giorno fìtuate in buonepofiture., per quanto :Comportavan qué'
tempi , e dipinte con un amorofo difprezzo, ma ricercato , laqual cofa
non le rende indegne dell'attenzione degli Artefici di oggi giorno., tutto-
che l'arte dopo del divin Rafaello , e di fua fcuola , e dopo degli i narra-
tivi Caracci., e de' lor perfettiffimi Difcepoli , fi a giunta alla Tonnina
perfezione della moderna Pittura , che più tolto indietro .di ritornare.,
che gire innanzi gli ria pofiìbile., per eterna viciffitudine..
Mi Gennaro tuttoché non avefTe il rifoluto modo di toccare i colori,
come a Stefanone., e con quella frefehezza , ad ogni modo vien' egli con-
fiderai per ftudiofo dagl'intendenti ; trovandofi in lui molta accuratezza
nel condurre a fi nelefue pitture ., nelle quali cercava dargli grazia di po-
litura-, di attitudine-, -e di efpreffiva-, ingegnandoli di porre hene infic-
ine le fue (torie-, le quali veggonfi copiofe di figure , e ma ffi me quelle
di S.LudovicoVefcovo di Tolofa.-, overnoltiffìme ve ne fono, e nelle
quali ravvifafi. molto intendente de' precetti delle noflre Arti., e maffima-
mnte nelle inreilrgenze profpetie'ne,, e del chia.ro ofeuro , per le quali
\YÌen.comtneniiato:iteUeudo egliinuomma_, Rato un Artefice, che con-
•ducea
S o Vita di M.Gennaro di Cola j
dùcei le fue opere con lentezza , ma con (omnia oflervazione ; per la qua*
Ed venne a fuperare molte difficulcà . Mi quello mio giudizio tralafcian-
do , potrà chi chefia formarne quello che più convenevole gli farà infe-
rito nella fua mente delle fue op^re , e dallo fcritto di Notar Gio: Agnolo,
che qui riportali ; il quale dopo le ultime notizie lafciateci di Maeftro Si-
mone , così ili quelli due Pittori ne lafciò regiftrate le memorie .
E qtisfio ( intende di Mailro Simone )fu Maefiro di un Maefiro Gen~
naro di Cola , che fu Maefiro Ai Col1 Antonio de lo Sciare , e anco fu Mae-
firo de uno St efanone , //' quali dì fin fero a S.B.efiituta , e Gennaro dipin-
fe la Chi e fi a de S. Maria della Vieta-, che aveva edificato Maf uccio Secondo,
come dipinfe ancora tutta la Tribuna di S. Gio: a Carbonara , anco da fo
detto Maf uccio edificato , per amore de lo Beato Crifiano Franco , e con
Stefanone , che era giovane rifoluto fecero molti fi efebi , e lavori ad aglio,
e fecero infieme detta Tribuna , perche venendo a morte Gennaro , Ste«
fa no la finio lui -, con fare molte pitture allo Pifcopio , dentro una Cap~
fella , che ancora fi vedono , ed altre cofe di Altari a aglio , e a S. Patri'
zia fono opere fue , e l'Immagine di S. Maria della BJ tonda , così quella
fatta da lo Cardinale Brancaccio , con l* Architettura di Ma fue ciò , la
quah fu dipinta da Col' Antonio » che vi fece il ritratto de lo detto Cardi-
nale inginocchìoni , e dipinfe ancora la Con a , é*c. Ma St efanone mancò
Circa il 1590. , e avanti lui più anni mancò Gennaro di Cola .
Nelle notizie di Agnolo Fran/o , Padrino di Pietro , e di Polito del
Donzello, le quali cominciano : Ora dopo li fcritti Pittori fi èfaputo ó"C.
Soggiunge incidentemente quelle pirole , che ne ragguagliano dell'altre
pitture, non mentovate prima, di Gennaro di Cola .
Ma non sé come fi diceva difeepolo di Maefiro Simone : ( parola del
mentovato Agnolo Franco ) perche quefiofu prima più anni , e però crede,
ch'i fnjje J 'colar 0 de Gennaro de Cola , che tenne la vira maniera di Mae irò
Simone , come fi vede dall'opere fue ; banche per tutto qua fé una manie.
ra fé ajfomegliava anche con quelli de fora , e più fé vede da la vita de
S.Ludovico , fratello de lo Magnifico I\e Roberto , che depinfe Gennaro per
ordine de la Bigina Giovanna Prima , fua Nipote . le quali pitture Jru-
diai Angnolo detto-, ma innamorato fé poi , é"c. e fiegue lo incominciato
racconto di Agnolo fuddetto , che da noi nella fua vita ( permettendolo il
Signore ) riporteremo ; terminando intanto quella prefente narrativa, con
la confiderazione , che dopo i doni della Provvidenza divina , nafee ogni
bene dalla virtuofa applicazione dell'uomo , e del caritativo infegnamen-
to dell'ainorofo Maeftro .
Fine della ìfita di Gennaro di Cola , e di Hafiro St efanone
Pittori .
Si
VITA DI GIACOMO DE SANTIS
Architetto .
TUtte le virtuofe operazioni Jegti eccellenti Maeftri furono , e faranno
l'efempio di coloro , che quelle imitando cercano anch' elfi a fubli-
me grado di virtù pervenire , come già quelli fecerono ; laonde lodevoL
cofa ella è dunque regiftrarne Tempre le memorie onorate ; sì perche
non perifcano quelle degli eccellenti Maeftri > come anccra acciocchì ai
Pofteri non manchino gli efquiiiti efemplafi , per i quali fpinti dalla vir-
tù , giuncano a gloriola meta , ed ivi raccogliendo il premio delle loro
virtuofe fatiche divengano ancor elfi efempj di chi loro vorrà feguitare ;
Quello appunto mi perluado > che fu il penfitr di Notar Gio: Agnolo Gri-
fcuolo , allor che con tanta fatica , e diligenza raccolffl le notizie di tanti
celebri Maeflri Napoletani , oltre al principale motivo di fottrarli dalle
tenebre della dimenticanza , e darli la dovuta lode , defraudatagli da'
paflati Scrittori . Per lo che registrando egli le memorie de' noftri Arte-
fici del difeguo , ne lafciò ancora quelle di Giacomo de' Santis Architetto
affai chiaro in que' tempi , acciocché oltre la meritata lode, doverle ef-
fere ancora d'infegnamento a coloro, che TArchitettura feguir volefTero ;
le quali opere nella Vita che fìegue del mentovato Architetto , faranno da
noi regiftrate , giuda le memorie di Gio:Agnolo .
Fu Giacomo difcepolo dell'Eccellentiffimo Mafuccio Secondo , nella
fcuola del quale , affieme con Andrea Ciccione, apprele egregiamente l'Ar-
chitettura , e banche Mafuccio oltre di quelli , altri Difcepoli avelie, ad
ogni modo però elfi furono foli, che la virtù del Maeftro ereditarono. Per-
venuto Giacomo per mezzo di fue fatiche all'onorato grado di Maeftro *
ed eflendo per tale da' Napoletani riconofciuto,gìi furono date molte eom-
miffioni di fabbriche di Chiefe ,e di Palaggi , nelle quali avendo ricevuti
onorati vanti dal medefnno fuo Maeftro , fu adoperato in altre importan-
tiifime fabbriche ; Perciocché ebbe a reedificare la Chiefa di S. Pellegrini
già da moltilfimi anni trafctirata, per il cafo che fìegue .
Era nell'anno 1585. ( fecondo alcuni , e fecondo altri Autori 8 f. >
la Città di Napoli inferamente afflitta da crudel Peftiknzi , laonde mor-
tificati , e pentiti i Popoli Napoletani , con pietofe proceifioni , ed afprif-
fime penitenze cercavano di placare l'ira divina giuftamente (degnata per
i commeifi peccati „ fra de' quali contavafi il fagrilegio commsfib di aver
profanata la Chiefa di S. Pellegrino , che fu abitazione del medefimo San»
to , e commelfivi de' peccati , per caftigo de' quali vedevano" miferabi-
liftìmi oggetti, di piangenti Madri fu i cadaveri de' cari figli in un canto ,
daji'altro afflitti figli t che cercavajj dar fepoltura all'oila de' loxo Genito^
h ri ,.
8 2 Vita di Giacomo de Santis
ri, ao iocchè quelli non diveniflero pafto de' Cani . Colà vedevanfi monti
di cadaveri ucrifi dal crudel morbo , che dettavano orrore , e qui gì' in-
no enti Bambini, che piangendo cercavan latte dalle indurite Poppe del le
Madri difanimat , e da chi panava mifericordia; laonde tutto era lacrime-
vole {ptttacolo , che trafiggendo i cuori , li difTolveva in pianti , giac-
ché per l'altrui enormità vedean patir l'innocenza. Per 'tanti miserabili
ogg cti , e per le Sincere penitenze, che tutto giorno ficcano i Napoletani,
molTì a pietà i Santi Protettori della Città impetrarono da Dio la Divina
mifericordia ; Perlocchè apparve S. Pellegrino ad un Sant'Uomo , egli
dilìi',che animane l'afflitto Popolo , promettendogli da parte di Dio il per-
dono , ma che gli reedificaifero la profanità Chiefa , ove il Suo corpo
avrtbbero ritrovato , che così Senz'altro farebbe la crudel Pelle celiata
affitto . Efeguì il fervo del Signore i cornimi amenti del Santo , e rè pile-
fe la Vifione a molti Nipoletani , i quali unitili dierono principio alla de-
molizione dell'antica Chiefa , ove Cotto di uno Altare , accninto dal
Santo , fu il Corpo di S. Pellegrino con grande allegrezza ritrovato* per
la quii cofa ftim irono fino conliglio farlo fapere al Re Carlo III. figliuolo
di Ludovico di llngaria , ed all'Arcivefcovo Bozzuto , accioc.hè ancor
eifi contribuir doveifero ad un opera cos'i pia ; ne s'ingannarono punto *
perciocché il R- Cirio promife Spender del Regio Erario quello , che pei*
tal fabbrica bifognato vi folle. Avuta quella promena i Napoletani ne
fecero parola a Mafuccio , che ancor vivea , e fu configliato di lui , che
fé ne dovefle dare a Giacomo il penderò della nuova Cu -fi, perocché c-^li
a felice fine condotta in poco Spazio l'averebbe . Cosi dunque allogata a
Già omo l'opsra , ne fece il difegno con un picciol modello , il qual
piaeciuto principalmente al Re Cario T furono cavati 1 fondamenti , e but-
tatavi la prima pietra benedetta daìl'Arcivefcovo mentovato-; e fu un
pittofo efempio di tutti il vedere il medefimo Rj , che col cofano fu degli
omeri proprj volle portarvi le pietre , il che per tenerezza partorì pianto
da eli occhi , già da più tempo avvezzi a piangere le comuni miférie . Co-
si avanzandoli la fabbrica della Chiefa , cefsò affatto la Peftiìenza , ed in
fine terminata dopo di alcuni meli , fa confecrata con applauib di tutti,
e con giubilo univerfale , per veder ritornata la Città nelle fue primiere
giuliva operazioni .
Finitala Chiefa di S.Pellegrino , cominciò Giacomo quella di S, Ono-
frio a Fonnello , reedificandola fecondo l'ufo di quelli tempi , e Stefano-
ne vi dipinfe i fatti del Sinto , e di altri Santi tutelari fé .ondo la pia di-
vozione de' protettori di elfa , come nella fua viti fé ne fsce parola . Do-
po Giacomo (*ce viria fabbriche, che in que' tempi furono minate di mol-
ta importanza , e chi in proceffb di tempa furono alla moderila reedifi-
cate , "Così edificò il Palagio a' Signori Caracciolo vicino alla Ghiefa d 1-
i'Avcivefcovado , de' Fiicicelli preflb quella de' SS. Apoftoll , e de' Zurli
alla
Architetto .
«ì
i ftrada , che fino ad ora è nominata tsle da e . *
tb . Quinci trene on ir. Falangi' i
per P antichità , e per ic p-rentrje Reali con la caia d' Angiò ; Ma
piò bella &bbi egìi fece fc ' ria delle Gii: s , •• -
e .. -; qoella di S.AgneiJo Abate , nella quale osb le buone for/r
r regole delia Romana Arcfaitettora , come infitto a* noftri giorc
benché in qualche parte di ef& riftaurata , ed abbellita fecondo l'ufo
aoftn tempi f pei destai ponto della primera pianta* fopra la r
fa co5ra:ta dì Giacomo , a!lor cne da principi? l'ereflè .
le virt-jofe operazioni di qoefro noSro Archit
le , p : •: .. -. , non i -ed anzi g. ,
che ni al fuo Creatore ; -
ti il mtr ., e le memci . : . :oftai fo; . :i
D»re */*/•/» Jfc »
j/if Santi i t f
f: , /. ornali /tetri -,. ......
da la ti ' >
t : : fgrnr.'j o: •
■ C . ; •* .': [ _■ : . .
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ero di commots: Cappella
fa, li «juvit è ìa rrtdt£ma ,
- . LG .---."amo, d i : -. ,
poh farli argomento , - a mancare circa g
del Signore 145 y.
fhmJeL Z ìCWfta it Matti A ::'.'ti.
L ; "-T>-
84
VITA DI FRANCESCO DI M. SL
MONE Pittore.
IO non faprei veramente qual vizio fia più degno di biafimo delli due,ch«
ora propongo, fé la trafcuragine , ovcro la pigrizia in un uomo . Con-
cioflìa.ofacchè, la prima non fa apprendere a tempo quella faenza, che un
Giovane dovrebbe apparare , e la feconda non fa moite volte mettere in
opera quel, che con molto ftudio fièapprcfo. La qual cofa veggiamo
allo fpelfo adivenire a coloro , che agiatamente vivendo , per i comodi
avuti da' Paterni retaggi , dandofi per quelli ad una vita oziofa , niente
più curando di quella tal facoltà , che eglino con tanto ftudio , e diligente
fatica pofledere cercarono; e quel che peggio , che talvolta in fubl ime
grado pofTedendola , e non operandola, per la mentovata cagione, vengo-
31 nominarono a privare il mondo delle bell'opere loro , e conciò alla Gioventù ftu-
Ab<-te An-diofa refta la fcarfitù de* perfetti efemplan . Ed in pru va di quanto io
dreaKdve-jjco f potrei addurre l'efempio , che a nodri giorni veggiamo del Dottif-
<jere , doP°fimo f ed eruditifiìmo Abate Andrea B Ivedere , il quile non m n buon
fcritteque- " pr,lofofo ,e Letterato , che Pittore in grado Eecellentifiìmo di frutice fio-
Ite cole uà . i- i- i i i ìi ■ i- •
Jin.pafsò ari , p-r gli agi, che egli u gode, ha da gran pezza trahlciato il dipingere .
miglior vt-Quefto efempio medeiimo veder. -mo già fucceduto nella perfona di Fran-
cei'co fi?liOo!o ài Maeftro >imone , il quale quanto fetto la disciplina del
Padre acquiftò nell'arte nobiliilìma della Pittura , anche per emulazione ,
e pei gloria lua { pofeiaccae era nel tempo del Dottilluno Re Roberto , e
<hl ftinofilllmo Gio-tto J tanto dopo impigrito , quali nulla operando ,
venne a privare il mondo di fue bell'oper. , ma p,ù la Patria , per gli ot-
timi efemplari , che iafeiato averebbe ; e nulla curandofi più della fa-
ma , s de' premj , con i quali avea veduto compenfar l'opere di fuo Pa-
dre , e del rinomato Giotto , attefe folamente a menar fua vita oziofa ; la-
nciandone appena qualche rara memor.a del fuo pennello , per la quale ve-
nendo commendato dal Notajo Pittore, da Marco da Siena, e dalCav^Stan-
zione , egli è ancor di ragione , chela mia penna dovuta lode , in quella
poca , ma onorata memoria, le renda ,
Fiorì quello Pittore circa gli anni di Ce irto 1 540. in tempo che il fu<j
Padre Maeftro Simone , con molta lode efercitava il pennello , dapaiche
.<era venuto nella ftima diogn'uno, dopoché il famofifftmo Giotto , fa-
cendo giuftizia alla virtù di lui , volle, che nell'opera di S. Chiarata quale
era affai grande , con fece lavor-afTe , e dove ancor fi veggono alcune tavo-
le , perteitimonianza di quanto il» laude del («O pennello fuferitto. Ed
avendo con alìidua applicazione Fraacefco appreso ^a Pittura dal fuo Pa-
dre measiìmo » dipinfe in fuo ajuto gualche cofa ? e fece da se il S. Gìo:
r, it-
ti.
Pittore . Ss
Battiftà , die ora ritoccato fi vede in una tavola ,' nella Chiefa mentovati
di S. Chiara, in una Cappella , ove con fomma applicazione cercò fa»
fpiccare il buon modo di colorire , e parimente altre pitture aflai buone
vi fece, per le quali effendo in molta ftima venuto , fu dalia Regina San-
cia impiegato a colorire divote immagini , che allora fervirono ad alcuni
Altari , ed intorno della nuova Chiefa della Croce , da lei edificata ; com'
anche fece alcuna immagine inS. Lorenzo, che più non vi fi vede , e le
tavole della Croce , effendo Hate levate nella rifazion della Chiefa , e ripo-
rta ne' corridori fi fon j per l'umido eonfumate , non reftadovi di fuo altro _ Alcuni
che quella di S. Antonio , benché ritoccata da moderno Pittore , la quale J1™1 doP°
ancor nella Chi-fa fi vede efpofta ; e nella ftanzj del Capitolo vi è un al- ^""y^^
tra tavola con ftia pittura, ove fi vede efpreffa la B.V. di Loreto , portata pratj del
da belliflìmi Angioli , opera veramente , che meritartbbe effere efpofta Convento
alla veduta di ogn'uno , tanto ella è ben dipinta , e con giudizio condot- della Croce
ta ; la dove che 11 indo in auefto luopo nafcofta agli occhi de'rifguardanti, h.an tiU9
... ,. \, , .. J . °. r s - "toccare la
viene perciò privata di qudie lodi , eh- meritevolmente fi devono a cosi tleCca jm^
ttr.i pittura . NsHa Chiefa però di S. M. D. Romita fi vede l'immagine di maginedeJ«
$. Agnello nel fuo Altare , dipinta da Francefco , ove è efpreffo al vivo il la B.V"..
ritratt 3 à: I Santo ì benché qu-iia da alcuni fia tenuta per mano di Colan..
tomo , e fatta in fu a gioventù «
Ma la pittura più bella , per la quale molta lode gli fi deve, e quel-
la dipinta a trefeo nella Chiefa di S. Chiara , nella Cappella laterale alla
porti Maggiore , la quile rappref nta la B. V. col Bambino in braccio ,
(otto una tribunetta alia gotica , dipinta a chiar'of aro , come fimilmente
« dipinta la fuddetta B.V. , ma con tanta unità di col re, con buon dife-
gno , e bellezza, che reca maraviglia a chiunque la guarda ; e veramente
fé comparar fi doveffe con le pitture di que' tempi , ed anche -con quelle
di Giotto , e di Simone fuo Padre tetterebbe quella S.mta immagine nellJ
elezione per la migliore tenuta, dicamun co nf-nti mento d'ognuno , già
che per tale viene riconosciuta daJ Maeftri delle noftre arti ; anziché per
fin bdlezza fu lafciati d'unb.ancarlì , allorché con tanto duolo d ' Pitto-
ri amuori delle antiche memorie, furono per ordine del Reggente Bario-
nuovo Delegato di S. Chiara , imprudentemente fatte imbiancare tutte
le Pitture di Giotto , e di M. Simone -, con dar ad intendere a quelle no-
bili , e Reverente Suore, che quelle opache pitture rendeano la Chiefa ma-
linconica, ed ofeura . Configlio veramente feiocco, ed imprudentemente
degù ito ; Così a mio credere è molto bella pittura delle fue mani quella
che oggi fi vede nella Sacriftia della Chiefa di S. Gio: a mare , ove efpref-
fa fi vede la B. V. col Bambino infeno , opera veramente degna di fom-
ma lode per la diligenza » e per lo amore, con il quale è condotta, e fotta
di queQa immagine in caratteri gotici, ed idioma Spagnuolo , fi legge che
fu fatta dipingere da un Signore Spagnuolo , dal quale fu donata a quella
Chic*
86 Vita di Francefco di M. Simone
Chiefa , e credo bene, che in quel tempo fufle fiata locata in qualche AU
tare alla publica venernzion de' Fedeli .
Poche altre cofe li veggono di Francefco , poiché quefto- Pittore per
ì comodi lafciatigli da' fuo Maggiori, e per quello , che acquifiato a\< a
M. Simone fuo Padre col pennello , divenutone molto agiato , fi refe cesi
pigro nell'tft.rcizir> della pittura , che all'intutto la tralnfoò ; efircitando-
la folamente nell'atto , che dava i precetti a Col'Antonio del Fiore , al
quale veramente , con ogni amorevolezza lenofirearti infegnbì come ne
fan ttftimonianza i citati Scrittori , le di cui parole qui riportando , ter-
miner mo quello picrioi racconto , con le onorate notizie ; e prima il No-
tajo cosi difle in alcun altre notizie .
Tranci/co figlio di M. Simone fiorì circa il i 340. , e molto lene fiu*
die pittura da fuo Padre , il quale aiutò a S. Chiara , dove poi fece altre
cefe con il S.Cio: Batttfa , che fi à a una Cappella , ma la cofa hella Jua è la
Madonna de chiaro [curo , vicino la Porta Maggiore , e q uè lì 0 fervi de pit*
ture (fio ancora la Fuegina S ancia , a la Cr>ce , fai endn molti Santi , con
S.Antonio j ma per le comodità che aveva -non fece più niente , dando fé a
vita oziofa , ma infi grò folamente a Cola Antonio de lo Sciore , prima de
Gennaro de Cola , e poi mancò circa il 13 60.
Marco da Siena così dì lui ne fcrifTe :
E dopo lui Col' Antonio-, che dipinfe sì benefit quale avea infegnatc da Fra»»
cefeo figlio di JU. Simone, che fu valente mentre dipinfe il poco che di ini
fi vede ère.
Per fine il Cav. Maflìmo Stanzioni così foggiunge , nelle notizie di
M. Simone.
La fidando di se un figlio , che fu molto ricco , perciò non eftrcitò la
pittura, che afiai bene dipinfe , ma sì bene infegnò Parte a CoTArttonio del
Fiore , come ho potuto fapere da alcune antiche memorie di detto CofAri'
ionio &c.
Così dunque da quelle brevi notizie fi raccoglie , che molto ,ebne
avrebbe Francefco operato j le da' foverc hi comodi non folle ìl-ta la fua
virtuofn applicazione diftolt?.; e datofi all'ozio , alT:i pigro non fufTe dive-
nuto ; per la qual cofa conchiudendo diremo , che a buoni ingegn;, qu in-
fo è di iprone il povero fiato , per Imperarlo , altrettanto è perniziofo il
molto comodo arargli perdere .
Fine nella Vita di Francefco di A/. Simone .'
Wr
8i
VITA DI ANDREA CICCIONE
Scultore ; ed Architetto ,
QUinto allo eterno Creatore deggion quegli uomini , che più degli al.
tri dotati di abilità, anzi che da moltiflìmo numero fcelti , han
*" fortito l'ineitiinabil dono di un vivaujlìmo ingegno , col quale
concependo n;biliiìime idee pongono in opera ciocche li cade in penlìero,
con fornmi felicità , non è ella leggi er cofa fpiegare . Conciofììacofachè
tifi a guifa di lucidiflìme lìelle rifplendendo , fanno pompa di quel lume
che a loro , più che ad altre , iìtuate in minor grado di luce , vien com-
partito dal fommo Sole ; laonde fpeciofe , vaghe, e fcintillnnti da per
tutto apparirono ; fervendo di feorta a coloro , che di loro lume fi fanno
guida . Quindi è , cìij molte volte l'uomo appropriando a se fteiTo le fue
fatture , p.tr che ponga in dimenticanza quella caufa primiera , per Li
quale egli p.ù che un'altro Uomo fi rende contradiftinto dal comun volgo.
Mi i favj , ed i fenfati uomini avendo di loro fteJlì conofeimento , e della
debolezzi dell'umana natura , attribuifeono al fommo Fattor del tutto
quel nob il dono concefibgìi j per lo quale dimoftrando lor gratitudine,
rendono al Divin Donatore l'onor dovuto , e le dovute grazie . Un di co-
lture fu appunto Andrea Ciccione, Scultore, ed Architetto , il qusle aven-»
do piena . ognizionc delle grazie concefTegli con benigna m.no dall'Ai tif-
fim^ Iddio , fempre lo riconobbe autore di ciocché egli faceva ; renden-
dogli infinite grazie de' ben flzj concedutigli , e de* fingolarillìmi d ni ot-
tenuti nell'efért izio d Ile due nobili facoltà , di Scultura, ed Architefura,
per le quali ebbe l'onore eli fervire Regnanti di chiara fama ; come nella
fua viti he fiegui potrà appten vederli da' leggitori .
Nella fcuola di Maluccio Secondo ebbe Andrea 1 buoni precetti dell'ot-
tima Architettur i , per tocche in que' barb-.n fecoli dalia maggior parte
;li altri Profeifuri , con le gòtiche forme , contaminate le perfette mifu-
re , erano m t il molo a' loro difcepoli communicate ; ed eflèndo Giaco-
corno de' Santis datofi intieramente all'Architettura , e come maggior di
lui , pollo in opera in varie fabbriche , come nella fua vita fi difle , volle
Andrea rimanendo appreiTo Ma fu celo , apprender perfettamente con quel-
li , la feuitura altresì ; nelle quali facoltà divenuto Maeftro , fu per con-
io del V echio fuo Precettore adoperato anch'cgli in ambedue quelle
ftobili arti , in varie fabbriche , e fepoltare edificando per i Signori della s M,r;, o .
e miglia Pigmtelli la bella Chiéfuola , che in oggi ancor fi vede , diriri- Pignarellì.
petto Seggio di Nid) , fotta il titolo di S.Maria dell' AiTunta , e rifece da s.Cro- •
Caro li Chiefa di S. Croce , Grinta appriflb quella di S.Agoftino , la qua-
le era ftatì eretta di iromemórab'il tempo , e quella reedificaziòn'e fcc'egli
d'or-
8 8 Vita di Andrea Ciccione
d'ordine del Cardinale Rainaldo Brancaccio , che conofciuto l'avea a fcuo-
la di Mafuccio , per giovane ftudiofiilìmo , e come cale propoftoli dal fud-
detto Maeftro J ampliandola dalla fua forma primiera , ed abbellendola
in varj modi , ed ebbe quella Chiefa varie indulgenze , conceiTegli da*
Sommi Pontefici , per opera del fuddetto Cardinale Brancaccio prima , e
poi di Aftorgio Agnefe , Cardinale del titolo di S.Eufebio f ed Arcivefco»
vo di Benevento . Dopo la reedificazione di quella Chiefa , fcolpì Andrea
la fepoltura di Giofuè Caracciolo nel 1405. , che fu locata nel Pifcopio
(otto il Pergamo , e fece altre fepolture a varie Chiefe , come anche
edificò varj Palaggi a' Signori Napoletani ; Per le quali opere eflendo nella
filma di ogn'uno , e con ciò pervenuto ancora nelle orecchie del Re Ladif-
Ereiìone lao il fuo nome , e della Reina Margarita fua Madre , vollero quefti Re-
delia Ghie- gnanti avvalerfi dell'opera fua nella erezione della Chiefa di S. Marta , che
fa di S.Mar- per ptopria divozione volle edificare la mentovata Reina ; la qual Chiefa
e fituata dirimp.tto il famofo Campanile di S. Chiara, e fu da Andrea fab-
tn: • j ì bricata con ordine dorico , ed in buona forma alla Romana fcuola con-
Etneie del- ..... , _ .. . . . ....
la Reina_« forme ; eilendovi in quel tempo Hate dipinte varie immagini, ed in una
Margarita tavola di Altare infra alcuni Santi vi fu efpreflà al vivo la fuddetta Reina
dipìnta da Marpherita da Aenolo Franeo ; Ma ora non fi sa dove quella tavola fia
Mgnoio ^aU trafp0r[;ata , nella nuova riftaurazione , ed aboellimenti di quella
Franco . . r r 1
Chiefa .
Terminata quella opera , volle il Re Ladislao , che Andrea abbellir
dovtlì'e , ed ornare di preziofi marmi la bella Ghiefa di S.Giovanni a Car-
Abbelii- k°nara > cne anni 'nilanZ' avea eretto l'Architetto Mafuccio , ma fenza
menti della molta ricchezza di buone pietre di marmi , per la povertà di que' Padri ,
Chiefa dì che la fondarono ; e tu ttocchè gran danajo fi raccoglie/Te dalle limoline ,
S. 'Gio: a c|ie venivano fatte al B -Cri diano Franco per la fabbrica di ella, con tu t;
Carbonaia. tQC^Q appena fu badante a condurla a fine , fenza alcun'altro abbellimen-
to, che di pochi marmi per lo maggiore Altare . Qmvi dunque il mento-
vato Re Ladislao, ufando una veramente reale liberalità , volle che foflè
i compiuta con ogni magnificenza ; per la qual cofa facendovi Andrea con-
tinuamente lavorare i fuoi uomini , e fcolp.ndovi egli quello , che più
J gli foife partito neceflario , per compiutamente adornarla , fi vidde inte-
ramente finita fra lo fpazio di pochi (fimi anni , con molto gulto del Re,
'a cui molto dilettava quella Chiefa , e vi profeflava particolar divozione,
ogni qual volta fenza gl'impegni delle fue guerre , in Napoli lì trovava ;
e parve fatalità, perciocché morendo d'immatura morte , fu in quella
Chiefa fepolto , come in apprefso nel corfo di quella ftoria fé ne farà pa-
rola. Finiti dunque gli abbellimenti della Chiefa di S.Gio: per i quali ebbe
Andrea molta lode , fece altri varj lavori di Scultura, ed Architettura,
e quefta adoperando con buoniffimo ordine , erefs2 un Palaggio , come fi
dice, ad un famigliare del fuddetto Re Ladislao 7 n»lla ftrada medefimf
di
Scultore , ed Architetto . 89
di S.Gioflanni a Carbonara , benché altri Jicouo , ed è probabile , che
fotte quello , che ftà nella piazza di S.Giovanni Maggiore , che ora è poi*.
feduto da' Signori di Calòle , prendendofi l'abbaglio, dal nome medelimo
di S.Giovanni , circa il Tuo fito . Ma la bella fabbrica , che molto ono- Ererione
te gli accrebbe , fu la Chiefa fainofilfima di Monte Olivero col Regale <*eJJa *p"5"
Convento, che per commiilìone di Gurreilo Origlia nobiliifimo Cava-^J^^wl"
liere , e gran Protonotario del Regno , egli erete nella ftrada , ovvec Cc> Olire»
borgo antico , delle correggie , ed in vero fu quella fabbrica molto lo*
data in quel tempo, e molte lodi furono date al Fondatore , ed Archi-
tetto infieme , per la Magnificenza, e per la bellezza ; t
In quello mentre la Reina Margarita erafi portata a Salerno , ed aU
l'altre parti augnatele dal figliuolo per appannaggio , e correndo fan-,
110 141 2. , ritrovandofi ella in un Cafale di S. Severino, chiamato allo-
ja l'Acqua della Mela , ed ivi gravemente infamatali, datone avvifo al
Re fuo figliuolo , mori nelle fue braccia , ed egli dolente della perdita Morte dell*
della cara madre fece portare il di lei cada vero a Salerno , ove volendo Reina Mai-
come a fua madre onorarla , chiainb da Napoli Andrea, e gli ordinò , Sperila hcJ
che eriger le dovete un fontuofo fepolcro j laonde egli fubitarnente vi I411*
pofe mano , ed avendovi fatto condurre da Napoli i fuoi giovani , fu il
ìepolcro in poco più d'un anno di lavoro finito , e murato nella Chiefa di e r .
^ V, r*,r », ili-, • OU3 icpol»
S.Francelco a Salerno . Ma appena puoi dirli , che terminata avea que- tlIra ndi^^
fta fepoltura della madre , che convenne ad Andrea di fcolpir quella del Ciad di Sa*
jnedefimo Re di lei figliuolo ; perciocché è da faperfi,che ritrovandofi Re "cmo.
Ladislao a Pernggia con animo di manotener Firenze , ivi fu dal fraudo-
lente medico , corrotto con danari da' Fiorentini, avvelenato per mezzo Ladis.
della propria figliuola, Ja quale ingannata dall'infime fuo Padre , unfe le nìto^Y^ C~
fue parti più f grete del velenofo liquore,dalle quali, l'innamorato Re,che Medico Pe-
folea goderlela,ptrr he era ella giovane molto bella, reflò contaminato, ed rugigno per
iure tto a f.gno taie,jche conofuutofi avvelenato s'inviò verfo Napoli fu le ^ Pa.rt' na-
Galee , ove giunto a 2. di Agollo nulla giovandogli of»ni medico tentati- ""!. ' , "*
vo , mori a (ei d I mentovato mefe correndo l'anno 14 14. in età di 59. 3
anni , e fu. dalla foreih Giovanna , allora Duchefta d'Austria , fatto pri-
vatamente ftpellire . Indi dall'amor fraterno intenerita , nulla curando
l'interdetto di quello , ed e tendo per la fua morte aflunta alla Corona
del Regno,volìe onorare con fuperbo tumolo la memoria del defonto fra-
tello , e renderlo ion fplendida magnificenza più gloriofo , che perà ne
diede la cura ad Andrea v il quele fapea , che dal Re Ladislao era flato
tenuto per quel grand'uomo , che egli era , raccomandando alla fua dili-
genza l'importanza di quell'opera, la quale ella difiderava , che forte
ragguardevole a tutto il mondo, e memorabile a tutti i fecoli , non per-
donando a veruna fpefa per eforbitante , che fote . Iqtefo da Andrea il
M pen-
90 Vita di Andrea Ciccione
penderò della Reina , ne fece i fuoi difegni » e perche maggiormente ella
reftalfe appagata dell'opera Aia , non folo ne formo di creta picciol mo-
dello , ma nel Chioftro della medefima Chiefa di S.Giovanni , ove er«.
gere fi dovea il Rea! maufoleo > gli fé vedere in grande tutta la machina,
formandola di calce , di che reftò molto e mtertta , e malfime nel veder-
fi figurata col fratello a federe, giufta il fuo defiderio; Così dunque piac-.
ciuto il modello della machina fepolcrale alla Reina , e ad ogn'un che lo
vidde , fi diede principio allo fcolpirlo di marmo bianchiffuno , e del
più fino che potefle mai ritrovarli > a quali oggetto Ivifcecavanfi i mon-
ti per ritrovarvi le vene più preziofe , acciocché l'opera riufiiìe non fo-
lo magnifica , ma ancora ricca della materia ; Così lavorandovi Andrea
continuamente , con i fuoi allievi» a capo di pochi anni fi vidde pur ter-
minata , e murata dietro del Maggior Altare , appunto nella forma che
f:egue,per intelligenza de' leggitori , ed eflendo quello uno de'p;ù fuper-
bi fepolcri ,che allora vantò l'Europi, ogni ragione vuole, che fé ne fac-
ci più diftinto racconto , acciocché maggiormente comprendali il valore,
dell'Artefice di cosi egregio lavoro »
Sepoltura E quello fepokro tutto di bianchi nv.rmì conteffo , come dianzi fi
•dì iadis- dine , e vien foftenuto da quattro grandi ftatue , lìtuite quali pilaflri, fo-
*a0 * pra le loro bafi ^ e qu.fte rapprefentano quattro virtù, che fono la Tem-
peranza , la Fortezza , la Prudenza , e la Magnanimità , leggendoli i no-
mi di efiì con caratteri Gotici fcolpiti nelle luddette bali , Succede a que-
lle un grand'arco con buonilfim'ordme architettato , e con vaghi orna-
menti > fotto'del quale fon funate a federe due ftatue , che r.«pprefentano
Ladislao, e Giovanna Seconda fuaforelia, la quale per teilimoftianza
dell'amor fuo verfo l'eftinto fratello , volfe feco m tal guifa elfcr fcolpi-
ta . Sopra l'arco anzidetto vie l'urna fepolcrale , ove il corpo del morto
Re fi ripofa» ed in qilefta cada vi fono Varie/culture di biflo rilievo, che
ie fne marziali azioni rapprefentano, efièndovi fopra della fuddetta -caria
la ftitua giacente del fuo cadavere , la qude v.en {coverta dalle cortine
che alzano due Angioli , al imitazione di qu.'lle di Garlo Uluftre, e del fa-
pientitììmo Re Roberto Padre di quello fìtte già da Maluccio , che ne fa
l'inventore . S^inalzaXopra di quelli altro ba ih rilievo ,ehe fa ripara di
un angolo, qnafi equilatero ; fé non che la fua cima reltringe uome pira-
mide , e quello fornendo nn zoccolo lì fa baie d'un cornicione, laonde
viene a fervi-re il detto angolo per freggio di tale architettura -, e l'opra
quello cornicione , che fla nellacima del maufoleo , vedefi la (tatua di
Ladislao tutto armato a Cavallo con fpada nudi in mano , con bizzarra,
e fpiritofa azione , per dirnoftrare, che egli fu Re marziale , e guerriero
eflendov-i foritto nella bufe, ove pofa il Cavallo-: Divnt La.ìiilaus , Da'
lati Iva dee ordini dì ottu-neeRti , eie fon Scalpiti atfaGatica -, e che ter-
minano
Scultore, ed Architetto. 91
minanacon loro fommità piramidali , coinè in que' tempi era l'ufo , «
duelli fono piantati fui vivo d-lle llatue mentovate , che fan Tuffila di
Pilaftri t come abbiam detto ; efTendo quefti ornati con ftatue , e con la-
vori così intrigati , e con diligenza fcolpiti » che recano per lo componi-
inento , e per lo lavoro , ad un tempo medefuno attenzione , e diletto
9 gl: occhi de' rifguardanti , anche de' notlri moderni tempi ; dapoiche
quello fepolcro magnifico s'inalza fino alla fommità della Chiefa, all'al-
tezza di palmi SS> * ed in eflb quefti vetfi fi leggono .
Improba mort hominum , bett femper cbvia rebus % Elogio def
Dum Rex magnanimus totumfpe concipit Or beta . saeucovacQ
E n moritur, Jhxo tegitur Rex inclytus iffo , ^P0 cr0 '
* Libera fydereummeas ipfapetiyit Qlympium%
Nella cornice di fotto vi fono i feguenti verfi .
Qui populos bell'i tumido! , qui calde tyr annoi ,
tertxlit intrepido: viator terrari mariqì
Lux Italum , Regni fplendor clarijfimus , hi e efl .'
Rex Ladislaus , decus altum , é* gloria fygum .
Cui tantot heu lnchtyma, Soror Uluftrijfima Fratri
Defuu&o pulcrum dedit hoc Regina Joanna .
TJtraql fculpta fedens Majejìas ultima Regniti
Y rancar umfoboles y Caroli fub origine primi.
Ma il più bell'Elogio che ebbe queflo Re bellicofo , fu quello che
gli fcrifle Giacomo Sannazzaro , in memoria degli obliohi che i fuoi ante-
cefTori teneano a Ladislao , ed è quello che fiegue :
Mirar ir Niveit pendenti a faxa columnir _. . . -,
tj /■*., J*. L • ■ r 3 u Elogio del
Hojpes , & kunc, acri qui fedet alt ut equo . Sannazaro.
Quid fi animos, reburqi ducis praclaraqìnnJJ'es
FiBora , é~ invi&as dura per arma mania ?
Hi e Capitolini s di jecit fedi bus bojìem :
R'fq ; triumphata zi&cr ab Urbe redit .
ItaV amqì omnem bello concujfit , é" armit S
Intttlit Hetrufcofigna tremenda mari .
lieve foret Latio tantum Diademate felix
Antefuos vidi/ Gallica feeptra pedes .
Ouwqi rebellantem prejjìjfet pontibus Arnunt
Hors vttuitfextam claudere Olympìademi
W * ina»?
92 Vita di Andrea Ciccione
/ tJUKCy Rfgna para , fajtufqi attolle fuperbot,
Hors etiam magnos obruit atra Deos . ?
Veduta quell'opera così, grande, e magnifica da' Napoletani « na
furon date all'Artefice pie ni (Mime lodi , e dalla Reina , che fé ne chiama
contentilfima , fu nconofciuto <■ on doni proporzionati alla fua grandezza,
ed alla virtù di Andrea ; onorandolo ancora del titolo di fuo G.ntiiuouio »
p^r.ioc he l'amava per la bontà de'coltumi , a' quali onori rornfpofe An-
drea fciupre con una morigerata umiltà,e con uguale amore, come a buon
vaflallo riconveniva; ed era Andrea così morigerato di colluim , che
attribuiva tutte le lodi , che a lui donavano i popoli , ai donatore del
tutto; riconof endo da Dio quanto di buono egli operava . Ma appe-
na avea dato pofa a' {carpelli , che gli convenne ripigliarli dopo alcuni
anni, che impiegati avea nell'erezione di varie fabbriche , che per eflerfi
in tutto rimodernate, non fé ne fa ricordanza , infm dal t mpo che il no-
Uro Pittore fenile le fue notizie ; Ripigliò dunque Andrea » fcarpelli pec
Morte di'3 wneffa morte di Ser Gianni Caracciolo , uccifo per opera di Covella
Ser Gianni Ruffo nel 1432.3 2f. Agofto ; perciocché nulla giovando aila Reina it
Caracciolo . tardo pentimento , del quanto ragionevole , altrettanto precipitilo fuo
Idegno, alla infolenza fubitanea dj lui, fu quella crudelmente , e con
inganno efleguita , come fi legge nelle Storie del noilro RLgno ; benché
ella mai avrebbe creduto , che il confentito caftigo celiar dovefle la vita
al fuo caro un tempo , e forfè troppo adorato Miniftro. Per la qual cofa
Trojano Caracciolo figliuolo dell'uccifo Ser Gianni , e Principe di Melfi,
ordinò ad Andrea , che fare gli doVefle onorato , e raggu -rdevol Sepolcro;
laonde gli fu lavorato da lui quello che dietro del mentovato Aitare di
Sepoltura d? $_ Giovanni a Carbonara fi vede , dopo quello di Ladislao , ed in tal mo»
Caracciolo ('° e Sl,e^° Sepolcro fcolpito , e con tal Magiflero , che ancor lui è fra
'ragguardevoli annoverato , mentre che fi vede follenuto da tre p.Iaftri ,
che ogn'un di elfi ha la fua Statua di un Guerriero , rapprefentanti forfè
altri di fua Famiglia . Nella cafla , che chiude le olL di lui , vi fon due
Angioli , che tengono la fua Imprela , e da' lati vi è l'Arcangelo S. Mi-
chele , con altri Angioli , m atto di abbatter Dragoni ; la qua! cola vie-
ne con miftico fenzo interpetraca , per que' che furono da Ser Gianni de*
prtllì . Salgono i fnddetti pilaflri in alto , e fanno finimenti da' lati , e
nel mezzo fopra il Sepolcro vi è la Statua in piedi del mentovato Ser
Gianni , alla quale il chnìfo finefirone della Tribuna , che Ji vien dietro
ferve quali di acconcia nicchia , e da' lati di quella Statua vi lòn due fie-
re , come leoni fedirti , ma la Statua di baffo erte nel pilaftro di mezzo ,
tien con la fini Ara il -crine della telìa di un koue , e con la delira tiene
una clava , e fottQ 4el Sepolcro, accoppiando a barba/i caratteri , l'in-
colta
•Scultore, ed Architetto. 93
cult a loiuzion di que' tempi , così Ci vede dettato .
Syìandi Caraezulo , Avellini Corniti , Vtnttfmt
Duci , /re Hegii Magno Senefcallo , «è- Moderatori .
Trajanusfilmt , Melphitt Dux , Parenti de fé ,
D^i Patria optinic merito , erigendum curavit ,
Ah. 14 } J.
Lesgenfi pejò i feguentl verfi,che vi furori fculpiti in memoeia dell'
eftinto Signore , compoftì dal celebre Lorenzo Vaila , che- fu un de' Let-
terati migliori de' tempi fuoi , e de' no Un .
M7/ mibi ni tititlut fummo de culmine deirat% -. .
Regina morbi t invalida , é* fenio . „ jj Loitiuo
Facun^a pop./lor , Procerefqi in pace turbar Valla •
Pro Domi ; et imperio^ nullius arma timens.
Sed mi idem J/vor, qui te yfortiffime Cgtjar
Sopitum extnxu, noSir juvante dulos.
Ho>j me , fsd totum lacerai manut intpia J\egnn>n,
Partkinopeql fuurn perdidit aluta dee ut .
Finito queft' altro Sepolcro convenne ad Andrea dar opera all'Ar-
chitettura , mentrecche gli fu crdm.-.to da Bartolomeo di Capna Gran Palagio dì
Conte di Altavilla , e Protonotano del Regno , ormai già |r~atto vecchio Bartolomeo
r l'erezione del fuo Palagio nella ftrad.i ora di Forcella appellata » e pri- Ì1...'^^
ma detta Er-olenfc- , per rantichiiHino Tempio, che vi fu ad Ercole con- ,10Cari0 del
ferrato ; Or quivi Andrea , incontrando il gemo di quel generofo Signo- Regna.
re, ptr lo quale, effendo egli quafi ancor giovanetto , avevi fatto dì
marmo la porta Migliore della magnifica Chi-fa di S. Lorenzo , come
dalle fue infegne fi v.de, volle fabbricarli perciò con buona Architettu-
ra un Palaggio , che al di fuori rmgnificoad ogn'uno appari/Te , ma che
nei di dentro affai comodo a' Padroni , ed a' loro Servidori apportaffe i
Per lo che dopo i difegni della pianta di effe», ne ft^e altresì una bozza ,
fopra la quale incamminando il lavoro , fu per l'alfi (lenza > e follecitudi-
ne di Andrea in pochi anni condotto a fine , e ne fu molto lodato > per-
ciocché , oltre di averlo fatto comodiflìmo per tutti quelli, che abitar
vi doveano , lo f e • altresì r.coo di lume, rhe in riguardo della ftrada ove TertoChio-
egli è eretto , la quale è più tofto ftrttta , che larga , e perciò fcarfa di Aro ai S.Se-
iume 1 pure riefee di ammirazione a que' che voglio» con fiderà rio. velino di
Una delle più belle fabbri he, che fece Andrea è il Chioftro di S.Se- ^'"^^
verino d'ordinejonico , ove fono le dipinture del Zingaro » che è opera ^ da An_
molto drca .
94 Vita di Andrea Ciccione
molto lodata , e molte altre fabbriche , e fco! ture fece Andrea dopo del-
le mentovate da noi > ma mo!te di quelle fono Hate rimofTe , e demolite,
per altre alla moderna rifarvene . Si vede perb la Chitfuola , the dopo
molti anni della morte di Andrea , fu eretta ,dal famofo Poeta Gioviano
Fontano , cioè nel 1492. , fopra alcuni difegni fatti da Andrea per fab-
bricarne forfè unafimile ad alcun Signore , che aFlora non ebbe effetto ;
ì quai difegni pervenuti poi a notizia del Pontano , ovvero dati per acci-
dente nelle fue mani , piacendogli quelli , volfe fopra di efll fabbricar la
fna Chiifa , come fi raccoglie brevenr.-nte dalle notizie' di Gio: Agnolo
Chìefa del Crifcuolo . Quella Chiesuola a tenore de' mentovati difegni, fece adornar
Pantano, e- jj dentro , e di fuori , con la pietra nolìrale , nominata Piperno , lavo-
rerà con 1 ranc|0 jj eflj j pj]aftri , gli architravi , il freggio, ed i! cornicione , ed in-
Anurea già ^ra quelli ornamenti « volle quell'egregio Poeta anche i fuoi nobiliflìmi
morto * interporvi ; perciocché vi pofe in varj feompartimenti molte lapidi di
bianco marmo , ornate con le fue ammirabili fentenze , le quali unite
agli Eloggj,, che egli fece dentro la Chi«fa , fon portate da varj Autori »
e più dall'Engenio nella fua Napoli facra ; de' quali componimenti io non
fo altra parola , fé non che balta la confidera2Ìone , che eglino fiano dai
Pontano dettati , per fomma lode di lui .
Era ormai Andrea pervenuto agli anni decrepiti allorché gli
Sepoltura dì convenne fcolpire il Sepolcro per il Marefcial'o del Rtgno di Napoli Fran-
Franceico cefco caraccjoi0 } cn3 p3fso aii'altra vita nel 14^4. , e benché in quella ,
" ed in altri lavori gli prellaflero ajuto i fijoi allievi , ad ogni modo p?rò ,
volfe fcolpire di fua mano alcuna parte di que' lavori , che tutto giorno
venivano raccomandati alla intelligenza di lui » ma di giorno in giorno
indebolito dalla vecchiezza , non avea più vigore di reggere alle fatiche
di maneggiare i fcarpelli , refodebol dagli anni * laonde a gran pena fini-
Morte dì ta ^a feP°lturl fuddetta , e murata nella maggior Chiefa Napoletana , fi-
Andrea nì anch'egli il corfo di quella vita mortale , nell'anno 145* y. , come noto
Gio: Agnolo Crifcuolo , appreflb le notizie di Giacomo de' Santi , da noi
nella fua viti qui innanzi riportate , e le fue parole fon quelle .
Ma lo fecondo , cioè Andrea Ciccione ifece la Cbiefa di S.Mari a de Ili
Pignatelli , e ficc più moderna quella di S. Croce , per ordine de lo Car-
dinale Rjiinaldo Brancaccio « ma lo più onore fu fabbricare la Chiefta di
S. Marta , e abbellire di marmi S. Giovanni a Carbonara , per ordine
de lo K.e Ladislao , dove poi fece lo grandifftmo Sepolcro con gran figure lo
detto Andrea a io fudetto t\e * e poi di Ser Gioviti Caracciolo , e poi la
Chiefta de lo Fontano fu fatta fopra li fuoi difegni , e facendo Itti altri la*
•vori di Palazzi . fece varie Sepolture in varj tempi a Giofuè , e Frane*»
feo Caracciolo , e fece il palazzo a Bartolomeo di Capoa , tome anco pri»
ma avea fatto la porta di S. Lorenzo per fuo ordini , t fatto vecchio affai
mor)
Scultore , ed Architetto. 95
morì circa il I4ff. * ejjendo buon Cri/ti ano , che di tutte le lode che li
davano , le dava a Dio , ringraziandolo de le grazie date a lui , ma niunit
di quefti detti Architetti , e Scultori , voi/e finire lo mar avi gli ofo Cam-i
panile di S. Chiara , fatto da Maf uccio Secondo i perche dicevano ejjer
dubio dijuperare, con l 'altri due ordini ■> li tre fatti da lo detto M.ifuccio
con tanta perfizione di Architettura , la quale è tanto lodata da MeJJer
Marco de Pino , che onora fempre la memoria di quefto Soggetto i iì quale
requiefcat in nomine Domini Amen .
Ho di nuovo qui riportati quefti ultimi pochi verfi , che già furor»
da noi notati nella vita di "Mafuccio Secondo , perche fi vegga chiaramen-
te quai fodero quegli Architetti , di cui egli fa parola , e che non voller
porre le mani al finimento del Campanile fuddetto': la qual cofa a me
pare , che avvenirle per due cagioni , la prima per la riverenza , che que-
fti Architetti portavano alla memoria del Jor Maeftro in quei primi anni»
ne' quali fempre fi accompagna il timore di equiparare Topera di que*
Maeltri , cheappreflò gli unm.ni hanno immortai fama acqujftata , col
dubbio di quel chi Sa, fé la mia opera farà conforme alla incominciata da
quell'Artefice, e fé incontrerò il piacimento dei pubblio? e fimili ragioni
che per lo più fuoi figurarli ^hi non è temerario,e che vuole ne'fuoi prin."
cip} camminare da faggio. La feconda cagione tlh è , che dopo , che que»
fti Artefici ( i quali in un medelimo tempo quafi fiorirono j ebbero nel co-
mun concetto d gli uomini , (labilità la dima dui lor valore , per mezzo
delle ono-ate loro fatiche , mancarono quei che il mentovato CampanUa
fornir volevano ; perciocché allora, che fatti animofi dallo lì rio loro ope-
rare fi erano a vantaggiati per compir qualunque diffidi cofa , allora poi
per le rivoluzioni del Regno , per le guerre ftraniere , e per l'jntftjne di-
scordie , ebbero altro che il finimento del Campanile ne' loro agitati pea-
feri que' Sovrani , che regnaron nel Regno, in qugli infelicillkoi anni ,
per «li feoncerti di tutta Europa . Sicché dunque, prima per lo poco ani*
mo , confioliatodaìla timorafj ragion deiJ'arte del dfegno , e p Tcia per
lo troppo ardito coraggio , fuggerito d..gii animi infieriti alla gUerr ,che
Tiramavan le ftraggi , non tbbe mai compimento sì bella fabbrica , re*
ftindo con quella fpiegi dichiarato lo fentto dei Notajo Pittore , intorno
a quello ch'ei difle del Campanile di S. Chiara, altrimenti reftertbbf nel-
la mancanza la virtù di Andrea , è degli altri , che in «pie' tempi fiorirono
Ja dovecche fiiffici-ntiflìmi quefti Artefici furon da ciafehedun conosciu-
ti ; e quello fia il fine della vita di Andrea Ciccione , il quale fu molto
timorato di Dio _, ta ntoche di ogni opera , che egli facea ne dava a lui ie
dovute Iodi , come altrove fi dilfe , ftimandofi da nulla fenza il divino
n]uto ; il che può eff^r di efeirpio a coloro , che cercan delle virtù fare
acquifto; ve ggenio», -che dop^ tanti a»ni iì fa menzióne della virtù di
Andrea
9 6 Vita di A ndreà Ciccione
Andrea , Il quale viverà per molti fenoli nelle bell'opere , che egli fece ,
ed in quelle carte , le quali faran tellimonian/a «J- Ila eccellenza Hi lui , a
chiunque vorrà oflervare l'intelligenza , e la bontà de' lavori di quello
artefice .
Fine della fita di Andrea Ciccione Scultore , ed Architetto :
VITA DI COLANTONIO DEL FIORE
Pittore .
MOltiflìme volte adiviene » che l'amor dell'arte filofofamlo arriva
con le (pi'culazioni a qu 1 grado di perfezione, alla quale non
giunfero coloro,che prima di quella i precetti infegnarono . Perciocché il
tfeiidf no di ritrovar cofa migliore di quello infino allora veduto « accefo
da quello amore , fpronando la naturale abilità ( che fenza quella nulla
pu te l'arte giovare ) la fa arrivare ove ne men erafi tanto immaginato ;
perfezionando di giorno m giorno or una cofa , ora un altra , e fuperan»
do ogni d.flì colta fi trova a gra io fuperiore arrivato di queIlo,a cui gun-
fero i predeceflbri Maeftri . Qoindi è , che ancor nell'arte Pittorica fi è
Veduto moltiffime volte ritrovar dagli Allievi un tal modo di pingere,
che giammai per lo innanzi l'aveano pure immaginato i di lor Maeftn,ed
j Precettori di quegli » Per efempio de' quali ballerà folo far menzione de'
divini ingegni dei Correggio , e di Rafaclio , i quali prima d'ogn'altro fe-
cer vedere al mondo ciocché giamma eralì immaginato vedere. Quello
medelimo amore fu cagione , che invaghkofi Cola Antonio del Fiore della»
nrbilillìm' Arte della Pittura » cercali"- p;r mezzo di accuratifiìmi ftudj
rinvenir miglior modo di praticare i colori di quello ? che in'ìno cllora
fatto aveano i trapafTati Artefici del difegno ; il qual modo da lui trova-
to , febbene non ha comparazione veruna con quello degli mentovati di»
- viniflìmi Prokflbri » ad ogni modo pero non farà men degno di lode
' di quel che furon molti Maeftri in apprefio ; per la confulerazion di que*
fecoli , ne* quali la Pittura era per le continue guerre quafi che abbmdo»
pata , concioffiacofacchè non godea quella quiete , e qu.lia convenzione,
che fuole una bella pace apportare » veggendofi psr lui introdotta una
mor-
Pittore . 5> 7
morbidezza di tingere,che parv* cofa maraviglioia in quel tempo : Come
nella l'uà Vita che iìegue farà appien dimoftrato .
Nacque quello rélicilììmo Artefice della Pittura nell'anno i%f2i
in circa , e nella fcuola della Pittura dimoftrò buonifììma indole lotto
la direzione prima di un figlio- di Ma (Irò Simone , al riferir del Cavaliec
Mailìmo | e poi di Maeftro Gennaro di Cola Pittore de' primi in quel
tempo J err.mdo coloro , che lo fcriflero Scolaro di Maeftro Simone ,
perciocché allora quando Colantonio nacque , era già morto Simone , dal
qual tempo infino a quello,in cui le fue prime Pitture dipinfe, che furor*
circa il i 374. vi è l'età di 2 8. anni, giacché Simone ( come da noi fu pro-
vato nella fua vita) morì circa il 1346. ; ne' quali anni bifognava, che
Colantonio ne avelfe.almeno 20. per nver da lui l'arte apprefa , che cor»
i fopraddetti fuebbono l'età di 48. anni , e quelli uniti ad altri 66. anni»
che vi vogliono per compirli numero dal 1574. a i 1444. in cui mori
Colantonio , fanno l'età di 118. anni; il qual computo non vide
niuno de' noltri Artefici , che fé bene egli ville aliai vecchio , però non
fi numerano che poco più di 90. anni di vita ; morendo circa il 1444. »
laonde credo si bene^he avelie i fuoi principi dal figlio di M. Simone ap.
prelìjCome fi dille, il quale come che dal Padre lafciato in agiata fortuna ,
poco la pittura efercitava j ad ogni modo però egli è certo , che impra-
tichito di quella per la converfazione del Padre , potè Colantonio nella
pittura indrizzare ; come notò ne' fuoi fcritti Gio: Agnolo prima , e poi
il Cavalier mentovato , nelle memorie di Maeftro Simone . Ma dal
Notajo Pittore refta la cofa ben dichiarata in appreso ; perciocché
in varj luoghi di fue notizie parlandone , ne da chiaro raguaglio ; come
altresì ne fanno menzione molti noftri Scrittori , ed infra gli altri l'En- Colanronìo
genio mila fua Napoli Sacra , il Celano nelle fue Curiolìtà della Città di Iodato ddl*
Napoli , ed il Sarnelli nella Guida de' Foraftieri, ed ultimamente l'Abece- EngeniaCe.
dario Pittorico , i quali tutti lo colmano di fomma lode, avvertendo r"n'^, "
qui 1 leggitori , che non li riportan da noi altri Autori , che 1 lopramen- dj ^Cm
tovati, per elllr appurati, e veridici ; tracciandone alcuni , che erronea-
mente feri fiero di Colantonio , come fu D. Camillo Tutini , che lafciò
regillrato eiTervi flati due Colantonj , che non fu fol che uno j ingannan-
dofi da' millefimi fegnati nell'opere di quello ; quali che 11 a uomo non
polla vivere fra l'uno,e l'altro fecolo,come da molti efempj fi può vedere.
Laprim'opera,che da'mentovati Scrittori vien regiltrata di Coianto-
nio,ella è fimmagine di S.Antonio Abate efpofta nell'Altar Maggiore del-
la fua Chiefa fituata nel Borgo, che prende il nome da quello Santo, in
un con l'altre Storie , che d'intorno fanno ornamento alla detta . Per-
ciocché avendo la Reioa Giovanna prima, figliuola di Carlo llluftre Du-
ca di Calabria , eretta nell'anno 1374. la mentovata Chiefa con l'autorità
ili Gregorio XI. il quale fu eletto Pontefice nel 1 37 1. , vi fece dipingere
la tavola fuddetta da Colantonio » che allora cominciava per le fue ope-
N «5.
9 S Vita di Colantonio del Fiore
re a venire in Concetto di buon littore, eflèndogli flato propofto forfè da
Mafuccio fecondo , il quale aveva confilo difgno edificata la Chiefa, co-
me quello che era per le grandi opere vedute di lui in gran ftima ap-
preflb di ogn'uno ; Così dunque Colantonio per comando della Reina di-
Immagine pinfe la mentovata Cona , t la ftefla , che a noftri giorni con eterna fua
<iì S. Anto- laude vedefi in quella Chiefa efpofta , in cui il fuo nome fi 'eggc » con
mo AD"ie-> aver notato di lua mano anche l'anno urr. , la quale da' mentovati
nella iua_» „ i e • * • • -• • a> t« m j.-
CI ìefa ai Scrltcorl v,en defentta , come opera rimirchev de per efler anch ella di-
Borgo dì pinta ad olio ; dicendo l'Eugenio di lui le feguenti parole :
pinta da_» Dal tempo di detta ^eina ( cioè Giova*** Prima , che edificò la
Colantonio Qhitfa ) nelt Aitar Maggiore vi è la eavola , dentro ri S. Antonio Abate ,
ne- i j7 J. jj gran venerazione » e divozione , con altre figure intorno , di bella pit-
tura ad aglio , la quale fu fatta da Colantonio di fiore , eccdLnt jfimo
Pittore Napolitano , nell'anno l}7f. , fi come fi legge nella detta tavolai
e net qaal tempo erano il l'ont fice , elastina g>ì detti, &:. fin qui
I'Engenio al foL&^t. refi .nido a. noi a dire ciocche le accennate figure
„ . _ _ intuì no rapprefentano . Nella parte fijperiore vedefi N. S. Girsù in atto
g,/tUJi»£n.di coronare la B. V. Allìinta in Cielo , e di elfi fotto vi fono più San-
genio . ti, divifi m numero di quattro per ciafeheduno de' lati. Dilla parte
delira del qmiro di mezzo vi è figuriti l'Afcenzio re dd Signore > con
abballagli Apoloh , e Popolo , e daìl'a tro lato vedefi la 8. V. ^ou i
dodici Apottoli nel Cenacolo, fopra di cui lo Spirito Santo difeende.
Nel mezzo di quelli , che fono efprelìì tutte in figure picciolo* vi è l'im-
magine di S.Antonio Abate , effigiato alla grandezza della «tela del na-
turale^ ma cosi venerando , che non può la mente, fé noi vede l'occhio,
capirlo , eilèndovi anche efpreflb alcun 2?tro Santo Eremita fuo dif epo-
lo > in lontananza altri Santi Monaci del fuo ifìituto ; laterali a quello
quadro , per ogni lato vi fon dipinti dne Santi, i quali mi credo ch^ fof-
fcro S.Macario Abate , con alcun altro Santo d ' tempi fuoi . Di fotto le
In qwcfta defentte pitture vi fonotr- quadretti oonfecutivi , rom- foC predella
Con.i vie il di baffo, e dalla diritta parte Vedefi S Antonio, che vietando £. Paolo
nome,* I an nnm0 Eremita, Hanno in atto abbracciandoli, efllndovi cfpre/Te di lonta-
dal Pittore n0 altre Sant" azioni de venerandi Eremiti . Sugne il quadretto di mez-
rnciidfimo. zo, in cui dipinto lì vede N.S.Giesn Cufto,cvme p\ fu l'ufo di dipinger-
lo allora , e per più tmpo dopo , mezzo dentro al Sepolcro in piedi , di-
moftrando la Cu? p llìone a S.Pietro, h B.V., e S.Gio:Evangelifh , e dal
canto della finillra parte vi è effigiato S.Antonirs che al mjito Corp? di
S. piolo divota , fé ben comune , fepoltura ^li appresa, vergendoli i fe-
roci Leoni, con pia mente, retta da onnipotenza Divina , cavar la
terra per fepellir il Santo Anacoreta ,
Ma tutto che quelle p~r le prime p:ttuTe di Colantonio verino
"da' mentovati Scrittori riportate, nulla di muco p rVnon tarano già
le prime di lui dipinte in Chiefa , ed al pubblico efpoile ; Concio^, i ti-
far-
Pittore. 99
Tacchi , vedonfi di fua mano nella Chief* di SXorenso altre antiche im>
inasinì da Irti dipinte , volendo alcuni, che i Santi Francefcani fi&uo ope.
re del Ino pannello, non già di Maefiro Simon» , ed altre immagini
Satre, delle quali ancor veggono le reliquie . Quello che fi sX di certo
e (Ter fuo lavoro , C l'immagine della JJ.V- di Coftantinopoli > che è col.
locata l'opra l'Altare della Cappelletta fituata rincontro la porta della
Sacriftia , ed all'altro che ha jl quadro di Marullo , nelh Croce della
Chiefa , ed intorno alla quale vi fece altre principali figure per orna-
mento della fuddetta il Pittore Angiolillo , detto Rocca d> Rame , Sco-
laro de! Zingaro ; come accennane' Cuoi imnofcritti il Nota/o Pittore ;
benché a me pare , che più tolto follerò ritoccate , per la confimil ma-
niera di moti di figure, di arie di volti ( fé bene in picciolo effiggiati )
e di pieghe di panni . Ma fiefi pur come fi voglia 7 egli è certo, che l'im-
magine fuddetta della b*. V, è delle prime opere , che Colantonjo jn fua
prima gioventù dipingerle , e dopo quefta altre varie cofe egli ope*
rb > per le quali efiendo venuto in cognizione di virinolo Pittore , fu,
adoperato dalla Reina Giovanna nella mentovata Pittura , per la nuova.
Chiefa di S.Antonio Abate ,
pende ancora indecjfa Taquiftione da tré fecoli inforta , perii fa» Ecce J-JorriQ
mofo fucceflo accaduto nella mentovata Chiefa di S. Lorenzo alla figura rnirecojofq
dell'Ecce H->mo d. pinta a frefeo fui muro , le ella fojTe opera di Colan- ,n S«to»'f9*
tomo , ovvero «b.Maeftro Simone $ dappoicchè accaduto jl miracolo z0 *'
di aver riparata con la mano la crude) ferita datali dallo fctlerato giuo-
catore , per la quale avea fgorgato jn abbondanza il Sagratifiìmo Sangue,
efllndo ella molto affumicata, pò le lampadi ihe accefe continuamente vi
(lavano, non fi potè fin dolora dikerntre da quali di quefìi due ri*
nomatitfìmi Artefici ella foflè fiata dipinta , poiché raccontane! fi il
fatto , alcuni d.ceanoeffer fncceduco alla dipinta Immagine di Colante*
nio , ed altri affermavano eiler ella dipinta da Mat-ftro Simone molti an»
ni innr-nzi . Ad ogni moóo però da qua unque di quelli du. noftn pitto»
ri ella fi folle d. pinta • 1 pp.afi che miglior lineamcnto di volto efprimen-
te la p-.ffirne , e la gentilezza rropria di Crifto • non pub foro aru , ef»
fendo giuftijfimo nell'altre parti , per quanto puofiì duerni re da occhio
intelligente , ihe penetra oltre quello , che ha refo gu: fio il fumo deli?
lampadi mentovai- , the prima replicate gli ardeapo bronzi ; Percioc»
che ora fi ritrova ripofto dentro una ^ran cornice , ove hanno adjttato il
muro, fopra il quale è dipinta la detta immagine dopn Cagliatolo dal
luogo di prima conMivota diligenza , ed ha trinanti il criitallo per il qua*
le non pub e/Ter orFefo di nuovo dal fumo de' lumi , the continuamente
gli ardono innanzi , PI t
Avevi» in quelto tempo il Cardinale Rannido Brancaccio , eretta la s. Ange lo »
fua Chief» d. Sant'Arcangeli, nel luogo dttto brggio di Nido f dopojjiào,
affuoco al Cardinalato da Papa Urbano stilo , nel 1 384. , teme nella vi»
Hi te
i oo Vita di Colantonio del Fiore
la di Mafuccìo Secondo fi di/Te , e volendola ancora , come fi conve^
niva , ornar di buone pitture , gli fu dall'Architetto fuddetto proporlo
Colantonio per uno de'migliori Maeilri,che maneggialfe in que' tempi il
pennello > laonde gli fu dal Cardinale ordinato, ciocche nella furi Ghiefa
defiderava , che dipinto fi forfè , e furono le tavole per l'Aitar maggio-
re , ove dipinfe S. Michele Arcangelo , col Demonio l'otto , e da un lato
S. Candida , e fopra un altra tavoletta la B. V. col Salvatore . Ma di que-
rce pitture non ho potuto a miei giorni trovare alcuna reliquia , ovver
memoria , in quale luogo elle fodero trafportate , dapoi. he l'ultimo Te-
fauro vi dipinfe le fue tavole , come nella fua vita diremo . Penfano
però alcuni , che egli le antiche più torto ritoccante , che di nuovo fopra
altre tavole le dipingerle , e che (iano le medefnne , che oggi nella Sa-
criftia di quella Chiela fi veggono . Altri cullodi del medefimo luogo di-
cono ) che quelle dipinte da Colantonio , furono fituate nella Cappella
a S. Candida dedicata, mentreche il Cardinale ottenne da' Padri di ò Do-
menico l'antica immagine di S. Michele detto a Marfifa , e quella , a cui
egli profeflava particolar divozione , collocò f>pra del maggiore Altare ;
il che fi conferma con quello , che di quefta.antica immagine ne rappor-
Celano nel- ta il Celano , ne' fuoi libri della curiolità , Antichità , e bello della
la cuu'ofìtà, Città di Napoli ; e che dopo modernandofi nel i ?6f. la Chi e fa , l'anti-
an"co «5-* ca tavola , con quelle di Colantonio furono ajtrove trafiortate da' Si-
Napoli . gnori Brancacci . Ma comunque la cola avvenuta ftfoffe , ora fol ve-
deri fu la porta della Chiefa la lunetta dipinta a frefeo lui muro da Co-
lantonio , e la quale nello feorfo anno 1729. nell'abbellir la'fibbrica
della Chiefi al di fuori , volgano alcuni curatori farla buttare a terra ,
come poco conofeitori del buono , e niente amanti .ielle memorie anti-
che ; ma per le preghiere di Bernardo de' Domenichi , che prefe per in-
terceflore D. Giufeppe d'Aponte Duca di Flumari apprerfo il Principe
della Valle D. Giufeppe Piccolomini , che per efler della Piazza di Nido,
operò con Signori Brancacci , che non fi folle ammolla quel!?, pittura ,
perciocché ferviva per teftimoniare al mondo la virtù del noftro Pittore
laonde a tale interceflìoni la lunetta mentovata è rimafla , con folo far-
vi i panneggiamenti racconciare da ignorante Pittore, da cui feiocca-
mente volean coftoro farla in tutto rimodernare , In efsa vedefi eiprefso
la B.V. Ceduta in Sedia Imperiale , col Bambino in feno , ed al fuo lato
deliro vi è S.Michele Arcangelo in piedi , armato, che tiene con h delira
mano la fpada , e con la finiftra irnbrandifce lo feudo ; dal finiftro lato
vi è S. Bacolo , che prefenta alla fuddetta B. V. il Cardinale Rainaldo
in^inocchionis nel cui profilo vi è la fua effigie al naturale efprefsa, ed
un Paggio dietro gli tiene il Cappello Cardinalizio . Opera lavorata in
Campo d'oro con fommo ftudio , ed amore per i bei lavori frtti nell'ar-
matura del S.Micbele, ed i tanti rkami che l'oa nel manto della Madon-
na >
Pittore. lei
ria | con quello del Bambino , e l'abito del Cardinale , il quale fi Vede
fpirar divozione, ed ofsequio ver la gran Madre di Dio.
Così proseguendo quefti lavori non lafciava giammai Cola Antonio»
anche in mezzo delle commilitoni più rilevanti , la continuazion de' (noi
ftuclj della pittura , cercando d'indagar nuovi modi di perfezionarla eoa
dokezza di tinta , unità di colore , e loprattutto di toglier il mal'ufo in-
vecchiato de' profili ; con quili in quei tempi rozzatamente fi cari-
cavano i contorni delle figure ; acciocché più bellezza le fue pitture ac-
quili ./fero , e concio dimoftraflero più perfezione di quelle degli altri
M.ielln , infino allora vedute , ed in tal modo divemiTero d'efempio a
coloro, che l'Arte volefTero elercitare, facilitandogli il modo , non aven-
do egli altro ifemplare, fé non quello , che l'Arte medefima gfinfegnava
full'oflervazione del naturale , e che filofofando gli portava nella imma-
ginativa ; onde poi col vedere alcun fcelto oggetto , ne formava l'idea
più nobile , ere a lui poffibil folle , la qual t.ofa gli venne fatto di fe-
Jicemente acquifere ; Concioffiacofacchè, con quello indefeflb iuo ftudio,
venne tgli :, dar tanto di lume alla pittura , che infino zd ora lo rende
famofo , dapoiche vien'cgli lodato da tanti Uomini virtuofi di lettere ,
e di Futura , infra de' quali fi annoverano Marco da Siena , ed il Cava-
lier M.iflìmo Stanzioni ? che ne' loro fcritti rendono chiara tellimonianza
del fuo valore , come in appreflo nel corfo di quella narrativa faran da
noi riportate quelle lodi , che quefti due Pittori rinomat.ifimi lafciarno
feritte del noftro Cola Antonio •
Ter quefti gloriofi fuoi ftudj venuto Gola Antonio nella ftima uni-
verfale di ogn'uno , dipinfe per particolari Signori varie Immagini Sacre,
e fece in un muro di un Palaggio di un Signore della famiglia Caracciolo
l'Immagini di S. Anna con la B. V. , che tien nel feno il Divino Figliuo-
lo , dipinte a frefi o , le quali immagini divennero poi difpenfatnci di
grazie a coloro , che per m zzo di eflj il divino afata invocavano , laon-
de credendo fempre più la divozione vedo delle fuddette , il Principe di
Melfi Trojano Caracciolo , avutone parola con il Cardinale Annibale di
C:poa Arcivefcovo allora di Napoli , e con i Maeftri Governadori della
Chi. fa della SS. Nunziata , fece con diligenza tagliare il muro , ove elle
dipinte ftavano , e con magnifica , e divota procefiìotie , che fi fece a i f.
Ottobre dell'anno i fo7. , come racconta l'Engemo , alla Cfiiefa mento- Elenio
vata le fece trafportare ; collocandole fotto quella della B. V. Annunzia- Napoli* sa_
ta , ove al «ionio d'oggi con fomma divozione de' Fedeli fon venerate . gra .
Dopo quelle pitture avendo il mentovato Cardinal Brancaccio ampliata ,
ed bb Mita la Chi. fa di S. Croce , preflb quella di S. Agollino con i'ops-
ra di,Andrea Ciccion ■ Architetto , lafece ornare d'immagini da Cola
Antonio ; ddk quali alcuna reliquia ancor rimarita fi vede ; e fé bene da
alcuni Gdke, che egli per lo gran Conte di Altavilla , Bartolomeo di
* Ca-
i o 2 Vita di Cohntonio del Fiore
Capoa dipingerle l'Immagine d.lia BV. » che infin ora fi tiene nella me.
d lima venerazione, che 1. fnddette nella Chiefa da quello eretta della
Madonna di M >ntevergine , ad ogni modo però eì a fu veramente di-
pinta da Maeitro Simone , rom< nella fua vita fi difle » dove oltre l'auto-
rità di Co: Àgnolo fu baftantemente provato , con ragion evuentiffime,
non p rer efler llata dipinta da Cola Antonio , perche in qu4 tempo non
era ancora v.nuto al mondò .
Turbolente Inlorfero in quelli tempi varie turbolente di guerra , prima per la
del Regno. (Jifcorjja rlei Re Carlo Terzo con la Reina Gi0V3rtha prima , la quai'egli
dopo averla pn fa prigioniera,fece ingratamente morire per compia ere t?
ir.erlorabil Re Ludovico d'Ungaria , come nel fepolcro di lei fituato nella
Reni Chiefa di S. Chiara fi legge ; e poi col Re Luigi di Francia da quella
addottalo ai Reame di Napoli ; e fucceduta altresì la funefta morte di elfo
C • 1 n/' ^e Carlo ^i Dirazzo nella Cittì di Bada , ove per opera di Niccolò fimo
di Gara , fu con Unghera feimitarra ferito dalla fommità della teda in-
fino all'occhio da Br;.fio , in camera della Giovanetti Reina chiamata da
Rè Maria ^Uc' baroni •' ^e Maria , perche odiavano it nome di Regina , ed all'in-
figliuola ùi Cor>Cro amavano grand-mente quella figliuola di Ludovico , laonde per
Luaovko. non privarla ddRe°uo,corrwra loro ftatuto di non fucceder femmina al-
la Corona, la ehiarmvano il Re Maria , come fi è detto , alla quale vo-
Ladislao leva Carlo ingi ultamente togliere il Regno , banche chiamato da qu=' vo-
R!CdC ^{ iubili Popoli 5 che per uò l'acceduto nel Reame di Napoli Ladislao fuo
Napoli . figliuolo , fi vide eoftui prima avvolto nell'armi , che lo lctttro ilrin-
gefle , ed ebbe a cedere il Regno per non poterlo combattere , non eiTen-
do atto ne al maneggio dell'armane al governo dj quello per la fua tenera
Guerre in- et^ » efll un nule portando per rimedio un mal peggiore , (i vide il Re-
teilinc del gno divi fo , ehcerato in pia pirti da' fuoi proprj figliuoli per le djvjfe
Regno, fazioni, che nacquero dall'i ^prudente avidità della Reina M^rg.nta ,
che con troppa pifiìone fé d vider le cariche per unire danari . Non av-
vedendo» , che l'unione de' Popoli mantiene il Principato , e che quello,
come il fallo di Sciro intero galleggia , e divifo lì fommerge . Laonde fi
# ritrovò poi in quelL- calimitadi , e pricoli , ^he da' noilri Scrutarle da
Angelo di angelo di Goìanzo più veridicamente fon raccontate . Qii ridi è , che
vc-acìflimo Pcr V35™ torbidi tempi non rimane a noi altra (rumarla di qu-IIo che in
Scrittore.» * de flato di cofe , ed in quegli anni Cola Antonio operalTe , infino che}
del Reamedopo le gu-rre del mentovilo Re Ladislao , che bellieofo a maraviglia di-
di Napoli, venne , e dopo altresì la fui'morte procuratagli da' fottiliiJiini Fiorenti-
ni Ambafciadori della Repubblica per mezzo dell'infime Medico peru-
gino , come fi é detto nelia Vita di Andrea Ciccione» fucceduta al Re^no
la Reina Giovanna Seconda di lui Sorella, fi ha , che dipingefle p r U fud-
detta alcune Immagini , e che per lei fofle dipinti la tavola, che orafi
vede tfpofta nella Chiefa di S. Maria la Nuova , dopo paflàto il Cappel-
lone
Pittore. 103
Ione Hi S. Giacomo della Marca , e l'altra Cappella contigua , la qua!
«avola fi tiene , che foffe allor fituata in altra più fontuofa Cappella ,
che fu buttata a terra dal gran Capitano , quando vi ereffe il nominato Tavola dì
gran Cappellone , che dedico al Santo mentovato . VedeG in quella ta- S- Anna in
vola efprefla in campo d'oro S.Anna (eduta in Tedia Imperiale,con la B-V. xV ^ r'3 l3
feduta in grembo a lei, che nel fuoTeno tiene il Divino Figliuolo ; da un
lato vi è tffiggir:ta S. Barbara, e dall'altro S, Antonio Abate , e/Tendo
quelli diviiì da un partimento dallo f ritto quadro di mezzo . Ma fon così
ben dipinti , così dolci di colore ad olio , e così di forza paftofi , che
fmno maraviglia a' noìri giorni a chiunque gli min , maflìmamente il
S. Antonio Abate , the ha la tetta perfettiu*ìm3 in tutto . In quefta Cap-
pella p--r abbellimento , e miggior decoro delle mentovate p tture , vi
furono dipintele due Storie ne' muri laterali della Nakita , e della Mor- Lam0r«dì
te di S. A'i:ii , per la divozione , che a quella Immagine 1 noftri Citta- 5. Anna è
d ini prò teff* vano . Rieraffe inoitre la f.iddetta Reina , ed il Re Aifanfo effiggiaca^j
primo , nella prima venuta, che fece quello gran Re, poiché inapprsilb da'. Cavai,
in forte le ?elr>fe difcordie con l'addottiva Madre , poco infiem fur n ve- „.m~£ -,
1 . ^ ir- 1 t 1 •> i!n 11 1 KaùsMe la
auti ; C s ritrair molti nomi. Baroni del Regno , e quelli 1 quali era» Reina fiio.
di piacimento della Reina, preflo alla quale era egli infornala Ama venu- v..una,ea H
toper Tee "diente virtù del tuo pannello. Re Alt. I.
Ma l'opera più fublime delia iiia mano , che oggi con plaufo univer-
fale fi ammira , ed ove ven;on condotti 1 Fora-heri curioli offervaton Tavla bel.
di tutto ciò, che di bello nette Citta magnifiche fi contiene , è la tavola i'ffi,nj uì $•
del S.Girolam > , che primi fu efpofta n Ha Cappella della Famiglia Roj-
co nella Oiiefa di S. Lorenro , ed ora è nella Sacri dia tnfp urtata , per
efferfi la Cappella all'ufi moderno reedifiata , e con moderni ornamenti
abb Ulta , ed ingrandita la iona dell'Aitar-, laonde quelli e locata qui-
vi in ragjuardevol (ito , acciocché da tutti foffe goduta . In effa vedefi
S. Girolamo, che fedendo ftì intento a levar con un &1I0 una fpina dal
pi.de del Leone , che con p.ttofa azione fedendo a t.rra , f)llevafi
pofando I' off fo piede d, n anzi fui «ino chio di Santo , e guardandolo
filo par che «li raccomindi il fuo Tuie ; e la llanza circondata- da
{barane , ove ed locati li mirana moki libri , così al naturale tfprtlH
con molte carte figurate (T:tt dil Santo , che con .n.'.annod 11 occhio ,
più tolto veri , che d, pinti app rifcono , vcggv.ndofi le coperte di -ili la-*
voriL: in alcuni di profilo dorata * ed in Atti di Itri varj lavori , parte
chi u fi « e parte aperti , neh. «-el fu ^lo pittoricamente Compartiti. Ma
lunga , p milageval- imprefa farebbe p r '.hi the (ìa il voler tutte le oofe
in quella tavoli fi orafe col pennello esprimere con la penna , eff ndovi
de f -abeiti , degli arni rj , e d; tavole tanto veridic ani ente dipinti ,che
non pa\V lilidenrPi irc toro co fa p;ò ver! ; laonde io tacendone gli tétti
preggj rapporterà ciocchi PEageuio sella dtferizione della fi» a Napoli
Sa-
i o 4 Vita di Colantonio del Fiore
Sacra , toccando quella tavol i prima ne fcrifle , e dopo lui il mentovato
Celano. Canonico Celano ; riportando appreflb di quelle le notizie laf.iat. ci di
Cola Antonio dal Notajo Crifcuolo , e ripigliando l'Engenio, egli così già
fcrifle :
Nella Cappella dilla Famiglia Sbocco vi è la tavola con dentrovi
S.Francefco , e S. Girolamo in atto di /indiare tanto al naturale che
fembran vivi ; il tutto Opera di Culantonio, illuftre Vittore Napoletano^
che prima in Rapili coloriva ad aglio contro quello che dicono i Pittori
foraftieri , i quali tengono il contrario , e tutta la fama , e la gloria,
attribuì/cono all'i Lombardi , ed a? Siciliani , alzandoli alle ftelle , oc-
cultando , e diminuendo la fama de' Napoletani , e Regnicoli , <j' quali fi
£n<»enIo deve veramente l'onore d: quefta invenzione , e la palma di qtieft* Arte
Napoli Sa- ere. fin qui l'Engenio al f.m. , il quale covertamente parlando non oso
«raf.in. di palefare, di cui egli intendeva dolerfi , come in appreflb apertamente
poi fece il Canonico Celano , allorché facendo menzione di quefta tavola
del S. Girolamo , e che fi vede nella Sacriftia di S. Lorenzo , rapporta
"ancora quella , che al Re Alfonfo Primo fu da Mercatanti donata , di-
pinta ad olio da Giovanni di Bruggia , per la qual cofa impugnando ciò
che ne fcrifle. il Vafari del fuddetto Gio: , e di Antonello da Meflìna, por-
ta per teftimonienza di quanto dice quelle opere medefime di Colantonio,
non avendo ne egli , ne '1 mentovato Engenio cognizione dell'altre in-
nanzi di quelle dipinte , dapoiche eflendo amatori (blamente della Pittu-
ra non aveano poi quella intelligenza, ch'è propria de' Profeflbri , per po-
tere oflervare le p teure antiche in qual modo fodero elle dipinte , come
già l'oflervarono i celebri Artefici di quella , Marco da Siena prima , e
o poi il Cav. Maffimo Stanzioni , e ne fecero menzione , e teftimonianza
onorata , oltre di quella dei Notajo Pittore . Ma io tralafciando le autori-
tà (upcrflue là dove il fatto chiaramente può vederfi da chi che fin oggi
ancora , ne volendo far difputa fu quello punto pr altre varie cagioni ,
pafso (olamente a narrare , che non già il S. Franctfco col S. Girolamo
ora fi vedeefpoilo nella Sacriftia mentovata , ma fidamente la tavola 'del
S.Girolamo poco dianzi deferitta i ed acciocché di quella pittura non
paja un contradittorio quello , che fcrivono l'Engenio , ed il Gelano, e
prima di loro il Crifcuolo circa l'azione del Santo , e quella col S.Fran-
cefco , devo avvertir chi legge , che eflendo fi per me fatta efattiffima di-
ligenza appreflb de' Frati Conventual' di S. Lorenzotrova fi , che Colan-
tonio più tavole vi dipinfe , infra le quali pitture vi era quefta tavoletta
fituata nella Cappella , ma non già nell'Altare della famiglia Rocco , ef-
fendovi in quello la deferitta dd S. Girolamo , il qu«le fu poi nella Sa-
criftia trafportata , modernandofi la Cappella , ed ingrandendo la cona •
e la tavoletta , ove in figure picciole erano efprtffi i mentovati Santi in
atto di ftudiare , dicono alcuni di que' vecchi Maeftri , cke fu da quei
della
Pittore . i o s
della Famiglia Rocco tolta, td alcrove trafportata ; avendo crj lino ciò-'
inteibdiredi altri vecchi PP. allorcha giovani encrarno nella Religione ;
.Aggiungendo , che ancor quella del S. Girolamo volean toglierli ,, il
che da' Frati mai non gli fu permelto per la Angolarità di qael ■ p. tia-
ra già da tanti Scrittori celebrata . Evvi ancora chi fra di loro alter, Ile ,
che il S. Francefco ihva d pmto fclo fopea una picciola tavoletta , che ora
vien confcrvata dal Sagrelcano . Ma comunque la cefa fi folte , egli e cer-
to , che quella tavola fu dipinta da Colantonio nel 1436; , dapoiche tal
m.llelimo vi lì legge . Redi ora di riportare quello , che Notar do?
Agnolo ne lafciò fcritto, ove apertamente fi vcde,che del folo S. Girolamo
fa menzione , e non d'altro, e le tue notizie fon quelle:
Colantonio de io Sciore fui loro primo Maeftro ( intende <fi Pietro ,
e Polito del Donzello , de' quaii prima di Colantcnio ha fatto menzione)
ma per lu fu a morte f tildi or ut da wi Maijtro Fiorentino ■> che non fé n»
sa lo nume , ejjendo Polito dtfeendeute da Fiorenza per matrimonio , *
Fratello uterino de Pittro , ma poi furono Scolari de lo famofo 'Zingaro a
dove eh' il detto Colantonio fu ne il' anno 1 3 1 f . , e avanti ancora , per-
chi dipinfv il quadro del S. Antonio Abate ne lo detto milk fimo , e fervi
li I\e di Napoli , e le Regine Giovanne , e fi vede notaio da lui tanno f ad-
detto nel detto fuo quadro di S. Antonio , che ftà all'Altare Maggiore
in detta Chicfìa , e un altro quadro th: donò alla Cappella dell 'Incurabi-
li lo Magnìfico Ruberto Carrafa Caracciolo , e un altro alla Kimiata fatto
l'Immagini della Madonna donò Troiano Caracciolo , dove anco ci è l'hit*
magÌM£ di Madonna dipinta in muro , e anco fece altre divote Immagini
Ai Madonne in altre Cbicfte . perch; lui campò affai vecchio , e ci è tilt
bello quadro in una Cappella di S. Lorento con S. Girolamo , dove ci è no-
tato l'anno del mi Ih fimo del 1456. , e a S. Alari a a Cappella ve ne un al-
tro notato col mille quattrocento trentaquattro , e vi è in qutfto la Ma-
donna con S. Gio: Battifta , e un altro Santo , dove eh; fono ajjai b?lli ,
dove che lui morì circa il 1440. , ma non fi sa ft fu jepolto a S, D mini-
co , perche in quel convicino abitava , non avendolo potuto t io trovare in
detta Chiefta al fuo not amento .
Qnj termina Notar Gi?: Agnolo il f*c:ont9 delle notizie di Colan-
tonio , foggi ungendo poi in quelle eh? fieguono del Zingaro, com?
egli il nofiro Colantonio a coftui fpofafle lafua figh&ola , d ppoichè
divenuto buon pittore «.on (uà maraviglia, gli fu f rza oHèrvargli quelli
parola , che avendola dita a lui , 1' ave.i ancora confermata alla R gina
Margarita , e Giovanna Seconda , il perche concedendogli la figliuola irt
ifpefa, di/te quella bella fenttnza , che a noi è giunta per antica tradi-
zione in teftnnonio di fua prudenza : lo fpofo mia figliuola ali • virtù di
codui , non alla natita . Del quadretto , che il Notijo nomina dipinto
per la Cniela di S. M. a Cappella vecchia , a me non e riufeito per dili-
Q genze
i o 6 Vita di Colantonio del Fiore
£enze ufatevi poterlo rinvenire ima folo credo , come difle ancora l*Àba-
te Pandone , che alcun Superiore del luogo , o da alcuno Abate già
trcpaflato di detto luogo , ne aveflè fatto dono ad alcuno de'fuoi parenti,
o Amici , dopo che nel!' Altare altro quadro in fuo cambio vi fece-
ro collocare ; Cosi ancora ftimo, che fìa accaduto ad altre opere di que-
llo vaknt'uomo efpofle al pubbbco,come quella efpofta nel Vefcovado, e
dell'altra notata deliaCappella degl'Incurabili,donata ivi da Roberto Car-
ia fa , fé pur non è Ja medefima» che ftà in una Cappella così piena di vec-
chie robe » che eiTendo perno impedita , e ftando Tempre chiufa non fi
può m >i vedere per l'incuria di que' cuftodi ,
Fu Colantonio molto ftimato a fuo tempo da' fuoi naturali Signori ,
e da var} altri Principi , come per teftimonianza del Cav. Maffimofi ha ,
che fu in iftjma della Regina Giovanna Prima , e Seconda , de' Re di Na-
poli | ed in particolare del Re Alfonlo Primo , e che dopo morto fu pian-
to da tutti.
11 celtbre Marco da Siena nella lettera riferita dinanzi al Proemio
delle Vite difle : Così l'opere di Colantonio fiore Jori degne di fomma lau-
de , di cui in teftimonio bnjta la S. Anna in S. M. Nuova , ed il S. Gi-
rolamo in J". Lorenzo » Àelli quali Maeftri -a fuo luogo fi farà pien di-*
feorfo*
Il Cav. Maffìmo nominato nelle fue note , che manorcritte appretto
d: me fi cenfervano , dopo ragionato di M. Simone, dice del figlio di eflb
S mone,che infegnò Colantonio , con le qui riferite parole .
Ma sì lene in fé gnu Carte a Colantonio del Fiore , come ho potuto fa»
fere da alcune memorie di detto Colantonio , il quale veramente poi fu-
fere tutti quanti li f affati Pittori , e fu tanto valente -, che io mi mara-
\' glia vedendo le fue pitture coi) bene accordate » e dipi ni e così tenere
d'impofto dolcefenza quelli -contorni con che fi tifarono le pitture di quel*
li tempi \ come fi veda nella tavola di S. Antonio Abate alla f uà Chiefa
al Borgo -, a S. Lorenzo , ed a S. M. la "Muova , ed al Vefcovaio -, che fono
degne di graadiffìma lode , e quefeo campò affai ^vecchio-, per li millcjìmi
fi mati nelle fue pitture , e fu carijfimo delle Regine G ovanne, e delli ]{e
di Napoli , e di molti gran Signori , dove poi venne a morte , e fu affai
pianto da tutta la Città circa Vanno 1444. > dove che poi li furono fatte
l'efequie con grande accompagnamento per ordine del medefmo B,edi Na-
poli , che era in quel tempo Rj A'fonfo primo , come fi legge nelle noftre
Ifiorie , e fu fepolto con molte requie^ ma ncn ho mai potuto avere no-
tizia dev:fjJfefpolto qu.'fto valente Pittore , /'/ quale vjje fempre a pari
di ogni più fiimato Gentiluomo , apprezzato da tutti . Ed ecco in pochi
veri! da qnefto valente Artefice del le noftre Arti , circoferrtta la gloria
di Cohntonio , dapoicheha in forte l'elogio di un tanr'llomo , il quale
dille di non fapere ove era (Utolepolto , perche non vide mai i fcrttti
del
Pittore . 107
del Notajo Pittore . Pei ultimo il Padre Orlandi nel fuo Abcedario Pit- Abcedario
torico onorata reftimonianza di lui ne rende, benché feguitando k* Pittorico.
Engenio <!i;a , che fu il primo che in Napoli adoperarti colori ai
olioi e che Hipinfe il S. Francefco » ed il S.Girolamo in atto di (India-
re ; delia qual tavola a baftanza fé ne fono le notizie apportate ; Così
ancora dell'altra , ove difsero : che fu il primo , che in Napoli incolori
ad olio tr ovafse ; efsendolì da noi porto in chiaro , con più ragioni , che
prima di Colantonio fi dipingeva ad olio nella Città di Napoli. Né quan-
to fin ora abbiamo divifato debba apportar novità,mentrecchè oltre degli
efeinpj ("opra iruntovati,e dell'autorità di Marco da Siena.e dal Cav.Maf- Lippo Da!-
fimo'&anzi ni.il Co:Carlo Cefare Malvafia, nella Vita di Lippo Dalinafi, ^zd^ol'
a carte 27. dice efservi una noftra Donna da cortili dipinta , in S„Pe- nei l^OJ^
tronio l'anno 1407. ad olio, econ rapportare le parole medefìm? del Mzlvzfu
Vafari , Io convince , gi.icchè dopo deferitta quella pittura , foggiunge; vice dc'l>U«,
td in frefeo l'arco fofra la porta ài S. Proculo è*c. Ma di quetto fatto fé WrV
ne rara parola nella Vita del fndderto Cavalier Stanzoni , la quale col
Divino sjuto fcriveremo a fuo tempo , ed ove farà da noi riportato quin*
toegl/ dilse fu tal particolare , così con tali autorità , e col tertimomo
infallibile dell'opere qui dipinte , fi farà conofeere appieno , efserfi mol-
tiflìm. anni prima in Napoli dipinto ad olio , che Giovanni di Bruggia
venifseal mondo . non che la tavola mandafse in dono al Re Alfonfo I. pfe£ £?\^
la quale dovette efssre prefentata circa il 1445-. , dapoichè quefto Re po]j nej
prefe Napoli nel 1442. , al riferir del Coftanzo , del Collennuccio, e del 144*.
Summonte ; laonde fu quello fatto non faprei qual feufa apro del Vafari
apportar lì potrfse ; dappoiché avendo egli in t.il modo quelle pitture
vedute, come non le defcnfse ; almeno per il diiìnganno di coloro che
fino ad era han tenuto il dipingere ad olio aver l'oripine in Fiandra, che
fé avtfse ciò Ltto refterebbe anche feufato per l'altre cefe , mentre con
le fole notizie di alcun fuo r.fpondrnte , averte di tai pitture , e di altre
ancora , erroneamente narrato; come ancora è adivenuto più volte a mol-
tiflìirij de' più gravi Scrittori , ed anche llìrrici di cole gravi , p-r le
fallaci notizie (or tramandatecele quali gli abbigli ponderando,. he molti
fono, fi terran per ifeufati quelli,che eflèndo errori di pitturarono quali di
mima, ovver di poca importanza; laonde fu tal partico;are n >n facendone
altro ragionr. mento , darem compimento per ora alla narrativa di quello
celebre Artefice dì pittura , riportando in qu°rto luogo que' pochi altri
verfi , che in alcune altre notizie di Pittori , ne lafciò fcritte incidente-
m nte Notar Gio: Agnolo Crifcuolo, tome in quelle dello Ste Linone cosi
foga j unge .
Cr.tì quella Ai S. Arcangelo , ma no» quella fatta da lo Cardinale
Brancaccio , con l'Architettura di Ma/uccio , la quale fu dipinta da A*
vtlent* Colantonio , che vi fece il ritratto de tu detto Cardinale inginoc*
O l ebani
i o S Vita di Colantonio del Fiore
elioni , con la Madonna fopra la porta ; e dipinfe ancora la cona con altre
fittitre, come poi ci àipinfero U Donzelli) Ó"C
Così nelle notizie di Agnolo Franzo , parlando di Agnolillo , detto
Rocca di Rame dice , che quello dipinfe attorno alla Madonna di Cojìan*
tinopoli prima pittura di Colantonio 7 con altre figure in S. Lorenzo di-
pinte , &c.
Fu dunque Colantonio in grandiflìma {lima tenuto dalle Regine , e
da' Rè di Napoli , come nei coifo di quella narrativa fi «?, per il teftimo-
nio di tanti uomini iliullri per lettere , e per ntima , affai ben conofeiuto»
Mànofcrittì e tanto , che leggefi ne' manofcritti di Giuliano Paliaro Napoletano, che
■li Giuliano quello Artefice abitando preilb il lenimento di Porto ( più colto preffo al
Pafìaro. Seggio di Porto , net riìponder guidamente colla notizia del Notajo Cri-
(cu do , poiché tal fito non è motto diltante da S. Domenico > fu taffato a
Cocnn.no pao?re due Ludi d'oro , per l'Arco trionfale che feceli per l'entrata dei
1',,™°,^^' Re Alfonfo Primo d'Aragona , qual prezzo Iblea taifarli a perfona^pj no-
i. le del Re bili , e facultoii . Per la <pial cola vivendo egli Ipiendidam.nte da Gen-
A^foafoI tiiuomo , era prezzato da' grandi , ed amato da ogn'uno , ed in cotat
guili portan.loli iniino all'ultimo di lu<» vita, venne finalmente per moU
la vecchiezza a terminare il corl'o de' giorni fuoi , nella età appunto di
Sua morte novantanni forniti , con diipiarere del Re Aifjnfò luddctto , che coms
■ "e jj^1^ Principe verfato in buone lettere , amando gli uummi virtuoiì , amava
tìjedeldec- altresì Colantonio ; conoLendo affai bene quanto con l'ailìdaità de' fuoi
*o Re , che ftudj , aveva dato ludro alla pitturi , fuperando p-,r eiìì tutti i Pjtt ri ,
^-. onorar che viveano allora, nella morbidezza ,e pailolità delie Cinte , e rmilìin.i-
"e E'e" mente nede carni , e nella imitazione del vero ; avendo con ciò duo uà
* gran lume a coloro , che dopo effo operarono dolcemente i colori . Laon-
de fa per ordine del mentovato Re { come già dille il Gavaber Mainano
òitanzioni ) accompagnato il Cadavero con molta pompa , alla Ghiefa di
S. Domenico maggiore , ( come fi dice ) ed ivi da! Zingaro genero Aio , e
ftioi eredi * gli fu data onorevolilììma fepoltura, la quale fé bene a' nollri
giorni pjù non lì vede , ne vi è memoria in qual luogo foffeella lìcuata ,
ad ogni modo può crederi! , che ciò foffe accaduto, allorché convenne
reedincarfi di nuovo la mentovati Chiefa , dopo che rovinò pel tremuoto
Xremuott» orrendÌ!lìmo del 1446. , nel quale cadde ancora il Pifcopio Napoletano;
onibi ìiuir.o n-Ha rifazion delle quali , non folo quefte , ma ancora multe altre m.-
«ici 1440. morie pregiate de' noftri virtuofi (i perder ono , come altresì le memo-
rie ancora di alcuni nobili , che in que' primi tempi furon f.polti in effe,
come i noftri Autori già fcriffero . Cesi fuole fpeffo accadere alla nollra
mortale caducità , mentrech • le cofe del mondo Hanno fempr fog^etts
alle uin ine vicende. Lafciò Colantonio un figliuolo nominato Agnolo
Aniello F.ore , cl.e dopo la ripugnanza de' fuoi primi anni al dAfegno a-f-
tetk alla perfine alia ^cultura * e fu Maeilro dei iioliro celebre Giovan-
ili
Pittore. 109
ni da Nola ; come a fao luogo fé ne farà parola , con permillìone del
Signore»
fine della Vita di Colantonìo del Fiore Pittore .
— ■ 1 ■ -w
VITA D'AGNOLO FRANCO Pittore.
Padrino di Pietro , e Polito Donzello .
C' Ome i varj caratteri de' Scrittori altro non fanno , che fpiegar con
4 Chiarezza i fentimenti dell'animo , e quello , che nell'idea li ò con-
cepito ; Così appunto le vane maniere de' Pittori , o antichi , o moder-
ni , ad altro non (ono intefe , fé non che a rapprefentare all'occhio quel-
lo , che la natura in varie forme ha creato , p-r m-zzo ili un ben ftu .lis-
to diftgno . Quello dilegno, come fonte copioliiiìmo ., fuol fcatunre
moltiplicati rivi di più maniere , i quali per varie , ed anche inulitat»
ftrade {"correndo , rutti alla per Sue pervengono all'imitazione d I vero .
La qu d cola lode cordi ierando Agnolo Franco , volle unire a! dileguo ,
the apprefo avea da Gennaro di Coli , il dolce colorito di Giotto Fio-
rentino, efT.ndofi di quello invaghito, ed unire a querìi U fantafia de'-
concetti; laondr avendone latto acquitto , ed infieme operando quefte
doti , venne con elle a guadagnarli la ftima de' Pr oreflbri , e l'amore de'
Cittadini; come nella lua vita appieno farà da noi dimoftrato , a di-
fpetto della trafeuratezza , che con lo feorrer degli anni aveva dilperfo
r.onfolole memorie onorate di Artefice sì virtuolb , ma anche il nome
f.polto nel profondo della dimenticanza , (he ora torna a riforgere per
mezzo deiraccur.ttiiììmo Gio: Agnolo Crif uolo , a cui mo.t' obbligo
profeflar fé gli deve -, per si belle notizie a noi iafeiate .
Fiorì dunque coRui circa gb anni 1400. del Parto della SS. Ver-
gine , ed ed* rido da giovan. tto inclinato alia pittura , fu acconciato dà"
feci maggori con MaeRro Genn ro di Cola , il quale infognandogli con
f.m-/rc,o fece molti pratico del dilegn/> , tanta che copiava tutto quello, A;nol9
che il imeltro operava , ed in fpeeie fece molto lìudio fopra le pitture pf aro ','.
della V.ta di S. Ludovico V (covo dì Tolofa , le quali in qu 1 tempo Cola. '
G nnaro da poco aveva dipinto nel Pjfcopio Napoiet ..no, per ordine d..la
Rtina Giovanni l'iima , come nella fua vita li dille. Or m ntre che
«[uJìe pitture per fuo profitto copiava» accadde, che fortemente s'invo-
gli..fle
1 IO
Vita d'Agnolo Franco
glia/Te della dolce maniera di Giotto, forfè per Ludi udite dare a quel fe-
nde lodar moli ifimo Artefice Fiorentino! e per he diceaiì , che quelle pitture di
Grotto , e Gennaro aveano fomiglianza col colorito di quelle , e che il Maeltro di
s'Invoglia-' Gennaro , Maeltro Simone, avea con quello lavorato , con più robuftez-
tìi acquilo jj manjerr ma non co> belli concetti , e gentilezza di arie di tefte nel-
dt' HO CO* cj
lorico. ^e Donne , voHe Agnolo applicare jl penderò a fir'acquifto di tal dol ez-
za di colore , ma che unito folle con 1 bei concetti , e con fa robmìezza
del chiaro ftflro più certo , e fecondo il naturale accidente . Che perciò
datoli a fiudiare l'opere di quel celebre Artefice, in poco tempo imitò si
bene la maniera di quello » che nulla qua fi aveano di difsomiglianza ;
Qundi volendo^ come fi' tra propoli-:» ) darli alquanto più forza nel chia-
ro feuro , fi tenne ancora alla maniera di Colantonio, p jrtandofi alla fua
Ofiei vi V fcuola , la-quale maniera è unita di colore , e con ombre più grandi di
Opere cii quelle degli altri Pittori infino allora veduti , col rifentimento de' mem-
CoI*ntonk> bri limili a quelli di lui , e del fuo Maeftro Gennaro , fenza che la tinta
e bioie. jej plttor plorentjn0 f0fse di molto alterata , anzi che dolciflìma da per
tutto apparifse .
Con quelle maffime fondatofi la fua ben ideata maniera , dipinfe va-
rie Cofe , che ora più non fi veggono , in una Cappella della Chiefa di
S. Giovanni Maggiore già demolita » e di nuovo alla moderna rifatta j
le quali pitture eisendo fiate piaciute , glie ne furon date a dipingere al-
cun'akre nella Real Chiefa di S.Domenico , ed in fpecie nella Cappella
de' Brancacci , verfo la porta maggiore del canto dell' Epiftola , ove
dipinfe la B. V. Col Bambino , eh 'è lituata , come fi deve , nel mezzo ,
e da' lati compì il S.Domenico » e vi rifece da capo la Madonna , efsen-
do quelle pitture rimafte imperfette , per la morte di Maeltro Stefanone,
al quale furono prima allogate , e cominciata quell'opera fi morì , e
veggjnli ancora a noftri giorni confervarfi bellilfime , efsendo dipinte
p. • ad olio . Qaefte pitture vedute da quei , che allora pjfsedevano la con-
S. D i.nciii- t'g1" Cappella , gli comnviero , che dipingere gli dovefse ne' muri late-
coMagg- raLI eli quella , alcune fiori- di N. S. , e di S. Gio: Evangelista ; laonde
Agnolo per incontrare il loro genio , dipinfe dal canto dell'EpiltoIa tra
quadri un fopra l'altro , terminando l'ultimo di efsi la lunetta , ove è
dip.nta la Maddalena penitente nella grotta di MarfigLia , ed in quel
di lotto fi vede N. S. , che V appanfee da Ortolano , dopo la fua gorio-
fa refurrezione ; vedendofi in quello , che ftà più fotto , e che viene ad
elfere il primo, li due Apoftoli con N. Signore nel Cartello di Emaus , fe-
duti a meuza •> ed è conofeiuto da loro nel dividere il pane . Dal canto
del Vangalo , nel primo quadro , che abballo fi vede , vi dipinfe N. Si-
gnore in Croce , con la B. Vergine , e S.Giovanni da' lati della Croce,
e più in là vi fono due Santi Domenicani , che contemplano il dolorofo
millero , forfè apparito loro pei grazia conceduta . Siegue fopra di que-
llo
Pittore . in
Ilo il quadro dove vi c6gurato S. Giovanni Evangelica portato in erta-
li da alcuni Angeli, mentreche viene oflervato da un Prelato , e dal
Clero; Ce pure non è vifione del fuddetto S. Prelato ; non eiTendo nota
Ja ftoria a' medefimi Frati di quel Real Convento ; giacché non è T a-
zione regiflrata n*lla Vita Ai S.Giovanni , laonde fi crede , che fia azbue
fegu^ta ad alcun S.Vefcovo , e che il fatto fia defcntto nella vita di quel-
lo . Ma la ftoria che fiegue nel terzo quadro , cioè nella lunetta di fopra,
come quella di contro, è chiariflìma , mentreche vedefi in ella efpreilb
il martirio di S.Giovanni , nel bollente caldajo innanzi il tiranno Do-
miz ano, con moke figure intorno .
Per quell'opre cresciuto Agnolo di riputazione » e di grido f ce va-
rie altre pitture ; come ancora fi dice , che dipingerle in un altra Cap-
pella , contigua alle già mentovate in S.Domenico , la Cona dell'Altare,
ove fi vede dipinto nelle tre lunette di fopra l'Eterno Padre nel mezzo , e
da' lati l'Agnolo Gabriello , con la SS. Nunziata , e lotto nel quadro di
mezzo, vièlaB.V. feduta in ricca fedia colombino nel feno , e ne'
<lu; p.irtimenti laterali vi fono S.Gio: Bittifta , e S. Antonio Abate ; ma
che fiaro veramente fue quelle pitture , non vi è altra certezza fé non la
jrrnni ra, .h.ftmbra a' Profeflori tutta fua ; benché per alcune particel-
le io ne abbia alcun dubbio , mentrxhe di quelle non i't menzione il No-
tajo Pittore . Era per quell'opere la fama di coftut molto crefciuta, laon-
de udita ancora diquea della famiglia Galeota , g\i comniferoper la lo-
ro Cappella eretta ni Duomo , laterale all'A'tar migliore , aìcirje pit-
ture , leqnali egli aiTai ben condufle , ed ora con molta fue loje fi veg-
gono dipinte ad olio nel 1414. , e veramente fon >pere delle migliori ,
che egli fac.fle , eflendovi la figura del Salvatore , la qual non folo e ra-
g onvvole ., ma « aliai b.uona,efuron tanto piaciute ad A.tofio Pappacoda.,
che -s'invoglio d'impiegarlo nelle Pitture della lui EWiova Chiela ; Qjielto Chiefa di
Si 'noe com i fi è detto nellaV'ta dell'Abate Bambo^:io,avea fabbnc.ta Ja 5, qio: E-
Chiefi di S.G10: Evarsgelifta in quei temp 1 , e voleala altresì adornar di arangelifta-*
f>itture,the b.nche egli Btmboccio ancor lui dipingefle ad ogni modo pero dipìnta da
fon di parere,che p r un opera grande non averebb. egli impiegato 1 peo- Agnolo .
nelli , con dar pofa a' fcaipelli, ma li bene in unapicciola occaJione^non
effendo prrte fua principale la pittura; e che fia vero egli m qualche ope-
ra di nrmrco , faceafi fegretameate ritoxare k fue pitture d? alcun va-
li nte Pittore fuo amico , coma per intimo furono quelle dclChiollro di
S.Lo-enzo 1. toccate dal fa-mofilfimo Zingaro; anzi da eflb rifatte; che
pero Artufio detto , o che Capeffe la lua inCufficienza, 0 che folle ricufa-
to dall'Abate con xpiego prudente quel lavoro , lo commife ad Agnolo
Fr nro , dapoirht dappertutto ferrtn a celebrare le fue pitture , pei la
dolce m-,n<tra , e per i belli fuoi ritrovati . Cosi dunque avaito Agnolo
opera cesi .mp^rtante , volle , che in -quella vtdelfero 1 ProfciT ti infino
a quan-
1 1 2 Vita d'Agnolo Franco
3 qu n o 'jungefTe il Tuo valore, meditando dipingervi bsi concett'jed in"
fkmj mn reftafle delufa la fptranza d; quel Signore , che a lui raccoman-
data i'avea , avendone per le Tue fatiche , anche l'onor dovuto ; sì che
pof:o mano al lavoro vi dipinfe le ftoriedi S.Giq: ALvangclift.t , figurando
ne' muri , che fono prefTo , ed intorno il maggior'Altare , le Vinoni *
ch'egli nelI'Apocalilfi ne ferine. Dove nella parte luperiore effigiò h San*
tillìma Triade in atto di coronar la B. V. ricevendola nella gloria del
Paradifo , dopo la fua gloriola All'unzione. Sopra il maggiore Altare da»*
lati dei Fineftrone , vi figurò la SS. Nunziata , dipingendo l'Angelo da
un lato col Padre Eterno , e la B-V. dall'altro , ac.ompagnando le florie
concafmenti , figure, fontane, e bei giardini . Ma di quanto tpjj ja
quella fofficta dell'Altare dipinfe , ora non vi rimane di elfo , fé non che
la Itoria della Nunziata fuddetta , mentrecche per fua morte furono poi
quefìe Pitture fornite da' fuoi figliaftn , dopo molti anni , che egli di-
pinto vi avea per ordine di un Prelato della famiglia di pappacodi .
Terminate querce pitture della parte di fopra,divife la Vita del San-
to in dodici quadri , che hanno li patimenti con finti ornati di trucco,
ma prima fece fopra la porta più cori di Angeli , di Sante , e Santi , di
Apoffoli , patriarchi , e Profeti , e nel mezzo vi figurò una ftrifeia di
Angeli un fopra l'altro , figurando il primo S. Michele Arcangelo , che
con la lancia conculca , e abbatte l'infernal nemico . Sopra tutti quelli
Angioli, in un ov:to finto di colore , vi è la coronazione della B. V. ,
fatta da Giesù fuo figliuolo . A lato della porta fuddetta , vi è da un lato
dipinto S. Martino , che da la parte del Manto al finto povero , e dall'al-
tro S. Giorno, che uccide il Dragone , liberando da quello la Reale
Donzella . In un picciolo archetto , che fa ornamento alla porta vi fo-
no due Angioletti d. pinti ad olio , e nelli archi delle fineftre laterali alla
porta vi fon dipinti quattro Patriarchi capi delle famiglie Ebree . Tutta
la Gfiiefa e divifa da un arco arcLtettato alla Gotica , di forma Bari-
cefalo , il quale appoggia (opra tre colonne dimezzate , che han da' lati i
pilaftri , e quelle colonne fono vagamente ornate di pitture di fogliami ,
e di figure , con molta diligenza condotte , inlìno al piano della Chiefa .
- . .. Nelle due facciate , che fon le prime entrando in Chiefa , le quali tono
S. Gio: E- Civile, dall'arco mentovato dall'altre due di dentro laterali all'Altare,
vangelista vi ha compartito dodici quadri , fei per facciata , e quelli londivifi da
dipinte dal fottili compartimenti, che fanno come cornici all'ufo di que' t: mpi .
rranco . j_c (torit. <jj f-pra fmifeono fotto l'arco , che termina uguale alla volta , e
nelle fommità vi è una finrflra per cadauna facciata .Le prime di fopra ,
che fon fitur.ee alla parte delira entrando in Chic-la , cioè dal canto dell*
Epi!Tola,rapprefentano S. Giovanni martirizzato nel caldajo dell'olio bol-
lente, ed il medclimo Santo doimiente con la veneranJa figura veduta con
la Mola , ed abito Sacerdotale , e l'Angelo, che gli fuona la tromba , co-
ma
Pittore . 113
me nell'Apocaliffi fi legge . Sieguono le Itone di mezzo , le quali fono
quelle de' due fabbri ferraj inginocchioni , veggendofi il miracolo dell'
incudine, e del martello tornati loro, e vi è popolo fpcttatore ; nei
compagno fi vedono efpreffi que' due , che .1 cavallo efeon dalla Città
per andare alla caccia , col falcone in pugno, a'quali il Santo avea pre-
detto la difgrazia , che dovea avvenirgli. Nelle due ftorie dipinte fot-
to, che fon le prime dal piano iu su, vi è efpreflb in una di eiTe,l'Imperado-
re Domiziano fednto con fuoi Corcegiani intorno, i quali Hanno mirando
il miracolo fatto da S.Giovanni nella fubita morte fucceduta a Mario , e
Tifo; e di quelli fi vede nel quadro compagno, la refurrezione fucce-
duta altresì nella prefenza del medefimo Imperadore , veggendofi i fud-
detti due uomini inginocchioni riconofeere il Santo per vero amico di
Dio , e ringraziarlo del benefizio ricevuto .
Sotto l'arco, chefovrafta a quella facciata , vi fon dipinte nella cir-
conferenza varie figure di Santi , con ornamenti fatti con una fomma pa-
zienza , e pulizia , dappoicchè belli apparifeono anche ne' tempi noflri ."
In quella parte deferitta fi vede fituata la Cona antica , che nell'Altare
di quella Chiefa diede efpofta , e in detta tavola vi è dipinta la B.V. col
bambino ; ed il S.Giovanni , che era locato fotto di quella , fi vede oggi,
nella Sacriftia trafportato , dipinto in una picciola tavoletta . Sieguono
dall'altra parte della Chiefa l'altre fei ftorie , ed in quelle di fotto fi vede,
nella prima verfo la porta , il Santo predicare a' Popoli dell'ifola di Pat-
mos, eflendovi molte donne figurate d'avanti , infra le quali vi è il con-
cetto del bambino , che piange , laonde la Madre per non disturbare la
predica , e quelle che afcoltano , le quali verfo lei fi rivoltano , per lo
pianto di quel bambino , cava la mammella per acchetarlo . Nel compa-
gno fi vede il Santo, che avendo ridotto alla fede quegli lfo'ani , coftituita
una Chiefa , è in quella alzato a volo verfo Crifto Signor NoRro , che in
mezzo ad ale uni Angeli gli favella, e dal Santo viene come una (perla
pioggia di luce , the cadendo innanzi l'Aitare della Chiefa , fa rellar ma-
ravigliato il popolo fpettatore. In que' due che fiegnono fopra quefti, e che
fono nel mezzo,fi vede nel primo elpreffo il miracolo , che fece S.Gio:di fat
convertire que'rami di quel tal'arbore,in rami d'oro,e le pietre in gioje,pes
follevare i due uomin;,ohe pereflèr caduti in miferia,erano difperati;e nel
compagno fi vede dipinto l'altro miracolo della refnrrezione d'un morto ,
fatta alla prefenza de'due uomini metovati,che poco dianzi arricchiti avea,
dopo fatta la predica delle vanità del mondo;laonde quelli per tal miracolo
fi convertirono,e furon buoni fervi di Dio. Nelli due ultimi fi vede efpref-
fo , quando il Santo nel ritorno che kce in Efefo rifufeitò nel tempio,
la Donna chiamata Driiliana , la figliuola della quale buttata a terra
cerca baciare i piedi al Santo in rendimento di grazie ; la qual figura è bel-
liffima , ed a maraviglia efpreffiva J E nel compagno , che fiegue , vi f
P em>
H4 Vita d'Agnolo Franco
effigiato il Santo , che predicando a' Popoli Efefini, gli convince col fuo-
co , che fenza calore lo ra fentire,per lo qual miracolo fi convertono quel-
le genti . In tutte quelle ftorie vi fece Agnolo varj concetti , e belle offer-
vazioni , laonde molte lodi ne riportò , allorché toltifi i palchi u" intor-
no , fur n vedute , e la dolce maniera , con la quale condotte quefle
Jlorie egli avea , fu molto commendata da'Profeffori de' tempi fuoi , in
fra de' quali fomim lode gli diede Cola Antonio del Fiore , Pittore di
molto nome , come nella fua vita fu da noi dimoftrato . E ben vero , che
in quefte pitture non vi lì feorge una finezza di bel Componimento, ne
fquifitezza di difegno , mancando in alcune parti , e maiìime nelle eftre-
mità , come mani , e piedi ; ma si bene vi fi vede una certa unità del
foggetto , ed aKune azioni , che fono efprefle con naturale intendimento ,
e le tefte delle figure fono di belle finofomie , e ben dipinte ; iaonde mi
fuppongo , che per tali proprie doti , folle quello Pittore lodato da Gio:
Angelo Crifcuolo , e da Marco da Siena , che di lui cosi fenfle .
Come ciafehedun di voi puh vedere nella per fona di Agnolo franco *
Padrino de Donzelli , che oltre all' altre fue opere , n:lla Chiefa di
Artufìo Pappacoda , bellijftm? fé ne vggono , benché poi da' Donzelli
mentovati , finita nella parte fuperìore , ed indi guafte le di coftoro ope-
re i furon tanto a propofito rifatte dal valente Tefauro . Ma /' opere del
Franco illefe , e bellijjìme , fui colorito di Ciotto -, intorno intorno si
veggono » e fanno fede del? Eccellenza di lui.
L'eccellenza, che il Sanefe Pittore a quell'opera attribnifee ,
fi deve da noi intendere , per que' tempi molto mancanti di buone for-
p p me , perciocché quanto allor fi operava in difegno , tutto cadeva su la
tfche , che Gotica ufanza , la quale non folo negli edificj aveva guafte 1' Idee dell'ot-
da per tue- tima Architettura , ma nella pittura ancora aveva con fuoi fallì efem-
co incrodot- plari corrotta la fantnfia ; laonde da per tutto era il buon modo di ope-
te> ayean-« rar trallafciato , e quando fi vedeva alcuna maniera , che da quella al-
fmulrm^" <ìuar>to fi difeoftava , era (limata cofa miracolofa ; e per quella cagione
fonne ini'e- erTendofi Agnolo al pollìbile difeoftsto da quelle gotiche forme , meritò in
gnace da' queoli incolti tempi d'ottener molta lode ; per la qual cofa Marco da Sie-
Greci. na -n rjouardo di que' tempi gli- rende onore , come altresì fu da noi fat-
to a molti altri Artefici ; perciocché a contempkzion di que' fecoh fé gli
deve compartir molta lode ; avendo lo fttìTo penderò avuto il Notajo
Pittore , allor che le notizie de' noltri Profeflòri na fenile , nelle quali
di Agnolo Franco cesi regi tirò la memoria .
Hora doppo li fcritti Pittori , fìèfaputo di Agnolo Franco , che fu
padrino delti Donzelli, dslli quali uno i che fu Polito , figlio fecondo fu
de madre Fiorentina , ma Agnolo dipinfe la Chiefia de S. Clio: Evangelica,
t lo S. Michele Arcangelo vicino S. Maria Maggiore ,/<? [timo che fojfe filo,
dove fé dijfe poi eh? fejj': ds Agnolil/o detto Rocca de Rame , f colavo &C
E qui
Pittore . 1 15
E cjin foggiunge 1' opere che Agnolillo già fece , come a fuo luogo fé ne
f irà menzione , poi continuami > le notizie cosi foggiunge: ma Aonrìt
detto fece ftte pitture a molte delle fitdette Chiefe , e fece belle pitture a h
l'ifcopio p~' li Galliti 1 dove è lo Corpo de S. Attanafto . Ma non so co» e
fé diceva dìfcipolo de Ma'iro Simone , perchè qu.Jiofu prima più anni *
e però credo che fijfe [colavo de Gennaro de Colà , che tenne la vera ma-
niera de Majìro Simone ■> Come fé vede dell' opere fus , e più dalle pittu-
re de S. Ludovico fratello de lo Magnifico \e Roberto , le quali di pi n fé
Gennaro per ordine de la Regina Gio'.fua nipote dintro lo Cappellone de fa
Pifcopiol le quali pitture flutti ai Agnolo detto , ma innamoratofe d ti-
po delle Pitture de lo fama fo Giotto Fiorentino , fludiò fopra quelle , e
ne pigliò tutta la maniera , ma a certe cofe fu più corretto , e per là fo-
ni: 1 li ama , che aveano de colore , fi di fé da certi , che la Madonna de
Monte tergine , fatta per Bartolomeo de Capita , era f uà e non de Maflro
Simone, com' è v ramente del detto Maestro Simone i e per tale forni-
gliama de colore fi dijje che Simone detto era fato difcepolo de Giotto »
ma non fu così ; parche erano a lo tempo fleffo , e fecero pitture infte-
me , ma le fu? pitture a oglio , dice Meffer Marco de Pino , che fono me-
glio affai di quelle di Giotto detto , ère. Equi fiegue tuttociò che nella
vita di Maftro Simone fi è da noi riportato i e dopo parlando a far parola
nel Capitolo medefimo di altri nofiri ArtefLi , non fa più menzione del
noftro Agnolo Franco ;Per la qual cofa reftando a noi incerto il tempo del-
la fua morte , può fole argomentar»- delle congetture dell' opera finita
da' fuoi figiiaftn , che egli mancarle circa il 144 f. in tempo , che il Zin-
garo cominciando ad invecchiare , vedea crefeer di fama i fuoi amiti Di-
scepoli Pietro , i Polito del Donzello , figliaftri del fuddetto Agnolo
Franco.
fine della Vita di Agnolo franco»
P £ NO-
n6
NOTIZIA DI MATTEO
Pittore Sanefe .
QLlella ragione appunto , che han desiderata i Cittadini Napoletani,
fofle ftata fatta a' noftri antichi Alterici del difegno da chi univer-.-
"* falnunt. le Vite de' Proflflbri di tal nobilitimi' arte ne fcriiTe ,
quella iftefla mi muove a far parola di un Pittore Sanefe , il quale , an-
corché ignorato da' fuoi , e trafeurato da altri , m.nta ogni onorata ri-
cordanza apprendo tutti gli amatori delle buone arti , per le ottime pit-
ture , eh' e' fece in quc'tempi cotanto ignari di buone difcipline, ne'quali
ancora le buone lettere furono in gran parte ofeurate da' viziati fcrittori.
Così dunque rendendo l' onor. dovuto a' noftri Artefici di pittura , non
mi farà mai grave renderlo ancora ad alcun lodevol profeflbre , ancor-
ché foreftiero egli folle , così richiedendo il dovere , ed il giudo , per ef-
fer flato colui , o per mancanza di notizie, oper trafenraggine di feri-
tore , ignorato da ogn' un , come farem vedere nel corfo di quefta Sto-
ria ; E fé ben di Matteo , del quale ho prefo a farvi parola , alcuna men-
zione ne abbian fatta l'Engenio, ed il Celano, ad ogni modo però ,
egli è ragion dovuta ad un tanto Virtuofo , che fé ne faccia da me in
quello luogo diftinta ricordanza , come dell' Abate Anton Bamboc-
cio , « come di alcun altro foreftiero faremo , che farà flato crafeurato, o
per mancanza di notizie lafciato indietro da' Scrittori degli Artefii
ci del difegno .
Fiorì dunque Matteo circa gli anni del 1410. giacché la tavola deli-
la ftragge de' fanciulli innocenti , che fi vede nella Chiefa di S. Caterina a
Formello è dipinta nel 14 18., laonde noi lo facciamo Pittore nel fudetto
anno del 1410. , e che in apprellò onoratamente operando viverle intor-
no a gli anni 1430. , o poco meno , giacché altra teftimonianza di Mat-
teo non abbiamo, che l'anno mentovato del 141 8. firmato da lui
medefimo nella tavola fopradetta , e per molte diligenze da noi 11 fate ,
altr' opera efpofta al pubblico nella Città di Napoli, ed in altre Città del
Regno non abbi a m ritrovato, fuorché in alcune Cafe di particolari al-
cun' altra tavola , come per efempio in Cafa del Duca dtlla Torre vi è
una mezza fi°ura , che io ftimo certilfimo fia di Matteo , e non del Zin-
garo , per mano del quale ella è tenuta : e da qui fi trae il chianflìmo
argomento, che Antonio Solario, volgarmente il Zmgiro nominato ,
ave/Te da lui apprefo , e le mone , ed i componimenti , con le fomiglian-
tiffime arie de' volti , dapoiche fon così limili le loro dipinture, che fo-
lo a fatica fi poflon diftingnere da alcun pratico profeflbre, il quale ponen-
do men.te ad una certa dolcezza di contorni , che fu propria del Zingaro ,
■'** ~ pub
Notizia di Matteo 1 1 7
può diftinguerlo dall'opere di Matteo, le quali hanno un certo che dipiù di
riftntimc-ntone'lor contorni , e profili , come fi oflìrva nell' accennata
tavola deila ftragg- de' fanciulli innocenti ; la qu le è fituata nella prima
Cappella della Chiefa fuddetta , a finiftra della porta maggiore , cioè
dal Canto del Vangelo, e ila collocata nel muro laterale dell' altare di efla
Cappella ; Efprime dunque quella il fier comando di Erode crudelmente Scragge de*
elTegnito da' tuoi fpictati miniftri, i quali veggonfi in diverfe fiere attitu- fanciullwn-
dini ftrappar dal grembo dell' auiorofe Madri gì' innocenti bambini , e i^rJjìe'^T
quei fpietatamente f.rire su gli occhi dolenti di qualle afflitte , che in va- <jì 5 Cate-
no efclamano mifericorJia , per ifcampar dalla morte que' miferi pargo- rina detta-»
letti ; ma quelli cadendo vittime del furore dell' empio Re , fan doloro- a FormeJJo.
fo fpettacolo di lor trafitte , e lacerate memhra , alle numerabili Madri *
che vedendoli in quello flato verfar il fangue , verl'an dagli occhi fiumi
di lagrime ; e con quelle , e con ftrani atti ftorcendofi , fanno maravi-
gliofa moftra del disperato dolore , che le tormenta . E quella tavola di-
pinta ad olio, ed è veramente ammirabile sì per gli affetti , e gli ef-
fetti che ella efprime, come ancora per la frefchezza di Colore, che ella
conferva ; veggendofi tn lei oltre gli altri colori , eflerfi confervate tan-
to vive le lacche , che più toflo di lacche , han di carminio fomiglianza ;
e pure fi numerano 31;. anni in quello prefente 17 }i. da che ella è fiata
dipinta . Cofa , che non avviene alle moderne pitture, tutto che vi fi ufi
ogni diligenza per trovare i colori più vivi , e più durevoli ; non avendo-
ne ancora i noftri Artefici di pittura trovato la veridica cagione di donde
quello derivi J argomenta ndofi folamente che gli antichi fittori aveller©
più di nei alcuni migliori , e più diverfi colori di quelli fi ufano oggi
giorno , come ne fan tsiìimoni mza le loro pitture che hanno quelle bellif-
fime lacche da noi ddcritte di fopra , ed ancora alcuni vaghi gialletti, che
era noi non abbiamo , e che fi veggono coftumati da molti Artefici , co-
Hie dalli Zuccheri , dal Vafari , ed ialino a Marco da Siena » da' quali
furono adoperati con altri vivi colori , e con più bei Verdi , che ora non
abbiamo, come dall' opere loro ciafchedun può vedere , e da quelle di
altri infiniti pittori di que' tempi.
Nella Certofa di Napoli vi fono parimente alcune figure di Apoftoli
dipinte da Matteo , e quelle a mio credere ferverono per adornamento di
alcuna Cappella delia Chiefa , ma ora ilan locate quelle tavole in alcune
flanze di Monaci , che fen nel dormitorio di fopra j e quelle ancora
da' medefuni monaci , e da alcuni profetìori vengon credute del Zingaro,
ovvero de' fuoi Scolari , ma in alcuni antichi libri di ricordi , del Moni-
ftero , fi è trovato notato etfer alcune figure di Apoftoli di Matteo Sanefe,
ed altre di mano del 2>ng<ro , e de' fuoi difcepoli » fatte per accompa-
gnare alle fuddette , le quvli ancor fi veggono fparfe pei le itanze de' Mo*
»aci ; e quello è quanto fi è potuto cavare dell' opere di cosi degno
Pie-
i i8 Notizia di Matteo
Pittore , avendo per effe ufica ogni sfatta dligenza , Cerna perdono 'di
fatica alcuna, per render giulb.mente I* onor dovuto ad un Profeiìbr di
Pittura, iheper disgraziata tnf.u raggine de' fcrittori , recava ancor
egli , ficcome i noftri Artefici , fommerfo nel profondo frenzio , e forfè
per ignoranza di chi noi Ceppe i ovvero , che dìfptrfe le fue notizie , e
fuggita dalla memoria di chi fcrivea It ricordanza di lui , non fé ne fece
parola, per dar occafione alla mia dcbol penna, di render teftimonian-
za al mondo di un tanto virtuofo Pittore .
Fini della Vita di Matteo.
VITA DEL FAMOSISSIMO
ANTONIO SOLARIO
Detto volgarmente
IL ZINGARO.
Pittore ci Architetto.
Q5
Manto la potenza di Amore ?bbia negli Umani Cuori operato , non
\ ella facil cofa ridire .' Perciocché d5 innumerabili efempj fon pie-
ni i libri di chiaritimi Autori , in cui i vari ftravapantiffimi cafi
Forza d'a- puonfi vedere , da chi che fia leggitore ; non effendo noftro affunto di qui
u-o.e qu.n- notarli per rinovare di eflì la ricordanza ; ballando follmente accenna-
to fia pottn- re ^ e rammernorar i foli , di Bubare Oratore , che mandato in Mace-
Biibireera- donia da GabafTo Capitano di Dario in Europa, feppe tanto con fua
retore inva- virtù oratoria invaghire la figliuola del Re Aminta , dì cui fi era egli
gì i:o della fort-. mente invaghito , ed obbligarli con fuoi componimenti il Re detto ,
figliuola del cne l ottenne p:r ifpofa ; e quefta fua virtù non folo fu caufa del fuo in-
Re Annota. grnnj, mento , ma ancora di ftabil pace, dapoiche feppe obbligarfi 1' ani-
mo feroce , ed altero del Re Serfe medefimo . Così tralafciando lo efein-
p.o apportatoci dal Boccaccio di Cimone , il quale amando di fciocco
divenne favio , come novella forfè per bellezza inventata, addurremo
folarrunte la Storia di Paufia Sicionio, come più confacevole al noftro
■n e, c- prrpofito , il quale fu difrepolo di Panfilio , che amò Elicerà fua Con-
Panhlo ai- ^ r ' T r »
ti< nio smò cìttad.na inventnce delle Corone, per la qua! cefa egli facendo torza
Elicti.?, in- a fé fteflb per imitarla, per renderfi di lei degno, giunfe a tal fegno
xeiinke^. ji perfezione , che dipir.fe ella medefima in politura di federe con la
celie Coro- coron3 jn tefjn 9 cotanto perfettamente , che fu quefta la bella cagione del
fuo godere , dapoicche quefta tavola fu il fuo grido , ed il fuo ingran-
«limen-
iie
Pittore, ed Architetto. 119
dimento ; a tanto avendolo affirKto 1' amor grande , eh; alla fui amiti
portava , che i Greci chiamaron quella pittura Stephanoplocos , da altri
Sttphanopolj detta , a cagion che Eli.era con le lue Corone fi fomentava ;
la quii Pittura tu comperata da Lucio Lucitlló , da Dionilìo , per lo
prezzo di due talenti . Ma qua] pruova maggior di quella della quale ha
prefo a farvi parola ? conciofiacofacdiè vedrà 111 nella vita, che fiegue
del noftro Zingaro , quanto potè nel fuo cuore 1' amore , mentreche per
fola ooJliuua di lui , da Vii ferraio nobil littore fecelo d, venire . Cafo fi-
niilmente , dopo lui mjlti anni , accaduto a Qtijntino Meifis Pittor
Fiamingo , al riferir di Carlo Vanuvander , e de! celebre B'Idmucri ;
ma non maraviglialo com: quello del Z ng.ro , che non avea niuna pra-
tica del a, legno , come cortili avea per i bei fogliami di ferro, che
lavorava; ia qual cofa per.app.cn dimoftrare farem paflaggio al racconto
della Vita di Antonio.
Nacque adunque queflo portentofo Artefice del difegnocira gli an-
ni i 382. dell' umana Redenzione , e nacque di parenti, che l'arte di
Ferraio t fercitavano , laonde da elfi in que:l' uffizio impiegato, ferviva
nella bottega del Padre nella fua Patria di Civita , terra polla nelle vici-
nanze di Chieti , Città principale della Provincia di Apruzzo nel Re- Nacque
gno di Napoli; errando prima lo Eugenio , e poi il Celano .he lo fcrif- nella Pio-
fero di Patria Vinegir.no ; poiché oltre- della tellimonianza di Gio: Angelo v;ncia deh'
Crifcuolo , e di Marco da Siena , vi è il churiffimo argomento , che Es"-^zZO'
tale folle egli fiato , non lo avrian trafeuràto , prima il Vafari , e d pò ..jj. -, ,c_
p;ù il Ridoifì , per dar luflro alia Patria . Quindi perv.nuto negli anni nj0 , e «lei
della fiorita gioventù , per non so qual cagione portoli! a Napoli , ed ivi Celano,&c-
foftentandod di lue fatiche , provvedeva de' ferri per la cucna più Cafe C;.:le> i<.«-
di titolati, da alcun de' quali ( forfè per le fue amabili maniere , e buo- .^.'y;.
ni portamenti ; fu introdotto a far lavori p.r la real cucina dello Re La-^ ac p;tto. i
dislao , che in quel tempo regnava . Ora accadde, che vedendo Cola Anto- yùieiianì .
nio del Fiore Pitcor famofo , come nella fua vita fi difT ,i di lui lavori fatti Pece il
con pulizia, e di bel garbo , volle egli ancora fornirfene , che però fattolo t'cn ajo'
Venire a cafa , gli fece fare molti lavori di ferri , e per cucina, e per
Cafa , facendogli ancora tutti racconciare que' ferri eh' elfo tenea J siche
per molti giorni pratieando in fua cafa , vennegli veduta la figliuola di
Cola Antonio, che bella a maraviglia , ed affai codumati da chiunque
la mirava fccevafi conofeere ; laonde Antonio vedutala , fu sì fattamente . jJa ggl^0
prefo dell' amor fuo , che mai giorno , e notte pctevafi l'immagine di lei ja d; \
torh dinanzi a oli occhi ; per la quai cofa , cominciogli A crefeere il de- Antonio nel
fiderio di pn-fledere quella rara bellezza , e confìiandofi nel favore di Gio- F»°-e , e »a
Vanna ( eh-, poi fuccedette alla Corona del reame di Napoli , per l'imim- ^^YqI
tura morce del n:entovato ReLad.slao fuo fratello J la quale gli mollrava JJ" P^ ^'
buon vifo , pet certa fua dolce maniera di trattare , perciò dunque lì
con-
i 2 o Vita di Antonio Solario
confidò chiedere la fanciuìh per fin legiriini fpofa a Coh Antonio . Que-
fii , die mentre viffe tu da ogni uno per molto favio Uomo riputato, len-
za punto alterarti dell' arditi chmmda per la difpàrità del grado , del-
Rifpofta di la nafcita , e dell' arte , gli rifpofe afilli dolcemente : che volentieri gli
Cola Anto- darebbe la fna figliuola per moglie , al ori quando egli fofie , tome lui ,
mo* un bravo Pittor divenuto . Non fi finarrì punto Antonio della difficoltofa
nfpofta , nella quale un ardua , e difficihllìrrvi iinprefa fi vedea porre
innanzi, ma tutto pien dicoragio, gli replicò, fé quello iheproponea
fucxedefTe , gli attenderebbe la parola ; e replicandole il Pittore che sì ,
cj\ fi (ece promettere , che fra lo fpczio di dieci anni non dove/Te mari-
tar (uà figliuola , il qual fpazio compiuto , e venendogli fallita la fua fpe-
ranz.i di divenir Pittore , quanto che lui , (offe fciolto di fua parola J ma
che foptattutto , quelli patti dovettero ratificarfi inpreftnza della Reina
Margarita , e di Giovanna fuduetta , al che confentì ancora Cola Anto-
nio , (limando tfler cafo metafifico , che un giovane già avanzato all' età
d» 171 anni , folito a lavorar ferramenti, divenir voleiTe un famofo Pit-
tore . Andato Antonio dalla Reina , com'era pallata tutto V affa-
re gli efpofe , pregandola caldamente, che fi facefle promettere da Cola
tere*sML»^,nton'° "*' non maritare 'a fis''u0'a infino, che il promeflb tempo con-
Rc-ùia Mai- fumato non forte , e ne raddoppiò per tal cofa le preghiere a Giovanna
garira, ed a allora vidua del Duca d'Auttrìa . La Reina , con la figliuola tutto che fti-
Giovanaa-j matterò il cafo impoffibile , pure per compiacerlo chiamarono Cola Anto-
jua figlmo- niQ ^ ej jn jorQ prerenxa _furono convenuti di tutto quello , che aveano
maritai Co- patteggiato , fé bene con molta rifa , non folo di quelle Principeffe , e
lantonio la di Cola Antonio , ma ancora di tutti i famigliari di Corte , i quali befFa-
figijuola per vano Antonio , perche (limavano il cafo imponìbile a riufeire ; benché
lo (patio di egjj cofbndiìimo nel fuo propofito fi dimoftrafiè . Io bensì miperfuado,
acorf beffa cne Antonio avelie con sé la volontà della giovanetta, la quale di die dolci
delia Corte. maniere,e beli'afptttopuòimmnginarfi invaghitaigiacchè dal fuo r tratto,di«
pinto nel Chiollro di San Severino,ed a S.Pietro ad Aram,appareAntonio Uo-
Partì da_j mo affai ben formato ; Concioliacofacchè è probabile, che per alcun favore
Napoli per oneft0 dulia fanc ulla , egli con tanto ardore la chiede/Te per fpofa , e dopo
apprendere jj duro partito propoftoli di buona voglia , con tanto coraggiofo ardire
abbracciarle . Ad ogni modo però , fia pur come fi voglia la bifogna
Lìppo Dal- avvenuta , egli è certo , che Antonio accommiatatofi da' fuoi amici ,
n.uiì fu an- partì da Napoli per apprendere di'famolì Ma-fin l'arte della pittura, giac-
che rrueitio ^ ^rj-g qUC(ja venivagli proibita d'appararla da Cola Antonio medefi-
t'iw domo' per rendergli maggiormente vana la fua intraprefa.
,Vi°ri , da Vivea in quel tempo con fama di gran Pittore Lippo Dalmafi in Bo»
Bologna-» , logna fua Patria , laonde Antonio pervenuto in Roma , ed udendo le
«ella cjiulc contjnue lodi , che a co (lui da ogni ceto di perfone fi davano, e per
ff **P.aroIa avventura vedutane alcun opera , ovvero alcuna immagine della B. Ver-
»i. £'ne»
Pittore , ed Architetto. 1 2 1
«ine, le quali divotiflìme , ed in un certo modo quali divine, erano
e prefls dal fuo devoto pennello , com'è pubblica fama , colà volfe col de-
fiderio la pedona , e giunto in Bologna fu a trovare il Pittore , e la
cagione di fua venuta avendogli appallata , fu dal divoto Artefice feon-
fipliato di porti ad una profelfione cotanto difficoltofa j mallìmamente ,
che eden. lo egli avanzata in gioventù , malamente avrebbe potuto ap-
prendere i precetti dell' arte , la quali folo rendeafi comunicabile alle
tenere età d.-' fanciulli , per l'attività , che le prilla Lì natura in quegli
anni , che fono proprj per ogni (tudio * a cui venga inclinata . Mi non
vaifero tutte quelle ragioni a far sì , che lo ardente Giovane deiiitefFe dai
conceputo penliero , anzi che migliormente av/alorandefi in quello,
per l'amore che lo fpronava , reiterò le preghiere , e fece sì , che L;ppo
fu contento riceverlo per fune pruova in faa fcuola , com' ei diceva,
dopo la quale contentava!! , che gli daife licenza , ogni qual volta ve-
dere , che l'abilità non cornfpondefle a miliari de' fuoi ardentillìmi de-
fiderj . Ma che non opra la Sovrana potenzi d' Amore in un petto ac-
Cefo di ardentillìmo deùderia; di poiTedere la cofa amata ? anche con por-
tentoli mezzi fi con luce al fuo fine i Antonio diede principio all' arte de 1
difegno , e con tanta felicità praticò i primi elementi di quello , che do-
ve prima il Maelìro avealo fconligliato di Seguitare la pittura, maravi-
gliato di ciocché egli operava , confortavate a feguitare quali' arte , che
egli filmava folle a quello fatale» dapoiche tanta fovrana abilità vi dirno*
(Ira va in efla.
Così dunque di giorno in giorno avanzandoli nel difegno pafso dopo Suoi avan-
alcun tempo all' imitazione delle intiere itone , ritraendo ancora in di- "menti nel
fegno i fcolari di Lippo , di che gran maraviglia a lui , ed alla fua fcuo- u'^2110'
la apportava j per lo che è fama , che Lippo p r incitar gli altri ad avan-
zarli iiell" arte , ovvero per riprendergli da negligenti , Iblea lo efempio
di Antonio ad ogn'ora porgli dinanzi a gli occhi ; conciofiacofacchè quelli
giammai non tralafciava 1 fuoi fludjV rubando l'ore al ripofo/peflè volte
vegghia va le intiere notti per fuperare la tardità della mino, che pei?
eflere avvezza ad altro ordinario magiftero , non ubbidiva come egli vo-
leva a ciocché parergli aveiTe pronto mai femore neli' intelletto j che
perciò ingegnandoli di render piana ogni difficoltà , in pochi anni di-
venne tanto pratico nella pittura , che difegnava , e coloriva così perfet-
tamente , che le lue figure più torto vive , che dipinte apparivano; laon-
de fu piena Bologna del nome di Antonio , il quale,per antonom .fia della
fua prima profedìone , il Zingaro da ogn'uno, venne appellato ; nome ,
che oggi ancora nelle fue pitture affai famofo coafervafi per immortal
memoria di fua prodigiofa virtù .
In quello modo dunque per mezzo di tanti fuoi accuratiiììmi (iudj,di-
Venuto il Zingaro eccellente pittore , fece varie co fé per pubblici, e pri«
(^ vati
1 2 2 Vita di Antonio Solario
vati lunghi di Lcmbrdia , cornee fama , eh in alcuni luoghi Hi efa ,e
più in Bologna , fi veggono; dicendoli, che ad imitazione deldivitif-
fimo Lippo Tuo miti ro dipmfe egli altresì varie immagini di ncilra
Donna, e diedele parimente beli' zza , purità , e divozione j qual raro
pregio ( poco oggi ofltrvito da alcun moderno Pittore perche dedito , an-
che in quella Santiflìma Immagine , alla bizzarria d Ha m.,lT< , ed a ca-
priccioiùtfimi orn unenti delie Tue vedi } gli dava così bene , e con tanta
fua lode il Dalmati , e però feguitato da lui con fingalarifsjma atten-
To£ lie li- zione . Così dimorato circa fei , o fetteanni con Lippo , tolfe al fine da
cenza dai lui ». ongedo per y edere operare gli altri maeftri , de* quali ne aveva pia
Maeflro , e \fìV[0 ,{ grido ; vivendo in quel tempo alcuni , che con molta gloria di
va Vedendo i a r- i n n • ■ i ■ . r • s ,■ l
inaltrepar- ° - ' » e della Patria , i colon operavano , in fra de quali contava fi
ti gii altri °'tre dello Scarnita già morto , Lippo Fiorentino , Lorenzo di Bicci , e
Piccoli di Gentile da F.ibbriano , che perciò pervenuto Antonio nelle Città di Fi-
grido, renze , e Vinegia , le opere , e gli Artefici di e/Te volle vedere per ap-
prendere maggiormente le finezze dell'arte, acciochè le non fuperiore,
almeno uguale a Cola Antonio del Fiore fiilTe daogn'un conofeiutp ;
Qnjndi è , che andava in bufea di que' Pittori , che in quel tempo te-
neano il primo grido , e quelli veduti , e praticati , fé miglior di lui co-
nofciuti gli avelie , trattone quel profitto , che faceva per fé , palTava
oltre per conofeerne altri ; tanto che in Firenze ofTervò il nominato Lo-
ol/oUrdad renZ° t,i Bicci ' Galaffo in Ferrera > '' W^ Per dett0 del Vafan medefi-
1404. mo ' dipinfead olio , e fu valente Pittore iniìn dagli anni 1404., come
ancora certifica il Malvafia . Così il nollro Antonio fuperati in Firenze i
migliori maeftri , che in quel tempo fiorivano, al riferir del Notajo Pit-
tore , e di Marco da Siena , pafsò in Vineggia , ove vidde operare i Vi-
varini , ed in Roma ofTervò l'opere di varj valentuomini , e l'operare di
Vittore Pifano , e del mentovato Gentile , i quali avevano in quel tem-
po impiegati i pennelli nelle opere lodati/lime , che per ordine del Ponte-
fice Martino V. fi dipingeano in S. Gio: Laterano ; ove con virtuofa emu-
lazione moftrara ogn' un di loro fin dove giungelTe la propria abilità
Dell'adoperare i colori . Molto giovò ad Antonio quello penfiero di an-
dar vedendo i più rari Artefici de' tempi fuoi , perciocché in elfi ritro-
vando variate maniere , e diverfo operare, potè diilinguere i migliori
da' mediocri , e far fcelta del buono , che pollo in pratica , maggior per-
fezione gli potelfe recare , che perciò fi dice , che a molti di coltoro, pro-
ferendo l'opera lua,porgefie ajuto , dipingendo con elfi loro ; Come celli-
Luca Gior-^cano mo'tl no Ari Pittori , in fra de' quali contali il celebre Luca Gior-
dano vide in dano , di aver conofeiuto nell' opere mentovate de! Laterano figure in-
Roma le pie. tiere del fuo pennello , ra vvifandole alla beli' aria delle fue tefle , ed alla
ture del 2in.n0tinìma fua maniera , la quale più , che da tutti , npprefe da quella di
Z319' Matteo Sanefe a cht è limililfima alla fua , e di cui fé ne vede la llragge
Pittore, ed Architetto. 123
de' fanciulli innocenti nella prima. Cappella , entrando nella Chiefa di S. Il Zingaro
Caterina a Formelle , dal canto del Vangelo, dipinta con arte, e con ^JJJ^
efpreffione di affi tti , come nella memoria che dinanzi^ di tale Artefice fi Uìuq'q ^
l.-aoe , ne abbiam fatto parola , per rendere al merito l'onor dovuto di lo- ncfe.
de , che è jI vero premio della virtù .
Ma tralafciando tinte cotefte pruove , dico Colo , che divenuto An-
tonio un valentlflìmo Uomo nell'arte della Pittura , ed avendo più cole
operate per 1 Italia , ma più ( fecondo fi dice ) in Vineggia , ed in Roma,
tornò finalmente a Napoli, dopo nove anni , ed alcuni mui di fu a par-
tenza, e prefentatoli alia Reina Giovanna , la quale per la morte di La-
dislao era nel reame di Napoli fncceduta alla corona di quello , ofFerfe
ili farli il ritratto, non palefandolì ancora per quel Zingaro , che in fuo
fervigio aveva i ferramenti di lua cucina lavorato cotante volte . Credefi
però sìb.ne, che ad alcun fuo conofeente Signore , e confidente della
Rei n appilefato ei fi fofìe , e Mimali effer quelli Ser Gianni Caracciolo, Sei Gianni
dapoiche Pandolfeilo Alapo era fiato decapitato per ordine del Re Giaco- Caracciolo .
mo della Marcia,ed avendogli dipinto il ritratto, fu da Idi in prefenza della A*j
Reina condotto , alla quale egli fece dono di una tavoletta , ove era di-
pinta una nofìra Donna col Bimbino infuno coronata dagli Angioli,
affai graziofa , con fornma diligenza , e maeflria condotta ; e ricevendola Xavolerta_»
la Reina , benignamente lo richiefe : di dove egli folle , non conofcendolo, portata in
per effer; Antonio ritornato con altr' ufo di veìtimenti , e con p,ù gravità noni alJa_»
di coftumi ; allora egli pollofi m°inoc_hioni avanti di lei , fu da Ser Gio- Kema Cuo-
vanni m.inireltato p r quel Zingaro , che aveva lavoraro di rem nella lua ^
C-irte , e che p?r l'amore della figliuola di Cola Antonio del Fiore era un
valente Pittore divenuto , la quii cofi udendo la Reina Giovanna , quafi
non predando fede all' opera profittatali , volle che il proprio ritratto gli
dipingerle , lo che di buona voglia fece Antonio , incontrali lo volentieri pcce ;j ri_
t'occaGone di frgli conofeere il fuo valore , laonde la ritraile cosi forni- tratto a;ia_»
gliante , che nulla dal vivo al dipinto di vario fi dif:ernea , per la quii l"<i- Rema,
cofa n' ebbe Antonio moltiffime lodi , oltre all' utile , che gli apportò.
Ma dato ordine, che non foffè il fuo ritorno appalefato , fece la Reina chia-
mare a se Cola Antonio ormai divenuto vecchio , ed a quello ino-
ltrando il bel quadretto della Madonnina , affieme con il ritratto , gli do-
mando , come quelle pitture foffè ro da lui giudicate in bontà ; Cola An- *nola, , £t.°*
,? r v i ^ r i > iv niO del blO-
tonio , con queha (inceriti che fu lui propria , molto le commendo , e chiamato
molto fi rallegrò di vedere chi dopo lui foihneffe gli avanzamenti dell'arte dalla Reina
ddla pittura , giacché molta perfezione in quell'opere riconofeea , d cen- a veder le
do effere il loro Artefice maeltro molto lodevole, e valent' Uomo . Qj> P;;mie tiel
fio udendo la Reina , con Ser Gianni gli diffèro ; fé egli a coftui più io- Zlll£ar0-
ito, che a quel Zingaro , che era anzi and..to a tentar la pittura , che
ad acquiftarla , darebbe la fua figliuola , giacché ormai pochi mdì man-
Q^_ 2 cavano
124 Vita di Antonio Solario
cavano allo fcioglimento di fua parola ; al che Cola Antoni i rifpofe , fe-
guitando lo incominciato fcherao , che certamente così farebbe , oj. cchè
quegli n;una novella avea di fé inviato,non folo a lui , ed a fuoi conofcenti,
ma né tampoco alla fua tanto amata pretefa Spofa ; a quello foggiunfe la
Reina , che egli darebbe il Virtuofo Pittore per marito alla (uà figliuola
fenza mancar di parola al Zingaro , a chi promeffa ('avea , e per fu'ogli-
mento di tale enigma alla perfine fatto ufeire Antonio , che di dietro una
portiera d'un altra camera avea il tutto olfcrvato , l'appilefarono a Cola
Sposò colei Antonio . Facilmente può ogn' uno ìmmaginarfi quale flupore prendere
per cui ili- il nollro vecchio pittore , dioiche realmente fu fitto certo quegli cFere
venne 1 u- Antonio [] £ingaro l'Artefice di così rare pitture , e vedutolo operare feli-
Sentenza-» cemente , per disinganno di fé m: delìmo , fece chiamar fua figliuola , ed
giudiziofa m prefenza della Reina fpofandola ad Antonio , di/Te faviam-ente con alta
di Cola A"- voce : lo fpofo mia figlinola alla virtù di coflui , non alla nafeita . Quelle
tomo. favie parole diverftmente lon riferite da altri , che han fatto alcuni nota
delle noflre cole più memorabili , e per tradizione abbiamo , che egli que-
lle parole diceffe : lo fpofo mia figliuola ad Antonio Pittore non ad An-
1 R*i ^ " ton'c Zingaro, ed a quello foggiungefse la Reinaranzi che il Zingaro d'oggi
che iofle il innanzi voglio fia nominato , per controuiftinto di fua maravigliofa virtù.
Zingaro , e Ottenuta Antonio per mezzo di fue virtuofe fatiche l'amata Donna ,
non Anco- e(j ;n tal modo <J.ato fine a' fuoi defiderj amorofì » diede principio a quelle
mo nomina- maravjoliofe pitture che fanno ora ornamento nelle Gallerie di molti
tomapprel.' . . • f. . . a. . . _ .... ,,
io per lua-j "inupi , paelani , e roralueri , per la lomma diligenza , e per l arte con
maggior che tlle fono condotte in riguardo a qus' tempi » le quali pitture egli
gloiia. dipinfe , tanto alla Reina » che a molti nobili della fua Corte , ed e ffe ri-
do flato dichiarato dalla fuddetta Reina fuo «rdinario Pittore , crefeiuta
la fama dell' opere fue , e del mezzo per lo quale era egli così bravo Ar-
Stie opeic. tef]ce divenuto , difcorrevaC perciò dappertutto d'un amore cotanto pro-
ri igiofo | il quale avea avuto tanta forza di commutare un ferrajo in uno
1 eccellente Pittore di que'tempi : ed in vero chi ben confiderà le fue cofe è
ì forza , che lo confefiì Pittore ammirabile per la cagione, e per l'arte.
te™ il Qgefti difcorfi facendoli da per tutto » come di cofa accaduta nella Cor-
Origlia' fo te della Reina Giovanna , fu cagione , che molti s'mvoglialTero di poffe-
nobile del dere le opere di quello Artefice , e mnllime le lue Madonne dipinte con
Seggio di f0mma efpctflìva i e divozione, ad imitazione del iuo primo macflro, come
Porco, e h» j' f0pra ie n% £,tto parola . Così divenuto famofo il noilro Zingaro, mol-
g'anlJl°co- rimunerazione traea dall' opere fue, ^ ^. f^ifTia crefceagJi appreiTo
k"mo ed di cgni ceto di perfone , per la qual cofa gli fu da' Monaci di Monte Oli-
ereiTc la_» veto allogato un luogo del Moniftero , che poco prima col difegno di An-
Chiefa di ^ea Ciccione , ed a fpefe di Gu/rello Origlia in un con la magnifica
Moine Oli-^jgfe aVeano fabbricato, acciochè in elfo vi avefTe egli dipinto le glo-
'^Mò'^tt ro° viole azioni del nodroamabiiiflimo Redentore» e della B. V. Madre, e
nei mix. " 1ueft<>
Pittore, ed Architetto. 125
quello luogo viene ora detto comunenv. nte : Il noviziato , nominali 'olì
prima ; [a Cappelia del convento; ond'egli per far conofeere maggior-
mente in qu-.lt' opera il fuo valore , fi pofe a farne i fuoi ftudj , ed a co-
lorirne le ftone , le quali a' noftri giorni in cotal modo fi veggono efiàg-
gpte .
Laterale al quadra dell' Altare della fopraddetta Cappella vi è Pitture del
efprefla la vifita,che fece la B.V. a Santa Elifabetta, cor» cafamenti,figuri- J^'J"^,
"fce ili lontano , e buon accordo ; dall'altro lato vi i\ vede dipinta la nyj.ero" di
fuga in Egitto, conaltre figurette , dipinte per bellezza , e compagnia f^oute Oii-
dellaftoria. Sieguono ne' muri laterali della Cappella alcune iìorie di veto.
N. S. , e vedefi effigiata nel quadro di mezzo la N liciti del Redentore»
fotto capanna architettata alla rullici ; Da' lati vi fon due quadri , che
hanno la loro cima come lunetta , ed in quelli vi fono doc Santi Magi,
compartiti un per quadro con un fol fervo > come venilTero ad adorare
il Signore , ed uno di quelli Magi ha per adornamento un manto conte-
Modi lavoro così maravigliofo , che io mi fono ingannato , ofiervando Manto cosi
da vicino fé era ausilo minto veramente dipinto , tanto pareva a' miei ,-,*'". '-'"'■"
occhi drappo adattato su la figura , dapoiche i filami della tellitura tono pint0 con_,
maravighofiim:nte dipinti, come i conteili . In faccia alla detta nafci- lavori , che
ta, nell'altro lato » vi e efpreiia nel quadro ugnale alfuddttto la morte inganna." _l'
del R dentare , il quale fiaccato dilla Croce , pota ignudo nel feno del- 0<^'110 ..Ul
la dolente Madre , mentreche l'Evangelica S. Giovanni folliene il Sacra-
to Capo con le fue mani , a piedi ha la Maddalena piangente , e quella
altresì ha una velie d' oro mirabilmente, ed a maraviglia contelta di
ftupendi lavori , che anche inganna l'occhio , come quella dianzi decrit-
ta del S. Rè . Da' lati vi fono le altre due Mane inginocchioni , cioè ne-
gli altri due quadri , avendo ogn'un di effi una Maria , ed un D. fi epo-
lo del Signore , Giufeppe , e Nicodemo , che ftanno in piedi ; td in una
Maria di quelle , che e propriamente quella , che tiene il vafo d.lla Mad-
dalena» vi è da farvi una curiofa offerv azione , dapoi.he tiene indoflby a j- j
una velie nientedimeno limile dell' Adriè , che a' noltri giorni ufino lefa ("/n.;J|i.i-
nollre Donne ,. con le medefime pieghe ade fpalle , e manica tagliata all' te a quelle
ufo come il moderno . Nella foffitta della Cappella vi è dipinta !' adora- c;i^ utan->
zione di un folo S. Rè , il quale con fomma divozione , ed umiltà ftà ^g* ,.
... . .,',. .* „ , . r r . . , Donneerà,
mginocchioni avanti il divino Bambino , che pota a ledere nel grembo ma£e An_
della Vergine Madre , la quale fiede ancor ella con modelli ili ma gravità urie .
(otto di una ben intefa , e ben lavorata Capanna , che nella fui Itruttu-
ra , molira l'intelligenzi , e la diligenza del fuo mirabile Artefice ; e vi
e S. Giufeppe, che ftando in p edi > guarda 1' atto umile del Re, dal
quale ha ricevuto un ric.o vafo portato in dono al Redentor Bunbino, ed
è colorito il fuo manto tutto di rollo ; diverfamente dipingendolo dagli
altri. fattori , che fo^lion giallo dipingere il manto di S.Giufippe i come
altresì.
1 2 6 Vita di Antonio Solario
altresì diverfamente ha efprelTa 1' adorazione (addetta , dapoiche un fol
Mago vi ha figurato, avendo efprefiì gli altri due negli f.ritti quadret-
ti lattrali alla n .fciti , a' quali fa compagnia un fervo per ciafehed li-
na , ed in quedo modo accompagna , e fmif.e la doria , com2 di fopra
abbiam d.tto .
P. Abate Qiiede pitture del 2 ngaro ultimamente fono (rate fatte pulire, e ri-
Capuano . fezionare in qualche particella dal P. Abate D. Lionardo Capuano , dall'
Ni-olò di a_curato , e diligente Nicoli) di Liguoro ottimo riltauratore , e cono-
Liguoio n- fCItors dille Pitture antiche . 11 qual P. Ab.ue , come amatore delle no-
delle .-nei- 1 re Arti , ha voliuto onorare 1 opere di quelto celebre Artefice per mag-
chc Pitture, oiormente confervarle , fé pofilbil foffe all' Eternità ; ed è molto amico
de' Virtuofi Pittori vedendoli molte belle pitture ad olio , ed in padelli
con rari difegni nel fuo beliiillmo appartamento , che ha fabbricato col
Dimeni- d,feono , edalììdenzi del noltro celebre Profedbre Domenico Antonio
co Anconio yaccar0 j pjttore , Scultore , ed Architetto Napoletano , il quale oltre
Va<.ca.o, a)ie fae infigni op-re della Chiefa della Immacolati Concezione , detta
di Monte Calvario, ove tutte e trequede nobili facoltà ha perfettiffima-
mente dimodrato » e del bellifììmo Calino del Signor Conligliero Cara-
vita eretto nella Villa amenilfima di Portici , fi rende ammirabile per
aver formato si nobil fabbrica in un luogo ineguale , diruto , ed abban-
donato da tutti i Monaci di quel Real Monidero .
Tcrm n.ita queft' opera con fomma lode fua , dipinfe Antonio un
quadro per i fuddetti Monaci , in cui rapprefentò varj Santi dell' ordine,
e quefta tavola fi vede ora fituata in una danza predo il medefimo novi-
ziato j Dopo di che dipinfe varj qu idri per particolari perfone , e fece il
Tavolaceli' q"a^ro Pcr l'Altir Maggiore d- Ila magnifica Chiefa di S. Pietro ad Aram,
Aitar jvla;;- che in quel tempo li era rifatto di nuovo , con aver rimodernata tutta la
gioie nella Chiefa ; nel qu il quadro efpre/Te la B. Vergine a federe col Bambino in
C. ida di feno ncJ rn.zzo, e da un lato ne' ripartimenti , vi è efpredò S.Sebadia-
Aia'm no » e S. Pietro , dall'altro Iato vi è dip.nto S. Paolo con S. Aipri.no, e
S. Candida . Tavola veramente degna di fomma lode per lo componi-
mento , e buon dif gno , e maflime del S. Sebaltiano , del buon colore ,
ed intendimento di chiaro , e feuro , efl'endovi tede ottimamente dipin-
te,e qulla del S. Paolo non può farfi migliore ne* nodri tempi . Di qued'
opera molto iì compia; que Antonio , perciocché oltre di averla adornata
con buona architettura , voile renderla memorabile con porvi il fuo ri-
con * "r ' 1 bp fu » t *»
, fendevi vari Santi effiggiati.ln oltre dipinfe in S.Maria,letta volgumen-
qiltlio jelia " , ' ,-. , ■ ■ ■ . 1 ■ 1
Mo^li» . te a Chiazza , tutta una Cppelia , che poi avendo patito umidita, e per
queda emendo aflai <,uada la fabbrica , è data a' noftrl giorni modernata
Pittore, ed Architetto. 127
e riparata dall'una do , e con ciò (ì fon perdute le mentovate pitture, per-
ciocché erano a firefco dipinte , ed in quella Capp Ila è lituato il
SS. Crocifiilb , detto di S. Maria a Chiazza , quale è molto miraeolofo , Crbciliflb
compiacendoli il Signore difpenfare infinite grazie a' fedeli per mezzo di []"f|Cw *j
quefta Santi Immagine , e perciò è tenuto in grarjdilli ni venerazione da' g ch£a2M *
noflri Popoli . Lo lieiTo è ac aduto alle pitture eh' e' lece nella antica
Chiefa di S. Afpreno , ove i fatti del S. Vefcovo aveva effigiati,ed i qua-
li e/fendo la Chi.Ta u.n. didimi , come che fabbricata da' noftri antichif-
fimi Cittadini in qui' luoghi , ove prima era il Corpo della Città, ed
alzandoli le llrade di quefta per le inondazioni , e creObimento del mare
del 1400. incirca , e v.nuta a reftare la Chiefa quali fepolta , ove an- Crefcimen-
cor oggi li vede , ne lì e potuta alzare , per la divozione , che fi profef- to del Mare
fa a quel luogo , ove il S. Pallore menò fua vita , ed ove vi è il buco , nel 1400.
nel quale egli poneva il Capo , e ftava più ore per penitenza . Oggi que-
llo buco ferve di medicamento fpirituale a quei, che patifeono di celta , po-
nendola in elio buco , e raccomandandoli al Santo , per le fue intercellio-
ni fono molti/lìmi liberati dal Signore Iddio. Così ancora vien notata dal
Notaj'o Crif-uolo una Collegiata dipinta dal noftra Zingaro; ma quefta
non mi faprei qual fi folTe , d.cendoli da alcuni , o più tolto cong-tturan-
doli, fofle ftata qualche Cappella dipinta in S. Gio:Maggiore ; qual Chiefa
rifabbricandoli di bel nuovo , come più volte abbiam detto , lì 1 oderò le
fue pitture perdute , come dell' altre è accaduto, come altresì qualche
tavola , che più in alcun luogo citato non fi trova , forfè per altra ripor-
vene di altro moderno artefice di maggior grido , e di miglior maniera ,
che in que' tempi , a dir vero , non era la pittura ; come è accaduto a
quella che ftava nella Chiefa di Monte Oiiveto , della quale facemmo dj
fopra menzione . Fece a' Frati di S. Lorenzo la tavola del S. Francefco
di Affili , la quale oggi fi vede nel Cappellon della Croce di d< tta Che- xavoj3 je]
fa dal canto dell' Epiftola, e propriamente incontro quello fimcfo , per i S.Francefco
molti miracoli del S. Antonio da Padoa 5 nella qual tavola vedefi effiggia- nella Ghiefa
to il S. Patriarca Francefco nel mezzo,compartire le Regole del l'uà Ordi- dl s- Lordi-
ne a Frati , ed a Monache , che le ftanno da ambi i lati inginocchioni ,
ma feparataments , eifendo quelli effigiati dal lato deliro , e quelle dal
finiftro del Santo . In aria veggonfi due Angioletti , che tengono alcune
cartelle , ove in poche parole v, fan feritti i principali Capi del fuo Ifti-
tuto. E' quell'opera dipinta altresì in campo d' oro , con arte, e dili-
genza grandilfima , e tanto , che anche a' noftri giorni riefee di fonuno
gradimento, non folo de' dilettanti , ma de' Profeflòri med.fìmi , che
riguardano in ella le bèlliffime tefte , cne egli infin da que' ttmpj con
tanta felicita vi dipinte .
Ma la belliffima tavola, che fi vede nella Chiefa di S. Domenico ^™Ia jj^j
Maggiore , nell'Altare del Cappellone del Ciocififlb , che dille all'Angeli- s.Domenico
co Maggiori .
1 2 8 Vita di Antonio Solano
Parole del co S.Tomrmfo d'Aquino qu-l!e divine parole confolatrici , Bem fcrìpjìjli
j?s"~.r^: ds meTboma , quarti ergo mercedem accìpies ? a cui il Santo rifpofe :
mafo' a 'A- ^0ìt a^'am Domine , nifi te ipfum ; quella dico elFer una delle più bella
quino. pitture , clic mai pub immaginarli vedere chi che fia intendente , psc
opera di quello Artefice. In quella tavola egregiamente fi vede dipinta
la depolizion dalla Croce del Salvatore, con figure tanto vivamente rap-
prefentanti la funella azione , e con tale efprefiìva di dolore eflìgute,maf-
mamente la B. V. con le Marie , che collocate fi veggono in (ito princi-
pale , che non pub farli cofa più bella ; ed è di cosi buon gufto quefl'ope-
ra dipinta ■ e cesi accodato a più moderna maniera , che fembra un otti-
mo quadro di Alberto Duro , il quale fiorì quafi cent' anni dopo del Zin-
garo , cioè ne' tempi di Rafaello ; anziché da' Foraftieri dilettanti , e
profefibri vien creduta del fuddetto Alberto queft' opera , all' arie delle
tefte , a' panni , ed al componimento concettofo, che ha in fé medefimo.
Ma qua] maraviglia che quella tavola di Alberto duro ra/Tembri , quan-,
do alcune telte del Zingaro fon così vivam;nte colorite , che pajono di-
pinte col gufto dell' eccellentiffimo Tiziano; e che lìa così, veggafi il
S.Vmcenzo Ferrerio nell'Altare di fua Cappella, fituata nella Chiela di S.
Tavola in Pietro Mart,re,il di cui volto è ritratto del Santo, che pochi anni prima di
S. 1 lecro efTer dipinto dal Zmgaro,era morto;quello dunque è dipinto con tanta unità
Mai tnt . tjj colore , e di tinta fi accefa , ma moderata , che tutta fembra di Ti-
ziano , per Io dolce trapalo con che il chiaro fi porta ad unir con lo feu-
ro , che non pub difiderarfi più tondezza , e rilievo di quello , che di*
moftra qudla tefta bellilTuna del S- Vincenzo ; il qual modo d.fnvilillìmo
fu prima ufato dall' incomparabile Tiziano infra moderni Pittori , e
molto dopo del Zingaro , e poi dal non mai a baftanza lodato Dominichi-
no . Intorno alla 6gura del Santo vi fi veggiono varj quadretti , ne' qua-
li fono efpreflè molte azioni , e miracoli di S. Vincenzo , con molto amo*
re dipinti . Vedefi nella fudd.tta Chiefa di S. Domenico l'arco della Cap-
Picrure a Pe^la dedicata al Santo Patriarca dell' Ordine , che ftà laterale all' Aitar
freico in_. Mago, ore daKanto dell' Epiftola, quattro S.mti Domenicani, molto
S. Domcni- egreggia mente efprelli a freico dal pennello di Antonio , e quelli rappre-
co MagS'o- fentano S. Pietro Martire , S. Caterina da Siena , S. Vincenzo Ferrerio,
ie ' ed il B- Guido , il quale da una nicchia apparifet infino alle ginocchia , e
fi dice tiì-r quelli lecondo le proprie effigie efpretlì de' fuddetti Santi. La
Cona poi eh' è fopra lo Aitare eh' è in faccia alla Cappella dell' Angelo
Cultore di quella Chiefa medefima , credefi da' Frati eflèr di mano dd
Zingaro , ove fi vede la B- V. a federe col Bambino in braccio , e da' lati
vi e S. Francefco , e S. Stballiano con la lunetta di fopra , ma a me più
tolto rafiembra opera del Donzello , che del Zingaro mentovato . Nella
py?-
UCl.
om.
Pittore, ed Architetto. 129
Cappella di S. Croce , eretta ridi' antico Palaggio de' Conti di Matalo- Cappella vii
ni , ove fta iituata la gran teda dei Cavallo di Bronzo , vi è di Tua ma- S. Croc^
no il quadretto nelP Altare di e ila , ove fi vede efprelfo S. Gio: Battifta "51 Pflag-
nel mezzo , e ne' partimenti laterali , che fon piramidati , vi fi vede ^'. ■ « n"
S. Francefco di Afilli , e S.Domenico . Dipinfe altresì in S. Maria la Nuo- j
va alcune tavole per Altari , che poi furono tolte via , diroccandoli quel-
li,per eriggcrvi il maeftofo Cappellone a S. Giacomo della Marca dedica-
to per ordine del Gran Capitano , e quelli fi veggono oggi fituate nel
Camerone del Capitolo , che è d'avanti il riftttono de' Fiati , con al-
tre tavole di Pietro , e Polito , del Donzello » con altre opere di altri fuoi
Difctpoli : la cona di fua mano , e quella in cui vi è dipinta la B. Ver-
gine col Bambino in collo, dipinta così bella , che più toilo fembra fifo-
nomia formata da Rafacllo , die dal Zingaro efprefla , ed à le anime del
Purgatorio figurate a' fuoi piedi , molto picciole , per la già fcritta ra-
gione , che gli antichi apportavano , di figurare le perfone divine affai
più grandi di quelle limane , per fegno deli' umiltà . Da' lati negli al-
tri due ripartimene vi è eflìggiato S. Francefco , che fembra più tofto
vivo , che dipinto , e fi dice e/Ter in quello la fomiglianza del S. Patriar-
ca ; e dall'..ltro lato vi è S.Girolamo in piedi ancor egli , come il S. Fran-
cefco veflito da Cardinale, ed in atto di leggere un libro . Sopra vi è
una lunetta , ove fi vede efprelfo N. S. Giesù Criilo CrocifiiTo , che ha
a pie della Croce la B. V. Addolorata , e S. Gio:Evangeli(la , con le Ma-
rie , e la Maddalena a' fuoi piedi . Dipinfe altresì nella Chiefa antica di
S. Petito , in alcuni pilaltri varj quadretti , ne' quali effigiò varie im-
magini de' noftri Santi Protettori , con la decollazione di S. Gennaro, ed
il Martirio de' Santi Procolo , e Sofio , e quelli fi vedeano da curiofi, co-
me beli' opere fue pafl-.ndovi apporta , e llavano locate per entro l'antica
Chiefa ; efleiidolì a' noftri giorni eretta una nuova alla moderna con
bellezza , e magnificenza propria di quelle ncbili Monache , che vi han-
no il loro nobile Moniftero , in elfo han trafportato i mentovati qua-
dretti , p;r non farli perire in quella Vecchia Chiefa già difmeiTa d'ogn'
ufo sacro , ed abbandonata .
U.lita intanto da' Monaci neri della Regal Chiefa di S. Severino , la
fama dell' opere del Zingaro , e quelle vedute , e confiderate , elfendofi
quafi da per tutto locite le fue pitture , penfarono , che da lui fo/Te di-
pinto il nuovo Chioftro , pochi anni innanzi tretto d' ordine Jonico
dall' Architetto Andrea Ciccione , come nella fua vita ii dilT", con farvi
effigiare le miracolofe gefla della Vita dd P. S- B.nedetco , deferirle da
S.Gregorio Papa nel fecondo libro de' fuoi dialoghi j Ma prima gli fece-
ro dipingere la tavola per lo Aitar maggiore deli' antica Chiefa , ora fuc-
corpo della Chiefa rmderna , ed ove vi è l'antichifiìmo CrocifiiTo mira-
colai , fcolpito nel 900. da Agnolo Cofentjno j ed in quella tavola il
R Zia-
1 3 o Vita di Antonio Solario
Crocififfo Z'ngaro egregiamente operandola , ne riporto ancor' egli infinite laudi ,
di S. Seve- vedendoli in tifo efprefto a maraviglia S. Severino Vefcovo , fituato nel
rìno feoipi- mezzo , e da' lati S. Lucia , S. Gio: Bittifta , S. Severino monaco , e S.
to nel icco- s0ffi0 Martire . Sopra in altro compartimento vi è la B. V. col Bam-
°00' binoGiesù in atto Ai fcherzare con un paniere di frutti > e da' lati vi
fono dipinti , S. Pietro , e S. Gregorio Papa , S. Paolo , e S. Girolamo,
efprdìi in mezze figure , eflendo le prime dette tutte infieme , e cosi
quelle come quelle fono con fommo ttudio , e diligenza condotte , ma
con maeftra mano . Compita dunque quel!' opera , gli fu fubito allogato
il mentovato Chioftio , il quale ora è il terzo in ordine a' due primi ,
che fi ritrovano ; Quivi Antonio volendo fare opera , che maggior'ono-
re i ed utile gli apportale , divife ogni facciata in nove quadri per cia-
scheduna , ed in elfi comincio dal principio della Vita del Santo , diftri-
buendo le getta miracolofe in cotal modo .
Pitture del Comincio a dipingere la Vita del S. Padre a chiaro ofeuro , e di-
Chioiho di pinfe nel primo quadro , quale è fituato all' ingreflb per do ve fi pervie-
S.Seveuno. ne al Coro , la venuta del Padre di S. Benedetto con la conforte in Ro«
ma dalla Città di Nurfina , ovver di Norcia : Ma vedendo» che non nu-
feivano così vaghe , come que' Padri fi avevano figurato , volle tutte
l'altre dipingere colorite , introducendovi alberi , Paefi , cafamenti ,
acque, e molte belle vedute vi effigio fecondo il naturale, ch'e una
maraviglia j dapoichè quelle cofe fembrano a' medefimi ProfeiTori bellif-
fime , tanto pajono efprefle in quefto gufto moderno molte di quelle
mentovate cofe ; e malfimamente alcune montagnette , a pie delle qua-
li vi fono belliilime vedute di cafamenti , e Città , che effendo locate
a riva dell' acqua , fanno rifletto ivi dentro , che la fanno apparire ve-
rilììma, e tanto, che in frefeo non fi può far di meglio.
Colori adunque nel fecondo quadro il Santo , ehe pargoletto vien
portato dalla fua Nutrice confidenziale , dove gli Uomini ontfti fra via
gli vanno incontro per rallegrarfi di etto . Nel terzo quadro vedefi il ca-
pillerio rotto , riparato dal S. P. , allor giovanetto, ed a tal veduta
veggonli i popoli rimaner ftupidi per Cai prodigio . Così nel quarto di-
pinfe il S. P. Romano , che ammaellra il Giovane S. Benedetto , il quale
con la di collui fanta converfazione prefe l'abito monacale . Nel quinto
quadro efpreife 1' Antro con lo Hello P. Romano , che al nuove mona-
co Benedetto appretta povera menza , ripiena di benedizioni , e di fpiri-
tuale abbondanza . Vi dipinfe nel fello, quando il Santo tentato dallo
fpirito carnale , lo vince eoa i rigori de! g-rlo , e con l'afprezze di que*
faffi romiti , ove fa penitenza . Si ammira nel fettimo il frangimento
del calice avvelenato , per la benedizzione fattali dal S. Padre , e vedonfi
in qu fio azioni belliffime di maraviglia, e vi fon teli- fommamente
efpreflìve . Siegue l'ottavo quadro , ed in quefto , piena di molte figu-
re ,
Pitture , ed Architetto. 1 3 1
re, e di cavalli , vedefi la (loria de' Santi Giovanetti Placido, e Mau-
ro , ammeffi dal S. Padre all' ordine monacale , da lui illituito , ed è la
ftoria arricchita di belle azzioni a£Taj proprie , ed efprimenti de'fuoi con-
cetti. In quello quadro vi dipi ri fé Antonio il proprio ritratto , che in
piedi (landò involto nel mantello , (porge in fuori di eflo la mano col
guanto , colla quale tiene il pannello , che fecondi l'ufo di qua' tempi,
1 peli non circondano l'afta , come fon ora , ma efcono di mezzo la pun-
ta del legno incavato , e da q i e II j ritratto , ch'è in età virile più tofto,
argomento , che non la fui morte ( come fcri/Tero lo Engenio, ed il Ce- Abbaglio
lano^ ma più tofto altra cagione, impedì il compimento delle fio- dell' linge-
rie di quello Chioftro , giacche egli lì morì molto vecchio . Ne quella a'°> e Cela*
cofa dava efprefla in quel libro , che mi fu improntato dall'Archivio"0,
di S. Severino , ove a minuto vi fon defcritte qutfle pitture , ma non
dice la cagione, perche non furono da Antonio terminate J Inoltre vede-
fi altro fuo ritratto dipinto nella fimile età in una tavola , che fi ve-
deva nella celebre Galleria del lù Principe di Montefarchio , e che ora
è in cafa delli eredi di cafa d'Avalos , Principi di Troja , nella qual ta-
vola è dipinta la vidta , che fa la nollra Donna a S. Elifabetta . Nel no-
no quadro efprerTe il Monaco impazzito , che vien dal S. Padre guari-
to , m virtù dell' orazione porta per lui alla B. Vergine . Dipinfe nel
decimo, il S. Padre , che efltndo a Monte Cafino , dimoftra a'fuoi Mo-
naci , qualmente dalla cima di quello monte dovea fcaturire acqua foa-
viflìma , ivi condotta dalla Provvidenza divina . Effiggiò nelf unde-
cimo quando il S. P. ricongiunfe il ferro manubrio , che era rotto, con
la fua Santa Benedizione , e nel duodecimo mirabilmente vi efprtfTe il
giovanetto Monaco S. Mauro , che in virtù iM S. P. fopra l'acque ca«
mina; ed in quello vedefi un patfe mirabilmente dipinto , con un'ori-
zonte sì vivamente efprerTo , e con l'acqua , come di fopra data , che
fa rifleflb , che non può farfi di meglio , anche da' moderni Pittori .
Nel quadro decimoterzo , fi vede il Corvo , che per ubidire al S. P.
afeonde l'avvelenato pane , e nel quartodecimo vedefi il S. Padre , che
predica a' Popoli di Monte Cafino la verità del Vangelo , per la quale
gli fa lanciare l'idolatria del falfo Dio Apolline, venendo alla fede del
nollro veraciffimo Redentore . 11 quadro quintodecimo rapprefenta,
quando l'invidiofo Demonio , nel mentre il S. P. fabbricava il fuo Mo-
niftero di Monte Calino , per impedirne agli operar] l'erezzione , fi po-
fe su la gran pietra , che que' dovevano alzare , e quella per fua infor-
nai potenza fatta immobile , vien per virtù del S. P. con la fola bene-
dizione refa molto leggiera , per la qual cofa fi parte fuggitivo il Demo-
nio . Contiene il feftodecimo allorché il S. P. in fpirito penetrò , come il
fratello del Monaco , nominato Valentiniano , avea mangiato per via,
e con ciò avea al digiuno trafgredito , (olito ufarfi per fuo divie-
R 2 to,
1 3 2 Vita di A ntonio Solario
to , a chiunque in quel luogo Siero veniva . In quello luo^o , ove pre-
fentemente vi è lo 1 ritto quadro , vi era anticamente la porta del Ca-
pitolo , che fu fabbricata , p r render le faccie uguali del fuddetto Chio-
... , .,, ftro , per le dipinture di quello famofo Artefice della Pittura; h qu 1 co-
Libro dell v ' r r i t i i r
Archivio di 'a e notata nel libro poco dianzi mentovato , e del quale feci menzione
S.Seveiino. nella lettera , che diretta a ProfefTori del difegno io già fcriffi.
Ma per ritornare allo incominciato racconto delle ftoriedel S.Padre,
efprefle dal noltro Zìngaro in quello luogo , dico, che dipinfe egli nel de-
cimofettimo quadro il figliuolo monaco , a cui rovinando il muro , per
opera diabolica , aveali le ancor tenere olla (tritolate, per la qual cofa
vien ridituito alla pnflina fanità dal S. P. p^r il mento delle lue effi-
caciflìme orazioni. Contiene efprefla la dei ima ottava Moria , quando
S. Benedetto riprefe il finto Re , lludiero del Re Totila , per averlo irt
fpirito conofeiuto per fervo , e non tlltndo il Re , così ave/Te confentita
al Padrone di venirgli ingannevolmente avanti gli occhi ; riprendendo
anche coloro , che fingevano il regale accompagnamento , come parte-
cipi del medeiimo inganno ; laonde accade , che nella pittura del deci-
monono quadro vedefi effigiato il ReTotila , che pentito di tale ingan-
no , viene ad umiliarli a' piedi del S. P. , avanti di cui proftrato cerca
perdono al fuo fallo ; avendo per l'antecedente fatto conofeiuto la San-
tità di lui , e vien dal medeiimo accolto con fpeciale amore , e carità ,
predicendogli , come dovea prender Roma , e vivere , e regnare dieci
anni . E quella ftoria piena di figure , di cavalli , di carriaggi , e di
fanti , che reca maraviglia , come nella moltitudine non fi confondano
le figure , ma che ogni cofa fia diftinta , ed il tutto mirab Imene» accor-
dato . In quello Chioftro folea venirvi più fiate il celebre Marco da Sie-
na , per vedere così rare pitture ; Gonciolìacofacchè di ciò ne rende
egli Hello teltimonianza nella lettera , che egli fcrive a Napoletani Pit-
tori , ove quelle parole fi leggono :
Cola Antonio , che d4 pi ti fé sì bene , qua>i to [i moderni Macfìri , e
dopo lui fu il famofo Zingaro , il quale [finto da amorofa forza Pittor
divenne» ed in vero, le Jiejje figure di cojìui qualora da me vengon veduti
mi febran vive , é*c Fin qui il dotto Pittore ; foggiunguido a favore
de' Donzelli altre fue laudi .
Errore del *' Cavalier Maflìmo Stanziasi , fcrivendo le fue notizie , di/Te:
Ovalier crie m a' tempo della Reina Giovanna prima , argomentandolo dall'aver
M.:/fimo,ov- veduto il ritratto di lei dipinto dalle fue mani , e perciò fcrilTe , che
vero abba- avea ferv)ta la fuddetta Rema ; la qual cofa erroneamente egli fcrifle »
g io per (1;, pojche l'averne il Zingaro dipinto il ritratto di quella , non lo colli*
nomi delle-/ rr r > r rr r i ■• i» i ■ r
due Reine-» tuilce fuo pittore , e cne tulle fatto in quel t.mpo ; perciocché molti fo-
Giovanne. no que' Pittori , che i ritratti degli antepafTati dipingono, e maiììme
quelli de' Principi . Anche Tiziano dipinfe i dodici Cefari, che tante cen-
tinaia
Pittore , ed Architetto. 1 3 3
tinaia di anni prima di lui erano (lui al mondo ; Che pero dico > che
ir/.noaro nacque , o quell' anno in cui morì la fuddetta Reina , ovve-
ro negli ultimi,che ella vifle, laonde non potè mai fervirla, ne di Ferrajo,
neda Pittore,erTendo'egli in qael tempo picciolo,o appena nato;Per la quat
cof 1 , credo che l'abbaglio lia prefo circa i nomi delle due Reme ; con-
ciolìacof teche , chiara prova ne dia egli il Cav. Mallìmo , col dire, chs
fu in tempo di quella , e del Re Alfonfo ; fé pur non vuole in qu.flia
chiuder forfè tutto lo fpazio della vita del Zingaro ; cioè dilla na-
feita alla fua morte , che facce-detti in tempo del Re Ai tonfo prim~, che
poco dopo lui venne ancor* egli quello gran Re a mancare, cioè nel
145-8. , a 27. Giugno dopo 23. anni della morte della Rema Giovanna Re Alfonfo
feconda, che morì nel 143 f. Ma acciocché meglio comprendali il fen- d' Aragona
timento di lui , veggafi da ciocche ne fc riffe in teilimonianza del va- l,10i'1 IK''
lore di un tanto Artefice , tuttoché dalle notizie , che poi lì porteranno J*' ' z>\
di Gio:Agnolo Crifmolo, Tederanno faperate le difficoltà mentovate,men- te tj; q;^.
treche Malfimo fcrifl'ep-r congetture aliali più,, he per certe, ed appurate vannafecon.
notizie; le quali furon prima trovate dal Cnfcuolo, e da Marco da Siena; da.
ma (empre ignote a Mallìmo le di colloro notizie , benché con diligen-
za da lui cercate ; teilimoniando quello fuo deiìderio , in un difeorfo,
che egli ne fenffe , il quale nella fua vita a Dio piacendo li porterà :
Ma in quello egli del Zingaro così ragiona .
112,'ngaro chiamato Andrea , ovvero Antonio Solario , fu nel tem~
della Bucina Giovanna prima , e del Re Al fon fo , mentre io ho vi Ho la
detta Fuegina da lui dipìnta , e come ho intefo da chi sa le cofe del no-
fìro Regno , fi dice , che fujje vajjallo , e della Provincia detta Bafilica- . Abbaglio
ta , benché non vi fi a certezza delia fua vera Patria , ma che certo fu *"*• j 1*7- ~
Regnicolo-, e che allora le fue pitture furono in grandi/fimo prrggio ap- ?ai0 f cóme
prcjpj detta Reina , e gran Signori , in y nel tempo ; e con tutta la jb- in appiedo
fradstta antichità , pure al giorno d'oggi fono molto /rimate le fue pit- lo dice.
ture., dove che fi vedono opere fue beli ffime a S. Severino , a Monte
Oliveta , a S. Pietro ad Aram , a S. Maria la Nova , e S. Pietro , ed
altre Chiefe , dove che , lafcefa di Croce , chejta a S. Domraico Mag-
giore , ndla Cappella del CroaJiJJo di S.Tomafo , è opera celeberrima
di lui , e la Cappella di S. Vincenzo Ferreria , in S. Pietro Martire, do~
ve che nel detto Santo vi è il juo proprio ritratto , perche fu poco avan~
ti del Zingaro fudetto , il quale ejjenda ajjai buon Pittore , e Jtimato ,
mancò circa il timpo della Regina Giovanna feconda , 0 poco doppn , la-
nciando Pietre , e Polito del Donzello fissi Difcfoli già valenti Pittori.
Di già a baftanza ccn vive ragioni di cronologia fu da noi prova-
to , che il Zingaro non mai potè lervire la Rema Giovanna prima , ma
più tolto la Rema Margarita potrebbe crederli ; già che fi vedeva anco-
ra ella col Re Ladislao , dipinti in un medtiimo quadro , nella Gal-
leria
1 3 4 Vita di Antonio Solario
lerh, che fu di D. Andrea d'Avalos Principe di Monttfarchio , Genera-
le p.ù volte delle Gal. e di Napoli già mentovato , fé pure non dipinfe
egli il Z ngaro quelìi ritratti a memoria per compiacere la Reina Gio-
vanna feconda , che forfè volle in pittura l'effiggie di fua madre , e di
fno fratello ; Dietro i quali ritratti vi era fcritto ; li Z.ngaro fece , e
Rex L.d.slaus , e Margarita Mater , nella qual Galleria vi era ancora
la tavola dianzi detta della Vifitazicne della E. V. , ma per render vie
più piana a' leggitori ogni difficoltà , circa il tempo , che viffe il Zin-
garo i e quai Re fervifle tii pitture ; egli è d'uopo alcuna cofa di noftra
ftoria qui riportare, per la cronologia di que' tempi .
Succeflione Succeduta la morte di Ladislao nel 1414. , fucceiTe ai Regno di
ci Giovanna Napoli per retaggio Giovanna feconda , di lu forella ; giacche non ri-
leconda a m r 0 ^j^ ftlr„e Reaje j, Anp,iò in Napoli , fé non che un biliardo di
Napoli nel Ladislao , nominato Rinaldo, procreato in Gaeta da una fua Concu-
1414. b;ua, che poi mori a Foggia , Città delia Puglia , ove nella Chiefa
miqgiore fi Vide il fuo fepolcro , nella Cappella appunto, ove prima
fu fepeliito Car^o , primo ceppo della Cafa di Angio , laonde Giovanna
Vedova del Duca d'Auftria fu da' Popoli Napoletani gridata Reina ; ef-
fondo due anni innanzi della morte di Ladislao mancata la Reina Mar-
garita all'acqua della mela, Cafale di S. Severino , come dal fuo fepolcro
er.tto-'li dal Re fuo figlio nella Chiefa Salernitana j del quale già fi fece
parola nella Vita di Andrea Ciccione . All'unta dunque la Reina Gio-
vanna feconda fui Trono Napoletano , per compiacere a replicate, e
giuftifiìme iftanze de' fuoi popoli , pafsò alle feconde nozze con Giaco-
Seconde-j mo della Marcia , de' Reali di Francia , il quale per opera de' Napo-
nozze «11G10 jetanj Baroni f che vollero rimettere in libertà la Reina , da lui tenuta
con a neo^io , che in ftretto carcere , fu corretto timorofo partir di Napoli»
toiiit tjia- t iri} ' . .. . _ , , , ,. ■ r, , r.
corro della ed in Francia cambio la Real Clamide m abito Monacale , e la celata
Marcia. jn cocolla . Quello appunto a mio parere è quel Re di cui parla il Cri-
fcuolo , poi. he benjflimo accorda con la cronologia di que' tempi, ne'
quali il Zingaro fu littore , e fu de* Regi di Napoli , concofiacofache
non poteva in conto veruno effere Al fonlo primo , il quale fu adettata
da Giovanna dopo più anni fcorlì delle feconde nozze, cioè, allora quan-
do vedendoli fola , e fenza figliuoli , anzi fenza fperanza di averne, con
Ambafciaria di Malizia Carraia chiamò quel Realla fuccdlìone del Re-
Re Alfonfo ono , che fu circa il 1421., che però dico , che eflèndo Giacomo allo-
adotuto uà ^ ^ ^ ^^ j, 2,ngaro fatto Pittore , di poco tempo fpofato , e per-
f "i'n no- ciò pacificamente vivendoti con la fpofa , non effendo inforte ancora le
me dellaRei turbolenze , per gli avvifi de' fuoi Franceii , che turbarono la fua, e la
na Gio: ;e-_ujete de' p.-poli per la prigionia di Giovanna , potè beniffìmo, con fuo
•0^'ia• cufto , effere a parte de' fponfali nel Zingaro , ed effer dipinto da lui »
come lo fu in appreffo il Re AHonfo ; che dopo Cola Antonio in fommo
pre-
Pittore, ed Architetto. 135-
pregio lo tenne , infinche vide Antonio ; dal quale fi dice , che volfe
efler dipinto anche nella tavola , che aveaii mandata a donare Giovan-pavola di
da Bruggia , con f irvi ritrarre Ferdinando primo Tuo figliuolo, con altri G''o: dajj
famigliari di Corti- j come veramente pare in detta tavola eflervi dipin- Bruggìa di-
ti i fudetti ritratti con figure rifatte di mani ra del Zingaro, che non P,in*j> anche
,. _. -in • vl j- 1 • j » r» 1 1 - m Napoli
era propria di Giovanni da Bruggia , ma si bene di lui , e de Donzelli nQ, ^^
fuoi Diirepoli j de'quali vi è chi dice , efler fatti i fudetti ritratti , e le
acconciature per ordine di Ferdinando, e non di Aìfonfo; la qual co-
fa lafcio al giudizio de'puì periti delle noftre A'"ti,paflando a far parola di
ciò, che ne feri/Te il Notajo Pittore , a cagion di che ho ftimato nectfl?.-
ria quella digreffione in quello luogo, per render facile a5 leggitori il kio
fcritto per intelligenza del tutto , rammentando prima , di riportar
fue notizie quello , che fcriiTero i nollri più gravi Autori de' Re di Na-
poli , come furono il Collanzo , ed il Summonte , per autorizzare co1
loro detti la veridica penna del Grifcuolo , che cosi fcriife dopo regi-
mate le memorie di Gola Antonio del Fiore .
Ora ilUngaro per amore della fua figlia ( Intende la figliuola di
Cola Antonio fudetto ) come fi racconta , perche il l'aire li difie , che
fé diventava Pittore -, come lui ■, ce l'avaria data ; Il Zingaro che se
chiamo ancora Antonio , andò finora a trovare un bravo Pittore ■> cbia-
vtato Pippo , oLippo a Bologna , per quello che fé dice , e Jìando afiu-
diare con lui , lo quale a prima non lo voleva imparare , perche lo ve*.
deva giovane grande di più di 2 6. anni , tanto pregò lo 2 ngaro il Pitto-
re , che Jìudiando , come diceva , diventò maglio del fuo maellro , che
lo vantava all' altri , e a li fcolari , e fece bone cofe con lui , e partito] e
da lui , jentendo che ci era un bravo Pittore a Fiorenza , ci andò > #
ancora riufet -meglio di quejlo , e di altri , dipingendo a Venezia , e a
l{pma , dove poi rivenuto a Napoli , fu prefentato al Re , ed alla Regi-
na Giovanna , da un favorito , alla quale come a Vafiallo le dijfe tutto
quello che aveva fatto , ne ejja lo riconofeeva , cjjendo venuto in altro
modo i ma venendole a mente la promejja di Cola Antonio , fi fi cero ri"
trattare da lui ; come aveva fatto lo favorito , e mojìrato quelle pittu-
re de* ritratti a Cola Antonio , con una bella Ma Ionia ■, Con hAli Angio-
letti , che l'aveva portata a. donare > il detto Colantonio se ne mar avi'
gliai di cos't belle pitture , e doppo molti difcorjì di chi fiujfe mai , che
l'avefie fatte i difie la Regina , ed il Re, se lui darla la figli a a chi face-
va quelle belle pitture , più che a quello "Zingaro , e contentandofi cjjo,
dicendo che s) , fecero ufeire lo nuovo Pittore , che aveva intefo lo tutto*
da che refib tanto maravigliato Colantonio , vedendo chi aveva fatte
quelite pitture bellijfime > con che , le diede la figlia , e facendo lo fpon-
jalizio quelli Signori , ejjo difie ■ che fpofava la figlia a la virtù di An-
tonio , non alla nafeita de lo Zingari > Ma la Rjgina volse che cos'i sera
pìtm
1 3 6 Vita di Antonio Solario
prefjje chiamato; e così H2:ngaro per mzzo di tante fatiche ebbe
l'amata Donna , per amore d.' la quale era diventato littore ; e poi fu
anco Vittore molto l'.imato della Regina /ridetta , coite anco de lo %e Al-
fa n fo , dove che allora fi cantava a tutti lo cafo fucccejjb dello amore j
con che era beato quello Signore che poj/edeva un fio quadro , pagando/i
le [ne pitture gran denari , e la fama delle fue beile pitture dette, e bel-
le Madonne , andò per tutto il Mondo , anco da primo , facendo molti
quadri, ajjai J.imati , e dipi nf per li Monaci negri di S. Benedetto in
S.Severino , un Chio/iro pareggiatore , e anco dentro la Chi e/a , ed an-
co ahi Monaci bianchi a Monte Qiiveto , che fon Co/e ajjai buone , e anca
alla Chiefa detta vi è un fuo quadro , come a S. Domenico , con altre
pitture , a S. Chiara , a ò. Lorenzo , a S. Maria la Nova , a S. Maria
a Chiazza , tutta una Cappella , dove era lo Crocifijjo di Pietro de Ste-
fano , e a S. Giovatine a Carbonara un altra Cappella , e la Chiefa di S.
f ahi ano ■> S. Afprimo , la Collegiata , a S. Martino , a S. Ermo , e af-
fai onorato Vecchio , ricco di fi gli , avuti dalla cara moglie , a chi la-
/ciò riccha di danaro, e di robba , mor) circa ilmillefimo del 145T.
Notar Crifconius.
Molte dell'opere notate da Gio: Angelo Crifcuclo , da noi più non
fi veggono , per elTer fatte in frefeo, e modernate le Chiefe con le Cap-
pelle , come h è detto» Così ancora è accaduto ad alcune fue tavole ,
delle quali facendone diligenza per le Chiefe mentovate , non ho potuto
riuvenire ove fuiTero trafportate ; cioè di quelle di S. Gio; maggiore, che
chiama la Collcgiata,di quelle di S. Fabiano , di S. Afpreno , e di altre;
Veggendofi folamente le già notate pitture , che belliffime a maraviglia
in lin'oggi confervanfi , e che fono le più rimarchevoli,coine fon quelle:
della calata dalla Crocè in S. Domenico , del Noviziato di Monte Olive-
ro , del Sk Vincenzo Ferrerio , le pitture alla Chiefa del Succorpo
di S. Severino , della B. V. nella Chiefa di fopra , come anche dell' Ar-
canpelo Rafaello , ed altre tavole che fono per lo Moniftero , e le pittu*
re memorabili del Chioftro mtntovr-.to , e 1' altre già dinanzi defentte ;
Per lo Real Convento di S. Maria la Nuova fi veggono altre opere fue,
che in genere loro fono belliffime , maffimamente alcune Madonne,con
i loro Bambini , dipinte con fomma diligenza , e per lo più in Campo
d'oro, accordandole così in que' tempi con lavori di p';ù maniere di»
pinti fopra quel Campo , per ornamento : e vaghezza, fecondo 1' ufo
di allora ; e tutto che Cola Antonio del Fiore ave/Te cominciato a di-
("cacciar queft'ufanza del dipingere in Campo d'oro , per far pompa della
morbidezza de' colori da lui cosi ben ritrovata , acciocché focihio non
andafie in que' dorati lavori vagando , ad ogni modo il Zingaro volle
ancora untarli , per ricchezza di alcune immagini di noftra Donna , eh*
«gli dipinfe , avendo ancor lui , come il Suocero , voluto dimoiare al
Mondo
Pittore , ed Architettò. 1 3 7
Mondo l'accordo de' (uoi colori , nell'unità , e copiosità delie llcrie >
ove accordando i campi col vero , appena vi hfciò l' ufo delle Diademe
dotate, per vcncrazion di que' Santi , chi elle rappretentavano , ban-
che in molte altre pitture non volle ufarle . Ma è tempo ormai di veni-
re al racconto delle opere, eh' egli fece, e che di lui fi veggono , e ptrb
dico , che cominciò con Pietro, e Polito del Donzello 1' opera di Poggio
Reale per lo Re A Ifonfo primo , ma fattovi alcune figure, la lafciò
tutta a quefli fuoi amati , e fufficimti Difcepoli J per tali avendoli ap-
provati al mentovato Re ; come accennò Marco da Si^na nel fuo d.fcor-
L , ove difle : che ajutorono il Maeltro nell' Opera di Poggio Reale ; e
veramente per rifpondere a i te mpi , pare che al Zingaro , come a
capo , fnfle commeffa l'opera , e poi da quelli eftguita .
Delle pitture , che in varj luoghi d' Italia egli dipinfe , e per mol- Varie pie-
ti Principi , e Perfonaggi in que' tempi, non ho potuto avere certa noti- ture del
zia, (e nonché nelle Gallerie di varj Principi efteri fi ritrovano opere 2,n£aro.
fue, per ornamento di quelle , e per compimento» del numero de' più
virtuoli Pittori memorabili di que' Secoli ; come nelle raccolte delle
Gallerie de' noftri Principi Napoletani fé ne vedono delle belliflìme , ed
jnfpeciein qu; Ila del Signor Principe di Tarfia Spinelli vi è una tavola
circa tre palmi , di mezze figure , ove è dipinta la B. V. col Bambino
affai graziofo , ed un Angioletto da un lato , e dall'altro un Santo Bene-
dettino ; Cos'i parimente vi fon due quadretti , affai ben dipinti,per tra-
ve rfo , ed in uno vi è la Storia di Erodiade , con la tetta di S.Gio: Ba-
ùtta , portata innanzi la menza del Re Erode , e nell'altro fi vede S.Gi-
rolamo da Cardinale , levare la fpina al Leone , con altri Santi , e fi»
gurette affai belle . Così nella Galleria de' Principi della Rocca Perdi-
fumo vi è la medefima Midonnim , che dal Zingaro fu portata in dono
alla Reina Giovanna , con altre fue pitture ; Jn quella del Duca della
Torre Filomarino , ove fra l'altre infigne pittare vi fi ammira quelli
celebre, ed inarriv?.b,le delle tre Marie di Annibal Caracci , vi fono
di Antonio alcune picciole tavolette con iftorie di S. Gio: Butifta, ed al-
tresì una mezza figura di una S. Vergine molto bella , e nelle altre di
v.irj Perfonaggi , vi fono opere fue , e ritratti , oitr:j de' mentovati del-
la Galleria del Principe di Montefarchio . Così nelle Cafe di varj parti-
colari , amatori delle antiche pitture , ancor fi veggono molte opre
fue, e nella raccolta de' dilegui de' primi Pitt ri, che ultimamente
avea unita D. Gafpar d' Hiro , Marchefe del Carpio , e Viceré di Na- D. Gallar
poli , fi pregiava averne ben dodici di mino del Zingaro ne' libri fuoi. ° ^3i".^1'
Cesi nella famofa raccolta del P. Reità , della Congregazione dell' Ora- c". ''|Na'
t rio in Roma , mi viene accertato da ProfefTor di Pittura , che 1' ha rileccante
veduto , che ve n'erano acquarellati di nero , e roffo belliifimi , af- di Pùutra .
fermandomi ancora il fudùetto ProfefTore , che altri ne polTedeva il ri-
S no-
1 3 8 Vita di Antonio Solario
nomato , ed erudito Gio: Pietro Bellori , nelP Ahm Città di R orni, fra
fuoi fcelti difegni , che poi 1' ebb : in un con gli altri il celebre Cirio
Maratta; e nel nofiro libro de' difegni de' valenti M;e(tri, li veg-
giono due m.'vze figure a penna , difegnate di fha mano , le quali
molto ving no filmate da' Profeffori , e da' dilettanti , per edèr
p.irto di sì pregiato Maeftio. e rare memorie della veneranda an*
tienici .
Or qui non pollo a meno di non maravigliarmi del come un Arte»
fice così noto , per lo nome , é pt r 1' opere , fia fiato trafcur.to da tut-
II Vfrri ti quei , che fcnilèro di Pittura , e prima da Giorgio Vafari , che cer»
non k.<L_» tarmnte dovttt vederne 1' òpere , (e non altrove , almeno qui in Na-
nnini meii- p0|i t 0Ve quelle del Chioftro di S. Severino , del Noviziato di Monte q*
Zingaro'' 'lVet0 » ( ove '' Vafari più opere dipmfe ) la tavola di S. Domenico, del
con 'torto' depoiìto dalla Croce , e quella del S. Vincenzo Ferrerio in S, Pietro Mar-
delia Virtù tire , col S. Francefoo in S. Lorenzo ponno ftare beniffimo al con-
dì quello fronto di qualunque famofo Pittore di que' tempi ; Non dico già de'
to 5" molti da lui deferitti , i quali non meritavano i tanti onori, che già
mofQ ^ ' a* egli li fece , come dille Marco da Siena , ma parlo de' migliori , a cui
il Zingaro non era inferiore; perche dunque nonne fece parola , e
per qua! cagione non gli refe l'onor dovuto , facendo giuftizia alla vir-
tù di lui ? Che però moflo da quello giuftiffìmo motivo il Cavalur Maf-
fimo Stanzioni , ferine nelle lue note le fegu_nti parole contro elfo
Giorgio: £ perchè del Zi riparo] detto non ha fatto parola , quando era
meglio di tanti fcritti Vittori dì quel tempo , e cos) delti Architetti-, e
e delli Scultori di allora &-c. Ma io per me non so firnealtro argomen-
to » fé non , che 1' eflere il nottro Zingaro del Regno di Napoli , fu ba-
llante motivo a firlo incorrere nella forte degli altri antepaffiti Maefirij
fé pure non vogliam dire , che il V ilari per la fcritta fila paifione volle
le altrui glorie celare , per dare alla lua Fiorenza , ed a* iuoi Tofcanl
ogni vanto . Così con Giorgio non ne fecero ne meli parola altri Scritto-
ri dell'arte del difegno , ed antichi, e moderni. Ma quello, che più
maraviglia mi accrefee, lì è , the da molti è nominato , ma da ninno de-
Abbagllo fCritt0 • Che più ? IIP. Orlando nel fuo Abcedano Pittorico , in cui
del P. Or- nomina tutti i Pittori dell' Univerfo , Cita ( ingannandoli però / il Zin-
landi . oaro per Maeftro di Andrea Sabbatino da ^Salerno , che fu tanto dopoi ,
e non ne fa la memoria a parte; che fé bene poterle feufarfi , con dir
forfè , che n.una notizia da' libri egli ne avea ; come da quei del Vafa-
ri , che fono il fonte , e l'origine di tante belle fatiche ; ad ogni modo
però , potea b.-n dire : Che coftui era fiato Pittore famofo , e che vifTe
circa il tal tempo fec. Perciocché, come n' ebbero le notiz.e il Cri-
fcuolo , e Marco da Siena , col Cavalier Malli no , così p teano aver-
le gli altri ancora , e tanto più che lo fcritto amore del Zingaro , per
cui
Pittore, ed Architetto. 139
cui divenne Pittore , è cofa orimi di volontà , quali per le bocche di tut-
ti ; Con clii fé rob poteano (caverne le notizie piene , e diftinte , al-
meno poteano farne una buzza , come lo Icntto MaUìino già fece » il
quale Icrnl'e quello , che ns fé n ti va dire , come da noi fu portato ; ed
in fommi ogni coli , che fé ne luffe f. ritto, l'aria fiata biffante a cancel-
lare la malignità , tacendo di quell'Art lice minzione onorata .
Ma già che , forfè per fupreini gnzia , fu quell' onor desinato al-
la debolezza della mia penna , egli è dovere , che munì cofa traforan-
do, aneli.- a colla di qu illivoglia fatica , od. faggio, fi faccia chiaro al
prioada il merito di qu.fto Art fice , ed in quii fupremo grado fu
Canuto ; conaoifìacofuhe , non folo da' naturali Regnanti fu egli
ben veduto , e carezzato , mi anco da un Pontefice Romano fu
chiamato in Roma a dipingere in una Chiefa , che fecondo il Cnfcuolo,
fu in S. Maria Maggiore , die in quel tempo era (lata riedificata da Papa
Eugenio IV. , ovver Nicola V. , il qual Papa udita la fama dd Zinga-
ro , lo chiamò in Roma a dipingere una Cappella , e la Tribuna di det-
ta Chiefa, «tei le quali pitture non fé ne trova velliggio , per efTerfi dopo
modernata la Chiefa ; come altresì di altre pitture ivi ratte non fé ne
hanno altri rilcontri , fé non che quelli ne fcriffe il citato Agnolo Cri-
fcuolo , e he per finire il rapporto di quinto difle del Z:r.garo,quì fi tra-
fcrive ciocche di Ini foggiunfe .
£' da faperfi ancora , come ho trevaeo notizie , che il predato An-
tonio Solario 1 detto il Zingaro , fia della Terra di Civita , vicino Chie-
ti » ed emendo cos/famofo Pittore , la fama fua pervenne all' orec chie ,
0 de Eugenio Papa , o de Nicola V. Papa , il quale avendo reedtficato in
Bgma una f amo fa Chie fra , che fé dice ejjsre S. Miriti Maggiore , over»
avendola rijiawata , chiamò il Zingaro a Hpma , dove ricevuto eoa
molto onore , dipìrife in detta Chiefìa la Tribuna , e certe cofe a una
Cipptlla « e anco fé dice , che dipinfe una Cappella dentro S. Pietro , e
molto bene riconofeiuto tfeCe altre cofe ad altre nobili Per foriere tornò a
Nippli con premio,? benedizione del fudetto Papa . Hitar Crifconim'
Dicefi però da alcuni , che ncn riedificorono la mentovata Chiefa
di S. Maria Maggiore , ne Eugenio IV. , ne Nicola V. Pontefici , ma
che si b.ne fu fitta da Eugenio molta fabbrica nel Palaggio del Lutera-
no, come ancora in S. Pietro , ed egli dine ordine , al riferir del Pla-
tina , che tufferò fin. te tutte le pitture già fatte cominciare da Marti-
no quinto nella Chiefa di S. Giovanni Laterano , e ne fece fi re dell'al-
tre anche in S. Pietro , nel Palaggio Vaticano , laonde credo affai ferma-
mente , che quello Pontefice lo chiamali; in Roma , tanto più , che fu
amico del Re Alfonfo Primo di Aragona , già coronato del Reame di
Napoli , come fi ha dal Platina mentovato , e dalli noftri Storici Autori:
Altri dicono , che anche Papa Nicola Quinto fece molte magnifiche fab-
S 2 briche
i Ao Vita di Antonio Solario
briche vicino S. Maria Maggiore , fecondo afferma il medefiino Platina,
Panvinìo. col Panvinio , e confeguentemente alcuna cofa riftaurò , ovvero abbellì
nella Chiefa mentovata ; Ma comunque ella la bifogna foffe avvenuta ,
egli è certo , che il Zingaro dipinfe due volte in Roma , e quell'ultima
vi andò chiamato da un de' fuddetti Pontefici , giacche veggonfi alcune
figure da lui dipinte ancora nella Libraria Vaticana , e nel Succorpo
della Vaticana Bafilica , le quali efprimono le Virtù , o le feienze ; oU
tre del e figure , che miniò su la Bibbia Sacra, la quale da un Pon-
tefice fu poi donata a Cardinale Olivieto Carata i poffedendone un altra
ancor dal Zingaro figurata , il Cardinale Annibale di Capoa , la quale
egli lavoro o p~r Arrigo Minutolo Cardinale , o per Aflorgio Agnefe .
Nella Libraria famofìlììma de' Signori Valletta vi erano le Tragedie di
Seneca fentte in carta pergamena , e quella era eccellentemente iftoria-
ta dal Zingaro , e vi erano figure , tette, ed attitudini , che non potea-
no tarli migliori nel genere loro; e tutte quelle pitture di minio , fatte
con accuratiilìma diligenza avevano il campo uguale di finiiììmo azur*
io, oltramarino , con accompagnamenti di architettura , e profpettive
affai bene intefe •
Così dunque il Zingaro avanzato d'anni , di riputazione , e di (li-
ma per le fue bell'opere , appreffo di ogn' uno, ricco di facultà , e di
onori , fatto Vecchio di circa 73. anni , lafciando di fue fatiche molto
agiati i figliuoli ( de' quali non fé n'è giammai faputo alcun nome , per-
chè nulla elfi fecero Jcon fomma pace chiufe gli occhi a quella vita mor-
Su3 morte, tale , per aprirgli, come fi fpera , all'eterna . Lafciò eziandio Difcepoli,
che nel fuo tempo medefimo furono valenti Uomini , come furono 1 due
SuoiDilce- fratcUi Jel Donzello , ed altri molti della fua fcuola , fra quali fi con-
p ' tano Agnolillo Rocca de Rame , Buono de Buoni , con Silveftro il Fi-
gliuolo, Simona Papa , -e Nicola di Vito , il quale fu molto faceto, ma
non fu Pittore di Mima, come di lui può vederli . Così ebbe eziandio
altri Difcepoli , e lì dice , che egli imparò a colorire 1' Abìte Antonio
Bamboccio , aiutandolo a dipingere quella (lorie delia B. V. , che fono
efprefTe nel Chioftro di S. Lorenzo . Ma que' difcepoli , che gli fecero
grande onore , e che tennero tutta la fua maniera , furono Pietro,e Po-
lito del Donzello , poco dianzi accennati , i quali da lui furono amati te-
neramente, per la loro fomma bontà de'collumi , e dell' arte Pittorica ;
come a fuo luogo , fi farà di effi menzione onorata .
0 , ,. Fu il Zmcaro veramente affai dolce nel colorito, e benché man-
bue laudi, e -, i-i, » j- m .ir
diletti eie il* ca alquanto di grazia nelle mani , e ne piedi , e tal era nella poll-
ane .} tura , ovver buona moffa in alcuna delle fue figure , ad ogni modo
però ftppe darli azione , e moto affai naturale . Nelle Storie fu ccpiofo
inventore , e trovò bei concetti per (piegar. 1' idee di que'penfieri, che
concepiva, fituar.do ne' propri fiti le fue figure con prolpetiche rego-.
le i
Pittore, ed Architetto. 141
le ; intendendo la Profpettiva più * che altri Pittori de' tempi fuoi , ed
in vero , fé abbiamo riguardo a quell'età , vedremo chiaramente , co-
me egli lì accolto più al vero , di qua'unque Pittore di que' fecoli ( a ri-
ferva folo di Cola Antonio ) e per acquiltar quella parte , allora diffici-
lillìma , copiava tutto quello gli bifognava dal naturale , come ne un
fede que' veftimenti , e cofe tutte ,;che li tifavano ne' tempi fuoi,e nel-
le tefte fece tanto ftudio , che tutti fuperò ; e tanto, cheinlìno a' no-
ftri giorni fi ammirano più vive che dipinte ; per la qual cofa fece egli
ritratti naturalismi , che nulla mancano, sì nella fomiglianza , come
nelle/Ter b n dipinti ; laonde a gran ragione Marco da Siena feri (Te di
lui quel bel vanto : ed in vero le tefte di co/cui , qnalora da mi vengo»
vedute mi fimbran vive . I Paefi poi inlìno a' fuoi tempi non fi gran.
giammai veduti così ameni dpinti , ne con tante vedute, quanto furo-
no da lui efpreffi j avendo forfè a quefti un genio fuperiore , conciolsiac-
chè , gli dipingeva accompagnati di lontani vaghifsimi , e di acque
maravigliofe ; come nella deferizzione del Chioftro di S. Severino , già
fé ne fece parola, ed ove pub il curiofo vedere la verità di quanto io
qui narrai per far palefi i preggi di Artefice così raro ; ed ivi mirando
l'opere Aie , con la confiderazion di que' fecoli ne' quali tutte le cofe
aveano la maniera de' Goti , e perciò privi di ottimo gufto , così d'ifto-
riare , come di colorire , fon ficuro , che gli prefterà quelle laudi , che
dagli Uomini virtuofi , e di fenno gli vengono compartite ; e le quali
da tutto il Mondo Pittorico , e dagli amatori della Pittura , giammai
furon negate alla virtù di lui anziché a difpettó di coloro , che non ne
fecero menzione , pure il nome del Zingaro ha rifuonato, e rifuo n'era
fempre per le bocche di tutti i ProfeUòri del difegno , e degli amatori
di elfo ; e tanto farà ballante per immortai memoria della fua maravi-
gliofa Virtù .
fine della Vita di Antonio Solario da tutti
Il Zingaro nominato. t
VITA
I-j.2
VITA DELL' ABATE
ANTONIO BAMBOCCIO
Pittore, Scultore, ed Architetto.
SOno le virtuofe operazioni cotanto piene di merito, che fogliano
anche riportar "bude apprtflo di coloro , che folamente il grido
afcoltandone , non han giammai veduta cos' alcuna di elTe , p=r diretto
di lontananza ; e cor.;edutami per vera ( ncom'eiia è ver. filma ) quella
mia propcfizione , a quanto dunque lon tenuti coicro , (helecp-re de-
gli Uomini virtucfi fi godono ccn'cr di prefer.za , e mafiìuiamente quel-
le , che lu.ìro aila patria , e giovamento a! mondo han recato , per lo
d: 'etto , e per V tf.inpio loro ; che pcr.jò gratamente nipciidendo a*
b-ntfi-ii di elTV , qcr' che di grato animo fon forniti, e moralmente
adoperandoli , adempirono a quanto i' Uomo giufto è tenuto , d.:ndo
le meritate laudi a colui, che con tante lab nofe fatiche fé n' è rer.-
duto degno» Dove che per io contrario operando , fon degni di eterno
biafimoque' Scrittori , che avendo certa cognizione di ioro , ncn fanno
parola akuna i quelli , che giustamente mer.tano una memoria etrrna,
non che di pò. hi verfi commemorazione fi faccia ne3 libri loro . Quindi
è, che avendo io atìai ben ponderato punto cesi importante, mi veg-
gio per rgni modo tenuto a far menz.one di alcuni Artefici • che fé bene
Napoletani non tenero , ad ogni modo però VilTerc , e lavorarono in
Napoli ; e fé bene aicuni lunga dimora r.on vi avellerò fatta , pure p. r
gratitudine dille beii" opere lafciateci , te gii deve onerata memoria ;
A Ciò ancora Ip.ngendomi Telcmpio datone dai celebre Marco da Siena ,
il quale avvenga che Sanefe egli fone , pure mo;Ib da grat.tudine delle
amorevolezze tifategli da' Pittori Napoletani , aveva .mprelo a narrar
Je laudi de" tr,p5U,.ti Artefici del d.fe^no di noftra patr.a ; che perciò
con efempio sì grande , Ltb ancor' .0 n ~- di alcuni forafrieri ,
che gloriola mente in Napoli , e per ,0 Regno cperorono , de' quaii prij
ma larà la Vita he fiegne dell' Abate Bamboccio.
Nacque Antonio Bamboccio nella Città di Piperno »nelt anno in
Antonio 112- circa dei 1 ?68. , da Dom:ri:c . :re ancor egli, di non medio-
: 1 Pìpcrno ere abilità , mentreche quelli parlato i:: Napoli fu adeperato da Mafuc-
ca D.rr,tm-Cj0 ^con^Q , ta amiti lavori di marmo , che egli aveva imprefo a con-
durre per varie opere , che gli venivano ccmmelTe . Così dunque ve-
dendoli affai bene accomodato di lavori , fi fece condurre in Napoli la
moglie , ed il figliuolo , che a Piperno Ideista aveva ; L per. he
coaui prande inchinazione all' arti del difegno pro&flàva , dopo che
l'ebbo
co
Pittore,Scultore,ed A rchitetto. 1 43
Febbe perquilche tempi Limito in quello , lo rnccom mdvi i Mifucch,
cui e^li ben conofcea quii valentìl»m.) fi forte in ambe le ficuttà , rf j E'^b? (cuoia
Scultura , ed Architettura ; né punto s' mginnbcirc la fperanzi , che da Mafiwcio
concepito egli avea , perciocché tu file il genio del Oifc'.polo ,e l'amor
del Mieflro , che gareggiaroà citi pari , p r giungere quinto primi
alla meta della perfezione , ma nel pm b. hi de' ita ij fu >i , r=ftò Anto-
nio privo , così dell' amorofo M.iellro , iom ■ del caro Pi Ire , p r la
qual cofa fi acconcio con Andrea Ciccione , per lo qu .le varj lav o. i ope-
rando , venne con f una di buon Sciatore , e ili migliore rtrc .h.t tto , . "U
ne contento di quelle due facuità volle ancora apprendere la pittura,
per la quale innmzi g.à molti (ludj li ritrovava av^r fitto , lotto li di- i. B.jii
rezi >ne di Colantonio del Fiore ; laonde avendo acquatalo buon nome , ciò.
venne nella (lima di molti , ghe l'adoperarono a furali d.p.n^cre vani
Imagini Sacre , delle qnali ancora tal'uni. a'nollri giorni le ne conferv. ;
effendo una di effe, un'antica Immagine, .he in una Cappella laterale deli'
Altare del Pifcopio fi conferva , veiio li Sacnflia, di un altra a S.Chi.-ra,
e quella che poi laterale alla porti di S. Lorenz _> in una Cappella in col-
locata nel ifoo. come di m.mofcritti di quelle Imagi ni lì raccoglie .
Ma efercitan Ioli tuttavia nell' arte dei! a Scoi tura , come qu Ila,
che più utile , e diletto folea recargli per 1' ufo n.-l quale erano allora,
ed ancor dopo , le fcolture di marmo , ed in Nipoti più , che m altri
Città fé ne coflu.mvano quafi in tutte le Chiete , e ne più dift.ntj I-'a-
laggi ; come ne rende cnr.nlfimi tellimonianz.i il iempre mem rabile
Autore Giorgio Vafari nella vita di Girolamo S nt croce, venne con- G'orgio Va-
Ciò ad effere in malti vuj lavori intr gito , in tra de' quali cont.nli al- Kl11-
cune Sepolture , con molte figure in biffo rilievo lavorate , ed in fpe-
cie fece quelle ili Gioluè , e Michele de1 Santi nel Pifcopio lavorate ,
le quali molto effendo piace. ute a' Signori della famiglia Carbone , ed
effendo altresì in quello t^mpa , che tu nel 1434. , morto il Card.nal
Francdco Carbone, il quale fu creato Cardin.de d.\ Urb.no Se .lo f',1"1"!™]
nel ii8f. , fu ordinato da' fuddetti Signori ad Antonio , che trig rli pr IiC' (\0
dovdFe un (ontuofo fepokro , il qu de nello Alt ne della loro C p- Carboni:
pella , eretta nel m.ntuato Pifcopio , voleauo collocare . Egii che fom-
mamente defiderava far inoltra della lua abiltà , e di quinto neh ilu.l]
acquiftato avea , fi pofe a lavorare con (omini diligenza il fep^lcro ,
orti ito con varie figure , e nella C^lfa di mezzo rilievo vi fcolpì i fatti
del Cardinale , facendo in elfi apparire la mduitna dell'arte della feoi-
tura , e la maeflria delia (uà intelligenza. Indi terminati gli altri or-
namenti, che doveano accompagnarlo , fu fopra il difignato Altare iì-
tuato con univerfaìe applaufo , e comp, acimento di que' della fami-
glia del Cardinale ; dapoichè videfi il M.uftro lodato digli Artefici di
tempi, infra de' quali le laudi di Andrea Ciccione molto onore gli
atcreb-
1 44 Vita dell' A bate Ant.Bambaccio
accrebbero, per la ftima nella quale Andrea era tenuto in quel tempo }
In qutfta fepoltnra noto Antonio il fuo nome , come cola lavorata con
fommo ftudio , ed intelligenza dell'arte .
Qudta fcpoltura veduta , e e nfiderata dal-Canlinale Anipo Mi-
I! Cardinale nuto|o , allora Arcivefovo della Chiefa Napoletana, 1' invoglio di dar
Aru'go Mi- compimento ad un fuo penficro , che da più tempo avea concepito
nm< lo tece neìh fua mente i il quale era di voltre a proprie fptfe ornar di marni
narnent! al- 'a Porta maggiore della fua Chiefa , la quale eretta tanti anni innanzi
la poita del^a"' ^e ' Carlo primo , e fecondo di Angiò , erafi rimafa imperfetta,
Vefcovado non avendovi badato i lor fucceffori , o per turbolenze di guerre, o
di Napoli, perche in altri lavori di altre erezioni di Chiefe impiegati , punto non
fi curarono del complimento di qu.-fta.Per la qual cofa volendo pure una
volta vederla all' in tutto finita il Cardinal mentovato , e confideran-
do quanto Juftro avrtbbe alia Chiefa di Napoli apportato col far quefVo-
pera tutta di fcuìture di marmo , e quanto onore a sé fteffo , lafciando
a Puficri memoria sì gloriofa , ne commife fenz' altro indugio ad An-
tonio il penfiero ; Il quale con lieto animo incontrando opera cotanto
fortunata per lui , ne formò un modello di terra cotta , che fufomma-
mente gradito dal Cardinale; laonde con grandiffima celerità, avuti
con fé nomini iftrutti nelP arte , ed attivi al poiììbile , oltre de' fuoi
Difccpoli , diede principio all' opera , la quale in quello modo co-
ftruffe .
Piantò egli un Leone fopra la prima bafe , che affai bafla fi vede
Vekrmortt pefar nel piano , (cpra il Leone pole una colonnetta , alta non più che
Aidd °ro 'e' ,r!0duli ■> e fepra il Capitello di effa vi fituò un Santo protettore
dalla Città di Napoli , il quale per nicchia è fituato in una come Ca»
fella alla gotica , giacche tutta la ftruttura di quefta Porta è in tal
modo condotta, ed ogn' altro degli altri Santi, che un fopra P altro
fuccedono , ha un fimile, benché variato ornamento. Vi fono da ciafeun
de' lati molti di quefti Santi Protettori , tutti fcolpiti di marmo bianco,
e tutti di tondo rilievo , pofando ogn' uno fopra la fua menfoletta , che
fiiffeguentcmente fuccede dopo ciafeuno ornato * e ta 1 ordine Hegue in-
fino lo limitare di Ppra della Porta di detta Chiefa , la quale ha come
un fregio di altri Santi di baffo rilievo , e fopra quefti , volta un gran
arco , fotto di cui fitunt- fi veggono le ftatuedeila B. V. col Bambino
in braccio , che fiede maeftofa nel mezzo , avendo da' lati , quelle
di S. Pietro Apoftolo , e di S. Gennaro , primo Protettore , e Padrone
della Città di Napoli , dal cui lato vi fi vede la Statua del Cardinale
Arrigo Minutolo inginocchjoni , in atto di pregare la gran Madre di
Dio per lo Popolo Napoletano , e nel frontale dell' arco , in baffi rilievi,
vedefi frolpito, ed un ornato , che fa alcuni angoli acuti da baffo, ove
vi fono Angioli , chefuonano, e cantano , fefteggiando la coronazione
della
Pittore, Scultore, ed Architetto. 1 45
d*lla B. V, che fi vede fcolpita in un gran medaglione tondo, in cui
vi è efpreilo No^ro Signore Giesù Crilto , che la corona , e quello do-
po 1 fuoi ornamenti , va da ciafchedun de' lati a terminare in un ango-
lo acuto , che fa piramide , al quale è (oprappofto un zoccolo , che fo«
ltiene una colonnetta , limile a quella già detta nel principio , e (opra,
il fuo capiti- Ilo , aflai ben coftrutto alla gotica , vi è collocata la Statua
di S. Michele Arcangelo , the ha fotto i Cuoi piedi il Dragone infernale,
e quella Statua dà finimento alla Cima , come ancora tinifeono le parti
laterali altre due colonnette , che alzandofi Ibpra le nicchie de' Sanri
già mentovati , e di que' , che l'opra elfi lituati fopra altri zoccoli fuc-
cedono , fanno finimento V Angiolo Gabriele da una parte , e dall' al-
tra la B. V. Annunziata da elfo , reltando con quelli due Angeli , « con
la fuddetta B. V. compiute quelle feolture delle cime fecondo i' ufo del
gotico ornamento
Terminata alla perfine quefi.i f.tica , cotanto laboriofa , e toltafi
la turata , fu dia efpofta alla veduta di ciafeheduno , e da tutti coloro ,
che vi concorfe.ro , e che la videro , ne furon date all' Artefice le me-
ritate laudi , ed al Cardinal Arrigo infinite Benedizioni , per avere con
Comma generolìtà dato compimento così ragguardevole alla porta della
Metropolitana lor Chiefa , la quale per Io fpazio di cento , e trent' anni
incirca, da che era fiata riedificata da' mentovati Re, non avea fin-
venuto un cuore sì gene rofo , che avefle voluto toglier quella rozza
apparenza , in che era rimafa quella porta per gì' infortunj accaduti ,
come dinanzi nella vita di Mafuccio fi dilfe ; laonde veniva a deteriora-
re la Rima della magnificenza di una tal fabbrica , dapoiche nel primo
ingreuo non fcorgeali queir ornamento , che fuoP eflère il primo ad
cfler vagheggiato , e commendato da' Spettatori , ed è il primo a da*
nell' occhio di qualunque ad un tal luogo fi porta , per formarne giudi-
ziofo concetto i ma quello, che maggior maraviglia recò agli occhi
d-j' rifguardanti , fu il confiderare , che 1' Architrave , il cornicione ,
e gli ftipiti di elfo , eran di tre foli pezzi coftrutti , la qual cola ancor'
oggi fi vede , ed è certo , che non può negarli da chi che fia contraila»
tor delle laudi , di non doveifene moltiilìme contribuire a queft' opera ,
per tal rimarchevole pregio ; Il qual pregio ben conlìderato dal Cari
dinal Minutolo, con tutta l'opera , volle , che 1' Artefice , oltre alle-
laudi dovuteli , fufie contradiitinto ancora nedi onori , perciocché de-
corò Antonio con una Abadia , pofia tra' confini della Città di Averfa, e ^ Cardina»
della Terra di S. Maria di 6apua , che gli fruttava quattrocento feudi1,2 ^'""r,
j j .... , r , • 5 -1. , -r. dona una Uà,
ai rendita , come li dice , la quale era in que tempi una ricthiilimaj;,, ad An-
penlione . tonio.
Decorato Antonio di qnefto onore , fu d' allora innanzi 1' Aba-
te Bamboccio nominato , ed effondo da per tutto fatto famofo , fece a
T vari»
146 Vita dell'Abate Ant.Bamboccio
varie perfone fabbriche di Cappelle , e di Palagi , che ora fon moder-
nate , e fece vr.rie cofe di (cultura, edinfpecie la fepoltura di Orazio
Zurla , e Pifcitelli , nel mentovato Pifcopio , ed in S. Domenico mag-
giore un altra , ad un Signore della famiglia di Aquino , che è fituata
Sepoltura nella Cappella di tal cafato , ed a quella Chiefa fece fare da' fuoi Di-
dei Cauli- feepoh con fuoi difegni la Porta Maggiore,per ordine di Bartolomeo, di
naie Arrigo Capua grande Aimirante del Regno . Morto poi il Cardinale Minutolo
Mmucolo , mentovato plj folpì di fui mano la Carla ftpolcrale, ^he fu fituata fotto
collocata-. . _ u. * , .v . „. , , , r f . ,. , ^ .,
focco la li- 'a gotlca irmuna , che già rece Pietro de Stefani , nella loro Cappella
buna ai Pie- alla Cattedrale , ed in quella ancora vi (colpi vane Storie di baffo rilie»
no de" Sce- vo , ornate con molte figure , che piacquero molto in qne' tempi.
"n'# Avea in tanto Artuiio Pappacoda , favoritismo dello Re Ladislao,
fatto enggere con fuo difegno la Chiefa di S. Giovanni Evangehfla , vi-
cino quella del Precurfore di Crifto , detta volgarmente S. Giovanni
Maggiore, e qutfta Compiuta nel 141 f. , volle, che Antonio medefi-
mo gli abbellirle la porta , e facciata di quella Chiefa, a fimilitudine di
quella del Vefiovadojanzi che penfafle di farvi cole pai belle, fé gli fuffe
bile , conciofiacofachè efflndo la porta di quella fua Chiefa più piccioli»
di quella del Pifcopio , veniva più riilretto il lavoro , laonde poteva
dar più nell* occhio per l'unione j che però 1* Abbate Bamboccio per
compiacerlo , vi fece un grande , e fontuofo ornamento di bianco mar-
Porta orna-m0) con molte ftatue intorno, da poiché vi fituò a baffo una bafe , ove
ta di marmi • r T ,. k n r i^i_ri\
alla Chiefa a S'aCere Vl P°'e un Leone , e dietro quelta , (opra altra baie alzo una
di Arcufio colonnetta ritorta , che ha fopra una Statua di un S. Apoftolo, e quello
Pappacoda. ha per nicchia l'arco , che attacca il freggio della porta , il quale è la-
vorato con putti , e mezze figure , fopra quello vi è l'arco , a cui fa cor-
nicione , e freggio un grande ornato , e fotto queft' arco vi è fcolpita la
Statua tonda della B. V. a federe , col Bambino in feno nel mezzo ,
e da' lati ha S. Gio: fiattifta , eS,GioJ Evangeli Ha . Sopra la Cornice,
nelle (Irifce della piramide piana , vi fono varj Angioli di baffo rilievo,
che fuonano , e cantano , effendovi 1' (mprefa de Pappacodi fituata in
mezzo di loro ; Sopra di elfi in un tondo , vi è la Statua a Sedere dello
Eterno Padre , che tiene il libro de' fuoi Divini Precetti , e nell' ango-
lo ottufo , che finifee la ftrifca , nella parte fuoer:ore , vi è figurato il
bullo del Salvatore , fcolpito in baffo rilievo , che con la mano dritta
tiene la trionfante bandiera della fua Croce , e con 1' altra mano la fi-
gura del Mondo . In cima della piramide di mezzo , lavorata alla goti-
ca , vi è la Statua dell' Arcangelo S. Michele , con fpada nuda in mano,
in atro di abbatteee il Dragone infernale ; effendovi dapli altri lati delle
altre due cime laterali , due altri Angioli , figurati per S. Gabriele, e
S. Rafaello, i quali han fotto di loro due Statue de' Santi Apodoli Gia-
comi , Minore , e Maggiore ; efs ndovi fìtuati più fotto , che viene ad
efler
Pittore, Scultore, ed Architetto. 1 47
efser nel mezzo di quelle laterali piramidi , le Statue de' Santi Apofcoli
Pietro» e Paolo . Sotto V arco fuddetto , ove è fcolpita la B. V. nu-nto-
vata , vi fono le feguenti note , imprelì'e in una gran lipide , con ca-
ratteri Gotici , che in quelli fenfi li fpieg-ino.
Anno milieno CCCCXP. Hanc , ttbi , iftia referat , lumm dt
lumine verbum.
Virginis in gremì um Caro Radium Sancite J oannes ,
Atdem , contribuì , miks Art ufi us Ahnam ,
De Vappacatdis propri is dsfumptìbus aclam.
Di qu.st' opera dopo , che fu terminata , e fcoverta al pubblico »
ne ottenne Antonio mokiflìme laudi , ed opulento onerino dalla gen=-
rofità di Artulìo mentovato . ConciolTìacofache , il lavoro per la ma-
gnificenza de' marmi , e per la ftrnttiira di efio , venivagli appieno
commendato da ogn' uno , per elTcr riputato cola aflai bella in que'
tempi ; laonde il Pappacoda non volendo ingrato dimoftrarfi all' Arte,
fice , che tanto luftro , con la l'uà opera , aveva alla (uà nuova Ghiefa
apportato, lo premiò largam-nte i la qual cofa trevafi notata nelle
antiche memorie ili quella Illultniiìina Cafaj avendo ciò attillato 1' o- Sepoltura,
dierno Principe Pappacuda al molto Virtuofo Ferdinando di Ambrog- di Ledovi-
gio , degnilfimo lettor di Matematica ne' Pubblici Studj Napoletani; co Alterna-
li quale ha fitto noi partecipi di cosi belle notizie. ' cico > nel
Ma una delle più faticate fepolture , che mai egli faceff.- Io Abate £hrioftro dì
», i r ' ... , .' ... r .", , _. . „ o. Lorenzo «
Bamboccio , tu quella di Ludovico Aldemarelco, che dentro la Chiefa di c pitture lac
S. Lorenzo , allor videfi , ed or nel Cniodro fi vede , per tflerli in tal te vicino al
modo accomodato il paffaggio da quello in quello , con toglierli la Cap- i'epoIcro,per-
pella ove era fituato il fepokro , laonde è venuto a rellare per abbellì- c'ie P-inia-»
mento del Chiollro mentovato . In quello Depofito vedefi una quantità ?1"" ° l'?,S°
t r i • i- ■ i i r-« r r- r iu cappella.
di figure , che 1 ratti del Detonto Signore rapprelentano , con ornamen-
ti di più maniere , ed ordine affai bene intefo di Architettura nel fito .
In effo , compiacendofi Antonio di quetl' opera , vi fcolpì il fuo nome »
col millennio di quefl' anno 142 1. acciocché dagli anni non fuflè ad al-
tri conceduto l'onore di tal laboriofo magillero i ed ancora per dimo-
ftrarfi in quella memoria , Pittore , Scultore , ed Architetto , coma
ancora per far palefe la grave età nella quale egli fcolpì quello fepolcro ;
da poiché vi fi legge : Abbas Antonius Bamboccius , di Hiperno Yillor »
é" in omnibus lapidi bus , atq', met allor um [cult or , Annuo Settua-
genario etatis fecit 142 1. In quell'anno fuddetto fu finita quella opera ,
per i molti impegni di altri lavori , che continuamente tenevano appli-
cato Antonio , ma 1' Aldemarefco morì nel 14 14. , e perchè ( comi fi
è detto di fopra) allorché fu quello fepolcro fituato, il luo^o era Cappel-
la , vi dipinfe lo Abate in una facciata alcune illoriette, affai bel-
le della vita di noftra Donna , le quali infino a' giorni nollri fi veggo-
T z no ,
1 48 Vita dell'Abate Ant.Bamboccio.
no , ed hanno molta laude anche da' medefimi Prore/Tori.
Or qui mi conviene alquanto ponderare come qu fio Artefice , ef-
fendo fettuagenario poterle dipingere su la maniera del 7.igaro , giac-
che quella maniera aflblutamente in quelle pitture conofcelì , e
come averle da lui apprefo la meniera , che da Col' Antonio del Fiore,
Ragioni in- fecondo il Crifcuolo dice , che a dipingere l'infegnb , & andarebbe be-
torno allej nillìmo col computo del tempo di Col'Antonio , poiché quelli dipingeva
Di *t Lire it,;l •
Bamboccio. in'ino "a quell'anno r 5 7 f . , come fi vede notato nel quadro di S. Anto-
nio Abbate , come fi dille nella fua vita ; laddove che il Zingaro non fu
Pittore , che dopo il 1410, incirca , ed il Cavalier Malfimo Stanzioni ,
attefla ne' Tuoi (critti , che l'Abbate Antonio dal Zingaro imparò a di-
pingere alla fua maniera , e che quelle pitture del Chiotcro di S. Loren-
zo , tenea che dal Zingaro fufiero almeno in tutto ritoccate , fé non da
capo dipinte ; che però bifogna dire , che 1* Abbate Bamboccio avefle
il pronto di efler' anco fra gli Pittori annoverato , ( come fi comprende
dalle fue notizie ,fcritte dal Notajo Crifiuolo , ove niuna menzione fa
delle lue Pitture , ma folo gli fa onore per la Scoltura , ed Architettu-
ra , come anche fa Marco da Siena , ponendo/o fra gli eccellenti Sculto-
ri di que' tempi , ) che però dice , che avendo un tal prurito , cercaffe
di fare in pittura qualche cofa , ajutato dal Zingaro , che allora fioriva ,
non avendo egli forfè de' coiori quella pratica , che aveva de' fcalpsl li ,
de' quali era maeflro ; e quello mio argomento vien confermato dalla
pruova , che prima del tempo del Zingaro l'Abbate non dipinfe cofe in
pubblico , ne alcnna cofa di rimarco infino a lui fi vidde , ne in altre
pitture come in quelle vi poneffe il fuo nome ; Ed acciocché quella mia
opinione non fia Rimata erronea , e lenza alcun fondamento , ecco qui
riportate le parole medefime , che fu tal particolare ne lafc io notateli
{uddetto Gavalier Stauzioni .
Si nota , che il Zingaro imparò a dipingere Antonio Bamboccio «
che fu famofo Scultore in quelli tempi , e quejìo fi vede dalle Hit ture ,
che poi fece , più migliori delle prime ; Come in quella del Chiojìro di
S. Lorenzo , vicino la molto lavorata Sepoltura ds ll'Aldemarefco ; dove
io tengo per fermo , che il fudetto Zingaro ci avejje dipinto i ejjendo
quelle figur ette tutte alla fua maniera , e dipinte con fommojìudio , &
amore dalle fue mani ère. Fin qui il Cavalier Malfimo , nella fua rac-
colta di notizie de' Profeflòri del difegno ; per lo qual fcritto fi moflra
chiaramente , che l'altre pitture dell'Abbate Antonio Bamboccio non
fiano di quella bontà , che anno quelle di quefto Chiollro ; laonde vien
confermato vie più il mio argomento^cioè, che avefle almeuo il Zinga-
ro quelle opere di fue pitture corrette , e ritoccate , fé non da capo di-
pinte , per buona amicizia in fra di loro contratta , e per la flima nella
quale era tenuto il Bamboccio « a contesnplazione di che probabil cofa
. ss,
Pittore; Scultore, ed Architetto . 1 49
fiè , che il Zingaro Tenga fu fi t flcrvare , entrando nella turata , lo ftr-
viflè in respingergli qm Ile belle figurette , accordandoli il rimanente
l'Abbate ; come fi vede dall'ordine di /frchitetcura , propriamente or-
nata fecondo , che egli la coltumava dipingerla , e fabbricarla in altro-
ve ; E da quella unione di amicizia credo ancora, che il Zingaro fi
approfittarle ancor lui , per bene illruirfi nell* Archi te tt tira , giacché do-
po di cotal pratica , fece con più regola le fue pitture ; come fi vede
nel Chioflro di S. Severino , ove vi fonocofe meglio intefe in tal facoltà,
che in quelle dipinture già fatte a Monte Oliveto , Se in altri luoghi di-*
pinti prima . Anzi che, dopo l'amicizia del Bamboccio , e dopo altresì
la fua morte , fece il Zingaro molte opere di architettura , guidando con
fuoi difegni più fabbriche di Chiefe, e di Palagi ; E quella vicendevole
comunicazione è anche molte volte accaJuca ad Uomini di maggior gri-
do , e di altra perfezione , che non eran veramente colloro , accadendo
anche ne' perfettilHmi Profeffori ;come lo attella l'efeinpio de'feeoli più
recenti di quo' tempi ancor barb-ri , accaduto al divin Rafaello da Raf.uilo da
Urbino , & a Fra Bartolomeo di S. Marco, i quali con le loro amorevoli Urbino ,
conferenze, l'un l'altro infegnando, fu il vecchio infegnato dal giovane e fia- Bar-
a ben colorire, e dipingere , e da quello fu„ quello nell' Architettura t ?!?co d\
. , j. Marco s
lltimto • v ; '. infegnorono
Ma è tempo ormai di dar compimento alla narrativa di quello vir- a vicenda^
tuofo Profeflbr del difegno , il quale virìe affai vecchio , dapoiche elfen- Y operar 1'
do egli fettuagenario nell' anno 142 1. , come ferirle nel mentovato l"10 *Yil»
Depofito,vifTe ancora più anni,cioè circa il 145 f. , come riferilce il No- *'°
tajo Pittore ; il qua! fcritto fecondo 1' ordine da noi prefo qui riportia-
mo in conferma di quanto di cofiui fi è detto ; che fé bene poteafi in
più fuccinto racconto riportar le fue opere , ad ogni modo non ho vol-
futo effer dì negligente , o di poco amorevole riputato dal Mondo ; per-
ciocché , non efTendo quello Artefice Napoletano , o del Regnc , mi fuf.
fé rimproverato da tali uni., lo aver di lui poco fcritto ; valendo in me
più tolto la Gncerità , e l'amore del vero , che la paflìon della Patria , e
de' ProfefTori compatrioti ; dapoiche protetto tener le parti della Virtù ,
e del giudo . Ma per venire allo fcritto del Cnfcuoio , egli dopo le no-
tizie registrate di Giacomo de' Santis , e di Andrea Ciccione , così di
quello Artefice ne ferirle , fenza lerbare ( al fuo fòlito ) ordine alcuno .
Ora avendo da far menzione de lo ftmofo Antimo Bamboccio , lo
quale fu. dello Stato della Romagna , ma giovine -venuto a Napoli ,
imparai da lo ditto M<'J "uccio , da lo quale fu amato come folio , e fu
•ualentijfimo Scultore , ed Architetto , avendo funerali tutti de Ili fuoi
tempi , e anco quafi lo maefiro in Scoltura ; ma lui era figlio de Dome-
nico , ancora lui Scultore di Marmit che ajutò Ma f uccia i Ma Antonio
fece cefe maravigUofe nella pzrta del l'ifeopio , per lo Cardinale Minuto-
itilo ,
i so Vita dell'Abate Ant.Bamboccio
itilo , a lo quale poi fice la fepoltura , tutta lavorata , [otto ^ornamen-
to de la Tribuna fatta da dietro de Stefano , e poi fice la porta di San
Giovanni de li l'appacoda , come anco quella de S. Domenico Maggiore
la fece fare confuoi di fé gai alli fopradttti Scultori , e fuoi Difcepoli ,
e lui fece la Sepoltura de le Cardinale Carbone , che è belli fsima , piena
de figure ', Coi/ quella de Lodovico Aldemarifco a S> Lorenzo , e. vi pofe
A tutte due lo nome , per ejjere opere molto faticate , e fece varie cofe di
pittura, e fece lo Sepolcro di Errico Carbone , al fudetto fifeopio, e quel-
lo di Giofuè , e Michele de li Santi , e di Grazia Zurla , e Tifcitiel/a ,
e d'un Signor diCafa di Aquino a S. Domenico ; Ma non quella fatta da
Majuccio con molte figure , e buone fiatw . Così Antonio facendo molti
lavori , fatto ajfai vecchio, morì circa fanno 143 5" • , lafciando fuo
difcepolo il figlio di Col' Antonio , che fece belle cofe di Scoltura . Notar
Crifconius .
Fu quello ProfefTore , aliai copiofo nell'inventare , e nel porre in-
fieme molte figure , dapoiche in tutti i fuoi lavori fi conofee aver egli
cercato il difficile , e'1 faticofo ; allorché avrebbe potuto con più meno
f.ttica sbrigarfene , laonde merita laude per lo fommo amore, che por-
tò alle nobilillìme arti del difegno , mentre fatto vecchio con più ftu-
dio le fue opere ccnduceva ; la qual cofa ne1 noftri Artefici di Pittura »
e Scoltura è fegno d'intelligenza maggiore, acquiftata Dell'operare
molti lavori ;e quelli lavori medefimi nel praticargli poi Tempre par-
tonfeono in vecchiezza la conofeenza dell'arte ,
Fine della Vita dell'Abate Antonio Bamboccio *
Pittore , Scultore , ed Architetto
da Ti per no .
VITA
IJ1
VITA DI ANGIOLILLO
detto Roccaderame pittore .
NOn è (empre biafimevoIe,come da alcuni è riputata , a gli Artefici
ilei difegno , l'ufanza di porre a chiare lettere il proprio nome nel-
l'opere , che efpcr fi dcnno ali t publica veduta di ciafcheduno . Con-
ciollìacofacchè , avendo un valentuomo molto (ludio operato per ac-
quisir iuitro a fé Merlo ( ch'è il primo fine , donde l'utile poi deriva ) ,
e dovendo efporre alcun parto de' (boi pennelli , 1' aoccmpagnla con il
fuo nome , per due cagioni . La primi, che per elfo fi vegga da cia-
fcheduno quello Clio ftudio avanzato a perfezione , e da quella molili
defiderj degli Uomini , debbino a lui , e non ad aitri , allogare i lavo-
ri ; e l'altra cagione fi è , che dal vorace tempo non fiano affitto con-
fumate le memorie delle fue indu'lriofe fatiche . Quefto appunto mi
perfuado , che furie flato il penfiero di Angiolillo , del quale ora inten-
do le notizie narrare ; Ed averle pure piacciate al Cielo , che tanti al-
tri valenti mieftri così fatto avelfono , che forfè non fari.tn per tinto
fpazio , e lunghezza di tempo rettati in preda di profonda dimentican-
za , e di molti ancora , de' quai nulla lappiamo , e che rimangono nel
filenzio perduti , in cui non retta egli il noftro Pittore , mercè del mme
da lui fcritto nelle fue opere > per lo quale ottenne laude dal Notajo
Pittore , allorché fcrivendo onorò le memorie de' noftri Artefici del
difegno ; ed ora da quelli miei deboli , ma l'inceri fentti , vien com-
mendato .
Fu coflui della fi ola del famofiliimo Zinparo , & in compip.nia di r c 1 „
_ . J r , fcu ocolai'O
Pietro , e Polito del Donzello aiuto il imeftro in varie opere , che quel- jej diriga-
lo dipinfe in Napoli , e per Io Regno , e ma Ili me in quelle , che per la ro .
Città di Chieti , Patria del fuddetto maellro furon dipinte ; dopo di che
avanzandoli fempre più con fuoj ftudj nell'arte , fece da sé nella Chie-
fa di S. Lorenzo varie (loriette d.vote , intorno all' immagine della
B. V- di Coilantinopoli , dipinta da Cola Antonio del Fiore, per ador- -y-ji Ice opere
namento di quella , che piacquero a que' Frati in quel tempo; laonde dipinte .-<_»
gli fecero fare una tavola di Altare , che fu fituata allora in una Cappel- S. Lorenzo,
la accanto l'Aitar Maggiore , e poi rimale dietro di elfo , nel mndemarlì
l'Altare fuddetto; ove vi figurò (opra la B. Vergine col Bambino in
feno , ed ab.iflb vi fece S. Francefco di Atlili 5 S. Antonio da Padova ,
S. Ludovico Vcfcovo di Tolofa , e due altri Santi , che per 1' um do li
fono affitto perduti ; Anzicehè la fudl.tta Cappella è totalmente dif»
mefla , e difuf.'.ta , che retta per ripoiliglio de' fcanni , ed altri mobili
della Chiefa , tanto è ella mal concia ; laonde la tavola mentovata cala-
ta giù dall'Altare retta affai malmenata in quel luogo . Tale appunto è
l'indù-
152 Vita di Angiolillo N.
l'incuria di molti , che lafcian perire le fatiche di coloro , che per mez-
zo di onorati fudori , cercarono eternare i nomi loro ; e conciò fan pe«
rire in quelli le memorie , V onordel luogo , e d Ila Patria loro . Cosi
dipinfe ancora in S. Domenico Maggiore una Cappella a frtfco per la fa*
migla Brancaccia , ma quella e/Tendofi modernità , le pitture più non
vi fono , l'ideilo efll-ndo accaduto in alcun' altre Chiefe , ove avea que-
llo Artefice impiegato i pennelli .
A S. Maria Vedeiì però di fua mano , nella Chiefa ili S. Maria la Nuova un
la Nuova . S. Gennaro a federe , &incontroin un altra tavola un S. Sebailiano ,
fotto del quale vi è notato da lui medtfimo, l'anno i45"6. Angiolillo
a Rjccaderame fi ufi ', e quelle figure fon locate nella Cappella che fu
delia famiglia della Palma , ch'è fìtuata nella Croce della Chiefa , dal
canto dell'Epillola , e propriamente vicino quella del SS. CrocifirTo ,
nell'arco di ella , e laterale all'Altare , ed in quelli vedefi affai chiara-
mente imitata ia maniera del Zingaro fuo maellro . Dopo quel!' opera
d.pinfe Angiolillo una Cappella alla SS. Nunziata , la quale nel rifarfi
alla moderna la Chiefa , dal bravo Architetto Ferdinando Manlio , nel-
la magnifica forma, che oggi fi vede, fu in un con l'altre Cappelle but-
tata à terra . Ma 1' opera fua più bella , a mio credere è la tavola dell'
A S.Angio- Aitar Maggiore della Chiefa detta di S. Angiolo a fegno , vicino quella
lo a legno . di S. Maria Maggiore ; ove tfpreffo fi vede l'Arcangelo S. Michele tutto
armato , che conficca la lancia negl' omeri dell' infernal nemico , al
quale con pittorefeo capriccio , fece le gambe, & i piedi di ucello di ra-
pina; opera veramente condotta con fomma diligenza per i dorati lavo-
rìi ufati intorno l'armi del gloriofo Arcangiolo , e per lo itudio accu-
rato del tutto .
Nota il Crifcuolo , che anco dipinfe alcun' opera nella Ghiefadi
S. Reftituta , ma quella per diligenza tifatavi , non ho potuto mai rinve-
nire ; quello sì bene the da lui notato lì vede , è nella Chiefa di S. Ma-
S. Mana_j ^ ^^ pietà , vicino lefcuole di S. Giovanni a Carbonara , ove nel-
dclla Plcca- Ja tavoIa , tfpofta all' Altare di una Cappella dal canto del Vangelo
vi è dipinta la depolìzione di Crifco Signor nollro dalla Croce , la qua-
le è efpreffa con molta pietà , e divozione; Male citate pitture det-
te dal Notajo, come quelle operate in S. Eligio in una Cappella , e
nell'antica Chiefa di S. Arcangelo a Baiano , per i vari accidenti , 0 di
tremuoti , o di modernazioni , più non vi lono , ne anco vi è memoria,
ov'elle furon dipinte .
Vien comunemente daciafehedun creduto , efier di mano del Zin-
Yav0\a ;„_, garo fuo maellro la tavola, che fi vede cipolla nell'Altare maggiore 1
S. Brigida della Chiefa dì S. Brigida , eretta all' antico Seggio di Porto , ma è ope-
creduta di ra di An°iolillo > come manifelìamente può conofeerfi da chi che Ila
mano del pratjc0 profeflbre . In quella tavola fi vede efpreift la Nafcita del Sai-*
Zingaro. * va£or
Pittore. 153
Vator del Mondo , e fopra là Capanna vi è una qumtitì .li Angioletti ,
che cantano iiGloria inexcelfis D:o: Da fopra la medelirm Capanna ,
v'è dipinto un mezzo circolo di Splendore com.' fuoco, Se in elfo ve-
defi la B. V. aoj^ripagnata dal Salvatore , eh; apparifeono a S. Brigi-
da , !a quale ftà inginocchioni da un lato della tavola mentovata , e da
canto ha un armario di facn libri ; Così dall'altro canto vedefi un San-
to Vefcovo , anch'egli inginocchiato, ed in atto di contemplare il divi-
no miltero della Nafcita del Figliuolo di Dio , giacché d -.ll'apparizione
di Crillo , e della SS. Vergine Madre a S. Brigida , apertamente fi co-
nofee eiTer vinone , conceduta a'meriti di que' Santi, che effigiati ivi
fono ; & in tal modo retta feufato l'abufo d'introdurre ^n un medefimo
quadro, che vi fia dipinta più d'un azione d'un' ideila perfona ; Abufo
veramente pur troppo avanzatofi inlino a'tempi de più migliori Artefici,
i quali credendo forle arricchire i loro dip.nti di con.euofi epifodj , in- g0 , . .
trodutFero in una Pittura mule lima queir ifteiTa principal figura della Cenfuratoré
ftoria dipinta , a fare altre azioni , nelle vedute profp-.ttiche , e tal'o- di quc'Pit-
rainpoca diftanza fi è veduto dipinto un medeiimo Santo far due mi- '"«•fhedi-
racoli , con replicate figure , anzi di più fi è veduto con le fuddute p!n2°no più
m ■ r ti ••!• 1 r- r- 1 ^ Un azione
azioni, enervi rapprelentato anche il martino del medefimo Santo ; la a> /• .
qual cofa veramente non pub negarfi che non fia moltruofa , e perciò perfona in
biafimau dagli Uomini d' intelligenza, e da periti maefii di Pittura ?un medefi-
come Dottamente dimoftrò il Borghini nel fuo ripofo , ove con evi- mo 1uaJr8,
denti ragioni dannò un tale debellabile abufo .
Fece Angiolillo varie altre Pitture , così ne' pubblici , che ne*
privati luoghi , ma le prime per le fcritte ragioni più non fi veggono,
annoverando»" fra quelle le pitture con cui refe adorna la Chiefi
di S. Giacomo eretta nella flrada detta la Sellarla , da' Signori della fa-
miglia Mormile r.ell' anno 1446., e di quelle private, rarlfime fé
ne veggono per un qualche incontro , che accader fuole ; Vedefi sì
bene trafportata da' Confratelli dell' Arte de' Sartori , e Venditori di
vedi nelP Orarono, eretto preflo S. Maria delle Grazie fopra le mura,
e vicino P antica Chiefa di S. Agnello Abate , la tavola ove vi è efpref-
(0 S. Michele Arcangelo , che ha il Demonio fotto de' piedi , la qual
pittura , non folo è ragionevole , ma ancora è con molto (Indio con-
dotta , e cesi bene , che dagli Artefici del difegno vien lodata per
buona .
Ma già con quelle notizie fiam pervenuti alla fine del racconto
delle opere di quello diligente Pittore , il quale an.h' egli usb dipinge-
re molte fue opere in campo d'oro, com'era il comun coftume in
que' tempi ; ed ancor, he Angiolillo non avefle la parte migliore nelle
fue cofe, com' ebbe alcun altro Difcepolo del Zingaro , m? Almamente
i Donzelli , che uguagliarono il Mae(lro,e forfè in Ctfta dolcezza il paf-
V farono,
ij"4 Vita di Angiolillo N.
farono , come nella Ior vita farà appien dimoftrato ; con tutto ciS »
ebbe egli una gran diligenza , ed accuratezza particolare , ornando Ifi
fue pitture con pazienti lavori , come conofcefi nel S. Michele Arcan*
gelo fituato nella Chiefa di S. Angelo a Segno , già damoi mentovato j
ed in altre fue opere ; nelle quali non può negarli , che oltre alla bon-
tà della figura , e più delle tefte , non vi li conofchi ancora 1' accu-
ratezza , e 1' amore, con che le fue Pitture conduceva ; Per la qual
cofa , dopo averle a/Tai ben terminate , vi foleva fcrivere il proprio
nome , acciocché gli apportando in un medefnno tempo onore , ed
utile , da chi dell' opera fua voleva fervirfì .
Di coftui non v'è certa notizia del quando veniffe a mancare »
lucertela dapoichè Gio: Angelo Crifcuolo , che fcriiìe le fue notizie, in pochi
della fui_j verfi le Isfcib regiftrate in quelle di Agnolo Franco, e dell'ultimo
mo.-te circa Tefiuro , ed accennandolo più tolto che deferivendolo , cosi in quelle
l'ul nnpo • r v
iucceiieff ln'en •
Il quale Agnolo dipinfe la Chiefa di S. Gio: Evangeli)} a ; e- la
Santo Michele Arcangelo , vicino S. Maria Maggiore , fé filmò che
fuJJ'e filo , benché fé dijfe poi , che era veramente bona opera de Angio-
lillo , detto ^occaderame , fcolaro de lo famofo Zingaro , e compa-
gno delli Donzelli detti , che ha fatto buone pitture , a S. Bjjìituta ,
a Santo Domenico , &• alla Nunziata una Cappella fana , a S, Maria
la Nova lo S* Gennaro , e f altro Santo a na Cappella ; a S. Lorenzo * .
attorno alla Madonna di Cojìantinopoli , dipinta da Colantonio de lo
Sciare , e altre figure , come a S. Maria de la ?ieth a Carbonara in
una Cappella , a S. Catarina , e Paolo , a S. Arcangelo antico, a «SV
Eligio , a S. Giacomo de li Marmile , e a lo Fifcopio , con altre Chie*
fé ; ma Agnolo 'd.-tto primo , &c.
Cosi profeguendo il racconto dell' Opere di Agnolo Franco , non
termina quello di Agnolillo , con deferivere almeno il tempo in cui
egli morì , il qual tempo mi perfuado , ehe fuccedefle circa gli an*
ni 14^8. giacché la Chiefa de* Mormili già detta , fu eretta nel 1446.
e fu dopo dipinta , ed eflendo paiTato qualche tempo , in cui egli ope-»
re varie dipinfe , non vi refta certezza , che circa Tanno dato , ovve-
ro nel 1460. al più, perde/Te la Pittura un così rfudiofg. fue Profeffore.
Fine della Vita di Agnolillo.
VITA
VITA DI PIETROSE POLITO DEL
DONZELLO Pittori, ed Architetti.
COme il generofo Deftriero , cha moflb al corfo , non vien fovven-
te (limolato dall' Uomo , che lo guida , o dalla gara di altro va-
lente Corderò , fuol rallentarli , ed indi a pian paffoleguitar fuo cam-
mino;Così appunto fuccede a colui, che mollo da naturale inclinazione
Verfo una cotal fcienza , ovver nobile facoltà , muovefi con molto ca«
Iore al corfo delle fatiche fui bel principio , per fi re ncqui fto di quel-
la; Ma non venendo fpronato ne da Maeftro eccellente , che gli addi-
ti il fuo efempio i ne da' concorrenti di fcnola , torto intiepidendo quel
caldo di prima volontà , che già lo morie in brieve tempo , e divieti
raffreddato, ed all' intutto perduto quel primo amor che lo fpinfe .
E veramente colui , che defidera bene incamminarli in una qualche vir-
tuofa applicazione , deve aver per compagna la gara ; dapoicchè non
mai arr.va prima chi non teme tifer 1' ultimo ; ne fa molto corfo colui,
che non ha chi gli corra innanzi , o che non fanti altri corrergli dietro .
Che però incontrando lo ftu.liofo la gara , anzi che a bella podi cer-
candola , e con ella cimentando il valor dell' ingegno in gloriola tenzo-
ne , llia certo di giungere un giorno al fublime tempio della Virtù .
Così appunto già fecero i due virtuofi fratelli , Pietro , e Polito del
Donzello , i quali nella fcuola del famofìllìmo Zingaro vennero ad in-
contrar quella gara tanto nece/Taria per affrettar a gran palli il cammi-
no difficiliffimo dell' Arte nobilillìma della Pittuta, e fi videro , me»
diante quella gara , giunti al polla della fublime ftima di ogn' uno ;
come ne rifuona da per tutto la fama ; e come dalla lettura della loro
vita , che lìegue , potrà appieno comprendere il favio leggitore .
Fu la nafcita di Pietro circa gli anni 140 f. nella Città di Napoli , vr r • j-
ove infin da tenera etì fu mandato a fcuola di Gramatica , e di Aritme- p;etro,
tica da Domenico fuo padre j il quale difegnava dopo applicarlo
apprelTo di se , che negoziava a Cambio , e 1 a merci ; ma erfendo il
fanciullo latto appena adulto , perde la madre , laonde Domenico , e
per guida di lui , e di alcun altra figliuola , che aveva avuta da
quella, come per fornire di compagnia fé Hello , pafsò allefeeon- Il Padre
de nozze con una giovane Fiorentina , affai cofhiniata , e di onefte bel- P1^ *J.:e-»
lezze , della quale a noi non è giunto il nome , per diftanza di tempo, (-c°'"i«-^
ne di che famiglia ella fi foffe , fapendofi bene, che per le fuddette Hafce'p ©fi-
lile buone qualità, fu poi moglie di Agnolo Franco , Pittore affai chiaro to.
de'tempi luoi ; come nella fua Vita fi diffe ; Da cortei ebbe egli Dome-
nico dopo breve fpazio di tempo , Polito del Donzello , che fu così no-
V ì minato
jj6 Vita delli Donzelli
m'nato ( per quello fi dice ) in memoria del Padre della Tua Donha »
che era ftato Uom da bene ; equefto fuo ultimo figlinolo aveva Do-
menico anche applicato allo (tudio delle lettere,per incamminarlo dopo
a quello delle K-ggi , acciocché fufTe a fuo tempo divvenuto Avvocato
Tj «h tmsJi ne' Reggj Tribunali, in Patrocinare le Caufe ; Dapoichè infin d' allora
f 2 aFw' tra grande il grido , e la Prepotenza degli Avvocati in Napoli , e de'
da'qu 'tur" Tribunalifti ; come fi ha dalle noflre ftorie della Giurifprudenza ; ini
pi t "la forte , ed il cafo aveano altro ftabilito di quefli due ben nati Don?
Zelli , come in appreflb fi vederà .
Viveva in quello tempo con fama di gran Pittore il noftro Colan-
Cola An- tonio del Fiore , e dappertutto fi udivano i vanti, che meritamente fi
ronìo del davano a' fuoi f-imofi pennelli ; dapoichè per mezzo di un accuratiffimo
!'c vtnu" Audio , aveva ritrovato il modo dipinger con tenerezza, e paftofità
jiTn2 di colori , cotanto fimili al naturale, che quafi aveva abolito 1' antico
abufo de' taglienti profili , e delle crude tinte , che ormai fi rendeano
a gli occhi de' riguardanti odiofe , dopo confidente le fue pitture cesi
ben concertate , ed unite con mirabil dolcezza; come già nella fua
vita fé ne fece parola . Qnjfto grido » che da tutti era intelo , fu anco-
ra udito da' due fratelli , forfè nella fcuola ove andavano , e benché fof-
fero ancora in età quafi tenera , con tutto cib s' invogliarono divveni-
re ancor ellì ccsì,come quelli famefi Pittori; ma quella tenera pianta di
nuovo defiderio fondò più alte radici nel cuore di Pietro,che come di piti
età di Polito potè a fua porta provv.derfi di dilegni di Colanlonio,e quel-
li poi copiati, farne parte al fratellojanzi che fpinti dall'amore dell'Arte, e
da naturale in(linto,tbbero modo di farfi introdurre nella fcuola medefi-
Vanno a_> ma del mentovato Pittore,ove da quel caritativo,ed egregio Maeftro,ot.
/cuoia di tenevano utilizimi documenti , e ne' dintorni , e nell' operare il ma<
Cola Anto. t;tltoj0 ; ammirando Colantonio in loro la naturale abilità ; laonde i
c "due figliuoli, più volentieri fi trovavano alla f:uola della Pittura , che
a quella della Gramatica ; non perb il rigore del Padre , a cui non
piaceva punto lo feopcrto genio de' due figliuoli alt i Pittura, facea
fpeiTo, che tolti a quella , con mala voglia fi applicaflero a quella fcuo-
la;ma in quello flato di cofe apportò il Calo della morte del Padre Top»
portuno rimedio .
Praticava in quello tempo a Scuola di Cola Antonio Agnolo Fran-
co , il quale fi aveva fatto conofetre an h' egli per valente Maeftro ,
per la dolcezzi dell' acquillata maniera ; Quelli nel vifitar , che fov-
vente faceva Cola Antonio, aveva più volte veduto i due amorofi e
ben cottimanti fratelli , che con amore -, che eccedeva V età loro, ( ben-
ché Pktro foife già giovanetto ) procuravano fare a qu.fto , con accu-»
ratiffima attenzione , della Pittura; per la qual cofa «li li tra agnolo
molto affezionate, e faceva ogni opera in p.rfuadcr Donv nico loro
pidre
re
Pittori, ed Architetti. 157 '
faure^cciocchè i figliuolifda'quali era pregata) attendeflero di propofit0
alla Pittura , lafciando ogn' altra applicazione ; Cosi praticando Agno-
lo a Cafa de* Donzelli , ed in quella avendo veduta la Donna di Dom«- M>:te del
nico, Madre di Polito , fuxeduta la morte del mentovato Domenico, paJ<'c <*»'
laprefe per fua moglie ; incontrando volentieri la Donna quefte fecon- jL"ef , Jjj~
de nozze , perÉh ; oltre 1' effer alla ancor giovane , e perciò neceffitata n^2g dc]ja
a rimaritarli per più ragioni , aveva ancora ben conofciuto 1* amore , Madre di
che Agnolo portava a que' figliuoli , cui ella confentiva , che fecondo Pietro con
il naturale iftinto , foffer divenuti Pittori ; laonde con la nuova dire- Agnolo
l'ione .del Padregno , cercava ogn' un di loro avanzarli a gran palli , ^raric -
con perfezionarli al difegno , perciochè elfi avevano cominciati gli ftudj
loro con gran fervore , ed effondo parimente botati ti' ingegno aitili!*
mo, perciò falivano entrambi con pari paffo alla gloriofa altezia della
Pittura , e con maravigliofo avanzamento .
Intanto che i due fratelli cercavano con bro fladj far acquilo
dell' Arte del Difepno , fuccedette il cafo del ritorno del Zingaro , già» .
• r ■ r r ■ n !• j ~- f r ,v 1 t? -„ RlCOlTlO del
per i raticofi faoi ftudj , divallato Pittore ramofihimo , e la F-ima rac- ^iu^aro in
contava da per tutto il mezzo, per lo quale era fucceduta la metamor- Napoli , e
fofi prodigisfa ; raccontandoli altresì la perfezione alla quale era giun-fua gran_»
to , nell' arte della Pittura 5 vedendofi già nel pubblico da lui dipinte rama.
opere (limate in que' tempi , non folo eccellentiflìm? , ma tenute da
tutti miravigliofe . Vedute quelV opere dai due fratelli, nfolveron
fenz' altro induggio porvi del mezzo di p^rtarft a fua fcuola , e cosi fé- ^ nze
cero: effendo per avventura , e forfè per particolari intereffi In P3C0fCU0ia jj
buona corrifpondenza con il Padregno ; come lì dice; ma io credo , juj,
che egli confentiffe , che a quella fcuola foffero anditi , conofcendo
molto bene quanto gran Pittore f ,fft il Z ngaro , e quinto di gran lun-
ga lo fuperaffe . In quella fcuola dunque quii ftudj faceffcro conia fcor-
ta di un tal Maeftro , e con la naturale abilità, non è mio penfiero
narrare , e fopratutto con la gara de' condirepoli , che fi prefiffero fu-
pcnre , e con la propria loro , cercando ogn' uno di effr filmato il
migliore > e con ciò ottenere la prima laude ; laonde baderà fedamen-
te accennare , che giunfero a tanta eccellenza per cotal gara , che (ov>
•venteleloro pitture eran per opere del Maeltro prefe in abbaglio *
anche da' Profeffori delie noftre Arti . Nella fudetta fcuola diedero anche
op^ra all' Architettura , la quale avevano incominciata ad apparare da
Agnolo Franco j Ma quella Architettura fi xiduceva folamente ad una
fola pratica , per accompagnare le ftorie , che da loro , e dal Maeflro
venivano dipinte , benché il Zingaro , come fi diffe nella fua vita ,
Forte verfat.ifimo in quella , e molte fabbriche fotto la fua direzione
ordmafie , e con fnoi difegni foffero efeguite.
Aveva in quello tempo il Re Alibr.fo Primo di Aragona , di glo-
riola
158 Vita delli Donzelli.
Soldati del riofa memoria , ottenuto il Regno di Napoli ; dapoicchè i fuoi Soldati
Re A Iconio sbuccando per l' Aquedotto , avevano le fue Reggie infegne piantata
NapoH per 'n V3rle Parti cleI'a Citta » e con C^ ^at0^ nel'a PaCe alIe ma*
1" Acque-! gnificenze , pr rallegrare i fuoi Popili delle pallate calamità , volli»
dotto. I' animo fuo Regale a dir fine alla fuperba e bella fabbrica di Poggio
Reileidi già alcuni anni innanzi cominciata dil celebrt Architetto Fio-
Fabbrica rentino Giulian da Majano , che come conofcente del Re, allorché fu
di Poggio in Firenze , era di buona voglia venuto a fervirlo nel fuo dominio fer-
ia da Gì"- venc'0 unitamente con tifo lui la Reina Giovanna , che V aveva ad-
liano ja_» dottato al Regno : ma inter merla la fabbrica , per le turbolenze Mar-
JAìjmo. ziali , che inforfero , nelle quali convenne al medefimo Re perdervi
la propria libertà , come ad ognuno è palefe, reftò quella imperfetta ;
che però avendo ripigliato il governo del Regno , e quello pacifica-
mente reggendo ( come dicemmo ,) richiamo di nuovo il Majano a
terminare una volta il mentovato Palagio ; Il qual compiuto avendo,
volle ancora fu fièro terminate altresì le pitture pur cominciate allora
dal ramofo Zingaro e da' fuoi difcepoli del Donzello , ornandole d'ogni
intorno di belle Storie a buon frefco dipinte j Ed egli di buona voglia
Opere fatte i Regali comandi del fuo Sovrano incontrando, rincominciò V opera ,
a Poggio con i' 3jut0 dj pjetro , e Polito del Donzello ; ma per fua vecchiezza
Reale. primi , e poi per fua morte , dopo dipintovi alcune figure di propria
mino , come nella fua vita fi di ile , lafciò tutta la cura a' due virtuofi
fratelli, che vi dipinfero , e freggi , e trofei intorno ai quadri, con
Comma pulizia , e finimento, appunto come dopo molti anni furon di-
vinamente dipinti in Roma da Polidoro , facendovi su le porte ornati
belliffimi , con finti balli rilievi di tanto b non gufto , e su 1' ufo anti-
co condotti , che que' che vi fon rimarti a' noftri giorni recano mara-
viglia , per legiufte mifure , che vi lì ofllrvano , fecondo quelli degli
ottimi Greci Maeftn di Pittura , eflèndo dipinte quelle cofe a buon fre-
fco » come lo dimortrano quelle pitture , che vi fono rimafte ; le quali
fi mantengono nella primiera loro frefchezza.
Veduta da Giulian da Majano la bella, vaga , e ricca maniera de'
due fratelli , molto alReAlfonfo la commendò , e coni' Uomo fince-
rilììmo , che egli era , con tutti que' the trattava , He difcorreva con
Apprendo- jaU(jj . anzj cns ftrett1 con joro amicj2ja alJa parentela , che gli legava
rara dalMa" 'nl'ern9 » a ca2'on della Madre di Polito , e del Padre di lei , gli ama-
jano. va teneramente , laonde gì' infegnò perfettamente l'Architettura; la
Abbaglio quale elfi apprefcro con veri fondamenti ; incontrando volentieri 1' oc*
del Valan cafione diGiuliano , Uomo dichiara fama , e fingolariffimo ne' tempi
~r.cal j °fuoi , ed in quefta facoltà, td in quella della Seoltura ; benché dal
del Re Al- Safari per abbaglio fii fatto l'Artefice dell'Arco Trionfale del Re Alfon-
fonfo . zo d' Aragona , ora fituato nella porta di dentro del Cartel nuovo per
ordi-
Pittori , ed Architetti. 1/9
ordine del medefimo Re j il quale non volle , che fofle piantato preflo
il pifcopiojcome aveano gli Eletti delle Nobili Piazze riabilito, per non
offendere , ed ofcurare la Gafa di Cola Maria Bozzuto , che ivi flava Summonce
eretta , dicendo : che egli Iblea premiare , non difgullare i fuoi più Storie di
cari Va/Talli . L-' Artefice adunque di queft' Arco , veramente maravi- Napoii .
gliofo , per le gran figure fcolpite che vi fono, fu Pietro di Martino pÒh Sacra
Milanefe , come atteflano prima il Coftanzo nella Storia di Napoli a Celano nel.
carte 401. dove dice , che fecero lavorare i migliori Scultori di que' le curioiici
tempi, ed il Capaccio nel foglio 237., e l'Eugenio al 478.; afTeri-e bei!? dì
feono in teftimonianza di tal fatto il marmo fituato in S. Maria la Nuo-f?l1p ..
• n i> • , ,,, . . _ . , ociiceiui di
va , in cui flava notato I onor ricevuto dall anzidetto Re , il mentova- irrat;cudin2
to Pietro di Martino quivi fepolto ; quale ifcrizione fi è da noi riporta- di Re Al-<
ta nella lettera , che nel principio di quello libro fi legge a' Prole/lòri tonfo.
del difegno indirizzata. , Angelo di
Or qui mi torna in concio con quello abbaglio di palefare altresì fft0 • ?-
V altro , che premi» il Vafari nella Vita del fuddetto Giuliano da Ma- Napoli ,
jano , circa quello ch'egli di/Te , con tanto errore delle mentovate Pi t- Giulio Ce-
ture , che , come fi è detto , adornan Poggio Reale ; concioffiacofachè'are Capac-
non vennero da Firenze mai altri Pittori , che il femcfiilìmo Giotto, peiC10.' e ' En"»
dipingere in Napoli , e quefto fnccedè per l'autorevolpropofti fetta al
Re Roberto , da Giovanni Boccaccio , e da Francefco Petrarca , come
altrove fi dilTe , ed ancora per il grandiflìmo grido che aveva Giotto,
ma non perche in Napoli vi mancaifero giammai gli Artefici di Pittura,
Scoltura , ed Architettura ; e fé altri Virtuofi vi vennero ad operare,
quefto fu per le amicizie contratte con que' Signori , che dominavano
il Regno, come lo fu con Alfonzo Ginlian da Majano , e Giorgio Vafari
medefimo , che vi venne per la corrifpondenza , anzi firetta amicizia
dell' Abate D. Miniato Pitti , che lo fece condurre con fue perfnafioni
da D. Giammatteo d'Anverfa, Generale de' Monaci di Monte Oliveto,
perciocché, alla perfine ogn'llomo ha il fuo genio pirticohre , e non
fempre prevagliono i paefani , benché Virtuofì , e periti ; e il mondo
mantienfi finalmente per i varj pareri nella fua regolarità prodiggiofa ;
Che però deve faperli , che non Giuliano , come dice il Vafari , fé di-
pingere a Pietro , e Polito del Donzello, il bel Palagio di Poggio *. .. ,
Reale, ma folamente la fola loro virtù, conofeiuta da Alfonfo ,ed ^-ìiodelVa"
atteftata dal Zingaro lor Maeltro ; ne quelli vennero da Firenze , co- fari, circa le
me alcuni han creduto , giacché il Vafari non fpiega , fé quelli, ven- pitture dì
nero , o fi ritrovavano in Napoli ; laonde chi con occhio fano vorrà P°JS1°Rea-'
confulerare ciocche di quefti Pittori ne fcriffe , vi ofTerverà un
arte continuata , in non mai palefare d'onde quelli Fratelli fi follone;
occultandogli con le altre ooere il nome di Napoletani ; Di più facendo
pirtir Polito con Benedetto da Majano , dopo la morte di Giuliano ,
per
160 Vita delli Donzelli ? *
per Firenze , dicedi ritorno , comedi là in Napoli Polito fo/Te venuto
ancor egli col Mijano , e non fa pm menzione di Pietro , il maggior
fratello , ne di lue Pittiti» , e pur egli ne vide moite beli' opere dipin-
te , e mafììme le dianzi da noi citate di Poggio Reale , nelle quali ì
(ludiati fregi , con i perfetti baili rilievi furon tenute opere di Pietro
maravigliofe .
In fine tappiamo, come lo attefla il Notaio Pittore , che Giulia-
no di M-jino , volea condurre i due Fratelli in Firenze , acciocché ivi
(off? conolciuta la loro virtù ; forfè migliore di molti, che in quel tem-
po colà ficrivano. Cosi prendendo il Vafari altri abbagli , e donando
a' f uoi Paefani l'opere delle fatiche altrui , moite cofe nafeofe , degne di
laude , per la qui! cofa noi dunque concludendo diremo , che il trop-
po amore de' tuoi gli dettò fovvente , nella Ina beli' opera appaflìona-
ti racconti .
Ma per tornare ove con forfè troppo luRga , ma neceflaria di-
grrflicne partimmo, dico, che i due Fratelli del Donzello , eflendo
rimalti di dipingere Poggio Reale per la morte -del Re AJfonfo , attefi>
Morte di r0 alquanto all' Archirettura, avendola, come dicemmo, perfettamente
GhjIuh da apprefa da Giuliano ; la morte del quale fucceduta in Napoli , poco
Mai^no in_, prima di quella del mentovato Re , gli -aveva grandemente diiguftati;
per la qual mancanza , compirono elfi moite fabbriche da quello inco-
minciate , parte delle quali furon le mura .della Città ; fabbricandovi
di pianta , e Chiefe , e Palaggi , che co' loro diregni conduiTero con
pulizia , e con belli ornamenti ; delle quali fabbriche balla fol raccor-
dare la ri£jzioa della magg)0r Chiefa , e quella di S- Domenico , am-
be cadute nell' orrendo Trenuoto del 1446. , e rifabbricate con limo-
fine raccolte da' pietofi Cittadini nel i4fo. , ed il Palagio di Troja-
no Caracciolo, eretto nella gran piazza di S. Giovanni a Carbonara .
Re Ferdì- Intanto eflèndo fucceduto ad Alf nfo nel Reame di Napoli Ferdi-
nando fiic- nando I. , di lui Figliuolo , ed efTendo quelìo venuto in odio de' Ba-
Reame^i r0n* ' FeX ^Ua ^n*a natura » e P&lefe crudeltà , gli fuccedè la congiu-
Napolì ad ra ' con l'jn telline guerre , che non mai quietò la tempella , fé non
Al tonfo d' con lo affogamento di molti , in un mar di (angue . Infine tranquilla-
Aragona Ino to alquanto il Re Ferdinando volle,Jie tal congiura fofle efpreiTa da' fa-
Padie Con-rnoQ pennelli di Pietro, e di Polito , e conciò ii veniile a dar fine alle
giura de Ba. •„,. ir „• ,• T, _ , , ■• a ■ j
reni contro Pre""Jnei'e "' P°2g-o Reale, le quali Itone avendo egregiamente 1
di lui, e Aia due Fratelli condotte , n' ebb;r tutti gli appiaufi , e le laudi dovute a
vendetta, tanta perftttiflirna opera , che fecondo allora , migliore non fé n1 era
veduta, sì per la copia delle figure , con i'aggiufhto componimento, co-
me per i loro btliiliimi ornamenti , e tanto vero , che efièndo molt0
piacciute a Ferdinando , folea egli ben IpeiTo colà condurfi , per rive-
derle, e dopo lui 11 Re Federico fomrmir.en.te di quelle fi diltttava , «
tanto
Pittori, ed Architetti. 1 6 1
tanto che una fiata efTendovi andato con il celebre Poeta Giacomo San- Re Fód<rt-
-lazzaro , a contemplarle , dopo averle lodate , ne fu da quelli fpieg,- co fi dilettò
to in Rime il concetto , cosi richiefto dal Re onorar quelle Pitture con 'l1-"' ui '1 !C-
quel Sonetto, che comincia : ?P 'jr":' e'
* .,,... o- •/• i j onde iì b,:n-
Vedi invitto Signor come nfplende &c. ruzzano pIì
Ed ecco con queft' ultimo veraciffimo teftimonio , maggiormente compofe il
fatto chiaro , che le pitture furon principiate in rempo del Re Alfonfo, Sonetto.
ed in.li finite , dopo alcun fpazio , per ordine di Ferdinando , nel quii
t mpo Giuliano da Majano era morto, {come lì è detto) prima del Re Ai-
fon Co d'Aragona .
Crefceva tutto giorno la fama delle egreggie Pitture de' due fra-
telli Pietro, e Polito , e Ornpre più avanzavi»' il grido delle bell'ope-
re che dipingevano, inlin d' allora , che le prime ftorie d-pinfero nel
mentovato Palaggio per la Reina Giovanna , e per Alfonfo allora ad-
dott to da quella , come di già fi dille; Per la qual cofa gli furono com-
mefle di' Frati di S. Domenico alcune pitture d' una Cona di Al-
tare , p.r una Cappella , eh' è fituata in un pilaltro , in fac-
cia a quella d-. I Santo Angelo Cuftode , ove efpreffero nel quadro
di mezzo la B. V. a federe co! Bambina in braccio , e ne' ripartiiru-nti,
che fon da' lati di quefto , vi è in uno il B.Jacopo Francefcano , e dall'
altro S. ^ebaiciano . Sopra la lunetta , che fecondo I' ufo antico fa fini-
mento alla Cappella , vi è effiggiato N. S. Gesù Crifto , che fchiodate
le mani della SS. Croce , inoltra le piaghe alla Maddalena , ed all'ama-
to Difc-.polo Giovanni Evangelista . Feceroancora varie p tture per lo
Palagio del Protonotano di aiiora , e di un Signore della Nobi! Fami-
glia de' Pappacodi , come ancora di un Principe di Cala Caracciolo, co-
me accenna il Cnfcuolo ; delle quali Pitture non ho potuto aver altra
notizia , fé non di alcune poche tavole , che oggi fono in potere di par-
ticolari , elTÈndofi l'altre perdute , per efl-re a frtfco nel modern3rfi
forfè le fabbriche.Alrune delle tavole mentovate fono Mate fituate in al-
cune Chicle da quei che han voluto abb-llirle, on donar loro quelle Pit-
ture , come fi vede nell' antica Chiefa di S. Rrioida a Seei'io di P >rto, Opere nell*
la quale nella nftaurazione che ultimamente , ci e nell' anno del 17 15. ?"*!• e R *
ha fatto il Marchefe D. Giulio Navarrttta , vi ha collocato tre tavole „;<}., a's~
de' Donzelli , delia prima maniera , nelle quali vedefi effiggiato in quel- gio di Porco
la di mezzo, ch'è fituata dietro l'Alter Maggiore eh' èifolato, e fotto il
maggior quadro d.pinto da Agnohllo il nafeimento di Gesù, che pe-
tto nella mangiatoia viene adorato d.dla Santifiìma Madre , da S. Giù*
fepp; , e da un Angelo , efTendovi il bue , e 1' afinello . Dal canto del
Vangelo laterale a quello quadro vi è efprefla la SS. Annunziata , e da
quel deli' Epiftola l'adorazione de' tre Santi Maggi a Gesù Bambino; tut-
ti dipinti in campo d' oro , ma con sì viva , e divota efprcffiva , che
X non
1 6 2 Vita. deJJi Donzelli
non pub defiderarfi migliore . Dicefi che quelli Sagri Mifterj fiano flati
dipinti ad un antenato deilo fcritto Marchete per la medeiima Chiefa, cf«
fendovi in tutte e tre l'arme delle cafa Navarretta : Ma a me più torto
paiono aggiunte,efTendovi ancora l'arme medefime nelle due figur^, che
fon ili fuori fituate del S. Rocco,e S.Agoflino, (limate di Silveiìro Buono.
Ma che lodi darem noi all'opere perfetti/lime , che coftoro dipin-
fero nella Chiefa, enei Convento di S. Maria (a Nuova , ove per ordù
ne di Alfonfo I. , che ne fece prorruffi a que' Frati , fu poi fatto dipin-
gere il Rif-ttorio da Ferdinando il Figliuolo , alli due Fratelli ; i quali
Opere del dipinfero nella gran facciata , che U fa Capo , il miftero di quando i
Rilettorio Giudei conduilero N.S. Gesù Grillo al Calvario con la Croce in Spalla;
di S. Maiia ove vj efpreflero un Per grino concetto di un Cavallo. , ihe ha
la Nuova. -^ ^anto bianco, il quale fporgenJo la tefta per fotto la gambi ,
che alza a bella polla , lecca con la lingua , ed in fuo intendimento, ba«
eia la mano del Redentore , che foftiene In Croce ; nel qual mentre Co-
lui che lo cavalca , e che va a lato diCrifto, fi sforza di tirarlo da
quell' atto di fopraumano conofjmento del Salvatore .
In quella iroria, vi fon figure bel lillì me , così di que' che tirano
Gesù Criflo , come di que' Jie conducono al monte i due ladroni , che
- . vanno affai ben difpofti ne' l ro gruppi . Vi fono altresì elpref oni co-
ef jj. • ^_ si vive , che migliori non può idearle la moderna pittura , in quelle
curari da' perfone nelle quali fono elle efprelTe ; Veggtndofi 1' addolorata Vergi-
ì)ora«ll». ne, che in piedi , vien foftenuta da Maria Maddalena, ancor' ella
piangente, nel mentrecche lafuddttta B. V. nelf impeto del dolore,
vuole avanzarfi v'erfo del caro Figliuolo ; il quale innanzi a lei paflan-
do , con volto dolorofo la guarda , compafiìonando il fuo duolo; ed]
ella a tal guardo mago|0rrnente ne! fuo cuore percofla , apre le braccia
per efprimer forfè con vo^e V interna doglia ; ma Dell'avanzarli , vien
dalle pietofe Marie rattenuta , acciocché tramortita non cafehi per il
dolere. Infomma non è ella facil cola il defenvere con quanta pro-
prietà fia egreggiamente efprelfo quello divin Miftero; per la qual
cofa dico folo : che quella pittura , con l'altra , che Ila fopra la porta ,
merita ogni laude ; elìendovi bonilfime figure , e telle perfeetilfime ,
maffime quella del Crifto , della B. V. , e della Maddalena , che fono
a maraviglia efpreflìve , e nel volto di S. Gio: Evangelifta vedefi il ri»
Ritratto del tnttodel Fontano ; alior giovane , benché altri dicono di Ferdman*
Fontano . jq . Ma foprattutto è bellilfimo un putto , che con angelico volto , pac
che venga compafiìonando le Vergine addolorata , dapoiche appretto
lo ftuol pittofo è egli figurato .
Di centro a quello quadro , e propriamente fopra la porta , pe»
cui fi entrarci Refettorio , vi è clorella l'adorazione de* SS. \4agi , fra
. . quali il Re j che ita dipinto in piedi , in etì giovanetto , e il ritratto di
Aliomb°Jl! Alfonfo 11. fattovi dipingere dal Padre , con la corona in tefta per rap,
pre^
Pittori, ed Architetti . \6$
pre Tentare un de' Maggi . Di' lati nel ripartinr.nto di quella (H:a ,
che vien divifa da' pilaftri di finto marmo , e b'.n lavor iti , e dipinti
congrandiffiim diligenza, vi è effigiato S- Francefili di A ili fi , che
in piedi addita il miftero dell'adorazion fuddttta, e S. Antonio da Pa-
dova , che genufleflb con altri Santi Francefcani , lo contempla . Cosi
dall'altro lato vi è S. Bonaventura , che fimilmente , ad altri Santi del
medt-fimo ordine mol'tra lo ftefiò . Sopra di quefte pitture vi è una
ftrifeia , che fa come lunetta , in cui j donzelli vi tffiggiorono , entro
ripartimento di bel lavoro , la Coronazione di Maria Verpine , fartalr
dal noftro Signor Gesù Griffo ; efTendovi efpreffi molti Angioli in atto
di adorarli ; fotto poi alla fuddetta adorazione de' SS. Magi , vi fono
ancora due altri ripartimeli , dipinti con la fctfTa diligenza di que' di
fopra | ove vi efprefte Polito là SS. Nunziata in un di elfi , e nell'al-
tro vi fece Pietro la Natività del Redentore , cosi bella , e con vaphi
Angioli , che lo corteggiano , che non può defiderarfi cofa migliore *
Infomma quelle pitture fanno maraviglia a chiunque le mira , a cag-
gion della loro bontà i riguardo a' fecoh ne' quali elle furon dipinte da
quelli Artifici .
Quelle ftudiatiffime opere d pò , che' furon vedute , ottenner»
da ogni ceto di perfone copìofiffiine laudi , le quali andavan qu: fti con-
tribuendo a due fratelli a vicenda j Et eglino per maggiormente me-
ritarle , «odiavano tutto giorno 1' uno d' avanzar l'altro . Era però
quefta gara fra di loro portata folamente dalla Virtù , ne giammai
ebbero ne' loro cuori lnogo la macerata invidia , cofa rara veramente
ad accad. re nella concorrenza di una medefima cofa ; anzi che amani
doli teneramente , non mai furono i loro voleri divi fi . e le op:re co-
munemente da loro eran condotte con una indivifa volontà , sforzandoli
folamente in que' lavori , ch'elfi facevano divenir maggiori a' trap;f-
fati Artefici , che aveano il primo vanto nella pittura ottenuto ; e con
ciò vol.ndo ogn'un d; loro giungere a quello , procurava con maggior
ftudio avanzarli fopra il Compagno . Qmndi è , che lavororono varie
cofe a vicenda , e con virtuofa gara intraprefero a dipingere ogn' un
di loro una Crocifllfione del Redentore, ordinate quelle a bella polla R p ,,
dal Re Ferdinando per far prova di loro virtuofa gara . Una per fituarfi nando or*
fopra la porta del Refettorio detto dalla parte di fuori , e l'altra in Chie- dina uno
fa . in una Cappella . In quella di fopra la porta efprefle Pietro , Grillo "ft<flò f°g-
Crocifliro , in mezzo de' due Ladroni , circondato da Soldati Pretoria- fttto a. duc
ni , e del Popolo Ebreo , fra de' quali vi fece Hgure , che con varj
concetti efprimevan la dolorofa Storia della morte del Redentore : di-
pingendovi quanto fi legge nel Vangelo di effa . Vi effiggib le Pietofe pjttur3 j|
Donne , con le Marie , che con S. Giovanni accompagnano la Vergine Pietjo .
addolorata , che non può farfi di meglio ; ed è quello miftero dipinto
X z fu
1 64 Vita de' Donzelli
'a di una tavola per traverfo larga circa 15*. palmi , ed alta f. » e le
figure fono di un palmo e mezzo in circa di altezza . Ma quella che di-
Pìccu-a di Pinfe Polito avanza di poco quattro palmi per traverfo , e poco più di
Polito, tre alta , ove in figure piccole a mi fura di un palmo, effiggiò la fto-
ria ; et al imitazione del fratello, vi fece anch'egli i due ladroni,
confitti con varj (torcimenti di corpo fu le Croci ; mi innanzi dal
deliro lato vi tlprelTe la B. V. in piedi , accompagnata dalle Marie ,
S. Giovanni, ed un gran (ruolo di donn,j , che tutto infieme formano
un gran gruppo di figure unite , mirabilmsnt; dipinte . Qj_jlle pittu-
re efpofte ne' luoghi dcftinati , trafTero a vederle quali tutto il Popolo
Napoletano , ed i ProfelTori medefimi , i quali non fi faziavano dargli
immortali vanti , lodando tutti la virtuofa emulazione de' due fra-
telli , i quali godevano degli onori che ugualmente loro eran contri-
buiti da ogn' uno :
Benedirò Avea in quello tempo Benedetto da M.ijano » Nipot.' del Celebre
ria M.u.-.»o Giuliano , determinato di ritornarli in Firenze , e perche non potea
Fiorentino . d\v\fci{i dalia cara compagnia de' due virtuoli fratelli , cercava a tutto
fuo potere di condurli feco colà , e tanto più , che elfi ndo inforte al Re
Ferdinando turbolenze di gu.rre , volentieri avrebbono ottenuto da lui
licenza > promettendoli di farli aver nella Patria fua , Operi di confi-
derazione , dapoiche in quella in que' tempi pochi potean paragonarli
ol valore de' loro pennelli. Ma opponendoli Pietro a quelle amorofe
efferte , con la confiderazione , che non era ben fatto toglierli ambedue
«talla Patria , ove aveano con tante fatiche procacciatoli nome , per
irne altrove a tentar loro forte; che però per non difguilar Benedetto,
loro congionto , confentiva bensì che vi andafie follmente Polito , il
quale avendovi i congionti della fua madre , potea col mezzo di effi ,
e di Benedetto procacciar»* i lavori i ed in fine , ogni quii volta poi
, non volefle più dimorarvi, potea a fua polla ritornacene, clTendovi lui
cri?" fio lui m Napoli confila Cafa . Così dunque, perfuafo Benedetto da tante
Polito a_»vive ragioni , partì con Polito per Firenze; ove giunto vi fu accolto
fiitme . con dimoftrazione di cordiale affetto ; ed ove fi trattenne , fempre im-
piegato in molte opere commefleli da quei amatori delle virtù ; le
quali opere lì dice , che riufeirno di fomma foddisfizione di tutto quel
pubblico; avverandoli con ciò quell' adaggio , che al virtuofo ogni
paefe è patria J fecondo il riferir del Crifcuolo , il quale anche dice 1
che ne avean commefle le relazioni per le fuddette .
Incertezza Non fi sa certamente , fé Polito in Napoli ritornaflè, com'è pa-
titi ; irorno rere jj alCUni, e mailìmamente de' Frati dell'Olfervanza di S. Maria la
* ' ... °''.to ' Nuova , i quali dicono , che vi erano memorie che di loro fepoltura
Firenze . fa.eano menzione . Ma i più dicono , che Polito fi rimafe in Firenze ,
per la gran ftima , che di lui facevano colà dell' opere fue , eflendo
amato
in
Pittori, ed Architetti . i6j
imatoper (uà virtù non meno , che per fuoi buoni codumi . Ed ecco
in quii pregio era iu qu-:' tempi la Pittura in Nap >li , e quai virtuofi
Profeflon vi fioriflcro , che il Mijm i ftimb fua ventura condurre que-
llo Pittore in F r nze ; dove (e fu tanto Ann ito , ciò fu p-.rche era ve.
nolente virtuofo, e potea (hre a fronte di qualunque altro di quei
che loda in quei tempi ilVd'.ri, che così fcarlamente di colloro ra-
giona . Ma noi tornando aj notlro racconto de' Donzelli , diremo ,
che non avendo certezza di ciocché Polito averte operato in appre/To ,
partiremo a far parola di quell'opere, che Pietro fenza i' ajuto del
fratello , da fé folo condurle .
Fece Pietro molte pitture nel Palagio del Conte di Ma£aluni , Op?re dì
per ordine di quel Signore , delle quali mlìno a pochi anni addietro , Pietro ,
alcune fé ne vedeano , e propriamente in alcune danze di quel Pala-
gio detto volgarmente , del Cavai di Bronzo , per la famefa teda ch'è
fituata nel cortile ; le quali pitture chi quelle cofe fcrive , vide in età
aflai giovanetta , condottovi da fuo padre » che da D. Diomede Car-
rafa , fuo benevolo , ( ultimo Signore della linea de3 Conti mentovati )
vi era flato invitato a vederle . Uopo di che , efTcndofi rifatte a cagion
di lefione alcune di quelle danze » lì perderono p.r neceffità le pitture ;
falvandofi follmente alcune tede con fomma diligenza tagliate da que'
muri . Così face altre pitture in altri Palagi , ed in altre Chiefe , che
fi leggeranno nelle notizie di Notijo Crdcuolo , alle quali è avve-
nuto lo fie/To , che alle poco, anzi dette . Quelle , che ora fi veggio-
rio , e i he forfè fono le più bell'opere da lui dipinte , fono quelle ch'ei
fece per la Cappella di S. Francefco d' Affili , dentro la Chiefa mento-
vata di S. Maria la Nuova ; ove mirabilmente fi vede efpreiTo nel ri-
partimrnto di mezzo della Cona il S.rafìco Santo Pa 're , e da' lati
negli altri due r.partimenti vi dipinfe S. Agata , e S. Lu.ia i Et in que-
ftc pitture vi fi ammira unità di cobre , tenerezza di belle tinte arFu-
mate , e con amore condotte. Infomma querce figure fono così bea
dipinte , che non ponno defiderarfi migliori , perciocché fembran
vive .
Nella danza del Capitolo di qnedo Real Convento, laterale alla
porta del Rifettorio , altre volte nominato, vi è una Cona , che fu di
Altare , alta circa fette palmi , ove vi è dipinta la B. Vergine a federe
in una bella fedia , finta di mtrmo lavorato , col bambino in braccio,
che viene adorata da due Angioletti , che fono oltremodo belliffimi , e
«juefta tavola è dipinta con fomma dolcezza di colore , che anche a' no-
flri giorni fi rende ammirabile a5 rifguardanti , e maffimamente a co-
loro , che intendono l'arte della pittura , per la confiderazione di que'
tempi . Queda Cona mantiene infin' ad oggi il rlubio fé ella fia pittu-
.. .li Pietro , ovvero di Polito , come vogliono molti di quei , che di»
cono 5
i66 Vita de' Donzelli
cono , eflere fiata dipinga da coftui , dopo il ritorno da Firenze , è chi
perciò refta 1' opinione in que' Frati , che egli ritornò in Napoli , dopo
alcun tempo . Ma da qualunque di loro quella tavola fo/Te dipinta , non
(taro più a far pirola deputando , ma dko Solamente , che ella è affai
Varie pk- ben colorita , ed a! pari di qual altra buona pittura infino a que' teni-
ture ih que pi condotta ; avendoli fempre riguardato a quegli anni , ne' quali fu»
tempi vcn- ronQ _ue(^e e{j a]rre pjtture jj a[trj pitcori operate ; come in altro luo-
£01) molCO ,7. , r , m ■ * . r,- . r
lodate in_, §° abbiam detto ; facendo per ora p.iflaggio a quanto di quelli due fra*
riguardo ili Celli ne lafciò fcritto ii Notajo Pittore ,
que fccoli , £/ Vittori Pietro , e polito de lo Donzello Jìudiarono da Majìrt
ne quali la Q0ia Antonio , e morto qutfìo da lo Zingaro famofo , a C Architettura
pittura non , ~. . . J . 3 «• 1 ieri
e'onci_> Giuliano , ma prima impararono ancora da Agnolo , che ju /colar»
alla perfe- dell' opere de lo famofo Giotto : ma quitti diventornno meglio , dove bau»
2Ìone de' no dipinto Poggio Sleale « che in quel tempo avea fabricato la Regina
tempi 110- Giovanna Seconda , e per lo RJ Alfonfo Primo Giuliano de Fiorenza * e
fai ; con quejìo prefero molta amicìzia , perche Conofceva Giuliani la virtie
loro , ejjendo huomo [incero ì dove li vantava ajjai , volendo partirli
a Fiorenza , e tenerli Come fratelli , avendo parentela con Polito per
via di Matrimonio . Dopo quejìo fatto dipinfero quefti due Pittori invi-
te belle pitture ejjendo le loro te/ìe maravìgliofe , come fi tede a detti
Poggio Rjale , e nello rifettorio di S. Maria la Nova ( che fabbricò Car-
lo Primo i dove in quello Refettorio delli Monaci ( vuol dir de' Frati )
di detto Monaferio ci fono pitture belliffnne , e dipinte etn granjìudio ?
bellezza di colori , e fejte preziofe . Cercando ogn' uno di loro far beni %
e con gara ma fenza invidia , perche fi amavano aj]ai . Ancora dipin*
fero l' illufìre Caf» dello nobile Pappacoda , e dello Protonorario , che fu
molto caro del Re Alfonfo fudetto ; come ancora quella del Principe
Caracciolo^ e molte belle pitture dentro Chiefe , le quali fi conofeono •
ejftndo ajjai bella la loro maniera l fervendo Re* e Pregine di Napoli •
circa f anno 1440 , e fo. Doppo di che Polito , ejjendo morto Giulia»
fio , ed avendolo prtgato andare a Fiorenza , ci andò con un parente di
detto Giuliano , e fece belle pitturi » ejjendo piaciuto molto dalli Fio»
rentini > delle quali Pitture fé a t eornmejjo la Relazione. Dove chi
Hetro relè in Napoli , ftando dipingendo nella Cafa del Conte di Mata-
lona alcune flanze , tutte dipinte , e fece nel Palazzo del Principe di
Salerno Pitture bellijfime , come ancora una Cappella fua nel Pifcopiot
e fatte quefle cofe , ejjendo Jiimato affai da tutti , perche era Jtimato
dalli fuoi naturali Signori , ed Illu/irijjìmi Rj di Napoli , morì circa
P anno 146 y. 0 io.* volfe ejfer fepolto a S. Maria la Nuova .
Ed ecco con le qui riportate notizie . compiuto il racconto della
Vita di Pietro , ed il Catalogo altresì di fue opere , fenza , che ila noi
a minuto fi notino , per non iftanca.rc i leggitori , con replicarle ; e
■taxi-
Pittori, ed Architetti. 167
tanto più , che quelle anJie vengono notate dal Cavalier Ma (lìmo nelle
memorie , che ei fcr.fle , con le (cruenti parole.
Pietro , e l'olito del Dome/lo , furo o Di j 'ce poli del Zingaro , t
fecero ajjai ben , e per or Une tisi % Afonpt , e della Rjgina Giovan-
na dipinsero a i'ogg'o ^ ale molte bilie ptture , e fatte quejte, dipinfera
4 S. Maria la Nuova il Refettorio delli Frati di ditto luogo , dove bau
fatto il ritratto del li fikli del detto Rj , e Regii Signori di qutl tempoi
facendo altri ritratti m altre pitture , che dipinfero in altre Cafe ; e
nella fudetta Chi fa fecero belle Co/e , ed in altre ancora l le quali loro
pitture fi Cono/cono alla nota Maniera ; fjjendo affai naturali nelle teflei
ed avendo fatte opere al Vefcovato , a S. Domenico , ed altre Chic fé ,
mancarono , circa gli anni 1470. > lafciando Silveìiro Buono loro di-
fcefolo .
Fin qui il Cav. Malfimo in quello luogo , riportando folamente
alcun'altre Tue parole , che di Pietro fin menzione , nelle memorie di
Silveftro Buono , e di Andrea da Salerno ; ove dice : che Silveftro finì
la tavola labiata imporrata dal (uo Maeftro Pietro d:l Donzello, per
1' Altare Maggiore de' Ss. Colmo , e Daini : no ; laonde appien ci di-
moftra , come Pietro fu L'Artefice di quella tavola mentovata ; la qua-
le rappre(ènta la Circoncifione del Signore ; opera in vero degna di
fomma laude , b.ncJie lafciati imperfetta , e perciò finita da Silveftro
Buono anzidetto , ed indi rifatta dal famofo Andrea da Salerno , per
V incendio accaduto ; come poi fi dirà , e che non alterò punto il com-
ponimento fatto da Pietro j il quale pieno di onori , di laudi , e d' 0-
gni comodo , procacciatogli da' fuoi famofi pennelli , lafciando la fpo-
glia mortale , circa gli anni già dotti dal Notato Pittore , e dal Cav.
Mailìmo Stanzio^! , lafciò bensì nel mondo gloriofa memoria d«l fuo
nome con quello del Fratello , p;r le beli' opere eh' ellì fecero . Fu di-
scepolo de' Donzelli Protalìo Clarini lo Mdatiefe , il quale fi portò affai pr0ta/-o
bene, ed effendo venuto nella ftima degli Uomini, fece varie opere Chrìrillo |
per diverG luoghi , b«ftando a noilolamente accennare in teftimonio uno de' dì-
di fua virtù la tavola dell' Aitar Maggiore della Chiefa di S. Criftofa- £ePoli .d**
no , ove vie la B. V. col Bimbmo, con i laterali , chi rapprefentano Uon2eU,«
S. Giacomo Apnftolo , e S. Cnftofano ; opera in vero degna di laude ,
e di memoria . Coftui effendo già divenuto buon Pittore , uditone il
grido nella Patria i fuoi Parenti , fi adoperorono , che colà Protalìo fi
ritorniffei laonde ripatnatofi , fu impiegata in varj onorati lavori 3
ma non molto dopo fopraggiunto da mortale infermità» lafciò la frale
ffogli» della mifera Umanità.
Fine del/4 Vita de' Donzelli \
VITA
i68
VITA DI AGNOLO ANIELLO FIORE
Scultore, ed Architetto.
PFnde ancora indecifa 1' antica , e nobil quiftjone , fé il primato
più alla Pittura , che alla Scolturn acconviene ; Perciocché c/Ten-
do quelle nobiliffime Arti nate in un parto medefimo , hanno l' i-
ftefla prerogativa ogn' una di loro ottenuta dal comun Padre , da noi
chiamato il Difegno ; a da qui naf-e , che l'Uomo volendo ad una di
effe applicare, s' incammini per la (Itada che al difegno conduce , ed
arrivato nel mezzo ove il cammin fi divide , fi volge a quella., ali»
quale , per naturale iftinto , è inchinato, ed infine guidato dal fuo ge-
nio , con 1' ufo dello ftudio , felicemente vi arriva . Quandi è che mol-
ti Artefici , nati di Padre profeiTor di Pittura , ed anche eccellente in
quella, non (limando m .no .nobile 1' arte della fcultura , che quella
della pittura , modi dal proprio genio , han voluto i fcalpelli più to-
fto che i pennelli operare ; come per efempio potrà vederli nella per-
fona di Agnolo Aniello Fiore , che nato da Cola Antonio , Pittore ec-
cellentiffimo de' fuoi tempi , volfe p ù tofto la fcuitura , che la pittu-
ra apparare. E benché in quella nm fafTs giunto a grado di perfezio-
ne , come in quella era pervenuto fuo Padre , ad ogni modo operan-
do con buona pratica , venne a guadagnarfi aach' egli buon nome ,
apprettò di coloro, che ne fecero menzione onorata: e malfimamen-
te per eflef flato egli maeftro del ramofilfimo Giovanni Mediano, vol-
garmente da tutti : Gio: da Nola appellato ; il quale quanto nella fcul-
tura abbia perfettamente operato , può vederfi dalie bell'opere, che
in copia di lui fi veggono ; come nella fua vita fé ne farà parola ; Di-
moftrando ora in quella quelle di Agnolo Aniello , con alcuna cofa, .he
nel bel principio operò Giovanni per ajuto , ovvero per lupplimenco
della morte del Maeftro.
Circa ch«_^ Fiorì dunque coftui circa gli anni 1465"., nel qual tempo la
tempo fiori, fama de' due fratelli Pietro , e Polito del Donzello era fommamente
crefeiuta per le beli' opere loro , -ed ancorché Agnolo Amelio , e/Tendo
ancor giovanetto fuffe invitato prima dal Padre , e poi dal famoliilì-
Perfuafo a mo Zingaro fUQ Cognato a dar opera alla Pittura , ad ogni modo tira-
tali! P"to- t0 jaj pr0prjo genio alla fcultura vclfe , che quella fofle la fua appli-.
alla kuJcu- cazione , e tanto a qutfta era jnfin da fanciullo inclinato , che fovven-
ra. te andava a vedere operare i maeftri della fcoltura , portandofi anco-
ra fpeffe volte a rimirare il fuperbo fepolcro del Re Ladis ao in S. Gio:
Carbonara , e le opere dell' Abate Antonio Bamboccio » le quali fov-
yentc difegnava , ed una volta eflendovi flato trovato da Andrea Cic-
cione
Scultore, ed Architetto. 169
èione allora vivente , fu da Ini confortato alla fcoltura applicati; ; per-
la qua! cofa lalciando il difegnare più le opere dell'Abate fuddetcì»
fonde poi nacque 1* equivoco in alcuni , ohe différo aver egli ne' fuoi
principi in quella fcuoto infegnato , il che .non fu , per effere in quel
tempo già morto il mentovato Maeftro J fi portò nella Scuola di Andrea y~ j,n <\,y A
ad apparare l'arte . Ma perche fovvente i patemi allettamenti , ovve- dì Aiimcra
co il proprio ammodo , fuol efier di pigrizia cagione, non tonti- Ciccione,
nuava Agnolo Aniello la fcuola con quella aifiduità « che un filtro , più
bifognofo di cercar dall' Arte il foftentamento , fatta avercbhe. C-sì
dunque palTat:.fi la gioventù con poca applicazione , comincia ad opera-
te 1 Scalpelli dopo la morte di Andrea , e forfè per ridurre a fine alcuii'
«pera , che quello impefetta lafciata aveva . Quindi per tali occafioni
eflendoglifi in quegli anni più maturi fvegliato l'amor dell' arCe, co»
euncio daddovtro a travagliar» in quella , per fare egli ancora alcun"
cp^ra , che neme gli apportarle ; giacché fentivafi tutto giorno quelle
rìegli altri Maeftri di Scoltura lodare; che però continuando nello Au-
dio, e non celiando da' fuoi lavori , venne ancor egli ad efler buon
feutore (limato , finendo negli anni fuddetti del 1460., intorno a qua-
li varie opere lavorò , per diverfe commillìoni , le quali con buona
pratica nduflè a fine ; Una contandof.ne elTcre il Sepolcro , che lui fe-
ce del Cardinal Rinaldo Pifcicello , il qual morì circa il fine del 1467. Sepolta:*-.
e quella fi vede nella noftra Cattedrale , ove ancora vi è il Sepolcro,che def RCaid'~
molti anni dopo lavorò di Pietro Nicolo morto nell' anno 1472. Pifcjrell °
Fece nella Chiefa di S. Lorenzo la fepoltura di Gio: Cicmiello, che
morì nel 147?- » ed in quella vi fece bel lidi mi ornamenti con la fua
ftatua . Ma la fua bella (epoitura è quella che fi vede nella Chiefa di
S. Domenico Maggiore , nella Cappella di S.T-mmafo di Aquino, ove Sepoltura
vi è figurato in un ricco , e fontu< fo f polcro la bella ftatua di un Eroe bellilfirua in
tutto armato , della f. miglia Carrafa , che ha un breve jì , ma pieno s- Romeni-
elogio in un Dittico , che cosi dice c° M-'SS'c-
re ; te alti»
Sepoki i, di
Huìe alcre palo-
Virtus gloriam ne.
Gloria immortalitatsm
Comfaravit
In quella medefima Chiefa vi fcolpì ancora il Sepolcro di Mariano
Alano Conte di Bucchianico, con la fua ftatua , condotta con arte , e
diligenza , per Io qual Sepolcro , e per quello fopraddetto meritò mol-
te laudi , facendovi belli ornamenti con alcuni baili rilievi intagliati
con fpmma dihgenza i ma i medaglioni , che efprimono i ritratti di
Y al-
i yo Vita di Agnolo A niello Fiore
alcuni della famiglia Rota fpevb non que' di Porzia , e di Bernardino»
che fon lìtuati nell' ufcire ddlla porta minore , che rifponde allargo
della piazza de' quali lì fari, parola a fuo luogo nel fecondo Tomo ) fu-
Tavola di rono finiti i fé non tutti fotti , da Gio: da Nola fuo Dilcepolo , che ai-
marmo con tre opere imperfette conduife a fine.
ì> Girala- Fece Agnolo Animilo varj altri lavori di marmo j flimandofi efTer
ITI0* di fua mano la tavola di ba/To rilievo col S. Girolamo Penitente , che e
dal canto del Vangalo , nel pilaftio dell' Arco della medefima Chiefa
di S. Domenico , e fimilmente fece altre opere fimili per Altari , veg-
marnìo con 8cnc*°fi l'altro baffo rilievo in S. Maria la Nova , nella Cappella della
entrovi S. famiglia d'Afflitto ove vi è figurato S. Eullacchio inginocchio^ , che
Euttacchio adora il Cro-efiflb nel mezzo delle corna del Cervo ; e quella veramen-
ia S. Maria te è opera , per que' tempi , molto lodata , dapoiche è molto efpreffi-
i.. Nova, vo , e divoto il miftero che rapprtfenta.
c , ,, Correva appunto l'anno 1476. quando pafsb da quella vita mor-
Cirio Pi- C<rlo Pignatelli , Cavaliere ragguardevole di que tempi , li qua-
enatellli le avendo ordinato » che le fue offa collocar fi doveffero nella loro
nella Chie- Chiefuola , eretta a feggio di Nido , detta volgarmente S. Maria de*
fa di cai fa- Pignatelli , perciò da' fuoi eredi ne fu data la cura ad Agnolo Aniel-
slw** "d" ,0 Fiore » acciocché lavorandovi un fontuofo Sepolcro , in quello fi
Nido. ripofaffero l'offa del mentovato Carlo . Per la qual cofa ne fece Agno-
lo Aniello un modello di terra , che fommamente piaccir.to a'nrunto-
vati eredi , pofi mano a lavorarlo di marmo, e figurò quella fapoltu-
ra , con arco ornato , a guifa di Cappella , benché nel muro piano fi
doverle fituare ( non v'effendo altro luogo ^ e nella parte fuperiore, che
Ìa lunetta , vi fcolpl di balio rilievo la g. V. col Bambino in braccio,
S. Maria Maddalena , e S Dorotea , che li prefenta , raccomandan-
doli un figliuolo , che vien figurato per l'anima di detto Carlo, quan-
do alcun fuo figlio non rapprefenti , del quale non abbiamo memoria;
e fopra la fuddetta immagine della B. V. vi figurò il Padre Eterno.
Ma nel più bello , che quelle (latue lavorava , e che ormai Java com-
pimento a quello Sepolcro , infermatofi il noftro Artefice , dopo peno-
fa infermità , non potendo la natura fuperare il male , effendo avan-
Mo:e di 2at0 '" et* ' ^ mor' Pr'ma » cne qu-fto lavoro compiffe , lafciando
Agn ilo Giovanni da Nola affai dolente per la fua morte » giacche perdeva in
AnieJJo. efTa il fuo caro Maellro ; laonde fu di metìieri ,che egli alcun finimen-
to faceffe nel mentovato Sepolcro acciocché compiuto fi pjteffe mura-
Gio:dalVo- rare ( e cos\ Vl feCc jj b^r-Q r,ijevo j due putti , che vi fi veggono ,
fcetemen- c^e banche fiano migliori dell' opera del Maellro, perche aveva Gio-
rovata Se- vanni lo ftudio del naturale , e di ciò eh- folle più bello , e però pi'ì.
pjlcura. moderni apparifeono ; ad ogni modo però non ieftnoeflì così buon',
che non vi fi conofehi il timore con cui egli li feolpì j td e/Tendo ancor
gio-
Scultore , ed Architetto. 1 7 1
giovane non aveva ancora quella pratica di trattare i marmi , come di
icolpire in legno alcuna (tatua avea , ancorché in altri lavori di m tr-
ino al fuo Maeftro avefTe dato ajuto . Quella fepoltura fi vede oggi nel-
la Chiefafuddetta di S. Maria de' Pignatelli , ove può render teìlimo-
nianza del valore di Agnolo Aniello , del quale fecero menzione inci-
dentemente in altre notizie , Marco da Siena , il Crifcuolo , e Malfi-
mo Stanzioni ; come chiaramente può vederli ne' loro difeorfi , che
innanzi a quelle Vite fi leggono , ed ove reità dall' autorità del fud-
detto Marco Inabilito per figliuolo di Cola Antonio ; togliendoli per
lui il dubio del Notajo Crifcuolo , fé egli a quello fia figlio , o nipote ,
dapoiche egli nel fuo difeorfo Pittorico , dopo aver nominato il Bam-
boccio Scultore, così di/le di quello Artefice della fcoltura.
E poi fu fcolaro di lui Angelo Aniello de lo Sciore , dove che d:ve
fapsrfi ■, che qu:Jìo non fé fa certo fé fu figlio o nipote di Colantonicfa-
vitfo , t da quefto Agnolo fé dice , che emendo figliolo , cominciò la fot*
ta Gì 0: de Nola , che fu pai quel? Eccellente Scultore cb'è ftato &-c.
Fin qui Notar Gio: Agnolo , dapoiche fiegue le notizie del fuddetto.
Gio: , delle quali a fuo luogo farem parola , paflando ora a dire, che
Agnolo Aniello fece anche varie cofe in Architettura , edificando varie A?noj0 a.
Chiefe , e Palagi, come riftaurò la Chiefa di S. Pietro in Vincoli niello efer-
nel I4JJ. in circa , e rinovò la Chiefa di S, Stefano , con altre Chie-cicrt ancora
fé , delle quali non occorre farne altra menzione , per e/Tere le fabbri- * Archiiec-
che modernate , per la qual cofa conchiudendo quella narrativa , di-tlua"
remo , che la Virtù in un Uomo , ancorché non fia in grado fublime,
ff mpre però lo rende dillinto , e con ciò degno di laude appreflb i Po-
fieri . Come può veJerfi da quello Artefice i che fé bene non tbbe
quella perfezione nella Coltura the nella Pittura ebbe Colantonio fuo
Padre , e nella fcultura Gio: da Nola fuo Difcepolo , ad ogni modo
però egli ragionevolmente , e con lludio operando , fi guadagnò tanto
nome , che dal quartodecimo Secolo infino a' noflri giorni , con fua
laude rifuona .
Fini dell* Kit* di Agnolo Aniello Tiare.
Y » VITA
p<
172
VITA DI MAESTRO SIMONE
PAPA IL VECCHIO
Pittore .
JOchi farebber coloro % che nlle nobili facoltà fi applicarebbono , fe
innanti a gli occhi ad ogn' ora aveflero le grandilììme difficoltà ,
che fuperar gli conviene , per giungere a grado di perfezione in alcuna
di quelle . Àia la maggiore di tutte quelle nobili facoltà , che porta fe-
Go difficoltà grandiffime , è a mio credere la Pittura ; la quale (come
la Poetica Scienza; richiede con se molte doti , per renderfi adorna, ac«
ciocche a gli ochi dei riguardanti iraeftcfa , e fenza verun difetto ap-
parisca . Che perciò , a quelle difficoltà dando provvedimento la na-
tura medifima , v'introduflè l'amore r per Jie la gioventù s'inv-ghif-
fé , e refa amante della beli' Arte , le mentovate difficoltà difpreg-
giando , fidamente ali' acquifto di quella felfe intenta , ed infin , che
per mezzo di molte fatiche non l'ottenga», di afFaticarfi non fi rimanef-
fe giammai . Quello Argomento medefimo potrà ora conlìderarfi nella
pedona di Maeftro Simone Papa , detto da noi il Vecchio , a contem-
plazion degli altri , che in appreiTo col fuo nome , difeendenti da lui
vennero al mondo; il quale cerne amante della Pittura , non mai Ci
rimafe di arFaticarfi fin che non fi vide giunto al poiTefTo di lei, almeno
in grado diftinto , fé non fublime ; come nella fua vita che fiegue po-
trà vederli a piena voglia da ogn'uno.
Simone eb- Nacque Simone circa gli anni dell' Umanato Verbo 1430. ed tC-
bc ic(!oia_, i-.ndo fanciullo gli vennero vedute opere di Pittura del f.mofiffimo
«13IZ QgarócZingnro , eh? però , fentendofi a quelle rapirfi da un dolce genio fu-
penore , fi.ee sì, che per mezzo de'fuoi parenti fu acconciato alla fcuo-
jn de! nominato Pittore , ove ?.d adoperale il matitatoio fi diede con
indicibile amore . Ma quanto più affaticavafi , più crefeevano in lui
difficoltà , per renderfi uomo infigr.e nella pittura , come il fuo Mae-
lìio fi era già refo ; Fcr la qual cofa molte fatiche ufando , giunfe alla
perfine a dipingere in modo , che veder, dofi le fue opere , comincia-
rongli a crtfiere il nome , e con ciò le occafioni ; laonde gli furono
cemmeffs molte pitture , tanto per privati , che ne'pubblichi luoghi 9
Viri; ope» Scindo tavole ptr Altari , ed altre opere nelle Chiefe ; e fr3 le prime,
ìiptuccj cne efpofe fu quella della SS. Nunziata , per una Cappella della Real
-aj Sjmoiie. Chiefa di S. Nicolò alla Dogana , in cui figurò la SS Vergine proftra-
ta ir. un ginocchiatojo molto ben lavorato , con altri buon/ ornamenti;
ina l'Agnolo avendo patito , fa ritoccato) molti anni dopo delia fua
morte , da Gic: Brrr.arucL.ima; e da un -.'.ifapolo del fudùttto vi fu
fatta
Pittore. 1 7 3
fatta la tavoletta di fopra , che efprime la noflra Donna del Rofario ;
con S. Domenico , ed altri Santi Domenicani ; e fimilmente codili vi
fece gli quindici Miderj , eh; gli fi veggon d'intorno ; Per lo che , al-
tro di Simone non vi fi vede , che la fuddetta B. V. Annunziata , con
i mentovati ornamenti . Fece Simone , dopo di queft' opera , con mi-
glior acquido dell' arte , alcune Immagini di Santi su Giinpo d'oro ,.
per la Chhfit di S. Maria la Nuova , le quali ora veggionfi trafportate
in varj luoghi di quel Real Momdero . Cosi fece per la Chiefii di S.Lo-
lenzo una Madonna col Bambino in feno , che ultimamente fu nella
Sagredia trafportata , e fimilmente vi fece una gran tavola di Altare ,
ove la B. V. col fuo figliuolo in braccio vi dipinfe , fedente su le nn-
bi , con S. Gio: Battida , ed altri Santi , ed a baffo vi effi.-jgiò S.Do-
menico , e S. Francefco , che davano le regole a' Frati di loro religio-
ne ; la qual tavola effendo collocata in un' Altare, preflb l'Aitar mag-
giore , redo quello nel firfi il coro , dietro il fuddetto ; ove affai con-
sumata tlali" umido ancor fi vede j effendofi difmeflb l'ufo di fua Cap-
pella , ed il fdgrifiearli nel fuo Altare.
Non ceflava nel mentre , die l'opere dipingeva Simone dall'
inde fella applicazione de' dudj della pittura , dapoi he Ci era egli pre-
fiflb di giunger con fue fitiche a goder il vanto di un chiaro nome , co-
me gli additavano le opere de' parlati Maedri , e deLprefente fuoPre-n Zingaro
cettore , il quale per mezzo di fue fatiche , era appreffo di tutta Italia» divenuto
divenuto faniofo , e tanto , che per le bocche di ogH' tino il nome del ramofo per
Zingaro fentivafi rifuonare ; che pero con indicibile amore cercava
ogni giorno Simone di fuperare difficoltà ; e tanto oltre pervenne*
che fé bene non arrivò all' univerfale dell' Arte del Maedro, giunfe pe-
rò ad e/Ter tenuto per nn de' migliori difcepoli di fua fioritillìma fcuolaj
e tanto, che in alcune tavole , che dipinfe dopoi , fu tenuto nella me-
dtiima dima di quello ; ingannandoli molti , anche de' nodri Artefici,
in riputarle opec del Zingaro dolcemente dipinte, benché ne' gran
componimenti non l'uguagliarle giammai < Cesi dunque Simone venu-
to in maggior dima apprètto ogn' uno , fece per un Signore di Cafa
Tjrbcb , una gran tavola per traverfo , da fitaarfi in una fna gentili-
zia Cappella , che aveva eretta nella Chiefa di S. Maria la Nuova , ove Qpeì-C i^j
Vi figurò nel mezzo San Michele Arcangelo , il quale ha intorno di fé s. Maria la
alcuni fpiventofi Demoni, e ccn la lancia conficca l'infernal Dragone : Nuova.
Dal fuo lato dedro fi vede S. Girolamo , che gli raccomanda il Suddet-
to Fondatore della Cappella , che inginocchioni l'adora, e dall'altro
iato finiftro vi effiggiò S. GiKomo della Marca , alici a morto ,e dichia-
rato Beato, i he gli .preferiti la moglie del detto To.rbolo , r.nch' ella
dipinta inginocchioni ; nelle quali tede efprede Simone al vivo i lero
riti-atti, con bella moibidszza , e paftofità di colore affai dolce , ed è
certo,
1 74 Vita del Maeflro Simone
certo , che migliori non poteano effer dipiute dal fuo famofo Maeltro»
Fece altresì per una Cappella un altra gran tavola di altare , ove figu^
rb la B. V. affunta al Cielo , con i dodici Apoftoli , intorno al di lei Ce*
polcro , opera veramente affai ben condotta , per lo componimento ,
efpreflìva , e buon colore . Ma ne quella , ne quella da noi prima de-
ferita , del S. Michele Arcangelo , oggi fi veggion più nella Chiefa .
per efferne fiate rimoffe , allorché di pianta fu ingrandita , ed all' ufo
moderno rifobbricata dall' Architetto Franco , e le tavole mentovate
furono trafpoitate nella danza del Capitolo , che e fituata avanti quel-
la del Refettorio , ove al prefente fi veggono » Poiché e da fa perii * co-
me que' Signori della famiglia Turbolo , non curandefi più della pri*
Il GranCa- miera Cappella , ne ereffero un altra dentro il Cappellone di S. Giaco-
puano eref- mo della Marca , eretto dentro la Chiefa medefima , da Gon-
e Ja gran fcfrQ pernan<io di Cordova , detto il gran Capitano , e la fuddetta Cap-
«hc ha ror- pel la vollero p.ù tolto con (colture , che con pitture abbellire , ben-
na diChie- che nella volta alcune floriette dipinte vi fecero condurre da Silveftro,
fa,a S.Gia- \\ gruno , allor Giovane , come nel fuo racconto diremo ; laonde fe-
lonio della cer0 r-Co]pjr qUeHc ftatue t che su l'Altare, con i loro ornamenti di
Maria* la '. marmo , vi fi veggono , e cosi la tavola del S. Michele fi r.mafe nel
Nuova. luogo da noi deferitto * con quella altresì dell' Affunta , che parimen-
te per effer Hata tfpofta da Signori di famiglia già eftinta non fu più cu-
rata . Fece anco Simone a S. Chiara una tavola in cui vi effiggio la vi-
fitazione , che fece la noilra Donna a S- Elifabetta , la qual tavola ve-
defi ora in una Cappella , alquanto rinovata , p.r i patimenti ricevuti
dal tempo .
Nota il Crifcuolo altre pitture di Maeflro Simone , e che fra que-
lle vi tufferò alcuni fref«hi operati nella Chiefa di S. Lorenzo , e tavole
di Altare nel Vefcovado, ed in S.Maria del Principio , ma io per mol-
tiflìme diligenze non l'hb potute mai rinvenire . Così fa memoria di
altre pitture a frefeo da quello Artefice dipinte in S. Maria della Mari-
na , che farebbe la Chiefa dì S. Maria di Porto Salvo , o quella della
Pietra del Pefce , e credo beniflìmo , che al tempo del Crifiuoìo fi go-
deffer dal Pubblico quelle pitture, da lui deknttt nel i f 6f. ; ma a no-
Uri giorni altro di Simone non vedefi , fé non che le da me notate pit-
ture , con alcun altra , che forfè a mia cognizione non è venuta; laon-
de fenz' altro dirne , paff;remo a far parola , che fu Uomo da ben; , •
che da lui difeefero altri Pittori di cotal nome , e cafato , tffendovi
quel Simone , che vivendo nel tempo medefimo del Notajo Gio: Agno-
lo , e fenvendo egli le notizie del primo , inferi (al fuo foli to ) in
quelle , anche le di coflui ; dicendo , che dipinfe la volta di fopra , e
le mura d'intorno al Cero di S. Maria la Nuova ; banche in appreffo
fu ritoccata da lielifario Corenzio , per difgrazia , che forfè vi fucce-
dè.
Pittore. 175
4e . Sicché dunque avendo terminato il racconto dell' opere di Simone,
egli è ragion riportare ciocche ne fcriffe il mentovato Nota/o , per ono-
rare con una qualche memoria un così amorofo feguace dell'Arti noftre.
Fu anco buon l'i tt or e di Nipoti Maejìro Simone de lo Papa , e fu
gel 1460. i 0 poco più , mentreche fu fcolaro d* lo famofo Zingaro , r
molto fé apatie ai per arrivare ad -jfere buon Pittore , e molto amor*
ci mife per fuperare l'arte dtjfictltoja ■, volendo arrivare a lo nome de
lo Maejìro , non fu quanto lui , ma l'imitai in molte cofe ajj'ai bene i
ma nitro di lui nm fi vede che certe antiche imagi ni di Madonne., e di
Santi foli , /opra Campo d'oro a S. Maria la Nova , dovi ci è
(qui mancano molte lettere all'originale ) . . . la Madonna.
&c. a S. Chiara , e altre parti , e ci fono altre immagini alle fi tinte
del rifit torio di detta S. Maria la Nova , e Jì vede anche nel Pifcopio
qualche co/a difuo , cioè alcuni Santi , e dentro S. Maria de h Prin»
sipio , ed anco a S. Lorenzo una gran tavtla dietro lo Coro -, & una
fua memoria a frefeo , & una tavola a oglio antica , come anco ci è
di lui una Nunziata nella Chi e fa di S. Nicola , benché de le prime cofe
fui , e alcun* altre pitture a S. Maria de la Marina , molto bill* ,
confrtfehi , e quejìo è quanto ptr quello , che dia qutjìo prefente Si-
mone , anco de cafa del Papa , perche quello è fiato fuo antenato , dove
che quefto prefente Simone , in quefio 1 fo r. hi dipinto frc. e qui fi e*
gue il Crifcuolo le notizie di coftui , delle quali a fuo luo?o , facendo-
ne onorata memoria , riporteremo ciò che egli ne fcriffe , del fecondo
Simone .
Ecco dunque come Maeftro Simon del Papa , per mezzo di fua
fludiofe fatiche , e dell'Amore, che lo guidava al poffeffo dell'arte
della pittura , ne fece acquifto , per lo quale venne ad effe r Rimato ,
non folo da coloro , che le fue opere defideravano , ma ancora fu in
buon nome appreffo de' medefimi Profeffori ; che fé ben: non ebbe egl i
Simone, come i Donzelli , copiofità d'invenzioni , varietà di Arava-
ganti componimenti , ed elezione di fito , come non ebbe altresì mol-
ta varietà di abiti , e di colori , come quelli , e come il loro comun
Maeftro , e fopra tutto non ebbe que' buoni accordi , che quelli otti-
mamente poffedereno j tuttavia rcila egli lodato per quelle ftorie , che
dipinfe di minor copia di fi-ure ; ed avvenga , che di fuo fi vegga la
gran tavola dell' Affunzione di Maria V. , la quale affai piena di figu-
re , ed affai ben difpofta apparifea , ad ogni modo però , ella è fola , e
fi ha per certo , che non fu fua propria dote il comporre le ftorie gran-
di , ma folo il fare affai bene quelle di poche figure , mafie con buona
grazia inlìeme , e dipinte con lommo amore , come da noi nel princi-
pio fi diffe ; per la qua! cofa meritò le laudi de' Profeifori , come può
vederfi da qu.lle dategli da Gio: Agnolo , e da Marco da Siena altresi;
per-
1 7 6 Vita di Mae/lro Simone
perche penso onorarne , in un con gli altri Pittori Napoletani , !e !»&>
morie ; Ed oh , che fufle pure al Ciel piacciuto , che da sì nobile , ed
egreggia penna fufler ftate fcritte le onorate notizie , almen di queftf
più antichi Profeflbri del difegno , che certamente , eflendo propalate
al mondo le glorie loro da un tanto celebre Uomo , avrebbe maggior*
mente macerata 1' Invidia , e fatto tacere la maldicenza medefima .
Ma a colui * che difpone tutte le umane , e le divine cofe , non piacque
dargli forfè più lunga vita, per mortificazione delle noftre Arti , e del-
la Patria infieme . Ma ritornando a Simone, da cui condolente efa-
Morte dì gerazione partimmo , dico , che vien comunemente creduto , che egli
MaeftroSi- venifTe a mancare circa gli anni 148 8. (mentre che il Crifcuolo non por-
rapne, ta il termine di fuà vita ) tffendo vifluto onoratamente , e tenuto pejt
Uomo coftumato daogn,' uno, e d' innocenti , e xeligioficoftumi,
Fitti itila Vita di Majlr? Simone Papa il Tee cb fa
ynyi
177
; VITA DI NICOLA DI VITO
!. Pittore .
.*
COmè spp'jnfo accader fuole ad innocente fanciulla , cui da amo-'
rofa Madre vuole abbellirli , con acconciatura di tetta , con na-
ftri , e con mille vezzi * ed ella con repugnante mano , da fé fon-
dando quelle bellezze , procura con i pianti , e co' gridi , di far de-
ridere quella dall' abbigliarla , ne mai fi acqueta infin , che in fua li-
bertà non fi vede . Cesi ancora fuole avvenire a colui , che in fua
fanciullezza repngna apprendere una qualche facoltà virtuofa, ove vo*
gliano i furi Genitori applicarlo . E ficcome quella fanciulla , venu-
ti poi ndl' età più ftrena , derìderà ornarfi di que' medefimi abbelli-
menti , che picciola difpreggiò , così quel giovane , refo avveduto
dagli anni, e dalla ragione , vorrebbe allora fare acquifto di quella
facoltà medefima , che egli picciolo a tutto fuo potere fuggi . Ma la
natura di già avanzata , non avendone 1' ufo , fi oppone a' fuoi defi-
derj , perchè fi rende tarda ad apparare in quegli anni , ciocché facil-
mente da fanciullo fi apprende , e da giovane li efTeguifce.La qual co-
fa potrà conofeerfi appieno nella perfona di Nicola di Vito , Pittore
Napoletano , il quale avendo ripugnato a tutto fuo potere , nella fua
fan »ullezza,di apparare pittura , divenuto poi Uomo , cercava ard.n-
tiffim m nte di farne acquifto , anche a coito delle più gravi fatiche i
ma non più li fu permeflb dall' età avanzata , che fece in lui rimanere
più iì deiìderio di bene operare il pennello , che 1' efeguirlo con l'ope-
re ; Per la qual cofa , non potendo buon p;ttor divvenire , penso ef*
ferlo di facezie , e di allegria , come edili , che era dotato di pio^on-
da natura , e di lepido tonverfare J lo che dalla fua vita , che lìegue,
potrà confiderarfi da' Giovani , e con piacere udirfi da' Maeftri delle
noftre Arti .
Circa gli anni 14? f. era già divenuta grande la fama del valen-
tiiTìmo Zingaro, dapoiche da per tutto iì parlava dell' eccellenti pit-
ture di lui , e di fua fìontiffima ("cuoia ; laonde ciò offervato il Padre
di Nicola , the ave* nome Matteo , per quello l'i dice , invaghitoli
delle beli' opere di Antonio , vedendo quanto utile , e quanti onori
apportati gli aveano , fece difegno d'applicarvi il figliuolo già fitto
grandicello, acciocché mediante i fuoi ftudj , e le fue fatiche , folle-
vafTe ancor egli la povera fua famiglia, che perciò , avendo così fer- Mcffodal
«iato nell' animo fuo , ebbe modo d' introdurlo nella feuola del Zin- Padre a fcuo
garo mentovato , ed a quello caldamente raccomandarlo . Ma la bi- Ja dd Zin~
fogna non andò com' egli erafi figurato , dapoiche il figliuolo , lonta^ ^^1-0'
Z niiììmo fuco.
i-jS Vita di Nicola di Vito
nifììmo dal genio di applicare al difegno , moftrava ad ogn' altra prò-
fellìone voler attendere, che a quefta della Pittura ; di che molto ram-
marico ne fentiva Matteo , e molte paterne correzioni facevali , cer-
cando perfuaderlo ad intraprender con amore quell' Arte nobihflìma ,
la quale era fiata la fola cagione dell' ingrandimento di quel rino-
mato Maeftro , ed ancora de' fuoi Difcepoli ; cioè di queU; - che in;
Ripugna quel tempo erano già venuti nella filma comune rie' Cittadini . Ma
apparare Pit Nicola Tempre più moftravafi alieno da' defiderj del Padre, e fé pure
tura • alcuna cofa nel difegno operava , ciò foleva avvenire per lo timore
paterno , e con ciò non mai cofa di buono poteva fare , perchè non
gli era fuggerito dal proprio genio ; laonde ciò confìderato dal Mae-
ftro , diifuafe Matteo di applicare il figliuolo in fimil profellìone , e
lo perfuafe ad altro impiego applicarlo , già cchè alla pittura non avea
fortito il genio , e l'abilità ; Doti tanto neceflarie per confeguir quell*
arte difficiliiììma .
{Sre* a'Ie Così clun(lue tolto di fcuo!a del Zingaro , applicò Nicola alle let-
tere , ove continuando alcuni anni , molto profitto vi fece . Ma Aie-
ceduta la morte del Padre , ed e/Tendo egli già Uomo di età virile , o
che fofle la confiderazionedi non aver foddisfatto al genio del genitore
Morto jlP3#o che quel poco difegno , che avea in que' primi anni apparato, gli
die applica (ufeitaflè l'amore della Pittura,!! diede così afleverantemente allo fiudio
con tutto lo di effa , che mai altro non faceva , fé non che difegnare , e copiare le
ipmto al di. opere di coloro , che al'ora erano in maggior grido ; ed efllndo già da
più anni futeeduta altresì la morte del Zingaro , procurava da' Don-
zelli , e che da alcun altro di fua (cuoia , che era Maeftro divenuto,
ricavar que' precetti , che erano neceffarj , per bene apprendere l'arte
pittorica ; Per lo che fatto Uomo coltivava quella fcuola , che già fan-
ciullo avea a tutto fuo potere fuggita . Ma l'età avanzata , e la mente
non più atta a ricevere que' precetti , che fon proprj de' primi anni ,
que' mezzi , che da principio l'avrebber bene incaminato al fuo fine ,
gli eran d' intoppo per lo faftidio avea di non poter giungere al buo-
no ; dapoiche conofeea egli non avere i bbedienti l'intelletto , e l' ope-
c j1;0" razion della mano . Ad ogni modo però fu tanta la fatica eh' e' fece ,
ne' medi ocre' cne alcun'opere conduce fotto la guida de' due mentovati Maeftri, Pie-
. ce , ed tro , e Polito del Donzello , i quali lo amavano per la fua giovialità ,
è jutato da' e quelle ad alcun pubblico luogo efpofte , gli porrorono le occasioni
j-uoi Maeltn. tjj a]cune aicre opere , che in onorato concetto il fecero tenere appref-
fo di molti ; e perchè conofeeva egli affai bene , non avere in fé alcu,
na di quelle perfezioni , che fon tanto neceflarie alla pittura , e chg
erano poflldute in ottimo grado da' fuci nuovi Maeftri del Donzello
e da altri, che erano fiati fuoi nuovi Condilcepoli nella fcuola del Zin.
caro , già (no primo Maeftro in fanciullezza , e però facendovi imtur;l
riflef.
Pittore . 179
rifleffione , e conofcen do appieno non aver quel valore , che quelle di
colloro opere dimollravano , le quali in quel tempo eran tenute per fé t- però cono,
tilììme , determini) dunque fpacciare le lue pitture ad ogni qualunque ice (e li
prezzo, che offerto fé gli folte , e però profertole , a buon ba-1"1*3 ,ufin-
ratto , ottenne perciò molte opere , giacche fi tiovano notate dal No-eame,'to
tajo Crifcuolo pitture in S. Gio: Maggiore , ed a Monte Oliveto,e qiu-
fte intende e/Ter tavole ad olio; dicendo poco appreffo , che dipinfe
nella Chiefa de' Monaci Baiiliani una Cappella a frefeo , la quale a no- ,, .
ftri giorni più non fi vede , sì per le rinovazion delle fabbriche , che var= iu0£hj.
tutto giorno abbellilconfi , come ancora, mi credo per elTer dipinte
' con molto (lento , come dice il medefimo Cnfcuolo , nelle mentova-
te notizie , eh? ne lafciò .
Fece Nicola per una Cappella della Rea! Chiefa di S. Maria la
Nuova , una gran tavola per traverfo, ed in effa vi efpreilè gli Apollo-
li , con la B. Vergine nel Cenacolo, con la venuta dello Spirito Santo,
e quella conduiTe con moka fatica , ed anche con alcun (lento ; come
conofeefi dalla mvdelìrm ; la quale ora è iituata nella ftanza del Capi-
tolo , che e innanzi quella del Refettorio , ove fu co!lo:ata allorché fu
da capo la Chiefa redificata , come altrove fi dille . Così dipinfe per la
fuddetta Chiefa un altra tavola , con la noftra Donna , che tiene il Bam-
bino nel fuo grembo feduto , e vengono adorati da alcuni Angioletti,
eftèndovi ancora alcuni putti dipinti . Da' lati della B.V. vi è S. S.ba-
filano , ed un altra Santa . Nella lunetta di fopra vi è la Vifitazione di
S. Elifabetta , con S. Giuf ppe , e S. Zaccaria . Quella tavola fi vede
altresì nel medefimo luogo del Capitolo , ove è l'altra della venuta
dello Spirito Santo , gr> dinanzi deferitta .
Così con fuoi modi faceti procacciava»" Nicola le occafìoni , e
dando le lue p.tture ad ogni prezzo , continuamente veniva digli Ami-
ci in varj lavori impiegato ; e credo benilfimo che unite opere per va-
ri particolari avelie egli condotto ; perciocché offendo da ciafihedun
bi-n veduto , e per il luo feuV. voi- modo di vivere, carezzato, e con
ciò di molte in.ombenze provveduto , acciocché con effe ioftentar'epli
poteffe la fua famiglia ; e di queil' opere , che per tal fondato argo-
mento fi (limali molte , alcune in vari pubblici luophi fi vedono *
effendovene due t volette nella deferitta ftanza del Capitolo di S. Ma-
ria [a Nuova , che fti'.d-ro già cipolle per adornamento di una Cappel-
la , ed ora fon collocate una vicino Fa!tra , laterali alla porta del Re-
f.ttoris, ove vedefi in una di effe , effigiato S. Girolamo penitente ,
rei deferto, e nell'altra S. Michele Arcangelo , inatto di abbattere il
Dragone infernale . Nella Sagreflia di S. Pietro ad Aram , fopra l'arco
di effa vi è dipinto da Nicola , la Vergine Addolorata (otto la Cjoce ,
che vien foilenuta da S. Giovanni j ed in quell'opera ficonofee quanto
Z 2 egli
180 Vita di Nicola di Vito
egli fu debole nell'arte della Pittura . Così di fua opera vedefi nella
Real Chiefa di S. Chiara un altra tavoletta , la quale è locata in una
Cappella preffo 1' Aitar Maggiore , ed in effa vi è efpreffa la vifitazio-
ne , che fece la B. V. a S. Elifabetta fua parente , effendovi ancora
S. Giufeppe , e S. Giovacchino ; ed in altre Chiefe, come in S. Spirito
<li Palazzo , alcun'altr'opera fua lì vede efpofta , la qual da noi il trala»
fcia , pei non avere in elfo un cotal preggio,che attenzione fi meriti ;
laonde le Tue opere tralasciando , farem da qnefte paffaggio a' fuoi alle-
gri divertimenti , e giocofi fatti , giacché , come di fopra fi difTe > fu
di natura tanto lepida , che fu lo fpaflb , e la fetta di tutti que' , che
lui trattando conobbero di così beli' umore fornito . Ed acciocché da'
Leggitsri fiano appìen comprefe le burle accennate dal Notaio Pittore ,
egli è di meftieri di qui fpiegare almen quelle che egli ne lafciò fcritte,
incominciando appunto dalia prima , che tratta , della tefta » che
Nicola compofe, per far paura a quelle vicine » che appreffo lui abita-
vano .
Avea Nicola con molto ftudio fabbricata una tefta, e quella accioc-
ché nera , e paurofa , appariffe; veftita di feorze di moriglie,e vi aveva
adattati occhi lucenti/fimi, acciocché a prima veduta , ver chi in lei fif-
faffe di primo tratto lo (guardo , alcun fpavento apportane ; quefta poi
acconciata con noj'ofi capelli , e rabbuffata barba , la pontva in cima
d'alcun fuo lungo baftone , che fvoltando a bella pofta la mentovata
cima , ornata di veftimenti , affai bene adattati , la fpingea fuori di
uà fineftra , ed in quella di alcun fuo vicino pervenir la facea , ove al-
cun i donzella udito avea tfllre in coftumanza di lavorare ; la quale
all' improvifo quella tefta in veggendo , d^va per lo timore de' gridi al
Cielo « per i quali molto gufto pren deano coloro , che della burla
erano fatti confapevoli , e con quefta fua tefta foleva altresì prenderli
pia. ere con altre molte perfone , che nulla di lei fappiendo , colte all',
improvifo , davano agli amici di Nicola nuovo motivo di cicalare .
Aveva prelo Nicola a fuoi ferviggi una nuova Fante , la quale an-
corché buoni , e folleciti gli preftaffe , era ad ogni modo un pò leggie-
ra di mano , togliendo dalla difpenfa di Nicola alcuna cofa di falame ,
o di Calcio, per rifonderlo ad alcun fuo parente, ovver bene effetto,co-
me è l'ufo delle più di fimil fatta di gente,ed efiendo quefta cofa venuta
a notizia di Nicola , al quale difpiacendo di mandar via la Fante per 1
altre lue buone cpemzioni, volle alla perfine trovarvi] alcun rime-
dio , per lo quale di più toglier la robba dalla difpenza fi rimaneffe i
laonde dopo molte cofe girateli per la mente , penso adattarvi un gat-
to , molto chtto di un fuo vicino , fopra una tavoletta , legata ad al-
cune fila di ferro , e fofpelo allo feuro , effendo certo, che p^r tifer
gii vecchio , non avrebbe fatto quell'animale , ne reliftenza , ne ftre-
pito,
Pittore . 1 8 1
p'ito , quindi dalla Fante veduti al bujo I lucenti occhi fuoi , teme/Te
quelli effere di alcun maligno fpirito , come lui gli direbbe, ed avend°
nell'animo Tuo già fermato cicche doveva fare , colto il tempo oppor"
tuno» che la Fante non era in cafa , adattò il gatto così fofpefo , tome
penfato fi aveva , che fuorché fpirito non potefll- da quella efler credn"
to ; ed eflendo il luogo ofcuro a beila porta cosi lafciato , cominciò a
dir fue novelle alla Fante , dandogli a credere, che era comparto lo
fpirito a cafa di Me/lèr tale , il quale avea bene acconciata per lo dì del-
le Felle la fua Fante , pr alcune cofe , che ella aveva tolto di cafa del
Padrone . La Fante tuttocchè fentifle alquanto rommoverfi per quel
fallo , che udito avea rampognare la fua vicina , e che del male di che
pativa colei , ella buona parte ne avea , ad ogni mcdo , volendo ( co-
me è il coftume loro > dal fuo Padrone efTer Rimata Donna innocen-
te, e da bene, con molte irate parole , maledille tutte le Fan-
ti , che da quel brutto vizio di toglier la robba a' Padroni erano prefe,
e deteftando il mal ufo loro , diceva , che quelle Iride eran cagione
della poca fede , che alle buone , per loro elempio , era predata ; ed
in quelle efclamazioni continuando , non era per finirla con le impre-
cazioni contFO di loro i Ma Nicola , a e ui pareva averla cesi ben pre-
parata , e che null'altro ormai mancava , che il compimento dell' ope-
ra , cominciò prima con molte laudi a commendar fuoi fervigli , e do-
po a dirle , che egli giammai creduto avria a chiunque il contrario gli
avefle dimoilrato > che ella buona Fante non fufle , e perciò in man di
lei aveva tutte le maflerizie di cafa , con fua difpenza raccomandate , e
che certamente credeva , che fé ella di fua tanta fidanza volerle pure
abuf..rfi , e gli venifle in penfiero alcuna fraude , lo fpirito ( il quale
Con oo-hi fpaventofi fi faceva vedere ) averebbe fatto le vendette per
lui , dapoichè gli avea ancor egli fatta la fua preghiera , con colui > the
era il Padrone della cattiva Fante; così convenendoli per adempimento
dell'amicizia verfo colui } ma che fapea beniffimo quagli feongiuri non
efltr necefTarj per la fua Cafa , ove una così buona Fante , e coftumata
vi era , di che egli fé ne chiani va contento ; Con quelle , ed altre buo-
ne parole affidandola , leimpofe, che andar dovt de a togliere alcuna
cola dalla difpenza . La Fante con molti peniìeri , per quelli difeorfi ,
e con qualche apprenfione del maligno fpir,to,colà s'incamminb,ma pur
volendo fel mollra di edere innoc;nte, e ficura , rinfrancandoli al-
quanto vi fi portò ; Era il g:.tto fofpefo da fottili feriucci , acconciato
in iuo^o cjfcuro della difpenfa , ed : ppunto ove quella cola er , che do-
veva prendere la Fante , la quale tra pi r l'rppnnzione ccn che era ve-
i.uta , ed il volgerci 11' iirprovife luci del gatto verfo di lei , che alia
Ina volta andava , mife un gran ftrido , al quale cilìndo accorfo N co-
la , che il tutto avea oifervato , iv.a^gici niente ccn fue parole lafpa-
Vtlltb,
iSz Vita di Nicola di Vito
ventò , non lafciandola ufcire , anzi ponendofi fu la porta , ad accufa-
re i fuoi mancamenti la confortava , fé dallo fpirito campar voleva; del
quale avendo udito ella per avventura alcun ruzzolare , e Mimando ve-
ramente , che quello , ( come diceva Nicola ) forfè venuto per caligar-
la .dell' imprecazioni date da lei contro le fue compagne,effendo anch'eli*
colpevole , cominciò a confettare i furti , che molte volte fatto gli ave»
chiedendogliene perdono , e cosi Nicola trattola fuori , fece vifta di per*
donarla , promettendo ella di mai più mancargli anche in minima cofa,
purché lo fpirito non vede/Te ; e così fedelmente per l'avvenire offervò,
ed a' ferviggi di Nicola fi vide in pace .
Ma niuna delle fue burle puòcompararfi a quella che fece ad uri
Gentiluomo attempato , il quale prefo ne' lacci d'amore per una vaga
Giovane , ne fu per timore fciolto , e per la vergogna dopo non mai
più vi tornò ; ed il fatto accennato dal Notajo Crifcuolo , con gli altri
qui defcritti , in tal maniera raccontali.
Aveva prefso la fua meggione Nicola una molto bella , e coturna-
ta Giovane , la quale avvenga che maritata ad un, che fuoi nego*
zj in contado facea , contuttociò , feguitando il fuo naturale allegro,
ma ne' termini dell' onefto , fpendeva per lo più l'ore in cianciar eoa
vicini , e come è ufanza di molte belle Donne , da vafi anch' ella buon
tempo con ucellar coloro , che mirandola cosi bella , pendevan dagli
occhi fuoi . Or avvenne , che guardandola più volte unbGentiluomo,
fu prefo forte dell' amor di colici , e come , che eg i attempato Uomo
era , non ardiva farfi in linda così allo fpeflo , come a' Giovani inna-
morati è in co (hi manza > Ad ogni modo , ftruggevafi di defiderio , che
all' amata Donna quello fuo amore fofle fitto palefe , che però per far-
la accorta di quanto egli di lei fofse invaghito , cominciò, oltre de'fa-
luti , a dirli alcuna pnroluzza amorofa , per la quale afsai ben compre-
fe la Donna quinto il G ntiluomo per lei ardea del fuoo di amore ,
dandogli il comodo di parlargli «Ila medeiìma , conciofiìacofaehe , ef-
fendo (come fi difsè) molto feltevole, volentieri con tutti favellava , e
fue grnziofe novelle diceva , ovvero alcuna burla con alcun fuo vicino
concertava . Jl Gentiluomo avi ndo a quelle prime parole trovata buo-
na corrifpondenza , pensò a farli più oltre , e pervenire al fuo fine, dan-
dogli fperanz.i la libertà con cui la bella Donni folea con tutti ufare ;
laonde una volta fattofi ad ulcio , la richiefe , ehe lui , fuo umile aman-
te volefse fare entrare in fua cafa, ove poi lo facefse degno di fua dolce
prefenza , e fopraumana bellezza ; la Donna , che quanto era bella , ed
onsfta , altrettanto era favia , ed accorta , fubitamente rifpofe , che per
allora non poteva ella ciò fare , perciocèch fuo marito di ritorno da Tuoi
negozj , in quel medefimo giorno afpettava ; per la qual cofa non gli era
permefso godere l'amabile vifita di così care amante ; ma che poteva at-
te^
Pittore .
183
tendere bensì altro tempo opportuno da riceverlo , e di carezzarlo. Era
per avventura, allorché la Donna licenziava Io amante , fattoli in fineflra
Nhola , e come quello, che più volte il Vecchio ofservatoavea rimbam-
bito , per l'amor , che alla fua vicina portava , fi difpofe volerlo di ta-
le pazzia guarire , e trargl» all' intutto l'umor malinconico di fella ; che
però fattane parola con la giovane Donna fua vicina , con lei concertò
il modo di ricevere il Gentiluomo , in ora , che egli lotto il fuo letto con
fuoi concerti fufse approntato . La Donna tuttoché prima alcuna refi-
[lenza facefse , di far venir colui , ad ogni modo , efsendo afsai ben per-
fuafa da Nicola , di buona voglia poi lì difpofe a far quinto egli confi-
gliato le avea , avendone forfè fatto intefo il marito , laonde attefe,che
di nuovo il Gentiluomo venillè a follecitarla , e come verfo di lei lo vi-
de venire , feco entrò in parole , facendole lieto vifo , e dopo un affet-
tato fofpiro, ledilfe: Io veggio molto bene Signor mio , che un co-
llante amore vince o°ni duro cuore , lo che vepoo effere a me avvenir-
to , tanto ora con dolci parole , ora con una piacevolezza , ed ora con
un altra » mi fitte andato d'attorno T che avendo oggi mai vinta h mia
coflanza , io fon difpofta , pofeia che io così vi piaccio, a volere e/Ter
vofìra . Il Gentiluomo quello udito , fu molto lieto , e ringraziatola di
fua pietà , diedero ordine , come il marito di lei andarle fuor di Città
per fuoi negozi , che egli a fua cafa veni/Te » ed eiTendo appena paffato
un giorno , la Donna avendo con Nicola preparata la burla , fece il
Gentiluomo venire , e con molte ornate parole nella fua Manza l'accolfe,
ed affettando fofpiri , con melate lufinghe , fopra del proprio Ietto l'in-
viti» a giacere * fchermendofi però al poflibile infino a quel punto dalle
carezze del vecchio amante . Nicola che fotto il letto fi flava cheto affet-
tando , come vi fentì fufo il Gentiluomo , tutto in un tempo cavando
la fua tefla artificiata , di brutte forme , fece abbacare un cane fuo, che
fotto il letto con feco aveva condetto , ed al quale , per non farlo fenti-
re , aveva con fue mani otturata la becca . Era la flanza a bella polla
rimafta con poco lume , avendo la Donna , quafi fufle per vergogna , la
fmeftra focchiufa con arte , per la qual cofa , fece quell' accidente pa-
rer più fpaventofa la tefla , che veduta dal Gentiluomo , ed udito Io
fpaventofo lattare , non penfando, che un cane forfè , ma che dalla tefla
medefima la voce fuffe ufeita , tutto pien di fpavento , fenz'altro penfa-
re , come avviene ne' cafì repentini , ne' quali per lo più la mente uma-
na fi^efrufea , fi buttò giù dal letto , ed udendo la Donna gridare , la
quale fìngeva , che il Demonio voltlfe prenderla , per cafligarla del tor-
to , che al (uo marito voleva fare , tutto confuto , e pieno di terrore ,
tolto ufcì dalla fcanza , e cacciato dalla Fante , che aveva finto accor-
rere a quelle grida , comeconfapevole del concertato , ufcì anche di ca-
fa
1 84 Vita di Nicola di Vito
fa della Donna ,'ed affannofo alla fua fi conduffe, ove" eflendo tutta Com2
JT.oflb , ed alterato , fu da fubita febre fopragiunto , e ne ftiede sì male,
che fu bifogno fargli palefe la burla , acciocché da quel male guari/Te «
cacciando con Io fdegno la malattia,cheilfoverchio timore Conceputo gli
gli avea ; dapoiche a molti era a notizia quefto fuo amor venuto , e pia-'
cere fé ne prendevano coloro , che l'afcoltavano . Ma perchè da ogn'urt
che quefto fatto fapea , veniva commendato Nicola , che l'amor pazzo »
Con quella tefta , avea cacciato di capo al Gentiluomo , venne la cofa
«'fiche alla notizia di quello come era andata; laonde conofcendofi beffato
da un Pittore, più che dalla Donna, fu di tanto fdegno prefo verfo di lui,
che prenderne voleva in tutti i modi vendetta , inlino a far calunniare
il Pittore apprerfo .ilcun Giudice fuo amico , perchè da quello foffe in
carcere meffo ; la qual cofa faptitafi dagli amici comuni , ammonirono
il Gentiluomo , che di farne parola fi ri ma ne (Te , dapoiche , buccinan-
dofi il f tto,maggior vergogna ne avrebbe avuta , che foddisfazione. Cosi
meffo a ragione , avendo conofciuto efièr vero ciocché gli amici diceano
dell'amore illecito, il quale anche più mal convenivafi alla fua età avan-
zata , pofe filenzio al fitto ; benché quello però più volte fu con rifa di
ogn'uno rammentato , tìnto piacere fentivano della burla così bene or*
dinata da Nicola ; il quale in quefto firmi modo dandoli bel tempo, paf-
fava la vita fua , che in fine a molta vecchiezza , efllndo ptrve<iuta,con
difpiacere di tutti coloro , che lo conobbero , lafciò la fpoglia morule
pel 1498., esine dilfe il Cnfcuolo nella notizia , che ne lafciò fentta
apprefib un altra di un fitto faccettato a fuoi tempi del Re di Tunifi Mu-
lias , ed ove di quefto Pittore così ragiona .
E"1 da fa per fi ancora di Nicola di Vito , eh; anco fu Scolaro de li
"Donzelli , il quale effendo piccole , non volfe mai imparare la Pittura , e
poi ejfendo fatto grande , moriva di fatiche per diventare Pittore valen-
te , dove che non ci potè più arrivare , perchè era giovane fatto, dove
eh: facendo gran fatiche , fee alcune opere a ogni buoni danari , conten-
tandof per avere opere , e fece pitture a S. Gioì Maggiore, a Monte Oli-
•veto, e alli Bafiliani una Cappella a frefeo , che ci fi vede gran fatica
ftentata , dove poi le meglio opere fono a S. Maria la Nuova , la venuta
de lo Spirito Santo , con un altra tavola di Altare , con una Madonna ,
e due quadretti i dovendo fa per fi , eh? per f afe opere alzai lo ing'gno , e
fé fece amare per molte parole graxioft, e fece le fue burle, dove che aven-
do fatto una tefta veftita di f e or te de moriglie negre , la metteva a cer»
le mazze lunghe , e ftorte in cima , e poi la faceva affacciare all' altre
fineftre deli vicini , mettendo paura alle Zitelle , che lavoravano , per
l'occhi lucenti di lucciole , che avea fatto a la detta tefta , e Così Ugai
fofpef) lo gatto vecchio , a una tavoletta ì alla camera ofeura , e ve man-
dai
Pittore
18 s
la Fantefca , che pigliava difpenzn , che ebbe a fpiritare , per V occhi
'ucentì che si movevano dillo ["pirico , co-»' l'aveva ^k/fe #•£. cw) ftf'w
/<z Ae:ta ffla fece la burla allo . . . • -, eh: era tentato per la vifts
della belli vicina , perche art latoci ejfj lui .la fotti lo letto , con poco
lume 1 cacciai la ditta te/fa , ficen io abbacare U/t gran cane fuo , che
teneva zitto fotto lo letto ■, e tanto , c£? /? .... [paventato ebbe a
morire de paura , e fuggendo ■, (Mede motti) mah j ^jz/.j ci,? mai più le
vennero tentazioni i ma pòi fipwo lo fatto » voleva perfeguitare lo
littore , che Con granii amici fé ne ridevano i lo quale facendo que-
lla beila vita , amato da tutti , venne a mancare circa il 1498. ajjai
vecchio . Notar Crifconiu: .
Ecco dunque come Nicola per mezzo di fua piacevolezza , e fé-
ftevol n.itura , procacciandoli l' opere , venne altresì a guadaonarfi il
nome * che a gran lunga non avrebbe egii avuto per mezzo di lue pit-
ture ; perciocché fu nel numero ammeflb di que' Pittori più antichi>che
intendeva Gio: Agnolo eternar con fuoi fcritti ; che fé bene alcun dì
loro non averte una grah perfezione nella Pittura , ad ogni modo perì),
in riguardo a qne' tempi , fu buon Maeftro tenuto , e lodatiflìmo Ar-
tefice ; lo che non potea veramente dirfi di Nicola , il quale eflèndo
per le fue facezie tenuto caro , era fovvente impiegato da' molti amici ,
che per effe egli fi aveva acquili, to ; parlandofi per tal cagione di lui ,
quanto alcun'altro de' tempi fuoi , e f >rfe più per l'apportata cagione di
fua allegria ; per la qual cofa , vivendo allegramente , finì concento \\
mortai coilo di quella vita .
fine della Vita di Nicola di Vito 2
A a Ì VITA
i86
VITA DI BUONO DE' BUONI , E
DI SILVESTRO SUO FIGLIUOLO
Pittori .
NOn farebbero diftlnti tra gli Uomini i doni della Divina Previ-
denza , le quelli in al una dote di abilità , di rado non fi feor-
gtfllro fidamente a taluni di tifi conceduto . Concioflìacofacchè aven-
do un medtfimo luftro , e nfplendendo ugualmente in un;i cotal faen-
za , o virtuofa applicazione , non vi farebbe in un Uomo quel vanto »
che lo r< nde da un altr' Uomo contradiftinto . Mi il lommn Regolato-
re del tutto , acciocché (uà potenza, divina folle da ogn' un comprefa *
volle che fra m< Iti lin lolo Uomo in una tal facoltà folTe pregiato ; e
quindi diftinguendofi le perfone , e vedendofi dalla perfizion di colui »
colmare il nome alla gloria, dòveifero ancora i viventi portati da
conofeenza , e da gratitudine di tanto bene , come a principio , e
fine di ogni cola creata , 1' onor recare a lui , come eterno difpenfatore
di ogni ottima difciplina , e d'ogni perfetta virtù ; la qual ^ola prati-
car fti veduta , allor quando comparVe'm Silveflro de' Buoni , fìgliuol
di Buo"no , una fovrana abilità ,• che trafeendendo quella degli altri
Pittori infiho allora veduti , venne a! farli ammirare per una tinta dol-
ciifima , ed afTurmta , the inlin da fanciullo aVea dalla natura ottenu-
ta in fort' ; Laonde fu cagione , che coloro i quali dopo di lui appre-
fero l'Arte della Pittura , mille benedizioni ne daifi.ro al Donatore del
tutto, per l'utile , che loro col fuo tfempio recato avea i come nella
fua vita fi leggerà .
Fiori dunque il Padre di Silveflro , nominato Buono de' Buoni »
circa gli anni del mondo redento 14 io. , e fu allevato in l'cuola di Co-
lantonio del Fiore , dopo eiferii fgrollàto fotto al altro dozzinale Mae-
stro, de' quali pur troppo , ed in ogni tempo , ebbe dovizia Ja ni lira
Napoli; ( Veraulfimo teftimonio però, che fempre in quella Città fio-
rirono l'arti nobil flìme di difegno; ; col qual Colantonio fuo Mdeft.ro
dipinfe Buono in varie Chiefe , e per varj Signori le volte , ed 1 fregi
delle ftanz- de' lor Palaggi , che ne quelle, ne quelle pitture , per
efferfi rimodernate le fabbnthe , più non fi veggono; Morto poi
Colantonio , dipinf Buono da fé varie opere, come fu quella della
Chiefa di S. Pietro ad Ara , e l'altra nella Sagrtflia ch'era allora nel
Vefcovado , che ora è parte di Chiefa ; le quali pitture vmgoni nota-
te da Notar Gio: Agnolo Crif nolo : Come fi leggerà nel riportar le
fu e note ; ed in quelle pitture del Vefcovado fu aiutato da Silveflro fuo
fìgliuc-
Pittori.
187
figliuolo , il quale in quello tempo , e/Tendo ancor giovanetto , molto
avea profittato nell'art': del difegno .
Cippo di quelle Cofe dipinfc Bu)no il S. Francefco Afilli , che Ila
^ella Ccjpelletta del Pii copio p.r pnjtrace ad una delle porte minori di
5«. Recitati ; il qutlellì jn. Uto di ricevere dal Serafino le Sacre Stim-
mate del fuoamocofoG.su ; vergendoli il Compagno in diftinza, che,
fra' Coih del Siero Monte , oiTerva il miracolofo fatto del Santo Padre,
e fopra di quella tavola vi è una lunetta , ove vi dipinfe la B. V. Ad-
dolorata , che nel feno ha il morto Figliuolo , la quale veramente ha in
fé molta efpreilìva , e quelle tavole furon condotte da Buono con un
certo guflo, che tira alla maniera del Zingaro 5 dapoichè in quello tem-
po e /Tendo molto crefeiuto il grido di quello , andava nella fua fcuola
.Silvellro fuo figliuolo ; laonde veggendo .Buono il dolce modo di colo-
rire , che dal Zingaro era tenuto, cercava ancor egli , tuttoché vec-
chio li folTe , d'imitare quel buono , che in colui conofeea J e malli-
miniente negli accompagnamenti degli accordi , e de' bei paelì , che
quafi veri , eranda Antonio dipinti .
Dipinfe ancora Buono varie Cone di Altari , come una ancor fé ne
vede dietro 1' Aitar Maggiore di S. Lorenzo , in una Cappella fotto la
vecchia Tribuna , ove vi è la B. V. con alcuni Santi , già dall' umido
confumati j ma la B« V. vicino la porta migg.ore di detta Chiefa , che
yapprefenta quella fotto il titolo di Goftantinopoli, è di fua mino ; Ben-
ché la Cappelletta Ila p i/Tata poi fotto altro dominio . Fece altresì per la
Chiefa di S.lJietro Martire una Cona per una Cappella , dedicata a S. Gru-
fola , ove efpre/Te la Santa Vergine in piedi fu campo d'oro,con la ban-
diera in mino , ed il manto feminato di /Ielle d'oro; collocandole d'in-
. torno le Sante Vergini , che con lei furon martirizzate ; la qual tavola
vedeli oggi fituata nell'ingreiTo della S igrellia ; e/Tendo Hata dalla fuddet-
ta Cappella rimo/Ta , nel rimodermrfì la Chiefa , e quella ad altro San-
to dedicata ; benché fi tiene dagli efperti Pittori , eh- quella tavola fuf-
fe Asta ritoccata dal figlio , o di fua volontà , o perchè imperfetta fof-
fe , per fua morte , rim .fa . Vedefi ancora nella Chiefa di S.Gio: a Ma-
re , Commenda de' Cavalieri Gerofolimitani , una tavola , nella Cap-
pella laterale al maggiore Alt-ire dal canto dell' Epillola , ove fi V- de
efpre/Ta la Gloriofa Vergine S. Lucia , la quale è opera molto ben dipin-
ta dal fuo pennello . Per tante beli' opere dunque , merita, Buono a/Tai
laude ; Gonciolfiacché benché non aveife quella perfezione , alla quale
giunfe il fuo figliuolo Silve/lro , ad ogni modo però non mancò egli di
Cercar un guflo migliore di operare i pennelli , con iludiare le maniere
più rinomate de' tempi fuoi ; Ed in vero, fé ave/Te avuto Buono quella
grande abilità , anzi quel d^no fuperiore , che ebbe fuo figliuolo , non
avrebbe mancato di coltivarlo col fummo Hudio con che egli adoperan*
A a 2 dofi ,
i83 Vita de5 Buoni
3ofi , fece acquifto dell'art» ; ma al Superno Motore, co me nel proemio
di queftì dicemmo , non piacque far comnni al P.dre que'dom , che al
figlio aveva dalmati , per confolazione di lui , e per infegnam nto, che
non tutti fon fatti degni di tanta grazia ; laonde Buono contentandoli
del fuo , a godtndo in eftremo della maggioranza del figliuolo , chiufe
in pace i fuoi giorni , circa gli anni del 146^. : 0 poco più .
Silveftro di lui figliuolo avendo fortito come fi difle, infin dalla na-
feita uno fpirito fuperiore , non folo al Padre , ma a qualunque nella
Città , e Rcg o di Napoli , maneggiava in quel tempo i pennelli , fece
tai prcgreflì nella pittura , a cui era da naturale inclinazione tirato, che
fece (lupi re non folo i fuoi concorrenti Condifcepoli , ma il Padre , ed
il Maeftro medefimo , di tanto fuo avanzamento nell'arte . Era egli f ti*
rato dal proprio genio ) paflato nella fcuola del famofifiìmo Zingaro , ed
ivi con eftremo gufto del Fadre , era molto amato dal fuo Maeftro , per
la continua affili nza , ed affiduo ftudio , che profeiTava al difegno , ei
era amato altresì da Pietro , e Polito del Donzello , che fcolari de! Zin-
garo , erano già valenti Maeftri divenuti i come nella loro vita fi dif-
Cei e da coftoro fi tiene , che reftafle perfezionato Silveftro nell'arte della
fittura , dopo la morte di Antonio ; dapoichè il Cavalier Maffimo per
loro difcepolo lo deferive i come in quefta vita medefima fi leggerà;Laon-
de eflendofi a gran pafjì avanzato , e ccn la feorta di tanti eccellenti
Precettori , e con la naturale lua abilità , venne a formarfi una manie-
ra di colorire così dolce , ed affnmata , ma con forza di chiarof-uro,'. he
facea maraviglia a chiunque le fu e pitture vedeva , dapoichè Vive , e ri-
levate le fue figure apparivano . Dicefi pero, che Silveftro a colorir cesi
dolce , con tinta morbida , fofle tirato dalle lodi , che udì darfi a Cola
Antonio del Fiore , per la doke tinta da lui trovata , che t-nto al natu-
rale fi con faceva ; e per quelle lodi , forfi date da' fuoi Maeltri, a qnell!
eccellente Artefice di pittura , volle ancor egli quel dolce modo C gii, re >
allontanandoli da que' tagli , che profilavano ancora le figure , in que*
tempi , benché aboliti da Colantonio fudetto , dal Zingaro , e da' Don-
zelli al poffibile , giacché non puh negerfi , che da tutti i Pittori d'Ita-
lia , e di altrove , praticavafi allora quell' antica fecchezza , che non fu
giamai all'intutto diradicata , fé non che dopo il 1 joo. , dal divin Ra-
teilo , che fu lo ftupore della pittura i anzi ihe veramente fu quell'An-
gelo , che quafi mandato dal Cielo, venne nel mondo, p r rilchiarare le
ottenebrate menti di tanti erranti ProfefTori delle noftre Arti.
Trallafciando a unque quell'opere , che Silveftro dipinfe in ajuto
del padre , farem folo m- nzione di ciocche da fé dipinfe , e che a' noftri
Opera del tempi fi veggono efpofte nelle pubbliche Chiefe , e per prime diremo
Duomo nel- del quadro dell'Aitar maggiore della Chi fa di S. Reftituta , ov'è fituata
la Chiefa dì ìn mczzo la B. V. a federe col Bambino nel Icdo , e da' lati vi è S. Mi-
S.Rcftuuta, - - ~ - - - chele
Pittori .
180
cftele Arcangelo col Demonio Cotto i piedi , e S. Reflituta ; e nella pre-
detta vi dipinfe in figure picciole alcune azioni , e miracoli , che dico-
no d Ila medfimi Smt.i ; le quali pitture fono di tal bontà , chep=jon»
dipinte da più moderno Pittore .
Vedefi finalmente di fua mano nella medefima Chiefa in una Cap-
pella dal Cinto delfEpiftola , una tavoletta efpofta nelP Altare di erta ,
ove vi è *.fpreffa una B. V. anch'elia a federe nel mezzo , e da' lati vi è
S. G o: Bittifta , ed un altro Santo, e quelle tavole fi confervano in buo«
no ftato , per teftimohiare al mondo il valore del bravo Artefice che ie
dipinfe ; e veramente anche a' noftri tempi fembrano ben dipinte , con
colore affai tenero , e con bell'arie di volti ; tuttoché oggi la Pittura pec
i bizzarri capricci , di componimenti , di ritrovati de' lumi , e per va-
ghi colon 1 ed accòrdi , fia totalmente diverfa , ed a marav <Wia ab-
bellita , da' varj ArttfiJ , che ottimamente dopo il divin Rafielio , e
dietro l'orme di Tiziano, del Correggio, del gran Paolo Veionefé , e de'
Caracci , con lor feguaci , operorono b.zzarramente 1 pennelli , in fra
de' quali e ammirabile 1' Eccellehtiffimo Pietro da Cortona , che tanto
la Pittura arricchì; Ma ritornando a Silveftro , dipinfe per i Frati di Tran/Ito def
S. Domenico una Cona d'Altare , ove effigiò il tranlito della B- V, , e <n la &• V". la
gì' Appoftoli intorno, in figure di grandezza del naturale, ed è veramente ^' t,ecn>
condotta con morbidezza di colore , e vivace , che menta laude ; come Martue'
ogn'uno pub chiaramente vedere nella Chiefa fuddetta , dedicata al
S. Martire da Verona , nella prima Cappella entrando in Chiefa, dal can-
to dell' Epiftola . Ma più efpr.flìva forle della fudd.tta tavola » quella ,
che con picciole figure , 1' ifteifò millero rapprefenta , lìtuita nell'Altar
"Maggiore della Chieluola , detta & Maria de' Pignatelli , eretta al Seg- e «,
gio di Nido , ove figurando già m rti la Gran Madr - di Dio , figurò af- deU'Aflànra
fresi gli Appoftoli addolorati, t piangenti , e nelle loro attitudini efpref- de' Pigna.,
fé affai bene la mefìizia accompagnata dl'a pia azion: del mortorio di ceiii-
quella , vedendoli pn in gloria la detta B. V. col Bimbino in braccio ,
che vien portata digli Angioli in Parad.fo , appunto r.ipprefentandola ,
come l'anima di lei , che va a godere alla Celefte Glor.a . Da' lati ne'
partimene del fuddetto quadro,ch' è in mezzo , vi è efpreffo S. Gio: Bat-
tifta , in mifura di 3. palmi , e Umilmente la Maddalena dall'altro can-
to , affai b n dipinti , e da Maeftro fituati .
Vedefi nella Sacreflia dell'antica Chiefa di S. Pietro ad Ara, an- S.Pietro ad
lì nella Camera , che va al Coro , un quadro bislungo , ove vi è efpref- Ara .
fo l'Angelo Confortatore nell'Orazione del Redentore all'Orto , ed ap-
pena fi feorgono in quella tavola gli Appoftoli dormienti , dioiche
per l'umido del luogo , ove prima ne flava , poco fi vede la figura del
Grillo , e di un degli Appoftoli ; della qual cola molto fi iagna° il Ca-
nonico D. Carlo Celano , allorché nella fua curiofità del bello , e dell'
ariti-
ioa Vita de' Buoni
antico di Napoli, fa menzione di quefta tavola * nel defcrirere la Ghie»
fa di S. Pietro , già mentovata i lagnandotene ancora prima di lui lo
.Engenio nella fua N poli Sacra . Ma ritornando a Silveftro , dipinfe
egh un.i Cona a' Frati Conventuali di S.Lorenzo, dell'Ordine di
Opere in S. Francefco , una tavola veramente beliillìma , la quale fi vede oggi
Lo amo giorno follata in uno digli Altari , d\s fon dietro il Coro , e proprio ,
ove e il Sepolcro della Reina Caterina d'Auilria , primi mogue di Car-
lo liluftre Duca di Calabria , (he lafciò la fpoglia mortale nel i?2J'J
In qu-fta tavoia Rettali dipinta la B. V. , che ha volto , ed idea di Pa-
xadifo , e vien coronata da due belliillmi , e giazioli Angiol tti ; Opera
-Varamente quanto degna di piena laude , altrettanto poco confr.lerata ,
e da' noftri Scrittori , e da' Profeflbri delle noftre Arti , forfè per il luo-
go , »veè fituata la Cappella , nella quale di rado vi fi celebra l'augu-
• Jtillìmo Sagrifizio della S. Merla .
Nella R. Chiefa di Monte Oiiveto,fcorgefi una gran tavola, lìtuata
veto nella prima Cappella, dal canto del Vangelo, ed in effa vedeil tfprt i^t 1'
Afcenliontdel Signore al Cielo, e gli Apposoli Ipettaton con molto po-
polo intorno, e la B-V*., che fanno un iniieme giudiziofamente difpqllo;
ma quefta tavola li dice, che fuife opera di Buono fuo Padre, lafciata im-
perfetta per la fu a morte , e finita . da Silveftro , dal quale vi furono
aggiunte poi le due figure laterali , del S. Niccoiò di Bari , e del S. Se-
i baftiano ; laonde comunque la cofa avvenuta fi folta , egli è certo, che
quefta tavola merita laude per locopiofo componimento di figure ben
lituate , e difpofte ne' loro liti , avendo riguardo a que' tempi cotanto
privi di quelli ottimi pittorici intendimenti .
Così ancora nella Chiefa di S. .Niccolò , detta alia Dogana , che
S. Niccolò ^u e(t'6cata da Carlo Terzo di Durazzo , Re di Napoli , per iftituire
alia Dogana l'Ordine delli Cavalieri della Nave,allcrchè volle diviare il duolo avu-
to da' Napoletani per la morte della Reina Giovanna Prima, da lui fat-
ta morire neli^8r., ivi adunque fi vede di mano di Silveftro un
S. Francefio d'Alfili , che ftà in atto di ricevere le Sacre Stimmate dal
Celefte Cherubino in figura del Redentore , e vedefi efprimere in quel-
l'atto la contemplazione , unita alla Santità , e da lungi fi feorge il
Compagno, che con ammirativa azione ita ofiervando il pr.odigiofo
Miftero delle Stimmate imprerta nelle mani , ne' piedi , e nel Colato
del Serafico Patriarca ; ed in quefta tavola vi ha Silveftro accompagna^
to il Monte d' Alvernia , con bel fito di paefe , maeftrevolmente ac-
iordato , feeriche iì riconofea ritoccata da Gio: Filippo Crifcuolo , pet
un incendio accaduto nelle frafche de' fiori , che adornavan lo Altare .
. Per conlimil difgrazia vedefi nella Chiefa medelìma la tavola della Ma-
donna del Soccorfo in una Cappella vicino alla porta Maggiore , anch',
ella
Pittori. 19 1
ella ritoccata prima da Gio: Antonio d'Amato il vecchio , e pofciai da
Andrea da Salerno ; come notb il Cavalier Stanzioni nelle memorie del
fuddetto Gir: Antonio; la qual tavola è veramente una delle bilie
opere , che in pittura fi veggono , per i tre pennelli Maelìri , che vi
dipinfero . Nota l'Engtnio una belliìlìma tavoletta , che po/Tedono i
Canonici Lateranefi nella lor Chiefa di Piedigrotta , e propriamente
nella Torre fi vede, ed ove è dipinta la B. Vergine col Bambino , con
maeftria , e diligenza maravigliofa .
Molte altre tavole per Altari di Chiefe dipinfe Silveftro , e molte
altresì per cale de' particolari , come ancora varie ne lece per lo Regno»
e per altri paelì foreftien ; Ma poche fon quelle , che fon polline ef-
fer ila noi defiritte , per mancanza delle notizie , e per gli oltraggi del
tempo ; Così ancora per tflerfi perdute molte opere dipinte da iui a
frefco ; nel qual modo di operare , dicefi, che Silveftro vi riufufte af-
fai h.ne , giacche alcune pitture di fua mano , pochi anni innanzi fi
vedevano in una Cappella della Chiefa Collegiata di S.Giovanni Mag- CMcfa d:
giore , le quali pitture vengono notate dal mentovato Cav. Mailimo S.Gio:Mag-
Stanzicni per opere dipinte con paftofo colore , e con bella frefchezza ; gioie rift?.u.
ma nel modernarfi , anzi nel ripararli dal periglio dj rovinare la f lue- vdCÌ-
fa mentovata , rifacendoli di capo la Cappella anzidetta , fi fono perdu-
te le fu; pitture . D.l n minato Cavalier Mailimo Stanzioni , vengo-
no notate (oltre le ditte pitture ) alcun'altre tavole , dopi quelle di
S. Refi tuta , dtfentte prima da lui , dicendo in apprelTo : Che nella
Chufa di S. Maria delle Grazie , vie ino quella di S. Agnello Abate nel- s m^J^
l'Aitar Maggiore vi erano due tavole laterali a quelle,dipinte da An- Grazie in
drea da Salerno , e quitte rapprtfentavano una lo Sponfalizio della ccmpo <M
B. Vergine con S. Giulppe , e l'altra la Circoncifione del Signore , e Cav. Mafli-
che qu fte er no le più beile pittare di Silveftro Buono ; le quali ben- mo*
eh- fu ft.to detto , che fodero ritoccate d Andrea da Salerno , allora
che dipinfe la Cona dell'Alt. r Maggiore , come fi è detto , perche do-
vean nporli ne' muri laterali di quello: Ad ogni modo però vengon
dal Cavalier mentovato lodate , come opere migliori di Silveftro. Così
nota in uni Cappella di detta Chiefa una tavoletta, conentrovi < /prifla
la Santi F miglia ; Ma in cggi , cosi quella , come le due lopraddett ,
più non lì veggono , come in ppreflb ne farà do noi la cagione appor-
tata , dopo riportato lo fi ritto accennato del Cavalier fuddetto .
Nella nominati Chiefa di S.Lorenzo,v deli nella Cappelletta fitua-
ta nel pilaftro di fotto l'arco maiavigliofo di quella Chiefa,una tavolet-
ta , con entrovila B.V. col Bambino in feno , S. Antonio , ed un'altra
Sant .1 Vergine , che fé bene Ila fiata ritoccata nel fecolo decimoquinto,
ad ;-gni modo vi fi vede il bel componimento , e la maeftria di Silve-
ftro . Così nella Chiefa di S. Maria detta de' Mefchini, in una Cappella s m^'V"
Jate- Meichini.
192 Vita de' Buoni
laterale all'Aitar Maggiore dal canto dell'Epiftola vi è una tavola cdà
entrcvi S. Michele Arcangelo in gloria , S.Pietro , e S. Niccolò di Biri ,
col figliuolo, che liberò dalla fchiavitù del Re Turco , la qud' pera
è condotta con maeftri.i , e ragionevole componimento delle figure .
Ma a mio credere è opera più migliore quella , che fi vede neli'Altar
Tavole bel- Maggiore della Chiela di S. Giovanni detta a mire , la qm!e è Com-
liflìme in_»nienJa della Venerabile Religione Gerofolimitana , come fi diffe , e
ì>. Gio: a_» dove vi c'npinfe B^ono fuo Padre la tavola con la B. V. , e S. Lucia da
mare- noi deferitta , ed in quella tavola di Silveftro con bellillìma , e vaga
tinta fi vede efpreffa la B. V. col Bambino in un tondo indorato , co-
me appunto fuole tffiggiarfi la Madonna della Purità, e quella è ca-
cata nella parte Superiore , effendovi fituati nel piano S.Giovan-
ni Evmgelilla , S. Gio: Boccadoro , ed hanno nel mezzo S. Gio: Bat-
tista , così ben dipinti , con dolcezza di colore , e con tal frefihezza »
che infino n' no'tri giorni fi conferva dopo tanti anni , che fu da que-
llo buon Pittore , e favio uomo operata . Così n^lla Sagreilia della me-
delìma Chieda, fi vede di fua m;no la tavola con la B- V. col Bambino
dipinti eccellentemente . Accenna il fuddetto Gav.Stanziom una tavo-
la in S. Gregorio Armeno , ma quella per molta diligenza uf.tavi non
mi è riulcito vedere ; laond ho fuppoiloche ne fofTe Hata tolta , o che
vole"dY M **" ^ata ritoccata da Gio: Bernardo Lama ; come fuccedè a quelle, che
Ito Artefice ftavam»" a S.Pietro ad Ara, ed alla SS. Nunziata , come ancora a
fono fcate quella di S. Niccolò alla Dogana , che per effer mal concie , bifognò che
rJrdccàre, e rifacendoli , più di lui non pareffero a' rifguard.mti ; Difgrazia , che
^"p^*"^ fpeflb acedet fuole alle volte su le pitture de' più rinomati Maeftri 5
ri' avendo dapoi:hè perdon qu 1 pregio di effer di loro mano riputate ; benché il
patii y. primo onor delibali a colui , che l'invenzione già face ; Come per ap«
punto devefi dar laude al Pittor del Donzello, dapoichè fu egli il
Riccc.ò la primo , che la bella tavola della Circoncifione dipinfe , efpofla nel
«vola di maggior Altare della Chicfa de' SS. Cofimo , e'Damiano , la quale ef-
Don'ello fen^° ^ata lafciata imperfetta da Pietro , fu da Silvcftro con ftudio , e
ne'SS.Coiì- diligerla finita , per la qual pittura egli ne ottenne molte onorate lau-
do , e Da. di ; b nchà a' noftri giorni non fi vegga più come egli la finì con fuoi
mimo. colori, ma folo fi vede come fu rifatta dal noftro celtbre Andrea Sa-
batino da Salerno , al quale convenne rinovarla , a cagion d'un incen.
dio di frafche , che adornavan l'Altare, e che danneggiò la pittura del-
la tavola fu.lrittta ; come nella vita del mentovato Andrea ( con per-
S. Maria ' • miffion del Signore ) farà da noi detto a pieno . Che però ritornando
Nuova ìi- a Silvellro , dico , che una delle bell'opere, cjrw egli faceffe fu una Cona
fat>b. ksta di Altare per una Cappella di S. Maria la Nuova , e la quale nel ri»
tàdakil**' lubricarli la Chiefa tutta da nuovo nel 1 f 80. , allìeme con altre ta«
v0 jJefì? vole di r-itari , fu collocata nella llanz- dei Capitolo > avanti il Rifet-
r.crtg. torio
Pittori. 193
torio de' Frati , ove al preferite (i vede . In quella cona vi è efprefia
la B. Vergine del Soccorfo col Bambino in braccio , che protegge l'ani-
ma , la quale par che timida , fotto il Tuo manto cerca di afconderfi ,
per isfuggire il Demonio, che ftà dall'altro Iato . Sopra vi fon due An-
gioletti , che coronan la Vergine , e da' lati di lei vi fono effiggiati
S. Gio: Battifta , e S. Andrea Appoflolo ; opera veramente cotanto ben,
dipinta , he anche al giorno d'oggi tira a se l'occhi di chiunque la mi-
ra , per lo componimento , buon difegno , e dolcilììmo colorito. Fece
ancora Silveltro nelPantichiffima Chiefa di S. Eufebio , detto S. Efrem eh' f
Vecchio, che poi fu data a' Frati Capuccini dall'Arcivefcovo di Na- 5 pufebi0
poli, il Cardinal Vincenzo Carrafa nel 1 f^o. , alcune tavole,ove era- detta S.E-
no efprerlè varie azioni del S. Vefcovo , le quali pitture fi veggono ora. frt"a vee-
locate in varj luoghi di quel Convento , dapoiche , riedificandofi la c*"o«
Chiefa alla moderna, fi e adornata ancora con moderne pitture di-
pinte da Niccolò Maria Rofìi, bravo allievo del noftro celebre Cava-
lier Francefco Solimena . Si dice che le due figure fituate ne' muri late-
rali della Chiefa di S. Brigida a Seggio di Porto , che rapprefentano.
S. Rocco , e S. Agoftino di grandezza della metà del naturale , fiano di
m<no di Silveflro , benché dipinte con maniera più chiara s ed alquan-
to p ù ^randiofa , io che mi fa eflere di contrario parere .
Fin qui mestamente abbiam dato la dovuta laude alle opere
egregie de' famofi pennelli di Silveftro Buono , ed in particolare a tut-
te quelle, che a noftra cognizione fono venute , e che cipolle 11 veggo-
no ; ma pò. he laudi , picciol vanto fia quello finora detto all'opere cor-
ruttibili di fua mano , là dovecche eterno vanto , fuprema laude do-
nar fi deve alle fovrane virtù con che egli refe adorna l'anima fua per
ori. re di belle immagini l'eternità, e le fovrane ftanze , anzi l'eter-
no Tempio de! Paradifc ; Che però pervenire a' particolari di quelle
fue fpintuali virtù diremo , che fu Siiveftro ottimo Criftiario , timo-
rato di Dio in primo luogo ; in fecondo fu divotiflimo della BeatiiTìma
Vergine, e l'ebbe fempre per fua particolar Protettrice , e quella di-
vozione ha la teilimonianza della fua ultima volontà , dapoiche lafciò
erede di ogni fuo avere la Cafa Santa della SS. Nunziata , come più
fotto fi dirà ; in terzo luogo ebb'egli oran carità con il profilino fuo ,
fovvenendo a' poveri » ed infegnando a' Difcepoli , e giammai fu ve-
duto impazientarfi , per finidro accidente , che avvenuto gli folle , ef-
fendo ancora temperatiffimo in ogni fua azione ; laonde per dirla in
una parola , egli fu nel fuo tempo tenuto da tutti per un Sant'uomo ;
Quando dipingeva il volto della Vergine Madre del Redentore , folea , Lippo Daì-
qual'altro Lippo Dalmafì , munirli de' SS. Sacramenti della Confeilìo- mali Colo-
ne , e dell'Aitare , e quella dipingendo, per lo più ginocchioni, fempre f?*ie JiV°"
fé le raccomandava , avendole confacrato il fuo fior virginale , tenen- q'™,^^ !*
B b doli di Dio,
194 Vita de' Buoni
dofi da ogn'uno , che di lui fa menzione , che egli moriflè Vergine » è
Engenio , Pero tralafciando queilo , che ne ferirono l'Engenio , il Gelano , ed il
Celano, Sar Sarnelli, riferirò prima ciocche ne fcrifle il Grifcuolo , e poi il Cav.
nelli ne'già Mafltmo Stanzioni , acciocché da i detti di quelli virtuofi Profef-
cicac» libri. {-orj appjen f, vegga la fìima, in cui meritamente fu tenuto Silveftro,
per le virtù dell'anima , e del pennello , ed ecco le parole di Gio:
Agnolo :
£' da fa per fi peri , come con tutto , che ci fojfero le guerre , non
ci mancarono per mifericordia di Dio » e di fu a Santa Madre li buoni
Maeftri ; ma raro era quelle che fi faceva » dove pei ci fu Buono
de Buono , che dipinfe a S. Pietro ad Aram nel tempo del 1440. 0 jo.
come ancora tutta una Cappella nel Pi '/ copio , aiutandolo il figlio a di-
pingere nel detto , quello che era Sacri Hi a allora , e ora è Chiejia . Ma
Si he Pro detto , fuo figlio fu meglio Pittori di fuo padre , perche effendo
molto giovine lo pafsb de difegno , e di bontà , perche Jìttdi ai nella /cuo-
ia delfamofo Zingaro , che t'imparò confudio , &" amore ; perche nel
tempo di fuo Padre non era gran cofa , anzi niente la pittura affinata
di colore , che folo fi era vi fio da Colantonio . Dove che poi Silveftro fece
affai bene per la Scola del Zingaro » e li colori vantati di detto Colanto-
nio , che avea levati li tagli , avendo un colore affienato al modo , che
ebbe poi il Perugino •» e Silveftro fu molto jìimato per li fuoi belli colo-
ri ; /'/ quale Perugino è quello Maeftro dell'eccellente B^afaele da "Urbino,
e li colori di Silveftro erano forfè più belli de Ili fuoi , dove che non fi tra
mai partito da Napoli , ma naturalmente da piccolo colnriva bene , e fi
vedono le fue pitture a S. Maria del Principio, nella Cona , a S. Lo-
renzo , a S. Chiara , a S. Pietro ad Aram , a S. Cofimo , alla Nunziata,
ed all'altre Chiefe , conojeendoti le fue cofe alla dolcezza delli colori, ma
alcune di quefte tavole , avendo patito fono fiate ritoccate da Bernardo
della Lima , e da altri ; ed effendo affai Jìimato , mori molto commodo
di fue fatiche , dicendosi , che lafciò erede la Cafa della SS. Annunzia-
ta di tutti li fuoi beni , effendo flato di voto di detta SS. argine , e fu
[limato fanto, e che mor't cafie\ ma io non ho trovato per molte diligen-
ze fatte , fuo teftamento , 0 altro item è'C. e qitefti furono Padre , e
e Figlio , e il Padre morì circa il 146$". , e il Figlio nell'anni del Si-
gnore 1484. in circa morì , efufepolto alla detta Chiefa della SS. An-
nunziata .
Da quello fcritto finceramente dettato con pura , e naturai frafe,
fi raccoglie , che coftitui erede la Cafa Santa , e che fu fepolto nella
Chiefa (iella SS. Nunziata ; la qual cofa non feppe il Cav. Mafsimo ,
mentre che dice , non averlo potuto rinvenire per diligenze ufate i e
quello è facilifsimo , poiché , come altrove diremmo , e come egli feco
lleflb fi lagna , non ebbe giammai la forte di vedere i fcritti di Notar
Gio:
Pittori. ipj
Gio: Agnolo ì da lui tenuti in tutto per componimenti di Marco da
Siena ; Dice altresì , cheSilveftro fu difcepolo di Pietro , e Polito del
Donzello , la qual cofa pa(r che contradica a quello che poco dianzi fi
legge , dettato dal Notajo Crifcuolo , il quale afferma efler flato Silve-
flro nella fcuola del Zingaro » Ma ben torna in concio di crederli
agevolmente in ambedue i fentimenti defcritti : dapoichè eflèndo an-
cor giovanetto ( tome lo fpiega il Notajo ) ad imparar la pittura , an-
dato a fcuoli del Zingaro , potè ben fuccedere , che morto Antonio , o
che fianco per foverchia vecchiezza , feguitafTe Silvcftro ad apprendere
l'arte da i due virtuofi fratelli » e/Tendo eolino tenuti nella comune /li-
ma di tutti , peri più bravi Pittori che in que' tempi maneggiavano
pennelli ; come ne avean fitto fde le opere cominciate dal Maeflro ,
e da loro ( come altrove fu detto > efeguite r e terminate con fomma
laude ; Sicché fuolto ogni dubbio, che giammai potefle accadere nella
lettura di quello ne fende il Cav. Stsnzioni >. riferiremo dunque qui
fotto » quanta (lima factfs'egli di quefio Artefice , riportando le fue pa»
role medefime , che fon qudte che fieguono ;
Sifoejiro Buono si dice , che fu difcepolo dì quelli Vittori del Den-
otilo , buche avejj. più b'Ua tìnta , e meglio insieme di loro , mentre
che di lui fi vedono opere ajjai belle nel Vefcovado r dove in S. Hejìi tutti
i>i è la tavola neW Aitar Maggiore , e in una Cappella una bilia tavo-
letta r con la Madonna » il Bambino » e due Santi ì <i S* Maria delle.
Grazie laterali all'Aitar Maggiore due tavole , che fono le più belle pit-
ture fue , in una vi è lo Sponfalizio della B. V. , e nell'altro la Circon-
cìsone del Signore , ed un*altra tavoletta della Santa famiglia in una.
Cappella . A S. Lorenzo la Madonna col Bambino , S. Antonio » e una
Santa nel fuo Altare della Nave y ed ancora un altra tavtla con molti
Santi , e la Madonna in un altare dietro 1 'Altare Maggiore , e nel pri-
mo affaretto dietro il detto ancora vi è una Santa Vergine . A S. Chiara
una tavoletta vicino la Sacri fila • con Madonna , Rombino, S.Giufepper
t un altra Santo . A S* Maria dell' AJfunta » della Cafa Vignatela tutti
3. // quadretti all' Aitar Maggiore , e a S. Gregorio Armano fece unti
tavola , che adejjo i ritoccata » in SS. Cofimo ,. e Damiano fini la ta-
vola lafcitita imperfetta dal fuo Maefiro' nel? Aitar Maggiore -, quali
dopo ejfendoft guajlata per un incendio di frafche di detto altare , fu ri-
fatta a maraviglia bella da Andrea di Salerno > il quale nel rifarla.
l'abbili) di colori , ma non alterò la compofziont per riverenza , onde
riufe) una tavola che parve di mano di i\ifaele » a ri ferva della manie-
ra de ili panni . Alli Capuccini Vecchi { cioè prima che la Chiefa fojje
di foro ) fece alcuni fatti di S. Eufb o ■> antico Vefcovo Napoletano »
Così fece altre beWofert a molte Chiefe , à Ile quali ora poche fé ne vedo-
B b 2 ne
196 Vita de' Buoni
mo per l'antichità ; efecs per varie co fé particolari fue fi ti tir t » efjetty
do flato apprezzato , e in gran credito di tutti ì perche fu tenuto per un
Sant'Uomo , e virtuofo , e perciò la [uà morte di/piacque a tutti i Ma
per diligenze fatte non ho potuto trovare in che ChiefafuJJe fiato fé pelli»
to ,mentrcche tutti dicono , ch'era un Santo , ne in che anno mori .
Abbjglio Ori per terminare in tutto la vita di così raro Artefice , egli è di
pi ima dell' meftieri fpiegare , come dall'Engenio primamente , e poi dal Celano ,
E n genio , e e dagli altri Scrittori vengnn pigliate in abbaglio le opere di Silveftro
Tano C S? " Bruno ' perdicoftui, dapoiche non fapendo forfè efler quefti Pittori
nelli 'ed al- ^u* Autori diftinti , le confondono fotto di un medefimo nome, e ben-
tri, nel ere- clie agli occhi degli intendenti apparivano due maniere diverfe , ed in
der le ope- diverfi tempi operate , veggendofi chiaramente dachicchefia una ma-
1 • cmCC" n'era antica, e l'altra moderna ;ad ogni modo però reftava nella mente
ftio e dei l ^' °gnuno inviluppato lo fcioglimento di quell'enigma , fé dal medefi-
modeino mo Cav. Maffimo non veniva difciolto per mezzo delli fini fcritti , da*
per un fo]opoiche appreflo quelle dinanzi riportate notizie cosi foggiunge :
Fittoie. Q^j'fi nelli no/tri tempi ha fiorito un altro Silveftro , chiamato
il Bruno , perche era di colore affai bruno, che pareva negro , ma non
che il cognome fojjt tale , ejfendo di cafa Morvillo , e queftoè ftato feo-
laro dell'ultimi noftri Pittori del 1 foo. poiché da uno prendeva il di*
fegno , e da un altro il colore , e ha fatto affai bene , e con dolce- colore,
e vago , vedendojl molte fue opere , come al Gesù delle Monache un
S. Giufeppe con Angioli é*d
Fin qui il Cav. Mafsimo , convenendoci di riportare altrove le
fue parole , allorché di quello Silveftro ( con permifsione di Dio^ fi
fcriverà nella feconda Parte di quella Storia i laonde rella con ciò ogni
dubio chiarito , e caduto il Gontradittorio di tanto divario de* tempi ;
attefoche dal primo Silveftro a quello fecondo , vi è quali la dillanza
di un fecolo ; laonde non mi refta altro dire , fé non che le belle
tavole citate dal fuddetto Mafsimo in S. Maria delle Grazie , laterali
all'Aitar Maggiore , cioè ne' muri laterali , e che prima ( come fi di-
ce ) erano in una antica Cappella locate, furon da que' Frati tolte via,
allorché rifecero la Tribuna , e con efla tutti la fabbrica dell'Aitar
Maggiore , « della Ghiefa altresì ; per le quali cagioni più non fi veg-
gono in altri luoghi altre opere , e di lui , ed ancora di altri eccellenti
Maeftri : come altrove fi è detto ; ma alla virtù di Silveftro , bade-
ranno quelle poche opere che ora fparfe fi veggono ne' luoghi da noi
deferitti , per render tellimonianza del fuo valore . Il qual valore però,
benché folle fublime , Tederebbe ofeurato dal tempo , fé le belle virtù
Criftiane , ch'egli ebbe , non fave/fe in ogn'ora illullrato con doppia
luce» laonde refo chiaro , e per il pennello , e più pe' Santi coftumi ,
ne
Pittori. 197
rie fu pianta la perdita da ognuno , nell'anno in circa 1480. in cui paf«
fando da quella vira mortale , fi riposò nel Signore , come piamente li
fpera •'
fìtte iella Vita ài Silveflro Buono .
un m 11 li
VITA DEL TESAURO
Pittore.
IO non so meglio a/famigliare la virtuofa applicazione di un ftudiofo
Artefice della Pittura , che alla virtù del Sole . Perciocché , fo que-
llo Padre de' Pianeti ha per proprietà di attraere ogni vapore , e quello
in foave ruggiada per lo più convertire, onde le cole naturali alimenta;
il Pittore altresì , da tante forme ch'e' vede , avendone fatto un eflratto,
ne partorifce il più fcelto, per pafcere la villa de' più eruditi riguar-
danti . Gonciofsiacofachè , fervendofi egli della parte più bella della
cofe vedute , e molte da' naturali oggetti componendone , ne viene a
formare una fola , che prende il nome di perfcttifsima idea , pofeiacchè,
in quella vedefi la fimetria aggiullata , le mifure compiute, e la bellez-
za aggraziata i e tanta maraviglia produce , che una fuperflcie d'una te-
la , dipinta con pochi colori chiari > ed ofeuri , operati con maellra ma-
no > bifèa ad incantare l'occhio , ed a commovere le pailìoni . (Sosì ap-
punto far deve quel giovane , che cerca buonPittor divvenire, percioc-
ché per far acquìlìo del più bello della Pittura , egli è di meilieri , che
dalle maniere de' più fcelti Maeftri , quella ne componga , che fia più
viga , e peretta ; e con l'amor dell'arte fìlofofando ( come già fece Goa
lantanio del Fiore ) cerchi altra bellezza aggiungere alle di già vedute .'
Qiiefto modo , e non altro mi perfuado , che folle flato tenuto dal no-
ftro Tefauro (ultimo degli altri deferittij il quale il più bello d-lle
opere da lui vedute , e dal fuo eccellente Macftro , quali Ape ingegno-
fa , togliendo, ne compofe il miele di fua maniera , la quale fa mara-
vigliare anche gli artefici de' noftri tempi , per il buon difegno , forza
di colorito , e gran componimenti , e fopratutto per la grazia con che
egli feppe veftire le fue figure ; come dalle fue opere, nella Vita che fie»
gue potrà confiderarfi da'Legjitori.
Nacque
198 Vita del Tefauro
Nalcua del Nacque il Tefauro circa il 1440., e nato col dono i che a pò»
Tefauro. chi fuol concederli dalla benigna natura , della pronta difpofizione all'
arte della Pittura > fu perciò applicato nella rcuola di Silveftro Buono
Va allaccilo il Vecchio , famofo Pittore in qu ' tempi , ove gli forti non meno
la di _òilve- apprendere ali ottimi precetti dell'Arte, che le buone virtù , che ad
Uro Buono , rr . Jc -n- r ^ ■ ■ 1 1 1 •
dove cercò 1 un ottnn° Cnltiano li acconvengono ; Quivi dando opera a colori,
di arrivare molte cofe conduce per varj* particolari , adornando di lue pitture an-
ad ima per- che pubblichi Altari , perciocché Silveltro amandolo molto, come gio-
fezione, ove vane collumato , e ftudiofo dell'Arte , foleva ad ogn' uno anteporre i
g 1 a trilic jayorj jj juj . per ja quaj cofa moit0 era adoperato. Ma lo avveduto
tori non era . , r -j r
giunti infi- giovane andava conluoi ftudj meditando d. nrmarli uni maniera , che
no a que' il migliore di tutte le buone,inlìno allora vedute in fé contentile, e che
tempi ► vernile ad effer perfètta in tutte le parti della p:ttura , ed in tal modo
tutta nuova a gli occhi de* più efp=rti apparirle ; che perciò , volendo
a fine condurre quello fuo ben nato proponimento , lì diede ad oiTer-
'% vare tutte le pitture di que*, che in fi no a' fuo» giorni av.ano avuto
vanto di farmfi Maeftri , e dalle loro op^re ne apprendeva quel-
la parte in cui era flato più fingolare quel tale Artefice ; Indi con
i configli del fuo caritativo Maeflro aggiungendovi quella tal co-
fa , che a quello felle più di efpediente , o neceffaria parata , e tutte
quelle cofe componendo con quella grazia , che benignamente aveva
ottenuta in dono ( per grazia fpeciale di Dio ) dalla natura , ne compo-
fe la più compiuta , bella , ed elegante miniera , the infino allora erafi
in alcun Pittore veduta ; per tale effendo confiderata da tutti i Profef-
fori de' tempi fuoi ,e de1 noftri ; dapoichè ottenne il più laudevole elo-
gio , che unquafactffe il Notajo Pittore , in tutte le notizie , che ne
lafcio , de' Profeffori del dilegno , com' anche da Marco da Sie-
na , e da tanti celebri noftri Scrittori , come in appreso fé ne farà pa-
rola .
Formatali dunque , per mezzo de' fludj fuoi , il Tefauro , la fua
bella maniera , e fparfaiì da per tutto la fama del fuo Valore, fu richie-
do da' Signori della nobil famiglia Tocco , che rinovar gli doveile le
pitture del fuo antenato , ed antico Pittore , Pippo Tefauro nel Ve-
scovado , le quali a cagion del Trcmucto , già mentovato altrove ,
del 1446. , erano in gran parte , con la volta di lor Cappella,cadute,
e che loro in onor di S. Afpreno avean riedificata ; giacche in quella
Cappella ripofa il Corpo di quello Santo , come nella Vita d» Pippo
fi dine ; laonde il Tefauro incontrando con lieto an.mo l'occafione di
far veder al pubblico qualche fua rimarchevole opera , effendo la Cap-
pella affai grande , e tofpicua , per effer fondata a lato il Maggior Al-
tare della Chiefa Metropolitana , fi accinfe all'opera tutto animofo , e
e dato principio , non mai fi reftò di ajfaticaxs'ifi , infin che compiuta
non
Pittore. 109
non la vide ; avendo compartite le ftorie della Vita di S. Arreno per Rifece le
la volta 1 e ne' muri laterali della Cappella , ornando i compartimenti piatire dei-
di finti Succhi , per le cornici , che formavano a i quadri , e di bei Ja. Cappella
fogliami , e felloni , che compivano gli ornamenti ; avendo ornate di ll1 ^>,A'Ì>j'e-
bei concerti le ftorie , accompagnandole con architettura , e profpetti- Cattedrale
ve di Caftmenti , e di Chiefe belliffime , nelle quali facoltà aveva egli
fatto ftudio particolare per bene apprenderle , com; veramente in gra-
do eccellente, le pofTedeva ; Quelle pitture fon daH'Engenio.dal Celano, L'Eugenio,
e dal Sarnelli fommamente lodate , allorché deferivendo la Cattedrale, il Celano ,
vengono al particolare di quella Cappella , veggendofi a' loro tempi , ec* ?' ^ar-
anzi pochi anni innanzi , erano appunto come le dipinfe il Tefauro;man|L,li ™
ora fi veggiono da capo le ftorie , e gli ornamenti rinovati da un Sco-cure.
lare pratico , ma non perito del Solimena ; 11 quale per ordine dell'
odierno Principe di Monte Miletto D. Leonardo Tocco , che ha voluto
modernarle , ed arricchirle , lumeggiando con oro i fuoi ornati , le ha Ora fon fa >
tutte da capo redipinte J ma vedefi però da chi confiderà , con quanto te ritoccate
aggiuftati componimenti , e buona difpofizione di fico fiano ftate per l''f n,.ed^me
innanzi dal Tefauro dipinte , giacche fono le medefime ftorie di quello, pratico Sco
ritoccate , con le figure medefime, e con ì medefimi accordi; nellejaro di So-
quali cofe comprendefi , con quanto giudizio foiTer ftate operate da quel limena , ma
favio Artefice , e quanto pregio abbian perduto per i nuovi colori fo- non lcelto,e
prappoftovi , che fé modernar fi volevano , per migliorarle, vi era il Pe"etco •
noftro celebre Francefco Solimena , che con le fue bell'opere poteva T ,. ,.
confolare la perdita di tali ftimate pitture , con lo acquifto delle fue pre- Francefco '
ziolìffime , e degne dell'immortalità , come egli è veramente . Ma la Solimena.
difgrazia di Napoli, par che abbia per connaturai coftellazione , che
molte pitture de* mentovati Artefici , venerande per loro antichità, fian
modernate da'più feiocchi Pittori , ( che guida meftieri , da npi vendo-
no nominati ) più tofto , che da' valenti Uomini rifatte . Ma torniamo
al Tefauro .
Veduta quefta nobil Cappella , e piacciuta ad ogn' uno , perchè
piene laudi da tutti gli furon date , fu determinato da' Frati Servi di
Maria di S. G10: a Carbonara , che il Tefauro ritoccar doveiTe molte
pitture della Tribuna , dipinte già da Gennaro di Cola , e più da Mae- Ritoccò V
ftro Stefanone , le quali per 1' umido aveano molto patito , per la qnal °pere di
cofa dato provvedimento al di fuori , acciocché il fimile non accadefié Maft™Gen.
a' ritocchi, di quello , che alle fuddette pitture accaduto era, viri*"" ^j^T
novo il Tefauro molte^figure , ed in fra quelle degli Angioli ve ne feceStèfa^onel»
molti da Capo , con sì bei fembianti , che veramente volti di Paradifo>n S.Gio: a
raffembrano ; facendovi altresì alcuni di que' Santi Padri , e ritoccan-<^a,'',ol,ai'a.«
do 1' Eterno Padre, lo dipinfe così bello , e venerando, che muove la
riverenza , e della la maraviglia in vederlo con quella bella, e veneran-
da Canizie dipinto . rjjCe
200 Vita del Tefauro
Dice il Notaj'o Grifcuolo , che il Tefauro dipinfe un S.^Michele
Arcangelo per la Ghiefa di S. Maria delle Grazie , vicino S. Agnello, ed
altresì altre opere a S. Angelo a Nido , ed alla Chiefa della SS. Annun-
ziata , ma di tutte quefl' opere a me non è riufcito rinvenire , fi non
che la tavola dell'Aflunzione della B. V. che ha gli Apo/loli intorno al
Sepolcro , la qual fi vede oggi ficuata nella Sagreilia della Chiefa Col-
legiata di S.Giovanni Maggiore , ove prima diede efpofta in una Cap-
pella , per la qual cofa , tralafciando di più affaticarmi in cotali inchie-
fte , paflarò a far parola delle bell'opere , ch'ei con tanta fua laude di-
pinfe nella Ghiefa di Arcuilo Pappacoda , dopo che andarono a male di-
fgraziatamente , a cagion d'un incendio , quelle che nella foffitta avean
dipinte Pietro, e Polito del Donzello, che l'opera di lor Fadre-
gno avean compiuta , ritmila (come fidiflej per la fua morte im-
perfetta ; per la quale difgrazia furon da capo dal Tefauro di-
pinte tutte le fuddette pitture .
Prefe egli adunque a rapprefentarvi le ftorie de' Sette Sacramenti ,
per dar' ordine a' quali , divile i due partimenti della fofficta in quat-
tro angoli equilateri , dividendo l'Arco della Ghiefa in due vani la vol-
ta , o vogliam dire la mentovata fohficta . Nell'angolo, che per diritta
linea viene a fovraftare all'Altare , vi figurò a federe Noftro Signore nel
mezzo , che ha nel fuo grembo feduta la S. Chiefa , con Mitra Epifco-
pale in fella , vellica di bianca velie , con Camifo , e Piviale ; tiene
con braccia aperte , che vengono foftenute dal Redentore , nella fi-
niftra mano il Calice , con l' Oitia Sacramentata , e con la delira
tiene la Croce.
Dal deliro lato vi effiggiò S. Pietro con Cardinali , e PreIati,Mo-
naci , e Frati , ed altre figure , tuui inginocchioni , effendovi dall'al-
tro canto varj altri Secolari , Uomini, e Donne anche Jnginocchioni
dipinti in adorazione dtll'Auguftiilìmo Sacramento . Neil' angolo , che
Ha alla delira , guardando l'Altare , vi efpreffe il Sacramento del Bat-
tefimo,che fuccede fotto un gotico componimento di una Ghiefa , con
li divifione delle Cappelle , con l'Altare da canto , ed ove nelle varie
azioni di que' Bambini , e de' Parenti di quelli , vi fi feorge , quanto
ila (lata grande la mente di quello Artefice ; Come altresì fi vede nella
Gomunione della Sacra Eucharillia , che ila dipinta nell'altro lato , e
nella quale vi è fituato l'Altare nel mezzo , e fotto un ordine ben re-
golato di colonne , ed in quello Sacramento le figure fpirano propria-
mente devozione, ed umiltà , nel ricevere il Santifiìmo Pane degli
Angeli ; Ma quefeo ha alquanto patito , eflèndofene caduta buona par-
te della tonaca , come altresì alcuna parte della fulTeguente pittura
delia Crefima . Nel quarto vano fi vede effiggiata la Crefima , ove nel
Pre;
Pittore. 2 o i
Prelato , che fiede , G vede imprefl'a la carità della fede , e ne*
Genitori f che portano i loro figliuoli fi conofee il zelo della fal-
vazione di quelli . Ne' quattro Compartimenti , (.he dividono quelli
angoli i e quelle ftorie , vi ha introdotto otto mezze figure dipinte in
otto tondi , ripartiti ne' finimenti degli angoli mentovati , ed in que-
lli vi figuro varj Suiti, /approntanti Appoftoli , E/angelifti , e Dot-
tori di Santa Ghiefa .
Nella metà della foffittn , che fovrafta l'ingreflb della porta , di-
vili da' medelimi paramenti angolari , vi effìggib gli altri quattro Sa-
gramenti J figurando in quello della Penitenza il Conf libre in atto di
dare l'aflbluzione ad un Penitente , nel qual atto fi vede ruggire il De-
monio da colui , per la grazia acquieta dal Sagramento , veggendofi
il Confeflbr mentovato fituato a ledere lotto un arco , fecondo l'antica
ufanza , per l'ingrelTo del quale fi approffimavano quelle perlone , che
conftfl.tr fi volevano, nel mentre che il Penitente riceveva il perdono
delle fue colpe : figurandovi ancora altre perfone , che con varjord»-
gni di penitenza fi macerano le carni , eri infra quali due Confrati ,
the fi battono con difcipline , per maggiormente efprimere f.:bito di
penitenza . Siegue l'eftreina Unzione , nella quale efpreflè il Tefauro
un Uomo moubondo , che eftenuato di carne , ed abbandonato di fpiri-
to , riceve dal Sacerdote l'unzione dell'Olio Santo , vedendoli efpr flb
negli aitanti il dolore , per la vicina morte di quello infermo. Vie
poi l'Ordine Sacro , nel quale fi vede il Papa con due Velcovi allibenti,
ordinare con Sacro Rito un Giovanetto , nel mentre che altri vengono
efaminati da ai tri Sacri Miniftri , efprimendo la di vota azione con bei
trovati , e concetti ; e quella ftoria è così unita , che è mirabile nel
fuo componimento . Nell'ultimo , che è propriamente fituato fopra la
porta , dovendo figurarvi il Matrimonio , vi rapprefentò lo Sponfali-
zio, (ucceduto a' iuoi giorni, di Alfonfo Seconde , figliuolo di Ferdinan-
do Re di Napoli , con Ippolita Maria Sforza ; e ne' loro volti cffigg.b
al naturale le fattezze di quelli ; fituandoli fotto del Pallio » fecondo
l'ufanz i de' Sp^nfali d^' Principi Reali , e de' Re .
Non fi pub abballanza fpiegare i bei concetti con che il Tefauro
arriccia quelle otto ftone de' Sagramnti ; (annoverandovi quello di
N. S. che tien la Chiefa col Calice J le belle fifonomie con loro diverfi-
tà , la vaghezza de' volti delie Donne , la robuftezza degli Uomini vi-
rili , che vengono cos'i bene diflinti dalla canizie veneranda de' vec-
chi , col puerile de' fanciulli , proprietà diffìcili a confeguirfi da'Mae-
flri delle ncltre Arti . Inoltre vi i] vede il bello , e proprio andare de'
panni, i quali fon pi-gati con grazia , ed all'ufo quali de'nottripiù
modera; Pittori . il colore è cosi frefeo , e vivo , che fi mantiene oggi
c c *i^S!or-
202 Vita del Tefauro
giorno in quel primo elTere , che le die col pennello' il Tuo giudiziofo
Maeftro ; Infrmma in quella volta non vi è cofa »] che non merita lau-
de , perciocché lo fcompartimento delle figure , il componimento di
efle , e l'intendimento profpetico con che fon degradate, hanno più de*
moderni ttmpi , che di qu-.l fecolo in cui furono elle dipinte » ed in
vero qualunque Artefice avvien , che miri quelle Pitture , non può non
maravigliarli , che in quel tempo qusfto Maeftro foffe in tanto faperè
pervenuto di componcre ftorie così copiofe di figure , jon tanta buona
difpolìzione di moderno infieme , e di unità di Soggetto . Ma
per venire in fine alla prova di quanto dico , baderà riferire in quello
Onurco Ju0S° ' che il Canonico D. Ca rio Celano , lodando fpe/Te volt, quello
Okno al Ttfauro ( ficcome fa ne' fuoi libri ) al noftro celebre Luca Giordano ;
Cav.D.Lu- e dicendoli quefto : Che non credeva mai , che un Pittore del Secolo
ca Oiorda- 1400. avelie dei medemo ; Spinto Luca in fine da curiofità Pittorefca,
no,che mei- 0£cn 0 una voita quell'Opere , e venendo f come il folito 1 il Celano
lo da curio- , ,• 1 . r 1 1 t- r 110-
f:A volley a aiutarlo , egli lo prevenne con tal (aluto : e viva lo Telauro dtl Si-
vedere 1' o- gnor Canonico , poiché v< ramente è valent'uomo , ed io non credea
pere lue , e mai , che avelie gii fio cesi moderno » per quanto cemportavan que'
vedutole le tornpi ( perchè vi fon Itone, e figure tali , che io , con tutto il dono
c[.n'ni,l"y° datemi da Dio , non mi ftprei penfsr meglio , e quelle laudi le repli.
Celano. cava lpefib » con ^'r di nuovo al fuddetto Celano : E viva lo Tefauro :
Certo ch'è buon Pittore , copiofo d'invenzione &c. E vaglia il vero ,
r: dobbiam dirla come ella è giufla quella bifogna , dopo di Colanto-
io niuno di quelli trapalati Pittori colorì con più gufto de' moderni
empi , fé non che fo!o il Tefauro ; Conciollìacofacchè ,fe bene gli ai-
ri furono valentuomini , ed iufigni Maellri di pittura , ciò lo furono
,n riguardo a que' fecoli , ne' quali la p.ttura tra cotanto povera , che
o^ni qualunque cofa fé gli accrefeea gii faceva ornamento , e ricchez-
za ; fcacciando al poflìbile quelle gotiche forme , che aveano ingom-
brata non folamente la nollra Italia, ma ancora l'Europa tuttoché per-
ciò dando 10 a que'tali Prcfeflòri molte laudi per tali abbellimenti ritro-
vataci ho però fempre merlo la confiderazione d, que'Seco'i.Per la qual
cofa, molto obligo fi deve al valente Tefauro, che togliendo quali affatto
le barbare forme,:ercò redituirlaa quella prima bontà, con la quale era
(lata operata da' primieri Maellri , dandogli quanto più potè di lume,
e diverfità naturale, alla quale accompagnò bene fptffo la bizzarria- Ne
quello è ftntimento mio folo , dapcichè molti ProftiTori infigni delle
nollre Arti fcrifièro le fue laudi , e prima Marco da Siena , così di lui
nel fuo «lifiorfo ne lafc.ò fcritto di quelle opere di S.Giovanni : Ed in-
di guafle quelle Ai coftoro opere , furo» tanto a profeto rifatte dal va.
Unte Tefattro .
UCavalier Maflìmo Stanzioni , nel libro di memorie, che ap-
preso
Pittore. 203
preffb noi fi conferva , in più di un luogo Io nomina per valente Fitto-
re, ed in fine il Notujo Cnfcuolo così le fue laudi na fcrifTe , dopu le
notizie di Agnolo Franco , e di altri Difcepoli della fcuola del Zinga-
ro, che tutti inlieme ammaisb Cotto uno fcritto di minuti caratteri ver-
gato.
£ anco nel paffato Secolo ci fu f ultimo T e fauro -, che fori circa
dal 1460. fl//'8o. 0 poco fi ii , 9 qutjìo vinfe tutti li p affati Pittori , con
belle invenzioni » e intelligenze di figure , tirate con prof peti ive , con
bell'ordine , e belle tinte , come Jì vede in tutto , e come oggi fi vede la
bella Cappella di S. Afpremo , rinovata da lui , perche le pitture di
l'ippofuo antenato cader no parte per il terremoto , s parte fi guadaro-
no . Così la tavola de lo S. Michele vicino alla grazia a S. Aniello \ e
cast a S. Angelo a Nido , alla Nunziata , a S. Giovanni a Carbonara ,
dove ci fece faccie di Angioli veramente di Paradifo , nella Tribuna »
che ritoccò , perche le pitture dette prima , fi erano guatiate con l'umi-
do . Ma le più buone fue opere fono quelle dilla pffìtta di S. Giovanni li
Fappacoda , dove ci fono cofe , che ora non fi panno fare meglio i con
tutto l'avanzo della pittura , avendo pigliato il l>?l colore da Silvefiro
Buono fm Maejfro , efimojo Pittore .; e pure di quitto , con tutto che
ì moderno , non fi chi ari fce lo nome , dicendo alcune, che fi chiamò
Giacomo , e altri più. dicono Andrea , e Cola Andrea l e quefto fuccede
perche nulle fue fatture fola fcriveva lo cognome dice/ido : // Tefauro ,
col mi Infimo .
Notar Crifconius .
Mi avrebbe fenza akun dubbio maraviglia recato il cafo del non
e/T.re il proprio nome fiputo, di quello fcritto Pittoru , dal Notajo Cri-
fuiolo , per la vicinanza de' tempi , ne' quali furono entrambi , fé un
cafo limile non mi fuffe occorfo nelle notizie di un Fittore de' noflri
tempi cognominato Altobello.che fu difcepolo di Carlo di Rofa,il nome
de] quale infino ad ora non mi è riufcito accertare»non fapeniolo nem*
meno alcuni vecchi Pittori , e quello fuccede per la fcritta ragione dal
Notajo per le pitture firmate con il fol cognome,cojne per lo più da'P.t-
tori fuol fa r fi m' modem, tempi , la qual cofa di rado , o non mai da-
gli antichi facevafi , dapoichè (e autenticavano le loro pitture con pro-
pria firma, foltano in quella il nome, td il cognome fcrivervi col mil-
lefimo , come da me , e da'Studiofi è flato olfervato appieno , e come
ciaf-hedun pub vedere nell'opere di Colantonio àel Fiore , in quelle di
Manilio Simone , del Zingaro, de' Donzelli » e di altri molti Pittori
de' più antichi , de' quali fé non appare in alcune tavole il loro nome
davantijoveè il dipintolo troveranno notato dalla parte di dietro del-
C e 2 la
204 Vita del Tefauro Pittore.
la tavola , ove per lo più G firmavano per memoria , e quella è la Ct-
pionp,the degli antichi nomi,e cognomi ne abbiam certa notizia ; oltre-
dicche è cofa manifefta, che delle antiche cofepiù chiarezza ne abbiamo,
che non delle moderne ; Ma pur fufTe piacciuto a chi governa il tutto,
che di tanti Artefici , che girl furon nel noftro Regno, de' quali niun ri-
cordo ne abbiamo , fuflero i fol cognomi rettati in qualche op:ra loro ,
dapoiche moltiflìme pitture non fon da noi nominate per non faperne
i Maeftri , che già le fecero ; la qual cofa non avviene veramente a co-
loro che col cognome fi firmano , come fece il Tefauro , il quale per
quello a vera Tempre laudi immortali per le bell'opere che egli fece,
che fé ben quelle con lo fcorrer degli anni , faran diftrutte dal tempo,
viverà per?) a fuodifpetto fempre immortale il nome del Tefauro nel-
la memoria degli Uomini Virtuofi .
fitte della Vita del Tefauro Vittori .
MEMORIA DI MAESTRO MINO
Scultore .
DA poiché altre notizie noi non abbiamo di quello Artefice di fat-
tura , fé non quelle , che ne lafciò fcritte il Vafari , dal quale
viene più torto biafimato , che fattogli alcuna lode , non so fé per ca-
gion della Patria , o perche così fofle , egli è di meftieri , che io qui
riporti quanto di cofhii, nella vita di Paolo Romano Scultore fuo coe-
taneo , e di altri , il fuddetto Vafari ne lafcio fcritto .
Siegur era , che noi parliamo di Paolo limano , e di Mino del
Pregno , coetanei ■> e della medefima profffone , ma molto differenti
tesile qualità de' cofiumi , e dell'arte , perche Paolo fu modefto , e tf.
fai valente , Mino di molto minor valore , ma tanto profontuofo , ed
arrogante, ci»? oltra il far fuo pien di fuperbia con le parole , an-
cora ahaxa fuor di modo le proprie fatiche : ìlei far fi allogazione da
Pio
Memoria di M. Mino Scult. i o $
fio fecondo Pontefice ., a inalo Scultore Romano di una figura; egli p.pa pj0 j£
tanto per invidia lo lìimolò -, ed infejiollo » che Paolo , il quale era fa nel 14 j«.
buona , ?<i HtftiliJJÌma perfona , fu sforzato a rifentirfi . Laonde Mino adunco al
sbuffando con Paolo voleva giocare mille ducati a fare una figura con Ponte/ìcan?.
elfo lui 1 e quello con grandijfima prefunzione , ed audacia diceva ;
conofeendo egli la natura di Paolo , che non voleva fajìidj , e non cre-
dendo egli , che tal partito accettajje i Ma Paolo accettò l'invito -, t
Mino mezzo pentito , filo per onor fuo » cento ducati giuoco . Fatta
la figura , /* dato a Paolo il vanto % come raro , ed eccellente ch'egli
era : e Mino fu feorto per quella per fona nell'arte , che pik con le pa-
role y che con l'opere valeva . Sono di mano di Mino a Monte Cafino ,
luogo de' Monaci neri , nel Regno di ììapoli una Sepoltura , ed in Na-
poli alcune cofe di marmo . In Roma il S. Pietro , e S. Paolo » che Jono
a pie delle fcale di S. Pietro , ed in S. Pietro la Sepoltura di Papa
Taolo Secondo . Fin qui il Vafari nella vita di Paolo , foggiungendo
poi nella Vita di Mino da Fiefole , che la fuddetta Sepoltura di Papa
Paolo li. fia fatta da co/fui , e che Mino del Regno vi fece alcune fi gu-
rette nel bafamento , che fteonofeono > fé però ebbe nome Mino » 0 pia
tofio Dino , come alcuni affermano » avendo narrato f equivoco de' loro
nomi .
Or io non entro a difputare fé quello noftro Compatriota fofle mi-
gliore , peggiore , ovver uguale a quelli fuoi coetanei Profeflbrl » ma
folo dico , che non gli farebbero fhte allogate opere d'importanza,
come furono quelle di Monte Calino , ed altri luoghi , e più le Sta-
tue de' Santi Appoftoli in Roma , con la Sepoltura del Papa , fé per
valentuomo non tulle fiato conofeiuto , e tenute in pregaio l'opere fue.
E tanto balli per la memoria di Mino del Regno » nominato del Rea-
me dal Vafari » il quale fiorì circa il I4ff.
fine della Memoria 4i Mino ScultoW
ME-
MEMORIA
DI GUGLIELMO MONACO
Scultore , e Gettator di Metalli,
DI GASPARO FERRATA,
E AGNOLO SOLE .
Giammai non è addivenuto , che una fomma virtù non abbia con-
faguito o predo * o tardi la meritata laude . Onde fé bene alcu-
no Artefice virtuofo ila (iato per qualche tempo pollo in dimenticanza ,
o trafcurato da que' che i pregi de' valenti Maeftri del difegno hanno
fcritto i ad ogni modo però la virtù di lui finalmente è fatta palefe
da qualche fua opera, che per cafo , ovver diligenza dopo molti anni
cade fotto la rifleffione degl'intendenti . Ne importa che un opera fo-
la ella fia , imperciocché a far diritto giudicio del valor del Maefiro,
non il numero dell' opere , ma la perfezione , e la bontà fanno sì
ch'egli di eterna immortai laude fia degno. Tanto egli è avvenuto
a Guglielmo Monaco , della cui unica , banche grandiofa , opera
nella porta interiore d;l Gaftel nuovo di Napoli fiamo per far pa-
rola .
Jl Coftaszo Avea il Re Ferdinando figliuolo di Alfonfo Primo d'Aragona , di
Stona de] fempre gloriofa memoria , ottenuto de' fuoi ribellati Baroni , e del
NapoT ]' Duca Giovanni d'Angiò varie , e fegnalate vittorie ; fé ben quelle
bro jp.e'io" P0' fonPero denigrate da' fuoi pervérfi , e disleali collumi , e dalla cru-
deltà con cui morir fece ignominiofamente tanti nobiliffimi jJBaroni
fuoi V'affolli , con tradir la fede data a due Re , ed al Papa ; e nulla
curandofi di quella veriffima miffima , chs la clemenza bene ufata
fecondo le circollanze fu la più falda bafe de' Regni ; Volendo adun-
que che reftaflero imprefle nella meute de^li Uomini quelle fue in un
tempo medefi/no fortunate , e crudeli azioni , necommife la cura a
Guglielmo Monaco , il quale in altre opere aveva dato faggio del fuo
valore ; E quelli efeguendo con lieto animo i comandamenti del fuo
Signore , ne formò l'idea , o modelli , e quindi ne' cavi li gettò di
bronzo, con tal perfezione, fé fi riguarda quel Secolo non per anche li-
bero dalla barbara , e gotica maniera di difegnare , che ne riportò
una maravigliofa , e fingolare approvazione.
E' dunque quella porta divifa in due j e cjafcheJuna di effe ha
tre
E di Gafparo Ferrata. 207
re iRorie ì Nella prima vedefi il Re Ferdinando , venuto a parlameli- ^ueft; mfi
0 con Marino Marzano Duca di Seda , e Principe di Rollano , Gia-ion flati cor
Como di Montavano , e Deifebo dell'Anguillara , con li feguentì verfi retti coru
i- ^- j r il- miglior la-
intagliati di fotto . ^ . ^ ce
lebre lette-
Princfpe citm Jacobo , cum Deiphebo dolofo raro D.Mat-
Vt Regem perimant , colloquium Jìtnulant . to Eguio
Biblioteca-
Nella feconda Storia fi vede il medefimo Re , che pallata la mon- l.J° nV^Jj
tagna di Grepacore difcende in Puglia , e fi accampa fotto Troja ; e due SiciJje>
gli altri fatti che fuceedettero fono fpiegati in altri due verfi » che fono Capaccio
il quarto dittico . nel Foraftie
ro Giom-9.
Troja dedit noftro requiem, jìnimque labori ■, a cai.
In qua hoftemfudi furti tir , ac pepali .
Nella terza , eh 'è la più bafla , fono efpreflì gli altri fatti d'armi
accaduti tra'l Re Fernando , e fuoi ribellati Baroni , li quali vengono
ncora fpiegati da i verfi che dicono :
Hinc Trojam verfus , magno concuffa timori
Caftra movent hoftes , ne f ubi tè fereant .
Nel bronzo ài quella terza Moria è da oflervare una palla di arti»
pileria che vi cagionò folo una crepatura , fenza fcappare dall' altra
parte ; e perchè quella come cofa curiofa fi rnoflra a' Foreftieri » non,
mi farà grave di qui riferire ciocche ne feri/Te il Giovio nel fecondo li»
bro della Vita del Gran Capitano dietro il foglio 294.
„ In quel tumulco ( die' egli ) i Francefi levato da gangheri ,p
le porte intagliate di bronzo prettamente l'oppofero alla turba di qìov'ìo nci_
,, quei , che volevano entrar dentro ; & mifero anco una columbri- ]a vita del
„ na alla porta , acciò che fcaricandola dentro ammazzaflero gli Spa- Gran Capi-
„ pnuoli * ch'erano fui ponte , e nella piazza ; ma per un cafo ma- tano.
„ ravigliofo la palla di ferro fi fermò nella grorlèzza della porta , non
„ avendo potuto palli re il bronzo , la quale oggi per gran miracolo
„ fi moltra a'Foreftierij i quali v3nno a veder la Porta „ . Ma il
Giovio non dovette aver veduto la grandezza » ne confiderato il pefo
di quella gran porta , che non era potàbile levarla da' gangheri ad un
tratto per opporla «gli Spagnuoli . E come opporla dopo levata ? e
non ballava tenerla chiufa per impedire a coloro l'entrata ? Fin qui il
Giovio feguendo a narrare ciocche fece Confalvo , laonde feguicando
ancor noi ciocché l'altre tre ftorie contengono , diremo , che in quella
di
51
2 o 8 Mem. di Guglielmo Monaco
di fopra dell'altra porta fiegue il fatto defcritto nella prima ; vedendoli
lo fte/Tofiro dell'altra, e il Re con lo flocco difenderli dalli tre Con-
giurati , e porli in fuga , e fotto fi leggono quelli verfi , che devono
leggerfi dopo il primo difticon
H s Rjx arttpotens animofìor He 3 or e claro »
Senfit ut infidias * ertfe micantefitgat .
Nel fecondo l 'a/Tedio , e la rtfa della Città di Trop , anzi de! Ca-
mello rendutogli da Gio: Coffa Signor di Troja , che n'ufd con onora-
tiflìmi patti ì ed i verfi dicono
Ho/lem Trojanis Yemanàus vicit in aruis
Sicut Fompejurn Cafar in Ecbalus.
Nel terzo , ed ultimo vedefi effigiata la Città di Acquadia , detta
anche Arquidia , appartenente al Principi di Taranto , ove dopo efpu-
gnata entra tutto l'Efercito col Re Ferdinando 5 e negli ultimi verfi
dell'Epigramma ( ora mal conci dal tempo ) fi leggeva :
Aquaàiam fortem capit ^exfortior urbem ,
Andegavos pellemviribus eximiis .
In quelle porte medefime fcolpì Guglielmo il fuo nome , jl quale
dopo ch'elle faranno dal tempo diftrutte , viverà per molti fecoli , av-
vegnaché l'opera non fia di quella perfezione,con cui ne' tempi moder-
ni fon condotti i baili rilievi J e mailìmamente fé Ci confiderà la biz-
zarria de' componimtnti , e le mofle delle figure , che di fegna te cor-
rettamente , e con grazia meritano l'univerfale ammirazione .
Caf o Non dee qui tacerli di un altro Soggetto infigne Capuano , per
Ferrata Ga- nome Gafparo Ferrata . Quelli non men valorofo Capitano , che fa-
puano . mofo Architetto vien mentovato da vari Scrittori de' tempi fuoi ; la-
onde noi riportandoci ad elfi per quel che appartiene alla milizia , di-
remo folamente , che egli fu verfatiffimo nell'Architettura , maflìma-
mente Militare , fervendo in molte importantiffime occafioni il Re
Alfonlo Secondo; Come dalla notizia de' Profeflbri del difegno Capua»
31 Canonico ni trafmelTaci dall'eruditiffimo , e virtuofiffimo Canonico Francefco
Fiancefco Maria Pratilli , Scrittore di un dotto libro della Via Appia , che in
M. ^ Pratilli jjrjeve f, vedrà alla luce ; e la quale con le fue parole medefime ripor»
^cnttort_> tam]0 dartm notizia di quello virtuofo Artefice del difegno .
^ppja% „ Gafparo Ferrata , Capitano famofo de' tempi fuoi , e grande
„ Architetto militare . Nel 1496. a favore di Re Alfonfo II. ■ che lo
„ fece
E di Gafparo Ferrata. 209
fece Luogotenente della Milizia Equeftre , andò fortificando varj
luoghi per impedire il paffaggio delle Truppe di Carlo Vili. Re di
Francia in Regno ; e per la Tua induftria venne forfè la quiete nel
Regno : Morì in Gapoa fua Patria , e f u fepolto preflb l'Altare della
Beata Vergine di Monferrato dentro la Ghiefa della SS.Annunziata »
r> e di eflb parlano gli Storici di quei tempi.
Circa que' medefimi tempi fiorì ancora Agnolo Sole , il quale fu (^z ^j^0'
di un luogo di Terra di Lavoro > e lavorò di fcultura . Ma non fu già di Lavoro,
difcepolo di Andrea del Verrocchio,come erroneamente dice D.Gamil-
lo Tutini ne* fuoi manofcritti , che nella famofa Libraria di S. Anjeio Errore di D.
a Nido fi confervano ; Dapoichè di coftui non fa ninna menzione il Va- Camillo Tu-
fari nella vita di quell'Artefice ; Laonde noi porteremo qui folamente w ,n dir^
l'autorità del Gav. Mafsimo Stanzioni j jl quale dopo la nota ch'ei fece Andrea °dei
di alcune pitture dell'Abate Bamboccio dirette dal Zingaro , fa meri- yerroccrjiQ .
zione di quefto Scultore con le feguenti parole :
„ Dopo di quelli ci furono ancora altri buoni Maeftri di fcultu-
„ ra , come fu uno chiamato Agnolo , che fu di Terra di Lavoro, e fu
„ molto ftimato in quelli tempi ; ma bifogna fapere più cole di lui ,
„ e di chi fu difcepolo : dove che di quefto ci è una bella Sepoltura a
„ S.Domenico , e altri lavori di marmo .
E tanto bafti per notizia di quefto Profeflbre , giacché altra iftru-
zione , o certezza non abbiamo di lui , ne dell'opere ch'egli fece ; le
quali forse per la morte seguiti del Cavali er mentovato non furon.
da lui 1 con altre notizie di altri autori accertate .
Nota il Crifcuolo un Paolo Antonio Foglietta , un Francefco Cri- Grò: Agnolo
fpo 1 e un Nicola Cavucchio , in varj luoghi de' già noti fuoi mino- Crifcuolo ne
lcritti . Il primo nominato, dic'egli, efler ftato Pittore , il terzo Seul- ^ .'» mo-
tore , e della profefsione del fecondo non fa parola . Di coftoro certa- W,U''
mente intefe fcriverne le memorie , dapoicchè gli pone fra gli Arte-
fici che fiorirono dopo l'ultimo Tefauro . Il Gavalier Malli mo nota
altresì un tal Mattiuccio , che fu Pittore Napolitano circa la fine del
fecolo decimoquarto ; ma non fa memoria fpeciale di niuna fua pit-
tura ; Per la quii cofa a noi non ci fi dimoftra ninn lume circa da qual
Scuola coftui , e gli altri mentovati di fopra , ave/fero apprtfa l'arte
della Pittura ; ne di qual bontà , ed in qual luogo fuffero l'opere loro .
Reft;no perciò così nella dimenticanza degli uomini altre pitture,fcul-
ture , ed architetture di molti noftri Artefici del difegno , per la cagio-
ne primieramente deferitta nel principio di quefto libro , ed in altri
Juoghi,ove la narrativa me ne ha dato motivo ; La qual cagione fu la
foverchia tjafeuratezza de' noftri trapaflarj Scrittori . Che però molte
D d opere
2 io Memoria di Agnolo Sole.
opere fi fon tralafciate di fcrivere per non Caperne l'Autorei Conofceni
^uo*e a""~ dofi affli bene le maniere delle fcnole onde derivano , ma non da qual
pittura faci- mano e^e ^ano operatele in che tempo fiorì l'Artefice che le dipinfe .
li a ricono- Per la qual cola ne rimane il rammarico d'ignorare molti de' noftri
fcerfi daTioProfcffori 1 con infinite opere loro ; effendo faciliilimo 1* inciampare
felibri p-er- nell'errore di attribuire ad uno ciocché fu da un, altro operato , cosi
che era» pò- ■ pjctttra cne in f ultura j E mafsimamente nelle maniere antiche .
che,cpo-rie r 7 . x .
le maniere* lel'e ì113'1 avente s incontra 1 uniformità dello Itile i e 1 uguaglianza
dì éde varia-delie miniere j. Come non ha molto, ebbi a difingannare un nobil Ca-
te nu molti valiere , che poflédevadue figure dipinte in tavola (limate di mano del
Putori con imparo . che a pran pena peteano dirli opere di Pietra Polito del Don»
una ìol ma- ,,« . , " c r .. ,r ... .
niera dipin- ze"° •■ Adunque per mancanza di notizie noi non abbiam potuto de-
fero, fcrivere molte pitture , che reftana tuttavia efpolte in varj luoghi alla
Opere , e veduta di ogn'uno , e l'Artefice ignorato da tutti . Benché noi credia-
Cone di Al- mo ferinamente ( vedendoli con pruova i fcritti mancanti del Crifcuo-
1 uTli'non fé *° ^ cne •' Notaj'o Pittore aveffe raccolte molte notizie di più ; oltre di
ne fa parola quelle che da noi fi confervano » Come incontro la medeiima forte il
per non fa- rimanente della pregiata lettera fcritta da Marco da Siena .
perii l'Arce- Noia rechi infine maraviglia , fé nel deferivere le vite de'trafcorfl
^.Cr' . p Artefici del difegno , cilìamo troppo inoltrati alle lodi , le quali fi de-
mio della_j vono 'ntentler fempre ragionevoli ; Perciocché quanto in efsi fi è con-
feconda par- fiderato riguarda fempre al tempo in cui viffero , non già alla perfezio-
te . ne , e all'eccellenza dell'arte » alla quale di mano in mano fon venute
le noflre Arti avanzando . Quelle medelime conliderazioni andò favia-
mente divifando il Vafari , allorché nel Proemio della feconda parte
Il Vafari della lua opera gloriofa diffe : che gli Artefici di quei tempi fon degni
ber*c°nofcea di feufa e di ammirazione , perche ancora fi coftumavano le barharità
delle pitture ne* J'fegn0» e 'e gotiche forme in tutte le cofe dell'Arte ; ma che però
di quelli tem fi deve avere obbligazione a i primi Maeftri, per aver moftrata la ftra-
pì; come an-da già incominciata a quei che volevano avanzarli nel cammin dello
cora le conaftujj0 fot» giuri Sondo le p-nro'e che fieguono : ,, Ne è che io non ab-
!» fì r »j bia ciò veduto quando gli ho laudati . Ma chi confidererà la qualità
te opera: nia « di que3 tempi , la carellia degli Artefici, la difficoltà de'buoni ajuti,
fi lodano p-*r „ le terrà non (olo belle , ma ancora miracolofe :ed averà piacere infi-
le ragioni ap ,, nito di vedere i primi principi, e quelle fcintille di buono, che nelle
portate dal ^ pittare^ Sculture cominciavano a rifufeitare „ . Laonde a tal pro-
defimo. m" pefito diciamo noi : quale è egli quell'Uomo , che vedendo nafeere in
picùola pianta un frutto di buon fapere , e di fpecie difficile a nafeere
anche negli Arbori grandi , non fé ne maravigli ; Cosi dunque l'uom
favio cogliendo quel f. utto nato nel picciol v>fopuò godere in appref-
fo l'abbondanza de' mede-fimi frutti piantati , e coltivati in più frutti-
fero
Vita di Raimo Epifanio. 2 1 1
fero » ed ottimo terreno . Così tutte le cofe nel principio fon deboli ,
ma col tempo , e con lo Audio acqui ftano robuftezzi,e vigore.
fini delle Memorie di Guglielmo Monaco , d*
Gafparo Ferrata , e di Agnolo
Sole:
«*.
VITA DI RAIMO
EPIFANIO TESAURO
Pittore .
COme fuole avvenire ad alcuno infermo , che da mortale infermi-
tà riavuto , fofpira , ed appetifce alcun cibo , a cui la voglia ,
e la lunga inedia inclinandolo » gli fa impulfi di ardentiffimo defide-
rio > al quale opponendoli il configlio del Savio Medico , lo pifce più
tofto con la lufinga , che lo Ciba degli bramati conforti . Così appun-
to adiviene a quelli Artefici di Pittura , i quali fentendo i vanti de'
trapaflàti Maeftri , e non potendofi pafeere con la vita delle defiderate
opere loro , volentieri fi fanno lufingare l'udito con alcoltarne le lau«
d'i , o con leggere nelle Storie di loro Vite , le bell'opere, che efii fe-
cero . Della qual cofa chiunflima pruova ne abbiamo in noi medefi-
mi ; perciocché j intendo encomiare ogni giorno l'opere di alcuni
anti.hi Maeftri , invogliato- il defiderio , fveglh 1' appetito di fa-
ziare i noftri occhi . Ma cercandone con ogni diligenza alcuna cofa »
e non trovandola , avviene, che più con la lettura de' libri , che ne
trattano , e con difeorfi , foddisfacciamo a noi ftefsi , che con la vedu-
ta di quelle ; formandoci nella immaginativa , come potevano eflere
D d i le
2 1 2 Vita di Raimo
le pitture di un tal Matftro ; argomentandolo ancora da alcuno efemi
pio di lui , rimafo a noi . Così ancora fuole accadere , nel de-
fiderar noi bene fpeflbdi veder quai perfettiffime cofe avefler mai di-
pinto Zeufi , Parrafio , Protogine , Apelle , e che miracoli di pittura
fuflero quelle „ Concioffiacofachè , egli è certiffimo , come da tanti
Iftorici , che per non far perdere alcuna di loro pitture , fi perdonava
da' Re nemici gl'incendi , e '1 diftruggimento delle Città , ove flava»
no tai pitture ; Come appunto accadde alla Città di Rodi , alla quale
il Re Demetrio perdono l'incendio , a folo oggetto , che la bella pit-
tura del Gialifo , dipinto da Proteggine , non penfle . Ne fia chi fup-
ponghi troppo iperbolici i vanti , di cotante perfezioni alle pitture de*
nominati Maeftri Greci , perciocché , fé in quel poco avanzo delle
Barbarie , delle poche Statue a noi rimafe , fi fcorge perfezione
così compiuta , che i migliori Maeftri de' moderni cempi , tuttocchè
valentifiimi , non han potuto giammai giunger con loro arte a quelle
ottime, ed incomparabili proporzioni , ed a quelle bellezze, quafi
di/fi divine i quanto dunque migliori , fenza alcun dubbio , erano le
pitture , e di maggior bellezza , e perfezione ? la qual cofa fi argo-
menta da que' Maeftri medefimi di fcoltura , i quali faceano giudici di
loro opere i nominati Pittori ; come fi ha da Fidia , ottimo ftatuario,
che chiamava Apelle , acciocché gli ammendafle le fue fatture j tanta
perfezione di più conofeevafi negli ottimi Pittori , dagli ottimi Sta-
tuari •
Qaefto defiderio medefimo di vedere le beli' opere , ora avviene
nella vita di Raimo Epifanio i dapoicchè non potendoci faziare abba-
flanza nella veduta di fue pitture , perchè poche a' noftri giorni ve
ne fono , per tal cagione adunque ci converrà lufingare l'udito altrui
con la narrativa di quelle , i he egli dipinfe ; pafeendo almeno così l'af-
fezione degli amatori col fuono delle fue laudi , per le poche opere ,
che di coftui fi veggono .
Fiorì Raimo Epifanio , al riferir del Cavalier Maffirno Stanzio-
ni , circa gli anni 1480. , e fu figliuolo , ovvero nipote dell' ultimo
Tefauro , ma andiede alla fcuola di Silveftro Buono , dal quale
fu, come ad un proprio fuo figliuolo, ìnfegnato , dapoicchè volentieri
facea lavorare al difcepolo molte opere a frefeo , che a lui veniva!»
comm<jfle . Quindi è , che impratichitofi Raimo di tal modo di ope-
rare , fu impiegato in varj' lavori, per molte Chiefe , e Palaggi»
che p.r efTcrfi modernate le fabbriche, più quell'opere non fi veg*
gono ; come per eiempio una Cappella dipinta alla Collegiata dì
S. Gio: Maggiore , accennata dal Crifcuolo , ed a S. Maria la Nuova,
le quali Chlcfe furon riedificate nel cerfo del quintodecimo fecolo
alla
Pittore . 213
alla moderna , e conciò le di coftui pitture , con quelle di altri Mae-
ftri , fi perderono . Lavorò ancora nella (Shiefa della SS. Nunziata
molte pitture a frefco , dapoicchè in qu.fto modo di operare era Raimo
per lo più impiegato , per la pratica « che ne avea , come di fo-
praabbiam detto . In quella Chiefa vi dipinfe una tavola, rappre-
fentando in elfo la Visita , che fece la noftra Donna a S. Elifabetta ,
e nella lunetta di fopra , vi efprefie la SS. Nunziata , con 1" Agnolo
Gabriele, e l'Eterno Padre con lo Spirito Santo ; le quali pitture
veggonlì oggi locate predo di una Cappella laterale al Maggiore Al-
tare , dal canto dell' Epiftola . Così fece i portelli dell'organo , per
la Resi Chiefa di S. Ni' colò , detto alla Dogana , i quali fi veggono
in Sacreftia trafportiti , per elferfi l'organo alla moderna adornato ;
ed è opinione, che quelli portelli furono dal Zingaro incominciati,
e poi finiti da Raimo . Cosi nella Chiefa di Monte Oliveto fece la ta-
vola col Santo Iftitutore di queir Ordine , la quale oggi fi vede
nel Noviziato del Moniltero fuddttto . Dall'altre pitture notate dal _ . n
a i- e • • o r> w r OgS' quefte
Cavaliere Scanzioni in S. uio: Maggiore non ve ne rimane , le non immagini
che appena akuna immagine informe , su di alcuna parete dentro alla anche "fono
Sacreftia. perdute , ef-
Alcune delle tavole, che egli dipinfe in S. Maria la Nuova , <L'ndil. d?-»
accennate dal Crifcuolo , li veggoao belliflìme a' noftri piorni , ef- capo/1^,1.
fendo fituate nella Manza del Capitolo , altre volte nominata , per ra e ia $a.
l'altre pitture vi fono de' noftri Artefici ; ed in una di quelle di Epi- greftia .
fanio , fi vede efprefia la B?ata Vergine feduta col Bambino in feno ,
in bella fedia lavorata , con alcuni Angioletti che l'adorano , e vi è
Mna Santa , ovver divota Donna, che inginocchioni priega per un
anima, the fi vede portata dagli Angioli in Paradifo , forfè per le
fue preghiere , e per le interceffioni efficaciffime della Gran Ma-
dre di Dio . Da' lati di quella tavola ne' due ripartimenti vi fono
le figure di S.Pietro, e S. Paolo , Accanto alla fineftra che dà lu-
me a quella ftanza , vi fon due tavole bislunghe , nelle quali
vi fono efprellì San Francrfco , ma fenza barba, ( che fu uf.nza
di molti Fittori di que' tempi , in cotal modo dipingerlo ) e S. G10:
Battifta , le quali figure veramente fon ben dipinte , ed hanno molta
bontà in difegno , e di colorito , come altresì la Cvola mentovata
della Beata Vergine è degna di fom.su laude per la dolcezza de' fuoi
colori .
Dietro l'Aitar Maggiore di S. Lorenzo , in un di quegli Altari
di Cappelle , una fua tavola fi vede efpofta ; btnche alquanto con-
fumata da tempo, ma più dall'umido , nella quale vedefi effigiata
la Beata Vergine coi Bambino Gtsù , con alcuni Angioli in gloria ,
e da
214 Vita di Raimo
e da baffo vi è S. Antonio «la Padova , San Girolamo , e San Gio:
Battifta , ed in quefta tavola vi è la firma « che ftà fimilment» nel
quadro del S. Euftachio nella Chiefa di Monte Vergine * ma con
queft' anno 1494- Una delle migliori opere fue , che molto bella fi
vede nella Chiefa fuddetta , de' Monaci di S. Guglielmo da Vercel-
li , nella prima Cappella , entrando in Chiefa , dalla parte del Van-
talo , è quella , che rapprefenta S. Euftachio jnginocchioni ,
avanti la Cerva , che tiene fra le corna il Crocefiffo , ed ove fi vede
la fua firma in cifra , col millennio del i foi. ; Opera veramente de-
<*na di laude , e per V azione del Santo , nel quale fi vede efpreffa
la maraviglia divota , e l'umiltà in quell'atto dell'adorazione del Cro-
cefiffo , e' per l'accompagnamento del Patfe , e delle figurine, che
l'accordano, non pub farfi di meglio , ne con più naturale imitazione
del vero .
Per queft' opere mentovate merita Raimo ogni laude , benché
poche elle fiano ; perciocché , non le molte opere coftituifeono il
valent' Uomo , ma la bontà dell'opere lo rendon degno di buona fa-
ma , e di onorata memoria ; E quefta mia propofizione viene auto-
rizzata dal concetto , che già ne fece il Cav;,lier Ma/Timo Stanzoni ,
dapoichè offervate le pitture di Epifanio , le ftimò degne delle fue
laudi ; come ne fan teftimonianza le fue parole, che in memoria del-
la virtù di quello Artefice, ne laf/iù fcritte ; le quali note fedel-
mente qui fotto ripor faremo , giacche di queft' opere molto poco ne
fcriffe il Notajo Crifcuolo , nominando folamente Raimo per valent'
uomo , con farne in alcuni altri racconti brevifsima ricordanza ,
e fecondo gli accadeva la bifogna , ha egli accennato più tolto , che
deferitto le opere di Epifanio ; ma fempre perb con laude, chiaman-
dolo , Virtuofo, e valente Pittore ; per la qual cofa merita il Cri-
fcuolo alcuna fiufa , fé non fece una più lunga memoria , forfè per
la fcarfità delle opere di quello Artefice ; o che foffe ancora probabil
cofa , che le notizie di quello Pittore, fi foffero dfperfe aflieme con
altre di altri antichi Profeffori del dife°no a noi del tutto ignoti ;
porgendoci argomento a quello dubbio l'efferfi dilperfo il fine dell'eru-
dito , e dotto difeorfo di Marco da Siena , che nel principio di
quefto libro fi legge ; Contutto^ib , non pub dirfi perb , che
dal Cnfcuolo foffe (lato Raimo obliato , dapoicche in alcune altre
notizie ne fece poca si , ma onorata menzione , con le feguenti pa-
role :
„ Come anco de Raimo , che fu valente Pittore , lo quale flu-
„ diai da Silvestro Buono , e le pitture a S. Maria la Nova, e alla
f, Nunziata, fono da valente Maeftro , che fé confervano bone , e
fre-
littore . 2 i 5
„ frefche , e lui dipinfe opere a frefeo , ma che non ci fono più ; Ma
„ Io ditto Tefauro&c.
E qui degne ciò, che da noi fu riportato nella Vita citi Tefauro »
badando , che ne abbia regiftrata memoria per efièrne onorato un
tale Artefice : Che però, viva dunque ficuro. il Virtuofo » mentrecche
verrà tempo incili li faran palefe i fuoi preggi , chi fé ben egli non
farà da un tal Scrittore commemorato in tal tempo , verrà ben dopo ,
chi di lui farà parola vedendo l'opere fue , e fcriverà le fue laudi »
come appunto è avvenuto a qu.-fta no(}ro Pittore , il quale eflèndo poi,
per mezzo delle fue belle fatiche » venuto in cognizione del Cavalier
Mafsimo mentovato , e conofcmtolo per quelle un Valentuomo , ne
regiftrò la memoria in quelli fenfì , per poi formarne la Vita »
„ Si deve far memoria delle due tavole nel Capitolo di S. Ma-
„ ria la Nova del S. Gio: Battilta , e del S. Francefco fenza barba ,
M dipinti da Raimo Epifanio figlio, o nipote dell' ultimo Telauro ,
,» del quale è ancora il S. Euftachto » che ila dipinto in una Cippel-
„ la alla Chiefa di Monte Vergine , che tutte fono pitture molto flu-
„ diate, e perfette , fecondo l'ultime fcuole cadenti del noilro Zin-
„ garo , e quello dipinfe tutta la Sacrillia di S. Gio: Maggiore , ed
„ in altri luoghi a frefeo , eflendo Pittore ftirruto , e fu bravo Ar-
,, chiretto , facendo con fuo difegno la gran Cappella del B. Giaco-
,, mo della Marca , per il Gran Capitano , del quale fece molte voi-
« te il ritratto . Quelli ritratti non fono venuti in noftra cogni-
zione .
Ed ecco dalla pregiata p^ nna del Cavalier Sranzioni , con poche
note, fatta palefe al mondo la virtù di Raimo ; anzi dalle medefime
fue pitture ; il quale mi p^rfuado , che fulTe Difc^polo non fola dsl
fuo Parente nominato Ttrfturo, ma che averle affu apprefo , e da' Don-
z-lli » e da Sifveftro Buono y come notbil Cnfcuolo i Concioffiacofa-
ebe quella maniera nelle fue pitture imitata li Vede , come fpiega l'an-
zidetto Cavalier MaiTImo in quelle paiole » ove dice : V ultime Scuole
cadenti dal noftro Z'nganj . Cosi credo ancora , che po:o tt-mpo do-
po dipinta la mentovata tavola del S. Euflachio , non molto vecchio ,
vernile a terminare i fuoi giorni , giacché dal Cavalier già detto non
vien nominata altr' opera dopo quella da lui dipinta ; laonde termi-
nando quello racconto , terminaremo altresì il corfo di quello mio
primo Libro, e dando ripofo alquanto ali agitata mente » ed alle gi\
ilanche membra , per le fatiche (offerte di più anni , per rincontrare
l'opere , le notizie» i tempi » e le fcritture di varj Archivi, con pub-
blici , e privati Klromenti per non errare , o al più meno , che lufie
fiato poflibile , con udirne i faggi pareri dagli Uomini Scienziati , a'
quali
2 1 6 Vita di Raimo Pittore.
quali confefTar mi debbo molto tenuto , e più che a tutti a' Virtuofif,
fimi Letterati D. Matteo Egizio , Gio: Battifta di Vico , e D. France-
(co Valletta , i quali veramente come verj Patrizi » non han ricufaCo
fatica , per la quale fufle fatto palefe al mondo » l'onore di tanti Arte;
fici del Difegno , e della Patria, infieme .
Fine della Vita di Raimo Epifanio , e della prima Parte
delle Vite de* Pittori , Scultori , ed Architetti
Napoletani.
Laus DEO , & Beat* MA RLE
femper Virgini.
T A V O L A
PER ORDINE DI ALFABETO
De' Nomi , e Cognomi de' Profeflòri
del Difègno , e delle cofe più
notabili .
ANdrea Ciccione Scuhore,ed Archit .car.Zl.Va a fittola di Mafuccit
Secondo.Erigge la Cbiefa dì S. Maria dell'Attinta a' Signori della
famiglia Pignatelli , e riedifica la Cbiefa di S. Croce prejfo quella
' dì S. Agofiino , f 'tr ordine del Cardinale Rinaldo Brancaccio 88.
fa varie Sepulture a' Signori Napoletani . Per ordine del Re La-
dislao , e della Reina Madre erigge la Cbiefa di S. Marta , ed ab-
btllifce la Cbiefa di S. do: a Carbonara , ornandola di marmi , e fa
altre fabbriche 89. Per ordine di Gurrello Origlia erigge la famofa
Cbiefa di Monte Oliveto . Morte della Reina Margarita , e fua Se*,
poltrirà fatta da Andrea . Morte del Re Ladislao e fua cagione.
Sepoltura ordinatagli dalla Reina Giovanna Seconda fucceduta al
Reame di Napoli . Defcrizione della Sepoltura del Re Ladislao %
e [noi Elogj 90. 91. 92. Morte di Ser Gianni Caracciolo , e fua fe-
polt tir a [colpita da Andrea , e fua ifcrizione . Elogio di Lorenza
Valla 95. Erezione del P alaggio di Bartolomeo di Capita nella /'rada
Ercolenfe. Tempio anticbjjìmo d'Ercole in detta I rada . Cbiojtro
di S. Severino eretto da Andrea ■, ove poi vi dipinfe il Zngaro 94.
Difegni lafciati in morte di Andrea , /opra i quali fi erige poi la
Chieja del Fontano . Sepoltura di Francefco Caracciolo . Morte di
Andrea .
'Angiolillo detto Rpccaderame pittore 1 fi. Fu de' Scolari delT.ìngaro.
Varie fue opere \ 52. 1 5-3. Beghini Co/fu; atore di que' Pittori ,
che dipingono più d'un azione di una fol perfona in un quadro, la*
certezza circa il tempo della fua morte.
L e Agno*
Agnolo Anìeilo fiore Scultori, ed Architetto iS%. fiorì che* il 146?
terfuafofarfi Pittore appbca alla Scultura . Ti a Scuola Ai Ari ~
Area Ciccione 169. Sue opere , e Sepoltura belliljìma in S. Domenico
M*9gtore . Tavola di marmo con S. Giro/amo 170. Ahra canS.Eu-
flachio . Sepoltura di Carlo Pignatelli rimafa imperfetta per fu*
morte . Giovanni da Nola fuo Difcepo/e fri) lafuddetta Sepoltura .
V irie fabbriche fatte da Agnolo Alitilo 171.
Agnolo Franco Pittore 109. Apprende la pittura da Gennaro Ai
Cola , s' innamora delle pitture di Giotto , e fi propone imitarlo
no. Varie J "uè opere in S. Domenico Maggiore , e in S, Gi : Evan-
geli/fa de' Pappacodi . Dsfcrizione delle Storie 112. 1 1 }. 114. For-
me Gotiche ufate in que' tempi , a-ri discapito delle buone regole .
Incertezza della f uà morte .
Agnolo Sole Scultore 209. fu di Terra di Lavoro . Citato da D. Cam l-
lo Sufi ni -, ma con errore ; M dal Cava li er Majfimo St arnioni , che gli
dà titolo di buon Mae/ro .
'Antonio Bamboccio da Piperno Scultore , Architetto , e Pittore 142.
Tiene con la Madre in Napoli , ove il Padre lavorava di /cultura %
' fi fa fcolaro di Mafuccio ficondo . Andrea Ciccione ajutò a per»
fez'onare il Bamboccio 145. J 'uè opere . Fa gli ornamenti alla por»
fa del Pifcopiu Napolitano per ordine del Cardinale Arrigo Minutalo
144. Deferi zione del lavoro della Porta . E' decorato con una Ba-
dia donatagli dal fuddetto Cardinale 145". Sepoltura del Cardinale
146. Porta ornata di /culture di marmi alla Chiefa di Artufio Pap-
tacoda , * f uà i forinone 147. Sepoltura faticatijftma dell' Aide-
mar e feo in s. Lorenzo , ove pofe il fuo nome . Vi t ture del Bamboc-
cio 14&. Bufatilo da "Urbino , e Tra Bar t ohm. 0 di s. Marco s*infe-
gnarono a vicenda 149. Ragioni perche dijtefame-,ite di tale Art^fice^
fi è fcritto . Morte d°.l Bamboccio e fue laudi 1 fo.
Antonio Solario detto il Zingaro Pittore , ed Architetto ri 8. Tari
ofmpj della forza d'Amore . Nnfcita di Antonio , e fua prufejftone
di Ferrajo I 19. Tede la figliuola di Colantonio , e fé n'innamora ì
La chiede al P*dre . T\ijpojta di Colantonio . E' favorito dalla Cor-
ti nella promejja di afpettar dieci anni per divenir Pittore . Parto
da Napoli per apprendere la pittura 120. Lipfo Dalmafi fifa fuo
precettore 121. fuoi progrejfi nel difegno , e vari- fue pitture 122.
Titture ad olio del 1409. Ojjt-rva l'operare d'altri Mae/1 ri in Ita-
la . RJtorna a Napoli non conofeiuto , e fa il ritratto alla Rjin*
Giovanna feconda 125. dalla quale è chiamato Colantonio per far
giudicare le pitture del Zingaro. Spesò colei per cui divenne Pit»
tare 124. Ordine della Rjina per la fentenza di Colantonio ; cht)
fojje chiamato il Zingaro . Op-re del Z:ng?m in vari luoghi . Gur-
rello Griglia gran Prcionotario dei t\cgno . Manto maruvigliifo di-
pinto
finto taf. e Te fle fimi le alt andriè de" tempi nofiri . Crtfc intinto
iti mare nel 1400. in circa 127. Opere in varie Chi e fé . CroctfiJJi
miracolo/o che parlò a s.Tommafo Ai Aquino 128. Pitture del
Chiojìro di s. Severino , e che rapprefentano 13 e Abbaglio dell' En*
1.1 r.l ... AL-. 1.1/- /: «/./7?.~,_ r . « Tri. •
r 5 r- A li re pitti
/jptfr d'Haro Marchefe del Carpio , ? Viceré di Napoli i;7. // f<z-
/ir/' no» fece niuna menzione di quello Artefice 138. Abbaglio del
i\ Orlandi . Il Zingaro chiamato a Roma dal Papa 139. ,M?r/* */?/
T.ingaro i 7W Discepoli ; /«« /d«^j , « difetti nelle cofe dell'Art*
140. 141.
B
BUowo <&' B«o»/ 186. /or; »?/ 1410. fu Scolaro di Colantonio del
Fiore , ^>» <j//ro ordinario Maestro . Sue opere . E' ajutato da
Silveftro fuo figliuolo 1 87. fue lodi . Ma èfuperato da Silvefiro usila
pittura 1 ■$■«« ^/o'".'/ .
COlantonio de! Fiore 96. fua nafcita , e fuafcuola alla pittura 97.
PViv/ pareri intorno a'fuoi Maeflri . Lodato da molti Scrittori .
Immagine di s. Antonio Abate nella fua Chie fa al Borgo » fatta per
ordine della Regina Giovanna prima .
taroh dell'Engenio nella fua Napoli Sacra 98. Altre pitture operate
prima di quella 99. Ecce Homo miracolofo nella Chiefa di S. Loren-
so . Pitture in s. Angelo a Nido . Studj di Colantonio per rinvenir
re la dolcezza del colorilo 101. Immagine dipinta nel muro del pa-
lagio de' Signori della famiglia Caracciolo « tagliata , e trafportata
nella Chiefa della ss. Nunziata procejfionalmente . Altre pitture per
crdine del Cardinale Bjiinaldo Brancaccio 102. Turbolenze di guer-
ra inforte nel Bearne di Napoli . Morte infelice di Carlo III. di Du-
razzo in "Vngaria , cou altri avvenimenti nel Regno , come dalCo*
fìanzo . Dopo quietate le guerre Colantonio dipinge per ordine della
Reina Giovanna II. Immagine di s. Anna in s. Maria la Nuova con
altri Santi io?,, s. Girolamo in s. Lorenzo m aravi gli ofo . Varale
dell'Engenio I04. Varie ragioni intorno al dipingere ad olio . Auto-
rità del manofcritto di G io: Agnolo iof. Varie opere, riportate
da lui , e dal Cavalier Majfimo Si anziani 106. Varj Scrittori che
E e % lo»
ladano Colantonio r 07. Errori circa le pitture ad olio , ragioni ,-
ed autorità . Colantonio in quanta Jìima fu tenuto dalle Heine , e
I{e A/fon fo primo 1 08. Fu t affato a pagar la rata per l'Arco Trion-
fale di Alf on f" primo . Morte di Colantonio , e fuo accompagni amen-
to per ordine d l R^e Alfonfo alla fepolt tira . Tremuoto ornbiUJftnto
'nel 1 446. in Napoli .
Filippo detto Pippo Te f auro 27. fidato dalla f cuoia per andare a
7 eder dipingere li Vittori 28. fifajcolaro de' Fratelli de' Stefa-
ni . Varie cpnre da lui dipinte . Uccisone del B.Nicola Eremita in
s. Maria a Creolo . Per ordine della Pagina Maria dipinge in quel-
la Cbnfa i fatti del B. Nicola 29. e nella Cappella avanti s. Maria
d l principio . Deferi 2Ìone delle Jìorie 30. Altre open in varie
C'hiefe 32. Diligenze ufate dall'Autore per ritrovare le piarne di
"Pippo , e di altri amichi Maejrri 54. fua morte circa il 1520.
francefeo di Mae] ro anione 84. Apprefe dal padre la pi ti ir, a , e fé.
ce alcune opere 8 f . PiJJè agiatamente 86. Notizie del Notajo Cri*
fenolo 0 e del Cavalier Ma fimo .
GAfpare Ferrata e fua memoria 208. e 209.
G*nnarodi Cola f2.fua nafeita l^.fu fcolaro di Maeftro Simone,
e condifcepolo eoa St efanone . Varie opere dipinte da Gennaro 74«
Vita di s.Ludovico Vefcovo di Tolofa dipinta da Gennaro per ordine
della \eina Giovanna prima 7 f. Morte di Gennaro di male di tifi-
eia in età quafi giovanile 77.
Giacomo de Santi s 8 1 . Apprende l'Architettura da Mafuccio fecondo.
Pejie di Napoli nell'anno 128?. cefjata ad inter ceffone di s. Pelle-
grino 8 2. Erezione della Chitfa dedicata al Sa .tofuddetto , ed al-
tre fabbriche . Te/io del-Nuajo Pittore circa qUìflo Architetto , e
fua morte 83.
Guglielmo M naca 206 Kj Ferdinando primo di natura crudele, e
vendicativo Congiura de' Baro-li . Per ordine di Ferdinando Gu-
glielmo gettò le porte [capite di bronzo che fono nel Caliel nuovo
207. Valla di ferro deferiti a dal Giovi 0, e fua critica. Verfi fcolpiti
fitto le fiori e a 08.
M. Mn-
M
MA'flro Simene Vittore 64. Circa cb> tempo fi»-/ i fu difeepoh ài
P'ppo T filtro. Vari e fue opere, ma ha puco g'i.lo. Venuta ài Giot-
to in Napoli 6 f.Vede l'opere ài Maeltro Simoitie,e le vanta al ReRober-.
to 66. lo fa àiping re con lui varie cofe . Immagini? ài S. Antonio in
S. Lorenzo àipinta a frefeo Si. Abbaglio de' Scrittori no' ri . Alt*
torità àelNotajo C'i fenolo , così dei Cava/ter Muffino lo. 71. Mor-
te ài Maefiro Simone 72.
'Ma/uccio primo Scultote , tà Architetto 17. futi nafeita , efruo/a
di Uìt vecchio Pittore, eà Architetto , che fu il Pitture àelCro-
cefijfo che p, ir lo al Dottor Angelico s. Tommajo à' Aquino 18. E' in*
fegnato ài architettura àa un Architetto àdl'lmptraàor Federico ,
e con quello vi a /indiar? in Roma .
Carlo Primo d'Angìò acqui fl a HB^eame ài Napoli 19. e vi fi molte fab-
briche , ficenào venire Gir: Pi/ano . Rjedijic azioni del Pi/copio Ni-
poti t ano 20. Orrendo Ve f prò Siciliano , e fuoi eff.-tti . Prigionia del
principe Carlo , e morte ài Carlo primo . Erezione àella Chiefa ài
s. Domenico Maggiore 21. varie ragioni circa l'anno ài tale erezio-
ne ■, e autorità graviffime . Chiefa di s. do: Maggiore edificata àali'
lmp-raàor Ccftantino rifatta da Mafuccio . 'iia.nufcrit.to dal Nat.:-
jo riportato come tefio 24. Varie Sepolture fatte da Mafuccio e fu a
morte .
tMafucc'o feconào %f.fua nafeita , e batte fimo fatto da Maluccio pri-
mo 36. fi fa fuo fcolaro . Morte ài Mafuccio primo , onà'ei fi perfe-
ziona con i fuoi parenti . Varie fue opere 37. Va in R\oma . I(e Ro-
berto fuccede alla Corona di Nipoti , e fu- lodi 5 8. Ordina l'erezione
del'a Chiefa di s. Chiara , e varj accidenti occorfi . Ritorno di Ma-
fuccio in Napoli 40. Ragioni di Mafuccio fopra la fabbrica di s. Chia-
ra mal cominciata . Sepoltura di Caterina d'duliria 41. Chiefa del-
la Maddalena eretta dalla Reina Sancia . Chiefa àella Croce , e fuo
Jìto , e Chiefa àella Si. Triniti 42. Chiefa e Moni-fiero dì s. Martino
eretto da Carlo Ilare 42,. col Caflél s. Eramo . Morte àella Reina
Maria , e J uà fé poh tira 43. Pericolo àella Chiefa di s.Francefco ri-
parato da Mafuccio 44. Fabbrica di s. Chiara compiuta 4^. Venuta
di Giotto . Morte di Curio lllu'ire , e j ita fé poh tira 46. Fabbrica bel-
hffima del Campanile ài s. Chiara 48. Ragioni lutar no il capitello d\
órdini Jonico 49. // Va fari vide il campanile , ma non ne fece parola
fa. Ifcrizioni intorno al campanile fi. e f2. Arco maravigli ofo su
la porta di s. Chiara . Varie ftpolture 5"^. Carlo primo d'Argia erejfe
!.. Chi-fa ài s. Lorenzo ^4. è finita con l'arco maravigli ofo 44 Mu fac-
cio .
ciò . Morte Ai Re Roberto . Sepoltura di Re Roberto f f. Chitfa di
s-Gio: a Carbonara , ed altre fabbriche f6. 5"?. morte fune/a di
Giovanna prima , e fua fepoltura %%. ma è tra/portato il fua corpi
nella Chiefa di t. Francefco in Puglia nel Cajie/lo di Muro . Ingrati'
tudin* dì Carlo IH. di Durano . Ragioni dell'innocenza della Reina
^.e fua ifcrizione fepolcrale. Altre fabbriche fatte da Ma/uccio 60.
feri ito del Notajo 61. morte di Mafuccio in età decrepita 63.
Matteo Sanefe Pittore 116. Perchè fi fcrivt di cojìui che è Sanefe •
Fiorì nel 14 io. Il Zingaro ojfervd il fuo modo di operare, ed1
eomponere le Jlorie . Stragge de' SS. Fanciulli Innocenti nella Ckie"
fa di S. Catrina a Formella de' PP. Predicatori 117. Culuri ma-
ravigHofi che fono in quella pittura . Alcune altre opere di Mai-
tea 1 18.
Mino fìel Regno Scultore 204. Per non avere altre notizie , che quelle
ne dà il Safari di qui fio Artefice , fi riporta ciocché egli uè fenfle .
Alcune ragioni a favore di Maejfro Mino aof.
N
Nicola di Vito \VT- Da fanciullo non volle attendere alla pittura
con rammarico del Padre. Applica alle lettere 178. Morto il
Padre , applica con tutto lo fpirito alla pittura . Con molta fatica
appena arriva ad ejfer mediocre Pittore . Sue opere in vari luoghi .
Sua natura allegra 180. Per fua allegria , * feftevole conver (azio-
ne 1 fa diverfe np'.re , e vien connumirato fra Pittori dal Notajo
Cri feudo . Sue burle fitte a divsrfe p.rfone . Rapporto de* feruti
del Notali 184. Morte di Nicola 1 8 f.
P
Pietro de' Stefani Scultore . l. Sua nafeita circa //1230. Incli-
nato alla pittura , va a fcuola col Fratello da un Mae[iro , che
anche operava di Scultura . 2. Qjferva le fìat uè di Caflore , e Poi-
luce , come ancora altre fìat uè antiche . Si fente inclinato alla
Scoltura > fi varj Crocejtjfi , lafcia del tutto la pittura al fuo fra-
tello , il quale avea meglio difpofizione di lui in quella . 3. Isotta
del Re Manfredi , e acquijfo del Regno di Napoli da Carlo prima £
Angiò . 4. Re Carlo fé venire da Firenze Giovan Pifano Architet-
to -, ritorni alla patria dell' Architetto Mafuccio . f. Affluen-
za di Mi Cuccio alle fabbriche per la partenza di Gio: Yifano . Re
Carlo fi riedificare il Pifcopio Napoletana . Varie famiglie vi erig-
gOUO
gatto loro Cappelle . 'Ragioni per le quali gli antichi Pittori figura-
vano affai grandi le facre imnagini. Erezione della Chi e fa .li S. Eli"
fio . 6. Morte di Papa Innocenzo IV. in Napoli •> e fua fepo/tura .
La-ori d P.etro nel Pifcopio . 7- Morti di Carlo primo d'Angid.
8. Croc fijfo Con altra forma di Croce . Erezione della Cbiefa di Sa»
DoYien' co Maggiore , e [culture di Pietro . Sue opere nella Cap-
peJla de' Mi nutoli mi Pi/copio . io. Scritto di Gio: Agnolo ij. Li
due Re Carli Angiomi non chiamarono da Firenze altri Artefici ,
perche li aveano in Napoli . Sepilture lavorate da Pietro , e di
quelle de" Minutali ne fa tejlimonianza Gio: Boccaccio . Morte di
Pietro in vecchiezza i 6.
Pietro, e Polito del Donzello iff. Kafcita di Pietro circa gli anni
I40f. Il Paìre lo manda a [cuoia di gramatica , ed Aritmetica i
Morte della Madre , e peonde nozze del Padre con una giovane Fio-
rentina . Na[cita di l'olito . Il Padre lo vuole applicare ne' Tribu-
nali . I figliuoli tirati dal genio alla pittura vaino a Jcuda di Ca-
iani onio I f6. Agnolo Franco, prende «ff sione a1 due fratelli . Morti
del Padre, e feconde nozze della Madre ■!.■' Donzelli con Agnoli Fran-
co I 17- Ritorno drl Zingaro in N>pot; , e fua gran fatica . 1 Don-
zelli vanno a fcuola di lui dove fono come a figliuoli infognati . Sol-
dati £. Aìfonfo I. prendono Napoli per [" aqued tto I f 8. Fabbrica
di Poggio Reale . Opere fatte a Poggio Reale . Li Donz'lli apprendo-
no Architettura daGiulian da Majano. Abbaglio del Va/ari per l 'Ar-
co del Re Alf>nfo . F^a giani per altri abbagli I f9- Morte di Giulia-
no in Napoli l6o. Ferdinando I. fuccede alla Corona del Regno . Con-
giura de' Baroni dipinta a Poggio Reale di fuo ordine . Pitture lo-
date dal Sannazaro con fuo fornito \ Si. Vari e opere de* Donzelli nel
Refettorio di S.Mari a la Nuova 1 6 a. Ritratto del Pont ano , e di Al-
fo:ifo II. Re Ferdinando ordina a due fratelli un ift JJo foggetto 16$.
Pittnra di Piètra 1 64. Pittura di Polito . Partenti di Polito con
B nsdetto da Majano p"r Firenze , Incertezza del ritorno di Polito.
A.'fre '.pere di Pi-tro i 6f. Pitture lodate in riguardo a que' tempi
166. Morte di Pietro 167.
R
RAimo Epifanio Tefauro Vittore zc*). Fior) nel 1480. in chea ,
Fu fcolaro dì SUveftio Buono , e divenne pratico Pittore aio.
Su opere che fi veggono , ed altre perdute ai 1. lo iati dalCrifcuo»
lo lì 4., edalCav. Maffmo a 1 f. Compimento d.-lla prima par-
te a 16.
A Iman Papa il Vecchio Vittore 1^2. Sua uafcita.Veie le pitture del
Zingaro ■> e fante tirar fi alla pittura . Vii a j "uà [cuoia , e diviene
%uqn Vtttnr,- : Sue opere 17?,. Fernando Confaluo di Cordua , detto
il G an Capita -io , erejfe il Cappellone a S.Giacomo della Marca in
S. Marta la Nu,va 174. Altre op -re di Simone fecondo il Crifcuo-
lo r'Vf. Mòrte di Mi-ijiro Simone 176.
}iao"ro St fanone Vittore 72. N'Ha fcuola di Maejìro Simone fi fa
compagno di Gennaro di Cola 7}. Ajuta Gennaro in varj lavori .
Tribuna di S.Giovanni a Carbonara con varie fiorie dipinta 7 6. Mor-
te ài Gennaro di Cola 77. Ver la qttal cofa compi f ce lui le pitture
della Tribuna . Pitture nella Cappella del Seminario al Vefcovado
78. Altre Pitture di Stef anone . Sua morte 79. e giudizio circa la
futi maniera .
L Tefauro r9*. Sua nafcita 198. Vk a fcuola di Silvepro Buono:
Si propone arrivare ad una perfezione , ove altri Vittori non erano
arrivati , con fermare una nuova maniera . Rinnova le pitture del
fuo antenato al Vìfcopio guajìate dal tremuoto 199. Lodi de" noftri
Scrittori per le dtte pitture , ma ora Jon fiate rifatte con duolo
delle nofire arti . Lodi di Francefco Solimena . Rj tocca le pitture
diGennaro di Cola , e di Maejìro $t efanone in S. Giovanni a Carbo-
nara , che avean patito per f umido . Varie fue pitture citate dal
Not'fj Già: Agnolo 200. Chi e fa eretta da Artufio Vappacoda di*
pinta dal Tefauro . Dfcrizione de' fette Sagramenti * e loro con-
cetti 201. Lodi d Ile pitture del Tefauro . Il Celano loda le deferi t-
te pitture al Cavali er Luca Giordano , che per cunofità va a veder-
le 202. , e l Ida al fudetto Celano. Tefauro lodato dal Cavalier
Stanziarti 203 Lodato dal Nuotajo Crifcuolo, e fua defcrizione .
Cagione per la qual* alcuni nomi degli Artefici del d'fegno vengon9
ignorati da noi . Incertezza del tempe della fua marte 204»
Fine 4elP Indice .
ERRORI PIÙ' NOTABILI:
CORREZIONI.
nel mente
quali in degno
«Agnone
darli
operorono
leggio
imagini
lavororono
Cimabece
Venire
l' inteftine guerre
(coltura
prezzorcno
Palaggio
li Altari
Collocate
ftatue tondi
coci ellendofi
n quelle
Sagriftia
fé 'eggcno
dal cnto
adornano
fuddetto
Ciu ciuolo
oglio
accrr b?ro
tir reno
terminato
in onma
pregg.o
qo ita Chiefa,
dip,ntevi
1QMQ L
Al In Tr?fazione.
pag. 6. nel mentre
7. quali indegno
Al difcorfo di Marco Aa Siena,
P32
9-
Anguone
Al Proemio.
li.
dargli
li.
operarono
12.
Riggio
»?•
immagini
?r.
lavorarono
n.
Cimabue
**■
venire
Nelle Vite.
g. i.
e l'inteftine gner
IJ
fcultura
J,
prezzarono
2.
Palagio
2.
gli Altari
2.
collocate
2.
ft.icue tonde
3-
così tfTendofi
3-
in quefte
A-
Sagreftia
%
fé ne veggono
2.
a canto
ii.
adornarono
12.
fuddetti
!?•
Cavu.ciolo
16.
olio
19-
accrebbero
20.
tirarono
20.
terminata
21.
prima
22.
pregio
24.
quella Chiefa
28.
dpiqte
su dell'Aitar
52.
sa l'Aitar Maggiore
dal Pippo
**•
da Pippo
per disinganno
26.
e per dilfinganno
diverf.<mente crederono
?6.
diverfamente han creduto
Regia Ercolenfe
36.
Regione Ercolenfe
di Paola
42.
da Paola
forfi
Sì-
forfè
in su gli occhi
S6.
su gli occhi
Filamiro
f8.
Fdamarino
que'
70.
quelli
allegata
7?.
allogata
Cupuletta
74-
Cupoletta
▼ole
74.
volle
neila
7S-.
nella
Gamavero
78.
Camauro
EHfao
78.
Elifeo
i narrativi
79.
inarrivabili
delle Tue opere
80.
dalle fus opere
parola
e migliori
80.
fa parola
8;.
e le migliori
trafcuragine
84.
frafcuratezza
più curando
Gioftanni
84,
più curano
89.
Giovanni
quele
89.
quale
forfè
92.
forfè
Siriandi
9?-
& rianni
i fuoi nobiliflìmi
94-
i fuoi nobiliflìmi motti
e di effi fotto
98.
e di fotro
in fua prima
99-
nella fua prima
« o poi il Cav:
104.
e poi il Cavaliere
che in que' primi tempi
108.
che in que' tempi
•' invogliafTe
109.
s' invogliò
egli Bamboccio
in.
egli il Bamboccio
Vinegiano
U9-
Viniziano
in fra de' quali
122.
fra de' quali
Ser Giovanni
12?.
Ser Gianni
per fegno dell'umiltà
129.
per contrafegnar V umiltà
le tette figure di cottili
ir-
le tedi dipinte dacoltui
fi fecero
m
. fi fece
Orlando
i?8
Orlandi
Artefici di tempi
MJ
Artefi.i di que' terrpi
al
flambi ccio
e rvl f -ntale
>!a
' f
come quelli
pf-rf.Ltiffime
effi.'iorono
f -tir
dal N. Signore
lnogo
iu quei
volfe
dipiute
polfedereno
che a quefta
e che da alcun
trattando conobbero
uà fineftra
percibcech
perveauta
forfi
una tavola
Pietro Polito
di buon fapere
C/ilefe
pregg*
al titolo ."
144. Ant. Ramboccio;
144. eh. nel frontale
144. a federe
if'l. fcuola
ivi. fcala
1 f6. come quelle
162. perfettifìlme
163. effigiarono
16}. fattale
16?. di N. Signora
163. luogo
165". in quei
168. volle
174. dipinte
17 5. poflederono
178. che a quella
178. o da alcun altro
180. trattando lo conobbero
180. fm fineftra
182. perciocché
184. pervenuta
188. forfè
190. tavola veramente
210. Pietro , e Polito
310. di buon fapore
212. Chiefe
2if. pregi
VITE
D E*
PITTORI,
SCULTORI,
ARCHITETTI
NAPOLETANI;
Non mai date alla luce
da Autore alcuno.
SCRITTE DA
BERNARDO DE DOMINICI
NAPOLETANO,
tomo secondo:
IN NAPOLI, MDCCXLIII.
Per Francefco , e Crirtoforo Ricciardi , Stampatori
del Real Palazzo .
Con Licenza de* Superiori,
PREFAZIONE
DEL
SECONDO LIBRO
DELLE VITE
De' Pittori, Scultori, ed Architetti
Napolitani .
V Agita il Ufo , allorché io Cominciai a fcrivere la Boria dille
Vite de noflri Artefici del difegno , non credetti di avere ad
incontrare tante , e così gravi difficoltà quante fon quelle ,
che mi fi fon parate dinanzi « ne che aveffi a trovarmi in tan-
te anguftie , che forni gliar dovejfi ad agitato Navigante , il quale dop»
aver fojferto crudel tempefta in alto mare , truova maggior il periglia
nella vicina terra tra gC intricati fcogli ? eh; irreparabil rovina mi-
nacciano alfuo naviglio . Tale per appunto io mi vidi , alLr quando
Compiuto avendo il primo Tomo di quelle vite , e volendo il Seconda
incominciare , nel far poi la rafjegna delle notizie , e nelT ordinarle
adattatamele , conobbi de* più moderni le migliori mancarmi \ Dap-
poiché finite quelle fammi ni iir atemi dal Notajo Pittore , ed altresì
quelle del Cavali'r Stanzoni , nel cercar poi accuratamente contezza
di Coloro , che dopo Majfimo operarono i pennelli , gli fc alpe Ili , * le
fquadre , mi trovai di quelle sprovveduto , che alla vita de' più va-
lenti Maelìri appartengono . Ed ancorché da alcun vecch o le ricercajjtt
ed av'flìne apprefe molte da Nicola Mari gli ano > difcepolo del fuddetta
Cavali r Stanzioni , tuttavia vivente , con felicità di memoria in
età di novanta , e più anni , Come nel primo Turno fi diffe , t di qual-
che altro pfeo più frtfco d'anni , contuttociò , non fapendo quejìi
ilìruirmi di m Iti aecejfarj particolari : s) dille fcuo le , dove quejìi
martìri prima l'Arte apparar ano * come d;' lor viaggi , de'ritorni , e
delle opere , che fedoni in varj luoghi . Ch' più ? infin della loro morte
nulla fappiendo , cioè in qual parte forti JJe, mi è convenuto ufare mol-
ta fatica , e difpendio p-r invelìigarne le neceffarie notizie i poiché
non fu notata da'nofìri Scrittori, nemm n la morte di Andrea Vaccar»
Pittor di grido t chi fiorì in tempo dtlno'lro celebre Luca Gicrdano*
* 2 e qut-
e qiteflo è AùC&ÌHto fovvtnte , per la troppa trafcuratttta che effi ufo*
tono .
Quindi è , che ie appellar foglio cervelli troppo fecchi coloro i
quali fenza punto confiderare quanto gran fatica abbia ufat a qualche
Icrittor di vite , vada qualche abbaglio di Cronologia , o pur qualche
altro fallo dell' opera malignamente notando ì e maffimamente ciò fi
difdice a colui , il quale per efper lenza fappiendo di quanto travagli*
fiano t ai fatiche , quelle di alcun' altro » che prima di lui già fcrijje,
cenfura , e tajfa ; non ricordando fi punte quanto egli jìeffo abbia Jìen*
tato per rinvenire con maggior accuratezza quel fatto , che erronea-
menti (forfè per difetto di lume migliore )fu da altri narrato. E que~
fto appunto veggiamo ejjere adivtnuto anche a gravitimi Autor iì coma
per ef empio a Giorgio fa fari , la di cui lodai iffima opera non occorre
Baldinuccì qui di nuovo rammentare ', poiché dai Baldinucct vien notato , che
Decennale malamente ei diceffe , nella Vita di Simon Memmi Sanefe , che Coltiti
primo del morire fa Siena , ed ivi fuffe fepellito nella Chi e fa di S. Francefco >
fecolo fecon ^^ ave a fi per certo dal libro della compagnia de' Pittori , ejftr
d0" morto nella Corte del Papa in Avignone l condonandogli lo (baglio di un
anno , ejjendo morto il Memmi non già nel i 34 f. ma nel 1 $44. , e se
ben fi vaglia della potente ragione , che l'epitaffio citato da quel gra-
vijfimo Autore , giammai non fu da lui ritrovato , contuttocib egli è
pale fé , ciò che moltiffime volte è adivtnuto , effer fiate tolta le me-
mrie anche delle perfone più ragguardevoli per nobiltà , per armi , 0
per lettere , dopo lo fpazio di molti anni da' Frati , e da' cufiodì delle
Chiefe , e maffimamente nella innovazione di effe , per que'marmi con*
vertire in altro ufo. Come appunto accade ora, che quelle cofe io feriva
nella RjgnJ Chiefa di S. Domenico Maggiore t che come è noto ad ogni
Cittadino , i marmi ed ifcrizioni di varj antichi Sepolcri , di fami*
glia già fpente , fi fanno lavorar per altr 'ufo . Così Inficiando da parte
la di fp ut a circa il tempo , che il mentovato Si-none ajutò Giotto in
Bjjma , dice il Baldmucci , che la morte di Buonamico Buffalmacco
non forti come il Vafari afferma nel 1 340., ma parecchi anni apprejjo,
dapoichè quefio Pittore fu aggregato nella compagnia de' Pittori l'anno
15 fi. Così ancora nota lo abbaglio circa la morte di Taddeo Gaddi ,
e nota , che Antonio Veneziano f uff e Fiorentino, e cognominato da
Siena . Così parlando, dell7 opere di que' rnaellri , dice delle figure, che
M*ravlg .' il Vafari credette ejjere dell' Orgagna (quegli, che il Baldinucci Con
delBal- troppa , e moravi gliofa feccaggine prova dover fi chiamare Orcanna )
dinucci. efier opera di altro Maejìro i quafi che in Pittura non adiveniffe allo
fpeffo , che l'opere di uno , anche eccellente Maef.ro , fiano riputate
di un altro , at.che da' buoni ed efpirtififimi Frofejfcri i ingannando
tal volta la fimi gli anza delle manitre , oxtverp le imitazioni di efje ,
Dice
Dice ancora » eh il Vafari prefe attaglio parlando della fatua di ne-
Jira Donna Affunt a in Cielo % che fi vede nella mandorla , eh'' è [opra.
La porta del fianco di S. Maria del Fiore di Firenze , perchè ella non
è miga opera di Jacopo della Quercia , ficcarne afferma il Vafari , ma
fattura di Nanni di Antonio di Banco . Altri fimili Magli , ed an-
che maggiori fono notati dal Baldinucci (come quello di Lorento di
Ucci , e t 'altro che il Pontefice Pafquah cenfecrajfe egli laChiefa di
S. Maria Maggiore in Firenze , quando in realtà fu veramente Papa
Pelagio) quejti aabagli dico , ed altri , fi devono condonare allava-
flit* del [oggetto , alla grandezza dell' opera , [empre glorio[a del Va*
[ari , ed alla diversità degli Autori, che per lo più diverfamsnte molti
fatti Ja[ciar ono regi/irati .
Egli è ben vero , ed è majjima incortrraflabile , che lo Scrittore
debba efierfiagace inveftigatore de' fatti , e foprattttto de' tempi , ne1
quali quelle azioni , ower que' cafi [accedettero . Ma quale è egli
quello Autore , che alcuna fiori» [crivendo , non venga da un altro
confutato , o notato di qualche granchio ? Anche i Sacri Scrittori
[cno flati bjr faglio alle p:nne di altri Efpfitori , che m 'glia le divine
Carte hanno e[plicate . Per la qual coja ragion vuole , che [enfiti fia-
no quelli Autori , che [crivendo fatti ajfai lontani , e da molto tem-
po accaduti , [econdo le notizie , che han potuto procacciarne , le ab*
kiano nella medefima gaifii i e con buona fede alla poflerìtà traman-
date ; baftando ., come già di fife il Baldinucci nel Dialogo della Veglia., J^y^à
che fi prefli credenza a que' manuferìtti ijìorici , che hanno tutti i jej Baldi-
requifiti necejfarj a fargli autentichi ; e f opra tutto un carattere di micci , nel
veritieri : il che fi f e or gè dal particolartggiare -le pruove dell' opere , e primo tomo
de' foggetti in quelle nominati , e dall' efiere fcritte da' Profeffori dei- ^e'J °Pera»
la materia , cui deefi preflar fede neli' arte propria ', Come il Borghini ]o~^l° ^"
cridè a do: Villani , per quel che fi attiene alla Fiorentina monetai ai ConteCe-
per ciocché queflo Autore era flato de' maejirì della Trecca . Quella rae-C re Mdva-
defima avvertenza ci fiamo ingegnati di avere ancor noi •, Ufficiando &2 •
indietro le notizie manuferitte di alcuni » che non ejfenlo Pittori , ,2 ""
in,. ir . y r ■ ii f n nel Kipoio
«20/// abbagli necejjariamente prefero ; come p?r ejempio quelle di D. jj j^a^e[.
Camillo Tilt ini , che nella pubblica libraria di S. Angelo a Nido , io .
de' Signori Brancaccì fi conservano . Egli [erigendole fieguì lo Engt- Scritti diD.
ilio , /*/ quale , come lui non ejj'endo Pittore , e nulla intendendo delle CamiJIoTu.
maniere , e de' tempi , erroneamente molte cofi n*. laficiò regiflrate', -onr' no
e m affienarne ut e di due Cola Anton j , e di due Ciò: Filippi Crifcuoli,.^]^ );bra_
quando altri che un folColantcnio , e un fiol Ciò: Filippo tra Napoleta- ria di S.
ni Pittori non fi contano l Laonde per ifchivare al pojfibile qnejìi erro- Angelo a_*
ri , abbiam più t olio fegv.it o ì veridici fcritti del Kotajo do: Agnolo :V ° '. .-
Crijcuoìo , e del Cavali er Mnjfvno St anziani , ambzdue Pittori <& c;3 jci £„_
molto genio .
molto nome , che le gii fcritte memorie de" Napoletani ProfeJJori del
Difegno ci lafeiarono i le quali fé pure in qualche cofa fono manche-
voli ■ merita» pur dono « per le di fiipra apportate ragioni , e perchè
qualche picciol difetto nelle particolari circoffame non dee pregiudi'
care al tutto i Del rimanente dobbìam noi rimetterci a' lor gìudizj,
tanto piùvolontieri , quanto che prima di loro fu nella ftejfa fentenza
ilfapientijfimo Marco da Siena : Come dalla fua lettera puh conofcerfi
Cicerone^» appieno ', Imperciocché , come ben avvisò Cicerone , alt intelligenza
nell'Orato- del Pittore , ni un altra intelligenza fi agguaglia , ove fi abbia a giù-
!£;, dicare di Pittura : Multa vidertt Pi&ores in umbris , qua; nos non
Vi"a'0 de-lh vicJemus • E Fl'nio il giovane'. De Pidore , Scultore, e FiAore r
Zeu/T . nifi ArtifeX jurlicare- non poteft : E però le cofe della Pittura , da'
Pittori medefimi è di mefìieri , che pano giudicate nel f inietti gè nza
dell' Arte : Onde a tal propofito ben dijfe N coma co Piffor Greco ad
nn fuo amco , che maravigliava]! divederlo conforma attenzione
riguardare la Venere dì Zeufi dipinta a' Crotoniati : Non direfli coti,
fé tu gli occhi di Nìcomaco avejfi, o quelli di alcun Pittore.
,» . .■ , , Cosi dunqne condonando un qualche abbaglio , ed anche unqual-
Profeflbr" °be errore alla molta fatica , che dar a fi in formare un opera lftorica,
del difegno urnana cofa fa compatir tutto , e t altro % come appunto han fatti
di Filippo alcuni de' nojìri Letterati alla celebre opera del mentovato Baldinuc*
Baldimic- ci, nella quale fi reputa gran mancanza il pajfar fotta file nzio due
Vie lei cbiarìffimi lumi della Pittura , Antonio Allegri da Correggio , e Ti-
Corre»gio x'ano Vecellio da Cadore j E pure talfilenzio fi feufa, dìcendofi, ch'egli
«ii Ludovi- tacque del Correggio , forfè per afpettar quelle notizie medefime , che
co Anconio poi n ebbero il Pittor David , ed il P. Orlandi , e in tal guifa fuppli-
David; Ma- re perfettamente a tutto quello , che dalVafari fu tralaf ciato J ma
Abecedari C^e P0' ^a^a morle prevenuto , non potè all' opra fua dar compimen^
Pittorico t0 » e & Tiziano nen fcrijje , forfè per non efporfi a contefe co' Fio*
del P. Or- rentirii sdegnati per f opere non avute da Tiziano y come nella lettera
fondi . nel primo Tomo di quefla Storia è detto . Così venendo egli da me few
Jato in altri particolari , viene ancora difefo , fé nelle notizie de! La.
valier Calabre fé , non ne lafciS fcritto il vero > dapoichè potè ciò ben
avvenire per difetto di ch'i richieflo da lui, glie le mandò falfe, E cer-
tamente fu mia gran ventura laverie udite dalla bocca del m? de fimo
Cavaliere, allorché nel 1698. io fui in Malta , ivi condotto dal Pa-
dre mio -, in età di circa 14. anni , e volentieri , per que' me fi sh'ei
fopravifie , mi andai trattenendo nella f e mia di si eccellente maeftrs.
Ce^tanente dovendofi alla floria un incorrotta verità , fé avvitii
che quefla b Ila virtù, fi a contaminata , 0 da maligno livore , ovvero
da cieca , e biafimevole pafsione di uno fcrìttore , che trapalando i
limiti del? amor della Patria , la faccia degenerare in una fmodera-
ta
tu maldicenza '•> ed in biafitUO di quegli Artefici , che in altre Cittì
con molta laude operarono , ella fi rende adatto immeritevole dell'ono-
rato nome diceria . Ed ancorché uno Scrittore non abbia veramente
avuto animo perverfo , e maligno ver/o di alcuni maejlri , * mafsi-
mamente di primo grido » ad ogni modo però il metterli in non cale ,
ed innalzare in lor vece qualche altro men degno ProfeJJore , bafia co*
Jìituirlo reo di malignità i e se pure alcuna fcufa afavorfuo convien
portare, altra nm puh portar fi , se non quella della f over chi a fua
passione i Vizio , che al parere di D. Nicolò Gaetano d'Aragona, Du- Avvertì.
ca di Laurenzano dee aon ognifiudio eliirparfi Aal cuore umano . Così menti ìntot
appunto ULomazzo nel fuo libro del Tempio della Pittura , per dar "° .. ?,'
luogo ai fuo Gaudenzio Milanefe nella feconda ni e chi a(non potendo nella n;mo ftarn.
prima , che conviene al gran Mìchilagnolo ) trafeura il famofo Cor- pato in Na
reggio » e pure egli medefimo nel foglio 1 1 f. dell' opera mentovata , poli nel
canta le laudi di quello divino Arttfice . Or dunque se egli come bra- '7 ?*■ .
vo maejiro conofeeva il valor del Correggio , come poi trafcurarlo nella . Cp Pw e
elezione de' fette Governatori della Pittura ? Sicché per non incolpar- diGio: Pa»
lo maggiormente , egli è d'uopo apportare per fua difeja la pafsiotte lo Lomaz-
ch'egli avea per Gaudenzio per la quale giunfe ad auteporlo anche al zo .
Divin ì\af nello .
Io so bene , che da taluni farò forfè anche io hiafimato per aver
dato troppa laude alle opere di molti de' nojiri più antichi Artefici %
Ma chi favi ament» viryà quefe laudi ponderare , troverà ch'elle non
fi ano eccefsive a riguardo di qut' tempi , ne' quali la Pittura era af-
fai povera di quelle ricchezze di cui oggi va ricca , ed adorna ; conti
qui fitto demolir aremo i Ne io per innalzare alcun patriota maelìro
ho giammai bla firn ato , o pofpo/io altri dichiaro grido i conofeendo io
molto bene il valore de' gran maejtri , e quello de' mediocri i laonde dal
giudizi of ' leggi tor delle /ione , a proporzion del valore de' foggetti «
debbun dij'mguerfi altresì le laudi , se ben elle talvolta pajono troppe}
dapoicht la barbarie Uefja de' tempi , a taluni di più alto ingegno da
Dio dotati , fa fovente meritar quelle laudi , che in tempi più felici
non avrebbono per avventura meritate ; ficcome or ora dime llrerb ,
Doto la venuta de' Barbari nella mi fera Italia , mancarono Barbari d»-
alf intutto le ottime difcipline ,-e le principali Città, ove le Ar- [)™?>Z\t011
l i r ■ i t »•/• <"# f i i a r d Jtalja , e
ti nobilijsimt del dijegno erano giunte al colmo della perfezione , dell'ottime
furono o Incerate dal ferro , o confumate dal fuoco ; £ princi- difciplinc .
palmentenell' alma Città di f{cma fi videro le nojire Arti disarmate
dalla primiera bellezza , ed a tale ridotte , che nulla più di quel bello,
ed ottimo gufìo rimafe loro , ne di quelle doti , alle quali erano fate
fublimate dagli antichi Greci Maefìri . In tale fìnto di cofe , dopo la
partita dell' lmperador CoJ'anfe li. , che fpogliò Qpma dell'ultime
relim
relìquie di fue belletti ' , * dopo altresì Pejjer fiate quelle predate nel»
Cortame-» la Sicilia da Saraceni , e quindi tra/portate alla Cittì di Alejan*
{ -o^T \ ^r'a nelf Eg'tf0 » incornine iofsi in tempo de1 Goti a formar que' fan*
rimanente *t>cci y del etti barbaro , ed informe guRo -, continuato infin quafi cfl
dell'ottime noflri giorni abbiam veduto Compajjìonevoli efmpli j e gli Architetti
fiatue, e_j altresì , feguendo Tufo , e' 7 modo di qwlla rozza Nazione , comin-
delle bel- eiarono a fabbricare in quel modo l le di cui ve/ligie in tante Città 7
m. iUI per infinite fabbriche ancor vppiamo . Ma eplìno da tempo in tempo
ma , le qua , , , ,■ . , ,„ ?s . . s, . [ . . l
fi furon poi C°I Ixtne negli avanzi dell ottima antica Architettura cominciarono
da'Saraceni poi 'a ravvederai , e a migliorare le fabbriche ; la qual cofa vedut/t
pedate. da' fnccejjori f ancor ejjì tentarono di migliorar la Scoltura j mercè
lo ejempio di qualche rara reliquia dell'ottime antiche fiatue già ftol*
pite d"1 Greci \ L 'ultima a follevarfi alquanto fu la Pittura, e pur
tanto di lume ella vide , che le ballò a formare le immagini in buoni
forme ; come dagli avanzi di efie può ben connfeerfi in varie , e prin~
ci pali Citta d'Italia } Fra le quali Città annoverar fi deve fenza al-
cun dubbio la bella Città di Napoli ', Imperciocché avendo i Greci
Maefìri in ogni tempo al pofsibile confervate quefì' Arti , et dee ere*
derfi , che in Napoli Città Greca di origine r e ne' fecali baffi dal Co^
Jlantì topo/i tana Imperio dipendente , meglio , che altrove da efsi fuf"
fero efer citate i come ne fan fede le fabbriche , le Sculture , e quelle
pitture del VII. , ed Vili. f. colo , le di cui velìigie ci rimangono , da
noi nella dinanzi accennata lettera già narrate r Oltra Ai quelle ,
che in Pozzuoli , in Salerno ■> in Nola , Benevento , Capua , Gaeta »
ed in altre Città del Rfgno ancor fi veggono , ne' principali luoghi , e
mafsimamente nelle Cattedrali ,
Grande dif avventura fu eziandio quella che accadde alle antiche
pitture Sacre Y eh? a d/fpetto della barbarie aveano pur tentatogli
antichi Maejìri di confermare , perchè maggio-rmente fiorijje con /'
arte della Pittura , o della Scultura , anche la Cri [liana pietà , da*
poicchè quafi tutte furono rotte e fcaucellate dalla perfidia , e dalla
IconoiVia- fedeltà di Leone Ifa-urico , e da altri leonomachi Imper adori fuoi
e ho , dalla fuccejfori . Ne contenti ejfi d'aver puajìe , e bruciate le Sacre Imma*
voce greca, ginj eh' erano in Coflantinopoli , perfeguitarono con Capital fentenzd
j-£ Vj.J" ,a yuafi tutti gli artefici a lor dominio '/ottopodi i Sicché le povere Arti
j|ne g, ,u del difegno , non avendo altro fampo , firìcovrarono ne li' afila de' Mg*
Macheftai , àìfierj , e nelle mani di alcuni Monaci , ebe come feppero l' efere ita»
che Signifi- rotto ; finché dopo lo f patio di molti anni » fi vide in I{pma , ed in
ca Combat- Napoli , nel/i Secoli IX. e X. di nuovo qualche cofa di buono } coma1
2 di e ^°me ancora tteil* Città di Bologna , di Firenze , ed altrove . Indi dal Bar*
battitoi de] ^Arlffa It^p'iadore , fiimofo ptr le fue malvagità , e per le difeordie
Jelwmagu fitr'Jfms acceft in Italie } furo» di nuovo le beli' dr fi miferamente
111 • difper-
difperfe i ContAndofi filamenti in que* tempi alcuni Greci Mattivi »
che malamente , e con poca intelligenza le trattavano . Contutteciò Federico
nella Città di Napoli , in Scorna , ed in qualche altra Città del primo Barbaroffa,
ordine , fu tanto di buono confermato , che poterono con quegli tfem- |jj AlefanJ
fj, gli altri Prcfejfori , che pofci a vennero al Mondo , formar loro dro III. e
immagini ■, fc non perfette , almeno ragionevoli » infino alla venuta turbator
A' frfr/o Pm»o d'Angiò alla conquida del t\egno , c/><? /« »? //' /f«»o delìi Pace ■
I26f. , nel qual tempo egli è certo , che quali tutte le pitture fifa'
cevano di una fola maniera ; la quale fi era renduta da per tutto
univerfale : drude dopo la venuta di Cimabue , con miglior giudizio q. ,. *
lo Eccellentiffimo Giotto y trajje la fua dolci /[ima , ed elegante ma» niofiflìmi
niera , abbellendola \con nuovi ritrovati , e.-/ invenzioni j co«?f <?/- Piccoli Fio-
tresì tifarono in Napoli que' Mae/iri , <r£ff intorno al fuo tempo fori- rencfnì .
rowo , cime apprejfo dir afri .
d>e Cimabue , * G/orYo ////fro Rati i primi rifrauratori della J,p£ ^!:e
pittura , cowe i Fiorentini Scrittori -, ed altri dopo loro ajferifcono [e pj.jm^
f />« coftantemente negato dagli fpafsionatì Profejfori di pittura, e di
lettere, affermando, che i fiorentini JcriJJero prr aggiunger quello-
altro pregio ancora aliti lor Patria , e quelli furono il Va fari , il Bor»hìni
Borghini , ed altri fimili , i quali fé be-fuffero Profejfori , e cono- nei iuo Ri-
fcenti dille pitture , e delle maniere di eJJ'" in varj tempi ufate , ad pofo .
ogni modo però non vollero opporfi alla invecchiata , benché f alfa cre-
denza , pur troppo gloricfa alla lor Patria . Ma che molto innanzi di
Cimabue , con miglior gu^n fi adoperale la Pittura , anzi che bel 'li f-
fime fé ne facejfero in molti Un^hi , ce lo infegna il veraciftimo , ed ■
incontraftabil tefiimonio di S. Bernardo Abate di Chiaravalle , il
quale , animato da divin zelo « efclamava contro alle Pitture ,
e Sculture , che fi facevano allora ne' Sagri Luoghi , di mofiruv»
fi arabe/eh; , e le fue parole fon quefle . Patiamur hsec fieri in Bernan-
V , c • % r e 1 • • r t- '-"J "eli ApO
hcclelia , quia k fi noxia funt vanis , Iravans, non tamen fimpli- , • nr
., ' . • . ' . lOglaa O ll-
CI bus , & devotis . Cacterum in Clauftns , coram lugentibus Fratri- gUelmo n,o
bus » quid facit illa riciicula monftruofitas ? Mira qua?dam deformis naco .
formofitas, ac formofa deformit^s ? Quid ibi immunda; fimia: ?quid
fri Leones.' quid moiiftrucfi Centauri ? quid Scimhomines ? quid
marulcla; Tigrides ? quid mihtes pugnante s , quid Ven?tons tubi-
cinantts ? VideAs fub uno capite multa corpora , k rurfum in uno
corpore capita multa . Cernitur hinc in quadrupede cauda ferpentis,
illic in pifee caput qnadrupedis : ibi beftia prsftrt Equum , Capram
trahens retro dimidiam > hinc cornutum animai Equum geftat pofte-
lius. T?m multa denique tamque mira diverfarum formarum ubique
varietas apparet , ut msgis Iegere Jibeat in marmoribus quam in co-
TOMO 11. * dici-
dicibus ; Tocurrque diem occupare (incula ifta mirando, quam in
Jcge Pei meditando .
La gravissima autorità ài un tal Santo , è ballante a convincere
qualfifia opinato contrada ttore ; e pur io paffando oltre , ve dimojlra-
re ancora gPefemfij (ielle molte Immagini , che mfino « no/tri g'orni
fi confervano . E rralafaando quelle del Luterano , della Madonna di
Savoia , di quella del Mongiovi , e di altre , quafi tutte in un tem-
FilibienVi-^p , t frima di Cimabue operate , oltre adi» immagini dipinte in
re de Picco- f rancia riportate dalFilibien , riporterò fola le pitture , che in Bo-
T 1J Ri lo£»a fi veggono , defcrttte dal Baldo , dal Bumaldi , e dal Malva fia.
maldiMSS- ^ef£.0,7fi 'n quella Città oltre all' antichifsima immagine di S. Maria
Malvafia della Nfve , quella della medefima no/ira Donna nella Chiefa de'S ivi
nella fua_> ja quale è pittura de' t firn pi di S. Bernardo . V immagini di Santi >
Felfina Pie- Coioriti >nt , ,9$. prefj0 /„ porta della Cafa del Dottor Alle . La Ma-
l'Apòjopica d(,nna alia piazzuola di S. Paolo , contigua a' Scalpellini , dipinta
lettoa in- nel 1 1 80. Il S. intento Abate in S. Maria la Nuova del 1 197. tutte
nanzi ai;«_^ dipinture dell'antico Guido . Nella Chieja della Maddalena la Cappe!»
Pitture .di ia dilla fam^lia Freti,dipinta infin dall' anno 1229.,? circa il 1240.
ogna. la immagine della B. V. dipinta su le mura del fecondo recinto della
Città » di più l'antichiffima detta la Cà Jelvatica . Vi è eziandio il ri-
tratto d;l Patriarca S. Domenico nella Ckiefa de' PP. predicatori, di-
pinto nel fmpo , chr quel gran Santo vivrà . E quanti ejempj di tali
pitturi j veggono in Rjma ? Chi mai potria tutte annoverare le Sacre
In.magirn dipinte nell' antico Tempio di Di ai. a ? Chi quelle fatte nel
tempo di Alatone -, cheju Vapanel 67 9- > una dil/t quali è US. Se-
tahi ano in S. Vietro in Vincoli . Le molte pitture operate in tempo di
Foimofo, circi: l 890. , e più innanzi l'immagini dipinte fotta Leo-
ne '1 etto nell' 800. Le pitture in S. Grifigcno , v/1128.. , quelle a
S. Euf bio , e S. Gregorio ) in tempo d' Innocenzo Terzo ? ed altre,
che per ijjere molto note fi tralafciano.
Cos'i appunto se ne trovano di que' tempi nel nofìro Rjgno, e Cittì
di Napoli ; tome per ragion d'efimpio F immagine di S. Marta Porta
Cceli , trovata dipinta nel muro innanzi ilmilhfimo . Ma che dico
di mUlefimo vedefi nell' antica Chieja di S. Agnello Abate, l'immagi-
ne di nol>ra Signora avanti alla quale faci va orazione la B. Giovanua
Mar agana col fitto Jp<fo Federico Fudericv pt r vttuttr prole ; td avendo
per fua intircefjone ottenuto S. Agnello, fu indi irmanzi chiamata
S. Maria Intercede-, e fu trasportata nelP anzi Su/ a Chi* fa da loro edi-
ficata dive oggi fi adora^circa Fanno ?20. Il CriCiffjo, avanti il quale a
fi dijctplirora lo ff/JJo Santo Abate Agnello , e che fi conferva tuli
medefima Chiefa con tanta venerazicn de' fedeli } V immagine dello
fiefio S. Domenico , pubblicata in Calabria dal frate $ atri fi ano per
fattura abile ; II Crocefifih , che in Napoli parlò all' Angelico Dottor
S. lo nmafo » la Teta col bullo del no/iro glorio/o Protettor S. Gennaro
fatta nel duodecimo fecolodi tanta perfezione nel getto , che ferve di
pruova di' buoni Arr-fiti di Scultura , che fiorivano allora , oltre i
molti altr; efempj . La no/ira Dm»a di Campiglione , S. Maria dell'
Arco , cfuella di Montever^ine » &. Maria delle Grazie prejjo la Mari'
na detta volgarmente del Finn', Comi ancora la Madonna delle Graziti
collocata dal B. Agoflino di Aljìjì, nella Chiefa da lui eretta p:r li Fra-
ti Minori OJJervanti , ove ora è il ~airtl nuovo J La Chiefa di S. Ceci-
lia tutta dipinta , donata da Equizio Padre di S. Mauro , al S. Padre
Benedetto , ed altre immagini da tempo immemorabile dipinte, oltre
di quelle prima di Cimabue operate , e mentovate nel Proemio della
prima parte» Per quelle immagini adunque rimati provato , che non
fola in Firenzi , ma in molti altri luoghi ancora fi avanzò la Pittura,
e che in tempo di Cimabue , e di Giotto vi eran Pittori m Napoli, che
a '.ti ragionevolmente operavano , e che i primi l{e Angioini fervironol
Comi nella prima parte di guefi* opera fi è appien dimagrato j Scor- Lettera-»
gendofi ancora per tante pruove , che fenz" alcun fondamento dall'eru- fcritta ali'
dito Gaetano Berenlladt mi fu ferii to: Che i Fiorentini concedevano, Autore da
che in Napoli , ed in altri luoghi , vi fujjero i Pittori , ne' tempi da ^ljenEe*
noi deferii ti ', ma che quejìi fofiono di que' mifer abili Grecuzzi, avan-
zo contri^ atto della Pittura ; Dapoichè le laro opere qui rammentate
fanno fde a chi vorrà ojfervarle , che la cofa va altrimente j come
gii difii Marco da Siena nella fu a lettera ; E per maggiormente dimo-
strare quanto fia vero Ciò che mfin ora abbiamo divifato , ci è piaccia-
to ancora di qui riportare il te/io di Gio: Agivi* Crij cuoio , che ne'fuoi
già noti feri t ti , dopo la notizie di Gio: da Nola in un capitolo così
ragona .
Ma per farmi da capo all'eccellente Pittura , dico che Q rra no-
tizia di noftri Pittori lino dal tempo di Coftantino Magno , e lo Pitto-
re fi chiamava Tcfauro , l'antico , che fé ne vedono l'opere a lo Pifco-
pio , come fi dirà . { Qui vuole inferire qui Ilo , che già egli fcnjjr di
quello Pittore , nelle notizie di Fi Vppo Te/auro . Però lafiiando que-
llo , ci furono anche nell' 800. Pittori * che in quell' anno , 0 poco
più» fuo.efle il miracolo de lo gran Serpente , e lo G nti omo fece
dipingere l'imagine de la Madonna , dopo fabr.cata la Chiefa di Bifi-
lio , dove oggi ancora fi vede con gran divozione . Oi>ì ci fono aitre
imagini Sante di poco più appretto , dove che prima ne abbiamo mol-
ti del 1200. in varie Chiefe , che fi vedono , e feguitano de lo 1 }od.
dove che dopo noni mancarono mai più Pittori , come fi vede in qu^-
t » fto
fio i i6y. in cui fiorifcono tanti valentiffimi Uomini ; non effendo
paifato gran tempo de la morte di Go: Antonio d'.Jm>to , Z'o del
prefnte , di Simone Papa , di Cefare Turco , e pò avanti de lo ec-
cellente Andrea Sabatino de Salerno , lo quale fu dif ep' lo de Israe-
le , e fece cofe famofe , come fi vedono . Con che avendo la Divina
Providenza fattoci tante grazie , è di dovere che lo fappia il mondo,
accio che non refti ingannato da le faìfe fuppfzi ni di chi ha fcritto,
Intende dì e di chi friverà . Non negandoli come nell' altre parti deferitte, fof-
Fiorenza de ce Encora aumentata la virtù de la Pittura , Scaltrirà , e Architettura,
Vaiar' " già decantata ; Ma non così che in Napoli ce ne f>ff° (tata mancanza
mai ; come fi vede che l'Architettura a ogni trmpo fiorì ; dove che
fi conofee veramente , che hanno mancato li noitr. Scrittori di farà
eterna la memoria ctelli loro Virtuofi Cittadini ; come dalli noftri
fcritti , e dall' opere loro fi vederà. Crifconius.
E' ben vero peri , che la Pittura , la Scultura , e F 'Architettu-
ra , tuttavia erano ajfai mancanti di quelli bellezze , che fuol darle
la perfezione, e V intelligenza dell' aite , cin quelli ornamenti.,
che portano feco la cognizione del buono , e Vittimo gufìo nelt*operarei
t ciò procedeva dall' ijìejfe perfecuzioni , guei re , di finizioni , e mi-
ferie , per le quali cadendo a! fendo qusjtt favore Arti , molto poi ci
voleva per follevarle alquanto , non che per 2 innalzar le al primiero loro
fplendore : anzi fptjfu avveniva , che in vece di ejjer ri dorate , fi ve-
deva»" p'ù folio maltrattate ', come accadde nel principio , e nel cor-
fo del decimo fecolo » cottcicfiacofachè i Maefìri di allora credendo mi-
gliorarle , le ridujjero in una forma univrfale , eriufeì il rimedio
quajì feggìor del m.ile ', poiché ornando ejjì le fabbriche di minutiifi.
me bagattelle , [opra l'ordine Gotico , ed inventando acutezze pira-
midali , le refero trite , e prive di quella maef'ofa grandezza , eh' è
converti e ut e air ottima Architettura . La Scultura anche fervendo
a queir ufo t niente migliorar fu veduta ; e la Pittura fi divife in
due unìverfali modi di adoperarla , che noi maniere chiamamo.
Due manie. Due furono dunque le maniere , che per tutta Italia comune*
re uni ver- mente fi tennero , luna antica , e che dalle antiche pitture degli ot-
fali di Pit- fimi maef.ri Greci cadea ', tutta dolce, con ragionevoli componi»
tura , co- meKtì , e con vaghezza di colori condotta , la quale in Napoli fufe-
cucio" "^ ^S> i'i,tatn » '>fi1!0 a^e fltttire del Zingaro i ed è quella mede firn a , chi
Ledi ,;[ Giotto con tanto bncti giudizio fe g u; , e con fomma fua laude abbellì,
Giotto fio. mercè àelF imitazione del naturale , e del fubi.me dono di buon ciu-
.'cucino . Sirio concedutogli dall' Eterno Fattore i E fimi Intento fu quefra ma.
tiìera feguita da altri g iudiziefi Pittori 5 come fi vede in Napoli dalle
pitture il Tcmwafo de' Stefani , e di Filippo Tefauro , dì Mae/fro
Siwc-
Simone , e eli altri Artifici mflri . V altra maniera fu quella , cht
anche infino a' tempi noj'ri ma in maggior Copia vggiam , in quella
pitture, che comunalmente , Zingaresche fi appellano , cioè alia ma-
niera del Zingaro condotte ■> non già che dal Zingaro ellafujfe Hata
inventata , com- alcuni erroneamente han creduto i dapoichè non fola
in f{j,ma , e in Napoli , ma in Firenze , ed in Bologna , e in altri luo~
ghi eziandio ella veniva adoperata , e Matteo Sanefe la introduce in Tavola in
la entrando in Chiefa j la quaf opera , con altre , fan veracijjìmo te-
Jiimmio di quanto io dico . Qujndt è » che Cola Antonio del Fiore vo- Colantonìa
lendo ufare la dolcezza della prima maniera , per correggere alquanto del Fiore-».
la fierezza , e caricatura della feconda , trovò filosofando il bel modo moderato-
ci' e' tenne , di unire con una certa pajiofita , e tenerezza i J'uoi Colo- re' e n , ,."
ri ì e confervarc tanta unione n> ile parti , che fu la fua maniera te- p:ttura ;
nuta rn.tr avigliofa in que' tempi' ; e così fece anche alcun altro mae-
ftro che dopo lui volle giudizio] amente adoperare i pennelli .
Ma pure molto , i? molto rejiava ancora per potere quejìe no/ire
Arti alla pe.fzion pervenire i dapoichè non per anche fi avea un per-
feti JJì io efempio eia feguitare , che in se tutte le parti compiuta-
mente avejje congiunte , e nella Fi t tura mafjimamente , alla quale
non bacava ilfoccorfo delle antiche li at uè , come alla fcultura ; Che
se be,ie da noi molto fien lodati i Maejtri , che in que' tempi fiorirono,
con tutto ciò , fi deve bene avvertire ( come /opra dicemmo ) che quel-
la laude non riguarda se non quel tempo medefimo , nel quale eccellen-
tijfimi dovean riputar fi coloro , che fviiitppandofi dalla rozza barba-
rie de' lor maggiori , avevano il coraggio , e'I talento di render l'arte
più imitatrice della natura , e più avveduta nello feorgert le vere
proporzioni de' corpi e l'armonia , che regna nella natura . Per que-
Jli due modi furono ambedue le Arti operate infin alfine del quarti
decimo ft colo , nel qunl tempo , come a Dio piacque , elle furono ri-
fiorate de' pajfati danni , ed abbellite , e adornate all' intuito da*
due divinijjìmi ingegni -, dico di Miche lagnalo Buonarruoti » e di R^a-
faello da "Urbino ì riponendo quejii la l'i t tur a in quel grado medefimo,
anzi al maggiore , nel quale fu tenuta ne' fé coli de* Gentili dal rìno- Carlo Dar!
mato Ape Ile ; cui egregiamente viene paragonato dal celebre Carlo Dati " , ^KV
nella di lui Vita, t rimettendo altresì il divino Michelagnolo ^'ehifli'miPìr"
Scultura , e l'Architettura in quella primiera bellezza , e perfttif- t01; Greci .
fima intelligenza , nelle quali erano Hate operate dagli antichijfimi ,
» migliori Jda:flrì de/la Grecia . Ma perchè tutte le create cofe , con
caftan-
collante tenore allora quando al più alto pegno fon giunte , uopo è che
di nuovo al fondo ritornino , quindi è eh? a poro a fico qwye arti in~
cominciarono a ricadere , e m,tjfim attente la Pittura , eh? p?r voler-
vi troppo aggiungere , ero' tr'iDpo notiwizzare il d J-gno , ? col fantafii-
camente operarla , fu Hranam"nte disonnata . E dò accadde prin-
cipalmente per colpa di Giorgio Va fari , il quale con lauto fitfiò , e
gelofa cura , oj'entò qw/lafua ideata ■nan'-e^a , eh' gli Artefici bifo-
gnofifuron cojlretti di fegui tarla : Ma quantunque allora ella acqui-
flajj'e l'aura Popolare , e d'incontri far unatiffnni ne andajf? fuperba,
fu nondimeno dapoi conofciuta feema di buone forme , di ver ita , di
bilie parti -, e dell' antico , che egli medeJìwo tanto loda : e dopo il
Vafari peccarono ancora que' Fiorentini maejìri , che volendo adope-
rar troppo arte , apportarono notabil danno air arte medtfima ; non
avvedendo/! , che C Arte ufata con inAufiriofa facilità j la qual na-
feonde lo jìudio , appari fee più bella a gli occhi de' riguardanti , co-
Cìcerone-» ***e egregiamente avvertì Cicerone , allor che dijfe : Quidam etiam
nell'Orato- negligenza eft diligens , nam ut mulieres effe dicuntur nonnulla?
re« inornata? , quas id ipfum decet , fienaie fubtilis picìura etiam in-
compta dele£ht ; fic enim quklctom in utroque qub iìt Venuftius ,
fed nan ut appareat , &:. Al qital parere par chs Ovidio fi accordi an-
cor egli , con i feguenti verfr.
Interea niveum mira felj;i ter Arte.
Ov> io nel- Sculpfìt Ebur , formamque dedit , qua fx.nina nafei
kMeumor. vt n a. r e : - ?
£0jj _ Nulla poteit , operifque lui concepit amorem,
Virginiseft , vere facies, quam vivere credas ,
Et fi non obftet reverentia , valle moveri ;
Ars adeo latet
Con tali compajfionevoli vicende la Pittura , or migliorando , ed
or peggiorando , pervenne a malijf\>no fiato ? infino al tempo , che
dal grande Annibal Caracci fu interamente ri fiorata , e rifiit n'ita al
fuo primiero fpUndore 5 edindi da fuoi Di fc- poli accrefeiuta di ora-
ziofi aggiunti i * di fovra umane bellezze . Ma non ebbe la Scultura
però tanta dij grazia perciocché quella non ha bi fogno di tante parti ,
e di aggiunti ■> quante fé ne convengono alla Pittura ; Conciofiach'e
dopo il gran Miche lagnalo di pajfo in pajfo potè il mondo godere dell' ope-
re di un qualche rinomato maejìro » e /' Architettura altresì dopo il
divino mentovato Artefice Baonarruoti » ha avuti anch' ella de' va-
lentiffìmi ProfJJori , e fono più tojìo accrefeiuti , chi diminuiti i
fuoi pregi per /' ottime mifure offervate , ed abbellite da quel grand*
"Uomo , ed aumentate con feliciffmo ardire di vari Uomini in-
fici ♦
Mi
Noi fohmentt in quejìa parte Ugnar ci dovremmo ; dapoichè
mancato a poco a poco la f e mia delnoftro rinomato Gio' da Nola , egli
è andato in difufo il lavorio di bei Sepolcri , di Altari ■> e dì Cap»
pelle di marmo , onde par che fafi andato o/curando nella nojira Cittì
quel gran luj-.ro , che le dava la Scultura , e la gloria de' buoni mae*
Jiri ì Confidando il Vajari medejimo ■> nella vita di Girolamo Santa- Vafarf Vite
croce, tjjtre antica ufanza della no/fra Città , e del I\fgno ildilet-^' Pittori
tarjì de' lavori di mai mo . Per la qital co/a appien dimagrare , fa- Paice *** *
rem' era pajfaggio ascrivere in queflo nnov* libro , le Vite de" nofìri
Artifici Napoletani » alle quali meritamente darò cominciamento
quella del te/c nominato Giovanni Meritano * Come quegli , che qua ji
un altro Michehgi.olo , rijaurb, erefiitu) la Scultura in quel gra-
do di perfezione , the tu' primieri Artefici del buon Secolo fu vedu-
ta ; (.mando eziandìo f Architettura di tutte quelle bellezze -, che
dagli ottimi Mae/fri antichi > preci e Romani furono adope*
rate .
VITA
VITA
d i
GIOVANNI MERLIANO
VOLGARMENTE DETTO
G I O: D A N O L A
Scultore , ed Architetto.
Rano le nobiliffime Arti del difegno nella Città di
Napoli pervenute ad alto fegno , dopo il riforgi-
mento delle lettere favorite dal favio Alfonfo pri-
mo d'Aragona , e di Ferdinando il figliuolo ;
Dapoichè con la converfazione degli Uomini
fcienziati , poterono i noflri Artefici divenire più
iftrutti di quelle facultà , che fon affatto neccffa-»
1 rie ad erudire un buon ProfefTore; E quindi è
che in tempo di Col'Antonio del Fiore fi vider3
nella Pittura più belle forme , miglior colorito * e migliori componi-
menti , e con più viva efpreffione rapprefentati . I quali pregi vederli
maravigliofamente avanzati nelle pit ture del Zingaro , e de' fuoi Di»
fcepoii , cos'i del Donzello , come di altri * che a quelli fuccedettero ,
a' quali andarono giovando tratto tratto i migliori efempj de' lor Mae-
firi , e'I buon ordine de' loro ftudj . La Scoltura eziandio co' m-defimi
mezzi era mirabilmente migliorata « e gli Artefici di efTa aveano in
Varie opere dato gran faggio del lor talento in varj b-lliilìmi lavori, dio
fecondo le occafioni fi erano adoperati . Sola l'Architettura reltava mot*
to indietro , poiché non ancora fi erano andate indagando le belle pro-
porzioni de' Greci , e de' Romani , per difcacciare all' inflitto le bar-
bare forme da più di otto fecoli introdotte da' Goti , eperciò Ar.hitet-
ture Gotiche nominate. Finalmente , come a Dio pia. que , acciocché
la Città di Napoli non aveffe molto ad invidiare alla Città di Firenze
quegli immortali pregi , che nel fuo gran Michelagnolo Buonarruoti
( nato nel 1474. } erano apparecchiati, fé nafcere nella Città di Nola,
pochi anni dopo , un altro Artefice egregio ; il quale fé bene non giun-
fe poi alla profonda intelligenza di Michelagnolo , che di tutte e tre Ics
nobili facultà del difegno fu perfcttiffimo poffeditoje > oltre alle fcien^
TOMO Ih 4 s»
2 Vita di Gio: Merliano
ze di cui era adorno ; ad ogni modo però tanto gli fi accolto il Merlia-
no, di cui ora imprendo a fcriver la Vita , che potè annoverarfi fra
primi Maeftri della S:ultura , e dell' Architettura , ed 'effèr nominato
da alcuni Scrittori , il Michelagnolo de' Napoletani i Come nella Vita,
che fiegue farà appien dimoftrato .
Nafcita di Nacque adunque Giovanni da Giufeppe Merliano , e da Lionora
Gio;da No- Cortefe , Donna aliai coftumata , e civile, l'anno di noftra falute
la- 1478. II Padre attefe alla mercatura di Coj-mi , ed a fuoi giovani fa-
ceva l'arte del Calzolajo cfcrcitare j 11 figliuolo Giovanni egli mandò
a fcuola , acciocché iftrutto nello fcrivere , e nel!' Aritmetica, de'fuoi
conti ten.ffe poi cura ; come fi ha per tradizione . Ma Giovanni la fua
nobile inchinazione ftguendo , e non quella del Padre , tutto fi diede
alle lettere , e dalle prime a quelle di umanità paffando , vi fece mol-
to profitto . Or accadde , che venendo a difcordia fuo Padre con un fuo
focio , gli convenne portarfi in Napoli , per affiilere alla fua lite ; do- '
ve p.rte per li trapazzi , cheportan feco i litigi , epirte per li di fini.
Iti , che fimpre quelli accompagnano , gravemente infermofiì, ed avan.
zandofi il male, dopo avere avuto il contento di veder la Conforte, con
.(uaN*e""ra i fuoi cari figli , fé ne pafsò all' altra vita . Convenne per canto alla
e fua indi' ^ua £jm'8''a m Napoli rimanere , per profeguir Ialite , che poi termi-
nazione al nò con uno aggiuftamento ; e con tale occasione praticando Giovanni
fiifegno, (che ormai al duodecimo anno era pervenuto) con alcuni giovani fuoi
vicini , fu da coftoro introdotto in una fcuola di Pittura , dove eolino
andavano ad apprenderla . Si applicò adunque Giovanni altresì a dife-
gnare con effb loro i principi del difegno , al quale infin dalla fanciul-
lezza avealb tratto il genio , ficchè con la cera formava de' fantocci ;
Certi preludi della ftupenda Virtù , che poi egli con lo ftudio acquiftò.
Da qual Maeftro avelie egli apprefo i primi elementi del dife°no , non
è infino ad ora a noi pervenuta notizia , ma sì bene , che alcun tem-
po ei vi fi trattenne , e tanto chV difegnava affai bene } ma nella pra-
tica poi egli inchinava più torto a modellare con facilità di pi ittica , ed
anche a fcolpìre alcun legno , che ad adoperare i pennelli j e finalmen-
te non potendo a quelli per niun modo acconciarli , con tutte le forze
del fuo grande ingegno , alla fcoltura fi diede.
A.gnoI° A- Era in quel tempo tenuto in pregio nella Città di Napoli Agnolo
Scultore*^! Aniello Fiore , figliuolo di Col'Antonio , il quale la fcultura efercita-
nomatoin_, va » et^ intendeva ancora affai bene l'Architettura ; ed effendo fiata in
quel tempo- pubblico efpofta una di lui Opera , con molta laude, fentì Giovanni
maggiormente accenderli a dar Opera alla fcultura j Ma , 0 foffè per
fievolezza di compleffione , ovvero p-r poco coraggio , non voleva
applicarfi a' lavori di marmo , ma folamente a que' di legno ; Stivdé
adunque perpleffo infino a tanto, che non fu ficuro , che Agnolo AnieJ-
lo laverebbe intorno a' legni efercitato , e quindi entrato nella fua
fcuola
Scultore, ed Architetto. 3
fcuola nel decimofettimo anno dell' età fua , fi mife con tanto ftudio a
far acquili» della pratica , che fi richiede a tal arte , e tanto profitto
vi fece , che appena l'anno compiuto, gli furono da' Maeflri della
Cappella de' Calzolai date a fare le Statue de'Santi Crifpino , e Crifpi-
niano j facilitandogli queft'opera anche un fuo 2io Calzolaio . Le con-
duflè egli a qnella perfezione , che infino ad oggi fi vede, nell' Altac
..maggiore di loro Chiefa , e ne acquiftò allora molta laude , a cagion
dell' età giovanile, in cui egli quelle figure con i loro ornamenti fcolpi- $ue fCuitura
to avea ; e quella fu la cagione , che naoiTe i Maeltri della Chiefa della di legno.
SS. Nunziata ad impiegarlo in un gran lavoro di bailo rilievo per en-
tro la Sagrtftia ; ove Giovanni volentorofo di farli conofcere per va-
lente Maeftro , tutto che ancor giovane forfè , impiegò tutta l'arte, lo
ftudio , e la diligenza poffibile ; rapprefentando in quella copiofe flo«
rie de' miracoli , e dell' azioni gloriofe del Salvatore , incominciando
dalla fua nafcita ; e nelle nicchie , che fono infra ripartimene di que-
lle ftorie ei fcorpì varie ftatuette di tondo rilievo de' Santi Patriarchi ,,
e Profeti , e terminò il giro di quello lavoro di baffo rilievo , con quel-
lo della SS. Nunziata , che fi vede fotto l'arco , verfo l'Altare di effa
Sagrelìia; Nel quale Altare vi e fimilmente la Immagine della SS. Nun-
ziata , figurata in due ovati , con due mezze figure j II piano , dove
elle fon collocate , è adornato all'intorno di picciole figure ; e per pi-
lieri , o termini da due lati fon due figure di tutto rilievo poco minori
del naturale , una rapprefentante la Fede , e l'altra la Speranza ; ope-
re in vero degne di lode , fé non per l'ultima perfezione , che fi ri-»
chiede nell' arte , almeno per la fomma diligenza nell' efecuzione ; e
rmffimamente le ftorie copiofe di figure, fono commendate da'noftri
Scrittori , in riguardo della poca età in cui furono da Giovanni fcolpi-
te in legno di noce . Dopo quella opera egli fcolpi il Crocefiffo , che
fu efpofto allora nell'Architrave della Chiefa di S. Maria nuova ; e fe-
ce di baffo rilievo per l'Aitar maggiore della vicina Chiefa di S. Giu-
feppe la natività del Signore , ove introduffe Pallori , che vengono adi
adorarlo , con Architettura ; le figure così del S. Giufeppe , come del-»
la B. Vergine , fono ambdue ingmocchioni , e per la divozione che
fpirano , fono affai venerate da' noftri Cittadini . Da' lati di quella pia
rapprefentazione egli fcolpi in due nicchie le ftatue tonde de'SS.Appo-
ftoli Pietro , e Paolo , ed in due mezze figure vi fece la SS. Nunziata,
ed al di lopra fcolpi di baffo rilievo Noftro Signore , che riceve la fua
SS. Madre con S. Giufepps nel Paradifo ; Situando nella fommità
1 Eterno Padre in mezza figura , che dà la benedizione , e nella parto
anterior dell'Altare vi fece di baffo rilievo vane ftoriette della vita
del S. Patriarca , con ftudio , e diligenza efeguite .
Ma prima , che Giovanni quelli lavori faceffe , fi dice , che ven-
ne a morte Agnolo Aniello fuo Maeftro , infoiando imperfetta la fepol-
A 2 tura
4 Vita di Gio: Mediano
Sepoltura di tura di Garlo pigliateli! ■> nella Chiefa de' Pignatelli prefio Seggio di
Cario Pi- Nido , e eh' ella fu terminata da Gio: in que' due Putti , che fon fitua-
gnatelli co- tj nel piedeflallo del mentovato S;poIcro ; facendovi alcun altro fini-
fiuta da_» mento , che fi conofee alquanto diverfo dall' opera del Maeftro , cioè
migliore nella bontà del difegno , ma condotto con timore , pereffera
il primo lavoro di marmo . Ma da quello , e da alcun altro lavoro,
fatto più animofo Gio: , prefe a lavorare la Statua di marmo per la fe-
poitura di Francefco Carrata , Signore Napoletano , da fituarfi nella
Chiefa di ì>. Domenico Maggiore , che poi per l'incuria di chi n'avea
l'incombenza renò imperfetta . La (tatua però veduta da' Profeflbri del
difegno fu molto commendata, ed animarono Gio: a continuare in
mrmo ; conhgliandolo ancora portarli in Roma , per ivi ofiervare la
belle forme dell' ottime antiche (tatue , che in quegli anni medefimi fi
«rano difcoperte ; come ancora per vedere quelle moderne , che con
tanta fama vi erano (late lavorate , e condotte da divertì eccellenti
Maeftri di Scoltura di vane nazioni , e mallìmamcnte da' Fiorentini .
Ma pjù di tutti era in quel tempo mirabilmente crefeiuta la fama di
»,. , Michelagnolo Buonarruoti ; dapoicchè affianco al Ponteficato Giulio
Buónarruo- fecondo , dopo la morte di Alefandro VI. , che fuccedè nel i fo}. , lo
ti» volle appreflb di lui , per fargli lavorare la fepo'tura , che fi apparec-
chiava ; ed era già la feconda volta , che il Buonarruoti era andato a
Roma . Aveavi nella prima piantate altiilìme radici di gloria, con le
ftatue del Cupido , e del Bacco , lavorate a Meffer Giacomo Galli ,
Gentiluomo Romano, e con quella della Pietà,coIlocata in S. Pietro r
nella Cappella di S. Maria della Febbre, per lo Cardinale di S. Dionigi,
chiamato il Cardinal Romano ; ed avea parimente condotto a perfezio-
ne alcuna ftatua per la fepokura luddetta di Papa Giulio , che fecondo
Vafarì Vite il Vafari , furono due Prigioni i di che effendo pervenuta la fama an-
de* Pittori che ali3 orecchio de' Prof. fiori Napoletani , quelli animarono Gio: a
P-ute terza. vojef |vj conJurf^ per vedere l'opera , e l'c-p. rare di quello eccelli n«
te Maeftro , per approfittartene , e trarne frutto . Invogliato adunque
da' loro configli , e fpronato dall'amor dell'Arte , per acquiftarvi
perfezione, rifolvè di condurli fenz' altro inlugio in Roma , ed ivi
far ogni pratica per acconciarli col Buonarruoti . Andò, e vedute così
Je opere di lui , come quelle ancora de' Maeftri Gr>.ci , e vie più m-
iì. mimato dal defiderio di divenir perfetto^, fece pratica per efiere am-
meffo .' quella fcuola . Ma , o che folle la gelofia de' giovani , i quali
di Firenze avea condotti Michelagnolo , o che la natura dj quello al-
quanto zotica , non volerle con fé altri , che quelli , o qud che le ne
fufle- la cagione , fi vide Gio: fuor di fperanza di elitre amm-.flb in quel-
la perfettifiìma fi noia . Ma non per quello egli fi fgomentò j anzi pro-
pofe iii fare ogni sforzo per apprendere da fé fi l fio tutto quello che ave-
rebbe apprefo da quel iamofijlìmo Arttfice J onde fi diede di propolìto
ad
Scultore? ed Architetto. §
ad oflervare attentamente quanto quegli faeea , e dando opera a gli
fcalpelli , varie cofefcolpì per proprio ftudio , cercando la perfezione
da quelle (latne antiche , che nelfuo tempo fi erano rinvenute j con-
siderando in quelle , non folo il fommo ftudio de' Greci nella genti-
lezza de5 volti , e nella feekezza delle membra , ma nell'ottima ele-
zione del più perfetto efemplare . Iuli pattando agli abbigliamenti , of- sratlIe an.
fervo fopra tutto il femphee, ma maeftofo vellir de' panni , che fenza ciche, e Jo-
punto occupire il nudo, Copriva con mirabile intelligenza i dintorni ropeifezio-
di quello : Imperciocché , non le molte piegature , ne i grandi panne- neì
giamenti coftituifcono il bello della ftatua , ne la lode dello Scultore ,
ma l'Arte i e l'intelligenza nell' adattarle fenza affettazione fui nudo ,
che d'ogni intorno appanfea , fon quelle cofe , che arrecano l'occhio
de! Profeffore , e fanno che non mai a baldanza fian lodite le perfette
opere Greche . Cosi profeguendo Giovanni i fnoi ftudj , volle ancora,
oltre alla fcultura , continuare quelli dell' Architettura , che già in
Napoli con la direzione di Agnolo-Amelio Fiore avea incominciato, e
perfezionarli , come è detto di fopra , affinchè pot ile eziandio rendei
belle le fabbriche , che per avventura , da poi che farebbe ripatriato ,
gli fodero cominelle ; avendo fempremai nell' animo un vivo defide-
no di estinguere affitto tutte le gotiche forme , e le reliquie di effe i
Ed opportunamente facendo ftudio fulle cofe di Roma , gli venne alle
mani per mezzo di alcuni Giovani una bozza , o il modello medtfimo,
che Michelagnolo fitto avea per la ftupenda fabbrica di S. Pietro j
Dalla qual veduta vie più illuminato , ed infiammato , cercò in dile-
gui , ed in modelli ideare Chufe , e Palagi; mallìmamente ajutaéo
anche da' precetti della Teorica , che gli veniva infegnata , fecondo
alcuni » da Bramante ; febene altri fcriffe , eh' egli ebbe per maedro
rréll' Architettura il famofo antiquario N poletano Pirro Liborio ; Ma
chi fi folTe de' due , eg'i veramente è incerto ; ed io più tofto il credo
difcepjlo di Bramante , dapoxhè in quel tempo, che Giovanni fu in
Roma » Pirro era pur egli ancor giovane , the l'Architettura apprett*
deva .
Era in quello tempo il Ream° di Nipoti venuto fotto il dominio
di Carlo d' Aulirla , figl.u .lo di f ilippo Conte di Fiandra, e nipote
dell' Impsrador M aiTìmiliano , ed a iui per retaggio materno erano j^egno ^
ancora pervenuti i ri chi regni di Spagna, da poiché morto Ferdinan- N'aprii fe-
do il Cattolico, fenza alcun mafchio di fé lafciare, pervenne ii fuo granto il dtrr.l-
retaggio alla /uà uni a figliuola Giovanna , moglie dei mentovato Fi-111" dl Car-
lippo . Indi 1' anno feguente eflèndo altresì iucceriuta la morte dil° L' onaco
Maffimiliano , fu Carlo in Francofort eletto Impsradore nel i ^o-hvp^iìdose,
e nell'anno ventèlimo dell' età fu j per la qu..l cefa , ad emulamene
deHe altre Città 3 lui fegg' tt , anche la noftra Napoli ne fece tette
btliiffune , che molti giorni durarono j ar.zì m.-gg.on fé ne. apparec-
chi,-
6 Vita di Gio: Mediano,
chiavano , perciochè era inforto un grido , aver V Imperadore dichia«
rato, eh 'ei farebbe venuto in Italia, ed aurebbs dimorato fpecial-
mente in Napoli , per goder di quelle delizie di cui cotanto abbonda >
laonde quello grido precorfo anche in Roma , fervi di fprone al na-
turai deliderio di Giovanni di rivedere la Patria , e con tale opportu-
nità farfi anche conofeere per virtuofo ( fé mai la fortuna averle pro-
pizia ) dal medefimo Imperadore . La venuta perb di Carlo V. non
accadde fé non nel i fjf., ma con tutto ciò Giovanni credendola prof-
uma ( com' è proprio di chi defidera ) fi affrettò al ritorno con iftraor-
dinaria follecitudine .Giunto in Napoli fu caramente ricevuto da' fuci
parenti , ed abbracciato da' cordiali amici , ed efTendofi da per tutto
pubblicata la fu i virtù , ed il gran profitto fatto in Roma , fu vili-
tato da varj Titolati » e da altri amatori delle beli' arti del difegno ,
che veduto alcun fuo lavoro , gli commifero alcuni fepolcrali orna-
menti , li quali Giovanni con maravigliofa diligenza condufle i e per
CompJmen ^lue"0 » cne ne lafciò fcritto il Cavalier Mallìmo Stanzione , in quarto
to della fé- tempo egli die compimento al fepolcro di Francefco Carrafa , già co-
po ltura di minciato da lui prima di andare in Roma ; ed è quello fierTo che fi ve-
Franccfco cfe nell'anzidetta Chiefa di S. Domenico Maggiore, e propriamente
Carraia . ne|]a Cappella del SS. Crocififlb , che parlò all' Angelico S. Tomma-
fo d' Aquino . Som gli ornamenti bellifiìmi , con Trofei , ed altri va-
rj militari ordigni ; e nella fommità è collocata la ftatua della Beata
Vergine , che tiene il fuo divino Figliuolo nelle braccia . Opera vera-
mente condatta con fommo ftudio , diligenza , e fatica ; ed ammira-
bile per lo decoro oflèrvato nella molfa delle ftatue , ed in tutte quelle
Cofe , che gli fanno ornamento .
Aveva in quefto temp > Luigi Artaldo eretta una fua Cappella
nella Chiefa de' Monaci Olivetani , e neil' Altare di efla volle, che
Gio: fiolpifle una ftatua di marmo, rapprefentante S. Gio: Battifta ,
la quale veramente egli lavorò con molta attenzione , e diligenza ; of-
fervando in tifa i buoni precetti dell' arte , cesi nel piantare la figura ,
come nell' intelligenza de' contomi , ne' quali fece conefeere quanto
gli ayeflè giovato lo ftudio di notomia , o/Tervato dal divin Buonarro-
ti . Quindi è, che i noftri Scrittori danno moka laude a quella Ila»
- aen-0 tua; ma s'ingannano nel crederla la prima fcultura , che Gio: face/le
Napoli fa- ln m'lrmo : errore di tutti coloro, che ciecamente hanfeguitato l'opi-
c/a , nella nione di Cefare Engenio . Lavorò ancora gli ornamenti intorno ali*
de lei izione Altare , che furon tenuti bellifiìmi; ma ora pochi fé ne veggono,
rd- m "P/rcne 'a Cappella fu trasferita in altro luogo, per farvi più magni*
q -, '.,, " fico 1' Aitar Maggiore ; il quale fu architettato , e lavorato dal mede-
Aicar Mag- fim0 Giovanni con quelli eccellenti lavori , che vi fi olfervano , con
gio. e ai itìupore de' riguardanti . Racccontafi , che avendo que' Monaci mo-
M"nwO.i-ftr.lt0 a Giovanni l'Altare della Real Cappella del Duca di Amalfi,
vero lavori- "•*
ove
Scultore , ed Architetto . 7
ove è feppellita la DuchefTa Maria , figliuola naturale di F rdinando I. t
Re di Napoli, ed in effa Cappella , ed Altare i preziofi , ediligentif- glj0ian:ente
fimi lavori di Antonio RofTellino Fiorentino, Scultore maravigliofo , uaGiov.n-
e malli mamente quel ballo di divini Angiol.tti , egli ornimenti , che »» •
fanno corni e al quadro , ove fono frutta , fronii, e grappoli di vua , ^av°rir?"
cosi diligentemente lavorati , che fa ftnpire il vederla; raccontali di- t)[ Anton/o
co , che avendoli Gio: affli ben confiderati , fentì accenderfi didefi- Roirellino
derio di farne de' limili « e perciò offerfe l'opera fua a que' Monaci , in Monce_>
i quali volentieri condifeefero alle lue preghiere j ma non lafciarono O^vcco .
di dirgli , efT. re opera vana il volere imitarli : Laonde egli accefo dal
punto di onore , e della incredulità de' Monaci , condufe con tanto
fìudio , e felicità que' ftupendi lavori, che è più facile all' occhio il
Confiderarli con attenzione , e p acere , ch.j alla penna def riverii ,
per firii capire a qualunque (i.ili erud.to Lettore . Ma ballerà folo di-
re ,ch' ejli agguaglio tinto la fottigliezza de' mirabili lavori del Rof-
fellino , e così divinamente gli conclulc , che a' Forefiieri fi moilrano
gli uni , e ;:;li altri coni- cole fin ;o!an , e ni ravighofe ; e che fiano
opere di G.ovanni Io confermi il tempo , nel quale quello Altare fu
eretto, e coloro , che le credono erron amante del Rollèllino, doureb*
bon rif etttre , che coftuj moii circa il 146 f. , in età di 46. anni, e
qu (lo Altare fu modernato nel 1730. incirca. Oltre che di quello '
Aitar Maggiore , non fa niuna menzione il Vafari , il quale come po-
co amorevole allora di Giovanni , per certa fua orientata autontà,
non (sce parola , ne di quella , ne di altre molte opere d. lui , d. gne
di lode ; ma non aurebbe certamente lafciato di lodarne un Autor
Fiorentino .
Crefciuta per quelle bell'opere la fama di Gio: da Nola , molti
lavori gli furono commellì , e primieramente ei f ce varj balli rilie-
vi , infra quali contali la depofizione del Signore nell' avanti Altare
della Cappella de' Teodori nella nollra Chiefa Cattedrale ; ove altresì
lavoro la fepoltura di Angelo Gambacorta, con alcune flatuealTai
bene , e diligentemente condotte . Fece per la Compignia de' Bian-
chi di S. Maria Succurre Miferis , la flatua della R. Vergine AfTunta
in Cielo , che fu riputata bellilfima , ■ ome altresì furon lodate le fi«
gure da lui fcolpite nel fepolcro di Andrea di Capua , e di Maria Ajer-
ba d' Aragona nella Ch;efa degl' Incurabili . E a quei dtlia famiglia
Capuana fece p i anche di marmo , nella medefima Chief , li tavola
di baffo ri 1 1 vo , per l'Alt -.re della Capp.lla eretta con fuo difegno ,
ove efprtlTe la B. Vergine ol Bunbno , e con le anime del Purg to-
rio , che fu molto lodata d gl'intendenti . In quello tempo aveva Gra-
ziano Corpola eretta una fu 1 C ppeila in S. Maria la Nuova , ed effe-n-
do divotijfimo della SS. P llìcne del Signore , vo'le che Giovanni gli
f^olp ilfe un divoto tee tLmo, e gì. e lo fece egli m legno , con efpref-
fone
8 Vita di Gio:Merliano,
fione di tanto dolore , e così divota , e ben intefa di contorni , che me*
glio non pub condurli da qualfifia ottimo Profefibre ; come ben può
oifervarfi in una nicchia d un pilaftro della Croce di detta Chiela ,
rimp:tto all'Aitar Maggiore, ove fu collocata dopo che dall'Archi*
tetto Franco fu da capo riedificata la Chiefa , e con cib fu disfatti la
fua prima Cappella j ma dalla divozione de' fedeli è quella S. Imma*
gine in fomma venerazione tenuta, ficche ormai per li tanti divoti
baci fon quid confumati que' piedi divinamente difegnati , e
«Sue/le fh-k0'P'c' ^a' no^ro Artefice . Fece di bianco marmo le ftatue nella Chie-
tue oggi fi fa di S. Gio: Maggiore , per adornare la Cappella di que' della fami-
veggono fi glia Ravafchiera , rapprefentanti una S. Gio: Battifta con libro in ma-
tua te nell' no , o l'altra S. Simone Apoftolo . Da' Signori poi della famiglia Ci«
giore eiT~ c'ne"a 8'' ^ron commefle quelle ftatue , e baili rilievi » che formano
do 1tjci_, 'l maeftofo Aitar Maggiore della Chiefa di S. Lorenzo de' PP. Conven-
dìsfacta ia tuali , il quale Altare fu anche da lui architettato in ifola , di bellillì-
nominar.i_, mi forma alquanto centinata . Le ftatue rapprefentano la B. Vergine
^2pPeJL? col Bambino , S: Francefco , e S. Antonio , e riportarono l'applarfo
il Coro. ' un'verfale di tutti gl'intendenti , che concorfero a vederle; laonde
non è maraviglia , che crefcendo Gio: in riputazione di giorno in
giorno , anche fuori del paefs crefceflèro altresì le occafioni d'immor-
talarfi colle fue bell'opere, non (biodi Scultura , ma ancora di Ar-
chitettura ; perciocché fece varj difegni « e piante di Chiele , e di Pa-
laci , con i loro profili , ed ornamenti , fecondo che lì ha per tradi-
zione , ed una delle Chiefe , ch'egli architettò in quel tempo dicefi-,
e he forfè quella di S. Giorgio de' Genovefi , eretta nel i f2 f. nelle ca-
fe di S. Maria la Nuova . Ercfle altresì il Palaggio del Principe di San
'Severo D. Paolo di Snngro , e quello del Duca della Torre , okr-- a'
Varj Altari , e Cappelle nelle Chiefe , ch'erano già fatte .
Moire, «fé. Or elfendo occorfa la morte di Antonia Gandino f donzella bel»
goltiua di liffima , e ricca , nell'età di circa 14. anni , figliuola unica di Gia-
Garuiflo vannello Gandino , e di Eliodora BolTa . nobili Napoletani, fu ella
amaramente pianta , non folo da'fuoi amorofiilìmi Genitori , ma an-
cora dall'afflitto giovane deftinatole per ifpofo Geronimo Granato,
che ne rimafe oltremodo dolente ; veggendolì privo ad un tempo di
una rara bellezza , e di un pingue patrimonio , che per mezzo di lei
gli farebbe entrato in cafa ; Volendo adunque tutti quelli dare alcuno
$rogo al dolore , con onorarla di bel fepolcro , come meritamente fi
conveniva alla virtù dell'animo di lei, ed alle bellezze del corpo , fe-
cero fcolpire a Giovanni la di lei ftatua giacente . col fuo ritratto fo-
migliinciiììmo , per quanto ne dilfero gli Scrittori noftri , e compiu-
ti che furono gli altri ornamenti pur di marmo , la collocarono preflb
la porta minore della Real Chiefa di S. Chiara , e f u doppiamente ar-
ricchito quello marmo, a dallo fcarpello di Gio: da Noia, e dalla doti
fa
Scultore, ed Architetto . 9
ta penna del famofiffimo Antonio Epicuro , il quale compaflìonando Antonio £_
i di lei Genitori , volle in parte confolarli col belliffimo Epitaffio, che piano fa-
egli compofe , e per effere egregio componimento di un tanto Uomo , mofdfìmo
Mi lo trafcriviamo . . *ett,erato
-vt 1 •/• •/• il- ^. -• JNapoh cario,
fiata , bea miferum , mi/ero mihi nata parenti amiciifìmo
Vnicus ut fiere s , unica nata doler . di Bernard».
}fot» //£/ dumqì virar» tedas , Talamunql parabatn no Roca , e
Funera , e»- inferias anxias ecce paro . del del San^
"Eebuimus tecam foni , Materqae , Paterque t. azaio .
U; tribù* b*c miftris urna parata foret .
^J? «0/ perpetui gemitus , /« nata fepulcri ,
Jì/ro Lere* , «£/' /e impia fata volunt .
Antonia filia cbarijfima , ^#<«
Jiieronymo Granata javen: ornatijp.
Deftinata Vxor , Annos nondum XIlll%
lmpleverat
Joanncl: Gandinus , ò" Heliodora B0JJ4
l'arentes jnfehcijjìmi pofuerunt
Rjipta ex ecr. Complexibus
Anno faluti s M. D.XXX. Frid. Id. Cai. Jan;
Era alcuni anni innanzi futeeduto il UineuVfirno cafo della mor- Morte fune*
te de5 tre fventnrati fratelli , Giacono, Afcanio , e Sigifmondo San-"adl.^e j*!~
{"evenni avvelenati nel divertirli alla caccia il dì f. di Novembre del- yeri^|
l'anno 1 n 6. morti tutti dopo il quarto giorno per opera della rea , e
lafciva moglie di Girolamo loro Zìo , che aveva lufingato il marito»
ad ufurparfi il loro Stato, e per var j lagrimofi accidenti , non erafi
per anche pofta in opera la volontà de' loro miferi Genitori , che urr
dopo l'altro vinti dal giufto dolore , avean lafciata la mortale fpoglia,
ma reftavano i corpi de' traditi giovani tuttavia in depoGto , nella lo-
10 Cappella , entro la Regal Chiefa di S.Severino de' Monaci Bene-
dettini Neri ; Volendo adunque coloro,a chi fpettava tal cura,coilocar-
li finalmente entro fuperbi tumuli , che i loro cali funelh palefiffero
al mondo con Ifcrizioni , ftatue , ed adornamenti , foron tenuti varj
configli , per ifciegliere un ottimo Artefice , ed altri inclinava a Giro- Girolamo S
lamo Santa Croce , la di cui fama era in quel tempo affai creLiuta ; Croce Si.nl»
altri ad altri Scultori, the lavoravano in Napoli; Ma dopo molti pare- t01'^ eccel-.
ti fu conchiufo , che l'opera folamente a Giovanni da Nola li doveffe letmflìm° *
appoggiare , come-a Maeftro più pratico , ed intelligente . Così adun-
que ricevuta ch'egli ebbe la commillìone , ideò tre Maufolei tutti di
bianco marmo , foftenuti da fode bafi , ed ornati, di pilallri , e cornici, c ,
in • j- • r l j ■ * / >r , ■.„■•» SepoIciire>
e di ftatue in cima di ciakhednno , cioè , lopra il lepolcro di Sigifmon- de ere Sì-
do è la ftatùa del Salvatore Trionfante , ed è lìcuato fopra una gloriet- gnori Sanfe-*
ta, ornata di Cherubini , con due Angioli i n finocchione pei lato . Su verini a vve^
TOMO Ili U i pi.
io Vita di Gio: Mediano,
Jenati, eret- ' P''a^r' f°n0 'e ftatue di S. Francefco di AlTifi , da una parte , e di
te in S. Se- S. Niccolò di Bari dall'altra ; in faccia a quelli fono due balli rilievi ,
verino da_. che figurano S. Barbara , e S. Geltrude . Nel piano fra' fuddetti pila-
Giovanni da ftrj fono due altri Angioli , ancor5 etti fcolpiti di baffo rilievo ; Indi
* feduta fu l'ornato , che fa cornice , vedsfi la bella ftatua del tradito
Signore ivi fepolto . In quello tumulo, oltre a' varj Trofei , fono
fcolp te l'arme de' Sanfevenni , e nella lapida fi leggono quelli fune-
itittìmi verfi .
■Jacet h)c SigìfmunJus Savfeverinur
Veiieno impiè abfumptus , qui eodein
Tato , eoàem tempore , pereunteis germano? Fratres ,
Nec alloqui , nec cernere potuit .
Il fepolcro annetto all'Altare nel me2zo della Cappella è di Gia-
como Sanfeverino . Vtdcfi in cima di effo la ftatua della Beata V.r-
£ine fedente col Bambino nel feno , con Angioli , che l'adorano ,
e con Cherubini lotto i piedi, e da' lati su i pilaftri San Giacomo
Appoftolo , e San Benedetto Abate , come ancora nel piano di m zzo
due Angioli infinocchi ni, e di baffo rilievo ne'mentov.iti pi aftri
Santa Scolaflica , e Santa Monica. La (latin diGhconu anche fie-
de fopra fmigliante cornice , che fourafta alla Tomba., ornat' an-
ch' ella di Trofei , d' Imprefe , e di bei lavori , come 1' altra deferi-
ta , e con la fegutnte ifcnzione .
H)c ojja quiefeunt Jacobi Sanfeverini Corniti* Saponaria
Veneno miferè ob avaritiam
Necati , cum duobur mifer/'s Fratribut ,
Eorlem Fato , eadem bora commorientibut.
Sul terzo Sepolcro , eh' è di Af-anio Sinfeverino vedefi fcolpto
1' Eterno Padre , anche in piedi , fopra glrria di Cherubini , e in vece;
di Angioli che adorino ( non vi effendo fpaz.o fuffHtnte a cagion della
fineftra ih' è in quello lato della Cappella ) figurò Giovanni ir»
due mpzzi buffi i Profeti Enoch , ed Elia» ma fopra i pilaftri , come
negli altri , pofanole Statue di S. Pietro , e S. Giovanni Appoftoli , e
nel piano di mezzo i foliti Angioli , ed in tutti e tre quelli baffi rilie-
vi , un Angelo de' due , che fono inginocchioni , ha in mano un tor«
chio accefo , e la ftatua di Aftanio fi vede a federe come 1' altre due ,
co' medelimi ornamenti , e tutti è tre hanno i loro Elmi accanto , fi-
tuati fulla fteffa cornice, ove eglino fon feduti . Il gello , ele-
zione di ciafehedun di etti efpiimono molta divozione verfo la Statua
della B. Vergine, che, come abbiamdett-,è fìtuata full'Altare . I veri]
che compiangono la morte di quello terzo fratello fono li feguenti.
H)c Jìtus ejì Afcanius S'Ttifeverìnus , cui
Obeunti eoàtm veneno iniqui' , atque imp.'è
Cummorientes Frjtrcs , nec alloqui , nec videre quidam licuit^
Gr..n-
Scultore , ed Architetto. 1 1
Gr.ndiffimo fu il concorfo , e l'applauda ch'ebbe quella Cappel-
la , dopo che fu fcoperta : imperciocché , non fidamente fi andava
ad ammirare in efla h fingolar perfezione dell' opera , mi fi rinuova-
va la Topica idea della fa«tl difgrazia di quei fventurati Signori:. Ma
Giovanni niente per quelle laudi infuperbito, attele a profi-guire i mol- Fontana
ti lavori , che aveva per le mani ; lavorando circa quel tempo la della Sella-
Statua dell' Atlante , con li mafcaroni della fontana della Sellarla . Fé- Q^/"cdf
ce ancora per la Ch.efa di S. Domenico Maggiore la Statua della B-Ver-f Cllc "m <j~
ghie , col Bambino in braccio , e propriamente quella eh* e nel pila- Domenico
Uro di contro l'Aitar Maggiore , che fu di Fabio Arcella, Arcivefcovo Maggiore ,
di Capua , e'da'lati fono in atto riverenre le ftatue di S. Gio: Battifta , ^d * wPle."
e di S. Matteo Apposolo , ed Evangelica , con un Angioletto che tic- ^ a'e T
ne il libro , le quali Statue fono egregiamente di bianco marmo lavo-
rate . Così fece per la Chiefa de' Celerini indi non lunge , detta vol-
garmente S. Pietro a Majella , la Statua del S. Sebastiano , per quei
della famiglia LeoneiTa , o fia de Lagone Ila , de' Principi di Sopino ,
ed altre Statue per varj particolari . Indi volendo quei della famiglia
Ligoria ergere una Cappella nella Chiefa di Monte Olivcto in onore Statue in
della B. Vergine fecero fcolpir da Giovanni le Statue tonde, che su Monte Oli-
l'Altare di quella fi veggono; cioè nel mezzo la B. Vergine , che veto,
tiene il Divin Figliuolo in braccio , e con una mano diftela accoglie S.
Giovanni fanciullo , e da' lati vi ha S. Girolamo , e S. Andrea Appo-
rto o ; le quali ftatue lavorò Gio: con molta attenzione ; avendo Ca-
puto , che altre fimili ne lavorava Girolamo Santa Croce, fuo con-
corrente, ed eccellentiiTiino al par di ogni gran Maeftro nella fcoltura
de' marmi ; le quali Statue collocar fi dovevano nella medefiina Chie-
fa , in un con limile Altare, anche a lato alla porta , e faceanfi per
quei della famiglia del Pezzo . Per quella nobil gara l'uno , e l'altro fi
s (orzarono di fare in pubblico comparire la tmeltria,e'i valore de' loro
Scalpelli, così nelle Statue , come ne' balli rilievi, e negli ftudiati
ornamenti di elfe Cappelle . Neil' Altare vi fece Giovanni un b.lfo
rilievo , che rapprefinta il miracolo di S. Francefco di Paola , allor
che fece cavar vivi di lotto le ruine coloro, a'quali il Monte era caduto
adi Ilo ; nella pietra a piombo fopre l' Alt ire fcolpì in quattro pic-
cioli vani li quattro E vangelifti in baffo rilievo ; accorrle fece Girola-
mo ancora fiuto le fue f olturc.
Qjeft" opere bèi ti (fiale , con altre di fopra mentovate , guada-
gnarono a Giovanni il nome di Scultore maraviglialo , come lo attella
il Vifiri medefimo nella Vita di Girolamo Santa Croce , nel primo
volume della terza parte , a carte 184. ; e le fabbriche erette con fuo
difegno , e direzione quello di ottimo Architetto , e d'intelligentiffimo
Maeilro in tal facoltà gli diedero ; laonde non è maraviglia , che effin-
do venuto in tanta (lima appieno ogni perfona della Città di Napoli ,
B % gli
1 2 Vita di Gio: Merliano ,
gli ftìfle addoffato il pefo dell' apparecchio delle fefte , e la direzione di
effe , oltre all' opere di fua mano , che far lì doveano per la venuta
dell' Imperador Carlo V. , che da più anni venir doveva in Italia ,
fecondo che il medefimo Imperadore avea dichiarato infin d'allora , co-
me fi difle i ficchè meritamente fu dato a Giovanni il penfiero d' im-
prefa così importante , come farà da noi divifato nella defcrizion
che fiegue delle felle accennate , per dare alcun diletto al curiofo let-
tore ,
Detenzione delle fefte fatte in Napoli
per l'entrata dell' Imperador
Carlo V.
A
Veva in quello tempo l'Imp^rador Orlo V. conquidalo il Regno
di Tunifi , con altri luoghi di Birberia , e di nuovo riporto nel
fuo Trono Muleafen , con farlo fuo Tributario, per la qual cofa
fi fecero in Nipoli fefte d'Illuminazioni , di Cavai ate , e di Tornei;
E più fi accrebbe 1* allegrezza , per la niella , che 1' Imperadore ve-
niva a Nipoli ; laonde fi ordinarono dagli Eletti drlla C.ttà gli appa-
rati neceflarj, per ricevere un così gloriofo loro Moni rea , acciocché
non vi fu/Te preparamento , che non fufle tutto magnificenza , e ric-
chezza ; Che perciò fu ordinato , che Giovanni da Nola fufle 1' Are hi-
tetto di tutto l'apparato; dandogli per ajuto Ferdinando Manlio , che
in quella occafìone fi fece conofeere per fufficienti filmo maeftro ir»
Architettura, e bravo Ingegniere ; e tanto che pò. hi anni dopo ri-
liovò da' fondamenti la Chjefa della SS. Nunziata , facendola nella for-
ma belliffima , che oggi fi vede ; rinovando con efla lo Spedale in
ampia forma , con altre fabbriche fitte per quel facro luogo . Unitoli
dunque Giovanni col Manlio , chiamarono a parte delle Statue in pri-
mo luogo Girolamo Santacroce , come ancora dell' invenzioni per quel*
le fefte,e così altri Scultori , de'quali non ne abbiamo una diftinta no-
tizia , condifcepoli di Giovanni ; Per le pitture ne fu dato il penfiere
ad Andrea da Salerno , che con Gio: Antonio d'Amato guidafllro tutti
gli altri Pittori , e Difcepoli , che lavorar dovevano nell'apparato.
_ Qjiefti valentuomini convenuti»" infieme , ftabilirono tatto 1* ordine
fecej« j(jet della leda con i penfìeri poetici del famoliflimo Antonio Epicuro, e
delle Fefte Bernardino Rota , e per quello fi ritrova notato ;n un manofiritto fi
per l'entra- ha, che quelli virtuofiffimi Poeti poterò in efecuzione i penzieri ,
ta "e',m" anzi la bella Idea concepita per tale occafìone alcuni anni inmnzi dal
Cirio V. divino Poeta Giacomo Sannazaro; Onde ne formarono va rj bel liilìmi
dife-
Scultore, ed Architetto. 13
difegni , che efTendo flati approvati dagli Eletti , e Deputati creati per
le fuddette fede, cominciarono 1' opera j ponendo mano così Giovan»
ni da Nola , come il Santacroce , e gli altri Scultori alle Statue , che
andavano cosi all' Arco trionfale , come a Porta Capuana , alli cinque
Sediii de' Nobili , ed altri luoghi . Fecero adunque Giovanni e Giro»
lamo , con la folita gara , due gran Goloflì di Stucco , fituati fu due
gran b.ifi ; L'un de* quali a man delira , in fembhnza di vaga Donna
dal mezzo in su , teneva in atto di fonare una lira , e nel refio d'Aqui-
la con 1* ale dorate", rapprefentava la Sirena Partenope , la quale con
volto giolivo, e ridente , parea che cantando dicefle a Cefare quello
verfo latino , che a pie tneva icritto:
Expt&ate venis fpes ofdijjìma nofìrn .
L'altro Coloffo a man finifcra rapprefentava il fiume Sebeto « in
forma di un Uomo vecchio barbuto ; aveva fu! canuto crine verde co-
rona di Salici , e di Canne , e fiondo in piedi appoggiato ad un Urna ,
dalla quale in abbondanza fgc-rgava limpida l'acqua , con volto lieto ,
e labra aperte , pareva volerle dire il verfo fcritto nella fua bafe.
Nutic meritò Eridanus , ced.it mi hi Ni lui , fr Inàut»
Ma già che di quelle felle ne convien ragionare, egli non farà
fuor di propofìto di qui riputare ordinatamente tutto 1' apparato di
effe , e l'ordine con il quile furono concertate, giacché da alcuni Scrit-
tori lono (late elle diverfamente defcritte , e maffimamente dal Guazzo
in qu Ila fua mefcolanza di cofe, dove confondendo l'ordine della feda,
fcnlfe ciocche in penderò gli venne; E fé bene da altri fono fiate puri»
tualmente raccontite tutte le rapprefentazioni fatte nella entrata di
Carlo V. , pure non mi farà grave quella fatica , per alcun Pro feilbre j^.inofcritti
delle no'tre Arti , che quelle non abbia letto nel Summonte , ovvero di Notar
in altro Scrittore ; avendole io ricavate da due Manofcritti di quei Antonio
medefimi tempi , e con cib da tutti (limiti veridici, e più copiofi di tal Castaldo ,
racconto ; e/Tendo uno di Notap Antonio Caflaldo , chiariifimo ap- e-rrnr.
preflo de noflri Cittadini, e 1 altro di Scrittore incerto, ma appura- incerto,
to , e diflinto ,
Su la piazza all' incontro di Porta Capuana vi fu eretto un Arco
trionfale, di altezza cento p^Imi , nelle facciate era largo novanta ,
e cinquanta per fianco . Aveva ciafcheduna facciata tre porte , con ef-
fer quella di mezzo molto maggiore delle due laterali , e fimile a que-
fte ne avea una ogni fianco , dimodoché entrando per una fi poteva
nfcire per qualunque dell' altre porte . Rendevano fuperbiffima la ve-
duta delle due facciate otto gran Colonne di ordine Corintio , per eia»
fchtduna facciata , le quali erano fituate a due a due Copra quittro gran
bali di forma quadra , con le loro proporzioni , fìnte di Porfido da pen«
nello maeffro , con i capitelli dorati , con le volute. Solìenevano l'Ar-
ch. trave, con fua Cornice di bello intaglio, ed adornata di unolte men*
fole,
1 4 Vita di Gio: Mediano ,
fole , Vovoli , e der.te! i , col fregio , e rifalti ; ed era ogni cofa
cesi Ji colori , cerne di argento , ed oro con maeftria condotta ; ve»
der.dovifi bellililme b.zz rr;e di fogliami , e fettoni , che intrecciati
con vane forti di Ucelli , e di animali terreftri , di giocofi piattini , e
capneciofi mafeheroni , formavano una vaga , e dilettevole veduta a
gli occhi de' riguardanti . Sorgeva dal mentovato Cornicione , la parte
(uperiore deli' Edificio , arricchita di varj fregj , e quadri di pitturi
f he p;ù innanzi depriveremo J e nella fommità di efla parte , faceva
ric».hiifimo finimento un altro , non men b-1 Cornicione d=l primo ,
su del qu;:le , a dirittura delle Colonne , pofavano , a quattro per fac-
ciata , otto gran Coloffi , che medefimamente faran da noi descritti .
Quatta adunque era di quell' Arco la forma in generale , che per venire
a' fuoi particolari , dai piede comincieremo di nuovo .
In ciafeheduna delie quattro bafi , che avevano la facciata verfo
Porta Capuana , era dipinto un capriccio ; nella prima un cumulo di
pezzi di arnefi marittimi , come fon alberi , antenne , ancore ì timo-
ni , e Toftn di Galere , quali arnefi tutti brugiavaniì , con un motto:
Ex punica votum clajj; ; Nella feconda un Affrica vinta , in ftinbian-
za di uni Donna mefta , ligata ad un arbore , ed a lato di lei un vec-
chio , che era figurato per lo fiume Bagrada , col capo fghirlandato ,
e'1 motto : Thtus tibi fvlatia Cafar : nella terza moke pecore bianche
inphirlandate di lauro , con una fafeia nera nel mezzo , dinanzi ad un
altare , ed aveva quelle parole : Z;pbiri , & reduci Fortuna : e nella
qu ita vi fi vedevano un gran mucchio d' arme morekhe , cioè frec-
tit , archi, faretre , zagaglie, turbìnti , e pezzi di Camice di ma-
pl.a , che rriedefim unente fi brugiavano , ed il motto era tale : 7,,;?i
toto furget gens aurta mando .
Li fopractnnati quadri, fra 1' una , e l'altra Cornice, erano
cinque , in quattro de' quali erano dipinti i fucceffi dell' imprefa fatta
allora da Crf^re in Barbari» ; cioè l'andare dell' armata alla Goletta ,
Taccamparvifi , la prefa di quella , e la fuga di Barbarofla , con la pre-
fa di Tunifi : ma quel di mezzo , eh' era il maggiore , aveva la dedi-
cazione dell' arco a Cefare , le cui parole erano le fegnenti ,
Carolo V. Caf. Augujlo tri umpk. felici fi. Ottomanica clajjts prafi-
B'j terra , mnrique pra'Hgato , Africa Ejgi , tributo indillo , rejii-
tttta , XX. Capthjorum milk receptis, maritima ora undiqtte pr adoni-
bus expurg.ita , ordì Pap. Q^Kiap.
Li quattro Coloilì , che erano in su la cima dell' Edificio , rap-
prefent .vano , il primo Scipione Africano , il fecondo Giulio C-fare ,
il terzo Aicfandro Magno , e'1 quirto Annibale Cartaginefe , ciafehe-
dùn ié" quali aveva a pie il fuo motto ; quel di Se. pione diceva , Tibi
decenti us Afa nomen ', quel di Cefare ; Nojìr a fpes maxima Rgmai
quel di Altfàfldro i Quantum cvlUs precellit Olympus i e quel di An-
nibale;
S cu Itore , ed A rchitetro. j j
nibile : Vi3o mihi gloria vi&or l e Cotto tutti e qmttro eoa lettere af-
fai maggiori , era dritto quello verfo in comune ,
0 lux tu jioftrì d*£its & gioii" mundi.
Nell'altra facciata, che guardava la Città, le altre quattro bafi
avevano ancor loro altri quattro Capricci , elfen lovi nella prima un
f.ifcio di trombe , di lande , e di arme in afte avvolte di lauro » col
motto : Sint omnia lata : nella feconda bafe una teda di Leone con
gli occhi aperti , e fpaventofi , in mezzo a un feudo, fignificante il
valor di Cef.re , con quello motto -. Aufl iadas tirneat , è" primus ,
er* ultimus Orbiì : nella terza un Sacrificio , che fi faceva fui monte
Vulcano con farmenti verdi t e'1 motto era J Spondei majura per A&isl
e nella quarta , ed ultima vi fi dimoflrava una quantità di quelli Sfo-
rnenti di ferro , nominati triboli , che gettandoli in qualfivoglia mo-
do in terra , fempre reftano con la punta in su , ed il cui motto dice-
va ; Q^/> res tumque loco.
N--' cinque quidri , che corrifpondevano a quelli dell'altra fac-
ciati, verlevafi in tutti quattro figurata la gutrra di Ungheria tra J'im-
perador Carlo V. eSo.imano II. quando venuti fotto Vienna quei due
potentiflimi tferciti a fronte, fenza punto combattere-, Solim.no fi
ritraile, cedendo il tutto all' invittiffimo Imperadore , eilendovi nel
quadro di mezzo queft' altra ifcrizione: Caf. Carlo V. I np. potentijjìmo,
reb gione Augnilo , Jultitia maximo , indulgenti aviari pi -tata pp\
cbfugatum in l'armonia ad ììrum Snlimanum Turchìrun Imp: é*
Cbrijìianam Rj-np. liberatavi , Or do Vrpulumque N*a •.
Li quattro Cololfi di quella facciata , che come quelli della pri-
ma fopratl-vmo all' altre Cofe , eran figurati per quattro Imperadori
di Cala d' Auftria , cioè Ridolfo , primo di quello nome, e pruno ,
che di lui Cafa ebb.- 1' Imperiai Diadema , poi Alberto , Federico , e
Maffimiluno , ciafeheduno de' quali aveva il fin m itto , ed tra nel
primo: Generis lux unica nojlrii il fecondo : M:jnribns m<jus de-
cus ipfefuturus , il terzo : A'tollet nojìros , fuper a/ira npot s % ed
il quuto ; Sic L'elea vicit Achille! ; pofcia in comune avevano quello
vexlo :
H'inc decet imperi j frena tener* damum.
Or per ven re a5 due fianchi dell' Arco , dico , eh" p r ogni uno
vi erano und.ci quìdri per fianco , ed in quelli di un Iato , nel pruno
vi era dipinto Tritone, e Cimodoce Ninfa, a cavallo ad ;d uni inoltri
marini, con burcine in mano , ed il motto dicevi : Qjtfcumque per
undas 5 il fecondo Eolo Re de Venti , fopra un Monte , con lo Uettro
nella man delira , e nell i fini-Ira una cirtella con quelle parole •. Felix
cjuocumcjite vocaris : il terzo alquanti Dei macini , carichi di diverii
frutti d. mare , come fé a Cefare li portiliiro in dono 5 elTendo tifi a
Cavallo adiveriì moftri marini , e il motto era : Qviniam t:nct omnia
Cafar
1 6 Vita di Gio: Marliano ,
Cafar: II quarto , molte Ninfe marine inghirlandate di nicchie di Con-
chiglie , Coralli , ed altre limili colè , portando Caneftre in mano pie-
ne di Perle , Coralli » ed altre gemmei orientali col motto: bubmijjus
adorai Oceanus : Il quinto le tre Sirene, con iftrumenti in mano di fo-
nare, e/Tendo elle dal mezzo in su figurate bellilfime donzelle , cql mot-
to: Unus tris nobis cantandus femper in orbe: Il fefto alquanti navigli,
che ficuramente navigavano , ed in un lido Uomini, che follazzavano,
e che ftavano oziofi , con alcuni Delfini * che nel mare flherzavano »
col motto ; Nobis httc otta Cafar i Aveva il fettimo V Iftro , il Nilo , e
l'Indo , tre fiumi celebratiffimi djgli Iftorici , e da' Poeti , con alcu»
ne corone fpezzate , i nomi de' quali erano fcritti nell' urne , ed a lato
al primo un Cavallo marino ,al fecondo un Coccodrillo , ed al terzo
alcuni fanciulli, col motto ; Operumfimulacra fuor uni: L'ottavo , Ci-
modoce in mare , con reti da pefcare , dove entravano molti pefci, ed
il motto diceva : Omnia funt mtritis regna minora tuis : 11 nono, un
Aquila fopra un Mondo, e quefte parole: Partiri non potts orbem »
folus habere potes: Il decimo,il Tempio dell' onore pieno di fpoglie ac-
quiftate , e diceva il motto : Primus Idumai cmget tua lumina palmiti
e finalmente l'undecimo quadro conteneva molti Altari fparfi in diver-
fi luoghi del mondo, con quello motto: (±uas cumque vidtrit Occafus ,
ér Or: us.
Gli undici quadri dell' altro fianco dell' Edificio contenevano , il
primo la Gelefte Capra tutta (Iellata col motto : Nunc omnia jura te-
ìiibis : Il fecondo l'Ariete , in color rollo , ed oro , con alquante pe-
core , che in un ameno prato di fiori pafcevano , col motto : £»
tollus meritò largitur hovorem : l'I terzo un Aquila, che con un de'
piedi gittava fulmini , el motto era : Antefuerit , quim fiamma mi-
cet : Il quarto la Nave d'Argo , tutta {Iellata , col motto : En altere
qua vehat Argo , dtleBos Heroas : Il quinto due capricciofe Colonne,
l'una di nube , l'altra di fuoco , le quali erano figurate per i due Ca-
pitani di Garlo V. , cioè quella di nube per lo Principe Dona , come
marittimo, ed il Marchefe del Vailo , come terreftre, per la colonna
di fuoco , ed il motto diceva : Qua terra , quoque parerti marin : Il
fello una pugna di un Aquila con un Dragone , dinotante la guerra di
Cefare con Barbarono , e'1 motto : Vicijìi , & viBum jam cerni s ten~
dere palmas : Nel lettimo vi erano i libri Luterani , che abbruggiava-
no , con quarto detto : Abolere nefandi cun&a viri monumenta jub t :
L'ottavo un Coccodrillo , con alquanti degli Alberi d'India , che {em-
pie crefeono , con quefte parole : Nullas recipit tua gloria metas : Nel
nono le tre Parche , che elicendo da alcune nuvole, portavano una
cartella con quello fcrilto : Imperium fine fine dedi : Il decimo alcuni
diademi avvolti con Afpidi , ed un cotal motto: Quantas vbflent en
afpice viresj, e l'undecime» ed ultimo, conteneva molti Capitani
trion-
Scultore ] ed Architetto ; 1 7
trionfanti , che aveano quello motto : Moliuntur fumnta triumphe: 2
Entrandoli poi per le porte principali dell' Arco , fi trovava come
una loggia , all'ai lunga , e capace , con la fua volta di fopra , divifa
egualmente in due parti , in ciascheduna delle quali , oltre alli molti
fregi, e compartimenti , con bizzarriflìmi grottefehi divarj, e va-
ghi colori ornati , e dipinti , con la guida dell' Eccellente Andrea da
Salerno , vi erano dieci quadri , di non molta grandezza , per opni pir-
te , ove vi erano dipinte con buon giudizio , e maeflra intelligenza ,
le feguenti bellilfime invenzioni : Vedevafi dunque nel primo quadro
una Vittoria con due corone in mano , delle quali coronava due figu-
re , che la mettevano in mezzo , l'una era l'onore armato all' antica ,
inghirlandato di lauro , con i rami di palma in mano , e l'altra figura,
era Carlo V. con lo feettro , e la palla nelle mani , con quefto motto:
Ex uno tecum utero : Nel fecondo era l'immagine dell' Immortalità ,
fopra un cumulo d'arme , e di libri aperti , avendo in mano una lau-
rea , fedendole a piedi il tempo, col motto: Nullum docent fentire
laborem : Nel terzo molte corone con parole , che dicevano ; Spargati'
tur in omnes in te mixta fluant : Nel quarto alquanti Cameli carichi
di fafei di lauro , di palme, e di corone , col motto : Pars quota trium-
fhi: Nel quinto , la Face inghirlandata di olivo , con una cornucopia
in mano, effendovi alcune Ninfe , che andavano cogliendo fiori , in,
un verde , ed ameno praticello , dove erano quelle parole j Pace par-i
tajam terra marìque ; Nel fello l'Allegrezza inghirlandata di fiori ,
con molte ninfe incorno , che giubilando fonavano vari (Iromenti , col
motto: Felici latentur omnia fedo : Nel fettimo la Clemenza , cir-
condata da molti Capitani , che chinati a terra , con l'armi a piedi,
parevano domandar perdono, ed era il motto ; Nulla ejì viBoria ma"
jor : Neil' ottavo l'Umanità , in compagnia di Cefare , che riceveva
il Re di Tunilì , cacciato dal Regno , con i fuoi Mori attorno, e'1 mot*
co : Tibi tiolira falus b ne ereditar uni : Nel nono la Liberalità , che
con una mano aveva prefo da alcuni vafi una brancata di monete d'oro,
e con l'a!tra fi levava dal collo una collana , ed ogni cofa donava ad
alcuni foldnti , ed il motto era : Nulla tneis fine te quaretur gloriti
rebus ; E nel decimo la Gloria con un trofeo in una mano , e nell'al-
tra una palma , circondata di più trofei , con tal motto : Hoc iter ad.
fuperos . Gli altri dieci quadri avevano , il primo Qmnto F.-bio Maf-
fimo , con un tefehio di Donna a piedi , con due ab , e due ferp-.nti
ne' capelli , che dinotavano la prudenza di Fabio , ed il motto era:.
Mundi nova gloria Cafar : lì fecondo Zeleucro Locrefe , che per man-
tener la gmfì.zia fi lafciò cavare un occhio a se , ed un altro al figliuolo
per non acciecarlo di entrambi , col motto : En qua: divifa beatos ef-
ficiunt coilecla tenes : Il terzo Clelia nobile Donzella Romana , con
animo forte , e conggiofo pafla con le compagne il Tevere , fuggen-
TOMO II. C ciò
i S Vita di Gio: Merliano ,
do dal campo nemico,fa ritorno a Roma, col motto : Fortitudini omnia
eret Cafar : Il quarto Catone Uticenfe , con un vafo d'oro fotto de'
piedi, dinotante la temperanza , e'I motto:
Il quinto li Città di Sigunto , che fi abbrugiava , con le fue più care
cofe , per mantener la fede a' Romani contro Annibale ; alludendo al
zelo di Cefare , che per la fede Criftiana non aveva [limato niun pe-
ricola » f qui min;3 il motto ) . II fello il vafo di Pan-
dora ) Cai forulo rotto , che dimostrava eflerfene ufcita li fpe-
f _ ranza , co! motto : AP.ris aquabit hmores : II fettimo Bufa D-mna
fina deferir. Canufina , ricchillìma , e liberalillìma , della quale iì legge in T. Li-
ta da Tico vio , ed in Valerio Mollimi , che foftenne a fue fpefe in Canufio diece
Livio, e da mila faldati Romani , avanzati nella gran retta di Canne , e però era
Valerio dipinta con molti Soldati ignudi , ed afflitti intorno , a' quali ella do-
M imo. nava velìimenti , danaro , ed altre cofe , ed il motto eia quella fola
parola: Cafareo: L'ottavo era quando Giulio Cefare entrò nel Tem-
pio d'Ercole, ove vedendovi la ftatua di Akfandro Magno , pianfe ,
confiuerando i gran f. tti di quello , col motto : Quid fi nofìra Cafaris
fiBa ? 11 nono era il nominato Aleftndro , che tenendo una celata , o fia
un Elmo pieno d'acqua in mano JtT3 refentataii da un Soldato,la guarda-
va fenza però bere , tuttoché tormentato dalla fete , ed il fuo motto
diceva: Hoc quoque me: fuperis Africa teftit erit : Finalmente il de-
cimo era quando Cefare pafsò da Brindifi a Durazzo , non paventando
il mare tempelìofo , ed il fuo motto era : Et tranfiredabunt , é4 vin-
cere fata .
Or avendo già decritto queft' Arco così magnifico , palla remo a
far parola de' due gran Coloflì eretti su due gran bah" incontro al Seg-
gio di Capuana , quali rapprefentavano uno Giove che era fattura di
Gio: da Nola , e l'ai tro Minerva , opera di Girolamo Santacroce . Il
Giove era figurato ignudo dal mezzo in su , con la fu a Aquila a piedi ,
aveva nella finiftra mano lo feettro , e nella delira i fuoi fulmini , co-
me votene porgerli a Cefare , con quello verfo : Sat mìhi ut Caluma
polì hac tua fulmina fttnt : Minerva era con la celata coronata d'olivo,
con l'afta nella man delira , avea nel petto lo feudo col tef.hio di Me-
dufa tenendo con la mano finidra un libro, ove quelle parole erano
dritte : Seu pacem > feu bella geras .
Egli non è mio aiTunto deferivere qui il cammino , e le ceri-
monie , che fece l'imperadore in quella Solenne entrata , nella Città
di Napoli , ma folamentc dtferivere l'apparato fatto così da' Nobili ,
come dal Popolo , per teflifìcare al (uo Principe la gioJ3 , e l'allegrezza
per la fui venuti , e l'amore , e la fedeltà «li ferbavano; laonde ac-
cennando diremo folo , che dal Sedile di Capuana, fi portò Ce-
fare al Duomo, ove con le folice cerimonie giurò fui Te igitur &c, l'of-
.iervanza di Lutti i privilegi delJjiCjttà» concedendogliene ancora al-
tri
Scultore, ed Architetto! 19
tri chiefti da lei ; Indi con lo fparo delle Artiglierie ,. e fuon di
Trombe , e Tamburri , arrivò a S: Lorenzo , cavalcando fotto il Bal-
dacchino , quale era portato a vicenda da quei Nobili di quel Seggio
ove egli arrivava ; E perchè in quella Chiefa vie il Reggimento del
Governo della Città , così de' Nobili , che del Fopolo , Vi erano su la
piazza della fuddttta due StatMe fopra belìi ffime bafi , l'una rappre-
fentante la Vittoria alata, e coronata di lauro , che aveva nella man
fìniftra una corona di quercia , e nella delira una palma , che parea
voIefTe porgere a O.fare , col motto nella bafe : Spondeo digna tuìs
ingentibus omnia ceptis . L'altra fi a tua era in vefle povera , che ti-
morofa parca voltarli a Celare per afilo , e quella era figurata per l'Ita-
lia , e'1 Tuo motto diceva : Te Duce timor cmtiis ale/i : Nel Seggio di
Montagna vi trovò l'Imperadore due altre ftatue , l'una delle quali era
Atlante , che con gli omeri folleneva il Cielo , fcrittovi : Majora ttta-
ru». pondera laudum , e l'altra era Ercole , coronato dalle fronde di
pioppo, cerne da Virgilio vien deferitto , il quale aveva le colonne
in fp-'lla , ed a pie quello motto : Extra anni foli fque via f . Nel Seg-
gio di Nn'o erano medefimamente due altre ftatue , Marte , e la Fa-
ma ; quello con belhilìma attitudine fpogliato delle fue armi , fattone
wn mucchio Apra lo feudo le prefentava a Carlo con quello motto ;
Man h&c , ni redeas fpoliis Orienti t onujìus , e quella con Tale, tutta
piena di occhi , di bocche , e di lingue , pareva tenendo un corno in
mano , volerfi chiuder la bocca , dicendo il fuo motto : Ni! ultra, qua
iam prngr'diatur bnbtt.
Da Nido s'inc. minino l'Imperadore verfoS. Agoflino , Chitfa del
Reggimento popolare , ove vidde efArvi eretto fopra della Aia baie la
(tatua della Fede , veltita di bian<-he fpoglie , nelle quali teneva afeofa
la man fini lira , additando con la delira a Cefare efler quel luogo il fuo
proprio albtrgo , pei la fedeltà de! fuo Popolo , lo che chiarivano que-
lle paiole feri tre nella fua bafe : H)c mih certa domus tuta tiìc mi hi
Huminis Ara . Arr.vato poi Cario V. alla Se-Ilaria , piazza particolare
del Fopolo , vidde , dove ora e la fontana beiliilìma di Ciò: da Nola,
un Monte al tifiamo , fui quale erano molte gran ftatue portando gran,
m. ili addeflo , e inoltravano di fai ire su l'erta di quel gran mont-r ; e
quelli erari figurati per quei fuperbi Giganti , defcritti dagli antichi fa-
voleggiatori , che pof. r i'un l'opra l'altro li monti Pelia, Olla, ed O im-
po , per far guerra al Cielo , onde ne venner fulminati da Giove, toc-
che vollero imitare quei della piazza del Popolo.,dnpoichè mentre l'im- ^acj,;n «3
peradnre flava attentamente guardando la bellezza di que'gran Coloiìì Maravi-
fcolpiti , ecco comparire un Aquila a volo , che vibrando alcuni raggi glìoùap-
di fuoco figurati per fulmini , accefe un gran fiacco artificiato cosi ben plaudita da
nafcoflo in quel monte , e ne' pran fallì di quelli , che rovinarono con . ■*' ° . •
1 gran moliti addollo , con dilettevole Spettacolo di Celare , cne 1 ap- fucco Arti.
C 2 plaudì, ficiale.
2 o Vita di Gio: Mediano ,
plaudì , e di quanti Io videro ; nel gran monte leggevafi quello motto?
Sic per te fuperis gens inimica ruat .
AI Seggio di Portanova vi era la rtatua di Giano , cke appoggiatoi
ad un baftone con la man delira , flando con ben intefa attitudine, ad-
ditava a Cefare il Tempio , che gli era a Iato , e con la man finiftra
gli ne presentava le chiavi , dicendo il motto: Inmanibus utrumque
tuis: Eravi dall' altro canto il Furore incatenato , Copra un cumulo
d armi , ed in fembianza orribile , avea a pie quello motto : Cui tan-
ta homini fermila Foteflas ? Così a Seggio di Porto v'erano due altre
ftatue , una di Portunno Dio Marino , che aveva in una mano un an-
cora , e nell'altra una bella Conca Marina , col motto a pie ; Hufquatn
«biero , & tutum femper te littore fifiam ; l'altra era la Fortuna , eoa
l'ale tagliate , la quale non pofava, come folito dipingerli , su la palla,
o su la ruota , ma su la bafe , avendo in mano la ruota , circondata da
un ferpente , in atto di porgerla all' Imperadore , ed il motto diceva:
Nec fatis hoc Fortuna putat .
Finalmente pervenuto Carlo V.nella piazza dell'Incoronata, a villa
del Cartel nuovo , gli fo da quello , e da tutti gli altri Cartelli di S.Er-
mo , e deli' Vuovo , da! Torrione del Carmine , e da ogni fortezza ,
come dalle Galee , ed altre Navi, fatto un abondante fcarica di Arti-
glierie , infegno d'allegrezza ; col ribombo di bellici ftromentij Quin-
di fatta la cerimonia darCaftellano D. Ferrando Alarcone Marchete del-
la Valle di preferirgli le chiavi , entro nel Cartello , feguito da tutto
1' accompaonamento f cne ja' no^r; i(torjcj visne appien deferitto , no-
tando noi qui folamente per fine di quefta^fefta gli epigrammi , che /la-
vano fu la p0rta jej mentovato Cartello , 'in due tavole dipinte a colot
di Porfido .
Ad Car. Imp. viBa Africa,
fygem Afia, Europa fi pelli s viBtr , & Uro.
Africa fi terra , fi tibi vi&a mari ejì ,
ìndia , qua non tota priùs , fi previa C&far
J am tibi , cur ijìam fpernis ? ó» i/la tua eli.
Quanz Cafar vix mille rates , vix mille cobortes ,
Quam vix tot luftris , tot domuere Duces:
'Ad te intra menfem Liby<e terragne marique ,
Vi ila , Afa quamvis fé tuerstur ope .
Axis uterque t/tus , tuus eli Occafus , <£» Ortus.
Sic tuus hoc cupiunt , aquora , terra cupit :
Sol cupit exoriens , ne pojì hac Utiùs Qrbem
Cura moritur , quàm eem najcitur irradia,
Qtmndo iibtiit .
Avca
Scultore, ed Architetto.^ 21
AVea alcuni anni innanzi lavorato Giovanni la fiatua della B. Ver-
gine tutta tonda , col Bambino in braccio , a que'della famiglia Gual-
tiera , i quali l'aveano lituato nella loro Gappella , eretta nella Chiefa opere a S.'
di S. Maria delle Grazie , de' PP. Eremitani detti di S. Girolamo, o del Maria delle
B- Pietro da Pifa , preflb le mura della Città . Or confiderando quella Grazie fo-
fcultura due Cittadini nobili , ed onorati , vennero a ragionamento del Pr* ■^f*
valore di Gio: , e di Girolamo Santacroce ; il quale a cagion della fta-
tua di S.Gio:, fatta al Marchefe di Vice , per la fin Gappella in S.Gio:
Gnbonara , e per altre opere eccellentemente condotte , ed ultimamen-
te per le fìat uè e gran Goloffi lavorati in occafion delle dtfcritte fede ,
era venuto in grandiffima fìima , e riputazione ; Ed accadde , che fic-
come virtuofa gara erafi accefa tra quelli infigni Artefici, così parimen-
te forgefle virtuofa difputa fra quelli Amici , a qual de' due il prima
luogo fuiTe dovuto . Per far dunque novella pruova della Virtù di
quefti Maeftri , determinarono di ergere due Gappelle nell' anzidetta
Chjefa , e farvi lavorare due tavole di baffo rilievo , con copiofe figu-
re , una per ciafcheduao da' fuddetti Scultori ; ed in tal modo vedere
quale di elfi fuiTe per riportare il primo vanto j laonde in efecuzione dì
quanto fra di loro avean determinato , il Gentiluomo delia famiglia
Senefcalla , oggi iftinta , commife al Santa Croce la floria di S. Tom-
mafo Appoftolo, che pone il dito nella piaga del Redentore , in prefenza
degli altri Appofloli , la quale fu da Girolamo egregiamente condotta a
perfezione. E l'altro Gentiluomo della cafa Giuftiiiiani , commife a _ . ,.
Giovanni il depofito del Signore , con le Marie , la B. Vergine, S.Gio- Marmi bei-
vanni , Giufeppe , e Nicodemo , con altri affilienti al dolorofo Millero. liflìme, del
Or qui sì , che la gara fece l'ultime pruove dell' arte . Scolpì dunque Merliatio, e
Gio: quella marmorea « e bianca tavola con figure dj più che mezzo ri- ~,eJ Saota_*
C l'OCC ili J '
lievo , ed avendo efprefTo il Cri Ho morto in atto dolorofo , e divoto ^ jvl.-irl.i'tleiiè
efprelìe la Vergine Madre doiorolìlììma,e le Marie piangenti,con sì viva Grazie fac-
efpreffione , che nulla può farfi di meglio ; efprimendo ne' Santi Ami- tea concor^
ci Giufeppe , e Nicodemo pietà, e divozione nel dolorofo Uffizio di lép- "-""za.
pellire il Signore , nel mentre che S. Giovanni fi sforza di confolare la
Vergine femiviva . In fomma non v'è in quella fattura cola che non
defti compaffione, ne compalfione, che non facci maraviglia; vedendoli
efpreffa in quel marmo la tenerezza , e'1 dolore , cofa che partorì al-
lora , e partorirà fempre un divoto ilupore ne5 riguardanti ; ed ambi-
due quitti Arttfiji ebbero , ed averanno laudi immortali per così beli'
opere , fenza decidere a qual de' due fi debba il primato .
Governava in quello tempo il reame di Napoli per lo Imperador
Carlo V. IX Pietro di Toledo., Marchef« di Villafranca , Signore di
gran valore , e configlio , il quale avea molte imprefe condotte a gio*
riofo fine ; ma quella ond' egli riportò non volgar lode fi fu di efière
accorfo in tempo , ed «v«r iubito llacciato Anadeuo Barbarella co'
fuoi
2 2 Vita di Ciò: Marliano >
fuoi feguaci , i quali temerariamente sbarcati a Pozzuolo aveàfìo asfal-
tato que' luoghi ad onta del fuo valore , e della (uà dignità . Quello
Signore adunque volendo di so lafciare una perpetua memoria nell»
Città di Napoli , rifolvè di fabbricare una Chiefa , con uno Spedale
per la nazione Spagnuola i giacché quello fituato preflb la Chiefa dì
La Chiefa &■ Vincenzo riufciva troppo angufto al numero degl' infermi ; che per-
di S.Vincen ciò avendo piena notizia , ed efperienza del fapere di Gio: da Nola pet
xo fu data le belliffime invenzioni » e ftatue fatte nella p^mpofa entrata dell'
P.01 alla "a" Imperadore , diede a lui la cura di condur quella fabbrica , dopo aver
zione e ^ ve^uto , ed approvato i difegni , e'1 modello , col parere ancora degl'
che vi erede intendenti di Architettura. Stabilito adunque il tutto , e fatto il fon-
quella, che do di annui ducati 6300. per la fpefa , fopra il foldo degli Offiiali Na-
oggi fi vede zionali , ed Italiani, oltre alla pia liberalità del Toledo, fi diede
K ; v>l0: principio alla fabbrica , ed eflendofi ottenuto Breve da Paolo Terzo »
e licenza dall' Imperadore , vi fu buttata la prima pietra a gli n. G,u-
Erezioi gno , dell' anno 1 f 40. dall' Arcivefcovo di Capua D. Tommafo Ca-
delia Chie. racciolo , il quale era in quel tempo Cappeìlan Maggiore . Indi alfi-
fadiS.Gia. ftendovi i Deputati , e Governadori , creati per dirigete così allora la
comò de'^ fabbrica , come poi la Chiefa , ed aflìftendovi fpefTe volte lo fteflb Vi*
^pagnuoli. Cer^ jn per(~ona f fu alla perfine compiuta nel 15-48., come fi ha dagl"
Linimenti rogati per varj contratti, che dovettero farfi per la fuddttta
fabbrica ; E fu la Chiefa dedicata a S. Giacomo Appoftolo , e confegra-
ta con molta Solennità nel 1 f49- , a gran contento della nazione Spa-
gnuola , de5 Napoletani , e di tutti quei che )a videro ; efieado una
delle meglio incefe , e più magnifiche Chiefe che facciano ornamento
alla noftra Città ; avendola architettata Gio; con le ottime regole de*
Greci , e Romani antichi maefiri , e bandite all' intutto le fecchezze
della Gotica Architettura, per la qual cofa moltissime laudi da ogni ce-
to di perfone gli furon date . Il Viceré D. Pietro oltre modo foddisfatto»
così della di lui perizia , come de' buoni coftumi , e civili maniere ,
che lo adornavano , prefe ad amarlo , td accarezzarlo , e (peflb con-
futava fece gli abbonimenti della Città ; Laonde Giovanni , che pen-
fitri avea nobili , e g nerofi di amplificare , ed ornare le ftrade , gl'in-
finuò di formar quella firada , che o°?i da quel Signore , Toledo voi-
ddla iìiadj garmente viene appellata , e cne dalla Porta Reale mena diritto al Real
Tol tdo. Palagio . Amico il Viceré di gloria , fi attenne al faggio configlio , e fi
applico daddovero a quella opera , da cui m renduto immortale il fuo
nome . Furono adunque abbattuti vari edifìci , per fare diritta al pof-
fibile , ed ampia la ilrada , ed aitri fontuofi per tutta la bella lunghez-
za da' due lati furono eretti , che meritar fecero ugualmente al Viceré,
ed a Gio: da Nola infiniti ppplaufi , e benedizioni . E benché da princi-
pio altamente alcuni Cittadini fi lagnaifero , vedendo diroccare le loro
antiche abitazioni ; ad ogni modo fi accorfero in brieve tempo , che col
pub-
Scultore, ed Architetto." lj
pubblico Comodo ricevea àncora il loro privato utile un notabile ac-
cref'imento , dapoichè al doppio fi appigionarono le cale fopra si bella,
e fpaziofa firada ; Oltre che Gio: G adoperò in modo , che dal Pubbli»
co fieflb fu/Ter colloro in gran parte compenf ti del danno .
Fece ancora Giovanni nella punta del Molo ima bellissima fonta- Fontirìti»
na , ove quattro ftatue ei f<ice , ch^ i quattro maggiori fiumi del mon- concitatile
do rapprefmtavano ; ma invaphitofene poi il Viceré D. Pietro Antonio o«»fflme »
d'Aragona , le tolfe via , come ancora 13 bella ftatua della Venere già- te jette •
cente fatta dal medefimo Gio: per un altra lontana fu l'angolo della del molo,
controfearpa del Cartel nuovo , e con altre intigni fiatile mandolle in
ifpagna per fervis di ornamento a' fuoi Giardini ; e così Napoli rimafe
priva d'opere, che nel veropoteino flare a petto di quelle de'più famo-
fi Artefici , e he dopo gli antichi Greci aveflero operato fcalpeilo. Si fer-
ba ancora in Napoli memoria delle quattro ftatue del molo , che fono
anche pallate in proverbio , per motteggiar coloro che in qualche poli-
tura fi fermano al numero di quattro .
Ma una delle più belle fabbriche a mio credere , che Gio: facefle, Fabbricai
fu quella de' Reggi Tribunali » perciocché volendo il nominato Viceré J?' Regg;
D. Pietro unire in un luogo medefimo , per comodo de' litiganti , de- "0j""* *
gli Avocati , e de' Miniftri tutte le Curie , che prima eran divife , fé- difpofta 'da
ce con penfiero veramente magnanimo , e prudente , gittare a terra Gio:daNo-:
parte del Cartello di Capuana , e fabbricarvi giuda il difegno fattone la.
da Gio: , que' comodi, che ora con ammirazione di tutti fi veggono.
Imperciocché il Sacro Gonfiglio di S. Chiara , la Reggia Camera della
Summaria , la Gran Corte della Vicaria, ed altri minori Tribunali ,
vi hanno ciafeuno diftinti Saloni , capaci così de' Curiali fubalterni ,
come di una gran folla di Avvocati , Procuratori , e Clienti , ed altre
ftanze, dove i Configliene Prefidenti, i Giudici feggono ad afcoltar le di-
cerie degli Avvocati , ed a render giufiizia ; le quali ftanze fi chiaman
ruote , perché i Reggj Miniftri ivi feggono in giro.
Intanto che quelle cofe fi facevano , lavorò Giovanni la Statua
del S. Pietro p.r lo Marchefe di Vico Cola Antonio Caracciolo, col
quale nell'anno 1 J47. fecero accordo per altre Statue Giovanni Dome-
nico d'Auria , ed Annibale Caccavelle come apparifee dallo Sgomen-
to rogato per mano del Notar Cirio di Mari j come ancora fece accor-
do il Marchefe con Pietro della Piata Scultore Spagnuolo , che aveva
fatto la Tavola dell'Altare , acciocché gli altri ornamenti, e ftatua re-
calle a compimento , dappoiché alcuni anni innanzi era morto Giro-
lamo Santacroce , che l'opera della fuddetta Cappella circolare , in S. Cappella
Gio: Carbonara , tutta ili lavorati marmi aveva prtfo a compire . Ma^e ,.a',c.f!e"
1 1 • r r 1 1 11 ■• . k di Vico
troppo lunga , e malagevole imprela lartbbe quella di tutte partita—,, $_ qj0.
mente narrare le opere , che fece Giovanni nel lungo corfo della lua Carbonara.
Vita ; per la qual cofa alcune tacendens > che in privati luoghi fi tro-
vano,
24 Vita di Gio: Marliano,
ìpano , baderà di accennare quelle , che sudi alcuni Altarettì della
Regal Chiefa della SS. Nunziata fi veggono di fua mano , tra le quali
«leefi il primo luogo a quella che fu l'ultima , cioè al S. Girolamo , la-
vorato con tutto lo ftudio , ed intelligenza dell' arte • Ed egual laude
convieni! alla tavola di ballo rilievo con la B. Vergine delle Grazie , ej
con l'anime del Purgatorio , cha (la nella Ghiefa di S. Agnello Abate ,
nella Cappella della Fam;glia Rapuana già fpenta , come amhe neWft'
fteffa Chiefa il Sepolcro di Paolo Giovanni Puderico preffo il maggio*
Aitare ; Così dire-m di vantappjo , che nella Ghiefa di S. Pietro ad Ara
vi è la tavola di baffo rilievo limile alla fopra narrata di S. Agnello , e
vi è ancora la Statua del S. Michtle Arcangelo . Nella Chiefa già da noi
mentovata di S. Maria delle Grazie , vedefi a deftr3 nell' entiare la
Porta maggiore , la Sepoltura di uno della famiglia Puderica , ove fo-
no due belle Virtù piangenti , che non ponno farfi migliori da chi cha
fia i tìntole fi riguarda la efpreffione , quanto la tenerezza , talché più
tolto morbide carni , che marmi fcolpiti fembrano a' riguardanti . Pa«
rimentc affai morbida è la Statua di S. Dorotea , che i Canonici di S.
Agnello fecero da lui fcolpire , per effer grati alla memoria di Dorotea
Malatefta , la (male morendo nel i f 34. lafciò molte monete d'oro alla
loro Chiefa : E narrafi , che diffidandoli ella de' fuoi parenti , e volen-
do beffarfi della loro avidità , inviò a" Canonici alcune caffè , quafi fof.
fero piene di Lino filato , e che un di qutftì curiofo di vedere ciò cha
entro vi era,poichè tanto pefava , trovò che vi era involta molta quan-
tità di monete di oro : Perciò lieti i Religiofi determinarono di dedica-
re , come fecero , una Cappella a S. Dorotea , con Statua di marmo ,
in memoria del di lei nome; fcrivendovi ; Memeres benefica .
Ma qual condegna laude daraffi mai alla celebre Sepoltura del no-
minato Viceré D. Pietro ? Aveva quefto Signore , ricordevole della ca-
ducità della Vita , ordinato a Gio: che gli faaff. una magnifica Tom-
Si poltrirà ^a * L'ideò qnefti tutta ifolata , difegnsndovi all'intorno i più egregi
tììD. pieno fatti del Viceré in baffo rilievo , che veramente furon (colpiti con iftu-
ci Toleuo. dio , e diligenza inficila , veggendovifi dpreffe a maraviglia varie
battaglie fuccedute fotto il di lui comando , ed altre azioni eroiche del-
io fteffo Signore ; Qnefti vedefi inginocchione ritratto al vivo , e gra«r-
de quanto il naturale , con la fua moglie allato umilmente naturai, fil-
ma , ed inginocchione fopra guanciali , ed hann • innanti Tingi noi chia-
tojo ; ma le belle Statue che mer tano maggior laude , fon quelle fitua<|
te ne' quattro cantoni di quefta Sepoltura , le quali rapprefentano la
Caiiità , la purità , e 1' Umiltà , e la Prudenza . Elle fono in piedi fo-
pra i loro piedeftalli , tutte e quattro in atto phngentT , con sì viva
efpreffione , che il loro finto rifveglia ne' riguardanti un vero dolore .
Vi fi ammira ancora una perfezione inimitabile di difegno, e una mor-
bidezza così paftofa , ed una tale rotondità , che non fembrano già di
marmo, ma carnagione viva » e vera ( e maffimamente ne 'piedi , e
Scultore , ed Architetto. 2 s
nelle mani , che non così di facile fi riducono a tal fegno di perfezione
in pittura , come in fcoltura .
E qui non pofib a meno di non maravigliarmi alquanto del Vafa-
ri , dapoichè lodando egli Girolamo Santacroce , e meritamente , per
buono, ed egregio Scultore, dice poi di quella fepoltura : che ella è
condotta con malta pratica , ma non con troppo buon tlifegno . La do-
ve da tutti gli altri virtuofiUìmi profelfori del difegno ella è Hata cele-
brata per ammirabile in tutto , ma fpecialmente nel difegno ; per la
qual cofa chiaramente fi feorge il livore , che il Vafari confervò verfo
Giovanni da Nola , per aver quelli tenuto le parti di Gic: Filippo Cri-
fcuolo da lui fprezzato , ed aver difefocosì il morto Andrea da Saler-9'°:fu d'"
no , come alcun altro pittor vivente , contro la tanto pretefa , e con jj" °^c ^.j
gelofa cura odentata autorità di tifo Vafari . E quindi ancora fi feorge, Napolitani,
qual f: fufle la cagione , per la quale egli di Gìo: da Nola parlarle nel
fuo famofo libro , e degli altri menzione alcuna non factlTe , qu fi che
indegni fuffero di eflere mentovati . Appunto p'rchè 1' opere di Gio-
vanni gli aveano ormai acquiftato grido immortale ei volle farne
menzione a folo oggetto di memorar quello nome , facendolo apparire
difettofo nel difegno , eh' è la parte principale delle noftre Arti ; anzi
il vivo fonte onde forgono tutte 1" altre quJità , che fon richiede alla
noflra profeffione . Ma viva la verità che fé ben tarda pur giunge alla
fine a dar le dovute laudi alla virtù.
Quella fepoltura del Viceré D. Pietro di Toledo , vedefi nel coro
della già fcritta Chiefa di S. Giacomo degli Spagnuoli ; perciocché ef-
fendo D. Pietro morto a Firenze nel iff?. nel paflar ch'ei faceva
all'Imprefa di Siena, fecondo il comandamento dell' Imperador Car-
lo V. , fu il fuo Cadavere per ordine di D. Garzia fuo figliuolo trafpor-
tato in Napoli , e collocato nel mentovato fepolcro , lenza mandarlo
più in Ifpagna , com'era fiata la intenzion del Padre , e così rimafe in
Napoli la fepoltura lavorata da Giovanni da Nola.
Se fu bella la Tomba del Toledo , belliffima , e di eterna laude Sepoltura
degna fu quella del fanciullo Andrea Bonifacio , fituata vicino la Sa- bellÌliìiTiadì
greftia di S.Severino . Opera certamente , che può Ilare appetto di qual- f^11 ' pen"
fi voglia degli antichi maeflri ; intorno alla quale prefe un grandlffimo "Abbaglio
abbaglio lo Engenio , fcrivendo , effere di Pietro della Prata , o Piata : dell' Enge-
dapoichè , oltre il teflimonio di Gio: Angelo Crife uolo , che qual con- nIo> e dì al~
temporaneo di Giovanni ne ferine le veraci notizie , la intelligenza 5" Scrittorj
ftefTa de' Profeffon balla a ravvifare nelle due (epolture , che fono in SepoTcura
quello fito la diverfità dello Olile , e quanto quella, che falf .mente vien la quale è
defentta per opera di Giovanni fia difettofa nel difep.no nel componi, i' un difeeV
mento , e fopratutto nella Idea affai balTa , e quanto le fifonomie, e pli Pol° ^iGi°:
andari de'pann. fiano da quelle pur tropo conofeiute del Mexliano.Anzi „L arido
TOMO IL D e„ii a
2 6 Vita di Gio: Marliano ,
egli è chiaro eflère di Giovanni di Nola , che fu fcolaro , ma debole
del noftro egregio Giovanni . Or palliamo alla defcrizione della Tom-
ba dJ Bonifacio , che per ultimo vanto di cosi chiaro Artefice abbia-
mo riferbata , e vedremo in effa quanto pofTa far di bello , di capriccio-
fo , e nobile un ben fondato , ed intelligente Maedro .
Defcrizione E' fituato il frpolcro fopra due piladretti, in ciafchedun de'quali
delSepokroè fcolpita di baffo rilievo una figura rapprefentante un puttino , che
di Andrea ciens ja fpentn face : da' lati di quelli pi ladri fcendono dui {peroni in
«QnUdcio. forma jjj Delfini , le di cui tede poiana fui primo fodo ; e in quedo
fodo vi è egregiamente fcolpito un baffo rilievo di figure pìccioie, che
xapprefentano la dolorofa depofizione del corpo del Salvatore , con sì
Viva , eroica , maeftola , nobile , fevera , e tragica efprelfione , e si
corrette di difegno , e ben compode infieme , che più tolto ie direde
dipint. dal divin Polidoro , che frolpite in marmo da do: Meritano .
Quello fodo ove quello baffo rilievo è (colpito , pofa fopra un piede-
flallo , che termina- col piano il finimento di elfo , ove la lapide fepol-
crale col fuo elogio è fcolpita . Nel mezzo de' due pilaftri già detti , in
un piano fodo è fcolpita la St.tua tondi del S.Appoilolo Andrea . So-
pra il piano orizontale , che divide quelli fodo dall'Urna , pofano due
quali arpioni , che appoggianfi fulia fommità de' già detti Delfini , e
fervono di fodegno a una bellissima Conca , che ricca di bei lavori di
fogliami, e felloni , fa meda pompa all'edipeo Signore, che in se
racchiude ; Entro la conca col più bel capriccio , che giammai f. offa
cader nell'idea di Artefice giudiziofo,li vede giacer di marmo il difonto
fanciullo: poiché il coverchio ha 1' eccellente Artefice finto , che al-
cuni putti piangenti lo fodengano a qualche altezza lofpefo , per mo-
flrare agli Spettatori la cagion del loro pianto , e perciò additano , con
azioni dolorofe , e volto pieno di lagrime , il morto belliffimo fanciul-
lo ; ed in vero non pub efpnmerfi con atto più vivo maggior pianto ,
maggior dolore , ne maggior tenerezza di quella , che elfi modrano j
Maravigliofifsima è la figura dell'eftinto fanciullo , nella idea del cui
volto diredi efférfi affaticato il JiVin Rafaello , tanto alle di lui fovra-
umane fifonomie raffomigìialìje tanto egli è tenero non folamente nel
bel volto , ma nelle morbide chiome , e padofe mani , e ne' piedi ,
e nelle ripiegature delle nobili , e foctili veftimenta . Infomma egli è
degno dell'Elogio , che a lui già fece Giacomo Sannazaro , che fi legge
nella Tomba , del tenor fe?uente :
elogio del jiate putrii f Matrici Amor , & fuprema vohftaì
S*nna«r ° • £„ && , ?w<e miìs u Jare f0rs vetuit .
Bujla , E he» , trifiefei n'.tat tlamus , invida quando
fltort immaturo funere tt rafuit .
Scultore, ed Architetto. 27
Aniìredt, Filio dulcìfs. qui vixit an. Vi.
Menfibus li. Diebus XIX. Hur. IV.
Rcbertus Bowfacius , ér Lucrala Cicara
Varentes ob raram indohm .
Era ormai Giovanni giunto all' ultima fin vecchiezza , quando
avendo proccnrato con ogni storzo a Gio: Domenico fuo Discepolo fa-
vorito , i lavori di marmo, che la fontana del Borgo di S. Lucia, detta
a mare , adornar doveano ; ebbe a lavorarvi di (uà mano que' biffi ri-
lievi 1 che vi li veggono , fecondo che egli promellb avea j attefochè
coloro , che per le di lui perfuafioni , ed autorità , 1' opera a quello
commifero , per tal prometta vi acconfentirono , e per quella che egli
ancor fece di afiìfttre di perfona al lavoro delle Statue, e deoli altri or-
namenti , che e mpor doveano la bella fonte . E in vero è cofa mira,
vigliofa il vedere con quanta diligenza , e perfezion di difegno fian fi»
niti quei baffi rilievi , che rappr^fentano Tritoni , e Ninfe marine » e
Nettuno con Anfitrite nel carro , ed una riffa di altri Dei marini , pef
una N.nfa rapita da un di loro , le quali favole non ponno efTer meglio
fpiegate da qudunque ottimo fcaljello » Anzi che le due belle Status
nude , the fervono di pilieri , fon tenute per cofa onravigliofa da
chiunque le mira , le quali vi è tradizione , che le fcolpilTe fegretamen-
te lo fteiTo Giovanni,per far che ne acquiftafle il vanto il fuo caro Do-
menico ; ma che (ìano fut , o pur da lui ritoccate , o che fiano opere
dell'Auria , egli è certo , che i Virtuofi intendenti ne fanno tal conto,
quanto fi fartbbono fé fuflero opere del Buonarruoti . Ne quella ten-
gali per una efagerazione , poiché non v'e foreltiero intendente del di-
fegno , che quefta Fonte non cerchi di vedere ; ed ultimamente , cioè
nell'anno 17 14. venendo per veder Napoli Gamillo Rufconi , Scultore
famofiffimo in Roma , nel veder quelle Statue , con quei perfetti baili
rilievi , ebbe a dire a Giufeppe Chiari , f imofo difeepoio di Carlo Ma-
ratta , il quale era venuto in fua compagnia da Roma , elTer queft'ope-
re degniffìme di (lare in Roma , a fronte anche di quelle del Buonar-
ruoti . Per ultimo fappiamo , che volendo il nominato D. Pietro Anto-
nio di Aragona far togliere ancora quelle Statue , e baffi rilievi , come
cofe perfittilfime, e farvi fcolpire le copie , per compimento della Fon-
tana , volendo mandarli con altre Statue in Ifpagna , fi follevò in ma-
niera il Popolo di S. Lucia , che bifognò per acchetarli , che il Viceré
facefle proirufla di mai più penfarvi , tanta era la (lima che que' Lu-
ciani facean di quelle fculture ; e quello badi per gloria di Gio: da No-
la . Mi fi permetta folamente di aggiungere ciò che in ilcrittura ne la»
feiarono , prima il Notaio Pittore , e pofeia il Cavalier Mafsimo san-
zioni rinomato Pittore , che ne formò una picciola Vita .
Da Dm
28 Vita di Gio:Merliano
Gio: Agno- Da quefìo Agnolo fi dice , che efiendo figliuolo comincio la /cuoia
lo CrUcuolo Giovanni da No/a , che poi fu quell' Eccellente Scultore eh' è flato-, do-
f" "u ai.c'0l've £be lo prefato Meffer Marco ne fa grandijjìma Jìima , dicendo , che
Proiefioii fi fH^ paragonare a tutti li eccellenti Maejiri di fcoltura ; dove che
deldil'e°ao,/'r"w'7 Giovanni fu imparato a /colpire in Ugno , e poi fatto animojo
fcolp} in marmo , ed ebbe a fuo tewzpo per concorrente Girolamo San-
tacroce , che anche fu bravo Scultore , e tanto , che fé d: ce da alcu-
ni ■> che lui fu piùfamofo ; ma lo prefato Marco dice , che tutti dui
fono eccellenti , ma è primo mae/fro Giovanni detto i benché veramen-
te Santacroce mori affai giovane nel 1^5 8- in circa, dove che Giovan-
ni campò ajjai vecch'o fino ali" anno 81 , e in quejìi anni ptjjari , cioè
nel princip 0 del <}<).fi è ripofito con Dio di tante belle fat.che ; dove
che fi vedono le opere f ne a S. Giovanni Alaggi ore , a S. Domenico , a S.
4 S. Maria la H-va , a S. Chiara , all' Incurabili , a S. Maria delle
Grazie , a S. Aniello , a S. Lorenzo , alla Nunziata , e a tante altre
Chieft , che fi e uno f cono per la bontà : Ma a mio parere , &• a parere di
M Jjer Marco , le più beli' opere di lui fono la fipoltura di D. dietro di
Toledo a S. Giacomo della nazone Spagnuola t e li fé poteri di S. Severi-
no , dove la meglio è quella dell'i tutti piangenti , e le Statue con la
Madonna a Monte Oliveto , e in S. Maria delle Grazie vi fono le più
belle fc tilt ure , dove lo baffo rilievo delta depofuione d, Croce di N. S. è
cofa de maraviglia : e de Jfare con le fc uh ure antiche , e quando n:urì
lafciò una Pietà imperfetta , che fu finita da Domenico fuo D.'jccpolo »
lo quale da lui , più di tutti fu avaro , e /' aveva agiutato A far l'ope-
ra per paffarlo avante ; come oggi lavora con molto vanto -, come anco-
ra lavorano il Caccaviello , e D. Perito Parada , fati juoi difcpoli , e
anco concorrenti « benché lo Parada ci jìiede affai figL itolo , e poco an-
che ci Jiiede , perchè Giovanni morì , e fu ammaelìrato da Domenico
detto .
Marco da Siena nel difeorfo , che fa a' Proflflbri del difegno , che
nel primo tomo di quefte Vite, leardi parlando di Agnolo AnieiJo Fiore,
così del noftro Giovanni foggiungf. Lafciando Gioida Nola privo delfua
caro maeftro , affai giovanetto , il quale dopo prendendo in grado i confi-
gli di Andi ea Sabatino ,fce qua' Jiudj in Bjma , che poi Vomo fingo-
lariffimo neJP arte lo ha renduto, come di lui a fuo luogo , con fua lau-
de diremo
Siegue ora lo fcritto accennato del Cavalier Maffimo Stanzionl ,'
VI-
Scultore, ed Architetto. 29
VITA DI GIOVANNI DA NOLA.
S*l dice , che Giovanni da Nola , di cognome Merliano fia fiato di [ce- Abbaglio
► polo di Benedetto da Majano , ma effe n do figliuolo-, io dico ancora , grande in_»
che non v è certezza di tal cofa per il computo d gli anni in che fiori- ^"'o duce-
rono , ma bensì , che Giovanni fentì la faina de Ili due f amo fi Scultoria' ° z~
Buonarota , e Bandinelli , e andò da loro per vedere , e Jìudiare da lia-lQn je>
c/»/ em meglio ; Aw r£? /» {{orna aveva per primo penfiero di fiudia- tempi.
re lifamoji bojfi rilievi antichi , 5 quelle fiat ne , f /><?_/? ""/imo /wo /r/-
ma trovate tanto perfette . Ma vedendo l'opere, ed il gran fapere del
Buonarota , c«rc3 <//' flud.are da lui ', Ma perchè qtte/t' Uomo quanto
era virtftofo tanto eraforfio * e folitario > non voleva discepoli i dovs
così vedendo Giovanni ebbe amicizia col Bandinelli , e fi dice , che
fu l:ò Ja lui J ma a me pare , che ftudiò fopra V opere del Buonarota ,
e più /opra C opere anti he ; conche tornato a Napoli fu Uomo Ecctl-
lentijfimo n'il' arte ftia quanto ejfi i facendo opere perfettijjìme j dove
che le j;atue a Monte OLveto , quelle della Madonna delle Grazie a S.
Aniello , ed al fudetto S. Aniello , e [opra tutto la Sepoltura di D. Pie-
tro di Tohdo , a S. Giacomo delti Spagnuoli , ajjai perfetta , con lo
Sepolcro alla Sagri Iti a di S. Severino ? ove ci fono li Putti che piango-
no , fono tutti dì tanta bontà « e perfezione , che papno opere antiche»
emende ancora /e fue tavole di Altare molto belle , fi Come è eccellente
quella in detta Madonna delle Grazie del depofito di Criflo dalla Croce.
Quefiofiimofo Scultore f ce p; ima J'uoi lavori in legno , eh} feconda
me j aveva imparato da un Scolaro del fudetto Majano a fare in le-
gno , e poi fece in Marmo , Come il tutto fi vede ; ejjendo le fue pri-
me fcoltur e di l-gno quelle dilla Sagri Hi a della Nunziata , a S. Crf pi-
no e Cri/pi ni ano , e di marmo la Stpvltura di Gin: d' Uria a S. Giaco-
mo detto . Campò Gio: più di 80. anni in circa , e poi fé ne morì cir-
ca il 1 yóo., e fiegue la nota de' luoi difcepoli ; Indi in altro luogo fa-
cendo una nota dells fabbriche erette da Giovanni , cesi di quelle ft
menzione : fabbriche fatte da Gio: da Nola: A S. Gio: e Paolo , a S.
Andrea , a S. Giorgio delti Gtnovtfi , coW era prima : A S. Giacomo
delli Spagnuoli . Il l 'alazzo del Duca della Torre , e quel di Cafole , e
la Cafa di Bernardino Rjita , ec.
Fu Giovanni di cognome Mariliano , come appare dall'accenna-
to finimento di Notar Cirio di Mari i chs oggi fi conferva dal Notajo
Giufeppe Fino di Napoli ; mn che gli fu poi in proc fio di tempo alte»
rato alquanto il cafato , e con ciò venne comunemente Merliano co-
gnominato da tutti coloro , -che dì lui fecero menzione ; laonde noi a
queito
3 0 Vita di Gio: Marliano
qiK [lo cognome ci finirò attenuti nello fcriver di lui : anche perchè
ragion vuole , che di quel cognome fi faccia ufo , che già per invec-
chiata ufanza ha chiaro renduto un Artefice , tuttoché il di lui vero , e
proprio non fia : E' troppa affettata feccaggine io foglio chiamare quel-
Difefa del 'a ^' a'cuni Scrittori , che gli errori de' nomi , o li cognomi di alcuni.
Vaiati, ri- Per lungo ufo corrotti cercano di ammendare : Quindi il Vafari con
convenuto favio avvifo fcriffe ad Andrea il cognome di Orgagna , perche l'antico
nel cogno- uf0 con cuj quell'Artefice era chiamato da' Popoli volle feguire, fapen-
me dt Oi- (j0 fQ^-e ^fìZì ^ene ^ c^e QrCanna ? e non Orgagna fu il cognome di
lìaldinuccì quello . Ma torniamo a G.ovann/ , il quale e/Tendo pervtnuto agli an-
Morce dì ni difuavita 81. incirca , ed avendo in una lapide abbozzata una
Gio:da No- Pietà , che nella Chiefa di S.Severino collocar fi dovea, venne a morte,
la# lafciando l'opera imperfetta nel i f J9. fecondo che fcrive il Crlfcuolo,
che fu fno contemporaneo ; Sicché erra di poco il Vafari nel dirlo
morto l'anni avanti i Ma l'error grave far.bbe nell'età , dicendo egli,
del vàia'*! L^e Giovanni niorì di anni fettanta ; e pure in quefto refta fcufato ,
fculaco clr- come che forfè ingannato dallo averlo veduto di buona compleffione,
a l' tra di e molto robufto , ed applicato tuttavia alle fatiche , onde credè in lui
Cìio/anni . minore età di quella che veramente portava .
Molte opere fece Giovanni per varie parti del Regno , ed anche
alcuna ne mando in Roma ; ma per onorare la fua Patria Nola , ei fcol-
pì per la maggior Chiefa un Pulpito di baffo rilievo , che è cofa di ma-
raviglia .
Ebbe Giovanni molti Difcepoli , così nella Scoltura , come nel-
l'Architettura , ed infegnolli tutti con carità , ed amore della Profef-
fione ; laonde ufcirono dalla fua fcuola uomini eccellentilfimi nell'una,
e nell'altra facoltà j annoverandoli fra gli Architetti il Franco , e Fer-
dinando Manlio , e fra gli Scultori Valenr'uomini fi contano in primo
Quello Pie- ]uor.0 Domenico d'Auria , Annibale Caccavello , Pietro Parata , oltre
diverfo da a mo^'f^1™ mediocri , come per ragion di efempio fu un tal Nicola
Pietro della Napolitano, il quale effendo a fcuola del vecchio Gio: Antonio d'Ama-
Prata Spa- to per apparare Pittura , fi fentiva d.l genio tirare p.ù alla Scultura }
gnifolo, co. e fp£ff0 vedendo le belle Statue di Giovanni , come incantato fi rima-
rne e iaia-neva; psr la qual cofa fu dal Maeftro medefimo confipliato ad appli-
mente 1ST3 x * " ir
m nifeftato car'' a"a Scoltura , e raccormndato a Giovanni da Nola ; e mafsima-
con la vita mente vedendo che nella pittura poco , o ni un profitto ei faceva. Mor«
di quella, to poi Giovanni fi perfezione» con Domenico d'Auria , e fece varie
opere di Snatura , come che fi dica effer di coflui le Sepo'ture , che fo-
no ne' pilaftri laterali all'Altare di S. Giacomo della M,\rca , nel Cap-
pellone erettogli dal Gian Capitano . Credono akuriperò, che que-
lle due Sepolture lìan lavorate più tofeo da Pietro Panda , per lo ilile
uniforme a* Putti della Sepoltura di Gio; Battjfta Cicara in S.Severino .
Eli*
Scultore; ed Architetto. 31
Elle fon famofe per l'odi , che racchiudono de' due famouffi ni Cipi-
tani ; dico di Odetto Fufio Lotrecco , e di Pietro Navarro ; Morti en-
trambi nel 1 $2%. infelicemente * ma con diverfa fme , perche il Ni-
varrò nella prigione fu foffocato , ed il Lotrecco nella bellini ma , ed
amena pianura del Real Poggio , fu attoflìcato dall' inclem.nza dell'
aere peftilenziale in un col fìoritiflìmo campo de' iuoi Francefi . Per la
qual cofa volendo un tanto danno pietofamente riftorare Ferdinando di
Cordova , Duca di Seda , e Nipote del gran Capitano , ere/Te loro i
due fuperbi Sepolcri già dati , celebri fé non per l'Artefice , che gli
fcolpì , almeno per h pjrfonaggi a' quali furono eretti : E tanto bafti
di Giovanni di Nicola , tutto che molti opere egli fa e effe .
Degli altri Difcepoli di Giovnni farem parola a lor luogo , fen-
za tralafciare Pietro della Prata , quantunque di Nazione Spagnuo'o ,
acciocché gli fi rende quell'onore , di cui gli fu fcortefe il Vafari » ac-
cennandolo folamente per un Scultore Spagnuolo , fenza dire , ch'egli
fofle valentumo . Finalmente acciocché nulla per noi lì taccia di Gio-
vanni da Nola , diremo ch'egli fu uomo fincero , e da bene , ed amb
folamente gli uomini virtuoli * puntuali , e di verità ; come altresì
fa molto gelofo della fui ftima , e di quella de' fuoi amici , e compa-
trioti , come b n lo diede a divedere , allor.he per difendere l'onor
del morto Andrea da Salerno, e quello de' dlui viventi D./cepoii ,
come anohedi G,o: Brnardo Luna , venne in olio al Vafari , il qua-
le , com'è detto di fopra , efaltc» con l'immortal fua penna p.ù l'opere
di Girolamo Santa Cro-e , che quelle di Giovanni ; Contuttocib egli
non poti fare a meno , dopo di averlo tacciato di po^o buon difegno >
di ricoprire alquanto la fua malignità contra un Uomo di chiar:> fama»
di fcrivere di lui quel che iìegue .
A ce/ìui fece lavorare D. Pietro di Toledo , Marche fé di Villa'
franca, ed allora Viceré di Napoli, una fepoltura perse, e per la
fua donna, nella qua /' opera fece Ciò: un infinità di flerie , delle
Vitto> ie ottenute da quel Signore contra Turchi , con molte Statue ,
che fono in quell'opera tutta (folata , e condotta con molta diligenza .
Doveva quejìo Sepolcro effer portato in Spagna , ma nun avendo cdf.it- , . *% .
to mentre v;jfe quel Signore , fi rima fé in Napoli . M.rì Covarmi à' cjrca r £cà
anni fettanta , e fu fot t errato in Napoli , l'anno IJ58. Errore di >.uiiliGio.
abbiam di fopra fatro parola .
In vero tutta la fua freddezza , d'opinione , che fi ha di lui , non ploda No-
na potuto menomare l'altìfiìmo concetto m cui G.o: è flato tenuto da'^ vari Va-
moderni eccellenti Maeflri della Pittura ; come dal Cavalier Mallìmo, lentuomini .
che tanto onore gU rende ne' fuoi fcritti ; Fu lodato da Ginfeppe di
Ribera , da Gi .: B^ttiftcllo Caracciolo , da Andrea Vaccaro , da Anici-
Io Falcone i E Salvador Rofa fu veduto più volte disegnare i di lui
baljn
3 2 Vita di Gio: Merliano &c.
badi rilievi , e lodar tutte l'opere Tue ; ed ultimamente il ni ftro Luca
F T 2Cior^l0rc^ano ' tornat° c'ie m da Spagna , fi fermò, un pezzo nel Coro di
dano dopc-S. Giacomo a riguardare la Sepoltura del Toledo , e dopo averla lungo
lue lodi, di- fpazio confukrata rivoltolili a' fuoi , e dille j E pure non vi fono Scrit-
IVgnò unx—' tori in quefa n'jfìra Patria ■, che deferivano i vanti , ed il valore di
jiu figura . tanti fjgftri grand'Uomini : Vedete qu) che grand' Uomo è quejìo Gio-
vi» da Nola , che a me pare ugual» a' più gran S tatuar j , che mai fi ano
flati . Indi di nuovo guardando intorno il Sepolcro fi (chizzò a penna
la figura dilicatiffima della caftità , ed andò via , fempre lodando que-
ll'opera , e l'altre più belle fcolpite da Giovanni, e da altri noftri Seul»
tori. Il Cavalier Baglioni Scrittore chiariamo delle Vite de' Pittori
dal tempo di Gregorio XIII. infino ad Urbano Vili. , deferivendo la
Nobiltà di Pirro Ligono , parla della Cappella di tal famiglia eretta in
Monte Oiveto , e dice quelle parole : E nella Cbiefa de' Monaci Oli-
vetanì ha la fua Cappella , ove è la Madonna , ed altre Statue di ri-
lievo di marmo , da Gio: da Nola raramente fcolpite .
Fu Giovanni molto timorato di Dio , e feguentemente molto ca-
ritativo verfo de' poveri , ed ajutò anche altri Artefici della fua profef-
fione , acciocché le loro famiglie foftentafTero , facendo loro difegni ,
modelli , e bozze , e fovente affiftendoli di perfona , e mallìmamente
allorché fatto vecchio aveva per diletto andare a veder l'opere altrui ,
e quelle, occorrendo,correggere anche di fua mano,e maffimamente de'
fuoi Difcepoli ; perchè oltre delle fontane, che col di lui nome effì
prendevano a lavorare , come quella della Sellarla, e della SS. Nunzia-
ta , che con fuoi difegni furon condotte , aitò a lavorare di fua mano
a Giovanni di Nicola fuo D/fcepolo , la Sepoltura di Federico Uries ,
Bailo di S. Eufemia , che fu mefìa in S.Giacomo degli bpagnucli , nella
Cappella oggi del SS. Sacramento allato l'Aitar Maggiore : ben ciò co-
nofeendofi , non fol da belli Trofei , ma eziandio dalla mezza Statua
della B. Vergine , che tiene jl Bambino in feno ; anzi gli ritoccò di
fua mano opere molte , amandolo per la fua dsbbenaggine: E quindi
è , che alcuni poco pratichi prendono molti abbagli , dapoichè attri-
buifoono a Merliano l'opere di quelto Giovanni fuo Difcepolo , fenza
conofeere le mancanze , che vi fono , ne difcernere le perfezioni delle
vere opere del Maeftro ; le quali faranno ch'egli eternamente viva nel*
la memoria ritgii Uomini » ch'è il dolce premio de' Virtuofi.
Fine dilla Fifa di Gio: da Nola .
VITA
V IT A %
D I
ANDREA SABBATINO
DETTO
ANDREA DA SALERNO
Pittore , ed Architetto .
E Gli non v'ha alcun clubio , che gran difavventura poffa nomi-
narfi quella di alcuni Artefici egregj , Hi non eflerfi fatta di
loro , da chi ne ha fcritto le fiorie , menzione veruna . Ma vie
maggior biafimo devefi a que' Scrittori , che di altri limili
Profeflbri narrando appieno , e la Vita , e l'opere , che eflì faceano »
di alcuno poi di chianlfima virtù dotato » per particolari motivi, o
per altra appaffionata cagione , parola alcuna non fanno . Quello tor-
to veggiamo ora efTer accaduto ad Andrea Sabatino , volgarmente , da
Salerno appellato . Perciocché fcrivendofi da famofiiTìmi Scrittori le
Vite degli Artefici del difegno , di lui non fanno ne men pieciola men-
zione : e pure quefto egregio Pittore fu difcepolo del Divin Rafaello ,
e fra buoni annoverato , dapoichè ajutò il Maeflro ne' lavori del Pa-
lagio del Vaticano * ed in altri luoghi refi di già famofi per le pitture
di quel Divino Artefice , e fece egli ancora opere perfettiffime . Or
dunque di qual biaiìmo non è egli degno il Vafari ? Dapoichè , non
folo tacque varj de' Pittori Napolitani , ma di coftui , che, Difcepolo
di sì gran Maeflro , fi portò sì bene da Valentuomo , ne meno volle
far menzione veruna ; laddove eflendopoi per la fua gran virrù cele-
brato dalle penne di tanti , e sì varj uomini Virtuofi , è flato fempre
Andrea encomiato per l'eccellenza delle fué opere generalmente da
ogn'uno ; la qu.l cofa dal racconto , che fiegue della fua Vita , e da
teftimonj di tanti chiarifiìmi Autori , che cantano le fue laudi farà ap-
pien dimoftrata .
Nacque Andrea nella Città di Salerno circa gl'anni 1480. da ono-
rati parenti , che alla Mercatura attendeano , ma egli inclinatiffimo
al difegno a null'altro penfava , che difegnar fantocci cgn la penna
TO$dQ Ih E nella
34 Vita di Andrea da Salerno
nella Scuola di Grammatica , la qml cofa molte volte oifervando il
Maeftro medefuno , confortò i di lui Genitori alla Pittura applicarlo ;
Gio: Matteo il Padre di Andrea eflèndo Uomo affai ragionevole , e gin-
diziofo , amando di applicare il figlio a quella profeffione , alla quale
dal proprio genio era portato , fi difpofe a condurlo in Napoli . Giun»
tovi adunque col fuo figliuolo , con alcun rinomato Profeflbre di pit-
tura tolto lo acconciò , il quale a mio credere fu Raimo Epifanio , che
allora avea gran nome , giacché fi ha per tradizione , che Andrea da
un Scolaro del Zingaro avefle i primieri efemplan ; per la qual cofa da
Maffimo fu fentto nelle notizie di Andrea , che avelie fcuola di Silve-
Uro Buono » che fu Scolaro del Zingaro . Ma ciò non potè fuccedtre %
imperciocché al riferir del Crifcuolo , la morte di S;lvcftro accadde
Circa gl'anni 1480., ed allora in Andrea non poteaii numerare che
pochi meli di età , giacche fecondo lui nacque ciri-a l'anno medtfimo
Ti» n I 1480. , egli e n;cetìario adunque crederlo Scolaro d'un altro della me-
di nel fiiò^e^ma Scuola per quel che ne dice l'Abecedano Pittorico , benché
Abcedarìo equivocando lo dica Scolaro in prima del Zingaro Vecchio , e poi del
Pìccorìco aDivin Rafaello , come nella vita d«el Zngaro ne ho notato lo abbaglio,
«ire jtf» Ma da chiunque primieramente i primi rudimenti apprendere tr.ila-
feiando da parte , come cofa non importante , paflaremo a far parola
del buon profitto , che f.ce Andrea ne' primi anni della fua applica*
zione al difegno i Egli dunque con un ailìduo ardentillìmo amore ftu-
diava talora le notti intiere , non chs il giorno per capire i dintorni ,
e fuperare ledifRcultà nel porre mfieme con buon difegno l'ignudo.
Ne contento de' precetti del Maeftro andava da se fteflb vedendo le
migliori opere de' parlati Maeftri , e volentieri fi fermava in quelle ,
che averterò più dolcezza nel colorito , onde fu oflervato più volte ri-
tornare alle pitture di Silveftro Ruono ; qual maniera cer.ò poi anche
di imitare , per lo colore allumato , che con dolce unione ufava quel
buon Pittote » E di qui credo benitfìmo , che Maffimo nulla fappiendo
in quale anno monne il Buono , come egli fteflb afferma , ed avendo
per avventura alcuna cofa di Andrea veduta , che fatta su quel princi-
pio fembrava di quella maniera lo fupponefle primo Scolaro di Silve*
ftro , fervendofi della accennata tradizione .
Circa qu-efto tempo il Cardinale Oliviero Carrafa fece fare a Pie»
tro Perugino la tavola per lo maggiore Altare della Chiefa Arcivefco-
vile di Napoli , di cui egli in quel tempo dégnamente teneva il go-
verno , e quefta » che l'Ailunzion della B. V. con gli Appoftoli intor-
no al di lei Sepolcro , rapprefentava , eflendo ftata collocata nell' an-
zidetto Altare , ne corfe da per tutto la fama , la quale traile molti
a vederla , e più i Pittori , per la gran fami , in cui Pietro in quej
tempo era venuto ; Fra primi , che quella nuova pittura volle vede.
re
Pittore i ed Architetto . 3 5
re fu il nofiro Andrei Sabatino , e così innamorato rimaf? a quella
nuova maniera , che non fapea partirftne , fé non quando la Chiefa
chiuderfi fi dovea ; perciocché confiderà va egli , come dal Pittore
che veramente vogli al migliore applicarli , può farli fempre de' nuo-
vi acquifti con nuovi fiudj ; conlìderando altresì tanti anni feorfi ,
fenza eflerfi aflbdato ad un vero modo di fare , chs fecondo il penfiere
concepito nella fua mente , avelie affai del naturale , ma nobile, e
delicato ; quindi vedendo , che quelle doti erano dal Perugino pofTe-
dute | meglio che da ogn' altro Maeftro de* tempi fuoi , fi rifolvè ad
ooni fuo colto di portarli alla fcuola diluii ma non così facilmente
potè alla bella prima ottenere licenza da Gio: Matteo , il quale lafcia-
tolo in Napoli raccomandato in cafa di alcun parente , fé n'era ritor-
nato a Salerno per proftguire fuoi negozj ; e di là fovveniva Andrea
di tutto il bifogntvole ; e come amavalo tenerilììmamente , mal vo-
lentieri avrebbe confentito , che lì allontanala da lui , per così lungo
tratto di paele , quanto era da Napoli a Peruggia . Con tutto cib fep-
pe Andrea tanto ben adoperare , e tanto ancora il pregò , che alla
perfine il Padre lufingandofi , che il figliuolo farebbe un grand' uomo
riufeito, gli concedè la bramata licenza , e lo fovvenne del bifogne-
vole , dopo averlo tenuto apprefib di «e alcuni giorni in Salerno .
Quindi finalmente partito , ove molto ebbe a fare per flaccarfi
dalla tenerezza di fua Madre ; fi pofe in cammino verfo 1' Alma GitU
di Roma , per di là poi portarfi , ove Pietro Perugino dimorava , ma
giunto una fera ad una locanda , fi abbattè ivi con alcuni Pittori,
che venivano da Roma , ed udì da elfi raccontare le laudi deldivin,
Raffaello , il quale da elfi veniva con epiteti angelici efaltato , dapoi-
chèdiceano, non poterfi l'umano ingegno un'idea così perfetta for-
mare , che inferiore non fofle alla pittura eccellentilììma della fcuola
di Atene , feoperta in quelli tempi da Raffaello .
Era poco di frefeo fucceduto nel Pontificato il Cardinal della Ro- p q-^
vere del titolo di S. Pietro in Vincoli , che Giulio li. fece nominarli , lio jj. af_
il che fu appunto l'anno i fo;. , il quale unendo a bellicofi marziali funtoalPont
penfieri quelli ancora d'una pietofa , e magnanimi fplendidezza fi prò- tifìcato.
pofe di ordinare opere magnifiche durante il fuo Pontificato ; Si ap-
plicò dunque fui bel principio ad abbellire le danze del Vaticano con
fòrmofe , ed efquifite pitture de' migliori maeftri , che allora il pen-
nello adoperavano ; come altresì di porre in opera la gran fabbrica di
S. Pietro ; per la qual cofa avendo appreffo di se varj uomini eccel-
lenti in Architettura , e varj Pittori chiamato , fece dipinger da que-
lli alcune ftanze del fopranominato Palagio del Vaticano ; Ciò veduto Bramante-»
da Bramante , Architetto famofilììmo , venuto a fervire il Papa con ^jjj:^
.fua chiamata , gli propofe un giovanetto Pittore nomato Rafaello , gi; p, Op0ns
E 2 che KalaelJa.
3 6 Vita di Andrea da Salerno
che fuo parente era , lodando di coflui la fovrana abilità , lo ftudio , ed
il dono ricevuto dal Cielo per la pittura j di maniera che , fu fubito di
Rafaello commiflìone del Papa fatto venire in Roma , dove ben accarezzato , e
e uamaco in racCoito f s'impiegò egli a formare in una grande facciata , la non mai
P»»ge JaJ,* abaftanza lodata fcuola di Atene . Scovata quella pitttura , parve ,
iamofarcuo. che fi feoprifle a gli occhi di tutta Roma ,che concorfe a' vederla , un
k <H Ace- armonia di colori cosi delicatamente trattati , un irrcprenfibil dife-
Be' gno , ed uno componimento così ben ideato e compartito ne' mirabili
gruppi , che aggiullatamente ligavano per V unità del foggetto , che
non come pittura veniva rimirata anche da' Profeirori medelimi , ma
come cofa miracolofa apparfa più tolto , che efprelfa da uman pennel-
lo. Conciolfiache * le (ìlonomie bellillime , e nell'aria della bellezza
medefima tra loro diverfe , pareano più tolto divine , che di qua giù
Lodi di Ra- ideate ; Laonde gli uomini ricreati , i Profellbn ilupiti , ed i maligni
atterriti , aveano fparfo tutti una voce uniforme elì'er apparfo un An-
gelo , ed eifer quell'opera ftata dipinta da un Angelino fpirito , giacché
il giovanetto Rafaello fi nominava , evolto Angelico avea . Fer tal
pittura giubilando il Papa , e chiamandofi ad ogn'ora obblig ito a Bra-
mante , che così grande artefice , anzi iivin Pittore pollo innanzi gli
ave/Te , diede Congedo a tutti gli altri Pittori , che per dipingere quel-
le ftsnze eran prima venuti . Di colloro appunto eran quelli , Cne fi
abbatterono in Andrea , i quali benché fuflèr flati da'lavon rimofiì ad
ogni modo contenti fé ne chiamavano , per la Liberalità loro uf-.ta dal
Papa , a perluaiìone di Rafaelio , che fecegli riconofeere , com.' fé l'o-
pera elfi compiuti avellerò . Qijjnta azione , unita a gentiliiììmi tratti
di Rafaello , fece sì che tutti oooligati alla virtù di lui gli davan no-
me Angelico , con magnificare i coilumi fuoi , e lodare con titoli di-
vini , e miracolo!! 1' opere lue , chiamandolo Ange o di pittura .
Quelle laudi attentamene afcoltate da Andrea , furon cagione ,
che ard.ndo di desiderio di vedere non più lJietro Perugino , ma il di-
vin Rafaello , affrettò il cammino verfo Roma , ove alla fine giunto ,
come alTetato cervo corre al fonte , tal corle egli al Palagio del Vati-
fl , . cano ,e veduta dagli occhi fuoi la defe citta pittura, tanto divina gli
JlJe3n. "" parve , che nmafto eilatico , non fi nfcolfe infino a tanto che non fa
maneeltjti- £ , ,,, , . ,. . r ... r
co in vprfe- fopragiunto dall ombre deila notte . Inlomma il giorno leguente ri-
re le Pimi- condottoli al luogo pafeè quel dì , ed altri giorni aneora la fua vifta di
ie di Ra- quelle guilolifiìme p.ttonche vivande , fenza che fazio giammai ne re-
Io. ftaiTe . Indi portatoli a veder operare nell' altre flanze quel fovrauma-
no Maellro , che alcun de' migliori Pittori aveva appr.lfj di se rite-
nuta , per* he dipingciTe (otto di lui nelle molte opere che coniur do-
_, . veva , lo fuppìicò d'ammetterlo fra fuoi virtuofi fcolari , per pren ler
cella fc^-lla Per^2'one ^a *ul » R^fae^° '•he mentre viffe , non disguilò mai uomo,
ci Rafaello. perche
Pittore^, ed Architetto. 37
perche egli era la ftefla cortefia , lo ricevè volentieri , avendo cono-
fciuto il gran defiderio , e l'amor , che infiammava Andrea di profit-
tare con efio lui ne' precetti delle noftre arti , ed avendo altresì con-
cepito dal bello afpetto di lui (inceriti di coftumi , gli fé conofcere an-
cora , che egli di buona voglia l'aveva accolto . Ricevuto adunque in
una tanta psrfettiHIma (cuoia, che non fece egli Andrea per fuperare
ogni difficultà del difegno , che per non avanzarli nello ftudio della g1I0- ^
morbidezza del bel colore , che nella paftofità delle carni , nella deli- grcfli#
carezza delle membra , e nella intelligente acconciatura de' panni .
Sforzavafi informila di far conofcere al fuo Maeftro l'ardente defiderio -,
ch'egli avea di far acquifto del buono , e dell'ottimo modo di operane
già ricrovato da Rafaello ; e varamente fu tale ,che*-avanzandofi mol-
to col continuo operare , ed avendo perciò già dato bando alla prima
miniera alquanto ricontornata , e duretta , tra/Te molte copie da Ra-
teilo , che molto piacquero a quel divino Artefice ; il perchè accan-
to di se volle che lavora/Te, per impratichirlo a facilmente apprende-
re le fue tinte , e'1 fuo modo di maneggiare i colori , che conlifteva in-
uns diligenti/lima , e feliciffima facilità ; e tal profitto vi fece , che Dipinge per
conofeiuto da Rafaello fufficiente , e molto perfezionato , lo pofe a la- Rafaello
vorare con fuoi cartoni nelle ftorie, che continuatane nte profeguiva c.on .u01 _
nel Vaticano, e dopo nella Torre di Borgia fopra i difegni del Mae- t^-l'e C
ftro , lavorò molte fi pure , che nel buon frsfco medefimo venivano in
pò- he p irti da quello ritoccate , tanto elle eran condotte con amore ,
con (tu lio , e con diligenza , e già la pratica fi facei veder giunta a
felicitare l'opere, eh - Andrea imprendeva a d.pm^ere ; per la qual
cofa molto più amando o Rafaello , confidava a lui 1' efècuzione di al-
cuni lavori di molto impegno , e lo portò feco in quelli della Pace *
ove fi dice , che un Profeta fu da lui lavorato con tanta aggiuntata pro-
porzione , e franchezza , fecondo appunto la mente di R.ifaello , che
vide puntualmente efeguito il fuo difegn > , che a riferva di alcuni lu-
mi , e pochi fetiri , non volle in altro toccarlo .
Or mentre che Andrea fi àvvanzava a gran palli , e nell'arte deila
pittura , e nella benivolenza di Rafaello , che veramente l'amava an-
che per la dolcezza de' fuoi coftumi , molto a' fuoi uniformi , accad-
de , che infermato» a morte Gian Matteo fuo padre , gli furon fitte
da quello premurofe iftanze , acciocché a volo fi condue/Tr alla Patria,
da poiché defiderava vederlo primi di chiuder gli oc^hi , e! inlieme
participargli tutti i premuroli ne^ozj di cafa fui . Moftr to dunque al
Maeftro con le lagrime agli occhi la lettera , che il dolente avvilo gli II Padre in.
aveva recato , gli chitfe licenza , ed egli «infoiandolo del cafo avv r- fermatoli a
(o gli la concedè , non fenza fuo difgutto 5 ma con la proni (fa , che cj[ja|j,aAnI
fedate , e rafftttate le (uè faccende, farebbe di nuovo ritornato ad ope- Grea a.la_.
rare Patria.
38 Vita di Andrea da Salerno
r r< per lui , giacché conofeea rinondar tutto in fuo gran vantaggio ;
sì per che prt-flò di lui perfe?irnavafi maggiormente» e sì ancora per
l'utile, < he dalla innata bemvoknza del medefìmo procacciavano le
lue fati h . Contai prcmeiTa adunque partì , regalato da Rafaellodi
molti fuoi difegni , e di qualche pittura ; oltre altre copie ritoccate
da que'miracolofi pennelli ; delle quali alcune poi pofledtndofi da ta-
lun Gentiluomo , e donate ad altri , quefte poi in proceflo di tempo fo-
ro ftate Rimate tutte di mano di Rafaello ; ingannandovifi ancora Pro-
felTbri di molto nome , tante fono elle a maraviglia imitate .
Giunto in Salerno confolb il Padre con fua veduta , e rallegrò al-
quanto 1 congiunti in quella tanta meftizia ; ma poco dopo fé ne mori
Gian Matteo , avendo prima conferito con Andrea tuttociocchè a fare
glirimanea . Quelle faccende domeftiche , e della Madre i prieghi ,
uni ti a quelli degli altri parenti fuoi , fecero sì , che non pensò per al-
lora a fare in Roma ritorno , fperando, < he fedate poi quelle, e rattem-
pr..to il dolore , gli folle fiato lecito di nuovo rivedere il fuo amato
Maeftro , a cui fempre mai egli teneva fiiTo il penfierettrovandofi qua-
le amarte incatenato da tante bellezze di virtù , e di dolcifllmi coftu-
mi per lo fpazio di fette , e più anni , che con quel divin Artefice di-
morato aveva. Ma inferfero tali accidenti , e difeordie di pretenfio-
ni , che contra fua voglia gli fecero mutar proponimento ; convenen-
dogli per componere le fue facende portarfi anche in Nspoli , ed affi-
pitture di fter perfonalmente agli affari fuoi . Ma prima egli fece in Salerno la
Andrea e-» tavola per li Monaci di S. Benedetto , ove è efprefla lag. V. col fuo
nelMonìfte- Jjvin figliuolo , e due Santi dell'Ordine , e fopra in un mezzo tondo vi
rf° Ji^ £." dipinfe l'Eterno Padre in atto maeftofo . Così fece a' Frati di S. Fran-
gio ed i_» colco le tavola con Crifto , che porge l'indulgenza al Santo mentova-
quello dì S. to j eflendo ancora la B- V. affittente , con molta gloria di belhffi-
Frauce/coìn mi Angioletti . Dipinfe a particolari altre opere , e divote , e profane»
Salerno. che jn mojta ftjma fon tenute da coloro - che le poffeggono . Or dun-
que venuto in Napoli ad incaminare le cofe.fue , cominciò a vociferarli
-Ijanoll 3 Per 'a Città crlervi giunto un Salernitano djfcepolo dell'Angiolo della
e fue opere! pittura { che con tale Epiteto veniva allora nominato Rafaello come
dicemmo di fopra ) al riferir del Crifcuolo , e di Maffimo Stazioni ;
laonde varie opere gli furon commefse , e le prime che fi ftimano da
lui dipinte fono la S. Barbara , con S. Domenico , e S. Giacomo Appc-
floloda iati Tavola dipinta per gì' Artiglieri ui una lor Cappella nella
Chitfa di S. Spirito di Palazzo , ove egli dipinfe ancora la tavoia dell*
adorazione de' SS. Magi . Fere per lo Conte di S. Severina la Cupoiet»
ta nella diluì Cappella eretra nella Chiefa di S. Domenico Maggiore
prefso la porta grande , ove efprefse 1' Eremo Padre con Gesù Crifto ,
e laB. V, in gloria ^con alcuni Santi a divozione del fuddetto Signore •
Quet
Pittore, ed Architetto . 39
Quell'opera efsendo molto flata piacciuta , come quella , che fatta .t
buon frefeo appariva tutta nuova a gli occhi de' Napolitani , ptr la
RafFaellefca maniera , tutta dolce , ed oppofla all'altre per infinoa que'
tempi praticate , gli fece meritare le laudi de' Profcfs:>ri , ed inlìtme
gli encomi di tutta Napoli ; per la qual cola efsendo malto crefcmto di
riputazione , e di nome , gli fu allogata dalle Nobili Suore del Monito-
ro di S. Gaudiofo la Tribuna di loro Chiefa . Quindi dunque Andrea
per far conofeere la fomma intelligenza ch'egliavea nel dipingere a
buon frefeo , fece alcuni Angioli in piedi maggiori del vivo , che fa»
cean compagnia ad alcune Sibille , che della B. V. aveano con facri car-
ni" vaticinando , predetti i divini epiteti , e fanti pregi ; accompa-
gnandovi ancora varj putti , che con decorofe bolliliìme azioni i libri»
ed i volumi di quelle ioileneano . La bellezza con che furono efprefse Og^i quefte
queft.- pitture , non li può con miglior frafe fpiegare , fé non che a'pictuje pai
noftri giorni han fembr^to a'Foraftien , ed a' Professori medelìmi , di non fi veg-
manodel divinfuo Matflro i efsendo dipinte con l'omino Audio, ia-gonc?» da-*
t 'ligenzt , e con arte maeilra trattizzate le membra , fiche ione reltai ^jeì-nanJoI
flupit.it con Giacomo del Pò , allorché ci portammo ad ofs=rv..rle »ja Chiefa fi
avendo da altri intefo, e non creduta quìii , una tanti p.rfezione » e rifatta tut-
cd ebbe egli a confefsare quel Virtuofo , efser veramente belliflime » ca la Parte
ed aveva l'opera maggior vanto , di quello eh- oli davano coloro , che , e eia-*
. r 6&„ * * . f»,.,, -r la mentova-
ne parlavano t tanto elle erano ben condotte nel adegno , nella molla , ta fi ibuna »
e nel b 1 colore . N Ila medtfima Chiefa » e nell'Altare della Cap- con farvi dì
p Ila della famiglia Cartelli fi vede una Tavola con la Si. Vergine col nuovo l'Al-
Bambmo , S. Gmdiofo , S. Elifab.tta , ed altri Santi ; e nella C ap- tar Ma§6io-
pella delle famiglie Caracciolo,- Ferma efprefse l'adorazione de'SS.Ma- e{p*na m
gi . Fatte quetl opere , dipinfe per la Cappella de' Signori ftrancacci » quaJ:a bei-
che fu eritta nella Cattedrale di Napoli , la B. V. Afsunta al Cielo , liffimo _ del
e fece per un Canonico la S. Anna , che vedelì dipinta in picciolo con Sig«boliaie-
la B. V. ed il Bambino , in una Capplla di S. Refi; tuta . Dipinte al- . ]oJj s e
tr=si per t Monaci di S. Severino una Tavola di C ppella, ove efprefse je oblile fr-
anche la SS. noftra Donna col Bambino , altresì S. Gio:B.ittilta,S.Giu- ion buttata
Ama , e una beila gloria di Angioli « e nella predella di fotto vi ef- a ccn;i toa
figiò l'ultima Cena de! Redentore con fuoi Apoftoli. Fra tanto che An- s.ave, ["^J
drea quelle op re dipingeva , dipinfe ancora nell' Atrio della Venera- noflre a.ti ,
bile Chiefa di S. Gennaro Eftramenia alcune Storie della Vita del San- ùn/a feltrar.
to , quali in picciolo , ma afsii ben condotte » e fece opere per molti ne ninna fi-
particolari Cittadini » che amavani tenere le diluì bell'opere . £ilU •
Eflendo adunque venuto Andrea in nmggior gr.do per tante
bell'opere, che efpjile fi vedevano già ne' pubblichi luoghi , era di
giorno in giorno vi è più ricercato le' fuoi lavori con iftanze premu-
lolìllìme ì per la qual cofa non gli fu permeilo di andar di nuovo m
Roma ,
40 Vita di Andrea da Salerno
E' invitato Roma , ove con molte iftanze pregavate a ritornare il fuo Maeftro Ra«
daituoMae. faello , il quale giammai non aveva dimenticato le gentili maniere ,e
uro Kafaei- i'oneft0 V|Vere di Andrea , ne lo ftudiofo dipingere , ed ottimo dife-
re in Roma" Snare » e Per ^^ s* pregevoli doni , deaerandolo Rafaello , ac-
ma non lue- ciocché per lui lavorar doveffe , più lettere gli ebbe fcritto ; Ma i
cede, molti affari tenendolo continuamente applicato, come è detto, fece che
altri (ette anni ei pafceffe queir Artefice fopraumano con le bella , ma
Morte d* fovvcnte fallace lufinga della fperanza ; infinche venne a morte
Raraello nej x ^JO- quello , che eternamente viver dovuto surebbe . Ma qua-
e d(i le atteftato di lamentevol pianto non diede egli Andrea allor , che in-
Andtea. te fé effe r accadutala morte del fuo divino Maeftro ? Non vi furono
fegni di dolore che egli non daffe per pivi giorni con tenere amare la-
grime , teftificando a tutti effere eccliffato il vero Scie della Pittura ,
aver l'arte perduto colui , che Pavea fatta rinafcere , e perfezionata
infino ad emulare le ottime opere de' migliori Maeftri della veneranda
greca antichità . In fomma egli diceva , pianger la morte d' un An-
giolo , perciocché non qual Uomo egli era fra noi venuto, ma qual
Celefte Spirito apparuto a' viventi , per grazia fpeciale dello AltilTìmo
Iddio, che un tanto beneficio alla Pittura aveva compartito, perchè
fi vedeffe di lei 1' ùltima inarrivabile perfezione .
Ma alla perfine, come accade in tai Gali , perfu. fo da'cari ami-
ci , e dagli amati congiunti , afciugò le fue lagrime , e ripigliò il di-
pingere , tralalciato per molti giorni , e diede principio ad un' opera
grande , che fu il Seggio di Capuana , ove a richieda di quei Nobili
efpreffe molte Storie allufive al noftro Regno con alcuna imprefa dell'
Imperador Carlo V. , che poco prima era (lato Imperador falutato in
Franco fort per la morte dell'Imperador Mailìmiliano^fuo'avolo pater-
no i ma tutto che quefto Sedile luffe da Profeffori , ed anche da dilet-
tanti (limato opera delle belle di Andrea , e che veniffe celebrato dal-
le penne di tanti noftri Scrittori per cofa eccellentifiìma in pittura ;
con tuttociò , non ha molto , the da Nobili fu di nuovo fatto rifare ,
e confeguentemente fu cancellato quanto vi aveva dipinto il noftro
Andrea , con dire , che non era fecondo l'ufo moderno . Così con la
vana apparenza del gufto moderno fi abolifcono quelle cofe, che per ef-
fer antiche han fovente maggior perfezione , efuftanza.
Appena egli ebbe qneft' opera terminata, che diede principio a
quella della Tribuna di S. Maria delle Grazie predo le mura della Cit-
tà ; Chiefa conceduta nel i yoo. a Fra Geronimo di Brindili di Santa
Vita, che effendone fuperiore per lo fpazio di iQ.anni continui la in-
grandì , ed abbellì nella forma , che oggi fi vede : avendovi anche il
noftro Andrea fatto alcuni abbellimenti con fuoi difegni , ed allìften-
za , e ma almamente nella fabbrica del Convento, ove la b.lla fcala
ei fé-
Pittore, ed Architetto. 41
ei fece , che oggiiì ancor fi vede . D pinfe dunque Andrea nella men-
tovata Tribuna molte figure di Santi, che corteggiavano l'Eterno
Padre nella più alta parte di quella Cupultttn , ed il Figl-iuolo molto
più baffo , chtprefentava a que' Santi della Religione Eremitica i Mi-
fttrj della fua tormentofi filma paffione , n~l mentre la B. Vergine gli
prefentava S. Girolamo penitente . Quindi effigiò p.ù fotto intorno al-
la Tribuna i Santi Appoftoli del Signore così ben dipinti , che fu uno
ftupore di chi li vide , e fecondo che ne abbiamo antica tradizione ; e
nel mentre , che quell'opera ei dipingeva , gli accadde cofa bell<flìma
da farfene memoria, la quale è quella che fiegue.
Era in quel tempo medefimo , cicè nell'anno i^ì1?. fucceduto lo Sacco cru-
fpietatiffimo facco nell'Alma Città di Roma fotto la condotta del kel- deliflìmoda.
lerato Duca di Borbone , che ribelle di S. Chiefa , profetando la fet- t0 a Roma
ta di Calvino fé; e ufare mappior Barbarità , che pia non ufarono a Ro- ' a, "01 on*
ma i mcdefimi Barb ri , e fece divenir ferva vililfima de'fuoi sfrenati,
fordidi , ed infaziabiii Soldati , la Signora di tutto il Mondo ; la qua-
le fi vide in quel facco la più miferabile , la più derelitta , e la più la«
cerata Città, che avefle unqua provato 1' cftil furore di adirati ne-
mici .
Or fra coloro , eh' ebbsr la forte di fuggir da Roma per ifeam- yenllta jrt
per la vita, fu 1' Eccellentiffimo Polidoro da Caravaggio, il quale Napoli di
arrivato in Napoli , d' pò aver difperfo lo amato Maturino fuo com- Polidoro da
pagno rarilTimo nella pittura , ed informandoli qual Pittore fufle di Caravaggio,
maggior grido, udì effervi un valentuomo migliore forfè che gli altri ,
per efTer Ifato difcepolo del divino Raffaello , quale fi nominava An-
drea da Salerno ; per la qual cofa venendogli in memoria coloro , che
lavorato aveano con quel divin Maeftro , gli fovvenne avervi veduto
Andrea , ed effere anche fuo conofeente j adunque portatofi ove quel-
lo dipingeva , vi fi fece introdurre ; ma non fu da Andrea alla bella
prima rieonofeiuto , per lo lungo fpazio di anni , che vi eran paflati
di me2zo ( giacche il Salerno fi era partito di Roma nel i j 1 2 ) ed al-
tresì perchè a Polidoro era umanamente crefeiuta la barba : Per la qual _ ,. ,
re j t, 1 t ,■ rr t^- • • r Polidoro
cola fingendo Polidoro di efler un povero Pittore capitato ivi a calo , ch;ele acj
jlì chiefe , che ammetter Lo volefTb ad alcuna cofa operare , per quel Andiea.che
prezzo , che gli piacefTé , dapoichè fi trovava molto neceflìtofo , co- gli tzcelìe_r
me quegli che fcamp3ndo la vita , avea perduto tutto il fuo avere nel dip.ngert-*
miferabil Sacco di Roma . Andrea compaffionando il di lui ftato gli * lc"n? f~*
...... . r ° per lclleii-
diede a dipingere una figura di quegli Appoltoli,che andavano intorno tiiftì e aen*
alla Mentovata Tribuna ; Ma non tantofto Polidoro ebbe quella figu- abboz?aie_»
ra abboz2ata , che guardandola Andrea , buttati a terra i pennelli , una figura
lo corfe ad abbracciare , avendolo per 1' eccellenza dell'opera ravvi- h.' ncc"°~
fato, conciofiacofachè le pitture a frefeo di Polidoro hanno tanta ec- Ancjrea
TOMO 11. F cel-
42 Vita di Andrea da Salerno
cellenza e perfezione , che Colo da quelle di Rnfaello porno effer pareg-
giate ; Così dunque fatte intra di loro lincerillìme ai coglienze , e raU
legreti infieme di ccnverfazione , fa allogiato Polidon nella Cafa di
Andrea ; dal quale effóndo pubbli ata la fomma virtù di lui , gli fu
proccurato il lavorio di molte Pitture , chr far ri d jveano in S. Maria
del Popolo , Chiefa poc'anzi eretta entro il Cortile del famofo Spedale
degl'Incurabili , ove fece ad olio Vàrie cofe , come ancora dipiufe un
S. Pietro , ed un S. Paolo , anche ad oglio , p»r la mentovata Chiefa di
S. Maria delle Grazie ; le quali Pitture fon quelle , eh" nominate ven-
gono dal noftro Engcnio nella fua Napoli Sacra : benché del S. Paolo
_ . eoli non faccia menzione, a capion , che prima thr 1' En^enio feri-»
Engerno a- a i_ ■ » i r
Napeli Sa- Ve"e era "at0 cambiato con una copia . Le altre p.tture furono tolte
era. da D. Pietro Antonio di Aragona , come anco la bella copia ritoccata
da Rafaello , fatta da Gio: Brancefco Penni , detto il Fattore , della
Trasfigurazione del Signore , opera miracolola , e divina , che fu l'ul-
tima perfezione di quel divino Maeftro ; e da quefto Signore , che fu
Viceré di Napoli , furono tolte le più belle p:cture , e ltatu. perfette ,
che la noftra Città abelliva&e ; togliendo fra quelle il aominatoS. Pie-
tro dipinto da Polidoro , con altre pitture di Andrea , che parean di-,
piate da Raffilo .
Colori Andrea ad olio la Cona , che nel mezzo della mentovata
Tribuna collocar fi dovea (opra 1' Altare , ove egli efpreife in un ova-
to.di l'opra un Crifto morto con Angioli , di fotto la Votazione di S.
fclifabetta , affai ben dipinta ; da' lati a quella la nafcita del Signore ,
e l'adorazione de'Ss. Maggi: fotto la Visitazione fudetta tfprefTe la B.V.
della Grazia , col B»mbino con l'Anime del Purgatorio in picciolo ,
quali in diltanza. Nella predetta da' lati vi d.pmle il B-Uttfimo, e S.
Giovanni Evangelica the predica , e nella pittura di mezzo effigiò la
Sepoltura di Crilto , tccellentiffimim nte dipinta , e tutta l'Opera è
ptrfcttiilìma . Nella Cappella de' Lauri , della medefìma Chiefa , di-
pinfe S. Andrea App^lìoio , appoggiato alla Croce ,e fotto lui un ri-
tratto in mezzo bulto orando . Cosi in altra Cappella laterale all'Aitar
Maggiore effigiò la B. V. col B.mbino coronata di beliiffimi Angio-
letti con altri b-lli Puttini nella gloria ; e più baffo vi è S. Michele
Arcangelo col Demonio fotto , e S. Antonio da Padova , op ra egre-
gia i benché veramente la cona del Maggiore Altare dir fi polli 1' ope-
ra perf ttilììma , ch'egli in quelta Chiefa faceffe ; d.poiché r.e' movi-
menti delle figure, nell'mfieme, e nel colorito,fembra di mano di Rafa-
ello . Fece a frefeo nella Cappella di que'd Ila famiglia d'Agnolo un S.
Antonio da Padova , the ancor oggi fi vede ; ma Ja tavola bellilfima,
che veramente pnrea dipinta con eccellenza da Rafa Ho, ov'era efprtf-
£à la depofizicne della Croce del Salvatore, fu tolta dal Viceré D. 1 ie-
tro
Pittore , ed Architetto. 43
tro Antonio d' Aragona, che altra pittura f.ce riporvi,e qutlla ili An-
drea fu mandata per un op: ra eccelfa , e forfè fatta creder per Rafael-
Io , ad un Monarca di Europa . Circa qotfto tempo eflendo accaduto Tavola de'
l'incendio di alt uni fiori artificiali nel maggiore Altare di S. Gofuno , SS. Colìmo,
e Damiano, e perciò all'ai maltrattata la Tavola di Pietro, e Polito e Damiano,
del Donzello , ne ri ma fero oltra modo dolami i Maeftri della CJiiefa , aI,"^/3"""
ed i Sacerdoti dì ella ; laonde eflì per rìfarcire il danno già fofFerto ,
diedero il pjnfiero ad Andrea di rifarla ; ed egli , acciocché poteiTe-
ro confolarlì rifece quelle figure , con colorito così tenero, e dolce
per la vivezza de' bei colon adoperativi , che lenza punto alterare ,
non pure la invenzione col concetto di quei primi Artefici , ma nem-
men le figure, dapoichè fece apparire I'iftefTe, benché nobilitate dalla
bellezza del colorito Rafaellefco . Di quella tavola il Cavalier Maffima
Stanzioni, nella memoria,che di Silvestro Buono lafuò fcritt-,con quefte
parole elprefle i pregj,F/wì la tavola lafciata iifiperftta del [ito Maejìro
in S-S .Cofimo^e Damiano-,nelt Aitar Maggi or eguale ejjendofi guajlata per
un incendio di frafche di detto Altare , fu rifatta a maraviglia bella,
da Andrea da Salerno-,il quale nel rifarla f ' abbellì di Colori, ma non al-
terò li maniera per riverenza j onde riujcì una tazola , che parve dì
mano di ^afaello , a riferva de/li panni ; Fin qui il mentovato Gava-
lier Staiuioni , ftguendo egli a narrare l'altre opere che fece Silveftro
Buono .
Vedefi nella Chicfa Arcivefc0vile di Napoli il gran Quadro di-
pinto a frefeo , fopra la cappdletta della famiglia Barile, e propiamen-
te fopra l'ingrerlo delie due porte , per le quali fi entra alla Chiefa di
S.Relcitut.TjCon l'Arlunzione al Cielo della B-Vergine,e con gli Apposo-
li intorno al Sepolcro in atto di ammirazione , mentrecohe dia vien
coronata dilla SS. Triade; ed in quell'opera , fi vede quanta pratica
averte Andrea ntl dipingere a frefeo., ccnlervandolì a maraviglia bel-
Jitlìijù i fuoi colori , oltre dell' elìlr con buon componimento, efqui-
fito difegno , ed intelligente maeftria condotta , e perciò meritamen-
te quella pittura è lodata : Fece Andrea a richieda de'fuoi Signori San.»
fev.rini Principi di S derno, una tavola da collocarli nella Chiefa di S.
Potito prtlTo de' Reg j Studj ; la quale fu fatta per compiacere ad una
loro parente i che in quel nobile Momftero fi era monacata ; laonde
volle cortei , che in quella tavola fallerò i ritratti de' Principi mento-
vati , laonde Andrea vi efprelìe la Visitazione , che fece la N^fìra
Donna a S. Elif. betta , e nel volto di ell'a B. Vergine ritrafse l'ult ma
Prinupefia di Salerno , che fu dalla famiglia di Villamarina , e nel S»
Giufrppe effigiò il Principe fuo cenforte : nella S. Elifabitta ritrafle un
loro Eunuco ,' che aveva volto di vecchia , e nel S. Zaccaria fece il
jitratto di Bernardo Talso , Padre di quello ammirabile Torquato ,
Fa che •
44 Vita di Andrea da Salerno
che lo itupendo Poemi della Gierufalemme liberata compofe j il
quale Bernardo era allora Segretario de' Principi mentovati. Ora
queita tavola non fi sa ove trafportata fulTe , d.:poichè per la vana
l'crupolofità d'un Arcivefcovo Napoletano, tu tolta via dalla fuddet-
ta Cappella , col preteso , che non ii debbano l'opra gli Altari efpor-
re le (omiglianze delle mondane pedone per venerarli in quelli come
fimulacri divini . Diceli però , che (erbata ella venga dalle Suore
medefime in una Cappella del Moniftero , ove in molto pregio la
tengono per l'Eccellenza conia quale è dipinta , che certamente «
dovette quella elTere una delle più belle opere di Andrea , ficcome
narrano gli Scrittori delle Storie noftre . Ma fé queita più non fi ve-
de , fi ammira in fua vece nel maggiore Altare della Chicfetta di
S. Giovanni Evangelica de' Pappacoda , la bella tavola , ove è ri-
tratta la Reina de' Cieli , col fua Figliuolo in braccio , e S. Giovanni,
che fcrive il libro della Apocahlfi nelf Ifola di Patmos . Optra dipin-
ta con gran forza di colorito > per abbatter la maledicenza di coloro,
che lo tacciavano per troppo debole nel colorito , allorché la maniera
dolciflìma di Rafaello adoperava . iJer appagare poi in un medefimo
tempo l'uno , e l'altro g-nio de' ProfeiTbn , d pinie con forza , e dol-
cezza infieme di colorito la bella tavola per lo Altare maggiore della
nuova Chiefa di S.Giorgio della nazione de' Genovefi , la quale fu
eretta nell' anno i y 2 j. lotto l'Infermarla di S. Maria la Nuova ; ma
ingrandendovi dopo alcuni anni la Tribuna vi fecero fare da Andrea
la tavola di cui ora parliamo , e chi oggi fi vede trafportata nella
Chiefa, che in più ampia forma riedificorno nel 1 $"87. rimpetto a
quella della Pietà de' Turchini . In quefta vedesi la B. V. in goria fe-
duta tra S. G10: Battjfta , e S. G10: Evangelica , e tiene il Divino
Figliuolo nelle lue braccia , alTu ben dipinti ; nel balio è figurato
S.Giorgio, che arrrnto a Cavallo pugna coi fi.-ro Dragone , che di-
vorar volea la figliuola del Re , che paventata fen fugge , Conficcan-
dogli la lancia nella gola , ed avendolo vinto , fi vede dipoi condur-
re dalla donzella medefirru ligato , conr; in trionfj nella Città in lon-
tananza . In quefta pittura fono arie di tefte aliai belle , e figure co sì
ben contornate , e piene d'intelligenza , che i ProfelTori le ammira-
no , e fopra tutto mantiene una frefehezza di colorito , che è cofa di
maraviglia; come altresì lo mantengono le altre opere fue , e più
quelle di S. Maria delle Grazie , della Chiefa de' Pappacoii , e di S.Se-
verino ; ove qual lode daremo noi alla bdia tavola , che nella Chie-
fa del Succorpo in una Cappella prerT» lo Aitar maggiore fi vede efpo-
fta ? Ha quefta pittura idee cosi belle , aria di tefte così nobili , e po-
liture così graztofe , che migliori non ponno defiderarfi di chiunque
ibbia ad imitazione di Rafaello , maneggiati i colori . Efprime que-
fta
Scultore, ed Architetto. 45
Ila tavola,che ha i fuoi compartimenti, fecondo l'ufo di que' tempi, nel
mezzo la B.Vergine feduta,col fuo Figliuolo in feno,da'lati vi è efprefia
S.Gmllina,e S.Gio:Battiita,con la peliccia, e panno rollo Midollo , di-
fegnato a maraviglia , e vi è parimente un altro Santo effigiato.
Dovendo poi venjre in Napoli l'imperador Carlo V. nell* anno
if^f. fu ordinato fuori porta Capuana un bel li ili mo , e magnifico
Arco trionfale con quattro facciate » ove andavano fituate varie pit-
ture allulive , e Itatue fignificanti li fatti , e le vittorie di quel for-
tunato Regnante . Ne fu dato il penficro ad Andrea , acciocché con al-
tri Pittori-, da lui conofciuti fufficienti , dipingerle quell'opera ; la,
quale di quanta bellezza ella fi fofTe , pub vederli in quei Scrittori ,
che ordinatamente tutta la feda han delcntto , a quella che noi nella
Vita diGio: da Nola abbiam fcritta , per comodo di chi legge, e/Tendo
dato il penfirro di far condurre le ftatue a Gio: da Nola , ed a Giro-
lamo S. Croce , come nelle vite loro fi è detto. Molte altre tavole
fece Andrea per varie altre Chiefe , che poi in altri luoghi Sacri lono
fiate trnfportate , e molte di quelle , che egli per varj particolari di-
pinfe fono fiate collocate in altari di taluna Cappella da elfi eretta ■
Ma la più bella , la più maravigliofa di tutte le pitture di Andrea «
quella , che fi vede tramortita nella Chiefa di Monte Calvario nella
Cappella del B- Salvatore d'Orta Conf.iTore , che ivi fi vede fcolpito
in marmo , ch'è proprio laterale all' Aitar maggiore , dal catto del
Vangelo . In quella tavola è dipinta divinamente la SS. Nunziata , e
da' lati vi fono S. Andrea Apoltolo , e S. Veronica col Volto Santo ;
Pitture in vero da pocer dirli propriamente opera di Rafael Io , e con si
mirabd p rfezicne di dileguo , di molle , e di colorito , erte dgru.
nr.nte d.e i.oinpararfi alle proprie pitture di Rafaello divinamente di-
pinte; etantob.ftì p r compitifiìmi laude di quella opera , che il
curiofo leggitore vadi a vedere con fuoi proprj occhi per ifcorg. rn ; il
merito fingolare , che non ha che cedere a quello pur della SS. Nun-
ziata , rapprefentata full* Altare della Sagreltia di S. Dorrienjico Mag-
giore , che fi ftima , e vien tenuta da que' Frati per mano di Rafael-
lo . Fece altresì varie opere per fjrefteri , che fuor d'Italia le tra-
fportarono, del foggetto delle quali non è pervenuta a noi notizia ,
per la qual cofa quelle tralafciando , faremo menzione di quelle , che
in alcuni noftri Paefi tfpofte fi veggono , e delle quali n'è Hata a noi
trafili' fla relazione da ptrfone degne di fede , e pttne d'integrità.
Otre adunque alle dritte opere dipinte nella Città di Salerno dal
noftro Andrea , fece egli per quella Cattedrale una tavola da coilocar-
fi nella Cappella del Venerabile , un pò o bislunga , oveei dipinte la
B. V. Addolorata , che tiene il corpo de! morto Redentore fu"e ginoc-
chia , con alcuni SS. Apoftch in piedi . Nella fttfla Ciucia feorgefi un
altra
# 46 Vlta di Andrea da Salerno.
altra tavola nella Cappella della famiglia de' Vicari, fatta in un mes-
zo tondo , ove e dipinta la B. V. feduta col Bambino in feno , che ri-
ceve l'adorazione de' Santi Map J.
In Nola nel Calale di Rivero , nella Chiefa de' Canonici Regola-
ri vi fono bdliifime opere fue , dille quali non abbiamo diftinta no-
ta , e nel Convento di S. Francefco de' Filloni , nel territorio di Mon-
tella vi e il quadro della SS. Vergine Affinità al Cielo , con gli Ape-
rtoli., che rimangono nel biffo ; infra quali è il ritratto del Sannaza-
ro , di Gio; Corta , e di Giano Anifio . Nella Chiefa della SS. Nun-
ziata di Gaeta , vi è di fua mano la tavola col miftero fuddetto . Nel
Monte della SS. Trinità della mentovata Gaeta è molto pregiato il qua-
dro i che efprime il battefimo del Signore nel Giordano , e vi è il Pa-
Pìo:Bictì- dre Eremo di fopra , che manda io Spirito Santo (opra di lui . Nella
ita Pacic- Chiua della SS. Trinità della Cava nello Aitar maggiore vi è effigiato
chellì ne lo Hello miftero del bai. telfimo , tutto diverta dal primo , ma unifor-
viaggi k • me ne|]a bont^ ; ecme riferifee il Facicchelli ne' fuoi viaggi.
4 fol z i,3. Molte altre opere dclcritte coirv di Andrea dallo Engenio , ed
tzii. . altri noftri Scrittori , non fono veramente di fua mino, ma bensì
fatte fotto la fua direzione da' fuoi fcolari , ed anche ritoccate da lui,
Engenio come per efemplo quella nella Chiefa di S, Gregorio Armeno , vol-
nella fua_. garmente appellato S. Liguoro , rapprefintante S. Pietro » e S. Paolo:
pò ' a" quella in S. Cofmo , e Damiano , con lanafcita del Redentore , nel
Duomo una B. V. , ed altre in altri luoghi.
li Ebbe Andrea molti drfcepolt , i quali furono da lui infegnati con
amore , e carità , ed ajutati di confìglio , e di opera , nelle p.tture ,
che elfi feciono ; conciofiacofache , pochi ne nulcirono maeitri eccel-
lenti ; reftando gli altri in una certa mediocrità . Vedefì tuttodì con
con l'efpenenza , che molti tutto che molto travagliano , poco fanno,
perche non hanno la grazia , che a pò. hi fuole benigno concederei!
Cielo ; Quelli pochi noi dunque rirtnngeremo a Gio: Filippo Cnfcuo-
lo , di cui fi farà onorata menzione nella fua Viti , ad un Domenico,
o Francefco Fiorillo , ed il giovanetto Paolillo , del quale il Notajo
Pittore non lafciò cognome , ma folo Paolillo chiamandolo : diede no-
. tizia della (uà fomma abilità nella Pittura , dic.ndo , che egli avreb-
be fup.rato il Maeftro , fé l'amor d' una Giovane maritata non l'avef-
fe occecato , e fattogli perdere col bel fenno alla perfine la Vita ; che
difgraziat.. mente finì con colei , e con chi gli fegmtava per. vendicare
l'onor perduto ; come nel racconto , che ne fcr.fìe 1' anzidetto Notajo
fi leggerà ; e fia ben confiderare , che non tutti i f.lli d'amore ammet-
tono la feufa dlla paffione eh' è cieca J perciocché qir.ndo quefh fi
av,.nza ad offender molto la legge e Divina , ed limata , non puh at«
tender certamente altro , che callido, e dal Gielo , e dal Mondo.
Aiutò
Scultore , ed Architetto. 47
Ajutì) coftui molto il Tuo Maeftro nell' opere che ci fece , dipingendo
ila fé figure intiere nella Cona di S. Maria delle Grazie , ed in quella di
S. Severino , ove dicefi , che il S. Gio: Battifla fia quali tutto opera di
lui . Dipinfe da fé la tavola , che nell' anzidetta Chiefa di S. Maria
delle Grazie fi vede nella Cappella , che è nella Croce , in faccia ,
al Maggior Altare , ove è effigiata la B. Vergine col Bambino in glo-
ria con belli Angioli , e l'otto fono due Santi Evangetifli ; e quella pit-
tura vien creduta dagli Scrittori noflri di mano di Andreai come altjje-
si credono la tavola della Nifcita del Redentore , che (là nella Chiefa
de' SS. Cofimo , e Damiano , con quella dell' A/Tunta del Vefcovada;
cosi credono del Salerno alcune altra tavola , eh' è di coflui , come è
fua fattura a frefeo il S. Antonio da Padova deferitto per mano di An-
drea , che nella mentovata Chiefa di S. Maria delle Grazie dalla parti
oppolla del dtfi ritto fua quadro , fi vede . Ma quelle opere qui accen-
niti' fono ballanti a teftimoniare la virtù di Paolillo nella Pittura , ed
a far comprendere a' Profelfoti , ed a' dilettanti , a qual grado di per-
fezione farebbe egli giunto fé non fi foffe fitto predominare dalla vo-
glia sfrenata dal ribelle fenfo ; ehe però avendo pollo fine a'l'opere bel-
liifime del noilro Andrea , porrem fine anche al racconto della lua vi-
ta , che fu tutta dolce , piacevole, caritativa , e timorata di Dìo,
con le quali belle virtù, pervenuto all' anno leilantelimo quinto d di'
età. fua , pafsò alla Vita eterna , come piamente fi fpera , l'anno i ? i r.
incirca, e parleremo a riportare lo fer tto , che difiufamtnte fee di
lui Gio: Agnolo Cnfcuolo già d.tto , come qui fotto fi legge .
In Nwnine Djmini Am.n . Ei.cn, che fono arrivato con quefio
fcritto , ne lo quali- fé fi chiaro , e manifl'o a tutti la gran V,rtù di
Andrea Sabatino , a Aire com: , e quanto gran torto fes a que'rt fit-
t»re lo Scrittore Giorgio , che li Juoi Fiorentine , e puijani tanto inai-
2iie j dov: in qucj'.o particolare ha fatto coito/cere finn a li fitj tiol ,
che h unno un poco de [cola la fua gr«n pajfwne , e mi truffato Scri-
vere; cofa chi n>n lì a bene a chi fcrive le iforie de le F.te m.-jjì-
mamente \ per eh? come dice lo magnfico eccellente littore no ro
Mejjer Marco de Pino , deve eh fcrive v<te tenere la bili citi
giujìa ; e quello è de certo , che lo prefitto Scrittore ejjt ndà <n
N'poli ebbe da vedere le op?re de Anlrea , e dovea fape;? , che
era jfato Scolaro de l{,ifa;k;lo quale lo noflro detto M JJer Marco io chia-
ma : lo ritratto de tutta l'antica p'rfzione greca. Ora noi vedendo
quej.o torto f ito non foto a lui , & ad altri Virtwfi deif A>te , ma a
tutti li l'ittori Napol'tan' , perchè non ha onorato nefjuno de tanti fi-
mhfi che ci fono jtati , ne fcrivsmo , e manifjratno a tutti la fua
Virtù .
Andrea f uè della Città de Salerno , e da picciolo ebbe genio a la
tittu-
48 Vita di Andrea da Salerno
Pittura , perche vi/io venire la tavola de Pietro Perugino , 0 che ere
"Venuta , voi fé andare a trovare Io detto Pietro per imparar da lui; ma
per via quando fé volfe partire fentie la fama grande de lo eccellentijjì-
mo B^afaele, Angiolo della Pittura , e così fé n'andiede a trovare quello
e non quello , a JRj>ma , dove quello che era cortefe , lo accettai , per'
che Andrea era già flato all' Arte , e diftgnava polito ì dove che avca
modi dolci , e cos'i fé fice amare , e fìiede con P^ifaele più anni, e infiemt
Con li fuai giovani già lo mi fé a dipingere le fue facende de lo palazzo
de S. Pietro . Ma efendo avi fato Andrea de la grave malatia de Gian
Matteo fuo Padre , che apprefjo morì , le convenne tornare a Napoli, e
41 Salerno , dove aggi u fiat e le fue cofe , dipinfe , e fapendofe che era
venuto defcepolo dell' Angelo de la Pittura ( che così a Napoli era chia-
mato s\afiiek ) lo volfero molti Mobili , dove in Napoli fece per li detti
JUnkìli -, e altri , tavole di Altari per le loro Cappelle , e pt.r le Cafc le
ro 3 dipìngendo lo bellijfimo Seggio Capuano , come fi vede , la gran per-
fezione. Con che per tùli opere non potè più tornare a t\nma , feufan-
dofi con lettere con il Maeflro , da lui ajjai amato ; e poco doppo lo pian-
fe amaramente , e ne piede ammalato per lo difgufloì dicendo ejfer
morto l'Angelo della Pittura , perche lui li pofe tal nome . Ma poi fa-
tta tof e , fece opere alPifcopio , e S. He flit ut a , a S. Chiara , a S. Gen-
naro fuori le porte , a S. Cojimo , e Damiano , a S- Severino , a S. Do-
menico t ed altre Chiefie , e altre cofe , Ma le più belle opere fue fono
le pitture afrefeo alla Madonna delle Grazie , e quelle di S. Gaudiofo,
dove che dice Gio'. Filippo mìo fratello , che quejio è lo me de fimo di-
pingere afrefeo de lo divino Maeflro fuo , e così ha fatto più tavole a
oglio alle dette due Chiefie, cjjai belle , ma quelle dell' Altare di S. Gau-
diofo furono per grandi impegni di Monache fatte fare a un Spagnuolo
protetto, dove che lo Eximio Pittore Andrea fece poi per li Signori Pa-
droni della Chiefia di S. Giovanni Pappacoda la bella tavola per l'Alta-
re , togliendone via quella, che vi flava , efjendo ajjai picciola,é"ha-
vendo ingrandito l'Altare ci pofe la fua i e per loro ordine ritoccai al-
cune cofe fopra la fffitta de lo Altare guajtate . Dove poi facendo la
Cappella di S. Domenico morì Andrea da circa 63. anni , 0 poco più ,
e fu pianto , e fé pelli to con grande onore da li buoni Napolitani , che
lo amavano per le fue bontà .
G'io: PIHp— fece Andrea Sabatino molti Difcepoli , e fra li altri ci fu in fua
podùuoio Scola Gio: Filippo mio fratello , che pigliò la dolcezza de lo colore del
(rateilo ui Maeflro , come fi ve de dall'opere fatte a Pagina Cali , e a D. Bigina, a
G*?'Agno ° • • Nicola , e a Colìantinopoli , e a molte altre Chiefie , e cafe dipinte-,
delie pie- c^' a me non fi* bene dire la bontà di dette opere , ma fi poffono vedere
fenti noti- da li curiofi , perche fono f udiate , e fatte con amore .
zie . Fra li Difcepoli di Andrea vi fu uno chiamato Paoli Ilo , il quale
era
Scultore , ed Architetto. 49
era hen nato , che fari a riufcito valentijfimo , come fi vede da alcuni
tavole -, che fece nel filo principio , a S. Maria delle Grazie, a S. Anici-
Io , e a S. Stefano , con altre Chitjìe , e luochi * e lo Maefro lo ama-
va , ma innamorato/! di una moglie de uno-, affai bella Giovinetta, fé
ne fuggì con effa ; dove andiedero fconofciuti per piùpaefi forafiieri i
ma venendo pfrfeguitati ( perche la Donna era de cafa civilijfima ) fi
dice , che fu ajfaltato da certi finti mori a unafpiagzia , dove-, che lui
volendo falvare l'amata da un colpo , fu colpito lui , e ne lo medejimo
tempo ucci fé quello che lo ferì » che fu il marito de la predetta J elei
prima , che uà fratello del detto fuccidejje , fi uccife efja per difpera-
zione , ferendo malamente quel cognate , e così finì infelicemente chi
volfe quello , che non tra f mi e così va chi contraviene alla legge
di Dio . Crifcenius .
Dice nel fuo racconto il noftro Pittore , che Andrea facendo un»
Cappella di S. Domenico fi morì ; fenza efplicare fé quella era dedicata
al mentovato Santo , o pure fé flava nella fua Chiefa; ovvero fé egli 1'
avefTe architettata,giacchè intefe affai bene l'Ar<.hitettura»e fece alcune
fabbriche con fuoi difegnii laonde per tale incertezza avendo voluto io
trovare alcun veftigiodi quefle,mi è riufeita infruttuofa la diligenza,e
così di alcun altra opera fua,per la «mal cofa le fue opere lafciando di più
ricercare , diremo folamente , che egli ha avutole laudi di moltilììmi
Virtuofi > che hanno teftimoniato ne libri l'eccella Virtù di lui, e per
dimoftrarne alcuno , lafciando ciocché ne fcrivono lo Engenio, il Ce*
lano , e il P. Orlando , porteremo qui la relazione » che ne fenffe il
famofo Gavalier Maffimo Stanzioni .
Andrea Sabatino nacque in Salerno circa il 1478. 0 poco più , e
andò prima a varie fcuole , é* anco a quella di Silveflro Buona,il qua-
le l' imparava con amore ; Ma morto Silvejìro , andò con un altro per
imparare , fentendo anco la fama di Vietrp perugino , per la tavola
fatta fare dal Cardinale di Cafa Carafa nel Vefcovado l con che fi partì
da Napoli , per trovare quejh buono Maefro , e incontrafofi con alcuni
Vittori li fu detta la fama > che pigliava in l\oma Rjifaele d' Hi bino , e
che fi Jìimava un Angelo dalla pittura , av*ndo il favore del Pontefice
Giulio Seconda , che aveva mandati via tanti altri Pittori % anche va-
lenti , per fare tutte le fue pitture del Palazzo di S. Pietro , e che Pie-
tro detto , che era fiato fuo Maeflro , aveva difpiacere % che non lui»
ma il fuo Difcepolo F,afae le faceva tante grand' opere. Quejio intefo An-
drea prefe la via di ì\oma , e fi fece difapolo di Rafaele » avendo vi Po
con gli occhi fuoi proprj le maraviglie delle fue pitture > e \\afaele fi
fervi molto di Andrea , avendo tenerezza di colore ben adoperato > <S"
avendo buoni co/fumi ; Benché Gior gin <•" Arezzo non ne faccia memo-
ria , che non fo perchè non lo nomina i Ma Francefco Sant afede , P a*
TOMO li. G are
$o Vita di Andrea da Salerno.
dre ài Fabrizio , diceva averlo fentito dal proprie Andrea , e che l'ave-
va fatto dipingere , maffimamente con lui., molte figure nella Torre di
Borgia , e in altri luoghi altri Stinti Apojtoli , e trofeti , &" anco nelle
lo v vi e di Gbizgi > dove che cjj'sndo pnijiato chiamato Andrea dalli pa-
renti , perchè pafsò ali7 altra vita eterna il fuo Padre , hi/ogni cercar
Jicenza , e venire a fu a e afa circa il i fi 5. deve in Salerno f ce alli Mo-
naci di S. Benedetto un quadro con la hantijfima Vergine , e due Santi
del? Ordine , & anco un altro quadro alli Monaci francefeani , con
Crijìo , e la Santijjìma Vergine , che danno l'Indulgenza a S.Francefco,
e anco fece alcun altro quadro i dopo di che venendo in Napoli yp r non
fo qua) lite inforzali da un parente , non potè più ritornare a trovare il
fuo Mnejìro ì\afaele , che non mancava fcriverli con corte fé lettere , che
and affé di nuovo in Eterna i il perche fece in Napoli molti lavori , cime
fono le Chiefe di S. Maria delle Grazie , vicino C Incurabili , dove fece
la Tribuna , la Cona , e tre quadri di Cappelle . Alla Nunziata due
quadri , delti quali uno è ajjai bello ; a S. Gaudiofo molte belle pitture
afrefeo , & a oglio i a S. Giufeppe Maggiore un quadro i a S. Severi-
no due quadri , a S. Gregorio Armeno un quadro di Coppella , come fo-
no anco li fvpr addetti , « anco a Monte Calvario la belt.Jfima Nunziata',
a S. Petite un bel quadro , fatto ad ij ama dtlli fuoi naturali Signori^
« in detto vi fece li loto ritratti , con nitri di loro Corte , ;/ Seggio del»
li Nobili di Capuana , dipinto afrejco i a S. Gio: Maggiore , a S. Gio'.
r , . a Carbonara un quadro nel Vefcovado tre quadri y anco di Cappelle J a
quelli" neh" Monte °t've*0 ' e '" altre Ch"Je ' avendofatto a P'u pignori molti qua-
quelli , the dri di dvezicne , e majfimamente di Madonne , le quali faceva ajjai
'<>no a S.Ri belle . Cos'i fece altre opere nel Bjgno . e fuori, ma pervenuto alli anni
fiùuta . 6 ^ mrr) „en> iìjfòj in circa 1 J4 f.
paolo de Matttis a richiefta d' un Pari di Francia fcrifle in com-
pendio le notizie di molti noltii Pittori , le quali quel Signore volta
far fìampare in rranc ia con altre ru tizie di altri moderni ProfeiTcri di
altre Nazioni , tfitndoii impegnato a far paitfe tutti quegli Artefici
trafcututi da altri , che a lua notizia fulìcr venuti , di quallilia faenza,
e facilità ; Ptr.fiere veramente magnanimo , e generolo , come anco-
ra di fomma gloria di lui ; Ma interi otto prima da varj gravi a.'uden-
ti , e poi dalla morte , e del Mecenate , e dello Scrittore , uie foìarrun-
te 1 crrrp?nej di diciotto Pittori ne fcnfl'e , lì ramale l'opera imperfet-
ta . Nulia curando ptr lo più gli Eredi di profeguire quello, che j loro
Antenati han cominciato uni volta . Laonde noi per dimoftrare appie-
no pli onori d;.ti ad Andrea S'abitino , quello , che egli di quefto egre-
gio lì mo ha fcritto qui fedelmente r<poitafemo ; eorne apprtlfo fa-
remo dell' altre notizie , felonio che l'occafione li prtfenterà .
Andrea Sabatino nacque m Salerno , Città lungi dieci leghe dall»
80*
Scultore, ed Architetto. 5*1
nojìrti bdla Fan etiope ',fu Scolaro di Bufatilo Sanzio da "Urbino , e di'
fin/e per lo fuo Maejìro nel Faticano , e nelfopera a /re/co operò con U
cartoni , e difegni del detto Bjifaello , come fi ojferva nelle volte dell'
flanze msdefime del fudftto Palagio i e fece molte tavole pure col dife-
gno di Bjifaello . BJ tornato a fuoi , tUpinfe molte opere. , come fi cJJ'er-
va in particolare nella Chiefa di S. Maria delle Grazie in Napoliy vicina
Io Spedale degli Incurabili , dove fi vede una Cuna bellijfima nelC Aitar
Maggiore , & una tavola di palmi otto in circa , efei , ove è l 'effigi*
della Madonna Santiffima , col Santo Bambino nelle braccia , ed una
quantità di Angioletti di tanta perfezione , che vieu creduta di mano
del fuo proprio Maejìro. Queita tavola è quella , che ora non v'è più,
ma sì bene vi fono l'altre da noi deferitte .
Altre infinite f uè opere fi ammirano in Napoli , Salerno , la Cavat
Nocera , e quafi per tutto il Rjgno . Morì egli di giujìa età > Il fuo lìi»
le , e carattere proprio ( quando opere da sé , e fenza difegni del Mae-
firo ) è forte , carico d' ombre , e un poco rifentito ne' mufcoli ; m*
ejìefo nelle pieghe de* panni éfc.
Le notizie che di Andrea ci lafciò regiftrate D. Camillo Tutini, e
che nella celebre Libraria di S. Angelo a Nido fi confervano, non fi ri-
portano inquefto luogo da noi , ne tampoco quelle di altro moderno
Scrittore, perciocché fono piene di abbagli , elfendo dettate da penna,
dottasi , ma inefperta dell' Arti del difegno . Laonde ogn'altro enco-
mio tralafciando , conchiuderò quello racconto dicendo folamente,che
per render chiaro di bella fama un Artefice Egregio , ballano molte
volte le bell'opere fue ; poiché fannoelle medefime deferiverfi a carat-
teri d' immortalità nella memoria degli Uomini Virtuofi , ed amatori
delle beli' arti .
Fine della Vita di Andrea da Salerno Pittore è
G * VITA
52
VITA
D I
GIO: ANTONIO D' AMATO
// Vecchio Pittore*
SE molta (lima apportano agli uomini i buoni , e leali coftumi , e
quella virtù ancora che annidava negli animi de* Gentili » guida»
ti (blamente dalla legge di Nitura ; di quanto maggior pregio cagione
faranno gli Atti di una (incera, e Criftiana Pietà ? Certamente fé quel-
li efiggono (lima , e rifpetto , a quelli una fpecial venerazione per ogni
verfo è dovuta , e tanto avvenne nella perfona di Gio: Antonio d'A-
mato detto da noi il Vecchio per diftinguerlo dall'altro Gio: Antonio ,
cha fufuo Nipote , dappoiché egli accoppio così bene le virtù morali,
e le Griliiane colla pratica delle feienze , eprofeffione Pittorica , che
veramente ci ladiò un moraliifimo efemplo del virtuo(o , ottimo , e
fcienziato Pittore ; Come potrà conofeerii dalla feguente narrazione
della di lui vita.
Nafcita dì Nacque quello buon Criftiano ,e buon Pittore circa gl'anni di no-
Gio; Anco-ftra faiute 147 f. e fu dalla puerizia in hinato al difegno , poiché an-
810 • dando a Scuola di lettere , nel medefimo tempo che afcoltava le 1 Z;0-
ni , egli difegnava fantocci ; Perlaqualcofi fa da parenti giudicato op-
portuno il raccomandarlo a Si. veltro Buono allora molto famofo , ac-
Va a Scuola ciocche 1' ore che gli avanzavano dalla Scuola della Graimtica , egli
di Gramati-apphcaife al difegno ; Gio: Antonio adunque come quegli che avea for-
"'' "~tito unpronti.lì no ing.gno atto ad apprendere qualunque feientifica
buon pio- facilità all' una , e all'altra fcuola attendendo , in amendue gran pro-
ficco , fitto vi fece , di modo tale che giovanetto di 1 f. anni dipinfe in cala,
e dilputo ne' licei con tanto fpirito , che fu la maraviglia di qu.i tem-
pi . Convien credere che frapo.o.gli mancaffe il Maellro di pittura ,
giacche la morte di Silvestro Buono accadde circa il 1 48 f. , e f bbene
il cirja polla dinotare qualche anno più , o meno non pub intenderli
p:TÒ di molti anni-; per la qual cola egli è da credere che Gio; Antonio
fi fulfe avanzato nella Pittura non tanto fotto la voce viva di Silveitro,
quanto (ludi indo falle di lui opere, e che poi cort la gukla di altri Mae-
ftri fi foffe perfezionato , tanto più eh' io tco^o fcritto in alcuni neta-
raei^ti a penna , eh' egli facefle anche fuoi iìudj fulla tavola di Pietro
Perù-
Il Vecchio Pittore. 53
Perugino efpofta fu] maggiore Altare del Duomo Napoletano circa quei Tavola di
tempi . Altri dicono » che Gio: Antonio dopo la morte di Silveftro pif- Pietro Pe-
sò ad altra Suola , fenza nominar quale . Ma comunque 1. bifogna an- TP"0*!?
data fuflè , certo egli è che Gio: Antonio full' opere di varj buoni Mae- ' ."r ^~
fin cercò di perfezionarli , non lanciando in tanto Io Itudio delle buone Duomo di
lettere,delle quali egli fu fempre amante; onde apprefe pe; fittamente Napoii .
la moral filolofia, che locondulfe poi agli ftudj alti ili ni ddla Teologia,
donde tra/Te il bel frutto dell'amor verfo Iddio ; ch'è la vera fapienza
<T un'anima Cnftiana .
Pervenuto Gio: Antonio ad una ragionevole perfezione nella pi t— Chiefa di
tura , fecs alcune Immagini Sacre p.-r varj particolari , le quali ve- ^ ^),'Kon,°
dute da' Preti che avevan cura della Chiefa Ji S.Giacomo degl'Italiani, nj fretta nel
gli fecero fare quella Tavola con la N.dcita del R.dentore , che ora fi jj^S.da'Pi-
vedtt ivi collocata nel muro dirimpetto L" Aitar maggiore , ma allo- fani , aller-
ta fu collocata in una Cappella, la qu.le modernandofi conven- chè ebbero
«e torla via . Per l'Aitar maggiore della medtfimi Chiefa , che vJ.ctoria ^c
in quel tempo era itato abbellito , ei dipinfe l'Immagine dela n(.ja Morea
Beata Vergine , che tiene il Bambino nelle braccia , e quella
fu allora molto lodata da' Profeflbri , quantunque ella fufle la prima Bello tfem-
Immagine di noftra Donna che egli elponeife ai pubblico; ne c;ò ria P»° a' Pìt-
tima viglia , trovando io fcritto , che prima di porli Gio: Antonio a ';'.'* Ui'
dipingerla , fé le raccomandò caldamente , e fi mani de' Santi Sacra- j]
menti della penitenza , e dell'Altare , e poi fé ne venne a cafa , ed in-
ginocchione tutto umile , e divoto la S. Immagine dipinte vii quella
divota bellezza ornata , che ancor oggi lì vede . D'indi in p'>i crebbe
tanto la fui divozione verfo la SS. Vergine , che non ptfsò Sabbato eh'
egli non digiunante in onor di lei ; ne mai dipinfe il di lei volto , fé
non indi di Sabbato confetto, e comunicato, e con le ginocchia
a terra ; laonde in tanta f ma pervenne di criftiana bontà che molti
mandavsno i loro figliuoli alla Ina Scuola , acciocché non meno le
virtù morali , che la pittura apprenda Atro , ben fapendo , che dell'
una , e dell'altra farebbono fiati infognati dal caritativo Maeftro . In
fomma tutto che giovane ei fufle , era lo fpecchio, e la norma degl'uo-
mini già maturi .
Crcf.iuto Gir.: Antonio di nome per tante fue belle virtù , fece
molte opere a richieda di molti luoghi pu, donde poi rinovandcfi quel-
le Chiefi , fono (tnte tolte vn,ponend > m lor vece quulri di più mo- y ' .
derni Pittori. Vedefi però di tua mano nella Chiefa di S. Domenico tU7c fl; t<.~~.
Maggiore la tavola che r.ipprefenta la B. Vergine coi Bimbino in leno Antonio,
in una delle Cappelle della Famiglia Carrafa ch'e predo la Sagreftia ,
la qual pittura è in picciolo , ed è diligent;llìmamente , e con remore
«empiuta . In una Cappella della Chitfa di S.Cfr.rina nella Strada de'
Xkr-
54 Vita di Gio:Antonio d'Amato
Mercadanti di varie merci preflb alla Fontana detta delle mammelle *
vedefi in una Tavola elpreffa la B- V. col Bambino in gloria , e ntl
ballò l'Anime del Purgatorio , e ne' ripartimene , che fono da' lati ,
fecondo l'ufo di quei tempi, vi è Santa Luaa , e S. Francefco da Paola .
Dietro il Coro di S. Lorenzo, e nell'Altare di una di quelle Cappelle
è un altr.i Tavola con la B. Vergine coronata da due Angioli : opera
veramente degna di laude . Si dice che quella Tavola della SS. Conce-
zione , che fi vede nella Chiefa di S. Pietro in Vinculis preflb i Merca-
danti di ftta, fia di fua mano , ma che poi per divozione di que' Preti fu
mutata la figura di un di quei Santi , ch'erano nel piano , in S. Carlo
Borromeo, e fatta r: toccare da ordinario Pittore , e fu grave abba-
glio di colui , eie diffe efiere Mata ritoccata tal pittura dal giovine
Gio: Aiitonio fuo nipote , dnpoi che quefti nemmen giovane dipinfe
così trivialmente , come quel S. Carlo è dipinto . Nella Chiefa di
S. Agoftino Maggiore preflb il Palagio ove fi coniano le monete * di-
pinfe una Tivoli per una Cappella contigua a quella di S.Antonio,
ove figuro la B- Vergine col Bambino , e con varj Santi , e in un ton-
do al di fopra fece da un fuo Difcepolo dipingere a frefeo l'Eterno Pa-
dre , e così qu.jfio , come altri lavori furono poi tolti via per la cagio-
ne più volte detta di fopra del ridurre la Chiefa al gufto moderno J ma
la fua più bella pittura fi è quella preflb una delle porte minori della
maggior Chiefa di Napoli , ove in gloria fi vede la B. Vergine altresì
col Bambino , e nel baffo fono molti Santi Dottori , che difputano a
dif fa del Sagramento Eucaristico . Quefta Tavola così per lo compo-
nimento , fituazione , ed attitudini delle figure , come per la forza del
colorito , è degna di molta laude , anche a riguardo de' tempi moder-
ni , ne' quali la pittura è aflai diverfa , ed ha ricevuto così gran mi-
glioramento in tutti i numeri, e in tutti i requifiti dell'Arte ; merita
anche la medefima lode la bella Tavola che fece Gio: Antonio per una
Chfcfa dì Cappella di S. Maria del Carmine nel Borgo di Chiaja volgarmente
S.Lionard detta il Carminello . In un tondo egli efpreffe al di fopra la B« Vergine
eretta nell'eoi Bambino , e al di fotto S. Giacomo , e S. Andrea Apposoli , eoa
*n"° I0lS' bella vaghezza di colore , e buon difegno condotti ; anzi con grande
do d' Orio imitazione di decoro , e di divozione . Dipinfe ancora nella Chiefa di
di Canaglia S. Lionardo eretta nello fccglio del foo nome , nel-la fleffa riviera di
per voto Chiaja la B. Vergine detta della Confolnzione , e fecevi molti fcherri
della Nave aJl',ntorno con picciole figure di Santi , che fanno ornamento alla Sa-
iv« alvaca . c^k jmm-oine , la quale conferva una frefehezza di colore maraviglio-
fa , e mailìmamente nella vivezza della lacca , che potria fare invidia
ad alcuna moderna dipintura . Allo Altare di una Cappella nella Chie-
fa di S.Severino fi veggono in una bella Tavola '.ffiggiati akuni SS.An-
gioli in piedi che fono aflai b^a dipinti , e con belliffime fifonomie di
VOI». N""*
IJ Vecchio Pittore. .>.>
Nell'anno 1 5-5 5*. per la venuta dell'Imperator Carlo V. in Napoli
fi apparecchiarono gran fefte ? e fu chiamato Gio: Antonio a lavorare al-
cuni di quei quadri , che fervir dovevano per ornamento dell'arco trion-
fale , ed anche gli fu data la fopramtendenza di tutte le altre pitture ,
che lì avevano a fare per tal cagione . Ma egli cunliderando ch'elle do- Gio: Anto-
ta
ad Andrea da Salerno , ch'i come buono Maeftro averebbe aflai bene di CaiJo V.
l'opera condotta a fine , come in fatti fegiiì . a cagione-.
Pece Gio: Antonio vane opere a frefeo , e nota il Cavalier Stan- di non av.er
zioni , che egli dipinfe la Tribuna della Regal Chiefa di S.Nicola detta ™ * Jj'P^"
alla Dogana , la qua! pittura fu poi rovinata dacafual fuoco apprefofi ^U(Je
in una macchina di efpofiziene del Venerabile , talché in quella Chie-
fa altro non rimale che una Immagine della B. Vergine del Soccorfo di-
pinta da Silveftro Buono , e ritoccata da Gio: Antonio , dappoiché altre
«."Stfcfè Immagini da lui dipinte in altre Cappelle furono dal fuJdetto in-
cendio confumate . Neanche fi vegoono oggidì quelle p tture eh' ei
ece a frefeo nella Chiefa deil'Af anta entro il Cartello nuovo molto lo-
date dal mentovato Cavalier Malììmo ; poiché ne' tempi appretto inno
ftate tolte via nel rinnovarfi tutta la Chiefa , e in lor vece vi li veggo-
no le dpinture di alcuni , che h<m creduto di efler valenti Maeltri ,
rm non lo erano . Vedeft però in una di quelle Cjppellc la Tavola eh'
ei dipinfe , mi ritoccati da Gio: Autonio fuo Nipote, nella quale è
rapprefentata la Betta Vergine col Bambino in gloria , e molti belli
Angioli , e nel bailo due Santi , e nel mezzo l'Anime del Purgatorio
in varie , e proprie attitudini lituate . Nel Cappellone della Croce del-
la Chjei'a di 9. Pietro ad Aram dal canto dell'Èpiftola , e nella Tavola
dell'Altare è dipinta la Beata Vergine col Bambino , S. Gregorio Papa,
e S. Benedetto , con un S. Vef.ovo , che tiene in mano un flagello :
Ma quelt'opera avendo patito dal tempo , ha ultimamente patito affai
più dalle mani di un moderno Pittore , il quale ha creduto di raccon-
ciarla . Ve£gonfì di G<o: Antonio nella foprammentovata Chiefa di
S. Agoftino alcune belle figure a buon frefeo , laterali al SS. Crorefiflo,
le quali rapprefentano S. Agoftino , e S. Lu ia , condotte con buona
pratica, ed ine llgenza di colori , avendo tenerezza e buon imparto
di tinta. Veggonfi ancora nelle mura laterali della Cappella dedicata
oggidì a S. C rio nella Chiefa della SS. Concezione deila Nazione Spa-
gruiola molt figure di Santi dipinte a frefeo de.Ma grandezza del natu-
rale , e con maniera ftudnta e grand. od , < he certamente fon degne
di molta lode ; Concioll"! icofachè non v» fu Pittore de' tempi luoi , ehs
più di lui uLffe diligenza , e fatica , e rrufsunamente a frefeo : Ne mai
j:er
j-6 Vita di Gio:Antonio d'Amato
Errori ne' per fretta che gli fufle data egli ftrapazzava l'opera Tua ; la quale volea
quali in- condurre con tutto quel tempo , che fi richiedeva diligentemente per
ciampano i perfezionarla, ed ammendarla al pofsibile da quegli errori che fuol par-
voler fai torire per lo più la pn.ftt.zza , allorché anche i buoni Pittori tirati dall'
prefto V o- ingordigia del danaro , cercano di far treppoprefto , nulla curando fé
pere loro, la ftoria fia m ilamente compofta , e le figure difettofe nel difegno , nel-
la mofsa , e nell'accordo del tutto.
Ma potendo parer vano il ragionare di altre pitture di Gio:Anto«
rio , che più non fi veggono , diremo qualche altra cofa della fomma
ftima in cui fu il nofiro Pittore tenuto da tutti : Egli era Mimato co-
me un oracolo, perchè alla fcmma prudenza , ed alla perizia nel fuo
meftiere egli accoppiava tutte le virtù di un perfettiflìmo Criftiano .
Divotiffìmo della SS. Vergine, come è detto, in oflequio di lei , fece
voto di viver cattamente ; laonde difprezzb ogni vantaggiofo partito
di toglier moglie . Ne facea mai parlar Sabato , che in onor di lei non
ufaiTe i SS. Sacramenti della penitenza , e dell' Eucariftia , e fiera-
mente non digiuna/Te . In quel dì fi riferbava altresì il dipingere la
fna SS. Immagine : Ed ella corrifpondendo al divoto affetto dell' umil
fervo fuo , gli concedè molte grazie : una delle qualij fi fa il prefer-
varlo fano , ed illtfo infino all' età di 80. anni compiuti , ch'egli vif-
fe in quella vita mortale . Fu fapientiffimo nelle lettere , e tanto, che
diede fempre favj , ed utili configli a coloro , che andavano a lui ne*
dubbj cafi ; anzi più d' una volta fciolfe anche dubbi , e queilioni in-
torno alla Sacra Scrittura , con tanta profondità che era la maravi-
glia di coloro , che la profefl'avano , e folea dire che quello era l'uni-
co libro, che doveafi continuamente ftudiare , ed a ciò confortava
fpeflb Gio: Antonio fuo nipote figliuolo , cioè di Francefco fuo fratel-
lo , configliandolo , che in quel libro apprenderle la perfetta vita del
Criftiano; E quindi è che il giovane Gio: Antonio fu fuo erede non
meno delle fpirituali , che delle corporali virtù;ficcome attefta il Ca-
valier Maffìmo Stanzioni nelle copiofe notizie lafciateci di Gio: Anto-
nio, oltre a quelle fcritte dell' En^enio , dal Gelano , dal Sarnelli , e
dall' Autore dell' Abecedario Pittorico ; Come quelle poifon leggerli
ne' libri ftampaci , e baderà, qui trafcrivere quelle dello Stanzioni ,
che fono inedite , e da pochi conofciute lafciandole nel loro femplice
ed incolto ftile .
Gio: Antonio d'Amato fiorì fino al l fffJtt circa,poichèifi ha che
campnfle 80. anni . Fu "Uomo da bene , e buon Crijìiano , e fu difice-
polo di Silvefìro Buono , che fu dificepolo del nofiro Zingaro » Come fi
ha da Certijfiima tradizione . Infiamma quello Gio: Antonio fu moltt
fiimato per Virtù , e grandezza di ficienza ejjendo "Uomo di gran filie-
re nelle fcìenze, ed intefia nelle lettere dove che ne fan fede ifuoi ficrit'
il Vecchio Pittore. 57
//' , e configli con quali ha dichiarato molte cofs della Scrittura , eìl
a lui andavano molti Uomini ditti p*r confìglio . Era divotiljimo nel-
la B. forgine Maria Madre di Gi fu , e q:i tàio doveva dipingere il
fuo volto fi pr-. parava con i Santi Sagr amenti della Chi -fi ; e Così tri»
fegnò l'i'ìijjo molo a Gio: Antonio filo nipote , che aich: riufcì buon
Crifliano , inj.'pnandoli ancora di far benefìcio- a tutti . Fece molte
b.llifsime opere come fi vedono : A! fofcova lo vicino la porta piccola
una fu a Tavola con la B. forgine Maria , e molti Santi con gli Apojìo-
li . Così la Tavola in S. Margarita , è* a S. Putito ejfndovi a tutte
due quelle la filetta B. forgine .
Qtfefte tflPRrrtè due Tavole, citate ih Millìino , come altresì la
Cappella che egli dice dipinti a Monte Oliveta non ho potuto rinve-
nirla per diligenza eh. io abbia ufata , ne altro ho potuto fapere fé non
che elle lì ano itate altrove trafportate nel innovarli le Chitfe e le Cap-
pelle ; Ne aneli.- degli Tcritti di Gio: Antonio ho finora avuto niuna
notizia , fa Ivo bhd in una nota , che appreiTo di me con altre molte fi
f rb*, ilictli che egli molto fcriffè intorno alla Sacra Scrittura , i
(fanti fcntti potèav.r veduti il Civaliere , poiché ne fa menzione ;
ma Corniamo al racconto del Gavalier mentovato.
Que;h eccellente ti.tore avea dipinto a frefeo la Tribuna , e buo-
na parte della Chiefa di S. Nicola in Dogana y ma per caufa di un in-
cendio fucceduto fi guayaroni tutte , e le doveva dipinger io J ma per-
che non fi arto tati di accordo , re/fa ancora Così ; ejjendo lo lfJJJo fuc-
ceduto col mio Maftro Lanfranco l Sicché nella Chiefa detta non vi ri-
mane nitro di Juo , che la Madonna del Soccorfo , ritoccata tutta da,
capo da lui , ejjendo dip.nta da Silveftro Buono » e poi di nuovo rifat-
ta da Andrea di Salerno per eff.rfi alquanto guafìat a nel predetto in-
cendio .
Altre opere a frefeo di lui fi vedono nella Chiefa dentro il Ca fieli-?
Nuovo , ed anche una Cip peli a eoa la Tribuna a Monferrato , come an-
ch. una Cappella a Monte Oliveta , che aveva cominciata Silvejiro
Buono , ed alcune altre cofe - Come a S. Severino dip'nfe una Cappella
con gloria d'Angioli vicino la porta maggiore. Di Tavole ve ne fono belle
in altre Chiefe , e lui mori da buon Cruciano , e fu onorato da tutti li
Vittori circa il j j jf. con tran pianto ? in età di anni 80. in circa.
Fu difcepolo di Gio: Antonio Gio: B rnardo Lama , che riufeì
f.imofo tutore , il quale ejjendo già valenf V<>mo egli gli racccma,/ 3
Gio: Antonio fuo nipote , che poi anche fu Valentuomo , efi.ee cofe
belle ì Cerne anche fu buon Crijhano come lui .
Sitgue poi il O.vaher Mainino a narrare l'optre » che fece il fe-
condo Gio: Antonio , le quali lì not.ranno nella v.ta di lui» C sì n fi
ehi diic polo di Ciò: Antonio fu^pnma Vincenzo Corfo , ed alcun al-
i OMO li. H tro,
$8 Vita di Gio: d'Amato Pittore.
Gio; Viri- tro , che poi per la di lui morte parlarono ad altra fcuola , ma Gio:
cenz.o Coito Bernardo cflendo ancor giovane veduto ch'ebbe l'opere di Polidoro da
n^d^Unia Caravaggio, il quale venne in Napoli fuggendo.il Sacco di Roma , eoa
dilcepoii di buona licenza di Gio: Antonio volle paflare a quella Scuola , ove fece
Gio: Anco- quel gran prefitto , che poi nelle pitture fue fi è veduto ; E da quefta
aiv, manfueta azione di contentarfi , che il LamapafTafTe fotto altro Mae-
flro , fi comprende quanto Gio: Antonio fuffe morigerato > e pieno di
umiltà : anziché egli ftefib lo animò ad imitare la gran maniera di
quel!' Uomo ammirabile ; fegno evid«nte eh' egli face fle poco conto
del proprio fapere , ne fi riputale Valentuomo : ch'è lo fcoglio ove
Avvertimeli. per lQ p|U j.an naufragio molti, i quali credono di effere gran Virtuofi
chelian"^ ^ol PerC^* qualche opera con felicità meglio che altra fia loro riufcita,
Gloria ai et ma P°> tarcl' n avvedono di quanto danno a fé fteifi per tal vana cre-
der Virtuofi. deiiza fiano ftati cagione : poiché non efiendo da giufti eftimatori delle
cofe tenuti per tali , caggiono finalmente nefla miferia , compagna
infepar. bile della vanità y la dove il vero Virtuofo ed onefto Pittore,
polto che fia un di quei contrariati dalla fortuna , fé non acquifta mol-
te ricchezze , non gli manca pero giammai un comodo foftentamento
della vita .
Così dunque Gio: Antonio dopo aver menato ottanta anni nel
continuo efercizio di tante belle virtù , venne aflalito da mortai fe-
bre , e munito de'Smti Sagramenti della Chiefa , con Griftiana Pie-
tà , Religione , e Carità verfo tutti , chiufe in Santa pace i fuoi gior-
Sua morrei ni CuCÌ °'' ann' ^ Signore 1 5T f. , come è detto di fopra : Efempio
circa il veramente memorabile a tutti que' profeiTori di Pittura , che non
ifl-f, veggono, non poterfi ottenere vera , e falda laude nel mondo , fenza
ferfi prima merito appreflb Iddio.
Fitte della Vita di Ciò' Anionio d^Amitto il fecchio , Pittare •
VITA
S9
V I T A
D I
MARCO CARDISCO
P I T T O R E,
DA GIORGIO VASARI
APPELLATO
MARCO CALAVRESE,
E di qualche fuo Dìfcepolo.
POi liè quello Pittore fu del numero di quei pochi Mae/fri Napo-
litani , eh' ebbero la rara forte di eiltr onorati , td illuftrati
dalla penna pregiatiflìrm del Vafari , fìa dunque lodevol cofa
riport r qui primieramente ciò eh; egli ne lafciò fcritto,e quan-
di farem parola delle opere di Marco CardifcOjdelle quali il Vafari non
fece menzione ; Fgli adunque di quello Pittore in tal guifa ragicna.
Quando il Mo-:do ha un lume in una fetenza chi fia grande, e uni- r. „
verfalmentene rifphttde ogni parte , e dove maggior fiamma , e fave far] y {te Sé'
minore, e fecondo i fiti * e Carie fonai miracoli ancora maggiori , e Pittori Seul.
minori: E nel vero di continuo certi ingegni in certe Frovincn- fondato ■■
certe cofe atti , che altri non pojjono efiere ; Ne per fatica eh" eglino chiteccl.
durino , arrivano mai alfegno di grandijfima eccellenza . Ma fi quan-
do noi veggiamo in qualche Provincia nafeere un frutto che ufatonon
fia nafeercì , ce ne maravigliamo , tanto più d'un ingegno b nono pof-
fiamo rallegrarci quando lo troviamo in un paefe dove non nafeono Uo-
mini di fimi le proftffione ; (Non dovea il Vafari aver contezza delle
Greche Repubbliche , che fiorirono nelle Calabrie , ne degl' ìnfigni
Filofofi , che in effa fiorirono , ne degli Scultori , e Pittori celebri ,
che la iliuftrorono ; o pure non vide mai la p. rfezione delle antiche
medaglie di quella Provincia ; altrimente non avr bbe attribuito a
difetto del clima , e del luogo quel che fuole eiler difetto dell' eduqa-
H 2 sione,
6 o Vita di Marco Calavrefe
zione , e delle (cingine ) come fu Marco Calavrefe Vittore , il quale
ufcito dalla fila Patria elefie , come ameno luogo , e pieno di dolcezza
per fua abitazione Napoli tJ'e bene indirizzato avejje il cammino per ve-
nir fene in Roma , ed in quella ultimare il fine , che fi cava dallo fiu-
dio della Pittura . Ma sì gli fu dolce il canto della Sirsna , dilettan-
do// egli mafsimamente di fuonare di Liuto , e sì le molli onde del Se-
beto lo liquefteero i che refi prigione col corpo di quel [ito -, fin che
refe lo Spirito al Cielo , & alla Terra il mortale .
Fece Marco infiniti lavori in olio , & in frefeo , è* in quella
patria moftrò valere più di alcun altro , che tal arte in fio tempo
Qui con l'o- efercitajje ; Come ne fece fede qu.llo , che lavorò in Averfa ? diece mi-
pei e d'Aver. g\, a lontano da Napoli , e particolarmente fi vede nella Chie fa di S.
la Cor|fonde^n0l/;;'wo alC Aitar mappiore una Tavola a olio , con prandifsimo or-
1 onore iacee & ,. r - , . .„ . r , ° .. ,, , ,.
nella Chi la namento » e diverf quadri con ijtorie , e figure lavorate , nelle quali
«jì S.A:'oi['.-fi"Urò S. Agoftino disputare con gli Eretici , e di f opra , e ^f//? bande
no In N<=po- /.er/f r/i lY/Wo , e Sa/7/7' i« frfr/'<? 'attitudini i Tifila qital opera fi vede
■"• una maniera moderna , & un bellifsimo , e pratico colorito inefia fi
comprende . Queliti fu Una delle fu: tante fatiche , che In quella Ci tra,
e per diverfi luoghi del Regno f ce . Vifje di Continuo allegramente , e
belli fsimo tempo fi diede , perche noti avendo emulazione , ne contrailo
degli Artefici nella pittura,fu da quei Signori fempre adorato,? delle co-
fe fue fi fece fempre con bonifsimi pagamenti fuddi sfare . Così perve-
nuto as.1' anni f6. di fu a età , d'un ordinario mele finì lafua vita .
Lafcw file creato Ciò: Filippo Crefcione Vittore Napolitano , il quale in
compagnia di L'onardo Caji elioni fuo cognatof.ee molte pitture , s tut-
tavia fanno , dei quali psr effer. vivi , é" in continuo efercizio non ac-
cade far menzione alcuna . Furono le pitture di Mae/tro Marco da Ini
lavorate dal i fo8. fino al i f42. Fu compagno di Marco un altro Cala-
vrefe del quale non so il nome, il quale in Roma lavorò con Gio'.da Udi-
ne lungo tempo, e fice da psr fé molte opere in Roma , e particolarmen-
te di chiaro f curo . Fece anche nella Chiefa della Trinità la Cappella
della Concezione a frefeo , con molta pratica , e diligenza.
Fin qui ,1 Va fa ri che fregne a narrare i fatti di Cola nella Matri-
ce di cui anche noi a fuo luogo ferenti parola. Ora convienici parlar
delle opere di Marco Calabrefe accennate follmente dal Vafari , e far-
li.' diitmta menzione per mtellig; nza di coloro che vorranno olfervar-
]e J almcn di quelle che efpofte lì veggono nelle pubbliche Chiefe. Ve-
Alcre ope:etjefT adunque ih una Cappella nella Chiefa di S. Pietro ad Aram la De-
di Marco n poiii.lone tfj Cr.llo dalla Croi.e , benché ritoccata in qualche parte per-
vaneLiuele. ~ , _ , ., , ,. ^, . r ,,, \ , j- ,.
che avftva patito . Cosi nella medehma Chiela nell Aitare di un altra
Cappella egli rapprefentò il dolorofo miftero della Pietà , dipingendo
in mezzo del quadro la SS. Vergine the foftien fulle ginocchia il fuo
morto
E fuoi Difeepoli. 6 i
morto Figliuolo , e da' lati i Santi App*>ft-JÌi Pietro e Paolo , come a
contemplare il morto Signore e l'angoicia della dolente fua Madre .
Nella Chi e fa eretta nel C.fftel nuovo da Carlo primo d'Angiò , fotto il
Titolo di S. Maria dell'Affunta, vedefi in una di quelle Cappelle , che
fon dalla parte dell' Epiftula una Tavola col Crjlìo in Croce , ed a pie
di efla la B. Vergine , S.Giovanni, e la Maddalena . Aldifopra in
una mezza lunetta vi e l'Eterno Padre con molti Angioletti , che in
dolorofe azioni mcftrano di piangere la mjrte del Redentore . Ne' par-
timene laterali al Criflo Croctfiifo fon dipinti S. Sebutiano , e S. Roc-
co . Siegue la Cappella di S. Antonio di Padova , ove la Tavola che
lo rapprefenta dipinto coli' apparizione di Giesù Bambino fu op.ra di
Marco per quel che da varj Scrittori vien detto ; ma oggidì vedefi ri-
toccata , e'1 Bambino è tanto piccolo iul libro , che più tolto fembra
un Bamboccetto the altro ; onde fé ella è opera di Marco che da prin-
cipio tale la dipingile , egli merita gran biahmo da coloro eh. hanno
occhi d'intendimento .
Nella Parecchia! Chiefa di S.Marco riirpetto al Rcgal Palagio,ed at-
taccata alla Chiefa della Croce fece Marco la Tavola dell' Aitar mag-
giore, ove fi vede la B. Vergine col Bambino in gloria , e varj An-
gioli che le fan corteggio, e nel piano vi e S.Pietro Appoftolo, e S.Mar-
co Evangelica , e in mezzo ad efll le Anime del Purgatorio.
Aitr ; opere fece quello valente Pittore , che poi fono fiate tolte
da' luoghi ove furono dapprima collocate p r la medefima cagione più
volte di fopra accennata del rinnovamento delle Chiefe , e Cappelle,
in cui per adattare i quadri alle nuove mifure degl'Altari fono ftate
meffe altre pitture di più moderni m aeftri ì Così è accaduto alle Cap-
pelle di S. Giovanni Maggiore , così alla mentovata Chiefa del Caftel
nuovo ; Ove non debbo tacere che la S. Buharà non è più quella di
Marco Cardifco , ma è rifatta da altro Pittore a noi ignoto , nel 1 5"8 5.
fecondo in quella Tavola è notato , il quale vi dipinfe ancora dalle
bande S. Lucia , e S. Apollonia : Non reità perciò in quella Chiefa al-
tra Tavola intieramente di mano di Marco le non quella del Crocefif-
fo con le altre pitture intorno . E da ciò eh 'è detto può bene il curio-
fo Lettore venire^ in chiaro , che il Cardifco fu Valentuomo , e che
meritamente fu lodato dalla famofa penna del Vafa ri .
Di quello Marco fn dìfo polo Severo Irace Napolitano , del quale Severo Ir«-
non ebbe cognizione il Vafari . Di lui fi vede una tavola nella Chiefa ce discepolo
della SS. Nunziata , e propriamente nel primo de' tré Altarini che fo- ui Marco
no nella Croce della Chiefa , dal canto dall' Epi Itola : ove è dipinta Carditi» hot
la B. Vergine col Bambino in braccio in gloria , e quantità de Putti , £ ■ i^iciVa"
e nel bafso fono S. Pietro , e S. Paolo , il primo de' quali offerifee a lail- -wie_
noftra Donna il Padrone della Cappella figurato più picciolo , come era (ir] , fra fuoj
l'ufo allievi.
a-
6 2 Vita di Marco Calavrefe.
l'ufo di quei tempi , e noi ne abbiam recato la ragione nel primo To-
mo di quelle vite , e propriamente in quella di Tommafo de Stefani.
Vita di Pie- Tra l'uno e l'altro Sp.nto fono l'anime del Purgatorio , donde ben fi
ero e dì feerne che Severo fu ftudiofo dalla fcuola di Marco J Egli fu contento
jjg. stefanj di quella opera , dappoiché vi notò il fuo nome con l'anno 1^54. .
Tomo primo ^ difcepolo di Severo un Calabrefe , del quale noi non fappiamo il
pagina j. nome , che fece molte Opere in Napoli , ed ancor egli tenne alquan-
to duretta la fua maniera ; anzi più del Maeftro fu rifentito > come fi
vede dalla tavola iitu.ua nella Cappella Laterale all' Aitar maggiore
della Regal Chiefa di S. Nicola , predo la Regia Dogana ; ove vi è ef-
figiata la B. V. in gloria , col Bambino in braccio , e con due Santi
nel piano.
Ebbe ancora Marco altri Difcepoli , de' quali, non fappiamo ne
anche il nome , p-r la già nou trafeuratezza de' noftri trapanati ScriC-
Gio: Lio- tor' ' eccettoche di un tal G10: Lionardo , il quale fece varie opere
nardo diice- con più dolce colore , e con più belle tinte condotte ; come fi vede
P°c d!rfar" nella tavola efpofta alla Chiefa dtI Giesù Jelle Monache 5 la 1uaIe è fl"
«;oCardilco. tuata neJj. jngreflo j jia Sagre dia i ove fi vede N. Signore dentro una
fonte di fangue , fcaturìto dalle fue piaghe ; A pie della quale Vie fi-
tuata la B. Vergine con molti Santi intorno , e vi è ancora un ritratto.
Sopra fi vede effigiato l'Etsrno Padre , con molti Angioli in picciolo ,
che ftanno intenti al do.'orofo miftero 1 E tanto balli per memoria di
pftui , e per l'onor dovuto al fuo Maeftro.
fitte della Vita di Marco Calavreft e de* futi Dì fetali.
VITA
. .:■: V I T A
d r
GIO: VINCENZO CORSO
PITTORE.
CHI vuol vedere quinto un ingegno prevaglia a un altro nell'
amor dell'arte , eh' ei vuol bene apprendere, tutto che da
varj Maeflri varie maniere additate li fiano , potrà ravvifarlo
nella perfona di Vincenzo Corfo ; dicelì ch'eflendo egli ancor
giovinetto imps rafie i principi del difegno da Pietro Peruggino ; ben-
ché il Cavalier Mallìmo Stanzioni lo faccia difcepolo di Gio: Antonio
d'Amato il Vecchio ; im che che ne fia , egli nella fua giovinezza
ebbe la forte di veder' operare Polidoro in Napoli , e Pierin del Vafa
in Roma , appreflò il quale dimorò alcun tempo . Tornato in Napoli,
con l'affiduità de' fuoi ftudj , fi fece conofeere per valentuomo ; onde
da quei della famiglia Angrifana , oggi eftinta , gli fu commefla una
tavola per l'Altare di una loro Cappella , fituata nella Regal Chiefa
di S. Lorenzo , ove egli effigiò l'adorazione de' Santi Maggi . Ma per
non tediare il Lettore con due narrazioni , che in fofhnza dicono la
fteffa cofa , fi è bene riportar qui quanto ne fcrifle il Cavalier Maffi-
mo , il quale diftintamente notò le opere di quefto Pittore , lenza al-
tro aggiungervi del mio , fé non che Solamente io giudico , che alcu-
ne cole del Corfo , o fiano in procreilo di tempo (late rimoff; , o pur
gua Ile rifatte , ficcome dee argomentarli dalla variata maniera , che
ivi fi feorge , poiché nonpoffo pervadermi , che '1 fudetto Cavalier
Mallìmo eflendo si gran Maeftro iìafi abbigliato , fé pur non gli fi vo-
glia imputare a fallo di memoria ciò che e^li narra di qualche opera di
quefle con le parole che fieguono .
Gio: Vincenzo Corfo fu prima difcepolo del primo Gio: Antonio
d'Amato , e poi andò a trovare Pietro Peruggino , venendo a Napoli
il detto a fare t Affunta per f Aitar maggiore del Vefcovado , come fi
vede , e con tal valente Maeftro diventò buon Difegnatore , e andò a
Bjma , e fu Pittore eccellente i perilchè dìpinfe per li Signori Ca-
r acci di a S. Domenico Maggiore una bella Cappella , e in un altra
Cap.
6 4 Vita di Gio: Corfo Pittore
Quefta ta- Cappella patronata fece una bella tavola con N. S. app^fifioiato , che va
vola ove il alla morte . Al V:ficovado fice la tavola per li Signori di Cafa Carbone,
Signore ove $ /„ g# V.ficpra , e gli Apopoli da Veficovi fitto , con altri Vsficovi'y
Croce in benché altri tengono , chi ella fi a di altro Pittore prima di lui , ma io
Spalla che '" tengo per fina più che di pio MaeP.ro . Ma la più bella pittura fina
è belliflìma, è la tavola /opra la porta di S. Lorenzo , piena di figure mlkriofie ab-
iti oggi fi bajjo è la SS. Triniti Jopra con gloria , & Angioli, e [appi amo che
vede ficuacay^ uomo affai Jocio per tradizione, e fece in detta Chiefia altra tavola
Cappella digitare, come ancora il S. Michele Arcangelo in un alt aretto , in'
del Croci- confo quello ove è la Madonna di G.'o: Antonio d* Amato P antico ; a
fiffo , che S . Severino molti Angioli ad ogl>o in una tavola di Altare , e fece a
parlo a S, Lorenzo detto, l'adorazione Je. Maggi t e a S.Giacomo vie una
. '■omm3-- gran tavola con molti Santi l'api , benché r inovata . Voi dopo fi e e a
S. Severino un Cri (lo morto con ta Madre A Idolorata , che fu afifiai jìi-
Opera lo- mata da tutti li Vittori; ma a S. Domenico il detto Crijio , eh-: porta la
!| lp Croce in Spalla di figure piccioli è a opera fitta belli ((ima. Voi an'èfuo-
fa dì S. Lo- r' Pir fare Hna thiefia , e chi dice a Salerno , * chi a Capoa , ma o pi'
reruo . gliatofi mal aria, o altro ■> caduto ammalato, con p bre, ritornò a Na-
poli a cafia fitta , dove in pochi giorni morì , e fu (atterrato a S.Lorenzo
circa il i f 4 f .
A mio parere le più belle opere di quello egregio Pittore tra quel-
le qui annoverate fono , una la gran tavola fopra la porta ili S.Loi-n-
20, per lo gran componimento , ed efpreffiva , che hanno 1" figure
ivi dipinte con buono accordo . [/altra quella del Cnflo , che porta
la Cro^e in Spalla , che fu fatta per una Cappella della Famiglia Bucca
d'Àrapona nella Rtal Chiefa di S. Domenico , ed ora li v.de avanti la
Cappella del SS. CrociSifo , che parlò all'Angelico S. Tommafo , ef-
fendoiì demolita la Cappella , per levare il Coro di mezzo alla Chiefa,
elf.ndo fpenta quella Famiglia . ConGderandoli quella pittura , fi ve-
de in elFa molta perfezione , per turti i numeri dell'arte adempiuti con
ftuJio , maeftria , ed intelligenza ; e perchè ha un certo che della ma-
niera di Polidoro, però dicono alcuni de' noftri Scrittori, che Gio:
Vincenzo iia (lato luo Difcepolo ; e veramente quella tavola è i' am-
mirazione , non foio per lo componimento , eh' è crp;ofo di figure ,
ma eziandio per la grandezza della maniera , e decoro delle figure ben
atteggiate ; e tanto baiti per la gloria di qu.lto Vjrtuofo Pittore .
Fine della Vita di C/c: Vincenzo Corfib .
Vita
6,
VITA
D I
NOVELLO DA S.LUCANO,
E
GABRIEL D'AGNOLO;
ARCHITETTO.
UN largo campo fi appretta all'Artefice virtuofo , allora quando
vien egli ftimolito a far opere gloriofe dalla gara di altro nobi-
le ingegno , tfee (Vegliando le belle idee partorifce cote degne di iom-
mo vanto, e di eterna memoria ; perciocché egli per non renare in-
dietro a colui , che il primo grido di buon Maeftro ha di già ottenu-
to , per mezzo di fue ingegnofe fatiche , cerca ancora con virtuofa
gar.' di fare apparire fue opere piene di belle idee , e sì perfette a par
di quello che già le fece ; la qual cofa vedremo affai chiaramente ef-
fere adivenuta a tre fa mo fi Architetti , che tutti in un medefimo tem-
po operando a gara l'un dell'altro, fecero vedere al Mondo opere per-
fettiifime , che infino a' nollri giorni fanno ammirazione , e acquieta-
no lau.li da chiunque le vede.
Non fi ha certezza alcuna della nafeita di Novello da S. Lucano ,
ni da quali Maeltri aveffe egli primieramente apparati i principi del-
l'Architettura , ma dicefi, che da Maeftro Agnolo Aniello Fiore Novellofe-
aveffe fua prima Cuoia , ed indi avanzatofi nel conofeimento dell'ar- ce inRoma
te , fi portarle in Roma , per offrvarvi le buone regoie dalle giufte mi- i fuoi fìUdj .
fure di quelle ottime antichità ; Capendo bene , che quelle aveano
aperta la mente anche a que' primi noftri Architetti, che alquanto lu-
me vollero dare alla povera Architettura in que' fecoli cotanto privi I Goti di-
di luce , per le buone forme di già perdute , o fepolte Cotto 1' ordine ™"° J*h"
ritrovato in tempo de' Goti . Ma comunque la bifogna fofs' ella av- °oft n,ne|o
venuta, egli è certo , che Novello a Napoli ritornato fece opere af- iat,UOnaar-
1*1 , condotte con buona Architettura ; fra le quali contali la riftau- chitettura.
razione eh' egli fece della Ghiefa di S. Domenico Maggiore , la quale
TOM. II. 1 ben-
66 Vita di Novello da S-Lucano &c.
Rcflaura- benché in fé, avefle molto dell' acuto , ed in forma gotica condotta J
*'??e„ «•ie'i2 p-re era affai migliorata ; e fé bene in alcuni membri comporli con
S n •' t3Uon or^'ne a"a Romana cercaffe allora abbellirla V Architetto Ma.
co mar io'- ^ucc'° » cne ^a' fondamenti 1' ereffe : come nella faa vita fi è detto ;
re . contutto ciò non potè egli in cotal modo alla Romina condurla , chs
il di più , oltre h prima forma , non fulTe anche alla Gotica architet-
tato ; sì per l' imperizia de' tempi , come ancora perchè gli uomini di
que' tempi (limavano effere errore partirfi da quel!' ordine cofhimato
da tanti fecoli dappertutto J avvignacene alcuno Architetto , già fatto
Ordine Ga- accorto del chimerico , e fantaftico modo della Gotica Archtettura ,
tico fantra- cercaffe con ragioni , e con opere cancellarne le vane forme , ad ogni
jco e en- m0lj0 per5 nonera ancor riufeito di bandire all' intuito la barbarie
buona 2r- ancrie dall' Alma Città di Roma . In quella Chiefa adunque di S. Do.
chìcettura , menico vi fece i Pilailri , e la volta , togliendone le travate; cofa in-
applaudito degnìflìma in una Ghiefa , e compì le Cappelle , eh' erano rimafe inv-
ela Popoh, perfette nella reftaurazione , che fi fece alle rovine dell'orrendo Tre-
in tal'nio- muoto accaduto nel Decemhre del 1446.; ed in quelle Cappelle vi
do . pofe belliflìmi adornamenti , tolti dall' ottima Architettura , e dalle
Tremuoto buone forme, che appagando la villa di ogn'uno, n'ebbe Novello quelle
on end iiTìmo Iaucli j fhe meritamente fi dovevano alla fingolare virtù di lui j da-
ct uco in j^g per opera fua fi yjje ritornato il buon ordine di architettare
Napoli nel f r r
ì-ì-ìó. 'e rabbriche , come in appretto vedremo *
Roberto Era in quel tempo , cioè negli anni 1470. grande Almirante del
Sanièvtn'no Reame di Napoli Roberto Sanfeverino , Principe di Salerno > uno
gr.anue ^' de'primi Signori di nobil Sangue , che facean moftra di lor grandezza,
mirante del r , v ° n 1 r 1 r j- e r , 1
Reno e Perche quelto deliberava occauone di fir ennofeere al mondo
la magnificenza , e generofità dell'animo fuo, nell'erezione di un fon*,
tuofo Palagio , che aveffe del particolare , ed a se tira/Te gli occhi de'
riguardanti ; però pofe egli mente alle nuove fabbriche che Nof
vello erigeva con tanta dillinzione dell'altre , che erano mirate co*
me più vaghe , e cofpicue delle comuni , che ancora con forme goti-
che eran coftrutte ; Perciò dunque chiamatolo a se , gli commife l'è*
rezione di un grande , magnifico , e bel Palagio , preflb la porta Re*
gale; che in quel tempo era fituata nel luogo dove oggi è la Cafs
Luo^odove Profeffa de' Gieluiti , ed ora è trafportata più in alto , col nome di
et?. p.ìn,a_» Porta dello Spirito Santo , per la Chiefa ivi preflb eretta nel if6o.
Stria P„e- nra in forma picciola , the poi dalla devota Confraternità fu amplia»
' , nella forma che oggi lì vede . Novello adunque per corrifpondere al
genio nobile del Principe Roberto , fece prima il difegno , e poi il
modello di un fontuofo Palagio , e cominciò ad erigerlo con groflezza
di mura maravigliofe ; ornando la porta , e le finetlre di ottima ar-
chitettura , dopo difpofte le parti , e le facciate in gialle mifure , ed
ottimi
Architetto.
«7
ottimi riquadrati ; Indi fece tutta la maggior facciata di piperni tra-
vertini quadrati , lavorati a punta di diamante , ed ornò di perfette
e mifurate Colonne il Portone , che affai maeflofo comparve , ed in
varj luoghi vi pofe l'Arme della famiglia Sanfeverino ; come ancora
a' noftri giorni fi veggono i benché alquanto variate , non avendole
potuto abolire i Giefuiti come defideravano, per rifpetto de'fucceffori.
{ * } Fu quello grandiflìmo , e bel Palagio finito circa gli anni
della noftra Redenzione 1480. , benché da altri Autori , ed ultima-
mente dal Canonico D.Carlo Celano fia notato al 70. in cui più follo
fu cominciato , perciochè dopo l'anno fuddetto nacque la gara di fab-
bricare altri Palagi con l'ottimo gufio de'Romani Architetti, e de'Gre-
ci Maeftn ; e quell'anno 1480. trovali notato dal Notajo Grifcuolo Alcuni
nella memoria ch'egli nefcriffe , e che in ultimo farà da noi qui por- ferini ac-
tata » notando ancora , che fece oltre di quello , akre b-lliifime Inb- cernuti dal
briche , ma che di una Chiefa , come la più beila ne averebbe fatto Nu:a'° ^i:'
1 ir r 1 . ■ n t0ie P-r°ba-
parola in appretto leparatamente » la quale a noi reità ignota , per- bilmente ft
Ciocche di quella non ne ritroviamo in lui altra memoria i fé pure fon difperfi,
non fuffe difperfa ; come avviene fovvente delle cofe manuferitte . dioiche Je
Per ritornare dunque a Novello , egli fu per tal fabbrica molto s:el*5 P;0"
bene nconofeiuto dalla liberalità di quel Principe , e n'ebbe laudi "^ |j* £•*"
immortali da ogni ceto di perfone , dapoiché non fi fazinvano di ^e portano
mirare , e confiderare lacollruzione , la grandezza , {giacché era il a tal cr«<
p:ù gran Palaggio che in fino allora in Napoli fulfi veduto J ed il «enzn.
beli' ornamento di effa ; laonde probibiliilìma cofa è dunque , che
Novello faceffe altre opere , giacché ville affai vecchio venendo
a mancare circa gli anni ifio. pieno di riputazioni , e di gloria , per
avere affatto abolita la gotica Architettura, eriftituito l'ottimo gu-
fto , e le buone milure nel fuo primiero fi ile ma. L'Epitaffio che ftà
collocato fopra la Porta maggiore della Chi-fa,è quello che qui fiegue.
EreBam Hanc Jìbi futj'qi Do-nttm
^vbertum Sunfeverino Sa terni Principi
Magni Regni Admirato
JfabelU Felina à labore Bifmiani Vrincept
Stìntltm Magnìfica™ D.D.
A. D. MDLXXXXVII.
I z Ga-
li*) II Palagio di Roberto Sanfeverino fu comperato nel 15S4: con_»
danari de'Nepolecani , e pauicolarmente della Principefla di Bagnano ,
per darlo al P.Alfontb Salmerone, ,-tcciocchè vi eiigeifcla Chiefa del Giesù
Nuovoje fu ridotto a foima di Chiefa nel medesimo anno, e vi fu buttaca la
prima piccia da D.Pietro di Girone Duca di Oifum a ij.Agoilo , benedetta
P ima da D.LeJio Biancaccio Arcivefcovo di Taranto.Fu pai dedicata alla
Ss.Conctiione dai Cardinal Alfonfo Gicfualdo Arcivefcovo di Njpoii nel
ÉioQ.e confegrata con grandiflima Solennità.
68 Vita di Novello da S.Lucano &c.
Gabriel d'Agnolo fiorì quafì nel meclefimo tempo , ma prima
che quello gran Palagio del Principe Roberto veduto avelie , fece mol-
te opere , nelle quali cercava ancor egli di abolire affatto l'ufo di fab- '
bricr.re alla Goti* a , ed abbracciando il confìglio del Sanlucano » fi'
poitò anch'egli in Rema per ofllrvarvi le buone fabbriche , e l'ottima
A:ch,tcttura ; Indi ritornato in Napoli perfuafe il Duca di Gravina di|
voler fabbricare un Palagio , the non avefle che cedere a quello del
Prineipe di Salerno . D. Ferdinando Urlino che avea gran tuore,e
magnanimo al pari del Principe Roberto , accettò volentieri l'impre-
Cagioni' pei ^ ' e ^e't0 va bel ^to lD f'cc>a a<la Regal Chiefa di Monte Ohveto ,
lequsJi fi ii- fu dato principio alla belliflìma fabbriea del Palagio , che oggi fi ve-
male iu rer- de , ma eflindo depo alcun tempo terminato il primo appartamento »
fetta L fab- verne l'opera fraftornata da alcuni accidenti , che la fecero rimanere
Pallio V 'mFer^etta » ccme qui fotto dimoftraremo .
G:3vi a. ^ra 'n Sut' niedtf mo tempo , che il mentovato Palagio fi fab-
bricava , fucceduto nel Reame di Napoli Alfonfo II. , nipote del ma-
gnanimo Re Alfcnfo Primo , che conquiftò il Regno > e nel quale fi
Alfonfo IL fece tanto amare per la fua Angolare prudenza , valore , e giuftizia ,
Re di Na- the lafciò di se defideiio spprtflb gli Uomini , ed eterna fama nel
pò i per fuoi jj-^pJq • ma Ecn cos\ coflnj : perciocché volendo ufare più tofio feve»
ftumi odia- nta » l^e c'enr-eriza •> cne è la propria bafe , ove fi ftabibfce la Monar-
to da'B.ro- iri'a > venne con ciò a concitaifi contro quali tutta la Nobiltà , ed il
ni del Re- Popolo Napoletano , i quali unitamenre fdegnati , depravano or-
S,1C* rnai , the preflo il Re Carlo Ottavo di Francia s'impadroniffe del Rea-
me di Napoli, tuttoché amaflero Ferrandino, come Giovane Vir-
tuofo, e clemente, ed in tutto diilìmile ad Alfonfo fuo Padre . Per
laqualcofa vedendoli Alfonfo abbandonato da tutti , come mal ve»
, - ì,1" duto , rinunz.ò il Regno al giovane Ferrandino , fperando muovere
Regno „_, il Popolo a difendere il Regnojma nulla valfe quella cautela,perocchè-fi
Jk-n andino eran troppo avanzati i Fra ncefì, e forfè con troppo defiderio erano diNa^
fuo iìgiuio- poktani afpettatijlaonde per ifeampare i rigori dell'avverfa fortuna bi-
V* • fognò, che Alfonfo in Sicilia prima , e dopo Ferrandino aProcida fi
boknzt!»1" r'coverafl'ero * ec* amD,i P°» nelIa Sicilia fé ne ItafTero infieme , infin
ed avreni- che rifvegliatofi di nuovo l'amore de' Napoletani verfo il giovane Re
menu dt-J Ferrandino , confiderando le fue virtù , e la foverchia libertà , ed in-
{Ugno -, co- folenzade' Francefi , Io richiamaflero al Regno , ove poco dopo fé ne
n e nei Co- mQI\ f e&nd0 prima di lui morto il Padre in Sicilia . Indi fucceduto
tiìA^'tori alla Corona Re Federigo , inforfero guerre più fanguinofe , infinchè
quello rifugiatofi fotto il patrocinio del Re Luigi di Francia , fu prefo ■
t\ Regno da Confalvo di Cordova , detto il gran Capitano a nome del
Re Ferdinando il Cattolico .
Per tinte turbolenze di guerre foreftiere , e di rumori inteftini
adun-
Architetto. 69
adunque fu forza , che i Baroni < ed i Cittadini ad altro attcndef-
feto , che a belle fabbriche , ed abbellimenti della Città , che
perciò il Palagio, anzidetto fi rimafe imperfetto : nulla operando
gli Artefici in tali calamitaci-! , e nulla penfando di fare i Cittadi-
ni ; laonde folamente Ci attefe in quelli tempi a refezionare cioc-
che era più neceffario per l'opportuno ricouro ; Indi fédate le-
rivolte della guerra , eifen do morto Ferdinando Verfino , che avea
incominciato il Palagio , l'opera da' fucceflbri non fu compiuta ; pe-
rochè ned' entrata che fece l'imperador Cario V. ("come narra il No-
tajoj panando per quella ftrada vide la magnifica fabbrica , e com-
mendatola molto y gli fu nfpofto dal Padrone di allora: farà dalla
V. C. M. quando farà compiuto ; e perciò fi dice , che da' fuoi fuc- r)OPo k_»
ceflbri non mai s'è penfato finirlo , cioè per non privarli di tanto co- ni0;te dell*
modo ; dubitando , che tal promefla veni/Te a memoria de' fucceflb- Imperador
ri Aulìriaci » Ma comunque la bifogna ella andarle , è certo che an- Carta Vl.d
cor opoi imperfetto fi vede , correndo Tanno 1728. che querce c&fe ^u.ftr,1.a,sl,<f
e . «■>«"> r * ' * ripigliatoci*
Icrjviamo. ^ nuovo il prò
Ma per ritornare a far parola del noftro Artefice » dico , ch'egli feguinunco
riedificò ancora la Chiefa di S. Maria Egiziaca , preilb quella della Ss. <JelIa_ Fab-
Nunziata , fabbricandola alla moderna , e fabbricò la Chiefa di S. p*5!1" ?-
Giufeppe ; come riferifee il Notajo Cnfcuolo, al quale riportandoci q.?
in ogni più confiderata notizia , regiftraremo qui lotto quanto egli di
quelli Maeftri eccellentiflìmi in Architettura ne lafciò fcritto unita-
mente col virtuofo Gio: Francefco Mormando . e le fue parole fon,
quelle »
In quefio medefimo tempo fiorirono Ire grandi fsimi Architetti»
cioè nel detto mille fimo 1480. , //' quali furono , G abr e l d'Agnolo »
Novello de S. Lucano , e Gioì Francefco Mormando * dove che quefii
andavano a gara a fare ogn una he Ile fabbriche , e di granfpefa i per- ]sjej tempo
che con qutlia gara Gabriele fabbricò il palazzo del Duca dà Gravina^ che i] No»
incontro la Chiefia di Monte Oli veto l ma quefio prima non fijìnio per taÌo Cri-
le guerre , e Poi Per una promoffa che fece il Padrone all' Imperatore ^cu°lofciif-
Carlo quinto , e quefio fece ancora altre oell opere , come la Chtejia ,10C;j|re era
dell' Egiziaca » San Giufeppe , e altri palazzi . Novello ft ce per com- vivoS.I<*na-
p eterna toro > ma più prima lo Pa lazzo Jamofò de lo Principe di Saler- zio, ovvero
no dovi era la Porta Ideale i il quale oggi fi tratta da quelli Signori mono di
donarlo con grandezza d'animo reale alli Padri della Compagnia del ' c ",e P\~
J*. Ignazio Lisia , e commutarlo in una magnifica Chiefa , che farà v;en cnìa-
un a maraviglia . Il pr e fato San Lucano ha fatto oltre di quefio Pa- mato j] P„
lazza altre belli fs-ime fabbriche , che ha dato efempio de Ih fabbriche Ignazio.
«Ila Romana , ed ha fatto una Chiefia , che fi noterà a parte . Gioì
Francefco Marmando, &c. e tutti tre quefli Vomini facendo cofe bet-
Hfsime
o Vita di Gabriel d'Agnolo
lifsime alla Moderna Con buona , evira Architettura , rnancarènt
circa il r f io. poco più o meno uno dall' altro . Cr>fconiuf.
Ciò che di- Cosi dunque coftnro virtuoftm?nte operando immortai fama di
cedei Mor ioro lanciarono nella riviri- ria de' Po(reri,per aver del tutto abolita la
mando in — . gotica Architettura ; facendo a parte menzione di Gio:Fran efco Mor-
^o farà ua_>man^° Per e^er ^a£o 'Fnoriro dal Va fari , e da ogni altro Scrittore
noi riporta- tutto che Fiorentino egli fi foiTe ; Ma noi rendendo J'onrr dovuto al
to nella fu a di lui merito , f remo (hi.TO il fuo nome , fcrivendo alla v rità , e
Vita, non alla interefTta patT-on della Patria , che fuol molte volte fovee»
chiamente gli Uomini trafportare ,
fin' Mia Vita di Gabriel $ 'Agnolo , t dì favello da S. Luca»*
Architetti.
VITA
V I T A
D I
GIO: FRANCESCO
MORMANDO
Famo/ìfsimo Architetto Fiorentino >
e Mujìco eccelkntifsimo .
QUell'altiffima verità , alla quale tanto dobbiamo , per la cogni-
zione del Sommo bene , quella ideila , che palefare a' Pofterl
"" ne fece le gradite notizie de' Paefani Attefici , i quali per tan-
to fpazio , e sì lungo di tempo eran fiate fepolte per colpa de' noftri
Scrittori , e maligniti , o almen troppa trafcuratezza di coloro , che
le memorie degli Artefici del difegno > aveano in generale già pubbli-:
cato al mondo j Quella medefima veytà vuole ora , che fi facci paro-
la di un Virtuofo Architetto , trafcnrato da' Cuoi medefimi paefani i
perciocché eff ndo egli di Patria Fiorentino , da niun Scrittore di Quefto Vir.
quella dotta Città viene commemorato i laonde noi per rendere al fuo cuoio vien
merito 1' onor dovuto , abbiamo in quello luogo , feparatamente da- trascurato
gli altri due fnoi concorrenti , notati i pregi , e le virtù di lui, facen- j^^'I ^g*
doinquefto modo conofcere , che febbene a' noftri Napoletani folle fanj Scn'cco.
fatto dal Vafari , e da feguaci fuoi affai torto, ad ogni modo pe-ri.
rò , noi rettamente giudicando , rendiamo l'onore , che meritamente
fi deve a Gio: Mormanno Fiorentino , dapoichè con fue virtuofe ap-
plicazioni fi ha meritato appreffo gli Uomini eterna laude , come qui
appreffo dimoftraremo .
Nacque quefto Virtuofilfimo Uomo nella Tempre celebre Città Sua na/dea^
di Firenze , madre di belli ingegni , e dicefi , che fu la fua nafeita
circa gli anni 147 f. da onefti parenti , che civilmente vivendo , pro-
cacciavano il loro mantenimento con negoziar vane merci,e defignava
no il fanciullo a tal meftiere applicare ; ma egli tutto rapito dall'amor indiato ai
del difegno , andava tutto giorno a vedere operare alcuni Pittori, che difegno.
nella Chiela di S. Maria Novella dipingevano , e fecondo quelle cofe
eh' e' vedeva , tornando a cafa ne faceva i burroni . Or accadde, cha
trovandoli un giorno in S. Maria del Fiore , udì da alcuni Architetti
mol-
72 Vita di Gio: Mormando i
molto lodare la Cupula voltata con tanto ardimento , e fapere da Fi-
Filippo di lippo di Ser Brunellefco , il quale con ammirazione , e confufìone de'
ber Biunel-fuoi emoli , e di quelli Architetti oltramontani , che avean per fuo
Ideo voltò Configlio chiamati i Confoli di quell'opera , avea la medefima con-
S x^'f^'^eiflcttoafalvamento , con modo non più veduto , ed infra quelli Ar-
fcioie , con^hitetti vi flava chi difputava , fé. il valore di Leon Bttifta Alberti
Un glandi/- agguagliarle quello del Brunellefco , e molte difpute factano , fecon-
lima Imic. ^o accader fuole nelle parzialità di coloro che vogliono 1' altrui opere
giudicare; ma che in fine tutti poi con uniforme parere lodavano 1'
Alberti per un grand'Llomo , còme quello, che col fuo ingegno avea
<--LOr' 'ft Pofto m cniar0 mo^te co^e di Architettura , e molti i finimenti inveii-
Alberti!" ^ laC' Per fervigSio di quella; laonde a tali difcorli il giovane Cio:Fran-
cefeo fenù rap;rfi di defid-rio di applicare all'Architettura, tanto più»
che udito avea aver fpeiTe volte molto più dtlia Pittura apportato uti-
le a g'i Artefici fuoi , per la qual cofa fi propofe nell' animo di eferci-
tare in quella l'ingegno fuo , e tanto in efla applicare infin che come
il Brunellefco , e l'Alberti * allor vivente , fu/Te ancor egli un virtuo»
fo Architetto divenuto » Per la qusl "ofa fvelato quello fuo defiderio,e
fermo proponimento a fuo padre , e fattone parola con gli Amici di
Gio:Fian-l-'eon Battifla , ebbe luogo di acconciarfi con quel gran Virtuofo, che
celco va a come fi dice » con particolar cura V iflrui nelle buone regole, e ne"
Scuola dell' precetti dell'Architettura , ov'egli di buon propofito attendendo , tal
Alberti. profitto vi fece , che in brieve tempo ne divenne Maeflro .
In una tanto /'ndefc/Ti applicazione , non lafciava egli pero di di-
D. . vertirii alcunore nel ioave tfercizio della Mufica, nella quale mira-
mene an-, .. , •■ j r j i i r
r^i Prf,] biimente avea la natura inclinata , trovandoti due volte la fettunana
lente Muli- Jn uni Accademia , nella quale foleano in que tempi li Giovani , che
co. alla Mufica attendavano , efercitarfi , cui tutti G.o: Francefco fupe-
rava , per la ibvrana abilità concedutali dalia natura , ( dopo la pri-
ma caufa ) la quale lo avea dotato di così perfpicace ingegno , ed abi-
lità gratiofa , che quando lui cantava , o luonava il leuto ( già da p ù
tempo , ed infino da fanciullezza esercitato da lui ) rapiva gli animi
di coloro , che l'afcoltavano ; cofa che poi lo portò ad e/Ter grat.iTìmo
al Monarca delle Spagne Ferdinando il Cattolico; come in appre/To di»
mofiraremo .
Aveva Gio: Francefco più volte udito dire , che li Studi di Roma
aveaiio aperta la mente a tutti coloro , the approfittandoli di eiìi ,
erano poi bravi Maeflri divenuti ,, ctìociofllacofache l'eftnipio del no-;
minato Filippo Serbrunellclco io diinoArava , il quale con Donatello
colà valentuomo divenne ,ed ultimamente Leon Battifla fuo Maeflro
confcfTava, aver in Roma più apprefo da morti , che da qualunque
vivente Precettore ; per la qual cofa ardendo di defiderio di vedere
qutll*
Architetto. 73
quell'opere ottime di que' primi Maeflri , fenza frapporvi indugio in
Roma ii trasferì ; ove giunco fi diede con tutta applicazione allo ftu- In Roma
dio delle perfette mifure , e da quelle appien comprefe il buono » e 1' fc« » fuoi
ottimo degli antichi Maeflri , e la vanità delle Gotiche forme * che "u°) •
ancorala' fupi tempi fi coftumwino; laonde fi propofe , abolir dal
fuo cani-? affitto quella chimerica Architettura, chiribizzata da cer-
velli in tutto a quella conformi ; formando della buona maniera vsrj
efqu.fiti djlegni , e modellava ancora qualche Tempio , e Palaggio»
p.r trovarli poi pratico > alle occafioni , che occorrer gli pott fiero , fic-
tome avvenne; Perochè intanto che a quelli profittevoli iiudj egli flava
applicato , occorfe , che da alcuni , che di frefeo eran venuti da Na-
poli , udì la rima di Novello da S. Lucano , e di Gabrhl d' Agnolo ,
\ qu ih a competenza aveano incominciato fabbriche alla moderna, e
tutte alia Rom.na Ar:hitettura conformi, laonde defiderefo ancor
egli di far conofeere jl fuo valore , in Napoli fi porto , ove appena ar-
rivai i prie domeflichczza col S. Lucano , a cui fuoi difegni , e mo-
de.li inoltrata avendo , fu dì queilo a varj lavori propofto , ma tofto
il $. Lw. ano ebbe a perniili deli, molte Jaudi che già date gli avea »
r; nprovaratone forfè da Gabriello d'Agnolo; concioffiacofac'hè fi v.-
der tolta di mano un opera ragguardevole per il luogo , f p.r l'onora-
rio, alla quale amenduni quelli Architetti afpiravano , il piche d' a-
m< ; , concorrenti divennero , Hapoichè vedute 1' opere b. Ile , che
G,. . Francefco conduceva , gli fu da' Monaci di San Severino , luogo
o^oratilTimo in Nipoli, proporlo d'ingrandire la Chi .-fa, con «edifi-
cai la da fondamenti , la qual cofa molto di buona voglia incontrando,
gote mano al lavoro , veggendo efler quella un opera , che aliai ripu-
tazione , ed utile gli averebbe recato ; laonde dopo formatone p.ù di-
(ei'ni , ne formo un modello di così efquifita perfezione , eh- a mi-
raviplia fu lodato da tu:ti que' che lo videro, e piacque tanto a que'
Padri* che lo inoltrarono ad Alfonfo Secondo , allora Re di N poli , Alfanfo IL
il quale applaudendo alla bella fabbrica, gli aflegnò quindici mila affegnò z
feudi, lu gli arrendam nti di Puglia, e gabelle dello Scannaggio , il ^""aci .dt
perchè fi diede principio alia nu ava fabbrica nell'anno 1490. , come. ' m-lU lcu_
appare dalle fentture che nell'Archivio di S. Severino fi confervano . di pe, ls__»
La qual fabbrica continuandoli per molti anni , (ì riduife in fine nella i'aobiica_»
beila forma , che oggi fi vede , d >poii he è quefta Chiefi una delle più ^clla C5*1^-
b le, che alla noltra Città racemo adornamento; come da ciafeun q V.
pub (Vederli . i n p0li , e
1 tanto che quella Chiefa fi tirava innanzi , inforfero viepiù preceiuioni
! fanguinofe le guerre , p.r le pretenzioni del Re Luigi di Francia , e ^j i\e Lui"
del Re Ferdinmdo il Cattolico , i quali dividendofiil Regno , aveano ef at ^r«n-
, inello inviati due poteatiilìmi eferciti , l'uno (otto la condotta di ^e Cactoli-
TOMOIU K Mon- Ǥ<
74 Vita di Gio: Mormando
Monf. d'Obegnì , e 1' altro di Ferdinaado Confalvo , eletto il gran
Capitano , i quali acquittando le Provincie * e manomettendo le Cit-
tà , il divideano il Regno per i loro Re ; e perchè Ferdinando aveva
defideno tener apprefTo di fé un virtuofo Ar hitetto , che alcune fon-
tuofe fabbriche gli erigefTe in Cartiglia , ne avea fatto paròla al fuo
Ambafciatore , che in Rema apprefTo Papa Innocenzo Vili, dimorava,
e quello alcuni anni innanzi avea trattato con do: Francefco di man-
darlo in Spagna ; ma perchè non gli fu fatta nrggior premura, cerco
il Mormando di venire in Napoli per farvi opere gloriofe a competen-
za del S. Lucano , e di Gabriello, come abbiam detto di fopra ; ora di
nuovo eflendogliene fatto iftanza , fece pratica con Confalvo , che al-
lor in Napoli lì ritrovava , che facefle inchieda di Giot Francefco , da
lui conofeinto per fufru iente Maeftro da incontrare il gufto del Re j
fu dunque fatta diligenza per lui , e fubito s' intefe , come egli era
1' Architetto della nuova Chiefa , che con tanta magnificenza erge-
vano i Monaci neri di S. Benedetto , la quale veduta da que' Signori
Spagnuoli , tutta coflrutta di belle, veriffime, ed antiche nobiiiffime
forme , li parve cofa di non poca ammirazione, ravvifhndo tfler Gio:'
Vien con- ^rance^co a^' 'ntutt0 ufeito dalle fecchezze de'Goti ; laonde ne dicro
dotto in_. avvifo al Re , il quale die ordine che tofto li fuiTe inviato in Ifpa-
Spagna . gna ; ma perchè i PP. faceano refiftenza , ed altresì Gio: Fran-
cefco non voleva lafciare l'opera imperfetta , vi fu bifogno dell'au-
torità del Gran Capitano, acciocché egli per le Spagne partifle, pren-
dendo licenza per alcun breve tempo , nel quale fervilo avefTe con
ogni più pofiìbtle brevità quel Monarca per indi con celerità far ri-
torno in Napoli , per terminare 1' opera principiata, lafciando intanto
ordinato ad alcun altro Architetto , ovvero fuo difcepolo , che fegui-
tar doverle cotefla opera fecondo l'ordine del Modello ; inftruendo co-
lui di quanto gli bifognava , inlìno al fuo ritorno . Giunto perfine in
llpagna , fece ofl'ervare al Re Ferdinando i difegni , e 1' opere fue ,
che piacciute oltre modo , fi dice , che 1' impiegafTe in fabbricare un
bel Palagio per la fua Corte , ed una Chiefa , che fu con magnificen-
za condotta ; ma a noi non è giunta di colà più dipinta notizia , pe»
roche fi crede Gaiamente , che Gio; Francefco opere belle facefle , fe-
condo il proprio valore .
•E' gradito Or perche , (come abbiam di fopra accennato) non lafciava egli
a Ke Per- ;{ divertimento de'luoi muficali iftromenti, fu ammirato in effi da al-
nanao cosi ~ . , „ i , r ^- . -r \ ■ i-
per l'Archi- cun Corteggiano del Re , che al tuo Signore lo riferì, con tante laudi,
ccttura, co- che mode la curiofità di quel Principe a volere afcoltarlo , el in fat-
ine per Ia_» ti udito il dolce modo di trattar que* (frumenti, e commendandolo
rnufìca , e_> moito f ^^q 3 dire , che non fapea fé miglior Mufico, o Architetto di-
encensca ftfafog \0 Jovefle s per la qual cofa tanto fi diletto di afcoltarlo , che
fuo
Architetto.^ 75
fuo.. primo Malico , ed Architetto lo dichiara , con crefcergU la prò- p« dichìara-
vilione al doppio di quello, che aflegnato gli avea i ma quello fu nulla t0 juo pr£B10
al pari delle molte grazie,- he gli fece, avendogli molto amor concepii- Mufico , ed
. to ,sl per le fue virtù , come per la dolcezza de' Tuoi coftumi; ma più. Architetto:
veramente per effer divenuto amante della fan mulicajE quello amore
del Re fi conobbe maggiormente allora quando eiTendo da Gio; Fran-
cefco pregato dargli licenza di ritornare in Napoli a compir i' opera.
de'Monaci di S.severino,e vedere che cofa avellerò fatto coloro a'quali
avea quella ra xoimndato , il Re gli dille , che dovendo di perfona in
breve portarfi in Napoli , con feco lo averebbc condotto , com.- poi
face ; In fatti conducendofi il Re in Napoli per raflettare gii affari del
Regno eifendo già quello interamente conquiflato alla fua corona dai
valore del Gran Capitano, che i Francefi ne avea fcacciati, feco me-
nb Gio: Francefco , tome promeflb gli avea , ed in teftimonio d'aver*
Jo ben fervito , com'anche dall' amore che gli portava , gli affegnò fo-
pra 1 Reggi arrendamene commode penfioni,con le quali onoratamen-
.te , ed Nobile fi mantenne, avendolo ancora quel Re dichiarato fuo
famigliare. Partito poi Re Ferdinando col Gran Capitano , cui feco Regno di
conduife per gelofia , e diffidenza di Regno , Gio: Francefco con fua ?j[? * di|j
licenza in Napoli fi rimafe , ove compì la bella Chiefa di S.Severino , ^ran Capi-
benché ebbe a rimediarvi alcune cofe poco bene efeguite nella fua af e ano.
lenza, e vi formo gran parte del Convento; Dicefi che in Napoli Re Ferdi,
prenJefle una Gentildonna per moglie , figliuola di onorati parenti , i>and° con»
avendo ftabihto menare il rimanente della fua vita fra le deliziofe 'vjap0j; ;j
amenità di quelle noilre Collin" ; Ma fé di lei alcun figliuolo egli avef- formando.
fé , reità ancora fui dubio , poi. he per tradizione fi sa che non lafciaf- Paitenzade!
fé (uoi-redi,nonm-n la mentovata fua Donna, che una Chiefa d<* egl' ^e Cartoli-
inedificata come in appreflb diremo . Ca'itìbo °
Ma per venire all' opere ch'egli fxe , effendo ormai già famofo, c'iuiFranee
e tanto più , per effer flato tanto prezzato dal Re Cattolico, dico adun- ,co rinufe
*jue , che volendo il Duca di Vietri in quel tempo edificare anch' egli in Napoiifi-
unfontufo Palagio , a concorrenza di quelli , che fatto aveano il Prin: neccia fab-
cipe, di Salerno , e '1 Duca di Gravina , chiamò a fé Gio:Francefco , Serrine.
ed il fuo penfiero gli efpofe , incaricandolo , che la fua fabbrica non
avefle che cedere di bellezza , e grandezza a quelle già da cofloro eret-
te ; e tanto più , che molto vicino faiebbe il fuo Palagio fabbricato a
quello del Principe Sanfeverino, giacche poco dittante avea il fuo fito « Palagio e-
11 formando afficuratolo ne'fuoj dubbj, veduto il fito , ne formò i di- retto alDu-
fegni , e ne ftee anche fare una bozza in modello , fopra la quale co- c3. di vie~
minciò la fabbrica , che tirandofi fempre innanzi , in pochi anni rf" plinclpedcì
dufle a perfezione , con gradimento del Padrone , e con applaufo di la Rocci
tutti } e quello è il Palagio , che ora è pafTato nel dominio de'Signo- Perdiiumo.
& 2 ti
7 6 Vita di Gio; Mormando
ri Principi della Rocca Perdifumo . Così fabbricò ancora il Pelagio
• Palagio di deliziofo a'Signori di Cantalupo , dove vi fece appartamenti » e fc>g-
Cincalupo gie deliziofe , per godere l'amen tifimi riviera di Paufilippo i Fé altre-
alla riviera sì altre opere in Napoli, e per «1 Regno , ed in quella noftra Capitale
PJU"',P-> molte cafe , e Palagi accomodò » e rifece ; infra le qu li contali quel-
p la , che già fu dal famofiffimQ Antonio Panormita , che fu tanto caro
al Rè Alfonlò Primo , la quale è fituata predò S, Maria de' Pign. telli ,
Chjefuola contro il Seggio detto di Nidoj/d in qqela càfa vt feoì-Gio:
Francefco nel rifarla beìlilfinie comodità , ed ornamenti d.i abitarvi
qualfilìa Titolato $ ma le maggiori laudi che da ogni ceto di perfona
egli ottenne furono per la Chiefa di Severino già detta , la quale com-
piuta in tutto de' (noi adornami nti , in alla perfine feverta, laddove
il concorfo de'Pcpoli di varie parti durò per molti meli, con immorta-
li ludi deil'.-rtcfìce fuo , tfetobi&é vtdevafi una Chiefa di "buona ma-
niera ; ed .Ih Rem nr< cofirutta diverfa dalla rezza idea gotica1 fin al-
l'ora vedut". ; Per là qual cola del.berarono que' PP. di volerla rende-
re viepiù magnifica , come configliava il Mormando, con alzarvi fu-
perba Cupola, affindi fi ria apparire m n.Vigliofa e di fuori, e di den-
tro , per fua grandezza, il p.rchè ne fece eg!i più. dilani , è cominciò
il modello , credendo in breve tempo poneno ah' opera , rtla pr -ve-
nuto dalla morte, come diremo* lalciò a Sigilm ndo di Giovanni l'o-
nore di alzare , e voltar la gran Cupola , chi re ò 'fiupore a coloro ,
che in que' tempi la videro , per eift-r h prima forù , che in Napoli
di grandezzate , e di tanta altezza fofle veduta . Ma Gio: Fr -etico
abitando prciìò la ftrada Erculenfe,ora di Forcella appellata , vedmdo
predo la Chiefa di S, Severo una Chiefuola qmfi diruta, h'eraftata eret-
Gio: Fran- ta '"onore della Gran Madre di DIO , lotto il titolo di S. Maria della
cefeoreedi- Stella , fi propofe nell'animo fuo d'ingrandirla da' fondamenti , a fua
fico la Chie fptfe , laonde , formatone ildifegno , la fece cominciare a fabbricare,
la di S.Ma- e profeguendo con lollecitudine il lavoro di efla , perchè ormai fi ve-
Srella o eff deva aliai vecchio , in poco tempo la ridurle a p.rfezione, e fittola
quella' di S. ornare di belli fìucchi , e di ogni fuppellettile nece/Tana ad una Chie-
Severo. fa , la fece confegrare dal Vefcovo di Pozzuoli , che allora era Vica-
rio Generale dell i Chiefa Napoletana , e la dotò di annue entrate, lìc-
come leggefi nell'ifcrizione , che nella m-ntovata Chiefa fta fituata, e
noi per chiarezza del narrato qui riportiamo , affinchè ciò leggendoli
«la Cuoi patfani abbiano il piacere di udire gli onori ricevuti da un
loro virtuofo Cittadino i e fé bene elfi hanno moltilfimi altri
Maeftri , onde poifon vantarli , ad ogni modo però viepiù crefee
il pregio col numero , e con quegli onori , che da' Supremi Regnan-
ti iono (lati a talun di coltoro compartiti ; co' quali parche in alcun
modo vengon più controdiilinti da molti t che fé ben Virtuofi elU
già
Architetto, .77
già furono , non cbbtr prò la forte di con trcdiftin uqcrfi con Regali
munifoiinze le non chfc-ptichi. X x. «■ ')
J nanne t Mormandus Architela; Ferdinanda Regis Catholici
prè muficis injìrumeniis !gvatifisimus , Sacellum vetujìate
collapfium fiua pecunia h fondamenti s reftituit , fjrmamqi in
mtliorew redìgi t_, Annafialutis I f r 9.
Di quefta Chiefa eretta da G"io: Francefco non fa-punto menzio-
ne il'Notaja Pittore v ma fola niente nelle {fritte notizie di^Novello
da\W'f;uxano , e*H GaBriellod-Agirfdo qualWdei MoririUrido &re-
vem i.tj r girtra , a( fuo Colico , ed in coniufo ,
Gio:F 'rancefcn Mormarìdo^ vakntifisim'o.-A^-èhi 'tettare fabricò il
Valazzi al Duca di Pietri , che $ bsllifisimo , e quello de Canta lupo »
co ne anco queliti del Duci della Torre FiloPWrJtyi, e- quello della,
Rocca , m^ la bella fiabb. ica Imo, è l'i Ckietìa di S'. Severino , la
quale di piccoli» \ i'mà[fatta ch*/eui\i ha -l.'.pri Q&'/q , e modernato »
Come fi vede b: Ili fisima , la quale è una billezza de chiunque la va a
: ';•«>,<? «w a ' fu.falìa cirra il 90. del 1400. , e lui fu molto cara
a lo i\e Ferdinando de' So. 10 ,1,1 ; e tutti tré qu?::i \memi nomi hi fece"
ro co/e WHififivff)* mancarono circa il 1 f 1 o. poco più , 0 meno uno dal*
l'altro, ma Gi(.:Fra'nc°fiC'> campò più diTTaltri, Notar Cnfconiur.
Q__\ appara certi diente t che il Injujo Gio: Aguolq. non, averle
notizia «te 11 'epitaffio -la noi defcritto , a che di qu. Ilo ruii fi ricordaf-
fe .iHo'ra , che de' tre decritti Maeim. f. ce egji mozione , poiché non
aver;Lbr f" ttJ incerta il tempq d-llafm m-nte , dipoi he noi ab-
biane 1 pei teltimonio .l'anno ne! quale la mei. tjv.ua Ch.efa d, S.Ma-
ria eiella Se Ri. Gio: Francefco ereife, e che pochi anni d^po fé ne in .-
r\ ; ini n >i figa n ri j l'ordina ai noftra n.rrativi diremo* ch'enfio uà.
querta Chiifi gr&dotÈI neU'anno nominata del 1 fi 9, pofe cutt^ [I
ÈenfiefO Gio: Francale^ a finire il modella della cupola p.à irve mini
ciU ■ , <"h - grande 1 e magnifica dilegn.iva di fare per compi n nto
dell« fcimfa Chiefa di S, Severino , come di (opra ■ abbi/m d rt ,' e
faticatovi moltJ, i'avea q 1 ni al luo fine ridott > , qu indo (opragiua-
to da uni lenta febbre , venne a, mancare circa gli anni [ 5-22. e 77.
dell'età fua, laCiando. di se faina immort ile ..ppreifo de' Poft-n ,
per de'beH'op.re eh' egli lece i avendo toI(;a aff.ct 1 da quelle l'i.n-
perfe'-ziòni deète gotiche formi lapndq durerà tempre il fuo nome
pnorato nella memoria degli uomini Virtuofi,..
Fine della Vita di Gio: Francefco Mormtin.no • ■•
NO
78
NOTI Z I E
■■ ■ , ■
DI
AGNOLO SOL E,
GIO: VINCENZO D'AGNOLO,
Scultori , ed Architetti.
Di Pietro Navarra , ed Antonio Marchefi
Architetti Napoletani ..
Di Benvenuto, o Bernardino Torelli, e
Bartolomeo Chiarini Intagliatori .
TQErchè almeno non refti defraudato d'onore pretfo gli iìoiriini la
X memoria , ed il nome di ni uno de' noftri Artefici dei difegno »
allorché d'efll opera alcuna non fi vegga , e perciò per adempi-
mento di quanto promefTo abbiamo di far' memoria al poffìbile di
tutti i noftri Compatrioti , e Regnicoli , quindi ci è partito di meftie-
ri di qui notare il nome di Agnolo Sole, che, fecondo ne lafciò. .fc ritto
D. Camillo Tutini , ne* manofcritti , che fi confervano nella gran
Bibliotheca di S. Angelo a Nido , iftituita per comodo di quefto Puh,
blico dal Cardinale RainaMo Brancacci , fu di Terra di Lavoro , e
Scultore affai celebre de' tempi fuoi , effendo ftato difcepoio di An-
drea del Verrocchio , ne fi sa in qual tempo averte* Angelo appirato
l'arte dal Verrocchio , fé allora quando coftui fin in Romi o pure in
Firenze - Efltndcfi pero Angelo feimato molti tempo in Rorn;i , ove
fi dice , che teneffe compagnia a Giovanni da Nola, ed indi amlpto
con Andrea a Firenze , molto ajutò qutl Maeftro , volendo alcuni ,
che mai ih N.'pVli faceffe ritorno , per eduli in Tof ana , o in Lom-
bardia ammogli to , e che per tal Cagi-one a noi non ne rimane al-
cuna memoria dell' opere che egli f"ce.
G40: Vincenzo d'Agnolo , non abbiamo rifcontro , fé flato fcfTe
figliuolo , ovver nipote di Gabriello Architetto ; Attefe ala fcultu-
*a , ma non fi sa da quM matftro apprefa Paveffe ; Fu egli Scultore
molto pregiato de'ttnipi fuoj , facendo ancora bei lavori d' intaglio ,
e cir-
Notizie di Angelo Solere. 79
e circa il if7o. intagliò il Pulpito di S.Agoftino , detto'alla Zecca ,
e fece altri lavori degni di lode .
Antonio Marchefi aflìeme con Pietro Navarro , fono (lati illu-
dati dal Vafiri ne' fuoi fimofi litri dille Vite de' Pittori , ove in
quella di Antonio da Sangallo al fogfo 319. d.dla Edizione di Bolo-
gna dice , che Papa Leone X. conducendoli a Civita vecchia, per for-
tificarla, menò feco quelli due virtuofi Architetti , eh' avea a tal effet-
to chiamati d:< Napoli , effendo Antonio famoiiìììmo nelle fortifica-
zioni ; Ed afferma , che il parere di Antonio molto prevalfe fra quei
Signori , e fra quegli altri virtuofi Architetti , e -fu efeguito il dife-
gno fa,tto da lui; Vi è fama che Antonio fu della nobiliffima famiglia
KiarJitfe , ed accoppiò allo fplendor della nafeita, quello della virtù,
che è il maggior preggio dell'uomo , dapoichè il nobile vien blamen-
te commemorano da'Pofteri come di una tal famiglia ; ma, il virtuofo
è a piena boca Iodato in ogni tempo da ogn'uno, per lo fplendor? djf-
fufo alla veduta d'ogn'uno per le lue virtuofe operazioni.
Bernardino Torelli , da altri JJ.nvenuto appellato, f'i ottimo
intagliatore , e fcultore in legno , e lavorò infittile con Bartolomeo Antonio fu
Chiarini fuo condifcepolo , ed amato compagno moltiifime opere di «inobil fa-
fcultura'di baffo rilievo , ed erano accuratissimi , e molto diligenti ^f^g' epe^
ne' lavori che eglino intraprendevano , laonde erano allo fpeffo ado« lingue , «_<
pera ti . Colloro fcolpirono egregiamente il Coro del Magnifico Tem- per virtù,
pio di S. Severino , de'Benedettmi neri di Napoli , confumandovi in,
lavorarlo i f. anni dapoiche lo comiciorono nel i j6o, , e lo termino»
rono nel i f? f. qual opera fu gradita da tutti , avendone quefti Arte-
fi-i riportata molta lode da ogn'uno , e molto furono commendati
dagli intendenti , e dagli* Amatori delle buene Atti del djfegno, e del-
la fcultura.
VITA
So
r\ t .
D I
GIROLAMO SANTA CROCE
Scultore , ed Architetto.
:
S1
*E mvivantarfi lieta , e in un tempo iftefso doler fi dovrebbe la
> ftudiolilTìma , e nobif Arte della Scultura , non mai, ,.iò ? p.'ù
gran ragion» le converrebbe , che nel conhderare la Vita del celebre
Artefice Girolamo Santa.Croct 5 conciofliacofachè, camminando egli
di buon p-ifso per laben'intraprefa , e faticofa via del bene , e dili-
gentemente operare, e del dare a'marmi nobilitlìme forme, eraii fpinto
tane' oltre, che già già poteafi dire all'ultima mera di pcrftzion
pervenuto ; quando nel piq bello d l Tuo glonofo cammino , e degl*
anni fuoi , gli fur tronchi i palli , e lo (lame Vitale iecifo da ineso-
rabile , acerba morte . -La perdita di un uomo cotanto egregio , e
fingolare affiifse loprammedo la Patria , la quale (perava -nella di lui
Scultura avere a pregiarli anch' ella del ino Buonarroti ; come lo ftef-
fo G10: da Nola, ebb* a dire , quantunque emulo fofse , ed invidio-
fo->1èlla di lui gloria ; til fi eri al maravigliof ; avanzamento, ch'egli
da giorno in giorno faceanri la grande arte della Scultura . E quindi
fu mofs-a la fempre 'iodatapenna del Vafari , a fcriverne con que'
fentimenti di ftiina , che nella fua opera celebrata fi leggono; e ehe
noi per maggior gloria del Santi Croce di pirola in p.ro'a riportare*
mo , depo che avremo de' fuoi principi ragionato , dando pofeia no-
tizia di quelle opere , che per brevità $ 0 per altra cagione dal men-
tovato Vafari furon taciute ■
Nasica del Nacque Girolamo Santa Croce circa fanno di nnflra falute 1 f pi.
SanuGoce. c|a un Caj Gio: Agoftmo , che al m ftier di Ini ri no di mercatanti at-
tender ; Defidtrava qutfto , che il figliuolo eo'j>rimi principi delle
lettere perfettamente apprend.de l'Amor tica , acciocché appoggian-
dolo ad alcun Mercatante >'fao conofeente eoi tempo v i r uLiise ancor
egli ; ma il fanciullo tv n'avendo ancora tutta la cogni^ion delle co-
fe , e fpinto dilla incliijazion naturale faceva Tempre di qiif' fantocci
che i fanciulli far foglietto i equmdi avanzato a'qu^nt nell' ftà , e
nella conolccnza fi ditde di cesi fatta maniera al diftgno , che il Pa-
dre fu coftretto a più non violentare il fuo genio , anzi ad appoggiar-
lo
Scultore, ed Architetto. 81
lo ad alcun Maeftro , the nel difegno lo iflruìfle ; e perche Girolamo
tutto ai orno model'ava in cretti varie, e mal conca figure , cono- t-- . e
■ . n- i •< M r i i ii ?■ . ri» da fan.
fcendo Adottino , che pai alla [cultura , che alla pittura il giovanetto ciulloperin-
inclinava , e che in quella avrebbe fatto maggiore riufcita ; perciò l* din zione_j
introduce con un tal Maeftro Matteo, mediocre Scultore di marmi , digeniomo*
ma però molto pratico, e che molti lavori conduceva per abbellimen- Jcllava "'
to di varie Chiefe , come era antica ufanza ; e da lui furono molti fé-
poteri fcolpiti con buon componimento , e tal volta con buoni ritro-
vati , a tal che dagli virtuofi Artefici non venivan Mimati che ra-
gionevoli , e condotti con buona pratica . Erra adunque il Ca- prrore ^i
paccio ove dice : che il noftro Girolamo impara/Te la (cultura da Capaccio in
Antonio Rofellino Scultor Fiorentino : non fapendo forfè che que- dirlo difee-
fti fioriva nel i4?9. per teftimonianza del Vafari , e mancò cir- PoI° del
Ca il 1490. quando non per anco era nato Girolamo : che poi avef- °°
fé quefti fui principio attefo all'arte dell' Oreficeria , noi non ne ab-
biamo notizia certa , ma vi può efler un abbaglio ; perchè forfè egli
modellò qualche figura , che dovea gettarfi in argento; ma da ciò non
fiegue , che egli foflè Argentiere , ne Orefice nella fua prima giovi-
nezza : Il certo fi è , che egli imparò i primi principi deila fcultura
dallo fcritto Matteo ; e con coftui fi portò tanto innanzi, che nel dife-
gno , ei fuperava di gran lunga il Maeftro medefimo } e di ciò era ca-
gione , oltre alla naturale abilità , la guida , e 'J configlio , che tutto
giorno gli dava Andrea Sabatino da Salerno , che poco prima in Napo-
li venuto , per fuoi negozj , come è detto nolla fua vita , vi avea pre-
fo un gran grido,come difcepolodel divin Rafael lojimperciocchè aven.
do Girolamo procurato di renderlofi benevole,cercava da lui avere que'
precetti , ed ammaeftramenti , a' quali non giungea la cognizione , ed
intelligenza del fuo cotidiano Maeftro ; Configliollo adunque Andrea ,-. r ,. ,.
portarli in Roma , ove pochi anni innanzi fi era anche portato Giovan Andrea da
da Nola , tutto che foflè qua fi maeftro , ed avefTe fatte delle bell'ope- Salerno,
je ; acciocché col vedere le perfettiffime ftatue degli antichi , co' loro
eccellentiflimi baffi rilievi , e le moderne ancora , che in quel tempo
vi lavorava il divin Euonairuoti , come altresì le perfettiffime figure
di Rafaello fi fofie rifehiarata la fua mente , ed avefTe comprefo quel-
lo , che fenza tali cofe ofTervare difficilmente per le parole di alcun
maeftro fi può capire ; e maffimamente nella fcelta delle perfezione
degl'Antichi ; dapoichè ad ammaeftrare nelle opere di mano l'umana
mente, vai più l'efempio , che qualfivoglia filofofica cogitazione .
Perfuafo di tai ragioni Girolamo , e forfè più dal defiderio di ve-
dere le magnifiche opere di Roma , s' ingegnò di farne perfuadere an-
che fuo Padre ; acciochè colà inviato l'avefTe ; e quefti , come uomo
ragionevole , e che cercava gb avanzamenti di fuo figliuolo , tofto vi
TOM. IL li con-
8 2 Vita di Girolamo Santacroce.
condifcefe; onde provvedutolo di ciò, che li facea di bifogno, lo man»
dò in Roma ; quivi Girolamo tutto fi diede , così a perfezionarfi nel-
la fcoltura , come a prender la pratica dell'Architettura ; non volen-
do effer fuperato da Giovanni in quefta facultà , il qual fapea , che
con ogni accuratezza aveala apprefa . Non abbiamo certa notizia da
ch'i egli rpprendeffe , e la feoitura , ed infieme l'Architettura , ò pur,
fé da fé l'elfo rtudiando avelie folamente offervato , o pur cercato di
fape r il modo tenuto dal Buonaroti , nel condurre le fue divine fcul-
ture ; ovvero fé dimorato avelie con alcun di que' bravi maeftri, che
in quel tempo fiorivano in Roma } ma comunque la cofa folle avve-
nuta , egli è certo, che dopo alcun temp:> tornato in Napoli fece quel-
l'opere egregie , che fi veggon di lui ; fc potè gareggiar francamente
con Giovanni da Nola , che già in Napoli acquifiato fi aveva nome di
fcultore maravigliofo j come lo afferma il Vafan . Ma il Mediano Ji
niun altra cofa t< mea , fé non che d 11* accurato Audio diri Santacro-
ce ; Avea egli dtfidcratodi averlo giovanetto nella fua fcuola , pre»
vedendone la riufcita , e volendo averlo difcepolo , e non emoio del-
le (uè Opere , come fi era ingegnato di far con altri giovani di gran
talento, per aver maggior grido, e manco competitori. Malfima mol-
to giudiziofa , e politica per chi vuole in brieve un gran nome acqui-
ftare ; dapoichè i difcepoli fono per lo più le trombe della fama de'
loro maeftri , come quelli , che non vedono per altr'oc-hio , ne ni-
nnano buone le opere .,nche eccellenti allorché alla maniera del loro
maeftro non fi affoimgliano i
Or per venire all'opere di Girolamo,dico che eflendo pervenuto a
notizia di molti Napolitani di conto , che egli co Tuoi ftudj tra valen-
tuomo ritornato da Roma, gli furono, perciò commeffe delle fculture;
ed infra quelle egli fe.e per alcuni Signori della famiglia Barattuccia
]a Statua di Santo Antonio da Padova , che fu collocata su l'Altare di
una loro Cappella , nella famofa Chiefa di Monte Olivete , preffo l'
Aitar maggiore; e po.o dopoi effondo parlato a miglior vita Fabio
Barattuccio , ne fu da£,li eredi commelìb il fepolcro anche a Girola-
mo i il qua4 fepolcro egli aliai bene , e con la fua lode condurle ; fa-
cendovi , oltre gli altri ornamenti , due brlliffime Statue giacenti ,
con graziofa attitudine, ed affai bene intefe; la qual opera gli fu mol-
to lodata dagl'int'ndfntij e quefta Stpo tura fu allora fituata in mez-
zo a piccioli Altari , e he ftavano dal canto dell'Epidoto preffo l'Aitar
maggiore , in un de' quali flava la nominata Statua del S. Antonio
di effo Santacroce , efleli' altro la Statua del S. Gio: Battifta fcolpito
da Gio: da Nola ; come nella fua vita dicemmo. Ma ora ne quello Se-
polcro, né j fuddetti Altari fi veggono j conciofiache per fare alla mo-
derna l'Aitar maggiore , ed ingrandire la Chiefa , ed il Coro altresì ,
faro-
Scultore, ed Architetto 8$
furono tolti vi,i,e le Statue de'Santi fuetti collocate in alcune Cap-
pelle ,ò fia nell' ingreflb d< quelle dalla parte ^lel Vangelo d, efl'o Ai-
tar maggiore , e su alcuni altarini , che non pajon più quelli lavora-
ti con tanta diligenza , e fatica ; Effondo fp-.ntx quelle famiglie , che
n'erano Padroni . Divenuto afT.i chiaro il mine del Santacroce per
nvzzo di fue ftudiofe fatiche , gli vennero conimeli! importanti lavo-
ri ì e qui mi torna in concio di riferire le parole di fopra premefle
del Vafari > acciò' che il vanto di Girolamo lìa appien con ofe iute.
Girolamo Santacroce Napolitano , ancorché ne/ più bel corfo della
fua vita , e quando di lui maggiori cofe fi /peraxano , cifujje rapito
dalla morte , molìrò nell' opere di /cultura , che in que' pochi anni /e-
Ci in Napoli , quello , che avrebhe fatto , feftjfe più lungamente vi/-
futo . V 'opere dunque , cht colìui lavorò di /cultura in Napoli , furono
con qtieW amore condotte , e finite , che maggiore non fi può defiderare
in un giovane , che voglia di gran [unga avanzar gf altri , cl> abbia-
no innanzi a lui tenuto in qualche nobile e/ercizio molti anni il prin-
cipato . Lavorò coflui in S. Gio: Carbonaro di Napoli la Cappella del
Marche/e di Vico , la qual'è un Tempio tondo , partito in colonne , e
nicchie , con alcune /epolture intagliate con molta diligenza. E perchè
la tavola di quefia Cappella , nella quale /ono di mezzo rilievo i Maggi,
che offeri/cono a Criflo , è di mano £ uno Spagnuolo ; Girolamo fece a
Concorrenza di quella un S.Gio:di tondo rilievo in una nicchia , così
bello j che moflrò non e/fere inferiore alla Spagnuolo , né di animo, ne
di giudizio > onde fi acquili ò tanto nome , che ancorché in Napoli fuJJ'e
tenuto /cultore maraviglio/o , e di tutti migliore Gio: da Nola , e di
non dimeno lavorò mentre Gio: vijje , a /uà concorrenza , ancorché
Gio-fuJJe già vecchio , ed avej/e in quella Città , dove molto (ì cofiuma
far le Cappelle -, e le tavole di marmo , lavorata molti/fime co/e . Pre/e
dunque Girolamo , per concorrenza di Gioì a fare una Cappella in Mon-
te Q/iveto, dentro la porta della Chie/a,a man manca, di r impetto alla,
quale ne fece un altra daW altra banda Gio: del medefimo comportimeli-
to.Tece Girolamo mila /uà una Madonna, quanto il vivo , tutta tonda,
che è tenuta la belHJJìm a figura ♦ E perchè mijfe infinità diligenza nel
fare i panni ,le mani, e /piccate con trasfor amenti il marmo,la condu/-
/e a tanta perfezione, che fu opinione, eh' egli avejfe pa//ato tutti colo-
ro t che in Napoli avevano adoperato al/uo tempo ferri per lavorare di
m*rm<j'Ja qual Madonna po/e in mezzo ad un S.Gio: ed un S.Pietro, fi-
gure molto bene inte/e,e con bella maniera lavorate e fini te y come /ono
anco alcuni fanciulli, che fono /opra quefiecolkcati.Vece oltre di ciò nel*
la Chie/a di Cappella, luogo de' Monaci di Montcoliveto 2. Statue grandi
di tutto rilievo belUJfimtiDopo cominciò una Statua di Carlo V.lmpe-
ratore , quando tornò da Tunifi » e quella abbozzata , o/ubbiata in
L 3 „/.
84 Vita di Girolamo Sontacroce
N Ile Sta- a^CUfì' gioghi » rima/e gradinata , perche la fortuna , e la morte i/£
tue di S. M. vidiando al mondo tanto bene , ce lo tolfero di anni 3 f . £ rertfo » /ò
a Cappella Girolamo vivea , fi f per ava , eh ficome avea nella fua profejjìone A*
vi e abba- vanZatì tutti , quelli della fua patria , cosi aveffe a fiuperare tutti
glìo nel Va- gn artefici del tempo fitto . Onde duolfie a' Napolitani infinitamente la
I ' c!"t„J, morte di lui i e tanto pia , quanto egli era /iato dalla natura dotato
dapoichefon non pure di bell/Jfimo ingegno , ma di tanta modeflia , umanità , e
tre, tlXzniio- gentilezza, quanto più non fi prò in uomo dtfiderare ; II perchè non è
vi la B. V. maraviglia fé tutti colvro , c^ /o conobbero , quando di lui ragiona*
c0'. Banui- wflW p0jlorio temre le lacrime . L'ultime fue fcultur e furono fan-
no in mezzo « , ,, ^ .. ., ;. .,£ _
li S Gio- "° J 5"?7, ""' 1Ha Od"0/" .letterato in Napoli con onoratijjime efcquit,
Bartifta,e S. rimanendo ancor vivo il detto Gio: da Nola Vecchio , ed affai pratico
Benedette- fc ultore , come fi vede in molte opere fi, tte in Napoli con buona prati-
ca , ma non con molto difetto . A co/iuifce lavorare D. Pietro di
Toledo i Mar che fé di Villa/ranca., ed allora Viceré di Napoli , una
fé poh ur a d. marmo per fé , e per la fua donna , mila quale opera fe-
ce Gio: un infinità di Storie delle vittorie ottenute da quel Signore
cantra i Turchi , con molte Statue , che fieno in quell'opera tutta i fo-
lata , e condotta con molta diligenza . Doveva que/io Sepolcro ejjer
portato in Ijpagna , ma non avendo ciò fatto mentre vijje quel Signo-
kbbìgYio re , fi rimafie in Napoli . Morì Gio: d'anni fé t tanta » e fu /atterrato
circa T etàift Naj}(,U f anno 1 f f 8.
di Gio: j^ vojuto tuCt0 rjp0rtare jj Capitolo , che il Vafari ne ferirli
potendoli d; qu.'fto vedere , qu-tnto merit lineate favorifee egli Giro-
lamo , e con quanto livore ei parla lfe di Giovanni , ma pure non po-
tè fare a meno di non dargli epiteto di Scutore maravigliofo, e di lo-
darlo di pratico , e diligente ; e quefto ferve per lupplunento alla vi-
ta del Mediano . Tornando ndunqua all' altre Op re di Girolamo , e
dal Vaf.ri pafTate in filenzio , che pur fon molte , le noteremo una
dopo 1' altra , acciocché abbiano il dovuto onore I' opere di un uomo
tanto fingolare, che man o nel piò bel fiore dell' età fua . Ma per non
aver poi ad interrompere il filo del difeorfo , e gli fia bene premette-
te , che nella occafjone della venuta di Carlo V. in Napoli tu appog-
giato il pefo dell' , inportante apparecchio fedivo, tanto a&o: da No-
Antomo h- ja ^ qUant0 a] Santacroce , ed Andrea da Salerno ; a quali fu aggiun-
g^i loocci- to per ordine degli Eietti della Città Ferdinando Manlio ; acciocché
ti del San- uniti inficine avellerò fatto una idea dell'apparato , con Architettura,
rmzaro nel- Scultura ,' e Pittura : Ed a cofloro fomminiltrò i penfieri , gli emble-
le feik per mj ^ e le figure fimboliche il dottiffimo Antonio Epicuro , il qual
d IV Irnpe- ^erv'^ accora di molti concetti trovati alcuni anni innanzi , che fi
radore Car- afpettava V Imperatore , dal noftro divin Poeta Giacomo Sannazaro,
lo V. cerne altrove fi è detto,; E delle lodi, che a tali lavori date furono dal5
l'i-
Scultore , ed Architetto. 8j
1' ifteflo Imperatore toccò a Girolamo una gran p.irte . Or cerne que'
lavori fervirono folamente in queir occafione , né più fi veggono> ba-
derà d'averli mentovati ; e palìaremo a far parola di quell'opre , che
fono efpolle , come dianzi hb promeflb .
Vedefi adunque nell' antica Chiefa di S. Maria Porta Cccli , il
Sepolcro di Ferdinando Pandone, con fuoi ornamenti , e (tatua , (he
non pub farli più bella . In S.Domenico Maggiore il fepolcro del Car-
dinal d'Ariano , nella Cappella, che di prefente appartiene alla f mi-
glia Spinelli ; ed in quello fepokro vi è fimilmente la Statua del me-
desimo Cardinale, fatta allora , ch'egli era Vefeovo di Ariano , dapoi-
chè aflunto pofeia al Cardinalato, mori a capo molti anni in Roma. Si
dice , che prima di lavorare la detta Sepoltura , ebbe Girolamo a ga-
reggiare con Gio: da Nola nel lavori di una delle due tavole di mar-
mo che fono nella Chiefa di S. Mariadelle Grazie , più volte nomina- T
fa ; Perciocché volendo que' due Signori , delle famiglie Senefcalla , Altare hi S*
e Giultiniani , far pruova del valore di entrambi , commifero a eia- Marie delle
fcun di loro unode'baifi, e mezzi rilievi, che doveano collocarfi nelle Grazie rat-
nuove Cappelle ; come nella vita di Gio: da Nola abbuili detto.Rap- tc a concor.
pfefentò dunque Girolamo il fatto di S. Tommafo Apollolo , allora renz^ dj?!°
quando per accertarfi della Refurreztone del Signore li pofe le dita nel ' ' ?
Collato ì nella quale fìoria egli efprefle 1' azione cotanto al vivo , con
rilevare qu- fi di tonìo rilievo le principali figure , che iuuna cofa gli
manica, dai finto in fuori; per tacere del componimento ottimamente,
e con tutto 1* immagina bil decoro concepite, del correttiffimo difegno
della nobil aria delle bellilfime tede , e degli andari de' panni proprie
bene adattati ; laonde fi può dir di qu.-ll' opera , < he non folamente è
belliflimi , ma è ottima , e imprenlibi[e , avendo GiroLmo in lavo-
randola avuto in mente gli antichi ottimi Maeftri Greci , e Latini ,
perle giufie milure , Sceltezza di membra , e delicarezza di parti ;
Perchè veramente Girolamo fu ofTervantiffirno dell' antico, come del
più vero , nobile , ed efquifito Macllro . Efpoili , che furono quelli
due baffi rilievi ne' loro Altari tradirò a vederli non folamente g'i
Artefici, ed i deiettanti del difegno, ma ancora un infinità di perfone,
chefoprafitte dalla maraviglia non fi faziavano di commendare ora
quella della depofizion della Croce,fatta da Gio: ora quella di S.Tom-
mifo , del Santacroce ; e tutti fi accordavano in afFermire efTere en«
trambe queft'op re , cofe maravigliofe , e da non poterfi agguagliare
da qualunque Artefice de'moderni fecoli . E veramente ardifi o dire ,
che folamente avrebbe potuto pareggiarle , mi non fuperarle al di-
vin Buonaruoti . Ne paja a'ieggitori , che quello fia un paradoflo, ov-
vero una iperbole , dapoiJiè può cialcheduno con occhio di retto giu-
dizio ,e d' intelligenza difeernere il valore di queft' opere p.rfettiff;-
me,
86 Di Girolamo Santacroce
m* » che per effer fotte con la defcritta gara di arte , e d'ingegno J e
con un medefimo accuratiffimo fludio,fecer si che decidere non fi po-
tette , qual di loro meritane maggiori encomj , e riporta/Te la pal-
ma .
Opnc'la In (Iue' ternP° A M? re he fé di Vico D. Niccolo Antonio Carac
del Marche, dolo i velie fondare la fua ricca , e ncbil Cappella riella Chiefa di
fé di Vico s. Gio: Carbonara , ed avendo piena cognizione delle virtù di Giro-
in S. Gio: a jamo jn fatt0 fa Scultura , e di Architettura , gli diede la cura di for-
A^fcfU^r! marne 1* idea . Fecela egli tutta tonda , ornata all'intorno di Nicchie,
Al Umetta- ... ,. r , \ «■«. j-
ta da Giro- di colonne , e di fepoture , con Si vago , e con compartito ordine
lamo San- difpolìe , che aggiuntavi la ricchezza de' marmi , ella è riputata ma»
ccroce. ravigliofa ; avendo Girolamo lavorato di fua mano non folo varj fe-
polcri , con mirabil diligenza intagliati , ma ancora tutti i belli or-
namenti , che vi fi vggono . Fecevi ancora le Statue di S.Giovanni,
e un altro Santo, le quali vengono molto lodate dagli intendenti . Ma
non occorre più dilungarmi intorno a quell'opera , poiché ella vieti
commendata da tanti chiariffimi Scrittori , e del famofo Giorgio Va-
fari , egregiamente defcritta , come poco anzi fi è dimoftrato ; laon-
de pafTa remo a far parole dell'altre . Scolpì Girolamo per lo mag-
gior Altare di S. Agnello ad Manza di Gio: Maria Poderico , Arcive-
scovo di Taranto , le belle Statue , che meritano veramente di effere
con attenzione effervate , dapoichè fono lavorate con quello ftudio ,
che era a lui connaturale . La (leffa attenzione , anzi maggior (Indio
fi feorge nel baffo rilievo della Cappella della Famiglia Caracciolo
nella Chiefa della SS. Nunziata , ove mirabilmente è rapprefentata la
fchiodazione del Corpo morto del Redentore della Croce : opera in-
vero maravigliofa , sì per lo gran componimento delle molte figure,
dt-lle quali alcune principali fono tutte tonde , come per 1* efpreilìone
degli affitti , la qual balla a muover dolore , e pentimento in chiun-
que le rimira . In fomma quell'opera è perfettiffima nel difegno,nell'
efpreflìon dell'azione, e ne' gran trafori , co' quali è tutta lavorata.
In quella Cappella medefima Girolamo lavoro ancora il Sepolcro di
D. Antonio Caracciolo con la fua Statua , e con altre , che fervono di
ornamento . Ma quelle Statue però non fon' elle di ugual perfezione ,
laonde credefi , che n~n tutte fiano del Santa Croce. Nel pulpito del-
ia medefima Chiefa vie il baffo rilievo della Vergine Addolorata, che
ha ne! feno il fuo morto Figliuolo , opera de' primi anni della Scultu-
ra del nollro Girolamo. Ma le Statue di Beatrice , ed'lfabella di tar-
dona nel lor S poterò , fituato nella medefima Chiefa, fono belliilìme,
co' loro ornamenti , e fon degne di lode 5 come ancora merita vanto
il Sepolcro del Vefcavo di Squillaci Vincenzo Gakota , effendo lavo-
rato
Scultore , ed Architetto . 8 7
rato con Audio , e con diligenza maeftra > E invero tanto le Statue
delle due mentovate Signore , nel lor Sepolcro , quanto qu.ila del
Galeota p,ù tolto pitture morbite , che lai. ture dj duro marmo raf-
feriibrano .
Fa menzione 1' Engenio del Sepolcro di Antonio di Gennaro ,
nello Chiefa di S. Pietro Martire nella Cappella della Famiglia . Né
folo l'Engenio , ma. quanti Scrittori parlano delle cole più belle della
noftra Città , lo commendano tutti come una delle bell'opere del San»
to Croce , a cagion di molte Statue tonde , oltre de' balfi rilievi , td
altri adornamenti ond'era arricchito . Ma oggi di più non fi vt.de , ef-
fmdo fiato tolto via nell'ultimo ammodernarli della Chiefa; ne per
qualche tempo fi è faputo , che delle belle Statue accaduto fuffe j fel-
lamente quella di S. Matteo in atto di fcrivere il Vangelo , con un
btliiifimo Ang.oletto accanto, che tiene il calamaio , era fiata collo-
cata fopra un Altarino laterale al Cappellone della Tribuna , dedica-
to al SS. Rofario J le altre Statue della giuftizia , e della Prudenza,cre-
deano que PP.,che fuffiro fiate tolte rial Viceré D.Pittro d'Aragona,che
fpogljò Napoli d Ile pitture , e fculture più belle ; Ma per la mia in»
cfuefia alcuni vecchi Padri fi fovvennero , eh' elle furon fotter- L'/\atoie fir
rate con altre cofe , appunto per falvarle dall' eccelfivo defiderio eviene, che
di quel Viv.eregnante ; ficefe cavandofi nel Chioftro , e nel Giardi- fi rrovaflcjo
no fi fono ritrovate le due Statue i per le quali non v' è lode , che ba- ]e Statue del
fii , effèndo elle tanto belle , e morbide, che innamorano . La moffa •*an"clOCC •
è bcllifiìma , l'aria de' volti Angelica , i panni piegati con fomma in-
telligenza , che vi lano il nudo , l'acconciatura delle tede graziofa , e
in fine 1 bei piedi , braccia , e man» difegnate a maraviglia con deli-
catezza , e nobiltà . Qucfte Statue fi veggono collocate entro la Sa-
greftia , da' lati della fonte di lavar le mani , e fopra vi è la tavola
di marno col baffo rilievo del Padre Eterno , il quale veramente non
e della medefima perfezione , che le Statue mentovate . Le colonne,
che adornavano lo k ritto ft pelerò , ora tagliate a tronconi, fervon
di zoccoli alle medefime Statue, gli altri baffi rilievi fin ora non fi fo-
no ritrovati , e la già detta b'. Ila fìatua diS. Matteo ftarà riporta in
una ftanza preffo la Sagrcftia , fincl e gli fi deftini luogo proporziona-
to , e decorofo .
Molte altre opere fece Girolamo , o che non fon venute in no-
fira cognizione , o furono lavorate per lenta ni Pacfi , ove furono tra-
fportate ; In lfp^gna fu mandato il ritratto di D. lietro di Toledo
feoipito in maimo ; e fi dice , che effèndo il Santacroce ancor giova-
netto avelTe fatte una Statua del Gran Capitano , a richieda d' un Ni-
pote del nudtfimo , che gli fece prender l'effigie da un ritratto dipin-
te;
8 8 Vita di Girolamo Santacroce
to ; quale Statua riufcì belliffima , e da quel Signore fu condotta i.
Spagna . Di altre opere di flatue , baffi rilievi , e ritratti io non h
certa notizia , né verifimile tradizione ; qudch<- porlo dir con cer"
tezza fi è , che il ncme di Girol ino era oltrtparTLto di là da' monti »
onde fin dalla Spagna gli fu commeflo un gran Colerlo , che rappre-
fentar drvea l'Imperator Carlo V. , come afferma il Vafari , benché
non faccia menzione della grandezza; la quale Statua avendo egli boz-
zata , fubbionata , e gradinata , nel mentre che cominciava a pulir-
la , finì il corfo della fua vita mortale ; come fi legge nel mentovato
Vafari , da noi riportato di fopra . Di quefla medefima Statua fanno
menzione molti noflri Scrittori , che l'opere del Santacroce anno de-
ferite , cerne il Capaccio , 1' Engenio , il Celano , ed altri ; oltre
a manoferitti del Cnfcuolo , il quale in alcune fue note dice, che
fé quell'opera veniva ad efTer terminata , farebbe Mata una maraviglia
dell'arte ; come l'accennò ancora il Gavalier M^ffirno , e come in ap-
preso nel fuo racconto farà da noi riportato . Ma prima , che alla fi-
ne del noftro Artefice noi giungiamo , ragion vuole , che alcune im-
portantiffime ragioni apportiamo per difinganno di coloro , che forfè
infino ad ora per alcuna appaffionata notizia vivono ingannati, ed an-
che per dar luogo alla verità , alla quale ho protettalo di uniformare
tutta quell'opera ; fé ben io porla aver prefo abbaglio fenza mia col-
pa , a cagion di men vere notizie ricevute *
Engenfo 3Stota l'Engenio nella deferizione della Chiefa eretta dal noftro
apo » ia- famofo Giacomo Sannazaro fopra il Colle di Mergellino le fculture ,
che adornano il fuo Sepolcro ; E afltrifce efTer opere di Girolamo San-
tacroce : Indi efclamando foggiunge : che il Vafiri, col Borghini
attorto ne dan tutta la lode a Fra Gio: Agnolo Poggibonzi , da Mon-
torfoli , e le fue parole fono quelle ;
Pafsò dopo a miglior vita nel i f 32. ancorché nel fuo Sepolcro fio,
notato if 50.
Fu fepolto nel Sepolcro di candidi marmi , ed intagli eccellenti f-
fimi , che qui fi vede , fopra del quale è il modello delta faccia , e di
tutto il tefehio al naturale del Poeta , nel mezzo del Sepolcro vi è
ttnajìoria di baffo rilievo e ove fono fauni , Satiri , Ninfe , è~ altre
.figure, che fonano , e cantano , nel modo , che dottamente ha fcrit-
to nella fua Arcadia , e fue opere quejìo divixiflìmo Poeta . Qui anche
fono due Statue grandi , funa di Apollo , e /' altra di Minerva , che
ora chiamano David , e Giuditta , ch'in vero è una delle più illuUri
opere , che fiano , non f no in Napoli , ma in tutta Italia ; opera per
certo tenuta, e da tenerfi in grandìffma venerazione . Il tutto fu fat-
to da Girolamo Santacroce , »nfro Napolitano , Scultore eccellentif-
fimo ;
. Scultore, ed Architetto. S9
fitto ; il quale fé per altro al mondo celebre nonfujje, per qtfftafo.1
epera meriterebbe eterna fama , e gloria . Egli è vero ■> che avendo il
Santacroce làfciato imperfette , e mezze finite le flatus d' Apollo , e di
Minerva ; per la fu a immatura morte , furono poi compite di Fr$
Gin: Agno Id P oggi bonzi, de Ila Villa di Montar foli \luogo apprejjo Fiorenza}
Monaco dello Jiefjo Ordine de' Servi , ma non è vero , che tutto il S«~
palerò fia op ra di quejìo Frate , comi dicono il Vafari , é* il Borghi»
ni nelle Vite de' Pittori , e Scultori i i quali non atte fero ad altro foli
che a lodare , e prodi gannente celebrare i Pittori , t Scultori far pae- p1T0,.e
fini ; diminuendo , à~ occultando la fama de' Pittori , s Scultori crop„a A^f
Napolitani , e del Regno , /' quali furono molti , & illtiflri ifopra di fione dell'
vgn'altm, e benché nella bafe di detto Sepolcro fi legga , che fa opera Kn^enio in
del detto Frate , quello non s'intende falvo , che dell7 Apollo , e Miaer- d,ru' ^t-
ii- 1 in ji ■ p L. /"• / quelle Sta
w, come abbiamo detto ì e ne II Aitar maggiore frate Liiannagnolo^
*-*.
/?/.- //,1/rt» <&•' >?£. Giacomo Apoholo , e Nazario Martire , nelle quali ge t e jj
«o» fegu-fndo l'altezza dello Itile cominciato dal Santacroce , goffamea- mano dì
te pjytojfi ; ? ^<i queio.fi tiene per f~r-no , che tutto il Sepolcro non fia Fra Gio: A*
0#«t«z del detto Monaco 3 tuttociè no» fu fenza gran mi Aero del Sipno- *>,°c ' ^
re , per far conofeere al Minio quanto fitjje il valore del nojtro divino Jciril0ma
Santacroce &c.
Or, fedxe egli medefims , che que (te Statue furono Iafciaee
imperfette .dal Santacroce ,' <-hi dunque è quello , che di contrario
oppone? forfè la debolezza delle due fiatile del S. Giacoim , e del S.
Nazario ? ma queftefi pruova , che non li in i iccuce , né del Frate ,
né d.l Santacroce per lo diverfo d-bole Itile . Dunque bifogna dare it
vanto a F. Gio; Agnolo , che compì ciò , che quello incominciato
avea ; conciollìacofachè , lalluitun non è, come la pittura , che
ali bilia pnma può molte volte reliar compi nata ; né tampoco come
la Mu fica , e la Poefia , i di cui primi burroni ricopiati, fcglion
fari! vedere per e/ fé perfezionate . Ma ella ha di bifogno , prima ef-
ferene'mrmi ntcellàn .me nte abbozzata , e pulita. Or dunque Se p
dk' egli , che Girolamo lafciò imperfette quede lì.-.tue, fi devono ere- A?noi0
dcre (come altri ancora dicono} fidamente abbozzate » e con ciò li de- Poggibonzi*
ve il vanto dell' opera a F. Gio: Agnolo , che. a p-rf zion poi le con-
duce . Ma fappi fi per dar luogo al vero ciò , che abbiamo per tra-
dizione di alcuni noitri più antichi letterati , edaqueìlo, che appa*
n dall' Archivio , e note di quella Chiefa , che molti concorfero allo-
ra per l'opera famofa della fepoltura del Sannazaro , ed infra quelli
vi furono ancora Gio: da Nola « e Girolamo Santacroce , i quali ne
fecero anch' effi , come gli altri il modello ; ma perchè il Priore di
allora aveva molto impegno per fra Gio: Agnolo , ch'era Frate dello
ftels' ordine de' Servì , e gli efecutori del Teftamento aveano in pen-
TOMO Ih M fiero
90 Vita di Girolamo Santacroce
fiero dare l'opera al Santacroce , il modello , e le (culture del quale
più degli altri piacevan loro ; perciò. fi operò , che quelli due grandi
Artefici fi accordaflero , ed il lavoro fi compartilìero ; la qual cola
Ctfare Mor. infine col mez20 loro fu (labilità , che perciò fappiafi , che il Santa-
mile dalVa- croce fece il ballo rilievo , che è cofa miraco;ofa , concorrendo la
fai» d. Mor- gara , e l'emulazione , ed ove eccellentemente fi vede efpreflb uno
meno, ed il fther20 jj Fauni , di Ninfe, e di Satiri , che fuonano , e cantano,
hit furono su diverfi itromenti , come appunto gli ha defcritti divinamente nel-
£]ì decutori la fua divinili! ma Arcadia quell'ammirabil Poeta. Così anche egli fece
ctitamencaij il ritratto del Sannazaro di mezzo bufto,perocchè vivo molte volte l'a-
del Sauna- vea veduto ,e trattato ; onde neavea i lineamenti impreffi nella fan-
2ai°* tafia ; lo che non era toccato in forte a F. Gio: Agnolo , che dimorava
a Firenze . Che poi le principali flatue dell' Apollo , e della Miner-
va , che oggi David , e Giuditta vengono da' più volgari credute ì
follerò anche al noflro Girolamo allogate , e che fodero da lui lafcia-
te imperfette per la fu a morte .' di ciò non vi è alcuna certezza ; ma
credefi , che fuffero in Napoli fiate abbozzate , e portate innanzi ; poi-
ché non è verifimile , che due figure di tal grandezza conduce/Te con
feco il Frate per tanti luoghi , ove egli dovette andare , come fcrive
il Vafari ; dicendo , ch'ei lavorò in Carrara , in Firenze , ed in Ge-
nova , allora quando in quella Città egli fcolpi la Statua del Princi-
pe Doria ; benché in tai luoghi egli avelTe potuto lavorare quei put-
tini , ed altri lavori di minor mole , che fono in quella fipoltura .
Ma comunque la bifogna folle avvenuta , egli è certo , che Fra Gio:
Agnolo compì le flatue ; ed è certo ancora , che per la morte del San-
tacroce rimafero molte cofe da compirfi da lui ; come apparifee dallo
firomento , che nelP Archivio della Chiefa del Sannazaro d.n que' Fra-
ti confervafi ; ove chiaramente leggefi la convenzione di qu;fti due
Artefici Virtuofi . Che poi le flatue del S. Giacomo Apoltolo , e di
"S. Nazario fiano molto deboli , rifpetto all' altre fculture eccellentif-
fimé , quello è veriffimo ; come è vero ancora , che non fiano ne del
Frate , ne tampoco del Santacroce ; Ne importa la aver il VaiTari af-
fermo , che le fece Fra Gio: Agnolo , perchè forfè quando ciò ferirli
non l'aveva ancora vedute , e credette , che buone , come l'altre cofe,
elle fi foifòno ; che fé altrimenti fi avelie a credere , cioè , che elle fuf-
fero di mano del Frate , avrebbe l'Eugenio avuto tutta la ragione H
dolerfi ; ma perchè io promifi fcrivere la verità , perciò dico, che
quelle non fon fatture del Frate , ma sì bene , da alcun luo difeepo-
lo, ond' altro minor maeflro fatte condurre . Così dunque refta feu-
fato l'Engenio , il quale avendo forfè qualche vera notizia , che Giro-
lamo avelie avuto parte nel lavoro di tal fepoltura , aiTerì , che tut-
Xn l'opera eia. da. lui Mata fcolpita > a riferva delle due flatue princi-
• • • pali,
Scultore , ed Architetto. 9 1
pali « che poi il Frate compì . E fé il Celano fcriiTe , eh» il inodeliojj Canonica"
della intera fepoltura di mano del Santacroce fu mandato in Ifpagna, Celano nei-
ciò può efTere facilmente avvenuto ; perciocché efTendo Girolamo col !e curio/itàj
Frate di accordo forfè di comune confentimento, comunicandoli i pen-1^. e '"? tir
fieri, fu formato quefto modello ; acciochè i Frati , e Teftamcntarj
efecucori , aveflèro veduto , come l'opera doveva riufcire , per lor
quitte j Oltre the , fi è da noi detto di fopra , che concorfero ad ot-
tener quefto lavoro , così Gio: da Nola , come il Santacroce , e che
ambidue ne formarono modello , onde è facile , che dopo il mentova»
Co accordo col Frate fu/Te quello del Santacroce efeguito . E quefto fu
detto per difefà della verità , e di Fra Gio: Agnolo , dapokhè quefto r „ ,. ,. „
Valentuomo non aveva bifògno d uiurparh le altrui raticne,per acqui- q\u. Agno»
fiarfi la gloria , che appreflo tutti gì' intendenti debitamente gli vie- lo,
ne attribuita . Vedeli in quefte ftatue dell' Apollo , e della Minerva,
effèrv to il decoro , la bella molla , e la gravità degli Antichi » tf-
fendo condotte non folo fecondo lo Itile del divino Mithelagnolo , ma
degli ottimi Scultori Greci ; le qu ili regole anche furono olle iva te
mirabilmente da Gio: da Nola , e da Girolamo Santacroce , avenJole
amenduni apprefe in Roma da quegli eftmpj della perfezione; come di
Girolamo, Io atteftò fra gli altri il Cav. Milfimo Stanzioni , ch^ im-
prefe a f riverne l'Elogio in un Cómpend'io delia di lu vita , the noi
qui fotto riporteremo , per maggior gloria d quefto nobile Artefiee, e
per date compimento al racconto delia Ina Vita.
Già la fama dell' opere immortali di Gio: da Nola avevano
Col fuono della fuonora fua tromba p"no il giro dell Europa dehziofa,
e magnanima per fé fteJJ'a ; quando fcrt) un ingegno , chi m-n folo ec-
cellente $ fé dalli vnu fi ennofee^e , ma gareggiò ancona di perfezio-
ne crill' opre del med mo Gii,: % &• i partiali A -net ora l'uno &* ora
t altro lodando , non f ape ano di loro fcr elitre il prime.
nacque Girolamo Canno del parto del Figliuolo di Dio l foi. in
circa , è* appena nato dif gnava per proprio genio i con che il Padre9
the fi chiamò Gioì Ag'ftino , come fi dice , e voleva, che luì ap-
plicafse alle lettere , bi fognò , che lo lafciajje operare dove la
natura l' inclinava ; con che fece grandiffìmo profitto nel di-
fegno » Ma perchè in quel tempo , che lui era figliuolo , Gio:
detto era andato a ^oma , per vedere l' opere delli buoni mae-
firi , e del Buonarota , comi degli antichi fcultori greci , Gerani»
mo fi acconciò con un tal maeftro Maetteo , fcultore mediocre , ma
ttffai pr attico Iella fcultura del marmo , e con la guida ancora di An-
àrea Sabatino da Salerno , defigaò ajjai bene ; dove che quefto lo confi-
gliò an lare a fludiare in I\pma, dove portatufi Geronimo, in breve tem-
fo divenne buono fcultore ; Me^efava affai a Gio: da Nola, che li gio-
M z v/tni
9 1 Vita di Geronimo Santacroce.
vani , che fi volevano fare Scultori , non andavano da lui , ejfendo gii
ritornato all' aria deliziofa.de Ila bella Sirena un pezìo avanti, che
Girolamo andajjs in Roma ; ejfendo intanto tornato Geronimo , ed ef-
fendof pofii a lavorare a gara aj] ai bene non mancavano all'uno, ed
all'altro buone. opere . .Ed in qtiejia gara alcuni di quelli , che fi fii-
mano fpajjare il tempo, con tanto pregiudizio dell'anima , e del prò fi'
ma , dicevano a loro : che l'uno fi rideva dell'altro nella fue Statue i e
perciò vi furono fra di loro de Ili rancori j ma in fine li Monaci di S.
Gioì a Carbonara , col Marchefe del Vico , fece lavorare a loro , e a due
altri Scultdri , tutti a concorrenza; efien do anche quelli bravi fòggettif
che furant Pietro della Prata , e Annibale Caccavallo , già fato difice-
folo di Gio: , ed ognuno della futi opera ebbe gran vanto ; Ha il Mar-
chefe di Vico diede a fare tutta la Cappella a Geronimo fatta di
Marmo i però la tavola del bufo rilievo l' aveva già dato a fare allo
detto fpagnuola della Prata, perchè prima non fi fidava della gioven- .
tìt di Geronimo, il quale accorgendofi di quello , nel mentre , che fa-
ceva la Cappella la pregò , che fi contentale i e così fece la Statua
tonda di S. Giovanni » che fu una bella cofa , e fu lodata dal di
Nola già vecchio Maeflro , Vifiafi queft* opera li Monaci di Monte
Oliveta operorno , che facejjero lui , e Gioì una Beffa cofa ; o come
altri dicono , the volejje così Giovanni, perchè vedeva già la fama del
giovane occupare il luoCo della fitta ,e così fi cero quell'opere , che a
Monte Olive to fi vedono , entrando in Chi e fa , e tutti due mifiro una,
Madonna tonda in mezzo alli Santi ; e in verità anno tanta bellezza
guefi' opere , che non fi può , che lodarle . Doppo queste cofie fece Gero»
nimo le Statue di S. Maria a Cappella , e la favola di Altare a S. Ma-
ria delle grazie a S. Aniello , anche a concorrenza di Gioì , e al detto
$ '.Aniello , fece tutto /' Aitar maggiore : Fece dopo le Sepolture alla
fiu.iziata dilla Cafia Car acciaia , con la tavola di baffo rilievo per l'Al-
tare di loro Cappella . Così in detta Chiefia le Statue delle belle Donne
di Cafia Car dona . Così in S. Maria Porta Cieli la bella Statua , e fiem
poltura di un Signore di Cafa Pandone . Fece lafiepoltura di Antonia
di Gennari a S. Pietro Martire , e vari altri Sepolcri in 5. Domani-
Co , ed altre Statue , e Sepolture in detta , ed in altre Chiefie ; Ma-
avendo Cominciato d'ordine di D. Pietro di Toledo un Colojfo per fingere
Carlo y. quando vittorinfo tornò dall' imprefia di T uni fi , ed avendola.
Abbozzato, e comincia::) a finirlo: veduto la natura , che in quella
maeìhfa Statua ella farebbe fiata vinta , comandò alla Morte , che le*
1/ajJe Geronimo dal mondo , acciocché per lui non fi av. fife da vergogna-
re j e l'invi diofia morte , fienza rifipetto alcuno della giovanile, efrefa
età atta per operare altre belliffìme opere , obedendo al comando in pò
ghi filmi Ja priva ili vita in età di treniacinque , o al più trentafe
a-
efica.
anni.
Scultore? ed Architetto. 93
Inni , Come fi dice. , nel 1^1. con pianto univerfale di tutti gli ito*
mìni virtuofi , e di tutto Napoli-i avendone un pofitivo difgufìo l'ifief»
fo emolo [no Ciò: da Nola , il quale nel, a morte di Geronimo ebbe a di-
re i che la /cultura in quello uvea perduto lefperanze di avere un al-
tro Michelagnolo Buouaruoti.
Fu Geronimo Santacroce di bdlifiìmo afpetto, e di volto cosi gio*
viale , che coloro , che lo nnruV «no , prendean (libito ad amarlo , ed
accopiando a qu-fto dono non meno un affabile, e dolce converfazio»;
ne , che un onorato , e puntuale operare, fi rendea così obbligati colo-
ro , che trattavan feco , che ammirando le fue rare virtù , e fingola-
ri doti , celebravano da per tutto ugualmente , l'opere fue , e' fuoi
buoni coftumi . Quindi nafeeva il dubbio , fé a lui , o a Giovanni
da N0I3 fi donafle della fcultura il primato. Di lui fanno menzione
molti Scrittori delle cofe di Napoli ; e'1 l^otap Crif uolo , oltre a
ciò , che ne dice nelle notizie , eh' ei fcriffe di Giovanni da Nola , co-
me nella fua Vita fi vede ; in molte altre parti la nomina come eccel-
lente, ed incomparabile nella fcultura ; Forfè ei ne diftefe, qualche
narrazione apparte ; ma tra i fuoi fcritti non è a noi pervenuta , •
così il mentovato Gelano in varj luoghi del fuo libro , ne parla con
molta laude , ed anche ultimamente il P. Orlandi , nel fuo abeceda»
fio Pittorico , ne ha fatto onorata memoria.
Da niuno però de' noftri Scrittori abbiamo notizia , che di fua
fcuola alcun Discepolo fofTe riufeito Maeftro ; ne vi è tradizione al»
cuna , che Io affermi > dapoichè niuna opera abbiamo , che dìcafi fat-
ta da qualche fuo fcolare , e la cagione a mio credere ne farà ftata,per-
che egli morì giovane, e non avea per anche aperto fcuola; onde i mi-,
glipri , che gli vennero appreffo furono tutti di quella di Gio: da Nj-
la . EfTendo adunque il Santacroce per tanti fuoi pregi fommamente
amato da' conofeenti , (limato da' dilettanti , ed onorato dagli Artefi-
ci de' fuoi tempi , veniva anche rifpettato da' fuoi emoli (ceffi; dapoi-
chè veJeano le di lui opere generalmente , e con ragion commendate^
e lo fteffo Gio: da Nola , coma Uomo d' integrità , non poteva fare a
.mino di lodarle ancor egli ; e allora quando ne intefe la morte , n
ebbe sì gran cordoglio , che diffe : aver Napoli , ed il mondo perdu-
to , nel Santacroce una certa fperanza di vedereéin lui un altro Miche-
langelo Buonarroti ; ficcome atteftò il Cavalier Stanzioni nello fcrittq
racconto . Ed anche il Vafari allorché diffi : £' certo, che fé Girolamo,
vivea , fi fperava , che fi come avea nella, fua profetane avanzato
tutti quelli della fua Hatria , così avejfe ajuperare tutti gli Arttji*.
fi del tempo fuo ; e quelche fiegue , come di fopra abbiemo divifato»
banche non fsce eccezione di alcuno ; tntto che nel tempo del Santa*;
croce, vi veffe UDjv in Buonarroti ^ Ma chi mai potrebbe appieno
«fpiis
94 Vita di Geronimo Santacroce
efprimere il grave rammarico , che tutti intefero della fin morte ?
chi le lodi , t-he in ogni canto della fconfolata Città gli davano i Cit-
tadini , gli Artefici , e i cari amici ? qual rammentando gli ottimi
fuoi coftumi , e qu.de l' ind- fefla applicazione degli ftudj fuoi . Acr
comportarono il di lai Cadavere non Colo tutti gli amici , ma anco-
ra tutti gli Artefici del difegno ; gareggiando tutti nell' onorar l'efe-
cjuìe di colui » i hf tanto luftro aveva dato alle (uè nobili Art» ; E lo
ftcifo Giovan da Nola fu in quel giorno veduto pien di m'eftizia far ca-
po ali'onor. to a. compagnamento : Perciocché la morte pon fine allì
«mutazione, e tolti quella di mezzo , che tanto fuole appannare la
umani mente, più chiaro fi fcerne il merito, e più vivo rimane il
deiì'kno del bcm perduto .
Prima che fi dia termine a quella Vita del Santacroce, fia bene di
far parola m quello luogo di cioLchè trovo notato in un manofcritto ,
ove fi fa mtnz.one di alcuni baffi rilievi , che lavorò Girolamo intor-
no alla fontana , nelta quale Gio: da Nola f.ce le quattro Statue , che
li quattro maggiori fiumi del Mondo rapprt. Tentava no; rome nella fu»
Vita abbiam detto . Dice acunque lo fcritto : Che il Viceré D Pietro
di Toledo per tar pruova ancor egli del valore di quelli due Artefici
egregi , commefe due Statue per ciafi-heduno , ed alcuni baffi rilievi
con gli ornamenti , che fervir doveano per una magnifica fonteje che
avendo Girolamo lavorato i baffi rilievi , e cominciato una delle due
Statue , intermefie il lavoro per lavorare il nominato GolofTo , e che
poi prevenuto dalla morte , lafciò imperfetto l'uno , e l'altro lavoro*
laonde tutte quattro le Statue furono poi '.gregiamente f olpite da
Giovanni da Nola , e la fontana primieramente fu fituata nell' ame-
rifiìma lira da di Poggio Reale , ove utavano allora palleggiare le Da-
me , e i Cavatieri ; Indi accrtfeiuto il palleggio al Molo, che era (la-
to abbellito , e fatto comodo alle Carozze , fu la fonte trafportata ,e
fituata alta punta del Molo per ordine di D. Parafan de Ribera Vi.rerè
di Napoli , l'anno 15^4. con intenzione di farla dopo trafportare in
Ifpagna , ma non gli Venne facto per i rumori , che ne fece il Popolo;
Sicché tafciandola in quel fito vi mandò la bella antica Statua di Par-
tenope , con la Lupa de' Ca'mbj , eh- (lava preflo di S. Gio: Maggio-
re , con altre altre antiche Statue , Vafi , e Medaglie , pofiedute pri-
ma da Adriano Spadafora , famofo Antiquario : le quali tutte con la
Nave che le portava,p°r una gran tempeila fi fommerfero .
F/»ff della Vita di Girolamo Santacroce ,
Scultore , ed Architetto ,
ME-
95
MEMORIE, OSIANO NOTIZIE
D I
ANTONIO FIORENTINO,
Di Ferdinando Manlio , di Sigifmondo
di Giovanni , di Vincenzo deJla Mo-
nica, di. Gio: Batti/la Cavagni,
e di Dionifio di Bartolomeo :
e di altri Architetti.
DApoichè di quelli Uomini virtuofi , per la già nota negligenza p g _«.
de' noftri trapalati Scrittori , non abbiamo altra notizia , che B£]Ja "§[^'0m
quella ne fan coloro , che fcrivendo le erezioni delle Chiefe » inciden- li Sacra, D-.
temente notano il nome di chi ne fa 1' Architetto ; perciò abbiam ri- Carlo Ceia-
foluto di darne una breve notizia ; acciocché con lo fcorrer degli an- '\° "eJ'e cu-
ni non perifca affatto nella memoria degli uomini la ricordanza di lo- [ÓV/nIp h""
ro virtuofe operazioni ; Veggendofi annoverate con quelle degli altri ;j Sarnelli ,'
Artefici del difegno , che in quella noftra Patria , e nel Regno fiorirò» ed altri,
no i e con ciò loro fia renduto da' Poderi queir onore , cheeffi , mer-
cè le loro onorate fatiche, fi meritarono . Fu Antonio Fiorentino nati-
vo della Città della (Dava , e fi fa, che avelie fitto in Roma i fuoi ftu-
dj , ma appreflb di qual Maeflro a noi non è mai giunta notizia , ma
che divenuto ottimo Artefice di Architettura , foffé poi in N ipoli im-
piegato in varj importanti lavori , infra de' quali contali quello del-
la «edificazione della Chiefa di S. Caterina , detta a Formello , de'Pa-
dri Domenicani , la quale ingrandì , e rifece da' fondamenti nell'an-
no i 72 3. , e dopo fece la Cupola , che con maraviglia fu da' Napo-
letani riguardata , per effèr forfè fiata la prima, che fu veduta al-
earfi , poiché , infino al principio del decimo quinto fècolo , fi coftu-
mavano alcune volte , che fomiglianza aveano di una non molto alta
fcudella , laonde veggendofi poi da' noftri Artefici di Architettura Io
efempio ,che ave-a dato in Roma il divino Mkhelagnolo B-uonarruoti,
ntl gran modello della ftupenda Cupola di S. Pietro , fi fvegliò anche
in elfi l'idea, e concepiron penfieri magnificili , ad imitazione di quel-
la ; laonde accadde , che Antonio pratico già del modo di voltare le
Cupole , avendone avuto la Teorica in Roma , voltò quella della
Chiefa fuddetta , che riufeì bellilfima , e di maraviglia, come abbiam
ict,
06 Vita di Antonio Fiorentino
detto , per effèr fiata cofa inufitata inunO allora a vederli di quella aU
tezza ; laonde egli n'ebbe laudi immortali .
Fiori Ferdinando Manlio circa il if^o. , e fi dice difcepolo di
Gio: da Nola , col quale varie cofe conclufe , e m da G10: introdotto
nella grazia di D. Pietro di Toledo , al quale poi fece P opera che in
apprefTo diremo , ma circa il I f40. fece il belliffimo Modello della
Chìefa della SS. Nunziata , qualfc ofTervato dalli Governadori di quel,
la S. Cafa , piacque oltremodo , e tanto , che fi diedj principio alla
pran fabbrica , ingrandendofimatavigliofamente non foio lamento»
vata Chiefa , ma la Caia, e lo Spedale altresì, che fu cagione di aver*
ne Ferdinando appb.ufi , e lodi grandiflìme ; le quali fi accrebbero
CIùefa eCa. mitabilmeXit$ , allora quando fi vide compiuta , con sì magnifich»
fi Santi del! forme, la bella Chiefa, ed in quella grandezza, che oggi dì veggiamo,
la SS. Nim- con tutti quelli ornamenti con la quale è condottarne più beili,e con
Mata rifatta iruglion resele di Architettura difiderar non.fi poflbno.Così vi fece la
dal Manlio bd,a SagreItia ^ e Cappellon del Teforo , che hanno anch' effe l'iftefla
cenz'a. "* m-gn ^ en2a > l bellezza . Ma chi mai potria ridir con parole le bellei
ed ampie comodità , he fece nello Spedale , ne! compartire 1' ordine
delle ringhiere , e delle officine ; chi le grandiflìme ftanze per le fi.
gliuole , e 1: Monache , ' hf vi dimorano , con le efpofite , che tutto
giorno vi fi riceVond ? BafLrà lolo dire , (.he con maraviglia fu ri»
guardata allora quella gran fabbrica, ed oggi è lo ftupore di ehi ben la
confiderà i É'ben vero però , eh. nei fecolo féftodecìmò fu di nuovo
Cafa Santa ampliata , edace refi iuta la Cafa , con lo Sp dale , perciocché tutto ,
con lo Spe- che FerdmandoaveL'e preveduto al gran con orfo , cho in quel pio
dale amplia |UOo0 dovea crefeere in appre/To , e pero tenutoli fimpre al grande ,
to j Pe;c}e. e ai capacifiìmo ; ad ogni modo , pure col crefier delle geliti , ormii
anche nula _r . °- 7 r ,v - c ,r \ ,
picciolo angulto rimaneva ogni lito , ancorché gr inde ti roiie ; dpa,:ne non
luo^o alla-» può 1' intelletto urnino capire , fé noi vede , la quantità prodigiofa
gran quanti- degli ammalati, e quella delle figliuole che .11 qiiéftd Santo loogtì tono
tà dì Pel/0_ pietofimente raccolte , e con canta fovvenute . Ma di queft'o S'alito
ne vi capita- juoao c{jj ne volelìe un intiera notizia legga il noirro C.hre d'Enee.
Eii"ei)'ioNa-n'° ne"a ^Ul Napoli Sacia , ed il Celano nelle fue rurioiità , e beilo
poli Sacra, di N'.poli , ed ivi fra l'altre cofe avrà ftupore nel faper folamente, co»
D.CaiIoGc-me mantiene tremila , e fettecento balie per quelle creatóre , che di
lane nel cu- giorno e di notte vengono efpolte nella ruota , o da parenti poveri ,
j"xrC i- cns non peffòno fovvenirle , o da coloro , che non voglion far paleii i
ì apo i. jorQ ajujterj } e je joro lubricità .
Il Manlio Ma per tornare a Ferdinando , egli fu molto caro a D. Pietro di
fu tenuto in Toledo Viceré di Napoli per Carlo V.» cerne fi è detto di fopra , e per
pregio da_i lui fece delle beli' opere ; Perciocché alììtme con Giovanni da Nola
D.Pieno ai tre/re i Palasi che urima furono diroccati , per dirizzare , ed ingran-
.Tokd0- dire "
Architetti. 97
dire la bella ftrada Toledo ; Impercciochè , effendo Gìo: da Nola cc-
cupatiffimo nelle fue molte faccende , fi avvalfe per ajuto di Ferdi- .
nando , già che molto ben fondato , ed efperto l'avea rkonofciuto si
«eli' Ar hitettura , che nella Matematica . Mor£o poi Gio: jl Mac-
ero , lece Ferdinando il Reggio Palazzo nella Città di Pczzuoli per lo $; non ji;il
Viceré D. Pietro di Toledo ; il quale volle amora che siYiRtiVc al (bl'rmn <lj
Palazzo , che fi erigeva in Napoli dagli Architetti Ferrante Maglione, la Chkla di
e G10: B'jnjncafa , pretto la Chiefa di S. Luiggi de'Francefi ; oggi det- s- Li:iggi ,
ta S. Frantelo) da Paola , ed il Palazzo ora è chiamato Palazzo Vec- j£r"°] '^
chio. Fece ancora Ferdinando altre opere per lo Vjcere mentovato; co- po noncra-
nic furono quelle dell' ampliare i fori de'Tnbunali, ed il dar cammino no fondate
all'a que delle Paduli , acciò, che non averterò apportato alla Città al- TJ^.le dJ Sl
Con danno per la mal aria. Aprì la (brada di porta poiana, e fece alcuni ^P'rit0'V
•e 1 ,r- • • 1 . ■ S.t'tnncelco
Ponti utildliini jn varj luoghi. ' Saverio.
Venuto poi a N'poli nell' anno i j"f 9. D. Parafan de Ribera Du- S^Ja di
ca d'Aitala per Viceré di quel Regno , e volendo anch' egli ad imita- Mesce di-
zione del Toledo aprire una bella ftrada , configliatofi con il Manlio v^"o fP*'ta
(dopo avuto e interza del fuo valore fu conchiufo aprir quella , che * , ^!"
oggi fi chiama di Mont OliVeto 3 la quale terminava fimi i mente alla ij0i
Porta Reale , in oggi detta dello Spirito Santo % magnifica come quella
fatta da G10: da Noi". J ed ap.rta che lu di Ferdinand > , fu allora no-
minata la ftrada Rivera , e vi furono fabbricati belliffimi ed ifl j; poi-
che in que' tempi quefti luoghi er.m tutti Giardini de 'Monaci di Mon-
te Oliveto , ed oggi e uno de' più magnifici luoghi dell'i Città < Ma Opere ma*,
quello che gli appo/tò molto onore fu la fcbbric di bel Ponte di Ca- raviglioft-n
poa ; op^ra veramente maravikliofa . merita ni lui . Così una., ."i ù
j 11 ' 11 ,i> 1. , 1 ^ 1 Manlio,
delle p.u eccellenti operazioni eh or e (u I n g-r< nane la Grotta che
conduce a Pozzuolb ; la quale è una delle coft , >h per 1 uni fica fi
moftranoa' Foreftien , trT.noo veramente ejptrs m>r: vìgliòfa a (}>un-
que la confiderà . Cesi fi ce altre opere di móka perfezione ■> tem ben
lo dimoftra l'Epitaffio fepra la fin (cpoicura ; il quale fi vede puffo
la p ita maggiore della fudefi tta Chiela della SS. Nunziata , 0V1- per
gratitudine della bilia fabbrica da lui colìrutta , gli concederono quei
Mai fri , oltre il dovuto onorario , una kpoltura per fi , e per i Inoi
parenti ; e dove il Manlio con con molte lagrime vi fipe lì Timoteo Timoteo
filo figliuolo , molto virtuofo in Architettura , e fair n Matematico ; Manlio vir-
il quale pafsò da quella vita in età di 19. anni, con dolore di tutti tiio/ìfiìmo
qu i che lo conebbero , perciocché oltre alle virtuofe facoltà dette , figliuolo di
poflldute da lui quali pi r dono di benigna natura , ed alle quali per cr in*n °
mezzo degli accurati fuoi fludj era giunto in fublìme grado ; ?v va
una dolcezza nel trattare , ed una cortelìa , che con dolce attrattiva
faceva fuoi tutti gli affetti altrui ; perchè dal dolente Padre gli furon
fatti fcolpire i fequenti verfi fopra la comun fipoltura .
TOMO II. N D.O..V/.
98 Vita di Antonio ed altri.
D. 0. M*
Epitaffio del Terdinandus Manlius Heap.
Manlio nel- Camp. ArchltzBus
la Chiefa_» Q*j Petti Toledi Neap. Prò 2.
delia SS. Aufpitio.
Nunnata* Iggiis AZdibus extruendis ,
Plateis Jiernendu ,
Cripta a per tenda , vii! , é" pontibus
In ampliorem formam rejìituendis ,
Paluftribusqi aquis deducendit
Prafuit .
Cupa elaboratum industria
Vt tati us viatoribus iter
Timotheo Encilio Mathemat.
Pietatis rarijjlme Fi/io.
Qui vixit a». XIX. M. D. V. C. B. K
Sibi T ac ftùs vivens fecit.
A Cbrijto nato M. D. LUI.
E quella fia il fine delle memorie da noi fcritte di Ferdinando ',
comprendendoli dal fuddttto Epitaffio quante opere fece , e quanti
onori e°li ebbe, foggiungendo (blamente, che vivendo magnifica-
lo ente , onorato da tutti , finì il corfo di quella vita circa gli an-
ni 1570.
Sigifmondo S. Giovanni Difcepolo di Gio: Francefco Mormando,
fu efpertiffimo Architetto, ed anche matematico in/igne , che fece
varie pruove con quelle doti del fuo mirabile ingegno, e fra 1' altre
fabbriche ch'egli fece li fu molto d' onore la reedificazione del nobil
Sepgio di Nido , ove nel 1 yo?. voltò una largha Cupola ; laonde gli
accrebbe molta fama , perciocché allora non fi era encor trovata la
faciltà di voltare le Cupole , come nella Vita di Gioì. Francefco for-
mando abbiam fatto parola » così fece varie altre fabbrice , ma fuc-
ceduta poi la morte del fuddetto Mormando , fu per configlio di tutti
pj'intendenti appoggiata a Sigifmondo la importante opera di voltar U
gran Cupola di S. Severino , fecondo il modello , che fatto aveva il
Cupola di Mormando , ed a quella grandezza condurla , che quell'eccellente Ar-
S. Severino thitttto ideato fi avea ; concioffiacofacche defideravano que'RR. FP.
voluta fecó- jj veder compiuta con quelle Cupola tutta la fabbrica , che per efla
00 ilModc-i- jovevano acquiftare non folo magnificenza , ma maraviglia inficine ;
mando laonde Sigifmondo aflìcuratigli , che punto non fi farebbe diminuita ,
ma più t fio accrtfeiuta con 1 belli ornamenti ; cominciò la gran fab-.
bnca , e divife in otto faccie la Cupola , la quale fortificando , e re-
cingendo con armaggi , e catene , affittendovi g;ornalmente , con ogni
accu-
Architetto. 99
accuratezza * dopo alcun fpazio di tempo, la dieJe compiuti, cori
maraviqlia di ognuno * che vedeva la grande altezza , e fin dove era
arrivato l'umano ingegno . Così dunque Sigifmondo refo ormai chiaro
per quelV rp ra allora ammirabile , e per altre ch'egli condulfe , pie-
no -li laudi , e di meriti , venne a morte circa l'anno 1 5-40. fatto gii
molto veci h.o , e dopo alcuni anni la detta Cupola fu dipinta da un p„0IoSchef
Pittore Fiamingo, chiamato Paolo SchefFer , il quale vi dipinfe an- fer p;itar
che gli Angoli , o fian pieducci , ove effigiò i quattro Santi Dottori Fiarningo.
di Santa Chiefa ; e quelle pitture anche a' giorni notlri vengon mol- EnSen'»o
to lodate dagl'intendenti . Fiorì quello Pittore al riferir del mentova- ".' "j^Napo-
to Engenio , circa gli anni 1 f 6.0.
11 franco Architetto fiori nel 1 ?8o. ne di lui abbiamo altra noti-
zia di nome, ne di fatti, fé nonché e;;li con molta lode rifece da'fonda-
menti tutta la bella Chiefa di S. Maria la Nuova nell'anno 1 797 .e l'ab-
b Hi di marmi, e di ornamenti nella forma che ogp,i fi vede, he certa-
mente non può ellere,ne con pai lìmetria ne con miglior difegno con-
dotta da chi fia peritiffimo Arttfice,avendola reedificata con bella,e ma-
gnifica,ed ottima Architettura,f-nza guadar punto il (ito del Cappello-
ne di di S.Giacomo d-lla Marca,eretto molti anni innanzi di Fernando
Confalvo di Cordova , detto il Gran Capitano ; ornandovi folamen- pernanj0
te in tifo le C- ppelle di bei lavori , con gli Altari di marmi ; fecondo Convìvo di
la divozione , ed il potere delle famiglie , dalle quali erano Patrona- Cordova_. ,
te; ma non abbellì di marmi l'Aitar M ggiore per mancanza del ^ct*° ll S13"
danajo ; il quale a capo .3 mo
me
versiamo , dal Cav. C
~L>3
riolti anni fu pai e?r piamente fitto , co- „<#' .* e
m r r ^ ° ,, r r j- '. ielie la £'an
olimo Fanugai come ne'Iaiua vita 11 clirj, Cappella *_»
laonde del Franco folamente diremo, che ancorché egli ave(Te,co-s. Giacomo-
me fi deve credere , condotto altre belle opere , ad ogni modo bade- dslla Marca-,
rà la lode , che fé "li deve per quella fola , p?r rendere onorata , ed '" ^: Maria
, -, c p * * r la Nuova,
immortale il (uo nome .. ,
Vincenzo della Monica , e Ciò: Battilla Cavagni , fiorirono nel
IJ70. , e nel 72. diedero principio alla bella Chiefa , e Moni fiero di
S. Gregorio Armeno , dal volgo S- Liguoro appellato ; erigendo la
fabbrica incontro all' antica Chiefa , ove alla Greca prima, e poi alla
Longobarda maniera , aveano officiato , e vifluto } con libertà di ufci-
re , prima di.ordinarfi Claufura quelle Monache che vi furono , come
appien può vederfi nel diftinto racconto del Canonico D. Carlo Cela- ^ Celano
no, ntlle fue curiofità dell' antico , e bello della Città di Napoli J nelle curìo-
E nel terzo Tomo degli Ecclefiaftici annali del Cardinal Baronio , ove fica, e bello
deferitta fi vede la fondazione di quello Momftero. Continuando ad • ^l Napoli. ^
unque quelli due valentuomini , con fratellevole focietà la (u^* 4 ^-^^"jj
detta opera incominciata, ne ceffando con difegni, modelli, ed affi (len-
za continua di tirarla innanzi con ogni follecitudine dierono compi-
>N 2 mento
ioo Vita di Antonio Fiorentino
mento al Moniftero l'anno if7f. , a caufa che le Monache pativano
molto incomodo , ptr le cafe fatte diroccare , ove prima abitavano i
come nel fudd.tto Celano può vederli ; ed indi a qualche poco più di
tempo , dierono anche compimento alla bella Chiefa , come al giorno
d'oggi ii vede ; la quale è refa a' noftri giorni più bella , dalle egre-
gie Pitture del noftro famofo Luca Giordano.
Pitture dì Finita quella gran fabbrica del Moniflero fuddetto, e della fua
Luca Gicr-chjgfjj , con ia fua Cupola , una maggiore ne fu commetta a GiorBat-
Greo'orio ' C'^a Cavagni ne' if8o. , e quella fu della non mai a baftanza lodata
Almeno. opera p;a , del Sacro Monte della Pietà , nel luogo ove era il Palagio
Monte della di Montecalvo ; giacché l'opera non riulciva capace ne men nel corti-
pieci erettole della SS. Nunziata , ove Aurelio Paparo , e Nardo di Palma fonda-
dai v^iva- torj jej ^onte dalle loro cafe l'aveano per comodo delle centi tra-
fportata , ed indi nel Palagio del Duca d'Andria , incontro aS. Mar-
cellino ; Or dunque il Gavagni confiderando la grand'opera pia, e l'u-
tile , e comodo di tutto il pubblico, e mailimamente delle povere gen-
ti de' paefi circonvicini , ideò un difegno , che folle con magnificen-
za divifo ogni (ito di officio , e con fommo giudizio dato il comodo a
tutti ; Anzi che confiderando , che col tempo dovea l'opera aumen-
tarli, vi fece llanzioni grandiffimi , ed officine capaciffime , per tut-
te le cofe bifognevoli , così per la guardarobba , che per gli officj ne-
cefTarj . Opera invero ammirabile non folo per. la grande , e bella fab-
brica cotanto giudiziofamente ideata , e collrutta , ma per lo gran be-
neficio di tutto il Pubblico , e de'noftri Paefi non folo circonvicini ,
ma ancora lontani , poiché in quello piilfimo luogo non fi efigge inte-
Opere pie^ re^e a'cun0 dalla fomma di docati dieci in giù ; ed acciocché il leggi-
degne di tore ne formi il dovuto concetto , dirò qui (blamente non lagran-
etema me- dczza prodigiofa , e la quantità della robba , che vi (la in pegno , e
mona del l'infinite perfone , che vi concorrono , ma che fuole per lo più impie-
jóvato"161* "Sare 'n <lueft' Pegni Ceaya interefTe alcuno , infino alla fomma di du-
Vedi i'j ce_centomila feudi , o fian ducati napoletani , avendolo io intefo dalla
Jaiio. bocca del Duca di Laurenzano D. Nicolò Gaetano , che ne fé fare il
calcolo allora , che vi fu Governatore ; aggiungendo , che paga un-
dici mila feudi di falario alli Officiali Miniftri , che fervono il fudetto
Monte, ed il Banco . Ma di quello ne ha fcritto appieno il mento-
vato Celano , laonde chi ne vuole piena contezza legga il citato fuq
libro ; ritornando noi com'è dovere aGio:Battifta Cayagni * che refo
firmai gloriofo per le bell'opere fatte, e più per quella del Monte ,
vi eriggè la belliffima Chiefa o fia Cappella nel cortile del fuddetto
Palagio , nella quale l'anno i f97.vi fu polla la prima pietra dal Car-
dinal Giefualdo , con l'intervento del Gonte di Olivares allora Vi-
ceré ì applaudendo ttitti alla grand' opra, e dopo fu abbellita di ftuc-
chi,
Architetto. 1 o i
chi , e di Pitture , con beile iutue al di fuori , coma in appreffo ne'
fuoi Artefici diremo . Manco poi Gio: Battifh pieno di onori , di ric-
chezze, e di fama circa il 1600.
Dionilìo di Bartolomeo fi ha che fiorifse nel 1 j8o. , e che fufle
ancor' egli un valente Architetto , da poiché fi dice , che del furldet-
t» Cavagni fuffe difcepolo ; ma di lui altra notizia di opera non ab-
biamo , fé nonché edifico da' fondamenti la Chiefa nuova alli PP.'
dell'Oratorio, e che la cominci?) nel if%6. , e la compì con tutta
l'abitazione nel 1 f gy. , la qual Chiefa è belliffima , ed è condotta con,
giudiziofa , e buona Architettura ; laonde merita Dionifio per quella
beli' opera lode , e menzione onorata.
Conviene ora di far parola di Ferrante Maglione , il quale con
lo fpirito , ed accortezza di Giovanni Benincafa , fi fece flrada alla
grazia di D. Pietro di Toledo Marchete di Villafranca , e Viceré di
Napoli : Perciocché volendo quello prudente Miniftro convertire il
Gattello di Capuana (abitazione prima de'Re di Napoli,) in Reggj Tri-
bunali , quali prima eran divifi , per unirli tutti in un fito , con di-
stribuire gli ofKcj : ed avendo con ciò da fabbricarli un Palazzo pes
se , e per la Aia Corte , gli fece offerta il Benincafa dell' opera fua ,
e di quella di Ferrante fuo compagno , vantando al Viceré il valore
di quello ; per la qual cofa D. Pietro ne fece parola con Gio: da Nola,
da lui fommamente Mimato , per le beli' opere fatte da quell' Artefi-
ce maravigliofo . Confiderando adunque Gio: quelle due opera im-
portantiffime , ed avendo per le mani altri lavori di fcultura da con-
durre a fine , vedute l'opere , ed i difegni de' due mentovati compa-
gni , e conofcendo la loro fufficienza , alsicuro il Viceré , che fareb-
be flato da effi ben fervito » promettendo ancora la fua affiftenza .
Sicché dunque unitoli Ferrante al Benincafa conduffero a fine dopo
pochi anni il Palagio Reale , ed aequiftarono onore appreffo del Vi-
ceré . Fecero quelli due Architetti varie fabbriche , di Ghiefe , e di
Abitazioni ; ma in oggi fono per lo più , o da capo ri fitte , o mo-
dernate . Come veggiamo riftaurato , ed abbellito al poflìbile Palaz-
zo Vecchio J così nominato a diftinzione del nuovo fabbricato con
magnificenza nel 15-99. dal Cav. Fontaua , e coftrutto con ottima
Architettura . Per ultimo li due nominati Architetti dopo effer viffu-
ti in compagnia molti anni , e fatto unitamente i lavori , divenuti
affai vecchi vennero a mancare circa il 1 j8o.
Fiae delle ntetmrìf de' qu) feriti i Architetti.
VITA
102
V I T A
DI CESARE TURCO
Pittore.
S*E gli Uomini feguitaflèro quel naturale infanto , e fi faceffer pre-
• gio folaiTH-nte di quelle doti, che la natura gli ha dite , non fi ve-
drebbono molte volte dolerli , e menar 1 'to vita fra continui
difguftì , per volere alcun'altra cofa operare , a!|a quale non inftuifce
la propria naturalezza j come accadde a Cefare Turco, che eflendo
buon Pittore ad OJjo , fi pofe in tefta la malinconia di eflerfo rrwglio-
rea fYsfco ; quantunque tal modo di pingere non fufle a lui , come
ad altri, con fi-licita rìufcito ; laonde ne fu per tal cagione anguftiato,
con diflapori , e doglianze : Conciolfiacofachè, vo| ndo tuttavia ope-
rare il pennello a frefeo , e quelle pitture non riufeendo con felicità
come quelle , che ad olio conducea , veniva perciò «.hiamaco alcun
altro maeftro pratico , ed elperto per ritoccare , o rifar da capo le
pitture a fi-rfeo da fui fatte j onde egli forte fé ne rammaricava, ed iq
fine fé ne morì J come vedremo nella fua vita che firgue .
Fu Cefare Turco della Terra d' IfchiteJli , nella Provincia di
Cipitamta , e per quello fi dice , apprtfe la Pittura da Gio: Ant nio
d'Amato prima , e poi da Andrea da Salerno , facondo afferma il Ca-
li Cav.Ma!- valier M iTìmo Stànzioni . in alcune fu« note ; benché ilCnf.uolo di-
fimo facuiuoca ^ che ffguitò la maniera dtj Perugino, ftudiando dalle fue op.re ,
utu nota «' corne fece di mo!ti altri -'ittofi , copiando tutte quell'opere che °Ii
quei Pitto» . , _. n\ i i 7i ,'• i r
cheeglj vo.piaceano , onde fi acquato nome di bu°n pittore ad olio, dilegnan-
Jeva illuftra. do aflai bene , e- colorendo ottimamente , ccn fr f-hezza di bei co-
re, lo fa di- Jori , per la qual cofa efTendo venuto nella ftim-i degli Uomini , fé,
A V'° d/ ce Vlr'e P'tfurea richieda di molti particolari , ièlle quali hfciando
gajeino „ei. di farparola, come quelle, cheftandoin luoghi privati , non fono
la cronolo- efpolte all' occhio del pubblico, farem paflaggio al ncconto di quelle ,
già de'tem- che fi vedono efpofte negli Altari di varie Chiefe di quella noftra Cit-
P» }?.fy tà di Napoli , che però vedefi nella Chiefa di Sf Maria dèlie Grazie
rono • come Pre^° 'e mu" ■> nella prima Cappella, entrando in Chitfa dalla parte
nel ("no ma- deH'Epiftola,il brutefimo di Noltro Signore , ove oltre alle figure pnn-
noiciitto. cipali del S. Giovanni, e del Redentore, vi fono Angioli belhifimi ,
che tenpon le Vedi del Salvatore , eh hanno epifodj graziofi , ed il
quadro è dipinto affai bene , con colori vivilììmi , e molto ben dife-
gnato . Nella Chitfa del Giesù delle monache , eretta prefiò la porta
del-
Pittore. i o 3
della Città , detta di S. Gennaro , fece la tavola dell' Aitar maggiore^
ove dipinfe la Circoncifione del Signore , in un quadro alto 18. pal-
mi, e 12. largo ; ove v'introduiTe un numero di 33. figure ben mef-
fe inficme con varj epifodj , che fanno un belliifimo accompagna-
mento al Sacrofanto Miftero ; eflendo fitunte con giudiziofa degrada-
zione di tinte , e di profpettiva , ed il rimanente del quadro è molto
b;ne ornato di Architettura , e di altri accompagnam.nti , che fanno
meritar molta laude al Pittore.
Eflendofi da' Governatori abbellita la Chiefa di S. Marta , già e-
dificata dalla Reina Margarita , e Re Lad.slao fuo figliuolo nel 1400.
preflb quella di S. Chiara, vi dipinfe Cefare il quadro per l'Aitar Mag-
giore , ove figurò la refurrezione di Lazaro , che involto nel lenzuo-
lo ufciva dal Sepolcro , onde veniva a far maraviglia a i Circoftanti
per l'inafpettato miracolo: e vi figurò Marta , e la Maddalena butta-
te a piedi del Redentore , efprimendo al vivo in quelle la Paffione, e
la Fede ; Onderiufcì quell'opera une delle più belle , che mai avef-
fe quello pittore dipinto . Mala difgrazia volle , che nella rivoluzio-
ne del famofo Mas'Aniello , fucceduta nel 1647. efTendovi intorno al-
la Chiefa le Reggie trinciere , la furia del Popolo vi diede fuoco , ed
arde e faccheggiò la medefima Chiefa , onde fi perderono con quefta
pittura , molte opere di altri valentuomini . Tanto ne fcrive il Cela-
no , ed altri Scrittori delle oofe di Napoli . Ma io argomentando dico;
che fé la Chiefa furie in tutto fiata brugiata , non fi averebbon potuto
falvare alcune cofe antiche,che ancora in quella fi veggono,e che a no-
ftri giorni fi moftrano a' curiofijcome fono la tavola antica col ritratto
Reina Margherita , ed il Libro , ove fi leggono i nomi di tutti que'Si-
gnori che fi afcnflero alla Confraternita iftituita da'mentovati Regnan- j^1^"-0
ti j ed in eflb fi ofTervano le antiche veriflìme loro imprefe , o liano Marcai itn_»
infegne delle loro famiglie , con altre cofe , delle quali fan menzione neiia"* Chie-
i medelìmi Scrittori da noi citati . Sicché bifogna dire , che non tutta h di S.Mar-
la Chiefa reftò brugiata , ma danneggiata in parte da' Popolani . Onde tx. eret" da
in tal cafo mi giova credere , ciocché trovo notato dal Marigliano nel- . ' ame_
le notizie di Andrea Vaccaro , ove incidentemente difcorre di quefta no con 1 n0_
tavola della Refurrezione di Lazaro di Cefare Turco , dicendo ; che fu mi , e l'Im-
tolta dalla Chiefa , allora che refe profanata da' Popolari tumulti i prefcdigra
con altre fuppeltettili , e cofe fagre . Indi ejjendo fatta accomodare in • "^0;^"
alcun luogo patito da chi la pojjedeva , fu da quegli venduta alle Mo*
nache di S. Caudiofo , ove in un Aitar di Cappella oggi Jlà efpojìa . Manofcrir-
Quindi i Governatori , fedate le Cofe del I\egno , fecero di nuovo con- ti di notizie
facrare la Chiefa , ed in tale occ afone fecero dipingere una Copia della di NicoU_#
defcritta refurrezione di Lazaro da un mediocre Pittore , come fi ve- Mangiano.
de in una Capp.lla . // quadro poi dell'Aitar Maggiori fu allogato ad
Andrea
r o 4 Vita di Cefare Turco
"Andrea Vaccaro . rinomato pittore Napolitani* ; ma perchè queflo do-
veva dipingere un quadro a! Conte di Pegnorapda V.cerè di Napoli , da
jìtùarfì nella nuova Cbìefa da lui eretta di S. Maria del Pianto > td al»
tre opere che aveva n?lU mani , Vera quello indietro , infino che poi
datov' principio , venne a morte il Vaccaro '•> Onde dopo più tempo fu
terminato in tutto , anzi fatto da Cupo da Nicola il figlio di Andrea ,
che veramente t ha dipinto affai bene > come fi vede in detta Chiefa
aW Aitar Maggiore.
Merita malta laude la bella pittura che fece Cefare Turco nella
Regal Chiefa di S. Agoftino , pr. fio ai la Reggia Zecca, ove in una
Cappella , ch'è patronati da quei della famiglia Aierola , vi fece la ta-
vola per l'Alt? re di erta , n^l'a quale con bella maniera di vago colo-
rito , buon cempommento , e con buono accordo, rapprefento la
pr p. Vergine col Bambino in gloria , accompagnata da belli Angioli ,
genio nella ec^ a baffo S. Andrea Apposolo, e S. Antonio Abate , con bello accora»
fua Napoli pagnamertQ , fa quàl'opera vìen molto lodata dall'Engenio , nella fua.
Sacra. Napoli Sacra . Così fece per una Cappella della Chiefa di S. Giovan-
ni Maggiore una tavola di Aitare , con tntrovi la B. V'rgme con
Giesù nelle braccia, in mt/zo gloria di Angioletti, li quali fempre bel-
liflìmi dipingeva , ed al bailo vi dipinfe due Santi . Ma quefta ingran-
dendoli la Cappella , e riunendovi pcciola , fu tolta via , e nella Sa-
greftia trafjpò'rtata , ove oggi g; rno li vede ; l'ifteffo cafo vedefi effe-
re accaduto alla tavola cht fu pofta nella Ch/tfa di Monte Calvario ,
in un. Cappella , ed ove vi è tffiggiata l' jfteffa B.ata Vergine col fuo
Divino Figliuolo , con i Santi Francefco d 'A Ili fi » Bonaventura , ed
Artomo da Padova con vuj Angioli , la quale ora anehe fi vede ripo-
sa in Srìgreitia , con altr^ tav< 1 di altri valenti Pittori . Qn_cfta tavo-
la mentovata fi crede , ci e /ìa quel a , che ri ce Cefare per la Chiefa
di S. Maria la Nuova , mentovata dal Crif-uole , e che poi njffs tra-
fportata dalli Fiati nella Ch;efa di Monte Calvario , efi'endo dello
fielb'Ordine ; fé pure non vi fu fitu ta da' Padroni rnedefimi, che am-
pliandoli più la Chiefa detta di S. Maria la Nuova , face/fero nuova
Cappella in quella di Monte Calvario . Ma comunque la b, fogna fof-
fe avvenuta , oggi quefta tavola è riporta ancor ella in Sagreftia , co-
me abbir.m detto . Dipinte l'Organo , ed il Coretto di Mulici nella
Chiefa di Regina Coeli , Compartendo varie floriette , e figure per
qtfe5 vani , che fin compartimento al lavoro di quello , e vi fono in
quelle pitture cofe bellilfìme , e figuretre portate in picciolo affai ben
condotte. Nota il Cnfcuolo : che dipinfe per la Chiefa di S. Dome-
co Maggiore una gran tavola , per un Altare di Cappella , ma quefta
fé non è quella ove è tfprtfib il Ss. Miftero del Rofario , non mi faprei
•jual fi folle , pofeiachè di fua maniera altra non fi ravvifa nella fu.l-
detta
Pittore. \o$
detta Chiefa. Dice ancora il Gavalier Mnffìmó In alcune note, che fe-
ce una tavola nella (Ehiefa di S. Giacomo della Nazione Spagnuola, la
quale a mio credete altra non è fé non quella del S. Girolamo , dapoi-
che in quella fola fi fcorge la fua maniera ; come ancora fua vien eco
duta la Tavola» che vedefi nella Chiefa di Monte Calvario , nella pri-
ma Cappella entrando in Chiefa , dal Canto del Vangelo; la quale
ha nel mezzo la B. V. col Bambino , e intorno » e fotto va» ie ftoriecte ;
Ne'lati l'anime che beate vanno con S.Francefco alla glo.ria,e le rtpro.
be all'inferno condannate da Grido » che e. nella gloria fopra della lu-
netta . Così dice , che varie cofe fece nel Vefcovado , delle quali ne
anche mi è riufeito alcuna di rintracciarne , laonde altro non reftando
che dire su V opere che di lui fi veggono efpofte , pafTarò a far parola
di ciocché gli accadde per voler dipingere a frefeo .
Per tante beli' opere , che nelle fcritte Chiefe avea Cefare efpo-
fte , fi aveva guadagnato già moltiflìmo grido , per lo quale molte
incombenze tutto giorno venivano , di dover farne per molte parti
del Regno , e per moltiffime Cafe de'CitXidini ; laonde egli non con-
tento di quello , che felicemente già pofledeva .nel colorire ad olio , fi
pofe nell' animo di volere anche a frefeo guadagnarli un gran nome ,
col f^re opere grandi , la qual coli egli giammai fatto avea>ne in fua
gioventù fattovi alcuno ftudio di operar que' colori , ne condotta al-
cuna pittura , o picciola , o grande dipinta i.o fj-tfeo i ma luiìngandofi
che facilmente in tal modo averebbe dipinto > cercava però prima fi»
re alcun opera fuor di Napoli , perimpratichir.fi .di que' colori ; ej
avendo contezza d'un' Ghiefa , die nella fua Patria d' lfchitella fi do-
vea dipingere , fi adoperò con qu ' p.irenti , che colàfacean dimora ,
che epici; opera a Ini folle allogata 5 ne molto vi penò per confeguir-
la , dap -<.r^ .1 fui n nome ac.<iuift.'.to , ed alcun opera Qja già efpofta
in qutlin Ferra , gli fecero il mento per ottenerla . Laonde egli coJà
fi conduise per dipingere a frefeo quella Chiefa i ed operando i color.i
con la e. Ice, alcune cofe gli nufi-ivano mediocri* ed altre,che erari le
più ,m-!ament-.: venivano,per non aver Cefare la pratica, ed il modo
di operar quei coion ; come abbiamo dette; Percioccht è quello dipìn-
gere affai uifficoltofb per la calce» 'he conviene operare , e per gli altri
coleriche su la fre&a tonaca variano fuor .di modo le tinte, daquello.,
che può fupponer ta l'uno „ che non.fa quinto la variazione fia diffe- Difficolr»
rente da quello , che nel)' idea ha penfato , eh' efi*' fi facciano aliora 3 nel dipinge,
ohe fi dilTeccano ; e mailìme ne'contorni , eh; brutti , e tagliati tal re 3 ^eico
volta fuole far' apparire ., o pur troppo deboli ; come 1' ombre , e li s" la conaca
chiari , foverchio rifentiti , che fenza la concorde unione , ed il dolce
trapano dell'uno all'altro , reftano fieri , che fanno oifefa ali' occhio ,
invece dell' armonia , che è neceiTaria per accordarli , Ma perchè la
TOM. Ih O paf.
106 Vita di Cefare Turco
paflìone dell'amor proprio è grande appretto dell' Uomo , fi lufingav*
Cefare , cht quelle p.tture non tanto difpiacefferc, eche migliori in
altra occafione ne sverebbe dipinto , ed indi di mano in mnno , ne
sverebbe fsttb vedpre delle perfette , al pari di quelle de' più bravi
frefeanti de' tempi fuoi ; che perciò fitto ritorno a Nspoli , gli fu dato
notizia , come nella volta del coro di S. Maria la Nuova fi dovevano a
frefeo dipingere le ftorie del vecchio Teftamento, alludenti alla B. Ver-
nine , ed altre di lei effigiarne , con efprìmervi le principali azioni
della fua fantiilìma vita ; Onde egli anziofo di fare opera tanto rimar-
chevole , come era quefta , ed in luogo tanto cofpn uo così per la
Chiefa , che per lo molto concerta , che vi era in elTa , fece pratica
con que'Frati di volerla dipingere^ vantando molto a' fuddetti l'ope-
ra , the nella fua Patria fatto aveva , potè tanto con le parole , e con
gli efempj delle fue opere , e forfè ancora con alcun fuo impegno , che
a lui fu dato il carico delle mentovate pitture , contro 1' afpettazione
di altri buoni Pittori , che fi crtdean avere in pugno qu Jl'opers; aia-
Ottiene il "vigliandoli non poco dell'ardimtntofa intraprefa , che Cefare fatto
dipingere la avea s conciollìacofachè, non mai aveano di lui veduto alcuna cofa di-
volta del co- pinta a frefeo , ne fapeano , che per l'innanzi egli alcuna pratica avef-
'? ,' \j a" fé tvuto in tal modo di dipingere ; laonde ftavano curiofi afpettando-
na Ja Psuo- .
<va . ne 1' efito « ficuri , che ncn averebbe condotte quelle pitture come
quelle , che ad olio conduteva . Intanto Cefare dopo fatto i fnoi flu-
dj de'difegni , e bozzetti , pofe mano all' opera , ben (errato nella fu-
rata , e conduflè alcune florie di quelle del vecchio Teitamento, ma
con ttle infelice riufeita , che egli medefimo accortefi , che erano mal
dipinte , come tutte macchione , tri fi e , e feordanti negli chiari , e
ne'fcuri, però cercava , come il meglio fapea di riunire a fecco il più
mal concio vi ftava , per falvare al polfibile la fua ftimsi ma vegg-n-
do poco , o nulla profittare con tai rimedj , fu a trovare non fo qual
Pittore molto pratico delle pitture a frefeo , acciocché alcun configlio
in tal'opera porto egli avefit; ma colui veduta l'opera palesò per tut-
to le mal riufeite pitture , che tanto diverfe erano da quelle da lui
meddimo fatte ad olio ; lo the venuto in fentore de'Frati , vollero ad
ogni p,,tto vederle, e vifto quelle impafticciate figure ( che per altro e,
ran ben difegnate,e compcftejcom'anche il tutto efeguitocon infelice
fucceilb , che fé bene non fapelìero di pittura, ad ogni modo però ve-
devano , the non aveano ntuna bontà , come quelle degli altri da Iot
vedute , o dell' opere di Cefare medefimo , dipinte ad olio , e quafi
che burlati fi teneflero da lui , overo corrivati nel danaro già fpefo ,
cren poco buoni termini, ed alla Fratefca operando , lo tacoaron dal-
l' opera , e quella fubitamente diedero al Secondo Simone del Papa ,
il quale veramente aifai ben la condufTe , dopo fatto buttare a terra,
Cioo
Pittore. 107
ciocche Gt fare già dipinto vi avea i come Della fua vita fé ne farà pzZ
rola.
Intanto Gtfare refo fconfolatiffimo dell' accidente avvenutogli r
a tardi p ntito di fua profonzione , cerco per nfarare jn alcuna parte
la (uà riputazione , di voler dipingere cjue' quadri ad olio , che allora
avcan desinato que Frati di voler fare intorno al medejQmo coro , ed
in altra parte ancor della Chiefa ; ma per preghiere, ed offerte ch'egli
facefle, non gli ne fu accordato , né .ntno alcuna porzione, come ire
ultimo ricercava i effondo que' Frati induriti ad ogni ragione th' egli)
portava , ed ad ogni preghiera , che gli porgeva ; laonde p.r ti fini-
firo cafo accorandoli , e veggendo profeguire da Simone felicemen-
te I' opt ra , e the a quello volevan far dipinger eziandio que' quadri «
che dovean farli ad olio , fi fece vincere talmente da que' melanconici
umori , perche partagli efferfi r;fo la favola de' Pittori , e delle gen-
ti » che fra lo ipazio di pochi meli accorato, fé ne morì l'anno in cir-
ca del 1 5"6o. , e cinquantefimo dell'età fua . Pittore inv&ro degno di
un più felice fine , fé contentandofi dell* b«ll* opere , che ad olio ave».
dip.pte , e che dipinger potea , non fi fofTe lafciato loverchiam.nte
dau'*mbizion trasportare , di efTer fupenore in tutto ad ogni Artefice
de' tempi !uoi;cnm«di lui ne f riffe il nominato Cri (cuoio nelle con»
fapute notizie , e le file parole fon quella : Fu anche bunijjimo Pittare
Ce fare Turco , il quale fiorì circa il 1 740. e fi dice , eh; fu dtfcepob
di altri Vittori prima , e poi Pietro Perugino, * poi di un altro , che
nn» fi fa A nome , dove che venuto a K poli dipinfe due Tavole a Sa»'
ta Mar a la Nova , e a S. Domenico una grande di Altare di Cappella^
t anco una a S. Maria dellt Grazie , e ance un* a S, Aniello , e anco-
ra a S. Marta un alitai così po' fece per S.Gio: un altra tavola '■> dopo
di chi andò a B nevnto , portatoci da un Arcivefcovo , dove dipinfe
varie coft nel Pifcopio di la > p*i fi portò a Sejfa, poi a Capua\ ma pri~
ma avea fatto altri lavori p;r varie Città d'Italia , ckt noi non fap-
plamo ; e Così venuto a Nipoti , e dovendnfi dipingere il Coro , * le fof-
fitta di S.Ma^i a la Nova afrtfeo , Cejart voleva farlo lui ? e facendo
gran prom jja alti Frati , cominciò il lavoro j ma perchè non avtva
ninna pratica di dipingere afrefeo ,fùfa. io defij'ere da tal lavoro , e
e fu data a fare /' opera a Simone de lo Papa , che era meglio Vittore ,
a frejd de itti , e aveva gran credito , e d;pi ngendtfi ottimamente la
delta jijfìrta , C-fare cercò di dipingere li quadri a oli" , che andavano
« torno , dove che non tjjendoli dato orecchio , lui per dij^ui'o di ve»
derfi (ìifcredrta'o , fi ammalò ? e di malinconia morì circa /' anno
I féd. tCetì circa fo. anni , e Simone fin» /' opera di quella bellezza
«he oggi fi vedi .
Da quello fcrittodi Gio: Agnolo fi raccoglie , che Cefare fu ne'
O ^ fuoi
108 Vita di Cefare Turco
fuoi tempi in gran (lima di fua proferitone , dapoichè veggtamo ch'e-
gli ftì condotto dall' Arcivefcovo di Benevento per dipingerò vari»
cpere in quel Vefcovado , e così per le ricerche dell'altre parti pe»
fue pitture * giacché ne fece per varie altre Città del Regno « e per l*
Italh . Per la qual cofa comhmdendo diremo ; che l'Uomo allora è fe-
lice , quando fa ufare i doni della benigna natura , che ad una tal fa-
ta gli preftò con i* inclinazione il Aio ajuto ; ma quando fpinto da
boricfi pcnfieri cerca far altro di quello al quale egli è flato vocato , e
crede ponerfi di fotto gli altri di (uà profeffione , allora per Io più ne
avviene , che dove pensò andare innanzi degli altri , indietro fi rima-
ne per giuftiflìmo decreto di chi tutte le umane noftre cofe ha giuftif.
/imamente limitate , e prefcritte .
Ebbe Cefare Turco alcuni Difcepoli « de' quali a noi non è per-
venuta notizia de' loro nomi « ne dell' opere eh' effi fecero , ma fola-
mente , che un difcepolo nominato Pietro ( come fi dice ) fu Pittore
ragionevole , e fece per la Chiefa di Monte Calvario una tavola pec
l'Altare di una Cappella , nella quale dipinfa l'Eterno Padre su le nub»
bi , che tiene la Croce col fuo Figliuolo crocefifiò , e con vari Angio-
letti intorno , e nel piano di baffo figurò S. Ciò: Battifla, e S. Giacomo
Apoftolo , con buono accompagnamento di paefe : benché tutta l'ope»
ja appare dipinta alquanto cruda. In oggi quefta tavola fi vede trafpor,
tata in Sagreftia , e collocata fopra l'Altarino di efia ■> che ha la tavola
col S.Girolamo di Gio: Angelo Crifcuolo , a cagion che eflTendofi mow
dernata la Cappella , vi han fituato nn quadro da moderno Autore
dipinto con altri Santi . E tanto bafta per memoria di Cefare, e de'
fuoi Allievi , de'quali altra notizia non abbiamo , forfè perchè in effi
non vi fu merito tale , che gli rendefTe djftinti » e degni di alcuna
lode .
fine della Vita di Cefare Turco
littore .
yfc
io5>
VITA
PIETRO DELLA PIATA,
Scultore , ed Architetto Spa-
glinolo .
MOltiflìma ingiustizia , e manifefto torto fece il Vafari all'eccel-
lente virtù di quello virtuofiflìmo Artefice ; dapoichè appena
lo nomina, un Spagnuolo, nella vita del noflro Girolamo Santacroce *
che folo di tanti Maellri egregi, che fiorivano in Napoli ne' fuoi tem-
pi , volle onorare; ma chi ben confiderà, potrà in quella baftantemen-,
te conofcera , quanto valeflero , e fufler tenuti in pregio i Scalpelli di
Pietro ; e per la gara degli altri Artefici di Scultura , e per lo primo
luogo , che ottenne dal Marchefe di Vico , da fare le fue fculture ; le
quali lo facevan ftimare per quel gran Maeltro eccellente che vera-
mente egli era ; e come fi fcorge dalle parole medefime del Vafari»
dapoichè per lodar Girolamo dice : Che quejìofece un S. Ciò: di tondo
rilievo in una nicchia , cosi bello , che moflrò non ejjere inferiore aU
lo Spagnuolo ., ne di animo, ne di giudizio : Adunque fé la (tatua del
S. Gio: effendo cosi bella non fu inferiore , ma come fi fcorge al fenfo
delle parole, fu uguale all'opere di Pietro, doveva efler coftui un Scul-
tore eccellente , mentrechè io compara col Santacroce, che loda di ec-
cellentiflìmo . Dunque Pietro era un gran Maeftro nella Scultura , e
perchè trafcurarlo? mentrechè l'opere di quello Artefice virtuofo me-
ritano la confiderazione , e l'ammirazione di ogni uno : come in que^
fio breve racconto farà appien dimoflrato .
Fu Pietro della Piata, per quello che fi dice , naturale di Sara.'
gozza , Capitale del Regno di Aragona , ma da quai parenti egli ve»
niffe al Mondo, non fi ha notizia alcuna; concioflìacofacchè, ne i fuoi
nazionali , ne i noftri Paefani iafeiarono memoria diftinta della fua vi-
ta ; ma folamente fi fa menzione di fue fculture , e che ventffe in Ita-
lia tratto dal buon genio dello Audio delle antiche f. ulture , che nel-
la fempre gloriofa Città di Roma fi erano in que' tempi fcovexte , e
tuttavia fi fcuoprivano ; laonde Pietro alla fama dell' ottime opere
de' più antichi Maeftri » pafsò in Italia , ed in Roma portatofi , fece
fen-
1 1 o Vita di Petro della Prati
fenza mai percter tempo, feveriilìmi fiudj; non lafciando bella ftacuàj
ne alcun de'buoni b«iìì rilievi , che copiar non volerle j id unendo a
quelle ottime perfezioni degli antichi Greci, il moderno ftudio del di»
vin Michelangnolo , che potè egli vedere nelle (fatue , che il Buonar»
ruoni aveva in quegli anni nel fublico efpolle > ne trafle la buona
maniera del difegnare , de' componimenti , delle morfe, e del panneg-
giare , ihe colle belle fifonomie , ed ottime idee , lo fecero controdi-
ftinguer dr.gh altri , che forfè rmeor elfi i medefimi fludj fatto avea-
no j ma non con quella attività , che a pochi vien conceduta dal Cie».
lo; per la qual cofa divenuto egli ancora bravo Maettro , fi dice,
che in Roma fcclpilTe varie , e belle Sculture , le quali tralafcjando ,
cerne ehe ignote a noi , firem piflaggio a quelle , che in Napoli lavo-
ro , ove alla perfin fi conduìTe a ri hieìta dell' altre volte nominato
Nictolb Antonio Caracciolo , Mar.hcfe di Vico , il quale effendo in-
formato del fuo valore , volle che lavor^fTe a concorrenza del Santa»
croee molte f ulture di marmo , nella già nota Cappella da lui eret-
ti nella Chiefa di S. Giovanni a Carbonara , come paratamente qui
f tto p r cuor di Pietro dimoftraremo, acciocché eterna fama appref-
fo i i olKri abbia la fua virtù , ccn la dovuta lode alle fue beli' o«
pere .
VeJefi dunque primieramente nella Cappella fuddetta, la quale
tutta tonda , ( come altrove abbini detto) è tutta compartita in
nicvh.e , f poìture , e colonne , che un Temp.o tondo ne rapprefenta-
rio : in qu Aia. dico fi vede sii l'Altare una tavola alta Circa fei palmi,
O e d" e 'arSa quatto i e mezzo ; Nella qual tavola , eh' è di bianco marino»
Pieno nelia v' ^ effigiata la venuta de' Santi Maggi , j quali fi\inno in atto di ado-
Chitla eli S. rare il Figliuolo di DIO : Viene foli. liuto il Bambino dalla Vergine
Giovanni a Madre , che inodeltamente fiede , e dimoftra nel divin Vo'to il V»r-
Csibonéra. gjnal Candore , e la Mae^à di Se ftefTa , nel mentre, che porge il
devino , e gra2iofo Pargoletto al più veechio de'Santi Re , qual fi ve-
de proftrato , e con divota umiltà ba iare il piede al defiderato (uo
Salvatore ; coli con non meno umil riverenza apprettar fi veggono
gli altri due Senti Maggi , per ìnchmarfi al d/vin piede del Redentor
Bamb no ; veggendofi ancora il numerofo accompagnam: nto , che li
fan decorofo corteggiò, dapoichè un gr:m numero di Fant; , di Ser-
vidori j di Cavalli , e Cameli rendono vidofo il comp1- nimento , nel
quale non mancano pengrini cpifedj , e bel ccncotti 3 ed infra que-
fti mirabiim ntevi fono effigiati due Cavalli , ehe inlieins venuti a
ftizza , arrabiatamente fi mordono, e vengono baftonati da un Scu-
diere , che accorre frpra un Cavallo per dividere quella pngna rab-
biofa ; la quale veramente rende un vago fpcttacolo alP occhi de' ri-
guar-
Scultore , ed Architetto. 1 1 1
guardanti , ed infame fa ammirazione per 1' opera egregia dell' A«>
ttfice ìlluitre , che la compofe .
laterali a quelt'opeta vi fono due nicchie , nelle quali vi fono
fcolpittì due ftatue tonde , fatte a concorrenza col Santacroce , le qua-
li rapprefentano S. Gio: Bittifta , e S. Sebaltiano , e quelle fon altre-
«1 della grandezza medefima delle figure defentte de' Santi Maggi ,
che non eccedono una quarta parte incirca del naturale 5 e quefte
due figure fon condotte con molta perfezione per la gara de' lor Mae-
ftri , che le fcolpirono , che nulla manca per meritarli una piena lau-
de dagli intendenti , e ciarli Artefici di tal profeilìone : conciofliaco-
fachè ogn' un di loro cerco nella fua figura fuperare il compagno, co-
me fi vede nelle fuddette ftatue , dapoichè Girolamo condulfe eccel-
lentf mente il S. Giovanni , come nella fua vita abbiam detto, e Pie-
tro perfeziono talmente il S.Sebaftiano , che nulla manca al titolo di
eccellente fcultura , avendovi ufata una ftudiofilfima diligenza nel
condurre i panni * « le mani , con accurati , e gentili Aratori , che
rendono quella ftatua , e le fue feuiture degne di moltiflìma lode .
Nella tavola di fopra vi è fcolpita la figura di noftro Signore , e fopra
di elfo vedefi Io Spirito Santo . A quella tavola , la quale è collocata
fopra quella già detta de' Santi Maggi , vi fono due medaglie laterali,
con entrovi fcolpiti S. Giovanni Evangelifta , con S. Matteo , ambi
in baffo rilievo effigiati , e in quelle di baffo, che (011 fluiate al piano
della predella dell'Altare , e che rifpondono a quelle di fopra , vi fon.
fcolpiti gli altri due Vangelifti , S. Marco , con S. Luca . Vedendoli
ancor fcolpito nella mentovata predella un S. Giorgio a cavallo , in
atto di dar morte al Dragone, nel mentrecchè la Verginella Reale ftà
inginccchioni , pregando per lo luo liberatore , ed a fuoi piedi vede-
fi un Agnello , (imbolo della manfuetudine. Nell'avanti Altare fi ve-
de di biffo rilievo Crifto morto , con la Vergine addolorata , S. Gio:
e le pietofe Marie che lo piangono : opera veramente bellilfima , e
degna di molta lode J Nelle bah , e fotto le colonne delle nicchie fud-
dette , come ancora nel fregio , e nella cornice, vi fon varj, e bel-
liffimi baffi rilievi , merithvoli anch' eglino di ogni compiuta laude,
per la dilipente bontà con cui fono condotti .
Vedefi altresì in quella Cappella medefima , fcolpito da Pietro
il fepolcro di Galeazzo Caracciolo , con la fua ftatua tonda nella nic-
chia di mezzo , e nelle due laterali di figure più picciole le flatus
parimente tonde di Adamo , ed Eva ignude , le quali figure
tutte fono con perfettiflìma , e maeftrevole proporzione condot-
te a fine , come altresì fon ben condotti i due termini , che il Se.
po'ero foftengono , e che tengono un gran piede di Arpiglione per ba-
ie ì intorno a' quali vi foao effigiati armi 3 e trofei ; eflendovi nella
voi-
i 1 2 Vita di Pietro della Piata .
tolta i quattro angoli , ove vi fono efpreflì due Angioli in ciafchedu-
no di efll 5 cosi feguendo tutto L* ordine de' quattro archi della Cap-
pella , come altrove abbiam detto : Ma molto più bello del fuddetto
Sepo ero , è quello di Nicola Caracciolo, figliuolo del mentovato Ga-
leazzo , per !a beliiffima Statua , che lo rapprefenta nella (uà Nicchia
maggiore , fcolpita firmi mente al naturale , e nelle due Nicchie mi-»
non vi fon figurate le belliffime Statue della Carità , e della vigilan-
za , le quaii due figure (operano di eccellenza molte Sculture , anche
di biavi , ed eccellenti Maeftri , per la fomma perfezione, conia
quale elle fono operate, e veftite mirabilmente con belli, e fottili pan-
neggia menti, che hanno belle piegature,e graziofi movimenti,e con tal
morh.dezza lavorati , che piuttofto fembrano diligentemente dipinte,
che di marmo (colpite ; come altresì fono belliffime l'altre Statue,che
fiedono (opra a] Sepolcro , lavorato con varj ornamenti , e con mae-
ftofi Trofi ben compiuto ; avendo i fuoi termini, che quafi moftri
marini , finifcono con la coda di pefee , e fopra vi fono i due angoli
con i loro due Angioli per ogn'uno, feguitando l'ordine ilìeffo degli al-,
tri detti di fopra .
Attcfe Pietro alli ftudj di Architettura , e i'intefe affai bene, fa*
cendo con fuoi difegni , e modelli varie fabbriche , così di Palagi, co-
come di Chicle , ed ancora retta nel dubbio , fé la Cappella del fud-
detto Marchefe di Vico Col' Antonio Caracciolo , fule Hata ar Infet-
tata da lui , o da Girolamo Santacroce , com' è collante opinione , e
come fi ha da alcune note , che appreffo di me fi confervano . E cib
fia detto per pruova della virtù di D. Pietro circa l'Architettura ;
dappoiché fé bene nou architettò egli la mentovata Cappella , la qua-
le fu veramente opera Ji Girolamo Santacroce ,ad ogni m do fece al-
tre fabbriche , che gli acimiitarono nome d3 intelligente Archi-
tetto .
Fece ancora Pietro un'altra Sepoltura nella Chiefa della SS. Nun-
ziata , per un Signore nominato Berardo Caracciolo , quale fi vede
nella Cappella laterale al maggiore Altare , dr.l canto dell' Epiftola ,
con la Statua del mentovato Sipnore , che (h ritta in mezzo di due
Scudieri , o fian Paggi di feudo ; da' lati vi fon due Nicchie , nelle
quali vi fcolpìdue Statue tonde , chepoLno fopra i zoccoli , che fon
piantati fopra le bafi , con Icr piedeflalli , e que-fte rapprcf'.ntano due
Virtù morali , o fian doti dell' animo , che poli* deva quel morto Si-
gnore ,'fcolpendo ne' fuddttti piedestalli due figurine , che ogn'una ha
nelle mani un tefehio di morto .
Così fece varie altre opere , che furono altrove trafportate , e
che fi veggono ancora per le Cafe de' curiofi particolari , come al-
cuni Putti in cafa del fu Francefco di Maria , i quali mirabilmente un
rideva
Scultore , ed Architetto. i i 3
rideva , ed un'altro piangeva , e alcune tefte nella celebre Cala rie*
Signori Valletta . Ma fappiafi , che il Sepolcro del picciolo fanciullo
Gio: Battitla Cicara , che fta preiTo le fcale ilei Succorpo di S. Severi-
no , per entrare in Sagrestia , non è altrimenti di Pietro , come non è
tampoco di Gio: da Nola , come vien falfamente creduto dall' Euge-
nio in prima , e poi da coloro , che lo feguitarono , i quali non avean
cognizione dell'Arti del difegno , come furono il Celano, e'1 Sarnel-
li > ed altri dapoichè , ne 1' un , ne l'altro di quelli due bravi Maeftri
di Scultura , potta fare un'opera cotanto debole , e mancante di buo-
ne forme i oltre alla fcarfità dell' idea , la quale in quella fepoltura
del Figliuolo Cicara è fenza nobiltà , ed è l'idea molto balla . E que«
fio fia per gloria della virtù di Pietro , conciorTìncofachè , noi oltre le
opere già mentovate , non abbiamo altre fatture , che certamente ci
additilo efTr parto de' fuoi lodati Scalpelli , ne tampoco fappiàmo ,
ove dopo abbia egli operato , e fé in Napoli , ovvero in altrove ter»
minaffe fua vita ; laonde non avendo altra notizia di quefto virtuofo ,
ed onorato Artffke di Scultura , ne dell'azioni della fua Vita , col
fuo periodo , diremo adunque , che la virtù di Pietro viverà fempre
nelle bell'opere fue ; alle qu .li molto di buona Voglia io dono quella
mia poca fatica di avere regiftrate quelle, che a noftra notizia venute
fono, tuttoché egli ne Ni poi tino, ne del Regno fi folle ; ma folo
perchè così fi deve a che virtuofaaiente operando Jì ha fatto ftrada al»
la gloria .
fine della Vita di Pietro della Vi afa Scultore ,
frOMÒ II. p VI.
x 14
VITA
D I
GIO: BERNARDO LAMA,
Pittore, ed Architetto Napolitano,
E DEL NOBILE
POMPEO LANDULFO
Suo Di f e epolo .
SE mai alcun Pittore fi è infra gli altri fegnalato perlofommo
amore portato alia fua nobiliilìma Profeffiane , certamente Gio:
Bernardo Lama potè vantarli di eflerne amane, ffìmo , come quegli r
che ad altro mai non penfava , fé non ad abbellirla » e a renderla con
fommo Audio leggiadra per mezzo degl' aggiunti citeriori ornamenti ,.
e tanto quello fuo amore andb innanzi , che vi fi occupò egli mertefi-
mo , lavorando eccellentemente di Stucco intorno a quelle pitture ,
che egli nelle Chiefe faceva r come a' noftrr giorni rmlte ancor ne
veggiamo > ed anche intorno a quelle di altri pregiati Pittori del tem-
po fuo .
Da un Matteo ordinario Pittore , nacque Gior Bernardo Lama ,
Nsrcìtz di circa l'anno del Signore 1 f 08. , e nacque di cesi graziofe fattezz-,che
Gior Ber- appena fu toltodalle poppe materne , che lo volle in fua Cafa un Fra-
fue' factez- te"° ^' latteo ^uo Padre , chiamato Aniello della Lama , il quale il
2€ t ' Meftier del Notaio con comoda fortuna efercitava . Qutfti lo allevb
come fuo preprio figliuolo non ne avendo del fuo matrimonio avuto
alcuno , e difegnava di applicarlo alla fua profetfìone p.r farlo Erede
poi, e delle fue Scritture , e della fua facultà J Ma Gio: Bernardo
g'unta ad una certa età , che comincia a distinguere il proprio genio ,
li fentì fortemente inchinato alla pittura ; laonde fecondandolo» co»
Brincio nella §cuola medelìma ove andava per apparare le lettere a far
de' f;ntoccini,'ome foglion fare i fanciulli da loro (Lfiì, mi con mol»
ta grazia , e con certa proporzione >e fimmetria di gran lunga fupe-
Jicre a quella degli altri : imperciocché con un certo giudiziolonatu?
tale
Pittore, ed Architetto. 1 15
rale intendimento egli andava per le Chiefe olfervando qualche beila Si; Ap. ino",
figura, e quella, come meglio fapeva, sforzavafi d'imitar con la penna, pj dei aik-
ed avendola già formata , nell'ufcire che poi facea della Scuola, fi por- £rì0 •
tava di nuovo ad oflervare fé col formato difegno , quella tal figura
egli imitato avelie , ed in tal guifa andava di palio in palio correg-
gendo quello che gli pareva di aver mal fatto . Or accorgendoli il Zio
che Co: Bernardo per tal cagione poco profitto faceva nelli fludj di
umanità, incominciò con esortazioni , e con forti riprenzioni a di-
ftorlo dalla pittura,procuramio di fargli comprendere e/Ter profeflìone ^"^"^
che lunghiflìmo tempo richiedeva , ed effere incerto l'utile , come in- no„ j0°y^ *J
Certa la riufeita ; portandogli lo eltmpio del Padre , che fempre bifo- pecore .
gnolc , ricorreva fovv.nte a lui per le fpefe cotidiane , e dava le Tua
pitture a cesi vii prezzo , che giammai col valor di e/Te non poteva
una fettimana fcftentare la fua famiglia . Ma a quello efempio rifpon-
deva il figliuolo , che egli non farebbe flato un Pittore ordinario come
il Padre, anzi far bbe nufeito '1 primo di tutti quelli , che pennel-
li operavano . Con qu lìe e fomiglianti raggioni fi forzava il Garze-
netto di acchetare il Z'o , il quale invano fparfe le fue parole , inva-
no adoperò le minacele ; perciocché Gio: Bernardo viepiù infervora-
to , e come a\ viene che laprvazione aguaza maggior la voglia , ad
altro mai non p< nfava che folanunte al come poterle con alcun Pitto-
re di bu >n nom. acconciarli , pr apprendere le buone regole del di-
fegno i ne guari di tempo pafsò che gli venn fatto di porre in efecu-
2ione tal fuo penfiero , andando a fcuola di un I-irtore, di cui non ci è
pervenuta notizia alcuna , che j primi elementi del difegno gli diino-
inoftrafle , con le fue regole ; le quali per la n turale inclinazione in
poco tempo egli apprefe , e quindi pafsò a difegnare le figure intere.
Av Vedutofi Aniello del prefitto , che Gio: Bernardo leceva nello
Audio del difegno , e del pochillìmo progrelfo in quel delle lettere , £• Ctieclixa
volle a mio redrre prima ufar l'ultimo sforzo con un apparente rigo- da Cafa del
re per diltogliere il giovanetto nipote dalla appli azione alla pittura , Zio, perchè
finalmente v spendo ad opni pruova che Gio: Bernardo punto non fi '°.n v"°' la"
oìj \ iti l'f1 ni pn-
arretrava dallo intr prefo cammino,forte crucciato lo fcacciò di Cafa , " .afe p;t->
ed a quella del Padre nel rimandò ; quelli p.rò udita dall' ppaffionato tura.
figlinolo la cagione per la quale dal rigido Zio era flato lor rimandato,
faviamente loconfolò , confortandolo anzi a coltivare il nobil genio
che alla pittura lo chiamava ; ed acciochè b ne incamminato ei vi fuf-
fe , lo condurle egli m-defimo da G.o: Antonio d' Amato il Vecchio , Viencon-
il quale allora aveva grido così di buon Pittore , come di ottimo Cri- ^czo ^al
ftir.no , come nella fua Vita ajbbiam detto . Quivi adunque acconci- f^* ^
to Gio: Bernardo, cominciò di propofito , e fenza timor di rampo- G;o. Anto-'
gne ad attendere allo audio del buon difegno , e dopo alcun tempo nio Amato.
P 2 aven-
1 1 6 Vita di Ciò: Bernardo Lama
avendovi f.itto notabili progreffi , fi diede a colorire , copiando affai
bene le cofe del fuo Maeftro , e quelle di alcun altro valente Plttoc.
de' fuoi tempi.
Occorfe in quello mentre , che venne in Nepoli Andrea Sabati-
no da Salerno , e fece quelle opere , che nella fui vita deferitte fono,
con la fua bella maniera della fcuola Rafaell<-fca,che rome cofa divina
fu con maraviglia riguardata da tutti ; laonde Gio: Bernardo quella
veduta avrebbe volontieri in Roma fatto p.ffagg.o , fé due caggioni
non gli aveifer fitto potente oftacolo ; l'una che gli parta far torto al-
la bontà del Maeftro preffo al quale egli allor dimorava , e l'altra più
potente della prima era la povertà de' fuoi Genitori , da cui non po-
Suo de/ìJe- tea 'Perare •' bifognevole per foftentarfi in Roma nella Scuola di quel
rio di .inda- Divaio Pittore . Per la qua! cofa rivolfe l'animo fuo a ftudiame i di-
re in Roma fegni , e re ftampe date in luce da Marc'Antonio Raimondi Bologne-
per vedere fe f ^e \\ medelimo Gio: Antonio per contentarlo ottenne in preftan-
niirabfli3 di Za ^aI abatino , che di Roma recate le avea , ne contento delle ftam-
RaVaelio da Pe » ^ece anr^s alcuna copia de' ftupendi difegni di quell' ammirabile
^Urbino , ea Artefice, al che il nominato Andrea confentl volontieri , non fol per-
iodare a fua che cortefe uomo egli era , ma per rifpetto dovuto alla raccomanda-
Tcuola ; ma 2}one jj Qio: Antonio , che da tutti era in venerazione tenuto, e maf-
poflìbi^/tà° fim'imente ancora per l'amor grande , che conofeea portarfi da Gio:
per andarvi, Bernardo all'arte della pittura: Per gli medefimi riguardi gli fu per-
copia queile mefTo di ricopiare in pittura alcuna di quelle copie che da Andrea era-
poi tacjin_, ao ftate fatte d'appreffo al fuo Maeftro Raffaello; e quindi avvenne
A *d! d~* c^e **** Bernardo unendo la maniera di Gio: Antonio , ch'è caricata
Salerno". d'ombre, a quella di Raffaello ; ch'è tutta dolce , ed amena , fece poi
Ja propria , che tien dell'una , e dell' altra; come fi olTerva nelle fue
prime opere > da poiché nella feconda , ed ultima fua maniera , fi
diede ad una generale dolcezza . Ma fucceduta la morte di Roffaello
nell'anno i fao. perde Gio: Bernardo la fperanza di vedere operare
quetl'ainmirabil prodigio della pittura ; laonde applicò il penderò a
trarre infegnamento dall'opere ottime che egli poteva avere de' fegua-
ci di lui Infrattanto ; benché gli fi prefentaffero occafioni di far
dell'opere grandi , poiché erano Hate vedute con applaufo varie im-
magini dipinte per molti particolari , ed anche una Tavola infra le
altre nella Chicfa di S. Gregorio Armeno , volgarmente d'atta S. Li-
guoro, ove fi vede efpreffi l'Afcenzione del Signore con molto popolo
intorno , tra'l quale egli fece alcuni ritratti al fuo modo eccellenti ,
poiché anche in queila parte della pittura , egli potè g oftrare co' mi-
gli o e i dell'età fua . Ad ogni modo era fempre {limolato da un ferven-
te defiderio di vedere almeno operare alcuno de' più Famofi difcepoli
di Raffaello , che allora erano in Roma , come Giulio Romano , Po-
lido-
Pittore , ed Architetto. 1 1 7
lidoro , pierin del Vaga , ed altri ch'ei fentiva lodare grandemente
dal noftro Andrea Sabbatino uomo a maraviglia modello , e lincerò.
Ma il Zio di Gio: Rernardo Aniello della Lama , che come di (opra e jj £j0 a„
detto aveva tutti i modi tentati per difìogliere il Nipote dalla Pittura, niello fi ri-
vedendolo alla p r fine a tal profeifione dalla natura portato con .fpe- pinata incu-
ranza di non ordinaria r.ufcita , die finalmente luogo al primo affa- ul Gio:Ber-
to , e cedendo alla fatale inclinazione di quello , come favio ch'egli n-ltio-
era , piacevolmente lo accolte di nuovo in Cafa , e gli offerfe ogni
ajuto per andare in Roma , e quivi feguitare il fuo genio : Ma Io ac-
cidente che occorfe non folo impedì lo andarvi , ma il penfaevi mai
più , come or ora diremo
Correva l'anno 1 y 27. quando fuccedè 1* infeliciilìmo Sacco di „ ,.
Roma , e quindi il milero Polidoro da Caravaggio per ifcarnpar la vi- p0ijjoro in
ta a Napoli li conclude ; onde fu amorevolmente accolto da Andrea Napoli*
Sabbatino , come nella fua vita dicemno . Fu quello accidente una
gran ventura per Gio: Bernardo imperciocché andando egli fecondo il
folito a cafa di Andrea ■ intefe da lui la venuta di Polidoro , e come
avea dipinto nella Tribuna di S. Maria delle Grazie , predo le mura ;
che perciò fubito con buona licenza di Gio: Antonio , pafsb alla fcuola
di quel mirabile Uomo, cui forfè venne raccomandato dal medefimo Gì: Bernard
Andrea Con quanta affìduità egli attende/Te approdo un tanto Maeftro, do ^ *? kQ-
e con quanto amore abbracciarle una tanto favorevol forte , lo penfi ..aj° "
colui, che ha lungo tempo defiderato alcuna cofa , e che quella poi '
gli Ga Venuta nelle mani allora quando ne defiderava il polle/lo . Ba-
lla dire, che crefeendo in lui maggiore ogni dì l'amor della pittura ,
negò a fé medefimo molte volte il ripofo , e qualche onefto diverti-
mento alle lue tante fatiche.
Or qui mi torna in concio di notar con mia maraviglia il grave Ras,-on;
error del Vafa ri , il quale dice nella Vita di Polidoro, che quelli ebbe contro cioc-
a morirfi di fame in Napoli , e che poche cofe ei vi kce , e poi fene che fenderò
partì , quafi che affatto non vi furie ftimato . Potè accadere no'i nie- '' Ya'ar.,'>e<*
go , che ne'primi giorni dopo il fuo arrivo , egli feonofeiuto , e fug- a. ,, rÌÌ-°"
giafeo pati/Te alquanto ; ma eifendo poi da Andera fiato riconofcmto, di Polidoro.
e palefato per qui grand'uomo ch'egli era, ville agiatamente, dappoi-
ché egli dipinfe a chiaro feuro nel Palagio della Duchefla di Gravina Opere di
D. Maria Urlino nel deliziofo Borgo di Chiaja , qual Palagio ella poi Polidoro di-
diede a'RR. PP. Lucchefi, acciocché vi fabbricando una Chiefa di S. P"".e'"N3.3
Maria in Portico. Di tai pitture fi veggono tuttavia le veftigie nelle p -
fianze fupenori di quei Padri , da quali è quel luogo chiamato Bel-
vedere . Così dipinfe un altra Cafa nella ftrada detta degl' Armie-
ri , predo la Chiefa Parrocchiale di S. Arcangelo , ed altre pitture ei
fece , che dal Vafari rion, fono nominate,, e pur rjon, doyeano ef-
i'er
ca
1 1 8 Vita di Gio: Bernardo Lamo
Ter tacciute quelle eh* ei kce nella Cafa di Bernardino Rota no-
flro celebre letterato , preilb la Chiefa di S. Chiara , ove oltre
della facciata dipinta a chiaro ofeuro , ( cosi era V ufo di quei tempi,
la quale è fiata da poco tempo in qua rinnovata , e imbiancata , fe.«
ce ancora molte figure beliilfime nella foffìtta della Galleria fopra
tavolette, delle quali ne furcn prima vendute alcune al Marchefe del
Carpio j gran dilettante , e poi ultimamente altre ne furono com-
perate da un Signore Francefe , che feco le condufTe in Francia per
farne dono a quel Re . Or dunque fé Polidoro vi fece tante belle ope-
re nella noftra Città , e (e vi ebbe Scolari , come lo furono Gio: Ber-
nardo , e Marco Cai br fé, (come fi dicej con Francefco Ru viale che
in Napoli fu fuo dif. epolo , e fu tanto prezzato , e flimr-.to da' noftri
Artefici , come pub ft.r-.- , ch'egli ebbe a morirfi della fame ? Gran-
de ingratitudine del Valan , ch'egli ovunque gli venia fatto di parlaj
di Napoli , cercaife a più potere feemarne i pregi , ed otuirar la
gloria de* fuoi Cittadini, da' quali egli fu filmato , ed accarezzata
molto .
Ma ritornando a Gio: Bernardo , dico che egli fi avanzò tanto ,
Opere fatte e sì mirabilmente fotto la condotta di quel grand' uomo , che potè
daGio:Ber- meritare ani-h'egli il titolo di buon Maeilro , e varie commelììom di
nardo iu la 0pere d'importanza; come furono quelle ch'e'fece a S.M. delle Gr zie
maniera di , mentovata del CrorefilTo,e del Depofito delta Croce.Da alcuni no-
fin Scrittori fu creduti quefl , un opera di Andrea da Salerno a ca-
gion della maniera , mi 1 pntichi di pittura itati rolTero , avrebbe
vtduto , che non la dole rmnrra di RifFiello , della quile fu An-
drea un.t'.tore , mi la terribile di Polidoro vi fi ravvila ; come altre
ancora su quel gli ilo furono da Gio: Bernardo condotte » Veggendofi
ine/Ta forza di (.olonto, e gravità di componimento , accompagnato
a efquilito diftgno , onde egli fu commendato non folo da coloro ,
che le Tavole gli fecero lavorare , ma eziandio dagl'altri Artefici di
pittura . Partito poi Polidoro per la Sicilia , ove con inaudito depl- -
rabile affalTìnamento terminò miferamente la vita , rim.tfe Gio: Ber-
nardo in fjmma riputazione, avendofi mercè gli fludjfuoi acquiflato
la flima non che l'amore de' fuoi Maeftri medelimi , i quali lo efalta-
vano fuor di mifura appo coloro che ne chiedean contezza , e Gio:
Bernardo ringraziando quefli » ed obbligandofi quelli , era amrto da
tutti , e m ggiormente da' fuoi Parenti , che vedevano annoverata
la di lui predizione di dover valentuomo riufeire ; ma più di tutti
ne gioiva Aniello della Lama fuo zio , il quale per dimoilrargti fin
dove giungerle l'affetto fuo , di ogni fua facoltà erede lo dichiarò .
Or per venire all'opere che Gio: Bt-rnardo condurle , dico eh' ei
dipinfe per la Chiefa allora de' Santi Fello , e Giovanni la tavola per
lo
Pittore, ed Architetto. 119
lo maggiore Altare , ed è quella medelima che ora fi vede in quello
della nuova Chi Ja di S. Marcellino edificata , d .porne il Cardinal
Alfonzo Carrafa Ili ino bene di unire a quello il Mo iiflero de' Santi
mentovati. In quella Tavola è rappr fent.ta la Trasfigurazione del
Signore in fui Monte Tabor prel nei gli Appofloli Pietro , Giacomo «
e Giovanni in mezzo ile' Profeti Elia , ed Enoch . Prima di andare: a
fcuola di Polidoro ei ftce !a Tavola della lapidazione di S. Stefano che
nella Chi-.fa di S. Lorenzo è fituata full'Altare della Cappella delia
Famiglia Rocco , la quale e d .1 canto del Vangelo . Dipinfe poi a ri-
da.ella delle nobili Monache del Monift.ro della Sapienza , e per l'Ai-
tar Maggiore dilla loro Chi- fa la bella Tavola della Difputa del Fan-
ciullo Signore con li Dottori nel Tempio > E perchè Elle la chiefero
di bel colorito , e condotti con vaga dol.ezza , richiamoffi egli a jj pattore
mente la Tavola della Tr sfigurazione , che fu l'ultima ftupenda ope-conjui'se in
ra di Raffaello ; della qud maravigliofa pittura poco innanzi avea re- Napoli una
cato una copia in Napoli Gio: Francefco Penni, detto il Fattore , Di-^°PU ritoc
fcepolo di quel Divin Maeftro , e per qu 1 che fi dice ritoccata dal"" .^jj"
medelìmo Raffaello. Si propofe adunque GiozBernardo di voler quel- pamofa_,
la dolcemente imitare , così nel componimento , come nella tinta ; Trasfiiiira-
e veramente vi pofe tanto ftudio , che riufeì una delle più bell'opere, zione del
che eoli mai dipinaeffe ; vepoendofi in effa un componimento di mol- aigriore:uI-
■ rr i- r \ I /•- 1 r n ? ■ i • i> um opera-»
tinime figure , cosi ben htuate y e diipolte , che par giuochi 'arl^aiquel Di-
fra l'uni figura , e l'altra , e cosi bene fono elle colorite , e si ben , in Pittore .
compartite le tinte , che fenza offefa veruna dell'occhio , formano
un mirabile accordo . In quefta tavola tra le, figure de* Dottori efflg- Engem'o
gi^ Gio: Bernardo il fuo proprio ritratto , che ha la barba rotonda T n.e''a Napo-
quafi col pelo bianco , euendo fama che prima del tempo fbffé tutto l acja*
imbiancato , per la grande applicazione, che gli av^a non poco ribal-
dato la tefta . Di quella Tavola facendo menzione lo Engenio nella
fua Napoli Sacra , allora che deferive la Chiefa della Sapienza , così
eoa molta laude ragiona . Neil' Aitar Maggiore fi vede la Tavola , in
cui è la difputa di Cri/lo nojlro Signore nel Tempio fra Dottori , nella
quale è non meno efprtjja l'ammirazione » ed udienza , che danno a
Cri/lo i Dottori , che l'allegrezza di Maria » e di Ginfcjfo nelritr»-
varlo . // tutto è d'eccellente pittura fatta da Gio: Bernardo Lama ,
illujìre Pittore Napolitano , il quale non foto fu raro nella Pittura -,
ma anco nello fìucco t e nel ritrarre dal naturale rarijjìmo : fiorai nel
i y fo. in circa.
Molte lodi fìmiglianti dà l'Engenio a Gio: Bernardo in varj altri
luoghi della fua opera,e fecondo che gliene porgono occafione le pittu-
re , che fono nell'altre Chiefe di Napoli , ficcome ancora fanno altri
aoftri Scrittori , non folamente per la fleffa cagione , ma ancora per-
che
12 0 Vita di Gio: Bernardo Lama
che Gio: Bernardo fa molto amico de' Letterati , come fi vede dalla1
lettera fcrittagli dall'eruditiffimo Giulio Cefare Capaccio , che fi leg^
gè nell'opera , che quelli diede alla luce , intitolata il Segretario ,
onde fiamo informati della gara ch'ebbe Gio: Bernardo col celebre
Marco da Siena , come dalla lettera , che fle bene qui trafcrivere .
Non t tìnto mi pregio , che mi abbiate per Amico , quanto mi
L ttera At\^°S>^'° ■> che non mi comandiate alla libera ; So che avete bifigno di
Capaccio a un Sonetto , e benché io non fia tanto fameliare a qttefe benedette
Gio: Ber- Mufe , pure per amor voflro mi porrei a rifchio a farne uno che voi
nardo L^nia^ potrefte ritrarre . Facciamo dunque una delle due , o voi mandate
a me il ritratto vojìro , che il porterei a V ama fi , e tanto andarei
fcher2ando , che col far rìdere quelle Donzelle , potejfi cavarne quaU
che cofa di bocca , e diventare l'oeta ; ovvero fate il ritratto mio
ora che ho la rogna , che poeticamente vi canterò una Francefchina .'
So che C avete con M. Marco da Siena , perchè voi fate la pittura più
vaga , ed egli fi attacca a quei membroni fenzn sfumare il colore ;
non so che ne volete , lafciatelo ferv're afuo modo , e voi fervi t evi al
vojìro . Bajìa che opriate bene ambedue il pennello , che a voi piaccia
il delicato , lodatane la buona natura , che non può arrulìichirji ;
Lafciamo le burle non piate così in cagnefco , perche è vergogna , e
chi di voi due fa il più eccellente , l'opere lo moj.rino , e mi racco-
mando di tutto cu(,re .
Così dunque il Capaccio amichevolmente ripigliandolo della
r^'* h x? *"ua Pafl'one » gì' dà illsno Crnfiglio di ftguir tgli la iu maniera,
nardo con come Marco la fua, perciocché ogn'un di loro pretendeva il primato.
Marco da_j Or tornando alle lue Pitture,dico ch'ei djpinfe la Tavola per lo
Siena : cela mag„iore altare della Chiela di S. Andrea eretta nel Cortile di
lolita de ,,_ pietro ad Aram , ove con maniera tanto dolce , che è un armonia,
*,U'rno,'nido ma con Sran pifl2Ze di feuro effigio il Signore in atto di quando chia-
Gio: Batti- mb quel Santo all'Apposolato , opera degna di tutta la lede , dapoi-
fta Campa- chh frale altre bellezze, e la figura di Crifìo è così vagamente di-
na ritoccò pjnta 9 t)le ben dimoftra nella bellezza del volto, e nella gentilezza
S A ìd 'ea_! delle mani , e de' piedi la Nobiltà del Soggetto che rapprefenta , ben,
nel Cortile che quefta tavola avendo patito alquanto fu fle ritoccata da Gio: Bar-
di S. Pietro tifta Campana Pittore Napolitano . Fece per la Chiefa de'PP. Capuc-
ad Aiam. cjm Ji s. Effrem nuovo la Tavola per l'Aitar Maggiore , ove efpref-
fe la SS. Concezione della B- Vergine , titolo della Chiefa , e negli
lati in due compartimenti vi fono effigiati S. Francefco, e S. Anto-
nio da Padova ; In due tavole , che fon fituate nell'arco del detto Al*'
tare , vi fon due Angioli per parte in atto di adorare la Vergine Im-
maculata fopra della quale , cioè nel fecondo ordine vie il Padre
Eterno , che dà la Benedizione . Nella Cappella dj S. Felice , eh' è
h
Pittore , ed Architetto. 1 2 1
fa prima nell'entrare in Chiefa a min manca , laterali all'lmmagìi»?
del mentovato Santo fituato nell'Altare , vi fono le figure di S. Gio:.
Battifta , e S. Gio: Evangelica , che fono ben dipinte , e tutte quew
fte pitture fono con bella vagliela di colore condotte. Nel Ifjy.
gli fu ordinato da D. Ferrante Alvarez di Toledo Duca d'Alba , Vi-*
cere allora in Napoli » che abbelJiJìe con fue pitture a frefeo la Cap*
fella del Teforo , ove fi veneravano primieramente le Reliquie de*
noftri Santi Protettori » col preziofo Sangue , e Tefta di S. Gennai
fo , come riferifee il Parrino nella Vita di quel Signore con le fé*
guenti paro'e : E fece abbellir la Cappella dove fava prima il T;fara
delle Reliquie del Glorio/o S. Gennaro » e degli altri Santi Protettori
della Città con btllìjfime pitture di Gio: B;r nardo Lama , dove fi ve*
da il feguente Epit(>jpo,e fiegue l'Epitaffio fatto dal Viceré.
Fin qui il Parrino , feguitanùo noi a narrare l'altre bell'opere ,
che fece il noftro egregio Pittore , giacche quelle più non ii veggono ,
eflendofi dopo perdute per edificarvi la nuova fontuofa Cappella di
S. Gennaro , ch'è lo itupcre di chiunque la vede .
Per la fcpramnuntovata Chiefa di S. Lorenzo dipinfe a richieda
di que' della Famiglia Rofa la Tavola di loro Cappella , nella quale
efprede la B. Vergine col Bambino in su le nubbi , e di fotto S. Gioì
Battifta , e S. Domenico , con colorito bellillìmo , e tutta affai b;n
dipinta i Così per un altra Cappella dipinfe in una Tavola il Salva-
tore , e la fua Santiifima Madre ; Ma ambidue quelli quadri fi veg-
gono oggi efpoftj nella Sagreflia di quella Chiefa , con altre bel'ilìì-
me tavole di altri valenti Pittori , a cagion che fi fono modernate
le fuddette Cappelle forfè palfmdo in potere di altre famiglie , che
opere di moderni Maeftri vi han collocate. La Tavola però della Cap-
pella del. a Famiglia Amodio in S. Giovanni Maggiore 5rapprefentan-
te la Vergine Addolorata , che appiè della Croce tiene in grembo
il fuo morto Figliuolo , cui foftengon le braccia due Angioletti , fi
conferva ben di prefente nella Sigrsftia , ma p.r rimetterla nella
propria Cappella , dapoi che la Chiefa farà finita di rimodernare.
Per una Cappella delia Chiefa di S. Domenico , detto il Maggiore, ei
f.ce in una Tavola l'Arcangelo S.Michele,con Lucifero fotto a' piedi ,
la qual Tavola di prefente più non fi vede in Chiefa . Vedcfi nella
Chiefa del Gesù delle Monache due Tavole per alto , laterali all'Ai-
tar Maggiore , ove in una vi è dipinto Noftro Signore conS. Fran-
ctfeo di Allìfi , e nell'altra la B. Vergine con Santa Chiara .
Ma una delle opere più belle, che Gio: Bernardo facefTe, è la Depofìto
Tavola che efpofta il vede nella terza Cappella nella Chiefa di S.Gia- t,dl* J?.loce
corno della Nazione Spagnuola , eretta da D.Pietro di Toledo col " je» 'cp°*
òiftgno 5 ed aflìftenza di Giovanni da Nola , del che nella vita dignuoli.
QL co-
1 2 2 Vita di Gio:Bernardo Lama
coltili fi è fatta menzione : In quefta tavola dunque egli efpre/Te il
deporto della Croce , figurando il morto Redentore nel grembo del-
la dolente Madre, che affittita dalle putofe Marie, e d.-ll' Amato
D.fcepolo S. Giovanni prefta gli ultimi pietolì uffi j Ji amar) punto
al fuo Croofiflo Figliuolo ; Le fono intorno i pietofi amici Giullppe ,
e Nicod mo , eh \ ancor eilì con altri Servi affillono al Dolorolo Mi-
ftero , nel mentre che alcuni d quelli che hanno fp:ccato dalla Cro»
ce il già morto Signore , eflendo ancor su le fcale , attendono a tor
via da effa le fafee , con le quali han calato giù il Corpo morto del
Salv. fjre . In quella tavola divotiilìrru fi vede ancori il ritratto di
Gio: Bernardo fatto più vecchio , che fa l'officio di un Servo de'
Decurioni in atto di tenere il lenzuolo da rip rvi 1 medefimo Cor-
po , ne vi è lode che balli p:r queft' op;ra perfvttiffiim , dapoichè
per dimoitrare Egli di effer flato Difcepolo deH'Eccell-ntiffimo P)li-
doro , tutta a quella maniera volle condurla , adoperando n.l com-
ponimento della Storia , e nella forza del colore tucto lo (lile tragico
di quel grand'lìomo , a fegno tale che alcun fuD Emolo difTe allora i
che alcun bozzetto di Polidoro egli imitato aveffe , o che almeno da
alcun fuo difegno aveffe tolto di pefo tutto il penfiero ; e dura mfino
a noftri giorni quefla erronea opinione preflb alcuni Pittori , e prefTo
que' Foreftkri » che de' noftri Artefici non hanno piena cogni-
zione .
T . ,. Correva l'anno i f 64. quando effendofi dall'Architetto Ferdi-
Cucco ne Ja nan"° Manlio dato compimento alla ramofa Chieia da lui incomincia-
Ch; Aj. jej. ta dalla SS. Nunziata nella forma che oggi fi vede , e dovendofi que-
li SS. An- ila abbellire di fiucchi , e con altri ornamenti nella foffìtta , fu eletto
nttnziara. Gio: Bernardo acciochè quelli con fua direzione , e quelli di fua ma-
no follerò lavorati ; giacche in fomiglianti cofe egli avea già dato fag-
gio dal fuo valore , ne vi era in quel tempo chi con più diligenza i det-
ti ornati lavorato aveffe ; conciofiacofachè egli con molto fludio fi era
affaticato nel cercare le belle forme , ed i varj abbellimenti di quelli,
dando loro quella grazia fenza la quale elfi riefeono o fi onci , o di ma-
liilìmo guflo ficchè fanno noja a gli occhi de' riguardanti . Per la qual
cofa fece Gio: Bernardo 1 difegni , e comparti i lavori a' proprj luoghi,
è quelli con fua affiflenza fece da prattichi Maeilri lavorare i Pofcia
architettò nella medefima Chiefa la Cappella della famiglia San Mar
co , e vi dipinfe la Tavola da fituarfi nell' altare di effa , ove effigiò
noilro Signore con la Croce in fpalla ; opera in vero con fommo (tu-
dio , e diligenza condotta , intorno a'ia quale ei fece belliilìmi ftuc-
thi , ordinando altri belli ornamenti per lo Altare . Nella Chiefa di
S. Severino de' Monaci Cafiqefi fi vede un altra Tavola rapprefentante
l'Ad-
Pittore » ed Architetto. 1 2 3
l'Addolorata Madre che abbraccia il Redentore,nel mentre che Giù Tep-
pe lo foftiene col lenzuolo per depositarlo nel fuo nuovo Sepolcro , e
dietro a quefto nella figura di Nicodemo che tiene il vafo del preziofo
unguendo di Nardo t effigiò Gio: Bernardo anche il proprio fuo ritrat-
to divenuto più vecchio dapoichè quella tavola , è dell' ultime opere,
che egli dipingerle , e vicino al fuo , fece anche il ritratto di Pompeo
Landulfo , nobile Cavaliere , e dipintore illuAre , come più fotto di-
moftraremo , già divenuto fuo Genero .
Intanto efJèndogli da Maeftri dell'anzidetta Chiefa della SS. Nun-
ziata data commiflìone per li quadri che andavan fopra la porta grande
al di dentro , e per li loro ornamenti di flucco egli figurò in quel di
mezzo l'Angelo Gabriello , che annunzia alla SS. Vergine l'Incarna-
zione del Verbo Eterno , con accompagnarvi una gloria di altri belli
Angioletti, i quali fan corteggio all' Eterno Padre , ed allo Spirito
Santo , e quefto quadro egli di propria mano adornò di Stucchi affai ben,
lavorati ancorché Vecchio , è , fi (offe , e già aveva principiato il fe-
condo quadro ove la Nafcita del Redentore egli volea dipingere lavo-
rando frattanto anche altre Tavole per varj Particolari , quando in-
calzato vie più delle fue indifpofizioni fu coftretto di fofpendere il la-
voro . Non per tanto fperando egli di riftabilirfi tanto in fallite , che ~
poterTe poi di nuovo proferirlo , ne tralafciando di far qualche dife- /;„£*? pa
1 1 n -i » n w r ,, * nuota riva
gr.o a tal fine , ne avveniva che non cosi tolto ei fi Sollevava un poco gii /anno
Idal male , che la fua compiendone già indebolita dalle molte , e con- profeguii e i
tinue fatiche , ricadeva di nuovo ; laonde vinta ormai la natura dai-Jav?i! deJJ*
le foverchie applicazioni venne a foccombere , l'abbandonò . VepoCn- , io «.^cJn
don egli adunque già vicino af luo fine , cerco con tranquillo , e raf-^ta
fegnato animo munirfi de' Santi Sacramenti della Chiefa , e refe i'ani-
ma al fuo Creatore l'anno i J7Q. e 71. dell'età fua . Uomo veramen- Morte di
te amante delle fatiche della fua profeflìone , la quale cercò fempre diGio:Beinar.
giovare anche in mezzo alle più gravi occupazioni s'ingegnò di fare ao"
acquifio del buono allora che giovane egli era ; poi Uomo dimezza
età di aumentarlo , ed indi fatto vecchio di fofienere le noftre arci
coi decoro , col confeglio , e con le fue virtuofe operazioni . Deono
veramente di quegli elogi che di Jui fanno , oltre l'Engenio. di fopra
mentovato , il Canonico D. Carlo Celano il Sarnelli , e l'Abecedario
del Padre Orlandi . Il Crifcuolo di lui non da notizia a parte (fé pure
nion fi è difperfa con altri fcritti ) ma incidentemente in molti luophi
di fue notizie ne fa onoratifììma menzione , chiamandolo famofiflìmo
P ttore , e nota anche alcune fue parole nel dar giudizio delle altrui
opere; Ma il Gavalier Maflimo Stanzioni onoiò la memoria di lui
nella maniera che fiegue 1
12 4 Vita di Giò:Bernardo Lama
Lodi dittai fi rnar do , o Gio: Bernardo Lamafnfam-fiffruo Pittore detti fuòt
BeinarJo tempi., che fu nel i ffo. , (fendo nato da Matteo Pittore ordinario
tenete disi jn circa il i fio. , dove che inclinato alla pittura non fi volse fi? Nft-
M ff *Cl taro col zìo Aniello della Lama , come voleva il dettolo , ma dì f e*
g>:avn l'operi di ^ilvelìro Buono , e ^or tf»i^ a^i G/o: 4\tonio d'Amato,
e copiò le co/e di Raffinile , e venendo Polidoro in Nupo'i in. piti b in
Jua Jctiota , f/ffif ws/fe , z>rtr*<? , *> £?//? pitture , facendo allora per
le Monache di S, Fé fio , f .9. Gfo: *'/ Quadro dell' Aitar maggior ° , c£?
oggi Jrà efpojìo in quello di S. Marcellino , ejfendnfi Uniti due Mona/ìerj
in uno , come ha voluto il Signor Cardinale . Così hit dipinto quadri
a S. Lorenzo del S. Stefano lapidato , ?^ /?//r<? tavole di Altare l A/li
Capuccini , « .S". G/o: Maggiore , <i//<i S.?. Nunziata , altre bone opere
a S. Maria delle Grazie •vicina? Incurabili* Alla Sapienza la bella
Tavola , che Jlà affai frefea colorita. Alla Chiefa di S. Giacomo detti
Spagnuolì , e a molte altre Cbiefe , e cafe , fervendo molti Signori ,
e fece quadri ad un Cardinale in Sterna , del quale non fette sa il nome,
per la fna Diocefi ', e fitto vecchio più di ?o. anni , patendo molti ma-
li , diede ['anima a Dio Con buona pace circa l'anno i f7 9. Fu fuo di'
fcepolo » e per quello che fi dice , anco fuo genero , lo nobile Pompeo
Landulfi , f£c anche feguitb la maniera di Marco da Siena allora che
venne in Napoli circa quel tempo , che Gio: Bernardo mancò , il qua-
le Bernardo ebbe molti difcepoli , come anco fi dice fuo di fcepolo Gio'.
Filippo Crifcuolo, il quale, 'èia
Fin qnì il Cavalier Maifimo , ma perchè converrà a noi di fog-
ghingere qualche altra cofa nelia vita del mentovato Gio: Filippo Cri-
ìcuoio , dkiamo per ora , che Gio: Antonio d'Amato venendo a mor-
te; fi chiama Gio: Bernardo , e gli raccomandò Gio: Antonio fuo Ni-
pote, cognominato il giovane , a differenza del fudetto Zio , ch'era
nominato il Vecchio , del qual giovane Gio: Antonio ebbe Gio: Ber-
. ^ nardo cura particolare , per le di lui amabili virtù , come nella Tua
polon-'o e VJta «iremo . Fra dil.epoh cu Gio: Bernardo vi furono Antonio Capo-
Sil veltro longo , e Silveftro il Bruno , deli' uno a parte fene farà memoria , e
Bruno difee dell' altro fi fcriverà la vita . Quanto a Pompeo Lmdulfo , egli fu di
poli di Gio: nobil Sangue , e fin da fanciullo i;^ linatiifimo alla p.ttura , ficchè
ije; aro. non istoriando di prcfeflarla , fi fece Icolaro di Gio: Bernardo , la di
dulfoCava CU1 niaftieia gli piacque tommamente lopra quella di ogni altro Pittore
lieic anche de' tempi fuoi , e p.r lo gran genio che vi avea fé e in breve grandm-
ino dfi'ctpj. Jìfj-jo prefitto , a fegno che potè fare dell' opere da efporre in pubblit ( j
l0, ficchè iipinle ancor giovanetto la tavola che fi vede nell' Aitar mag-
giore della Paraccfaia! Ghtefa di S. Matteo , ove poi divenuto Mneftro
fece la tavola per una Cappella ov'èla Reina ds'Ciclifedutacoi Bun-.
bine.
Pittore, ed Architetto . 125
bino , ed alcuni Angioli (otto, ia q;i I tavola fi vede oggi fidiaca Co- La taTOluJ
pra del B.Utifterio , così poi fece altre bdl' opere , come fi vede dalle Jefc irta di
tavole elpofte in vane Chiefe di quella C pu.. .e, cioè in quella Ji Gis- S; Matceo
sii Maria , quella di S, Catarina , e nella Pietà de' Turchini la B.Veit- {■)*„*„ " {£
gmedcl Rafano , con S. Dimtni o, S. Rofi , ed altri Santi dell'Or- fa g ,C;;;L_, ,
dine Domenicano di una tinta dolafiìm . Dopo la morte di Gio:B r- eif-.-n.iofi it.o
nardo lì ..tt nne alquanto alla maniera di Marco da Siena , che lo con- dei naca la
figliò a dar più forza di teuri alle fue pitture , e perciò fàeqeJa tavola TrIbl,n V,'
della prima Cipp Ila entrando nella fudetta Chiefa della Pietà dalla deijaPQ»e*
parte del Vangelo , ove ; friggio la B> Vergine delie Grazie col Barn- ra,
bino Giesù m piedi fui di lei grembo venato di fottilifHmo velo , qua-
le egli per (ommo gmio folca fpeflo diping- re , e di fotto vi è S.Fran-
cefeo, S. Catarina da Siena , e S. Lucia, neila qual Santa ben fi ravvi-
fa eh' egli ers difcepolo di Gio: Bernardo , per la morbidezza delle
mani , e per Io bel colorito del volto , e figurovvi ancora le Anime
ilei Purgatorio , che chiedon mifencordia alia gran Madre di Dio; fo-
pra qutlto quadro nel teconl' ordine , in mezzo ai frontefpizj vi di-
pinfe una imzza figura del Padre Eterno in atto di dare ia benedi-
zione . Vogliono alcuni che Pompeo comi ni affé da fcherzo la Pittura, Pompeo
e poi la profeguiffe daddovero ; perciocché , invaghitoli d'una figliuo- (posò una-»
la molto bella di Gio: Bernardo , la fi prete per moglie , onde fdegna- ^.jjjjjj.*
to il Padre perche non avea prefo una Gentildonna fua pari , negò di jj
dargli alcun foltentamento ; ed egli coftretto a foffrire quello rigore,
fi diede di propofito ad efercitare pittura, tanto che anch' egli valente
vi ri u tei , e fece , come abbiam detto l'opere mentovate . Ma dopo
la morte del Padre ereditando quella porzione , che gli toccava , viffé
fpiendidamente, ed efercitò la pittura con decoro , e con galanteria
facendone dono alla nobiltà ; dalla quale veniva riconofeiuto con pre-
tenti , che forte oltrepaffavano il valore che ne averebbe avuto ven-
dendo l'opere fue . Così contento viffe con la fua cara Conforte, dalla
quale ebbe molti figliuoli , ihe far no educati nobilm nte , e venne
a morte circa il i fQo. avendo con sì ncbil Profeilìone fatto onore a fi?
fteffo , alli Artefici di Pittura , ed al Maeftro che Èanto amò.
Ebbe G.o: Bernardo altri diteepoji , de' quali ne manca la net'»
zia del nome , fapendofi da noi , che da un fuo teolaro fu dipinta
l'Immapine della SS. Concezione , che fi vede locata ali' altare di tea
Cappella mila Chiefa di S. Giacomo de' Spagnuoli preffo la porta pic-
cola di detta Chiefa , e la quale fia in piedi su la luna con il Bambi-
no in braccio , e fopra nel fecondo ordine in mezzo a* frontefpizj vi è
Dio Padre , che dà la fua Santiflùna benedizione ; E certamente non
fi può giud.care quefìa pittura 9 che ragionevole , vsggendofi una di-
vota
1 2 6 Vita di Gio:Bernardo Lama
voti efpreffiva in quell' Imagine della Reina de' Cieli . Sicché l'altre
pitture de' fuoi difctpoli ignoti a noi tralafciando , faremo (blamen-
te menzione di una figliuola di Gio: Bernardo , che fu pittrice , e del*
la quale non fappiamo il nome ; nemmeno fé fu la moglie di Pompeo
Landulfo , da noi defcritto , o pure altra figliuola di Bernardo, da
poiché non vien ella nominata dal Cav. Maffimo in alcune note di pit-
ture ch'egli fece ccn le feguenti parole. Fece Gio: Bernardo alcuni
Vi ofa« quadri per un Signore di cafa Vifcicello , ma la Madonna col Bambi-
Piccrice fi. no che latta , difinto con maniera ajjai dolce , fu dipinta dalla fui
glia e di- figliuola , che coloriva ajjai tenero ì benché già fi sa , che il Padre ri'
fcepola &* tocca le cofe dolli figli \ e cofi ancora fifa fra parenti , e amici da
°f bei" chi è più valente Pittore : ma ad ogni modo lei fi portò bene y dipìn*
gendo varie cofe di divozione . E quefio è quanto fi trova di memori»
di quella giovane virtucfa ; dslla quale mj perfuado , che fian dipin-
te alcune tavole con tinta dolce , che fi credon di mano del Padre; dal
quale fidamente faran fiate ritocche. Sicché facendo fine all'opere di co-
loro , che feguitarono la maniera di GiotBernardo , porrem termine
alla prefente narrativa col riportar in ultimo , l'ifcrizione della lapi-
de fepolcrale , la cjual fi legge nel pavimento della Chiefa del Giesù
delle Monache , preffo la porta di S. Gennaro , ove Gio: Bernardo fa
con onorato accompagnamento fepelltto , ed ove la fua amantiffima
Conforte gli fece feolf ire l'ifcrizione da noi promefla , ed è quella che
fiegue :
"Btmardus Lama, Fi&or hac tegitur Urna
Arti Naturam cedere qui voluit :
Conflantiq; Fide praftans Conftantia Conjux ,
Quam Forma , è" l'robitas quam decoravit Hcnor.
Fine della fita di Gio'.Bemardo Lama Tittore, Architetto, Stuccatore^
ed Ornamsntifta eccellente * di Pompeo Landulfo,
ed altri fuoi Difcepoli .
Vi-
I27
VITA
D I
GIROLAMO SICIOLANTE
DA SERMONETA,
Di Pietro Nigrone Calabrefe, e di
Simon Papa il giovane.
Pittori,
LA virtù di Girolamo fi ha meritato l'encomio fittoli dal Cavalier
Baglione , nelle vite , che fcnfie degli Artefici del difegno» che
avevano operato in Roma > laonde io riportando le fue parole mede-
fime , venirò in un medefimo tempo a complire all' obligo dal mio
all'unto, e rendere a quello Virtuofo Pittore l'onor dovuto.
Girolamo Siciolante da Sermoneta flette col Pijìoja , allievo di
Rafael lo , poi datofi maggiormente allofiudio , fu difeepoh di Ferino
del Vaga . Meglio di tutti , e più degli altri gli giovani fervi nelle co»
fé dell' arte il Maeflro , e lavorò con ejfo lui in CaSìel S. Angelo , e di-
venne valente Pittore , dove fece da per te , con fuoi proprj difegni
molte opere, ed in particolare è di fuo la loggia^che volta verfo i pratii
E nella Chiefa della Madonna dell' Anima dentro la C'pp'lla de*
Tucheri > dove è la tavola di Giulio Romano , dipi» fé a buon frefeo.
l'i/ìorie della B. Vergine , con molta diligenza terminate.
Sopra la porta del Manalìerio di Campo Marzio > di fuori ■> la M&~
donna col fanciullo Giesù è lavoro dal Sermomta.
Nf/ Tempio de' SS. Appo/ioli alla mandritta della Cappella mag-
giore i ewi un fuo quadro , fopra un Altare , di un Cri/io morto > «
J'axvi la nnjìra Donna con altre figure , in tavola ad oglio dipinti , e
tutti vogliono » che fa difegno di Per ino fuo Maefìro > ben egli è vero,
che è ajjai ben fatto-, e mojìra la bella maniera del Vaga.
In S. Clio', de' Fiorentini la terza Cappella a mandritta ha di futi
mano una Pietjìt e di ver fé figure, con gran diligenza,e buon colorito ad
olio compite .
Dntra
1 2 8 Vita di Girolamo Siciolante
Dentro la Sala Reggia del Palazzo Faticano fece una foriti a CohA
ecrrenza di nitri eccellenti littori , la quale è fopra la porta dell*
Cappella ài Sifto IV. afrefco , con figure ajjai maggiori nel naturale di'
fi M, e molto lodata; E:! è quando Pipino Re di Francia dona P\a-
vtnJta alla Clic fa, e mena prigione Adelfo Re de' Longobardi.
La auarta Cappella di S. Litigi , a man dritta ha di ftto unafo-
ria, a concorrenza di Pellegrino da Bologna , infrefeo colorita , ove
fono profpettive, con alcuni colonnati .
Milla Chiefa di S. Tommafo de' Cenci , a piazza Giudea , dipinfe
afrefco tutta la Cappella, dove fono le fìorie di nojtra Donna.
Il Palazzo del Cardinal Capo di Ferro , ora dell' Eminentiff.ms
Cardinal Spada , ha m.a fila de' fatti de* Rimani <, da lui con zi-i
colori eccell.ntementi i; orlata , ma il fregio è lavoro di Luzic Pro-
mano .
Vi de fi per entro la Chiefa di S. Alò de'' Ferrari , una Tavola del
fuo dipintavi a olio la Madonna , S.Jacopo Apoftolo * S. Alò , S. Mar*
tino Vefcovi 5 E parimente in S. Lorenzo in Lucina il S. Fraucefco in
atto dì ricever le ftimmatc è bell'opera afrefco del fuo pznnelh.
Nella Chiefa della Pace , la Cappella fotto l'organo , dal Sermt-
netafu lavorata a frefco,e fopra l'Altare fta una Tavola della Nativi'
th di r.oftro Signore , con li P after i , e con alcune figure a olio ben
colorita j E nella volta del. a Cappella di marmo , che ivi fece il Car-
dir.al Cefi , li quattro quadretti , tra li ripartimenti di trucco , fono
di fua invenzione , e di fuo giudizio . Infume con Battila Franco , al
Cardinal Cefi ,fce nella facciata del fuo palazzo un arme di Papa Giù-
Ho Terzo , con tre figure , e con alcuni putti , e gli ne gi un fé lode ■, e
fama .
Dove bautta l'altra Cappella i Signori Cefi in S. Maria Magiare ,'
fopra l'Altare, è fuo un quadro a olio , tutrovi la Decollazioae di S. Ca-
terina Vergine , e Martire , con molte figuri , e di fopra vedefi la Sax*
tijjìma Trinità , ed intorno alcuni Santi , a olio formati ; Nella Cap-
pella de' Signori Sforza , la tavola di fu.: mimo ha la Madonna AJJ'un-
ta , con gli Apposoli » a olio figurata , ed anche vi fono due ritratti
di Cardinali ni' depofiti ■> che ra .no da' lati d quefìa Cappella .
Girolamo nato ad onorate le Baftltcke di P^wa co ifno pennello ,
in S. Gie: Lat erano, nella Cappella de' Sigi: ; : Maffimi , fece fopra i' Al-
tare un Crccifijjo , con molte figure a olio > con gran diligenza , e mae-
fria condotte
E dove è la Chiefa di S. Giacomo de' Spagvucli , l'Aitar Maggiore
ha un Crif.o , nella Croce confitto , con la X fìra Donna , e S. Giovanni ,
e dalle bande fittovi i Santi Giacerò 5 ed J.! _ fio, a olio fatti , Opera
d el Ser moneta .
la
Pittore. 129
tn Araceli dentro la feconda Cappella a mane /Tanca , èfuo il qua-
tro a olio , della T rat figurazione del Signori « con li fttoi Apojìoli , af-
fai buon lavoro .
Dentro la Minerva , anche vicino alla Cappella della B. Agnefe di
}ionte Pulciano , jìanno S. Caterina % e S, Agata a olio fopra il mur»
da Ini figurate *
Nella Sagrefia di S. Pietro evvi la tavola d'una Madonna con il
buttino Giesù , S. Francefco , $. Bonifacio » e Papa Bonifacio Vili.
iniinocchione , che prima fopra un altare , nel vecchio Tempio di S,
Pietro era ripojìa , ed a olio lavorata,
Qu/J}' Uomo fu molto amato dalla Nobiltà Rimana , non foto per
rìfpetto dt' Sigaori Caetani Bimani > a cui era Vaffallo , ma perchè
faceva ajjai bene i ritratti . A diver fi molte opere dipinfe% sì per f uà-
ri di }\oma , come per ornamento della Città di quadri , e di opere pie*
eole% le quali per brevità tralafcioxt la fu a morte fot to il Ponteficata di
Gregorio XIII. fucc£e .
Pietro Negrone , da alcuni vien detto nativo della Città di Co-
fenza , ed altri lo fanno della Città di Cotrone , della Provincia di
Catanzaro, e tutti convengono , che fu Cal.ibrtfe ; ne vi e certezza
in qual fcuola apprendelTe coltui l'arte della Pittura , argomentando
folamente alcuni Profeffbri , che da Gio:Antonio d'Amato il Vec< hio,
aveffè avuto i precetti , per molte cofe fatte da Pietro in (in giova-
nezza , che tutta quella maniera fomiglir.nc, non mancando però chi
lo creda difcepolo di Marco Calabrefe , e forfè con miglior fondamen-
to , perciochè ia maniera di Pietro più tofto a quella può famigliarli»
che ad alcun altro di que' Maeftri , che vivevano allora . Ma noi la»
feiando da canto tutte le cofe dubbiofe della fua vita , farem pafTag-
gio alla deferizione delle fue opere , che in varie Chiefe di Napoli
ftanno efpoite , e primieramente faremo menzione della tavola , che
fi vede nella Ghiefa di S. Agnello Abate , fopra l'Altare di una Cip-
pella , ove vie dipinta la Be.ita Vergine , col Divino Bambino in
braccio su le nuvole , corteggiata dagli Angioli , e nel baffo S. Cata- Opere del
rina , S. Onofrio , e S.Girolamo, con un ritratto , e vi è notato il Negrone^
fno nome . Nella Real Chiefa di S.Chiara lavorò Ji portelli dell'Orga- 'f|J}fteCh1jJJ
no, facendovi le figure di S. Antonio , e S. Chiara , e nella parte di fe jj Nano-
dentro vi dipinfe il Miflero della SS. Nunziata. lì.
Era la Chiefa di S. Chiara per la maggior parte dipinta dal famo-
filTìmo Giotto , e nel tempo , che fioriva Pietro , alcune di quelle di-
pinture avevano molto patito, che però ne fu data a lui la cura di
racconciare quelle , che erano guafte , erifezionare 'e mancanti , la
quale in.prefa fu efeguita da Pietro con accurato fudio , e diligenza ,
e tanto , che incontrò il piacimento di chiunque le vide j ma dopo
tovo lì. r molti
1 3 o Vita di Girolamo Siciolante
dopo imiti anni, condili tutte quelle pregiate pitture fatte carfr
celiare, per ordine cbl Reggent- Bin jnu ivo , per la fciocca ragione**
con che perfuafe qu.Ile nobili Sign >re Monachi , che rendevano opa»
ca , e malinconica la Chiefa , come altrove abbiam detto , non fi ve-
de di tali famofe dipinture di Giotto , e nfttture di Pietro fé non ,
che que' Santi , eh; vi fon rimafi fopra la porta della Sagreftia.
In Santa Maria Donna Romata , ne' muri laterali alla porta ,
vi fono due tavole egualmente fituate, in una dell quali vi è efprefla
l'adorazione de' tre Santi Maggi, e nell'altra la Anellazione di noftro
Signor Gieiù Criftoalla Colonna, ambe fatture di Pietro , leggendo-
vifi il fuo nome , col millefimo If4i; Nella Chiefa di S. Maria Eg.
gizziaca vi è di fua mano la Tavola , con entrovi la Beata Vergine ,
con il Bambino in feno ; benché quefta fia riputata opera di fua gio-
vanezza , p.r efiere alquanto debole . N;lla Real Chiefa di S. Luiggi,
di Palazzo , de'Padri Minimi di S.Francefco da Paola , e proprio nel-
la Cappella Laterale al maggiore Altare , per la quale fi pafla al Coro,
vi è la tavola su lo Altare di elTa Cappella , dove vi è figurata l'Af-
funzione di Maria Vergini al Cielo , circondata dagli Angioli , effen-
dovi i dodici Appoftoli intorno al fuo Sepolcro, nella qual Tavola vi è
il fuo nome, con queft' anno i 5T4.
Neil' Altare della Sacreftia di quefta medefima Chiefa , vi era la
Tavola , ove Pietro aveva dipinto il battefimo di Crifto Signor Noftro,
la qual pittura avendo cominciato a patire,con fcroflarfi in alcuni luo-
ghi il geflo,con che prima s'imprmevano le Tavole, per poi dipingerli,
Mìrabll fé. è ftata mirabilmente trafportata su la tela, col maravigliofo fegreto di
greto di tra togliere la pittura da quelle , ed appiccicarle su le tele , da Alefandro
pitture d'ai^ **' Simone nell'anno 17? 1. > ficcome ha fatto ancora alla bella Tavola
le tavole su ài Marco da Siena, ove dipinte la Nalcita della Beatiflìma Vergine, e
la cela. che fi vede nell'Altare di fua Cappella di quefta medefima Chiefa , con
maraviglia di ogn'unoj tanto in oggi è fatto ingegnofo, ed affinato l'u-
mano intendimento.
Opero quello Artefice moltiffimo , cosi in Napoli , come nel Re-
gno, e tuori , e fu adoperato anch'egli nelle pitture , che fi fecero per
l'entrata in Napoli dell'Imperador Carlo, V.»Cusì fece varie opere per
la fua Patria, e p;r la Calabria,come per ragion di di efempio portere-
mo qui le pitture che fece per la Chiefa de'Frati Riformati di S.Fran-
cefco nella Città di S. Marco, ove {opra l'Aitar maggiore vi è il qua-
dro con laSS. Vergine col Bambino Git sn,e fopra la Tavola la SS.Tri»
nità; accanto a quel della Vergine in un lato vi è S. Francefco, e nell*
altro S.Antonio da Padovane quali pitture fono fiate da noi vedute ,
nel p .flare per detta Terra:cosl dipinfe ancora altre cone per Altare di
Chiefe in Napoli, che rimo dernandofi » fono fiate tolte per collocarvi
altre
Pittore. $ 3 1
altre pitture de' noflri moderni Artefici , e mnflìmamente del noRro
fàinofo Luca Giordano: Ma la bella Tavola , che darà Tempre lode a
quello Artefice fludiofo, è quella, che fi vede nella Chiefa della Croce
di Lucca, nella feconda Cappella, entrando in Chiefa , dal canto dell' Opera bel-
Epiftola, dove è dipinta la Beata Vergine , che ha nelle braccia il Tuo liffima del
Divino Figliuolo, lotto un bel panno , che a guifa di padiglione , è fo- Negione al.
ftenuto da due belliifimi Angioli in aria.ed a baffo vi fono i Santi Apo- la Croce di
ftoli Giacomo , ed Andrea , Quadro condotto con bell'unione e dol- LuCc3,
cezza di colore, eflendovi tale intelligenza nel chiarofeuro , che ferma
l'occhio di chiunque in lui fi rivolta, e vi fi vede il fuo nome.
A Piedimonted'Alife, oggi per Regio Privilegio nominata Città,
nella Chiefa Collegiata , vi lono tre Tavole del Negrone , due delle
quali fon fituate lacerali all' Aitar maggiore , e rapprefentanto una
S. Girolamo , e l'altra S. Luca Evangelilla , in atto di fcnvere.guar-
dando entrambi la Beata Ve,gine , che Ila dipinta nel quadro su l'Al-
tare. In una Cappelle vi è parimente la fudetta SS. Vergine col Bam-
bino , ed Angioli in Gloria, ed a baffo vi fono molti Santi con S.Mar-
cellmo , Protettore della mentovata Città, ed in quello Quadro fcrif<
fé Pietro il fuo nome .
Pietro Negrone, benché in alcune Tavole appaja debole , non è
tale però , che non meriti la confiderazione di buon Pittore , poiché
cercò fare le lue pitture con amore , e ccn Audio , con il quale fece
poi alcune opere da noi mentovate , ehe fono bellilfime , e che han*
no lode da molti de' noflri Scrittori , come dall' Engenio , dal Cela,
no , dal Sarnelli , ed ultimamente dal Parrino , ed altri , che fanno
onorata menzione di lui , effendo egli ancora cognominato il Zingaro
giovane, a dillinzione del Zingaro vecchio , che nota il P. Orlandi
nel fuo Abcedario Pittorico, ove fa parola del nollro Andrea da Saler-
no ; e la cagione perchè Pietro ancora ebbi il frpranome di Zingaro
fu, dall'effer egli di carnaggione affli bruna , con gli occhi lividi , e
guardatura fofea , ficcome vidi in un fuo ritratto » pofTeduto dal fu
Antonio di Simone , dipinto da lui medefimo , fatto di alcuni Santi»
Laonde da tal fopranome fi raccoglie , che a fuo tempo fu Pittore di
grido , benché a noi al prefente non paja tale , perchè avanzandoli
l'Arte e (luta a noflri giorni illuflrata con l'opere egregie , e irrepren-
fibili di tanti noflri moderni Pittori ; ma la virtù di Pietro farà fem-
pre degna di lode in riguardo de" tempi fuoi , e di fue virtuofe fati-
che i facendone menzione il Cavalier Maflìmo Stanzione , in quelle
note ch'egli faceva , per diliendere le Vite de' noflri Artefici del dife-
gno , come nella fua Vita fé ne farà parola ; dando intanto fine a
quella di Pietro , il quale vivendo allegramente da galant'Uomo , di-
vcrtendofi ccn gli Amici , che aveano piacere di featirlo fuonare il
A 2 lento,
132 Vita di Girolamo Siciolante
leuto , che toccava affli bene , pervenuto circa il fefTantefimo anno
della fua Vita , lafciò quella fpogiia mortale circa il 1 y6 f.
Fu figliuolo , e discepolo di Pietro Rafaele Neurone, al qui le il
Padre impof.. quello nome con la fperanza , che col nome anch: por-
tarle la Virtù del Divin Rafaello . Che però l'applico alla pittura, in*
fegnandoli con ogni accuratezza tutte le buone regole delle noRre Ar-
ti , e ponendogli avanti gli occhi gli efempj de' gran Maeftri ; e più
quello di Rafaello da Urbino ; la di cui fama era molto crefciuta ;
Ma per quanto il fuo figliuolo fi affatica/Te non pafsb mai la mediocri»
tà e ne men ginnfe al voler del Padre ; non avendo avuto il dono
della grazia dalla benigna natura , concedo a pochi dal Cielo . Come
fi pub vedere Jalla tavola dell' All'unzione della B- Vergine , con gli
Apoftoli intorno al di lei Sepolcro , efpofta in una Cappella della Real
Chiefa del Carmine Maggiore , ove è Critto il fuo nome j la quale è
più torlo degna di compatimento , che di lode j e tanto balli di Ra-
faele Negrone.
Nacque Simone Papa circa il 1 706. da un Maeflro Lorenzo , che
l'arte dell' Argentiere efercitava , preflb gli Orefici , il quale traeva
origine dall'antico Simone , e crtfciuto , vedendo difegnare il Padre
que' modelli , che dopo di argento doveva lavorare , s'innamorò del
dilegno , e con tanto fervente amore a quello fi volfe , che quali not-
te , e giorno altro non faceva , che copiare quanti difegni poteva ave-
re ; per la qual cofa fu acconciato dal Padre con Gio: Antonio d'Ama-
to il vecchio , dove avanzatoli nell'arte , fece molte opere per vari
particolari, e trovali regiftrato un quadro fatto per 1' Aitar maggio-
re della Chiefa dtll'Afcenlìone , che poi fu levato ingrandendoli la
Tribuna , dove dcpo vi lece il quadro beiliflimo del S. Michele Ar-
cangelo il celebre Luca Giordano • Ma invogliatoli Simone di fare
p.ù .liquido nella pittura, volle apprendere il diping-re a frefeo ,
eh' è la parte più difficile dell'op rare i pennelli ; folendo dire qui in
pe Napoli il Cavs Lanfranco , che il dipingere ad olio era per ogni Don-
morabile_> na » tne v' applicale, ma il dipingere a frefeo era folo del valentuo»
del Cav. ino. Adunque Simone divenutone maeflro , fece una Sala a' Signori
Lanfranco. Coflanzi , che per efi'erfi rimodernato , dopo quafi cento anni , tutto
il Palagio , più non fi vede , e prefe a dipingere a buon frefeo il Co-
ro della Chiefa di Mont- Oliveto, dove varie ftorie egregiamente
dipinfe , con rapprefintar nelh prima ch'è dalla parte del Vangelo,
quando il Santo P. Benedetto dà l'abito a' fuoi Monaci . Nel fecondo
Jo fteflb S. Padre buttato in un roveto di fpine , per vincere lo Spirito
di Fornicr.zione che io tentava . Nel terzo il S. P. Benedetto , che col
baflone pollo nel fiume ricupera il ferro caduto in quello ad un lavo-
ratore ài campo . Nel quarto vedefi il S. Padre , che batte con la di-
fcipli-
Pittore . 133
fciplina il Demonio, che tentava il Monaco ufcir dal Coro. In un
de' due quadri che fon di fronte al Coro e dietro l'Aitar maggiore, fi
vede il fatto del fervo del Re Totila veftito con i Reali ammanti , che
vien riconofciuto dal S. Padre , e nell'altro quadro compagno vedefi
il S. Padre che riceve nella Religione i Giovanetti Placido , e Mauro,
le quali Morie fono a maraviglia belle , p?r lo gran componimento di
figure ben difpofle ne' loro filli , ed ottimamente dipinte. Sieguono
nell'altro muro laterale d.l fudetro Coro altre quattro ilorie , e fe-
guendo l'ordine incominciato , vedefi il Santo celebrare il S. Sagrifi-
zio della MelTa , nel fare la profeffiond gli Oblati . Siegue il miraco-
lo oveS. Mauro mandato dal S. Padre infoccorfodi S. Placido caduto
nel fiume, anziofo di dargli fjecorfo camina (opra dell'acque . Nell'al-
tro ch'è b.llilfimo fi vede il Monaco morto fenza la S. Communione
Eucariflica , e f.p- Mito tre volte , altrettante ritrovato da fuori la
fepoltura , onde per ordine del S. Padre portogli una Particola Confà-
grata nel cappuccio", riposo in pace nel fuo fepolcro . Neil' ultimo fi
vede il S'. Padre fpirare in piedi , foflenuto da' Monaci, evie il Sa-
cerdote veftito con Pianeta , che legge i Salmi , e le preci : opera ve-
ramente ammirabile , e decorofa.
Avevano in quel tempo i Frati OfTervantj di S. Maria la Nuova
allogate le pitture del Coro , e della volta , a Cefare Turco , buonif.
fimo pittore ad olio, ma che niente , o poca pratica aveva del dipin-
gere a frefeo , come nella fua vita fi dilli; ed effèndo (lato detto a'fud-
detti Frati, che malilfim^ quelle pitture da Ct fare fi dipingevano, e
forfè più biafimandole quel falfo fuo amico Pittore fa cui per confi-
glio Celare era ricorfo ) di quello , che veramente elle fofibno , ne fa-
con vergognai danno da quel lavoro rimoflb da'Frati fudd.che avendo
udito lodare Simone per bravo frefeante , vollero queft' ultim' opera
di Monte O'iveto vedere , la quale piaccicagli , animati ancora da.
que' Monaci , che Simone vantavano , gli diedero a dipinge-
re il mentovato Coro , con la fua volta , buttando a terra il lavoro
fatto da C.fare , che per quanto vi fi adoperale con preghie re, e con
mezzi , non potè impedire , che quefta fui vergogna non ne feguifle,
per la quale accorato a capo di pochi rn.fi fé ne morì .
Prefe dunque Simone a rapprefentare in molti quadri , divifi da
ripartimene di flucco , iflorie del Vecchio T {lamento , le quali era-
no allufive alla Beatifiìma Vergine , nella volti di Copra , compar-
tendo ne' fianchi di quella gli fpicoli con ovati , ne' quali figurò Virtù,
e Profeti , quelle per effer (late doti di lei , e quelli per averne pre-
detto i pregi ; indi intorno al coro vi efprefle alcune azzioni di tfsa
Ss. Vergine , delle quali non fo altra diftmzione , (e nonché di quel-
le , che di mano di Simone vi fon rimafe , elTèndo (tare ritoccate tut-
te
1 3 4 Vita di G irolamo Siciolante
te l'altre da Belifario Coreneio , dapoichè, per non so qual difgrazia, le
pitture di Simon? aveano affai patito . Vedefi dunque due Quadri la-
terali a quel di fronte all' Altare * che è ilmaggiore , ove vi è figura-
ta 1' Affunzione di Noftra Signora al Cielo , la quale ne meno ora è di
Belifario , ma di Onofrio di Leone fuo difcepolo; ma ne'due laterali di
Maeftro Simone vi è in uno la Nunziata , e nell'altro un altra Storia
della B. V. Co»ì di fuo vi è ancora rimafa intiera qualche figura nella
volta di fopra T come ancora alcun' altra delle Storie , che fono in-
torno, o almeno vi fono intiere figure rimafe fenea ritoccamento .
Finita quella, con foddijfazione de' Frati , e dJ pubblico, fu allo,
gato a Simone il Chioftro grande di dentro, per dipingervi intorno
la vita del Serafico S. Francefco , ripartita in tanti Quadri , che fan-
no un numero , ed un lavoro confiderabile , come a noftri tempi fi
vede , effendovi alcune ftorie ritoccate da Giuftppe Fattorufo , td an-
corché quelle ftorie fiano dipinte a buon frefeo , ad ogni modo però
l'umidità dell'aria , e del giardino , che ha nel mezzo quello Chioftro,
f.mpre confuma i colori , o fa cattivi effetti alla tonaca.
Ma al povero Simone fece peggiore effetto quell'inclemenza dell*
aria umida del nominato giardino , dapoichè gli cagionò le gotte non
folo a i piedi -, ma ancora nelle mani ; per la qual cofa gli convenne
per molti mefi guardare il letto ; dopo qual tempo migliorato, riror»
nò a fuoi lavori,facendo per la Chiefa Parocchiale di S. Angelo a Se-
gno un S. Girolamo ad oglio 3 Così nella Chiefa di S.Giacomo de'Spa-
gnuoli , nuovamenre eretta da D. Pietro dj Toledo, con difegno , e
modello di Giovanni da Nola , fece per un Affaretto , che fta fituato
in un pilaftro in facci a alla porta maggiore il Quadro con li tre Santi
App^ftoli . Dopo effendofibenrimeffo in falute colorì una CappJla a
frefeo a S. Gio: Maggiore , della quale non occorre farne altra men-
zione -jConcioffiacofacchè , ultimamente nel rifarfi tutta da capo quel-
la Collegiata , fi fono perdute non folo quelle pitture , ma ancora al-
tre memorie de' noftri antichi Pittori ; per la qual cefa farem paffag-
gio all'opere , che egli dipinfeper la Chiefa Parrocchiale di S.Giufep*.
pe Maggiore , figurando , così nella Cupoletta , come fopra del Cor-
nicione della nave di quella Chiefa,la Vita del Santo Patriarca ripar-
tita in tanti Quadri, ove quafi tutte l'azioni di lui vi dipinfe , o alme-
no li più principali ; come ben può vederli , tutto che fiano fiate ul-
timamente ritoccate da Giufeppe Fattorufo , nominato di fopra , il
quale niente però vi ha mutato di quanto Simone vi dipinfe ; effendo-
vi nell'anzidetta Cupoletta Quadri intieri , fenza alcuno ritoccamtn-
ro , e propriamente come li dipinfe Simone , e fono pieni di efprellìo-
ni di naturalezza , e divozione, tuttoché egli mentre faceva quell'i pe-
xa fuffe afsalito dal fuo male della gotta più volte ,per cagion del qua-
le
Pittore. 1 3 j
le lafciò di più dipingere a frefco , notando i! Cnfcuolo , che Simone
facefle altre Tavole di Altare , cta a me non è riufcito trovarle , co-
me dalla notizia , che appreflo del primo Simone , antenato di quello,
egli ne fcriile , eie lue parole fono quelle : E quetìo è quella , che di-
ce quejh prefente Simone , ano de Cafa del Papa , ch'è flato fuo an-%
fenato , dove che que/ìo prefente , in que'lo i fé 6. ha dipinto anco a
S. Miriti la Nova /òpra T Altari , e attorno HCoro , come anco nella
Cappella delli Lancellotti ; Così ha fatto pitture a S. Giovanni Mag-
giore a una Cappella , ed alla Chi e fa di S. Giacomo dez,li Italiani a
torto molte co fé . Cjs) a S. Caterina de li Mercanti , ed altre Chiefie^
e Cappelle ; doveche Jiando molto infermo con gotte di mani , t di
piedi , poco può dì pignere . E quello è quanto abbiamo di notizia di
quello buon virtuofo appreflb Gio: Angelo , dal quale è poi nominato
nelle notate di Cefare Turco , perchè ebbe a rifare Simone il Coro
allogato a quello » ed il Cavalier Mdffimo , nelle fue note rammenta
la morte di Cefare per cagione delle pitture di S. Maria la Nuova , e
folamente dice ,che furono fatte da Simone Papa il giovane , ed altro
non fcrive di quelli due Pittori, fé non , che aveva penfiero , regi-
Ararne le vite come de gli altri , che ne fa il Catalogo . 11 nominato
Crifcuolo nel fu:> difcorfo de'Profeflbri del difegno, dice , che la mor-
te di Simone fofce accaduta pochi anni prima del i jéo. : nel qual'an»
no quel fuo difcorfo feri veva j
fine della Vita dì Sitntn Papa
il giovane.
vita
136
V I T A
D I
ANNIBALE CACCAVELLO
Scultore, ed Architetto .
NElIa perfona di Annibale Caccavello ciafcun potrà chiarament®
conofcere a quanto arrivi la prefunzione , e 'I difpetto ; unit'
quelli all'ardire di un maravigliofo operare , che li fece ottener il van-
to di valentuomo , con annoverarlo infra migl. ori Artefici , che ne'
fuoi tempi fiorirono ; come dalla narrazione che fiegue potrà ve-
derli;.
Da un Gio: Battifta , che aveva la fopraintendenza a coloro che
i marmi lavoravano , o che aveiTe l'incombenze di quelli far venir da
Carrara; nacque Annibale circa l'anno Ifi f. » e perche da fanciul-
lo vedeva tutto giorno fcolpiré i marmi , gli nacque perciò gran de-
siderio di voler apparare la nobil Arte della Scultura ; che perciò fu
dal Padre acconciato con Gio: da Nola , che in quel tempo era appref-
Profitto di Co d'ogn'uno tenuto per eccellente Scultore . Con la direzione di un
Annibale-» tanto rinomato Maelìro molto avanzo fece Annibale nel difegno , e
ncJa icuoJa nejja pratjca jj maneggiare i ferri - e tanto che ancor giovanetto fec-
tllCjiovanm ■ * n 1 1- 1 it n*n 1 1
da Nola intere itatue , le quali vemvan condotte con I aiiifttnza del mentova-
to Giovanni , effendone a lui portate l'incombenze . Così dunque di
giorno in giorno avanzandone con la continuazion de' fuoi ftudj, fi tro-
vò Annibale cotanto innanzi del diffidi cammino pervenuto , che or-
mai ancor egli era per un valente Artefice di Scultura riputatOj e tan-
to più cercava egli a tutto fuo potere di acquiftarfi tal nome , quinto,
che molti erano gli emoli fuoi che fotto la direzione di Gic; la Scultu-
ra apparavano con 1' Architettura altresì; ed infra quefti il miglior
allievo veniva riputato Domenico d'Auria ; il quale veniva contra-
diftinto dal Maeftro , e nell'affetto ,e nelle opere , (he con fuo molto
utile gli commetteva ; la qnal cofa non era lenza invida degli altri
Mal' animo Scolari fuoi Condilcepoli ; e più di tutti di Annibale , che eilèndo di
del Cacca- natura colerico , pigliava con maggior fentiirunto , che gli altri i fa-
vello con- vorj fatti dal Ma(ftro a Domenico; tutto che da Gio: fuffe ancor egli
tro dek.cn- ^ veduto , ?.ff dito , ed amato ; Per la qual cofa di giorno in giorno
ed il Mac- avanzandoli più la mala voglia in Annibale , ed tliendo perav ventura
Itro. toc-
Scultore , ed A rchketto. 1 3 7
toccato a Domenico alcun lavoro da Ini preteio , fcoppiò infine ad
appalefarfi apertamente inimico di quello , e concorrenti del Maeftra
medtfimo
Appalefata quella animofìcì dal Caccavello , ufcì npertamenra
in campo a contender con la pia crefeiuta fama del fuo Maeflro Gio-
vanni , e con la nafeente di Domenico d'Auria fuo Condifcepolo ; ed,
aperta bottega , comincio ancor egli a far vedere delle belle Sculture ,
condotte con buon difegno , e con pratica diligenza ; Per la qualcafa
eflendo già conofeiuto per buon Maeftfo gli furono commelfi vari la-
vori , e fece de' buoni ritratti effigiati in marmo a varj particolari ;
cosi per adornamento di loro cafa , come per efporli. in pubblico su
delle f-polture , come fu quello che fcolpì nella Statua di un iionore
della famiglia Carraf* nella Chiefa di S. Domenico Maggiore nella
Cappella laterale a quella del SS Rolario , e quella Sepoltura fic- egli
n concorrenza di Gio: da Nola , che in quel tempo lavorò la Statua
della B. V. con q delle di S. Gio: Baftifta , e S. Matteo : Anzi che ten*
tò toglierli il lavoro della Sepoltura che (-ce poi Gio: in S. Maria dil-
le Grazie hpra le mura ad un Signore di cui non vi è ifcrizione alcu-
na , e però reità incerto il perfonaggio , che rapprefenta » veggenJo-
vifi ancora le belle Statue inginocchioni tinto di quel Signore, quan-
to della fua Spofa, con belle attitudini , e bel panneggiamento, e que-
lla Sepoltura è fituata predo la Porta dalia parte della Cappella della
Famiglia Giuftiniani . Avea dunque tentato il Caccavelle togliere al
Maeflro quello lavoro , perciocché avea laputo , che dal fuddetto Gio:
fi pretendeva quello lavoro, per compartirlo ancora a Domenico , ed
inlieme pofeia condurlo 5 ma previ III- cotanto l'impegna del Cacca-
vello, che ottenne l'opera , forfè a dilpetto del fuo Maeflro : E ve-
ramente parve , che di ragione ben meritata l'avelie , inentrec he fi
veggono in quella Sepoltura le Statue con gli ornamenti rosi bene idea-
te , e condotte a perfezione, che certamente mentano molta lode,
per elf r con accurato Audio , e con fonrvm bellezza lavorate , e tan-
to , che non discordano di bontà da quelle fcolpite dal fuo Mae-
flro.
Era in quel tempo,per la morte di Girolamo Santacroce, un gran
concorfo fufeiuto da' valenti Scultori , che in Napoli dimoravano ,
e de' Compatrioti , apprefio il Marchefe di Vico Niccolò Anto-
nio Caracciolo, figliuolo di Galeazzo , per compire la fua Cappel-
la nella Chiefa di S. Gio: a Garbonara , la quale era ormai in aflaiflì-
ma fina pervenuta , per la bella forma in cui era ella fiata architet-
tata dal Santacroce 5 come riferifee il Vafari , che un Tempio tondo V^J ncl-
nppref ntava , partito in colonne , e nuchie- , con alcune Sepolture Qir 1" a d*
mirabilmente intagliate j e perchè coloro , che per ottenere sì fa ma- Santacroce
TO!VO II. S fo
1 3 8 Vita di Annibale Caccavelle)
fo lavoro , erano ancora valenti ili mi Uomini , effendovi infra que-
lli Gio: da Nola, Pietro della Piata , e Domenico d'Auria , perciò
non fapendo quello Mgnore a qual di loro appoggiarlo, molto tempo fé
ne diede irrefoluto, fenza d terminare a chi tanto importante lavo-
ro doverle dare ; ma alla perfine con favio configlio delibero compar-
tir l'opera a quattro valenti Artefici , acciocché , come già «-ommeia-
to fi era , e bene incamminato per la concorrenza di Gio: , e Girola -
mo con Pietro della Piata fuddetto , così continuar fi doveffe con i
medefimi , aggiungendovi in mancanza del Santacroce Annibaie'Gac-
tavdlo , e Domenico d'Auria , e cosi fu conchiufo il contratto , e
Aipolato ìftromento ; fperando in tal modo e/Ter ben fervito , ed in
brieve tempo veder terminato perfettamente tutto il lavoro della
Cappella magnifica , il quale riufeir doveva cofa marav/gliofa , per
l'emulazione , e la gara ds' detti valenti uomini . Così dunque com-
partito il lavoro a'Iuddetti Artefici di fcultura , toccò ad Annibale
la Ita tua del S. Andrea Apposolo , co' lavori della fua nicchia, la
quale con fomma fatica , e diligenza egli a perfezione conduffe J fa-
cendola apparir bella nello iludio , nella moffa dell'attitudine , nella
fifonoinia , nel panneggiamento , e graziefa all'intinto i laonde per
quelli fratua meritò gli encomj de' medeiìmi fuoi Competitori, aven-
dola Iodata Gio: da Nola , per adempire alle parti della fincerità del-
l'animo fuo, e del fuo retto giudizio . Fece poi al li Monaci della
fuddetta Chiefa la Cull^dia per lo maggiore Altare, ove vi fcolpì due
fotue tonde di S.Gio: B ttilla , e S. Agollino , con due Angioletti bel-
lilfimi , i quali tengono una Pillale , e quella con bel penfiero forma
il Tabernacolo .
Udita prima ia f.ma , e poi vedute le opere di Annibale da'Sig.
della Famiglia Tocco,vo!ìero quelli, che luffe ancora abellita con fuoi
lavori una loro Cappella affai magnifica, che aveano eretta già molti
anni innanzi i loro maggiori nel Pifcopio Napoletano ; che perciò gli
commifero le (fatue tonde del S.Pietro, e S. Paolo,che hanno in mezzo
la SS. Vergine, le quali flatue conduffe con quella perfezione , che
vi fi vede oggi giorno ; facendovi altresì nella fuddetta Cappella , ed
all'Altare , ove le Statate Cono , varj ornamenti di marmo, e di tut-
to quello lavoro ne meritò molto utile , e molta laude . Cosi fece al-
tri lavori di marmo p^r altre gentilizie Cappelle , le quali modernan-
dofi a' nollri tempi , fono itati convertiti in nitr'ufo , ed altrove da'
nuovi padroni traiportati ; Quindi lavoiò la Sepoltura di un Signore
delia Famiglia Brancaccio da collocarfi nella loro Cappella eretta nel
mentovato Pifcopi a , benché a quella fia unita la Famiglia Barile,
laonde fi nomina , de' Brancacci , e Barile , ed in quella Sepoltura vi
fcolpì le ilatue del fuddttto Signore, e di alcuni Putti,che foilengono le
faci.
Scultore , ed Architetto, 1 3 9
faci . Ma in oggi effendofi modernato qu 1 fico con architettarvi I»
Porta, che dai Pifcopio introduce alla C'hiefa di S. Reflituta , è flato
rimoflb quello Sepolcro , ed in altrove con altro componimento (itua- sep()icura
to ; lìcche molto diverfoda quel di prima fi vede . Ma il bel Sepol- jj p^briiia
ero di Fabrizio Brancaccio fituato laterale alla porta di S. Maria delle Brancaccio
Grazie (opra le mura , merita tutta quella laude che pub darli ad ope- a S. Maria
ra perfettamente compiuta . In etto vedefi inginocchioni fopra il Tu- . e '*~a
mulo la ftatua del nominato Fabrizio ivi fepolto in atto Ji orare . Da' kelllflìm*—»
lati vi fono due ftatue , che pofano fu la bafe del monumento ; una <jel Cacca-
figurati per la Giuftizia , l'altra per la Pru lenza ; di sì beila moda vello.
ideate, con tanta nobiltà efeguite , e con bellezza tale perf zion.iix* ,
che nulla m.nca all' intelligenza d 11' arte ; Dapoichè fon eie ben di-
fegnate , e maffimimente i bei piedi , con le morbide carnofe m.mi ,
i panni ben piegati , e con bizzarria fcolpiti j ed in fonami vi è una
tenerezza , che non di marmo fcolpite , ma più tolto le dirette da no-
bil pennello delicatamente dipinte .
Dopo la morte di Gio: da Nola , crebbe migliormente la gara G'.ra di Ab
fra Annibale, e Domenico d' Auria , e quelli amenduni gareggiava-",?
* v °^ _, Vello con *
no con Pietro della Piata , che veramente fcolpiva cole m iravigliofe; rjomen;co
come in varj luoghi vedevanfi , oltre quelle dette nella nom. iuta d'Amia ,
Cappella già famofa del Marchefe di Vico ; che per ib ogn'un di loro
sforzavali di far vedere fin dove jl valor loro giungeffe , con ciò pro-
curavano dell' opere , anche a cotto di o^ni impegno ; laonde fpef-
fo accadeva , che ne' lavori vi facev in concorlo , e poche volte lì ot-
tenevano da colui ,al quale da principio erano deftinati . Così appun-
to accadde nell'elezion dell'Artefice , che doveva lavorare la Sepoltu-
ra di D. Parafan de Ribera in quel tempo in Napoli Viceré ; la qua- Oe»ere httc
Ile era a D. Pietro dell» Piata già desinata ; ma trovandoli egli occu- aJ u': Vl~
pato ne' lavori anzidetti del Marchefe di Vico , per la fin Cappella , "mpo'per
tardò a farne il modello , che fubitamente fu fatto dal Caccavello, ed i.iyùjc in
al Viceré fatto vedere , che piacciutogli , prevalendovi ancora quii- S^a^na.
che impegno, diede tutto il lavoro ad Annibale , acciocché egli ben
condotto l'avelie . Ottenuta il Caccavello quella faccenda , fece la-
vorare a tuoi Giovani tutti gì' intagli , che andar dovevano per or-
namento alla Sepoirura fuddetta , ed egli vi lavorò nel bafamento , e
e d'intorno alcune ftorie di baffo rilievo, che (lavano in mezzo a varj
Trofei , ed attrezzi Militari ; come portavano l'imprefe fatte da quel
Signore; e vi fcolpì tre ttatue tonde , che furono la B. Vergine col
B mb.no ìn collo , S. Gio: Battifta , e S. Giacomo Apoftolo , le qua-
li ttatue , fece Annibale con gran Audio , e diligenza , e che riuni-
rono di tanta bontà , e perfezione , the gli fu commetta a contempla-
zione di quette un'altra flatus per un' Altare , la quale rspprefentava
S 2 S. Mari a
I4c Vita di Annibale Caccavelle)
S. Maria Maddalena , con alcuni bei putti , che gli atroci (frumenti
dell'amara Pacione del Siguore le prefentavano , ed ella con occhi la-
grimanti gli contemplava ; e con tanto accurato ftudio condotta ,
the meritò le laudi di tutti gli Artefici de' tempi Tuoi , e fi dice , che
Pietro della Piata ebbe a dire : che più non poteva farli di buono in
un marmo. Non (i fa però fé quelia ftàtua della Maddalena gli fufle
commeffa dal medelimo Vicerè,percfaè fervir dovefle per la Cappella ,
ove fituar fi doveva il Sepolcro fuddetto ; ovvero, che per altro Si-
gnore la lavorane ; ma il vero egii è,che tanto quella , quanto qucl-
Je della Sepoltura , con tutto il Tuo lavoro,fu mandato a Spagna ; re-
cando- ancora a noi incognita la ( ittà , ove furono collocate , e per
la diftanza del luogo , e per la lunghezza degli anni , che fon decorfi;
Argomentandoti folamente che foriero andate quefte belle ftatue nella
Città di Cordova , giacche quel Signore era nativo di quella , e cola
aveano il Sepolcro i Tuoi Maggiori . Si dice ancora , che Annibale fa-
cete lavori per la Chiefa di S. Severino, e che elfenlo ancora a Scuola
di Gio: aj'utaue allume con Domenico £ Auna Gio: fuo Maeftro nel
lavoro delli tre Sepolcri de' tre Principi Sanfeverini; e quello vie-
ne anche riferito dal Cavalier Maliìmo Stanzoni , effendo probabilil-
fimo , che lavorato vi avellerò; dapoichè è l'olito, che i buoni Di-
fcepoli, nelle grandi opere , fervan di ajuto a' Maeftri loro .
Si dice ancora, ehe in quelia Ch.el'a medefum fi vede nella Cip»
pelia Gitfua'.da il Sepolcro di Girolamo Giefualdo , di cui Annibale
fice ia ltai.ua annata , con gL altri adornamenti , che fono nel di lui
Sepolcro; mi che qn< iti lavori lini certamente del Caccavelle» non
vie di cai cofa certezza , per la già nota incuria de' Scrittori noitri .
Si vede però nella Chiela della SS. Nunziata , nella Cappella della fa-
miglia San M:ireo,la S.poltura di Lucrezia Càraeeiola , giovane bel-
lillima , che morì di anni 24. nel 1 5-62. nella quale fono due bdliiìì-
me llatue ». le quali fi dice ancora ,che le fcolpilfe Annibale in prova
del fuo valore , e per gara de' mentovati Marlin .
Incertezza Così dunque refi. ino fui medefimo piede dell' incertezza moire
dell °Fie opere de' noltn famofi Artefici del difegno * e forfè le migliori , che e'
cerici Vii'" ^ace^ero ' per acqui tiar per qu die uaa laude immortale , accadendo
Woiì ciò per l'anzi detta , e più volte mentovata negligenza di chi le no-
fire cofe non ha curato ; laonde maraviglia non è , che il fuddetto
Cavalier Stanzioni triade ancor egli nella certezza delle notizie ; da-
poichè alcun tatto diverfamente da quel che fu , ne lafciò reg tirato »
come appunto in quella Vita dei Caccavelló fucceue ; la quale egli
ferine dopo quella di Gio: da Nola , le bene pare , che ammendi cioc-
ché prima aveva f.ritto , che Annibale andarle a Scuola di Gio'-
q.u;'.ndo era vecchio > la qual cofa non accorda con la nvni fetta gara »
che
Pittore, ed Architetto. 141
ihe egli thbe prima con Domenico d'Auria > di chi con mani/elio er-
rore » lo fa Difc'epolo * e pji col Maeftro raedelimo ; p,ìii-hè molto
giovane dovei ìafchrro Gior, fé era Vecchio » e come tale non anco»
ra ben dell'arte iftrtrito , che gareggiar poterle con qui che di già eran
M-seftri j laonde concluder bifogna che il Ca vai ter Malli mo f. rivede
su d'alcune notizie dubbie , ed incerte; come fi conofee dal Tuo rac-
conto , ed è quello , che fedelmente io qui rapporto .
Fece Gio: detto più difcepoli , e Annibale Caccn-jello Napoletano
anco fu buono difcepolo , e ha fatto belle St.it uè , aiutando Gio: detto,
ed emendo figliuolo Domenico fece la caduta di S. Paolo in piccolo , chi
(fa alla Madonna delle Grazie , deve però ci è opinion* , che la fece il
Caccavella detto , in fina figliolanza , e quejìofece le tavole in S, Mari A
la Nuova , e li Sepolcri di B» ancacci nelVefcovado , e le Statue del-
ti A p «fidi nella Cappella delli Principi di Munte/ni letto , e a S. Maria
ddle Grazie detta C altra Jepolt tir a del Brancaccio , fatta a Gara di
Giovanni . Il detto Caccavella fi dice ancora > che volle gareggiare col
fino Mae flro ,pirche quello amava Domenico d'Aulir ia , e perciò cer-
co pigliar» lui il lavoro della fontana di S. Lucia .; ma Già: la fece ave-
re a Domenico , e però Uveudofi molti contrari , il detto Gio: fice fe-
Cretamente le Statue , e li bafsi rilievi , cioè l'afsij;) , e ritoccò ; ma
li bafsi rilievi detti furono tutti fuoi , a mio credere . Ma Caccavella
fece un Sepolcro a S.Severino d'un Signare di Cifa Gefualdo. ', ed anco-
ra in quefìa Chic fa tutti due avevano ajutato Giovanni , come fi dice »
nelli tré Sepolcri dilli tré Principi Sanfeverini y avvelenati per tra-
dimento de/loro Zio . Annibale detto vijj'e più di Domenico, ejjludo-
più gioianv , e fece molte Sepolture a S. Domenico Maggiore J dove un-
Cora Domenico ne aveva fatte'-, e ne fece a S. Giacomo , ed altri luo-
ghi Pii , perchè campò vecchio infino dica il 1600.
Alcuni V lavori mentovati dal ("nudato Cavalier Mailìmo non
li fono da noi menzionati , a cagione deli' incertezza ; dapoi-hè molte
{culture di m rmo han fra di lorofomig'ianza di Itile, e malÉrnamen- Sculture
te quelle , che da una medefima (cuoia derivano * non potendoli re- difficili a co-
golare il Profetare da' colpi , come avviene dall'opere di Pittura, nel- ™0(. ^race
la quale fi conofee lo 11 ile dal penneliegiaie il colore , e dall' altre pat-eiìéndo di
ti , che a cordano le figure y che fé berte nelle Statue vi è il ioro (li- tuia med -Su
le del panneggiare, e di dargli una tal moda, ari ogni modo. non è que-ma Scu'' r^-
fh man'kra della fcoltura cesi diftinta , come quella della Pittura ..''^"'V.;1^
che pure molte volte incontra la fomiglianza . Che perciò , lafcjando- "u^per '^
le alia cognizione di chi più intende , ovvero di più certe notizie , di- (ti s,ed ope.
co folo , che Annibale fi acquiftb con l'opere f uè molta fama , 0pe.ra7.i0nc del
rando ancora di Architettura, e molto comodo per vivere onoratimeli-^'1"1' >J'-
e.- , fenza fentir gì' incomodi della Vecchiezza , pokliè ville aifti vec-
chio,
1 42 Vita di Annibale Caccavelle)
chio , venendo a mancare eflendo di 80. anni compiuti , e circa il
1 f96. ; il qual tempo accorda con 1' incirca del 1600. , che ci Iafciò
notato il fuddetto Mafiìmo Stanzioni » concioffiacchè morì Annibale
ne' tempi , che egli, efllndo giovanetto, andava a fcuola delle Ietterei
« perciò forfè n'ebbe nello fcrivere una indiftinta memoria.
Ebbe Annibale Caccavello nella lunga età eh' egli vifTe molti
Difcepoli , che fecero molti lavori di marmo , fkcome era 1' ufo in
que'tempi i ma da noi ignorati per non aver notizia ne de' loro no-
mi , ne qual' opera fufTe da quello , 0 da quello Artefice lavorata ; e
perciò fi pafTino fotto filenzio molte beli' opere di valent' Uomini ,
perciochè non fappiamo da qual Maeftro elle fiano operate: e ciò ac-
cade per la nota incuria de' noftri trapalati Scrittori. Sicché dun-
que altro non refta che fir menzione di Michelagnolo Naccarino ,
il quale dicefi di fua fcuola , e fece molti belli lavori , de' quali batte-
rà a noi folamente accennare la Statua della Betta Verdine col Barn-
bino , che vedefi in una nicchia della Chiefa di S. Giovanni a Car-
bonara , con le due Statue che veggonfi collocate nella Cappella del-
la famiglia Mufrettola nella gran Chiefa del Gesù nuovo, dal canto
dell'EpiftoIa , di contro all' altre due del Cavalier Cafimo Fonfaga ,
la Sepoltura di Carlo Spinelli con fua Statua , e ornamenti , eretti
nella Chiefa dello Spirito Santo , laterale all' Aitar Maggiore , e li
due Sepolcri nella Keal Chi efa della SS. Concezione della Nazione
Spagnuola in ftrada Toledo , e che veggonfi fituati ne' muri laterali
all'Aitar maggiore ; uno di Porzia Gonilia, lavorata nell'anno 1 5-97.
Con fua Statua giacente , e S. Giacomo Apoftolo fopra il di lei Sepol-
cro , con due Puttini , che fopra il cornicione nell' intercolunnio ten-
gono l' Imprefa del fuo Cafato . Dirimpetto fi vede quello di Ferdi-
nando Majorca fi-olpito nel 1 5"98. , anche con fua Statua giacente ,
tutto armato , e fopra lui la Statua della B. Ve rgine in piedi col Bnn-
bino in braccio ,che certamente fembra opera del fuo Maeftro , tanto
è ben lavorata ; e fimilmente fopra il cornicione vi fono due Putti con
la medefima imprefa ; La più beli' opera però che rende molti lode al
Maccarino , fi è il bel GrocefifTo che fi vede fcolpico in marmo nel-
l'anzidetta Ghiefa dello Spirito Santo alla Cappella prefio Sa^reftia : E
tanto batti per onorata memoria di quello virtuofo prof-flòr di Scultu»
t a , e del fuo virtuofo Maeftro.
Fitte della Vita di Annibale Caccavello Scultore , ed
Architetto , e di Micb; lagnalo placcar ino .
ME-
l4ì
MEMORIE
D I
FRANCESCO RUVVIALE,
E Pietro Francione Spagnuoli,Cola del-
la Matrice , D. Girolamo Capece,
Nunzio Rolli, Francefco San-
tafede, e Francefco
Imparato ,
Pittori Napoletani } e del Regno.
A L'ora che 1' EccellentifiÌTio Polidoro da Caravaggio , campando
dal miferabil ficco di Roma , fen venne in Napoli , fi ritrova-
va in quella Città m.'defima un nobiliffìino fpir.to nato in Spagna, ed
allevato in Nipoli , che inchinato alla Pittura » foleva frequentare la
ftanza di un di que' Pittori , che in quel tempo fiorivano : Ma eflen-
do (tata conofciuto Polidoro per quel grande Uomo , eh' egli era , per
i vanti datigli con giuftizia dal noftro Andrea da Sterno , come nella
fua V.ta abbiam detto; coftui , che Franc;fco avea nome , non tan-
tofto vide le opere rmravigliofc di Polidoro , che fortemente di quel-
le invaghito fi porto alla fua S;uola , ed ivi fece tai progredì , che in
poco fp zio di tempo fi fece anch' egli conofeere per valent' Uomo ;
laonde varie cofe dipinfe , ed infra le altre aflìeme col Maeftro , di-
pinfe il Cortile de' Signori Orfini Duchi di Gravina , in un Palagio
fituatofopra una collina nel Rorgo di Chiaja , ora convertito in iafa
de' Chierici Regolari Lucchelì , conce/fogli in dono dalla Duchefla
D. Felice Maria Orfna , e quefte pitture fono a chiaro f uro trattizza-
te , e rapprefentano i fatti degli antichi Signori di Cafa Orfino , co-
me anche alcuni fatti de'Romani .
Partito poi Polidoro per Mtflina , ove vi perde infelicemente la
Vita , fece Francefco due quadri per le Cappelle de' Regi Tribunali ,
fipu-
1 44 Memorie di Franc.Ruviale,&c.
figurando in quella della Summaria Chrifto morto in grembo alla
Madre pianto dalle Marie , e S. Giovanni , ed in quella della Vicaria
Criminale vi efpreffe la depofizion dalia Croce del Corpo morto del
SaIvatore,p'tture così bene ideate,e cosi ben colorite, che per tali ope-
re merito Francefco molta lode , dinominandolo ogn' uno il Polidori-
no , per 1' uniformità che aveano ì'opere lue a quello del fuo Maeftro:
Qaeft' opere vedute da' Monaci d< Mont oli veto, gli fec.ro dipingere
una Cappella con le Storie del vecchio Teftamento , di Giana Profe-
ta , dipinte a maraviglia su lo Itile di Polidoro , ed in qu-.fta Cappella
fono le ammirabili Statue, di Tejra Cotta , che rapwefentano .Chrifto
depofto dalla Croce,diftcfo in ttrra, pianto dalle M;. rie, da S. Gic:, eia
GiofefFo , e Nicodemo , e quefle fono maravigliofe ancora per i ri-
tratti , che efprimono , veggendofi nella teda di Nicodemo il fomi-
gliantiflimo ritratto del Pontano , in Giufepps q-uello del Sannazaro
endl'altre dur- Statue fono li ritratti di Al fonfo Secondo , e di Fer-
rantino Rè di Napoli , efpreffi a maraviglia da M «lanino da Mo-
dana .
Fece Francefco altre opere per varj Signori particolari, e per
varie altre Chiefe , che per non eflere in publico ., effendone flato tol-
te per nuove riedificazioni di efle , non fé ne fa parola ; accennando
fedamente , che in Roma ajutò con altri Giovani , ecol Bizzcra anche
Spagnuob , Giorgio Vafari ne' lavori , eh; fece al Papa Paolo Ter-
zo , come dalla fua Vita ; Laonde diremo , che dipinfe con fommo
Audio , ed amore le opere fue, le quali fon piene di pratica , e intelli-
genza , p:r la qual cofa merita Francefco Ravviale m Ite lod.j , "a-
poichè con l'opera de' fuoi ftudiolì p:nnelli fé P hi meritam nt-e ac-
quetata: Furono le ultime pitture di qaefto virtuofo Pittore circi d
Pietro Francions fu anch'egli di nazione Spignuo'o * e fu buon
pittore , come fi può vedere in S. Maria Eggizz.aca , nella feconda
Cappella, entrando in Chiefa, dal canto dell' Epiftola , ove vi è la ta-
vola che efpr.me la B. V. col Bambino che dorme nel fuo fe.no , e pero
vien detta S. Maria del Ripofo, e vi fono fei Santi Martiri della Reli-
gione Francefcana , e fotto vi fono le anime del Purgatorio . Così la
tavola dell' Aitar Maggiore di S. Gaudiofo , eh'efprime il depolìto del
Redentore dalia Croce, e da' lati S. Andrea Apoi.'olo , e S. benedetto
Abate , ed ancora più fotto vi dipinfe aitra tavola con la Beata Vergi-
ne in glori i circond ta da Angio'i , con da' iati S. Gaudicio , e [^For-
tunata . Cosi fece altre opere in altre Chiefe, che per eiTerlì moder-
natc fi fon tolte , come ac aderii ancora alle fuddette Pitturi, di S.
Giudiofo, dapoichè per rifarli la Tribuna aila moderna , e per ripor-
vi un opera del noitro famofo Francefco SoJimena «faranno ripofle , 0
moni-
Pittore . 1 4 s
moniftero , ovvero in fagreftia , dovendoti perder con motto duoia
dell'Arte 1' eccellenti pitture a frefeo de'bslli Angioli , dipinti dal no-
ftro Andrea da Salerno, tanto celebrate da' noftri (crittorì , enurita-
mente, dapoichè pajon dipinti dal divin Rafaello. Fiorì Pietro circa ii
I f 5 f. ma non v* è notizia del quando , e dove venifTe egli a mancare.
Dovendo noi far memoria di Nicola , detto Cola della Matrice ,
farà ben fitto di riportare qui quanto ne fcrifTe il dottirììmo Giorgio
Vafarj , che ne fece onorata memoria , come da quel che fiegue pub
ben coidcerfi appieno,che volefle dare con ogni ingenuità l'onor dovu-
to alla virtù di coftui .
Fu ne' médefimì tempi Nicola , rietto comunem'.ute da agri' un» Giorgia
Maflro Cola della Matrice , il quale fece in Afcoli , in Calavria , ei a yj . , ; \rlit
Norcia molte opere , che fono notijfime le quali gli acquifiarono fama de'PiciOJÙ
di maeftro raro , e del migliore , chefojje mai jiato in quei paejì . E
perchè atte/e anco all' 'Architettura,/ ulti gli edijicij , che ne'fuoi tem-
pi Jì fecero in Afcoli ì ed in tutta quella Provincia furono architettati
da lui , il quale fenza curarfi di veder l{pma , o mutar fa: fé ,Jì /tet-
te fempre in Afcoli » vivendo un tempo allegramente con una firn mo-
gli di buona , ed onorata famìglia , e dotata di singoiar virtù d' ani- morakj]e jj
mo , come si vide , quando al tempo di Papa Paolo Terzo si levarono una nioglie
in Afcoli le parti , per ci oche fuggendo cof/ei col marito , il quale era onorata , e
feguitato da molti fidati , più per cagione di lei , che bellijjìma gio- fedele,
vane era , che per altro , ella si rifolvè , »-n vedendo di poter in al-
tro modo falvare a sé l'onore , ed al marito la vita , a precipitarsi da,
un altifs.ma balza in un fondo , il che fatto , penfarono tutti , che
ella stfujj' , come fu in vero , tutta tritolata , non che percnjja a
mortsiilpsrchè la/ciato il marito f ma fargli alcuna ingiuria , fé ne
tornarono in Afcoli . Morta dunque quejìa singoiar Donna , degna di
eterna lode , vijje maejiro Cola il rimanente dilla fua vita poco lieto .
Non molto dopo , ejjendo il Signor Aleffandro Vitelt'ifatto Signore del-
la Matrice , condujje maeflro Cola , già vecchio , a Cttth dì Caltello do-
ve in un fuo palazzo gli fece dipingere molte cofe a frefeo , e molti al-
tri lavori , le quali opere finite , torna maejiro Cola a finire la fua vita
alla Matrice . Coftui non havrebbe fatto fé non ragionevolmente , s'egli
avejje la futi arte efercitato in luoghi , dove la concorrenza , e /' emu-
lazione Tavcjfc fatto attendere con più Jìudìo alla pittura , ed efer-
citare il bello ingegno , di cui si vide , ch'era Jiato dalla natura do*
tato .
Così il Vafari dalla lode gli dà nel principio , ove dice che Cola
f bbe fama di maeflro raro * e del migliore , che folle mai (lato in qnei
patii , pafla poi a farcelo vedere un lettor mediocre , in quelli' ultimo
ptriodo ch'egli ee fcrive della fua vita , dapoiche d.ce: che sverebbe
TOMO 11. T £at.
1 46 Memorie di Francefco R u viale
fatto ragionevolmente , ec. che vale a dire , che ;e opere di r oflui fi
poflbn vedere , ma che non hanno niuna p.rte dell' ottimo , ovvero
de] finpolare, conciofiache non altro vuole inf i ire il Vafari , allorché
ne propone la frafe ulata da lui dei ragionevole ; viggtndofi con cib
manifellamcnte , che niuno de' noftri paesani, o Regnìcoli ebbe appref-
fo di lui , per buon pittor che fi forfè , dcun concetto d. eccellente in
tal arte. Ne quello accadde folamente a'nolìri Napoletani , ma fovven-
te altresì fu tal mancanza addoffata ad altri v lenti Profclfon di varie
altre rinomate Città , non efentandooe nemmeno il Gran Tiziano,
allor che con Michelagnolo oli fecero vifita in Roma j come nella Vita
di quello , fentta da lui può vederfi .
Quanto veramente accrefea di preggio alla nobiltà delia nafeita
l'adornamento di una qualche virtuofa applicazione, potrà ora ben di-
ftinguerfi nella perfona di D. Girolamo Capece , Nobile del Seggio di
Capuana , il quale elTendo dalla natura inclinato all' arti del difegno ,
vi li applicò con tanto proponimento,chepiù follo parea, che per farne
profsffione l'appi raffe anzi, che per proprio divertimento;Collui dun-
que divenuto , per l'alsiduità dello Itudio , molto pratico nel difegno ,
fu configliato da Gio: Filippo Crifcuolo , e da altri virtuofi Pittori di
que' tempi , a maneggiare i pennelli , ed acqnillar la pratica de'colori,
con dipingere , e colorire alcuna cofa , che perciò fece per se , e per
fuoi conolcenti vane immagini di Santi, che loro donava per fua me-
moria ; laonde vedute l'opere fue da' Profeffon , gii diedero molta lo-
de ; ma perchè da un puticolar genio era tirato alla Scultura , fi volfe
a quella , e con lo ftudio , tal profitto vi fece , che fcolpì varie Sacre
Immagini , tutte bellilfime , e con buon difegno ; delle qu di fi vede
nella Chiefa di S. Domenico maggiore il bellillìmo Crcctfiifo , fcolpi-
to al naturale , pollo allora nell'Architrave della Chjafa , ed ora Uà
fituato nel fecondo dormitorio , fopra la porta della Cappella di eflb ;
Fece ancora la flatua di S. Tomaio d'Aquino , e fece altre ilatue per
altre Chiefe , che noi tralafciando , diremo (olamente , che nella fud-
detta Chiefa di S. Domenico , nella Cappella della fua famiglia Cape-
ce , fi vede il Croctfiilb dipinto afsai bene , che merita ogni lode; da-
poichè in tfso fi vede con quanto lludio , ed amor dell' arte , fi fofse
affaticato D. Girolamo . Coltui veramente può dirli , che fu il vero
ornamento de' Cavalieri del fuo tempo , dapoichè oltre il pofsefso che
aveva di cosi belle facoltà del dilepno , fu ornato eziandio delle lette-
re , e fi dilettò della unifica , e della Focfia ; per la qual cofa era am-
mirato da' Profefiòri di cadauna feienza , che lui tfercitava così bene ,
ed in fine vivendo cesi virtuofamente , amato , e rifpettato da ogn'u-
no , piene di orcr ,e di gloria -.venrea mancare circa il 1570.
Di Nuccio Rcifi per la breve vita ch'egli abbe, non potiamo da*
re
Pittore . 1 47
realtre notizie, fé non che fi p >rtò afsii beni » com3 lo dimoiti?)
ntil' opere che dipinle a frefeo nella Tribuni di S. Pietro a M ij'dla ,
nell'età di 20. anni , ove efpfefse varie azioni di quel S.Pontefice , con
altri fatti di S. Caterina , e lavorò anche alcuna tavola ad olio con a-
more , con (tudio , e diligenza ; ma nel piti bello dell' operare , e nel
fiorr della fua età giovanile, fu prevenuto dalla morte nel mentre che
di lui fi afpettavano opere molto più degne 9 circa il 1 f4o.
Dalla ("cuoia di Andrea da Salerno ufcì buon pittore Francefco
Santafede j fu coitui padre del noltro Fabrizio , che fu tanzo lodato da'
noflri Scrittori, ed infpecie dal Capaccio, Engenio CeIano,e SarneIIi,e
Parrinoabb.ig iando fovvente peròcoftoro in credere delfighuolo ni a>I-
te opere già dipinte dal padre, the per aver tutte una maniera med fi-
ma , pare , che il loro errore reili in parte fosfato ; fé bene ned' ope-
re di Francelcp vi lì afferva un non so che p,ù di forzi , e più tinta
ne' feun , come ben può vederli nell'Altar Maggiore della Chiefa di
S Lucia dui Monte dove vi è la tavola con li depofizion della Croce ,
che ha ancora S. Francefco di Ailili , e S. Lucia , eh ; contemplano il
dolorolo Muterò ; e quello lafciato imperfetto per la fua morte fu fi»
nito da Fabrizio fuo figliuolo. Nella Chiefa eretta nel Cortile del
Monte delia pietà vi è la Refurrezione del Signore, opera grande, pie-*
na di figure dipinta con gran forza di chiaro (curo . Vogliono alcuni ,
che la Ss. Trinità , che corona la B Vergine rVfsiint i in Cielo, nei tetto
della Chiefa di S. Maria la Nuova,ove fi ved; u 1 b ll'impifto di colori,
e maeftrevoimente dipinta , fia opera fua , vedendoli in quello , coms
nel quadro detto della Refurrezione de] Salvatore nel Monte della Pie*
tà il fuo nome cifrato ; ma ella è pur di Fabbrizio fuo figliuolo, che fu
miglior Pittore di lui, ed in qu_jfVripera fece reftire ammirati gl'inten-
denti, e confufi gli emol i fuoi . Quelle ed altre opere fece Francefco in
publico, ed in privato, che noi per brevità lafciarem di notare,e maf-
fimamente quelle, the non fi veggono, fhndo nelle cafe de'particolari,
ed accennando lolo che altre opere , fece di commulìone, per lo Regno
come fi vede mila Madr. Crucia diPaola la bella tavoia,ove vi è efpref-
fa la SS. Nunziata , ed altre pitture mandate in varj luochi , faremo
{blamente menzione, che l'Àbecedano Pittono così di Francefco fa
menzicne dopo di Fabrizio ;
V>fu anCor-fl francefco Santafede eccellente Pittore, il quale-
Aipmfe due quadri nelfjfitto di S. Maria Numiatn , e nella Cappella
di, lrincipe di Somma , difinfe la. depofizion della Croce dì Nojlra
Sinor & e.
Fin qui il P. Orlandi , al quale mancarono molte , e molte no-
tizie più nectflarie : Ordinaria difgrazia di que* Scrittori , che voglio-
no d„re al mondo i ragguagli di più fo.Jgttti , e tramandare a' Pofteri
T 2 le
1 48 Memorie di Francesco R u viale
le notizie degli Uomini Virtuofi: laonde per tal cagione non feppe que-
llo fcritcore, che Francefco fufle Padre a Fabrizio, del quale in appref-
(o ne Arriveremo le onorate memorie.
G ntemporaneo di Fr.incefco Santa fede fu Francefco Imparato >
Padre di Girolamo, anziché fi dice , vhe furono arnie ìffimi , e che
come fratelli amandofi , and. rono a fcuola e/Tlndo ancor giovanetti, di
Gio: Filippo Grifcuolo , dove difegnando infieme con eguale amore , fi
conferivano fpeiìo quegli utili avvertimenti , che lor dava il Maeflro
per fuperare le diffi oltà del difegno j ma avanzanuofi tuttavia negli
ftudj , fi avanzò ancora nella conofcenza di molti amatori delle belle
arti , e con ciò ebbe a fare v;<rie Sante Immagini per le cafe di alcuni
particolari , e fece in quel tempo , che cominciava a farconofcere la
fua virtù , una tavola , che fu allogata nella Ghiefa di Regina Coeli,
che poi fu tolta , e trafportata nel Moniflero , perchè efilndofi abbel-
lita , e modernata la Chiefa, convenne perciò mutar molte tavole j e
nella Cappe.Ia ove quella tavola era fituata , vi è ora il bel quadro del
S. Francefco, con la B- V. del noftro famofo Francefco Solimena.
Intanto Francefco Imparato maggiormente più accendendofi dell'
amor dell'arte , e defulerolo di dover r;ufcire un valentuomo , come
erano riufciti altri valenti Pittori de' tempi fuoi , ed avendo fempre
su gli occhi l'efempio di Andrea Sabatino da Salerno , che avea avuto
in (orte di aver per Maeflro il Divin Rafaello , fi flru?peva di defide-
rio di avere anch' egli un altro Maeftco egreggio , che fé non poteifè
Rafaello agguagliare , almeno gli andane appre/Tb , e cosi flando io
cotali penfierj , fentì la fama , che grandiffima volava da per tutto
dell' opere deli' Eccellenti/lìmo Tiziauo , che perciò fenza altro indu-
gio , li portò in Venezia , e andò a fcuola ili quei raro , ed ammira-
bil Maeflro ; Indi tornato in Napoli « dopo i fuoi ftudj , fi fece anch'
egli conofcere per valentuomo , laonde vedute le opere fue , le furori
commefle varie opere per publici » e privati luoghi , che noi quelle
lafciando , come ignote , e non efpofte al defiderio di chi va oflervan-
do le più beli' opere di Pittura , e fculcara , diremo folo di quelle ,
che fono efpofte con tanta fua lode nelle feguenti Chiefe.
Vedefi dunque nella Chiefa di S. Maria Ja Nuova il Martirio di
S. Andrea Apoftolo, il quale è fituato nella prima Cappella entrando
in Chiefa , dalla parte dell' Epiftola , ed in quella tavola fi conofce
quanto veramente avL-fiè acquillato Francefco nella fcuola del Gran
Tiziano, mentrechè vi fi ammira un ottimo componimento , ed un
colorito sì vivo , e di forza , che folo da quel Gian Maeflro dell'otti-
mo colorito potea averlo apprefo . Intanto occorfe > che dovendo par-
tir da Napoli Silveflro , detto il Bruno , per fare un opera a frefco , e
-non avendo tempo di finir l'Afiunta eie facea per una Cappella di S.
Pietro
Pittore. 1 49
Pietro in Vincoli , perciochè un Signore feco lo conducea , lafcib la
commiflìone a Francefco di finiti» » e così egli diede compimento a
queir opera 5 che ben lì diftingue per la t'orza de' Tuoi colori . Fece
d-po Francefco altre belle tavole per varie Cappelle , ma noi trala-
sciandole , diremo folamente del b.lIilTìmo quadro del S. Pietro Mar-
tire , che fece in unaltire della Tua Chiefa ; Quello quadro tira a sé
gli o.chi di tutti i riguardanti , ed ha le univerfali lodi de' Profeflbri,
per iochè vi è in e/To una furia , ed un moto nelle figure , che ben di-
moerà e/T-r fitto ad imitazione di quel ftupendo , che fece Ti ziano in
S. Zanipolo ; e che fia il vero , riporterò qui quinto ne fenile di que-
llo Pittare il Cav. Maffimo mentovato , che così l'onora.
Ma a mio parere fu meglio Vittore di lui Francefco Imparato, -r , ,►
ladre del preferite Girolamo ; Il quale Francefco fu al tempo del detto Silveftro il
Silvejìro , benché con più di età » ed era fiato filo condì fcepalo nella Bruno.
fcuola del Cri fenolo , e come fi dice anco di Gio: Bernardo Lama > ma
lui fu meglio delti Maeflri , perchè fi diede a (indiare le opere del gran
Tiziano -, e lo volle conofeere , e imparare da lui J come poi dimoflrò
tornato in Napoli in varie beli' opere che fece , che noi fola diremo del
Martirio di S. Pietro Martire (! per far vedere qual valentuomo fvjfs )
nella fina Chiefa , nel Cappellone di effo , Cos) è bello ancora il martirio
di S. Aadrea vicino la porta in S. Maria la Nuova , e le belle tefle che La tavola»»
fece aW Affunta di Silvejìro il Bruno , che la lafciò imperfetta , do- dl S.Seyeji.
vendi andar fuori ; e in S. Severino ha fitto opera bella , come alla1'? e 4ue 3
cne oi'jl Ili
Nunziata, ed a S. Pietro ad Ara , e in altre Chiefe , dove merita all' ingreffo
tode . della Sa^re»
Cos'i il C\v. Maffimo , epilogò le glorie di quello virtuofoPit- ftia.
tore , laonde noi cou quello elogio dan.l ) compimento al racconto di
lui , che fiorì circa il ifóf. , lafciaremo agli amatori delle beli' Arti
il piacere di lodarlo , ogni qual volta vedranno le beli' opere da lui
dipinte .
Fìat delle Notizie di varj Pittori .
NO-
NOTIZIE
D I
Alcuni Pittori, Scultori , ed Architetti
Capuani , ed altri Profeflòri
del Regno.
A Vendo il Virtaofo Canonico D. Francefco Maria pratilìi , Scrit-
tore della Via Appta , raccolte alcune notizie de1 Profelìòri AA
difegno , della fua Città di Capoa , oltre quella trafmeflaci di Ga-
fpno Ferrata , che fiorì nel 149 f . , e da noi llamprta nel!" ultime
notizie del primi Tomo 5 ci è p.iruto ben fatto riportar tutte l'altre
in quello luogo , con tnicnvere quelle mede (ime ch'egli con corte-
fe amortvolezza ne ha donate , dettate in quello modo dalla fua pen.
na .
Tra Giulio C fare Talco Cavaliero delf ordine della Croce Ai Mal-
ta , e Capitano Generale contro Turchi più voltp , ebb: il penfiero dal-
la fua Religione di fortificar Malta , ficcome fu fatto . Elbe altresì
varie cotoimìffioni dalC Inperator Carlo V. per le fior tfic azioni di Ca-
poa , di Gaeta , e del Torte di Brindfi . Ne laj'ciò a' fuoi eredi due
Tomi di maniere per fortificare le piazze ; ma al prffente fono di-
fperfe . Stampe in Mejfìna nel 1 ff4. la Nautica Militare.
Ambrogio Attendalo Architetto Maggiore d:l Regno di Napoli , e
di cui parlano vari Scrittori, f 'or} fotta il fili ciff:rno governo di Ti-
lippo li. Re delle Spagne . Morì in Capoa nel 1 f 8 J". •> e fu fcpolto n. Ili
Chiefa di S.Caterina de' Trati Trancefcani , ovs fi l'gge la feguente.
ifcriiione : Ambrofìus AtttndoluS , qui ob intemeratam Fidtm Phi-
lippou. Hifpan. Regi preclarus , ejufq; in Neapoli Rtgno (ummus
Architeclus , Capua , Crotone , Caj\taque Mathematica ratione mu«
nitis Neapoli m > Puteolofque . Vns pietate clarus . Hi : Parente ci-
n-nbus contumulatus ed . Obiit A. Dom. M. D. LXXXV. JEtat.
luae LXX.
Gian Pietro Ruffo famofo Pittore de' tempi fuoi , nacque in Ca-
poa nel 1 f 5-8. , e da fua madre Licnora Garighano rimeritata co*
un Rimano fu condotto in Roma , dive fiece nella pittura de' gran pro-
gredì , * pofeia dimorò per tre anni in Bologna , e Firenze per perfie-
zionar/ì . PortoJJt poi in Capoa nel 1 596. , e fece ieiltfgmoft dipir.tK-
rt ad aglio , ed afirtfeo nelle Chicfe , della Santiffmna Nunziata % di
S. Eli-
Notizie di alcuni Pittori, &c. 1 5 1
S. Eligio i e de PP. Carmelitani . Morì in Rjima nell'AgoRo del 1667.,
onorato colà da Pompeo Gari gli ano filo Cugino , Vomo affai dotto in
que' tempi , e fu fepolto nella Chiefa di S. Ago/fino.
Alefandro Mxrtucci Pittore antico , di cui ewi un quadro in
Capoa d:l 1 5*61. , che efprime la Cena in cafa del farifea , con la Mad-
dalena a pie del Signore, che pare della fcuola di Paolo Veronefe ', Come
vie» giudicato dagf Intendenti .
Simio Martucci fu 0 figli itolo fu dipintore affai diftinto, di Scene,
di Architetture , e Profpettive . Se ne trovano alcune cofe difperfe
in vari luoghi di Capoa , e particolarmente nel Chiojìro della Madda-
lena de'PP.Agn/iiuiani- Egli mor$ nel 1641.
Fra Eligo da Capoa de' PP. Gugheimiti di Montevergine , lavo-
rava per eccellenza , e in grande , ed in picciolo , oro , orgtnto, ra-
me , ferro , avolio , ed altri metalli , e di qitejìo bravo Scultore ne
difeorre il P. D. Marco de Ma felli s della fiefja Congregazione nella f un
Iconologia della M-idr? di Dio di Montevergine 9 cap. 20. In Capoa fé
ne confervano varie memorie , e fra le altre la Croce di Argento gran-
de del filo convento affai ben lavorata t e la fiat uà della B.Vergine del-
la Santella , e quella di S. Antonio , Jìimate tutte per fcult are bd-
Hjftme .
Avendo noi fatto menzione degli Artefici Capuani , non farà
fuor di propofito rammentar in quefto luogo l'opere di alcuni altri, Pit-
tori del noftro Regno , acciocché reftino eglino nella rm moria degli
Uomini; che fi bene di elfi p.xhe opere noiveggiamo, ad ogni
medo fempre fono ballanti a fare onore , e r ndere l'Artefice loro nel-
la cognizione de' Pofteri J E malfimairunte de' loro Paefani , i quali
col lume di quelle fcritte notizie potranno rintracciare forfè in mag-
gior copia l'opere loro ne'propij lor Paeji ; e primieramente darem
notizia di Matteo da Lecce , dtferitto dal Cav.iher Giovanni Baolij-
, . n 1 vi , r -rr i- i ^ ' t>a2iion»_»
ne, riportando in quello luogo ciò che egli ne Icniie di tal Pittore » y; r e»pjc_
da poiché da noi niun altr'opera fu a vien regiftrata , a cagionche altro coii,Sculto-
non ne fappiamo fé non che quello che qui lotto lì legge, ri , Sic. dal
Narrano gli Scrittori di Vl-JJe , eie vide varie regioni , e feor- \ "•
rendo diverfi paejì , girò per terra , e per mare gran parte del mondo, v-'iTF f^ ^'à
e di quefto genio fu anche Matteo da Lecce Maejiro di pittura , vago qa<.\\( di
non tanto di colorire , quanto di veder l'i pere del mondo. U;b.VII-G
Difinfe egli nell' Oratorio delConfalme , fvpra le due ilìorie dell'
Incoronazione di Spine , e dell Ecce H mo di Ctfare Ktbbia da Orvie-
to , dite figure per banda , che furono quattro Virtù , immagini mag-
giori del naturale con gran maniera portate j E ne} mtpzo dilla fac-
ciata f fra la porta vi è una figura grande , eh.- rappefenta un Pro-
feta, con gagliardiffima maniera e,?, dotta , e -moli) a gr andi fi f no ri-
lievo,
i $ 2 Notizie di alcuni Pittori, &c.
lievo , e forza , fu che pare , c/;e voglia bahar fuori ài quii muri » *
credefì , ci? qusjì'lìomo andajfe imitando la terribile maniera dslSaU
viani .
Dentro la Chiefa di S. £//^/o <&>g// Orefici v'ha di fuo l'Aitar
maggiore , ro» (? la Madonna con Giesù , J. Stefano , £. Lorenzo , e S.
Eligio Vefcovo con altri Santi i efopra un Dio Padre con un Croafijjo
in braccio a frefco. Vicino alla Chiefa nuova, per andare a Monte Gior-
dano , una facciata a mano manca , otr? <? **' llìoria della Trasfigu-
razione del Signore fui Monte Tabor , con gli Apo/ìoli * e con Profeti
dipinta a frefco , è di mano di Matteo da Lecce .
E fuo anche nella Cappella di Sifo IV. in Vaticano nella facciata
fopra la porta , incontro il mìrabìl giudizio di Michelagnolo Bucnaro-
ti , la Storia di S. Antonio , che ha molti D monj intorno con diverfe
attitudini > e S. Michele , che per aria con l'alia in mano [caccia gli
eferciti de' maligni Jpiriti, rappref tritato con forza, e con buona ma-
nierai ma pare che punto non compari fca per lo gran paragone , che
incontro, e per tutta la volta fi ritrova.
Velia Rotonda, ejjmdo egli della Compagnia di S. Giufeppe , la-
fciò psrfua memoria un tondo-, deutrovi S. Giufeppe e Cri Ilo a guazzo
formati.
Matteo vago di trasferir fi in varj luoghi, e dal genio di girar per
tliverfi paefì oltremodo fpinto , andofiene a Malta , ed ivi operò ajjai .
Vltimamente pafsò in Spagna , e dipoi prefe il fuo viaggio verfo l'In-
die, per diventare affai ricco', Onde foleva dire a' fuoi amici , che non
"voleva ritornare se non poteva mantener Carozza,t Staffieri. Andovvi,
e in sì frano , e lontano paefc molto facultofo divenne , ma poi da in-
gordigia fover chi 'amente incitato, per vohr cavar tefori, impovenjfi,
ed tu quelli paefifinì mifer amente la vita .
Vanno di que/t' Uomo in ijìampa il trionfo di Cri (io con quantità
di figure; e diverfe Jìorie della guerra di Malta.
Gio: Tomafo Splano fu di Bitonto , e per attendere alla Pittura
venne a Napoli, ma non Tappiamo fé veramente fufle difcepolo di An«
drea da Salerno , o di Gio: Filippo Crifcuolo , e di lui lì veggono va-
rie tavole di altare in varie Chiefc dipinte con Audio, e fu ngiontvol
Pittore de' tempi fuoi; come fi vede dalla tavola fituata in una Cap-
pella della Chiefa di S. Maria delle Grazie alla Marina detta del V;-
no, & ove neli'Altar maggiore fono l quadri del Divin Polidoro eia
Caravaggio: Nella qual tavola vi è dipinta la Madonna del Soccorlc,
che fcacua il Demonio foccorrendo il fanciullo, figurato per l'animai
e vi è un S.Monaco inginoochioni,dell'Ordine Cii ercienle. Altre ope-
re fi veggono efp0fte di quefto Pittore , che lì tralasciano per brevità,
baftando quetfa a far conofeerc di qual valore ei fi fo£Te>
Pietro ì
Notizie di alcuni Pittori, &ec. 1 5 3
Pietro Paolo Ponzo fu di Catanzaro, o di quella Provincia , e fi
giudica della fcuola, prima di Marco Cai ibrefe , e poi di Gio:Antomo
d'Aimto , come fi vede dalla tavola efpofta su l'altare d'una Cappella
iella Parocchial Chiefa di S.Ann i di Palazzo ; ov'è figurata la B. Ver-
dine in gloria col Bambino Giesù,e varj Angioli intorno;e nel baffo vi
è S.Ni colo Vef.ovo di Mira nel mezzo dì S.Biaggio, e S.Francefco da
Paola, ragionevolmente , e con buon ftudio dipinta.
Cefare Calenfe fu delia Provincia di Lecce , e fece affai bene di
pittura, con colore affumico; tm reità ignoto a noi di chi egli fuffedi-
fcepolojavendofi eletta una dolce maniera fondata su d'un perfetto di-
fegno , ed un ottimo . hiarof uro ; come lì vede in una Cappella della
Chiefa di S.Gio:Batti(ta , prelfo la Marina de! vino ; ove in una tavola
di Aitare vi è dipinto Crifto morto nel grembo drlia SS. Vergine ad-
dolorata , in atto csì niello , che ben dimoftra l'intenfo dolore , che
fente nel fuo cuore . Da'iati vi fono i Santi Apofco.i Pietro , ed An-
drea , che contemplano il dolorofo Mitrerò . Opera veramtnte dipin»
ta con buon difegno , dolcezza di colore, mirabile efpreffione , ed
intelligenza del tutto affìeme bene accordato ; ed in quelia vi è no-
tato il fuo nome.
Della Provincia di Cofenza abbiamo avuti varj Virtuolì Pittori,
ed amhe di quella di Catanzaro , i quali venuti in Napoli per lìudiar
Pittura , molto profitto vi fé* ero ; e maffimamente quelli , che per
«inggiormente profittare nell' Arte palfarono m Roma a far loro
ftudio j come fece un Antanio Pizzo, un Gio: B ittitta Nafoni ,
un Giacomo Cofentino , e un Marco Ant onio Nicotera , che circa
il 1590. e 1600. fiorirono . Ma perchè poi, dopo fatto acqui fio dell'
arte , o fi rim. fero in quelle Città ove effi itudiando vi aveano gua-
dagnato buon nome ; o che fa cndo ritorno alia Patria , e colà lavo-
rando , muna notizia ci è pervenuta dell' opere loro , per.'iò da noi
non fi ta menzione fé non che d'una tavola del nominato Giacomo ,
che fi vede nella Sagrelìia di Montecalvario , eh.» prima fu elpolta (o-
pra un Altare della fuddetta Chiefa ; nella qude (Ì vede la B. Vergi-
ne coi Bambino in gloria , e due Angeli he la coronano , e nel baf-
fo a P. S B.nedetto , e S. France(:o d' Affili , con b.-l paefe ; e dicefi
checoftui fu fcolaro di G.c: Filippo Cnfiuolo . De; Nicot ra fi trova
notr.ta la tavola fituata nella Cappella laterale all'Aitar Maggiore
«[ella Chi-fa di S. Ni.ola alla Dogana , ov' è dip nta la B. V> co Btm-
r.ino in gloria con Angioletti , e nel baffo vi è S. Girolamo d i Cardi-
nale , e S. Biagio Veicolo . Molte altre tavole abbiamo di Paefani, e
Regnicoli , ma non da noi nominate per effere ignoto jl nome degli
Ai tifici ihe le difpcfero.
TOMO 1U V VITA
1/4
V ITA
D I
GIO:ANGELO CRISCUOLO
Notajo, e Pittore.
R
Agionevol cofa egli è , quantunque da pochi praticata , il pale-
fare ingenuamente da quali fonti noi certe conofcenze acquiftate
abbiarm , e dare al buon zdo de' noftri maggiori quella laude ch'eiìì
con lungo ftudio , e colle onorate loro fatiche fi han meritata:E quin-
di io mi veggo in obbligo di confefiare , che fenza le notizie,che Gic:
Angelo Gnfcuolo de' Napoletani Pittori al fuo tempo raccolfe , ne a
fatica ne a fpefa ponendo inente , manchevole di molto , efcarfa que-
lla noftra iftoria farebbe . E perchè conviene ancora li fegnalati bene-
fici con grato animo , quando che in concio venga ricompenlare ;
perciò dell' opere di eflò Grifcuolo fia qui giudo di ragio nare.
Incerto Tan, Come della nafeita di Gio: Filippo , così di quel'a di Gio: Ange-
no della na- lo fuo fratello non abbiamo certezza in quale anno ella avvenirle ; e
fcicadiGio: circa la morte , erra il Cavalle- r Ma/lìmo dicendo , che Gio: Filip-
abba" r' ' P° mor* c'rca i' Iff o. »' e Gio: Angelo prima , e più giovane ; da-
del Cav. poiché ne' inanufcritti di proprio pugno di coftui leggeiì , ch'egli in-
Maflìmo cir. fino al r f 69. fcriveva le notizie de' ProfefTori del dtfegno; Come dal-
ca Ut.mpo le fue parole , che qui appreiìb addurremo i e quel che più importa
della iu»_, ja fua tavo|a je{ s> Girolamo , che lì ved. nella Sagreft.a della Chiefa
di Monte Calvario è dipinta nel 15-72. . Suo Padre , fa della Città
dì Cofenza , per nome Gio: Pietro Paolo, il quale per fuoi ntgozj ven-
ne in Napoli, e poi an^iò a Gaetag ove nacqne Gio: FW.ppc ; ma riabi-
lita poi la fila cala in Napoli, indi a po^hi anni egli ebbe Gic: Angelo
r • ,. dalla fua Donna . Or queiii andando fanciullo a faida prendea dilet-
tone a'l'ci-t0 a difegnar con la penna di que' fantocci , che gli fcolari difapplicati
iegrio. fogliono fare : e quindi con la drzione di alcuni ,che miniavano let-
tere , e figurine , apprtfe ancor egli a miniare qualche figur< tta divo-
la in carta pergamena : e certamente , f Gio: Angelo aveiTe iortito ìq
quei primi anni un Maeftro di grido , o'fbfle fiat > iftradato dal fratel-
lo , avrebbe fenza al. un dubbio fatto d;' gran progufiì ne'la pittura;
W? profeguendo nella fcuola di lettere , fi ^ppii ò all' onorato meftisr
iiKotajo 5 Cesi per incontrare il £tifto dei Padre , come forfè anca-
ta
Notajo, e Pittore. 153*
Monello di un Tuo 2io , che t.il proftffìone faceva . Molti anni egli $; feco j.
attele a quefto efercizio , miniando perb da tempo in tempo qualche Profelfione
picciola figurina di que* Santi a' quali egli proferiva divozione . Ave- Nocajg.
va fra quefto tempo il fuo fratello Gio:Filippo acquiftato fama di buon
Pittore a cagion delle beli' opere che tutto giorno efponeva nelle pub-
bliche Chicle : ed accadde , che avendone Gin: Angelo cenfurato al-
cune , venne ad altercare col medefimoGio: Filippo ; il quale cruc-
ciato di iTègli , che andaiTè a giudicare decontratti, e dell'altre
Scritture appartenenti al fuo melliere , e non della Pittura . Quella Cagione per
lifpofta punle fuor di modi l'animo di Gio: Agnolo , ma non replico (a quale (i
altro fé non , che forfè un giorno fi avrebbe a pentire di averlo trat- |J?"e a"*— »
tato da ignorante in meteria di dileguo , e di pittura .
Fioriva allora in Napoli il celebre Pittore Marco da Siena , onde
a lui ncorle Gio: Angelo , dicendogli , che ardentiffimo defiderio lo
tirava allo lludio della Pittura , imitatrice in un certo modo dell'ope-
re del Creatore , e che piacevagli più d'ogni altra la di lui maniera ;
fenza dirgli punto l'altercazione avuta con fuo Fratello ; perlaquale ,-
cofa Marco dopo i debiti convenevoli , uffici con Gio: Filippo per la ,jiMajco«ia
buona amicizia che era fra lor due , e perchè vedea , che avrebbe affai Siena .
bene potuto inflgnarìo , lo ricevè alla fua fcuola . Così dunque Gios
Angelo dalla proiezione di Notajo alla nobil Arte della Pittura fece
palla;!gio ; e continuando perlofpazio di cinque anni fotto l'ottima
direzione di quel Maeftro , tal profitto egli fece , che copiava a/Tai be-
ne l'opere the alla giornata Marco faceva; anzi che alcune erano di
mano del Maeftro riputate , e fra le altre la tavola dell'Adorazione de'
Santi Maggi , che fi vede in una Cappella prefTo la porta minore del-
la Chiefa di S.Giacomo della Nazione Spagnuoia l'originai della qua- Tavola i*n
le fu dal Conte di Cartiglia , Viceré in quel tempo , immlato in Spa- *■ Giacomo
gna . Da ciò chiaramente fi frorge eiTer vero quel detto , che all'uomo ,-e P22110-
che vuole n;una cofa e difficile . Con tanto amore Gio: An?elo fi voi-
fé allo (Indio della Fittura , che gli difpiaceva fé qualche volta gli bi-
fegnava fcrivere , non potendone fare a meno , a cagion che erano in
poter fuo molti originali Protocolli , come è folito d'ogni Notajo;
Ma sbrigatecene al pi» pretto che gli era po!hb;!e ritornava fubito
«alla peana al pennello ^ e follmente gli era gradita la penna allora
^u indo e ci cor.figl.o d. i fuo Maeftro rintracciava , e fenveva le noti-
zie de' Profefion del dife^no ; delle quali nel corfo di quelle Vite fi è
f tto parola , td ancora nel proleguimeuto di quell'opera dimoftra-
remo .
Così dunque dapoi che il Gfifcuoìo ebbe acquifhto una gran
pratica , e facilità di pennello , gli fu commefTa una tavola di Altare
nella Chitfa di S, Lu'gi de' Francefi , volgarmente appellata S. Fran-
V 2 ctfeo
1 j 6 Vita di Gio: A ngelo Crifc uolo
eefco da Paola j maffimameiite per l'autorità di Marco , che avea di-
pinto la bella Tavola d<.Ua Naìcita delia B. Vergiti ; come nella Tua
Vita Te ne farà parola • Dovev.. Gio; Angelo in quella Tavola rsppre*
Tentare l'adorazione , che fecero i tr<- Santi Maggi al Signore ; e p«t>
che avea Caputo , che Gio: Filippo Tuo frat Ilo dipingeva un altra ta-
vola con lo dello Soggetto per la Chiefa de" Domen.cani , detta il Ro-
fanelio di Palazzo , perciò aguzzandogli l'emulazione l'ingegno , egli
fece quell'opera con ogni ftudio, ed attenzione immaginabile , con no-
biltà d'invenzione , copiofità di figure b.n m-.fle iniieme , e con forza,
di colorito gentilmente accordato nella varietà d Ile velli , e nelle ro-
fe accidentali , ond s'ingegnò d'arricchire quell'opera ; e p icl è l'eb-
be terminata vi fcr.ife in una pietra il Tuo nome , e le prof/filoni da
lui efcrcitate di Notaj'o , e Pittore , e l'anno i f 62. , come da ciaChe-
duno d può vedere •
., . ,. Elpolla che fu quella tavola nel delimito Altare , non è credibili
Maraviglia ' \ .
di tutti nei'3 maraviglia che reco a tutti coloro che nella Notarelca prorelhona
vederlo Pie- verfato lo conolcevano . Ma più di tutti rimafe attonito Gio: Filippo,
tore. vedendo l gran progredì del Fratello nella pittura , la quale riefee ol-
tre ogni credere diiìkiInTima a ehiunque rifolve d'appararla già dive-*
Q_ue/te ta- nuto adulto ; e quantunqn. così da lui , come da altri fi ttnefle per
' oo^" ^ermo » cne v' ru^e ^aCo l'-'ijcito del Macllro , pure vedendolo polcia
colloca ttl» continuare con egaal perfezione , anzi maggiore, l'altre opere fue , fa
nelle mura fommamente ammirato , e lodato , e le opere fue tenute in gran pre-
laterali dei- gjo ; Che perciò vedendo que' Frati M.mmi di S. Francefco da Paola
d'w",|e"'1 'a 'na'3fcttata approvazione univerfale di quella tavola , gliene com-
AppoftolcT mi'ero un altra , in cui egli figurò la depolìz.one del Corpo di Nollro
predo quel- Signore dalla Croce , e ne riportò altrettante laudi , quante della pri-
la del Santo ma rifeofle avea .
di I aola . per ta[, opere efpofte al pubblico, e più perchè da Notajo era di-
,-C^{5Cie-' venuto buon Pittore , fi acquiltò Gio: Angelo molto grido , a fegno
ad olio. ' ta'e » cne molte , e molte opare gli vennero allogate . Lavorò egli a
frefeo nella medcfima Chiefa de' Frati Minimi diverfe cole , che poi
nel modernariì le Cappelle lì fon perdute ; Ma di efìl fa onorata men».
zione Giulio Cefare Capaccio nel luo Libro intitolato : // Forajìiero,
a carte 503. con le feguenti parole -. l'ittnrt di 2io: Angelo Crifcaol»,
Giulio Ce- 0 di colore ad aglio , 0 a frefeo , eh' lafciando la fan «rafjjìouo di Nc-
Jare Cauac- taro , divenne cos) pregiato Pittore &*c. Avendo poi Marco da Siena
ciò loda_» dipjnto la Tavola della Natività della B- Vergine , come molte altre
^io;An£elo ne]|a ch|efa d, S.Severino, volle che la volta d. quella Cappella, ove
la Natività era fitu ta , tulle dipinta a frefeo da ©10: Ange lo , e quelli
tra' varj -ompartimenti di flucco dorato vi efpreflè in pkciolo grazio-
fiffime iftojciette della. Vita della Madonna , le quali furono molto lo-
date
Notajo, e Pittore. 157
date da' medefìmi ProferTori; poiché con la guida di un tanto Mieftre
quanto Marco da Siena , tra egli divenuto pratico nel maneggio de'
colori a frefco , e le fue pitture erano ottimamente compiute. Quella
Cappel a è la prima entrando in Chitfa dal canto dell'Epiftola .
Ma ritjrnando alle pitture ad olio , egli non è da tacere la Ta-
vola dell'Aitar maggiore della Chiefa di S. Stefano Protomartire, ove
egli effig h il Santo nell'atto di efl'er lapidato : e ne anche un altra
nella Ctutfa di S. Nicolò Vefcovo di Mira , fituata nella ftrada Erco-
lenfe , detta volgarmente Forcella . Crede il Volgo , che dicefi S.Ni-
cola a Pilhfo , perche ivi vi fon Maellri , '-he di carta Delta lavorano; n .
x, 1. r 1 e 1 11 e j- a » 1 Ragione^»
Ala 1 ulo di tare ilelle ngure di carta perla non e antica quanto il n«- perchè Ja_j
me di Piftaf > ; onde il vero fi è , ch'ella furie così appellata a camion (bada di
che in quella contrada fi predavano danari fui pegno : \*iftà ckiaman- Forcella-»
doli i pegni in Greca favella , che fu la comune , e volgare di Napoli. VKn "o™.1"
In quella Chiefa dico Gic: Angelo fece per l'Aitar M.g^iore la Tavola, !!*/ a
che rappref. nta la B. Vergine in gloria , e nel baffo S. Nicolò con
i tre Bambini , e '1 Garzone rapito all'infedel Signore : Qj_fta Tavo-
la avendo p-tt-to p-.r un incendio di apparato , nel mentrche folen-
nizavafi la Fefta del Santo, fu rifatta da Manangioh, figliuola di Gio:
Filippo , dopo la morte di Gio: Angelo . Nella mentovata Chitfa di
S. Giacomo della Nazione Spagnuola , dipinfe la Gran Tavola per 1'
Altare della Cappella de' Catalani « ove figurò la Beata Vergine in
atto di ; fiere all'unta in Cielo , eflVndovi gli Apoftoli intorno al
Sepolcro, così ben dipinti, e con tinta armonia di componimene
to , e di colore , che quelV op:ra fola balta a rendere Gio: An-
gelo degno di molta lode. In ella egli cercò d'imitare il divin
Pali ìoro alla molla , e fifonomie degli Apoftoli , e circa gli Angeli ,
e ia gloria imitò Pietro Perugino i ond' è che alcuni Profeflbri fore-
ftieri fi fono ingannati , credendola di quel Pittore j benché gli An«
gioii lìano troppo delicati , e parche diano nel (ecco . Nella Chiefa di
5. Gio: Maggiore era un altra fua tavoli in una di quelle Cappelle,
ma rifacendoli poi la medefima Chiefa fu tolta via ; fi fa ihe vi rulle-
rò effigiati la B. Vergine , alcnni Santi , e l'Amine del Purgatorio ,
ma giammai non ho potuto rinvenire ove quella pittura da quei Preti
fia fiata trafportata ; 11 che è avvenuto ancora ad altre Pitture di
Gio: Angelo per l'accennata cagione dell' eflèrfi rnodernate le antiche
Chiefe , eccetto alcune po-he , che con (aggio configlio fono fiate col-
locate nelle Sagreftie delle Chiefe medeiìme per cui furon dipinte ;
Come appunto nell' Alterino della Sagreftia di Monte Calvario è fi«
tuata la tavola del S. Girolamo da noi di fopra accennata ì la qual fi-
gura benché fia troppo fvelta nel bullo , non laf.ia con tutto ciò di
efière ben diDinta 9 e con dolcezza di colore condotta . Vedefi in qne-
fia
T . , i c8 Vita di Gio.-Angelo Crifcuolo
Tìvela nel- -J O ,
la Sagicftia Ha tavola la B. Vergine apparire al Santo , corteggiata da Ckt rubini,
di Montt,* jn quella fembianza the fuol dipingerfi i'imrmcolata Concezione ; ni*
Calvario , f0pratutto vi è un paefe così propriamente fituato , che non fapr^bb*
dipinta nel ^^ mi„,;0re m ^ue| f]tQ ancne fa moderni Pittori ; In quella tavola
egli notò il Aio nome di Notaj'o , e Pittore , con 1* anno i f?2. , co-
me è dato di (opra , ove wbbiam notato Pabbaglio pr-fo dal Cavalier
MaiTimo Stanzione circa l'anno della morte de'due firatelli Crifcuoli:
,, , . ... s'edi avefle detto efTer morti circa il i f 80. non farebbe dif-orde co»
Valan Vite », ,
de' Pittori 'a Cronologia dell opere loro .
Scultori, ed Nel ti mpo che il noltro Gio: Angelo era già divenuto Pittore di
Architetti, molto grido , e propriamente nell'anno 1 f f 8. , fu rift^mpata in Fi*
renze la fimofiffima opera di Giorgio Vafari , e pervenutene molte
Cagione copjt ,n Napoli , ella fu ietta , e riletta dagli Artefici del difegno , e
£C1 &*,?„ e dagli Uomini feenziati ; ma più di tutti dal Not i/o Pittore , e da Mar*
(criverc la co da Siena , li quali andarono notando a minuto i torti fitti alla no-
notizie de' ftra Napoli da quell'Autore ; Dapoichè mal fofFrivano , che in quell*
noih i Arte- opera • gli tfaltafle fopra gli altri ProfefTori del difegno i foli tuoi pa-
fici de 1- trotj ? come jn più d' un luogo da noi fi è oflervato . Per tal cagione
Marco da adunque Marco confortò il Crifcucl 3 a fare inchieda de' nomi , e dell'
Siena Scrit. opere de' Maeftri antichi Napoletani le quali in quel tempo non erano
tore eccel- psr anche fiate confumate dagli anni, ne rimoffeper cagione di nuove
ltnt« non_. f3j,ijriche . £ dall'altro canto Gio: Anpelo , che per quello ch'io trova
meno che • » 1» . • .. ■• 1
oiopit. notato , avea più d una notizia raccolta , con intet.-dimento di pale-
to.e \ come fare ancor egli i fatti , e le opere di alcuni de' noftri più rinomati Pro-
dalla fiia felibri, fentì accendi rfi maggiormente dilla lettura degli accennati
lettera nel ijkrj ^i Vafari : ficcne venendo ancora fpronato dal Maeftro , il qua,-
primo^ ^o- je vo[ea fcrivere egli medefimo le Vite di quelli , e farli «loriofi con
HO 01 que- ■ rr r 1 1 j-i- -rr
*e Vite! 'a 'ua elfg-mtuiima pnna , 11 diede con ogni niligentiliima cura a ccr-
Tremuoto care notiz e 5 e perche er2 Notajo , gli fu facile rinvenir teftamer.ti e
orrendo lue. finimenti , contratti , ed altre fcritture att.-nenti a Pittori ■> Scultori,
cedutone". ec{ Architetti . Raccolfe adunque una buona finiva di notizie , infeten-l
^Monte dovi ancora molti fatti librici fucceduti a tempo fuo ; come quella
delle Solfa- dell' apertura del monte preffo la Solfatala , precedente orribile Trr-
t?ja , ed al- muoto . La venuta di Muliafkn Re di Tunifi in N-poli , per ottenere
ni fata de- njut0 contro al fi^Lo ribelle dall' Imperador Carlo V. , ed altri fatti
feriti» da (-ucce{Jutj nej]a no[Jra Città . Ma le notizie preziofe fono ouelle di tan-
Errore di*1 Uomini intigni , cosi in Pittura , come in Scultura , ed Architet-
aieuniScrit. tura , che egli tolfe all'obbhviobe di tanti Secoli ; e molti ne rendè al-
lòri nel dir J3 noftra Città , e Regno , che da altri , ed ; nche da' noflri Scrittor,
Foraftier» ff no Itati erroneamente defcritti p;r Foraflieri . Come per ragion di
alcuni Ai- r ■ \ a ■ o 1 > 1 •■ r,
cerici Na- ei-mpio » il noltro Antonio Solano , volgarmente il Zingaro nominf-
politani, e Co . Or reggendo Marco le notizie abbond-volmcnte crefeiute , ed ar-
uti Regno . rie-
Notajo, e Pittore. 13-9
«icchite di nomi di buoni Maeflri » Ai cui infino a quel tempo eia Llo-
«50 del mondo non fi era fatta onorata menzione , fi diede col fuo gra-
dito Discepolo Gio: Angelo a riconofeer le opere di effi , rifeontrah-
dole con le notizie avutene , e proveduto di pruove di fatto , e di fai*
de ragioni , diede principio a fcriver diftefimente ciocche prima in
«bozzo , e con parole avea nella fua lettera accennato : e Gio: Angelo
feguitando quel difeorfo , che da noi nella Vita del fuo Maeftro va ri-
portato , cosi foggiunge nell'altro foglio che fiegue .
E* da fip.rfi ancora > come con tutto eh? cifoffro le guerre non
ti mancarono ger mi/tricordi a di Dio , e di fua Stinta Madre li buo*
ni Ma /ir i de la pittura ; ma raro' era quello eh; fi faceva , dove poi
ti fu Buono di Buono , chi dipinfe a S. Pietro ad Aram nel tempo dtl
1440. 0 pure fo. • come aviva fatto ancora una gran Cappella nel Pi*
feopio - aiutandolo il figlio , e dipinfe nel detto quello che era Sagre*
/iia , ty ora è Chiefia i ma il detto Silvtfro fuo figlio fu meglio di lui
the fu difcepolo de lofanofo 7,ìngaro • perchè ebbe il colorito più b:llt
e più affamato » e miglio dijegno ', e pure lo magnifico Giorgio Va fa,.
ri non li nomina per penjìero , facendo anche torto ad Andrea di Sa*
terno ( che fu tanti bravi difcepelo di J^afaele J e così tanti alti i Va*
Itnt' ihmini che fempre ci furono , e ci fonai perchè è molto vero ,
ehi dopa dt lo primo Simone Napoli andò male , e fottofopra per le
guerre che mif-ro tutta fottofopra , e in tniferia , e andarono a mr.lt
1 in perdizione tutte le buone arti della Pittura , Scultara , è4 Ar*
thìtettura . non facendofi più niente a ni una parti , e foloregnavit
qualche Architetto , ejjendo necejjario filo le fabbriche , che pure pò*
t hi fé ne facevano ', 0 pure foh fi riparavano . Ma v.nuto il nuovo go*
verno d: lo S rtnijfimo Carlo V. , che mandò il Cardinale d' Aragona
fir governare > tornarono le bell'Arti , e fi viddtrc molti Virtuofi; li
quali pai cr: fiuti di Virtù , faro li Trionfi per f entrata di detto
Imperatore affai belìi , tS" a quejto mio tempo ci fiori feono buoni Pit- . ,
tori d: gran valore , come Gian B:rnardo de la Lama , Vincenzo Cor* (j0,.jvano ;„
fo , Ciò: Antonio d'Amato , & tncot buon Vittore Gir. Filippo mio Napoli nel
fratelìo, btnzhè Gio: Antonio fa Vecchio : e poi ci venne il Pificja, tempo di
gite Bartolomeo eh' è buon Uomo , r> altri VirtHoji che ci fino , elli Gio. Ange-
quali di f pi net il poco conto fatte dai dette Giorgio V.fiari dilli Napoli* j" C'ik
tati: Maejiri , avendo lui avuto cortefit m.ntreche lìiede in Napoli :
Pi rè più di tutto è fi ,0 fu Marco di Pino , che a c^ra è /tuttofo Ar-
chitetto , &" è di cere finfro 1 e molto ditto , & ha fìtto , e fa coft
k.ll ffime i il quale è mio carijfinto Matfiro 5 & ha edificato la Ch.it*
fa ali: Gefuiti ; nella quali ha fitto belle tavole di Aitare , con la
b.ii (fiata de lf Alt ars Magli ori , chi certo fono degne di tjjire laudati
da tutti li Vittori ; e lei con grande amore , e gì ufi iti a difenderà con
ito
1 6o Vita di Gio: Angelo Crif cuoio
fcritto linoftri V ir tuo fi contro ogni malignità, tfarh chiare , * *»*-
fti/efio Lì Virtù ài tutti . In nomini Lamini Atrun i f69- Notar CW-
Jconms .
Così quell'Uomo da bene terminava , o cominciava piamente
ogni fuo difcorfo , ed ogni racconto de'noftri Artefici , e ben da' fuoi
fcritti fi fcorge quanto ei fufle rdigiofo , e confeguentemente ve-
ritiere . Ma forT. pur pi?cciuto a chi tutte le ccfe regge , e governa ,
che egli col fuo MaeRro aveller condotto al defiato fine la laudevolt
imprela , che certamente con più nlpetto farebbe (lata mentovata la
noftra Napoli da alcuni Scrittori , td antichi , e moderni , che dell'
Arti del difegno h.nno fcritto : e fu gran difgrazia che fuccedefle pri-
ma la morte di Gio: Angelo amantifiìmo della Patria , e poco da poi
quella di Marco , il quale col lungo domicilio era già fatto noltro
Cittadino , e zelatiti/lìmo dell'onore de'Profelìbri Napoletani ; imper»
ciocche non fi fartbbon perdute molte notizie de' noflri Artefici; per-
dendofi non fi sa il come le pregiate fatiche di Marco fopraddetto ; la
di cui lettera, che al principio di quell'Operaia preziofo orna-
mento , parche fia la Prefazione di un Opera già cominciata fé no»
tutta compiuta ; fecondo il parer di molti favj Uomini che l'hancoa*
fiderata .
Dapoi che Gio: Angelo ebbe efpofto al pubblico 1' rpere fue *
volle Gio: Filippo con lui pacificare" , e vivere uniti , come a buo-
ni fratelli fi conveniva ; la qual cola facilmente feguì col mezzo di
Marco da Siena ; td effendo ambedue di buone vilcere , continuaro-
no pofiia ad amarfi teneramente ; e Gio: Angelo pofe ancora tutto ii
{uo amore verlo i figliuoli del nominato (roteilo, a" quali lafcio mo-
rendo tutto il fuo avere , perchè egli non ebbe figliuoli, e forfè ne
anche moglie; e più d'ogni altro amo la Mariangiola , pittrice an-
ch' ella di Nome , come di lei fi dirà a fuo luogo . Così dunque que-
lli fratelli abitando inlìeme fecero tutte quell'opere , che nella Viti
di Gio: Filippo , ed in quella di Gio: Angelo abbiamo annoverate ;
oltre a quelle che fono nelle Cafe di molti particolari , o i he (ono in
patii ftranieri , delle quali non abbiamo niuna cognizione . Infer-
mato finalmente Gio: Angelo di graviflìma febbre , rende l'anima al
Morte di fuo Createne con infinito di fpiacere de' fuoi Congiunti , e di tutti co.
jl0*^nSc" loro che 1' avevano onofciuto : ma più degli altri fé ne attriftarono
il fuo Fratello , e Marco d? Siena , piangendo il danno della Pittura'
e più quello del Pubblico i poi he egli tra fi. to il gran difinfore del-
la Patria , e dell' arti del diftgno , ed il ritrovature di tante belle
memorie. E certamente noi gli dobbiamo molto, poiché <gìi non
perdonò ne a fati a ne a fpefa per conseguirle . E chi sa le qoefte con-
tinue feticofe applicazioni non dovettero innanzi tempo , ed in fre-
fca
Notajo, e Pittore. 161
fca età torgli la vita ? la quale fé fofTe Hata, qual egli meritava, 5cr;ee; «li
più lunga , non aurr-mmo noi motivo di deli derare ciò che fu fcritto Gio: Ange-
dalia dotta penna di Marco Tuo Maeftro , che tanto difpiacque al Ca- lo capicaci
Valicr Maifuno di non aver pntuto giammai vedere; Gran forte in ,mano
adunque de-- riputarli quella , che (iano in poter mio pervenuti gli A Autor*
fcntti di Gì ; Angelo , i quali quanto più con femplice frafe dettiti , fent'' opera™
tanto più veridici fon da (limarli . Vediamo ora quel che il mentova- donde ha
to Cavalier Mallìmo ne racconta , là dove ei parla di Gio: Filippo il «cavato le
fratello in quella guifa . "Sf ~f~ffd""
Dove che in quello tempo occorfe a Gio: Angelo fui /rate/io , il . . ..,- '
quale in tempo di fu a gioventù aveva di fé guato , e miniato , cb? cor- pj£ antichi.
rejje un quadro a Gio: Fi lippa , e lui non volendo fentire , egli per
ficco i li andò in Napoli /'■ ccellente Pittore Marco da Siena ( il quale
Anche aveva infegnato il fratello , mentre era i:i J{pma ) volle impa-
rare a dipingere ; duve che Gio: Angelo per detto picco di parole , da
Uomo di penna e già Notaro pnfefore , fi ftee Vittore, e fee un qua-
dro grande di un Adorazione di Maggi a un Altare della Chi e fa delli
Francefili dove lo fece perche il fratello aveva fatto alli D intenicani
Un altra Adorazione di Maggi , e furono pofli nelli Altari defignati ,
dove erano ordinati , enei fuo Gio: Angelo f -.ce apparire il fuo nome
con maraviglia di Napoli che lo fapeva nella fcrivanìa Curiale ; aven-
do fatto quello avanzo fra cinque , o fei anni, col difegno però che
avea fatto prima \ dove che col detto fempre faceva qualche co fa di
miniatura , o con colori ad acquarella ; e copiò ancora mentre flava
con M.-JJtr Marco fudetto molte cofe ; ma la più beila copia è un Ado*
razione di Maggi , che da molti fi tiene per mano d?l Mas/iro , che
fu pojia alla Cbiefa delli Spagnuoli , e f originale andiede in Spagna ,
mandatoci dal Conte di Cai. i glia , e fece b-.lle cofe d' invenzione : Ma
fatto pace col Fratello Itiedero fempre infieme con amore, perchè ef-
fendo enfiato uno di loro , l 'altro laficìb tutto alli Nipoti j doze che
lavorando injieme fecero diverfe opere i come a S. Severino , a S. Lu~
eia, alla Croce , e Trinità di Palazzo , ed altre Cine fé dove fi cono/ 'co-
no alla loro maniera } e per fine morirono circa /' anni i <jTo. , ma
Gio: Angelo mot t prima più g ovane , e Gio: Filippo poco più apprc-JJo
di anni 7 f • in circa refe /' anima al fuo Crea; ore.
Sin dal principio di quefta narrazione abbiam fatto parola dell'
abbaglio prelo dal Cavalier MaJlìmo , circa il tempo della morte di
Gio: Angelo , laonde r.ìtro ora non mi refta a dire per ifcufarlo , fé
n n che egli non vide il mentovato S. Girolamo dipinto nel i f72. ,
ne gli Scritti di Gio: Angelo , come egli fteflo afferma in un difeorfo
indirizzato a' ProfefTori del difegno , che nella di iui Vita farà da noi
riportato, piacendo al Signore ; per confeguente dando troppo libe-
1 OMO II. X ro
1 6 2 Vita di Gio: Angel j Crifcuolo
io corfo alle conghietture , egli fcnlfe , che il noftro Pittore venifle
a morte circa il i f7o. Ne ciò punto mi reca di maraviglia , dappoi-
ché a noi ancora fpeffo è adivtnuto in difetto di notizie certe, gire
indovinando il tempo così della nafcita , come della Morte di più
d' uno de' noftri ArteS-i ; tinto i noftri magg ori fono (lati trafo-
rati nel provvederci infili di notizie di alcun Piofeflore più vicino a'
tempi notòri ; del quale fi veggin l'opere , ma delle azioni della fua
Vita non fi sa nulla . Torno adunque a dire , eiTer dgno di eterna
laude il noftro Notajo Pittore , poiché con infinita cura , e diligenza
raccolfe , e fcrirTe le anzidette preziofe notizie intorno a' noftri Pro-
fefTori del difegno : e perciò alla di lui memoria io confagro quella
qual ella fiafi debole fatica , la quale fpero che ancor ella fia gradita ,
non folo da' Profeflbri , ma da tutti i noftri Cittadini , non che di-
gli Amatori delle noftre Arti.
Fiat della vita di Ciò'. Angelo Crifcttolt
Hotajo ? e Pittore,
Mtf
MEMORIE
D I
Gio: Bernardino AzzoJini , Batti/la Loca,
Gio: Filippo Creinone , e Lionardo
Cartellarti 3 Dezio Termifano , Pom-
peo dell'Aquila, Mommetto Greu-
ter, Pietro d'Arena, Vincenzo Forlì,
Antonio Capolongo , Marco Mazza-
roppi, Giacomo Alanecchia Pittori.
PErchè molte volte,fecondo egli è d'uopo,non corrifpondono le de-
fiderate notizie , vien perciò neceffitato lo {crittore a toccar
brievemente ciocché nella fua Storia vorrebbe minutamente re-
gìftrare, come ora accade a noi nelle notizie , che dar vogliamo de'
fufleguenti Artefici del difegno , che per non defraudare a loro la
gloria , eda'curiofi legitori il racconto delle loro virruofe operazio-
ni i nbbiam prop >fto quelle poche notizie rapportare , che fi fono po-
tute raccorre dall' ingordigia del tempo ; valendoci perciò di alcuno
Scritt re, che di loro;<bbia fatto menzione onorata , come in primo
luogo traLnveremo quanto il nobile , e accurato Rafael Soprani
fcnrTe di Gio: Bernardino Azzolini , e le lue parole fono quelle .
Chi vuol veder maraviglie , e mjflruofo ingegno , confidai i fpi-
tanti ritratti Ai cera colorita, e gli altri lavori , che nell'iflejfa mate-
ria fece Gio: Bernardino Azzolini , o fia Majfolini Napolitano , poiché
feorgerh in ejjì un Compendio di perfezioni , ed un vero faggio de* mi-
raculi A IT antico Miron*.
Fu quelli in Gè ;ova circa l'anno i fio. > ed a baflanza pratico
in maneggiare i p'nnelli , tentò Col mezzo lori di far fi ffrada all' im-
mortalità del f no nome : che perciò dipìnfe molte tavole , due dell»
quali fi zedono cfpc/ie in pubblico : ei*è il martirio di S. Apollonia *
fitto p r la Chitfa di S. Giufppe , e la tavola, pofia all' Aitar mag-
gi re delle monache Turchine , rappnfeniaaie il Nuncio Celefle, man-
dati dalla Sf. Triade alla purijfima Forgine > «?' quali lavori fi mo-
lli è e?h jpiritofo ìnfieme , ed accurato Pittore . Ma molto maggior
<"'/f fi feorge ne' fuoi rilievi di cera, ti a quali celtbratijfimi , e di
X 2 non
1 64 Memorie di Gio:Bernardino;&c.
non ordinario valore fono i quattro novtjfitni dell' ZJnmo » chi egli
efprefje in quattro mezze figurine di ordine A*l S gnor Marc' /intoni»
Doria i in Una d Ile quali < che rapprefenra ìa morte ) fi ammira un
efatta Anatomia dell' offa tur a umana , e n.W altra eh rapprefenta
i infimo, ve de fi un anima , che p:r dolori /gridando * mojtra nel
fuo crucio l 'eternità del filo duìlo . Nlla terza 7 che il Purgatorio
d;mo ra , fino divinamente efprejf in un iltefjo volto le pene tormen-
tofe di quel luogo , e la f per ama di ui h°ne da dover/ì in eterno go'
dere , e nella quarta { che le' Beati lignifica lo flato felice ) vedefi un
anima già ghrifiata, nella /erettiti del cui volto fono dall' induHriofo
artefice brevemente comp.'n liate le delizie d'un Cielo.
Farti del fuo fecondo ingegno fono anche dur tefie di putti , de'
quali ridente l'uno rallegra gli animi altrui , e l' altra piangenti con»
tri (fa chiunque fi/fa in e/J'o lo f guardo . Nel che veramente fi coaofce la
finezza dell' arte adoperata da Gio: Bernardino in rapprefentare al
vivo que' due contrarj effetti di allegrezza , e di dolore . E tanto ba»
fli per faggio della virtù d' quello ingegnofo artefice i il cui nome non
ha bifogno della mìa penna per farfi noto al Mondo , dove così ben lo
mamfeftano le opere delle fu e mani , innumerabili per la quantità , e
rare per l'eccellenza .
t) 11' Afo- Battifta Loca fi dice che fu difcepolo di Gio: Antonio A' Amato il
leni che rap. Vecchio , ma che poi offervaffe Andrea da Salerno , ed altri virtuofi
porta l'Abe- Pittori de* tempi Tuoi , che perciò molto meglio del rmeftro divenne,
cedano Pù- Si vede di coftui in una Cappella della Real Chiefa dello Spirito Santo
torico non e ur)a Tavola con la converfioue di S. Paolo , dipinta con molto ftudio,
di foprad. e diligenza 1 la Sual tavola fu dipinta l'anno di noftra falute 15-4^.
detto, ma è Di Gio: Crefcione , e Lionardo C.iftellani che furono Cognati ,
un altro , ne fa menzione Giorgio Vafari » che ancorché con poco parole fé ne
fcritco (co pai?ì su quefti Arttfici , ad ogni modo anche brievemente rende loro
all' A de l'onor dovuto, cosi dicendo nella Vita di Marco Catabrefe .
mia di Ro- Lafciò fuo Creato Gio: Filippo Crefcione pittore Napolitano , il
ma nel 1618 quale in compagnia di Lionardo Caliellani fuo Cognato fece molte pit»
come fi di- ture t e tuttavia fanno , de' quali per effer vivi , ed in continuo efer-
ra nelle no- cjzjQ non accade far menzione alcuna (poi foopiun"e) .
tuie di tal ' y ,, . - Jr r0iJ 1 , , ...
Pittore 8cc. Fu compagno di Marco un altro Lalavreje , del quale non so il
nome , il quale in Boma lavorò con Giovanni da "Ut me lungo tempo ,
e f ce da per sé molte opfre in Rjima , e particolarmente facciate di
chiaro feuro . Fece anch: nella Chiefa della Trinità la Cappella della
Concezione afrefeo con molta pratica , e diligenza.
Vedefi nella Chiefa di Monte Calvàrio una Tavola con Crifto
in Croce , la Vergine Addolorata , con S.Gic: e la Maddalena di Gio:
Filippo , e di Lionardo fi vede parimente in un altra Cappella la Do
pofi-
Pittori . 1 6 $-
pofzione di Cri fio dalla Croce in grembo alla madre ; cosi la Tavola
ove è effis>giato il Serafico Padre in atto di ricevere le Sacre Stimma-
te dal Cherubino , fi dice anche opera Tua . Ma più migliore è la tavo-
la che prima flava in Chiefa , ed ora Ila efpolla in Sacrestia , ove fi
vede la Ss. Nunziata , con l'Angelo Gabriele , ambi di b.lliffime at-
titudine , eficndovi ancora molti putti ; di più vi è un S. Lorenzo ,
e una Beata Vergine portata dagli Angioli , ed a bailo San Matteo , e
S. Mirco, opere bei liiTìme del (bpradetto Crefcione . Il S.Antonio
da Padova , è di mano di Lionardo , ma ora è accomodato , e rifatto
da moderno Pittore , e tanto bilti per memoria di quelli due virtuali
Congiunti .
Mommetto Greuter Napolitano è notato dall' Abate T.ti al fc»
glio } 3 f. , e dall' Abecedario Pittorico a carte 526. , che dipinfe nel
fofficco di S. Lorenzo in Lucina la Refurrezione Ji Criito , con bei
colore , e con vigi mani-ira , e fece altre opere degne di lode.
Di Ci fluì vedi 1' Abecedario ri Rampato nel 1719. foglio 326.
Pompeo dell' Aquila , feosdato da tutti gli Scrittori per negli-
genza , vien notato dal P. Orlandi nel fuo Abecedario Pittorico , ove
parla del quadro delia depolizion dalla Croce del Salvatore , dipinto
nella Chiefa di S. Spirito in Si:fii in Roma , affai ben terminato i e
nell' Aquila fua Patria vi fono di lai opere egregie ; veggegdofi an-
cora di quello buon Pittore varie Stampe da lui date alla Luce, e fra
l'altre un S. Giorgio , che uccide il Dragone per Cd vare la regal Don-
zella ; e quella carta è per alto ; vedendoli ancora per travedo un al-
tra Stampa , ove è efpreflb S. Pietro , e S. Paolo nel m zzo , e da'la- r_a bilia ri-
ti vi fono S. Rocco , e S. Sebaftiano , nella qual Stampa vi è 1' an- vola dtll'O.
no 1 5"7J. lpejakuo è
Vincenzo figlio di Antonio da Forlì , e pere, così cognominato ^ tt«a tolta in
fu buon Pittore , come pub vederfi nella Chiefa della Ss. Nunziata *niper dar™
ove in una Cappella vi è la Nif ita del Salvatore , la quale è opera luogo aquel
di fua mano , ed è certamente un de' migliori quadri , che adornano la moderna
quella Chiefa , eflendovi un componimento copiofiifimo di figure ^ fatta da
un buon difegno , ed un colorito fui sullo di Ludovico Caracci , che Duon " t°*
p^iò merita molta lode , così ancora nella Chiefa della Saniti de'pa- 1;0';c a qUel
dri Domenicani vi è la Tavola ove (ì vede efprefTì la Circoncifione del la che vi era
Signore, lavorata con ftudio , e diiigenzi . in tutto per-
AntonioCapoIongo fu discepolo di Già; lì .-r nardo della Lami , fe£tlffima »
e da lui ajut.to fece la bellilfi.ni Concezione , he fi vede nel primo'gjfe, fi Ppa.
Altare , eh' è preflb la porticella a imn finillra entrando nella Chiela d. mata la
diS. Digo, detta volgirm nte l' Ofpedaletto , e nella quale v* fo- Cappella, e
no effigiati S. Francefco ri' Affili , e S. Intorniò di Pi lova ; oper * - 'A r'avola
«mente bellilfima per l'aiuto predatoli dal Maeftco : Fece poi da fé " £™t"aèl
il qua- Convento,
>
1 66 Memorie di Gio:Berardino,6cc.
il quadro per la Chefa di S. Caterina detta alle Zinne , per una Sire-
na , che in una fjnte, allato alla Chiefa, featunfee l'acqua dalle mam-
melle ; il quii quadro flà efpollo nclT Altare Maggiore, e rappre-
fenta il CrocififTo , che featunfee Sangue dal Cullato in una fonte di
finto marmo , e vi fon fpettatori del dolorofo m.ftero S. Antonio
Abate , S. Girolamo , S. Niccolò di Bari da un canto , e dall' altro
S. Caterina , S. Franctfco d' Allìlì , ed altri Santi , maeflrevolmen-
te dipinti. Nella Chiefa di S.N itola detto Acquario vi è la tavola del-
la Beata Vergine in gloria col B imbino , S. Biiggio , S. Gaetano , e
un aitro Santo . Quella tavola pero dipinta in S. Nicoli vi è chi dice
fia di Silveflro il Bruno , per equivoco nominato il Buono ; come fi
dirà nella fua narrativa . Fiori quello P/tcore infino al 1480.
Dezio Teimifano fioiì circa il 1780., e fu Scolaro prima di
Gio: Filippo Cnfcuolo , e poi per alcun accidente di Gio: Agnolo»
dal quale veniva anche introdotto a veder operar Marco da Siena
laonde di tutte quelle maniere ne fece un Muto , e la fua ne compo-
fe , che ha del dolce m alcune parti , ma è rilentita all' intutto . Sua
cpera è la tavola nell.i Chiefi di S. Maria data a Chiazza , ove fi ve-
de efprefla I' ultima Cena del Salvatore , con Cuoi Apofloli ; ed in
quefl'op ra vi è il fuo nome coli' anno if9?-> eilenJo quella quali
dell' ultime fue pitture .
Marco M .zzaroppi di S. Germano , fiorì nel 1 790. , e fu fludio-
fo Pittore . Studiò pruni in Roma , e poi andò per la Fiandra , ed
in molti luoghi d'Italia ofTervando 1 p.ri valenti Froretlori della Pittu-
ra ; Indi tornato a Roma f.ve belle pitture per varj particolari , e
per altre occalioni . Poi rip.itnatoli toìfe p.r Moglie Lucrezia di Vi-
to nel 1 794. e non vi ttee figliuoli . Qnjflo Artefice di pittura fu va-
lentuomo , che marita efiere annoverato fra li pruni Maefln de'tem-
pi fu o 1 1 ed 1 fuoi qu dri fon tenuti in prezzo , ed in gran Sima da-
gli Uomini intendenti , e tanto che gli anni addietro eil'endo Rato
chiamato D. Antonio di Antoni molto intendente di Pittura dal Car-
dinal d' Etrees , Ambafciatore allora del Re Luigi XIV. in Rema,
per vedere due quidri , non fapendone 1' Autore ne meno alcuni Pit-
toriche d'ordine del Cardinale fuddetto erano flati chiamiti; il men-
tovato D. Antonio conobbe (ubico i quadri per opere del fuo Compa-
triota , eflTendo egli ancora della Città di S. Germ.:no ,e dilTe al Car-
dinale , come eran di mano di Marco M.izzaroppi , e gli rapprefentò
la virtù , e la Pernia di quello Valentuomo , a tal fegno , ehe li due
quadri, aiììeme con altre opere di mano di vr.rj eccellenti Pittori ,
furono mandati al nomin to Re Luigi decimoquarto , dal quale fu-
ron molto graditi , e da ProfefTori lodati . In oltre , portandoti il ce-
lebre Pittore de' tempi noftri , Franctfco Solimena , per fare le fue
opere
Pittori. 167
epere a Monte Cafino , nel paflare che fece per S. Germano , vi Idt
Je opere di Marco , e piacendole al fommo , fommamente le con-
mendo , lodando fpecialmente il quadro che fta nella Chiefa de' Cap-
puccini , il quale rapprefenta
Mori Marco nel 1620. , e non avciid ; fi?,litn!i Iafciò erede dei-
li hcrw a, guidati con la Pittura , e di quegli lafeiategli da fu > Paire,
un M' niftero di Monache Clauftrali da rondarli nella fua Patria.
Non fi ha notizia certa di dove fufle Giacomo Manecchia,difce po-
lo del fudettj Marco Mazzaroppi , ma credono alcuni che anch'eli luf-
fe di S. Germano . Codili li fu anche falci compagno ne'fuoi molti
viaggi ; ma e/Tendo di eomplefsione debole, fovvente s'infermi va per
via i per la qua] cofa fueva di mefliere a Marco fermarfi per ncn la*
feiare il dif epolo in abbandono , e tuttoché lo pcifuadelTe più volte
dopo giunto, a tornarli ne alla fua Patria , non fu mai pcffibile in-
durvelo : e fé tal volta xVlarco fi oftinava nel voler rimandarlo , egli
lagrimindo lo pregava cundurlo feco . Coflui farebbe riufeito
miglior Pittore , fé fi furti .fermato in Roma , o in altra parte pro-
pria a far fuoi fiudj ; ma li continui viaggi , e le malattie fcffcrtesnon
gli fecero porre in opera tutto il talento , ihe avea fortito dal Cielo:
mentrechè ne' fuoi dipinti vedefi molta facilità , e felicità nel compor-
re molte figure infume: tome per rapjon di tfemplopuò vederli ne*
du? quadri fituati ne' muri larerali all' Aitar Maggiore della Chiefa
della Sapienza ; in un de' quali v defi 1' adorazione de' Santi Maggi ,
e nell' altro le nozze di Cana di Galilea , ambi ideati con gran com-
ponimento , e nobiltà il coitume , con ricchezze di vefiimenta , e di
tutto ciò , che rende adorna la Pittura , che fé ben fiano opere quali
fatte in vecchiezza , e da Malifcente , ad ogni modo fon ragionevoli,
e degne di lode ; che fé ad alcun Prof-fibre appajon deboli , o langui-
de in alcuna parte del difegno , o del colorito » fi deve confiderare,
che egli , oltre l' infermità , quando le dipinfe era già vecchio : men-
trecchè fucceduta la morte del Mazzaroppi , venne il M.necchia a
fianziare in Napoli , già fatto vecchio , ed in tempo , che molto ave-
va feemato di bontà in pittura , per le continue indifpofizion); laon-
de aveva an.he traviato dalla prima fua bella maniera , ccn la quale
aveva ajutato in diverfe occhioni il Maeflro ; ficchè per tante difgra-
zie , fi deve compatir nel Manecchia alcuna parte mancante , e lo-
darlo nell' altre come buon Profeflbre .
fiat delie Memori* di varj Fro/eJJori ,
MEMO-
168
MEMORIE
D I
Pirro Ligorio Pittore , ed Architetto ,
di Scipione Pulzone da Gaeta,
detto Scipione Gaetano , e
del P. Giuieppe Va-
leriano, Giefuita,
Pittori .
C Osi di Pirro Ligorio , come ancora de' due Artefici fufl*eguenti,
me ne toglie l'impegno i) Cav. Gio: Buglione , dapoichè aven-
done egli regiftrat; le onorate memorie , altra fatica non ne rimane
fé non che aggiungere alcuna Pittura a quelle di Scipione Gaetano*
enfiente in "Napoli , dopo riportato quanto IcrilTe il mentovato Ba
glione , che così dice.
La famiglia Lignria del Seggio di Porta nova e nobili Napolita-
ita , e nella Chiefa de'' Monaci Olivetani ha la fua Cappella , ove è l»
Madonna , ed altre Jìatue di rilievo in marmo da Gio: di Nola rara*
mente /colpite . Di quefio cognome fu Pirro , e nato in Città di vir-
tù -, fempre ne' penfieri molhò nobiltà , e nelC opere ebbe valore . At-
tefe da picciolo agli fludj delle lettere , come anche al difegno , ed al-
la Pittura . Diletto/fi di antichità^ e ridufe in carte molte fabbri-
che vecchie di Rjima , ed altri luoghi del mondo , e fu gran Topogra-
fo . Abbiamo la fua l\oma in grande eccellentemente rapprefentatai
i poi in piccolo ridotta : t molte antichità , e rovine di quejta Città
tgregiamente Aifegnate , e con lor piante , e con le alzate injìampa
ridottele allo fplendore della prima lor maellà .
Fu anch' egli componitore di libri , e fcrijje , e diede in luce il
dottijfimo trattato de' Cerchi , Teatri » ed Anfiteatri , come anche
le ing'gnefjjìme l'aradojje della Città di F^pma ; e pure del fuo fono re-
fiati a penna quaranta libri , ne' quali fi ri/erba la narrazione del ri-
manente delle cofe antiche di quefta mia Patria i E fu fervitore , t
famigliare afiai caro del Cardinal di Ferrara.
Molti belli difegni del Ligorio fono qui infama apprejfo quelli^
che dell' opere de' gran Vir tanfi hanno buon conofcitntnto » * per l'efpe-
riexsa
Pittori . 1 69
tieniti , e per l'età fon degni di far ferie della virtù di lui .
Pirro dentro l'Oratorio della C mpagnia della Mifericordia prefi-
fi l'opera della prigionia di S. Gio: Batti/ìa , che fu colorita da Bat-
ti ''<t Franco Veneziano , anch' egli vi ha la fua , ed è la Cena di Ero*
de , col hallo d'Erodiana , lavoro afrefco , di profipettive adorno .
La facciata incontro alle convertite del Cor fio , ora per la fae-
data dt' Signori Teodoli ricoperta , ed un altra dal canto del? ijiejfie
Convertite , oggi per lo nuovo ed fido guafla , erano j uè invenzioni.
Sofio di fua mano l'opere delle facciate in Campo Mano di chiara
fcuro , e di color giallo fìnto di metallo in quel cafamento , ch'èfiul
canto pajjato il palazzo dove Ira il Cardinal Palletta a man manca %
p°r and. ire alla piazza di S. Lorenzo in Lucina e vi fi veggiono tro*
fei, Itorie , e fregi di magnificenze Bimane . Un altra a pie della falita
di S. Silvefiro a Monte Cavallo , dirimpetto all' abitazione de' Signo-
ri della Molar a , ove fono figure , e fregi di color giallo , e di chiara
efeuro i e su l'alto nel mezzo una ificritione , è pofia i E medefima-
inente un al.-ra incontro al Palazzo vecchio de' Signori Gaetani all'Or -
fii nel vicolo , che va a piazza Fiammetta « ed è la prima a man
diritta , ov'è di fipra un fregio di eh aro , e ficu^-o con varie figura , e
fopra le quattro fine/ire fia per ciificheduna una figura gialla con due
altre figure dalli fianchi di dette fine/ire pur gialle ; e tra ejfe fine/ire
fonvi Horie di chiaro ofeuro , ma poco fi veggi ono 1 fatto vi è un fre-
gio di fogliame giallo Con diverfi vafi di chiaro e [curo tramezzato , e
fitto l<avvi un figorone grande parimente di chiaro ofeuro * e fo>ivi di-
verfi ma eh roni gialli . E tutte cjue-.t alla lor maniera, (e me anche
per \\pma inCanpo di fiore , avanti la Cane ller>a , ed altrove delle
fimi li fé ne veggono) rie ono feon fi ej] 'e r' opere di i'irro Ligorio.
Attefe eziandio all'Architettura., e per l'eccellenza della fua
Virtù fiotto Paolo IV. giunfi ad fiere A-chttetto del Palazzo » e del
Pontefice , e fiopr alt ava alla fabbrica di S. L' etro , matutt dì tra-
vagliava Michelagnolo Buonarroti , ch'era d'anni 81. , che prima di
lui da Paolo Terzo era fiato a tal carica polio : e diceva p<.r tutto «
ch'egli era rimbambito , onde il Buonarroti Jìttte per tornarfiene a
Fiorenza . Seguì di efif'er Archifettcre de' Pontefici , e della Bafilica
Vaticana fiotto Pio IV. amatore di fabbriche , e per alcune occafioni in
quel tempo sì fattamente con FranCefico del Salviati urtojjì, che quelH
sdegnato abbandonò per fina cagione le dipinture del Vaticano , ed a
Fiorenza tornofjene .
Il Palazzetto nel hofico di Belvedere crn belle fontane, e con orna-
menti di vari? Statue antiche è difiegr,o,ed architettura del Ligorio.
Ma dopo che morì Miche/agnolo , ed in fitto luogo fu polio Giacoma
Marezzi da V/gnolat Pirro anch' egli J'eguit ava, ma con ordine di "JJer*
Tomo II. Y vare
170 Memorie descritti Artefici
vare inviolabibneate il difegno fatto dal Buonarroti , il che fu altresì
da Pio V. ne' funi tempi cnmanda'o. Ma il Ligorio pmfontuofamente
•volendo alterare quel? ordine, fu dal Pontefice,con poca f uà rìputatio-
ne, da quella carica rimnjfn .
Studiò il molto nelle immagini , e medaglie Cvnfol -ri , e dico-
no, che la beila, e do ta (pia di Fulvio 0< f<no del'e f mi glie Remane in
medaglie, fa fiata fatta fu le f>t:che di Pirro, il quale m UH ì bro da
[Uimpnrfi avrà raccolto più medaglie, e più ifcrizioni , che in twu gli
«Uri libri mfieme con?' unti, fin a q ti t mpn non fi trai arano.
Indi avvnne, che il D^ca Alfo>;zo II. di Ferrara dubitando, che
il Pò non dovtjfe uva volta finemente danneggiare la Città, vi chiama
Pirro L gr<r 0 , che a quella gran cafa era molto affez'onato . Andovvi
egli, ed ivi fé »? viffe a" fer- iggì di quel Principe per Ingegniere n Ut
occorrenze di Ferrara , e di quello Sfato.
In vita fi trattò con decoro^ 'bbs moglie, e fu di lìatura alta, e di
hello afpptto 5 E con aver le caffè oiene delle fue grand' abere , non eff 'li-
do ben giunto a gli anni della vecchiaia , cadde per danno della vn tk
in quelli della morte .
X ecceilen- Siami lecito di ago,iungere,che Pirro Ligorio viene a torto ticciato
cerato Lo"^3 a'cun' di aver faltificato le antiche if(nzioni,e medaglie,e vedali su
dovko An- di ciò una dotta , e forte Apologia f tta di lui dall' eruditiflìmo Lo-
jonio Mu-dovico Antonio Muratori nel tomo pr.mo del nuovo teforo d^lle ifcri-
ratoj-ì, ha'zioni pig. 1. e fegu.
àlida d^~" Ne"a V'ta di Sc'P!one Ja Gaeta fie8UP ,n fttfl° B!8'ionft ' ' nar-
Pfn0 j^j„0_ razione , reftando folamente a noi nel fuo fine di notare ciò the eli-
sio , * pinfe in N.poli .
Allievo di Jacopo del Conte F'orent'no fu Scipione Pulznne , da
Gaeta , e come il Tuo Mae^rofu eccellente Pittore , e particolarmente.
infir l'altrui effìgie , così egli a fuoi tempi ritrajfe gli altrui a j petti,
e non fola pajsò il Mae Pro , ma nel fuo tempo non ebbe uguale , e sì vi-
vi li faceva , e con tal diligenza , che vi fi farieno contati fin tutti i
sap'lli , e in particolare li drappi , che in qu-lli ritraeva , parevano
del loro originale più veri , e davano mirabl gulìo .
Fu egli così accurato , che nel ritratto di Ferdinando , allora
Cardinal de' Medici , vedevafi infìn dentro alla piccola pupilla degli
cechi il riflejjo delle fine/ire vetri a te della camera , ed altre cofe degne
come di maraviglia, così di memoria : Id i vivi da' fuoi dipinti non
fi dijìinguevano ,
Fece efquiptamente il ritratto del Pontefice Gregorio XIII. prrfo
dal vivo con mae/tria , e quelli di tutti li Principi Cardinali della
Corte Ritmanti , e di altri Principi fecolari , e VrincipcjJ'e , e fprziai.
mente di tutte le nobili Dame di Rjiwa, sì che gran credito acqui i'ofi,
fi ,e
Pittori. 171
fi , e non f diceva d'altro al fui t^mpo , che gli eccellenti Ritratti ài
Scip o»e Gaetano .
Fu chiamato a Napoli eia D. Gio'. cV Aulirla a dipingere il fin ri.
tratto ; andovvi , e nobilmente ilfeCe , e ricchi doni , * grand' onore
egli ripnrtotmt .
E parimente chiamato andò a Fiorenza ita Ferdinando , al/or*
fitto gran Duca , acciuchì lo ritraeffe in ma'frà , ajjìemt enn Madama
Granduci). (J 1 ; giù» fé vi ■» e l uno ■> e l'altra si al vivo efpreffe , che non
mancava loro altro che la parola , e per tal opera degna di j-upare fu
m ito regalato da quelt' Altezza , e con grande cuor fuo rito) ■ n JJ n° ti
l\pma ; Ed altiesì di fua mano fece il ritratto del getter ofjfìmo Pvtttt]
Jice S no Quinto.
Ma vedendo intanto Scipione , che il folo lavorar de' Ritratti
tiot p'ttva porre in numero d gli altri tccellenti Pittori , rifolfjì di
•voler fa e delle fiorie , e tavole di Aitate; £ dipinfe per l. S gnori
Colonmfi in S. Gio: Lat erano fot tu il tabernacolo ri Ile Reliquie jepra /*.
Ah <ire una S. Maria Maddalena , e per di dietro Papa Martino V. in*
finocchione .
Dopai lavorò per il Mar eh' fé di Ri ano un quadro d'Altare all'i
Capuccini , den trovi la Madonna f opra In Luna con Angioli » da baf»
fo S. Andrea Apofiolo , S. Caterina della h\cta , S. Chiara , e S.Fran*
eefeo , che tiene la mano Jopt a la fpalla del Figliuolo d?l Marchefe ,
ritratto dal naturale , op-ra in vere b'.lla , con buonijfima maniera
condotta . Ora credo eh' qwfln quadro fin apprejjo il Signor Duca Ci*
ri t nipote di quel March fé di K^ ano .
Similmente diptnfe in S. Silvi-io a Monte Cavallo per li Signori
"^andini in una Capp Ila , da loro fabbricata , un quadra gran -le fo-
fra le lavagne , eurroti fAfl -mi-on? dftla Beatijjima Vn gine Co»
quantità di Angioli , ed alcun' ritratti al vivo molto b III , e fotta
vi f no li doJ e. Apollo/i con diwrft attitudini , con gran diligenza,
e vagh'(f:m colori d' azzurri iltrntnarnti jìxiflmi , come anche di al»
tri colori , ne quali affai preleva , nobilmente Condotta , e finita,
h fatt è 1 p ra di vahnte o? eHro ■, ed ha mojlrato , che mn Jolo por-
tavafi b-.ie n ' ntr itti , ma ancora nelle iliorie .
Fece il m.d fimo , per S- Caterina di' Funari una tavola d un
filtra AJJunta con gli Apu/ioli , ma non affatto compita , credo per di-
fetto di vita .
Non tralafcierè nella Chefa de' Padri dell'Oratorio la prima
Cappella a man di ritta , dove /fa rhlfuo fpra l'Altare Un CrcciftJ] ion
la Madonna , e S. Gio: % e la Maddalena a olio , affai bm dipinta.
E nell'empio d"l Giesù dentro la feconda Cappella a man diritta
tvv: un Crijio morto in braccio alla Madre , molto felicemente dit lui
Y 2 M«-
172 Memorie de' ferini Artefici
figurato . E Pavana nella Cappella degli Angioli [opra l'Altane alcuni
di ejjì angioli in piedi cjjai belli ; tra ptrchè 'ratio ritratti dal natu-
rate , rappre fentanti diverfe perfor.e da tutti con /cinte , per can-
cellare lo fcandalo ■> furono triti ria, ed erano sìbili;, cb" portano
fpirar vita e moto. Nel Tempio di Araceli alla C pptila dtlS libra-
mento >l titratto del P. Marcellino è di Scipione ', d ha fatto due, fi
quadri priviti a varj l'rincipi , e ad altri che p r br-vità trapifio .
Scipione era di bellijjìmo affetto , e mnflrava fmbianze da ir in»
cipe » e fa' enfi ben pagt.re le fue opere , e con gran riputazione tene-
vate . Morì giovine nel fare della fua età di 3 8. anni , di dolori e lei
SÌ crudeli , che rivai oflele il budello , e fu n^cc/Jìtà mnrire , ftnza
trovarvi rimedio . Di/piacque a tutta Roma il fine dilla vita di Ve-
rno sì onorato , poiché era amato da tutti . Ben' egli è v-ro , eh eb-
be alcuno sdegno con F clerico Zuc< hero per cagione di pittura , e non
volh più venire all' Accademia di S. Luca , dove anch' e fi, 0 aveva il
fuo prete/io di preminenza , co>Ke de' primi pr'fjjori di sì nob Far tei
E la J uà effigie mirafi tra quelli , che nella Chie fi di S. Spirito in
Saffo { come abbiamo detto ) furono da Jacopo Zucchi al v'vn ritratti.
Refta ora a noi per compimento di t 1 rac onto foggiungere ,
che fece in Napoli altre opere in alcune Chiefe , che per < riferii mo-
dernate fono ftatfi tolte dalle Cappelle ove faron locate , vedendoli
olamente nella Chiefa di S. Domenico Mi^giore efpofto su l'Altare
di una Cappella dal canto del Vangelo , il bel quadro del Martirio
di S. Giovanni Evangelica , che in età avanzata li vede nel caldnja
dell' olio , fotto del quale que' manigoldi aggiun^on fuoco , rad-
doppiando le lrgna accio più bollente lo pruov: ; elFendovi fra quelli
uno , che curvato boccolone piepa le ainocchia , e con ciò fi piegare
il calzone , che non p r dipinto , ma vero di drappo ferico , con un
lucido che inganna , eflendo mirabile la pulizia de' (uoi colori ne've-
ftimenti , ed in tutto . Vedeli nelle cafe de' Nobili varj ritratti , ed
in cafa del Duca di Laurenzano ve n'è uno , che certamente può
compararfi con quelli dell' Eccellmtiffimo Tiziano ; e tanto baiti per
lode immortale di Scip.one Gaetano .
Fifu anche in quel tempo il P. Gìujeppe Vahriano Giefetita di
P. Giufeppe Patria Aquilano , ed avanti che egli entree nella Compagnia di Gie-
aemno f^ ^ Jipi„geva ajjaj yene # operò diverfe cof e per varj perfonaggi ;
•dal Baglio- ma 'n pubblico nella Chiefa di S. Spirito in Bnrgof.ee a man diritta
gè, l'ultima dipp'lla , e J "opra l'Altare dipinfe ad olio la trasfigurazione
Ài Cri Ih net Monte Taùcr con li f uoi Apposoli , ma l'ha colo- ita tanta
efeura , che a fatica fi f e or gè , e credo che quell'Uomo vol-Jfe imitare
la maniera di F.BaJiiano del Piombo , Veneziano , quando pngeia
pfeuro , e io/eia (he le fue pitture deaero nel grande , con figure affai
ma^-
Pittori. 173
maggiori del naturale * Con far loro fra» tePe , mani ampie , e pmi-
furati pifdi sì che recavano tozze p'ù tolto che putite , ficcarne aveva
l'amore alla maniera «rande , ma poco fi a eco fi ava alla buona , e per*
fetta . F<ce dalk bande due oran Sunti , in due n cchte , e nella volta
dipiip* la venuta dello Spirilo Santo , con gli Apposoli * e la Vergine
Madr in mezza , afrefeo , con qu l può capr-ccio di dar nel grande*
affli ben condotti i ma nel di fuori Po or a forco avvi la Madonna che
riceve il palato Angelico , dì bel pregio , e d pna di lode.
Ultimamente Pi fece B^ligitfo , ed operò molte eope per la pua
Compagnia di Ciesù ■> ed «JJ'ai la pua maniera di prima rimodernò ,
e correjje , e più al vivo aggiuftojjì i ficcane vedtfi nel ' a Cu palletta
della Madonn • , ove fono div^rfi Quadri in tavola ad oliofigui ati con
le pone di no/ha Donna , ed in faccia da una banda ffavv' un Annun*
ziata , che dicono efl'er la miglior capa , che egli dipingere , e nella
•Volta Jo»vi formati alcuni Cori di Angioli d mano di Gio: Batti Ha
l'uzzo MHan'fe a prefica lavorati , e mentre il P. Vahriano andava for*
mando quejf opera * aveva amicìzia con Scipione Gaetano , il quale
gli fece in quei Quadri alcuni drappi dipinti tanto panili al vero , che
non fi pojjono depderare fatti con p ù arte , ed il Padre il rimanente
Con gran diligenza finì .
E nella feconda Cappella a man diritta , dov'è Popra l'Altare un
Criflo morto in braccio alla SS. Madre con figure di mano di Scipione
Gaetano , il P. Giupeppe fice li dipegni delie due ifiorie dalle bande >
una fi è quando il Salvator del Mondo porta la Croce al Calvario , e
f altra quando lovoglono crocifigere , ed anchs le quattro figure in-
torno alla Cappella , che raffembrano Cri 0 appnlponato , Jono jttni di-
pegni , ed invenzioni i ma le lavorò G apparo Celio , eh? fervi al Vale-
riana in diverpe afe , e Pp'zialmente nella volta , ove Pono nel mezsé
alcuni Angioli , che pigliano una Croce , e ne' peducci , 0 triangoli
Panno li quattro Evangeli/ti , e dalle bande due mezzi tondi , 0 ar-
chi , con Horie della Palfione di nofiro Signore Giesù , e ne' pila; ri vi
fi veggono due Profeti , li quali pc or gonfi d-lla maniera della viltà a
frePco dipinta , // quali non hanno che fari con li Quadri lià detti , a
olio conclufi , fiebbene il Padre l'aiutò con qualche dì pegno ì ma l, Pro*
feti lavorati ne' pila/ir i veggonfi fjjer d'invenzione -, e colorito ■> Come
fu la ver a maniera di Gai paro Celio , cos'i da tutti li Prof epori della
Pittura gì ud' e ati .
Yi-alment* il buon Padre , dopo avere operato molt? cope p°r
fuori F{pma , ejfendo già vecchio , mor) nella Compagnia » e fu tra
gli altri Padri Compagni Pepolto nel Temp 0 del desìi .
Fine delle Memorie de' Per itti Artefici del Dipegnt.
VI-
J74
VITA
D I
CIO: FILIPPO CRISCUOLO
Pittore 'Napoletano .
SE gli Uomini , che voglion fare acquifto dell'Arte NobililTìma cfel
dileguo, Lon.e Gio: Filippo facifllro , egli è cetto, che fi ve-
drtbbon g unti aita d fiderat* metà della lor< vittuofa applicazone j
p rtiocchè non trallnfciando giammai ìi lav. no di quelle , e corti-
ruando con amore ogni gkrno a luperare le d-ffi oltà dell' »rt , col
fntdtfimo fare lì ritroverebbero «flcr poi già Watftri divenuti . Cosi
dunque Gio: Filqpo operando, venne ad elitre un de' migliori Pit-
tori , che avelli la noftra Napoli , così riputato nel luo tempo , co»
me anche a giorni noftri * degno Tempre di laude per le beli' opere
eh' egli fece .
Naique Gio: Filippo nella Città di Gaeta, da un G o: Pietro
Naf ita dì ^ao'° » della Città di Coltnza , che per fuoi negozj erafi portato in
Gio: Fìlip- Napoli , ed indi » Gaet , vi avea colà tolta moglie , ed a capo dell'
pò circa il anno natogli quello figlio j il qual egli già nvea dileguato , co»
*49S> me tempo nt fu de , di appio arlo alle leggi , affinchè aviff> poi po-
, tute att--nd^r a fuo! n^go/j , avendo per avventura in N poli al una
liti. Ma venuto in N -poli a tutto altro attefe ii figliuolo fuorché ad
apparare le lettere , ma bene lpelfo fuggendoli di S-uola andava a v -
der dipingere alcun Pittore ,td avuto contezza del gran valore di An-
drea Sabbat.no, detto comunemente da Salerno , che con grandilfima
fama allora in Napoli dipingeva , ebbe ardentidìma vo_; ia di and re
alla (uà Scuola, per apprendere la Pittura da u i t tato rinomato Mìe-
Pro , e tanto fi adoperò , che per mezzo di alcuni am ci di fuo Padre
fu introdotto da quel grand' Uomo ; ove non e credibile con quanto
fuo culto , ed a ffì< tu ;.pplK zione cerc;.fTe di f.;re acqu fio del difegno,
favorendolo molto il b 011 Ma< Ifro , per ved.rlo cotanto innamorato
delia Pittura Di e il Gvalier Maffmo nelle lue nctizie , chi Gio:
Filippo apparò da Gio: B;rn. rdo Lama , nella qual cola credo
che prendi abbaglio , dapoichè per teftimonianza d< do: Agnolo (uo
Fratello li h che Gio: Filippo fu a Scuola di Andrea da Salerno. M.i
non anelò guari di t.mpo . che fu ftoverta dal Padre quella nuova ap«.
pli-
Pittore. 175*
plici*'on? , della qrr'e lo ripfefe più vòlte ; rm vedendo tutta vìi Ci'o:TV:p-
non fare al' uà frutto ' oli* d reazioni , pfsò alle minac.i" , ed andie p pei at-
p iso alle minacci" , ed anche pò p
ad al una m rtifàczione , pria qml cola (degnato G o: Fi ippo, Che - ndcre Ali
orm i en «iunt" all' anno decimof- ttimo dell' ( t' lua , fi e proponi- ''|U'" <: n~
\ e e d ri» i j [,o '• voler
«ì-ntodi fu 'girl' ne in Poma, re r ivi '.11 • lare fu I opere d.vine di , u ,
' ° N r . oel 1 j'jie ,
IR. ila"! lo, giacche con tale epit to l'enti va rutto gir rno e lebrarle dal fuggì Li Ro.
fuo Ma-„itro . Liondeav ndo nel I* -mimo Tuo cosi feriti to,proca clan- n . ot, Itu-
dofi di nafofto quello che pia potè per mantenerli ai poilibde per al- ^ °' '.'■' Pc~
cun tempo , ("1 parti alla volta di Rvni , ftnza f rm >tto a niuno ; e Xr ,?' L ""
giunto in qn 11' Alma Città , fi diede fenza perder t mpd a (fu fiare V
opere di R f .elio , con molti altri , che ivi queh'.-pere ammirabili
Copiavano; apprendendo d co'oro che più fapeano qu d che non in- p;. r"n del
tendea , e fi dice , eh* h Pierin del Vaga fu/Te affai b'-n diretto, e V-gù tu di-
amm eftrato nelle difficolti dell' arte , dandogli luogo fra fuoi Scola- r «ore in_.
fi , per vederlo così vo<>liofa d. fire acquifto della pittura ; ed in ve- *> 'm:.. .
jr 1 «■ hM r 1 t • G10: fii/p-
ro per quello che Ciò: Filippa poi fece , appar ver unente che da tal
Precettori egli avelie apprefa la b'Ila mam-ra Rafi lefci .
Intimo il Padre cercando G10: Fdippo Tuo figlio , confiamo mol-
ti giorni fenza averne novella , ma fattoie in«.hie(ta da Andrea da Sa- p^flione del
lerno , conchietturo , che per lo rlefiderio , 1 he fempre avea di ve- P ur dì
der I" op re di RafVMo , fi f :>u*e in Roma porpto , e tardi pent.to per Gioì Fihp-
le riprenzioni fatt ?IL da Andrea , che non docea enfant opporli ai "
rt a er> 8 no-
genio virtuofo dul figliuolo . poiché non devono i Padri firfi tiranni ytut
dell'oneri naturali inclinazioni de' loro figliuoli ; perciò dunque l'i
difpofe di andare in Rnnn, e fovvenirlo di quanto gli facea di bifogno,
come appunto efeguì fra pochi giorni , follecitato meora da la Madre
di Gin: Fdippo , che non mai altro facea, fé n~>n piangere 1' àfienza Frafecon
del.' mato figliuolo . C si dunque Gio: Pietro , tr sr-r.t >fi in Roma, la quale-»
e nelle prima domande gli fi) dito contezza di Gm: Fil ppi , concio- cia n.0IT1"
fi codchè , di tutti coloro , che ftudiavan p.ttura veniva conofeiuto, "Jt'^- e:*
n , r nia vJio:ri-
•d ammirato, ed era nominato lo flud ofo Napoletano. Con molto jippo,
contento del Padre fu trovato a Scuola di Pierino , m ebbe alcun ti-
more G10: Filippo , che non voleffé diifoglierlo d3 quella fin ap-
plicazione; COiii'ancora per quello ch'egli per la partenza tolti avea
dafuacafai ma alficurato dal Pidre , che non più avrebbe diitorna-
to i fu iltudj d-ì!a Pittura , tutto fi confido , e maggiormente \\ fe-
ce animo v-dendofi foccorfo di ciocche gli facea di bìlogno , effe nd di
ormai ridotto a' p tim°nti p°r fcarfezza della moneta ; Qninli in'ni-
insto vi e poi p°r lo favore de 1 Padre , fi diede a far maggior ftudio
di quello rlvV facea , perciocché fece a quid} delle r góle dell'Archi-
tettura , e Profpettfva de r.to necelTaris alla Pittura , e iblJecltajtb dai
Padre di far ritorno a N*poli , bozzo tutto quello , che più nect Ilaria
1 7 6 Vita di CiorFilippo Crifcuolo
gli parve per avanzarci nto dell' Arte ; Infine cedendo alle follecita-
zione de' Genitori , e più alle tenere preghiere dell' anrurofa Madre ,
che con lettera 1' affrettava al ritorno , in Napoli col Padre fi ricon-
duce , ove appena arrivato , fi portò di nuovo dal fuo primiero Mae-
firo , eh molto feco fi rallegrò de' fuoi avanzamenti , e dell' ottimo
ftudio fatto in Roma fotto la felice condotta di sì rinomati Mselln ,
quili eran flati R..faello con le fue opere, e Pi-rino con documenti ,
G;0.p;jip. ed efmpj del l'operi re ; eh-.* perciò mentre viffe quel poco tempo, do-
pò ritornato pò che Gli: Filippo fé da Ro na ritorno, lo tenne applicato in molti di
in Napoli .quei lavori,ch- a lui venivan commelfi. Morto poi Andrea nel if40.,
tornò ai come nella fu ' Vita abbiam detto , allora (Ì può credere , chi tra-
s"uol°a ai vapdofi nd fiore de' ftudi fuoi paffafle Gio: Filippo nella Scuola di
Anuria da Gio: Bernardo Lami , il quale per la morte del i> batino , occupò in
Salerno. Nap di in quel tempo il pr>mo grido di valente Pittore , e pt-ruò cre-
do che venga d-, Mallìmo ftitruto fuo Dif epolo ; concioffiacofacchè ,
nulla fappiendo di Ila fin prima scuola , ftimail' , e con ragione, i he
per gli Pud] fatti in Roma apprenderle la Raftl.efca maniera . Ma
noi coi t (limonio di Gio: Agnolo fcrivendo , facciam pakfe quello
che eg'i non ftppe , ptr le veraci not.zie dal Notajo lafciateci ; come
in quelle di paflo in palio da ciafehedun può vederli .
Avea iniino a quello tempo Gio: Filippo fatto varie opere per
molti particolari , ed in quelle avendo dato (aggio del fuo fufrkiente
valore , gli vennero allogati molti lavori per i pubblu hi luoghi,efpo«
nendo in varie Ch.tfeop re degne di molta laud- , le quali noi fenza
alcun or line fi-rbart qual folle prima o feconda , andarem defenven-
do , enne nel Catalogo delle pitture eh' e' fece .
Vedefi nella Chi. fa di S. Maria delie Grazie , predo quella di
S. Agnello , la Tavola nella feconda Coppella dal canto dell' Lp Itola ,
nella quale vi è figurata la B. Vergine col fuo fig molo in fino, fu
le rubbi , e di focto vi è S. G o: Battila, e S. Andrea Apposolo ; ope-
ra molto bella , e lodata dagli Ser.ttorj, ma per eflèr guaita d.ill'aeque
Cadutevi di fopra , p;nfano qjue' Padri toglitrl.i via d <ll'Altare,e por-
vi altra in fuo luogo. Ma Vffdelì p;rò in un' altra Cappella di qu (la
Chiefa medefima , e proprio in quella uguale di Lu;gi Art ddo, un al-
tra bella tavola di (uà mano, ove fon figurati S. Andrea , e S Marco
Evangelifta in atto di fenv re ; e neili lunetta di f pra vi è S. Miche-
le Arcangelo , con Lucifiro fotto i piedi . C si fi vede nella Chiefa
di Coftantinopoli la Tavola col S.Erafmo , copiofa di belle figure aliai
ben fituate .
Fece per la Chiefa interiore di S.Patrizia , la qual fi apre du ■ vol-
te l'anno , la Tavola del Aitar maggiore , nella quale < (prede l'adora-
zione de' Sii. Magi , con un componimento , e con accidenti così ag-
gio-
Pittore. 1 6 1
©iultati * che fi rende degno per quella bell'opera Hi ogni lode . Cesi
fece per la Chiefa di S.Pietro Morone , detto a Majella , per gli afprif-
fimi M 'nti, ove quel Santo fece nfpriilìma penitenza, ih una Cappel-
la dal Canto dell' Epiftola la Tavola, ove vi figurò la B. Vergine, col
Bambino Gesù , td a baffo vi effigiò S.Andrea Appoftolo, con S.Marco
Evangthfta . In un altra Cappella vi fece fimilmente un altra Tavola,
ma quella effendofi alquanto guafìata fu da mediocre Pittore ritocca-
ta , con aggiungervi l'Anime del Purgatorio , ed indi nell'ultima mo-
dernazion della Chiefa è Itata tolta via , e trafportata altrove . Quel-
lo che ora vi fi vede è lo Sponf.lizio di S. Caterina in una lunetta, che
fta fituata f pra la minor porta dell \ Chiefa , dalla parte di dentro ,
avendovi di fuori fatta fare uria copia , per falvar quella beli' opera
dalle ingiurie del tempo , e delle pioggie ; e certamente fé bene giu-
dicar fi deve , è qoefla una delle belle pitture , che Gio: Filippo fa-
ce (fé . Nella Chiefa di S. Agoftino , preffo la Reggia Zecca , in una
Cappella vi è di fui mano un' immagine della B. Vergine , che fem-
bra di mano di alcun bravo Difcepolo di Rafaello , tanto ella è con-
dotta fu la maniera Rafaelefca . Dipinfe la forfitta della Chiefa di
S. Pietro ad Aram , ed in effa in una Cappella a delira ddla porta vi
fece L Tavola dell'Altare , ove vi figurò fuile nubbi la B. Vergine col
Bambino Gesù, ed a baffo li Santi Appoftoli Filippo , e Giacomo, ope-
ra molto bella . Nella mentovata Chiefa di S.Pietro ad Aram fece per
la penultima Cappella la Tavola dell'Altare , figurandovi la Natività.
di G su Cnfto nollro Signore . Così fece per la Chiefa di S.M ria del
Rotano, comunemente appellato il Rofanello di Palazzi , eretta da
Muhele di Lauro nel ifij. la Tavola dell'Adorazione de' SS. Maggi , ^ *?*
per una Cappella , la quale ora fi vede fituata nel muro laterale alla comm"eira_4
prima Cappe'la entrando in Chiefa dalla parte del Vangelo , con un anticipata-
componimento grandiffimo di figure ben difpolle , e con f-fprelfiona niente anni
fingolare dell' azione , e dolcemente dipinta, che vien lodata da' Pro- P'51*.*"
felibri . Ma le pù b He opere , che a mio creder* ved-r fi poffano di . chieù
fua m no fono K due Conc de' Maqpiori Altari delle Chife di Donni
R'-gma , e di Regina Cccli , ambe di Mona' he Dame di primi Nobil-
tà ; In qu.lla di Donna Regina modernandoìi l'anno i f7o. conarri-
pliarfi , e render più ma-.llofele Cappelle , vi f cero far da Gì •■: Fi-
lippo tutta la Cona, divifa in diverfe pitture , perciocché è quella Co»
na divifa in undici partimenti , li quali andaremo (piegando , con le
pitture che vi fono. N?l primo , eh' è ni mezzo nell . parte fupeno-
re, il quale è un bslungo per travedo , fi vede la Cognazione della.
B. Vergine affunta in Cieio , quale Coronazione vien fatta per mano
della Sant filma Ti ■ nicà . Siegue il qjidro li lotto , nel quale vie
efpreffa la SantiiTìim Concezione della llelfa Vergine Imfliacolata,con
TOMO 11. 2 ac-
1 6 2 Vita di Gio.-Filippo Crifcuolo
accompagnamento di varj be-l'ifiì ni Angioli i Ed in quello , che è il
terzo quadro , quale è il più grand-.- di tutti , e Ha fotto a' fuddetti ,
con la cima che fa lunetta , vi ^irì^ioG r. Fiippo la mort drlla fud-
detta Noftra Donna , con l' alfiftenza di tutti gli Apposoli , la qual'
opera è con molto giudizio condotti ; Via ali i parte uaperiore dal can-
to del Vangelo , fi vede in un fondo cffi^iat » la Decollazione del San-
to Precurfore di Gesù Crifto noflro Signore j nel b:s!ungo che per al-
to li (la di fotto , vi fono i due Santi Maggiori dell' Ordine Francef.a-
no i che fono S. Francefco , con S. Antonio di Padova , ed in un qua-
dretto per traverfo , che fta fotto di quello , vi è la mezza Figura di
S. Andrea Apoftolo ; del quale quelle Signore Monache confervano le
Reliquie del braccio . Siegue fotto di quello , altro bislungo per alto,
ove è dipinto S. Ludovio Vefcovo Ji Tolofa. Nel tondo poi eh' è
nella parte oppofla , cioè dal canto dell' Epiftola dell'Altare , fi vede
la Decollazione di S. Teodora Verginee Martire , della qual Santa an-
che le reliquie <:onfervano ; e nel bislungo di fotto vi fono effigiate
S. Rofa di Viterbo , con la B. Caterina da Bologna ; fiegue fotto nel
bislungo traverfo la mezza figura di S. Bartolomeo , del qual Santo
confervano quelle Dame buona parte del Capo; e nell'ultimo qua-
dro, eh' è bislungo per alto vi è psr accompagnare il Santo Vedovo
di Tolofa , un altro Santo anch' egli Vefcovo , e Frate di S.Fran-
cefeo .
Nella Chic-fa poi di S. Maria Regina Cccli , vedefi umilmente
la Cona dell'Aitar Maggiore divila in otto ripartimene , effendo fi-
gurato nella lunetta di mezzo l'Eterno Padre in atto di benedire , e
fotto in una cona umile a quella detta di S. Maria Donna Regina , vi
è efprefla la SS. Concezione di Noilra Donna , in m zzo a' cori di
bellillìmi Angioli . NI primo de' tre quadri , che» fon dal canto del
Vangelo vi è rapprefintata la Rtfurrezione del Salvatore , e nel fe-
condo , che è p r traverfo , l'Angelo G bride, che annunzia la
B. Vergine, eflendovi dipinta in quei di lotto la Nafcita del medefìmo
Redentore. Così dalla part^- oppoita fi vede fopra la venuti dello Spi-
rito Santo nd Cenacolo ; nel iikzzo la mentovata Vergine SS. An-
nunziata | e nell'ultimo l'Adorazione de' SS. Magi , e dev li avverti-
re , che in tutte le cone , ove lon finnli ripartimene , una Moria ac-
compagna fempre quella , che gli è d.<ll.i parte oppolla fitusta ; co-
me abbiam veduto in quelle già delcritte dell'Altare di S. Maria
Donna Regina , ove la Decollazione di S. Gio: ^attilla accompagna
quella della Santa Vergine-, die gli f dall' oppoìlo lato ; e Gio: Fi-
lippo per maggiormente fpie-gire quelli accompign-imenti , ha variato
le figo te de' vani , ove fon dipinte le Storie i lo che molti Pittori
non hanno fatto per più Jiìart-zza di cii le vede „ In tutte quell'opere
vi
Pittore . 163
vi fon figure belliflìme , e fituate con fommo giudizio , conciolìaco-
j facthè ogn'uni di quelle figure efprime benilTìm:) i! fao concetta , e
la divoz.one n.l l'azione chi rapprefenta > effendo i Compartimenti di
quelli quadri , con Tuoi adornamenti , affai bene incagliati 1 epodi
in oro rìnilTìmo , quali ornamenti accrefcon molto pregio , e bellez-
za alle m.nt ivate pitture ; le quali Veramente fono affai ben dipinte,
e con dolcezza di colon , che non pnffona defiderarli migliori ; laon-
de merita Gio: Filippo per quelle , e per molte delle defcritte , lode
immortale, dtpoichè f- guitando lo ilile dolciffimo di Rifaello, die-
de alle fu pitture fortinu grazia , e bellezza , con i gravi , e gudiziofi
Componimenti , con lo ìtudio del buon difegno con la varietà delle
fifonomie , e con la leggerezza de' bei colori , ch'egli adoperò gentil-
mente . Fere an.ora Gio: Filippo altre Tavole per altre Chiefe Napo-
letane , ma quelle fon Mate tolte nella moderazione di quelle, e nel-
la rifazione delle Cappelle , ove » moierni Padroni vi han collocato
poi altre pittare di più moderni Pittori, ome è accaduto in una Cap-
pella di Regina Cccli , nella quale vi ha fatto fue opere il noftro ce-
lebre Luca Giordano, che a dir vero , affai più belle comparirono
quelle pitture , che quelle di ogn'altro noltro antico Pittore ; conciof«
uacofaché avendo tolto una certa loro naturale povertà di concet-
ti , ed alcune fecchezze , ha con la copiofuà de* luoi compammenti . e deTlt
miravigliolì , de' concetti belliffimi , de" colori vagh/llìmi 1 fenza piccurc jj
Comparazione formata una magia tale , chi faldisfa-endo mirabil- Luca dor-
mente infume con i'occhio , la mente , rende chiunque mira le fue dano a quel
pitture cotanto appagato di quelle , che non sì cofa deliberarvi mi- l* j*?S'* a"~
gliore. Ma tornando a Gio: Filippo , duo , che fece altre opere per^
molti particolari , per ornamento di loro cafa , e molte ne fece per la
Regno , e per le vicine Terre , ficco me ne fece per Gaeta fui Patria »
p r Capua , Colenza , Bari , Lecce , ed altre part. ; delle quali ope-
re non abbuino alcuni notizia ; avendo foiamente contezza , che nel-
la Terra di Piedimonte di Anfe , nella Chiefa Collegiata della San-
tiffima Nunziata vi è in una Capp Ila dal canto dell' Epiftola lo fteffo
Miftero rlel nome della Chiefa dipinto di Giot Filippo i Al quale ve-
ramente molto deve lanobn'Arte della pitturi, p~r aver unito lo
fiudio del difegno , alla nobiltà delle tinte già ufate dolcemente da
Scolari di Rafaello , e da' 1 guari loro ; benché veramente non vi fia
tutti quella nobil maniera , perciocché quelto avviene , che quanto
più i rivoli li Rollano dal primo fonte , tanto più variano da quello *
poiché giammai coloro che fon Discepoli de' D.f.epoli di que: pr.mo
Maeflro (Vgucno quella propria maniera, chs fo imitata da' vera-
ci allievi , e.hevid-r qu-. Ilo operare i ogn' uno naturalmente por-
tando in ^crto modo la fua naturale maniera ; come veggiamo effere
Z 2 adi-
] 6 4 Vita di Gio:Filippo Crifcnolo
adivenuto a' Difcepoli del medefimo Raf. elio prima, e poi a quelli de'
ffmofi Caracci ; Veggend fi eh- quanti allievi efiì f.ceio , tante ma-
niere diverfe quelli poi ufarono ; per le quali fen concfciuti amora
per egregi Maeftri . Così dunque Gio; Frippo traviando alquanto da
quel primo fonte, fi fece ani h'egli la ma proprie maniera , che an-,
corchè non iia la più eleg?nte , e viQofa , p? riffe re in alcune parti
troppo riftretta di libertà , e perciò alcune volte un rb fecca , ad ogni
modo fé gli deve gran ade per la bella unità delle (ut Storie condotte
con belJifljmi Componimenti , e con faltrt parti , che abbina drtto
di fepra , per le quali pregevoli, e ftndiofe doti refta Gio: Filippo
Gìc:FìJìppo contradiftinto da molti altri Maeftri , td annoverato fra mjgliori Ar-
loiiito dal.' t fìcide'fuoi tempi da molti noftri Scrittori , a me fi pub vedere neli^
fc'genro.'a] £ngcn;o nella lu£ N-poii Sacra , nelle curiofità , e bello di Napoli,
ne'lTe'tfalI del C:»ncni ° D- C2r]o Celano , nel Sarnelli , alla Guida de' Foreftie-
trì Scrittori. r' » ec* 'n s'trl Scrittori , • he noi tralafciando , diremo folnmente quel
the in fu a lode ne fcrìffe il Cavalier Maffimo Stanzioni , giacché Gio:
Agnolo ptr effer di lui Fratello modeftamente lo nomina fidamente in !
più ur^hi , fecondo la bifrgna gli accade, dandogli epiteto di buon
pittore , come fi è detto nella lua vita , e ne'difcorfi c/i'ei fect; ma il
Cavalier mentovato onorando la memoria di lui , cosi in fommario
epilogb fuaVita, dopo deferitta quella dlfHuo Maefiro Andrea da
Salerno .
T _ Gio: Filippa Crifcutlo effondo molto giovane fu difcepolo di detti
m„, l .... a Andrea Sabatino , ma morto il Maejlro imparò da Ciò: Bernardo della
iiixiiQicritco r » >!/■/>> • iti
da] Cava- Lt.ma , mapoidaseliudiandofifcelajuamanierat ed ha dipinto
lier MalJìmo molte cefe , come a S. Maria delle Grazie detta all'Incurabili , alla
qui upper- Chiefa di Bigina Celi , e quella di Coflant/nopoli , a S. Patrizia f
taro.ma non a jy Re„j„a e s. fieno Cele/Uno , ed altre Chiefe , cerne meo/io di
ancora allo- , ■ r / ^ i r i r ■ ■ J i p * // i /
dato dalle fi Jara memoria , Cercandvji le Jue notizie , e del t rateilo , eh: fu
certe noti- Notajo , e bravo Pittore chiamato Gio: Angiolo Crifcnolo i ejjendoci di ì
*ie,che cuce quello Vtrtuofo molte opere , ejfsndochì. fi dice , che per punto avute
andar cer» con un pittore , fi fece anco lui pittore meglio di quello i ma di tutto
«*ndo. C(Jn pa:uto di Dio , e della SS. tergine fua Madre , di S. Giufeppe ,
e S. Gennaro , fi farà memoria onorata per appuntino come fu .
Da quello dritto qui riportato fi conofee appieno , che il Cava-
lier Maffimo non ancora avea tutte quelle notizie , che noi di fopra
defcritte abbiamo ; dapoick* fcrivendo egli il Sommario della Vita
di Gio: Bernardo Lama , foggiur.ge dopo di quello altre notizie di
Gio: Filippo , adempiendo cosi alla pronieiTa già fatta di rinvenirle»
benché abbagliarle circa il farlo prima difcepoìo dei mentovato La-
ma , come di fopra abbiamo appieno provato , e nel rimanente vien
conformandofi in tutto ab, che noi ne abbiam detto con cib ch#
fiegue . Fu
Pittore. 1 6 j
Fu fino Difc-polo Gio: Filippo Cri fenolo , il quale fu figlio .li uno ^ cf)nfigiio
Ciò: Pietro Paolo , Calabrfe , della Provincia di Cofemu , i7 f «<i/e )? f'u ai A'i-
casò in Napoli , ed avea buono parentado » ma a Gaeta fece queitofi- are. daSa-
|/'o , e non voleva , r he quejto fu» detto figlio fi fojje fatto Pittore , ] ,n,0'ed a""
ma valeva , che a: tendere afa.fi Dottore dì caufe legali , avendo al- labile che
cuna lite ; ma fuggendo il detto figlio andava da Brnardo della Lamat Gio:Bcindr.
dovech lo i'eJJ'i confizhava il Padre a non filarlo ; finochè mojjo in di- do diceif.- al
fperazione andò a I\pma , e Hiede Con un Dtfcepolo del gran Rafaele , Padre lo
che fi dice o Marco Calabrtfe , o Pieri» del Yaga i ma fecondo alcuni^ ^^Iti
ed io credo , che ìmpa>b dal n^hro Andrea Salatino da Salerno ■> e do- co
pò tornato in Napoli Col Padre fice bel/ifime opere alla Madonna delle
Grazie , afrefeo , e ad aglio , e d pinfe la fiffita , che per l umido fi è
mn poCj gua ata , afrefeo , e ad oglio in una Cappella a S, Severino ,
ed alla Lhiefa dell; Monache S"C.
Fin qui il Cavalier Ma Aimo mentovato, effendoci convenuto ri- Abbaglio
portar ciocche liegue nella Vira di Gio: Agnolo , giacche pana a nar- del Cava-
rare i fatti , e l'opere di quell'altro Artefi e > e come poi coftui di 'Itr Maflì-^
Ntajo Pittor divenne , per la quii cola noi dunque di Gio: Filippo Maertri di
pari-indo » diremo per finir fuo racconto , che aliai onor itamente egli fjio;Filipp3
vi/Te, poiché fu molto filmato per i l'uoi buoni coftu mi , ed onelto ma poi gin-
modo di vivere ; prendendo da lui configlio nelle d ffi.olta , ed in dica beiit^
materia di pittura anche altri buoni Maeftri di quella . C^si dunque e ?' i\dt°,-
operando fempr« con molta lode , effendo pur vecch.o , non lafcio ^naica da*
mai io ftiidio , e l'ufato modo di fupsrar con quello le diffi oltà dell' Salerno.
arte , e Tempre efercitando il difegno , che di fu a mino ne fono aiune
nel noftro libro de'dif gni , fece molte pitture per varj, e molti pir- Di quelt' e
ticohri , come innanzi ahbam detto , le quali eran per lo più Sacre PejC n'J1 "on
Storie , non avendo giammai voluto dipingere cole lafcive , o F.vole, P' . .,aniQ
che non folfero onefte , e per lo p;ù effigiando la beila Immagine della nia" iCcmpa*
Gran Madre di Dio , che bella , e modella dipingeva , giunto in fine del l'udecco
in età di 75-. in circa , come dice l'anzidetto Civalicr Stanzioni nel Gav. fi ve-
fine dell'accennato racconto di G 0: Agnolo , unì di Vivere , per go«.lievana•
dtre etemam?nte nel Cielo , come fi fpera , il premio di fu; virtuofa
fatiche. La fua Morte mi perfuado che accadefl'c circa il 1^84 P0'- gì r Hlio»
che vi fon fue pitture operate dopo gì, ottanta , come fi puì> olferva-p0 c;rCa U
re dalla bella tavola , che conferva il virtuolo D. Paolo Pegualverre 1570.
dotto Avvocato , e Negoziante Napolet.no , nella qu.de vi è effiggia-
to al vivo , ma in picciolo , S. Francefco da Paola , aliai ben dipinto ,
e dietro vi è notato l'anno i6St da Gio: F lippa già fatto vecrhio ; a-
Vendofi per tradizione di antenati di chi quella pittura pofiìede , che
po.o tempo dopo venne a mancare il pittore.
Fine della Vita di Gio: Filippo Crifcuelo Pittore .
VITA
i66
VITA
D I
DOMENICO D' MIRI A.
Scultore, ed Architetto.
FRa quelli , che tifarono dalla fcnola del noftro famofiffimo Gio-
vali da Nola , certamente annoverar fi deve Domenico A' Auria
per lo minore » il quale infmo da fanciullo eiTendo applicato al.dife-
gno , con intenzione di fari! Pittore , come fi dice , ftiede con un fuo
Zio, che la pittura efercitava , ed avendo pi per forte vedute l'o-
pere i che alla g ornata efponevano il mentovato G,o:, e Girolamo
Santacroce , e la gara , che quelli avevano tra di loro * fi fentì for-
temente inclimto a maneggiare ancor' egli i fcarpelli , e volerne
inumi un famofo Scultore nufcire . Per la quii cola lafciato la fcuo-
la della pittura , fttva in forfè a quale de' due Maeftn doverle anda-
re , dapoi' he ambedue eran comunemente per valenti Uomini ripu-
tati » Ma perciiè il grido di do: di Naia fentivafi di per tutto in
maggior credito , veniva egli riputatoli primo tra quei Maeftri che
ne' iuoi tempi efercitafTero la fcultura j anzi , come afferma il V^fari
nella vita di Girolamo Santacroce , tenuto ancora per Art.fice ma-
ravigliofo; che però , così configlinto , andò Domenico a fi. noia di
Giovanni 5 dove amorevoim nte fu raccolto da qu< 1 buon Vntucfo.
Qm vi dunque cominciò a dar opera a' fuoi lavori, ed in bcieve vi fece
tal profitto , che potè poi fervire di ajuto al medtlimo fuo Maeftro.
In tanto per lo fpazio di molto tempo attefe Domenico a lavorare per
eflb lui varie figure di marmo , non folaiflente abbozzandole j ma
grandinandole ancora , e fgbionandoie , e tanto tirare innanzi* che
diverfe di eiTe con pochi colpi di ritoccamene , ed affinamenti , e
corrette in alcuna parte da Giovanni , furono collocate a quei luo-
ghi , vve er.no deitinate .
Dice il Cav, M.ilfimo Stazioni , che Domenico andò in Roma,
e che colà fi fece fcolara del nominato Gio: , ed infieme poi f= ne tor-
narono n Napoli , e eh? Domenico etfendo più giovane di Gio: fegui-
tò adefTere fuofcolaroj lo che dif^orda dalla tradizinn , che n'ab-
biamo, concioliacofachè , fé Domenico ftiede in forfè nell'el zio»
d Ila
Scultore, ed Architetto. 167
della fcuola dei due Maeilri * fi raccoglie , che Gio: era già da più
anni m Nipoli ritornato da Roma , e cne fé Domenico andò in quel-
la Cifra per ilhi Iure , ab fu certamente dopo che Gio: era tornato in
N p >li , giacche vi era per valentuomo riconofduto , come afferma
il V.iftn . Sicché dunque bdogni credere , che Domenico andarle sì
ben? m Romi per fare ivi i fuoi iludj , mi che vi andaffe in appreflb,
e forfè p r configlio del medefimo Gio: , e per oifervarvi te belle Sta-
tue , i b.llì rilievi , e le finmfe opere di che fi v de quella miravi-,
gliofa Città da per tutto arricchita , e che poi dimorato colà alcun
tempo, fé ne torn affé in Nipoli alla prima Icuoia delfijoMaell.ro
Giovanni ; dove gli diede quegli ajuti ne' tinti varj , ed importan-
ti lavori , che abbi imo di fopra divifito ; ajutand >io m llìmimente
ne' gran co'cffi di ftucco , che fece Giovanni , per l'entrata dcll'lm-
perador Carlo V. aflìeme con Annibale Caccavello , ed altri Difce-
poli d. Giovanni , cjae in quella occalione li fecero per vaknti giova-
ni conofeere.
D pò che Domenico fu in buona parte refo pratico di mamg- Opere fatte
giare i marm , venne l 'occalione , che amenduiu quei famofiifimi i.gara "a
Concorrenti , dito Gio: da Nola, e Girolamo Santacroce , ebberoa ja ,>'<",-oa~
fcolpire per la Madonna delle Grazie le due famofe T-.voIe d» baffo , mo Santa»
e ton lo rilievo , a gara uno dell'altro, come vollero quei Padroni croce.
delle Cappelle , e come nelle loro vite già ne abbiam fatto parola ;
per la quii cofr. animato il giovane Domenico a fcolpire alcuna cofa,
che di fui invenzione al pubblico i\ vedeff; , andava di fé fteffo cer-
cando Toccali. me di ciò fare , lo che intefo da un Signore della fami-
glia Podenco , che aveva una fu a Cappella nella fudttti Chi fa , am-
miran lo lo fpirito del giovane, che ancora non giungeva all'età di
venticinque anni , gli commife una Tavola di marmo , ove vi fuffe Baffo rilfe-
rapprefentata liConverfion di S. Paolo , in figure picciolt ; Ed egli v.° "', |j
incontrando con lieto animi quella beli' opera , per lo capriccjpfp <jia»iefòpri
fogoetto , lavorìi la fudetta Tavola con molta diligenza , ed attenzio- 1 mure dej
n- i facendovi il componimento , che Ita affli bene inttfj con fi- iaCìccà pri,
pure quali del tutto tonde , rilevate, e condotte con molto fpint : inopia
Vcdnlovifi quifi per ogni princip il figura tr.,foramenti , non filo a
diligent.lfivni , mi ancora mar..v:gliofi , e per quello fi dice , e che
veramente vi fi conofee da chi è pratico dell? noflri arti , non vi po-
fe mino in n una cofa il Maeftro ; ina folo gb diede i fuoi cordìgli cir-
ca il componimento , on la correzion de' contorni , e cioche p.iì
fecea di bifogno ^ Da poiché veramente volle i] Padrone, ed ancora
il Mielèro md firn ) , che Domenico dafefolo avelie a condurre il
lavoro per vedere , e tare ad altri Vedere , fin dove giunge/Te lo fpiri-
to , ed il fapete di lui i E con. tutto che fi veda in queita Tavola final-
mente
1 6 8 Vita di Domenico Auria
mente eflere ella opera di un principiante , per alcune debolezze, che
vi fono 5 vi fi ammira bersi la pazienza , e lo fludiocon la quale «
condotta ; Infomma fu con tanto applaufo lìtuata al fuo luogo , che
è nel muro 1- terale dell.' fudetta Cappella dal canto dell' Epiftola, che
comincio a fentirfi in bocca di molti della Città di Napoli il nome di
Domenico d'Auria j per la qual cola egli da quelle lodi animato fi po-
fe con maggior fervore a lavorare quellt figure , che da Giovanni gli
erano onftgnate , e quelle , che da per fé conduceva , fecondo le ri-
chiede , che gli ne venivano fatte , ch< però non pafsò guari di tem-
po , che belliifime ne porto a fine , e fece per la Cappella della fami-
glia Lottieri nella Chitfa di S. Agnello Abate , lacuale è preflb le
mura della Città , come altrove fi è detto , la Tavola di bailo rilie-
vo , ove fi veggono le figure della Reina dei Cieli , con il fuo Divno
Figliuolo in su ie nubbi , con varj Angioli , e di fotto vi fono fcolpi-
Akre opere te l'Anima del Purgatorio , che a lei fi raccomandano , e quella epe-
di Domeni- xa oh fu molto lodata dagl' intendenti del di legno , e della fcoltura,
c0* ed è di tanta bontà, che da alcuni Scrittori di noftra Patria viene ft;-
mita per opera di Gio: 'il Mieflro ; come ancora a nolìri giorni vi fo-
no profeflbri , che per tale la credono . Veduto quello biffo rilievo
da' Frati Eremitani di S. Girolamo d^lla mentovata Chiefa di S. Ma-
ria delle Grazie , ivi preflb , gli cominiflèro una coniìmile Tavola di
marmo , ove umilmente vi effiggib la B. V- col Bambino , t lotto vi
efpr.flè l'Anime del Purgatorio con accompagnamento di putti, e
Angioletti in atto di imp.trare dalla B. V. pietà p r quell' Aivme .
(Jrefcei'a tutto giorno per queil' opere èfpofte al pubblico il grido di
Domenico , e crefeeva con elfo la gara , e la concorrenza degl'altri
artefi:i emu'i fuoi , e più che ad alcun altro difpiacea fommamente
ad Annibale Ciccavello ; il quale a tanti audacia era ormai arrivato,
che elfeudo fucceduta la morte de! Santacroce , fi era efaccia tamente
pollo a gareggiar col Mae'lro msdefirao . Ma il prudente Giovanni
fenza punto moftrargli ah una contrarietà , ovv. ro alcun male ani-
mo, gli portava avanti folamentc per concorrente nell'emulazione
Domeni.o condifcepolo di lui ftefib, e con l'opere di coftui abb.ttea
beiiefpetfo l'altenggia del C.ccavello ; Da poiché le laudi , che il me-
defimo Maeflro lava a quell' opere , che alla giornali Domenico con-
duceva , per altra via facevano un gran gioì o a Domenico , cencio-
fiacofachè era Gio: da Nola tenuto in grandifiìnio concetto ; anzi in
altilfima (lima delie fue arti: nelle quali p.t: va anco dirfi Scultore
maravigliofo , come Uff: il Vafari , ed rincora lomin.imtnte Minato
per Uomo di verità , e di retto giudizio fpalfonato ; Per la qual co-
fa , e n tutto che ad Annibale non rnancafltro l'epere , come quello,
che molto prima di Domenico dimofirato avava fon fnoi lavori , fatti
a con-
Scultore , ed Architetto. 185
a concorrenza de' migliori Maeftri de' tempi fuoi , il valore de' Tuoi
(calpelli , tfTendo veramente virtuofo , come n Ila fua vita fi dirà ;
ad ogni modo ne v-niv no molte , e di confiderazioni allogate a Do-
menico , per le fuddette lodi dat gli da Gio: , td una fu quella , che
e' fece della fepolcura di Alfonzo Rota , che di commiffione di Bernar-
dino fratello del mentovato Alfonzo fu lavorata . e murata nella loco
Cappella, nella R gal Chitfa di S.Domenico Maggiore, edove l'Auria
fco pi la St itua del difonto a giacere su l'Urna; la qiialelav.Oiò con va«
rj Trof i,.e arnefi militari , condotti con lommo Àudio , e diligenza.
Occorfe in quello tempo , che volendo gli Uomini della deli»
2Ìofa riviera di S. I uca a Mare ., ergere a concorrenza di altri , an-
cor effi una bella fontana , nacque fra loro gran difparere circa i' ar-
tefice , che dovea lavorarla volendola ornare di Statue tonde,di baf-
fi rilievi , e di altri confimili ornamenti ; avendo per lo di/pendio
I'efibizione del Viceré di quei t mpo il Majrchefe di Villafran^a D.
Pietro di Toledo , che offeriva buona porzione del Denaro che vi vo-
leva , acciocché quella, bella font .-averle a ri afe Ire J Laonde quefti
yomim iuri no volentieri :ppoggiat i 1' ^prra a Giovanni da Nola ,
come Uomo fimofo ; fi quefto non fi [offe ritrovato occupttjilìmo a
lavorare fra le molte lue opere , la f poi tura del mentovato D. Pie-
tro ; il p rchè indavanopenfando ad Annibale Caccavelio , o Pietro
della Piala > o ad tlcun altro , che fjlfe di chiaro nome in quel tem-
po ; ed alcuni pend vano di un i p<rt; , ed altri d . un altra. MiGo:
tenuto eh 't.Jbbe difrorfo con ;.J1' JLnter.trjTati , ghperfu ie a dar l'opera
3 Domenico.d' Auna , che gli averebb- f.ctj e if inigl -re d: tutti .
€ per m.-ggiormentf ^nimar^b , gli mjirb ikuni cipree, fi , e bei
difegni dj fontana fitti d.ì Domenico , e protrile loro allì.tervi egli
col fuo e ni glio , e con la perfona fu > , emendando tutto ciò che
non g'i ave/Te paruto ncbil , e capriccio.fo , p bifjgnando , d irvi an-
cor egli orra con fuoi (carpelli ( come fi dicej e con la rottura del
modello, col quale averebb? portato a fine un opera p rf . ttillìma .
Quello udito da quei M ieftri , ed altri , che vi tenevano intereffe ,
tuttri d'uhifoime Vi lere pofero in mano di Gio: il lavoro, da farli
dal fuo Difcepolo Dom nico , ma però col fuo aj'uto ; che perno
l'Auria fenza perdervi tempo col configiio di Gio: jdto qu. (la fonte
quafi arco trionfale , a cui per ornamento vi fufTero intorno varj tro-
fei , intelluti tutti di pefei , e moftri Mirini , con varie frutta del
mare , e conchiglie , e con altre cofe , che il Mare produce , e com-
parti fotto l'arco 1' ordine d.i Pilaftri , innanzi de' quali v quafi fo-
ftegni , ed in vece di colonnette vi fituòdue Statue tonde , tutte nu-
de , di maravigliofa perfezione , che reggono il Capitello , ove è il
cornicione , che appoggiato tien l'arco , e nelle facciate fra fuddetti
TOMO Ih A a pila-
170 Vita di Domenico A uria
pilaf! i I <teralmentevi ha fituati due balli rilievi mir b Iment {colpi-
ti , effigji.indovi in uno Nettuno con la bella Anfitrite corteggiato
da Tritoni , ed altri D 1 M irini , e nell' altro finfe una riffa di Dei
Mar, ni , per una N.nfa rap.t dì un di loro, affai bene efpitlU nel
contr.ìfto delle loropatfioni ; poi f<ce fgnrgare l'acqua d.« una Bucci-
na volta insù, e ne' due pilafrn dell' arco vi (colpì egregi mente
Gran:i Marini , Ragofte , Conch glie , Pefci , ed altre ccfe del Ma-
re , che fono maravijiofe .
Quella fon- k' ben vero però , che vi è coftantifsima opinione , anzi è an-
taru non (o cora tradizione , che quelle Statue, e imfsimamente i bafsi Rilievi ,
per qual ca. liana di mano di Giovanni fua Macftro , il quale p.r ajutare il Di- '
gione f:' P° fcepolo , per farlo reftare Superiore alli fuoi con orrenti , e per a-
mc ne,'""e" dempir fna parola , quelle fegretimente lavorato aveffe 5 Onde in
pò ili D. Cl' m)do fuperato 1* impegno , ne rifultìffe la fua gloria , e quella di
Gio;Aif 11- Domenici infieme . E veramente fono qu.fte f ulture e sì perf tte ,
io Pimintel ed irreprenfibili per difegno , bJlemoiTj, e imitazion d fi' antico ,
once dl'^e che più tolto le fi converrebbe il titolo di div ne ; D.i poi che milio-
ne vento, V»- il if riijii i,in e r
cere nel rl non Pot:rtr>kero encre , le eli.' dalle mani dei divnvBuonaruoti ful-
1606. fero ftite fcolpite ; anzi che più d'un Artefice foraftiero fi è inginna-
CL-iefle /la- to, credendole opere fue ; 0 che almeno fcolpite folfero con fua dl-
nie coiu, rezzione , e difegno ; come nella Vita di G10: da Nola fi difTe.
«,»„. r jV1 Per tante beli' opere effendo ormai Domenico ratto funofo ap-
moki ere- prefio di ogni ceto di p rfone , veniva di molti richiedo de' Iuji lavo»
dute opere ri , anche per diverfi luoghi del Regno ; e per l'Italia , de'qun la-
aelD»vitt_, vori non abbiamo altre notizie fé non Ibi d'alcune Statue , che fece
iNI'£hcla*noper laCatt-draledi Palermo . e per una Chiefa di Cofenza ; per U
io buonaro- 1 r 1 , 1 j " n- 1 /- n. r^ 1
t; qual cola diremo lolamente di quell op.-re che lono in quelta Capita(e>
giacche orno di fue fculture molte gentilizie Cappelle, e lavorò in
cafa di particolari varie Statue , e ritratti in nvzzi butti ; e >ms an-
che alcuni Sepolcri , i quali nelle modernazioni delle Chiefe fono Ha ti
rimofsi .
Cappella., Dopo (ucceduta la rrnrte di Girolamo Santacroce, volendo il
iamoia del Marchefe di Vico Col'Antonio Caracciolo . condurre una volta a fine
Marchde di la fontuofa Cappella , eretta da lui nella Chiefa di S. G10: a Carbo-
'lo in 5». nara jj gjura cir;olare , e di cin lidi marmi lavorata ; fi conven-
ljIO:a Cll- J , , v • ri- 1 • . r •
bornu. ne con quattro de più rinomati (cultori , che in quel tempo fioriva-
no nella Città di Napoli ; li quali furono Gio: da Nola , D. Pietro
della Piata, Domenico d'Auria,ed Annibale Caccavello ; come appire
dallo finimento rogato per alano di Notar Cirio di Mari air. Aprile
del 1 5-47. , che fi conferva dal Notajo Giufeppe Pino di Nipoli ; Per
la qUal cofa difiribuito il lavoro , toc ò a Domenico la Statua del S.
Paolo , e Sepoltura dello fieffo Marchefe , con la fua Statua , con tut-
ti
Scultore, ed Architetto. 171
ti gli ornamenti che l'accompagnano; delle quali Sculture n' ebbe
Domenico d' Auria tutte quelle laudi , che meritamente eran dova»
te alla fua virtù , cesi dal mentovato Marchefe , come da tutti quei
che la videro. Terminata quell'opera molte altre egli poi ne conduflet
e molte volte s'impie°ava in ajuto dell'opere dell'amato Maeilro,ren-
dendoincot.il modo, gratitudine a gratitudine : giacche Giovanni
appoggiava a lui , pui che ad altri , la carica de'fuoi più importanti
lavori , ejTendoornvi pervenuto nell' ultima Tua vecchiezza , perla
quale non poteva così facilmente reggere a'ia fatica , e condurre ogni
cofa da se medefimo . Ma fucceduta la morte di Giovanni nel i f J9- ,
■come nella l'uà vita abbiam detto , con difgufto univerfale di ogn'u-
no , e più di Domenico, che non folo come Maeiìro lo riveriva , ma
corre Padre, teneramente l'amava , prefe egli a finire una Tavola
di marmo , che Gio: appena aveva incominciata , t quella fu la bella
fcu'tura delia Vergine addolorata , che tiene il fno morto Figliuolo fu
le ginocchia , la quile è (ita ta in una Cappella laterale del Maggio-
re A. tare n Ma Chief. di S. Severino, luogo de Monaci Neri , da'cjua-
li fu data I* opera a Domenico, acciocché pejfezionata 1" avelie ,
/limandolo miglior d' ogn'altro , che in quei tempi in Napoli fiori-
va ; nr s'ingannarono in quella loro credenza , <lapoichè Domenico
.condulìe 1' opera con tutt perfezione al fno fine 5 ornandola nella
Cornice con vari belli orn menti , e terminò il balTo rilievo della
Pietà mentovata con tanta conli I razione , e I efprel'siva ., che i ri-
guardanti m vergendola fi fentnno commovere al lagrimevole , e do-
lorofo fptttacolo .. In femma è queft'up ra di bellezza tale, che vien
creduta aneli" ella di m no di Giovanni da Nola : O.gi qu:fta Santa
Inm-gine è in grandissima venerazione , pr aicune grazie , che ulti-
mamente dopoqu lt' nno 1730. ha conce, utoa' Fedeli.
Murata qut<>:' opera , con i fuoi ornamenti , ed ..bbell.to 1' Al-
tare ; prefe .. fare D menicoun laverò ben grande , e di molta im-
portanza , cesi per 1' more , com per l'ubile , eh apportargli dovea,
e quello l..vor . era di una gran Fontana comincli gli dal V,cer di
qu^l ti mpo D. Errico di Gufm'<n Conte di Olivarcs , la qu le lituar
fi voleva nell'Arie iKile ; dove fu poi piantata da D. Frnncei o di Ca-
drò , I uogotenente dd Regno . In quella fontana ideo Domenico un
bel penfìer , pei b n fervi re quel Signore , ed il Pubblico, 'he an-
che glie ne aveva dato incombenza , con rendere a le ilelìo maggiore
la gloria , ed il lucro .
Ft-ce adunque quella Fontana tutta tonda (folata, e la fece po-De.crizion«
fare fopra una gran Con a , la quale era folle nuta da quattro nioilri e a o°"T
nv.rini . Nel mezzo della fonte eran fituati quattro grolli Delfi- ùiltA j;^.
ni , che allevandole code in aito formavano un pi-.no , che lerviva dina.
per baie a una gran Tazza follenuta da quattro Statue , che figuravan
A a z due
172 Vita di Domenico A uria
due Satiri , e due Ninfe * affai ben difegnate , ed affai ben (colpite.
Sopra di quella feconda fonte vi fcolpi li quattro Cavalli Marini di
Nettuno , li quali hanno in mezzo di loro la Statua di quefto Dio Ma-
rino , eh. fcando in piedi folti -ne col braccio alzato il Trid-nte , di
dove featurifee l'acqua in altezza maravigliofa , alia quìi f ntana gi-
ra in alt Nettuno il guardo ; vedendoli effj di b llilìì.nj afp ttj, e
volto gioviale ; come ancora fono belliifime tutte 1' altre Statue che
Domenico vi fcolpì ; benché ora fé ne veggono alcune di quelle rot*
te, nelle braccia , ed in altro luogo , per incuria , ed inavv-rtuiza
di chi ne dovrebbe aver cura ; avvegnacchè , fogliono per lo più nel-
le Città p rire quelle cofe , che fono gli ornamenti di effe .
Situata al fuo luogo , che fu allora neh' Arfenale , e tutta ben
comm-ffa , finita di porre infieme , e pulita che fu , lì levo la tu-
rata , e fi tè vedere ai pubblico la bella , e capricciofa Fontana , ric-
ca di giochi d'acqua , come ricca di Statue tutte tonde ; laonde vi fu
un concorfo innumerabile di perfone , le quali d' uniforme parere
Penflone oc- federo UI" laude immortale all' Artefice che lavorata l'avea ; ed il
remica dal Viceré volendo concradiftinguere il valor di queft' Uomo , gli affigno-
Viceré, iruj per onorato riconofeimento di si beli* opera una penfione f >pra le fi-
premio di line di Taranto ; come nel Reggio Archivio fi vede regi (irato . Ma
«bel lavo-piucdlè a]tracofa f le ìoii je» c^nofc nti den» Arti ^el dilegno,e gli
applaulì del Popolo , come dilli , fu il maggior premio eh' efigè Do-
menico in quel tempo: s'egli è vera quella maffima , che le laudi
fiano il primo onorario di un' animo rivolto all'acquiito della gloria,
e della virtù.
In oggi quella Fontana è fitnata nella gran Piaz?a avanti il &~
fielnuovo , accrefeiuta , ed abbellita con Statue , ed ornamenti darl
CavaJier Cofimo Fanfaga famofilfimo Scu core , ed Architetto , pei
ordine del Viceré il Dnca di Medina las Torres , dal quii Viceré ha
prefo il nome la Fontana Medina » attefocchè deve laperfi , che effe li-
do fitnata nell' Arfenale ( come fi è detto ) gli mancò ¥ aequa , e per
quante diligenze vi fi fecero , poche ne fcatunva ; per la qual cofi fu
ordinato dal Du.a d' Alba Viceré di Napoli, che fuffe trafport ta
avanti ri Real Palagio , dove non Ci fa pe rqnal cagione ebbe la fief-
fa forte ; tuttocchè moltiilìme diligenze lì fecero per farla feorrere ,
ma tutto in vancilaonde per tal cagione dopo alcuni anni fu dal Con-
te di Mont.rey fatta fitnare nel F/atamone , dove nemmeno versò
mai acqua; Che però avendola una volta offervata il foprannominato
Duca di Medina las Torres , e piacciutole fommamente le belle Sta-
tue , con l'idea della Fonte , ne fece parola col Cavalier Cofimo men-
tovato di fopra , che gli promife far apparir cofpi: na quella Fontana,
con aggiunzioni , ed accrefcim.e.nto dell'acque i laonde vi fece poi
tutte
Scultore > ed Architetto. 173
tutte quelle belle aggiunzioni , così di St'tue , che di altri capricciofi
ornamenti , che a' ncftri giorni veggiamo ; e the firan dcfcnrte nel-
la Vita del Fanfaga pt.r degna 1 ude di Artefice coi! egregio; dal qua-
le , effendo compiuta , fu fituata nell' anzidetta Piazza del Cartel
nuovo , coli' Ep.taffio , che nella Vita del Cavalier Cofimo farà da
noi riportato , in un con tutte le aggiunzioni , ed abbellimenti eh*
egli vi fete .
Aveva Domenico * mentre che quelli fontana lavorava , prefo a
fare un altro lavoro per quei della Famiglia Turbolo , di una loro
Cappella , eretta nel Cappellone di S.Giacomo della Marca , in Chie-
fadiS.M.ina della Nuova , la quale volevano abbellire con lavori
di marmo , e di Statue per l'Altare dieffa ; Laonde terminato l'im-
piego della m ntov.it.i fontana , fi diede a lavorare quelle Statue , e
gli ornamenti di effe , come fi può vedere nell* anzidetta Cappella ,
effendo Stilate quefte Statue, che fon di numero tre,nelle loro nicchie,
ma quella di m zzo , che rapprefenta la S^.Concezzione di Maria Ver-
gine col Padre Eterno fopra , fu fatta lavorare ad altro Scultore , che
per favore 1' ottenne , e non è di quella bontà dell' altre due da Dor
menic o lavorate che r?pprefentano S. Francefco d'Affili , e S. Bernar-
dino > poi prefe a lavorare nel muro laterale della Cappella dal canto
del Vangelo, la Sepoltura di Bernardino Turbolo , e della fua Mo-
glie Giovanna Rofa , effigiando li loro Ritratti in due medaglioni di
fua mano , ed il retto fece condurre alli fuoi Difcepoli , fituando fo-
pra 1' Urna fepo.lcrale due Putti a giacere , che in ateo metto , e pian-
gente fpengon le faci, e fopra de' ritratti di baffo rilievo vi fu fcolpita
la Refurrezione del Signore , ed il tutto fi vede con buon ordine ar-
chitettato J meritando molta lode i mentovati Ritrati , dapoichè
fono condotti cotanto al vivo , e cjsì morbidamente fcolpiti , che
più tofto dipinti gli dirette, che fcolpiti di marmo . Si diceche il
Crocefìffo , con i due Ladroni affili! alle Croci , che fi veggono nel-
la Chitfa della Incoronata , iìano opera di Domenico j e veramente
allo ftile , ed alla delicatezza di quei bei nudi dimoltrano effer gjQÉfS
fue fcolpite in legno , le quJi kuture fono perfettilsime nel diWpBo,
nobiltà di p «rti » edazioni bellifs.me, che mentano l'encomio di
tutti i Profeffori del difegno.
• Molte altre < ofe fece Domenico , che a noftri giorni pia non fi
veggono , come fu una Cappella , tutta di bianchi marmi contetta ,
ben lavorati nella Chiefa di S. Giufepp. Maggiore , ma quella a ca-
gane della nuova fabbrica , chi ancora in qu ft' anno 1755. fi con-
tinua, fu buttata a terra , effendo p;r avventura pattata quella Cip- ^-
pella al dominio d' altra Famiglia da quella, che primieramente l'
ereff.- , come già a molti Cruefe è avvenuto 1 per effcrfi fpente quel^
le
174 Vita di Domenico Auria
5ep0jtura le prime F^miglir , o per altra accidentale cagione. Vek-fi bensì
di Bernai-- nella Chi fa di S D. manico Maggiore la bella , e capricaofa Sepol-
ti ino Rota_> tura di Bernardino Rota, famJb Poeti Napolitano, coftrutta di
eca ' bianchi mar.ni neila fua propria Cappella apprettò ur.a dello porte mi-
f ta ^°" nor' di quella Chiel ; ornata con poetiche Statue , la quale è una dell'
opere più finyolari he fece il noftro Siuitcre ; dapoKnè oltre i belli
ornamenti con i quali è coftrutta, è la Starna del Poeta eccellentemen-
te (colpita , vi fono quattro Statue perfettiffime , che rapprefentano
il Tevere , e l'Arno, fiumi principaliffimi dell'Italia, ed in due
Ilice h e quelle della Natura , e dell'Arte , le quali fon fituate latera-
li al Stpo ero: E certamente fi portò Domenico »n quefl' opra cosi
bi ne nel componimento , buon d.fagn , e fopra tutto nella bella
idea con .nt l'ig: nza condetta , che fu fommamente lodato , come a
noftri giorni quefta Sepoltura è ammirata dà tutti gli Uomini amato-
ri delle beli' Arti del Jifeeno , ed ove fi legge il feguente Epitaffio
' fatto a quell' eccellente Poeta .
Epitaffio di r\otam flet Amili , atcjUe Tibris "xtinBum
Bemaidino Cum Gratiis queruntur Ann Diva
Rota, Ars ipfa Iuget , ipfa Natura
Tlorem pfrijj' Cattili a tilt} ìoetarum .
B mar -di ì,o {{pia l'atri 0 primo
Antonìus , J: Bupt Jta , ó* Alphonfus FHìì Pojf.
Moritur M. D. LXXV. Ann. agens LK/t.
Adunque noi terminando il racconto della fua Vita con queft'o*
pera in ogni parte compiuta , far m-paffaggio al rapporto della me-
moria , eh- di lui ne ha lalciato il Cavalier M^ifimo Stanza. ni n Ile
notizie del luo Matltio Gio: da Nola ; giacché dal Notrjo Pittore vien
qualche volta commemorato mcidentein-nte come bravo Sc.nltore , o
come valente Difcepolo del mentovato Giovanni , perciocché in t m-
pori! fndd tt<> Not jo viveva , ed operava le fc alture , e però quel-
le non*nt fa più Jiftmta relazion ;non avendo forle il noftro Domenico
lavorate le p.ù beli' opere nel tempo « he Gio: Agnolo fece di lui men-
zione : Ma l'anzidetto Cav: Maffmo Così dell' Auria onorat.mente
ragiona.
Ebbe Gio: più Difctpoli , ma uno dei più fmnjì fu Domenico
d Auria , il quale fece le belT opere , che fi vedono , a S. Severino
la Tavola della Pietà , e U Statue con la fontana nel lai co del Cajìel*
lo , C benché abbellita , e crefciuta di Statue , t Ornamenti dal vir-
tuofo Scultore Cifimo Fanfara: ) alla Madonna delle Grazie la Tavo/tt
dell' Aitar e , ove Jonola Madonna con /' anime del In, gutorio , e
quel-
Scultore, ed Architetto. 1 75
qnr'f.1 a V. r--<rco>no -teli/ Spsonunli , viene da luì , dicendoli d' uà
fuo D fot puh : Così la Set» 'tura Carafa , e Sa* grò a S. D.m'nico *
e ' altr Ch e/i , dvv fice altri Tavoli- di Marini , per quelli Altari,
1° ciurli paiono fatte dal fuo \1aei;ro Giovanni . Ma l'i fontana nel
B r^u di 9. Lucia a Mare , dr.ve fona lt beli Jfime Statue, e hafì ri-
lievi , f d ce , eh? per certo imp' gno di altro Scultore fureiuero , o
dell" Spaninolo , le fa ce fé per fua I ima , fegy-e amete Ciò: fuo Mas»
firn , f C mpjgno , qua'd, lavano in Ryma ; //o&f anch' era andato
D'ì'uen'Cc per l'udiarvi t buone cof i ma a fai giovinetto , efendo
Giovanni pia XJnmo j E pn ftguitò in Nipoli Giù: da Nola , ed in fi-
ne mori in e rea il i f 8 ?• o poco p-ù, come f dice , non avendo potu-
to faper* cn certezza l'anno nel quale Domenico morì . Fece Gioì pia
Dijcrpnli é"C
Fin qui in quarto luogo il C v Miffimo, chpoichè feguita a
nirnre l'opere di Annibale C.ccav Ho , a tro difcepolo dì Giovanni;
Convenen lo i di riportare appredo quello, che lafciò fcritto di An-
nibale , quando la vita di coftui , con permilììone del Sommo Bene
noi fcriveremo . Soggiungenti i egli nel progreflb di qu°l racconto ,
che efendo figliuolo Domenico fece la converfion di S. Paolo, in piccio-
lo , «he ftà alh Madonna detta delle Grazie , ftc. ed in altro luogo *
dice : che il Cacc avello ville gareggiare cui fuo Marftro perchè amavd
Domenico d'Auria , e perciò cercava di pigliar", lui la fintana di Si
"Lucìa ; Ma Giovanni la fece avere a Domenico , e pei è unendifi mot»
ti contrarli col detto , e eon lo Spignuolo , // detto Giovanni f ce fe-
gretamente le Statue , e li baffi rilievi i cioè l'affi ì e ritoccò i m&
li detti baffi rilievi furono tutti fuoi ■> amia credere ò»c.
Da molti altri n~ftri Scrittori viene onorato di lode Domenico ,
e nmffime dall' Eng^nio , dal Celano , e dal Sarndii ; ; d ultimamen-
te il P. Orlandi nel (u~> P ttorico Abecedano , ne fa onorata memoria^
Per la qua! cola no conchiud: ndo diremo; che in vita fu onorato ,
e prezzato, decoloro, che il converfnrono per le lue r ,re virtù , e
per 1' e celi nza della fua pr ^feffione ; In morte fu pinnto , perchè
in lui fi p'. rdè un gran virtuofo nella fcultura ; ed ora com'è dovere
fi rinova la memoria d.'lle fue onorate fatiche , per le quali fappiafi ,
che io mi fono grandemente affaticato nel far- inchieda ove il nr.Itro
Domenico foffe (tato frpolto , dapoi* che fi crede , che il dittico cita-
to da Fran.tfco de Penis noftro Napolitano ne' fuoi Problemi Accade-
mici , z\fl. 2^4. Stia fopra la fua S.po'tura, mentre che prepone
qual de' fudd tti dittici fia di maggior preggio , fé quello di Rafaello
da Urbino fatto dal gran B.;mbo , che dice .
ìli'
19: Vita di Domenico Auria
l'.'.f '■■:: "• : ;:'- , tmuit a ut fe/fite xn'mci .
F :'■:.?: r,:z; I :. ■::: , cy ;-- -:."::! ?;;-/'.
0 fuetto fetto all'Amia.
Hatura invita , hfiìi Aas Auria viizm ,
Tt fjttit :m:ta ziztrt mi*-;: .4t:s .
Per la qnal cofa vedendole fudc ::-. -. ~ e ::.:.- e e .Te: late gii
Ipzrfe al vento per tale inchiefta , baiLrì . he re lafd qui regiftra»
U la me m 0 ria a' Poderi , era colli . :f= di me pù fjrtnna-0
Con e :_;.:: oot zia porla ritrm are ove ripofano l'oda onorate di qi:e-
fio beava art-fice di S.u tara.
E b b e Domenico piò difcepoli , ma a r. offra cognizione non fo-
so ve:..:. , re due fola ment; , ii prirro fu nominato ancori Dome-
r. ito, re::c Yaigarmenrr V :.r\ : bc :7u ajuto ii mae»
f-.;: in bozzare , ; ripulire Ir i:- ti: e , e te. e da sé opere di S-z ture
a S. Domenico I laggkne, ;d a S. Giacomo d:' >. ,edince:-
ti Ch;e:~a .z T: . : uknmtc di bano rilievo . 4 ivede tuata in
uri C ppe .: vicine quella popola , ave % è elpr ffi la B.
yiergitfc delle Grazie , coli' anime del Purgatorio di folto , che chie»
don: refe -rio in quei 1 ~ ~ tot . :: i; culto bafib rJievo , tee
che • -tato dal fuo marltro , come in altri livori d' importanza,
p;a:iCp:o aveva con efTo f&co .
Andrea E :..-.::; -_ ro , e divenne bum maeftro •
benché non così ve: alpine in inumo, e fi trattenne a lavo-
ra:. 1 0 1 ed in quefia prati a non fij meno ecce lente; corre fi
pub vedere nelle oe Starne <j xate tei ali all'Alta.- M - - ---
laRtalCh.: I i\ 1 (opra le per:, introducono
i. Coro ; quali St ruerapprefi : ? fico ..ì'Aflìfi , e S. Ani -
■ ; ; i E : '. . Ca bontà , e per I e , -
qu. i Fi : farle ' pile in marmo nel Secolo p a£ : : r. nato
Cavai ei Ce: im : F.nfaga , uusiìi dopo dì averle me . ,
configliò quei Fr^:. a la. eia:. r e £. li legna . dannicene dsffi r^rte
averebbero attenuto op^re più migliori ài quelle i e tante badi per
lode dei D.fcepoli di così rare Macfiro .
F.\: iù'.t liti : D:~.:-: C: '. .-fjf.-'j 5" .';>.'/;-.•, ti Are e :::::
VITA
193
VITA
Di"
MARCO DI PINO
DA S I E N A
Pittore, ed Architetto.
S*E mai la gratitudine di un beneficato poterle giungere al colmi
► fio che di rado avviene) verfo il benefattore , infino a tal grado
fi Hovtr bbe praticare con quello Viituofo, td onorato Arttfice del di-
fegno ; D?poichè veggendo egli i torti che ne avea fatti il Vafari , in
non far menzione di tanti Napolitani Virtuofi prbfeflbri di Pittura,
Scultura, ed Architettura , ne' fuoi famofiilìmi libri riflampati nel
If6g., e capitati in Napoli , (limolato altresì dal poco conto fatto
di lui in quella particella in cui ne fa m-nzione,nella vita di Daniello,
Ricciarelli da Voltura , ove dice . Lavi rè parimente con Daniello «
ef.es molto f ut t* Mai co da Siena , il quale condottoli a Napoli fi è
fr-fa quella Città per patria , tvijia, t laidi a continuamente: Si
propofe perciò elio Marco di lei. vere le Vite d< gli Artefici del difegno
Napoletani, come ne fa pie imfla ne la fua litt ■ ra , già nel primo to»
Do di quelle vite riportata foggdingtndo quelle p.irole , ed ove (inten-
dendo di Napoli)* he ihe tu Jeutino pIi altritio intendo eh udtie i giorni
miei , con voi miei cari amici , e con miei cari dijcepo/t : par che
rifpondi fciifatamante alla particola , fi è prefa quella Città psr Va~
tri a ; facendo conofeere , che non fi avea eletto qua che Terra, o Ca-
ftello , ma una C.ttà celebrata per le delizie degli f.meni liti , e per
l'abbondanza de' viveri , dalle penne di tanti famofi Scrittori , e pero
nel principio della lettera mentovata fa gli encomi di Napoli , eiìen-
dolì voluto annoverare fra nollri Cittadini , come tedifica il Notajo
Gin: Agnolo Cnfcuolo , che fu fuo difcepolo nella Pittura, ma per-
dio niuna contezza abbiamo de' fuoi natali , e principio del difegno,
fa di meftieri , che prima di ogn' altra cofa riportiamo quanto di lui
Ile lafc:h fc ritto il Biglione nella fua prima giornata.
Benché Marco da Siena da principio fujje difcepolo di Domeu'co
%eccafumì , detto Mechsrino parimente da Siena , pur lavorò poi di
pennello fotta Daniello Ricciarelli da Volterra , e vifee molto frutto.
TOMO li. B b Fu
1 94 Vita di Marco di Pino
Tu aneli' egli in Rjma , ed in quefta Cittì alcune cofe dipinfe , delle
quali h più note ridiremo , /e b n fon poche , perchè qui p'Co egli di-
morò -, e qui ancora feguitò C indrizzo di 'ermo Buonacttr fio , che per
ejjer flato garzone del Vaga Pittar Fiorentino , fa poi ditto Verin del
Vaga .
Marco alla Trinità de* Monti nella Capotila della Rovere dipinfe
là volta in compagnia di Pellegrino da Bologna , con i cartoni di Da-
niello .
Color) all' Oratorio del Confatone , a concorrenza con altri famofi
Ti t tori , evi rapprefe- tè l'ifleria grande della Rejurrezione del Sal-
vatore , con diverf e figure , affai bizzarra afrefeo condotta , e franca-
mente terminata ; Ei eziandio vi fece le due figure di fopra , che vir»
tu rapprefentano , infrefeo parimente dipinte .
Nella Sala Reggia fopra la porta, che va alla loggia della Benediz-
zione , ha di fuo in frefeo la Storia di Ottone I»?p;radore, che refiituiì
fee le Provincie occupate alla Chiefa , ed all' incontro su l'altra porta
Orazio S ammacchi ni Bologne f fee l'altra di Gregorio Secondo, e della
donazione di Ariperto , confirmata da Luitprando Rj de' Longobardi.
Nella Cbiefa de* SS.AppoJìoli de' Frati Conventuali di S. France-
feo una tavola fpra l 'Altare a man manca etttrovi la Storia di S.Gio-
vanni Evangelica mefo nella Caldaja di olio bollente, con molte figme
intorn'ì, a olio con buona maniera , e con gran diligenza concluja.
Dentro la Chiefa di Araceli , la feconda Cappella a man diritta,
fopra l'Altare , ha del fuo un Cri/ìo morto in braccio alla Madonna, ed
altre figure a olio con amore imprejjo , di quella fila maniera , che tra
l altre ì riconofeiuta.
E nella Sala di Caflel S. Angelo lavorata di flucchi , e tutta pie-
na di Storie Ramine a tentpo di Verino d'I Fnga , e fotta l'iflejfo in al-
tre Cof; molto egli dipinfe , e riportonne gran lode .
Qu;Ho Virtiiofo averebb.' affai operato , se fi fuffe fermato in Rj-
ma , ficcarne fice in Napoli , ed in altri luoghi , dove egli ha affatica-
to , e dipinto . E forfè ivi attefe a far piante di edficj , e però dì lui
fi legge , che companeffe un grandijfimo libro di Architettura . Final-
mente morì di frefea et h fuori di qaeihi mia Patria R^ma.
Quelle fono le fcarfe notizie lafciattci dal Buglione , che avendo
in tutto detto il vero , erra /blamente n I fine , dicendo , che mori
di frefea età , dapoichè viiTe infino all' ultima vecchiezza , fempre
operando , come appare dagli anni notati nelle fue Pittur-. , e da'fuoi
Ritratti dipinti nelle fue opere , che faranno annoverate in apprelTo
profeguendo la fua viti . E che fia così , veggafi la fua prima gio-
ventù , nella quale fu egli fjoliro di Mecherino da Siena , il quale
finì fua vita nel i ^49. E ancor vivente coftui, anzi molti anni prima
Mar-
Pittore, ed Architetto ic>y
Marco fu a fcuola di Daniello Ricciardi! , ci indi fece fuoi progredì
con l'otC.ino Maeftro Pierin del Vaga , difcepolo di Rafaello , il qua!
Pierino morì nel 1 5-47. , e di nuovo cfTendoIi già perfezionato , ajutò
primaPier.no nel Caliti S. Angelo , e dopo il Ricciarelli , come dice
il Baglione .
Ma jn qual anno egli venifle in Napoli , credo , che non fu/Te
prima del 1 ero. per l'opere , che in Roma egli condurle ; dapoichè
egli e certo , 1 he nell' anno 1 f6o. egli frava in Napoli , fecondo fa
tedimonianza Notar G10: Agnolo Cnfcuolo , che in tal tempo cerca-
va con t/To Marco le notizie de' noftri Profeflori deldifegno, edera
fuo fco'aro in pittura , dopoché sdegnatofi col fratello fece paiTaggio
dalla penna al pennello . Ma lafciando da parte quella difputa , che
nulla rileva alle glorie di quello valentuomo , d.remo folamente per
ora delle belle opere , con le quali adornò le noftre Chicle , e fi lece
conof ere per quel Maeftro ch'egli era.
Nella Chiefa di S. Gio: della nazione Fiorentina , efsendofi am-
pliata la Tribuna, fece il Quadro per l'Aitar maggiore , ove figurò il Marj?0 jj
Batttfimo di nrftro Signore ; e perchè vollero quei , che allora gover- p;n0 .
navano la Ch.efa mentovata , che anche vi fufse efprefso nel medefi-
mo Quadro quando nollro Signore orò al Padre , refta la figura del
Cnfto replicata , contro i buoni precetti della pittura . A balso refta
anche replicato il S. Gio: , mentrechè in mezze figure vi dipinfe la fi-
gliuola di Erodiade , che in un bacino portato dalla vecchia nutrice
prelenta sd Erode la fella del Battifta , essendovi altre figure meglio
dipinte di quelle intiere , che l'azione principale rspprefentano . Ma
. quel ch'è peggio , l'az.one di quelle mezze figure par che venghi rap-
prefentata ar.cor'ella fulla riva del fiume domano , ov'è figurato il
Battefimo . Nella medtfrjia Chiifa in un altra Cappella fi vede di lua
mano la SS. Nunziata , con bella gloria d'Angioli . In un altra Cap-
pella vi è in b 1 P.:eie effigiata h B- Vergine col Bambino in feno, che
fcherza con S. Giovannino , nel mentre 1 he l'Angelo parla in fogno a
S. Gmfcppe , che dorme , e vi fono altri Angioli d'accompagnamen-
to, e tutta l'opera è bellilfiim.
Crelciuto il grido delle beli' op»re , che ficea Marco da Siena, gli
fu allogata una tavola da'Fr.iti Mimmi di S. Francef. o da Paola , per
una Cappella di loro Chiefa , ove egli dipinfe con mirabile maelìna , e
colorito belliiììmo , e vago , la N '.fata della B. V. , la qual pittura in Pittura con
o?"i lì vede: tr..fportata su la tea , tfsindo (lata tolta da su la tavola » |'.' c0 "!',"
o*-> r ' ' 1%1^l.t. CI al-
da Nicolò di Simone , e da Alelandro M.jdlo fuo genero noftri Ni- 0 uta j^j.
poi tani ,che con loro fegreto maraviglioio a tempi noftri fcrofluno le ja tavola ,
pitture anche da su le muraglie , e le trafportano fopra le tele ; pur «ye fa di-
che però fiano dipinte ad olio . In quello Quadro vi è il fuo ritratto , P"1" » ,in
n 1 l sii la teii .
B b 2 che
196 Vita di Marco di Pino
fch« apparile di una età già virile . Dipinfe i portelli degli organi nel-
la Chiefa di S. Domenico Maggiore , e quelli ddP organo più antico
della Chiefa della SS. Nunziata , e quelle pitture fi veggono fituate
vicino i due organi , e ne' pilaftri dell'arco maggiore della Chiefa fu-
detta . Fece per l'Aitar maggiore di S. M»ria dJla Pietà , ntlLftrada
detta la Rua Catalana , in oggi appellata la PietJtclla Chief Parro-
chiale il Quadro, per l'Aitar maggiore , ove vi efprefTe li B. V. col
Bambino, S. Francefco di Alfifi , e quel da Paola , con bel'a gloria
di Angioli , eputtini, m.i , effendofi qnefta tavola affumicata fi è
fatta ripulire , e ritoccare da Pittore ordinario , che nel mezzo de*
Santi mentovati , vi ha aggiunto S.Carlo Borromeo , anch' egli in-
gìnocchioni , ma di cattiva maniera . Eflendofi in quello tempo mo-
dernata la Chiefa di S. Angelo a Nido , già eretta dal Cardinale Rai-
naldo Brancaccio, come nella vita di Maluccio Secondo abbiam det-
to , vi d.pinfe la tavola per l'Aitar maggiore , ove figuro il Principe
delle, Ctlefti milizie in bizzarra attitudine diacciare Lucifero dal
Paradifo , avendovi meffo accompagnamento di paefe con ilcuni bel-
li edificj ; con i quali diede a conofeere quanto egli ben maneggiarle
la profpettiva , e quanto poffedefie l'Architettura , come poi lo dw
_, molilo più a pieno nelle altre opere che egli fece.
•E amato _ rr r » , r j if> 1 »/ 1 <-■
da Napoli- Crelceva ogni giorno più la f..ma dell opere da Marco da Siena „
tani , ed e tanto più crefeeva per il buon naturale con che trattava , avendo
annoverato dolcezza , ed affabilità nel trattare , e bontà ne'coftumi , che perciò
i>a Cic cadi- cattivaci 1 Cittadini daUa fua dolce convenzione, crefeeva ogni gior-
*** no più (lima verfo di lui , e gli facean dono de' loro affetti , ed egli
altresì corrifpondendo con i tratti cortefi , e ringraziandogli della lo-
ro bontà,veniva a rendere tndiflblubile l'unione di quello amore, ram-
mentando fempre Marco a' Napoletani , eh' egli traeva l'origine dal-
la patria loro , mentrechè i fuoi antenati furon Napolitani, eh? un
loro ramo trafportarono a Siena ; come fi feorge dalle fue parole mede-
fime , che nel fine del fuo difeorfo Ci leggono ; motivo che poi l'ind'if-
fé a farfi dichiarare , dopo alcuni anni di dimora , Cittadino Napole-
tano ; qual cofa forfè fu cagione di fdegno nel Vafari , per lo quale
fcriffe di lui , quafi con difprezzo .
Quindi è , che da' ProfeiTori di Prtttrra era egli cosi amato , e ri-
verito , che ogni giorno erano a corteggiarlo ; ed a godere della fua
amabile convenzione, mentrechè avevano feorto non effer di natu-
ra fallofo , ed altiero , ovver gelofo della fua orientata autorità,come
anni innanzi era avvenuto con il famofo Giorgio Vafari , con il qua-
le vari ■> e lunghi difgufli fi erano incontrati , pria foverchia orien-
tazione dell5 arte } rifpleudendo maggiormente la virtù unita con la
piacevolezza , e P umiltà , cgir*e. ft vide nell' amnfìirabil perfona del
di-
Pittore, ed Architetto. 197
divin Bacilo , che tutto affabilità , e gentilezza, fu 1' amore di
tutti , e lo fpLndore dell'Arte . Marco fi
Qjeft' Confociìzionecon Pmfetfbn , ed amicizia con Cittadini, prop0fo fc:ì
legaron in man ei i I' 511.1110 di quefto Virtuofo , che moflb dalla pò- vere le Vice
lente cagione de' torti fitti dal Vai in agli Artefici noitn , td alla 110- jj p[ ^rt-r"
Ara N .poli , fi pr^pjfe render egli 1 onor dovuto a' noitn paefani Pro- *' £f '
f libri dall'Arte del difegno; A tio i'oifs aro he Ip.nto dalla inchieda co- j*euni m
mmciati dal Notajb Gì : Ang-lo Cnf uoio , già tante volte nomina-
to ; laonde accalorando miggiorimnte il nalcente amor di codili , i' Che perciò'
ìnduffe a profeguire con ogni ardenza la ricerca delle incominciate no- Gio: Ange-
tizie , che veramente non fono poche , né di poca fatica i dapoichè fi }° Crifcuo-
11 r e iì ■ r r lo ne rac-
veggono in quelle , cole tuor d ogni (ptranza rinvenute , e rucon- co^e , aQ^
trate con 1* opere de* più antichi , che fanno maraviglia a chiunque ne c;2;e .
viene in cognizione ; e veramente e ammirabile una tanta labonofa
fatica . Ma tanto fi deve all'amor dell'Arte , ad all' onor della Patria,
da ogni onorato Cittadino ; che però moito fi deve a Marco * che norj
efTendo comp-.tnou , volle imprendere una fatica , che lolam;nte ri-
guarda la noftra Patria . Anzi p.r maggiormente legarfi a noi con le-
gami più dretti , volle e /Tre annoverato fra'norVi Cittadini , come Marco fife-
per fenttura pubblica già fu fitto , nulla negandoli al di lui merito ; ce aferive-
concorrendovi a tale azione , non (blamente tutti 1 ProfelTon del Di- re ne"a Cu
r 1 n ^ 1 tad nania
legno , ma ancora tutta la noltra Cittadinanza . di ]sjapoI* .
Ma è tempo ormai di ritornare alle bell'opere , ch'egli fece . Di- Opere ia S .
pinfe dunque per la Chiefa di S. Giacomo , della N zione àpagnuola , Giacomo d«
eretta già gli anni innanzi da D.Pietro di Toledo , con il difegno, mo- Spagnuoii »
dello, ed aflìdenza di Gio: da Nola , da Marco già conofeuto , ne'
primi anni che venne in Napoli, che furon gli ultimi Iella vita di qu.l ^5? ?°~ .
raro Maeftro j dipmfe dico in una Cappella la tivola fu l'Altare, con ^a HoU
Cnfto in Croce , S. Giovanni , la B. Vergine Madre , e h Maddale-
na ; colorita con forza di colore , e con grand- intelligenza di clife»
gno , e vi pofe il fuo nome con V anno 1 J71. Nella medefima Chiefa
hce per 1' ultima Cappella preflb la porta maggiore , ed a lato ad una
delle due porte minori la tavola , con entrovi la B. Vergine col Bam«
bino , e gloria d' Angioli , e abballo S. Antonio da Padova , e t>. Franai
cefeo da Paola ; alTii ben condotti , e con dolcezza dipinti . Quella
tavola in oggi ha molto patito , poiché in molte parti li è (crollata dal
geflb la pitturi , e fi dice , eh ciò lia accaduto per Tumido della calce,
imptr 10 che quefta tavola fu anni innanzi di quella del Crocifillb di=-
pinta , e che da poco fi era finita di fabbr.care la Chiela . Ma dipinto
con più dolcezza è il bel Crocefiflb , che fi vede nella Chiefa di S.Ma- Tavola dtl
ria la Nuova , fa 1' Altare della terza Cappella a man diritta entran- Crocefiflb in
do iq Chiefa della Famiglia Svozia, ove li feor^e la paffione della %/l't l^
Mad-
) 9 8 Vita di M arco di Pino
Maddalena a pie della Croce , e di S. Giovanni con il gran dolore del-
la. Vergine Madre , ed è opera affai lodata; anzi che piacendo allo
fteffo Autore , 1' intagliò di fui propria mano in rame » come fi vede
dalle (rampe che vanno intorno .
Oper diS Nel medcfimo anno del i f? i. dipinfe per la Chiefa di Su. Severi*
Severino no» de'Monaci Neri , l'Adorazione de' Santi Maggi , che fi vede
de'Monaci nell' Altare di furi Cappella , ed altresì 1' Affinità in un altra Cappel-
Benedettini Ja Htuat3 di maniera grandiofi , e con belle azioni de'SS.Appoftoli ,
lontani da alcune azioni troppo forzate , che ufava allo fpeffo intro-
durre , o negli Angioli » ovvero nelle figure principali , ficcome fi
vede nella mentovata tavola de' Santi Maggi , ove un di quelli Re fi-
gurato giovane , fa un' azione, che difficilmente può ftare nel na-
turale « e più fi vede nella figura del mentovato Arcangelo S. M.-
chele , che veramente Ita in atto affai forzato , fé non che quarto rtfta
diftfo dall' aver J' ali ptr ogni moto , ed effer figura celefte . Ad ogni
modo però nella lua maniera riefeono graziole , e le figure , e le moflè
diiffe, per. he fono accompagnate dal meta di tutte V altr figure
de' fuci (Ymponimenti , ifee ac ompagnano il tutto infierne delle fi-
gure i e degli accordi dell'opere fue .
Jn quella Cappella vi fece ancora fette ftorietee dipinte a frefeo ,
con ornamenti di ftucchi all'ufo di quei tempi , e con arabefehi dipin-
ti ; effigiandovi in mezzo la Naicita del Signore , e fotto di quella vi
è la Circoncifione , e dal canto oppoico vi è la fuga in Egitto . Dalli
due altri lati vi fece la Purificazione , e la Difputa con li Dottori nel
Tempiojed in dueQujdrt più grandetti, che pendono da effa volta ne*
muri laterali della detta Cappel la , vi dipinte m uno le nozze di Cana
di Galilea, e nell'altro S. do: Battift.a , che battezza Criflo nell'acque
del Giordano ; E in quelle figurate vi fi vede un bell'infume , con
uno fpirito , ed efpreifiva mirabile , propria d' un valentuomo . Ma
già che fumo in quella Chic-fa p. r maggior facilità del • uriofo Letto-
re , che vorrà vederle , finiremo il racconto dell' altre e pi re , che vi
dipinfe , fé bene in varj tempi operate , fecondo V ami > , che vi fi
vede notato , come coftu ma va nell'opere fue . Vedefì adunque nella
Cappella di Marcello Martignano , lìtuara nella Croce del. Chicfa il
belliifimo Croccfiffo , con molto accompagnamento di figure così
principali i come lontane , effendovi da un canto la B.Verg ne addo-
lorata ih atto di venir meno in braccio delle pietofe Mnrie ; ed ;n que-
fta vi è fegnato l'anno i J76. fotto il folito nome fuo. Poi mi 1 t8i.di-
pinfe la Nafcita del Signore , con crandiffimo componimento di figu-
Q^erva?j0. re , e nella Capp Ila di contro f ffendo quefte le prime entrando in
ne Sopra il Chi. f? ) vi fece poi la N'fcit della B. Vergine Maria , e dove fola-
Suo nome, mente vi ferirle Marcus fticiebat 1 lenza notarvi , ne cognome né r»n-
Pittore, ed Architetto. 199
no , e fi dice , che tanti in quella non fenile la Patria , ne al Grido
in Cro^e ili S. Maria h Nuova , ed alla Tavola in Si». Apoftoli , ne in
altr'op're , che poi fece, in quanto, che fiera fatto Cittadino Na-
polituro , comi attefta N)tar G o.Ange/o ne' già noti fuoi manuferit-
ti . La -'o!ti di quefta Cappella anzidetta , ove dipinte la Njtività
d.lla Mi lou ia la fece dipingere da Gio: Angelo fuddetto fuo Difcepo- Gìo Crl-
Jo , che vi lavoro belle (ariette della Vita di A4 tri a Vergine, in mez- (cuoio dJpfn
20 a' compartimenti di ftucco, ed arabefcni i ma in oggi poch-' cofe ]a Vojta jj
di qu;fts itorie fi veggono , avendo patito la volta di quefta Cap- una Cappd-
pella , con quella della Ntve della Cli/e/a nell' orrendo tremuoto la .
del 17? r.
N . 1 1 .1 Chi'jfa Cattedrale dipinte Marco per la Cappella de'Teodori
la tavola con S. Tom mate Appoftolo , ihetoccala piaga del Coftato
al Signore , e qu_fta fu compiuta nell'anno if7}. come in quella fi
vede i e per finire il Catalogo dell' opere fue , tenza più fiancare il let-
tore , diremo, che nella Chiefa di S. Caterina a Fornitilo de'PP. Predi-
catori , vi è la Converlìone di S. Paolo , fituata oggi nella Cappella
de'Marchefi di Ghmfano. In Santi Appoftoli, ved fi in una Cappelli la
B. V. col Bimbino in grembo in mezzo de'Santi Appoftoli Pietro, e
Paolo in ploria , ed a b;flo S. Michele Arcangelo , che libera l'Anime
del Purgatorio . Nella sagreftia della Chiefa nuova dell'Oratorio di S.
Filippo N:ri, detta de' Girolamini , vi è un Crocefiflò aftai bello.
Nella nominata Ghiefa di S. G acomo de'Spagnuoli d pinfe i portelli
dell' Organo , e le Storiette intorno al G^ro di elfo fi dice , che le
fece dipingere di'fuoi diùepoli , come altresì il S. Giacomo a Caval-
lo, che tifeguifoe i Turchi dipinto nel Pulpito . N-lla Chiefa di S.
Severo de'PP. Domenicani vi è in una Cappella la tavola, con entrovi
la B. V. co! Bambino , che apparifeono nel Purgatorio , p r dar ,
follievoa quell'Anime tormentata. Contafi fra l'opere più belle di
Marco il Cri fio morto in grembo alla Vergine addolorata , fofLnu-
te la braccia dalla Maddalena , e da S. Giovanni , dipinto nel i f7 7.
nella mentovata Chiefa di S. Gio: de' Fiorentini , dove l'anno innan-
zi , cioè nelif76. vi avea dipinto il S.Matteo chiamato ah'Appofto-
lato dal Salvatore , nella Cappella di Gug'ielmo Riccio , la quale
Marco architettò con fuo ditegno ; errando il Baldinucci , che no-
tòqueft' Opera fatta poco avanti del I f66. dapoiche vedefi nota-
to il m.lielìmo da noi r-giftrato nella tavola dal medelìmo Mar-
co di Pino . Nell'Alt ir maggiore di S. Fran-\fco delle Mona Ir ,
Chiefa vicino quella di S.Chnra , vi dipinte la Trasfigurazione del Si-
gnore , ad imitazione di quella del divin Rafaelloda Urbino , on mi-
niera dolce , td azioni bellitfìme , le quali veramente fon prete da
quel Sole fp tendente, della pittura, benché variate nell'attitudini,
men-
20 o Vita di Marco di Pino
mentrechè fi dice , che quelle Suore avendo veduta la tavola portati
gli anni innanzi da Fattore difcepolo di Rafael lo , prima di eflere
collocata nella Chiefa degl'Incurabili tenutane fempre memoria, la de*
fideravano come quella , i he però Marco cosi la dipinfe fomigliante
nel concetto , e nell'azioni , con Variar le mofle delle figure .
Aveano i PP. della Compagnia di Giesù cominciata ad eriggere-
,. . la Chiefa del loro Collegio , oggi il Giesù vecchio nominato, nell'
fere? ione o r ±jl> *
dei Giesù annoiff?. ma vegg ndo , che riulciva picciola , crefeiuti d'ani»
Vecchio , mo , per gli ajuti dati loro da'divoti , e dalle pie perfone , che defi-
derav~no che averterò queftì Padri fondato una Caia , cun la Chiefa
in Napoli per l'utile , che- ne dovrà rifultare alla cura dell'anime,
rifolverono di ampliarla nella più bella forma , che le fofle poffibile ;
Che perb d'ai un di coftoro , fi d ce , che li fofle propello per Ar-
chitetto Marco da Sima , giacché nell'Architettura avea dato faggio
del fuo f pere , con efporre alla luce un libro pieno di ottime rego-
le , eo piofo d'efempj , e d'intelligenza , oltre eli altre opere , che
fi vedevano fatte con fuoi difigni , e con la fua ailìltenza . Laonde
Marco fattone i difegm , e forfè ancora il modello , amplio la Chie-
fa nell'anno 1^64. con diroccare l'antica Ch.tfa di S. Gio: e Paolo,
Chiefa ariti- conceduta a'fuddetti PF. dal Cardinale A/fonfo Carrafi , Arcivefco»
chiflìma di vo allora della Chiefa N^politaaa , la quale antica CI iefa , era prima
S. Gio : e Qata eretta da Teodoro Confoie , e Duce di Napoli, come dal Marmo,
u-0i° * ., che nelle ftorie di Napoli è r portato .
chi tu erec- , \ <• ■* r . . _ . .
ta < Finita dunque la Chiefa nella forma , che oggi fi vede , vi fece
Vedi l*Eu Marco il Quadro per lo Mnpgiore Altare , con r:.pprefent.irvi \<t Or»
gemo , et conJfione d 1 Sonore , figurandovi il T mpio ornato di bella Archi*
alti-inoltri ttttura ? e di colonne md'ehie cosi ben dipinte , che quafi inganna-
nano 1' occhio de' riguardanti . In eticità T:vola fi vede il ritratto
di Marco in età robufea, come alrreVi li dice , ihe quello della Donna
fia la fua mogli , e fono figurate nelle mezze figure, che fi veggono fi»
tuate avanti.Nella mtdefìma Chiefa vi fono d pinti 1 due Principi de»
gli Appoftoli Pietro, e Paolo rfi gnnd zza maggiore dei naturale , li
quali fon fìtuìti (òpra le porte de' muri della Crrce della Chitfa , ma
que'Compagni , che fi vedono dipinti di contro a qutlti, fono di pen-
nello più inferiore ; dnpoichè fi dice , the prolungandola ne 1' incom-
benza , non furono da lui dipinti , a cagion di fua morte . Fece per
una Cappella , dopo della Tavola mentovata dei mrggior Altare , il
Quadro della Natività del Signore , ed in queffa Cappella ne' muri
laterali fi vede la Transfigurazione del Signore , da una parte, che
ha il n. me folamente di : Marcus de Vino faciebat , e dall' altra vi
è la B. Vergine col B-mbino in gloria , ed a baffo S. Lorenzo, e S.
Ignazio Vefcovo Antiocheno , divorato da' Leoni , v.on bel paefe ac-
cor-
Pittore, ed Architetto. 201
cordata , e quelle fi dicono eff r dell'ultime opere di quello Artefice
egregio. Nella Chiefa della Ss. Trinità preflb il Rega! Palagio, e
pero la Trinità di Palazzo appellata , fi vede di Marco la Tavola del
Maggiore Altare , con la Ss. Triade effiggiota , con bellillìma gloria,
ed a baffo in mezza figura vi fi vede il P. S. Francefco da un lato ;
avendovi poi rapprefentati varj Profeti , e Santi Dottori , in figure
pia iole , fiume aliai bene in deliziofo paefe ; le quali fanno belliflì-
rru azioni , ed hanno in loro belliffimo componimento , e quelli Ta-
vola è delle opere migliori de' fuoi pennelli , e la quale fu dipinta da
Marco dopo che egli ebbe rifatta , e migliorata ai poilìbile I'Arehitet-
tur Gotica di quella Chiefa nel 1 f 83. ed è quella mede fi ma che a'
poltri giorni fi vede. Nella Regal Chiefa di S. Nicola alla Dogana, li
vede *u l'Alt ire della prima Cappellai man manca entrando in Chie-
fa , la Tavola , dove è fopra la B. Vergine col Bambino in gloria, cori
varj bei 1 Angioletti, ed a baffo David , che fuona l'Arpa , e S. Ceci-
lia TO' gan , r quella Tavola è dipinta con dolcezza di colori, ed
unione di tinte molto nobili . Di non meno nobii colore fi vede il
Cro'.tfifio d. pinto di Tua mano nella Sagreftia de PP. dell' Oratorio ,
che oltre all' efler ben dipinto (pira divozione , giù di (opra accen-
nata.
Quc.lt' open* efpofte al pubblico fanno teftimonianza della fiima
in the egli era tenuto da' noltri Cittadini , da' Profeifori , e da ogn'u-
no ; dapokhè la quantità , e le Chiefe cofpicue dov'elle fono efpofte ,
fan chiara prova della virtù di lu,; e la fua fama era crcfciuta tant'ol-
tre , ihe vanivano da varj luoghi dei Regno ,e da altre parti, le com-
mlfioni dell' op re lue , ma per non faperneprecifameiite le Chiefe,
ed 1 Luoghi dove fono locate , non fé ne fa racconto dillinto « Notan-
dofoiamente come nella Chiefa di S. M ria a Pu«Iiano , nella Terra
di Refina, fituata p ù fopra della d liziofa Villa di Portici , vi è un.
tao quadro , con entrovj la B. Vergine col Bambino in gloria , e fot-
ta vi fono alcuni Santi con S. Gennaro , fecondo mi vien detto.
Non è poi pofiìbde di annoverare l'opere di quefto Artefice vir-
tuofo , che fono nelle Cafe di v rj particolari , con. ioiììacoiacchè
non vi fu nobile allora ne Cittadino civile dilettante di pittura , ■ h;
non volcffeda lui una qualche memoria , che p;r lo più eran divote
Immagini; veggendoli di Marco rare cofi profane ; dipingendo con-
tinuamente Tavole , ed opere per le Chiefe , o iftorie (acre della Vita
di Grillo J e fu cosi divoto della Ss. Vergine Addolorata, che allo
fpeflo foleva effigiarla col Figlio morto in braccio; anziché ne intaglio
egli medefimo un Rame con dae mezze figure in ferr.bianza dolorolif-
fima ; veggendofi in elfo l'Addolorata Madre tenere abbracciato il Fi-
glio già morto su la Croce ; la qual figura delta negli animi affettuo-
TQMO 11. Ce fa
202 Vita di Marco di Pino
fapafsione. In molti con fefsionarj ufano ten*r le copie miniate di
quella Santa Immagine * per dettare pentimento nel cuore de' pecca-
tori .
Marco d' Attefe Marco all'Architettura , come dianzi è detto, della qua-
pino (-e]e le ne compofe un gran libro per utile de* ftudiofi , il qtnl viene.mol-
Jebrato dal lo lodato dal Lom zzo nel Tuo Tempio della Pittura , e da aìtr? tele»
Lorna*™ bri Uomini. Effondo dunque tenuto in preggio anche per quella fa-
ri' ,0,.lu° colta , fece varie pi?nte di Palagi , e di Chiefe , e fabbricò varj
chitettu r" e^'fi"Ì » Razionandone molti , come anche ¥ attefta il B .gì ione, ma
* per non eflere al noftro propofito , ne farern p-iffa-gio, ballando a'
Cnriofi ved^r la mentovata Chiefa del G su Vecchio per f<r concetto
di lui nelP Ar.hitettura , ed il fuo libro, (benché fi a refo rarìilìmo,;
è di utile a i Pioftiìòri . Per lo che lafciando ogn' altra cola da nomi-
nare , diremo fidamente , come Marco cornine ò a fcrivtrc le Vite
de' noflri Proftffón del difrgno , facendone moke note , e memorie,
per compilare i fuoi ferirti , fecondo egli Iteflo promette nella fua let-
tera . Ala da varj impieghi per lo più trattenuto , e forfè ancora per
accertarfi bene delle notizie , non fi ridufTero a perfezione quelle Vi-
te , che avea principiato , con tanta gloria di ncilra latria ; atteftan»
do il Cavalier Marnino Stanzioni ne' fuoi ferirti , che nella fua Vita
( Con permilfion del Signore J faran da noi riportati , ;ivtr fnputo di
alcune Vite delli noftn Pittori , fcritte da Marco da biena , ma che
non aveva avuto giammai la forte di vederle , per inchieda che ne fa-
ce fle J lo fteiTo eflendo anche a noi avvenuto ; benché con miglior
Lettera di *orCe > d.ipoichè , ritrovandoli da noi i già noti , ed i già refi famofi
Mirco tra- fcritti di Gio: Agnolo Crifcuolo , vi fi è trovata la fua lettera, già
^cnta dal nella prima parte Rampata , benché copiata dal medefimo Notajo , e
o.ajo I ie- CQS\ appunto da noi traferitta , con tutte quelle notizie , che da noi
vengono filmata al pari di qualfia più cara, e preziofa gemma; concief-
fiachè per eflì ci è flato noto , quello che ad altri con molte , e più fa-
tiche non è mai ft .to palefe ; mi gli originali fcritti da Marco non è
fiato giammai poliìbile rinvenire ; Argomentandoli ,che da fuoi Ere-
di fìan fiati trafportati quelli con altri fuoi fcritti, e con le robbe lue,
Morte dì e "ccolta de' difegni , che avea, nella prima fua Patria , allorché do-
Marco da P3 *a morte fua vi fecero ritorno,qual morte fi fa il computo,che fuc-
Siena . csdefTe circa il i f87, , per ritrova.ii opere di lui infino all' $6.; ovve»
io , che per altro accidente fi fi ano dilperfi .
Avendo noi dunque così terminato il racconto di quello famofo
Pittore, ed Architetto, riporteremo inquefto luogo quanto di lui ne
fcrifTe il mentovato Gio: Agnolo , il quale animato ( come fi crede)
dallo fteifo Marca , procurò eli porre infieme tutte quelle notizie, che
noi per lui abbiamo . Ma invida morte non fece veder all' uno , ed
all'
Pittore, ed Architetto. 20 >
all' altro tTpofts alla luce cotante onorate fotich.-, con»-; (ì compre-ri»
àe da lui ftdTi loii qucfto fcr.tto .
15^69. In nomine Domini Amen . Avendo lo magnìfico y ér* ec- In quello
celienti Pittore Marco de l'ino , determinato per fua bona volontà t Scritto di
onerare h memorie delti noftri trapaliti virtuali Pittori Napolitani» ^"?: "-
.. 1 f 1 ■ -i. n 'ti n • 1. n.- * 1 . gelo nan a
// quali furano ottoni , <y* eccelltittt Maiflri di Pittura , Scultura,®* | potuto Ter
Architettura , fìamo noi in obbligo di ringraziare D:o , che fi è de- bar ordine
guato darci un Maejìro di Pittura così grande , lo quale p:r fua bon- alcuno; Co»
tà fi è voluto affidare con nei , e far fi ttoHro Compagno , e Cittadino^ vcncm,o n-
ptr iirtù di figliolanza , data infcritto dalli no/trt Superiori ; dove „ a' ,n~~'
che avendo noi confiderai quanto onore porta alta Patria mjìra le me" ciocché ia-
morie tosi onorate della fua penna , e però non fparagnamo fatica^ né rebbe il pi in
fp'fa , per poter avere quelle notine , che fino necejfarie , per fare f *-"'J,io Ji
o/>fr/i : rlow c£e e»» molta fatica fi fono confrontati a trovare le 1llcll° che è
mi-morie , <• A? reliquie de li antichi , « l'Opere de li più moderni ,do- cato n'éfj^
t/f ci? /a /o/o andare trovatine per tante Chiefie , ha portato grandijfi- v'ita del No
ma fatica j »m /"■» d ^ / «r*» uieni-e a paro di quelle di trovare lfiru- cajo Pittore;
menti , notale nti , e Teli amentì , dfot/' ci? ^«) r) , e A? ta itnpor- non 3 vendo
/rt/o «o/;b , avendo rivoltato il R^egio Archivio , ^«-//o //*/ Pi/copio » ,p ° *Sj-
« ^.7f/7o ir S. Severino i ne altro ci è refiato di vedere ; efiendo che li ti onj:nc aj,
mr Ito favi e Signori barino lo tutto conceduto , per la gloria de la Pa- cimo.
tri a . Ma ci fono poi certi Cittadini che dei te memorie della Patria ,
h tutto tr afe arato molte enfi di notizie bonijfime , con molto dolore , e
fcandalo de lo prefitto magnifico MtJJer Marco de Pino , non degnanno-
fe ne meno feomodarfe de pochi pajfi, co;: andare a qualche tale Chic fui a Traicuratcz-
leggert: Epttfffte antichi di lettere Gotiche , e di altr-. Ma noi di' *a e ingraci-
fipr ezzando tutto , ci fi/imo propofio fu lo ditto fopra Mfier Marco , l"Ul"n,c: ^ n.°
arrivare f opra , fenza fcor.jidarci , dvxx che già avemo appurate no- „-"*verio ili*
tizie de Pietro , f T ommafo de Stefano , de/ti Ma/ucci -, de lo Abate |>a«ia.
Antonio Bambocc o » c/x; b nchè fia nato forali ier opperò è venuio pic-
colo a Napoli a Hudiare da MnfuccioSccoh/lo ■, v fot fu fcolaro de
lui Angelo Aniello de lo Sciare : Duve che fé d.vefapere { che quejìo
non fé Sa Ctrto ) ma Ji tiene forte efiere fìllio , o nipote dì Colantonio
famofo , e da quejìo A; gelo fi dice , che efi-ndo figliuolo cornine, ò la
Scola Gio: da Nola , che poi fu quello eccellenti Scultore &c.
E qui Qegue quello , che gj fta riportato nella vira del mento-
vato Gic: da Nola , convenendo ora a no dar fine al racconto di que-
llo Artefice tgrtggio, the con tanto amore aveva impreflb la di-
fefa , e la narrativa de' Profeflbri N.pohtant, come dal riporta-
to fcritto lì è sppieno conofeiuto .
tbbe Marco di Pino più Difcepoli , de* quali due folarrx-nte fa-
ranno nominati da noi ; avvenga ihe il nome Ai alcun altro fuoonc-
C e z rato
204 Vita di Marco di Pino
rato d:fcepolo » non è venuto a noftra cognizione , ancorché buon
maeftro di pittura ei fu/Te riufcito j ficcome è colui che dipinte il qua-
dro del S. Giacomo a cavallo , che perft-gu.ta i meri ; il quaie lì ve-
de nel Pulpito della Real Chiefa di S.Giacomo della nazione Spa-
gnuola ; nella qual Chiefa fece ancora tutte quelle iftonette , eh. fi
ve°gon dipinte nel Coro dell' org-ino , i he li f-.nn ornamento, eie
quili meritano attenzione » p' r effer dipinte con Audio , e con amo-
re . Ebb° ancora altri Discepoli , li qu di per n; n effcrc di tal riulci-
ta , che meritaffero , che fé ne facefle memoria , non le ne f , parolai
lifciandogli fra dozzinali Artefici perire; che prò faremo menzione dì
Michele M'cne'e Manche-Ili Genovefe , che fi portò affii bene nella fc noia di
Manchelli Marco , e del quale fi può vedere una lui opera efpofta nella Chiefa
Dùcepolo di di S. Agnello , detto de' Graffi , per tal famiglia , che erigile quefta
Marco di Chiefa , e la quale è nella Irradi de' Mercatanti , per andare all'i Ore»
fici ; In quefta tavola d' Altare vi è efprefsa la B. V. col B mbino ,
S. G.o: Evangelica ? la Maddalena , e S.. Lucia con bello auompa-
gnnmento , ed affai ragionevolmente dipinta , ed in qu fti tavolavi
è il fuo nome , con l'anno i ?86. L'altro difcepolo , che fi deve regi-
ftrare , non vi è in quello luogo fito meritevole del fuo nome , dapoi-
chè , aueftì è il famofo Gio : Agnolo Gnfcuolo, a cu, tanto dobbiamo»
per le notizie da lui trovate , ed a noi lafciate di tanti onorati Profef-,
fori de.' difegno ; laonde, meritamente, e debitamente fi è feruta a.
parte la vita , con il racconto dell'opere del pennello , e della penna >
Cosi con poco fcritto onorando coltri , che con tante onorate fatiche p
molto fi affaticò per l'onor degli Artefici , e per l'onor della Patria »
daremo fine intanto al prefente racconto del noftro Marco , del quale
vi fono alcuni belli difegni , nella noftra raccolta de'dife^ni d='più faj
mofi Profeflbn delle noftre Arti .
fini dilla Vita di Marco di Fino iatture , '
ti architetti*
VITA
2°5
VITA
D I
FRANCESCO CURIA
Pittore .
MOlto fi deve alla Virtù di queQo raro pittore , ed i molti Vanti
già a molti dirti ibuiti , frebbe di meftiere unirgli tutti nella
di lui lobperfonai dapoiche molto pregio accrebbe alla pittura con
la dolc zza de'fuoi colori , e con la nobiltà de' concetti ; co' quali in-
vaghì i m defimi ProfefTbn ; come nel racconto della fua Vita , che
qui fcriviamo , pub chiaramente vedtrfi da' Leggitori .
Nacque Fr .ncefco da Giacomo Curia;,» che all' efercizio de' Tri» ^ /• . , ,
bunali attendava , circa l'anno di noftra falute if^8. , e per quello Curia .
fi dice * ebbe Ruola tflendo giovanetto da Gio: Fil.ppoCnfcuolo pri-
ma , e poi da un Scolaro di R faeilo , the in Napoli li tratteneva , che
a mio giudizio credo fia Lionardo detto il Piftoja , finché venuto poi
nella cognizione del buono , fentendo ogni giorno lodare V opere di
Rafaello , s' invoglio di vederle , laonde fi condufle a Roma , ed ivi Suoi ftudj
facendo fuoi ftudj molto fi avanzò fu l'opere di Rafaello , e di altri ot-d' Pictura_>
timi Pittori ; benché dal grido di qualche ammanierato Artefice fi la- .'" Napoi» ,
feiafle amor tralportarc , efTendo grand; in quel tempo la fama del
Vafari , e del Zu.chtri , con lor legulei ; che però dal mifto ili quell'
jd -j • te maniere , e dall' ottimo colorito Rafaeilefco traffe poi France-
feo la fua bella , e dolce maniera di colorire . Tornato finalmente in
Nipoli fra l'altre cofe eh' ei fece , colorì per quei d.lla Famiglia Seri-
panda una tavola da fituarli nel!' Altare di una loro Capp-lla eretta
nel Vefcovado , effigiandovi Cnfto morto in grembo alla Vergine ad-
dolorata , con le Marie , eS. Giovami , per la qual pittura meritò
Prancefco molta lode . Qjmii crefciuto il nome del Curia , fece
più tavole di Altare per vane Chiefc , come qui fotto anderem divi-
nando .
Nella Chiefa di S. Frane feo delle Monache, vicino quella di nDera d,\,
S. Chiara , vedefi in un A'tare della Cappella dal canto del Vangelo pi ie dal
la bella tavola , ove vi èefpreln nell gloria la B. V rgine col Barn- Caria , in
bino in braccio , la quils corteggiata da bellilfimi Angioli, Puctini , e Var'e Chie:
tefte di Cherubini , jq vaga gloria , appende a S. Fiancefco d'Affili, -
thè
2 o 6 Vita di Francefco Curia
che vedili mginocchioni , fare orazione avanti un Altare , e così ben
ideato , e colorito , che fetnbra , che ave/Te imitato in quella pittu-
ra le belle idee del Corremmo .
Dipinte nella Chiefa di Monte Olivero nell' ultima Cappella che
ha t ingreflbper di fotto i! Corecto , ed ove ora tono le pitture a fre-
feo di Luigi Rolrigo detto il Siciliano , la tavola dell'Aitare di tfla ,
per qiui della Famiglia Or fici , la quale rapprefenta la SS. Vergine
Annunziata dall' Angiolo Gabriele , e quena ì anco una «ielle buone
pitture, che folT ro dipinte dal noltro Artefice ; eifindo^hè alcune fé
ne veggono non di tutta quella perfezione conche lon dipinte leda
noi defcntte opere fue » e quello accade , o per c-fler Mate Iute in gio-
. ,. ventù , come di primi pratica , o in vecchiezza , e con co alquanto
gran nome deboli , come mancanti di quel vigor fpiritofo che fuol regnare nell'
non dipin- età virile ; dapoifliè pochi o rari (ono quei Pittori , the negli ultimi
go'io in Vec anni di loro vita han dipinto con quella mede/ima feria , e buon r.er-
chìeiza con foQ ^\ operare , come han fatto pr.ma ; intendendo dite pc rb di que-
meuce come &'' ^rt ^c' c^e v,vono 'n una avanzata Vei.chi.ija , nella quale mai
han dìpìii- Pu0 operare come innanzi ha operato . Come per ragion di efttnpiofl
to . è veduto nella petfona del noflro Pittore , che mila ve chiezza d pinfe
la tavola eh' è tìtuata nella Cappella della F-.miglia 'Manica , nella
Chiefa di S. Caterina , detta a Form ilo , preflo la Porti Capuana, ove
fi vede la B. Vergine a federe col Bambino in grembo , e nel mezzo
a S. Caterina, e S. Tcmm^fo d' Aquino , ccn altri Santi ; nella qual
tavola fé ben vi fi vede una gran pratica di colore , ed una fàrrlrta
nell' operare, ad ogni modo però , non folo non ha in fé quella'bonta
clie nslU altre abbiam detto , ma ancora vi fi conofee tfTf r opera à'
un Vecchio , atttfoche è molto debole . Ma coi marno al filo c'tìi'cpe-
re tralaftiate allorché vi fece le fue pitture .
Eflendofi da Gio: Bernardo Lama fatto il difigne per adom-re il
Tetto della Chiefa della Santdfim Nunziata,, con (boi ornamenti , e
compartimenti de' quadri infin dall' anno i 5-64. fu aflog, t.. an.be al
Opere del Curia una di quelle tavole, che rapprefent;;r dovevano le divine szio-
Ouna Con- nj- ^^ yju jej [n g Vergine , avendo per concorrenti n'ellVrtre p.t-
fervati nella ,_,. . . „ 1 „ r ■ •.»• • r 11
beih Pici- tL're <J,ro'arno Imparato , e F or zio Santaftde . Vi d.pinfe egli idun-
chezza di 4ue la Nafcita della Madonna , con bello , e grandioso compommen-
Colore. to di vaghe Donne , ben difegnate , atteggiate, e còtti ite conta-
ta vaghezza di coleri , he infino a'noftn giorni recano maraviglia a
riguardanti p„r la di loro fr. finezza, e p.iftofità ; e batterà dir per
fua lode , che p;ù volte fu mirata , e lodata dil noftro celebre Luca
Giordano allorché vi fé e lu p.tturee .
Al pir di quella nitrita fomma lode la belliffima tavola , che nel
tetto di S. Maria la Nuova, anch' ella la prima nell' entrare in Chie-
fa
Pittore. 207
fi vedefi dipinta con belliffimi Angeli ; poiché più nobil colorito, pi«
delicate forme , e più b- Ile idee proprie di Paradifo , non poflono da
qualunque Pittore immaginarli j confiderandofi quefta tavola dipinta
circa il 1 5-3 f. , e pure fta cos' bella , e cosi frefchi mantengonfi i
fuoi colori , che certamente fi rmraviglia , che in tanta lunghezza
di tempo , non abbia perduto nulla di quella vivezza con la quale fu
dipinta ; la quii cofa è ftaja. off rvata da'Prof.rfori così di quell'opera,
co ne dc-JI'a iz detta dell i Nunziata , e f e a'è fitto dfcorfo con chi que-
lle notizie ("rive , e con tali difcorfi fi fono nuove laudi vie più accre-
sciute a FranCefco-
Or le quefta pittura merita tante lodi , quali encomj daremo noi
a quella die ce ede in e'Cell nza tutte l'altre da noi defcritte, così per
lo bel coloni < , come p r 1' ottimo cipiofo componimento, che in p; a
fé contiene ? Qj'efta e la bella tavola della Circoncifionc del Signore ^ellentiflì-
ntuata nella ficonda Cafplla a man deftra entrando nella Chiefa della ma di Fran-
Pietà , (ituat.ì alle f ale di S, Giovanni a Carbonaca , lodata da tanti cefcoCuria,
nostri Scrittori , t p,ù dall' Engenio , e dal Celano, narrando qu.ft' '°.^u .d:i'.
ultimo, the di qii'ìit' opera n' era talmente invaghito Giufeppe di Ri- p^" j
bera , detto lo Spagnoletta , che vi mandava i fuoi Difcepolj a defi-
gmrla , lodandone a piena bocca la fua perfizione . Ella dunque rap-
prefjntando il Misero q Ila detta Circoncilìone del Redentore , fi ve*
de nell'atto del Sant; Vecchio Simeone una venerab.l divozione , nel
mentrecchè il Miniftro fa la fu 1 funzione , e la B. Vergine tutta inceri-
ti al Ovino Mifterb , con lo Spofo Giufeppe, par che fi affliggono al
duolo del bimbmoCsù . EfTendovi , oltre i Mmiftri della Chiefa ,
molto pjpolo , con.orfo a quella funzione , e fra quefto, alcune bel-
litfime donne , che portano i piccioni , e vi è accompagnamento di
ben intefa Architettura , mentre efprime la Chiefa , ove fuccede la
cerimonia. Ne fo'o quefta tavola veniva ne' tempi addietro lodata
dal mentovato Ribera, mi dif'orrendofi di prancefcò Curia, nel men-
tovarli gh p.ttori Napoletani , col celebre Lu.a Cordano , egli Ldò
quefta pittura per una delle beli' opere , che la noftri Città avea di
tal Uomo : che più , modernamente il noftro famifo Francefilo Soli-
mena , tanto fi diletta di elfi , che allo fperTo fuole andare a vederla.
Vedefi nella Sagreftia della Chiefa dì S. Pietro ad Aram nell' Aitare di
W? la tavola con entrovi L Beata Vergine colBimbino, fiduta nel
mezzo , e da' lati 1' Angelo Rafiello con Tobiuob , e S. Gio: Batt fta,
con S. Antonio da Pado v a , opera degna di, lode in quanto al compo-
nimento, ma colpita con qualche debolezza , perche dipmta da Vec-
chio .
Si era in quefto mentre cotanto avanzata la fami dell' opere di Opere fatte
Francefco , che non folamente n' era piena la Città di Napoli , e il fiiou'.del Re
Regno, 2'1J ■
2 o 8 Vita di Francefco Curia
Re°no , ma ancora era piflata in Lombardia, neila Città di MìIano,è
nella Liguria ancora rifuonava il Curia pr le bocche degli Uomini
amatori della Pittura , dtpokhè per ordine di un Prelato fece p r Mi-
lano una Santa Famiglia , per coilocarla in una Cappella della Chiefa
di S. Pancrazio, e Gaudenzio eretta dal fud ietto Prelato , e per Gio:
Maria Spinola fece Frincefco due Storie del Vecchio Teftamento , le
quali pitture per quello , che fi trova di fua memoria , gli acqui fta-
rono molta riputazione appreflb quelli Signori, e di coloro, che quel-
le videro ; p.r la qua! cola altr opere gli furono commfle , ma da
quai Soggetti , e • he cofa rapprefentaflèro non è venuta in noftra co-
gnizione notizia alcuna .
Dipinfe in oltre Francefco varie tavole per varj particolari , Ce»
condo la divozione , o il diletto di quegli gli ne dava il motivo, e fe-
ce per varj uoghi dei Regno Cone di Altari , come nella M.dre Chie-
fa di Paola , Patria di quel Santo , che ft^mandofi fra più minimi,vieri
connumtrato nel Cielo fra i più gnndi , prr i ftupendi miracoli ope*
rati da Dii a fua inttr^eifione : In quella Chiefa dico , nella Cappel-
la del Vcner bile , vi è nell' Altare di front, una tavola con fei ri-
paramenti , tre di Copra j e tre fotto , efltndovi efpreffi in quei di
Copra nel mezzo , ' ritto Signor noftro , che tiene abbracciata la Cro-
ce , e da'due lati r p trtiti li due Santi Francefchi di Affifi » e di Pao-
la in atto di ador .rio . Nel mezzo de'tre ripartimene di abballò, vi
ha effigiato la Ciri oncilione del Signore , con belliflìmo componi*
mento di top. ole figure , che certamente lo rendono un de' bei qua-
dretti , che fi pohon vedere , elTcndo tutti quelli effigiati in figure
picciole , eccettuatone la figura del Salvatore , che è quafi un buon
terzo d l naturale , ed i due mentovati Santi Francefchi , eh fé ben
fon più pi cioli drl nominato Salvatore , fono pero più grand d Ile fi-
gure de' tre np :rtim nti di fotto : Da' lati vi ha dipinto la N fata
del lucidato Signore , e l'Ador zione , che li prillano i Santi Maggi»
opere tutte belliffime , e btn .oncepite , ma la pittura d Ha C rcon-
cifione d.tta di Copra fupera tutte l'altre pitture , nella bontà , com- j
ponimtntc , e nobile idea di concetti , de' volti, e de' nobili v.ili- i
menti che egli ufava nelle fue pitture . Qu^ fio è qu nto di fu^ mano |
abbiamo noi veduto ocularmente , che di altre opere fatt da lui , i
eti. m per lo ItefT R gno, non è a noi giunta notizia alcuna di ciò
che veramente tlltno rappn-ftntano .
P r la qual cofa f cendo ritorno all'opere f fpofte in quella noftra
Patria , dko che vtdefi nella Chiefa della Sspienzi la tavola fu l'Al-
tare della prima Cappella a man diritta di chi entra , ove vie tfpref- [
fa la Santifiìma Vergine Maria Annunziata dall' Angelo Gabriele , di- i
pinta
Pittore. 209
pinta con bella dolcezza di colori , ed oltre il buon difegno eh' è
correttiflìmo , vi è bella moda di figure, con graziole pieghe di pall-
ili , e buono accordo » ell'endo in lomma quella una delle beli' ope«
re che Francefco dipinfe •
Nella Parocchial Chiefa di S. Marco di Palazzo, pretto quel-
la della Croce, vi è in una Cappella dal canto del Vangelo , un
altra S-mtitfima Nunziata , che vogliono molti Profeflori lia di ma-
no del Cuna •» ma a me par di altro Pittore , per alcune varietà
appai tenenti alla Tua maniera ; ma di chiunque ella fiali, dico eh'
è opera eccellent:ffima compiuta in tutti i numeri dell'arte, ed
è mirabilmente dipinta .
Avea Francefco molti anni innanzi incominciata la tavola per I' Opera dì
A'tar Maggiore di S. Auliva a Seggio di Nido,- Chiela de' Maga- Fr.mcefc.o_
kinieri del Vino a minuto , altrimenti detta dal Volgo de' l'aver- pagata di
pati , Ma perchè quelli 1 qu:ili l'avevano ordinata ricufavano pa- più della-*
garh s°° feudi che egli ne pretendeva, la pofe da parte, avendo* pi ima do-
vi dipinto tutto quel eh' è di l'opra. In procedo di tempo tomaio- manda , e
no di nuovo i Madtri , o Deputati della (addetta Chiefa per ac- per qual ca-
cordare il prezzo , ed egli il Cuiia ne Chiefe eoo. feudi , e gli fé- gione ,
ce vedere la tavola con la Beata Veigine, e'I Bmibino, in mezzo a
una fchiera di belìiiTimi Angioli che fuonano, e cantano giada più
anni finiti , che innamoravano chiunque li mirava . Ma perché co-
loro ricufavano pagare i cento feudi crefeiuti di frelco , Franceko
fi proteflò, che fé partivano lenza sborzargli il prezzo domandato,
non averebbono ottenuta la tavola meno di 700. ducati » la qual cola
credendo quelli una diceria , fi partirono pei ritornarvi poi con i
00. ducati • Finì intanto il Curia la tavola , dipingendovi li due
anti Apodoli , ne' quali fi conofee alcun:! debolezza» non eflenlo
di quella perfezione che hanno que' beili Angioli , con la B. Vergi-
ne , ed il Bambino , efleiido quelli itipnui in virilità, e gli Apporto*
li in vecchiezza, come fi vede dall'anno 1605. da ìui notato ; Ter-
minato il quadro tornarono quei co! danaro della prima jichiefra,
ma Francefco indurito alle loro preghiere , gli fece intendere > che
averebbe dato ad alni quella piuma per li preteli 700 feudi, da-
poichè con illanza n'era richiedo , Per la qual cola queJ Macltri
che n' ci ano invaghiti , confederando I' Artefice , la loro durezza
nella prima richieda, e la bellezza di qu Ila pittura , dopo va-
rj configli , e nuove preghieie , fu uccellano sborzare al Pittore
li 700 ducati da lui pretefi » per avere la tavola dell' Altare di lo-
ro Chiefa, e cesi la loro ritrofia gli coito 200. feudi di più.
Era ormai Francefco pervenuto in vecchiezza , e tuttavia fa-
ticando inceflàntemente , com2 innamorato dalle noftre Arti , cer-
cava al pofhbile migliorare, e faciitaie le lue pitture, laonde di
faci e maniera, ma all'ai maellra dipmfe per la Chiefa di S- Sofia,
che Ila dopo quella de'SS- Apportali in Napoli , il quadro dell'1
ultima Cena dei Salvatore , ove veramente fi vede quanto Fran-
cefco aveflè con fuoi ftadj acquietato di franchezza , e facilità di
Operare s benché fi fofTe alquanto allontanato da certa fua nobiltà
uni ver fa le , e dalla fua l'olita finitezza.- Ma in quello vien feufa-
to dall' età , che comunemente fa cesi operare a tutti i valenti
Pittori ■ Ad ogni modo però non reità , che non fiano opere egre-
TOM. U- D d eie
S~
2 io Vita di Francefco Curia
gìe , come che dipinte da Mj.it. i . cce-enti . Cesi tono anche egre-
gie l'opere che fece il Cuu: ui maniera più pratica , e nfoluta;
laonde e per quelle , e pei queik muita lode delle lue opere;
o fian dipinte con finitezze , o con faciliti del pennello , per lun-
ga efpenenzi , e pratica acquataci in tanti anni di maneggiare i
Colori, la qual d te è pr.ite lo.amente propria al valentuomo.
Cusì dunqu. Fiancelco operan lo virtù riamente i fuoi pennelli,
pervenuto ormai a molta vecchiezza , efllnlo ancora per le lue
amabili qualità , e virtù morali armto da ogni ceto di perfone ,
perchè unite quelle ali' arte ammirabile de' fuoi pennelli, lo ren-
devono Angolare fra gli Ujmini , venne a mancare al mondo, cir-
Morte di ca gli anni del Signore 1610. nella cut perd.ta perdurano !e Arti
Fiancefco del difegno un g-an lume , che lor fer 'va di feorta per fuperare
Curia nei le loro difficj.tà v lafeiando bensì ne' fuoi Difcepoli alcuna viva fpe-
1610, ranza di vedere in eflinforta la fama del loro precettore ; come ve-
ramente fra gli ami Dilcepoli che ufeirono da Scuola così eccel-
lente , fece onore al maeftro Fabrizio Santafede , copiofiffimo ,
ed eccellente Pittore de' fuoi tempi , ed antiquario infigue , anche
Girolamo nell' eiudrzion delle lettere, come fidila a luo iuocta , nella lua
Imparato, e Vita ; così onorarono quello eccellente Maelìro Girolamo Impa-
Ippoh oBor rato , e il gentiiiflìmo Ippolito Borghefe , che tinto nella nobiltà
ghele di ce- imitò il Curia , come lo dimottrarerao in appreflj , nelle onora-
poii del Cu- te memorie di loro v'ite , che, piacendo al Signore , feguiranno
f'a« quelle già lcritte .
Molte altre opere fece Francefco , efpofte allora in varie Chie-
fe , mi che ora per efi'er quelle o modeni3te , o rifatte , vi fon iì-
tuati altri quadri di altri più moderni , e più acclamati Pittori ,
come nelia Ghiefa di Regina Cccli , efTendofi riftaurata , ed ab-
bellita Ja Ghiefa , ova flava la tavola del Curia , la quale riufeen-
do picciol.i nel rinovare la Cappella , vi è in oggi il bel qua-
dro del celebre Luca Giordano della difputa di S. Agollino con-
1' Eretico, . . . , così in altre parti è accaduto lo fletto , do-
ve per I' elezzione di mutar pennello , e dove per calo accaduto,
ficcome è fucceduto nel tetto «.iella Real Chiela del Carmine Mag-
giore di Napoli, ove Francefco avea dipinte beli ■ (furie Storie del
gran Padre Elia , e della Vergine del Carmelo , a concorrenza di
Giovanni Bh<ju:cì , Pittor Fiorentino , che vi dipinfe la metà dell'
opera »• ma efleniafi latta uua gran machina di 40. ore , o di altra
foìlennità > fi attaccò fuoco , così impetuofo, che pervenne al tet-
to, e guaito buona parte di queft- mentovate pitture , laonde que'
Frati le trasportarono ne' corridori de' loro Dormitori , quando ri-
fecero il già bruggiato retto j Oqgi quelle pitture n.i gran Salo-
ne di l'opra veggonli lìtuate* uni delle quali rapprefenta 1' Alluma
delia Beata Vergine con gli Appaltili intorno al Sepolcro in attitu-
dini ; belliffime di maraviglia ; e nella gloria vi è quantità di An-
geloui , che accompagnano la gran Maire di Dio ; e quello è un
gran quadro quafi quadrato , ed è di ammirabil bellezza/ l'altro
di minor grandezza rapprefenta la Prefentazione al Tempio di Gesù
Bìmbino » e quelli qoairo e per traverfo, perchè era adattato al
bilogno della fofntta , fecondo il fito ove fu collocato- Così dun-
que avviene , che non più ne' luoghi ove furono elpyfte per va-
riate
Pittore . 211
riate caggion? » più non fi veggano i dipinti di tali Artefici , e
però non paja Urano ad alcun Curiofo , che legge , fé queWa tal"
opera là non ritrova , ove dal tale Autore tu efpofta , o dal Scrit-
tore defcritta , perciocché variando le umane vicende , variano
cesi ancora le volontà i coftumi , ed i luoghi di molte colè .
Il Cavalier MalTìmo Stanzioni , facendo certa fua nota di que'
Profe fiori , che egli intendeva onorare di fue memorie , dice , dopo
aver nominato Vincenzo Corfo , cosi.*
Francefco tw ia cbe fu meglio di Vincenzo detto , perde fu ameno,
e nobile nelle Jùs b?lle cowp Jizitni , e fece belljfimi Angioli , e ùtile
Doline , e fu tfflaeflro di Fabrizio Santafede . e di diro limo Impara-
to , e Ippolito Borgbife , cbe fu nobile come lui , e meglio di Girolamo,
€ di tutu molti Dtfcepolj , cbe lui ebbe, e moti Francefco molto de-
ftdtroto , e fluitato per fue virtù cjjendo vecchio circa il itfio. &c.
h con quatto breve elogio , ma fcritto dal fuddetto Cavalier
Mafiimo , noi daremo fine all'onorata Vita di Francefco Cuna ,
del quale , oltre al nominato difegno della Chiefa di S- Andrea
Apopffolo de' Tavernari , vi fono nel noftro libro de' dilegni «
altri fuoi . che meritano molta lode •> dapoiche coftumava quello
Pittore farli moito finiti, toccandoli con penna , ed acquarello di
color pavonazzo, che fa un bell'accordo nella Carta/ e la cagione
perchè in que' tempi li finivano i difegni ella è , che eli rado fi
ecftumava il dipingere i bozzetti , che da noi Macchie vengono no- Ufo dì ant!-
minate le quali fono la fkura feorta a ben condune l'opera ; lad-chì Pittori
dove prima , cioè due fecoli addietro , dopo i dilegui ben termina- di fare ;
ti , folean farli i Cartoni grandi al par dell' opera , e coloriti come Cartoni co-
dovea elitre quella : Ufo che poi con più faciltà fi è ridotta a' piccioli lorici,
bozzetti da' moderni Pittori fenza ulare una tanto laboriofa fatica;
e però fo!o rimale ad alcuno l'ufo di terminar finitamente i dife-
£11 i .
Fine dell* Vita di Francefco Curia .
D d x. VL
212
V I T
D I
GIROLAMO IMPARATO
Pittore.
COn rari que' Soggerti , ne' quali veggonfi nel medefìmo tempo ac-
^ coppiati infieme i. dono della n.tuia, Io (ludio ccn pnfi:to n
arre, e l'sfQihnza d'una favorevole forte , che fortunatamente facen-
do loro :ccrta in ogni azione a g i ccita irfine ntl r:embo della ;.
iì-erata felicità. Un di ccftoro pcffi-mo ccn ragione .rie mure tfTer
flato Girolamo Imparato , perchè rato ci Frar.celco , Vale-.rucmo de'
tempi faci , cerne li è dime (Irato nel ino racconto , ereditò lai a na-
tura il genio , e l'abilità per la pitterà , e dalla fortuna gii fé conce-
duto qu n:o feppe defi :erare / Come fi vedrà dal feguente racco:::;.
EiTVnco egli fhto mtfib da fanciullo alla (cuoia di lettere da Tuo
Padre , dirruftro il grande inferno, che da la natura fortito avev.; per
la pittura ornafiio le lezioni , che gli da\3 il Maeftro • e n fs-toc-
ci, fiori , ed animali , che dimoftravano a\ere in loro un certo che di
proporzione , e di giudizio , e derìderai! 'o applicarli s^a pitturi ,
Vedute quelle figure fatte a penna, da un Signore, a cui per avven-
tura da qualche ino condifcepolo era Irato condotto, prele qu-Jrì
l'impegno, che Girolamo a fcuoìa di pittura attendefie , p..r elerci-
tare que' doni di che l'aveva arricchito la benigna natura; the pe ò
periuafc il Padie dicendogli, che quella l'aveva cieato pittore, e non
Curiale , come pemava egli applicarlo , per la quii cola co— . j
Frsncdco , come Uomo ragicrevo'e , en\ r vero quanto li diceva quel
Cavaliere , cominciò ad infegcarli i primi elementi del dilegno , ed
in brieve (ajutato dalla natura) notes profitto vi fece difegoando fi-
gure intiere , ìndi facendo pafTagric a copiare le Borie, fi avanzò al-
lo (radio de! rado , con erudirli da qualche modello , di quei , che
in cu 1 terrpo fornati in Roma su le buone antiche ftatue , e da quel-
li del Div.no Michelagnolo , eran da per tutte le Città pr nei pali
mandati a vendere , per comodo de'iradiofi della pittura . Quindi i-
lendofi aliai bene impeti. fhto del duerno, ridott' fi aio trepiedi, fe-
ce vedere, ch'egli era nato per la pittura, laonde varie cole lave ò
non fc\o per proprio (indio , ma eziandio per commiffioni dategli da
varj particolari , a' quaii giadha moto la prontezza cello fpiiito .uo
fieli' operare i penne! i.
Ala Girolamo i.ulla curando di quefli Tuoi felici p'inc'pj , cerca-
va ci far maggiori a< qu 1 i rei e ncftre arti , efleudi fi ini gh to de*
bei colori uiatj da Giot Bernardc L-rra, e r'a Silveftro il B uno, an-
corché .: Francf . Padre r i r. ;le:c roefiratì per eltmpio le r c-
tiine vhe tinte et.;' ecce, .e:.: liimu Tiziano ; nva qutfte cute , a dir
ve>o,
Pittore Napoletano. 213
vero, l'aveva egli Francefco nega ultimi anni della Tua vita alquan-
to più cacciate di (curi , e variate da quelle beiliffime da lui per I in-
nanzi ul'ate nelle belle opere da noi delcritte , e m .flìrnamenee nel fa-
molo quadro del S- Pietro M:it re , nel quale fuperò fé fteflb , da poi-
ché fembra quell'opera di m.mo del luo rinomato matflro; laonde
con qualche ragione fentiyafi Girolamo più tirare all'altre più vaghe
maniere de' mentovati Pittori, più torto, che a quella di fuo Padre,
non lolo per lo renio, che lo portava, ma per le continue Ioli, che
tutto giorno (enti va dai fi a' nominati maeftrt, per la ritrovata loro
beila maniera . Cesi dunque pc.ft fi in mente di fare acquifto di un
bel colore , fi f ce dilcepoio di Francefco Curia , del quale correva il
grido in quel tempo di gran Pittore, per le nobili idee, e bellezza
di frnie, e di colore che dav3 alle fue figure; e maffimamente a gli
Angeli , ed alle Donne; laonde Girolamo ogni altro lafciando n que-
fto maturo volle accodarli , e lecuirare la i'ua nobil man. era per tare
acqui(h) delle fue belle idee , e con tanto genio vi i'ì applicò, e fu Io
Audio in miniera tale , che ne divenne maeirro, avendo in ogni colà,
che imprendeva ad operaie l'ajuto della natura, che d'un pronto , e
vivace ingegno, come fi difle, l'avea dotato.
Superata quefta difficoltà , gli venne un ardentifiimo defiJerio dì
veder Remi , e Venezia •■> riandando lemure con la fua mente , tutte
le belle t pere tante volte udite raccontare ci a I Padre , e da altri, che
l'avean vedute, di tanti eccellenti matftiidi pitturai ma non pote-
va ponere in efecuzione quello fu.) ben naco penfiero , per non avec
tutto il comodo, che per far quei viaggi, con il mantenimento , che
per dimoiare nelle nominate Città era necèflarió; trovandofi fuo Pa-
dre mo:to avanzato in età , e con numernfa famiglia , per la qaal co-
fi non potea comprometterli da lui fé non picciul foccorfo ; ne delle
fue proprie pitture poteva far capitale, perciocché, ritrovandoli in
que' paefi foraltiero , e lenza veruna conofeenza', gli firia il ito necef-
fario andar mendicando qu-lche l'orfiffima occasione ; Mi la forte,
che aveva cominciato fin da principio a favolino, gli p rfe in quella
occafione la mano; conciofiacolàcchè , q^el medefimo Cavalieie (. del
quale non è venuta a noftra notizia il nome ) che perfu.ife fuo Padre
applicarlo al, a pittura, volendo per fuo divertimento, o cunofità
far un giro per l'Italia , avenio intefo il gran ili fi lei io, che aveva
Girolamo di vedere le belle fi. .tue antiche e le inficili pitture di Ro-
ma , e di Venezia, p^r farne Itu dio , ed avanzarli nell'arte .com-
mendando in lui l'onefto fuo defiderio , lieo lo condufie , primi in
Roma , ove reftò ftupito alle divine dipinture di Rafiello , ed all'al-
tre cole bell'Alme, che vi fono , le quai gli diedero graivliffimo lu-
me, ritraendone in difegno tutte quele che poteva. In di pa flato in
Lombardia vidde le Cupole di Modona , e di Parma dell' ammirabil
Correggio, e (tapi in vedere un intendimento cesi p;,<fonio de* fot-
to in su «n un Artefice, che non l'avena veduto in altri, e che i
fuoi, latti con tanta facilità fon poi cosi diffici i ad imitaifi. Ala non
meno maravigl atc egli rimafe Girolamo, quindo in Venezia vide
tante opere di tanti rinomiti maeltn , che tutti con l'armonia del co-
lore fermili.» l'incanto ai-'occhio di chiunque le rifguarda»- Qaivi i
gran e mponimtnti d'I V. ronefe gli pai vero cole fu> ri di quelle che
anulb' totmo r-cinaie cgia iiitio anche eccel ente Pittore ; le pit-
tuie
2 1 4 Vita di Girolamo Imparato
ture di Tiziano fupe<are ogni umano intendimento ; quelle del Pal-
ma , del Battano , degne d'ammi: azione , e quelle giandiifime del Tin-
toretto ( the conobbe con l'uo piacete, tflendo vivo in quel tempo)
da far ftupidire non che .mirare, per lo gran numero di figure , che
quel ri Coluto pittore . poneva iniieme in quelle tele grandiflime ; E
veramente qual farebbe quel piofeiìore , che per ardito , e nloluto
ch'ei fofl'e , non rimar* ebbe attonito, nel vedere il quadro del Tm-
toretto , dove è dipinto il ParadtTo , la cui grandezza è 74- palmi per
per traverfo, e 30. di altezza ; ce MS mente nel peniar iolamente al po-
nete infieme , ma con proprietà, tante centinnja di figure, bafteieb-
be a difanimare ogni valente profeilòre , e peiciò lì deve tutta la lo-
de a quel raro Artefice, nulla faceti togli apprenlìone la grandezza , e
C opiofttà dell'opera , anziché la condufìé con maeltia , e bellezza ta-
le , che è Tempre Ibra il (oggetto delle lodi dateli da tanti rinomati
fcrittori . La buona fortuna di Girolamo lo pò, tò ancora a far /fretta,
e cara amicizia con Giacomo Palma il giovane, dal quale molti amo-
revoli ammaelb amenti ebbe nelle cole dell'arte, e malhmamente nel
mefcolare 1 fi>ui vaghi, fc vivi colori, che Tempre gli piacquero, C07
me in appello colf imitarli lo diinoltrò • nelle belle opere , che ei
fece .
Ritornato finalmente nella Cua patria, veduto da' Cuoi conofeenti
il grande avanzamento , che Girolamo fatto aveva neif intelligenza
del dileguo , e nella bellezza del colore nel quale parea veramente
vi filile l'angue Ikmprato , come fi vede in aicune lue opere , che
ha penfato al Colorita dell' Eccellentiihmo Tiziano , concorl'ero da
più luoghi le commiffioni per avere le lue pitture ; ma noi trallalcian-
do quelle , che fono per le afe de' Cittadini , raccontaremo Iolamen-
te quelle , che efpofte fi vedono nelle Chiele. Nell'Agar maggiore
della Concezione detta de* Spagnuoli , fi vede la tavola con l'immagi-
ne della Immacolata Concezione , corteggiata ne' lati da belhflìma
gloria d'Angioli , che Tuonano» e cantano , avendogli Girolamo figu-
rati in varie graziole attitudini per iar divino concerto di varj muli-
cali iftrumenti , meiitrecchè la Vergine SS- con mani giunte , occhi
balli, forra bellezza , letizia , e divozione»- e veramente quella pit-
tura gli partorì .n. otta lode , e gli accrebbe riputazione , ed utdirà per
le molte opere ch'e' fece in appretto , perciocché veduta quella pit-
tura , gliene Tu commeiTa un altra da collocarli nel tecto di ì>. Maria
la Nuova , ed ove rappi dentali l'Allunzione al Cielo della medelima
Beata Verdine , con gli Apposoli interno al tuo Sepolcro , nel quale
a gran lettere Tcrifle il Tuo nome ; la qual coTa gli fu biafimata dagli
emolt Tuoi tacciandolo da .uperbo , e vanagloi.ufo , per la troppa gran-
dezza di lettere, conche formava il fuo nome; e vnamente io non lo
poflb in quella parte icufàre , mentrethè , ltmbrano quelle gran lette-
re un fallo di chi Io fenve , ed è lontano dall'ordine morigerato , con
cui logliouo f,li olititi Pittori fcrivere il nome loro ; né la lagione del-
la diflanza può all' inrutto (turarlo, dapoithè", quando la grandezza
eccede quello che bada per fard intelligibile all'occhio , l'empie porta
coii sé il biafìm<>di vanagloria , per la qual cola fu biafimato ne' luoi
fcritti dal Cavalìer Maifimo Stanziane , come a fuo mogo diemo.
Ai ogni mudo però Girolamo portato dal favore della fortuna ,
che alla Tua virtù aderiva , rtee non so a chi Signore una itanza , con
alcuni
Pittore Napoletano. 2 1 5
alcuni gabbinetti , con vaile (bone , e tavole dipinte , le quali dipin-
ture non ha moti anni che fi vede\a;ii> in un palagio nel vicolo det-
to dcg i Impiccati ; Ma quelle pitture pm non vi tono , per efierfi
rifatta da nuovo quali tutta la cala . Nella mentovata Chiela di SMa-
ria la Nuova , veggenti negli altarini , che fon tra le Cappelle, e ne*
pilalì i della nave di detta Chiela alcuni quadretti all'ai g aziofì di Gi-
rolamo ,• come Ibn quelli , del Salvatore l'eduto su le nubbi , e della 13.
Vergine col Bambino in gloria , con accompagnamento di graziolì
Angioletti, enei piano vi 1011 figurati S. Filippo, e S-Giacomo Appo-
rto.i iiiginocchiom , aliai ben dipinti ; ed in quella tavola è il tuo
nome su un fa Molino nel mezzo de' due Apposoli. Siegue apprell'o il
be, qua.letto «iella B. Vergine feduta in un paefe , che con la delira
tiene un libro , al qua. e ella rivolge gli occhi, nel mentrecchè il Si-
gnorino Ceduto su le lue ginocchia , fi abbraccia con S- Giovannino,
e S. G.uieppe usuarla nel Cielo alcuni graziofi Angioletti » ed in
quello quadretto , compiacendotene Girolamo , vi pofe il Tuo nome
in un pezzo di colonna , che Ita nel luolo . I quadri che lanno orna-
mento agli Altaretti di contro , hanno le ieguenti pitture .• Nel pri-
mo di man diritta entrando in Chiela ha l'Immagine della Immaculata
Concezione in piedi , iti mezzo a gioì ia di beilillì ni Angioh •• li fe-
condo S- Francefilo di Affili inginoci huni , al quile apparilce ncftro
Sign.re , la B V. ed alcuni Santi. N-l terzo vi è effigiata la Madon-
na del Cainune , che ha lotto l'Anime del Purgatorio , e negli altri
A tiretti vi fon pittare operate da altri Artefici • Nella magnifica
Chiela del Giesù Nuovo fi vede il gran quadro del S. Ignazio Lo-
jola nell' Altue del gran Cappellone a lui dedicato, ch'è piopnamen-
te vicino l'ingreflb della Sagreftia , il qua^e è riputato una buona ope-
ra di fua mano. Ma aliai migliale è il quadro che fece dopo alcun
tempo per la Cappella del Reggent Fornaio, eietta nella nude/ima
Chiela , ove è dipinta la nafeita dei Redentore con buon componi-
mento , ottimo dilegno , e bel colorito.
Aveva alcuni anni prima Girolamo prefa per Tua Donna la fi-
gliuola di un Curiale, ( benché da alcuni ti dica medico) il quile
era oriundo della Città di Cofenza ; collui per non partii fi da Na-
poli aveva trafeurato le molte Manze, che gli venivano fatte da'
tuoi Congiunti, che molto agiati di b ni di fortuna in quella Città
dimoravano, e volean participarne a lui, fé c^là lì falle portato »
che perciò per non perder l'utile , che riluttar poteva alla lui Cala,
fi rifolvè mandarvi uno de' fuoi figliuoli , per appigare almeno così
il deiìderio de' fuoi parenti • Quello figliuolo ( eilen lo giovine giù-
diziofo) nel giungere a Cofenza altro non lece, fé non che far pa-
Jefe la virtù di Girolamo fuo cognato nell'arte della pittura, ed aflì-
itico dalia buona fortuna di quello, molti lavori per varj partico-
lari gli commile » né pafsò moito tempo , che !o chiamò a Cofenza
per dipingere una Cappella ad alcuni Signori di quella Città „• a- i-
la cjual'opeia a noi non è pervenuta una diftinta notizia ,' né qui li
follerò quri Signori , eh? tale incombenza gli diedero, dicendoli Co-
larne nte , che nella Chiela di S. Domenici fia la Cappella da lui di-
pinta , de la quale dipintura ne fu egli largamente rimunerato . Ma
tutto quello racconto del luo matrimonio , e del Cognato che lo pro-
pule in Calabria , non è le non , che un preludio di quello gli aveva
oppa-
2 1 6 Vita di Girolamo Imparato
■ Pparecchiato la Tua buona fa. cuna/ perchè, p-ico aopo , che il fuo
Cognato era giunco in Colenza, venendo a morte un fua Zia,
feuz' altri eredi , lafoò tutta la liia ioba a qu.l Tuo Nipote , poiché
grande amore concepito g i aveva ; Or portò ti calo, che avendo dopo
alcun breve fpazio di tempo fatto venir Girolamo in Calabria , co-
me fi è detto di lopra , e trattenendoli tuttavia quelli , per le va«
rie Commillìoni , che de' fuoi quadri aveva, s'infermò gravemente
quel fuo Cognato, né la natura potendo vincere il male di acuta
febbre , conolciucofi vicino a morte , laico erede di quanto acqui-
etato aveva della morta Zia , la lu.i Sorella, moglie ai Girolamo ,
il qurle veramente , con tomma carità gù aflìltè in quella fui in.*
ferinità , ed indi gli predò gli efliemi uffìcj di tenerilnme lagiime
nella fua morte , dioiche li erano in vita icambievo. mente amati
con am.re cordiale, elinceio.
Ritornato finalmente in Napoli fu ricevuto con Carezze da fuoi
Congiunti , ed ogn' uno fi rallegra del (uo ncorno ; concn flìacofachè
era tanto creic;uto il luo nome , che veniva tenuto in (tima da ogni
forte di perione / E ben vero pei ò > che il fuo nome pare che tra-
pafiàfle il valore del fuo pennello, lecondo il parere de Pittori fuoi
emoli , poiché dicevano, che ancorché egli folle un fianco ed intel-
ligente Pittore , non era peiò dal carattere , come diceano efii.de' Ca-
rocci , d'un Barocci , oi un Tintoretto , di un Palma , ed alCri gran
Pittori i che vivevano ne' tempi luoi ; ad ogni modo però egli col
favore della lua buona loite veniva da' fuoi Cittadini limato al pari
de' p imi lumi della pittura / ed eian tante le commifiìoni , che al-
le volte gli mancava il cempo da foddisfare alle richiede • che gli
venivano da aitri patfi.
Lavorò per la Chiefa di S.Severino una gran Tavola di Aitare ,
che oia fi vede nell' ingrefib della Sagreftia , nella quale con bel com-
ponimento nYijrò su la gloria la B- Vergine col Bambino Gì. su , e va j
Angioli, e puttini , che le fan corteggio , con S. Scoìaltica, e S Ro-
fa , ed abballo S Benedetto , S. Placido , S. Sofiio , e San Severino
Abate , e quella Tavola incontrò il piacimento di tuiti quei , che
la videro} e venmente queit' opera può annoverarli fra le miglio-
ri , che ufclle da' luoi penne h / ma non è di tal bontà quelli , che
fi vede eip.lt- nella li fritta dèlia Ss. Nunziata , ove è dipinti l'Af-
funzione d'. Ila Beata Vcigme al Cielo, ed ha gli Apporti li intorno
al di lei S*- poltro , che per avervi dipinco alcuni di elfi sb.ittinnn-
tati , che prendon l'ombra delle nubi di Copra , e tropp ■ ricercandoli
per migliorarli] perdoni-, quella g.andc/za , che li richiede nell'o-
pere, che hanno aliai ddianza dall'occhio • Migliore è peiò il qua-
dro, che nella medefima fim'ta lì vede, ove è el'prefia la Preùn
tazione al T mpio della detta Ss- Vergine: la Maria , che ha in te
buona idea nel componimento , miglior dilegno , e ben intelo di cbia-
rofeuro / onde per queft' opera menta Girolamo la lua lode , fé quel-
la deftritta dell' /. fiunta non incontra tutto il piacimento degl'inten-
denti •
Ma a mio parere una dell' opere più belle, che dipingefle Gi-
rolamo, è il quadro, che fi vede nella ChiSià di S. Tommalò d'A-
quino, nel Cappellone della Croce predo l'Aliai maggiore: ove vi
è figurata la Vergine Ss. del Rofario , con li Bambino in Uno 5U la
glor ia
? Pittore. 217
gloria , ove fono varj bellilfimi Angioli , che tengono finimenti muli-'
cali con cui tuonano , e cantano celtlti Laudi , ed a bailo vi è S-Do-
nienico , S- Rola , V Caterina da Siena , e altri Santi » efiendovi an-
cora altre divote perlòne , delle quali fece i ritratti dal naturale, che
iono ottimamente dipinti , e tutto il quadro, così per lo componi-
mento , che per l'accordo, ed intelligente dilégno ,è maeltrevolmen-
te condotto • Ma né in quella , uè in altre tavole da lui efpolte ,
fende il luo nome, come è quella che fu locata in una Cappella deU
la Chiel3 di Donna Romita , e che ora fi vede trafportata nella Sa-
greftia , nella qu.He è la B- Vergine in mezzo alcuni Angeli , dando
vario motivo di lagionamento a coloro, che con occhio invidrofodf
tanta buona foitun3 , odérvavano le lue azioni ; non mancando dì
quei 1 che dict d'ero eiTeih Girolamo più moderato, per aver faputo
il biifimo accadutogli dall' aver egli per finanzi a gran lettere fat-
to comparire il luo nome con indecenza, e che uno de' biafimato-
ri era M-lfimo Stanzione , pittore nflai rinomato , ne' tempi fuoi me-
delimi , il quale , come Uomo oncfto , detefhva quella foverchia va
nità , di the Girolamo andava altiero; benché per verità, fra quelli
due Amfici virrupfi qualche gara vi folle nata, per gelofia , effcu-
do entrambi in un tempo , ed entrambi in gran Itima ; tutto che Maf-
iinvj lode più giovane , ma forie più fondato nell'arte , come in ap-
preso -o l'upciò nelle belle opere magnifiche eh' ei fece , e come nel-
la fu a vita appieno fé ne fai a parola , nportando ora in quello luogo
quelle poche paiole, che dopo la convenevol lode dato a Francelco
Imparato Padre di Girolamo , cesi dice di lui . Dove merita lode :
firn il fuo figlio prej'ume tijfii più , che non sa, e mutando pelo , non ba
mutato cofiftme , onde non occorre farne altra, memoria , menti-echi lai per
tinte qti Ji le fue opere vi pone il jno Jttperbo nome , J'critto a gran let-
tere , coj'a odiata dal Padre , Cf-
Nel tetto mentovato di S. Maria la nuova , fono alcune delle fi-
gure fole , di mano di Girolamo , le quali rapprefentano Sibille, con
vaij Re del Vecchio Teftamento . Nella Chiefa di S- Diego d' Al-
calà, detta l'Olpedaietto , entrando dalla porta minore dalla via del
Cartello, vi è nell'Altare predo la porta mentovata la Tavola, ove
li vede dipinta in gloria con Angioli , la Beata Veigine , cui Bambi-
no Gtsù , ed al ballo S. Domenico, e S. M3ua Maddalena , che
anno nel mezzo di loro l'Anime del Purgatorio , opera molto lodata
di Guoiamo , benché fi dice il Volto della Maddalena effere ritrat-
to d'una Signora padiona della iuddetta Cappella . Dipinle altre Ta-
vole per Altari di altre Chiele , che fono date toite per varj acci-
denti , o di tnodernazione delle Cappelle , o pme perriponervi al-
tre moderne pitture } come è (deceduto in quelli giorni nella mede-
fima Chieià dell' Ofpeda ietto , alla Tavola dell' Altare , che fta incon-
tro quella da noi delctitta . e predò l'altra porta minore, ove fi ve-
deva la Ss- Concezione , e ni S- Francelco , e S- Antonio da Padova
opera degna di fomm 1 lode oer dileguo, componimento, e dolcez-
za di colore ; avendovi riporto in fuo luogo la medefima Immagine
de'.la Con:ezzione , con la Ss- Trinità, che la Corona , fatta da mo-
derno pitture , che b nchè virtuofo , non può però gareggiare col
valore della prima pittu.a , tuttoché egli ne abbia condotte migliori
di quella quivi dipinta , e che abbia vaghezza di colore , e morbi-
tOmP Ih E e dezza
2 1 8 Vita di Girolamo Imparato
dezza di tinta. Effondo orm.ii Girolamo divenuto vecchio, f ce per
una Cappella delia Chiefa di il Liguoro il Quadro con entrovi la
B. Vergine col Bambino in gloria,e nel biffo altri Santi Protettocene
hanno " Anime del Purgatorio in mezzo: opera dipinta con forza di
colore e belle tinte.
Fece Girolamo molte Tavole per varie Chiefe del noftro Regno,
e per alt:e Città ti' Italia , dapoicchè il Tuo grido era in molte p rti
fiuto k itire dalla l'uà buona fpituna , che accompagnava il la pere »
Ma di quelle Tavole come lappiamo, che furono, e dai Regno , e
dall'altre parti cominelle , così non v'è niuna notizia in quii Chiefa
fi andafl'ero , e che Sroiia rapprefentaffeio , a n'eiva di una Madon-
na del Rafano con S- Domenico, S. Caterina da Siena, ed altri Santi
Domenicani , che fu mandata a Gaeta a' Frati di qua 1' Ordine, e due
a Capua, una nel Duomo con varj Santi , e l'altra al una Chiefa Pa-
rocchiale di quella Città ; Infomma non mancarono gl'impieghi a Gi-
rohmo, che ltbbene fofle divenuto vecchio, non mai diede pofa a'
pannelli , efTendo all'ai amante de la fu a P, ofeflione , ma poco amico
de' profefibri , per una iua certa naturai albagia , che procedeva dal-
la gran frima , che fi faceva delle lue pitture ;al qua! coltume parche
riferifeano quelle parole del Cavalier Maliimo, da noi poco dinanzi
riportate , ma il Juo fi;lìo prej'ume più eòe non sa , e mutando pelo non
ha cangiato cuftume , &j>c. h però Girolamo fu amato da pochi , e in-
vidiato da tutti i Pi'ufefTbri , per la tua buona fortuna , dalla quale
affittito infino alla Vecchiaji, ricco de'fuoi beni , e carico di famiglia,
venne a mancare circa «I >6ìo., e con tontuofe efequie, fu fepolto
. in S. Maria la Nuova, pi Girolamo Imparato, benché nell" Abece-
L Engenio »jano cjel p. Orlandi non le ne feccia, parola , né men da chi vi fece
?: S;aPaccI0,' la giunta per pura dimenticanza, ad ogni modo però dall' Eugenio»
i|Celano,e ^ £jpaccj0 % L\a\ Celano , Sa mei li ed altri , le ne fa menzione ono-
il SarntJli raM ^ dandogli le dovute laudi > e nel noftro lib> o de'difegni ve ne
tanno on_°-fono &[ quello Aittfice virtuolb per iua memoria .
lata menzio-
ne di Giro-
lamo Impa- fif(e deua y:ta ft Grolam» imparato Pittore .
rato.
VITA
2 19
VITA
D I
SILVESTRO BRUNO,
E per abbaglio anche Silveiiro Buono
appellato .
Pittore .
COIoro , che propofero per ma (lì ma ■> che un bel colorito fia la par-
te principale della Pittura , tuttoché accompagnata da un me-
diocie dileguo » a prima taccia pare , die lo dictflero con incontra-
fìabile ngione , le fi ha riguardo al diletto, per lo quale è fatta la
pittura , appagando con le beile tinte , e con vaghezza di accordo
l'occhio de' riguardanti ,• ma le giudicare tediatamene fi deve , egli
è verilTimo , che un peifetto dileguo, ed un ottimo chiarofcuro , fia
la parte principale de. la pittura ,- Ad ogni moJo però non può ne*
garli, che l'armonia di vaghiflì.ni colori partotifce per lo più una
tal magìa all'occhi;), che non la di vantaggio deli derare,- anzi i che
innam.rto d tal vaghezza , non la fiaccar fi da quelli, ritornando
ftmp'e con più filetto a mirarli . Q. iella lagione appunto mi per-
fjiado , che avtfle mollo Sii veltro Bruno a fare acquifto d'un bel co-
lo e , che accompag.iato da buon difc.no, gli apportale onore , ed
Utilità •, unendo al poflìbile quatti principahiTimi fondamenti , per
aprufi un largo campo alla gloria .
Fu Silvestro di Cognome Morvillo , fecondo riferifee il Cavalier
Stanzione , che lo conobbe ; e perchè forti un colore di carnaggio-
ne aflai fofea , fu per fopranome chiamato il Bruno > indi per tal ca-
gione fu tempre Silvestro Bruno nominato . Jiliendo giovinetta fre-
quentò le fcuole di que' Pittori , che vivevano ailora ; Ma invaghi-
tofi de' bei colori uiati da Gir; Bernaido Lama , attele di propoli-
fi to con quel Mieftro , finché divenuto valente nella pittura, tu ri
chiedo da molti dell'opere lue .• Ma perchè delie pitture , che fece
a' particolari , poche fon quelle , che a noftia notizia fon pervenute,
fra quelle alcune danze dipinte a' Signor» di Gielùaldo , che, nel ri-
modernare il Palagio , Ci fon perdute , perciò farem paffaggio alla
narrativa di quel!' opere , che efyolte fono alla veduta di ogn'uno
netle publiche Chiefe . Fece Sii veltro per i Capuccini di S. hfnm
nuovo una bella tavola d'Altare , con la B- Vergine , che ha nelle
braccia il Divino Figliuolo , e due Santi, con farvi da canto S-Gio:
E e a Bac-
220 Vita di Silvefìro Bruno
Battifta , ed un alno Santo . Lacerali ad un auro Altare, com'era
il coftume di allora , fece alcuni Angioli , che ora fi veggono ne' pi-
laflri dell'Aitar Maggiore di quella Chiefa ,• e quelle furono le pri-
me opere , che egii al pubblico efpofe . Uopo fece per una Cap-
pella della Chiefa di S. Lorenzo , una Tavola di Altare , con la flefìà
B. Vergine , col Bambino, S Antonio da Padova , e S. Margarita , .
rt. con bella gloria di graziofi Angioletti ! ma quefta Cappella effondo
paflata lotto altro dominio, eflendo prima della Famiglia Farrojolo,
che fece fare la feruta Tavola , è fiata trafportata in Sagrtflia , do-
ve al piefente fi vede - Dieefi , che Silvelho dipingefie quelle Vir-
tù con altre Storiette a fretto , tanto diligentemente finite , in S-Ma*
ria la Nuova , nella volta della Cappella della Famiglia Turbolo ,
eretta nel Cappellone , che lece il gran Capitano a S'. Giacomo della
Marca , fopia alcune Storiette della PafTione del noflro Redentore,
£-, . da più antico Pittore dipinte. Ma io non ardilco affermare una co-
I "° r -~ fa , che retta ancora nell' inceitezza , onde lo rimetto al parere de*
* uUjJ ^! fpaffionati profeffori , riconol'cendovi qualche divertita nello (l'ile.
e belio di pej. | Chiefa dei Gesù delle Monache colorì un S. Giufeppe , cor-
ly'P0 " » teggiato da bellifTìmi Ang.oli , che vagamente dipinti fra la chia-
^".". ,'. rezza della gloria, dimoltrano la bellezza del ParaJifo . Fece anco-
Guuia de fa ^ T_)eco|lazione di S. Gio: Battifla , che fi vede nell'Altare di una
Forestieri. Cappella della Chiefa di S. Gregorio Armeno , d';tto S- Liguoro , con
molte figure , e quella Tavola vien molto lodata da' Scrittori , che
ne fan menzione , e fra quelli dal Celano, e dal Snrnelli.
Ma le opere di Silveftro , che fon tenute in più (lima , una è
la Tavola , che fi vede efpofta nella Chiefa di S- Pietro in Vinco-
li predo Seggio di Porto, e propriamente nella prima Cappella en-
trando in Chiefa , a man diritta , ove vedefi dipinta l' All'unzione del-
la Beata Vergine , con gli Appofloli intorno al fuo Sepolcro ; quel-
la belliffima nella gloria di Celefli Spirici , che la fallevano al Cie-
lo , e quelli nobililfimamente limati , con belle politure , e con arie
di volti , che fpirano divozione , ed ammirazione ne' arcoflanti .
Dice il cinto Cavalier Maflimo , che mentre Silveftro era quafi nel
fine di quell'opera , gli convenne partire, con un Signore per la
Calabria , che alcuni vogliono , folle il Marchefe di Fulcaldo Si-
gnor di Paola , laonde, dovenlo dire l'ultimi mino a due degli
Appolloli mentovati , gli raccoman lo alla diligenza , e virtù di Fran-
cel'co Imparato , celebre Pittore , e fuo grande amico, che li compì
con tutta perfezione , e bellezza ; facendovi efqmfitamente le tefle
non terminine da quello , così fomiglianti a quella miniera , che
non dà luogo all' occhio di ricercare la diverfìtà dello (lile , per la
qual cola ne venne lodato da' fuddetto Cavaliere , come nella me-
mioria di lui flà regi (Irato •• In quelli Tavola volle Silvefìro , che
v.. folTe notato l'anno, che la dipinl'e, che fu nel 1571. Quanto fi
t attenefTe il Bruno in Calabria , e che opere vi fa e elle , non è per-
venuta a noi altra notizia , fé non che per la Chiefa del gran San-
to di Paola faceffe alcune opere , con elprimervi le umili azioni ,
ed 1 ftupendi miracoli di quel portento di fatuità ,• come ancora un
quadro per la Chiefa maggiore di quel luogo . Quindi è che refla
Ignorato da noi il fuo ritorno , con l'opere , che poi dipinte , 0 pure
le
Pittore . 221
fé [q altra parte cperò , non efì'enaovi altra pittura fua da notare ,
esorta al pubblico , le non quei belli Angioletti , dipinti intorno ad
una divota lm.igine della B Vergine , che fi vede nella Rcal Chiefa
di S- Chiara, ed ove a baffo poiano con movimenti be 1 1 i JH m i S.Gia-
vanni , e S- Luca EvangeJifti , coloriti al folito con vivi , e vaghi
colori , e dileguati con buona intelligenza di contorni , ed è opera
molto lodata dagli Intendenti , come ancora è lodata in un con l'al-
tre opere Tue , da molti noftri Scrittori . Credono alcuni , che il
Quadro dpofto neh' Aitar Maggiore della Chiefa di S. Nicola Aqua-
rio , fia di Silveftro , e non di Antonio Capoìongo , luo Conuil'ce-
polo nella Scuola di Gito Bernardo Lama , ed ove è figurata la Bea-
ta Vergine del Rolaiio , col Bambino in gloria , ed a baffo S- Bia-
gio , con altri Santi , la qual cola io liicio al giudizio de' più pe-
riti , dapoichè , per la diftanza de'tempi , rodano in dubbio molte
opere de' noftri antichi Miettri , anzi da me a beila porta traiafeia-
te, per non inciampare in manifefti errori , o almeno il men , che
fia pofiibiie , giacché per la nota incuria de' noftri Scrittori , reftano
ignorate , e nel fìlenzio anche molte buone opere de' noitri trapaf-
'ati Maeftri del dileguo , in tutte , e tre le nobili facoltà , Pittura;,
Scoltura , ed Architettura , cagione potentiflima , che altri poi icii-
vefl'ero ciocché vollero di noftra Patria , e degli Artefici rupi •
Fece Silveftro a. tre tavole in alcun'altra Chiefa , che per nuo-
va modernazione fono fiate rimofte , ed in altro luogo portate; Nel-
la Chiefa però deli'Afcenfione in una Cappella dipinte Ì3 B. Vergine
col Bambino , e due Santi •
In S- Caterina a Formello lù vede in una Cappella nel Tuo Al-
tare l'adorazione de' Santi Miggi, dipìnta con forza , e vaghezza di
colore, ove nell'azione divota de' Sinti Re , e nella modella gravità
della B Vergine , che loro porge il Bambino , e con tutto l'accom-
pagnamento viene a formi re una Tavola con tutto lo ftudio , e di-
ligenza compiuta ; tuttoché forte da Silveftro dipinta in età molto
avanzata , come fi conofee affli bene dall'anno , che vi ha notato
in alcuni pezzi di Architettura caduti al fuolo per l'antichità , il
quale è il 1 5 1, 7 ; Nota il Cavalier Marti mo una Tavola dipinta ad
una Cappella di S- Niccolò ada D 'gana , chiamandola Reggia, per Carlo TIT.di
efler quefta Chiefa Reggia , perchè fu eretta da Carlo di Dunz Durazr.o Re
zo , Re Terzo di quelli Nome ; Cesi un altra Tavola alla Mi- di N >
donna dell'Aflunzione , Chiefa del Cartel novo, ed altre, che diceereffe
conofeerfi alla dolcezza della Tua bella maniera; le quali pitture perChi (3 di
l'anzidetta ragione del rimodernare le Chiefe , e le Cappelle , più S N:
non vi fono ; laonde non avendo altra opra da notare del noftro alla Do
Silveftro riportaremo quanto il mentovato Cavaliere ne lafciò fcric-
to di lui , dopo le memorie , che fece dell' antico Silveftro Buo-
no •
gtta/ì nell'i tiojìrì tempi ha fiorito un altro Silveflro chiamato il
Bruno , perchè pareva negro , ma non che il Cognome fj/fe tale , ef-
J'endo ili CaJ'a Mot vi Ho , ed io ejjhtdo giovane l'ho cono/liuto , e que.
fia e fiato Scolaro de. /' ultimi njìri Vittori del 1500. , poiché da uno
prct.deva il dijeguo , da un altro il colore , ed ha fatto affai ben; ,
t con dolce colore , e lago , che afprefe da Gioì 'Bernardo ; vedendofi
tuoi: e
222 Vita di Silvefìro Bruno Pittore.
multe /«"' Opere , che meritano lode ; come al Giesù dille Monache ut
S. Giujeppe con Angioli • A S- Severino un Cri/io morta . La T vola nel-
la prima Cappella a S. Lorenzo , a S- Pietro in Vincoli l' Ajfunta , S
S- Catatma a Formella l' adorazione de' Santi Maggi , a S- Lhmra la Ta-
vola , nella quale vi è il Qji-idretto della Madonna in mez.zo . Così ope-
re fue vi fono all'i Qapucciui , e firfe le prime i C sì in altre LbieJ'e ,
comi a S- Aniello , alla Madonna di Mezzo A^oflo , al Vejtov^do , a S-tii-
cola Reggio , che per eJJ'ere delti tempi vicini , fi couufcono molto bene
alla dolcezza delti fuoì vaghi colori .
Cesi rermina Marfimo quello racconto, facendo paflaggio a lodare
FiSiicelco Impanco , aneor da lui conolciuto ; fenza punto far men-
zione in che tempo, e dove folle venuto a mancare Silveftro, re-
nando per tal cagione ignoro il tempo della ma uiorte ; come al-
tresì in rjual Chiela folle ftito il Ino Corpo lepolto ; argomentan-
doli (blamente , che circa il principio del decimo fettimo Secolo
finifle egli di vivere .
hbbe Silveftro Bruno molti Difcepoli, de' quali alcuni riufeirono
Valentuomini , ma da noi ignorati ; e fra quelli fi annovera Antonio
Stnfibile, che fu Regnicolo, e fece poche opere in Napoli , dicen-
dofi che fia l'uà l'immagine della SS. Concezione dipinta nella Chielà
di S.Severino, benché con diveda maniera. Coflui vogliofi di ve-
der altri paefi, pai ti per Roma, ed indi portatoli a Bologna, Firen-
ze , e Venezia , fu per via incantato da un di quei , che tan crederli
Maghi , e che vanno in bufea di refori ; dico incantato perchè dando
credito alle lue favole, per delnierio di farfi ricco, i'pendè tutto e
quanto ei pofledeva , finche andata in fumo la magia, il teloro , e la
fpennza di potfèderlo , finì fua vita in miferie , dipingendo per B°c-,
tegari a vii prezzo.
Fra Difcepoli del Bruno fi annovera però anche la nobil Pittrice
Suor Luifa Capomazza , che fu difcepola primieramente del nobile
Pompeo Landulfo ; ma di quella vùtuola l>enna le ne farà a parte
l'onorata memoria,
Fine della Vita di Silveftrt Bruno Pittore,
VI-
223
VITA
D I
FABRIZIO SANTA FEDE
Pittore , ed infigne Antiquario.
LA virtù è una preziofa gemma , che ben ligata da mano indulti*?,
td adorna di vaghi peregiini lavori, fa maggior pompa della
Tua bellezza natia ; Laddove , fé fciolta e negletta fi ierbi , ben-
ché riluca per ina natura , non ha però tutta quella (lima , e quel pre-
gio , che fuo| darle un ottimo ben concertato Lavoro. Perciò l'Uo-
mo poilellore della virtù leve onorarla col decoro, ed arricchirla con
la (lima, e coli' onore , acciocché ella appanfea vie più (pendente ,
e preziosa ; così fece Fabrizio Sancafedé , il qmle confi lerando la
pittura qual preziofa gioja , s' ingegnò di onorai h di tutti quei pre-
gi che p Jtevano darle miggio.* decoro , talché potè lervir di elemjio
agl'altri Piofeflòri de' tempi fuoi .
Nicque Fabrizio da Francefco Sarvtafede circa l'annodi noftra fa- Nafita del
Iute 15-60. e fin dell' età puerile diede certa fperauza di gran riufeita, Santafede, e
Cosi nede lettere , come nella p;ttura , tanta fi l'eoi gè in lui prontezza, ^a ,n -ina'"
e vivacità d ingegno di molto lupenore ali" età . Fanciullo continuò "pne alla—?
lo Hu lio della Grama ti ca , e del dileguo, queila da' PP- GeOliti »que- Pittura,
ito dal proprio Genitore apprendendo, lotto la direzione del jua.e egli
fi avanzò a sì gran palli , che appena di ij. anni lì pole a co'orire ,
copiando l'opere di fuo Padre, laonde tu puntuale imitatore della di
lui maniera, a legno tale , che fpelfi anche da' Profeiìbri vengon pre^
fé l'onere del Padre per future del figlio ; Benché poi Fabrizio con lo
ftudio fitto in Lombardia , e più in Vinegia divenirle più carnofo , e
più ameno ne' colori , coi quali cercò fempre d'imitare i gran Maeftri
della fcuola Veneziana primi lumi dell' ottimi coloi ito .* Avanzandoli
iiell' età , s' avanzò anche nel fapere , e cominciò a dar fuori alcune
lue proprie invenzioni , che vedute dagP Intendenti furono coni nen- ,
date, e gli partorirono quella buona fima , per cui ebbe importanti Ebbe (cuoia
commeflìoni da molti Particolari ; Ma il generalo F.ib.izio ftimolaco da J^1'-1."'-"61-
dalle (Ielle lodi, fi diede con più adi luità al dilegno, ftudiando il, co Cui ,a-? •
modo anche l'otto la direzione di Francel'co Curia come rirVnice il Ca- a,°f° ' 1t,eJ,a
valier Maflìmo in alcune lue note, ed ollervando l'opere de'gran Mae a '
fin, al qual fine col confentimento del Pa Ire , fi pò. tò in Roma, e Fa Cuoi l!u-
vi dim lòdueanni incirca • Noi non abbi im notizia , Ce in quell'ai- dj in Ruma,
ma Città con alcun Pittore di nume (i tulle egli acconciato per mag- td oflerva-j
giormtiite perfezionai fi ,• Ma fecondo il mio giudizio, egli artefe più nella Lom-
tofto ad oflervare le bell'opere , e ftudiarle da s= , clsì quelle del gran bardia » mi-
RaiFaello , e de' iùoi famofi Scolari, come quelle de' viventi Maeltriigliori Mae-
Invo- ftri.
224 Vita di Fabrizio Santafede
Invogliatoli pofcia di vedere operaie quei , the fiorivano con onorato
grido nella Lombardia , e più in Vinegia , fi portò in Bologna; Ove
fra gì* altri vide gì' ammirabili Caracci , che avevano già dato princi-
pio alla loro vera, e Singolare accademia del difegno ; Indi vedute a
Modena, e Parma I' opere del Correggio, che miracolile gli parvero,
palsò a Venezia , dove ebbe a llupire su l'opere del Verone fé , e
In Vìnegia del gran Tiziano, e vi conobbe il Tintoietto, che ancor viveva in
■conobbe il quel tempo, e dicefi, che Fabrizio chiedefiè configlio , e fude mol-
Tintoretco. to iftrutto da quel, facile , e portentofo Artefice; Fece amicizia al.
trtsì con varii pittori , e giovani virtuofi di quei tempi , e fra quelli
con Leandro Ballano , e con Giacomo Palma, il Giovane , co' quali
conferendo femore , ed operando , fecondo i Precetti de' primi lumi
di quella Scuola, ottima rnaeflra del vero modo di Colorire , fi avan-
zò con la Teorica nella pratica; Talché con infigne avanzamento fi
portò a Firenze, ove più dell'altre pitture ammirò, e lodò Tempre
quelle di Andrea del Sarto . Quindi ben erudito nelle noftre arti , fi ri-
folle di ripatriare .
Tornato Fabrizio in Napoli, fece per una Capella della Chiefa di
Torna dì Piedigrotta lab Vergine in gloria col Bambino, e nel Baffo alcuni
nuovo ia_* Santi , poi fece i portelli dell' Organo per la Chiela della Ss. Nun-
NapoI!,e_> ziata , i quali a tempi noitri , effendofi rifatto l'Organo alla moder-
vi ra moite n:1 > fono Itati collocati nei Coro per edere belliffime dipinture; E
opere. nella mede fi ma Chiefi fece due Tavole, che fi vedono l'opra la por-
ta maggiore ai lati della Nunziata dipinta da Gio; Bernardo Lama , te
quali rapprelentano , una la Nalcita del Signore, e l'altra l'Annunzio
dell' Angelo a' Pallori del già nato Media con maniera , e colorito lom-
bardo : Benché vi fia chi dica , eflere quelle opere di Francelco Ilio
Padre • In una Cappella della Chiela di S- Viaria di Coflanrinopoli di-
pinge i Santi Maggi adoranti ii Bambino Gies'irf E quella tavola gli
fu lommamente lodata dagl'Intendenti, e da profeflori, quali per lo
converfaie dolce di Fabrizio gli §' erano tutti affezionati ; Crelciuto
dunque di reputazione , e di grido, gli fu cominella dalle Dame Mo-
nache di Regina Cudi una Tavo:a per l'Atare della prima Cappella a
man diritta entrandoli in Chiefa, ove e.^ii figurò la B Vergine col
Bimbino in una gloria di belli Angioletti , e nel biffo dipinte S- Lu-
ca Evan^elilta col P- S. Bene letto , la cui regola profetano quelle
Illultri Religiofe, e riulcì quefla pittura di l'omino loro gradimento,
così per elfere vagimente dipinta con bei colori , come per la Comma
intelligenza d'accordo , e di chiarol'curo • Quelta pittura gli recò la
commiffione della Tavola del maggior Altare della Chiela della ì>an-
tifiima Trinità , limata nella Falda del bel Monte di S. Martino, ove
fono anche Dam? Religiofe , che vivono l'otto la llrettidìma Regola
di S- Francelco d' Adifi. In quella Tavola lì vede efprella la San-
tificala Frinita , ed a bado da un canto S. Francelco d'Affili , S.Gen-
naro , S- Lodovico Vefcovo di Tolola, e S. Antonio da Padova; dall'al-
tro vi è S. Chiara , S. Rolà di Viterbo , S Elilàbettà ,eS R dada in-
ginocchioni , e tutti in atto di adorare l'ineffabile Sacro fa ino Mdlerio»
ed è dipinta con forza ili colore , e maeflria di p' nnello , oltre il buon
dilegno, che da Fabrizio perfettamente pofi.devafi ; nel vuoto di l'o-
pra fra mezzo l'intercolunnio , vi dipinfe Fabrizio il Patriarca Abra-
mo , in atro di adorare li tré Angioli . appaiuti infembianza ci Pel-
legri-
Pittore, ed Antiquario. 22?
legrini . Da' lati delle colonne vi fon due quadretti , ove in mezze fi-
gure fi vede in uno la B. Vergine col Bambino » < S. Giufeppe , nell
altro S. Elifalvtta , S. Giovannino , e S. Zaccaria .
Trattava)"! intorno a quelli tempi d'ornar la Ghiefa nuova dell*
Oratorio di S. Filippo Neri, che per opjra del P. Francefco Maria
Taruggi fu cominciata nel 1 $92. (ponendovi la prima pietra il Car-
dinale Annibale di Capua Arciv-fcovo di Napoli , coli' affiilenza del
Vi ere Conte di Miranda , e di gran numero di Prelati , e Signori )
e terminata nel 1 5-97. e benedetti dal nuovo Ardvefcovo Cardinal
G.fu.ildo, con infinito piacere de' Napoletani, che avean defiderato
oltre modo una Chi-fa , ed una Congregazione di Sacerdoti tanto
■Templari. Nello fcieglier de' Pittori , fi fece capo del Cavalier Po-
marancio , il quale con gran lode aveva dipinto nella Gran Bili-
ca di S: Pietro in Roma ; e gli fu data commiffione per un gran qua-
dro della Natività del Signore , da riporfi in una delle due grandi
C>ppelle della Croce di quella nuova Chiefa . Efequito egli con la fua q deì
l'olita dolciffima maniera di colorire , in guifa tale , che venuto elTen- Pomaraneio
do quello quadro di Roma , e nieflTi nel desinato luogo , rapi gl'oc- nella Chiefa
chi di tutti i riguardanti . Or portando l'Ar .hitettura un vuoto nel nuova de'
mezzo dell' ordine fup riore , in cui dovevaf' un minor quadro collo- ' * • . \rt"
care t ed effi-ndo neceffario , che vernile dipinto da mano imedra per pJ ;ppoj^eri
bene accompagnare la lodata pittura del Potnarà'Béifl , dopo qualche detciGìroIa-
perpleffità , cade finalmente l'elezione in Fabrizio Santafede , il quale mini.
egregiamente vi dipinfe l'An ;elo , (he annunzia il gran millero a'Pa-
fton , i quali in vane belhflìme ?zioni fi vedono ammirati , ed ab-
bagliati dall'apparizione del MefTaggiero C le (le ; e tanto bene gli
xiufcj quell'opera, che meritamente le venne lodata da' profeflbri me-
delimi , come quella chedipinta con tutta l'intelligenza dell'arte,
accompagn va maravigliofamente bene il quadro principale di quel
rinomato Pittore . Dipinfe ancora a' Monaci di Monte Olivato il
quadro , che è fu l'Altare del SS. Sacramento , ove figurò la B. Ver-
gine col Bamb no , S. Benedetto , e S. Tommafo d'Aquino , e qurfto
per alludere all' Inno Viinge lingua divinamente fcritto da quel Santo
Dottore . Li venditori del vino a minuto udendo le iodi , che fi da-
vano al Santafede , ed avendo anch'elfi con maraviglie vedute l'ope-
re fue , gji cemmifero il quadro da riporfi a fimiglianza di quel di fo-
pra mentovato della Chiefa nuova , nel vuoto , che fopraftava al qua-Ogg» queft*
dro del loro maggiore Altare , dipinto da Francefco Curia , e Fabri- opera fi vede
zio incontrando il loro buon genio, venendone affai b.ne ricompehfato '!cl' ^qI!
in un tondo di cinque palmi per diametro , vi dipinfe con buon di- :prezaZm àcl-
fegno , e con robuftezza di calore , ed intendimento di chiaro feurof; dati Ven-
ia calata dalia Croce del Corpo morto del Redentore , che fo'lcnuto liitoii .
TOMO IL F f da
2 2 6 Vita di Fabrizio Santafede
da S. Gio: pofa in feno alla Verdine AJd jlorata , la quale vien meno
Copra il volto dell'amato Figliuolo , al quale foftiene le "ambe la Mad-
dalena , in atto così dolorofo, che fembra veramente che pianga . Die-
tro alla Vergine Madre vi è unì Maria , e iietro S. Gio: fi veggono
altre pietcfe Donne ilare (pettatrici della fune (U Tragedia ; la quale
è veramente al vivo rapprefentata dal noflro Pittore in figure quali alla
metà del naturale; e dove pofe tutto lo fludio del fuofipcre , per
contender la gloria all' opera di fotto , dipinta da Francefco Curia,
mentovata di (opra .
Nella Chi fa del Carmine Maggiore vedefi in una Cappella della
Na "e di detta Chiefa , la tavola di Altare, ove vi è effigiata la B^a-
ta Vergine coi Bambino in braccio , portata da gli Angioli nel Pur-
gatorio , per follicvo di queli' Anime tormentate ; le quali in vederla
apparire fé le raccomandano con arFettuofe preghiere . Nel baffo vie
davanti in un canto S. Francefco d'Alfifi con S. Antonio da Padova , e
dall' altro canto vi è un Santo Vefcovo, con S. Agnello abate .
Eflendofi poi ingrandita la Chiefa dello Spirito Santo , concorfer»
molti Pittori p..r ottenere l'onore di dipinger; la Tavola dA Maggiore
Altare , e benché aveffegran favore Girolamo Impirato , contuttocii»
fu allogata l'opera a Fabrizio Santafede , il quale vi dipinfe la venuta
dello Spirito Santo nel Cenacolo, collocando la B. Vergine fedente nel
mezzo della gran tavola con gl'Appoftoli intorno in varie belliffime
attitudini difpolli , e la colorì con forza di tinte , e di chiarofeuro, per
la oiufta confìderazione, che avere eli dovea dilla diftanza dell' occhio
de' riguardanti , e della grandezza della Chiefa , onde ne riportò (om-
nia lode dagF intendenti , e un larghiamo onorario . In quella me-
defima Chiefa ei dipinfe il quadro delia Madonna del Soccorfo per l'al-
tare della Cappella della famiglia Riccarda; e per non ritornar di nuo-
vo afar menzione di quella Chiefa , farà bene inqueft) luogo deferi-
vere un altra tavola che fece Fabrizio «(Fendo fatto vecchio * la quale
è fituata nell' Aitare d'una Cappella preifo la porta in.nore della Chie-
fa , ove vi è dipinta la B. V. coi Bvnb.n? in gloria , e con molti An-
gioletti , e nel bado vi è S. Girolamo , e S. Carlo Borromeo , h qual
pittura non è della bontà dell'altre , avendo molto del f'^cco ; ma reità
ìcufata dall'età, nella quale fu dal Smtafide dipinta • Opera di Fabri-
zio , altresì fu il celebre quadro per la Cappella di Camillo de Medici,
nell'in?reflb della Sa^reltia di & Srvenno Chiefa de' PP. Benedettini
della Congregazione di S. Giuflina , nel quale fi vedono effigiati S.Bì-
nedetto, S. Mauro , e S. Placido, di affai b°l colorito . Della me.
defima maniei j tutta vaga dipmfe un quadro p'r una Cappella della
'Chiefa di S. Luigi de' Franceft , o^->i S. Fran.el'co da Paola nominata,
-ove fi vede dipinta in gloria la B. Vergine col Bambino , e nel baffo
Sr GìO-
Pittore, ed Antiquario. 227
S.Giovanni Evangelifta, e S. Giacomo , con alcri Santi. Nella Chiefa
della Solitaria fece per una C.ppella il quadro con, la Madonna del
Carmine col Bambino in gloria di vaghi Puttini , e nel bado S. Gio:
Battifta , e S. Giacomo Appoftolo con alcune perfone , che in mezze
figure veggonfi lìtuate più a bado . Ma una dell' opere del nollro San-
tafede , che mento molta lode dagli amici di fua virtù , e confufe i
maldicenti , fu la Tavola , ch'ei dipinte per una Cappella della Ghie-
fa di Gitsù , e Maria , in cui figurato fi veda il nato Bambino nollro
Signore , adorato da' Paftori , opera in vero degna di fommo vanto,
per la forza del colore , col quale ella è dipinta , e per la maeftriadel
pennello .
Efféndolì nrll' anno 1605". eretta la Ghiefa del Monte della Mife- «« e
i- 1 e 11 • *>• ■ ^> 1 vnie/a del
ricordia di figura ottagona > vollero quei Signori Governatori , che Monte del-
ned' abbellirla gioftrallero del pari l'architettura » e la pittura, e con- laMif'ericor-
chiufero , che da varj rinomati pennelli fodero dipinti i fette quadri, d|a ornata
che per gli altrettanti altari abbisognavano . Avendo adunque data la **' *1KJ"e
cura del mappior altare a Mkhelagnolo da Caravaggio , allora dimo- i.„^f' .
fante in Napoli , per lo gran grido , che egli acquiftato fi avea , di un ni .
altro altare dal canto del Vangelo diedero l'incarico a Fibrizio.Efpref-
fe quelli il Principe degli Apposoli in atto di rifufeitare la figliuola del-
la Vedova , e perchè quello quadro incontro il piacimento di quei Si-
gnori , e di chiunque lo vide , gliene fu allogato un altro per confi-
dilo, come fi dice , di Giulio Ce fare Capaccio celebre letterato, e Giulio Ce-
anriqtuno de' tempi fuoi . Efprfflè adunque il Santa fede in quello fé- ^a.ie Capar-
rando quadro con lode eguale , noilro Signore , che ammaestra la Ca- t10 ]ctte-
nanea } Annoiandolo l'onore così di fé fteffò , come del luogo , oltre r.;,',?,,c •""
sua gara con gli emoli tuoi. li^ne.
Ma tutto che il noftro Fabrizio venifle continuamente applicato
nelle frequenti commillìoni del fuo melliere , e ruffe molte volte co-
fttetto foddisfare più perlone ad un tempo medefimo , non trallafciava
perb eyjt di dare qualche breve (pazio a' fuoi virtuofi divertimenti» Fabrizia
j 2 f 1 f "' ("(-«(ir*
eoe a' libri che fi appellan di buone lettere , e mafiìmamente a quel- fù,fanj0f03II
h dJl' erudita antiehità , e tanto in quella s'internò con l'afF.zione , tiquaiio de'
che fece una copiofa , beliillìma , e rara raccolta di medaglie antiche, tempi fuoi.
e di f elte ftatuttte , ed idoletti di bronzo v vali antichi d'ogni fpezie,
armature , carnei , baili rilievi , ed anche qualche ottima (latua di
Greci antichi Maelìri. Racrclra-.
_ . . . „ r , , „ ratta pa ra-
Accompagnava Fabrizio quella fua raccolta con pochi , ma fcelti b ;. j0 di
libri , e delle migliori edizioni , e con buon numero di difegni di ma- 1 u< ni i i ,
no de' p.ù fimofi artefici trapalati , polli d.-ndone anche di Giotto, di coniwftudio
Malfaccio da S. Giovanni , del primo Ghirlandalo , e di altri antichi ^rccc!lka.ti
li » ». ir I i-i- ir-- - r -Ulci-ni , Ol-
PittJii . Ma quelli , che egli chiamava le Tue gioj- preziofe erano tre tre jc co ;I!J
F f z dife- di antichità
228 Vita di Fabrizio Santafede
difegni originali dtl Divino Rafaello da Urbino, e quattro di Michela-
gnolo Buonarruoti ; II più raro de' tre difgni di Raffaello , fu uà
Mercurio tutto trattizato a penna , perchè p i ni elfo ne compì col fo-
lo trattizzare , e qu. fi tutti quelli , the d lui li trouovano fon compiti
Franceico Con aSuarc"a > e quello difegno venne pò nel faroofo ftudio di Fran-
Picch latti cefeo Pi chiatti , o Picxhetti rinomato Arch, tetto ed Antiquario Ferra»
bravo archi- relè , che viffe in Napoli , quel rmdehmo , che te. e una gran raccol-
An°; ' td- ta <*• diièg«u orig.nali di Valentuomini per lo Mar. hek del Carpio
Ferrarefe"° ^ ^afp.<r d H.iro , Viceré in Napoli , in tempo di Carlo li. Re del-
D. G^ par ^e ^Pagne di g'orioft memoria , e per rac oglierh girò tutta l'Italia a
d'H io Vj.i- fpefe di quel gtnerofo Signore ; Ma peni. è quefti tra non molto fpa-
rè deJRegnoZio dall' invida parca fu tolto al Mondo , perciò rimsfe gran copia di
f™? l-'n-" difegni in potere del mentovato picchetti , con quant.tà di medaplie,
canee ur l'it- , r • i • ?
tura . e re co'e ant'^he , che egli aiuhe per proprio diletto raccolte avea.
Di quella gran raccolta di difegni , ne furon venduti una quantità al
Prencipe di Caltiglione per 4. mila ducati . Gl'eredi ne venderono
un altra porzione al Principe della Riccia , p.r due mila ducati , e
con tutto cib tanti , e così kelti ne rimafero appreso di loro , che ne
formarono un altro ftudio ; ma pof ia 1 lue e. fiori mal guidati ne ven*
derono molti a Checchino Gemmiani celebre Sonatore di Violino , il
quale li recò fcco con altri altrove acquiftati , nell'Inghilterra , ove
ne fece commercio , e finalmente furono venduti pochi avanzi di sì
preziolo telerò , fra quali il noni. nato Mercurio difegnato a peuna di-
Ditegao di vinamente da Raffaello , quello con altri è venuto in mano di ms che
Rafaeilo ve- ferivo , per mezzo della Signora Leonora , nipote del Picchetti , alla
ni; co in ma- quaIe oltre a'prefenti , rendei molti fervigj , e fra gli altri facendo-
nando V" ^ rifare da Giacomo del Po una mezza figura di S.Antorno Abate, che
Ppmlnici . P^1 acc'dente d'umidità s'era tutta perduta , ed altre molte pitture,
quali perdute rifatteli da nuovo; Quello Mercurio , the è lo ftupore
di chi lo mira , v;en da me prefentementa confervato nella racculta di
difegni originali di Valentuomini.
Ma per tornire a Fabrizio , da cui con forfè troppo lunga digref-
fione mi fono allontanato , d;co , che la fama della iua v.rtù , e del
fuo Mufeo traeva a vederlo qualunque cunofo Foreftiero , che in Na-
Capaccìo poli capitava per teftimonianza di Giulio Cefare Capaccio , il quale
nel Poi a/He- così ragiona in perfona di 1 Foreftiero.
0 . ° • Ho conofeiuto , fochi giorni fono , un voftro Pittore , Uomo ceri
to illujire , che dell' antichità di me doglie di moneta d'argento, d'erri,
e di metallo , ha/atto in j lui e afa un cumulo mirabile , e ci edo > , che
vi albia fpefo buona fornai a di danari : Capatelo nfpcnde : >t» può
qtisjii ejjtr altri , che Fabrizio Santafede , a chi fiamo tutti i,bbl>£a.
tijjìmi , non fola pachi m Jua cafa ha ratinato eoa degno teforo , col
di
Pittore, ed Antiquario 229
di p'ù tirare atti-, reliquie di marmi curitfìjjìmi , e coje , che
non furcno mai più ve/i ut , né che altri hanno pei wo racenrre , ; met»
tere ittfeme , ma pi che ancona fon U bellijjìme jue pitture fi è Cam-
fiacciuto di ornar tutta anela Città , che non invidia a qualftvogliA
al ra per quello me/tiere , che ha riavuto da cotal gentiluomo gran»
dezza , e fùlendore , e tanto più fpltndido , che nel comprar coje an»
fiche non ha J'par ambiata prezzo ninno . Di maniera , che né Andria-
tio S pad a fora , unico *r tiquano di qu-l a Città , né A fon fa Sancef,
M-<rchefe di Grattala , che di fimil materia fé un inchieda nobihffima.
potere giungere alia fp fa ■> alvalore , ed allojìudio di colini : Indi a
e rt' 8^9. il mtd' fimo Capai ciò così foi'gunge: Fabrizo Santafe-
defe/bò la ferie delle Medaglie antiche, de' 12. Cefari , e di tutti
flmperadari moderni . fra l'antiche pofjedeva più di 50. veri Comma»
dì , e M. Aureli -, più di 40. Severi y Caracolla , e Geti , più di
altrettanti Adriani > ed Antonini , e Tiberj , e Nuroni , e Caligali»
e Galbi ; \-iù Filippi , ed Eliogabali , e Macrini , con infiniti Tra-,
jani , Cajìantini , e Confidar 1 più di 500. di Confoli Romani p-ù di
100. Da Ce far e a Graziano 78. d'oro pur iffrmo J da Valeriana a Co-
{latitino 40. ^Vo . Z>rf ce far e a Domiziano 12., e^ rt/;rs d'argento t
e metallo Corintio , * Greche , * Latini , fenza numero pafj'edeva ari»
che belliff.me Patite Greche . e Latine, con baffi rilievi , e telìe in)
gran numero .
Fin qui il Capriccio col fuo nobiliflimo elogio , rial quale fi rac-
coglie in quanta itimi foffe tenuto Fabrizio an he da Forellieri, e con
quanto de oro, e fplend;dt;zza egli fi trattaiTe . Anzi a qual pr zzo
fòffero montate le fue pitture , da poi cne potea con larga mano {pen-
dere nelle ment vate antichità .
Ma per ripigliare il racconto de' quadri , che Fabrizio efpofe Altre Pictu»
nella Chicle di quella noftra C.ttà d; Napol., dico,ih'egli dip:nle nella re di Fabri-
Cattedrale il quadro , che oggi fi vede rulla Sagreflia , e fopra l'Alta» 2l° •
tare della Cappella di S. Lodovico Vi-fcovo di Tolofa , nei quale ve*
deli effigiata la Reina de' Cieli col Bambino in gloria , e nel baffo S.
Gennaro, e S. Aniello Abate in beli li", me , e divote politure, qua-
dro dipirtocon molto fludio,e vaghezza d. c<;lort-,e che fi leda ptr una
delle migliori op^re fue. Fece per la Chiela di S. Salvatore a prospetto
de' Monaci Camandolefi la tavola della dtpofuione del Signore dalla
Croce, in cui s'ammirano pi r la dolorofa , e divota efpitllìone le figu-
re di Giuf ppe , e di Nicodemo , che f hiodano il morto corpo del
R< d more , ed altre figure , che lo foittngono : E quella pittura fi
vedecrlloc ta ntll* ultima Cappella dal canto del Vangelo: Ptr la
Chela qui nominata de' IP. dell' Or torio fece anche il Martino di
S. Crlcla tcn le Sante Vergini lue compagne , difponendo , e fituan-
dq
230 Vita di Fabrizio Santafede
do affai bene moke figure in un quadro non molto grande ; perla
qual ragione gli convenne dipingerle per la metà del naturale , ma
ingrandendo giudiciofamente k parti , e la maniera , fioche app.i rif-
fero maggiori agl'occhi de' riguardanti . Colori nel quadro compa-
gno con gran maeftria il Martirio di S. Fortunata , decollata dal" car-
nefice ; E quelli quadri fi veggono nella Cappella dell' adorazione de'
Sant; Maggi, opera di Bellifario Cofenzio , e fono fituui ne' muri
laterali , ficcome è l'ordinario di tutte i'altre Cappelle eli quella ma-
gnifica Chiefa , dove non fi veggono se non opere d'eccellenti Mae-
ftri, molte delle quali *bbiam mentovate nelle vite de' nofiri artefici ,
e fpezialmentt quella del celebre Luca Giordano ; E in una Cappella
di quella medtfima Chiefa ammirali come un miracolo dell' arte il bel
S. Francefco d'Affifi del gran Guido Reni , forfè più bdlo neil' azio-
ne , e nel colorito , di quello ch'egli fece in Roma , in S.Franctfcoa
Ripa .
Avevafi Fabrizio acquiflato molti parziali amici col fuo virtuofo
operare , con lo (Indio dell' antichità , e co' fuoi buoni portamenti ;
Ma aveva anche molti degl' emoli fuoi , che toahi dall' invidia cer-
cavano di cenfnrarlo d' alcun difetto , epenhè veramente a' pochi
Artefici di pittura può darli il titolo di perftttiflìmo , e l' aver qualche
cofa degna di reprenfìone è accaduto ani he a' primi lumi delle no-
ftre arti, perciò non è da maravigliai che a Fabrizio molti difetti
nella pittura gli fi opponeiTero . IJnr,cipaImente il bialimarono per la
maniera ideata , cioè a dire per he egli ammanierava alcune volte il
djfegno d' appreflb 1 naturali ignobili, di cui fervivafi , e m.flìma-
mente ne'voiti delle Vergini , mlle quali fpeflo ritraeva quello di una
fua parente di fifonomia ordinaria , e parche fpe-lto gl'andari de' luoi
panni gonfiavano il perfcnsggio , e per altre limili cole , ma fopra
tutto biafimavano la fin oftentazione di gravità, e quello, che tra
decoro, i! chiam. vano alterigia » A tutte quelle obbiezioni , e calun-
nie nulla rifpondeva il ncftro Santifede in parole , ma ptckgucndo
fuoi ftu-ij , attendeva a fnientirli ogni di coll'opt r« , che andava «^po-
nendo al pubblico , con difpetto de' Tuoi Emuii , quali uniti in un
drappello, foleano portarli ove egli qualche nuova fin opera * fpoQa
aveva, ed ivi vomirand ) lor veieno,cercavano difi rttlitatla . Ma per-
chè la virtù è come il Sole , che per breve fpazio tra le nuvok luol
nafeondere la fua kue , <n 1 poifimpre pai luminala appanfee, cesi
appunto accadde a Fabrizio , allorché da lui fu elpoft.t un' cper a irre-
prenfibile an he dalla fteil": malignità ; E quefta fu la bellifiìma , e
gran Tavola , che li vede nella foffitta di S. M ria La Nuova , ove egli
efpreife la fi. Vergjpe g à ^flbnta in Ciclo , e coronata dalla Santiifi-
nu Tr.nità , che fedendo in glori 1 corteggiata da bellilfimi Angioli ,
fa
Pittore, ed Antiquario. 231
fi devota , e imeftofa pompi della Divina Maeftà ; tutte fono deco-
rofe 1' azioni , e le pofiture di quelli pcrfonaggi Divini , l' idea fisi-
me, i volti di Parudif» , il colorito ottimo , vero, morbido, e p.llo-
fo, ihe inchini all'imitazion de' migliori , e più perfetti Maeftn di-I-
la fcuo'a Lombarda . In fomma quell'opera in tutte le parti perf.-ttif-
fima, confule l'ignoranza, abbattè 1' invidia , e pofe filenzio alh
maldicenza . E dell < qaale Paolo de Matte» facendo menzione nelle
notizie di quei pochi Pittori eh' egli ne fcrifle , in poche , ma fuitan-
ziofe parole epilogo le fue laudi ; come dillo fcritto che fiegue .
F ' iibrizio Santófede da alcuni non è pojìo nella prima rigat e pu-
re fi portò rosi be/te m un quadro d?W Acuita dlla SantiJJima Ver-
gine , con lA Santijjìm r Triade eh? C incorona , ed una gloria d' An-
geli , che a primo tratto vien creda: a dagl' Intendenti per opera dei
famofifllmo Tiziano . Queli1 opera è fituata nella Jjfi ta di S. Maria la
Nuova di Nipoti , de' Frati delC Ojjirvanza di S. Francefco . Fin
<juì Pao!o de Matteis ; Seguitando noi jl racconto dell' Opere del
Santa fede . Nei/a Chìifa della Madonna di Monte Vergine pre/lb
il Gesù Vecchio nella Cappella di S. Guglielmo vj è il quadro con U
Beata Vergine col Bambino in gloria con belliffimi putti , e da baffo
v' è S. Guglielmo eon un ritratto , opera affai buona del Santaf:de.
Una però dell' opere eccelfe de' fuoi pennelli è il bel quadro , che nel-
la medefima Chiefa vedefi nel Cappellone della Croce dal canto del
Vangelo , ove è figurata la Santiiììim Trinità , che corona la Beata
Vergine , effendovi anche in gloria , ma un pò più a balio, S.Giuftp-
pe , e di fotto vi è S. Domenico, S. Francefco d'Affili > S. Chiara, e
S.Catarina da Siena in m zze figure , opera veramente depna di tut-
te le lodi , che può meritare una pittura compiuta con tutti i buoni
precetti dell' Arte , f^pra quello quadro vi è m altra tavoletta dipin-
to il Bambino Gisù , ehe tiene abbracciata la Croce , con gì' ift;u-
menti della Santilfima prtHìone. Deli' ideila perfezione può dirli ;n-
cora la gran Tavola fituata nclf Alt r Maggiore della Chi. fetta cite-
riore di S. Patrizia , ove con bellilfimo , e maeftofo componimento
vedefi federe la B ata Vergine col Bambino in feno ; dietro lei fon
ttu? Cori di Sante Vergini , ed intorno molti Santi , e fra quelli S.l'ie-
tro, S. Gio: B.ttifla , S. Franccf :o d'Affili, ed altri d Ila Colerle
P.itrii , che fanno corteggio alla Reina de' Celi , e più innanzi Crn
Gtuati 4 come principali f)gàetti del quadro , S. G nnaro , eS.St-f-
no Protomartire, che hanno in mezzo dil.ro alcuni pattini , che
fcherzano ; Nella più alta parte vedeli in gloria 1' Eterno Padre , por-
tato da belliifimi Putti , a magn'fkar la gloria de' Servi Suoi , e del'a
Vergine Madre dell'Unigenito Sso Figlinolo, ed è ver 'm rvte du>in-
t . con decorofa matita , come fi deve alla l'uà adorabil fi/ura , t que-
llo fteffo decoros' ofierva nella Santifllim Vergine nel 8 imbino , e in
tutti gl'altri ; in fomma guelV c-p.ra è b.jljllìma in tutte le fu, p rei,
rni
232 Vita di Fabrizio Santafede
ma quello , che maggiormente s' ammira in eiTa , è il bello , e frefcò
colorito che fi conferva dipo cento e più anni , dacché e (lata dipinta,
il che è proprietà quafi di tutte 1' opera fue ; Quello frutto , tra gl'al-
tri , diceva egli avertratt> d.illa fcuola Veneziana , come maeftra
delle più belle tinte , e de' più vivi colori . Si dive che Fabrizio colo-
rì quella opera per un Signore di Cafa Burrello , da collocarli in una
Cappella della gran Chiefa del G.sì nuovo , ma che crucciato per la
fcarfezza dell'onorario, che dargli li volea , la donò a qurfte nobili
Monache dell' Ordine di S. Benedetto , le quali in quei nvdefimi tem-
pi avevano abbellita , e rifiorita la fuddetta Chiefa efteriore, ove
CGtidianamente fi celebra , giacché l'interiore, ove fi conferva il Cor-
po della Santa , ed il preziofo Chiodo , con una Spina del Redentore
con molto teforo di altre Reliquie , non fi apre fé non che due voi te
li anno , cime a tutti è ben nato .
Ebbe Fabrizio più commiffioni di tavole d' Altari per varie parti
del noftro Regno , delle quali ci conviene tacere per mancanza di
notizie ; Onde firem parola follmente di quelle , che da noi fono fta«
te vedute ; Come nella Città di Pi< dimonte d' Alife in una Cappella
della Chiefi de'PP.Prediciton vi è la Naf 'ita della Santiffima Vergine,
con molte belle figure di donne , che fervono la Divini Bambina, nel-
la quale opera oltre del componimento delle figure , afiai ben difpo-
fte , e defignate s'ammira una forza di colorito , con intendimento
di chiirofeuro così perfetto , eh-, a prima veduta , par , che fia d' al-
tro Pennello , imitttore della ScujU de' gran Caracci . Nella Città
d' Averfa , otto miglia lontano da Napoli vi è in una Capp-.lia la de-
pofizione drl Salvatore dalla Croce , opera lodata digl' intend nti per
lo componimento , e colorito con forza d'accidenti, che accompa-
gnano l azione del dolorofo Mideno . Ne!1-) Terra di Giugliano, nel-
la Chiefa anche fotto l'invocazione della Santilfim . Nunziata fece Fi-
brizio il bel quidro con 1' Affunzione deili Beata Vergme al Cielo, da
fituarfi nella Soffitti di effa Chiefa . Nella Cappella , eh hanno 1 PP.
Eremitano di B. Girolamo nella Pofleifionechiam ti la l'reziofa , vi &
una tavola con la B. Vergine , col Btmbin ■> , e t.on Angioli in gloria,
e nel baiìb il B. P.etn Gambacorti , e S. Onofrio con frefeo colori-
to condotti . Nella Città di Cajizza , e nella Chiefa di S. Maria dd-
le Grazie de' PP. Riformati del S rafìco Sin Francefco vi è fopra un
Altare la B. Vergine co! Bimbino in gloria , e nel biifo S. Girolamo
afilli graziofamenti dipinti , e nella Cattedrale di Cipua vi è una
Beata Vergine col Bambino , ed alcuni Santi . Sappiamo ch'egli man-
dò un quadro a Gieta , ma non ne fappnmo il (oggetto ; onde fenza
più gir^ errando , ripigl. aremo per mano l'opere del Santafede , che
fono nella noftra Partenope , ed in primo luogo diremo de' quadri ,
che
Pittori, ed Antiquario. 233
che Ranno fituati nella belliifiim Sagreftia de' PP. dell' Oratorio di
C 1 • • •
S. Filippo Neri già mentovata, ed hannoonorato luogo tra gli ottimi,
e perfettillìmi quadri di molti valenti Artefici ; Nel pilartr.) di. rin-
contro , compagno a quello , che ha il bellidìmo quadro di Guido
Reni, con Gesù in età adulta , che incontrandoli in S. Giovanni li
abbraccia, vi è la Storia della Madre de'Figliuoli di Zebedeo, che fa la
rota richieda a Cri Ho Signor noflro, di far federe i fuoi figliuoli l'uno
dal lato deliro , e l'altro dal lato fmidro delia Virtù del Signore, fic-
come li I? gge in S. Matteo al ventèlimo Capo ; e quella Storia è dol-
cernente depmta , ed aìTii bene accordata . Vi è aiuora nella medefi*
ma Sigreftia una Beata Vergine al naturale infino alle ginocchia , che
ila in atto di lavar Gesù Crifto in una conca di rame , nel mentre che
una donna fialda un pannicello , e un fanciullo le porge l* acqua , e
qu.fto quadro e mig ìore dell'altro per la tinta,e fref hezza del colore,
ma la B- V: rg.ne h. lo fteflb volto di un certo naturale , del quale fo-
iea egli fervidi di una Congi onta, come fi è detto, che veramente non
ha in fé tutto quel nobile , e gentile , ne quella idea divina , che G
deve alia Regina de* ©eli ; N Ile Sanie del Priore de' Certolini vi
fono alcune opere di Fabrizio , ed anche nella Cafa del Conte dell'Ai
cerra molti quadri, de' quali non facciano parola, per non edere efpo-
di alla pubblica veduta, come ancora di molti altri di particolari pa-
lone , e de' Signori Titolati , Jaj ne h nno adorne le loro Gallerie,
Je pm n tabili delle quali fono quella de' l-r.ncipi della Rocca , quella
del Principe di Tarlia , quella di Mòntefarchio , ed altre . Egli è da
notarli ancorali bel quadro , che lì vede nel Chiodro di S. Orioli pref-
fo la Porta detta di Chtaja de' PP. della Redenzione de'Cattivi , in ui
è dipinta la B Vergine col Bambino , S.Giovanni Evangt lida,e S.An-
drea App idolo, opera veramente degna di lode .
I) quadro , che fi vede nell' anzidetta Chiefa de' PP. dell' Orato-
rio , fituato fu 1" Altare d' una Cappella a mino diritta entrando , r-p-
pr Tentante Gesù , Giufeppe , e Maria , fu lafciato imperfetto dal
Santafede prevenuto dalla morte nel 1634.
Fu Fabrizio di bell'afpetto , di carnagione vermiglia , grave in-
fieme , e piacevole nel converfare , ed ebbe per amici i primi L-tte-
rati de' tempi fuoi , ma per lo più converfava con gl'amatori dell'an-
tichità erudita , come furono in primo luogo GiorBattida della Porta,
il Capaccio, Cefare d' Engenio , Adriano Spadafora , e D. Alfonfo
Sances . Si diletto anche di fuonare il leuto , e cantava con buona gra-
zia ; fu puntuale oflervatore di fua parola , e fedele agli amici . Si
dice , che elTendoegli Giovante , vilito varie Scuole per vedere opera-
G ?. re
234 Vita di FabrizioSanta fede
re i migliori Pittori de' tempi fuoi , che efJèndo venuto in N poli il
buon Pittore di figure picuole Cornelio Brufco , Fabrizio appufe da
lui il porre infit-m: molte figure , e forfè ah dicefi per congiuntura .
vedendo-fi nelle opere di colui con molta facilità fuuate innum erabili
figure, come Paradifi , Giudizj finali, e fimili (oggetti . Fra J' altre
cofe , che approfe in Venezia , fu il fir ottimamente i ritratt^pro-
ponendofi per efempio quelli del gran Tiziano , i (pi -li più degl' altri
fon divinamente dipinti , anzi che pajon vivi i Ne {^:c Fabrizio da'
belliliìmi fulla maniera di quel raro Mtcftro , e tanto naturali , e ben
dipinti, che da molti forefheri anzi profeflori , fono Itati filmati di
quella Scuola , fra gli altri quelli di Antonio Grifone nobile del Seg-
go di Nido , che fu Ambafciatore della Città di Napoli a Carlo V- , e
di Federico della medefima Cafa , Cavalier letterato de' tempi fuoi i
11 ritratto d' Antonio , che confervavafi con l'altro da Girolamo Gri«
fone ultimo , ma naturale avanzo di tal Famiglia , fu da quelli dona*
to al Principe d' Avellino ; Egli vien riputato , e pregiato a! pari di
qualunque ritratto dipinto dal pm famofo Pittore, e rapprefenta An-
tonio , che tiene la mano fu d' un fanciulletto fuo figliuolo . Non fu
punto inferiore di bontà al decritto ritratto quello , che fece Fabrizio
al fuo cari ffimo amico Giulio Cefare Capaccio , dapoicchè quefto ne
rende tettimonianza con una fua lettera che fi legge nella l'uà opera
intitolata il Segretario , ftampata in Venezia al 1607. quinta edizio»
re , e n Ila quale egli dà molta lode , e con eruditi con. etti gli fpie-,
ga gli affetti fuoi , come qui (otto potrà vedere il curiolo Lettore .
Cos'i potefs' io far vivacemente vifibile quanto /' ojfervo , quanti
ir amo a" ejfer comandato da Iti , quanto volentieri non farei mioypir
ejfer tutto dedicato al mio Signor Fabrizio» Come ha fatto Polirà Si'
gnor i a il mio ritratta , ove l'efficacia , che manca in me Jfejjo , e lo
fpirito di prontezza , è tanto vivo , tanto efficace , e tanto J pirìtofa-
m°nte fi muove , eh' io vivo , mi muovo , ed ho [perito dal pennello ,
t da i colori di V. S. . Or che far» quando con la preferita mi favor im
fee , e quando in me tanta confolaùoae , che non fo che fi voglia dir
godere, e quel? anima non sa che cofa fia alterazione di gu/to mirabile ,
tecetto quando gole la fua rara sì , mi dolce , ma lieta, ma quafi
difti divina couverfazione . Rara di f s'io ; 1 gli la rimprovero e me ne
fdegno , e naverrà da dar conti a Dio , defraudandoci di corrifpoif
tlenza d' amore . Non mi carerei già , che l' amore di 7. S. con me
fuffe di tanta perfezione , che riufcijfe una figura del Dur*ro così di-
{Untamente lineatale che aveffe tanta forza,quanto hanno i mujcoli di
JUichrl'Augdv , «è che /' invaghiffe con me con tanti colori di Rafael-
Io , perchè quejio perfetto amore porta V. S. folamsnte alle fue figure
incomparabilmente bilie , chi fanno innamorare /' efà r/ofira in tanta
va-
Pittore, ed Antiquario. 235
vaghezza , con nobilijftma dottrina cong<.o>tta\ Ma mi contenterei
dell\ibozzat tira fola , in cui fi vedrebbe furi tanto mio contento , che
»' averebbe invidia il Signor Gir. Vincenzo Schiavetto , cht di V. S+
fojjiede il ritratto non in profilo , ma in profpettiva . F 'avori f carni di
grazia , tengami vivo nella memoria , confoli la mia fervità * per
cui non voglio altro premio fol che quello , che fappia , cht fé de.
gli altri font fervi dorè comune , di V. S. fono Jìngolartl e le baci»
la mano .
Oltre del Capaccio,fu celebrato dalle penne di molti dotti Scrit-
ttri , e Gio: Bernardino Giuliani nella defcrizione dell' Apparato di
S. Gio: , fatto dal Popolo Napolitano nel i6s8. riferisce , che tra li
quadri , che adornavano la ftrada di S. Pietro Martire , li due della
Storia di S. Gennaro ebbero il primo luogo nella maraviglia deliecceU
lent.jjìma pittura, uno del gran miracolo , cht il Santo fé dell incen-
dio dtl Vefuvio , raffrenato dalla f uà Apparizioni fopra di eJ]o , che non
pafsè più innanzi delle pietre arzt , e C altro del Martirio del medejì-
ma Santo ; opere di qw:! gran emulo della natura Fabrizio Santafede%
che a (hfp-tto di morte , viverà eternamente nella memoria degC Uo-
mini di tal pmfjfioni , e nelle fue pitture \ delle quali fi veggono in
buona parte a.lorni i maggiori , ed. i più illufiri Tempj della Cittì
nofra .
Fin qui il Giuliani ; Or noi il rifpetto ufato alle pitture del no-
ftro Fabrizio tra' difordini , che accompagnarono le rivoluzioni del
fcmtìTo Mafe Aniello nel 1647. racconta remo . Avea egli dipinto nel-
la cafa di D. Nicola Balfamo fifa nella ftrada di Monte Oliveto , cosi
nella Sala del primo , come in quella del fecondo appartamento molte
ftorie belliifime a frefco ; or efiendo 1' infuri. to Popolo andato ivi
per attaccarvi il fuoco , e far fcempio di uno di Cala Balfamo eferci-
tante un officio di Città , com; di molte già fatto avea d'altri Nobili,
e Miniftri i accortofi un loro c^po di quelle belle pitture , trattenne
con la fua autorità que' della fua fchiera , e quindi il furor di altri
fopravenienti , dicendo efiere gran peccato ardere così belle p tture J
Laonde la virtù di Fabrizio raffrenò la rabbia d'un Popolo infuriato,e
falvò quella Cafa dalla veracità delle fumine.
Il Cavalier Maffimo Stanzioni facendo una nota de' noftri Arte-
fici del djfegno dice , che Francefco Curia lafcih fuo Difcepolo Fabri-
zio Sani afde , ma Fran'efco [no Padre fu Difcepolo di Andrea di
Sahrno , benché non riufcijfe valente come fuo figlio Fabrizio , il qua*
le andò a fludiare le bell'opere in Jyoma , in Lombardia , e in Vene-
zia fece buon Audio , td in Fiorenza li piaceva Andrea de Santo , col
fuo bili'ijfimo colorite ? il quale Fabrizio tjftndo Matfiro ebbe in Na-
G g z poli
236 Vita di Fabrizio Santafede
foli p'ù Scolari , dove io fui fuo Dtfcepolo , prima di veder le belle
Cofe di Guido S^ni .
Ed in un ..ltra noti foggiunge , Deve notarfi n'Ha Vita di Fa»
trizio Santafide , come fimoftffimo Antiquario » e Unno Il'or; co , e
Foetico , ed amico di molti Letterati , precifo di Ciò: Battiiia della
Sorta , e di Capaccio é"C.
Ed erco con le lodi del Cavalier Stanzioni termimto il r cconto
del noftro Virtuofo Santafede , del quale alcuni dilegm f cti col Lapis
piombino „ o nero , e con acquarella, fono nel noftro libro : cusì per
lo più avendo egli defignato i (noi penfieri, che faranno da 'poderi iem-
pre lodati , come parti di sì virtuofo Artefice , che decorofam nte, e
magnificamente trattò , e fece trattar la nobil Arte della pittura .
Per ultimo fumi lecito di aggiungetela nmarchc voi notizia
d Ila (lima , che fé. e il Cavalier Calabrefe del quadro efp ifto nella
foffittadi S. Maria laNu^va, il quale rapprefenta la Ss Trinità , che
corona la B. Vergine All'unta in Cielo; perciocché entrando Fra Mat-
tio con Giuf ppe Trombitore fao Dif epoio nella Chiefa fnddctca , fi
compiacque del quadri ove fono gli Angel dipinti da F.ancefco Cu-
ria , poi mirando quello dell' Aliunta di Girolamo Imparato , rivol-
I' Cav r ^ a"' anz'l'ett0 Gufeppe , difle : Coirui li fcnve Impuato , ed an-
Calabrei.i_j cora alerebbe che imparare : Indi rivolto al quadro mentovato di
lodò il qua- Fabrizio , dimandò al Difcepolo , chi l'aveva dipinto? non inter-
rirò <.id;i_,p£crando la cifra di F. S. congiunti infisms , e udendo che il
lomrta m S. pittore nominavafi Fabrizio Santafede di/Te : a qoeflo Pittore si che
ì^iiova a—* ci ho fede; volcn o efprimere con tali parole la bontà di quella pie*
tura , come Io confermò con la molta lode che gli diede nell* uscire
da Chiefa ; E quello fia detto in pruova del valore di quefto Artefice,
confederando da quii gran Pittore Ila dito egli lodato , e quanto f o-
pera fua crefce di pregio appreflo gli Uomini virtuali, ed amatori
delle beli' Arti.
Fitte della Vita di Fabrizio Santafede Vittore , ed Antiquari ,
NO-
NOTIZIE7
D I
Gio: Battifta A nticorie, Bartolomeo Pets
tinato, Gio.-Battifia Rolli, Andrea
di Vito , Aniello Redita, e_
Erancefco Caputo, Mi-
niatori .
FRa i molti Artefici , che con varj gf neri di pittura onorano la Cit-
tà di N-poli loro Patria , molti ancora fiorirono in eccellenza
utile pitture di M.nio , ed ec el lenti an; ora ncll' operare ipaftelli,
con formare dal vivo ritratti Cernigli ntilfimi » ed a tal fegno , che
con i finti colori , i naturali partggiavano . Ma perchè di quelli Ar-
tefici j are opere fé ne veggono tfpolte , non fTendo quefto genere di
ptture proprio per aeornaie Altari nelle Chiefe , ne altri pubblici
luoghi, quindi è, che dirado fé ne trova qualcheduna donata pec
ornamento di qualche Cappella , e più facilmente in Sagreftia , ove
fi può ammirare la bontà di quell' Òp^ra con la mattirevol pazienza
del Maeftro, che Iadipirife j reftando per lo più ignoto il nome del
fuo pittore- , per l'uniformità dello ftile , che per .0 più è fegu to da
varj Art fici di tal fcrta d'operare 1 pennelli ; Llfendov però chi con
forte marni ra fi è fatto fr.< quei molto distinguere , o con eccellente
carattere ha f^tto noto il fuo nome ; cerne per ragion di efempio fa
dagli a'tri Miniatori diftinto ne' tempi fuoi
Gio: B'ttifia Anticone che ( come fi dice ) alla fama delle celebri
miniature di S ulfonisba Angulciola , fi portò a Palermo , ove quella
Virtuol t Pittrice dimorava col fuo Spofo D. Fabrizio di Moncada , ai
quale l'avea mantara con regale munificenza il gtnerofo Filippo li.
Re delle Spagne , ed ivi da quella apprefe l'arte del miniare , e fervi
ancor egli varj Principi per l'Italia ; vedendofi le fue op>re dipinte
con forza di eolore , e buon difegno ; come fi ofTerva in i.ue mezze fi-
gurette , cherapprefent.no S.Pietro, e S. Paolo in e fa de' Signori
Valletta , ove l'Avo del prtfentt D. Francefeo , nominato G.uleppe
Valletta , fu cos'i dilettante di pittura , che non folo unì la fua fùmo-
fa Libraria , perlaquale fiera refo affai chiaro apprtflb qmfi tutti
i Letterati di Europi , ma a caro prezzo cercò di avere ancora le pit-
ture
2 3 8 Notizie di Gio:Anticone,ed altri
ture più rare , anche da oltramontani Patii , per adornare il fuo pre-
giato Mufeo . Nella Galleria del fu principe di Monttfarchio il vec-
chio , vi erano ancora alcune Ninfe con Satiri , che in Paefe fi ricrea-
vano ; com'altresì in cafa del Duca di Magioni alcune figure di Sante
Vergini , in mezze figure dipinte con accurata diligenza , ma da^,
Maeftro ,
Bartolomeo Pettinato fi dice , che da Gio: Battifta fudu tto avef-
fe apprcfo l'arte della pittura in miniare, ma inveghitofi dell'op*.rar
de' padelli, che faceva un Pittore in Napoli, del quale non sb il nome,
s'introdurTe nella fua Scuola , ove ottimo Maeftro divenne nel far Ri-
tratt , ed in qu.ftì fu quafi Tempre adoperato ; ma egli invaghito» di
veder altri Paefi , partì da Napoli , né altro di lui fi è potuto fapere
da chi quefte notizie ne" fuoi fcritti ha lafciate .
Gio: Battifta Rolli fu ancora bravo Miniatore , ma da chi avene
apprefo il dipingere col rjrfégno , non è a noftra cognizione , ▼eggen-
doii alcune fuc opere nella Sagreftia di S. Pietro Martire , che con co-
pi-fìta di figurine martiri di Santi rapprefentano ; comi- ancora nella
Sagreftia delia Chiefa di Gi<«ù e Maria vi è un quadretto con entrovi
la B. Vergine còl Bambino , con alcuni Angioli intorno . Le miniature
dà coftui fono più torto dolci , che rifentite di ofiuri , ma quelle deli'
Anticone da noi fopra narrato fono con gran forzi dipinte , ufando
, ... gran Mafie d'ombre , e poco lumi ; Ottima regola per chi vuol far
Le lice ti re * *
devono aver c9mPatirt l'opere fue da Maeftro , e con intelligenza dipinte.
poco »unie , Andrea di Vico fu ancor e^li irjrmto eccellente in miniature , le
egrind'om- quili coaduceva tutte a punta con grandiflìma diligenza , e fi dice ,
bre , per cfoa in qUej ternpo fu molto adoperato , ma per certo fuc naturale al-
rifako"'1""' c'er0 ignava e^er chiamato d3 alcun Titolato , dapo. he prelumeva*
fermar 'l'oc- c^e c°iQ' » che voleflè le fue miniature, andafle a cafa fiw ad ordinar-
ci! io drchi gliele, laonde ebbe per tale alterigia a pa/Tar alcun nule m.ontro , fé
Je miri . non che fu protetto da un Principe d'Avellino , eh? più volte lo fot-
trafli da' ntenrtimenci di altri Signori . In cafa de' nominati Signori
d'Avellino vi fono miniature di iiuefio Pittore , che Vt-ramerte par
che ibbino più delio (tento , che della franchezza , e quitto avveniva
per efTer dedito più alla finitura, che alla maeltrìa , rito.cando , e ri-
parlando più volto le fue figure , onde divenute più to#o fecche che nò,
venivano a psrdere quella grazia dell'armonia, che fan gr^te all'oc-
chio l'opere del Pittore . Ad ogni modo però egli fu ft.mrto ne' tempi
fuoi, ed i ritratti gli faceva afiai fomiglianti , facendoli btn pagare
l'opere fue .
Aniello Redita cominciò affti bene , e con fua laude , ad operare
le fue pitture in miniatura , avendo avuto fcuola da un Pifcr Fla-
minio , che in quel tsinpo dimorava in Napoli , ed era valentuomo
in
Fatto
cu-
Miniatori. 239
in tal genere di pitture; laonde Aniello riufeì buon pittore, e fece varj
ritrattini , ed alcune uxorie a varie perfone nobili , come in cafa de'
Signori d'Avalos fi pub vedere , le quali Illoriette fervirono un tempo
per adornamento nella Galleria del vecchio Principe di Montefarchio.
Ma entratogli in tetta l'amor- di vaga giovanetti po-;o dipingeva , e
quel poro non era di quella bontà che le prime opere fue , fpendemlo
quali tutta la giornata in federe ad una bottega , che flava di contro
alle finellre di colei che amava » ed e/Tendo la Giovane da marito , la
chitfe a' parenti di lei per moglie; ma o perchè la condizione di quelli
fu/Te migliore del Pittore , o che altra ne fu/Te la cagione , gli venne
negati ; ond' tgli crueviofo di tal negativa , fi propofe rapirla a collo
della Vita , e ad onca de' parenti di lei ; e facendo su tale imprefa
fuoi penfìeri , uno glieae venne in nvnte , che firebbe irato per riu-
f irgli , e fu quello . Con l'occafione del Carnovale folevano i menr - rr2"?- c!?
tovati parenti della Giovane divertirà" in rapprefentare Commedie niello ed
all'improvifo , ed alcuni Rppprefentanti erano amici del Pittore , onde efempio si-
gli fu facile eflèr da quelli introdotti nella llinza ove le cofe per ia le sfrenate
Commedia fi preparavano , ed ove la Giovane folea accomodar velli Palfj°'U .
da Donna addoflo ad un Giovanetto , che la put3 di donna far foleva
fra quelli» ficche Aniello potè fare con lei appuntamento ( come è
probabile ) perchè la fera, mentre fi ftiva recitando , Ani. Ilo ne portÀ.
via l'amata trivellila di uomo , con gh ftetlì abiti di qu-.-l gj vinetto ,
che recitava lapute di donna . Accortifi li Parenti man.ar la G o-
vane , fi diedero in furia a cercarla pertutto , ed avviandoli elf-r
dal Pittore (lata rapiti , gli raggiunf.-ro a Gaeta , ove dato delle fé.
nte sd Aniello , lo lafciaron per morto , e la giovane aliai imi concia
ricondulT.ro a cala ; ove certamente gii averebbono dato morte , fé
Rltri parenti, edamici non l'avelTeio campata da loro. Intanto Aniel-
lo , <.he non era morto , come elfi avean creduto , fu da alcuni com»
palFionevolmente foccorfo , e fatto curare ; ma una ferita ricevuta
in una colla rimafe infillolita , onde benché fi fulle poi riavuto , ed
avefT. operato altre minii ture in Gaeta , a capo di poco t~mpo di
tal ferita morì , e la giovane riruhiufa in un MonilUro ivi finì i fuoi
giorni i inf.gnando a tutti con tale efempio , che il fenfo, e la difub-
bidienza portata a' Genitori, non apportano altro , che precipizi,
ed infelice fine .
Francef;o Caputo fu infin dalla fluola di lettere inclinato al di-
ftgno , efTendo ancor fanciullo , onde miniava que'Santini , che mol-
te volte da' Maellri d< f uola foglion darfi a que' fanciulli , che nelle
lezzioni nportan premj ; Per la qual cofa fu appli ato da' Genitori
con un pittore prr app.,rare il dìfegno > ma egli ul-rulo la fama delle
miniature di Gio: Battifla Rolli , tirato dal genio inclinato a quelle ,
Volle
240 Notizie di Gio:AnticoneecI altri
volle p.fsre alla fcuola di quel Pittore , dai quale fu con amorevo-
lezza intignato ; laonde avanziteli mirabilmente nell'arte, fervi al
Maeftro di : fóto in molti lavori di miniature , ed arrivò a Cai fegno
la benevolenza di quello , che gli diede per moglie una fu a figliuola >
e fi rimafe in cafa del Suocero , lavorando infieme in canta , ed in pa-»
ce fino si la morte di quello ; d^po della quale feguitò a fare varj pen-
fieri di Storie S^gre , per adornamento di Sagre Bibie , e per libri da
Coro , come erano aliai in ufo a' (uoi temp ; lavorando altresì altre
Storie profane fecondo le richiefte fìttegli da coloro che le cercavano,
delle quali buon numero ne avea raccolte D. Paolo Dentice , Cava-
liere ('ilettantillìmo , ed amantiffimo della Pittura , oltre di quattro
Storie Sagre , «.he poflVdeva l'Abate di S. Maria a Cappella D. Fran-
cefeo Pandone , le quali i(lork erano , una Predica di S. G,o:Battilìa ,
una di S. Paolo Comp gna , il Cieco nato illuminato dal Salvatore ,
e la Converfione dell;, M ddahna in cafa di Simrn Farifeo . Circa poi
del tempo,in cui venne a morte Francefco,refla a n.»i ignoto.non aven-
dolo notato niun di que' Scrittor , che l'opere di quelli pittori di
miniature lafciarono ne' loro fentti regiftrate i e D. Camillo Tutini,
ne* fuoi manofentti , che nella famofa Libraria di S. Angelo a Nido
fi confervano , facendo de' loro nomi ricordanza , gli loda folamcnte
come buoni pittori di miniatura . Laonde noi non polliamo altro di
certo affermacele non che fiorirono colloro un dopo l'altro dal 1 ?8o.
in circa, infinoal i6fo. o poco più , e tanto badi per onorata me-
moria di quelli v rtuoli Pittori in miniature , effendovi (lati altri ec-
cellenti Artefi 1 prima , e dopo in tal genere, e che fecero eccellente-
mente di fiori , e frutta , ma a noi infine ad ora non è nufcito aver-
ne accertate not zie de' loro nomi , e dell' opere loro; come ancora
da chi tal genere di pittura apprefo avellerò , e ciò accade per la già
nota negligenza de' noftri trapaflati Scrittori ; della quale più d' una
volta in quell'opera fé n' è fatta parola .
Fine delle Memorie de' nitori di Miniatura .
MI-
M E M O R l*k
D I
ONOFRIO PALOMBA,
Pietro Afefa, Giufei)pe Agelio, Ni-
colò di Simone , Muzio Rolli , Do-
menico de Benedittis, Orazio
Scoppa , e P Acquarelli
Pittori .
Continuando l'ordine prefo circa le notizie di alcuni , cne a Sran-
pena fi f-no rinvenute , e che forta di pitture opera/H ro , dire-
ni-, prima di Onofrio Palombi , il quale ebbe i fuoi principi da Gio:
B ttiftello Caraiciuolo , ma venuta in Napoli Artemifia Gentilefchi ,
bflèrvata la bella maniera di cortei , volfe effer fuo Difcepob , onde
tee un mifto de' colori del Caracciuolo eh' è rifentito , con la dol-
cezza delle Gentilefchi , e riufeì buon Pittore , e le fue opere non di-
fpiacciono a' Profeflori ; come fi puoi vedere dal quadro di S. Gen-
naro locato fu l'Altare di una Cappella , n-lla Ch efa de' Pellegrini t
ove il Santo fituato fu le nuvole , con accompagnamento d' Angioli ,
I priega per la Città di Napoli , che in lontananza fi ved- afT i ben di-
pinta dal p nndlo di Monsù Defiderio , lodatiffimo Pittore di prò- j^^""^
(petti ve . In altri luoghi pubblici , ecafe private vi fono opere del . £ dt_t~
\ palomba , il quale poche opere fece, a cagion che inquietatoli per una m ,nsù Uè*
; fua lite con parenti vi ptrdè quafi il cervello appretto de' Curiali , ed fìckrio.
afRitmza ne' Tribunali . Fiorì quefto Pittore circa il 1640-
Pietro Afefa d< Ila Provincia di Bafilicata fu ottimo Pittore, e
fieri eira il i6fo. Vi fono fue pitture nella Chiefa de' Frati Conven-
tuali di Marfico Nuovo, ove il Quadro dell'Aitar Maggiore, che
; rapprefenta 1' Affiintà è opera lodatiilìma dagl'intendenti. Così di-
pi k in altre Chiefe del Vallo di Diana , e nella Città di Sala , evo
■ la Chiefa di S. Sofia oggi diruta , ed abbandonata , è tutta dipinta a
frelco da lui con fref hezza mirabile di colore , ed una vaghezza che
incanta , e maflìmamente ne' panni cangianti , che fon maravìgliofi.
: DipinO ancora la Cappella di S. Prifco fuori di detta Città , anche di-
TQMO li. H h ™ta
242 Memorie di Onofrio Palomba &c.
ruta , ed abbandonatale vi fono ancora figure beliilììme, che fi con-
fervano ad onta del tempo , perlochè delle fue opere riportò fommo
vanto . Cortili fece i fuoi ftudj per la Lombardia , ecaptando in una
Città di quelle parti , udendo la fama di un tal Pittore ( del quale ,
Pittore ,r e della Città non è a noi pervenuta ìa notizia del nome J per vederlo
gran nome, operare vi fi accomodò per fervidore : ma vedutolo bozzare, e
e niun va- rito care un quadro , fc ne ftee b fFe , e colto il tempo, in cui il Pa-
iole avvi.i- drone non era jn ca|"a 5 g]j dipinfe una mezza figura , che da lui fu
o a rimo ammir;iCa j e così divulaolfi il cafo : dipinfe in quella, ed in altre
con una_j Citta opere moite ; ma fmpre perleguitato ri avverla (irte, attelo-
mezza figu- che eran fcarfamente riconofciute le fue virtuofe , ed onorate fatiche,
ra • e finalmente all'ai povero fi morì .
Di Giufcppe Agelio da Sorrento fa menzione il Cavalier Gio:Ik-
glione , al/ò/. 516., ove dice , che il P. Matteo Teatino dipinfe la
volta della Chiefa de' Padri di S- Silveftro nel Quirinale , nella parte
del Coro , con ornamenti , e profpettive intorno alle figure di Giu-
f.ppe, nominandolo allievo del Cavalier dalle Pomanncie . L' Aba-
te Titi nel fuo libro dell' Ammeftramento delle Pitture, &c. delle
Chiefe di Roma , z\ful. 183. trattando delia Chiefa di S. Maria delle
Grazie, nel Capitolo di S. Francefca Romana , dice, che le pitture a
frefeo della Tribuna fono di Criftofano Cafolano , e dell' Agelio da
Sorrento . A foglio $ 1 f. lo fteflb Abate Titi , trattando della Chiefa
di S. Silveftro delle Monache dice così .
il catino della Croce della Chiefa difinto a frefeo con Dio fadre
ed Angioli , ne' Triangoli del medefrao quattro Santi , fono opere
terminate dal Roncalli , con l'aito di Ciufeppe Agelio , e del Cafola-
ni , fuoi Al li ivi 1 che dipinfero il refante attorno all'Aitar Mag-
giore .
Ed ecco con quefte fcarfe notizie terminato il racconto di quello
virtuofo pittore , poiché altre non abbiamo , né che vi fi. no nella no-
flra Città opere fue , laonde in comprobjzione dell'anzidetto, dire-
mo , che il Pi Orlandi nel fuo Abecedario Pittorico/r^/Vo 196. dice,
che dipinfe di Profpettive , e di figure , ed ajutò molti valenti Pitto-
ri , in varj luoghi pubblici di Roma.
N.colò di Simone fu ragionevol Pittore de' fuoi tempi, dapoichc
condurle 1' opere che egli fece con ftudio , e con amore 3 come li puoi
vedere dalla Cupola con altre pitture a frefeo nella Chiefa di S.Loren-
zo ; ed in quella di S.Petito vi è di fuo il Martirio del Santo d pinto ad
olio in un quadro fituato nella fua Cappella . Coftui fi dice, che po-
co lavorò in Napoli , perciocché e/Tendo amantt di cofe nuove , col
comodo di fua cafa , fece molti viaggi , ed andò nella Spagna , e a
Portogallo, finche divenuto vecchio , ritornato alla Patria vrfl'e lie-
ta».U-
Pittori. 243
tamente con gli amici, raccontando novelle , il rimanente degli anni
("noi , dipingendo (blamente di genio qualche Immagine facraper far-
ne a quelli rega o.
Muzio Redi fiorì eira il 1645-. mentrechè,corrre dice l' Abece-
dario Pittorico , I foglio 327. , ed il M.ahn\ foglio 654. , dipinfe nella
Certofa di Bologna il gran quadro della Nafcita del Salvatore, a
competenza del Canuti, del B biena , del Sirani , e della Sirana, con _.
•ri • j^ ». a ■ » i- r r o Lf n Pittura am-
riloluta maniera, e da M.ieltro in età di Ioli 15. anni , che lece (tu- m;ra{jiie dì
pire tutti que' Prof: fiori , che lo videro , e che lo conobbero , ve- un giova-
dendo in un giovanetto di sì poca età canto ardire , e tanto fapere . netto di ì $•
Venuto in N.poli dipmfe la Tribuna della Ghieia di S. Pietro a Ma- anni.
jella 1 con felicità di Pennello , e con buono componimento ; ma
nel modernarfi la Chiefa ultimamente fi perderono quelle preziofe pit-
ture , efiendo operate su la tonaca a frefeo . Quello Pittore avereb-
be fitto moto onore alla Patria le fufle più viflìito , avanzandoli anco
con f età il fapere , ma invida morte lo tolfe al Mondo , ed a' fuoi
C trae! ni in età di 1 f. anni in enea . Coftui ebbe i principi dal Cav:
Maltinto Stanzioni , ed efiendo ..ncor giovanetto diede a divedere al
Mar ilio la gran nufeita doveva fare nella Pittura ; e fentendo dal me- .
deiìmo dir p ù \ o'te : B---ati que' giovani, che hanno la forte aver un j* { £• W
Guido R. ni per Maeltro : accefo perciò d' ardente defidcrio di farli ger Maflìmo
feohro di quello , col comodo d'un fuo Zio facoltofo , che tenera- in lode di
mente l'amava , in fua compagnia lì condufie a Bologna in età di 1 f. Guido Re-
anni , e s'introdufie neila fcuola di Guido , benché poco vi dimorò nI*
a tagion di fua morte , ..he fuccedè nell' anno 1642. ma in quel poco
tempo , che fi dice fu circa due anni , aiutato da pronto naturale , e
dallo ftudio , fece tal riufeita , che gli fu allocato il quadro fuddetto
da' Monaci Certofini in Bologna . La dehcate2zi perù della fu. com-
pleiììone opprefia da' continu. fuoi fèueij , gli partorì il male di tilì-
chezza, che con univerfil fentimento gli tolfe in brieve la vita.
Domenico de B°nedittis nato circa il 1 61 o. nella Terra allora ,
ora Città di Piedimonte d' Alife , fentifiì da fanciullo inclinato al di- 1 •'! 1 jf! f-Ic-
Kgno , laonde in Napoli ebbe i primi rudimenti dell' arte da F..b*i- ca cicca da
710 Santa fede , indi palfato in Roma con un (uo congiunti in tempo Cai lo Re-»
che vi fiorivano tanti v denti Pittori , s' invaghì dell'elegante mi- delle due Si
-"1* h VI
niera di Guido Reni , onde volle fuo dif. epolo divenire, e con lac,v! ? -
1-orta di quel raro maeltro , valentuomo divenne ; come li vede nel- ej0,„i, cuo-
ia volta della Chiefa di D. Regina dipinta a frefeo , ove in quadri ri- rando con_f
partiti fra cornici di ftucco dorati , ha efpreflb 1, Vita della B. Ver- la fua Corte
gin.-, con altre belle figure , e virtù fimboliche della gran Madre J1 Duca di
' I Salvatore ; quali p.tture ebbero molta i-cle dagl' intendenti , ef- ^Niccolò
11 — o » U. ini e coi"
fendo condotte fu Io Itile di Guido, che vale a dire, con perfetta qìcu,ì0 d'<
H h 2 ma- Aragona.
2 44 Memorie di Onofrio Palomba 5cc.
maniera • Dicefi, che Domanico dipingerle altre oper-p.r lo Re-
gno , e per varj particolari , delle qu ili non avendo noi ninna
notizia , paflaremo a far parola, come allettato dall'amor del-
la Patria, e de' Congiunti , fi ritiro a Piedimontr. ove effondo
bene agiato de' fuoi averi , attefe a djrfi dip->rt , d p ngendo per ge-
rì o , e per alenai fuo conofeente , finche giunto all' età di 68. anni ,
lafciòdi vivere circa gli anni 1678.
OnzioScoppa ftampo nell' anno 1642. un eru lito Libro di mol-
ti , e varj ornamenti per Urne , Piramidi , Braccieri d' Altare , ed
altre bdle invenzioni per tener lumi accefi , di varie capricciofe fi-
gure ;, formando in qu 1 fuo libro Incenfieri , navicelle da tener in-
cenzo, ed altri molti capricci per comodo degli Ornamentifti» come fi
vede nelle fuddette ftampejnè altra notizia di coltui fi è potuta avere,
in che genere efercitaffe quelli fuoi ornamenti , fé in pittura , in in-
tagli , od in getti , come probabilmente fi finna ; trovando fola-
mente notato nella notizia dell'Acquarelli , che fiegue , che infieme
con Io Scoppa fecero lavori di profptttive ; non nominando il nome
d' Orazio j che fé fu (Te coltui , certamente gli fi converrebbe il van-
to di buon Pittor d' ornamenti , e delle Profpettive , e pero da noi fi
riporta appreiTo di lui la memoria dell'altro on-iaimnrifta che fiegue .
V Acquarelli , ( che altro nome di co/lui non abbiamo ) fu a fuoi
tempi famofo ornarne titilla , e fece gli ornamenti nella Cbiefa di S.
Scoppa fo- Paolo Maggiore ; Fu anch', pittore di profpettive , ma unito con lo
.temente è Scoppa , ( eh; era miglior di lui nel dipingere le l'rofpettive , oltre
notato nel Jgp/j ornamenti ) di piffero varie vedati di [cene per Teatri , e fece-
qui rip rea rovar] orua-nenti ne P,ila°gi di virj Signori dH Regno i avendo di-
to. " finto molti Portici , ed altri lunghi per lo Marche/e del fallo , che li
chiamò ne' fuoi Stati ; Così ancora f Acquarelli fece bellijfime in-
venzioni di Carri per mafeherate , ed altre Machine per le Chiefe ,
in occafioni difeftività , 0 d' effofizione del Venerabile : Di conui fa
menzione il Samelli , ed altri no/ìri Scrittori , trattando degli or-
namenti di varie Chiefe Napolitane.
Fine delle Memorie de7 j "addetti Pittori.
ME-
E M O R 1%
D I
GIO: ANTONIO SANTORO
-
Gio: di Gregorio , Luigi Carbone ,
Gio: Bernardino Afbleni , Teodo-
ro d'Errico, Alefandro Fran-
cefi , Girolamo d'Arena,
e Carlo Sellkto
Pittori .
Siccome addietro fi è fìtta menzione di molti Pittori , che nel quin»
todecimo fccolo furon primi adopenre i colori » regiftrandone
quelle fcarfe notizie , che di tilì fi fono avute , così di colloro , che
nel fufTegu-nte fecolo han fiorito , le poche opere descriveremo , ba-
dando notar il nome dell' Art fice per involarlo all' oblivione , e con»
fonarlo alla glori a , e primi farem parola di
Gio: Antonio Smt ro, che fiorì nel 1600., dipoi. he q'iefto
millelimo fi vede notato col fuo nome , nella tivola della Cappella
de' Sacerdoti Miflìonsrj , tretta nel Vef ovado , td ove vi è dipinta
la Votazione , che fete la B. Vergine a S. Hif.b tta , e fopta in al-
tro quadre tto vi è il Padre Eterno . Opera dipinta con diligenza , e < on
bella frefihezza di colori . Nella Chiefa di S. Bartolomeo vedefi di fua
mano in un Aitare della feconda Cappella dal canto dell' Epiftola , la
Beuta Vergane feduta su le nubi , che tiene il fuo Divino Figliuolo in
fem , con varie tette di Cherubini , ed a b-iflb vi ha dipinto un bel
Pacfe .
Dì noftro Ai-Sandro Francefi fa onoratiffima menzione l'Abate
Titi , nel fu.) utiliilìmo , e curiofillìmo amimeftramsnto delle Pitture
di Roma , ove A foglio 117. deferivenio le pitture di S. Andrea della
Valle dice così .
Nella Cappslletta , che fiegue Continuando il giro , vi fono dipinti
stir Altare certi Angioli dal Cavalier Lanfranco , con foco gu.'io con-
dotti . ~ti.il mezzo vi è un ìmapine di Maria Vi.rs.ine col Bambino., e da,
baffo
2*4 6 Memorie di Gio:Santoro,&c.
bajjo S. Giufeppe , S. Giùvachimo , e S. Anna , figure in piedi ,dili.
gentemento condotte da Alefandro Francefi Napolitano.
Qui fi deve avvertire , che gli Angioli del Lanfranco furono' fat-
ti dipingere per fare ornimentoal fuddetto qua !ro Iodico dal Titi co-
me opera dipinta con diligenza , la quale se forte fiata ordinaria o me-
diocre , l'averebbono certamente fatta dipingere al Lanfranco , o al»
meno ritoccarla da quell' eccellente Maeftro , tuttoché l'Abate Titi
dica , che quegli Angioli da lui ivi dipinti fiano con poco gufto con-
dotti ; conche reità con tale argomento provato chiaramente , che Ale-
fandro Francefi fu buon Pittore a pari di que'grand'Llomini che nel fuo
tempo fiorirono : Lo fteflb Abate ragionando della Chiefa di S. Agata
dice , che : Li due Santi con l'Immagine della Madonna di Monte Ver-
gine portata dagli Angioli , fono fatiche colorite da Ahfandro francefi
Napolitano : Indi defcrivendo la Chiefa di S. Maria Tr fpontina, dice,
che la volta della C ppella. di S. Canuto doveva efler dipinta a frefco
da Alefandro Francefi , dicendo , che ne ho vijio i cartoni , e per ejjer
giovane , fi e portato ajjai bene ; e tanto bajìi di Ahfaniro Francefi
per far nota la fua virtù .
Giovanni di Gregorio della Terra di Pietrafefa , 12. miglia lon-
tano da Potenza , nella Calabria ; fi dice , che fuffe della fcuola Ca-
racccfca , e fiorì nel 1600. Vedendofi nella nominata Cica" di Poten-
za il Chiodo de' Padri Conventuali dipinto con tal maeftrìa , e bellez-
za , che i Profeiìòn me de fimi ne cantano le laudi , alfcrendo efler ben
intefe quelle pitture de' precetti dell' arte , e foprattutto , he elleno
fono difegnate a maraviglia , e ben meffi infieme i componimenti, leg-
gendofi il nome di queito Pittore tra l'albero della Rehgone , ed il
quadro dove è efpielfb il miracolo fucceduto in peri na del Cmonico
incredulo delle Sacre Stimmate del S, Padre Francefco , rimanendo egli
ancora itimmatizzato , ed ivi è fcritto : Joanner de Gregorio , Terra
Tetra Fuji* pingebat Anno Domini M. D. C. IX. Di coltui vedt fi anco-
ra uella Terra crei Vallo di Diana fuori 'ielle mura vicino alla Città
di Sala una Chiefuola mezza diruta , e difmeiTa degli ufi f.cri , e p:r-
ciò abandonata , alcune pitture maltrattate bensì più dall' umido , e
dal mal governo di detta Chief3 , uie da! tunpo , fna cRe alcune fi-
gure ad onta di tante dilgrazie fi confervino beniflìmo , e fra quefte
due S. Vef.ovi , cosi frefehi dipinti, che fono miraviglinfi . C'SÌ
nella Chiefa di S. Sofia della mentovata Città di Sala , anch' difmeffa,
e diruta , vi fono pitture di Gio: , che come r-ppomn lode al Ino no-
me , così fanno ccmpaiììone per vederle cesi malamente trattate.
Si dice , che Luigi Carbone nalctlTc nella grefla Terra di Mar-
cianifi , da Genitori Napolitani, che colà fi era n' portati per a!' uni
loro inttreifi , e che rimafo appreflb alcuni Parenti , ed Ami-i, fu
da
Pittori. 247
da qu- III fatto attendere alla (cuoia di Gramatica infino all'età Ji
13, anni. Ma il Fanciullo non poteva refiftere ad un naturali; un-
p.i.fo, che del continuo l'accendeva il desiderio d'imparar l'arte rli
difrgno : e non vedeva mai una pittura , eh' e' non s'ingegnale del
copiarla in quel modo , che pcteva fare allora un fuo pari , che non
mai avea veduto matitatoio , o pennel o ; ed andò la cofa tant'oltre,
eh J 1 parenti di lui l'applicarono a quell' arte, (otto la dilciplina di
un Pi t cor Capuano, che più di Patii , che di figure dilettava!! ; laon-
de Luigi se n'invaghì , ed ancorché avelie molto Itudio fatto per le fi-
gure , ad ogni modo actefe a far paeii , dif-gnando Vedute , picciole
Ville , Pi ni , « Montagne con varj bof.hi , je tronchi , onde diven-
ne pratico Pittore in quei g-nete . Indi udita la fama di Paolo Brillo,
che in Rima con tanta l'uà lode op-rava , lo volle conofeere, portan-
doli in quell' ainu Città , dove finì di perfezionarli , ad ove conobbe
varj Valentuomini di pittura . Girò per l'Italia , e fi trattenne al-
oni tempo in Venezia , indi venuto in Napoli operò ptr molti Signo-
ri li fuoi belli Paefi , ne' quali introduceva alle volte inondamenti di
fiumi , cadute di fui m ni , venti impellici! , e bonafche , che gli
acquilbrono molto credito , elTendo da belle figurine accompagnati
li fuoi paeli : ma fitto idropico de' pulmoni lafciò la fpoglia mortale
in età ancor frefea , furono le pitture di colini circa gli anni 1600.
della noftra redenzione .
Il P. Orlandi nel fuo Abecedario Pittorico fupponendo , che il
nobile Scnctore delle Vite de' Genovefi Pittori Rafaele Soprani abbia
prefo abbaglio nel deferivere le notizie , e l'opere di Gio; Bernardino
Azzobni , così ragiona di Giovan Bernardino Afoleni »
Gio: Bernardino Afoleni Napolitano , dal Soprani fot. ?i^< detta
Aiz'lini t e per sbaglio fcritto nel ifio. in Genova , quando fi tre
va [critto nel libro degli Accademici Ut tori di Roma nel 161S. ne'
ritratti , e nelle ;?orie di cera colorite non ebbe pari , efufttblime in-*
ventare .
Di quefii due Scrittori veraciflìme fono d'amendue le notizie , e
se l'abbaglio cader dovefll- in alcun di loro , (farebbe più toflo bene al
P.Orlandi, perciocché, o non hene apprefe ciò che il Soprani ne
(enffe circa l'opere dell' Azzolini , e la diftinzione del genere loro , o
0 fé la comprile , la dimenticò , ricordandoli folo del nome , e quali
fomigliante cognome del fuo Jefcritto Afoleni; per lo quale argomen-
to refta chiaramente provato , che 1* Azzolini dipinfe figure , ed ornò,
de' fuoi Quadri le Chitfe deferitte dal Soprani di Genovi,le di cui no-
tizie abbiamo riportate innanzi , in quefto medefimo libro , con far-
ne minzione onorata i che fé bene li diletta ancor quello di far lavo-
ri di cera , anche beìhffirni * fu però a mio credere più tolto per fuo
diletto
148 Memorie di Gio:Santoro5&c.
Hiletto , che per elercizio di prof. filone , come aflolut cm-.nte fu in
Giovan-Bcrnardino Afoleni , che fé dipinfe , non operò fi non qual-
che ritratto , ma non fu come quello , già pittore d'Iftone copiofe .'
E fé da noi altri quadri del primo non fi rapportano, ciò accade per di-
fetto di notizie , e per non aver cognizione veruna di fua maniera,
come quello , che vifle , ed operò nel princip.o del i foo. fuori di
Napoli le fue pitture . Cosi refta provato , che P Afoìini fece egre-
giamente di cera Colorite ftorie , e rifritti , come nferifce veracif-
fimamente P Abecedario , che folo bìdando al nome non fece diftin-
zione , che quefto lavorava picciole iltorie con la cera , e quello di-
pingeva opere grandi su gran Tavole concolori ad oiio , ed a frefco,
per adcrn re le Chiefe : come dice il Soprani. Dell' Afoleni fi ha,
che dopo trattenutofi in vr.rj luoghi d' Italia , e d'Alemagna , ntor-
nafTe alla Patria , ove virtuofamente operando j fuoi belli , e pr ziofi
lavori , finì di vivere . Di quefto virtuofo vedefi in Cafa de'Signori
Valletta una S. Maria Maddalena penitente , ed una S. Orfola molto
belle ; In Cafa del Dottor Camillo Barbaref. in faccia al Palagio del
Nunzio AppoftolK o fi vedono dentro capici , ed alte cornici d' ebano
quattro ìftorie di figure circa un palmo d'altezza , nelle quali ha figu-
rato in una un S. Euftachio , in atto di adorare il CrocifiiTo , apparu-
to fra le corna della Cerva , vedefi in un altro un S. Eremita peni-
tente nelP Eramo, in .ìtto di adorare un Crocifiilb , così nel terzo
vi è una S. Eufrafina Vergine , con bello Angioletto , che li
porta la palma . Nel quarto poi vi è una maravigliofa figura di S. Se-
baftiano legato a un tr n^o , a cui una pietofa Donna leva con carita-
tiva diligenza li Tirali afflili nelle ferite, ed in vero cofa più efpreliì-
va non pub defiderarG , elìendo ottimamente difegnate , ed intefe di
notomis; la bt llezza di quelli quadri è p.ù facile immaginarli, che de.
fcrivrrfi, per la perfezione , adornamenti di Paefi, di belli fiti, d'erbe,
e di fiori, né vi è cofa in tifi, che non facci ammirazione a chiunque li
vede.
Si dice , che Teodoro d' Errico fuflè difcepolo di Girolamo Im-
parato , e che avendo fortito buon talento nella pittura , vi fece buò-
nifPma riufe ita , come fi vede dal quadro della Prefentazione della B.
Vergine , efpoiro nelP Altare dell' Oratorio di S. Marco, fituato die-
tro la piazza delli L^nzieriJ Coftui molto più averebbe profittato nel-
la pittura , fé non fune ftato troppo dedito al diletto delia Caccia ,
per la quale varie infermità gli convenne di foffrire , finché afiaiito
ùs dolori colici , in freka etàgli convenne lafciare quella fpoglia
mortale circa gli anni i6?o.
Di Carlo Seliitto (à molta lode il Canonico D. Carlo Ce-
lano nella deferizione della Chiefa di S. Arma , ove depo de-
ferita
Pittori. 249
fcritto i! Quadro del Lanfran 0 , dice così.
N-'lla prima Cappella della navi dell' ijìeffa. fatte , tutti i
quadri , che vi fi veggono , cioè quel di mezzo , dove Ita efpref-
fa la tergiti' Santi [sima con /' Appallalo S. ? tetro , ed un altro San-
to -, li due laterali , in uno di efsi è il Signore , che cava S. Pie*
tro dall' orile i e nell' altro , eh? gli dà le chiavi . I due piccioli ,
eh ; Jìan [opra di quelli , in uno con la figura di S. Francefco , e nell'
altro di S. Domenici, ed il tondo , che Jtà nella volta, dnv.' Uà efpref-
fa la CroCififsione di S. Pietro , fon optre del nofiro famifo Carlo Sei-
Ut to , e fon cofe , che ne più belli , ne più \ Andiate fi ponno defide-
rare
Indi ftguendo poi a defcrivtre 1' altre Cappelle di quella me»
definii Chiet.i , jn quella di Gio: Domenico Fontana così fog-
ginnge .
// Quadro maggiore dove flà efpreJJ'o S. Sebajìiano , è così ben
dì fé g>ia to , colorito , e finito , che molti virtuofi dell' arte , /' han-
no liimata opera jtudiata dell' Eccellente Domenico Zampieri , detta
il Dom nichino , ma è del pennello del nolìro Carlo Sellitto , e mio Pa-
dre le vide dipingere ; e pichi anni fono viveva un Vecchio , che per-
fettamente copiava , che più volte s' era fpogUato per fervire a Carlo
da natur. ih per questo Quadro : Il qual Quadro veramente merita
gràndifiìma lode , dapokhè la fua fquilitezza ferve d' inganno a
3 molti dilettanti, e prof dori ancora, credendolo di mano di ottimo.e
gran Pittore , come fi è detto . Ma Ce quelt 1 Qrdro è fuo , certa-
mente egli è affai diverfo da quell' opere dipinte nella Cappella
dianzi defentta , e non ha (.he fare quella gran miniera toccata di
colpi , con altro colorito , pieghe di panni , e fifonomie da quel del
S. S^baftiano , tutto dolce , finito, ed in ogni pirte diverfo più che?
non è la maniera del Lsnfran o , a quella del Djmenichmo ; onde
bifogna dire che il Celano ibbia prefo un abbiglio circa quell'ope-
ra com; lo prete in quella del S. Cirio , che flà in una Cappella della
Chiefa di S. Agnello Abate , che anche diffe tffer di Cirio Sellitto »
ed e opera di Gio; Battifta Garacciuolo molto lodata.
Memorie di Gio: Antonio Santoro , e Compagni
Pittori .
TOMO li. 1 J NO-
NOTIZIE
D I
Architetti , e Scultori diverfi , che
fiorirono in quelli medefimi
tempi ;
GIo: Simone Moccia fu rinomatiffimo Architetto de' tempi fuoi ,
dapoicchè fece varie f bbriche con fuoi d/fegni e modelli , con-
tandofi fra quefte la bila Chiefa d Ilo Spirito S.into reedifìcata
da' fondamenti da lui nel 1600. con art Incettarvi la porta con quelle
belle colonne , che la foftengono j laonde non come prima eretta ,
nn grande , e magnifica la fece vedere , qu.ile è oggi , agli occhi
de' riguirdanti , con onor fuo e della p cria infi me . dltui fu rno!»
to ftimato dal Cardinal Ottavio Acquaviva Arcivefcovo della Chiefa
Mapolitana, e da Paolo V. fu decorato d' un Cavalierato dell'abito di
Criftó .
Gio: Butirra Conforto fuanch'egli (limniffimo Architetto de*
tempi fuoi , come fi vede dalla bella Chiefa di S. Severo, eretta da
fondamenti , fabbricando ancor con fuo difegno il Convento , como-
diffimo per quei Padri Predicatori , che in buon numero vi fanno
dimora .
Pietro d' Apuzzo dopo gran contefe , ed irrfofuzioni di difeordi
pareri per t* erezione dovea farli della nuova Chiefa di S. Marcellino ,
prefentò a quelle nobili Monache un modello , che fatto ollervare
da' periti dell' Arte , fu molto commendato , per la qua! cofa fu
conclufo , che Pi tro edificarle la Chiefa , onde egli la comincio Beli*
anno 1 626. e la finì con la Sacreftia , e tutti gli ornamenti nel i6j g.
Con la facciata , e tutto quello , che a noftri giorni fi vede.
Pietro di Marino, e Gio: Antonio Mozzetti , furon valenti
Architetti , e fi amarono con tanta cordialità , che 1' opere dell' uno
eran comuni all'altro, cofa in vero , che di rado fi vede in fogge t ti
d'una iftefla profeffione ; In pruova di che baderà dire qui (olr.mente,
che avendo Pietro l' incombenza di erigere da' fondamenti la fsmofa
Chiefa di S. Pietro ad Ara, ove il Principe degli Apposoli aveva Cele-
brato , volle a parte della beli' op^ra Gio: Antonio , il quale ancora
alfiltè, ed ebbe parte alla fabbrica, che fu eretta con difegno di
Pietro.
Fini deile Kofi si? di vari Architetti , e Scultori,
VI-
2JI
VITA
DEL
R D. FRANCESCO
GRIMALDI
Teatino, Architetto.
FU grande in quel tempo , e grandìffimo farà Tempre il nome del
P. D. Francefco Grimaldi , Teatino della Città d'Oppido , per
le grandi opere , che in varie parti e^li fece , e la prima fabbrica, che
il P. Grimaldi fece in Napoli fu la Cala per i Teatini de'Santi Appo-
ftoi , e quella fìì eretta nell'mno i j<jo. , o i -f 9 1 . : Ma una delle
più lodate , anzi la più fa mota , the gli reco fomma laude , ed eterna
fama fu la gran Cappella del Ttforo , eretta nella maggior Chiefa ,
per confervarfi in eiìa il Ttfo'ro di tante ftimatiff me Reliquie de'Santi
Protettori delia rofir: Città , in uno .0! Cpo, e miracolofo Sangue
del noltro Gloriola S. G nnnro , primo Padrone , e 1 rottttore della
Città di Napoli . Molti Arth tetti erano contorfi al grido di sì magni-
fica , e ricca fabbrica , ed anche da Roma , Cppo dell'Arti del dife-
gno , eran venuti Anhtttti , e con Pietro Bernini , ed altri Fore-
ltien avea ogn' uno fatt' opera, the la grand' opera fufle fua , con r£n?en;0 j«jz
averne portati in pruova del valor proprio molti difepni ; ma dpop.ii Sacra
molti pareri , e difpareri di volontà , prevalendo la molta virtù del nota a 7.
P. D- Francefco , effendo ùato più , che gli altri il , <uo difegno ap-Glu2no de'
provato, gli fu commeifo il modello , il quale piacciuto a que'No- '
bili, e lodato dagli Uomini fpaflìonati , fu comim iata la fabbrica jj Capaccio
fotto la direzione del P. Grimaldi nel 1608., coneffer fiata bemdet-uice, the fi
ta la prima pietra da Fabio Maranta , Vefcovo di Calvi , e con l'in- cominciò
tervento del Cardinal Ottavio Acquaviva , Arcivescovo di Napoli ,"cl ,6°5-^»
di D. Gio: Alf^nfo Pimintel , Conte di Benavente , Viceré in quel lcor<ja COn 1'
tempo, de'Nobili Deputati , e gran numero di Prelati, N bili , e ,' Scrizione,
Cittadini , e continuandofi la fabbrica , fenza intermiffione di tem- che fta lu L*
pò, ii vide in brieve compiuta, con piacere de' Napolitani , e «Jg ìngrefio <*«*"
chiunque la vide . Qui non fi deferive a minuto la bruttura di effa , l* ^f^nz.
la ma o nifi etnia , e la ricchezza , né le gran migliaia di feudi, che to r anno
I i Z VI 1608.
252 Vita del P. Grimaldi
vi fi fpefero , dapoichè tutte quelle i.ofe fi leggono in vari noftri Scrit-
tori , che minutamente ne han fatto p rola i .ff n lo chiara la fama
di sì nobile , e (bntuofa Cappella qu • lì pe,- tutti il Mondi . Dirh fo-
lamenre , come per compimento ilei Tuo n im , 1 1 ne arricchita dal-
le preziofe p tture del non m 1 a batta nza I >dat > Domenithino , che
negli Angoli , nelle volte , e n?gli Ardii de' C-ppt Doni , con la bel-
liffima , e maravigliola gran lunetta fopra la porti al di dtntro , di-
pinture a frefeo , e con qu >ttro perf.ttiilìmi quadri ad olio fopra la-
vagne , fece vedere fin dove giunge la perfezione d 1 difegno , la co-
piofità de' componimenti , la nobiltà de' concetti , i moti delle figu-
re , ( parte difficiLlIìma della pittura J , la dolcezza del colorito , (.he
con maraviglia fi rilievo, fenza profondi fcuri,e fopra tutto con la fua
propria, ed inarrivabil pirte dell' efpredìva , nella quale fi feorge
divinamente efpreiTa la pafiìone dell' animo , con i fentnrunti di cuo-
re , doti tutte più tolto da am nirare , che d' imit re ; dapoichè , do»
pò il divin Rafaello , niuno p.ù di lui hi in eminenza poheduta tutte
Lodi dell' qu-fte parti , e che le ha p rfettamente adempiute; e qui fu lecito
eccellentif- alla debolezza della mia penna (piegare cio.chè ràpprdentano tali pie—
fimo Dome- ture , lome in tributo d' oflequio all' impareggiabile Virtù del gran
niellino. DominKbino .
Deferitone Nel triangolo deftro eh' è in faccia , mirafi Crifto ignudo dal
dell' opere-» manto , che con le braccia aperte riceve S.Gennaro, portato dagli
<lella 2' '"',''. Angioli alia gloria dopo il fuo martirio . Un Amoretto divino tiene
S3Gennjro con mu ,T>ano la fpada , e con l'altra tocca il ferro tagliente , che re-
dècco il Te-cifedal buito la tetta al Sinto . Vi fono molti altri Angioli con 1' in-
foro . fegne Sarre , come il Paftorale , il giglio , il libro , e la penna ; Al-
tri portano una bandiera roda , con 1' imprefa del lerpente ; (imbolo
del D-monio debellato col martirio del Santo , le cui glorie va fpie-
gando un altro Angolo avanti a fuon di tromba . Sotto vi fon di fpo-
fte le tre Virtù Teologali , Fede , Speranza , e Carità , nel lato com-
pagno vi è il Santo , che prende la protezione della Città di Napoli ,
" e come Protettore impugna l' aftì , e lo farlo , in cui è fcritto : PA-
TRONUS . Etfendovi Noltro Signore , che diftendendo la deltra ad-
dita a gli Angioli , che allìitino , ed accompagnino Gennaro alla di-
fefa de' Popoli fuoi divoti ; onde li vedono feguitare il gloriofo Protet-
tore con la Croce , col Paftorale , col Sangue miracolofo nelle am-
polle , con l'afta , e lo feudo , ed altro , eflendjvi l'Angelo Gabrie-
le col giglio , e Rifaele con la fpada , e lo feudo , e/Tendovi la figu-
ra di Tobia col pefee , per fimbolo dei peccatore illuminato . A baflb
vi è la Fiducia , perchè fi dev- fidare in Dio , la Fortezza ,con lo feu-
do , in cui v' è fcritto: HUMIL1TAS : che fignifica la fortezza re-
1»-
Architetto. 153
ligi^fa Criftiana , e con quelle vi è la ivdua^tìcenza con corona d' oro ,
eh. tiene in mino un abaco , ove è delincata la pianta della fontuofa
C ppcila , lignificando la Reggia Città di Napoli , e dietro fu là baie
vi è la Statua di S. Gennaro .
Nel teizo tri..n^olo vi è Noflro Signore , che fi volge alle pre-
ghiere di S. G.nnaro » e di altri Santi Protettori , che pregano per lo
Popolo N politano , la cui pietà » e religione fi tfede nella figura di
una Donna , che tiene 1' incendere , ed il cuore , che offerifee a D.o.>
Vi è la Carità , che diitribuifce rjjonete a poveri fanciulli , e la Peni»
lenza lì vede in un Uomo ignuio , che tiene in mmo le funi dupli-
c ite in 9 igeili i alludendo alle buon' opere necellarie per ottenere la
$. Protezione .
Nel quarto triangolo vi è efpreflù la B. Vergine , la quale gemi-
li IT/ priega il F.ghuolo , che rimetta il gaitigo imminente alle colpe
del Popolo pentito , per le quali preghiere due Amoretti celefti tol-
gono di mano al Signore la fpada , e la rimettono nel fodero. Sotto
vi è la Telia col Bullo d? oro di S.Gennaro , la quale fi cfpone nella
Cappella medehma . Evvi una Vergine genufitila , che con la fin 1-
niftra tiene l'ufficio d Ila Madonna con il Rofario , e con la deftra
folleva la pazienza Carmelitana , per la gran divozione , eh; la Cit-
tà di Napoli hi verfo la Santitfima Vergine del Carmine ; e quella è
figurata per V Orazione , vedendoli armata , con la tefta di un Ange-
lo (colpiti nella lorica . Concili' vi è la Penitenza ellenuata , che fi
batte le fpille con funi , in pentimento del peccato , efpreiio in una
Tigre , che giace a* fuoi piedi . D di' aitro lato vedefi il zelo della (.-
de , armato di elmo , con la candida infegna di Maria , f rittovi il
titolo della fua Immacolata Concezione : SEMpER VIRGO DEI
GEN1TR1X IMMACULATA , il qual Zelo caipeita Calvino , e Lu»
t ro , roverfeiati per terra , con gli empj libri , ove il nome loro è
fi-ritto , con quello di Nefiorio .
Seguono l' illorie anco a frefeo colorite nelle lune prandi degli
archi delia Cappella , due laterali , ed una fopra la porta , col tonr
do colorito nella volta (opra l' Aitare , con due itorie di fi tn o . Nel
tondo mentovato rapprcicntafi S. Gennaro, e li Compagni dentro l*
Anfiteatro di Pozzuoio Condannati alle fiere , le quali fi umiliano a'
loro piedi ; (opra le mura dell' Anfiteatro vi fono fpett tori , e nei
Cielo fi vede apparire Noftro Signore in gloria p> r riempire ì fuoi Ser-
vi di grazia divina . Si vede in una delle due iftorie il Santo in abito
Vefcovile condotto legato , e rende la luce degli occhi al Prefide T -
moteo , eh" tra refo cieco dalla divina virtù , per la fua crudeltà ver-
fo il fervo di Crifto , e vi è la figura belliilìiru di un Soldato incre-
dulo j
254 Vita del P. Grimaldi
«[ulo , che gli pone la mino avanti gli occhi per alficurarfi della ceci-
tà . Nell'altra ftoria di contro vi è il Santo medefimo nudato all' acu-
leo con le braccia legate in alto ad una girella per tormentarlo , con
Miniftri » e Carnefici , che lo minacciano con le funi .
Sopra la luna grande del lato finiftro 1' ingreflb , vedefi S.Gen-
raro condotto da Nola a Pozzuoli al Martirio , con FeAo Diacono , e
Delideno fuoi Compagni , legati con catene , e dietro vedeiì l'empio
Timoteo fopra il CarrD in trionfo . NI mezzo de' due Compagni è
S. Gennaro con l'Abito Vefcovile , e con la Mitra , che volgendo gli
oc\h. al Gelo , moftra la fofF.renza , e la coftanza nel pitire per Gesiì
Crifto ogni ftrazio , coinè an ora invittamente fanno gli ftraziiti
Compigni , e tutti vengono tirati » e tormentati da que' crudeli , ed
inumani Soldati .
Nella luna incontro vi è la liberazione della Città di Napoli afTa-
lita da Saraceni ; Combattendo S. Gennaro per aria , allor difcefodal
Cielo, e impugnando 1' afta , minaccia il baibaro Re , che fpaventa»
to fi pone in fuga , pr?cip.tj.ndo il Carro . Scorgcfi il vlore de' vin«
cittri Napolitani contro de'Sar.ceni, ed in varie furiofe azioni far-
ne memorabile feempio ; vedendoli in lontananza la battaglia per ter»
ra , e per mare, con onore di confiderare il fatto , e con diletto di
chi la pittura riguarda .
In ogni arco di quefte lune vi fono tre iftoriette , cioè dipinte
con figure picciole, onde in tutto fon di numero tei , e rapprefen-
tano fei azioni ammirabili . Neil' arco dell' ìngrefTo della Sagrdtia vi
è nei m zzo li Madre del Santo , the orando vede in (pinco il fuo fi-
gliuolo Gennaro elTer portato alla gloria , qual vifione fu tre giorni
pr.ma dei Mdrtirio, ed ella per grazia fp-ciale lo prevenne nel Cielo.
Sopra la poi ta di detta Sagrelèia vi e S. Solìo , che predi a agi' Idola-
tri la Fede di Crifto r.oftro Signore J e f.hernifce i limulacri de' loro
falfi Dei : ed in quello di contro vi è S. Gennaro in Carcere con Ss.
Pro ulo , e Sofio , che gli baciano le mani e le Sacre Vela . N 1 l'al-
tro axeo , eh' è fopra il quadro della decollazione del Santo con fuoi
Compagni , vi è da canto il Vecchio mendico , che vedendolo anda-
re al martirio , gli chiede per elemolina parte delle fue veft.menta, e
il Santo gli promette il velo , col quale dovea bendarli gli ocehi . In
quel di mezzo lìegue l'adempimento della promefla , comparendo in
aria dopo il martirio a quel povero , a chi dona la bunda . Nell'altro
fegU' ndo il racconto dello fterTo miracolo fi vede il Manigoldo , con
altri , che accompagnavano il Santo alla fua patfione , il quale deri-
dendo l'anzidetto mendico , gli domanda , fé ha ricevuto la promefla
da quello ch'egli avea decollato ? ed il Vecchio gli moftra il velo ba-
gnato
Architetto. 255
j> nato Hi fanpue ~, p°r la qual cofa refta il Manigoldo , con gli Jtri ,
forprefo da mar \iglh , e ftupore .
Neil 1 Inni eh- è sì la p irta lì veggono gli efF cti orrendi del (a-
nefto incendio dil Vefuvioducceduttj nel 163 i .Io fpivento del Popolo,
]o fcempio dell- fiamme vor.i.i , il terrore de' terrazzani fuggitivi ,
con l'orrore de' Cittadini , la penitenza , e fiducia nella protezione
del Santo .
Apparifce di lontano il Monte V fuvio , e S. G.nnaro per l'aria,
che Io benedice » eft uggendoli le voraci fiamme in quel punto , che
la Sacra Teda , ed il Sangue (uo miracolofo portandoli in procdfione
fuori della Città giungono a villa del Monte . Nel mezzo fui pruno
r>pieno di Ila fcala della Chitfa vtdefi un Capu.'cino , che predica, ed
eforti il Popolo a penitenza , additandogli il CrocefiiTo , che folleva
con l'altra mano , ed a raccomandarli al Santo . Sotto di lui vi fono
due penitenti gmo chioni , che fi flagellano le fpalle ignude , e vi fo-
no alcuni Religiofi , l'uno rie' quali porta la Croce in fpalla , l'altro
ha nelle mani una tetta di morte . Più baffo fedono in terra due pove.
ri , a cui un II mo nobile diftnbuifce l'eltinofina . Appreflb loro ap-
p. ri fi e il Bddacch.no con la Teda , e Reliquiario del Sangue miracc-
lofo del Santo, Itguitato dall' Arcivtfcovo , e da Canonici, preceden-
do avanti in lungo ordine la Pro:tffiene in lontananzi . S/edt dal de-
liro lato un ConrtlTcre , Frate Carmelitano , il quale dà l'alfoluzione
ad un penitente , mtntrechè , due giovanetti inginoa hiati per^on-
feflarfi , volgonli in dietro fpjventat , additando un di loro un Ca-
da vero abbronzito , portato da due Uomini legato ad una Itanga alla
Chufa , per dargli Sepoltura . Ma compalfionevole è l' allctto di due
Donne, che piangono un fanciullo arfo dal fuoco i feorg ndoli fra.
quefte 1' addolorata Madre , che con un ginoc.h.o a terra li lleirpra
in pianto incrocicchiando le mani . Tutte quefte azioni del fun.ito
fpettacolo avea con accurata attenzione oflervate il DomenKhino,ond'
è ehe poi egregiamente l'efprtffe al vivo ; conciolfiacofucliè sboccan-
do il fuoco del Vcfuvio nell'anno 163 i. , ed arfa la falda dol Monte,
li Terrazzani fi fupoivano a Napoli , reftando abbronziti , e morti
molti di loro , con Ipettacolo orrendo de' Cittadini , che con la Città
erano nella cenere immerfi , ed atterrito il Popo'o, commoflo a peni-
tenza era ricorfo al miracolofo fuo Protettore , ed allora il Domeni-
chino avea finito il p-imo Triangolo , e io feoprì con quella oceano-
ne , onde ebbe a forTerire i morti d'un invidiofa iniquità ; come nel-
la Vita di B lifario Corenzio fé ne farà parola . Cosi adunque potè
ocularmente v dere tutto quello , che poi egli divinamente dipinfe .
Ne m-ipiù ip.n Pittore ai-uno » per fublime grado di perfezione eh*
egli
256 Vita del P. Grimaldi
egli abbia , giungere ad una parte delle perfezioni , che ha in fé que-
lla ftoria ; la quale con 1' altre iftorie fon copiofe d'invenzioni , e di
figure maggiori del naturale , ed il fito loro ù dilunga 3 f. palmi, ed
è alto 18. nella fommità della Luna.
Colorì dopo il Domenichino quattro tavole ad olio fopra lami-
ne di metallo, comm fle con viti » e (prtnghe dentro il muro, in mo-
do eh-.- non fi potettero imi levire , com? poco dianzi era fucceduto
alla bella tavola di R.faello in S. Domenico Maggiore , ed a quella
della Trasfigurazione del Signore , copiata da Fattore, e rito;cata
da Rafaello , efpofta nella Chiefa di S. Maria del Popolo all' Incura»
bili. Eflendo adunque la Cappella in forma di Croce greca architet-
tata , oltre l'Aitar Miggiore ìfolato , ve ne fono due aitn ne'ie brac-
cia , che hanao le defentte lune di fopra , e quattro minori ne' piloni
degli archi della Cupola ; Dipmfe il Dom nichino nella tavola gr.m»
de dal braccio finiftro nell'entrare, S.Gennaro inginucehione , in
m zzo alh Urge de' Santi Martiri fuoi Compagni , altri de. oliatici
altri proifimi ai Martirio ; Tiene e°li le mani aperte , e paziente of-
f.rif.e il collo alla lpada del Cara fice , ailìitendovi il perfido Timo-
teo fopra Hn Seggio , in afpetto fiero , e crudele , con aitn Mimflri.
In uno de' quadri minori è fijur.it l'Apparizione della Beata Vergine
con S. Gennaro in Benevento al Sepolcro del Santo , e vi fono effi-
giati varj infermi , e itorpiati , che concorrono a rifanarli con l'olio
della lampada , che arde avanti il Sepolcro . Nell'altra lavagna vi è
il miracolo di un g.ovanetto rifuf-itato osila bara , pollagli fopra una
coltre con l'immagine del Santo , vedendoci dietro le mani di uno,
che folleva la coltre , e forgendo il giovane invita, qual cadavero
eftenuato con gli occhi indentro, che*' aprono di nuovo alla luce ,
viene abbracciato dalPanziofa , ed impaziente Madre , che con altre
figure è vivacemente colorita , per ria giormente ftt fpirrare l'or-
rore, e la pallidezza di colui Ja'era morto , e vi e un fanc.ulio , che
mentre gli altri- ilmno maravigliati per lo miracolo , egli fpivent.ato
cerca fottrarli in fuga , ufeendo fuori dalli manichi della bara . Nel-
la terza tavola vi è la Sepoltura del Santo Corpo trafpDrtato in Nipo-
ti , dove concorrono Ito-pia ti , e poveri , .per ricevere grazie dalla
fua intercelfione . L. quarta tavola uguale a quelle rcftò imperfetta
per la fua morte , e fi ved . nslV Aitar d.lia S-.gieltia del T-fer o,nnd2
in luogo di qt;e la ne dipinfe un altra il Cavalier Maifimo Stanzioni ,
che fi port'a aifai bene . Così 1' altra grande per l'altro Altare , in.
Contro quello deve il Santo vien decollato, fu dipinta andie egre-
giamente di Giufeppe di Ribera , detto lo Spjgncletto . E qu fto ù\
detto an he per intelligenza di ouei che non intendono il fignifi at»
delle figure dipinte dal gran Domenichino. Ot
Architetto. i$j
Or per tornare all' opere di Aichiteetura del P. Brancefcu Gri-
maldi , dico , che architettò la beila Chielà de' Santi Apofloh , alla :
moderna, uve più anni prima avia fabbricata la cala, come fi dille.
Ma ni n so se fu pi ima quella Chieia eretta da lui, o pur fu quella di
S. Andrea della Valle in Roma ; pofciachè quella de' SS. Apoltoli fu
rifatta da capotici!' anno ioatf.. come dice il Capaccio al foglio $73.
del luo Foralliero. Ad ogni modo 'lappiamo , che il P. Grimaldi fu
chiamato in Roma per erigere quella famofa Chiela , e dopo ritornato
in Napoli edificò la belli/lima ( Im la di S. Mina degli Angioli a Piz-
zo Falcone ; Chiela veramente m.i£,mh"ca , e tenuta una delle più
grandi , e fuperbe fabbriche., che liano in Napoli ; ed ove il P. Fran-
cefeo luo Architetto fece pompa della fua gran virtù , avendone avute
infinite laudi non folo dagli intendenti , e Frofcfl'oii , ma ancora da.
tutto il Popolo , per la bellezza , e magnificenza di così bella Chie-
la . Fece alti e molte fabbriche il P. ^Grimaldi , ma le più lòntuofe
fon quelle da noi deferitte > onde per quelle eternamente viveià alla,
fama il luo nome , dapoichè 1' Uomo virtuolo , virtuofamente ope-
rando , viene a foggettarfi la morte, vivendo eternamente, nelle lue
opere , e dopo diftiutte quelle, vive nella memoria de' Polteri.
Fu il P. Francelco Grimaldi veramente *un grande Artefice in
Architettura , ma fu eziandio peiitiflimo nell' arte del Getto , e tan-
to , che tu in molte occalioni adoperato , e fervivi di configlio, e Antonio
d'ajuto a molti Scultoii , e Gettatori di metallo , e di argento ; Te- Monte per-
ftimonio ne fia Antonio Monte , che fotto la fua direzione venne a fezionato
perfezionarfi nella difficile arte del gettare le ftatue , laonde fece fotto h di-
poi le beli' opere , che di lui con fua lode fi veggono ; come per lezione del
ragion d'eUrnpio fono alcuni Puttini d'Argento, che fi veggono nel- p. Grimal-
la Chiela dilla Santifiirna Nunziata , con .baffi rilievi -gettati n mara- di
vig.ia con befa perfezione , ed altre opere che fece in altre Chiefe,
delle quali ne ripoitò molta lode ; ed egli ftmpre ne contribuiva
gran parte al P. Giimaldo, al quale proiettava di edere obligito di
ciò che egli operava: fcfempio raro di animo grato, perciocché per
Io più vediamo pagare i gran beneficj con grande ingratitudine-
fine della Vita del P. Trance/co Grimaldi
Architetto Teatino.
POMO lì. X k VITA
*58
V I T
D I
BERNARDINO CESARI
Pittore.
T^Ria il Baglìone (come altre volte) facendo Romano Bernardino Ce-
■*-• fan à' Arpiuo ; dapoichè le fu fratello del Cavalìer d'Ai pino , e
nato in quella Città famofa per elii-r fiata Patria del divin Cicerone,
cerne egli dice che fi» Romano .' Ma perchè vuol far credere Roma-
no il fa molo fiatelìo di lui, perciò m qutfto afierilce co» fermezza
ch'è Rumano. Intorno a che io mente più dicendo, ne altri argo-
menti portando ad una cofa che manifefta, ripoteiò lunque in quefto
luogo quanto ne fcr.fle èì Bernardino j dapoithè facendo quelli lua
vita in R ma , ove molto ajutò il fracello nelie grandi opeie the fa-
ceva , non operò niun.i altra colà , ne per la Patria , ne per atro luo-
go del Regno the noi lappiamo di lua invenzione.
,, Bernardino Celàri fo Romano , e fratello del Cavalier Gioleppe
?, Cefan d'Arpino lu Pittore , e fi portava nelle fue opere afiai bene ,
„ ma in dilegnaie pulito , e deligente pochi gli furono eguali, e tra
„ le altre fatiche, che egli fece, copiò alcuni dilegni di Michelan-
„ gelo buonarot» , che erano di Thomafo del Cavai. ero donatigli dal-
„ 1' lite (Tò Michelangelo, come a Signor Romano, che delia pittura
erandemenre s'intendeva , e de'virtuofi era fommamente amatore,
Bernardino li fece tanto fimili , e sì ben rappoitati, che l'originale
11 dalla copia non fi Icorgeva . In lomma ben dilegnava , e nel imitare
s, era eccellente •
„ Egli fece poche opere da per se.
n Dipinle per li Padri Barnabiti di S- Carlo alli Catinari un qua-
„ dro di un /Wi me tangere , che è quando Crilto noftro Signoie ap-
„ parve alla Madalena dopo e fiere riulciuto in foggia d'Ortolano»
j> ora lo tengono apuelb in Chieli a oglio l'opra tela lavorato.
v A tempo di Papa Clemente Vili, dìpinfe in S- Gio: Lacerano
ne' lati a man manca della traverfa , accanto al SS. Sagramento l'irta-
ria di Collimino Imperatore l'opra il Carro Trionfante con molte
figure di lua invenzione, a frefeo colorito, e vi è ur S. Pietro
Apoitolo pur di fui mano maggiore del naturale , in frefeo pari-
», niente opeiato-
m Fece per la Chiefa de' SS. Colmo , e Damiano , già Tempio di
>, Romolo , e Remo un Qundro di Altare nella prima Cappella n ma-
„ no ftanc3 , ove è la Sannllima Vergine Maria col luo Bambino Gie-
,, su , e S- Cofimo , e S. Damiano , e due altri Santi intorno , a oglio
,> in tela dipinti .
Molte
■
Vita di Bernardino Cefari Pittore 259
,. Molte opere del Tuo ftanno in fregi dì ftanze già de' S'ignori
>» Patrizi , ed ora de' Signori Cortami in piazza Matetica,
.1 Q.uefV uomo averebbe fatto delle opere da fé , ma occupato iu
n altre del fratello ne Infoiò poche del fuo .
n Era amorevole , e di buona natura , e amico del amico, e gli
» piacque fempre converfare con pedone nobili , e maggiori della fua
ìi condizione , e l'oleva tal volta ditesene nel converfare co' maggiori
ìi di le nulla fi perde ■
„ Finalmente morì di frefea età in Roma nel Pontificato di Pao-
» Io V- e nel Accademia di S. Luca il fuo ritratto fi conferva.
Qjiefto è quanto ne lafciò di notizie il nominato Cavalier Gio-
vanni Buglione nefla corta vita di Bernardino Cefari , fratello del fa-
ri fo Cavalier Giufeppe d'Ai pino, il quale, fecondo riferiva Nico-
lò di Martino , aveva feco condotto a Napoli Bernardino , acciochè
gii fervile d' ajato n 11' opera , che far dovea della magnifica Cap-
pella del Teforo nel Pifcopio Napoletano ; k veramente parche pro-
bnhil f\ 3 , fecondo narra lo fitfTo Buglione, ove dice, che poche
Oltre fece , petxhè continuamente fervi d' njuto al tratello nelle mol-
te oper che gli venivan tutto giorno allogate, Raccontavano alcu-
ni Vecchi d'Ha Città di Fiedimonte di Alife , aver udito da' loro
Padri, chv' il Cavalier d'Arpino allor che vi fu a dipingere la Cap-
pella nella Chlefa rie" PP- Domenicani , ove efprefle il Giudizio alli-
vellale , vi o'nduf'e feco il fratello, dal quale fu ajutato in queir
opera , e dopo uniti putirono per S- Germano, ed Alpino, ove al-
tre cofe di pittura >fli fecero per onorare con quelle la Patria loro,
ed indi a Roma fecero tragitto , ove alla perfine terminarci! !a vita.
Fine della Vita Ai Bernardino Cefari
littore.
K k 2 VITA
zòo
v i
DEL CAVALIER
GIUSEPPE CESARI
D' A R P I N O
Pittorey ed Architetto»
T^ Così chiaro il nome del Gavalier d' Arpino , e l'opere appai efate. ,
*-• che a me non rimangono , fé non poche cole a foggiungere. alla
fua vita , fwntta dal Gavalier Buglione , che fu fuo dilettolo ; il qua-
le port.ito però dalla paffione di così celebre maeltro , averebbe volu-
to , che quelli fufle confklerato più tolto Romano , che del Reame
di Napoli . Quindi è che lo ìcriffe : Nato da km Pittore di Alpino i
qu;di che dovelle intenderli per argomento infallibile , nato in Roma,
e con ciò eliìer per Romano da ogn'uno riconofeiuto ; locchè egli il
Bagli one , nel profeguimento della fua narrativa apertamente a (ferì j
dicendo : Efebbcae egli tweque in Roma , ,pnr voile di Alpino nommnrfi;
ù. ger amore della. Patria del Padre., o per grati ficarfi i Regnanti. Buoii-
eompagui S'gnorid Arpino , da' quali avea auto principio la fua buona for-
tuna : Così il Baghone con fue mendicati argomenti vuol perfuaderlo
Romano ,• ma . per thè era n. troppo cogniti i luoi Natali , i Genitori , i
parenti, e la patria , nel proleguimento della fua vita , gli convenne
coiifefiàrlo nativo , e Cittadino di quella Città con dire : Et in Arpino
ha fatte multe buone fabbriche , in onore della fua Patria , e del fuo no-
ne .-.Per la qua-l cola reità lenza mun contradittorio (tabiirro , ellere il
Cavaher Giu/cppe Cefafi della Città d' Arpino » avendone lo (te fio
Cavaliere datane tefhmoiuanza nella medelìma Roma ; dove pofe su
la porta della fua cala l'arme dei fuo calato , col nome : Jrfcpb Arpi-
nat: qual cafa (ì vede fituata vicino la Madonna di Montelànto , nel-
la (trad.i del Corfo , o>e fi va alla Porta del Popolo • E tanto badi
per far chiaramente conoscere , che Alpino tu la Patria di Giufeppi-
bo , dapoichè , quando, il Cavaliere fabbricò il Palagio per fua abita-
zione, non regnavano più i Buoncompagni , nva l'erede in tempo di
Papa Paolo V- ; laonde, qual nfpetto lo molle a fenver su la porta ••
Arpints., se non l'amor della patria ? Ove come attelta il Baglione
iBedelimo fece tante, bai le- fabbriche per fuo onore. Con tali adunque
infallibili pruyve , fgombiando dalla mente di alcuno ( come ne'pjf-
fati giorni è avvenuto con un Gentiluomo) sì erronea opinione , che
il Cavalier d'Arpino fufle Romauo »• farem palleggio alla narrativa del-
la fua vita , delcntta come abbiam detto dal mentovato Cavalier Ba-
glione •
Di tempo in tempo fstolé aver Id pittura qualche nobile fpirito ,
che molto l.i Pende f'amoja , e J' immortalità l illtiftra . Maitre il Poh-
tefise Gregorio Xill. BaonCBtHjV^S Bolugnefe faceva dipingere le loggie
nel
Pittore, ed Architetta x6 1
nel Vaìaggio Vaticano , fi ftópftff un Giovinetto , che in quei tempi de-
fio lut.bil mn avaglia di fé al Mondo , e qaefli nominav./Jì Gtof.-ppint
nato <f un Pittore d' Arpino , ebe con maniera affai grojfa dipingv i di,
Vr.ti , ed egli era il J'uo maggior figliuolo, ed avendolo fatto attendere-,
a. difignare , e colorire- h con acc fiine di alcuna lavori , che il Padre
prendeva a fare , e non baftavagli l' animo di compirli , voleva , ebe
loro dejfe perfzzione al meglio, che poteva il (ilo Figliuolo Giofieppi-
no i ed in ciò e^li effercitandofi , come anche ritraendo dalle facciate ,
e dalle alfe cofe più principali di Rima in età di 13. anni in circa
fece anch' egli una facciata di Cafa polla a man diritta fra le piazze
Madama, e Savona ,. ove fu colorita la fortuna a giacere con una fi-
gura in piedi . che tenevi una fpadu in- mano , con altre figure di chia-
ro e fiato , ed ora da un vi fabbrica e jl it : guitta ». e quejti furono
i primi lavori ne' quili pubblica mente l' impiega ffe . Vìi il Padre, ac-
ciocché il Figlio t' arte ben apprende ff~ , e gli pote/fe recare giovameli*
to., ed ajutar J'e la Ma ire , ed mi altro Fratello minore , che Bernar*
diuo appellav.fi , ( e. già di lui ne abbiamo fitta menzione) fu mairr
dato iu Vaticano, a fervi re i Vittori di Palazzo , che jott < Gregario
XIII- quelle loggie lavorarono ,. e qucfti gli ordinavano li colori , ed
egli a loro faceva le tavolozze ficcante columnfi nelle opti e a jrejio,
Averebbe avuto viglia GiuJ'eppiuo di di formare e colorire qualche co-
fa , mi non ardivi, si per la poca età. come anche per 11 paragone de'
gli altri-, nondimeno, ingegn /fi di- far con/cere il J'uo valute , poi. he
nel tempo , che li dipintori andavano a de/iuare ed affai ( cone è Ut
collume ) vi dimoravano , ;/ giovinetto un giorno prendendo animo , fi
mi fé a formare in quel tempo alcune figurine > e fotirini fatti a /'re-
fe 0 fopra Ut quei pilaftri , come anche fin ari vi fi veduti ben formati ,
e mirabilmente J'pintoji , che njii vi era ». filino tra quei AJ.eJlri per buo-
ni che fio/fero -, che av fi} ptluto fuperare il valore , . e la leggiadria di
quelli . 'Ritrovavano li Pitturi volta per volta , le belle figu-iue di Gio*
feppiito , e ne recavano maravigliti , ne pìt-.udo venire in cognizione di
chi J'e le f te effe , finalmente di najcojlo vi mi fero la guardia, e fu ritro-
vato , che Giofeppino era qu.gli , che dipinte le aveva allora maggio) mente
fi in.iravigliarono , che di mano così tenera uajceffe opera tosi perj etti , che
j'pirava vivacità e jn franchezza di colorito sì mirabile , che tutti confuji
ne rifilavano .
In q 11 fio bisbiglio ('opratimi fé F- M. Ignazio Danti dell' Ordine de'
Predicatori di S. Domenico , il qa-ile di quelle pitture la fopraint enden-
za aveva, e il tutto , inttfo , e v liuto ammirò 111 quel figlia lo si gran tu- -
tento , ma /Porgendolo d' animo rimejfo, e vergogno/o con lodargli lafua
virtù lo inanimi , e promifegli di favorirlo appreffo il Papa , tal che
giungendo la fiera vendite il Pontefice G egorio a vedere i lavori del co»
lorito ( ficcarne era Jua folito ) il P. Ignazio prefentò- •Giofeppino mal in
arue/ì. alla pre/enz.a del Papa , e fattogli baciare i Saiitijffimi Piedi ,
narrò al Pontefice il valore , e lo fpirito grande che dimojirava nelle
fue pitture qu I Giovinetto , .e come daini J'peranza di riufcir grand' Uo-
mo , fé la pietà di jua Suntità di qua. che ajuta l' ave (fé favorito , ac-
ciocché^ egli Ji f jfe pAuto dare ai /noi jludj , ed attendere agli /limoli
virtuoji del /uo nobtl genio . Il Santo Pontefice , che era tutto pietà
volentieri gli conce ff e *« pane per lui, e per la Jua Famiglia, e dieci
fetali-
2 6 2 Vita del Cavalier Cefari
feudi il iittfe , perche egli potere e omviod amente efercttarfi ite'la per»
fezzione della fui virtù , e diedi ordine , che ,tip "genio He lavori Poti'
tificj ave (fé egli uno feudo d' oro il giorno , e ciò { mentre il Pontefi-
ce vip ) fu ej'eguito .
L'i frinii! pittura, che egli face /[e fi nella Sala Vecchia de' Te-
iefebi ; ove figurò di chiaro e /curo San/bne,, che port., in j pali, le por-
te della Citta di Gozza con gran fpiritu formato, e nella Sala de' Pa-
lafrenieri vi Jono dei fuo alcune vii tu con Tuttint coloriti affai vaghi,
e leggiadri , e fornuvvi alcuni Apnflob di chi -ri furo , ed in diver/i
luoghi di quel Valazzo andò figurando altre cofe di molta bellezza. Di-
pinfe q:'ì nella Minerva , dove fi J "noi fare Capitolo , un tjiurij l'opra
la porta , che va aita Sagreflia , ed è quando il Manigoldo feri S. Pie-
tro Martire a(f i jpiritofo con due putti/ti francamente coloriti .
Fece nel Cbiojlro de' Fr:ti di S Francefila di Paola alla Trinità
de' Munti la prima ijloria grande a man diritta , dove è figurata la Ca-
tiomzazine del Sai.t'i fatta da Papa Leone X con tutta lu Corte /?o«
Mona con grandifftmo Amore operata , e ben colorita } e qu.\lo buon
componimento d '[Iurta con belli ffime tefie tal nome gli diede, che no»
fi dneva d nitro , che di (iiufppe d' Arpino che fihbene egli nacque in
Ruma , pur vutle a' Alpino miii'uar/ì j o per amore della i atrio d<.l Pa-
die , o per gr«t-fcarfi i Regnanti 'Buoncompagni d' Arpino , da' quali
aveva avuto punì, pio la fui fortuna .
Attefe ad Operare coi fuo pian Ilo nel Palazzo di Minte Cavallo in
Otte II a parte . ibe da Gregoiio XM fu fatta edificare, ed adornare,
e vi -coleri nobilmente fiegi con ijlorie , e figure nella Cappelletto vi di'
pinje i ijioria di S. Gregorio il Grande , Pontefice , e Dottore detta ihìe-
fa Rjin.no , molto b Ile , e fi mantengono sì bene a frefeo , che p»$0-
no ora formate .
NeìU S.gnjha d.gli Orfanelli , ov è un quadro della Trinità co*
oleum Sciiti a ogtio , u' ha dipinto il Cavai, eie .
tu S. Silvejtre a M nte Cavallo nei mezzo del Fronte ftzio fu la
porta di acuir; jece S- Suv.firo a federe in atto di benedire .
Vi infe in S. Elena Chi e fa de' Credenzieri a Cejartui , fopra un Al-
tare dalla man diritta , una Santa Caterino Ve gin* e Martire con due
putttni , che la in, rollano a olio . Nel/a Chte/a de Frati 'BenfrateJi ali
itola dei Tevere dal mance lato colorì la Cappelletto , ove fono didel-
fe ilìoriette della óUadonna con alcuni Santini a frefeo affai gra-
nfi .
E nel "Pontificato di Papa Si/lo V dipi'fi fopra la porta di den-
tro a pie delle fcale del PaUggio di S- Giovanni L ■te-ano , che riefee al-
la Scola Solita , e Jono aue figure maggiori del natili ale , una r,.ppre-
fenta la Religione , e V altra la Giufitzia da le bande dell' Arme del Pon-
tefice fitte, toii quella fua vaga maniera .
Per il Cai dittale Aleffaudro Farti' fé , dentro S. Lorenzo in Da in ufi
di pinfe la facciata della LbteJ'a a man diritta cin ijiorìa d' alcuni fat-
ti di quel Santo Levita , con figure affai maggiori del vivo , e confre*
giù di fopra belifftme ove fon, figure , e pattini affai gr^ziofi . Scoper-
se egli parimente J' tjìoria verfo 1' Aitar Maggiore , e diede ti gran gu-
fio non /olo a' Profcjj- ri , ma a tutto il Popolo che grandemente il lodi
vedendo quella bella maniera di dipingere in frefeo , che in quel gene-
re non puule ricevere maggior componimento , ed è fatta tanto franca,
che
Pittore, ed Architetto. 263
tbt fare ail'-fjo co/trita , ed in quella Nave iti mezzo dipi»/ e anche
una gloria d Angeli [opta l Qrg i Ilo affai v gbì , e doppo la molte del
Cir.lni le Al. f ndio compì V a. ir a ijìorìa itela medejtma facciata di
primi
J I I . 1 .
Poi andò a Nipoti chiamato dal Priore dì S. Mar dito P. della Cer-
tofa , dove dipinfe la Cupola ella Chi fa , e d poi colini nella Sagre
l\ia d.vtrfe ijlotie della Pjji.ae di N Ilio Signore di mezzana gran-
dezza con figi-.re piccole , che erano mirabilmente dal Juo genio for-
mate
Erra il Cavalier Hiqlione nel dire: dove dipinfe la Cupola; poi-
ché 11 e i hi Certofa di Napoli non v'è Cupola , e la Tribuna è di-
pinta dal Cavane:' Lanfranco . Dipinfe b.nsì il Cavalier d'Argino la
volta del Coro , la quale ha fra' itucchi dorati qaattro quadrj nel
muzu *, ne' qudi vedi-fi Moisè ni primo , che al Popolo Ebreo
intercede da L'io la Manna nel Delmo ; nel fecondo ÈTifeo con l'An«
gelo , che gli porta il pane , e la fiiica » nel terzo nolfro Signore ,
che palle le Turbe col miracolo della moltiplicazione de'cinque pa-
ni , e due pelei , e nel quarto la Cena con gii Apolloli . Tutte figu-
re della bacia EucarijKa . Ne' fpicoli fopra de' fiueftroni , vi fon altre
quattio pitture, the rappi eternano quattro Cene , e quelle fono: Una
le nozze di Cani in Galilea , l'altra quella del Farileo , l'altra quan-
do da! Profeta è prelentato a David il Pane della Propofizione , e
l'alta Culto a menza con li due Difcepoh in Emaus. Uà' lati de*
medelimi fpicoli , vi fon dipinti Santi dell' ordine Certolino , così
Monti , come Vefcovi . Ne' rilalti di detta volta , vi ha fi urato li
4. E vangeli fi 1 , in quel di mezzo a due per parte, ed alcuni de San-
ti Apolloli più grandi del naturale; effendo le figure dell' iftorie la
quarta parte del naturale in grandezza, e qutfte fono le pitture più
belle-
Alcune di quefte iflorie friron lafciate imperfette, a cagione di
fua partenza, per dilgulli avuti con Belifario , ed altri Pittoii fuoi Parcenxa_»
le^uici . Peretocehe e da laptre , che volendo i Signoii Deputati del del Cava-
Teloro di S- Gennaro far dipingere al Cavaliere la magnifica, e gran l'er Gìu-
**- '*■-" — r 'eppe A"
ter piti l'elìdere alle inqu.-
t tì , quali dilpeiato, fece ritorno a Kum.i j tatuando nel pillare th'ei
free per Monte Cafino quei Cartoni poco dianzi accenati , fatti per
la Cappella del Telmo a quei Monaci ; e Con ciò venne a falciare
im pei fette alcune iftone delle lopra deltntre in S- Mattino,* le quili
poi furon compiute aliai bene dal virtuofo Pittore, e Sant'uomo Gio;
Bunaidino Siciliano, che al tuo lòito , le teimuiò con diligenza td
amere , e con egualità di (li le *, o \og i:im dir maniera.
Le pitture però più preziole di Giufeppino , efoife le più belle
che a Ctitofini ti dipin'e , a mio parere lon quelle della volta culla
Sagrestia ; Concioftacofachè furon le prime da lui dipinte in qjel Sa-
cro luogo, ed avea la mente quieta non perturbata da pc-ficivi dilm-
fti,
' •
264 Vira del Cavalier Cefari
fti ; come io tu uelle mentovate piume della volta del Coro da noi
. . dianzi deferitte .
Detenzione h> (jivifa adunque la volta della Sagieftia -in cinque quadri u-^ua-
delK" pittu- ]j ^ eij m e|j| V1 j0r) rapp^elentate illune <aoioruIe della Pacione di Cri-
re della o.- (ju4 je qua|j vennono ornate da ripartimenti., e cornici di ttucco do-
greftia ..11 ,. ,t0 _ \n una vedefi l'oinzione all'-O co» /con l'Angelo confortatore ;
S.Marcino. jjj j tre Apufto , dormienti»' nell'altri ra prefa tei Signore nel dianzi
d'ett' Orto; (iegue la condanna dell' ingiunto Filato-, e dopo nell'altra
ftoria vi è la lepoltura che danno al corpo morto del Redentore , ed
indi fuccede nel quinto quadro la Refurrczione del Signore, e quelle
iftine Tono egregiamente dipinte in figure p.cciole circa tre palmi ,
e con i (tu disio amore condotte ; e vi Tono in effe figure beilifiìme , e
bel. alimi ritrovati . Eden lo qm Iti quadri ritirati nel -mezzo lungo
della volta , vi fon da canto di offe le centine laterali .nelle quali vi lò-
110 dieci tondi , a cinque per parte, ed in elfi vi ha dipinto un pucti-
no pei tondo, con g:' ittrumenti della SS- Paffione . Tramezzatila
quatti tondi , vi fono otto piccioli quadretti , di -figura bislungbetta
per tra verta.; ne' quali vi ha figurato il -Cavaliere ìftorie del Vec-
chio T-'ft.imento , e fono.- la lotta dell' Angelo, e Giacob ; il Sagrì-
fi zio d'Abram;) ; Cairi che uccide Abel , ed il legno d*' Giacob , che
tanno ornamento ad una parte della Centina ; dall' -altra vi è Moisè ,
che parla con Dio» lo Ih. fio che cangia la fua verga in ferpente davan-
ti a Faraone : Il divino Roveto con lo (ledo Moisè , ed un paelè ,
con David 'in picciolo che guarda i fuoi Armenti , eileudo figurato in
lontananza.
In otto angoli che -fon fra quei compii timenti dtvifì , fi veggono
Otto -figure , quali della grandezza del naturale , e rapprelentano otto
figuie del medetìmo Tetramente quali fono: Sanfbne , No-.- , Gtdeo-
oe , Ezeccnia , Giuditta , Giona , David , ed Abimelec , eh.' ha nel-
le mini i pani della pre petizione . Ne'fgufci di quefri Angoli vi ha
figurato a chiarolcuro di .color giallo, varie Virtù , che vengono a
.tare vago iqtei rompimento a tutte qu.lle iftcrie coioitte.
Sop;a laico della tnedefima Sagreftia vedefi un quadro dipinto ad
Olio, ove è effigino ih (t,o Signore Cocefiflo , con la B V rgine,,
la Maddalena , e S.Giovanni fi;to la Croce ,• di figure alla grandezza
del nntgraie.
Neila famdfa Sngreftia de' pi\ dell' -Oratorio di S . Filippa Neri.,
vedeli un S. Sebastiano di mano dei-Cavaliere , molto -tenuti.' in pre-
gio dagl' nit. nienti dell' ara del difegno.
■Dipuile l'Ai pino altri quadri per cafe di perfone p rticolari ; ma
di quell'opere, peithè non fi veggono non lene fa parola; laonde
goi avendo e. mpiuto il numeio di lueb-Ce pitture dipinte in Napo-
li , accenneremo lolamente il quadro fato per Filippo Re delle Spa-
gne a concorrenza di i.a. famoiì Pittoii, che furono, Guido Reni-4
il Guercinò , il Coitona , il Colombo, Andrea Sacchi , Lanfranco,
Donienicluno , il Cav M llimo , lufino , il G uri 'efebi , e'I >an Irarts
come ned' Abecedaiio Pittorico a e- 105., e che da -quel Ce tu fòm-
mamente gradito* di ihiuvo adunque fare-m ritorno all'opere di Ro-
ma deferitte dal Dagliene ', a cui ne con vi en ripoitare per lo reftSnte
della fua vita ; ticehè così fiegue egli il fuo r >gtonamento , col qua-
le daremo fine all' incominciata ifloiia del fuo rinomato maeftro .
Rjtor-
Pittore, ed Architetto. 265
BJtornoJjene indi a Roma , * nel Palagio del Cardinale Santafe-
verina a Monte Citorio operò varii fregi con alcune iftorie belle , .«
certi sfondati [otto la volta dell' Appartamento terreno molti vaghi ,
ed anche al mtdefimo Cardinale fece nella Chiefa de Greci due Altari
fatto le nicchie della travexfa a man dritta la N. Donna ajjunta con
gli Apolidi , e l' Incoronazione della tergine in Gloria , e dirimpet-
to facevi un Croafijjo-con la Madonna e S. Gio: Evangelica , opere in
frefco condotte : e p*.r l' iàejfo fotta il ciborio di S. Bartolomeo all'lfolt
formò quattro te/te di Santi a olio colorite.
Dentro 5. Luigi della Nazione F rancefe dipinfe a man manca
nel/' ultima Cappella de Signori -Coni a-> elli fopra le volta un hijìoria di
S. Matteo Apo/iolo i e dalle bandi due Profeti per ciafeun vano fatti
a frefco ajfài gratiofi .
Opera del fuo pennello nella prima Cappella dentro la Chiefa della
Trafpontitia fopra f Alt are fu la S. Barbara con il fulmine iti mano a
olio condotta , ajjai buona figura .
Fece nella Chiefa di S. Prejjede per li Signori Ogliati , ove è l»
Cannella alla pajfione di N. Signore dedicata , in mezzo della volta VA'
fcenf.iyiic d'I Redentore a! Cielo con la Madonna , e co' fuoi Difc epoli .
la quale feorta di /'otto in fu con altre figure i ed havvi in fu l' alto
Profèti , e Sibille con gran forza , e di buon gu/lo dipinte , e voglio-
no che quel? opera fi a una delle migliori , /) per .difegno » come j>er
Colorito eh' egli facefje ..
£ nel tempo di Papa Clemente Fili, dipinfe mila Chiefa di S. Ma-
ria in via la terza Capp-lia a man dritta , che è de Signori Aldobr an-
dini , e fece fopra l'Altare un quadro a olio entrovi Maria dall'Ange-
lo Annunziata , ma non però di molto buon gnlìo ■> come dalle bande
fono le due hi/torie , una della Natività di Nojira Signore e l' altra
dell' adorazione de' Maggi a frefco , ajjai grati e di bella maniera.
Per entro il Palazzo del Si g. Corr odino Or fino , vicino a S. tho-
mafo in Parione , colori a frefco la volta a" Una loggetta con diverjì
fatti d' Ercole effigiati , con figurine nude di diverfe donne molto gra-
zi o, e ; ne più affittar fi può da v:rtitofo pennello , ed è una delie bel-
le opere , che già mai factjje , dove fon j dipinti alcuni paefi da Ce fare
Piemnntefe .
Nella Villa Aldobr andina a frafeati {nominata Belvedere) in Diquefit_*
alcuni sfondati delle volte ha formate diverfe hi lìorie del Tejtamtn- Pitture fu
to Vecchio a richiefia del Cardinale Pietro Aldobr andini , molto degne Cti( ' ' ato
di lode. " M^in™*!
E nella Chiefa nuova a man dritta % vicino alla vecchia Sagre, ia \3 ,ua Galle
ha dipinto a olio l'incoronazione di Maria Vergine con N S. , ed An- tu .
geli , e puitir.i in gloria , ma di maniera dalla fua buona diverfa.
Tomo IL L I in
i66 Vita del Cavalier Cefari
In S. SilvePro a Monte Cavallo egli medefimo ha dipinto nella fe-
conda Cipolletta , che è alla mano fianca Iti volta con tre hif.orie di
S. Stefano p?r il Cardinale lannefìo , affai b'Ue e grazioft.
E g^ parimente nella Trinità de Conva'eferti , e de Pellegrini ti
tnai fini lira n "Ila feconda Cappe!' a ha di fuo jopra l* Altare , ma non
Con rrtol'o gn/ì» , ha cndotto un qradro a olio , entravi la M donna a
federe con il Bambino Giesù S, Nicolò , e S. Francefeo.
EJ in S Baiiianello all'i Mattheì , Chiefa de Merciari di Roma
il Pennello dd Cavaliere operò un S.Sibujiiano ad un tronco fgato a
olio afa i buono .
L L'In ftrijfimo Senato , e Mapiflrato Romano gli concejjt la Sala
de Co/ifervatori nel Campidoglio per dipingerla , ed egli promif di fi-
nirli in quattro anni , cit'e per fanno Sntto del i 600. i'rmcipijilla ,
e nella facciata in capo alla Sala , dove è po!,a la Statua di L-.one X.
d' pi' fé f ti mitro , quando fu trovata la lupa , allattimi. Ramalo ■> e
J{emo da F infoio Valore coi gran maniera, e con buon gu 0 fatto', e fé
tglì h"vejfe fluito quello Pile in tutta f opera , n havrebbe riporta'
to giuria immortali . Dopoi feguitò f Hilìoria grande della Battaglia
tra' Romani e Sabini nella ficciata magiore , e quivi anche fi pn*tò
7iob> 'Intente , dove fi feorge qumrità di figure % di cavalli, d'affitti'
dini dive^fi Con belli abbi [r. di amenti fatti con grand'lfimo Spirito , e
gulo, e fi vede , che il Cavalier Giofeppe in condurre qt'.e ■' Hr'loria
v h.bbe parricolor genio , e molto fé ne compiacque , poiché era fé.
Condo il fuo talento , effondo/i "gli fempre compiaciuto di apparir biz-
zarro , di andare bene fé fa a Cavallo , e di cingere Jempre Jpada in-
fitto a" giorni dtlf ultima malattia , anzi delettojjì di f. ir e fcelta di
Storie , come nel fuo Studio fi è veduto .
Fu fua la pittura dntro la Chiefa dello Spirito Santo a fìrada
Giulia a mano manca fopra il fi condo Altare , che è il quadro di S.
Francefeo * il quale riceve le Stimmate a olio con buona maniera
fitto :
Andò egli parimente in Francia con il Cardinale Pietro Aldo-
brandin Legato Apofìolico ad Enrico W.e donò a quella Maefih un qua-
dro di S. Giorgio a cavallo ed un S. Michele , e ne fu dal Crijiianijfi-
mo Errico regiamente regalato.
Tralafciò l 'opera del Campidoglio, per fervir Papa Clemente Vili.
nella pittura di S. Giovanni Laterano , dove egli hebbe la foprainten-
denza di tutto il lavoro , e fi fervi di varii Pittori per finirla , e di-
pungervi quelle Hi Varie , e farvi gli Apolìoli % che in quelle facciati
bora fi vedono , ed egli ifipjfo dipinfe la faccia fopra 1' Altare del San-
tìffimo Sagr amento , cioè f Afe enfiane di N. Sunore al Cielo con An-
geli ■> e Con gli Apofuli , che il naturale di molto trafeendono » ed in-
torno
Pittore, ed Architetto. 267
torno al fregio tra quti fé orti colorivvi alcuni Puttini molto foggia
dri . Ep queffo virtuoj'o bavejje dato gupo al Pon ifiic e, barerebbe quel
magnanimo Principe adornata tutta la Chitfia di S. Giovanni , ma la
fiancò con ejfer troppo lento in dar fine a quell' opera l e fu caggione ,
eh' si papa a cosi n bil defiderio non dejfe compimento. Con tutto
Ciò fu regalato da quel buon Pontefice i ed oltre gran numero di da-
naro ne riporto /' Abito di Cnfio ■> ed il Cardinale Pietro Aldobrandi-
no nipote di Clemente nella fu a Cappelletta privatamente in Vaticano
gle lo diede .
Dipinfe nella Cappelletta di S. Giovanni infante le due hiflofit
dalle bande , eoe quella di S. Giovanni Evangeli/fa a olio [opra la te-
la , quando beve ti veleno al C fipetto del Tiranno con alcuni p-zzì di
nudi morti per t rra , e l' altra quando S. Giovanni è condotto nella
Grotta da' f noi DifcepoHi ajjai buomquadri , ed è gran danno^che per
tjjere in tela dall' umido fono pati gua/.i.
D'r.hne di PapaCl -mente gì; furon dati da Signori della fnbri-
ca di S' Pietro li Cartoni della Cupola per farvi i numeri fi , e belli
mufa ci , come bora co» buona partitura di Angeli ài Santi Pontefi-
ci di Ss. Apojioh di S Gto: Batti/ia di Maria Vergine, e di Ho/tra Si-
gnora fi zede, e que/r opera eh mil o l'occupò fu nuova caggiona , che
fi rralajctaj}' il lavro d<.lla ìtala del Campiti*. glio . Co>ne egli altresì
p.r la facciata d l Palagio Pon.' ficio Vaticano fiopra la porta degli
Svizzeri 1 f ce il Canone della Madonna con il Faglio » e S. Paolo «»
fiedi , eh? poi di Maja co &J a:o formato.
E 'a Pontefici p r f ecce]lt>r*a d.l fuo pennello , ejfendo flato fint-
are nette open loro odopcrato , l'apa i'aolo V- anche l'occupò in dargli
a d:p:>ig?ie dentro la bella Capp-lla Pania in S. Maria Miggiore fopra,
f Alr«r<- la parte m faccia , ove figurò t' iforia di S. Gregorio Tau-
maturgo , che jerij]- contro gì' t, etici i la B-ata Vergine , e S. Gioì
Bvangelijra , che gli detta ciò :h' egli fcrive , con puttìni , e con di-
ver fi nudi legati « opera afiai vaoa . E nell' arco dentro il tondo , che
è di fiotto , nel m'zzo havvi fatto S. Luca Evangeli fta , e da' lati due
Vefic<v.' per aanda , e ne triangoli , o peducci della Cupola, fono fiati
da lui ejjìgiati li quattro profeti maggiori , ed Angeli ì figure molto
più grandi del naturale , ed il tuttofa ìnfrefico dal Cayalier Ciojefi-
pefi ancameute condotto .
Si trovano nella Sagreflia di S. Carlo a Citinari quattro quadri
di fino ■> ivi Con fideicommtjfo lafciati da Antonio ditto della Valle il
quale fu Sartore . Uno fi è Crijìo battuto alla Colonna affai buon qua-
dro , e con la fina miglior maniera operato > ed uu manigoldo molto
ben colorito . V altro e un S. Francefico con due Angeli , che lo fio-
fiengono, ed un altro S. Francefico con un Angelo fola , ed il quarto ì
II 2 S-Bo-
xÓ8 Vita del Cavalier Cefari
Ju Bonaventura con una tefìa di morto in mane.
Dapoi dipinfe afre fco la terza iftoria in Camp- doglio , ed e il'
duello de Curiati i> ed Horatii con- li due Ejjerciti, ed altre figure
ed un poco più debole delle altre ifìorie da prima colorite .
Indi varie coje dipinfe per diverfi Principi l'erfinaggi -, ed Ami-
ci i come anco per il pafiato haveva fatto ed- in divcr/ì luoghi fiorino ,
e quefti per brevità trapalo , ed operò anche numerofi dijegni di quel-
la futi bella maniera da tutti molto cari tenuti .
Sotto il Papato di "Urbano Vili. Regnante fece il Cartone di S.
Michele , che da do: Battijta Calandra fu di mufaico compoflo i ed è
nella Bafilica di S. Pietro fopr a un Altare d'una Cappella delle quat-
tro maggiori dal lato deitro dd Tempio .
Dipinfe nella Chiefa di S. Grifogono titolo del Cardinale Scipione
M.orghefe , nel fiffitto indorato fopra il Ciborio , Nofra Donna col fi-
gliuolo Giesù in braccio che dorme a- olio dipinta , e fice per f i/fejjb
Cardinale alla jua Villa Pinciana un quadro grande della Creazione
dell' huomo a guazzo formate , come anche una Bjima nel medesimo
luogo le quali erano fervite ne II' ejjequie del Sig. Gio: Battila Borghefe
Fratello del Pontefice , celebrate in S. Maria Maggiore ,. opere in te-
la dichiaro e fcuro%
In S. Gio: Later ano fece il quadro a olio nella Cappella del Ch'oro
era Jegfi Eccellentijfimi Signori Colonne fi ; a lato a quella del Santijfì»
ma Sagr amento- ..
E dentro la Chi t fa della Madonna dèlia Scala dietro l' Aitar Mag-
giore nel Cboro vi è effigiata una Madonna col figlio Gitsù in braccio a
frefeo da lui dipinta i ma quella; che fuori nella facciata ifcolpita
è del Valloni . Parimente nel Coro de' frati di S. Francefco a B,ipa
v' è di fwt mano un S. Francefco in efiàfi con due Angioli « che lo
reggono » 'l quale e originale , ed a quel luogo donolìo il Cardinale di
S. Cecilia' Sfrondato- .
Fece nella Chiefa nuova la prima Cappella del Cardinal Cufani a
man manca , fopr* il cui Altare è il quadro delta Prefentazions ai
Tempio del nojrro Salvatore , e Simeone con altre figure a olio condot-
te , e nella volta vi Jone figurati tre Santi , cioè S- Ambrogio S:Ago-
Rino Ve f covi •, e S. Monaca afrsfco , afiai buon lavoro del fuo pennello
ed è vicino alla Cappella , ove è l'adorazione de Maggi di Cefare Jsltb-
bia .
E tutto dì- non mai nelC operare fancandofi , e ad ogni ora e-
ffrcitandnfi -, dipinfe nella Chieja del Gesù un quadro di alcuni Mhr-
tiri di quella tempagni.i nel Giappone crocifijfi , e. Uà vicino all' Al-
tare del loro S. Ignazio.
Alla MhdcKiiù di Lorrto de'FornAri dì B^omafòno fuoi li due- qua»
dri
Pittore , ed Architetto. 269
ari da* lati ddla Cappella maggiori , in uno è la Natività della Ma.
dònna , e rult altro la morte di lei , a olio dipinti.
NlT mpietto della Pace il S. Giovanni Evangeli fìa e f Ahyrla
[opra l'Altare della Cappella di Monjìgnor Benigni è opera del fuo p. n-
nello .
E. dentro la Chieja della Madonna della Vitteria alla mano man-
ca color) in un quadro Chri/lo mirto » la Madonna , e S. Andrea Apo-
Polo a olio effigiati .
In Santa Lucia delle Selci a ma j manca fece il quadro dell' Al-
tare a olio , e [opra la porta di dentro un Padre Eterno a frefeo.
Qjj alla Minerva nella prima Cappella a man diritta de* Signo-
ri Catfarel/i f 'ce iLquaAxo di S. D/m~.nico gì nocchiose con. una Ma-
dònna , ed Angeli ; con due Santi da' lati a olio •
Ed u/timam'nte con tre iftorie diede compimento alla Sala del
Campidoglio » chi già. quarant' anni fono , a-jea ad ejjsr finita , ma
fianco d"1 aver faticato ,. e ridotto/i nel tempo , che dovea prendere ri-
pi fo , poiché indebFolita era la natura , e gli [piriti raffreddati non
ha sì appieno corri [polio al fuo nome , ed appagato il gullo de' Prof Jo-
ri , e come in quelle tre i/iorie ultime della fondazione di Rjìwo, del-
le Vergini Vedali ,, e de! rapimento di Ile Sabine così anche nelle vici-
ne [opra narrate mi lire , che all' animo fui più non rifondevano le
forze, e per VaCcre[ci,nento degli anni majicavagli il. valor del pen-
nello .
Con gli ordini [noi in Campidoglio [ono /fati inaliati alcuni archi
a'nuovi l'ontefei ,,ch'. ivi [olennemeut- pijfarono a prendere il [olito
pr.Jfejfo nella Bajìlica di S. Gio: Laterano .
Nelle [olennijjìme esequie di AJeJJ'andio Farnefe Duca di Parma
fi ce il bel di [egno del Catafalco , e parimente in quello di Gio: Fran-
ce[co Aldcbrandini difguèla pompa funerale ,„f invtntìor.e de' qua-
dri per la ChieJ'a. in alto furono da lui di[pnfle , ed ora nache vi fi
feergono per. le parti della nave maggiore i.e [opra le particelle di den-
tro le due virtù tinte di giallo , e finte di bromo in quadro riportate,
fono di [uà mano .
Yifono molti de' [noi dfegni , e delle [te opere v ed ancora al-
cune inventioni di Conclufioni del [no, eccellentemente da altri col
bulino tra[portate in rame . Fabbricò bel Palazzo a [e , ed afuoi nella
via del Cor fa alla man manca prefo la piazza del Popolo .
Al Marchej'e Evandro Conti , .raggiuiiò il rìmvamento della fac-
ciata del [no Palagio a' Monti , e diede ordine alle Scene , che ir
quel Palagio [ervirono per rapprefntare la f amo fa Catena d' Adone *
Favola bofeartecia dd Signor Ottavio TronfxrelH Ramano . Ed in A>
pino ha^fatte moke buone fabbrichi in.aacr-t della fu a Patria , e de
fuo nome . . Se
270 Vita del Cavalier Cefàri
Se il Cavalier Ctfiri avejfe conofcuta la fu a forte , non vi farla
fiato alcuno , che p ù fortunato di luì fuffe vivuti , poiché ella da'pri-
mi anni d'edefi a favorirlo , ed egli far ve , che difprtzzajje quella fe-
licità , eh il Cielo gli concedeva , poich'i fé bene per la fu a virtù era
amato da Princ'p , e da grandi Perfonaggi,egli nondimeno cercava di
far poco conto de' loro favorì » e li difgufiava , ficcvme col Pontefice
Clemente fé ne vidde f'efperienza , che talvolta fi degnò di pregarlo
mentre anche io v' era prefente , che invigilale nelle pitture di S. Gio-
vanni , e di fua mano qualche opera vifacejje , e pure nulla operando,
hw.n compir -iva , b grandiffima fatica fi durava a trovarlo', e few
tre dicva al Pontefice , che averebbe fateo , ficchi al fine Clemente
Jlanc IJì ; ne vidde Coperà per l'anno del Giubileo 1600. compita come
egli defederava ; E con altri Prencipi ferbò anche /' tfiejjo li ile , ed a
quei Perfonaggi che trattavano con ejjo lui con poco gufìo corrifponde-
va , e que 1 nondim no erano sforzati ( per così dire ) da un certo fa-
to a regalarlo contro lòr voglia ; e par va , che. egli maggior gulìn avef*
fé di operar p'r gente di b affa condizione , che per Signori di gran
tortala come i?i effetto veramente f f e or gè va .
Fu il Ce fari di buona compleffiene , e di gran lena , poiché nel
corfo quafi di 80. anni poco /(ette ammalato , edaquefla età arrivò
fino , e gagliardo con una gamba , { come fi fuol dire ) d ferro , tan-
to era prej 0 di paffo , fiero , e b'zzarro . La fua conver fazione era buo-
na e fendo allegro , faceto , e libero di fentimtato , fé ben' fu Poco Con-
tento del fuo Hato , poiché continuamente nell'animo gh ricorrevano i
difal.ri , che egli aveva patito , ed ora d'una cofa , -. d ora d' Un altri
fi lam ntava , tal che poco lieto chiù, e li fuoi giorni n<-l dì 5. di Lu-
glio dell'anno di uoUra fallite 1640. , ed tn Araceli dove aveva desi-
nata la fua f poltura , volle ejj.r poi tato , poiché fempr» anche por. ò
a qwlla Chicfa particolare dizozione , e gii di Jua mano fopra una
Colon- a a man fini [tra , a mezzo della Chicfa , d piato vi aveva di fui
mano tt;a Immagine del Salvatore in ovaio jopra la Madonna ajjai
devoto .
In quella Ch : e fa i fuoi privatamente il fecero condurre di notte
tempo , dove la mattina vegnente gli furono fitti onorare cjjquie , e
Celebrati Ojfìcj Divini , ed il corpo fu efpofro avanti /' Aitar maggio-
re in alto con 40. torcie intorno , e quivi datogli onorata fepoltnra .
Ha lafciato due fi) l w li Mafchi , ed una f emina ti quali Jo»o reftati
rifai corniti di di bn< dì fortuna ; e fé il Cavalier Giufeppe Ce fari
avefie dato gufo a' l'rencipi , averi a per le grandi occafoni , che gì' fi
fono rupp efntate , fatto gran ritratto di maggior danaro » e di più
facoltofa rendita di bei .
Fu egli però dal I{e Criftìanìjfimo di Francia Ludovico XUL ono-
rato
Pittore, ed Architetto, 271
rtlto dell'Ordine di S. Michele , ed altri r pali , avendo e ^li mandato Nelnoflro
ttnqu.xdro di? Arcaticelo S. Michele , ed ahre pitturi a fiflla AJae-Abio de'di-
ftà appartenenti , nnde iCefari ni fi'tto dove portava la Croce di fri- legni ve ne
fto , teftimonio V n ti fida d Ila fifa virtù , ebbe quello dell'Ordini di'™ ™olti
S. Micheli , ry aio tefiimonio dd fuo valore . ijer d'Avvi-
La fua b'ila maniera h i f.itto fc itola , ed ha allievi , che felice-,ÌQ .
tn'.nt- oerp'tuano la memoria del loro Al^efiro »
Qui termina la Viti dell' Arpino il Bilione, ma a me fir. lecito
di foggiungere . che le hel'iflìmr pitture , che fi veggono n-lla foffit-
ta della Capp- Ila de' RiQ ardi dedicata alia Madonna di Soccorfo en-
tro la R^al Ohi<fa del'o Spirito Santo , attribuite dall'Elio, nio , e da
altri Scrttori a Luigi Rodri»o , fono di mino del Cavalier d'Arpino,
e ciò per d tto del nodi o rei- bre Fanc fi o Solinu na , oltre il g udizio
di altri buoni Fittori , che per fatture dell' Arpino 1" han giudicate i
laonde bif gna dire, che I' Enpenio , con gli altri Scrittori ave/Ter
prefo lo abaaglio , a capirò che dove* veramente Luiggi dipingere
primieramente quella Cppelli , che- poi fu <il log? ta all' Arpino : E
certamente è ella d Ile più belle , che fiano ufate da' fuoi pennelli ,
laonde non mi f ri grave il deferi vere ciocche qujfte p tture rappre-
fent no:
E' compartita la volti in cinque quadri (avendo dia figura ro-
tonda , quafi f udella ) uno nel mezzo di figura rotonda , e quattro
ne' cantoni , che a'q uanto fon centinati . Vedefi in qu 1 di mezzo 1'
ampluz.one d'una Crnefa fatta da un Re di Spagna alla Madonna il 1
Soccorfo. In uno d' 4. quadri vi dipinfe la fibria di Teofilato Ar- Simeone
chuli c-ino della Città di Ad nia in Sicilia , il quale avendo perduta Mecafrafte ,
la fua di >nità , diede l'Anima al Demonio per racquiftarla . Indi rav- S; ^nconiq,
1 1 r ■ r .. -■. ■ » ,r r 1 e Canino,
veduto dA luo errore , ncorfe alla B. Vrrgne del boccorlo , e con le
fue lagrime ottenne dalla gran Madre di Do la f 'a liberazione , co-
ftringendo il Demonio a refi tnrgli la f rittura : N D'altro vi è il mi-
tratolo del Pittore Lberato dalla B- V. per mezzo dell' Immagine del
Soccorfo da egli medefimo dipinta , poiché t iTendoglifi slocatd il Fon-
e fopra cui ftnva d pingen 'o detta Immapine per opera del Demonio ,
qutll' Imm: gine diilefe la mano , e con- onnipotenza d:vina prefo il
Pittore n.l braccio , lo trattenne dal precip'zio . Sigue il fitto di
S. Giovanni Damafceno , il quale perchè difendeva l'Immagini S ere, Leone Ifatl-
perfegu t te da L one If urico Imperatore , fu da quelli calunniato nco peife-
apprelTo il Signor di Damafco , che tramarle con tradimento dargli in cutoi dell'
m:>no la nominata Cittì , della quale G10: t neva il governo ; laonde Immagini
fuconJannto ad e fl\ r 4 1 i troncata la manodeflra , che aveva fcritto ' . V t~
la lettera accufìta dall' Imp ratore , e fu efpofh nella pubbli a chiamato :
piazza . Sopporto il Santo il martirio , ma pregò il Tiranno a vo cr* Iconomaco.
g»
.272 Vita del Cavalier Cefari
gli concedere la fua mano , p.r non lafciarla ignominiofo Spettacolo
della. Cittì , ed ottenutala , entro con efla in un Oratorio della B.V-
e pregandola volerlo foccorrere in quel tormento , lì addormentò , -e
nel fogno gli fu da lei relìitutta la mano , con "la quile poi ferii!; le
laudi dilla SS. Vergine del Soccorfo^ reftandole nella giuntura della
mano un f-gno rollo intorno , per teftimonianza del miracolo . Nel
quarto vi è effigiata la Vifione delle due Scale , vedute da S. Francete©
d'Ajlìfi , che Salivano al Cielo , che una conduceva a N.S. , e Tariffimi
vip rvenivano, l'altra alla Beita Vergine,e felicemente vi giungevano
molti; laonde d'ffe gridando : che tutti andafll-ro per la ("cala della
M donna. fé volevano giung-.r felicemente nel Paradifo , pò che mol-
tilfimi fi falvavano col fixeorfo d;lla gran Madre di Dio . Fra quelli
quadri vi fono quattro tondini , che fanno compartimento alla volta ,
ed in e ili vi è dipinti un Puttino per cialcheduno , e tengono in ma-
no un geroglifico alludente alla B-'-ita Vergine .
Non è nemmen da tacere la beli' opera dipinta dal Cavalier d' Ar-
pino nella Città di Piedimonte d'Alff; , eprqpnamente nella Chiefa
de' PP. Domenicani in uoi Cappella , dove ne' muri laterali di elTa
efpreflè )1 Giudizio lìmverfale , con {travagante , e cupiofo componi-
mento , figurando nel deliro lato i' An:m? giuite chiamate dal G.udi-
ce fupremo alla gloria del paradifo ; nelle- quali fi vele il giubilo ,
la divozione , e la confidenza nella Divina Mifencordn : laddo-
ve in quelle condennate all'inferno fi vede il dolore , il pianto,
e la diSperazione ; e nelle figure delti Bemonj vi fon capriccio-
se , ed orribili forme, che d.anno fpivento a chiunque le mira j
eiTendo affiliati m varie mòtJruoSe Spaventevoli formi . Intor-
no a quella beli' opera , l hi quelle cofe f rive, afiìeme con Nic-
V Autore colo Maria Rolli , virtuofo difcepilo del celebre Francefco S'ilimena ,
della pie-reftarono per buona p.zza ammirati , allorché uniti lì trovaro-
ientcOpcrano uaa voju 3 piedim )nte , confidìrrando in eflh il gr^n componi-
Nìcolò M m-nt0 » l' ottimi dile.mo , la ftravaganz; de' concetti. I' efpri-ifio-
Roifi o(Tei-ne mirabile degli affitti , e la borita del tutto alfi:me dell' opera . E
varono concer.tam.nte merita il Cavaliere gran lode per quella pittura , cornala
ammirano- merita di tutte 1' altee eh' ti fece 1, che fé nell'ultimo degenerò dalla
^.-q'p* bontà primiera , fi deve ciò condonare eli' età la debolezza di tlfe,
pella a pje-dapoichè col crefeer degli anni manca il primiero vigore, e'1 manca-
diinonce. mento de' fpiriti indebolifce 1' operazioni dell' intelletto , e 1' tile.u-
aion della mino .
Si trattenne dopo il Cavaliere in Arpino fua Patria quilche Spa-
zio di tempo, e vi fece delle bell'opere : Indi follecitato con premurofe
iftanze , fece ritorno a Roma, ove lr.fciò la Spoglia1 mortale nel tempo
defcrittodal Biglione.
Fine d'Ila Vita del Cavi Ghifppf C-fari d' Arpino Pittare ,
ed Architetto.
VITA
D I
GIO: BATTISTELLO
CARACCIUOLO,
Così volgarmente appellato Pittore ,
E DI GIACOMO DI CASTRO
fuo Difcepolo.
MOItiflìme volte avviene, che la natura iftefTa dando l'inttinto
per una qualche fcienza , o proft filone a'fanciulli , fovvente ella
medefima ne divien precettrice, infegnandoli più con la fpeculativ4,
che con la teorica , e con quella , e con gli efempj de' trapalati mae-
ftri , ora una difficoltà (uperando , ora una via male agiata appianan-
do , ne avviene , che ttonci , e pratici companfcono a gji occhi del
mondo, al pari de" più rinomati maeflri de' tempi loro . Qu_eR-o argo-
mento vedremo effere adivenuto nella perfona di Gio: Battilta Carac-
ciolo , da tutti comunemente nominato Gio: Battiftello Caracciuolo ,
eflendo nato dalla nobil famiglia de' Carai.cio!i , e per quello fi
dice, figliuolo ancora d'una gentildonna , che fu ft gratamente fpofata
da un nobile di tal ciato : Ma qmlunque la fu a nnfeita fuffe avvenu-
ta , diremo folamente , che da picciolo , andando a fcuola , confuma-
va egualmente la carta in fare gli efemplari delle lettere,ed in difegna-
re fantocci con la penna , come è folita ufmza de3 fanciulli ; ma Gio;
Battifta però mfegnato dalla naturale inclinazione , ottima maeftr di
ogni fi.ii.nza , ed arte , (pendeva volentieri il tempo a copiare in dife-
gno quache pittura di quelle , che fervivan di adornamento alla pro-
pria cafa ; Indi avanzandoli il genio , nelP avanzarli così puerilmente
al difegno , ebbe nelle mani alcuni difegni , o ftampe , che copiate le
faceva emendare ad un Pittore, che par avventura abitando preiTb Tua
cafa, folea di quelle provvedere il fanciullo . Que (io Pittore fecondo
Ja nota dal Cavalitr Maffimo fi dovrebbe intend re per Francefco Im-
parato ; giacche dice in quella : Dopo la fcuola dtlvalentifiìnto Fran-
TOMO 11. M m ce/co
274 Vita di Gio: Batti/Tello &c.
eefco ìmf arato &c. fé pure il fenfo non rifenfce a lui > legando il Ver-
bo : mio maeftro : del che non avendo altra certezza , ne fiegue la co-
mune opinione , che infino alla venuta in N poli del Caravaggio Gio:
Battifta non andò a niuna fcuola . In Comma Gio: B ittita crefuuto
con gli anni nella perfezione del difegno imitando affai bine ciò : he
imprendeva a copiare,pafsò dal matitat jo,o fu toccalap s al p.nnello ,
e fece alcune immaginette di noftra Donna, che da que' , che le videro
gli furon molto Iodate , laonde divenutone anime lo , per maggior-
mente perfezionarli , pafso a ftudiare il nudo , e le ftatue , con lutto-
ciòche pct fle erudirlo nell'arte dell pittura ; lìcame avea nelle
lettere praticato ; ed e/Tendo fornito di buoni libri p; r fare acquillo di
qui Ite, così fi provide di buoni modelli , ed ott.me {lampe per impof-
feflarfi r.ppieno di quella .
Fiorivano in quello tempo in Nrpcli varj Pittori , che con loro
virtuofe fatiche fi avevano acquili to nome , e rio fuzz* , annoveran-
dofi fra quelli Silvaftro il Bruno , Girolamo imparato , Fnncefco Cu-
ria , e Fabrizio Santafede , de' qu di Artefici narrava la fama le laudi
di loro belle maniere , per lo vago colorito da loro ufato , per la qual
cofa volenterofo anch' egli Gic: Battifta di farne acquifto , fi diede ad
imitare que' bei colori , che più al genio fuo fi confacevano ; e perchè
le opere di Marco da Siena avevano molta lode in quel tempo da tutti
li Pittori, e mailìmam.nte da quei , che praticato l'avevano , perciò
Gio: Battifta cercò ancora l'opere di Marco imitare , ficcome fece an-
cora di quelle di Gic: Bernardo Lama , e p ù di tutti di Francelco Im-
parato , del qual Pittore volle copiare per proprio Audio il S. Pi tre»
Martire , nella fua Chiefa prefib i mercatanti ; della qual'opera fole-
va fempre dire , che l'aveva p;ù infegnato quello fol quadro, che mol-
ti altri altri da lui copiati , per vantaggiarli nell'arte; e veramente
queft' opera è degna di fomma Iaude,poichè d'ciTa fi vede egregiamente
il gran Tiziano imitato in quella maraviglia , che dipinfe in Venezia
dello fteiFo Santo , e che oggi cori iftupore di ogn'uno fi ammira nella
celebre Chiefa di S. Gio: e Paolo .
Era di opinione Paolo de Matteis , che le prime dipinture , che
Gio: Battifta efponefle al publko , fufilro i due quadri , che ogp.i veg-
giamo nelle due Cappelle laterali alla porta maggiore della Chiefa di
S. Anna della nazione Lombarda , ove in uno è figurato S.Antoiuo da
Padova , in piedi che riguarda la gloria di belliflìmi putti, e nell'altro,
S Caterina da Siena inginocchio™ , alla quale noftro Signore le pro-
pone le due corone , una d'oro gemmata , e l'altra di /pine , td ella
idigge quella di fpine come amante della fua pafiìone,e/rendo figurata
l'azione in nn Tempio , e quelli quadri fono vagh-itimi , di colore,
che ha però in fé forza di duarofcUra » e buon difegno . Ma alcuni
nwftri
Pittore. 275
noftri vecchi Pittori , fon di parere , che quelli fuflero dipinti dal Ga-
racciuolo , dopo ch'egli ebbe vedine alcune opere egregie del nobile ,
ed ottimo Guido Reni ; e perciò penfando a quelle , ne cerco imita-
re la maniera , e le belle fifonomie, però non anno in loro rjiHIe cari-
cature , e fifonomie già imitate dal Caravaggio ; onde avviene che
akuni mirando il belli/lìmo S. Antonio credono fia pittura belliffima
di Mafiìmo , per la maniera d'ambedue imitata ; e per 1 belli puttini
ivi dipinti ; Ma fiano quell' opere o prima , o dopo efeguite , egli è
certo che fon degne di molta lode , per la nobiltà con che elle Cono di-
pinte , e tanto, che fé averte fempre con quello ftile feguitato a di-
pingere , è certo che con lo ftudio , ed il continuo operar miglioran-
do , potrebbe Gio: Battifta annoverarfi per uno de' primi Artefici di
pittura , benché l'opere fatte in appreflb meritano gran lode.
Era in quarto tempo grandemente crefeiuto il grido di Michela-
gnolo Merigi , da Caravaggio , e tanto altamente fuonava la di lui
fama , (he non fedamente fi avea fatto fentire per tutta l'Italia , ma
ancora di là da' monti era partito il fuo nome , laonde da' dilettanti
fi delìderavano a gara l'opere fue , ne v'era Galleria in Roma e in al-
tre p rti , di fcelti quadri , che non volefle l'adornamento di un opera M;cheIagnB
del Caravaggio ; tanro avea fopiafF.tto gli animi degl' intendenti , e lo da Cara-
de' ProfefTon medefimi quella nuova maniera cacciata di feuri con pò- vaggio , e
chi lumi , e che terminava nelf ombre , ove per lo più lì perdevano lua maniera
<jue' contorni , che devono edere un chiaro efempio , per illruire , e applaudita.
dar norma a gli ftudioiì dell' arte del difegno ; Come poi per difin-
ganno di tale ideata maniera (che per nv.ggiorm.nte ingannare avea
l'appoggio del naturale ) fece il famouifim:> Guido Reni , che profit-
tando delle fode ragioni apportate d<l grande Annibale Caracci fuo
maeftro allor che vidde un opera del Merigi , efpofe al mondo 1 1 lua
bella , nobile , ed elegante maniera , e con la lu;e di quella fua vera,
fcacciò quella tutee ombre del Caravaggio ; ma prima , che quefto
rapaio di Ime della maniera Guidefca vernile in cognizione de' noftri
Pittori Napoletani , venne in Napoli M.rhelagnolo , ove fu accolto
con fegni di grandillìma ftima da' Prof^iTori , e da' dilettanti , e vi fe-
ce molte opere , che oltre quelle dipinte a varj particolari, face per
la Chiefa di S. Anna delia nazione Lombarda tre quadri per una Cap- Michela-
pella , con figurare in quello dell' Altare la refurrezzione del Signore, gnoi0 da_»
che quafi con ifpavento efee dal fuo fepolcro ; Idea bafla , ed indecen- Caravaggio
te al rapprefentato i Ma il quadro del maggior Altare della Chiefa
della Mdericordia è opera lodata de' fuoi pennelli ove dipinfe le fette
opere del titolo della Chiefa , e più il gran quadro della Anellazione
■alla colonna dd Signore nella Chiefa di S. Domenico Maggiore nella
Cappella deila famiglia Franco. Quell'opera efpjfta al piibb'jro traf-
M in 2 f- a
276 Vita di Gio: Battiflelb &c.
fé a se tutti gli occhi de' riguardanti , e b-nrhè Ja figura del Crifto
fia prefa da un naturale ignobile , e roti gentile , come era neceffa-
rio , per rappr; Tentare la figuri d'un Dio per noi fitto Uomo ; Ad
ogni modo la nuova miniera ili quei terribile modo di ombregiare ,
la verità di que' nudi, il rifcntito fumeggiare fenza molti rifleffi , (ece
rimaner forprefi , non folo 1 dilettanti , ma 1 Prof libri medcfimì in
buona parte . Ed indi lì vide la miggiore di tutte 1' opere dei Ca-
ravaggio , che fu la n gazione di S. lJi tro , t (porta nella Sagreftia di
S. Martino ; Quella veramente può dirli una maraviglia dell'arte,
colorita con tanta forza di verità , chj abbatte qualunque opera le
ftà d'appreffo. Or fra coloro,:he allettati, rimafero da sì nuova manie-
ra , uno fu il noftro Caracciolo , ed a tal fegno fé ne compiaque, che
lafciate in abbinJonj tutte quelle da lui per l'innanzi feguitate ma-
niere , a quella tutto fi volfe , ed aflblutamente fi propole feguitare;
anzkhè , lì dice , che copiò molte opere del Caravaggio , e fra l'al-
tre quella della flagellazione di noftro Signore , e quella ftupenda del-
la negazione di S. Pietro nella Sacriftia della Certola . Reilando anco-
ra fui dubio , fé quella copia della flagellazione del Signoie, che efpo-
fta fi vede nel muro laterale del maggior Altare delia Chiefi della
Santillìma Trinità de' Spagnuoli , fia llata copiata da lui , ovvero da
quadlo è° Andrea Vaccaro , che ancora, dopo lui, s'invaghì della maniera
(iato limato di Michelagno!o;come nella fua vita fé ne farà parolaiDi Gio:Battifta,
su la porrà che lo conobbe , fi dice ancora , che volle effergli difcepolo , cofa che
della Chie- giamai con altri rmellri fatto avea . Infiamma Gio: Bittifta profondò
, ene!, talmente nell' imafli nativa la maniera del Caravaggio, che molte
luogo vinari . ,. . r >.u „ -.. . r . . . ti 7 »i •
me/ib i'n_,°Pere P°l "'P'nle su quello Itile , lalciando in abbandono tutti que bei
uadro conc°iori a' quali con tanto ftudio , e forfè con miglior conlìglio prima
Pafquale. fi era applicato ; come ben lo dimoftrano l'opere , che di lui in varie
noftre Chiefe fi vedono efpofte , e come di mano in mano anderemo
regiftiando , fenza ferbar ordine di quale di effe fia Hata prima o dopo
dipinta , per non averne una diftinta notizia . Quello però the è di
coni'in parere , che una delle prime opere , che fece Gio: Batti (la su
la maniera del Caravaggio fia il quadro , che fu efpofto nella Chie-
fa di S. Pi tro a Majella de* Monaci Ceiellim , in una Cappel-
la del Canto del Vangelo , ed ove aveva figurata la Beatifsima
Vergine col Bnnbino , ed alcuni Santi , dipinti con molto ftu-
dio : Ma l'umidità del muro ove flava locato , conlumò a ca-
po alcuni anni il quadro, del quale poca parte ne fu falvata,
e vi fu fitta altra pittura da moderno Profeffore .
Seguitando adunque Gio: Battiila la maniera del Caravaggio, e
con effa le rozze forme d'ignobili naturali , dipinfe per la Chieta di S.
Giorgio de' Genovefi un quadro , per l'Altare della prima Cappella a
man
§
Pittore. 277
mandritta della porta maggiore , con dentrovi S. Giovanni Kattifta,
che ridi' acque del Giordano battezza noftro Signore , ertine' >v> An-
gioli inginocdrtoni , che adorano il Sacro Mirterodi quel falutitero Scir
gramento . Veduto quello quadro in quel tempo , die tutti correva-
no dietro l'orme del Caravaggio , piacque oltre modo , tutto che , la
figura del Crirto , e del S. G10: più per facchini , che per nobili, non
che divine ptrfone , fi potrebbono annoverare ; come ancora ferven-
doli dello fteflb groflblano modello per naturale , come ben sì conofee
da chi è pratico delle noftre arti , inciampò nello fteflb errore allorché
volle effigiare que' fpinti celetliali , e mallimamente nelle gambe ,
che fembrano di lavoratori de' campi più torto che d'Angioli » benché
ne' loro volti ^bbia cercato di dargii più aria nobile di quella folea da-
re alle lue figure , o mondane , o divine il fuo nuovo maeltro Miche-
lagnoìo . Vedefi nella della Chiefa nella Cappella di S.Antonio da Pa-
dova il quadro nel fuo Altare , ove fi efprime il miracolo , che fa il
Santo nella refurrezione del morto uccifo , per liberar dal patibolo
della forca il proprio Padre ; e vi e fopra un pò di gloria con Angioli;
e quello fecondo il mio fentunento , tutto che tatto tempo dopo, refta
di valore interiore a quel da noi defentto fopra del battesimo ; Con-
ciofiaco'acchè il componim nto , ed il iìto delle figure , che fono nel
qindro del battefimo fupera quello , nel quale un idea baila fi vede;
Ati^liore però è quello efpofto in un Altare di una Cappella dal canto
dell' Epiftola nella Chiefa della Pietà de' Turchini ; così appellata per
lo Confervatorio de' figliuoli , che ivi apprendono muTua , e vertono
di torchino , militando ovvero Stando fotto il manto della B. Vergine.
In quello quadro vedefi rapprefentata la Trinità terrena , con la di-
vina iniieme ; pofeiacchè vi è Giesù fancullo tenuto per mano dalla
B. V. , e da S. Giuf.ppe , quafi che dall'Egitto faceflero ritorno a Na-
zaret , e vi è fopra l'Eterno Padre che vien portato dall' Angioli , il
quale con lo Spirito Santo par che aLCompagni il fuo diletto figliuolo;
la qud figura è belliffima , e la tefta veneranda , e pi e ria di madia ,
laddove che quella del Giesù è alquanto ignobile ; e vi fono Anpioli
di bizzarre, e capricciofe attitudini . Nella Chiefa della Vergine Ad-
dolorata de' Servi di Maria detta d'ogni bene , vi è il quadro nel mag-
giore Altare , il quale elprime la vifita , che fece noftra Signora a
S. Eldabetta , la quale ufeendo dalla cala s'incontra nella B. V. , che
falendo le fcale pone il piede fui limitare di quella ; effendovi 1 due
S. Vecchi , che fciambievolmente Salutandoli , dimoftrano una Santa
confolazione per vedere le due Smte cognate teneramente abbrac; iarfi.
Nella Chiefa Parrocchiale di S. Giufeppe Maggiore vedefi il quadro
del SS. Rofario, difpenfato dalla B. Vergine a S. Domenico , e ad al-
tri Sinti e Sante Domenicane , che nel piano prendono i Santi Rofarj
dalle
278 Vita di Ciò: Battiftello &c.
dalle mani della Madonna, e del Bambino , affai ben d pinti , con tre
puttini in aria ottimamente dif-.gnati , e coloriti in graziofe ma diffi-
cili azioni . f fituato quello quadro nella Cappella laterale all'Aitar
maggiore dal canto dell' Epiftola } Il ompommento è belliffimo ve-
dendoli fituati tutti que' Santi nel piano inginocchioni all' apparir
della B- V. e del Bambino nella gloria , ed il tutto è con accurato Au-
dio condotto a fine , e con amore dipinto. Ma alcuni ProfefTon fon
di parere, che quello quadro fia d'Andrea Vaccaro , sì per l'aria del
volto ddla Madonna , del Bambino , e de' Putti , come dalla mofla
delle mentovate celefli figure ; fé bene alle figure di fotto, ed all'aria
de' volti , e piegature de' panni vi fi ravvila la maniera delGaiac-
ciuolo : Per la qual cofa par che redi fui dubio dal quale de' due no-
minati Pittori fia (lato dipinto quello quadro , perciocché entrambi
feguitarono primieramente la maniera del Caravaggio .
Mon lafciava intanto Gio: Battifta , tutto che applicato allo Au-
dio della pittura , quello de' libri , a' quali tiravalo una naturale in-
clinazione ; laonde qu- 11* ore, che altri Profeflbri fpendono in qual-
che trattenimento , o fuor di cafa in ciarlar con gli amici , per diver-
tirli dall'applicazione T egli per Io più ritirato applicava alla lettura
de' libri ; ma più , che tutte l'altre faenze , la Poetica era la princi-
pi avC' P^e ^ua aPP'lCaz,one » laond. compofe di Poefia varie cole con buo-
fo° di Poe- nilfimo Itile , ottime idee , e gravità di fentenze . Aveva Gio: Batti-
la m {la per tale applicazione contratti amicizia cou varj Uomini faenziati,
Gio:Batti- ma il più pregiato fra quelli érta Gio: Battifta Manfo, Marchefe di Vil-
flaManlo fa- ja par2jai,inlT1o dj Torquato T*flb , ed amiciffimo del Cavalier
""""toraUÒ Marino , e dt primi Lect rati di Europa ; a quello Gio: Battifta pro-
di Torquato fefia va una fomma venerazione , per le rare Virtù , che adornavano
Taffo, e-r quel nobile Letterato ; che perc.ò trovavafi fpeflo in fua cafa a onfe-
del Cavalier fjre cj0cchè in riubm gli cadea nella mente , ed a piflarfela in vjrtuofi
Manno • rapionanienti ; ed elfendouna volta il Marchefe ritornato da Roma ,
ove per fuoi affari Bfafi trasferito , venuto Gio: Battifta da lui per ral-
legrarfi del Ino ritorno , gli racconta il Marchefe ciocche di pregio in
quel!' Alma Città veduto avea , e difeorrendo dell'opere di p.ttura ,
lodh fra tutte la Galleria Farnefe , dipinta da Annibal Caracci pochi
anni innanzi ; e qui fi diffufe nel racconto di quella , nelle lodi , e
commiferazione de! fuo Artefice, che venuto in Napoli non aveva tro-
vato impiego ptr l'invidia , e malignità de' Pittori Napoletani, e più
di tutti , di Belifario Corenzio , Uomo non fol maligno , ma crudele
perchè avendo f tto Annibale difegni , e Cartoni per dover dipingere
li quadri tra' fiiuftroni della Oiiefa dello Spirito Santo, furono quei
Governa ter i A' allora diftolti dal fuo configlio ; come altresì perfiufe
i Padri Gefuiti, che Annibale non era Uomo da condurre lodevolmen-
te il
Pittore 279
te il lavoro della Volta della Chiefa del Gesù, difpregiando il bel qua-
dro fatto dal Caracci a que' PP. per mot*ra del fuofapere; e tanto
aver potuto il fuo configlio , per l'autorevole credito , che aveva pref-
fo tutti acquili ito , che qu-1 ciuidroera (lata mandato alla Cappelli»
d' un podere: ma che egli penfava parlarne col Propofito della Compa-
gni) fuo conofcente acciocché fi fulle fatto il quadro ritornare per col.
locarlo in un merit-v le luogo di loro Chiefa ; come appunto fu poi
cfeguito , avendo avuta que' PP. piena informazione anche da Roma
de* pregi del raro Artefice , eh; dipinto l'aveva , e che per l'altrui
malignità la loro Chi-fa eratimafa priva di tante gioj; , quante f.r li-
bero fiate le pitture f'tee da Annibale , per ornamento alla Chiefa , e
per Audio de' Profeflbri , che forfè non avrebbono tanto invidiato per
l'Ottime pitture la gloriofa Roma . Og^i quello rariflìmo quadro fi ve- Pittura Ec-
de nell'Altare della Sagreflia , ne vi è lode , che badi per deferire Jj'1^^}
la belliflìma figura della Baeata Vergine , che feduta tiene il divino Qiricci.
Gesù al quale S. Giovannino bacia il piede , ed il tutto è divinamen-
te dipinto .
Aveva Gio. Battifta con attenzione afcoltato il ragionamento del
Manfo , onde gli fi rifvegliò un gran defidero di vedere 1' opere del
Cara; ci,e degli altri egregj Maellri della Pittura, il perchè fu dal Mar-
che condotto a quel podere mentovato de' PP. Gefuiti , ove nella
Cappella conlervavafi fra quelle folitudini la preziofa gemma di quel
quadro da noi dianzi accennato ; Alla veduta di qu--[la nobit pittura ,
che aveva in efla il più bullo , ed il più feeko del vero , con l'erudi-
zione dell'antico, confefsò il Caracciolo eifer quello l'ottimo, e raro
Maeilro , che dovea feguitarfi da chi vo èva profittare nella pittura ;
e qui cominciò a conofeere quanto foverchiamente era caricata di feu-
ri , e d'ignobili parti la maniera del Caravaggio , e quanto pregiudi-
zio , più toflo , che utilità di lludio gli avea recato la rifoluzione di
fluitarlo ; Il fine dunque di tutti i configli fatti fu tal particolare col
MarJiefe fu , che Gio: Bittilla con un Congiunto di qu;l o fi portò ira 5Jlo: Bat"-
Roma , ove reftò furprefo dalla pitture del divin Riftello , e come mae Vl- faj
fuor di fé dalle altre bellifiìme della Farnefiana Galleria ; ove conob- fuoi ftudj .
be chiaramente, quanto fufle vero , ciocche il Manfo rapprefentato
gli aveva , e quanto era maggiore l'opera , delle laudi date. e da quel
degno mecenate de' Virtuoli . Quivi ancora vide operare i difcepolj
di un tanto egregio Maeflro , giacche Annibale pochi anni innanzi era
morto , e per forte vi trovò Guido Reni , che per lo Pontefice Paolo
V. dipingeva la fua Cappella a Monte Cavallo . Così olTervò il Do-
menichino , 1' Albani , il Lanfranco , che allora ufeiva in campo con
la fua gran maniera ; ed a'tri Maellri delle nofirearti ; mi confide-
rando quelli Solamente , che erano ufeiti dalla Scuola dell'ammirabile
Carac-
2 So Vita di Gio: Battifielli &c
la funzione divota , effendovi col nominato Stefano altri Vefcovi, che
il Santo Corpo accompagnano * ed il Popolo concorfo ad e/Tr Spetta-
tore della Froceffìone la un maeflrevole interrompimento alle figure
di quella , che pur fi Vede regolatamente feguitar fuo cammino vrrlò
la Chiefa determinata > e Vi fono altrrsi akuniftupj, ed infermi ,
che divotamente 'fi rad omandano al Santo , fra lj 11 1 1 1 una Madre al-
zando su le braccia un fuo figlinolo languente, piccolamente intercede
p-.r la fua falute „ In fommi qu-fte due Storie ebbero tutco l'applaufo
del pubblico , e la lode da' Profeffon per effer bene ideate , ben dife-
gnate, e maeflrevolmente a buon frefco dipinta . E certamente dovea
egli Gio: Battifla porre in quella opera tutto lo fiudio de! fuo f.pere ,
coniioffiacofaahe qiKfti due quadri Hanno al confronto de' b lliffimi
Angeli , e delle Sibille , ottimamente dipinte a boon fi-efio di Andrea
Sabatino da Salerno , nella Tribuna del medcfimo Aitar Maggiore ,
Capacci e 'e ^ua'' P'tture vengono tanto celebrate dalle penne de'noftn rma-
nef Fora- m3tl Scrittori ; come fono il Capaccio , l'Engcnio , il Celano , il S.r-
ft'ero^uge- nelli , ed altri , che meritamente -lodano quell'opere di. Andrea, da-
ni» Napoli poiché fono dipinte egregiamente all'ufo del fuo divin Maellro Ra-
fano * '<FC" *ae"° ^a Urbino , Oggi quelle pitture più non fi veggono , atttfoche
neJU nel "' ^°P° aver'e defcritte , fono fiate buttate a terra , per farvi la Tnbu-
riofo diNa- Ba f e ''Altare alla moderna , ove vi ha dipinto il quadro il loditiiìì-
P°Jn- mo Francefco Solimena . Alcune però delle te fte del Caracciolo fono
fiate fatte tagliare con diligenza dal virtuofiffimo D. Ferdinando San-
felice , e adattate in cornici fi confervano nella cafa del medefimo Ca-
valiere . Nella Regal Chiefa di S, Maria la Nuova f-ce ad i danza di
Francefio Severino la cupoletta nella Cappella di. S. Michele Arcan-
gelo , ch'è la prima a man diritta entrando in Chiefa , ed in quella vi
figurò varj Angioli uno per fafeia , giacché la cupola ha quattro divi-
sioni , e vi dipinte ancora alcuna Storia de' Santi Angioli . Ne' muri
laterali della Cappella vi dipinfe quantità di puttini , che danno in-
torno a que' finti gran panni che fanno cortine a qutlle Sepolture che
vi fono . Nella Chiefa di S.Anna della N.zion. [»mbirda vi fon due
lunette in una Cappella , dipinte a frefi_o , ed in una vi è effigiato il
tranlìto della Br Vergine , con gli Apposoli intorno a lei ; nell'altra
vi è la mentovata Vergine aflunta in Cielo , con gli Appolfoli intorno
al di lei Sepolcro . In una Cappelletti avanti la porta di S.Gio: Mag-
giore d.pinfe Gio: B„ttifla una nofira Donna col Bambino in feno in
gloria , e al baffo alcuni Santi , molto ben dipinti . Vtdtfi nella fof-
fltta della Chiefa di S. Maria Portofalvo dipinta in un ovato grande la
B'. Vergine all'inpitd. , eh»<u<>pre col fuo manto tre Marinari , che
dtnrro una B..r s g npf tffi gli off rifono d.vote loro preghiere ,
Ftr tante cpete tfpofie al pubblico , fi era il Caracciolo guada-
gnato
;
Pittori. 281
gnato un gran credito", e parimente avea acquisiate molte amicizie ,'
anche di perfone ragguardevoli , per nobiltà , e per configlio , e con
ciò aveva moltiffimi parziali ; si che non gli fu difficile ottener parte
delle pitture del famofo Cappellone: di S: Gennaro , detta. la Cappella
del Teforo J avendo Belisario impegnati per se i Deputati del Teforo
fuddetto, per lo medefimo oggetto di dovervi operare .quelle pitture,
che prima deftinate al Cavaliex d'Arpino , a Guido Reni »ed al Ceffi,
erano ancora fui dubio a qual degno foggetto fi avrebber dovuto ap-
poggiare , dopo la partenza , o più tofto fuga di quelli , fucceduta per
opera del Corenzio i come nella fua Vita fé ne farà parola . Aveva Amicizia di
Belifario iL favore delio Spagnoletto , che con la fua autorità accredi- Gio:Bacc_Ifca
tava l'opere fue , ed aveva Gio: .-Batti Ita la protezione di molti Nobili, con Beli/a-
che vantaggiavano il fuo partito ; ma opponendofi fempre Belifario ri° dg|°^"
con lo Spagnoletto, e quefto impegnandovi il Viceré , effendo egli ber3 _
pittor di Gorte , fu neceflario venire ad un aggiuftamento , e ripar- Opera del
tirfi il lavoro fecondo difpofe il Ribrara . Cesi dunque divenuti Ami:i Teforo di
il Cr.raccinolo , ed il Corenzio , principiarono 1' opera , ed ogn' uno ?• Gennaro
facea dal canto fuo quanto fapea nell'arte della Pittura per avanzar, il c!ata jaj
compagno ; Ma nel più bello dellYperare , per afioiuto comando de! Caracciuo-
Vicerè bifognò defiftere da tali pitture , e con fevere minacce non Io , e dal
ingerirli più in quell'opera , e lafciarvi operare in pace ,'fenza neppur Corenwo ^
penfare , non che tentare infidie all'incomparabil Pittore , che dipin- ordine
ger doveva quella famofa Cappella . Era quelli il non mai abbaftanza jej yìkk.
Iodato Dcmenichino , col quale erano convenuti i Deputati del Te-
foro ; così per le pitture , come per l'afficurazion di fua vita ; confa,
pevoli dell'affronto fatto a Guido, e dell'attentato al Geffi . Conven-
ne dunque ad entrambi lafciare inquell'iftante il lavoro con lor difgu-
fto , per non poter fare altro , ma fé infino a quel punto fu fol ram-
marico, nel veder poi buttate a terra le loro pitture , quai crepacuori
non provarono , per non poterfene vendicare ; e maffimamente Belifa-
rio di natura crudele , vendicativo , e fanguinario : onde fé non pote-
rono sfogar con l'opere di vendetta nella perfona di quel Virtuofo lo
fdegno loro , lo fecero con la lingua nel maltrattare con mille ideate
maldicenze le fue pitture , e calunniare 1 i fuoi coftumi » fino ad angu-
iìiarlo , ed agitarlo in modo , the per difperato partì per Roma a ca-
vallo , correndo nel mappior caldo , con un fuo fidato j come nella "*"°Jl ".lte
• ut I Licori
fua vita dtferitta dall'accorato , e famofo Scrittore Gio: Pietro Bellori
fi legge ; e cerne in parte fi dirà nella Vita di Belifario .
lo qui non pò fio a meno ( giacché proteftai fcrivere alla verità J y,\afìm0 jej
di non biasimare il r.oflro Pittore , perciocché non dovea egli farli tra- Caiacciuo-
fportare dall'amicizia di Belifario , e dello Spagnoletto , ne anche dalle lo .
fue proprie paflìoni , 0 intereffe ; poiché come virtuofo nella Pittura ,
N n 2 co"
282 Vita di Gio.Battiiìelli &e,
■conofcea molto bene il valore di quello egregio, ed eccellente Artefi-
ce , dico del Zampieri , e conofcendolo appieno , non dovea contami-
nar il buon nome , che (ì avea acquietato con una sfac lat maldicen-
za ;rme congiurare ( ben. he fegretamente ) con gli altri contro di lui ;
todi^ del Anzicche con atto eroico , fpontaneamente cedendo l'operi , vantar (ì
Domenkhi. ctcjer]a acj un fecondo Rafaello , che file appunto può nominarfi il
Domenichino da chi ben lo conndera nelle fu. parti 4 e nell'imitazio-
ne di quel Divino Artefice . Ma tuttavia prendendo il Caracciuolo
nella congiura , ed inquietando ancor egli quel raro Artefice , fi ven-
ne a menomare il buon concetto , che, fi aveva di lui i tottotche da
■ alcuni venga feufato fulla confiderazione deJra perdita d'un opera sì
ragguardevole , e di tanto fuo utile:; e tanto pù , io rifpcrido , che fa-
rebbe ftaco madore la fua virtù in far giuftizia al Dormnichino , e fi
sverebbe guadagnato non già il biaiimo, ma l'amor di tutti, e la lode,
con moftrare ingenuità , ecoftnza , ch'è il dolce premio dell'Uomo
virtuofo , e morale . Ma torniamo all'opere fue .
Per qualche tempo fé ne ftiede ritirato il Caracciuolo, dopo la
fuga del Domenichino , dnpoichè vide fvanite le fperanze di ritornare
all'opera del Tef.ro ; tuttocche avelTe molti impegni promoiìì ; per-
che partagli andarvi troppo della fua riputazione ; ina pure alla per-
fine dando luogo alla ragione , fé n'acchetò, e lafciò dal fuo canto ,
operare in pace il Domenichino , che ritornato a Napoli aveva ripi-
gliato il dipingere nella Cappella, sì che egli atttfe a far quell'opere ,
che fiamo per raccontare . Fece per la Chiefa di S. Maria del Popolo ,
agl'Incurabili , un quadro della Nafcita del Signore per l'Altare d'una
Capp Ila , con tanta bellezza , maeltria del difegno , e chiarofeuro ,
the ni n v'è lode , che non meriti quefta fua opera ; eflendovi in rfla
figure, d ttfte di Vecchi belliilìme, che non ponno effer più belle idea-
te , e dipinte , volendo far vedere quanto fapea operare, e rifarcir raf-
fronto avuto nell'opera cominciata alla gran Cappella del Teforo .
Al Gitsiì nuovo dipinfe il S. Luigi Gonfaga , corteggiato da una
quantità di Puttini , che fanno varj belliffìmi fcherzi . Nella Chiefa
della Ss. Trinità , della Nazione Sp.ignuola' vi è un opera di fua ma-
no affai perfetta , e quefta (ì vede nell'Altare della feconda Cippel-
pella a mandritta entrando in Chiefa : In effa vedefi feduti la B. Ver-
gine col Bambino , e avanti in atto di fcrivere vi è S.Gregorio Papa ,
dierro v'è S. Gennaro, e dall'altro canto S. Lucia inginocchioni , e S.
Caterina da Siena , con altre Sante Vergini tutti al naturale , e pure
il quadro non è più che fette palmi alto , e lei largo ; opera vera-
niente bilia per lo componimento difegno , e colorito i e fatta su
l'imitazione di Annibal Caracci . In una Cappella della Ch.tfa de'PP.
M rimi diS. Marii della Stella vie full' Altare il quadro ove fi vede
l'Eterno
Pittori.
283
l'Eterno Padre in atto di formare l'Immaculata Concezione, la qua> r .
le pofi fui Dragone , che ha (ette tede , e nel piano e fituato in ilcor- nnodr»" &
ti 1/ nottro primo padre Adamo . In aria vi fono alcuni Angeli , che ««.'ideato su
Ìi mno nelle mani i geroglifici della fnldetta B. Vergine ; e dall' al- la pòrta del
tro iato vi fon dipinti in mezze figure S. Domenico , e S. Francefco da la 5&greft«*
Paola : ed in quello quadro G10: Ba ttifta vi pofe il fuo nome , aven- effeJD<lofi
j , e 1 modernità ,
dolo fatto per divozione. • ed abbcllit,
Ma le più belle opere di Gio: Butilta fi veggono nella Chiefa ja Ch»e^ •
bellilfi.m di S. Martino , de' PP. Certofini ; ove parche tutti
qu.-' Vrtuoli Pittori , che vi nati dipinto abbian proporlo fu-
perare ogn' \]no ie ItelTo , dipingendo alla Gara di tanti valen-
ti Artefici , all' onor del luogo, ed alla gloria del proprio no-
me: Giacche oltre il quadro beililfiina di Guido fituato all'Ai-
tar Maggiore, il Lanfranco, il Rib ra , e Miiììmo vi han di-
pinto le più beli opere , che mai uf-irono da i loro pennelli J
D.pinfe adunque G10: Bjttilta 1' Immagine dell' Immacolata Con-
cezione per l' Altare di lua Cappella , da altri chiamata 1' Affunta J
e vi fece intorno v.irj behufimi putti , che dn corteggio alla Reina
d-' Cidi i e la diptufe con dolcnlìmo, anzi vaga colorito i ufando in
quella pittura più tofto maniera chiara,ehe la lui folita ofcura,e carica-
ta di iumi-.eirendoli in qutfta attenuto ad una nobile mezza tmtajquafi
volgile imitire la maniera Guidefca, e 1' opera è ben ide .ti con buon
difegno , e miglior filonomie di tutte l'altre fue opere , imifimamen-
te quella del Volto della Ss. Vergine. Ne' lat-rali della Cappella vi
fon due quadri anche ad olio dipinti , ed in uno vi e il Bratlfito della
fuddetta Vergine , e nelP altro gli Apaftoli intorno al di lei Sepoxro.
Sopra queih due quadri vi fono le lunette , ove vi ha dipinto a frefeo
la Nafcita del Signore , con i Pallori intorno al Prefepio , e la prefen-
tazione al Tempio del Bambino Giesù . Nella volta della Cap-
pella compartita di nove Iiìorie fra lìucchi dorati , fi vede effi-
giato primiera menta f Angelo , che dà l'Annunziaziont a S. Giù vac-
chino della nalcita della B- Vergine ; nel fecondo fi vede il medelimo
S. Giovacchino con la S. Conforte , che per letizia dell' anzidetto an-
nunzio , mod riamente fi abbracciano: Nel terzo iiegue la nafeita del-
la B: Vergine ; indi nel quarto la prefentazìone al Tempio di efia
Vergine; così nel quinto lo Sponfaìizio con S. Giufeppe , e nel fe-
llo la Ss. Nunziata ; nel fettimo la Vilìt^zione a S. EìifabetM , e nell*
ottavo , che compifce il giro di que' vani dipinti vi è la coronazione
fatta dalla Ss. Trinità alla B. V.rgine , e nel m-zzo della" volta vi è
1' Eterno Padre in atto di creare )' Immacolata Maria . Negli fpicoli
delia fineftra fopra l'Altare figuri) due Profeti . Nell'arco della Cap-
pella vi effigiò tre miracoli operati per V iaterce|fioni della B- Ver-
dine
284 Vita di GiorBattifleJli &c."
gine : Quelle opere a frefco fono ancor elle egregiamente dipinte Con
Tavola di con ^udiofa diligenza , ed intelligenza maefìra . Aveva Gio: Batti-
Baffo rilie- fta ornata la Cappella di S. Gennaro col fuo bel quadro , riporto nelP
vo d« Dome Altare « ma nel farfi il baffo rilievo di marmo dal rinomato Dome-
nico Anco- njco Antonio Vaccaro , che con la folita fua c^pricciofa bizzarria vi
n'°. Ya^a" ha fcolpito il medtfimo fanto con fuoi Compagni , di che fi farà pa-
tino , r°la a fu0 luogo , ne fu rimoffo il quadro del Caracciuolo , e trafpor-
tato nelle ftanze del Priore , dove oggi fi vede , come opera fquifita
de' fuoi Pennelli ; effendovi figurato nel mezzo S. Gennaro , e intor-
no S. Martino , ed altri Santi Vefcovi tutelari ; fedendo su lo fcali-
no ove pofano i Santi mentovati due belliffimi putti , che tengono le
ampollette del fangne preziofo del Santo Martire ; e fono cosi ben di-
pinti , e con tanta morbidezza condotti , che non pofTbno <ffer mi-
gliorati da chi che fia grande Artefice . Vi fono però nell' anzidotta
Cappella i due laterali anche dipinti ad olio , e rhpprefentano i mar-
tiri dati a ì compagni di S. Gennaro , e nell' altro le decollazione del
Santo Vtfi ovo ; ma quefli non hanno tutto il pregio del quadro già
fatto per l'Alt re ; e parea fuffe fatalità , che i due quadri laterali
delle Cappelle riulcir doveffero non folo mediocri , ma deboli al con-
fronto della pittura fatta nell5 Altare : dapoichè anche i laterali della.
Cappellate del belliffimo,snzi ottimo quadro della Immacolata Con-
cezione , reftano deboli ai fuo coufronto . Cesi snche la gran tela
dipinta nel Coro , per accompagnare l'altre tre cene di ugual mifura,
che in effo fon fituate , non e della maeftria delli altre opere fue, tut-
to che di gran componimnto ; ma i colori non fono i medtfimi : E'
ben vero prrò che alcuni noftri Vecchi Pittori dicono, che quefto
gran qu.dro , che rapprefenta la lavanda , che fece il Signore a gli
Apofloli , fu dipinto dal Caracciuolo quando ancor feguitava la ma-
niera del Caravaggio , mentrecche ancor aveva alcun concetto , che
alla bafftzza inclinava , come in quella lavanda fi vede in uno Apo-
fiolo , che fi fcalza feduto in terra , fenza niun decoro; ne ancora
avea vedute le cofe di Annibile , e migliorato maniera; nitri dico-
no , che pretendendo egli delle fue pitture gran prezzi , dovendo poi
dipingerle p r meno , ufava in quelle più tofio la follecirudine che lo
f.udio , tirandole a fine alla bella prima ; la qual cola è degna di mol-
to biafimo in un Pittore che afpira alla gloria , cesi per l'opere debo-
li che fi dipingono , com' ancera perche non effendo bene impaliate di
colore, a capo a pochi anni fanno brutta veduta; dapoicche pren-
dendofi le mezze tinte , ed annerendofi l'ombre , rimane loro un fie-
ro i hiaro , efierofeuro , che non accorda , e fa difpiacere a gli oc-
chi di chi dilettali di pittura . Onde il virtuofo P ttore , non deve
mai dip ngere con l'intereffe su gli occhi , come parte ignorata dal di.
Iettante
Pittori. 28 $
Iettante che mira I'operajma deve dipingere alla Tua propria ftima,ed
al fuo onore,poichè per quefta fola ftrada può dal merito eflèr condot-
to alla Gloria .
Nella ftanza del Capitolo fr?i i quadri che vi fon fituati per or-
namento del luogo , vi è quello che rapprefenta 1' adorazione de' Ss.
Maggi , che veramente pub annoverarli per opera bellilfima del Ca«
racciuolo ; E ne' pilaflri dell'arco di quefta ftanza vi fon due figure
in piedi , che non vi è lode che balli per efprimerne i pregi , e quelle
rapprefentano,una S.GiorBittifta che accenna l'Agnello di Dio, l'altra
S.Martino Vefcovo ; nelle fuddette danze del Priore vi è un S. Mar ti-
no armato * con un puttino r che gli porta la palma d-rl martirio am.
bo al naturale . Cosi vi è una mezza figura di un S. Girolamo molto
bella , ed un Crifto con la Croce in ifpalla ma deboie , e aliai man-
chevole di colore . Ma la S. Caterina da Siena , che fi vede nella Sa-
greftia della Chiefa di Giesù , e Maria , merita ogni lode , come an-
cora 1' Immagine dell' Immacolata Concezzione in quella della Chiefa
di Monte Calvario.
Bellillìma è la Cappella che ii vede nella Chiefa de' Scalzi ili S.
Terefa fopra i Regj Studi , dedicata al B. Simone Stocco . In efla ve-
defi la volta compartita tutta di flucco dorato , ed in efla vi fono ef-
figiate varie azioni del Santo , e de' meriti dell' abito del Carmelo ;
poiché nel mezzo della volta in un tondo vi è la B- Vergine in piedi
col manto aperto flotto del quale vi è un Papa» un Re , Imperadore ,
Regina , Monaci , Uomini , e Donne J figurando la protezion del
Carmelo , per lo manto di un tal colore tenuto diilefo dalla B.. Ver-
gine , come abbiam detto . Nel quadretto che fovrafla all' Altare vi
è un Concilio di Vefcovi « affiditi dalla Madonna del Carmine . Nel-
le centine della volta , e laterali alla Cappella vi fono rappreftntati
con figure picciole due martirj di alcun» Santi di quelP Ordine , con
fpiritofa bellezza , e maelìria del difegno . Di contro al quadro del
Concilio , e fopra l'arco della Cappella , vi è la morte del B.Simo-
ne , che vedelì nella gagà efpodo al Popolo nella Chiefa , col Clero
intorno : e quello come quello del Concilio è di figure più grandette y
e maggiori fon quelle figurate nel tondo primieramente defcritto »
Nelle uue lunette vi fono due miraceli del detto Santo, con figure
più grand» effigiati . In quattro ovati , che fanno ripartimenti alli
quattro angoli della volta , vi fono quattro mezze figure di Sante Mo-
na he Carmelicane Scalze > così ben dipinte al naturale e con tal fre«
fch.zza di colore » che fon maravigliofe , efilndo poi cesi terminate ,
che lunbrano dipinte ad olio: e pure fon più di cento anni che fon (ta-
te dipinte y e tuttavia fi confervano con quella prima frelchezza di
colore con la quale furono allora operate . In quefta Cappella vi pofe
il
286 Vita di Gio: Ba tritelli &c.
il Caracciuolo tutto lo ftudio , poiché fi dice, che la dipinfe dopo che
furon buttate a terra le pitture , che egli a n Belifario avean dipinte
nella gran Cappella di S.Gennaro, per fai vedere il valore del Tuo
pennello , ed il torto fattogli ncll'efc'uderlo dall' opera del Teforo.
Molte opere del Caracciuolo fono per le Cale di varj particolari ,
£osì della prima maniera , come della feconda, delle quali baderà
dirne folamente alcune , e prima dell' Ad mo , ed Eva che piangono
Abel , uccifo da Caino , figure alla grandezza del naturale affai bel-
le,e frefche di colore; e quello quadro fi vede nel Palagio di D.Niccolò
Gaetano , Duca di Laurenzano . Neila Cafa de" Signori Valletta un
bel quadetto con prciole figure , ove è efprelfa la Sacra Famiglia ,
benché il S. Giovanni avanzi affai più delli lei mefi il Bambino Glissa:
In Cafa del virtuolitfìmo D. Niccolò Salerno , ottimo Poeta , e di-
lettante di p.ttura , vie altro quadretto , con entrovi l' opere pie da
farfi da PP. Gtfuiti ,con la Ss. Trinità nalla gloria di belhifimi putti,
ed Angioletti ; opera veramente degna di lode . Il Marchefe Auletta
podlede un Crifto morto , con le Marie e S. Giovanni , che da al-
cuni pittori era ftato giudicato psr man di Annibal Caracci, ma chia-
mati dal fuddetto Marchete NkoIò Rofsi , e Bernardo de Dominio?,
fu da quelli riconofciuto per mano del Caracciuolo . Ma 1? opere de'
parlicolari tralafciando , come non efpofte alla veduta di ogn' urto fa-
rem paffàggio a quelle po.he che ne rellann da fivellare , e le quali
forfè per ie più belle fvran da curiofi ravvifate , e prima farò parola
di quella bellilsima dipinta a frefeo nell'Oratorio de' Nobili, eretto
nel Cortile del Giesù nuovo, a concorrenza del Lanfranco . Quella
pittura è nel mezzo della volta dell'anzidetto Oratorio , e ra;.pre-
fenta la nafeita della B. Vergine , e intorno vi f no l'opere del men-
tovato Lanfranco . Opera che avendo d' appreifo un sì gran parago-
ne niente refta avvilita , o debilitata , anzi che al pari di quegli ha le
fue lodi ; e tanto baiti in prnova di fua bontà » e bellezza.
Ninna però d-ll' opere fin qui deferitte a mio parere può aggua-
gliarfi con le due che ora fono per raccontare . Una è il s. Carlo , fi
tuato in una Cappalla della Chiefa di S. Agnello Ab'.te , ci' altra $eU
Crifto , che portando in ifpalla la Croce , s' incontra con la Verdine
Madre , e S.Giovanni, il quale fi vede ntlP entrar la porta della Chié.
fa degl' Incurabili : Ambedue quelle opere hanno un iftcffb caratte-
re , ed una ilìeffa bontà , ed ambedue le dirette non del noftro Gio:
Battifta , ma dell' incomparabile Annibal Caracci , per lo difegno ,
colorito , ed efprelTione i e quella fia la maggior lode che dar fi polla
ad opere così degne , (he per effèr di carattere tanto fuperiore , non
fen da molti ravvilate per opere fue . Ma egli è verifi'mo ch'elle fu-
rondipintt dal Caracciuolo per far vedere a gli emoli fuoi fin dove
egli
Pittore. 287
egli gitmgeflè col fapere , e con 1' arte . e fecondo raccontava il Ma-
tigliano difcapolo di Malfimo , l'ave a d ipinte fui gufto di Annibale ,
come altresì avea fatto in alcuna altra opera fua , e ciò aveva egli u-
dito più volre raccontare dal maeftro , che non mai faziavdlì di lodar
queftì quadri; e tanto bafti per l'opere di pitture , convenendo ora far
paflaggio a i coftumi di Gjo: Battifta * che come, fi è detto, fu Poeta,
e per lo più ftavafi ritirato con fuoi libri , fé non che andava volen-
tieri nell' Accadomia del Minio , e d.l Cavalier Gio: Bntilta Bafile.
Per qualche tempo non diede iti se niuno fcandalo , ma contratta l'a-
micizia dello Spagnoletto , e dell'iniquo Beliftrio , divenne anch egli
maledico, e perfeguitò con quelli V eccellentilsiim Domenichino ;
con che ne acquino un mal nome , e fcandalizò quei che V avevano
per vom da bene ; che fra gli altri furono il Santa fede , e Mafsimo ,
già duo da giovane nella fua fcuola , come lo &effo Cavaliere ne fa
teftnmniinzi in una fua nota , chequi fotto riportaremi , non fu
troppo amico de' pittori , eflendocomj fi difTe , di genio folitano , e
perciò non volli uniti Difcepoli , tenendone folamente alcuni pcchi,
o che lo fervi vano, o che davano fperanza di buona riufeita , man-
dandone via quelli , che non vi avevano abilità ; Per lo che altra
notizia non abbiamo de' fuoi difcepoli fé non che di Giacomo di
Caftro di cni parleremo appreflo , e di Mercurio d' Averfa , che
riufeì ragionevol Pittore , fervendofene il Maeftro in malte pit-
ture ch'egli faceva; e vi è coftante opinione , chela maggior par-
te parte dell' opere deboli del Caracciolo fian di m;n di coftui ; che
poi fatt .fi la fua maniera fece varie opere publiche ; come fi può ve-
dere nella Chiefa di S. G.ufeppe de' PP. defiliti alla riviera di Chia-
ja ; ove i quadri lituati fopra le porte fon di fua mano ; ma il S-Car-
lo Borromeo , che è su l'Altare di Cappella nella Pietà de' Torchini , è
delle prime opere fue ; tenendo ancora la maniera del Maeftro. Non
ebbe mai moglie per lo mentovato genio fontano ; quello, di che
deve lodarfi fu che non fece niuna pittura fcandalofa , vedendoti per
lo più di lui Immigmi Sa re , Di quelle fé ne veggono delle belltfsi-
in; da noi defentte , ed altre non di quella perfezione ; poiché olten-
tando la Profusione , alzò ad altiisimi prezzi l'opere fue; vol-.ndo
per una lol figura cento feudi , e per una mezza cinquanta , onde fé
poi impegnato dovea farle per meno , per difpetto le spazzava A|efl"andio
con la preftezza come abbiam detto ii fopra . Furono però in grandif- M.ijello ma.
fima «ima le fue pitture , e lono etiche a' noftei giorni ; poiché i mae- ravigHofo
ftri della Chiefa di S. Giuf-ppe , nel farli l'atrio dovendoti buttire a" ' Jl<bcca-
, 1 ir* - te je p,tt re
rcrra una lunetta dipinta a tempera lepra la porta di ella Chida , pc\j3i]c n^retit
non perdere opera così belta , la fecero con gran fpefi dillaecar da/lae dalle tavo.
tonaca da Alefindro Majello, ottimo maeftro in tal fegreto , e porre ie,e tral'por-
TOMO II. O 0 su un cari» in wl*
288 Vita di Gio: Batt ideilo &c.
sii un tavolone , collocandola in altro luogo nel i*>2o. Per ultimo di-
venuto Gio: Batti Ita infermiccio , poco operava : all', qual cagione fi
appropriano da alcuni le pitture deboli che fece in una Cappella dell'
O'pedaletto che efprimono alcuni Profeti dipinti a frefco , ed azioni
della B. Vergine .
Fu però mcito ftudiofo nelle noftre arti , e ds un pendere face»
più difegni , e quello che poi eh?eva, lo rivedeva con d.feam htti lui
vero da figura a figura ; difegnnndo per Io più con lap s piombino, o
o con penna ; edera così fondato che a pronti fegni formava molte
volte bellilTìma figure; come fi vede nel noflro libro de' difegni ; anzi
arrivò a tanta perfezione nel prender dal mtueale le fue figure , dopo
Io ftudio fatto su T opere di Annibale , che molte volte famigliò quel-
lo ne'fuoi contorni ; fi come è avvenuto ad alcune figure , che pofle-
devo ; ed in fpecie alla Madonna morta dipinta n< Ila lunata in S.An-
na, de' Lombardi , la quale non fol da' noftri Pittori fu tenuta per man
di Annibale , ma da tutti que' fcraftieri ProfelTori , che la videro; con-
tandofi fra coftoro Enrico Trinci , con Gio: Artur Irglefi , Monsù
Dortgni Francefe , e Giacomo Zoboli Lon bnrdo , finza un infinità
a" altri profeflori , che per un buon diff gno del mentovato Autore lo-
davano , e la quale con altri d legni di altri m Iti famoiì Pittori fu
venJuta per mano del Taracci . E tanto bifti p r pruova del difegnar
perfetto ifel Caracciuclo; Il quale continuando nelle fue indifpofizio-
ni, cede all' ultimo fato non molto vecchio nel 1641., come fi ha
dall' accennata nota del nominato Cavalier Sanzioni , che qui come
promifi traferivo di parola in parola , per maggiormente cnorar la
memoria di Gio: Battila .
Nota : Come Gio: Battijìa Caracciolo , valentìjfmo difegnatore ,
mio mae/fro , dopo la [cuoia del valentijjìmo Frane feo Imparato , al-
la/ama dilla Galleria di Annibal Caraccì , andò a [{orna , e vi Hueiò7
prendendo tutta quella maniera eroica , lafciando quella del Caravag-
gio , e diceva , che Annibale Caracci , fi può chiamare /' Eroe ddli
Ut tori moderni , e fra le Jì elle quella di Venere , che lampeggia i ef-
fendo R,afaele il Soli che illumina tutti . Il fudetto Gio: Batti/.a dopo
lunga infermi th , ha refo lo Spirito a Dio , neW anno 164 1.
E quefto fia il fine della Vita di Gio: Battifla Caracciolo, che
m ntre vi/Te fi trattò nobilmente , ficondo 1' onorata ftirpe d' onde
feendea i il quale veramente viverà nella memoria degli Uomini per
le belle opere eh* egli fece ; non ttnendofi conto di quelle debob , a
cagione , che il Caravaggio altre molte ne fece difpiacevoli agli occhi
de' Virtuali t ma le buone fono incomparabili , e degne di eterna lo-
de , e che gli han partorito nome immortale per tutto il Mondo .
Fu difctpolo di Gio: Battilta Giacomo di Caftro nativo del piano
di
Pittore. 289
di Sorrento , ed eflemlo da fanciullo inclinato al dlfegno , fu condot-
to da un fuo parente in Napoli , e meflo a fcuola del Caracciuolo, che
allora avea gran fama per li ftudj fatti in Roma fopra Annibal Carac-
ci , nella qual Scuola diede il fanciullo infino all' età di 19. anni; ma
venuto in Napoli il Domenichino per dipingere la l'.ran Cappella del
Teforo ; e fuccedute altresì le controverfi con qu-.llo » ed i difiapori
avuti da Belifano e'1 fuo maeftro , per e/Ter (late buttate a terra le lo-
ro pitture , s'invogliò Giacomo di vedere ah un ooera di quell' eccel-
lentiifimo virtuofo ; ed avendo il Domenichino feoverto il fuo primo
Angolo , ne redo egli ammirato , e facendo giuftizia al merito di quel-
la pittura , la lodava con quei Pittori , che amici della verità , van-
tavano il valore dell' Artefice , che l'aveva dipinta J e fra quelli di-
fenfori dJ Dom.-nichino vi era in primo luogo il Cavalier Maffimo
Stanzione , Pittare di primo grido , e di autorità . Laonde Giacomo ,
conofeendo H torto fatto a qu 1 gran Pittore dal Corenzio e dal fuo
maeftro con lor feguuj , e quanto da Maffimo fuflcro biafimati di
malignità , per i molti djfgulti che davano a quell' incomparabil Pit-
tore , tolto un prefetto da al una accanane , fi allontanò da Gio:Bat-
tifta , ed ebbe modo di accodarli al Domenichino ; Benché alcuni di-
cono che foleva andar a fua (cuoia , ma che non vi dimorale ogni
giorno, come è l'ufo d.' Di << epoli . Ma fiafi cerne fi voglia, Giacomo
fu idruito prima d^ G'o: B Cfifta p r molti anni, e dopo p;r alcun
tempo dal Domenichino: come affermava Francefco di Maria Difcer
polo del Z .mp eri .
D pinfa Giacomo varie mezze figure a varie perfone , e fece al-
cune iltorie del Vecchio Tedamento ad un Sign re della famiglia Lof- Opere di
indo , delle quali non occorre farne altea m.nzione per efler paflate Giacomo di
in altre mani ; ne fappiamo ch'egli aveffe ; fpode fua opera in alcuna Gallio.
Cfiiefa di Napoli, ma fece per la Cluefa di S. Amelio della fua Patria ,
cioè nel dttco Piano di Sorrento , molti quadri per adornamento di
quella , e della Sagredia : Ma i più belli che fono in Chitla , e che
vengono lodati dagl'intendenti fono quelli che feguono . In primo
luogo lo Sponfalizio di S. Giuhppe , che ha isi sé bel componimento ,
poi 1e Ss. Nunziata , ed il quadro col S. Michele Arcangelo , che fcac-
cia Lucifero con fuoi feguaci dal Paradifo ; le quali opere tutte fon
degne di lode , per effer condotte con femma diligenza , e fatica , ed
hanno bella maniera di colorire , mailìmamente alcune picciole ido-
rie , che benché non fiano di quella perfezione che fogliono effere l'o-
pere fatte da' Pittori del primo ordine , ad ogni modo vi iioderva in
quelle di Giacomo una ragionevol bontà , ed uaa efattiffima dili-
genza .
Non face però quedo Pittore molte opere , a cagion che datofi ad
Oo 2 acco-
290 Vita di Gio: Batti/Tello &c.
accomodare i quadri , e da Vecchi che erano , e maltrattati rinovan-
dogli , (i acqui ito in tal arte tanto credito , che effendo allora Napo-
li piena di amatori dellt- noftre Arti , e con ciò dilettant.flìmi di Pit-
tura , gli fecero moltiflìmi quadri accomodare , ed altri che erano
come opere morte tenuti perduti , li ravvivò con Tuoi (egieti j Effen-
doli Giacomo meffo a fax tal mefeiere , per aver veuuto che alcuni
guadavano più torto , che accomodavano le pitture : e maflìmamente
impiagandole in vece di ritoccarle , facevano perdere quel bello che
vi era dipinto ; come accadde alla tefta di un ncratto di Tiziano affai
malconcia , che un Signore delia Cafa di Capua peffedeva , il quale
chiamato Giacomo , e veduto quel danno , cercò al poffibile di rime-
diarlo : Ed allora fu eh' egli a tal meftiero fi diede ; laonde acquiftò
una pratica eccellentiffima nel conofeere le maniere de' Pittori , per-
chè fotto l'occhio aveva il pennelleggiare di quell' Autore, e con le
mani trattava quella pittura , onde ne divenne intelligentiffimo, co-
me lo furono Nicola di Liguoro Aio difcepolo infin da fanciullo,ed An-
tonio di Simone , che fu difcepolo di Luca Giordano , e che per una
limile occafione offtrvò Giacomo di Caflro , etu iilruito da lui nell*
acconciature de' quadri : ed ambedue quelli furono eccellenti in ac-
comodar le pitture e conofeere eccellentemente le maniere deMoro
Artefici .
Ma Giacomo effendo appreffo tutti refo famofo , fu chiamato da
D. Pietro Antonio di Aragona allora Vtcerè in Napoli , per dargli re-
lazione di quali belli quadri originali di valenti Maeftri fufTero ador-
nate le Chitfe Napoletane , ed egli finceramente gli ne diede relazio-
ne : Onde poi D. Pietro Antonio coll'autorità , e col danaro , fpogiiò
Napoli delle più preziofe gioje , che poffedeva : Nulla curandofi per
amor del danaro i Frati , ed altri Ecclefiafìici privi di buon ouflo,di
tanta perdita. Tali furono la famofa tavola di Rafaello in S. Dome-
nico Magg.ore , la Trasfigurazione del Signore copiata da Fattore, e
rito cata da Rafaello , che flava in S. Maria del Popolo all'Incurabi-
li ; la tavola della Pietà di Andrea da Salerno , ma che fembrava di
iUfaello fuo Maeftro , e per quello tenuta in Spagna ove fu condotta;
E la Nunziata di Tiziano anche in S. Domenico Maggiore , fi fuprone
fatta copiare da Luca Giordano , e portato via l'originale } con altre
pitture , e ftatue eccellenti . Ma Giacomo vedendo che il Viceré tut-
to volea , e tutto defiderava , cercò faivare quello che potè, così di
flatue con far (ollevare gli abitanti della contrada di S. Lucia a mare
per la bella fontana , che ivi fi vede : infinuandogli fegretamente la
bellezza , e pregio di quelle ftatue , e baflì rilievi ; onde a tal novità
il Viceré ebbe d'aflicurargli con parola regia , che non averebbe tol-
to nulla di quelle fonte , come ancora falvò i quadri ili Polidoro, che
fono
Pittore. 29 1
fono alla Ghiefa di S. Maria delle Grazie alla Marina : Cesi effe ndo
parlato da D. Antonio , e D.Domenico Muli, etroia, falvò i quadri
bellilììmi donati la quelli alla loro Cappella in S. Domenico Maggio-
re , 1' uno di Rafaello opera certamente divina , e che fi conferva fre-
fca come l'operò il divino Artefice che la dipinfe , che ferve di pruo-
va per conofeere gì' originali , e le copie di Ribello, attefocche
gli origiuali fi mantengono infin' ora ftefcbilfiaii , e le copie fon
perdute, o affai cangiati i colon; L' litro di Alberti Duro . Cosi
nel Filaftro della Chiefa di S. Giacomo de' Spagnuoli , il quadret-
to di Andrea del Sarto ove vi è dipinta la Sacra Famiglia ; dando ad
intendere al Viceré, che quell'opere non erano originali .
Così dunque Giacomo effèndo amito da pan' uno per fuoi buoni
coftumi , volle ritirarfi alla Patria efledJo ci 1 90. anni , per goderli
le ricchezze acquisiate con fuoi parenti , mi a capo di alcuni m.fi la-
feio di vivere circa il 1687. con difguflo di tutti quelli die lo conob-
bero ; effondo flato univerfelmente amato perchè era Uomo da bene,
e grande amatore della verità .
Di Antonio di Simone già fé ne fece parola nella Vita di Luca
Giordano che fu ftanipata nel 1728. , e lì r. porterà nel compendio
della medelìma Vita del Giordano , in qiuft' opera , laonde faremo
folamente menzione di Nicola di Liguoro che hi difcepolo di Giacomo
fin da fanciullo , come di fopra abbiam detto ; ma non (ecs molto
profirto nella pittura , tuttodie vi fi arFvticaffe , perchè non era in
lui la naturale abilità , neceffaria per riufeir Pittore i laonde cono-
feendo egli il fuo debole , e la fua infuffidenza per la pittura , fi die-
de tutto all' accomodazione de i quadri antichi , e moderni ; e tanto
fu la fua fama in quello meftiere , che fu propjfto da B-rnardo de Do-
minici , che ferviva la Cafa in qualità di Pittore, alla magnanima
D. Aurora Smfeverino Du.heffa di Laurenzino per accomodare i fuoi
quadri di gran valore , e quei venuti da Roma , dopo la morte di
Monfignor Gaetano Zio del Duca D. Nicolò Gaetano d' Aragona . Ni-
cola adunque dopo avere accomodati affai bene i quadri , fu fplendi-
damente regalato da quei generoli Signori , e molto ei guadagnò con
tal meftiere fervendo molti Signori , ed altre particolari pedone , ed
ebbe grande intelligenza di conofeere le maniere degli antichi Pitto-
"i . Infine fatto vecchio venne a mancare nel 1724.
Fitte della Vita di Gio: Battifla Caracciuolo ,
e de'fuot D'Jcefoli .
VITA
292
VITA
BELISARIO CORENZIO
Pittore .
N'
'Ella perfona di Belifario Corenzio ciafcuno potrà apprendere di
1 quanto biafimo fia degno colui , che occiecato dalla Aia pallio-
ne cerca per torte ed inique vie di ofcurare , ed abbattere la fama di
coloro , da' quali nello (itilo genere di virtuofa profeffione vien fo-
pravanzato ; fenza riflettere, che con le maligne invidiofe azioni ei
viene a contaminare quella virtù medefima , che egli con f.tica e Au-
dio ha procurato acquetare , poiché tutto il mondo è giudice dall'ope-
re , che cadono fotto il fenfo del vedere , e non pub efTer creduto in-
tendente chiunque non loda ciò che da tutti comum mente è lodato.
Nafcìca Nacque Belifario in quel U fam.fa Provincia della Grecia , che
Patria di'ue particolarmente fu detta Acaja , circa gli anni del Signore 1 j-y8., ed
lifario . allevato fra oneftì , e civili parenti, fentiffi inclinato fòrt.nvnte al
difegno , onde 1 fuoi Genitori per fecondare il fuo genio, lo pofero a
Vi a fcuola fcliola di un Pittore di cui s'ignora il nome , e che da alcuni vien cre-
di un Pitto- jut0 je]]0 scat0 Veneziano . Da coftui udendo Belifario vantare le di-
rc,da.1(lua. cinture dell' eccellentiffimo Tiziano , e quelle di tanti altri famofi
de'Pittorì maettri , primi e veri lumi della Scuola Veneziana , finti accenderfi
Veneziani . di ardentiffimo defideno di trasferirfi in Venezia , per vedere con gli
occhi proprj ciò che udito aveva , per la qua! cola facendone parola
con fuoi parenti , ne ottenne fàcilmente il confenfo ; perocché conob-
bero effi il gran vantaggio , che Belifario ne averebbe confegu.to ;
Con l'opportunità dunque di un lor congiunto , che fokn mercantare
Va in Vene in Venezia , con quello l'acccmpagnarono , correndo l'anno del Si-
iia . onore 1 f 80. , eflendo allora il Corenzio nella ragionevole ttà di cin-
que luflri in circa : Alla veduta di tante maraviglie dell' Arte qual fi
rimanerle Belifario egli non è facil cofa il ridire , ma batteri follmen-
te il confiderare , che egli vide l'opere di Tiziano , del Veronefe , e
del Tintoretto ; Ammirò negli altri Maellri ,' che in quella Patria di
Uomini ecctlltntiffimi m.neggiavan pennelli, tutti i rari pregi da
loro in fublime grado pciieduti nell' arte della Pittura ; Ma le grandi
opere del Tmtorttto , la bizzarria de' fuoi componimenti, la fra n-
chez-
Pittore. 293
chezzn del <uo openp= , e la gran velocità di qupl grand' Uomo lo in-
nrrmonrono in gtnTa tale , che lo tnfcelfc per fuo maedr:> ; e m fli-
mamcnte dapoichè ebbe vedute le belle t le d pince nella confraterni- 5; ^ j- .
tà di S. Marco , 1 | rr.f ritanti /o fhipendo miracolo accaduto in per- 10 jel Tin-
fona di qu 1 famiglio , al quale per aver vifitaco le reliquie del S,;nto torecco ,
contro il divitto del luo Si .inore , avea quelli ordinato , che fi cavaf-
fir gli oc.hi , e fpezz.r le gambe , ma per divina virtù fi fpezzarono
i ferri , e' martelli med"fiini ^parecchi ti al tormento di quel fedele.
Stupenda pittura riefce qneftì a eli occhi di chi la mira , come tutte
l'altre in quel tempo dal Ti nt retto efpofte ; Nella fila vecchiezza poi
dipinfe la gran tela del Paradifo , con la quale fece ammutolire la
maldicenza ,' e ftupire la m ira viglia ilefla .
Con la guida adunque di cosi eccellente, erifoluto Maefìro fece
gran progreffi Belifario , ed in poco fpaziodi tempo divenne anch'egli
prti o, erifoluto nell' inventare ; s° bene non aveflè quella parte
erudita , e nobile , che fi vede nel Tintoretto , e maifimamente nell'
arie delle t fte ; Non può negarli pero ch'egii lo imitarle nella facilità,
difilli voltura , e felicità di comporre le (Ione copiofe . Si dice , che il aro ricorno
Corenzio dimorò in Venezia cinque anni , e che ritornato pof la nella e partenza.
Patria facelTe alcune pitture ; ma perchè in quelle p rti gli Uomini c dalla Pa-
ponevano ogni lor cura nel gir navigando ( on loro mercatanzie , non na "
aveva perciò Belifario così pronte le occafioni cerne deiìderato avreb-
be per far conofeere la grandezza della fua fantafia ; onde lafciita la
Grecia se ne venne in Italia in compagnia di alcuni Levantini nego- ... XT
. ^ V iene a JN2
zianti , che parlavano a Napoli ; dove piacendogli ellremamente il p0lì e pi opo
dcliziofo paefe fermò nell' anmo fuo di farvi foggiorno , ed ifceglier- ne farvi l'uà
lo come per patria fua . Tenne modo perciò co' medefìmi mercatanti refidenza .
di farfi amici molti Cittadini Napoli tani , a'quali per cbligarli, face-
va in dono divote immagini ; ed avendo ancora amicizia con un tal
MelTer Giorgio pur Levantino , negoziante ricco , e di molta autori-
tà , fi fece col di lui mezzo conofeere a mo'ti nobili Napoletani . Con
tali amicizie adunque cominciò ad erTer richiedo , ed a dipingere in
molti pubblici luoghi , come qui fotto d.moiìraremo il più breve-
mente che fia pofl:bile ; dapoichè fon tante, l'opere file , che non par
credibile aver potuto un folo Artefice t.:nte condurne a fine, che
quattro folleciti dipintori appena potrebbero tutti infieme condurle.
Nella Chiefa di S.Giacomo d-lla nazione Spagnuola egli dipinfe cue Opere
la volta della Cappella de' Catalani , con iftorie della vita della Bea- ;n vaiie_>
ta Vergine , compartite in nove quadri , e ne' primi tre fi vede da Chicle .
un lato la di lei prefentazione al Tempio , nel mezzo l'Annunziazione
dell'Angelo Gr-briele , e dall' altra parte la Votazione a S. Eli fa bet-
ta . Ne' fecondi tre quadri , la nafcita del Signore , l'annunzio dell'
Àn-
294 Vita di Belilario Corenzio
Angelo a' Pallori (ove la figura dell' Angelo è belliffima ) e l'adora-
zione de' Santi Maggi . Sieguono le dorie della circancifione , della
fuga in Egitto , e la difputa di Giesù fra Dottori . Negli Angoli dell'
archi lacerali fono quattro Sibille , grandi affai più del naturale , co i
loro motti in tabelle . Sotto quelli archi dipinfe ancora tre iftorie di
Santi della nazione , eflendovi in uno S. Eulalia , che difputa della
fede con l'infrdel Tiranno,e quella in quadro grande; ne'canti dilati fi
vede la Santa Vergine meddima in diverfe azioni martirizzata. Neil'
altro arco di contro vi è S. Raimondo nel quadro grande , e S. Pietro
Nolafco nel picciolo , che ambi miracolofamente palTàno il Mare.
Nella Chiefa della SS. Trinità degli Spjgnuoli , e particolar-
mente nella volta di quel Cappellone dov'è fkuata la Madonna del
Rimedio di rilievo , egli figurò tre iftorie , e quattro Profeti di quei
che prediffero i pregi della B. Vergine . Nella di mezzo dipinfe h SS.
Trinità in atto di coronare l'anzidecta B. Vergine , e nelle due late-
rali la Viiìtazione che ella fece a S. Elifabetta , e la prtfentazione al
Tempio del Bambino Giesù ; benché quella dilla Votazione prefen-
Cmente poco ti gode , a cagion che per un tremuoto cadde molta
parte della tonaca ove ella era dipinta a frefeo . Due altri Proftti di-
pinti da Behfario fi veggono fopra l'arco dell' Aitar maggiore della
Chiefa dello Spirito Santo , grandiofi , e di bilia maniera; eflendofi
perdute altre fue pitture nel rifarli , ed ingrandirli il coro . Per ope-
ra del nominato Giorgio negoziante Greto in Napoli , dipinfe alcune
danze nel Palagio del Princip; di S. Severo , preifo la Chiefa di S. Do-
menico Maggiore , con effigiarvi molti Eroici fatti di quei della fa-
Piume in... miglia di Sangro . Nella grandilfiim Galleria de' Signori di Cala
Caia di va- Maffimo nella Villa detta la Barra preho Portici , effigio varj fatti
'''"' degli antichi Romani . Cosi nel Palagio de' Duchi di Mataloni Carra-
f a , dipinfe altre imprefe fatte da' loro antenati ; ed altre llanze di-
pinfe a' Signori di Avellino Caraccioli ; come altresì a' Duchi di Ai-
rola , al Principe della Rocca , e ad altri signori , le quali tutte la-
feiandò indietro , come opere non efpolle alla pubblica veduta, fare-
mo folamente parola di quelle che veggonfi da chi che fia; Per la qual
cofa ricominciando l'ordina delle Chiefe , diremo deli» lodevol opera
ch'egli dipinfe in S. Msria la Nuova : Ivi in tutta la volta , e nelle
pareti della Cappella , che ha nel!' Altare il bel quadro col Crocifiuo
di Marco da Siena , fono effigiate l'illorie della Palfione del Signore,
le quali pitture fono f..tte con lludio , e con amore , e ne np .rtò Be-
lifario molta lode ; laonde eflèndo molte pitture del Coro già fatte da
Simon Papa , come dicemmo , fiate guaite da un incendio cagionato
da una machina d'illuminazione , le fectro que' Frati ritoccare , anzi
rifare da Belifario ; il quale iafciò Ilare però quelle pitture di Simo-
ne
Pittore. 295
ne , che non avean patito niun danno dal mentovato incendio ; Ma
elle non fono così buone come quelle delia mentovata Cappella del
Crocififlb: Benché alcuni dicono , che non le rifece allora B.lifano t
ma dopo molto tempo , ed eflendo già vecchio fi fece ajutare da' fuoi
difctpoli , e che perciò elle fiano deboli . Non manca però chi dice ,
aver lui dipinto a proporzione dell'onorario, ora adoprando lo (ludio,
ora la f llecitudine . Cesa in vero degna di biafimo ; poiché , o non
deve l'Artefice accettar l'opera per ballo prezzo , o (e per neceffità o
per impegno la prende a fare deve adoprarvi tutto il fuo lapere , e
porvi tutto Io ftudio ; prima per l'onor proprio , e poi p^r lo decoro,
ed efempio dell' Arte : Condoli coliche , dalla pofterttà che vede
l'opera trapazzata , niente li penfa al cattivo , o al buon pagamento,
0 al tempo i.onfumato nell' operarla , ina folamente fi vanno ofTer-
vando , e biafimando i difetti di ella , da' quali difguftati fen vanno;
laddove per lo contrario , efTendo l'opera perfetta, i prof„iTbri reftano
appagaci , e confidati fi partono , dando mille laudi all'Artefice che
ladipinfej ma torniamo all' opere del Corenzio . Nella medefinu
Chiefa fi veggono le due volte de' Cappelloni della Croce-, e la Cu-
pola con gli Angoli di efTa da lui dipinti ; In quelli egli effigiò li 4.
Sacri Scrittori Francefcani , che fono S. Bonaventura , Giovanni
Scoto , Nicolò di Lira , td Alefandro d'Alefandro , e qnefte fono
buone pitture ; come ancora fon quelle , che fanno ornamento alla
nave della Chiefa tra fineflroni , avendovi rapprefentato li 12. Arti-
coli del Credo in 12. qu?dn , dipnti con bellilfimi concetti , ed uni-
tà della dona , e fopra il coro , e la porta della Chiefa in due quadri
figurò il Giudizio univerfale .
Dipinfe la volta , ed alcune facciate di Cappelle nella Chiefa del-
la Madonna di Piedigrotta , ove fi venera una effigie fimile a quella di
Montevergme . Vi av^va egli rapprelentato varie azioni della Vita di
e da B. Vergine , ficcome nelle C.-.pp.lle quelle de' Santi a' quaìi era-
no dedicate , ma nel rifibbricarfi la Ch eia più grande , e con miglio»
re Architettura, 'tutte quelle pitture lì perderono , per effire su la to-
naca a buon frefeo dip.nte . N Ila Chiefa di S. Maria di Collintino-
poli v>de!i di Aia mano la volta della Tribuna , la quale ha varj com-
partimenti di (tu eco , e nelle picciole volte delle fineitre , effigiati
a due a due i dodici Apposoli ; effendo però ficu iti di frante S. Pietro ,
e S. Paolo . Nelle fimili volte su' fin f'ironi vi fono effigiati Santi Dot-
tori , ed altri Santi Tutelari della Città di Napoli . N-.gli Angoli del-
la Cupola vi fono qu. ttro prefeci , cicè Daniello , Saicmom , Mo se,
ed Ifaia , ciaf uno co! fuo motto in una tabella . La Cupola e divifa
in otto facciate , e in ogni fafeia vi è un Angiolo . Nelle volte de'Cap-
pelloni della Croce , e negli archi di elfi fono molti compartimenti di
TOMO li. P p fiucco,
296 Vita di Belisario Corenzio
Aureo , ne* quali fi veggono dipi nti Profeti , e S. bilie , con i quittso
principali Dottori della Chiefa , ed altri Santi. I Profèti * e Sibille
mentovate hanno , come gli alt ri > i loro motti fi imi mente m tabella».
Nel mod-rnarfi » ed abbellirli ultimamene;; quelli Chitfa , fi fo.i fit-
te rifare l'arie , e le nuvole da mo.ierno Pittore , il ihe ht d*to al-
quanto di più vaghezza. Vi fono neld medefimi Chiefa alcune Cap-
pelle , che hanno altr.sì le Vote , e lunette dipinte da Bel.fario , < ioè
quelle dell'Angelo Coftode, e de' due Santi Francefchi d'Affili, e da
Paoli , ove vj è ripunto la SS. Trinità , che corona la B. Verg ne ,
con Angioli che fuonano , e cantino . Si dice , tfit la volta della Cap-
pella de' SS. MI ìgjji fia fui , a me però pajon più torto p tture de' iuoi
dlfcepoli , t.ntoelle fon deboli .
tra in quel tempo crefeiuta molto la fama di BeLfario per tante
opere da lui fitte in tanti pubblici luoghi della Città di Napoli , ed
erang'i altr.sì crefeiute l'amicizie di molti Profeilon del difegno , de'
Fa amicizia tlUl'1 cetC*v* »mb ziofam nte firfi fequela , come gli riufeì, percioc-
con lo Spa- cbè egli ftrinfe amicizia con Giufeppe di Ribera , detto lo Spagnolet-
gnolecto , e to , Pittore di grande auCorità , come confidente del Duca d'Alba,
col honiez- £)_ Pietro rtntotio di Toledo , Viceré in quel tempo » e a quello modo
zo ipin^e-» t^ jj corenzio vantaggiarli molto , e farfi capo col Ribera di tutta
ze del Keal 'a Ghièra de' Pittori Napoletani ; eccetto di quei pochi, che amici
Palagio. della quitte , e del giudo , viveano oneftamente , e lontani dalle fa-
zioni . Lufmgava Behfario , ed adulava lo SpignoLtto , il quale pia-
cendogli fommimente il naturale audace , ed infoiente di Bdifario, lo
introduce nella grazia del Viceré , che io dichiarò Pittor di Corte , e
gli fece dipingere quelle ftanze , che nel Regio Palazzo a noitri giorni
ii veggono . Con una sì vantaggiofa protezione , cominciò alla feo-
perta a dimoltrare la malignità dell'animo fuo » ed il primo a provar-
la fu il Cavilier Giuftppe d'Arpino , come appretfb diremo , perchè
ora tornando in dietro convien rammen tare ciò eh* egli fece alcuni an-
ni prima di acquillar 1' amicizia del Ribera , con grave danno, ed ine-
„ . fplicabile fciapura delle noftre Arti ,
Viene Anni- * ,T ■ ° x, ,. , , ,, . . ., , ., . _
bai Caracci venne in Napoli nel 1609. 1 incomparabile Annibale Caracci ,
in Napoli , configliato in Roma da' Medici a mutar aria per trovar rimedio a'fuoi
dove fa il ipocondriaci umori : ed edendogli (fate propolle le pitture che far fi
bel quadro doveano nella gran Chitfa del Gesù Nuovo , egli per faggio del fuo fa-
dei "fu 'fà^ P re l''P'n^e una bella Madonna col Bimbino in feno , al quale S.Gia-
pere a' PP. vannino Ila in atto baciando il piede ; e quello ptrfettilfimo quidro
Giefuui. prefentò a' PP. Gefuiti , acciocché ne avellerò fatto dar giudizio da
Ma è difue- qualche buon Maeltrodi pittura . Portò la difgraz*a,che i Padri chia-
cncato da_» m3ffer0 per tale effetto Belifario % il quale quantunque non fuiTe co-
tìa' ie£Uaci tanto lciocco che non cenolcefie 1 «ccellenza , e la maeltna , con cui
tuoi.. eran
Pittore. 297
eran dip'nte quelle figure , con tutto ciò per buttarlo a terra , unitoli
con altri Napoletani pittori , cominciarono a tacciare di qualche er-
rore quella irrepr^nlìbil pittura , ediflero, che 1' Autore era povero
d' invenzioni , e con ciò in fu tìfici ente per un opera sì grandioCa com'
era quella della Chitfi del Gesù . In Comma prevalCe [' invidia , e 1'
iniquità ; perciocché que' Padri poco intendenti di pittura, fi lafcia-
rono perluadere da quelle falfe ragioni , e conngliati da Pittori di
buon nome , che aderivano a Belisario , allogarono l'opera al Coren-
zio, e mandarono alla Chiefuoia di una lor MafTaria alla Torre del
Greco il quadro di Annibaie ; il quale veduta (vanita la fperanza di
quell'opera , ed altresì di quella della ChieCa dello Spirito Santo , ove
fi era trattato fargli dipingere quadri grandiofi tra fìneftroni lungo la
Nave , e fi dice , che non Colo i difegni , ma ancora alcun cartone ne
a veffe già formato , oppreflo perciò più atrocemente da' Cuoi maligni
umori, partì per Roma , Cerea alcun riguardo della ftagione caldiC»
fima , e del Sole in Lione ; onde inferma tofi in quell'alma Città, ter-
minò la Aia viti jet rminò la fortuna di far guerra alla Coa virtù ;
Perciocché dopo che Annibale fu Cepolto , crebbi a tal Cegno il Cuo no-
me , che acaro prezzo cercavanfi da per tutto l'opere Cue maravi-
gì iole , edec ellentiffim- in tutti i numeri dell'Arte . Allora poi da'
PP.delGtsù fu fatta r. tornare mNapoli la di lui ftimatiilìma pittura,e
fatta che fu la bellifiìma Sagreftia la collocarono in quell'Altanno,ove
come prez ioli Clima gemma vicn conCerv.ta . Ed ecco come noi per 1'
iniquità di Belifario fumo rimalti privi di una Scuola , che più per-
fetta non poteafi delìd rare; e poco avrebbe potuto Napoli invidiare
Roma , Ce almeno buona parte del Gesù Nuovo fufie Hata dipinta da
quello Artefice incomparabile , che forte forfè impiegato in tale ope-
ra , non avrebbe Catto ritorn > in Roma in tempo così maligno , ne
perduta così predo la Vita . Così dunque la malvagità , e l'invidia
rli Belifario , unite all'avidità , ofeurarono il primo lume ( dopo Ra-
faello ) della Pittura . Ma paffiamo innanzi .
Durante qu.fio Trattato dipinfc Belifario il Seggio detto di Nido,
a richieda di quei Nobili , e vi effigiò la venuta dell' Imperador Car-
lo V. on Napoli , compartendo in tre quadri le tre principali azioni
della Città , cioè il ricevimento dell'Imperadore a Porta Capuana, la
cavalcata per la Città , ed il giuramento predatogli da' Cuoi Vaflalli
in S. Chiara , Sopra quefti tre quadri ei dipinCe Virtù , ed altre coCe
alluiìve a quel magnanimo Principe ; e quefte pitture Cono delle mi-
gliori di BeìiCano . Non ancora aveva terminato quell'opera, quando
ei diede principio a quella grandioCa della volta del Gtsù Nuovo , de-
ve le dorie delia Vita , e miracoli di S. Ignazio Copra il Cuo Cappello-
ne , e di S. FranceCco Saverio a quello oppofto , come ancora nella
p p z volta
298 Vita di Belifario Corenzio
volta di mezzo vi dipinfe in tinti quidri compartiti fra cornici di
ftucco intagliate , e dorate . Di qu Ile iftDrie fono alcune ben confi-
dente , e tutte delle migliori opere di B lifario, benché vi li Veggo-
no delle figure fenza muna gr .zia , o bell-.zza ntU' attitudine . Nella
medefimi Chiefa del Gesù Nuovo vi fono al .une fcudelle , o fian vol-
te tonde di Cappelle particolari dipinte dal medefimo Corenzio» come
quelL del Regg-nte Fornaro , che ha nel dio Altare la Nafcita del Si-
gnore dell'Imparato ; In qu (h Cupoletti fon dipinte holliffime i(lo-
riette , compirtite tra 1 fifcie , n. He quali ella è divifa , ed. appar-
tengono al miftero della Nafeita del Redentore , ed alle azioni della
B. Vergine, o di Gesù Bimbi no . Gontigua a quella Gippella è quel-
la de' Martiri, vicina ad una delle due porte minori , ove in vece
d.lla Cupoletta ha una fcodella , in cui Belifario figurò la gloria del
Paradifo ; ma con nuvole così denfe , che pajon quei Santi eiTere nel-
le tenebre del Limbo , e non già in Paradifo , ove tutto è fplendore»
e quella tinta egli tenne infelicemente quifi dovunque ebbe a dipin-
gere i Santi in gloria , laonde lodanti fempre più le fue florie, ove non
ha parte la gloria come fi vede nella volta full' Altare della Cappella
medelìrm , ove fon tre iftorte di Martiri di Sante Vergini in figuret-
te affai ben dipinte, e di belle invenzioni . Negli angoli della fuddet-
ta fcudella fon quattro Santi confitti nelle Croci , cioè S. Simeone ,
S. Agricola , S. Blandina , S. Avila , li quali fono con $1 buon guflo
dipinti , non men le fcritte illoriette fopra l'Altare , che panno Ilare
al confronto di ehi che (ia valentuomo . Non prefeguì Belifario infino
alla fine l'opera del Gesù , dappoiché fpeflb gli convenne intermetter-
la per dipingere altrove ; tante erano , e sì frequenti le commillìo-
ni , che gli fi affollavano ; e certamente è una maraviglia quante vol-
te fi riflette alla quantità dell'opere , per Io più grandiofe fatte da lui:
La qoal cofa accadeva così per li grandi impegni , come per lo timo-
re che avevano gli altri Pittori di quell'Uomo maligno , da per tutto
conofciuto terribile , e facinorofo ; laonde fi facean mento di ceder-
gli quello eh- prevedevano non poter ottenere; E quella è la vera
cagione perchè molte delle fuJdette pitture del Gesù furono terminate
qmfi in ve^chkzza da Belifario .
Dipinfe nella Chiefa della Sapienza , Moniflero di nobiliflìme
D -me , tutta la volta , gli Angoli , la Cupola , e '1 Coro . Nella vol-
ta fon compartiti cinque quadri , tre di ugual grandezza , e due più
baffi , onde vengono ad effer lunghi per traverfo . Nel primo ei fece
la Creazione del Mondo , nel fecondo , ch'è un de' bislunghi , Nofir0
Signore che feduto predica al Popolo , e fi dimollra vera fapienza. Nel
terzo Noflro Signore afeefo al Cielo , che fiede alla delira di Dio Pa-
dre . Nel quarto che è l'altro de' due minori , è la venuta dello Spi.
rito
Pittore. 299
rito Santo nel Cenacolo , ove la B- V. ftà a federe con gli Apolloli in-
torno . Nel quinto la SS. Trinità con gloria di Angeli . N.gli archi
delle fineltre fon dipinti Profeti , e nelle lunette delle medeiime le
virtù morali i Ikcome negli angoletti di dette lìneftre un Angelo per
parte . Negli angoli della Cupola veggonli li quattro Evangdifti , e
nell 1 Cupola il Par.difo . Nella volta lei Coro in un grande ovato
figurò la SS. Trinità, che preferita una Coron 1 alla B.V. , e intorno
ad ^.ffo , in varj fui alcuni Profeti , ed altri Santi .
Avei B hfario incominciato alcuni anni innanzi 1' opera della
gran Chiefa di S. Severino , ove la V.ta del !'. S. Benedetto , ed i fuoi
miracoli nel mezzo delia volta andavano effigiati » fi come da' lati ,
cioè nelle centine di eira volta , li dovean dipingere altre azioni de'
Santi Severino , e Solilo ? con altre ifiorie y e ligure aliufive a quel
Santo iltitmto , ed infìememente alle eroi-he virtù del S. Padre ; Ma
per le fpeife premurofe incomb nze 1' opera non li conduceva a fine ,
tutto che f' n. fufTe (lipulato iftrumento , e parte del prezzo vi fuffe
comprefa la Sepoltura eettaiì in quella Chiefa per fé , e per la fua Fa-
miglia , laonde efféndo flato tiretto da quo' nobili Monaci , r pigliò»
il lavoro 1 e corno! tutti la volta della nave m gg;ore , con dipin-
gervi tra fineflroni gl'Inilitutori de* più nobili ordini militati . fra
quali veramente erano delle figure affai buone , e che meritarono le-
de allora che furono feoverte , (ìccome a fuo luogo partitam-nte di-
raffi ; convenendo ora far parola dell' iniquità, di queil' Uomo . Do-
veva il Corenzio profeguire tutta l'opera mentovata , ma la fui invi-
diofa ingordigia ne lo diftolfe di nuovo ; non comportando ella , che
niun altro profeffore fulfe in maggiore flima di lui tenuto , ne che al-
cun foralliero gli fuife preferito nelle pitture che doveano farti in Ni-
poli , e maffimamente ne' luoghi più cofpicui . Fmgea perciò d' ama-
re , e di prona jvere gli altri P.tton Napoletani , non già per favorir-
gli , ma per aver compagni nello (ereditare , e difcacciare i Pittori
foraiìieri , e fino con mezzi violenti occorrendo maltrattarli , e mi-
nacciarli infin della Vita . Tutti venivano in quello modo a lervir d'
iftrumento del fuo proprio vantaggio ; ed egli laf landò loro l'opere di
poco momento , che molte volte ad arte le prò urava , quelle poi ri-
marchevoli per l'onore ? e per V utile riteneva, e procurava per fé
medefimo ; fenza che niuno ardine di lamentarlene : tal timore avea-
no di lui , e dello Spagnoletto .
Il fatto per lo quale ogli differì di nuovo il dipingere in S. Seve-
rino andò in quello modo. Si era determinato da' Signori Deputati
della magnifica , e famofa Cappella detta del Telorodi S. Gennaro ,
di farla ornar di pitture , giacche eff-ndo ella edificata in forma quali
rotonda con fette Altari , di Tempio più tolta che di Cappella menta
il
3 o o Vita di Belifario Corenzio
il nome . Or defideravano que' nobili , che elle fufTtro opera di uno
de' più f.imofi pennelli di que' tempi , per onorare maggiormente IV
albergo del noftro Santo Protettore ; ed avendo avuto notizia dell\ec«
cellentillìmo Guido Reni , e delle fue opere eccplfe , e come è proba-
bile vedutane alcuna , lo chiamarono in Napoli , acciocché dal di lui
famofo pennello maggiormente fufTe arricchito quel Sa^ro luogo. Ca-
V uta in_» Plt;it0 adunque in Napoli Guido , fu alloggiato da Tobia Rotfellini «
Napoli dì col fuo difcepolo Francefco Geffi ; quello che aveva negoziato l'accor-
Guido Re- do ; ed appena ebbi difegnato qualche cartone , e principiato qualche
ni, e del cofa a frefco , che pli fu d'uopo , per falvar la fui vita fé ne fug°iflet
y n, u' con l'oltraggiato Servidore , e coi mentovato Difcepolo ; Imptrcioc-
dipingere cn^ rnent:re Guido in Cafa di Tobia fa ea que* quadri , che oggi nella
la Cappella Chiefa nuova de' PP. di S. Filippo Neri , detti Gerolamini , e nella
del Tefoio . loro Sagreftia fi veggono , dove il S.Francefco d'Alììfi par più tolto di-
pinto da un Angiolo che da un Uomo , ed avendo per opera del Rof-
fellino, che da per tutto , e meritamente vantava il valore del fuo
pennello, ottenuto altri lavori , occorfe che , veduto, ed ammirato
da Belifario, e da' fuoi feguaci il nuovamente efpofto quadro del
S. Francefco , e temendone ad un tempo il paragone , fi rifolverono
Belifario fé- con qualche violente rifoluzione farlo fuggire: Eseguirono 1' iniquo
"f C f. concerto due de' foro Scherani , i quali avendo trovato il Servidore di
Guido on- Guido, malamente lo baifonarono , condirgli: che averebbero tol-
d'eg i cimo- to la vita a lui , ed al fuo Padrone , fé più fi fufféro in Napoli tratte-
rrò fece ii- nuti ; onde il povero Servidore così mal concio prefentatofi al fuo Pa-
tomo alla-, drone , lo riempì di tanto fpavento , che fenza porvi altro indugio ,
latria . lafciata una lettera informativa al fuo Alb.rgatore ( come rifjrifce il
Malvafia nella Vita di Guido Reni ) fegretamente fé ne fuggii l.fcian-
do delufo il defiderio de' nolf ri Cittadini di aver molte delle perfettif-
fime opere fue ; Come ancora retto delufa la fperanz.i di Artemifia
A -r G ncilefchi, che Guido amava molto per la di lei virtù . Aveva que-
ralente pit "a virtuola Pittrice , nella dimora che p;r molto tempo fece in Nspo-
tiiceinNa- li , prefe a fare molte opere , eMallìmamente ritratti , quali ella ec-
poli . cellentemente dipingeva , dapoiche come Donna non era moleftata ,
anzi che fi aveva col fuo giudiziofo portamento acqu.ft. ta la prote-
zione di molti Signorie del medelimo Vicerè,e con ab l'amicizia an-
cora def o Spagnole tto,che come fi di/Te, -ra pittor di cort.Or oltre all'
opere ciie affai bene di picciole figure ella conduffe,e delle mezze figure
di Sante Vergini, ne prefe a finir una abozata da altro Pittore di figure
alnatura!e,da ifporfi (u l'Altare d'una Cappella nella Chiefa di S.Gior-
gio de'Gcnovefijma non gli riufeendo con quella felicitarne le picciole
iftorie , ed i ritratti le riufeivano , e fapendo che in Napoli era ve-
nuto Guido , lo prego, che come Maelfro la coufioliaffe , e l'ajutaf-
fe
Pittore. 3 o i
fé , correggendo quel quadro , ehe conofceva efler debole . Guido
che l'amava , ed anguilla ta la vide p-r queli'op n , p r Rilevarla dal
quello affanno , non follmente emtn:ò,,nn te dipmf _ cucco il Cr ilo, Q-oceFiT
e I.i Maddalena , con .innno di ritire , o almeno di ammend .rj, e i ,- j; ^ remi-
WCCare le altra figure ; mi prima per li fuoi impieghi , e poi per la fia reuipin-
fu i fuga , rtftò quello quadro impt-rf CCo , non potendo mai più niu-to da "pò
no pareggiare li perfezione del Cncefiflb, e la nobiltà della beiliffi, ^C,ldoK-e-
m i Maddal» na,3 pie d-. Ila Croce efondo di ritocc .re le altre vicine fi-
gure . Certamei te la figura del Grido e 1* (Tempio del come 11 deve
dipingere la g ntiMIìnv fi ,ura di un CrocefifTo , e peri, ib li puttmi ,
che in aria piangono il morto Redentore ritfeono al paragone ìnle-
gniflìmi , e van mo'totrr ti coloro, che han creduto tiTer quella
opera di altro Pittore , dicendo que' Preti , che fia di Bernardo Ca-
ftelli , famofo Pittor Genovefe ; imper iocchè quelli veramente non
ha mai dipinto figure cesi debuti , come fono quella Madonna addolo-
rata , e quel S. Giovanni in un azione , che ha molto della balfezza ,
ne quei d; fettofi putt.ni , ed all'incontro non è mai giunto alla perfe-
zione di un Guido , ne al perftttilTìmo contorno , e morbidilfimo co-
lorito di quel CrocefirTo , ove l'intelligenza del nudo trapuiTa ogni al-
tro umano faptre .
Secondo il parer di alcuni la venuta di Guido in Nipoli fu pri- ^f "e ff ®z
ma di quella dtl C valier d'Arpino; altri dicono , ^ he Guido venne -nc jQ~
dopo, maravigliandofi ch'egli eiìTndo informato degù ftiuaowzZi ac-jip;n;,t ie->
caduti con Giufipp no, fi fuli'e arrifehiato a ven rt; ne manca chi dice la Cappella
averlo «1 meddimo Cavaliere prrpoflo , come quello, che fempre del Taoio .
avea vantato Guido in Roma , e fpecialmente commendatolo a Papa
Paolo V. Ma comunque fufTe la bifogna accaduta , egli è erto, che
il Cavalier Giuftppe Cefari d'Arpmo, ritrovandoli in NapoL a
dipinger nella CcrtoTa , fu desinato a diping re iam.ntovata Cap-
pella del Ttforo , e ne fu Ltto il contratto co' Signori Deputati ; Ma
irqu etuto da B hfario , e da' fuoi feguaci , fi p^rtì quii ddperacoda
N poli , ove diceva aver perduto la quiete , e '1 cervello; e lafc;ò i
cartoni fatti p.r quella gr.m Capp-Iia a Montecalìno , in teftimonian-
za di quanto ave3 operato , ed an he de'ftiT t mori .
Dopo cofloro tentò Francefco Geflì ( qu 1 medefimo allievo che ?'forn° dl
Guido Reni avea menato in fuo ajuto ) per mezzo del nominato Tobia q^ j„ jb^
R' fellini ottener eg'i per fé la grand'opsra del Teloro,.d avendo avu-poli.
Co effetto il negoziato, C^n venne in N poli , nella medefima Cafa del
Rolull n ; mi che ? ebbe ben pretto da ritornarfene a Bologna , e fi Malvafìa
riputò fortunato folo perche non egli avvenne alcun cattivo tratco,che 4uaita Por-
gli coftalse la Vita , com'egli ftefTo folea raccontare al Maeftro al u ?.-" T).
r j i »• i r a i ,i ,. , -, r • „ bellina lJic-
rirenr del Maivaua nella quarta parte delle Vite de fuoi Pittori , conn;ce foJ>
quelle parole . Non ^8.
3 o 2 Vita di Belifario Corenzio
Noti potere andar per JVapoti , che dietro non fi vedejfe qualche
brutto Ceffo , che imbatti tato entro il Mantello , e fingendo tener ar*
tnijotto, e di [appiatto jeguirlo , non gli mettere fofpetti : Aver
trovato più volte alla Folla lettere Cieche , che l'avifavano tramarfe-
gli injìdie contro la vita , e f e fonavano %fotto pretejio di buon zelo*
t di carità aj<enerfi da quel lavoro * che dovea ejfer la fua rovina.
De' due Giovani condotti f co per aiuto y Gio: Battifìa Ruggieri , *
Lorenzo M-'-nini , ejjerfi veduto rejtar privo d'improvifo , ed in certa
modo che non gli piaceva , e gli accresceva i fofpetti > quando fenzti
fua faputa , andati tifi a vedere per curiofìth l; galere , /« tempo che
f palmati ed allejìite dovevano porfi in corfo , farpato d' improvi fi , *
polteft in viaggio * fé gli erano portati via con gli altri , fenza badar
loro -, che fi raccomandavano* e fupplicavano ejj'er almeno con lo Schifo
rimejfi fui lido , fervendo anzi le loro preghiere , e l fmanie ad ac-
erefeere le rifate , ti paffatempa di quel Comandante , ed Ufficiali ;
onde inutilmente di tjfi cercando , e facendo addimandare per Napoli*
fcrivere incorna , ed altrove per ragguaglio , né f ubo dorar e potendo
nuova alcuna , tenuto aveffe per indubitato » tjjere iti a male.
Cosi dunque di quello bravo allievo di Guido altro non rimafe
in Napoli , i he il S. Girolamo efpofto su l'Altare d' una Cappella del-
la della Chiefa de' PP. dell' Oratorio , detti Girolamini ; onde parti-
to eh' egli fu praticarono tante vie, e cercarono tanti impegni Belifa-
rio , e Gio: Battiltelio Cara c:iuolo , che alla perfine cominciarono a
dipingere la gran Cappella del Teforo , col favore dello Spagnoletta ,
che voleva dipingervi le lavagne : Ma perche non eran concordi que'
nobili Deputati , né tutti avevano a/Tenuto alla delta di cofforo per
dipingere in luogo sì ragguardevole , fi chiamarono malcontenti :
Ghe fé bene Gio: Battiftello fu/Te ftudiato pittore , e cercaffe condurre
l'opere fue con ogni accuratezza , ad ogni modo eiTendo con Belifario,
eh' era fommamtnte fol lecito , avertbbe dovuto ancor egli follecitare
il pennello , per non far meno Iayoro di quello, e fopratntto eran
moli! i Deputati dal cocofeere non poter que' noftri pittori tuttoché
valentuomini agguagliare il nome , ed ii valor d'un Guido , o di un
pentita del Domenichmo , a cui penfavano dar l'opra, perchè perfettamente
Domeniche. fufTe compiuto quel Santuario. Cosi dunque configli ndofi col Cardi-
no in Napo nal Bsoncompagno , Araveflovo allora della Chiefa Napoletana , fu
*' perdipm- conchiufo , ch'egli interponendo 1' autorità fua appi'cffo del Viceré,
odia d ITe &ce^« di filiere dall' Impegno , con informarlo del valore del Do-
foro. menuhino ; Aboccatofi adunque il Cardinale col Vi ere , fu dato or-
dine , cheque! Pittori , che fiorano intromeflì nell' opera , ed avean
principiato il l.voro della Gran Cappella li nmanefftro con Dio, e
così tffi ubidirono , e fu fatto venire il DomenKhino con tutta la fua
fami-
Pittore , 303
famiglia con oneftiffìme condizioni : dipoiché gli lu accordato il prez-
zo di fcu.li cento per ogni figura intera , fo. per la mezza , e 2>. per
ogni fella , oltre all'abitazione, ed ai tri eraalumsnti . Con e ili ono-
rati pitti , e con l'allìcurazione di ogni infulto , al quii fine dal Vi-
ceré furon dati ordini rigorofilfimi , cominciò il Znnpieri il lavoro *
ma non con quella quiete , che fi era promeffa ; dappoiché Belil'ario ,
G10: flittiilello, ed alcun altro , che li vedeau toka di mino un ope-
ra egualmente utile, ed onorata, inquietatili al maggior Pegno, e
malfiinamente per li loro dipinti mandati a terra , né potendo sfogar
loro rabbia apertamente , a cagion degli ordini del Viceré , cercavan
pervie oblique di travagliar il Domenichino , acciocché difp.rato ri-
nunzia/Te il lavoro , e fé ne tornafie in Roma . Perciò uniti con lo
Spagnoletto , che ambiva dipingere le gran lavagne , che adornar do-
vevano gl'Altari , ebbero modo di corromper con danari il Murato-
re che alleftiva la tonaca su l'arricciato , acciocché mePcolafle cenere
coli.» Calce . Allor dunque che il povero Domenichino voleva ritoc-
care ciocché avea dipinto , lo trovava crepato , e che cadeva a terra ,
laonde egli tutto rammaricato lo fece fapere a' Deputiti del Teforo , i
quali mortiti andò quel Muratore , gli ne providero d' un altro; Ed
alla perfine compiuto un angolo della Cup la , fu feoverto con 1' oc-
cafìon del terribile incendio del Vcfuvio , fucceduto nell'anno 16 jr. Incendio
che recò infinito terrore , e danno a' popoli all' intorno ; Imperocché del W-fuvio
atterriti 1 Napoletani del miferabile, e fanello fpettacolo de' Cadave-del l6>1'
ri abbrulloliti , ricorfero al loro amorofifiìmo Protettore S. Genmro,
lardi cui Telia procelfionalmente portata incontro il Vefuvio ballò a
far celiare il corfo di oselle fiamme voraci.
Scovercolì adunque l'angolo mentovato , chi mai patria narrare Pierina del
ciocché ne di fiero 1 maldicenti Pittori ? ballerà folamente accennare ,Domenichi-
che la loro maldicenza ebbe forza di mettere in ditfi lenza apprefibnu , '".tIC?"
que' nobili il valore del povero Domtnn. hino . Un campo volants di Malevoli .
dozzinali Pittori fpargevano a bella polla fra il Popolo mille inette di-
cerie , le quali eran confermate dall'autorità di Belilario , dello spa- Di quelli or
gr.oletto, e di G10: Battiftello , Uomini molto accreditati , e malfi-dinarj Pireo
marciente il Ribera come primacio Pittore , e Pittore del Viceré; foio" V,1',,
il Cavalier Matfìmo, e Fabrizio Santafede non vollero aver parte nel-',;;
la maldicenza ; anziché pienamente lodando V opera facean giuftizianesi il Bel-
ai merito dell'operante, e con ciò cercavano di ralficurare i Deputati '°>i . a ior-
del Teforo, facendo loro intendere efiere il Domenichino un ine mpa-cn^ Cl2ttan"
rabil Pittore , e le fue opere perfetMfime . Ma contuttociò fu il Zam-' j"£luree ^
picri cosi anguftiato per le calunnie di quelli , che per lo meno dicea- Xeforo, toc-
no , che era un Pittor languido fenza rilievo , mefehino d'invenzi mi, cana i dif-
irrifoluto , e lungo neli'operare ; opponendogli lodile, eia bizzar-S1'^1 del Do
TOMO li. Q^q ria nienichino ■
304 Vita di Belifario Corenzio
Dapoichè ria del Lanfranco, che in quel tempo dimorava in Napoli, e dipin-
flon Ci det-> geva la Chiefa de' SS. Appoftoli ; ed a tal legno , dico , inquietarono
vredere, che que]l*eccellenr illìmo Artefice , che più volte avrebbe fìtto rifoluzio-
Volelfer pie- i.._ r ■ n e 11 1
_-. .- 1 . ne di tornartene in Roma , le non che il punto d/ onore lo tratteneva.
ftima di cui Maggior cordoglio ebbe a fofrrire n-1 dip.ngere i qmdri del Viceré, al
eia conoLiu quale era flati propollo dallo Spiguoletto affili he 1 Drput.1t1.fi fall,*
ro per va- difTero della fui lunghezza : Da'poiché vedea levarli d' avanti i' op. re
erkuomo ; non flmte „sr ordine del Viceré , al quala il Ruberà avea dato ad in-
corri eri il , \ .. _ ... , : * - ■
Ov. M.i(Iì-ten"ere » ciie " Domenichinocol troppo ricercare ti ea perone la gra-
mo , lo Spi. zia alla fue pitture ; ficche dovendo poi ritoccirle in Palazzi, bifo-
gnojetco,ed gnava che (tafle fotto la corr^zion dd Rib^ra . QjcIìi e un dopp o fine
altri qu» no. p avea propo(lo al Viceré per li qu idri che fi daveano imndar in
ifpagna : il primo per allungare il t.-mpo alle pitture dei TYfbro ( di
cui Domenico con buon giudizio avea ottenuta la proroga in grazia
del Viceré ) acciocché annoiti finalmente que' Nobili , egli ottener
potelTe per fé le gran lavagne , che fi aveano a dipingere ad olio ne-
gli Altari di quella fontuofa Cappella , e per Belifario le dipinture a
frefeo . L'altro fecondo fine fuggeritogli dalla fera altenggia , li era di
fare autorevolmente il perfonaggio di Correttore all'ifterla perfezione.
Per tanti crepacuori , e per le minacele ancora di que' Nobili , che
non otta irte la proroga ottenuta dal povero Domenichino , il brava-
vano , acciocché darle l'opera compiuta nel termine prtfilTo nel con-
tratto . Nel vederfi egli chiamato all'improvifo a Palazzo dal Viceré
tutto timore , improvifaimnte fi parti per Roma con un fuo fidato»
Tv™ „• Cl- cavalcando in ftapione caldi filma giorno , e notte per giungere quan-
no, e ("uo ri- t0 Pr|ma in luogo ucuro . Dimoro quindi in Roma più d un anno 9
l'orno , fue finché interpolloli il Cardinale Al tobrandino fuo puticolar protetto-
epcre, e Aia re , ed il Cardinal Buoncompagno Arcivefovo di Napoli , ritornò il
^Torce,. ln_* Domenichino a dar compimento all'opera del Teforo : Ma termi-
ci apoa , . r .. , - r ,. 1 r .
nati appena 1 quattro angoli , con le pitture della volta Tecon le lu-
nette , e quattro lavagne ad olio , con una delle minori bozzata, ed
avendo cominciata la Cupola , finì la fua vita pien di difgufti. e non
fenza fofpetto di veleno , appaltatogli però da' fuoi Cognati, avidi
delle fue ricchezze : Ed in quello modo toccò allo Spagnoletto il di-
pingere una lavagna grande , che dovea fituarfi nel Cappellon di con-
tro , ove l'incomparabile Domenichino , avea dipinto il Martir.o del
Santo , con fuoi Compagni , e al Cavalier Maffimo fu data a fare la
lavagna più picciola , che compir dovea il numero di quittro per un
Altare de' quattro Piloni , che l'ottengono la Cupola. Così da que-
lla xim k efdufo Belifario già fatto vecchio , e conciò affai meno
idoneo all'opere grandi , e fu data al lodatifììmo Cavalier Lanfranco ;
a cui il Cavalier Maffimo cede fpontaneamente l'opera, elT n-
do
Pittore. 30/
io pochi anni prima morto il Santa fede , e pochi mefì prima il Carac-
ciolo . Così dunque andarono a vuoto tutte le iniquità , e tutte le
male arti , e tutti 1 più caldi defiderj dell' ambiziofo Belisario j per-
mettendo il giulto Iddio , che l'empio non goda di quel frutto defide-
rato , opprimendo la Virtù, e conculcando l'innocenza.
Ne fin qui abbiam detto il rutto in ordine alle fue iniquità, con-
cioffiaahe la pjù deteflabile delle fue azioni farà da noi riportata nell*.
ultimo di fua vita ; Convenendoci in quello luogo dar compimento
al catalogo delh fue innumerabili opere ; E primieramente ritornan-
do a quella del Gesù nuovo , dico , eh' egli fini tutte le volte , e gli
archi de' Coretti , e la Cupoletta nella Cappella della SS. Trinità , e
de' Santi , nel di cui Altare è il quadro che diceii del Guercin da Cen-
to ; ed adorno di belle iflonette la fua volta , e nelle mura laterali di-
pinfe due gran quadri » rapprefentanti 1' uno Noftro Signore fervito a
menfa dagli Angeli , che formano un vago , e graziolo Coro , e 1 al-
tro il battefimo del Magno Coftantino . La Cupola cadde per l'orren-
do tremuoto del 1688. , onde folamente negli angoli rimafero quattro
Virtù effigiate , le quali fono la Purità , la Carità , la Obedienza , e
la Contempi zione . Nell'arco, che fa volta all'Altare e figurato 1"
Agnello^divino fopra un monte, nella falda del quìle fonojnfiniti Santi.
Che che ne fia del fuo coflume , convien far giulìizia al vero , e q jodju
dire che Belifano in varie Chiefe ha dipinto ifeoriette di picciole figure, CjJ neJja Cap
così ben condotte , che meritano attenzione , e lode da gl'intendenti; peJIa del Sa
dappoiché vi fi feorge uno fpirito , ed un gufto di colore » che manca ero Monte
a molti fuoi gr.in componimenti , Come puh vcdtrfi nella Cappella, 0 JelIa p e:a :
fia Chiefuola eretta nel Cortile del Sacro Monte della Pietà; ove inja ^ quelli
molti compartimenti di flucco dorato , egli figuib Mifterj della Vita ;n 5. Maria
del noftro Redentore , così dolorofi , come gloriofi ; e vi fono figure la Nuova .
belliliìine in difegno , azione, e componimento, con buone piega-
ture di panni , che veramente , come dilli , fon degne di lode J e
maffinv. mente le figure folitarie , che fon dipinte ne' compartimenti
di quelle istorie , alcune delle quali rapprtfentano Profeti , e Santi ,
che fono b.-llifiìme ; e quella Cappella vien lodata da' profclTori come
una dell'opere migliori di Belifario ; eflendothe, ella è dipinta con (lu-
dio, e con grande armonia di colore ; come altr- sì è lodata la Cap-
pella del GrocefilTo , dipinta da lui in S. Maria la Nuova , della quale
abbiam fatto di fopra menzione .
Abbi.im di fopra narrato come Belifario avea dato principio alla
grand'cp.ra della Chhfa di S. Severino , la quale è tutta da lui dipin-
ta , eccetto gli angoli , e la cupola , che fono di Paolo Scheffér Pittor
Fiamengo , oTedcfco, come vogliono alcuni , ma inferiore al ca-
rattere di B-lifario . Or qui diremo in generale , che in quella Chitfa
Q^q 2 fono
3 o 6 Vita di Belifario Corenzio
fono delle iflorie ben ideate , e penfien ben concepiti e fpiegati con
felicità di p. lineilo . Vi ha de'comptitfimi componimenti , con del-
le figure bellilfime , ed ottimamente difegnate ; delle quali daremo
in quello luogo una ("accinti relazione per adempire la noflra prò»
mtfla .
Defcrizione ^er ven'r dunque al particolare , la volta della nave della Chie-
delle plctu- ta , ripartita di trucchi dorati , avea tre ordini di quadri ; In quel di
re di S. Se- mezzo erano dipinti 1 miracoli operati dal P. S. Benedetto i da' lati la
venno . vjca ^ e mir,ìCOi, t|j s. Severino Apoftolo , con Ja vita , e martirio di
S. Solilo , difcepolo dei noflro S. Gennaro , ed in tal gtìifa fi alludeva
all' ordine Benedettino de' Monaci di quel luogo , e al titolo della
Cnìeta ; Ma quefta gran volta effendofi aperta nello fpaventofo tre-
muoto del if^ r. e minacciando rovina , con tutto the fi ioffer fatti
de' ripalfi per fa Iva r le pitture , è flato necoflano rifarla, e quindi^
non ha molto è fiata dipinta da Francefco di Muri, detto Francefchiel-
■c °' ~r 'lo, bravo allievo del nollro celebre Cavalier Francefco Solim na . ed
ri*a neei co
<ie Mura_j è arricchita di gran cornici tutte di (lucco dorato. Apprelfo detti
detto Fran- quadri , erano di rilievo le annidi fette Religioni , che militano fot-
cefchiello . co la regola di S. Benedetto , e fra quelle era-n dipinti gì' Imperadori
di Oriente , che (pregiando il mondo fi fottopefero a quefta regola ,
vedendo l'abito Benedettino . D'intoruo , e fopra il cornicione della
gran nave , che ha la fua ringhiera , fono dipinti trenta Pontefici, che
furono Monaci della medefima Religione . Nella Croce della Ghiefa
fon quattro quadri fopra le mura con Piftorie della vita di noftro Si-
gnore . Da una parte (la effigiata la fua prefentazione al Tempio , ed
allato le nozze di Cina in Galilea , e fotto quelli quadri e fopra de'
hahuilri del cornicione , vi è la decollazione di S.Gio: Bittifta, e nel-
l'altro alcuni SS. Benedettini che vengono decollati dagl'Infedeli.
Dall' altra parte di contro vi è la Natività del Signore , che corrifpon-
àe alla prefentazione al Te'mpio , e la difputa fra Dottori rimpetto
alle d tee N >z<ee di Cani . D< fotto fono altre azioni di Santi Benedet-
tini. Allato a' fineftroni fono figurati quattro Profeti , uno per cia-
fcun lato , le quali figure fono affai buone . In ambedue le volte de-
gli archi della fudetta Croce fono quadri , che tutti efpriinono il giu-
dizio finale . Similmente fopra de' cornicioni , e ringhiere vi fono
12. Cavalieri fondatori di ordini militari , che han militato, e che
militano fotto Io flendardo Benedettino . Nella volta del Coro fon
otto quadri con iftorie dei Vecchio Teflamento , i quali alludono al.
Sacrosanto fagiifi. io dell' Altare , all'orazione , Salmodia del Coro,
e dedicazione del Tempio - Nel mezzo della volta in un gran vano
fatto a figura di lidia , tutto dorato , vedtfi S. Benedetto in gloria ,
condotto innanzi al trono della SS. Trinità . Nelle mura laterali del
-' •' Coro
Pittore . 307
Coro fono efpreflì martirj de' Santi dell' ordine Benedettino , e di al-
tri Cnitiam convertiti da loro , e con eflì martirizzati ; il tutto in 4.
gran qmdroni; negl'intervalli de' quali fono fei Santi fondatori
dille principali Religioni , fottopofte alla regola del P. S. Benedetto ,
e fono S. Fu tro Celeftino , S. Bernardo Abate, e S.Romualdo da
una parte , e dall'altra S. Bernardo Tolomeo , ^.Guglielmo, e S.Gio:
Gualberto .
Vi fono eziandio le volte di alcune Cappelle dipinte da BjJifario
con figurine piccole affai graziole , ed skre Cappelle con iti ; rie più
grandi; come quella , ove in una lunetta è figurata Rebecca , che
prende i doni dal fervo di Abramo , e nell'altra la Regina Eller m
prefenza di A/Tuero . Così nella Cappella , che ha il bel quadro della
Sacra Famiglia dipinto da Giuleppe M.iruilo , Inno bellilfime ilto-
riette , e le due lunette rapprefentano lo fponzalizio della B- Vergine
con S. Giufeppe , e la Votazione a S. Elif.tbetta . Negli rtngoli della
volta di quella Cappella e dentro ovati dipinfe Relifano Profeti , che
prediffero le gione della B. Vergine , e qu.rti fono David , Salomone,
Geremia, ed Ezecch elio . Ma la Cappella , che più di tutte l'altre
merita lode fi è quella che Ita nell' ìngrellb della Sadreftia j dipinta di
picciole fi^urette , che rapprefenUno varie virtuofe azz.oni della vi-
ta di S. Severino , e varj miracol da lui operati .
Molte altre pitture del mededmo Autore veggonfi in varj luo-
ghi di quel grandiffimo Moniftero , così ne' Dormitori , come nella
itanza del Capitolo , ove egli rapprefentò alcuni miracoli di nolrro
Signore ; E nel Cenacolo in un granduli mo quadro tlprerTe il mira-
colo della multiplicazione de' cinque pani , p de' un p.fci , per fa-
ziare le Turbe che lo feguivano . Quell'opera a mio parere, ed a
parere di m Iti virtuofi Profeffori , è una delle più b Ile che dipin-
geiTè mai Beiifano , e che può ilare al paragone di qu aifili a buona e
grande opera ; dapoichè ella è comporta di 117- figure ai naturale ,
cosìben diftgtv.ee , colorite, e ben meife inlicm. , con eruditi epi-
fodi , che più tofto la direiti opera del T.ntoretto che diBelifarioJ
tanto in effa fi propofe egli d'imitare quei mirabile Artefice ; E pure
la dipinfe in poco più di 40. giorni ; a cagion the deflagrando eg'i .he
un fuo figliuolo Monaci-. Benedettino venirle a dimorare in quel Regal
Moniftero, promife all' Abate , che in ricomperila avrebbe egli di-
pinto tutta quella facciata del refettorio ; la qual proferì a efféndo fia-
ta accettata dall' Abìte , a condizione he qu.il' opera fuifé perfetta,
e che vi fi^uraffe ancora , ma feparato nel b-iìb il P. S. Benedetto di.
fpmfare i Pani benedetti a' Monaci , e ad .Itre perfone di varie con-
dizioni ; e che compiuta l'opera fi farebbe fatto venire ilfigl.uolo»
perciò Belifario bramofo di vederlo , affrettò il lavoro fenza veruna
inter-
3 o 8 Vita di Belifario Corenzio
interm.ffione di tempo ; ficchè lo diede compiuto in quaranta di', co-
me è detto di Copra ; impiegandovi tutto il fuo fapere . Ma il prime
CHoftro fi vede debolmente da lui dipinto , perchè egli lo fece allor-
ché era divenuto affai vecchio , di modo tale che non par Tuo . Di
quelle opere in S. Severino ebbe jHifario 5260. feudi di onorario , e
la fepoltura nella m< defima Chiefa da lui eletta nel 1 6 1 f . per sé, e pec
fuoi fucceflbri , preflo la Cappella della famiglia Maranta .
Opere a S, Udita da' Monaci Certofini la fama delle pitture di Belifario ne
Martino . vollero ornata la loro infigne Chiefa , dedicata a S. Martino , tutto
che vi foffer pitture di gran pregio de' più rinomati P,ttori ; benché
fi dica , 1 h'egli fufTe (tato proporlo dallo Spagnoletto fuo parziale, co-
me è probabile . Vi dipinfe egli la volta della ftanza del Capitolo, con
ripartirla in cinque iflorie , cioè tre più grandi , e due ftrifue per
traverfo negl' intervalli . Una rapprefentata il figliuol Prodigo accol-
to di nuovo dal mifericordiofo fuo Padre ; Nel quadro compagno dal-
la parte di fopra è Geremia condotto ligato avanti il Re di Babilonia
Affuero . In quel di mezzo , ch'è il più grande è dipinto noftro Si-
gnore , che fcaccia i negozianti dal Tempio ; Nelle due ftrifeie , o
fian quadri bislunghi , figurò noftro Signore medefimo , cheammae-
flra gli Apoftoli , e la parabola del Signore de' feminatori del grano
su" le pietre , e la terra coltivata ; come è defcritta nel Vangelo da
S. Luca al capitolo quarto . Nelle centine vi dipinfe molte virtù dall'
una , e dall' altra parte , e ne* fpicoli molte m.zze figure di Monaci
Certofini , con varj fimboli nelle mani appartenenti a' meriti della
Penitenza , della obedienza , della Caflità , e del filen/io , e fludio.
Nella lunetta di fronte efprefTé il fatto della Donna adultera presenta-
ta a noftro Signore , e figurò quella azione nel Tempio . Sì fatte pit-
ture non fono delle migliori di Belifario , ma più tofto deboli , e con
alcune cofe trapazzate , e fatte con troppa follecitudine . Quelle però
della Cappella di S.Ugo, e di S. Antelmo fono migliori, avendo
efpreffo in quella volta varie azioni di que' due Santi con figure pic-
cole , ed anche i loro Martirj , che certamente fono affai bene ideate,
e con buoni e (Indiati atteggiamenti , e con buon guflo dipinte . O sì
l'arco di quella Cappella ha un puttino nel mezzo , o due miracoli di
qu;' Santi da' lati . Ma tutto che quefle iftorie fuffer da lui con Audio,
e con amore dipinte , pure reftano inferiori a quelle ch'ei fece nella
volta della Cappella di S. Gennaro , ove dipinfe cinque iftorie ripar-
tite da cornici di ftucco dorato , come fon tutte le pitture di quella
Real Chi fa , delle danze, e delle facreftie j Nella floria di mezzo,
che e dipinta in un tondo , vedefi S. Gennaro portato in gloria dagli
Angioli , e ntll' altre quattro verfo gli angoli quattro azioni pr nci-
pali del fuo martirio . Nelle due lunette figurò due Proeifficni della
llaiua
Pittore. 309
fiatai del Santo ; e queft>> fon Jip.nte con figure più granili dell'anzi-
dette , effendo in fio più gran le. Nili' arco della Cappella fon di-
pinti tre Santi moderni ; cioè S. Fran.ef-o ila Paola , S. Andrea Avel-
lino , e S. Giacomo della Marca » ma il Santo Teatino è tituato nel
meyzo . Vi ha in quella volta delle figure che non ponno migliorarli
nel difegno , nell' azone , e nel col. f to , effén lo dipinte e n forza,
e grandiifimo intendimento ; e fi di. e , cheti sforzo m qu fte pitture
di fuperare il quadro deli' Alnre , fatto dal Caraccmolo con molto
ftudio , he in fatti è un de* migliori ch'egli fac^ffe come fi pub vede-
re nelle ftanze del Priore, ove è fiato trafportato , per dar luogo al
belliffimo baffo rilievo di marmo del virtuofo Domenico Antonio
Vaccaro : del quale a fuo tempo fé ne farà parola ,
Meritano anche lode le pitture , che fece Belifario nella Chiefa a 5, Pam'»
citeriore di S. Patrizia , ove ei dipinfe a guifa di fregio tre quadri fo- zia .
pra l'Altare , e 4. nelle mura laterali , a due per parte J In quel di
mezzo de' tre di fronte , ovver su l'Altare , vedefi S. Patrizia in glo-
ria , e ne' due laterali li martiri de' Santi , Nicandro , e Marciano .
Nel primo quadro dal canto drl Vangelo vi è la battaglia di Coftantino
contra Maffénzio : Nel fecondo il hntt fimo datogli da S. Silveflro ;
vedendoli in lontananza la fondazione del Tempio Vaticano, col me»
defimo Coftantino che porta \t pittre • Dall' altro lato vi è S. Elena,
che crovata la Croce del Redentore , la fa ponere k pra la Donna mor-
ta , e dalla di lei refurrezione divien certa efftr quella la Croce di Cri-
fto. Nell'altro quadro è efpreffb l'arnvo di S.Patrizia con la fui nave;
E tutte quelle iftorie fono delle migliori che Belifatio dipingerle.
A mio g/udizio però migliori fon quelle eh' egli fece nella Chiefa A S. Paole
di S. Paolo, ove nella volta del Coro fono dipinti li 12. Apoftoli a Ma£S'oic ,
due a due , come nella Chiefa di S- Maria di Costantinopoli da noi de-
ferita ; e parimente fopra de'fineftroni vi fono alcuni Santi VéTcovi,
D< con di S. Chiefa . Nel quadro di qnefta volta fi vede efpreffa la SS.
Trinità , .on Angioli che fonano , e cantano. Nella vo ti della Cro-
ce fono fei ftorie de' Santi Apoftoli Pietro , e Paoio in figure piccole, e
della grandezza d'un quarto del naturale , e qu.fte lono beliiflìine
tutte, malfimanmnte quelle due che rapprefentino due azioni di S.Pie-
tro in prigione , una qu .ndo impedì al dilperato Carceriere il darli
da fé ft.ffo li morte , e l'altra quando egli venne liberato dall'Angio-
lo . Quelle iftorie fanno ornamento a tre quadri grandi della volta, da
pou he elle fon dipiate nelle centine ; Nel quadro di mezzo , ch'è un
grand' ovato per traverfo , e figurato l'incontro de' Santi Apoftoli ,
andando al martirio , e due laterali rapprefentano la Crocefiifione di
S. Pietro , e la di collazione di S. Paolo,
Non fono di ugual bontà quelle di S. Andrea delle Monache , ove
nel
3 1 o Vita di Belifario Corenzio
A s Andiea nel rridzzo dell' arco fopra l'Aitar maggiore è dipinto S.Andrea che
delle Mona- v'en chiamato all' Apofìolato , e da' lati la converfione di S. Paolo , e
che. S. Pietro liberato dall'Angelo. Nelle mura laterali all' Altare fud-
detto fi vedono due gran cene celebrate dal Signore, l' una giuliva,
e gloriofa per lo cambiamento dell' acqua in vino nelle nozze di Cana
in Galilea , e l'altra con gli Apoftoli , ove iftituifce il Santilfimo Sa-
gramento ; ambedue alludenti al Santo Sacrificio dell'Altare. Sotto
. a quelle iftorie fon 12. compartimenti di ftucco,che fanno ornamento»
così al comunicatorio, come al confeffionario delle Monache, ed in elli
egli dipinfe 12. mezze figurette di Profeti , fei per ciafeheduna parte.
Negli Angoli dell'arco dell'Aitar mentovato figurò S.Pietro , e
S. Paolo fedenti fotto gran panni , che quafi baldacchini vengono fo-
ftenuti da putti ni . La volta della nave ha tre quadri , in quel di mez«
20 , ch'è ovato , è la Beata Veigme in gloria , e nel bado S.Benedet-
to in mezze figure le Monache nell'infimo luogo . Nel primo quadro
della volta entrando in Chiefa fi vede la Natività del Signore nelf al-
tro verfo l'Altare la Trisfi gurazione . Nelle centine di detta volta fo-
no fei ftorie per parte , e due di fronte nell'arco anzidetto dell' Altare,
e tutte di figure piciole . La prima di quelle florie laterali fi è 1' An-
nunziata , e lìeguono la Vilìtazione della B^ V'ergine a S. Elifabetta ,
poi la Nafcita del Salvatore , poi la Circoncifione , la Dilputa nel
Tempio in m?zzo a' Dottori , indi l'Orazione nell' Orto , e lìegue la
flagellazione alla Colonna , e quelle fei iftorie compierono la volta dal
canto dell'Epiftola , vedendofi fepra la porta la Coronazione di Spine.
Sieguono dall'altro canto tre altre iftorie deìla Pallìone del Signore,
alle quali fuccede la Refurrtziane , l'Afcenlione al Cielo , e la venu-
ta dello Spinto Santo , e finifce con la Coronazione della B. Vergine
Aflunta in Cielo , la qual pittura Viene di fronte all'arco della Chiefa,
ed allato a quella della Santilfima Nunziata . Laterali alla porta della
Ghiefa , ma in alto , fon due quadri , ove fono efprelfi 1 marti rj di
S. Lucia , e di S. Agata , con copiolkà di figure . Sopri la porta, e
fotto la mentovata Coronazione di Spine è dipinta S. Cecilia col fuo
fpofo ingino chioni , con gloria al di fopra , e da lontano vedefi effi-
giato il lor Martirio . Di tutte quelle pitture le migliori fono alcune
delle dodici iftorie mentovate , ove fono delle buone figure ; ma tut-
te le figure grandi , e maiììmamente quelle laterali alia porta fon de-
boliilìme .
Alla Santif- Ma le pitture della Sacreftia della SantilTìma Nunziata fon degne
(ima Nun- di elfer confiderate per la bontà , e per la giudiziola difp-jfizione ne*
ziata . compartimenti di llucchi dorati , che in quel gr;n vafo fanno l'ufficio
di cornici . Nel mezzo della volta fono tre quadri, due minori, e quel
di mezzo più grande, ove è dipinto S. Giovanui Evangelifta co' mi-
fterj
Pittore. 3 1 1
fterj dell' Apocalifle , vedendofi in alto l'Immacolata Concezione
circondata d, luce . Ne' due più piccoli fi vede David calato dalla fi-
neftr.i dalla figlia di Saul fua fpcfa , e'1 viaggio di Rachele . Ne' lati
fon due ovati , ed alcuni vani , ove fon rapprelentate Virtiì , e fim-
boli della B. Vergine . In un ovato è la ftoria di Abigail , che placa
David coi doni , nell' altro Giuditta con la tefta di Oloferne . Neil'
ottangolo su la porta David infermo nel letto , e nftorato co' cibi ,
al quale ottangolo fa compagnia l'altro di fronte con la SS. Nunziata.
Sopra del cormcione e degli ornamenti , e fulture di legno di Gio:
da Nola, e fotto ledeferitte pitture dt Ila volta , fono 12 quadri an-
che allufivi alla B. V. li quali contengono iftorie del Vecchio Telta-
mento , cominciando dalla creazione de' noftri primi padri , cui fie-,
gue il peccato di Adamo , e la cai ciata del Paradifo Terreftre , e que-
lle fon d'pinte fopra la porta . Nel fondo della Sagreftia , e r elle mu-
ra laterali fon due iftorie di figure grandi al naturale, ed in unarap-
prelenta la Chiefa militante, l'altra i gradi , e dignità del Sacerdo-
zio;. Nella fommità del cupolino di detta Sagreflia vedefi noftro Siono-
re , e nel np,:rt mento delle fafee li 12. Apoftoli a due a due , e fola
la B. Vergine . Negli angoli 4. Profeti che predi/fero le prerogative
di lei , e lono , lfaia, Geremia, Giob , e Michea.
Dopo quefta Sagreftia , dipinfe Belifario l'altra del T. foro delle
Sacre Reliquie , ove ia volta , e le mura 1 ferali fon firmili. ente ri-
partite da' Mucchi dorati , che fervon di cornici , e di ornimenti . In
quello ch'è mi mezzo della volta è la SS. Trinità, con varj Santi al
di fotto , effigiati in tante mezze figure ; Ne due ovati eh* fono di
qua , e di là del detto quadro fon Angeli , che tengono gl'iftrumenti
dell' atrociflìma falfione del Redentore ; ne' due quadri , che lìeouo-
no ( e/Tendo in tutto cinque ) in quello frenato fopra l'Altare è la De-
collazione di S. Gì 0: Battili* , e nell'ultimo veri"-, la porta fopra il
bell-lfimo Sepolcro di Alfonfo Sances , il martirio di S. Barbara. Sotta
quello quadro vedefi effigiata la ftrage de' S<nti fanciulli Innocenti ,
due corpi de' quali , con altre infigni Reliquie fi confervano intieri
in quefta Sagreftia , e fotto quella fon due quadri , laterli anch'elfi
al mentovato Sepolcro , ove fono la prelentizione al Tempo della
B. V. , e la Vilìtazione a S. Elifabetta j late rais alla portj è li af ita
di cfla Vergine j Intorno intorno a cucco il fudd tto Teforo fon octo
iftorie, di figure qu fi grandi al naturale, quattro per parte , nelle
qu li fon dipinti 1 imrt.'rjdi tutti qu.-'Santi , e Sante dc'qmli in quel
Teforo fi fjrbmo le reliquie ; e fopra le nicchie , ove le li, tu , ed i
buftì d'argento fon collocati , fonodip.nti Angioli fedenti , che ten-
gono le tabelle co i nomi di varj Profeti , che fen fra quelle nicchie
dipinti, L'ingreflb di quefta Sagreftia , ed una Cappella rotonda ivi
TOMO il. R r preflb,
3 1 2 Vita di Belifario Corenzio
preflb fono anche ornati di pitture di Belifario T efTendovi nella volta
vane iftoriette della vita della B. V. , benché quefte pitture abbiano
molto patito per l'umido che patifcono quelle mura dalla parte di die-
tro , Littorie grandi però nel!' ingreffb dipinte non han quella disgra-
zia , e rapprefentano , David che fuona , e balla innanzi l'arca del
Teftamento T la quale vien condotta proceffionalmente da' Sacerdoti,
e Salomone che offèrva il difegno del Tempio di Gerofolima , e quelle
iftone fono affai bene ideate « e dipinte . Ma troppo lunga riunireb-
be quella narrativa fé a minuto descriver voleffi tutte l'opere ch'egli
fece in quefto Santuario ; ond'è che da noi folamente farà detto , che
. la Cupola , e'I Coro fono anch'elle pitture di Belifario.
Jj j^^"a Nella Chiefa di S. Maria di Monte Vergine , fopra il Cappello-
Vergine, ne della Croce , ov'è il quadro della Ss. Trinità , che corona la B.V.,
dipinto da Santafede , vi è l'arco dipioto da Belifario. Ivi fi vede nel
quadro di mezzo la SS. Trinità che corona la B- V.» e negli altri due
rAfTunzione al Cielo della medefima T e la venuta dello Sprrito Santo.
Ne' lati del fineflrone èTAfcenzione al Cielo di nollro Signore . Delle
pitture ch'egli fece nella Cappella di S. Giufeppe, nella Chiefa di
S. Domenico Maggiore » altro non è rimafo , che quattro povere fi-,
gure negli angoli della Cupoletta » dapoichè tutte l'altre fi fon perdu-
te per diverfi accidenti .
A Gresù,, e Nella Chiefa di Giesù T e Maria , e propriamente nella volta dr
Mirh, quella Cappella laterale all' Aitar maggiore dal canto del Vangelo,
nella quale è un quadro della nafcita del Signore , open bellilfima di
Fabrizio Santafede » fono varf, e fpeffi compartimenti di ftucco do-
rato , dove Belifario in alcuni vani dipinfe figure intere , e mezze fi-
gure di varj Santi r ed in fei tondi fei mezzi bulli di Profeti j nel mez»
zo la Ss. Trinità: e fra quelle figure fon tette così ben dipinte con
unità di colore , che pili cotto pajon vive , che colorite : Negli angoli
della Cupufa con bella maniera » ei dipinfe un Angiolo ppr cia-
fcheduno , li quali tengono nelle mani gì' Iftrumenti della Paffione di
noflro Signore . Nella Cappella del Ss. Rofario dicono que"PP. Predi-
catori , che le pitture della Cupola degli archi , e delle lunette fiano
dì Belifario fa nferva dell'arco dell' Altare , ove fon dipinti li i f .
Mifteri del Rofario di Gio: Bernardino Siciliano » autore del quadro) .
Ma a me però pajono più torto de' fuoi difcepoli* a camion della variata
maniera .
Era ormai Belifario pervenuto nelP ultima vecchiezza , dapoicfie
ottagenario prefe a dipingere il mentovato Chioftro ili S. Severino » che
riufeì affai debole , come è detto di fopra t laonde non fidandofì di
più condurre opere ^randiofe , fece condurre da' fuoi difcepoli i!
Chioftro de' Frati Kiformati di S. Francefco a S. Maria degli Arrgjoli,
detta
Pittore. 3 1 3
detta alle Croci ; Ma perchè fentiva le dicerie de' Pittori intorno alla
fua debolezza , e ch'egli nulla più valeva in pittura , vi colorì di fi»
mano due dori-' , che fono la nafcita del Signore , e la fuga di Egitto,
ove pofe tutto lo sforzo del valore che le reftava.
Pochi fono i quadri dipinti ad olio da Belifario * imperciocché
avendo fempre per le mani opere grandiofe a frefco , di Chiefe , e di
Cappelle , non fi curava , che ad ajtri tufferò allogati i quadri di
quella medefima Ghiefa , o Cappella * ove egli dipingeva ; anziché
gli fcrviva per un fine politico il far dare a dipingere i quadri ad altri
rinomati Pittori , per mantenerli obbligati , e confederati con feco j
E perchè afpirava fempre a maggiori guadagni , non fi curava de'qua-
dri che gli recavano poco frutto . E pure ad olio riufcjva un valen- n;ttUr 2j
tuomo ; come fi può fcorgere dal quadro della Cappella del Sagra- 0ylQ <jj ge.
mento nella Parrocchial Chiefa di S. Anna di Palazzo , ove egli figu* llfario,
rò la Ss. Triade , con numerofa gloria d'Angioli , e nel baffo S. Gio:
B ittilta , e S. Francefco d'Affifi , e quella fu una delle prime opere
eh' eg i efponeffe al pubblico , in cui riconofeefi nelle varie moffe de-
gli Angioli la maniera della famofa fcuola dal Tintoretto ; Dalla qua-
le egli tratto trarto fi allontanò col dipingere a frefco di fua propria
maniera. Tiene ancora del colorito Veneziano il quadro della Ss. Nun-
ziata , .he fi vede in una Cappella della Chiefa della Pietà de'Turchi-
ni , benché nelle mani della B. V. fi fuffe fervito di un imperfetto na-
turale , Merita però tutta la lode il quadro dell' Adorazione de' Santi
Maggi , efpofto su l'Aitare d'una C.ppella neila Chiefa de' Girolami-
ni , per lo cmponimento difegno , e colorito bene a cordato J e lo
fteffo è da dire de) quadro , che efprime i'jftoria del Si maritano , fi-
tuato in uno de' (ette Altari della rhitfa della Miftricordia . N^Ha
Chiefa di S. St verino , già da noi mentovata , fece per l'Altare d'una
Capp-Ila la dtpofizione del corpo morto del Salvator della Croce, che
fu opera affai lodata , ed una gran tavola , che oggi f, vede nell' in-
greffo della Sagreftia , ove è dipinta la B. V. in gloria con molti An-
gioli , e nel b ffo m Iti Sawti , la quale è degna di molta lode per lo
gran cemponimento , e buono intendimento del difegno , e del colo-
rito j con la quale darem fine all'opere del fuo pennello , tuttoché
alcuna fé ne fia tralaf iata , e mafi^mamente i quadri fatti a partico-
lari , che non fono efpcftì alla veduta d'ogni uno, accennando fola-
mente ihe fu grande amico di Monsù Defiderio j famofo Pittore di
profpettive , e vedute ; al quale accordò eccellentemente le figurine
alle vulute che dipingeva j ed ultimamente mi fon capitati fotto l'oc-
chio dtie quadri di fette palmi per travtrfo , ove in uno feorgeafi la
piazza di S. Domenico Maggiore , com'era allora , e l'altro la piazza
avanti la porta del Caftel nuovo , mirabilmente accordate dalle fi^u-
R r 2 rine
3 1 4 Vita di Belifario Corenzio
rine di Belifario ; e t^ntobafti in pruova di fua virtù i ficchè trala-
sciando ogn' altro quadro , e dall' opre della pittura facendo paflag-
gio di nuovo a quelle delia fua peflìma morale , riferiremo l'ultima,
e la più infime delle fue azj. .mi , fi- come abbiam promefTo di fopra.
Aveva Belifario fra funi D<fiepoli Luigi Rodrigo , virtù li Igi-
nio di coftumi , il quale e/Tendo nufcito il migliore della fua fiuola ,
fra l'altre opere , dipinfe ttitte le Itone dclh Vita di noftro Signore ,
che fono a fref o nella Chi-fa del Carmine Migliore, per la quile ope-
ra ebbe Luigi dal Popolo , e da'Prufeflbri uni piena laude . Or fra la
gente che la mirava , e lodava fi mefcolb Belisario , già fatto vec-
chio, e volle il cafo , che dimandale ad alcun Pittore, chi forte
colui che quell'opera avelie dipinta fingendo non conofcerlo , per
udir con le proprie orecchie il giudizio che se ne dava . Colui non
conofcendo Brlifario , ed efTendo per avventura amico di Luigi *
e nemico dell'iniquità del Maeftro, gli rifpofe : Che l'opera era di Lui-
gi Rodrigo, difcepolo il Brillano, mi che,comj lo forpaflava ne'buoni
coftumi , così ancne lo aveva fopravanzato col pennello j e in fomma
lodò tanto Luigi , che 1' invidiofo Belifario nulla penfando alla fua
vecchi ;zza , ne all'efler Criftuno , ma folamente , che lo fcolare col
nome acquiftato gli averebbe tolte di mano le buone occafioni, fi pro-
pofe farlo morire ; Per ricoprire nondimeno la fua iniquità , finfe
. . . congratularfi con lui , e feguitò per molti giorni ad ufargli amorevo-
igiK.odi-1 jezza e „er qUefta vja mangiando alcuna volta , o bevendo infieme,
go avve'e- e i ■ r
natodiBsii- lt'1 «^infelice Rodrigo un lento veleno , che in breve tempo lo
(arto. confumb , ficchè non potè terminir l'opera della Chiefa della Conce-
zione degli Spagnuoli , che poi fa compiuta da Pacecco di Rofa , e da
Giufeppe Marullo difeepoh del Givalier Maffimo Stanzioni . Ma che?
l'iniquo , invidiofo maligno vecchio non andò lungo tempo impuni-
to del fuo misfatto , benché delle fegni di pentimento d' un tanto er-
rore , d ipoichè eifendo negli ultimi anni della fua vita notato di erro-
ri in varie fue pitture , e quali derifo da' Pittori , che non lo teme-
Vano p.ù come prima , ed avendo udito , che dal Cavalier Maffimo
erano flati notati errori in alcune figure dipinte in S. Severino , fattofi
accomodare il ponte , cercò di emendar così vecchio gli errori notatij
ma avendo forfè fempre innanzi l' atroce fuo misfatto , e non bene
Morte dif^i a avertendo ove potette il piede, cadde dal Palco, e fol tanto vifle quan-
tità dlB ii t0 poCe dar fegno di confefiìone ad un di que' Religioù , che con gli
pìtat Pd\1' a'tr' Monaci erano accorti all'infelice fpettacolo . Così terminò Beli-.
Palco. fario il corfo della fua Vita , e dell' opere fue; le quali certamente
avrebbe potuto rendere più gloriofe le più oneftamente fofle vifiuto .
In fomma egli con tal fine difgraziato verifico quell' adagio : Che chi
mal vive , infelice muore .
Fu
Pittore. 3 1 s
Fu Belifario veramente Pittore ammirabile, fé fi pon mente alla
grandezza , e copiofità dell'opere da lui dipinte , alla varietà delle lue
invenzioni, alle buone idee de' componimenti , ai dilegno , ed al
colorito ; Ma (opra tutto alla copiofità delle tante figure meife inlìeme
che certamente in alcuni quadroni fon centmaja , e quel che importa
fenza confufione, perch"egu m.rabilmente hi fitto giuocar l'aria da fi-
gura a figura , e quelle ha degradate con ordine di profpettiva . Vero
è però , che molte fue opere fon prve di una ;erta grazia , e di quel
decoro in alcune figure eh' è richiedo ne' l'oggetti nobili ; dando loro
piiì torto fomiglianza , e fifonomia di plebei , e così hi man.ato neila
nobiltà , e delicatezza d. molte cofe ; onde il Cavalier Mifiìmo già
mentovato, in alcune fue note lo chiama : Pittore copio/o tua non E,;teCoji
fatto : e così lo diffiniLe con quelle brevi piroe . Ad ogni modo pe-M'ffimo a,
rò fé gli deve rendere onore , per tutte quelle parti di che innanzi il B-liiarjo.
è ragionato , e per aver np.rto una ftrada tacile all'inventare j ammi-
randoli fra le fui figure politure diffìcili , ma fatte con dillìnvoìtura ,
e con facilità fpiegata qu ll'azione ; ond. per tante buone paiti,egre-
giamente poffedute in pittura , vitn counumsnito tra' buoni Artefici
del difegno i rendendo al fuo merito i' onor dovuto, mentrecchè il
fuo arnie viverà immortalmente per le fue opere , avendo dato luftro
alle noftre arti della Pittura; ed ancora alla no'tra Patria , perciocché
egli volle efll- re aferitto nel numero de' fuoi C.ttadini ; come ne fan
teltimonianza varj noftri Scrittori ; fra quali 1' fcngenio nella fui Na-
poli Sicra, deferivendo la Chiefa di S. Paole MiS'iore a carte 86. lo Belifario fu
chiama , illuflre Pittore Napolìtano,ch; di prefinte vive con molta J uà "ri1™."?
lode . Laonde molto fi deve al nome , ed all'opere di Belifir.o . Come J^f '"'.
ancora parimente li (pera , che vivera 1 animi fui eternamente alla
gloria , giacché nell'ultimo di fua vita fu da ogn'un conofcnito il pen-
timento dell' error fuo , come ne die fegno neiia fui morte con l'atto
di pentimento .
Lafcib Belifario infinite ricchezze , acquifhte col fuo pennello ,
con le quali fi trattò alla grande , foftenendo il grado di Cavalier di
S. Giorgio , da non fo quii Signore conferitogli , e trattò fpeffo con
lauti pranzi i Pro felibri della Pittura , per averli obbligati ad ogni fuo
cenno , e godendo di aver fempre mai il corteggio , una fchiera di eilì
ma per Io più dozzinali , l'accompagnava . Gli firon fatte fontuofe
l'efequie ( portato prima però a fua Cafa abitando nel largo di Monte
Calvario ) e fu onorato da grande accompagnamento infino alla men-
tovata Chiefa di S. Severino , ove gli fu data quella Sepoltura , che
da lui era ftata eletta fin dal 161 f. , alloracche fece il primo contrat-
to delle pitture di quella Chiefa , cioè 28. anni prima ; effendo egli
molto di 85". anni , nel 1645. s* vedono di Belifario moltiiììmi dife-
3 1 6 Vita di Belifario Corenzio
gni , e nel noRro libro di difegni d» valentuomini viene ancora onoJ
rata la fua memoria ; E veramente alcuni de' fuoi mnflimamente di
figure fole, fono di tanta bontà , che fembran di mano del Tmtoretto
fuo Maeftro ; ad imitazione del quale ufava egli di difegnare fu carte
tinte , lumeggiate di biacca , Pao'ode Matteis in un fuo fcritto dà
molta lode a Belifario ; forfè f riflettono alcuni ) per l'uniforme copio-
fità di opere fatte da entrambi ; e in fatti il noftro Cavalier Franctfco
Paolo de Sofimena folea chiamare Paolo de Matteis , il Belifario de' tempi no-
Matteìs di- (tri » per molti accidenti uniformi: Ma palliamo a far copia dello
c.e'ci?c rRe" fcritto promefTodiefTo Matteis in tal fntenza dettato ,
nato in Re^ Belifario Corenzio , di Nazione Albanafe , una delle Colonie^ che
gno , nt9rrJ pajfarono nel lyegno di Napoli in tempo del Difpoffa Giorgio Scander*
toncradice bergh , e proprio in alcuni funghi della Provincia di Lecce , che noi
all'.ifcrizio- diciamo Greci \ Si approfittò della pittura m Napoli , avendola ap»
ne Upokf»- pfrffjn ial Tinforetto in Venezia ; imitando in molte cofe il Cavalier
Giufeppe di Arpino , e vi riufc) nella Chìefa de' PK Teatini, detta di
S.. Paoh , avendo ivi dipinta tutta la Tribuna , ed anche la volta fo*
fra r Aitar Maggiore , e fi portò cns) bene , che al fuo tempo ebbe tut-
to l'applaufn univerfnh j per lo che dipinfe gran parte dei Palagi*
Reale a /refe» , come ancora il Palagio del Principe di S. Severo di
Sargro , e tuffa la grande , e magnifica Chiefa di S, Severino, de'PP;
Benedettini . In Monte Caftno dipinfe la Cupola ■> e nella Cafa Profffa
4e* Gefuiti (e tre fammi' , o fian volte grandi dilla Chitfa ì una d Ile
quali a capion del tremuoto fucceduto /' anno 1688. cadde allorché
Cadi e la Cupola di palmi 6o. di diametro dipinta da Gi '. Lanfranco',
poco tempo dopo fntto fiate da ne dipinte ; Ou»\ìo Virtuofo fece infinite
opere , e mor} di et) più che ottagenario d'i>flicijjìma morte } atte*
foche mentre flava ritoccando alcune minuzie , che alcuni Critici gli
avevano oppofle , nella fuddetta opera di S. Severino , cadde dal ta-
volato -, quale non era benfatto , e fin) mi fer abilmente la Vita . Ftt
bunn Pittore , ma difuguaU , facendo dell'ottime , e delle d boti ope-
re , Fu inimiciffìmo del gran JDomenichino , a cagione dell'invidia, e
maligniti , contro la virtù del detto Domenichino , avendo invidia
di tanta gran virtù , non già per le ricchezze , mentrecchè B'Ufario
aveva ammaffato gran teforo , per le tante , e grandi opere da lui
fatte .
Ed ecco col ra -conto che fa Paolo de Matteis compiuta ancor la
notizia dell'opere di Belifario , di cui altrimenti non (apremmo erfer
la pittura della Cupola a Monte Calino } per la qual cofa pafTaremoa
far parola de' fuoi Difcepoli , che furon bensì molti , ma pochi ne
riufeiropo ffperti ; come qui fotto dimoftreremo .
Fra'Difctpoli di Belifario fi dichiara lo fttffo Maflìmo,fcrivendo in
alcu-
Pittore. 317
alcune fue note , che egli apprefe da lui la facilità del dipingere a fre-
feo ; attefocchè primieramente egli non facea fé non ritratti , e non
fola mente ignorava il dipingere fu la tonaca , ma nemmeno faceva
qnadri d' iftorie , come appreflb poi fece ; Laonde avanzatofi mira-
bilmente nell'arte , volle ancora efercitarfi nel dipingere a frefeo , e
lo apprefe da Belifano , che in quel tempo era famofo in tal genere.
Luigi Rodrigo T detto Siciliano f che fin ora non fi fa fé fu Zio,
o fratello di Bernardino Siciliano, de' quali a parte fi fcriverà la Vita ,
Onofrio di Leone , che non fu corretto , ne il migliore der fuoi
Scolari , come erroneamente credono alcuni ; ma fecondo h natura-
le incl, nazione , col dono avuto dalla natura T riufeì copiofo nell' in-
ventare; come pub vedtrfi nella Sagreftia di S. Severino , e ne* frefehi
di alcune Cappelle in S. Maria la Nuova ; Così in quella di S. Fran-
cefeo , come nell'altra di S. Antonio da Padova egli figurò alcune
azioni miracolofe de' Santi mentovati » benché fi dica, che in quella
di S. Antonio fufTe ajutato da Andrea fuo fratello , che fu più ftudio-
fo» e riufeì miglior Pittore di lui . Nella medefima Chiefa , e nella
Cappelle di S. Anna vi è di Onofrio il quadro compagno di quello del
Cavalier B inafehi . Nella Pietà de* Turchini dipinfe nella Cappella
del Crocefiflb varie azzionr , e mifterj della dolorofiflìma paffione del
Signore , Tanti b^fti aver detto di Onofrio di Leone , dapoiche egli
Hon fu Pittore di' molta {rima .
Andrea di Leone , fratello del detto Onofrio , fu primieramen-
te della Scuola di Belifario , dove profittò della facililà , e feracità
del Maeftro, rm pofeia invaghitofi delle Battaglie di Aniello Falcone*
palsò ad accrefeere in quella Scuola il numero de' bravi allievi di quel
raro Maeftro , che tutti riufeirono Valentuomini ,come a fuo luogo
diremo .
Michele Regolia fu Siciliano , edanch' egli Difcepolo di Belifa-
r'to T di cui imitò molto le fifonomie , e gli andari de' panni, e riufeì
uno der migliori allievi di quella Scuola , come fi può vedere dalle
fue opere a frefeo nella Sagreftia della Chiefa di S, Diego , detta l' O-
fpediletto, de'PP. Francefcani Oflervanti , e più nelle Morie dipinte
tra' fineftroni di detta Chiefa dello Spedaletto della Vita » e Miracoli
del Santo mentovato , affai beneefprelTl ; come an he nel Coro del-
la Chiefa , e nel Gapitolo, e nel Refettorio di S. Domenico Maggio-
re f ed in altri luoghi ove con fua lode ha dipinto , che per brevità fi
tralafciano ; rimettendo al curiofo Lettore il dar giudizio delle fue
opere anche ad olio, che fi veggono in cafe particolari, come in qui Ila
de' Signori Valletta Ct oflérva di fua mano due quadretti in ovato, che
efprimono Loth , che fugge con le figliuole d 111 Città di Sodoma , e
Io fteflò umbriaco con le due figlie accanto, che fon degni di lode.
Altri
3 1 8 Vita di Belifario Corenzio
Altri molti Ddcepoli ebbe Befano , ma eh: poco onore gli fe-
cero nella pittura , e molti ancora in veggendo la difficoltà dell' im-
prefa fi applicarono ad altra proflflìone j impero-che la pittura non
è Arte che lì apprende da ognuno , ma folamente da coloro che ven-
gono dal Cielo datati di un abilità particolare per quella ; e (bpratut-
todel dono della grazia , fenza la quale farà Tempre infelice un Furo-
re ; tuttoché vi ponga ogni ftudio : come ben fu diffinito nella (lam-
pa dell' infegnamento dell' Arte del celebre Carlo Maratta . Perciò fa-
rem.) fol menzione di un altro Difcepolo del quale non so il nome ,
che dipinfe il Chio'lro de' PP. Minimi di S. Francefco da Paola , rap-
preftntando in elTj ( con franchezza di pennello fé non correzione di
dilegno) ì fatti , e miracoli di quel portento di fantiti : E tanto baili
aver detto de' Difcepoli di Belfario,dando p r ora fine alla narrazione
della di lui Vita , con riportare il fuo Epitàffio da noi prome/ìb .
Sieguono a
queiti verfi Bili far ius Coreuti ut ex antiquo Ar e adum lettere .
ratini i ver- Divi Georgii Ecjttes , intcr f{egios StipendarioS Nfàpoli
ii Greci , i A pueris adfeitus : depiBo hoc Tempio [ibi , f'uifq\
?,*., P r" Locum quieti* vivens paravit . i6if.
che ri mar- 7 •
mo è Ih ceto
tanto il ver. EIE BEAUtAPION 01 MONAXOI.
(o efame- APKAà.H MEN E^TXE
Sp'ewam" KOPENriON EIXE ùE TAIA
trotta divi- nAPGENOIlH rPA<i>EX2N
fo,e cosi lori HPJQTOrÉNHN ETEFON .
da noi ri-
portati jj no{jj|e Letterato D.Prancefco Galluppo da Tropea,eruditiflìmo
in lingua Greca,ha voluto anch' egli onorare con fue fatiche i miei de-
deboli feticr'i , poche avendo fcritto il riportato Diftico Greco , fi è
comuiacciuto anche trafportarlo in Litino per intelligenza di qu Ili ,
che tale idioma non fanno ; dipoichè credono alcuni che i vtrfi Lati-
ni , e Greci nel marmo fcritti dicano lo Melfi) ; ma non è cosi , come
daila fpicgazione di quello celebre Virtuofo puh conofeerfi appieno .
Verfi Greci
.«^'portati BELISARIO MONACHI
m latino da
fcó ÌìImL N0B1LIS ARCAS ERaT PICTOR CORFNS'US ALTER
Po celebre VERE PROTOGENES INCOLA PARTENOPES .
Letterato .
Fine della Vita di Bdifario Corenzio Pittore ,
e del Secondo Tomo .
AVVERTIMENTO A4 LETTORI:
QUefte due Vite , una di Gio: Antonio d' Amato il giovanej
V altra di Mariangela Crifcuolo Pittrice , fua Gonforte,
per trafcuratezza di chi avea cura della ftampa , o per-
chè fi -eran difperfe , non fi fono ftampate nel corpo del prefen»
te fecondo Tomo , e nel luogo proprio ove elle cadevano ; fe-
condo la cronologia de' tempi , e delle età de' fcritti Artefici
del difegno ; Per la qual cofa fi pongono per rimedio all' ulti-
mo di quello Temo , già finito con la Vita di Belifario : Ma
fappiafi , che elle vanno fituate alla pagina 212. dopo la Vita
di Francefco Curia , e prima di quella di Girolamo Imparato ;
e cib fia detto per intelligenza de' Leggitori , ed affinchè in
altra riftampa ( fé pure avranno tanto merito quefti libri ) fi
debbiano fituare nel luogo dtferitto , affin di ferbare l' ordina
cronologico .
TOMO li, S s VITA
320 , m
V I T
D I
GIO: ANTONIO
DI AMATO
11 Giovane Pittore.
As
Ssai ben difle quel Savio , il quale fece comprendere a Filippo
Re della Macedonia , che il buon efempio , più di c^ualll voglia
ottima feienza , averebbe fpintoa ben operare il fuo figliuolo Alefan-
dro : Imperocché noi fovente veggiamo molti figliuoli andare a C uo-
le di ottimi maeftri , per apprendere le feienze , ed ani he la morale,
e nondimeno riufeir poi diflbluti , e feoftumati centra le mafllme di
quella Filofofia de' cui precetti fono (lati imbevuti . Affai più dunque
fuol giovare alla virtù il buon efempio fenza le molte faenze , che le
molte feienze fenza il buon efempio ; Siccome appunto vedremo ef-
fere adivenuto nella perfona del fecondo Gio: Antonio di Amato, il
quale per lo buon efempio domeftico del primo Gic: Antonio fuo zio,;
nufcì ancor egli un ottimo efemplare di criftiana virtù i come nella
fua vita , che fiegue anderem divifando .
Nafcfca ti! Nacque quatto virtuofo Pittore , circa gli anni del Signore i f j f,
Gio: Anto- da un fratello di Gio: Antonio per nome Angelo Nicola , ancor egli
n» « Uomo dibuona vita. Appena t gli ufcì dalla puerizia, che al zia
volle averlo appreso di se ; E/Tendo il fanciullo di bello afpetto , e di
V10:, ^nt0* dolci , e placide maniere , fui principio gli fece apprendere Grama-
to° '1 Vct-t'ca ' e (lu'n^' lo applicò al difegno , facendogli continuare, an he
chio lo volle leggere buoni libri , e maJlìmamtnte la Sacra Scrittura , della qualr
apprtlib ci gli faceva egli ftefìò ottimamente la efplicazione ; Conche venne a
sé, e li lece comunicargli tutti quei buoni precetti , che potevano iftruire un fag-
inltgnaie • pjttore eci un ottimo Criftiano ; Con tali fondamenti adunque
Piuma', fi avanzò Gio: Antonio nella ftrada della virtù , e divenuto prat.co
nel colorire , fece varj quadretti a richieda di perfone divote , rico-
nofeendofene molti , appreflb de' Signori Galeoti , Salerno , ed altri,
e la prima immagine , che egli fece della Reina de' Cieli , la dipinfe
in dì di Sabato , dopo efferfi confettato , e cibato del pane degli An-
gioli : Imitando ambe in quello il fuo divoto Percettore; E quello
tfemp.o veramente dovtrebbe efiere feguitato da ogn' uno , che di
qualun-
Pittore. 321
qualunque fcienza Volefle fare acquifto , dapoichè il principio della
vera Capienza è il Santo timor di Dio. Crefciuta dunque la fama del-
la bontà così delh vita , come dell' opere di pittura, Gio: Antonio il
Giovane , che così era nominato a diftinzione del zio , fece per alcu- Qpsie di
neChiefe tavole di Altari , delle quali non fi fa qui menzione , pei di Gio: Art-
eflerfi modernate le Chiefe , e fattivi nuovi quadri da moderni Pit- tonio in va-
tori , come per ragion di efempio nella Ghiefa di S. Spirito di Palaz- ri? Chielc .
20 era un quadro della Madonna del Rofario ; Ma ampliandofi a dì
noftri i Cappelloni della Tribuna , vi fece ultimamente il rinomato
Luca Giordano il bel quadro , che vi fi vede . Andb Gio: Antonio
acquiftando con la continuazione del pennello un dolciflìmo colorito,
nel quale per comun giudizio veune a fuperare il fuo Maeftro , e Zio,
laonde da per tutto fentivafi le lodi del giovane Gio: Antonio ; e cer-
tamente molto gli valfe la buona fama del fuo vivere coftumato , a
fargli ottenere dall' opere di confeguenza , e di lucro , come appun-
to fu quella del quadro della Chiefa di S. Maria Vifita poveri , come
dal fatto , che fiegue .
Nrll' anno 1 5-71. alcuni fanciulli affiffìro una Imagine Rampata _
della B. Verdine nella puhlica flrada , che ora di Vifita Poveri viene ^'S10, ?""
appellata , chiedendo limoline e chiunque panava , per onorarla con magjne del-
lampade , e con cerei , e mentre cib facevano , accadde , che pafsò)a Madonna
per quella flrada un Uomo d^ bene , chiamato Silveflro Tizzano , il di Vi<:cjpo-
quale interrogando que. fanciulli, cofa volefT-ro fare de! di più del da- YerI' e."c '*
^ l * 1 11 ' 1 11 j 11. i- 1: C. fondazione
naro , che accanzava dalla compra delle cere, e d'11 olio, g'1 m jc][a fUa_-»
prontameate nfpoAo ; che eglino ponean da parte l'avanzo per far Qiiela.
compra d'una b- Ila pittura della Madonna , e toglier via quella figu-
ra di carta ; Ma il pio Silveflro difle , che farebbe flato fuo il penlìero
di far loro avete una belliffima immagine dipinta da Gio: Antonio di
Amato , ponendovi del fuo il compimento del prezzo conveniente al-
la Pittura ; diche rendendogli infenite grazie, ed tffendo appien
contenti quei fanciulli , fece Silveflro dipingere il quadro da Gio:
Antonio, che era venuto nella buona fama per tali divote Immagini
di noftra Donna , come abbiam divifato . Compiuta , che fu quella
tavola venne collocata con gran fella fotto una volta , nel!" cafe del
Tizzano med^fimo , che ivi preflb (lavano fituate ; ed ivi ftiede mol-
ti anni , cantandovi!! le litanie , ed altre orazioni ogni fera con gran
divozione . Eflendo dunque quella crefciuta , e concorrendovi anco-
ra molte perfone di altre crntrade , alcuni vecchi parenti di quei
giovani, che già fanciulli la bella tavola aeevano ottenuta , in com-
pagnia loro , e di comun parere la collocarono in una camera terrena
che da noi dicefi volgarmente Baflb della medefima flrada ; E vi fe-
cero Maturi , che noi chiamamo Governadori , i quali diriggdR*o,
S s a e am-
322 Vita di Gio: Antonio d'Amato
e ainminiftraflero quella fanta opera , imperciochè crelcendo tutta
via il concorfo dei Fedeli , per le continue grazie , che il Signore fi
degnava difpenfare a' divoti , per mezzo di qutlia Immagine, e
crefcendo la divozione , crebbero anche le limoline , a legno taie,
che ogn'anno celebrando con b-Alo apparato la fella , maritavano due
o tre povere donzelle , fovvenivano altre perfone povere vtrgogncfe;
Laonde tutto dì crefcendo co' divoti , ancora più le limofine , dopo
aver mutato altri luoghi , alla perfine i Governadon comprarono nel
. i 599. l'edifìcio della Vecchia Regia Dogana , ove trasferirono con
foltnne proceiTìone la Santa Immagine m.racolofa , e nei 1 604. fatto-
vi una fpezie di Moniftero , o fi a Confervatorio , vi ricevettero al-
quante povere Crinelle : Or quella medelìma Immaggine vedefi ;di
prelente collocata full' Aitar Maggiore della Chicfa di S. Maria Vifi-
tapoveri i Così appellata dal Soccorfo , per fuo rr.tzzo dato alle an-
zidette vergognofe perfone . Non è ella però quefta tavola delle mi-
gliori opere , che facefTe Gio: Antonio , perciocché ancora egli non
aveva acquiftata la bella maniera , che poi con grandezza di tare , e
con dolcezza di colorito con tanta fua lode condurle a gran peifcz^o-
ne 5 Ritenendo ancora quella pittura affai della prima maniera di co-
lorire di Gio: Antonio fuo Zio . Ad ogni modo vi fi llorge Io Audio,
e l'amore con cui egli cercava di animare le fue pitture , oltre alla
divota bellezza , che fi feorge in tutta la tavola , eflsm'ovi nel piano
S. Andrea Apoftolo , e S. Gregorio Papa , chi hanno in mezzo l'Ani-
me del Purgatorio , vedute in lontananza .
P«r Confi Continuando Gio: Antonio i fuoi Studj dopo ia morte del caro-
lilo di Gio: 21° » e fecondo il configlio datogli da Gio:B;rnardo Lama, già valente
Berciando Dipintore fcuidalzio prima di morire era flato raccomandato; la-
Lama nv- fciò egli la fua prima maniera , e con tutto lo fpir.to fi volfe a fure
g no_ro a_» aCqUi({0 c}j un colorito dolce sì , ma che nepli feuri avelie la fua unio-
ne , onde riluttane un tondo , e ben mteto rilievo , a tale fu le figure
difiaccate più tolto dalla Tavola , che dipinte appannerò . Crebbe
adunque da per tutto il nome di Gio: Antonio , e la fama che miglior
del Zìo egli fofTe nella pittura riufcito , e perciò gli furono allogate
dalle nobili Monache di S. Patrizia fucceflìvamente tre tavole d'Afta,
re t da colio:arfi nella interiore loro Chiefa ; e propriamente quella ,
ove il Corpo della Gloriofa Santa ripofa , e che fi apre al concorfo dej
Fedeli due volte l'anno, cioè una addì 27. Agofto , Celcbrandofi a*
26. ia fella della medelima » e 1' altra in Giovedì , e Venerdì Santo
coll'occafione de' Sepolcri e dello efponerfi alla publica venerazione un
dei chiodi con cui fu confitto in Croce il Redentore , ed una Spina di
Sua corona , oltre all' altre infigne infinite Reliquie . In uno de' (i\d-
detti quadri , fi vede la morte della B. V. , circondata dagli Apolidi
in
Pittore. 323
in atti dolorofi , e piangenti , e ridi ripartimene laterali ci dipinfe S.'
Luca , e S. Gio: Batcifta ; nella Sommità in mezzo la Coronazione
d Ila Vergine Glonofa ; e dai Iati S. Placido , e S. Antonio da Pado-
va . Nella predella figurò la Rifurrezzione del Signore nel mezz- , e
dai lati la Tua Nafeita , e V adorazione dei Santi Maggi ; In un' altra
Cappella efpreffe la B. Vergine in gloria di Angeli , e nei ripartimene
S. Gio: Battifta , e S. Pietro Apofiolo , figurò nell'altra due Sante Ver-
gini , e nella predella di cfla figurò varie azioni della Vita del noftro
amabilifsimo Redentore affai graziofe , e con buon gufto condotte .
Fece dappoi per la Cappella di S. Andrea , eretta nel Cortile di S.Pie-
tro ad Aram la tavola,in cui fi vede una gloria di belli Angioli con la
B- V. , e nel piano S. Andrea , e S. Francefco d' Afsiii . N I Banco, e
Monte de Poveri fituato pretto i Regij Tribunali ei dipmfe la Tavola
che fi feorge full' Altare della Chiefetta , ch'è davanti la Congrega-
rione nel mezzo della quale figurò Giesù fanciullo nell' età di fette ,
ovvero otto anni all' impiedi (opra un Monti<-ello,e dai lati la Santiffi-
mi Madre, con S.Giufeppe ingmechioni, raccomandandogli un popolo,
che lino alla cintura fi vede alfai bene efpreilo ; eifendovi dille tefte
belliifime, a guifa di Ritratti , così vivi , e così ben coloriti , che
pajono più tofto dipinti col fangue , che col colore , e fi accollano af-
fai alla maniera Tizianefca . Nella parte fuperiore vi è 1' Eterno Pa-
dre , collo Spirito Santo , e gloria di Angioletti così dolcemente co-
loriti , che ben fi conofee quanto egli avelfe voluto emulare , e Gio:
Bernardo Lama , e Francefco Curia , e più Ippolito Borghefe nella
vaghezza dei colori, al quale fentiva dar m.lle lodi per la gran tavo-
la cipolla nella Chiefetta del Sacro Monte della Pietà , ove aveva que-
gli effiggata 1' AfTunzione della Vergine con gl'Apoltoli egregiamente
dipinti intorno al Sepolcro .
Ancorché quella Tavola di Gio: Antonio fia molto ben dipinta ,
e con vivezza di colore condotta , ad ogni modo ella non finilce di
piacere all'occhio di un intelligente Pittore , defidtrandovifi miglior
pintura ed atteggiamento in qualche figura ; come in quella del San
Guif pps , la quale fecondo il mio debole intendimento , fi averebbe
potuto migliorare . Nella Tavola però , che fiegue potrà qualunque
P.ttore , o dilettante , che fiafi appagar compiutamente il fuo gufto ,
poiché non vi ha cofi ■ ehe apra il mimmo compo alla Critica , e que-
lla è la bella Tavola del Maggior Altare della Chiefi del Monte delli
Poveri Vergcgnofi , fituato nella Strada Toledo. In quella Tavola
dico vede fi effigiata la Reina dei cieli , che flando dritta in piedi , ha
in braccio il fuo divino figliuolo , e vien corte°piata da ploria d' An-
gioii dai lati , ed anche al di fotto delle nuvole , (opra delle quali ella
pofa j iono inginocchioni alcuni Angioli di filònomie , e di bellezza
vera-
3 24 Vita di Gio: Antonio d'Amato
Veramente divine * ed in Comma tutta quella pittura e condotta eoo
efqujfito difegno , con bella Idea , e con dolciffimo colorito ; Laonde
avendo Gio.'Antonio adempiuto cosi bene in quell'opera tutti i precetti
dell' arte , merita , che gli fi dia tutta la lode * eh* pub meritare un
Artefice d' un? opera belliilìma ; E benché fia degno di lode il quadro
di S. Ignazio Lojola , che fi vedeva efpofto nella Chiefa di S, Giufeppe
alla riviera di €hiaja , detta S. Giufeppiello de' PP. Ciefuiti, che cer-
tamente può dirfi una beli' opera delfuo pennello cosi per lo buono
accordo , come per lo componimento , e per l' efprelllone divota , zi
ogni modo però vi fono in elfo alcune cofe , che veramente potrebbe-
ro efler migliorate . In quella Chiefa vi era eziandio un altra pittura di
Gio: Antonio , ma per una rimodernazione di Cappella ne fu tolta , e
trafportata ne' corridori , o fian dormitori di fopra .
Il quadro della feconda Cappella della Chiefa di S.Domenico Magi,
giore , ove vi è effigiata la B. Vergine col Bambino in piedi su le nu
vole , mentreche ella porge la pianeta a S. Reginaldo , ovvero S.Pie"!
tro Nolafco ; efTendovi di feconda veduta S. Raimondo , che varca i
Mare su la tonaca ; qu.fto quadro dico, da alcuni pratichi pro-
feflori vien ftimato una delle beli' Opere di Gio: Antonio , benché fia
alquanto di maniera diverfa . Nelli Chiefa di S. Margarita , detta S,
Margaritdla delle Monache fopra 1 Regi Studi , vj è di Gloc Antonio
il quadro , che rapprefenta 1' Immacolata Concezione di Maria dipinta
con bel colore , al fuo folito , e con di vota efpreflìva ,
Poche altre Opere di Gio: Antonio fi veggono efpofte al publico ;
e'ICavalier Malfimo nota una tavola in S. Nicolò detto alla Doga-
na ? ove fi vede effiggiata la Madonna della Redenzione , e S, Barba»
ra , con altre figure com'an he altre Tavole in S. Margaritella , e
nella Chiefa nuova , ma io txltone quella , che tuttavia fi vede ne!la
Chiefa mentuata di S. Nicolo , non ho potuto rinvenire alcuna dell'al-
tre due , fé pure una non è quelia , che rapprefenta la depofizione di
N. S. dalla Croce , la quale vedefi fra gli altri Celebri quadri nell'in-
figne Sacreftia della Chiefa Nuova de PP. dell' Oratorio detti Girola-
mini :, L'ultima opera notabile di Gio:Antonio fu il quadro di S.Tom-
mafo d' Aquino , che fi vede nell' Altare della fua Cappella , nella
Chiefa dedicata a tal Santo de'Frati Predicatori» benché fia fiato ritoc-r
cato da altro Pittore per eflerfi annerito e guafto da un incendio di
Frafihe fituate nel gradino davanti al quadro ; Dapoicchè non guari
di tempo oppreifo da' mali , che pativa , rendè 1' anima al fuo Crea-
tore nel i 598.1afciando fama di sé d' Uomo da bene per le virtù Cri-
filane , e di virtuofo Pittore , per V Arte della Pittura ; ficome at-
tefta con fua onorara teftimonianza il Cavalier Malfimo anzidetto con
le fi guenti parole , ch'egli fcrive dopo aver dato le notizie fopranar-
rate di Gio: Antonio Zio. Fu
Pittore. 325
Tu I>ìfcif>olo di G:'o\ Antonio » Gio'. Bernardo Lama , che riufcì
famofo Pittore , al quale ejjendo già valentuomo raccomandò Gio: An-
tonio ftto Nipote , che poi anche fu vaknt' 'uomo , e f ce cofe belle , io, ne
anche fu buon Crijiiano , il quale fece la 2 avola all'Altare Maggiore di
Vifita povsri alli figliuoli prima , e poi ad un divoto Prete , chiamata
D. Gio: Battijla AT. . . • , che era /tato prima molto fgherro . Cosi fece
la 'Tavola della Madonna della Redenzione a S. Nicola , dove vi è
S. Barbara &c. a S. Margaritella un'altra Tavola , alla Chiefa nuo-
va un altra anche di Altare alla Chiefa , ed al Banco de' Poveri con
Giesù Fanciullo , e molte figure , e con altre balle opere da fuo pari »
ed infine venne a morte circa il 1 f 98. , ejjendo fato da me conofciuto
}>er uomo da ben? , come era il zio da me foprafcritto .
Ebbe Gio: Antonio per (uà Donna Mariangiola Crifcuolo ,
celebre ancor ella nella pittura , di che nella di lei vita fi farà parola;
e procreò con lei alcuni figliuoli , de' quali non viflero fé non che due
femmine , ed un fol maichio, il quale attefe prima alle lettere umane *
e poi alla profeifione legale , di cui a noftri giorni vivono gli onorati
pofteri , che molte notizie ne han dato , efiendo gli altri figliuoli pre-
morti al Padre , ed infra quefti uno dell'età di venti anni in circa ,
che fi era applicato alla pittura, e gran progredì in poca età fatto vi
avea ; la qual morte portò a Tuoi Genitori afflizione infinita , ficco-
me grandiifimo cordoglio a tutti i fuoi conofcenti ; le femmine furo-
no onoratamente collocate , e viflero molt'anni con la virtuofilfima
Madre , che da' loro Spofi era amata , e riverivano con filiale amo-
re , non folo per la Virtù della Pittura , ma perchè era altresì fpec-
chio * ed efimpio di Criftiana bontà .
Una delle figliuole di Gio: Antonio ebbe dal fuo matrimonio
più figliuoli , e fra quefli uno , che fi chiamò Domenico , il quale
ria naturai gemo inchinato al difegno , difegnava su quante carte gli
Venivano in mano ; e non avendone empiva le pareti di fantocci :
tantoché da' parenti ne rilevò più volte buffonate per averli mala-
mente imbrattati . Coftui con la direzione di Gio: Antonio fuo Avo,
che ancor vivea , fi avanzò nel difegno, e morto quello , con quel-
la della fui Nonna Mariangiola Crifcuolo , che benché avefle perdu-
ta la virtù vifiva per vecchiezza , ad ogni modo cercava con i confi-
gli di lunga efptnenza , iftradarlo a bene operar le noftre arti : ed
altresì da alcun Pittore fuo conofeente faceva dirigerlo nelle mag-
giori difficoltà. Ma il figliuolo , moflo da un genio naturale , fi po-
tè a modellare di creta varie figure , dentro ornamenti di arabefehi.
Quandi avanzandoli con l'età il fapere , modellò con tanta pratica ,
che fu nchiefto dell' opera fua per varie Chiefe , per adornamento
di quelle i dove varj lavori di ftucco vi fece sì di fogliami , come di
tefte
326 Vita di Gio: Antonio d'Amato
tede di Cherubini , ed altresì di Angioli , e Putti , che eran condotti
con buona pratica , e ragionevol dilegno : De' quali lavori ancora
fé ne veggono , in alcune Chiefe , che da quii tempo non fono (late
di nuovo riedificate , o alla moderna abbellite : ne di coftui altra
notizia abbiamo. Così de' modellatori di Plaftica , e Artefici di Scul-
ture di ftucco , molti ne abbiamo avuto , ma per non faperne il no-
me,e l'opere diftinte non se ne fa da noi alcuna menzionete ciò accade
per la più volte replicata negligenza de' noftri patrioti Scrittori *
che privaron la Patria , e gli Artefici dell'utile, e della lode meri-
tamente dovuta ail' opere loro . Che benché elle non fu/Tero di quella
perfezione , che al prefente fi veggono l'opere de' moderni Maeftri di
Scultura , nelle quali , oltre la belliilìma idea del ritrovato , fi vede
la bc;lla molla della figura , e'1 vago attegiamento di elTa , con le belle
moderne pieghe de' panni , che migliorar non fi pofiono : Con tutto
ciò fono degne di lode , per efier lavorate con diligenza e amore , ed
hanno in loro qusft' opere ( intendendo di quelle de' Maeftri più ragio-
nevoli j) certa fodezza , e proprietà , che alcune volte manca in alcune
delle moderne; tuttoché elle fiano più feconde d'invenzioni, e di
nuovi aggiunti , e maiTìimmente negli ornamenti ; a' quali è adive-
nuto, che alcuni ornamentifti così Pittori, che Stuccatori , avendo
voluto aggiungere molte cofe , fono venuti a far l'opera trita , e con
ciò toglier da elle la fodezza , e'1 decoro , che fi richiede ad opera ve-
ramente compiuta .
fine della Vita di Gioì Antonio d' Amats
il Giovane Pittore ,
3*7
A
D I
MARIANGIOLA
CRISCUOLO
Pittrice.
SE io qui regirtrar volerti il gran numero di Donne Illuftri,che le noi
bili arti del difegno efercitarono , troppo in vero mi converreb-
be interrompere la narrazione de'noftri artefici 3 Imperciocché, molte
negli antichi ottimi fecoli ebbero il vnnto di perfettiifime nella Pittu-
ra , come Timarete , Irene , Marfia , ed Ariftarete, e ne' tempi
più moderni Properzia de Rolli , Lavinia Fontana , e Irene, difce-
pola del gran Tiziano, e tralafciando la V&rotari , laTintoretta , la
Garzoni., ed altre ; faremo dunque paiTaggio a narrar (blamente i
pregi di Mariangela Crifcuolo , che col fuo pennello recò tanto lu»
flro a se fte/Ta , ed alla Patria ornamento.
Nacque quella virtuofa Donna circa gli anni i^S. nella Città Nafclra di
di Napoli da Gio: Filippo Crifcuolo , fecondo l'opinione de' più, ben- Manangio-
chè il ©avalier Maffimo Stanzioni ponga jn dubbio , se da lui, o dal ^ "jja
fratello Gio: Angelo ella nafcefTe . E/Tendo ancora picciol.tta , ella era Pùcura in-
condotta dal Padre , che teneramente limava , in tutti que' luoghi , fin <ialk_»
ov' egli lavorava , o che fuoi lavori condur faceva i per la qual cofa, fu* fanciuj-
cominciò da fanciulla ad avere un g«nio particolare per la pittura i ie2za>
e fecondandola così il Padre , come il 2io , com nciò altresì a dife-
gnare, e ad apparare i precetti dell'arte. Pervenuta poi agl'anni
della adolefcenza fi diletò di mufica , in grado tale , che poche nel
cantare, e nel fonare la pareggiavano , laonde divenne la delizia, _. ... ,
/-,,,_. 1 i- 1 • • • j- j' .Si dilettò
non 10I0 de Genitori , e degli altri congiunti , ma eziandio di tutti Q3tltue ;„
coloro, che avevano la forte di praticarla > quindi pervenuta all'età Muiìca per-
di tor marito , era da molti defiderata , ma ella fdegnando il nodo fittamente,
maritale , tutta era intenta all' acquifto della mufica , e della pitturai
A lungo andare prevalfe però l'amore verfo la feconda ; Sicché eferci-
tando i colori pcco alla mufica attendeva ; Infomma Mariangela col
fuo lungo ftudio , e col fuo maravigliofo talento , fece delle belle pit-
TOMO 11. T t ture
328 Vita di Mariangiola Grifcuolo
ture per varie perfone , e perchè aveva per dote particolare il far bene
i ritratti , molti alle Tue conofcenti ne fece , ed anche a qualche Si-
gnora, che invaghita della fua virtù , voleva di nv,n di lei efllre effi-
giata; onde riportonne onoratiflìmipremj ; e tanto crebbe il (uo no-
me , che non potendo i fuoi parenti più refiftere alle richiede di colo-
ro , che la defuleravano per ifpofa , la perfuafero a maritarfi con qual-
che onefio giovane , che folle , di fuo piacimento ; Fra tanti che am-
bivano le fue nozze , uno era Gio: Antonio d'Amato il Giovane , il
quale eflendo in buona fama per l'arte della pittura , ed in buon con-
cetto d'Uomo coturnato e da bene ottenne da' parenti la bella , e
virtuofa pittrice ; inclinandovi ancor ella , così per le di lui ottime
qualità, come per efTer quello della medefima profeffione; Laonde
viflero infieme con indiflblubile , e reciproco amore , e maffimainen-
te nell' adoperarfi nella pittura , porgendoli f.ambievolmente iconfiV
gli , e gli ajuti . L'opere di quella maravigliofa Pittrice fon tali , che
poche di quelle de' tempi fuoi le poflano andare innanzi ; E per veni-
re al particolare , fulla porta piccola della Chiefa di S, Giufeppu Mag-
giore vedefi di lei una tavola , che fa lunetta , con cntrovi il tranfito
EffendoiS in della B. Vergine , e gì' Apoftoli intorno a lei , ove fi feorge affai la
pIT n jCp~ man'era di Gio: Filippo fuo Padre . In detta Chiefa parimente dicefi
!)10 m0i;jer. aver ella copiato una Immagine della Madonna della Purità. Nella
nata la d. Chiefa di Giesù * e Maria feorgefi anche una tavola, in cui ella efpreire
Chiefa )a_j noftra Donna con molti Santi , ed in S. Nicola detto a Piftafo , la ta«
favela del voja dell' Altare maggiore credefi rifatta da lei , e non dal Padre , co-
deJlaB V rne v'en l'ett0 ^a a'tr' » Così in Santa Maria la Nuova, la tavola con la
eftata*iaA & Vergine , coi Bambino , e molti Santi dipinta con tal frtfchezza
portata nei di colore , che è cofa maravigliofa , fé fi confiderà il tempo in cni fu.
Ja Sagre- dipinta; Egli è ben vero , che il mentovato Cavalier Maifimo in
al'3»-*»* alcune fue memorie , dice, che eflendo così quefta defentta tavola
fi tede. come qnella , che vedefi in S. Severino di ftile affai migliore delle al-
tre opere fue , poffa conghietturarfi , che elle fi a no fiate ritoccate da
più moderno Pittore . Ma comunque la cofa fia , egli è vero , che
fempre Mariangiola merita lode , così per lo componimento co-
me per lo difegno ; Venendo anche iodata dal medefimo Cavaliere
d* una frtfchezza di colore inarrivabile, come dal fuo 11 ritto , che
fiegue .
Si dice ancora i che Mariangiola fu figli '& Ai Grò: fi lippa Cri-
fcuolo 1 e certi dicono nipote 1 figlia di Gio: Angelo , ma lei fu moglie
di Giù: Antonio d 'Amato , /Vipote del vecchio , dove che non volevi
maritarfi , ma lui per la viriti , e bonth l'ebbe in fpofa , e lei fonava t
t cantava bine , maglio di tutti » WM lei fu valente nella pittura , e
certe
n
Pittrice. 329
Certe volte meglio dì luì , come fi vede alla tavola a de fu , e Maria\
con la B. V. con varj Santi , l'altra a S. Nicola a Pijiafio a me pare
fua , e non del Padre . Vna delle prime opere , è il tranfito della.
B. V. con gì' Apofiolì a S. Giufeppe Maggiore , dove ci è la Madonna
della Purità in detta Chìefa , con altre Madonne fintile i Ma a S. Se-
verino ci ^ una gran ta: ola [uà col depofito della Croce , che se non è
ajfttata , 0 pure ritoccata più moderna e maravigliofa ; come ancora
la tavola a S. Maria la Nuova , con la Madonna , Bambino , e molti
Santi ; E veramente le fu? pitture hanno unafrefchezza grandijjima
nelle carni , ed in tutto i che fé avejje avuto il moderno , come lu-
mia Annella , [aria fiata con V altre J uè parti enfia miracolofia, &c.
E qui M. filmo fiegue il racconto della difcepola fua , che farà
da noi r portato nelle memorie di quella , convenendo ora a dar
compimento al prtf.nte racconto della vita di Mariangela i quella
dopo la morte dtl Marito vifTe unitamente con i cari figliuoli , e ge-
neri fuoi , da' quali fu tenuta , non folo in fomma venerazione qual
madre , ma anche in ammirazione per le fue maravigliofe operazioni,
e per la bontà della vita, avendo ereditato dal marito l'amore verfo
Iddio , la devozione alle Chiefe , e la carità verfo il Profiìmo , ef-
fendo fpecchio di criftiana pietà a tutti coloro , che avean la forte di
praticarla; Gosì di giorno , in giorno facendo maggiori acquifti di
meriti , carica di anni , e d' onore , terminò il corfo di quella vita
mortale , per vivere alla Beata , ed eterna , in premio di fue vir-
tuofe operazioni , come piamente fi fpera.
Ebbe Mariangiola alcuni Difcepoli , de'quali non è a noi per-
venuto il nome, ne di alcune difcepole , che applicarono alla pittu-
ra : perciocché alcune Signore fue conofeenti , tratte dalla bontà
della Vita , mandavano a lei le loro figliuole per farle ammaeflrare ,
non tanto nella virtuofa applicazione della pittura , quanto , che da
lei apprenderò il buono efefempio ddla vita Criftiana , e divota ;
Conciolìacofache , era Mariangiola tenuta per timorata di Dio: an-
zi per uno Speccio di Chriftiina bontà , come di fopra abbiam detto.
Fra quelle figl.uole , che venivano alla fua fiuola , fi nomina
una Luifa , che fpinta da naturale inclinazione, fi diede con tale
amore al difegno , the in britve tempo vi fece ottima riufeita , e po-
rtali a colorire fece bell'opere di pittura: Ma non abbiamo cogni-
zione fé quella fia Luifa Capomazza , che monacatali fu thiamata Suor
Lu,fa , e che fia quella , che fece i quadri a varie Cappelle della Real
Chitfa di S. Chiara : e della quale fé ne farà menzione al terzo To-
mo di qu' (le Vite , piacendo al Signore ; che però diremo , che Ma-
riangiola ebbe altri Difcepoli che gli fecero onorc»e anche una Difce-
pola
3 3 o Vita di Mariangiola Crifcuolo
pola che lavorb diminio , com2 ancora hvorb figurette di cera : ma
perche di quelle , e de'loro nomi , ed opere non abbiamo diftinte no-
tizie , percib da noi non fé ne fii parola , laonde reftano molti fenza 1*
onor dovuto , non fo fé per diflavventura , 0 per colpa di negligen-
za de' trapalati compatrioti .
1 " fitte della Vita di Mariangiola Cri/cuoio fittrieti
Quello Pittore è fiato anch'egli trafcurato da Giovani della Stam-
pa , ed altresì da' Correttori . P^r la rjual cofa vien da noi riportato
in quello luogo per compimento di fua memoria ; acciochè non redi
defraudato del meritato onore : giacché fi legge il fuo nome con altri
Profeflbri alla pagina 245. ove gli altri fono defcritti nelle memorie
di Gio; Antonio Santoro.
Girolamo d'Arena fa nel fuo tempo Pittore aflai ragionevole, e
£ce delle belle opere per adornamento delle pubbliche Chiefe ; come
fi vede in quella di S. Anna della nazione Lombarda , e propriamente
neila Cappella laterale all' Aitar maggiore dal canto dell' Epiftola , e
vicino l'ingreflb della Sagreftia , ove vi è il quadro del S. Carlo Bor-
romeo , d>p nto con divota efpreffiva inginocchioni avanti un Al-
tare ; fopra di cui effigio l'immagine della B. Vergine addolorata , che
ha nel feno il morto Redentore . Così parimente fi vede la Cupoletta
ndla Chiefa di S. Maria della Carità , ov'è il Monillero di Monache,
con belli Angeli , che fuonano , e cantano; eflendovi effigiata aldi
fopra la SS. Trinità con la B. Vergine , ed altri Santi : le quali opere
tutte fan teftimomanzadel valor di Girolamo , eflendocon ftudio, con
diligenza , e con amore dipinte .
TAVOLA
PER ORDINE DI ALFABETO
De' Nomi , e Cognomi de' Profeffori
del Difegno > e delle cofe più
notabili , fecondo il numero
delle pagine.
AUdrea da Salerno Vittore a carte \ii, Nafclta di Andrea , e fua
inclinazione al difegno : Da chi prima ap^refe la pittura 34.
Tavola di dietro Perugino . Andrea vuol far fi fuo Scolaro i Parte
da Napoli , ed ode in una Locanda le lodi di Rjfaello , onde va in
I{ema , e divienfuo fcolaro 36. ftoi progrejfi ?<j. Il Padre veden-
dofi moribondo chiama Andrea aita Patria . Chiede licenza a Ra*
faello , e ritorna a Capi 38. Pitture fatte a Salerno-, venuta in
Napoli , e fue opere 49. e fiegue: è invitato di nuovo in Bjma da
Rafael/o » e morte del detto 40. con gran di f gii fio di Andrea . Sac-
co di Rjma , e venuta in Napoli di Polidoro 41. opere del detto in
Napoli 42. opere di Andrea 4}. e fiegue . Cofe notate da' Scrittori
46. Morte di Andrea 47. Scritto di Gio: Angelo Crifcuo/o . PaoliL
lo difc'polo di Andrea 48. feriti 0 del Cav. Majfnno , e fue Indi 49.
fcritto di Paolo de Matteis fi.
'Agnolo Sole a car. 78. Studiò la fcultura da Andrea del Verr occhio ,
e fece fue opere fuori della fua Patria .
'Antonio Marchefi Architetto 79- nominato dal Safari ; fue lodi , ed
opere .
Antonio Fiorentino della Cava Architetto 9f. fee i fuoi fladj in Iro-
nia ; fue opere in Napoli .
Annibale Caccavella Scultore 136. fuo Profitto nella Scuola di Gio'. Ja
Nola , e gara con Domenico d' Auria . Contende con /' opere del
Maejiro 137. fue opere a concorrenza di vari eccellenti Scultori
nella Cappella del Mar eh fé dì Vico . Sue opere 138. e fiegue . Sepol-
tura di D. Varafan de \ibera mandata a Spagna 140. fcritto
TOMO U. Vv del
dtlCavdlier Mafjìmo 141. morte di Annibale 142*
Ambrogio Attendolo Architetto Capuano ifo.
Alefandro Martucci Pittor Capuano 1 fi.
Antvnio Pizzo Pittore 1 5-3.
Antonio Capolongo Pittore , e/«<? opere i6f.
Andrea di Vito Pittore di Miniature 22.8.
Aniello fedita Pittore di miniature 238.
Acquarelli Pittore ornamentila » e di proiettive 244. fue opere Con
lo Scnppa detto.
Alefandro Trance fi Pittore 24 f. Sue opere in \orna. notate dalt Aba-
te Ti ti 14 7-
Andrea Barchetta Scultore 192.
Antonio di Simone Pittore 291,
Andrea di Leone Pittore 517»
B
BEnvenuto Torelli , 1 Bartolomeo. Chiarini Scultori 79,
Eatti fìa Loca Pittore 164.
Bartolomeo Pettinato Pittore di miniature 238
Bernardino Cefari Pittore 2 ?8. £//« f//rf defcritta dal Eaglìoni * f#
<pfl/e /a/<5 Ramano . Bernardino venne in Napoli col Cav. d'Arpìna
fuo E rateilo per dipinger feco nella gran Cappella del T efora di S,
Gennaro 2 J9/.
Seli/ario Corenzio Pittore 292. fua nafcita in Grecia . Suoi principia
nella pittura , e fuoi Jìudj in Venezia alla fcuola del Tintoretto ~
Sua venuta a Napoli 293. e fue opere 294. e fi e gite . Fa amicizia
con lo Spagnoletto 296. dipinfe nel Rjal Palagio . Iniquità di Ee ti-
far io . Venuta in Napoli di Anni bai Caracci 296. dove fa un qua-
dro per mojira a Giefuiti , // quali lo fanno giudicare a Btlifa~
rio 1 97. il Corenzio di/prezza il Caracci , e varj accidenti acca-
duti . Rj torno a R\oma di Annibale , e fua morte » Seggio di Nido-
dipinto da E Ufario.Pitture nella gran Chiefa del Giesu Nuovo 298V
Altre opere di Eelifarto 299. fue finzioni , e fini diverfi . Venuta in
Napoli di Guido Reni » e del Gejjifuo difcepolo pfr dipinger la gran:
Cappella del Te foro di S. Gennaro 2,00, Ar temi fìa Gentile fchi chia-
mò Guido per configlio nel voler rifare un quadro di un Croc-fiffa
gor. Guido ritocca il Cri fio , e la Maddalena a pia della Croce : m.r
per lajuafuga non fu da lui finito di ritoccare . Trancefco Gejfì
ritornò a Napoli per dipinger egli la mentovata Cappella del Te fora
qoi.fuo ritorno a Bologna pi erto di timore di ciocché l'avvenne 502,.
'Beli farlo » e Gto: Battìlìello Caraccìttoh cominciarono a dipingere
la gran Cappella . Venuta in Napoli del Domenichino 203. ordini
del Viceré per fìatrezza del Domenichino . Difgufìi del l.ampitri .
incendio del Vrjitvio del 163 I. Con tale occafione il Domenichino
fcoprt an Angolo dipinto in detto Cappellone . Critica de' Pittori
per la pittura del Domenichino . Fuga del "Domenicbi.no , fuo ritor-
no , e fila morte 304. Seguono V opere di Bs li far io ; Chiefa di S.
Severino da lui dipinta con grandi i/ìorie per tutta la v»lta di eJJ'a ,
e defcrizione delle pitture 306. e fiegue . Opere a S. Martino , ed
in altre Chiefe . Optre ad olio di Beli furio 313. Monsù Defiderio
famofo Pittore di profpettive , e vedute 314. Luigi Rodrigo avve-
lenato da Beli far io . Morte difgraziata di Belìfario 3 14. fua intel-
ligenza nella pittura , e fue lodi 3 1 f . Ricchezze acquifiate col pen-
nello . Sua fepohura . Elogio di Paolo de Matteis a Bel/farlo 316.
Difcepoli di Bili far io 317. Suo Epitaffio Greco , e Latino 3 18.
e
C Efare Turco Pittore 102. fue opere in varie Chiefe 103. e fiegue „'
Sua pajfmne 0 malinconia per voler dipingere a frefco 10^. ottie-
ne r opera di S. Maria la Nuova , ma con infelice riufcita 106.
fuoì di f gufi i per tal dipintura , e fua morte 107. Te Ih di Gioì
Agnolo Crifcuolo . Suoi allievi 108.
Cola della Matrice littore 145". e fua Vita deferi tta da Giorgio Va-
farj . Fatto memorabile d'Ila moglie di Cola.
Ce far e Calenfe Pittore , e fua tavola ove fi vede efpofla 1 $"3.
Carlo Selli ito Pittore 248. fue opere deferii te -dal Canonico D.Carlo
Celano 249. fua oppugnazione , efode ragioni circa la diverfità
della maniera nell' opere mentovate da lui , e dichiarazione da chi
veramente elle fiano dipinte ,
D
D Ioni fio dì Bartolomeo Architetto iol. e fue opere.
Dezio Ter mi '} ano Pittore 1 66. fua opera dove efpofta.
Domenico d"1 Auria Scultore ed Architetto 1 %2.fuoi fludj nella fata-
la di Gin: da Nola e fuoi progreffi 183. fue op're in var e Chiefe .
Fontana di S. Lucia amare i8f .ottenuta dall' Auria col favore di
Giovanni da No/a . Sua Gara con Annibale Caccavella , e Pietro
della Piata. Cappella famofa del Mar che fé di Vico lavorata a ga-
Vv 2 ra
ra 1 86. Fontana Ifolata, oggi detta Medina, lavorata primieramen-
te da Domenico 1 88. Penfione ottenuta dal Viceré per mercede di
qtiefìo lavoro . Altre opere dell' Auria 189. Sepoltura capricciofa ,
e poetica di Bernardino Rjta 190. e fuo Epitaffio i e di pica di Bji-
faello \$v. fuoi Difcepolì ■> e loro opere.
Domenico de Benedittis Pittore 243. fuoi fiudj nella [cuoia di Guido
Bjni yfue opere , e fua morte a Piedimonte fua Patria 244.
E
Ligio di Capoa Scultore , * Gittate? di metalli i$tl
v
F
ordinando Manlio Architetto 96, Chi e fa della Ss. Nunziata rifat-
ta da'Fondamenti^al Manlio . Ofpedale , e Cafa Santa ampliato
dal detto • D. dietro di Toledo Viceré in Napoli ebbe in pregio Fer-
dinando 97. così D. Parafan de Ruberà ■, al quale f ce la Jìrada di
Monte O/iveto : opere maraviglio/e del Manlio . Gavotta di Pozzuo'
lo ingrandita dal detto . Timoteo Figliuolo del Manlio, giovane
•virtuofifpmo morto con dolore del Padre . Epitaffio nella Cheefa del-
la Ss. Nunziata 98. e fua morte.
Il Franco Architetto 99. riedifica da fondamenti la Chiefa di S. Ma*
ria la Nuova , e l'altre f uè opere.
ferrante Maglione Architetto ioi. ajfieme con Gio: Benincafa Edifico-
ro il Palagio Rjale per ordine di D. Pietro di Toledo '. oggi Palazzo
•vecchio appellato 101.
francefeo Fluviale Pittore 145. Divien difcepslo di Polidoro da Cara-
vaggio . Opere di Polidoro in Napoli 143. opere del Fluviale in aUrì
luoghi .
francefeo Santafede Pittore 1 47. fu Padre di Fabrizio > e Difcepoh
di Andrea da Salerno . Sue opere , e fue laprdi .
francefeo Imparato Pittore 148. /// Padre di Girolamo . Andò a Ve-
nezia per conofeere Tiziano ■> e con prof tto fi fece j tuo /'colare . Sue
opere 149. e fue lodi fritte dal Cavalier Maffimo .
francefeo Curia Pittore 20 f. fuoi Jìudj nella pittura in Napoli e ify»
ma . Opere del Curia 206. Pittori di gran nome non han dipinto il
vecchiezza con la lìeffa bontà di prima . Pittura del Curia lodata da.
celebri dipintori . Altre opere del Curia mandate altrove 208.
Tavola pagata al Curia 7 co. feudi 309, Girolamo Imparato , e Ip-
polito
polito Btrghefe D> fregoli dì Curia 2 lo. Vfo di antichi Vittori di
fa* e i cartoni dell' opera , che duvean dipingere colorati 1 1 x.
Fabrizio Santafede Viti re ed Antiquario 222. Jua nafcita , ed irteli'
nazione aldifegno. Suo ftudio di pittura va in f\emi , e a Venezia
far avanzarfi nella pittura 224. Juo ritorno a N 'poli , e fu e opere
2 2 f. opera d'I Pomarancio efpolia alla Chiefa Nuova 2 2f. Altra
opere di Fabrizio alle lettere , ed alle Antichità , per le quali fi re-
fe infigne . Medaglie , Carnei , Statue antiche , bajfi rilievi , e frfj?
antichi pojjeduti da Fabrizio , fo» difegni di mano di Valentuomi-
ni 228. Lo<& <&' Fabrizio . Capaccio fa l'elogio a Fabrizio 229. Al»
tre opere di Fabrizio 220. e fìegue. Opera lafciata imperfetta per la
fua morte 253. lettera del Capaccio al Santafede 224. E" lodato da.
varj Autori . // Cavalier Calabrefe lodò un opera di Fabrizio 22,6.
Trancefco Caputo Miniatore 239. D. Camillo Tutmi fcriffe It memo-
rie di varj Vrcfejjori 240.
P. D. Francefco Grimaldi Architetto 2 fi. fue fabbriche lodate dnW
Engenio , «^ rf/m Autori . Defcrizione delle pitture della gran Cap-
pella dJTeforo dell' Ecce/lenta Domenich:no 2f2. e fiegite . A//r<?
c/7fre <&/ P. Grimaldi , e/aj /o<& 2 J7-
hvattni Meritano detto Gio\ da Nola Scultore ed Architetto ti
Nafcita di Gio: fua venuta in Napoli e applicazione al difegno 2.
Sculture di legno di Giovanni 3. Sepoltura dì Carlo Vignatela com»
pinta da Gio: 4. Lodi di Michelagnolo Buonaruoti . Statue antichi
e loro perfezione f. Rjgno di Napoli venuto fotta il dominio di Carlo
V. Altare Maggiore a Monte Oliveta mar avi gliof amente lavorato da\
Gio: 1. Lavori mar avi gliofi di Antonio f\offillino . Morte di Antonia
G, indino , e fua Epitaffio 9. morte fune/ìa di tre Principi Sanfveri*
ni • Giro/amo Santacroce eccellnte Scultore in inarmo . Sepolture
de' mentovati Principi , e loro Epitaffj io. Fontana della Ss Ilaria
1 1. Statue fatte a concorrenza a Monte Olivto con [no Altare. De-
fcriiione delle felle fatte per f entrata di Carh V. li. e fi gue . Ope-
re di Gio'. a S. Maria delle Grazie . e baffi rilievi lavorati a con»
Cor rema in due Cappelle alla d'tta Chiefa 21. Erezione della Chiefa
di S. Giacomo de Spagauali 22. Apertura d:lla lirada Toledo- Fab-
brica de' l{fecj Tribunali . Cappella d.l Marchefe di V co in S.Gio-
vanni a Carbonara . Sep dtttra di D. Pietro di Toledo Viceré di Na-
poli 24. Sepoltura del fanciullo Andrea Bonifacio belliffima fopra
tutte »f. Defcrizione della fuddetta Sepoltura 26. e Juo Epitaf-
fio*
fio • il . do', amò più degli altri di[cepnli "Domenico d' Auria .' D.
Pietro Antimo d'Aragona Viceré cerca di aver le Statue d Ila Fon-
tana di S. Lucia , ma non gli viene fatto , [ollevandofi quegli abi-
tanti di quel luoco . 27. Di/e fa di Giorgio Vafari contro il Baldi-
nucci , e troppa fece agine di quejìo nel /minuzzare un cognome 30.
Morte di G:o: nel 1 f^y./uoi coflttmi e fuoi Difcepoli . Lodi di varj
Uomini viri urf date a Giovanni 3 1.
Gio:. Antonio d' Awato il vecchio Vittore 52. Va a /cuoia di Gram-
matica , e di pittura con buon profitto . Fa fuoi Jìudj fu la tavola
di Pietro Perugino f}. Opere di Gì 0: Antonio . Chiefa di S.Gia-
como delli Italiani eretta nel 1228. da Fi/ani . Sua partico*
lar divozione alla B. Vergine , ed e [empio raro a' Pittori fJ. Chie-
/a di S. Lionardo a Chiaja eretta nel 1028. per un veto - Rjcufi
dipingere per l'entrata dell' lmperador dirlo V. perche vi andavano
Nin/e , ed altre fimi li Deità ignude ff. Errori ne' quali fovente
inciampano i Pittori ptr voler dipingere prei<o i loro quadri. fé.
Ottimi cofumi di Gio: Antonio , e /ita divozione al divin Culto .
Gio: Antonio JapientiJJìmo della Sacra Scrittura , futi particolar
divozione alla B. Vergine . Varj Scrittori che fan menzione di Gio:
Antonio . Avvertimento a' Pittori , e morte di Gio: Antonio $%!
Gio: Vincenzo Corfo Pittore 63. vide operar Polidoro , e Pier in del Va-
ga . Site opere. Scritto del Cavclìer MaJJÌmo . Quali fiano l'opere
più eccellenti di do: Vincenzo 64.
Gabriel d'Agnolo Architetto. 6f. Suoi Pud j fatti su le buone fabbri-
che in Boma 68. Inoria di Al/on/o li. Be di Napoli , e fuoi oditfi co-
fumi . Perchè il Palagio del Duca di Gravina per molto tempo
non fu finito . 69. Scritto del Notaio Pittore in lode di Gabriel-
lo 70.
Gio: Francesco M'amando Architetto Fiorentino e famofo Mufìco. 71.
Suoi Jtur>j nel dtftgno . Ode le laudi date a Filippo di Ser Brunel-
le/co , ed a Gio: Batti fia Alberti , e va a [cuoia dell' Alberti 72.
fa anche efreizio nella ». tifica , * vi riej'ce eccellente . Fa [uoi lìu-
dj su l'antiche fìbbriche in Bjma 75. ode le laudi di Novello da S.
Lucano , e di Gabriel d'Agnolo . Viene in No poli e vi/' gran lavo-
ri . AJJegnamento di Al/onjo 11. a' Monaci di S. Severino . Guerre
del Pregno di Napoli per le \retenzioni di Luigi Re di Francia , e
del Re Cattolico . E' condotto in I[pagna per ordine del Re Cattolico
74. ove fa varie fabbriche . E' a/ai gradito dal B? anche nella mu-
fica , e fu dichiara [ito primo mttjìco 7 f . Regno di Napoli conqtii-
Jfato dal gran Capitano . Re Ferdinando conduce con se in Napoli il
Marmando 7 5. Palagio dei Duca di Vietri eretto dal Marmando , e
anche quello del Cantalttpo alla riviera di Paujilippo 76. altre opere
fatte
fatte dal Marmando'. Edifica maChiefa per se , e fuo Epitaffio in
quella •jj.fua morte , e fu e lodi.
Ciò: Vincenzo d'Agnolo Scultore ed Architetto 7%.non fi sh ciò chef af-
fé a Gabriello . Scolpì il Pulpito a S. Agojtiuo alla Z.cca 79.
Girolamo Santacroce Scultore , ed Architetto 80. Per ine li nazione di
genio modellava fin da fanciullo . 81. Errore del Capaccio nel dir-
lo difcepolo del B^Jfellino . Configlio di Andrea Sabatino circa lo Jìu-
dio di B\ama . Suo /indio in Roma 82. Sue opere in Napoli • Sua
vita decritta dalVafari 83. Antonio Epicuro fece ì pen fieri delle
fé fi e per T entrata di Carlo V. ma prima fu il Sannazaro 84. Opere
di Girolamo 8 j. Cappella del Mar che fé di Vico architettata dal San-
tacroce 86. fuui lavori in detta Cappella . Statue ritrovate fotter-
rate in S. Pietro Martire per capion dell' Autore 87. Chiefa eretta,
dal Sannazaro a Vaufilippo 88. Errore dell' En genie confutato 89.
F. Gio: Agnolo Poggi bonzi da Montar foli famofo Scultore 89. Efecu-
tori del Tefiamento del Sannazaro 90. Lodi di F. Gio: Agnolo . Vita
del Santacrece deferii ta dal Cavalier Maffimo Stami ani 91. Morte
del Santacrece 94.
Gio: Battifta Cavagni Architetto ajjìeme con Vincenzo della Monica
tdìficorono la Ch:efa , e Monifiero di S. Gregorio Armeno 99* Mon-
te della Pietà eretto dal Cavagni 100. opere pie di detto monte de-
gne di memoria,
Giovanni Benincafa Architetto 101. Ajjìeme con Ferrante Maglione
edificò Palazzo Vecchio per ordine di D. Pietro di Toledo.
Gio: Bernardo Lama Pittore , ed Architetto 1 14. fua nafeita, e prilla
cip] nel difegno , ed è in qiiefto contrariato dal Zio I 1 f.Efcaccia-
to da cafa dal Zio . Va a fcuola di Gio: Antonio d'Amato . Suo de-
fiderio di andare a Roma 116. Sacco di ^ona mi 1 f 27. e venuta
in Napoli di Polidoro da Caravaggio . 1 17- Si fa fcjlaro di Polidoro.
Ragioni contro ciò che fenffe il Vafari . Opere di Polidoro in Napo-
li 118. Opere di Gio: Bernardo 1 1 9. Copia di Rafiello fatta dal Fat-
tore. Lodi deltEngenio date a Gio: Bernardo . Lettere del Capoccia
a Gio: Bernardo 120. Gara fra Gio: Bernardo , e Marco di' Siena,
Altre opere di Gio: Bernardo 121, Lavori di fiucco fatti da Gio'.
Bernardo 122. fua morte 122. lode datali dal Cavai/ er Majfimo
124. Di fc polì di Gio: Bernardo I2f. e fi gne fuo Epitaffio 126.
Girolamo Sìciolante Pittore 127. fua vita di feri tt a dal Cavalier Ba-
gli one 128.
Girolamo Capect Cavaliere , Vittore , Scultore , e Mufico 146. fut
opere , e fiegue.
F. G.ulio Ce far e Falco Architetto Militare i}a. fue opere di Fortifi-
cazioni.
Gioì
Gìa\ Pietro XjHjfo Pittore l fo. fuanafcita , fuoi viaggi, ed opere» Sua
morte [fi.
Gir. Tommafo S plano Pittore fi crede difcepolo di Andrea da Saler-
no I f 2.
Già Batti ft a Nafoni Pittore fori nel i f 90. con altri Pittori 1 fjj
Giacomo Cofent ino fiorì al detto tempo 1 f%.
Gir. Angelo Cri/cuoio Notajo , e Pittore I f4. incertezza della fua nat
[cita * Sua inclinazione al difegno . Sua prof effìane di Notajo 1 f f.
Cagione per la quale fi volse alla pittura sfotto la direzione di Mar-
Co da Siena 1 f f. Tavola efpojìa in S. Giacomo de' Spagnuoli 1 f y.
maraviglia de' Nap-Aetani in vederlo Pittore 1 f 6. Elogio a Gioì
Agnolo del Capaccio . Strada di forcella perchè detta a lifiafo
1 f7. Altre opere di Gir. Agnolo . Tavola alla Sagre/Ha di Monte
Calvario dipinta nel I f7 2. libri famofi del Fa fari delle vite degli
Artefici del difegno di nuovo rijiampati 1 f 8. Cagione per la quale
preft'ro a fcrivere le notizie de' nojìri Vr'feJJori . Marco da Siena
fcrittore eccellente , non meno che Pittore » fcrijje le notizie de' no-
flrì Pittori., Scultori , ed Architetti . Varie notizie cercate dal No-
tajo Pittore con fatica , e difjundio i$3. fcritto di Gì 0: Agnolo
l 5-9. fi pacifica col fratello , e fua morte 160. fcritti di Gio\S.gno-
lo capitati in mano dell'Autore per gran ventura . Scritto del Cav.
M affino in lode di Gio: Agnolo.
Gif. Bernardino Azzolini Pittore , e modellator di cera i6j. fua vita
dejcritta dal nobile B^afa'l Soprani Gtnove/e , Con fue opere 164.
Gio: Filippo Crescione Pittore 164. e nominato dal Vafari con Lionar*
do Ca/ieliani fuo cognato 164. loro opere i6f.
Giacomo Mantccbia Vittore 167. Va col maejiro i fue opere , e Jue in-
fermità.
P. Giufeppe Valeriana Vittore 172. fua vita ed opere deferitte dal
Eaglione 17 }.
Gio: Filippo Cri fenolo Pittore 174. fua nafeita a Gaeta . Suafu^a
per atti ndere alla pittura infima iTf. fu fcnlaro dìVitrin del
Vaga . Frase con la quale era nominata in F^nma 1 7 f. fuo ritorno
a Nipoti , e fue opere 176. comparazione delle pitture di Luca
Giordano a quelle degli antichi Vittori 179. fcrittort che In, lana
Gio: Filippo 180. fcritto dal Cavalier Mnffmo 181. e fuo abbaglio .
Morte di Filippo circa che tempo avvmijje 181.
Girolamo Imparato Vittore 112. fuoi principi ai difegno . Studia fat-
to la direzione del Vadre 213. Vartenza di Girolamo cm un Cava,
li ere , che lo condujfe anche in Venezia , ove fafuoifludj ; 571* ti
conobbe il Tintoretto 314. fa amicizia con Giacomo Palma . Suo
ritorno a Napoli , e fue opere in varie Chiefe 217. Cagione per la
quale
quale andò in Calabria . Come favorito dalla fort uria , eredita aL
cun'i beni . Suo ritorno a Napoli , e fue ope re 2 1 9. e fiegue . Vieri
tacciato dal Cavai ier Majfmo 217. Sua raorte 2 1 8. Scrittori che lo-
dano Girolamo 218.
Ciò: iattijia Ant icone Miniatore 237. apprefe da Soff>nisba Angufcio'
la Lomdìina . Giufeppe Valletta famofo per la libraria , e belle
pitture di valenti Vomini 239. opere di Gio«Eattifta 258.
Gio: Batti 'fta Raffi miniatore 258. fue opere , e fua maniera.
Giufeppe Ag'lio da Sorriento Vittore 242. è nominato dal Cavalier Ba^
glione, e dall' Abate Tifi .
Gio: Antonio Santoro Pittore 245*. fue opere ove fi veggono.
Gio: Bernardino Afoleni nominato da varj fcrit-tori 247. vari lavori
di figurine di cera in cafa di varj Particolari 248.
Gio: Simone Mocci a Architetto 2 f o. e fue opere.
Gio: Battila Conforto Architetto 2 fo. e fue opere.
Gio: A»t nio Mozzetti Architetto 2 f o. fu* opere condotte con Pietr^
di Marino Architetto fuo compagno,
Cav. Giufeppe Ce fari d'Arpino Pittore , ed Architetto 2 60. Baglione
confutato nel dir che fta Romano . Vita del Cavaliere deferii t a da.
Gio: B 'gl'ione con fue opere » e buoni incontri 261. e fiegue . Abba-
glio del Baglione nell' opere dipinte alla Ctrtifa di Napoli 26}. De-
fcrizione delle jìorie dipinte in S. Martino de' Monaci Corto fini .
Partenza difperata da Napoli dell' Arpini , e fieguono l'opere dipin-
fé a S. Martino 264. fi?gue la narrazion del Baglione d'altre fue
optrt in Roma , e incontri fortunati 266. , e fiegue infino alla fua.
morte 270. Altre opere dell' Arpino dipinte in Napoli 271. Defcri-
zione della Cappella de' Riccardi allaChiefa dello Spirito Santo 27 r.
Altr' optra del Giudizio Vniverfali dipinta a Piedim-onte di AH*
fi 271.
Gio: B itt iddio Caracciuolo Pittore 21 7,. fua nafeita nobile : fuoi prin-
cipe , ed avanzamenti nella pittura: fue opere 274. tran fama di
Mi che! agnolo da Caravaggio , e fua venuta in Napoli 27 f. Gio: Bat-
ti fia vh a fatala di Mickelagnolo 276. fue opere a quella maniera.
27 7. fuoi lìud'i n-lle lettere , e in poefia 178. Gio: Batti Ila Manfo
Mar eh e fé di Villa famofiffìmo Letterato amico di Gio: Battili, //»
278. fuoi configli di lajciat la maniera del Caravaggio , e andar fe-
ne a Ji udì 'are la maniera di Annibal Caracci 179. fuoi (ludi in Ro-
ma su la Gallerìa Farnefe 280. Difegni d;l Caracciuolo venduti da
Trar.cefco dì Maria . Suo ritorno in Napoli , e fue spere 279. Ope-
re dipinte a S. Gaudiofo , e ferì t tori che ne parlano 280. Amicizia
di Gio: Battijìa con Beli far io 281. Opera d;l Te foro di S. Gennaro
incominciata con Beli fario ^ e poi lafciata imperfetta per or. ime
TOMO IL X X del
del Viceré' Biafimo àelCaraccìuolo , e perchè ^i. efiegue. Lodi
del Domenichino 282. Opere a S. Martino 283. Baffo rilievo sii Do-
menico Antonio Vaccaro 284. Altre opere del Caracciuolo 28 $. Se-
greto maravì gliefo del difiaccare le pitture dalle tavole , e dalle
muraglie 287. morte di G 0: Batti 'fia 288.
Giacomo di Cafiro Vittore 288. Difcepolo di do: Battifia . Sue opere
289. Accomodò bene i quadri maltrattati , e fu gran conofcitore
delle maniere 290. D. Pietro Antonio d'Aragona Vicrè di Napoli fi
guidò col f uo configlio circa l'antiche pitture 290. morte di Giaco-
mo alla [uà patria emendo decrepito 291.
Lhnardo Caftellani Pittore 1 64. fue opere , ajfìeme con Gioì Filippo
Crefcione fuo cognato 16?.
Luigi Carbone Pittor di Paefi 246. fua inclinazione alla pittura, e fue
opere 247*
Luigi Rodrigo Pittore difcepolo di Belifario 3 17-
M
M
J Arco Ca/abrefe Pittore S9- fua vita fritta dal Vafari , che vie»
confutato nella fefitenza di fìimar ignoranti in pittura i CaLi-
brefi 59.? 60. Opere di Marco in varie Chiefe 61. Difcepoli di Mar-
, co, e loro opere 62.
Matteo da Lecce Pittore ifl. fua vita deferiti a dal Baglione 1 f 2.
fua ingordigia in voler cavar tefori .
Marco Antonio Nicotera Pittore 1 J 3.
Mimmetto Greuter Pittore notato dall' Abate Tifi , e dall' Abeceda-
rio l6f.
Marco Mazzarop pi Pittore 166. fue opere mandate in dono a Luigi
XIV lafciò il fuo avere a un Monifiero 167-
Marco da Siena 195. fua vita ficritta dal Baglione , e fue opere in
Hpma 1 94. fue opere in Napoli 195".' fiegue . Nicolò di Simone , ed
Alefandro Me itilo /ingoiar i in levar le pitture dalle tavole , e tra-
fportarle nelU tele . Marco amato da' Napolitani, ed annovera/o fra
Cittadini 1 96. Marco fi prepone fcrivire le Vite de'Pittori, Scultori,
ed Architetti Napolitani 197. Gio:Angelo Cri fenolo fuo dtfceprlo ne
■(accoglie le notizie.Altre opere di Marco. Conobbe Giovanni da Nola.
Ojcr*
Offerì azione fopra il fuo nome firmato nelle fut opere 198. Opere in
varie Cbiefe 199. £' celebrato da Oio:Paolo Lomazzo loi.fua morte.
Scritto del Notajo Pittore 203. Trascuratezza de' nojìri Cittadini
•ver/o la Patria 203.
Michele Manche Ili AH lane fé Vittore , difcepolo di Marco da Siena 204.
Muzio Rnjfi Pittore 14?. di pi n fé nella Certofa di Bologna la nafcita di
nolìro Signore a concorrenza di Valentuomini in età di li. anni.
Solito detto del Cava li er Majfimo St anziani . fu prima di f cepola di
Maffimo , poi di Guido Reni , Morì giovanetto di circa 22. anni
24?.
Michele Regoli a Pittore ^fj.fue opere alla Cine fa di S. Diego d'Alcali
detta l'Ofpedaletto , e nella Sagrefìia di eJJ'a , A S. Domenico Mag-
giore . In e afa de* Signori Valletta 3 17.
Micco d'Ambrogio Scultore 162. Aiutò Domenico d'Auria fua maefirt.
Sui opere a varie^hiefe.
N
Nicola Scultore difcepolo di Ciò: da Nola 30. Fu prima fcolaro di
Gic: Antonio d'Amato il vecchio , ma con poco profitto : laonde
fi applicò con genio alla Scultura . Indi apprefe l'arte da Domenici
d'Auria . Sue opere 30.
Novello da S. Lucano Architetto 6 f. rijìaurò la Chiefa di S. Domenici
Maggiore . Tremuoto orrendijfimo accaduto in Napoli nel 1446x0»
gran rovine di fabbrichi 66. Roberto Sanfeverino grande Almìrante
del Regno . Luogo dove era prima Porta Rjale . Erezione del Pa-
lazzo dd Principe di Salerno 67. ora è Cafa Profeffa de' Gè fui t i , e
fua ifcrizione fopra la porta maggiore della Chiefa.
Nunzio RoJJì Pittore 147. dipinfe la Tribuna di S. Pietro a Majella.
Morì circa 1 540.
Niccolò di Simone Pittore ì^i.Cupola di S.Lorenzo dipinta da Nicolò :
altre J uè opere . Fùcuriofo di far viaggi , morì vecchio alla Pa-
tria, e [1 diede buon tempo 245.
Nicola di Liguoro Pittore , e riftanratore di quadri antichi 29L Fu
difcepolo di Giacomo di Cadrò . Bernardo de Dominici lo propofe al
Duca , e Duchejfa dì Laurenzano psr accomodare 1 quadri avuti
/la Roma , morì nel 1724.
Pie.
Pietro Tarata Scultore 3 o. Dì fc epolo di do: da Noia . Sepoltura dì
Odetto Fufio Lotrecco , * di Pietro Navarro dentro il Cappellone
di S. Giacomo della Marca n'Ha Chi e fa di S. Maria la Nuova ?_ 1.
Tietro Navarro- Architetto 79. illujirato dal Vafari , con Antonio
Mar chef : loro opere notate dalfuddetto.
Tietro della Tiata Scultore, ed Architetto Spagnuolo 109. nominato
con poca confiderazione dal Vafari . Sue opere nella Chiefa di S. Gio-
vanni a Carbonara ne. Dejcriz-one del bajjo rilievo di marmo
nella Cappella del Marchefe di Vico 1 1 o. Altre opere in detta Cap-
pella in. Sepolcro di Gio: Battifia Cicara attribuita a Gio: da No-
la , ed a Vietro , ma fahament* , e laudi di Pietro 113.
Pompeo Landulfo Pittore 124. nafeita nobile di Pompeo . Va a fcuola
di Gio: Bernardo Lama : ftte opere . lreje la figliuola di Gioì Ber-
nardo per moglie : Per nectff.thfece il Vittore 12 f. morto ilVadre
ittffi agiatamente Con la moglie , e co' figli .
'Pietro Negrone Pittore 129. Varie opinioni circa qualfuffe ilfuo mae-
firo . Opere del Negrone efpojìe in varie Chiefe di Napoli . BJJ/aurà
le pitture delfamvfffimo Giotto a S. Chiara . Altre opere di Pietro
150. Pittura di Pietro levata da su la tavola , e trasportata in te-
la . Pittura belliffima del Negrone ove fa 1 ? i. fua morte 1 32.
Tietro Francicne Vittore Spagr.nolo 144. fue opere in varie Chiefe 145".
Tietro Patio Ponzo Pittore Calebrefe , e fue opere 1 f 5.
Tcmpeo dell' Aquila Vittore i6f. feordato da tutti i Scrittori . Ale-
cedano ne fa menzione . Site opere , e ftampe.
Tirro Ligorio Vittore , ed Architetto 1 68. fua vita deferitta dal Cavi
Bagli one . Nobiltà della famiglia Ligoria . Fu fcrittor di libri. Sue
tptre in Vittura , ed in Architettura 169. Architetto del Palazzo
Vontficio , e Sopr alante alla fabbrica di S. Pietro . Contrariò il
Buonarroti . Giacomo Barozzi da Vignalo fuccedè a Micbslagnolo
•nella fabbrica di S. Pietro. Suoi fudj di Antichità 170. AÌfcnfo
11. Duca di Ferrara chiamò Vino per r parare l' mnondazioni del
Tò . Sua morte. Pirro difefo dal celtlre letterato Ludovico Anto-
nio Muratori 170.
tietro Afe fa delia Baflicata Vittore 241. fue opere a Mar fico Nuoxot
ed altre parti . Pittori di gran nome avvilito dal finto fervitore cori
una mezza figura 242.
Tietro d'Ap 11220 Architetto 2 jo.fuo modello lodato , e fua opera.
Tietro di Marino At eh: tetto 2 jo. fu cordiabffimo amico di Gio: An*
ionio
'fottìo Mozzetti i e infieme edificarono U Chieda dì S. Pietro ad
Aram.
S Evero Irace Vittore 6l. difcepolo di Marco Cai aire fé 1 Sue opere ì
Vf di fare li ritratti più piccioli de' Santi effigiati , e per-
chè 62.
Sigi/mondo di Giovanni Architetto , e Matematico 98. Seggio di Ni'
do edificato nel 1 foy. Cupola di S. Severino voltata fecondo il mo»
dello del Marmando . Sua morte 99.
Simone Papa il giovane Pittore 1 2. 2 . fua najcita ed inclinazione al di»
fegno . Fufcolaro di Gio: Antonio d'Amato . Apprefe il dipingere a
frefca . Detto memorabile del Cavalier Lanfranco . Operi a Monte
Oliveta, eftegue alla pagina 133. pitture del Coro della Chie fa di
S. Maria la Nuova dipinte da Cefare Turco , ma con mala riufci-
ta . Rifatte da capo da Simone , ed indi a capo di molti anni ri-
fatte anche da Beli far io Corenzio 134. Pitture delChiofro di Simo-
ne . Sua infermità contratta all' aria umida del Giardino . Sue
•pere ad olio . Chiefa Parrocchiale di S. Giufeppe Maggiore dipinta
da Simone . sfatta dopo da Giufeppe Fattorufo . Simon" afflitto
dal male di gotta . Memoria di Simone fcritta da Gio: Agnolo Cri»
fcuolo 1 3 y. fua morte circa il 1 f 6 f.
Scipione ì'uhone da Gaeta Pittore no. fua vita defcrìtta dal paglio-
ne . Sua [cuoia di Pittura da J acnpo del Conte Fiorentino . 1{:ufcl
eccellente ne' ritratti . Varj ritratti di Principi Sovrani dipinti
da Scipione . Sue opere efpolìe in varie Chiefe di B^ma ifi. fua
morte in età di 38. anni 172. fue opere in S. Domenico Maggiore in
Napoli , e a varie cafe d' particolari perfone 172.
Silvelìro Bruno , detto Si he Uro Buono Vittore 2 1 9. Fu di cognome
Morvillo . Andò a fcu-jla di Gio: Bernardo Lama . Pitture di Sii»
ve/ìro per ditte fi nella rìmodernazione delle cafe . Prime opere efpo-
fle al pubblico di Sìhejìro 220. Altre [ut pitture in varie Chiefe.
Tavola del? Af unzione della B. Vergine mila Chiefa di S. Pietro in
Vincoli , finita poi da Trancsfco Imparato . Suo viaggio in Cala-
bria . Altre opere di Silvsjlro dopo il ritorno da Calabria . Quadro
dell' adorazione de* tre Santi Alaggi e f pò Ho a S. Caterina a Far me] lo
111. Scritto del Cavalier Majfimo Stanziarti »zi. e fiegus ; Sua
morte , e fuoi difcepoli^
Tee»
rj Eodoro ài Errico Vittore 2^. fu d;fcepolo j- G|. ,
J Sua ottura ove/a . Per trcfpo eletto di cacc.are tori™,'
infermità ; fua morte rrr» :i . r._ • JvlJrt "lotte
infermità ; fua morte circa il 1 6? o.
Vincenzo della Monica Architetto co. é«*«/*i^i"i ,.
Si avverte il Lettore , che quello Indice non è fecondo 1' ordine
di rigorofo Alfabeto * mi fecondo il numero delle pagine ; perciocché
non li è potuta fare altnmente pel poco tempo avuto nel regiftrare i
nomi, e le notizie , concioffiacofacchè fra lo fp.zio di poco più di
due giorni dov.a compirli , per attendere alle Vite del terzo Tomo .
In elfo non vi fono notate le Vite di Gio: Antonio d' Amato il g ova-
ne , e quella di Mariangiola Crifcuolo , perciocché per la (critta in-
navvertenza de' Stampatori , fon fuor dell' ordine Cronologico , che
però gradifej la gran fatica , compatifei come favio gli errori , e vivi
felice .
ERRORI, (più nota
bili )
CORREZIONI.
e di Ferdinando
pag. i.
e da Ferdinando
ludi pillando
*•
Indi pattando
Palaggio
8.
Palagio
o l'altra
8.
e l'altra
appUrfo
8.
appi;: ufo
Hata heu
9-
N'Ha ehen
Talamunqui
9-
1 haìamumqy
ExpeBate venir
H-
ExpeBata venir
or do lJopulumqueNtap.
if-
orda Popolufqtte Keap;
Bn tollits
\6.
En tfllus
quaqiie parerti maria
16.
■quoque pare nt mari»
Omnia cret Cafar
18.
Omnia haret Cafar
talch'è più
JO.
talché più
di Nola
ì6.
di Nicola
attribuirono
?*■
attribuifcono
Stazioni
?8.
Stanzioni
inkndio
yf.
incendio
inedite
f6-
inudite
nella Murice
60.
della Matrice
e a op-;ra fua
64.
è opera fua
promofla
69.
p rome fla
Liola
69.
Lqjola
Commemorano
79.
Gomm.morato
operare
80.
operando
e del dare
80.
col dare
nel lavori
8f.
nel lavorio
non fono in Napoli
88-
non folo in Napoli
compinata
89.
compiuta
ond' altro
90.
0 da altro
acunque
94-
adunque
perchè dsl
97.
perciò dal
dovevano acquiftare
98.
doveva acquifere
refo
99-
refo fi
Il ranco
99.
Il Franco
grandinimi
1 00.
grandiflime
fnoi
106.
fuoi
tele
106.
tale
ad un* tal fata
ic8.
ad una tal facoltà
pugna
I IO.
pugna
nunthuoli
1 1 r.
meritevoli
a che
113,
a chi
TOMO V.
/
Ap9
Àndera
Gio: Bernardo Li rno
da! fuo
prattichi
Signore
e tutti
fu mandato a Spagna
d'Auflria
Pittore , e Architetto
preflb Sigilli*
a quello
o Moni'lero
con (ber fi
fua mogli
efentiruloas
pittcrio
gunnino
difpofero
obbliobfi
p.er
ritrovatine
pn tufo
attitudine
eundurlo
metà
conchiettuvb-
vi è più
infino a quello tempo-
tutto d'uniformevolcre
Garbo naca
di S.Pancrazb,e Gaudenzio
deve oconsla.
i quella
Andriavo
Eremitano
non facciano*
Pittori , ed Ant^uirio
Scrittri
deve il' Santo
febbeieegii unqus
ii7- Andrea
al titolo
li 8. G.o: Bernardo Lama
in. del fuo
122. pratichi
129. Signori
129. mi tutti
140. furono mandate a Spagna
I4r. d'Auria
al irtelo
141. Scultore T ed Architetto
142. preflb la Sagrestia
144. a quelle
144. o nel Moni fiero
14 J. conofcerli
fa 1 moglie
145. efertandone
147. p;ttorico
Jf?. Bambino
lf$. dipinfero
If8. ©oblivione
rf9. per
160. ritrovatcre
161. potuto
i6f. attitudini
167. condurlo
174. meta
17 5". conghietturò"
17 5-, vieppiù
176. infino a quel tempo
i8f. tutti d'uniforme volere
207. Carbonara
208. de'santi Pancrazio , e Gaudenzio
223. deve ornarla
227. a quelli
129. Adriano
252. Eremitani
xj], non facciamo
al titolo
3%%. Pittore, ed Antiquario
2?f. Scrittori
are. dove il Santo
260, febbene egli nacque
ogei
e oer
Co m pi g. ti
Cel Signore
per aanda
fa teo
fenti mento
rendita di bei
slocato il Pon-e
Marmo al confronto.
anziJott.i
prendendofi
volre
anchi a no (lei
parte parte
belliflìma figure-
natucale
vi filìCio
le controverd
e (pò (le
quelle fonte
conngliati
Albanafe
facilitò
della Citta
Pitrore
che accanzava
efeftmpio
Al foglio ietterà Z,
ve (lare 177. e fiegue
fono 177. 178. 179. 1
A a ove (la 170. deve
260. o per
?6o. Compagni
264. del Signore
267. per banda
a 70. fatto
370. fentimento
270. rendita di ben»
171. slocato il Palco
281. (lavano al confronto1
284. anzidetta
284. perdendoli
28f. volte
285". anche a' nolìrt
287. parte dell' opera
288. bellillì me figure
288. naturale
2S8. vi ftudib
289* le controverse
2 89. efpohV»
290. quella fonte
297. configliati
2,16". Albanefe
J17. facilita
517. dalla Città
gì 8. Pittore
321. che avanzava
529. zL mpio
nelli numeri di fopra ove è fegnato t6i. dV
infino al numero 168. che deve (lare 184:. e
80. 181 182 r8i. 184. poi al foglio lettera
ftare i%6. 187. 1 88. 189. 190. 19 u
ìiel titolo Ai [opra a carte 280. 282. 184. e 286. ove
Àsce Gio: Batùftslli , deve dire G10: Battiftello »-
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