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vogàbóiaìrio. ,
milanese - italiano.
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i^que a tiociissimis ^ negu§
«* tndoctitsimU Ugi vohé
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VOCABOLARIO
MILANESE - ITALI ANO
DI
FRANCESCO CHERUBINI.
VOLUME PRIMO.
A-C
MILANO
dall' niP. BEOIA 8TAHPEBIA.
1889.
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♦ »
n pcesente libro è posto sotto la tutela dette leggL
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n
In qnesto Vocabolario, nn cui debole Saggio i miei concittadini
perdonarono già tempo alla mia giovanile temerità, è mio intendi-
mento ajatar a voltare F idioma nostro vernacolo nella lingua scritta
della nazione ; dare modo ai non Milanesi di capire noi medesimi se
favelliamo con essi , e i nostri scrittori tecnici, agrarj, statutarj allori
che, per desiderio d^essere intesi in paese anche dai men colti, usano
italianate le voci vernacole ; fare conserva di quelle notizie stori-
che ed economiche le quali, per essere raccomandate quasi unica^
mente al dialetto, sono sfuggevoli commesso nel rispetto delle voci;
giovare ai naturalisti nelle loro sinonimie; serbare col comprendi-
mento delle voci e dei modi nostrali anche quello delle belle opere
poetiche dettate da ingegni esimj nel nostro volgare ; defìnire mol<«
tissimi oggetti , o più esattamente o più chiaramente che non siano
stati finora, in sulF occasione di esporne }e voci rappresentative; e
suggerirne definiti ai cultori della lingua nazionale moltissimi altri
pei quali, se io male non osservai , non esiste finora alcun rappre-i
sentativo nei Vocabolarj di essa.
Tali cose, anche solo in parte adempiute, giova credere siano per
rendere vantaggioso agli studiosi questo libro, come s^ hanno genen
ralmente per vantaggiosi i suoi consimili nelle altre province italiane
che quasi tutte se ne sono oggimai a .gara provvedute. Non facendo
perciò altre parole intorno air utile che si possa trarre da questo
Vocabolario, io verrò più tosto discorrendo con qualche larghezza i
modi tenuti nel compilarlo.
Al mondo poche maraviglie , cred* io , sono superiori a quella
deir infinita varietà delle parlature umane. Di fatto seaza noverare
le migliaja di idiomi formali noti almen di nome ai linguisti ^
senza pur dire delle voci e dei modi nostrali che tutti udiamo di-
versificarsi in una stessa città, in un medesimo borgo secondo che
ci accostiamo alle diverse porte o ai diversi aditi loro , bastivi
a
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VI
sapere, o lettori, che perfino in un casolare di quattro fuochi io sento
ogni ottobre i contadinelli dei fuochi volti a sera cuculiare quelli
dei fuochi volti a mattina del loro invocare a piena gola quel paen
e quel cuff^ae che già scricchiolano Traudenti dei primi sotto nome
di pan e cugina , e del loro mangiarsi per carotol e bolgion quelle
barbabietole e rape lunghe cV essi ingojano come biedrav e bojocch.
Ora sebbene io non abbia in questo mio Vocabolario trascurate on-
ninamente queste sotto varietà per cosi dire del nostro dialetto le
quali vanno a novero nella varietà infinita già detta, mi sono però
guardato bene dal mettere a leva la pazienza altrui coll^ esporre tutte
quelle che s* incontrano a ogni passo dato nel territorio milanese.
£ parimente ancorché per far tesoro dei molti vocaboli proprj delle
ferriere, delle carbooàje, delle petraje, e di molti ancora fra i per-
tinenti àll^ agricoltura, alla casearia, alla caccia, alla seteria, alla na*
vigazione , alla pesca -, e a più altri miracoli siSatti deir industria
umana , io sia uscito di città e del suburbio e corsone in cerca fin
anco at lembo ultimissimo del territorio, non perciò ho io messe a
registro le altre moltissime locuzioni che mi vennero sentite fra via,
e delle quali abbiamo o meno incolta o più generale rispondenza in
città. I monti della Valsassìna colle rive lariense e leccense che s* hanno
appiedi, e TAdda fin presso Lodi per una linea quasi perpendicolare da
tramontana a mezzodi; la Valle Assina fin presso Como, il Lago Mag-
giore e il Ticino fin presso Pavia per una curva declinante da tramon-
tana a ponente e da ponente a mezzodì^ sono da considerarsi al grosso
come confini naturali del parlar milanese propriamente detto. Che
ciò sia vero, e" si riconosce pienamente da questo che tutti gli ehi^
tatori delle terre comprese tra quei lìmiti usano , generalmente par-
lando, te articolazioni e i vocaboli proprj del nostro favellare di città»
ancorché commisti , quanto più e^ sono distanti da essa città , con
quelli proprj del parlare deDe genti che s^ hanno respettivamente
addirìmpetto. Nel mio lavoro pertanto io ho avuto occhio a non
uscire dei confini sopra detti, procurando come di non omettere, per
quanto mi concesse la memoria, nessuna delle locuzioni correnti in
città o usate dai nostri scrittori vernacoli (i), cosi pure d^accogliere
tutti quei vocaboli dei contado che, per appartenere alle arti già
mentovate, esso quasi esclusivamente somministra al cittadino o allo
scrittor nostro eh* entrino a favellarne, e quelli altresì delle terre
confinanti la cognizione dei quali mi sembrò assolutamente necessaria
per alcun riguardo agrario o tecnico. Da questa massima generale io
(i) Neir Indice degli autori sono spiegate per disteso le abhrevialiu-e colle
quali ho indicato queste dirò cosi autorità testuali del nostro dialetto.
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vn
non mi sono diaoostato in parte che 'per riguardo alla sola Brianca «
indótto a ciò , più che da altro , daU* avere osservato che moki vo-
caboli nostrali noi abbiamo preso e prendiamo continaàmente a pre^
stanza da^setajuoli, da* vignai, dagli acarpellioi e da altri che di colà
vengono a fernuure stanza fra noi , e più ancora dall' avere ricono*
scìnto in quel beato paese non so bene se io dica la cnlla o il set-
batojo del nostro dialetto. Per questi riguardi, e per quello altresì
di non escludere dall* utile qualunque che si possa trarre da questo
libro una si notabile porzione di gente che a nessun altro Vocabo-
lario può ricorrere fuorché al Milanese per voltare nella lingua illu-
stre d* Italia moki vocabdi e modi suoi particolari , io feci buona
accoglienza agli uni e agli altri, ancorché ^ora mi dessero sentore
di bergamasco o di comasco come porta la reciprocuà de* trafficlu
con que* paesi , e ad onta che già esistessero nel Vocabolario le lo-
enzioni sinonimo della città. Bene però, a non dare in doppj e lun-
gherìe, usai questa avvertenza di registrare i puri modi o vocaboli'
siflktti con un continuo rimando alloro sinonimi attedi neschi per le
spi^pusioni e definizioni relative, uscendo di tale regola solo per
qne* casi nei qsali essi non le ritrovassero in altre sedi (a) ; avvertenza
(a) Nel i8i4 io noa aveva ancora veduta la Brianta; e perciò aQora if
dio^va antiquate e merle le voci del Varon milanefe e d^aliri scriUoià spot con*
temporanei. Venni di poi a riconoscere il mio errore ritrovando vive tuttora ia
bocca di qualunque Brianzuolo quelle tante locuzioni di quegli scrittori che per
r addietro mi riuscivano in buona parte un mistero , perché quasi tutte ignorate
oggidì in Milano. Anche il Alaggi ridonda di quelle locvzioni, sia perchè ai suoi
tempi fossero comuni anche nella città ^ come qualche rimanensa loro in alcim
angolo di essa pare che lo testimonii; sia ch^egli, viUeggiando a Lesmo^ ivi le
nsurpasse per infiorarne con quel garbo ch^ei sapeva le sue poesie ^ sia che, per
condiscendenza al pensar comune dei letterati de^suoi tempi f egli pure mostrasse
di credere ottimamente scritto il dialetto allora soltanto che s^accostava al faveflar
di contado; opinione che seppero poi spegnere affatto « con tanta dilettazione
dei loro lettori, cosi il fiorentino Zannoni ne^ suoi S?A«rsi comici, eome il nostra
Porta nelle sue Poesie milanesi , ben accortisi ammendue che il dialetto d^ogi^
paese si suddivide in cittadinesco e contadinesco , e che nel primo si riconoscono
altresì distintamente tre specie di favellare , quella cioè della plebe , quella della
gente colta, e quella di chi vuol afTettai'c collura. Quindi e per desiderio di
rendere sempre più care, se appieno intese, quelle auree scritture del nostro
1^*KS^9 ^ P^ ajutare a comprendere quelle voci brianzuole che si leggono in
molte altre opere , o volte ad oggetti nostrali ( come sarebbero i Trattati agrarj
del Decapitani e del Ferrano, le Giunte del Lavezzari al Mitf erpacber # ^
Dizionario economico rustico del Fontana , le Memoriip della benemerita poslra
Società patriottica, ecc. ecc.), o scritte in vernacolo da chi abitò o villeggiò
in quei colli, io ho arricchito il mio lavoro di molte voci ed anche locuzioni
brianzuole. Alle quali voci e locuzioni maggior ricchezza sarà per aggiugnersi
nella iinale Appeadice colla sigla V. p. 3* per opera di uo quanto mpdesU»
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vin
che usai parimente ' per quelle voci del Varesino , del Lario , del
Verbano , e delle altre parti cosi deirAlto come del Basso Milanese
che pei: rispetti già indicati mandai nel libro a registro (3).
' È primo scopo di questo libro Fajatar a voltare in nazionale Tidioma
nostro nel rispetto specialmente delle locuzioni fsimigliari e delle arti«
È vero che ubbidienti son le parole ooe la merce abbonda; ma quelle
parole conviene o aversele appropriate da natura, o procacciarsele
tali dai libri, e specialmente' dai vocabolarj. Davi ed Eroi è gran
miracolo che ricorrano a queste fonti per ispacciare la merce loco;
non i primi perchè, stanziando quasi sempre in patria , si trovano
da natura in punta di lingua le voci opportune da ciò; non i secondi
perchè, soliti andare spesso a casa altrui, inducono quasi sempre i
visitati a strozzare nella lingua natia del visitante le proprie idee, a
fare quel medesimo che facciamo noi Milanesi allorché capitandoci un
Toscano a veglia, quasi senz* avvedercene imitiamo quel suo dir na-
turale, e fiocchino pure i marroni poco importa. Libri e vocalio-
larj servono bensì a chi vuole rappresentar que^Davi e quegli Eroi
non essendo né Tniio né Taltro, e a rappresentarli per modo che le
idee, o servili od eroiche, siano fiitte esprimer loro con vocaboli e
modi spiranti ricchezza nazionale, non municipale strettezza; e come
utile erario di sifiatta ricchezza stanno pronti a darne il possesso agli
tisatori di essa nelle opere loro, e a chi voglia riconoscerne il va-
lore allorché ne (anno lettura. Valendo però i comuni Vocabolarj a
spiegarci bensi le voci a noi già note , ma non già a suggerirci
quelle che ignoriamo, ed essendo le voci £imigliari e delle arti in
ispecialità pronte a cliiunque nel natio dialetto e non cosi nella lin-
gua illustre nazionale» opportuni suggeritori ne tornano i Vocabolari
come questo mio, nei quali la voce vernacola conosciuta è guida al
ritrovamento deir italiana ignota. — A voltare il dialetto nostro nella
lingua illustre nazionale primi consultai i Vocabolarj di questa ultima ,
e primissimo anzi tutti quello deirAccademia della Crusca. Perchè
però di questa preferenza non mi sia fatto mal viso da chi ricusa
piegarsi a tale autorità solo per averla sentita convinta di fallibilità
da dottissime penne italiane, m*è d^'uopo la prima cosa confessare
ai lettori in quale idea siasi fermata questa debole mia mente
altrettanto dotto cultore delle lettere mio buon amico, vale a dire del signor
D. Giuseppe Villa, Rettore delPAlmo Collegio Borromeo in Pavia, il quale,
amantissimo della patria sua e di ciò che le si riferisce, delle voci da me igno-
rate o dimenticate va facendo sopraggiunta.
(3) Per le cose dette sopra è chiaro che nel rispetto delle voci agrarie e
tecniche questo Vocabolario potrà giovare in buona parte anche a molti Coma-
schi, Bergamaschi, Cremaschi, Lodigiani, Pavesi e Novaresi, come pure ai Bassi
ValteUinesi e a tùoìii terrìeri del Canton Ticino negli Svizzeri.
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IX
riguardo a questa sì cootrastata materia della lingua illustre italiana. —
Nel complesso di una nazione è fisicile cosa che ogni genere d'^idee
esìsta e cerchi voce raf^resentativa ; non cosi nelle singole genti che
k> compongono, ne^ cui diversi parlari devono perciò di forza mancare
parecchi dì que* rappresentativi: nel complesso della nazione ì dotti e
ì colti d^ogni gente di essa sono quelli che procacciano una lingua
unica in cui esprimere le idee d^ogni genere , e specialmente le colte,
scientìBche, dotte d* universale spettanza: nelle genti diverse che lo
compongono , sceveratisi i colti e i dotti colla lingua già detta , ri-
mangono i popolari o chi vuol simigliarli contenti a meri dialetti
rappresentatori delle idee tecniche o incolte attinenti ai loro biso-
gni e stroppiatori innocenti d^ ogni voce dotta o scientifica che non
sia per quelli assolutamente necessaria. È perciò che le lingue,
proprietà generale delle nazioni, si sceverano dai dialetti, proprietà
speciale delle varie genti che le compongono, più che per la di-
versità delle inflessioni o dei vocaboli, per la fiicoltà loro di rappre-
sentare idee di ogni genere, incolte e colte, tecniche e scientifiche ^
indotte e dotte, e di renderle concambiabili ccile lingue vive d^altre
nazioni, colle lingue dotte già spente, e fin con ogni lingua futura. Di
quella lingua colta però d^una nazione, che appunto perchè tale trapassa
poi in lingua scrìtta , suol essere germe vìvo, s eHa pure è vivente,
quello fra i varj dialetti delle sue genti a cui le persone colte e dotte
della nazione stessa accordarono la preferenza quali che ne fossero le
originarie cagioni. 11 parlar di Toscana , o i dialetti toscani che si
dicano , proprietà d^ una gente particolare d^ Italia , e perciò dì loro
sola natura incapaci a rappresentare tutte le idee dotte e indòtte di
tutta la nazione, lo diventarono si tosto che i dotti della nazione in-
tiera, riconoscendoli pel miglior germe della lingua ad essi necessaria,
ne adottarono le forme per esprimere Tuniversalità delle idee, cre-
scendo per tal modo que^ dialetti speciali a lìngua generale nazionale.
Sebbene per avventura i popolari toscani sogliano , anche senza ba-
darvi più che tanto, guardar quel germe di lìngua con maggiore co-
stanza che non usino le altre classi , è certo però che V educasdone
e lo sviluppo di esso appartenne in ogni età alle persone colte e per
eccellenza agli scrittori ; tra i quali , sia per reverenza ai maggior
luminari delle lettere italiane rifulsi primi in Toscana, sia per omag-
gio alla ragione, dì leggieri sì riconobbero da tuttUtalia preferibili i
toscani come qaellì che ne sono per privilegio dì natura in possesso;
perciò tutta Italia si lasciò andare senza più air autorità della Crusca,
b quale, composta dì persone bellamente parlanti per natura, e meglio
ancora scrìventi per arte e dottrina , fu stimata secondatrìce delle
necessità nazionali suggeritele cosi da quelle per propria missione ,
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X
come da. quegli altri dotti italiani che, a tal uopo dee creder»],
chiamò talora nel suo seno. Alcune gare di parte, malattìa ordi-
naria dei corpi morali che la natura induce forse in essi per tórli
dia sonnolenza e al torpore, fecero si che varj Accademici, forse
troppo gelosi della natia prerogativa , conculcassero oltre il dovere
te scritture di molti non Toscani i quali, aggua^iandoli nel pregio
del sapere, riuscirono a sviluppare in alcuna parte quel germe più
rigoglioso che non concedesse talvolta la troppo severa legge dei
suoi educatori toscani. Conculcare e rimbalzo sono causa ed effetto;
e di qui la tendenza in molti Italiani a liberarsi da una'autorità che
essi per lo addietro ^)ontaneamente riconoscevano, e a volere la
lingua illustre libero patrimonio di tutti , e da tutti a benepla^
cito comune governata. Alle mani del volgo d^ ogni specie non é
libertà la quale non degeneri facilmente in licenza. Perciò il volgo
degli scrittori, non osservato che Fagio suo, venne imbrattando le
scritture d* ogni generazion di vocaboU e modi tutti proprj della
patria loro, non mai usciti di quel germe che tutti riconosciamo per
migliore , e ineducati afibtto perchè cresciuti da mani inabili al^
Tuopo; e perciò pure il volgo dei vocabolaristi, non avendo di
mira che V utile proprio , ci venne anticipando a diluvio i Lessici
della media e infima Italianità. Non assentirono però mai a tanta li*
cenza gli uomini colti ed i buoni scrittori d^ Italia , che anzi e col-'
r esempio e colle dottrine sempre sostennero quel ccmiune benepla-*
cito soggiacere a certe leggi il togliersi alle quali condurrebbe di
leggieri ali* anarchia, né la Repubblica delle lettere aver mai rinun-
ziato perchè tale ad essere da mani opportune utilmente governata,
come in ogni altro riguardo, cosi anche in questo della lingua.
Perciò io mi dò a credere non lontana quella Repubblica dall*ac->
cordare air Accademia tutta quell'autorità che la ragione può con-
sentirle pel buon governo della lingua , cioè un'autorità amabile a
tutti se moderata, utile a tutti se avveduta seduta imparziale, rico^
nosduta da tutti come tale se posata sui principi seguenti: Doversi
i vocaboli rappresentativi delle cose tórre di preferenza alle bocche
toscane, e quelli fra i toscani preferibili, o fra gli altri d^Italia S(h
Stituibili , ch'essa indicherà pe'migUori dovere negli scritti perdurar
sempre que' medesimi , non già tramutarsi a capriccio in quelli
d' ogni minima terricciuola italiana (4) ; lo stesso doversi fiire dei
(4) Il pensiero umano è un proteo per eccellenza; dell' infinito suo Tartare
usciranno sempre forme infinite le quali come sarà sempre difficile di tutte im-
primere ne^ suoi rappresentatori cioè nei dizionarj delle lingue^ cosi sarà male il
sopprimere solo perchè riconosciute mendose in più casi , cosi falsamente repu-
tate tali anche in tutti. Misero però quello sci*ittore che a mettere in carta ii
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XI
modi parche raggentiliti per opera come de'baonì scrittori toscani
a preferenza , cosi anche degli scrittori d^ ogni altro paese italiano
proprio pensiero deva per le forme) per le frasi) pei modi idiomatici ricorrere
contìnuo alle fredde e per Io più tronche ed esdusiTe indicazioni del dizionario^
e non aversele già stampate nella mente reminiscenKe dell* animata e piena e
diffusiva dipintura vedutane nei buoni libri. Nel riguardo di tali forme i dizio-
narj sono guide, repertorj, concordanze » rammentatori, ajuti, e non dèspoti; e
come tali devono insistere si con fermezza nelle forme grammaticali propria-
mente dette, ma limitarsi a mettere sulla via del ben scegliere nelle forme tras*
letizie ed estetiche dirò cosi del pensiero, né mai tendere a spegnerne ogni
nuova animosa manifestazione. Que** rammentoni ostinati che della voce già bene
alzata per raddurre alla sustanzialità non sanno fare alcun abbassamento allor*
ché altri senza nuocer quella ricorre a modi diversi dai suggeriti per esprimerla,
e que* comici che tutta la parte loro hanno a bere dai rammentoni, sono una
morte per chi sta ad ascoltarli ; e cosi i dizionarj argini ostinati ad ogni nuovo
allargar di pensiero, e gli scrittori meschini che squadrano ogni loro locuzione
con quelli, sono una morte per chi li viene leggendo. Nelle forme del linguaggio
tmpertanto sarà facile all' Accademia il mettere d'^aceoi-do il proprio Dizionario
col desiderio delle lettere italiane ove non dimentichi essere suo dovere per
questo riguardo il fai4o ricchissimo repertorio delle frasi esistenti nei buoni scrit-
tori , e guida, rigida si nelle forme gramaticali e caratteristiche per le quali
si distingue ogni lingua dai varj suoi dialètti e dalle altre lingue , amabile però
e concessiva in quelle altre la cui moltifbrmità non può che tornar utile all'^in-
liliita varietà del pensiero. •— * Non cosi facile invece sarà per riuscirle un simile
accordo nel rispetto dei vocaboli rappresentanti gli oggetti o naturali o tecnici
i quali alla fin fine sono per cosi dire la materia prima di quelle forme, e come
tali malamente volevansi altrevolte escludere dai dizionarj, tesori della lingua
scritta in ogni sua potenza. Pure di fermezza e unicità nella lingua scritta io
credo che sia necessità più in questa che in ogni altra parte di essa; poiché
dei modi viziati nell'etica della lingua avrà nocumento sola la condizion sua
letteraria propriamente detta ; mentre la viziosa proteità dei vocaboli già nomi-
nati riesce dannosa in sommo grado alle scienze ed alle arti, e per conseguenza
a tutta la società , perchè difficolta in sommo grado il comune comprendimento e
quindi anche la generale diffusione ed applicazione d^ogni lor ritrovato (*)1
Recando anche alla esagerazione la corruttela che T instabilità desmodi idioma-
tici, e fin anco di quelli più strettamente grammaticali, potesse mai introdurre
nel linguaggio, ne nascerebbe in esso un deterioramento di forme è vero, ma
non tale da renderlo cosi incomprensibile come bastano a renderlo pochi
O Kel GionMl« agrario toscano del x833 (VII, 446) esiste una confessione la quale prova ad
eridcnca il bisogno d' anicità in questa specie di Tocaboli nella lingua scritta onde ovviare agli equi-
voci facili incontrarsi per la moltiplicttà loro nella parlata , moItipUcità anche nelle mere lettere
nociva. Di fatto se il Boccaccio nel dare in moglie a Messer Ricciardo di Chinzica una vaglùs.
•ima gioTinetta (Giorn. seconda Novella decima) per dipingerla ben diversa dalle pallidicce sue com-
pagne aveste trovatm a* suoi di già stabilita queir unicità di vocaboli positivi ch'io dico, non Fa.
Yrebbe detu ben diversa da una ìucertoU werminoTA, ma ben diversa da una tarantola o sia da
tuM sfcl&Mie( laoerU stellio), e avrebbe cosi sparagnato ai savissimi suoi Annotatori (Ann. Dec^
Bocc. p. 5o) una confessione sempre spiacevole del loro ignorare il senso di quella sua voce oapole-
Una sinoAima di queir altre due y fiomtiaa la prima , dottrinale la seconda.
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se per opinion generale baoni usatoti o raddirizzatori della lingua;
le- voci mancanti in Toscana per mancarvi gli oggetti doversi
vocaboli tecnici di viziata natura. Di fatto ae io volessi, pognam caso, insegnar
mmrale con queste parole cosi corrottamente esposte: Besogma procura sempre de
esser omm onesto e de ben 9 io sono certo che questo mio precetto sarebbe
inteso in ogni parte d** Italia, come vi sai*la stato anche tre secoli fa, e come
vi sarebbe anche fra tre secoli avvenire^ e le lettere lamenterebbero, è vero,
quella sgrammaticatura di modi, ma T intiera società ilaliaua potrebbe approfittare
del precetto con essi additatole. Che s^io invece volendo inculcare altrui la
buona cura delle tele e la buona provvista delle legne dicessi che le tele si
conservano bene in cavezzi^ e che a voler antere buone legne è necessario provve-
der borra j 'è cosa certa che i miei precetti, tuttoché esposti con buoni modi
di lingua, intesi nel Milanese o poco pid oltre, riuscirebbero enimmatici e per^
ciò inutili a tutti gli altri Italiani solo per que^ Cavezzi e per quella Borra che gli
scrittori hanno ben convenuto di chiamar ruotoli e loppi o pedali. Delle moltisr
simc migliaja di simili oggetti, che ogni gente dMtalia nomina per diverso modo,
la lingua scritta nostra invoca tuttora un rappresentativo certo, e tanto più certo
quanto unico, onde non trovarsi auch^essa a rinnovare, come già tra noi cosi
niaggiore tra i futuri, quell'impaccio, a che ci troviamo colla latinità di un Plinio
che bella di forme ci è mille volte misteriosa ed inutile in sostanza. Questo è
il servigio maggiore che lettere, scienze ed arti italiane invocano da più secoli
inutilmente, e in questo riguardo é da credere che gli scrittori di tutte parti
d'Italia volentieri riceverebbero legge dall'* Accademia snella risolvesse un giorno
di proporla loro, quand'anche desse per siffatto riguardo in una esclusiva pre-
ferenza. Ed io il dirò pure, ancorché me ne possa venire accusa di blandizie
per parte di chi non abbastanza mi conosca ; se tutti gli scrittori italiani osser-
vando il parlare che sentesi nelle terre comprese fra Serchio , Amo e Marecchia
da un Iato, e Tevere, Teverone, Nera e Tronto dair altro essere il più aggra-
maticato e il più prossimo alla lingua scrittasi fin qui in Italia, e riconoscendo
non ostante anche in que^ paesi molta varietà di dialetti, pongonsi a ponderare
imparzialmente le cose, forza è che s^ avveggano non potersi uscire di imo dei
tre seguenti principj se vogliasi trovar modo a soddisfare il bisogno già detto
della lingua scritta* — O doversi come rappresentativi delle cose registrare nel
Dizionario tutti i diversi vocaboli pei quali si distinguono ne^varj dialetti di
tutti que*^ paesi o di quelli almeno delle varie province toscane come di buon
germe e meglio à^ ogni altro aggramaticati per natura ; O doversi scegliere al-
.Fuopo una voce unica per ogni oggetto, e questa secondo l'opportunità in qua-
lunque dialetto toscano; O doversi di buona voglia sofforire che ad uno di questi
dialetti sia accordata la preferenza e da esso ricavati que** vocaboli quelli rice-
ver legge e da quelli non più dipartirsi, ricorrendo ai dialetti vicini da prima
e poscia anche ai lontani solo ogni volta che quel primo, ignorando gli oggetti,
mal potesse suggerirne le voci rappresentative. — Ora il primo di quei parliti
ci manderebbe assai vicino a quella Torre , come s"* ingegnano di mandarci tutti
quelli che si danno al vocabolarista da che T Accademia da attrice si é fatta
spettatrice del loro correr per vuoto V arringo ; per esso , mentre ignoriamo
venti voci di cassa (V. Cassa in questo Vocabolario ) f avremmo tosto pronte a
rappresentare V Altalena almeno dodici voci diverse \ cioè questa fiorentina , la
Pisalanca lucchese, la GiUarella garfagnina, la Oioveglica aretina, VJnilroccolo
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acxiattare da qnefle parti d'Italia che li posse^ano, e rnggciltilite o
di^li scrittori loro compatrìotti o dagli Accademici entrar per opera
o V^ndcroeoolo^ ^ÌBhn^ e Uvomesé, V ercolino fucecchiesei le Biciàncole o le
Biscidcoie o la Biseiàngoìa tancie» chìaocianese » volterrana , camerinese, la
Ltmiola di quei da Poppi, la Damza aoghiarese, la Napola loretana, la Balanta
perugina t il Pendo] o colligiano e la Prendifendola o Onutpiendola romana. B
con questo tesoro» come ognun vede di tutta bontà per Ja memoria e di tutta
utilità per la lingua , supereremmo gli esempi già datici pognam caso da^ Vo-»
cabolarisli col Grembiale che ci voltano in Grembiule^ Zinale e Pancèlla coxk Xré
voci una fiorentiiiat una romana» e V altra perugina ( vendutaci per giunta come
aretina da chi lesse male il Redi il quale disse Pannucda chiamarsi fra^suoi Are*
tini il nostro SQOSsÀa)^ e ci traducono il Bricco fiorentino neir ambigua Caffettiera
dì molti paesi italiani (*) , nella Cuccìima\cugmiì\ romana e bolognese 9 e nella
Cbgoffui veneziana. Questo partito (**) utile solo ai cartaj ed agli stampatori , e un»
qualche radissima volta non inutile affatto allo stil famigliare così sciolto coma
legalo, si dimostra tale di per so da non meritare pur un pensiero nella scelta.
•H» A rappresentare quell^ uccello che gli ornitologi chiamano Meleagris Gtdlo^
poPOf e i varj popoli italiani venendo dalla Sardegna alle Alpi chi Cappone e chi
Gallo itlndia e chi Glùro^ Siilo, T^cA, Tuchèin^ Pitf Pitón^ Pòli, Polàn, Po-»
ìbt, Poiìn, Dìndio j Siro 9 Biribìn^ Bibìn e Dindbt^ si trovano pronte nei nostri
dizionari italiani sei voci: Pollo d' India ^ Gallo d* India ^ Tacchino ^ Gallinaccio »
Gallo pavone e PoUo dindon La prima e ki seconda di quello voci entrarono
consacrate dal Buonarroti, dal Salvini e dalia Crusca; la terza pure per opeVa
della Crusca sovra un testo del Salvini d** ambigua accezione; le tre stisse*-
gueuti i nostri dizionari se l'ebbero dall'Alberti il quale delPaver male usata Tau*
tonta del Magalotti per la prima di esse nVbbe in punizione da Minerva patavina
la calunnia d* aver fatto il Gallinaccio proprietà esclusiva de* contadini , e il bando
al suo Gallo patrone da lui accettato per lettera di cambio dei naturalisti e al suo
Polio dindo da lui taciuto in Pollo e appena di furto avventurato in Dindo, forse
per quell^ àmbito d^ universalità che noi rapporto della bontà della lingua scritta
è non lieve difetto fieiresimio lavoro di quel valentuomo. Ora non sono molti
dì che alctmi begl* ingegni s* ebbero mattana di muover lite a uno di questi
uccelli avvisatosi d' entrar loro nelle scuole in livrea di Polio d* India ^ e strappa-
tagli quella livrea indossargli Taitra furtiva di PoUo dindo. Invano i presenti
vollero impedimcli mostrando loro la schiettezza grammaticale ed etimologica di
qudla prima livcea, e suggerendo al caso altre migliori fra le più sopra nominate
a chi quella assolutamente abborrìsse. Cure vane ! L^ amor patrio , memore delle
polle dindie anche più sgrammaticate udite mille volle in gioventù, ricusò ogni
(*) Dico ambigua, per cagiona che ta al Monti parrà ridicolo il CioccoUutÌ€rt(fMto) del Redi perche
confondibile con nia«tr* Ambrogio fabbricator di cioccolata , mentre Braciere , Incensiere , ecc. scemano t«
»on tolgono a quella Toce tatto quel preteso ridicolo, a me sembra cbe anche Caffettiera e Cioctolattiera
m ProfuMÌera e simili , che al dir del Monti sarebbero tocì nazionali non municipali , pecchino poi d'am-
bìguhà agli oreecM di totto la naxione come quelli che risTegKano e Tidea dei Tasi ch'ei dice e quella
|rar cooinno dolio donne iabbrioatrici di «affèy eioeeolaU o profumi, o mogli del fabbricatori siflàttL
(**) Ad alcuni questa molteplicità di Toei parrà ricchezaa ; ma nel confondere le riccheue dei
dialetti con la lingna comune si Tuole andare assai cauti diceva ottimamente TAntologia di Firenco
(iSa9 p. ilo) ad ahro proposito, perchè ne' modi dei dialetti sotto un'apparente riTacità ed ab-
bondanza si cela spesso 1* improprietà.
b
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XIV
loro nel tesoro della lingua ; non concedersi che siano reputati di
buon conio ogni modo e ogni voce ancorché viziosi solo perchè
pace finché il meschinello non fu vestilo a Polh dindo; Dindo che insieme col iraiH
xesc Dindon sarà per avventura entrato nel parlar comune d^altre genti di Toscana
come una di loro ae Tha già da tempo; ma Dindo che gli scrittori adotte-
ranno forse difficilmente sia perchè sgrammaticato per più versi» sia perchè »
solitx) com^ò andare in branchi, scambiabile cosi vestito co* quatti*ini de' bimbi»
sia più di tutto perchè non ne veggono ombra nelle opere del maggiore orni-
tologo italiano de* nostri giorni il quale, pisano cornee, lo volta in Tacchino ^
cosi come TaccìUno lo dicono i Fiorentini forse per deferenza al Tùchm del
Bolognese onde verranno loro siffatti pollami» e come TTfCCO lo dicono altre
genti prossime al Serchio, e alla Turrita. Questo fatto mi fu prova recente -es-
servi da giurare nel secondo partito che per le gare e le opinioni infinite alle
quali darebbe luogo (del che ci è capanna T esperienza del passato al minimo
rammentar Arno, Serchio ed Ombrone), la scelta terrebbe sospese le decisioni
di chi r avesse a fare» per modo che noi ci troveremmo tramutato «questo bello
e sonante nostro idioma in dio sa qual altro prima che gli sceglitori» ninno
* de^quali sarebbe immortale» ci avesse pur una metà di quelle voci somministrata
al bisogno «pm Ogni ragione quindi .pare che induca a quel terzo partito , cioè
al preferire uno dei dialetti toscani, e da quello trarre i vocaboli rappresentatori
degli oggetti. Le cose» o naturali o artifiziali che le siano, in maggior grado
esistono o sono a notizia in que' paesi ne* quali è maggiore T attrito sociale» in
que"* paesi* che per esser ceatro di ricchezze e di popolo fanno per cosi dire uflir>
ciò di cuore alle regioni» in quelle città grandi che» tanto nel ripopolarsi» come
sempre avvien loro» d*etli in età cogli abitatori delle campagne e delie province con-
finanti» quanto nel continuo promuovere a bene proprio ed altrui il traffico d*ogni
genere di cose » vengono in cognizione come di esse cosi de' vocaboli opportuni
a rappresentarle con una facilità e larghezza negata alle città ed alle terre mi-
nori. 1 Dizionari spiegano questa necessaria condizion delle cose a maraviglia»
giacché aperti in un casolare non trovano chi gì* intenda , in un borgo o in
una cittaduzza appena per uno o due terzi di sé stessi riescono a farsi com*
prendere» mentre in una capitale vengono nella totalità loro pienamente inlesi.
Perciò non è da vedere irragionevole che il dialetto fiorentino » buon germe della
lingua scritta perchè favella graziosa» e favella d^un luogo che divanza in po-
polo» arti» dottrine» e ricchezze tutti gli altri luoghi di Toscana isolatamente con^
siderali» sia preferito ali* uopo come quello che delie ricchezze locali relative ha
da natura dovizia di voci , e delle ivi inesistenti farà di corto suoi naturali quei
vocaboli che gli altri paesi di Toscana ricchi di quelli sapranno somministrargli.
E se le voci agrarie che ad esso contribuiranno (insieme, cogli oggetti) i Pisto-
jesi, i Pratesi» i Pisani, i Maremmani, se quelle minerarie che i Sanesi» se
quelle piscatorie e marinaresche che i Livornesi non basteranno al bisogno della
lingua scritta, ove 1* Accademia si tenga solo amichevole sua promotrice» ella
saprà di leggieri rintracciare fra le altre genti italiane le voci necessarie» e quelle
somministi^arle senza detrimento dell* idioma preferito, e preferito con quella non
ingiusta predilezione per cui tanti dotti Italiani si recano in Firenze e non al-
trove a raccorre que* vocaboli tecnici de* quali è difetto ne* vocabolari ; fra i
quali dotti merita special menzione 1* esimio cavai. Carena che pel Vocabolario
tecnico onde siamo da lui spcranzati raccolse pure le voci nella deliziosa Firenze.
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XV
eèìstemi nei coai detti testi di lingua ; volere V Accademia adope-*
nni efficacemente non già neir agghiacciare le menti capaci d*^ar«
riòchire la fiivella , ma si nell^ infrenare- la matta licenza di colo-»
re che vorrebbero tornar la lingua illustre della nazione a quelle
della Torre di Nembrotte; non tenersi essa da più dè^ buoni r^gì«
tori delle nazioni i quali n<m temono di perdere rispetto allorché
vengono temperando le leggi secondo la temperie diversa delle età
o confessando nella legge d^ oggidì Terrore se dall'errore era stata
dettata la l^ge di feri che intendono con quella abrogare , ed essere
perciò animo suo di rettificare gli errori in cui fosse caduta ogni
volta che V utile della scienza il richieda; corteggio più che legge
alla filosofia della lingua scritta voler essa costituire gli esempi; To-
pera saa voler essa impiegare acciò che la lingua non rinvilisca
nelle scritture in faccia al mondo per quel mal governo delle voci
dottrinali o derivanti da altri idiomi che suol £are ogni volgo per
aggraziato eh' a sia , e curare che tali voci s^ annestino nella lingua
in modo da piagentarne si la natura e il ritmo, ma non mai con-
trariar bruttamente T etimologia e la gramatica; voler ella essere
mantenitrice costante dei dettami ortologici, ortografici e gramaticali
d' ogni genere una volta stabiliti , ma accettatrice altresì facile e ar-«
rendevole de' vocaboli e modi novelli utili additatori di nuove utili
idee , e come tali consentiti o dall' opinion generale della colta Ita*
lia , o dal diritto che pare si competa a chi arricchisce la Società di
utili trovati d'imporre anche loro i nomignoli opportuni; e per fine
intender essa di farsi introduttrice nel tesoro della lingua di siffatte
nuove ricchezze, purché degne delle già esistenti, con quella solleci-
tudine maggiore che la natura de" tempi sia per domandarle a prò
dei viventi di ciascuna età. Tali principi sembreranno a parecchi
non snfficiente malleverìa all'autorità accademica perché concessori
di alcun diritto a quella della pubblica opinione ; ma nel rispetto
della lingua l'esperienza del passato fii portare avviso che questa pub-
blica opinione ( non tanto difficile a riconoscersi per chiunque abbia
animo imparziale) sia così iatta da volgersi facilmente al bene quan-
te volte la mano accademica ve la sappia con gentile^a piegare ,
come di dare nel peggio ogni volta ch'eUa voglia o despoticamente
dominarla , o per istracchezza e noncuranza abbandonarla onnina-
mente a sé stessa. Perciò dove l'Accademia venga accomodando le
proprie vedute ai tempi , e , stendendo a tutta Italia la carità del na<-
tio loco, ami esserci, più che dominatrice, autorità conservatrice della
finreUa , v' é da vivere sicuri djie il di lei freno sarà riconosciuto
salutare e agevolmente rispettato da ogni uomo ragionevole, perché
freno tendente a £ure sì che la lingua italiana » destinata come ogni
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XVI
altra hngua à rappresentare vie via che le si vengono dischiudendo
così le idee triviali illeggiadrite dalle persone colte e dagli scrittori ,
come le nobili e dottrinali di loro creazione, si trovi serbata per cura
deirAccaderoìa alla cognizione di tutti con quella costanza di lineai
nienti massimi, distrutti i quali sarebbe distrutta la lingua , con quella
varietà di accessorii che ne lasci riconoscere le età,- e coh quella
unità di vocaboli tecnici , non impossibile d* ora innanzi , che serva
a far divanzare di secoli i progressi sociali.
- Conosciuto questo mio sentire in proposito della lingua, non parrà
strano a nessimo che io mi sia di preferenza giovato al mio bisogno
della Crusca , come non parrà strano che io non mi sia uè limitato
ad essa sola per non lasciare troppe delle mie voci patrie senza ri^
spondenza italiana, né £eitto cieco adoratore d^ogni sua parola per non
rivendere alcune volte di quegli errori che tengono sempre dietro
nelle faccende umane alle cieche adorazioni. Alla Crusca perciò diedi
compagno indiviso il Dizionario universale enciclopedico delF abate
Alberti da Villanova, come libro che venne sovvenendo ai bisogni
della lingua con quella ricchezza di voci e modi, e specialmente di
vocaboli delibarti, che da tanti anni a questa parte tutta Italia de-
-siderò invano dall^ Accademia. Dove si Tuna che T altro non mi
aomministrar<mo i vocaboli corrispondenti ai milanesi, feci di averli
dai Dizionarj universali della lingua italiana di Verona, di Bologna,
di Padova e di Napoli, o da quelli, cosi della lingua generale come
della particolare d^alcun^arte o scienza, d* altri vocabolaristi che ho
per disteso citati nell* Indice delle abbreviature. Con tali Dizionarj
volli andassero sempre di conserva le opere di que^ filologi (come
Bergantini , Brambilla , Colombo , Monti , Muzzi , Parenti , Pezzana,
Romani, ecc.) i quali si diedero cura di raddirizzarne gli errori o
d^aggiugnervi ricchezza, e in cima a tutte queste le Voci additau
ai futuri Vocabolatisù da G. Gherardini , opera che il mio dire
non saprebbe mai porre sì alto quanto ella è posta concordemente
dal voto di tutti i letterati italiani. Una lingua è però si vasta re-
gione che sempre concede novità di terre agli occhi di quanti si
fanno a visitarla ; e perciò a moltissime voci milanesi io non potei
assegnare le corrispondenti italiane col solo ajuto delle opere già
dette. Obbligato per tale insufficienza a far ricorso o alle opere
degli scrittori o alla viva favella , preferii per le prime i eoa,
detti testi di lingua e le opere dei Toscani bene scriventi, e per la
seconda il parlar di Toscana , stendendomi poi a ogni altro scrittore
italiano o al favellar comune alla pluralità delle genti d" Italia allor<-
chè mi venne meno totalmente il soccorso di quei primi preferiti*
I lettori adunque ritengano ogni voce italiana contrapposta alla
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xvn
tnitanese doverfii trovare in alcuno de* sei dìzionarj già detti deUa
Grotca, deirAlberd, di Verona, di Bologna, di Padova, odi Napoli
s* eUa non ha da lato nessuna citazione , e avere per voce che io
repntai di bnon conio sensa più , perchè in qnei dizìonarj corrobo*
Tata di definizioni e testi unisoni e soddis¢i. Alle altre locazioni
italiane è indicala da lato la fonte ond^ elle sono tratte , o per di-
steso, o colle abbreviature spiegate ne^^ Indici ; e se talora è citato
a canto ad esse alcuno de* sei diziónarj già detti , lo è per avvisare
i lettori quelle essere raccomandate alla sola fede del citato, perché
usata o riferita da esso senz^alctm corredo d* esempi e spiegazioni.
Io ho sentito alcuni lamentare nel Saggio di questo libro che
pubblicai giovinetto moltissime voci italiane contrapposte alle mila-
nesi non essere quelle comunemente usate in Toscana oggidì, e rap-
presentarsi colà gli oggetti con altre voci che colle da me suggerite»
e spesso ancora con voci simili in sostanza alle nostrali A questo la-^
mento continuerà a dare luogo in parte anche il libro attuale, perché
con esso io intendo somministrare modo a voltare il dialetto mila-
nese nella lingua scritta italiana , non a tramutarlo nel mero parlare
toscano il quale, come dissi, è di quella lingua germe utile sì, ma
bisognoso d* educazione da parte degli scrittori. Deirammissione nella
lingua scrìtta italiana di que* successivi sviluppi a ehm un germe
vivo si può di tempo in tempo condurre starebbe appunto air Acca-
demia il darci notizia d'*età in età, come da essa dovremmo impa-
rare con quali nomi diversi venga chiamato secondo tempi e penne
un medesimo oggetto, o veramente ricever legge che nelle scrit-
ture pei rappresentativi delle cose fosse n^ato alla sinonimia quel*
r adito che è bello concederle pei rappresentativi dei loro aggiuur
ti Ancorché sin qui V Accademia non abbia soddisfatto o nell'^un
modo o nell^ altro questo bisógno della scienza (5), npn è bene però
che i vocabolaristi diano di leva primi a quei princip) che tendono
a fare d^un idioma sempre oscillante e corruttibile, una lingua scritta
ferma e incorrotta come nelle sue forme cementatrici (del che non
é chi disconvenga) cosi anche nelle voci rappresentanti gli oggetti,
di quei principj che stabiliti e seguiti leverebbero dal regno del
sapere mille mascherature di cose le quali in esso non arrecano che
ilanno, senza arrecarvi quel vantaggioso aumento di valori che le
mascherate nomenclature mercantili sogliono arrecare nel commercio.
Per questi motivi adunque io Vocabolarista voltai i nomi vernacoli
(5) ff Antico e legittimo desiderio è che grill ustri Accademici della Crusca
*' si diaDO ad imitare i saggi loro antecessori nella raccolta diligente di tutte
" quelle, voci della lingua parlata che possono nella scritta tornare non che utili
99 neeessarie {antologia di Firenze del 1S39 tom* zxxr^ p» 109)* '>
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xvin
degU c^^S*^^* ^^ prefertòza in quelli daggeritici dall'Accademia come
equivalenti nella lingua scritta. A sedare non pertanto in alcuna parte
la già detta lamentanza, come feci ricorso ad altri vocabolarj e «crit*
tori quando mi venne meno Tajuto deirAccademia-, cosi pure tenni
conto del parlare odierno di Toscana per quanto mi fu noto, e 8^n<-
pre più animosamente allorché ne trovai testimonianza ne' libri di
quegli egregi scrittori che onorano anche oggidì quella bella con-
trada (6). Di quel parlare però che nei ricapiti de" bottega} e nelle
(6) Della condizione de^ semplici Tocaboh saol essere minor gelosia che nott
di quella delle forme della favella anche presso chi si studia di conservarla nella
nativa purezza. A veder però ben addentro 9 sembra che anche in questo riguardo
si vorria badare di non dar troppo nello sciolto, giacché quei vocaboli alla fin
fine sono pur le molecole a cosi dire di questo corpo che nominiamo lingua 9
come le forme ne sono per cosi dire la forza d^ affinità, compositrice e conser-
vatrice; e se in quelle molecole si verrà, col trapassare di libertà in libertàt tt
concedere eterogeneità eccessiva» di forza verrà ad alterarsi tutto il corpo della
favella per lo squilibrio che ne conseguiterà nella forza d^ affinità relativa. La
storia della nostra lingua dica se io parli il vero accennando a chiunque più
o men vive in essa le forme della madre sua secondo che più o men vivo fu
in lei il tramutarsi dei vocaboli latini nei celtici, e T introdursi con arti no-
velle o straniere vocaboli stranieri o di conio novello. Io ho veduto ne*man<H
scrìtti di poeti degnissimi di tal nome certi rimarìetti di nudi vocaboli segnati
al margine aver servito in quelle bozze talvolta ad esporre un* idea preconr
cetta, e tal altra a tramutare questa medesima idea in alcuna affatto diversa, ed
ora a sviluppar nuove idee accessorie, ed ora a rivolgere Tidea dominante nel
soggetto per via tutta nuova e da que"* semplici vocaboli additata. Prova che con
reciproca azione come le idee sforzano la lingua, cosi la lingua risveglia e sforza
talora le idee ; prova che i nudi vocaboli , e specialmente quelli di essi che rap^
presentano còse, soli sono le molecole Vere della favella, e insieme colle idee
effetto e causa. Questa natura costitutiva delle voci è quella che ci avvisa giusta
r accusa di traviamento che molti fanno alla poesia italiana odierna perchè
trascende a vestir con vocaboli troppo umili le idee di sollevata natura quali
vogliono essere generalmente parlando le poetiche; e forse questa stessa mo-
lecolarità può servire a spiegarci quel singoiar fenomeno mentale per cui tanti
poeti degnissimi del nome se scrivono nel proprio dialetto diventano da men che
prosatori insulsi ove scrivano nella lingua illustre nazionale. Per questo riguardo
adunque di non dar troppo nello sciolto io ho posto massima in questo libro di
voltare i vocaboli milanesi in quelli italiani scritti già consagrati ne' vocabolarj
migliori italiani; però onde agevolare d'amici concittadini anche T intelligenza di
quelle molte voci che in essi non sono, e che molti scrittori odierni usano nel-
r opere loro traendole dal parlar de* Toscani, alle rispondenze della lingua scrìtta
già consacrata io ho aggiunto spesse volte quanti sinonimi parlati toscani mi sono
venuti a cognizione. Nel quale proposito sembrerà anzi a qualcuno che io abbia
fin con troppo studio ricercato e nel parlar vivo , e ne* molli scrittori famiglia-
ri, comici, bernieschi, tecnologici di quella contrada, vocaboli dissimili nella
forma , abbenchè pari di significazione, da quelli registrati nella Crusca, e simi-
glianti ai nostrali; e forse taluna m* accuserà di aver volato con ciò corteggiare
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XIX
fiitture mercantili toscane io trovai intarsiato in ogni riga di idiomi
divem , forse ad oggetto di trovare intenditori in tutti qne' luo-
ghi ne^ quali soa destinati a correre que^ ricapiti e. quelle &ttu-*
re, io non feci uso che nei casi disperati » e accennando sempre la
torbidezza dell» fonte.
P opinione di chi' sente IScenzìosSmeùte nelle cose della fsvellay e insoua le
proprie scrìuiire con quelle beatamente facile Imgaa italiana ch^ei sa compórsi
racconciando capo e coda di yocì e frasi vernacole con poca saldatura
dei benissimo nostro idioma. Ma dell'* accusa mi salvi presso chi pensa drit-
tamente r osservare altra cosa essere il mostrare che di parecchi vocaboli
aia comune Tuso a due popoli, ed altra riaferìme conseguenza che la lingua
scrìtta loro sì debba perciò simigliare. Che i contadini toscani, che ì popolari
toscani abbiano assai locuzioni similissime alle milanesi» e dissimili da quelle per
eguali significati addotte ne^vocabolarj, io noi negherò certo ^ che anzi potrei a
cento prove dimostrare che il parlar dei contadini di Toscana somiglia anche
oggidì infinitamente a quello dei nostri contadini colligiani , mentre che i cittadini
nostri e quei di Toscaua hanno smarrito parte di quelle locuzioni agguagliantisi coi
respettivì loro conladini le quali altre volte erano fra di essi comoni. Ma questo
non importa la conseguenza che la lingua scrìtta s' abbia a tórre cosi alla cieoa
■è da quei contadini né da quei popolari neppure pei vocaboli i che troppa
sconcezza sarebbe il tórre tali quali neppur questi da coloro che mandano alla
bella V agliocriso ^ il toUlpane e il /namjo ( Tancia I, i). Credereste voi che
chi volesse scrivere un milanese da presentare a magistrati lo scriverebbe
tale quale sentesi nelle nostre Bosinate o nel nostro f^erzee? E un toscano a
egual fine lo cercherebbero mai i Toscani alla Crezia del loro araeniasimo Zan»
noni, a quella Crei^ia che se ne'mpipa de^ poeti di pnUea e di parcheUo? E
gli avvocati veneti, che pur peroravano in dialetto, crediamo noi che usas-
sero il fraseggiai*e de** Castellani o dei Niccolotti? L^ Avvocato veneziano del
Goldoni paria forse cosi come il suo Tonin e le sue Chiozzulte? La chiosa
viene come il getto, e così le parole secondo le bocche ond^elle escono; ed
è ciò tanto vero, che anche le idee o inesatte o false o ignobili che dalle
bocche ineducate traggono un pari linguaggio, dalle educate escono senza pur
volerlo fiorite per modo nelle forme ch^ e^ ci vuole del buono a riconoscerle per
quel chVlle sono nella sostanza. Quel Pietro cittadino che innamorato della Tan-
cia contadina (atto 1, se. 5.*) la chiama a sé col suo cantare, ancorché usi al-
Tuopo idee contadinesche, non si fa però a vestirle coir illustre volgare di Ciapino
o di Cecco, ma le esprime col vero idioma illustre cercando un capo gfùrìandato
di nepiiella si, ma non già grìllandaio di gmepitella. Coloro che pensano ogni
voce purché parlata esser buona in ogni scrittura avrebbero pure a ricordarsi
che lo stesso Davanzali , usator grande di simili improprietà dettategli da troppo
amore di volgaresimo , confessava però la massima che i modi volgari siifatti
siano da usarsi solo posti in bocca di persone basse per farne più viva di-
pintura, e diceva che ogni patria toscana avrebbe dovuto scrivere come favella,
favellando però corno nsano i nobili di essa (*)• Perciò sebbene alla penna
dei bravi scrittori comici e berneschi il parlar dozzinale toscano somministri
(*) Annali di Tacito, libro I postilla Sy »- Lettera 6i.* «1 Bargigli nelle Prose fiore.iline
parie 4.», toI. 3.*, pag. ia3.
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XX
Molte voci milanesi, e specialmente voci d^arti, 8Ì trorveraimo
susseguite' da var j puntini e spiate sì , ma sprovviste di oorrispon--
denoa italiana. Queste ritengansi voci alle quali io non seppi tto*
vare ({uella corrispondenza in nessuna delie fonti sovracccnaaSe; ad
alcuni o più dilìgenti o più avveduti lettori di me aarà facile sosti*-
taire a varj di que^ puntini le locuzioni degli scrittori ; agli altri ^
potrà' chi ha famigliare commercio con i Toscaoi sostituire confiusi-
lità quelle voci delfuso loro, che la mancanza assolata di quel com-
mercio e i 'miei vincoli attuali non mi lasciarono modo di avere da
essi. Ad agevolare altrui F empitura di siffatte lacune mi studiai di
arrecar della voce vernacola una esattissima definizione e di ajutarla
con quelle voci di altre lingue che mi parvero sue equivalenti, e
volli altresì tutte in carta incollata e da ciò le copie del libro.
Una semplice occliiata data ai nostri Statuti e ai nostri Bandi,
ed ai Trattati agrarj, economici o tecnici dei nostri scrittori mila*
nesi , basta per farci avveduti degl* infiniti lombardesimi che devono
rendere quelle opere difficili a intendersi per chi non sia milanese,
e perciò meno pregiate fra gli altri Italiani di quel che non s* ad-
dica al molto merito loro. Anche i nostri scrittori sogliono in questa
proposito imitare quelli d^ogni altra provincia italiana i quali tutti,
o vuoi perchè trovino deficienza ne* dizionarj italiani de* vocaboli
della loro materia, o vuoi per desiderio d* utilità municipale, sogliono
bellissimi partiti , e vivezze e arguzie graziosissime , non per taato se ne può in-
ferire che quel parlare sia quello da usarsi senza più da tutta la nazione e come
lingua scrìtta ; che di un ttd parìare si vorrà fare inchiesta in ogni caso a quella
parte del popolo toscano che sa raffiuarc quel dozzinal favellare e recarlo a
tale degnità. I Francesi ancorché nella loro Parigi ahhiano una plebe non infe-
riore a quella dei Camaldoli in naturai briosità di loquela* non perciò stimano
il parlare di quella sia 11 parlar nazionale e trasportabile alla favella scritta ; le
voci, le frasi, le cadenze delle ior donne della Halle e di quanto volgo capita
da tutta Francia a quel mercato non sono già adottate da essi come le odono
tiscir di quelle bocche; ma si cribrale che siano e ripulite d*ogni mondiglia da
quante genti cortigiane novera pure quel fuoco maraviglioso di civiltà, vengono
universalmente ricevute come dagli scrittori cosi anche dair Accademia che le
ripone nell* erario della favella illustre nazionale. L"* uso vivente vuol essere in-
frenato da un altr^uso più vecchio di lui» cioè da quello dei buoni scrittori»
diceva il Salvini (*), il quale maneggiando la sua furia se lo guadagni, e cor-
reg[jcndolo senza parer suo fatto T obblighi, cioè il fermi, il rassodi nello stesso
tempo. Di quei sinonimi dunque che io qui registro come tratti dal vivo par-
lare di Toscana si giovi pure chi ha bnon senno allorché il buon senno glieli
dirà ben allogati in alcuna scrittura secondo la specialità dei casi ; ma non perda
di vista né anco il vecchio consiglio di quello stesso buon senno del non lasciar
la via vecchia per la nuova se non ne ha gravissime ragioni.
(*) Nelle Prose fiorentine parte 3.* , voi. %.*' , pag. 97.
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introdurre neir opere loro mille voci vernacole un cotal poco ag-
graramadcate. Allorché io procacciava locuzioni pel mio Vocabolario
mantovano io trovava lo stesso mondo n^li Statuti e nei Trat-.
tati degli egcegi Matematici di quella provincia; e io durava spesso
'fatica a comprendere pognam caso nel Mari una voce mantovana che-
nello identico signiiìcato m^ era riuscita misteriosa uà dì nel Qallesio :
perchè cremonese, uà altro nel Guerrini perchè. milanese, e un al-
tro nel Bevilacqua perchè ferrarle; e tanto più difficile mi riusciva,
quanto più T autore s^ era studiato di mascherar la voce alla italiana.
Questa medesima pecca rende fra noi Lombardi meno diffuse e pre-
giate che non meritino tante belle opere dei valenti agronomi che
vanu oggidì la Toscana , appunto perchè non intendiamo le diverse
voci dei varj dialetti toscani ch^ essi adoperano a denotare talvolu
un medesimo o^e^^o, e delle quali non troviamo spiegazione né in*
essi perchè, abituati a crederle moneta corrente, la reputano superflua >
altrui , né nei vocabolari speciali dei loro dialetti ^perchè nessun .
Toscano volle sin qui giovarne gli altri Italiani che pur ne sareb-
bero desiderosi (7), né nei vocabolar) generali italiani 4 £9irse perchè 1^
reputano, come vernacole, non proprie della lingua generale d! Italia. .
Io ho quindi aocnratamente registrate tutte quelle voci di simil sa* .
tura che nelle mie letture ho potuto raccogliere, e dato loro Top-v
portuna corrispondenza -italiana se certo di non errare, o definitele <
meglio che seppi v^ho lasciato campo ad allogarvi da cauto quelle voci »
che si reputassero sostituibili come degne della lingua illustre . della .
nazione. £ mi giova sperare die iù questo riguardo potrà questo
libro riuscir utile anche fuori delle patrie óMua, perdbè dicifiratoro
delle scritture notarili, ingegneresche, mercantili le quali ^ ancorché
(7) tt Una cosa, una sola cosa è necessario che i Toscani facciano^ dare a,
» conoscere agP Italiani la lingua ch^ei parlano tutta quani'^è; in allora si rico-
» noscerebbe esser più rara che non si pensi la mancanza in Toscana di Toci *
ff o frasi equivalenti alle men pure che altri usurpano nei rimaaenti dialetti
» d'Italia {Antologia di Firenze del i8»9 tom. xxxr, p» no) -i- I Toscani prc-
M sterebbero importantissimo servigio alle lettere dov"* eglino compilassero per,
M ciascun dialetto della loro nazione un vocabolarìo speciale che tutta
»f Italia potrebbe allora farsi proprie le voci loro più belle e più significative,
ìf e per tal guisa provvederebbe al bisogno di spiegare le sue idee con parole
99 acconce e da essere universalmente ihtése w {Gherardini Voc. pmfaz» p. ix), •^'
Ecco un solo e medesimo desiderio che TAccademia potrebbe forse meglio di
chiunque appagare soddisfacendo al tempo, stesso ai due fini differenti onde
muove; e ciò coir indicare in un"* opera tutta quanta quella lingua, e col proporre
in un^altra, cioè nel Vocabolario, quelle voci di essa che giudicasse le più belle,
più significative e più acconce ad essere universalmente intese ; e tali riuscir do-
vrebbero , s^io non erro , quelle che si riconoscessero comuni in sostanza al più
delle genti italiane. . .
e
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xxn
stese con vedute ristrette al raggio manicipale, trapassano assai, volte
per le transazioni sociali ai lontani, peiqoali rimarrebbero in moke
loro parti nn mistero senza il presente sussidio.
I nostri letterati solevano per lo addietro fiire soggetto dei loro
scritti le glorie nazionali o municipali; oggidì invece molti di essi
sonano farsi Cronisti, più o meno eleganti e sinceri secondo che
più o raen dotti e imaginosi, delle pecche rimproverabili nelle età
trascorse alle varie nostre genti , e qaelle y adornate con mille fiorel*
lini municipali e con titoli di singoiar gentilezza, presentare quasi
miovo Principe del Segretario fiorentino a soggetto di meditazione
italiana. Anche per questo lato potrà giovare questo mio Vocabolario
per la cura die io mi sono dato di spiegare in esso, come in sede
loro naturale, tutte- quelle vod che rimangono nel parlar nostro a
testimonianza di simili minuzie storiche od economiche municipali
se degne per alcun riguardo di spiegazione, o di rimandare alle fonti
opportune 6e men che interessanti e vantaggiose.
I nomi vernacoli degli oggetti naturali sono riconosciuti corredo
non inutile nelle opere dei sistematici , e specialmente da che i na-
turalisti si sono lasciati andare a denotare assai volte con essi le sot-
tovarietà de^ generi e delle specie loro. Ai Vocabolaristi dei dialetti
delle diverse provincie d* Italia corre special dovere di somministrare
questo corredo per la parte propria ciascuno; e perciò degli cretti
dei tre regni della natura io ho addotto , come più seppi , tutti qtiei
nomi vernacoli che se ne sentono nelle varie parti del Milanese, ag-
giugnendovi sempre i nomi dei sistematici, e le descrizioni più op-
portune per quelli di essi dei quali o non conobbi il nome scienti-
fico o dubitai della esatta corrispondenza del nome addotto.
II dialetto milanese vanta fira" propr) scrittori nomi illustri in tutta
Italia per altre glorie, come sono quelli dei Lomazzo, dei Ceva, dei
Giulini, de^Parini, de^ Bossi, dei Zanoja, e s* onora anche oggigiorno
di que^ d^un Grossi che, valente commotor del cuore, lo mostrò atto
ad esprimerne i più teneri affetti, e d^un Raiberti che con bell^ ar-
dire lo sforzò a mutare in oraziana la propria natura plautina. Il Lar-
ghi, il Birago , il Corio, il Balestrieri, il Garioni, il Pellizzoni, il Bel-
laA, il Fertusati e molti altri (8), quale per amenità di stile, quale
per facilità di verseggiatura , quale per moralità, e quale per lepore
di concetti , seppero farlo gradiu lettura a noi suoi parlatori. Il Maggi
poi ed il Porta stesero fin oltremonti le glorie del nostro dialetto.
(8) Veggansi per disteso ricordati i più conosciuti nelP Indice degli autori.
Di parecchi anonimi » scrittori non invenusti di poesie volanti o di almanacchi ,
B^è taciuto per non essere lecito senza loro concessione alzare quel velo sotto
sui amarono celarsi.
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jrxm
il primo con usarlo a volgere gli animi a quella filosofia che nel
ben comune ci fa trovare ogni nostro bene particolare, e ciò con
tutta quella schiettezza e pianezza di modi che fanno ritratto del*-
r ottimo cuore; il secondo padroneggiandolo a modo suo e obbligan-
dolo o a raddurre a quella medesima schiettezza che il Maggi con
naturali pianissimi racconti, o a dipignere con singoiar pennello le
veneri della Musa erotica popolare, o con vena lucianesca a sferzare
ogni genere d'erba parasita sociale^ e irridere le aberrazioni delk
mente umana o le idee credute tali. Nelle scritture di tanti begrin-
gegni s'incontrano locuzioni uscite d'uso oggidì o allusive a fatti la
cui memoria va venendo meno fra noi. Nel registrare perciò in questo
libro tutti i vocaboli e i modi usati dai già detti scrittori ho altresì
posta particolar diligenza in quelli di essi che mi parvero facilmente
bisognosi d'interpretazione o per noi stessi o pei futmi Milanesi, e
dichiarandoli maglio che seppi studiai, per quanto fu in me, di ren-
dere piana anche alle età venture l'intelligenza di quelle tante bel-
r q)ere volte all' istruzione o al diletto de' miei compatriotti.
Innegabile testimonio dell'afflato divino nella mente umana è la
possanza sua di penetrare in parte fin nella intima costituzione degl'in-
finiti esseri del Creato, e di rendere in gran parte agevolmente con<*
cepibili a ogni mente compagna tutti quei moti che in essa cagioni
o la vista di quegli esseri e il mirabil partito ch'ella ne sa trarre
a comnn prò con mille infinite succreazioni, o la considerazione di
sé stessa e d' ogni minimo suo aCFetto. Della limitatezza però di quella
stessa mente fanno pur testimonio e la nebbia che ne ottunde Tacume
si tosto ch'èDa vuole spignersi nella elementarità di quegli oggetti, e
la di£Bcoltà che incontra sia nel dipignere con caratteri unici e infal-
libili le varietà infinite per le quali si sogliono distinguere l'un dal-
l'altro nelle respettive loro specie, sìa nel trovar parole adeguate a
manifestare, cosi al vivo come sa pur fiire una semplice aria di viso,
la singolare oscillarìtà dei moti che si risvegliano in essa ad ogni in-
terna od estema affezione. In questa difficoltà hanno radice le tante
definizioni errate nei nostri vocabolari , facile querimonia di molti la
quale, nobilitata già dalle venustissime prose del Monti, viene og-
gimai in gran parte acchetando il Gherardini con singolare avvicen-
damemo di venustà e di robustezza fin qui senza pari. A questa
magagna , gravissima pet verità ne' nòstri dizionarj italiani , anch' io
ho procacciato secondo mio potere di rimediare ingegnandomi di
meglio spiegare tutti quei vocaboli o modi i quali mi parve trovare
mal definiti nei vocabolarj generali della lingua, e di ben definire
quei moltissimi che per ìion aver voce rappresentativa in que'voca-
bolai] erano sempre più necessitosi di dipintura a volere che pur
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XXIV
un di sia assegnato loro alcun vocabolo italiano corrispondente , e cosi
pure tutti que^ vocaboli e modi che per alcuna ambiguità o difficoltà
d^accezjone, riferibile cosi al dialetto come alla lingua, mi parvero an-
che in un vocabolario vernacolo utilmente definiti. Ho omessa ogni de-
finizione in quelle voci di universalissima cognizione la definizion delle
quali sarebbe stata inutile perchè non supponibile cercata da nessuno
a un dizionario di dialetto, come sarebbe a dire in Anima j Barba y
Hiccéry Coeur, Léga, Corwersazión, Cd/>ia( gabbia), Nds, Boniàa^ ecc.,
vocaboli che il nome stesso ci definisce assai meglio d* ogni definizio-
ne, a quel modo che i nomi di Pietro, Francesco, Giovanni di su-
bito ci stampano nella mente Timagine di que* nostri amici che li
portano assai più viva di quel che non saprebbe mai fare altri coU^ ef-
figiarceli in parole. Si leggeranno invece definiti Baìzètta^ Balzanéiia,
Barbacdn^ Córs^ ecc. con alcuna diversità dai vocabolar) della lingua;
ampiamente definiti Amarétta Astóri^ Baroccàda^ Biccer de cdccia^ Bor^
lófiy CapèUa^ Cazzuréra^ Gi/?ia( gerla), ecc. ecc., perchè mancanti di
rappresentativo in que Vocabolar) ; e definiti pure AngeròU^ Biùmntj
Compensa j e simili , per le dubbiezze cui danno luogo, ed a cui è
bene soccc^rere immediate senza rimandare i lettori da libro a libro.
Ài vocaboli rappresentanti esseri dei tre regiii naturali ho sempre
aggiunta altresì la voce latina dei sistematici, e questa come una
semidefinizione additante altrui la via di chiarirsene pienamente alle
fonti opportune ; e senza tramutare il Vocabolario in un Lardellato
di storia naturale trinciata per alfabeto ho pure soggiunta in queste
voci qualche parca descrizione e notizia ogni volta -che mi parve as-
solutamente necessaria. Nelle voci indicanti i giuochi mi sono allar-
gato in descrizioni, come quelle che ne riescono le migliori defini-
zioni, giacché in pratica ho riconosciuto la varietà loro esser tale fra
paese e paese, che ne risulta per essi quel medesimo che per' le
misure e pei pesi , vale a dire sotto i medesimi nomi rappresentarsi
valori onninamente diversi.
U ortografia ha per iscopo di rappresentare quanto meglio si possa
r accento, il ritmo, T affetto del parlare e la retta pronunzia delle
voci oud^ ei si compone. Nelle lingue illustri delle nazioni gli scrit-
tori che le sogliono governare hanno cura che Tortografia raddirizzi
ove occorre la pronunzia secondo i dettami delF etimologìa in ogni
sua accezione; nei dialetti il popolo, assoluto loro signore, non con-
cede a chi s^ impaccia di mettere in carta il suo livellare ch^eì si
prenda questa briga ortografica, e, insofferente drogai dettame eti-
mologico se non è suo indigeno, non altro esige da lui fuorché la
esatta rappresentazione, della propria, pronunzia. A ^obbedirlo in tale
intento chi scrivi^ in.iw dialettp 4eye pieg^r^i janzi tuito ^'uso già
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invalsa nella plaralità delle stampe e dei manoscritti , come quello
che tacitamente dichiara per xjuel verso conseguito Io scopo agli oo-
chi dei più, e solo nei casi impacciati o indecisi conformarsi di pre^
ferenza alle regole che nei casi corrispondenti si sieguono in quella
lingua illnstre alla qnale si riferisce il dialetto. Sempre però si vuole
usare questo riguardo di non fare troppo scialacquo di s^ni distin-
tivi, perchè, come ogni minuzzame eccessivo finisce in confusione^
cosi anche una boscaglia di segni ortografici, anziché ajutare disajuta
il lettore , il quale se è paesano , anche senza troppi segni , ben sa
dalla figuA delle voci e dal contesto della sposizione rilevarne e prof-
ferirne il valore , e se è straniero come è rado che il sappia mai
bene, così sarà gran miracolo ch^ei noi sappia sempre meno se viene
a dare in quella intricata boscaglia (9). Che se nel rappresentare le
voci, e specialmente quelle equivoche, ambigue , o mandate attorno
sin qui in varia forma secondo i varj cervelli , pare bene a taluno
lo scostarsi pure dair usanza, e* si dee ricordare che il rompere di
fronte ogni uso inveterato in pochi casi è lodevole , in tutti è pe-
riglioso e d* esito assai volte infelice ; e perciò procacciar d" imitare
la gran maestra delle transizioni, e forse la sola Storica veritiera
dell' uomo , la Moda. Da essa gli conviene imparare , che s^ eUa ci
vuol mandare in odio le barbe, non lo fa già tendendo d^un colpo
r uomo come un monnone , ma sibbene riducendo la barba piena e
(9) Nei libri assai cose voglionsi pur rimettere nella intelligenza dei lettori,
cosi come nei negozj varie se ne vogliono abbandonare alla fede di cbi ^i am-
ministra; e se in questi riescono utili le prime» e nocive le seconde 9 terze, quarte
controllerie come le si soglion chiamare, anche in quelli .tornano utili i segni
distintivi principali 9 e disutili gli accessorj, moltiplici, intricati. Io ho cono-
sciuto un chimico valente il quale 9 imparando la lingua greca per ben valutare
i neologismi della sua scienza, sentivasi venir meno al dare in quegli spiriti
cV egli chiamava diavoli greci j ed io stesso , allorché giovanetto impat'acchiava
quattro vocaboli inglesi, cento volte m^ incoUoriva col Gambarelli per essergli
caduto in mente di tutte tutte accentuar le voci d* un- Virgilio tradotto da Dryden
capitatomi alle mani dopo aver servito per istudio a quello sfortunato valentuomo.
Anche nei dizionari, che pur sono libri destinati a momentanea consulta, e non
a continuata lettura, T eccesso dei segni distintivi ci viene a noja. Nel Vocabo»
lario reggiano-italiano per es« le tante zete bon accenti circonflessi volti all^^insù
•0 alPingià per denotarle dolci o aspre sono davvero una morte; e se il Dizio-
nario ortologico inglese del Waker, se quello universale italiano stampato dal
Tranuiter,.se le Regie Parnassi potessero narrarci vivamente il fatto loro, certo
che ci direbbero esser loro toccati pochi ringraziaménti per rajuto dato con
que** tanti lor segni agli studiosi» e assai più rimbrotti per quei medesimi segni
spesso. <n*ati per T inevitabile fri^ilità delle stampe,. e sempre tormentasi cosi
agli occhi per la confusione che arrecano nel disleso della stampa, come alle
menti pel continuo obbligarle a riportarsi agi] Indici esplicativi.
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ZXVI
piumosa alla soggiogaja e alle gote , e qaesta pare rastiremandò vìe
vìa alle basette , alla mosca , ed al pizzo perviene a farci - gradire
anco gr imberbi Ganimedi; e snella ce le vuol itiettere in favore,
non inorsa già d^ un colpo que^ Ganimedi , ma risalendo a grado a
grado per la scala già detta riesce in breve a rimetterci sott* occhio
<{aei cento barbami discolori che per T addietro adorati, in seguito
scherniti, si vogliono oggi ristimare per abborrirli poi nuovamente
col girare delle età. I suddetti principj ho io seguito accoratamente
nel mio libro. Gli arcaismi ortografici che ne rendono quasi miste-
riosi i poeti vernacoli nelle edizioni dei secoli sedicesimo* e decimo-
settimo, e i rimasugli di quegli arcaismi, che nelle edizioni del se-
colo scorso rappresentano suoni oggigiorno inuditi fra noi, vennero da
me onninamente abbandonati; e in gran parte ho altresì abbandonate
quelle novità ortografiche le quali all^ età nostra s^ introdussero in
qualche stampa vernacola senza fortuna di generale sequela (io). E per
riguardo a quelle voci le quali andarono sinora alle stampe in una
veste ortografica mal conforme alla verità della pronunzia loro, non
so se per caso o se per un malinteso conformarsi alFortc^rafia della
lingua illustre nazionale, io ho procacciato di rendere omaggio al
vero con quella parcità che sa renderlo tollerabile ali* nomo, avven-
turando cioè meglio nippresentata la realtà della pronunzia in quei
soli vocaboli che di per sé hanno a sfolgorar veritieri agli occhi
d'ognuno ancorché avvezzo a vederli scritti diversamente fin qui (ii)«
(io) m Noi besogna doncha impiastra V ab con noùu leter o tirtt dm mgt pa-
99 ghura al Udo m -— a Basse 'l cò^ schiscé on oatgg^ storsd là bocca, n Ecco
in due righe del Biffi e in una del Maggi una buona dosuna d** arcaismi orto-
grafici dei quali non si yadrà ombra nel mio libro» giacché la pronuncia mila-
nese odierna, e per conseguenza anche l'ortografia Torrebbero scritte quelle righe
come siegue, conservando pure V antica natura del parlare : n No besogna donca
impiastra P tih con invaia letter o tirett de mett pagura^ ecc. »f t* Bassee el coo^
scfnscee on ceucc^ storgU la bocca, » E cosi in que^ versi del Balestrieri che an-
che nel 1795 si leggevano » Se ona donna V è bella -^ Mm fa on gran catena]^
La tra a iaerra faer^foBUgh ecc* ì> V ortografia odierna rifiuta quegli at di tAtrra
e àìjaer^ e scrive terra e ferr, come lascia solo a qualche contadino ìpiccliae^
ho cercae^ ecc. de* versi susseguenti. Questi e simili arcaismi ortografici sono
esclusi dal mio libro non già perchè io ignori quale rispetto sia dovuto anche
per questo lato agli scritti degli antichi generalmente parlando, ma perchè trat-
tandosi di opere vernacole, più che alla curiosità dei dotti, pei quali oltracciò
stanno ognora pronte le stampe antiche, si vuole nel mio caso badare alla
utilità generale dei lettori d^ oggidì.
(11) Koi Milanesi nel pronunciare il più delle tocì polisillabe sogliamo essere
avari di doppie consonanti nelle loro sillabe medie, ammettendole in vece assai
volte neUe iniziali e nelle finali deWocaboli cosi piani come tronchi. Per lo
che laddove i Toscani e altri popoli della Bassa Italia pronunziano Accordo^
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la aoa parola Fortografia in qnesto libro sarà tale, da poche cose in
fiiora, qoal è comanemente nella pluralità delle nostre stampe verna-
cxAe odierne, e quindi rappre^ntatìva deirattoale, non della passata
prononzia milanese. Io non fo di questo maggiori parole per noa
trarre i lettori in uno spinajo le cui delizie si vogliono tutte riser-
vare ai gramatici di professione; che se alcun d*essi, amatore delle
minutaglie ortografiche fin anche ne* dialetti, fosse pur vago di en-
trarvi, basterà ch^ei dia un occhio alla nota (la) posta in pie di pa-
gina per trovar ivi specificate le regole da me professate in proposito.
Carattere 9 Cajsatterizzare ^ Cueeagna^ ecc. 9 noi, insieme col più delle genti
cisapennine* prononziamo , chi ben ne ascolti 9 Aéòrd^ CaràUr^ Caraterizàf
Cueàgna^ ecc.» e dove essi dicono Latte ^ Bello 9 Secchio 9 Cavicchio 9 Boccia 9
Groppa9 ecc. anche noi pronunciamo Làec9 Bèli 9 Sècc9,Ca9Ìcc9 Saggia, Crbppa9 ecc.
lai|;heggìando in simili addoppiature9 deUe quali non è qui il luogo di esaminare
se r ammetterle noi o il rifiutarle dipenda piuttosto dal suono delle vocali onde
sono accompagnate che da altra qualunque ragione. A un beli' ingegno veneaiano
(Grìtti VAcqua alta pag. i3) pareva già cosa di sovercldo paz%a ed inutile U
raddoppiate le lettere nelle parole d* un dialetto nelle quali non si pronunziano
doppie; e certo non sarà persona ragionevole che possa dissentire da un tale
avviso. Quella pazxia e inutilità s* introdusse però nella pluralità delle stampe
vernacce milanesi già da oltre due secoli 9 ed esae non che operar passamente
e inutilmente operano anche ingannevolmente 9 giacché fanno leggere agli
stranieri le cose nostre con tntt* altro suono eh* elle non sgabbiano in realtà.
Era qui il caso di utilmente innovare nelP ortografia del nostro dialetto^ ma 9
confesso il vero > io non mi sentii coraggio bastante per abbattere d'un
colpo tutta intiera la pseudografia de* miei antecessori 9 sia per non inimi*
carmi gli occhi di tutti atvezd a quella 9 sia per non distruggere quel po^ dentile
che da essa pur deriva nel raddurre le identiche voci alla purezza della lingua
nazionale 9 e nel cont^ddistinguere alcuni vocaboli che. noi pronunziamo a uno
stesso modo come Car (caro) e Carr (carro)^ Cor (ceneracdolo) e Ctirr (correre)*.
Pure, tirato a forza dal vero, avventurai di metter d* accordo pronunzia e orto-
grafia in alcune voci di siffatto genere, scrivendo per es. Baruelèttat AcèsS9
Aciua^ Capàra9 e non come le si veggono per lo più. scritte Barzellétta 9 Access 9
Acdtsa9 Caparra 9 lasciando poi Boggìn9 Buffàn9 Cacciadór e altrettali voci scritte,
per tal modo 9 ancorché in realtà si pronunziino da noi per Bof^9 Bufón9 Ca^
ciadór9 ecc. Se questo mio tentativo meriti o no approvazione vedranno i miei
concittadini i intanto però io ho cercato di sovvenire alle loro abitudini col regi*
strare ne^due modi anche le più strettamente vernacole tra le voci anzidette,
per es. Gs/ve/iia, CerveUe e simili con rimando a Cervellàa9 Cervellée9 ecc.
(13) Va ha tre suoni fra noi; rimesso, vibrato, stemperato. Indico il primo
lasciandolo senza segno, il secondo culi* accento grave, il terzo col doppio a.
VE ora ci suona chiusa, ora aperta, ora stemperata; segno la prima col-
r accento acuto, la seconda col grave ^ la terza col doppio e; e quando ella
ci suona aperta e stemperata a un tempo la noto colla dieresi.
Vi ha tre suoni: rimesso, vibrato, stemperato: il primo si conosce dal non
aver segno i)lcuno, il secondo dall^ accento grave 9 il terzo dal doppio 1.
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xxvm
Ad (^ai voce milanese ho apposto nella sede al&betica TaocenDo'
della parola seguendo le regole oriograBche dietro accennate ; e
non che alle tronche, sdrucciole e bisdrucciole anche alle piane,
Anche VO ci suona ora chiosa ed ora aperta. Segno la prima cdl^ accento
acuto 9 la seconda col grave — Non ignoro essersi praticato diversamente da
altri, e trovarsi, anche in qualche stampa milanese così antica come moderna
segnato il primo suono col dittongo iranzese ou^ ed il secondo coli' accento acuto.
Io però non amai di seguire il primo uso perchè, oltre a cagionar confusione
atìche a chi sa di franzese, induce chi non ne sa a profferire il nostro o chiuso
a quel modo che i Bolognesi profferiscono il loro Dotòur; e non il .secoado perchè-
dove si rifletta essere già uso non mai fin. qui violato di segnare coir accento
grave il suono aperto che ha Vo in varie desinenze de** verbi italiani della prima .
conjugazione (andò 9 potrò 9 puòf ecc.)» si troverà da chiunque ragionevole il coi^
formarsi anche nel resto a questo uso così generale — Delibo chiusa sentonsi
pure due altri suoni particolari fra noi: Tuno vibrato, e per lo più ne^ mono-
sillabi , come in Sé (sole)^ Taltro stemperato come in Soo (io so). Accenno il pri-
mo coli'' accento circonflesso ^ il secondo colla doppia . vocale. Di questo secondo -
parve ad alcuni dare buona rappresentaaione scrivendolo dittongato pnre alla
franzese, ou. Ma s"* e** riguardano al come profferiscono i Francesi la parola.
Coii(collo) e a quello con cui noi profferiamo la voce Coo (testa) ^ vedranno in.
un subito come la loro maniera sia falsa e da non imitarsi. Altri lo scrissero Gel,
ma senza porre mente al suono vibrato già da me detto sopra di Sa e simili, al
quale non si saprebbe poi con quale altro segno soccorrere. Ne si creda che
questo doppio o, trovato nel contesto del libro senza Taccento che gli si appone-
Isella sede alfabetica, possa essere letto con quello sdoppiamento di vocale che
sentesi nelle voci italiane Eoo^ Coo. Coordinato ^ ecc., giacché abituati come siamo-
a trovare quella sdoppiatura italiana solo nellV aperta, e a fare quel prolun-
gamento di suono milanese soltanto nell'io chiusa, non è da credere cosi facil-
cosa r equivocare, come noi può essere nel medesimo contesto il leggere noa
accentualo Vo di qualunque suono colla debita pronunzia, giacché anche nel-
1- italiano siamo avvezzi a fare altrettanto.
VUy ancorché simile di figura all^u italiana, suona sempre tra noi alla fran-
ZiCse; talvolta però rimesso, tal altra vibrato, e tal altra stemperato. Nessun se-
gno indica il primo ; Taccento grave il secondo^ il doppio u il terzo.
Noi abbiamo un suono ignoto alla lingua illustre della nazione, ed è un
misto di o, di e« e di II nostrale; e questo segnai col trittongo franzese (EU^
giacché si profferisce da noi per appunto come lo profferiscono i Francesi. Ta-
luni vorrebbero rappresentare questo suono col semplice dittongo franzese EU;
ma oltreché questo ha suono più vibrato che non sia quello del nostro (EU il
quale trae allo stemperato (per lo che più s^approssima al piemontese a s* péul
nen che non al milanese parposùra)^ oltreché molti, infin dal Maggi, usarono di
preferenza quel trittongo, a me parve quasi necessario usarlo per non indurre-
ambiguità in que^casi ne* quali V EU s'ha a pronunziare disteso, come in Eèuma^
Beassi^ ecc. che noi profferiamo Hè-uma^ Re-ussì, e non Rceuma^ Jioeussl —
Questo suono (SU poi talora si pronuncia da noi rimesso , e tal altra vibratis-
simo; segno il primo coU^ accento grave, il secondo col circonflesso.
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XXUL
COSÌ per rencl^le in ogoi caso distiate da quelle , come per se«
gpare anche in esse i suoni chiusi o aperti ^ rimessi d vibrati, di*'
stesi o raccolti delle vocali. Quindi Qì , Bdzzega , Mèda , Covèr^
ta y Nds y Nizz , Bicòcca , Bócca , Tceù , Toau , Scidmpa , Ghìa si
Noi abbiamo doyisìa di suoni prolaDgati nelle sillabe finali delle voci «■ Alòani
di questi suoni simigliano qaelli che sentonsi in ogni bocca italiana allorché legge
le esclamazioni Jh! Deh! Doli! Ih! Uh!^ e questi io rappresento (insieme al più
dei nostri scrittori vernacoli) col raddoppiare la vocale» poiché Vh anche fra nói
è da riservarsi ad altri uffici. Perciò chi leggerà la voce MiscéC' (facile pagatore
degli altrui scotti, buon colombo da pelare) avrà a profferirla come snella fosse
scritta italianamente Misceh^ non come s'intenderebbe italianamente Miscée per
bazzecole. Cosi per es. nel nostro fiorii (volete) i due i non suonano come quelU
delle voci italiane Besùi o f^arii\ ma come sonerebbero in f^orih se cosi «i
scrivesse. E cosi la voce Boàa (granchio tenero) a* avrà a leggere non col suono
che avrebbe nelF italiano Boa{hoa constrictor L.), né con quello che avria Boava
se dal latino si trasportasse alla pronunzia contadinesca toscana, ma con quello
che avrebbe italianamente scritto cosi Boah. Vi fu chi volle segnare questi prò»
liingamenti di suoni colP interporre una lineuzza fra le due vocali, scrivendo
p. e. MUsce^ ; ma oltreché in molti . casi e^ si cadrebbe in equivoci , Tesempio
non trovò imitatori, e venne riprovato dall'uso, tiranno se vuoisi, ma tiranno
onnipossente nella provincia ortografica mm Altri di siffatti suoni prolungati so-
migliano a quello che sentesi nell** italiano f^e% e questi^ innascenti da vocali sus-
seguite da consonanti , male si distinguerebbero col raddoppiamento della vocale
perché ne nascerebbe troppa ambiguità. Dicendo noi Oh dèss profferiamo un
suono che scritto Oh des direbbe Oh dieci, scritto Oh de^ss spaccherebbe troppo-
bruttamente la sillaba , scritto Oh detss leggerebbesi per Oh deesse cioè Oh dive ,
scritto semplicemente Oh dess darebbe a qnelPe il suono vibrato che ha nel-
r italiano Tèsso ^ suono che non è il vero nostrale. Ho quindi indicato questa»
specie di suono col segno della dieresi -» Altri di tali suoni per fine sono simili
a quelli che sentonsi nelle vocali italiane pronunziale aperte, ma con questo
che dove T italiano batte il suono sulla vocale, il milanese lo stempera e ne
strascica picciola parte sulla successiva consonante a quel modo che il Toscano, se
io non erro, strascica talvolta Vi susseguente a vocale per formarne quel suono
che Tuso contraddistinse poi nelle stampe col tanto contrastato jota. Così Ràna^
Sèna^ Mìna^ Suona 9 Lima sono da noi profferite con quello stemperamento di'
suono che sentesi nei nostri plurali Bann^ Mina 9 Lunn^ ecc.; e. di qui è invalso
Fuso generale di segnare questo suono col raddoppiare anche nel numero del*
meno le consonanti susseguenti a siffatte vocali, Anch^ io pertanto scrivo Pappa j'
Grtcca^ Scimma^ Euròppa le voci Papa, Greca, Cima, Europa, e Campànna^
Cadètuta^ Berlhma^ Corònna^ Viama le voci Campana, Catena, Berlina, Coro-
na, Una, le quali s^ hanno poi a pronunziare non già sdoppiando le consonanti
come farebbe T Italiano, ma facendo sonar la vocale antecedente insieme con
easit a quel modo ch'ei farebbe se avesse a pronunziarne i plurali Campami^-
Cadtnn^ Berlinh^ Coronn scritti in questa guisa.
Il C anche fra noi ha i due suoni, dolce ed aspro, che ha in italiano, e per
essi io sieguo T ortografia italiana, talché in Càn^ Cent 9 Che 9 Chi^ Cilìnder^ Cova 9
Curia e simili il C s'ha a leggere a quello slesso modo che si legge iu Cane,
d
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3tXX'
troverattao cosi accentuate nelle sedi alfabetiche , senz^ accento nel
contesto del libro. Alle voci milanesi tengono dietro quelle della lio-
giia scritta italiana Colla indicazione, se non sono nsuali, di antiche,
nobili , dottrinali , basse , scherzevoli o di gergo. E siccome venne
Cento» Che, Chi» Cilindro» Covare» Gurrare. Nel nostro dialetto però il C ha questo
di particolare ch^ei sì trova assai volte a contatto col nesso iEU; e più spesso
ancora a finire le voci o semplice o addoppiato. Pel primo caso ritengasi senxTal*
tri segni che fra noi il C se precede V (BU ha suono duro» e se lo siegue» dolce.
Pel secondo io denoto i C di suono dolce» semplici o doppj ch^ei siano in fin
di parola col lasciarli tali quali senza più» e denoto in ensÀ il suono duro col-
raggiunger loro un'*i7. Molti vi sono i quali usano del tutto a rovescio» e vogliono
che il C in fin di voce suoni duro » aggiungendovi apostrofe od altro segno ove
occorra indicarlo di suono dolce» e per avvetitura fanno questo o in omaggio
alla Latinità che nelle bocche odierne assegna il suono duro al C posto in punta
di voce» o per deferenza ai Franiesi che il profferiscono cosiffatto. Se io però
non sieguo il loro avviso me ne scusi la dubbiezza in cui un pensiero dato al K
ci lascia sulla dolcezza o durezza che assegnassero i Latini al C in punta di
voce; me ne scusi la certezza del non fare al caso nostro Tesempio de'Franzesi»
come quelli che del C hanno un suono solo» e quello sempre duro; me ne scusi
il compitare e il sillabare di tutta Italia la quale nomina O, o vero Ct questa
lettera anche in quelle voci nelle quali essa deve suonar dura (per lo che
Bianc e s^rd sillabato non sonerebbe mai Biiuik e verd come pare a que^cosi
scriventi)» e con siffatto battesimo la dichiara di suono dolce, per natura e per
eccellenza» ancorché combinata con ceile lettere torni dura o muta o rotonda
che si voglia dire; me ne scusi finalmente Tuso della più parte delle nostre
stampe vernacole nelle quali Bbcc^ Oce suonano bocce» occhi» e Bocche Occk
bocche» oche» e non a rovescio come leggesi in altre le quali non si curarono
dell* urto che n^li occhi de*" lettori produce quella loro novità.
Il G è fratel gemello del C anche nel nostro linguaggio. A pari fatteue pari
natura; ciò che dissi di quello si consideri detto anche per questo. Accade però
nel nostro parlare eh"* ei capiti in punta di voce con un suono che mi pare voglia
a forza compagno TfZ» come in «Sungù (sangue) e simili. E siccome in questo caso
la voce suol essere contrazione di voce italiana» cosi in questo solo caso e in
un altro affatto identico T U ha privilegio di quasi sonar fra noi alla toscana e
non alla franzese. Un nostro bell^ingegno tentò di levargli questo privilegio; ma
riflettendo io che il G finale» o duro o dolce che si voglia far sonare» non avrà
mai cosi soletto quel suono combinato di 6» £^» ed £ muta che noi sentiamo in
SangUf non mi soffri il cuore di vedernelo privo» e scrissi Samgu per indicare
in esso quel suono che avrebbe nelP italiano Sangu alto se cosi lo scrivessimo.
Né faccia paura V equivoco che ne possa naseei-e colla desinenza gu pronunziata
alia franzese» perchè questa è si rara fra noi che forse si limita alla sola voce
jùnbigu la quale ora soltanto m"* accorgo d'*avere obbliata nel Vocabolario.
Deir^ si serve anche il nostro dialetto a quel modo che la lingua illustre
dvlla nazione. Segna i suoni inlerjettivi » inaspra il suono del C e del G» e va
innanzi a quelle uscite del verbo Jndà le quali vogliono essere distinte da altre
voci che la somigliano di forma.
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XXXI
da moki rimproverata nel Saggio mio primo di questo libro Y o-
missione delle locuzioni milanesi non molto dissimili dalle italiane •
in snl rispetto del non potere i lettori «tar certi alla loro italianità
per la sola omissione, attribuibile assai volte a trascorso di memorìat
Lo /» lettera anfibia e disperazioDe degli ortografi, forse per le troppe
carezze fattegli da alcuni, è venuto a molt* altri in avversione per modo che un
ingegno valente si, ma troppo rigido censore di quel meschino, messa in non cale
la diligenza e pazienza grande con cui un dotto nostro filologo si venne studiando
d** indirizzarlo a bene* lo espulse non ha molto dair alfabeto italiano, dichiaran-
dolo affatto inutile ad esso. Gli Accademici [i quali hanno quell'^agio che io non
ho di sentire se nelle bocche toscane il Bujo e rAja (jctir, èra) suonino bùio e
àia o sì veramente bùjo e dja con quella schiacciatura colla quale essi c^inscgna-
fono in capo al C del loro Vocabolario distinguersi da loro in parlando i eoo-
cììi uovoli e i cocchi da corone dai cocchi carrozze] decideranno col tempo del
fatto suo; intanto però io non ho potuto negare a questo nfìisero esiliato / un can-
tuccio nel Milanese per dargli incarico di rappresentare quella diversità di suono
che passa verbigrazia fra Af4i(giammai) e Jfo/Xmaglio), e che la nostra ortografia
non vuole o non sa distinguere con alcuna nota sulla vocal precedente la quale
per avventura è quella che lo sforza a tale suono \ ed anzi a fargli meglio com-
portare la sua mala sorte gli ho spesse volte dato compagno Vi , più fortunato
suo germano, compagnia che quasi tutti i nostri scrittori vernacoli stimarono
fin qui necessaria per ben rappresentare tutto quello jato a cui noi Milanesi ci
lasciamo andare allorché profferiamo certe voci come £7!(i/ (uccelli), i&(/(Big]i)
e cimili. Ogni volta adunque che il lettore s* incontri in esso /, figurisi un /
italiano stemperato; stemperatissimo poi m ha da lato il fratello.
Della UT, simile in generale alP italiana, due cose a noi particolari si vogliono
avvertire. — Noi abbiamo una N strascicata la quale in certe uscite dei verbi
pare quasi rappresentativa di quel troncamento che sogliamo far loro. «Sto/i , Oin-
loroR (stanno , canteranno) suonano con quello strascico d'*enne finale, con una
quasi compagnia di E muta , e non con quella vibratezza che avrebbero in ita«
liano le medesime uscite cosi tronche. •San(sano), ^nn(sane), iSon (sanno), ecco
tre snoni affatto diversi, Tultimo de* quali male si rappresenterebbe, come fece
alcuno, col raddoppiare T^, e forse peggio col segnarlo d^ accento circonflesso
come fecero altri. Se io avessi trovato nelle casse dei nostri tipografi Tìi degl^
Spagnuoli, io avrei chiesto licenza a quelle valorosissime genti di usarla ancorché
ad uflkio diverso; ma un secolo di non vederci ha fatta scomparire queir enne
dalle nostre tipografie , e perciò io lascio tutta ai lettori la cura di rilevare dal
contesto la necessiti di cosi profierirla , ancorché non distinta , in quelle maniere
di dire nelle quali ella entri anche in questo Vocabolario. — Del resto la N
scempia finale nostra suona sempre alla franzese, e non mai con quella vibra-
^zza che suol avere TiV scempia finale italiana. PAn^ Mén, Fin 9 Ben 9 ìfiiskn
suonano tra' noi , non come sonerebbero così tronchi in italiano , ma cosi come
pronunciano i Francesi Milan^ Bien^ ecc. Alcuni usano porre l'accento circon-
flesso sulla vocale precedente queir enne per indicar tale suono; io Tometto in
sul riflesso delP essere questo il stu> suono naturale, e dislinguerseae il vibralo
colla doppia enne, come in ÓSàim, Jlènn, ecc.
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XXXII
cosi nel presente Vocabolario ho registrato tutte (filante le locnzioiu
del parlar milanese indistintamente , con qaesta differenza però che
dove nelle diverse dalle italiane ho abbondato in definizioni e
spiegazioni ; nelle simili , dalle voci o dalle frasi dei due linguaggi
Del Q altro non è da dire se non ch^esso pure» come il G^ quando è in
punta di voce vuole per usanza essere scritto anche tra noi coll^u dietro , e
coir II profferito alla toscana. Dico per usanza, poiché il Q in simil caso potrebbe
per avventura fare a meno di quel compagno senza indurre pericolo di falsa
pronuncia, come accadrebbe al G per la proprietà sua connaturale di perdere
dolcezza innanzi certe lette^ e non la perdere innanzi cerf altre; proprietà cbc
il Q non ha punto. Di fatto se io sillabo queste voci cosi scritte fTig anima ^
yag oro 9 Fag uomo 9 la natura del 6 me le fa profferire nel vero senso di Anima
vaga. Oro vago, Uom vago; ma se mi si dessero a sillabare cosi male scritti
Vag iride 9 rag estro, la natura del G me le farebbe profferire Vagiride, Vagestro^
non Iride vaga , non Estro vago. luTece a qualunque Italiano siano dati a silla-
bare cosi scritti Cinq anni, Cinq olmi, Cinq usci v*è da giurare che di quei Q
egli caverà sempre un medesimo suono come da quegli altri che venga proffe-
rendo nel sillabare Cinif inni, Cinq estri se fossero cosi scritti; e quel suono
terrà sempre più di Cu (Q) cbe non di C o di K. Non ignoro che altri la pen-
sano a rovescio, in sul fondamento che la lettera Q considerala da sé non ab-
bia ad avere altra articolazione che di C o di K; ma , se io non m' inganno
troppo , quel fondamento ha poca saldezza. In primo luogo è da dubitare assai
della verità di quelP assioma che dice essere il Q la stessa cosa che il C e quindi
ottenere le stesse proprietà, poiché» se cosi fosse davvero , scrivendo io Cinq in*
ni, Cinq estri ognuno dovria leggermi Cincinni, Cincestri per la proprietà co-
mune secondo T assioma a quei due segni C, Q di sonar dolci innanzi all^/ ed
aU^ E; e pure è da scommettere mille contr^ uno che a nessun Italiano , come a
nessuno degli Accademici assertori di quell'' assioma, verrebbero cosi pronunziate
quelle voci scritte a quel modo, e che a nessun diesai poi darebbe Fanimo di
scriverle per Cinqh inni, Cinqk estri onde coiraggiunta dell^A indurame il suo-
no. In secondo luogo é ila dubitar pure deir altro assioma che dice essere il C,
il Q, e il K un solo e medesimo suono rappresentato da tre segni diversi 9 poiché
se ciò fosse que^ segni avrebbero poteri medesimi a quel modo che ^ e 5, solo
e medesimo numero, benché rappresentato da segni diversi, ha sempre mede-
simissima potenza. E pure la cosa non é tale, giacché a queir assioma degli En-
ciclopedisti danno di leva l'Accademia e Wailly dicendo essere naturalità dell' i-
dioma francese il ricusare al Q {da quando è finale in fuora ) il potere di rap^
presentare la propria articolazione se non ha P U per compagno, e accordando^
gli il suo vero suono di cou( pronunziato alla /ranzese) in diverse voci come
équateur , in-quarto , ecc, E più danno di leva a quell^ assioma i medesimi En-
ciclopedisti allorché dicono il Q non essere altro che iLC duro, dicendo quindi
in un medesimo periodo essere il Q una cosa medesima col C« e poi negandolo
coir avveitire diversità di suoni , e poco importa il dirli accidentali o no , fra
l'uno e r altro segno. In terzo luogo quella natura o quel genio di lingua come
se lo dicono i Jfrancesi é appunto quello che spiega reùìmma e la poca sal-
dezza del fondamento detto più sopra. I nomi 9 se io non isbagUo, s^impongono
alle cose per distinguerle Tuna dalPahra; e chi ha* buon giudizio, se ha facoltà
d' imporli , gì' impone tali che s' adattino bene alia natura dell' oggetto eh' e""
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joaan
iti faora , non ho aggiunta por siHaba altn cpialimque , compeoe-
trando anzi in una sola voce, se non ne risentivano danno, le due
o più significazioni ch^ essa importasse , come sarebbe per es. in
ContrdUj Convegni , ecc. Per questo modo , senza dare al libro più
debbono rappresentare. Ora il nome di questi tre segni d IT, Q suona, s^io non
erro. Ci o vero Ce^ Ca o Cappa ^ Cu in italiano, e Tse^ Ca, Cou in fransese. E
que** nómi ( che pur è da credere siano stati imposti da uomini letterati e di
buon senno) coli* appoggiarsi a vocali tutte diverse, e accordanti specifico im-
mutabile snono air articolazione , non indicano essi di per sé che la natura delle
due lingue, non si contentando d^ un segno per esprimere certi suoni o suoi o
accattati , sforzò gli scrittori a ricorrere a segni diversi per ben distinguere la
vanetà di que^suoni? Che se questo non fosse, e reale sussistesse Tassoluta me-
desimezza del Q col C, per lo che un solo e medesimo suono proferissimo e noi
e i Franzesi leggendo Cujus e Qujus (il che non mi sembra), in allora parrebbe
naturale che al Q, pia che a quel meschinello dello /, fosse stato intimato Tesilio
già da secoli a utile semplicità degli elementi della lingua — Checché sia però
dei diritti reaH o usurpati di questa lettera , ritengasi averla io scritta qu senza
più anche in punta di voce, appunto perché non erri chi sa di fì*anzese prof-
ferendo pognam caso Gnk come Clnq alla franzese , e non On^ all^ italiana
come se fosse da leggersi in Cinqi^ anni o nel Cinquanta la rizza che anche a
me pare d^aver fatto sinora nel parlare di questa benedetta lettera anatrina«
La S anche noi facciamo sentire ora sibilante ora no. Nei casi ambigui ho
accennata per disteso questa diversità a canto alla voce nel metterla per alfabeto —
Abbiamo altresì dovizia di S susseguite da C e G così in principio come in fine
di voce. Talora questa Se o Sg suona dolce o molle , talora sibilante, talora
aspra. A distinguere questi diversi suoni ho adottato il partito di scrivere sem-
plicemente Se e Sg quando hanno a proflFerirsi motti , d^ interporre un' apo-
strofe fra quelle due consonanti (•S'c, S^g) quando s'^hanno a profferire sibilan-
ti, e d** appiccarvi un i7 finale quando hanno a sonare aspri. Alcuni usarono
diversamente negli ultimi due casi scrivendo YSc e YSg sibilanti a questo modo
S-C9 S-gy e lasciando VSe aspra così sda; ma nel primo caso il segno è
fonte d* ambiguità in parecchie occasioni ; nel secondo le ragioni già da me dette
più sopra parlando del C danno il torto a' così scriventi i quali non s'^avvedono
che, seguendo quella loro falsa dottrina sul suono primitivo e naturale del C,
eì vendono gatti per mosche, licci per lische (mose per mosche Use per lisch)f
e altre simili gentilezze.
Anche della Z, come già si è detto per la S, noi pure abbiamo i due suoni
aspro e dolce ai quali gli antichi avevano assegnati speciali caratteri nelle stampe
italiane (s z aspro, yj^ dolci) perché comuni alla lingua illustre- nazionale; ma
r uso proscrisse que^ tipi , e si rise di ehi volle rinnovale il valore sett^ altra
veste o intarsiando le identiche lettere di pari foi*ma corsive nel- tondo o
tonde nel corsivo; ed a quèlPuso facendo io pur reverenza, nei soli casi on-
ninamente equivoci accennai per disteso tale suono , lasciando le ease- e le zete
lunghe alle tipografie dei secoli scorsi par- amor di pace con quelle • del secolo
corrente , e affidando in generale al buon giudizio de^ lettori la distinzioBe dei
suoni relativi che quasi «empre suole svegUarsiàn essi al solo aspetto* della voce*
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XZZIV
estensione che non convenisse, ho cercato di soddisfare al non erro-
neo sentire de^ miei concittadini in proposito , e dato altresì agF in*
veatigatori delle proprietà glossiche alcun pascolo erudito col metter
Delle altre lettere non occon*e specificare checchessia; esse hanno comuni le
regole colle loro consimili italiane. ^ Dne cose però sono.da avrertire. — La prima
che riguardo alle lettere affini » adoperate talora da alcuni promiscuamente ed anche
con improprietà per noi che tutti sappiamo o dobbiamo sapere la lingua italiana»
io ho usato sempre scrivere le voci con quelle lettere che le rappresentino come
sogliono essere anche in italiano, a meno che tutta la famiglia loro non esigesse
altrimenti. Quindi per es. (Bàv^ Fénd^ Quandi f^iàggì Mostàcc sono da me scritti
cosi, ancorché altri, per Taffinità del T, del 7* e del G coll'F» col /> e col C»
usino talora scriverle (Bàf^ f^ént. Quanta f^àcc^ Mostàgg; e ciò perchè scritte a
quel primo modo si ravvicinano alla lingua illustre senza tradire la pronuny.ia
vernacola. Did invece scrivo io e non Dit come fanno altri , e questo perchè sti-
pite di Didìfif Didón^ Didàa^ Didèlla^ ecc. che nessuno scriverebbe mai per T
fra di noi; Coeùgh e non Cvùch^ perchè n* escono Caeàga^ Cogìùn^ Coghètl^ ecc.
Lo stesso dicasi di Gceidfb , Bbbb f ecc. che male scrivesi da alcuni Gceùpp «
Bòppf ecc. ecc. — La seconda che quantunque alcune lettere ed alcune com-
binazioni sillabiche italiane sembrino voltarsi in lettere e in suoni diversi uelle
voci vernacole simili alle italiane (come C che voltiamo in Z dicendo Zèner la ce-
nere, Gli che voltiamo in / o in / dicendo gli uomini / òmen e Mturmàja la
marmaglia, ecc.), pure non succedendo in ogni caso una tale permutazione 9 è
mio avviso che torni cosa più semplice il riconoscere la diversitii nella natura della
voce considerata come nostra indigena e quindi nota fra noi con quel suono, aa->^
siche U cercarla in quella delle lettere considerandole come cambiatecisi in bocca
nel ricever quelle voci come esotiche dallo italiano.
È noto che i nostri verbi milanesi hanno la proprietà di assumere molte
e svariate accezioni susseguiti che siano immediate dalle diverse preposizioni.
Cosi JUè/t unito a «Sìm, Giò^ Fìa^ Fmùra^ ecc. muta la positiva accezione di Jlfcl-
Ure in quelle di Indossare , Deporre ^ Biporre^ Esporre, ecc. Quella susseguenza
di preposizione al verbo (che le sole voci affermative Pròpri e Minga hanno
facoltà d"* interrompere) mi parve necessario segnare con una lineuzza che unisse
le due voci, scrivendo sempre Hett-sà^ Meii-'giò^ 2>giiì-jù, ecc.; e ciò per diffe-
renziarla da quella in cui la preposizione si riferisca non al verbo ma ad altra
purte del discorso, come p. es. fra EHmeten su la corda e Tèg;nem^sk quella eorda.
£ a questo spinajo sia fine una volta col riassumere le cose fin qui dette ,
daUe quali risulta che
a suona rimesso 5Va, dama. Questa, chiama.
à suona vibrato Stàf Pà. Stare , padre.
e suona rimesso Me 9 De. Mi, di.
é segna e chiusa • • Jsée^ Stée, Aceto, stajo.
è ..«..••.. segna e aperta Afe, Tosò. Mio, Ucere.
^ segna e aperu prolungaU . Oh dess. Ohibò.
i suona rimesso Mi- A me.
^ • • • suona vibrato ATI, Si$ Dì. Io o Me , si, dL
à segna o aperto Còr^ Or. Coro, oro.
à segna o chiuso • Dolor f Onór. Dolore « onore.
à • • segna o chiuso, vibrato . . . So. Bfie*
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ZXXT
loro sotf occhig ìsi cariosa proprietà deiradotiare i dì^tti ora tutti
ora alcani soltanto fra i molti vocabcdi d^ana medetìmà famiglia
della lingua illustre , come per es. Orid e Oridèzza che noi adottiamo
unici, ricusando tutti gli altri vocaboli italiani derivand da Orrido*
Il suona rimesso » . . Comunal, Vu del frani* Communal,
ù suona vibrato ^irtù. Come il franzese Fèrtu,
cm ed ceU .... segnano suono raislo d*o» tf, ed u rimesso e pronunziato
alla francese. Bommir, J taek. Sorte, i tuoi.
ma il medesimo suono vibratissimo. TbnI. Togli, to*, prandi.
aa,ee^u^oo^ìm segnano suono prolungato o stemperato che si dica, chiuso
nellV e nelPo, alla franzese neU^u. Jndaa^ Andee^ Trii^
Sentiroo , Peduu. Andato , andate , tre , sentirò , veduto.
M, ce, ddj e sim. segnano suono prolungato parimente nelle vocali cui sono an-
nesse, senza però che siegua sdoppiamento di consonante.
e, ce in fin di voce suonano dolci Fune 9 Bocc. Fanciulli, bòcce.
cA, cch (inali • . suonano duri Manche Bocch (mank, bok). Manco, bocche.
e e ce innanzi ceu suonano duri Coeur (koeur) come nel franzese.
e e ce dopo ceu . suonano dolci £o?ixcc (come TingleseJlfiicA) .Buco.
g 9 gg'^n un di yoce suonano dolci Bagg^ Sagg, Raggio, saggio.
gft in fin di voce suona duro, meno però del e. Bangh, Laeugk, Rango, luogo.
g egg innanzi ceu suonano duri 6«ii^^(come nelTing.Gicr). Gobbo.
g ^ gg dopo c$u suonano dolci Boeuggia, Buca.*
gu finale suona come sonerebbe in . . Sangi^alto cosi scritto iudianam*
h suona aspirata in Eh^ /A, Oh e sim. come in italiano.
«■ è muta in iToo, ^a,i7an,ecc. Ho,ha,hanno.
y -...«.•.. suona per due 1 raccolti . . BeJ, Begli , bei , beii.
ij suona lo stesso ma più stemperato. Gaijnna^ IViJ, Gallina,
^rito —Talora slemperatissimo , perchè altro snono noi pro^
feriamo dicendo Fomiajtrìj {cacio trito), ed altro — quasi
triij — dicendo Mi trij^giò el formaj (io trito il cacip).
qu finale suona come sonerebbe in . . Cin^ii^anni, ciR^M''</iiif ali* italiana.
sc^sg innanzi a , o , ic suonano duri come in it. Scala , Scorta , Scura, Scala , scorta ,
scura. Sgabèlli Sgonfi , Sgussà, Sgabello, sgonfio, sgusciare.
» » innanzi e ed i suonano molli o dolci come in italiano. Scempi f Sciala» Scempio,
scialare. Sgenée , Meresgiàn col snono frane, di Jenée , Jean.
B> B finali e susseguenti a qualunque vocale suonano sempre dolci come il cA o
il j franzesi. Omàsc^ Injesc , Bìsc^ Càscia^ LiisCf Crceitsc, Omac-
cio , impiccio , riccio , cuccia , luccio , crocchio — Gàsg^ Pésg ,
Bósg^ Bhsgy Moeùsg, Gazzere , peggio, gore, rugge , moggio.
s'è» ^g iniziali , medie o finali suonano sempre sibilanti, ^céra^ S^cirla. Schiera;
S^gelà , S'giandà. Disgelare , schiantare — Bas'c , Mès'c ,
Mis'c^ Mu^e. Raschio, meschio , mischio, muschio — Jlrafgiaff%
Des'gelà. Disgelare, ecc.
sch9 $gh iniziali 9 medie o finali suonano sempre aspre o dure; Seh come se fosse
scritto sk. Schènna^ Schiva, Pescherà 9 Baltreschìn9 Fiàsca f
Bèsch9 lÀscht Màschi Bàsch equivalgono a Skènna^ Skivà^
. Peskéra^ Baltrcsclùn^ ecc. - S^ come nella voce ilal. Sgherro.
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XXXYl
Le voci 8ÌmìIi di figara e divèrse di valore sono registrate in quel-
r ordine che la natura loro come parti del discorso saggerisce, cioè
a dire prima le voci snstantive , poi le identiche aggettive , indi le
stesse verbali , . avverbiali e simili.
Onde agevolare il ritrovamento delle locuzioni proverbiali e delle
frasi d^ogni genere, che ho registrate sempre sotto i sustantivi en-
tranti in esse o in mancanza di questi sotto quali* altra parte del
discorso che in èsse formi idèa predominante , ho adottato il sub-*
órdine alfabetico. Cosi fra qualche centinajo di frasi che vanno a
registro sotto Coeùr , nascendo bisogno , pognam caso., di cercare
Quatta el coeur , non occorrerà leggere tre pagine per dare a sorte
in quella frase , ma basterà un* occhiata alla serie alfabetica delle
frasi stesse per ritrovarla di subito verso il Q. Io mi sono studiato
di registrare simili modi in tutte le sedi di tutti i sustantivi eh* en-
trano a comporle, con rimando a una sola di esse per le versioni e
spiegazioni occorrenti. Pnre se in alcnnò di qne* sustantivi io gli
avessi talvolta omessi, non pesi al lettore ricorrere agli altri, che in
alcuno ne troverà notizia. M'avvedo per esempio or ora di non aver
registrata in Cuu la frase Vess col cuu sul velò. Chi la cercasse in
Cuu non ve la trovando perdoni questa dimenticanza , in me com-
patibilissima , e ne faccia inchiesta. a Felà che ne avrà la debita sod-
disfazione.
Assai voci abbiamo noi Milanesi affatto simili alle italiane per ri-
spetto alla figura e diversissime nel significato; vero lecco per quei
tanti Ser accomoda ai quali piace tramutare la lingua illustre ustionale
in un gergo provinciale a forza di rabberciare alla italiana le locu-
zioni de* loro paesani intarsiandole poi con questi vocaboli camaleon-
teschi , coi quali verbigrazia essi vi raffermano in un ufficio allorché
ve ne vogliono escludere (i3). In questa specie di voci ho sempre
indicata la varietà del significato, onde mettere in guardia chi scrive
intorno ai gravi errori che nascono dal credere italiana una voce ver-
nacola allorché per le mere desinenze o per la sola material forma ^
e non per 1* intrinseca significazione , s* avvicina ad altra consimile
della lingua illustre.
La relatività, unica misura d*ogni convenienza di quaggiù, ci ad-
dita la perfezione ne* dialetti in quel punto medesimo che é imper-
fezione nelle lingue, giacché quanto più una sconciatura é tale,
tanto più ella é perfetta. Ora chi rimproverasse a questo libro il
(i3) Rifermà appo noi Milanesi vale sospendere \ questi rabberciatori che
fanno eglino? lo traducono o per Rifermare o per Raffermare secondo che se
r allacciano alla più o meno ^ ed ecco uu** idea non quella benché affine nel
primo caso, unMdea aflfaUo faka nel secondo.
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XXXVII
suo rimandare per la spiegazione di certe voci un po' colte an-«
corchè in parte vernacole alle loro sinouiine vernacole spiattellate ,
gli farebbe rimprovero della sua medesima esistenza. E appunto per-
chè apparisca integro il dialetto io soglio rimandare, per la spiega-
zione delle voci incivilite Aboriy Abordà^ Aborti^ Broker ^ Doprà e
simili , alle vere vernacole Bori, Borda ^ Borii y Fondeghéey jDropd, ecc.
Dei vocaboli che la lingua illustre delia nazione può forse ricer-
care al nostro dialetto per essere fappresentatori di oggetti o esclu-
sivi o in maggior fiore tra noi che non in altre provincie italiane,
io ho procurato di mettere un prospètto ragionato sotto la voce
primaria a cui hanno relazione; e perciò in Seda, Formàj^ Pràa^ ecc.*
si troveranno, conforme a ciò che dissi io medesimo altrove in
questo proposito (14), esposte le voci rappresentanti fabbriche, fab-
bricatori, utensili, imperfezioni inerenti a tali oggetti. Le donne briaa*.
zuole andate in Toscana per la trattura della seta diedero vita colà
a quei Bicciord^ e a quelle Guidane o Ondane , ecc. che a casa lorc
chiamano Besciòu e Gfiinddnn , ecc. , a quel modo che i contadini
lombardi chiamati dai Granduchi toscani nelle cascine pisane vi natu-
ralizzarono insieme cogli oggetti le voci lombarde Cascina^ Masclierpo^
ne^ ecc. Quelle voci però, o male espresse da quelle bocche, o mal
rilevatene da orecchie straniere, si presentano nelle stampe toscane
quasi misteriose a noi medesimi che le abbiamo formate, perchè tra-*
vestite in esse suir andare di alcuna di quelle or ora accennate.
Questo Vocabolario , col riportare tutte le simili voci sotto la pri-
maria già detta, porgerà facile modo ai Toscani di meglio valutarle ,
e meglio dirozzate nelle loro bocche offerirle alla lingua scritta senza
travestimenti dannosi alla loro realtà.
À maggiore comodità degli studiosi ho registrato sotto i primarj
sustantivi rappresentanti oggetti composti i nudi altri nomi rappre-
sentatori delle parti loro, come per es. sotto Boffètt i nomi di Cidpp,
Lenguètta , Canna , ecc. che ne sono le parti componenti ; e questi
ho poi registrati colla opportuna spiegazione nella respettiva sede
alfabetica.
Per le voci proprie delle arti, le quali ho con amore specialissimo
raccapezzate fra i nostri artigiani in quel modo medesimo che esposi
nel primo Saggio di questo lavoro (i5) , riosservando sempre che le *
sono pronunziate in vario modo da* varj artieri, ho ripetuto le va-
rianti nelle sedi respettive , amando meglio incorrere la taccia di
(i4) Biblioteca italiana d^ agosto iSSG» P^gg* '61 e se^g.
(i5) Pi^efazione, pag. xiii nota.
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XXXVIII
troppo minuzioso , anziché arrischiare , nell* annotarne alcune con
una sola scrittura forse meno che esatta, di deludere i lettori nelle
loro ricerche.
Anche molte voci vernacole proprie del parlare di chi affetta col-
tura e della lingua janadattica o gerga io ho mandate a registro ;
sifiìitti favellari e parecchi idiotismi vernacoli che pure ho registrati
s'avranno forse da. alcuni per borra; ma essi possono venire in
taglio secondo penne e argomend; e il Vocabolario non li doveva
dimenticare.
Il giusto amor di patria farà trovare a qualcuno dispiacevoli certi
nomignoli onde i volgari d^un paese sogliono anche fica noi prover-
biare quelli d^ un altro* Prima però d^ accusarmi con troppa seve-
rità del mio averli registrati vogliano i lettori osservare quanto io
ne dico nel Vocabolario sotto la voce Buseccón. *
Ho accennato le etimologie de* vocaboli nostrali allorché mi par-
vero di qualche utilità, non istiracchiate , naturali; e, quantunque
io non conosca di greco che quanto basta per poter consultare un
dizionario, pure anche di quelle voci che si presentano come origi-
narie rimanenze fra noi del parlar degli Orobj ho voluto far cenno,
correggendo altrerà come meglio seppi le moltissime sgrecizzature
date al mio primo Saggio di questo lavoro dal Faron milanes. In-
sieme con quelle indicai più etimologie che spontanee * derivano
dalki Latinità e dalle lingue che ne nacquero , dagU idiomi di ori-
gine celtica, o da altri dialetti italiani.
Di molte voci italiane delle quali potrebbe venir bisognò a chi
scrive mancano le equivalenti nel nostro dialetto ; queste, per quanto
mi bastò la memoria , procurai di allogare sotto quelle voci princi-
pali alle quali si possono riferire. Esempi se ne veggono nelle voci
£iirba, Béi^y Bidnck^ ecc» Chi però desitkrasse in altrettali voci
un consimile sussidio , e non vel trovasse , pensi fra sé stesso che
il non esservi è probabile indizio delP avere quelle voci il loro luogo
in altra sede, cioè sotto una qualche voce corrispondente del dialetto
nostro, e, quella tornatasi alla mente, a quella per esse ricorra.
Aissai volte Tonestà delle locuzioni ritrova sua misura nella mente
di colui al quale si presentano. Comunque sia penò^ sapendo io che
ai nostri giovanetti più che ad altri potrà tornar utile il vòlgere
di frequente le pagine di questo vocabolario, ko avuto massima di
omettere ogni frase dipintiva che possa menomamente appannarbe il
candore , e registrar le semplici voci necessarie (talora suggerite altrui
per inoneste dagli anni) in modo come inintelligibile agrinnocemi e
perciò innocuo, così non aggiugnitore d'alcun fuoco agli adulti.
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XXXIX
Non è raro il sentire qaalche straniero compiangere noi Milanesi
perchè da tre secoli in qna ci mostriamo sempre fratelli dì queir uno
che ci fu descritto da quel bizzarrissimo ingegno del Cellini '(i6),
dire che ne facciamo ritratto nel nostro parlare perchè doviziosissimo
di traslati attìnti la più' parte a due fonti , la cacina e la chie-
sa j e chiamarci irreverenti a quest* ultima perchè soliti dipingere
idee triviali e ridicole con idee e voci ad essa attinenti. Capaci di
tornar uomini non indegni di tutte le magnanime idee di Gianga*-
leazzo Visconti , ^ di colorar quindi il linguaggio con altri traslati
che non i soli già detti, ne testimoniarono abbastanza i primi lustri
del secolo attuale , al cui solo bagliore arricchimmo il nostro dia-
letto di mille e mille voci ignote a&tto per Taddietro al pari delle
idee per esse rappresentate ; della colpa dei tempi torni dunque il
compianto a cui spetta, e ci racconsoli il vedere quanti fermano
stanza fra noi ajutarci a comportarla imitandoci appieno ; della pre-
tesa irreverenza stia la colpa in coloro che ci resero troppo &mi-
gliari colle cose -celestiali travolgendole a eccessiva terrestrità. Ogni
popolo trae i suoi traslati e le sue maniere di dire dalle idee sue
abituali ; e a quel modo che il popolo trionfatore deir universo al
civile In grazia de* suoi padri ha sostituito il misero Famme $u^ carità^
indottovi cred^io dal commercio continuo coi pellegrinanti, allo stesso
modo noi Milanesi, col tramutare già tempo gli elmi e i tornei in cap*
pucci e discipline, più d^ogni altra gente italiana datici esclpsivamente
alle abitudini che ne derivano, più d^ógni altra colorammo il parlare
colle voci e co^ modi che loro si riferiscono. À me vocabolarista era
quindi impossibile il far buon ritratto del nostro dialetto senza regi-
strare tali modi e tali voci; chi mi facesse colpa di quel ridicolo che
talora ne sorge confesserebbe una di queste due necessità: doversi sop-
primere o almeno diversamente intitolare i dizionarj se tacitori delle
dizioni, o doversi cangiare abitudini a quel popolo infinite dizioni
del quale fosse bello tacere. Però F esempio di altri vocabolarj venuti
in luce anche ultimamente o per autorità o per opera de' più rispet-
tabili custodi della disciplina ecclesiastica , e ammettitori di varie
consimili dizioni che altri popoli italiani hanno comuni con noi (i/)*
mi fa sperare che la necessità mia in questo proposito sarà compatita ;
Diù^ Mòni di'
(16) Vita, tom. II, pag. lar.
(17) Veggansi le voci Basamadònn 9 Gavbt, Mnacarì^ Papa^ -^.^, .»^r., w-.-
ròuna , Sànt , Crèsi ( cioè Crìst nelF Appendice ) , ecc. ecc. nel Vocabolario bolo-
gnese del i855, e k voci Monicón ^ Cesa 9 Beèt, Beèla^ Canòniche Pepa (cioè
" -), Méssa 9 Prèti Prelazzòli Mèrtir9 Còrgh9 Diàoh ecc. nel Vocabolario reg-
ì del i833.
Papa
giano
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XL
come spero lo sarà altresì per le avvertenze che ho usato porre
nelle locuzioni di questo genere, sempre se per ricondurre i lettori
alla Venerazione dovuta ^Ue istituzioni divine , assai volte se per
avvisarli deirii^nocenza degli scherzi che il popolo suol trarre dalle
istituzioni umane qualunque le siano, o volte al bene generale della
Società, o dirette air utile particolare di alcuna sua famiglia.
Al pubblicare del primo Saggio di questo mio libro io pr^ai chi
vi riconoscesse difetti e omissioni ad avvertirmene. Sole quattro per-
sone con ispontanea cortesia risposero a quell^ invito: gli esimj G. Ghe-
rardini e F. Bellotti facendomi copia di alcune postille delle quali
fregiarono Tesemplare di quel Saggio da essi posseduto , Tegr. Rettor
D. Giuseppe Villa e Fon. Ingegn.'' Gaetano Biffi comunicandomi alcune
osservazioni sul medesimo. A questi io godo rendere qui testimonianza
di gratitudine , come amo renderla all^ab. Romani di chiara memoria
per quelle censure onde onorò quel mio Saggio nel rispetto delle sino-
nimie (18); censure che misi a profitto se esatte come in Aggiustare,
Attonito, ecc., o donai alla non piena cognizione del nostro dialetto e
alla urbanità dell' esporle se inesatte come in Accecare, Augurare, ecc.
Oggidì questo Vocabolario, a chi ben guardi ogni cosa, verrà di
leggieri creduto ricco , qiial è realmente , in sei doppj più che il
mio primo Saggio di esso , e ricco di voci e modi necessarj , non
già di nozioni accessorie e superflue , agevole preda dei farraggi-
natori di moda. Ad onta però di tale dovizia , ad onta che io abbia
talvolta noncurato fin Tordinatezza per non lasciarmi fuggire dì vista
le locuzioni , delle quali sono meno da sperare i pazienti indagatori
che gli abili ordinatori successivi, pure io sono di là da certo che
migliaja dì dizioni mancheranno tuttora in esso ; e ciò per quel
curioso ma comunale fenomeno del trovarsi le voci meno pronte
alla memoria allorché le vuol chiamare a rassegna, che non alla lin-
gua allorché senza uno sforzo al mondo le sbalza di bocca tumul-
tuarie a una col pensiero deiranimo. A rimediare in parte a questa
mancanza verrò aggiiignendo ad ogni volume un* Appendice delle
voci corsemi alla mente a stampa innoltrata ; e queste singole Ap-
pendici dirò cosi interine rifonderò da ultimo in una sola Giunta
stesa nel carattere medesimo del Vocabolario, in cui troveranno il loro
luogo altresì quelle più locuzioni che vengono a me stesso in me-
moria ogni dì (19), e quelle che altri cortesi fossero per ricordarmi
al pubblicarsi dei volumi successivi.
(18) Nel suo Dizionario de** Sinonimi. Milano, Silvestri, iSsS.
(19) Anche a questi ultimi giorni, dopo stampata l'Appendice del presente
primo volume, mi si sono afTacciatc alla memoria le seguenti voci che troveranno
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XLI
Ho esposto in quale modo io mi sia governato nel condarre questo
lavoro ; mi si conceda ora che io chiuda il mio dire con parole che ri-
sicheranno la taccia di prosontuose escusatrici della mia dapochezza,
ma che troveranno fiicile perdono in chi abbia tócca pur solo d^un dito
questa benedetta croce della Lessigrafia. Dizionario cosi perfetto da
accontentar pienamente gli studiosi non ne sarà forse mai alcuno.
Di ciò molte sono le ragioni; ne addurrò solo alcune delle principali. —
Il Dizionario è opera d* intelletto, e d'intelletto tanto più matuio ed
esperto quanto meglio composto. Maturità d'intelletto e forza di me-
moria, intelletto addottrinato dall'esperienza e operosità, rade volte
sogliono trovarsi congiunti in un solo individuo ; ed è perciò che fra
mille dizionari dieci a mala pena sono degni veramente di lode ,
perchè in mille appena dieci lasciano conoscere che i loro autori
laogo nell'Appendice finale insieme con Tane locuzioni italiane aggìugnìbili alle
già registrate nel libro. Queste Appendici 9 che ho impresse in caratteri minuti
a maggiore economia 9 compiuta' la stampa deir opera si faranno scomparire nel
rilegarne i quatt;*o volumi, e .saranno lieve perdita di tre fogli tutl'^al più»
compensata dal profitto che se ne potrà cavare pendente la stampa deli^ intiero
Vocabolario.
Acquétta. Pioggetia, Pioggerella,
in Àlz ag. Jìialzo(*fior,).
in Andà ag. Fa andà*sù a Tasta. Far
andare in paradiso. Mandare a prezzi
strauaganti(JPT, fior. IV, i , 6a).
in Ann ag. Tutt i ann en passa vun.
Ogni anno vuol dir i»io(Pros. fior.
Ili, II, io5).
Articol. Derrate.
Artico!. In t^er&o(MagHab. In Pros: fior,
IV, I, iia). Articol sonitt Tè el so.
In verbo sonetti è il suo forte,
in Articolètt. ag, j4rticolet(o {Gior. Agr.
tose. XIII, 101).
in Càn ag. ove dice Avegh nanca on can
che r,è on can in d^on besogn. Non
aver alcimo che faccia per 5é(Compar.
Pelleg. I, i).
Ganeltàda. Tocco di lapis. Tocco di
matita,
in Canocciàl ag. Pari on canoccial (pari,
d^uomini) Parere un digiuno coman-
dato ; ( pari, di cavalli ) Essere il ca-
vai deW apocalisse,
in Cantìnna ag. Pinol de cusinna e de-
colt de cantinna. y. in Decòtt.
in Caraterln ag. CaraUerino(Pr. fior. IV,
I, 59).
Beat diconsi dai pastori quelle bisciole ,in Carlo ag. Del terop de Carlo U.
o tenie epatiche le qtiali dai nostri
agnellai sono chiamate Lumaghitt. y.
Bfgattéra. Bacaja{fi\otn. Georg. XVI,
3i3). Donna che governa i bachi.
Boccon d'obbiaditt. f^, in Obbiadin.
Cose dal tempo antico quando si bal-
lava coi guanti e col fazzoletÌo{lnir,
Pel. II, 6).
Castèll de ingurì. MidolloneiVros. fior.
III, II, 49).
in Cadenàzz ag, Dà-giò o Tirà-giò el in Cerca ag. Cerca o Fa cerca ona tosa .
cadenazz. Dispestiare(lnir, Pel. V, i).
Dà-sù tanto de cadenatz. Mettere tanto
di chiavistello nella porta(Vros. fior.
Ili, n, 35).
in Camìsa ag. A costo de impegna la
camìsa. Bisognasse impegnar la carni''
cia(MagIiab. in Pr. fior, IV, 1 , 99).
Richiedere o Far richiedere in mo-
glie una fanciulla.
in Cervelléra ag. Pizzicagnolo {Bnom-
mattei in Pr. fior. Ili, 11, 40*
Chiffén. Chiffel(*fìot.).
in Color verd botteglia ag. Color ver-'
done botiiglia{Sù\j Omit. Il, 517).
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xiai
possedeesoro in buon dato tntte tre quelle doti il cai concono è in-
dispensabile air uopo; come è perciò che parecchi non sanno ancora
tòrsi giù di speranza d'un buon dizionario per opera d'un^ Accade-
mia che vivida gli consacri e il senno dei molti onde ha tesoro
sempre crescente d^età in età, e Toperosità dei molti che d^etk in età
può obbligare ad arricchirci di quel senno. — Il Dizionario è dipintura
del popolo che parla il linguaggio onde ei tratta; questo popolo muta
faccia come la muta Fuomo nelle sue varie età, senza però mai perdere
quelle maggiori lineature le quali in ogni £eise della vita distinguono
non per tanto Tun uomo dair altro. Ora il Dizionario non può tutte
ritrarre quelle fasi e quel mutar di facce, e perciò riesce oggi discreta,
domani cattivo ritratto di quel popolo; o se pure si studia di ritrarle,
ne fa quadro imperfetto, discolore, confuso. — Bastagio e non di-
zionarista è da dirsi chi o registra le voci non definite, o le riporta
definite così come le trova da altri, senza esaminare se bene o no.
Il ben definire è scoglio a cui rompono, per fiacchezza di mente co-
mune a tutti in certi soggetti, anche i più dotti scrittori; e a questo
scoglio non è dizionarista che non rompa delle sei volte Funa per
rimpossibilità di tutta adocchiare ad ogni nuovo istante' una nuova va-
stissima piaggia onde riconoscere se quel luogo ond^ei parla al momento
sia da lui dipinto per modo che non si possa mai confondere con ve-
run altro dei mille che gli si possono in quella simigliare. — Il Di-
zionario può fino a un dato limite presentar le dizioni nei diversi
aspetti ne^ quali è &cile antivederle desiderate dai Rettori; ma non le
può mai presentare in cosi tanti quanti ne occorrerebbero per anti-
venire i troppo varj modi secondo i quali le varie menti umane pos-
sono considerare e afferrare le idee e i loro rappresentativi* — Il Di-
zionario è mero indicatore e spiegator delle voci per mezzo d** al-
tre voci : ora buona parte degli oggetti che per quelle s* intendono
rappresentare sono tali che non si possono cosi apertamente mettere
in iscritto come si possono vedere colFocchio (20) , ed è perciò che
oggidì si va ravvivando Fuso d^ajutare la Hngua tipica colla grafica,
aggiugnendo i disegni alle voci rappresentative degli oggetti. Oltrac-
ciò anche le voci astratte sono scange maravigliosamente secondo che
elle vengono ajutate dal fiato che le spigne , dalla bocca che ve le
dice ora spiattellate ora sbiadate ora morte, dalle Inraccia che o le
vorrebbero addurre sino a voi o le vorrebbero a mezza via ratte-
nere, dal viso che le accompagna, e fin dai capelli e dagli omeri
(ao) Cosi diceva ben a ragione il Crescendi nella sua Agrìeohura (III, 18)
parlando dei freni che trovava difficile di potere specificare per modo da non
lasciare anibigiiilà alcuna nei lettori.
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XLIII
dhe lor fniino corteggio. Ora, tatta .questa codazzerìa, tmta questa
musica del linguaggio uou è diziooarista che la possa trasfondere nel
suo lavoro , che appena appena ai soourii sci'ittori è dato di gettarne
alcun^ òbibra nelle opera loro» Le voci che con quella musica- e con
quel ood^UszO riescono oggi afgèhtine, domani senza quelli tornano
scure o appannate; e questa iridesceii2(a non si può dal dizionarista
rifondere nelFò^^a {>ropria so vuole noti tradire il suo noilie e lasciare
altun posto dgli altri libri nelle biblioteche. — I Diasionarj furono
detti datmòù o utili al veto sapere secondo che se ne faccia uso
esclusivo per acquistarlo o ausiliario per ricordarlo; ciò con tutta
nagioae, perchè il dizionarista^ iiotomizzando ogni idea, ogni corpo,
ogni arte, ogni toienza, è discomponendole in mille parti, e ana-
lizzandole fin ne^ minimi loro elementi , disperge in mille sedi dts*
parate quelle parti e quegli elementi. E cosi cóme ud trinciare non
è cui non accada di cincischiare » cosi come Dell'analizzare e nel di-
spergere sempre v^ha del perduto, così anche nel mandare in tante
minime parti i complessi varj dello scibile umano non è dizionarista
il quale possa operare a capello per modo da concedere altrui di ri-
comporre que'^complessi con quelle parti senza alterazioni e mancanze.
Che se impresa gravissima fu detto esser quella del descriver
fondo air universo esaminandolo vie via tal quale ci si presenta ,
impresa oltre ogni forza d'uomo pare a me quella che osa il dizio-
narista del descriverne ogni minimissima parte isolata, circoscriven-
done tutti que' punti pe' quali si rattacca a quel complesso. — A tutto
questo s'aggiunga per ultimo il dizionarista esser uomo; a qualunque
uomo esser impossibile padroneggiare tutte le cognizioni umane in
guisa da poterne informare altrui in brevissime parole con quella
certezza che pochi riescono a darcene con moltissime per ciascheduna
di esse cognizioni; nessuno essere tal signore della propria penna
da potere in ogni momento sporre con essa in carta certe idee come
la mente ce le pone chiarissime dinanzi; pochissimi uomini essere
talmente padroni della loro memoria in ogni tempo , che al nominar
oggi d'un vocabolo in una lingua si trovino pronto il corrispon-
dente neir altra, come che trovato un mese dopo quel corrispon-
dente s' abbiano immediate la ricordanza di quel primo ; pochi uo-
mini trovarsi così imperturbati nell'intralcio delle cure sociali che
possano con mano sempre eguale reggere le fila infinite di quel-
r ordinamento che è principal fregio di questa specie di libri; po-
chi avere tempo libero quanto basti per potere colla continuità del
lavoro rendere la mente alacre afferratrice d'ogni utile idea e d'ogni
felice espressione e vivida riccrdatrìce d' ogni sinonimia in ogni sede ,
come anche per poter ricorrere prontamente alle fonti opportune
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XLIV
intanto che sono ancora fresche le idee relative; poclii cosi padroni
di mezzi quanti ne occorrerebbero al dizionarista, più che ad altri,
a voler rendere non sall^altrui fede, ma sulla propria, sicura ragione
del suo dire ; pochissimi finalmente quelli che, vantaggiati di tante
prerogative, vogliano, come diceva il Salvini, di maestri di bottega
£u:si fattori, e metter amore saldo in opera ingloriosa sempre^ e spesso
tanto meno lucrativa quanto più sudata. Tra questi pochi io non veggo
strada a noverarmi se pur non fosse per Y amore che io porto alle
opere di questa specie ; e , ciò che è il più , immerso da venti
anni nelle cure pratiche deir istruzione elementare (cure nelle quali
ogni furto di tempo e diligenza è danno sociale ) , appena pochi
di feriati mi è dato consagrar di proposito ad altro ; e questi di ,
ricorrenti a interstizj come e* sono, male si prestano a quella rego-
larità di lavoro che in questo genere di scritture é condizion prima
a volere che riescano ordinate, concatenate, d^un getto. Si donino
adunque le mancanze, che pur molte saranno anche in questo Voca-
bolario, come alla natura sua, così anche alla pertinacia colla quale
io rho condotto a tollerabile forma benché sfavorito da più circo-
stanze, e al qualche utile che saranno per ritrarne stiano contenti gli
studiosi e i discreti miei compatriotti.
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INDICE
DEGLI AUTORI
FNSQUENTEMBNTS GITATI PRR ABBREVIATURA IN QUESTO LIBRO.
Jle, fr, Académie franc&ìse (Diction-
naire de T). Paris, i8oa, chez Mou-
tardier et Ledere.
iidim^ SnU Satire del marchese Lodovico
Adimari , patrizio fiorentino , ecc.
Ainsterdam , 1764.
jlib. boss, Alberti (di' VlUanova, abate
Fr«m€esco).Grande Dizionario italiano-
francese. Bassano, Remondini , rSii.
Aib, ette. Alberti (di Villanova, abate
FrancescoV Dizionario universale cri-
tico eneiclepedico della lingua italia-
Da. Lucca , presso Domenico Maré-^
scandoii 9 dal 1797 ^^ iSo5.
j4ìg. Op. Algarotti (conte Francesco). Ope-
re. Cremona, per Lorenzo Manin*, 1784*
Aìleg, Rime e Prose di Alessandro Al-
' legri, eoe. Amsterdamo, 1764. 'Cito
la pagina.
^nn. i>£cam. Annotationi et discorsi so-
pra alcuni luoghi del Decameron, ecc.
Fiorenza, Giunti, 1574.
si4nt. Dix, Antonini (abote). Dizionario
italiano e francese. Venezia, 174&.
Aret, Cori, — Ipocr, — Maresc. — Fih-^
TaìanL — Bim. ( Aretino niesser fSe-
tro). La Cortigiana — Il Filos<^o —
• Lo Ipocrito -— Il Marescalco — •' La
Taianta ( Per le prime tre cito Pediz.
del Teatro italiano antico di Londra ,
Masi, '1 7^*9 per le altre T edizione
milanese dei Glassici italiani) -« Rime.
éiriiL Aridosio. Commedia del sig. Loren-
zm» de^Medici. Firenze , Giunti , i6o5.
Jrt. P&eL ^Jpar. — j4rt. ered. L'Arte
poetica di Quinto Orazio Placco espo-
sta in dialetto milanese- dal dottor
Giovanni Raibertì. Milano, i856 —
L'Avarizia Satira prima di <J. O. Fiac-
co, ecc. dello stesso. Milano, 1837 —
L'Arte d'ereditare, dcUo stesso. Mi-
lano, 1839 (Poemetti ne' quali più
che in ogni altro dei tempi odierni
SODO da riconoscere le molte muta-
zioni nate 'udi nostro dialetto nel corso
di questi primi anni del secolo ig.*). •
BtUdi Cóngr, Baldi Cammillo. Congressi
civili. Firenze, Vangelisti, 1681.
Bald, Lam, Francesco Bald ovini. Il La-
mesto di Cecco da Vatiungo, colle
note del Marrini. Firenze, 1817.
Béilesir. Ger.^Gatt.'^mm. Balestrieri
Domeaico. La Gerusalemme travestita
in lingua milanese. Milano, per Gio.
Battista Bianchi , 1773 — Lagrime in
morte di un Gatto. Milano , pel Ma^
relli, 1741 "^ Rimm milanes in 4**
Milano, pel Ghisolfi, 1744 ~" IMme
toscane e milanesi , 6 voi. in 8.** Mi-
lano, dal 1774 al 1779 — Rime mi-
lanesi, in 8.* grande. Milano, 1795.'
BaH, Mis. Cosimo Bartoli gentil" huomo
' et accademico fiorentino 9 Del modo
• di misurare , ecc. Venezia , per Fran-
cesco FrancesoM, Sanese, i564*
BelL Ar, -^ SUuL Pdm, Bellati (dircttor
Francesco). El primm cani de TOr-
land furios de 1 Ariost tradott in lon-
guacc de bnseccon, ecc.Milan, 1775 —
Studj per un Rimario milanese. MSS,
Bern. Bim. Rime di M. Bornia. Usecht,
al Beno, 1771 —Per le altre sue opere
mi sono servito dell'edizione milanese
de'Classicx ital., e dell'edizione vene-
ziana 1 835 per alcune lettere famigliari.
Bir. D, Per, — Men, Sen. — Men, Capus.
Birago Girolamo ( sotto al nome jout*
grammatico di Malarico Barigo). Don-
na Porla» Milano, pel Nava, s^za
data -^Meneghin a la Senaevra , mss.
' -*« Meneghina ina capuscin , mss. . <
Borgìu Am. far, — •* Don. cast — Bip,
L'Amante furioso. Commedia di Rafael*
lo Bòrghini (fìonSntino). Vinegia, Ses-
sa, 1597 *" ^' Bornia costante. Iviy
1689 «^ Il Riposo (Cito l'edizione
milanete de' Classici italiani).
Bori, impas» La Borlanda impasticciata
(Crfedesidel c.PietroVerri).Milano,i 76 1 .
Bos. Raccolta di Bosmad esistente nel-
TAmbrosiana (Vedi la voce nel Voc).
Brand. Bad^ Men. — Cang. Bad, w- Spass.
^- Men. Gamb. — BaLtr. — Spos. Lag.
— Men, Boltr. — Cam, Men, Brandaua
o sia Raccolta di tutti gli opuscoli dati
in luce in occasione della disputa in-
sorta sui Dialoghi della lingua toscana
pubblicati dal baiiiabita P. Branda,
t di cui si può vedere la storia diffusa
all'art. Branda della Biblioteca degli
scrittori italiani del conte G. Maria
MazzucchelU — La Badia di Meneghitt
^^ El Cangeler de la Badia di Me-
neghitt — Spassatemp del Tizziroeu
• e del Mennapaes, ecc. (tutti del Ba-
lestrieri ) — - Mencghin Gambus del
/
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XLVI
Poslaghetl a la Badìa — Baltramina
(di CarrAudrea Oltolina) — Sposa
Luganega , miee de Gambus a Bnltra-
mina — Meneghin Boltriga, del Borgh
di Goss, a la Badia — La Camaretta
di Meneghitt (del Balestrieri). Tutti
stampati in Milano nel 1760.
Suonar. Oper, Buonarroti Michclagaolo.
Rime e Prose. Milano , Silvestri 9 1821.
Buoni Prov. Del Thesoro degli proverbj
italiani di Tomaso Buoni cittadino
lucchese. Venetia, Ciotti, 1606.
Burch. Rim* Burchiello. Rime. Firenze,
Giunti , i658 -^ Vedi anche sotto Don»
Caland, La Calandria. Commedia di M.
Bernardo Divizia da Bibbiena. Londra,
iy88 ( La cito pei- atti e scene ).
,Cant, Carn, Tutti i Trionfi, Carri, Ma-
scherate o Cauti carnascialeschi andati
' per Firenze del tempo del Mag. Loren-
zo de^ Medici. Cosmopoli (Lucca)ji75o.
Can j^poL — Cam. — JLetfi fam, — LetU
tteg, — Stracc. -**- Am. post. Caro (com-
- meuda,lor Ànnibal). Apologia degli Ac-
cademici di Banchi di Roma contra
- M. Lodovico Gastelvetro da Modena.
Parma per Seth Viotto, i558 — Com-
- mento ad* alcuni versi del Molla. Bai-
. ciacco, 1787 — Lettere famigliari.
Padova ^ Cornino i 1749 — Lettere
- scritte a nome del Farnese , ivi , Co-
. mino, 1765 ««^ tjrli Straccioni, coni-
media. Firenze t Giunti.
Cari. A'in, Carli P. F* La Svinatura.
^rcn^e, 1816.
Casi Cori, Castiglione e. Bald. Il Libro
del Cortegiano. Padova, Cornino,. 1766.
Caste Fiat.Di%. Castelli e Flath«. Nuovo
Dizionario ital. e tedesco. Lipsia,. 1782.
€at, Prai, Matem. Pieti^ Cataneo Senese.
Le Pratiche delle. Due prime Matema-
■ tiche, ecc. Venezia^ Griffip;, .1567.
Cecche 3fasch. — «Som. — Prosf. Gecchi
Gio. Maria. Le Màschere e il Samari-
*■< tano Commedie. Firenze, Paglini, t8i8
. ( l^er le altre sue cominedie cito Tediz.
del Teatro comico fiorentino tttttico).
Cecchi Peli, ^ Dianu^ Riv. — Soiam. —
Mari^ Cecclii Gio. Maria. Lo Péllfe^ritte
-*- Il Diamante — I Rivali — - 1 Scia-
r. miti — il Mai-tdlo ( Pezzi di tali com-
• mèdie inseriti nel libro intit. D&i Pro-
i*erbj toscam. ^lìwao^ Silvestri, i838).
Cerchi Ppop. Dicfatarazione de' Proverbj
di Gio. Maria Cecdii inserita nel libro
intitolato: Dei Proverhj toscani ^ecc,
Milano, Silvestri, r838.
€eìU f^U Vita di Benvenuto Cellini , ecc.
Milano, Bettoni, 2821 -^ (DeirOre-
iìceria cito T edizione milanese dei
Classici italiani).
Ces. Cr, Cesari Antonio. Vocabolario della
Crucca ristampato in Vcroua uel i8u(^.
Cfuùnb. Enc. Dizionario universale delle
arti e scienze di Efraimo Chambers,
traduzione dall'^inglese. Venezia, 1749-
Cini Des. e Sp^ Desiderio e Speranza Fan-
tastichi. Commedia tropologica di De-
siderio Cini. Venezia» Decombi 1607.
(Miniera di modi e voci pistojesi).
Col, Op. mil. Collezione delle migliori
opere scritte in dialetto milanese. (In
questi dodici volumi , da me pubbli-
cati nel 18 16 coi tipi del Pirotta in
Milano , esistono poesie dell'* Albano ,
del Varese, del Lomazzo, del Larghi,
deiroltolina, dell' imbonati, delfiul-
tinoiu, del Sipomjtta, del Supensi,
del Zanoja, del Zanella, del Geva,
del Corio,de) Giulitii,.del Bossi, del
Parini, e d"* altri, dalle quali pure. ho
tratta qualche voce per questo Vocab.)
Comp, Pellegr, — *- l^d, Comparini Lo-
renzo (fiorentino), il Pellegrino e il La-
dini Comedie. Veneiia, Giolito» i554-
Cors* Torracch. Corsini Bartolomeo. Il
Torracchione dcsolato,ecc. Leida» 1 79 r .
Coss* Comp, Cossu -Angelo. Componimenti
— Milano, Visaj, i838 (Cito la pa-
gina delle commedie milanesi).
Cr, Vocabolario della Crusca. Napoli,
pel Porcelli, 1746»
Gr*. anon* Vocabolario della Crusca ;
esemplare <lelia terza edizione che io
posseggo , in cui sono parecchie giùn-
te e UQle marginali d un aoonimo il
quale , per la iiatara medcoima di esse
. note e per la maniera che- usa così nel
definire le voci che trae esclusivamente
da alcune opere del- Galileo^ del Segne-
ri, del Magalotti» e -dell'^AUegri, come
Hello spiegare occasionalmente alcuni
vocaboli toscani. madcaiiti .wà Dizio-
nario» ini pare linToscJltto e Aecade-
. .mico-^sso purè «stato dof^utato a spo-
gliar quelle opere per .arriccbiroc la
'quarta impi*essione del Vo6dl»olario.
OuUf.Qp* Crudeli (doitoit Toiiuttaso), Ri-
me e prose. Parigi; Molini». i8o5.
Dal. Left, -^Leti» Lepidezze di spiriti
bizzarri, c'icuriosi avvenimenti de-
scritti da CarloiRoberto-Dati (colle note
del Moreni). Milano, Sdnto^o» 1839
— Lettci?e. Firenze., Magheiri». i8u5.
DavanL, Baffi, Davaozbti Bernardo. Del
modo di piantar o cuatodire.iuna.tra-
gofija eoe Firenze» Tofani» 17190^'
Da*, Mere, Dati e Tasse diverse, di quello
. si deverà pagare per le mercantie e
robbe sottoposte «il pagamento del Da*
tio della Mercantift deUa Ciuà di IMLila-
-no, ecc. Milano» 1786.
Dici, prov» Dicfionuatre proven^al. Mar-
seille, 1785, cliez Jean Mossy*
Diz, ari, Dizioua4^o d^artiglieria de^car»
pitaui Carbone e Arno. Torino» i855.
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Dit. hoU Dizionftrìo della lingua italiana.
Bologna 1819^ fratelli Masi e C.
Di%. nUL Dizionario militare italiano di
G. Grassi. Torino, 3/ edizione « i833.
Dn, nuis. Dizionario della Musica dd
dottore Pietro Lichtentbal. Milano, per
Antonio Fontana, 1836.
Piz. nap. Vedi F^oc. ini.
IHz. pamu Dizionario pai*niigiano-^italiano
di Ilario Pescbien. 2.* edizione. Borgo
san Donnipo pel Vecchi, i856*58.
Diz, pap. Dizionario domestico pavese*-
italiano. Pavia, Bizzoni, 1839.
Diz, 5ac. Ma^ri Dom.** Notizia de Vocaboli
ecclesiastici. Venezia, Baglioni , 175^.
Diz* sor* Dizionario sardo -italiano del
sac. Vincenzo Porru. Cagliari, stam-
peria arcivescoTile , i853-*34*
Diz, yen.. Dizionario del diiJetto Tene-
ziano di Giuseppe Boerio. Venezia,
per Andrea Santini, 1839.
Don.Zttc,'-^ Conu Burcìu^^lAifr. — Marm,
Doni (Antonfrancesco, fiorentino). La
2^coa. Venezia, Farri, 1693 -^ Rime
del Burchiello comentate dal Doni.
Vinegia, Marcolini, i555 (libro che
merita resurrezione) «--^ La Librarla.
Vinegia, Giolito de* Ferrari, i557-**
1 Marmi, Venezia, Bertoni, 1609
(Nella Zucca^ a p. 110, il Doni si di^
chiara quasi- che libertino in fatto di
lingua \ ma realmente egli non è tale
che ben di rado, e non pare di ulo
timo autorità nel rispetto di essa).
Dtic. Gioss, ittff lai. Ducange, Glossa-
ri um ad scriptores medias et infim»
lalìnitatis. Venetiis, Goleti, 1756.
EncycL Encyclopédie fran^aise. Livour-
ne, 1773 (Ho fatto uso anche del-
Fedizioni di Berna e di Losanna).
JEncjrcL pop. Encyclopédie populaire ou
I«s Sciences, les aiis et les métiers
mis k la porlée de toitfes les classes.
Paris, Andot éditeur.
Fab, Far. Son, Fabio Varese. Sonetti MSS.
Fac. Piotf, AH, SceUti di faoecie, motti,
burle et buffonerie del Piovano' Ar-
lotto et altri, ecc. Piacenza, Baz»-
chi, 1594*
Fag. Cam. — Aim. Faghioii (G. Batti-
sta, fiorentino). Commedie. Venezia,
pel Geremia, 1755 -— La Fagiuolaja
o Rime facete. Amsterdam, 1759.
Ferr. Orig. Od avi i Ferrarli Origines
linguas italicsB. Patavii, 1776.
Fi€icchi Lez, Dei Proverbj toscani. Le-
gione di Luigi Fiacchi , ecc. Milano ,
Silvestri, i838.
Fir. Trin. — Lue, Firenzuola — La Tri-
nnzia— I Lucidi. Commedie. Firenze,
Giunti i553. Per le altre opere di
questo autore mi souo servilo del-
Tediz. pis.ana di Capurro del 1816.
XLVU
Font, Bi%. econ* Fontana (P. Glicerio)*
Dizionario universale economico-nuti-
co. Milano, per T Agnelli, 1764*
/brc. Lex» Porcellini* Lexicon totius la*
tinitatis. Padova, i8a6 al i834*
Frane. 'Voc. Franciosinit Vocabulai*io e*
spannoMtaliano. Venezia,Barezzi, 164 5.
Fren^ Espr^s* Frencia^ (prete Giuseppe).
Espressioni naturali £ famigliari cor*
redate da altre metaforiche o figurate.
Torino, Reycends e Soffietti 9 1793.
Ga^. Koc Vocabolario agronomico ital.*
di G. B. Gagliardo. Napoli, Trani, 181 3.
Gali, Pom. IL Pomona Italiana di Gior^
gio Gallesio. Pisa , Gapurro, i8t7*3o.
Galiiz»' IsU boi. Istituzioni botaniche ai
G. Gàllizioli. Firenze, Daddi, i8i3.
Gar.BaL ^ T'oò.Garioni (P. F. Alessan*
dro). La Batracomiomachia d^ Omero
parafrasata in ottave • milanesi. Mila-
no, pel Motta, 1793 -^ Il Tobia,
parafrasi in S6s(a rima milanese. Mi-
lano, Pirotta e Maspero, 1808.
Gel. E^.-Spor. Gelli L*Errore.- La Spor-
ta. Commedie. Firenze, Giunti, i(>03.
Gh. Enc. — yòc. Gherardini (dottor Gior
vanni). Enciclopedia domestica, «cc>
traduzione dal francese. Milano, per
P. E. Giusti, 1836 (Cito la voce) —
Voci e Maniere di dire italiane ad-
. ditate ai futuri vocabolaristi. Milano,
per G. B. Bianchi, i838 (Cito la voce).
Gigli Reg* — Don Pil. •— SorelL-^ F'oc.
cater. Gigli Girolamo. Regole per la
toscana favella. Roma, de Rossi, 1731
— » Il Don Pilone « Commedia — La
Sorellina di Don Pilone, Commedia
•— Vocabolario cateriniano.
Gion agr. Giornale agrario toscano. Fi-
renze , Pezzati , 183 7-8-9*30- 1 -3-5 «» e
Giorn. Georg. Continuazione degli atti
deir I. e R. Accademia economico-
acraria dei Georgofili di Firenze. Fir.
Piatti, i8i8-9-33-35-37-38«sivi. Pez-
zati, i83o- 1-3-3-4 «= ivi» tipog. Galile-
iana, 1 855-36-37-38-39 (Di questi due
giornali cito le sole scritture di To-
scani, o le voci asseverate d^uso tosca-
no dagli scrittori che non sono tali).
GUU. Mem. Giidini (conte Giorgio)*
Memorie spettanti alla storia , al go-
verno ed alla descrizione della città
e della campagna di Milano ne^ secoli
bassi. Milano, pel Bianchi.
Goz. Op. Opere del conte Gaspare Gozzi.
Cito pagina e volume deir edizione
veneziana 1813 del Molinari.
Grisel. Diz. Grisellini Fr. Dizion. delle
sarti e mestieri. Venezia, Fenzo, 1768.
Gros. Fug, «— Piog' — Visc. — Bim. Grossi
(avv. Tommaso). La Fuggitiva — La
Pioggia d\>ro — Gio. Maria Visconti
— Altre Rime milanesi o edite p uìsa.
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XLVin
Guadag. Poes, Kaccolta delle Poesie |^o-
cose del dottor Antonio Guadagnoli
d"* Arezzo. Italia, i855.
Gnor. Idrop, La Idropica com. del.cav.
Battista Guarini. Firenze, Giunti.
Jntr. Giuochi -^ Pellegr, Bargagli Giro*
. lamo sanese (sotto il nome accad. di
. Materiale Intronato), Dialogo de'^giuo^
chi che nelle vegghie sanesi si usano.
Venezia» i58i — La Pellegrina, Co-
. niedia. Siena, Bonetti, iSSg.
John, Die. Johnson. Dictionary of english
languagc. London, iy55»
laL En. Lalli Gio. Battista. .L'Eneide di
Virgilio travestita. Venezia, Zatta, 1796.
lane. Voc. crem. Saggio di Vocabolario.
. cremonese, MSS. di Vincenzo Lancetti
gentilmente donatomi dal eh. autore.
LastOp.Covso d'agricoltura pratica, ecc.
del Lastri. Firenze, pel Pagani, 1790.
Lip. Malm. Lorenzo Lippi. Il Malmantile
r acquistato. Milano, Classici ital. 1807.
Lor. Afed, Poes.- Cam. Poesie del M. Lor ."^^
• dc'Medici. Bei*gamo, L&ncellotti, 1 765.
•— Canzoni a ballo. Firenze, i568.
Mag. Cons. Men. — Baron Birb. — Mane.
— Fai. fiL — Cane. Men. — Rim.
Maggi (Carlo Maria). 1 Consigli di Me-
- negnino, il Baron di Birbanza,.il Man-
cornale, il Falso Filosofo, il Concorso
de' Meneghini, Rime. Milano, 1701.
Magai. Oper. — Let dilet. — M^et. ateis.
- Magalotti conte Lorenzo. Operette va-
rie. Milano , Silvestri , 1826 — Lettere
dilettevoli. Venezia, 1825 — Lettere
famigliari, ecc. Milano, Silvestri, iSaS.
Magr. Diz. sac, F. Diz. sac.
Man, FegL Le Veglie piacevoli, ecc. di
Dom. Maria Man ni. Venezia, Zatta, 1762.
Mari, Leu. Il primo libro delle Lettere
di Nicolò Macelli. Firenze, i546 -«
(Questo scrittore non fu annoverato
fra i testi di lingua dagli Accademici
forse, più che per altro, per quanto
disse a pag. 67, 72, 82, 83 e 90 di
questo suo libro. Egli però fu tra i
fondatori dell' Accademia fiorentina
che l'ebbe a consolo più volte , ed usa
lins^ua piana e di buon conio. Anche
la lettera ch'egli scrisse al Firenzuola
perseguitato , e che leggesi nell'opere
di quest'ultimo a p. 273 e èeg. del tomo
II, prova che egli era di merito gran-
de, ma tale da non piacere ai più).
Martìg, Mei. Martignoni. Nuovo Metodo
per la lingua italiana. Milano, 1745
(Quest'opera ignorò o mostrò d'igno-
rare l'Alberti nel promettere la sua
Tavola sistematica ^ e questa poco fe-
licemente imitò il picciolo Dizionario
sistematiee stamp. in Brescia nel 1810).
Men. Orig. Menagio Egidio. Origini della
lingua italiana. Ginevra, i685.
MerL Coc. Poesie di Merlin Còcajo o
Teofilo Folengo. Amsterdam, 1771.
Midi, Petri Antonii Micheli Nova pianta-
. rum.genera. Floreutia;, Paperini , 1 729.
Min. Dizionario della lingua italiana.
Padova, tipog. della Minerva, 1827-30.
Mitterp. EL Mitterpacher. Elementi d'a-
gricoltura. Milano, 1794*
Monig, Giovannandrea Moniglia. Poesie
drammatiche. Firenze,Vaneelisti, 1 698.
Cito scene, atti e titolo dei di-ammi.
Monos. Angeli Monesinii Floris italicie
linguae libri novem. Venetiis, apud Jo.
Guerilium, i6o4 (Cito la pagina. Il
Monosini era toscano , e i dettati che
egli registra leggonsi per la più parte
nei comici fiorentini ancorché i aizio-
narj italiani gli abbiano dimenticati).
Moroz, Cos. coni. Morozzi Ferdinando.
Delle case de' conladini.
Mosc. Poesie mss. milanesi del ciurato
Mosca esistenti nell'Ambrosiana.
Nel. Com. Nelli (dot. Jacopo Angelo, sane-
se). Commedie. Milano, AgnellL, 1762.
Neri Art. Fetr. L'Arte Vetraria distinta
in librì sette del E. P. Antonio Neri ,
Fiorentino, ecc. Venezia, Batti, i665.
Nesi Diz. Nesi (ab. Lorenzo). Dizionario
ortologico pratico della lingua italia-
na* Pavia, Bizzoni, 1825.
Nov. oM* fior. Novelle di alcuni autori
fiorentini. Londra, Bancker, 1795.
Nov. aut. san. Novelle di autori sanesi.
Londra, Bancker, 1796-98. (Cito tomo
e pae. — Ho però sceltQ da questi scrit-
tori le sole voci di buon conio e man-
canti affatto di corrispondenza nei
dizionari, omettendo sempre i sane-
sismi non necessarj, come saUUiera
per saliera e simili, o i franzesismi in-
sanesati come soglioso per sucido^ ecc.,
o le frasi di mal conio, come Guidar la
torta e sim., o i dettati men che onesti).
01. Uc. L'UcccUiera, ecc. di Pietro Oliua.
Milano, tip. Motta di M. Carrara, 1 858.
Onom. rom. Onomasticum romanum del
Felici. Venezia, Baglioni, 1703.
Ors. Mon. Storia delle monete della Re-
pubblica Fiorentina data in luce da
Ignazio Orsini Accademico Fiorentino,
Apatista, ecc. Firenze, Vi viani, 1760.
Pac. Vita e avventure di Marco Paci-
ni, ecc. Milano, Stella, i83o-5i — Si
cita per canti e sestine.
Pac. Arit. — jDjV. Prop. Summa de Ari-
thmetica Geometria Proportioni e Pro-
portionalità , ecc. Venezia, i494 *^
Della divina proporzione. Venezia,
per Paganino dei Paganini, 1609 (Che
queste, opere siano di fra Luca Pa-
ciolo dal Borgo San Sepolcro, o che
da lui siano state involate al pittore
Pietro della Francesca pure di quel
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borgo^ e pubblieMe pev sue come dice
il Vasari a pag. 56o e 365 delle sue
Vite di pittori, e oome a pag. a5 della
Div* Prop, pare cbe questo frate con*
fessi egli stesso 9 poco monta al mio
scopcK Esse in ogni modo sono di scrit-
tore toscano, e ricche dì molte voci
della sdensa mancanti nei dizionarj).
Pan, PoeL — Fiag. Barb. 11 Poeta di
Teatro, romanao poetico di Filippo
Pananti da Mugello. Milano, Silvestri,
1817 (Col primo numero indico il
canto, col secondo la sestina) — «- Viag-
gi in Barberia. Milano, Stella, 181 7-
Pool, Op. Opere agrarie del sac. Ferdi-
nando Paoletti.Firen£e,CamlM agi, 1789'.
Passa», Spec, Pen, Lo Specchio di vera
penitenza di fra Jacfopo Passavanti.
Venezia, Bortoli, ^l^^•
PaulL Sebastiano Pauli. Modi di dire
toscani ricercati nella loro origine.
Venezia, per Simone Occhi, 1640.
Pecor, Il Pecorone di ser Gio. Fiorenti-
no. Milano, Silvestri, 181 5 (Col primo
num. indico il voi., col secondo la pag.)*
Peiliz. Poes, Poesie in dialetto milanese
di Carlalfonso Pellizzoni. Milano, i855.
Perius. lìim. Rime milanesi del conte
Frane. Pertusati. Milano, Pirotta, 1817.
Poes. var* mil: Poesie varie milanesi ,
taccuini, commedie di anonimi, ecc.
Poi» Ingan. — i>is. Adriano Politi Sanese.
Gli Ingannati desrintronati (La cito per
atti e scene;redizione che io posseggo
è senza paginatura e manca del primo
foglio- A; mi pare del 15S7, ^ eldina).
Porta Bim, Carlo Porta. Rime milanesi.
Cito r edizione mia del 1814 (tomo
Xll della Collezione delle migliori
opere scritte in dialetto milanese),
quella di Vincenzo Ferrano , Milano ,
i8ai, quella delle Poesie inedite, Ita-
lia^ 1826; e per ultimo le Poesie non
mai pubblicate che ho io.
Pr, fior. Prose fiorentine. Venezia , Re-
mondini, 1 751-4 (cito parte, voi. e pag.)
/y.iR^nc.XiV. Prezzi mercantili di Livorno.
Ba*, Bai. * GosL La Balia - La Gostanza ,
Commedie di mcsser Girolamo Razzi.
Firenze, Giunti, 1 564-5.
Be Ann. — Ort, Re (cav. Filippo) An-
nali dell^agricoltura del regno d^Ilalia.
Milano, pel Silvestri — L^Ortolano
dirozzato. Milano, pei Silvestri, i8rr.
Bedi Op, Redi dottor Francesco. Opere.
Napoli, Stasi, 1778.
Bicfior, Ricettano fiorentino.
Bom, Op, Romani (ab. Giovanni). Opere.
Milano, Silvestri, i835-a7.
Bone, Diz, Ronconi Ignazio (fiorentino).
Diz.d''agricoltura.Vonez.,Sansoni,i 77 1 .
Boux Dici, Dictionnaire comique, saty-
rique, crìtique, burlesque, libre et
XLIX
proverbiai, eccr par PhiliBerl. Joseph
Ler Ronx. Amsterdam, i^So.
8acc* Bim, Saccenti (Gio. Santi, da Cer-
reto). Rime piacevoli. Ro\' eredo, 1761.
Sans, Pali. La Villa di Palladio Rutilio
Tauro' Emiliano tradotta per Fraucescft
Sansóvino (fiorentino). Venezia, t56o.
iSar. Alò, Sartorelli. Degli. alberi indigeni
ai boschi delPitalia superiore. Milano,
Baret, i8i6.
Savj Om. tose, Savj (dottor Gaetano).
Ornitologia toscana. Pisa, 1837 al 1 83i%
Seap. Op, Opera di M. Bartolomeo Scappi,
cuoco secreto di Papa Pio Quinto. Ve-
nezia, Vecchi, i6o5 (Dove sta Scap.
Op, fig, intendasi esistere la voce- in
calce alle figure annesse a quelPopera).
Schres^, Lex, Schrevelii Lexicon grseco-
latinum. Patavii, 1687.
Som. Men, Sommaruga. Il Meneghino criti-
co. Almanacco contin. dal 1 776 al 1789.
Spad. Pros. P. Placido Spadafora. Pro-
sodia italiana. Bologna, 1704.
Stai. Statuta Mediolanensia , i552.
Stai, Par. Statuti dei Paratici (cioè delle
CBpitndiui delibarti) milanesi e&istenti
nelrAmbrosiana.
Sirat, Dizionario di marina dì S. Stra-
tico. Milano, Stamp. Reale, i8i5-i6.
Tac. Dav. Ann, — Star. — f^it Agr. ] —
Caus. Perà, Eloq. — Post. Tacito vol-
garizzato da Bernardo Davanzati , cioè
Annali — Storie — Vita d'Agricola —
Delle Cause della perduta eloquenza
— Postille* Venezia, Storti, i658«
Tan. Poes. Tanzi(Carr Antonio). Alcune
poesie milanesi ecMilano, A gnelli, 1 766*
Tar.Jir, TarilFa delle gabelle per Firenze.
In Firenze, Cambiasi, 1781 V
Targ. Ist. — Diz. Targioni Tozzetti (dot-
tor Ottaviano). Istituzioni botaniche.
Firenze, 1 8x5. — Dizionario botanico
italiano. Firenze, 1809.
Targ, yiag. Targioni Tozzetti (dotlox
Giovanni). Relazione d** alcuni viaggi
fatti in diverso parti della Toscana*
Firenze, Stamp. Imperiale, 1751.
Tass, Secch, Tassoni Alessandro. La Sec-
. chia rapita. Modena, Soliani, 1744*'
Tom, Sin, Nuovo Dizionario dei Sino-
nimi della lingua italiana di N. Tonn
maseo. J^'irenze, Pezzati, i83o.
Trin, Ag, L^Agricoltore sperimentato di
Cosimo Trinci pistojese. Venezia, 1785;
(Non ne cito che le pagg. 1 a 365,
stante che le altre sono evideiilemenlè
d^ autori diveltai non. toscani).
yan%. Dizionario della lingua italiana di
Carlanl.^Vanzon. Livorno,! 8a6 al 1807.
yar. Ere, — Suoc Varchi (mes. Benedet-
to). L'^Ercolano, Dialogo. Padova, pel
Cornino , 1744- — ^* Suocera. Firenze,
Sermartelli, iS69-(Cito atti e scene).
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ffar* nUL Ignazio Albani (o« secondo
altri ^ Giuseppe Milani). Varon mfla-
nes de la lengua de Miian e Prissian
de Mìlan de la parnonzia milanesa.
Milano 9 Como 16069 e Marelii i^So.
Vas. Le Vite de^pìù eceellenti arcbìtetti^
pittori e scultori italiani, ecc. di Gior-
. gio Vasari. Firenze, Giunti ,. i Sfio.
Vesp» LetL Vita e Lettere di Amerigo
Vespucci raccolte e illustrate dalPabate
. Angelo Maina Bandini. Firenze, 174^*
Fieri Trat Trattato di m. Francesco
de"* Vieri cognominato il Verino Se-
condo ciltadino fiorentino nel quale
si contengono i tre primi libri delle
metheorc ecc. Fiorenza, Marescotti,
x58a (Libro di ottimo conio per chi
ama scriver bene nelle scienze naturali).
Voc, aret Vocabolario di alcune voci
aretine fatto per ischerzo da Francesco
Bedi Aretino. MSS. — (L^illustre Pro-
fessore deirL R. Università di Pavia,
D. Vittorio Aldini, di cui la Repubblica
letteraria apprezza le erudite Lezioni
d^archeologia e i dotti Compendj di
diplomatica e numismatica stampati dal
Fusi in Pavia nel [858, possiede, come
molte monete e medaglie antiche le
. quali ha esposte a utile pubblico nel
gabinetto numismatico dell^Università
- ticinese, cosi molti pregevoli mano-
scritti greci, latini e d'^altri idiomi e
italiani del buon sècolo. Fra questi
ultimi, è anche il Vocabolario aretino
del Redi del quale mi fece copia il dot-
tissimo professore). Cito la voce.
Vve, bere. Vocabolario bergamasco ita-
liano latino di G. B. Anaelini. MSS,
Foc, boi. Bum, Vocabolista bolognese di
'Gio. Antonio Bumaldi (detto Ovidio
Montalbani). Bologna, {>ei Monti, 1660.
Foc, boL Ferr, Vocaoolario bolognese di
* G. Ferrari.* Bologna, alla Volpe, i855.
Fùó, bresc. Vocabolario bresciano e to-
scano. Brescia, pel Pianta, i65f).
Foe. bresc. Afe/cA. Vocabolario bresciano-
italiano di Pietro Melchiorri. Brescia,
Franzoni, 1817, e Appendice 1830.
Fac. casL Vocabolario castigliano , ecc.
Madrid, Hierro, 1726.
Foc.ferr, Vocabolario ferrarese-italiano
defr ab. Francesco Nannini. Ferrara,
Rinaldi, i8o5, e Appendice 181 5.
Foc, mani. Vocabolario mantovano di
Franc.Chembini. Milano, Bianchi, 1 8^7
Foc, march. Raccolta di voci romane e
marchiane, ec. Osimo, Quercetti, 1 76S.
Foc. nap. Vocabolario delle parole del
. dialetto napoletano, ecc. Napoli , 1 789.
Sta nei tomi 26 e 37 della Collezione
di tutti i poemi in lingua napoletana.
Foc^piac* .Vocabalapìo piacentino-italiano
di Lorenzo Foresti. Piacenza, fratelli
dei Majno i836, e Appendice i858«
Foc. piem. Cap* Dictionnaire piémonlais
fran^ais par le comte Capello de San-
franco. Turìn, Bianco, 18x4.
Foc. piem. Pi^. Vocabolario piemontese(di
. Maurizio Pipino).Torino^t. Realcyi 783.
Foc. piem, Pan. Vooab." piemontese del
sac. Michele Ponza « Torino, i83o-^3.
Foc, piem. Zaì. Dizionario piemontese
italiano latino e francese del prete Ca*
simiro Zalli. Carmagnola, Barbié, 1 83o.
Foc. reg* Vocabolario reggiano-italiano.
Reggio. Torreggiani e C. i833. .
Foc. sic. Vocabolario siciliano dell'*ab. G.
Pasqualino.Palermo,Stamp«Reale, 1 785*
Foc. ven. pad. Vocabolario veneziano e
padovano (dell^abate Gaspare Patriar-
chi). Padova, Conzatti, 1796.
Foc. ver. Embrioni di Vocabolari vero-
nesi stamp. a Verona del i8f5 e i8ai*
Foc, un. Vocabolario universale italiano
compilato a cura della Società tipograf.
Tramater e e, Napoli, 1839 "^ iS3g.
Fol. Stag. Volonteri Carlo, i Stagion.
Milano, Pirotta, 1813.
Zan. Sch. com.'-^Gel. Cr. — Hag. van,"-*
Cr. rute. — Bitr.figl. Saggio ai. scherzi
comici del Zannoni; cioè Le Gelosie
■ della Grazia -— La Ragazza vana e
civetta — La Crezia rincivilita — Il
Ritrovamento del figlio. Firenze, iSiS.
Zanob. Nuovo Dizionario portatile della
lingua italiana compendiato da Gio.
Zanobetti. Livorno, 1837-37.
— Per tutti i cosi detti testi di lingua
non ispecificati per esteso qui sopra
e citati nel mio lavoro, se ai luoghi
delle citazioni non è indicata Tedizione^
si debbe intendere essersi fatto uso di
quella milanese de^Classici italiani.
^= Pei passi estratti dalle Commedie
del Cecchi, del Lasca, deirAmbra»
del Salviati, e dalla Tancia del Buonar-
roti, cito per atti e scene il Teatro co-
mico fiorentino pubblicato in Firenze
nel 1750, senza nome di stampatore*
s= Dove è detto Bime o Poema d'im au"
tor pisano s^ intenda di quel poeta che
Tenne lempre la destra in etercicio
Solla TÌle ignoraaca e l'empio ▼saio.
fiSK Dove è detto Poema d'un autor cor^
tonese intendasi di quello che cantò
Gli uomini di mala iaclÌBaxione
Con prcdtcbe ridoui al pentimento.
:= Per le molte altre opere citate,
qualora non sia specificata Tedizione,
s intenderà o rorìginaJe o la più co-
nosciuta comunemente.
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TAVOLA
DELLE ALTRE ABBREVIATURE.
ab. o abus. o abiuiv. ahusivamente,
ac. o accr. o accresc. accrescitivo.
ad. addieUivo,
ag. aggiunto o aggettivo,
A. M. o Alt. Mil. Alto Milanese.
ant. antico 9 anticamente,
ass. o assol. assolutamente»
av. avverbio,
avvil. avvilitivo,
barb. barbarico,
B. M. o Bas.'Mil. i^oMO Miianese.
hr. o brìanz. brianzuolo,
cant. canto.
eh. chiaro,
coiD. comunemente.
comic, comicamente,
cout. o ronlad. contadinesco.:,
dett. dettato.
diin. diminutivo.
dis. disusato,
diz. o dizion. dizionario,
esag. esageratamente,
esci. esclam. esclamazione.
•Lo fem. femminino,
fam. Jamigliare o famigliamiente.
Ing, figurato o figuratamente.
fr. frase,
frane, o Ìv. francese,
freq. frequentativo.
ger. gc/^^o.
gr. greco.
id. o idiot. idiotismo,
ingl. inglese.
it. o ital. italiano,
L. /io/7i« linneanoi
lat. latino,
m. o masc. mascolino,
man. maniera,
tu. b. mo<;2o basso.
niet. metaforicamente,
mod. moilemo.
or. o orig. originaria^ originariamente,
p. e. o p. es. ;t?cr esempio,
pcg. peggiorativo»
pi. plurale. {mente,
prov. proverbio , proverbiale 9 proverbiai-'
p ro V enz . provenzale.
rag. registrato.
sost. sostantivo.
sch. o scherz. scìierzevole,
seg. seguente.
sen. senso 9 sentimento,
sig. o signif. significato,
sìng. singolare,
sp. o spag. spagnuolo,
stan. stanza,
superi, superlativo.
T. Termine^ e cosi T. de'For., T. degli
Stamp.y Termine de'Fomaji Termine
degli Stampatori 9 ecc.
ted. tedesco,
V. f^cA'.
V. ant. ('oce antica,
V. a. del Var. mil. (^oce on/ica <2e/ f^a-
ran milanese,
V. b. f/oce bassa,
V. br. o V. brianz. i^oce brianziu>la.
V. cont. o V. contad. foce contadinesca.
V. deirA. M. f/oce dell'Alto Milanese.
V. dis. poce disusata,
verb. verbo.
vez. vezzeggiativo.
V. g. o V. gr. voce greca.
V. 1. o V. lat. ('oce latina.
voc. o vocab. vocabolario.
volg. volgare 9 volgarmente.
volg. it. o ital. l'oce cb' luo comune in tutta
Italia per quanto si rileva non dagli
autori^ ma dagli avvisi^ daifoglietti, ecc,
( *arct. ) foce ^//' tijo aretino.
(*fior. ) i'oce dell* uso fiorentino.
( ^liiccb. ) i^oce ^//' uso lucchese,
( *pist. ) Voce rfe//' M50 pistojese,
(*rom-) foce dell* uso romano,
( *san. ) foce ^/r U50 sanese.
( *tosc. ) foce dell'uso toscano in genere,
? voce iltdfbia.
.... non yii trofoto /a foce italiana.
Le iniziali majuscole d'una voce ripetute
dopo di essa e seguite dal punto indi"
cano ripetizione della stessa voce. Così
in Mandorla gaietta, M. premicc ^iie/-
TM. ^Aa a /egge/v ripetendo Mandorla.
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VOCABOLARIO
MILANESE-ITALIANO.
ABA
A, Trìma lettera deir alfabeto. Noi la
vogliamo sempre maschile : V Italiano
pure dice per solito Un A gnuuie^
Gii A minuscoli; ma talvolta fa questa
voce di genere femminile dicendo per
es. La A è la prima fra le cinque
vocali^ sottintendendovi lettera; e per
questo appunto non usandola così che
nel solo numero del meno.
A per Eglino dicono i contadini : p. es.
A mangen. Mangiano o Essi mangiano.
À. Eh. Questo à o hA , pronunziato con
certa forza e striguendosi nelle spalle,
vale per atto di sprezzo o d^ impa-
zienza, e corrisponde al fr. Tarare;
con esso mostriamo beffarci di quello
che altri dice, o non prestai'vi cre-
denza. Vale ancora per iVb. f^. ÓiF.
Aàn o Ahn. Ah, Interiezione usata da
chi mostra rammemorarsi di qualche
cosa. Aan si. Ah sL
Aàn. Eh. Si usa. per interrogare.
Abaa. Abate. Abbate.
Manda a Tabaa Fossaa Di-
ciamo scherz. per Buttare in un fosso
cani, gatti, e simili bestie.
Respond i fraa come ha intonaa
Tabaa. y. Fràa.
Abàa. Consolo. Capo e magistrato d^un^ar-
te ( biuÙa ) — L^ abaa* di oreves. //
consolo delV arte degli orefici — Dalla
nota che leggesi alla stanca a6.' can-
tare terzo del Malmantile pare che
anche in Toscana si usasse Abate per
capo o consolo di un* arte — Anche
a^ bagni di Pisa i bagnajuoli creavano
un capo e lo chiamavano ^6a/e(Editlo
toscano 12 giugno iSgy).
ABE
Abaaghlcc. Chiericuzto. Chericuzxo. Nome
denotante abbiezione nelle persone di
questa classe. 1 Nap. direbbero uno
Scolagarrafellc^ cioè, come noi di-»
remmo, Scolaorzau.
Abàceh. T. arit. Abbaco.
Abachln. Libréttine. s. f. pi. Libretto che
insegna i primordj deir àbbaco.
Abadln. Abaiuzzo. Abatino.
Abadón. Abatone.
Abandón , ecc. V. Bandòn , Bandonà, ecc.
Abàss. Abbasso — Notisi che noi pure in
vece di Abàss diciamo Abasso ( in via
di esclamazione imperiosa, e come se
ci mettessimo sul grave col parlare
grammaticalmente) , ma solo ne* teatri
o alu*ettali luoghi quando vogliamo
che si cali il sipario , o che altri si
cavi il cappello o si segga per lasciarci
libero il prospetto , o vero che si
taccia chi sta altercando.
Abastànza. Abbastanza. A bastanza.
Abàtt. Abbattere.
Abattimént. s. m. AbbaUimento.
Abattùu. Abbattuto — > Sentiss abattuu.
Sentirsi accasciato^ affranto ^ infiaó*
chilo 9 aggravato delle membra.
Abdica. Abdicare. Fare abdicazione o
rinunzia abdicatila.
Abecée. Abbiccì. L^alfabeto.
Sa ve nanca Tabecée. Non sapere l'ab-
biccì. Essere più grosso die l'acqua
de' macclteroni. Essere ignorantissimo.
Àbel. Abile.
Abelll , ecc. F. BeUl , ecc.
Àbet. ytfZrito— -Noi però usiamo la voce
Abet solo in sig. di quella veste od
assisa con cappuccio che s'^indossauò
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ABO (
1 fratelli delle confraternite del San-
tissimo o simili. In altro sig. diciamo
restii. V.
y^^s scritt lA r abet Essere
ascritto a una confraternita.
Abet de la Madonna, s. m. pi. Scapolare.
Abitino di devozione. Si chian^mo cosi
dite pezzetti di panno attaccati a due
nastri da portar appesi al collo in
onore della B. Vergine del Carmine.
\ess scritt in di abet. Aver l'abitino
di devozione.
Abezedàri. Abbecedario. Abbiccì; e bass.
Abbiabbè^ Libricciuolo col quale s" in-
segna r alfabeto.
Abezée. Abbiccì. L** alfabeto.
Abièzz. Abete ^ e antic. Abezzo. Il Pinus
abies dei bot. — f^. anefw Pèscia.
Abigliì. Abbigliare.
Abigliàa. Abbigliato.
Abigliamént. Abbigliamento.
Abilitàa. Abilità. Per es. El gVha di gran
abilitàa. Egli ha di molte abilità, di
molte doti.
Abilitàa. Ardire. Ardimento. Temerità.
Audacia. Per es. El gb'^ha avuu V abi-
litàa de negàmcl. Osò negarmelo •—
y. anche Belitàa.
Abinàss. Adunarsi. Unirsi. Concertarsi.
Accordarsi,
Abiss. Abisso. Precipizio.
Abitànt. Abitante. Abitatore — Abitatrice.
Aboccà. K. Bocca.
Aboccàa. Ad. di-Vm, V.
Aboé idiotismo per Oboe. F.
Abomina, ecc. V. Bominà, ecc.
Abonà. Bonificare. Menar buono, far
buono, cioè mettere in conto i danari
pagati o il credito cbe si pretende.
Abonàa. s. m. Appaltato{Zsin. Diz.). Chi
gode dell'* ei^j^slio{abonament).
Abonamént. Appalto. Convenzione di pa-
gare in una sola volta o Pagamento
cosi fatto d* una somma per godere a
tempo fisso di cosa soggetta a paga-
menti periodici — Abbonare e Abbo^
namento nei diz. valgono Approvare ,
aver per buono un conto, ecc.
Abonàss. Appaltarsi. Parlandosi di teatri
e simili vale Pagare una data som-
ma una volta a fine di avervi ingres-
so libero per tutto un corso di recite
o per tutta una stagione teatrale.
Aboudànza, ecc, V* Bondànza, ecc.
2) ACE
Abondanzids. K Bondanziós.
Abonóra. Per tempo. La mattina a buona
ora o di buon* ora.
A tutt** abonora. K. Abonorissima.
Abonorissima. Per tempissimo ( Boccac.
Giorn. V, nov. 3." in principio, e^ Sac-
chetti II, ii6). Ad assai buon'ora,
Abonoròtta. F, Ora.
Abordà, ecc. V. Borda, ecc.
Aborri, ecc. V. Borri, ecc.
Abòrt. Aborto. Sconciatura.
Aborti. Abortire— 'Freggiare{*ù^OT.) si usa
parlando delle bestie.
Abòzz. r. Sbòzz.
Abrèj. r. Ebrèj.
Abresgé (in). Compendiosamente. Dal fr.
En abregé.
Abreviadùra. Abbreviatura -— Titolo.
Absénzi. .... Liquore assenziato , cioè
con infusovi V assenzio , ei'ba amaris-
sima , che è l'Artemisia pontica Linn.
Abùs. Abuso, e ant. Abusione o Misuso. Mal
uso — On gran brutt abus. Abusacelo.
Abusa. ) Abusare. Abusarsi , e antic.
Abusàss. } anche Soprusare.
Abusiv. Abusivo.
Abusi V amen t. Abusivamente.
Aca. Acca. Lettera deir alfabeto — No
:varì on' aca. Non valer un' acca. V.
Sgiaffa.
Académia. V. Cadèmia.
Acàr. y. Car.
Acasgió. i^cagm(Targ. Ist. in Cassiivium
pomiferum). Legno bianco deirana-
cardio occidentale di cui si fanno
mobiglie. Comunemente però chiama-
no cosi anche il legno di maogani
vecchio e perciò assai colorito, y.
Mòghen — Altri confondono sotto que-
sto nome qualche altro legno di color
rosso cupo.
Accenta, Access, Accòrd, Accusa, ecc.
ecc. V. Acentk, Acèss, Acòrd, Acùsa,
ecc. ecc.
Acciùmm. V. Stranudà.
Acént. Accento — Segnticcenlo,
Acentà. Accentare (Gher. Sp,). Accentuare.
Acèss Quella stradetta che dalla
via comune mette alla casa, alFaja,
al podere, ecc. In alcuni luoghi di
Toscana si dice il Callare{Tom. Sin.,
p. qS) '~^ Per Acess intendiamo anche
Strada privata, purché non sia co-
mune a più di cinque compossessori.
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ACQ (3)
Acessià • . Poco bella voce dei
nostri ingegneri e legali che vale
Dare accesso. Mettere a un luogo,
Aces5Ìsta Il minore degP impiegati
civili subalterni con paga: forse cosi
detto dal latino Accessori qui accedU.
Iniziato agli uffizi!.
Acessòri. jiaxssorio.
Acetósa. T. degli Acquaced. Suzzàcchera^
e ant. Ossizàccìiera — V Acetosa dei
diz. vale quell' erba che fra noi chia-
masi Sànzera, y*
Acettà. Accettare^ e redupl. Riaècettare,
Acettànt. Accettante. AccettatorC'^Accei-
tante d' una cambiale dicono i nego-
zianti Colui che accetta la cambiale
per pagarne il valore alla scadenza.
Acettaziòn. Accettazione,
Aciàcch. Acciacco, MaUania, Magagna,
Pati di acciacch. Aver de^i acciac^
ehi, V, Malìnghcr.
Aciacc6s. Malaticcio, V, Mallngher.
Acid. Acido,
Acidént. Accidente,
Per acident. Per accidente, A un
bel bisogno, A caso. Per avventura.
Eventualmente,
Acidént (on). Un demonio, On acident
d^on omm. Un demonio d'uomo,
Acidént. Colpo, Apoplessia — Paràlisi,
Acident&a. Paralitico, Affetto da paralisi.
Acidentàa. Apopleiico, Affetto da apo-
plessia,
Acidentalitàa. Eventualità, Caso, Acci-
dentalità,
Acidentalmént. Casualmente, Eventual-
mente.
Acidia. Accidia -— Omm pien d^acidia.
Accidioso, 4ccidiato.
Acòlet. T. eccl. Accòlito,
Aconsc acónsc. v. a. Pian piano,
Acòrd. Accordo e ant. Accordio, Con-
venzione» accomodamento. '
Andà d^acord. Essere d'accordo.
Star d'accordo. Andare d'accordo.
Concordare — > Essere d'accordissimo
dicesi in superi, nello stile famig.
Andà d^acord in di prezi o in del
prezì. Essere concordi nel prezzo.
D'amor e acord. ly accordo. Di con-
cordia, Concordevolmente, Ad un animo,
Acqu. s. f. p) Malore nelle gambe
cui vanno soggette le vacche » le tac-
chine 9 ecc. I
ACQ
Acqua. Acqua ^ e con v. a. disus» Aigim,
Acqua coreuta ( e fra i Brianz, co*
riva). Acqua corrente. Acqua eli vena
corrente. Acqua viva.
Acqua de rapinna. Torrente,
Acqua e praa, e el speziee Ve beli
e faa. p", Speziée.
Acqua grassa. Acqat^ crassa.
Acqua in giazz. Diacciatina, Acqua
gelata.
Acqua lava Modo di dire
che usiamo per iscusarci dell^ avere
imbrattata alcuna cosa.
Acqua moi*ta. Acqua morta. Stagno,
Acqua morta, fig. Acqua cheta. Uomo
cupo, o che, benché stia cheto e noi
dimostri, intenda a far male. QuesCiU^
que chete rovinano i ponti (dice fig. il
Fag. ne^Gen, cor, dai loro fig. III, 12).
Acqua per i gonzi, fig. Orpello*
Orpellamento, Orpellatura, Inorpellar
mento, Inorpellatura, Invemicatura,
Apparenza di bene, colore.
Acqua pura. Acqua schietta^ cioò
non acconcia.
Acqua salada. Acqua salsa.
Acqua spessa. Acqua torbida ofan*
gasa. V acqua lacustre o fiumatica
ch^è talvolta torbida per Tagitamento
• che sommuove la terra del fondo.
Acqua sporca. Sciacquatura, Brvda
— In altro sig. F, a pag. 6.
Acqua tevedinna. Acqua tiepidetta
o tepidetta o tiepidetta anzi che no.
Acqua torbera d^onfium.y^c^im alba,
Acgua torbera no fa specc
Proverbio il quale ci avvisa che dove
è imperfezione non può essere buon
modello, ed anche non essere schiet-
tezza in chi ha cera, parole e maniere
misteriose.
A quell^ acqua che no me bagna no
ghe badi. Tanice il male che non mi
nuoce quante il ben cfts non mi giova.
Di quel die non mi cale nsfn ne dico
nò ben né male. Dicesi di cosa per 4
noi indifferente.
Andà contr^ acqua, f^ Andà.
Andà in acqua, Digìdacciare, Dicesi
di ghiaccio che si sciolga in acqua.
Andà per acqua i ni voi. V, Ni voi.
A sti or fqeura de Tacqua? F, Ora.
Ave o Vess cont on pè a moeu) e
ToUer in Tacqua. Esser tra V incudine
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ACQ (
. e il martello. Pericolare per ogni verso.
Be¥ doma acqua. Kt Bev.
Gagg in acqua, f^. C^gg-
Campee dì acqu. f^, Gampée.
Cava r acqua. AUignere acqua.
Chi è staa scottaa de T acqua col-
da, se guarda de la Treggia. Chi è
scottato una volta 9 l'altra vi soffia
su. Chi dalla serpe è punto ha paura
delle lucertole. Al tempo delle serpi
le lucertole Jan paura,
Corr r acqua in bocca. Femr faC'
qua in su l'ugola. Venir V acqua o
V acquolina in bocca. La gola gU fa
come un saliscenào. La gola gli fa
tappe tappe. Venir voglia.
Dà l'acqua. Dare l'acqua(cos\ TAlb.
bass. in Ondoyer). Battezzare un bam-
bino fuor di chiesa, dargli l'acqua
battesimale senza le solennità consue-
te ; il che si fa » anche da persone non
ecclesiastiche allorché il bambino lasci
temere della vita, o da chi ne ha il
diritto quando per altre cagioni se
n'abbia a protrarre a lungo il bat-
tesimo formale.
Dà r acqua ai praa , a Tortala , ecc.
Inacquare. Adacquare. Irrigare. Dare
acqua ai prati ^ all' orto ^ ecc.
El giugarav in T acqua. Giocherebbe
sui pettini da lino. Egli ha V asso nel
ventriglio. Dicesi di chi è appassio-
natissimo pel giuoco.
El sangu Tè minga acqua {die an-
che dicesi El sangu el sporg). Il san-
gue tira. Dicesi del risvegliarsi alcuna
inclinazione da naturai simpatia, so-
miglianza o congiunzione di sangue.
Fa acqua in barca. Fare acqua. En-
trar r acqua per una falla, cioè per
qualche apertura , in barca.
Fa on boeucc in T acqua. Fare un
buco nelV acqua. Andare per acqua
col vaglio 9 e bass. Fare una vescia.
Riuscir male nel proprio disegno.
Fa vede in che pò d'acqua s'è. f . Pè.
Fa vegni V acqua ai dent. Fitr ve-
nire l'acquolina in bocca.
Gioengh d** acqua. F. Gioeùgh.
L'acqua la fa marscl i fondament
o L'acqua l'è bonna de lavass i pee.
L'acqua rovina e rompe i ponti. L'ac-
qua fa marcire i pali. Così dicono i be-
vitori di via pretto, come per dannar
4) ACQ
l'uso di annacquare il vino, e oosl
i beoni per ischemire gli asteraj.
Lassa andà l'acqua dove la va o
per el so canal o dove la voeur. Lor-
sciar andare P acqua alla china o
idi' ingiù. Lasciare che le cose cam-
minino naturabnente senza pigliar-
cene briga*
Lassass vegnl l' acqua adoss. i?t-
dursi alVolio santo. Lasciarsi sopraf-
fare dalla piena. In proposito di ciò
fu detto che È mal per chi Ita tempo
e tempo aspetta , Che mentre piscia
il can^ la lepre sbietta.
Lavora sott' acqua. Lavorar sottac-
qua o ili nascosto* Far fuoco nelV orcio.
Adoperarsi in checchessia di nascosto.
L'è volt i acqu. La marina è tur-
bala o gonfiala. Dicesi fig. di chi sia
in collera.
L'oeuli el sta dessoravia de l'ac-
qua. La verità sia sempre a galla.
Mett acqua, fìg. Metter bene tra al-
cuni. Rappacifìcare ; contrario di Giur
gnere o Metter legno al fuoco.
Mojà in l' acqua. Tuffare. V. Mojà.
Noi ten pù né vin né acqua. La
camicia non gli tocca il culo. Non
tocca terra. Non può star ne* panni 9 e
valgono. Egli è in estrema allegrezza.
Omm che bev doma acqua. Bevi-
lacqiut. Astemio.
Omm che va sott'acqua. Palombaro*
Perdes o Nega in d'on cugiaa d'ac-
qua. Affogarsi in un bicchier d'acqua
o ne* mocci o alla porticciuola. Rom-
pere il collo in un fil di paglia. Aom-
brare o Inciampare né' ragnateli. In-
ciampar nelle cialde o ne* cialdoni.
Morir di fame in Altopascio o in un
forno di schiacciatine o in una naive
di biscotto o in una madia o in un
forno di schiacciate cotte.
Pesta l'acqua in del mortee. Bat-
tere o Pestare o Diguazzar V acqua nel
mortajo. Fare cosa inutile.
Pian barbee che T acqua la scotta.
Pian, barbiere elèe il ranno è caldo
o il ranno cuoce.
Scappa come el diavol de l'acqua
santa. Fuggire come il diaiwlo la croce,
Scriv in l'acqua. Seminar nelTarena.
Sincer come l' acqua del Lamber.
K Làmber.
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ACQ (5
Sia dessorayia de T acqua. Gallega
. giare* Stare a golia.
Sta lontan come el dianien de Tac-
qua santa. ^. sopra Scappa.
Tira r acqua al so molin. F. Mdin.
Trà foeura P acqua de la barca o
di foas* AggoUare.
Ti*as8 a r acqua* Scorrere la cavai''
lina. Darsi buon tempo.
Yegni a T acqua ciara* Federe in
quanC acqua si peschi» Cauar la volpe
Juori della buca.
Yenna d^acqua. Rampollo, Vena.
Yess dò. gott d* acqua. V. Gótta.
. Yorè riva a T acqua ciara. Voler
vederne l'acqua chiara.
Acqua. Pioggia. Acqua piovana o di
. pioggia. Piovana ass. .
Acqua de vilan che la passa el ga-
bau. Acquerugiola. L'acqua assuppUf
viddani dei Siciliani.
Ciel ross, o vent o acqua. V. Giél.
El sol sui oliv 9 V acqua sui ciapp.
V. Oliva.
Gioven come V acqua. F. Gióven.
L^ acqua dopo san Baiioiomee Tè
benna de lava i pee. V. Bartolomée.
La prima acqua che ven V è quella
che bagna. Ogni acqua (lo) immolla. Si
dice di chi è in istato che ogni mi-
nima cosa gli dia il tracollo.
La prima acqua d^agost la porta
via on sacch de pures e on sacch de
moscb. V. Agdst.
Quand el so el se volta indree,
la roatlina P acqua ai pee. V. S6.
Quand T acqua la fa sonaj, toma
indree, mett giò i strivaj. f^ Sonàj.
Stà-sù r acqua. V. Sxìt.
Acqua. Acqua in sig. di Orina.
Cava Tacqua. Cavar V orina.
Dà Tacqua ai oliv o Trà via on poo
d^ acqua. Far acqua. Orinare.
Acqua. Acqua. Limpidezza neUe gioje ^-
Sto diamant el gh^ha ona bell^acqua.
Questo diamante ha una bell'acqua.
Acqua. Acqua. Umore del corpo dell^a-
nimale; sudore; sierosità; ecc.
Andà in acqua •• Dicesi di
• ima torta di latte che per aver dato
un bollore si dissolve in acqua sie-
rosa, e simili. Alziamo nei diz. An^
dare in broda; forse p«>trebbesi per
analogia dire Andare in acqua.
) ACQ
Andà o Yess luti in d*on'*acqua. 7>w-
sudare. Esser tutto molle di sudore»
Stillarsi dal caldo.
S*cioppà Tacqua Nelle incinte
prossimissime al parto dicesi dello
sgorgare Tacque delPamnio, che è
una delle tuniche nelle cui acque
nuota il feto. Sgorgar le acque dice
Ruggieri nel Diz. di chirurgia. Il Yoc.
di Bologna registra Y Acqua dell'ama
nio e V Acido amnico.
Vegnl foeura T acqua d^ona vessi-
ghetta. Scoppiare una bollicina acqui»-
juola.
Yegni giò r acqua di ceucc. Uscir
acqua dagli ocelli ^ cioò uscirne Tu*
mor lagrimale.
Yegni Tacque ai oeucc. Imbambolare.
Acqua. Acqua in senso di acqua ai*tifi-
ciata o liquore cavato da erbe» fiori,
ecc. per infusione, distillazione, eoe*
Acqua amara Così chiamasi
ogni acqua in cui siano infuse una o
più erbe amaricanti, che si dà a bere
per rimedio. In Toscana usano Acqua
di vette cosi detta anlonomasticamente,
e vale Acqua di vettarelle^ cioè di
ramuscoli d^ arancio.
Acqua caffettada .... Acqua con
infusione di caffè.
Acqua con Tasée. Acqua acetata.
Bevanda d^ acqua mista ad aceto.
Acqua coni el mei. Idromèle. Acqua
melata.
Acqua d"* acetosa. F. Acetósa.
Acqua d'agher de zeder. V. Àgher.
Acqua de Cològn. Acqua di Colonia.
Acque de fambròs. Acqua di lam»
poni{GheT. Enc).
Acqua de la barba. Ranno. Quel-
T acqua calda con cui s^ insapona la
barba per raderla.
Acqua de la reginna.. Acqua deUa
regina(Min., Yoc. un.). Spirito di vino
stillato con ramerino e fior d"* arancio.
Acqua de limon. Limonea.
Acqua de malba. Acqua malvaia?
Acqua de marenn AcqusT
con conserva .di marasche.
Acqua de milafloeur. Acqua di mil"
lefioriiUaghì. Od.).
Acqua de ròs. Acqua rosa o rosata.
Acqua de sparti. V. Acquafòrta*.
Acqua dolza. Acqua acconcia.
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ACQ (6
Acqpia d^orz. Orzata. Bevanda di
orzo cotto.
Acqua imperiai. Acqua imperiale
(cosi TAlb. enc. in Acqua), Soluzio-
ne di cremortartaro in acqua con
sugo di limone e zucchero.
Acqua matrical. Acqua di matricarìa
(Rie. fior.). Acqua con infusione di
matricale, cioè camamilla.
Acqua panada. Acqua panata^ cioè
acqua cotta con infusione di midolla
di pane abbrostito.
Acqua sporca (scb.) o dolza. Acqua
acconcia. Acqua concia.
Acqua tengiuda. Acqua avvinata 9
ed anche Pisciando. Pisciatello, Vino
molto adacquato e debole.
, Acqua vulneraria. Acqua vulneraria
(cosi PAlb. enc. in Acqua),
Fa fa r acqua ai cocumer, ai zuc-
chett , ecc Insalare le znc-
chette, i cetriuoli e simili affettati e
crudi, e lasciarli per alcun tempo in
quiete finché abbiano deposto Tumore
acqueo che avevano in sé.
Yess battezzaa con T acqua di spi-
naso o di bojocch o cont el zuccher.
Esser di poco sale. Esser, battezzato in
domenica 9 -cioè in tempo che non si
vende sale 9 e dlcesi di uno sciocco.
VcButt on^acqua ? F'uoi tu un'acqua ?
( cioè un^ acqua acconcia ).
Acqua! o Acqua de belegott! o Acqua
pader I o Acqua pader 9 ch^ el con-
vent el brusa! Catterà! Sp. d^escla-
• mazione. f. Nèspola.
Acqua-e4att lì Lait coupé dei Fr.
Acquafèrta. Acquaforte. Acqua forte. Ac*
qua da partire^ e chimic. Acido nitrico.
Acquamorta. K. in Acqua.
Acquaràsa. Olio essenziale o Essenza di
trementina.
Acquarella. T. dei Diseg. Acquerella.
Acquerello — L^ acquerello molto an-
nacquato, e perciò scolorato, dicesi
Acquerelletto.
Dagh d''acquarella. Scìdzzare o Toc-
* cor d' acquerello.
Acquarella. Acquerellare*
Acquarellàa. Acquerellato.
Acquarellìsta. ..... Nelle nostre scuole
braidensi di belle arti chiamano ;cosi
chi sta esclusivamente imparando a
toccare d"" acquerello i disegni.
) ACQ
Acquaroeù. V> Acquiroeù.
Acquaròzz. Pitùita? Flemma? Nome ge^
nerico degli umori quasi acquei che
imbarazzano lo stomaco e le prime
vie, i quali inducono in noi quel
senso di tendenza al vomito che i
medici chiamano f^omiturizione 9 e che
rigettati si direbbero forse bene Gèt"
tiio di flemma. Gli Acquàri onde parla
il Nelli (III, 173) sono per avventura
il nostro Acquaròzz.
Acquasanta. Acqua santa* Acqua benc'
deUa.
Acquasanta che me bagna,
Spiritusant che me compagna 9
Brutta bestia va via de li,
Spiritusant ven chi con mi.
È una delle cantilene che altre volte
le balie e le fantesche insegnavano
dire ai ragazzi quando andavano a
letto; oggidì in Milano queste nenie
non usano quasi più; a Cremona però
devono esser vive pei lagni che ne
fa r Apporti. A ogni modo siffatte
nenie non diisgiovavano forse tanto
quanto crede queP dotto; e se dege-
nerarono in idiotismi, è da avvertire
che anche le canzoni migliori avran-
no sempre ugual sorte in bocca del
popolo nato fatto per voltar voci,
canzoni, cantilene a modo suo.
Aobb de benedi con T acquasanta.
Cose di poco momento, che
non rilevano più che tanto, da non
ne far conto , da non se ne prendere
briga, pensiero o accoramento.
Acquasantln. Pila. Vaso di marmo , pie-
tra o metallo, di più grandezze, che
contiene T acqua santa nelle chiese.
Acquasantln. Secchiolino. Piletta {*ùor.).
Vasetto per T acqua benedetta che si
mette da capo del letto nelle case.
Acquàscia. Acquacela.
Acquavitée. Acquavitajo» Voce non re*
. gistrata dai diz., ma usata dall^Alga-
rotti nei suoi Viaggi di Russia, ove
dice : E quegli erano i bei tempi della
Ptussia^ sostengono gli acquavitai di
Danzica .... ... (voi. VI, pag. ioa).
I Fr. hanno Brandvinier ^ e i Ted.
Brandweinschenk.
Acquéri. Acquazzone.
Acquétta. Acquetta. Specie di veleno cosi
detto dalla sua limpidezza*
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ADE (
Acquinnft Voce che usiamo per
Tezzo o per lezio coi bambini; per
es. Bey on poo d** acquimia. Su via ;
bevi questa po'* à* acquicella?
Acquiroeù e Acquaroeù. Jcquajo, Scola-
iojo. Condotto neUe case per cui si
dà Tesilo alle sciacquature ed altre
acque immonde che si gettano via, e
si dice comunemente del luogo stesso
OT^è la pUa che riceve T acqua cui
si vuole dar esito pel condotto — VjIc-
guajuolo o Acquaruolo dei diz. vale
venditor d^acqua-— F. anche Lavandìn.
Canna. Bottino. Pozzo nero,
Acquiroeù. Ad, di Mèrla. F,
Acqubt. Acquisto. Si usa nelle frasi Fa
on acquisi e Rohba de bon acquisi e
Bobba de mal acquisi. V. Ròbba.
Acrimònia. Acrimonia* Qualità di ciò
eh" è acre, acredine, mordacità.
Acùnt. s. m. A buon conio. P.es. Damm on
acunt. Dammi alcuna somma a buon
conto.
Acùsa. Accusa.
Aciisà. 9^. Cusi.
Adacquatòri. Adacquàbile.
Adàmm. Adamo.
Vess de la costa d*Àdamm
Esser de* protetti, de'' favoriti ; in qual-
che modo Essere il buono e il bello
appresso J? alcuno.
Ad&si. Adagio} e con voce ant. usata
da Fra Guitton d^ Arezzo e Francesco
da Barberino ne*Doc. d^ Amore^Adasio.
Andà adasi. F. Andà.
Adatta. Adattare.
Adattàa. Adattato.
Adattàss. Adattarsi.
Adequàa. s. m. Valuta comune (cosi nelle
Cettere di negozio d'^Annibal Caro).
Aderenza. Attenenza. Attegnenza. Appar-
tenenza. Relazione di amicizia o di pa-
rentela. Ave di gran aderenz. Aver mol-
te attenenze 9 cioè parentele, amici —
V Aderenza dei diz. ha altri significati.
Adèss. Adesso,
Adess come adess. m* avv. Ora come
ora. Per es. Pretendi minga de ma-
ridalla con nagott; ma adess come
adess posa minga di cessa ghe daroo.
Non pretendo ( è Ciapo contadino che
parla) di maritalla a ufo; ma ora
com*ora non posso dire tanto né quan-
to {¥»g. Un vero amore non cura in-
7) ADR
. ieresse atto I, se. 8 verso il fine).
L^ è li adess. Lo stesso che V è aj-
bella. r. Ajbèlla.
Si adess 1 ironie* e come per negare
con certa enfasi. Appunto! Per es* Si
adess, la plebaja la ghe voour giust
guarda lee a sti robb! Appunto 9 ti so
dire che il popolo se ne cura di questo!
Adio. Addio e A Dio, Modo di salutare.
. Adio beli temp. K Temp.
Dà on caro adio. Mettere in ab^
bandono.
Adora. Adorare.
Adora. Dorare, Indorare -^V Adorare dei
diz. vale Venerare, quasi idolatrare.
Adoràa. Dorato, Indorato — V Adoralo
dei diz. vale^ Venerato , ecc.
Adòss. Addosso, In sul dosso.
Andà adoss a vun. Scendere sopra
uno. Scagliarsi addosso a uno. Avvera
tarsi sopra ad alcuno.
Dà adoss a vun. Dare alle gambe
d' alcuno. Perseguitarlo , attraversar^
gli i negozii, ed anche Lacerare la
fama d^un assente.
Dagh adoss a on lavora
Lavorare con impegno; sbrigare un
lavoro.
Dà adoss a vun. Reprimere uno*
Rintuzzarlo, tenerlo a freno.
Fassela adoss. Cacarsi sotto* Scon-
cacarsi; e bass. Empiersi i calzoni.
Mangia adoss. F, Mangia.
Mett adoss. Addossare,
Mettes adoss. Addossarsi, Recarsi
addosso. Incaricarsi di checchessia.
Mettes adoss on vestii. Festire un
abito.
Mettes adoss tutt quel che se gua-
dagna o tutti so danee .
Spendere ogni cosa in abbigliamenti*
Adotta. Adottare,
Adotllv. Adottivo,
Adovàa. v. de"* Paniera] brianz. Addo^
gaio. Allislato, Dicqsi de** lavori fatti
a schegge ingraticolate*
Adquid. F, Quid.
Adrée (e Drée). Addietro, Dietro»
Andà adiee colle frasi dipendenti •
veggasi in Andà.
Avegh adree ona roba. Avere seco
checchessia — Te gheTet adree? L'hai
teco? e cosi cogli altri pronomi.
Griàgh adree« F. Cria.
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ADU (8
Chi adree. Qui presso* Quinci intorno.
Dormigh adree. Dormire* Operare
trascuratamente. Talora anche vale
per Non curare. Per es. Mi bilj baj , e
lu el ghe dorma adree. Io grido , ed
egli non mi tibbada né punto né poco.
Fass vardà adree. Dar da dire o
da parlare di sé. Dar cite dire. Dar
che dire alla brigata* Far dire di sé
o d^/atii suoi. Far dire altrui o la
gente. Farsi scorgere*
Là adree. Colà presso. Là oltre.
Lì adree. Ivi oltre.
Li adree. Là. All' incirca. Circa. In
quel tomo* Li adi*ee ai duu ann. Di
due anni o in quel tomo* Lì adree
a r aurora. Là ver l^ aurora.
Mori adree. Fare il cascamorto.
Spasimar per alcuno; bas. Esseme cotto.
Ridegh adree. Non darsene pen-
siero — Ridersi di alcuno.
Stagh adree a vun. Sollecitare o
Stimolare alcuno. Essere o Stare alle
spalle d*uno. Serrare il panno o i panni
addosso ad alcuno. Esser alle costole
d^ alcuno. Assediare uno^ detto fig.
vale Esser sempre attorno ad alcuno
per conseguire che che sia , importu-
nare — /.u^ingare. Allettare con false
o finte o dolci parole per indurre a
checchessia.
Tcgnl adree a vun. TTener dietro
ad uno 9 vale seguitarlo camminan-
do — Codiare alcuno. Tener dietro ai
passi d* alcuno^ vale Osservare i suoi
andamenti — Tegnl adree ai nemìs.
Ormare l'inimico, seguirne le tracce.
Tra adree la robba. Gittar via. Dare
o vendere le cose per manco ch^ elle
non vagliono.
Vegni minga adree. F". Vegni.
yess adree a quai cossa. Lavorare.
Andar facendo checcìiessia. Essere
nell^ azione del fare o del lavorare.
. Viv adree. K. Viv.
Adrèss. Soprascritta. Indirizzo. Voce
pretta francese denotante intitolazio-
ne d^una lettera o simili.
'Adriènn. Andrienne.
Adrittùra. Addirittura.
Adsedèss. Lo stesso die Dessadèss. f^.
Adulatór. Adulatore,
Adula torà. Adulatrice,
Adulazidn. Adulazione*
) AFA
Advént. Avvento.
Chi se sposa in advent finna a la
mort s'^en sent. V. Mòrt.
Afabètt. idiot. per Alfabèti. K.
AfabU. Affabile.
Afabilitàa. Affabilità*
Aiace. Affatto.
Afacc afaccisc. m. cont. dell'* A. ÌL
Affatto affatto.
Fa afacc. Far ilei resto. Vale ro-
vinare affatto, consumar ogni cosa.
Ye$8 foeura afacc. Lo stesso che Yess
fceura de la grazia de Dio. K. Dio*
Afaccisc. ^. in Afàcc.
Afamàa. Affamato.
Afare. Affare. Negozio. Faccenda. Bisogna*
Afare de poch. Affare di poco conto^
di poco rilievo.
Afare adattaa per mi» per lu. Terren
da' miei 9 da' suoi Jerri.ùg.^ cioè tale
da poterne uscire a onore.
Afare balord o cattiv o infesciaa.
Affaraccio. Affare o Negozio intrigato^
imbrogliato^ implicato ^ complicato.
Ave di gran afari. Affogar nelle
faccende. Aver più faccende che un
mercato. Aver più che fare die a un
pajo di nozze. Essere in faccende.
Essere tenuto faccendoso* Essere affac
cendatissimo*
Fa ben i so afari. Accomodare o
Acconciare il fomajo. Assettare o Ac-
conciar le uova nel panieruzzo o par
nieruzzolo o paneruzzo.ùg. Accomo-
dare benissimo i fatti suoi.
Fa di afari. Far faccende. Far delle
faccende. Spacciare molta mercanzia ^
molta roba.
L^ afare Té andaa maa in sul pi3^
beli. Appunto ci è caduta la gragnuola
nel far della ricolta ùg. Il negozio
si è guastato in sul buono della con-
clusione.
L** afare el va ben. Abbiamo o Te-
niam buono in monometaf., cioè V af-
fare è in buono stato. .
L** afare Tè minga desperaa. // dia-
vol non è brutto o nero com' è" si dipi-
gne. Chi vede il diavol daddovero^ lo
vede con men coma e manco nero.
Ve afare fenii. È affar fatto* È
posta ferma. È negozio concluso» JJ?
pimix) accordato ,• e in sig. met. È af-
fare fritto. Ella é spacciata.
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AGH (
L^i r afare d'^ou^ora; On afarc de
tre lir, ecc. Un coso d* un' ora. Un
coso di tre lire o Qualche tre lire» •
Vcgni ben on afare, f^, Vegnl.
Afarètto. Affaruccio. Interessuccio. Fac-
cenduola, AlFare poco importante.
Afarùn. Grande affare, cioè d^ importan-
za o di iucro — - Affaraccio è pegg.
Afeda. Affé di Dio. Per verità, Affededieci.
Afettàa. Affettato.
Afin. Aveghen mai afìn o affin. f^ in Fin.
Aiittànza. Affitto. Allogazione; e con- v.
for. Locazione» Fra noi dicesi de^ soli
poderi di campagna.
Afdnd. Profondo.
A forziòri. V. Forzièri.
Àfrica. Africa. Affrica,
Animai de TAfrica. (ig. Ànimalone.
Aninudaccio.
Africànna. Ad. d^ Uga. y.
ASrónX. Affronto. Adontamento, oltraggio.
Àgata. Agata. Pietra preziosa nota.
Agént. Agente — Amministratore.
Agenzia. Attoria — Amministrazione.
AgevoIézz(Usà di). ^. Cortesia.
Aggio. T. comm. e monet. Fiierescimenio
( Orsini Mon. p. xtii) ^ con voce mo-
derna Aggio; e corrottamente Agio.
Ayegh aggio. Ricr€scere{Orsm\ ivi).
Aggio(Dà). Dare agio. Dar campo.
Aggiònt. Aggiunto.
Aggiustadór. K Giustaddr.
Aggresgià. y. a. Affrettare^ e ant. Avac-^
dare.
Àgher. s. m. Agrifoglio. Alloro o Lauro
spinoso. Pianta non rara nelle nostre
colline che è Vllex aqiiifolium de* hot.
In città la diciamo com. Làvor che
spong ; ma gP impiallacciatori , i tor-
niaj, ecc. la dicono Agher; i contadini
la dicono Bruscón e Làvor salvadegh.
Àgher. s. m. Lo stesso che Acqua d'^agher
de zeder. f^. Àgher de zeder.
Àgher. ad. Agro.
Pù agher di limon. K. Limòn.
Àgher. frettino. Aggiunto di metallo cru-
do, che è di frattura granulare.
Àgher bianch o de montagna. Acero
fico o falso o bianco. Testucchio quer-
cino, BelPalbero che è VAcer pseudo^
platanus de' hot.
Àgher de zeder. Agro di cedro — Agro
di limone acconcio e bollito con ztu:-
chero , ecc. On àgher o vero On acqua
yoi. I.
9 ) AGO
d^ agher de seder. Un* acqua cedrata
. cU limone.
In agher de zeder. ilg.f^. Zéder.
Aghi.(i). s. m. pi Nóme che
si dà a quella rotella d^ ottone iiX
cui sono le varie puntine d^ oro cor-
rispondenti ai.varj gradi di bontà che
hanno ad ^ere le monete. Di questi
aghi 9 detti toucheaux dai Francesi»
si servono i saggiatori di zecca pe£
saggiare le monete.
Agitàa. Agitato*
Agitazión. Agitazione,
Agn. V. ^nt. Anni. F. Ann.
Agnàa. Agnato.
Agnavùn. v. cont. br. Ognuno»
Agnèll. Agnello. V. Bè.
Ogni agncU gh* ha el so prajell. V.
. in Cavagnoéù.
Agnellin. V, Berìn.
El signor el creja P agnellin cont
el so pascolellin. F, in Cavagnceu.
Aguésa.^g/i65e<Nome proprio — Il Lasca
nella Gelosia scrive sempre Agnesa.
A sanO Agnesa corr la luserta per
la scesa Yale che^di gennajo
incomincia talora a raddolcirsi la sta*
gione.
Agnus ó Agnùss o cont. Agnussin. Bre-
ve. Brieve. Piccolo involto co^ entro
reliquie od orazioni che portasi al
collo per divozione. Francesi e Pro-
venzali dicono Agnus in questo senso.
Il Coltellini , traducendo il Dizionario
dei culti religiosi dal francese, usò
Agnusdeij voce che leggesi anche nel
Naso di Guadagn. sest. 6 e in alcune
Novelle di altri scrittori toscani.
Agón. Agone. Pesce noto che è il Cypri-
nus agone di Scopoli. Se non erro , è
detto Stacchetta appena nato , Antesin
novellino, Agon adulto.
Cott come on agon. /^. Còtt.
Fa la mort di agon. K Mòrt.
Agonin. Agoncino.
Àgòrd. Copioso. Buono. "^Grosso. Fantag-
giato, Avv^m'taggiato. Esuberante. Ag-
giunto dimostrante grande, oltre il
mediocre , maggiore dell'* ordinario »
superiore alla giusta misura. Per es.:
Pes agord. Buon peso. Negozi agord.
Negozione. Buon negozio — È da no-
tarsi che i diz. hanno il sostantivo
Ingordezza e P aggettivo Ingordo in
2
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AJ (
sìgokfidatp alquanto affina riferiti che
siano a prezzi, pesi, misure e simili
quando sono troppo rigorosi ed ecce-
' dono il giusto e H convenevole.
AgÓBt. Jgosto — f^ anche Faraydst.
La prima acqua d^ agost la porta
▼ia on sacoh de pores e on sacch de
mosch E vale ^e la pioggia
•agostina rinfresca in un subito Paria.
AgOstànna. F» Ostànna.
Agozzin.^gussi/io e ìòìoi.Ai^zsknOjtéaiZr
Zino, Noi però conosciamo questi no-
mi , più che nei sensi positivi di guar-
daciurma o guardaschiavi » in quello
traslato di chi abbia per costume il
percuotere malamente chiunque gli é
soggetto — Il Zan. Diz. registra queste
voci per tJomo crudele , tiranno.
Agra ( che anche dicesi Majèstra )
Il siero rappreso che avanza alla ri-
• cotta, e che posto in una tinozza si
lascia inacidire e si serba specialmente
per fare i cosi detti mascherponi.
AgràfF. Àfflbbiaglio. Fermaglio, Dal fr.
Agraffe,
Agramàn. Agrimani al pi. (Adimari Sat. li
p. 579 e Tarifie fiorenline). Dicesi di
una sp. di galloni traforati a merletto
che usavano già le donne nelle loro
. vesti e i ricclù in sulle tappezzerie.
Agramàn. Cortesia, Piacere, Dal frane.
Agrément,
Agravàa. Aggra/ifoto,
Agravàa de famiglia. Grave in fa-
miglia, cioè che ha famiglia numerosa.
Agràvi. Gabella, Aggravio, Gravamento,
Imposta. Noi lo usiamo specialmente
al pi. per Imposte; e di «qui il dett.
\eM giò di agravi Essere
sessagenario ( e perciò esente dal te-
statico)^ ed anche Essere uomo or-
mai inetto a^ lavori di mano , invali-
do , impotente , da nulla*
Agrós. Ad, di LatV ^.
Ahja. y, Aja.
Ahn. V, Aàn.
Airdn. Airóne^ volg. tose. Sgarxa Giif-
Jetto; e con voci forse meno da usarsi
perché idiutiche o, equivoche Aghi-
. réne e Ariane» Uccello che è VArdea
. majorhia,
Aj. jéglio,
Coo. Capo » Fesa. Spiccino » Coa
o Sgaùsc. Coda*
IO ) AJD
Coronna d^aj. Best4 d'aglio.
Fa mangia aj. fig. Far mordere o
• rodere il freno o le mani o i chiavi-
stelli. Muovere a collera, ad ira.
Mangia aj. fig. Rodere o Mordere il
freno o le mani o i chiavistelli. Mugu-
mare. Stiacciare come un picchio. Vale
aver grand^ ira e non poterla sfogare.
No se compra on coo d* a j con cent
cuntee. l/n sacco di pensieri non paga
mai un ^fuaUrin di debiti. Dicesi per
. modo di consolazione a chi si affigge,
a da chi non vuol prendersi fastidio
dei debiti.
On cozzin d^ aj. Un aglietti. L* aglio
che incomincia appena ad essere ca*
pitato e spicchiuio.
Tutt i cosk vegnen a taj, finna i
ong de perà T aj. ... Vale doversi te-
ner conto d* ogni niioiraa cosa perchè
Ogniprunfa siepe» Ogni acqua immolla»
Vatt a fa impieni el cuu d'aj, fV
in malora. Va al barone*
Aj de luff. Cipollaccio. Cipolle Canine
o di serpe o selvatiche{Miàìì. e Targ.).
K« Ajoeù.
Aj de Idff (alli*o). Latte di gallina. PìanU
bulbosa, comune nei campi e negli
oi'ti, che fa il fìorc candido interna-
mente e verde al di fuori. È VOnU-
thogalum umbellatum dei boi.
Aj matt .... VMUwn angutosum dei bot.
Aj scialò. V, Scialò.
Aja. Ahi. Esclamazione di dolore — Noi
pronunziamo questa voce Aja cernie
se fosse scritta AhJa.
Ajàfik). Agliata, Savore infuso vi dentro
deir aglio in certa quantità.
Ajàda. fig. Cipollata. Sciocca stravagan-
za, r. anche Cialàda — Notisi che nei
diz. Fare un^ agliata o una grande
agliata valgono fare una cicalata o
gridata lunga o nojosa.
Ajbèlla. Voce usata nella fhise Ve aj-
bella {ette anche diciamo V è 11 adess
L''è li bella). Egli è buon tempo ^
cioè egli è un pezzo, è già corso
molto tempo — Nel Juras in questo
significalo dicono II y a belle hurette.
Ajdùcca. .'Wcfca(Gher . Sp.). Propriamente
nome di una popolazione ungherese
(Heiduken)^ passato a denotare fra noi
UQa specie di servitore con livrea
simile a^vestire di quella gente. Nella
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AJU (
corte arciducale mSanèse del Mcdo
jcorso si videro alcuni soldati pro-
cedenti dalle cosi dette città- degli
Jiditchi in Ungheria {Heidukénstàdté);
e da essi venne la moda e la voce
fra noi. Oggidì è pressoché ignota.
Nelle rime del Balestrieri è frequente;
e mi si dice che a'^suoi giorni si usasse
vestire a Pmdacea anche t fanciulli »
come li vediamo talora per capriccio
abbigliare anche oggidì all^usàei'a,
alla polacca, ecc.
AjoBÀ* jégiietto, L^ aglio noveHino, noè
ancora capitato né spicchiuto.
Ajoeù. Mascari. Cipolla di cane o di serpe^
CipoUaàcio, Cipolla salvatiea. Erba co-
mune nei campi e detta HyacinUms
eomosus o Mhucari comósam dai hot.
Ajoeù. Pancaeciublo, Spadacdnòla, Già'
dialo. Monaeucee, Erba a fiore rinsso-
rosco, comune tra le biade. È il G^
dioius commmus dei hot.
k]osà. Sp. d* ulivo, r. Oliva.
Ajoù salvadegh. V. Aj de lóff.
Ajdu. A^io serpentino o tamburino o ma^
Schio. Aglio non a spicchi e d^ un solo
bulbo. VAllium victoriaHà dei hot.
Ajràda. Ajata, Lo stesso che Eriàda. V.
Ajròsa. Caròla? Trescone? MesseraHcaf
Ballo tondo? $p. di ballo sollevato, oggi
uscito d^uso in città. Non sarebbe im-
pcMsibile che la nostra voce traesse
origine dal tedesco l^ur-Rose^ giacche
il ballo era ed è frequente tra i foresi.
Ajutànt. AjatantB.
Aìntant de cusinna .... Voce usata
per mettere il ganon di cucina più su
del fattorino e più giù del sottocuoco.
Ajutànta.^yiilimto5S4i. v. scherK,(Fagiuoli,
. // TradUor fedele I, 16).
Ajùtt. Ajuto, Soccorso.
Ajutt de costa. Ajuio di costa. Mn-
calzo {¥^g. Biro. IT g5). Soccorso di
danaro od altre straordinario che diasi
ad alcuno.
Ajùtt. Aptto* Serpltiale. Lavativo,
Ajùtt! e Ajcrtt san Aocch! e Ajutt ajutt
ch^el maa Tè brutt! Domine ajutami!
Domane ajuiael! Specie di esclama-
xione ohe mette chi è sorpreso da
spavento o da peric<do.
Ajùtt. badane che umole» Altra esclama-
tone di eh. sig.
^)«tt, • bta o BM Tvj •Yfìi ti gots.(Sal«RiiB.)
II y ALA
Ala. Ala ;e9Ìfi.AUó Ali; «nt. Ale i^^
die al sing. •«- Poètie. Vanni ^^ L'Ala
si divide in Ala. Ala prop. detta «» Alet-
ta. Aletta ts'Alerón o Zimidn o Scimic^iS^
o Scimostón. Sommolo '— I co|t{ fra
noi dicono Ala; il volgo dice Ara e
i Ar.
Cascia i al. Metter V ale. . . >
Gocd! et vist Tusell? questa Pè
Tala.QA castra questa. To'* questo m^f:
niehetto.'ìHodi villaili co,' quali si n9g%
altrui checchessia.
Fa ida. Far ala ^ larff> « spalliera
Sbassa i al.fig. Abbassare il cimie^
ro o la cresta. Deporre T orgoglio 9
la superbia.
Sbatt i al. Dibatter le ali.
Slarga ì 9\., Spandere o Stendere o
Spiegar le ale; efig. Uscir di pupillo i
fare a inodo suo» e anche iig. Jhar
le eorna o. la eresia o i7 cimiero*
Smoccia o Tajà i al. Tarpare le ali;
e fig. Tarpare y cioè scemar potere
ad alcuno.
Ala. Ala{*ioae» e néìVAmore e Musica
del Guadagnoli sestina 66); con vo-
ce dottrincde Lobo. Parte del fegato e
del polmone (co/We//a) nelle bestie.
Per es. HOo faa coeus tutt dò i al di|
sta coradella de porscell, e hoo las-
sàa indrce i alettin. Ho cotte ambe
l'ale di questo polmone di majaìs^ e
ho lasciate le alétte — K Kòso — I
Sicil. dicono Pinna di fegatu -^ In
Toscana sono modi volgari Ci ho ri'
messa urlala di fegato^ Mi fece spu*»^
tare un'ala di polmone per significare
Ho oputa gran rabbia^ Mi fece sfiatasre.
Ala. T. de* Sell. Coperta. Nome delle due
falde della sella.
Ala. T. d'*Agr Cosi chiamaci ognuno
di que** piani dolcemente idblinati tei
quali è diviso un prato marcito}0.
D'ordinario hamU>.una largheiaa di
dieci in dodici braccia milanesi.
Monta i al Dare il pendio
necessario ai piani rettangoli d'un
pìtito marcitojo deui al gelando eoi
badile la terra o0corr6nte dal puntò
de'ibssatelU di acolo ver«o i fossarij
maggiori del prato stesso*
Ala. T. d'Agt. Nei nostri prati
marcito] e nelle risajè è anche detto
. cosi uno de' canaletti di scolo mia^ri.
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ALB ( la
Ala. fusiera. Quella che ti 'mette ai ber-
retti ed agli exakos de* militari per
guardia della yista.
Ala. Tesa, Fento, Piega» Il giro ioferiore
' del cappello. E Provenzali e Spagnuoli
' dicono pure Ala in questo sìgn.
Ala. T. de'Cioccol. y. Cassón.
Ala. T. de^ Sart. Finta, Quella parte che
forma il finimento delle tasche.
Ala de mur. Cortina. Mia. Lato.
Ala de scafila. Ala (così TAlb. enc. in
Cresta).
Alabarda. Alabarda. Labàrda. Arme nota.
Pientà Palabarda. fig. Lo stesso che
' Andà a tire la roeuda. K Aoeùda.
A-la-bella-mej. Alla meglio,
Alabris. Lo stesso che Labràs. F'.
A-la-contra. y. Centra.
Alamàr. K. Alemàr.
ÈìàrU Pòce usata nelle seguenti maniere:
Andà alari. Andare aWaria , a soq-
quadro; e anche Andare a monte.
Ave el eoo alari. Essere traviato o
sviato.
Manda o Tra alari. Mandare o Met-
tere a soqquadro o alV aria. Dissesta-
re — Scioperare — Mandare a monte.
Vess alari come on muli. F". Muli.
Alàrma. s. m. Allarma{VH^. I Genit. cor.
dai loro Jigh II, io).
Alarmàa. Allarmato.
Alarmàss. Allarmarsi. Prendere sospetto
o timore. Mettersi in apprensione; e
ciò per novità impensata e da cui
temiamo alcun male.
Alarmlsta Colui che diffonde no-
tizie» per lo più false, di perdite di
• battaglie, fortezze e simili in odio del
governo.
Alàscia. Alacela, Aliaccia. Grandmala; e
noi lo diciamo specialmente al iig. par-
lando di ale assai grandi nelle cuffie.
A-4a->via. F. Via.
Albarèll. Alberello. Vasetto da unguenti ,
colori, ecc.
Albarèll (gergo). Pillola di cucina. Uovo.
Albaròtt. Lo stesso che Beolin. F.
Albàs. Ad. di Qubdi-éll e Medòn. K
Albera per Aria (albagia). F,
Albera. Trèmula, Trèmolo. Alberella.
Pioppo conosciutissimo che è il Po-
pulus tremalaUn. — V Albera dei di»,
corrisponde al Populus aibahìn. , cioè
alla Tavemella dell'Oltrepò pavese.
) ALE
Afi>óm. '^Canapiglia. Specie d^anatra che
è VAnas streperà degli ornitologi.
Albera. Lo stesso che Bianchéra (uga). F.
Albioeù. F. Elbioeù.
Albioeù. T. di Cart. DraganeUo. Cassetta
che serve a mandar V acqua nella
pila ( in del fòli ).
Albioeiì. Truogo. Truogolo. Vaso che
serve a tener il mangiare pei polli.
Probabilmente dall'* Alveolus de' Lat.
Nel contado toscano è ancora rimasta
la voce Albio.
Albioeù. Beccato jo. Vasetto nelle gabbie
che serve a tener il cibo degli uccelli.
Albiùnun. Alburno. F. Biùmm.
Àlbor. Albero. F. Pianta e Èrbol.
Àlbor. T. gen. di Mecc. Albero. F. Èlbor.
Àlbor. T. de' Calzet. Albero(OrÈS\ Diz.).
La verga mobile superiore deretana
del telajo di ferro da far calze.
Àlbor. T. de^ Tomiaj .... Quel pezzo
che va da coscia a coscia del banco
o tavolato d'un tornio a cui è attac*
cata una ruota che dà il moto al tor-
nio stesso. Non si confonda col Fuso
che il Diz. d'art, chiama Arare.
Àlbora. F. Arborèlla.
Alboràa. Arborato, Coperto d' alberi ,
vestito d'alberi, che produce alberL
Alborée. F. Arboree.
Alborèlla. F. Arborèlla.
Alborètt. T. de'Calzet Nome
d'ognuna di quelle due verghe del
telajo da far calze che, poste sulla
sbarra dagli aghi , tengono in guida
il telajo slesso nel suo montascendi.
Al borio. F. Erborìn.
Alborinna. F. Arborèlla.
Alchèrmes. Alc/ièrmes.
Alchimista. Alchimista,
Fa el guadagn di alchimista. F,
Guadàgn.
Alcànder. Lo stesso che Leànder. F,
Aleàtegh. Aleàtico. Liàtico. Vino e uva.
Alefànt. Elefante. Quadrupede noto — Di
questo scambio dell' e in a che fanno
gì' idioti , come fra noi cosi anche in
Toscana , veggasi la voce Alimento
nell'Alb. enc. , il quale registra anche
l'idiotismo toscano d'Aliifante.
Alegàa. Documento. Caita che si allega
e unisce in prova d' alcuna scrittura.
Potrebbesi dire anche la Carta alle'-
gala o inchiusa 9 o assol. V Alligata»
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ALE (I
Aiégher. Allegro. Gajo,
Fa sia alegher eoa poccfa. V. PÀcch.
Gh*è pocch de sta alegher. Non
p* è sciali. Non v*è sfoggi.
Omm alegher el ciel le jutta. y. Òmm.
Alegher. Vivace. Vivo — '• Foeugh ale-
gher. Fuoco vivo. Buon fuoco.
Alegher. Avvinazzato. Cotticcio. Brillo.
Alticcio. Alto. Alletto, Alto dal vino.
Avvinato — Antonio Pucci in un suo
sonetto usa in questo senso Chiaretto.
Yess alegher o a mezz'maria. Esser
alto dal vino 9 brillo^ cotticelo ^ ecc.
Alégher(Andà giò o Andà là). Aliare
gar la mano in checchessia , e spec.
in ispese, mance, camangiari, ecc.
Alegher. avv. Addio. V. Ciàvo.
Alegramént. Allegramente.
Andà là alegramént. Allargare la
mano in checchessìa. V. Alegher.
Alemànda. Allemanda e Alememnai^ùor^.
Specie di danza, di aria allegrissima,
detta Allemande anche dai Francesi.
Alemàr ( e Alamàr ). Alamaro. Sp. di af-
• fibhiaglio che ha figura di uliva bis-
lunga , ha un riscontro o un^allaccia-
tura , e fa ufficio di bottone. La voce
è d** origine spagnuola.
Alemàr(neMibrì). Bruco. V. Olivetta.
Alemarln e al pi. Alemarltt. Dim. di
Alemàr. V.
Alerdn dicono alcuni con vocabolo fran-
cese ( aileron ) il sommolo dell* ala ,
detto più ordinariamente Zimióu. V.
Alèst. Lesto. Pronto, Che usa prontezza»
nell'' operare.
Alètt. ^/ette(Milizia I9 157). Quelle cor-
tinette o pilastrate che formano quasi
dire gli stipiti di un*^ arcata d** inter-
colonnio. Il cosi detto Pedritt è com-
posto di queste Alett e dello spazio
occupato dalla colonna intermedia.
Alètt. OrecchiuòU (cosi leggesi nel Barg.
Giuoc. piac. a pag. i58.). Quelle liste
che veggonsi in certe berrette per uso
di ricoprirsi con esst gli orecchi.
Alètt. Copertine. V. Contrai.
Alètt. T. de' Fab. d'org Sp. d'alie
che si appiccano ai due lati della cosi
detta bocca delle canne maggiori chia-
mate d*^ accordatura in un organo.
Alètt Alcuni tagliapietre , mar-
morini e simili danno questo nome
a que* uiangoleiti che risultano nelle
3) ALI
basi delle colonne e negli abbachi
dei capitelli da* vani che lasciano il
toro e i fogliami sovra e sotto stanti
ai medesimi. Forse cosi li dicono per-
chè in alcune antiche colonne usava-
no coprirli con fogliami ad alia che
dal toro stesso riuscivano sur essi.
Alètta; Aletta. Alletta. Dim. d'Ala.
Alètta. Pinna. Alletta. Aletta. Pennuzza.
^/«(Magalotti li. 3) — La prima voce è
dottrinale; le altre dello stil comune -
Complesso di reste ossee o cartilagi-
nose, collegate da una membrana,
che sono Porgano del moto nei pe-
sci. Le pinne si distinguono in pettà"
rali , ventrali , dorsali , anali , caudali ,
secondo che sono inserite nel petto,
nel ventre , sul dorso , all' ano , nella
coda. Dagl'ittiologi si chiamano an-
che NatatojCf e in certi pesci, come
nei pleuronetti. Barbette.
Alètta(iicce//o). V. Alina.
Alètta per Patelettinna. V.
Alètta. Aletta? Ala piccina delle cuffie.
Alètta. Aletta (Sayj Ornit.). Gruppo di
penne impiantato sul pollice posto
dietro P angolo dell' ala degli uccelli.
Alettin. s. m. e Alettinna. s. f. Dim, di
Aletta; picciola aletta.
Alettin. Aletta? Lobetto. V. Ala(ioòo).
Alév. Allievo. Alunno.
Alév. Allievo? Dicesi di quel parto di
vacca che non si manda novellino a
macello , ma che si rileva per averne
bestia latta. Dell' asinino fu detto so-
stantivamente Allevando.
Alév ( che i contadini dicono anche Lèv).
. Pianta matricina. Pianta giovane più
vegnente la quale nelle tagliate si
lascia di riserva per allevarla e averne
albero fatto. Noi comprendiamo sotto
questo nome generico gli alberi da
palina, i bronconi e i virgulti. V.
Pianta. Mi sembra che in parte corri-
sponda al cosi detto ^a/iWottde'Franc.
Alevitt Foggia di vestito andato
in disuso. Forse dal frane Allez^ite.
Alfabètt. Alfabeto^ E anche quella te-
letta su cui è a puntiscritto P alfabeto.
Andà per alfabètt. Seguire V ordine
alfabetico.
Aliam via. V. Andà e Via.
Allna ( die anche dicesi Alétta e che al-
tri dicono Scimaroeù o Tricchtracch
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ALO (
dai suo verso). Pigliamosche. Aliuzta?
Uccello che è la Muscicapa rubecola
degli omit. — Sotto lo stesso nome
d'^Allna a Alétta ìnteBdiamo anche
r Aliuzza maschio di color bianco ,
cioè la Muscicapa albicollis di Tem-
minck ; e la Boccaìepre o Grisettina o
Grisola^ cioè la Muscicapa grisolalÀn.
ValbicolUs è comune in agosto e set-
tembre nelle nostre pianure ; la gri-
sola in estate e nel primo autunno,
ma va a svernare altrove. Sono tutti
uccelletti che si cacciano a civétta.
Alizzàri. y, Robbia.
Allamanée. ) v* a. Grido di allegrezza con
Allaminée» > cui altre volte i ra gassi e
la plebe salutavano le spose novale
al loro uscire dalla chiesa , quasi vo-
lendo dire air imeneo 9 air imeneo. Si
vegga su questa voce il Giul.,part. II,
p. i5. Dairant. Allaminee è prove-
nuto il dettato Shragià allaminee, ov«
vero Fa la minee. y, Minée — Oggidì
anche nelle campagne dell^Alto Mil.
alla voce Allamanée furono sostituite
quelle di Benis Benls, cioè a dire Da-
teci confetti.
Allòn. Alle mani. Animo. Via, Su, Dal fr.
Allons, Voce colla quale si sollecita
altrui a camminare o a far checches-
sia. Il Fag. (nel suo Marito alla meda
I, 8) ha Alò per animo ^ via^ su; e
Alò ha pure il CecchìineW Assiuolo
IV, 3 e altrove). Egli è desso; alò^
* la senni pi accenna.
Allóra. Allora, Da noi però è usato an-
che in Big. di In tal caso. Quando
ella fosse stata così , e simili. Per es.
S^«l r avess savnu , allora el le fava
minga. Quando egli t avesse saputo
non avrebbe f alio ciò.
Allume. T. de'^Tint. Alluminare. Dare
r allume ai panni innanzi tingerli af-
finchè ricevano il colore. Quest'iasione
- dicesi Alluminatura,
A\mAnkcch,Almanacco,TaecuinOiLunaHo.
Almànca. Almeno, Almanco»
Alògg. Alloggio -^Yess d^alogg in d'^on
loengh. Alloggiare in alcun luogo *—
Noi diciamo anche on Alògg, di Alògg
per denotare uno o più militari allog-
giati nelle case private. Per es. Gh*avii
di alogg ? Avete militari in alloggio 1
Aloggià. y. Loggia.
14 ) ALT
Chi tardi ariva el malann le alog-^
già. y, Malànn.
Alón. r. Allón.
Alp. Lo stesso che Alpée. V.
Alpa idiot. per Arpa. y.
Alpadór. Alpigiano? Cosi chiamansi i
pastori soliti andare ai cosi detti alp,
Alpée. Alpe, Montagna; ma fra noi de-,
nota singolarmente quel punto di un
alto monte su cui sorge un fabbricato
o sia una cascilia dove si conducono
neir estate i pastori colle loro roandre
perchè godan dei pascoli ivi esistenti,
e donde, dopo aver fabbricato burri»
caci, ecc., scendono suU' avanzar del-
l' autunno per tornarsi ^lla pianura.
Alt. Alto, Elevato dal piano. All^ it. Alta
corrìsponde sovente il milanese f^lt
o Apòlt; ma pure anche il volgo usa
Alt nei modi seguenti :
Alt o Alt i bocch o Alto là. AUo fi»
Fermo lì. Piano, Alto,
Ave di alt e bass. V» Basa.
Calsà alt. Imporla troppa alto.
Fa alt e bass. Far alto e basso, Po*
ter negoziare e conchiudere a suo
senno ; e per lo più Fare man bassa.
Operare a capriccio , dispoticamente
— Fig. e scherz. El Hi alt e bass come
el voeur lù. Camminando pare chf ei
dica Qua è mio e (fiià vorreUcosì nel
Malmantile). Ei cioncola. Dicesi di chi»
zoppo , va per via arrancando o a
quasi dire altalenando.
Tratta d^^alt in bass. Malmenare.
Bistrattare, Soperchiare. Aspreggiare.
Stancheggiare, Straniare. Straneggiare m.
Quello che Seneca (De Fita beata)
disse Ex alto cum aUquo agere.
Vardk d' alt in bass Mirare
altrui con isprezzatura.
Alt. Ad, di Carnevàa e Pàsqua. F.; e
vale Che dura o ricorre pia innol-
trato fra Y anno. Anche i Fr. dicono
Haut in qnesto sign^ato.
Alt. Ad, di Tila, Stòffa 4 Paun, ecc. r.
Le persone educate dicono Alt\ i. volr-
gari Avelt in questo significato.
Altalènna. T. d*Ag. Ma*iacapallo, Legno
bilicato sopra un altro che si abbassa
ed alza per attigner acqua da^ pozzi.
Alfapàga. T. mil. Caposoldo.- Capisoldo.
Qnello che s^ aggiunge al soldato he-
Demerito sopra la raa paga.
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ALZ (
Alihr. Aliare; e poet. Ara.
Vk come a roball in «a T aitar. F'.
Roba.
Qiiell ch^é 5^ se va a tceuU anch
su r aitar. ...... Il suo va rido-
mandato a chiunquo.
Ohibò el par oa aitar. F. Pari.
Aitarlo. Altarino. AltareUo. Tabernacolo.
Tabemacoletto. Noi per lo più ixiten-
diamo per Mtarin quegli altaretti che
i fanciulli fanno in casa o per le vie.
Squajà i allarttt. fig. Scoprire gli
altari o un embrice.
Ihéa. Altèa. Pianta che è V Hihiscus
palustHs Lin.
Altèa. Maharosa. Rosoni, Altèa, L'Alcea
rosea Lin.
Alter. Altro — Tra noi i volgari dicono
Olter; le persone educate Alter.
D** alter, m. avv. Altro, Nient d^ al-
ter. Nuir altro.
Alter e Altercbè. avv. Di certo. Di si-
curo. Indubitatamente, Per es. a chi
mi dice Glie vet? io rispondo Alter;
e vale come a dire Ci vai tu? . . .
Si 9 certamente. V. anche Naluralmént
Alter che di o che fa o sim. . . •
Ttttt" altro che. Per es. Alter che sta
su l Tè borlaa giò come on asen. Non
ne voler sapere ? tutf altro ! V incappò
come un merlo.
Senz'Valter, y. Senza*
Alteràa. Alterato.
Alteràss. Alterarsi.
Alterazión. Alterazione.
Altèrch. Altercazione.
Alterchè. V. Àiter(avv.).
Altéria. Artèria.
Aitertànt. Altrettanto.
Altézza. Altezza,
Altézza. Telo{co\Ve stretta). Pezzo di tela
o stoffa , in larghezza del suo essere 9
e lunghezza arbitraria» che cucito con
altri somiglianti compone lenzuola»
vestiti, paramenti e simili. È quello
che in Sicilia dicesi Farda. I Brianz.
con voce pib italiana dicono Ona tila.
Fa on vestii de quattr* altezz. F.
Vestii.
Alto. avv. Alto — Su via. Più com. Alto
doncayfenimmela. Finiamola una volta.
Altòn Sp. di stoffa.
AIz. T. de^Calzol. «^/zo(Zanob. Diz.).
Cuojo che mettesi sulla forma per lare
i5) AMA
la scarpa piji agiata. Corrìsponde al
fr. Hausse ed al piem. Aussa.
Alza. Alzare.
Alza ben i pee. fig. F, Pè.
Alza el eoo. F. Cóo.
Alza i ootni. fìg. Alzare le coma.
Alzare o Rizzare la cresta. Levare il
capo o in capo. Venire in superbia.
Alza su. Sollalzare. Sollevare»
Alza. met. Aizzare* Istigare.
Alza. met. Alzare il gombito* Caricare
r orza al fiasco. Bere mollo.
Alaàd. s. m. pi. T. de^ Sarti
Quelle specie di biette di panno che
si mettono nei calzoni fra le parti
dette chiappe e la serra( /à/xetia ).
Alzàda. Alzata. Alzamento. Alzatura. Ele-
vazione. Elevamento. Innalzamento» '
Dà Talzada. met. Cavare un cai"
cetto. Cercar di trarre di bocca un
segreto » cercar di risapere checches-
sia da alcuno.
Dà r alzada a on uss. Mettere a leva
un uscio. Dicesi del far uscire di gan-
gheri le imposte di una porta.
Alzàda. Pianta (così TAlb. enc. in Scalino).
Negli sc9lmì{basej) è quella parte
che ne forma P altezza o la fronte e
che sta sotto alla pedata (pedaiuta).
Alzàda de scala. F. Pedànna.
Alzada d*iagego« lYovato. Invenzione^
Astuzia»
Alzamàntes Congegno » che sta a
destra della tastiera di un organo»
il quale tirato a sé da chi z* accinge
a sonarlo avvisa il tiramantici ch^egli
abbia a dar dentro in essi e mandar
r aria alle canne. I diz. hanno accol-
to Tiramantici ; non potrebbe in essi
tenergli compagnia Alzamantici?
AUapé. Saliscendo. Nòttola.
Cagnoeu. Monachetto «» Cambretta.
Staffa >» Paletta o Manetta. Linguetta»
Alzapè. ScaleUa? Specie di lacciuolo ad
uso di prendere uccelli.
Alzapè per Zappèll o TomèU. F.
Alzètta. s. f. Sessitura. F» Sambrùcca.
Alzón. T. dc^Calzet , Parte dei
telajo da far calze » ed è quel ferro
che sostiene di peso tutta la gfibbia»
Ama. Amare.
Chi ama Dio, ama i soeu $ant. Od
ama me 9 ama il mio cane. Chi ama
noi , ama le cose nostre» e ne ha cura*
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ÀMB (
Chi sprezza ama. K. Sprezza,
ikmalàa. Ammalalo, Malato,
Andà glò amalaa. Cader ammalato.
La s' è amalada. È sopra parto. Eu-
femismo de" nostri contadini ai quali
parrebbe immodestia il dire V è art-
dada in leu a parturì,
Quand stranuda Tamalàa cascell via
de r ospedka .... Modo di dire che
denota buon augurio nello stemutire.
Ran ran, Tamalàa porta el san . . .
Suol dirsi quando alcuno è obbligato
,a soccorrere chi è meno malato di sé.
Oh liin amalàa. Gli han fritto,
« }A9k M ichÌTen al pu de Teas fis'ciaa , — i» In
quanto al fast onor oh bin amalaa. (Art.poet.33).
Trass amalaa . . . Fingersi malato.
Amalastànt. A mala pena. Appena,
Amar. Amaro, Amar come el tossegh. Pia
amaro che non è il fiele, Amarissimo,
Amareggia. Amareggiare, Attossicare,
Amarétt Confetto rotondo e un
pò" spugnoso, fatto di mandorle amare
o di semi di pesca tritati , impastati
con zucchero e chiara d''uovo e bi-
scottati nel forno. Alle mandorle o ai
semi già detti alcuni sostituiscono le
avellane trite ^ e in allora questo con-
fetto, non amarognolo ma dolce, è chia-
mato Spumino dai Fiorentini e da altri.
Amarètt. Amarógnolo, Amaruccio, Ama-
Amarezza. Amarezza, (retto,
Amàss. Ammasso, Ammassamento; e se-
condo i casi Mucchio. Fascio, Fastel-
lo. Affastellamento,
Amatista. Amatista. Gioja nota.
Amatór (cìie i cont, br, dicono Amatós).
Dilettante, El Gecch T è amator de
• caccia. // Cecco è appassionato per là
caccia^ si diletta o è dilettante di caccia.
Ambàa. Inclinato, Obbliguo, Bieco, Sgliem-
bo. Pendente, Piegato,
Ambi. T. di G. di Lotto. Ambo,
Ambiètt. Dim, di Ambi. F,
Ambizidn. Ambizione.
Ambizionètta. Ambizioncella,
Ambiziós. Ambizioso,
Ambiziosètt. Ambiziosetto,
Ambiziosón. Ambiziosaccio,
Ambra. Ambra,
Ambràa(I musegh de T). /^. Mìisegh.
Ambroeùs. Ambrogio, Nome proprio.
Bev in la tazza de san l^ Ambroeùs.
fig. r. Tazza.
16 ) AMI
Omm do quij de sant*Ambr(eiis o de
qui] del temp de sanCAmbrceus {che
anche dicesi Bon Ambrosiàn o Ambro-
sianón). Zazzerone, Uomo alla buona
o casalingo. Uno del popol grasso e
leale di santo Ambrosio disse M. Paolo
Giovio in una sua lettera posta a
pag. 48 della Raccolta delTAtanagi.
Ambrosiàn. Ambrosiano,
De bon Ambrosiàn. Ahòrosiana-
mente disse M. Paolo Giovio in una
sua lettera registrata a pag. 58 della
Raccolta di lettere dell^Atanagi. { V,
anclue Ambroeùs). Da buon pastricciano.
Ambrosianón. F. Ambroeùs.
Imed. Amido.
Donetta de Tamed. K Donètta.
Àmed. Salda. Acqua in cui sia stato dis-
fatto amido, e serve a tener distesi o
incartati i pannilini fini, le trine, ecc.
Dà r amed. Insaldare, Saldare, Dar
la salda,
Àmeda. Zia. La voce Ameda^ prove-
gnente dal lat. Amila 9 è ora quasi che
morta in città : in campagna però, e
spec. in Brianza, è tuttora viva; ivi
dicono anche Amedìn^ e com. Medina —
In Milano il ^olgo suol dire Me ameda
e Me ameda la guercia per accennare
o chiamare a sé copertamente alcuno.
Nel caso di accennare un tale direb-
besi ital. Quell'amico. V. Scirésa.
Amedà. K. Inamedà.
Amedin. F. Ameda.
Amen. Amen. Noi usiamo questa voce
in particolar senso remissivo; p. es.
L^ hoo minga poduda spontà . . . amen.'
Non la potei sincere o sgarare; par»
Amera. F, Àmola. .(zienza!
Amiànt. Amianto,
Amicizia. F, Messlzia.
Amigh per Amis è usato da noi soltanto
per amor di ritmo nel seg, dettato :
A r amigh pcregh el figh, al ne*
mis peregh el persegh. V, Figh.
Amis. Amico.
Amis come can e gatt. F, Can.
Amis de capell. Amico da sternuti.
Talora anche Amico sospetto ^ incerio.
Amis del Leila.' Amico da bonaccia^
cioè Amico di nessun conto ad una
necessità; conoscente, non amico.
A sto mond glie vceur di bon amis.
Chi non ha amici non fa grtut fortuna.
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AMO (
De amìs ghe n^ è pocch. Cfù vuole
amici assai, ne provi pochi; e vale che
alla prova pochi riescono veri amici.
Fass amis de vun. Amicarsi uno.
Guadagnar uno,
I amis se conossen in d^on hesogn.
Calamità scopre amistà,
L^amis sciresa. y. Scirésa.
L** è mej on amis che des parent, . . .
Dett. che dimostra quanto reiezione
prevalga al caso.
Se vorii vess hozzaraa andce di
amis a compra .... Dett. in cui la
voce amis è presa nel senso generico »
non nel genuino.
Servi d** amis o Dà ona robba d' a-
mis. Servire o Dar checchessia dtd-
r amico,
\gss amis de vun. Dirsi con uno,
Amìsa. Jmica,
Amiscioeù. Amo; e per idiotismo Lamo,
Amisón. Amicone{* ^lor,). Amico intrinse^
co 9 intimo. Fratei giurato. Amicissimo,
Amisònna. Amica grande ^ intima, ecc*
Amist. T. de^ Pellico Pelliccia
di colore traente a quello del noce,
la quale si cava da quelP animaletto
che i naturalisti hanno fatto ora to-
po 9 ora ghiro 9 ora marmotta , e che
oggidì , se altro non accade, s* è fermo
a questa specie col nome di Marmotta
cHcetus tolto ai Boemi , che lo dicono
Sskrecek dal suo stridere, o ai St ras-
borghesi che lo chiamano Crìcet; e
il nostro popolo imitò la parte sua i
maggiori con più innocenza voltando
in Amist quelP Hamster che presso i
Tedeschi è il nome comune di tale
bestiuola.
Amm .... Voce imitante Fazione di chi
addenta o inghiotte checchessia, f^.
anche Gnamm.
Àmola e ant. Amerà. Ampolla, Dal lat.
Hamula,
Amoliént. Ammolliente, Emolliente,
Amolin. Ampolle, Ampolline. Si pren-
dono com. per que' due vasetti da ta-
vola in cui tiensi Polio e Faceto da
condire insalate e simijì , e che i Fr.
distinguono in p'inaigrier ed ffuilier,
y. anche Portamolìn.
Amor. Amore, (Il nostro volgo lo vuol
femmina dicendo L'Amor Ve orba o
Ve cecca,')
loL 1,
17 ) AMO
Amor da fradell» amor de oortell.
V. Fradèll.
Amor de gatt o de pajsan. V. Gatt.
Andà in amor. Entrar in amore(Savj
Omit. II, 200). Andar in amore o
in caldo, lenire in caldo. Si dice delle
bestie in generale. Parlandosi di pe«
sci direbbesi Andare in fregola. Pall-
iando di piante direbbesi Essere in
succhio o in sugo. In modo esagera-
tivo dicesi Aver uzzolo o lajbja.
Ave amor. Tendere, Inclinare, In"
chinare. Per es. El gh^ ha amor doma
a andà soldaa. Inclina alle armi, il
volgo usa questo modo anche par-
lando di cose materiali: per es. Sta
pianta Pha amor a vegni in fceura.
Questo albero inclina a uscir di riga.
Bocca che fa Y amor coni i orecc.
y. Bocca.
Canzònet o fét V amor ? . . . . Suole
dirsi da noi a chi farnelichi operando
o parlando , o a chi narri cose poco
degne di fede, o a chi operi troppo
a rilento. Nel primo dei casi suddetti
potria tradursi per Clie armeggi tu?
Che vai tu abbacando ? : nel secondo
per Motteggi tu ? :• nel terzo Guartla di
non ti scagliare o vero Clie musi tu ?
De amor e acord. f, Acòrd.
De bon amor. Di buon grado» Di
buona voglia,
El Dio d"* amor. K. Dio.
Fa r amor. Far cdV amore, Amo^
reggiare,Far P amore o da innamorato.
Fa Pamor a ona robba. Uccellare
ad alcuna cosa, bramarla avidamente.
Fa Pamor coni i oeuc e. Fare agli occhi.
La Dea d^amor. f^. Dea.
L^ amor el boffa in la lumm a la
reson. Affezione acceca ragione*
L'^amor el ven de Pamor. Amore
chiama amore. Chi vuole servigi ne
faccia, chi vuol cortesie sia cortese,
chi larghezza sia liberale. Il Si vis
amari ama di Seneca in atto.
L^amor la fa fa del tutt. Amor non
sente Jatica •— GC innamorati trovano
cose dell* altro mondo(¥ag, L'Astuto
balordo IH, i4).
L'^amor, la famm e la toss hin
tre coss che se fa cognoss. Amor né
tosse non si può celare. Il fuoco ,
r amore e la tosse presto si conosce,
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L^ amor la passa el guant. V amore
passa il guanto, Fta veri amici le
apparenze sono un di più.
V amor T è cecca o orba. Affeùone
acceca ragione. Amore è cieco,
No gVè sabet senza sol» no gh'*è
donna senza amor 9 no gh^ è praa
senz^erba, e no gh^è camisa senza
merda Dett. di eh. intelligenza
che si sente anche in bocca dei Luc-
chesi i quali v"* aggiungono altresì
^on c'è monaca senza baffi ^ e nofi
V* è gatto che non isgrajffi,
O per amor o per forza t'ee de fall.
4 questo fiacco bisogna bere » o affo^
gare.
Oh per amor ! ed anche Oh per
amor del ciel! Oh vaiti con Dio!
. Esclamazione di maraviglia.
Per amor. Per amore. Per rispetto,
4 motivo,. A o Per cagione, A causa di,
ed anche Ck}lpa i7, come Per amor
del catìv temp. Colpa il mal tempo.
Per amor di cinqu piagh. y. Piaga.
Perd Tamor a ona robba. Caderci
delV amore o di stima o di grazia cìiec-
cJiessia, Venirci in dispregio chec-
chessia,
Personna senz^amor,Z)<Vamo/Yito«che
non conosce amore né benivolenza.
Quell che d^ amor no ven balla no
se pò ben, P", Balla.
Toeuss d^amor . . • • Sposarsi per
innamoramento senza più.
^tB9 o No yes^ corispost in amor.
Essere o Non essere riamato.
Amor, , . • , • Fra noi si aggiunge tal*
volta al nome proprio di un tale a
cui si volga il discorso, per denotare
benevolenza , amicizia » famigliarilà
che s'^abbia con esso , ma le più volte
per ironia; cosi per es. si dirà: No
el me Cecchin d' amor; SI el me Gio^
pann d*amor; e vale come a dire No
mio bel Cecchino; SA mio caro Gio^
vanni; Si mio belP amico,
Amoredéi. K. Gratis,
Amorólt, Calenzuolo, Verdone, Verdello,
Uccello noto, detto dottrin, doride;
la Loxia olUorisLin,
Amortizaziun. Ammortizzazione,
Ampj. AJa, Noja, Fastidio, inquietudine
provcguente da gravezza d^ aria , o
da soverchio caldo che impedisce la
18 ) ANC
respirazione. Forse corrotto daUMtal.
Vampa,
Ampj de vòmit. Conato di vomito^ Sforzi
inutili del romito (Pasta Voc. med.).
Amplamént. Apertamente, Schiettamente,
e per maggior enfasi A lettere di
scatola, fuori •di metafora. Per es.
Ghe Thoo ditt amplamént. GlieV ho
detto apertissimtimente. VAmplamente
dei diz. vale per largamente.
An. V, Aàn.
An sincope di Anca o Anch. V,
Anàda, ecc, V. Annàda, ecc.
Anàlisi. Analisi, Voce usata fra noi solo
nei modi seguenti;
Fa r analisi. T. delle scuole. Fare
V analisi grammaticale.
In ultima analisi. Da ultimo, AlP id*
timo. All' idtimo degli ultimi.
Analizza. Analizzare,
Ananàss. Ananasso % Ananas, U frutto
della Bromelia ananaslÀn,
Anbén. V, Ancabén.
Anc ( o Ancia ). T. mus. Linguella, Xi/i-
guetta. Lingua, Quella cannuccia o
sampognetta con cui si dà fiato ad
alcuni strumenti musicali. I Fr. pure
dicono Anche,
Anca. Anche, Ancora, Ancorché,
Ancabén (e Anbén). Ancorché, Sebbene,
Quantunque,
Ancamò. Ancora, V, Anmò.
Ancasi o Anca si. Oltracciò, Inoltre.
Per es, Luis Boss Fera bon pittor,
bon scrittor, e bon poetta anca sì.
Luigi Bossi era buon pittore, egregia
scrittore, e oltracciò buon poeta,
Anch. Anche,
Anch quant. Ancorché, Sebbene,
Anchèn. Tela anchina.
Auchètta. Coscia (Sav] Ornit.). Parlando
di polli e uccelli vale quella prima
porzione delle loro estremità che s'ai^
ticola col tronco in alto, e colla tibia
o gamba (garo/i) abbasso. On^anchet-
ta d'^aneda. Una coscia di anatra ^^
VAnca dei diz., se non è male spie^
gata , non pare ben riferibile agli uc^
celli ; la Lacca e la Lacchetta si rife-
riscono ai soli quadrupedi. On^an-*
chelta de porscell. Una lacca di porco*
Ancia, f^, Anc,
Ancònna, Tabernacolo, Custodia di le^
gno, dentro a cui sia rinchiusa qualche
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ÀND ( t9
Mera imagine ; ed anche Nicchia da
statue sacre « o Cappciletta aperta
nelle vie pubbliche otre siano imagi*
ni sacre. Forse dal proy. Àncono o
dal Celtico Ancona per sinuosità.
Ancònna ( v. del Varon mil* )» Ancona»
Tavola o Tela su cui sia dipinta
qualche imagine.
Anconnètta dicesi da alcuni per Scap-
paràtt. r.
Àncora. Ancora, Le sue parti sono O'-
cala o Ghirlanda 9 Fusto o Asta 9 Boz-
a^. Occhio 9 Marre 9 Patte.
Ancòva. Arcòa, F, Arcòva*
And ... In campagna, e spec* in Brianza^
chiamano con tal voce ogni lista di
vangata ) di zappata, di lavoro che
due o più contadini facciano o ab-
biano fatta da un capo all' altro d^ un
campo ( e sogliono dire Jncceu emm
faa on om^, duu and^ ecc. — VAndan-
na de Jen {F.) è affine a questo And
che altri pronunziano Ant^ e tutti al
dim* AntèlL Cosi pronunziato avreb-»
be qualche affinità col lat. Jntes,
Pientà 11 Pand e el camp. K. in
Fusèlla.
Andà. sost. m. Andare* Andamento. An*-
datura — Marcia — Passo* Il lat. In-
cessiis,
£i gh*ha on cattiv andà. Egli ha
una cattiva andatura,
Andà. Andare 9 e anche Ire» Gire.
A longh andà. A lungo andare*
Andà a barilotti Andare in tregenr
da. r. Barilòtt.
Andà a Biassonn. Bg* V* Biassònn.
Andà a cà del diavol colzaa e vestii.
Andare a sua posta a casa il diario
in pianellini e in peduli a calze solate,
V* TAlb. en. in Pianellina negli esempi.
Andà a caga. Andare al cesso o a
sella» Andare,
Andà a corp. v. cont. e br. Andare
al morto* Assistere ad un funerale.
Andà a farsi minere o a fass benedL
Andare alla banda o in rovina o alla
malora o in perdizione* V* anche
Bozzarà.
Andà a fraa (e cosi Andà a pret, a
monega» a soldaa^ ecc*)* Andar frate.
Farsi frate , ecc.
Andà a grattasoeuj. F* Grattasoeùj.
Andà a onxa a onza* ^« Gaza*
) AND
Andà a poUee. AppoUajare. Appol"
lajarsi, V andare che fanno i polli a
dormire 9 e si dice anche traslativa-
mente degli uomini •— In campagna
dicono più volentieri Andà a masón*
Andà a Roifka senza vede el papa.
F Papa.
Andà a scondes. Andare a riporsi»
y* Scónd.
Andà a slofTen. Andar a dormire;
e sch« a pollajo 9 o a far conto col
capezzale 9 o a trovar domani 9 o a
cercar di domattina^ lì nostro Sloffen
pare corrotto dallo Sehlafen de"* Ted.
Andà a spass. Andare a passeggio «
a sollazzo 9 a spasso 9 a diporto* Di*
portarsi,
Andà a strusón. V, Strusòn.
Andà a tavola a son de Campanini
Andare a tavola apparecchiata. Vale
non aver briga di pensare al proprio
nodrimento.
Andà a toeù vun* Andare a levare
uno 9 e talora Andare per alcuno*
Andà a travers. V, Travèrs.
Andà adasi Progredire
lentamente il mosto nel riuscire vino«
il latte nel diventare cacio , e simili*
Andà ùdrée. Seguire, Seguitare^ An-
dare dietro. Per es. Vègnem adrée«
Sieguimi, Vieni meco. Vienuni dietro*
Andà adrée. Imitare* Andar dietro*
Seguire gli altrui modi.P.es. El va adrée
a tutt i balòss. Imita ogni malvagio*
Andà adrée. Andar dietro* Conti^
nuare*. Insistere* Per es. £1 va adree
a rid. Continua a ridere* Va ridendo*
Andà adrée. Corteggiare* Accompof
gnare, Andà adrée ai mort. Accom-*
pagnare alla fossa i morti* Andare
al morto.
Andà adrée a canta, a scriv, a legg*
ecc. Andare cantando 9 scrivendo 9 leg-
gendo 9 ecc.
Andà adrée col pianorin« V* Pia*
Dortn.
Andà al cagaratt. V. Cagaràtt.
Andà al de là. Trascendere* Ecce"
dere.
Andà al de sott. Andare a capo rotto
o col capo rotto* Andar perdente. An-
dare al di sotto o a di sotto* Ft Sdtt*
Andà al nas. V* Nas*
Andà a la vitta. F. Titta.
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AND ( ao
Andà a rìse. Arrischiare* Risicare.
Correr rischio di ....
Andà a toeù, K. in Toeù.
Andà altbrna. Andare in volta,
Andà attorna el eoo. Avere il gira-
capo. *
Andà attorna i oeucc o la vista. Ab-
tagliare.
Andà a tutt'*andà. Andare a spron
battuti.
Andà a tutt*andà. Bollire a ricorsojo.
Andà a tuti'andà. Avvitarsi per le
postela morire).
Andà a tutt^ andà. Andare a ruotoli.
Esser per le fratte- Avviarsi a rovina,
a fallimento^ andare in perdizione.
Andà eh** el diavol el le porla. An-
dare a briglia sciolta ^ a dirotta^ a
spron battuti. Andare via di vela. Il
Sacchetti (If. 4) ha IP andò come se
mille paja di diavoli V avessero portato.
Andà consc o aconsc. Andar lento ,
a rilente ^ adagio.
' Andà coni i pìtt a Paria. F". Pitt.
Andà contr"^ acqua. Andare contr' ac-
qua. Si usa al pos. e al fìg. cosi da
noi come in ital. Nel senso positivo
però talora può tradursi per Jiimon?
tare iljiume^ il canale 9 ecc.
Andà contra vun. T. leg. F. Contra.
Andà de Dio. /^. Dio.
Andà de gamba, f^. Gamba.
Andà de gnugn. f''. Gnùgn.
Andà de mezz. P^. Mèzz.
Andà de picciura. Andare o Stare
dipinto. Quella scarpa la ve va de
picciura. Quella scarpa vi sta dipinti^
cioè vi calza acconciamente.
Andà de so pè. Correre pe* suoi
piedi. Correre — F', anche in Pè.
Andà de là de tutf i montaen. F'.
Montagna.
Andà del corp. Fare i suoi agi.
Andare del corpo. Cacare. Andare.
Andà del maa o de maa. F, Màa.
Andà dent. Entrare. Andar dentro,
F. anche Dénter.
Andà dessoravla. Riboccare, Tra-
boccare. Fersarsi; comic. Ridere; latin.
Esondare.
Andà drizz. Andare a diritto ^ al di-
ritto ^ a dirittura 9 a filato,
Andà drizz o dritt in del scriv.
Regger la linea.
) AND
Andà drizz in del tajà. Tarlare
per filo o di filo 9 o filo filo.
Andà foeura^ Andare di fuora o di
fuori o fuori. Andare in campagna.
Andàfoeura. T. di Giuoco. V, Foeòra.
Andà fueura. Fersare — Andà fceura
a pissaroeula o come ona fonianna.
Fersare come un paniere.
Andà foeura de cà. Andar fuora o
fuori f cioè uscire di casa — fig. Uscir
di tema o di pt*oposito. Perdere il filo
del ragionamento , o non rispondere
a proposito — In sign. corrispondeute
a Andà fteura de la grazia di Dio. F.
in Dio.
Andà fceura de sit. Spostarsi.
Andà foeura de la grazia di Dio.
F. Dio.
Andà fceura del birlo. Lo stesso che
Andà fceura de la grazia di Dio. F. Dio.
Andà foeura sossenn danee. Spendere
assai, ATè andaa foeura on scud in
liber. Ho speso uno scudo in libri,
Andà foeura i acqu. Straripare.
Andà foeura i dent. Cadere i denti,
Andàgh lontan. Scostarsi » e fig. Er-
rare, Non apporsi,
Andàgh vesin. Accostarsi. Avvici-
narsi ^ e pari, d^ indovinare checches-
sia Quasi che apporsi.
Andà giò. Scadere. Decadere.
Andà giò. Smontare. Dicesi dei co-
lori che perdono bellezza e vivacità
— In generale poi Andà giò v.ale
Perdersi, Struggersi, Consumarsi, e
si traduce spesso colle particelle di-
struttive dis ose coi verbi rispettivi.
Per es. Gh'^è andaa giò el color. Si
è scolorato , 51* è stinto — Gh"* è andaa
giò r indoradura. Ila perduta la do-
ratura ( il / est dédoré dei Frane.) —
Ghe va giò el pel. Perde il pelo» Si
dipela — Gh^ è andaa giò i cavij. Ha
perduto i capelli — Te va giò i colzon.
77 cascano le brache — Gh** è andaa
giò la colcina. S" è scalcinato. Si è
scrostato,
Andà giò amalaa. Cader ammalato,
Andà giò col so, fig. F, So.
Andà giò de corda. F. Còrda.
Andà giò de strada. Uscire di strada
maestra 9 e talora Darla pei campi.
Andà giò d^ ona strada. Andare per
una tale strada.
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AND (ai
Alida giò de post. Uscir di cariar.
Andà gid (del so). Tramontare, De-
clinare. Andar sotto, Abbassare. Col--
carsi. Calare.
Andà giò el balón. Sbonzolthe.
Andà giò el cuii. Sfondarsi, V, Cùu.
Andà giò la vos. Jffiocare, Affio-
chire. Perder la voce per raucedine.
Andà giò per i fopp de VairAm-
brceusa. Lo stesso che Andà giò per
la melga. F", Mélga.
Andà giò per i scal. Scendere le scale,
Andà in .... . Andare in ... .
per Sciogliersi 9 Tramutarsi^ Conifera
iirsi^ Finire in .... come nelle frasi
Andà in scenderà, in acqua, ecc.
Andà tutt in d'*on inguini, in d^on
sudor, ecc. F, Scénderà^ Acqua, ecc.
Andà in amor. y. Amor.
Andà instm^Innoltrarsi. Andar oltre.
Andà inanzl Precedere. Andare in-
nanzi o avanti; e fig. Crescere in grado.
Venire in grado.
Andà inanz. Proseguire,
Andà in bestia. Xo stesso che Andà
foeura de la grazia di Dio. V. Dio.
Andà in bissa. Andare a spinapesce,
Andà in canònega. V, Canònega.
Anda in crist. Lo stesso che Andà
foeura della grazia dì Dio. F. Dio.
Andà in di yott , in di noeuv , in
di des ann, ecc Entrare
negli otto , nove , dieci , ecc. anni ,
cioè incominciar per uno V ottavo ,
il nono , il decimo anno d^ età. Un
poeta pisano disse
« Entrata già nel nono meco eli* era ».
Andà in d'*on sii dove pò andà
nissun per nun. Andare dove né papa
né imperadore può mandare ambascia--
dorè. Andare al cesso.
Andà in duu. F. Duu.
Andà in furia. F. Fùria.
Andà in malora. Andare in malora.
Bobinarsi, Consumare tutto il suo.
Andà in nagott. F, Nagòtt.
Andà in polver de boccaa. F. Boccàa.
Andà in strusa. Andare a zonzo.
Girandolare. V, Strusa.
Andà in su Tassa. F. Assa.
Andà indrée. Indietreggiare. Andare
addietro o a retro.
Andà indrée. fig. Decadere» Scapi'-
tare in checchessia» Per es. V è andaa
) AND
indree come in di studi, l^on che pro-
fittare^ ha perduto negli studi.
Andà in giò. Andare in giù 9 alla
china 9 alt ingiù. Le genti deirAlto
Milanese dicono Anda in giò assol. per
Andare a Milano , e cosi Andà in sa
per ritoma]^e a^ loro . paesi.
Andà insèmma. Andare insieme 9 di
conserva, di compagnia, a compagnia 9
a una, ad una, di brigata,
Andà insemnta. Cagliarsi. Dicesi del
latte, destinato a bevanda o a cibo
non caseoso, allorché per troppo bol-
lire o per altro motivo si viene rag-
grumando.
Andà insemma i onz, i paroU, i
fìl Non reggere gli occhi a ri-
conoscere distintamente ì segni delle
once nelle stadere , le lettere nello
stampato, i fili in una tela, e simili.
Andà insemma la vista. Abbagliare.
Avere V occhibagliolo.
Andà là. Progredire 9 e alle volte
Campacchiare.
Andà là. Esser passabile o compor-
tevole o mediocre o discreto,
Andà là come on fass de squcll.
F. Squèlla.
Andà lirón liràn. Andare giò giò.
Andar pian piano e a passo lento.
Andà Ijk de per lù. Andare a sua
posta, da sé, da per sé, cioè canuti-
nare senz" ajuto d^ altri. F. anche Lù.
Andann foeura cont on scud , con
pocch ( e simili ). Non ispendere pia
che uno scudo in checcliessia. Fenir a
capo di checchessia con pochi quattrini»
Andà marabbiand. F. Marabbiànd.
Andà per aliam via. F. Via.
Andà per consonzion. F. Conson-
zión.
Andà per cunt de vun. Andare a
conto di chiccliessia.
Andà per i- yott , noeuv , des ann ,
ecc.' Per es. El va per i vint ann de
che gh"* è pù el Regno d'' Italia. Fa
pe^ venti anni da che cessò il Regno
d'Italia. Siamo nelV anno ventesimo da
che cadde il Kegno d'Italia.
Andà per la strada del carr. F, Carr.
Andà per ona robba. fr. cont. An-
dare per cliecchessia , cioè andare a
pigliare checchessia. Per es. Andà
per foDsg, Andà per pattusc» e simili.
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AND (M
Andare per funghi, per istrame, ecc.,
o ancbe Andare a cogliere fungiti,
a raccogliere strame, ecc.
Andà sora T esemplar con rincio-
ster . . . « . Segnare colla penna tinta
neir inchiostro le lettere abbozzate
dal maestro colla matita; metodo ma-
teriale riprovato dai buoni maestri di
scrittura*
Andà su. Montare* Salire, V, Su.
Andà su. Bincarare* Ritoccare.
Andà su. Venire in fore, in istato,
Andà sii per i scal. Salire le scale,
Andà su sossenn. Fare gran debito,
Andà. su. T. di Giuoco, r. Su.
Anda su. Andare in prigione. Andar
511 ( Quest^ ultima frase leggesi nella
Nov. 145.* di Franco Sacchetti).
Audà su bella. Andare di rondone,
Andà su i interess. Correre i frutti,
il censo 9 gV interessi,
Andà su per si\. f^« Su.
Andà su tropp. Eccedere nelVoffe-
rire aW asta,
Andà su la predega^ la spiegazioti
del vangeli, e simili Si dice
del montare in pulpito il predicatore.
Andà sul cinqu e desdott. ^.Desdòtt.
Andà sul so drizz. f^ Drlzz.
Andà tropp inanz. Andare o En-
trar troppo innanzi. Eccedere, Uscir
de^ termini.
Andà tutta in cavrioeù. V, Cavriceù.
Andà tutt in d^on sudor. V. Sudór.
Andà via. Partirsi. Andare Qia,
Andà via a la franzesa. V, Franzés.
Andà via cont el eoo o col eoo.
Vacillare, Farneticare , e ant. Fagel-
lare. In senso più moderato Andare
o Stare sopra fantasia. Essere sopra
pensiero. Fugar colla mente; e nello
stesso sign. ma comicamente Ai/ere gli
occhi i^ nugoli. Porre una uigna. Per
es. In del scriv me va via el eoo.
Mentre scrivo mi si sparge la mente.
Andà via impalaa o insteccaa. Cam--
minare impettito*
Andà via.T. di Giuoco. F. Via.
Andà y\di. Andarne. Andarsene. S^a-
nire. Il cancellarsi delle macchie. Per
es. Fa andà via i macc. Cavar le
macchie. Sta maggia chi la va minga
via se no se strascia la robba. Questa
macchia non ne va se non col peuo*
) AND
Andagh del so (e così del me, del
lo, ecc.). Andarne il suo, il mio, il tuof
ecc.; cioè risicar Pavere o F onore.
Andèmm inanz che vemmindomin.
F» 0òmm.
A tutt^andà. A tutto andare. Al più^
A fare orsai (Magai. Esp.).
Come vaia? Come va la salute? Co-
me state di salute?
Con r andà del temp. Jn processo
di tempo» Col tratto di tempo,
Dervii foeura, lasséla andà. F. Darvi.
Dove ghe n^è gh^en va. OU è in
tenuta. Dio l'ajuta,
E che la vaga l E facciam bella
festa! Esclamazione colla quale si al*
lude a chi profonde , e specialmente
in conviti, feste, bagordi, ecc. — >
C/li non è in forno è in sulla pala
verrebbe in acconcio a chi volesse
dire un E che la vaga a persona che
fosse in sul rovinare e in sul fallire.
£ va che te va. E vai e vai* .
Fa andà. Cuocere, Cucinare. Per es.
Fa onda a less. Lessare. Fa andà a
rost. Arrostire. Cuocere arrosto.
Fa andà. Fermare le carni, Bifare
le carni. Per noi questo Fa andà
dicesi delle carni da arrostire , che
per quelle da lessare diciamo FagA
tra on buj, F, Bùj.
Fa andà on negozi. Accudire a un
negozio. Amministrare un negozio. Far
andare una bottega.
Falla andà e Falla andà a la ricca.
Tenere gran vita. Trattarsi alla gran-
de; e in senso peggiore Sbraciare.
Gradare a uscita. Scialacquare.
Lassa andà. Lasciar andare. Tras^
andare. Trascurare. Negligere. Far le
viste di non vedere.
Lassa onda. Spetezzare. V. anche
Lassa corr in Córr.
Lassa andà on sgiaffon o simili. La-
sciar andare Mm, ceffone, un colpo, ecc.
Lassass andà e Lassass andà giò.
TYasandarsi. Trascurarsi negfi abiti ,
nel vestire,
Lassass andà del mangia. Perdere
il cibo. Cibarsi poco.
Ve andàa. È morto; per eufemismo
Ne andò» S^ addormentò ; e comica»-
dò a fare i fatti suoi. Andò di là o
fra qu^piii o a babborivéggoUt
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AND (
Mangia beY e caga , e las^a che la
vaga. V» Lassa.
No andà né inanz né indree. fig.
V, Indrée.
Svsk la a andagh adree a vun. Saper
andare a verso ad alcuno. Il suo opposto
dicesì Andare a contrappelo^ a ritroso.
Se la Ta la ya, se no la va, pa-
zienza. ^ ella coglie coglie 9 se no a
patire 9 o vero se non coglie ^ non
nC importa , me la rido — Il Sacchetti
nella sua Novella 74.* verso il fine
dice in questo significato. *< Il mondo
è venuto a tanto, . . . c/ie molti dicono :
Io non posso alttv cìie acquistare; se
non se rf avvede io me la abbo , e se
se n'avvede^ me la gabbo.
Se la va a ciaccer» Tha reson lù.
jt chiacchiere, egli è quel desso che ha
ragione -— Se la va a pugn, el foo
sta. J pugni egli la perde meco,
Semper insci no T andare. Sempre
non istà il mal dov'* ei si posa.
Su qneir andà. A quella foggia. Di
^eir andare. Su quella taglia.
Va on poo a caga. Escimi d'attor^
no. f^anne via. Fattene, /V via , va\
gocciolone die sei.
Va on poo via 9 e per lo più Oh
va on poo via. Oh vacci scalzo! Oh
non può essere!
Andà {^che i cont dicono per lo più
Andà in voeulta, e noi Andà attorna).
Camminare. Andare in volta. Dicesi
de^ bambini che cominciano a cam-
mindcchiare. Per . es. Quell bagaj el
coroenza a andà attorna. Quel bambino
%ampetta o incomincia a camminare j
a andare in volta,
Andà. Convenire, Bisognare. Voler esse-
re. Per es. Andarav che mi Tavess
ditt. Se io V avessi detto ^ pur pure,
L"" andarav faa. Vorrebbe esser fatto,
Andà* Compensare» Andare {^occ. nella
nov. della Belcolore ). Per es. Vaga
Tun per r olter. L' uno compensi V al-
tro. Stia f uno per l' altro. Vada V uno
per l'altro.
Andà. Vestire. La va in ton. Veste alla
moda.
Andà. Appartenere, Spettare, Esser di
dovere. Per es. La ghe va propri. Gli
spetta. Gli è dovuta.
Andà. Volerci,
2Ì ) AND
ohe va tant? Ci vuol tanto?
Andà. Costare,
Cosse ghe va? Quanto costa?
£1 par che gh' en vaga a lu
Pare che abbia ragion da vendere.
Andà. Correre, Dicesi , parlando di de-
nari o monete, deir esser ricevute o
spenderecce. El tal danee el va o noi
va. La tal moneta corre o non corre.
Andà. Andare per passare, succedere.
Per es. La va insci. Va cosi,
Andà on orolog, on molin , ecc. Andare,
Andà on negozi. Andare. Dire. Per es.
Sto negozi el va a cunt di creditor.
Questa ragione dice nei creditori. I
creditori fanno andare questa bottega,
Andà 51 usa in moltissime altre frasi;
^i ^^gg^ sotto ai sostantivi o ai verbi
co'* quali è in quelle frasi accoppiato,
Andàa. Andato.
Andàa. met. Perduto. Eovinato. Andato.
Andàda. Dirittura,
Andadóra. Andito. Corridoja - Androne.
Andadorètta. Anditino,
Andadùra. Andatura, Il modo delFandare*
Andamént. Andamento. Corso.
Andànna. Pedata.
Andànna per Andadùra. V.
Andànna. raet. Andamenti, Andatura,
Condotta» modo di procedere, azioni.
Andànna (Fen in). V, Fen. Dal (T,Andain,
Andànt. T. di Musica, sost. m. Andante.
Andànt. ad. Andante, Facile,
Andànt. ad. Mediocre, Mezzano, Per es.
Pass andànt. Passo mediocre , cioè nò
affrettato né tardo. Robba «ndanta.
Roba grossolana.
Andàssen. Andarsi. Partirsi, Andare via.
Andarsene. Andar con Dio, Farsi con
Dio ; e com. Pigliar V ambio. Ambulare,
Andegh. Andito,
Andeghée. Zazzerone, Il Guadag. Poes.
II. 184 dice in questo sig. Medaglione,
Chi va all^ antica — Fa Pandeghée.
Anticheggiare,
Andeghée per Éndes. V,
Andeghéra. Anticaglia.
Andeghètt. Anditino.
Andèmm. Andiamo, Voce del verbo An-
dare usata a mo* d^ interjezione per
Su via. Alto, O via 9 ed anche come
voce di rimprovero che impone o
silenzio o moderazione. Andèmm e
Andèmm nén. Finiamla. Sta forte —
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ANE (
Se in luogo di Jndèmm dicesi e seri-
vesi Jndémm, vale per Andatemi;
p. es. Andémm foeura di pee. Toglie-
' temici d* innanzi. Uscitemi d' attorno.
Àndrèja. Andrea. Nome proprio.
Andrejja slee su la preja. f, Prèja.
A saut Andrej a monta el fr egg in
carde] a. F'. Frègg.
Andrié. Andriè. Andrienne. Veste don-
nesca disusata da assai tempo*
Aneda. Anitra, Anatra,
Aneda faraóna. Anatra casarca?
Aneda foppana. Anatra domestica.
Cosi detta fra noi dallo starsi ne* cavi
\fopp ) presso le case ov' è comune.
Aneda salvadega. Germano reale.
\IAnas boschas degli ornit.
Aneda stelóna. Anatra allettajuola.
Sotto questa specie corrono anche i
var j Garganej « VArzadegh , il Moretta
il Moretton^ il Cazzuron^ il Coross^ il
Coli longh, il Lagan o Germanott, ecc.
y. queste varie voci ai loro luoghi.
À.neda. ger. NaneròUolo. V, Sciabalón.
Anedàscia. Anitraccia,
Anedin. Anatrella, Anitrino. Anitrella.
AneàòiUAnatrotto, Anitroccolo. Anitraccio.
Anedòtt. ger. NaneròUolo. V, Sciabalón.
Anedòtt. scherz. Anèddoto*
Aneli. Anello,
Aneli a grana. Anello granellato ì
Aneli a la russa. . . . Anello di moda
recente che si diversifica dai comuni
per la molta larghezza e convessità
della lastrina circolare ond' è fatto.
Aneli de spos. Anello matrimoniale
* o sponsaiiùo. Fede 7
Aneli faccettaa. Anello affaccettato.
Dà Tanell. Dare Vanellò. Sposare.
Giugà ai sett anej Fare a
sfilare da sette anelli di ferro intrec-
ciati fra loro una verghelta di ferro
che è inviluppata nei medesimi.
Aneli. Campanella. Cerchio a foggia
d* anello che s* appicca all'uscio per
picchiare. /^. .anc7te Battiroeù.
Aneli. Campanella, Quel cerchietto di
fil di ferro eh' è attaccato alle tende ,
portiere, ecc. per farle scorrere.
Aneli avert o de fa passa. Campanella
aperta{*iosc. 9 Diz, arlig.).
Aneli. Cattivello, Gruccia, Quella specie
d^anellone a cui è raccomandato il
battaglio nella campana.
H) ANE
Aneli .... Quella parte d* un torchio
di zecca la quale conforma il cordone
(contomo) della moneta che si sta
coniando.
Anèlla. s. f. Sp. di dolce, per
lo più con rosolio, che ha figura di
campanella o sia di cerchiello bislungo.
Anèlla. s. f. T. degl' Imbiancaton
Cerchiatura di funicina rinforzata che
serve a tenere annodato alla pertica
il pennellone (/76nè// de bianch),
Anelléra. T. d''Oref. Misura degli dnelU
(*tosc.) Cerchiello d' argento , ottone
o rame, al quale sono raccomandati
parecchi cerchielletti mobili dello
stesso metallo, di grandezze diverse
numerate per gradazione, ed un pa-
rallelepipedo chiamato Tessera indi-
cante la scala delle varie estensioni
di metallo necessarie per formare
anelli corrispondenti in grandezza ai
cerchielletti sopraccennati. Gli orefici
se ne servono per prendere la mi-
sura delle dita di chi commette loro
alcun anello.
Anellìn. Anelletto, Anellino,
Anellin de tenda. Campanellina?
Anellìtt. s. m. pi. Magliette, Quelle a
cui si attacca la cigna di un fucile.
Anellón. Campanella. Orecchino d^oro o
anche d'argento, pendente nel grande.
V Inauris latina.
Aneli dn. Anellone di ferro , bronzo , ecc.
Campanellone(TsiTg, Viag.).
Anellón per Asón di campann. F,
Anellonón Grandissimo orec-
chino. F, Anellón.
Anema o Anima. Anima,
A Tanema. Fino all'anima. Grandis-
simamente, estremamente. Vorè ben
a Tanema. Foler bene Jino all'anima.
Rincress a F anema. Dispiacere inftno
al cuore. Dolersi Jino alV anima.
Andà a P anima. Toccar il cuore.
Anem de oarton o che no gh'han
né legg né fed. Gente di scarnerà.
Uomini presti a mal fare — In altro
senso Anema de carton si dice a Pei>-
sona crudele , dura , rozza , feroce.
Anima di /eccio (*lucch.). Anima di
sambuco (Patri, vi. io).
Anem del purgatori. Anime purgan-'
ti — Pari on' anema del purgatori ....
Dicesi di una donna che per dolore ,
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ANE ( aS
rabbia, disperazione sia' scapiglkta
e sciamannata -^« Pareà i aaem del
purgatori Gosrdiconsi le im-
biancature a strati irregolari, mal-
connessi, macchiosi; e cosi anche le
dipintore cattive; e cosi le persone
cui per timore o disperazione siatsi
rizzati i capelli in capo.
Aneraa d^òra.. Ben mìo* Cuor mio —
Dicesi anche in senso di Persona di
ottima natura. Perla. Coppa d* oro*
Aneina negra o persa. K. Négher.
Avegh de T anima. Jver peUo,
Avegh sett anem e V animin. ^.
Aaimin.
Canta coni amma. Cantare con ani-
fim(Diz. mas.) o con espressione.
Dà Tanema a Dio. Render P anima $
cioè morire.
Dà Fanema al dia voi. Dar V anima ni
nimico o al diavolo^ cioè disperarsi.
Dà Tanema e él corp per vmi.
Dar la vita per alcuno.
Dio ghe daga del ben a Tanema sqa.
Dio gli faccia pace ali* animar ove egli
è. Dicesi nominando qualche defimto.
Duu corp e on^ anema sola. Essere
due anime in un nocciolo- Esser, ani-'
ma e corpo d'uno. .Si dice di due
intrinseci amici.
Mangìass Tanema. Arlrapinarsi. Siri"
tolarsi. JlodersiM cuore. Scoppiar di
rabbia.
Uè pader bon'^aneina. Miio^ padre
di buona memoria^ cioè . defunto.
Mettegh de T anima. Operare con
forza.
No se sent on^ anema. V ò un ta-
cere, un silenzio profondo. Non si
sente un mUo — No è resta» in cà
on^ anema. Nono rimasto in casa né
cane nò gatto — No passa on** an^ma;
Non pòssa anima viva , nessuno.
Omm che gb** ha de Tanema. . Uomo
che ha coraggio. 9 cuore in petfo^eicc.
Pensa a Tanema. Acconciarsi- del--
t anima. Prepararsi alla mofc'te..
Senz^aneina. Inanimato.
Sona cont anima. - Sonare con €mima
(Diz. miis.) o con espressione.
Sona senz^ anima. Sonar ciondolone.
Torna T anema in coi*p. Tornar
V Mùnta in corpo; e bass. Pisciare la
paura. Ripigliare il coraggio smarrito.
roi. I.
) ANG
Tra SU Tànema* Jtecete l' animm ù
' il cuore. Avere vomito gagliardo.
Ànema. Midóllo. Midolla^ 1\ cetitro del
legno.
Ànema Disco sottile di legno che
si mette a galleggiare in quel secchio-
ne pieno di latte che si carreggia. i4
trasporta da luogo a luogo , a oggetto
che il latte stesso diguazzi meno <^e
sia possibile e non versi. J nostri lat-
tiveodoll Io chiamano comunemente
Assa; e ne hanno anche di. piccioli
che mettono per ugual .fine ne*.ficcr
. chiolini antro a* quali portano, il- latte
. alle case, e a questi danna il. parti-
colar nome di Tobbièil. Ver rispetto
. allo scóÌM) va compagno; al Pajosà
delle brente, y.
Anemà de botton. Fondello. AtrìmA.
Anen» de la cassetta de scoldass i pee.
Padellina{così l'Alb. enc. in Cassetta).
ÀSbettia di eann d^orghen. f^. Ammetta.
Anema di ferr de soppressa. Anima.-
Auemìn o Aneminna. Ammetta. AnìknuC"
eia. V. Animìn. . , ^ ;
Anesl Anice. Anicio. Anace.
Anesltt. Anici in camicia. Anici imbui-
tati. Gli anici coperti di. zucchera. o
confetti -^ Pizzicata d* anici... :;
Ancss e conéss. Annessi el co/inàssL . ^
Anfibi. Anfibio» \: \ i-\
Anfìtèjàter. Anfiteatro^ • «• . ,
Angalètt.' T. de'^Fàl^g^Bmi. Augnattup.
. Ugnatura.. Awigìùàiura^' Intaccatura a
ugnatura -^ Dicesi Augnare o JhA
gliare a quartabuono il tagliare V e-
stremità di .due .'pezzi di legnoma a
piano' inclinato., ai schisa > in tndige^
per modo- ché^ còngiunii^ facciano
un angolo' retto , una sq(iiadiraji LA
nostra voce Angalètt Sembra 'coi*rottA
dal francese Qnglet di pari significatA
o dair italiano ^/igo/et<^,'OÌbrs1anchA
• da Angol retto* .•
Angaria. Angiterìà. .
Angaria. Ang/ierìaré, Angariare. . ^'
Angardn . •. • . .. Specie d^ ebano rosse,
cupo, noto agPintarsiatorr. Credo phd
sia detto Sandalo tosso - dai Toscani
per confusione col vero sandalo rosai,
(legno del Pterocarpus santaUntisJàhsji,
che è. però, di un rosso meno!,onpqli
Mi si assicura ohe a Marsiglia isià
detto Noison. ■ ^ ..;•.,»
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ANI (
anger* JHgeto, V, Àngiol.
Angerln. AngioHno. An^oUtto..
Andà in angerin . . . Dicesi dell'* an-
dare uomini e donne a processiokie
cantando il Pàhge lingua e. precedendo
il clera nella festa del CorpUSdomini.
Angéròtt. BamòoccioUó, Bamboccio gros>
Sotto e fresco. Il noslro dngeròtt si
estende anche a denotare ógni bella
creatura bofficiona j paffuta.
AngerottèU* Bamòòcciolo*
Augiona. Angina»
Àngiol. . Angelo.
■Andà d^ angioL Andar a * capello ,
' appuniinoj a pennello ^ a corda^^ a
• draìkma^ cioè né più né meno. .
Andà d^ angiol. Andar di rondóne.
Andar bene, a seconda.
Angiol sgraffignon. y. SgrafTìgnón.
> Canta d** angiol , Balla d^ angiol » eoe.
i^aniare come un angelo ^ ecc.
Lavora d^ angiol. Lavorare con tutta
squisitezza*
- > >.«Paii d^angiol. V. Pan.
Fissa d** angiol. K» Pissa.
Pittura d* angiol. Dipingere col Jia»
- \ lo "À-*^ L^ 'è' disegnaa d" angiol. È un di*
' ' ^f*^ ^/litoi ccljiato. > •
Vestii d^angiol. yèstito ad angelo ^Bì-
cesi di fanciullo 'vestita a quella foggia
che si sogliono dipingere gli angioli
custodi; ciò che sì- fa in occasione di
. processioni^ niortorj di fìmciullini, ecc*
. -^ E iìg. in modo basso per Ciócch. y.
Angiolin. Angioletto* Angolino, jéngeletto,
• Angeluecio ; e parlandosi di donna
• Angelettk* Angioletta, Angiolella.
Aogìolin • • ,^Sf. di tura usata nelle risaje
• e ne' p rati • marcito] .- F. sotto Incasler.
Ailgiollfit. K Puvioultt (sàmare).
Angioloeù. Lo ste^o che Angiolin. K.
Angiòlòtt« Bamboccioito, F. AngeròlL
Angonfa. Agonia.
Sona r angon/a. Sonare u agonia.
\ess in angonia. Agonizzare, Essere
in agonia di morte,
Angonì»'de la fera, y. Fera. .
Angùria, f* Ingùria.
Angusiiàss. Angustiarsi,
}^nim. Animo,
Àninur, J'^, Àncma*-
Ànima! csdam. Capperi! Cospetto!
Anima; Animare* inanimire*^ •
Auimàa. Animato,
26) ANN
Animai. Animale — Bestia.
' •< Animai de TAfrica. K. Àfrica.
Animai del presèpi* K. Presèpi.
Animai per Porscèll(/7t^ya/e). F.
Animalàsc e Animalun. Aninudone.
Animètia. Pala, Animella, Quadrello di
biancheria finissima insaldata di che
si copre il calice nel celebrar messa
dall'offertorio alla comunione.
Animètta. Lunetta, Il reggiostia di un
ostensorio.
Animètta. T. de* Fabbricat. di organi.
Anima{D\z. mus.). Quel pezzuolo den-
tellato inferiormente che nelP interno
della canna d'un organo viene con-
trapposto olla parte inferiore della
bocca di essa e àk forma al suono.
Auimln 6 Animlnna. Animètta. Animuccia,
Avegh sett aniin e Tanimin ( che i
contadini deltAlto Afil. dicono Avegh
sclt vitt e poeù el vittin). Aver le sette
curalelle (heggcsì neir Allegri a p. 106).
Dicesi di chi non muore si facilmente,
e le più volte si suol dire delle donne.
Ànimo. Su via. y, Andèmm.
Anìn anìn. Ani ani. Voce con cui si
chiamano a sé le anitre.
Anmi. Anch* io. Io pure.
Anmò Ancamò. Ancora. Anche. Per
es. Dammen anmò. Dammene ancora.
Dammene delV altro <*- In senso di
Tuttora. Tuttavia* Per es. Vanzi amnò
on sold de ti. Fo tuttavia creditore ^un
soldo da te. Per <m sold sont anmò
quell o mi. Per un soldo son tuttora
lo stesso ( e per questo modo di dire
vedi la voce Quell ) — In senso di
Pur pure. Via là. Passi e simili. Per
es, Se Tavess ditt insci, vorev anmò
scusali. «S!0 avesse detto a tpiesto mo^
doy vorrei pur pure scusarlo,
Ann. Anno 9 e ant. Annéa.
Ann de la discrezione K Discrezidn.
Ave di ann calcaa. Lo stesso die
Ave' i so aunitt. r. Annètt»
Ave i ann de la bajla, e poeù i
scalin del Domm. .... Si usa dire
a coloro che vogliono farsi più gio^
Vani eh' e' non sono.
Ave i ann de Noè. Aver pik anni di
iVòè (Monos.). Esser assai vecchio.
Ave minga di ann per nagott. Non
esserci vissuto invano {Bocche. Giorn.
6 proemio). Cosi siiol dire chi vuol
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ANN (
persuaderò altrui intomo a checches-
sia in forta della propria esperienza.
Chi fa a so moeud scampa des ann
de pi\. r. Moiùd.
Dà el bon capp d^ann o el hon
prencìpt d^ann. Dare il buon capo
d* anno o il capo d* anno.
El sarà la bontaa de quindes ann.
K. Bontàa.
Fann e no fann Pè on tant Pann.
Cosi sogliono rispondere i
poltroni a chi li rimproveri del loro
poco lavorare.
Giugà i ann. K Giugà.
I ann van come van Le
annate corron triste.
In d'^on ann en pò insci nass di
fonsg (c^ i coni> br. dicono In d^on
ann se ne pò volta di fceaj )••...
Bisogna dar tempo al tempo; tempo
viene chi può- aspettarlo^ col tempo
e colla paglia maturano le nespole.
Tutte frasi aflini al nostro volgare,
ma non a capello // tempo adduce
noi^itd^ Il tempo dà luogo a mille
muÈÉoioni come vale il nostro dettato.
L'^ann che ven. Vanno futuro o
venturo* Vanno che wene(Caro Let.
neg. Il, i44).
L^ann del duu, el meà del mai.
Alle colende greche. A revedess Pann
del duQ , el mes del mai. A rivederci
alle colende greche.
L^ann de quest ann NelPanno
corrente, nell^anno in cai siamo.
L*è anni annorum che no v'hoo
▼ist o parlaa o simili. S&n anni Do-
mini che non W ho parlato , i^isto , ecc.
Ogni ann en passa vun* Ogni dk
ne va un di.
On ann con Polter. Un anno per
f altro. Di rimbuono.
. On ann T é longh e P è curt
Modo di dire - col quale consoliamo
noi medesimi od altrai , parlando di
cosa che nlhìa. a durar P anno e che
si reputi o sia dannosa. E di fatto la
durata del tempo ci sembra maggiore
o minore secondo il più o meno ac-
corarsi che un faccia in tali cast. Il
nostro volgare finisce quindi' nel con-
cetto che il tempo Fugace ai lieti è
per gli afflitti etemo.
Porta ben i so ann. f^ Parta.
27) • ANT
Scampa i ann de Noè. K Noè»
Anna. Anna. Nome proprio.
La dotta de sant^Annaé . . . . • •
. Cosi dicesi tra noi il piovere entro
i nove di susseguenti a quello in cui
si celebra la festa di sant^Annà.
Peritt de san t** Anna, f^; Perin.
Persegh de sanl'^Anna. K. Pèrsegh*
Uga sani* Anna. K Uga.
Annàda. Annata. On'aanada de solevo* lo
stipendio d'un anno» V, Mezz^annada.
Annavojànd {dèe anclìe dicesi Imiavo-
jànd o Inagojànt o Inagojantemént ;
poà morte in città , ma tuttora vive
nel contado). Disavvedutamente. Invo^
lontanamente — Alla cieca* A tastone*
Annèlt. Annuccio.
El gh"* ha i so annitt ( che anche
diciamo £l gh^ ha di ann calcaa). Sa
qualche annuccio.. JS" non è come V 140-
vo fresco né d* oggi né di jari* Si
dice di chi é uomo d* età. .
Anni annòrum. /^. Ann.
Anniversàri, s. m. Anniversario. Annuale»
Anodin. y. Lìquor.
Ansa (Dà). Dar campo ed anche Dar ar^
dirct rigoglio 9 baldanta^ ovvero Dar
appicco o occasione di far checchessia.
Ansietàa. Bramosia»
Ansiòs. Bramoso. Desideroso. .
Ansiós. Trepidante. Ansio*
Ant per And. f^. And e 4niclL
Anta. Imposta. lotelajatura , per Va più
di legname, che bilicata o inganghe-
rata serve a chiudere usci o finestre.
Anta scura. V. Scur.
Ant i*eligaa .... Cosi chiàmansi
certe imposte addoppiate. •
Ant snódàa. ... I Yenez. le chia-
mano Imposte a libro.
Dà ai ant o Dà Panta. ùg. Tirar le
calte. Morire, y. CagaràiU.
kniJA.SporieUo. L^ imposta di un armadio.
Ant di orghen. Sportelli. Portellié
Ale. Alie.
AnU(RivàaP), invecchiare 9 e prò-
prLenienle 2'occare i quaranta anni»
« la ttuta
» A fa pari de Tett rWada a raaUi
» La je porta ìnaei ben tute qnaranton ,
9 ehm no gfa'«n cas^» on niarcadctt Ae van. »
( B4I. Son. )
Anfana. ) T. di Cac. Bagna.. Sorta di
Antanèila.: i rete da uccellai'e»
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ANT (28
Anta veglila, jéntivigilia.
Anteàtt. T. for. Atto anteriore o antece-
dente. Scrivono taluni «Si unisca agli
anteatti , e vale S unisca agli aiti an-
' tecedenti^ ovvero al processo,
Antecìpà o Antezipà. Anticipare,
Antecipàa o Antezipàa. Anticipato, {ne.
Antccipazìdn o Antezipazión. Anticipazio-
Antecoeùr. Anticuore. In Brianza questa
Voce di cesi per imprecazione: Oh Tan-
• tecoenrl Oh diamine! Oh malanno!
Antecrist per imprecazione detto a per-*
' sona» Lo stesso die Criston. F,
Antefìss . » • . Nome di quegli ornatini
in sulla cornice dei cippi sepolcrali»
• dei quali» ne corrono tre o più per
ogni fronte di cippo — Il Forcellini
in Antefixa \x chiama Capitegole —
' Quando gli Antefiss sono due soli per
ogni fronte diconsi dai nostri mar-
''morini Grece.
Antegràss. -K Grass.
Antèll. Dim. di Ant cioè And. F. And.
Anténna. Pennone*
Anténna. T. de^Costr. Stile. Abetella.
Abete rimondo e intero che serve
alle fabbriche per formar ponti. F.
Speron o Pé. Calcio b Smuss. SmuS'
satura o Tagliatura.
Antepònn. Anteporre. Preferire.
Antesin, e per lo piig al pi, Antesìtt.
Agoncini di Como. Il pesce detto Cf'
primis lariensis o Cyprinus agone , no-
vellino 9 che s^ imbandisce misaltato o
. fresco. Forse cosi detto dal lido di
Antisito sulla riviera di Lecco , se
, però, come lascia dubbio ilCantù, il
'lido non trasse il nome dal pesce. Il
Porcàcchi nella sua Nobiltà di Como
(p. i5y) li chiama Agoncelli.
Anticàmera. Anticamera. Nome della pri-
ma stanza negli appartamenti dei be-
nestanti, o delle prime stanze in quelli
de^ grandi e nelle corti , ove si sta ad
aspettare ammissione o udienza, e ri-
' cetto de' famigliari o dei cortigiani.
Secondo TAlb. enc. potria dirsi con
voce inesatta Antiporta e fors^anco Jii-
cettOj del che vedi la parola Antibagno
neirAlb. medesimo.
Fa anticamera. Fare anticamera.
(Zanob., Vanz., Voc. un.). Stare in an-
ticamera aspettando d^ essere intro-
dotto a udicnu^ e fig. Aspettare.
) ANT
Fa là anticamera Fare
aspettare altrui nclP anticamera ^ e
anche fìg. Far aspettare checchessia.
Servitor d** anticamera
Quel ser^'O che ha pai*ticolare in-
cumbenza di badare ali* anticamera,
annunziare le visite 9 ecc.
Vessegh minga anticamera per vun.
Non esser tenuto porta ad alcuno.
Aver facoltà d^ entrare ancorché non
annunziato. In questo sig. il Bracciol.
( Sch. falsi Dei xv » 7 ) disse A te non
si ntien portiera ^ e il.Guadagnoli (nel
Naso» sest. i5) Fo per tutto ^ per me
non. e' è portiera*
Anticamerètta o Anticamarétta
Anticamera poco spaziosa. Il Lasca usò
Anticameretta , ma in sig. di Gabinetto.
Anticipa, ecc. V, Antecipà, ecc.
Antifona. Anùfona.
Antifonari. Antifonario.
Antigamént. Anticamente,
Antjgh. Antico - Antiquato ^ kaùg^ come
el caga a braso. PiU antico del brodetto.
Antighitàa. Antichità.
Antighitàa. Anticaglia. Nome generico
di cose antiche.
Antigòtt. Atlempatotto. Antico anù che no.
Antimòni. Antimònio.
Antln. s. m. e per lo più al pi. i Antio
Telajo di legno sporlellato
che si mette alle finestre onde chiu-
derle con vetri, caria o tela per di-
fendersi da} freddo o dal sole senza
abbujare la stanza — Antin de cristall
o de veder. Invetriata. Invetrata. Ke-
trata. Vetriata — Antin de carta o
de ti la o de stemegna. Impannata*
Antinna. Spo/ielletio. Dim. di Anta. F.
Antipàst. s. m. pi. Antipasti.. Le prime
vivande che si mettono in tavola , le
quali in Toscana diconsi Cominci dal
.volgo, e dalle persone civili Principii^
Antipàtegh. Antipàtico.
Antipatia. Antipatìa.
Antipòrt Specie d"* imposta leg-
giera che serye ad appartare V]in^
dair altra le stanze di una casa e a
difenderle dal vento. Talora anche
air uscio da scala 9 che pur suol avere
imposta a bandelle e catenaccio, si
antepone o si pospone un antipòrt
con impostatura o tutta di tavole o
dal mezzo a terra di tavole, e dal
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ANZ (
mezzo air insù a vetriata. V Antiporta
e specialmente quest* ultimo , é da
dirsi Usciale o Paravento coi diz.;
ma il Tom. ne^ Sin. p. 96 ne fa gran-
de richiamo» e vuole che nd par-
lare odierno dei Toscani non si co-
noscano più que'norai in cosi fatto,
significato. Quel passo de' Sin. però
non è piano affatto; quindi i lettori
se la intendano di prima mano con
esso — V Antiporta dei diz. vale Ve-
stibolo» atrio o stanza che s' inter-
pone fra scala e scala -» V^ è chi mi
assicura che i Fiorentini d^oggi di-
cano la Porta così come i Francesi
chiamano Portes^ertes quelli che noi
chiamiamo Antiport de bajetta,
Antiportln. Dim. di Antiport. y.
Antiquàri. Antiquario. Colui che attende
■alio studio delle cose antiche — Me-'
dagiisia dicesi chi raccoglie e studia
medaglie antiche.
Antiquàri, fig. Zazzerone, K Andeghée.
Anton. Acer, di Anta nel primo sig. V.
Anton. Porte. /'ortoiii(Alb. eoe. in Soste-
gno).QueHavolati d^un sostegno(co/tca)
i quali chiusi imbrigliano le acque
d'^un canale navigabile, e aperti danno
loro il passo ; le cateratte dei sostegni.
Antoni. Antonio* Nome proprio.
A sant^ Antoni on^ora benna. V, Óra.
D^on sant^Antoni fò on sant^Anto-
nin. Far d' una lancia un zipolo o un
punteruolo. Ridurre il molto al poco.
Pocch dance pocch sant^ Antoni. F.
Dance.
Vess minga sant^Antoni
Non poter lare cose al di là delle
forze naturali dell* uomo.
Antonio. Antonino. Nome proprio.
D''on sant^ Antoni fa on sant^Anto-
nin. F'. Antoni.
Antresòl Quel mezzado o mez-
zanino che è fra il pianterreno e il
primo piano de' palazzi. Dal fr. En-
itesoL y. Mezzanìn,
Anualitàa. Tribuio Fitto annuale. Quo^
ta annua* Hendita o Peso annuo* Pen-
sione annuaria,
Anzànna» Alzaja. Fune che attaccata ai
navicelli serve a condurli contr'^acqua
•— Colui che a piedi o a cavallo tira
la fune cosi detta viene altresì chia-
mato Alzaja o Elciario o Bardotto.
19) API
AnzànniT. Ad. di Strati. F.
Anziàn. Anziano — Per Lanziàn. F*
Anzianttaa. Anzianità.
Aóff. F. Off.
Aoppà. T. de' Cacciai Fare il
grido a-oiìp per chiamare a sé i com-
pagni di caccia. Dicono anche Oppa.
Apàlt. Appalto.
Apaltà. Appaltare*
Apaltàa. Appaltalo.
Apaltadór. Appaltatore, Imprenditore.
Aparàti. s. m, pi. F. Revestii.
Apartamént, Apartamentiu- F* Parta-
mént» ecc*
Apèll. T. mil. ClUamata. Cerca — Nei diz.
Appello è ter. del giuoco di pallamaglio.
Fa r apell. Far la cìUama,ta dei sol-
dati. Far la cerca. Chiamarli tutti ad
uno ad uno , per riconoscere se ne
manca alcuno.
Vess present a TapeU. Trovarsi
alle cerclie.
Apertura. .fi>"i«tf ^- Apertura al bombo-
rin. Ernia ombelUcale — Apertura in
d*oil varch. Ernia inguinale*
Apell. Appetire, Appétere.
Apetltt. F. Petìlt.
Guzzs^ Tapetitt. Accendere V appetito.
L^apetitt Tè la salsa pu bonni^
che ghe sia. Appetito non vuol salsa.
Àpi. Ad. di Pómm. F,
Apiàn. Piano. F. Pian (avverbio).
Chi va apian va san. Pian piano
si va sano o ben ratio, A passo a passo
si va a Roma*
Àpis. Lapis. Matita, AmaÙta, Noi distin-
guiamo i lapis anzi tutto in Apis e
Pontinn (per queste ultime si veda la
. voce). I primi poi si suddistinguono in
Apis con legn Lapis
fermi in cannucce quadrate o tonde ,
lisce o inverniciate, alcune delle quali
tutte d' un pezzo , ed -altre dette
Apis a coliss. . . ; . . che hanno il
lapis in una lìsterella di sé» mobile,
che 8^ allunga e accorcia a piacere ;
e di questi ne sono
Apis a coliss sempi con un
lapis solo, ed
Apis a coliss doppi. .... con due
listerelle mobili , Tuna con lapis nero»
r altra con lapis rosso.
Apis senza legn Matita
semplice qual yieae dalle cave dalla
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APR (
fabbrica, di Tarj colori» come bianchi,
neri , ecc., e specialmente
Apis carbonein. Matita nera. Spe-
cie di grafite ^ minerale.
Àpìs- pìembin. Matita piombina^
di conipo$ÌEÌone.
Apis ross. Sanguigna. Matita ros^
5a; minerale.
Apis de legnamee. . . . Specie di
matita con entro la piombaggine, e
assai più grossa dei lapis comuni.
Canna d^apis. Mtititatojo. Toccalapis.
Aplicà. Aspirare , e col Fag. nell^i^monte
esperim. III, i5 Applicare — Talora
anche Esibire. Profferire»
Aplic2iss. Applicarsi a checchessia.
Aplicazìdn. AppUceuùone. Applicatezza.
Apògg( Cadrega d'). Sedia a braeciuo^
li. V. Poltrònna.
Apòline( Mangia in). Stare in Apolline
o in Apollo. Mangiar lautamente e di
buon gusto.
Apónt. Appunto, Per t appunto. A ca-
pello. Di certo. Come di pepe. Giusto.
Oh apont! Sul proposito, A tal prò-
posilo. Ora che mi risowiene. Oh non
me ne ricordava. Per V appunto.
Apontamént. Appuntamento. V. Randevó.'
Apontamént. Assegnamento. Onorario,
Paga, Salario.
Após. Dietro, Dopo, Quasi dal Post
de^ Latini. Per es. Apos a Tuss. Dietro
Vuscio. Dopo l'uscio — Nella Valle di
Rovagnate e in qualche altra parte
della Brianza pronunciano Apopùs.
Ve minga chi apos a Tuss. E* non
è la via dell'orto,
Apósit. Opportuno. Acconcio,
Apositamént. Apposta, A posta. Apposta-
tornente, V. Pòsta.
Apòsta. V, Pòsta.
Apòstol. Apostolo, Appostolo.
Aprensión. Apprensione. Apprendimento.
Quasi timore. Mett in aprensión. Dare
apprensione. Mettere in apprensione.
Mettes in aprensión. Stare in appren-
sione. Apprendere. Sospettare.
Aprètt. Cartone. Lustro che si dà ai
cappelli , alle tele , ai pannilani, ecc. ,
cosi detto fra noi dal francese Apprct.
Dà Taprett. Dare il cartone. Rin-
cariare.
Senza aprett. Sema cartona. Senza
colla. Senza gomma. Gli ultimi due
3o ) APR
fi ufano pilli particolarmente pacan-
do di cappelli e di tele.
Aprettà, Rincartare. K. Aprett(Dà V).
Aprii. Aprile.
Aprii dolce dormir Dett. di
chiaro sig. e d^ antica data. Di fatto
. anche in un taccuino volante stampato
in Milano per Panno i553 da magi'^
stro Vincenzio da Meda che stava per
mezzo il campani! de san Setro (Sa-
tiro ) leggesi sotto il mese del Tauro:
it Io son aprile del dolce dormire
M Fra fronde e fiori e belli vcdli
aldire (cioè udire). i>
Aprii gnanch on fil, Magg adag,
Giugn poeu fa quel! che te vcea,Quando
il giuggiolo si veste e tu ti spoglia ^
e quando è* si spoglia e tu. ti vesti -—
Anche i Provenz. dicono En Abriceu
ti delouges pas d'un ficea ^ che vale
In aprile non ti spogliar d' un filo.
Aprii n^ha trenta, e se piovess
trentun, farav dagn a nissun. Aprile
una cocciola per die. Aprii piovoso 9
maggio ventoso , annoJruttoso(ilUmos^
Prov. denotante che d"* aprile P acqua
è sempre giovevole alla campagna.
Abriceu a trenta; quando ploeuria trenta
et un, farie maul en degan dicono
anche i Provenzali.
Aproeàf o Aproeùv. y. conf. Appresso,
Aproeuv a pocch. Pressa a poco*
A un dipresso ( propemodo ) •— Notisi
però che il nostro Aprreuv, comune
anche ai contadini bresciani , berga-
maschi , genovesi , cremonesi , ecc. ,
non ha mai il significato di Dietro
(post) che parmi abbia nel verso gS.*
del canto 12.* dell^ Inferno di Dante,
il modo avverbiale A pruovo ( per ap^
presso , apud) che la Crusca di prima
edizione registrò per rispetto al gran
poeta. Quel verso potrebbe sì essere
tradotto dai nostri contadini per Denn
inm di vceust che podem nagh adree^
ma non Denn vun di vceust che padem
nagh aproeuv 9 poiché noa a"* fianchi di
Nesso ma dietro ini è cosa naturale
che 8^ avessero ad avviare Virgilio e
Dante se avevano a camminare per in
sicura. Ora VA pruovo di Dante par-
mi sì traduzione lombarda delP italia-
no Appresso 9 ma nel solo significato
traslato di Dietro^ Indi, Pai come «la
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ARA (
nel provenzale ^^/o^ , non inanello
del latino Prope da cui Teramente
pare ereditato il nostro contadinesco
Apneuv che in alcune parti, come
nel Bitstese, è detto Da prceugo con
anche maggiore aflkiità coll''^ pruO^o
di Dante.
AproTà. Approvare.
Aqna, Aquarèlla* Aquist, ecc. y, Acipia,
Acquarella, Acquìst, ecc.
Àquila. Aquila. UcceUo noto.
Castell, aquila e léon hin arma per
ttttt i canton Deti. che sì usa
per iadicare come siano comuni a
moltissimi gli stemmi gentilizj nei
quali entrano tali figure.
Fasoeu de l'aquila. ^. FasoBÙ.
L* é minga on^ aquila, met
Cioè non ha grandissimo ingegno 9 è
di mediocre ingegno.
Sgari o Vosa come on* aquila. Gn-
dare a testa. Anche i Francesi dicono
Crier comme tm aigle*
Aquilia.^J. di Nas. K
Ara (e com. al pi. i Ar) per Ala. r.
Ara per Aria. y.
Ara. T. d" Agricoli* Arare, Lavorare il
terreno coli' aratro «—L* arare prende
Tar) nomi secondo i modi e i tempi
in cui si fa, cioè a dire: L** arare per
la prima yolta dieesi Fendere. Eompe-
re. Dissodare, V «rare per la seconda
volta J?àciioteiv(Lastri). L'arare per
la terza volta Terxare. Bifendere. L'a-
rare per la quarta volta Jnquartare.
L'arare incrociando i solchi già fatti
Intraversare. Il passar T aratro sulle
coste o sui lati della porca dove fu
la semente Tanno prima Costeggiare
o Arare in eosta. U tornare ad arare
Tarato Jtiarare. L'arare col coltro
Coltrare.
Area. AràUf^
Aràa. Aratro; idìot. e oont. Aratolo ; e ant.
Arato. Strumento col quale si ara la
terra. L'aratro nostrale è più com,
ad un'orecchia sola, e dicesi da noi
ScUòria. Vedi sotto questa voce i no-
mi delle parti ond'ò composto.
Ara belàra ...... Voci usate dai ra-
gazzi in alcuni loro giuochi come
segue: Per es. nel giuoco di capo a
nascondere qualora siano in due soli
recitano questa cantilena:
3t ) ARA
Ara belar»
De tes e cornara
De r or e del fin
Del comarìn (o del coni Blarin)
Strapazza hordocch,
Dent e foeura trii pitòcch,
Trii peasitt e ona mazzcsura;
Quest'è dent, e queat'è foeura;
e alternando un verso pcar ragazzo,
additano, nel dire l'ultimo, quale dei
due debha andare a nascondersi^ e
quale ricercarne. Se sono in più di
due sostituiscono all'Ara belara que-
st' altra cantilena:
Pan vun, pan duu,
Pan trii, pan quatter»
Pan cinqu, pan ses^
Pan seiX^ pan voU,
Panigada e pancott.
Mi si assicura che i ragazzi lucchesi
. nella medesima circostanza dicano a
questo modo:
Pan ittio.% pan due^
Pan tre 9 pan quattro^
Pan cinque y pan sei 9
Pan sette 9 pan otto^
Casca, in terra 9 e fa un botto
Come un bel salsicciotto ;
Cenci cenci rattoppati
Comperati in stracceria f
Comperati in pefleria^
Comperati in beccheria ^
Salta fuori o ladro o spia,
. La nostra Ara belara de sese coma'
ra (enimmatica per tutti noi, e forse
anche pel nostro Porta che perciò
^gi'cgiftinente la sostituì al dantesco
Pape satan Pape satan aleppe ) trovò
un illustratore nel eh. Defeodente Sac-
chi il quale ne fece una briosa No*
velia per un. almanacco del iSSa» <!>
cui il sig, Gio. Ventura trasse sog<-
getto d'un Dramma che intitolò Ara
ecc. 9 o sia il Ravvedimento elei conte
Tommaso Marino. Milano » presso Car*
lo Vermiglio, i833.
Arabolàn. v* br Sp. d' uccello ?
Aragosta* Aliusta. Astaco. Locusta di mare.
Quel gambero di mare grandissimo
che è detto Cancer astaeus da' sist.
Aràlda. Eìifa nalda o am^/a (Targ. Ist.).
£rba detta Digitalis purpurea da' hot.
Aràs. Colmo. Straboccauie. Anche gli
Spag. dicono in questo wemo Arrasado
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ARB (
•^^ Parlandosi di misure J raso ', cioè
a misura rasa, spianata, pareggiata.
Aras aras o Pien aras. Fimo. Pieno
e pinzo , e col Fag. nel Conie di Bur
cotondo III,i5 Pieno pinta* Arcipie-
nissimo.
Aratòri. Lavomtio. Lm^oratìvo. Lavora-
to] o. Aggiùnto di • terreno , campo ,
■ podere che si usi lavorare coll''aralro.
Arbarèlla. Alberello? Specie di vaso di
vetro ritondo e di pia grandezze ad
uso di tenerci dolci, fruita in con-
serva e simili.
Arbaroeùla. Cìriegiuolo, Ciregiuolo. La
pianta cosi detta Prunus avium dai
hot. di cui la specie diuraciua dicesi
Ciliegia duracina o morajola. In qual-
che parte dell'* Alto Mil. la dicono
anche Galbìnna (nome che altri ser-
vano pel frutto di essa), e la pon-
gono tra i filari delle viti a sostegno.
Arbaròtt. F. Beolin.
Arbèj. Cosi dicono nell'Alto Milanese e
sid Verbano i Piselli. K. Erbiòn.
Arbicòcch. Albicocco, Albercocco, Armel-
lino. Albero che produce le albicocche.
£ il Prunus armeniacaLiaa.
JLrhìcòcch. Albicocca.Bacocca.Albercocca.
Moniaca, Armeniaca. Frutto dclP albi-
Arbij. r. £rbi<iu« (cocco.
Arbioeù. K. Albioeù.
Arbión. T. Erbión — In sig. di Tàccola. F.
Arbitràri. Di arbitrio. Di capriccio.
Arbitràss. Agire ad arbitrio. Tòrsi licenza.
Arbitri. Arbitrio, Capriccio.
Pan d^ arbitri, r, Pan.
Toeuss di arbitri. Operare a capric-
cio , di sua volontà^ ad arbitrio, e
8ch. di propria coriesia.
Arboràri. K Erboràri.
Arboree ( o Alborée ) Sp. di rete
' che si adopera nella pesca di quel
ciprino che chiamiamo Arborèllu. y.
Arborei! a (r/te anche dicesi Alborèlla o
' Alborinna o Àlbora). Pesce argentino.
VAble o Abiette de' Francesi. Il Cy-
prinus albor ddlo Scopoli. IVjscioliuo
che, cotto, ha del P amarognolo.
Arborinn per Erborimi, y,
Àrbor imperiai ( Giugà a) Specie
■ di giuoco, oggidi poco usato, che
si fa colle carte da picchetto. I Fr.
chiamano questo giuoco f Imperiale 9
'e ne distinguono più specie , come
3d ) ARC
Imperiale tournée , Imperiale que V'On
fait tomber, ecc.
ArbosèU. v. cont. br. AlbereUo. Arbo-
scello. Arbuccllo. Arbuscella. Arbusco.
Arhùscula, Arbksculo — I conladini
brianxuoli usano anche ArbosèU per
Castagnuolo, y, Èlbor.
Arbusèll. Albero della barca. È vose dei
nostri laghi, e special, del lariense.
Arca. Arca, .
Pari Parca de Noè Si dice
per ischerao di quella casa i cui pa--
droni amino vedersi intomo quantità
d^ uccelli, cani, gatti, ecc. I Fr. di-
cono Cest Vardie de Noè, il y a 0iUe
sorte de béUs di quella casa dove al-
loggino parecchi pigionali ; e anche
. tra noi si sente usare da taluni in
questo senso il dettato medesimo.
\ess r arca di mincion. Essere l'or-
cigranellone 9 Varcicotale, un ardgoc-
ciolone. y. Badée.
^ess on''arca do virtù, de sapien-
za, ecc. Essere un'arca di sciensa
(Fag. Last. hai. Ili, la ; Guad. nel
Naso 9 sesl. 16). Essere sapientissimo
o scientiatissimo. Essere grandissimo
savio in molte scienze. Essere virtuo-
sissimo.
Arca. Arca sepolcrale, p. es. L^arca de
san Peder marter in sani' Eustorg.
l'arca di san Pietro martire nella
chiesa di santo Eusiorgio.
Arcàda. Arcale. Arco. V. Areh,
Arcàda. Arcovàla. Serie di più archi.
Arcadi. Chiasso. Homore, Si usa anche
in senso di Spuèll, f%
Arcàngiol. Arcangelo.
Arcano, sost. m. Segreto. Arcano.
Arcàri. Lo stesso che Arcadi, r.
Arch. Arco. Arcale, ff. Arcàda — L' al-
tezza mas:»ima di esso dicevi Higoglio
o Sfogo '9 la curvità Sesto ^U curvità
interna ne' ponti Imbotte.
Arch inti-cgh. Arco di tutto se^to o
intero o di fnezzo tondo o di punto
fermo. Quello che ha per corda il
• diametro del cerchio intiero ; arco di
mezzo cerchio.
Arch acùlt. Arco acuto. o composto
o in quarto acuto. Quello risultante da
dufe archi scemi che nel congiuugersi
iatcrsccandosi fanno un arco nella
sommità.
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ARC (
Ardì zopp. Arco scemo. Quello che
ha una corda minore cf^un diametro
del cerchio; quello che è meno di
mezzo cerchio.
Arco a rvUura. Quello che
si fa nello strombare un muro aper-
tosi e che ìyì rimane nascosto.
Arco affogato,
Arch. Arco, Arco trionfale, L^Arch del
Sempion. L'Arco del Sempione,
Arch di zij. ^rco oArconcello delle ciglia.
Archètt. Cassetta, Arcuccio. Quel sottalzo
di vimini che si mette nella cuna ai
bambini per difenderli. NeUe culle di
ferro è detto più com. Boffètt o Bof-
fettìn. V.
Archètt Saéppolo. Arco da pallottole,
Archètt. Arco, Archetto; e poet. Plettro,
Bacchetta di legno sodo ma elastico
da' cui due capi è teso un fascetto di
circa cento crini di cavallo , col quale
si suona la viola, il violino, il bas-
setto ed altri strumenti da arco.
Sedol. Setole » Becch. Nasello. »
Impugnadura. Bietta,
Archètt. T. d'^Agric. Mergo, Cosi chia-
masi quel tralcio di vite che, a modo
d'*arco, mezzo si lascia sotto, e mezzo
sopra terra — Propaggine,
Archètt. Archetto, Cosi chiamano gli arte-
fici una spran ghetta di ferro o d' ac^
ciajo o d* osso di balena immanicata ,
alla cui estremità è fermata una corda
di minugia con cui si fa girare la
saetta del trapano.
Archètt. Archetto, Vbxco del cosi detto
Violino degli Scultori. F, Viorìn.
Lama. Spranghetta~lame(£r,) » Ma-
negh. Manico-'poignée(h.) *^ Vit. P'ite
as Mascarìzz. Corda o Masphereccio,
Archètt (« più, comunemente al pi. Ai"-
chitt). ArcIietU), Bacchetta o Bastone
piegato a modo d^arpo, nel quale da
una parte si ferma una verga nella
cui fessura si pone T esca per pigliar
uccelli — È una specie d" archetto
anche quel lacciuolo che più parti-
colarmente chiamiamo Spiringón, V.
Mett giù i architt. Tendere gli ar~
chetti agli uccellini,
Archibusà. Archibugiare, Giustiziare ar-
chibugiando.
Archi lèti. Architetto. Architettore*
Architettura. Architettura,
' roi. I.
33 ) ARE'
Architràv. Architrave,
Architravàda. Ad, di Cornìs. K.
Architt. 5. m. pi. T. de* Carrozz. ^tfrc/u.
Quei pezzi di legno che sono posti per
la lunghezza del cielo delle carrozze.
Archivi. Archivio,
Mett in archivi. Archiviare,
Archiviètt. Dim, ^TArchlvi. y.
Archivista. Arcldvista.
Arcidiàcon. Arcidiàasno.
Arcidùcca. Arciduca,
Arciduchéssa. Arciduchessa,
Arciduchessinna La figlia delP ar-
ciduca fin che è ragazza; e cosi
Arciduchiu Il figlio dell'" aix.iduca.
Arciprét. Arciprete.
Arcivèscov. Arcivescovo,
Arciyescovàa. Arcivescovado,
Arcobalènno. Arcobaleno, Iride, Arco.
Arco celeste,
Àrcoi. s. m. pL Lo stesso che Fàlcor. K
Arcón. T. de'Fornaj. Arca, Quella specie
di gran madia in cui tiensi il pane
cotto o la farina. F, Mamón.
Arcò va. Arcòa, Alcòva. Alcòvo; e talora
anche Camerella?
Ardént. Ardente, Veemente, f^olento. Fie-
ramente commosso.
Ardént. Focoso, impetuoso. Ardente, Im-
paziente dicesi del cavallo.
Ardcntèll. Ardeniello, Arilentetto,
Ardènza. Ardenza. Ardore, Veemenza. Fa
mett in ardenza. Levar in ardenza,
Mettes in ardenza. Levarsi in ardenza*
Ardimént. Ardire. Ardimento,
Trema d" ardimént. ^. Trema.
Ardimcntós. Ardito. Audace- Temerario;
e talora anche Ardimentoso,
Ardión. Ardiglione. Quel fcrruzzo appun-
tato che è nelle fibbie per serrarle.
In ardion. In assetto. In arnese. In
ordine. In appunto. A concio. In concio,
Mettes in ardion. Mettersi in assetto^
in appunto <y in arnese^ in ordine,
Aréd. yoce {affine di sig, all'aostana
Curare , ed aìu:fie se vuoisi alia Keda
ital.) la quale è usata fra noi soltanto
nelle seguenti frasi :
Ave o Fa pocch arcd. Rendere poco,
* Ave o Fa arcd o sosscnn arcd. Ban"
dere mollo. Tornare copioso , abbona
dante. La me fa ared. Mi pixtjitta,
A\ è manch ared. Render meno. Frut-
tar meno.
5
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ARG (
Arèlla. Graticcio. Canniccio , Dicesi da
alcuni fra noi alle tavole da bachi
più com. chiamate Tavol per i cavalér,
Arènna (e più, com. fra gV idioti la Ren-
na). Aréna. Anfiteatro, Questa voce en-
tra anche a comporre il nome d'Anna
contrada della nostra città, cioè Via^
renna , così detta perchè antichissima-
mcnte ivi era un* arena.
Arént (e cont. Aproeùv). Rasente. Presso.
Appresso. Da presso, yicino. Davicino;
e con V. a. dis. A randa. A randa a
randa. Pare sincopato da Aderente*
Ajcs. V. cont. Larice. V. Làres.
Arèst. Arresto. Presura. Cattura.
AMStà. Arrestare. Staggire. Catturare*
Arestàa. Arrestato. Staggito. Catturato,
Arètigh. Idiotismo per Erètegh. P^.
Aretràa. s. ni. pi. Arretrati. Frutti de-
corsi e non pagati; i Reliqua latini.
Aretràa (Vess in). . . . Avere ài molti
conti, di molti lavori o di molte scrit-
ture che aspettano spedizione ; averle,
per così dire, buttate dietro le spalle.
Argàn o Argànt. Lume argan{* fior.). Spe-
cie di lume cosi detto , io credo , dal
nome del suo inventore.
Arganìn o Argantin. Dim, d'kvghxi. V,
Àrgen. V, Àrgin.
Argenìn Il ciglione delle porcile
nelle risaje, e la ripa dò^fossatelli dei
prati marci lo j.
Argént. Argento.
Argent brusàa. Calia.
Argcnt matt. Argento falso*
Argent negher. V. Négher.
Argent plaché. V. Plaché. (do.
Argent tilaa. Canutiglia. Argento rie-
Argént. Moneta bianca. Dicesi della mo-
neta d"* argento , a distinzione di quel-
la di rame o d' oro.
Argcntéri . Argento . Argenterìa . Gli argenti.
Argentln. sost. m Specie d^ arenaria
(molerà) di colore turchiniccio. Predo-
mina in essa il calcano e n^ è base il
quarzo ; scarse sono le parti micacee e
sabbiose. È diversa dalfarenaria comu-
ne (molerà o cornetión ross): serve co-
me quella per modanature di fabbriche;
ma in parte è anche lavorata in coti
da affilare i ferri, le quali riescono di
buona tempra e molto ricercate: se ne
fanno pure canapè da giardino, cippi,
capitelli, ecc. Molta se ne trova spe-
34) ARI
cialmente nelle cave di Vigano ove ^
detta anche Sass argentin e Cometton
hianch — La Pietra serena dei Toscani
è affine a questa nostra arenaria che
è una vera Pietra cerulea plumbea o
plumbaria — F. anche Molerà.
Argentin. sost. m. T. de^ Corona]. Sal-
taleone. Filo, Quello in cui ti* iniilano
le avemmarie, i paternostri, ecc. di
una corona. Alcuni fra noi lo chia-
mano anche FU de Bologna.
Argentin. ad. Argentino. ArzenOno —
Vos argentinna. Son argentin. Foce
argentina. Suono argentino — Color
argentin. Colore argentino.
Argentvlv. Argento vivo. Mercurio.
Avegh r argentviv adoss. fìg. Aver
V argento vivo addosso; e pari, di fan-
ciulli anche Essere un nabisso , un
frugolo , cioè non istare mai fermo.
Il Morelli nel suo Gentiluomo istruito
usò Essere mercuriale in questo sig. ,
e TAlb. enc. notò la frase; ma essa
mi sembra poco felice.
Àrghen. Argano. Ve ne sono d** orizzon-
tali e di verticali ; quello della prima
specie mi si assicura detto volg. iu
Toscana, e spec. a Lucca, Omo morto.
Voregh i argin per Ùl quajcossa. fig.
dolerci gli argani a far checcltessia*
(Fag. Mar. alla moda II, 1). Far cìieo
chessia tirato coW argano o a forza
d- argani.
Arghenón Grand^ argano.
Àrgin (idiotismo). Argano. F, Àrghen.
Àrgin. T. de^ Pasta). Arganello. Cilindro
col quale il pastajo , girandolo , strt-
gne le paste nelle loro forme.
Àrgin. Argine — Per Argenìn. F.
Argina ..... Assettare le ripe de* fos-
satelli d^ un prato marcitojo in modo
che r acqua possa traboccar pari co-
me velo a inacquare ogni parte dei
prato stesso — - In gen. Arginare.
Arginadùra. .... Livellazione dc^fos-
satelli adacquatori de"* prati marcito]
— In gen. Arginatura.
Argomént. Argomento,
Arguì. Arguire. Argomentare. Inferire.
Ari. Aria. F. Ària. Questa voce così
tronca è da noi compenetrata in una
sola voce avverbiale , cioè in Alari. K".
«— I Brianzuoli 1* usano nelle frasi
Cceur contcnt e slrasc a Tari. /^.St rase.
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ARI (35
Perd r ari. Perdere l'oriztonie, P. es.
El gatt V ha pcrs Y ari e el se ved pù.
// gatto s'è sviato e non si rivede più.
Vess giò d'ari. Aver perduto l'oriz-
zonte.
Aria, jiria.
Aria colada. Jria colata.
Aria d'^acqua. f^entipiovolo (se però
è ben interpretato dai diz.).
Aria de beli o de beli terap. Jria
di bel tempo.
Aria de brntt. jiria da mal tempo.
Aria del paes. Aria nativa.
Aria de fìlidura aria de sepoltura.
Jria di finestra colpo di balestra. Cosi
neirAlb. enc; ma con più rigore di
corrispondenza Aria di fissura aria
di sepoltura{*hxcch,)* Dett. di eh. sig.
Aria dolza. Aere aprico, temperato.
Aria fina. Aria sottile, elastica, pura.
Aria grossa. Aria grossa.
Aria remondinoa. Aria secca m che
rinetta il corpo da^mali umori.
Aria superba. Ariana. Aria sanissima.
A mezz'aria. Pelle pelle, m. avv.
Vale poco addentro e in superficie.
Lasciam queste cose corporali che ba^
sta sol toccarle pelle pelle ^ I dizio-
nar j registrano /< A mezz* aria , modo
#/ avverbiale per esprimere il mezzo
if della maggiore e minor altezza,
n non troppo alto, né troppo basso. *t
A mezz' aria. Brillo. Alto dal vino,
Cotticcio. r. Alégher.
Andà a ciappà on poo d''aria. An-
dare a pigliar aria,
Andà coi pitt a Pari o aPaina. Andare
o Cascare o Cadere a gambe alzate o
levate. Tornare, Mazzaculare. Tombo-
lare. Capitombolare, Mazziculare.
Andk coi pitt a Tari o a Paria,
raet. Andar a patrasso o a babbo-
riveggoli. Lo stesso die Andà al ca-
garàtt. r,
Andà in aria el balon. Andar per
V aria il pallon volante.
Avegh scraper el venter per aria.
Essere incinta frequentemente.
Besogna semper avegh la vos in
aria. f\ Vós.
Brusà per aria o Porta via per aria
la robba. Jlaccorre per aria la roba
(Fag. nelT Amante esper. Ili, 5). Anr
dar via a ruba checchessia, ,
) ARI
Gala i ari. Cariare, Aver paura del-
l' avversario.
Cassa d'aria. V, Cassa.
Caste] in aria (Fa di). Favellare in
aria. Fondarsi in aria. Far castelli
in aria.
Che aria tira? Dove il trovi? Si suol
dire fig. per chiedere di qual umore
sia una persona in quel dato punto
di che si domanda. .
Ciappà on poo d' aria. Pigliar aria
od asolo. Asolare.
Color d' ari. Color aerino o ajerìno.
Dà aria a ona stanza. Dare un poco
diaria ad una stanza.
Fa aria. Far vento col ventaglio.
Fa andà in aria el balon. Mandare
in aria il pallon volante.
Giugà a tra in aria. Giocar a santi e
cappelletto, o a palle e santi, y. Crós.
Indolziss Paria. Raddolcirsi Varia,
Mett a Paria i pagn o Fa. ciappà aria
ai pagn. Mettere in beli* aria i panni.
Mett in d'on sit de no vede pù aria.
Mandare alle bujose. V. in Presón.
Mett per aria di rohb. Mettere in
mezzo o Mettere in campo checchessia.
Muda aria. Cambiar aria. Statare,
No savejl nanch P aria. f^. Savè.
Parla per aria. Aprir la bocca e
soffiare, cioè parlare senza fonda-
mento, il che anche direbbesi Tirare
in arcata o Favellare in aria,
Pientà li per aria. V, Pientà.
Porla via per aria la robba. Rao-*
corre per aria la roba.
Robba che fa scuri Paria o che
bissa P aria. Cosa che fina Varia, cioè
pessima , obbrobriosissima.
S'cioppettà Paria. Fare scoppio o
sbracio o scialo o sfarzo o sfoggi,
Slargass Paria. Incominciare a riscal-
darsi Varia, Raddolcirsi V aria, Quand
cominciare a slargass Paria. Per il
tempo dolce. AlV entrata di primavera.
Quel che i Lai. dicevano f^ere ineunte.
Sta buttaa giò cont el venter per
aria. Giacere colla pancia alV aria^
Tira aria cattiva Esser mal
andare in alcun luogo; corrervisi pe-
ricolo di male. Uq poetn pisano disse
« Ah qui corpo di Bacco « catti'V* aria,
>• Una foga mi sembra necessaria. i* e altrove
<« Andiamo via cbf qiù non Ve l»upn*aria. n
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ARI (36
Tir& aria calda Dicesi del-
r esser perìcolo di colpi d^ arme da
fuoco in sJcim luogo.
Tira nanca on freguj diaria o on bofT
diaria. iVbn tirar aria. Non soffiar aria.
Tra in aria el cuu. V. Cuu.
Vede in aria. Federe in o per Varia.
Veder vicino T effetto di checchessia.
Vede Taria. feeder la luce.
Vess in ari. Essere in Oampo^ o in
mezio,
A tntt i fiasch gh*é don Basili in ari,
Kefugiam peccatorum di impresari.
Vessegh di guai in aria.fìg. Esser
turbato il cielo. Esser turbata o torbida
o gonfiata la marina,
Vessegh di novitàa per aria. fìg. Es-
serci novità in corso,
Vessegh in aria o per aria on ne-
gozi o simili. Bollire in pentola un
negozio o simili. Vale trattarsi un ne-
gozio, esserne segreta negoziazione.
Viv diaria o de pan e spua. Vivere
di limatura. Stiracchiar le milze.
Ària ! Sgombra! Esclamazione colla quale
ordiniamo altrui che ci esca d^attorno.
Ària. met. Albagia. Superbia. Bòria. Fa-
sto. Spòcchia. Soffioneria. Altura. Fava.
Fummo. Muffa. Vanagloria, Baccale-
ria. Chiella,
Ave de Paria. Stare in sul mille.
Aver gran fava. Aver della chiella 9
cioè aver albagia, boria, fasto.
Bassa o Mett giò i ari. CJùnnr le corna,
Dass de Vwi^. Imporla iropp* alto.
Fa dà giò o Fa cala o Fa balcà i ari.
Cavare il ruzzo del capo. Cavare il ruz-
zo. Sbaldanzire. Far chinare le coma.
Far abbassare il cimiero o la cresta.
Vale fare star a segno e in cervello.
Vess sui ari. Imbaldanzire. Imbaldi-
re — Esser baldo in ruzzo.
Ària. T. mus. Aria,
Aria de bauli .... Aria prediletta
• da un cantante eh' e^ vorrebbe intro-
• dotta in ogni spartito ancorché im-
pertinente ; r aria per cosi dire inter-
calare di un cantante. Il Diz. di mu»
sica la chiama Aria di baule — F'.
anche Quaresimàl.
Aria de bravura. Aria di bravura.
Quella per la quale il cantante può
dare saggio brillante della voce e del-
Tarte che possiede.
) ARI
Aria de la pissa ..... Aria o in-
differente o spiacevole, al cantarsi
della quale molti fra gli spettatori sì
riservano a uscir di teatro per fare
acqua. Il Diz. mus. le chiama Arie
del sorbetto o Arie delle seconde parti
— Dicesi anche di quell^ aria , onde
incomincia il secondo atto d''un me-
lodramma, che è cantata da una se-
conda parte intanto che gli uditori
sono tuttora fuori del teatro per Ta-
gio avutone neir intervallo fra atto
ed alto, e forse fuori per loro biso-
gni corporali.
Aria obligad a. .^rta obbligata. Quella
in cui il 'cantante è obbligato a se-
guire il suono.
Ariàa per Riàa. P^>
Ariàn. Arriano. V, Bestemmà.
Arianna dicono alcuni per Riànna. F',
Ariàscia. Ariaccia. Aria cattiva, malsana,
e secondo i casi Aria grossa^ crassa ^
umida, infetta, corrotta, ecc.
Ariàscia. Aria eia mal tempo.
Ariétta. Aura. Auretta. Zefiro. Favonio —
Gh^ è sii on^ arietta fresca fresca. Brez-
zeggia.
Ariétta. T. mus. Arietta. Dim. d^Aria.
Ariettinna. Zejiretto,
Ariettinna. T. mus. Ariettina.
Arìèzza. Lo stesso che Ària nel senso
metaforico. V,
u Merda ai vost ariezz,
n Marcanaggia pajasc de forestée,
'/ Fénela sta reginna di finezz »
»» Andénn fceura di pee. >/
(Porta Rime.)
Arión. T. mus. Arione. Aria accompagnata
da piena orchestra e di grande effetto.
Ariós.^rio50. Stanza ariosa. ^tonsa ariosa.
Ariós. Fummoso, Vanaglorioso. Superbo.
Borioso, Fastoso,
Ariòs. y^no50 (Grazzini nella Gelosia).
Scialoso.
Aristocràtegh. Aristocràtico ,
jLrisiòie\.Aristòtile. Nome di filosofo notis.
£1 dis Aristòtel: se te poeù ave
del ben, tòttel. «Sciocco è chi non dà
al pallon die baUa(V, il testo dei-
TAlIegri in Pallone). Fortuna dà e
toglie. Bisogna córre la rosa per tempo.
E vale per modo consìgliativo a non
si lasciar scappare di mano le occa-
sioni di. buona sorte.
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ARM (
Aritmétega. Jrimmética, Aritmètica,
Arivà. y. Riva.
Chi tard ariva el malann le alloga
già. y, Malann.
Arizzón. Fàccia} a. Certa iicconciatura
de* capegli , cosi detta forse dal yolg.
Uérisson dei Francesi.
Aria o Ara. T. de*Manisc. Travaglio.
Ordigno in cui mettonsi le bestie fa-
stidiose e intrattabili per medicarle
o ferrarle.
Arlecchin e Arleccbin batòccio. Jrlec-
. cfiino. Zanni. Trappolino. Me%%ettino,
Truffaldino, ìiome d*una maschera no-
tissima.
Pari on arlecchin. Essere una figura
da cembali. Essere ridicolo.
Tappée a Tarlecchinna. K Tappée.
Vestii d^ arlecchin. fig. • . . Abito
ridicolo o per varietà eccessiva di co-
lori o per troppi fronzoli o per es-
sere disadatto o male indossato.
Arlecchin. Mascherina. Arlecchino{*fior.).
Giardino(*rom.). Spezie di sorbetto
che trae il nome dalla varietà de^co-
• lori che vi si veggono per essere com-
posto di due o più gelati diversi.
Arlecchinàda. Scalata. Lazzo. Gesto da
arlecchino. (frivola.
Arlecchinàda. Zannata. Cosa da zanni,
Arlecchinàda Mascherata di ar-
lecchini.
Arlecchìnna. Jd. di Erba. y.
Arila. Ubbìa. Opinione superstiziosa. Su-
perstizione. Follìa. Forse da oriolo (v.
or. lat. Hariolus) che vale Indovino ^
e ognuno sa come chi fa professione
d"* indovino non può lasciare d^ esser
spacciatore di follie e superstizioni.
Ave doma di arlij. Essere ubbioso.
Arma. Arme. Arma^ e al pi. Arme e Armi.
A r arma a V arma. All' arme. Il
grido che si fa per dare all^arme.
Arma bianca. Arma bianca.
Arma de foeugh. Arma da fuoco.
Arma de taj. Arma da taglio e Ar-
ma da punta*
Bassa i arma. Porre già l* arme.
Arrendersi.
. Per onor di arma. Per onor di lettera.
Per apparenza, per riguardi sociali.
Piazza d^arma Noi diciamo
. cosi al Campo da esercizj militari —
Piazza d' arme nei diz. vale Castello.
37 ) ARM
Port d* arma ( el ) La polizca
che dà licenza di portare le armi.
Renonzià i arma a san Giorg. Rihun-
ziar l'armi a Giove ( Lippi nel Malm.
st. 54» cant. i).
Arma. Stemma. Arma,
Castell, aquila e leon Tè. arma per
tutt^i canton. K Aquila.
Fa arma visconta. Andare a spinar*
pesce 9 a ondala croscio ^ barcolloni ^
barcolloni Barcollare. Tracollare. Ba-
lenare. Ondeggiare. Traballare. Ten^
iennare — Gaspare Gozzi disse Cam-
minare come si dipingono le saette.
-— Lo stemma gentilizio dei nostri
Visconti, cioè la biscia a zigzag col
fanciullo ignudo, ha dato luogo al
dettato milanese.
Arma {che anclie dicesi Armella o Ar-
metta e al piar, i Ai'mi o i Àrmei).
Seme. Granitilo, NeirAlto Milanese,
. e spec. in Brianza , si dicono Armi i
semi teneri, delle cucurbitacee, i quali
nel Basso Milanese diconsi Gandolliti
(de zucca 9 de cocumer^ de melon^
d^ inguria ), a differenza degli ossi o
nuclei delle frutta che. in tutto il
Milanese, e quindi anche in Brianza,
diconsi Gandóll. V. Qualcuno, per
quanto ne fui assicurato, fa dislio-
zione ix9iArmhll e Armètt, assegnando
il primo nome ai semi di popone,
cetriuolo, ecc., e riservando il se-
condo ai semi di zucca esclusivamente.
Arma. Armare.
Arma bulia. y. Bàlia.
Armass de santa pazienza. Armarsi
di sofferenza o di pazienza.
Armòa. Armato.
Vess armaa come on can o come
. on sbirr o come on lader o come on
san Giorg. Esser armato di tutto puntOf
e sch. Aver tutta Brescia addosso.
Armàa. Ad. di Trav. y.
Armàda. sost. f. Esèrcito.
Armàda. Ad. ili Cadréga. y.
Armàda (A man ). Armata mano.
Armadùra. Ponte. Bertesca. Palco su cui
stanno i muratori a murare e i pit-
tori a dipingere. Se è volante, dicesi"
Grillo — y. anclte Pónt.
'Armadùra. Armatura. Armato. Fortezza
d^ un lavoro ; sostegno di manufatlure.
Mett r armadùra. Armare»
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ARM (
Tttù TÌa Parmadura. Disarmare.
Armadùra. Armatura. Armadura. Centi-
natura.
Armadùra. Cavallatura. V, Gavrìàda.
Armadùra di ret. Armadura.
Armafodriii, Ermafrodito. Maschi femmina
Armandola. Màndorlo, Albero che pro-
duce le mandorle j VAmjrgdalus com-
munis dei hot.
Armandola. Màndorla. Mandola. Frutto
del mandorlo. Ne sono di dolci e di
amare; e dì più specie, cioè Man-
dorle di santa Caterina o della Cate-
rina o della Catéra, M. gallette ^ M.
grosse nostrali, M. maggiori di tutte ^
e Af. premici o stiacciamani.
Armandol a la perlinna. Mandorle
arrostite? Mandole confettate{*fìor.).
Mandorle tostate (dice poco ital. TAlb.
bass. in Praline). Mandorla fatta ab-
brostire nello zucchero.
Armandola armellinna o d'^armelin.
Mandorla piccola amara.
Armandolétta. Mandòla. Sp. di liuto con
sedici minuge binate, più panciuto
del mandolino, y. Armandol in.
Armandolétta. T. de' Fast. Semolino.
Semoletta. Ghianderino. Sorta di pasta
ridotta in granellini piccolissimi , che
cotta si mangia in minestra.
Armandolétta bianca Il se-
molino di pasta schietta.
Armandolelta'gìalda ... Il semolino
di pasta zafferanata o di pasta d** uova.
Armandolétta (a). A màndorla. Dicesi di
lavori, ricami, ecc. ammandorlati.
Armandolin. Mandolino. Sp. di mandòla
che tra noi ha sei corde e suonasi
con pennuzza o taccone.
Roeusa. Fiore. Rosa m Captast. Cor-
diera. Ciglietto. Capotaste «» Tastadura.
Tastiera t» Scagnell. Ponticello ^ Ca-
dènn. Anima,
Armarla. Armerìa. Arsenale,
Armelin. Armellina , ed anche Armellino
o Ermellino. Pelliccia preziosa che si
trae dal quadrupede d'ugual nome,
cioè dalla Mustela herminea hm. Col
nome solo d"* Armelin i nostri pellic-
ciaj intendono la pelliccia d'ermellino
bianco, e con quello di Armelin chines
la listata di nero detta di Boronskj.
Armelin. y. Armandola.
Armèll. V, Arma {seme , granello)*
38 ) ARN
Armèlt. y. Arma (seme). (tizio»
Annètta. Armeita. Piccolo stemma genti-
Armètta. Nome che alcuni danno a quella
moneta francese che è detta più co-
munemente Luis. y.
Armi. y. Arma (seme).
ArmivcRxi. ArmajiUflo. Fabbricatore o ven-
ditore di armi. Oggi noi diciamo com.
Armirceii ; in passato dice vasi ^rmor^e,
e n^è fede il nome volgare odierno
di quella contrada che pure è scritto
degli Armorari , e nella quale erano ia
antico gli armajuoli propriam. detti.
Il Diz. d'artig. suddistingue T arma-
iuolo in varie classi secondo le varie
operazioni che per la fabbricazione
o riparazione delle armi vengono af-
fidate a particolari artefici nelle fab-
briche d' armi grandiose. Ed oltre al
Brunitore, al Gettatore, al Bassettatore^
al Trapanatore, al Tomiajo, artefici
di notoria denominazione e incum-
benza generica, annovera V Arrota-
canne (cioè colui che sgrossa e as-
sottiglia alla ruota le canne) , il J9ac-
chetUere (che fa le bacchette), il Ba-
jonettiere (che fa le bajonette), il Di-
rizzatore (che dirizza le canne), il
Fabbro degli acciarini, quello delle
canne, quello dei fornimenti, V Incas-
satore ( che fa le incassature per
Tarmi da fuoco, e le monta in esse),
il Limator degli acciarini, lo Spadajo^
e il yitatore (che fa le viti alle canne).
Armistizi. Armistizio.
Armònega. i^rm<7/iica(Diz. mus.).
Armònega a màntes Strumen-
tino da fiato, per lo più da fanciulli,
fatto a forma di soffietto, che mosso
come quello manda un suono pasto-
rale alquanto melanconico.
Armònega sempia • . . Strumentino
da faifciuUi, diverso nella forma e
simile nel suono al suddetto , il quale
si suona a bocca come la ribeba (2011-
forgna).
Armonìa. Armonìa — Più comunemente
noi usiamo Armonia per Concordia:
per cs. Andà de bonna armonia. Es-
sere a un animo. Essere concordi,
Armorée. y. Armirceù^
Arnés. Arnese.
Ave semper i sceu arnes a T orden.
Aver sempre ago e filo.
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ARS (
Àrnica. Àrnica. V Amica montanah, detta
anche da alcuni Tabacch de montagna.
Arpa. Jrpa, Arpe, e al pi. Arpi» Stru-
mento musicale nolo di più specie, co-
me Arpe scempia. A, doppia, A. d'Eolo,
Arpanetta, Arpinella, Arpone, ecc.
Cologna. C!o/o/ina»Bordion di pedal.
Vergucce de* pedali ^= Corp. Corpo «>
Tavola ai-monega. ^mme//a?isSordin-
na. Sordina » Mésola. Arco ^ Biroeù.
Piro/uraZappett o Zoccolitt. Semituoni
» Captasi. Capotasti :=> Bottoni tt. Bot-
toncini S8 Mecanismo e» Mastèll.
Piede?(Cunfette fr.) « Pedàl o Pedalcr.
Pedaliti l'è o Pescitt. Peducci?
Arpegà. Erpicare, Spianare coll^erpice.
Arpégg. Arpeggio,
Arpeggia. Arpeggiare,
Arpia, fig. y, Avarón.
Arpin. f^. Ghitàra a arpin.
Ars. f^oce usata nelle seg, frasi:
Ars de la set. Assetato. Assetaiissi-
mo, Assetito, Che paté T arsione o
r asciugaggine della sete.
Ave la bocca arsa. Aifer /' asciugag-
gine in bocca. Aver la bocca asciutta
come una pomice,
Vsìrs el cria ad ree al brusaa. Lo
sbandito corre dietro al condannato.
La padella dice al pajuolo : Fatti in
là, cJie tu mi tigni. Dicesi ad uno die
riprenda altri d^ alcun vizio del quale
sia macchiato egli stesso.
Arscionàa. T. de^ Barca juoli verbanensi.
Cerclij del copertina della barca (cosi
■ TAlb. enc. e lo Slrat. in CoperUno ).
y, anche Scérsc e Scerscèll.
Arsenàl. Arsenale,
Avegh adoss Tarsenal o Tarsenal
de Venezia .... Avere un monte di
roba indosso; e dicesi di vesti» ori
e simili che abbia intomo una donna ,
le quali cose diano nel troppo.
Arsènegh. Arsènico,
Arsgiàn. Danaro, Corr. àikWArgeni dei
Francesi. Diciamo pure corrottamente
dal frane, Arsgian fa tu. // danaro
è il nervo d*ogni facceìida,
Arsón(con s dura). T. de^Cappel. Arco,
Queir ordigno con cui si accordella
o sia sfioccasi il pelo da far cappelli.
Non simiglia male a un archetto da
violino. La sua corda si dice Canterei-
la. Dal IV. Ar^on , Ar^onner, Ar^onneur.
39 ) ARZ
Arsouà. T. de* CappelL Battere ùll^arco.
Arsura. Arsura, Ardura,
Ai-te(aa. Artefatto,
Artesàn. Artiere, Artigiano, Artegiano,
Artefice, No gh^ è che artesàn. Non s^è
che gente artiera, Hin tutt tos£(hn a''ar-
tesan. Sono tutte fanciulle artig^fute,
Artètica. Ad, di Gdtta. K. . ^
Articiòcch. Carciofo, Cordòfono, bocciti
edule del Canora scoljrmus Lin.^nche
i Francesi dicono Articliaut, e {.Tede-
schi Artischocke — La pianta del car-
ciofo ricoricata dicesi Gobbo — L^Ai*io-
sto, forse pel solo bisogno di rima
sdrucciola , usò anche Carciòfola^ vo-
ce comune nella Bassa Italia.
Articiòcch de scinuna. Carciofo vet-
taiuolo, Pedone(* rom,),
Articiòcch liocdn. Carciofo mador-
nale? £ il carciofo nostrale decuma-
no, di foglie più consistenti, di calice
più grosso e di picciuolo più edule.
Articiòcch. ùg. Sabbione. V, Badée.
Articiocchéra. Carciofaja, Carciofoleto.
Luogo piantato di carciofi.
Articiocchin. Carciofìno, Dim. di Carciofo*
Articioccdn. Accresc, di Articiòcch. F.
Artlcol. Articolo ,^
Artlcol Nelle gazzette e ne^ fogli
letterari si chiama cosi ogni scrittura,
breve o lunga che sia, la quale tratti
di una sola materia.
Ai*ticoI si usa anche ila noi in questi
modi: Articol sonitt Tè el so'. Arti-
col scriv stemm maa; Articol fianch
stemm ben. In quanto a sonetti è nella
sua beva ; Per rispetto allo scrivere ei
vale poco i A fianchi sta bene,
Ai*ticolètt Scritturetta breve di
gazzetta o di foglio letterario.
Articolón. . . . Lunga, e talvolta anche
o pedantesca o magistrale scrittura
di gazzetta o di foglio letterario.
Artifiziàl. Ad, di Foeùgh. F.
Artigliaria. Artiglierìa,
Artbla. Artista, Chi esercita le arti del
disegno. Cosi noi esclusivamente -, tal-
volta lo estendiamo anche a"" coreo-
grafi, maestri di musica e virtuosi.
Artista per Artesàn. y.
Arùsc. y. Rusc.
Arvl. y, Dervi.
Arzàdcgh. Arzàgola, Arzàvola, Anatra
maì-zajiuila. Uccello di color bianco
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ASA (
mischio cV è della famiglia di quelle
anatre che noi chiamiamo Garganèj,
ed è Vjénas crecca degli ornitologi.
Àrzèlla.^icc Alone. Nella cupola interna
di varie chiese le figure dei quattro
e vang elisti sporgono spesso fuor di
• qi^tro nicchioni {aneli).
Araèlla. Guscio. Nicchio, Conca, Conchi-
gḷ9 e dotlria. Falva. Quella cor tee-
ci^calcarea in cui vivono e dimorano
st^ualmeate que"* vermi che chiaman-
8i Testacei appunto da questa loro
specie di casa che i Latini dicevano
Testa — Noi chiamiamo specialmente
Arzella oguuno dei due gusci ne** quali
si divide il nicchio dei testacei bivalvi;
ma per estensione^ intendiamo sotto
quel nome anche ogni altra specie di
nicchio t e vedendo per es. sur un
camminetto lepadi, telline, turbini,
echini, murici ivi posti a galanteria
diremmo Oh quanti bei arzell! Solo
dei gusci delle chiocciole e delle ostri-
che (unici testacei ben noti a noi come
mangerecci) non diremmo Arzèll, ma
Guss — I nostri fanciulli chiamano
anche specialmente Arzella la Tellina
cornea e il cosiddetto Nicchio dei pit-
tori, ma non mai VArsella dei di£.
ital. che è la Chama Ices^is d^Aldro-
Tandi detta anche Jàttola,
Arzèlla Pastiglia medicinale cosi
detta dalla sua forma che si assomi-
glia a quella d'^un nicchiolino.
Arzellìnna. Nicchiolino, Dicesi di quelli
che si legano in aneli a ; e fra noi an-
che di certi dolci foggiati a nicchio.
Ar zel lònua . Nìcchione.
Arzìj. V. br. Mughe^no, Mi è sembrato
il fiore del Lilium convallium de* hot.
Arziprét. Arciprete,
Fa r arziprét. fìg. Far lo gnorri,
y, Indiàn.
Arzirueu. T. de"" Forn. Ardenti, Pezzuoli
di legno accesi alla bocca del forno
per servir di lume all' interiore. Molti
dicono anche Lusirceù — Il Facchiaro
delle ferriere è in qualche modo un'idi-
tra specie di Arzirceii,
As.T.de'Ferr.^/ie/Zi.Quei ferri nei quali
entra il bastone d'^un chiavistello.
Asa. Cappio, Annodamento che tirato
dalPun de'^capi si scioglie.
Fa gropp e asa. f^, Grópp.
40) ASC
Asa. Bandella, Lastra di ferro, inchiodata
o invitata nelle imposte degli usci e
delle finestre, la quale fluisce in un
anello che, impernato mobile sid gan-
ghero, dà modo all^ uscio di sosten*
tarsi e girare.
As o Asett e rampin. fig. Lo stesso
che Sciampa de gajnna. V, Sciàmpa.
Mett as e rampin. fig. Menare il ùan
per Vaja. Mettere in musica. Porre diffi-
coltà o imped.imenti; mandare in lungo.
Asa. Laccetto{*ùor.), Maglietta, Ganza
C^lucch.). Quel nastro che mettesi «Ila
. sinistra davanti del cappello a tre
pizzi, entro cui si pone la coccarda.
Asa per Anténna. K. in Veli.
Asàa. Ad, di Grópp. r.
Asca. Senza contatx Oltre, Giunta,
Di più. Per es. El gh^ ha milla lir asca
i provecc. Ha mille lire e i pros^ecci
giunta. Senta dir d^ provecci lia mille
lire. Ha mille lire e oltracciò o per
di pia i provecci — Dal latino Ahs(fuc
dice, non senza apparenza di ragio-
ne, il Var, mil,
Ascadìsc. Pigro, Poltrone,
Ascàss. Aut/entiwarsi, Osarsi, Ardirsi. Ar-
rischiarsi, y, Volzà.
Ascendént. Voce usata nella frase
Ave on gran ascendént sora vun.
Aifer ascendente sopra uno 9 cioè po-
tere molto sul di lui animo, domi-
narne la volontà, avere superiorità
sul di lui spirito. Comic. Avere dato
la zampa della botta ad alcuno.
Fa on gran ascendént. yenire in
istato. Crescere di posto, di dignità.
Ascendòuica. T. di St. Ascendònica, Ca-
rattere da stampa che sta di mezzo
fra il Testo e la Palestina. 1 Fr. lo
chiamano Petit-Parangon.
Ascètta. Matassina.
Àscia. Matassa, Certa quantità di filo,
seta, luua, e simili che si avvolge sul-
Taspo o sul guindolo per dipanarli •—
Accia, secondo i diziouarj , siguifica
soltanto Termine collettivo dei filati
o dentigli da filarsi, cioè lino, stO|>-
pa, ecc., a quel modo che Civajc
comprende fagiuoli, fave, ecc. —
Il capo della matassa onde s* inco-
mincia a dipanarla, e che le serve di
legame, dicesi Dandolo, y, unclie in
Strigòzz.
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ASE (
Ascia ingurhÌ9id^met Matassa scùm-'
pigiata o imbrogUaia. Maiassata, Fi-
luppo,
Caktagh Fascia. Binvergare la ma--
UusosTirovare l' inchiovatura o la stiva
o iljilo. Trovar il bandolo della man
iassa. Trovar la via» il modo, il verso
in checchessia d* intrigato ^ trovar il
fondamento di una cosa.
Compi rascia, fig. Dar compimento
A checchessia; ed anche Cc^ìmars il
.sacco.
Fa el bander in Pascià, fig. Con-
chiudere 9 ed anche Kinvergar la ma-
tassa. Ravviare il bandolo.
Fà-sù in ascia. Ammatassare, Ridurre
in matassa.
In eoo de Pascià o In fin de Pascià.
met. Jlla fin del faUo* Al levar delle
iende.
Ingarbiass Pascià. Arruffarsi la ma-
Sasso.
Vess in eoo de Pascià, met. Essere
£dfar del gruppo. Esser alla, callaja^
al termine , alla fine di qualche cosa.
Asciceiii. matassino. Matassetta.
Asciorìn. Dim. di Ascìoeù. y.
Ascoltànt Cosi chiamansi oggidì gli
alunni giudiziari addetti ai tribunali
di prima istanza e d** appello.
Asée. Aceto ^ e antic. Finàgro.
Asee de so pè. Aceto radicale.
Asee di quatter lader. Aceto dei
quattro ladri(OhsT. £nc«). Sp. dì aceto
medicato.
Asee rabbiaa. Aceto che arrabbia 9
mordace 9 acre 9 piccante 9 possente»
Asee romategh. Aceto medicaio —
Aceto rosato{F9kg. Amor non opera a
caso II 9 a4)-
Amolin de Pasce. L' ampollina dal-
l'aceto' Il Finaigrier de* Francesi.
Ande in asee o Ciappà de Pasce o
Deventà come Pasee. Acetire. Inace-
tire, In/ar%are. Inagrare.
Doli come Puga in Pasee. r.Uga.
£ pceù dopo gh'han miss-sù la saa 9
Vaste e Poli d\oliva, e la panzanega
Pè bella e fenida. ^. Panzanega.
Fa sta in P asee. F. Sta.
La roader o mamma de Pasee. Im
moélre dell'aceto,
Mett giè in Pasee. Inacetare. Con-
ciare,
roL I.
41 ) ASE
Mett i penser sul bari de P asee.
Attaccare i pensieri alla campanella
dell'uscio. Non darsi pensiero, non
curarsi di cosa al mondo.
Mett sul bari de Pasee. fig. Ad-
dormentare checchessia 9 cioè non ne
parlare altro; e4 anche Far il piatito a
checchessia. Dar una cosa per perduta.
Negoziant d^asee. Acciaro ?(*iosc,)
Chi traffica d'*aceto.ll Finaigrier dei Fr.
Rend asee per vin. Rendere pan per
focaccia. Ricambiare,
Vassell che ha ciappaa Pasee. Botte
acetato 9 che ha presq odore d'aceto.
4sen. Asino. Somaro, Somiere. Ciuco.
Bricco. Miccio. Giumento; e schcrz.
Rusignuolo d'Arcadia 9 Ghinea di Ba-
laam, V Eguus asinus Lm, — L^ asino
salvatico dicesi Onagro — Àsino emis-
sario dicesi Pasipo da razza — v4«-
najo è il condotticre degli asini.
A frega i asen se deveota muj. F.
Muli.
Anda a fass dà P asen. m. cont. F.
sotto in Ligà Pasen.
BancK de Pasen. F. BÌ4sim.
CasciiHsù v un come on aseu. F,,in
Cascia.
Cerca Pasen e vessegh a cavali, fig.
.... Cercare ciò che si ha in mano o
addosso. Anche i Fr, dicono Clierclier
son dne et y éire dessusi^oMx Dici.).
Chi baratta el mornee baratta Pasen.
F, Moroée.
Cont i asen ghe voeur el baston. ^g,
Asin duro , boston duro , cioè a spa-
rare un ostinato ne vuol essere un
altro ; ed anche V osino non va se non
col hastone9 e dicesi di chi non si muo-
ve a operare se non è spinto a forza.
Dà dMntend che i asen volen. Dare
ad intendere die gli asini volino o che
il male sia sano , cioè far credere
cose impossibili.
Dà la spezia in bocca ai asen. fig.
Confettar uno stronzolo. Gittar le mài-
gherite o la treggeo ai porci.
Fa come quell ch^é borlaa giò de
Pasen, chM diseva eh"* el voreva
desmontà. F. Desmontà.
Fa Pasen. fig. Asineggiare9 e anc^a
Poltroneggiare.
Ghe n^è insci di asen che se so-
meja. .... Si suol dire a chi per
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ASE (
' ^miglianze di nomi o di figure si
' ostina in equivoci di persone o cose.
Equivale al £r. Jt jr a phtsieurs dnes
à la /aire qui s'appellent Martin.
Giugà a cascia T asen. F. Giugà ai
bocc a fomera in Bòggia.
Incoeù se scanna o se mazza l'asen....
Suol dirsi in ischèrzo per accennare
che nel giorno in discorso ricorre
la sagra parrocchiale, la festa patro-
nale d^una parrocchia.
In mancanza de cava] se fa trotta
di asen. fig. A tempo di carestia pan
feccioso, A tempo di guerra ogni caval-
lo lui soldo, e vale che nella scarsità
bisogna tórre quel che si può avere.
L** è mej on asen viv che on dottor
mort. .... Dettato di filosofia pol-
tronesca al quale coiTisponde nel più
dei casi il deli, frane. CKt/en en pie
vàut mieux que lion mort.
Lengua de asen: V; Léngua.
Lìgà r asen In campagna , e
spec. in Briania , chi tra vicini finisce
prima un lavoro, va a ligà V asen a
chi v^ è ancora dietro , e lo fa raunando
un mucchio di stoppia o di grano o
di legne, e mettendovi alcun bastone
in mezzo, secondo che il lavoro arre-
trato del vicino era di mietere, le-
gnare ecc. ; e di chi ha da patire Io
scherzo dicesi che se non affretta il
lavoro M va a fass dà V asen,
LIgà r asen dove voeur el padron.
^g. Legar V asino dove vuole il padro^
ne» Accomodarsi senza più a quanto ci
viene ordinato, obbedire ciecamen-
te — Talvolta per beffa si dice Ligà
el padron dove voeur V asen , il che
disse anche il Lalli nelPEn. trav.
« )l/fl poi per obbedir dicono ancora
n "diesi leghi il padron dove vuol l'asino.
No se pò pretend confett {o benis)
d'^on asen che faga spos. Citi asino
nasce , asino muore o è sempre asino.
Come asino sape, così minuzza rape.
La batté non può dare se non del
vino ch'ella ha. Prov. di chiaro sig.
Ogniaun cascia el so asen. fìg. . . .
Ognuno dal canto suo procura di
Vantaggiarsi. A un di presso il fr.
Chflcun veut avoir son compite.
Omm , asen e porch se pèsen dopo
mort Prov. col quale i conta-
41 ) ASE
dini ripetono alla grossa la nota sen-
tenza che fino alla morte non si può
recare perfetto giudizio dell^uomo.
Ongia d'*asen. V, Óngia.
Quand el patron el vceur bev, zif-
fola Tasen. fig. Dà bere al prete che il
chierico ha sete. Dicesi quando alcuno
chiede per altrui quello che e** vor-
rebbe per sé.
Quand ghe n'^è pù, creppa Pasca
e quell che è su. fig. Chi ultimo arriva
trova il diavol nel catino. Di rapa
sangue non si può cavare.
Sentenza d'^asen no va in ciel. Bar-
glio di asino non arrivò mai in cielo.
Te credet che gh** abbia V asen che
caga zecchin? K Zecchin.
Asen. fig. Asino» Somaro* Dicesi di per-
sona ignorante, o zotica e scoi*tese.
Asen de natura che no conoss la
soa scrittura y. Scrittura.
Asen drizz in pee o Asen grand e
^ross. Pezzo d'asino, Jsinone. Asi-
naccio. Buaccio, Castronaccio, Igno-
rantaccio, e per iron. Pezzo d'uomo.
Asen fotluu o porch o senza crean-
za o calzaa e vestii. Asinaccio. Tale
che pare nato nella Falterona,
Car el me asen. ^ucca mia da sale.
Zucca al vento* Dicesi a persona vana
e senza abilità.
Pezza d^asen. Pèzzo d'asino. Asi-
naccio, Asinone. Tocco d' asinaccio.
Te see on belPasen. Sei una zucca
da sale, una zucca al vento,
Asen. V. cont. ^5ino?(Zanob. Diz.). Palo
lungo 4 metri circa, a un terzo del qua-
le è conficcato un cayicchio(^c<ironf).
Fatta una massa di paglia, il contadino
ficca in essa questo palo, solleva in
aria ogni cosa, e trasporta essa paglia
verticalmente come sur un forcone,
^PP'^Sg'B^^^^t^^ il peso alla spalla, che
ivi è raltenulo dal cavicchio — Tal-
volta il polo colla carica della paglia
che attraversa è portato pei due capi
da due conladini, ed anche a questa
/oggia è àcXXO'Asen,
Aserón. Aceto possente.
Asétt. T. de*" Fabb. s. m. pi. PiegatellL
Ferretti che abbracciano e tengono
in guida la stanghetta della serratura
per modo che possa scorrere libera-
mente nel chiudere e neir aprire.
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ASP (
Afètta. CappieUo.
Asètta. Femminella^ Maglietta in cui
entra il gangherello(/Yim;yinett) posto
ai vestiti per affibbiarli.
Asett e rampin. K. Asa e Sciapa.
Aseyée. Fabbrìcaior d\ aceto — Vendiior
ài aceto, I Francesi banno in una pa-
rola sola f^inaigrier^ cioè il volgare
toscano jécetaro. I Tedeschi Essig^
hauer - fabbricatore -< ed Essighandler
— venditore d** acelo.
Àsfor. y. Zafiranón.
Àsiós e Asiòtt. V. coni. Agiato. V. Còmod.
Asma. Asma» Asima. Ambàscia,
Asmàtegb. Asmàtico,
Asna. Asina. Mìccia. Somara, Ciuca,
ÉLsnkàsk, Asinaggine. Azione asinesca. Trat-
to asinesco»
Asnàda .... Fascio di paglia o strame
portato su quel palo che i contadini
dell'Alto Milanese chiamano Asen.V.
Asnarla. Asinerìa^ Asinità.
Asnaroeù ( voce antica che leggesi nelle
nostre Gride del 1660). Asinajo.
Asnin. Asinelio. Asinetto. Asinino, Gu"
chino. Somarello. Bricchetto.
Ve ona trottala d''asnin. met. Trotto
d' asino poco dura.
Asnìn. ad. Asinino ^ e per iscb. Somarìno,
Toss asninna. Tosse coccolina. Tosse
cattallina{*ùor.). K Tóss.
Asninna. Asinella.
Aanón. pos. e fig. Asinóne. Minaccio.
Asnon porch del Monferraa (^iùse
per esagerazione il Porta ). Asino della
Marca. Somaraccio, Asino colle costole
a quattro larghezze disse il Fag. nel
Sordo fatto sentir per forza II , 5.
Asnonón. Acc. di Asndn. Me degli asini?
Aaòa. Bandellaccia. V, Assi(bandella).
Asdn. s. m« pi. T. di Stamp. Ganozze
del timpano o del torchio {così TAlb.
basa, in Couplets e Cfiamières).
Asón. s. m. pi. Trecce. Manichi, Quelle
parti delia campana che s^ incassano
nel mozzo per tenerla sospesa.
Aspa. Naspo. Aspo. Strumento notissi-
mo per uso di annaspare, y» Bicòcca.
Pè. Toppo «» Pientànn. RiUi »« Tra-
vers. Verghe ^ Cornucc. Bracciuoli.
Aspa de filanda. Tavella,
A^àda .... Quantità di seta o simile
posta sul naspo a dipanarct e composta
di quattro matasse(a^) o quattro ma*
43) ASS
tassine(/!/sffù). Forse è da dirsi Aspaia
o Scagno colFAlb. enc.,ma con qualche
diversità nel numero delle matasse.
Aspàrt. avv. Asparte* In disparte. Ap-
portatamente, A parte.
Asperges. Aspersorio, Spruzzetto. Stru«
mento ad uso di sparger T acqua be-
nedetta. Anche i Provenzali dicono
in questo senso Asperges. Il volgo fio*
renlino, e con esso il Fag. Rim. VI,
789 dice Asperge.
Aspèrt. Esperto. Sagace. Svegliato.
Aspètt. Aspetto.
A prim aspetl. Nel primo aspetto.
Aspètt (Quart d^). T. mus. Pausa. Posa.
Bespiro. Dicesi di quel segno musicale
che fa arrestare il suono. Ve ne sono
di più specie: consistono però sem-
pre in una linea o in una linea ed
un sette segnati variamente secondo
le varie pause.
Aspetta. Dim, d'As]^Si. V.
Aspira. Aspirare. Agognare. Ambire. Ab^
hoccare. Per es. Ghe aspiri minga.
db non ambisco * Non agogno a ciò*
Aspirànt. Aspirante.
Asquàs. Quasi.
Ass. T. di Giuoc. Asso.
I duu ass mennen a spass
Dicesi nel giuoco di primiera per di-
mostrare pericolosa la combinazione
di due carte di quella specie.
Sbrìs (o Sutt o Succ o Secch) co-
me Pass de picch. Povero in canna»
Tritone. Uomo sommamente povero.
Ass(r) de ferr. Ascia. Accia, Azza.
Assa. Asse e al pi. le Assi. Tavola —
V. anche in Trav.
Ass de mercanzia Diconsi
quelle grosse dalla mezz* oncia fino
ai tre quarti d^ oncia del braccio ^mt-
lanesC) cioè da^aS a* 37 centimetri.
Ass de mezza mercanzia . • . Quelle
grosse meno di mezz^oncia e più d^ un
quarto, cioè da^ i3 a* 34 centimetri.
Ass de imballador. Scandorle{*swi.j
Morozzi Delle case de^ contadini )•
Quelle dal quarto d^ oncia addietro 9
cioè grosse meno di la centimetri.
Ass de solee. Panconcelli. Assi sot
tili assai colle quali cuopronsi le
impalcature.
Ass de stagn. Assi di faggio sode
o sane o intatte»
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ASS (
Ass de sterla. jéssi di Jaggto o di
castagno Jesse o screpolate o che danno
indizio d'avere a riuscir tali /ha breve.
A oda in su Tassa, fig. Morire* y.
Cagaràlt e Colzètta.
A assa brutta. Exabrupto,
Casée de Tossa. V. Casée.
Chi no rcsega no fa ass o Chi no
resega no rosega. fig, Od non ^ arri-
schia non acquista.
Fa a assa brutta. Far sui due piedi.
Pianta d'ass o bonna de fìi ass.
Àlbero segaticelo,
Vegnl a assa brutta, lenire a mezza
lama. Pigliar di filo, Strignere fra
V uscio e il muro,
Yess a T assa. Essere al verde o alla
macina o infondo. Essere ali* estremo
o al fine di checchessia.
Ytss in su T assa. fig. Esser sulla
bara 9 cioè morto.
Assa de coccer. Pedana, Quella parte
della serpe di una carrozza su cui
i cocchieri posano ì piedi.
Assa de la carna. Tagliere, Legno piano
su cui si taglia la carne.
Assa de la còmoda Il sederino
della sedia per uso d* andare del corpo.
Assa del camer. ... Il sederino , o fisso
o mobile, dei cessi.
Assa (e com, i Ass) del ciccolatt
Asse di legno , rigirata da im sottilis-
simo orletto pure di legno alto dai
tre ai quattro centimetri y sulla quale
si mettono le pallottole di pasta da
cioccolatte calda che» seguitandosi a
dibatter T asse , si distendono in bo-
gli. D' ordinario ognuna di queste
assi è capace d^una quarantina di
bogli che distesi si fanno scivolare
su altre tavole a freddare operando
sì che escano per quello dèi lati in
cui T orletto è mobile.
Assa de la colla Quella sidla
quale i falegnami impastano con ac-
qua e calce viva il cacio sciocco per
farne mastice.
Assa del lett .... Ognuna di quelle assi
che costituiscono il fondo della lettiera.
Assa del pan. Mse, Quella ove si mette
il pane a lievitare.
Assa de soppressa i vestii de donna ....
Quella tavola che le stiratrici intro-
mettono negli abiti da donna per
44) ASS
poterli comodamente stirare senza che
a* increspino.
Assa de stua, e com,al pL Ass de st«a.
Quelle assi sulle quali i ciam-
bellaj distendono i dolci.
Assa del telar Il sedere su ciù
si posa il tessitore quando sta lavo-
rando al telajo.
Assa di formaggi tt Quel taglie-
rino su cui si posano i cascini (^uoc-
ciroeu) entro a" quali sta il latte qua-
gliato che ivi s^ insala per conformarsi
in CAC\\xo\e{formaggitt)^ e ponsì inf
clinato per dare modo al siero d^ uscir
dai cascini e scolare. È affine al JSa-
ladér. K.
Vardà su Tassa di formaggitt. fig.
y. Forma ggìn.
Assa di pagn o de lava i pagn. Fassojo*
Tavoletta de* panni da lavare.
Assa di piatt. Stovigliaja{*ùor,), Quel-
Tasse con varie incanalature sulla
quale mettonsi le stoviglie o i piatti
a colare e asciugarsi. Il Divjisoir dei
Francesi e la Vascelléa de* Genovesi.
Assa di Vègg del lalt. f^ Ànima.
Assa per tajà foéura Quella
specie di tagliere sul quale il calzo-
lajo ritaglia le pelli onde fa i tomaj
delle scarpe, ecc.
Assàa {che anche dicesi la Sàa.) Sala. Asse,
Quel legno eh* entra ne* mozzi delle
ruote di carri, carrozze o sìhmIì, in-
tomo alla estremità del quale esse
girano. Nella Sala sì osservano , se-
condo il Diz. art., il Corpo , i Denti ^
i Fusi , le Spallette.
As3àda. Assito, Tavolato, Tramezzo d^assì
commesse insieme, fatto in vece di
parete o chiusura.
Assafètida. Assa fetida, Assia fetida e
idiot. Zaffétìca o Zalfética, Gomma che
si trae dalla Ferula assa fcetidàLin,
Assàgg(Pezzétt d*). T. Pezzétt.
Assaggindór. T. di Zecca. Saggiatore,
Quello tra i zecchiein che ha per uf-
ficio di saggiare le monete e le paste
d*oro o d* argento per riconoscerne
la bontà. I diz. accennano che par-
landosi di chi saggia le monete si usa
meglio dire Saggiatore che non As^
saggiatore; e noi Milanesi, acquali non
basta T animo di dire Assaggia 9 ma
che siamo costretti dall*uso a dire
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ASS (
Saggia 9 siamo poi astretti daIl*uso
medesimo a dire Jssaggitidorj^iaìtjosio
che Saggiadón
Assali. K AssalUmént.
Assalta. Assalire? Aggredire. Assaltare,
Assaltàa. Assalito.
Omm assaltaa V è mezz mori • • . .
Oltre che al senso positivo questo det-
tato si usa per indicare che Puomo
colto alla sprovvista è posto agevol-
mente in imbarazzo e superato.
Assaltamént. Assalto, Assalimento, Assai-
tomento. Aggressione? Assassinamento,
Assassinio, Assassinaiura, Attentato
di spogliare altrui alla strada*
Assàiscìa. Assaecia,
Assassln. Assassino '•^ Scherano,
Assée. Assai, Molto. Dimolto,
Assée. Ahbastawut. A bastanza. Assai,
Ohe n^hoo assee. IT ho abbastanza.
Ne ho assai. Dal frane. Assez.
Daghen a vuu tant che sia assee.
r. Tant.
Asségn. Assegnamento.
Assegnàa. Assignato{hìb.hM8,ìnAssignaÌ),
Polizza di debito dello Stato pagabile
con beni nazionali.
Assénsia. f^, Sénsia.
Assentii. Accertare, Dar per certo. Assi"
curare. Spacciare, Asse^rare,
Assentàa. Assesteremo , Assicurato^ ecc.
Dà per assentàa. Dar per certo,
Assentadamént. Accertatamente. Per cer»
to. Sicuramente, Al sicuro. Di sicuro,
Assessdr. Assessore,
Assètt. s. f. pi Due corti regoletti
di legno che posti fra dita e dita
della destra e dibattuti Tun contro
r altro per moto della destra stessa »
mandano quasi quel suono che altri
cavano dalle nacchere o castagnuole.
Assetta. Assicina. Assicella, Asserella.
Asserella.
Assettin. s. m. e Assettinna. s. f. Asserello,
Assettinoeù. s. m. . • . . Dim, di Assettln. V.
Assldov. Assiduo. Diligente,
Assist. Assistere,
Aasistént. Assistente — Assistent de fi-
landa, r. Filanda.
Assisténta. s. f. Assistente,
Assistenza. Assistenza,
Assodàa. Assodato,
Associàss. Associarsi,
Associazióu. Associazione.
45) AST
Assòlt. Assolto, Assoluto.
Assolutissimamént. .Risolutamente, Asso-
luto. Assolutamente,
Assoluzidn. Assoluzione, Proscioglimento
da^ peccati.
Assòlv. Assolvere,Proscioglier dai peccati-
Assalì, Pancone, Fra noi VAssón è pro-
priamente quella tavola che è grossa
da un* oncia ai cinque quai-ti d^oocia*
cioè dai 5o ai 6a millimetri*
Assón Rotella di legno pesante «
grande quanto una forma di cacio
lodigiano, cioè larga circa settanta-
cinque centimetri ed alta circa dieci»
che si sovrappone alla forma stessa
per gravarla quando è posta ad as-
sodarsi sul cosi detto Spersór. Alcuni
la chiamano Tondèll. V.
Assónt. Assunto. Incarico. Jncumbenza,
Assortidór de seda. Assortitore? Colui
che separa le diverse specie di sete
per fame gli assortimenti. I .diz. re-
gistrano Assortitore per chi fa lo stesso
ufficio in fatto di coralli.
Assortii. Assortito.
Assortii. Fornito. Provveduto,
Assortimént. Assortimento. Fornimento,
Assossénn. Assai. Molto. Dimolto i e sch.
Dimoltone, V. anche Sossènn.
Assuefia, ecc. V, Sueffa» ecc.
Asta. Asta? I calligrafi intendono per
. questa voce ogni linea del carattere
o media o discendente o ascendente»
la quale sia larga quanto il cosi detto
pie di penna ^ i diz. intendono per
aste solo quelle linee dei caratteri che
escono per di sopra della riga. V, Pen^
dént — \esz ai ast . • . . Dicesi di
chi incomincia appena a imparare a
scrivere segnando le prime aste.
Asta. Stilo. Fusto. Dicesi del fusto di
bilancia» stadera o simili.
Asta. Tacca, Per es. Ona bell^asU d'^omm
o de donna. Una bella tacca d* uomo
o di donna. Una bella, taglia di uo-
mo. Un bel taglio d'uomo.
Asta. Incanto, F. Trómba nel n.* sig.
Asta. T. de^ Panier Ognuna di
quelle gretoline che in linea diagonale
o spirale si vanno incrociando fra i
cosi détti cors e il cosi detto pientaa
^ un paniere. Le aste determinano la
quantità dei corsia perchè finita ogni
asta ricomincia un nuovo corso.
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ATT (
Asta per ist6n. y.
Asta de fontanili. K. Fontanln.
Asta del pendol. T. degli Orol. Verga
del pendolo?
Asia del tenip. T. d'Orol. Asta del tempo.
Astegniss. Astenersi.
Astegnùu. Astenuto.
Asterìsch. Asterisco.
Àsti. Astio. Ascino. Livore. Per ^s. Pien
d'*astù Astioso. AsclUoso. Ave de Pasti
con vun. Astiare. Adastiare alcuno.
Astìnna .... Ognuno di que^ bracciuoli
d'Anna cassa (i/ico^^a^ra) da occhiali
che molleggiando assicurano gli oc-
chiali stessi alle tempie di chi li porta.
Astón(sul Verbano). Pennone della vela.
Astón (che anclie dicesi Asta)
Gelso di tre anni cresciuto a diametro
di circa mezzo decimetro, quale si
suol levare dai yivaj e trapiantare
colà dove ha da vivere.
Astoràa. y. a. Traviato. Sviato,
» Al ghe la cUb tane larga,
* Che el gioTen attoraa
» Voreya andà solda*.» (Magg.Cons.Men.).
Àstracàn. T. de' Peliic Pelle
agnellina d'Astracan , detta anche dai
Francesi Astracan.
Àstracàn ondaa La pelle sud-
detta nera.
Àstracàn ordinari .... Pelle agnel-
lina nera tinta Kalmutxky.
Àstracàn rizi . • . • Pelle agnellina
d'Ucrania nera riccia.
Àstracàn zenerin .... Pelle a§nel-
lina di Crimea bigia.
Astrati. Astratto.
Astrazión. Astrazion di mente.
Pati r astrazion. Patir d* astrattag"
gine o sbadataggine.
Àstregh o Àstrich. V. Làstregh.
Astùzia. Astuzia; il trovato di chi è
astuto: in senso di Astutezza o sia
facoltà di trovare astuzie non è in
uso fra noi.
Alem. Attimo.
Su r àtem. Subitamente. In un àttimo,
Atergà, Atént, Aténzion, Ativ« ecc. V.
Atterga, Attént, ecc.
Att. Atto.
Ai att. Lectum. Agli ordini. Foinnola
o soscrizione legale de' rescrìtti, che
vale: Non se ne faccia altro.
Att de fed. Atio di fede.
46 ) ATT
Boengna & on att de fed. K Ped.
Fa i att a vun. Procedere giudicia^
riamente contro alcuno.
Retegni come on att de fed ....
Credere per certo, fermamente. Il
croit tant ce qu* on lui dit comme un
article de foi dicono i Francesi.
Attaccatrice« Ad. ra. e f. Appiccaticcio,
Contagioso, Attaccaticcio. Questo idio-
tismo é comunissimo a' nostri giorni ,
e fu consacrato da un nostro egregio
poeta in que' versi:
« Cb*el tàn de Feppa • I«ic« e Doralk»
» Che quett l' è propri on mal attaccatriee. •
Moltissimi sogliono anche fra noi strop-
piare stranamente certe voci, altre al-
lungare, altre frangiare. Per es. fra
mille dei nostri anche non affatto idioti
i quali vogliano dirvi d^ aver sofferto
voì^Encef allude o mtC Angina^ certo più
di novecento vi dicono Gh'hoo opuu
ona Ce/alitica a la testa ^ o oì^ Angina
in gqla^ stroppiando e al tempo stesso
favellando collo strascico benché per
altro modo dal comune^ e forse la col-
pa non è tutta loro, come n<m è sem-
pre tutta di chi grecheggia a dirotta.
Di strascicature siffatte molte altre ne
abbiamo anche per cose notissime 9
p. es. / làvor de la bocca ^ I ùj di
«vifcc, e simili, che le più volte dir
ciamo cosi e non semplicemente i /ò-
vor^ i zi] come pur si dovrebbe, nom.
usando noi queste voci in altrì sensi
traslati come le adopera l'italiano.
Attàcch. av. Accanto. AHato. Presso, f^lr
cino. Accosto. {vicino,
Attacch attacch. Allato allato. VicUt
Sta attacchi ^g. Stare ai fianchi.
Tener ricordata altrui alcuna cosa.
Attàcch. 8. m. Amoretto. Amoruccio.
Attempàa ederiv.V, Tempàa, ecc.
Attént. Attento — Sta attent ( in m. im-
per.). Bada, Slatti avvertente.
Attenzión. 4ll^^one. .
Attenzión. Finezza. Officio, Officiosità.
Cortesia. Biguardo. Piacere — Anche
i Frane, dicono Avoir des attentions
pour quelqu*un , nello stesso senso in
cui noi diremmo Usa di atUnùon a vun.
Atterga Attergai'e una decisione
ad un ricorso.
Attergàa. s. m La decisione scriitn
da tergo ad un ricorso.
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AUT (
Auestà. Attestare*
AtiesXzsL. s. m. AtiestazionCm
Attlv. AttiiHJ.
Attiva. Jttitare» Porre in atto. Mandare
ad effetto.
Attivitàa. Attività. Speditezza, Prontezza,
Vivacità neir operare.
Attivitàa. s. f. Debito aitivo. Credito, Inat-
ti vitaa rè cent, e la passi vitaa hin
roilla. Ha addito cento e debito mille,
Attivitàa* T. degli uflizj. Azione,
Mett in attivitàa. Mettere in azione^
in lavoro , in opera. Adoperare. Ta-
lora è Mandare ad effetto.
Vess fceura d^atlivitaa. Non essere
più adoperato.
Attor. Attore,
Attórna. Attorno, Intorno,
Andà attoma. K in Andà.
Attorna attorna. Tutt all' in giro.
Manda attoi*na. Mandare attorno f in
giro^ or qua or là,
Fass porta attorna. fig. K. Porta.
Attrassàa. Arretrato,
AttrÌK. Attrice,
Àuge (Vess in). Essere in aiige(Fag. Conte
di Bue. I, Q). Essere nelTauge suo 9 cioè
al colmo della felicità, degli onori, «e.
Àulicb. Aulico.
Anna. Auna,
Auròra. Aurora -— L"* aurora T indora.
L" aurora ha l'oro in bocca. Dicesi
per denotare il vantaggio che si ri-
trae dall^ alzarsi per tempo dì letto.
Aatàut. O bere o affogare, V, Fenèstra.
Autàiit; o on ziiTol^ o ou flaut. lisciane
ne una volta \ o Cesare 9 o Niccolò,
Autoritàa. Autorità — Usato com. al pi.
dicesi per Persone in carica.
Antorizxa. Autorizzare,
Autorizxàa. Autorizzato.
Autorìzzazión. Autorizzaùoneijilb. hass.
e Voc. un.).
Antorón. Autorone ( Guadag. Poes. 1 9 6 ).
Scrittore di gran vaglia.
Autùn. Autunno. Temp d^ autun. Tempo
autunnale,
Autunin. T. teatr Cosi chiamasi
da noi quella stagione teatrale che
corre dal finir d"* ottobre al dicembre
innoltrato. In riguardo a tempo que-
. sto nostro Autunin corrisponde alla
Fratma de"* pescatori chioggiotti e alla
Fandma de"* contadini bellunesi che
7 ) AVA
vale Infra hjremem^ cioè all^aatuiliiio
innoltrato, all^ entrar del novembre.
Ava. r. Avi.
Avàll.^i'iii/o. Sp. di malleveria cambiaria.
AvàU. r, VaU.
Avana. Tabacco d'Avana,
Avanìa. Jvanìa, Angherìa*
Avantàcc. T. di Stamp. Vantaggio. Quel-
Passe che ha una piccola sponda da
capo e dai due lati, sopra la quale
il compositore assetta le linee dopo
che le ha composte. L** assicella incana-
lata nel vantaggio si chiama Balestra
cosi in milanese come in toscano.
Avantàcc(Vesseghen d**). Lo stesso che
Vesseghen d'avanz. F, in Avànz.
Avanti. Avanti. Innanzi. Jvante, Nanti,
Noi però T usiamo in questi soli modi:
Avanti! Efìtri, V Serein dei Tede-
schi detto a persona che sentiamo
bussarci air uscio , per accennarle far
colta di entrare.
Avanti! Trana; cioè sbrigati, cam-
mina, va innanzi; il Perge dei Latini.
Avànz. Avanzo,
Avanz de Troja. Carogna fig.
Fa r avanz de Carlin matt o di
alchimista. K. Alchimista.
I avanzi di Troja. sch. Rosumi.
Rilievi. Gli avanzi della mensa.
Vesseghen d^ avanz o d** avantàcc.
Essercene d* avanzo o di vantaggia o
da vantaggio, Esservene oltre il biso-
gno o il dovere.
Aykr, Atforo, K. ancJie Esds e Tegnón fig.
Deventa avar. Gettarsi all' a^aro.
Inavarire,
Fa Tavar. Avarizzare,
Puttost avar. Avaretio.
Vess avar minga mal. Esser aparo
la parte sua,
Avaràsc. Avaraccio, Avarone,
Avarizia. Avarizia, V, Tegnarìa.
Creppa Tavaiùzia, e s^cioppa la lus-
suria. E muoja P avarizia !{¥b^, Ingan.
lod. III, i3). Talora voi lo dite a chi
volendo mostrare di darvi molto , vi
dà poco; e talora lo dice quel mede-,
simo che dair avaro si trae improv-
viso al liberale.
Dass a T avarizia. Gettarsi all'avaro.
Inavarire.
Avarón. Avarone, V, Tegnón £g.
Avaronón. Avaronaccio,
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AVE (
Atc* A^. Avemmarìa*
On pater e on ave segond el «o-
let. Eccoci alla canzon delP uccellino.
J^ non sa fate il latino che per gli
attivi* Dicesi di chi non sa variare
il suo parlare f di chi vi ripete sem-
pre quel medesimo*
Ave. Avere.
Avegh del matt, del ciall^ ecc. Pi^
zicar di pazzo j di sciocco 9 ecc. Aver
del moccicone {Taucìsl V, 5.)*
Aveghela o Avella-sù con vun. Averla
con uno. Avere il baco con uno. Aver
tarlo con uno. Esser adirato, aver
rabbia 9 aver ira eoa qualcuno*
Avegh on poo del itìì.AverVariad^un
tale. Arieggiare un tale, somigliargli.
Avegh queìcòss. Possedere. Avere
Jacoltà, rendite 9 patrimonio. Essere
in tenuta; e parlandosi di beni stabili
Aver al sole.
Chi ghe n^ha ne god» e chi no
ghe n^ha se gratta, f^. Gratta.
Chi n^ha avuu n'^ha avuu. C/ti ha
tenga, e chi n'è ilo peggio^ suo danno.
Chi s* lia s* abbia, E vagliono la cosa
é fatta; stia come ella si trova. I Nap.
e i Sic. dicono in questo senso Ac-
• fua passata non macina molino.
Gh^ hoo d*^ ave del tal on scud. Eo
ad avere dal tale uno scudo. Fo cre-
ditore d'uno scudo dal tale,
Qìieìì che no poss ave va che tei
doni. Farsi onore del sol di luglio?
Il Nondum matura est f. nolo acerbam
sumere che diceva deU^ uva la Volpe
della favola.
Vorli avella o no ! Volete aver par-
zienza? Che fretta avete? Piano clte
' non si levi polvere t
Ave. Avere in sig. di Sentire « provar
dolore, pena , ecc. ; p. es. Cosse gh* et
che te foe quij smorfi.' Ora die kaif
che fai colai viso?
Avegni ( Per V), Per P avvenire,
Avéll. V. Navèll.
Avemaria. Ave Maria, Avemmarìa. Prece.
' In d'^on^avemaria. In men d* un* ave.
Avemaria. Avemmarìa, Ognuna di quelle
pallottoline da corona delle quali ne
. corrono dieci fra pater e pater.
Avemaria infìlzada. fìg. Ipocritino.
Quietino. Mozzina — e anche Viso di
stecco. Mummia,
48 ) AVE
Avcntór. V, Pòsta.
Avèrt. Aperto, Schiuso,
A braso avert. A braccia aperìa*
A coeur avert. Con cuore aperio.
Avèrt. Svegliato, Sagace — Planilo (La-
sca nov. 3.'). Di fino intendimento.
Avèrt. Aperto. Acceso. Per es. Partida
averta. Partita aperta. Conto acceso*
Avèrt. Allentato, Crepato, Ernioso,
Avèrt. Scoperto. Sit avert. Luogo aperto,
Avèrt. bocciato. Fior avert. fiore sboo-
Avèrta. Ad. di Céra. V, (ciato.
Avèrta. Ad, di Fórma (formaggia). F,
Avèrta. 8. f. Aprimento. Per es. A Taverta
de la bottia. All' aprirsi della bottega,
ATaverta del àdiZuAlt aprir delle porte.
Avèrta (A V ). m. avv. AlP aperto.
AvertK Avvertire* Ammonire*
Averti!. Avvertito, Ammonito,
Àves. s. m Quel punto più o
men braccia sotterra ove trovi acqua
che rampolla dalla ghiaja. La mede-
sima voce nel numero del più (/ àves)
indica per estensione il letto o livello
delle acque sotterranee della pianura
milanese. 1 Brianzuoli chiamano Nàves
tutte quelle scaturigini che dalla vetta
o dal dorso dei colli scendono in val-
le. Ora quel Nàves (probabilmente
discendenza del greco poet. kcm scata^
rio^ Jluo) mi pare che ci avvisi YAves
essere la vera Vena naturale delP ac-
qua o Vena delP acqua nativa ^ comft
la chiama il Capra nella sua Architet-
tura famigliare nel lib. 11^ cap. iz. --*
Acquitrino , Polla , Alveo furono usati
da varj per Aves; e dì^ Alveo parve a
taluni di riconoscer buona autorità nel
Diz. econ. del Fontana e anche più in
quel passo della Notte ove Parini disse
« . . .-. . Al par di teechj
» ehm •eeiuUao • ritoniino pUnfanti
V Dal cupo alreo dell* on^a * i
ma di quelle tre voci le prime due mi
pajono infelici, e T ultima non cosi
specifica da ben soccorrere in tutte le
frasi che riporterò più sotto. Forse la
voce Sorgiva (registrata dall'* Alb. enc.
e dalla Min.) è la più corrispondente al
nostro ^we5, benché in que^dizionarj
esposta con una spiegazione alquanto
diversa dal valore che la voce stessa
importa nei testi ivi addotti. Ala se fran-
camente direi Sorgiva VAves dei pozzi.
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AVE (
non cosi liberamenta chiamerei Sor^
giue gli Ji^s in generale della nostra
pianura milanese •^- Il cav. Bianetti
nella sua Helatione sui pozzi artesiani
parla ^ Acque di sorgente, di Scatur
rigini e di Sirati acqui/èri^ tutti, e
^ecialmente gli ultimi , similissimi al
nostro Aves ^ ma non riporta alcuna
voce popolare toscana che gH corri-
sponda. Mi si assevera che in Toscana
si dica volgarmente Arrivare ali* acqua
quello che noi diciamo lìivà a Vaves, e
me lo fa credere un passo del Machia-
velli che ri|K)rlcrò più sotto in Trovò
l'aves: ma ancorché alcuni incomincino
ora a chiamare Prim, Segando Terz^
QuartAves i varj strati acquiferi che si
ritrovano interposti a diverse distanze
fra strati terrei, calcarei, argillosi, ecc.
quantunque non siano rampollanti
dalla ghia ja, pure la nozion comune,
generale déìVAires compenetra in que-
sta voce non l'acqua sola , mn l'acqua
mista alla ghiaja o al sabbione; e
perciò iVip^ a taves^ frase importante
idea composta, non è tradotta a ca-
pello con Arrivare all' acqua frase
che importa idea semplice. Per idtimo
è da avvei^tirc che siccome noi, tro-
vato ì'Aves e prosciugatolo, ivi get-
tiamo le fondamenta degli edifizj,
cosi parrebbe che il Pancone toscano
si polria da uno scrittore &r equi-
valere in potenza relativa, ma non
in natura, al nostro Aves; giacché in
Toscana quando trovi quella terra
gialliccia e saponacea che dicono Pan-
cone , tu posi con sicurezza le fon-
damenta d^un edificio; mentre in Mi-
lano le posi hìVAves da prima ra-
sciugato ; in Brianza quando giugni al
Cepp^ cioè al sasso, al macigno; in
Romagna quando giugni al fergine,
cioè, cred' io^ alla terra non mai toc-
ca — È un riscontro singolare quello
dei mulini de\VA%fesa e deìVAvesella
in Bologna , per amor dei quali forse
il Fcrr. si calò a dire con poca for-
tuna che la voce Aves proviene dal
latino Abyssus,
Alzass i aves Crescere, al-
zarsi le acque sotterranee.
i aves hin alt o hin bass ... 11 livello
delPacque sotterranee è alto o é basso.
/W. /.
49) AVI
I aves hin alt. metaf. Egli ha gran
. ftwal Egli ha della chiella^ cioè alba-
gia, orgoglio.
Mgbuvc» i naves .... Il mandar
acqua delle scatui*igini per innanzi
esauste.
Sbassass i aves Calare , sce-
marsi, abbassarsi le acque soiterranee.
Sugass i naves» . • « . Mancare af-
fatto, seccarsi le scaturigini»
Trova Taves. Trovctr t acqua? lì
Machiavelli neir^rte della guerra (lì»
bro VII , pag. 2^9) dice : *< Il rimedio
(alle cave, cioè alle mine, facili a
farsi dove le fortezze siano poste in
luoghi rialti ) è edijicare in piano , e
fare il fosso che cinge la tua città
tanto profondo , che il nemico non
possa cavare più basso di quello , che
non trovi T acqua, la quale è sola-
mente nimica di queste cave. »
Avi e Ava. Ape, Pecchia; e coni, làp--
pia, VApis mellifica Lin. — In città
parmi che si dica Avi così al sing.
come al pi.; in campagna, e sp. nel-
TAlto Mil., dicono Ava al sing. e Avi
al pi. — Alcuni Lariensi dicono Avicc.
Avi salvadegh (o Mattarun o Mat-
téll e al pi. Mallèj). F«co. VApis focus
degli entoro. Alcuni con voci ambigue
diconlo Bordone o Falso boìdone.
Avon. y. la voce.
Bisoeu. F. la voce.
Cauiola di avi. r. Càmola.
Carsenza, K. la. voce.
No è semper san ruga in di avi.
Prov. pressoché equivalente all'altro
No è ben resegà i corna ai bcsu.
r. Boeu.
Avicc per Bisoeu. y.; per Ava. r. Avi.
Àvid. Avido.
Aviditàa. Avidità.
Avigg (o Avicc). r. Avi e Bisoeu.
Avilìi. Avvilito. Sbigottito. Caduto o Peì^
dato d'animo.
Avilimént. Avvilimento. Abbiettezza, Ab-
biezione.
Avilìss. Avvilirsi, Sbigottirsi. Perdersi
d'animo. Cader d'animo; ed esa^.
Allibire. Costernarsi.
Avìs. Avviso. Ragguaglio.
Sta su r avis, Stare sull'avviso o
suil' intesa. Stare avvertito o avvisato.
Avisadór. T. teatr. Avvisatore.
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AZI (
ATOcàtt. Avvocato.
Avocatt di caus pera o del Iella.
Dottor d^ miei stivtdi. Dottor da nulla.
DottoreHaJ)ottorettoJ>otioruccio*SchiC'
ehenUore, Stazzonalibri. Salamistro,
Scioperalibraj» Frugascannelli» Presun"
ùtaselh. Saputello, Saccentino^ Setolo.
Impiastrascartabelli. Schiccheracarte.
Letteratuzzo. Saccente. SaccenUnzo. Ser
Appuntino, Sacciutello,
Fa r avocatt. A\HH>care; e fig. lo
stesso che Avocattà. K.
Avocattà. Salamistrare. Fare il saccente o
il ser saccente. Forse dair it. JiM>care.
Avocattin. Dim. e uez. di AYOcàtt. /^.
Avocattòn. Acer, semplice e pia spesso
anche encomiastico di Avocatt. F".
Avocalùra. AvuocazionCf e con v. a. AU'
ifocherìa e AvsHfcarìa. V esercizio di
patrocinare le cause altrui.
Avoli. Aspòrto — y. ancìie (Eùria.
Avòlt. Alto — y. ancìie Alt.
Avón. Peccfùone, e con voce ambigua
anche Fespone. V^pis violacea degli
entomologi.
Avóst. V. cont. per AgcSsl. f',
Avril, V. cont, per Aprii. F.
Avùu, Avuto. — f^, anche Biiiu.
Chi n* ha avuu n' ha avuu. r» in Ave.
Azacà. V. a. Attaccare.
Azacà. Azzeccare.
Azàrd, ecc. f'.Azzàrd, ecc.
Azèrb. Acerbo — Aspro o Crudo dicesi
del sapore delle frutta acerbe; Agro
di quello delle non matunssime :, Afro
dì quello delle aspre come le pere
cotogne i Agresto o Foric di quello
degli agrumi ; Brusco di quello non
dispiacevole al gusto di certe frutte;
Acido di quello delle frutte mezze;
Acre di quello corrodente di esse frutte
mezze ; Austero di quello delle frutte
men dolci,
Azèrb. Ad. di Vin. Immatmx). Quello
che i Francesi dicono rert.
Azerbin. Acerbetto.
Azienda. Azienda. Zicnda. Negozio,
Azión, Azione. Atto,
Dà cuut di so azion . . • • • • Non
rimanere con debili, non oltrepassare
la propria fucollà nello spendere ,
0oddÌ8fare ai propr) impegni ; non ar-
riechire ma non impoverire; starsi
terra leira» ma onorato « senza debiti.
5o) AZZ
Aziòn. Tiro. Tratto. Trista o Mala aalo^
ne. Mal traiio. Per es. El m^ ha faa
on aziòn, o pure El m^ha San, ona gran
azion. Mi fece un Uroy un mal traiio.
AziÓD. T. commerc. f^oce* Messa 9 e con
vocab. moderno Azione, Quella somma
che contribuisce ogni azionista per
un^ impresa sociale — Dicesi Azión
anche il bigUeito di eredito per tale
somma.
Azión (in) ...... Con questa voce
gr idioti e 1 contadini denotano il
soprapparto. Forse essi vogliono di-
re in nassión 9 cioè in nascimento »
come altri lo dicono della semente
de* bachi da seta allorché si sta svi-
luppando — La vacca Tè in azion.
La vacca ò sopra parto. La vacca sta
partorendo.
Azionista. T. commerc. Azionista. Azio-
nano. Associato. Chi ha voce in una
impresa insieme con parecchi altri.
Azùr. Azzurro — Parlandosi di quella
vernice azzurra che si dà ai vasi di
terra direbbesi Invetriatura o Inver-
nicatura^ e Dà su Tazur Invetriare
o Invetrare o Invemicare,
Azzàa. 1 AcciaJQ. lì Diz. art. distingue
Azzàl. S r acciajo in Acciajo naturale
di fucina o di Germania ^ Acciajo di
cementazione o Acciajo fuso^ e Acciajo
di Damasco.
Azzai de cassetta. Acciajo sodo?
Quello di cui si fa uso per inacciajare
il ferro.
A zzai de marmo rin. Acciajo. ....
Acciajo più sottile di quello detto de
pania.
Azzai de ponta. Acciajo in vergai
( Tar. tose. ). Quello in bastoncini ot-
tangolari onde si fanno scalpelli da
tagliapietre, ecc.
Azzai de seghezz. Acciajo piano?
Àzial in borella. Acciajo sodo? Ac-
ciajo in pezzi grossi quanto la coscia
d^un uomo, di cui si fa uso pei cion«
coni da distendino (i bocch di maj).
Tffiù giò de r azzàa. Dato nelle vec-
chie. La frase nostrale é brianzuola
e vivace, paragonandosi chi dà. nelle
vecchie a un coltello o simile che
per lungo uso e arrotio abbia perdu*
to la parte inacciajata della lama a
siasi stremato al solo ferro.
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AZZ (
A zzala, tnacciajare, Binacciajare. Dare
al ferro la tempra deiracciajo per
renderlo più forte 9 più tagliente , ecc.
Aszaiàa. Inacciajato, Auche Acciaiato io
questo sign. sì ode tuttodì in Toscana,
quantunque i diz« noi registrino in
certo moda che come termine medico
corrispondente al dottrinale calibeato •
Aezalln* Piastraé Lastra che pòi*ta il cane
e lo scodellino a canto al focoìie della
canna delle armi da fuoco, sul qunle
scodellino si pone la polvere d^ine*
scAtura — Il Gr. Diz. mil. e il Diz.
art. TOgliono che VAzzalm. sì chiami
Acciarino 9 e che Piastra sia voce im*
propria. V Acciarino dei diz. poro
vale quella foglia d' acciajo che stava
sulla tavola della martellina degli ar-
chfhugi antichi. ....
Cartella. Cartella *» Bassinett e an--
che ambiguamente Fogon. Scodellino^
<^uart o Coverc. Fucile, 3fartellin4it^
Molla del quart; Molla della martel-'
lina tat Can. Cane ^ Stanghetta, ^atto
«-Molla de la stanghetta.' Afo//a ^//o
scoilo t^ Passarin o Scrocchio. Grillet-^
to, SòitoscóttOBa GiGcugh o Nos. Nocete
Braga o Staffa de la nos. Castello della
noce » Vit. fltf ( f^eggansi CdriéUa ,
Fogón , Qnàrt , Càn , Stanghétta , Pa»*
sarln , Tfós per le loro parti ).
A zzai In a capsùU ...» Piastra iq
cui il cane , latto per così dire a bpc-
cinolo , porta in sé il polverino, e
S(!occando lo mandai acceso nel baci^
netto , e dà fuoco al fucile. Gol Manual
dell'Artificiere di Quaglia si avnehbe
a dire Piastra a cappellozzo^ e secon-
de altri Piastra a cane percolante.
Azzalln bressan ..... Piastra in
cui il moUone è collocato interna-
mente, ed in cui il cane, quando è
armato affatto o come diciamo noi
a tutta monta, ha minore facilità di
scattare inavvertìlo perchè rattemito
in due tacche.
Azzai in roman .... Piasti*a in cui
vedesi il moUone al di fuori, ed in
cui il cane è più geloso e scaltativo'
allorcbè é al tutto punto..
5i ) AZZ
Azzalin bressan. fìg* • • • Fra oiolti
vale a un di presso come S'*ciopp fig«
Azzalin. Acciajuolo. Focile» Battifuoco*
Facile» Acciarino* Ordigno d^ accia jo
con cui si batte la pietra focaja per
trame faville di fuoco che accendane
1^ esca.
Batt. Tassai in. fig. Batter V acciarino
. (* tose.). Amiffar le matasse. Andar
di portante. Portare i polli. Pettinarsi
aWinsà, Far^x t| lenone. ,
Batt r azzalin* Battere il fuoco* D^
cesi del percuotere la pietra foc^ja
pel fuocQ, sebbene non si batta il
fuoco pia la pietra; e cosi fra noi
dicesi Batt tazzalin , quantunque non
il focile, n»9lB pietra con esso si bstla*
Azzalln. Acciarino» Acciajuolo* Acciaino»
Cilindro di fc»*ro. con un po'* di capoc-
chia di, cui servonsi i pizzicagnoli , i
. beccai, i calzolaj, eoe. per ailHare i col-
telli. 1 conciatori di pelle hanno essi pur
re per qti^sto vsp il loro Azzalifi inglesi^
Azzalin. T. de"* j-'abbriferr. Piegatellq* Ac^
danno ^ Xorne generico di que' pezzi
di (erro rìpifgato che, si Qonfif:ct\no
nc^Uvori. per legatura, sostegno o
guida. Così chiamansi Atzalitt que^
Mpicgatelli che mettonsi a sostegno o
guida in vnrie. parti dei carri j Az^a^
litt quei due ferri ripiegati che yeg*
gonsi ii^fissi nc)la cassa d^l tri^lojq
( triapaja ) . per tenere in riga il (al-
cione, ecc. Se rficciariao ha du^ rl^
volte dicesi con parlicolar.npn^e.^'^*
Azzalin e com. ai pi. AzzaUtt , , ^ . . .
, Spepie di perline. d"* acciajo, d** ottona
.0 simili che .s' interseriscono nelle
maglie dei. borsellini fatti ad ^gp per
dar loro più vaghezza.
Aszàrd. Mischio ..Misico* Zara; e con yo^
ce mod. Azzardo. ^ ^
Azzarda* Arrischiare. (^metUare; e con
voce mod. >^z2«n/a/;e. , . .^
Azzardàss. Arrischiare.
Azzardós. Zaroso. Pericolosp.
Azzardós. Arrischiato; e in ^enso più
esagerato Avventato. Inconsiderato.
Precipitoso*
Azzidént. F. Acidént.
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B
B.
'abào. Bau bau. Verso che si fa al
bombirli per intimorirli.
Brutto babao. Figura da cimbali,
Mascheron da fogna, Ceffautto. Cef-
' fauììe. Bertuccione. Demonio, Fiso con-
traffatto. Dal greco Bct^aiaf, dice il
Varon de Miìan*
Babào. Bazza. Sorte. Fortuna.
Babbi. Muso; e con v. a. e deUa sola
""poesia Labbia,
Bell babbi, riso ghiotto. Bel svisino
— Talora si usa iron. "pcv Figura da
cimbali. Bertuccione. V, BabAo(Brutto).
Ghe voeur olter babbi. Ci vuol altra
barba che la tua(*tosc.).
Babbi ant. nsavasi per Babbo come da
knók al babbi. Andar a baòboriveg-
gaìi. V. AndrV al cagaràtt in Cagaràlt.
BfSbbi per Pàbbì( ro5/»o). T. Sciàtt.
Babbi. Minchione. Bàbbione. P'. Badée.
Babilònia, e. 1*. Babilonia. Confusione,
' Tumidto; e parlandosi di cicaleccio
confuso si direbbe Pavèra jo, tìtiuc-
' chiurla fa. Mosca jo. PiSsi pissi,
B^oìn. Babbuino. La Simia sphjmx Liu.
Baboìn e Faccia o Fi gora- de biibo)n.
" BcrtuVciojìc. r. Babào(BniMo).
Babiias. Babbeo, Babhnnsso. F. Badfr.
Baccalà. Baccalà. Baccalare. Pesce basto-
\ ne. Il Gaàus morhuaLÌQ,
Baccalà. MeHuzzo, Nasello, Baccalà più
piccino detto Gadus merìucius da Lin.
Sa ve de baccalà. Puzzar di baccalà.
l^accàn. Baccano -^ Sé è' per alfegria
' dìcesi ancbe Gazzarra o Gazzurr&.
• Pft baccan o Fa del baccan. Lo
stesso che Baccani. F
^kccirnh,' Straccrtrteggiare'. Far baccano^ o
baccanalia o baccancrìa,
iSniccanéri'. Bdccahet^th: Baccano.
Baccb. Bacco -^Pmì Baccb' a cavali del
vassell. F, Vassèll.
Baccbèlt. Marza. Shrcolo.
Barrhetr. s. ih. sing. Fuscello. BamusceU
lo. Frtisco. Frùscolo.
Maa del baccbett. F, Mha.
Baccbètt. Spoletto,
Baccbett. s, m. pi. T. de' Panierai. Stec-
che. Fincigli. Vimini rotondi, intieri
o dimezzati, cbe servono per fare
ceste , ceatont » ecc. Sono diversi dai
Tapp o Férol o Ferolbtt, cioè dall*
scbegge piatte cbe si traggono dalle
mazze più grosse de** castagnuoli 9 del-
le betule, degli ontani, ecc.
Baccbett de la bicocca. Costole, Coste.
Baccbètt del pian del torc. T. di Stamp»
Lastrine del dado del pirrone (cosi
TAlb. cnc. in Dado).
Baccbètt del telar o de la ttU o di eoo.
T. dei Tessit. Compasioj. Canne o
regoli che s'interpongono fra ordito
e trama per tenerli sollevati e dare
il passo alla spuoLa.
Baccbètt di lise {dette Anche da altri
Basgeritt o LisciarcBÙ). T. dei Tessit»
Licciaròli, Lungbi regoli di legno che
reggono le licciate.
Bacchétta. Bacdtetta. Ferga, SeurUcio.
scudìscio.
Comanda n bdccbetta.» F* Comanda.
Fa pass2i per i baccbett. T. mil. Bac-
tìtettare. Punire un soldato facendolo
andare tra due file di commilitoni che
lo battono colle bacchette*
Passa per i bacchutt. T. mil. Essere
bacchettato. Passare per le bacchette?
Bacchétta. Grétola, Ognuno de' vimini
d'una gobbia da. uócelli a d'una rocca.
Bacchétta. Carnàio* Fetta. Quella verga,
per lo pia di còrniòlo^ con cui i ma-
terassa; battono la lana sul graticcio.
Bacchétta. Carnato. Cosi dicesi quella
Terga con cui si battono i panni.
Bacchétta. T. di Fin. Simza? Staglia?
Astft sottile e toi^da di ferrò che .us«no
i gabellieri per misurare i liquidi,
riconoscendo per essa l'altezza, la lun-'
gbezza e la circonferenza dette botti.
Bacchétta. Bacdietta. Verga tonda di
accia jo, legno od osso di balena che
serve a calcare la carica nelle canne
delle armi da fuoco portatili, ed an-
che a ripulire le canne stesse. Le sue
parti (secondo il Gr. e il Diz. art.)
• sono Capocchia o Battipalle ^ Collo 9
Jsta^ e Punta 9 o terminata in Cai*a-
stracci^ o vitma per innestarvi il ca-
vastracci medesimo.
Bacchétta. Bacchetta{Alh. enc. in arma-
re). Nome di ciascuno di quc' rcgo-
Ictti di ferro coi quali si sprangano
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DAC ^ (
le iiiTetricito in ognuno dì que* luoghi
- ove tono le lamÌBetté di piombo nelle
quali furono' incassali i vetri.
Bacchétta de vesch. Pamióne. Fergone.
Verga inveschlata con cui! si pigliano
gli uccelli* uccellando colla civettn.
Bacchétta del moriaell. T.. di Stamp.
Pernio del tòrchio (Chamb. Enc). Ver-
ga di ferro che è T anima del. rullo
de* torchi da stampa , detta dai Frane.
Brache du rotdeau de la presse.
Bacchétta del temp. T. degli Oriiìol.
jista del tempo. Fusto con due palette
e due punte , una delle quali entra in
un foro fatto nella potenza, e T altra
in quello del bracciuolo deirorologiot
Bacchétta del va-e-ven di molin de
seda Cilindretto che regge
il moto del valico da seta.
Bacchetti. Scurisciare. Scudisciare. Nei
dìz* Bacchettare è soltanto term. milit.
Bacchetta. T. di Fm. S^azare?
Bacchettàda. Baccltettaia.
Bacchettadùra. T. di Fin. StauUura.
Bacchetlée. ^orc/iettoiie? (Minucci Nota
al Malm. Il, i). Uomo armato di vtrga
che si va aggirando pei contomi della
chiesa neirora che vi s^insegna la
dottrina cristiana» per impedire ai
fanciulli od altri di fare chiasso, e per
avviarli alla dottrina stessa^ talora,
fra'* borghigiani e i contadini ha pure
r incarico di fare da Svegliarino con
chi dorme iu chiesa. F. Bacchetterà.
Bacchettée. /tamarro. Secolare che fa da
regolatore delle processioni. Il Bac-
chittéri dei Siciliani.
Bacchetterà Nelle chiese di
campagna é detta cosii quella donna
. che ha incarico di risvegliare le com-
pagne qualora sonnecchino» o acquie-
tar le ragazze se fanno chiasso toccan-
dole più o men forte con imo scuriscio*
Bacchettin. Fmscolino^ Fuscellino» Fit*
seelhaza, Bruciàglia.
Bacchettlnna. Bacchettina, Batcheltino.
BacchetiuKa, Vergella. Ferghetta.
Bacchettinna de vesch. Paniuzza. Par
mazzola,
BacdbetXón. Mazia.
Boecfaettón del vesch. Fergello. Mazza
intaccata nella quale si ficcano le pa*
niuzze(i baccliattinn) per uccellare n
civetta.
53 ) BAD
Bacchell4Sn per Beat. r.
E^cch^U^Qua. Mazza,
Bacchettònna per Beata, r.
Bacco l)accon(Per bio). y. in Blo.
Baciacela, r. Cóncaiacquajo).
B^cià<^col .s.m .pi. Bozzacchioni. Bariglipìd
cascanti. Si dice scherz. per Poppe
di donna flosce, vizze, cascanti.
BaciàecoL s. m. sing. Baggécu F. Badée.
^aciaccolà. Tattamellare* A^. Bajafia,
Ba^iòcca. Ganza. V. Morósa. . , ,
BacioGcà. Sciaguattare,
Bacioccà. Tentennare.
Baciòcch. Baaibòccko., ,
La mia cara baciùcch.. Cuor mio.
Speranza mia,
B/iciòcch e Bou baciòcch. Bonaccia, Buon
pastricciano — Per Ciàll. F*
Bacioccbin. Bamb.oci^tno.
Baciocchia. Speranzina^ e col Machiavelli
nella Mandragora V, 3 Naccherino.
Dicesi per vezzo a un bamboccino.
Baciocchin de fraa. Jristohchia. Jristo-
. logia clemalite. Slralloggi volg. di Tar.
Tozz. Sorta di pianta che è VAristo-
lochia clematitesLin.
Baciocchinna e Bacioccceù. Speranzina,
Voci vezzeggiative.
« BaJborin »p«ntiuui d'ora»
9 Cmr amor, beli bacio^csù. « (ForU Kìom.)
Bitcioccón. Bamboccione. ,, .
Baciocoòtt. Biunbocciotto. Bamboccione.
Bàeol o Bàcquel {che anclie a maggior
y forza d' espressione diciamo Bacol de
Saregn.) Baggiano. Baccellone, Baccel
da vedoife. V. Badéc*
Bàcol. Membro \ con voce dottr. Pene\ e
con voce scherz. o. pedani. Mentala.
Bacolaria. Baggi^tnata^ Scempiaggine.
Bècquel. r. Bàcol.
Bàcqueki. Baggéa,
BaoùiBca. F, Vèggia. . ^
Bacùceh peY Mdtf. F.
Bada, Socchiudere. BabbatUre. Parlandosi
ài usci o finestre v^le semichiu4eme
le imposte in modo che rimanga per
tzse fdcun po'* d' apertura , sempre
però, minore di mozzo il yaoo. I con-
tadini dicono Fess in bad^^ o io bo'
. dironda o in polliroeula parlandosi
d'insci. Pare che questa voce venga
<b Bada 9 Bwlare^ Badig/ip^ giftpchè il
così rabbattere le imposte si, f» ^e più
. volle dai foresi per U loro naturale
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BAD (
curiosità di abbatLare $enz* essere ve-
duti ad altniì. È singolare che i Pro-
venzali dicendo Badier o Badiero in-
tendono spalancato: cosi presso di lóro
Pouerlo badiero vale Porta spalancata.
Bàda(Vess in). Essere socchiuso, V, nn-
che Busiroràla.
Badàa. Socchiuso. V, anche Busiroeùla.
BadalùccheBadafncchéri^AaEcriino.'O^ia^
so* Bordello, Ùargagliata, Pispillòria,
liomore — Dai diz: Badalucco è re-
gistrato soltanto nei significati di sca-
ramuccia o divertimento.
Badàn. Bambòcciolo, Bon badan.- Buonfi-
gtiol accio. Bonaccio.Buon pastricciano.
Badàn. Campanone. Battaglione? El ba-
dàn de Monscia. J7 campanone della
Cattedrale di Monza.
Badée. Baggeo, Babbeo. Bahbione, Bab-*
baldo. Bretto. Ignòcco. Babbaasso, Bab-*
hacclo. Babbano. Babbaccione, Buac-
cio. Baccellaccio, Baccellone, Baccel
da %*edove, Bacchillone, Baccellone da
sgranar con un'accetta, Bachiocco, Ba-
ciocco. Badalone, Baggiano. Baggia--
naccio. Balògio, Balocco. Baloccone,
Barbacheppo, Barbagianni, Barìààchio.
Baséo, Fagiuolor, 'Navone. Pascibiéto-
la, Pascigreppi, Pisellone, Pisellaccio,
Semiestola o Ser Mestola, Cenato, Co^
gliluva o CogUluvio, F'antoceino. Nuo^
vo granchio. Nuopo pesce* Nuovo o
dolce grappolo o grappola, Béscio:
Fantoccio, Gocciolone. Bietolone, Gna-
tone. Marmocchio. Ghiandone, Galeone,
Moccicone, Moccolone, Lavaceci. Lasa-
gnone. Ignatone. Leccapestelli, Pacchia-'
no. Pappacchióne. Palamidone, Zugo,
Nibbiaecio, Uccellaccio* Mazzamarro^
ne. Mangiamarroni. Merlotto. Mellone-
Mestola, Tulipano, Arfasatto, Chiurlo*
Ceppo, Ciocco, Decimo, Tempione. Uc^
celione. Uccello. Zoccolo, Zufolo, Cor--
bellone. Bomberò. Brachierajo, Pappar
lardo, Pappalasagne» Scempione, Moc-
cione. Pioppo, Tambellone. Pollebbro.
' Bighellone, Scipito, Scimimito,
Badée. s. m. pi. (gergo). Granelli.
Sgonfia i badee o i menus.f^.Menùs.
Badéssa {e più com, Madcr badessa).
Jbbadessa. Badessa.
Pari ona mader badessa. Star gonfia
pari pari o Starsi badiale parlandosi
. di donne; e scheri. Esser una. baso^a.
54 ) • BIG
Badia, dtte. Opera* Magìslr^o che già
' tempo matribolava gli artisti e rende-
va loro' ragione; ed anche il Luogo
ove si adunava tale magistrato.'
Passa badia* Matricolarsi^ cioè su-
bire gli esami per ottenere il diritto
di esercitare un' arte. Ella è mairi-*
colata giofelliera, Benù Rime.
Badial. Badiale. Stupendo.
Vess badial. e loffi, r. Lòffi.
Badila, to stèsso che Befra. /^.
Balòss de hadila. f^, Bolòss.
Badilòn. f^oee usata nella frase Godes-
sela a badilon. Darsi tempone^ V. Fa
goghètta in Goghètta.
Badin Nel Basto Milanese d&ia-
mano per tal nome que' contadini
deirAlto Milanese che in alcune sta-
gioni scendono ad ajutare nei lavori
agrarj della pianura.
Bndinà. Scherzare. Celiate. Motteggiare,
Piacevoleggiare.Voce pretta hSadiner,
« Ma rè ben eti*e1 1« todja,
- m Come femm non , imorbMfld »
» Kidand • bacUnaBd • '. • i* ( Brand. iSpat.)
Badinna. Foce usata nelle frasi seg.
Ave scuccaa badinna. È lo stesso
che Ave sonaa el zucchell. P^. Zucchèll.
Badinna e badò, berla e gragnolò.
Cicc/ieri eiacclteri. Modi di dire che si
usano per esprimere non essere con-
chiusione in quello a che si riferiscono.
Badinna. Piuma. FeUarella. Per es. On
capell cont i badinn. Cappel donnesco
colle vettarelle.
Badiroeùla ( V4;8S in). Essere socchiuso*
F. Bada e Busiroeùla.
BafT. Foce usata nella frase No dì né
biif né baff. Non far né motto né tetto,
né uti né ititi. Vale star chet<v cheto.
Baffi. Lo stesso che Barbls. F. — Cont i
baffi, fig. Squisito. Esimio, Eccellente,
Baffi, met. Barbassòro. Caporione.
Baffiètt. Basettino,
Baffidn. Acc, di Baffi. F. in Piaseròn.
Bafficin. Basettone. Chi ha gran basette.
Bagà. Sbevazzare. F. Sbagascià.
Bagàgg. Bagàglio; e «al pi. Bagàgli. Ba*
gàgUe. Bagàglia <— Il sno dimin. è
Bagagliòle — Una brigata di bestie
da soma cariche di bagaglte è detta
Salmeria -— Que"* che portano o con-
ducono le bagaglio militari scmo chia-
mati Bagaglionif Sacfardi ^ Calappi,
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B AG ( 55
Fa b«f ace. Far f aggotto. Far 1$ balle.
• Prepararsi a partire. Il Piier^ bag^ge
de" Francesi.
Bagaggèlia chiamano im varie parti: deU
fMto Milanese la Rana arborea, r*
Banoa de san Péder- ...
Bagaggéri. Bagagliume.
Bagàj. Fanciullo. Ragtuuo. Habàcchio.
Marmòcchio i plebejam. Citio.^ Gitolo;
e smiJ'antino. FtMieUo.Fante.Fancello.
Bagàja. Fanciulla. Ragazza^ e pieb. Citta.
. ditola — Bagaja nei dìi. vale Ossian
conia sorta di frutice spinoso.
Bagajàda. Bagaztata. Bambinaggine. Poe-
rilità.Fanciullaggine. FanciuliezzaFan"
duUcrìa. Fantocciaia. Fantilità. Fan-
toccerìa. Fa di bagajad o Fa el bagaj.
FanciuUeggiare. Bambineggiare.
Baga)n o Bagahi- Fanciullino. BagoMeUo.
Magazzino. Bagazzuccio. Jtagoizuolo.
Babacchino. Babofichiuplo* CiUaieUo*
Cittino. Fantolino.
BagajnDa, Fanciullina* Bagaztina.
Baga}OBÙ. Fanciullino. V. Bagajn.
Bagajon* Bamboceione. Bambolone, Fan-
toccione ?
Bagajòtt* Bamòocciotto.
Bagarin e Bagarinètt. Dim. di Bàgber. F»
Bagascia, ^evatzare» V* Sbagascià.
Bagassa» Bagascia.
Bagassón. Bagascione,
Bagatélla. Bagattella. Inezia. Clùàppola.
dàffole. Chiappolerìa. Fraselieria, Cosa
Irivola» di poco pregio ^^ BeecaUUa.
Cosellina — Ciamméngola — Balocco.
El sarà la bagatélla de vini ann
che ghe lavori adree. K. in Bootàa*
Sii ona bagatélla! Ehi la non è
cosa da pigliare a gabbo,
Bagatélla. T. di Stamp. Bottello, Lavoro
minuto. I bottelli sono quei lavori di
settimana che si fanno in gran nume-
ro9 come avvisi* cedole* soaetlit ecc*
Bagàtt. Ciabattino. Ciabattajo,
Bagatt. T. di Giuoco di Tar. Papwto?
Il primo de^ tarocchi. Alberto LoUio
ne^suoi versi sul Tarocco lo chiama
il BagatUlla.
Scarta bagatt. fìg. P'otare il sacco.
Dire tutto ciò che un sa d^ altri.
Scarta bagatt. fig. Dar sulla voce.
Darla a mosca cieca» Abbassar visiera
(Machiav.Op.lX, i5G). Sciogliere Gion-
dtmo(¥»g, hime Ili, i33). Dire il (alio
) BAG
suo con franchezza, ed anche Aam-
pognare uno senz'' alcun riguardo,
Sc^rtà bagatt. fig. Covar fuori il
limbello. Sciorre i bracchi, ^iorre la
bocca al sacco. Dare fuoco q,lla bom"
barda. Cominciare a div male di alcuno.
Squajà bagatt. fig. Scoprire gfi air
tari. y. Altarin*
Bàgher Specie di carrozzelta di
cui F, in Léga — Il Bàgliero dei diz.
é una specie di moneta,
Baghètt o ;!dantcghétt Questa
voce, che è il dim. delki voce ber-
gamasca ^aga (otre» o(ra), é usata sul
lago di Como per indicare quegli
otricelli od otri di pelle di cane o
di capretto tufìali che \ pescatori
mettono ai capi di certe reti perchè
servano a tenerle galleggianti.
Bagiàn. Baggiano. Baggéo. V. Badce.
Ou bon bagiàn. Semplicione.
Bagianàda. Baggianata. Bessàggine. Bes-
sezza. Scioccherìa,
Bagianón. Ba^ianaccio. Babbacciane.
Bagn. Bagno — Cosi chi va a bagnarsi »
come chi serve coloro che si bagnano
chiamasi indistintamente Bagnatore e
Bagnajuolo ; e Bagnatrice la donna —
Il bagnarsi e la stagione da ciò dicqnsi
Bagnatura — La stanza che precede
quella del bagno a uso delle persone
di servizio dice&i Antibagno — Quella
destinata a posarvi i panni de^ba-
gnatori Spogliaiojo — Le cose perti-
nenti a"* bagni diconsi balneaiie.
Bagn a vapor. Bagno da sudare o
vaporoso. Stufa. U Sudato riufn dei La-
tini — Stufajòloy Stufarsi 9 Stufutura^
Stufa secca 9 Stufa umida sono voci
inerenti a quesla specie di bagno*
Fa on bagn de vin cold a ona
man o simili. Fare un bagnuolo di
vin caldo a una mano — Farsi un
bagmwlo — Dare un bagnuolo.
Pari in d'on bagn a vapor. ^. Vapor,
Toeù on bagn p des bagn , ecc. Pre/t^
dere un bagno , dieci bagni. Pigliare
una bagnatura 9 ecc.
Bagn. T. de*Tint. Bagno, Liquore im-
pregnato d^ allume, orina e sostanza
colorante che é nella calda j a o nel
vagello per ammollarvi i panni che
si vogliono tingere.
Baga cafnpusc. Jlfita di compero.
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BAG (
Bagn frust. Bagno straccò o usato.
Broda. ()^iié\ìo in cui 9 per avervi già
tinto, reslan poche sostanze coloranti.
Bagn guaa. Tinta di guado.
Bagn Oriana. Tinta Oriana.
Bagn pastella. Tinta scarlatta.
Bagn roza. T^intA di rohbia.
Bagn scceuden. Tinta di scotano.
Bagn vascell. JHnta turchina.
Dà r lillem bagn. Dare l* ultimo ba-
gno. Dare V ultima mano. Vale colorire.
Bagn. Bagnetto. Bagno, Tinozza , e in
istile nobile Lai^àcro. Vasca di legno,
di metallo ó di marmo nella quale
* un si bagna , in cui si sta a prendere
un bagno. La Baignoire àe* Fr. -— Ha
gradi o seéUli per adagiarvisi.
Bagna. Intinto. V. Moeùja.
Bagna. Bagnare ; e con voce più inten-
siva Imbaghare.
Bagna dò, tre camis del sudor.
' Sudare due, tre camice.
Bagna el becch. f. Bècch.
Bagna el nas. V. Nas.
Bagna el l'ost. Pillottare.
Bagna i pagn Aspergere,
cospergere d** acqua le biancherie ,
spruzzare Tacqua sur esse per disporle
alla stiratura.
Ba^nà i tihn, i vassej, ec. V. Tndaqnà.
Bagna la bocca. Bagnarsi la bocca,
Bev on gott tant per bagna la bocca.
Bere un sorso per bagnarsi la bocca.
Bagna la bugada. Dimojare,
Bagna la colcinna .Intridere la calcina.
Bagna la penna. Intingere la penna.
Bagna la suppa. Inzuppare, ammol-
lare il pane col brodo.
Bagnàa. Bagnato.
Bagnàa come on poresin (o con fr.
Ir. come on lavarin). f^, Poresin.
B.ignàda. Bagnamento,
Bagna di una. Lcggier bagnamento,
Bagnat-ofeù. Bagna] uolo. F. in Bagn.
Bagnàss. Bagnarsi.
Bagn}(fa'. Intinto. V. Moeàja.
Bagtimarì>i. Bagnomarìa.
. Tira dent a bagnmaria. met
Indurre altri a checchessia un po'* per
volta e si destramente eh"* egli faccia
il ioler tuo senza 'pur • avvedersene
se non in sulla conclusione. In certi
casi potrebbe tradursi per Carruco-
lare uno; in altri per 7ntrre il Jìh
56 ) BÀI
della camicia a «no; • talora anche
per Di cheto -^ I Brianz* {che dicono
A bajmaria ) l' usano anche in senso
' attivo Fa a bajmaria, cioè Far chec*
- chessia destramente o lentamente.
Bagnò ; . Quel manovale che
attende esclusivamente alla cola (^ai
bagnoeù) della calcina.
Bagnoeù. T. de"* Mar. Cola, Quella spezie
di bagno ove si Fa la calcina^
Bamadinna. Gmttkigia MS Canalin. Cf»-
Bagnceù per Bagnd. F, {naletto,
Bagnuscià Frequentativo di Bagna
coniato snlla foggia di BasoUà ed altri
simili. In qualche caso si potrebbe vol-
tare nella frase Far lagume o gua%%o.
Bàgol. Pecorina. Sterco pecorino.
Bagola. Scacazzare,
Bagola. Batterla borra. Bubbolare, Tremar
dal freddo o dalla paura. F, Barbellà.
Bàgola(Fà la ) V«r80 il Lodi-
giano vale il granire del lino.
Bagun.- Lo stesso che Sbagascióo. f^.-—
Dal Bacchus de^ Latini dice, non senza
appai^nza di ragione, il Far, mil, ,
Bagórdi ( T usiamo solo al pi.). Crapula,
Bagordo - Fa bagordi. Bagordare,
Bagòltera. Coceiuòla. Enfiatura cagionata
da morsicatura di zanzare o simili.
Bah. Pali! Interjezione di maraviglia
mista d** ironia e dileggio.
Bai. Badile — Il Badile (^i) è stretto e
appuntato, ma con punta ottusa. La
V?X;x{bajra) te larga ed ha il lato fo-
dtente riquadrato. ^
BbIoss de bai. Palajuolo, Spalatore,
Bai de praa Specie particolare
di badile che ha la pala assai larga.
Bai per celia dicesi dalla fo9*fna la Mitra.
Bai. me ti Forca. Capestro, Morbetto,
Baita, eco, F, Bajra, ecc.
Bàit. F, Casànza.
Bàtta. Carbonaja, F, Carbonéra.
Bàita. Giaciglio. Giacitojo, Casella. Ca-'
panpa da montanari , e spcciahnente
da carbonari montanini.
Bàita. Sin, di Carbonìn. F.
Baila. Casotto? Specie di capanno che i
cacciatori si fabbricano ne^ paduli e
ne** laghi per istarvi nascosti ad aspet-
tare i germani e simili uccelli acqua-
tici. Il Savj (Ornit. Ili, ii5) descrive
la nostra Baita sotto il nome di Cm-
sotto, e più innanzi nello stesso luogo
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BAJ (
accenna anche la Botte sfondata da
capo che interrata nel padule cerve
al medesimo scopo.
Bàj. Dajo» Aggiunto di mantello di ca-
vallo o mulo ; e 9 secondo che questo
colore cannellino languido ha diffe-
renze 9 dicesi Bajo chiaro 9 scuro 9 ca-
stagno 9 focato 9 lavato 9 bruciato , do-
rato 9 acceso 9 maltinto.
Bije. Buria. Baja.
DI de baja. Dir da beffe ( Varchi
Ercol. I9 9).
Fa de baja. Far da boria 9 da scher-
zo. Celiare»
Giugà de baja o a nient. F, Giugà^
Menna baj. Sclierzare* Divertire, Far
per divertimento j per ispassatempo,
Bajà. Abhajare, Latrare. (min.
Baja sott a la cappa del camin. ^. Ca-
Se no baja vun baja Tolter. . . .
Si suol dire quando abbiamo facoltà
di valerci di più partiti in alcuna cosa.
Bajà. fig. Gridare. Sgridare. Schiamaz-
zare. Brontolare.
Bajàda. Gridata. Babbuffb. Canata. Bin-
canata. Binceffb. V. Felìpp.
Bajad de lira. Babbuffi dell' ottanta.
Bajadinna Leggier rabbuffo.
Baj affò. Anfanare. Anfaneggiare. Ciara^
mellare> Tatlamellare, Cicalare. Con-
viene dire che Bajaffa e Bajaffón sia-
no di vecchia data , giacché il Varchi
riprova come poco belle le voci «S^a-
jaffatore , Sbajaffare e Sbajaffoni 9 in
senso di cicalatore 9 cicalare 9 cicaloni ,
che usavansi a que^tempÌ9 se non
in Firenze 9 in Toscana o in Italia
(ErcoL I9 146).
Bajafiàda. Affollala. Orsata.
Bajaffée. \ Ciaramella. Anfanatore. Chiac-
Bajaffón. 1 chierone»
Bajaffón (che anclie direbbesi Bajón).
Gridatore. Schiamazzatore*
Bajaflonna. Cltiacclneratrice,
Bajètta. Bajetta. Sorta di pannina leg-
giere con pelo accotonato.
Bajettón. Bajettone, Specie di sottigliume
di lana.
Bàjla. Bàlia ; con voci di stile più sol-
levato Nutrice. Lattatrice, Allevatrice ^
e con y. a. Baila — r Fra noi Bajla è
nome reciproco: le contadine chia-
mano così la madre del bambino che
e$ze allattano» come questa chiama
roi. I.
57) BAJ
Bajla quella donna che dà il latte al
suo figliolino.
Ave i ann de la bajla e poeù 1 sca-
lin del Domm. r. Ann.
Dà a bajla o Dà via a bajla o Mctt
via a bajla. Dare a balia. Dare ad
allattare i figliuoli ad altrui fuorché
alla madre.
Dà a bajla o Dà via a bapa o Mett
via a bajla. met. Porre o Mettere o
Tenere a piuolo. Teneì^ a loggia o
a disagio. Vale far aspettare uno più
del dovere.
TcEii ona bajla. Prendere o Ton^
una bcUia.
Yess via a bajla. Essere a balia,
Bajlétta. Dim, e vezzeg.di Bàjla. T.
Bajli. Nutrire. Allattare -^ e con voci auL
Balire. Bolire.
Bajlidùra* Baliàtico. Prezzo che si dà
per allattare un bambino.
Bajlòtt. Bàiio. Marito della balia.
Bajlòtt Cosi chiamasi dal balio
il padre di quel fanciullo che viene
allattato dalla balia sua moglie.
Bajlòtta. Baliona. Balìa fresca e grassa.
Bajlottèll. Jl Allievo(yA^. For. Bag. 1 , 1 2
Bajlottin > e Alb. Bass. in Nourrisson).
Bajlòtt inna ^ Così chiamansi dal balio e
dalla balia il fanciullo o la fanciulla
dati loro a balia. Si potrebbero anche
voltare 9 ma solo nello stile sostenuto,
in Alunno 9 Alunna.
Bajdn. K. Bajaffón.
Bajonètt. T. dell'arti. Ganf^ieri. Due ferri
infilati in un ago pure di ferro per
potersi piegare. Corrispondono alle
Fiches raràffontes deirEncicl.
Bajonètta. Bajonetta. Arme le cui parti ,
secondo il Diz* artig.9 sono
il Braccio fr. Branche coudée
la Ghiera, e le Orccchielle Bosettes
Bague < il Gambetto Arrétoir
o Firole i la Vite / l'i-
la Lama
Lame
il Dorso Dos
i Filetti o le Coste Arétes
la Punta
gli Sgusci
' il Cordoncino
il Manico, j il Piuolo
Domile j il Ponticello
[ lo Spacco
Poinie
Gouttières
Bourrelet
Étoutenn
Pontet
Fenie.
8
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BAL (
Batt i bajouelt o Ave i bajonctt ai
fianch. met. Essere scannato dalla
Jame. V. Sére.
Mett bajonetta in canna. Armare la
bajonetta.
Bajonettàda. Bajonettata(2sknQh,Dìz,), Col-
po o ferita di bajonetta.
Bajra o Baìra o Baj-ra. Pala, Pala bre-
sciana. Pala di ferro, V. Bai.
Bajràda. Palaia, Quanto cape sur una
pala o sur un badile.
Bajràda Colpo di badile. Per
analogia s* avrebbe a poter dire Pa-
lata^ ma nei diz. ital. non si trova.
Bajrèssa Sp. di badile di pala
larga assai e riquadrata.
Baj rètta Specie di badile assai
più picciolo della pala(òa/VYi) e del
badile (6ai), del quale si servono i
nostri ortolani pei loro lavori d^orto.
Bajrón. Cucchiaja. Specie di pala dì
ferro rìcurVa , con orlo a cassetta da
tre lati» e inastata in un manico di
legno un po^ elastico e lungo oltre
sci metri » di cui si fa uso per cavare
sabbia nelle cave nostrali di sabbio-
ne, e ne^ fiumi 9 e ancbe per cavar
fango, ecc. È detta Drague dai Fran-
cesi e Jntenèla dai Vcneziaui.
Bajrdn Cosi diccsi quel mano-
vale cbe scava sabbia colla cuccbiaja
(coni el bajrón).
Baio. r. Balla.
Balabiòtl(f /Inetto). K. Pizzoeii.
B«i]abiòtt(ucce//o). f^. Loróccb.
Bainbiòtt. Baccellone. Baggeo. K. Badée.
Balabiòtt. Tritone. Biotto. Mescìdno. Pe-
lapiedi.
Balàn. F. Balin.
Balàndra. Mancator di parola. Fedifra-
go — Per Balandràn. f^, Badce.
Vess oua balandra. Portarla fede in
grembo. Esser facile a mancar di parola.
Balandràn. Palandrano. Palandrana, Gab-
bano, I Provenz. lo scrivono come noi.
Baiaudràn. flg. Scioccone, V. Badée.
Balandrànna. Sciocca, Scimunita,
Balani, s. f. pi. ) Le bilance.
Balànza. s. f. sing. S Bilancia ; poet. Lance,
Parlando di bilance gelose, cioè esat-
tissime, quello die in lingua semifran-
cese noi diciamo Essere sensibile ec, il
Magai. Leti, scicnt. Il, i57 dice Tirare
a un quaraniottesimoip simile)^/ gni/ro.
58 ) BAL
Asta. Stilo. Fusto ^ Giudes o Poilez.
Bilico, Bilancio, Ago, lÀngiia^ e dottri-
nalmente Raggio pesatore •» Forcella
del giudes. 7Vi//i/?aeBSquell o Squd-
lolt. Coppe, Giuce»Segn. Tacche.
Mett in balanza. Porre in bilancia.
Bilanciare pos. e lig.
Sta in balanza. Stare in bilancio; e
fig. Stare sulla gruccia^ in ponte ^ fra
le due acque 9 in forse ^ in pendente^
in tra due , tra ^l sì e il no ^ cioè col-
Pan imo sospeso , irresoluto, perplesso.
Tegni in balanza. Tenere in ponte
in sulla corda o sulla gruccia , cioè
colP animo sospeso.
Balànza. Bilancia, Rete quadra da pesca
^—Sferzina dicesi la corda che la regge.
Balànza. T. de'^Carroz. Bilancia, Pezzo
di legname fermato sopra il limone
delle carrozze , sostenuto da due pun-
toncini di ferro , a cui sono racco-
mandati i bilancini ai quali si attac-
cano le tirelle.
Balanzin. Bilancino. BilanceUa. Bilancina.
1 bilancini de"* saggiatori diconsi pro-
priamente Saggio, Sagginolo 9 Saggia-
tore, Bilancette da saggi ; quelli degli
aggiustatori (quij che mett de pes i
tondin) diconsi Bilancette da aggiu-
statore e dai Fr. Ajustoirs; quelli co-
muni cbe diciamo Balanzin de Por o
Somèll, Bilancini e dai Fr. Trébiuihets.
Balanzin erroneamente per Cassdn de
cupo!, y,
Balanzin Cosi chiamasi quel
congegno di due cassoncini con entro
rena, calce, pietre da murare, ecc., i
quali per forza di funi si fanno salire e
scendere alternativamente a mo"* delle
secchie in quelle parli d^una fabbrica
ove i muratori stanno lavorando.
Balanzin. T. de'^Carr. Bilancino, Ognuna
di quelle traverse tonde alle quali sono
attaccate le tirelle delle carrozze.
\ess vun a stanga e Poltr'^a balan-
zin. Vig, Essere ambedue macchiati di
una pece o d' una stessa pece. Cioè
aver due persone i medesimi difetti.
Balanzinée. Bilanciajo. Staderajo.
Balanzón. Staderone.
Balanzdn (Dottor), r. Dottor.
Balaùster. Balaustro. Specie di colonnet-
ta che unita a molte altre sur uno
slesso . ordine j fornia il balaustrato.
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BAL (
Balaòster. i. m. pi. (gergo). Masserizie.
Romp i balauster. r, Rómp.
Balaùstra. Balaustrato. Ordine, fila di
balaustri.
Balb. Barino. Pesce noto cbe è il Cy^
■ prinus barbio degf ittiologi.
Balcà. Calmare. Desistere. Cessare. La
nostra \occ Balcà pare che abbia qual-
che fondamento nel greco apxxétùq
(quietamente) ; anche i Siciliani usano
in questo senso Àbbarcdri e i Sardi
Abbacai.
Balcà r acqua. Restar di piovere.
Spiovere^ e talora anche Spruzzolare.
Balcà Tari. Calmarsi il pento.
Baldinna. Jd. di Terra. K.
Baldòria. Baldòria,
Balducchin. Baldacchino.
Balduccbinètt .... Picciol baldacchino.
Balduccbinón .... Gran baldacchino.
Balduvinna. Coperchiella^
Balée {die anche dicesi Balista o Pan-
zaneghée). Carota] o. Carotiere. Para-
bolano. Sballone. Bubbolane. Favolajo.
FaiH>loue. Cronicaccia. Scaricamiracoli.
Panurgo.
Balènna. Balena. Cetaceo noto — Il ma-
schio fu detto Baleno; il parto gio-
vane BtUenotto,
Al de balènna. Barbe di balena
(Alb. bass. in Fanon), Barbiglioni
(Bluraenbacb versione Malacarne).
Bacchett de balènna (per i ombreJl).
Jsticciuole d'ossa di balena.
Perr de balènna. F. Fèrr.
Oss de balènna. Ossa di balena.
Stecca de balènna (de petturinn).
Stecca di ossa di balena per busti.
Vess in cà balènna. Essere cotto,
yiifer pigliato l'orso o la bertuccia.
y* Ciòcca. Forse il nostro dettato ba
ongine dair ital. Arcobaleno.
Balera. Fem* di Balée. T.
Baléstra. T. di Stamp. Balestra. V assi-
cella incanalata nel vantaggio, y. in
Avantàcc.
Balestrerà. Feritoja. Archibugiera,
Balestrerà. T. d'Archit. Balestriera? Sorta
di finestruccia.
Balétta. Girella.
Balètta di cavij. Ceretta {*ùor. Zanob.
Diz.). Cera da capegli.
Balètta di scarp. Cerctta{*Jàor. Zauob.
Diz.)* Cera da scarpe.
59 ) BAL .
Balln o Balin de s^ciopp e al pi. Balitt,
Pallino 9 e al pi. Pallini,
Balin (cAe anche dicesi Casin). T. di
Giuoco di Bigi. Grillo. Lecco^ e in Fi-
renze volg. Pallino.
Baìtn (che anche dicesi Boggin). T. del
Giuoco delle Pallot. Grillo. Lecco.
Andà a balln Cercar d^ av-
vicinarsi al grillo^ e figur. Perdersi.
Andare in fumo. Andare smarrito.
Ave balin in man. metaf. Avere
la palla in mano. Essere in grado di
far correre il giuoco colla sua mestola.
Aver la mestola in mano. Avere in
sua podestà checchessia.
Ciappà o Tacca balin. fig. Mettere
il becco o la lingua in molle. Attaccare
' un mercato. Appiccar ragionamento.
V. Tacca balla in Balla.
Balln per Tonibon de galett. V.
Balin. Balletia{^\ merci). Ne'dizionarj
Ballino Vi è T invoglio.
Balin. Canile. Cattivo letto. Fra noi è
più propriamente quello de^ prigioni ;
e benché il dizionario non accenni
Canile in questo preciso senso 9 esso
leggesi però nella Novella antica del
Grasso legnajuolo : Il Grasso (pri-
gione nelle Stinche ) cenò con loro
(altri prigioni giunti nelle Stinche),
e cenato eh* egli ebbono , imo di loro
gli prestò ima prodicella di un suo
canile, dicendo 9 ecc. — Potrebbe an-
che dirsi Paglione 9 Saccone 9 LettuC"
ciò 9 Trapunto a lenor delle grada-
zioni del meglio o del peggio — - Il
Saccenti usò Poltriccio in questi versi :
« 11 camerier lo mena con creftnxa
w So sopra catti palchi polTerosi
w BoTtt gli mostra più d'nn baon poltriceto
9 Che viva il ciel ti dormirebbe an miccio.»
Balin balàn. Cicclieri ciacclteri.
Balista, y. Balée.
Ball. Ballo. Danza -— I balli sono o
piani o sollevati. Fra i primi contansi
il Minuetto 9 la ContraddanzUf ecc.; fra
i secondi il Brando 9 la Gagliarda » la
Corrente , il Trescone , ecc. — Aretine »
Caròle 9 Messeraticif Iloegarze sono al-
tre specie di balli — yedi anche Ale-
mànda, Airòsa, Contradànza, Gigot-
tasu, Valz, Coreuta, Minuè, Insala;-
tinna, Cadcuna, Monfrìnqa, Forlàna,
Gavòtt, la Russa — y, pure Pass.
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«BAL (60
Ball del basin o fratizes. V, Basìn.
Ball de Tughetta. V. Ug^ètta.
Dà el ball del pienton. fig. Dare
acqua di piantaggine. Piantare uno,
abbandonarlo.
Fa el ball del retorna. F. Rctórna.
Festa de ball. Ballo, Veglia. Fé-
glione, Andà a la festa de ball. Andare
al ballo. Andare al veglione.
Meli in ball, fìg. Far entrare in
ballo o in danza. Far entrare in un
maneggio , in un' impresa.
Paris e Vienna cbe yan A ball in-
scmma. F". Paris.
Picntà in ball. V. Pientà.
Quand s'^è in ball besogna balla.
Chi è in ballo ha da. ballare, Cbi si
trova in alcun impegno debbe insi-
stervi finché ne esca a onore.
Ball. Ballo, Ballo figurato, Asione panto-
mìmica con musica e danta.
Ball buff. Ballo buffb(Dìz. raus.)-
Ball de mezz caratter. Ballo di
mezzo caraUef^{DìZ, mus.).
Ball grand Gran ballo figura-
to, cosi detto dati* essere diviso in più
parti , e a distinzione dal Balletto.
Ball seri. Ballo seno{Dìz. mus.).
Ball. Ballo. Veglione, teglia.
Ball masché. Ballo con maschere.
Dal fr. Bai masqué.
Ball. 8. m. pi. (gergo), tranelli,
Andà fceura di ball. Uscir dattorno.
Ave gnau eh per i ball. r. in Cojón.
Scior di mee ball. Signor di maggio.
Secca o Romp i ball. V, Komp.
Balla. Palla,
Chi no gh'è terra de fò ball. T. Tèrra.
Balla. Palla da giocare.
Balla de coeur. Pallalesina,
Cìappà la balla al voi. fig. Intendere
le cose per aria — ed anche Cogliere
la palla al balzo.
Dagh a la balla. Dare alla palla.
Giugà la balla. Giocare o Fare
alla palla. Specie di giuoco notissi-
mo. P^ei diz. si hanno moltissime di-
zioni ad «sso relative, come Andare
alla palla 9 Battei la palla. Giocare
dal mio e dal tuo. Mandare^ Palla e
eaccia. Palla a corda o Pallaccorda,
Pallajo, Palleggiare, Pallata, Pallare,
Palleggio, Pallottola] o , Chi giuoca di
pietU paga di borsa , Rimbeccare ,
) BAL
Bimetter la palla ^ Rompere il tempo.
Romper la palla. Trinciar la palla.
Data o Rimando, Rovescione , Rimessa,
ecc. di cui noi non abbiamo quasi no-
tizia nel nostro dialetto. In opposito
poi i dizionari non hanno voci cor-
rispondenti alle nostre Campìs e Cam-
panìn che vagliono quando rolla rac-
chetta od altro si dà alla palla in modo
che si sollevi sempre, diritta ad un^ al-
tezza grandissima, e a piombo rica-
da quindi al posto stesso donde fu
mandata in alto.
Vess de balla. Aver temperata la
celerà con uno. Essersi indettali. Es-
ser di ballata. Vale essere d** accordo.
Il Fagiuoli nel suo Marito alla moda ,
att. Ili, se. 3 ha in questo senso: E
costoro che son di balla.
Balla de bàrber. Peretta,
Balla de butér. Pane di butirro.
Balla de canon, de pistolla, de s^ciopp.
Palla , e Pallotta (col Cbro Lett. fam.
III,aa8). Il Diz. d'art, chiama Pa//e
i projetti sferici di ferro fu^o che si
scagliano dalle artiglierie^ e Pallottole
quelli di piombo co** quali si caricano
le armi da fuoco portatili : distingue
le prime in Palle da ^,da%,da 16, da
34 9 fla 5a, ecc., cioè da libbre 4 ecc,
e in Palle a due teste , Palle da fuoco.
Palle /asciate, soffoganti ^ incatenate,
inceìÈdiarie, luminose, messaggere, ra-
mate, roventi, sciolte, vuote, e le se-
conde in Pallottole daS,da ao , ecc.,
cioè tali cbe ne abbisognano otto,
venti, ecc. per fare un chìlogramma.
Fa doma ball de s^ciopp. fig. Far
sole caccole. Essere stitico.
No avegh pù né poi ver né ball.
r, Pólver.
Balla o Ròtol de cartapegor
Buotolo di pergamene gregge. I Fran-
cesi dicono Une botte de parchemin.
Balla de ballottazion. Pallottola, Ballotta.
Balla Nome d' ognuna di quelle
mele che sono a ciascuno de*" due capi
della stanga del torchio da coniare
monete.
Balla. Balla* Involto di merci — Ball de
lana. Balle di lana. 11 canovaccio in
cui per solito sono incolte si dice
Ballino —< Bobba fada-sù in balla. Ro^
ba abballinala.
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BAL (
Balla, .... Luogo dovo gì Tende il bur-
ro ; il mercato de^ burraj — Àndà in
Balla. • . • Andare al mercato del burro.
Balla, fig. Lo stesso che Ciòcca. /^.
Balla. T. d'^Or., Cavaoro, ec. . . . Quella pal-
lottola d^oro o d'*argento ec. cbe si rrca-
Ta dalle calìe o dagli ori di cornice ma-
cinati e depurati per forza di mercurio.
Fa la balla. . • • • Aver compiuta
la macinazione delle calìe» ecc. e ve-
nirne al ricavo.
Balla. T. di Bigi. Palla. V. anche Biglia.
Ciappà la balla. Cogliere.
MeUes con la balla. AchiUarsi. Dar
V achilto.
Vess in balla Aver la pro-^
pria palla parallela con quella del-
l' avversario.
Vess in balla. Essere in palla (cosi
per analogia col dett. iìg. cbe la Crusca
registra senza parlare del positivo del
giuoco della palla da cui debb' essere
nato). Non fallir colpo , cogliere ad
ogni colpo, essere in buona disposi-
zione per giocare al bigliardo (cosi
esclusivamente fra noi).
Balla. T. de'^Ramieri Nome del
complesso di quelle ciotole gregge di
rame cbe vengono dal maglio accar-
tocciate Tuna sull'altra a mo'di ci-
polle, che poscia si svolgono per la-
vorarne utensili di varie grandezze.
Balla. T. delle Cave d'arenaria di Vigano.
Arnione? Lo stesso che Bòggia. f^.
Balla, fig. Panzana. Carota. Per esage-
razione diconsi anche Ball romann,
Ball de fìi buj» Ball de di sott a la
cappa del camin. Frottole da dire a
vegghia. Carote tanto /atte.
Bassee el eoo , lassee passa sia bai-
\^* Ammarina eh* io lego. Detto ironico
per chi s'aflfolta a coniar qualche
gran meraviglia con iperboli grandi.
Cascia ball. Ftu* le paroline o le
parolozze. Amoreggiare.
Dà d'intend di ball o Petlà o Cascia
hall. Piantare o Ficcare o Cacciare ca-
rote , bone , panzane , baggiane. Ca-
rotare, 'ballare. Imbubbolare. Dar
paroline o pasto. Lanciare.
Da la balla. So j are. Dar la soia.
Di ball! Le zucclte marine!
In lerap de guerra ball come terra.
F. Tèrra.
6t ) BAL
Tacca hMsi, Attaccar V arpione, in-
namorarsi.
Tacca balla o Ciappà balin. Tenere
il campanello (Cr. in Campanello § viii).
Attaccar l' ampolleUa{*\osc.). Entrare
in un ragionamento e non Io finir
mai; ed anche Cavar fuori il lincilo.
Appiccar ragionamento. Mettere i( bec-
co o la lingua in molle. Dar fuoco alla
bombarda. Bompere lo scilinguagnolo.
Tacca ona balla. V. Tacca.
Vend di ball. Ficcar carote.
Balla I lavoratori del cacio
lodigiano chiamano cosi quel po' di
caglio appallottolato che tengono in
serbo ( a quel modo che si fa del
lievito pel pane) come norma della
dose da impiegarsene ogni volta che
ne fabbricano una forma, però coi
dovuti riguardi di svario che la quau-
tità e la condiziou del latte viene di
volta in volta esigendo.
Perd la balla in gergo Dicesi
di quel burrajo(c<uee) che smarrisce
il buon ordine del fare il cacio.
Balla. Ballare. Danzate. Carolare — V.
Pass — Cessar dal ballo fu detto dal
Lippi per ischerzo Sballare.
Balla beli Si dice per isr.herzo
di una danzatrice che balli poco bene,
ma sia applaudita per la sua avvenenza.
Balla la veggia. f. Vèggia.
Balla la vista. ^^^<ig/ùi/-e. Dicesi del
non reggere la vista al vedere distinta-
mente le cose in leggendo o far altro.
Balla su la corda. Ballar sulla fune.
Gbe pò balla dcnt i ratt. F. Kàtl.
Quand che d^amor no ven balla
no se pò ben Dicesi per
denotare che nelle cose fatte disamo-
ratamente lo stentalo dà in fuora;
chi non fa una cosa di buona gana
non può mai bastantemente velare il
suo malumore ; le cose fatte contrav-
voglia non hanno mai bella cera.
Quello che Seneca (de Tranquil. VI
in fine ) disse Male respondent coacta
ingenia — Beluctante natura irritus
labor est.
Via la gatta balla i ratt. F. Ratt.
Balla. Essere in campo ^ in mezzo, in
ballo. Dicesi di persona , arnese, roba,
argomento che sia sempre tirato a
cosi dire per i piedi. Per es. Già chi
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BAL (
balla r è lu. Eccolo in iscena. Egli è
in ballo. Eh lo sapete pure! egli è
quel die dà le mosse ai tremuoti.
Balla. Bindolare . Tentennare. Ballare^
Scrollare. Dicesi di tavola, scranna, ec.
che crolli , e di ogni cosa che non istia
forte o non combaci dove dovrebbe.
Balla dent in di scarp. Guazzare.
Balla dent in d'on vestii. Disaccolare.
Balla i dent. Crollare i denti.
Balla. T. dei Giuoc. di calabrache, della
balocca , di tresette scoperto ccc
Dicesi del pericolare alcuna carta.
Ballàbil. Ballabile.
Ballabonténip. Perdigiorno. Perdigior-
nata. Scioperato» Ozioso. Crocchione.
Balla ràn. y. Orazión.
Ballarin. Ballerino. Danzatore. Saltatore.
Ballarìn. met. Girandolino. Fraschettuola.
Ballarin de corda. Ballerino da corda.
Funàmbolo. Jndatore sul canapo. Gio-
colatore sul canapo.
Baliarinètta. Dim. e vezz. di Ballarinna. F.
Ballarinna. Ballatrice. Ballerina. Danza-
Ballarinna per Bovarìnna. /^. {trice.
Ballàscia. Carotaccia. Fasfolaccia,
Ballascià. Arciballare. Ballare a stracca.
Ballonzolare. Ballonzare. I boo trovaa
che ballasciaven. Li trovai in ballerìa.
Ballavo. V. brianz. Ballatoio.
Balle! Zucche fritte! Esclamazione che
dimostra non si dover prestare fede
o aver riguardo a ciò che altri dica.
Ballètt. Balletto.
Ballètl. T. di Teat. Balletto (D'iz. hius.).
Breve azione pantomimica con musica
e danza di genere semplice , pastorale
o comico. Tra noi è T ultimo degli
spettacoli teatrali che si avvicendano
in una medesima sera.
Balletta. Palletta. Pallina.
Balletta. . « . . Ciascuna di quelle pallot-
toline numerate colle quali si giuoca
al lottino, alla roUina, al biribisso, ecc.
che i Francesi chiamano Olive.
Ballettin. Ballettuccio,
Ballettinna. Pallòttola. Pallottolina.
Ballin, Ballon, ecc. V. Balln, Balón , ecc.
BalI(£Ùra per Ballarinna. V.
Baloàr. T. de'^Cappel. Passacordone. È
corrotto àsWAvaloir dei Francesi.
Baloàrd Specie di caffettiera*
Balocca. A sei tocchi? Sorta di giuoco
che si fa colle lainchiate o sia coi ta-
62 ) BAL
rocchi in due, in tre, in quattro ed
anche in. sei.
Balòcch. Balordo. Balocco. Sciocco, y.
Badée.
Balòcch .... Arenaria fragile che s' in-
contra nei niassi di quella pietra che
si traggono dalle cave di Vigano, e
talora vi è commista colla così detta
Marsciura. I pezzi da lavorarsi vo-
gliono essere ripurgati da questi 5a-
lòcch-^ e chi ordina allo scarpellino
di ciò fare suole dirgli Taeà-^ quell
balòcch; e vale Togli via, scarpella via
quella magagna d^ arenaria da quel
masso.
Balòcch(a). A bizzeffe. A fusone. A ri-
fuso. A cqfisso. A biscia, A micca. A
bacchio. V» in Cavali.
Ave robba a balòcch. V. Ròbba.
Baloccón. Balordaccio.
Baloeùs. v. cont. delPAlto Milanese, bùc-
cio/e. Ballòtte y. Castègn a less.
Balón. Pallone. Palla grande di cuojo
di vario diametro, d'ordinario però
non maggiore di 4^ centimetri, che
gonfiata si manda in aria per giuoco.
Giugà al balon. Fai"^ al pallone.
Giocare colla palla suddetta — Quelli
cui uffizio è di gonfiare questi pal-
loni chiamansi Pedlaj. Lo strumento
con cui si gonfia il pallone vien detto
Gonfiatoio o Schizzatojo. Quella ma-
nica di legno dentata, della quale
s' arma il braccio per giocare, si chia-
ma Bracciale — Battere il pallone
dicesi del primo che gli dà — Caccia
dicesi quel luogo dove finisce il pri-
mo balzo del ballone •— /)ar di posta ^
vale dare al pallone prima eh" e^ toc-
chi terra — Fallo dicesi il non cac-
ciare oltre la linea mediana il pal-
lone o il cacciarlo fuor delle linee
laterali del giuoco, e simili — Ogni
fallo è mezza caccia per V avversa-
rio — Colui che manda il pallone a
chi primo dee baHerlo dicesi Man-
datore {Aìh. enc. in Pallotiolajo) —
Chi segna le cacce è detto Segnato^
re — fWa è V invito «« Oltre queste
voci, tutte registrate dai dizionarj , si
trovano in alcuni trattatisti di questa
giuoco le voci seguenti che non pajo-
no affatto da disprezzare, cioè: Batti-
tore xìic è quel primo che batte il pal-
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BAL ( 63
Ione mossogli contro dal Mandatore;
Postiere che è quello clie dalPangolo
parallelo al Battitore sta per dar di
posta al pallone rimandato dalla squa-
dra avversaria ; Metzo che è ciascuno
di quo** giocatori che stanno verso
la linea mediana del giuoco per ri-
battere il pallone ; Un di sopra che
è il battere il pallone oltre la linea
terminale delle squadre ; Dama che
è r ultima partita del giuoco.
Baldn. T. di Zecch. Oref. ecc. Storta.
Balón. Pallori volante; e con voce dot-
trinale ^reòstato.
Andà in aria el balon. Jndare per
V aria il pallon ^volante.
Manda in aria el balon. Mandare
per V aria il pallon isolante,
Vess andaa in del balon de Mon-
cucch. fìg. F*. Moncùccb.
Balón. Lanternone{*Ror, rom.). Pallon-
cino di caria con entro candela o
moccolo acceso di cui si fa uso nelle
luminarie. Il Voc. bresc. ha esso pure
Lanternone, In Firenze , nell^ ottavo
giorno di settembre d'^ogni anno* la
plebe usa vagare per città con questi
lanternoni in cima alleaste, e li chia-
ma Jìifigolàne»
Balón. Àottura. Ernia. Jllentatura, Cre-
patura.
Andà giù el balon. Sbonzolare.
Che te regna o Che te possa vegni
ci balon. Clie li venga la rabbia o la
contina. Che tristo o dolente ti faccia
Iddio.
El va eh' ci par ch'el gh* abbia el
balon. BT pare una piedica^ cioè cam-
mina largo come i crepati.
Balonln. Palloncino da giocare.
Balonin Dim. di Balón in senso
di Lanternone.
Balonista. Aeronàuta. Colui che regola
Ufi accostato e va in aria nella navi-
cella pendente dal medesimo.
Balonista. sch. Allentato. Crepato. Ernioso,
Balonista per Balée. V.
Balórd. s. m. Balordo. Sbadato. V. Badée.
Balórd. ad. Balordo, ^alordito.
Fader sont balórd. f^. Fàder.
Tra balórd. Fare o Dare per balordo.
Balordi lina, gergo. Ora.
Balórd ìsi a. Balordaggine — Di questa de-
sinenza in isia, non molto tramutala,
) BAL
trovansi parecchi esempi fra i Pro-
venzali, come Balourdiso, Nettisi^ Te-
stardisi 9 ecc. che noi pure diciamo
Balordisia, Nettisia^ Testardisia^ ecc.
Anche presso i Francesi v'^hanno esem-;
pj della stessa desinenza in ise,
Balordón. Capogiro, Giracapo, Capogirlo,
yertigine. Scotomta. Le prime due
voci sono di tutti ; la terza del popo-
lo ; la quarta dei più colti ; la quinta
dottrinale, e importa vertigine tene-
brosa.
Balordón. Jdàtide. Vertìgine. Specie di
malattia nelle pecore.
Balordón. Pazzia stupida ? Specie di ma-
lattia nel cavallo.
Balordón. Spranghetta. V. Sfrisón.
Balòrcs. Voce die si sente in quelle parti
deWAlto Milanese che sono vicine al
Bergamasco come rappresentativa di
quell'insetto che gli entomologi chia-
mano Melolontha vilis. Vedi Carùgola.
Balòres. In gualche altra parte dell' A Ito
Milanese chiamasi così lo Scarabeo
stridulo dei naturalisti, Fedi Garzèlla
e Vacchétta.
Balòss. Barone. Furfante — Paltoniere.
Balòss Così chiamansi per anto-
nomasia nel Basso Milanese que' va-
gabondi che si presentano sul far della
notte alle cascine chiedendo alloggio
e vitto, certi d*" ottenerlo pel timore
che incutono facilmente a'cascinaj abi-
tanti in luoghi pericolosi perchè isolati
Balòss. s. m. pi. Ossa. Ossi,
Balòss. T. di Cucina. F, Balossllt.
Balosshda. Baronata,
Balossadèlla. Tiro da bricconcello.
BalossHJa. Canaglia. Ciurmaglia. Furfan-
teria( vedi il primo testo addotto dai
diz. in questa voce).
Balòss de badila o de bajra o de bai.
Spalatore. Palajiu)lo. Cosi chiamasi in
generale chi fa lavoro colla pala(^it/ra);
fra noi si dà tal nome anche più par-
ticolarmente a chi lavora con essa
pala intorno alle strade p nel cavare
tosse da fondamenta.
Balossètt. Furfantello — Baroncio*
fialossètta. Furfantella.
Bnlossitt. Ossetti. Ossicini. Osserelli.
Balossltt. T. di Cucina. Costereccio? Vi-
vanda composta di ossicini di porco,
di vitello , ecc. Dicesi anche Balòss.
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BAL (
Balossón. Furfantaccto* Far f anione. Bi-
balilone. fìibaldaccio , e col volg. tose,
d^ un poeta pisano Tocco di briccone»
Balossònna. Furfantona ?
Balólt. Ballone{*iosc, e Tom. Sin. 34)*
Balla di lana, di cenci o altra mer-
canzia abballata in un canovaccio o
simile in forma quasi rotonda. Sta di
mezzo fra la Balla e la Balletta,
Balòtta. f^oce usata nelle /rasi
Vece balotta. Secchio barbogio o ba-
rullo o cucco, Frannònnolo, Barbògio.
^Veggia balotta. Vecchia barbogia^
e Barbògia assol. (tito.
Balotti. Ballottare, Mandare a** voti, a par-
Balotta. fig. Pollare uno» Fare alla palla
d'uno. Buttarlo qua e là a guisa di
palla. Il Baloter o Turlupiner de* Fr.
Balottàa. Ballottato,
Vess balotàia. fig. Essere vagliato
o pàllato, V* Balotta fig.
Balottazión. j9a//ot/<f zioiie.tScni({/u'o. Squit-
tinio fatto colle pallòttole colorate,
o noverate o denominate.
Balottéra. Bòssolo. Quello in cui si met-
tono le pallottole da scrutinio.
Balottéra. gerg. Scròto.
Balottin. Aggiratore. Fantino. Farabutto.
Sniffatore. Imbroglione. Gabbamondo.
Barattiere. Baro. Traforello. Traffu-
rello. Sottile ingannatore. Bindolo»
Balottinàda. Bindolerìa. Abbindolatura.
Abbindolamento,
Balsamiii i^od anche Erba balsaminna).
Erba di san Giovanni. Perforata, Pìlor-
tro. Iperico. Ipéricon. Pianta arvcnse.
*Bàlsem. Balsamo. Balsimo.
Balsem de la Mecca. Balsamo della
Mecca o vero o orientale o bianco. Opo-
balsamo.
Balsem del Copàj. Balsamo di Copahu.
Deventà on balsem. Imbalsamire.
I/kbalsimire. Noi lo diciamo parlando
di vino che si lasci invecchiare molto.
Baltràmm (e Baltramm de Gasgian). Zaz-
zerone. Dìcesi di chi va vestito troppo
all^ antica.
Andà là de Baltramm. Andare al-
V anticaccia ; e fig. Procedere scioc^
camente^ a casaccio.
Ei gippon de Baltramm. r. Gippóu.
Baltravèll. r. Bertavèll.
Ballravrlléra Edifizio da pesca
consistente iu un complesso di multi
64) BAL
arginetti di pietra, talvolta anche
ordinati a varj piani , i quali si fer-
mano attraverso all^ nlveo del fiume
dove ne è maggiore la correntia per-
chè v'incappino i pesci e vi riman-
gano prigionieri.
Baltrèsca. Bicocca. Altana. Loggia aperta
sul tetto di una casa o sopra un edifizio.
Baltrescà. Lo stesso che Sabettà. V.
Baltreschin. Dim. di Baltrèsca. Forse non
sarebbe mal detto Altanetta.
Ave el so sul baltreschin. f^. So.
Baltreschhi. T. di Stamp Asse
confitta nelle due cosce del torchio da
stampa, che mette in mezzo e tiene
equilibrata la bussola, eh' è quel pezzo
di legno riquadrato e incavato entro
cui scorre il fusto della vite che batte
sul dado del pirrone. Questa specie
di palchetto (che al pari della bus-
sola non 1^ più ammesso nei torchi
di modera fabbricazione) viene detta
TablettMaìVEnc. e Briicke dagli scrit-
tori di'1|fbterie tipografiche tedeschi.
Baltresc<^ e Baltrescònna Ampia
altana.
Baltrescdn. Ciancione. Cicalone.
Baltrescònna. Cicalona.
Bah ròcca. Zambracca. Baldracca.
Marz fioeu d'ona ball rocca. F". Mari-
Ball rocca. Lo stesso che Sabettà. V.
Balt rocca. Fnr la baldracca o la baldacca.
Meretricare.
Baltroccaria. Lo stesso c/te" Sabettàja. V.
Baluàrd. Baloardo. Bastione.
Balugàn. Scioccone. V. Badéc.
Ombria baluganna. Spettro.
« Me comparÌTa on* ombria baluganna,
» E qnesta in fin di fatt l'era mia mader. »
(Bal.Gcr.).
Balza. Pasto ja. Legaccio che ponsi a'piè
delle bestie per impastojarle.
Balza, gergo. Piazza.
Balzamin {che anche dicesi Balzemtn o
Barzemln ). Marzimino. Afarzemino.
Marzomìno. Uva canajuola? Spezie
di vitigno.
Balzanètta. T. de'Snrt. Pedana. Rinforzo
di panno più ordinario che mettesi
intomo intomo da piedo alle sottane
(vest) degli ecclesiastici
Balzanètta . . . . Sp. di nastro di filo
o filosello di cui si fa uso special-
mente per forlezzare gli abiti.
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BAN (
£cJzànna. Balutna, Rinforzo di tela o
bindella che mettesi da pie delie sot-
tane e simili.
Balzemin. ^. Balzamin.
Balzétla. Calzai Quel legaccio che met^
- tesi alle gambe de^ polli vaganti per
riconoscerli, f^. anche Colzètta.
Bambanà. Frottolare, Ficcar carote.
Bambanadór. Lo stesso che Balée. /^.
Bambànna. Carota. Farfallone, F, Balla.
Bambanón. Carotiere, Carotajo, V, Balée.
Bambin. Bambino, Bambolo. Fanciullino,
Bombo, Bamboccio, Bambòccioìo, -
Bambin del loff. Bambino da Ra-
venna, Semplice di f^al di Strulla. Per-
sona che ilo gè T innocente e il sem-
plice ed è finto e furbo.
Bombìnna. Bambina,
Cavi] a la bambinna o a la Ninón
Dicesi de^ capegli della nuca
lasciati scorrere per le spalle secondo
loro naturale crescenza, e di quelli
della fronte ravviati e raccolti presso
le oi^cchie.
Petten a la bambinna. /^. Pètten.
Vestii a la bambinna Sp.
d** abito donnesco riquadrato ne^ petti.
Bambò. Bambìt, Mambii(*so\g. tose, e
Targ. Toz. in Bambusa arundinacea ).
Canna che sì trae dalla Bambusa già
detta o sia àiXVArundo hambos di altri
hot. , della quale si fanno mazze da
Bambòcc. Bamboccio,
Bamboli V. v. cont. per Bomborìn. r,
Bamborin ..... Verghetta di bambù
che si tiene in mano per ispasso in
vece di mazza o bastone.
Ban. Mai, Mai più,
« Tej mo: di chi U cognosser» h»n.w(TAn.Rini.).
Banàstra Cosi chiamasi dai dro-
ghieri quella particolare specie di ce-
sta intessuta di grossi vimini , quadra-
ta , e di varie grandezze , nella quale
ci suol essere portato il zucchero di
commercio. Dallo spagnuolo Bonasia.
Banca. Panca, I non Toscani dicono
com. Banca,
Pann de quatta la banca. Pancàle,
Sta li a scoldà i banch e nient ol-'
ter. Starsene a culaUar le panche^ cioè
ozioso, scioperato. Noi lo diciamo
specialmente di chi va alle scuole e
non ne trae profitto.
Fot. /.
65) BAN
Banca. Banco, Desco, Botteghino posticcia
in sui muricciuòli o per le vie -*- Mett
giò bauca. Metter banco. Metter desco.
Banca. Panca da chiesa.
Schenàl. Spalliera » Parapett. Ap~
poggiatojo « BreiU. Inginocchiato jo^
Banca. Pancaccio, Panca alle botteghe
doversi adunano gli uomini a cicalare.
Banca. Banco, Fa di afari in banca. Ve^
ner banco. Fare it banchiero. La Banca
de Francia. // Banco di Francia,
Banca. T. di G. Banco, Tegnl banca. Te-
nere il banco , cioè giocare contro tutti .
Banca (de vit). F, Bancàa sig. 4.°
Bancàa Quel pancone che si fa
appoggiare da un capo alia barca e
• dair altro alla sponda, e su cui vanno
. 4:oloro -che sbarcano mercanzie od
altro dai navigli in terra. È la Falan-
ga del Siciliani — Quella coppia di
travi sulle quali ip simile caso si vol-
tolano botti, balle, ecc. è detta Scalo,
Bancàa Travi di rovere che
nelle cave di pietra si sottopongono
ai massi per lavm^arli , smuoverli ,
aggirarli; e sono detti Bancaròj i tra-
vicelli minori usati al medesimo fine.
Bancàa. Trasto, Tavola nelle barche su
cui sedono i remiganti a vogare.
Bancàa o Bancàl Nelle viti a
pergola è chiamata così ognuna delle
traverse componenti la pergola.
Bancàa o Banch o Bancàl. Ceppo, lì ta-
volato del tornio detto dai Francesi
Établi du tour avec ses Jumelles(cosc^),
Bancàa o Bancàl. Cassapanca,
Bancaràus ( Dà el ). Mettere a panca ; \
cioè dare un determinato numero di ^
mazzate a que^ soldati che si vogliono
punire d^ alcun mancamento. La no-
stra voce è una corruzione del tedesco
93ant ^erQUé( fuori la panca) che è
il detto con cui s^ intima tale castigo.
Bancarèll. Dim, di Bancàa. F,
Bancaròtta. Banco fallito. Fallimento*
La nostra voce trae origine dal frane.
Banqueroute , e f u usata nel Codice di
commercio del cessato Regno d^ Italia.
Fa bancarotta. Fare banco fallito.
Vend a bancarotta. Abbacchiare.
Fare un abbacclùo (Tom. Sin. p. 564),
Banch. Banco.
Caregà in banch. F. Caregà.
Ferr de banch. /^. Fere,
9
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BAN (
Bapch de scoeula. Panca,
Pian. Sediie :» Lettorin. Scrìttojo >=>
Schcoal. Dossale^ (sim.
Banch de Tasen o del bìasim. ^, Bià-
Banch de la lode o de Tonor. f^. Lòde.
Banch del torno. Ceppo. /^Baucàa sìg.5.*
Banch di hecchee. Desco. Tavola su cui
si taglia la carne nei macelli.
Banch di copp Quella sp. di cft-
yalletlo su cui si plasmano gli embrici.
Banch di legnamee. Pancone. Quella
panca grossa sulla quale i legnajuoli
appoggiano i legnami per lavorarli.
Le sue parti sono: Giopugh e CarrelL
Banch di oreyes. Tauolello. Banchetto
dove lavorano gli orefici. Ha Brasc,
, Pondabrasct Stocchi Peli e CassetUra.
Banch per i post, T. di Cart
Quella tavola su cui si posano le
poste air uscire dello strettojo.
Banch! ••••,. In via esclamativa è
avviso che si dà dai fattorini della bot-
tega a chi tiene il banco di trovarsi
al suo posto per riscuotere i danari
dagli avventori.
Banchér. BancìUere. BancJdero. Chi fa
. commercio di tratte e rimesse di da-
naro» ecc*
Banchcr. Banchiere, Colui che tiene il
banco* cioè che.giuoca contro tutti,
Banchér • • • . • Ministro che tiene il
banco nelle botteghe.
Banchètt. Deschetto. Panchetio{ha il Brac-
ciolini Sch. de' falsi Dei YUI, 55).
Banohètt e al pi, Banchltt .... Antica-
mente que*" botteghini ne' quali i mer-
canti d'oro e gli orefici cambiavano le
valute o negotiavano d'oro in pasta.
Nelle gride milan. del secolo i5.** è vo-
ce comune e denota un traffico vietato.
Banchètt de perucchee. Telajo. V, Telar.
Banchètt de sciavattin.^i^cAetto. Deschein
. /o* Tavolino a cui lavorano i ciabattini.
Banchetta* Panckeita»
Banchetta. Muricciuolo, Murello. Sedile
di pietra o di cotto affisso ai muri di-
nanzi alle porte delle case.
Banchetta. Manganella* Panca ne' cori di
chiesa fissa al muro,che s'alza e abbassa.
Banchetta. T. di Cari, per Scàgn. F.
Banchetta. T. agr. .... Filarata o Corso
dì pertiche poste orizzontalmente per
raflcrmare tra loro le viti piantate a
filari — Vii a banchetta. F> Vit.
66 ) BAN
Banchetta per Centra. F".
Banchètt in. Panchettino.
Bancliettiuna. Pancheitina,
Banchetlìnna. Assetello de'.piccioni.
Banchetlóu. T. archit. . • • • » Lastrone
che ser^ e di soglia fra plinto e plinto
negl' intercolunnj.
Banchfallìi. Banco Jaliito(cos\ il Biscioni
nelle Note alle Alme del Fag. VI , 5o).
Giugà a bancbfallii. Fare a banco
fallito. Istituito un capp. a vicenda il
quale tiene il banco ^ egli mescola le
carte » e ne fa tanti monti quanti sono
ì giocatori ; questi pongono sopra qual
monte piace loro quanta moneta vo-
gliono (il che dicono caricarli) la-
sciando uq monte scarico al capo ; ciò
fatto, questi alza il suo monte, ne
mostra la carta che toccava la tavola
e la confronta colla consimile carta di
tutti gli altri monti » e di quel monte
che r ha minore o simile alla propria
trae a se i danari , a quello che V ha
superiore compensa la posta; e cosi
continua finché non viene a perdere
con tutti i giocatori, nel quale caso
dichiara il Banco fallito.
Banchin Quei banchi posticci
di libri usati, de'quali se ne veggono
parecchi in varie parti della città —
In Toscana suol dirsi Comperai^ libn
sui muricciuoli il comperarli su tali
banchin , perchè d' ordinario i ven-
ditori di libri usati li mettono in mo-
stra sui* muretti che stamio innanzi
alle porte delle case o alle logge ,
colà detti muricciuoli.
Banchinàit. ) Colui che vende
Banchince. ) libri usati sui muricciuoli o
su'banchi posticci,detlo forse Bouquini-
ste o Étaleur o Bouquinier da'Franccsi.
Banchi una Quel travicello che
s' inchioda orizzontalmente di abetella
in abetclla(a/iteii/i) onde assodarle fra
loro e dare sicurezza ai ponti delle
fabbriche. Sotto esso travicello a mag-
giore fermezza inchiodansi i beccatelli
o asrialoni(g/i(/é/).
Bancdn. Bancone*
Bancón. ... I fornaciaj chiamano cosi
quelle larghissime e grossissime assi
sulle quali da terra salgono alla fornace
per introdurvi i materiali da cuocere.
3ono una specie di Bancaa, T.
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BAN (
Careg^ a bancón. V, CaregSi.
Banrdti de la scoeula. Desco* Tavola rielle
chiese ove seggono i capi delle con-
fraternite de^laudesì* «
Bancorin ( che ancJte dicesi Ranèlla ). T.
di Cart Nome proprio di
ciascuno di que^ piiimacciuoli che reg-
gono il pinitone( pòlez ) dello stile
{de la staffetta) che fa muovere i
mazzi nelle pile(fn di /oli).
Banda. Banda» Suono*
Banda militar. Banda militare. Com-
pagnia di suonatori che suonando
precede i reggimenti e ne fa parte.
Yess in la banda., fìg. Essere al
verde. Esser povero in canna*
Banda. Ferro stagnato{TskT. fir.). p\ Tòlla.
Banda. Fusciacca. Cintura per lo pii!i
di seta che usano le donne per or-
naménto, e i fanciulli che vcstonsi
air usanza inglese* Prima del 1796
era tra noi distintivo degli . scolari ,
e in ispecialità di quelli che frequen-
tavano il Ginnasio Arcimholdi.
Bànder. Bàndolo. Comàndolo* y. Àscia.
Fa el bander in Pascià* y. Àscia.
Bandéra. Bandiera. Insegna. Vessillo,
Stendardo* Ha Mv\t{manchettes frane.)
dette Nappe da un poeta pisano.
Andassen cont i bander in del sacch.
£g. Andarsene colle trombe nel sacco.
Bandera strasciada onor del capi-
tani. Bandiera vecchia Ja onore al
capitano^ Così dice chi ha le robe o
gli arnesi proprj assai logori, mutando
in vanto la scusa. 11 Fag. nel Conte
di Bucotondo, I9 '3, disse: Pm hi ban-
diera è vecchia e stracciata 9 piit fa
onore al capitano.
Fa bandera. Far bandiera* Dicesi
- del furare che fanno i sarti. Faire
étendart dicono anéhe i Francesi.
Quell che fa i hsLndér.Bandierajo*
Maestro di far bandiere.
Porta via la bandera. fig. Bipor^
tare o Guadagnare la palma.
Volta bandera. fig. Follar bandiera*
Cangiar mantello* Foltar casacca. 7?<-
voltar frittata. Cangiare senlimento.
"^vaàn. Bandito. Sbandito. Esiliato. Pro^
scritto — In sig. di Proclamato noi lo
usiamo nel solo det. Fa cort bandida.
Tener corte bandita o corredo bandito*
Far di gran conviti 9 di gran fette*
67) BAR
Bandirceò Il pese* persico (Per^
ca JluviatilisLìn.) novellino, nato di
fresco. Forse fu chiamalo cosi perchè
altre volte n^ era bandita o sia proi-*
bita la pesca.
Bandìneùìa. Banderuola. Fentaruola»^o-'
sta di metallo che si volta a tutti i
venti e che è posta sulle cime de' cam-
panili, delle torrette da cammino, ce*
Baridiroeùla. Banderuola* Quella sp. di
fiamma., fatta di carta e inastala a una
cannuccia, che i fanciidli riportano
dalle sagre, ecc.
Bandiroeùla. fig. Banderuola da cam^
panile. Giràndola* Carrucola. Folan^
dotino. Farfalla. Cervel che vola o
fatto a orinoli. Dicesi di persona to-^
lubiie, leggiera, incostante.
Fa la bandi rceula. Volgersi ad ogni
vento. Voltar casacca ad ogni vento •
Essere nel numero delle Girouettes
francesi tanto celebrate a^ nostri giorni.
Bandista Ognuno di que"* sona-
tori che compongono la banda.
Bando. Benda? (veggansi gli cs. nei dix.)«
Fascia che meltesi per lo più la notte
in luogo del cuffiotto per tener asset*
tati i capegli della fronte, detta ^òn-
deau o Serre-téte dai Francesi.
Bandoléra(a). Pendoloni, Pentoloni* Cionr
doloni.
Cont i brasc giò a bandolera. Colle
braccia pendoloni ^ e met. Colle mani
alla cintola. A man giunte^ cioè senza
far nulla.
Baudonò. Abbandonare.
Bandonàa. Abbandonato.
Bandòuna. Célia. Burla. Baja,
Dà la bandonna. Dar dei monnini»
Celiare. Far celia. Burlare» Sclterzare*
Bandòrìa. Baldòria.
Fa bander ia. Far baldoria* Vale
stare allegramente, darsi bel tempo»
consumare il suo in bagordi e allegnie.
Banfa. Ansare.
Banfada. Ansamente*
Banfadìnna Lieve ansare.
Bao1à(del frecc). V* Bagola.
Bara .... Chiamasi cosi (forse dalla
forma del suo letto lunga e stretta)
Una specie di carrettone, sorretto da
fortissime sale con ruote macchinose,
e tirato da più cavalli accodati V un
r altro 9 che ferve per trasportare
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BAR (
quantità grandissima di mèrci. Le
. bare maggiori carreggiano fin anco
ottanta quintali.
Bàra(Giugà a). Fare a tocca ferTo(*iosc,
e nelle Rime d^un poeta pisano). Fare
alta barriera? o al pome? Giuoco che
si fa dai fanciulli sulle piazze o in
altri luoghi ampj e spianati. Segnata
lina linea in terra, e schieratisi da
una parte e dair altra altrettanti gio-
catori, si vanno ad assalire, e nel
. battersi e divincolarsi, quello de* gio-
catori che rimane prigioniero è per-
dente. Anche i Francesi chiamano
questo giuoco Barres, L^Alb. bass. lo
< traduce Barriera,
Bara*a«*lottón. T. de!" Calzet
Congegno di due regge di ferro te-
nute divise da due forcelle (ybr^cè/O
• nel quale stanno le cosi' dette onde
del telajo da far calze.
Bara-a-platinn. T.de^ Calzet
Lastrone che va da un capo alP altro
della cosi detta gabbia del telajo da
far calze ^ e sul quale posano i cosi
detti stagn a platinn,
Baracàn. Baracane. Specie di slofia fatta
' di pelo di capra.
Baracanàa Aggiunto di stoffa
lavor<ita a uso del baracane.
Baracca. Baracca. (carsi.
Pientà \ baracch. Baraccare, Barac-
Baracca de Romanin o Baracca di
' magattej. Castello da burattini^ Quella
macchina movibile in cui sta il bu-
rattinajo a far ballare i burattini.
Baracca de Romanitt. fig. Babilonia*
Compagnia di gente sconcorde.
Baracca Diciamo d^ogni roba
• sconnessa, «compaginata, malassetta,
che pende à rovina. Per es. Ona ba-
racca d^ona cà* Una topinaja. Una
casaccia. Ona baracca d^on orologg.
• Vn orinolo sconcertata o scassinato.
Baracca. Fedìfrago. V* Balàndra.
Baracca. Randàgio. Fa la baracca. Lo
stesso che Baracca* V.
Baracca. Trabacca* Cosi chiamano il co-
• perchio de^ barocci (po/a/zi(m).
Baracca ( ed anclie Baràcch ) 11
■ complesso di quelle assi che talvolta
si fanno rigirare verticalmente ai lati
e alle testate d^un carro per farne una
specie di cassa carreggiabile.
68) BAR
Baracca. Andare a zonzo. Andar gironi;
ed anche Gozzo\;lgliare. Darsi tempone*
Far baccanella.
Baraccàda. Stra\^izzo. Gozzoviglia» Gozio^
. viglio. Buontempo. Bagordo.
Baràcch (de carr.). r. Baracca.
Baracchée. Compagnone, Uomo di buon
tempo — Il Baracchiere dei diz. vale
quanto Vivandiere.
Baracchètta. Baraccuzza.
Baracchi n Picciola cazzeruola da
zuppe, di fondo largo e bocca angusta,
in cui gli osti sogliono allogare le po-
• sate intanto che le vanno ripulendo.
Baracchista Chi sta nelle ba-
racche; e perciò il Porta chiamò ^Or-
racchist i horattini.
Baraccòn. Lo stesso che Baracchée. 1^.
Baraccònna. Donna di buon tempo.
Baradór. Barattiere, Truffatore, Giunta-'
tore. Baio. Ingannatore. V. Balottìn.
Baramàn. T. de^ Cèlzet. ...... Quella
parte del telajo da far calze che s^ im-
pugna dal lavorante per far avanzare
e retrocedere la così detta gabbia e
mandare innanzi il lavoro. £ la Barre-
à-poignée dei Francesi.
Baraónda. Impiccio. Impaccio. Intrigo,
Viluppo; ed anche Follia. Capriccio.
Frascherìa. Dallo spag. Baralumda.
« E pceu parche porta sti baraond
» A quell'ora d*attend
» Ai negosj tremend de Volter mond. »
(Maggi Fal..Til.).
«e Che in (Jtiell cerrelt de tante baraond
*»' Mai no gha poasa iatxà
-w On nùnem penierùi .de fa||[ de cà. »
(Id. Inter, i).
Bararla. Baratterìa. Giunterìa,
Baràtt. Baratto. Cambia. Scambio. Pen-
muta, e in senso avvil. Bazzarro,
Baratt e barattee se pò pù toma
indree. V. ludrée.
Baratta. Concambiare. Cambiare. Accamn
biare. Permutare. Barattare.
A baratta el mornee se baratta V a-
sen. F". Mornée.
•Andà a Monscia a fass baratta. F*
Mónscia.
Baratta ben. Barattar bene^ e prò-
verb. Barattar galla a muschio.
Baratta i fioeu in la cunna. F. Cùnna.
Baratta i pastizz in tanta polt* K.
Pòh.
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BAR (
Baratta i ^aroW, Entrari in parole.
Baratta i scud a tre lira V un. y.
Lira.
Baratta maa. Barattar male 9 e prò-
Terb. Barattar muschio a galla,
Vessegh. nanca on can de baratta
ona parolla. Bfon esserci persona colla
ifMiole dire verbo.
Baratta, y* Cambia (danee).
Barattamestée. Scopamestieri.
Barattòzz. Bazzarro, Diccsì d^una per-
muta imbrogliata , in cui alcuno deb-
ba averne la peggio; si usa anche
per esprimere in senso avvili tivo la
frequenza de* baratti.
Barava j. s. m. pi. Masserizzuole. Miscée,
Bazzicature, Ciabaiterìe* Gosereile di
poco pregio.
Barava), s. m. pi. (gergo). Masserizie.
Secca i barava j. Lo stesso che Romp
la gloria o la scuffia o simili, V. Rómp»
Bàrb per Bàlb. V.
Barba. Barba — La barba rada molto si
à\ce Barba spiovuta; la lunga e larga
assai Barba a spàzzola; la lunga,
folta e rabbuffala Barba d'Oloferne;
la bipartita come piugesi ne"* profeti
ForfeccMna ; T incolta , intrigata , su-
dicia Barba piattolosa; la poca e corta
Barbetta ; la poca e corta arricciata in
sé stessa Baratta a cavolo; la barba
di prima lanugine o poco forte Barba
Jblle. Chi ha la barba di cesi Bar-
ònto; chi non Tba per anco dicesi
Imberbe; chi Tha rasa Sbturbato ; chi
r ha piccina , rada 9 spelazzata Barbu"
clno ; chi Tha fitta e forte Barbuto
e Barbone. 1 superstiziosi dicono che
Poca barba e men colore sotto il del
non è il peggiore. A chi. va in là con
gli anni si usa dire
Jlle barbe che vengon fiorite
Non più gonne ^ ma sugo di vite.
Acqua de la barba. F. Acqua.
Barba ben insavonada Tè mezza
fada ••*.•. Barbe bien étuvée est
é^^mi rosee dicono i Francesi — In
senso figurato. V. Insavonà.
Ciappà vun per la barba. Prendere
per la ^ar&ii(Boccac. Nov-)
Desia o Fa la barba. Radere la
barba. Far la barba ^ e ass. Jladere.
Falla in barba o Faghela sta in
barba. Barbarla. Accoccarla ad uno.
69 ) BAR
Farla di quarta. Farla in barba o aUot
barba ^ cioè in onta, o in iscberno o
a mal grado d^ alcuno.
Insavonà vun ben ben per fagb la
barba. F. Insavonà.
La gh^ ha tanto de barba. Sapevam-'
celo , disson que* da Capraja. Tu non
avrai le ctdze. £ notizia vecchia*
No gVè barba d^omm che ghe le
possa fa. Egli è putta. scodata» E* non
. gli crocchia il /erro. V. Fiòla.
Pezza de la barba. Bavaglino*
Servi de barba vun. Badere il tale.
Servi de barba e perucca. ùg. Lo
stesso che Conscià per i fest. F'. Fèsta.
Servi de barba e perucca. fig. Ser-
vire di' coppa e di coltello , cioè pun-
tualmente , a dovere in ogni cosa.
Servitor de barba e petten ....
Cameriere che abbia incumben^a di
radere e pettinare il^ padrone.
Sta in barba de gatt. F. Gàtt.
Tegni el basci a la barba. F* BascL
Toeù via la barba. Biidere»
Vess in barba. Biboccare. Nel Basso
Milanese vale Io stesso che Fess pien
aràs parlandosi di vasi di liquidi. .
Barba I Icgnajuoli dei colli
briantini danno questo nome a quella
smussatura, o augnatura che sia, la*
quale fanno a mensole, travi o travi-
celli da cavallature, ecc.
Barba (voce del volgo e del contado)*
Zio , e ant. anche Barba e Barbano»
Eia robba del barba? CVi' è roòa di
rubello? Si dice quando uno strapazza
qualche cosa, e mandala a male —
Bobba del barba diciamo anche ciò
che a noi non costa nulla , e si spreca
senza riguardo.
Trova el barba. Lo stesso che Trova
ci filtavol. F, Filtàvol.
Barba, met. Oste.
Barbablcch ( che in varie parli del MHa^
nese dicesi anche Erbabìcch e Basa-
bicch ). Barba di prete. Barba di bec-
co. Scornabecco. Sassèfrica. Tragopò-
gono. Sorta d'^erba nòta , cioè il Dna-
gopogon pratense dei botanicL
Barbabòvis. scherz. Lo stesso che BovU
in ambi i sig. F*
Barbacàn. Barbacane. Sp. di eontram-
mnro a scarpa che si fa negli ediiizj
a sostegno della fabbrica*
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BAR ( 70
Barbacosàcch. Cappa di fratti Ad. di
Colore che trac al castagnino scuro 9
al lionato scuro, al tane. È voce pro-
pria dei mercanti di stoffe.
Barbagiàcom. ) Barbagianni, BarbalaC"
Barbagiàn. ) chio. Bagnano, F. Badée.
Barbagiòve Dal sommo Giove
il nostro popolo ha tratto i dett. Se
Barbagiòve no me jutta. Se Iddio non
m*ajuta; No gh^è Barbagiòve che tegna.
Da volere a no dell/ essere cosl'^ ecc.
Barba j. Lo stesso che Busca]. /^.
Barbajàda. T. degli A.cquac
Sorta di bevanda ch^è un misto di
fior di latte e cioccolata. In Toscana
la chiamano Bavarese con nome equi-
voco per noi. V» Bavarése.
Barbaritàa. Barbàrie* Ferità» Crudeltà»
Barbaròssa. Pettirosso • Uccello noto. F.
anche Piccètt.
Barbàscia. Barbaccia» Fra noi però la
voce Barbàscia è usata le più volte
in senso meno cattivo che non im-
porti la Barbaccia dei diz. Le donne
e i ragazzi , a' quali accada d'* essere
accarezzati col viso da alcun barbuto,
sogliono rimproverargli la barbascia
ancorché sia ben regolata- e colta e
odorata; e snella pugne, tanto più.
Barbée. Barbiere ; e con voce pedant. e
scherz. Barbitonsore — E perchè una
volta i barbieri solevano esercitare le
funzioni di cavar sangue, applicare
coppette, clisteri, ecc., cosi Barbée
ìntendesi anche talora per Flebòtomo.
Bottega del barbée. Barbierìa.
Pian barbée che T acqua la scotta.
F, Acqua.
Roba ci Icsign al barbée. F» Roba.
Secrett che fa per el barbée. F»
Secrètt.
Bàrbel. Farfalla.
Fa el barbel. Sfarfallare.
Bàrbel. Punteruolo. Tonchio. {F. Alb.
enc. in Intonchiare), Insetto noto che
è il Curculio granariusLìn.
Barbelà. Barberare. Dicesi del girlo (birlo)
quando gira ineguale e va a salti e
non unito.
Barbèlla. Bargìglio. Bargiglione. Quella
carne rossa che pende sotto il becco
ai galli.
Barbèlla di caver* Ttttola, F. Pen-
dellin.
) BAR
Barbèlla. Facciuola. Dicesi di qué*due
pezzetti di tela che pendono dal col-
lare a cui sono attaccati. Quelli dei
collari quadrilunghi direbbersi popo-
larmente /a Braciuole.
Barbcllà. Jbbrìvidare. Abbrezzare. Batter
la borra o la diana o le gazzette. Bubbo-
lare. Batter marina ; e ant. Dringolare,
Barbellamén t .Brivido. Capriccio di freddo.
Barbellamentdi oeucc OcclUòàgliolo.
Barbellàtt. Bargigliuto.
Barbellàtta. Matrona ^- Spertìssima.
Barbellàtto. (ìg. Barbassoro. Baccalare , e
schera. un Barba a spazzola — Vale
anche per Spertissimo in checchessia.
Bàrber. Bàrbero. Bàrbari. Cavallo che
corre il palio. F. Córsa.
Barbèra. Barbiera.
Barberin alcuni chiamano la Sprèlla. F.
Barbétt. Barboni. Sp. di malattia della
bocca nel cavallo. {buzza.
Barbétta, s. f. Barbaccia. Barbetta. Baf^
Barbétta, s. f. Radicchio bianco (così il
Targ. Toz. nel Diz. hot.). Sp. d** insalata
invernale che Tortolano ottiene dalle
radiche della cicoria dalle quali ta-
gliatone tutto il verde, legate in mezzo
e sepolte neir arena in cantina, me*
diante il tepido del sotterraneo sbuc^
ciano certe barbe bianco-giallicce e
delicate , lunghe quasi un palmo. Fra
noi chiamasi anche Biobiò dal grido
con cui la vanno annunziando per la
città i venditori -* I Fr. la diianumo
Barbe de capucin.
Barbétta, v. cont. Guaime. L^erba che
rinasce dopo la prima segatura, cosi
detta finché ella si conserva tenerina.
Barbétta, s. m. fig. Cosacco.
Barbétta, s. m. fig. Confortatore. Quell'^ec-
clesiastico che suole accompagnare al
patibolo i condannati alia morte e
venirli confortando. Il Barhadhino
dei Portoghesi -— Il Fagiuoli ( Rime
IV, 33 1) usa Barbetta in significato
di Cappuccino se pur non isbaglio ; e
noi dicemmo Barbétta i Confortatori
appunto perchè per solito i Cappuc-
cini , allorché le loro corporazioni
esistevano in Milano, erano trascelti
per tale ufficio.
Barbettìnna. Barbettino. Barbaccia.
Barbin. sost. Con barbone o barbino. Il
Canis aquaticui dei sist.
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BAR
Barbtnna. Cagna barbona{* lo$c,y
Barbinèll. Barboncino{*losc.)» Picciolo
caa barbone*
Barbinón Can barbone de* più
grossi e di pelo più folto.
Barbirà ( v. a. usata dal Maggi). Sbarbare.
Barbls. Baffio, Basetta. Mustacchio. For-
liguerra nel Kicciardetto e Parini nel
Discorso sulle Caricature (III, i3) usa-
rono ancbe Barbigi. Un poeta pisano
disse pure Io me la rido sotto i barbigi.
Alza o Tirà~sù i barbis. fig. Alzare
la cresta — Talora Allacciarsela vie
su, AJ^bbiarsi o Allacciarsi alta la
' giornea «cioè presumere più del do-
vere — Talora Stare in sul tirato. Im-
porla troppo alla » cioè chiedere trop-
po alto prezzo della propria merce.
Gh^ è de onciscià i barbis. Lo stesso
cìie GK è de fa grass i verz, F, Vérz.
Mett o Mostra i barbis (che anche
dicesi Mostra el zufF). fìg. Mostrare il
viso o I denS. Fare faccia o testa*
Barbis. v. delFAlto Milanese. Fungo eon
stagnuolo(\\ii^òìm). Io non Tho ve-
duto; ma furomi assicurato per autun-
nale, non frequente» frastagliato, di
color soricigno, di gran peso, e vege-
tante a preferenza presso i castagni.
Barbis {cìie anche diciamo Còrni )• An-
tenne degP insetti. (^erx.
Barbis di gamber. Antenne de* gam-
Bai'bìs de la scoa. Chioma, Quella parte
di una granata colla quale immedia-
tamente sì scopa j e più precisamente
le vette della chioma*
Barbis del forment, v. cont. Ariste o Heste
del grano» V. Formént*
Barbis di roeus(voce propria dei Fab-
bricatori di fiori finti). Cirri delle rose.
Barbisin. Basettino.
Barbisin ...... Uomo che ha basettini.
Barbisin (che anche dicesi Fonsg b^irbis o
barbin). Riccione. È fungo mangereccio
detto Bydnum erinaceus da BuUiart.
Barbisón Balfione , gran baffio.
Barbisón. Basettone. Uomo che porta
basette graridi e folle.
Barbisònoa. .... Donna che ha baffi;
e fig. Matiyina e Donna spertissima.
Barboeùra. Foce usata nella frase Andà
in Barboeura »... Cinedo che valga
quanto Andare in tregenda. V. Striòzz.
Bai'bojù. Barbugliare^
(71) BAR .
Barbón. Barbone. Barbuto*
Barbottà. Borbottare. Bronfiare, Stronfia"
re. Brontolare. Bufonchiare. Bofon-
chiare. Fiottare, Bollire,
Barbottà i busecch. Gorgogliare il
corpo. Bruire. Cigolare. Borbottare»
Sboglientare. Quel romoreggiare che
fanno gP intestini per flatuosità o de-
pravata triturazione de** cibi, il quale
al sost. direbbesi Boibotùo. Gorgóglio.
Bugghiamento,
S'el barbottà, e ti lassa clipei bar-
botta e mangia. Lascia brontolare e
mangia, Boccoì\ rimproverato non af"
fogo mai nessuno.
Barbottàda. Borbottamento» Borbottìo.
Brontolìo.
Barbottà dinna. • . • Lieve borbottamento*
Barbottafasceù. sost. sch. Brontolone.
BarboUin(Ris in). F. Ris.
Barboilón,Lamentone(* tose.) . Brontolone,
Borbottone, Borbottatore, Querulo, Fiot-
tone; e in sign. più rimesso Bof on-
dano. Bufoncliino, Bufonchiello.
Barbottònna* Borbottona; e in senso più
rimesso Bufonchiella.
Barbòzz. s. m. sing. Mento — I dizionarj
hanno Barbotsa per quella parte della
testa del cavallo dov'*é il barbazzale,
e per quella parte della celata che
para le gote e il mento.
Fa duu barbozz. Avere la soggio-
gaja o un po' di soggiogo»
On pugn sott al barbozz. Somma-
molo. Sergozzone, Sorgozzone.
Tegoi el bascl .sott al barbozz. fig.
Tener il bacile alla barba.
Barbòzz. 8. m* pi. per Ganass del can
de Tazzalin de s^ciopp. F, Ganàss.
Barbozzàa o Barbozzàl. Barbazzale, Ca-
tenella che va attaccata alPocchio dritto
del morso della briglia , e si congiu-
gne col rampino ch''è air occhio manco,
dietro alla barbozza del cavallo.
Barbozzin. Dim, di Barbòzz. F»
Barca. Barca.
Coverta* Copertino »■ Arscionaa o
Scersc. Ccrchj »= Sterno. Fondo *=»
Sgorbi* Coste. Costo/e » Guarnacc (e
nei barcon Pala). Timone. Governale »
Arbusell. Albero «a Trimion. Scalmiere
ta Poppa. Poppa t" Poncia o Poncin.
Prora. Prua» Becchetto ^Cassott o Cas-
sett. Coperto.' BsMagncBuladdguaniacc
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BAR (
Manovella ^Tendai o Veli, f^c/rt» Mu-
Mon(nelle gondol.). Hostro? ^ Bmìcau.
Trasto a Acquaroeti.
Andà dent in barca. Montare in
barca,
Aveghen di barch o Vesseghen di
harch. Averne a barella^ a bigonce ^ a
josa^ a balle j a sacca, in chiocca,
a isonne , a bizzeffe , a biscia » a fur
sone , e ant. a cajisso, cioè in ab-
bondanza , a profusione-
Barca a vapor {che anclte dicesi ass.
Vapor). Barca a vapore(;vo\g, ital.).
Giugà a la barca. È lo stesso che
Giugà al seti in barchett. K. Barcbètt.
Jutlà la barca, fìg. Fare spalla. Far
peduccio. Dare braccio. Jjutare. Sov^
venire. Talvolta vale Secondare. Piag-
giare. Andare alla seconda o a* versi.
La barca de Padova ...... Da
quella barcata di enti d^ogni natura
e qualità che Padova e Venezia si
sogliono ogni di ricambiare colle cor-
riere giornali è venuto T uso di as-
somigliare ogni babilonia di genti e
di cose che muovasi da luogo a luogo
a quella barcata. S^ba a fare bacca-
nella fuor di porta; nessuno ha da ri-
manere a casa in città ; uomini , don-
ne , vecchi 9 ragazzi 9 bambini coi loro
balocchi, canini, ecc. «''avviano alla
baccanella, vuoi brulicame pedestre
o vuoi incarrozzati a viluppo; ecco
la barca de Padova che la va.
Pari ona barca. Essere tanto fatto.
Parere una badìa. Dicesi di cosa che
eccede la convenevole misura secon-
do la propria condizione. La gh"* ha su
on capell ch''el par ona barca. Ila un
cappellone tanto Jatto{Cecchi Dote).
Passa minga per la barca di mincion.
Jfon si lasciar levare in barca, ecc.
Passa per la barca di mincion. La-
sciarsi levare in barca. Cavalcar la ca-
pra. Lasciarsi ferrare comunque siasi
o senza trar calci. Lasciarsi cacar sul
naso o pisciare addosso o menar pel
naso. Lasciarsi córre la berretta,
Savè mena la barca, iig. Saper con-
durre bene la sua barca. Saper bar^
cheggiare o destreggiare. Sapere ma-*
neggiarsi con destrezza.
Savènn di barch. Poter leggere in
tatledra di c/tecc/iessia. Aver toccato
72) BAR
j7 fondo à uxC arie , ecc. Averne pe»
scoto a fondo. Aver Inarco lungo^
Tegni drizza la barca. Mantenere
la barca, Jìeggerla. Tenerla diritta,
Tegni drizza la barca, fig. Mante-
fiere o Tenere la barca diritta. Gover-
nar bene, avere buona regola, buon
governo nelle cose di famiglia , di ne-
gozio, di Slato — Vale anche Vìvere
assegnato, reggersi con economia.
Vegni fanira de barca. Scendere
della barca.
Vess la barca di inincion. Essere
P arcicotale. Esser u0mo da condursi
a veder a pescare colla gatta. Esser
corrivo o corribo,
Yess minga la barca di mincion.
JVò/t essere il Saracino di piazza?
Non esser uomo da esser fatto fare.
Barca »... Specie di carrozzone assai
lungo, imitante nella forma della cassa
{scòcca) un barcone, che tutto dipinto,
inghirlandato, ecci serve per masche-
rate in tempo di carnevale.
Bar cada. Barcata. Navicellata,
Barcàda . . . Tutte le maschere che stanno
nella così detta barca da mascherate.
Barceliònna. Pistoiese? Specie di coltello
o baionetta che s'inasta sui fucili da
cacciatore.
Bàrch. Tetto ja. Sp. di stalla aperta sui
monti ; in qualche modo il Clialet de-
gli Svizzeri.
Bàrch Tettoja aperta verso
nord dove nelle nostre pianure stal-
lano le bestie bovine nelf* estate e in
parte delP autunno.
Barcheggia e Barche g gialla. Barchegg̀ire,
Destreggiare. Reggersi con desti*ezza
in checchessia.
Savella barcheggila {che anche dicesi
Savè de barca menandi). Saper bar-
cheggiare. Saper di barca menare,
Barcbètt. BarcJietto, Barcftetla, Per le
parti F. Barca.
Andà al barchett. fìg. Lo stesso cfte
Andà al cagaralt. F. Cagaràtt.
Andà a Vigevcn in barchett. #^.
Vigéven.
Giugà al sett in barchett (che an-
che dicesi Giugà a la barca )
Specie di giuoco , in parte simile a
quello delFoca F., nel quale chi coi
dadi fa il numero sette, vince la posta.
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BAR ( 73
Pari el Barchett de Boflfalora. Essere
■ una basoffia ? Dicesi di una doDnacrijif
mollo grassa 9 d^una fàntoccioaa badisH
liarchèttò^ Sarohètta. (le.
Faa a barchetla. EUìUwo.
Giugà a la barchetta. E lo slesso die
Giugà al sett in barchett. F, Barchètt.
Barchetta . . . Sp.^d& carrozza, f^, in Lègn.
Barchetl in . Barcf iettino,
Barcbettinna. BarchetUna.
Barcbettòn . • • • . Sp. di carrozza. *r,
in Xègn.
Barchirceà. Barcajuùio. Barcaroloi Na~
vicellajo — Colui che tira la barca
coiralzaja dicesi Bardotto, . .
L''è tra barchii'oeu e marinar, fi g. La
è tra barcaiuolo e marinaro, tra corsa-
le. e corsale^ tra 'l roUa e lo stractiato,
Barcdn. Barcone, Questa voce accresci-
tiva generica ha per noi im valore
speciale, e denota quelle grandi bar-
che senza co Verta che hanno pala
invece di guarnacc, e che dui laghi
vengono pei canali in città cariche di
combustibili, materiali da fabbrica,ecc«
Con voce ambigua questi Barcon sona
anche detti Borea/ :o Brocce j sui laghi.
Bardi. Bardamesàtare, .
Bardàa. Bardamentato*
Bardadùra. Bardamento. Bardatura.
Bardàgna, ec.Lo^sso che Bardassa, ec, V,
Bardandn. Farfaràccio, Farferkgine^Far^
ferùpo, e con nomi dotlrinalL/'etoA/e
o Ihssiiaggine maggiore (Targ. Dtz.
bot.). Sorta d'*erba arvense che è la
Tussilago peiasites. de*^ botanici.
Bardassa (die anche dicesi Bardàgna)» Ba-
gaizaccio --< Nei die. Bardassa signi-
fica ragazzo di mal aSiaru, e propria-
.mente» il Bardache ae' Frandesi.
Bardassa. Afan'Ko/o. Gognoiino. Forchetta,
Talvolta si usa anche in senso vez-
zeggiativo, come p. e.: Checar bar-
dassa. Che caro bimbo.
Bardassàda. Bagazzaia, Fanciullezza, 11
Cecohi nè^ Dissimili usa Giovanezza
quasi nello stesso senso , ove fa dire
a Filippo #< E io' lasceresti per l* ai»-
» venire far qualche giovanezza or
» .che Petà gnene^ comporta, »
Bardassarla e Bardassaria menudra. Ba-
gazzaglia, Bagazzame, Fancitdlaja,
Bardassón. jéccr, di Bardassa. F",
Bardelecà. Lo stesso .che Dolturà. K.
rol. I.
) BAR
Bardèlech. Ciarliero.. Pettegoh^i
M E dhi ha mai diu cha tncc i nosUr dom»
: n Sien Une bardalech e tace tapponn? »
(Brtnd. Sp. Log.)*
Bardòcch (Passa per). Frase usai0 dal
Var. rail., alta quale forse corrispon-
de il Passar per bardotto dei diz, itah
Barée CondoUiere di quella
specie di carrettone che ha il pai'ii-
colar home di bara, V,
Barèlla. Barella, Arkiese composto Al
due stanghe (ormanti quattro manichi,
e di tre o quattro staggi o traverse in-
chiodatevi sopra formanti un piano,'
sul quale pongonsi i materiali o le robe
che si vogliono trasportare da luogo a
luogo. Questo arnese, portato a braccia
da due persone, è detto anche Scivéra
nel nostro contado — Il portare con
barella dicesi^are//a/v; una piccola ba-
rella Barelle tta; una grande Bare t Ione.
Barèsg StolTa di lana , o di lana e
seta, od anche di cotone, poco dissi-
mile dal cresponc. Nel Giorual com-
merciale di Firenze è scritto Barrege
per quanto assevera il eh. Peschi«ri
nella sua Appendice al Voc. parm.
Bare tta. Berretta,
Bo retta a la spagnceula. Monderà,
Baretta a guss d'^ceuv* Berretta ar^
rovesciata ?
. . Baretta del pece o col peqc. Berrei-^
ta a lucignqletU. Quella berretta a piiX
colori che suol essere delizia de^con-»
tadini. {Irata?
Baretta a la marinara. Berretta feU
Baretta de indorador a foeugh. Buffa.
Baretta de viagg. Pappafico,
Giugà a foresetla baretta. È lo stes'
so che Giugà a foresetta. K. Foresètta.
Barèita. Digrumale, Favo 9 e eon voce
dottrinale Biunine, I nostri becca) e
il volgo chiamano Barèlla , dalla sua
forma , questo primo stomaco degli
animali ruminanti, che 'è quello il'
quale dopo avere alquanto ritenuto il
cibo leggermente masticato, lo rimanda,
^lla bocca per essere rimasticato.
Baretta. Dim, di BaiTSk{carrettone) V.
Barettàda Quanto cape in una
berretta^ una berretta di checchessia»
Barettàda Colpo dato con una
berretta.
Barettàda. Sbetrettata, Il fai* di berrctU.:
IO
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BAR (
BarètU-e-^èappèU Chtanilamo
cosi colui che sotto al cappello porta
anche una berretta della quale lascia
cadere il lucignolo e il sommolo per
di sotto al cappello stesso. Il Figaro
e il Ballafandango de** Viaggi del Ba-
re tti sono un Barettu-e-cctppelL Fra
noi questo nome ha valore assai pros-
simo a quelli di Buio, Bravo , Faci'-
noroso , perchè i nostri uomini siffatti
usano portare la berretta e il cappello
a tale modo. Talora si tradurrebbe
per £iirtge//o(Gecchi Doie III, 5).
Barettàscia. Berrettaccia,
Barettlù. Berrettino.
Barettia de pret. Berretta a spicchi
o a croce.
Fa on barettin. fìg Dare in
testa ad alcuno con checchessia di
soggetto a rompersi nelP attrito. P. es.
Gh^hoo toh la ghitara e gVhoo faa
on barettin. Presagli la chitarra, gliene
diedi in testa. Nel Malm. XI , 38 leg-
gesi in questo sig. Con mio sbaraglino
far una casa in testa a un tale.
Baret linee. Collettajo. Chi fabbrica o
vende colletti da preti e simili.
Barettinéra La moglie o la figlia
del collettajo, o la bottcgaja che vende
colletti, ecc.
Baretlinua. Berrettina. Berrettaccia.
Barettinna. Ad. di Canàja, Prèja, Zucca, f^,
Barettinoeù. Berrettucciuòla.
Barettón. Berrettone.
Baretton de viagg. Pappafico*
Barettonée. Berrettajo*
Bargàt. f^. Càpia(ger/a),
Burgniff. Nibbiaccio. Uomo accorto e ma-
lizioso.
Bargnlff. Demonio. V. Barlìcch.
A ca de bargniS* o de barlicch. A
casa maledetta o del diavolo. Jl mal
mondo,.
Brutto bargniff*. Brutto viso. Visacdo.
Bargnìffa o Bagniffa. Intinto. V. Moeùja.
Bargnilfìn. Visuccio contraffatto.
Bargniifón. Ceffauito. Risacelo. In tutte
queste voci Bargniff, ecc. sentonsi gli
antichi vocaboli toseani Tfiffa, Niffo^
Niffolo, Nifo per grifo, muso, ecc.
Bari. Barile, Ha doghe, fondi e eerchj,
Mett i penser sul bari de Tasec.
K Asée.
Btficccchèlia. C&ntrovèrsia,
74 ) BAR
Baricocchèlla. Gherminella, Frode. ìngan-
Barila, fig. Stizza, {no.
Barilètt. Barlet£o?
Barilètt. T. degli Strom. . ; . . . Quel
pezzo della chiarina (c7tfrùie/<) che
tiene dietro immediatamente al bec-
cuccio e che serve a innalzare o ab-
. bassare il tuono fondamentale dello
strumento. E chiamato a questo modo
per la sua figura .di barlettino , ed
. è ti cosiddetto Corps da milieu supe*
riore dei Francesi. Neppure nel Diz.
di mus. è dato alcun nome speciale
a questa parte della chiarina.
Barilòtt. Barlòtto.
Bai'ilòtt. Stregherìa. Luogo dove si dice
per celia andare a convegno ie'streghe.
Fa barilòtt o Andà in barilòtt. An-
dare in tregenda o in stregliena. H
Berni in un suo sonetto dice in que-
sto senso Andare in istriazzo , frase
non registrata dai diz. ital.
Barioeù. f^. Barrioeò.
Bariseli. Bargello» Il capo de^ birri.
Barisellìn. Bargellino* Bargelluzao.
Barlafùs {che anche dicevansi ant. Ber-
naius). s. m. pi. Tresc/te. Ciarpe. Mas-
serizzuola. Sferra. -Miseea. Ciscranna.
Ciabatta. Arnesi, e per lo più vili e
vecchi, stracci, baszecote. Una quan*
tità di barlafùs si direbbe Ciarpame*
Barlafùs. s. m. sing. Uomo a casaccio*
Barlafùs. s. ra. pi. (gergo). Masserizie.
Barlassinna. Nome di paese lontano da
noi dodici miglia al nord, quasi a
metà via fra Milano è Como.
Corr la posta de Bai^lassinna. schene.
Correre la posta degli asini ,
andare sulP asinèlio. Il dettato ha ori-
gine dal ritrovarsi in sulla via di
• Barlassina frequenti asinelH sui quali
o per bizzarria o per istanchezza
montauo i viandanti pagando qualche
monet uccia a chi ve li tiene per fame
quel pò* dt guadagno.
Dottor de Barlassinna. thfttor dermici
stivali* Scherso allusivo agH asinelli,
tra' quali vogliasi annoverare alcun
laureato.
Barlèffi. f^iso. Mostaccio. Muso. 1 Tosca-
ni dicono Sbarleffk , Sberleffo e Sbet^
leffe in senso di sfiregio sul viso» e
di certo atto o gesto che ri fa per
ischeroire altrui.
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BAR (
tarììcth* Bemomo, Diavolo* FarfareUo^
li CaMì nel Re Teodoro disse
u Qual Berlicche qual Asinodeo .
9f Mi sa dir che dia voi è ».
BaHlcch bai'Iòcch I diz. ital. hanno
M Beriich berloch » voci di niun signi**
iictito che svisano accoppiale col ver-
bo fare, e valgono scambiar le carie.
Presso noi però significano più comu-
nemente Voci finle adalta(e per chia-
mar i demonj, come in quel verso
«.Pes{ cKe i ttrion coi so lArlicch barlocch. w
(Bai. G«r.).
Barlìffi e BruUo Barlìffi. Mascheron da
Jbffia. Babbuino* V, in Babio*
Barlòcrh. ^. Barlicch.
Barloeùggia. K. Sbarlceùggia.
Barloggià^ ecc. V. Sbarloggiè* e^*
Barloggióa, ecc. V. SbarloggiòUf ecc.
Barlùmm. V. Berlùmm.
Barlàsch. Losco, Dal Greco Baexb< dice
il Var, mil, assai infelicenrente.
BarluséAt. Lttctnte. Splendente* Bispien-
dente, DUuccianit, lucciante, Micante*
JLampeffgianie.
Barlusì. Luccicare» Lucere. Bilùcere. Splenn
dere. Bisplendere, Lampare* Lampcf^
giare.
Barnaba, y. cont. Barnaba* Nome pro-
prio d^uomo.
A S9M Barnaba oe^a.e mej in terra
va. . . . E vale che a mezzo il giugno
d^ordinario si mietono segale e migli.
Bamàsc. K Beraàzs. i
Bamasciida. y, Bernasùda.
Barnes. CoUOk Brillo. f\ Ciócch.
Baroccàda Nelle belle arti» e in
quanto ha relazione con an% vale
^gg^t^o che indica depravazione di
gusto, bissarria eccessiva, fanusia sre-
golata, invenzione tracotanle» scosta-
mento da ogni. regola consentita dal
buon gusto comune.
Baròcchi ir«n^co (MilizO. Eccessivamente
ridicolo, bixaàrro in grado superla-
tivo dice lo stesso Milizia.
Barocchismo Lo stato delle
cose barocche )' il gusto barocco } la
tendenza al barocco.
Baroccòn. Di là da barocco*
Barale. Barale. Foggia antica consistente
in un"* avvocatura fatta insieme del-
l' estremila delle calze e de* calzoni,
sotto o sopra il ginocehiow Fora" an-
75) BAR
che sono da dirsi Gambidif a vero. col
Varchi Cosciali soppannati.
Omm di barde, fìg. Zazzerone* Vo»
. mò .che va air antica*
Secca i barolè. Lo stosso che Secca
o Bomp i hall, y* Rómp.
Baròmetro. Baròmetro.
Bsromèltai Merciadro* Merciajuolo*
Barón. Barone,
Baronàda. Baronata. Bricconeria*
Baronàja. Baronìa. Quantità di monelli,
furfanti o' baroni.
Barotiìn. Baronetto. Dim. di Barone, gra-
do di nobiltà.
Baroninna La moglie del baronetto.
Baron^èU. Gognolino* Forchetta*
Baronscellin. Dim. di BaronscélL /^.«
Baròzza. Biroccio? Carro non tanto gran*
de con due. ruote sole, tirato da
buoi. La voce Banotza è comune a
tutto l'Alto Mil., il Varesino» ecc»
Le sue parti sono:
Lece. Letio «=» Timon. Forca «• Piu-
mascioeù. Tratferte ^ Scalin. Coffee, fii"
doli m» Passoù. Sala mm Rcsud. Muoio* K^
Roftuda e» Corlètt. Curro*
\J omm de la barozza. Bahocciajo?'
Barozzàda Quanto cape in una
cosi detta barozza.
Batozzitta. Dim* di Baròzza. T*
Barozzin. Biroccino?
Barozzin. Barocciajo ? lì conduttore del«i
la cosi detta barozza,
Burozzlnna. Dim* di Baròzza. r*
Barrioù. v. a. Berrettino* FoggoUa^ e
con voce antica e disusata Barrinola'^
Le voci milanesi antiche s' avvicinanti
• assai alle toscane antiche, come ve-
diamo in questa voce baniau^ har-
riuola, e in bajlì, balire; barba^ barba
per zio; bega 9 bega per briga, im-»
piccio ; boffeUon^ bulTettone per guann
ciata ; fancitt , fancclli per fanciulli \
fofusgia , foggetta per cércine , ed
altre lAoile*
Bartabèll o BartavèH T. Bertavèll.
Bartavèlla. Bertovello? Cestella? Aeticina
di forma quadra « e auche più spesso
triangolare, montata sur un telajo
adattato che i Fr. chiamano J^^e, e
di cui si fa graud^ uso fra noi par la
caccia dai passeri. È portata • ma-
neggiata da un solo cacciatore, intanto
che altri spavfniano e fugano Terso
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BAS ( 76
' dì cfSfia rete gli uccelli àddormenteti
nelle siepi, nelle macchie o in sugli
alberi.
. Bartegojà. y. a. Lo stésso che Tapella. F-
fiartólla. Baggeo, V. Badée.
Barlolamée. Bartolomeo,- Nome proprio
d* uomo.
Iiianz indree Bartolamee. . . . Modo
di dire per denotare uno scioperarsi
in continue andate e toi-nate inutili e
' superflue^ ed anche il dire ora una
cosa e poi ridirseiie ^ o il fare e dis-
fare ; è quel che il Caro neir Apologia
(p. 49) dice O venga là corriggiuola
•ohe faremo un bel dentro e fuori — !
Vess semper inanz indree Bartolamee*
Essere un continuo andirivieni*
L'acqua dopo san Bartolamee Tè
' bomna de lava i pee Dett.
agrario di piana inleUigenza. •
Barfolàscia. y. in Féver.
Baruffa. Baruffa. Zuffa,
Tacca baruffa. Far baruffa. Mettersi
in un baruffo. Acciuffarsi,
Baruffi. Abbaruffarsi, Accapigliarsi, Az-
zuffarsi. Far baruffa, Accapellarsi;
Barzegà {che anche dicesi Barrigà). Baz-
- zicare. Capitare alle volte o anche
sovente in alcun luogo. Per cs. El ne
barzéga de spess per cà> Ci bazzica
sovente per casa.
Barzelèlla. Barzelletta, Motto.
Di su di barzelètt. Motteggiare,
Pien de barzelètt. Moiteggevole, Mot-
ieggioso. Faceto. Scherzevole. Sollaz^
zevole. Tutto facezie,
Barzelcltà. Barzellettare. Buffare, Mot-
teggiare, Tratteggiare. Frottolare. Ber-
golinare. Dire delle barzellette.
Barzigà. Bazzicare- F", Barzegà.
Bàsa(Dà la). F.. Bàssd(DH de).
Basa per Bàsgia(manipofo). F.
Basa. Baciare. '
Bnsk la nmn. f^. Man.
Basa la stola, fig. Baciare il manipolo.
Bàsemel. To* castrami questa.
£1 dovarav basa la terra dove el
' mett i pee Dicesi parlando
di persona che abbia grandi obbli-
gazioni con un'altra, ed equivale al
frane. // devrait baiser totts- les pas
' par oii il marcAe (Roux Dict.).
Et mai vist? basa quist. F, Qulst.
Podè basa el did. F, Did.
) BAS
Basa. T. dell' orti. Combweiare, ' Dicesi
dell'esser ben * congiunii 'legno con
legne, pietra con pietra, ecc. — Ga-
spare Gozzi parlatido di usci scrisse
Affrontarsi in questo senso.
Basàa. Ad, di Pan. F,
Basabiceli. Lo stesso che Barbabtcch. F,
Basalìsch. ' Basilisco, BasiUschio,
Basamàn. Baciamano»
Basamùr* Santinfizza, F, Beat.
Basàss e Basass-sù. Baciarsi, <
Basàss. Fondarsi, Aver per base. Per es.
Mi me basava su quella eh' el fuss lu.
Io mi fondava in su questo eh* ei fos'
se quel desso. Io a^eva per base ^ per
fondamento che foss^egli per <ippwUo*
Basci. Bacino, Bacile.
Tegni et bascl a la barba. F, in Tegni.
Basciamèll Sp. di salsa fatta
con farina, uóTa, prezzemolo ecc^
Dal frane. Béchamel,
Bascira. K Bazzìla.
Basegà {ed anche Basegà in del maBegh)«
■ Oscillare. Essere dubbioso.
El baséga, ma el sta in pee. Quel
che ciondola non Cade,
Basèll* ùradino. Grado, Scalino, Scaglio^
ne. Dal greco Baci;, dice il P'ar, mil,;
e forse meglio dal greco Bocryu (ascen*
do) — Le sue parli sono:
Pedanna o Pian. Pedata ^ Akada.
Alzata,
Andà in-sù on basell. fig
Dare un passo innanzi; Essere pro-
mosso d*un grado.
Fa cuntà i basi] Chi muore
in miseria suol esser dalle soffitte o
da' piani più alti della casa , ore abi-
tano siffatti poveri, recalo a terreno
lUToIto in un lencuoloy onde poi es-
sere collocato nel cataletto comune che
ivi sta ad aspettarlo. Nello scender. le
scale si suppone che i becchini con
poco riguardo lascino che al cadavere
pei^oli il capo ^ e che questo dia su
varj gradini. Da quest'uso, che è vero
in pieno ^ ma che giova credere falso
nell'ultima suq parte, il nostro po-
polo ha tratto ii dettato Gk han. faa
cuntà i busi] quando vuol asserire
d' alcuno che morì povero, e per lo
più galantuomo.
Fa el prim basell* met. Fare il primo
^ passo* Rompere il guada o il gidaocio*
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BAS (
FftHà- ei prrm basell (fig^ clU anbhe
dicesi Falla el print hoWotk), Jkinmàle
i primi passi* Vale sbagliare alla pri-
ma» fìiUare il prìmo passo, e corrispon-'
de al francese Avoir mal engrgné^
Sabbia de basell. K. Sàbbia.
Baselllu. Scaglioncino,
Basellln. T. de'Car. Predellino (cosi l'Alb
enc. in Contrappredellimo^ in Paletta
in Montare^ in Monkiiay ecc.).
Basellin a duu o trii pass o passad
o slafT. Predellino a due o tre montaie
o baUenii o palette*
Basellóo. Scaglione,
Basén. Basino, Stoffa di filo di cotorie,
talora mista ancbe con filo canapiiio,
cbe ba qualche simiglianza col fru-
stagno, ma n'è più fina e più forte
di molto. I Fr. la chiamano Basiti e
ancbe Bombasin*
BÀsger. ^. Bàsgier.
Bàftgia Rotellina di minute
d^ agnello o simili preparate per in-
saccarvi salsicce , salami , ecc.
Bàsgia. Masao, Quel corone che si fa della
canapa e del lino quìando si segano.
Bàsgia. Manna ? Manipolo 7 Gargiuolo ?
e netl' Urbinate iUaim^/Za. Il manipolo
di lino già scotolalo e ammannito per
la Tendila. Dò basg- de lin. Due man-
nelle di lino » Verso il Pavese dicono
Basale riferiscono la voce anche. alle
cipolline, air insalata 9 ecc.
Bàsgia mi si assicura dicasi in alcuni
luùgld per hòsc (penzolo d* muw), V,
Basgiàn. Baggitmo. /^. Badée.
Basgiànna. Fat^a ttemina. Legume notìs-
simo. Dal lai. Bajana. Gli Aretini chia-
mano Bagiane le fave fresche sgusciate.
Basgiànna Sp. di pelle di cui la
gi*ande direbbest Baxuma^ la piccola
Bassetta o Pelle, agnellina.
BosgiaBoeùra. Fava minuta. La rieiajaba
• minor dei botanid.
Basgiaràda Propriamente colpo
dato col .cosi detto Bàsgier, y.^e per
estensione. Bastonata. \Legnata.
Basgiaràda .... Quanta roba o acqua
o altro liquore si porta iauna voltti
nelle corbe o ìaei Aecchj appesi al cosi
detto Bàsger. f^,'
Basgifiradèlla. JDim, di Basgiaràda nel scr
condo sig, specialmente* V* ^
Bàsgier per BastiÌB. V.
77 ) BAS
Bàsgier o Bàsgiar ò Bàzsol. £!ii/co(*liiec|i.).
Sp. di bastone lungo poco più di! un
metro e un quarto., più o meno arcuato
. a piacere, il quale neUe due testate
ha una tacca che serve a rattenere i
secoli j o le corbe che vi sì appen-
dono per portarli bilicati (e pieni
d'adequa, d'^uva, di panni, eor.) in
. sulle spalle T uno. per davanti e Taltro
dietro al portatore. I Fr« lo chiamano
Ptdanche^ i Piemontesi Subrì^ i Ve-
neziiìni Bigòlo. L^Alb. bass. lo traduce
'franga ^ e il Voc. pad. Jrconoello;
ambidue poco felicemente, se non erro^
Dal Ba/ulum. dei Latini dice il yar, mil,
Vtss giò de bàsgier. (ig. Abbio-
sciare, V, in Còrda.
Bàsgier. Baggiano, Baggeo, y, Badée.
Basgifleù. Bacino, Bacinella,
On basgicsu o On carr d^ obbliga-,
zion. y. Càrr.
Basgioeù. Stuolo» Drappello. Torma, Trup^
pa. Frotta,
• La T« farà on basgiccu de rancitt » <Gar. Tob.).
Basgiòtt. Bazzòtto. Sommoscio. Umidotto,
Basilegh. Basìlico. Ozzimo, BassìUco, Er-
ba nota cbe è Vùcyrnum basilicumìÀn*
Basin. Bacio. Baciare ; e con voci anti-
che o idiotiche Bagio « Faggino.
A basin. T. di O Nel ^uoco
delle bocce vale Accosto accosto ^ e
dicesi di due o più pallottole che si
Combacino affatto a&tto.
Basin de Giuda .... Bacio o carezza
■ che ti fa chi vuole tradirti. Anche
i Francesi dicono V/i baiser de Judas.
Basili, de mort Talora ci ac-
cade di trovarci in alcuna parte del
corpo una specie di succio che prima
turchiniccio va poscia ingiallendo fino
a che 8compai*e affatto, e ce lo tro-
viamo senza saperne la causa o aver-
vi data occasione. Questo ristagnuzzo
' di sangue, che cagionato da una per-
' cessa sentita diciamo BólU trovato cosi
• per percosse inavvertite o per chec-
chessia altro è quello che noi diciamo
Basin de mortj per le solite ubbie
delle visite de^ morti ai vivi che ne la-
sciano loro memoria in siffatti lividi.
Basin s'*ctasser o . de massera, Ba-
.ciozw, . Bacio che fa ,scoppio. Bacio
. aodo ed appiccante. .
Ball del basin. Ballo della ptzmoUT
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BAS (
Fa on bAsm a la Iranzefa. Baciare
alla franciosa o alla francese^ cioè
prendendo gentilmente colle dita ambe
le gote di dlcuno e appiccandogli cosi
tin pajo di baciozzi. I Francesi dico-
no Baiser d la rincelle, È il solito
complimento ohe molti vi fanno fare
da' loro bambinelli con un monte di
smancerie e di deliziari bamboccevoli
per giunta.
^ass on basin de fogn. Baciarsi
alla sfuggita.
Fa on basin su la bocca. Baciare
in bocca.
Mangia vun in di basitt. Jppiccare o
■ Dare o Imprimere mille baci ; ed an-
che nello stil famigliare Mangiar uno
da'^baci col Zan. Ritr.fig, I, 3.
Tira i basitt lootan cent mia. K Mia.
Basin .... Dicesi di quell'ammacca-
tura che resta in un. pane in quella
parte che ne ha toccato un altro, o
il forno. I Francesi hanno Baisure in
questo senso.
BasincBÙ. Baciuzxo, Baciucchio.
Basinòn. Baciozu). Bacio che fu scoppio:
Basinòtt. Bacioxzo.
Bisla. Catino. Ciòtola. Vaso grande e
spaso cosi di terra cotta come di le-
gno. I contadini, brianzuoli però in-
tendono, solo di terra cotta.
Baalètta. Tafferia. Sorta di vaso di legno
spaso e con orlo naturale 9 sul qufle
si. mondano i legiuni, il riso 9 ecc. che
.s' hanno a cuocere poi in zuppa, ecc.
. Terso il Novaresi è detto Sta fonìa*
. Salamm de . basicità. . . . . «Ogni
• rifiuto di salame o di carne porcina
. esposto in vendita nelle botteghe dei
pizzicagnoli ammonticchiato olia rin-
' fusa sopra una tafferia. I compratori
- dicono anche assolutamente iSScià duu
sold de basletta per richiedere tanto di
- que"^ rifiuti quanti valgano due soldi.
Basletta. Bazza. Mento allungato e un
pò'' arricciato. La maschera del Panta-
lon veneziano ha la bazza esagerata.
Basletta. ger Tra noi chi la-
vora e anche chi traffica di cacio
- chiamano cosi la forma di* cacio lo-
digiano spiattellata , cioè assai larga
e poco alta , per allusione alla taffe-
ria (che diciamo busleita) la quale è
«osi faua.
78 > BAS
Basletlàda . • . • Quanto cape aur una
basletta 9 cioè sujr una tafferia». .
Bàslettin .... Ragazzo che ha la bazza.
Baslettinna Piccola bazza.
Baslettoeù ..... Piccola bazza. .
Baslettoeùra ...... Piccola bazza.
Baslettòn .... Uomo che ha gran bazza.
Baslettònna . . . .Donna che ha gran bazza*
Baslìn o Baslìna. v. coni* Vim. ^i Bàsla
in sig. di Vaso spaso di terra cotta.
Basloeù. CiotoUno. Ciotolina. Ciotoletta.
Baslòtt. Conca. Catino. Vaso di legno o
di terra cotta per servizio di cucina ,
ad uso di lavare le stoviglie, ecc.
De* grossi salci si fanno assai catini.
La nostra voce è corrotta dal f^as
luteum de^ Latini, dice il Far, nUL
Baslòtt. Ciòtola. Ciotola da danaro. Quel-
la coppa di legno in cui i banchieri
e i mercanti tengono i danari.
Baslòtt e Baslottèll dicono i Brianzuoli
alle castagne fallite che i nostri fanr
ciulli di città chiamano Cazzùu. F»
Baslottée. Voce delPAlto Milanese. Caii-
nàjo. Fabbricatore di ciotole, conche»
. catini, mestole, secohj, zangole, ecc.
In città questi arnesi sono fatti e Yen-*
dati dai cosi detti Fuserócch. V*
Baslottèll. Catinetto. Dell'edere arboree
grosse fannosi ottimi catinctti.
Baslottèll. dotolino. Ciotolina. Cioùoletta.
Ditti, di Ciotola ; coppettino o scodel-
lino d^ UQ pezzo per diversi usi, si-
mile a quello che i marina] chiame*
. rebbero Gavetta. Ed anche Parte di
alcun lavoro in forma di ciotola^ co-«
sicché quel vano circolare che sporge
fuori del parapetto del carr uccio da
bambini (foma o sere del strencineu)
che vien detto BasloUin.Q Baslottèll dei
strenf irata i sarebbe da tradursi il Cio^
ialino ilei corruccio; e cosi pure quella
' pissidetta che sta in. cima di quasi
tutti i nostri arcolaj (da. noi chiamata
Baslottèll de la bicocca). si potrebbe
qon proprio nome chiamare dotolino
o Ciotoletta dell'arcòlajo.
Basorgnà. F. Basottà. . . .
Basorgnón. Baciaiore*
Basoità. Baciucchiare* Baciuceare. Dare
piccoli e frequenti baciali fr^BaisoUer.
Bàss "-^ No savenn uè in buss né in
bass. F, Savè.
Bàss. sost. m. T. muBic. Basse,
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BAS (
Bm. 90st. m. Lo stesso che Bass*oi>a. f^»
Doman de bau. Donuml a.ora batsà*
Bàss. ad. Basso,
Ave di élt e bass. flg» Essere '^«^
ìestrato dalla fortuna. ìuconirare casi
diversi di forluna. Andar soggetto alle
ingiurie e alle percosse delia /oriunai
Coo bass. y. Cóo,
De bass. Da ìmsso. A basso.
Dormi a bass de coo. Tenere il capo
su guemcial basso, - *
' Fa alt e baM come se rorar. V^ Alt.
Fa pari 'bass o Fa resta bass. fi g.
Sgnaccare. AupiUre. A^iiire. ■
Gent bassa o Bassa geni. Bassa
genie 9 Sente M bassa mano 9 di vile non
zione, di basso affare', di basso stato,
' Messa bassa. ^. Méssa.
òr bass. Òro basso .0 di bassa lega.
Paesi bassi, scherz, P^rii da ifàsso.
Deretano. Premito; ed anche Angui-
nàglia. In quest^ ultimo senso sono
«ìRqì alle Basses maróhes dèi Francesi.
Prezzi bass. Prezzo basso , poco^ Olle,
Bestà bass. Jiiuscire' basso ^ e ùg.
Restare scodato , -smaccato j. svergo*
• gnato. Bimànere ai di sotto.
Tegni bass vun. ^g: Tener imo eorto,
eìneto , a segno , in soggezione. - Noti
lasciare che uno stenda o allarg/ii
Pale. Tener tarpate Pali ad alcuno.
Tratti d^alt in bass. K Alt.
Vardà d^ alt in bass. ^. Alt. e agg.
Qtoello che i Fr. dicono Begarder par
dessus Vépaule o de haut en bas.
Vess bass de tacch. y. Tàcch.
Yess bass de rista. ^. Vista.
Vcss bass el vassell. Aver del basso.
Essere al basso. Dicesi del vino o si-
fnile qoando sta per finire nella botte.
ye%3 yegnuu al bass. Avere consu-
mata l* asta e il torchio. Essere ridotto
al basso ; e parlandosi d^ un siffatto
uomo si dice anche jLe acque son basse.
Bàss. Ad. di Pànn, Tila, ecc. V.
Bàas. Ad, di Cai*nevàa e di Pàsqua ^ e
vale che durano o ricorrono poco
innoltrati nelFanno.
Bassa. Fondura. Bussata. Noi diciamo
La Bassa assolutamente per tutta la
parte piana dello Stato ; il Basso ìli-
lanese^ il Pavese* il Lodigiano sono
compresi sotto un tal nome.
Vun de la bassa. Pianig^MW*
79 ) BAS
Bassa (Dà de). Scavalcare. Cavallare^ Dm-
re il gambetto. Quasi simile all^ altro:
.. Tra de scagn. y. in^ Scàgn.
» Ap^U4« «e iutrodas ooa u»aiiKa, che v«i
oim refonuA a dagli, d^ baisa. * (I>«1. Bijn.).
Dagh de bassa a vun {cìie altri
disse Dà la basa a vun). Porre a so*
dere.uno. Levar uno di posto.
Bassa. Bascià.
Bassa, met »... Prepotente «
adespoto 9 che esige obbedienza cieca t
che. non vuol Mentire ragioni.
Ba;toà. Abbassare^ Chinare» \
Bassa el eoa. Chinare , il, capOf .
Bassa ci coo. .fig., ff. Quo, .. , ,
BaiSsàa. Participio, di Bassa, y. Ohe s*é
bassaa.el cer.vell. j^ pjprdutojljume
delV inUlletlo
Bassaoàssa. Cassettino delle, letfcre basse.
Quella, parte .della ..fiasca . da stampa
che contiene le lettere minuscole.
Bassàss. Scendere a .... Degnarsi di
. ....... Per es.. £l.s'*é bassaa a an->
dagh. Si degnò andarvi, El cred de
' basaafls, Q'ede avvilirsi. .
Bassàss*-giò. Chinarsi. .
Bassètt(Sto). frase cont. Ferso sera. Sul
far della sera. Intorno a vespro.
Bassétta. Passetta.
Oiugà a la bassétta. Fare a chia-
wuwe e alzare. Fare alla bassétta, V^
Faraón.
L* è on giceugh de. bassétta.. fig»
È- un fungo di rischio,, È cosa fortut
ne v ole , pericolosa , rischiosa * d^ esito
assai incerto.
Bassignàna (Cà). y, in Cà.
Bassinèlt. f. Fogón.
Bassinètt. T. d'Arm. StodeUina, Parte
della piastra o sia dell^ acciarino di
un* arme da fìioco ove méttesi il pol-
verino e che si copre colla martelhna.
Dal fr. Bassinet, Il Oiz.artig. lo chias-
ma anche Scudetto, e dice che è com-
posto, di .Bacinetto (la .parte incavata
ove si mette la poUert ), BraciiCtta^
. Brachetta con foro per la vite della
martellina, e Spondella dette in fr.
Fraisure, Qucue , Brid^ e Garde-feu,
Bassi roeù 1 colligiani deU^Alto
Milanese, e spieciabnente della Brianr
sa, danuo questo nome a que^loro
.compatrìoUi che in certe stagipni
deli' anno abbuidonaAO il pfiese per
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BAS (
' redarsì nella nostre pianura {a la
Imasa) a buscar guadagno nei lavori
agrarj acquali non bastano i pianigiani.
Bass^òra. Bassa ora. Ora bassa. Dì basso.
Voce contad. per denotare sul tardi,
• suir imbrunire*'
Bass^oràda. y. cont. Fèsperata. Tutta il
dì basso ; tutta T ora bassa quant^'eila
dura.
BassriléV. Basso rilievo* •
Bàst. Basto. Arnese che a guisa di sella
s^ impone alle bestie da soma.'
Fust o Scenten. Fusto «« Arch o Ar^
són ò Ui'cion o Assèlt. Arcioni ^ Peli
o Quattadura. Cojame *» Guarnìiion.
Guarnizioni ^ Copp. Arco? «a-Sedée:
Sedere? *^ Ferradura. Ferri.
Avegh pocca paja in bast. fìg. Es-
• sere sburrato y cioè snervato, debole.
Guggia de bast. f^. Gùggia.
Lassass bndà el bast sott a la pan-
seia.fì g. Cacarsi setto . Perdersi d'*animo .
Mangiass la paja fceura del bast.
Mangiarsi • V erba e la paglia sotto
( Alb* enc. in Erba ). Consumare il
patrimonio o il guadagnato senza più
oltre industriarsi^ il die è sempre
male per chi non e ricco molto o di
quattrini o di apatia.
Mett el bast. Imbastare.
Porta el bast. iig. ^. in Bastinna.
Toeù giò el bast. Sbastare.
Bàst. met Livrea, divisa, assisa.
Basta. Bastare. Essere assai. Essere a
òastanza. Esser sufficiente. .
Basta basta. Basta » ed anche Basta
basta,
Bastàrd. Bastardo. Spurio. Illegittimo — E
met. Bastardo. Degènere. Tralignante»
Bastàrd. Ad. di Remolàzz. P^.
Bastar dàa. Bastardato. Tralignato. Imba-'
stardito. Dischiattato. Imbastardito.
Bastardàss. Tralignate^, DiscìUattare. Im-
bastardire. Degenerare.
Bastardèll. Ad. di Aemolàzz. F.
Bastardèlla. T. de^Carr Sorta
dì carrozza la quale , se non erro , è
quella che i Fr. chiamano Dormeuse
— Nei diz. Bastardella trovasi col
solo sigu. seguente
Bastardèlla. T. di Cucina. Bastarda, Ba-
stardella. Vaso di rame stagnato chiuso
• per cuocervi entro carne , per pur-
• gare tuccherìyeccr
80 ) BAS
Bastardèlla. . . ..Spi d* asse di pioppo^
'BMiavdón..Biutardaceio. Pegg<' 4i Ba-
stardo.
Bastardón. ..... Ramo di vite che ha
le gemme piatte.
Bastardòtt. . . . Sp. di travicello, r. Tràv.
Bafitée. Bastajo. Basiiere. Chi la i basti.
Bastévol. V. delPAlto Milanese. Durevole.
Bastevole. Bastabile. Dicesi di roba,
specialmente mangiativa 9 che aia di
durata e casereccia.
BastL Bastare. Fare. < Serbarsi* Parlan-
. dosi di carni» frutta o simili 9 vale
Conservarsi, mantenersi, dorar lii^n-
gamente.
Basti. T. d^Agric. Far piede. Diecsi delle
. piante quando ingrossano..
Bastìn dicono i cont. br. per Bastinna. I''.
Ave di piagh soU al bastia. /^. Piaga.
Bastinna. Bastina» Specie di baste leg-
giere senza' arcioni, senza cojame,
senza ferri.
Porta la bastinna o el bast. fig. ....
■ Portare il peso , il carico di checches-
sia. Quasi il Porter Vendosse dei Fr.
Bastinna. Bardella, Sp. di sella qi«asi
spianata di cui usano i mulattiarit i
' contadini , ecc.
Bastinna. .... Così chiamasi in vane
parti del Milanese quella specie di
giaco da toixoktori e brentalùri di
vino che le genti montaaiae e di
Brianza chiamano Zacck. V*
Bastidn. Bastione. Da noi però la voce
Bastion indica ciò che toscanamente
direbbesi Le mura. P. es. Ho faa el gir
de tutt i bastion. ffo percorso tutte le
mura.'l bastion de Milan e quij de
Lucca se somèjen. Le mura di Lucca
sono quasi simili a quelle di Milano
«*— I nostri Bastion sì dividono in Ba*
stiou. Cortina, e Valetta. Baloardo.
Bastón. Bardellone. Basto grande.
Bastòn. Bastone. Matta.
Andà- cont el baston. Andare a
maiAa, cioè appoggiato alla mazza.
Bastón de cadrega. Cavigliuoli da
seggiole{*iosc. Tom, Sin.).
Bastón de cassia. Boccinolo di cassia»
Bastón de ciccolatt. Bastoncello?
Bastoncino? Pe%zuolo? Panetto? Botella?
Bastón do coUanna. f^. Collànna.
Bastón de pajee. K Pajée.
Baston^de la «ros. Asta della croce.
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BAS (8i
Baston de la polenta chiamasi da
varj contadini dell* Alto MiL quella che
noi diciamo Canella V,^ con gttesta di-
versità però che dove la Ganella è un
vero cilindro liscio, il Baston è un vero
randelletto ricurvo nella testata dijbn-
BaAton del balducchin. Aste, {do,
Baslon de V ombrella. Bastone (cosi
TAlb. enc. in Ombrello).
Baston de pastor. Vincastro, Pedo.
Baston di pastore.
Baston de zirott. Maddaleone? Moc-
chio di cerotto?.
Baston dì orbitt. Batocchio. Batac^
cìiio. Baston da ciechi.
Baston di soldaa. Giannetta,
Baston di tend .... Ai palchetti
( ^enèff) de^ nostri padri , eh* erano
pesanti e incomodi , si sono sostituiti
certi bastoni a capo de* quali inastausi
frecce o mele o altrettali ornamenti
dorati , e in questi bastoni si ficcano
quelle ballettine che fanno officio di
rattenere i drappelloni che soprador-
nano le cortine d*una finestra , ecc.
Baston tutt a gropp. BastOFte nodo-
so 9 noderoso, ronchioso, nocchieruto,
e anche pannocchiuto. Màzzero.
Cont i asen ghe voeur el baston.
y. Àsen. (Lègn.
Fa corr on legn per on baslon. /^.
Insegna cont el baston. fig. Inse-
gnare a rodere i ceci. Mostrare V er^
rore col castigo.
Baston . T. di Giuoco. Bastoni,
Fa corr el re de baston. fìg. Cascare
a bastoni ( Fag. Cicisbeo sconsolato MI,
8). Far passare sotto un ponte di legno
(Fag. Un vero amore non cura interes-
se ìli 9 5). Dar P asso di bastoni{FsiQ,
Av, pun. Ili, i6). Sonare a catasta.
Mandare a Legnaja. Far trionfare ba-
stoni. Bastonare.
Baston. T. de* Confett Can-
nellini confetti a foggia di bastoncini
con entro rosolio o rhum.
Baston. T. de* Ciambell Sp. di
panetto dolce fatto a bastoncello.
Baston. T. de* Tom. Appoggiatojo? Le-
gno lungo sul quale i toraiaj s* appog-
giano nel tempo che torniscono.
Baston. T. de*Falcg. Bastone. Sp. di
pialla colla quale si fa il guscio.
Mezz baston. F. Mézz^
) BAS
Baston de la festa. Maestro di sala —
Masc/tera del teatro(* fior.). Nelle ve-
glie de* privati è regolatore dei balli
quel primo 9 come n*è il secondo nei
veglioni pubblici. Come poi 1* uomo
allegro per eccellenza , 1* eccitatore
ali* allegria siasi tramutato da noi in
un Bastone è cosa singolare , ma non
diflicile a intendersi. O egli fu detto
così perchè mentre tulti sono in ballo»
egli solo sta fermo come perno dei
balli medesimi, o fu così chiamato per
quella figura d* imperiosità che Pun
uomo volle mostrare air altro nel ba-
stone di qualsivoglia forma o figura.
Bastona e Bastonà-sù. Bastonare, Àbba-
stonare. Sonar colpi col bastone.
La prima se perdònna , la segonda
se bastònna Modo di dire
col quale ci mostriamo scusatori di
una prima colpa , e negatori di per-
dono a una seconda. Allorché noi
usiamo questo modo di dire a rim-
provero di seconde nozze mal fortu-
nate si potrebbe sostituirgli il dett.
ital. Chi ha o toglie una moglie me-
rita una corona di pazienza ^ chi due^
una di pazzìa,
Baston àa. Bastonato.
El par che m*abbìen bastonaa. Po/o
bastonato. Sono abbaccìdato. Dicesi da
chi si sente spossato o abbattuto dopo
una febbre o alti*o male qualunque.
Vess becch e bastonaa. Aver avtUa
mazze eccetera (Pag. Av, pun. 111 , i5).
Bastonàda. Bastonata, Bacchiata, Batac-
chiata, Randellata,
Dà via bastonad de orb o de lira.
Dare mazzate o bastonate sudice, vec-
chie, strane, di cieco, da ciechi, Tom-*
barare. Zombare. Metculare, Dare co-
me in terra. Spianar le costure. Sonare
a martello. Sonar le campane a dop-
pio. Percuotere a mal modo col ba-
stone. K. anche Lira.
Paga de bastonad. Dar bastoni in
vece di danari. Saldarsi i conti dal
solito maestro di casa,
Yess duu orb che fa ai bastonad*
y, Duu.
Bastonadlnna. Bastonatina, Qualche poe-
ta tose. mod. usa anche Bastonatella.
Bastonàggia. Pastinaca, e con voce ant.
Bàucia — Da alcuni usasi anche per
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BAT ( 8a
Carota. V. Gniff — Ed anch« per Pa-
stinaca o Carota salvatica o Capobian-^
co 9 cioè pel Daucus carota sjrìs^strìs
de* bot. che i contadini brianzuoli chia-
mano Bonzon o Radisetta^ e di cui
mangiano la radice cotta col burro
o in insalata.
Bastonàss. Bastonarsi» Fare alle bastonate.
fiastonin. Bastoncino. Bastoncello.
Bastonìn. T. de^Faleg. Bastoncino? Sp.
di pialla.
Bastonìn. Bastoncello? Specie di dolce.
Bastonscèll. Bastoncello, Bastoncino»
Bastonscellin Picciolo bastoncino.
Bastròzz. Baratto. Barazzo. Permuta,
cambio di cosa con cosa^ però sem-
pre in senso avvilitivo.
Bastrozzà. Barattare. Barazzare,
Bostrozzó. Barattiere. Barattiero.
Bastarlo e Basturlòtt. y. e. br. Scempione.
y. Badéc.
Batàcc , ecc. V. Battàgg , ecc.
Batàr Sp. di carrozza che nel Voc.
parm. è tradotta Carrozza bastarda?
Batàrd. s. f. T. de' Callig Sp. di
carattere cosi detto dal fr. Bdtarde.
È qpuasl quei medesimo che noi chia-
miamo Posato o Formato.
Batarèll. Bandello, Bastoncino. Baston-
cello. Da Bat e Batuo dice il yar. miL
Batarìa, Batèlla, ecc. V. Battarla, Bat-
tèlla, ecc.
Batirdu. V. Batlirón.
Batista. Batista. Nome proprio usato
nelle frasi seguenti:
Ave del Batista e talvolta anche Ave
pussee del Giov.ann che del Batista
. j4ver del baggeo. Esser dolce di sale.
Ave la vista che fa batista. /^. Vista.
Batizia. Agg. di Tìla usato anche a mo-
do 'di sostantivo. Batista. Battista.
Batizzàa, Battistato(* fior,). Agg. di Tela
rklotta a foggia di tela batista.
Batòsta k Carpiccio. E iìg. Rovescio* Si-
nistro — La Batosta dei dÌ7. vale con-
tésa di parole.'
Batostèlia ^ . . . . Lcggier sinisU^o, lieve
Butostinna S disgrazia, sciagurelta.
BtttL Battere. Dare percosse» colpi, pic-
chiate.
A batt i paga compar la stria. V. Strìa.
Andà a batt ci pess. y. Pèss.
Ball a hi larga o Baitela a la larga.
Tenere il largo» Farcii dalla lunga*
) BAT
Batt a la porta, flg. Essere la eanr»
dela al verde. Trovarsi in checches-
sia agli estremi.
Batt a martell. T. d'^Argent. Battere
a mazzetta.
Batt a passdn .... Nelle risa j e si
chiama cosi il trebbiare il riso attac-
cando i cavalli che hanno a trebbiarlo
ad un perno fitto nel centro deir aja
sulla guale è disteso per mezzo di
funi che si allungano e si scorciano
a tenor del bisogno.
Batt cassa .... Cosi dicono gli
opera j quando ricorrono, prima del
tempo in cui v* hanno diritto, al pro-
prietario della bottega per avere una
qualche anticipazione sulla loro paga;
ciò che i Francesi dicono Demander
sa banqite.
Batt de lì. Battere in o tra cltecchessia.
Esser vicinissimo, esservi differenza
insensibile. La batt de li. Ella baite.
Batt el gran su Pera. f. Èra.
Batt el lin. Amagliare. Percuotere
il lino col maglio prima di scotolarlo
per diromperlo.
Batt el nemjs. Batter V inimico.
Batt el pajoeù. Battere il vigliuolo
il pagliuolo — Il ribattere la paglia
già battuta mentre che viene ripresa
scompigli atamen te colla forca ilicesi
Fare la òatterella{* fior.). V. Rebàtt.
Batt el pois , el coeur , ecc. Battere
il polso 9 il cuore ^ ecc.
Batt el sass. F. Sàss.
Batt ci so. Sferzare o Battere il
sole in un luogo.
Batt el tambor. Batter la cassa.
Batt o Batt-faeui*a i pagn. F. Paga.
Batt-foeura. Batterei per es. Batt-
foeura el ferr, el ramm, ecc. Battere
Martellare il ferro , il rame^ ecc.
per ispianarli, assottigliarli, lavorarli.
Batt i bottoa a la turca.K. Boltón.
Batt i brocchett. y. Brocchètta.
Batt i caslegooeur. F. Castegnoeùra.
Batt . i man. Battere o Picchiar le
mani. Applaudire.
Batt i matarazz o la lana. Diveltare,
Batt i or. Battere le ore. Scoccare
le ore. Suonar le ore.
Batt in di fianch. F, fiànch.
Batt la catlolega. F. Cattòlega
Bàltcghela.
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BAT (
Bau la lunna. V. Lftnna.
Batt la pattoja. V. Pattòja.
Bait la retìrada. fig. V. Retìràda.
Batt la strada. BaJtUre la strada o
il cammino. Scorrerli.
Batt raizalin. r, Azzalin.
Batt sodo. r. Sòdo.
Chi no po^batt el cavali hatt la
sella, r. Cavali.
La batt de li. Ella batte. V. dietro.
Bàtt. Insistere. Seguita a h^iU Insistere.
Durare. Persei^erare. Non si ristar di
JarCj dire 9 ecc. Bitoccare alcuno. Ser-
rare il basto addosso a uno. E batt
che te batt. Tocca e ritocca.
A forza de batt se otten. Lo irn^
j ronto vince V avaro.
Bàtt . Battere (Fag., Gr. Diz. inil., Diz. ari.).
Percuotere colle artiglierie le mura
d i forti per mandarle in rovina, farvi
e itro breccia, ecc. — Battere a dirit-
ti ra^ a piombo 9 di riflesso^ di come--
tita^ di costiera , di ficco , di fronte ,
t? infilata 9 di rimbalzo ^ di sc/iiancìo ;
n breccia 9 in croce ^ in rovina y ecc.
tutte varie maniere di battere delle
quali vengasi il Diz. art.
Batt ef castell. Battere la fortezza.
'ÀiU Abbattere. Fincere, Sconfiggere. Sit»
perure. Si usa parlando di giuoco,
di battaglia, di contesa, ecc.
Bàtt. T. de'^Cappel. Accordellare. Cor-
deUare. Battere all' arco o a corda.
Battere e sfioccare il pelo da far cap-
pelli, il che fassi coll^arco(ar5(^n).
Bàlt. T. di Stamp Il tignere
che fa uno dei due lavoranti al tor-
chio le forme di stampa coi mazzi
pregni d** inchiostro onde distribuirlo
pari pari sulle lettere. Non sarebbe
forse mal detlo Inchiostrare la forma,
I Francesi hanno Touclier. In Toscana
i più diceano pure Battere e Battitore,
Oggidì quasi tutti usano in luogo dei
mazzi i cilindri o rulli di melassa;
e perciò alla voce Batt è quasi che
sostituita quella di Boia. V.
Bàtta, s. f. Coreggiato. y. Vérga.
Batta. V. cont. br. Battere le biade.
Battàda. v. e Colpo di coreggiato.
Baltàgg. V. br. Mazza sorda. La spiga
della tifa palustre. F. Gosée.
Battàgg. Battaglio. Batocchio. Il suo bat-
tente diccsi Pera o Materosza»
83 ) BAT
Battàgg. Batacchio? Bacchio? Grosso •
corto bastone che mettesi al collo delle
bestie bovine viziate perchè levan-
dosi in ardenza sbatacchiate da quello
s^acchetino.
Baltàgg. met. Sabbione, F. Badée. -
Battaggià. Scampanare,
Battàja. Battaglia. Mischia — Anche noi
diciamo Battaglia nella frase \esz el
so cavali de battaglia. F. in Cavali.
Fa battaja. Battagliare. Combattere*
Far battaglia o mischia o battagliata.
Battajòn. Battaglione.
A battajòn. fig. Afusone. In chiocca.
Si dice per denotare gran quantità
parlandosi di esseri animati.
Battarèll. Bandelle , F. Boridór(de rocol).
Bai tarla. Batteria, Due o più pezzi d^ar-
tiglieria riuniti sotto un comandante.
Vi sono Batterie di cannoni ^ d'obiszi^
di morta j^ di bombe ^ di petrieri. Bat-
terie a o in barba o barbetta , a con"
nonierct a cavaliere ^ a ridosso ^ a scor»
gliom^ Batterie d^ assedio ^ da breccia^
da campagna , di battaglia , di costa ,
d' infilata 9 di montagna ^ di piazza ^ di
posizione 9 di rimbalzo ^ di briccola ^ e
Batterie galleggianti , interrate , piane ,
volanti , ec» , di cui veggasi il Diz. artig.
Muda battana, fig Cangiar
modi o parole per ottenere quello che
non ci ri usci colle parole o coi mezzi
usati prima. Il fr. Clumger de batterie,
Pettà lì tutta la battana, fig
Schierare attrezzi o utensili, o Mettere
in mostra quantità di robe, merci^ ecc.
Battaria. Batteria. Il luogo in cui sono
disposte le artiglierie in atto di battere»
Battaria. T. de^Foch. Gazzarra.
Battaria. T. degli Orolog. Sonerìa,
Battaria de cusinna. Stoviglie. Stovigli.
Attrezzi di cucina. Quei che i Latini
dicevano Fasa coguinaria. Anche i Fr.
dicono Batterie de cuisine. Stoviglie si
possono dire anche i vasi non di terra.
Bàttaro. . < . In Busto chiamano così quella
tavola su cui sfioccano la bambagia.
Bàtteghela (cìie anche dicesi Batt la catto-
lega). Pregare d'amore. La nostra frase
è tnviale; Titaliana sostenuta e nobile.
Baitela. Essere su per gli usci a accattare^
(Fag. Gen. cor. I, la). F. anche in
Cattòlega — Frecciare. Richiedere uno
di danaro in prcsUto.
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BAT (84
Battèlla. Battello, Sul lago di Como è
detta cosi una £p. di barca lunga,
stretta e senza cerchj , della quale
fanno uso soltanto per viaggi lesti e
per le cosi dette regatte.
Batlclmàtt. s. m. ... Formaggio vaccino
pochissimo insalato, che trae il nome
dairalpe di Betalmal nella Val Formaua
in Isvizzera, dove si fabbrica. Ad imi-
tazione di questo Battelmatt sono fatti
anche i caci dolci della Valtellina.
Batténda. v. cont. e spec. br. Battitura,
L"* epoca, il tempo in cui si battono
le biade — A la batténda. Sotto la
vetta. Alla battitura. Per la battitura.
Battént per Baltùda. K
Batlént. F. Ónza d^ acqua.
Bàtter. Foce usata nella frase In d^on
batter d-oeucc. In un batter d* occhio.
In un subito. In un attimo. In un
bacchio baleno. In un succio. Detto
fatto. A un punto preso. Mantenente,
Bàttes. Battersi, Duellare.
Battésem. Battesimo e poet. Battesmo,
Fa on battésem. Dare il battesimo,
'Ve vera come Ve vera che gh^hoo
el battésem adoss. f^. Véra.
Tegni a battésem. Tenere a battesi"
mo. Levare dal sagro fonte,
Bàttesscla. Battersela, Córsela, Irsene,
Battere il taccone o la caicosa. Par-
tirsi in fretta.
Battezza. Battezzare — y, anche Acqua.
Battezza el vin Vale inac-
quarlo. 11 Pananti usò in questo si-
gnificato fino battezzato 9 e un poeta
' pisano disse degli osti che sono il
' pino a battezzare usati. Anche Mon-
taigne ne'^suoi Viaggi (tom. 1, p. 5a),
usa Baptiser in questo senso.
Battezza i campann Bene-
dire le campane , cioè consagrarle al
culto divino colle cerimonie e pre-
- ghiere d^uso.
Battezza per mincion. Canonizzare
per scimunito.
Battezza sott a condizion
Battezzare esprimendo che si dà il
battesimo a condizione che non sia
già stato conferito.
Battezza vun. scherz. Battezzare, Far ca-
valiere bagnato, Bngnare alcuno, 'but-
targli acqua addosso, e specialmente
iu capo.
) BAT
Battezzàa. Battezzato*
Bon battezzàa. Cristianone,Bonaccio.
Cest un bon baptisé dicono i Fr.
Vess battezzàa con T acqua di spi-
nasc o di bojocch. V, Acqua.
Battibùj. Tafferuglio, Tafferugia, Bolli-
bolli, Baglio,
Batlicópp. ger. Piccione, V. Puvión.
Battiddr. T. di St Cosi dicesi,
a distinzione di quello che tira la
mazza , quelP altro lavorante al tor-
chio, la cui incumbenza è d^ inchio-
strare la forma, e che i Tedeschi
chiamano Comut, Il Voc. ven., forse
appoggiato ali^ uso fiorentino , lo dice
Battitore. F, Bàli.
Battidór. T. di Fin. Stradiere, Colui che
ferma le robe per le quali dee pagarsi
la gabella.
Battidór de balón. Datore, Colui che
manda il pallone agli avversar).
Baltifoeùj Forse ani. i battista-
gno in foglie, e per estens. Battiloro.
Battilòr. Battiloro.
Battimàn Plauso fatto battendo
palma a palma.
Battin. T. di Caccia. È lo stesso che
Cascin. F.
Baltirceù. Battitore, Campanella. Martello.
Ferro, foggiato in diversi modi , che
serve per bussare alla porta.
Ogni porta gh^ha el so battiroeu.
iig. Ogni casa ha cesso e fogna. Ognuno
ha il suo impiccato all'uscio. Non è
famiglia senza guaj o senza tristi.
Battiroeu. T. di St. Battitoja. Alcuni lo
dicono anche Sbattitoja, Legno qua-
dro e spianalo con cuj si pareggia
la forma prima di stampare.
Dà-sù el battiroeu su ona forma.
Pareggiare una forma colla battitoja,
Battiroeu (o Balli roeùl). Magliuolo? Sp. di
mazzuolo di legno col quale si dirom-
pono il lino, la canapa e simili. È più
piccolo del maglio (ile la mazza. V.),
Battiroeu. T. dUgric Cosi chia-
masi quel bastone che in cima ha un
pezzo di tavola, e con cui si spiana
la terra artatamente sovrapposta a
qualche terreno.
Battiroeu. .... Battitoja di legno colla
quale i pizzicagnoli o lardajuoli che si
dicano pestano le costole delle schiene
{mezs^enn) di lai*do per ispianarle e
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BAU ( 85
renderle più appariscenti per spiando
le sono schierate a mostra nelle loro
botteghe.
Battiroeù. Pestone. Così chiamasi quel ba-
stone con C4ii si dibatte il latte nella
zangolaC/yenag-gia) per fare il burro.
Battirceù per Tirànt de resega. V.
Battiroeù. iS!te/^(*tosc. Dix. artig.). Ruota
dentata di legno commessa alleasse
del burattello d'un frullone la quale
nel farlo aggirare romoreggia.
Battiroeùl. F* Battiroeù (mag/iuo/o).
BattircBÙla, che anche dicesi Spiàttola.
T. di Cuc. • . . Specie di paletta di
lerro, massiccia e pesante ^ colla quale
si spiana, assottiglia e infrollisce quella
carne di cui si voglion fare polpette.
Baltiroeùla. T. de^Tint Sp. di
baltitoja di legno colla quale i tintori
battono le robe tinte per lavarle o
quelle da tignere per predisporlo alla
tintura, facendone uscire la polvere
e il sudiciume.
Battirón(d'*acqua). Rovesda. jicguoMione.
Pioggia grande.
Battislòccb Nome di uno sciocco
vissuto attempi andati che si trasporta
a denotare un ignorante qualunque.
Pascibietola. Babbeo, F, Badée.
Batlistràa. Battistrada.
Batto Sp. di mazieranga da orti.
Batto .... In Busto è il nome che si
dà all' accotonatore della bambagia.
Ivi con egnal nome chiamano quello
che noi diciamo Battìn o Cascìn. P',
Batlòcc. Battaglio, Batocchio»
Baltòja dicono alcuni per Vérga. F»
Battùda. T. dell'arti. Battente. Quella par-
ie deir imposta che batte nello stipite,
come anche Quella parte dello stipite o
della soglia che è battuta dalP imposta.
Battùda. T. del G. della Palla. Mandata.
Batlùda. Jd. di Strada. P^.
Battudlnna. BatttdeUa. Dim. di Battuta.
Battùu. Battuto.
Battuu del so. Soleggiato, assolato.
Assolinolo,
Tegnl battuu. Insistere. Incalzare,
Baulètt. Dim. di Baùli. F. — Talora vale
per Stipetto o Cofanetto da gioje.
Baulettui. Dim, di Baulètt. V.
Baùli. Baiale. Forziere o cofano, spesso
ferrato, che serve per trasportar le
robe de^ viaggilitori stille carrozze.
) BAV
Manett Maniglie ^l*à»^T* Cantonate
«e Betegn. Fermi.
Andà in d^on bauli e toma in d^ona
cassa o in d' ona valis, fig. V. Valìs*
Baùli, gergo. Tafanario, V» Cùu.
Bauscént* Scombavato, Imbai^ato. Bavoso.
Baùsria. Bava. Noi però chiamiamo Biià»
scia la sola bava umana la quale no«
miniamo Bava unicamente allorché si
riferisce a sintomo di stizza e di rab-
bia ; quella delle bestie e ogni altra è
detta anche da noi Bava come in ita*
liano. Lo stesso s'intenda perle voci
di respettiva derivazione.
Bauscià. Imbavare. Scombavare.
Bauscinna ( e cont Bausciòtt o Bavaroeula).
Bavaglino. Bavàglio. V. Onestinna.
Mett la bauscinna. Imbavagliare «
Toeù-via la bauscinna. Sbattagliare.
Bausción. Bavoso.
Bausciònna. Bavosa.
Bausciòlt dicono in varj luoghi del nostro
contado per quello che in città si dice
Bauscinna e Onestinna. F.
Baùtta. Bautta, Sp. di roccetto di seta
nera e con trine a uso di maschera.
Bava. Bava, bavatura-' F. anche Baùscia.
Bava de la seda. Bava o Sbavatura
de' bozzoli ?
Bava del fìl de la lana. BordigUone?
Bava del lin. Bava del lino?
Bava di gitt. Carico. Bocca. Boccor-
glia. Sbavatura.
Bava di metaj. Bava, Bavetta?
Vegni la bava a la bocca. Fare la
bava. Soffiare o Sbuffare come un toro.
Fremere di cruccio, essere invelenito.
Bàvara {che anche dicesi Bavarésa). Scudo
di Germania. Specie di moneta nota; e
in particolare dicesi di quegli scudi
di convenzione che hanno improntato
lo stemma del regno di Baviera.
Bavarés. s. f. pi. T. de'Sar t. Mostreggiature.
Bavarésa. T. d'Acquaced Sorta
di bevanda eh' è fior di latte con giu-
lebbe per lei più riscaldato. Anche i
Francesi dicono Une bavaroise au lait^
e Grand d'Aussy {neW^L Histoire de la
vie privée de Francois i.', tom. Ili,
p. ii8) dice che fu cosi nominata
perchè i Principi Reali di Baviera,
trovatisi a Parigt ne' primi anni del
secolo i8.% desiderarono una bevan-
da cosi fatta. In Toscana chiamano
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BAZ ( 86
Bavarese quella che noi diciamo Bar-
' hajàda, V*
BaYarésa. V. Bàvara.
Bavarin ..... Bavero picciolo.
Bavarinètl Picciolissimo bavero.
Bayaroeùla. Bavaglio. V, Bauscinna.
Bavarón .... Gran bavero.
Bavèlla. Bavella. Borra di seta,
Bàver. Bàvero, Collare di mantello, abi-
to, ecc. che scenda più o meno sul
petto e sulle schiene:
Bavds. Ad, di Lin, ec. . . Malfilato, peloso.
Bavósa, gergo. Seta,
Bazàr, s. m Voce orientale, si-
gnificante mercato, fattasi volgare tra
noi da che i nobili Luigi, Vitaliano,
Pietro e Gio. Batt. Decristoforis con
generoso ardimento e più che priva-
ta splendidezza abbellirono Milano di
quella vaghissima Galleria che porta
il loro nome. È una nuova specie di
Via coperta a vetrìate che diresti
Merceria se non fosse la magnificenza
d^ogni sua parte che ti fa scrupolo di
così specificarla , e t^ obbliga senz^av-
vedertene a dirla Galleria ^ nome che
va assumendo anche tra^l volgo.
Bazza. Bazza, Buona detta. Buona sorte.
Avegh ona gran bazza. Avere tre
pani per coppia.
God la bazza. Godere buon tempo.
Lavorare poco o nulla — Godere il
papato. Stare in barba di micio o di
gatta. Stare a o in panciolle o a piò
pari. Star paffuto. Slare con tutti i
suoi agi e ,in delizie.
Gh^è minga sta bazza. Non v'è sfoggi,
Bàzzega. Bàzzica, Giuoco notissimo.
Comod. Matta t=. Gelee. Giulèt^Ge-
leron. Giuleones= Tre coss. Cricca 9 e in
volg. fior. Bazzicotto o Bazzicone =
L'*aver in mano selle carie andanti
dalPuno al sette è detto in volg. fior.
Jver pantraccolone.
Bazzega gelerada. Bazzica gigliata,
(*fior.). Bazzica con giulè.
Bàzzega! .... Interiezione colla quale
ci rivolgiamo a chi d** improvviso esce
fuora con qualche rutto, come per
rimproverarlo copertamente della sua
inciviltà.
Bazzcghìn .... Dim, e sfezz.di Bàzzega. F.
Bazzìla. Bacile, Guantiera. Bacino.
Bazzilèlla. Bacinella? Dim. di Bacino.
) BEA
Bazzilin. Bacinella? Dim. di Bacino.
Bazzilón. Tegglda. Arnese di rame di
superficie convessa, sostenuto da piedi
di ferro, sopra di cui, postovi sotto il
fuoco, si distendono i collari e simili.
Bazzòffi. Grasso bracato, Basoffione,
Bazzòffia. Basoffia. Basina. Minestra gros-
solana.
Bàzzol in qualche parte del contado per
Bàsgier. r.
Andà giò di bazzol.Xo stesso die An-
dà foeura de la grazia de Dio. f^. Dio.
Bazzolón. Minesirajo? Cosichiamasi nel
Basso Milanese quel contadino che
prepara anche il mangiare pei com-
pagni. In certo modo equivale' al
Banciere de^ soldati. Forse dal latino
Bajulo, perchè d^ ordinario egli stesso
-porisiibajulat) il cibo ai compagni.
Bazzòlt. Bazzotto, Fra duro e tenero,
fra solido e liquido.
Be. Bi. La seconda lettera deir alfabeto.
Bè (che ancìie dicesi Bèbèe). AgneHo.
Pècora^ e con v. a. Bèrbice. Noi dicia-
mo Bè parlando deìVOvislAn.j e di-
ciamo Agnell met., e quindi Mansueti
come on agnell chi non ha fiele , chi
è di natura dolcissima.
Andà adree o Vegni adree come
on bè. f^enir dietro come un cagno-
/iiio( Tancia IV, i) o come un canino
(Fag. Mar. alla moda II, a). Seguire
altrui pianamente, non ricalcitrare.
Fa on bè. met. Mettere a leggere.
Mandar a/ zio (I Fior, chiamano sch.
Zio Puffiziale del presto). Impegnare,
mettere in pegno checchessia; quel
che i Venez. direbbero Faron moscon.
Bè bè. Jl bebù(iienz. Rime). Voce imi*
tante il belato delle pecore.
Beat. s. m. Bigotto. Baccftettone, Collotor-
to. Santinjizza, Baciapile. Baciapolvere.
Graffiasanti. Stropiccione, Picchiapetto*
Torcicollo. Ipocrito, Coronciajo. Schio^
dacristi. Pinzochere. Beghino, Pappai
lardo. Bizzoco. Gabbadeo, Gabbaddeo.
Gabbasanti. Bighino. Bighiotto. I Tose,
dicono anche volg. J)on Pilone e Don
Pilogio. Il falso devoto che i Francesi
pure dicono Beat. Il Fagiuoli(Rime
IV, 55 1 ) usa anche Beato in pari sig.
Beata, s. f. Bacchettona. Santessa. Spi-
golistra. Bizzoco. Bizzocca. Beghina.
Pinzochera. PizzoclUra, Bizzooherm,
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BEO ( 87
GraffUuanfL Bigotta, In questo senso
i Francesi dicono une Beate ^ e gli
Spagnuoli una Beata,
Beata (ed anche Beatoizà e Beatoccà).
Spatemostrare, Scoronciare, Grattare
i piedi alle dipinture. Aver dato in
bacchettone o in baccliettonaC tose).
Beateli e Beatìn. Beghinello, Ipocritino,
Beatinna. Beghinella, Jpocritina.
Beato, ad. Beato,
Beata la faccia, f^. Fàccia.
Beato chi te ved. Tu sii il ben trovato'.
Beato chi ghe n^ ha. Chi è in tenuta
Dio P ajuta*
Vitta beata. P^ta sbracata o conso-
lata^ cioè senza brighe, senza pensieri.
Beato porch. K. Pòrch.
Beatòcca. Beghina, F, Beata.
Beatoccà. Lo stesso che Beata. K
Beatòcch. Beghino. V, Beat.
Beatón. Pinzocherone, Stropicciane,
Beatònna. Pinzocherona, Bacchettona,
Beatoszà. Lo stesso che Beata, f,
Bebèll. V. infantile. Ninnolo, f, Belée.
Bécca. Bàtolo, Sp. di mantellino per lo
più nero, e talora anche pagonazzo ,
foderalo di verde, che portano sulle
spalle e sopra la cotta i piovani o
curali. In Roma è detto Cornetto —
La Becca dei diz. vale una cei*ta spe-
cie di bandoliera.
Becca. Beccare; e met. Ciuffare, Beccare,
Becca, fig. Dar su di becco a checches'
sia((lwo Apol. 174)9 cioè censurare.
Beccàa. Sbezzicato, Beccato,
Beccaa di varoeul. K Carpògn.
Beccàda. Beccata, Imbeccata, Colpo di
becco.
Beccadinna. BeccaUna, Beccatella,
Beccadòra. Beccatojo,
Beccadùra. Beccala, .
Beccafìgh. Beccafico, Uccello nòto che è
la Motacdla ficedula degli ornit. —
Noi però sotto questo nome confon-
diamo uccelli che appartengono anche
a tutt^ altre famiglie.
Beccafighìn .... Tic^iol beccafico.
Beccaria. Macello, Beccherìa»
De beccaria. Macellesco,
No vanza mai carna in beccaria. fig.
F', Vania.
Beccaria, fig. Beccherìa. Macello, Strage.
¥l\ beccaria. iig. Far carne. Am-
malare t far uccisione*.
) .BEG
Beccarla. Scannatojo, AmnuuMatojo, Qu^
luogo dove i becca] , i pizzicagnoli e
simili ammazzano buoi, porci, ecc.
Nel parlar comune noi chiamiamo
Beccaria e la bottega ove si vende
la carne macellata e la stanza ove si
macella; ma i bottega) di siffatta specie
fanno distinzione tra luogo e luogo,
e chiamano Bottega la prima ^ e BeC"
carìa la seconda. Alcuni becca] hanno
la beccaria attigua alla bottega, altri
no; e que^pizzicagnoli che non hanno
beccaria sogliono fare pochi guadagni.
A la beccaria ghe va pussee vede]
che manz. Piii capretti ed agnelli vanno
in beccaria che pecore e becchi (cosi
il Buoni ne'^Prov. II, 29). E suole
dirsi a consolazione di chi dubita del
viver suo per essere attempalo , e a
rabbia contro chi per essere giovine
si peusa di non aver mai a morire.
L'^Alb. enc. avvisa . come in Toscana
usano dire che Né ito prima V agnel
che la pecora quando il figlio muore
prima de"* genitori.
Beccariàscia. Macellacelo,
Beccàsc. Beccuccio. Gran becco d^uccello.
Beccàzza e Beccazzinna. f^, Galinàzza e
Sgnèppa, ecc.
Bècch. Becco, Il rostro degli uccelli.
Fa el becch a Tocca, fig. Far il becco
all'oca. Dar compimento a checchessia.
Mojà o Bagna ei becch. fig. Immollare
il becco. Tenere o Mettere o Porre il
becco in molle, . Diconsi scherz. per
Bere vino, specialmente alla taverna.
Bécclì. mei. Becco, Bozzo • Quegli cui
la moglie fa fallo. Un poeta pisano usa
spessissime volle Pécoro in questo sig.
Becch coment. Becco agevole ^ scià-
vero 9 indiano 9 zucco, cornuto. Dicesi
di ogni sciaurato il quale per danaro
conceda che la moglie gli faccia fallo*
Becch e baslonaa* T. Bastonàa.
Bècch. iVÌMc//o(cosi TAlb. enc. in Arco),
La punu dell^arco da sonare il vio-
. lino. Il Diz. di mus. la dice Naso,
Bècch de la molla del cadenazzoeu d^ona
saradura. Becco,
Bècch de sciguèlta. Becco di civetta. Lab-
bro dicesi dai Legnaiuoli il canto dei
tavolini smentato a becco di civetta j
e cosi anche la Pialla colla quale» si
leva il canto vivo medesimo.
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BEL (
Secchée. Beccajo. Macellajo. Macellaro,
Colui che macella gli animali bovini
per 1150 di mangiare.
Becchée. met. Beccajo • Vago di sangue,
che fa macello d^ uomini.
Beccherà. Beccaja, La moglie del beccafo.
Beccherinna Giovine beccaja.
Becchignoeù. Beccuccio ?
Be echio. Beccuccio, Dìm. di Becco.
Becchin. /beccuccio. Canaletto adunco on-
d''esce Tacqua de^vasi da stillare o sim.
Becchin. Becclùno. V. Sotterro.
Becch-in--crós. Crociero. Crociere* Sorta
d^uccello che corrisponde al Bec-croisé
dei Fr., ed alla Loxia curvirostra Lia,
É forse anche il Becco di forbice che
FAlb. enc. in Becco ha notato con f^. Ri-
gopsalia, voce che lasciò di registrare.
Beccofotrist. Becco coli' effe. Gran nuH
nello. Cavezza, Forca.
Beccón. Beccone, Acc. di Becco in tutti i
Bedòja. /^. Bidòja. (suoi sig.
Bèggia. s. f. T. de^ Vetraj .... Sp. di
coltello d^'osso col quale si pareggiano
i piombi che incatenano i vetri delle
vetriate. Farmi che sia il Lustroir dei
Fr., e forse non sarebbe impropria-
mente detto Liscino,
Begbinaria. Baccìiettonerìa. Bacchettoni-
smo. Santocchierìa,
Beghinna. f^. Beata.
Beh ! Poh ! Interiezione esprimente nau-
sea , disgusto 9 disprezzo.
Bej-dònn. Belle danne, Begliòmini bian"
chi (Tsirg, Diz. hot.). Pianta e fiore
noto che è la Impatiens balsamina
flore albo de^ botanici.
Bej-òmen. Begliòmini, Begli uom/m(Targ.
• id.). Fiore del balsamine o sia della
Impatiens balsamina de^bot. Ve ne sono
di rossi, porporini, screziati, doppj, ec.
Belatrar ij . Chiappolerìe, Balocchi, f^, Belée.
Belée. Nìnnolo. Balocco. Ciancia. Don-
dolo. Crepunde. Il Ialino bellaria^ da
cui il Fer. vorrebbe derivato il belee
milanese, signiGcava confetti, pasticci
e simili o anche vini dolci. Il P^ar.
mil. poi trae Belée da ^)]Xo;( astro),
facendo diventar gli astri tanti belee !!
Belce de stagn. Stagnini (così il
Caro nelPApol. a pag. 5'i).
Belegòtt (e cont. Bescoeùcc). Anseri, Feo-
clUoni. Castagne bislessate col guscio
e mezze secche. Il Fontana, allo parola
88 ) BEL
Vèechiom del suo Diz. ec. rust. , dice
che sono chiamate Belegòtt perchè fra
noi i venditori le gridano cosi, quasi
volessero dire marroni begli e cotti.
Acqua de belegòtt. K Acqua.
Beleràtt Venditore di balocchi
o ninnoli pei fanciulli.
Beierin. dancetta, Gancerella, Cianca
rulla. Gancolina. Bazzècola,
Belerinèll. Ninnoletio.
Beliètt. Biglietto. WigUeito, Letterino,
Beliètt. Polizza, Cedola — Beliett de riffa.
Beneficiata. Beliett d^ingress al teater.
y. Bollettìn.
Beliettin. Figliettino,
Beliettin. Polizzino. Bollettino,
Belln. V. a. Bambino,
Belitàa (Gros. Visc). Abilità,
Belitàa. Temerità, Ardire, Imprudenza,
Per cs. L* ha avuu la belitaa de diin-
mei in faccia. Fu temerario a segno
di dirmelo sul viso,
Belittràu o Belitlrón. Baggeo, Babbione,
V, Badée. I Fr. hanno in questo senso
Belitre. Dal lat. Balatrones dice il Far,
Bèli. ad. Bello. Aggettivo che si usa anclte
da noi a quel modo che il jFVigtifo/i(Rime
IV^ ao6 e 20 j) dice usarsi in Toscana:
m L* epiteto di Bello e spetto nnito
» A aua cota non buona e di ri£uto>
» E di taluno dir* io ho loatito,
■t Poh! colai egli • pure il boi minchiono,
« Il bello tciocco, il bello tcimonito.
» Sicché quel Bello
» ....al bene o al mal ch'ei reuga aggiunto,
» O mette in ttima o mette iu deriiioue. •
E perciò il Porta fece dire :
9 Che beli cojon! tont minga on tcoldalett.»
A la bella mej. Alla meglio. Meno ma-
le che un possa; come meglio un possa.
Andà-sù bella. Andar di rondone.
La te va-sù bella eh^. La ti va di
rondone eh?
Andà via sul pù beli. Partirsi in
sul far del nodo al filo ^ cioè nel me-
glio della cosa«
Avegh el so beli de ia. Aver che
fare pia che a un pajo di nozze. Aver
molto da fare.
Balla beli. K Balla.
Bej donn e Bej omen. K Bej-dònn
e Bcj-òmen.
Bell in fassoeura, bruti iu carni*
soeura. */^. Fassceùra.
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BEL ( 89
Bella come el sol o come ona stella.
Un occhio di sole. Una beltà. Una
Venere* Una beltà che rapisce.
Gala in sul pù beli. Cadere il pre-
sente in suir uscio. Cader la grandine
solfare la ricolta. Precipitare o sviare
un affare appunto in sulla fine*
Canta beli. F, Canta.
Cbi bella vceur pari gran dolor
boeugna soffri. V, Dolor.
Cossa gh^ét de beli lì? di henis?
Che hai tu costì? confetti? Gh''hoo di
bej benis,o Si» di be) benis! hin sassitt.
Oh io ho i confetti belli! sono pietmzze,
Cossa gh'è de beli? Che e' è di
nuovo? Che novità abbiamo?
Cossa gh^è de beli) cbe vedi a
corr tutta la gent? Che c'è di bello 9
eh* io %^do tanto popolo ?(*iosc,),
Descorr a eoo pù beli, f, Cóo.
De venta beli. Abbellire, Jbbellare,
Jìimbellire. Usati neutralmente.
Dinn de bej. ironie. Dir di belle
coje(Caro Apol. p. i54).
Dove sii inyiaa de beli ? o Dove
andee de beli ? Dove sete voi inviato ?
(Lasca Sibilla III, 6).
£1 beli di de Natal , e sintili, A Na-
tale per appunto, Jn sul beli mezzdi.
Di bel mezzo giorno,
£1 beli tra..// bello. Il destro. Vale
la congiuntura, T occasione.
El se cred beli. È un bel cesto. Si
dice per beffa a chi si reputa un Adone.
Fa beli. Abbellare, Abbellire, Aab-
bellire, Rimbellire, Imbellire,
Fa bella lettera. K Lèttera.
Fa beli lu a parla. Egli pub parlare
a sicurtà perchè ec.(Cavalca Spec. Croc.
1 5); e così Fa beli lu a di 9 a fa , ec. Egli
può dire ^ fare , ec. a sicurtà perchè, . ,
Fa beli vede. Esser appariscente.
Far bella mostra o bella vista.
Fa de beli. r. piti sotto Tegni beli.
Fa de beli a vuna. Vagheggiare,
Amoreggiare. Corteggiare,
Fa el beli. Fare il bello ^ il vezzoso ,
il galante. Vagheggiare, Brandirsi.
Pavoneggiarsi.
Fa la bella con tucc. Essere una ci-
vetta j Un* accattamorija pila fieli* acqua.
Falla bella. Farla di quarta. Per es.
£I ghe Tha fada bella. Gliela fece di
quarta^ cioè gli fece cosa da scottargli.
Voi, I.
) BEL
Fann de bej o Fann vuna bella.
Fame di quelle coli' ulivo. Fame di
marchiane o solenni o sonore.
Fass beli. Farsi onore, £l voeur fass
beli de quell che no ghe partocca. Vuol
farsi onore di cosa die non glipertiene,
Fass bella. Azzimarsi, Rinfronzirsi.
Allindirsi, Rassettarsi, Farsi bella. Zi-
sciarsi. Strebbiarsi.
I bej gii* han la dotta con lor. Chi
è bella non è del tatto poverella{Fag.
Av. pun, li, io).
La sarav bella! Di certo! Ci s* in^
tende ! Ben s* intende ! Gli è dovere !
Non v'ha dubbio! Debb'essere così.
V è bella del me Tógn quand eh' el
se insogna. V, Insognàss.
L'è beli e faa , L^è beli e ditt. Tienlo
fatto. Sia per già detto. Detto fatto.
V è el so beli .... Gli è quel che
ci volea; questo per appunto ci volea.
L''c li bella. Lo stesso die Ve aj-
bella, r. Ajbèlla.
L"* ha beli dill o fall o sim, , e el va a
dill o a fall no. Avea pure il destro o
campo o modo a dirlo , o farlo , ec, e
noltlisse, ec. Potea pur farlo e noi fece.
No è beli Fiorenza , ma è beli Pia-
senza, fìg. Non è bel quel eh* è bello ^
ma quel che piace.
Oh bella! O questa sì ch^è bella
(Caro Apol. p. 2 1 7). Buon per mia fé.
Oh che bella belgi ra! V. Bólgu*a.
l^assà de beli. Lo stesso che Andauii
foeura per la bella. V, Bèlla (5." sig.).
Perchè te see beli, ffai tu l'osso nel
bellico ? Ribobolo cbe si usa beffando
altrui, nel ricusar di accordare una
domanda , dando ad intendere a quel
tale ch'*egli non merita la cosa chiesta.
Perd el so beli. Sfiorire {neut,).
Pienlà in sul pù beli. Partirsi in
solfar del nodo al fio.
Questa eh'' è bella! Curiosa davvero!
Buon per mia fé ! V, sopra Oh bella.
Se r è mai beli 1 V. in Se.
Tegni beli {che anche dicesi Fa bel-
lin heììin). Accarezzare, Confettare uno.
Lisciare, Piaggiare, Andare alle belle
o ai versi, Abbellare, Andar colle belle.
Fare il bello bellino. Far billi billi.
Compiacere uno per proprio interesse
o per giovamento che se ne speri.
Tira belL Rabbellire,
12
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BEL (
Tiragh beli. ÀpprossimarsL Andar
presso — ' Quasi che apparsi — Aspirare,
Vegnl via beli. Andar eolle belle,
Vorcss fa beli. Voler Jarsi onore
di checchessia.
Bèli. s. m. per Bèllo. V.
Bèlla, s. f. Ganza, Amante. Manza. Brac
ciata(Lor, de Med.).
Bella, s. f. Imposto. Compito, Quel do-
vere che gli scolari portano al maestro
scritto al pulito.
Fa in bella . . . Scrivere al pulito.
Bèlla. 5. f. /)flma?(*tosc.). Fa la bella.
Far la dama? cioè a dire fare P ulti-
ma partita in un giuoco.
Andann foeura per la bella. Passar
per bardotto. Passarsela liscia. Non
patir danno, scapito o spesa.
Mena per la beila* V. Mena.
BellbèJl e A bellbèll. Bel bello. Pian piano.
Beli-beli in; e iterativamente Bellbellin
Bellbellìn. Pian pianino,
Bcllèti. Belletto.
Bellézza. Bellezza. Beltà.
Bev i bellezz de vun. . . . Bere Pab-
be vera liccio altrui « cioè quel cenleliino
che altri lascia nei proprio bicchiero.
Ona gran bellezza. Una beltà che
rapisce 9 cìie^ innamora. Un occldo di
sole. Una Venere,
Bellézza. (Quantità, Injìnità, Anche i diz.
registrano la frase Fare del ben bel'
letta per fare assai.
Bellezzìnna. . • . • Dim. di Bellezza in
sig. di Beltà, di Donna bella, a cui i
dizion» ttal. non hanno corrispondente.
Bellìn. Belloccio. Fa bellin beÌJin. Fare
il bello bellino(*io5c. i Fagiuoli nel
TYaditor fedele 9 se. 5). F, in Bèli.
« Quaiic ch« Te f«n tal volt bcliin beilin ,
w.Hin i pu traditor «ppos ai spali.» (Bai. Rim.).
Bèllo. // G<kz5to(Cecchi Assiuolo IV, io).
Ganzo» Amante, Drudo, Vagheggino.
Beiloeii. Bellina,
Bèllora. Dònnola, Mastella, Animaletto
noto, chiamalo Beletie anche da^Fr. e
pormi Bèllora dai Lucchesi. È la Mu"
• stéla vulgaris Lin. .
Beir umor. Bellumore. Beli* umore. Dicesi
d' uomo o fantastico o che voglia far
- r ardito e sopraffare, o ricalcitrare.
Per es. Con mi gh^ è minga de fa el
beir umor. Anderai un po' a rilente
nel fare il bell'umore con me.
90) BEN
Beltràmm. V, Baltràmm.
Bemòil. Bimmolle, Accidente musicale.
Ben. s. m. Bene -Benone. Benaccione acc.
In tuttcoss gh* è el so ben e el so
maa. V, Màa.
No savè che ben fk, Non sapere
che si risolvere. Non sapere a quale
partito appigliarsi. Stare infra due.
Tutt coss a fin de ben. A fine di
meglio ogni co5a(Cecchi Assiuolo V, 2).
Ben. 8, m. Bene. Amato, Gar el me ben.
Mio caro. Ben mio. Cuor mio. Amor mio.
Ben» s. m. Bene. Amore, Affezione.
Se voeurem pur anch ben nun. V.
in Trova.
Vorè ben a vun. Voler bene ad alcu"
no — E iron. Volere altrui quel bene che
vuole il cane alle cipolle. Essere amico
ad alcuno come il cane del bastone.
Vorè on ben a Tanema o on ben
matt o on ben de no dì. Voler bene
fino all'anima — Mi vuoi tu bene ? ...
Cento sacca e tutte senza fondo{JP^g.
Av, pun, I, 5).
Ben. s. m. Devozione, Prece, Suffragio^
e in volgare toscano Bene.
I Di del ben per i mort. Recitare il
ben pei morti^ disse un poeta pisano.
Fu del ben. Far del bene , cioè far
devozione in chiesa (Fag. Cav.par. I, {).
Fagh di del ben .... Far suflìra-
gare alcun defunto.
Fa el so ben. Far le sue devozioni.
Lassa che ne disen del ben. Lasciar
per l' anima {^ov, ant.). (ciò,
Bén.s. m. Bene, Utile, Giovamento, Benefit'
A fk ben a comun se fa ben a
nissun. V, Comùn.
A fa ben a vilan se troeuva cagaa
in man. V, Vilàn.
Besogna f^ del ben perchè Ve ben,
minga per speccià ben. Bisogna fare
i benefizj per farli , e non per cavarne
frutto (Varchi traducendo il Non frur^
ctum beneficiorum sequi f sed ipsa di
Seneca De benef, 1, i in fine).
£1 dis Arislòtel : se te poBu ave del
ben, tòlteL F, Arislòtel.
Fa a fin de ben. Fare per bene.
Fare con buon fine o a fine di meglio.
Fa ben al stomegh, ai gbucc, e
simili. Far buono allo stomaco^ agli
occhia ecc. Essere benfacente, profit-
tevole allo stomaco, agli occhi, ecc«
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BEN (
Fa minga ben lor, e vorè minga
lassa ia ben ai alter. Fare come il can
deW ortolano che non mangia la lai"
tuga e non la lascia mangiare altrui.
La grassa Tha mai ben fin che la
magra no la ven. y. Grassa.
Lassa minga ave ben. Non lasciar
ben avere» Crficciare, Nojare, Perse-
guitare. Infastidire»
Podè fa nient de ben Non
poter fare cosa che vaglia.
Vessegh minga de ia ben. Non es^
sere terreno da porci vigna — Non
essere (ale da fame capitale.
Ben. s. m* Roba, Quantità di averi.
Avegh del ben di Dio. Avere macca ,
abbondanza f copia ^ magona.
Ben. ayy. Bene. jÉppunto. Acconciamen-
te. A maraviglia.
A andà ben ben. A dir buono buono
(Fag. Non bisog. in am. cor. I9 io).
A fk nient se sta ben. La poca
fatica è sana,
Andà ben. Andare di rondone^ V, Dio.
Ben ben. Bembè. Bene bene.
Ben faa. Benfatto, r. Fàa.
Ben on corno, f^* Còrno.
Ch^cl staga ben finna a mezzdi,
finna a sta sira. Frase cont. br. • . .
A rivederci a mezzodì; A rivederci
stanotte. È come dire Addio fino a
mezzodì» cioè Dio vi salvi e faccia
che io vi rivegga sano a mezzodì.
Chi sta ben no se moeu va. F. Mceùves.
Fa beli fass vorè ben con quell di
olter. Della pelle altrui si fanno le
corregge larghe.
Qiiand o Quell che d^ amor no ven
balla no se pò ben. y* Balla.
Se vorìi insci ben con ben 9 se de
no amen. Se vi piace così 9 così sia;
in se no 9 non se ne faccia altro.
Sta ben a la cera 9 o simili. Adat-
tarsi. Tormw bene.
Sia minga ben. Disdire» Sconvenirsi.
Non istar bene. {buono.
Vorcgh quel che sta ben. dolerci del
Ben. Ebbene. E bè*. Per es. Ghc n'è
cinquanta ? ben deghen cinquanta
para. Sono in cinquanta? ebbene da-
tene loro cinquanta paja.
Benbén. Assai. Molto.
Bène. Foce usata nella frase Bene qui-
dem* y» Quidem.
91 ) BEN
Benedétt. s. m. Benedetto» Nome di pers.
Seguita la regola de san Benedetta
cont i colzon e la socca in su del
lett . • . . Frase che sembra indicar
rilassatezza eccessiva nei regolari , ma
che in realtà s^usa per beffarsi coper*
temente delle persone che affettano
castità, o per negar fede a chi dice
di volersi monacare o serbar celibe.
Benedétt. ad. Benedetto.
V è on benedétt omm . . • Modo di
dire col quale indichiamo onestamente
la ritrosia o la fantasticheria altrui.
Bened}. Benedire. Benedicere — Crociare
è benedir colla croce. Trinciar benedi-
zioni è benedir largamente. Bibenedire
o Soprabbenedire è tornar a benedire.
Andà a fass benedi. fig. Andare alla
banda o in rovina o in chiasso»
Benedi cont el manegh del scovin
o con la scova. K. Scovin e Scóva.
Dann o Toeunn-sù de benedi on
vescov. y. Vèscov.
Fass benedi cont el manegh de la
eros.- y. Crós. (buon'ora^
Manda a fass benedi. Mandare in
Rohb de benedi con T acquasanta.
y. Acquasanta ed anche Peccàa.
Va, cVel Signor te benediga. . •
itfodo d^ accomiatare altrui, usato le
più volte allorché siamo in procinto
di dare in impazienza.
Vatt a fa benedi. E vaitene /à(*fior..
Carena Osserv. 27).
Benedizión. Benedizione.
A camp tcmpestaa no var benedi-
zión. y. Camp.
Dagh la benedizión o la soa santa
benedizión o la benedizión papaia.
Dare la benedica. Rinunziare affatto
a checchessia , o dare checchessia per
perduto; ed anche Lavarsi le mani
di checchessia ; ed anche Far finito
checchessia. Farla finita \ ed anche
Dare una assolve assolvendo generala
(Cecchi Servig. IV, 10).
Benefizi. Benefizio. Beneficio.
Benefizi. T. ecdes. Benefizio — Prebenda,
Benefizi sempliz. metaf.
Impiego di mero lucro e di nessun
incomodo e occupazione pochissima
o nessuna. La metafora è tolta da
que" benefizi ecclesiastici che fisti-
tutore non gravò d^ alcun obbligo.
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BEO (
Benefìzìàda. s. f. ....... I cantanti
ed altre genti di teatro chiamano cosi
quella sera in cui tutto il danaro che
si ritrac dai concorrenti allo spetta-
colo rimane di loro assoluta proprietà.
Benfàa. Benfatto.
Beni. s. m. pi. Averi. Poderi, Tenute.
Possessioni.
Beniamin. Cucco. V. Caroeù.
Benìs. Confetto,
Benis de ^e^, Coriandro t= con dent
ì anes o i anesitt. Anacino ^ con dent
la cannella. Cannellino.
Benis de spos. F". in Spós.
Pretend i benis d'' on asen che faga
spos. f^. Asen.
Vestii de . benis 9 e così Sc&rp de
. benis, Fazzolett de benis, ecc
Così diconsi quegli abiti o quelle robe
. che, data la fidanza delle nozze, s'' in-
dossano dalla fidanzata ne^ di solenni
antecedenti a quello delle nozze mede-
sime, nel quale dappoi ne indossa altri
che diconsi de spos, cioè abiti nuziali.
Benis. Fiori (cosi il Melchiorri nel suo
Diz. bresc. ital. in Colombine^ senza
. però che ne citi la fonte). Quelle gra-
nella del grano turco le quali messe
nel fuoco scoppiano e mandano fuora
per la crepatura la farina bianchiccia.
Benisitt. Confettuzzi. Treggéa.
Benìssem. Benissimo.
On poo per la gesa e on poo per
el santissem se tira là benissem. y.
Gésa.
Benìssem. Bene sta. Bene. Sihhene, Così
sia. Ho inteso. Modo d** approvare il
detto altrui.
Bènna (c/ie ancfie dicono Brénna), y.
cont La rastrelliera della
greppia, ai cancelli della quale si rac-
comanda il fieno, che le bestie ne van-
no via via strappando per cibarsene.
Bennitt. v. cont, per Kidoj. y.
Benón. av. Benone. Arcibene, Benissimo.
Bcnonón. Arcihenissimo.
Benpientàa« y. Pientàa.
Benservii. Benservito. Licenza che si dà
altrui per iscrittura , con attestazione
del buon servigio ricevuto.
Bentivòglio ( La cà del). K. Cà.
Benvorè. Foler bene. Amare.
Béola o Biólla. Bètula. Betulla. Pianta
noia di più specie. In generale però
9a ) BER
coi nomi semplici qui detti intendesi
parlare della Betula albalAn.
Béola. Selce di ^^o/n (paese posto sul
Verbano). Pietra nota.
Beolètta. Marmetta di selce di Béola.
Beolin (che anche dicesi Beolòtt o Al-
baròtt o Arbaròtt o Farinèll) ....
Nomi che si danno neirAlto Milanese
a varie specie di betulla^ come alla
ovata 9 alla pelosa ^ alla nttna^ ecc.
Beolltt. y. Fónsg.
Beolòtt. Lo stesso che Beolin. y.
Bèp bèp .... Voci imitanti il guaito
de* cagnolini.
Bequàder. Biquadro. Bisquadro. Acciden-
te musicale notissimo.
Bèra. v. cont. Pecora. Agnella.
Berk (coli* e aperta come in Bè). v. cont.
Belare. £1 bè el bèra. La pecora bela.
Bergamasca (la). Est. Levante. Cosi chia-
masi sul lago di Como e in Brianza
il vento. di mattina, y. Vént.
Bergamìn .... Nome di que'proprie-
tarj di mandre numerose di vacche i
quali, dalla provincia di Bergamo spe-
cialmente, ed anche da altre parti
submontane attigue al Milanese calano
nel Basso Milanese, nel Pavese, nel
Lodigiano a svernare le loro vacche
coire rbe sempre vivide de"* prati mar-
cito).
Bergamin Quel famiglio che ac-
cudisce alla mandra detta bergaminna.
Bergamìnna. Mandra. Mandria. Gregge,
Greggia. Armento. Mandra numerosa
di vacche cosi in genere , come nello
spec. sig. di Bergamin. y.
Bergamòtt. Ad. di Per. y.
Bergamòtt. Bergamotto. Sorta di lumia
(lima) fra i varj limoni odorosissima.
Bergellàna. y. Uga.
Bèrgna. v. cont. deirAlto Milanese. iVòc-
chio o Bernoccolo ne* castagni.
Bèrgna. met. Capaccio.
Bergnòtt. v. cont. dell* A. M. Cappellaccio.
Bèrgom. Bergamo. Nome di città che vol-
tiamo in Birgom in alcuno dei det. seg.
Secondom Birgom. A putiti di luna,
A volte di cervello. Secondo che ci
va per la fantasia, secondo che ne
tocca il capriccio.
Vess de Bergom.fìg. Essere Barto-
lomeo da Bergamo. (Còmm.
Vun a Bcrgom e V olir'' a Conuu. y.
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BER (93
Berìcchhi. Monello. Ragazzo birbone,
discolo. Bericchin de piazza, y. Rabòtt.
Bericcbin ( per vezzo ). Furbettello* Mo~
nello. Molto monello, V. Scapùse metaf.
Bericchinàda. Monelleria. Azione da mo-
nello — > Talvolta anche è da noi usato
in sig. di Mariolerìa. Giunterìa. Barat-
terìa. Trufferìa.
Bericcbinadèlla. Sboccatura, Giopinesza,
Pazziuola gioi^anile.
Bericchinàja. Ciurmaglia. Gentaglia.
Bericchinna (solo per vezzo). Furbettella.
Bericchindn. Birbone. Furfante.
Berin (e cont. Bescin). Agnellino. Pecorino,
Berinà Tagliare il fìeno e am-
montarlo coUa falce fìenaja neiratto
. medesimo del taglio facendone non
già tante maragnuole, ma tutto un
. mucchio di filo e a di lungo. £ v.occ
solenne tra i nostri contadini piani-
giani allorché hanno fretta di lavoro.
Berinée. Jgnellajo(*ùor,). Venditor di
carne d'' agnelli.
Berinna. Pecorina. Jgnelletta.
Beritt o Bezzitt chiamansi dtd fanciulli
di qualche parie della Brianza gli
amenti del nocciuolo , del noce » ecc.
Berla. V. Càpia (ger/a).
Bcrlénga. ) Berlinga. Moneta d'*argento.
Berlinga. J d"* origine forestiera e pro-
babilmente veneziana, introdottasi co-
me tale nella nostra città verso i primi
anni del secolo decimosesto, come si
* può rilevare da una Grida milanese
del i4 giugno i5o8, che la fa equi-
valente a soldi nostrali d^ allora quat-
tordici e mezzo. In seguito, coniata
anche fra noi , passò a rappresentare
la lira di venti soldi, e se ne vede
menzione ne^ pubblici bandi fin verso
la metà del secolo decimosettimo e
non più. Ne erano di due specie:
Funa collo stemma del ducato , Taltra
coir effigie d'^un sant"* Ambrogio a ca-
. Tallo. La Berlinga era propria anche
delle zecche di Mantova e del Mon-
ferrato; e di essa rimase un** ultima
memoria sino alla metà del secolo
. scorso presso i Bresciani nel loro Ber-
lingòty moneta già reale e poscia di-
venuta ideale e sinonima di lira. Una
. grida milanese del i6oa la dice Bar-
Unga. Forse tra la famiglia del Ber^
iingaccio e le Berlinghe è più affinità
) BER
che non fra essa e il Varie linguare
muratoriano.
Berlingàttcr. ) Farfallini. Dìnderìi. Dinr-
Berlinghitt. S derlini. Cincigli. Frónzoli.
Cianciafruscole. Ciamméngole. Brìcioli.
Ornamenti vani e leggieri detti forse
Berlingliitt perchè Trappole di berlin-'
glie o di quattrini. Negli abiti delle
donne i Beriinghitt sono que^ frastagli
di ornati , quelle guernizioni frasta-
gliate che i Fr. chiamano Prétint^lìes
*- Tra noi il volgo se vede una donna
tutta fronzoli e cirimonie suole appic-
carle il titolo di Sura Cecca di Ber-
linghiti, e aggiugnere anche
L* sarà Cecca dt berlinghitt.
La mattina la fa i i^attitt ,
La podi^maa la gb« dà de ietta ,
La reTerisfti sarà Cecca.
Chi bramasse maggiori notizie di co-
tali Cecche legga la Novella che ne
ha scritto il eh. Defendente Sacchi
nelle Appendici della Gazzetta di Mi-
lano de'^gi orni 2 e 5 maggio 1 834* Nello
Scherno degli i)ei( Vili , 56) leggasi Ber-
linghino per chiaccherìo dopo men3a.
Berlìnna. Berlina*
Giugà a la berlinna. Fare alla berli"
na{*ùor, lucch.). Specie di giuoco usa-
tissimo farsi nelle veglie. Messo uno
dei giocatori in un angolo della stanza
designato per luogo di berlina, un
. altro va a chiedere in segreto a cia-
scuno de^compagni di giuoco per quale
motivo credano essi che il tale sia alla
berlina; indi, raccolto cVegli ha il
sentire di tutti, va a dirlo ad alta voce
al primo ch^ è in berlina , senza però
nominare persona; quegli, uditi i mo-
tivi addotti da'* compagni , ordina che
si metta alla berlina in luogo suo
quel tale che ha messo in mezzo il
motivo che più gli scottò; il. racco-
glitore, de^ pareri nomina allora colui
che addusse il motivo in quistione, e
questi è obbligato a sottentrare air al-
tro nella berlina ; e cosi ricomincia
il giuoco , il quale si continua a pia-
cimento.
Mett in berlinna vun. Mettere alla
berlina; e lag. Battere la cassa ad^
dosso a uno^ cioè sparlarne.
Berlinna .... Sp. di carrozza a quattro
ruote che ha la cassa raccomandata
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BER (
a due cignoni assai forti di cuojo e
tesi per modo da levare ogni inco-
modo di scosse a chi v^è dentro. Dal
fr. Berline,
Berlòcca(Batt la). . . . Batter la cassa per
chiamare i soldati al rancio.
Berlùmm. Barlume — - Avèghen on ber-
ìumm, jfvemt una tintura, Àyere super-
ficiale notizia o perizia di checchessia.
Bemafùs. F^ Barlafùs.
/ Bemàrda. Voce di gergo che vale Pfotte,
Bemardón. Baggèo. V, Badée.
Miser Bernardon Dicesi
di chi sia pien di mali, d*un pove-
raccio tutto magagne» d^una Bozza
delV Apocalisse direbbe il volgo losc.
Bernardon. Catorxo(Gagl. Voc. agr.). Mes-
sa di vite più vigorosa la quale , ben
cresciuta sul tronco deir anno prima ,
è allontanata dal filare e tesa da un
gabbinolo air altro « o raccomandata
pe* suoi varj rami a pali forti e rami-
ficati a foggia d' alberi. Questa messa
cosi disposta , se non riesce troppo
aduggiata, frutta di molta uva.
Bernàzz o Bamàsc. Paletta, Pala da fuoco.
Ferro noto che s* adopera nel focolare.
Dal lat. Pmnatium dice il f^ar, mil,;
ma forse meglio dallo svizzero Ber-
nase o Bemaase,
Bernazzàda o Bamasci&da . • • • Quella
quantità di checchessia che si prende
in una volta colla paletta da fuoco.
Bemazzln. Palettina*
Bemazzìn de cnntéra.f^. in Cuntéra e Pala.
Bemazzln per Spazzalimàja. F,
Bemazzòn Gran pala di ferro ,
con risalti alti un quarto di metro da
tre lati , di cui il fornaciajo si serve
per estrarre le brage dalla bocca ddla
fornace e buttarle a freddare nella
sciuga (yb;i^a).
Beròtt. jégnellotio,
Beròtt. K Ghindànna ed Èlza.
Berottèll. AgneìleUo.
Bersà). Bersaglio. Berzaglio, Luogo dove
ai va a colpire a segno colle armi
da fuoco per esercitarsi al tiro.
Bersò. Pèrgola. Pàrgolo. Pergolato. Dal
fr, Berceau, Che Pergola si possa dire
non che d^ ingraticolato di viti, d^ogni
sorta di fiori o piante a quel modo
foggiati , oltre air uso com. di questa
parola tra i Fiorentini in tale senso ,
94) BER
co ne convince V esempio portato daI->
TAlberti enc. alla voce Pergoletta. K. —
L'^Inferr. App. descrive il bersò quando
dice : ** Aveva oltr** a ciò in questo
9f giardino per di molte parti viali
9f diritti e belli coperti da graticolati
9t volli a botte 9 sopra i quali caromi-
w navano diverse piante di verzura
w e di viti. M f^. Alb. enc- in Grati-'
colato e Cupola — Il Soderini lascia
credere che possa dirsi anche Bosta;
e sì* nostri giorni pare che alcuni To-
scani dicano volg. Cerchiata, che ce
lo fanno presumere la eh. Milesi Mo-
jon nel suo Vocabolarietto daJanciulH
annesso all^ opera deir Edgeworth , e
il Gagliardo nel Yocab. agronomico.
Bersorin. Dim, di Bersò. K*
Bèrta. Cecca. Taccola, Putta. Mulàcchia^
Gàzzera. Uccello noto che è il Corvus
monedidalÀn. Dalla loquacità di questo
uccello siam passati a dire Berta a un
linguacciuto , e Berta la ciarla , ed
anche la lingua stessa che dà in ciarle.
Mctt la berta in Ben. ^g. Ammutolire,
Fa mett la beita in sen. fig. OUo-
der la bocca. Far tacere e convincere.
Bèrta, yesciona» Svesciatrice, Vesciaja.
Donna che ridice tutto quello che
sente dire. Presso noi dicesi medesi-
mamente Berta anche ad un uomo di
tal carattere. In questo significato pare
usata la voce Ghiandajone dal Buo-
narroti nella Fiera (IV, 4 9 vers. a).
Bèrta. Giarda. Natta. Beffa, Fa la berU.
Fare la giarda o la beffa.
Bèrta. Bertuccia. V, Scimbia.
Bèrta, gerg. Tasca. Sacca, Saccoccia.
Mett in berta. Intascare.
Bèrta. Berta. Nome proprio.
L^è minga pù el tcmp che Berta
filava. Ffon è pili il tempo che Berta
filava. Non è pia il tempo di Barto-
lomeo da Bergamo, È finita la vignnola
o la cuccagna. Altri tempi altre care.
E vale che i tempi sono mutati.
Berta. Sberlare. Svertare. Svesciare. Ridire
quanto un sente dire.
Berta gnln. Baccalà. Baccalare. Merluzzo,
r. McHùzz.
Bertavèll (o Baltravcll o Bartabèll Bar-
tavèll). Bertovello. Cestella e correi.
Bertahello, Sp. di rete armata su quat-
tro cerchi di legno, fatta a imbuto e
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BES (
col ritroso {la borsetta) per cui en-
trato il pesce non può più uscirne.
K anclie Baltravelléra e Bartavèlla.
Bertegojà. Lo stesso che Bettegà. f^.
Bcrtegóra. v. a. Limbello. Lingua*
« Tace d«n su a U pesg^ •— n M«im«ii U
bertegora a eoo pu beli.» (Uag. Fai. Fil.)*
Bertinna. Jd, di Vacca. ^.
Bert(eù(Consolà). Alzare iijianco. Man."
giare. Pacchiare,
m Despocu che tugg han eozuolaa bertoen
» £ lenUa el sgroffblà.... » (Mag. Fai. FIL).
Bértola. T. di Giuoc. Cartaccia. Nome
di ciascuna di quelle carte che non
fanno giuoco. NeUe carte da tressette
p. es. le carte segnate coli'* otto , col
nove 9 col dieci sono cartacce ipèrtol).
Bertola. Baggéo. V, Badée.
Berlón. Voce cite sul lago di Montorfano
è sinonima di Pesspèrsegh. ^.
Bertonà. Zucconare, lì Givi, lascia luogo
a credere che questa voce provenga
d^Breionare^ cioè dall'* uso introdot-
tosi in Italia di radere la barba ad
imitazione de^ Bretoni, di cui il papa
Gregorio xi mandò in Italia un eser-
cito. Forse, dice Tesimio Felice Bel-
lotti in alcune sue postille al mio diz.
gentilmente comunicatemi , Bertonà
proviene dal Bertone ital. in senso di
cavallo colle orecchie tagliate.
Bertonàa. Zucconato. Tagliato. Bertone.
Dicesi di chi ha tagliati sino al vivo
tutti i capelli.
Bertonadùra. Zucconatura. Zucconamene
to. U zucconare.
Besàsc. s. m. Cencio. Straccio.
Besàsc. s. m. Dappoco 9 ed anche Cattivo.
Besàsc. s. m. di gergo. Pene. Mentala.
Besàsc. add. Logoro. Cencioso.
Besascént. V. Sbesascént.
Bcsascétt. V. Besascìn.
Besàscia. Donnaccia. Donna di nessun
conto, ed anche Donna di mal afiare.
Besasciàda. Corbellerìa. Scempiala.
Besasciaria. Chiappolerìa.
Besascìn {che anche dicesi Besascétt e
Besascioeù). s. m. Cencetto. Cencerello,
Bcsascioeù. V. Besascìn.
Besasción. Malbigatlo. Bindolo. Malvagio.
Besasciònna. Donnaccia. Donna cattiva.
Bcsbillì. Bisbiglio. Mormorio.
Besbllli. Friigolo, Frugolino. Fanciullo
che non istà inai l'ermo.
95 ) BES
Bescantà. Biscantare, BiscanUreUare. Con-
tacchiare.
Bescantàda(Dagh ona). Fare un biscanto
o un biscanterello. Biscantare.
Beschìzi. Capriccio.
Beschiziàss. Pigliare o Montare o Saltare il
grillo. Entrare in valigia. Inciprignire*
Scorruhbiarsi. Imbuzzire. Intronfiare.
Beschiziós. Piccoso. Schizzinoso. Scorrub^
bioso. Tenero, Permaloso. Fastidioso.
Capriccioso. Facile a entrar in valigia.
Bescin. y. cont. F* Berin.
Bescoeùcc in alcune parti del contado
per Belegòtt. F.
Bescòtt. T. de** Cast. Quasi lo stesso cJte.
Belegòtt. V.f con questa diversità die
i Bescòtt non sono mai vizzi come
talora diventano i Belegòtt.
Bescòtt e Bescottin. T. de^Ciambell. Bi-
scotti. Biscottini. Di questi dolci si
hanno fra noi le specie seguenti:
Bescòtt .... Sono quadrilunghi,
larghi, alti, e di sola pasta con uova.
Bescottin fin o d'amalàa o de No-
vara. .... Sono sottili, bislunghi^
ovali, e di sola pasta con uova.
Bescottin d^àncs Si fanno
a pani così come il marzapane e la
pastaspagna; e dai pani si ritagliano
questi biscollini che rassomigliano
tanti listelli quadri e non più grossi
e larghi che un dito. Sono di pasta
con uova ed ànaci.
Bescòtt secch. Biscottin biscottato?
Bescòtt (Pan). Pane biscotto. F. Pan.
Bescòtta. Ad. di Carta. F*
Bcscottà. Biscottare.
Bescottàa. Biscottato.
Bescottaria Nome collettivo del
dolci appartenenti alla famiglia dei
biscottini.
Bescottin. Biscottino. V. Bescòtt.
Bescottin de Carsenzàgh I
ciottoli mal pari negli acciottolati sono
cosi detti per ischerzo da chi li trova
incomodi camminandovi sopra a pie^
o in carrozza.
Dama del bescottin Tra le
opere di pietà a cui si danno molte
nobili patrizie della nostra città è
quella di visitare gr infei*mi nòUo
Spedai maggiore per esortarli alla
tolleranza, confortarli, soccorrerli. E
dair arrecare che fanno loro in tale
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BES (
occasione alcun biscottino per ajutarli
a passar la nausea de^ medicinali , il
volgo venne a denominarle con sif-
fatto appellativo.
Mantegni a freguj de bescottìn. V.
Frcgùja-
Bescottìn con rosoli- T. de^Confett. . . .
Sp.di biscottino regalato di rhum o sim.
Bescottìn. met. . . . Per es. Rispett a lu,
Ice ì''è on bescottin. A petto a lui essa
è uno zucchero (Fag. Forz, Rag. I, 4")
— El provare cbe poccb bescottin.
Proserà qual suzuwcfiera! V. Nèspola.
Bescottinarìa Nome collettivo
sinonimo di Bescottarìa. K.
Besèj. Frizzo — Pugniticcio,
Cascia foeura el besej. Mostrare i
denti. Farsi vivo, Risentirsi.
On besej d'Iona donna , d'*on fioeu ,
d^on omm. Una donna stizzosa o ri-
spondiera ; un fignoìo ( V. Pésta ) ; wi
uomo stizzoso o rispondiero.
Besèj. Cocciiiola. Enfiatura cagionata da
puntura di zenzare o simili insetti.
"Besey^nX. Frizzante. Mordicante. Pungente.
Besejón. Acc, di Besèj. y,
Besià. Pugnere. Appinzare. Moscbe, tafani
e simili insetti besìen, cioè pungono
col rostro o colla proboscide.
Besià. Frizzare* Mordicare. Pugnere. Ef-
fetto delle cose di sapor frizzante. Il
vino generoso ti hesìa^ cioè frizza.
Besìaa. Punto.
Besì'adùra. Enfiatura. Cocciuola,
Bes'ijént. K Besej ént.
Besìnfl. Enfiato, Gonfio. Enfio,
Bcsiòs. F. Besejénl. Carlo Porta disse
anche (Eucc besios. F. (Eùcc.
Besògn. Bisogno. F. Bisògn.
Besognà. Bisognare. V, Bisogna.
Besónc. Bisunto — One e besonc. Unto
e bisunto. Bisuntissimo.
Besenciarla. Untume.
Besorà .... Cosi dicesi nelPÀlto Mi-
lanese quello cbe noi in città diciamo
Storà- El besòra. Olezza soavemente.
Pare tratto dal latino ^15 olet.
Bestèmnia. Bestemmia — Delle bestemmie
è proverbio ch^elle fanno come le
processioni^ die ritornano là dotule
elle escono j cioè ridondano in danno
dì chi le pronunzia.
Bcsteromà. Bestemmiare ; con voce idiot.
Biastemmare; e comic Dire o Cantarle
96 ) BES
ì* orazione della scinda o della ber-
tuccia. Tirar già. Attaccarla a Dio o
ai Santi. Attaccarla al del del forno.
Bestemmà come on can o come on
Ariàn. Bestemmiar da Turco disse un
poeta pisano.
Bestemmù. fig Chieder prezzo
troppo alto della propria mercanzia»
Bestemmàda. Bestemmiamento.
Bestemmadór. Bestemmiatore , e al pegg.
Bestemmiatoraccio.
Bestemmadóra. Bestemmiatrice.
Béstia. Bestia — / mee bcsti per antono-
masia rappresentano i cavalli al coc-
chiere, i buoi al barocdajo, le vacche
al mandriano, i porci al porcajo, ecc.
Andà in bestia. Entrare o Saltare
o Andare in bestia , cioè in gran collera.
Bestia d'^ongia spartida. Animale bi-
sulco o fissipede o dal pie fesso.
Bestia de latt. Lattonzo. Lattónzolo.
Besti de nodrumm. F, Nodrùmm.
Bestia de sòma. Bestia somaja.
Bestia morta a so lece. Bestia mor-
ticina , cioè morta di morte naturale.
Conoss r umor de la bestia. F. Umor.
Falla de bestia. Bestialeggiare. Far
checchessia bestialmente.
Giugà a Pomm e la donna e la
bestia. F. in Òmm.
Béstia o Bestia bolgironna o Gran bestia.
Bestia. Bestiaccia. Bestia incantata*
Detto per ingiuria alle persone.
Bestiài. Bestiale. Ferino. Feroce — Be-
stievole.
Bestialitàa. Bestialità. Qualità di bestia.
Bestialitàa. Sproposito da cavallo.
Bestiàmm. Bestiame. Dividesi in grosso
e minuto, cioè in buoi, vacche, ecc.
e in capre, pecore, ecc. Il bestiame
porcino dicesi contad. Bimé.
Bestiàscia. Bestiaccia.
Besticeù. Bestiuòlo. Bestiàio.
Bestioeùra . Bestiuola.Besticciiu)laMestiòla.
Bestiolìn. s. m. Bestiolino.
Bestiollnna. Bestiolina. Bestioluccia.
Bestión. Bestione. Bestiaccio, Animalacdo»
Bestiònna. Bestiaccia ?
Bestionón. s. m. Bestionaccio.
Bestirà. Ritirare. Tira e bestira. F. in Tira.
Best irà. Foce contadinesca corrispondente
alla frase milanese Mena dcnt./^.Menà.
Bestiràss. Protendersi. F. Dcslirà.
Bcstùrlo. Lo stesso che Bastarlo. F.
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BEV ( 97
Bètta. Elisabella.-
Capi Betta per Boeus. F". Boeùs.
Bettéga. t* sost. a. Balbo, V, Bettegój.
Betlegà. Balbettare. Scilinguare. Tarta-
gliare. Trogliare. Balòezzare* Balbuz-
zare. Balòuzzire. Balbutire, Balbutire.
Barbugliare, Balbussare. Linguettare.
Ciancicare. Cincischiare. Parlare in go-
la. Dal greco Bijrro), dice il Far. mil,
Bettegàda. Tartagliata.
Bettegój. Balbettatore. Balbo. Balbettante.
Tartaglione. Balbuziente* Borbigi. Bi-
Beltegója. Balbettatrice. (sciala.
Bettegojà. F. Bettegà.
Bettegojàda. Tartagliata.
Bettegón. Balbettatore. V. Bettegój.
Bettegònna. BalbetXatrìce.
Bettola (e anche Boeùcc). Béttola. Ta-
verna. Ai des or besogna lassa la
bettola. Alle dieci è forza stavemare.
Bettola. Frequentar le taverne. Esser ta-
Bettoladór. F^ Bettolinàtt. {s^ernajo.
Bcitolìii. Béttola. Taifcrna.
Bettolinàtt e Bettoladór. Bettolante. Bei--
toliere. 7*avemiere. Tavernajo* Che
ama di frequentare le taverne.
Bettolinèlt. Bettoletta.
Beltóna. Lo stesso che Bcttòncga. F.
Bcttònega. Betlònica. Brettònìca. Erba
che è la Betonica officinalisìÀn.
Vcss cognossuu come la bettonega.
Esser pili conosciuto che la mala erba,
B<jv. Severe. Bere — Il bere poco alla
volta dlcesi Bere a scosse \ il bere
pochin pochino alla volta Zinzinare ,
Zinzinnare 9 Centellare^ Sorsare^ Bere
a sorsi 9 a zinzini, a centelli^ a cen-
tellini; il bere a sorsi assaporando
vivamente il vino è Farci lo scop-
pietto con le labbia ; il bere a boc-
cale alzato Bere a garganella o per
convento o Abboccare la zinna del fia-
sco; il he vere sino al fondo Sbevere;
il tornar a bere Pùbere ^ Ricioncare ^
Bere col colpetiino; il bere olire il
Lisogno Cioncare^ Trincare^ Tracan-
nare ^ Bombettare, Bombare, Sbombct-
iare; e comic. Far la zolfo per bim-
ntolle o Armarsi ; il bere vino la mat-
tina per tempo dicesi comicamente
Incantar la nebbia. Ciò eh' è grade-
vole a bere diccsi Bevareccio. Il bere
in compagnia è Fu/^ una combibbia ,
o nobilmente un simposio,
f\l. J.
) BEV
Andà a bey on gott insemma. An-
dar a fore una combibbia.
Bev a bocchéll. K Bocchèll.
Bev adree. Bet^ sopra {fieòx Let-
tere e Consulti passim). Per e8« Se
toeu el purgant e se ghc bev adree i
broeud. Si prende la purga e le si be-
vono sopra I bix?di. È quello che i
Latini dicevano Superbibei^,
Bev a on lant al fiaa. Bere a tirate.
Bere per convento? Nelle annate di
vendemmia abbondante usava tra noi
vendersi il vino (portato a spacciare in
città imbarcato sulle acque de"* canali
navigli) a un soldo o a un metio
soldo la tirata. Chi così beveva solea
bere a boccale alzato per ingollarne
il più possibile senza ripigliare iiato.
Questa usanza, morta fra noi dopo
che r aumento della popolazione e
del commercio ha fatto rincarare i
vini» esisteva forse anche in Toscana
allorché vi s** introdusse la frase del
Bere per conveifio che io propendo a
credere equivalente a Bere per prez-
zo convenuto alla tirata^ e non male
assorellata dai dizionarj colP espres-
sione Bere a garganella^ cioè a boc-
cale alzato o a tire-larigot come di-
cono i Francesi ; perchè solo a questo
modo si può avere sicurezza della
esecuzione del convenuto; ciò che
togliendo a questa espressione il mar-
chio di furfantina appiccatole da quel-
la grande fantasia del Monti la rido-
nerebbe onesta alla lingua illustre
della nazione come glicr aveva appro-
vata quel grande intelletto del Redi ;-^
Uno scrittore pisano dipinge a mara-
viglia questo bere a garganella* o
senza rifiatare nelle ottave 36.* e 3 7.*
del canto IV d^'un suo poema.
Bev come on Turch. f'. Tùrch.
Bev cont el palmo de la man. Beiv
colle giumelle.
Bev dent in d'^on biccer^ ecc. Be-
re in un bicchiere 9 ecc.
Bev doma acqua. iVo/i bere che acqua.
Essere astemio 9 e comicamente col
volg. tose. Bere a sciacquabudcllem
Bev-giò. Tracannare. Imbottare. Ber
grosso o a cannella o a chius* occhi.
Bev i beliczz de vun. Bci^ lo abbe-
vcraliccio altrui, y. Bellézza.
i3
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BEV (
Ber in bianch. Stare a beverone?
n dare alle Tacche acqua tiepida
con entro crusca o farina di segale
o di 1 inseme, onde riaverle se mala-
ticce, o farle più produttive dì latte
se sane, è quello che dicesi Fai bev in
bianch. lì che si usa anche coi cavalli ,
co* buoi, ecc. specialm. per rimedio.
Bev in la tazza de sant^Ambroeus*
Bev-sù. Sorbire. Per es. Bev-sù i
CEuy. Bere uova. Sorbir le uova.
Chi pù bev manch bev. Chi pia beve
meno beve {così il Guadag. nelle sue
Poesie II, 164). Poco vive chi molto
sparecchia. Verità poco osservata la
<{uale è passata in proverbio per esor-
tare a temperanza in ogni materia.
Dà de bev. Dare bere. Dar da bere.
Dare a bere.
Dà de bev ai besti. Abbeverare
le bestie.
Dà de bey ai fior, a Tinsalatta e
simili scherz. Abbeverare? Annaffiare
i fiori, Terbe da insalata, ecc.
£l bevarav anca el Navigli- Farebbe
a bere coi nugoli.
£1 rha bevuda-sù. Uha gabellata^
cioè rha creduta.
Fa a chi pù bev. Gareggiare a chi
più imbotta o tracanna.
Fa bev o Fa bev-sù quejcossa a vun.
Dare bere o Dare a bere checchessia
ad uno, cioè fargli credere ciò che
non è, dargli ad intendere il falso.
Fa bon bev. v. cont. Dar buon bere.
Quello che noi in città diciamo Fa
somejà bon el vin. f^. Somejà.
' I pàver mennen a bev i occh. F^,
• Òcca.
La bevi minga su ve. Oh non la
beo. Non ci sto. Non la calzo. Non
la gabello. Non l* infiasco. Questo pie
• non mi va da questa gamba. Cioè non
credo ciò che tu vorresti darmi a
credere.
Lassass mena a bev. ùg. Lasciarsi
infinocchiare.
Mangia, bev e caga, e lassa che
la vaga. F". Lassa.
Mena a bev vun. ùg. Infinocchiare.
Ingarabullare.
W'occorr ziffolà s^el cavali noi voeur
bev. F. Ziffolà.
9p ) BEV
Pù che bev e mangia no se pò fa.
V* Mangia.
ToBUJ per bev. Eccovi per beverag^
gio. Anche i Fr. dicono Pour boire^
Vin che se lassa bev. F. Vin.
Vojà-giò de bev. Méscere.
Bevascià. Sbevazzare,
Bevasción. Beone. Trincone,
Bévera. s. f. (v. brianz.)* Beveraiojo. Ab-
beverato jo — In Brianza dicesi Bévera
per eccellenza quel fi umicello formato
dagli scoli dei monti di Nava che cor-
re tortuosamente da est a ouest e si
getta nel Lambro poco lungi da Bren-
no. Da esso ha nome la Madonna d'Im-
bévera (cioè Madonna in Severa), san-
tuario di poca appariscenza, ma assai
frequentato dai Brianzuoli nc^'giorni
sagri a M. V. SS., e V8 di settembre
anche da molte persone del bel monr
do delle città di Milano, di Bergamo
e di Como, le quali v^accorrono per
quella specie di festa di cui il eh.
Ges. Cantù ha diffusa la celebrità colla
sua Madonna d'Imbevera. È da notarsi
però che ne^coUi e ne^monli briantei
dalla Bévera antonomastica già detta
passarono a denominare Bévera e ^e-
verètta varj altri rivi e torrenti pur-
ché poveri d* acque, a tal che quel
nome specifico è quasi passato fra
quelle genti in generico.
Beveràgg. Beveraggio. Mancia per bere.
Beverètta. F, Bévera.
Beverón. Beverone. Intriso d'^acqua e fari-
na che si dà a''cavalH e a^buoi affaticati
o malaticci. /^.Bev in bianch sotto Bév.
Beverón Miscuglio di paglie di
grano e di foglie di granoturco sec-
che, trite e intrise in acqua calda e
crusca, che serve di cibo invernale
alle bestie bovine. Egual nome si dà
alle stiacciate o panicce di sansa di
lino o ravettone polverizzate, impa*
state e servite alle bestie in pari
modo. E nella prima e nella seconda
specie di beverón s** introducono anche
scorze di zucche, foglie di cavoli,
d^ insalate, o altri rifiuti di verdure;
e ambedue s"" intridono talora nella
lavatura de"* piatti la quale come più
è crassa cosi più peggiora la condi-
zione saporosa del latte che dà po-
che ore dopo quella vacca che se ne
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BIA (
ciba -— La Pallata dei diz. non cor->
risponde pienamente a questo nostro
Beveron; meglio si tradurrebbe, se
non erro 9 colla voce Mescolo , che
suppongo fiorentina e cbe è usata dal
GallizioH(Istit. bot. IH, 267) in senso
affine di molto; o forse ancora meglio
si volterebbe in Pastone ^ voce ch^egli
stesso usa in tale significato nel me-
desimo luogo 2>oche righe più sotto.
Beverón Vetrai e vasai danno
questo nome a quelF antenitorio o
sia a quell'^orciolino di vetro con bec-
cuccio , del quale si fa uso per dare
a bere a quegP infermi che non pos-
sono bere da sé, e ciò per via di
quel beccuccio che s** introduce loro
nella bocca. Forse è da dirsi coi diz.
Beccuccio 9 e forse ^ewuto ( ambedue
in sig. di vasi ).
Bevidór* Beone, Gran bevitore,
Bevidóra. Beona.
BevidortSn. Beonaccio, Trincone, Bevitor
solenne. Pecchione. Trinca. Cioncatore,
Trincatore. Cinciglione,
Bevidorònna. Beona solenne.
Beviroeù. Abbeveratojo. Beveratojo. Va-
setto che si tiene pieno d** acqua agli
uccellini nelle gabbie, e ai polli nei
truogoli, afiinché vi si possano abbe-
verare.
Bevirolin . • . • • Picciolo beveratojo.
Bévola dicono alcuni per Béola. F.
Bevùda. Bevuta — Bevimento^ Bevizione,
Bevitura^ Bìbita sono pur voci affini.
Dagh o Fa onabevuda inipiccada./Vz-
re Mina beveria o due tirate da Tedesco,
Bevudìnna. Bevutina,
Bèzza. V. coni, br. per Bèra. Pècora.
Bèzza. s. f. V. cont Quella coda
di capegli assai lunga e fasciata che
nel secolo scorso era di gran moda
tra* ragazzi di città e che oggidì è
rimasta a quelli del contado i quali
spesso chiamano anche Bevta la Biba.
V. La voce probabilmente ei è ve-
nata dal Piemonte ove chiamano Be»
scia d'cavej una ciocca di capegli.
Bezzin. v. cont, br. per Berìn. K
Bezzìn.r v. cont. Trecciuola. Quella me-
desima treccetta di capegli che altri
dicono Bibìn. V,
Bezzitt. V, Beritt.
Bla. Lo stesso che Bio. f^. Dìmui»
99 ) BIA
BìàccB.Biacca. Dà-sù la hiticc^. Imbiaccare,
Biada. K Biava.
Biàdegh. Nipotino, Figlio del proprio
figlio. Il Ferrari dice che la nostra
voce possa provenire dal lat. feud.
ex avo, aviaticus, abbiatico.
Biadètt. Biadetto, Sp. di color azzurro.
Bianca. T. di Stamp. Bianca. Cartabianca.
Così chiamasi quella parte di un fo-
glio da stampa che si tira per la
prima , e in cui per ordinario stanno
le pagine a.* e 3.% e chiamasi così
perchè il foglio resta bianco nella
parte posteriore finché non siasi stant-
pata anche la volta — I Frane, dicono
Seconde, Coté de deux et trois, Deux
et trois. Prime, Papier blanc, e i Ted.
Schondruck,
Bianca de pes. voce di gergo. Nulla,
Bianca (La sura). in gergo Neve.
Bianca. ^1^. di Pàgina,Riga, Arma, Càrta.F'.
Biancaria. Biancherìa,
Biancaria de tavola. Bianclieria da
tavola,
Biancaria operada. Bianclieria tes-
suta a opera,
Biancaria solia. Biancheria liscia.
Biancaria de Fiandra. Biancheria
damascata,
Biancaria che ha ciappaa el giald.
Biancheria imporrata.
Biancaria a uso de Fiandra. Bioit-
cheria tovagliata.
Donna che lavora in biancaria. F'.
Lavora.
Biànch. s- m. T. d'Oref., Arg., ecc. Bian-
chimento, Composto d** acqua, taso e
sale a uso di bianchire, f^. Sbianca.
Biànch. s. m Quel vano che lasciasi
in un rametto per incastrarvi una let-
tera iniziale d"* opera o di capitolo
d'^opera. U Passe-par-tout dei Francesi.
Biànch de guss d^oeuv. Bianco di guscio.
Biànch de Poeucc. jilbùggine,
Biànch de Poeuv. Albume,
Biànch de P ongia. Lunetia(neir aomo),
Jìiello{neììe bestie).
Biànch(de sbianca). Bianco.
Penell de biànch. r. PenèU.
Biànch di oss. Tenerume,
Biànch. Bianco — Ciò che è molto bian-
co dicesi in senso avvilitivo Biancoso,
e in buon senso Mbo o Candido. Ciò
che è poco bianco dicesi Bianchetto.
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BIA (i
' Bianchiccio, Biancuccio. Aìbiccio, Sol-
tobianco . Albino, Albicante »Mbeggianie,
Ciò che trae al bianco Biancastro o
BiancoUno. Fare bianco dicesì Bian-
care o Imbiancare. V uom troppo
bianco dicesi un Biancone o Bianca-
strone. Con voci poel. e ditir. chi ha
braccia candide é detto persona Bian^
chebracda^ e Biancovestito chi in-
dossa abiti bianchi.
Bev in bianch. f^. Bév.
Blanch come on liri o come el
lacc o come la nev o come on giiis-
sumin. Candido* Lattato. Bianco come
un panno curato o come la neve o
come il latte,
Bianch de Iati. Bianco lattato,
Bianch e ross come el lati e TÌn.
Di latte e sangue,
Coeus in bianch. Lessare ^ e parlan-
dosi di pesci 9 Trotare,
De pont in bianch. Per appunto.
Nel punto in bianco. Ne più né meno,
nel suo vero punto.
Deventh bianch come onpann lavaa.
y, in Pànn.
Fa bianch. Bianchire, V, Sbianca.
Lass^ in bianch. Lasciare in bianco^
cioè Lasciar lacune nelle scritture.
Lassa in bianch. fig. Lasciar uno in
difetto di checchessia. Per es. El m''ave-
Ta promiss de damm quel liber, e pceù
t el m^ha lassaa in bianch. Avea prò-
messo di prestarmi quel libro 9 ma poi
me ne lasciò in di/etto.
Lassa in bianch Frase
propria del foro criminale e di buon
governo (/9o/i'2Ìa), e vale Dimettere
alcun processato a processo aperto
per mancanza di prove sufficienti ; o
condannarlo a tempo indefinito in via
di buon governo a precetto o deten-
zione per mancanza di prove squisite.
Lavorant in bianch. f^, Layor^nt.
Mett del bianch in d'Iona pagina.
* T. di Stamp Spazieggiare una
pagina, allargarne le righe.
Mett el negher sul bianch. fjg. y,
Négher.
Oeuv coti in bianch. F. (Eùv.
Tira al bianch. Albeggiare, Bian-
cheggiare, Tendere al bianco,
Vorè provÀ ch^el negher el sia
bianch. K. Négher.
00) BIA
Bianch. Ad, <f'Argént, Òr, e simili, T.
di Zecca .e Orefic Vale già
bianchito, ripulito dall" imbratto ddla
fusione.
Bianch. Ad, di Fior, Pan, Pés, ecc, V,
Bianchéra(r2ef/a da altri Albera). Treb-
biana. Sorta d''uva che forse è VaI-
higlio deirAlberti.
Bianch-e-róss. sost. m. Trombettiere, Ban^
ditore. La bandiera municipale mila-
nese è di due colori , bianca e rossa ;
le assise de"* banditori municipali imi-
tano la bandiera, e di qui tal loro
nome fra il nostro popolo.
Bianchètt. Gesso da sarti,
Bianchétta. Camiciuola, Farsettino di
panno lino, bambagino o lano che si
porta sotto gli altri abiti per difen-
dersi dal freddo. Alcuni T usano dì
pannolano rosso, e in allora lo chia-
mano ìsiBossetta, Per gli uomini é giub-
boncello; per le donne vesticciuola.
Bianchettin. s. m. Dim, di Bianchétta* f^
Biancònna. Ad, d'VgtL, V,
Bianciìmm. ger. Argento»
Biancùsc. Biancore, Biancume,
Biassà. Biasciare, L* iniziativa del ma-
sticare, o il masticare stentato.
Andà adree a biassà. Biascicare, An-
dar biascicando,
Biassà i paroll. Biasciare le parole^
cioè profferirle stentatamente.
Biassà pater. Digrumare paternostri
(cosi TAÌb. enc. in Coroncione), Spa-*
temostrare, e per esiensione Biasciare
avemmarie,
Biassà la bria. f^, Bria.
E biassà che te biassà. Biascia e
biascia, E via va biascicando,
Foresetta che biassà. Forbice cite
trincia^ cioè che non taglia netto.
Biassà. Boccheggiare, Mangiucchiare •
Biassàa. Biasciato — tìg. Trinciato,
Biassàda. Biaseiamento,
Biassadinna .... Un po*di biaseiamento.
Biassagazzètt. s. m Un che biascia
gazzette, a quei modo che dicesi
hi asciar musica , avemmarie , ecc. ,
cioè uno che legge e rilogge conti-
nuamente i foglietti pubblici.
Biassapatèr. s. m, Labbreggia paternostri
( Ruspoli ). y. anclàe in Biassà.
Biassarosàri. Coronciajo, La nostra è una
bella voce coniata dal Porta nelle sue
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BIB (I
' Terzine in morte del consigiier di stato
cavalier Stanislao Bovara, Chi biascia
rosari, cbi recita del continuo corone.
Biassònn. Nome proprio di paese che
s'usa nella seguente /rase: Andà a
Biassònn (che anche diciamo Fa dent
la tomma, o Mangia sora) Appiccar
alle mani. Far agresto. Jpprouecciarsi,
Fare una vindemmia anticipata. Dicesì
di quell^ avanzo illecito che fa taluno
nel fare i fatti altrui 9 o quando man-
dato a comprar roba, dice di avere
speso più di quello che non ha realm.®
Biava. Biada. Fena, Jvena, Cereale noto ,
cioè V Avena satit^aLin.^ il cui grano
si dà a mangiare alle bestie da soma.
Noi intendiamo per Biai^a la sola Vena
o in erba o in grano 9 e non estendia-
mo la voce, come i diz. ita]., a ogni
specie di cereali — Il campo semi-
nato a biada dicesi imbiadato.
Biava seguenta .... Biada di bel-
r aspetto.
La menestra Tè la biava de Tomm
Dettato che avvisa cibo
utilissimo air uomo la zuppa: è un
tacito confronto delFuomo colla bestia
da soma; a questa fieno e biada, al-
Tuomo pane e zuppa, che noi dicia-
mo minestra ogni volta che non è
pane in brodo, ma riso e legumi
cotti nel brodo.
Biava salvàdega. Palèo, Erba graminacea
che Targ. Toz. chiama anche Fora-
sacco peloso. £ il Bromus mollis de^bot.
Biava salvàdega per Èrba guzza. y.
Biavaroeù. Biadajuolo.
Biba (o Bèzza). v. cout Queir in-
trecciatura de^capegli deretani che
si direbbe Coda se fosse fasciata con
nastro, e che invece è legata nelle
sole estremità con una semplice fu-
nicella, e le più volte ha il corredo
dei cosi detti bibitt. V. Bibln.
Bibbi V. e Quell* acconciatura di
capegli nelle ragazzine che si direbbe
Biba se fosse più ricca di capegli;
ed anche Ciascuna di quelle treccio-
line che dal capo della treccinola o
della treccia si bipartono e vengono
alle tempie \ le quali diconsi Corniti
se siano povere affatto di capegli.
Bibita. Bevitnda, Ciò che si bee, e spe-
cialmente parlandosi di bevande sa*
CI ) BIG
lutifere — La Bìbita dei diz. vale
Bevuta, bevimento.
Bibliotecàri. Bibliotecario — Gli Animali
parlanti del Casti hanno resa comune
questa voce, e nel nostro dialetto
e ne%'olgari di quasi tutta Italia, nel
significato metaforico di Topo»
Bibliotècca. Bibliotèca. Libreria pubblica.
Bice (che anche scriuesi Bigg). Ceppo.
Pedale. Il tronco deiralbero dalla ra-
dice alla forcatura , che i Brianz. di-
cono Toeùr^ e i Vérbanensi Bòra.
Biccér. Biccìdere^ e in gergo Bòssolo —
Chi fa bicchieri dicesi Bicehierajo —
I bicchieri di forma imitante altri
arnesi sono detti Biccfiieri a foggia ;
tali sonoi Molinelli 9 gli Spilli <f i Bor-
bottoni ^ i Buffoncini^ i Zampilletti, ecc.
Bocca. Bocca t=sCuu. Fondo 1^ Orio.
labbrot:^Van8Ci9i.Mascelle(Bino Rime).
Biccer a ctliz. Bicchiero ajerraj'uolo*
Calice (V. Alb. enc. in Calice).
Biccer col labro d^ or« Bicchiere
messo a oro.
Biccer cont el coUarin o senza el
collarin. f^. Collarm.
Biccer de caccia ...... Sp. di
piccolissima navicella fatta di cuojo
che i cacciatori si tengono in tasca
ripiegata, e di cui si servono, aperta
che r abbiano ,' per cavare da una
fonte o da un rivolo V acqua da dis-
setarsi. È la Tasse pliante de cuir dei
Francesi , la Bolsa turca degli Spag. ,
e fors^ anche il Bicchier di cuojo del
Bino(nclle Kimc del Berni II, 234)*
Biccer de cristall molaa. Bicchiere
martellato^ Bicchiere di cristallo ar-
rotato.
Biccer de tavola • • . • . Bicchiere
di mezzana grandezza come usa alle
mense ben costumate.
Biccer de veder. Bicchiere di vetro.
(Bino Rime).
Biccer de vin forestee «... Bic-
chier^ la metà grande che non siano
gli usuali da tavola : tiene il mezzo
fra questi e i bicchierini da rosolio.
Biccer lavoraa. Bicchier lavorato
(Bino Rime). Di siffatti bicchieri altri
diconsi lavorati a costole^ altri a con-
toni, altri a liste, altri a reti o reti"
celle ^ altri a nodi, ed altri dipinti 9
profilati, ecc.
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BIG (i
Biccer panaa. Bicchieri diacciati(ìAA'
gal. Leti, scient. II, 171). Quelli che
ad arte sono appannati e scai)ri quasi
a similitudine di ghiaccio.
Biccer pien a ras o senza coUarin.
Bicchier pieno,
Biccer soli Bicchiere non
. lavorato.
Cuu de biccer. fig. Pietra di detraila.
Cosi dicesi per ischerzo una gemma di
vetro, e in generale ogni gemma falsa.
u S^avvide che colui che fece V anello
9f guastò un candellieri, e che la prie^
9» ta era stata trovata nelle montagne
v di Fetralla » dice il Firenzuola nella
nov. 8.* Da un poeta pisano siffatte
gemme sono dette Gemme o Diamanti,
di Murano , per allusione alle fabbri-
che di conterla che sono in quel paese.
El biccer de la staffa. F. Staffa.
Biccer. Bicchiero. Quanto liquore cape
in un bicchiero.
Biccerin. Bicchierino. Bicchieretto, Bic-
chieruolo. Dim. di Bicchiere. Per les.
Biccerin de rosoli. Bicchierino da roso-
lio — Talvolta è semplicemente vez-
zcg. Per es. Béven on biccerin. Bé^
vine un solo bicchiere. Bes^ine solo un
bicchierino,
Bìccerón, Bicchierone. Bellicone. Tonfano.
Calicione alla tedesca.
Bicceròtt. Bicchierotto. Acc. di Bicchiere.
Bicciolàn. Bozzo lào. Bracciatello, Brac-
ciatella. Ciambelletta. Sorta di pasta
. dolce. In Vercelli si fanno de^ biscot-
. tini i quali diconsi Biciolàn : forse la
voce nostrale è venuta di là.
Bicciolàn. Fuscràgnolo. Uom lungo e
magro — In sig. di Badée. F".
Bicciolàn. gergo Il dito indice
della mano.
Bicciolànna. Jd. ££'Ùga* F.
Bicòcca. Arcolajo. Bìndolo. Guìndolo,
Strumento noto — Su la bicocca se
fa-giò el refi*; cout Paspa el se fa-sù.
Coli* arcolajo si dipana ; col naspo
, s* ammatassa. S* adopera V arcolajo per
aggomitolare o incannare iljilo amr-
matassato ; s* adopera il naspo per
mettere il JUo in matasse — Ne** diz.
bicòcca significa un forte, una terra,
un luogo di poca importanza.
Pè. Toppo. Base. «» Ferr. Fuso ■■
Bacchett. Costole a T^-avcrs. Crociere.
02 ) BID
Staggi R Biroeù. Naso b Baslottell. Cfo-
toletta. Ciotolino.
Bicocca de sarà-sù. Arcolajo che si
ripiega. Quello che non ha crociere,
ma sibbene sole costole congiunte
fra loro per le estremità , le quali si
allargano e si ripiegano a piacere.
Mett r ascia su la bicocca. Agguin-
dolare. Accomodare la matassa sul
guindolo o sia sull" arcolajo.
Streng e slarga i coss come se fa
cont i bicocch. Come i mantici^ una
volta sì e una volta no. Dicesi di chi
è instabile e or vuole or disvuole,
ora dice ora disdice una cosa.
Bicocca. Barcollare. Scrollare. Tenten-^
• nare — Dal gr. M/xoxèo dice il Far,
mil. del 1606; dal gr. B<xoxèo quello
del lySo; in ambi i secoli però con
induzione strana e con grecità tratta
non so donde.
Bicocca, ger. Arcolajarsi. Balenare, V.
Fa arma visconta in Arma.
Bicoccàda. i&aiico//amento. Dagh ona bi-
coccada. Barcollare. Dagh bicQccad
de lira. Andare barcollon barcollane,
Bicocchin. Dim. di Bicòcca. F.
Bicocchin(Fà). Girare in tondo{*ùor.\
Far bindolo(*ìucch.). Certo giuoco
che si fa prendendosi in due per le
mani e girando al tondo precipitosa-
mente. Forse non sarebbe detto male
anche Far mulinello o Arcolajarsi.
Bicòrnia. Bicòmia. Specie d^ ancudine
a due corna lunghe e non tanto gros-
se, Tuno conico, F altro piramidale,
di cui servonsi gli artefici per lavo-
rar di tondo que^ metalli affocati che
male potrebbero attondare sulle corna
tozze delle ancudini ordinarie. Tal-
volta la Bicomia è anche parte di
queste ultime ancudini.
Bidàn. Badile. Scarpello augnato o a
scarpa. Alcuni dicono anche viziata-
mente Pedano trattivi dal francese
Bec d*dne che noi voltammo in Bi--
don. Scalpello parallelepipedo a due
sbiechi di cui gli artefici fanno uso
per avviare i cavi da calettatura, ecc.
Ne ha di più specie e grossezze, come
Bidan de trii o de quatter pont.
Badile grosso 3 o 4 punti.
Bidàn di bajonètt de uss. Badile
da incassar ferri.
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BIE (i
Bidè .... Mobile di moderna inven-
zione, che consiste in un lavamane
a scafa, con entro una catinella pure
scafoidea, retto da quattro peducci e
coperchiato. Se ne servono spcc. le
donne per la pulizia. Dal fr. Bidet,
Bidèll. Bidello.
Bidèlla Dopo T introduzione
delle scuole- elementarì femminili è
nata fra noi questa voce per deno-
tare la 8ei*vigiale di quelle scuole.
Bidòja. V. cont. e spec. brianz
Specie di polenta molliccica fatta con
farina di granoturco cotta nelP acqua ,
insalata, e regalata di fagiuoli, foglie
di cavolo, e simili. Nella Vallassina Dì
la bidoja vale dire il rosario, forse per^
che sogliono dirlo la sera intanto che
aspettano si cuoca la vera bidoja»
Bidòja (Fa). Far baldòria.
Bidón Nome di que^vasi di
latta bassotti, assai larghi, tondi,
ellittici o poligonj, usati per conte-
nere dai dodici ai venti boccali di vi-
no, aceto, olio, ecc. per uso de''soldati.
La voce francese, anzi parigina, d^ori-
gine si va oggi giorno dimenticando.
Biéda. Bieta. V. Krb.
Biedràva. Barbabiètola. Pianta e radice
nota, che è la Beta rubra vulgaris
de^bot. Il Targ. Tozz. la dice anche
Havastroni e Barba semplicemente.
Noi la diciamo Biedràva forse dal fr.
Betterave-^ i venditori la gridano anche
al pi. Biedràj Biedrà cott. I contadini
idioti deirAlto Milanese chiamano Ca-
rotola la nostra Biedràva e Gniff la
Caròtola^ forse perchè originariamente
non conobbero che la bietola gialla.
La specie ordinaria è la già delta:
se ne conoscono però anche le seg.
Biedràva bianca. Barbabietola mo-
scodella o bincaa{T^vg, Toz. Ist.). La
Beta pallide virens major àe\ Bauhiu.
Biedràva bislonga. Barbe de'Cap^
piicci/u (Targ. Toz. Istit.). È la Beta
rubra radice rapa! del Bauhin.
Biedràva gialda. Biètola caròla. Biè-
tola gialla (Targ. detto). È la Beta lu-
tea major del Haxxhin e del Tournefort.
Bièlla. Tegame. Vaso di terra piatto con
orlo allo, per uso di cuocere vivande.
Forse dal Biellese donde per avven-
tura ci vennero la prima volta*
o3 ) BIG
Meli dcnt in la biella. Integamare.
Bièlla dicesi anche di quella specie di
terra di cui sono composti i vasi cosi
detti bièll o biellìtt, ecc.
u A part gh'^è ona panerà
>/ Con sora ona pellrera
yt Tutta de piati de biella.»/ (Bai. Rim»).
Bièlla ( Franzés de ). V, Franzés.
Biellàda. Tegamata.
Biellàscia Tegame ampio ma
brutto^ tegamaccio.
Biellàtt Fabbricatore o vendi-
tor di tegami.
Biellin. Tegamino.
Biellón e Biellònna Gran tegame.
Biellòtt Tegame più fondo che
spaso.
Biffslècch (c/fe nelVkrX. Poet. è scritto
Bistècch.) Filetto di manzo,
tagliato in fettoline sottili , messo per
qualche istante ad arrostire sulla gi*a-
tella, che s"* imbandisce quasi verde-
mezzo. Dair inglese Beefsteaks che
suona BraciuoU di manzo. Al filetto
alcuni sostituiscono fette di groppa di
culaccio assottigliata a battitoja, che
inoliate, insalate, impepate o altri-
mente condite arrostiscono pure sulla
gratella.
Biga. Biga, La corsa di high. La corsa
delle bighe. Col moderno Anfiteatro,
sorto in questo secolo nella nostra
città, il dialetto acquistò anche la
voce Biga,
Bigàtt. Lo stesso che Cavalér. ^1
Bigattée Colui che accudisce
di professione ai bachi da seta. Mol-
tissimi Brianzuoli emigrano a ogni
aprile e vanno per tutta Lombardia
e anche altrove a fare il bigattée.
Bigattéra .... Luogo disposto esclu-
sivamente pel lavoro dei bachi da
seta. Sono volgari nell^Alta Italia i
nomi di Bigattiere e Bigattiera.
Bigattéra Donna che accudisce
di professione ai bachi da seta.
Bigavò. Foce bergamasca usata in Brianr
za per Cor {ceneracciolo). V.
Bigg. V. Bice.
Bighèzz. ....... Sp. di rete quasi
simile affatto al Riazzoeù. V.
Bigia capellée. V, Migia capellée.
Bigia. Marinare, Inforcare. Fare forche.
Bigia la messa, la scoeula. Marinare la
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BIG ( 104
messa 9 Inforcare la scuola. II Caro
nelI'^ApoI. a pag. aao dice Fuggire la
scuola. Il Guadag. (Rime I9 a4) ^^
Salar la lezione.
Bigia in senso fig.^ cioè di sottrarsi a
checchessia. Ver es. Te la bìget minga
. vèl Tee de dimxnel. Non fuggi la
scuola t;e'(Caro Apol. a pag. aao);
me Vhai a dire.
Bigiàda L^atto del fuggire
scuola y messa, ecc.
Bigiadinna ... 11 fuggire scuola, mes-
sa, ecc. in senso remissivo, cscusatorio.
Bigiadór. s. m. ^ Chi per abi-
Bigiadóra. s. f* S- tudine fugge scuola ,
messa, ecc., od anche Chi ha per abile
di promettersi e non mantenersi.
Biglia o Bilia e al pL i Bili. Pa//a(^tosc.).
, ^ig/m(col franzesLsmo de"* giocatori).
Quelle palle d^ avorio colle quali si
giuoca al bigliardo.
Bigliàrd* Bigliardo. Quella gran tavola
quadrilunga cinta di sponde, e tutta
foderata di panno verde, sulla quale
si giuoca colle palle d'^avorio scagliale
a mazza Tuna contro l'altra.
S^onà9L.Mattonell(ts=i^vis^.Biglia,Buca.
Fa bigliard. Ambigliardare (cosi nel-
TAlb. bass.). Dicesi allorché battuta
colla nostra la palla dciravversario
accada che ambe le palle corrano
parallele a una meta.
Giugà al bigliard (cAe da alcuni
vien anche detto Giugà al Irucch). Gio-
care al bigliardo o al trucco a tavola, I
termini di questo giuoco sono nel no-
stro dialetto i seguenti: Busa^ Bricolla^
Biglia j Stecca^ Strusa^ Curt^ Mesz,
Longh^ Longhissem , Mettes^ MetUida ,
Imballa 9 Imballiidura^ Colla o Collega
Melt^ Cascia^ Manda e f^ess a colla ^
Fa la biglia y Fa partidon^ Perdes,
Andà-sà^ Perdita, Andà in busa. Salta-
foeura. Scappa la stecca. Salta, yess
in balla. Fa bigliard. Fila, Giugà sott
gamba o sott man o manzin , Andà--
giò , Batt, Baitiida , Tocca , Fa balia ,
F'all, Colpfals, Andà^ott, Passa el
mezz, Ciappà on quart de biglia o
mezza biglia , Batt o Ciappà de fac-^
eia o in faccia , Batt o Ciappà de cuu ,
Giugà de cuu, Andà a rost, Zucc/ie-
rin. Ternari, Repicch, lìcdoppi, Bi-
gliardec , de** quali si leggono le spic-
) BIG
gazioni ne** luoghi rispettivi, il bi-
gliardo si giuoca in varj modi, cioè :
A casin. A pallino {* fior,). Questo
giuoco si fa con tre palle , una delle
quali assai più piccola delle altre ch*è
il cosi detto ctisin o balin , e chi pri-
mo fa sedici punti mediante certe de-
terminate leggi, esce vincitore. I ter-
mini di questo giuoco 5ono Fa casin
e Fa casin de quatter.
Ai òmen. Ai birilli {* fior.). Questo
.giuoco è simile al precedente, colla
sola circostanza di più che nel mezzo
del bigliardo si mettono per ritto
cinque cosettini di legno, d'avorio o
simile ( detti birilli a Firenze e omen
tra noi) i quali sono prezzati tanli
punti , e chi più ne atterra colla palla
dell'* avversario , talché primo giunga
in complesso a far ventiquattro punti»
che a tanti va il giuoco, quello rie-
sce vincitore. Termini di questo giuo-
co sono Fa i omen e Fàfilotl.
A la carolinna. Alla carolina (*fior.).
Questo giuoco si fa con cinque palle,
due delle quali bianche, una rossa ,
una turchina o verde, ed una gialla,
e tutte queste palle sono prezzate il
valore di tanti punti , cosicché il giuo-
co consiste nel inandarle con certe
determinate leggi nelle buche del ^bi-
gliardo , e chi primo tante ne manda
quante arrivino ai quaranta punti , ai
quali d^ordinario va la partita, quegli
riesce vincitore — Jouer à la caroli-'
ne dicono anche i Francesi.
A la carambola. Alla carambola
(*fior.). Questo giuoco si fa con tre
palle, due delle quali bianche, ed
una rossa , ed ha quasi le stesse leggi
dell^ altro detto a pallino. Termini di
questo giuoco sono Sta deni de la
stacchetta, e Fa carambola o Caram"
boia — Anche i Francesi dicono Jouer
à la carambole.
A la poi. Alla corda(*^OT.). Que-
sto giuoco si fa da molti giocatori
insieme, i quali tutti portano un nu-
mero progressivo , e tirano la loro
palla un dopo T altro, e continuano
cosi fin tanto che avendo tutti per-
duto i punti convenuti da prima,
r ultimo rimane vincitore di tutta la
posta. Si fa anche questo slesso giuoco
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da pM insieme e con due Iole psifle —
Termine dì qiteisto giuoco è J morì —
Anche i Pramce»i dicono Joiter à la
pouf e -^ Pà ona pd}. Far Und c&rèla
* (*fìor.>, cioè' fare una partila al gi\ioco
' così dettor detta coi*da.
Bigliardce Colui che Sta il ilo-
tare i punti ne' giuochi venadi dfì hi-'
~ glìardò — Dai fr: BtUafder,
Bigliardée ..... Chi tiene g^uoco^ di
bigliardo.
Bigna. ì^oée Usata ntHtt ftase "^esff'dié*
cocch e de bigna. Essere un tefi&theeo^
un tàmburhtO', cioè dopr^ioy finto;
Bignè. ....... Specie dì fHtt(rftà; d?
pasta tenìefa, cotìdlfa cbd uòvo, sftfc-
' chero e burr'o, e itttofto tigoiifiata.
Dal fr. Beignet di pati sigiiiftc'ató: Tra
Frittella e Bignè correr sp^ialmenle
questa diversTti chiè dove la ptima
' è cottVi neH**©!?©,- it^etottìdo' è cotto
nello strutto o nel burro.
Bignè de pòrnm; . . . Ee frittelle
suddette regalale' coit qitalbhe' fetU
di- meh. • '
' Bi^nè der ^òrtim de* terrai ... Le
(Hrtefle sàddettìe neUe* quali la pasta
è dì- patata' rffatiwWte. *
Kgné de !*&;-. . tfe iritlJène snd-
dette con'pasta' di riso.
Bignoeùla /^irr* Brògnoeftla. V, ' "
Bignògna: Bignònià catalpa ^'Bfgnòttin'
d*Am'erica* Wante^ non infrequenti òg-*
gidf nei nostri ■g^ai'dihi, e sono la ;0«-
gntirtid dàtdìpa è k È, rudieans dèi hòX,
Bignòn per Bugnón. K.
Bigolìn', ch&'piU dark, decorre nomcnare'
' in: pi. Bigòlìtl. DfkyolihiCiìoT.). Bachi
(♦san.). M>^fetó(nvtcch.). (iiHndrnoli di
bamba^a' av vol^* rfitl fil d? fèrro e fer-
matavi con Blb <K còtbne aiVotoktòvi
sopra, grossi Utl'm'et 2*6 dito mignolo,
luirghi il dojfVpfio é'àiquaYito àflbs^ti,
sai quali si tfiTVdlgono TcaipegH'per
fofmarc' i ricci, t Tedeschi li chiama-
no lfaart*óite{Cì\niàrì da capegli}', i
Fi*. Bouhfts^t i Venez. Rolò, Ga«j)aro
0OZÌIÌ nel sut> Capitdld in' lode; dd
Tuppè li chiarttò tucignotetti , e diske
dia veneziana Stoppinare quello* che
JToi diciamo Fà-sù i Vlgótitt,
B5goimt. Mèttictjmto. Mèrciadro. '
Bigòtt. Bighino, Bigotto, V. Bélft.
Bigùttuii SpfgóitstriC. r. Bbàta.
rvl. L
06 > ÈlM
BfgottìsnM. BàtohettàHéHà, B^tdàhekonì-
smo. Santocchiétìa: ìì Cesarotti ilei
Séggkr stilla' filosofia delle lingue usò
àt^che* Bigottismo.
Bigottón. Pinzòeckef'àìie. ' '
Bigottònna. Pinzoecherófia.
Bij. Fhr. di' Bèli.- ifegft*. Btf.BéL ÉelU.
Bila. Bile.
Biló^ BUlcrio ^-^Mirosó. Stido^ù,
Bilffiù. BHlo? Lo stèssd die Pòi*esìn. ^. —
I diz. hanno Bièlt hiM Voce per c'Ma-
ntare' i ptdciài, ecc.
Biloeù biloeù. y. Bloeubìth^. ;
Bimesti*àf Iti forza: di MSt ni, ..... .
Negli ttlRxj- pubblica è qòieljr impie-
gato che si ass^i^i'é lìd ajfito' per iin
bJiriesl're, il quale*, éoì^tftitìando il bi-
sogno , continua nel scfor incarico cbn
a^ssegno e òbl^lfg: reciproca bimestre.
Bina. V. a. pdr Sbignàf. y. Dal gr. BtvàQ
dice il Far. mif: cóirord. stia grecità.
Sina. Accoppiare. NI»* dìi. Binare è r?fe-
rito solo alfe géifiellipare. '
Bina Ivi sedò'. Addoppiare. Acfcòpptafre
' due fili di' seta , dipamanfdoli uniti slir
un solo rocchetto, onde poterli jioi
•'tórfccre. '
Binadóra. Addoppialo jó. Ifacc^rìna'' ]^r
' addépptafe k séta. F. a/*^é 'Ci*6s.^
BinliSch. Bimtsco: itoitief proprio di un
"villaggio iP qualej per eAsère "a'ihétà
sttada fra Mìlatro e Patia, diede ll^-
• go affi" frtst; fignratai » • " *^
' Vess a "Bhvìsch.Essett'a rhetto'di
' iinà cosà. ÉsÉere a mencia strada & via,
Bhldk. Benda. Fascia cTìie s' avvolge al
capo, che copte" g!i 0CCM9 ó simili.
Binda. Éend'a^ e fóet. Sacra: benda. Velo'
di che* le monache si- Coprono il capo.'
Binda. Benda.^ StViscia^
Binda. Fascia, Lenza. Fttsdia lina. Binda^
dì solàss. Fa^chtofa,'
Blildér. Brandello. Brano. Stramhello. f '
Andà a'bind o a hìndt)iìó i\iit" a
bind'. Èssere sbrèmdettato: StfambeHa-
f^e. Sbrandellarsi. '
tìrtd^. fi^. Bìridotó. Baro, raggiratore.
Bindèll. Na:stro. Bindélld.' Fettùccia.
Bindeli appcnn^ nassuu; Stenìno.'
Nastrino che è della massima streriezZa.
Bindeli dìs- colon. . . . . Nastro di^
filo di cotone. . . * »
Binde» de fil . . : . Nastro di Jìlti.'
Bindeli de firiselL F. Frisa.
14
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BIN (
Bìndell d^ lana. Nastro di stame,
(Buonarrotti Tancia IV^5).
BindeU de rens . . • Jfastro dì reosa.
Bindell d'Olanda ...... Nastro
di filo d^ estrema finezza.
Binde!! franzé. . . . Nastro frangiato.
BindeU lustrinaa .••,.... NasUt>,
imitante il lustrino.
BiadeU operaa. Nastro.. a, opera^.
Bindell rasaa o satin •• Jfa-
stro imitante il raso.
Bindell soli. Nastro puro .o piano
o non a opera* , ,
Bindell stampaa • . . Nastro indiana^o.
Bindell tafftà . • . « . Nastro imi-
, tante la seta taffettà.
Bindoli velaa. ... . • . Nastro imi-
, l^nte il velo.
Fa bindell ..... È quell' agit^irc
, circolarmente alcun tizzoncello info-
.cato, il quale, cosi tramenato jdà idea
. di' un nastro fiammeggiante più o ipen
largo secondo che è maggiore o mi-
. npre la parte di esso tizzone infocata.
in qualche modo c;sso è la Cidole,à&i
,,^ri^Iaii^. Pare qì^p in Toscana non si
usi frase corrispondente 9 alipjeno con
...g^^njerabtà, per(chf^ U Bandini (nel suo.
Pise. ec(i^n. sulV Mar. di Siena p* i4i
../?di^. ^il, Ecpn. i^l.) descrive sì il Jiq-,
, ;fì^f;o Fa bindell 9 ma non usa vocerò
frns<s corrispondente, allorché dice
ti Succede dell'" oro nel con^nercio,
- ^'.come di una fiaccola in mano d^ un
M^ianeiullp che pare che faccia un
I 9f cerchio continuato di fuoco se yen-
>> ga raggirata eoa velqcità. ff
qindeliàzz. . .. . • Nastrp Jungq e largo.*
Binde^lée^ Nastrajo, Fettacciajo.
Bindelléra. AAStnz/a(*fior.).
Qipdellin,, Nastrino.
Bindcllin appcnna nassuu. Stertino,
Bindelli^ « .. ... ., • ^p* di diorite o sin
, d| marmo allistato .a più colpri che si
_ trova in pm luoghi dei nostri monti ,
e spec. neir alveo del fiume Varrope
in Valsassina nella provincia di Como.-
Bindellinna. Ad^di £rha« f{'
Bindin. Bendeliar B^ml^rclla, Fascetta.
Fasciuoietta» .
Jj^u4pjcr2^(a).^ hran4ellh.4 ^'''"w» P^'
brencioioso,
Bin4<>n^ Bimbrénciplo, BifomfeUo^ Br^fuio.
Strambano,
106 ) BIO
Bìo« Foce usata per, onestà in luogo di
Dio nelte esclamazioni Giura bì'o. Per
^i'o. Corpo de b'io, e per maggior enfasi
Corpp de b'io b'ión. K. in Dinna.
Per bio bacco baccon. Per dio bac-
ckissimo(*ioac. e .nelle- Rime di un
pofta pisano).
BfQbip. Xo stesso che Barbetta. F'*
Biólca. Bifolca, BubuUa, Jfkgero* Bubìfl-'
ctfta* Corba, Misura agraria.
Biólch. Bifolco, r. Bólch!
Bit^Ua. Betulla. Bòtula. Pianta nota, f^
Béol^.
Bión (Corpo de bio). K in Dinna.
Biónà, Biondo ; e poet. Flavo — Bion-
dezza è la qualità di ciò ch^ è biondo^
Bionda è la lavanda coUg quale rim-
biondansi i capegli.
Biond scur. Biondo carico*
Devqntà biond* Imbiondire^
, , fa, biond i cavij. Mimbiondirsi,i c^
" Trà al biond. Biondeggiare.
De là de biond. Biondissimo.
A r ultimo biondo o A quell biondo.
. fé tutta parigina^^losc. e nelle Aime di
ui^ poeta pisano). J tutta usamw (Fag.
A si. bai, II , II). >jéll'uliipia moda o ^•'
,\lflfiUi,ria. Di , tutto garbo o.bupn gftsto.
Bionda (gergo), im^rfocolara. K. .Ciòcca.
Biond in. Biondello.. Biondello.
Biondinètt. Fez, di Bjiondìn» F.
Biondón. Biondaccio, Accrescitivi di
Biondo che hanno in se alcun che
di spregiativo 9 j^ coxite a dire Biondo
smaccato,
Biòtt. ..... Ne^(;q^tQrai di Soma mi si
diee cosi nomiuaVa una specie d*" al-
locco dal verso biòt biòt ch^esso fa.
^ìòiUNudo, Gnudo. Ignudo, Ne^diz. BioUo
; vale povero. Dal gr. poet. B/oro$, si-
gnificante vita , e quindi Biott chi ha
soltanto la vita: cosi il Far. nùL
Biott biottisc. y. BÌQllJSC«
Biott come V è nassuu o come ona
rana. Ignudo nolo. Nudo nodello.
Biotl ma grass \Clie stracciato sia il
Grass, biott. e\ ^mantello e grasso
maldevolt. ) il piattello.
Vestii de biott. .SsmigiiiM2o(Di«.Bol.).
Mezzo nudo — Stracciato. Male in ar^
nese, Diccsi di persona che non abbia
quasi vestito.
Biottisc. Foce usata nella frase seg*
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. BIR (1
Bioti bi'ottìsc. Nudò Hudeììo, Ignudo
nato, Jgnudissìmo, Del tutto ignudo.
Il ted. Fingemacht
Z vedi biott biottisc qaell car itar Dio {Cupido).
' (Tanzi Rime).
Biottón. Ignudo nato. Del tutto ignudo,
Bioltón ..... Dicesi in gergo d^un
Cappuccino.
Bìra. Birra, Liquore che s' ottiene per
fermentazione da^'cereali misti coi lup-
poli. Cervogia è birra di vena , d' oi^
ZO9 o grano misto con appio, menta
o altre erbe ; Melichino di mele ; Si-'
dro di pere.
Bira de marz. Birra marzolina,
Bira doppia Quella che
gr Inglesi chiamano Strong-Beer e i
Fr. Bière forte o Doublé Bière,
Bira piccola. Piccola birra{Gh, Enc).
Quella che gringlesi chiamano Small
Beer e i Francesi Petite-Bière, cioè in
qualche modo V acquerello o la posca
della birra. Il Boerio nel suo Diz. ven.
la chiama Birrelia sènza però addurne
autorità.
Bira él Birra dolce. Birra
con pochi luppoli. Dall' inglese Jle
(che si pronuncia el) di pari signifi-
cato. Questa specialmente direbbe
Cervogia il Gh. nell'Enc.
Bira Pòrter. Birra di Porter(Diz,Xec,),
Biràga. Forse nome proprio di donna n-
masto in grand* uso nel nostro dialetto
come antonomastico di pazzia e di vo-
lubilità nelle seguenti frasi o simili:
Oh che matta biraga d^on omm!
Oh ijfual pazzo a bandiera!
Oh che matta biraga d'on tcmp ! Oh
incostanza di tempo l
Birarla ... : Il Luogo dove si fabbrica
la birra, e là Bottega ove si vende.
IB^ba. Birba, Birbone. Fantino, Barattiere,
Batt la birba. Birbantare, Fiver di
birba, Baronare, Birboneggiare. Pai-
toneggiare. Andare alla busca o aU
raccatto o all' accattolica.
Birba si usa talora in senso' quasi vezzeg-
giativo. Monello, y, Birbonsoèll vezz.
fiirbàda. Birbonata, V, Birbaria. Nelle Bi-
me d'^un poeta pisano leggesi Sirbàla.
Birbantaria. Birbonata,
Birbaria. Birbonerìa, Guidònerla. Fur^
fontana, Monellerìa, kzion da birbante.
Birbìn. Birba* Biroccio, Soiia di caksso.
07 ) BIR
Birbinétt. Biroccino.
Birbo, y. Birbón.
Birbón. Birbone. Furfante, Briccone, Bar
rone. Birbón solenne. Briccon solenne,
Birbdn. Birbone, Furbo,
Birbònna. Briccona.
Birbonón. Fitrf untone,
Birbonònna. Solenne briccona.
Birbonscèll. Furfahtello, In senso tristo
Birbonscellin. Furbettello, (e buono.
Birbòtt. Birbone,
Birée. Birrajo, Chi fabb; o vende birra.
Biréra La moglie del birrajo,
o la donna che ha fabbrica o vendi-
torio di birra.
Birgom. y, Bèrgom.
Biribàra. Giuoco del biribara dove chi più,
vede manco impara (Salviati Granchio
V, 3), e met. yiluppo. Imbroglio.
Biribira. Frasclietta, Chiappolino, Uomo
di poca considerazione.
« A clecciari dottor sti biribira. » (Mag.Maac.).
Biribìss. Biribisso, Il tavoliere del giuo-*
co di pari nome.
Figura de biribiss. met. y. Figura.
Giugà al biribiss. Fare ó Giocare
al biribisso, Sp. di giuoco di sorte
che si fa sopra un gran tavoliere qua-
drato che ha negli angoli quattro ova-
tini dipinti a grottesche e in giro
trentadue caselle ognuna delle quali
va distinta per numeri dair i al Sa.
In un sacchetto posto in capò al ta-
voliere stanno altrettante pallottoline
con figure e numeri corrispondenti.
Dopo che i giocatori hanno caricato
d^una o più monete quelle caselle
che loro aggrada, chi tiene il biri-
bisso, o vogliam dire il banchiere,
fa uscir del sacchetto tante pallotto-
line quante sono le poste; per quelle
che escono corrispondenti alle caselle
caricate paga 02 volte la posta al
giocatore; delle poste non benefiziate
tira a sé il danaro. Lo stesso giuoco
fassi anche per altri m9di , come per
esempio con 70 caselle, sei delle
quali a prò sicuro del banchiere, e
70 pallottoline di sorte, pagate 64
volte la benefiziata, o vero con ac-
cordarsi al banchiere tre sole casella
di prò sicuro, e pagar esso posta sem-
plice ai vincenti ; e cosi secondo usi
ed accordi — y. anche CavagnceAla.
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BIB K I
BìribìssHTit .... Gioca^Qr 4^ biriliisso.
Neir Intermezzo Italiauo i^ititolato //
PozjiQ 4i f«P^ Pattizio (che credo del
]^Jaggi) l/sggiesi Birihissanle,
« £1 nugonna, «1 $u lì Apra de lù,
V Come oa biribissant ch'abbia perdua. »
(M^g. Jpter. II, tiiS.)
Biricchìn, epe. f^ periccbìn, ecc.
pin'd^jì. ^qrffiUa^ Farfallino, Girando-
lino^ y, Ciri)}ìra.
Biridceùra. Fem. di Biridqe^t V* >
?ìrlo« V. Bu-lp.
^irlà. Botare — Trottolare — Girare,
C^rla de birlà. T. Carta.
Birlént. V, Imbirlént.
Birlln(de strenciroeù). f^. Zirlìn,
Sir]ÌQglnt( per Berlinghìtt. K
Jpirlo i^che in alcune parti dell Alto MiL^
cpme a Merate^ dicesi Calimón). Palèo,
Stornello, Fattore, Quel cosetto conico
di legno che i fanciulli fanno aggirare
percotendolo con una sferza. Secondo
FAlb. bass. (in Toton e Pirpuette)
avrebbe anche a dirsi Girello o Girlo 9
la qi|ale ultima voce parmi aver sen-
tilo anch'aio in Toscfina allorché vi
fui giovinetto per pochi giorni .
Andà fceura del birlo. Dar ne* lumi
o nelle stoviglie. F. Dia.
Andà giò del birlo. fig. Cascar di
collo. Scadere di grazia, £l m** è andaa
giò del birlo. Mi è uscito di grazia,
(pramai V ho sul libro verde,
Giugà al birjo o al birla. Fare o
Giocare al paleo o aljattore o allo
stornello; e secondo le varietà che
si vedranno più sotto Fare alla trot-
tola o al trottolane 9 ecc.
B}rlo ( che in varie parti dell'Alto Mil.
dicevi Tirapàga) Specie
. di paleo poligpnio, fatto d'^osso o di
' avorio» co" numeri sulle facce e con
perno su cui gir9. È trastullo daderesco.
pirlo. Trattola. Trottolane, Couo di le-
gno con i^n ferruzzo in cima, e con
. alcune strie nel corpo , che i fanciulli
fa^inp girare per trastullo mediante
, una cordicella avvoltagli intorno in-
torno ia quelle stWe.
j^rlo. 7["rptlolinfi(*losc.), Quel paleo che
a ^Qsi dire s^ir^provyisa introducendo
. uno sti^cco in un fondello 0. in un
bottone , e facendolo rotare colle dita
sur un pfano q^iali^ni^^
08)
mìk
)ìir}9 i^lìjnes Paleo ohe aggirato
su d^ un tavoliere ove stanno per
ritto varj birilli figurati, va a dar
dentro in essi per farli cadere ; e se-
condo usi. ed accordi fa vincere o
pe^^dcfe i giocatori eh/; lo fan roteare.
Birlo. Fusajuolo, Fusajolo. Rotella. Pic-
col cono, e talora anche Cerchiello,
di legno o di terra , che le filatrici o
torcitrici mettono, a roo** di pendolo,
in foiido al fuso perchè roti con moto
facile,equabile,e scnz9 che il filo scatti.
BÌTÒfic, Biròccio. Cesta? Specie di caiTozza
a quattro ruote con carrino, sterzo e
cassa a due soli luoghi, la quale vie-
ne guidata da quello che vi siede den-
tro. Era molto in uso anche prima
dellQ Ster;^o nel secolo passato, e
serviva tra noi per Le gite di cam-
pagna specialmente ai colli di Brianza
e del Varesino. Oggidì è quasi uscito
d^ uso affatto e ha ceduto il posto alla
Timonella che gli somiglia grande-
mente — L^Alb. enc. fa sinonimi Birifa
e Biroccio e li vuole scoperti. Io du-
bito di qualche errore; forse la Birba
deve corrispondere al nostro Rirbìn,y.
Biroccin. Biroccìnq. picciolo biroj;cio.
Biroeù. Bìschero. Legnetto che si ficca
ne^ buchi del manico di un.Ieu|o,
d^ una chitarra o d^ altro simile istru-
mento, per amcjcarvi e strignere od
all^nt^-e le corde a quello avvolte.
Biroeu. met. LeccatagUere (Vs^g. 4st. bah
II, i5), cioè Servitore, fapte.
BiroBij[. T. dijirarti. àfastiitolo{*\o^,f Diz.
artig.). Ca^nglia, Pernp, Pillalo. Piròlo?
Pirone? Caviglietta di legno che serve
per congegnare i V.arj pezzi di un
lavoro. Corrisponde al fr. Chéville,
BirtEÙ. T. de' Calz. . . ... Bulletta di
legno che serve per congegnare la
solellatura d'Anna scarpa. Il Voc. ven.
non so con quale autorità dà per nome
it. corrisponderete a questo Stecca,
Biroeù vi coni, per Legnceù. f^.
Birceù Og^vl^o di quei manÌ9>
poluzzi in che si nianda un manipolo
(basgia} di lino per cardarlo. Due
di questi, cardati che siano e intrec-
ciati, formano un lucignolo(eZ2a).
gii^-aBÙ. 6. m« pi. Pironi. I piuolini di
ferro sui quali sj avvolgono le co)*de
9^'piamfoTti, npU'arpe, oqc.
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£18
< fopì)
^ilS
Birón {o Birón de Ci direnila) . » . . Specie t
di birra assai possente.
Biro ria. Bischerino,, Bischerello. BiscJìe-
ruccio* Bischerellino»
Birorin. Pemetto, Cavi^lUtla.
Bis. Bìrcio. BoìusanU,
(£ucc bis. Occhi apptufjidiii, I.^ia-
laticci , le incinte di fresco ^ le pcos- i
BìBm al palio hanno,/ asucc Uà»
Yess bis. Avj^ gli o.cdU tra i pfili.
Essere ancora traM sonno^
Bis. met. Incollerito, Tinto.
Bisa Imbiancatura cbe i pittori
teatrali danno alle t^le già dipiptf
per sdipigaerle e 9erv irsene per ^)44?ve
dipinture — Dà de bjsa. Imbiancare.
dal peso toWe. deH'aMQiJlWfiRl^io^ ^,ci6
\n. cpiupeuso 4ell* roccia cbj? rÌT^s'e
,. .ogui fQnn\?^M;>,9>f|4e IpHa.yia n}<>nte-
r.eUlje P iip.n , me^o 4i tanto. Quésto
diiXalco è quelj^o c;he da tali negouanti
chiamasi Biscav p BisecufCiz, . ,
^iscayèzz. f^. j^isr^y.
.$j^QÌà< Arricciare. Jucre$pare* Inanellare,
Dare il rfccio , far prendere il rìccio
ai capegli col f«rrx> oal^o..
.Bis^oeù. Bifciutella, BicciuJinQ.
Jtisciuia. V V > • pic£^ di persona che
da natura abbia crespissimi i cape-
rgli , un ricciutoae se mi à lecito dirla,
une Téte moiUonnée direbbero i Fr,
Bisciorìn. Bim. di Biscii»ù. F',
Bìsàhò&a^^^uaziabuglio, ImpiMlro^ D^Ua | JBisciorjnètJU Him. di Bisciorni. «f*
Bisa de* pittori teatrali dettfi pi^ pò-
pra Tiene forse questa nostra Bisa-
bpsap YPce che si estende a denotare
come ogni lavoro d^ijppiaslratore ai|zi-
chè di pittore, cosi anehe per esten-
sione ogni cosa inanche vole, confusa,
< in cui non siano ben congiunle e
temperate unità e varietà, car,dini del
bello in che^hessia. Quindi abbianio
Ona bisabòsa d'^on quader. Un dipinto
^graùato. Qna bi^^bosa d''on disegn.
Un disegno scioccp. Oadi bisabòsa d'Iona
scrìccittra. Uno scrittaccio. Una scrit-
turaccia. Certi bi$abo# de romanz. Bo^
manzi stravaganti ed aUf^ moda che
non se ne rinvien capo né coda* Ona
bisabòsa d^on discoris. {7/?4 tiritera j
tm* affollata, Ona bisabòsa d^n sonett.
Un sonettuccio ^graziatello 9 e simili.
Fors'^anche la Bissabova de^ Venezia-
ni, ch'equivale a Turbine f Scipnata,
Tifone f cioè confusion di venti, diede
origine alia nostra Bisabòsa,
Bisbètegh. Bisbetico, Umorista, Aroma-
tico, Stravagante, Fantastico. Lunat ic o.
Bisbeùtt. Bisbetico.
Bisc. Ricciuto. Riccio. Crespo,
Bisc. Lucignolato,
Bisca. Rodersi, Marinare. Dispettare. Stiac-
ciare come un picchio. Arrovellarsi»
Rodere il freno. Aver grand^ ira e non
la potere sfogare.
Biscàv {che anche dicesi Biscavèxz). . . .
Allorché il negoziante di cacio lodi-
giano ne compera da chi lo fabbricò
un intiero assortimento (o/ia sort. K)
suole dibattere dodici lihbtv» grosse
BÌ8(}pcca per $còc4ìSi(altale/m)p V.
Jiscf?!. r.Martcìau
Biscòtt. y. Còti.
J^gì^^f Gfojello, Giojetia. Anello.» vezzp
\ o -altro lavoro che serve 4i ornamento.
,Le voci Bisgió^BisgiottarH^ Bisgiot-
tiér sono tolte di pisso dal francese.
Bisgió. mei. G{o/e//o(Buonar.7knciaIV9i).
Ogni cosa che abbia in aè pulizia, a^
giustatezza, bellezza , garbo , galante»-
ria; in quel medfisiaQO $ig,met.cbe ha
la voce Bijou in francese. P«r es. Quelr
la bottega Tè on bisgiò. £ una galante
bottega, È una vaghezza di bottega.
Nett come on bisgiò. Netto di specchio.
V è disegnaa come on bisgió. È un
disegno finito col fiato. V^ lavo^aa
. come on bisgió. È lavorato con som-
nm finitezza. El gh"* ha on bisgiò d^on
gabinetti? El gh'^ha on gabineitin che
Tè on bisgiò. Ha un gabinetto eli^ è
una vaghezza o un giojello, I contrarj
di questa voce. Bisgió sono Bisabòsa^
tHiscmdfic^ SciapaUi/uidfi^ ecc. r,
Bisgió. iron* Maibigatto. Mal soggetto.
Cbe beli bisgiò^ ir. Buona roba dav-
^ro / — Bel cesto I — SI in verità che
la gioja è paga(Lasca Strega II, 4 )•
Bisgió. T. di St. Regoletto, N(>me di
queMegni che si poUocanp nel telajo
tra le faece di stampa e gli estremi
di ^S90 per .tenerle separate,. ben as-
settate e strette. Voce corrotta, per
quanto pare 9 dal Biseau de* Francesi.
Bisgiorèll (che anche r^'ccM* Bisgiottéll ).
Giojellino? Dipesi di persola elegante,
vaghetta s gal«yateie talvolta per ii'onìa
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BIS (ti
* ' 'dtel «Ilo ròVfescio. Per esfeihpio parlan-
dosi d'alcun ragazzo già adulto che
pretenda farsi portare in braccio di-
remmo : Che caro bisgiotfcell de tdeù-
sù in braso! Caro quel bambocciolo
da portare a braccia!
Bisgioitaria. Minuterìa, Minutaglia, Ore-
rie se d'oro. Lavori gentili d'oreficeria.
Il Cellini usò anche Bordellerìa.
Bisgiottèll. f^' Bisgiorèll.
Bisgioitiér. Giojelliere. Minutiere. Ore-
fice che fa lavori gentili,* come sono
anelli, orecchini e simili giojelH.
Bislacca (A la). J casaccio. A vanvera,
Jlla babbalà. Alla sfatata. Cioè ne-
gligentemente..
Bislàcch. Tangòccio? Uomo alla carlona
o a caso o a casaccio. I diz. regi-
strano Bislacco solo in sig. di Bisbe-
tico, fantastico, stravagante.
Bislaccón. . , i , Uomo negligentissimo,
che non bada a nulla , che opera di
là da casaccio. I diz. registrano Bi-
slaccone nel solo sig. d^ Uomo somma-
mente fantastico.
Bislóngh. Bislungo. Oblungo.
Bislonghin Alquanto bislungo;
che tende all'oblungo.
Bismótt. Bismuto.
Bisnòno. Bisnonno. Bisàvo. Bisàvolo. Prioa-
vo. Il padre del nonno.
Bisoeu. Sciame, Sciamo; con voce meno
usata Esciame; e con voce latina
appena concessa m poesia Esame,
Quella moltitudine di api che abita-
no o vivono insieme. In alcuni luoghi
dell'Alto Milanese dicono On rose
d^ avi *^ Il ridursi a sciame, il fare
sciame dicesi Sciamare.
Bisoeù. Amia, Alveare. Alveo, Alveario.
Melario. Coviglio; con voci ant. Co-
piglio e Compiglio; poet. Camerella;
se fatta di tavole Cassa o Cassetta da
pecchie ; se di vimini intrecciati Bugno
o Bagnolo. Cassa in cui si fa in modo
che le api fabbrichino il mele, la ce-
ra , ecc. In alcuni nostri paesi è detta
AVÌCC9 in altri tassèllo f^assèlla.^
Bisògn o Besògn. Bisogno. Uopo* Occor-
renza.
A on bisogn. A un bisogno, A un
bel bisogno.
Ave ci so bisogn. Avere l'occor-
rente. A^ere la tornala di casa* -
O ) . BIS
Chi ha bisogn cerca o se sbassa
slonga la man. Chi ha bisogno s* ar-
renda. Abbassati è acconciati.
Fa de bisogn. Occorrere, Necessitare,
Fa minga bisogn. Non occorrere.
Per es. Per insci fava mitiga bisogn
eh' el parlass.' Fin qui non occorreva
eh' e* parlasse,
Guaja a ave de bisogn. Chi per
man d* altri s* imbocca tardi si satolla,
Yess in d' on gran bisogn. Essere
in povertà , in necessità , tu urgenza ,
nelV indigenza,
Bisògn e com, al pi, ì Bisògn. Gli agi del
corpo. Fa i so bisogn. Fare gli uffici
di sotto o I suoi agi o il mestier del
corpo,lÌt\\o spiegar quest'ultima frase
l'Alb. enc. usa Bisogno naturale^ ma
noi registra poi ad alfabeto.
Podè nanca fa el so bisogn del gfan
lavora. Aver che fare fin sopra i ca-
pelli. Non aver tempo di rifiatare. Es-
sere occupatissimo nel lavoro.
Bisogna. Bisognare. Abbisognare. Fare
o Esser bisogno. Fare o Essere di
bisogno o d' uopo. Venir bisogno. Da
noi Bisogna si usa spesso in sensi
diversi da quello che importa la sua
nozione primitiva, alcuni de' quali
si traducono anche in italiano per
Bisognare 9 ed altri per diversa ma-
niera come i seguenti:
Bisogna eh' ci g'he voress ben. È da
credere che tornasse, È da supporre
o Conviene supporre o credere che gli
volesse bene, È da dire che lo amasse»
Bisogna minga fa insci. Non si dee
fare a questo modo.'
Bisogna ita savi. Devi star quieto.
Hai a stare quieto.
Bisogna vede. Va veduto,
Bisognós. s. m. di' gergo. Pene,
Bisón. Bigione. V. Pannòs.
« Barba lc»ga, oà blson de loraYia,
» Ma loU contra sgenée ben a la TÌa »
(Mag. Cons. Men. ITI, 7.)
Bisòrgna dicono nell'Alto Milanese per
Pisòrgna. Sonnolenza. La voce è an-
cora viva in città in quella specie
* di' rammanzo che si grida dietro ai
ciabattini, cioè
Orgna , bisòrgna ,
Sieula de carton, tonerà de palpee^
Gran •ciaTittin p«r rob4 ■ dante.
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BIS ( I
BiMfuìnci (Andà in). Andare a onde* y,
anche Andà in bissa soUo Bissa.
Biss. Pidocchio* ,
Ad dà a biss. Impidocchiare. Jmpi^
docchire.
Biss. Biscia, Serpe,
Frecc come qq. biss. K. Frècc.
SaDgua o Corpo d^on biss. Corpo
del diavolo. Corpo di me. Corpo dfil
mondo.
Soltà-sù pesg cbe né on bis|. f^,
Soltà e Bissa.
Biss — Domenega in del Biss per Dome-
nega in Albis disse il Maggi (^me
Vi, lao), Jbrse per bistìccio col nome
di gualcite taverna de' suoi tempi so-
rella dell* odierna inUt. del Bissón.
« S« la Fu<}ii4 ▼« pari on baMmor,
» Sont on scroccK la I>oiii«ii«ga io del Bi$t, »
Biss Interjezion« famigliare ai
teatranti, colla quale domandano sia
replicato dagli attori o dall^orchestra
alcuna parte denudazione scenica,
d^una sinfonia, ecc. £ il latino Bis^
usato come a sciamare Da capo! J)i
nuovo! UrC altra volta!
Eissa. Biscia*
Andà in bissa o Andà luti in bissa.
Andare a sciacquabarili. Cioncplare.
Dieesi di quegli zoppi che vanno a
gambe larghe, e pare che vogliano
con un piede andare in un luogo, e
GoU^ altro in un altro, e dicesi così
perchè fanno lo stesso moto colla
persotia che fa uno il quale sciacqui
un barile.
Andà in bissa. Andar a onde o a
spinapesce o alla banda. Dicesi di chi
per ubbriacbezza od altro nel cam-
minare vada in qua e in là quasi
serpeggiando. È simile all'altro Fa
arma visconta. K. Ai'ma.
Andà in bissa. Andar tortiglione.
JVirftcc/uare. Andare serpeggiando con
idee meno positive dei due registrati
pia sopra.
In bissa. A serpicella (V. Dannare
nei diz.)^ e per estensione A zigzag.
A spinapesce^ ed anche A onde. Il
molo orizfzontale della biscia e la sua
movenza verticale sono da noi ado-
perali a rappresentare ogni anda-
mento serpeggiante di qualsivoglia
cosa» Perciò il ^ero suo corrispoo-
II) BIS
dente sembra A serpicella; .però an-
che A zigzag può corrispondergli per
. estensione , coinè per estensione di-
ciamo noi pure Bissa raria che equi- .
vale a Fender Paria comeja la saettfL^
^ Guizzare per V aria come saetta y ab-
benchè tale guizzo sia le più volle
a zigzag cioè per continua diagona-
Utè, .e non per continua anfratUiosità
cioè a serpicella. Quindi Scriv tutt
in bissa. Scrivere tortuosamente. Ona
pianlella tulfin bissa. Un tortiglione
di pianticella. Po ver diavoli Tè luti' ona
bissa. Poveraccio! è tutto torto. Stra-
da tutta in bissa. Fia tortuosissima;
e quindi anche gli altri modi regi->
strati qui sopra, nei quali il milanese
voltasi neir italiano con parale di
meno geometrica significanza.
Mettes la bissa in sen. fig. Allevarsi
la serpe in seno. Pagare il boja che
ci frusti.
Ogni bissa gh"* ha d so velen. fìg.
Ifon è si picciol pelo che non abbia
la sua ombra. ,
Quattrin de la bissa. K Quattrin.
Revoltass come ona bissa. Indra-^
gare. Jndracare. Invelenirsi, Far fac-
cia, rivoltarsi ad uno*
Saltà-sù come ona bissa. Bispondere
con viso indnigonito. Insorgere con
parole inSolentissime ; rispondere al*
trui arrogantissimamente.
Sta voeuUa la bissa Tha morduu
el ciarlatan. Z' uccellatore è rimasto
preso alla ragna. L'ingannatore è
rimasto a pie dell' ingannalo. A questa
volta la civetta lui impaniato. Il pulcino,
saltò in capo alla chioccia? La ber-
tuccia ne porta l' acqua. QaesC ulti-
mo dicesi allorché vediamo altri por^
tar via il guadagno ingiustamente
fatto da alcuno. (bissa.
Yess tiìtt^ona bissa, y. contro In
Bissa met Donna indragonitaf inserì
pentita 9 indiavolata.
Bissa d'adequa. Biscia acquajóla. Vìpera
acquajuola, e dottrin. Natrice. Sp. di
serpe cbe è il Coluber natrixLìn.
Bissa de fueugh. T. de^ Razzaj. Serpe. Sp.
di razzo che va serpendo per T aria.
Bissa ranéra dicono in alcune parti del"
l'Alto Milanese 9 del Varesino^ ecc. la
Bissa d^ acqua. K«
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BIS ( ft
Bb^a scUdèlléi'a. Testùggine. Tariaraga,
' Tesiu^gin4g stàdàja; e tùn voci TCr-
i^acol^ toscane Bòtta Scudafa o seu-
dèHafa 6 scodéflaja. BÌ::zùC£t, Bhxthga,
. Cutcìfiara. Cticciànt. La testug^ne eu-
■ ' rupea o comutte o terreslre o d* acqua
" dolce,' deiìai' Testttdff orhictdarrs o fci-
' iatia dai Sfst. , la sola ch« si trovi
' dtf noi, e che i" Veneziani dicono con
pirtìcolar trome Gapandra, per dislhi-
• ^erlada quella marittima ch'essi Hflfn-
no e dicono come noi Tartaruga, F,
Scampa o Viv dcdree dì biss scu-
deller. Andar in là co gH anni. Vivere
' vita lunghissima, invecchiar nìolto.
Bissa. Attoscare, Avvelenare, Attossicare;
mar sempre' per similitudine come nelle
fra»i seguenli :
Bissit coi oeuttc. Spirare torvità. Gttar^
dar torvo; cioè atterrire collt) sguardo.
Robba che bissa T aria. f\ Àf ia ed
anche In bissa sotto Bissa.
Bissacàn. f^, Pissacàù.
Bissàccà. Bisàóciit, Bisacea» Et bisacce.
Quella de^ frati mendicanti si dite
Sacca. '
Bissacchin'. Taschìiio.
Bissarocàsa- per €oràzzola o Scercarla. F,
Bissètta. Bisciolirta, fìim. di Bisciar.
BisSètta. AngtiitfeUa, Ciecoiina, li Bisato
dtei Veneziani.
Bissètta. iig: Serpicella? Riga qualunque
stampata, incisa, ricamala, disegnata,
tratta di penna, ecc. fatta lonlglione.
Btssìn. Dim, di Biss m sig* di Pidocchio.
Bissocà (Cooy. Capo a cantoni, V* Cóo.
Bissoeùr». Biscioìina.
Bissón. Biscione. Gran Biscia. Fra noi
indica anche per eccellenza lo stem-
ma ducale de' Visconti.
Biss6n. ..... Nóme di varie monefte
antiche milanesi fatte battere le pri-
me volle da Luchino e Giovanni Vi-
sconti, e' poscia dai duchi susseguenti
fin verso il secoh) r6;' Furono cosi*
dette dallo stemma visconléo'che ave-
vano nel rovescio, e in ispecialità
' nelle gride monetarie st prendono
per le lire d^ argento dì que** tempi.
Bissón. Acer, di Biss in sig, di Pidocchio.
Bissònna Barca lunga , stretta ,
buona corridoja e da regatta. Voce
e barca veneziana che imparammo
a conoscere nel 1802 per una corsa
• fat^a Sili Naviglio della Cascina de'Po-
mi da alcuni dilettanti veneziani.
Bissóna Specie di bossolo in cui*
è un hkbo a serpicelhi (tir bissa) nel
quale • si getta una palla numerata
nelle varie sue facce; palla che, ag«
girandosi per le s^rre di qnel tubo,
finisce a una finestrella che è da pie-
de , ed ivi niostra in una delle sue
facce il numero benefiziato.
Giugàr a ìà bissètta. « . . Stare a ta-
voliere e metter posta per ottenere al-
~ cima benefiziata di quelle su descritte.
Btoter. Bistro (volg. ifal. fra disegnatori
e dipintori). Fuliggine stemperata e
]|^reparata per colorire acquerellando.
Bbl fr. Bistre. Fosse mai il Braniho
delle Tdr. da2. tose, poco esattamente
interpretato dall'* Alb. enc?
Bistcràrla. Lo stesso che Storbalùnna. F.
Biàmm {cfte anche c/ire^E Albiùmm). Al-'
bumo. La partef più esteriore e meno
colorata del legno degli alberi che
trovasi immediatamente sotto la cor-
teccia , e che in assi facilVneiite in-
fracida e intarla. -
Biùu e Bùu. V. cont. per Avnu. Atmto,
L^ant'. ital. AbhiMo Abuto, È voce
▼iva tra i contsr<)ini delPAltb Milanése,
e specialmente della Brianza. Una
volta era Viva anChip in città, come
si raccoglie- dal Maggi che la mette
spesso in bocca del- suo Afeneghinó \
p. cs.Al varàbiuu da fòr(Fal. fil. H, 5).
Bivacca o Vess di bitb<*ch. T. nnl. Sere-
nare. Alloggiare a ciei sereno.
Bivàcch. . . Alloggiamento a ciel sereno.
Bizzàrr. Fioralisa, lì fiore del Ciano mi-
~ nore^ cine del Cjrtams segetìimìÀà.9
pianta còmilmissiiha' fra"* 1 grano-.
Bizzàrr. Scapigliate-. Scarmigliate, Fàr^
ciullacce. Scompigli, Sireghe(Turg. Ist).
n fior, deiranigella', tigella' damascena
Bizzàrr m. Bizzarretto, (de'bot.
Blandi\ra. Piacevolezza. Evidentemente
dalla Blanditia de* Lat. Anche i Sioil.
hanno Blandura per Lenitas e simile.
BlanmanSgé. Bianco >7tangmre. Farina e
zucchero cotti nel latte.
Blcù. Tizrchino. Azzurro. Color noto,
Blbtì sièl. Celeste, Cilestro, Cilestrino,
B!lcter(c*Ae anclie dicesi Blìtter). Fantino,
Uomo raggiratore — - Talvolta anche
semplicemente Banàerttola, Berg&lo
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BO (I
Fmscìè€Ua* Chiappolino, Uomo volu-
bile» leggiero, ecc* — Parini nel Dì-
scorso sulle cai*icature disse Bidurre
Ogni cosa al hlictri per Biasdare ogni
cosa in balocchi, in ciammengole* in
pieciolesze — Forse la voce fu da noi
tolta al.fr. Béliite o al lat. BliUus.
Notisi però che Siciliani, Ferraresi,
Piemontesi, ecc. dicono tutti Biltri o
Blictar o Blitri per un nidla, un zero.
Blitter. F. Blicter.
Blocca, ^/occarc — Blocca vun. Cogliere^
Arrestare^ Fermare , Affrontare alcuno.
Blòcch. Blocco,
Bloeù bloeù. v. cont. br. BilU biUL Verso
per chiamare i pulcini e le galline.
Blónda. Biondina? Biondina? Specie di
merletto di seta fatto a iowhóìo(borlon)
che sì lava e si monta egualmente
come i merletti ordinar] di refe. Ga-
sparo Gozzi (Opere II, a) dice che
a^suoi dì si nominava Merletto biondo,
Bios o Biase, Lo stesso che Bluse. F.
Blózzer .... Sp. dì moneta svizzera
di cui ne vanno settanta per fiorino.
Ha una croce da una parte, e dair al-
tra lo stemma del zecchiere. Gli Sviz-
xeri la dicono Bltdzger come Icggesi
nel bellissimo Idiotikon di Francesco
Giuseppe Stalder.
Bluse {che anche dicesi Bios o Bluse). . . .
Sp. di spolveiina o di camiciotto estivo
che, proprio una volta dei soli carret-<
tieri, passò nel i8a8 agli eleganti,
agli uomini toti de capsula della città,
e poi fu redato dai ragazzetti pei quali
è assai comodo. È un vero camiciotto,
ricinto a mezzo il corpo con una cin-
tola « fatto di tele cotonine o line in-
dianate o allistate o scaccheggiate a
varj colori. I Francesi e i Piemontesi
lo chiamano la Blouse; e questi ultimi
ne ebbero forse il tipo dalla Blaude
o Souquenille dei loro Brentatori,
Bluse* V, Sblùscia. (cane.
'Rò ho. .... Voci imitanti P abbajar del
Bò. Bue, V, anche Boeù — * Per le parti
del bue macellato Fedi in Mànz.
Bò de mazza. Bue da macello , cioè
nodrito espressamente per essere poi
macellato, f^onc/ie Nodrùmm e Grassa.
Bò d^ or. fig. Jsino cotonato o col
pelo d'oro, Ricco scortese o ignorante;
il l^cau €Cor dei Francesi -r« Vale an-
yol, L
i3) BOB
che semplicemente Bieco sfondato.
Traricco o sia il Croesus dei Latini.
Bò varò. . . . Bue nosti'ale, indigeno.
Caga pussee on bò che cent ron-
den. f^, Rundena.
L^ etaa del bò o del be-o-bo
L^età sessagenaria. Freddura tratta
dall^ ambiguità che di prima giunta
può nascere in chi legga scritta la
parola bo confondibile col numero 60.
(Enee de bò. F'. (Eùcc
Per compagnia vun Pha mangiaa
on bò« Per un compagno s* impiccò un
tratt uno {hììonur, Tancia IV, i). Modo
col quale esortiamo altrui a compia-
cenza sociale. Par compagnie on se
Jait pendre dicono anche i FrancesL
Se no Té on bò , el sarà ona vacca.
F. Vacca,
Speccia bò ch^erba cressa.^.Speccià.
Vess come a strappagh on pel a on
bò. Essere come cavar un pelo al bue.
Essere spesa o danno di poco mo-
mento a confronto dell* altrui potere.
Bòa. s. m. . • . . . Il nome di questo
serpe (^oa constrictorLin,) è passato
fra noi a indicare quel ruotolo arte-
fatto di pelliccia, lungo due o tre
metri, di cui le donne si ricingono
a più doppj il collo per difesa dal
freddo o per galanteria.
Bòa dicono alcuni nei monti di Nava
per Scighéra , Nébbia, y,
Boàa. Granchio di scorza tenera ^ cioè
colto in tempo che sta mutando la sca-
glia. Forse il Molleca del Bergantini.
Boàa o Boèra o Boarón. Foci che s'ausano
da* giocatori nella frase £l gh^ha boa-
ra , ecc. Egli ita incinghiata la mula o
ha pieno ilfuso, e vale ha gran giuoco.
Boarèscia. Armento di buoi,
Boarìnna, Boaròtta^ Boàscia, ecc, y,
Bovarinna, Bovaròtta, Bovàscia, ecc.
Boàtt, Boatta, Boattón, ecc, V, Bovàtt,
Bovàtta, Bovattón, ecc,
Bobàa e Bobarin. Bua, Nomi che nel par-
lar bambinesco equivalgono a malore.
Da BoXa? dice il Faron mil, ; ma forse,
meglio che da BoXà (partus dolores)^
dal fr. e prov. Bobo di ugual sign.
Bòbba. ^igu^a(*Voc. aret.). Zuppa, Mi-
nestra, Anche i Romani dicono Bohba
nel nostro sig. , e Napoletani e Are-
tini in quello di Poltiglia medicinale*
i5
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BOC (1
Bobó.fiom^o. Voci bambinesche perBere.
Fa bobó. Bombare, Bere.
Sciscia bobó. f^, in Sciscià.
Bòcc. piar, di Bòggia. f^*
Fortuana de bocc. K. Fortùnna,
Giugà ai bocc. ^. in Bòggia.
Bòco» 8. f. pi. . • « . Le capsule del lino
sono dette cosi dai nostri contadini.
Bócca, Bocca -* Chi muove e dimena
la bocca dicesi Boccfteggiante ; chi ha
bocca dicesi sch. Boccata ^ e pure sch.
diconsi Bocclierescìie le cose pertinen*
ti alla bocca, e Boccuto chi ha gran
bocca — F» anche Làver, Ciél, ecc.
Bocca a la bonna o Bonna bocca.
Abboccato, Contento a ogni cibo.
Bocca a squella o che fa zerimoni
cont i oregg o granda come el forno
del Prestin di Scansc. f^. Bocca sfo^
gonnda più sotto 9 e Boccàscia,
Bocca d"* idferno. Lingua serpentina
(Ambra Furto III, 4)* Oicesi a per-
sona di lingua maledica 9 bestemmia*
trice, satirica, oscena.
Bocca d'oifell. Bocchino ila ciambeU
/c(Fag. For. Rag. I, 9). Chi fa il di-
licato quando poco prima era grosso.
Bocca (luna Persona di pa-
lato assai dilicato^la Petite boucfte o
Yliomme qui se connait en bons mor^
ceaux de^ Francesi.
Bocca fresca, .... Comunemente
intendesi per dilicato nel mangiare ,
di palato fino \ altri lo dicono anche
in sig. di Abboccato* Diiuvione* Man^
gione. Che piglia il pollo senza pestare.
Bocca sfogonada. Bocca st^ivagnata.
Bocca da forno. Bocca da mangiar
Jichi piattolin I Fr, dicono Bouciie o
Gueule fendue jusqites aux oreilles^
A bocca, A bocca. Per bocca; e
con voce dottr. Oralmente,
A cavali donaa no se ghe guarda
in bocca. T. Cavali.
A mezza bocca. Alla trista, Fredn
datnente. Mollemente, Per es, Kl m^ha
invidaa a zenna a mezza bocca. M'in-
vitò a cena così alla trista,
A mezza bocca, A mezza bocca. Co*
pertamente. Senza lasciarsi ben inten-
dere. Per es. Nega , negayen minga ;
ma el diseyen a mezza bocca, Ifon
ne^ai^ano per appunto; ma risponde-'
i^ano freddamente % o vero lo diceano
14) BOC
a mezza bocca,. Besogna parla dar,
minga insci a mezza bocca. Bisogna
spiegarsi bene , non rispondere così a
mezza bocca (Fag. Amor non opera a
caso. III, II).
Andà in bocca al lofi*, lig. Andare
in bocca al lupo o ql diavolo. Andare
in perdizione, in rovina, in mano
di nemico o di cui mandi a male.
Ave el venter o la panscia in boc-
ca, y, Pànscia.
Ayegh la bocca amara o cattiva.
Avere amarezza di bocca. Sentirsi ama-
rore di bocca per indigestione o ma-
lore qualunque.
Avegh la bocca piscininna e i pa-
rolasc grand. A un di presso lo stesso
che Vezz ladin de bocca, f^ Ladin.
Avegh semper quella parolla in
bocca, y. Paròila.
Chi ha lengua in bocca va finna a
Romma. y, Ròmma.
Chi rha iu bocca Tha apposja la
coppa, y, Có]ppa.
Colla a bocca, y. Còlla.
Con la bocca iu giò. Bocconi, *
Cuntà i boccon in bocca, y, Boccòn.
Dà la spezia in bocca ai asen. y*
Asen.
Dal farce no tocca, dal speziee no
mett in bocca, y, Speziée.
Dervi la bocca e lassa che parla la
desgrazia. y, Desgràzia.
Der\l nanch bocca, /Von aprir bocca.
Non fatare. Non alUare. Non rifiniate.
Non far verbo. Non dir fiato,
El parla perchè el gh^ ha la bocca,
Bocia in fallo. Apre la bocca e soffia.
Parla al baccìdo^ a caso, a casao-
do 9 a fata ^ a vanvera, a gangheri y
alla burchia 9 alia carlona , naturai-^
mente. Dicesi di coloro che voglionsi
intromettere in alcun ragionamento
o negozio, senza saper né che si di^
cano né che si facciano, e in generale
di chi favella inconsideratamente.
Fa bocca de piang. Far greppo*
Far la bocca brincia, y, Cazzàu.
Fa bocca de rid o Fa bocchin,5i9ggAf-
gnare. Sorridere, Far bocca da ridere^
Fa la bocca finna ai oregg. Far ^oo
elie fino agli orecchi (Fag, Cav, parign
Ili , 16), Mandarsi la bocca agli orec*
€hi{*iosc, Rime d^ un poeu pisano).
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BOC ( n5
Spalancare tanto di bocca per ridersi
d^ altrui, o per isparlarne con qual-
che fondamento.
FJi la bocca storta. Far bocca bieca.
Fare scorci di bocca nel cantare -^
In olirò sig* V, sotto Storte la bocca.
Fa tanto de bocca .... Mostrare
contentezza del danno altrui o di
notizie dannose per altrui.
Fass de bella o de bonna bocca.
Farsi onore del sol di luglio» Vantarsi
di ciò che non accadde per volontà
od opera nostra; vantarsi di chec**
chessia ingiustamente»
Giontagh de bocca. Metter di bocca»
Dire in favellando più che non è.
In bocca ciusa no gh*" entra mosch.
fig. In bocca chiusa non entrò mai
mosca. 0ù non chiede non ottiene. Altri
non può essere inteso senza parlare*
La bocca e el fogoraa ciappen qudl
che ghe ven daa. f^, Fogoràa.
Ladin de bocca. Di bocca larga* K
Ladln.
La n^ ha ditt-4Ù pur anch de quella
bocca Ella ne disse pur
tante; da quella bocca se ne senti-
rono di marchiane.
Lassa la bocca bonna. lasciare a
bocca dolce pos. e fig.
Lassala bocca cattiva. Lasciare ama"
rezza di bocca» Positivamente dicesi
di bevande o cibi che non diano buon
bere o mangiare; e al figurato La^
sciare a bocca amara? cioè scontento,
sconsolato.
Lavass la bocca. Empiersi la bocca di
checchessia» fantarsi di checchessia»
m Ck*e1 •« Tcear htri la bocca
m Aoch d« <{a«ll che no gho tocca. •
(Bai Kim.).
Mett a la bocca. Abboccare?
Mett la bocca. Dar di becco o di
bocca. Por bocca ad una cosa. Met-
tersi a parlar di checchessia , parlar-
ne, ragionarne.
Mettes a la bocca on peston, on
btccer, ecc. Abboccare un fiasco ^ un
bicchiere >» ecc*
Ffettass la bocca, met. Appiccare o
Attaccar le i^oglie atV arpione o al
chiodo» Sputar la voglia»
No ave che dì Bocca cosse te vceu.
Aver la pera mezza o Uè pani per
) BOC
coppia o uova e pippioni • latte di
gallina» Avere quanto può chieder bocca»
No dcrvi bocca. Non aprir bocca,
V. dietro Dervi nanch bocca.
Parla per bocca de vun. Dire chee*
chessia per bocca d'uno, cioè per
averla sentita da lui ; ed anche Par^
lare indettato; p* es. Se capiss ch^el
parla per bocca de Peder. Nelle sue
parole si conosce t indettatura di Pietro»
Per bocca .... Pari* di medicinali
vale che sono da usarsi internamente*
Per ili bonna la bocca • •
Dicesi dello sbocconcellare checches-
sia, e specialmente cose dolcigne e
saporose per ingannare la fame. Pour
la bonne boucke dicono i Francesi»
Pettà on oss in bocca, y» Òsa.
Popò de mettegh el didin in bocca.
o de dagh el tettiroeu in bocca» f^
Popò.
Regordass minga del nas a la bocca
...... Avere memoria labilissima »
debilissima, infedele affatto; uscir
tosto di mente ogni casa. ^» Gàtt.
Resta a boroa succia, fig» Rimanere
a denti secchi o asciutti» Non conse*
guìre ciò che si desiderava»
Roba la parolla foBura de bocca.
Romper V uovo in bocca» Furare o
Rubare le mosse. Sincere del tratto,
Sbatt la bocca in del mangia. Masti*
care strepitando (Cmvì Galateo ^ 19).
Scappa de bocca. Uscir di bocca»
Scappar detto inconsideratamente.
Scur come in bocca al loff* y» LiSff.
Se gh^è on bon boccon, el va in
bocca al loff, o anche 1 bon boccon
tocchen de spess ai pù poltron. Ai
più tristi porci vanno le migliori pere.
Ai porci C€tdono le migliori pere in
bocca» Dicesi di lucri, avviamenti 9
impieghi, premj che talora danno
alle mani di chi li merita meno.
Slarga la bocca, fig. Crociare» Sbra*
dare a uscita. Largheggiare di parole.
Empiersi la bocca di checchessia» Mil-
lantare.
Sta con la bocca averta. Stare a
bocca aperta.
Stoppa la bocca a vun. Dar sulla
bocca. Far tacere uno , metter uno in
sacco, dirgli cose che lo facciano
zittire.
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BOC (I
Storta la bocca. Far la bócca mu-
cida {fa^^. Gen, cor, I» la).
Tajass el nas per impiastrass la
bocca, y, Nàs.
Tceù-foeura de bocca. Diboccare,
Tceuss el pan foeura de bocca . . .
Levarsi checchessia dello stretto ne-
cessario per sovvenirne altrui.
Vedegh minga del nas a la bocca.
Non uedere la bufala o un biifalo nel-
la neve* Essere di vista cortissima,
aver mala vista; e fìg. Jvere gli occhi
tra i peli. Avere pochissima perspi-
cacia, non esser punto punto anti-
veggente.
Vess de bonna bocca. Pigliar il pollo
senaa pestare. Avere aguzzato il mulino.
Esser sano e mangiare con appetito.
Vess la bocca de la veritaa. Essere
la bocca della peri7à(Mach. Comeeiia III,
4; e Op. IX, 39). Dicesi di chi è veritie-
ro, ed anche per ischerzo o per ironia
di chi non ne dice una di vere , o se
dice cosa vera, la dice a contrattempo.
Tesa largh de bocca e streng de
man. Largheggiare di parole, il Chre-
■ stologwn esse dei Latini.
Vess on ratt in bocca al gatt. V. Ràtt.
Bócca (per similitudine). Bocca; per es.
Bocca del camin, del canon, del
forno, del sacch, del sViupp, ecc.
Bocca del cammino ^ del cannone ,
del /omo 9 del sacco ^ del fucile^ ecc.
Alt i bocch. Fermo lì. V. in Alt.
Bócca. Abboccatoio. Bocca. Nelle fornaci
da mattoni, tegoli, ecc. è il nome
di ciascuna di quelle volticelle per
le quali il fornaciajo introduce il fuoco
sotto la cotta. Le fornaci grandi ne
hanno più d** una. I Francesi le chia-
mano Gueules o Bouches.
Bócca . Nelle forme di cacio
lodigiano è chiamato cosi quel loro
lato più convesso che é T ultimo a
formarsi nella caldaja; lato che per
tale convessità, posata che sia in piano
la forma, riesce il superiore.
Bócca. T. de'Fab. d'org Quel
vano quadrilungo che v edesi di faccia
tra la canna e il pied^ d^una cann» di
organo; dal quale vano esce il suono.
Bócca. T. idr. Bocca^Jmboccatura, Sbocco.
Foce.
Bocca modellada. r» Ónza d'^acqua.
16) BOC
Bócca de dama. Bocca di dama. Specie
di dolce notissimo.
Bócca de la pientanna del manegh d^aspa.
Incavo che è in un dei ritti
del naspo per riceverne il manubrìo.
Bócca del stòmegh. Forcella. Arcale ^^
La Bocca dello stomaco registrata dai
diz. è r orifizio dello stomaco pro-
priamente detto. Noi in vece intendia-
mo per bocca quella regione esteriore
del petto che corrisponde alla carti-
lagine ensiforme, cioè T arcale.
Bócca de sora d^on fornell •....••
Quella dove posano i vasi entro i
quali si cucina o riscalda checchessia.
Bocca. Abboccare.
Bocca tusscoss. Tirare a un ha. Es-
sere avidissimo, tirare a ogni cosa,
non ne lasciar scappare una.
Boccàa. Boccale. Tra noi è misura dei
liquidi, e vaso di vetro della capa-
cità d* una novanzeesima parte della
brenta 9 corrispondente in peso a once
ventotto milanesi ed equivalente a otto
coppi di soma decimale. È metà della
pinta e dividesi in. due mezzi o quat-
tro uùne — Il Boccale dei dizionarj
è quello di terra colta che noi chia-
miamo propriamente Boccarìnna. f^.
Chi sa fa i boccaa je sa desia, fig.
Chi fa il carro lo sa disfare. Chi sa
dare sa torre.
L^è on boccaa rott. fig. Lo stesso
die L'è pn carr rott. r, Càrr.
Mort on fraa,rott on boccaa. /^. Fràa.
Toeù el vin a boccaa. Bere all'arpio-
ne. Imbottare ali* arpione. Comperare
il vino a minuto di giorno in giorno.
Vess come el boccaa di poveótt.
Essere come Vorciuolo dé*poveri^ cioè
sporco e sboccato.
Boccàa. Urinale. Orinale.
Andà in polver de boccaa o Andà
a fò teri*a de boccaa. Andare a bah-
boriveggoli. F. Cagaràtt.
Boccàa per Boccàrom. F'.
Boccàda. Boccata. Quanto cape in una
volta in bocca.
Anda a ciappà ona boccada d'^aria.
Andare a prendere un pò* d' asolo,
BoccagnòcchXo stesso cAelniiragnòcch.f^.
Faccia de boccagnocch. Viso di te-
game(Buonarroti Tancia IV, i). Viso
sfocacciato e senza punto d** anima.
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BOC ( 1
fioccala e Boccarà. doncMv» Trincare,
Sbombettare» y. Sbagascià. Parola de-
Bcrittiva cbe vale bere molti boccali.
. I Francesi da Finte banno PinUr nel
medesimo senso.
Boccalàsc. Bpccalaccio (Fag. Ji^. pun. III»
. . i5). Acer, e pegg. di Boccale.
Boccalètt. BoccaUtto. Boccalino, Noi lo
usiamo come vezseg. di Boccan, Per es.
Andà a beven on boccalett. Andarne
a bere un. mcMettino (Ambra Cofano-
ria VI ^ io). Andare a bere alquanto.
Boccàmm o Boccàa* T. de^Gitt. di caratt.
Cada, Quella porzioncella di piombo
fuso cbe ba empiuto V imbutino della
foi*ma da gettar caratteri » e cbe dopo
aperta la forma si spicca dalla let-
tera alla quale è accodato. È il Jet
dei Francesi.
Boccarà. K Boccale.
Boccarada Bevuta, bevimento,
bevizione, trincamento, cioncata.
Boccàrda. Ad. di Fónna (formaggia). i^.
Boccarèssa Vaso di cui fanno
uso le donne cbe soffrono inconti-
nenza d'aerina.
Boccarlnna. Boccalino* BoccaleUOn Piccolo
boccale.
Boccarlnna. Boccale. Vaso di texTa cotta
veiniiciata, di majolica, e ancbe di
slagno o simile, cbe tiensi nelle can-
tine, ecc« per bere, assaggiare vini, ecc.
Boccàscia. Gola in cui entrerebbe un pane
di sedici rusuLoloni ( Fag. , /ng. lod.
in, 4)' Boccaccia, Pegg. di Bocca;
fra noi si usa specialmente in senso
di Bocca ond' escono male parole.
Bòccb de ledn. Bocche di leone? Notis-
simo fiore dell^antii'rìno (Anthyrrinwn
majus Lin.).
Boccbé. Mazzo di fiori. Mazzetto. Mazzo-
lino. Dal fr. Bouquet. Si trasporta qual-
cbe volta ancbe a cose diverse.
Bocchèll. Bocciuolo.
Boccbéll. Turàcciolo^ e parlandosi di
calamaj anche Pennajuolo.
Bocchèll per Bocchétta. F.
Boccbéll. Abboccatura (Magai., Diz. boi.,
Voc. un.). L'Iorio dei vasi da bere
quando è labiato e perciò comodo a
prendersi colle labbra per bere; il
quale s'è adunco dicesi Becco o BeC'
cuccio 9 e se piano affatto Bocca.
Bocchèll de botteglia. Bocca.
17 ) BOC
Bev 1^ bocchèll. Bere a garganella
o a cannella. Vale bere coU''otro al-
iato, tracannare a canna aperta, e
come si dice senza rifiatare, f^. Bév.
Boccbéll. Palla. Bocchetta. Pioggia? La
parte delF annaffiato jo tutta buche-
rata ond^esce P acqua.
Bocchèll. Luminello, lucciola ? Quel ca-
nalino insaldato nel corpo della lucci^
na a mano (la lumm) verso il beccuc-
cio, nel quale sta lo stoppino disteso,
uscendone per da capo quella parte
che accesa manda luce.
Bocchellin. Bocciolino.
Bocchétt per Bocche, f^.
Bocchètt. V. ant. per Bocchétta o Bocca
(sbocco 9 Jbce). Di questa voce antica
abbiamo fede in quella casa che an-
cbe oggidì nominiamo Monestee Boc^
cAett. Ancorché il Giulini (VII, i3i)
parlando di quella casa, già monastero
di Dateo , che poi si disse di Bocheto
indi di Bocchetta 9 non abbia voluto
esporre le sue congetture su tal nuovo
nome di Bacchetto 9 pure la piscina
che avea da fronte ne indica abba-
stanza r origine e assicura il signifi-
cato della voce.
Bocchétta. T. di Pese. Bertovella. Spezie
di rete. r. Bertavèll.
Bocchetta I carbonai danno
questo nome all'anima per cosi dire
della carbonaia, cioè al congegno di
quei tre pali che piantano in mezzo
alle legne da carbonizzare onde vi
formino un po^ di vano, entro al quale
introducono il fuoco cbe ba ad info-
care tutta la carbonaja.
Bocchétta. Bocchino. Fascia di metallo
cbe strigne F estremità delle canne
nelle casse de** fucili , delle pistole, ecc.
Mira. Mira «= Canalin. Imbuto della
bacchetta. Sbacchettatura?
Bocchétta. T. de* Fabr. d^ org
Quella cassuccia innestata nel porta-
vento d''un organo, per la quale il
fiato passa alle canne.
Bocchétta (che anche dicesi Bocchèll).
C/iifi^tta ( secondo il Voc. piac. cbe
però non adduce autorità). Pertugio
che si fa ad ogni chiusa delle fosse dei
prati marcito] o ne^ rialzi delle risaje
a fine di porgere modo all'^acq^a di
venirsi dilatando misuratamente.
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BOC (I
Bocchétta. T. dei Faleg Tas-
sello che s^annesta presso al vano di
una pialla ogni volta che non le si
vuol rimettere T intiero suolo.
Bocchétta. T. dei Fabbrofer
Lastnna fermata nello stipite d'Anna
porta o d^un armadio » e simile, o nella
cornice de^cassettoni, nel cui pertu-
gio entra il catenaccio della toppa
per chiuderne il serrarne.
Bocchétta ..... Ne* forni da pane é
quella finestrucola con serrarne di ferro
dalla quale il fomajo» senz^ aprire il
chiusino, spia se il pane cuoce; nelle
stufe é il chiusino.
Bocchétta. Bocchetta, Bocchino, Scudetto.
Piastrina, per lo p?& d" ottone ed an-
che di bronzo od altro metallo, la
quale si conficca a fortezza ed ornato
sul foro delle serrature dei cassettoni,
degli armadj, delle credenze, ecp. É
traforata secondo la figura della canna
e degr ingegni della chiave alla quale
deve dare il passo. Delle Bocchette ne
sono di più qualità , come Bocchette
coniomite^ a mandorla , a mostacciuo^
10 9 a oliva 9 a rosa 9 traforate 9 ecc.
Bocchettón. T. d^Archib. Bocchetta. Cer-
chietto col quale talora si ricigne
per ornamento la bocca di una canna
d^arme da fuoco.
Bocchìn. Bocchino, Boccuccia.
Bocchìn de giulepp (per vezzi). Boc-
ca di miele. Bocca d'oro,
Bocchin de pippa. Bocchino da pipa
(*fior., Guadagn. Poes. II,* 187).
Bocchin de popola o de pigotta o de
monega. fig. Bocca da sciorre aghetti.
Bocchin d''ofrell. Bocciano da ciam-
belle (Fag. Forz. della rag. I, 9).
Fa bocchin de rid. Fare un riso-
Uno o un ghignetto. Sorridere.
Bocchin. T. di Struro. Bocchina. Bocchetta.
Cannuccia di metallo che s^ applica
in capo ai ritorti (irofence^ fr. ) dei
comi, delle trombe, ecc. per intonarli.
11 frane. Bocal — Dicesi anche della
Bocchetta da chiarine , oboe , ecc»
Bocchiroeùla Pustoletta che
talvolta viene altrui sulla bocca, e
precisamente negli angoli delle lab-
bra, che i Provenzali volgarmente
dicono Bouchero e i Tedeschi Mund-
faule. In Toscana, panni aver sentito
18) BOC
dire Boccacci queste pustolette^ ma
non mi sovvien bene se a Firenze, a
Pisa , a Lucca o a Livorno, paesi ap-
pena veduti di volo in mia gioventù.
Boccoeù. Boccuccia. Bocchino*
Bdccol. T. de''Fab. d^org Spe-
cie di boccinolo da canne d" organi.
Bócqola. Campanella. Sorta d^ ornamento
che pongonsi nelle orecchie le donne.
Boccola mezzanella. Campaneilotta»
Bòccola. Ad, di Tenàja. y,
Boccollnna. Campanellino,
Boccolònna. Campanellona*
Boccdn. Boccone, A boccon. J bocconi,
Boccon che farà minga prò. Mal
boccone è qtiel cìte affoga,
Boccon de pitocch o de pò ver omm
o de pret o de dama o prelibato.
Boccon ghiotto f scelto ^ squisito. Buon
boccone, yivanda regalata* Camangiare
appetitoso. Boccone da non rifiutare,
Ghiottomìa, Boccon da ghiotti {ìiac-
chiav. Op. V, 341).
Boccon in pee o a la forscétt. Desco
molle. Un po' di desco moUe{¥tig. Gap,
tut. Ili, II).
Boccon per boccon. A boccone a
boccone, A pezzo a pezzo.
Chi gh*ba di fioeu, tutt i boccon
hin minga soeu. V. Fioeù.
Cuntà i boccon in bocca
Cioè far fare vita stretta a uno. Per es.
El me cunta i boccon in bocca. MS
fa piatire il pane 9 ed anche Mi rim-
provera i bocconi — On me compte les
morceaux dicono i Francesi.
Dà ona legnada e on bocoon de
pan. fig. Dare il- pan colla balestra,
El boccon de la vergogna
Queir ultimo boccone «he resta sul
piattello, e che certuni non vogliono
mangiare per non essere tenuti lecconi
e ingojatori d^ogni cosa. I Fr. lo dico-
no Morceau honteux come noi ; i Ro-
mani e i Marchigiani lo chiamano con
maggior veritàl^occone della cerimonia.
I bon boccon piasen a tucc. fig.
Ogni luxel conosce il grano. Il buono
é conosciuto da ognuno.
I bon boccon tocchen de spess ai
pù poltron. Ai porci cadono le minori
pere in bocca. Ai più ttisti porci smnno
le migliori pere. E vale che il premio
talora tocca a chi manco merita.
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BOC (I
L^ è minga boccon per ti. fig. Non
è boccone da te,
Levaa a boccon. Tirato su a im-
beccatene. Dicesi degli uccelli nidiaci
che si crescono in casa , e fig. si usa
parlando di Chiunque venga nodrito
come suol dirsi con latte di gallina; e
pi£i comunemente in cattivo sign. di
Maia scheggia che ritragga da mal
ceppo, di Figliuolo addottrinato al
male da'" genitorì.
Mangia in d^on boccon. Abbocco-
nare. Far di checchessia un boccone.
Tajà giò o Tra a boccon» Abbocco^
nare, Appezzave.
Toeù el boccon fceura de bocca, fig.
Torre il boccone fuor della bocca o
già del piatto ^o giù della Jbrc/ietta —
Aver la gambata o Essere gittato giù
di sella vale essere abbandonato dalla
propria dama per alcun altro.
Tosscgà quell pocch boccon. Himi'
proverare i bocconi? Nojare altrui
neirora del mangiare.
'Vania i boccon cattiv in ultem . . •
Ridursi a mal partito » condursi a pa-
timenti o a miseria nell'estremo della
vita. Il Burchiello (Son. 238) disse:
« Io taa ▼•cckieum proverai il Mccone
» Con poca paglia, e quella fia beo trita i»
Boccón. Brano, Brandello, Frusto. Pexr
zuolo.
Tra a pezz e boccon. Mandare in
brani o in brandelli* Sbrandell4re.
Boccón. T. di Spez., Med. Bocconcino.
Bocconcello. Morsclletlo. Pillola,
Boccón . Quelli che i Frane.
dicono Goppes^ e sono paste avve-
lenate per ammazzare i topi.
Bocconà. Sbocconcellare, Rosecchiare,
Denteccliiare, Denticchiare, Il Lippi
accenna anche Strameggiare, .
Boccone » Bocco'nàda Jig, per Mangia-
ria, ecc. V.
Bocconàda. Boccata, Morso, La prima
voce significa propriamente quanto
tieni alla volta in bocca ; la seconda
tanto pane o simile quanto ne spicchi
dalla massa co** denti in una sola volta,
Bocconin. Bocconcino, Bocconcello, Mor-
sello — Bocconitt diciamo anche i
Buon bocconi 9 i Bocconi squisiti.
Bocconin che mett petitt.fig. Buona
roba. Bella roba.
19 ) BOE
Bocconinètt. Morselletto* BocconcMno?
Bocconòtt Cosi cbiamansi fra
' noi certe specie di tortelli (rai^Meu)
che si mangiano fritti.
Bodée. Bozzacchiuto, Buzzone; e pai^
landosi di donna Una buzzona.
Bodésg La furia di grassa
cucina, f^. anche Boésg.
Bodesgià Afibltarsi per far
grassa cucina» essere tutf in faccende
per far di molte e piuttosto grosse
che squisite vivande.
Bodesgión . . . Chi 8'*affaccenda in cucina.
Bodesgiònna .... Donna che s^afTolta
a far di molta e molto grassa cucina.
Bodin. f^oce frane, che si comincia ad
usare da molti per Busecchin. F",
Bodin. /'tf^/i2i/tgo(Algarotti Lettera all'ab.
Gaspare Patriarchi), /'o Ji>to(Targ. Toz«
Ist. in Dioscorea saliva » se pur non è
errore di stampa). Budino{Pan. Viag.
Il» 169). Vivanda composta di riso,
mollica di pane » uva passa , zucchero
e midolla di manzo» ed anche d^ altre
maniere. DalPing. Pudding.
Bodrié. Budriere. Bodriere.
Bodrié Qualità di corame assai
forte cosi detta dal farsene budrieri.
Bo-e-foeùra. Eufemismo per Bolgirón. V.
•t No ve tlongliee o becchi bo-e-foeora. •
Boésg e Bodésg. Schiamazzo. Chiasso.
Strepito, Tumulto. Da Bo)} dice il Far.
Boésg e Bodésg. Guazzabuglio,
Boésg, Bodésg e der. diconsi anche per
PalFuto, Buzzone» ecc*
Boétta. Cartoccio da tabacco. Specie di
bossolo posticcio quadrato» fatto di
una sottilissima foglia di piombo ri-
coperta esternamente di carta, nel
quale si vende il tabacco a libbra.
Piomb de boetta, F. Piómb.
Boètta . • . Ognuna di quelle due bus-
solette del torchio da coniare monete
che anche i Fr. chiamano Boites, Ser^
vono a tenere in sé i conj* L* infe-
riore tiene per solito il conio dello
stemma ; la superiore quello della
figura.
Boètta. T, de^Torn. F. Bùssola,
BoetUziòn. T. delle Fab. di Tab. . . .
Tutto il lavoro del mettere in car-
tocci (tm^e//à) il tabacco.
Boettìuna. Cartoccino da tabacco.
Boettun. Cartoccionc da tabacco.
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BOEU
(lao)
BOF
B<KÙ. Btie. Bòve ; e antic. Bò e Bu. Ài pL
Buoi — Il bue salvatico dicesi ^i^
sonte — F, ancìie Bò.
Alto là con quij boeu magher. Zuc-
che marine. Zucche marinate* Zucche
fritte. Zucche. Modi bassi che s'usano
dire quando non si mena btiono ad
uno il suo discorso, o simili.
Chi prega asen dementa boeu. V* in
MùlL
Mett el carr inanz ai bceu. fig.
Mettere il carro innanzi a' buoi.
No è ben resegà i coma ai boeu.
Non convien destare o svegliare il con
che dorme, Non com^iene stuzzicare il
formica) o o il vespajo. Non ischerzar
con torso se non vogli esser morso.
£* non è bene stuzzicare i calabroni.
Scappaa i boeu sarà la stalla, fig. .Ser-
rar Installa perduti i buoi o quando
son persi i buoi. Usare guardia e ri-
medio dopo avuto il danno.
Boeù. tìg. Bae(Fag. Ciapo tutore 1, ii.
ti Fu il primo e T ultimo maestro »
91 perché e' lo licenzionno per non
" aggravare il Comune; sicchene in
ff questo paese ora noi sarem buoi,
V per rispiarmo »). Sciocco, ignorante*
Avegh del boeu ch'^el consola. Esser
un bue di panno. Aver del bue. Dar nel
Boeùcc. Buco. {bue.
Boeucc del copin. Collottola.
Cadreghin de boeucc. K. Cadreghin.
De sto boeucc V ee de passa
Hai a passare per questa gretola ; a
questo passo devi a forza ridarti; qui
devi darmi nelle unghie; ed anche
Tu r hai a cavalcare questa chinea
(Salv. Spina II» 6)9 cioè devi farlo.
D'on boeucc Ùl on soarpon o D^ona
brossola fa on bugnon. ^. Bròssola.
Fa boeucc. Fare colpo. Vale conse-
guire quello che si desidera ; riuscire
in checchessia.
Fa boeucc e scarpon
Mandare a male a dirotta; mandare a
male gli affari ; non ne fare una bene.
Formagg senza boeucc e vin che
solta ai oeucc. f^. Formàgg.
Lassagh el boeucc del gatt. fig. Xa-
sciare una gretola.
V è pussee grand V oeucc ch^ el
boeucc . . . Dicesi degli avidi a** quali
pare sempre d'*aver meno il bisogno.
Jvoir plus grands jreux que grande
pansé dicono i Francesi.
Podè minga fa boeucc. Non potere
farcolpo.ìion poter riuscir neirintento
Trovagh el boeucc. fig. Trovare la
gretola 9 la congiuntura^ il modOf il
versò 9 la via.
Varda che te foo sett boeucc in del
eoo . . . Specie di minaccia scherzevole
che si fa co^ bimbi, acquali non basta
ancorala mente di capire che que^sette
buchi se gli hanno già da natura. Ti
manderò scalzo a letto dicono per
quasi consimile minaccia in Toscana.
Zilfol de sett boeucc. T.Zìfible Badée.
Boeùcc. s. m. T. di Zecca .... Quel
fondo in cui sta il torchio da coniare
le monete, e nel quale sta seduto
r operajo che sottopone al torchio i
piastrini (to/M^in) da coniarsi. Da* Fran-
cesi è detto la Fosse.
Boeùcc. Taverna. Béttola. Cànova.
Boeùcc gergo per Oncia. On tant al
boeucc. Un tanto V oncia.
^(EViden. Giuoco forse sim, al Tànghen.r*.
« E Tui olter cmtcliee, sgiiaUer, tuffer
*• Gioghee a U mora, al bcDodan, lanKiDeU. •
BoBÙggia. Buca. (Braod. Meo. Gamb.)
Boeùggia. T. de'Fab. Sòffice. Quel can-
none o dado di ferro ti-aforato che si
mette sotto -ad un pezzo di ferro in-
focato che si vuol bucare.
Boeùgna. Bisogna. È d* uopo. Occorre,
Boeugna fall. Bisogna farlo.
Boeùs. Jmbmgio. Nome proprio.
Capi Betu per Boeus. Frantendere.
Intendere a rovescio, l Lucchesi di-
cono volgar. Prender Betta per Nena.
Toifela Boeus (o 2^ffola Boeus che
passa el dord come dicono i Br. ). Le
zucche marine. Zucche fritte.
Boeùsma. Bòzzima*
Cava la bceusma. Sbozzimare.
Boeusmaroeù. v. a. Daz. Mere. Pennella
da imbozzimare?
Bóff. Soffio. Soffiamento. Soffiare. L^ Al-
berti enc. registra Buffo per soffio
non continuato e fatto ad un tratto.
In d' on boif. In un soffio. In un
succio. In un attimo.
Sto mond V è on boff. K. Mónd.
Bóff. Piscialletto. Capo di frate. Coccola
a pappo del Leontodon taraxacwn Lin.
Bóff. Cuffiòtto. Sp.di cuffia oggidì disusata.
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BOF ( I
Bdir. T. del G. di Dama. Fatti! Vocaboli
che si usano a mo' di esclamazione
per intimare all"^ avversario la perdita
di una pedina o dama. F, BoSk. .
Boff quella pedinna! P^aiU quella
peiiimi (Sacchetti Nov. ifiS).
Bóir(Giugà al). Fare ài soffio (Lasca
Strega 9 II 9 !)• Fare a soffino?
Bofià. Soffiare. I Provenzali dicono Bu-
Jar air azione di soffiar colla bocca.
Notisi che Buffare ne" diz. dicesi sol-
tanto del soffiare nel giuoco dei noc^
cioli,'del faore la spia e dello spetezzare.
Bofla cont el mantes. Jtfanlacare,
BofHi in la lumm. Spegnere la lucer"
nUft met. Esalare il fiato» V, Cagaràtt.
Bofia in su la fava. V* Fava.
BofHi paroU in Toreggia. V* Orèggia.
Bofià sui did. Far pepe o pizu), V.
Pjgnoeù.
BofiÌ^,via on stee de crusca. V* Stée.
El pò bo£famm dedree. Rincarimi
il fitto. Mi dia di naso in cupola o
negli oreccìd o in tasca. Detti plebei
usati per mostrare ad uno la poca
stima che altri fa dell*^ autorità sua»
della sua bravura, ecc.
No hoSk. Non ziiUre.
Bofià. Soffiare. Andar superbo^ tronfio ^
pettoruto^ colla testa alta o levata,
Bofiii. Zufolare. Soffiare nella petriola.
Far la zolfa per bimmolle. Voci di
gergo denotanti il bere.
Bofiii. Buffare. Soffiare, In gergo vale
Far la spia.
Bofia. Posare. Requiare. Rifiatare, Per es.
Te me lasset nanch bofia. Non fni lasci
pur rifiatare, Lassem almanca bofia.
Lasciami posare é V è vora de bofia.
E ormai tempo che ci posiamo alquanto.
Bofià. Jlchimiare. Soffiare,
Bofià. F. in Fórma ( formaggia ).
Bofià. T. di Giuoco. 5'q^arc(*fior.). Di-
• cesi nel giuoco di dama Soffiare una
pedina 9 una dama^ quando si por<
tano via per non avere T avversario
mangiato con quelle le pedine o dame
che per inavvertenza o appostatamene
te erano soggette ad esser mangiate.
Bofiàda. Soffio. Soffiamento. Soffiatura.
Soffiare,
Bofiadlnna. Un licifc soffio; e met. per
Bevudìnna. F'.
Bofiad<'>r. Soffiatore, e fìg. Alchimista^
Voi. L
ai ) BOG
Bofialòra. Nome di varj paesi del nasino
contado , uno de* quali entra nel det-
tato: Pari el barchett de Bofialòra.
r. Barchett.
Bofianèlla (che altri dicono Zuccona sai-
vadega). Dente di leone* Erba che è il
• Leontodon taraxacumLin. y. Zenzelión.
^f&joX.Soffione. GonfianugoU, FSgouBóà.
Bofiantón. Pallonaccio, F. Sgonfión. • •
Bofiàtt. Soffietto. Arnese notissimo. Forse
dal provenz. Bouffet — Quella passa
specie di soffietto che usano in cam-
pagna, cioè una canna smessa d** ar-
chibugio , forata e bidentata da piede
dicesi Soffione o Trombone a bocca;
e Soffionetto se non tanto lunga.
Ciapp. Anime. Palchi.^ Peli. Pelle
M Lenguetta. Animella «» Canna. Coa-
nella. Canna.
. Fa la part del bofiett. fig. Aytzare.
Rinfocolare. Intizzare, Metter male.
Bofilètt. met. La bronzina. Le artiglierìe ì
e fra noi in gen. le bocche da fuo«o.
BofietU gergo. Cocchiume.Deretano- A^Gùu.
Bofiett. T. de^Sart. QUatta. P«zzo trìau-
golare ch^è nella parte più alta del
didietro de^ calzoni.
Bofi'ètt. Mantice. Soffietto. Coperta dere-
tana de^ calessi che sbalza e abbassa
a piacimento.
Moli, lieve «» Crespin. Rosta.
Bofiett. T. de' Parruc Fiocco
da polvere fatto a soffietto, cioè il
cosi detto Poudrier à souffiei dei Fr,
Bofiett de cunna. f^, in Archètt.
Bofietta. F. Mlcca.
Bofiettée. Manticiaro.
Bofiettin. Soffionetto, Manticetto,
Bofiettln. T. de'^Fab. di carrozze. Sof-
fietto? Sp. di secondo mantice che s^at-
tacca al vero manilce (boffeit) delle
carrozze per parar Tacqua e il sole.
Bofiettln de cunna. F. in Archètt.
Bofiettinna. F* Micca.
Bofiettón. Manticione,
Boffìettón. V. a. Buffettone, Guanciata.
Bofiettònn(ganBSS). Gote da/aUore{GxiSL'
dag. Poes* 1, a5). Gote tonde, rilevate.
Boffiòtt. s. m. Bofficione? Chi ha le ma-
scelle assai carnose e per cosi dire
tronfie. Il Bacco o Malacticus dei La-
' tini^ il Buffulutu o Muffulutu o Mar
sciddniu dei Siciliani.
Soggètta. Boccetta. Dim* di Boccia. '
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BOG (laa)
BOggAltln. Dùn. di Boggètta. r,
Boggettin d^acqu d^odor. BoUone.
Vasetto dì cristallo da porvi essenze
o liquori preziosi in picciola quantità.
Boggettin. T. de^Confett Sp. di
confetto foggiato a mo'^di bottone da
liquori preziosi, regalato di rosolio.
Bòggettdn. Bocciane,
Bòggia (in genere). Palla,
Bòggia. PaiUu Quella da pallamaglio.
Bòggia. Palla. PalloUoloj, Boccia.
Giugà ai bocc. Giocar alle pallottole
(Vocab. bres. )• Giocar a bocce (Alb.
enc.)* Giocare a palle secondo il Ba-
rctti nella Lettera ventesimasesta del
suo viaggio da Londra a Genova in
fine* Specie di giuoco cbe si fa in due ,
in tre o in più persone con cinque
o con sette pallottole o sia palle di
legno, fra le quali una più piccola
^detta tra noi Balin o Boggin^ e pro-
babilmente lecco o Grillo in toscano)
a cui chi più s^ avvicina colle pro-
prie pallottole vince il giuoco, avuto
riguardo a chi primo vinc^ V ultimo
de^ punti convenuti. Quel giocatore
che abbia due delle sue pallottole
più vicine al grillo di quelle delPav-
versario vince due punti, e tal com-
binazione dicesi fra noi Falla de dò;
mandandone una sola vicina al grillo,
vince nn punto solo , e dice Falla
de vimna. Termini milanesi di questo
giuoco sono pure Brusàrvia la bog-
gia^JBoggiàw Jndàrsjii Bon gioeugh^
De rigoron 9 e J basin, K Brusà , ecc,
— Si giuoca in partita , ed anche
A fornera (e da alcuni A cascia Tasen)
Al paga Voste{*\\xcch.). Giuoco affine
alla cosi detta Pél del bigliardo, che
3i fa colle pallottole come, sopra, e
in cui ognuno de^ giocatori, che pos-.
sono essere in qualunque numero, ha
una pallottola sola, e tira più vicino
che può al grillo, chiamando dopo
di sé il compagno, e T ultimo di essi
gridando Fornera (e a Lucca P'enga
l'oste)'^ e chi non dà questo avviso
perde un tanto a seconda di quanto si
é da prima convenuto fra i giocatori.
Guzz come ona bòggia. Capo qi^a*
dro. Tondo di pelo. Mestola. Oca. De--
4tro come una ca^sapanca. Il fr. Fin
cornine une doglie de piombi un gros/in, \
BOG
L^amor el fa de venta guzz anca i
hoec. Amore assottiglia l'ingegno. Amor
quand'entra in un cervello insegna semr
pre qualcosa di bello(huoB, Tancia 1, 1 ).
JLoeugh de giugà ai bocc. PaUotto^
/rt/o(*fior.). .
Bòggia. T. geol. Arnione.
Bòggia. Boccia, BotUgUa»
Bòggia de butér. v. a. Daz. Mere
Forse anticamente anche fra noi pia-
nigiani il burro non s^appanava come
oggidì, ma s'appallottolava come faono
tuttavia i montanari co* loro burri ^ di
qui r antica Bòggia in luogo del Pan
odierno il quale però paga tuttora la
tassa di procedenza alla Balla»
Bòggia del fus. r. Bòtta.
Bòggia de la colonna. Éntasi. f^enire.
Boggià. T. di Giuoe. Tmcciare. TVuo-
chiare. Truccare,
BòggiÀ. met. Fare ad apporsi.
Boggià giust. fig. Dar dentro in chec-
chessia (Fag. Avaro punito I, 5).
Boggià. met. Tentare, Dar un colpettino.
Provarsi* A bon cunt boggià. // ten-
iar non nuoce.
Boggià , e per mag, enfasi Boggià a sta
a segn. m. br. Bubbolare, Carotare.
Bugiare, Dar bubbole o pastoccìUe o
bozze. Cacciare o Ficcar carote,
'Boggìvidsi.Pallottolata{Sp9dsi(oTaJ*rosod,)»
Colpo di pallottola (foggia).
Boggiadinna.Z)im.e vezteg.di Boggiàda.i^.
Boggiadór. .••«.. Quel giocator di
bocce che ha molta abilità nel trac-
ciare le pallottole.
Boggiàtter. Bucone.
Boggln. Buchetto. Buchino, Bucolino, .
Boggin (o Balin, e fra i contadini del-*
l'Alto Milanese Bolin). T. di Giuoco. Lo
stesso die Balin. K. Corrisponde preci-
samente al twCochonnet, e sAVing.Jack.
Tegnl el boggin o Ave in man bog-
gin. Lo stesso cìie Ave balin. K^rBalin.
Bogginètt e Bogginceù. Bucherello*
Boggión. Bucone,
Boggiònna. Bucacela,
BoggUt. s. m. pi. Pozzette. Quei bachi
. o avvallamenti che si fanno nelle gote
nel ridere, detti Foss^ttes dai Fran-
cesi e Bacìtengriibclien dai Tedeschi.
BoggUt (s. m. pi,). V. cont* Galle o Galloz^
zole di quercia,
Bògh. Bove, Buove» Qfppin
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BOI ( ia3 )
Bòghcr. Barone. Briccone* Dal plebeo
Tolgare franceie Bougre,
Boglkerètt. Ragazzaccio,
Bogherètta. Bagazzaccia*
BdgoL gergo L^orhiolo.
Bòja. Boja, Carnefice, Manigoldo, Giusti-
ziere. Giustiziera,
Boja malprategli. fig. Gosl
diciamo per ischerzo un cliirurgo im-
perito, un bariiìere cattivo raditcHre,
e quahinque adopcratore di ferri da
taglio il quale, non sapendo maneg^
giarli a dovere, intacchi la pelle.
Fa el boja scuriee. Simile alB alito
Fìà el cavali del GhineUa. y. Cavali.
Gioja de fk brillanta per man del
boja. ^. in Mèn.
La miee del boja. Bojessa*
Ve la miee del boja che lava i
pago. fig. ....•• Si suol dire da
noi quando piove mentre fa il sole.
Manda al boja.fìg. Mandar al dianH>lo.
-Paga el boja perché el ne frasta^ig.
Pagare il boja che ci frusU, Pettinar
tigna, Ugnere il cavicciule che ci ha a
dinoccolare. Allevarsi la serpe in seno.
Tocca de ft Timpiccaa, el boja e
el garzon del bofa.fig. Aver a fare
il podestà di Sinigaglia; cioè dover
comandare e lare poi ogni cosa da sé.
Ta al boja. f^a al boja, aUe forche^
al diavolo^ alìa^ malora^ al bordello,
Bòja (al fem.)» Bojessa.
Bòja (per ingiuria). Boja, Forca,
BòJM. T. dei Taglialegne. ..... Quel
jciocco o legno grosso che si posa
traversoni per terra come una soglia,
e sul quale si appoggia ognuno di
que^ legni o tronconi che si vogliono
tagliare o spaccare.
Boia. Ahbajare, Latrare,
Can che boja no mord. fig. y, Càn.
Pass bojà adree di can. Essere ab~
hajato di^cani,
Bojà. met. Ahbajare, Mormorare,
Bojàcco. Poltiglia, Brodiglia, Melma,Mota,
Bojàcca. Intinto, Intriso, V, Moeùja. .
Bojàcca. T. de* Murat. Binxaffo. 11 (irìmo
getto di mdta che si dà ai muri per ce-
mentarne bene bene Tammattonatura.
Bojàeca Quel miscuglio di calce e
matton pesto inumiditi con cui i pa-
vimentaj(^o/f/i) appiastrano i mattona-
ti per ragguagliarAO le comniessi^re.
BOL
Bojaccàda. Intriso ? V, anche Boii&da.
Bojacchée. Lo stesso che Bols. K
Bojàda. Abbajo, Abbajamento. Latrato*
Latramento, Abhajatura,
Bojadinna. Leggiere abbajo,
Bojcnt. r, Sbrojéut.
Bojnént. y, Bnjméftl.
Bojòcch {che anche dicesi dai contadini
Bolgidn o Bolgiòtt). Bapa lunga del
ìialtiòlo e di Targ. Toc. Specie di ri^«
fusiforme che è la Bapa saliva oblon^
ga o feemina o il Bapum obhngius
de^bot. Gr Inglesi la Iacono nmepg
o Knolles, Da noi però assume il no-
me di Bojòcch o Bolgiòtt soltanto al-
lora che è stata cotta sianeiracquat
sia sotto la cenere » sia n^ forno»
YesB battezzaa con P acqua di bo-
jòcch. y, in Acqua.
Bojòcch. fig. Lo stesso che Borlòtt. y»
Bois. Pasticciere, Fendarrosti, BaruUùm.
Bojs. Ciabattino, Chi fa le cose male.
Boisàda. Lo stesso che Sciavattinàda. K«
Bòita. 11 ventre rigonfio deg^
uccelli nidiaci.
Bòita. Seno? u Asca i coi da mett al
M coli, gb^en voreva anch per la
fp botta , , , , n (Bai. Him.)
Bdlch. Bifolco, Boaro, Precisamente qnel
contadino a cui è afidatii la cura dei
buoi ne" poderi del Baaso Mil. Chi ha
molte paja di buoi suol avere anche
un primo boaro detto Capòolch^ un
secondo detto Sùtteapp , ed anche un
terso detto Begaecé^ ed un quarto
detto Tutti gli altri boari poi
corrono sotto il nome generico ókBcith,
Bolcògna. Bubuka? Bifolca?
Bolcognàda. Bubuìcata, Il complesso. di
più bubalche(6oMgii). La nostra vece
Bolcògna deriva da ^d/cA( bifolco).
Boldinèlla. T. Bondinèlla.
Bolétta,Bolettin,tfc. r.BolléHa,Bollettm,ec.
Bolgégn. Io stesso che Bolgènna. F*
Boi gònna» Morddajo, %>. d* ulivo.
Bolgènna. Coreggiuolo, Altra sp.dNil0ro.
Bolgètt. Strafatti. Mezzi, Dicesi di frutti
quasi presso a infracidare per ecoes-
siva maturità.
Bolgétta. Palla di neve. Da Boli jactus
dice il yar, mil,
¥k ai bolgeU o Tira bolgett. Fare
alta neve ■» Fà-sù bolgett. Appallotr
tolar la neve.
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BOL
Bolgetta. Fare alla nes^e.
Bolgettàda. Pallata di neve. Il Lasca nella
• Nov. p.- 60 usa assolutamente Pallata.
Bòlgia. Bolgia, Ferriera. Bisaccia di pel-
le da tenervi chiodi, strumenti di
ferro, ecc.
Gh^ è da fa tant per la bolgia che
per el magnan. V. Magnàn.
Bòlgia. Borsa.
Bòlgia. Fiore. Ornamento nella briglia.
Bolgìn e Bolgión. y. Bolgiòtt fìg.
Bolgión e Bolgiòtt per Bojòcch {rapa). V,
Bolgiòtt. fìg. Grìizzolo. Danaro ammassa-
^ to a poco a poco •<— Postema. Borsa o
- grappo di danari che si tenga nascosto.
Ave i bolgiòtt o i bolgión o i ro-
gnon gross fig. f^. in Rognón.
Fa bolgiòtt o bolgin o bolgión. Rag-
granellare, Raggruzzolare. Accumular
danaro.
Bòlgir. Bordelktto. CoseUo. Cosellina.
Oggetto piccino.
Bólgir. Omiciàttolo, V. in Omètt.
]Bòlgira Voce di significazione
assai vaga , ma però tale da indicar
• sempre magagna, difetto, vizio. Di-
'. casi anche Bàlirega oBóltriga o Soz-
zerà; e cosi pure è de** molti suoi deri-
' Tati , dicendosi egualmente Boltrigado
• e Bozzarado per Bolgirado , Boltrigà
« e Bolgird^ eoe. per Bazzarà o Boz-
sirà 9 ecc. ecc. Tutta questa famiglia
però ci ha faccia scurrile e quasi che
• iri*eligiosa profferita che sia colle due
' zz^ e le persone ben costumate, alle
• quali il dialetto fa pur forza di usar-
• la , non dicono già Bozzarón , Boz-
zarònna, ecc., ma più tosto Bolgirón^
Bolgirònna, eCc* — I Fiorentini dicono
anch^essi volg. Buggera 9 Buggerare ^
Buggerone 9 e talvolta anche in gergo.
Ave nanca per la bolgira. Ji'ere in
. non cale o a non calere o in non
còlere. Stimare U90 come il terzo pie-
de,. Non curare alcuno, non ne iar
. cónto, non averne tema.
Avegh olter per la bolgira. Non
- aver pelo che pensi a cliecchessia. Ave-
re altra fantasia ^ cioè avere il capo
a >cose di maggior importanza, avere
tutt^ altro per il capo.
La bolgira Esclamazione di
negazione e disapprovazione ; per es.
£1 dis che T ingrassa per Tana, . . , .
(134) BOL
r aria la bolgira ! Dice che ingrassa
per cagion dell'aria ma l'aria
di vero /(Gigli D. Pil. I, a.) — L^è
sicur su la mia conscienza Eh
conscienza la bolgira! È sicuro in
coscienza. . . . Eh coscienza n^ in la
( Fag. Avaro punito III , 9 e passim )
— Ch'ubai polizia? Polizia la bolgira,
ghe voeur di soldi. Ha civiltà? Eh ci-
viltà mi piacque: vogUon essere quat-
tnni{Fag. Gen, corr. I, i). Io per me
lo tenevo im fantoccio. • . . Un fan-
toccio ? Mi piacque ! un fantoccio è
chi gli cre<^(Salviati Granchio 1,3) —
Comasch.? , . . Comasch la bolgira. Co-
masco ? ... Comasco appunto , cioè non
tale(Monig. Tac. ed Am. Ili, 11 e 21).
Mezza bolgira. Sin, di Carognètta. f^
Bolgira. riluppo. Imbroglio. Guajo.
Oh la bolgira! vero Oh che bella
. bolgira! Ohcocoja! f^edi guajo!
Ona quej bolgira gh^è sott. Gatta
. ci cova. Qualche diavol c^è sotto , qui
v^ è mistero o inganna ascoso, r. in
Caulinna.
Vuj on poo sta a vede dove la va
a feni sta bolgira. Fa* vedere che via
pigli quest'acqua (Machiav. Op* VII,
371). Va' vedere a che debba riuscire
. il giuoco , cioè come vada a terminare
la faccenda deUa quale ai parla.
Bolgira. Ciammengola, Bazzicatura, Cian-
ciafrujscola. Bazzecola, Cosa da nuUa.
Bolgira. Anfanta. Pappolata. Pastocchiata.
Pippionata»
Bolgira. Bubbola. Fola. Favola. Bozza.
Corbelleria, Baja. Inezia, Frascheria.
Alter che bolgir. Alùx} che giaggiole!
cioè sono cose grandi.
Avegh doma di bolgir per el eoo.
Avere de'*farfallini o de' grilli o delle
farfalle. Girandolare,
Di o Cuntà-«ù di bolgir, Ditefanr
faluche. Canzonare,
Bolgira. Erroraccio. Marrone. Strafai-
. clone, Scompiscione. Arrosto. Scerpel-
lone. Svarione — Fescia.
Ave ona bolgira grossa per el eoo*
Avere un cocomero in corpo.
Che bolgir te diset? Che pazzie
parli tu?( Salviati Spina , .1} , a ).
Di bolgir de cavali. Dire passerotti ^
farfalloni^ cipollate j cioè cose spro-
positate* F. in CavàlL
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BOL (I
Fa bolgir sora bolgir. Imbottare
sopra la ftccia.
Fa ona bolgìra o di bolgir. Dare in
Jnttura, in ciampanelle^ in ceci^ in
cenci o in budella. Fare una corbel^
Uria , una castroneria , un passerotto 9
un passo falso , una minchioneria —
Hoo faa ona gran bolgira. Ho fatto un
grande arrosto , una gran corbellerìa,
V è minga poca bolgira. Non è una
buccia o una fronda di porro. Non è
una baia o una favola.
Ve ona bolgira o ona bolgira grossa
questa. È cosa malfatta questa. È uno
strafalcione solenne , uno scerpellone ,
uno sproposito madornale ^ un grosso
arrosto^ un errore da pigliar colle molli.
Questa si cbe Tè ona bella bolgira!
Questa eh* è una taccola o una tresca!
Questa è di petza o col manico o
coW ulivo o marchiana ! Buon per Dio !
Buon per mia fé'*: cioè questa è cosa
strana 9 stravagante» curiosa.
Bolgira. Bizza, Stizza, Bizzarria, Broncio,
Collera. Fierezza, Voglia matta ^ ecc.
Avegh la bolgira. Aver le lune a ro^
vescio, il cimurrOf il broncio 9 rabbia^
mattana,
Cascià-TÌa la bolgira. Cacciar le
passere. Passar mattana,
Gont el yin s« cascia-via la bolgira.
Fino spegne collera (Fag. Av, pun. II, 3).
Fa vegni la bolgira. Mettere a leva
alcuno. Far entrare in valigia,
Vegnarav la bolgira a on sant. Sal-
terebbe la bile a un iiuiniio(Fag. Avaro
punito in versi III, io).
Vegni la bolgira. Montar in sidla
bica. Entrar in valigia in collera.
Montare la bizzarria ad uno. Entrare
in bizzarria, Fenire o Montare o Sai-,
tare la stizza o la mosca o il mosche'
rino o la muffa o la senapa o la mo»
starda al naso. Pigliare il broncio.
Bolgira. Giuntare, Frappare, Trappolare,
Bolgira. .Danneggiare. Rovinare,
Andà tuttcoss a ' fass bolgirh, An-
dare ogni cosa a biosciOj alP ingiù ^
a catafascio 9 a brodetto 9 in rovina ^
in malora , per le fratte , a bue 9 al
bordello f in conquasso.
Bolgirass lu de per lu. Cercare di
farsi male in p mova (ÌHuchiuv. Op.
V, 184 e altrove). InJUzarsi da sé*
25 ) BOL
Dove set staa a fatt bolgira fin adess?
Dove fosti sinora? Dove
sei stato fitto sinora?
Vatt a fa bolgira. Fatti con Dio! Si
suol dire in via esclamativa allorcbè
ci scappa di mano alcuna cosa che cor-
re pericolo di rovinarsi nella cadtfta.
Vatt a A bolgii^. Fa alle forche 9
in malora 9 al diavolo j al boja,
Bolgira. Fare, Mestare. Trescare, Tra--
mestare. Bovistare. Bovigliare, Per es.
Cosse bolgiret ( o Cosse te bózzeret o
bozzàret o bozziret). Cìie fai tu? Che
mesti? Che armeggi? Che annaspi?
Bolgiràa. Frodato. Bubbolato, Sbirbato,
O bolgiron o bolgiràa. F, Bolgirón.
Best& bolgiràa. Rimanerci, Rimaner
preso 9 gabbato 9 ingannato , frodato.
Se vorii yesz bolgiràa 9 andee di
amis. . . . Con cui guadagnerò s^ io noi
fo coli' amico? V inimico non mi verrebbe
mai alla bottega dice il Burch. Són, 1 1 7.
Bolgiràa. Rovinato,
Resta tutt bolgiràa. Rimanere ferito^
rovinato 9 perduto della persona, ■
Sia bolgiràa l Gavòcciolo a , , , , !
Ti dia nel naso ! Esclamazione d^ im-
pazienza, d'eira, di sdegno.
Bolgiràda. Cica. Acca. Straccio, Nulla,
No capi ona bolgirada. Non ne in-'
tendere straccio o bocciata o bocdcata.
No indaghen ona bolgirada. Non
curarsene. Avere in non calere,
Savenn ona bolgirada. Non ne s»-
' per nulla o cica o stracciò.
Stimali ona bolgirada. Stimare uno
come il terzo piede o come una foglia
di porro,
Bolgirada (esdam.). Corbezzoli ! Cospetto!
Bolgiradàzzo (o Bolgirooàzz). SealtritaC"
■ ciò, Dirittaccio, Furbaccio, Furbo in
cremisi. Bagnato e cimato,
Bolgiràdo. Scaltrito,' Mascagno, Furbo,
Bolgirattà. Mestare. Trescare, Tramestare.
Bolgirètt. Cosetto, Bordelletto, Un ogget
- to piccino.
Bolgirètt. Omicciuolo, Piccinaco, piccina-
colo, Piccin piccino; se giovine Serica
ciolo^ se ragazzo Marmocchio, V, O-
mètt, Omettìn, CbignoBÙ e simili,
Bolgirètta. Piccinàccola, Piccinaca. FI
Triiquattrìn.
Bolgirón. sost. m. Scaltritaccio , e anche
. Lamaccia, Lieta spesa. Cavezza. Fona.
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BOL
(ia6)
BOL
O bolgìron o bolgiraa. A questo mon-
do bisogna acconciare l* animo ali* una
delle due: a ingannare o a essere in-
gannato {S^ÌYÌnti Granchio I, a). Det-
tato d'' esperienza mondana , a smen-
tire il quale appena riescono coloro
che 8^ ingegnano di essere innocenli
come colombe e prudenti come ser-
penti ; al che non riuscendo 9 la scelta
è decisa dai filosofi: Patiaris poUus
ipse quam facias scelus.
Bolgirón. agg^ Malaugurato* Disgraziato»
Sciauraio. Cattivo.
A la bolgironna. Malissimo, Malis^
simamente. Pessimamente, A ìnosào,
AlV ingiit. Per le fratte. Per es. La va
a la bolgironna. Fa malissimo.
A la pù bolgironna. Al peggio dei
peggi. V. A la cà di can in Càn.
Canaja bolgironna. /Taitag/iaccia. Cor-
naglia berrettina.
Ve ona robba bolgironna. Gli è cosa
malaugurata.
Ve ona vitta bolgironna. È una vi-
ta travagliata 9 dura ^ penosa^ stentata.
Ona paura bolgironna. Una sgan^
gheratissima paura. Una h€Uiisoffiola
delle beUe.
Pucciana bolgironna! Poffarbaccot
Razza bolgironna. Hazzaccia sgherra.
Bolgironàzz. y, Bolgiradàzzo.
Bolgironna. s. f. Mondana. Cantoniera.
Bolgironna! ) Corbelli! Canchero t Cap-
Bolgiróssa! ( pita! Capperi! Zoccoli!
Finocchi! Poffare il mondo! Poffare
bacco! Oh vatti con Dio! Esclamazione.
Bòli. Bolo, Bolarmeno, Bolo armeno. Bo-
larménico. Sinòpia, Senòpia» Bishrica.
Dà de boli. Dar di. boloarmeno. Met*
tere il bolo su quegli oggetti che si
vogliono dorare o inargentare a bolo.
Bolin. Bulino,
Ave. la faccia lavovada a bolin. Avere
il viso a saltero? o Jatto a grottesche
- d'uova affrittellate A\er il visoa ricamo.
Bolin dicono i contadini dell'Alto Mila-
nese per Boggin o . halm(lecco), y,
Bolin. « . . » Ferro col quale i calzolaj
' abbelliscono i fori fatti dalle bullette
. nelle scarpe, o simili.
BolÌQ, Bolina per BoUin , Bolline, y.
Bolina. Bulinare. Lavorar di bulino,
Boll. Bemocchio. Bernòccolo^ Pesca. Cor--
. no. Cornetto. Forse dallo spag« Bollo.
Bòli. Cozzo (secondo un poeta pisano).
Cosso (secondo il Rosini e TAlb. eoe.).
Fitta, r, GiboUadùra.
Boll. Pane o Mattone e con v. a. Boglio
(cosi TAlh. enc. in Cioccolata ed in
Cioccolattiere). Quadruccio di ciocco-
lata , che noi diciamo anche comune-
mente Tavoletta^ del peso di tre once
nostrali. Varj Toscani parlando fami^
glìarm. lo dicono Libretto o Librettino.
B<Ù1. Bùttero, Il segno del va) nolo.
Boll Una ciotola 9 un buon
vaso, che è come una certa misura di
punch 9 cosi detta dall^ inglese Bole,
Bólla. Bolla.
Bollàri. Bollano,
BollÀ. Ammaccare. Forse dallo sp. Bollar.
Bolla. Marchiare, Bollare.
Bolla la robba. T. for. Mettere i
suggelli. Sequestrare i mobili 1^ de-
bitori bollando le casse , gli usci 9 ecc.
Bolla vun. Marchiare. Bollare. Imr
prontare 9 e scherz. Fiorire le spalle.
Segnar le carni ai malfattori con mar^
. chio di feiTo infocato.
BollÀa. Bollato.
Bollaa di varoeul. Butterato.
Bollétta. T. degli Uffizj. Pòlizza. Bulletta.
Bollétta. Brachetta. Jbi'flg/ia(*lucch.).
Frittella? Lembo di camicia ch^esce
. fuori dalla brachetta de^calzoni. Quel-
lo che da noi dlcesi El gl^ha la bolletta
il Lucchese direbbe Ha il neccio al
culo ; traendo il dettato figuratamente
dal neccio ch^ é una focaccia di farina
di castagne, come se alcuno sedutosi
su alcuna di tali focacce fresche se la
portasse attorno appiastrata al sedere.
Mostra la bolletta 9 o vero Ave anmò
Io bolletta brutta de merda. Non aver
- ancora rasciutti gli occhi. V, Camisoeù.
Bollétta. Arsura, Povertà; mancanza di
' danari. Mi sont semper in bolletta
perfetta. La mia è una continua arsura
iioditora che ogni dì mi rasciuga e
mi divora. Non ne ho uno. Friggo
coW acqua {Gì^ìì Sor, III, 4)-
La bolletU la guzza V ingegn. K.
in Ingégn.
Vess in bolletta o Corr ona gran
bolletta. Abbruciare neutr. Esser ma-
gro di danari (Machiav. Op. IX , SqS).
Essere abbruciato. Essere arso. Essere
un arso. Vale essere senza danari.»
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BOL
(la?)
BOL
■ ' $i potrebbe anche dire^ come leggeti
nel Ricciardetto{XI, 4^) Stare a quatr
trini siccome san Cristofano a calzo^
Ili, se non isconyenisse il tirare in
tscena i santi per cosi fatto genere
di comiche facezie*
Bolletta. T. de* Cacdat. Sòerciare ? Lo
sbagliare i colpi di schioppo.
Bolletta. T. degli Uffizj Spiccar
polizze» spiccar bollette.
Bollettàri. Jd. di Llber che si usa an-
che sostantivamente come neW italiano
- volg. Btdlettario, Libro delle polizte
• a madre e figlia.
Bollettàri Nelle gride milanesi
del secolo 17.* Bollettario è detto chi
ha il diritto di spiccare bullette da-
ziarie 9 ecc. Dopo che le gabelle ces-
sarono d** essere appaltate dal pub-
blico ai privati o convenute co*feu-
datar) , ecc. 9 anche questa voce si
spense in tale significazione*
BoUettàmm. ) Gli stampatori
BoUettarla. ) t:hiamano cosi i lavori
di polizze o bullette.
Bollettin. BidteUino. Polizzetta. Poliztino
■ •— Le gesta militari del secolo hanno
resa comune anche in Italia la voce
BuUeUino nel significato di Novella^
Foglio t^ avviso f di relazione di tali
gesta.
Bollettin. Piastrello. Bullettino, Quel pez-
zetto di pannolino o altro che intriso
d^unguento si mette sopra le piaghe.
Bollettinée {che nei nostri libretti teatrali
legasi Bollcttinaro ) Quegli
che dispensa i biglietti d* ingresso
alla porta d^un teatro.
BoUettón. . , , ^ . Accrescitivo di Bol-
letta (polizza). Per singoiar contrad-
dizione 9 nata da usanza primitiva al-
• teratasi di poi 9 noi chiamiamo per ec-
cellenza Bolletton di varoeul la Polizza
che fa fede come un fanciullo abbia
avuto r innesto del vajuolo 9 ancorché
tale fede (che i Tedeschi dicono /m-
pftmgsscftein) sia un polizzino de* pia
piccini che corrano per gli ufiizj.
Bollin Specie di tassa di cui
trovasi memoria anche nelle gride
milanesi del secolo 17.* Lo Scandiglio
antico dei dizionarj ha molta affinità
. col nostro Bollin , ma non è precisa*
mente quel desso.
Bellina Sottoporre al dazio
cosi detto Bollin le vendite.
Bollinàtt L* appaltatore della
gabella cosi delta Bollin, V.
Bologna. Bologna,
Pd de Bologna. F, FìL
Or de Bologna eh* el ven ross per
la vergogna, f^. Òr.
VeU de Bologna. F. VeU.
Bologna e Bolognà-via. Bastonare, Baz-
zarrare, /m^rog/iare( attivo), tt Ha
fatto rappiastrare questi crepacciuoU
perchè io so che cerca d'imbrogliarlo w
(il podere), cioè di darlo via (Cecchi
La Dote III, 3) — In qualche caso vale
Ficcare^ Ficcare ad arte una cosa per
un'altra, Bolognà-sù ona donna a vun
per mice. Appiccare una donna ad
uno per moglie,
Bolognln. Ad. di Càn. V,
Bólp. V. cont. dell'Alto MiL per ViSlp. K.
Bolpàtt per Golpàtt. V, -
Bdls o Bólz. Bolso. Che paté difficoltà
di respiro 9 e dicesi più propriamente
de* cavalli — Bulsino o Bolsaggine è
il nome di questo male ^- Imbolsire 9
e scherz. Andare a Bolsena^ vale Di-
venir bolso.
Bóls.fig. Tisicuccio, 2hssi&Ue con sospetto
d* etisia,
Bóltrega e Bòltriga per Bòlgira. F,
Boltrigàdo, Boltrigón 9 ecc. F, Bolgiràdo»
Bolgirón, eoe,
Bdlz. Bolso, f^. Bóls>
Bolzón. Staggio? Staggia, Nome di quei
bastoni che nel paretajo servono a
sostener le reti quando scoccano.
Bolzón. Boncinello, Nasello, Parte nota
di una toppa o serratura. Il Bolzone
dei diz. vale per certa specie di frec-
cia ed anche per uno stromento mi-
litare antico da romper muraglie.
£1 Icgnett de tcgnl fermo el bolzón.
Fuscello del boncinello {Cea^x As-
siuolo IV, a)k
Fa ciocca el bolzón. Diguazzare il
' boncinello{Cecchi Assiuolo IV 9 a).
Fa fìi de bolzón a vun. Fr. fig. del-
TAlto Mil. Cavare il granchio dalla
buca colla man d'altri. Cercar d* arri-
vare al suo intento coiraltrui pericolo.
Bolzón. PiVi;ta(Last. Op. II 9 107). Nelle
-viti a pergola è quel palo che corre
per traverso a modo di ^ filare.
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BOM (I
Bóm! Scaglia!(Cecchi Assiuolo IV, 7).
Esclamazione krisoria che sì getta in
yÌ8o ai millantatori; e cosi pure
Bóm.bóm bóm. Ukukuja ukukuja.
(*fior. Pan. Poet. Il xxiv» 4^)* Suoni,
non parole , che si mettono per bur-
• larsi delle minàcce di un Rodomonte o
di chi fa lo smargiasso in qualunque
maniera. Nell^Alb. enc. trovasi regi-
strato Bom come interiezione fami-
gliare usata da chi approvi per beffe.
Bdm Voce imitante lo scoppio di
un* arma da fuoco o il suono che fa
un grave cadendo nell^ acqua e simili.
Bómba. F, Bómbola.
Bómba, gergo Bottone.
Bombanàdegh. Bulimacòln. Arresta bue.
Resta bove. Intriga barba. Serpentina
(Targ. Istit.). Bònaga. Bonagra^ e
con voce dottr. Anònide. £ HOnonis o
. Anonis arvensis o spinosa dei botanici.
Bombarda . . • Scagliar bombe contro un
forte o una terra. I diz. hanno Bom-
bardare per atterrar coirantiche bom-
barde ; e il Diz. art. non si attentò a
registrar Bombardare nel nuovo senso
che si può dir volgare in Italia.
Bombardamént Il fatto dello
• scagliare quantità di bombe contro
un forte una terra. Bombardamento
è volgare in Italia , ma sin qui non
registrato dai dizionarj.
Bombardce. Bombardiere. Bombardiera.
Bombàs. Bambagia. Bambagio. È il co-
fonie lavorato — Imbambagiato vale
Pieno di bambagia. Imbambagellato
vale Morbido come bambagia. Boston
. delia bambagia dicesi quello cui quale
gli accotonatori della bambagia la
vengono sfioccando.
Bombas filaa. Bambagia. Filato,
Bombas in fiocch. Bambagia in falde.
Dormì in del bombas. fig. Tenere il
capo o Dormire fra due guanciali.
Vale star sul sicuro , star bene.
Vess in del bombas. fig. Stare imr
bambagiato o soppannato di bambagia.
Stare nelV oro o in sul grasso. Essere
avvezzo o tenuto nella bambagia. Avere
Ogni consolatone di corpo. Stare. in
delizie e in morbidezze.
Bombàs. di pobbi, ecc. Lanuggine. Pe-
liwia. Pappi dei semi del pioppo e
di simili piante.
38 ) BOM
BomÌKìsìnnsi. Bambagino. Tela bombala»
Bombasinna. gergo La carne,
e specialmente quella vaccina.
Bombasinna. gergo. Chiaro. U vino.
Bombasón. Pastricciano. Bonaccio.
Bombe, s. m Carrozza eh* era
di gran moda anni sono e che oggidì
ha dato fra le vecchie. Ghiamavasi
così dalla forma della cassa (scocca)
eh* era molto arcuata e convessa in
ogni sua parte. Dal fr. Bombe.
Bombe, gergo. Tafanario. V. Cùu.
Bombe. Ad. di Bottón, Strivàll , ecc. Con^
vesso ; e se convesso in testa Copoluto.
Il Voc. parm. registra un infelice Bom-
bato tolto non so donde.
Bomberin. gergo. Caletto,
Bómbola. Bomba. Gran palla cava di
ferro fuso che si scaglia coi mortajo o
col cannone da bomba. Ne sono di piìk
specie, vale a dire (secondo il Diz.
art.) Bombe cieche o da inganno ^ da
breccia, incendiarie, f umifere , soffo^
canti, ecc. Hanno un bocchino che
si tura colla spoletta. Lo strepitar
della bomba dicesi Bombare.
Bombolòtt. Tonfacchiotto ; e col volg.
tose. Tombolotto.
Bombolòtta. Tonfachiotta. Tombolotia.
(*tosc.).
Bombón. Dolce. Chicca. Confètto. Confet-
tura. Probabilmente dal frane Bonbon.
Insalatta de fraa, bombon de mo-
negh fan semper dori el stomegh. ^.
Stòmegh.
I tropp bombon regncn i vermen
o fan vegnl i vermen. f. Vèrmen.
Se l'era on bombon (o on pomm).
Pera milaa per un Dicesi a
colui che ci fura le mosse in un di-
scorso , a colui col quale e* incontria-
mo a prendere o a dire al tempo
medesimo la medesima cosa. Nous àw
rions fait un pape dicono i Francesi.
Bombón. ^g. Una vag/iezza. Un giojello.
Missa come on bombon. TkUta attilla-
ta. A.bbigliata vaghissimamente.
Bombón. fig. Uno zuccfiero. Bispett a lù
Ice Tè on bombon. Appresso a lui essa
è uno zucchero, y. Bescottin fig.
Bombonàtl. t^. coni. dell'Alto Milanese per
Bombonée. I''.
Bombonce. Conforlinajo. Bericuocolajo.
Confettiere, Confetiatote,
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DON ( ia9 )
Boik^onéra. . • . • Là m0|^io 4el coùfor-
lina)o» o donna -ohe vende con&rtiai.
BoinboDcra. Con/e^/iem.. Scatola pei[ lo
più fatu a specchi o a crislalU, nella
ffiialo si ripongono i con(«tti o i dólci.
Dal lranc>tsc Boab^nAi^,
Bombonin. ConfeUuuo.
Bombonin. ineti Profùndttà. Zerjbino. Ai-
tiliaiutao "T Parkndofi di domiA Ai-
iillatit&ui. Tutta Undura*
Mmliònnav Jd* di Carta. Vi
Bomborìn. BeiUco. Umbilìco. UmòeUco,
Hus del bomboi-ÌB. Oangame*
Bomborìn. T. de' Macell Quella
parte d^una bestia macellala che ne
comprende e circonda il bellico*
Bón. Buòno* Voce che, significando ogni
specie di perfezions» si prende in ambi
gF idiomi in molti sensi , coi^e a dire :
Bón. Buono. Contrario di Malvagio.
A sto mond paliss el bon per el
cattiy. In questo monda patisce la
pena il giusto pel peccatore (Cocchi
Dote II, 5). Un /a male a ceiUo{Biirch.
Son. 2oa). Anche i Francesi dicono
Les bons pdtisseni pour les mautfois.
V innocent pdlit soiweni pout le eoa-
pable^ le bon pour le hmwpirj (Roux
Dict.). Dettati che, oltre al senso loro
' naturale, hanno altresì quello di mo-
strare come si giudichi mde d^^kuni
per essere già stati ingannati da altri.
Bon come el pan o Bon come el
bon pan. Migliore elèe il pane. Uno
zucchero. 3"utto dolcetta, lìmo bontà.
La stessa bontà.
Bon fa bon. Con t eletto sana eletto
(e ti pervertirai col perverso) Cr. in
Pervertire i pari, di doftne è lo scrit-
turale Buona moglie /a buon marito.
De bon e bon. Di pace e ^aceordo
(Cecchi Assiuolo V, 2). Di bel patto
(Lasca Pintoc. Ili, 2). Di buon accordo.
Amiclievolmente. A buono a buono. A
buon concio.
Passa per bdl e per bon. Essere te-
nuto il buono e il bello (Btb. Col. V, 7).
Essere reputato innocente in alcuna
fdccend»; ottener fede d^integrìtà, di
sapere, eec. senaa meritarla in fatto —
In alcuni casi vale anche Uscirne a man
salva^ cioè passarla impunemente.
Pocrh de bon. F. Foceh-de-bón.
Bón. Buono. Atto. Idoneo, Abile. Acconcio,
. Fol. I.
BON
Bon de Ck come se sìai -Uomo da
..bosco. e da riviera, litUa spesa.
Bon de mei! a on paés àA\e passa
liissun* F. in' Pass» - . i
Bon de nàgòlta. Un buona a mdla.
Un da nulla. CkiurUi.Uom'dUsuaciole.
• Una sferra^ UM.donm. .Ua.doflpoco.
Disuiilaecia. Paa ptmdnto^ lfo»,JHu>no
da^ porsi la mano alla boced^. SonjUtó
. ^ a cavare un griiio. da. un. iMs^.o^oa^vc-
costers tre palhttQle {n. un...bftcinp*
. JL'è el so bon. Bircie all' alito Ve
cpidl che Dio fece, f^» iw Dio.*.
L'àgiasl Kora'bmii». Ps/* appunto
è tara. da db» Jn iberni ora 'per ap^
punta. . Lo seriUumle 'fldnr' bona , cioè
adattala, opportuna^
No Tcss bon dr A ohsnr diede
mangia e bev. Ufon- eesen^ da muna
cosa pih uvanti'clte da sapa* mtangiare
e bere. JSs^erouno ^parapane.
Yess Jbcm- de^fall.* Ksse/t Uomo co-
pace di farlo; e eòm. Esset ceca da
'far ditello — y è hon de fé qaeti e
olter. È cece da far questo e peggio
•^ F, axeha Domàit.
Yess bon de fa ruff. Esser venuto
al mando sol per fax* letame.
Bón. Ag, mere. Buona desia. Buon paga-
tore. Ave o No afe per boa vun« Avere
o Nem avere per buona detiUé Rep4|are
o no alcnuo buon sodatore pagatore.
Bón in frase per Setto. Fero. Sodo, Beale.
Del bon. Di Iman senno. Di vero.
Di de bon o Parla de bon o del
bon. Favellare in sul saldo o di sodo
Sul sodo. Dir sul sodo o di vero.
Fa bon. Fare o Menar buono. Com-
putare. Dar credito altrui di somme.
Fa minga bon quell ch^ el dis vun.
Non gabellare o Non passare a uno
quello elisegli dice.
GiugÀ o Pà de bon. F. in Giugà.
Lavora de bon. Fare con alcuno a
ferri puliti {Machiar. Op. Yl, 116).
Feur di buono di bette in diritto.
Bfettes dent del bon in d^ona robba.
Mettersi in checchessia colParco del-
tosso o delia schiena. Far daddovero
o daddoverissimo o del vero senno^ o
schers. del maledetto senno..
Sul pù bon. In sul bel del conchia-
</ere(Ax*bra C^ 11,4)' iVe/ buono. In
sul buono*
>7
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\
BON ( I
> > « Sul pù bon rhA'faa fiasch. V, Fiàsch.
Tegxii bon. Accordarsi con altri
i^ checchessia»' Assentire. Approvare.
Dar mano — Vorè minga legni Jjon.
■ < JHscoM^nire, Quand V è staa progei-
• taael Foro'Bonapart, gVè staa qui j
che ha minga Voluu tegoi bcm, e el
Foro Tè rtstaa in disegn. Del prò-
' getto del Foro Bonaparte vi fu chi di-
• seonvenme , e il. Foro si rimase disegno.
Vess al bon. Essere ai punto. •
• • ' Voregh del beli e . del bon^ Folerci
del buòno » e com. Esserci da ugnere^
cioè Occorrere molta opera o spesa
o fatica o tempo per fare checchessia.
Bón. Buono.' Docile. Tnuupiillo.
Sia bon I Sii buono o savio. Sta buono.
Mni Buono» Grande* Molta. Avvantaggiato.
Vantaggiato* Largo.
A dighela in bon milanes. In buon
linguaggio ella è coji (Magalotti Let.
scienl, XIX, i, 337). A parlarvi in
ia/ino(Monig. Ser^ nob, IH, 5). Foglio
dire in buon linguaggio che ecG.(Mo-
nig. la Ved. Ili» 10).
A faghela a bon mercaa. A farla
• a buon mercato. .
Bon gicMigh. Vi Bongioeùgh.
' Daghi bonn. Dar delle buone, . cioè
(orti busse — Deghi bonn , tappcllé-
ghi menuder. V. in Tappellà.
La soa bonna ciav. È lo stesso cìte
La soa brava ciay. V. in Brava
Ve on^ora bonna. Ì; una buon'ora.
E WS? ora e più. . .
.Bón. Buono. Utile. Vantaggioso.
Te gh^ee de bon chM te ved
- minga. Capitale die non ti vede* Buon
. per te ci te non ti vede.
Jèòn. Buono. Piacevole, Giocondo.
Con certa gent ghe voeiir i bonn.
A dura incudine martello di piume.
. Co* cervelli ostinati voglion essere le
buone per isgai'arli.
Cont i bonn se otten tutlcoss. Alle
piacevoli parole non si può mancare.
(Ambra Cofanaria IV, 5). // mele si
• fa leccare perc/iè ò dolce, le mosc/ie
si prendono ,col mele. Il cane y.al^
letta colle carente,
Faghela bonna a vun. Menar bugno
checchessia a utio<
Faghen mai vunna bonna o vero No
faghen vunna de bonn, l^on gliene
3o) BON
. dare rhai una di vinta» Non gUeme
.. .ri^armiare una ma le det ta . Non gliene
passare una.
. Faghi bonn a vun. Andare ai versi
.ad uno. Secondare. > Condiscendere.
Faghi lutt bonn. Dargliele tutte
vinte.
. Tegni bon vun. Confettópe uno*
Fargli cortesie» vezzi, carezzo per
averlo benevolo.
Tceù coi bonn* Andar colle buone.
Far buon ihso. Far vezzi.
Torna in bonna con vun. Ibmare
in grazia ad alcuno. Ripigliare alcuno.
\t^ in bonna con vun. Essere bene
con uno. Essere d* accordo ^ in pgce.
Ves» in bonna. Essere in bugnn,^
di buon animo ^ di buon untore^, in
buona tempera^ e perciò disposto a
compiacere.
Bón. Buono. Prospero. Favorevole.
£1 Signor ne le manda bonna. Dio
ce la mandi buona (Cocchi Dote li» 5).
No aveghen vunna de bona. Aver
la .maledizione addosso. Andare tutto
a rovescio, aver tutte le cose che
vadano male.
Bón. Buono. Gustoso.
Bon bonent. V. Boaént.
El bon no Tè faa per i povcr
omen. L* orzo non è per gli asini.
El fò-bon. V. Fa.
Savè de bon che consola. Saper di
mille odori. Oicesi di cose fragraniiss.
Bón. Buono. Bonario» Semplice. Dolcione.
Andee là che sii pur bon o che
sii ben bon o che sii pur anch bon.
•Siete pur dolce di sale. Siete pur buono
(Fag, Cav, par. I, g). Siete dolce piti
che lo zucchero{yiooìg. Ser. nob. Ili,
5). Siete pure il dolce intingolo ( Mo-
nig. la Ved' lU, a8). Vous étes bon
de croire à fa dicono anche i Francesi.
Bon cojon o Bon dò vceult. «Scioccone.
Dolce di sale. Sdolcinato. V. Badée.
Bon, va ben^ ma minga bon dò
voeult. Questi tanto buoni son tenuti
poi 5uocc/(i(Ambra Bernardi I, 3).
"Bón. Buono. Semplice. Schietto.
Ànàk a la bonna o a la bonna de
Dio. Andare alla buona^ alla carlona^
fdla grossa^ {UT apostolica^ alla bo"
lorda , ed anche alla naturale ( col
Barigli ). Andare sprezzato.
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BDN- ( i3
Ùmm a U bòrnia» Gent a la hoiuMii
^ tAMUo alla hu^uu Gente alla byetm^
>eioè schietta^ sema malizie» e anche
• più /requeuteinènie senaa • eticbetie »
-alia piana ^ «ce»
Vestiss a la honnst^ JHdare spnez-
-zàto ^- Il y^ètff sòdo, ma più su ohe.
sprexxato^ dicesi Andare alla posHàfa*
Bob. iromc. Bu^mk .
Ave a che fk coi bon> N<fnavet a
iMangiar i cavoli i^oiciechù
Boa lavò, Buona'fpeUe(*ìo9c. e GttUd.
. iUine J9 71 e passini). MÀeia spesa.
V è gius! di boii« Afìpanio so dirti
'di' egli è il buono.
Taocass al hon* Appi^àrti al buono*
Bòn in frase per Contento* Lieto,
Fa legni debon^ForvcAe alcuno se ne
iengas Operaia sì eke.aUH speri bene-di
iJiecchessia^ o si rallegri di cosa in fieri*
Tegniss de bo». Tenersene (Vsl^.
Avaro punito H^ i3).
Tegniss de bon» ^pare- Fondarsi.
JUiener fatto. (solarsi.
Tegniss de boti. Jbdlagrarsi. Con-
Bón. s. m Ricevuta di viveri
o robe somministraie* Voce fr« Bon^
usata speciafanente in affari militari.
B<$n. T. del Giuoco di Pallaim^lio. ; . . .
<^uel segno nell* anello da pallamaglio
che fa buona la giocata.
Mettes in bon. ^ * . . • . Metter la
propria palla dal buon lato.
BOB. av» Betona ve* ironìe (Fsig. Gì' Ing*
lod^ I« II). Buon per Dio.
Bonamént. Bonariamente. Con bonarietà*
Alla buona i e anticamente BonaerC"
<me/tie. Senza n»alizia« Nei diz. Bona-
mente vale da senno.
Bonariamént. Alla buona* V. Bonamént.
Boniàsc Bonacùio. Buon pastricciano o
pasticcione o pustacdo* Bonario^ e con
voce di conio, fòrastiero e poco gar^
baia Dibonaire.
Bonàzsa. Bonaccia. Ogni buona fortuna.
Bonbon e deriv. V. Bombón e ^sriV.
Boncristiàn. Ad^ di Pér« F*
Bondànt. Abbondante. V. Bondanziòs.
Bondàat. Vantaggiato^ Buono* Dò lira
bondaBt* £kte^ libbre buone*
Bondànsa. Abbondanza.^ Copia.
Bondanza de mej. K. in Mèj.
Boodànza. ironie. Lieta spesa. Lanmccia.
Mala zej^fu. Mala giarda — Te set
I.) BON
' ona gran boodaiuà ve. «Sei" pure la-
lieta spesai, n»è lyx àei.pur Iristo,
BondanzióSk Abbondante... Abbondevole.
Copioso. Abbondùso^ . . • >..
Bondiàna. • . • . • I.macellaj chiamalo
- cosi quel budello delle beslie bovine
che aliri dicono Mulatta ¥, : * '
Bondinjèlla. 1 Bandinella* I * panna jooli
Bondìnnsk ( chiamano cosi la tela. che
ÌQVOglie le peaze di panno. 1 Dati
daz. mere, la dicono Boldinella^ e la
nominaido come tela di Germania di
due specie 9 greggia e bianca.
Bondioeùra. s. f. * . . i Specie di salame
noto, cb^ è detta Ossooolo a Venezia,
ed è ibffse la Bónaoha àti Liiccheai.
Bondón. Coechiume. Foro della botte per
cui s^ imbotta. Dal francese Bondon a
dal provenzale Boundoun di pari sig.
Boffà via la scuma del bondon. «Sò^
fiare in bocca ad -una botte{DaT^ Coli.).
Tegnì a .man de la spinna e lassà*
.andà del bendoa. JLo stesso che Tegnl
a man i guggiad e tr»-vJa i remissej.
V* in Gttggiàda.
Bondón. 7*afjpo(Paok Op. II, 10^. I,sSki
che tura il cocchiume propriamente
dette. 1 dizionari però cbiAmano £oc«
chiame apcbe questi» toppo*.
Bondón. Spifta Jecciaja» y^ Borión..
Bondon. Z^a* Turacciolo di quel foro
dei tini donde si svina.
Bendoaéra. T. de^Bo^t. Caccbinmato/o.
Sgorbia colla quale si fa il cocdilume
{bondon) alle botti.
Bondiissurla o Boiidissuria* Buon di . a
vossignoria.
Bone. Lo stesso che Bonètt. f\
Bonéot. Foce briane. usata nella frase
Boa bonent. Trabuono. Di là da buono.
BonètU Berretto. La nostra è voce tolta
di peso dal frane, ffoimef. Girolamo
Ruscelli però nel suo Capii, sopra lo
sberrettare ha; 44 Clte bisogna ogni po'
far di bonetto, m
BonètU T, di Cucina. -. ^ . * * Vaso di
rame stagnato, imitante alla grossa
un berretto» nel quale si fanno cuo-
. cere i pasticci. Dal francese BonneL
Bonètt. T. de'Confett Sp. di mar-
zapane cosi detto dalla figura che
assume perchè colto nel vaso cliia-
malo Bonètt. V.
Boueùr. y, Bonoeùi*.
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BON (
Botigiaàgh Eseiamiidoiie u$ata in
parecchi giuochi , e tempre io signifi-
• oato di domandare lacolU di scostarsi
in qualche parte dallo stretto rigore
delle leggi proprie di ciascun d'^essi
giuochi. Per es. nel giuoco delle pai-
lottole(òocc> io dovrei trucciare colla
mia pallottola quella delp avversario
tenza soostaraii più che tanto dalla
schiera de* giocatori : sclamo Bon
géottgh^ e, consentito eh* e"" sia, io mi
posso dilungare a piacere dalla schie»
ra, e trucciare di dove meglio mi
torna. Se giochiamo a capo a nascon*
dere e sclamo Bon giteughj chiedo
a* compagni del giuoco di non essere
filtto prigioniero ancorché acchiappato.
Bungùst» Buongusto, Buon gusto — Vess
de hoDgust, Ave hongust. Essers di
buon gusto 9 Avere buon gusto. Saper
scegliere il bello e il buono;
Sonln. Boninoi
Bòiiis (Ave de). Lo stesso cfte Ave de la
bella robetta. F. in Robètta.
Bònìs (Mangia de). Nodrirsi lautamente.
' Far buona cera, Sgumutre»
Bonmereàa* Buon mercato. Buona der»
rata^ Buon pre%zo — Vend o Dà a
bonmereaa. Far buona derrata* Vare
per non molto presso.
El bontaercaa el strascla la borsa.
K in Bórsa. "
BÒnna (In), modo'avv. In buona. In buo^
na tempera ^^D* amore e d^ accordo.
S*el catti in bonna 1* é fada. STio lo
carpo in buòna è cosa yàffti(Cccchi
Dote I9 a).
Bònna che. modo avverb. Forfima. Buon
per me. Buon per te, ecc. Bonna per mi
che V è staa quieti. Fortuna o Buon per
' me che e* si stette cheto. F. anche in Bón .
Bonnamàn. Brincia. Paraguanto — - Ben'
andata «— r Strenna.
Bonnamesnra. Buona misura ( Moniglia
Pod. di Cologn. Ili, 36). Buona der-
rata? Arroto? Vantaggio? Giunta? So-
prammercato? Quel dito di roba oltre
all*^ ultimo braccio che i panna juoli so-
gliono dare o finger di dare al compra-
tore. Dicesf É^lsnt dai Francasi; dice-
vasi Epimetron dai Latini e dai Greci.
Bonnhnima. Buonanima {^ìnech,). Usasi
parlando dei defunti. Me zio bonna-
nima. Mìo zio buonanima.
i3a ) BOIf
Bonnascóa (Midiélangiol)» Il PiMor Gra-
iMila(<*fior. e Pan^ PoéoL 1, aa e iq, II
a5 e 47)- Pittor da chiocciole o da
boccali o da sgabelli o da fantocci.
Pittorello. Dipintorwuo. Fanlocciajo.
Cattivo pittore. .
Bonn-*fés(. Buone fèste -p* Dà i bonn^fest.
• Augurar buone feste*
Bonn-fèst. Strenna, Mancia. K DeTèsia.
Bonceùr. Sorte. Ventura. Dal fr. Bonheur.
A la boncBur. Via là. Passim. Alla
buon^ ora. San Pier la benedica,
A la bonoBur de Dio. Alla Carlotta.
Alla sciamannata. AlP apostolica. Alla
grossa.
Bonomìa. Dabbenaggine. Bonarietà Bo-
nurtikl.' Dal francese Bonìiommie.
Bon-^mm o Gran bon-òmm. ironie. Bo-
nario. Semplice. Dolcione. V. Badée.
Bonorìv(cAe anche diciamo Temporìi).
Buon lesmtore 9 cioè usalo a levarsi
per tempo la mattina. Così spiega con
ogni apparenza di ragione il Monti
nella Proposta citando quel passo dei
Bernardi delPAmbra ( atto I » se. i )
ove si legge
«t . . . . iìki da gioTiMua fot. i^lbeito
. . , » S4 «a Imo» kr^toM 1»
I Frane, dicono Matineux -^ Fwe che
il Tasso in que* versi della Gerusa-
lemme (II ,• fi)
« Ed-uora «h« lento « tuo diporto vada
« Se fwte mattoriao a nona p»Pg9 »
.abbia in 'qualche modo designato il
nostro Bonori^ con quel Mattutino,
Bon-pro-fazza. Buon prò. Buon prò vi
faccia. Parola colla quale s* augura
bene ad' altrui, specialmente allorché
egli sta bevendo o mangiando. Il la-
' tino Bene Ubi sit.
Bonsciór. Monsignore. Il Balestrieri, a
iudicare Monsignor della Casa, dis^c:
<c ]l|a tassee qnell Boii«cior •
» Che insegna la creama. »
(Brand. Caag. Bad.)
Bontàn. Bontà.
Boutàa. Mescolanza. Minutine. Queir er-
bacce odorifei^ di cui si fa insalata o
che si mescolano neir insalata minuta.
Bontàa usasi pure in questa frase: El
sarà la bontaa de quindes agn o de
vott mes, ecc. Sarà un bordello , o
tm coso , o fin negozio , o la povertà tli
quindici anni d'otto mesi 9 ece., e
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BOP:
Ci33J;
BOR
'^dìhe^i famigliarm^te quando» «n Tool
iodìcape uno «pssid di tèmpo grande
o in fatto o in relaxione alle circo-
stanze nelle qmJi ai uja. Per esempio
Sarà la po\mréà di ire o guaitro mesi
ch'ei si tiene quel mio Ubro*
BMitàa nelle Zecche per Tito!. K. . .
Bonrvivàn. Buon vUfente{*ioBc,).Buon cont^
' pàgnone. Goditore* Compagnone. Buon
' compa^^no* '
Bontavós. u. coni.- briamz. per Bondsc.
/^. £' r antico italiano Bontadioso ri-
masto, come altre voci anticke ita-
liane, nelle nostre parti montanine,
tootémp. Buontempo^
Àvegh el bontemp del merlo* Darsi
tempone. Stare in harba di micio o di
gatta* Far feria. Oziare, Starsi in pan-*
€ÌoHe> Stare a grattarsi la pancia,
El bontemp el le masza o el le
cc^pa. Egli affoga nella bonaccia.
Veae Tomm del bon temp. Essere
buon compagnone o-goslente» Far tem'
• pone. . Darsi tampone o - buon tempo»
Sguazzare* Sliu^ in tUlegria o in giò^
ilio. Pigliare il mondo come, viene.
Bontempàsc. Buontempone.
Bontón. Buon /iiono^Gnad. Jttni. I, loi).
€eM<r/ess«(Sacchetli Nói^, ^ii).Mo€Ui.
Buon gusto -^ De hon toil. Calante. Di
moda — Sciora de bon ton. Cortigiana.
Bontonista. K Tonìsta.
Bónsa « Specie di botte lunga, atta
' a contenere e trasportare il vino sulle
carra. Ve ne sono di rotonde o cilin-
' driche e di ovali schiacciate. La più
parte sono capaci di otto in- dieci
brente di vino. I Piemontesi la chia-
' mano Botala carèna 9 cioè botte da
carreggiare.
Bonzén. i^. Cftnt, dell' J, M. per Bronain
' de stadera. F.
Ogni slajera gVha el so boncen.
F. in Stadera.
Bonzètt. 8. m. e Bontètta. 8. f. ... La
bonza piccina, la quale per lo piti suol
essere capace di cinque brente ài vino.
Pari on bonzett. Essere un tonfac
chiotto o un iomboletto. Essere un bu-'
tale direbbero gli Aretini.
Bonzón^ Jccr. di Bontà» K.
Bop bop. Bù bù. Bau Iran (Rime d'^un
autore pisano). Voci imitanti il la-
trare de^can giossL
B6r« ^hh ^ e «o» *ger. Quaitrinii Denasù
. Fi anche Bòro.
Bór per Bori. F.
Bór. Fòderi. Zàttere.
Ber (é. m. pi.) nelle barche. F. in Travétt.
Bòra. Pedate. Toppo.
Bòra. Marame. SoegUticeio, La peg>^tor
parte di checchessia. F. Taròcch.
Bòra. Bovajo» Tramomtsmo. Ttwnoniana.
Borea. ' -
Bòra. o. conL deUTA. M. per Bòria.* t''.
Bòra. Borra. Stoppa ò simde che si calca
nelle bocche da fuòco per premero
la carica. ....
Boradór. Bòzzo. La prima forma non
rìpolita né condotta a perfezióne J
• r abbozzo d*una scrittura o simili— «
' Gli stimatori di fondi chiamano Bo^
radar de campagna la bozza delle
stime nella quale scrivono sui luoghi
le loro note.
Boradór. T. di St. Bózza. Prova. Foglio
di prova. Quel primo foglio che si
stampa per prova e che serve al
correttore per le correzioni da farsi.
Anche gli Spagnuoli dicono in Questo
senso Borrador.
Boràgen. F. Boràsgen.
Boraglnna. T. de^Cac. Fiaschetta. Como
da polvere — La Borracina dei diz.
Vale Musco.
Boràina. v. coni, per Boràsgen. F.
Borea. Borràce, Nitro fossile usato dagli
artefici per saldare e liquefare più
ftcilmente i metalli.
Boràsca. Burrasca. Procella. TUrbine.
Boriisca. fig. i'cccAi«la(Monig. Sen nob.
Ili, 5). Fortuna. Mala fortuna. Av^
versa fortuna. Infortunio. 'Calamità.
Disgrazia. Procella. Grave malattia, ec*
Passa ona borasca . . » « Superare
alcun infortunio^ passare sfortuna;
vincere una grave malattia, e simili.
Boraschètta. Biurraschella(Ptozt fior.)i
Boràsgen (o Boràgen o hotòìnu). Borràg-
gine. Borrana. Borràce. La Borrago
- officinaiisìÀn.^ erba che si adopera
per abbellire le insalate e in segno
di allegria^
Borasin. Borraciere. Scatoletta in cui gli
artefici tengono il borràce polveriz-
zato pronto per le saldature.
BorcèU. 6if5cio(Targ. Vi»g. ipS). Bur-
chiello? Burchio ì. Barcliétto. Barchetta.
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BOB. ( 1
BorcèlI; Vooe usata ambiguamente sui no*-
stri laghi come sinonima di Bapoón. F,
Borcèlla per Borcèll. y.
Borcellètt. -% BatUlletto ? Bardìettina ?
Borcellh). > BatchielleUo? Sottile navi*
Borcelloep. 3 Cellino o barclietUno,
Bòrd. Bordo. Frangia » lista « ricaipo a
simile di che si fregiano od orlano
. le vesti, ^U «trassi^ ecc.
Borda, avvicinare» affrontare uno {km-
bra.Co/ò/i. |I, 9) semplieem* Fermar
uno per parlargli» Dal it^nc. Aborder^
Borda. Orlare. Gallonare. Trinare — Fi-
lettare. Dal francese Border.
Bordàa. Oriate. Gallonato, Trinato,
Bqrdegè. Imbrattare. Lordare. Sucidare.
Sporcare. Insozzare. Bruttare^ Sozzare.
Macchiare. Insudiciare. Contaminare.
Insucidare. Intridere. Imbrodolare.
Inscizzire^ Lerciare. Imbruttare. Im--
paccJUucare.
Bordegass i man per nagott. f^. Man.
Vorè fòy die bordeggi. V* in Fa.
l^ordcgàa. Bruttato, imbrattato. Sozzato,
Bord^gascént, Lercio.. Sudicio. Sucido,
, fi rutto. Sporco. Lordo . Sozzo. Bruttato.
Bòrdegh voce ant, per Qordegascént. y.
Bordeghisia. Sudiciume. Sozzura* Lor-
dura. BruttuTft, Lordez^. , LojYUzia,
^Sporcizia. Immondizia. Lordume.
Bordeléri. Bordello. Chiasso. Fracasso.
Fracassio. Frastornìo. Frastuono. Fra^
stuolo, BacàanàUa. Busso. Tramazzo,
Trambusto.. Baccanerìa.
Bordeléri. Fucinata, Barbaglio. NiUfOlo.
Gran quantità di checchessia. Bordeléri
. de geax..fln brulicame. Vn nuvolo o
Una fucinata o Un. barbaglio di genti.
. Bordeléri. de geniaja. Bordaglia.
Bordèll. Bovina,
Ande a hordell. Andare alla banda^
a Scio 9 per la mala via, in rovina —
Talora anche «empliceineute Andare
a mùnte. Sconcludersi.
Tira a bordelK Condurre alla schiac
• eia 9 nelle forbici, nella ragna, nella
rete, ne* lacci, a rovina; In senso mo-
derato Mettere in sul filo , sul curro ,
sulle carrucole , in ballo,
Bordèll per Bordeléri(^EMn^'l^). y.
Bordellamént. Lo stesso che Bordeléri* r.
Bordeloeù. Bordelletto, Cosettino.
« Ou cìiiccherin , ina propi od bordelisu ,
i> Dt svn a OH caiilUJA p«r b«vtf«eu« vBal* iUiu.
34) BOR
Bordesoà ..... Sp« di sloilà di Linft
e seta. Dal [u Bord de eoie*
Bordiglión. y, Bordión»
Bordine Frangetta, Filetto.
Bordinètt. Dim. di Bordìn. y,
Bordinettin. Dim, di Bordinètt é y*
Bordioeù {che anche dlcesi Botdón). da»
ramella? Seianttnella?{ftLTet^, La. larva
. rossa della Cetonia sOctica Lin^ che. è
un bruco molto infesto . alla radice
. dei cereali 9 e specialmente a quella:
del granotoroo. I Modanesi lo chia-
mano Cascamerlo e i Bearnesi Aire.
Bordión {che altri dicono Bordiglión).
FU di ferro grosso — Ne'^diùonarf
Bordiglione significa sollslnto un certo
difetto di filatura.
Bordión di pedal d^on^arpa. yerguccie
de'' pedali dell'arpa? Quelle vergbette
di ferro che dai pedali d^un^arpa
passano pel voto della colonna e met-*
tono in moto il meccanismo armonico
dello stnunento.
Bordionìn Sottile fil di ferro*
Bórdo* yoee usata nella frase
Scior d'adito bordo. Signore di prima
riga, del primo rango, d'alto paraggio,
Bordòcch. Piàttola, e con voee dottrinale
. Blatta. La Blatta orientalis Un, ìjar
. setto che trae, al grillo domestico, di
. corpo schiacciato, comunissimo nelle
case vecchie, umide» sudicie. La notte
esce a torme infinite; il di s^.appiatta^
Bordòcch. Baco9 e con nome dottrinale
• Ninfa — Semininfa — Crisalide» Nome
. proprio degr insetii nel secondo Btuio
: di loro trasformiazione. P«r es. Tin-
> setto c(>si detto Baco da -seta» prima
è CavaUr (baco), poi Bordòcch (baco
rinchiuso , bacaccio ? , crisalide), e da
ultimo Parpaj, (farfalla del baco da
seta) — Notbi pero che non cono-
scen<|Dsi . bene da tutti la triforme
naturalità degr insetti, spesso nella
lipgu^ comune i pia confondono le
id^e , chiamando bachi bruchi cosi
. le larve come le ninfe, e appena in
alcuni casi distinguendo con apppsito
nome T insetto perfetto, come ne^pa-
pilioni , negli scarabei, ecc. cjlte uxjmì"
nsino faìf alle , calabroni, ecc. ì
Bordòcch. .gergo ...... Prete.
Bordòcch. Battuto, y, Scuriée -^ DeSeu-
deute Sacchi nella sua J^ovella Ara 9
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BOR (I
helVAra ecc. dice che nel i555 il
conte Tommaso Marino fu chiamato
dai Milanesi Stmpazza-hordbcek^ cioè
conculcatore della gente divota rap-
presentata da questi battuti (bordòcck).
Bordocchin. Bacheròzzolo,
Bordocèón. Piatiolone, Acer, di Piattola
(Biotta onentalisLìn.),
Bordoeù. Baco, Befana, Biliorsa. Versiera.
' Tregenda. TrentaveecìUa, Aversiera,
Trentancanna* Fèrola, Orco. Breusse*
t^apo mannaro. Ebreitsse,
Fa bordoeu. Far baco o Far baco
baco, È un certo scherzo che si fa coi
' bambini coprendosi il vòlto e dicendo
^ Baco baco o Bau bau^ e fra noi: Bor-
deaux seUf e ciò perchè n^abbiano un
. ' pò di pauriccia da burla.
Bordoeù. Befana, Versiera. Orco. Donna
assai brutta*
<Bordón.*f^oce usata nella frase
Tegni a bordon. Tener il sacco ^ o
' mano 9 o di mano; e col volg. toscano,
che leggesi anche in un poema d^ un
autore pisano. Reggere il venti.
Bordón per Bordiosù. V.
^rdura. Bordo. Frangia,
Borèja . . • . . Sp. di ballo a quattro.
Borèja. Sciagura. Malanno , ed anche in
generale Intrigo. Imbroglio. Viluppo.
V. Bulgira e Boràsca.
Boriila. RoUlla. Padella. Patella. L'osso
tondo che eopre la giuntura del gi-
nocchio — Dà la borella in di ge^
ncjQucc. Vm Genceùcc.
Borèlla. T. di Giuoco Pallottola
che si adopra al giuoco de^ rulli (cu'
oss) per darvi dentro e farli cadere.
Borèlla (Azzal in). V. Azzàl.
Burgh. Borgo* Sobborgo.
^rghés, I militari chiamano
cosi chi non è militare come essi, e
dicono Vestiss de'borghes il vestire
. abiti non militari*
Borghesàn.iffof^gùino.Abitator di borgo
Borghètt. Borghetto. Picciol borgo.
Borgógna o Borgognìn. V. in Ùga.
Bori(Coos. Men. 46). Abbonire.
Bori. T. di Gac. lavare. Scovare. Dar
sotto. I Fran. quasi nello stesso senso
hanno Bourrer. Negli uccellari {rocchi)
sarebbe Scacciare. Il Savj (Omit. II,
SjS) usa Frullare.
Bòria. Bòria. Boriosità. Vanità.
35 ) BOR
Boriàn (Can). V. in Càn.
Boricch. Bricco. Asino. Ciuco, Bózza. So^
maro. Il francese Borrii/ue. Avverte
restmio Felice Belletti in alcune sue
Postille al mio diz. gentilmente comu-
nicatemi che anche g^i Spagnuoli di-
cono Borricoj e che queste voci prob.
provennero dall* infimo latino BuHr
chus o dal Bou«/xo{ dell* infima grecità.
Boricch. befano. Otre. Ventre. Ave pìen
el boricch. Aver pieno lo Stefano.
Borìda L^atto dello scovare,
del dar sotto, dello scacciare, dei
frullare. V. Bori.
Can de borida. V» in Càn.
Boridón. Ragia. Busbaccìierìa, Busberìa.
Inganno che si cerca di fare altrui
con bugiarde e finte invenzioni — *
• Talora in senso più moderato Carota,
Fola. Panzana. Bugia. Fandonia.
Pientà on boridon. Busbaccare. Usar
busbaccheria \ -e più - moderatamente
Piantare una carota. Dar bagnane.
Boridonìsta. Parabolano. Busbo. Busbac-'
co. Busbaccone, BusbinO.
Boridòr. T. di Caec. Ramata. Randello?
Nome di que* bastoncelli corti die si
usano negli uccellari (roccol ) lancian-
doli verso gli uccelli di passo per
farli dare nelle reti.
Boriggioeù Così chiamasi dai
contadini brianzuoli la siliqua del
TRyitzone (brassica napus Liti,) j e in
generale anche ogni altra siliqua glo-
bosa come quella, ogni pericarpio
cassulare globoso.
Borln. Capézzolo, Zézzolo. Téttola. Capi-
tello , e dottr. Papilla. Fuor del solito
parmi che saviamente rifletta il Fer-
rari derivando la nostra voce dal
latino Uberinum.
Vess senza borio. Avere il capez-
zolo cieco 9 cioè occulto.
Borinéri. v. dell^Alto Milanese. Turbine.
Uragano. Bufèra. Procella, TYmpora-
laccio. Lo Spadafora nella sua Pros.
it. registra Sparino e Spannata in
questo medesimo significato — La no-
stra voce trae al siciliano, ed ha an-
che molta affinità colla Buriana regi-
strata dai diz. come vento assai prò- '
celloso.
Boriòn. v. cont. brìanz. Spina Jecciaja,
Tappo de* secchi da bucato.
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BOR < I
Bvrià. Rotolare, Buzuflarcr
Appeuua. }M>irl«»*giò del lece* ^p^
pena cfiduto in Urrà, Appena «luto,
a1 primo uscire del letto la mattina
dopo aver dormito. Au saut du Ut
. dicono anche i Francesi.
Boria 9^àoM^ Midare 9 Venire o Dare
addosso ad uno* Int^estire uno*
Boria ai spali a vun o Boria adoss.
CogUer^9 lUiggiifgnere9Sopntggiungere9
Arrii^are uno inaspettato. 9 improvviso,
Borlà-^eot o denter. Jncc^ppare*
Borlà-dent a di, a A, ecc. Lasciarsi
andare a dire ofare checchessia, Son
borlaa-dent a. diU. Mi scappò detto,
Borlà-fosura a dì, ecc* Scappar detto.
Venir detto. Incappare a dire^ ecc.
Borlà-giò. Cadere, Stramazxare, Ab^
biosciare ; e bas.,i)ar del culo in terra,
Borlà-giò. Darsi vinto. Dar nel lac-
cio. Par. d'^innamorati cader ad amare.
Borlà-giò a tocch. Cascare a brani.
Non se ne tener brano — Cascare al-
- trai le vestimenta di dosso — Rovi-
nare. Diroccare,
Boiià-giò con la faccia inanz. Gv-
der boccone o supino o rovescione o
rovescioni o a rovescio» Dare del ceffo
in terra,
Borlà-giò cont el eoo in gìò o a
eoo inant. Andar già capolevato o
capovolto o capodisotio o capopiede
a caporovescio. Tornare. Fare un tomo,
Borlà-giò cont i gamb dedree (pari,
di cavalli). Accosciarsi,
Borlà-giò de cavali. Cadere da ca-
trailo. Votare la sella,
Borlà-giò in pee. V. in Pè.
Boria- via ass, o Borlà-giò o Borlà-
\ia del sogn* Cascar di sonno; e acherz.
Legar Casino. Legar la giumenta , cioè
addormentarsi, V, in Sògn.
El gh* è borlaa-dent. È rimasto alla
. stiaccia o al calappio nella trappola.
Il topo è cascato ndV orcio, È stale
giunto al boccone.
Fa borlà-lbsura Tun. Fare uscire
uno. Co/vare i calcetti a uno. Dare
sotto ad uno per modo di cavargli
di bocca ciò che se ne vuol sapere.
Lassa boria in terra» V, in Tèrra.
Son borlaa-giò de la paura. Mi è
cascato il cuore o la. coratella dalla
paura.
36 ) BOR
Vess pusstfa de boria che de corr*
Essere un tomboletto, un tonfacchiotto.
Dicesi anche nel significalo seguente:
Boi4à. gerg. Cascar di fame o della fa-
ma* Allampanate, Sentir suonare la
limga. Avere la picchierella*
Boriàa; partic* pass, di Boria* V*
Borland, s. m. Pillorone{Twg. Viag, \%
9^0). Gettolone, Grosso sasso bislun-
go o ritondo di fiume» I minori sono
detti Frómbole , PUlore o GhiajbttoU
(Targ. f7ag. V,55i, 1, 507,119390 e pas.)
Borlanda, frottola. Tanta/era, Ve un
libro intitolato Borlanda impasticciata.
Oh che borlanda impastizEadal Vedi
viluppo! Ve' pasàceio ! Vedi matassa
arruffala o scompigliata!
Ve ona boiianda mai pù fenida.
L'è una lunga mena j una tresca^ una
trescata^ e secondo casi anche un
tàccole; ed anche ìm* intemerata ^ ed
anche un viluppo^ un intrigo.
Boriandòu. T. di Fin. Stradiere. A distin-
zsoae dei gabeUieri fisst(da3i«c) chia-
maasL cosi que* gabeUieri ambulanti
che si oppongono ai (rodi sedie strade
pubbliche. Forse dal piem. BerfandoL
BorlaziÒD. Sagratina, Picchierella,
Borierà dicono in qualche parte del co»-
tado per Penàggia. V.
Berlin. Chccola. Bacca. Orbacca, Frutto
defl^ alloro, del ginepro e simili.
Borlìn. Pallino,
Boriili. Curio,
Borlìn. Tbmboletto -^ Tomboletta.
Borlinètt. Dim, di Borlin. V.
Borltroeù In alcune delle nostre
cascine formali {casoni è un congegno
per fare il burro. In due ritti, col-
legati con una traversa da capo, viene
inastato a due terzi di idtezza un cm^
ro in cut sono infìsse due aste delle
quali una è mozza, e T altra va a
metter capo in una zang<^a (penag^
già) che è interrata sotto al piantato.
Due manubrj roaafati nelPasta mozza,
che viene chiamata sajetta , servono
a smuovere il curro, e con esso an^
che Tasta lunga la t[aaìe fa diguaa^-
zare il fior di latte nella zangola fino
a tanto cho sia divenuto burro.
Borio (Tceù el). Lo stesso che Tostt-sù
el duu de copp. V. in Dùu.
Borloeù. Lo stesso che Triqnattrin. V*
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BOR
(137^)
BOR
Caeheréllts Pillola di gallina,
-Cosi chiainasi in gergo Puoro sorbiìè.
Borión (id genere). Cilindro -— Muoialo,
Botolo -^ BMo.
Yrn^sò, in d^on borlon. Baggnazo*
lord. Bonnicehimni.
Manegh a borlon. V. in Mànega.
Borlón» T. d^Agrìc. i)ti//o. Pezzo di legno
tondo, lungo due metri ciraa e della
dimensione di sei decìmetri in giro^
e talvolta* dentato, che strascinato da
cavalli o simili giova a spianare le
solle d**un campo. Viene inastato in
un telajo di legno clie gli serve di
carro. Nelle pianare del Lodigiano
"viene anche detto BigoL Corrisponde
al BrisemoUe o Boidean dell* Enciclo*
pedia e al CassemoUe deirAlb» bass.
> Nel Voc. agr: ital. del sig. Gagliardi
è detto Bttsao*
Borlón. Bidlo. Dicesi anche uno stru-
mento simile al su descritto con cui
si rompono le capsule dei legumi per
cavarne i semi. Quando è scanalato,
chiamasi Tribolo a detta del signor
Gagliardi nel suoVocab. agr. it.
Borlón (A), modo aw. Botolone, Bumt
zoloni. Botolando*
Borlón Sp. di cercine fatto di
cnojo imbottito, di cenci, o altro
simile, in cui s^ intromette una delle
gambe di quel cavallo che pecchi di
tagliarsi ( d** iniajadura ).
Borlón. Buraiiello, Nel frullone (buraUon)
è un corpo pentagono rivestito d** un
v^ per cui ai viene, cribrando la
farina.
List. Asie •■ Travers. Costole »■ Cros.
• Baiate m Veli. Stamigna,
Boiión Negli abiti donneschi
è una specie di gonfìetto continuato
che rigira da póede tutto T abito e lo
ajuta a staccar meglio dal corpo.
Borlóa. Tombolo, Ciucino da ricamare.
Borlón Sp. di capezzale cilin-
. drico da letto o da soft; se ne mette
uno da capo e -uno da pie.
Borlun Grosso cilindro di
pietra fermato in una specie di telajo
con manico, di coi si fa uso per ap-
pianare i pavimenti marmati {a sta*
• joBula) o a mosaico.
Borlón. a. m. pi. .... . Specie di ci- .
lindi^i binali, deatati e a rìscontro, i [
^oL I.
quali servono per macinare le Ibglie
. da. tabatchi.
Borlonà. Rotolare, BuzMiare,
Borlonà. T. d^Agric Lavorare
i terreni col ruììo(borlon),
Borlonàda. Un ruotalo*
Borlonln. Glindrualo. Botoleiio,
Borlorìn. Tomboletio, K. Trìquattrid»
Borlòtt ( che anche diciamo Bojòccb )i
Tònfacchioito. Persona piccola e grassa.
Borlùsch. gergo* Lo Slradiere
(borlandòit. K).
Borni, Bornidór, ecc, K* Iraboral* Imh
bomidór, ecc.
Bornb. Cinigia, Cenere calda, ceaere
che conserva il calore , o che ha del
fuoco. Il Fontana nel suo Diz. econ.
rust. fa derivare la nostra voce dal
latino Pruniciiwi eh* egli asserisca di
pari significato.
Drovà la sciampa del gatt per tira
foeura i castegn de la bòrnia, fig. Co-
vare il granchio dalla buca colla man
d* altri. Ottenere il proprio intento
col pericolo altrui.
Fa i omitt in la bomis. f^Ométt.
Perdes per la bomis a in la poi-
ver. F". Pòi ver.
Pocca bornis no fa leva el buj. fig.
Al primo colpo o per un colpo non
• cade o non va in terra l'albero o la
quercia. Chi vuol conseguire perseveri.
Bòro ( o fior o Bòrr ). gergo ;
Soldo. Noi gh* ha on boro. JYon ha un
cfie dica <iic«(Fag. Cont di Bucot, 1,9).
Boroeùl. v. cont. delTj, MiL per Maron
a rost.- Bruciate.
Borolàda. v. delPAlto Mll Quantità
di bruciate arrostile in una voltav
Borolètta. v. dell* Alto Milanese. Brucia*
tella{*ìosc, e I\imo d'un poeta pisano).
Boromée Dicesi d*ogni lanaggio
ordinario , come quasi fatto di borra,
fioromètta. Lo stesso che Baromèlla. f^
Boróo. T. de*Calzett Specie di
cavicchio di ferro che io grossezza
pareggia il vano delLi campanella
deir<i/2on e delle pendute del telàjo
da far calze.
Bórr , Bórra , Borràs , Borrasin , Borro-
métta, ecc. ecc. f. Bur, Bòra, Boràs,
Borasin , Bbromètta , ecc. ecc.
Bórs(Avè). Avere scovato o levalo la le-
pre. y. Bori
]8
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BOR (
Bòna. Borsa.
Andà a compra con dò bora.
Dice9Ì di chi afierraa d^'aver» speso
in alcun oggetto meno di quel che
non abbia realmente. È frase fami-
gliare specialmente fra le donne.
Avegh la borsa de vun. Maneggiar
hi borsa d*imo. Poter disporre de' da*
• nari di un tale.
Avegh la borsa fodrada de peli de
diavol. K in Diàvol.
Bonna borsa o Borsa grossa. Buona
borsa. Borsa^ sorda.
Chi fa o giuga de caprizzi paga
de borsa. ^. in Caprìzzi.
El bon mercaa el strascia la borsa
• (che anche dicesi £l bon mercaa el
manda Pomm a Tospedaa). Le buone
• derrate vuotan la borsa ^ cioè il poco
prezzo alletta a comperare , e fa sciu-
pare i quattrini e impoyerire.
Fa domi ona borsa. Far borsa{S9iC-
' chetti NoT. g8). Raccogliere più sorti ,
più capitali, più danari in uno; far
borsa comune.
Falli con la borsa in del gceubb o
in la s'*cenna. Fallir col sacco o col
sacchetto^ iosc. e poema d'un aut. pis.).
Giontagh de borsa ..... Rimet-
terci di capitale, lasciarvi del pelo.
Vegnl nagott o nient in borsa. F.
. Nagòtt.
Bórsa. Borsa, Cóglia ^ e dottr. Scròto.
Bórsa. T. di Cac L'atto di
. Scovare « di levar la lepre, di dar
. sotlb al selvaggiurae. .
Bórsa. T. mere. Borsa. Piazza.
Bórsa. T.eccl. Borsa, La custodia del
corporale.
Bórsa dicono alcuni per Pizzoeù o Mal-
hècch {inseUo). F.
Bórsa. Paniaccio, Paniàccioh., La custo*
dia delle panie(c2< bacclietton de vesch).
Bórsa. Borsa, Specie di sacchetto di seta
. nera a più fogge in cui sì raccoglieva
già tempo la coda dalle persone civili.
Bórsa. Sacca, Nelle reti da frasconaja,
. da ragnaja e simili sono quelle parli
nelle quali vanno a intricarsi gli uc-
celli, stando in esse pendenti.
Fa i hors. Far le sacche.
Bórsa. Sacchetta. Taschetta. Saccuccio
.raccomandato a una pertica per uso
di raccogliere elemosine in .cbieM«
i38 ) BOS
Borsarb Nome collettivo di borse»
Lavora de borsaria. Lavorar di borse,
Borsèlla. T. de'Gioel. ed Oref. Pinzetta*
Molletta. La nostra voce Borsetta ha
molto della lat. Folsellm à\ pari sign.
Borsétta. Borsetta. Borsello. Borsiglio^
Borsétta. T. de'Confett Confetto
' imitante un borsiglio, e regalato le
più volte di rosolio o di rhum«
Borsétta. // ritroso. Nelle reti è quel
raddoppiamento che hanno alla bocca
ridotto a entratura strettissima 9 pel
quale entrati gli uccelli , non trovano
più la via di tornare addietro.
BorsgioH. Cittadino. Borghese. L'opposto
di Militare, in borsgioà. Alla bor^iese,
Borsln. Borsellino, BorselUna, Borsetta.
' Borsiglio,
Borsin. Tascluno. Quello che sta ne' cal-
zoni per allogarvi l'orinolo.
Borsinée. Borsajo — *- La nostra contrada
detta dei Borsinée trae il nome più che
da'borsaj dalle borse che i prigionieri
mandavano fuor delle inferriate delle
cafrceri ivi anticamente esistenti per
pregare di limosina i passeggieri.
Borsiroeù. Borsajuoio. TagUaborse. La*
dro di calca; e scherz. Tbccapolsi,
Borsón. Borsotto?- Gran borsa, e fig.
Borsa sorda, 11 fungo detto italiana-
mente Borsone debbe aver tratto il
nome da Borsone aceresc. di Borsa,
1 diz. però non l'hanno registrato.
Borsòtt. Zafferano falso o bastardo o
sahaiico. Pianta perenne di prato, ohe
é il Colchicum auttunnale dei botanici.
Bósa. s. f. . . . . I caciaj chiamano oon
questo vocabolo lodigtano e piacen-
tino quelle bollicine che gorgogliano
sul latte quando e' si sta riscaldando
per diventare cacio e che viene agita-
to fortemente , tanto maggiori quanto
maggiore é il grado di ebullizione;
bollicine dalle quali il caciaio trae
regola nel suo operare alloixhé sta
riducendo il latte a cacio lodigiano.
Bòsa chiamano alcuni campagnuoU verso
PiolUllo la BotUrànna. K.
Bosàrd. Bugiardo. Mentitore. Menzognere.
Menzognero. Mentoniere. Meàzoniero,
Mendace, Mentiero. Menu>gnatore.
Ai bosard se ghe cred minga nanca
quand disen la veritaa. M menu>gHO^
ro non si crede quel eh' è vero» .
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BOS (
Bosard comò ona stria o comè.on
lader o simili. Bugiarda carne un gallo.
K Bosarddn. MènSeur camme un ar-
racheur de dents o camme tm épitre
dédicaioire 9 *« camme un panégyrique
o camme un épitaphe dioeno i Franeesi.
Chi è boùrd è lader. K. Làder.
L' è pUssee facil a catta on bosard
che on zopp. f^. Zòpp.
Tra bosard. Smentire. Dimeniire.
Sbugiardare, Dare ima meniila, .
Bos&rd. Add. di Per. K.
Bosàrda. Bugiarda, Mentiirice* Menzo^
gnera. Mendace: .
Bosardà. Bugiardarté -
Bosardaria. Bugìa, f^. anche Bosln. .
Bosardàsc. Bugiardaccia,
Bosardèll. Bugiardeiio (Gi^ Sor. IV, 7).
Bugiardina (^onig. Ser» nob, If 21).
Bugiarduolo, Malsincera*
Bosardèll. gergo. . ..• • L^orologio. Dal
mio falsa oriimla Poco tempo h ch'io
fui messa a pigolo dice il Machiavello
nella sua Commedia in versi IV » 3).
BcwardÓD. Bugiardacda. Bugiardane, Fa-
9aione, Bugiardissimo* Più bugiarda
che un gallo. Pi là da bugiardo.
Basta i ea valer. Mandar alla frasca i ba-
chi da seta. Iheparare loro la frasca.
Boscaroeù. v. deU'A. M. Catastajo? Chi
• prende in appalto U tagliate de** bo-
schi 9 o Chi traffica delie legne che se
ne traggono.
Boscaroeù per B^schifoeù. ^.
Bósch. Basca, y. Piànta e Gabbarla.
Bosch de lad)9r. metaf. Bosco* Nido
m di barattieri. Per es. Semm minga in
d^on bosch de lader. Oh fossimo noi
. al bosco ì (Solv. Spina Y.i)^^ Un nido
- di ladri dicciHtsifra noi EX bosch de
la Merlada.
Bosch de tajà. Basco ceduo*
Bosch pelaa. a l^iott. Basca diserto.
Fa. i bosch. Tagliar^. Tagliare i
baschi, . • (Legna.
Feeura del bosch a fìi legna, r.
Gronda de bosch. r. Grónda.
Ong vun copt on poo de scionsgia
de bosch. f^ Fa corr el re de baston
in Bastón.
Scarpa bosch. f^, in Scarpa.
Ughetta de bosch. K Ughètta.
Usell de bosch. Uccello bosc/terec-
cio^ e fjg. Ladro. K in UséU.
139 ) BOS
Bdsdi. Boséo. Frasca. Cflpannucfc di
ginestra , scopa od altro che si usa
fare po'* bachi da seta. E diviso i|i
CaselL CaseUini? » Scalon. Pdtti?
• cs-Scés a Sce8Ìtt».«ft'epicin«(*tosc.)..
Andà al bosch e .Apdà-via* Andare
al bosco o allafiruca^ e anche ^ss,
Andate. V avviarsi 4e^ bachi da seta
a. fare il bossolo sulla fmsea;
I cavaler lavoreà ben o taccben
ben a bosch.' / bachji ragnano bene.
I bachi ìianno raguato bene{*lo&c*)m
Boachètt. Bosqhet/D.
Boachettìn. Ba4chetìiua,
■BolchU Tortite. Modi bassi e di giergo
che valgono Cacare.
Hoschipètta, Macchiarella.
BQSchinna. Macchia. Macchiane, Frulla.
Terreno boscato ad arboscelli , o bo-
sco per fresco taglio macchioso.
Salvadegh de boschinna. Selvaggia*
me macchiajiiola. {chiarsi,
Scondes in la boschinna. Inunao^
Boschirceìi e . Boscaroeù. Macchiajuolo*
Agg. di Persona, Bestia o altro che
frequenti le macchie (1 boscìUnn).
Boscìn. F', Buscin.
Bosción. Dirocciala. Zaffo, Turacelo.
Dicesi esclusivamente di quello su-
gherino. Dal fr. Bauchan.
Boscionà. Zaffare. Turar con %affa{di
sughero ). Dal fr. Bauchonner.
Boscionin. Turaccioleito(di sughero}.
Boscón. Frasconaia. Uccellare, Ristretto
di piante selvatiche con certo ordine
per uso di pigliare alla pania gli uc-
celli, e in particolare i tordi.
Bosée. V. a Cosa bella in appa-
renza, ma di poco valore; e<^ anche
Vestito che dà nell^ occhio per colori
troppo taglienti. F. anclie Bosorgnà.
Bosìa (che anche dicesi Bosardaria). Bun
. f^. Menzogna. Mentimento'^ e con
voce pedantesca Mendàcio.
Catta in bosia. Sbugiardare, Con-
vincere di bugia.
Di bosii a la ricca. Dire o Còpipor-
re bugìe in ciocca o scoccolate.
Di di bosardapj. Mentire. Bugiare,
, , ^ E daj con sti bosij. Le bu^ sona
.lo scudo dei dappochi.
Ghe se ved la bosia in faccia. La
bugìa gli corre su pel naso. Gli si'^-
legge la njte^zaga^ in sul viso.
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BOS (i
1 bosardarl^j oi botij gh'han curti
pee. Bugìa zoppai La Imgìa ha corta
ina. Le bugìe hanno le gambe corte.
Su bosij SI montoD. Su Òtigìe colla
pala {Fag. Am* non puoi ai^ar, li» 4)-
Bosrìa* Sessitura. Basta* Ritreppio%Lo stesso
che Sambrùéca. f^.-'--
Bosia. ^tigja. Arnese a n^o dì pìattellìno
con bocciitolo per adattarvi una can-
dela, che usano specialmente » prc-
• lati nelle sagre fukzioni per veder
• lume in leggendo. •
Bosìa Ognuno di- qne^ |>unti
bianchi i quali ei si veggono talora
' in- suirunghie, e che i Latini dic^
vano Nubeculte.
Bosiàscia. Bugìone, Accresci di Bugìa.
Bòsiètta. Bugiuola. Bugiàcola{PAc. i).
BosiU. ....... Mezzadro, contadino
deirAlto Milanese. Noi diciamo anche
Std Bosin per indicare In su quel di
• ^Saronuo , di Varese , ecc.
Bosln. Cosi chiamansi -fra noi quegli
' uomini che vanno per la città can^
tando o recitando quelle composizioni
che sono delle Bosinad, V, — Anche
ai nostri poeti scrivendo in linguag-
gio Ternacolo è piaciuto di assumere
il titolo di Bosin.
El le vedarav anca Bosin orb. F. Òrb.
Bosinàda. .... Composiiione in versi
vernacoli milanesi, la quale per lo
più victte gridata e recitata per citt^
dai così detti Bosin. È grandissimo
il numero di queste Bosinad; neil^ Am-
brosiana n^esiste una decina di voJu-
melti e più. La maggior parte sono
scritte male ^ ma nonr pertanto s* han-
no il pregio cosi di diffondere la
buona morale tra^l popolo, come di
far vìvo ritratto delle mutazioni che
d^età in età va sopportando il dia-
letto , e di conservare memoria delle
costumanze e degli aneddoti del paese.
Carlo Tana nelle sue Rime a jp. 86
fa grande encomio di questa specie di
componimenti, e ne cita come primi
scrittori Bernardo Bainoldi, Girolamo
Moderna, Scipione Delfìnoni, Pietrar-
santa. Domenica Francolini, Paolo
Majnati, Giuseppe Abbiati e Gaspare
Fumagalli -lì nostro popolo ipetò suol
chiamare Bosinad anrhe bghi altra
scrittura in dialetto milanese e^àpe-
40 ) BOT
ciahnente ogni ..poesia vertiacda; ma
dai bei versi del Balestrieri e del Tan-
ei, dalle inimitabili' poesie del Maggi
e del Porta 9 e da quelle bellissime .del
Grossi e del Raiberti a questa specie
di vere Bosinad eVi corre quella di-
Tet*sità che ognun vede.
Bos'i<>n. Bugiardone. Bugiardaccio^ li Bur^
gìone dei diz. vale gran bugia.
Bosiènna. Bagiardaccia, Mentitrice.
Bosiós. Bugiardo agg.
Bosorgnà. Jcciahaitare -^ A"* ciabattini
per ischernire le. loro fatture « assai
volte appiastricciate con sémplice ap-
parenza di bontà {basée\ noi. diciamo
anche (in luogo iLelP esposto sotto
Bisòrgna), Orgna hòsorgna, ecc.
Boss. Foce che s'usa nella frase
Andà o Manda a parla col ducea
Boss. F. in Parlè«
Botéga. F. Bottéga.
Bòli. Colpo.
Bòtt lì. E finisce /l ( MagaL tet. 6.*
' sui bucch.).
Bolt li. Jlto là. Fa bott 11. Far aito.
In d'on boti. A un colpo — Il Re-
sini ha In uH botto.
L^è on bélt bott a vess» lo stesso
die Fa beli ess. F. in Bèli.
Sta a haix. Durare •Reggere,Besistere.
Bastare. Per e^. Chi è che pò atà a
bott con quell so fa? Chi pub dmttrla
a quel suo fare? «- Sto cortell chi
el sta minga a bott. Qnesfò colUllo
Hon regge — Pò dass che sto puj el
staga a bott; ma gh*hoo paura 4e no.
Pub e^seHs chetfuesto pollo btuti} nm
hàmmi cera di no.
Tutt in d'on bott. Di botto. Di butto.
IH un colpo. Aduniratio. Improi^visor
mente.
Bòtt. Folta. Fiata.
Ogni tre bott i dò. Botto botto. Lolb.
Ad ogni pie sospinto. Vale spessissimo.
Bòtt. Istante. Momento. Tratto.
Voo òn bòtt a cà. P'o un momento
a casa.' Fo un tratto a castt.
Bòlt. Straglio. Taccio. Fa on'bott. Fare
un taccio, uno stranio eà anche un
impiastro. Contrattare, vendere o com-
perare in corpo, a un colpo,' senza
ponderare partitnmente ilvalww dei
Tarj oggetti Ibrmanti soggetto del con-
tratto.
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BOT ( I
JBòU« Tòcco. Rintoccò. Certo snono delle
• •c&mpftne — Sona a boU« Binioccare,
Bòtt. Scocco. Il batter delle or» — Al
bott di dò. Alio scocco delle due ore.
Bòtt. Cbitimo. Lavoro dato o pigliato a
fare non a giornate, ma a prezzo
ferino, di modo cbe chi piglia il
. lavoro, il pigH tutto sopra di sé, e
chi lo dà sia tenuto a rispondergli
del convenuto prezzo., terminato che
sia il lavoro.
Compra a bott. K. iit' Compra.
Tceù a bott o Fa lavorÀ. a bott.
Fare o Pigliare o. Dare in cottimo
o in eomma.
Bòtt. Coccio. Cbcciolo {Modi di dire io-
seani Paoli *lucch.)« Nocciolo o noce
' che si adopra da^fanciulli per tii*ar
negli altri noccioli quando. giuocano.
Bòtt. 8. f. -pi.. Busse. Percosse. Picchiate ^
e scherz. Nespole. Frutte di frate M-
herigo. Nod. Pesche; e a! diroinut.
( secondo il Tom. ne' Sin. ) Pacchine,
Pacchettine, Picehiettini. PicchiettoUni.
Cattà-sù di bott. Toccar delle busse,
Dà-vìa di bott. Battere. Mandare i
battuti inanù alla croce (Sai v. Gnu^
chio II, 4). r. Slroggià.
I bott despiascn anca ai Can. //
giocar di mani dispiace infino ai cani.
I bott se sta minga li a cuntaj. /
colpi non si danno a patti.
L^ha tolt-sù pussee bott. che noi
gh^ha cavi) in eoo. L'ha tocco pia
• picchiaie che non ha peli addosso
(cosi il Voc. in PiaUellata).
llatarazz di bott. V. Bfatariizz.
Soorli-^iò i bott* Scuoter le busse,
y. U Scorll. .
ToBÙ-sù di bott. Toccarne.
Bòtto. Botia.
Botta in terra. Gmbotto. Gmbòttoìo.
Tonfo — Stroscio o Stosdo dicesi il
colpo della caduta; Tonfare il romo-
reggiane di essa.
Ciappà vun a botta salda. Pigliar uno
% di/ilo. Stringere fra t uscio e il muro.
Dà la botta del segn. Addormentare.
Assopire.
Dà ona botta al sere e Poltra al
. vassell. n Vassèll.
De botta salda. Ùi brocco. Di colpo.
Jmproi^isamente. Tutta un tratto. A
gitto.
41 ^ BOT
In botta. Di botto. Di posta. Di
presente. Issojffati&.
Leva la botta. JRiparare il colpo.
Resta in botta. Restar attonito.
Sta a botta. Tener saldo o ^manù
o il sacco.
' Sta a botta de marielL Beggere o
'. Stare o aimilira matiello.
Sta sald a la botta. Tener soda al
. macchione.
Bòtta. Como. Beroo<teolo fittosi nel capo
in cadendo.
Bòtta. Danno. Scapito. Perdita. Toeù^sù
. ooa botta. Toccare uno. scapito. Avere
. una picchiata. Bestat di sotto in chec-
chessia.
Bòtta» Botta. Concettino. M€fUo. Arguiia^
Zaffata, Fiancata. Bottone. Cinghiatti.
Piccino alla mano. Fardata. Aculeo.
LtiPoinie de' Francesi*
Botta e risposta. Botta risposta. Botta*
Motto. MottuziO di rimando. Bimesse.
Bòtta. Ticchio. Mania. Smania ^ p. es. El
gh'^ba la botto de vorè savè tuttcoss.
Egli ha il ticchio di essere onnìscio.
Bòtto, r. Bottinna.
Bòtta. Uzzo, il Ventre, .rentasi,.la gon-
fiézza nel mezzo delle botti. La Bouge
o lenire de^ Francesi.
. Dà de la botta sossenix al vasscil.
Dare uzzo, levare a uno.
Vassctt con soisenat botta. BotU
uzzata.
Bòtta. V. cont. Uzzo. Bottaccio? Locatasi
o il : ventre della conocchia,, cioè
quella patte di essa . sulla quale si
avvolge il lucignolo {telza) della ma-
teria che si vuol filare.
Bòtta, v. cont. Uzzo. Bottaccio? Il ventre
del fuso, la parte di mezzo ov'csso
riesce corpacciuto.
Bòtta {traslato dalia BotU di cui sor
pra): Tronfiezza. Albagìa..
Ciappà de la botta. Pigliar gambone^
ardire 9 baldanza ^ orgoglio.
Bòtto (Forma de). K. Fórma averto.
Botta e Bottàgh dcnt. Abbacchiare. Fare
un aòbaccbia(*iosc.9 Tum. Sin. p. 56^).
Stagliare, v. .cont. Fare uno staglio^
un taccio, P. es. Coss^emm de bottogh
dent? In monte quanto s*Jia a speri"
dere? Questa voce Botta viene da Bòtt
' {coccio 9 cbcciolo). y. Noi diciamo in
città Fa tm bòtt.
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BOT ( I
BotUgg)n. Trippa. Ventre. Proprìatnente
quello delle bestie bovine che cuci-
nato dicevi da lioì piiV comimemente
Busecca. /^. — Per Potaggin. V.
Bottài. ^ofto/e(*aret.). Sp. di botte lunga.
Bottàn. Otro. Ventre. V. B<»ttà8c.
Bottarànne. Girino^ Cazzuola. Animaletto
tondicciocon codetta stiacciata , di
color nerastro, che si vede natante
nelle acque palustri, il- qaole non è
altro che T embrione nato dalFuovo
della rana, involto in una muoilag-
gine malamente denominata da^farma-
ceuti sperma di rane. In • alcuni paesi
del contado é detto Bottrisa con nome
equivoco; in altri Basa; in altri CSo-
nkàzz o Cozzon; e nelPA. M. Mazzacò.
Bottàrda.' Bottàrica. Bottarga ^ e mala-
mente Bottarga o Buttagra, Uova di
pesce salate e seccate al sole o al fumo.
Bottàrda ..... .-Noi intendiamo per
questo- nome anche gli uo vicini fre-
schi che trovatisi in varj pesci,* e
specialmente nelKaringa femmina, in-
volti in una sottilissima pellicola che
serve loro d^ovaja.
Bottàsc. Stefano. Otro. Ventre , e sohera.
Messer Gherardo /^eA<m/a ( Sacchetti
Nov. 98). La pelle di questo ventre
è detta- Gappa dai nostri macella].
Ave pien el bottasc o el bottan.
Aver pieno io Stefano o ^otro.
Bottàsc. Pancione. I nostri ragaui per
deridere quel loro compagno che sin
panciuto , gli sogliono dire : Peder ,
Gamba de veder ^ Gamba de strasc^
Peder bottasc^ . .
Bottàsc. gergo. Fiasco.
Bot lascerà. Uva mostaja. Vm in Ùga.
Bottàscia. ^d. di tgA. V.
Bottasción. Pancione. Buzzone,
Bottaseiònna. Buzzona.
Bottascìùu. Bottacciuolo. Panciuto.
Bòtta-veggia. Soprapposta? Una delle
mascalcie de^ cavalli.
Bottéga. Bottega -r- Bottega a vento o
posticcia dicesi quella che si fa di
• giorno in giorno su pei canti delle
vie o in sulle piaaze.
Ave la bottega averta « Si
dice in ischerzo di chi ha sbottonata
la toppa de^ calzoni (£a patta).
Bottéga de {col nome dell'artiere, in
seguito). Bottega da o di* Per alcune
41) BOT
v^è nna vece sola,* come PelUeeeria^
Libreria^ Fomo^Caffè, Calzoleria, Dro-
gheria, ecc. ', per altre no, come Bo^
tega da rigattiere, di pescivendolo, ecc.
Bottega inviada. Bottega at^iata.
Gioven de bottega; Ministro. Fat-
tore. Fattorino.
In bottega no ghe voenr scaldabanch.
La bottega non vuole alloggio, cioè
non vuole crocchionì, non TwAe gen-
te che vi si fermi a ciarlare.
Mett a bottega. Acconciare mto a
• bottega. . •
Mett bottega.* i^;>n> bottega.
Patron de bottega. Padrom di bot-
tega. Bottega/O.
Sarà bottega. Lasciare la bottega
o il negozio. Chiudere il negozio^ e
fig. Farla finita. Non ne far altro.
Sarà-sà la bottega. Chiudere la boi^
tega; e scherz Rabboito-
nare la toppa (palla di colzon).
Spazza ona bottega. Schiavare una
bottega con grimaldeUi e con lime sorde.
Bot legar. Bottega] o.
Bottegàra. Bottegafa*
Botteghin. Botteghetta. Botteghina. Bot-
teghino. Bottcguccia.
Fé on botteghin. fig. Far bottega o
mercato sopra di una cosa. Traine
. utilità propria contro il dovere.
Bottèglia. iBoltig^'a. ito^ia. f^ Pestdn.
Cuu. Fondo »> Painscia» Ventre «
Coli. Collo f^ìioeche\Ì.Bùcciuolo. Bocca.
Botteglia bianca. Bottiglia di vetro
bianco. •
. Botteglia schiscia Bottiglia
. con ventre piriforme compresso.
Botteglia sciatta. . . «Sp. di bottìglia
tozza , a sia quadrata o sia cilindrica.
Botteglia 5CVLra.Bottiglia di vetro nera.
Destoppa o Desboscionà la botte-
. glia. Sturare la bottiglia.
Mett in botteglia. V. Imbotteglià.
Trà-via el primm gott de la botte-
glia. Sboccare la boUi^ia.
Verd botteglia. V. Vcrd e Ctoldr.
Botteglìaria. Cajfffh.
Boltegliér. Diacciatine. Caffettiere. Jcqua-
. . cedratajo — U Bottigliere dei diz. suo-
na Soprastante ai vini della mensa.
Bottegliéra. Caffettiera. Cosi credo che
. si possa dire la moglie del calfettiere.
V. in Ziiéra.
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BOX (
Bottegllerìnna. Dim. e pcss. i2i.. Botte-
. gliéra. f-.
Boilegliètta. I „
« .. 11 i Boccetta.
Botteglin. ì . . ,
Bottegiiònna. Bottiglione.?
BoUegóo. Dottegone» fiotttga graade^
ampia.
Bottegón. Magona. Bottega di gran tVaffieo.
Batterà « Sp. di' rete da pescai*
ghiozzi {bòiti e altri aimili pesciolini,
. oIm ai manda in acqua «on sassi 6
piombi.
Botila. Bottega. V. anche Bottéga.
BottiAtt. Botiegajo coi diz^ e forse meglio
Botiegante col volg. tose. • e colle< Rime
d'*un autore pìsaiMk
Botticc per Bottàsc. f^.
Bottiggétta. Bottaccino. Bariettino*
Bottìggia. Borraccia. Fiaschetto da li-
quori per viandanti.
Bottìggia. Bottaccio. Barletta. Vaselletto
pien di vino eh" è regal/a de^condut-
tori del vino sves&o. .
Bottìggia. Jlfosso della vite? Cosi chia-
masi il pezzo più grosso e non a pani
d^una TÌte da torcolare da "VinOf nd
quale sono i fori per ricevere gli
stanghetti che fanno leva alla forza
premente.
Tore de bottìggia. y. Tòro.
Bottiggiosù. V* cont. br. Càpsula, Il guscio
in cui stanno i ceci , ecc.
Bottigidu. Pancione. Trippone. Butaone.
Uomo di pancia grossa.
Bottina. Saccheggiare. Far bottino, Alh-
bottinare.
Bottinna {che anche dicesi Bòtta). Ghiotto.
Jozo, Pesciuolo di poca bontà detto
Cottus gobio dagP ittiologi»
Bottinna. Friiktra. Pesce minuto da frig-
getesi.
Bottinna. Jd. di Sàres. T.
Boltón. Aittone. Ne sono di filo ^ di pel
di capra ^ di crine ^ di sàia, di barellai
d'oro^ d'argento , dorati , ecc.
Foadin. Fondello. Anima «i Gam-
betta, e in. alcune specie Asetta. Pic^
duolo» Gambo.
Botton a balla Sp. di bot-
tone eppilloltato.
Botton a la mare (Voce ant. del
Dat. fìaz. Mere). Forse Aleuiàr. K-
Botton a la zemint(yoco a^t. del
Dm. Daz. Herc).
143)
BOT
Botton • a la lurea ( Toce . ant. del
Dat. Daz. Mero.);
Botton bombe. Bottone commesso o
• eopohUo.
Botton con stella. . -., . . k Bottone
• stellato.
. . . Botton coni el cavallìn. . • . Bottone
cosi detto dalla figura in esso'impron-^
• tata^ e in su. questo. andare sono al-
tre fogge moltissime di bottoni se-
« eondo' figure* "impronte, ecc. , . come
Bottoni a cece, a giuggiola^ a oiiua^ece.
Botton de camisa. Bottóne da cathi"
dttoia -— Nel contado verso U Pavese
mi si assicura che questa medesima
voce rappresenti (come certo rap^
presenta nel Bresciano), una specie di
confetto di coriandolo; dubito non
'• sia forse per analogia col turbine* dì
egiial nome.
Botton de recalch ( Voce del Dat«
Daz. Mere.). Botton -d^ oricalco?
Botton del Lapoff. « . . • . Quella
maschera pulcinellesca la quale* chia-
miamo con partioolar nome hapéff
ha al suo giubberello bottoni grossi
più che una noce, copoluti, flosci 9
pcnduli. Il nostro Porta li cita lagnane
dosi de*" panetti da un soldo cosi pic-t
. cini ehe^ non agguagliano . in gros-
sezza cotali bottoni
« Grìbbi cribbi eb« {Ma |iìscìiua!
I* tlin ptt grand i p«r<rfl «U ]« mitU» .
» Hill pà grost i boUott cl«l Lapóffl
(Briodes i8i5).
Nella Tancia del Buonarroti {Jntcr-
metto de* Segatori) trovasi Topposto:
m LodAto il cielo ^ an giorno
ir Noi far«m pome bulk grandi i pauì. »
Botton faccettaa. Bottone affaccettatoi
Botton fonduu. Coppella (Sacchetti
Nov. i57.*).
Batt i botton a la turca. Mostrare
il 9Ìso o i denti. Tirar gUà la buffa.
Faa a botton. Bottonaio.
Falla el primm botton. lo stesso die
FaUà el primm basali. F. in Basèll.
Slongà i botton a la gippa. Far
cotenna. Ingrassare. . i
Smolla i holton fig Dovere sdi-
lacciarsiper avere titoppo scorpaceiatOb
Botton. T. de'^Fab. dWg. .... Spepie
di tappo traforato al quale. è annessa
. la gussctta che si sottopone alle emme
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BOV ( 1
' d^/organo fra esse e il somiere» per
quelle canoe, cìoèi ohe debbono ser^
' Tire agli strumenti di linguella.
Bottón Nelle molle da fuoco sodo
- chiamate cosi quelle due specie di pal-
lottole che per vaghezza di lavoro ne
interrompono a mészò le> due gambe.
Bottón de fior. Bottone,' Boccia» >
Bottón de foRogh, BoUane di fuoco. SlTu-
- mento chirurgico noto-
Bottóu d^or. SpUìi d' oro o Margktn-
< iine> Specie di ranuncolo che nasce
lungo le fosse delle strade, e colti-
vasi' anche ne^ giardini, detto dai bo-
tanici Ratùmcìdus bulhosus.
Bottón d^ or. • . ... . . Agg. di colore
che sta fraU rancio e il giallo.
Bottonà. Abbottonare.
Bottonà. fig. Fare il collo • Tenere alti o
sia cari i prezzi.
Bottoiiàa. figi Jbbottonato{?Bn. Viag. I ,
64)- Cupo -—Di chi risponda si ma in
guisa da non voler lasciar conoscere
quale sia il suo vero sentimento si s«ol
dire ch^ ei risponde cìùusamentè — •
Anche i Fr. dicono Homme boutonné*
Botlouadàra. Bottonatura. V, BòUoàiéra.
Bottonàtt. Bottonaio.
Bottonàtta. Botionaja.
Bottonéra. Bottonatura. Abbottonatura.
Affibbiatura. Affibbiatojo.
Bottonin. Boitoncello. Bottoncino.
Boitonìn. Bottone. Gli artéfici chiamano
cosi quella parte de' loro lavori che
abbia qualche affinità co' bottoni da
~ affibbiare o per figura o per uso.
Bottón inoeù. BottoncelHno.
Bottorùu. Convesso. Copoluto.
<Eucc bottorùu. K. in (Eùcc*
Bollrlsa. Ghiozzo? Ghiotto} Quel pesce
che è detto Qadus Iota dagl'ittiologi,
Meunier dai Fr. , e Bottatrice da varj
"naturalisti ital. e dallo Spadafora il
quale ilella sua Prosodia k> registra
pure coi nomi di Botrice e Bottattigia,
soggiugnendo (e cosi dice anche l'Alb.
enc.) che a Roma è detto Manone o
Capogtosso e a Lucca Carcobiso,
Bottrisa dicono alcuni con vocabolo opti"
voco la Beltà rànna. f^.
Botfùmm. T. de'Mur. Cocci. Bottami^ e
con voce di stile sostenuto Biideri.
Boiirlo (v. a. reg. dai f^aron nUl: e af-
fatto fuori 4^ uso). Butirro. V* ì^yxit.
44 ) BKA
Bovarlnna (che anckt dicesi Boarinfia^
Fratinna e per confusione Bailariuna)»
Cutréttola. Strisciàttola ^ e coU'Alb*
enc. anche Boàrinà. Uccello notissimo
che è la Motaùilla alba de^i ornitologi:
Bovarìnna .{altra detta anche BaUarÀnQn)è
Cutréttola. La Motacilla boarula degli
. ornitologi.
Bovar^tta. Catréttala palla. Uccello noto
che é la MotaciUa Jlava-ÌÀn.
Bovàscia. Bovina. Buina. Faccino. Meta..
Sterco di bue.
Bo V ascii^n . Buaeeio.
Bovàtt. Buaccio. Bufblàccio. Bufblone*
Detto per improperio. a uoìbo.
Bovàtta. Buessa. Detto per improperio
a donna.
Bovattèll. BovaiteUo(*yoc. areL), Buac
dòlo. Dim. di Bue^ e dicesi propria-
mente di fanciullo sciocco e d'inge-
gno ottuso, che anche direbbesi Cor
stroncello.
Bovattón. Buaccio. AL pos. e al fig«
Bovée. ì ^Qfi^iicre. Boaro.
Boviroeu. i
Bòt. v-a- Buacciòio. Fanciul di poco senno.
Bòzz* Ad. di Giòd e StacchètU. Tom^.
y. in Giòd.
Bózza. Storta. Vaso che gli orefici ado-
perano per purgare le calìe, sfumarle,
amalgamarle*
Bozza , ecc. per Sbozxà , ecc. r.
Bozza. Tentare. Fare ad imporsi. JOaro
un colpettino. Bozze diconsi i sotter-
fugi, le scappatoie, il dire una cosa
con idea che stia per un" altra: così il
Moniglia nel Pazzo per forza 9 ili, ut
fa dire ad Anselmo
. SoA mattcwr nMi
• Ai marcanti per vaim g«et«U e b«iu«. •
che ha in sé qualche ideuccia più che
non la voce bugk, carota, com' egli
spiega.
Bozzadlnna. Bózza. ColpetUno.
Bozzadór. . « . . . Chi ha per abito di
tentare, di fare ad apporsi(^sSà).
Bozzarà, Sozzerà ederiv. y. Bolgirà, ecc.
Bozzaréndena ! Cappital CancbUaì y.
Boi gironsa. •
Bràcch. Bracco. Can bracco -7- La lem*
mina dicesi Bracca; T indagare che fa
il bracco di cesi Braccare e Braccheg"
giare e Braccheggio; molti bracchi
insieme diconsi Braecherìa'y chi guida
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BRA (I
ì <can bracchi è detto Bracchiere o
BracMero ^'^ BraccheUo e BraechtUa
Bono diminutivi ^- I Bracchi «ono di
più specie» cioè da forma ^ da /enA,
da acqua^ da putUa^ da sangue^ da
peima, da rifndiia^ ecc.
Bradll* Bardiglio, Specie di nianno«-
Briga. T. de^Lib* Braca. Striscia, di carta
che si salda sopra un foglio straccia-
to t cosi dicono i disionarj italiani;
' ma fra noi piCi comunemente nome
di quelle liste di carU che s* appa-
stano su qne^ fogli isolati che non si
potrebbero ridurre a quadernetti e
cucire a correggiuoli senza tale ajuto.
Braga Nome proprio di una
' specie di telajo per- lo più quadrato
che serve a tener ferma la pevera
- o sia Uimbottatojo nel cocchi lune del-
le botti affinchò si possa imbottare il
vino senta pericolo di spanderne. È
un vero Pofiapevera, I Mantovani lo
chiamano ScanèU.
Brèga. Staffa* Spranga, Ferro che sostie-
ne o rinforsa o tiene collegato chec-
chessia 9 ed è di forma le più volte
quadra, ma talora anche curva.
Braga. T. de^ Valig. e Carros. Braca, Jm^
braca. Parte del finimento de^ cavalli
da tii*o che pende sotto la groppiera
e investe le cosce.
Braga. Geto, Goreggiuolo di cuojo onde
si fa legame a pie degli uccelli allet-
ta juoli 9 come della civetta, ecc. per
attaccarvi poscia la lunga (/a corda).
Braga. Scarpa da carrozze,
Mett la braga Mettere alle
carrozze la scarpa; VEnrayer àeì Fr.
Braga. T. de^Vasaj. Cappellina, Vaso
di terra cotta, foggiato a imbuto,
che serve a raccorrc in un medesimo
doccione gli scoli di più altri in esso
influenti.
Braga a gorabed. Cappellina ricurva,
Bi^èga per Braghétta. V,
Braga. Braclietta (Diz. art.). Quella parte
dello scodellino dell'Ianni da fuoco
che i Francesi chiamano Bride,
Briif^ù, Caslello della noce, f^, anche Staffa.
Braga per Tenaja a braga, f^, in Tenàja.
Bragacùu. Budriere, Bodriere,
Bragasción. Bracalone, Quegli a cui ca-
scano le brache sino alle ginocchia.
BrÀgh, s. f. pi. Brache^ e nello stil b«r-
Vol, I.
45 ) BRA
nesco Brachesse e Brof^tesse, Calzontt
e propriamente i corti e larghi.
Ajica ai bravi ghe casca la braga*
Cfd ne forra ne inc/Uoda, C/m fo foilr
la. Egli erra anche il prete alt aliare.
A tutti accade pure una volta di com-
mettere errore.
Lassa giù i bragb.^g.. Calar le hrtk'
che* Darsi per vinto, cedere.
Bràgh. s. f. pi. Grappe, Quelle armadure
che tengono in guida la mozuiUira
delle campane.
Braghée. Brachiere.
Braghée. met. Bracalone, Brachierajo*
Bracone, Pentolone, Bacheca. Bacheco,
Gran dappoco,
Braghée. met. Faccenda* jéffare. Bega, Bri-
ga Jmpiccio, Intrigo, Impaccio, Fastidio,
Avegh milk braghée. Jver pia foie-
cende die un mercato,
Braghée dicono le donne volgari per
Vkun(pezza), F,
Braghée. Traversi delle abetelle. Quelle
fortOEze con cui si concatenano e asso-
dano le antenne de^ ponti da fabbriche.
Bragheràda. Bracheria, Stiticheria , no-
ja, seccatura.
Bragherìsta.jProcA/ero/o.Chi fa brachieri.
Bragheròu. Bracalone, V* Braghée met.
Braghétta. Brachetta,
Peccaa de braghetta. F. in Peccàa.
Braghétta. T. de' Lib Una braca
coru e stretta. F, in Braga.
Braghétta. Calza, Panno che si lega alle
gambe de^ polii per contrassegnarli
o per impedir lora il volare.
Braghétta. Geto, F, in Bréga.
Bragia, f^ Sbragià. Dal greco fipaivxàia^
quasi dal gran gridare si diventi rau-
chi, dice il Far, mil,
Bragón. Braconi, Acc. di Brache.
Bigama Malattia nella quale
incorrono le vacche allorché hanno
pasciuto trifoglione in erba maturo,
e perciò d"* umori sommamente adden-
sati. Ne é sintomo il vederle avida-
mente appetire tutto ciò che in sé ha
salsuggine o nitro. Ne é rimedio il
pascerle cosi malate con foraggi secchi.
Brama, v, cotit, br, per Greraà. F,
Bramà-adree. voce cont. del Basso Mil.
Gridare, Notisi che i Siciliani dicono
Bramarti Abbramari , Brami e Bramita
il mugghiare delle bestie bovine.
»9
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BRA
(146)
Bramerà ) Vóci del coaUdo, come
Bramerón (i> ( nel YigentiDO, a Ope-
. ra» ecc. . . . Quel gelicidio che vedesi
sulle piante in tempo degli stridori
invernali. I Brianzuoli lo dicono la
Gkiba,
Branca ed ancìie Staffa. T. de^ Parrac-
•chierì, ...... Sp. di ferro di cui
fanno uso per tener fermi i capegli da
tessere allorché li stanno arricciando.
Branca. Abbrancare, Brancare. Afferrare,
agguantare.
.Branca cont i sgriff. Ghermire. Ag'
ghermire. Agghermigliare. Artigliare.
. Adunghiare»
Branca cont i zanch. Grancire. Un--
cicare» Aggraneire>.
Branca per el coli. Aggavignare.
Branca per el corp, per i brasc« ecc.
Avvinghiare. Ayvinchiare. AsH^incere*
Branca per i pagn. Aggrappare i
panni d^uno.
Branca (e Ranca). Dar di piglio a chec-
chessia. P. es. L^ha brancaa el s^ciopp
e el rha coppaa* Die di piglio al
Jucile e lo uccise — L** ha brancaa el
sciabol e el V ha ferii. Mise mano
alla sciabola e lo ferì.
Branca. iSuggeZ/are (Lasca Gelosia I, 5).
Abinare (Vocsh, aret. ). Combaciare,
addossarsi, investire appuntino.
Brancaa. Brancato. Abbrancalo. Afferrato.
Agguantato, Aggavignato. Avvinghiato.
Avsfinchiato. Avvinto. Gltermito. Agglicr^
mito.Aggliermigliato. Artigliato. Adun-
ghiato, Uncicato. Aggrancito. GrancUo,
^ggf'^PP^^' Aggrampato, Jngriffato.
Brancàda. Brancata. Manata; e con voce
antica, forse non bene interpretata
dai diz. e in ogni modo equivoca e
come tale da schivarsi. Menata.
A brancad. A brancate. A manate.
Brancadèlla. ) „
Brancadìnna. 5 ^^^^^^^^ Manatina,
Brancadón. Giumella, Giomella — Dà on
brancadon de quejcoss. Dame una
giumella. Ciò che i Latini dicevano
Aliquid geminis manibus elare, cioè
accozzate le mani e fatto dei due
palmi ciotola piena di checchessia,
farne copia altrui.
Brancàl. T. de'Car. Poltroncina? Specie
di calcsso da viaggio assai molleg-
giante.
BRA
BrÙDch. f. m. ..... . Quella specie
dMberetto di metallo con sonagliera
che s^ impianta per ornamento nella
• <;olIana delle bestie da soma.
firancosin. Ranuncolo. Erba arvense che
è il Banunculus repens de*boUnioi.
Brandenèa o Braudinàa o Brandinàl.
Alare, Capifuoco. Capitone. Arnese
da cammino per lo più di ferro, e
con ornamenti di ottone, bromo od
altro metallo, ad uso di tener sospese
le legne ed anche lo spiedo per Tar^
rosto. Fra noi gli alarì da camminelto
sono più particolarmente detti Cun/it.
Il nostro Brandinaa deriva forse dal
provenz. Brandon che significa tizzone»
Brandinalón. Alare assai grande
con parecchi uncini atti a reggere più
spiedi contemporaneamente. Il Contre-
àtrier dei Francesi.
Brandòria. Baldòria.
Branzln. Nasello,. Pesce che è una spe-
cie di labro detto Brancin anche dai
Veneziani da^juali facilmente ci venne
e il pesce e il nome. Alcuni chiamano
Branzin anche il Lupo (la Perca pun-^
ctala degr ittiologi) , perchè talvolta
ci. viene anch'* essa con siffatto nome
da Venezia ; ed altri anche il Bagno ,
altro pesce di mare che è la Perca
labrax degl* ittiologi.
Branzìnètt. Dim. di Branzip. f^.
Brasa. Bragia»
Ross come ona brasa de foeugh. K.
in Ross.
Scotta come ona brasa. ......
Dicesi per lo più dell" ardenza della
febbre. // brille comme du charbon
dicono i Francesi.
Tirass la brasa sui pee. Lo stesso
che Dass la zappa sui pee. r. Zappa.
Brasa (e Brasca). Abbraciare. Abragiare.
Bràsc. Braccio f e al pi. Bracci ^ e più
com. Braccia f nei due sig. di membro
derivante dalla spalla dell^uomo, e
di misura. In ogni altro sig. il pi, ò
comunemente Bracci 9 come Bracci dei
rotelloni; Bracci di mare 9 ecc. — - Fra
noi le persone civili dicono più vo-
lentieri Brazz in gran parte dei det«
tati seguenti.
Andà-giò i braso, fig. Cascare le
braccia o il fiato o il cuore. Perdere
il cuore. Cader d' animo. Cader di
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BRA ( 147 )
euort; e schen. Catcar U budella in
un catino. Disanimarsi.
Antigh eomKe'ol caga a lirasc. f^» in
Antigh.
ATegh 1 brasc lotigh. fig. jÉtmT' le
braccia lunghe. Avere autorità, pos-
sanza grande.
Brasc al coli e gamba in lett; • . •
Dottalo che 01 avvisa come regimarci
Belle malattie degli arti. > £e Hi est
l'écharpe de la jambe dicono i FV.
Caga a lurasc. r. Gagà.
Giappà el brazz o d brasc. Bice-
uere il braccio»
€iappà in brasc Prendere nelle òìoc-
eia. Recarsi in braccio, Micevete in
braccia.
Giappà sott brasc.P/viu2ere a braccio»
Dà de brazz o Dà el brazz o el
brasc. Dar di braccio. Dar braccia,
V. in Brazzér*
D^on did fa on brazz. fig.JFariPiciiA
nuuca un eleJmUe.
Guadagnass el pan cont i fò brasc*
Fivere o Campare deÙe braccia»
Ve el so brasc drizz. È il suo
braccio destro, £ il sno primo ajutOt
è quello di cui quel tale onde si parla
si serve in ogni sua cosa. // est son
bras droit dicono anche i Francesi.
Bfett i braso in eros. Ftire delle
braccia croce.
Mori i brasc. Cader d'animo. Ca-
der di cuore, V* pia sopra Andà-giò
i brasc.
Predica a brasc. Predicare a brac-
cia. Fare una sciàbica^ cioè una pre-
dica improvvisata, non ist udiate. Chi
predica cosi impremeditato e detto
Sciabicante,
Prega a brasc avert. Pregare colle
braccia in croce 9 e vale suppliche-
volissimamente. Volendosi portare Ti-
dca della supplicità al superlativo
delP umiliazione potrebbesi dire col
Machiav. (Ofi. Y» i36 e segg.). Sup-
plicare con la coreggia al collo.
Recita a brasc. Dire o Becitare a
braccia*
Sott brasc o Sott a brazz. A braccio.
Strappa foeura di brasc. Strappar
di braccio,
Tegol in brasc. Tenere in braccio
o in collo o stretto nelle braccia.
B£A
Tegni in hreMCé.BUevare al sagro
fonte. Tenere a battesimo.
Tirà<-giò i brasc o simili. Tirar già
le broccia ( Monig» Ser. nob. Ili» 55).
Dicesi deir effetto di cose òltremodo
pesanti su chi le porta o solleva. "
Tra i brasc al coli. J braccia aperte
atFvinchiare il collo ad uno ( V. Alb.
enc. in Jwinchiare), jibbandonarsC
nelle hraccia dt uno f II donner t ac^
coiade . de^ Francesi.
Trà-via brasc de per tutt. Armeg-
giare* Dimenare mani e braccia a
guba di burattino.
Bràsc Giascuna delle quattro o
cinque palette arrotondate nelle. quali
finisce il desco di var| artefici^eapen
cialmente quello degli orefici. Tra
paletta e paletta è T insenatura aassK
gnata a ognuno de^ quattro o cinque
che lavorano al medesimo desdo...
Bràsc per Stanga de frangia. F, Stanga.
Bràsc. .... Indicator viale;. palo cop
cartella in alto indicante ove condu-
ca una strada.
Bràsc* Braccittolo. Nome degli appog-
• giatoj delle braccia. che hanno le.^^eh
dio cosi dette a bracciuqU(/7a/tr0|R)-
Brasca. Bragia spenta. Tra pqi però Bror
sca si prende in aewH> .Uto anpbp
per Bragia; e .pereiò Gar{o Ppria» .disse
Oeucc de brasca Occhi di, bragin^k. In
campagna 9 e spezialmente . nelP. AMp
Milanese, Brasca è la Bragia acceia.
Tirass la brasca sui pee. F. inpè.
Brasca. Carbonigia. , .
Brasca (da altri detto Sottkuu). .Peverae^
eia. Peperone. Sp^ di fungo che. ttrae
al sapore del pepe, ed è VAgaricus
conJtroversus di Persoon. Alcuni nostri
contadini lo mangiano insieme coir^-
garicus exsuccus di Otto che è quell^
che i Gardesani chiamano Brigold.
Brasca. Ahbraciare. Abragiare. Ridurre
in bragia^ infocar come bragia. 1 for-
naciaj e i contadini brianzuoli dicono
Brasca; chiunque altro Brasa,
Brasca e Brasca-scià. T. de^Fornaciaj. . . .
Rinetta re il piano della fornace dalle
brago traendole e ammontandole per
lato o verso la bocca col ferro da ciò.
Ferr de brasca, y. in Fèrr.
Brascàa o Braschée I fornaciaj di
calce danno uu tal nome a quel loro
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BRA (i
ferro col quale ramnuissaiio le brage
nella fornace. Corrisponde nell'ufiicio
al Tirabmsca de^ fomaj » ma ne è al-
quanto diverso per la forma.
•lElrsiscià-sù. Abbracciare^
Brasoiàda. Abbracciamento, Abbracciata,
V ilal. antico di pari senso Bracciata
■ • <non sì userebbe piìi ai di nostri.
Brasciàda. Bracciata. P. es. Una brac-
ciata di legno» di fieno ^ ecc.
Brasciàda. T. di Cart. Presa, Numero
di tre o quattro copie (caM»<), cioè
'• d^una quindicina di fogli di carta
quand^è in lavoro.
Brasciadbna (e contad, On brascioeù).
Bracciateìla,
-BrascÌB. Braccetto > Bracciolino. Cont i
' sceu brascitt. Colle sue braccioline.
Brascln. Monchino{*ì\.ìcch,), Uomo difet-
' toso per avere uno dei bracci od
ambedue più corti del dovere e quasi
rattratti.
Srascieeù* s. m. pi. T. de*Coslr. Puntoni.
QneUe travi di un cavalletto (cat^rio-
da) che dai lati vanno ad unirsi nel
mezzo 9 formando angolo ottuso.
Brascioeù. s. m. pi. T. de^ Faleg. . « . Qnef
* ' due regoli che foi*mano il telajo della
" sega, detti Travers dair Encyclopédie.
'Bra^cioetk. v. cont. Bracciatella; per es.
Qn brasciòea de legn. Una bracciatella
di legne,
BrascioeA. T. deirArti. Braeciuolo. Ogni
regolo sporgente che nei lavori abbia
- forma e uffizio di braccio. Brasciceà a
mezza luna. . . . Bracciuolo ricurvo.
Brascitsù snodaa...» Bracciuolo snodato.
Brasción. Braecione^
Brasciorà. ... Il frequente portare in
braccio bambini o fanciulli, il rimenar-
seli e trasportarli qua e là sulle braccia.
Brasciorin {che anche dicesi Robb de fa
bianch.). Calderotto da bianchire. Ar-
nese proprio degli orefici in cui ten-
gono la materia che adoprano per
bianchire.
Brasciòtt. BracdoUo. Braccio carnoso,
pienotto.
Brasciottà-sù. Abbracciare, Far le ab^
bracciate.
Brascón. V. Fèrr de brasca.
Braserà. Braciere.
Fa la braserà.... Allestire il braciere
ponendovi carìionella e brage il bisogno
BRA
Btvderino. Picciolo bra-
48)
Braserètta.
Braserln. f ciere.
Braserón e Braserònna.... Gran braciere.
Brasi. Polverino? V. in Cail>ón. Forse
dal fr. FramL
Quell del brasL » • • . Chi vende
polverino.
Brasi 1. Brasile, Nome, della pianta detta
Nicotiana rustica dal Linneo 9 e del
tabacco che se ne trae il quale anche
. dicesi Monocos.
Brasil. Brasil rosso, Femambucco, Fer^
£mo( Targ. Ist.). Legno noto agli eba-
nisti che si trae dulia Ceesalpinia echi-
nata Lin. — Brasil dicono i nostri per
confusione, anche > il Brasiletto^ legno
della Ceesalpinia bahamensis; e il f^er-
Mino di Santa Marta, cioè il legno della
Cesalpinia Sappan; e qualche altro.
Brasoeàla. Braciuola,. V. Bruseeùla.
Bravàda. Palaaaaiai^Xiowc.^ Poema d'^un
poet. pis*).
Bravamént. Bravamente, Con bravura*
Bravo. Bravo, Faiente.
•Anca ai bravi ghe casca la braga.
F, in Braga.
Bravo s' usa anche per enfasi come ag^
gettwo al modo seguente, simile a quel-
lo con cui un poeta pisano disse Con
una brava striscia di sugatto ,
£1 gh'*ba moka on bravo scud in
di man. Gli mise nelle mani uno scudo
L^era li pondaa col aò bravo ctiu
a Tuss. Appuntellava T uscio
- con tanto di sedere.
Bravo. Specie d' esdamanone. Bravo.
Oh bravo/ O garbato* O cosi sta
bene — Dicesi anche per belTa*
Bravura. Bravura, Bravurìa,
Aria de bravura. F, in Ària.
Bràzz. Braccio, F, Brèsc.
Bràzz. Braccio, Misura lineare rispon-
dente fra noi a 67 eentimetrì. La di-
vidiamo in dodici once (ORs), ognuna
delle quali in tre 'puìxi\{pont) di
dodici atomi Puno. Più largamente
dividesi anche in tre fers e in quattro
giuiri, cioè tre terze o quattro qtuirte
parti di braccio; mercanti e donne»
che più comunemente usano tal di-
visione, scendono anche alla mezza
terza e alla metta giutrta, cioè al
sesto e ali" ottavo di braccio.
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BKA <
Brasi de aaa. ««•••• Jl brMcio
oonaiderato nella larghesata delU ta-
Toie e traente seco quattro bi*aecia
. di lungheata nelle jaedetime. Una
tavola, larga un .braccio e lunga ;quat-
tro , o due tavole che affilate raggua-
glino un braccio di largheaxay e ambe
sian lunghe quattro braccia» mi dai^
no un braccio da a$$e»
Brasa de fabrtca» • • • Braccio lineare
minore di un^ oncia o poco più o
meno del nostrale secondo arbitrio
di drappieri tsetajaoU 9 ecc.
Brazs de fuga.o de terra* Braccio
a (erra (Magalotti LeU. scien* 235).
Braccio andante? Il miglio toaeano è
tremila braccia a terra.
Braza de pann* Braccia a panno?
(Targ. Fiag. 1 , 7). Per noi è lo sUsso
che Bràza longh. F.
Brace de tila de pann o Brazz
longh Braccio diviso in tredici
once e mezzo t eoaìcchè vantaggia
d** un* oncia e mezzo il braccio no-
strale comune. Iifel contado è ancora
usato da alcuni per misurare le tele.
A brazz de pann. A braccia quadre.
Vale moltissimo, largamente v ed an-
che À braccia andanti ^ cioè senza
considerar la larghezza del panno
(Jhlonig. Toc* ed Am, !« 8 note).
A dagh de la libertaa per on dida
el se ne tesu on brazz Dicesi
per denotare come taluno sia facile
a prender per cosi dire V abbrivo su
di noi e ad abusare d^ ogni menoma
larghezza o indulgenza che gli si usi.
Anche i Fr. dicono Sion lui en donne
un doigté il en prend long comme le
&raj(Rottx.Dict.). Si vous.lai donne%
Min piedf il en prendra quatte. In senso
affine il Machiavello (Op. VII» a35)
disse Se Jarà pcreo di me dimostrar
Mone di amore spianto è un nero df ur
gna^ io ne farò un braccio.
Andagh . dent in d*en 'vestii tante
brezza de robba. ..... Occorrerci
tante braccia di stoffa per una tal veste.
Fa i robb on tanl al brazz. fig. Far
checchessia a un tanto la canna. Ope-
rare a casaccio» Far checchessia alla
sfatata 9 alla baòbalà^ a vanvera.
Fà-si\ a brazz de pann. Ingannare,
Frappare^ Giuntare a partito*
149) »BA
logannaas a braza de pann» iViyriii-
narsi a parlilo,
I omen se mesuren minga, a brazz.
// Jar de* caàfùUi non istà Hella grop-
piénu Deir uomo non bisogna giudi--
care mai per le . apparenze esterne.
. // ne fauipas mésurerles hommes d
Vaune dicono i Francesi.
Mesura i olter coikt el so brazz; Jig.
Misurar gli altri colla sua. Cmì^ o
col suo passetto.
Stima i robb a on tant al brazz.
Giudicare in orciila (Vettori nelU Ope-
re, del Macchiavello VII* io5)f
Brazzà^ù. Abbracciare^ . ,
Brazzadùra. .... Quantità delle braccia
di roba occorrenti per checchessia.
Brezzai.. Bracciale. Quello che s" adopera
per giocare al pallone.
Vegnl sul brazzal. fig. Ballar, la
palla in mano, f^enire in. taglio (i
tallio. Venir F occasione opportuna.
Brazzalètt. Braccialetto. Armilla, Girello*
Bracciuola.
Brazzalètt. T. de*Pianel. Braccialetto.
Drappo che riveste il bracciuolo di
un faldistoro, d*una seggiola e simili.
Brazzér. Braccie/v.. Quegli che dà brac-
. ciò. altrui quando cammina» e si dice
pia specialmente di chi dà di braccio
. .alle signore. Mezzo secolo fa i grandi
. usavano nodrire un famigliare da ciò.
Brazcètt.£r(iix:e^. Diminutivo, di Braccia
A brazzett. A braccio. Quello che
i Francesi dicono Bras dessus bras
dessous.
Brazzett» Passetto. Sorta di braccio mo-
to« ch^ è la metà deUa canna.
Brazzett de saccoccia. Braccio ta-
scabile? Braccio snodato? Listerella
. i di legno tornito e a più ripiegature
su cui è rappresentato il braccio o
il metro colle sue divisioni.
Brazzett. Gancio. Gancio da cammino.
Bracciuolo di ferro ricurvo che s** in-
gessa nei lati del cammino) per assi-
curai*vi le molle, la pala da fuoco» ecc.
Brazzett. Fiticcio. Certo Sostegno, quasi
braccio» che fatto uscire da. corpo
di muraglia o simile , serve per so-
stener lumi, cortine» od altro.
Brazzett. T. de'Cappel Stru-
mentino d'*oÌtone» composto di due
aste > una delle quali graduata. rientra
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BRE (i
• odi* «lira 9 aceoroiandoti e allungan-
dosi a piacere. £ la misura della qua-
le si serre il cappeliajo per rkono-
scei«é che la testa d*ìin cappello oon-
yenga in diametro con quella di chi
ne deve far juso.
Braccètt. Bmceiuolo. Nome» di ciascuno
di que^ sostegni d^una sedia a brac-
ciuoli, d^un Taldistoro ecc* doye chi
vi siede posa le braccia.
Bréccia. Macigno da- macine» Sasso for-
• roato da infiniti sassolini unitisi in-
sieme per forza di tempo e di com-
binazioni atmosferiche e terrestri, con
una materia dura quanto il sasso* la
cui base per lo più è quarzo. Se ne
fanno mole da macine.
'ftrèccia. T. mil. Breccia,
Fa breccia. £g. Fare breccia o col-
po o impressione. Persuadere,
Bregàda. Brigata, Quantità di gente, che
dicesi Brigateìla se non molta e ami-
• cale, e Brigaiacda se numerosa e mal-
vagia.
Bregàda (Nome franzese usato fra noi
ne'primordj del secolo attuale e ca-
duto in disuso col cadere della Re-
pubblica italiana.). Beggimento,
Mezza bregàda ....Mezzo reggimento.
Bregàda. S(fuadriglia. St/uadra,
Bregàda de giandar maria
Squadriglia di quattro o più gendarmi.
Bregadiér Quel caporale che comanda
■ una squadra o brigata di gendarmi ,
il caposquadra- di gendarmeria.
Bregaminna per Bergamlnna. ì^,
Brègn (che anche dicesi Brènn). ... Doc-
cione di legno aperto nella sua parte
superiore per cui dalla benaccia(im-
vascia) si fa colare immediatamente
nel tino Tuva già pigiata in quella.
Usando il hregn Tuva riceve doppia
pigiatura: Tuna da chi ammosta nella
bonaccia sovrapposta al' carro che
arrecò Puva dalla vigna alla tinaja;
Taltra. da' quel lavorante che stando
• a mezzo il hregn per agevolare la
colatura del mosto nel tino, ripigia
anche in quel punto P uva che gli si
viene affacciando. Forse non sarebbe
mal tradotto Ct>/<i, toltane licenza dalla
cosi delta che si usa per la calcina.
Brèlla. Predella. Ingìnocchiatojo,
Brellin. Predellino.
5o ) BRE
BrelUn. • • . • Cassoncino , poco dissimile
da una picciolisàima biga , in cui le la-
vanda] e s* accosciano ginocchioni per
lavare i panni alla pietra. È allogato
sul margine di quel fossato ove stanno
lavando.
Brellònna. PredeUone,
Brema. Soppestare. Rompere in parti
grossette, e non ridurre in polvere
come nel pestare. Fra noi non si dice
che parlando del riso, e vale dargli
una prima brillatura per levarne la
corteccia più grossa.
Brènn per Rìdoj. y,
Brènn per Brègn. K.
Brénna e Brennlu dicono oleum per
Bènna e Bennitr. V»
Brènta. . . . Recipiente di legno , fatto a
conoide rovescia , capace , pieno ohe
sia, di oltre i5o boccali, di cui si ser-
vono i vinaj per tramuUre il vino
dalle bon%e o simili nelle botti, e per
trasportarlo a misura convenuta da
luogo a luogo— Porse la nostra voce
proviene dal greco , o vero dal sar-
do Èrend che suona ventre^ di fatto
la brenta nella sua faccia è ventricosa
— La Brenta misura si divide in
tre staja {steé) ; ogni stajo in
due mine {ndnn)\ ogni mina in
due quarti (^fiorlee); ogni quarto in.
quattro fiaschi <^»>a); ogoxjiasco in
due boccali ^6oa;a«); ogni boccale iik
due mezzine (mesa); ogni me%%ma in
due fogl lette (so/r) ^ e ogni foglieUa
pesa 7 once nostrali. Ogni brenta conta
96 boccali e corrisp. a circa <8 deoalit.
Con. Fondo ? » Sere. Cerchi? «» Stac-
chett. AfisMTc ?tt»Palènn o Spafiènn o
Manèec o Bm-èUl. Manichi?
Chi tropp studia matt deventa, e chi
no studia porta la brenta. F* in Màtt.
El maa el ven a brent e el va via
a quart. f^. in Màa.
Fa brenta Compiere col
liquido di cui sia discorso la intiera
misura della brenta.
Brenta. . . . Versare il vino nelle brente;
svinare non ne^maMelli o in altri vasi,
ma nelle brente— >i^«r Fa brenta. J^.
Brenlàa. s, m Il numero delle
brente. P. es. El brentaa di mee vms-'
sij in la mia catoppia d^ Oliva Tè
quaranta brent* Kella mìa catapecchia
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BRE ( I
d'Oiiva ho tante botti tfuoìUe rispon-
dano a quaranta brente *— Sta tinna Tè
del' brentaa de vini brent. In questo
> . tino cape una ventina di brente. Questo
tino dà oenU brente di vino* Suino
venti brente di questo tino»
Brentadór Chi fa professione :di
trasportar vino o slmili nella breiita. f^,
Brentèll. • •• . . Vaso simile affatto alla
brenta, ma pia piccino di essa,, e
capace soltanto di meuo il contenuto
nella brenta medesima.
Brentiona Brenta minore della
milanese; è voce di relazione par-
landosi 'di vini stranieri»
Brentón Accresc. di Brenta^ a
• cui però si attribuisce lo special va-
lore di una misura di capacità ideale
nel modo seguente. Nelle contratta-
sioni dd vino svinato di fresco si
suol accordare a chi lo compera o lo
riceve effettivo in mezzadria la brenta
crescente d^ un quarto ( quartee ) pel
vino crovello, e di due per quello
di stretta, eioè s"* accorda T aumento
d"* un dodicesimo di brenta pel primo
e di un sesto di brenta pel secondo.
• Questa brenta cosi aumentata chiamasi
il Brenton^ e s^accorda per quel calo
di posatura e di travaso che rispet-
tivamente succede nei vini dair im-
bottatura in poi. In Brianza questo
Brenton chiamasi anche Brenta mòtta
o vestida^ e la sua opposta Brenta
guzza o guzzada. V. in Guzzà.
Andà giò col brenton. fig. Confessar
senza corda — In altro sign. simile
a Guarda minga de menuder. F. in
Menùder.
Brera. Brera, Nome di un reputatissimo
ginnasio fra di noi che ha dato luogo
al dettato
Vess fornii Bren. J ver /ritto. Vtle
aver finito, rovinato il negozio, /es-
ser finita per uno.
Brerìsta. ...... Alunno del Ginnasio
di Brera.
Brèssa. Brescia. Nome di città che si
registra perchè dà luogo alla frase
Fa come i lader de Bressa. F'. in
Làder.
Bressàn. Jd* di Azzalìn. F,
Bressanèll. Jd. di Ciòd. T.
Bressàna. Jd. li'Uga. r.
5i ) BRE
Bressanèlla. T. di Gac. Bmgnajaf Bos^te^
io? Specie d'uccellai-e diverso dal
Boccol in questo che dove quello è
circolare e con capanno alto, esso
è quadrato ed ha capanno basso.
Bretèlla^ e per lo pia al pL Bretèj. jSCroc^
ciiii(.^fior. , e Zan.. X>. rinc. 1, i). Ot-
gne. JIraii^(*lucch). Cinghie o strisce
di canapa^ .filo,, «uojo o. simili da
tener su le brache. I Tedeschi le
chiamano Hosenhebe e Hosentràger;
i Francesi Brettines,
Bretellée Chi . lavora o tra^
fica di straccali.
Bretelléra . . . Donna che lavora straccali»
Bréva In generale questo
nome indica fra gli abitatori dell^Alto
Milanese, e sui Laghi Maggiore, di
Como, di Pusiano, d^ Annone, di Va-
rese, ecc. ogni veoto grecale e sciroc-
cale che spiri da Greco-levante a Mez-
zodì o sia da £s&4iord-est a Sud. Per^
ciò Breva si tradurrà in genere Fento
orientale 9. o JLevante^ e secondo inter-
stizi di rosa Greeo^levante ; Levante;
Scirocca4evante ; Scirocco o Sciìoceo ;
Ostro^cilocco ; ed Ostro ; o vero coi|
voci poetiche Cecia o Ellesponsio;
Apeliota o Sussolano; F'ultumo o ifiti-
ro; Jfotapeliota o Euroaustro§ Fenicio
o Euronoto; e Noto o Austro; o vero
con voci marinaresche moderna Est-
nordrest; Est; Est-sud-est; Sud-est;
Sud-sud-est: e Sud F. in Veni — Il
P. Allegranza in una sua memoria sul
Montivo^ inserita nel foglio n.** 34 della
cosi detta Baccolta Milanese ^ dice che
la Breva si chiama così corrottamente
da ^nVio, paese onde spira alle col-
line briantee. Altn potrebbe dire che
proceda dal greco ^pet*, giacche le
piogge son mandate da siffatto vento
a^ paesi già detti \ tra^ quali prima di
Brivio sta Imbressago che gli Orobj
latinizzati nominarono forse così da
Imbres agere ; altri che ha origine
dal greco ^pe$o< ( infans ) , perchè è
vento che spira in genere da levante
donde quotidie oritur sol infans^ se
pure i barcajuoli comaschi non op-
ponessero che la loro Breua soffia .di
regola verso mezzodì.
Brevàgg. ,s. m. Levantiera. Levante che
d^l'i a spirar forte assai.
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BRI ( 1
Bà'CVi^gérL s. m. unibile iepontiera.
Levante che tragga air uragano.
Brevètt» Brevetta* Rescritto col quale
' FAutorità suprema dello Slato confe-
risce i gradi e gP impieghi d^ufiiùale
ai militari. Da noi s" estendeva anche
a denotare la ProiKa scritta dell* ss-
sersi matricolato^
Brevòtt. T. forense. * • ... Scrìtta alla
bi^ve e senza troppe formule che si fa
. stendere al notajo pei contratti di non
grande importanza. Il francese Brepet,
Brevetta. «•••... Nominar uflfiziale
con brevetto; graziare di brevetto.
Brevettala Agg. di militare che ha
brevetto, che vien graziato di. brevetto»
Breviàri. Breviario. Breviale, Libro in
cui leggonsi le ore canoniche e tutto
r uffizio divino.
Studia el breviari, fig. « . . • • .
Andare per le corte , per le brevi »
- compendiare 9 trattar per compendio
o compendiosamente o in via com-
pendiosa o compendiaria.
Covetta de breviarì. F. Coverta.
Brìa. ^rìgiùi. Fra noi chi non è sellajo
o cocchiere per Brìj intende comu-
nemente le redini; chi è tale» tutta
rinfrenatura» cioè testiera» morso e
« redini » le cui parli principali sono
denominate come segue:
Mors. Morso, Freno *« Reseghetta.
Seghetta » Aata del mora. Guardia e»
Barbozzaa. Barbazzale «=> Zanforgn del
barbozzaa* Foltoj ? Ess del barbozzaa.
Esse » Canon del mors. Imboccatura,
Cannone ■■ liusirceula. Museruola n«s
Soratesta. Testiera* Sopraccapoȴron-
taa. Frontale m Oggiaa a Occiaj. Pa-
moccAi «R dmassin. Sguancia *« Porla-
niorst Portamorso ■- Sottgola. Soggólo
>B Stricch. Filetto » Capètl. Gappe »->
Passett. Passanti ^ Fibbi. Fibòie <«
Roson o Rosett o Bolg. Fioroni o Bor-
chie o Scudicciuoli «a Reden. Redini »
Sguinzaa o Sguinzal o Guinzal. Guide
o Linguette di riscontro delle redini
•— Altre parti minorì o inerenti se-
condo fogge diverse di finimenti 9
come Testerà^ Forcella, Gordon^ ecc.
. si vedranno nelle rispettive sedi al-
fabetiche.
Cava i brìj. Sbrigliare, Cavare o
Levare la bri^ia.
5a ) BRI
Biassà la brìa. fig. Appiedar U VO"
glie air arpione •— Rodere, il frena.
Giugà a cavali e bria Specie
di 'giuoco che si fa da'* ragazzi 9 uno
dei quali si sottopone a far da cavai*
lo, e Taltro imbrìgliatolo con qualche
funicella lo va stimolando al corso.
Mett la bria. Imbrigliare* Infrenare.
Molla la bria. Mentore o Lasear
la briglia. Rallentare il freno.
Senza bria. Sbrigato, Sfrenato.
Strappon de bria. origliata, ^rì-
gliatura, SbarbaaMata. .
Tira la brìa. Raccogliere il freno.
Tragh la bria sol coli a von. Dare
la briglia in sul collo. a uno (Mach.
Op, VI, iia) — I Francesi dicono
Donner la bride Idche o vero andie
Mettre la bride sur le col à quelqwC un.
Bria. Briglia, Ognuno di que' córeggiuoli
che tengono in guida il trapano, e
servono a farlo girare.
Bria. ger. ••• Nastro del cencio (/muui).
Bricch. Voce usata nella fraso No vo-
renn brìcch. Non ne volere punto.
Bricche Sp. di sciabola corta,
. breve daga, daghetta. Dal fr. Briquet
che probabilmente sarà stato preso a
prestanza dal turchesco Sbriq.
Brìccol o BrlequeL Bricche. Dirupi. Bal-
zi, Trarupi — Andà su per i brìccol.
arrampicarsi per dirupi, per balze «—
Su per i brìccol. Per boschi e bricche
e per balze e per macchie,
Brìccol (Giugà ai) o Giugà a la brìccola.
Fare a mattoncellof Questo giuoco sì
fe piantando ritti in terra tre mattoni
o sassi , al primo dei quali si dà il
valore di quindici punti , al secondo
quello di dieci, e al terzo quello di
cinque, il giuoco va ai cento punti;
e chi primo fra i giocatori atterra o
tutti in una volta o tante volte alcu-
no destre sassi che arrivi al numero
de* cento punti, riesce vincitore, e
tirato un sasso a quella distanza che
può maggiore , fin là si fa portare a
cavalluccio dal perdente.
Briccolàda. . . Così è detto in alcuni editti
milanesi del secolo scorso quel lavoro
di pane che facevano i fornaj al sabato.
Bricòlla. T. di G. di Big. Mattonella,
Avè,Savè, Senti, ec. de bricolla. Ave^
re. Risapere , ec. di bolso o rimbalzo.
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BRI (i
De brtcoUair fig. Per lilomo (Malm.
T) 4o)-I>i balzo o rimbalzo. Per fianco,
cioè incidentemente 9 indirettAmente.
Giugà de bricolla. Far mattonella.
Dare di colpo obbliquo in Tece di
diretto; e met. Jgir per fianco,
Srkquel. Bricche. V, Briccol.
Bridón. j9nV2(7/ie (Àlb. bass.)' Briglione?
Sp. di filetto detto anche dai Fr. Bridon.
Briètta. Bn'glielta. Dim. di Briglia.
Briga. Briga. Noja. Molestia, Impaccio.
Briga. Brigare. Fare broglio, Imòrigare?
Brigàda , ecc, V. Bregàda , ecc.
Brigànt. Brigante. Brigatore. Chi fa bro-
glio. Intrigante.
Brigànt. Sedizioso, Rivoltoso. Borghese in
arme contro chi ha autorità nello
stato; chi guerreggia senza avenie
autoriszazione pubblica.
Brìgantón. Acer, di Brigànt nel primo
significato. V,
Brighèlla. Brigltella, Maschera nota. Tal-
Tolta, si dice per ischerzo a chi nel
vestire o neir agire o nel parlare
tenga del zanni o di quello che i
Francesi dicono Fagotin.
Brighellàda Azione che abbia del
mascherato e dello sciocco a un tempo.
Brighellìn Si dice per ischerzo
a un fanciullino, come a dire Mar-
mocchio 9 Rabacchiuolo » e simili.
Brighellìn na.... Lo stesso detto a femmina.
Brignòccol per Brugnòccola. K
Bri), pi. di Bria. K.
Brilànt. Brillante.
BiPilantà. Brillantare. Sfaccettare, Affac-
Brill. Brillo. (cettare.
Brio. Brio.
Brìo è usato anche nel modo aw. Per brio;
ed ò simile ali* altro Per bio. Può fare
il gran diavolo, f^, in Bìo e in Dinua.
Brión. Briglione. Acer, di Briglia.
Brión. T. de" Macell Taglio di
manzo che fa parte dell^ altro cosi
detto Canètta, V.
Briòzz. Brigliozzo, Cavezzone,
Brlsa. Brezza. Vento che anche gli Spa-
gnuoli dicono Brisa e i Francesi Brise,
Gh' è-sù onn brisa che la me taja
la faccia o la me fa andà-via el eoo.
È un' aria sì sottile che par che mi
si f ernia la testa (Lascsi Gelosa IV, 11).
Quest' aria mi fende la testa pel mez-
zo (Gclli Errore I , ) — Oh che brisa !
rol, L
53) BRO
oh che siza ! ; e cogli Aretini Oì^ che
bruzza! Oh guai bmzzarella!
Brisa. T. de^MAceìL^Fizzic. Stomachino?
Animella attaccata a quella parte delle
bestie da macello che dicono Jlecc.
Salaa come ona brisa. Amaro di sale,
Brlsca Sp. di carrozza di cassa
alquanto bislunga e con luoghi di pari
larghezza in ambo i lati, r, in Lègn.
Brischètt. . . . Voce lodigiana, se non erro,
che Tale specie di Panetto biscottato.
Brìscola Specie di giuoco so-
lito farsi colle carte da tressette a
due a due o a quattro a quattro.
Data una carta scoperta in tavola, e
dichiaratala briscola ^ briscole sì di-
cono pure tutte le carte del suo seme.
Su quel trionfo si posa il mazzo dopo
averne stribuite tre carte a ciascun
giocatore, e del mazzo ogni giocato-
re si va pigliando di bazza in bazza
una nuova carta in fin che si venga
alla stessa briscola. Di poi noverati i
punti di ciascuno si riconosce chi vin-
ce. Briscola e Cdregh sono termini di
questo giuoco detto anche in h.Brisque.
Brisètta. Brezzolina, Bruzzarella.
Brìsìn. aduno, Micolino, Pocolino.
.Brisón dicono alctmi per Brùgh. K
Brissà dicono alcuni cont, per Scarligà. F*.
Brobró. Barattiere, Barattiere, Baratto.
Baro. Scrocchiante.
Brobroràda. Baratteria, Baratto, Scroc-
chio, Guadagnerìa, Bararla,
Bròcca. Mesciroba, Specie di boccale di
terra o metallo col quale si mesce Inac-
qua da lavarsi le mani — Brocca , e
dottrin. Idria o Urna ^ è il Vaso me-
desimo per uso più lato , come di be-
re , ecc. — Ha piede , corpo , bocca e
beccuccio — Il Targ. ne' Viaggi V , 5a
ha anche il diminutivo Mescirobina,
Bròcca. Secchio, Vaso in cui si raccoglie il
latte nel mugnere , e di qui prob. Lacc
in brocca il Latte caprino cpsi gridato
da''capraj che lo vendono in città.
Bròcca (che anclie dicesi Ciòd o Vid ^0
è fatto a vite o a capocchietta vitata),
T. de'Coltell Quel chiovo che
tiene unite le due lame di una forbice.
Bròcca. Bulletta, Cocomerino, Anche gli
Spagn. dicono Bivca in questo senso.
,. Brocch a stella Bullette
Stellate da basti.
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BRO (
Biacca. i?<tma(*aret. Voc. aret.). Ramo-
scello, Bamuscello- Ramicello, Rami-'
cella. Rametto, Ramucello, Firgulto,
Andà in brocca, y. Imbroccàss.
Ahdà-sù per i brocch , frase fig,
conU eguival, a- Andà in fumm. f^.Fùmm .
Cavalier o Scior che ne sta cent
8u ona brocca. Signor di maggio,
Faaceù de brocca. K in Fasoeù.
Useilà a la brocca, y, in Usellà.
Usi] de brocca. K in Usèll.
Bròcca, Ramàglia{*BreU Voc. aret.). L^ag*
gregalo delle nuove messe delle piante.
Compra o Vend a brocca secca. . . .
Coniperai*e o vendere nel verno o al
primo germinar de^ gelsi la foglia che
hanno a mettere per T epoca della
bacatura, pagandola un dato prezzo
qualunque sia per esseme la riuscita ;
e cosi del frutto d^ altre piante.
Pela brocca. Fané la frasca o lafron-'
^(Baldov. Lam* ottava 6.% vers. S."*).
Bròcca (e più comunemente Bròssola).
T. dei Ricam. Brbizola, Piccolo ar-
nese di legno fatto a tornio che serve
a tener Poro svoltato dai rocchetti.
L'*Enc. lo chiama Brocfie,
Broccàa. s. m. Ramaglia{*BTe\,), Nelle
piante il complesso delle ramora.
Broccàa. Broccato, Drappo broccatino.
Stoffa di seta intessuta a oro«argenl09ec.
Broccàa. ad. RamonUo, Ramoso, Che ha
di molti rami(6ròccA). On scerr ben
broccàa. Un cerro ramonUo — * Talora,
e secondo piante, il nostro Broccàa
vale anche fìamusculoso,
Broccadèll. ^ Broccatello, Broccatino, Sp.
Broccadin. ) di stoffa nota imitante il
broccato, e usata fra noi per coperte,
coitine dozzinali, ecc.
Broccàj. T. deiPArti. Allargatojo. Broc-
ca} o. Strumento con cui si segnano
i buchi e s^ allargano, É usato spe-
cialmente pel ferro.
Brocca], s-.m. img. Ramo, (pame,
Broccàj, s, m. pi. Sterpi, Sterpame. S(ir-
Broccajosù. Ramoscello, Sorcoletto, V,
anche Mèrza.
Brocchètt (voce propria del Comasco e
«di qualche paese delPAlto Mil.) . . , ,
Camangiare composto di ricotta (ma-
scarpa) combinata col fior di latte.
Brocchètla, Dìm.di Bròcca per Virgulto, T,
Batt broccbetta o i brocchctt. Batter
r54 ) BR(E
borra o marina o diana. Batter la bor-
ra o le gazzette. Tremare dal freddo.
Brocchètta. Bullettina, Dim. di Bulletta
in senso di Siacchetta, V.
BrÒGCol.sost. m. Cavolo broccolo ^^ Broc-
colo ne* dizionari vale tallo del cavo-
lo, della rapa o simili; ma il Targ.
Toz. nelle Ist. Ili , 34 ^ ^^^ ^^' ^'^
Broccoli assol. per Cavolo broccoluto,
Broccol roman. Cavolo romano.
Broccón. T.de*Calz. Bullettone, Chiodo
grosso col capo quadro con cui si con-
gegnan insieme i talloni delle scarpe*
Broda ja. Broda, Peverada,
Brodln. Brodetto f Brodino?
Brodin pel Coli dei CuocfU. V.
Brodinétt. Dim, di Brodin. V,
Bròdo. Brodo, La voce Brodo si usa da
noi soltanto nella frase figurala
Brodo longo. Lungherie, Lttngagno»
le, Lungliezze — Broda, V, in Broeùd.
In ogni altra frase usiamo firoe&d. K.
Brodón Brodo succulento , corto ,
grosso, savoroso — Brodone nei diz.
vale solo una specie dì spallaccio , di
fascia umerale onde s^adorna il sajo.
Brodós. Brodoso, Abbondante di brodo.
lyi-sÙL robba brodosa, fig, V, Hòbba.
Broètt e Broettìn. V, Brovètt e Brovettin.
Brosù. Fruttéto — Si estende anche da
parecchi , benché impropriamente , a
significare Brolo o fendere^ orto dove
è verdura , come accenna PAlb. enc,
nella voce Bròlo — Dal Lat. Brolum^
Broeùd. Brodo ; e scherz. Peveradd o
Sugo della pentola — Brodo di cdp^
pone 9 di pesce ^ di vipera ^ ecc.
Broeùd die sa de nagotta o ch^el
par acqua o bon de lava i pee. Bro^
do sciocco o dissavoroso ; e scherz,
Jcqua pazza,
Broeùd de scisger, scherz. Acqua di
baloge (Vocoh, aretino in Balocio che
cita i seguenti versi del Bellincioni
« Ma or eh' e* nunapan tornau frittelle
» £ acqua di baloge )a ▼eraaceìa w )
Brodo di cece? (Alb, enc. in Brodo)*
Cosi chiamiamo per ischerzo la cioc-
colata, e specialmente quella cattiva
o troppo dilavata. Dicesi anche del
caffè nero cattivo e annacquatOf
Broeùd in tavolettinn. Tavolette di
brodo {Gii, Enc). Brodo assodalo si
per arte da esser secco e friabile.
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BR<B ( I
Broeud longh. Brodo annaequaio o
lungo; 6 ^* Lungherìa* JLungàgnola:
per es. Hin broeud lough che no me
pìasen on beli nagoUa. Gli è giulebbo
lungo che mi sa mnaro (Ceccbi Js^
• Muoio II 9 €),.L' indugio piglia vizio,
Broeud rìstrett. Brodo corto o grosso,
BroBud ììrM^.^illato» Quel che si trae
dal' consumato di cappone ed altri
ingredienti posti a stillare insieme.
Andà in brosud de scisger o Andà
tutt in broeud d^ttrborinn , come disse
il Maggi Cons. Men. i45. f^. in Scisger.
Gai|nna yeggia fa bon broeud. fig.
y, in Gaijnna.
Lassa sta o Lassa coeus yun in del
so broeud. iig. Non cavare altri della
sua bewi. Lasciare che altri si euocia
nel suo brodo.
Nega in del broeud. K Nega.
Portaa per el broeud. Ghiotto del
brodo, yagq del brodo^ e per ischerno
Brodajo, Brodajuolo,
Pù spesa del broeud di gnocch.
Grosso quanto Vacquu d^ maccheroni?
Densissimo, cho tien della poltiglia.
Tirè-sù el broeud, fìg. Succiare, At-
trarre a sé il fiato allorché si soffre
o dal freddo o da alcuna percossa.
Vess in del so broeud. Essere nella
sua beva. Essere a no%%e^ Ciò che i
Francesi dicono Cest mon vrai Jait^
^est mon vnd baloi^ c^est. en quoi je
iriomphe^ c^est monforU
Vess minga come a bev-sà on broeud.
fig. Ifon essere come a sorbire un uovo.
Non essere cosa da farsi a casaccio,
o cosi facilmente.
Vorè sta in del so broeud. Cuocersi
nel sua brodo. Fare come gli spinaci,
Broeud. y. cont. F, in Sùppa.
Broeud. T. de'^MaceU. . « , . Ne^ macelli
questa yoce rappresenta o Gambe o
Testa o Ossa delle bestie macellate.
Ona lira de broeud Una lib-
bra di ossami siffatti.
Broeùda. Broda. Peverada, Pappolata.
Andà-giò la broeuda. Sbrodolare.
Andà in broeuda. Andare in broda,
Spapolare, Spappolare, Disfarsi, non
si tener ben insiaaie.
Andà in broeuda. met. Andare in
broda o MI broda di succiole o in
succhio. Imbietolire, V, in Scisgen
55 ) BRO
Fraa broeuda. Tortone, Minestrajo»
Broeuda. met. Sangue,
Tra broeuda. Far sangue per le ito-
rici. Bompersi il sangue del naso»
Uscir il sangue dal naso.
Broeuda. fig. Broda* Brodiglia. Fanghif^*
Broeùden. Lo stesso che Perètt. V.
Bròf. F. Bròv-
Bròja. y. Inbròja.
Brojént. F, in Brugnoeù.
Bròjo (Fa). Brigare* Far broglio o brolo*
Brogliare,
« E imbrQJMMl el Utin cont el tOMsm ■
» £1 fa l»rojo, e *1 4efp«nfft
» Sene* saiF«gk«n taot el lò orvicUa. «
(Brand. Bad. Men.)
Broncà. v. conU dell'Alto Mil. Gridare*
Schiamazzare, Fare scliiamazzìo.
Broncà. Abbrancare. F. Branca.
Broncón. v. bsTÌanz. Gridatore. Schiamazn
zatore. Schiamazzante.
Brontola, Brontolamént, Brontolòn, eco»
Lo stesso cite Barbottà, Barbottàda»
Barbottón, ecc. F.
Brónz. Bronzo.
Ave on temperament de brons o
de ferr. Essere un uomo di fnro,
cioè di tempera robustissima.
Memoria .de hronz. F. in Memòria.
Veas on bronz • Dioesi di
cosa qualunque assai forte.
Brónz in qualche parte del contado per
Caidàr. F.
Brónz. Mortajo di bronzo*
Man del bronz. F, Man.
Bronza, s. f. Campanaccio, F* Gìòoea.
Brónp. s. f. fig. Fiso da pallottola, Fac~
eia tosta.
Bronza Dar colore di bronzo
Dal fr. Bronzer. ^
Bronzàa Che ha colore di bronzo.
fironzètt. F. Brottzin(ó<ifle).
Bronzln. Morlajo, Vaso di. bronzo in
cui si pestano le materie per far là
salsa e ^1 savore. I dizionarj chiamano
mortajo questo yaso, n ch^ei sia di
bronzo, o ch^e^sia di marmo o simi-
le ; noi airoppostò diamo - un nome
particolare al mortajo a seconda della
materia di cui è fatto, e lo chiamia-
mo Mortee s** è di marmo , Bronzin
s^è di bronzo, e Pirotta s'*é di légno.
Bronzin. Bomano. Piombino, Sagomm, Il
contrappeso della stadera.
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BRO (i
JBrontiii o Bitmzètt dicono fig. i contadi-
ni brianz. a una Botte di doghe grosse
■ e perciò saldissima,
JBironzin. add. 7\}sto, Abbronzato,
Faccia bronzinna. Faccia tosta. Viso
. da pallottola. li dia. ha Faccia bronr
Zina per faccia abbronzata, ulivastra.
Bròsc. T. de'^Calzett Lungo
pernio di ferro che entra perfori
della bara-^-lotton e delle onde d''im
telajo da far calze ^ il quale serve a
facilitarne i moviinenli.
Brosciùra. InJUzaturai^iior.y Zaoob. Diz.).
Nome di quelle stampe di pochi fogli
i qnali soglionsi cucire insieme con
un solo punto, e che perciò molti
dicono anche Puntata.
•Vesti su Taria di brosciur frames ,
fu detto per Scrivere con disinvoltura,
S Toj, •« pose, 8Ù v«rs 14 milaaec
Vestìj su l'aria .di brosciur franse». (BaLBim.)
Brosciùra (In). Alla rustica. Dicesi di li-
bro legato senza raffilarlo nelle mar-
gini. Dal francese Brochure,
Bròssa. T. de'Cappell. Brusca? Spàszola.
r Arnese col quale si ripulisce il pelo
• ne*^ cappelli. È di più specie: le prin-
cipali sono:
Brossa dura. . . • . . Spazzola che
r^> viene adoperata . da quel lavorante
che dà forma al cappello (dal prò-
" prieur) per avviarne il pelo uscito
che sia della lisciva. È queUa che i
Francesi dicono Brosse rude.
Brossa molla Spazzola fatta.
con setole di cignale che viene ado-
• pcrata per dar lustrore al cappello.
È la Brosse à lustrer dei • Francesi.
firòssa v.'èontdeWAito Mil,perhròssoÌ9L,V.
Brossajoeù e Brossajoeùla. Bollicina. Bol-
. lioella. BdUcola.
Tutt a brossajoeù. Bollicoso.
firossajolln. Bolliciàttola.
Bròssera 2 (che i cont. hr. dicono Cottola).
«Bròssola S Bruzza. Bolla. Brozza^ e più
spesso Brozze nel numero del più.
Cosso. Piccolo enfia tello cagionato per
lo più- da umori acri*
Fa d''ona bresaola on bugnon. fig.
- Far di una bolla acquajuola o di una
'- bolla un canchero o un fistolo. Vale
di un picciolo disordine farne uno
'' grandissimo.
Bròssola. T. de^Eicam. Bròzzola. F. Bròcca. ,
56 ) BRO
Bròssora per Sbròsciora. F'.
Bròv (o firòf o Bròvo) Questa
voce sentesi ne* colli briantci; venisse
mai con tutta la sua discendenza dal
gr. jSpuov musco {teppa)?
Robba de brov Merce di
. bella apparenza ma di poca o catti-
va sostanza; quasi a. dire merce che
. liscia , che piaggia le gemi e le svan-
• taggia come ogni altra piaggeria.
Bròva Nei contorni di Varese
equivale a ciò che in altre parti del
. Milanese si chiama Tóvo^ Sovénda^
. Traccia^ /^ga. A^. quest'ultima voce.
Brovà. Accarezzare. Piaggiare. Insapo^
nare. Muinare. Lisciare. Ligiare*
Brovà. Giuntare, Frappare* F» im Bolgirà.
Brovà. Pulire»
Brovà. Inumidire,
Brovà. T. de^ Vigna juoli. .••... Ri-
' pulire la vite da ogni seccume. Come
in primavera si ripulisce la vite dai
germogli inutili col Mognà Bipulire o
Ripigliata o Riprendere e Remognà
. Bipulire per la seconda volta ^ cosi
neir invernata si ripulisce(^ròva) dai
tralctuzzi, surculi, viticci secchi che
dannosamente la ingombrino — In
qualche parte dell* Alto Milanese per
Brovà intendono anche Potare. Cosi
per es. a Montorfano hanno per det-
tato che Chi gh* Ila la vigna sova in
tra marz e aprii la brova^ cioè è in
tempo a potarla in qua* due mesi.
Brovà. Bi/ar le carni. Lo slesso che Fa
tra on buj. F. in Bùj.
Brovà la seda. .v. br. Sbroccare, F. in Cóo«
Brovadur. Moiniere,
Brovadór. Giuntatore» Frappatore,
BroTadóra. T. de* Setajuoli. . . • Ordegno
da sbroccare(2rr0i'à) la seta.
Brovadùra. .... « La broda de* cavoli,
1* acqua in cui bollirono i cavoli.
Brovàzz. V. br. proveniente da Broeà
(brolo).. Frutteti.
Brovazzoeu. v. br; . • • . Picciol frutteto.
Brovètt. Broletto, Cosi chiamasi il palazzo
comunale della nostra città. Foi^e dai
lat. Brolum^ perchè ivi fosse antica-
mente un qualche frutteto o verziere.
Anche oggidì si tiene mercato di ce-
reali i castagne , ecc. nel maggiore
dei cortili di questo antico palazzo
del Carmagnola.
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BRU (I
BroYètt.inet. Subisso, Dihudo. Nuvolo,
Mercato, Gran quontiti. V, Sfragéll.
Brèvo e Robba de brovo. K in Bròv.
Brùcc» Bricco, Ciuco, V, Àsen.
Coo de brucc. fig. Capo d'assiuolo.
Capo di bue. Capo di castrone. y,in Cóo.
Brùcc. Cavallo, Jtonzìno.
Brùcc. À Como è sinonimo di Quattràss. K
Bniccèll o Borcèll , e al pi, Bniccèj . . .
Nome che si dà sul lago di Lecco » e
nelle vicinanze a quelle navi che noi
in città chiamiamo Barcón. F',
Brugaroeùla. Jd, d* Èrba. K. Sanguinèlla.
Brùgh ( che in alcune parti del contado
è detto anche Brisón). Scopa o Stipa
in genere, e doltrin. Erica. Il nostro
Brugh comune però è propriamente
la Scopa meschina, Greccìùa. Crecclùa'
Surcelli. Pianta che cresce nelle terre
incolte e sterili, detta dai Fr. Bruyère
e dai boi. secondo le varie sue specie
Erica vìdgarisy E, purpurascens^ ecc.
— S^adopera da alcuni in vece della
frasca pei bachi da seta.
Brughéra. Scopeto. Stipeto. Terra sterile
ed incolta dove fann» le scope o le
stipe (enrcAe diverse). Anche i Fr. la
dicono Bntyère, Varj nostri scrittori
di statistica ed economia usano la
. voce Brughiera; ma a quanto parmi
sensa necessità, giacche le due voci
toscane su riferite corrispondono ap-
pieno alla nostrale , se pur noti fosse
che negli Stipeti del Lucchese e d** al-
tri paesi di Toscana cresce la Stipa
. alta , cioè T Erica arborea ,. la quale
non fa, per quanto io sappia, nelle
nostre ^nigAiere;. ma quella diversità
negativa non esclude T eguaglianza
positiva dell^ esìstere le scope o stipe
in queste e in quelle — Gli scopeti
in cui sono radissime le scope si
possono anche dire Lande.
Lassa andà a brughéra (on terren).
Lasdeure a sodaglia* Trasandare. Lon
• sciare insalvatichire.
Pari o Vess ona brughéra. Essere una
grilla ja. Diccsi di terreni trasandati.
Te podet andà, o vero Va on poo
su la brughéra de Gallaraa. Al diavol
t'accomando? Esclamazione che usia-
mo cogr indiscreti d'^ogni genere»
Brùgna. Prugno. Susino, V albero che
ùk le susine. U Prunus domestica Un.
57 ) BRU
Brùgna. Prugna,Susina. Frutto del «usino.
Brugna andada in erhwn.BozzaDehio.
Brugna azerba. Susina stro»xaioja,
Brugna catalanua. Susina .simiana
o semiana. Frutto del Prunus dome-
stica maximianahìn,
Brugna de la reginna o Brugna
reginna. Susina Claudia.
Brugna del pret. y, in Pr^
Brugna gialda. Susina giallina. 'fra
noi è tondetta e non tanto grossa, e
viene a maturanza sul finire del giugno.
Brugna grassinna. • • . Sp.d'^anìosciaa.
Brugna guggella. v. br. Susina diac^
dola o campana? Il frutto del Prur
nus domestica clavm efigieìlich.
Brugna massinna. Susina amoscina,
o ass. Amoscina. Frutto del Prunus do^
mestica damascena 9 e fra noi per ec*-
celle nza VAmoscina nera^ cioè il frutto
à^Prunus domestica hungaricaUesfont,
£ tonda, di buccia nera col fiore, e
matura sul finire di giugno — Ve ne
ha anche una varietà di buccia bianca.
* Brugna mirabolanna. Susina ndra-
bolana.
Brugna pernigonna. Susina pemico^
no? Sp. di susina grossa, tonda, nera,
che non vicn a maturità sulla pianta.
Bragna reginna. y. più sopra,
. Brugna salvadega. Susina saivatica.
Specie di susina tonda, nera, che
si raccoglie di settembre.
Brugna sanclò. Susina della regina
• Claudia detta la rotonda. Susina dbu-
* dia grossa, rotonda, quasi simile alla
meliaca , e di color roseo chiaro. .
Brugna sangiovann. Susina sangio-
vanni? Susina sampiera? È tonda,
gialla , e matura in giugno.
Brugna sciresa. Susifia ciliegia o
ciriegia? Fra noi è tondetta e nera;
matura in luglio.
Brugna spinna. Susina agostina?
Frutto del Prunus domestica augu-
stana Cses. Tra noi è nera , piccioletta,
e viene a maturità nell^agosto.
Brugna verdazza. Susina verdacchia.
Specie di siuina cosi detta dal suo
• colore verdastro, cioè la Prunus do^
mestica viridacea Cms,
Gervellaa de Monscia Sp. di
susina giallognola, grossa, bislunga,
. assai carnosa e di dolcissimo sapore — -
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BRD ( I
Oltre alle qui nominate i Toscani an-
noverano molte altre specie di susine «
«come Sasina albicocca, amorosa ^ ja-
copa^ moscadaf mirabella 9 maglia-
nese^ sanese^ ecc., le quali credo
poco o nulla conosciute fra noi.
Avegh ona brugna al cuu. fìg. Ave-
re una pollezzola di dietro o al fo-
rame^ Avere una cusoffiola. Avere un
porro dietro via. Avere il fuoco al
culo •— • In senso più rimesso direbbesi
Avere un o Stare con un cocomero in
corpo 9 cioè in dubbio*, in pensiero, ecc.
Tacca ona brugna al cuu. fig. Fic-
care un porro dietro via^ o al fora-
me. Dare una cusoffiola. Ficcare una
cusoffiola o una pollezzola di dietro,
Arrecai*e alcun pregiudizio ; e tra noi
anche Citare in giudizio al criminale.
In senso meno esagerato Mettere o Cac-
ciare un cocomero in corpo ad alcuno.
Brùgua. Camposanto. Così chiamasi negli
spedali quella sala in cui si depongono
i morti per tenerveli sino al momento
in cui vengono trasferiti al cimiterio ,
ed alla quale per lo più è annessa
qualche stanza ove si fanno le sezio-
ni anatomiche de^ cadaveri. A prima
giunta la voce Camposanto contrap-
posta alla nostra Brugna non parrà
corrispondente per 1* equivoco che ne
nasce con camposanto in senso di ci-
mitero; ma io posso assicurare d''a-
vere ocularmente osservato che quella
stanza che nello Spedale di Santa Ila-
ria Nuova di Firenze chiamasi Campo-
santo f corrisponde precisamente per
ogni rapporto alla nostra Brugna ; ed
a corroborare questa mia assenùone
concorrono i testi seguenti :
« Polmoni affetu, e fegati sbaraglia
m n naeeUaro. Andiamo in Camposanto,
» E Todrem sa il ohirargo a lui si agguaglia. »
( Sacc. Rim. )
« La sera del 16 aprile X773 nel Campo-
9 santo di Santa Maria Nuora aprimmo il ca-
1» daTere di una donna morta di male can-
» ceroso nel petto. »
* (Nannoni, trad. di Sharp nella nou alla p.ioi/
Andà a la brugna. Andare a Par
irasso o al cassone. F". in Cagaràtt.
Faccia de brugna. Fiso o Faccia
da morto — Avegh ona faccia de bru-
gna* Mostrar nel viso pallidezza di
morte. Esser cadavcroso o cadaverico.
VV9VO, Mi
3la. >
uera. j
Bernòccolo. Bitòrzolo,
Ronchio.
58 ) BRU
Spuzsè o Savè de brugna. Pwtzar
di becchino (Gìgli Reg. byg). Avviarsi
. per le poste, Essere via là via là,
Brugnòcca
Brugnòccola,
Brugnòcquf
Brugnoeù. Prùgnola, Frutto del prugnolo.
Brugnoeà ( Spin ). Priignolo, Susinello,
Pianta detta Prunus spinosa da Lin.
Brugnoeù. Ad, di Pòmm. F,
Giugà a fresch i pomm brugnoeù
{che altri dicono Giugà a quest i pomm
brojent). .... Specie di giuoco che
per lo pili si fa come segue: varie
fanciulle si uniscono e formano un
cerchio; in mezzo a questo vanno
due di tsse^ e facendo più salti, si
mettono a canterellare una loro can-
zoncina che per lo più suol essere
Quest i pomm brojent,
. Maridaremm la bella fia ,
Se ghe mett on did in bocca.
Le fa mal i dent,
Quest i pomm brojent.
Finito il canto, tutto il cerchio si
dà a correre; le due cantatrici pro«
curano di prender posto fra quelle
del cerchio; e quelle altre due fan-
ciulle che in vece loro rimangono di
fuori all^arrestarsi del cerchio stesso,
vengono messe in mezzo, e ricomii^
ciano il giuoco.
Brugnòn. Susina osinocela? Sp. di pru-
gna rossa, grossa, bislunga, atta a
seccarsi come la provenzale.
Brugndn. Musomo. Crojo. F. Rustegón.
Brugnón. ^iasiirro(*fior., Pan. Poet. xxxv,
9, e Pac. V, 98). Nome di disprezzo
che si dà agli osti, ai castagna) ed ai
vinajoli tra noi quasi tutti forestieri.
Nella Guida delPEducator» di maggio
1857 (pag. 80 Letture) trovasi Bozzurro
in questo significato e come voce di
origine straniera. Ne^pochi di ch^io fui
a Firenze mi pavve sempre udir Buz-
zurro ; e la testimonianza del Pananti
e del Resini m"* indurrebbero quasi a
credere che il mio orecchio non sia
andato errato (se non fosse che le
stampe da me viste di que^ loro poe-
mi furono eseguite fra noi ), e a cre-
dere che la voce Buzzurro sia d'acri-
gine toscana e derivata da Buzzo ^ co-
me Peccione da Feccia^ ecc«
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BRU (I
Brugolósa.'Y. brìanz. Lingua di bue. Bop»
rana sali^aUca» Erba di due sp. detta
bot. Anckusa italica^ e A, officinalis.
Brulé (o Via brulé). Ippocrasso? if etiare?
Vino bollito con entro zucchero f can-
nella e altre droghe.
Brulla. Biodo. Giunco da stuo/e. La yoce
è moderna fra noi, e ci venne dai Ve-
neziani i quali chiamano BnUe o Bru"
lini tutte quelle cannucce che i botanici
distinguono per Stipa tenacissima 9
.Arando arenaria, Scirpus palustris, ecc.
Bruna. F* Bernài*da.
Bi*ùna Sp. di cuojo di capra
o di vitello lavorato in nero. Il Cuir
frronx^ dei Francesi che usa per iscarpe.
Brunèll. Brunellino, Sp. di stoffa a man-
dorla , di cui si fanno panciotti , ecc.
ed anche scarpini gentili per le donne.
Brunéngh. add. Bruno, Buiccio. Cioè non
illuminato da luce. Aria brunenga»
Ora brune nga. Aere bruno o Aurafo*
scUf Ora bruna o buiccia.
Brùs. Bruciaticcio, Abbruciaiiccio,
Savè de brus o Ciappà el brus.
Sentir di bruciaticcio o di leppo,
Brùs. met. Baco? Amoratzo. V, Bruseghln.
Toeù-sù on brus per vun o per vunna.
Cuocersi, Gocciolare, Girare, Ingattire,
Intabaccarsi, Innamorarsi fieramente
di alcuno, f^. anciie Còtt e Cottura.
Brùs Nome di due malattie del
riso in vegetazione procedenti da trop-
pa grassezza del terreno , da scilocchi
notturni, da mancanza di pioggia ai
tempi opportuni, dagli alidori estivi.
Brasa Ognuna di quelle com*
messure o di quelle linee trasversali
che segnansi a certe distanze nel Moni
o in altri simili giuochi.
Giugà a la brusa. Fare a verga{*ùor,)
Giuoco che si fa gettando in aria delle
monete, le quali cadendo sopra un
mattonato, vince colui la cui moneta
è più lontana dalle commessure dei
mattoni, le quali chiamansi Brus; e
il cadere della moneta su queste com-
messure dicesi fra noi Andà in drusa,
Bestà in brusa. ùg, Binumere sca-
ciato o smaccato,
\esa in brusa de fii, di, o simili.
Esser in bilico o sul curro o a tocca
e non tocca. Essere in sul crollo della
bilancia^ ed anehe Indugiarsi o Hi-
59 ) BRU
darsi o Giungere alla sgocàio'laiura o
alPolio santo. Essere sul tapolellù o
sull'ultimo tegolo*
Brusà. Bruciare, Abbruciare,
Brusà come on fosugh. y, Fctògh»
Brusà de la vergogna. f^« VergdgDa<
Brusà del cald(per iperbole), jilh»
bruciare dal caldo,
Brusà el pajon. F, in Pajón.
Brasa el stomegh. Avere incendilo*
Brusa ginée o sginée o sgenée. f^*
Sgenée (cioè gennajo),
Brusà i oeucc. F. in (EùcCt
Brusà r pignatL y, in Pignatta.
Brusà ona cà, o sim. Metter fuoco
a una casa. Incendiare una casa,
Brusà via. Andar via a ruba. Dicesi
di merce od altro che abbia grande
spaccio. I Brianz. dicono Porta per
ari o Brusà per ari.
Brusà via la boggia Tracciare una
pallottola con tanta maestria che spa-
risca come un lampo dal posto dov^era.
Bnisass i pagn. Infuocolare,
Brusass i pel. AbbrusHarsi, Abbrur
ciacchiarsi.
Giacché la cà la brusa, scoldenw
mes anca nun, F, in Cà.
L^è on so che brasa. J^ un soie
che abbronza o che arrostisce,
Robba che brusa via. CàusHeo e
ant. Arsivo,
1irìisà,Alidire, Arrabbiare, Dìcen di bia-
da, grano od erba che siano ancora
sopra la terra e si secchino prima del
tempo debito per nebbia o caldo.
Brusà. Frizzare, Mordicare, Cuocere, Di-
cesi del dolore che cagionano le materie
coiTosive poste sugli scalfitti e simili,
Brusà. Arder di brama.
m, Bmfti anmi , per di el tnemr giiut ,
n De Tegm a U conclasion. » (Porta Kùne).
Brusà {che anche dicesi Dori el venter).
Cuocere, Scottare. Dispiacer molto, do-
lere assai checchessia. Oh questa la
me brusa. Oh éfuesta mi cuoce o mi
scotta — Se la ve brasa, mettigh ona
pezza. Chi l*ha per mal, si scinga.
V, in Pèzza. F, anche in Brùsch.
Brusàa. s. m. Inarsicciato, Innarsicciato*
Segno d* arsione.
Brusàa. T. d**Oref. s. m. Calìa,
Brusàa. Bruciato, Abbruciato, e in istile
sublatinò Inasto. Arso dal fuoco.
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BRU
( 1^0)
BRU
Ave i Uyor brasaa del frecc. Avere
ie labbra abbrustolite. Avere i ràfani
alle labbra.
Bnisàa. Afato. Agg. di Frutto rovinato
• dalie nebbie o dal soverchio caldo.
Bnuàa. Arrabbialo, Agg. di Vivanda
' colta in fretta e con troppo fuoco.
Brusabócca. Erba pepe, Cuoeictdo (Targ.
Ist.)oIl Pdxgomtm hydropiper de* bot.
Brusacantón. fig. TagliacanionU Sgherro.
' Bravo; e in gergo Bresciano.
Brusacóa. T. de^ Manisc. Abbruciacoda,
Bruciacoda (Diz. art.)* Ferro rovente
che scappi] ca alla coda de^cavalli dopo
che fu tagliata per istagnarne il san-
gue. È il Brulequeue de^ Francesi.
Brusàda (e secondo paesi anche Brusi-
va o GhiEzoeù). V. cont. Stiacciata.
Schiacciata, Pane soccenerìccio. Pane
fatto di pasta di grano turco . abbru-
stolala in pochi minuti e le più volte
mal cotta. Nella pasta intridono spesso
finocchio» cipolle, uva o simili. La
Brusada di grano è detta con parti-
colar nome Fugàscia o Fugascìnna in
campagna, e in città Carsenza.
Brusada con dent i iigh ( voce e
usanza brianzuola). Pan ficato.
BrusadélL \ v. cont. Stìacciatina. Quac-
Brusadèlla.f cino. Soccenerìccio. Panelli-
Brusadm. f. no sull'*andare della stiac-
Brusaèll. ) ciala cotto sotto la cenere.
Brusadìzz dicono verso il Lodigiano per
Imbrascadùra. K
Brusadònna. StiaccitOona {Tancia IV ^^>
Brusadùra* Bruciatura,
Brusajoeù per Brusadèlla. V,
Brusalàsen. Stoppione. Astone. Scardicelo^
ne. Scardaccioni (TsLrg. Ist.).Sp.di car-
do campio ch''è la Serratala arvensisL.
Brusapajón. Gabbaloste (Lai. En. trav.
IV). f^. Mangiacapàra.
Brusapignàtt. Guatlero. Guatteraccio.
Brusascés. y. in Parascioeùla.
Brusattà. Abbrustiare, Abbronzare; e an-
che StrinareCUìsc.9 e Tomas. Sin. p. 1 2)
— Abbruscare è Tabbruciacchiare con
fuoco di paglia i peli vani di un
cappello.
Brusattàa. Abbronzato. Strinato — Abbru-
scato — Inarsicciato. Innarsicciato.
Bruscà-sù. Rampognare, Trattar dura-
mente o brusco. Anche i Francesi di-
cono in queslo senso Brusquer.
Brùsch. Brusco.
Compagnia brusca, y. in Compagnia.
I brusch. Le brusche. Le maniere
. brusche; i castighi corporali. Se no
var i bonn, drovaremm i bnisch.
Se non otterrem colle buone , ricorre-
remo alle brusche.
Somejà brusch. Parere agro od ostico
o crudo. La me someja brusca, la mi
pare agra. Non la so tnandar giù. Mi
è un agrume' Non la so inghiottire.
Bruschètt per Fonsgìn (ma/e). K.
Bruscitt. s. m. pi. . ... I Bustesi chiamano
cosi un certo loro intingolo di carne
vaccina minuzzata e condita con bu-
. lirro, aglio, spezie, finocchio e vino.
Bruscón Quegli agrori (per
dirla con una voce che parmi aver
. udita in Toscana) che* si sentono
sullo stomaco per efifetto di troppo
lenta e malagevole digestione.
Biniscón. v. cont. br. Cardo asinino.
Cardo latteo. Cardo macchiato{Jwrg,
Diz. hot.)- Quella pianta che i hot.
chiamano CardiuiS marianus maculatus.
Bruscón. Agrifoglio. Alloro o Lauro spi-
noso, y. in Àgher.
Bruscón per Spongiaràtt. K.
Brusécc {che altri dicono Manna). Afe/rane.
Spruzzaglia o Pioggia adusta che cade
talora nei tempi caldi e riesce un ve-
leno pei prodotti della campagna nei
quali induce là malattia detta Bug--
gine e latinamente Rubigine*
Brusècc. Siccità. Seccore, Arsura. Alidore,
Seccìiericcio. Mancanza di pioggia.
Brusècc. V, e, br, pel nostro cittadinesco
Brusor de stòmcgh. P'^,
Bruseghìn. Cociore — Fòmite. Fomento —
Passione. Amoretto. Amorazzo. Il hru-
cior deW amore* Il ctdabron d* amore,
Brùso. Foce usata nelle frasi seguenti :
Hoo ciappaa on bruso. Nulla ebbi.
Non ne cavai tuta vii glùarabaldana.
Nanca on brnso (o Nanca on pelo).
Né lisca né calìa. Nulla affatto.
No daghen on bruso d'Iona cossa.
Non ne dare un fndlo, un lupino y
una stringa^ uno straccio^ un* acca.
Noi darav via on bruso. E!" non
darebbe del proferito. JST non darebbe
fuoco al cencio o bere a secchia.
Brusoeùla. Lo stesso che Cotelètta. y.
Cortèll de brusoeùla. y. in Corlcll.
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BRU (i
Brusón Malattia del rìse a cui
soggiace in tempo della spigatura.
BiroH la chiama Buggine, È detta Ca-
rolo nelle rìsaje ostiglieli e veronesi.
Brusór. Bruciore, Cociore. Arsura , e cott
voci antiche Arsione e Ardura, Dolo-
re che è cagionato dalla scottatura.
Brusór. Frizzo. Frizzore, Dolore in pelle
che cagionano le materie corrosive.
Brusór. Cocimento. Frizzamenio. Dolo-
' retto cui dà origine il troppo grat-
tarsi — Pizzicore n' è il grado mo-
derato.
Brusór de stomegh. Ineendiio. Acidume,
I cont. br. dicono Brusòec,
Brusór 4*orinna. Ardor d'orina. Frizzore,
Bnisorént. Bruciante. Abbruciante* Caur
sticOf e anticamente Arsi^fo.
Brùsti. s. m. T. d^Oref. Setola. Spazio-
lino di fili metallici che usano per
ripulire i lavori d'oro, d'argento, ecc.
Brùstia. Brusca. Bussola. Spazzola da
cavalli che anche i Provenzali chia-
mano Brusti,
Brùstia di pagn. K. Scovètla.
Brustià. Bussolare{GìOT. agr. Vili, i56).
Ripulir colla brusca i cavalli. Anche i
Prov. dicono in questo senso Brustiar.
Brustià. T. d'Oref. Setolare.
Brustiàda. Colpo o Bipassaia di brusca
o bussola.
Brusti&da. met Malanno^ cala-
mita , sinistro qualunque a cui alcuno
vada soggetto. V. Boràsca.
Bnistiln» Spazzolino.
Brustoli. Abbrustolire. Brustolare, Abbru-
stolare. Abbrostire. V. Tosta, &*u-
sattà, ecc.
Briistolidtira. Abbrostitura, Incòtto.
Brustolti. Brustolato. Abbrustolito. Ab-
brustolato. Abbrostito. Arsicciato. Biar-
so — e pari, di Terreno Confetto,
Brùlt. Bnato. De/orme. Làido. Contr. di
Bello — Divenir brutto dicesi Imbrut"
Urei Bimbruttire ; lo stato d Bruttezza
o Bntllura , e con voce . ant. Brutiore.
Ave el cnu brutt. Hg. F. in Cùu.
Bmtt come el diavol o come el
peccaa mortai o Brutt de coeur o del
ver coeur. Pili brutto che il peccato
(Lasca Spirit. Ili, a).
Bruft maa. r. in Màa.
Brutta de per tutt. Bmltissima. Be-
fana. fU'fanaccia, Brutta per sei befane,
rol. */.
6i ) BRU
FaOa brutta. Farla brutta o sporcò»
Fare altrui un'azion poco lodevole.
L'è pceu minga sto hrutt« Non è il
diavolo. È manco brutto che non isti"
mova.
Mettela brutta. Mettere nel pensar
tojo alcuno. Cacciare un cocomero in
corpo ad uno — Bidtirre a mal partito,
Vedella bruita. Trovarsi a mal pwr^
tiio. Essere in cattivi termini.
Vedessela brutta. Federe la mala
parata. Prevedere d'aver a correrà
alcun grave pericolo.
Vegni ai brutt* Fenirt alla peggio
o aUe peggiori del sacco ^ cioè al
maggior s^no di discordia o rottura*
Brùtt Brutto. Bruttato. Sucido* Sporco.
Imbrattato. Insudiciato. Sozzo. Suzzato»
I pagn bruti. F. in Pàgn.
Sta tapezzaria l' è pur anch bella ;
peccaa che la sia insci brutta. È pur
bella^ è pur vistosa questa tappezzeria;
peccato ck ella sia cotanto imbrattata.
In una Novella il Sacchetti parla di
lenzuola domandate bianche e date
sucide che hanno aflmità col nostro
ambiguo brutt per sucido. (che.
Brutta (la) s. f. Minuta delle belle scolasti-
Fà la brutta. Fare il disegno ^ la
minuta 9 l'abbozzo.
Fa el dover in brutta. Fare la mi-
nuta , ^abbozzo del compito di scuola.
V è anmò in brutta affacc. È appena
abbozzaticcia.
Bruttacòpia. Minuta. Bozza di scrttttùra
da mettersi poi in pulito.
Véss bruttacòpia de vun
Scimmiare malamente alcuno.
Bruttebón. F. Vèr.
Brultin. Bruttuccio (ìiiOn. la Fed. I, 9).
Bruttacchiòlo. Alquanto brutto.
Bruttinèll. Bruttacdiiòlo anzi che no.
Bruttlnna. BruttacMòla.
Bruttmàa. f". in Màa.
Bruttón. s. m. Bruttissimo uomo.
Bruttón e Bruttònna {per improperio).
Sozzacelo. Laidaccio^ e simili.
Bruttònna. Bruttissima donna. Befanaccia.
Bruttùra.^o stesso die Brutlmàa.f^.in Màa.
Fa vegni la bruttura. Far svegliare
i vermini{* io9e.). Incutere gravissima
paura. Un poeta pisano disset
« In ciuì dir sì torro le rimira ,
» Che «joati » tolte i ▼«rni »i •▼rgUaròw n
31
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BUD ( I
Bruttura Malsania abituale a
cui vanno talora soggetti i bambini »
per la quale ingrossa loro il ventre ,
ingialliscono, e indozzano malamente,
restando come inerti e mal atti a
- muoversi e andare in volta. NelPAlto
Mil. i contadini la dicono Poltrbgna ,
• e scioccamente la credono strega tura ,
mentre altro non è che effetto di latte
malsano, o di troppi o cattivi cibi.
Bruttura per Onòld(carbone dei grani), y.
Brutìiss (A la) Specie di moda
nella capellatura, e vale all'usanza
di Bruto» Melch. Gioja nella Scienza
del povero Diavolo^ p. io5, usò Alla
' Brutus — Nel secolo scorso coda,
. borsa, parrucca in tutta Europa 4 nel
secolo attuale gli abitanti di quasi
tutta TEuropa hanno confinati nella
pettiniera tutti quegP impacci , e com-
pariscono tosoni 9 o sia pettinati alla
Brutus 9 ora zucconati e bertoni^ cioè
. rasi al vivo , ora colla fantasia , coi
ciuffi e coi cerfuglioni.
Bùba. Bubbola. Uccello cappelluto, di
color tanè, che è V Upupa epops Lin.
Bucòlega. scherz. Buccòlica, Boceòlica,
Il mangiare.
Budèll. Budelle, Budella parlandosi di
quelle delle bestie da macello, le
quali budella si vendono fra noi a
. misura di Spàzz V.*^ ì nomi che si
danno loro sono:
Budell drizz o dritt o SiJsizzon o
(nelle vitelle) Budell gentil. Jl Retto ^
e con V. a. Logaóne
Culatta
Bondiana o Muletta. Il cieco
Grespon. // colon
Budell stort o tòrt
Sottcrespon? comune
Scorzon? dtufdeno
Filze tta? digiuno
Basgietla? ileo
V, anche Buèll e Busécch.
Budell de bè o Basgiett. Minugia,
Minugio\ al pi. le Minuge,
Budell del bomborin. y. Imbrazzàa.
Budell gentil. Lampredotto. Così di"
cesi r intestino retto delle vitelle ,
quando è ridotto vivanda.
Ona motta de budej. Budellame,
Budget (o Budsgé) Conto di
rentiito e spesa presupposto. Voce
mie-
stini
crassi.
intesimi
tenui.
62) BUF
venutaci d^ Inghilterra perla Francia,
propria già della sola zienda deUo
Stato, e passata poi nello stil famiglia-
re e scherz. anche alla zienda privata.
Buèll. Budello; e in istil nobile dot-
trinale Intestino, Al plur. I buij. Le
budelle. Le budella. Gl'intestini. Le
intestina 9 e anticamente Le intestincm
Dividonsi in crassi e tenui* Il retto ,
il cieco , il colon sono de^ primi ; il
duodeno 9 il digiuno j V ìleo dei secon-
di. Gli anatomici conoscono cosi gli
intestini deiruomo; tra noi chi non
è anatomico non conosce che il retto
sotto il nome antonomastico di Buèll ;
becca j, pizzicagnoli, ecc. li conoscono
tutti, ma sotto altri nomi, dei quali
vedi in Budèll e Busécca.
Vess el scisger di soeu buej. Essere
il cucco d'un tale^ e recipr. Aifcr tenero
il budello per alcuno, r. in Garoeù.
Buèll (per antonomasia). // retto. Intesti"
no retto ; con voce scherzevole Budèl
CM/are( Burch. Son. 228); e con voce
antica Logaone. I contadini brianzuoli
lo dicono la Busecca mastra,
Andà giò el buell. Cascar le budella.
Ave el buell invers. fìg. Aver la
luna a rovescio. Aver le patumie,
Indrizzass el buell e Indrittura de
buell. y. Indrizzass e Indrittura.
Vt&s scisger e buell. fig. Esser co^
me pane e cacio ^ come passeri e co-
lombi 9 come carne ed unghia,
Buellln. Budellino. Dicesi parlando di
bestioltne piccine , come uccellini e
simili. Quella tenui delle pecore , dei
porci, ecc. diconsi Basgiett,
BùfF. s, m. Buffo, Personaggio che nelle
rappresentazioni sceniche fa il buffone.
Nelle commedie chiamasi volg. Servo
sciocco'^ nelle opere buffe Parte buffa^
Buffo , Primo Buffo ,. Secondo Buffo,
Fa el buff. In generale
dicesi di chi nel vestire , nel canmii-
nare, nel gestire, nel favellare esce
ad arte per qualche modo dal far
comune , e riesce sguajato , disadatto ,
svenev olone — Talora anche a colui
clie metta checchessia in canzona , e
ciò artatamente per ischermirsi dal-
Tagire o rispondere da senno, dicia-
mo: Voi, fa minga ci buff nén! ferfi
sotto Buil'óu.
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BUG
(i63)
BUG
Buffe. Buffetto ? Credenza ? Désco molle ?
Tavola su cui sono imbandite le vi-
vande da servirsi a mensa ; le più
Tolte si dice dielle imbandigioni di
vivande fredde usate nelle veglie 9
ne^ balli, ecc.
BufTdn. Motteggiatore» Burlone, Burliero.
Beffatore- Corbellatore. Berteggiatore,
Beffeggiatore ,* e in gen. anche Buffone,
Fa el bufibn. Fare azioni buffone^
scke, ridicole. Far lo scurra. Jgir
buffonescamente. Bttffbneggiare.
Fa minga el buflon o el buff ve. Non
mi fare il buffone t;e% Bada a 4piel
che fai , Non la mettere in burla , Non
pensare che questo sia uno scherzo vé^,
Buffon. Sguajato,
Buffon à. Buffoneggiare 9 e ant* Buffonare,
Buffonàda. Buffonata — * Sguajataggine,
Buffonarìa. Lo stesso che Buffonàda. F,
Buffonescamént- Buffonescamente.
Buffònna. Buffona -^ Sguajata.
Buffonón. Burlonaccio, Pia buffbn d'una
bertuccia,
Buffonón. Sguajataccio,
Buffonscèll. Buffoncello — Sguajatuecio.
Bùfol. Bufalo, Bufolo, Il Bos bubalusL,
che per noi Mil. è esotico ; ne cono-
sciamo però le ossa lavorate in pet-
tini — Bitfola, Bufolata, Bufolaccio^
Bufolone v. di regola. Il giovane è
detto BufaloUo dal Last. Op. IV, t53.
Bugà. V* brianz. ..... Il brontolare
di que^ temporali che minacciano gra-
gnuola ; il rugghiar dei tuoni , e pre-
cisamente quel rugghiare che è rug-
ghio continuo senza scoppio; quello
che i Veneziani dicono Bazar ^ e i Si-
ciliani Truniari cubòu cubbu, È non
lo strangolarsi del tuono , come dice
il Voc. sic, ma il cupo o sordo ro^
moreggiare del tuono de^ nostri poeti.
Forse non si direbbe male Baturlare
o Bubbolare ; la prima delle quali
voci è aretina contadinesca , e la se-
conda , sanese per avventura , leggesi
neirAlb. enc, ma forse debb** essere
letta per Bubbolare come sta nel Nelli
III, t55 — La Gazzetta provinciale di
Como n.* i4 del i858 vuole che questo
Bugd provenga dair illirico buga(TO'
more ) ; senza esser grecomano lo
crederei più volentieri figlio del gre-
co Biéi7^y(proccUa) Bvìiiu{buccina),
Bugàdèl. Bucato, Venisse niai questa voce
dal Bugd (romoreggiar bollendo) affme
al detto dianzi? Le poco belle etimo-
logie datene' dal Tassoni e dal Ferrari
lasciano ancor luogo a siffatto .dubbio.
Bagna la bugada Sbatt-foeura -i
pagn. Sciacquata il bucato, Dimojat^
— - I contadini , che sogliono afere
i panni assai sporchi, dopo la sciac-
quatura usano far loro un po'* di prima
lisciva che dicono Fagh-sk la mojótta,
Destend. i pagn de la bugada. TVr-
dere il bucato» Stendere un buCatO,
Fa bugada. fig. Far bucato o il bu-
caio. Bollire un bucato ; e fìg. Fare
il bucato. Imbucatarsi. Spazzar V or-
to , cioè ripulirsi , lavarsi , nettarsi.
Fa la bugada al lin Ripur-
gare il lino dalle fecce bollendolo
colla cenerata.
L''è fornida sta bugada. È fatto
questo pateracchio! Sia ringraziato
Iddio; questo affaraccio è finita,',
Resentà i pagn (de la bugada). Bi^
sciacquar il bucalo,
Robba de bugada. Boba. di bucato ,
non adoperata da che fu imbncatlita.
Suga opa bugada. fig. Ripescar le
secchie. V. anche Penitènza.
y^^ mai capitaa la pesg bugada
a vun Non avere mai avuto
alle roani peggio affaraccio,
Bugada. Pampanata, Quella che si .ffi
alle botti per levar loro. ogni aito.
Bugadin. Bucatino.
Bugadln Picciula pampanata*:
Bugadin (per antonomasia) La
lavanda del cadavere che precede il
suo allogamento nella cassa mortuaria.
Bugadò o Bugavò o corrottamente Biga-
vó dicono i contadini brianz. per. Cor
{colato jo da biu:afo), F". Cor.
Bàgn o Bugna. Bugne(Vsi$n Vit. Pit.). Boz-
za. Bozze — Delle bugne ne sono, di
più specie, cioè rozze o rustiche ^ a
guancialetto 9 a punta di diamante 9
-punzecchiate , incerte , piane , ecc.
Bugnàa. Bugnato, Muro a bozze,
3ugnón. Bubone. Bubbone, Ciccione, Fi'
gnolo, Jscesso. Furùncolo,
Fa d^ona b rossola o hrossera un
bugnon. F. in Bròssola.
Guari el bugnon a reson de malba
o de bulter. F» in Màlba.
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BUI ( I
Tìrass al cuu on bugnon. fìg. Ta-
rlarsi addosso le legne. Cercare il
male come i medici. Vuj minga tiramm
ni cuu on bugnon. Non Pi/ aspettar
di dreto questa poUezzola,
Bagnonscèll. F^ Carbonscell.
Bui e Bàj* Bollire — Il roroor del bollire
forte dice$i Croscio e Crosciare o Scro^
scio e 5St;rofciare — Quasi bollire dìcesi
• Shogltentare — Il cominciar a bollire
Grillare o Grillettare — 11 bollire leg-
germ. Sobbollire - Lo scaturir bollente
deir acque termali Bulicare. Brulicare,
Bui a la desperada. Bollire a scro-
scio o a ricorso jo, nel nuiggior sommo.
Bui come ona calcherà, f^. Calcherà.
Bui el sangu. Bollir U sangue,
Cofisa vceutt sa ve ti cossa buj in la
pignatta di olterT o vero Nissun sa
polit cossa buj in la pignatta di olter.
P^. in Pignatta.
Falla buj come se yoBur* fig. Farla
bollire e mal cuocere.
Ja\) la terra buj. f^. in Làj.
Ognidun sa cossa buj in de la soa
pignatta, fig. Ognuno sa dove la scarpa
io stringe. Ognuno sa i proprj affari.
Savè cossa buj e Fa vede a tu ce
cossa buj in la pignatta. F. Pignatta.
3ul. Giravoltare, Impazzare. K in Bùi.
Buii Bollire, Far la luna. Vale esser in gran
collera. La ghe buj. ]ff fa la luna.
Bui. Bollire, Dare un caldo o una boll-
atura. Massellare. Arrorentare ferro
o acciajo per annestarne due peeu.
Bui. Bollire, Grillare, Dicesi del bollir
del vino nel tino e nella botte.
Buìi Bollire, Às^r gran caldo*
Ve on cold che se buj. Fa gran
caldo o caldana o calura.
Bui. Scottare{*ùov0). Allorché tu hai in
potere alcuna roba mangiativa* e in
luogo di serbarla per cibartene si suo
tempo, la vai leccando, abocconcel*
landò , mangiucchiando , noi diciamo
che quel camangiare el te buf^ « lo
diciamo specialmente coi fanciulli par-
lando di dolciumi -^ Quell bombon
el te buj ; quella tavoletta de toron
la te buj. Quf/ confetto^ quel man-
dorlato ti scottano eh! «-- Talora lo
diciamo anche d'altre cose, per es.
Quij dance te bujen eh! In tasca i
danari scottano(ùor,9 Saly^ad, 63).
64)
BUJ
Bui Quando T erbe tagliale e sec-
cate già al sereno trovansi poi am-
mucchiate e compresse al coperto nei
fienili, per quel po'* d'umidore che
tutuvia rimase in esse si vengono a
riscaldare e fermentano. Allorché le
sono in tale stato i nostri contadini
dicono d^el fen el buj.
Bui. T. di Zecca I saggiatori
dicono che el pezteU d^ assagg el buj
allorché repentinamente si fa vedere
nella coppella luccicante ,;5CÌntiUante ^
ciò che i Fr. dicono Faire Véclair.
Bui. T. d'*Arg. , Oref. , ecc. Biancfdre.
Butda. Bollitura* Bollimento.
Buì'da. 52tt/h(Crusca mPampanata), Acqua
bollente che meltesi nella botte per-
ché rinvenga.
Balda. T. dell'^Arti. Bollore. Dagh ona
buì'da a on ferr per giontall. Dare un
bollore a un ferro per saldarlo.
Buidinna. Ballorino,
Bùj. Bollore — Bulicame e Brulicìùo dì-
cesi il ribollire deir acque termali —
BoHichìo o Bollicamento è Pagi ilo
d'un fluido a mo'di bollore*
Anduss a fa tra on buj. Jndare a
farsi friggere. Andare a bioscio,
Buj d'acqua che nass. Bidicame,
Falla coeus in d*on buj. Non la per-
der per corta. Vale far presto , sol-
lecitarsi, non mettere tempo in mezzo.
Fa tra on buj. Far dare un bollo^
re. Bislessare, Incuocere, Fermare, Ri-
fare, Si dice del dare una prima cot-
tura alle carni, quando sono vicine
a patire, perché si conservino. La
frase milanese vale soltanto per le
carni da lessare; per quelle da ar^
rostire dicesi Fa trasmùrù. V,
In duu buj Té cotta, fig. In un
bacchio baleno ella è fatta.
Pocca borais no fa leva el buj. y,
in Bornis.
Tra el buj. Spiccare il bolloreC^ucc),
Levar il bollore- Cominciar a bollire.
Tra on buj. fig. Mancare il cervel di
gatto. Dar ne" gerundj o nelle girelle*
Uscir del seminato. Dare il cervello a
rimpedulare. Dar la volta. Dar la volta
al canto, Andare o Mandare il cer-
vello a zonzo. Perder le staffe del
cervello. Avere spigionato il pian dì
sopra. Aver fatto il Ialino p€ g^ruudj.
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BUL (i
A^^er dato il cervello al cimatore. Im-
pazzare. Avere il fodero in bucato»
Insanire, Infollire. Girare, GirasHtUare,
Tra on buj. Incerconire» Volgersi,
Dìcesì del vino cke si guasta pel cal-
do od altro.
Bujént. Bollente. V, anche Sbrojénl.
Bujméot T. d*Oref., Àrg. Bianclùmento.
V. anche Sbianca*
BujméDt(Oà el). T. di Zecca
Mettere i piastrini (/oim2ir) nel catino
ove è la mistura da bianchire e ferii
in essa bollire per bianchirli. Donner
le botdlUtoire de^ Francesi.
Bùia, Bolètta, ecc. V. BùUs, Bullétta^ ecc.
BuJàda. Squartata, Spaventaechio, Bratta-
ta* Tagliata. Spauracchio — Soprat^
vento 9 Soperchieria e Superchieria sono
bravale con o^raggio.
Bulardée. > Baccano* Chiasso» V* Bor-
Biilardérì. t deléri.
Bularìa. Bnu^erìa, Smargiasseria,
Sta su la bularia. Fare il Miangia,
K. anche Bùio.
Bulàzz. Bravaccio. Bravazzone(*io»c.9 e
Rime d^un poeta pisano).
Bùlbera {che altri dicono Burba o Bùr-
bora o Bùlghera o Bùlbora). Bùrbera 9
e corrottamente Bidghero, Strumento
di legno cou manichi di ferro im-
pomati in un cilindro posto orissoo-
talmente* intorno a cui s'avvolge un
canapo, per uso di tirar in alto pesi
per le fabbriche, attigner acqua dai
po»i, ecc.
Bùlgber. p'accheita. Specie di cu<^ noto
che il Voc. pad. tose, chiama Cuojo
di Bulgheria, Il Bulghero dei diziona-
ri vale Burbera f specie d"* argano. Una
specie di vacchetta è detta MoHacco,
Bùlghera. Bàrbera. Lo stesso che Bùl-
bera. r.
Bùàìn.chiella.^foccia. Superbia. Bravura.
Arma bulia o Mena bulia. Menar
romore. Fare il bravo ^ ed anche sem-
plicemente Andar tronfio o superbo.
Bulla. Pula. Loppa. Lolla. Guscio delle
biade che rimane in terra nel bat-
terle — Pula dicesi anche quel tri-
tume che rimane in luogo dove sia
stato ammontato del fieno — Nettar
le biade dalla pula dicesi Spulare.
Bulla neWAUo Milanese equivale a Tri-
foglio, e speciahuenie a Trifoglio dal
65) BUR
fior rosso 9 che si distingue poi in
due specie dette Bullétta e Btdlón. y.
Bullétta Così chiamano nell'alito
Milanese il Trifoglio vegeto di pianta
esile e foglioiine assai picciolo che
nel primo a mio produce di molto fieno.
Bullòn Neiràltò Milanese è il Tri-
foglio assai più rigoglioso della Bul-
letta che vegeta in pien vigore nel
secondo anno.
Bullón. Loppa. Il guscio del riso.
Bttliòr* Bollore. Scarmana.
In del buUor de la gioventù. Jfel
bollore della gioventit.
Bùio. Bravo. BraPaccio. Bra»azMo». V.
Spaccòn.
Fa el buio. Fare il bajardino o il
Jantino, o il bravo o t7 bravaccio o U
bravamzo o il bravazzone o il Mangia
o il Giorgio o il crudele o U viso
dell'arme. Mangiarsi io lastre. Cagneg-
giarla.. Bravare* Smargiassare. Squar-
tare» Braveggiare.
.Bùio. Bravo. Cagnotta. Lancia. Queir uo-
mo che prezsolato serve di difesa al-
trui. Parlando di buli a parole, di
Tagliariùotte còme li chiamava il Tas-
som(Seccfa. HI, 55) si dice Con da
pagliajo abbaja e sta discosto. Alla
macchia ognun si ficca. £i brava a
credenza. È bravo come un lampo o
come una cimice. Quando la palla bai-»
za ognun sa darle. Fa Mie bravure
cogli scoppietti delle fave fresche. Piar
no che non si levi polvere. Can ringhio^
so e non forzoso guai alla sua pelle.
Tegni el capell a la buia. ^. in
Capèll.
Bùra. Ad. di Tèrra. F. Terra magra in
Tèrra.
Buràtt. T. mor. Stamigna{Caro Àpol. 171)*
IhinaKo. Sorta di di*appo rado e tras-
parente — Oggidì specie di Saja — V è
anche il Burattinocke equivale a Sajetia.
Buràtt. Burattello. Quella parte del frul-
lone, ricoperta di buratto. a sia di
stamigna , iii cui si inette la farina da
abburattarsi.
Buràtt. Carpicelo. F. Burattón.
Buratta. Abburattare» Burattare. Cernere
la farina dalla crusca col frullone —
Notisi che Abburattare^ è anche si-
nonimo di Strapazzare , malmenare ,
quasi nello i^tesso senso del nostro
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BUR ( I
Buratià'-sà — Chi abburatta dicesi j4b-
burattatore e col volg. fior. YAhbu-
rattìna — La stanza doVe s^ abburatta
dicesi Baratterìa, V. Scima ria.
Baratta, fig. Bimugginare — Ferttilare*
Burattàa. Abburattato — Ventilalo,
Biirattà-sù. Abburattare{SaccheU Nov. 84)-
Lo stesso che Stroggià. f^.
Burattàda. pos. e fig. Abburattamento.
Burattàda.fig. Scossa, Dimenamento. Agi-
tamento.
Burattinàda. Burattinata (*tosc. , e Rime
d^un poeta pisano).
Burattón. Buratto. Abburattato/o. Frul-
lone. Macchina di legno notissima con
cui si cerne la farina dalla crusca.
Il suo verso è detto il Torototò del
buratto. Consta di
Burattón (propriamente detto). Cas-
sone ta Buratt. Burattello «s Borlon.
t» Battiroeù «« Canal.
Canale {Ùiz. art.) e» Bocca. Canaletto
(Àlh. enc.) ss Cassett. Cassetta,
Pari un burattón. Essere una tabella.
Aver più parole che un leggio. Dar
parole a un leggìo. Si dice di chi
non rifinisce mai di cicalare.
Burattón. fig. Ris^elUno. 2Ufmbamento.
Carpiccio. Rifrusto. Dirotta.
Dà-via o Toeù-sù on burattón (o
on buratt o ona sgionsgiuda o el foj
de gatt). Dare o Toccare delle busse o
boUe o percosse^ un ribellino, un zom-
bamento « ecc. Zombare, Suonar le
nacchere. Dar le frutta di ser Alberigo.
Burattón. Albagio. Grosso pannolano.
Burattón. Cassone (Diz, art.). Propria-
mente quella parte del frullone che
ha chiuso in .sé il burattello.
Burattón dicono in varie parti della cam-
pagna milanese per Bazzolón. F',
Burattonée, Fabbricatore e venditdr di
frulloni,
Bùrber. Carpione {^escé). V. Carpen.
Burba e Bùrbora per Bùlbera. V.
Bure Sui laghi d"* Annone e
d^ Isella chiaraansi cosi le barche da
vivajo, quelle che i Latini chiamavano
VivaruB naves^ e ì Veneziani dicono
Buregotzi o Burcìti. La voce Bure sì
legge anche nella Grida milanese 4
febbrajo 1669 e nei Daz. Mere.
Bure. Ad. di Per. K
Buréngh. ger Il cacio.
66) BUS
Burétt {che altri dicono Gambiroeù). Bura,
Bure. Prop. quella parte dell'* aratro
che gli serve da timone.
Burétta (Tèrra). F, Tèrra magra in Tèrra.
Burinéri. f^. Borinéri.
Burla. Burla, f^. Bàja, Kìd, ecc.
Burla. Burlare,
Soo ben . eh* el burla. Ella si fa
giuoco di me. La vuol la baja.
Se la va la va, se de no burlava.
S^ e* coglie colga: s^ ^ non vorrai a
dargnene {Cec<Aiì Servigiale I9 a), y*
anche in Àndà.
Burlétta. Burletta. Farsa 9 commedia tri-
viale, r antica Favola aiellana.
Andà a la burletta, fig. Andare a
Patrasso. Morire. P^. in Cagaràtf.
Fann ona burletta. Prendersi tro"
stallo di checchessia^Far le risa grasse
^alcuna cosa. Fame le maggiori risa
del mondo. Mettere in canzona.
Vess la burletta d^ona conversazion,
■ e sim. Essere la favola 9 il zimbello 9
il giuoco 9 il trastullo 9 /' uccello.
Burlétta per Irlètta. f^.
Burlettée. v. cont. br. Ciarlatano,
Burò. Scrittojo. Dal fr. Bureau, Lassà-giò
el burò. Chiudere lo scrittojo.
Burò. Ujicio. Cancellerìa. Burò(*iosc. e
Poema d^un autor pisano).
Burocràtegh(neologismo francese). Segre^
tariescOé Cancelleresco. Aggettivo di
stile 9 ecc. usato negli ufficif
Burón. Foce cont. idiùt. per Durdn. F",
Burorin. Dim. di Burò (jcnpania). F.
Bìis. Bu£0. Foro. Pertugio ; con voci di
dial. tose. Bugio -e Furo ; e con un
lombardismo usato dal Berni Buso.
Bus neghcr o Bus di erb. Forame,
Bossolo delle spezie, V. Cùu.
Cerca per tutt i bus. Cercare di
checchessia col fuscellino,
Dimm anca Bus negher. Dimmi la
maggior villania che sai.
Fa bus. hg. Fare colpo.
Fa on bus in Tacqua. F. in Acqua.
Fa vede per el bus de la gratti-
roeiula. K in Grattiroeùla.
Forma de bus. T. Fórma (formaggSa).
Passa per el bus de la ciay o de
la grattirceula. F. in Grattiroeùla.
Refi i bus. T. de'^Fabb. Ribucare.
Tceù o Medegà el bus del cuu per
ona piaga. K in Pièga.
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BUS ( 1
Trova el bus de dove yen fceura el
ratt. fig. llrovare V inchiovatura o il
bandolo della matassa. Trovare donde
procede la cosa.
Vardà dent d*on bus o per el bus
de la cìav. Guardare per un fesso o
un periugetio,
Vegni i ragner sul bus del cuu.
y. in Ragnéra. .
Vess tuU a bus. Esser bucheralo 9
bucheraticeio 9 buc/tereliato 9 forand-
noso 9 foraccfUato.
Bus. Ripostiglio. Nascondiglio. Latibolo,
Bus. Apertura, Opportunità, Occasione,
No gb'^è on bus. Non u*è vacazione.
Bus. T. pittor L^ultimo tocco
degli scuri.
Bus. Fogna, Coccio, V, Soradér.
Bus de la bacchetta d^on s^ciopp. ^hiu>
chettatura.
Bus de la cìav (per antonomasia). //
btu:o deiruscio.
Bus de Tacquiroeù. // buco deWacquaJo.
Bus del fìgh. Bellico, Quel buco onde
lagrima il fico.
Bàs del foghee. Buco del focolare.
Bus del fornell. Braàajuola,
Bus del gatt Gattajuola, K PoUirteùla.
Bus del nas. Cauemette, Buchi, -— > Nei
cavalli Froge,
Bus de passa in di sees. Forco. Jtlito,
Calla, Callaja.
Bus di erb. Forame, Bòssolo delle spezie.
Così chiamasi per ischerzo il sedere.
Bus di frut. Bellico, Quel buco che ri-
mane in quelle frutta là dove si spic-
carono naturalmente dal picciuolo.
Bus di pont de miu'ador. Covile,
Bus di ratt (appon e simili. Cunìcoli.
Bus di ustrument. F, Boeitsa.
Bus. ad. Bucato. Forato. Bugio. Buso.
Fóto. Facuo. Pertugiato.
Andà bus o busa. Andar fallito o
vóto. Fenir corto. Ber bianco. Tendere
nello spianato. Riuscir bianìut '^^V è
andada busa. Questa l^n^a non Uro
sii nulla. La pania non tenne.
Man bus, Oss bus, Pont, bus» ecc.
• F, Man, Òs%9 Pónt, ecc.
Pignatta busa o Zufcca busa o Coo
bus. Zucca vota. Zucca da sale. Zucca
al vento. Tèsta busa. Dicesi di per-
sona vana e che non abbia in sé sa*^
pere, abilità o prudeuzat
67 ) BUS
Bàs. Arido, Vuoto. Senz'amnuu Dieesi
de"* frutti con guscio inani»
Nos busa. Noce vuota.
Pianta busa. Pianta vota, F. Piénta^^
Bus. Ad. di /Gran o Foraiént. Intignato
(Sacchetti). ■
Busa. Buca. F. Fòppa.'
Basa de la colcinna. Caleinajo (Ciato
Apol. p. aa5; vedi chi parla).
Busa. Taverna. Béttola..
Busa. Buca. Ognuna, di quelle buche le
quali veggonsi ai quattr"* angoli e a
mexEO le due matlonelle più lunghe
d'^un bigliardo — Fa busa. Far biglia.
Cacciar la palla in una delle buche.
Busca» Bruscolo, Brusco. Busco. Fuscello9
e ant. Busca.
Ave i busch in di oeucc. fig. Aver
le traveggole o le travvegole.
Dà a tutt i busch. Tirar ,r ajuolo.
Tirare a un luì. Bere d* ogni acqua,
Ffr^iò i busch. fig. //isii/io/«aiv.J'iii^
giare, Ligiare, F, in Savdn.
Ogni busca pei* lu Tà on carr de
fon. F, in Càrr.
Poeca busca! Eltò una fava. CiU^
cheri. F. Mincióni!
Savé fass i busch foeura di gbucc«!
fig. F, in (Eùcc.
Tegni a man i busch . e. tranvia i
tràvoi. pr. br. F. in Guggiàda.
Tra i busch in . di oaucc. figi Far
venire le traveggole*
Vess foeura di husch. fig. Aver Ut-
sciato il pappo e il dindi o Essere
uscito della bàUa{ìlLQùo&, 69). Essere
ogpmai grandicello; più intensiva-
mente Essere oggumU fra gli adulti ;
e comicamente Aver saliato la grana-
ta. Esser uscito di pupillo»
Busca Il rimasuglio della spica
dei riso che rimane dopo la ventilatura.
Busca. Toccar delle busse,- Essere percosp-
' so. Il Buscare dei diz. vale procacciar-
si, ottener checchesaia con industria.
Biiscà-sù quejcoss. . Buscare o Buscarsi
checchessia,
Buscàa. Buscate. Nome d'Anna terra del
. nostro contado usato nella fVase fig*
Andà a Buscaa. Toccarne. Toccar
delle bitàse. Esser chioccaUh
Buscàj (s. m. usato per. lo più al pi.).
Bruciaglia ( Salvini nol£ alla Perf.
. Poes.. del Murat. IH, 36 1 edix. mil»
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BUS ( I
Glas. tt. 1891). Trucio, Truciuolo. Brur
dolo. Fuscello, Taccìda,
Dà a tiitt . i busca). Tirare a un luì.
"Baschèii. Bruschette. BuscltetU. Giuoco.
Giugà ai buscheU. Giocare alle hrun
sekette o alle bttschetU. Pigliar tanti
fuscelli o fili di paglia non eguali >
• quanti sono i concorrenti 9 e tenerli
accomodati in modo che non si veda
se non una delle due testate» dalla
^nal part« ognuno cava fuori il suo,
e vince chi toglie il. fuscello maggiore
o minore 9 seooùdochè da prima si
è stabilito. Il Forttguerra(RÌ€c. XOI,
• 88) disse Fare a lunghe e corte paglie.
Tirà-sù i buschete. ..... Trarre
checchessia a sorte; quello che i Fr.
dicono Tirer au court Jetu a à la
courte palile. Vedi sopra Giugà.
Buschètia. Bruscolino. Bruscoluizo. Bur-
scolino. Fiisceilino. Fuscellazzo.
Boscin e Boscìa. Giovenco, f^itello. Boc-
cino^ e col fialdovini Buceììo. Torello.
Vend o Compra la vacca col buscin.
y. in Vacca.
Bdscinàtt (cAe andìe dicesi Vedellàtt).
Venditor di vitelli*
Buscinna. Kiiellina.
Busción. Turàcciolo di sughero. Dai Ir.
Bòuchon. Saltà->via el buscion
Bali&are il turacciolo da qua a là.
Sauter le bouchon de^ Francesi.
Buscionln. Turaccioletto di sugltero.
Bosècea» TYippa^euiX. lenire. U ventre
delle béstie grosse, come vitella,
bue, ecc., che tratto da loro e ben
purgato e condito osasi per vivanda.
Busecca de coradella. PiccMante
(*tosc.)— I dia. dicono che il Picchiante
è manicaretto fatto di carne battuta ;
ma io sono assicuralo da .varj Toscani
che sotto questa voce essi intendono
assetatamente il pasto, cioè il pul mo-
ne delle bestie bovine minuzzalo e
• ridotto a pietanza.
Busecca riaza o franzesa o a la frao-
zesa. Budella di vitello? 11 centopelle
ridotto vivanda.
Fa busecca, fig. Far macello. Far
polpette e cervellata. Far carne. Fe-
rire. Ammazzare.
Busécca (scherz.). Musica^ e specialmente
di chiesa. Il BuonaiToti nella Tancia
scrisse io sig. affina al nostro Muséca.
68 ) BUS
Busécca , e com. al pi. f. i Busècch. Bu^
delti. Budella, r. anche Buèll e BudélL
A.ndà-giò i busecch de la famni.
Lo stesso^he Andà-giò i sere. K. Sére
Andà i busecch la procession o in
fonzion. Gorgogliare U corpo.
Ave 1 busecch largh assee* Aver
bulimo o appetito canino.
Barbottà o Cria i busecch. Gorgo-
gliare il corpo. .
Busecca mastrayra' contadini hrianz.
è lo stesso che El Buèll. Jl retto, f.
Fa trà>sù anca i busecch. Far rece-
re gli occhi o le budella o il cuore ; e
pari, deir effetto di cose stomachevo-
li Farebbe stomacare o recere i cani.,
Mettegh i busecch al coli a vun e
fann ona colanna. . Cavar l'anima dai
guscio. Ammazzare uno.
Perd i busecch. Non se ne tener
brano. Cascare a brani.
Sentiss a rescià-sù o a streng-sù i
busecch. Sentirsi agghiacciare il cuore.
Se s'^accorg i busecch, pò ver ti. • . .
Si dice per ischerzo a chi fa il la-
montone per un qualdie taglietto da
nulla o per alcun mule da biacca. I
Francesi dicono Si tes boyaux sortent
par /à, tu en iiMwrr(fs(Roux. Dict.)*
Sgurà-giò i busecch. •% Far buona
Slai^à i busecch. S cera. Fare
Smorba i busecch. ) baonfianco.
Cavar il corpo di grinze. Cavar di
pan duro. Alzare U fianco,
Sonador che fa. resela i busecch.
Dicesi del pessimo sonatore
che col conliuno stonare lacera gli
orecchi di chi ha la sciagura di udirlo.
Il Bacleur de boyaux de^ Francesi.
Tira la caroccia coi busecch. Esser
un gentiluomo riarso ( Dav. Tac. Ann.
II, p. 65). JSssere tolto titoli disunti.
Quello che SeneGa(Z)e beneficiis II, 27)
disse aver paupertatem sub hanore
nobititutàs laborantem.
Busècch. s. m. sing. Busecclùo. Busecchia.
Budellame.
Busecchée. Trippa juolo. V. Busecchéra.
Busecclìéra. Trippajuola. Ventrajuola.
Venditrice di trippa. Presso noi questi
ventri Tendonsi dai busecchée^ cioè
dai Trippajaoli o yentrajuoli.
Bttsecchln. Sanguinaccio. Vivanda fatta
di sangue di porco, fior di latte.
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BUS (
cipollina, hurro, strutto, cacio grat-
tato e drogherìe imbudellate. Fra noi
si vendono, allacciati e acciambellati,
a lazz ; per solito ogni lasz è com-
posto di due ciambelle ( ofucc ).
Busecchin. SalUtmindosso. Voci scberz.
denotanti un vestito misero e scarso.
Buseccbinna. BudelUno,
Busecchlnna (la) . . . Dicesi per vezzo del
pasto ridotto vivanda, cioè a picchiante.
Buseccón. lappone*
Buseccón I provinciali nostri
circonvicini regalano questo nome a
noi Milanesi credendoci oltre il vero
ghiottissimi della trippa ridotta a vi-
vanda che ne sentono chiamare bu-
sécca^ non mai in quel senso che
danno gli Ai*etini al loro Busicone o
Busiconaccio 9 vale a dire di Persona
che pensa per se sola e vada il mon-
do in carbonata (Voc. aret.). Anzi i
Bergamaschi ci chiamano più comune-
mente Ba^ià in quel senso remissivo
che è sinonimo del nostro Bon Jm-
hrosian ( uomo alla buona , casalingo),
del quale non è chi non vorrebbe
menar vanto. Questa specie di sopran-
nomi , tratta dalle vivande che questa
o quella gente predilige, è comune
fra i popoli d^ Italia. Perciò sentiamo
nominare Magniafoglie o Caca foglie o
Magniamaccheroni i Napoletani ; Ca-
c^foglie e Mangiafagiuoli i Fiorenti-
ni e i Cremonesi; Mangiapattona o
Mangiapolenta ì Lucchesi ; Mangiazuc-
che i Ferraresi ; Mangiapane i Pratesi \
Panunti gli Abruzzesi; Bagnón i Par-
migiani , Mangiaìasche ì Perugini j
Cipolla] i Sanse veri nati e i Comaschi ,
e simili. Tali nomignoli anziché avan-
zi d** odj municipali , sono piìi presto
da considerarsi gare carnascialesche
e scherzi innocenti ogni volta che
escano di bocche o penne non mos-
se da animo malvoglicnte. In ogni
tempo, dicono i Deputati alla corre-
zion del Boccaccio , furono certi detti,
parole e pronunzie proprie de^ paesi
delle quali si vanno poi fra loro mor-
dendo per piacevolezza i vicini ; e cosi
pure SI vuol dire di questi nomignoli
da condonnrraisi ogni volta che per
ragion deir opera mi e forza addurli,
come se li sperarono condonati il
^ol. I.
169) BUS
Galliani nel Voc. nap, e il Monosini
per le ragioni da essi addotte, e
specialmente dair ultimo a pag. 558.
Bnsée. Tavemajo. Taverniere. Bettoliere.
Colui che frequenta le taverne.
Busegàtter. Bugigàttolo, Stanzibolo.
BiisUles(Chl Tè el). Qui sta il busillis. Qui
è dove giace Nocco , cioè la difficoltà.
Busln. Bucliino, Bucolino, Dim. di Buco.
BusiroBÙla. Bucheràltolo. Fessolino,
Cont i oeuoc in busiroeula. A occhi
socchiusi, y. anclie (Eàcc.
Dervi in busiroeula. Tenere a fes-
solino{*iosc» e Rime d^un poeta pi-
sano) — Fra Bada o Tegnì in bada o
badaa o in badiroeula e Tegnì in bu-
siroeula corre lieve differenza. I primi
significano chiudere, il secondo apri-
re, però sempre in modo che vi
rimanga un fessolino. Dicesi anche
Lassa o Meli Vuss in pollirceula,
Sarà-sù in busiroeula. Socchiudere,
Babbattere. Tener socchiuso.
Bnsiroeùla. Gatiajuola. Buco nelPimposta
delPuscio da passarvi il gatto.
Busiroeula. Graticcia» Quella dei confes-
sionali o simili, y. Grattiroeùla.
Busnàgh. 1 ,
Busnàsc. P'.a.A;iicr4J./>erpte«o.r.Cùu.
Busnasciàda. v. a. Sculacciata,
Busoeù per Bisoeù. y,
Bùss. roce die s'usa nella frase
Nò savenn ne in buss né in bass.
Esser dotto in Boezio. Sapere o Aver
imparato due h, y, Savé.
Busserà. Bussola, Quella specie di pa-
ravento che si fa davanti agli usci » e
spec. alle porte delle chiese e altri
edifizj pubblici, per riparar dal freddo.
Busserà. Bossolotto, Vaso da raccorrà
Pelemosine.
Andà ai busser. Paracqua da occhi.
Bianda ai busser. Condurre al la-
strico. Ridurre in povertà.
Busserà de la posìA. La Buca(hedi Lett,).
Cassetta{Aìh. bass. in Botte). Specie di
tambura pubblica sempre aperta alle
lettere scevre da tassa d^ impostazione.
Busserà de la saa. Scodella da sale?
(Risoluto Son. fra le Op. del Burch.
y e 8). Zucca dal sale. Cassetta del
5a/e(*fior.). Saliera(k\h, bass. in Saliè^
re). Corrisponde al tedesco Salzchnehel
e al francese Saloir o Saunière o Sa-
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BUS ( I
lihre. Pare che si possa dir anche
Bossolo^ se vogliamo star alla defini-
zione che ne dà TAlberli bass. in iS^
Uère. È quel va^o di legno che foglia-
mo tenere sul cammino di cucina con
entro il sale d'auso giornaliero.
Busserà del fen QuellMncana-
latura d^'asse che dal fienile risponde
alla stalla o alla scuderia e per la
quale si manda il fieno alle mangia toje.
Gli Udinesi la dicono Trombe dal fen
e i Reggiani Tromba d' la tezsa ( che
il Voc. regg. volta poco felicemente
in Abbattifieno dal fr. Abatfoin). In
Toscana non usa comunemente » e do-
ve esiste parmi sia detta Tromba,
Busse rèe. Scaccino (*fior.). Mandatario
(^rom.). Servo di chiesa» forse cosi
detto fra noi dalla busserà cVè quel
bossolotto eh' e** porta per ricercar la
limosina, e Scaccino da' Fiorentini per
lo scacciar eh' esso fa di chiesa i cani.
Bedeau, e i Tedeschi Messnero Kir-
chendiener — Quando lo Scaccino va
È quello che i Francesi chiamano
cercando l'elemosina dircbbesi Cer^
calore. V. in Cercòtt.
Busserée. Ramarro, Quello fra gli scac-
cini che fa il rcgolator di processioni.
Busserèll. Bocciuolo» Cannello.
luscd a busserell , Fà-sù a busse-
rèll. y. in Insed, e in Fa.
Busserìn. Bòssolo. Vasetto di latta o si-
mile che s'iuta da'poveri» e speùa!-
mente dai ciechi, per raccor l'elemo-
sina che vien loro fatta alla giot*nata.
Busserin. MbereUino(*^\OT)'i Bossoletlo?
Si dice spec. di quel vasetto di legno
. più piccolo della ^U55era in cui si tiene
il sale più lino per uso della cucina.
Busserìn. Boccinolo, Cannello.
Insed a busserin. K in ìosed.
Busserìn. . . . Arnesetto di bossolo o di
cuojo, del quale usano le donne per
estrarre i capezzoli allorché piatti di
soverchio* lasciano per cosi dire cieca
la poppa, e difficoltano l'allattamento.
È fratello di quel che il Gior. agr.
XI, i49 chiama Caffpelletto con ca-
pezzolo itrtijiciale. Il Poppatojo dei
diz. è a diverso uso.
Busserìn Ciotolino o scodel-
Ictta di latta o simile in cui è una
sp ugnella inzuppala d'acqua, che le
70 ) BUS
donne si tengono a cintola quando
stanno filando per immollarvi la punta
delle dita. Questo scodellino viea
detto volgarmente Mouiiloir da'Fr.
Busserinna. Ad. cTÀnima. Propriamente
Anima busserinna è da dirsi quel
verguccio nudo di scorza eh' esce dei
boccinolo procurato per innesti o zu-
foli. £ perchè sia il cavargli la buc-
cia intatta, sia l'adaltarae una parte
ad anima di zufolo sono aflfdri scon-
trosi che fanno talora dare in impa-
zienza, COSI dal gridargli dietro il
nome a mo'di corruccio siamo venuti»
cred' io, a sclamare altrettanto contro
chiunque non faccia o faccia male ciò
che gli si è chiesto, ogni volta che
per amore di persona o d'onestà non
vogliamo dare in peggio parole.
Busseròlt. T. de'Carr. Piatto. Cerchio
piano,' infilato alla sala, che spiana il
mozzo delle ruote e lo ripara. VEkirce
dei Latini. Fermasi colla f^ite o Madre-
vite o Dado o Galletto della sala che
così credo dir si potrebbe, chiaman-
dola anche i Francesi Écrou d'essieu»
Bttsseròtt Arnesetto rotondo
di legno che per lo più ha puntine o
merletti da una parte y per uso di far
lavoretti di maglia. L''Alb. bass. in
Fuseau contrappone la voce italiana
Traf asola; ma parmi con errore, che
Traf asola intendesi, credo, soUauto
per una specie di matassa di seta.
Busseròlt. Bòssolo. Bossolotto. Acetàbolo.
Busseròlt Ognuno di que' due
come zoccoletti ne' quali sono inastati
i due ritti del teiajo da tessere cape-
gli per parrucche.
Busseròlt o Bussolòtt. Palinone? Sp. di
bossolo che si mette in cima al ver-
f^tMo (baccJietton)^ ne' fori del quale
s'infizzano i ^BmoniiffaCcìusU) e le "^v^
lÈÌuzzeQfacchettinn) da acchiappare gli
uccelli a civetta.
Busseròlt Sp. di congegno
per cogliere le talpe.
Busseròlt Specie di cartoccio
coir orlo inveschiate, e inescato nel
fondo , che s' usa infizzalo nelle nevi
per far caccia di corvi.
Busseròlt Assito che si fa
dinanzi a quell'imposta d'una porta
da strada che si voglia tenere il più
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BUS ( 171
del tempo chiusa. È una specie di
risalto che finisce saperiormente a
barbacane giiignendo solo a mezze
le imposte. Serve a empiere il Tano
della porto dal mezso in giù e pareg-
giarlo agli stipiti 9 impedendo cosi che
altri faccia di quel vano pisciatolo o
cesso, e dando tuttavia campo d*a-
prire la porta a un bisogno.
Busseròtt. Bocciuoèo. Quel cannello che
per la codetta sminasi a suirago(ra la
spinna) dei candellieri da chiesa, e
nel quale si pianta la candela.
Busseròtt o Bussolòtt. Bussolotto,
Giugà ai busseròtt Giocare di mano
.0 di bussolotti o ili bagattelle.
Giugador de busseròtt. BagatlelUete.
Giocatore di bagattelle. Giocolare.
Bùssola. BoccagUa, La parte più grossa
delle coma toltane la punta.
Bùssola. Bussola (delPago calamitato).
Bùssola {o anche Tazza) ....'. Porta-
punzoni da conio. È di bronzo e serve
per incidere i conj.
Bùssola per Busserà. V,
Bùssola del center o Boètta. T. deTorn.
Bussola? Dado da tornio?
Bussolòtt. Boccinolo.
Insed a bussolòtt. y. in ìnsed.
Bussolòtt I manifattori di ta-
• bacco danno questo nome al cartoccio
allestito per ricevere il tabacco(òoe<la)
finché esso è voto.
Fà-sù i bussolòtt Accar-
tocciare i piombi pel tabacco.
Bussolòtt per Busseròtt 4;» tutti i suoi sig^f^,
Bussorìn per Busserìn in tutti i suoi sig, V,
Bùst. Busto» Nome proprio di paese.
Vess de Bust. Esser tondo di pelo
o grosso. f^Badée-^ I Crespi, i Bonsi~
gnori, t Bossi, gli Alberti danno però
solenne mentita a questo dettato per
• Busto, come altii Valenti la danno per
molli al trt^ paesi soggetto di pari celie.
Pari el Domiiié de Bust. r. Domine.
Bùst. Busto. Imbusto^ e dottr. Torace.
Fra noi Bust si conserva in questo
sig. solo tra i pizzicagnoli che io sap^
• pia, dicendo essi Bust de porscell.
• Imbusto di porco?
Bùst. Busto — Bust cont i stecch. Busto
sleccato {Fsg. Pod. spil. IH, 11).
Bust-de-ferr. Corazta, ed anche
chi lo porta Corazziere. Corazza.
) BUT
Bust«e-socca. Busto e gonnella(Par
giupli Rime^ P. iy.% capii. 5t). Cor-
risponde al Cass o Cassati dei Friu-
lani e al Casso degli antichi Veneziani ,
di cui veggasi l'App. al Diz. ven.
Bùst. s. m. pi. Busti? Quei ritratti di
santi aureolati o mitrati sculti in me-
tallo chemettonsi sugli altari inter-
secati da^ candelabri o dai reliquiari*
BÙ5ta. Busta. Guaina grande da posate
o Custodia da libri.
Bustìnna. Bustino, y, in Fassètta.
Bùtl. Germoglio. Germe. Bampollo. Messa.
Messiticcio, Gettata,
Bùtt. v. cont. Motta.
Rùtt. V. cont. Sciame.
Bùtt. Occhio.^ Gemma. La prima messa
deUe piante — Cacchio delle viti — •
Mignolo deir olivo — 7\irione delle
radicacee — • Bottone dei fiori. — Ai bo«
lanici Svernato jo.
Andà-via i butt. Ammutolire. Acce-
care ( neutro ).
Tirà-via i butt. Accecar le piante^ le
PÌIÌ9 ec. Troncarne gli occhi, le messe.
Bùtt(Oass de), y, in Dà.
Butta. Buttare, In generale però noi in
vece di Butta usiamo il verbo JYà
colle varie preposizioni. K
Butte Iceura Tacqua di barch. J^
goltare.
Butt^-là. Mandare, Buttinlà ona pa-
rolla. Slanciare una parola.
Buttass-foeuraoTrass-foeura.^'.mTrà.
Buttass-giò sul lett o sim. Coricarsi.
Corcarsi. Colcarsi. Accorcarsi — Vatt
a buttà-giò on poo. yatii corica -—
Se semm bnttaa-giò su Terba. Ci
gittammo stanclU sulVerba -~ El s^ è
buttaa-*giò come on asen o oa porch.
kVabòioSciò* S'appanciollò. Si ulrajb.
fiuttella-sù, via. Ditelo mai pia
(Fag. Av. pun. I, 5).
Buttà-giò (pari, di grani). Allettare.
Buttà-aù. Becere, y. Trà-sù.
Butte. Accadere, Quel che butta butta.
Succeda che vuole. Quel che vien viene.
Butta* Mettere. Oémnogliare. y. Cascia.
Butta, yerbo die fra i contadini dell'Alto
Milanese tiene luogo per lo più del
verbo Essere e di molle diciture che
neW italiano e anche nel parlar nostro
cittadinesco hanno tutt^alira vesie^ non
ci essendo rimasto che il Butta invera
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BUT ( I
e IL Butta a bon cunt. Ne soggiugnerò
qià alcune delle più usuali:
Butta beli temp. Far bel tempo.
Butta brutta. Esser bruita.
Butta cold. Far caldo.
Butta gìald, negher, ross. Esser
giallognolo , nericcio , rossastro.
Butta U sott. Parer lì sotto.
Butta sempi, savorii, ecc. Biuscire
sciocco o insipido^ saporito^ ecc.
Butta straccb, ecc. Essere stanco^ ecc.
El gbe butta quij d^Oliya. Vi capi'-
tano^ W si trovano 9 ivi contengono
gli uomini d'Olisca.
Butta, y. cont. Sciamare.
Buttàa e Buttaa-giò. r. in Butta.
Buttàda. Gettata. Messa. Pollone. K Bùtt.
Butlàda. Sfucinata. Infornata. Quantità,
gran numero a un tratto.
Buttàda , e per lo pia Bonna Buttàda.
Buona detta ^ e vale Buon avviamen-
to, buona occasione.
Buttàda. Gittata. Gettata. Tiro.
Buttàda. iig. Ondata. A buttad. J riprese.
La va a buttad. f^a a sbalzi o balzi.
Buttafoeùra. T. de^Gomm. Buttafuori. Man--
dafuora. Scenario, Il Mandafuora è
alquanto dilTerente dallo Scenario, ma
spesso si pigliano uno per T altro:
propr. però il Mandafuora o Buttafuori
è Colui che avverte gli attori di quan-
do hanno ad uscire sul palco, e lo
Scenario (che alcuni dicono Tabellin)
è la Distribuzione delle scene appic-
cata alle pareti per regola comune.
Buttalà. Jbborracciatore. Jcciarpaiore,
Ciarpiere. Uomo a casaccio 9 cioè in-
consideratissimo; e forse fra noi ven-
ne cosi detto dalla moneta parmigiana
dello stesso nome stata sbandita più
volte, e da ultimo verso il i65o.
Fa i robb de buttalà. Far le cose
alla babbalà^ a babbocdo^ alla sfa-
tala ^ alla sciamannata. Ciarpare.
Xess on buttalà. Essere un via là vie
loro{ìAaLchìttv. Op. IX, 166). £sser .
uomo a casaccio, negligentissimo.
Buttandòss o BuiXmèòes. Saltamindosso?
Spezie di veste.
ButUvàn. CacciabotU. Ferro da fare gli
sfondi dMntaglio. Dal £r. Boute^vant.
71 ) BUV
Buttér (o Butér). Butirro. Burro.
Butter bus Butirro per
difetto di latte o di lavorazione oc-
chiuto e non bene appastato.
Butter de cason Quello
che si fa nelle cascine fotnnali, in
gran quantità, assai grasso e di na-
tura sua di color pagliato carico.
Butter de montagna. . . . Quello die
si fa dai montanari , ed anche quello
che fa ogni contadino da sé in poca
quantità, magro « bianchiccio, acquo-
so, scoppiettante quando si frigge.
Butter gittaa. Burro cotto{così nelle
Tar. fior.). Quel butirro che fu sti*utto
a solo fine di serbarlo per lungo
tempo senza ch^e^ si guasti.
Butter stantii. Burro vieto*
Ave el cuu in del butter. fig. Nuotar
nel lardo. Stare in sul grasso.
Grass come on butter. Grasso bror-
caio. Baggiunto. Arciraggiunto.
Guari d bugnon a reson de malba
o de butter. F. in Màlba.
L^è on pan de butter. F. in Pan.
Nodè in del butter. «S/one in panciolle.
Sta fresch come el butter stantii.
V. in Frèsch.
Buttér dicesi anche d'altre cose ridotte
a consistenza burrosa^ Butirro o Burro,
come Buttér de cacao. F. Cacào e sim.
Buttér. Ad. di Per. F.
Butterée. Barra jo. Chi fa o vende burro.
Butteréra. Burraja ? Moglie di burrajo, o
Douoa che vende burro. F. in Ziléra.
Btttterón. ..... Burro sostanzioso di
molto i il Beurre gras de^ Francesi.
Butterós. Burroso. Che ha del burro*
Butterùsc Butirro vieto o cattivo.
Butti. Foce usata nelle frasi
Avegh o Sentiss i butti. Sentir suo^
nare la lunga. Aver fame. F. Fàmm.
Scoeudes i butti. Torre una satolla.
Cavare il corpo di grinze. Sfamarsi ^
e scherz. Stramarsi.
Buttindòss. F. Buttandòss.
Buttón. Urto. Urtone, Spinta.
But;tonàda« Urtone. Spintone.
Buttonàss. Far agli urloni. Darsi spintoni.
Buvij. V. a. Tritoni. Bruchi. Uomini po-
verissimi, abbietti, mal in arnese.
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VJ. a. La kUera G. l^edi Ce. . ,
Cà. Qua. Abitacolo* Abitazione, Abituro*
Jhitanta* Abiiagione ; in istil poet. Mofm
gione^ e aiit Ca e Abitaggio -:— Dì luogo
- pìen di case 9 àice$ì . ch^ è bene acca-
saio; e ò\.i{m Accasare i poderi^ ecc-
A cà. fig. A ^ttéga(MoDÌg. Pod* di
Colog. m, io), e di 4|ui Tegni el eoo
a cà. K pia innanù»
A cà de Barlicch. A casa maledetta.
A casa calda, A casa del diavolo*
A cà de Dia. Nette France marem-
me. In Orinci. In Chiarennam In CSbie-
radadda. Vale in lontanissimi paesi.
A cà mia. fig. A casa mia(co8Ì il Berni
- BcU^OWondfo innamoraio XXVIII, 4),
cioè Secondo me 9 A mio dire o vole-
re -—* A cà mia s^usa inacL A casa
. mia la è così. Nel mio sì^ la cosa sta
così. La voglio cosi. Così voglio. Cosi
debb'essere. f^oglio risolatamente così.
A. la cà di can. y. in Cào,
Andà a cà del diavol calzaa e ye-
stii. K in Diàvol.
Andà a atà de cà in d''on sit. Prenr
der casa in alcun luogo*
Andà a toeù saa, e poi*tà a cà peyer.
f^. in Péver.
Andà fceura de cà* Spartirsi
dal ceppo della famiglia; chi s^è cosi
spartito dicesi dai contadini toscani
/^iwaci(o(Gior. Geor. XIII, 168).
Andà fceura de cà. Uscire; e fig.
Uscire di solco o del seminato. Andar
fuori di strada. Darla pei chiassi.
. Uscir di tema, d'argomento.
Ave el pan in cà. fig Ayer
checchessia sotto le mani ; talora s'usa
in senso di Non è più beli* oMnar. che
in vicinanza , o yero -Non è pia bello
amar che la vicina perchè veder si
. può sera e mattina{Ge]ìi Err. I , a).
Ayegh la cà in eoo. Aver niente
. che sia al sole. Non poter dire come
, il nibbio mio mio. Non amter che perdere.
Avegh minga la cà in eoo. Aver
del SUO' al sole. Non esser un tritone.
Avegh a noram toma a cà
Aver ad essere restituito. Nel prestare
altrui checchessia taluno dice: 7*e% ma
varda che V ha a nomm Toma a cà;
ed è come dire: Abbilo ^ ma sovvengati
' di renderlo. Abbilo <9 ma eh* e* sia dei
Tomabuom o d^Tomaquinci con un
modo che io avventuro traendolo da
cognomi toscani.
Ave anmò de mett on pè foeura
de cà. Non aver cavato pie di soglia.
Ave on cuu grand come oua cà.f^.Cùu
Cà che la gh'ha tutt i so cotnod.
.. Casamento agiato. Casa agiata.
Cà che la par ona catatomha. Una
tomba d'uno stanzibol bujo. Casa buf
ja^ oscura 9 tetra ^ da piattole.
Cà che va in ruvrnna. Cosatone . Ca-
solare. Casa cadevele , diroccata.
Cà de campagna. Casa di villa ^ di
campagna 9 campereccia.
Cà de carton Casa pochós-
' simo solida V casa con mura troppo
sottili} casa che ha pia il modo da
- parer fatta di carta che di pietra, come
dice il Vas. yiL Pii. Proem. p. 43, seb-
bene con qualche diversità di valore.
Cà de corecion. Casa di correùone.
. Prop. luogo dove si tengon chiusi a
corretione i discoli; da noi però oggidì
Casa di forza o ergàstolo o Ergàsùdo.
Cà de lader. Casa da confinarvi as"
sassini. Spelonca. Casaccio 9 quasi ri-
cettacolo di malandrini, cioè pessima.
Cà de matt. Una mano di pazzi.
Cà de Pilatt. P". in PiJàtt.
Cà de pison Casa da pigione
per quel contadino che non avendo
terre da coltivare con casamento as-
' segnato per giunta di mezzadria , dee
. ricorrere a una stanza ad affitto.
Cà d' industria Casa ove
dal pubblico si- somministra lavoro e
sostentamento ai poveri.
Cà di matt. f^. Senàvra.
. Cà di pitt . Bossolo delle spezie. y. Cùu.
Cà di pover mort. Casìpola. Casa
ÒUfa^ tetra 9 disamena 9 malassetta.
Cà di sett vent. Spazzavento. Casa
mal fornita di coperto e impostami
dove il vento può far di grandi prove.
Cà casca, cens cessa, teren ten. Cìd
ha casa e podere può tremar ma non
. cadere (Monos. 53o«a Buoni Prov. II,
169). A dimostrare la preminenza in
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CA ( 174
genere dei poderi, ed anche a signi-
ficare esser bene limitarsi nella casa al
bisogno e stendersi pei fondi fin dove
si può aggiugnere colla propria vi-
gilanza vale altresì un proverbio vol-
gare toscano che dice Casa guanto
capi, terreno guanto vedi, I Sanesi in-
vece hanno un proverbio il quale dice
che II censo ha il vantaggio che non
vi piove sopra (Bandini Discorso ecc.
sulla Maremma di Siena^ p. i55, ediz.
mil* Econ. itaU); proverbio compro-
vante r avvilimento agrario in cui
era in andato quella provincia.
Cà faa e fond desfaa. Casa /atta e
terra sfatta (Las tri Prov. V, 269). Casa
fatui, possession disfatta (Monos. 383).
Dettato con cui si vuol denotare Tav-
vertenza da aversi nel comperare beni
stabili , poiché le case fatte si danno
sempre per meno di quello che co-*
starono in fabbricarle , e i poderi ro-
vinati si hanno per poco e da chi
b" intende d** agricoltura sono ben pre-
sto fatti rifiorire e messi in grado di
fruttare assai al loro compratore*
CÀ fenida o pientada. . . . Casa ben
fornita, che ha tutto il suo biflognevole.
Cà fittada. Casa appigionata o alio^
gota a pigione o data ad ajffitto,
Cà minga mala. Una buona casotta
o casoccia,
Cà senza so. Casa a bacìo, all'ug-
gia, al rezzo» Casa ove non baile sole
o che non vede sole*
Cà soa « poeu pù. Casa mia, casa
mia, per piccina che tu sia, tu sei
sempre casa mia — ed estensivamente
Scalda più il fumo della patria die il
fuoco altrui — // pane altrui sa. di
sale — e per affinità Tristo a guelV uc-
cello che nasce in cattiva vaile*
Cà vceuja o desafliltada. Casa spigio-
nata, vuota, disabitata*
Chi è mincion staga a cà soa. f^,
in MÌBción.
Chi è staa a cà del dia voi, sa cossa
ghe fan. fig. Chi vien dalla fossa, sa
che cosa è il morto.
Chi no sa fa foeugh no sa fa cà.
r, in Foeùgh.
Chi sbianca la cà, le voeur £ittà.fig.CAi
imbianca la casa la vuol appigionare.
Chi si liscia e s^adorna vuol piacere.
) CA
Dà el foeugh a la cà. fìg. Sbraciare.
Sbraciare a uscita. Scialacquare.
Dà noeuva de cà. fig. Riscaldare gli
orecchi a uno. Lo stesso clte Dà oa
felipp. f^. in Pelipp.
Dà-via on useU per tira a cà oa
porscell. F, in Porscèll.
Dinn ona cà. rotare il sacco. Scuo-
tere i pellicini del saccq. Dire altrui
tutto quel più che un sa.
Donna de cà. Donna casalinga^ buona
massaja, masseriziosa , risparmiante.
Dò nos in d^on sacch e dò donn
in d^ona cà fan on gran ciass. f^,in Nds.
£1 ghe mettarav la cà in eoo. Gli
darebbe il cuore. Dicesi per dinotare li-
beralità sonuna d^uno verso alcun altro.
Fa andà in cà on teren, ona vi-
gna, ona possession. Fare a sua mano.
Far lavorare a sua fiuuio(Last. Op.
IT , 66). Metter le terre a mano o Col-
tivare a mano (Gior. Georg. Xil , 187).
Far coltivare i poderi a opere gior-
naliere o annuali; non gli allogare a
fitto o a mezzadrìa.
Fa cà. jiprir casa, Reussi a fa cà
lor de per lor. Ridiursi a stare da sé.
Esser liberi di sé (Lasca Spir, IV, i).
Fa el pan in cà.> fig. y, in Pan.
Fa i face de «à. F', in Face.
Fa sta li de cà. fig. Far stare al
filato jo. Far filare. Tenere in cervello
o in tuono.
Fava mej con quii dance a andà a
cà de Foifellee. F. in Offellée.
Fitt de cà. Pigione, e met. F, in Pìtt.
Giacche la cà la bi*tisa, scoldem-
mes anca nun. Se Camaldoli va a sacco^
vo'* qualcosa anch^io{¥Bg, Ast. bal.ì, 2).
S^ei. butta il suo, ne vo'^avere anch^io.
In cà soa ognidun è padròn de
fa quell che el voeur. In casa sua
ognuno é padrone {ÌILomoB, a3o).
La cà granda. gergo. . . L'ospedale
. — Efl anche La casa dei eeppi{*^r,
Salvad. p. 60). Le careeri.
La cà la bnisa, demroegk el fosugh.
fig. La rovina non vuol miserie. Siamo
già carichi di debiti , non la 'guar-
diamo a buttare sempre più»
La va la va , la tira adree la cà.
La si porta la casa appresso. Dicesi
della lumaca perchè si porta seco U
guscio in cui è chiusa.
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CA ( 175
La gaijnna che va per cà rimpiss
el goss che nissun le sa. f^* in Gaijuna.
V è la cà del Bentivoglio. . . È casa
in cui tutti sguazzano, in cui il pa-
drone fa continuo scialo, ove il inatto
fa la festa e il savio la gode.
L'^è la cà del Mancatutt o de la Mi-
seria. • . È la casa del Bisogno , della
Penuria, ove è difetto d^ogni cosa.
L^é la cà del Signor. È la casa del-
V abbondanza (Oìj^ì l\ag. 577). Ella è
una dogana, È una casa come un mare,
m L^ingann el va a cà de Tingannador.
f^ in Ingànn.
Manda a cà de Steven. Freddare,
Uccidere, y. Fa frecc in Frècc.
Mangiass anca i ciod de la cà. .Sbra-
ciare a uscita. Dar fondo alle sostanze.
Ridursi o Condursi in sul lastrico o sul
maUonato, Consumare , scialacquare
tutto il proprio avere.
Mett el eoo a cà. Metter la testa
a partito, Binsavire*
Mettegh-9ù cà a vun. Allestir casa
ad uno.
Ne sa pussee on matt a cà soa che
on savi a cà di olter. f^, in Màtt.
No ave né cà né tee e. Non at^er
casa né tetto (Aìh. enc. in Masseria).
Non aver terra ferma. Non aver pia
luogo né fuoco. Essere rovinato inte-
ramente; non aver luogo ove poter
dimorare; dover andar ramingo.
Oh de la cà de lego. . . . Dicesi nel
bussare a un uscio diacciato, a una
porta donde non ci venga risposta.
Omm de cà. Massajo% Uomo casalin-'
gOf risparmiante ^ masseriiioso^ buon
economo — Uom c/w baila alla casa,
Ona cà che cria foeugh. Casaccia.
Casalonaccio. Casa cadevole,
Ona donna Té la ruvinna e la for-
tunna d"* ona cà. La savia femmina
rifa la casa 9 e la matta la disfà,
Ona miseria d^ona cà o Oa tocchell
de cà. Non so die poco di casuzaa.
Patron de cà. Capo di casa — Pa'^
dron della casa.
Pè de cà. F. in Pè.
Pientà eà. Far casa, Jprir casa,
^ Quand vu andavev a scoeula mi
vegneva giamo a cà. F. in Scoeùla.
Rose de cà. Ceppo di case, Aggrc*
gato di molte cafle.
) Cà
Sant in gesa e dia voi incà. f^. Diàvol.
Scova uoeuva scoa ben la cà. K,Scóva.
Sta de cà in . • . Slare a casa in •., .
Abitare. Sta de cà e de bottega in
risless sit. Stare a casa, e bottega»
. Sta de cà finna a cà del dia voi.
Abitare in Clùarenna o in Orinci o in
Chieratladda f in luogo lontanissimo.
Sta de cà in di Tegnon. f^ Tegnón.
Sta li de cà. fig. Slare contento al
quia (Sacch. Nov. 161). Cagliare.
Strappa cà. Disfare la casa*
Tanl gh^ é de cà soa a cà mia , co-
me de cà mia a cà soa. fig. Tanto è
l'erta alla fn quanto la c/tina (Adimari
Son. fra i burchiell. ajS). Alla f ne
tanto è ila casa tua a casa mia quanto
da . casa mia a casa tua. Dicesi per
indicare volontà di stare sulla sua,
di esigere che altri ci mostri osse-
quenza calandosi primo a noi , o per
mostrarsi (come dice il Varchi) da
quanto gli avversar).
Tegni lì de cà. met. Far cagliare.
Tenere in cervello o in tuono.
Tegni el eoo a cà. fig. ^i^ere il cer-
vel seco. Star a canna badata. Porsi o
Star a casa e bottega. Badare a negozio.
Tegni i man a cà soa e la lengua
dent di dent. y. in Léngua.
Te see lontan de cà. fig. Pia su sta
monna lima ; cioè T^ inganni , mal
t^ apponi. F. anclte in Montón.
Tira a cà. T. di Giuoco. Riscattarsi.
Rifarsi. Rivincere il perduto»
Tira nissun per cà. Non si mettere
persona in casa.
Tirass a cà. Ravvicinarsi
a casa; ed anche Attenersi al colamr'
bajo. Mettersi al sicuro ; o anche
Tornare al pentolino. Tornare a casa
a queste stiacciale ^ cioè Tornar a go-
dere i comodi della propria casa.
Toeù cà. Prender casa^ cioè pren-
derla^a pigione per abitarvi.
Toeù la cà a vun. Scasare uno. Ob-
bligarlo a lasciar casa sua.
Torna a cà. fig. Tornare a casa,
(Firenz. nov. io."). Tornare all'ergo,
l^ornare donde ci parOmmoi^onos.j'i).
Ritornare a bomba , alC argomento , a
proposito y in cldave^ alla callaja%
Tra adree la cà e el tecc. Spendere
il cuore e gli occhi in checchessifu
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GA (i
Trema la cà di pitt. Fare il cui
lippe lappo. Avere una haiUsoffiola o
una cusoffiola. Aver gran timore.
Vaga la cà e el tece. Pigiiatevi il
sacco eie cipolle{}ilonig^n»,nobJì^i),
Vess a cà. fig. Essere a cavedio. Dì-
' cesi di chi sia ai disopra e con van-
' ^gg^o "^1° giuoco vale Essersi rifatto.
Vess de cà o tutt de cà. Essere di
' casa più- die la granata.
• y^ss fodura de cà. Esser fuori; e fi^.
Essere in due paesi. V uno dire una
cosa, e Taltro rispondere a sproposito
o non 9i^T^TB\^- Esser fuori di strada.
Vess giò la cà e el tecc.fig. Essere
alle peggiori del sacco.
Vess in cà baieuna. K in Ciòcca.
Vessegh la cà del diavol. Fare un
parapiglia. Essere un trambusùo^ un
rovistìo j un rovinìo, un bolli bolli.
Vun de cà. Un eh* è di casa. Una
bazzica. Un famigliare.
Cà. La Casa{*{ose. e Mor. Case cont)» Tra
i contadini delPAko Milanese e quelli
di Toscana queste voci ^ignilicano la
Cucina ; che le altre stanze le dicono
Camere — Poderante , v^ ho assegnato
' una cucina e due stanze ^ direbbe in
Toscana il cittadino ; e il contadino
risponderebbe Ritengo una casa e due
camere — L^ è in cà là in la cà. È in
cucina. È in casa, eccolo in cucina,
Cà. Casa di negozio o di commercio —
• Dervì cà. Aprire una ragione,
Cà. Casa. Casato, lignaggio. Lignaggio.
Schiatta. Famiglia. Stirpe — Cà in que-
sto significato noi applichiamo yolen-
' tieri con preposizione semplice ai soli
casati illustri del paese, per es. Ve
de Cà Busca o simili. In contado in
veee estendesi con preposizione arti-
- colata a ogni specie di casato, p* es.
L* è de la cà del tal che voltano anche
in V è vun di tal — Noi usiamo anche
spessissimo Cà in alcuni modi nei
' quali non fu mai ne é alcuna tristizia
d"* allusioni , ma si bene una mèra
specie di bisticcio suggeritoci dalla
simiglianza di alcuni vocaboli cogno-
minali con altri comuni; e sono :
Cà Bassignanna(De).^g. da Bàss
Bicesi per ischerzo di chi è pìccinaco.
Cà Busca {fg. da Busca). Andà in
cà Busca o a Buscaa. Jmlase a Bus-
76 ) CAB
seto{Cmi Des, e Sp. V, 9). Èsxr ehioe-
' caio. Tbocame — Manda in cà Busca.
Sonare a catasta. Chioccar uno. Mai^
dare a Busseto.
Cà o Casa Gambaranna (y^. daGkny-
ber). Bò%za. Brenna.* Cavallaccio. Bie-
ciùghera. Fa corr cà Gambaranna. . • •
Farsi scarrozzare in vetture venali 9
• orarie, e tirate dal cavai deir Apocalisse
Gà Legnanoa {fig. da Lcgn). Messer
Batacchio (Sae. Noy. 86). Il bastone —
Andà in cà Legnanna. Andare a Le-
• gnaja. Esser bastonato — Manda in •à
Legnanna. Dare il podere a Legnaja
(Tancia HI, i). Mandare a Legnaja,
Bastonare — De cà Legnanna . . . di-
consi quegli utensili che alcuno ab-
bia di legno mentre gli agiati sogliano
averli di metallo.
Cà Painna {fig. da Paja). • • . e di qui
' Andà a dormi in cà Painna. Andare a
dormire sulla paglia. V. tinche Painàrd.
Cà Passi ranna. fig. Fattura del Passi-*
gnano{VRg. Ast. bai. II, 8).
Cà Tegna o Cà Tegnos, e quindi Ave
a che fa a Cà Tegna o a Cà Tegnos
o a Tegnon o Sta de cà in di Tegnon.
Esser tignamica , ayaro. ^. Tegnon fig.
Ona bonna cà. r*. in Casànna; e
fra noi ancìte in genere Casa ricca.
Vess de bonna cà o dWa cà bonna.
Esser di legnaggio gentile. Esser di
buon casato, bennato.
Cà del maj. C^rtfen» (per anton.) Quella
stanza in cui sono i magli o mazzi da
pestare gli stracci per fame carta. •
Cà di cord. T. de^Fab. d*amido ....
Stanza con tavole a funicelle ove asciu-
gar r amido fabbricato di recente.
Cà di fòli. T. delle Cartiere. . . . Quella
stanza ove sono le pile.
Cu di tinn. . . • Stanza ove sono ì tini.
Cabarè o Gabaré. yassojo. Guantiera.
Nappo. Quella specie di baciletto su cui
si posano le chicchere del caffè, della
cioccolata od altro. Dal fr. Cabaret.
Cabarè de tavoletta. Fasso] da toelette
(*tosc. e poema d^un aut. pis.). .
Cabareràda Pieno un vassojo.
Cabarerin. Fassojno. Picciol nappo.
Gabbi. Cappio. Gabbi cord o corent.
Cappio corso jo o scorso jo.
Gabbia. Accappiare. Fare il cappio.
Cablòtt per Fonsg ferree. P''. in Fónsg.
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CAC (i
Òilyriolé <> Cabriolè. Cesia. Biroccio ? Sp.
di calesse notissimo 9 ed è voce tratta
di peso dal francese Cabriolet.
Gabròssol (che altri dicono Cabròssen,
* Cflvròssen, Cavròscen, Gambròssen,
Crabòss e Gambròsten). ligustro. Idgur
sdco, Luistico, Levistico. Buischio, Ru-
visttco. JUdstico. Camhrossène. Il Li-^
' gustram vulgareL,^ comune nei còlli
dell'^Alto Milanese. È quelParbusto cbe
ì Latini dicevano Oleastellum, e cbe
i Padovani dicono Conostrèila.
Cs*cào. Cacao. Caccao, Caccaos, I nostri
droghieri « cioccolattieri conoscono
il Cacao Lisbona, il Cacao Caracca f
il Cacao deli\faragnon9 il Cacao Faj ar-
chili (cioè Guayaquil) e il Cacao di Isol,
Batter de cacao. Burro o Butirro di
caccaos.
Cacào! Cacaloccìdò! CacasegoJ Cacasevo!
Capperi! Corbezzoli! V. Càspita.
Càcc. Ca^io. GagUo. Coàgulo. F. Càgg;
Càcc. ?lur. di Caccia usato nella frase.
Nota tucc i cacc. Baccorre i bioccoli.
.Osservare fin le minime azioni di
chicchessia.
Cacca. Cacca. Merda. . .
Faccia de cacca. F in Fàccia.
Pien de cacca. Merdoso. Merdellone.
Cacheròso? Che ha a schifo ogni cosa
perchè sente troppa alto di sé.
Cacchln I voci usate per veizi coi
Cacchinna ) fanciuUini. Cacca.
Càccia {che i coniad. dicono Càscia).
Caccia. Per le varie specie di caccia,
oltre alle notate qat sotto K. Aix:hètt,
Bressanèlla, Làzz, Tés, Ròccol, ecc.
Caccia a restell. Tela. Serraglio t Spe-
cie di caccia che si fa attocniaadosi
da molti cacciatori un bosco, e re-
stringendo vievia il loro cerchio» onde
obbligare il salvaggiume a dar nelle
reti che sono tese in un dato luogo
o a passar sotto il tiro de^cacciatori ;
e questo è il Traquer de^ Francesi.
y. anche la parola Cascin.
Caccia ai fossitt. Caccia alVacqua o
ali* abbeverato] o{%^y] Orn. tose. I» 91)»
Specie di caceia che si fa appostando
gli uccelli lungo i fossati. y
Caccia con la paletta. Caccia a fru"
gnuolo. La Pinsonnette dei Francesi.
Caccia con la sciguetta. Caccia con
la civetta»
roi. /•
77) CAC
Caccia del speggett. Caccia con lo
specchietto{SAV] Orn. tose. IT, 63).
Caccia riservada. Bandita. Caccia
bandita. Luogo ove è proibito il caccia-
re; e fìg. Femmina tenuta alla bandita.
Andà a caccia. Cacciare. Andare a
caccia. Far caccia.
Dà la caccia» Dare caccia o Dare la
caccia. Metter in caccia. Far fuggire*
Fa la caccia a quejcoss. Uccellar a
una cosa. Andar a caccia di checchessia.
Faa apposta per andagh dent a
caccia. Copioso di caccia. Feramente
disposto a cacciagione.
Vess roatt per la. caccia. Prendere
grandissimo diletto nelle cacce.
Càccia. Caccia. Cacciagione. Presa. La
preda fatta a caccia.
Fa bonna caccia. Far buona presa.
Càccia. Caccia^Dìz. mus.). Pezzo di mu-
sica esprimente ciò che indica il nome.
Càccia real(Giugà a la). . . . Imagina un
lav-oliere a cassetta con cerchj rispon-
denti per di sotto a caselline di testata
noverale dall'ai al 5, e con un campa-
nellino nel cerchio di mezzo. Chi vi
giuoca scocca per un fuciletto di legno
ad arco una pallottola, e vince punti se-
> condo caseliina in cui quella si muore.
Cacciadór. Cacciatore, Cacciante.
Cacciador de. a^ciopp, de lazs, ecc.
F. in S'^ciòpp, Lazz, ecc.
Cacciaddr. Cacciatore. Soldato armalo
^la leggiera, vélite.
Cacciadór. Cacciatore{*iosc. e Guad. Poes.
I, Il 4)- Sp. di servitore che indossa
un abito verde a trine d'acro e molto
sfarzoso , con piume nel cappello a
tre punte, e con paloscio ad arma-
collo. I Tedeschi lo chiamano Kam"
merlakey , cioè Lacchè da camera.
Cacciadóra. Cacciatrice^^ ìd^kn.Fenatrice.
Cacciadóra (A la). Alla cacciatora. Alla
foggia de** cacciatori.
Mangia a la cacciadóra. Trovarsi
o Stare a desco molle , cioè Fare un
po^ di pasto alla sprovvista, alF in-
fretta, sparecchiata mente. Faire un
repas de chasseur diacono anche i Fr.
Messa, a . la cacciadóra. F. in Messa.
Cacciadorèll. F. in Parascioeùla.
Cachèttich. Cacìiettico. Da noi però chi
non è medico l'usa solo in sig. di Stitico,
Cacapensieri^ Dubitoso^ Cancheroso.
23
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CAD ( 178 )
Cadèver. Cadaitere, Cadavero>
Cadavérich. Cadaveroso, Cadtwerico*
Cadèmia. Accademia»
Cademìa del liber deslìgaa. f^. Liber.
Cademia de matl (o anche sempUc.
ona Cadèmia). Una mano di pazzi,
Cadcmìcamént. Jccademicamente.
Cadémìch. Jccadémico.
Cadenàa. T. de'^Str.... Che ha nella parte
interna del coperchio la cosi detta ca-
tena, f^. Cadènna. Mal cadenaa. . • . Che
sta male a catena^mal fornito di catena.
Cadenàl Quel legno o ferro i
cui capi sono confitti nei due muri
laterali d'*un cammino, ed al quale
sono raccomandate le catene da fuoco.
Tarj diz. vernacoli in Cadenil lo chia-
mano col Diz. sist. deirArrivabene
SeccostiiCf ed anche Catenaccio.
Gadenàzz. Chiavistello» Chiavaccio» Cate^
naccio. Gli Aretini lo dicono Caiàrcio;
i Sanesi Fischio o Pestio.
Bolzon. Boncinello » BCaggetta. Na-
sello » Manetta o Maneggia. Maniglia
"" OggicBit. Anelli >» Cadenazz. Bastone.
Cadenazz a bolzon. Catenaccio a ben''
cinello. y. in Maggètta.
Cadenazz a carillon. V. in Carillon.
Cadenazz a la genovesa. Paletto. (Ne
sono di più specie 9 come Paletto con
piastra « con campanella , con gamba ,
colla staffa e le punte ^ a traverso 9 con
pallino f a molla f a pallino da aprirsi
dentro e fuori ^ ecc.). (lètta.
Cadenazz a la spagnoeura. V. Spagne-
Cadenazz de maggètta. Catenaccio
a nasello. K in Maggètta.
Cadenazz sempi. Catenaccio alla
piana , privo di nasello e boncinello.
ìiiir'SXk el cadenazz o el ciod. Cac-
ciare o Ficcare o Mettere il chiavistello
(Mouig, Ser. nob. II 9 54). Inanellare
il cìiiavaccio. Incatenacciare» Incida-
vistellare. InclUavardare » Dall-giò.
o Tirall-giò. Schiavacciare.
Dà-sù tanto de cadenazz. Mettere un
braccio di chiavistello. Iperbole gra-
ziosa usata dal Magalotti (nella la.*
. delle sue Lettere scientifiche p. a56)«
Ficcar tanto di bietta ne//'itfcio(Razzi
Balia 411 9 i). Chiuderò risolutamente.
Ong i cadenazz. fig. Ugner le car*
rucole. Far correre danari per otte-
nere r intenta , ugaer la roano.
CAD
Cadenazz d*orghen. i Catènacciatura (eoài
Cadenazzadùra. \ nel Diz. Zanob.).
Il complesso di que^ ferretti disposti
in linea diagonale e scalare i quali
eorrispondono nella loro parte infe*
riore ai tasti d^un organo 9 e nella su-
periore alle animelle deL somiere (che
il Diz. Zanob. chiama Soniere appunto
in questa voce Catenacciatura ma forse
erroneamente)9e che nelforgano fanno
queir ufficio medesimo che le ealcole
de^martelletti ne^gravicembali.
Oadenazzceù. Paletto — Chiaivistellino (Y oc*
ren.). Chiavistelletto (Viìz. art.). Dà-sù
el cadenazzoeu. Inanellar il paletto.
CadenazzGBÙ* Stanghetta. Cosi chiamasi
un ferro lungo che è nella toppa delle
serrature e serve per chiuderle. Ha
Cova. Codetta? ^TsiC^Yì. Gambetto»
te Cava . . . . M Mandada. Mandata»
V» Spagnolòtta.
Cadenazzón Gran catenaccio.
Cadenèlla. Catenella» Cosi chiamasi quella
catenuzza d^oro9 acciaio o simile a
cui si attacca Toriuolo da tasca.
Cadenèlla de Venezia {clic anche dicesi
Manin). . . . Sp. di catenuzza d^oro a
maglie finissime che si fabbrica in Ve-
nezia9 della quale si fanno smanigli ec.
Cadenin. Catenina. Catenella. Catenuzza.
Diminutivo di Catena.
Pont a cadenin. f^» in Pónt.
Cadènna 9 e contad, Cajénna. Catena.
Cadenna del cammin. Catena da
fuoco. Quella che si tiene ne^ cam-
mini per attaccarvi i pajuolÌ9 ecc.
Cadenna de Torelogg. Catena{^\h»
enc. in Gancio)» Quella specie di ca-
tena che dalla piramide d'^un^ orino-
lo si scarica sul tamburo e finita
di scaricarsi lascia inerte T orinolo
se non è rimontata. Dai due capi ha
fissi in se i due ganci o gancetti da
catena 9 detti specificamente Tuno
Gancio da piramide ^ l'altro Gancio
da tamburo — Per Cadenèlla. F.
Mangia o Mastegà cadenn. Xo ^J50
che Mangia aj. y» in Àj«
Me ten nanca i cadenn. Tutte le
pene 9 tutte le catene e tutte le sbarre
del nwndo non mi terrebbono che io
non faccia o simili(Lasca S6*ega II9 i)-
Non è ritegno che vaglia a dislòrmi
dal fare dire una tal cosa.
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CAD <i
Blelt a la caderniB» tncaUmure. MO^
fere o Porre in catena; e fig* MeUere
alle strette o al segno o al quia.
Vess ligaa come on can a la ca*
denna. F". in Cào.
Cadènna. Collana. Catena, Oaìu cadenna
d^or. Una catena d'oro*
Cadènna. T.di Fab. di mobOi.... Quel re-
golo che divide cassetta da cassetta nei
canterani, e che quando le cassette sono
serrate forma faccia insieme con eaae,
Cadènna. T. degli Strumenta]. Sbarra
(Grìsel. DÌ2. e Diz. ven.). Caiena(Dìz*
nus. in Istrumento). Negli strumenti
da taslo è quel legnetto lungo» stret-
to, ritondato che è incollato dietro il
coperchio sotto il ponticello dalla ban-
da delle corde ramate , a fine di reg-
gere alla loro pressione. Dicesi anche
di ognuno di que^regoletti di legno
che si mettono per fortezza nel fondo
d'una chitarra, d''un yiolino^ ecc.
Cadenón e Gadenònna. Catenone,
Cadént. Cadente» Ve on yecc cadent.
È un vecchio cadente o decrepito.
Cadènza. Cadenza (semplice 9 composta 9
/»*«, sfuggita 9 ecc.).
Cadètt» Cadetto (agg. e sust.).
Cadhi. Catinella. Vaso più piccolo del
cutmo{baslòtÌi ad uso per lo più di
lavarsi le mani.
Cadln. Acquajo. Lavamane. Lavamani.
Luogo ove i religiosi vanno a lavarsi
le mani. K anche Lavabo.
Cadìn. T. de^Ghir. PeliH. Bacino, La parte
più bassa della cavità deiraddome.
Cadinèit. Catinelletta, Càtinellina. Cali-
nellmia. Picciola catinella (cadili).
Cadindn. CMim>n«(Barch. Son. 176, an-
corché in bisticcio scherzevole).
Cado. Dono, Regalo, Presente.Voce pretta
franzese(C(u2eatt) che anni sono era in
gran voga, e oggidì sehtesi più rado.
Cadoeù. v. dell* Alto Milanese
Vaso di terra cotta senza manico per
uso di tenervi il fuoco; veggio sma-
nicato(mAH senta manegh),
Cadréga e Cardéga. Seggiola, Scranna,
e con V. a. Sèggiolo, Sedia dozzinale
impagliata o ingiuncata. Forse dal
greco Kareàpa. o dal prov. Cadiero,
Schenal. Appoggiato jo. Spalliera »
Pientaa. Ritti «^ Cuu. Sedere » Baston.
GsWg/iiia/inSb^reti. Regoktti,
79 ) CAD
Cadrega armada. I Sedia a trac
Cadrega d'^appogg.i ciuoli — Stuhl
mit Aermen dicono i Tedeschi, cioè col-
le braccia sporgenti dalla spalliera.
Cadrega de comoda o de camera,
e anche Cadrega assol Prop*
Seggiola con sedere ad armadio con-
tenente il cantero; e per estensione
Seggetta. Predella. V. Còmoda.
Mett el cuu in cardega. fig. Movr
tare in sedia, o in iscanno. Venire in
auge, in istato, avvantaggiarsi; e ta-
lora anche Allungare i denti. Stendere
vie pia le braccia ^ vale a dire Cre-
scere in forza, in autorità.
Vess a la cadrega. Essere a sedere
sulla predella. Essere alla seggetta,
Vess in cardega. fig. Essere in auge*
Cadréga. T. defilaceli. Culaccio. È lo
stesso che Ciàv in genere, f^
Culatta. Mela di oilaccio »» Ciav.
Groppa di culaccio?
Cadreghèe e Cardeghée.5eggìo^/o(*fior J.
Colui che fa le seggiole e che dai
Tedeschi è deUo StulUJlechler ^ Seg-
giajo^ se non erro, fu usato in questo
senso dal Burchiello
« lli«ff« clMft« tMiti Banol Sifgimjo. m
Figura de cadreghèe. r. in Figura*
Vos de cadreghèe. f^. in Vós.
Cadreghèe. met. Zazzerone 9 ed anehe
Pentolone. Braehierajo.
Cadreghèe • • . • QuelP uomo che nelle
chiese dispensa le seggiole per prezzo.
Cadreghètta (o Cardeghètta). Seggiolino*
Cadreghln e Cardeghhi. Seggioiina,
Cadreghin de boeucc. Seggettina.
Sorta di picciola sedia per uso d'^an-
dar del corpo i bambini.
Haestra de cadreghin de bceucc»
...... Maestra di custodir bimbi.
Metfc-giò cadreghin o Fa cadreghin.
Dommeare? Dicesi di due o più per-
sone le quali, incominciata fra loro
conversazione, non la sanno più finire.
È diverso dal nostro 7^Jeii<dojtiiiercaa.In
questo è con%'ersar romoroso; in quello
è conversar piano., civile ; ambo sono
quasi simili nel rapporto della durata,
ma dissimili in quello dell^intensità —
Da noi dicesi anche parlando di chi
mandato per alcuno o per qualche
cosa non ritorna mai. Siamo ad aspet-
tare il corbo.
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CAF ( I
Porla A Cfldreghin dicono i conta-
dini dell'Alto Milanese pel nostro cit-
tadinesco Porta a scagneliinà V. >
C^dregÓD e Cardegón. Seggiolone. Se-
</io/itf(*luccli.).
Gadikh o Caduti. K. in Màa e Mài.
Cadùu per Succedùu. p^,
Gafè. Caffè. Droga nota che si trae dalla
pianta detta Coffea arabicahin. Tutti
conosciamo il Cafè Levani e i Cafè
Martinica^ Moca ^ Avana ^ Demerari^
San Domingh , Giova e de Lissandria ;
i nostri droghieri conoscono altresì
il Caji del Rio ^ e i Cafè Giamaiea^
Sitrinam , Portoriech y Santiago , Brasi ,
Guadaluppa , Berbice , Borbon , /Ux-
guajraf Sumatra e Rio Janeiro,
€aie e ord. Cafè ner.Ga^è. Bevanda nota.
Cafè e latt. Caffè mesciuto jcoI latte
(Last. Op. IV, 59).
Cafè a mitaa Caffè mesciuto
con latte e fiore di latte.
Cafè ciccolattaa. Un chiaroscuro
(*lucch.). Caffè misto colla cioccolata.
Cafe e panerà CafSe me-
sciuto con fior di latte puro.
Cafè-e-panera. , ^ , . , . Cosi chia-
masi una specie di tabacco artefatto o ,
• sternutatorio composto d^ un terzo di
caffè macinato impalpabile e di due
' terzi di radice di ghiaggiuolo(/m^o-
rentinaLin,) pure ridotta impalpabile.
Dilettant de cafè. Caffeista.
Fazzolitt del cafè. F. in Fazzolètt.
Cafè. Caffè. Bottega dove si vende il
caflfè in bevanda.
Sta sul cafè , Veés semper su per
i cafè. Frequentare i caffè*
Caie perisch. Lo stesso che FeDpp hg. K
Cafeàu's. .... Sp. di capanno o frascato
• o casuccia elegante posta le più volte
su poggetti o in mezzo a laghetti ar-
tifiziali nei giardini, ove dopo il pranzo
1 convitati si raccolgono a prendere
• il caffè. È voce d'orig. ted. Caffke/taus
(casa da caffè).
Caferln. f^ez. ili Cafè bcv. usato voi bimbi,
Caferb. s. m Picciol caffè;
botteghino da caffè, un caffeuccio.
Caferin. agg. v. cont Color caffè.
Cafettàda. Ad. J'Àcqua. f^.
Cafettarìa. Caffè* Bottega da caffè.
Cafettée. Caffettiere. II padi*one di una
bottega da caffè.
80) CAG
Cafettéra. Caffettiera. Vnso'ìii cui si fa
bollire il caffè polverizzato.
Cafettéra. Caffettiera. Dicesi anche quel-
la specie di brocca d' argento , di
porcellana , di majolica , ecc. nella
quale si porta il caffè in tavola.
Cafettéra è anche semplicemente Jìemm.
di Cafettée. K
Cafetterìn, Cafetterinna.JDùn. di Cafettéra
Cafetterinna. f^etz, di Cafettéra (donna).
Cafetterònna. Acer, di Cafettéra» y.
Caffin. Lo stesso che Micchin. y.
Cafiétro dicono per ischerzo i più 9 e
scioccamente alcuni per Gaffe, credendo
con gueW allungamento di tosciuùzzare*
Gagà* Cacare ; con modi più civili JSVo-
cuare. Andare del corpo. Ir di corpo.
Andare di sotto. Fare i suoi agi. Sca-
ricare il ifcntre; in gergo Tortiti.
A Ùi ben a viiau se troeuva cagaa
in man. y. in Vilàn.
Antigh come el éagà a brasc. f^ Antlgh.
Gagà a brasc. ...... Dicesi in
■ ntodo basso del fare gli agi del corpo
air aria aperta; quello che i Latini
dicevano. Cassim cacare, lì Voc. pad.
ven. del Patriarchi traduce il nostro
modo con Cacare al muro o al fresco
o contadinescamente. ire presso d*un
palo; il Diz. venez. Cacare all'aria;
ambr però senza citarne autorità.
Gagà de menuder. Essere un caca^
stecchi. Fare a miccino. Tenere la
borsa stretta. Andare a mano stretta.
Andare stretto di mano.
Gagà dur. Cacar sodo.
Gagft-giò (per dispr.) Cacare. Sciori-
nare. Cagà-giò sonitt. Sciorinar sonet-
ti. Gagà-giò fioeù* Sciorinare o Cacar
figliuoli — Gagà*giò scrittur. Aver la
C€iCajuola nella penna.
Gagà i busecch o V anima. Cacar le
curatelle. Aver la cacajuola.
Gagà in del seggion o in del ma*
steli. Essere in luogo che il sole ti
faccia lo scacchiere, fèdere il sole
a scacchi. Essere prigione ; Titaliano
. ha occhio alle ferriate della prigione)
il nostrale al secchione o al mastello
che i carcerati han per cesso.
Gagà in lett. Cacarsi sotto.
Caga-in-Polia. Pentolone. Braclde-
rajo. La nostra è voce lasciataci pl*o-
jl babilmenle dagli Spagnuoii fra i quali
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CAO (i
' CmgalaoUà era una itiaachera rìcBóola
che seguiva le proceasioni danzando.
Caga e piasà di besti. - Stallare. .
Caga pusscB on bò ^e cent • r«n-
dea. ^. in Hóndena.
Cagass adosfl. Sconcacarsi. Cacarsi
sotlo ; e fig. Pisciarsi sotto. Dare in
cenci o in budelle o inciampanelU^
. cioè Non riuBcire nella impresa.
Cagass adoss de la paura. Soacaz-
uursi di paura. Cacarsi sotto.
Chi ha mangiaa i candir caga i
stoppin. ff, in Stoppln.
Chi tìt sperand jnceur cagand. Chi
i^ive a speranza muore cacando ( Lippi
Halm. XII 9 5). Chi vive a speranza
natore a stento*
Dove te caghet te lasset el stronz.
F'. in Strónt.
£1 rha cagaa el diavol quand el
gh^aveva i dolor de venter. y. Diàvol.
Gh^ha cagaa-aù el moscon su quella
cama. Quella carne è cacchionosa.
Lassass caga adoss o sul muso.
Lasciarsi schiacciare le noci in capo.
Comportare ogni gran villania.
Mangia, ber e caga» e lassa che
la vaga. J^. in Lassa.
Mangia de benedett e caga de ma-
ladett. . . . Dettato che mostra come la
grassa cucina sia mal sana; chi man->
già vivande molte e ghiotte dà male
putentissime fecce.
No mangia per no caga. y. Mangia.
Te caghi adoss o sol muso varda.
Tho in cupola» I^ho nel bossolo delle
spezie. T'ho a carte quarantotto.
Caga. Sifertare. y. Canta fig.
Cagabicoér. scherz. Spihmgona, Donna
lunga , fuseragnola.
Cagàda. Cacata , e dottr. Rfocuazione.
Egestione* Il cacare. (volta.
Cagàda. Sterco, Meta, Il cacato in una
Cagàda. fìg. Cacala, Impresa mal riuscita.
Cagàda. fig. Cacherìa. Leuo, Leziosag-
gine, Smorfia, affettazione — Caccabal-
dola. Incaccabaldolatura-^Gmzianata,
Pien de cagad. Cacheroso — Lezioso,
Cagàda. Freddura, Gioggiata,
Cagàda. Frullo, Miseria. Pidocchierìa.
Inezia. Cagionuzza. Vari ona cagàda.
Non valer due lupini,
Cagadìnoa. Cacatina, Dim. di Cacata.
Cagadòr. Cacaiojo, V. Càmer.
8i ) GAG
Cagàda. CWatton'o. Tafamano.
Vess alt de cagador Dicesi
delle persone di statura' alla;
Cagadùbbi. CaeapensierL Uomo dubito^
so 9 stàtico » che in ogni cosa pone
difficoltà, scettico esagerato* i^mmon-
done se timidissimo, «e un Penedettio*
Àbbenchè. il Cesan sarìaroente avrer-
ta che i testi addotti dalla Crusca
in Cacapensieri .indicano il rovescie
della definizione , pure nell^ uso essa
pare voce a doppio viso, Tun dei
quali stia colla definizione, T altro
coi testi, e TAlb. enc. riferenda la
prima e omettendo afiatto questi ul-
timi conferma la cosa.
Caga^in-^roUa. Pentolone. P". in Caga.
Cagaràtt. Cacaiojo ^^ Fogna.
Andà al cagaràtt (cAe anche dicesi
Tìrk el refi*. Tira Tanta» Tiià i oolzett
e simili). Andare a ingrassare i peton-
ciani o a patrasso o a bahboriveggoli
o trai più o tra que'*. piii. Tirar le calze
o i7 calzino o i panni oTajuoleo ta-
juola o minze. Dar le harbe al sòie.
Pigliar VaUappio. Tirare o' Trar alle
anitre. Andar a rincalzare un cinUtéro,
Far Vultimo passo. Fare una buca in
terra. Andar a Buda o- a Volterra, Ser»
rar le pugna. Scacohiare^ Far fagotto o
gheppio. Andare a vedere ballar Torso.
Andare di là o nel mondo di là, Cfùu-'
dere o Serrar gli occhi* Far la calata
verso Volterra, Dare il crollo o l' ulti-
mo crollo. Andar a dar beccare ai polU
al prete o del prete. Andare a fare i
falli suoi. Cascar di pollajo. Tirare,
• Battere la capata. Andare a far terra
da cavolini {ìionos. ii). Andare a
guardar l' oche al prete ( Mooos. 57).
Andare al cassone. Uscir del secolo.
Trapassare, Andare a pie di Dio. Anf
darne al criaiore ( Day. Post. Tac*
p. 639). Morire.
Gagarellà (che anche dicesi Caghètta,
Mòssa e simili). Cacafaòla. Cacaja.
Cacaceiuola. Cacasangue, Soccorrenza:
. Scorrenza. Andata, Andataccia. Diètro
rea, Diarria. Flusso. Menagione. Mal
di pondi. Andata o Smossa di corpo.
Che te vegna la cagarella! Cacastec-
chi ti venga. Ti venga il cacasangue.
Fonsg che metlen la caghetta. Fun-
ghi cacherelli. '
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GAG
Spuuà amnò de cagardla a àt
da. fig. Jifen il guscio in capo- Esse-
re novizio, sòro, inesperto.
Cagaròtt (Vess el)» v. cont. hr.jivertU
mellone* Essere T ultimo» il più dap-
poco in checchessia. La voce pare
bergamasca 9 che da quelle genti è
detto Cagarbt V ultimo nato , il eaca^
nidu de* Siciliani.
Càgg o Gàcc. Caglio. Gof^io. Coàgulo —
Presame, Presura si dice specialmente
il caglio animale.
Càgg in acqua I latti vendoli
per fare le caduole che usano in città
adoperano un caglio composto della
parete interna del yentriglio dei polli
o della vescica orinaria de* vitelli
enfiate» seccate, tagliuzzate. e infuse
. per otto o dieci di nel siero insalato.
. Questa specie di caglio è quella che
essi chiamano Cagg in acqua,
Cagg in pan. Felcello{^fareU Voc.
aret.). • • I manipolatori
che (anno traffico di caglio tagliano
iu pezzettini le membrane degli sto-
. machi de* vitelli lattanti che hanno
. fatto seccare, e le mescolano colla
parte caseosa che s* è indurita in essi
■ stomachi, con sale, polviglio di pe-
pe, farina, cacio grattugiato di mala
. aorte e già divenuto ammoniacale, e
rammollita ogni cosa con aceto, ne
fanno un impasto in cui talora me-
schiano anche a frode un pò* di rena
perché pesi e fruiti loro sempre mag-
giormente alla vendita. Questo è il
così detto Cagg in pan,
£1 foeugh el mangia el cagg
Dettato dei nostri caci a j col quale in-
tendono ammonire del non troppo
afibcare la calda ja al momento in cui
ai va cagliando il latte destinato a
. farsi cacio.
Càgg. LampredoUo , che i macellai chia-
mano MoUetta, Intestino delie vitelle
. che si riduce a vivanda.
Gaggia. n.f e Caggiàss. n. pas. Cagliare,
' QuagUare* accagliare. Rappigliarsi,
Coagularsi, Rapprendersi, Oompigliar-
. si -^ Rassodarsi '^ SlrignersL L^ asso-
darsi d*un liquido o naturalmente o
per forza di caglio o. presame o di
freddo, e dicesi in ispecialità del
latte e del sangue — El lait foeiua dif el
( i8a ) GAG
aifli del pece, El sangu foeura di venn
. a la longa el caggia. // latte manto
che sia^ e il sangue uscito delle i^ene
conviene che caglino,
Caggià foeura. .... Cagliare por-
zione di latte in alcun recipiente di-
verso da quello in cui sta quaglian-
dosi una massa di latte , e ciò per
deficienza di spazio in quest* ultimo.
Caggiàss el Iati in di tett ai donn.
Quagliarsi il latte, È malattia che si
chiama Cucita,
Caggiàss el metall. T. dei Geltaf,
Fare migliaccio, È il freddare e rap-
pigliarsi del metallo già fuso.
Caggiàa. Cagliato. Quagliato, Rappreso.
Coagulato, Congelato '^Condensato —
Rassodato — Assetato,
Sangu caggiaa. Sangue aggrumato.
Caggiàa. AmmucchiatOé Calcato, Pien cag-
giaa. Pieno zeppo. Calcato, Per es. Ona
robbioeula pienna caggiada de cagnoeu.
Una caeiuola calcata di vermi,
Caggiada. Quagliamento, Quagliaiura,
(^fior.). RappigUamenio. Per es. Cont
ona bonna caggiada el forraaggtn Té
a cà. Buona quagliatnraf e la caciuo^
la è /aita,
Veas in eaggiada. Essere in cera, V.
Fa lacc in Làcc.
Caggiada. LaXts quagliato{co9Ì il Magai.
Let. scient. ottava, p. 106). Latte dei
pentolini? Felciata? Fra i nostri con-
tadini dell* Alto Mil. vale non già il
latte quagliato ad arte, ma quello che
si lascia tanto in riposo quanto basti
perchè cagli da sé e sfiorato per aver-
ne il burro lasci mero latte inacidito
a pietanza per essi molto gradita. 6
VOxygala dei Latini -^ In Brìanza
danno talora lo stesso nome anche al
Latte sfiorato, ancorché non na per
ancora quagliato.
Caggiada chiamasi anche il latte quor-
gliato onde si fanno fjli ttracchini*
Gig/Ka<a(Mattioli)?
Caggiada Nel Basso Uilanese
chiamasi cosi il latte si tosto che per
effetto del caglio incomincia a qu»-
.. gliarsi, cioè a perdere la sua natii*
rale liquidità — La Caggiada dell* Alto
Mil. in vece è. il latte quagliato da sé.
Voltò la caggiada . . ... . Kiver-
sarc e tramestare inolia cosi detta
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GAG ( I
pamiaroU la superficie di quel latte
che per effetto del caglio ha iaco-
minciato a rapprendersi.
Caggiadùra. Qua^amenio» F» Gaggiàda.;
Caggiadùra Il porre nel latte
. il presame per quagliarlo.
Caggiàss. Assetare* Rassefgeure, Ditesi del
burro, del brodo gi^asso^ dd lego» ecc.
allorché freddando si rappigliano e
fanno grumo o lastra.
Caggiòtt. Grtimo. Coàgulo di sangue o di
latte quagliato. Il CmV/oCde^Francesi.
Attdà in caggiòtt. AggrunuarsL Coa-
gularsi in grumi.
Caggiòtt per disprezzo dicono i conia"
dini brianzuoli a persona che li noj^
che tenienni n^' operare ^ dui mostri
dappocaggine « e similL
Caggiottón. Acc. di Gaggiòtt nel senso
disprezzativo suddetto*
Càgher* Càccola. Cacatura,
Gagher de bèe. Càccola. Cacherello*
Cagher de mosch o de moscoa.
Cacchioni. Cacature.
Cagher de ratt» de legor« de co-
nigli. Cacherello.
CaghètU. Lo stesso che Gagarellà, f^
Gaghètta. s.m..Xo stesso che SpuzzèUa.
. f^.ma.il più solente in significato di
Farfamcddo, Foìfanicchiuzio o vero
di Saccentino. SaccentuxAO. Presontuo*
sello* Arrogantuccio*ArroganieUo,Iéer-
dellone. Merdoso, Giovine che fa il
filosofino, il letterulo» lo sputasenno,
lo sputasentense.
Gagià, Cagiòtt, ecc. V. Gaggia, Gag-
giòtt, ecc.
Cagna. Cbgna — Cagna calda. Cagna a
cane o in caldo.
Cagna. Cagna ^ e poet. Fera. iHcesi di
Donna crudele, traditoraccia , ecc.
Cagna. Trama. Fa la cagna. Far la trama.
« Aasi •! gh*« vaa de qui) eh'hui faa U eagna.*
( Bai. 6«n >
Cagna, met. Carota. Fiaba. Fn^ola —
Vend di cagn. Piantar carote. V. Bàlia.
Càgba. T. de^Car. Cane? Quello stru-
mento che serve per adattare i cer-
chioni aUe ruote, cui TEnc. dà il
nome di Diaòle o Bdton.
Cagna. T.de^Bott. Cane. Strumento per
imboccare i cerchj sulle botti.
Cagna. T. de" Sell Strumento
di legno che ha due guance col quale
83 ) GAG
il sellajo, ficcatolo per lo più in una
panchetta,. stringe il cuojo che vuol
cucire. È chiamato Pince dalP Enc e
• Morsa dai Voc. ven., parm. ed altri;
Cagna. T. dei Faleg Sp. di
sergente(jliviiCM$) le cui parti sono i
Cavalèlt.C^i«aZ/eaot»Sguansg. Giudi-
ce ^Tirant. Tirante..
Gègna. Nasello. V. Tavèlla.
Cagna. • . • In alcune parti del Mila-
riieze^ come a Pioltello, mi si dice
che chiamino cosi una particolare
specie di rastrello a denti di ferro
assai fitti, una linea de^quali sopDa,
e Taltra sotto la costola. Di esso fan
uso per rammassare i pagliooli del
grano in sull^aja.
Cagna (o Cagnoeù o Gagnón). Costola.
Hi si assicura che i ^Lecoensi chiamino
cosi quelle traverse che formano come
il costato dello scafo deUe barche. In
genere Cagna vale Costola ^ in ispecie
Piana 9 cioè il fondo di tutta, la co-
stola ^ ohe i ritti dai lati diconsi Can
gnceu^ e Cagnon se con orecchio
uscente dal bordo.
Cagna. T. di Tint. Tordtojo. Ordigno
col quale si spremono di su le cal-
daje le robe tinte nelle medesime.
Cagna. .... Il rastrellare eon quella
specie particolare di rastrello che
viene denominato Cagna, V,
Cagnàda. Lo stesso che Cagnaì'ia. p^,
Cagnàrd. Canile. Letto cattivo. ^» Bàlin.
m Icucambi d« dao lece • ■ •
m Che don eagiuinl oon KMt dona •! pnjatc.»
. . (Bui. Bìm* )•
Cagnarìa. Cidappola. Bagattella, Cortei-^
lena. Cosa da nulla — Cagiomaza,
Cagnàzz. Cagnaccio, Canaccio,
Cagnétta. Cagnina. Cagnuola. Cagnolino.
Cagnetta calda. fig. Cagna a cane?
. Si usa anche in qualche altro senso
figurato.
Cagnétta. T. de^Tessit. Cagna. Dente
che impedisce al suicidio del telajo
di smuoversi da sé.
Cagnettéra. Canile. Il covile de' cani.
Cagninnai Ad. ili Tóss. f^.
CagnJlàa. Crudezza leonina. Crudeltà,
Cagnceù. Cagnuoh» Cagnolino.
No ave né fioeu né cagnaia F. PiceùJ
Vess come san Rocch e el so ca-
gnttu. Tr in Ròcch.
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CAT
(Ì84)
GAL
CagnoBÙ; Monachetto. Quel Cerro ia :€ui
. euira' il ^éiìisceskàiì (alzapèy e Tacca-
' valciaper serrar F uscio.
Cagncdù. Costola^ f^. in Caglia (de l>arch).
Cagnoeù. fig. CrudeioUo.
Cagnceù 9 Cagmlìa. . ..Nelle Canre di Vi-
-..^Aò sL chionauo con questo nome i
fessf trasversali naturali tieirarenarìay
purché siano nelTaltezta.del filare.'
Cagnolht^ .>;:• . . ; in campagna sono
. Ialini biv). o trìv) o quadrtvj di val-
le o di bosco dove se. voi avvenlu-
I rate un. passo, di. notte, vi danno
* tra' piedi ceifli batufoletti, come chi
< dicesse pennecchi di .stoppa» i quali
! ora diventano piccini piccini ed ora
si fanno grandi grandi e mandano
. continui guaiti Canini (bèp bèp). Guardi
. il cielo a toccatili ne avreste . graffia-
ture e morsi in mal dato: i cagnolitt
. vanno risplettati. Ecco utia delle tante
frottole x^he hanno spaccio tuttavia
- nel 1.858 in que^ luoghi dove i furbi
vogliono frodare i semplici*
Cagnón. Cagnaccio,
Cagnón. Baco. F. anche in Gattiona.
Andàin cagnon.. I^ocore.
Bis in nagnon. . y. Ris. . .
Cagnón {ed anche Camolón). . . . NelTAlto
• Milanese si chiama cosi. più partico-
larmente U larva di quello scarabeo
rodi vite che nominiamo Carùgola, y,
Cagùtfn {che anche dicesi Can e Cagnonà).
. TTottchia. Gorgoglio. Gorgoglione.
Cagnón Specie di malattia del
gelso per la quale impiaga e rovina.
Cagndn. Costola. F.in Càgna(de barcon).
Cagnón. fig. Cmdeiaccio.
Cagnònna.fig. Crudelaecia.
Cagnorin. Cagnolino.
Cagón. Merdellone.
Cagén. Cacmnbnache. Cacacciano. f^gliac-
< co. Pusillanime. Poltrone. Da poco.
Pauroso. Anche gli Spagnuoli dicono
Cagon in pari significato.
Cagònna. Vigliacca.
Cagonscèll. Dim. di Cagóìi che si usa ira
per vezzo e ira per rabbia ,coi bimbi.
Cajenàl, Cajenln » Cajènna , ecc. dicono i
cont. dell' Mio Milanese per Cadenàl,
Cadenin, Cadènna, ecc.
Gaijn. Guajo^ Guaito. Gmgnplìo.
Fa caijn caijn. Guaire. Il gagnolar
del cane. Alle orecchie d^uu nostro
: poeta questo Caijn dei cani d'ioga!
parte del mondo suonò tùia aliai
Caijn. Crudele. Cane.
Caljn. Lo stesso che Rabbin» V.
Faccia de Caijn. .y in Fàccia.
Cajroei'i (che. neU* Mio Mil. dicono Cariosù).
Tarma. Tarlo- Dal latino Ctiries.
Ande a cajroen. Inturlara. Tarlare.
Polver jdel caji-oeu. Tarlatura. Ttwlo.
Cajroeù. Polvere del cacio (cosi il Bo-
nomi tteiia'suM Memoria intonto ar
' pellìcelli'ddla rogna nell€ opere del
Rèdi). Tarlatura* del cacio, prodotta
da quel bacherozzolo che. gli ento-
mologi chiamano Acarus siro il quale
si genera nella crosta del cacio e ro-
. dondolo lo riduca in polvjere. Sudi-
ciume , putresoenia , fermentazione
danno origine a tale difetto. /
Cajroeù. y. Formiga(Maa-de la).
Cajrolàa. Tariaio. IrUarlato.
Caifàss , sciocco scherzo per Caffè.
Gài (che pronunciamo coma se fosse scritto
Cèdi). Calo, Scemamente , diminuaione.
. Fa el cai o Gala. ..... Dioonlo
i fornaciaj quando veggono andarsi
abbassando nella forUaoe la muML
de^matei-ialtipostivi a cuocere; il che
• é segno di cottura condotta a termine.
CÀI. ^Calo4 Scarsiià.^ Mancanza di valsente
o di peso, in una moneta paragonata-
mente aUa bontà legale. Dai .Francesi
. dicesi Echarseié.
Caia. neut. Caltire^ Scemare. Màneare*
Cala el pù. Mancar il veHfO prmr-
c^a/e(Monos. 283) o.i/ meglio.
Cala i ari. y, in À.ri.
Cala in man. y. in Màn«
Cala la terra sott ai pee. y. Tèrra.
Cala on ett o pocch. Essere a tui
capello o a un filo. Mancar poco*
Lassass cala nagotti. Stare in sul
grasso. Far buona pasciona. Tener
buona iaifola. Non la guardare a spese
per viver. bene e. agiatameate.
Tornii a. cala. Pdcalai'e.
CaU. neut. Minpiliare. Scendere. Scemare
di presto , e anche assolutamente Sce-
. mare e Calare. Per es. El vin el calla.
vino scema o vero scema di prezzo.
Ve insci calaa el forment. // grano
ha scemato di molto.
Cala. att. Tarare. Ridurre a meno o al
giusto il prezzo che altri ci richiede
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GAL (I
• per alcuna cosa e che è o ci pare so-
perchio. Per es. Gali pocch, trenta
lira. Tara lire trenta.
Cala pocch Iconicamente
se un mi chiede sei soldi di chec-
chessia e io dico Cali pocch f on sold,
io coU* ambiguità di quel mio pocch
lascio credere che diffalchi dal prezzo
un soldo 9 mentre ne diffalco cinque
ed offero uno. Ve im Poco meno
neir opera del Monig. intit. la Vedova
II , a I che letto in fonte riesce « se
non erro, il Tero corrispondente del
nostro Cali pocch»
Cala (parlandosi di tele o di panni).i?ien<-
trare. Per es. La tila in del sbianchila
la calla; El pann a levagh el luster
el calla. La tela rientra alla cura; Il
panno rientra se lo delustri*
Cala. K Fa ci cai in Gài.
Cala (parlandosi di vento). Cessare. Cai--
marsi' Sedarsi,
Cala (pari, del sole e della luna). Car-
iare» r. in Calàda. In del cala de la
lunna. 'A luna scema.
Cala. Scadere* Essere scarsa. Non avere
la moneta il suo giusto peso.
Galàa. Calato. Scemato. Mancato.
Calàa. s. m. pi Quelle rastre-
mature di maglie che si fanno nelle
calze per adattarle convenientemente
alla forma delle gambe. È il contrario
di Cressuu. In qualche libro ho letto
i Cali in tale significato.
Calabràgh. Calabracke{*iosc, e poet.pis.).
Giugà a calabràgh. Giocare a cala-
braclie. Specie di giuoco che si fa
colle carte da tressetti in più perso-
ne. Messe in tavola quattro carte del
mazzo, e distribuite le restanti ai
giocatori, ciascuno piglia dal tavoli*
no quelle carte a cui ne ha di simili,
come chi ha un sette piglia il sette
se è in tavola, o un cinque e un
due se vi siano, e in fin del giuoco
si contano le carte che ciascuno ha
in mano, e chi più n''ha, quello rie-
sce vincitore. Questo giuoco è quello
che i Francesi dicono volgarmente
Jouer à cu-btis — Appartiene a questa
specie di giuoco quell'altro che si fa
colle cai*te da tarocchi , e che fra noi
viene detto della Balocca-^ e vi ha
afiìnità anche la Brìscola, f^.
yoi. /.*
85 ) CAL
Calabresélla. Calabresella{k\b. enc. che
la dà per voce quasi romanesca). Sp.
di giuoco di tressetti che si fa in tre.
Calàda .11 passo che si fa nella
neve caduta di fresco. I Lucchesi , per
quanto mi si assicura Ja dicono Spalata.
Fa la calàda. Fare la spalata(*ìucdtì.).
Spalare la neve per farsi la via —
Far la pesta nella neve, cioè Galcai*la
appena caduta passandovi primi, co-
sicché assodata regga al passaggio
d^altre persone.
Fa la calàda. fig. Fare il passo. Aprir
la pia. Far la strada. Stradare. Quello
che i Fr. dicono Frayer le chemin.
« • riia fam là la calàda
» Sai bon sento*, ma tj Vee Toltaa strada. »
(Bai. Figi, prod.)
Calàda. Scalo. Via per giugnere al piano
deir argine d"* un fiume — Calata. Il
pendio per arrivar all'acqua.
Calàda(del so). Il calar d^ raggi del sole.
• Qaando vede il pastor ealare i raggi
«i Dal gran pianeta » ( Petr.)
Càlam. T.' de^ Droghieri. Erba cannella.
Acoro pero. Càlamo aromatico o odo-
rato. Pianta esotica, detta Acorus ca-
lamus dai hot., che ha foglie e radice
di sapore aromatico.
Calamàndria. Durante^ Nome di una sp. di
panno lano lustrato da una parte come
il raso , detto Calmande anche dai Fr.
Calamàndria a brocchètt. Durante
broccato? Durante a fiorellini.
Calamàndria fiorada. Durante do"
mascato. Durante a fiorami.
Calamàndria giardinada. Durante a
opera? Durante screziato.
Galambór. . . . Sp. d^enimma fatto con
due o più vocaboli. Dal fr. Calembourg.
Calamità. Calamitare. Stropicciare un
ferro sulla calamita per magnetizzar-
lo , o Far passare la calamita sur un
corpo. Gli orefici per es. calamitano
la mondiglia o spazzatura che si dica
prima di darla ai mulini per estrarne
Toro, e ciò a fine di ri net (a ri a dalle
parti ferrigne onde per solito è piena.
Calaraitàa. Calamitato. Pari, da Calami-
tare.
Calamuia. Calanuta , e dotlrin. Magnète
— V'è anche la Calamita bianca(T'drQ.
Viag. II, 569) che è una specie d^ar-
gilla con vene marziali.
H
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GAL ( I
Galamìtta. Bussola, Quella scatola che ha
in sé Tago dedinatorio. Toeù-sù tavo-
. letta 9 calamltta e ni veli. Prender seco
tavola pretoriana 9 bussola. e livello.
Calancà. Calanco. Calancàr, Calencàr,
Sp. di tela stampata a fiorami e figure.
Calandra. Allodola cappelluta, Cappel-
laccia. Uccello noto che è V Alauda
cristata degli ornit. Notisi che la Ca-
landra dei dizionarj è un tutt"* altro
uccello che la nostra Calandra 9 cioè
a dire ch^ essa è quello che noi chia-
miamo Be de loder o Loderon,
Calànt. Scarsa. Addlettivo di moneta
che non sia di giusto peso.
Calàster. s. m. pi. Sedili, Que* cavalietti
su cui posano le botti. Il Diz. Zan.
registra anche le Calastre.
Mett in calàster. T. de'Murat., Scar-
pellini, ecc Mettere a gia-
cere colonne o lastre di pietra o di
marmo su due travicelli o su due
fascetti di vimini o simili 9 equilibrati
per modo che i pesi estremi che avan-
zano per di qua- e per di là dai due
travicelli corrispondano al medio 9 af-
finchè il marmo o la pietra non sgab-
biano a spezzare nel mezzo.
Calàster. s. m. pi Ne' torcolari
da vino sono que'^travicelU che s'usano
per ajuto di pressione di mano in mano
che le vinacce scemano di volume.
Calastrla. v. cout. Carestia. K Carestìa.
Calastritt Piccioli sedili da botti.
Calca. Calca. Folla. Frotta. FroUo. Fu-
ria, Popolo» Pressa. Turba, Torma.
Calca. Calcare. Premere. Aggravare.
Calca la penna, y. in Pènna.
Calcaghela-sò. fig. Carotare. Pianr
tare una carota. V. in Pettà.
Calcàa. Calcato. Fitto. Bistretto — Oh
r è calcaa , El gh' ha di ann calcaa.
MT non è come V uovo fresco né d'oggi,
né di jeri* E dicesi di persona in sul-
Tetà. Il lat. Quem dereliquit juvenilitas
-* Pari, di donne K. in Polanchètta.
Calcàda. Calcatura. Calcamento. Premitura,
Cai cada de penna. Acciaccatura.
Calcadìana. Calcatella(C9xo Stracc. 9 IJI9
i). Leggier calcatura.
Calcàgn. Calcagno^ e al pi. 1 Calcagni o
le Calcagnavate calcagne dbse Dante
per la rima -<- La parte deretana del
più cui e sQiitegao Tosso detto Tallone.
86 ) . GAL
Andà attorno cont i calcagn. An-
dare in calcagnini? Camminare ap-
poggiandosi tutto sulle calcagna 9 il
che è diiH^o rimproverato spesso
dalle madri ai fanciulli.
Andà Pamor, ol mangià9 e sim. finna
in fond dì calcagn, r. m-Fónd.
Andà la voeuja in dt calcagn. Uscire
U ruzzo o la coglia f^. in Voeùja.
Settass sui calcagn. Accoccolarsi.
Stare o Essere coccoloni o coccolone
' o a sedere sulle calcagna.
Tirà-sù el fiaa del fond di calcagn*
K in Fiàa.
Calcàgn. Calcagno. Qdcagnetto. Calca^
gnino. Quella parte di una scarpa che
corrisponde al tallone del piede. Og-
gidì questa parte è da noi detta più
comunemente Talón così per le scarpe
da uomo come per quelle da donna.
Allorché erano di moda i calcagnini
alti nelle scarpe da donna 9 la voce
Calcagn era tra noi esclusiva per tali
scarpe9 e chiamavamo Calcagniti anche
i più gentili fra questi oggi delti Talon.
Alt de calcagn Dicosi di
scarpa con calcagno alto.
Bass de calcagn Dicesi di
scarpa con calcagno basso.
Calcàgn. Calcagno{y* Alb. enc. in Calza).
Dicesi nelle calze e ne' peduli quella
parte che deve coprire il calcagno
del piede — Mett i contraflfort ai cal-
cagn. Fortezzare le calcagna.
Calcagnati. . . . Lavorator di calcagnini ,
chi fa tacchi da scarpe 9 zoccoli , ecc.
Calcagnin Calcagno di zoccolo^,
Caloagaìn. Ad, di Nàs. f^.
Calcatràppola Ignoro quale
oggetto rappresenti da vero questo
nome 9 se pare 9 atteso il latino Cen-
tumcapita, non yogliam credere che
abbia aifinità colla Calcatreppola o col
Calcatreppolo dei dizionarj 9 abbenchè
né funghi né eringii credo siansi mai
veduti nel luogo ove pone la calcatrap*
pela quel nostro volgare che dice:
Sul campanin de sant'Eustorg
Ghe sta ona calr4itrappola
Con cent trii calcatrappolitt ;
Calca pussee la calcatràppola
Che tutt i cent trii calcatrappolitt*
£ certo però che questo volgare s'usa
specialmente co^faaciulU per iscioglier
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GAL
(187)
GAL
loro la lingua invitandoli come per
giuoco a proferire sveitaraente questo
dettato in cui le intrigate corobina-
KÌoni sillabidie tra iti gli obbligano
a scioglier bene la lingua per tutte
e prestamente pronunziare le voci.
Calcedònia. K. Calcidònia. .
Calcherà» Calca* Pigio. Folla, Dal greco
xa^Httipu dice il k^aron de Milan,
Calcherà, v. delFA. M. Calcara. Fornace
da calcina^ e dottr. Forno calcinaiorio.
Nel Basso Milanese diciamo Fomas de
colcinna. La voce latina Calcarla è
quindi vegeta e viva, come altre voci
latine moltissime, solo nei* nostri monti.
Nelle vicinante di Pescate poco lungi
da Lecco è un casolare intitolato
Calcherìn^ cioè Fomacetta da calce.
Calcberàtt {che altri dicono Calcinàtt o
Coldnàtt) v. dell'A. M. . . . . Padrone,
Conduttore o Lavoratore di calcara,
Fomaciajo da calce.
Calchìn per Scarcasciàtt. fT.
Calcidònia. Calcedonio. Calcidonio. Cai"
cedonia. Gemma e Pietra note.
Calcidònia. T. delle Arti Specie
di brunito)o che ha la capocchia di
calcidònia — Quello de^cartaj è un^
asta cilindrica nella cui cima è ina*
stata una calcidònia o una simil pietra
augnata, colla quale bruniscono a
freddo i loro lavori , le legature dei
libri, ecc-
Calciilaroeù. V. Calciniroeù.
Calcinàtt per Calcberàtt. F.
Calcinàzz. Calcinaccio. Rottame di calce
secca già slata in opera nelle mura-
glie , mista con frantumi di mattoni.
Calcinasi. Tàrtaro. Calcinaccio. Chi si
lascia fra* denti quel pattume o quella
poltiglia che dicasi la quale vi ^ in-
crosta dopo il mangiare,. va col tempo
soggetto a questa sp. di calcinaccio.
CalcinazK. Calcinaccio{X>vL. Zanob.)* Spe-
cie di malattia negli uccelli che è
una costipazione con rassodamento
dello sterco.
Calcinàzz(Maa del). CtUcinamento. lì di"
ventar di gesso(*àov.). Malattia mor-
tale dei bachi da seta, la quale si
riconosce a certo mufibre bianchiccio
che ne ricopre il corpo — Il dottore
Agostino BasM di X<odi la chiama il
Calcino,
Calctnètt per Calcinàzz ( malattia degli
uccelli e dei bachi da seta), f^
Calciniroeù {che altri dicono anche CaU
cinaroeù, Varceùla o S'^cioppiroeiìla ).
Sbulletiatura* Quel getto cJie fanno
gr intonachi di calcina d'Anna porzion-
cella di lor superficie per lo pia di
figura tonda, simile al cappello o alla
testa d''una bulletta o d'^un chiodo.
Calcìnna {che il popolo dice più coma-'
nemente Colcinna). Calcina. Calce* So«
stanza minerale notissima, detta cosi
anche allora quando mescolata, con
acqua e rena si usa per murare. La
calce mescolata con troppa rena dh-
cesi Calcina magra; quella con man*
co rena che occorra Calcina grassa;
quella non ancora bagnata Calcina
viva; bagnata che sia Calcina spenta;
bianca e pastosa molto Cidce slattaia
o Grassello; la più scelta e meglio
spenta e lavorata Fior di calcina o
Calcina colata (Ts^rg. Viag. IV, i5)
che i Francesi dicono Lait de cfiaux.
Calcinna forta o de Geradadda.
Calcina /orto (Targ. Viag. I, 287 6
passim). Boccia calcarea.
Calcinna dolza. Calcina ifoZce(Targ.).
Busa o Poppa de la calcinna. Cai"
Cinajo.
Fk la calcinna. Intridere la ealce,
Sass de calcinna. f^. in Sàss.
Smorza la calcinna. Spegnere la calce.
Tocch de calcinna tropp cott. Pezù
di calcina sferruzzati. Quelli che co-
cendo eccessiv.* assumono color ferri-
gno come i matton ferrigni(yàriceif.^.).
Càlcol. Calcolo.
Fa calcol sora ona cessa. Fare di-*
segno o assegnamento sopra checches"
sia. Pensar di valersene — Vale an-
che Por mente. Fare attenzione a chec^
chessia. Badare. Aver occhio.
Tegni a calcol Tener pre-
sente Fesibizione altrui per valersene
a un bisogno. La frase Tenere a cai'
colo è spiegata dai diz. in altro sig.
Càlcol. s. m.. Calcolo. Benella.
Càlcol. s. f. pi. r. Càlcor.
Calcola. Bagionare (Prat. della mercatura
di F. Balducci Pegolotti nella Decima
fiorentina, del Pagnini). Calcolare, Sott-
sora el calcoli cent lira. Sotto sopra
lo ragiono t> lo calcolo cento Uni,
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GAL ( I
CaloolAdór. Calcolatore,
Calcón. Stoppaccio» Stoppàcciolo* Quella
stoppa o carta o borra che si calca
sulla carica posta ne'' fucili 9 nelle pi-
stole, ecc. per tenervela ferma e in
sesto. Ne"* cannoni, morta), ecc. si
chiama Boccone; e i 'Bocconi si di-
stinguono in Stoppacci^ Sfilane, e
Bocconi di fieno, secondo che sono
batufii di stoppa, di cordami rotti, o
di Oeno. Il Diz. d^art. li dice anche
Stoppagli, Sfilacce e Foraggi, senza
però addurne autorità accettate.
Calcón Tappo da mortaletti.
Calcón. Ànunostatojo. V, Foladòr.
Càlcor(o Càlcol). Càlcole, Regoli appic-
cati con funicelle ai licci del pettine pel
quale passa la tela, in sui quali il tes-
sitore tiene i piedi, e ora abbassando
Funo, ora alzando Taltro, apre e serra
le fila della tela, e formane il panno.
Càlcor. Calcole, Diconsi anche quelle
del tclajo de^ calzetta] , dei tornio
de^tornìaj, ecc« Le Pédales de^ Frane.
Càlcora. T. de^TcssiU Calcola, V. Càlcor.
Calcoritt. Calcolini, Regoletti mobili ri-
spondenti alle calcole. f^. Càlcora*
Càld (che il volgo e i contadini dicono
pia volentieri Còld). s. m. Caldo* Cal-
dezza, Caldura* Calore.
Cala el cald. Allenare o Scemare o
Scadere o Allentarsi il caldo.
Cald e fredd. Alternativa di ealdo
e freddo. -
Fa on cald de no dì. Essere un caldo
stemperato, grande, ardente.
Lavora per ciappà cald. y. in Lavora.
No là né cald né frecc. F» in Frècc*
Càld. ag. Caldo.
A sangu cald, e Vess cald de sangu.
f^. in Sàngu.
Cald cald. Caldo caldo (Fag, Sordo
Jatto sentir per forza li, 8). In fragranti.
Cald come on forno o come ona
stua S^ applica a luogo assai
caldo. Il y fait chaud comme dans
un four dicono i Francesi. •
Cald come on ratt. f^. in Ràtt.
Tira aria calda. /^. in Ària.
Tceussela calda. Pigliarsela {Gua-
dag. Poes. I, 76). Riscaldarcisi. In-
fervorarsi. Binfocolarvisi.
Tceussela minga calda. Prendersela
« sei qtuutrini il braecio{*xo9Q, e Rime
88) GAL
d'un aut« ^is.). Pigliarsela a un guai"
trin la calata. Proceder lentamente 9
freddamente, da pigro, tranquillarsela.
Ca\àkaiì!Oi.Calda.Scarmàna*V. Scalmanòzz.
Caldànna. Smalto (hBsU Op. Ili, 354).
Battuto? Quel suolo di cemento che
si stende sulP ultima impalcatura delle
case per sempre piii assicurarle dai
danni deli^ acqua che mai penetrasse
pel tetto. E quello che i Latini dice^
vano Barbarica o Subtegulanea.
Caldànna de forno. Smalto{G\or, Georg.
XV, 377). Cemento onde si ricopre
la volta de^ forni.
Caldànna. . . . Alcuni fomaciaj chiamano
così quella terra onde coperchiano la
cotta in sulla fine ; altri fanno questo
nome sinonimo di Piana deformis. V.
Cai dar. s. m. Caldaja e ant. Caldajo»
Noi per Caldàr intendiamo sempre'
vaso da cucina di rame ; i. Toscani
per Pentola intendono e questo nostro
vaso e quel di terra che noi diciamo
Pignatta, e Caldaja chiamano volen-
tieri il grande caldajo di rame che
noi diciamo Coldéra.
Tene come on caldàr. Nero quanto
. un corvo?
Galdariglia. v. a. sp* Caldano. Caldanino.
Caldarìn. Calderotto. Calderuola. Calda-
Caldarinoeù. Calderottino* (juola,
Caldaròn. .Caldajone. Calderone,
Mett in del caldaròn o Melt tutt-
coss in del caldaròn. Fare un cumbrti*
gliiane{*&Tet. Vocab. aret.). Fare d'ogni
erba fascio. Mettere tutto in uno. Fare
strada d*ogni prato. Mescolare, con-
fondere molte e diverse cose insieme.
Caldaròn. met« Miscuglio. GuajuabugliOè
Caldèra, ecc. V. Coldéra, ecc.
Calderòn. V» Caldaròn.
Caldin. s. m. Calduccio, Caldo moderato*
Caldln. ag. Caldetto* Calduccio*
Caldinélt. s. ra. Caldicciuolo. Calduccio*
Caldón. Calduccio. Afaccia. Gran caldura^
Caldura. Cahlura. Gran caldo» Calore di
stagione. San Lorenz la gran caldura 9
san Vincent la gran freggiura , vunna
e Toltra pocch la dura. F, Vincénz*
Calénd. Calende. Colendi. Calén. Capo^
mese. Il primo giorno del mese. La
voce Calend è affatto sconosciuta in
città; ma in campagua^e specialmente
nell^Alto Milanese , é tuttora vivissima.
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GAL ( I
Per cs* i cont. ivi dicono ▲ calend
o caiien d^magg vegnaroo a troTay.
f^errò a vedervi a calen di maggio
. o il ctden di maggio o alle colendi o
alle colende di maggio. Per calen di
maggio sarò a vedervi*
Calendàri. Calendario, Direttorio. Diario
eccleaiastico. Fra noi più comune-
mente 81 usa i» significato di Disuti-
iaccio^ Cero, detto però sempre a pei^
sona grande, spilungona^ fuseragnola.
Stà-li in pee érìzz come on calen-
dari. Starsi impalato come un cero.
El podeya pur tiramm fceura di
oeucc quell calendari. E* poteva pur
levarmi dinanzi quel cero.
Calepin. Calepino,
Caléss. Calesso. Voce poco usata e fra
i soli vetturali o nella frase
No vessegh calessi de ritorno(Porta
Rime inedite). Non trovar cavalli di
ritomo (Mouìg. Teseo I, 5). Non po-
tersi retrocedere da alcun luogo.
Caliber. T. de^Calzettaj Stru-
mento che fra noi aggiugne a circa
otto centimetri , e per mezzo del qua*
le si viene in conoscenza del numero
a cui appartiene qualunque telajo da
far calze , cioè a dire di quale finez^^
za esso le lavori.
Caliber' di tondin. T. di Zecca
Quel modello che serve a riconoscere
la giustezza del diametro dei piastrini
(tondin) da coniarsi monete.
Calice. V. ant. delPA. M. Casale. Casa^
lino. Casalone. Casalonaccio ( Targ.
Viag. Ili, 29, VI, 29). Casetta rovi-
nata e disabitata che sorga ne^boschi,
o ne' prati, o ne^ vigneti montanini o
colligiani a tenervi luogo di capanno
per rifugio fnomentaneo ai contadini.
Nelle nostre scritture Ialine de^ bassi
tempi leggesi spesso la voce Caligium
che rappresenta questo Calice fratello
forse del Chalet delle Alpi , e affine
al latino Parieiinm.
Caliccò Specie di tela di cotone
finissima vergata e colorata in più
guise, che forse ci venne le prime volte
di Calicut, detta anche dai Francesi
Calicò. Il Gior. agr. IX, 5 scrìve Calicot.
Calicùtt. Calicut, Nome di città asiatica
usato fra noi per esagerazione nei
dettati seguenti:
89 ) GAL
Andà o Manda in Calicùtt (che an-
die diciiuno finna giò a cà de Dia o
finn a a cà del dia voi ). andare o Man-
ilare in finibus terre (Sacch. No v. 2 17)
o in Orinci o in C/iieradadda o ih
Chiarenna o nette France maremme^
cioè in luogo lontanissimo.
Càlid. Calido. V. Calorént.
Calimón o Calmón. Palèo. In alcune
parti deirAlto Milanese, e special-
mente a Merate, vale quello che noi
in città diciamo Pirìo o l7»/*/o( palèo).
y, -— La voce ha fisonomia greca, se
pur non si vuol dire veneziana (ca/-
mon per bastardone nesto).
Calissoàr. T. d'Or. Allargato jo, Broccajo,
Ve n' ha di grandi , mezzani e piccini.
Calissón. Colascione. Specie di liuto a
due sole corde e collo lungo , uscito
d'uso fra noi, e solo rivivente in oc-
casione di mascherate pulcinellesche.
Calissón. 05^arcia senza polpe. F.CHÌossón,
Càliz. Calice-
Pè o Pe^estall. Pianta » Botton. •
Nodo » Culett o Fceuja o Coppin.
Coppettino ts» Coppa o Vas o Tazza.
Masetto» Coppa,
Cali. Calo. r. in Cài.
Cali. Callo. Vegni su el cali. InealUre.
Divenir calloso,
Fagh dent el cali, ^g* Incallire.'
Farci il callo.
Calmée o Caimér o Calméri. Tariffa.
Determinazion di prezzo o sim. f^.Mètta.
Fà-sù tant calmen su ona robba.
Ventilar eccessivamente
checchessia o fame gran casi.
Calmòn. F> Calimón.
Calmùcch. Cnlmouck. Pelone. Panno lanò
di pelo lungo ^ specie di carpita ma
fine, e forse una sola cosa coiran-*
tico Cammuccà.
Calònegh* v. cont. br. Calònaco, Idio*
tismo comune ai Veneziani, ai conta-
dini di Toscana e a que^delPAlto Mi-
lanese in luogo di Canonico i
Calór. Riscaldamento. Sudàniìni. Pruzza.
fiibollimento. VÉbullition de^Francesi.
Chiamansi cosi in complesso quelle
bollicine minute e rosse che vengono
in pelle per troppo calore. F, anche
Espulsi dn.
Caler straporlaa. . . . Riscaldamento
ribattuto dalla €ut« ad alcun viscere.
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CAM il
Cascia calor. Biscaldare. Essere ca^
loroso o calido. Indurre caldo.
Parla con calor. Parlar con calore y
con veemenza 9 con fervore*
Calorose Gran ribollimento.
Calorént. Riscaldante, Caloroso,
Calorélt o Calorin. Caloruccio.
Galòss. Calòcero, Nome proprio.
Calossón e Galissón. Ossacela senza polpe.
Si dice per* ischerno a persona so-
verchiamente magra.
Calòtta Nome proprio del
celebre pittor delle Tentazioni di
san t^ Anton io usato nella frase
Figura del Calotta. Figura da cent'^
bali. Figuraccia,
Calòtta Sp. di berrettino
simile al cupolino de^ preti (teo/ogia)
con questa diversità che dove quello
ricopre la sola chierica , la calotta ri-
copre tutta la zucca, ed è fatta a yol-
. ta poco elevata dal centro — Dicesi
anche di quel cupolino di carta su-
. gante che mettesi sotto la parrucca.
Calòtta. Calotta, Negli orologi da tasca
. è quella specie di cappelletto che
serve di custodia al movimento.
Calottinna. Dim. diCz\òiitL(herrettìno), V,
jCalùnia. Cahmma^ e ant. Calogna,
Calunià. Calunniare , e ant. Calognare o
. jiccalngnare. (tore,
Caluniadór. Calunniatore , e ant. Calogna^
Calùsgen. v, coni, brianz. per Carisna. f.
Calvàri. ... Si dice di persona smunta,
malescia, disparuta, impolminata.
Càlz. Calcio, Pie di lancia , fucile , ecc.
Calza. V, Colza.
Calza alt. Imporla troppa alto,
Calzàa. Calzato, Vess on asen calzaa e
vestii, f^, in Asen.
Calzadór. T. de^Calz. Calzatoja, Anche
gli Spagnuoli dicono Ctd^ador,
Calzétta, Calzettàscia, eec, V, Colzèlta, ecc,
Calzettée. Calzettajo, Cahajuolo,
Calzettéra. Calzetiaja,
Calzolàr. Calzolajo,
Calzolarin. CalzolaJuccio{Zsin» Bag, vana
. I, i). Càlzolaretto,
Calzolarinna. Fem. di Calzolarin. K
Calzolarón Calzolajo che fa di
molto Ifivoro nelParte sua.
Calzón, ecc. V, Colzón, ecc,
Calzonìtt. Calzoncini (Fort. Rie. XXI , 9).
Caiuaija Jd, di Por. /^
90 ) CAM
Camaijn. Cammeo, Onice, Onichino. f(i^
chetio, Niccolino.
Camamèlla. Camomilla. Camomilla. Erba
nota che è la Matricaria camomiliaL,
Gàmara . .- Nel contado e in
Brianza ha il ^enso esclusivo di Ca-
mera- da letto 9 Stanza da letto,
Camaràda. s. m. Camerata, Compagno —
Fra i contadini, e specialmente fra
i Brianzuoli, el Camar^^da vale più
particolarmente per Paraninfo, Amanti
e fidanzati non usano que** conladini
andar a visitare da soli Tamante o la
fidanzata: essi debbono aver seco il
paraninfo.
Camaràda. s. f. Camerata di collegi e sim.
Camaràscia. Cameraccia,
Gamarér, ecc. f^. Camerér, ecc,
Camarerln. Camerierino.
Camarètta. Cameretta. Canterella, Came^
ruzza. Stanzetta. Stanzaccia, Stanzolino;
e 8chei*z. Stansìbolo,
Fa c»mweiì9i. Far crocclùo, Far sedar
ta {e per lo più ristretta e segreta )«
ed anche Tener consiglio o consulta.
Camarètta. Fascina; e propriamente fa-
scina composta di legue un po'* gres-
sette e confortate da una stiappa.
Camarin. Camerino, Stanzino — Secondo
usi diversi hanno diversi nomi: cosi
. il camerino dagli agiamenti è detto
Camerino o Cameretta; quello da spo-
gliar visi iSJ^iog/iato/o; quello da lavo-
rarvi di penna Sùrittojo o Studio;
quello presso le guardie da depositarvi
gli arrestati Camerino ; quello da razza
di colombi Jppajatojo ; quello da in-
grassar uccelli Serbato jo; quello da
serbar le frutte FruUajo; quello da
seccarle Seccatojo; quello, da nave in
genere per dormirvi 'gli uffizi ali Ca-
panna; il consimile nelle navi d'Yalta
bordo Rancio; il simile nelle galere
a uso dell^aguzzino Escandola; ecc.
Camarin del barchett. Copertino,
Quella stanzuccia nelle barche cor-
riere nella quale i viaggiatori sono al
coperto dall^aria e dalle piogge. È una
sp. di^^se delle gondole veneziane.
Camarin d'^estaa chiamano alcuni
quello che propriamente dicesi pia co^
munemente Gaserà del latt. y,
Camarin d^inverna dicono alcuni quel-
lo die più com* si nomina Casirceùla» K.
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CAM (i
Camarìn di ughett scherz. per Cor
ìner (cesso), F,
Camariuètt. Stanzinuccio» Sianzerella.
Gamaróny Camaròuna e CamaròU. Ca--
merone. Stanzone.
Andà o Mett ia camarott. Andare o
Mandare in cameraceia. V> in Presón.
Camàtta. T. di Fori. mil. Casamatta,
Camàtta. Stamberga. Casalonaccio, Ca-
saccia, Ediiicio o stanza ridotta in
pessimo stato si che appena vi si
possa abitare.
Camàtta. Stanza dove & si può giocar di
spadone. Stanza assai vasta, e spoglia
d'^ogni masserizia.
Càmber. s. f. pi Que* ferri
che collegano le cosce(vergen) d'uno
strettoio da olio o da vino col letto,
(dormion). F. Cambra, Cambrétta, ecc.
Càmbi. Cambio, Scambiamento, Scambio,
Càmbi. T. mere. Cambio,
Segonda de cambi, f^. in Segónd.
Càmbi. T. de^Carroz. Passo? Facoltà di
passaggio contemporaneo in una me-
' desima' sezione di strada a due o più
vetture moventi a mete inverse. Gh^é
minga el cambi. E' non ii*è il passo
per più veUure.
Càmbi {die anche dicono com, Supplént)*
Chi libera altrui dal servire
soldato, militando in suo luogo.
Càmbi Risoluzione effettiva
d'Anna specie maggiore di moneta
nelle sue specie minori.
Cambia (preso assolutamente^ e così an-
che Baratta). Omibiare {O^M Sporta
11 , a). Risolvere , col danaro effettivo,
in ispecie minori una specie maggiore
di moneta. Per es. Gh^hoo cambiaa
on scud in tanti soldon. Gli ho dati
tanti, soldi per uno scudo, Gh' hoo
minga de cambia. Non ho spiccioli per
darvi resto. Noi non luiamo comun.
Cambia per Cangiare , ma si Muda, y.
Cambiai. Cambiale, Lettera di cambio.
Tra ona cambiai. Trarre lettera di
cambio (haS, Borgh. Am, far. 111, 3).
Assegnare un pagamento a prò d^ al-
cuno per mezzo di lettera di cambio
scritta sur un nostro debitore.
Cambialètta Lettera di cambio
per poco valsente.
Cambiamént. Cambiamento, Cambiajnent
de scenna. f^, in Scènua.
90
CAM
Cambista. ) Cambista dei diz. equi-
vale al nostro Banchér. K
Cambra. Camera, Ferramento di forma
quadra o tonda , e talora inginocchia-
to, che si mette ne^ lavori a saldei^
za , a ritegno 9 a guida di alcuna loro
parte -, e secondo scopo dicesi Camera
di ritegno , {li rispetto , di mira , ecc.
Per es. Cambra de Tarbusell di barch.
Camera, Scassa,
Cambra i oeuv. f^, in (Eùv.
Cambrajón. Cambraja^ e forse T antico
Cambragio, -Tela nota.
Cambrajón(Mag. Fai. JiL 1, 28)
La cambra] a grossa.
Cambrajée. f^enditor di cambraja.
Cambrétta. Camerina{pìz, art.). Dim, di
Cambra. V,
Cambrétta. Staffa, Stanga, Spranghetta,
FeiTO confìtto nelle. imposte dell'uscio
per reggere il saliscendo(a/xa/7è).
Cambrì. CambrULaanh, Lett. p' 16), Sp. d>
tela di cotone rada come velo, e meno
- fine e men fitta della garza , usata il
più per fodera a^cappellini donneschi.
Cambròn. Camerone{Diz. ai*t.). Acer, di
Cambra, r,
Cambròssen ) ^ , , , *
Cambròsien I ^'"* Cabro5Sol. r.
Caméll. Cammello. Le cose pertinenti a
questo Camelus bactrianushin. diconsi
• Cammelline, Noi spesso confondiamo il
Dromedario sotto il nome di Cornell ,
Caméll o Caméllia. Camèlia (Targ. Toz.
in Caméllia japonica). Pianta e fiore
venuti così di moda fra noi oggidì
che anche il volgo li conosce e ai suo
solito li stroppia in Caméll, U Cossa
(Com. p. aa) ha Caméllia.
Camelòtt. Cammellotto (Gior, Geor. X»
285). dambelloUo. Cambellotto, Cam-
mellino. Tessuto di pel di capra d^An*
gora notissimo. .
Camelòtt moellaa. Brussellino? Ciam-'
bellotto ondato?
Camelòtt. Occhio di bue{TsLrg, Ist.). Leur
cantemo. Erba di'* è una spezie di
caraamilla detta dai Pavesi Margaritin
bianch o Fior grand 9 e dai Lodigiani
Margarita,
Camelottìn. T. mere» Camojardo, Stof-
fetta mista di pelo e seta» fatta a fog*
già di ciambcilotlOf
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CAM ( 1^2 )
Carneo. Cammeo. Pietra dura con figure
iutaglìateTÌ sopra^ncastrata ìo.aneUi,ec.
Càiner. ^gio. Cesso, Privato, Cacato jo,
jigiamento. Luogo comune. Destro. La^
ferina. Comodità. Necessario. Came^
retta. Zambra. CuiaUaro. Culattario.
Camerotto da destro.
Canaa. Gola » Canon. Doccioni t=
Scisterna. Bottino, Pozzo nero »> Tajee.
. Cariello. Carello »» Inglesa...* » Assa....
Andà al camer. bendare a camera ^
a sella 9 a zambra ^ alla cameretta,
Càmer. met. Cessarne. Parola di scherno*
e denota qualità di cose o di persone
di poco pregio, luride» brutte.
Càmera. F'. Càmara. La voce Camera per
Istanza s"* è fuggita di città lasciandoci
solo memoria di sé nelle sue corti-
giane la Cadrega de camera e la ye-
. sta de camera, !/. Isolata sentesi nel
sig. di Mercanzia » o sia come diciamo
Camera di commercio. Porta in came-
ra i cambiai. Protestare le cambiali.
Cameràl. Camerale.
Gamerér. Cameriere. Servitor di camera ,
ani. Cubiculario. Cubicolario ^^ Anche
ì fattorini dell^'osterie sono delti Coi*
merér. Gim^rien (Saccenti Rime).
Cameréra per Donzèlla. P'.
Camerista. Camerista, Cameriera di prin-
cipessa. Se la Camerista è di schiatta
gentile e giovine la diremmo />iimig<;/^.
Camerlaccài. . . . Voce prestataci dai Ted.
(Kammerlatfuai) * e vale Lacchè di ca-
Càmes. Càmice. (mera.
Camìn. Cammino,
Fogoraa. Focolare ^ Preja o Pos-
fcteugh. Frontone. Pietra da eammino^
Torrin. Fusto. Fumacchio. Fumajolo^
e modem. Thrretta ^ Cappa. Cappa.
Capanna^Canntt, Gola. Tromba.Rocca.
Negher come la cappa del camin.
r. in Négher — Robb de di sott a
la cappa del camin. f^. in Cappa.
Vcas bon de bajà sott a la cappa
del camin. fig. Essere bravo come un
lampo. Pigliare' leoni in assenza e te-
mere de* topi in presenza, f^. in Bùio.
Camìn. Cammino. Il lavoro di quadro che
risalta nella stanza a ornato del vero
cammino, ed ha Spali. Stipiti ^Kn^X"
trav. Piano o Architrave.
r Mett in opera on camin. Murare un
cammino.
CAM
Camina. Camminare. Noi T usiamo solo
nel sig. di affrettare il passo; altra-
mente diciamo sempre ^lufó— Camin-
na donclì ! Studia il passo ! Esci di
passo! Vai di buon passo! Ctunmina
forte! e comic. Mettiti la via 4ra* piedi!
Mena quelle seste l Spaccia il terreno t
Caminà. T. de'Caciaj. • . • Allorché il latte
si coagula prestamente i caciaj usano
dire ch'^el lati el camminna^ cosi come
dicono c/i'el va odasi nel caso contrario.
Caminàda. Camminata.
Caminadór. Camminatore.
Caminéra. Camminetto. Spera da commi-'
neÌlo{*CioT,). Specie di sopraornato dei
camminelti da sala consistente in uno
specchio contornato da aropj lavori
di quadro di altezze diverse, ma di
larghezza sempre pari a quella del
cammino a cui si sovrappone. Il Voc.
regg. dice che i Fior, chiamano Comi*
mera Io specchio posto sul cammino.
CamiuètU Camminetto, Piccini cammino»
Camioettin. . • . Picciolissimo cammino.
Caminón Gran cammino»
Gamisa. Camicia,
Pedagn. Falda. Lembo 'm Manegh.
Maniche s» Tasselliti del pedagn. Quon
dreletti da piede »■ Flessi tt del pedagn.
Spari da piede » Fessa (se da uomo).
Sparato da collo »» Scalf del coli (se
da donna). Scollo *» Fessitt di manegh.
Spari delle manic/ie » Tasselitt di ma-
negh. Quatireletti degli spari delle nuir-
nicAe » Listin. Polsini. Solini delle ma^
niclte a» Manezzin. Manie/tini ^ Coli.
Solino da collo » Ghed. Glteroni'=^ Co-
rin. Concino i^Portinna. Gala, Digiuna»
Lattuga toSp&ììai o Spallin. Spalletta «»
Tasse] o Chignceu di spallitt. Quadre^
letti delle spallette «« Tasse) de Ten-
trada di manegh» QuadreletU, (Vedi
Camicia nel Diz. encic. d'Alberti).
Avegh i camis. fig. Avere o Toccare
la gambata, f^, pili sotto Dà i camis.
Avegh la camisa de torg. La cami-
cia gli si, sarebbe torta. Dicesi di per-
sona tutta in sudore.
Avegh la camisa netta denanz e
dedree. fig. Aver nette le mani. Avere
la coscienza netta.
Avegh nanca camisa adoss, o No
ave camisa de quatlass el cuu. Non
aver panni per indosso{}Ssiiios. i8).
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Non an^r
povero in
CAM (I
cencio da coprirsi. Esser
canna. I Francési dicono
PTavoir pas ime ehemise sur san dos.
Av^h ona camisa adoss a Poltra
al fo58. . . . 01 11*6 al senso positivo,
che è quello di possedere due camicie
sole, questo dettato ha il senso figura-
to d'' indicar Bruco ^ Sbricia ^ BnéUo^
Tritone colui al quale viene applicato.
Botton de camisa. F. in Bottdn.
Cava anch la camisa a vun. ^g.
Trarre H filo della camicia ad uno.
Chi lavora gh*ha ona camisa, e ehi
na lavora (p (k festa) gbe n^ha'dò.
Chi fila ha una camicia ^ e chi non
fila n^Jèa due. Se vieni primo al lor
voro^ resti secondo al pagamenio. Se
più mertif manca oftfeiii ( Mon-. Am. e
Toc, li, 16). Chi lavora dà le spese a
chi si sta. Il Fagiu<di(RimeIV,a86)disse:
« CW quei .ob« cilce hm naui oumexa aok,
» £ dae chi Vhfo bod pigliò Bcnni^iio. »
Ciappà i camis. fig. . . . Essere il
matrìmoniaja, aver la .senseria di none«
Da i c»mls. fig. J}are la gambata,
Licentiar l'amante.
Donna che fa vamls. Camiciara (vo-
ce romanesca registrata dalPAlb. enc.)-
Fé come el dottor Isaoch ch^el stra-
sciava i oamis per giusta i sacch. K.
Isècoh*
in manegtt de camisa. Jn eamieione?
Trass in manega da oamisa. SpogUm^i
in cornicione? Levarsi T abito e rima*
nere in camicia e panciotto , o anche
colla sola camicia fino alla cintura.
Là camisa no la ghe tocca el cuu. fig«
È pia lieto che /ungo (Sacchetti Nov.
f !i5). La camicia non gli tocca il culo
ti l'anche. Non cape in se stesso o nella
pelle o nel cuojo, È a nozze. Non può
stane ne' panni* Dicesi di chi dimostra
soverchia contentexca di checchessia.
' L'^è pù inao» la. camisa ch'el gip-
pon." V* in Gippón. . ■
Levà-sù con la camisa inversa o
Ave miss-sù la camisa inversa, fig.
Jver- messo la rtlfi torta (Ambra Furto
III , 5). Dioesi a ehi è di mal umore
e brontolone più del solito. I Fr.
dicono // s^est leve le cut devant^
le cui le premier {Koux Dict.).
M6tt«#ù la camisa. Mettere o Indos-'
sare la camicia. Incamiciarsi?
roL J,
93)
CAM
Mezza in camisa. Discinta.
No gh^ è sabet senza sol , no gh' è
donna senza amor, no gh'è praa
senz^erba, e no gh'ò camisa senza
merda, r. in Amor.
Perd anch la camisa. fVtns a perder
colle tasche rotte, Straperdere in giuoco
Resta in camisa. Restame in camicia
fig. (Sacch. Nov. ai6). Rimanere im
giubbone {ììLaichìsLy. Op. r. 3o4). A*-
maner brullo, povero in canna.
S'^avess de giontagh anch la camisa,
vuj fall. Vadane il mosto e V acque-
rello^ il va'* fare.
Scior mezza camisa. Messerino, Si-
gnor di maggio.
Toeù-foeura la camisa o Trass in cami-
sa. fogliarsi in camicia. Scamiciarsi?
Tra in camisa vun. fig. Ridurre ai
lastrico* Fare che altri rimanga m
giubbone o ne resti in camicia , rovi-
nar uno , mandarlo mendico. Metlre
quelqu^un d la ehemise dicono i Fr.
Trass in camisa per vun. Sbracarsi.
Spararsi per alcuno. Fare ogni possa
in aervigio d'alcuno.
Vess come cuu e camisa. V. in Cùu,
Camisa. T. degli Uff. Sopraccarta? Co-
perta. Sopraccoperta. Quel foglio di
carta che sovrapponsi per> oustodisf
ad atti d'^iiflicio, con brevissima in-
dicazione esterna del loro contenuto.
Gamisoeù , Camishi e Camishma. Cami-
cetta, y. Camisoeùra.
Avegh nanmò sutt el camisoeu ó
Avegh anraò brutt de merda el ca-
misoeu* fig; ^i-er appena levato la bocca
daldaUe{Ruf. Borgh. Am, fur, I, 1);
Non aver ancora rasciutti gli occhi.
Avere il latte alla bocca o il guscio in
capo. Vale esser ancor giovane , soro 4
no^'izio, non aver giudizio pef-fetto.
Camisoeùra. Camicetta. La Camiciuola dei
diz. pare che valga solo per quegli
oggetti che noi diciamo Gipponin o
Bianchetto. V,
Bell in fassoeura, brutt in cami^
soeura col suo rovescio Bi-utt in fas^
soeura, beli in catnisocura
Dettati famigliari alle donne colle quali
vogliono inferire che la esperienza ha
provato loro riuscir bdlo da giovane
chi era brutto da bimbo, e i bei bimbi
tornare assai volte brutti giovani.
25
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CAM ( I
Con la guggia e la pezzoeura se ten
io pee la cainisoeura Non
isparagnando fatica nel racconciare a
. . Aempo le cose d^uso si fa buona figura
senza bisogno di ricorrere botto botto
a nuove compre » e a continui sborsi
•. rovinosi per T economia famigliare.
Camisorin; .... Piccìolissima camicetta.
Camisòtt. Camioione? Il Camiciotto dei
diz. pare cbe valga solo per gonnella
o sottana. Noi usiamo Camisòtt spec.
.< per. Camicia da scuderia collo sparalo
da tergo ^ la sottana de"* becca] diciamo
propriamente Guamascia, quella dei
carrettieri Bluse 9 la gabbanella de"* mi-
litari Sarò 9 quella degli archivisti in
uffizio e de** preti viaggianti Spolve-
rirma^ ecc. K.
Cammàster. ^. Cappmàster.
Gammìn , Cammina , ecc. F, Camin ^ Ca-
minà 9 ecc.
Càmola (in genere). Baco, Bruco,
Frut con la camola. Frutto bacato
o bruciolato o bacaticcio, '
Càmola. Jìgnuola, Tarma. Tarlo. Insetto
che rovina i panni» i libri, ecc. È la
Tinea sarcitella di Linneo.
Andà a camol. Intignare^
Bus di camol. Tignuole. Intignature.
Càmola. i9aco della farina. Baco di crusca.
Insetto che sussiste nella farina am*
. montata, ed è cibo graditissimo dei
rusignuoli. È la larva del Tenebria
molitor di Linneo.
Càmola o Camolètta Insetto
che perseguita le api, detto P/uUana
: tinea cerellà dagli entomologi.
Càmola. . . . Verso il Lodigiano. la iar*
. va di queir insetto cui gli entomologi
.. danno il nome di Falena dispari.
Càmola. Baco del cacio. Zecca del cacio.
. Insetto noto che è VAcarus syré degli
entomologi.
Camolàa. Bacato, Bacaticcio, Bruciolato,
Dicesi delle frutte guaste dagP insetti
in genere.
Camolàa. Tarmato, Intignato,
Camolètta dicono fuU'Alto Milanese la
Càmola di avi. F,
Camolón | ^ ^^^^ ^^^ Cagaòn(tflco). F.
Camolott)
Camosciàda. Jd, di Péli. F,
Camózz. Ad, di Cavalér. F,
Camozzlana. Ad, di Gaiétta. F,
94 ) CAM
Camp. Campo, Piaggia{GioT, Georg. Ili,
agg). Fra noi in generale inlendesi
per piano coltivato a grani e gelsi ma
non avvitato , a differenza del Lceugh
che ha anche viti.
Camp de biava. Campo imbiadaio.
Camp de fav* Favide. 11 Manni nelle
VegL tosc.IV, a5 ha anche Baccellajo.
Camp de pastora. Campo compascuo,
. De camp. Compio — Camporeccio.
• Campereccio, Campestre, Campestro,
Piente H Pand e el camp, o Pientà-Il
socch e sacch e fusella. F, in Fusèlla.
Semm chi nun al camp di cinqu
pertegli. Qui è dove giace Nocca,
Camp (Dà). Dar campo ^ tempo, spazio.
Camp. . . . Ognuno di que^ filari di canne
che veggonsi di faccia negli organi
divisi dai colonnini deirarmadìo.
Camp. T. mil. Campo, Da noi si conobbe
e usò questa voce dopo V Attendamento
fatto in settembre i858 nelle vicinanze
di Milano,. che nominammo Campo.
Campa. Campare. Voce usata solo in
Campa a Tussara. F, Ussèra.
Campàssela. Godere* Darsi tempone
o festa o buon tempo -^ F, in Passa.
Gampàda. Campa, Ogni largura vistosa di
superficie che s^abhracci neMavori di
quadro, nelle pareli 9 nelle dipinture.
Campàda Nelle strade si chiama
cosi lo spazio comprèso fra pinolo e
piuolo(fna paracarr e paraearr),
Gampàda. Campata, Passlna{Di%. art.).
Spazio compreso fra pila e pila nei
.ponti.
Gampàda Quella stanza sfondata
. che. è serbatoio del sale presso le Ga-
belle del pubblico. È detu cosi anche
nelle altre province di Lombardia.
Campagna. Campagna, Fra noi è voce
genei*ica la quale comprende Camp,
. Lceughf Figna^ Bonchj ecc. F,
Quand i nivo^ van a la montagna,
ciappa la zappa e va in campagna.
F, in Nivol.
Sorbett de campagna. F. Sorbètt.
Usell de campagtta«fig^ . • . Como
libero di sé. F* anche in UsèU,
Campagna. Fitta. El gVha ona bella
campagna, ffa una bella villa,
[ Campagna. Filleggiatura. Fa bonna cam-
pagna. Filleggiar bene, Andà in cam-
pagna. Andare in villa.
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CAJM (i
Gampàgìia. T. d^Agrimens
Quello spazio di tempo in ogni an-
nata nel quale attendcsì ai lavori
geodetici sul terreno.
Campagna. T. mil. Campagna, AMempi
andati valcra tutto il tempo di cia-
scun anno in cui si solea guerreggiare^
e comprendeva Primavera, Estate ed
Autunno, dicendosi particolaimente
Far campagna d* inverno se mai ciò
accadeva. A^ nostri di si estese a de-
notare tutto il tempo d^una guerra.
La prima guerra punica sarebbe stata
pei militari odierni una campagna.
* Andà in campagna. Uscire alia cam-
pagna? Uscire alla guerra.
Sta in campagna. Battere la cam-
pagna? Militare. Guerreggiare,
Campagna. Shirraglia. Birrerìa* Vale il
corpo de^ birri, e tra noi singolar-
mente si diceva di quelli contraddi-
stinti col nome di campagnteu perchè
' solevano uscir di città per arrestare
i ladri infestatori del contado.
Campagna. . . . Fra i vetturali orarj detti
. Fiacristi vale Scarrozzata assai breve.
Campagna! Lo stesso che Coi fioocb o
A quell Dio. y, Fiòcch, Dio.
Campagnàda. Scampagnata{*iosc. Rosini
Signora di Monza). Breve gita a di-
porto in campagna.
Campagnètta. villino. Villetta.
Campagnoeù. Sgherro, Birra, Zaffo. San
tallite. V. più sopra in Campagna. Il
Capo di questi Campagnceu era quello
che il Caro(Let. fam. UI, a85) chia-
mava Bargello di campagna.
Campagnón. Compagnone (Targ. Viag.
y, 121). Gran campagna.
Campagnón. Capoprante? {Gior. agrar.
tose.). Nel Basso Mil. è detto cosi quel
campagnnolo che ha per unico officio
il rivedere i lavori campestri, e invi-
gilare perchè siano eseguiti a dovere.
Campagnón e Campagnón d^on omm
(modo brìanz. forse corr. dall' ital.
Compagnone). Omaccione.
Campana e Campana- giò. Sciunpanare.
Campana, fig. Sonare il campanello un
miglio lontano {Don, Zuc. ao3 retro).
Sonare il corno. Sonare, ammorbare,
Mlezzare. Scompuzzare. Puzzare, Putire
fieramente. Essere carne stracca.
Campana^. Campanajo, Campanaro,
95) CAM
Campanèlla. Campanella, Campanetta*
Campanin. Campanile. Torre, Quella
torre su cui stanno le campane -^
QuelParcuccio che s'innalza sul muro
d'una chiesuola ed ove si bilicano una
o due campanette al più , dicesi dagli
Architetti Campanile a vela.
Fa campanin {che altri del contado
dicono andie Fa campanna). Far quer^
duolo o querciuola o quercia. Posato
il capo in terra mandar le gambe al-
l' aria dilatate , e fare a così dire al-
bero del proprio corpo ; giochetto dei
fanciulli che i Reggiani dicono Gambe.
No gh' è magher campanin che no
daga pan e vin Non è
parrocchia , per meschina che sia , la
quale non dia modo al paroco di viver
bene; e anche in generale La condi-
. zion del prete non lascia mai misero.
Rar come i campanin in di sces.
È come i campanili di contadoQionos.
p. ^og). Dicesi di cosa non frequente,
come sono i campanili in contado che
ivi s'affacciano più radi rispetto al
bosco che se ne vede nelle citta.
Campanin. Campanello , e con voci ped.
e scherz. Tintinnàbolo o TinUnnàbulo»
Andà a tavola a son de campaniut
fig. F. in Tàvola.
Dovè manda a cerca cont el cam-
panin. Volerci un edmanacco per trovai
re uno (Mon. la Ved, I, 7). Volerci la
carta da navigare. Dicesi per mostrar
difficoltà di rinvenire chicchessia, aI-«
ludendo alla costumanza ch'era tra noi
di mandare a suon di campanello in
. traccia dei fanciulli perduti col pub-
. .blicarne ad alta voce gPindizj.
Campanin. Giacinto. Jacinto, Granòret-
lagna. Fiore notissimo.
Campanin. Convolvolo arvense. Sorta di
pianta e fiore che anche i Proven-
zali chiamano Campanetti, ^.Velùgora.
Campanin salvadegh o de praa. Giacinto
stellare ceruleo. Scilla bifolia,
Campanin per Campis. V,
Andà-sù a campanin. Far colonnata
(cosi nell'Alb. bass. in Pointe), L'in-
nalzarsi verticalmente verso il cielo
di volo o di getto.
Campanin. v. di gergo mercant. • . . Allor-
ché un mercante vi dice se intendete
comperare le^ue tele, i suoi panni, ecc.
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CAM ( I
col campanili o senza , egli vi domanda
se li volele col bollo delle pubbliche
gabelle o no ; se vi parla di Campanin
fiammant intende nominarvi quel bollo
contraiOatto ; e se vi ricorda Campa"
nin rimessa v* indica un bollo legale
si ma stato tolto da altra merce e
rappiccato a quella di cui fa parola.
Campaninàda. ScampaneIlata{*&or^. So-
nata di campanello.
Campaninceù. Campamltnto.
Campanitt (o Fèrr). T. de' Mugn. s. m. pi.
Ferri. Que' ferri che sono posti nelle
macine perchè quando non è più gra-
no fra quelle risonando sur esse diano
avviso al mugnajo di rifornirle di gra-
no. Sono i Claquets o Cliifuets dei Fr.
Campanitt. s. m. pi. Bucaneve (Targ. Ist.)*
NeirAlto Milanese, e specialmente nella
Brianza, chiamano Campanitt il fiore
di questa pianta che è il Galantkus
nivaUs di Lin. Po avvertire che ai
caratteri botanici di questo fiore pen-
duto si può aggiugnere questo idio-
tico che nella punta esterna di ciascun
petalo di esso si osserva una nuc-
chiuKza verde.
Campanitt. s. m. pi. Padiglione chinese
(Diz. mus.). Specie di cappelluccio
d* ottone con assai campanelli nella
orlatura che » fatto roteare intorno
all^asta che gli è centro e maniglia,
o scosso a cadenza , serve ad accom-
pagnare il suono d^ una banda.
Campànna. Campana^ e con v. tmUGlogga,
Ason. Trecce. Manichi a Battuda.
Testa o Testata » Coronna. Bordo,
Curva. Curvatura »» Fasce.
Fascette. Cordoni, Camicette «■ . . .
Cagnuolo »» Fungo ^ Batacc.
Battaglio es Aneli de taccà-sù ci ba-
tacc. Cattivello. Gruccia ovvero Collon
rini con viti e madreviti « Pè. Soste-
gni — F, Sciòcch, ecc.
Besogna senti tutt dò i campann. fig*
All'udir una campana e non udir l'al-
tra non si può giudicare. Odi l'altra
parte e credi poco, V. anclte Besogna
minga loggia a la prima ostaria in
Ostarla — Il Fagiuoli diede questo
bel ricordo nelle sue Rime (I, 56o)
« Chi ^iodica • obi regna abbia due orecebi,
» E non un solo, e quello lungo e duro,
p Non crtda a ninno f Mata por parecchi» »
96 ) CAM
ricordo consonante col dett. volg.
Buon giudice spesso udienza^ raro
credenza^MiOnos. pag. 584)*
Dà la campànna a on sere. F. Sére.
E daj con sta campànna. E dagli
con questa canzone o con questa Javoiiz
dell' uccellino 1 che viene a dire f^oi
fate sempre un medesimo verso ^ voi
dite sempre quel medesimo , io ne so^
no ristucco.
Fabricator de campann. Campana jo
. disse con voce ambigua il Ce! lini.
Gettatore o Fonditore di campane.
Fa campànna. Far querciuolo. V* in
Campanin (primo sig.).
Faa a campànna. Accampanato —
Campaniforme — Campanulato. Colz a
campànna. f^, in Còlz. Pantalon a cam-
pànna. y, in Pantalon.
Mangià*nò fin che no sonna i cam-
pann. Fare il digiuno delle campane.
(Fag. Bime I, 116). Starsi digiuno il
sabato santo finché non si sente scam-
panare il resurressi.
Sona a campann doppj.fig. Sonare
a catasta. Sonar le campirne a doppio.
Percuotere uno con replicati colpi.
Sona campànna e martell. F. in
Martèll.
Sonee 1 campann. Sonate un doppio.
Bisogna far campanone o sonar le
campane o fare, un segno nel muro.
Quasi atto* d'ammirazione quando ta-
' luno ha fatto una cosa che non si
reputava mai dover fare.
Tirà-giò a campann doppi, fig. Bat-
ter la cassa addosso a uno. Tagliar^
gli le legne addosso. Dargli il cardo.
Appiccargli sonagli. Sonargli dietro
le tabelle o le predelle. Lavargli il
capo coi ciottoli o coi ciotti. Bandirgli
o Gridarffii contro la croce. Gradargli
i calzari o gli usatii. Sparlarne assai.
Tira in pee i campann. Sonare a
distesa. Dar nelle campane traendo
si vigorosamente le funi da far che
mosse descrivano un semicerchio e
il battaglio lavori a i*otta.
Campànna (per antonomasia). . . . . •
Quella che suona ogni di alle tre ore
di notte il verno, alle due Testate,
per intimare a* vinattieri , tavernie-
ri , ecc. la chiusa delle loro botteghe»
Se un dice JSla ^onoifa la campànna ?
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CAM ( I
e non più, noi intendiamo di questa,
sorella in qualche modo della Cam-
pana dell'armi dei diz., ma non essa
per appunto.
Campànna di vintidò. P^. in Vintidò.
Campànna. Campana{da sdUare). Hsi Fon-
do e Fornello.
Campànna Rete che usa in
quella specie d^uccellare che nominia-
mo particolarmente Bressanella, V.
Campànna. T. de' Pastaj.Gam/iana. Quella
parte dell'argano, accampanata e di
bronzo, nella quale si pone la pasta da
lavorarne vermicelli, cannoncini, ecc.
Campànna. Campana, Vaso di cristallo
o simile, le più volte accampanato,
che sovrapponsi agli orinoli a pen-
dolo, ai vasi di fiori finti, ecc. per
difenderli dall^aria e dalla polvere.
Campànna Coperchio d^ alaba-
stro o sim., accampanato, che si so-
' vrappone alle lucerne perché il lume
si spanda dolce ed equabile.
Campanón. Campanone,
Giugà a campanón o a scaregabarl.
Fare a scaricabarili. V. Scaregabarl.
\2 è sonaa el campanón. fig. Suona
il corno, y. Campana fig.
Campanón dicono alcuni parlandosi di
musiche il Vocton maggiore.
Camparla Ciò che pertiene
al campajo. Spes de camparla. Spese
campajuole? Spese di guanlia?
Gampée. Campajo. Custode de^ frutti dei
campi. Volgarmente in Toscana Io di-
cono il Guardia , e se ne hanno esem-
pi così frequenti nel Giornale agrario
toscano da non lasciar dubbio alcuno
su questa sgrammaticatura nel parlar
comune, ancorché nel tom. I, p. 496
sia detto anche la Guardia.
Bon de fk el campee in d*on sit
dove no passa nissun. F". in Passa.
Ciamà pegn al campee. Lavarsi avanti
per dimostrare die la ragione sia sua
(Cini Des. e Sp. I, 7). Far le none.
Cantar le none. Sonar le none. Vale
prevenir la domanda che uno s^ im-
magina avere a essergli fatta con pi-
gliare scuse e anticipar la negativa.
Fa el campee in d^ on sit. fig. J7e-
stare a piuolo. Far mula di medico,
Campee. . . . Nome che particol. neirAlto
Mil. rappresenta subidea speciale. È
97 ) CAM
un famigliare agrario a cui si afiida-
. no molte delle funzioni di fattore per
minor prezzo e con minorì diritti. In-
vigila sulle operazioni campestri, bada
V conti giornali d^ opere e mezzadri,
ha cura del palazzo e del giardino
padronale come usa il fattore, ma
non ha come esso cosi estèsa ammi-
nistrazione , e lavora anche in cam-
pagna, ciò che quello non suol fare.
È un fattore economico, una specie
di Casant agrario mantovano.
Campee In ischerzo , e per gergo
vale Strònzolo.
Campee. Fondaccio di bottega, iiijiuto. Ro-
ba che difficilmente si possa spacciare.
Campee. Lucietta? Sp. di Cantharis, in-
setto che va saltellaiido sulla super-
ficie di certe acque, e che fa sua stanza
tra le conferve e simili piante acqua-
tiche. Alcuni lo chiamano. anche con
• nome equivoco SaJtamartin.
Campee di acqu. CatenUtajo. Clìiavicanie.
Acquajuolo. Colui che ha in custodia
le acque d* irrigazione e che le viene
distribuendo alle risaje, ai prati, ecc.
Vale anche Custode delle cateratte
di un fosso naviglio.
Campéll e Campétt. Gamp6tto(Last. Op.
IV, 80 — Giom. Georg, e Agr. pass.).
Campicello. Campitello. Campicciuolo,
Camperello,
Camperà La moglie del cosi
detto Compie. V.
Campión. Campione. Mostra, Saggio, Cam-
pion de caratter. Mostra di caratteri,
Campión Quella moneta o
quel peso che serve agli aggiustatola
di zecca per aggiustar le monete col^
peso. È quello che i Francesi chia-
mano Binerai.
Campión. Campione, Paladino, Eroe, Al
femminile Campionessa,
Campión. Sentinella,
Campión (in senso dlspreg.). Rifiuto.
Campis (che alcuni dicono ancìie Cam-
panln). Cb/onmito.'(Alb. bass. in Pointe).
Il getto di sotto in su a vertice della
palla, y, Giugà a la balla in Bàlia.
Fa campis o campanin. Far colon-
nata? Scagliare una palla a vertice
si che venga a ricadere nel punto
medesimo donde fu scagliata.
CampsànU Cimitero, dmilerio. F, Capsànt.
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GAN ( 198
Campàcc. ) Campeggio, Legno òeìVHa^
Campùsc. ) matoxjrlum campechianumL,
GamiìfT. add. Mortificato, Abbacchiato ,
ed anche Scodato, Smaccato,
Resta camuff. Bimanere mortificato
— Himanere scaciaio smaccato,
Camùir. sost. m. f^oce ora disusata ^tefu
adoperala dal Balestrieri nelle locuzio-
ni seg, affini id GamufTo ecc, d^ diz.
Dà èl camuff. Dar l'esca, Adescare,
Aescare, Allettare,
« Prìiiui eoi WQ tratta, coi tò dMcors,
wQoelU moxxinaa la gh'ha daa el camaff.»(Biin.)
Dà el camuff. Camuffare? Ingan--
nare. Illudere, Condurre in inganno
il cacciatore o il can da fermo.
Se la legor corrend per dà el camuff. (Ger.)
Giugà al camuff. Giuoco
dì carte di cui oggidì si conosce poco
più che il nome.
Camusción. Cameraccia{Dstv, Post. Tac.
p. 649)* Carbonaja, Segreta, Burella,
Prigione appartata in cui non si con-
cede a ninno di comunicare col reo.
Cam usci dn. fig. Stamberga, Stambergaccia ,
Con. Cane •— Le cose de^'cani diconsi
Canine, Cagnesche» Cagnazze — Chia-
mare a sé i cani dicesi Allettarli —
Pei gridari eh' e' fanno f^, in Vèrs.
Can barbin. Can barbone. Can da
acqua, lì Canis aquaticus dei natur.
Can boi ogni n. Canino di Bologna
(Magai. Let, scient. XI, pag. igS ^-
Fag. Bime I, 3ao); e col volg. tose.
Moffolino, Arlecchino, Mascherin da
Bergamo. Il Moufflard de' Francesi.
Can bracch. Cane da /7e/iiia(Savj
Orait. Il, 357). Bracco. V, Bràcch.
Can cors. Can corso(Fsf^, cit. dal-
l' Alb. enc. in Cagnaccio),
Can danes Sp. di can tigrato^
il Cani pintulinu dei Sardi.
Can de borìda. Cane da leva. Bracco
da leva. Il Canis excitans de'sistem.
Can de caccia. Cane da caccia^ e
per anton. Bracco, Can da seguito»
Can de corsa? Can corridore,
Can de guardia. Can guardiano,
Can de loff o de pastor. Can ma-
stino o di pastore. Il Canis pecuarius,
Can de pajee. Can da paglia] o, Guar^
dapagliajo. Il Canis villaticus de'sist.
Can de posta. Can da fermo ^ da
, punta » da impuntare^ Bracco da/erma.
) CAN
Can de presa. Dogo, Alano. Molosso,
Can de quaj. Cane o Bracco da leva
o da quaglie.
Can de red. Cane da seguito?
Can de tòr. Mastino, Il Canis la*
nienus de' sistematicL
Can de tòr. fig. Crudelaccio ! Ani-
mo canino! Fiera canina!
Can de tòr l Al corpo e al sangue !
Corpo di me ! Esci, di braverìa.
Can ingles. Can di pelo lungo. Quel-
lo che i Piemontesi chiamano Can cror
vin perchè ha pel lungo come capra.
Can livree o de legor. feltro. Le-
vriero, Can da giugnere. Il Canis le-
porarius de' sistematici.
. Can maltes. Can mignone. Cagnoletto
maltese, lì Canis maliteus de'sistero.
Can pomer. Cane lioncino. Il Canis
lupiformis. de' sistematici.
Can saus. Cane segugio. Il Ctuùs
sagax o venaiicus de' sistematici.
Can tanin. Bassotto, Cane inglese.
Il Canis vertagus de' sistematici.
Ai can che rogna se ghe va minga
attoma. fig. Quando il pentoUn bolle 9
non lo stuzzicare(yionos. 270). Alla
pignatta che bolle le moselte non si
approssimano. Non istuzzicare il ve-
spajo. Non ischerzar colVorso se non
vogli esser morso.
Ai can marsc ghe va adree i mosch.
y, in Mósca.
A la cà di can. // pia il pili (Cec-
chi Assiuolo). Alla piùfracida (Lasca
Gelosia V^o), Al peggior parlilo (Sal-
viati Spina HI, a). Del mal del moie
(Buonar. Tane, IV, a). Almanco al-
manco (idem). Po* poi (Fag. Amor non
vuole avar. II, i ). Alla peggio d^ peggi.
Al peggio d^ peggi. Alla piti trista.
Per es. Se te la tujevet ti, a la cà di
can l'avarev poduda vede quej voeulta.
Se tu r avessi avuta tu a sposare 9 del
mal del mal l'area vista talvolta, A
la cà di can se vegnarà via quatter
gnocch, soo dove metti. Due picchiate
ho dove porle se verran pò* poi,
A man a man come fa i can. To^qua
e dà qua. Pesa e paga(Mono8. agS)»
Si dice in maniera proverbiale quando
si tratta con persone di poca fede.
Amis come can e gatt* Amico come il
can del bastone{JSIioa» p* 5). f^* iimaniL
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CAN (199
Andà adree come~on can harbin
e come on bè. f^. in Bè. Suivre quel-
qu^un camme un barbet dicono ì Fr.
Andà decsai,Jndate le cose a bioscio^
dUa peggio •— Sentirsi malissimo.
Andà-via come on can scottaa. /^.Gàtt.
A sta coi can s** inipieniss de pures.
f^, in Pùres.
Avegh nanca on can che faga per
lor. Non aver persona che sia per sé
(Ambra Furto II , 5;. Non trovare né
can né gatta che abbai per sé{F'n\
Lucidi IV, i).
Ave ona famm de can. Aver una
fame da lupo, feeder la fame in aria.
Diciamo anche Ave ona set de can.
Ave on frecc de can. Ave on cald de
can, Avegh on maa de can e simili
per Aver graa sete , Avere freddo ,
caldo, male grandissimo. F". le voci.
Can che boja no mord. fig. Cane
cite assai abbaja poco morde (Cocchi
Dissimili II, i). Can che iUfbaja poco
morde. Il can che abbaja poco avvien
che morda. Can da pagliaro abbaja e
sta discosto» Abbaja il cane più quanto
piti teme. Il can die morder vuole rare
volte abbaja o rigna. E valgono Chi
minaccia vendetta caccia* Chi vuol far
non dice. C/d far di fatti vuole suol
far poclte /yo/v/e (Monos. ai 8) » Can
che abbaja non prese mai caccia, CId
troppo abbaja empie il corpo di vento.
Can e borian .... Frase che s'usa
per denotare gente ignota , estrana e
• anche malvagia. Si direbbe, per es.^
La tal robba Tè. andada a feni in
man de can e borian. La. tal cosa' andò
in bocca a'Gai?i(Dav..Tac. St. I, 108).
£ssa fu de^cani. Essa juà in. man
dicani(PelTBT.). £ ciò per dire che
una tal cosa cadde in poter di gente
perversa, di genie straniera, scono-
sciuta, di Barbari, di Vandali, di Goti.
Non è da tacere come i9ur/ana sia fra
i marinari il nome d^un vento assai
procelloso; il che darebbe forse al-
cuna spiegazione al nostro volgare.
. jQan gross. fig. Pesci grossi. Persone
grandi, ricche, potenti, famose.
Can no mangia can, o vero Tra can
e can se morden mai, o vero I can
gross se morden minga tra de lor. Cane
non mangia cane o II cane non manr
) CAN
^a mai carne di cane(*^ì08c, e poema
d''un poeta pisano). Corvi con corvi
non si cavan gli occhi. Lupo non man'
già lupo. Il lupo mangia ogni carne e
lecca la sua» Tra furbo e furbo non
si camuffa* .
Can no pò tratta che de can. La
botte non può dare se non del vino
che ella ha. Ciascuno fa azioni con-
formi a sé stesso.
Chi VGsur coppa el so can troeuya
la scusa. Chi il suo can vuole ammaz"
zare qualche scusa sa pigliare*
Daj al can che Tè rabbiaa. A nave
rotta ogni vento è contrario*
Dent de can. K in Dént.
Desgrazia del can fortunna del loff.
.... Spesso quella cosa medesima ch'è
danno per uno è profitto per altri;
i volg. lat. Mors tua vita mea. Ortus
unius alterius interitus. Bona nemini
fiora est ut non alicui sit mala. Talora
può tradursi Chi per sé raguna per
altri sparpaglia {ÌA<m. 108); talora per
Tutto 'il mal non vien per nuocere*
Dottor di can. . * , * . Chi attende
a curar cani e simili bestie famigliari;
veterinario.
Drizz come la gamba d^on can. f^*
in Drlzz.
El can forestee cascia el can de
pajee. falene asin di monte ^ e caccia
cavtU di corte» yien Vasin di montagna^
e caccia il ca^al di stallaQAon. 370).
Prov. di frequente applicazione nelle
citta grandi ove si suol prediligere
tutta quello che non è indigeno.
£l me can V ha ciappaa ona mosca.
K. in Mósca.
¥k face de can. Fare^ visi cagneschi*
Far mal viso* Far viso di cane*
Fa viti de can. Stentar come un cane*
Far vita- dura, travagliosa 9 penosa.
Mener une vie de chien dicono i Frane.
Fa i robb de can. Acciabattare. Ar-
rocclUare. Abborracciare* Fare cheC'
chessia abborracciatamente*
Fa ona fadiga de can. Durare una
fatica da cani. Cacar le curatelle.
Faccia de can o de can bolognia
o de can barbin. Faccia di cane(*ùor.
e Rime d' un poeta pisano). Vbaccio.
I bott despiasen anca ai can. Il gio^
car di mani dispiace in/ino ai cani*
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CAN (200
]ni*abl>i39 come on con. Ineagnire.
Bincagnarsi, Far viso di cane die
ringhia. Arroi^ellare, Stizzirsi.
Lassa sta i can che dorma, fig. Non
bisogna desUure il can che dorme. Non
istuzzicare il vespa] o o il formicajo,
Layorà come oa can. Durare una
fatica di cane.
Lengiutde can (/ungo). ^. in Léngua.
Lu de per lu o Mi de per mi, o
simiii come on can. Solo solo. V. in Sòl.
Mola i can. Sguinzagliare i cani»
Lasciar i cani. Mola i can adree a
vun. Accanare o Jccaneggiare uno.
Né can né vilan no sarà uss. K. in tj$s,
Mo ave on can che ne guarda. Non
. aver un cane che abbaj a sé (Mon. la
Ved, I9 1). Esser noncurato da luUi.
No vessegh nanca on can. Non es-
serci né cane né gatta.
Pari et lece di can. Essere un co-
nile, V, in Balin.
Pissà de can novell. fig. Avere il
guscio in capo o il latte alla bocca.
Non aver ancora rasciutti gli occhi.
Essere novizio, inesperto. Z^''. Camisoeù.
Porta respett al can per el patron,
fig. C/ti ama me ama il mio cane,
Quand la legora Tè in pee» tucc i
can ghe dan adree. f, in Légora«
Quell che fa balla i can. Aggirator
di cani,
Buzà come cani. Balostarsi,
Sangua de quell can! Al corpo e al
sangue! Poffare il gran diavolo!
Se no Tè lofT el sarà can, o Se no
Pè merda el Pha cagada el c8n..iS6
. non é lupo^é can frigio (Pan. Av. 19).
f^ anche Lóff — > In altro signiRcato
. Ella é tutta /ava. Ella non é merda^
ma il can la cacò(Moiios, Sao). Tanto
. zuppa come pan molle(iyì),
Sentiss de can. . • . Sentirsi malissimo.
Senxa nanch di Ciavo can. Senza
' dirci a Dio né a diavolo ( Boccac.
Giorn. YIU, Nov. 3.*). InsaluUto.
Tutt i can mennen la eoa, e tutt i
matt o i mincion vceuren di la soa.
Non si possono tenere le lingue che
non ciarlino {Gì^ìi Don Pil. I, i). Chi
, Ja la casa in piazza ^ o la fa alta o
. la fa bassa, E non si lega bene la
bocca se non t^ sacchi, Ogntmo dice
la sua, £ vale che non si può sod-
) CAN
disfare a tutti, e perciò Conscìentiee
satis fiat: nil in famam laboremus;
sequatur vel nudai dum bene merearis
(Seneca De Ira III, 4i).
. Vess can e gott. fig. Essere o Stare
amici come cani e gatti. Stare come
capre e coltellacci. Essere continua-
mente in contrasto. '
Vess fortunaa come i can in gesa.
Essere qfforiunato come cane in chiesa»
Esser ilei' cani. CAt gli dà^ chi gli dona
. e chi gli avventa,
Yess ligaa come on can a la cadenna.
Non aver' tempo di rifiatare. Essere oc-
cupatissimo , non aver minuto che sia
suo. Étre comme un chien à l'attaché
dicono i Fr. Essere come uno schiavo
alla catena. Essere in gran soggezione.
Yeàs on can de pajee. fig. Essere
. cane che abbaja e poco morde,
Voré driztà i gamb ai can. Voler
fare andar addietro la piena del rio
(Fa^. Zing.). Voler diìizzare il becco
allo sparviere o le gambe accani.
Torre a pettinar un riccio o a lisciar
una spugna o a dar un pugno in cielo.
Voler metter regola, sesto dove per
natura delle cose jion si può.
Càn (per ingtur.). Cane. Barbaro. Crudele,
Con mi Tè on can. Meco é acanino.
Fa. el can. Cagneggiare, Trattare
cagnescamente. Essere acanino ^ cane^
canibale. Trattare crudelmente.
Falla de ean. 7>attare cagnesca--
mente ^« Operare da tristo.
V e on can de Dio. È un canacdo,
Tas 11 can! Taci cane!
Càn. Baco. Verme, V. anche in Gattinna.
Andà a can. Bacare.
Càn (o Cagndn). . . . Verme o Baco del
cacto — Si sviluppa dalle uova della
mosca detta Mosca atroglabra oculis
ferrugineis femonun basi pallida Lia,
Càn. Cane, Quella parte della piastra
deir armi da fuoco portatili che tiene
la pietra focaja. Le sue parti sono:
Spinna. Cresta » Cuu. Odo >» Coeur.
Cuore *=.,.. Dosso » Gola
o Sottomascella » Burbozz de sott. Ma-
scella inferiore = Barbuzz de sora o
Ganassa. Mascella superiore tss Quader.
Quadrantet=^Sponda, Spondella » Fond.
Ventre «=* Vidon. Vite » Vid de la nos.
Vite della noce.
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CAN ( aoi
Càn. T. de^Bott. CSaiti;. Strumento da
imboccar i cerchi sulle botti.
Càn.' T. de^Gavad. Cane, Tanaglia,
Càn. T. d'Orolog. GrUleUo, Specie di
leva da sonerìe.
Càna pronunziamo noi per Canna. V,
Canà (v. »•)• Ciance, Dal greco xcevci* o
da xavvu dice il ^aron de Milan.
Canèa (che anche dicono Canalìn). T. dei
Fabbrìferraj Ordigno di ferro
riquadrato 9 e con una codetta per
la quale si ficca nel furo delF incu-
dine 9 che ha in sé una scanalatura
entro cui si va assottigliando la cosi
detta tondinella di ferro.
Canada, r. Cannàda.
Canàj. T. d^Oref. Canali* Strumento» che
alcuni dicono anche Cucchiaja^ ad uso
di fondere oro, argento o altro metallo
per gettarlo in verghe o in pretelle.
Canàja. s. f. Canaglia, Canagliume, Gen-
taglia, Bordaglia, Bruzzaglia, Canon
gliaccia. Ribalderìa, Schiuma di rir
baldi. Feccia di popolo.
Canàja. s. f* Ribalda, Briccona,
Canàja. s. ni. Canaglia. Furfante, Birbone,
Barone, Briccone. Ribaldo, SceUeraio,
Mariuolo, Indegno; e in sig. minore
Ghiottone. Gaglioffo — Talvolta si usa
anche in significato vezzeggiativo. Te
see OD gran capaja ve'". Forcuzza for^
cusaaì Sei forche bene ve* ì (tino.
Canàja bolgirossa. Canada berrete
Canajàda. Ribalderìa. Bricconata.
Canajaria. Ribalderìa. Schiuma di ribaldi.
Canajàscia, ^ Sciaguratone. Fur/antaccio.
Canajón. ) Ribaldone.
Canal. Oimi/e; àoX\.DuUo, Feìcolo.Bteàto.
Canài de fontanin. V.in Fontanm.
Canal de la menestra. sch. Canal delle
pappardelle. Il canal dei tozju(tosc. e
Poem. d^autor pisano), il gorgozzule.
Canài, iìg. Via, f^erso. Modo, Mezzo,
Savè ona cossa de bon canal. Saper
checchessia di buon luogo, {yatura.
Trova el canal giust. Trovar Vinchio-
Canài. Doccia, Doccione, Quel dei tetti.
Canài. T. de^ Fab. d^ org. Portamento,
Quel tubo che porta Taria nel somiere
d^un organo 9 e da questo nelle canne.
Dicesi anche Conduttor diaria.
Canài Lamiera foggiata a gron-
daja, del diametro di circa un deci-
metro o due once del braccio milan.
^ol, I,
) • CAN
Canài. Canna, Cannello.
Canalèlt. T. d'Oref. per Canalin. ^.
Canalìn. Canalino, Canaletto — Tròscia,
Stròscia. V, Riànna.
Ganalitt di laghitt o padù. Viag»
gio//(^marem. Gior. agr. X 9 ^iS).
Canalin. T. archit. Glifo,
Canalìn. Canarino, Canàrio. Passere di
Canària, Uccellino gentile di color
giallo che canta dolcissimamente 9 cosi
detto dairisole Canarie donde fu por-
tato in Europa. È la Fringilla cana-
riaL. Una varietà detta dal suo colo^
re Canalin verd o de montagna è il
Canario spurio nato da passera ca-
naria e cardellino o da passera ca-
naria e calenzuolo. Ve n^é anche
una specie mascherata la quale diccsi
Mascherino,
Canta come on canalin e Canta come
on canalin de montagna. F'. in Canta.
Canalìn. Beccuccio {de* vasi 9 utelli , ecc.);
Canalin. T. de' Fab. lo stesso che Canàa. F',
Tondinella tirada a canalin. F, in
Tondinella.
Canalìn Lamiera foggiata a
grondaja, del diametro di circa mezzo
decinietro o vero d^un^oncia del brac-
cio milanese, o d'anche meno.
Canalin od anche Canalètt. T. d'^Oref.,
Zecch. e sim. f^ei^iiccio?(Cellini Trat.
Oreficeria p. i5). Forse YÉclioppe
de^ Francesi.
Canalin. Ad, di Carbòn. F'.
Canalinna. Passera canaria{¥Bg, Rim. I,
87). Passera ili Canaria, La femmina
del canarino.
Canalinna. Jd. di Èrba. F,
Canalón Ogni lamiera foggiata
a grondaja , che sia superiore in dia-
metro al decimetro o sia alle once
due del braccio milanese.
Canalón {che altri dicono Canellón). I
canali delle bocche da fornace entro
cui ficcansi le legne per mandatale
poi al centro.
Canapè. Canapè, Canopo, Sp. di sedile
quadrilungo mobile 9 capace di due o
tre persone 9 con appoggiatojo e brac-
ciuuli 9 e talora con cuscini mobili. Si
distingue dal Divàn perchè ha sedile
più alto 9 e struttura più svelta 9 e dal
Sofà perchè non ha materassa né cu-
scini da raddoppiarla a un bisogno.
26
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CAN
( aoa )
CAN
CaDAperin. Dim, di Canapè in genere ; e
in ispecìe Quel picciolo sediletto non
. già rotondo come i tamburetti, ma
foggiato a canapè 9 su cui le signore
posano i piedi allorché stanno sedute.
L'era setlada sul canapè e la f^ìC aveva
el gatt sul canaperin dessoravia di pet.
Canaperon. • Gran canapè ^ e
si suol dire specialmente a^ canapè
antichi con sedere e appoggiato] di
bulgfaero t con cascini mobili o fissi
a piacere*
Canarèlla . Nome specifico dei
doccioni di legno che servono alle
irrigazioni o alle macchine mosse
dair acqua.
Canarèlla. T* di Gart^ Trinoarello. Doc-
cia o cassetta di legno che conduce
r acqua in varie parti della cartiera.
Canarceù. v* cont. deirAlto Milanese.
Canaletto^ F, Canalìn.
Canarùza. Gorgozzule, Strozza, Strozzale.
Gorga. Gòrgia* Gargozza, Gargotta»
GorgozzuòlOf e per ischerzo Condotto
delle pappardelle o de* singìùozti e
Cannellone, Gli Aretini Io dicono Ca*
neggiola e Caneggela{*Voc. aret«).
Avegh ci canaruzz fodraa de lòlla
o de coramm. Essere una gola lastrì"
cal<t(Doni Gom. Burch. p. 28)* Dicesi
di chi inghiotte ogni cosa bollente
senza mostrarsene offeso \ cui anche
i Francesi chiamano Gosier pavé o
Gueuìe /errée{ho\xx Dici.). In qualche
caso si poti*ebbe usare la frase italia-
na Mettersi già per la gola checchessia
come se V andasse già per un pozzo
(Sacchetti Nov, ia4)» abbenchè ella
abbia più precisa affinità colla nostra-
le Fess on ac^mircek*
Canarùsz* T« de^MacelI. Cannellone? Il
gorgozzide delle bestie che dall'^ani-*
indiata della lingua va a finire nel
polmone(6*onu2èl/a), Ne^ macelli suol
esser dato agli avventori per rigaglia
dei cani, de^ gatti, ecc.
GanaruzE del coeur. • • • Quel tratto
di canna che immette nel cuore»
Canaruzz de la coradelia. Canna
del polmone; e dottr. Asperariéria o
Trachèa.
Canàster, •,»,.» Specie dì tabacco
da fumo assai grossolano e mordentet
Farmi il francese Canasse.
Canastrèj. F. Perèlt.
Canattér. Canattiere,
Canàvra Serrarne di ferro
che mettesi al collo delle vacche per
fermarle alle mangiatoje nelle stalle.
È affine alla Gambisa nello scopo»
ma è di materia e forma diversa* So
non erro è il Frion dei Francesi.
Canavùsc. Canapàio. V. Canevùsc.
Cancanin ( che andte dicesi Canchenin).
Gangherino(FaL^, Non bisogna ecc. IH,
2). Arpioncino. Arpioncelloé
Cancanón Gran ganghero.
Cancarin. ) SconciaturinalAìleg, ia4)*
Gancarinètt. ) Ferme. Tristanzuolo.
Gànchen. Arpione. Ganghero. Càrdine*
Le sue parti sono :
Spinna. Ago o Perno » Gamba.Piafio.
Ganchen a parpaj. Arpione con alia,
Canchen a Tìzz.Arpion con cartoccio.
Trà-giò de canchen. Disgangherare*
Sgangherare^ e colla Min. Scardinare.
Vess giò de canchen. Esser fuor
d^ gangheri o sgangherato ; e fìg. Es-
ser malatìccio o eagionevole. Stare tra
il letto e il lettiuició. Crocchiare.
CÀnchen. sch. met Sigaro o
Pipa , specialmente se corte.
Canchenin. Lo stesso che Cancanin. F.
Cancrènna. Cancrena. Gangrena.
Andà in cancrènna. Gangrentu^i,
Candelidcst Stranissimo idio-
tismo di alcuni contadini deirAlto
Mil. per Cantaridess^ cioè Cantaridi*
Candid. Candido.
Candid. Ad. di Zùccher. F.
Candida o Candita. Candire.
Candidàa o Ganditàa. Candito*
Gandidamént, Candidamele, Sdiiettor'
mente. Con candore. Con sincerità.
Gandila, Gandtlce, Gandilètta, ecc. Lo
stesso che Candirà, Gandiréc, Candi*
rètta, ecc. F.
Gandila. Candela. Candelo (Boiitari Note
ai Vasari). Dicesi quel trave lungo
che si metta per ritto a puntello di
solaj^ tetti, ecc. miaaccianti sfonda-
mento o rovina.
Gandila. Bracàuoio? (G9ig. Voc. agr.).
Nome di que''rìgagnoii o canaletti ar^
tefatti che circondano e attraversano
le praterìe artificiali per irrigarle.
Gandila majestra. .... Nome de^ rì-
gagnoli principali da cui derivanai le
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CAN
(203)
CAN
acque per adacquare. Di questi i yerti»
cali diconsi Candii in pee; gli orizzon-
tali Candii a tra^/ers. Se ne può vedere
la figura nelle Opere del Trìnci II 9 970.
Candileròn. Candelabro^ Doppiere ^ Fite,
Candir o Candii, a. f. pi Verso
il Lodigìano chiamano per questo no-
me qne*due legni mobili posti Tuno
da fronte « 1* altro da tergo del carro
per sostenervi su il fieno senza ohe
occorra sirìgnerlo colie funi.
Candirà o Candlia. Candela.
Candir a uso de Francia. • . . Can-
dele fine imitanti quelle delle huon«
fabbriche francesi.
Candir de calzolar (che anche di'-
consi Mezzrcandir e Ifoccolòtt). . . .
Candelotti la metà o poco più lunghi
delle candele comuni.
Candir de forma Candele
gettate in forme.
Candirà de la Zerioenra. Candelora?
Candela dipinta a var] colorì con suwi
Timagine della Madonna che bene-
detta si dispensa il di della Candellaja.
Candii de lila. Candele di cera.
Candir de stearìnna. Candele di
stearina (neologismo Yolg. ital.).
Candir de tavola Candelotti.
Candir nostrann. Candele nostrali.
Candir firust. Cere o Candele arsiccie,
Banch di candil(in gesa). y. in Zèst.
Chi ha mangiaa i candir caga i slop-
pin, ù Dopo mangiaa i candir se caga
i atoppin. CU ha mangiaUf le noci
spazsU i guseUMoooB. a43). Tu rice-
verai dattero per Jieo(Dmni. Inf. 35 ^-
Monos. 4ia)* Tu cacherai le lische»
Deslenguà come ona candirà, y» in
Desienguè.
Fa el cuu ai candir. dca$iare* Far
tondo il culo delle candele col col*
tello cosi detto da acculare.
Falla vede in candirà. Furia vedere
in candela* Fare che succeda alcuna
cosa contro il desiderio altrui.
Mort ona candirà se pizza ona tor^
eia. Ag La perdita di alcun
bene spesso è rìparata da «tn ben
maggiore. Dettato che in baeca di
molti metzo è mtilanleria e mezzo
ilUftskme eonsolaloria. In bocca d* un
contadino cui si volesse far dire essere
facile il trovar nuovo padrone si po-
trebbe in questo caso porre il prò-*
verbio tose. Con un par di polli si
cotnpra un podere (Last* Prov. V^ a^i)*
In fatto d"* amori si potrebbe talora
dire II podestà nuovo caccia il veeddo»
Né donna né tila a lumm de can*
dila. Nò donna né tela a lame di condro*
No foo né firì , e la candirà la brusa*
r. in Firà.
On terren de candir. ... Il disteso
di quelle candele che altre volte rìa-*
sciva il pizzicagnolo a fabbricare a
mano in un di. Era prova di matrìcola*
Polita la candirà a el candiree* e
più ami. Porta el dar. y. in Ciàr.
Spiana i omdir* Pianar le candele»
Sii e Pà stii in candirà, r. in Tira.
Tutt i sant voeuren la soa candila.fig.
Ogni santo vuol la sua candela» Sensa
premio non si direbbe un paternostro
(Ambra Bem, HI, 4)«
Candirà, v. br. Ghiaccinolo. F, Comàggìa.
Candirà, fig. Moccio. V. Narlcsc. Ave ^
la candirà Moccicare*
Candirée o Candilée. Candeiliere.
Pè o Cuu. Baee. Pianta »=• Canna* Mìf
so V Tollin. Piattello »> Fond o Busie-
rott boccino/o »Ne'caBdelUeri grandi
da chiese : Pè de leon Pè o Peseitt*
Peducci •m Pedestall. Baee* Pianta «•
Sorapé. . . . «» Vas. Faso «> Posila. • . •
tB Fusalia. Fuso *» Canin. . . . ■« Padel-
linna. Padella » Spìnna. Jgo» Punta »>
ToUa. Piattello.
Gandiree de la «ettiMMtna 8BaU*Seietla,
Andà o Monta sul candirée. fig. Ke-
nire in istato. Far sorte. I Francesi
dicono Mettre quelqv^ un sur le ehan-
dellier per innalzarlo a dignità.
Chi ha danoe fii daaee* e ohi no
ha danee pò £1 scnaà ol cuu per on
candirée. La roba va alla no&a(Monos.
p. SaS). Chi ha è.. Chi non ha nulla
è nulla. Chi non ha non sa. Chi ba
danari signom è eluamaio. Quei d^han
duesii signor eoa chiamati.
Porte el candireo ^ Servi per «an-
diree. Sendre per eandelliene. Pia co*
munenu dicesi Porla «1 ciar. F» in Ciàr.
Sta li come on condirec. Star carne
un cero o riito come un palo^
Vess «111 candirée* fig. JEraere sul
candelliere. Essere in grado eminente 9
iu fiiYore^ in auge»
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CAN
(204)
CAN
Gandirètt. Spàzzole. Cosi chiamansi i
più sottili fra gli sparagi domestici.
Candirètta. Candeletta, Candelina, Con-
deluzza,
Candirètta. Candela, Lista di panno lino
incerata o diversamente impiastrata,
. ridotta in cilindro solido, che s'^intro-
. duce nel canale deiruretra, per aprire
il passo alPorina.
Candirètta* fig. , . Moccio. K. Narice.
Candirètta. fig... Ghiacciuolo. (lazza.
Candirìn. Candelina. Candeletta. Cande-
Candirón. Fuseràgnolo, Fastellaccio. Uom
lungo e magro*
Candirò tt. Candelotto.
Canditàa o Candidàa. Candito.
Quell che vend robba canditada.
' Candita jo{ZArìoh, Diz.).
Cànef o Cànev. K Cànoy.
Canèff. T. de^Cuochi. . . . Sp. di picciolis-
sime polpettine fatte d^ingredienti di-
versi e assai volte di polpicine di pesci.
Canèll. Cannello. Ctuinoncino. Sijbncino,
Canèll. T. de^Tessit Cannello.
Canèll. T. de'^Fab. d'org. Sopraccanna?
■ Boccinolo di riporto, o di piombo o
- di latta, che ponsi alle canne delFor-
gano per sostegno.
Canèll de la gora. s. f. pi. Canne.
Canèlla. Cannella. La cannella più oi^
. dinaria , V infima si dice fra noi Scar
vezzónj e altrove Cannelloni,
Canella de la reginna. Cannella re-
gina. Cinnamòmo, Clnnamo'. Cènnamo.
. Corteccia aromatica del Laurus cin^
namomum Lin.
Canella in spolètt». K in Spolètt.
Canella Cannellino. Can-
nella del Coromandèl, Corteccia aro-
• matica men dolce del ceonamo che
8i trae dal Laurus cassia o daUa Cas-
sia lignea de^ botanici.
Canella Cannella garo^
Janata. Pepe garojanato cipressino»
Color canella. K in Color.
Canella. Hubtolo (Alb. enc. in Cioccolat-
lìiere). Cilindro di granito, lungo cin-
- que decimetri e del diametro d^otto
centimetri, con eui si passa alla pie-
tra il cioccolatte^
Canella. T. de^Fab. d^org. . . . Nome
di quella specie di cdcola motrice
'. de"* pedali che talora si sostituisce ai
cosi detti cadentvn zwgU organi. .
Canella. T. de^Pastaj ed Off. Matterello*
Spianalo jo. Cilindro su cui s"* avvolge
la pasta per ispianarla ed assottigliarla.
Canella. Nasiera. Cilindretto di legno con
. cui si leva dalle misure di capacità
dei solidi il colmo che sopravanzi.
Dà la canella. Badere,
Mesura con la canella. Misura rasa.
Canella. T. de'^Parrucch Nome
di ciascuno di quei due cilindri verti-
cali acquali i fabbricatori di parruc*
che raccomandano i capelli che stanno
intrecciando sul telajo.
Canella. Matterelloi^fior.). Dicesi certo
spianato jo con che si tramesta la pu-
lenda(^ polenta). V. anche Bastón.
Cantila. Badere. Levare il colmo alle
misure colla rasiera.
Canellàa. Ad. di Àmed. F, TÀppendice.
Canellàa. CannÀllato, Misto a cannella.
Cauellìn. Cannellino.
Pont a canellin. F, in Pdnt.
Canellin. T. di Confet .... Specie di .
treggea fatta con cannella; confettuzzo
cannellato. Il Cannelas de* Francesi.
Canellinna. • . • Specie di droga volgar-
mente detta in Italia Cannellinadi Goa.
Caneltón. BLccione. Ciocca di capeglt ia
genere.
Canellòn. Cioccìtetta, Oemecclùo. Fiac^
cagate. Cerfuglio. Ciocca di capeglt
separata dal resto della capelliera, e
pendente dalle tempia. Al dire del Redi
nel Voeab. aret. quelle grosse cioc-
che di capegli che si lascian crescere
dai due lati della capellatura molto
più lunghe che non essa dicevansi
già a Firenze il Biccio e ad Arezzo
la Fantasia. Questa foggia, uscita d^uso
già a^ tempi del Redi , è .rivissuta fra
noi oggidì.
Canellòn. F. Canaldn^
Canèster. .v. hr. Canestro. V, Cavagnoeù.
Canestrellin (voce usata dal Maggi In-
tcrm. II, 3o5). Panierùzzolo.
Caneslrln. v. br. Canestrtno,
Canèlt. s. m. Voce brìanz. Cannuccio.
Cannellino — I canitt de la rocca. /
cannucci della conocchia» Que* hoc-
cioletti che si mettono nell* intemo
del ventre della rocca per saldezza
delle liste in -cui fu rifessa la canna
di essa conocchia in quella parte do-
ve fa uzza.
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CAN
Canètta o Cannétta. Cannuccia, Canna
di padule. Cannuccia palustre. Spazzola
di padule, VArundo pkragmites Lìmi.
Plafon de canett. K in Plafón.
Canètta (o Cannétta o Cannin). CannuC'
eia. Canin de pippa, de portazigar»
ere. Cannuccia da pipa^ ecc.
Canètta. Bacchetto(ZaDoh^ Diz.). Bac-
cheUa(*ìvLCch. fior.) Slecca(*9ÌiTÌ tose).
Cannonetto{*rom.)* Quel legnetto che
usano aver a fianco le donne per
sostegno de^ ferri nel lavorio ddle
calzette, chiamato Mazzarielh da'* Na-
poletani 9 Canon da^ Veneziani , Cavidt
o CanSt da^ Piemontesi, e Affiquet o
Porte-aiguille da^ Francesi. Talora per
difetto di meglio s^usa un boccinolo
di canna che da un capo ha il nodo
che il tura e dalPaltro no ed è aperto;
questo direhhesi cogli Aret. Bùbbolo.
Canètta. Cannello, Quel sifoncino, o
diritto o ricuryo, che si sovrappone
• alla canna da serviziale.
Canètta. T. de^ Sfaceli Nome
di ciascuna delle lacchette anteriori
del bue , che ognuna delle posteriori
dicesi Cossìn. K.
Canètta Nella Cava d*are-
naria di Vigano è cosi detta ogni
sfenditura longitudinale che si fa per
cavar del monte quella saldezza che
vuoisi; sfenditura di cui si vede la
fine in una seghettatura che rimane
nel pezzo cavato. K. anche Tèsta.
Canètta. Pennaiuolo. V. Pennirceù.
Canètta. V. in Colzètta.
Canètta d*apis. Matitatojo. Toccalapis.
Canètta de butter de cacao. . . . Cannel-
lina di burro di caccaos.
Canètta de saldai. Cannello da saldare.
Canètta de zila de Spagna. BaccheUina di
ceralacea(CT. e Alb. enc, in Ceralacca).
Canettà. Jrroecetiare{Zstnoh. Uiz.). Sti-
rare le biancherie a piegoline minu-
. tissime per mezzo di ordegni da ciò.
Canettàa. Arroccettato?
Canetté. Vergola?(*i^\sX.<f Cini Des. e Sp.
Ili, 8). Sp. di tela di cotone o di
' lino, e Sp. di stoffa di seta cosi dette
percjiè tessute* a minutissime righette.
Canettée o Canettéra o Cannée. Canneto.
Canettée. Cannerone. Usignuolo di pa-
dule. Codibugnolo di palude ? Uc-
cello palustre cosi detto dal fare il
(3o5) CAN
nido ne^ canneti. Il Parus cuudaius
. palusiris o P. polonicus o pendulinus?
I nostri contadini, lamentatori non
del tutto ingiusti delia propria con«
dizione , sogliono dire che questo ucf-
cello, con quel suo particolar modu-
lare di voce che ha , va gridando Chi
Ve che fa la robba? i pot^eriU: Chi
Ve die god la robba? i ricch i Hack.
Canettéra. Canneto^
Canettin. Cannuccina.
Canettin. r. in Colzètta.
Ganettón d^ apis Quel lapis
grosso che usano i falegnami per se-
gnare il lavoro sull* assi , ecc.
Cànev (che altri dicono Cànov). Cànapa.
La Cannabis sativaìAn.^ pianta di cui si
trae filo simile al lino, ma di minor
finezza, col quale si fanno corde, tele,
. ecc. , detto anch'* esso Canapa o Gan
napa soda. La canapa più fina dai
mercanti è detta Garzuolo 9 e la più
grossa Canapone, lì luogo in cui è
seminata la canapa dicesi Canapaja,.
. e colui che assetta la canapa, Cana^
pajo. l«a* semente è detta Canapuccio,
La canapa si raccoglie a Sleja. Ma-
nata «» Peja. Covone?
Cànova. Cànova. Cantina. Bettola.
Canevà e Canevàsc e Canevàzz. Canavac-
cio. Canovaccio. Tersone. Tela gross. da
far modelli, di puntiscritti, tappeti , ec.
Canevà de seda. Canovaccio di seta.
Stoffa di seta per uso di ricami , ecc.
Canevarcejùla. Beccafico canapino? Uc-»
cello ; la Motacilla hippolais di Lin.
Canevàsc. Canovaccio, f^. in Canevà.
I>e sira canevàsc per tira, F. in Tila.
Cfmevàscia (;y0gg. «^''Càneva per Canti-
na). Betiolaccia? ; ed anche Stanzac-
cia. Cameraccia a terreno»
Canevàzz. Canovaccio. V. in Canevà.
Canevéra. Barba, e hot atticamente Badi-
chetta o Radicala. Nome delle ultime
barboline delle piante, dei vasi ca-
pillari delle radici. É T estrema fra
le tre parti in cui il botanico suole
suddividere la radice delle piante. Il
nome vernacolo è dipintivo^ come
quello che suona Filamento di canapa.
El moron Tha de senti i canever
di radis. f^. in Morón.
Canevètta. Voce oltrepad.' usata d.il Daz.
Mere* . . . Nastro di canapa e filo lino.
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CAN
Canerètta; Cantimplòra.
Canevin. Canapajo. Chi assetta la canapa.
Canevdsa. Canapuccia, Canapuccio. Sane
di canapa. La Chancins dei Francesi.
Canevùsc o Ganavùsc- Canapido, Il gam-
bo, lo stelo o sia il cannello della
canapa dipelata o dirotta.
Cànfora. Cànfora.
Canforàa. Canforato.
Cangelaria. Cancellerìa. Cancellarìa.
Cangelér. Cancelliere.
Cangeléra... La moglie del cancelliere.
Cangelerón. « . Cancell. di grande statura.
Cangiànt. Cangiante» Càngio. V^è un
drappo che dal color cangiante si
dice Scangè; cosi avvisa il Varchi.
Canimél Certa pastiglia di varie
forme, fatta di zucchero cotto, che
volg. chiamasi anche Caramella.Ve'diz,
Cannamele significa canna da zucchero.
Canimel con gust La stessa pa-
stiglia regalala con essenze odorifere.
Canin per Canètta. r.
Canin di candiree. f^. in Fusèlla.
Canin. T. de^ Castag. Casùino(Aìh. enc.
in Castagnajo). Quel coltellino con
che si castrano le castagne per arro-
stirle senza offesa di chi v*accudisce.
Canin. add. Pagliato, In qualche parte di
Toscana dicon anche Canarino. KCoìót»
Canlppa. Nappa. Ifasorre, V, Nasón.
Canizza. T. de^Cappell Quella
tavola sulla quale si batte coli* arco
il pelo da fare i cappelli.
Cann. s. f. pi. J?accAeCte(AIb.enc.in51teccA«).
Le cannucce in genere de' Tentagli.
Cànn. s. f. pi. T. de^Tint QueUe
canne di padule delle quali i tintori
si servono per istendervi sopra a
prosciugarsi o a ordinare le matasse
di lana o di seta tinte o da tigi^ere.
Cànn de vesch. Foderi da panioni{Aìb.
enc. in Canna). Bucciuoli dì canne nei
quali si custodiscono i panioni o ver-
goni (baccf teli) e le paniuzzole (^iu>-
cketUnn) quando le non sono infitte
sul YCTgéi\o{bacchetton).
Cànn stort o Sighignoeùl.s. f. pi. . . . Sifoni
ricurvi o ripiegati dai capi per mezzo
de^ quali si fanno passare i fluidi da
un recipiente in un altro. Tali sono
quelli dei fabbricatori d^aroido, ecc.
Mett i cann stort a on seggion. . • •
Munir di sifoni ricurvi un secchio.
( 206 ) CAN
Cànn. s. f. pi. Cannelli, Bocci uoli di canna
sui quali si formano i gomitoletti di
filo, diversi in grossezza dai canon f^.
quasi come la rocchella dai rocchetti.
Canna (in gen.). Canna, Tubo. Sifone.
Canna. Canna. La canna comune o do-
mestica, V Arando Donar ìAn,, che
s'adopera a far conocchie, cannoni 9
imperticate, ecc.-— Chiudere con can-
ne dicesi Incannucciare j la chiusa sif-
fatta JncannicciaJta o Canniccio^ x luoghi
pieni di canne Canneti o Luoghi cannosi^
le tavole o i vasi di canne Cannaj.
Gropp. Occhio di canna, Cannoc-
chio. Nodo. Uovolo. Barhocchio «»
Canon. Boccinolo. Bacciuolo. Interno-
dio. Bùbbolo tM Peilesinna. Cartilagine?
Canna busa. fig. Zucca vota* Cer-
. vel voto. Vano più che una -canna»
Canna d^India. Canna d'India. Il Ca-
lamus sdpionum de^botanici che lavo-
rato secondo il valore del suo aggiunto
latino si dice Mazza, Canna. Giannetta,
Mett-sù sui cann. Incannare,
Tirà-giò di cann. Scannare. Levare
d*in su le canne.
Canna (Cassia in). Cassia nei bocciuoli
(così PAlb. enc. in Boccinolo),
Canna. Gola. Doccione, Cosi chiamasi il
canal del cesso e dell^ acqua jo che
finisce nel Bottino o Pozzo nero.
Canna. Gola, Dicesi di quella del cam-
mino e del pozzo.
Canna. Cerbottana. Dicesi di quella da
strologhi.
Canna. 6am^a(Alb;bass.in TVgtf). La parte
dello stivale che veste la gamba dal
piede fino al ginocchio o li presso.
Canna d^apis. Toccalapis.
Canna de levativ. Canna da sennziale.
Cannon da argomenti. Quello stru-
mento con cui si danno i erìstet*
Canna. Cuniiii •» Cannetta. Cannello
M Vidon. Fondello m Gapellett. Coper-
chio a M anegh. Bossolo » Stopporon.
Stoppaccio.
Canna del nas L^ ossatura del
naso compreso il setto.
Càona.Onino/iciiuy.CScifimt? La parte della
penna che si tempera per iscrìvere.
Canna. Ca/im». Tubo di piombo e stagno, o
di solo stagno, latta o legno dond^aoe
il suono deir organo. Dividonsi in
Cana a anima. Canne d'anima»
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CAN
(ao7)
CAN
Cann a ancia o Instmment* Canne
a lingua,
Cann stopp. Canne cìduse.
Le parti delle canne sono: Canna.
Carpai Pè. Piede •« Bocca. Bocca •*•
Scud.£aò6/v«* Anima o Animella. Ani-
ma^BSòffegh. Cotnpressore{f>ìz. mas.).
Ave di ficeù che vegnen via come
i cairn de Torghen. F, in Òrghen.
Canna. T. de^Fab. d'^org. Corpoifiìz^mu»,).
È propriamente una delle due parti
principali delle canne da organo 9
cioè quella che è superiore alla bocca.
Canna. Canna, Quel tubo d^ un^ arma da
fuoco portatile in cui si ficca la ca*
rica. Le sue parti sono:
Bocca. Bocca w Culatta, Culatta .^
Fond. Ànima » Fogon. Focone •■ Vi-
don. f^itone <-> Scud de culatta. Facce
o Faccette della adatta » Tacch. Fer-
mo da bajonetta •■ Voeuj. f^ano»
Canna a torcion. Canna di tortif^ione
(Gior. agr. IX, 5). Canna a tortiglione
(Gris. — Dit. Arlig.). Canna a spire.
Canoa rigada. Canna rigata* Canna
scanalata.
Canna del foeugh. Soffione. Trombone a
bocca;ese piccino SOjffionetto,F,BoSèii,
Canna canna (Fa). Lo stesso die Fa la
forca. K in Fórca.
Cannàda. Cannata, Colpo di canna.
Caonée. Canneto. Luogo pieno di canne.
Cannèll, ecc. y. Canéll, ecc.
CannèCU , Cannin. F. Canélta. ( pio.
Canociàl. Cannocchiale. Occhiale. Telescò-
YeétT.LenU. Cristalli, retri «^Canna.
Dsbo. Canna, Cannone.
Canocialln. Occhialetto? Cannoccìùaletto?
CÀnola. Doccia. Scarpello a doccia. Sgor-
bia da òotùtj. Ferro 9 quasi aimile a
un tasseti grande da caciaj 9 con cui
il botujo fa nei tini e nelle botti
que'^fori nei quali s'ha da intromet-
tere le cannelle. È il Per^ dei Fr.
Canon (in genere). Cannone, Tidfo. Sifone.
Canon. Cialdone. Speaie di pasta con-
fetta con zucchero o mele, condotta
sottile come T ostie, ed attorta e ri-
dotta a guisa di cartoccio.
Canon. T. di St. Cannone, Cànone* lì mag-
giore fra i nostri caratteri da stampa
usato solo per messali, cartelli, eoe.
CanOn. Stecche. Le due principali boc-
chme (pann) d^ua irenUgiio.
Canon. T. di Cart. Cannella. Picciolo ca-
nale de^'condolti, di piombo o di terra.
Canon. Cannone. Pesao^ e per estensione
Petzo d'artiglieria. Bocca di fuoco. Noi
Milanesi, che potemmo già gloriosa-^
ménte nominare con voci vernacole
ogni minima parte della picca, della
spada e di simili altre armadure, non
possiamo oggidì parlar di cannoni
che per le bocche d^ altri, e perciò
non abbiamo nomi volgari vernacoli
per denotare né le specie né le parti
di questo padrone delle genti. Il Diz«
d^art. però ci fa conoscere che i
Cannoni , i quali anticamente dice-
vansi secondo la loro forma e portata
Sagri o Sagretti 9 Falconi o Falconetti $
Draghi o Draghetti o Draghignazzi f
Serpenti 9 Smerigli 9 Colubrine 9 ecc. t
oggidì si distinguono dal peso della
palla ohe scagliano,. e -diconsi Cannoni
da ^9 da %9 da 16, da ^^^ da 5a
libbre di palla , e aggingneremo an-
che da 60. Ci spiega distinguersi pu-
re in Cannoni da muro 9 da campo 9
da montagna9 ila baUeriu9 da bomba 9
calibratoi 9 corrieri 9 doppj 9 incamera-
ti 9 accampanati , petrieri , seguenti , ec.
Ci avverte le loro patiti essere no-
minate: ^nima o Canna 9 Bocca fBot*
Urne 9 Codone , Collo del codone , Tu*
lipan09 Collare o CoUo del tolgano 9
Corpo 9 Culatta^ Cui di lampada 9 F&*
cone. Grano del focone , Giojaf Ma-'
niglie9 Orecchioni 9 rotaia 9 Zoccoli;
e le modanature loro dirsi Astràgalo 9
Fascia di mira , Listelli , Ovolo della
bocca ^ Listello del codone 9 Plinio e
BUiePO di culatta, e Sguscio o Gu^io
o Cavetto dei plinto.
Quand V è rabbiaa Tandarav contra
a on canon, Quand" ^ s'indirà non ò
cosa eh* ei non facesse; egli andrebbe
incontro agli spiedì{Oe\ìi ^orfaiy,ult.).
Canon « • . Nel Varesino danno
questo nome alla trappola da talpe.
Canon Nelle viole garofanate
{gatòfol) è Ù Gambo 9 lo SUdo.
Canon. Doccione. Sifone. Cannone. Con-*
nellone; se di terra Cannella.
Canon. Bocciuolo, Bucciuolo; e in istil
dotu^nale Jntemòdio* Quella parte
delle canne , de^ sagginali , ecc. che è
tra r un ìtodo e TaUro. li bocciuolo
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CAN
(ao8)
CAN
col nodo da un lato e dall* altro no
si dice Bùbbolo dagli Aretini.
Canon. Cannone. Connetto? Bocciuol di
• canna su cui s* incannano seta 9 lana ,
filo, ecc. nel dipanarli.
Candn e Canonitt. Cannoncini. Specie di
goernizioni tubulari delle cufiie e
delle Testi. ^. anclie Borlón.
Canon (die anche dicesi Fèrr de borlón)
'. . Ferro tondo» fermo in
un manico di legno, del quale si ser-
vono le stiratrici per istirare le guar-
nizioni dette cannoncini.
Canon Involucro delle spighe
del grano. Fh el canon. Spigare.
Canon del mantes di fusinn. Bucolare,
Canon di penn. Pennajuolo.
Canoaà. Cannoneggiare. Scannonezzare.
Canonà. fig^ Sbombardare, Spetezzare.
Canonàda. Cannonata.
Canonàda. iig Spetezzamento.
Canonàda. iig. Sparata. V. Sparàda.
Canònega. Canonichessa ; ma noi la usia-
mo solo in sig. di Buona lametta ,
Forcuzza^ Canfezzuòla detto a donna.
Canònega. Canonica^ e con v. cont. Calo-
naca. Calonica. AhiÌAiion de'^canonici.
Canònega (Andà in). Sfiorire. Sfiorare.
Pari, di piante vale Perdere il. fiore.
Cauonegàa. Canonicato.
Canonegàa. met. . . . Impiego di poco o
nessun lavoro, paga morta, sinecure.
Canònegh. Canonico.
Canonegh stobbirceù. ... ^ ... .
Cosi chiamasi per ischerzo quel se-
colare che canta insieme coi preti
in coro. E siccome alcuni bottegai
di città vanno talora alle sagre a fare
per vino e pacchia questo cantare
imitando i buoni contadini che hanno
per abito di fare ciò gratuit.* ogni
festa, cosi tali imitatori sono detti
Stobbiraeù dai loro modelli Stoppiajtioli.
Canònegh. i^g. Capestro. Forca. Cecino.
Buona lametta. Cavezza, Uomo da bosco
• e da riwera. Buona spesa* Secondo che
si usa trae un po'* più , un po^ meno al
tristo , al malizioso, ed anche sempli-
cemente allo scaltrito, al mascagno.
Canoneghìn. Capestruzzo. Capestrello.
Forcuzza. Impiccatello. Tristerello. Im^
piccaiuzzo. Cavezzuòla. Tristuzzo.
Canonegón. Impiccato. Gran forca. Gran
mascagno. Tristaccio. È forche bene.
Canonegònna. Tristaccia. ^.Canònegh fig.
Canonér. Cannoniere.
Canonin, e al pi. Canonitt. Dim. di
Canon ( guemizione ). F.
Canonzln. T. di Stamp. Cannoncino, Ca-
rattere da stampa che è di mezzo fra
il cannone e il parangone.
Canòtt. Canòa? Battei tondo senza cerchj.
Cànov. Foce contad, per Cànev , ed
anclte assol. per Tila de cànev. F*
Cauov matt (c/te «mche dicesi Ca-
novèlt). Canapone?
Canovètt per Cànov matt. F. in Cànov.
Cansà. v. br. per Scansa. F.
Canta. Cantare -^ Cantare legato o por-
tato o ili portamento ** Cantar ili
maniera '— Stracantare ^~ Cantar di
gaia.
A cantand Frase denotante
buona e facile riuscita. La va a can-
tand. La va di rondone, £l foo a can-
tand. L* ho come bere un uovo. Non
ha spina né osso. È un giuoco di po':
che tavole,
Andà unii o d^accord in del canta.
Stare in tuono pos* e fig.
Canta a la destesa. Cantare a ricisa
(Rusticali f. i8). In alcuni casi Spip-
polare; p. es. El cantava sestinn a La
destesa. Spippolaci sestine.
Canta a oreggia. Cantare a orec-
chio o ad aria.
Canta beli. • . • . • Dicesi di can*
latrici che quantunque cantino poco
bene pure siano applaudite per la
loro avvenenza. Questo modo ha af-
finità col Ballar saporito in cui il Da-
vanzali voltò il Diserte saltare di Ta-
cito nelle Cause della perd. eloq. p. 6 io.
Canta come on canalin de monta-
gna o come on canalin che mangia i
giand. fig. Cantare come un rosignuolo
d'Arcadia o come un canerin di mag-
gio ? Cantare stridevolmente , sgrazia-
tamente, come un ciuco.
Canta come on grl o come on merlo
o come on canalin o come ona se-
renna. Cantare come una calandra.
Spippolare — Cantare come una sirena
o come un usignuolo.
Canta de falsctt, de sopran, de
contralt, ecc. Cantare in <fuilio o in
voce falsa. Cantare in soprano 9 ecc.
Canta giuée o sgenée. F. in Sgenée*
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CAN ( 309
Cantagliela giò a la destesa o giò
ciara e netta, o anche semplic» Can-
ta ghela. Cantare il fatto suo ad alcur
no. Fare ad alcuno una cantata liscia ^
chiara^ senza ritornelli né passaggi.
Dire altrui cftecchessia a buona cera.
Dare le carte scoperte o alia scoperta.
Dire ranimo proprio libenssimainente.
Cantalla foeura di dent. f, in Dént.
Canta messa bassa, f^, in Méssa.
Canta miseria, fìg. K. in Miseria.
Canta ona canzon de indormentà i
fioeu. Cantilenare» Far la ninna nanna.
Canta roman. fìg. Cantar da ciechi.
Dicesi di iiiastroccola lunga lunga
senza sugo o sapor alcuno.
Canta semper sott vos. Canterellare,
Canticchiare, Cantillare. Cantacchiare.
Canta Tittorìa de Poricinella. V, in
Vittòria.
Carta canta e TÌlan dorma. V, in
Vilàn e in C2irta.
Chi viv spcrand mcenr cantand.
F. in Mori.
Fa canta in gallescfa. K Gallèsch.
No cantassen pù né gali né gal*
linna. K in Gali — No cantasseir. Non
farsene menzione. Non esseme trattato.
Non essere quisUone di checchessia,
m Gemtakiniu Yè in man di Tureh, cel qtMtt
» £1 8Ò impepa cke d« Ueulk no i*«n canta? »
(BaLGer.).
Se pò minga canta e porta la eros.
Non si può cantare e portar la croce.
Intanto che s'è al bosco è* non si può
esser jii//'a/a( Fag. Zingano). Non si
possono fare due mestieri a un tratto.
y. anclte in Marta.
Canta (parlandosi di grilli). Grillare, Stri-'
dere. Far cri cri^ ed anche Cantare,
Canta (parlandosi di rane). Gracidare.
Canta (parlandosi di cicale). Stridere,
ed anche Cantare»
Canta (parlando d^uccelli). Cantare, V bt
nitra sclUamazza , V aquila e il pavo-
ne trombettano 9 l'assiuolo chiurla, la
cicogna glotera, la civetta squittisce
o coccoveggia^ il colombo geme o
mormora o tuba » il corvo gracchia o
ctvcida o croata e cinguetta, il cu-
culo cuculia 9 il fringuello sfringuella ,
la gallina gracida , schiamazza , cìiioc"
eia e croccia, il gallo 9 il dindio e
r usignuolo cantano, la gazza cin-
rol, I. '
) CAN
guetta e squittisce, la ghiandaja pi^
gola, il gufo gufeggia, il nibbio,
la pernice, la quaglia stridono, l'oca
gracida e stride , il pappagallo squit-
tisce e cinguetta , la passera pipila o
pigola e in brigata fa pissi pissi 9 la
rondine pispissa, lo sparviere chiop'
eia, il tordo zirla o trutila, la tortora
geme — Gli uccelli svernano in prima-
vera, piano innamorati, garrono o gar^
riscono al vedere lo spaFviere, ecc.
Canta, fìg. Cantare. Accusare il punto
giusto. Accusare o Confessare la ronfa
giusta. Dante disse anche in questo
significato Abbajare. Manifestare ciò
che si voleva o doveva tacere.
Canta come on merlo. Sgocciolar
bene bene il barleUo, Dire tutto quel
che un sa d^una cosa.
Fa canta vun. Ca\fare i calcetti a
uno. Far uscire uno. Dare intomo alte
buche a uno. Tirar le calze a uno.
Scalzare uno. Cavar di bocca il se-
greto a uno 9 cavargli di bocca artata-
mente quello ch^ ei non vorrebbe o
non dovrebbe dire.
Canta. Crocchiare. Dicesi dei ferri dei
cavalli quando sono smossi 9 e romo-
reggiano cigolando.
Canta. Sgretolare. Scrosciare, Dicesi di
quel suono che fanno il pan crostoso
e anche il fieno, la paglia ecc. secchi»
il filo ben rasciutto, e simili.
Canta sott ai dent. Scrosciare il pane*
Fa canta i danee. Diguazzare i dar
nari. Far chioccare i danari nel bor^
sellino. £ di chi non ha modo a farlo
si dice £* non ce ne canta uno.
Fa canta i did. V. in Dìd.
Cantacucùu. y. cont. br. Gheriglio, V,
Grioeù.
Cantàda. s. f. Cantata,
Cantàda. Ad. di Méssa. F,
Cantadinna. ... Un breve canterellare.
Cantadór. Cantatore, Cantajuolo. Cantar^
jolo. Canterino. Uccello che s* alleva
per allettajuolo. K. anc/ie Cantarèli.
(^antànt. s. m. Cantante. Cantatore, Can^
tore. Canterino. Quesl'' ultima voce é
usata anche volentieri in sig. scherz.
di chi canta volentieri e spesso.
Cantànt. ad. Ditta cantant. Ragion can-
tante.
Caiitànta. Contatrice, Canlrice, Canterina.
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CAN
(aio)
CAN
Cantare. Stipo? Cassettone. Mobile con-
. aistente in due 9 tre 9 quattro cassette
(cassetton) che si tirano fuori per
diuanti dal guscio in cui sono inca-
strale r una sovra T altra ad uso di
riporvi biancherie 9 yestimenta e sim.
che sì Yoglion tenere custoditi. L^'Alb.
enc. registra anche Canterano ma co-
me voce lombarda, f^, pure Cumò.
Cantarànna. FogiiORe(Gior. Georg. XI V»
j4S e altrove). Caterattone ? {Tsirg.
Viag. II, i83). Cfiiàvica. Cloaca. Fó-
gna, Sull^ orìgine della nostra voce si
legga il Gìul. Mem. I V, 44^ e seg. — Fo-
gnajuolo dicesi chi attende a spurgarla.
Spuzzà come ona cantaranna. /*«x-
Zitre come una carogna. Mleziare, Am-
morbare.
Spuzzà el fiaa come ona cantaranna.
y. in Fiàa.
Cantaranna per isch. e deris
Cattiva cantatrice, quasi paragonane
dola a una rana gracidante.
CanAarèj. Le sinici (Salv. Buon. Fier. 477).
iSòrogTtoni (Coltellino 4)« Grumi di san-
gue assai duri vicini al polso che si
usa schiacciare con freghe fortissime.
Romp i cantare). Schiacciare le senici.
Cantarèll. Fistierella? Allettajuolo da
pernici i se é una starna dicesi Canr-
ierella^ se un tordo 9 Schiamazzo. V.
anche Cantadór.
Cantarèlla {e per lo più Cantarèll. f.y.
pi. che altri dicono Cantarìdèss). Can-
taride. Insetto noto.
Cantari, s. f. pi. Doppieri, Nome di am-
bo quei candttllieri in sui quali si
portano le candele accese intorno alla
croce, quando è in atto di proces-
sione o attuale o prossima. L'Alb. enc.
dice che si chiamano anche Piti. Il
Magri Diz. sac. e il Ducange Lex. inf.
lat. li chiamano Cantliara dal greco
Xotvdapo^, e dicono Canthara cerostrata
questi doppieri se intarsiati. La nostra
Toce Cantari si estende talora anche
a denotare quella specie di lampadi
inastate che anche il Magri Diz. sac.
chiama Cantìiara^ le quali specialmen-
te in campagna fanno Tufficio di dop-
pieri mettendo in mezzo la croce
quando è portata a processione.
Cantaridcssa. v. br. Cantàride, V* Can-
tarèlla.
Cantarìnna.CanlerùiaXki/tto(nce.CtiiilFtce.
Cantascià. Cantaztare. Cantar frequente-
mente e male.
Cantégora. Voce usata dal Porta Lam.
March, p. III9 p. ìSg in sig. se non
erro di Essere alle Inijose 9 cioè car-
cerato, perchè in tale stato viensi
agli esami ne^ quali 8* ha a cantare la
ronfa giusta.
Cànten. Càntero. Pitale. Vaso da seggette.
Cantenln. Canteretto. Cantaretto. Cantar
rello. Canterello. Picciol pitale.
Cantilènna. Cantilena, Nènia.
Cantìn. Canùno. Canto. La corda del
violino e d"* altri stromenti che yiene
ultima ed ha il suono più acuto.
Tocca on cantin o ona corda! fig.
Toccare un tasto. Ritoccare una cor-
da» Rammemorare cosa che non sia
per andare a genio di quel tale a cui
si parla.
Canlinàa. A volta? Aggiunto di stanze
terrene, e dicesi di quelle che per
avere sotto di sé volte o cantine
riescano pregiate per asciuttezza.
Gantinée. Cantiniere. Cantiniero. Canon
vajo, Canovajo ; e con voci antiche
Cella] o 9 Cellario\ Celliere 9 Cellerajo,
Coeugh franzes e cantinee todesch.
Si suol dire per denotar
Teccellenza delle genti delle due na-
zioni nella cucina Tuna, nel giudi-
zio de* vini la seconda.
Pader cantinee. CoiuM^ayo/^i^erarEO.
Cantinèlla. T. di Teat Nome di
ciascuna di quelle lunghe stanghe che
hanno confìtti in sé varj lumini, e
che s'appiccano alle scene laterali
(quint) per illuminarle.
Cantinéra Quella donna nelle
famiglie che ha V incarico di spillare
la botte per dare il vino in tavola.
É voce scherz. più che positiva , è
come dir la yinaja, abbenchè le in-
cumbenze di Vinajo di loro natui'a
non siano per le donne.
Cantinin. Volticciuola ? Cantinetta. Pio-
ciola cantina in genere ; ed anche la
Yolticciuola dai vini squisiti, dalle
bottiglie di serbo.
Cantinna. P'òlta. Cantina. Quelle volte
sotterranee sulle quali vengono «Isa-
te le case, e che noi destiniamo a
c«uiQve, legnaje» ecc.
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CAN (3
Gantinna de la legna. Legnaja, La
volta dalle legn^ nelle caae private.
Cantinna del vin. Cànoifa, La volta
dal vino nelle case private.
Cantinna de vin. Cànova» Lnogo
dove si vende il vino a minuto.
Andà la vos in cantinna. Jffloeare.
AffiocMre> Arrocare* Perder quasi la
voce per raucedine ; e talora semplic.
Abbassare, dibassare il tuono, la voce ;
parlar con voce sommessa e appena
udita ; fare una vocina languida.
A tegnl bon el vin gbe voeur can-
tinna bonna. La buona cantina Ja ii
buon vino {Vzol. Op. II, ii3-— Last.
Prov. V, a63).
Brevis Orazio penetrai in cantinna.
]>icesi scherc. per racco-
mandare brevità nei discorsi in ge-
nere , e specialmente nelle domande ,
nelle supplicbe, nelle preghiere, nelle
quali vuol ess^r fervore, non lunghe-
ria. Anche i Francesi dicono Une
courie prióre pénètre dans les cieux*
Gh^è sott cantinna. Gatta ci cova,
lYama & è sotto (Bib. Calandra Y, 3).
Io dubito che non ci sia altro sotto
(Machiav. Cliz. II, 3). ^ci cova sotto
altro che /avole (ivi III, i). STrama
& è(Amb. Furto V, i ; Bib. Caland. I,
4 in fine). CTè sotto magagna{Fìrenz,
II, 1^3). Ce sotto cacca(Monos. 3ia).
Ce mistero sotto (Tbc, Dav. Ann. II,
ai). Qui e'* è del bujo{PBn. Av*I, i5).
Qualche imbroglio c'è jo<to(Fag. Aver
cura di donne è pai. II, i). Ce sotto
materia (Fag. Ast. bai. II , ult. e Nobil-
tà ecc. Ili, 6). Ce soUo ragia (Sàlv.
Spina II, 5). La cosa non è chiara.
Omm de cantinna. yinajo{FBg. I
gen. cor. dai loro fig. I, ii). Chi at-
tendo a regolare i vini nella cànova.
Cantinòn. ì fruitone? Gran cantina.
Cantinonna. )
Gantlr. Tondone (GìoT, agr. tose. I, 573)*
Nome di quel ramo d^albero che per
la sua grossezza tiene il mezzo fra il
palone e il travetto 9 ed è denominato
cosi tanto rozzo air uscir della pianta
quanto asciato per usarne nelle co-
struzioni, y. in Tràv.
Gantlr. Stile, Abetella* Legno lungo, ton-
do , diritto per ponti da fabbriche, f^.
Anténna.
II) CAN
Gantlr. Colonna? Nelle pergole dà viti
è il nome decritti maggiori che le
sostentano nelle testate; che i minori
e di corpo diconsi Scarión* K
Cantir. Nome speciale di quei
travicelli che dal comignolo scendono
fin sul tirante di un tetto e sui quali
s'inchiodano le scandole (c^^ieg^^)*
È il 0ievron de^ Francesi, il Canthe-
rius de* Latini.
Ciòd de cantir. K in Ciòd.
Cantiràda. Lo stesso che Cantiréra. f^
Gantirèll. . . . Quel ramo d* albero che è
grosso un pò* più del palone e un pò?
meno del tondone(caiilir). f^, in Tràv.
Cantiréra o Cantiràda. Abetaja? Bosco
che é governato per modo da cavar-
ne copia di tondoni (con/ir). f^,
Contirètt. Dim. di Cantir. V. in Tràv.
Cantirón. u^ccr. di Gantlr. f'. in Tràv.'
Cantón. Cantone. Canto» Angolo»
Cà de cànton. Finestra de cantone
e simili Casa , Finestra e
simili posta sul canto fra due vie^
Capell de trii canton. P'^ in Capèll.
Dà on canton in pegn. Dan un canto
in pagamento. Cioè non pagare , scan*
tonare i creditori.
Fa canton. Far caiitomite(MannIVeg«
tose. Ili , 1 1 ^ Bandini Vita Ve^. XI ).
Giugà ai quailer canton. Lo slesso
die Giogà a foresetta. K. in Foresètttf.
Lassa in del <ianton del ruff. Lasciai
nel dimenticatojo, Negligeniare^ tras-
curare cheocbeséia«
Sta semper in canton del foeugh.
Essere confihato al canto del fuoco
(Gior. agr. X, 106). Starsi a far te-
nere intorno a buone legne secche
(Nicc. Mart. Let. 60).
Stà-sù per i oaston a vend , canta e
sim. Star su pi canti. Esser cantonière*
Tirass in d*on canton. Jiineantuc^
darsi,
Tutt a cantotl. Angoloso; e con
voci ant. Canteruto e CàntuccUttùé
Yess in del oanton di nceuv mes,
r. in Més.
Cantón. ^c^(*tosc. , Tom. Sin. p. io6)*
L* angolo che fanno i panni ripiegati ,
r estremità acnt« delle vesti là dove
il panno sia addoppiato , e dove soole
accalcarsi la polvere e il rosome in-
tcTM della it«fia.
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CAN (2
Cant^n. Cantone. Parte d^uno Stato. El
Ganton Tesin. // Cantori Ticino nella
Svizzera — Cantone nella breve am-
ministrazione italiana de"* primordj del
secolo fu detto T aggregato di varj
comuni, e Cantonale ogni cosa che
vi si riferiva.
Cantóu. s. m. pi. Cocc?ie{*iosc.9 Tom.
' Sin. pag. io6). I quattr^ angoli della
. pezzuola , sia d^ un fazzoletto —
Ciappà per i quatter canton on faz-
zolett con dent de la robba. Accoccar
' la pezzuola{*ì05C,),
Cantón (e Cantonìn). Cantonata. Gli ar-
. tigiani cbiamano per siffatti nomi
• quelle lastnicce di metallo onde ar-
mano gli angoli acuti degli sttpetti,
degli scrigni , delle cassette e simili
onde abbiano maggiore saldezza.
Cantón. Ad. di Pòmm. K.
Cantonàda. Cantonata,
Xlantonàl. Stracantone. Cantoniera(ZBuoh,
Biz.f fior.*). Specie d^ armadio trian-
golare, talora d^ un pezzo , talora bi-
. partito, che si alloga ne^ cantucci,
' negli angoli delle stanze. È quello
che i Siciliani chiamano Cantoni 9 i
Francesi EncoighurCf e i Tedeschi
. Eckkasten o Broffet-ComerkaÒlet -—
. Poco felicemente è detto Stipetto dallo
' Al gar. nel Ifeutonianismo dial. 1 .%p. 46.
X^antonin. Cantuccio, Angoletto,
Cantonìn per CwaXòn {saldezza angola-
re). V.
Cantonscèll. ) Cantucdo, Cahtoncello.
Cantonscin. ) Cantoncino,
Cantonscellhi. Cahiuccino.
Cantoria. Cantorìa.
Ves» giò de cantorìa, fig. Non aver
voce in capitolo. Non aver credito,
non essere stimato fra i colleghi **
. Talora eqmvale anche a Vess giò de
• coi*da. .^. in Còrda.
Canzón. Canzone^ e ant. Canzona e Con-
V alena. Una raccolta di canzoni dicesi
Canzoniere.
Canzon del GippoQati o Gipponasc.
y. Gipponàtt.
.Canzón. Bastone. Eandeìlo. Bìlia 9 e per
lo più al pi. Bilie. Nome di quei ran-
delletti arcuati che attraveraano il
verrìisvllo de^ carri e servono a farlo
volgere per istringere le funi che
tengono e legano i «arichi sulle caiTa.
la) GAP
Canzona. V. Mincionà.
Canzona la fera, f^. in Fera.
Canzònet o fet T amor ? F. in Amor.
Canzonàscia. Canzonaccia.
Canzonétta. Canzonetta. Canzoncina. Can"
zoncino. Canzonina. Canzonaccia.
Càos. Càos, e al pi. Caòssi. Scompigliw
me. Confusionaccia.
Capa. . . . Guida , duce, guid^atrice, prin-
cipale, primaria, caporale. La capa
de tutt i bolgironn disse il Porta per
Arcirihalda {hxei. Talanta I , i5) , Ar-
cibriccona.
Capàlla o Capellìnna. Bica. Massa di
covoni(ccetfi').
Capàra. Caparra. Arra — Caparramento.
Arrota V atto del caparrare — S"* usa-
no anche Arra e Caparra per Pegno ,
Sicurtà, Segnale in genere.
Cattiva capara Mal segno,
mal indizio , mal segnale.
Càpari! Lo stesso c/ie Càspita, y.
Caparón. Cappero grosso, y. Caper.
Capascée in alcune parti del Basso MI,
per Spazzacà , Sorée. y.
Capàzz. Capace,
Resta capazz. Frase cont. br. Bestar
capace. Restar capacitato. Rimanere
persuaso.
Capbànda , Capbólch , Capcasón, ecc. V.
Cappbànda, Cappbólch, Cappcasón,ec.
Capciùra. V. Captùra.
Capèll. Cappello j e con v. lat. Pileo. V. an-
che Capellìnna, Clàcch, Schiscètta, ecc.
Ala. Tesa. Fento. Piega. Falda «
Capellett. Fondo. Testa « Cuu. Ctt-
cazzalo vb Cordonin o Galon o Bindell
o Bot*din. Ghiera (Fag. Pod. Spil. Ili,
. Il) ss Foeudra. Fodera,
C.npell a gabriolé. Foggia
di cappello pesteUino, cioè con testa
alta e per cosi dire strozzata a metà.
Capell a pan de zuccher. . . . Cap-
pello a testa conica, a cono tronco.
Capell a stuin Cappello che
ha la testa copoluta , convessa.
Capell a la cererà. Moniiera.
Capell cont el pel longh. Cappello
orsone {flosci cosi ha il Voc. Sardo
in Cappeddu pihirzu). Cappello peloso.
Capell cont i piumm. Cappel piu-
mato o con piuma,
Capell d^ala granda. Cappello di
gran tesa*
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GAP (ai3
Capell de castor 9 de felpa « de la-
na , de mezz castor , de strazza , ecc.
Capei di pelo di castoro 9 di felpa ,
di feltro , di pelo di lepre e castoro ,
cappello peloso di seta,
Gapell de donna. Cappellino» L^era
in capell. Era in cappellino*
Capell de paja. Cappel di paglia o
di treccia, A Firenze si distinguono
(come leggesi passim nel Gior. agr.) in
Cappelli del numero 4o di prima ^
di seconda 9 di terza sorte;
Cappelli del numero 3o;
Fioretti da m quattrini di hrac^
cioj cioè con testa del diametro di
circa due decimetri;
Fialette ila jg quattrini;
Figliettine da 16 quattrini;
Bagazzi da i4 quattrini.
Capell de trii canton (che anche
dicesi Capell montaa). Cappello appun-
tato (^^ov.). Cappello col pippio (per
quanto si può rilevare dal testo del
Ricett. fior, addotto dal Diz. in Pippio),
Cappello a tre pieghe{*iosc,). Cappello
a tre punte 9 a tre acqueta tre venti f
arricciato,
^ Capell martin Cosi chia-
mano in Brianza quella specie di
cappel tondo con tesa assai larga e
testa bassissima e copoluta che usano
per lo più i colligiani di Montavec-
chia. Perchè anche qui si verifichi la
dottrina delPattiguità degli estremi è
da notarsi che tali cappelli somiglia-
no nella forma a quelli cardinaleschi
e vescovili.
Capell tond. Lo stesso che Capei-
llnna. r.
Amis de capell. J^. in Amis.
Cava el capell. Far di cappello.
Scappellarsi, Cavarsi il cappello,
Cont el capell su ona oreggia o stori
n la bulla. Col cappello alla scrocca
(*tosc. e poem. aut. pis.). Col cappello
alla sgherra{Goz, Op. X, 5o5), cioè
a sghembo come usano alcuni per
imitare i militari e i bravacci. 1 Sici-
liani dicono Purtari hi cappeddu o la
birritia a la chimera. Porta el capell
atort d a la bulla, jtvef la berretta
tofia(Pstn. Viag. I, 54)-
El Signor el dà la tegna e ci capell
de quattalla. f^. in Tègoa.
) GAP
Fa de capell. Cavarsi il cappello.
Scappellarsi; e fig. Dar la mano o il
passo. Cedere — Guatare e lasciar stare.
Mett-sù o Mett in eoo el capell.
Incappellare, Mettere il cappello,
Robba de fagh de capell. Cosa da
darle del messere. Vale cosa grande,
e per ironia anche cosa dispregevole.
Scatola del capell. Cappelliera, Por-
tacappello.
Senza capell in eoo. Scappellato.
Taccà-sù el capell. r. in Tacca.
Tegni el capell foeura di oeucc, o
Podè andà cont el capell foeura di
oeucc, o Porta el capell foeura di oeucc.
Andare a faccia scoperta{Vag. Ast. bai.
II , 8). Poter andare col viso scoperto.
Tenere il capo alto e mostrare la
faccia {Fsig. Pod. Spil. I* i). Andare
a fronte scoperta 9 cioè senza temer
di vergogna ; e a chi si consìgli ad
agire cosi da poterlo fare di cesi Pi-
scia chiaro e fatti beffe del medicò.
Coscienza pura non teme. Avoir les
mains nettes dicono i Francesi. Il
Cecchi'nel Servigiale I, 6 ha il suo
contrario dicendo di un cattivo
• £ 80 che tu puoi ir coti la berretta
» In stt gli occhi per tutto. »
Tegni inciodaa in eoo d capell.
Tenere in zucca* Detto scherz. per.
denotare villania o innocente o vo-
lenterosa usata con alcun superiore
al quale non parliate a cappel basso
prima ch^ei si degni con un Copra
sparagnarvi un malanno.
Tirà-sù on capell. Risaldare o //»-
formare un cappello,
Toeù-giò el capell. Scappellare. Ca-
vare il cappello,
Capell per antonomasia. Cappello. Di-
gnità cardinalizia. « Ragionasi qual-
» che cosa d^un cappello pel pro-
si tonotario. >» (Mach. Op, Y 9 5oo).
Tira o Fa T amor a on capell.
scherz. Tendere a incappellarsi,
Capell. Intestazione, Introduzione. Titolo.
(voce comunis. nelle nostre stamperie).
Capell. . . . Quella crosta che le vinacce
fanno al mosto mandate che siano alla
superficie per forza del suo bollire nel
tino. Min. citando il Gagl. Vbc. agr.
registra Cappello , voce da cui ebbero
origine BincappeUar» y ecc.
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GAP
Alsà oFà-sù o Fa elcapell. Leva-
re in capo.
Sbassass el capell V abbas-
sarsi cbe fa la crosta delle vinacce
^nel tino vie via che va scemando di
bollire il mosto al quale sovrasta.
Capèll Cencio a più doppj cbe
si pongono sotto al sedere gli stuc-
catori di pavimenti e i lastrica] noli per
istar meno scomodi al lavoro; cosi
detto perchè cencio succedaneo a un
cappel logoro soppannato di cui per
solito si servono allo stesso fine, f^
anche Scagnèll e Piumascioeù.
Capèll Quel lastrone di ferro
che sta fra la cicogna da campane
propriamente 4ctta e il suo contrap-
peso ; per esso passano le staffe assi-
curatrici del contrappcso e i tiranti
fermatori della campana al ceppo*
Capèll ed anche Capelètt. T. degli Ombr.
Cappelletto. Cerchiello di tela incerata,
ermisino o simile che si mette in cima
agli spicchj da capo deir ombrello.
Capèll. T. d'Agric. Gombina, Pelle che
attacca la yeltSL {voltura) al manfanile
{numegh) del coreggiato(('tfi^).
Capèll. T. di St. Cappa. Cappello. La
parte superiore del torchio da stam-
pa e che gli fa come dire tetto*
Capèll. met. Lo stesso che Ghigndn. /^.
Ciappà capell. Pigliare il grillo.
Montare in sulla bica. Imbronciare.
Aversi a male d*una cosa.
Capèll del pozz. K. in Pózz.
Capèll de pret. T. de'Confett. Cappel-
letioì {^iosc). Sp. di confetto così no-
minato dalla sua figura d'^un nicchio.
Capèlla. Cappello. Dicesi alla parte su-
periore de^ funghi fatta quasi come
un cappello.
Capèlla. Cappelletto. Caperozzoh. Ca-
pocchia^ Orpello. Capo di chiovo.
Dicesi alla parte superiore di un
chiodo o d^ nna bulletta fatta a foggia
di cappello. È di più forme » cioè a
Jungo , a /ungo schiacciato , a cieca o
accecato , a faccette » a gruccia 9 spia-
nato^ tondo 9 quadrato 9 ecc.( Diz. art.)
Capèlla de cìod. fig. Cappel d'aguto
(Dav, Tac. Post. p. 627). Ogni mone-
taccia rovinata» cattiva» tosa. f^.Ciànfer.
Capèlla. Fava. Ghianda. Glande. Fava"
gello. Falla, Captrònoh*
(214)
GAP
Capèlla. Sul Lago Maggiore verso Bris"
sago e altri paesi vicini chiamano così
quel Jungo die i boi, dicono Phallus
impudicus, cioè il Lumacone ignudo.
Capèlla. 8. m Le contadine chia-
mano cosi i cappellini gentili delle
signore , il cappello delle femine 9 per
diversificarlo da quello da uomo o
dai loro cappelli grossolani che chia-
mano propriamente Capell, Forse il
Cappel tondo, oggidì d'auso comune
per tutti i maschi > era altrevolte
riservato alle sole donne, e perciò
ha ritenuto fra noi la faccia femmi-
nile di Capellina , voce ringentilita da
questa Capèlla delle nostre contadine.
Capèlla. T. eccl. e music. Cappella.
Ve mudaa el majester de capèlla,
ma la musega V è semper quella . . .
S^ applica ad ogni cosa che continui
ad essere la medesima ancorché go-
vernata da mani diverse ; e dicesi per
lo più in segno di poca soddisfazione,
in quel senso che ci trae talora di
bocca un Peggio non è mai morto.
Majester de capèlla. Maestro di cap-
pella,
Capellàda. Scappellata. Anche i Provenz.
dicono Capelado come noi Milanesi
in significato di saluto.
Capellàda. Cappellata(* Aor.). Quanto può
contenere un cappello.
Ave guadagnaa di capellad d^or.
Aver guadagnato un pozzo d'oro (Mo-
nos. II).
Misura i dance a capellad. Misurare
i danari a jto/a(Monos. 106). Es-
sere ricchissimo.
Capellàda. . . . Colpo dato con cappello. I
dizionarj non hanno voce corrbpon-
dente, ma si potrebbe dir corretta-
mente cappellata f imitando scaccata,
tegamata 9 panata , e singolarmente
piattellata che valgono colpo di scac-
co, tegame, pane e piattello, tutte
voci da essi registrate. Fa corr a ca-
pellad. Fugare a colpi di appello.
Capellàsc. Cappel cencioso. Cappellaccio^
e in qualche caso anche Cappelluccio.
Capellée. Cappellajo. Chi fabbrica o chi
vende cappeUi. Il cappeUii)o che fa
cappelli ha fra noi varj nomi secon-
do la diversità dei lavori ai quali
accudisce t come Lavorant in bianche
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GAP
(ai5)
GAP
Proprknwj ecc.f e le donne Rasceura^
Pinsceura, Gaamisasura; nomi i quali
veggansi nella respettiva sede alfa-
betica.
Le sa anca el Migia o Bigia capel-
lee. r. Mlgia.
Capellée . . • Nome che si applica per
ischerzo ai Permalosi , stilicuzxi 9 sde-
guosetti , schifi 9 teneri , facili ad aver
per male ogni CQ^(a ciappà capell).
Capelléra. Cappellaja, Moglie di cappel-
lajo o venditrice o lavoratrice di
cappelli.
Capelléra de viagg. Tamburo. Specie
dì valigia.
Capellètl. T. de^Capp. Testa del cappello,
Capellètt Voce usata dagli
stampatori i quali chiamano 1 capei"
leti r /, cioè la vocale i quando ha
r accento circonflesso.
Capellètt. Coperchio (Alh. enc. in Coper-
chio). Quel pezzo di una canna da
serv iziale che serve a turarne la boc-
ca, e da cui esce il cannello.
Capellètt. T. de' Cuoc. • . • Certa specie
di tortelli. K. in Ravioeù.
Capellètt. T. de' Fabbrifer. Coperchio.
Cassetta. Quella piastra con suoi lati
rilevati in cui sono compresi gP in-
gegni di una toppa o serratura.
Capellètt (Giugà a). Gioc€ure a santi e
cappelletto. Messi i danari in un cap-
pello e rivoltatolo coprirli e fare a
indovinare s* e^ sian volti per palle o
per santi ( eros o lettera ) ; o pure
versatili sur un piano ricoprirli colla
mano e fare ad apporsi come sopra.
Capellètt. V. a. . . • Pare che fosse nome
di quei conciatetti che si radunavano
per lo più in Porta Vercellina. Nella
grida 24 gennajo 1679 il governato-
re conte di Melgar chiamava a sé i
Capelletti entro un'ocra per iscaricare
la neve dai tetti del suo palazzo.
Capellètt. T. degli Orabrell. Cappelletto,
y. in CapèU.
Capellètt. s. m. pi. Cappelletti, Malore
che viene nelle ginocchia ai cavalli.
C9i^ììèiì9.CappeileUa.Cappellina9e dottr.
Sacello — Talora Oratorio privato ,
Chiesina prtwita,
Capellètia Custodia dì carta
che si la ai santini simSi. È detta
anche Portamajslàa. y.
Capellui. Cappellino. Cappdlettù. Oap*
pellttccio.
Capellin a la Bolivàr, ece. *•• Fog<^
gè speciali di cappellini donneschi.
Capellin de donna. Cappellino per
antonomasia.
Capellinètt. • • . Picciolo cappelluccio.
Capellinna. .••••• Fra noi significa
esclusivamente il cappello tondo colle
tese a gronda non a pieghe , a diffe-
renza di quello a tre venti più pro-
priamente detto Capell. Nel secolo
scorso appena scusava per viaggio o
in campagna dalle persone civili ;
oggidì è di tutte le condizioni.
Capellinna. T. de^Sellaj. .... Quella
parte del finimento che è composta
di due cuscinetti i quali posano sallia
vita del cavallo, un per parte.
Capellinna (yìmgo). f^. in Fònsg e Tob-
biètta.
Capellinna Il tetto del p»-
gliajo, del mucchio del fieno e sim.
Capellinna. Bica. V. Capàlla.
Capellinna dicono in alcune parti del
contado e verso il Lodigiano quel
mucchio di fieno che più. comunemente
si dice Maragnoeù o Castellìnna. y.
Capellitt. Cappelletti{*iose. Tomas. Sin.
p. III). Paste che fanno i vermicellaj
e confort ina j , cosi dette dalla forma
che hanno- di cappel tondo o più
comunemente di un nicchio o cappel
da preti a tre punte.
Capelldn. Cappellone.
Capellón. f^. in Fónsg còcch.
Caper. Càppero. Pianta detta Capparis
spinosa dai botanici , di cui in città i
più conoscono appena il bottone del
fiore che si mangia concio in sale e
aceto 9 e che pure si dice Càppero 9
e per lo più al pi. Càpperi.
Caper, fig. Zàcchera. Pillàccliera. CàC" ^
cola '^ Spillttccherare è levar tali cac-
cole 9 cioè sterco o altre sporcizie at-
taccate in sulla lana delle pecore 9
delle capre e d^ altri dalle parti de-
retane. K Càgher.
Capeste r dicono nell'Alto Mil. e verso
il Comasco per Tirapée. F.
Capètt. tron. Capetìoi^ioBc. ^ Rime AuL
pis.9 Gigli />. Pil, I9. 1). Mala lanuxza.
ImpiccateUo. Cape^tretlo. Capestruzzo.
Fortuita, Beila gioja. V. Cauòneghilg.
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GAP ( ax
Capètta. Cappino, Picclole cappa, che di-
rehhesì Capperuccia se logora e mìsera.
Capòtta. Mantellina? Ferra jolino^Hiow),
Mantelletla di seta ripiegata per lo
lungo dietro alPabito corto da prete.
Mettes in capetta. f^estire abito corto.
Capètta Specie di picciola sgor-
bia da torniaj molto simile a quella
che i Francesi chiamano Échoppe.
Capètta. T. de^Sellaj. Ciappa, Addop-
piatura fatta a cigne o simili parti
di finimenti » valige , ecc. che "viene
a formare come una campanella ( on
aneli) per passarvi e stabilirvi utìst
fibbia o simile.
Capezzàl. v. dell^Alto Mil. Capezzale.
Capi. Capire» Comprendere. Intendere;
e in gergo Ammascare.
Capi a la mej o per discrezion.
Jntendézcchiare» Intendere per discre-
zione ^ superficialmente. Raccapezzare.
Capi al voi. Comprendere di volo ,
prontissimamente^ in un attimo, in
un subito. Intendere per aria. Esser
uomo penetrativo, d* ingegno pronto,
acuto, sottile, d'intelletto penetrevole.
Capì la scrittura o el caratter. Rac-
capezzar lo scritto.
Capi on.liber. Intendere un libro.
Attignere l* intendimento d* un autore.
Chi voeur capi capissa. A buon
intenditor poche parole. A buon inten-
ditore il parlar corto — Talora Chi
si sente a scottar tiri a sé i piedi.
£l le capiss ogni fcdel mincion.
La vedrebbe un cieco o Cimabite che
avea gli occhi di panno. Se n* avve-
drebbe Nanni cieco o il mio bue.
No capi né legg né fed. r. in Légg.
Noi capiss on corno o ona sverza.
Intende che è un recere( Ambra Cofan.
IV, 8). Non annoda. Non ita com-
prendimento o intendimento o compren*
sione, e sch. Non lui comprendonio.
Càpia. Gabbia.
Bacchett. Gretole (se di ferro). Staggi
(se di legno) » Us'cioeu. Usciolino »»
Beviroeu. Abbeveratolo. Beveratojo &»
Cassetta. Beccato jo^Lcgueii, Posato jo
^ Assa. Assicella di suolo >» In Gabbia
PAlb. enc. novera anche le cassette,
gli stanzini o appajatoj , i saltato} e
le cupolette o i vasi, come parti od
ornali di alcune specie di gabbie.
6) GAP
Mett in capia. Ingabbiare ^ Tceù
foeura de capia. Sgabbiare.
Càpia. V. contad Nome che
si dà a una particolare specie di gerla
di fondo strettissimo e di bocca e ven-
tre larghissimi. Differisce dalla gerla
propriamente detta uelf essere lar*
ghissima non solo di figura, ma an-
che di rete , e serve perciò a porta-
re gran fasci di quelle sole robe che
si tengono insieme da sé, come paglie,
fieni e simili , di gran volume e poco
peso e di altissimo colmo. In alcune
parti aifini al Comasco è detta Berla ^
e sul Lago di Como (a Menaggio)AargiU.
Càpia de gaijnn. Corba da pollami?
Càpia de puj. Gabbiata? Tanti polli
quanti ne stanno in una gabbia.
Càpia. fig. Gabbia. Domo Petri. Bujose.
Prigione. F. Presón.
Mett in capia. fig. Rinchiudere in
gabbia. Mettere in Domo Petri. Carce-
rare. Anche i Francesi dicono ilfeOre
en cage ( Roux Dict )•
Capiàtur. Ordine di cattura. Mandato
d' arresto.
Capiée. Gabbiajo. Facitor di gabbie.
Capi òtta. Gabbiuòla.Gabbiòla. Gabbiuzza.
Capiètla. Scolitojo. Relicino o vaso bu-
cherato in cui si mette T insalata o
altro per iscuoterli dall'acqua.
Capii. Capito. Inteso*
Capilèr. Capelvenere. Capilvenere , e ani.
Capelvénero. Capello delle fontane o
di fontana. Coriandro del pozzo. VA-
diantlium capillus veneris dei botanici.
Capilèr. T. degli Acquac. Acqua di ca-
pelvènere. Dal Capillaire de^ Francesi*
Conserva de capilèr. y. Consèrva.
Capilvèner. Capelvènere. Noi se parliamo
collo speziale chiediamo Capilvèner^
se col caffettiere Capilèr. V.
Capin. T. de"* Pian. Cappuccio. Parte del
piviale che a guisa di semicerchio
sta pendente dietro alle spalle.
Capin. Cappuccio. La capperuccia d''er-
meli ino che fa parte della cappa dei
prelati.
Capin. T. degli Spazzacammini. Cappe-
rone? Capperuccia, Capperuccio. Scap-
peruccio. Sp. di cappuccio grossolano
di cui gli spazzacammini sogliono far
difesa al capo nel lavorare in su la
gola del can^iuo.
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GAP (2
Capìttù. Gabbiuola, Gabbiòla. Qabòiuzza.
Capioeù. Gabbia, Maseruola. /^. Mitsìroeù.
Capioeù AIciiqì chiamano cosi
quella specie di rocchetto meccanico
che altri dicono Lantemin o Lanterna
e i Fr. Lanterne. È una ruota cilin-
drica Yuota , a più fusi o tondini ritti
ed equidistanti fra loro ne^ quali in-
granano i denti delle ruote dentate
o a corona. Quando questa specie di
rocchetto é schiacciata, spasa, e per
così dire più orizzontale che verti-
cale, è detta da parecchi Cariòta,
Fra Capicfu e Rocchelt corre questa
diversità che il primo è vacuo, e il
secondo solido e coi denti, o colTalie
che dicansi, ritti, sportati e innascenti
dal proprio corpo.
Capiòn. Gabbione, Gabbia grande.
Capión. . . . Nome di quelle alte e gran-
dissime ceste romboidali, conoidi o
quadrate , fatte di ferule , vimini e
salci, nelle quali gli ortolani carreg-
giano le vcrzure dalla campagna alla
città. Ne^diz. Capione è T. mar. o leg.
Capiorin. Gabbiolina. Picciola gabbiola.
Capiòtt. Gabbione, Tra Captón e Capiòtt
è questa diversità che il primo è più
bislungo ed alto che non il secondo.
Capiòtt. Gabbia, Sp. di cesta a ritroso
da pigliar pesci.
Capita. Capitare, Arrivare, Giugnere, El
pò sta pocclì a capita. Non può star
che non giunga.
Capita in bonn man. l", in Man.
Capila. Succedere, Accadere •— Il Maggi
scrisse Capìttn come altrove Merìtten ,
Mertttet^er Capita^ Mériten^Méritet;
e quella! maniera di pronunzia è viva
anche oggidì fra i contadini brianzuoli.
De pesg n'^en capita, y. in Pésg.
Ghe n'^è anmò de capita? iVe abbiamo
a veder altre? Anche di queste ci manda
la sorte? S^ha a veder di peggio?
Capitàa. Part, di Capita — Mal capitaa
e pesg imbattuu. f^. in Imbattùu.'
espilili. Capitale. Fondo, Sòrte. Messa
di voce. Corpo.
Capital mort.... Capitale infruttifero.
Capital social. Corpo. Il lat. Sors.
Che capital ! Che capitale I Capitale !
E vale £ un^ inezia , è cosa da poco.
Fa capital sn ona cossa. Fare ttsse-
gtumtento su checchessia,
/'al. J.
17) GAP
Fa o No fa capital de vun. Fare
o Non. fare capitale o stima d'alcuno.
Avere o Non avere a capitale alcuno.
Sta in capital. Essere a capo salvo.
Stare in capitale. Non {scapitare.
Tra insomma on capital de vir.
Fare im capital da vivere.
Capital o Capital mort o Bon capital o
Capitalon. fig. Buona spesa(Kuzzi Balia
11,7). Mala zeppa o lanuzza. Mal bigatto.
Con certi capitai gh^è nagotta de
guadagna. Dal travagliar coi teisti
non se ne capa frutto nessuno.
Capitalètt. Capitaluccio(* ùor. Salvad. p. 9).
Capitalètt. fig. Mala lanuzza. V, in Capital.
Capitalista. Capitalista {f^xov, agr. y\\^
i5i, X, 145 e passim). Chi possiede
parte del capitale o del corpo delle
sostanze sociali in danaro o altro rap-
presentativo circolante. È voce di
relazione. Nelle imprese commerciali
è Capitalista chi soinministia il da-
naro, per opposizione a chi presta
r industria^ nelle condizioni sociali è
Capitalista chi vive sol del fruito dei
danari dati altrui a fruttare veramente.
Capitalon. y, sopra in Capital ^g.
Capitani. Capitano — Pei Capitani delle
porte 9 Capitani tlelle pievi ^ Capitani
ilei popolo e Capitani in genere che
avemmo anticamente si legga il Giuli ui.
Capitani de giustizia . . . Magistra-
tura milanese esistita dal 1600 al 1800
la quale era un vero pretor crimina-
le. Anche oggidì molti dicendo Mena
al Capitani de giustizia intendono
Condurre al Tribunal criminale.
Capitani di formigh. y, in Tògn.
Capitània. , . . Moglie di capitano — Ca-
pitana e Capitanessa valgono Donna
che ha capitanauza.
.Capiteli. T. archit. Capitello.
Capiteli. T. de'Legat. di lib. Capitolo.
ed anche Capitello. Coreggi uolo che
sta cucito su le teste dei libri.
Melt el capiteli ai liber. Accapitolare.
Capìtol. Capitolo. Capo, l titoli si sud-
dividono in capitoli.
Capito]. T. eccl. Capitolo.
Ave minga vos in capitol. Rg, Non
avere voce in capitolo, balere come il
fio nell'abbiccì moderna (cioè italiana
dove non entra. Allegri 190). Non es-
sere stimato 5 comiderato.
28
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GAP (a
Cìainà capilei. Conufocof^ il capitolo.
Pensieri a capitolo! ..... Dicesi
da chi ahbia a mntrare in aè« a
raccogliersi 9 a interaarsi, a profon- <
darsi in riflessioni « a pensare a* casi
suoi 9 a dare le spese al suo cervello.
Capitolazión. Ctipitolaùone ^ e parlando
del servigio militape Femuu
Capmàster (che p€r amor di dolce prò-
mmcia^ comune a iuUi i popoli d'Ita-
lia 9 sentiamo dire più spesso Camma-
stcr). Ottpomaesiro, Il sovrastante ai
muratori in una fabbrica, il capo dei
niano%'ali.
Capnéi^r. Capinero* Capnegber fem-
weua. Capinera. Caponera , e ai Fior.
Bigiòla. Uccello noto il cui canto è
GricL È la Moiacilla atricapilla L.
Gapnégber de brugbera. Capinera nera.
Occhio rosso. Occ/Uo €otto<Savj Om. I,
a 6^). Uccello silvano frequentatore
degli scopeti, ed è la Moiacilla me-
lanocephala di Gmeiin,
Capo. /^. in Càpp.
Capod<jpera. Capo d' opem(Targ. Viag.
VJ, sa) — Cc^oIiii'onD; e ironicamenle
detto di persona Capetto, y* Capètt.
CaptJB. Cappone — Capon ben caponaa.
Cappon dirUto{\oc. aret.) — Capon in
grassa. Cappon di sua o in istìa —
Capon mal capoiMa o Galwus o Galòs.
Gallione.
Fa vegQHMJi la peli de capon. Far
fare la pelle accapponata a mno{\osc.
Xim. d^un attt« pis.) f^. piii sotto*
Ve mej ona magra gainna incceu
che on capon o on grass capoo <lo-
. man. f'^. in Gainna.
Setuiss a vegnì-sù la peli de capon.
Sentirsi accappeuar la wla(*to8C« iUm.
di un a ut. pis»). Sentirsi arricciare
tutti i capelli addosso, ^n aver pelo
addosso che non sia arricciato. Sen^
tirsi éaUo arricciar li peli. Jrriociare
la carne e ciascun pelo, Jggreztarsi.
JRaggrezsarsi. Jmandarsi. £iz%arsi i
bordoni, itaccapriociarsi. Accapricciar-
si 9 e aut. Caporiociare. A^^ere un ca-
poriccio. CapHcciare* Aizzarsi i peli
per subitaneo pavento o per freddo.
I Francesi hanno f^enir la peau de
po^de9 la clèoir de poule.
Vess rolflia de i'à rid i capon o i
puUiu. y. in Pcdiìn.
18 ) GAP
Cnpón. Menno. Privo de^membri genilnli.
Capón... Dicesi scberz. dei musici castrati.
Capón. Jd. d* Èrba. V,
Capone. Capponare. Castrare i p<^.
Capone. PotOnicciare. Bimendare mala-
mente, e dictesi più in particolare
delle calze. 11 Tomaseo ne^Sin. p. S3a
nota cbe in Toscana quest"* ultinio
Caponà dicesi famigliarmente Binfrinr-
sellare 9 e T operazione Frintello.
Caponà. fig. InArogliare. Gabbare, Gim-
tare. Cogliere. No Ce me capone! d*ol-
ter. Jfon mi ci cogli pia.
Caponàsseia. Battersela. Alzare il tac-
cone. Cogliersela. Andatasene, pau-tirsi,
fuggirsene.
Caponera. Ossia ^is^ cap/MMu ( MacbiaY.
Clizia IV, 7). Stia, Capponaja,
Caponera. Le bmjose. Luogo dove si oede
U sole a scacchi. Voci di gergo cbe
valgono prtguMie«
Melt in caponera. fig. Mettere alle
bufose. V. in Presòn.
Caponéi^ Nome scfaerzevoie di
queli* andito a cancelli nel palano
del Monte di pietà dove i bisog^nosi
stanno ad aspettare i rainìAri die
diano loro danari per pegni.
Caponerin. .... Picciòla capponaja.
Capònna. Ad. d' Èrba. /^.
Caponón e Caponòtt. . • . Ca]^oti grosso.
Capooòtt. . . . Grwno di cavolo cotto
e condito.
Caponscèll. Capponcello.
CaponscelUn Picciol capponcello.
CaporaL Caporale.
C^>oral o Caporalin polpetta. • . . .
Nome di «oberno applicabile o a un
nozze di caporale o ad alcon bravo
a credenza.
Caporàl {ed anclic G^>oralàsc o Solda-
rà6c).fig;. Femina camandatrice* Sgher-
ro, Spavalda — Camarlimgona, Donna
grande, Carle e obe abbia naa certa
aiùa ardita^ donna cbe i Francesi di-
rebbero Gendarme* ^. Sbirrèasa.
Fa el caporal con vun. Fare il gallo
ad uno(*iosc. Poem^ d'atta aol. pis.).
Fare il sopraccapo • dominare altrui.
Caporàl. Caporale. Caporione^ e antic.
Caporano. Prtocipale, capo.
Caporàl de eusiuua. La¥acame(kX^, 67).
yolgiarrosli ( id. 6^ ). Il Galopin dei
Francesi, cioè GiiitlfirÌBO dbe bada ai
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GAP (a
gìrarrosii » e corre in qua e in là se-
condo i bisogni della cucina. Forse
non sarebbe mal detto anche FaM>*
rino di cucina.
Caporalàsc. Sgherraeeia {Ingtinn, 1, 5).
r. in Caporìd.
Caporalètt*fig. • . . Persona che ha dcHo
sgherro 9 del comandatort y e quasi
che della forouzza, delP impicealello.
Caporalln. • Caporale di pic-
ciola statura o di poco yalore. Però
siccome nella vacuità del mondo
Pnomo la le cose come le cose fan
Tuomo, e cosi TuoMao BohiliCa i iny-
cabcdi, come ì vocaboli nobilitano
r nomo. Ora qnesla voce per sé ten-
dente aH^ Ignobile è ogghnal storìcar
mente «obile daehè fu debbiata al
maggior capitalo del secolo, dachè
diventò come a dir soprattnome di
Napoleone Bonaparte.
Caporión. Caporione, Caporale. Capipo-
polo, Càpipopoldre. Gmidapopoio; e
ant. CaponiìUk
Vess el caporión. Andan o Essere
il primo a far checchessia. Esser ah-
parale sopra checchessia.
Cuporidn. Sin. di Capoiàl nel senso Jig. V,
Capoi-iònna. Sin, di Caporalàsc. f^, in
Caporàl.
Mari badee e Miee oaporionna.
Marito sciocco e moglie comandatHee,
y, anche in Golz^.
Capòtt. 8. m. Cappono, Sp. di ferrajuolo.
Il Bardocueullo dei Bardi era una
specie di cappotto.
Capòtt. s. m. T. di Giuoco. Dà eapott.
Dare cappotto. Vincere tutte le basse.
Capòtt. s. f. K. Capottlnna.
Capottin. K«ss. di Capòtt in ambi i suoi sig.
Capottlnna {che anche dicono Ona ca-
pòtt). Sp. di cappello don-
nesco fatto con istoffa di seta o con
mussole o con velo, tutto a guaine.
Capotta, jtccr, di Capòtt ne^due suoi sig.
Capottò». La Cappotta {Gìjaid, Poes. I,
95). Sp. di cappotto donnesco con
maniche, le più volte di stoffa di seta.
Càpp. Capo. Noi non diciamo Capp iso-
latamente in sig. di Testa ^ ma solo
nei sig. fig. o metaf. seguenti:
Capp o Capo raro. Bella-gioja^ cioè
mal uomo, o pure Capo a cantoni.
Uomo fantastico.
l^) GAP
Capp de bandii. Capobandito,
Capp de cà. Capo di casa, 11 prin-
cipale della casa, che in contado si
dice Itcsgiò. Capoccia,
Capp de cor. Primicèrio, Capicene.
Cnpp de lader P^. in Làder.
Capp di locc. f^, in Lòggia.
Bon capp d'aaa. Buon capo d'anno.
De capp. Da capo. Di nue^x>.
De capp e pè. Dal capo a' |n^ Ambra
Furto I, i). Da capo a pie. Dal capo
al pie. Da capo a* piedi. Vestì vnn de
cupp e 'pè,Rh^esàire dai capo alle piante.
In capp de tavola. In capo di tavoia.
Torna de capp. Ai/arsi da capo*
Càpp. Grascia, Derrata, £l batter Tè
on capp che dà nwnga de gnadagn
al cerveliee. li burro è grascia che'
non dà /rutto al piznicagnoio.
Càpp. Capitolo. Capo.
Capp primm. Ànsi tatto. La prima
cosa. Primamente, Primariamente. Pn^
mieramente; al superi. Prinùerissima-
mente: e ant. Primajament» — Ci^p
primm glie vaur salut. La prima CBsa>
vuol essere buona sahste.
Càpp. Suppellettile, Arnese, Masseriida.
A capp per capp. Per singolo, iSfci-
gularmente. Cosa' per cosa,
Capp rar. Cbpo o Cosa bracata ^ e
iron. Bella gioja o vero Capo a cantoni,
SI che Itt Pò on beli capp( 5},
eh* egli è delicata roba! {^ih, Caland,
I, i). Invero che la gioJa è bella!
Càpp. // Cappa. La lettera K.
Cappa. Cappa, Specie di veste nota.
Per on pont Martin Pha pers la
cappa, y, in Marfln.
Segond el fraa se ghe fa la cappa.
F, in Fràa.
Càpp». Cappa, Capanna ; e in alcuni diol.
tose. FfappaiF^g, Rime Parte IV, cap. 5).
Quella parte del carnmino ohe imme-
diatamente dal focolare riceve il fumo
e va fino alla gola.
Cappa del oamin«(>g. Nappa, Ifnp^
pone, Nasòrre, V, Nappi.
Cappa che dà in foeura. Gola a pa^
digìione[Twg. Viag. VI, 5i).
Negher come la cappa dd eamjn.
F. in Négher.
Robb de dì sott a la cappa del eamin.
Cose da dire a vegghia. Fòle,- Canta-
favole, Cose ridicole, non credibili.
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GAP
( 220 )
GAP
CappaebaùtU. Baittta, Bauta. Manlellino
di seta o velo o retino con picciol
cappuccio , di color nero ad uso di
maschera. Già da molli anni ha quasi
. de) tutto ceduto il posto al Dòmino, f^.
Cappamagna. Cappa. Specie di mantello
con cappuccio(ca;>i;t) e stra8cico(coi»/i)
che s'ausa dai cardinali, dai vescovi
e dai canonici di varie cattedrali.
Cappanéra Specie di cameriere
di alta portata.
Gappbànda. Capobanda(Dìz. mus.). Il capo
o direttore d* una banda musicale ,
quello che ì Tedeschi chiamano Ka-
peUmeister j cioè maestro di cappella.
Gapphólch. f^ in Bólch.
Cappcàccia. Capocaccia,
Gappcasón Nome di chi è pro-
prietario d^ una cascina formale (ca-
son)^ e fabbrica il cacio lodigiano
cosi col latte che trae dalla propria
mandra come anche con quello che
gli viene venduto da que^proprietarj
• di vacche che non hanno cascina.
Cappciél. Sopraccielo ? Nome particolare
di quella specie di baldacchino che ,
raccomandato con fune a una volta,
- 6Ì fa pendere, isolato da essa, a co-
prire r aliar maggiore d'Anna chiesa,
e talvolta anche gli altari minori delle
. varie cappelle di essa.
Gappcòmtch. Capocommedianie e dottr.
. Arehinùmo, Il Choragus dei Latini.
Gappcòr. Magiscòro,
Gappcustòd. ... Il capo de'^carcerien.
Cappmàster. f^. Capmàstcr.
Gappàzza(Mag. tom. VI, 5y)
Gran cappa (abito).
Gappèll,.Cappètta, Cappm, ecc. V, Ca-
péli, Capètta, Capin, ecc.
Gapp*pajsàn. Csfic/i#vutCc;(*tosc.). Nel
. Basso . Mil. è chiamato così il capo-
. aquadra , il caporale de^ contadini.
. Corrisponde in qualche modo al Ca-
parai di risaja dei Mantovani.
Capp-parlidór Il capo degli
opera) di zecca detti partitori.
Capp-^pòst. . . . Ufficiale o sottufficiale
che ha il comando d'un posto o d^una
. posta cìys dicasi , cioè d" una compa-
gnia o d'una squadra. posta a guardia
."d'^aleun luogo* Il Diz*. ven. contrappo-
- ne Capoposto seni'' autori tii, voce che
.manca per£n nel Diz. mil* del Grassi'
Capp-puvialin. r'. in Puvialin,
Cappsànt. y. Capsànt.
Capp-sepohù. I „ de'becchmi.
Capp-sotterro.^
Capptàst. f^. Captàst.
Capriòla. Capriola. Cavriuola. Cavriòla
— Tagliare o l>inciare o Far capriole.
Capriolare — Al dim. Capriolelta»
Caprizzi. Capriccio, V, anche Nós fìg.
Caprtzzi de matt. Capricciacdo. Cer-
vellaggine, nicchio. Arzigògolo.
Chi giuga o fa de caprizzi paga de
borsa. ... I puntigli e i capricci sono
sempre dannosi^ le cose fatte per
capriccio tornano sempre a male. Pari,
di donne malcapitanti' per .colpa di
amore potrebbesi dire Povera inca-
priccita lascia sempre la vita alVospe^
<2a/e(Monig. Serva nob. I, 31).
Faccia de caprìzzi. F', in Fàccia.
On caprizzi Tè mai car. Una vo^
glia non è mai cara,
Romp i caprizzi. Scapricciare,
Scoeudcs o Toeuss o Cavass on ca-
prizzi. Scapriccirsi.
Capriziitt. s. m. pi. Capestrerie? Ostina-
zioncelle. Noi lo diciamo specialmente
parlando de' capricci dei fanciuUini*
Gaprizif^. Capriccioso, . Cerébroso. Bitn
zarro. Fantastico — Ritroso,
Capriziosóu. Bitrosaccio. Tutto capric-
ciocci.
Capsànt (o Campsant). Campo santo.
Te podet faU fahiùcà in Capsànt. £1-
sognerà dipignertene uno se questo non
ti contenta(y archi Suoc. II, i). Dicesi
agl'indiscreti, e a chi non sa con-
tentarsi del compagno quando gli è
capitato di buona natura. Noi alludia-
mo alle officine di scultura prossime
al nostro Duomo nel luogo detto Cam--
pò santo,
CB^siórnti.Capogiro. Capogirlo. Vertigine.
Capstóma. Pazua stupiiia(BQuz\) — Paz-
zìa. Nome di due malattie del cavallo.
Capsùll. s. m Pillolina d'inesca-
tura fulminante.
A capsùll. A percussione o Percoiente
(Diz. art.). Dicesi de' cani da fucile
montati per indescatura fulminante.
Captàst. Capoiasto. Ciglietto. Listello
congegnato in capo al manico degli
strumenti musicali da arco, ne' cui
soichetti equidistanti riposano le corde
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GAP ( aa
senea toccarsi fra loro. Nei -dizion.
leggesì anche Cordiera in questo ai-
gniticatO) ma per isbagllo; che la
Conliera è senza dubbio queir asse-
rello o listello da pie dei medesimi
strumenti a cui come a caposaldo sono
con un nodo raccomandate le corde.
Fa captast. Far capotasto. Gol pol-
lice della mano sinistra far T ufficio
del vero capotasto in quella parte
della tastiera dove per trasposizione
di ottave riesca cosi più facile Te-
secuzione d^ alcun passo musicale.
Captùra. Cattura,
Vess semper o in preson o in cap-
tùra (o capciura ) .... Esser sem-
pre in guai giudiziali 9 e fig* Aver uova
o pulcini (ìiouos. a8, 29). Esser sem-
pre o incinta o coi bimbi alla poppa.
Capùsc. Cappuccio — Bacucco — Cappe-
ruccia, Capperuficio, Scapperuccio —
Cuculio — Capperone. Il Cappuccio
degli antichi era staccalo da^ mantelli,
serviva come a dire di turbante, e
aveva Mazzocchio 9 Foggia^ e Beccìut-
lo: se ne vede la forma. nel ritratto
del Burchiello esistente nclF edizione
del i553 da me citata,
Tirà-giò ci capusc. Scappucciarsi*
Tirà-sù el capusc. Incappucciarsi-
Capusc de vicciurin o a la mari-
nara. Capperone*
Capuscin e Fraa Capuscin. Cappuccino.
^Vess capuscin. fig. . . . j\on aver
danari in tasca, non ne aver uno per
medicina, non ce ne cantar uno.
GapiUcinna. Cappuccina.
Monega, capuscinna, toeù mari,
sta cossi, f^. Sta cossi in Sta.
Capuscinna. Ponticello. Ne^ fucili è il
Guardagrilletto. Ha .... Curvaturt^^ . . .
Nodo davanti a . . . ^odo di die-
tro ^ .. , Pallina o Bottone o Dente.
Capuscinna Specie di corridoja
fatta per disimpegnare varie stanze:
è interna o esterna ; e se esterna
tutta chiusa con assiti , ingraticciate ,
vetrate, ecc.
Capùzzola (v. d^alcune parti del con-
tado come verso Soma e li presso).
Allodola o Lodala cappelluta o cappel-
laccia ed anche secondo il Savj Orn.
II, 64 Gracchiellaccia, Cappellaccia.
Vccel noto che è V Alauda cristataLin»
I ) CAR
Càr. Carro. K Càrr.
Càr. Caro.
Ave de car o Avenn a car o aeàr
o Savè de car. Aver caro. Aver a caro.
Me sa de car. Ho caro.
Cara carogna, y. in Carógna.
Oh cara (e anche superi. Cara ca-
rascia). O garbato. Detto a modo d** e-
sclamazione , vale O cosi sta bene ,
ed è termine che esprime il contento
che si ha che una cosa succeda se-
condo che si desidera.
Queil che s'ha minga a car per
lor s" ha minga . d^ ave a car nanca
per i olter. Non fare agli altri quel
che non vuoi per te.
Vess la cossa pù cara che se gV
abbia. Non avere altro occhio in capo.
Càr. Caro. Costoso — Car come el dia-
voi. Caro come il 5angiie(Gelli Sporta
IV, 4).
Càr detto a persona vale Che fa pagar
cara la sua mercanzia.
Cara. s. f. Carezza. Vezzo. Forse dal gre-
co x°^P^ faccia.
Fa cara o Fa cara cara. Careggiare.
Accarezzare. Vezzeggiare. Far moine.
Carabinàda Colpo di carabina.
Carabinér. Carabiniere.
Carabinna o Carubinna. Carabina. Sp.
di fucile con canna corta.
Caràcco. Foce d'orig. spag, usata nella
/rase No vari on caracco. Non valere
uno sputacdùo (Alìeg. 38). Non valer
un frullo. Non valere un cece col
^uco( Monti Prop. Ili, 11, a58).
Caràcco! esci. Catterà! Cospetto! F.
Càspita.
Caracò. Sp. di giubba donnesca.
CaracòU. Caracollo \ con voce moderna
Conversione? f e contad. Garagollo.
Caracolla. Caracollare , e cont. Garagol-
lare*
Caradà. Caradà. Specie di tabacco.
Caradà fior. Caradà fiore.
Caradà fojetta. Caradà foglietta.
Caradór, Caradùra. F. Carradór, Car-
radura.
Caraffa. Tazza. La Caraffa dei diz. ital.
vale quanto il nostro Fus(òx vetro).
Caraffa. Sbombettare. Trincare, F. Sba-
gascià.
Cai*a!rinna. Caraffino? Caraffina?
CaralTònua. Caraffpn/eì Guastada?
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CAR < 222 )
Caragnà. Sbietolare. decorare» Belare*
Piagnucolare» Piangere a distesa.
Cavagna per nagotla. Fare una quat-
trinaia di pianto*
Chi sprezza ama e chi catta-isù ca-
vagna, y. in Sprezsià.
Lassa ch^ el cuu caragna. F", in Cùu.
Caragnàda. Piagnisteo, Piagnistero. Pianr-
Caragnént. Piangente, (to. Belo,
Caragnón (che anche mei, diciamo Pan
cold). Piagnistone, Pecorone, Belone,
— Anticamente era in Milano una
festa cosi detta dei Caragnoni*
Carambola Sp. di giuoco di
cui vedasi in Bigliàrd»
Carambola. T. di Giuoco di Bigliar. • • , .
Toccar colla propria biglia ambedue
le altre che stanno sul bigliardo.
Caramèlla. T. de^Confett Zuc-
chero cotto di cui si brillantano marro-
ni , spicchi d^arancia e sim. e si fanno
pastiglie e confetti. Il Cananei de^Fr.
Garampànna. f^. Garampànna.
Carantàn(c/^ altri dicano Cràizer). Ca^
rentono (Domenichi Facezie pag. t66).
Moneta di rame tedesca detta Kreur-
tzer^ 60 delle quali danno un fioi*ino.
Carapòtt. y. a. Catenaccio, Vale grande
sfregio sul viso.
Carapòtt per Brugnòccola. V.
Caràsc. v. contad. Broncone? Specie di
palo, che i Fr. dicono Échtdas^ il quale
ai dà per sostegno alla vite coltivata
a poggio (a ronch) sino a che non
ha acquistata la sua maggior fona.
Dal lat. Charax — Finem characaUe,
Quand'alo era in OstìgUa sentii spesso
dire Carazz le canne adoperate a
ugual uso dai confinanti Ferraresi.
Caràscia. V, in Càr.
Caratànt. v. dell'uso mercant .....
Chi ha parte di capitale in un^ im-
presa di commercio. Il Bazzarim nella
sua Ortografia scrive Caratante — Nelle
cose di mare direbbesi Partecipante
e alla Levantina Parzionario,
GarÀter. T. di CaUig. Carotiere, y. Read,
Batàrd, ecc,
Bell-carater. Calligrafia, Scriv con
beli carater. Scrivere di bel carattere.
Caratar calcaa caleaa. Carattere ^t^
io 9 stretto,
Carater de can. Carattere malfatto 9
confuso, offuscato 9 hcco.
CAR
Carater (brmaa. Caratéere/órmaielio.
Carater menuder. Carattere minuto.
Carater redond. Carattere polputo.
Carater. Carattere. Le lettere da stampa*
Per distinguere la grandezza dei
varj caratteri della forma comune si
danno loro i seguenti nomi ascenden*
do dai minimi ai massimi :
Milaninna. . • (Eucc de mosca* Nom^^
pariglia minore. Mompariglia. iVopi»^
pariglia maggiore, Mig Donna. Mignona
(cosi TAlb. bass. in Mignonne). Testin.
Testino, Gagliarda o Garammizin. Go-
ramoncino, Garamon. Garamome. Filo-
sofia. Filosofia^ e ant. JnUcomune, Ci-
cero o Lettura. Lettura e ast. Comune.
Santagustin o Silvi. Sihio, Sorasilvi.
Soprassilvio. Test. T^sto, Test d^Ald.
Testo d*Aldo, Parangun. Parangone,
Ascendonica. Ascendoniea, Palestinna*
Palestina, Canonzin. Cannoncino. Ca-
non. Cannone. Trismegist. Trismegisto,
I caratteri di forma fuor deUa co-
mune distinguonsi in
Inglesa* Inglese »■ Gotich. Gotico ^
Finanziera. Finanziera « American.
Americano,
I caratteri lavorati,che si dicevano da
noi Carater miniaa perchè anticamente
si solevano miniare, distinguonsi in
Gotich ombre. Gotico ombreggiato »
Perlaa. Carattere punteggiato?*^ £gtzian
. . •« Lapidari . . . » Pigmeo grave. . .«»
OmhréXUiratter ombreggiato?*,» Glasse...
Le lettere d'ogni carattere hanno
Pè. Piede « Tacca. Tacca s-> Corp.
Corpo (» (Euco. Occhio ^Spalla. Spalla.
(Diz. tip. mio).
Carater grass. Carattere grasso(ì)it,
tip. mio). Quel carattere che pecca
di tozBO e slarga assai.
Carater magher. Carattere Jitto o
serrato o magro{Dìz, tip. mio). Quello
i cui tipi traggono al bislungo e oc-
cupano meno luogo neDo stampato.
I Fr. lo chiamano Caractère approché.
Carater majuscol. Carattere maju-
scolo,
Carater majuscolett. Carattere mtt*
juseoletto. Quello che i nostri antichi
dicevano Maggforetta e che i Fran-
cesi chiamano Les petites capitales*
Carater minnscol. Carattere minu*
scolo o di b€usa cassa»
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CAR < aaS )
Oq corater. Uncorpo(Diz,\ip.mlo),
L'' aggregato di tutte le lettere d* una
sola specie di carattere sì corsivo che
tondo , come Un corpo di lettura 9 ecc.
Carater. Càraitene* M€mierwuIféUuraX)ostw
me> Genio^Temperamenlo. Inclin^udone.
Avegh on beli caratar. Esser di
buon naùurUe^ di buon carature.
Gomedia de carater. y, in Comédia.
1:1 gh^ha on carater tuti sòl Così
è fatta la natura di iui. Ha U cer-
vello fatto a orinolo? È un caporoUo
un cervei balzana. È un cervelletto
così folta,
Mezz carater. K Mesxrcaràter.
Omni de carater. Uomo di conio o
di garbo o da bene o d'onore o di
reputaùone^ Esser uomo o un uomo,
Omm senza carater. Uom da bosco
e dà riviera. Thcomeco,
VesM m emetter. Serbare il costume.
Il Sibi constare d'Orazio , il Gorrìspon-
dere a tempi» a luoghi, ad abiti, a
costumi^ il Favellare, agire, com-
portarsi o esser fatto favellare ed
agire in 'modo pienamente conforme
alla natura della persona rappresen-
tata — Talora Esser cosi fatto ^ cioè
Colle proprie parole od azioni dar
indizio delia propria natura ^ serbare
ii carattere proprio.
Carateràsc . . . Carattere mal leggibile.
Caraterasc. Naturaceia,
Caraterin. Gorsllemzso - Carattere minuto,
Caraterista. T. teatr. . • Comico che rap-
presenta le parti di carattere spiegato.
Carato* ) T. Mere. Parte? Interesse?
Caratura. \ Foce. Messa, Sorte,
Caravée. v. cont. bn Macereta(ìliìiÌLeì\
in Targ. Viag. VI , 297). Macìa, Sas-
seto, V, anche lluraccliée.
Carbón. Carbone, U carbone si divide
Secondo grossezza in
Carbon in tocch. Bracione* Drippa
(*losc. Gior. agr. V, 7$).
Carboninna. Carbonella, Brace,
Brasi. Polverino, Carbonìgia.
Secondo qualità distingisesi in
Carbon canellin e per idioi. canalin.
Carbone in cànnelleC^iose* Giorn. agr.
V, 72). Carbone fatto coprami mez-
zani degli alberi, non coi madornali
o coi toppi, e che battuto in terra
manda bel suono.
CAR
Carbon de feree. Carbone da fabbri
(Lastri Opere II , 1 15 •— Alb. enc. in
Ciocehetto), Quei carbone fatto di
legne di castagno che serve special-
mente per le fucine de^ fabbriferraj
e scoppietta forte. La Galéncia de^Sicil.
Carbon de sass. Carbon fossile o
minerale,
. Carbon dols. Carbon cit»/<;e (Biring.
i36, Targ. Viag. IV, i58). Carbon di
legne dolci come di pioppo, ontano, ec.
Carbon fort. Carbon forte {Birìng,
t36, Targ. Viag. IV, iSg). Carbon di
legne di castagno, quercia, ecc. Il
carbone più forte è detto in Toscana
Carbon di stipa perchè fatto cop tron-
chi di stipa, cioè d* erica arborea.
Andà tntt in d^on carbon. Incar-
bonire, {carbone.
Fa brasa el carbon. Jbragiare il
Robba de nota cont el carbon bianch.
Gii è cosa da sonar le campane ^ da far
campanone^ da fare un segno nel muro^
da fare un segno col carbon bianco,
Carbón per Negtóa{malattia del grano) F,
Garbonée. Carbonado, Chi fa, chi vende,
chi trasporta carbone.
Carbonella che i pia dicono Carboninna
de prestiaee* Brace? È diversa dalla
Carboninna: questa è preparata a
mo' del carbone ; la carbonella in
vece è la^ brace di forno spenta.
Cassetta de la carbonella. Braciajo,
Quell de la carbonella. Braciajuolo,
Carboiiéra (cAe altri dicono Bàita). Car-
honaja, QiusUo spianato ne^ boschi do-
ve si fabbrica il carbone. La carbo-
naja ha
Carbooin o Spiazxoeu o Spiazz. Piazza
tt> Canna. Ckima?»» Bocchetta. Bocca?
Fra noi coprono la bocca di pellicce
di terra, di musco 9 e sim.; altrove la
chiudono con biette ^ biette che dai Si-
ciliani sono detie Camurchi da caicuni^
cioè Biette da bocca di carbooaja —
Perchè poi il vento non turbi la re-
golar cocitura del carbone, in Toscana
usano lare alla carbonaja un riparo
di fastella, e lo chiamano la Panwenta
per quanto asserisccHio il Giorn. agr. Vf
70 ed il Tomas. ne* Sin. p. 96 nota 2.*
— 5^fR/KOM^arr(Gior. agr. V, 74) è ii
levare le prime pellicce di terra dal
pie della carbonaja quandv il carbone
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CAR
("4)
CAR
è cotto -— Rabboccare la carbonaja
(Gior. agr.y,7i) è continuar a gettare
piccioli pezzi di legno nel vuoto della
carbonaja per mantenervi fuoco vivo
-^ Scarbonaiura{Gìor. agr. V, 74) di-
cesi il levare il carbone dalla carbo-
naja — La cai;alla{Gìor. agr. V, SS)
è una specie di forcon di legno a due
rebbj in cui allogati i querciuoli. da
far carbone trasportansi a spalle d^ uo-
mo alla carbonaja — Cavallare{Gior.
agr. y , 68) è il trasportare alla car-
bonaja i querciuoli in sulla cavalla.
Carbonin. Carboncello. Carbonetto. Car-
boncino, Picciol carbone.
On carbonin de foeugb. Un car-
boncello o un carbonetto acceso. Un
carboncino ili brace acceso.
Carbonm(e^ anche Spiazzoeìi o Spiàzz).
Piazza(fiior. agr. V, 69). Il piano va-
cuo 9 poco dominato dal vento e ri-
cinto da una fossetta acquajuola nel
cui mezzo si pianta la carbonaja ;
Taja per cosi dire 9 o il focolare
della carbonaja; lo spazio tutto cbe
essa occupa -, il colmo stesso ove ba-
sa, o la buca in cui si pianta.
Carboninna. Carbonigia. Brace. Garboui
di legne minute spenti.
Carboninna de prestinee. y. Car-
bonèlla.
CarbonscèlL Carboncello. Carbimculo.
Enfiatello.
€arbonscin perìfegv6n(maL del grano), y.
Carbonzin. Ad. di Àpis. K.
Carcaninn. s. f. pi Nome di
alcune religiose.
Carcàss. Carcame. Tutte Tossa di un
animale morto, tenute insieme dai
.nervi, e scusse di carne.
Carcàss. Catriosso. Ossatura del casso o
cassero de* polli o uccelli, scussa di
carne.
Career, s. f. pi. Casellini, Luoghi dove
si tengono i barberi alle mosse per
correr il pallio. La voce Career ^ tratta
dal lat. Carceres ^ è nata fra noi col
sorgere delP Arena fabbricata ne* prin-
cipi del secolo.
Garceràa. Carcerato.
Proteltor di carceraa. V. Protettór.
Career ìbus (in). In domo Petri. Latinismi
usatissimi per denotare In prigione.
P"» in Prcsun.
Cardéga* Gardeghée, Cardeg<hi9 wc. V^
Cadréga, Cadregbée, Cadregón, ecc*
Cardegòtt Sedia tozza.
Cardénza. Credenziera, Credenza. Arma-
dio dove si ripongono le cose da
mangiare. La Credenza dei diz. ital.
corrisponde però più partic a quella
che noi chiamiamo Panadóra. V,
Cardénza. Credenza. Nelle case de'^graudi
quella stanza dove si lavorano e ser^
bano le diacciatine, i gelati, i con-
fetti, le paste dolci, e simili.
Bors de cardénza. Borse di ere-
<2enxa(Scappi Opera p. 133 flg.).
Robba de cardénza Nome
collettivo dei dolciumi e gelati cbe
si lavorano nelle credenze.
Cardénza (met.). Stomacone.
Anda a la cardénza. Cerca la car-
dénza . . . Dicesi per metafora de* bam-
bini lattanti quando ricercano la poppa.
Tra in cardénza. Lo stesso cfte Tra
in castell. f\ in Castali.
Cardénza. T. eccl. Credenza. Quella cbe
si apparecchia da lato dell'^altare nelle
solenni celebrazioni degli uffici divini
co* vasellami e paramenti varj che vi
occorrono.
Cardénza. T. eccl Armario su
cui s*apparecchia da lato dei batisteri
il vasellame di necessità e d*apparato
pei battesimi.
Cardénza intrega L*armario
anzidetto ricchissimamente apparato.
Mezza cardénza. ... Lo stesso arma-
dio men ricco di vasellami d*apparato.
Cardenzér. Credenziere. Colui che ha
cura della credenza; e nelle case
de* grandi chi fa gelati, paste dolci,
confetti, ecc. detto pure Credenziere
come ha TAlb. enc. in Guglia,
Cardenzéra. Credenziera. Così credo che
dir si possa la moglie del ci*cdenziere.
r. ZUéra.
Cardenzln. Dim. di Cardénza. F".
Fa el cardeuzin tiraf4£ura.f*arcAfe//e
per apparsi, y. anche in Tirafoeùra e
in Canta fig.
Cardeuzón. ì Credenzone(^ù^'pi Opera
Cardenzònna. i p. las fig.).
Cardìn. T. dc*Cappel. Cardo? Specie
di spazzola che in luogo di setole
ha tanti aghi di ferro, e s*usa per
lustrare le tese dei cappelli.
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GAR
(m5)
CAR
Cardinal, CardìnBlln, ecc. V. Gardinàl,
Gardinalm, tee.
Cardinalèu(iii^«/lo). V. ScibignoBÙ.
Cardón. Cardo, Cordone. Pianta detta
dai hot. Ojmara cardunculus. Il luogo
posto a cardi è chiamato Cardéto*
L"* infilerà di cardon disse con tir-
dito ma grazioso traslaio il Porta nelle
Desgrazi de Gioranin Bongee per una
FHaUera di fucili inastati.
Cardonln. Carduccio. Cardoncello.
GardoDÒtt. Cardo ben cestuto,
ma che trae al tosto, riescendo più
massiccio che lungo.
Carécc. Voce dell^Alto Mil. Giunca/a.
Giuncheto. Luogo pien di giunchi o
carici o caretti che si dicano; il Cn-
rectum dei Latini. Fra Renate e Brusco
in Brìanza è un Careec vastissimo ; in
Vatcuvia vedesi un Careec che una
nostra gazzetta d^ agosto i834 voltò
bravamente in Carreggio.
Càrega. Carica. Carico. Caricamento. Cor
ricatura. Soma. Incarica; e poet. Car-
co. Incarco.
Carega de muli o de facchin. So^
prassoma. Carico che spiomba.
Ona carega d^omm
Quanto può portare un uomo.
Càrega. Carica. Munizione che si mette
in un^arma da fuoco per isparare
un colpo.
Caregà. Caricare, Toma a caregà. J?i-
carieare.
Caregass de legna verda. K. in Legna.
Caregass el stomegh, la conscienza,
ecc. r, in Stòmegh, Consciénza , ecc.
Caregà. Caricare, Metter la munizione
nelle armi da fuoco. Caricare a palla^
a sola polvere^ a schegge o scucia ^ a
metraglia^ a pallini^ ecc.
Caregà per figura. Caricare a secco
(Diz. d^art.), cioè per sola esercitazione.
Caregà. T. de** VetturalL Levar
di casa chi ha a fare viaggio — Ta-
lora Assestare o Acconciare le some.
Caregà I fornaciaj dicono cosi
rassestare nella fornace i materiali
che voglion cuocere. Per es. Avii fenii
de caregà la fornas? La fornace è ella
a ordine perchè vi si metta fuoco ì È
quello che i Pr. dicono VEnfoumage.
Caregà a bancon o in banch o in
casa o a Cassou. Assestai'e
Voi, I.
nella fornace i quadrucci da cuocersi
ponendoli per riuo T un sovra Taltro.
Caregà a pilastrin o a pilastrej.
Assestare i quadrucci nella
fornace a quattro a quattro, ma sem-
pre alterni, cioè quattro ritti e so-
pravi quattro a giacere , e cosi vie via.
Caregà a scajon o a gambetta. . .
Allogare nella fornace i quadrucci da
cuocersi per ritto e per iscacchiere.
Caregà i moeul. T. de^Mugn., de^Fab.
d^amido, ecc Metter il grano
sotto le macine per isfarinarlo.
Caregà la rocca. Jppennecckiare. Arroc-
care. Inconocchiare. Metter sulla rocca
materia da filare.
Caregàa. Caricato» V. Càregh ad.
Caregaa come on muli. Stracarico.
Stracarco. Tracarco. Che ha un carico
che spiomba. Anche i Francesi dicono
Ouirgé comme un midet,
Carcgadùra. s. f. Smorfia, Lezio. Lezio-
saggine, Smanceria.
Caregadùra. sost. f. Smorfioso, Lezioso,
Smanceroso. Smanzeroso. Affettato, Af"
fettattizzo. Sdilinquito — Talvolta Ai^
tillatiizzo. Ganimeduzzo. ProfumatMUzo
— Talvolta Schizzinoso. Schifiltoso —
e pari, di donna Preziosa — La Cari-
catura dei diz. vale Uom contraffatto
o nano o Ritratto ridicolo.
Mezza caregadùra. CacaspézieiAret,
Talanta Prol.). Chi trae allo schifilto-
so, allo smanceroso, allo schizzinoso.
Caregadùra. Disegno di caricatura. Di-
segno di colpi caricati.
Careggia. F". Carénsgia.
Càregh. s. m. Carico, y, Càrega.
Caregh de conscienza. F. Conscénza.
Càregh. s. m. T. del Giuoco cosi detto di
Brìscola Nome di quelle carte che
fanne le prime bazze, dei mattadori
per dir cosi del giuoco; e sono asso
e tre di qualunque palo, tranne quello
che è trionfo del giuoco (o briscola),
Càregh. ad. Carico, Caricato ; poet. Car»
co , ani. Cargo , e altrevoUe Corcato,
Càregh. Ad, di Color. K.
(laregnà, Caregnón, ecc, dicono alcuni
del contado per Caragnà, Caragnón, ec.
Caréll, ecc. V. Carrèll, ecc.
Carén. v. cont. Le Colende. Le Colendi ^
e abbreviat. // Colén, U primo giorno
de^mesi. F. anclio Calénd.
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CAR
(a!ì6)
CAR
Caren ciar mes torbor, caren tor-
. bor mes ciar Prognostico con-
. tadinesco il quale vuole che i giorni
d^ogni mese abbiano ad essere il
i1>vescio del primo di loro.
Gai'en d^ niagg. C€Uen di maggio,
Carénsg. s. f. pi. T. di Si. ^ofle. Liste
di fèrro scanalate su cui scorre il
carro del torchio da stampa.
Carénsgia (o Careggia o Carésgia). ilo-
Uya, Ruoteggio, Orbita. Quella pésta
che vien fatta sulle strade dalle ruote
delle carrozze, dei carri e simili, e
dalia quale si può riconoscere la car-
reggiaia di tali vetture.
Andà foeura de carénsgia. Uscir di
o della carreggiata — E met. Uscir
della pesta o dal seminato o fuor del
seminato o di tema^ ed anche Perdere
la tramontana o la scrima.
Sta in carénsgia. Tenersi nella car-
reggiata «— £ met. Andare pel filo
della sinopia» Andar per la pesta. An-
dar diritto o retto. Arar diritto. Vale
condursi regolarmente.
Carénsgia. Carreggiata, La larghezza di
una vettura tra ruota e ruota. Legn
largh o strett de carénsgia. Garrotta
larga o stretta di carreggiata,
Carésgia. y. Carénsgia.
Carestìa {che il volgo dice Calastrìa).
Carestia.
La carestia la ven in barca. Anno
fungalo anno tribolato. Anno pieno
' granajo vuoto dicono i cont. toscani
(Gior. agr. XII, lou). Guai a quel"
l'anno in cui il piccione non fa danno
(Gior* agr. HI , 58o) , cioè quand** è
asciuttore la sementa men fonda e men
coperta è in maggior preda a^ piccioni;
e vale che Tannata umida è cattiva.
Regna calastria. Cantare il miserere,
Temp de calastrìa. Tempo carestoso,
Carètt. Caruccio(*iosc,), Alquanto di-
spendioso.
Carétta, Carettin, ecc. V, Carrétta, Car^
rettìn, ecc.
Carézza. Caretaa. Vezzo. Amorevolezza,
Carezz d'asen o de vilan. Carezze
. rusticane o svenevoli, Carezzocce,
Carézza. Caro, DisorhiUmza di prezzo.
Carezza. Careggiare. Accarezzare, l^ez-
zeggiare. Carezzare,
Carezza, iig. Accarezzare* Leccare,
Carezzàa. Carezzato, Accarenato.
Carezzinna. Carezzina.
Carezzòs. Carezzevole, Piacevole* Acca--
rezzevole. Lusinghevole.
Càrga, Cargà, Cargàa , ecc. dicono in
alcune parti del contado come i poeti
nostri dicono o dicevano Carco e Car-
go, Carcarc, Carcato per Carico ^ Ca-
ricare^ Caricato^ ecc.
Cargo. T. de'*Mugn. Caricatore? Ncnne
di quel lavorante d^un mulino che
attende soltanto a caricare e scaricare
le sacca del grano e della farina.
Cargos cldamano alcuni il CabròssoL V.
Cariàda. Doccia da mulino. Gorella. Il
fossato che dalla gora riceve Tacqua
necessaria per dare il moto alle ruote
del mulino.
Caricch. V. Chirie.
Carilión (Orelògg a). V. in Orelògg.
Carilión (die anche dicesi Cadenàzz o
Cadenazzoeù a carilión). . . . Vero sali-
scendo a cui si dà moto per una ro<^
tella centrale che aggirata dalla chiave
fa smuovere in senso inverso le due
lamine inferiore e superiore del chisH
vistello o paletto che dicasi.
Carimàa. Calamajo,
Bocchell. Pennajuolo » Sabbijn. Poi"
verino «> Strazza. Stracci,
Carimàa. Ti di St Tavoletta
pdsta alla banda destra di un torchio
da stampa, e sostenuta da un po^dì
palcuccio, sulla quale si mesta P in-
chiostro da tignere le forme. Encrier
presso i Francesi , Farbenstein o Far*
benbret presso i Tedeschi, Ink-bhk
presso gFInglesi.
Carimàa. Occhiaja, Certo lividore che
vien sotto gli occhi. Al Monti questa
Occhiaja non parve confermata a suf-
ficienza dai testi che v^apposero i diz.;
si potrà quindi a cautela dir coirne-
desimi testi Occhiaja livida o vero
Livido o Lividume o Lividore agli occhi.
Carimàa. Tocco? Per isch. dicesi cosi una
specie di berretto conico con falde
rialzate e arroccettate di cui facevano
uso i nostri vecchi. Se n''ha esempio
in quella incisione che per solito
vedesi in fronte alle Avventure di
Bobinson C/osue la quale rappresenta
il padre di lui che lo sconsiglia dal
viaggiare. Il padre ha ia capo un
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CAR ( aa7 )
carimaa. Quaodo questa medesima
specie di berretto è bianca noi la di-
ciamo pure per ischerzo Guss d'oeuv,
Carimaràda» Colpo di calamajo.
Carìmaràda Quanto può con-
tener d"" inchiostro un calamajo, p. es.:
£l gh'^ha traa adoss ona carìmaràda
d'incioster. Gli gettò addosso pieno
un calamajo d'inchiostro,
Garimaréra. 5'crÌpaAia(*fior.). Specie di
vassoino, ordinariamente d^argento od
altro metallo 9 che ha in sé calamajo 9
polverino e pennajuolo.
Carimarln. Dim, di Canmàa in ambo i
sig> fC — - Calamajo da tasca.
Carìraaròn. Acer, di Carìmàa in ambi i
sensi. V.
Garin. Carucdo^ Carino*
Cariòta. F, in Lantcrnin e Capioeù nel
sig. meccanico,
Carìsna {che i Brianz. dicono Calùsgen).
Fuliggine. Filìggine. On camin pien de
carisna« Un cammino /Uigginato, Color
de carìsna. Fuligginoso, Fiiigginoso.
Caritàa. Carità.
La prima caritaa V è per lor. • • .
Charité bien ordonnée commenoe par
soi-mème dicono i Francesi. V. in Toeù.
Andee in pas che la caritaa Tè
fada. Addio ser Ugo che la paglia è
data 9 cioè Siete arrìvato tardi; ed
anche Chi tardi arriva troim il diavol
nel catino 9 cioè il piatto vóto.
Carìtaa fiorida (ona). Un^ opera di
carità Jioriia{FBg. Av. pan. Il, 7).
Carìtaa pelosa, la carità di Giovanni
da san Giovanni{*ùoT. Dai. Lep. gS).
Amor del tarlo. Jji carità di mon^An-
gela* La carità di mona Candida che
biasciava i con/etti agU ammalati per
levar loro lafaìica -^ Oh tujei carità^
tivo! Oh tu liai la gran pietà di mei —
Carità pelosa j cioè interessata, usu-
ra ja^ e da noi dicesi anche più spe-
cialmente del bene che si faccia altrui
per viste carnali. >
Cerca la caritaa. limosinare,
Carla.. K. Carlo. .
Carlée. Camajo. Sepoltura comune di
spedali ed altri simili luoghi. Da noi
Tf^etò Caritè ài usa più comunemente in
• senso di Cataletto^ Bara^ e per gergo
// coechio a quattr' uomini {Édìeg. i55);
e di qui i deMati
CAR
Fa duu mort o duu corp in don
carice. Fare una via o Far un viag^
gio e due servigi. Pigliar due colombi
a una fava. Maniera prov. che vale
Coiristessa operazione condurre a fine
due negozj.
Bfazzass per f% onor al carice (Maggi
Op. Il 9 a 16). Fare la panata al dia-
volo. Gittare il giacchio in sulla siepe.
Far cosa vana e dannosa.
Garlètta. Ad. di Lima. F.
Carliu di vacch, Carlin nmtt. r.in Vac-
ca e in Màtt.
Garlinétt, inversione di Clarinétti voce che
alcuni usano scambiando per ischerzo
la scioccherìa.
Carliroeù (che anche diconsi CarlHt).
Cosi chiamiamo que** bambini
lattanti che le balie foresi portano
alle madrì in Milano nel dì che ri-
corre la festa del* nostro san Carlo
Borromeo.
Carlisèpp. Carlo Giuseppe,
Vestii de Carlisèpp. Festito all'ani
ticaccia^ alla carlona. i
Carlo. Carlo. Nome proprio usato nelle
seguenti frasi:
£1 par ch^el gh^ abbia el tesor de
san Carlo. F. in Tesòr.
£1 sur Carlo. I quattrini.
Ave faa pussee che C^rlo in Franza
Aver fatto piii che Carlo in Francia
(Doni Com. Burch.p. 1 59 e Libr.p.i65).
Aver fatto pia che non fece Carkr in
FranciaifitS. Borgh,Anufur, Ili 9 10).
Galante de Carlo U. Ganimede del-
l'uno (Fag. Av. pun, JIÌ9 1). Vecchio
damerino, il Galani suranné de^Fr.
Carlón. K in Formént.
Carlònna (A la). Alla carlona. Alla libe-
. ralona{Agv, 4^)«
Carmagnòla. Carm4igiio/a(cosirAlb.ba8s.
nel Supplimento). Sorta di arìa, di
ballo 9 di vestito e di rappoi*to fatto
nel seno della Convenzione naitionale
di Francia.
Calameli. Carmelittuio. Bigio. Speciò di
colore detto Camielite anche dai Fr.
Carmelitànna. Ad, di Sàja. F.
Garmin.. Carmìnio, Color noto.
Càrna. Carne — Parlandosi di camir ci-
barìe è prov. Carne al sole e Pesce
all'ombra, cioè doversi scegliere le
pai'ti superiori ue^mammali e le sottane
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GàR ( a!ì8
tane- nei pesci -— Le stanaa oVe si
ripongono i carnaggi ^ o sia le carni
morte (se non è ghiacciaja) dicesi Car-
najo — - Carnuto e Carnoso dicesi chi
ha carne intomo; Camacciuto e Car-
naccioso chi n'^ha molta; Carnìvoro
chi si ciba di carne, e specialmente
chi ne fa grand^uso.
Assa de la cama. Tagliere.
Cama che cress mangia de spess.
• . . Dicesi degli adolescenti ai quali
occorre più cibo che nqn agli adulti.
Garna che dà al dent o che irà
sangu. Carne verdemesza^ cioè tra
cotta e cruda.
Cania che deslengua in bocca. Carne
ben ben frollata e coita arcibenissimo*
Cama che letìga. Carne viscida»
Cama de porch. Carne porcina —
Camesecca, Carnesalata,
Cama frusta. F. sotto Cama vanzada.
Garna gremegnosa. Carne panicata
(*tosc. Tolter.). f^. Gremègna sig, a.'
Cama mastra Carne di manzo
o di vitello.
Cama matta. Carne moria ^ ammor'
Uta^ mortificala. Carne che ha per-
duto ogni senso, ch^è resa insensibile.
Cama patida. Carne stracca o stantia,
Cama slegneda. Carne tigliosa 9 ti"
ranie^ dura. V. in Slégned.
Carna sobbattuda. Carne livida e
percossa dice il Sacchetti nella Nov.
71. Dicesi della carne quando è assai
rossa, il che succede nelle bestie che
toccarono moke percosse prima d^cs-
ser macellate.
Carna sorìanna. ) ^
.1 : Come vaccina,
Cama tarlucca. )
Cama vanzada. Carne giostrata o
rifatta ri/ritta — e fig.Cor/te stracca.
Carne di giovedì pari, di donne viete.
Cama venada. Carne vergata di
grasso?
Color de cama. Carnicino.
Costà cama salada. Costar salato.
Saper di sale. .
i Be cama.' Càrneo.
DrovÀcarna salada per scosnd la sed.
Cavarsi la sete eoi prosciutto. Cavarsi
un capriccio con proprio danno.
Falla paga cama salada. Insalarla.
Me rhan fada pagii carna salada. Mia
m^è stata instUata*
) CAR
Insedi tra carna e. peli. y. Insedi.
In su la carna. A carne.
La cama attacch a Toss Tè la pù
bonna. pos. e £\g. La carne pia vicina
all'osso è più saporita (ìionos. a 16).
La reson del becchee che a compra
la cama ghe vceur i danee. y. in
Aesdn.
L^è anch lu de cama oompagn de
nun. • . • Dicesi per esortare
a^ riguardi dovuti a ogni nostro simile»
Il est de cììoir et ttos comme nous.
È diverso dal Semm tace de cama
che riporterò piìk sotto; quello scusa
la carnalità; questo esorla all'*. amor
del prossimo.
L''é pussee la gionta che la cama.
fig. È pili o prima la giunta che la
derrata, È più T accessorio ■ che il
principale.
Mete troppa cama a foengh. y, in
Foeògh.
Mettes in cama. Impolpare. Himpol-
pare. Bincamare. Bimetter la carne.
Impor carne. Ingrassare. Bimettersi in
-come.
No gh^è cama senz^oss
Lo dicono i macella} a chi vorrebbe
polpa e> non ossa. Il r^y a point de
viande sans os — lig. si trasferisce
a significare che in ogni cosa è la
sua parte di diletto. Ognuno ha il
suo impiccato all' uscio. Non è uovo
che non guazù.
jNo savè se Tè cama o posa. Ifon
sapere s*ei sia carne o pesce. Dicesi
d'^uom cupo di cui non si conoscono
bene costami, gieni^^ impiego. Ife
saimr y il est chair ou poisson dicono
anche i Francesi.
Ho vanza mai carna in beccaria.
y. in Vanzà*
Paga cama salada» Costar saiato o
insalato* lasdtttvi del pelo s> U pelo.
Quand gh^è la festa se taccsesù el
caldar de la carna de per tntt. Chi
festeggia corneggia.
Robba de carna. Camallo.
Semm tace de cama. Ognuno è di
came(Mono6. 61). Tutti siamo di carne
o di carne e glossa. 7\l vedrai noi 9
d'una massa di carne ^ tutti la carne
avere. Cioè tutti siamo carnali , fra-
gili 9 soggetti a errare.
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CÀR
(aap)
GAR
Tocch de caraa de coli» y, in CòU.
Tra cai'iia e ongia besogna minga
mettes de mezz. Tra carne e unghia
nessun vi punga. Quel che i Francesi
dicono // nejaut pas meitre le dtngt
. entre le bois et técorce.
Tra cama e peli. In peUe^ Pelle
pelle. In pelle pelle. Tra pelle pelle.
Trova carna per i so dent% Esser
proprio pasta da* suoi denti {Prologo
ài Dissimili del Cecchi)*
Vaga la carna per no ayegh la
gionta. Non si lasciar eostrignere a
mangiare la carne secca col pesce
^uOiHf? Rinunziare ad alcun vantag-
gio per non trovarsi alle prese con
accessori o conseguenze spiacevoli.
Ves8 cama e ongia con vun. Essere
anima e corpo d* uno o carne e ugna
con uno. Essere pane e cacio ^ camicia
eJarsetiOf anima e cuore p passere e
colombi 9 due anime in un nocciolo,
Vess in carna» Essere in carne o
camuiOi e al superlativa Essere cor-
nacciuio o camaccioso.
Vess minga cama per i so dent.
Non essere osso da* suoi denti{Cwo
Apol. i48)« Non essere cosa da otte-
nersi cosi facilmente da quel tale a
cui s^applica il dettato — * Talora vale
anche Non essere terreno dt^ suoi/erri ^
cioè Non essere cosa ch^ei possa fare.
Vess minga cama venduda
È come dire non .essere schiavo * non
esser persona comperata al mercato,
non voler . assoggettarsi a capricci »
opere 9 servigi disorbitanti.
V^as on diavol in caraa. F. Diàvol.
Càma rissiamo solo al pi. per Cama"
gione» Camato.^La gb^ha pur anch
di bej cama. Ea pur bella carne!
£1 gVha i carna endegh. È maricino.
Carnagiòn. Girnalo(Targ. Viag. Ili, 4^8).
Carnagione. Incamagione. Cornatura.
Camàscia. Carname* Molta carne. Man-
• ^à Bossenn càmascià. Cameggiare.
.Camàscia. Camaccia. Carne cattiva.
.Camàscia. Mollame. Camaccia. Mollume.
Camume.
Carnee. T. de^Cacc. e Pese. Carniera.
Carmafuolo. Carniere. Carniera. Fog-
gia di tasca da rìporvi la preda.
Andà in verzee a iropl el carnee.
F. in Venée.
Camèlia (dia neWJUo MU. dicono pia
sovente Camisèlla o Cantina o Code-
sèlla 9 ed altri anche Camètta). Lingua
{{li castagno rossa buona). Specie di
fungo di colore sanguigno e d'^odore
vinoso 9 e mangereccio quando è no-
vellino* I Francesi lo chiamano Foie
de bceuf, Schae£fer Io nomina Boletus
hepàUcus^ e Fries FistuUna liepatica.
Gamevàa. Carnevale. Carnovale. Camor
A^f'a^ -— Il penultimo giovedì di car-
nevale dicesi BerUngacdno ; P ultimo
Berlingaccio; P ultimo di del carne-
vale Car n a sci a l e.
Ave paricc camevaa sui spali. Aver
gualche annuccio. V. anclte Spalla.
Camevaa alt Carnevale
lungo 9 che dura innoltrato fra Fanno.
Il ir. Canutt^al haut o recale.
Carne vaa bass Carnevale
breve 9 meno innoltrato nell^anno.
De camevaa ì* è lecit tutt coss. Di
carnevale ogni schermo vale(Bag, Ast.
bai. ni, iS).
Fa camevaa. Camevaleggiare. Car^
novaUggiare 9 e ant. Camaseialare.
Sberlingacciare.
I camevaa Than bozzaraa o l ann
r han miss giò. Ise golpi l^ hanno giunto.
(Salv. Granchio I9 a).
Pesa i camevaa Sentire
il peso degli anni.
Camevaa. scb Dicesi ad uomo
o donna deforme -— ed anche a Per-
sona erciraggiunta» pocciosa, paffata,
che alcuno disse per isch. Stenuata
. come un carnevale.
CarnevJka. scb dicesi anche a
checchessia rovinato logoro.
On vestii ch*e] par on camevaa.
Uno straccio é^ abito.
Carnevalin. Camovaletto — Noi diamo
questo nome anche ad ogni po^ di
ricreazioncel]a9 ad ogni cosa che ci
serva come il carnevale a nmetler
Tanimo in tuono 9 e ia questo signi-
• ficaio può trovar luogo in ogni tempo
e in ogni condizion .di persone.
Carnevalón. Semplice aecr. di Camevaa.
Carnevalone.
Carnevalón. Carnevale di santo Ambro^
gio. Fra noi significa più particolare
.1 mente lo spazio di tempo che corre
fra il mercoledì delle ceneri e la pri-
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CAR
(a3o)
CAR
IDA domenica di quaresiina » tempo
che per un uso speciale della no-
stra città, a nessun'* altra comune, si
passa qui in divertimenti carnascia-
leschi; cosicché laddove il berlin-
gaccio de^ Toscani (ch''è il giovedì
grasso degli altri Lombardi ) precede
le Generi di cinque giorni, il nostro
giovedì grasso tien dietro ad esse
immediate. Anticamente questo no-
stro ' carnevale comprendeva anche
tutta la prima domenica di quaresi-
ma, e di tal uso vediamo reliquia
nello sfarzosissimo Corso che in que-
sto giorno è quasi dire una mostra
di carrozze sostituita alle Maschere
fatte uscir d^uso in questo di verso
> la fine del i5oo.
Gamìnna. Vèzzeg. di Cwrne , simle al
provenz. Carne tto,.cA6 usiamo c&fan"
enMù Per es. Mangia la pappa che
te daroo la caminna. Se Jt^angerai la
pappa avrai la camuccia?
Carninna. Lo stesso che Camèlia.. F,
Carniroeù. v. a. Daz. Mere. Carnierino.
Quello da sparvieri.
Caruùzz. Carniccio. Propriamente la ban-
da di dentro della pelle degli animali »
ed anche quella smozzicatura che se
ne leva quando si fa cartapecora.
Caro. Caro, Carino, Cuor mio.
Caro ti! Deh.! Di grazia, Inter,
eccitativa usata anche per amara iro-
nia. Caro ti ven con mi. Deh vieni
meco. Di graùa vieni meco — Caro
ti va on poo fmura di pee,Deh vat-
tene via. Di groMÌa escimi d'attorno,
Vess el so caro. ff. in Caroeù.
Caròba. Carruba. Guainella, Il frutto della
pianta detta dai bot. Ceratonia siliqua,
Caròbbi. v. a. Crocicchio, Noi abbiamo
un piazzaletto che per antonomasia
: porta il nome di CarobbL Vedasi che
ne dica il Giulini^ tom. II, p. 3ai.
Cafòbi. Cantera? La ti*i velia massima
del botta jo.
Caroccée» dxrrvstteiv. Cocchiere, e poet.
Aurìga,
Cktocxxe, Ad, di.QvwòHil. V,
Caroccéra. Cocchiera? La moglie del
cocchiere, f^, in Ziléra. .
Carocoètta. Carrozzino, Dim. di Carrozza
che noi usiamo anche parlando così
di «que** cariowni che si damo per
ninnolo manuale ai fenciulli, come
di quelli più grandetti ne^ quali si
lasciano scarrozzare i bimbi ^^ Lo
diciamo anche in sig. vezz. per Car-
rozza in generale: per es. On poo de
caroccetta Tè ona gran comoditaa*
La carrozza è un gran comodo?
Caròccia. Carrozza. Cocchio, Legno. Sorta
di vettura che prende vari nomi a
seconda delle fogge sempre mutabili.
Vedi sotto Lègn le varie specie.
Scocca. Cassa. ( V, Scòcca per le
sue parti} *» Carr. Carro, {y, Càrr
sig, 5.^ per le sue parti).
Ande in caròccia cont el timon
dedree. K. in Timón.
Caròccia di pover mort.' Carrozza
deWApocalisse(*ìoac. e p0et.pis.I9 ai a).
Carroszaccia malconcia.
Caròccia intrega Carrozza
a due cavalli; oosi detta per c^tin-
gnerla da qudila* a un cavai solo che
diciamo Mezza caròccia.
Dottor mezaa caròccia. f^ ut Dottor.
Fa caròccia (che i contadini dicono
Ciocca), fig. Portare i frasconi, Croc^
chiare» Essere crocchio. Essere mala-
ticcio; e diceti cosi dei volatili come
dell'' uomo.
La vit in caròccia la manda el pa-
tron a pè. y. in Vit.
Mett via la caròccia. i{i/fiettere(Dati
• Lep.53).Ritirar il cocchio nella rimessa.
Meeza caròccia. /^. Mezzacaròccia.
Pettà el cuu in caròccia. f^, in Oàu,
e Scior de caròccia. K in Sciór.
Se pò* minga andà in paradis in^ca-
roccia. Non si può andare in paradiso
* in cocchip{Jkiàimàri Son. fra i burchiell.
373) o col gMancialino{Ùkz, ven). Ifon
si può avere la rosa senza le spine.
Tira la caròccia coi busecch. JEsser
tutto titoli disunti. V. in Busécca.
Torà on viorin per ona caròccia.
y. in Viorin.
Caròccia dicesi altrui sch., e per modo
meno inurbano^ in luogo di Carógna* F",
Carocci^ i busecch. Gorgogliare il corpo,
V, in Busécca.
Carocciàda. Carrozzata. Cocchiata, Le
persone tutte che sono in una stessa
carrozza.
Carocdn. Carrozzino,
Carocción e Carozzón. Cocchione*
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CAR
(a3i)
CAR
Caroeù (voce che ndi uliamo parlando
cosi di fanciulli come di fanciulle).
Figliuol di tfezii* Cucco, Figlio predi-
letto dal padre o dalla madre. I To-
scani dicono volgarmente Beniamino j
come Benjamin dicono anche i Fr.
Caroeù (in genere). Mignone, Mignoncello.
L^era el so caroeù. Era il fico del-
Porto di sua imu/re (Buonar. Tancia
III, i3).
Carógna. Carogna, Fetido cadavere d*a-
nimale.
Cara carógna Improperio
volto in ischerzo che con ironia più
civile direbhesi Caro carissimo.
I mosch van adree ai carogn. F^. in
Mósca.
Carógna. Bózza, Bestia piena di guida-
leschi.
Carógna. Carogna, Per ingiuria ad uomo.
Carógna. Conca Jessa, Che ha più mali
che il cavai della carretta. Malescio.
Cachettico, Impohninato,
Carognàscia. Carognaccia,
Carognètta. s. f. met. Carognuola, Boz-
zetto, Scriatello, Tisicuccio. Affamar
taccio, Sparutino, Tristanzuolo, Maléo,
Malèscio, jifato, Afaticcio, A/atuccio,
Male impastato. Mal ammannaio,
Carognètta. Buona spesa. Lieta spesa.
Mala lanuzza. Dicesi per ingiuria a
donna e ad uomo.
Carognón. Carognaccia, Pegg. di Caro-
gna , per lo più detto a persona per
improperio.
Carolìnna(Giugà a la), f^. in Bigliàrd.
Carosèil. Carosello, Carosello .
Carótola (che nelPAlto Mil, e spec, in
Brìanza dicono Gniff ). Caròta. Sìsaro,
Radice fusiforme della pianta detta
dai hot. Daucus carota , di cui si fa
molto uso nelle cucine.
Carótola rossa o Carótola dicono i
Brianzuoli per Biedràva. f^.
Cascia carotol. fig. Far le parolozze.
Amoreggiare — - Vale anche Ficcar
capra per mannerino, V, in Bàlia.
Carótola Specie di bossolo o
forme tta alta otto centimetri e larga
dieci, assai capa, in cui i cascina]
mettono il fior di latte per farne
caciuole e ricotta (mArca/pon). È di-
verso cosi dal Quaccirceù , come dalla
Passera^ perchè non è vano come
quelli, ma ha fondo, ed oltraociò n*è
più alto e men largo. Per le caciuole
quadre s^usa la Carotala che è bossolo
quadro ; per le ricotte s^usa il Cbm-
tolin che è bossolo circolare poco
diverso da un quartuccio. Anche i
Parmigiani dicono Carotle questa spe-
cie di bossoli quando sono di ìegùo^
e ^Cavagnond quando • sono fatti di
vinchi. I Piacentini le chiamano For-
me e Formelle , ed anche Carotte e
Carottein,
Carótola. Ad, di Pèrsegh. K
Carotolón. Carotaccia. Acer, di Carota.
Carotolin. F. in Carótola (de mascarpon).
Carotolinna. Dim, di Carótola. P'',
Carózza, ecc. ^. Caróccia, eoe»
Cai'ozzàbil. Calessahileijwg, Viag. I, a).
Che può esser percorso dalle carrozze.
Carozzin, ecc, V, Caroccin, ecc,
Carpanèll \ (che altri dicono ancfte Ni-
Carpanèssa S sciorìn). Carpinello, Quel-
Palbero che è detto Carpinus orien-
talis dai hot. che ha foglie quasi simili
a quelle del carpine , e legno bianco
al par del nocciuolo, sodo, e utile
per impiallacciature.
Carpanètt. Carpinello, Dim. di Càrpine*
Càrpen. Càrpine, Carpino, Quell^ albero
che dai hot. è detto Carpinus betuluSf
e di cui si fanno comunemente siepi,
spalliere, viali, cerchiate(6erfò), tear
tri giardineschi , e simili.
Per spinna de carpen. F, in Pér«
Càrpen. Carpione, Quel pesce che gli
ittiologi chiamano Cyprinus carpio,
Carpenàdn. . . . Siepe o Viale di carpini.
Carpcnèssa. V, Carpanèssa.
Carpio, fidarsi. Il primo primo grado
delibasse vare o rappigliare de"* liquidi.
Carpià F acqua. f^e/are(Redi Let.
VI, ao).
Carpià del sogn. Assonnare. Pigliar
il sonno (Somnum carpere),
Carpiàa. Felaio, £l broeud Tè apenna
carpià a. Il brodo ò a mala pena velato.
Carpiàa. fig Infreddato.
Carpiadùra. Felo. Agghiacciamento su-
perficiale dei liquidi.
Carpiadùra. (ig. Imbeccata, Infreddatura.
Carpiona. Carpionare. Accarpionare, Sof-
friggere e tener in molle in aceto il
carpione o altro pesce per farne cibo
soi^balojo.
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CAR ( aSa
Ciirpioiìà. fig. Intabaccare. Cuocere, In-
namorare,
Carpionàa. Carpionato • Accarpionato,
Caryionàa. in beh Infreddato.
Carpionadùra L^accarpionare.
Carpionadùra. Imbeccata* Infreddatura.
Garpionàss. in gergo* Pigliare un* wi"
beccata. Infreddarsi.
Carpògn. sost. m. Poitiniccio. Cucitura
o rimondatura mal fatta.
Carpògn, Stopposa. Agg. di ramolaccio
il cui sugo sia inaridito. Il Voc* regg.
nota che i Fior, dicono Badice borosa
. (forse porosa).
Carpògn* add. Butterato. Tarmato^ e
ant.. Butteroso. Segnato dal vajuolo.
Carpogna. Pottinicciare, Rinfrinzellare.
Far un pottiniccio* e fra noi spec. pari,
di una cattiva rimondatura di calze.
Carpognadùra. PotUniccio. V. Carpògn.
Carpognin Quasi vezzeggiativo
che usiamo parlando di chi sia tar-
mato dal vajuolo e non ci sia in ira \
è come dire Tarmaliccio.
Carpognón e Carpognònna Vil-
lania che diciamo per ira o dispregio
a chi è tarmato dal vajuolo.
Càrr {phe noi però pronunciamo Càr).
Carro. Vettura a quattro ruote per
. uso di trasportare robe e mercanzie.
Roeud. Boote i» Saa o Assaa. Sala
• mm Scagnej. Scannelli »" Contraffort.
ContrascaanellL Cosciatetti » Pignett.
Balestre ? » Rangon. Stanghe del letto
*a Lece. Letto s» Ass di part o Sca-
lin o Scarin. Cosce o Ridoli » Assa
de mezz . . . -■ Ass de travers. Tra"
verse >» Cova o Covin. Coda » Per-
seli o Curlett. Verricello «» Paradega
o Sterza, botticella » Fassa. Contro-
volticella >» M as^c. Mastio » Timon. Ti-
mone o Forca «a .. Cosciali » .. Pannelli.
Specie varie di corri sono: fra i
campagnuoli il Carr^ la Barozza e il
f^olantin; fra i militari il Carriagg e
il Forgon ; fra i manovali la Carretta ,
il Cai'retiin e il Carretton; fra i mer-
canti la Cartxttella^ la Carriagginna
e la Bara, Gli ant. avevano la Basterna,
Fra il Carr e la Barozza corrono queste
principali diversità che il Carr ha
vullicella , letto largo e quattro ruo-
te, la Barozza non ha volticella 9 ha
il timone che va da sommo a imo della
) CAR
vettura ^ detto Forca 9 ha letto stretto
e due sole ruote.
Andà per la strada del carr. Andar
per la pesta o colla corrente, V. Strada.
Fass dà el carr per el cuu. V. in Cùu.
Ghe voeur oller carr a menamm
via. Questa carota non entra ^ o non
la gabello o non V infiasco. C è am-
mattonato 9 le non s' attaccano 9 o le
carole non s'attaccano. I cordovani
sono rimasti in Levante, Dettato che
suol dirsi da chi non passa jo non
ammette una frottola « cioè cosa che
altri gli racconti per agguindolark).
Mett el carr inanz ai boeu. Mettere
il carro innanzi ai buoi. Far innanzi
ciò che si dovrebbe fare dopo.
Tirà.el carr.lig. Tirar la carretta
(Caro Lett. — Pezz. — Min.). Sopportar
il peso di un lavoro 9 d" un incarico*
Tirà-là el carr. Jjutar la barca ^-
. Ed anche Campacchiare. f^iyacdùare.
Tira-là pussee on carr rott che on
carr noeuv. fig. Basta pia una conca
fessa che una salda. I malaticci per
abito s"* hanno più riguardo e perciò
. campano spesso più che i sani troppo
larghi spenditori di loro vivida salute.
Toeù la volta o Fa la voltada del
. carr. Volgere largo o lesto ai canti 9
cioè Starsi avveduti — Ed anche Far
la girata del can grande, cioè Pigliar
le cose per la più lunga.
Vcgnì per oltra strada che per
quella del carr. Passar per le finestre
e non per V uscio — Il fiume non rù»-
grossa d'acqua chiara.
Vess Tultema roeuda del carr. F".
in Roeùda.
Vess on carr rott. Essere una conca
. fessa. Star sulle cigne. CroccìUare. Es"
ser crocchio. Essere niaisaniccio.
Vesa rott i squell e stravaccaa el
carr. Lo stesso che Vess giò la cà e
. el tecc. V. in Cà.
Vess stracch de tira el carr. Essere
stanco sott al /ascio delle cure antiche.
Non saper più. sostener sì gran fascio*
Vorè cerca cinqu roeud in d^on
carr. V, in Roeùda»
Càrr. Carrata. Traitu)? Quanto può in
una volta portare un cai*ro ; il carico
d^un carro. On caiT de fen. Una can-
tata di fieno.
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CAB
<a33)
CAR
DI àdree on carr de be^t^ifitn. Dire
alirui un carro di vManie* Ingiuriare
malamente alouno.
£l maa el ven a carr e el va via
a onz. f^* in Màai
Ogni busca per lù Tè on carr de
fen. Eija d*ùgni moscA un.elefanijtp
On carr d^ obliga&ion , On carr de
' ri^peU.6 simili* MUle ùbbligaùoni$
Mille rispetti. »
* ' Vess^egb alloma di carr de fon 9 e
sim. F. in Fén.
Càrr« T. de^Carrott. Ct^rró* La parte
d* una carrozza cke serve- a 'soatener
là 4:^B9i(sctìccd)*
R<end« Buote (K Rteùda per le sue
parti) »> Lece de dedree. SoUopiede
'tt* Forcella. Forchetto ■■ Assa de coc-
cer« Pedana t^ Scerpa» Sarpe ^ Cas-
setta Cassetta ( F, Casaèlt per le sue
•piarf^ a» Rompicoll o CadenazB. Giogo
^ Ruzellon. JìateUoni(y. fivaeìlùa' per
ie loro parli ) w Timon. Timone «*
Sajett de pedanna. Braccetti.
dàrr. T. di Stamp. Corrò del torchio.
Propriamente quel complesso di cassa,
marmo 9 timpano e fraschetta che si
fa scorrere innanzi e indietro Sulle
spade del torchio da stampar lihi*!,
. Tìdea madre dirò cosi delle vetture
spinte sulle rota] e di .ferro. I prpMcji
e i U*altatisli però intendono anche
jper questo Carro tulta la macchina
ài tali torchi , e lo dividono in ante-
' riore e posteriore. Nel primo ' com-
prendono quanto si fa correre sulle
spade, cioè cassa, marmo, timpafio,
ecc.^ nel secondo, .che riceve in sé
Tanteriore al passar che tk sotto 9
pirrone, comprendono cosce 9 somieri,
palco , eco.
-Cam Omo morfd(*lucch«). depo- drg^mo
orizzontale^ È diverso dal verticale
(argen) e dalla burbera. . .
-Càrr de.prej o de trav. -B^Èrrkcola. Ha
un solo asse e due ruote.
Carr-màtt. Cam9ma//o(!*luocb. , Zanob.
Diz.). Chr/v/epa^Zanob. Diz,)- Barrar
cola. Specie di carretta ferrata da
trasportare gravissimi posi come sal-
dezze di marmi, travi, ecc- che i La-
tini dicevano Chamulcus, Uno inge-
gaosissimo ne .vedemmo pochi anni
souo ideato dal celebre meccanico
rol. i.
Sieber pel trasporto de* bronzi e delle
colonne dell'* Arco del Sempione.
Carr:màtt. Versiera, Tregenda. Bilioi^sa,
Trentavecchia, Trentancanna,
.Carr-màtt o Carr di steli, r. in Stélla^
Carradór. • . . • .Chi guida il car,ro.
II. carrettiere . guida la carretta , il
carradór il carro,
(^fir radura. Carreggio ( Lastri I.V , . 1 5 r .
• Targ. Viag.). H viaggio che si fa pon
una carrata di checchiessiA. \ carra^ur
costen. i carreggi son cari. ^ . :.,
£arré. T. d^^, Saiti d^ donna.
: Così dicesi nelle, vesti la larghezi;^ del
. dorso presa 4f spalla a sp^ilfa e ,un
. poV^be più ; su. La Carrare , de^ Fr.
Carrèll. Carrett0, Dììxx. di Carro. •
Carrèlli. T. de** Carroz. Carretto.
Carrcll. .,...•• Fra i|oi dicesi pro-
priamente a quello su cui i piUori
; di .carrozze posano ì^ cassa {scocca)
per dipingerla. Altri fj|ano uso per
^..ojò.di un arnese detto Trespolo^ il
. aufile.è bilicalo ifi modo da potc^ilo
gir.Are .per qualunque, verso.
.Correli. T. di Zecca. . ., . ,. , Specie, di
. ^qla a griglia di fcrrp qon |;ambc
a rotelle la quulosi f^i ^p^ressare^lla
bocca d^i forni ove «krrovcntansi i
tondini da far monete per^ H^cyf re
le. padelle nulle quali sono detli tpn-
diui allorché si ritirano dal fu9c,9.
Carrèll. T. dei T^sitOi^i^ Carrette, Con-
gegno mobile i^el t^Ujo. da tessere al
. ;, quale ìSono rqccoinandati i licei» ^
.CRrrjèU.de fò-giò.. Filata jo. Strun^entp
. di atti $i fa U3I0 per dipanare-
Carrèll de tprg, ^orci0/o. SlrumenUj di
cui si fa uso per .tqrcerefila, cq:. '
Carrèll del cuu. Codione. Codiione. L'c-
sti*emità delle reni appviAto sopjfa Fano.
(Caprellòtt o CarrelUn^ » .... ., Seconda
ruota piana che affiggesi al.lq ^cf44 4el
'fusolo de^muVui» . * ... »
•Gat-fÀtU. Corretta. ,. ricini .c^rrp a., due
. rupte te cui pqrAi v^ggansi in.Qprr.
È. di due specie vivale, a dire
.Carretta de man. Carretta da m^no.
Carretto a due ruote con letto sftuza
.stanghe né sponde o ridoli oh^ si
traina dagli uoipioi. p^r, traspoi^arc
robe di poco peso e .di poco volu«ne.
È quello che i Francesi djijonp TQm-
bereaii à main,
5o
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CÀR ( 2
Carrella de tir. Carretta, Carretta
a due ruote con ìstanghe per un ca-
vallo. È la Charrette o il Tombereaa
dei Francesi.
CaiTèttìi: Carriuof a {^fkcchet. Nov. 166).
Carniccio {Sodcrini Coltiv. Vile 55).
OB/Teto(Biritig.'Pirotéc. in fine dell^in-
trod. ove se ne vede anche la fìgura).
•' S^pecié Al veicolo manuale con due
<?ome'dire stanghe, rette per una parte
in tèsta dàlia Sala dell'* unica ruota
che Sta sotto la testata nel suo nrez-
zo, e per rkltva* Gialle mani della pei^
' sona che la splgne innanzi. È qnella
* che i Fr. dicono Brouétte, e s^uskìùon
•'per le sole fortificazióni e pcrragri-
coltnra com'edicc Min., ma per ogm
genere di * lavori d' artigiani. Talora
*' ha il letto senza sponde laterali e con
•' im solo dossale in testa a leggìo» e
' talora ha il letto con isponde. Le ^ue
parti sono !
Stan^h: Stanghe^ . ... . '. ' TVyi-
*■' Wrj» Ws : .•. '. Pee. Gambe' *=^^ , J*. .
. . . . '. .'.'.'. J?iYfl?toi^ Lete. LéUo o
•*' Cassa ^ e se Cassa Cuu. Fondo t** . , -,
Spallièra ó Do^Sàh » Spond. FAi/i-
' "cate »=« Xssa 'de'denanz. ' SpoHello »
* . '. '. '.'.'. Corredini •» Foenda. Btiota
(ó ^lènà ó a Va ire) » Chia-
vaMe := . . . . .' DaM s=3 . . . - i?o-
seitè te .... . S^ì^ni della spalliera
'■'ias , . . V .' Frontali delle stanghe »
^'' .' . . .' . . Pem& e chiavetta di ruota.
Carrétta. ,* .• . .*. Piena una xarriuola.
^(irirrellàda. Cnr/Wtote. Piena unacarretld.
D' Otta catretladà de sfeibbia en ven
' fbeura cinqu o sès'Carretl. In una ear-
' • rettata s" haiiào cihqìie o sei cartiuole
in- sabina, ' ' ».
•Carr^eltée. Carrettiere, Quel vetturale «he
'•' cbnduce- mcrcanrie nelle carreltc o
* 'carrettelle. K. anche in Cd nettò. •
Carrettèlla Specie di carretto a
■ quattro ruote e due stanghe »ssai bi*-
■''"lUn^,''COtt-irfpciùde; cam:^late, con
sederino a* due 'luòghi » e spesso 'con
* ' una per cosi dii'c copriroba di cuojo
* nella parte deretatia. È una specie di
•' veicolo ibrido; itì grand' uso tra chi
' frequenta' ijniercati ^ il cui t*rzo an-
•'•' terirtrfe 'ha faccia di scdioU* e i due
■ altri tewi di carretta da trasportar
roJje.
34 ) CAR
Carrettiér. Soldato che guida
• le carra attinenti alle artiglierìe e alle
munizioni, il vetturale delle bagaglie.
Negli eserciti del cessato Regno d' Ita-
lia dicevasi frequentemente Soldaa
del' treno — - K amcfie in Carretto.
Carrettln. Carrettino, Picciolo carretto.
■Gdrrettin de sabbia. Carretlaia di rena?
Carrettin. La stesso che Birbin. f^Jn Lègn.
Carrettinàda Una cocchiata.
' -Tunta gente 'quanta è scarroziata a
un tempo medesimo in un medesimo
' * «occhio di quella specie che diciame
CaVrettin o Birblo. . .
Carretto. Uom dalla carretta. Carrettiere»
Carretta] oi Colili che guida la carrella
conducenda calcinacci , rena, nftatto-
ni^ ecc. Noi non useremmo ittdifie-
rentemente Carretto , Carrtttee » Cnr-
retUér e Carradóre ognun d'essi è da
noi usato eschisivamente nel senso
della respettiva definizione.
CaiYiettón. Carrettone, Carretta grande
tirata da un eaval solo e a due ruote.
• Ne sono di coperte e scoperte. Fra le
• prime sono notissime quelle. che ser-
vono per trasportar da luoghi lontani
all'ospedale -gli aaunalati, o portare
al cimitero i- mòrti degli ospedalii, ecc.
El carretton di mort.* Carro funebre.
Càrriàgg. s. m. pi. T. milit. / carri- da
bagaglio» Le carra dalle salmerìe,
' Specie di carri leggieri a quattro
~ i-note, assai bislunghi, oon cancellate
molto alte per isponde, die tengono
' dietro agli eserciti per carìcarne le
bagaglie «- Ona trincera de carriagg.
Carrino, e con v. ani. Carriaggio»
Carrtagginua Specie di carretta
quali simile alla Carrettèlla ^ ma più
leggiera, e cosi detta dal simigliare
in picciolo le grandi carra da baga^
glie usate fra i militarL
Carriceù. Trebbia. Trebbiato jo? Carro
'da trebbiare, il- grano iniluogo di ba^*
terlo col coreggia'te.
Carsént.' Lievitò, Fermento. .
Carsénza. Favo. Fiadone, Fiale. Parte
di cera' dove soa le celie delle pec-
chie e dove esse ripongono il mele.
Carsénza. Focaccia. Schiacciata; in dia-
letto fiorentino Stiacciata; in dial.
fior. cont. Cojaccia, Ne sono di più
qualità, vale a diro;
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CAB
(a35)
C4R
Carsenza de pan. Focaccia, SthiaC"
data. Propriamente quella specie di
pane in figura di rotella schiacciata che
8Ì fii della pasta comune, però men ri-
menata* per regalo a cosi dire d^infor-
natura, « a delizia di fanciulli ^ vecchi ,
donne ^ ecc. Si distingue dal Pane non
solo per la. forma 9 ma anche per Tes-
sere cotta leggermente per modo da
potersi affaldare come T affaldano i
bimbi per daìrsi ad intendere di man-
giar così pane e pietanza. Questa spe-
cie di focaccia madre è sorella citta-
dina della BrttsadA campagnuola F. ;
ma sorella casalinga; ed alla volta
sua ha per sorella nobile la
Garsenza de bombon. Focaccia dolce
che si suol mangiare principalmente
per Capo 4^anno e per Befanìa , e che
è di più specie 9 cioè
Garsenza de pasta dura. Focaccia
dolce di pasta soda(*{ior.).
Garsenza de pasta frolla. Focaccia
di pttsia frolla,
Carsiensa de pasta levada. K in
Pasta: ( gliata.
Gai^enza de pasta sfojada. Sfo-
Garsenza de mezza pasta, f^ in
Pasta.
Garsenza «n padella. Tondone? Cre^
centina? Specie di focaccia che si fa
cuocere nel barro o nell'eolio.
Fa el pan tutt in carsenza. Fale
-quanto Fa tucc i pont dor o d^or. ^.Òr.
Se ci pan el voeur minga. cceus, la
carseaza baia de brusà? ^. in Pan.
Carsenza. Raveggiuolo Jresco? Specie di
cacio ajQìiie a quello detto Stracchino ,
•diverso però in questo che dove lo
stracchino è o tondo ed allo, o quadro
e bassotto ed oltracciò serbato jo, la
crescenza. in v^ce è tonda, sfocacciata
siche non imita male una gran focaccia
lattea^ alta mezzo decimetro o poco
più, e tale che vuol essere mangiata
freschissima e non altramente.
Carsenzàgh (Bescottin de). F, in Bescottìn.
Carsenzètta. f^. Garsenzm - fi g. Il cupolino
sacerdotale che noi diciamo Teologìa.!^.
« QtiUt chi che gh*hat& sol eoo In carsenzetU
I » Hìn propri pappa , pret « ^ardiiul. m
(Porta Frani. Dante iJied.)
Carseuzin {che anche dicesi Carsenzctla
e Carsenzoeùi'a). Focaccina* ^Idaccia"
fina. Focacciuola. Focattola ; florent.
Stiacciatina ; contad. Cofaccelta. JSo-
faccina. Diminutivo di Focaccia. ,
Fa in don carsenzin. Scofacciare*
Schiacciare a similitudine di focaccia.
I diz, registrano solo Scofacciare che
pur sembra idiotismo come la CofaC"
eia da cui deriva; ragion vorrebbe
però che non, escludessero Sfocac-
dare 9 voce esatta procedente dalla
voce pur esatta di Focaccia.
Carsenzoeùra. f^. Carsenzin.
Carsenzceùra (schcrz.). .... Sculacciata*
Carsenzoeùra per Pandemein, P^. .
Carsenzònna. Sdacciatona (Buon. Tancia
IV V 9). Tanta di stiacciata (KsseiiSi I1I«
4). Grande stiacciata , gran focaccia.
Càrt. s. f. pi. CaHe , e in gergo Le S/b-
gliate{C?iro Stracc. IJ, 5), o leFoglióse^
o alla cont. pist. le Fogghiose tradi0re
(Cini Des» e Sp. 1, 9). Lq carte da giuoco.
On mazz de carU Un mazzo di cofie.
Cart alt. Carte che segnano
i pimti maggiori e quindi di poco
conto nelle carte da tresette , di moltp
in quelle da tarocchi,
Cart bass Carte che se-
gnano i punti minori, e diconsi Curie
di conto ne^ mazzi da tresette perch^
con esse vinconsi le bazze, e non
cosi in quelli da tarocchi ove sono
di più conto le rovesce.
Cart sorafinn, finn, ordinari. Carte
squisite, sottili 9 sode^
Cont i cart bonn san fli tucc o hin
bon tucc a veng. fig. Ognuno par che
giuochi bene quando gii elice buono
(Gelli Sporta III). Fortuna e dormi.
Dà fceura i cart. Dar le carte. Dà
foeura i cart copert. Dar carte basse.
Dà foeiura i cart scopert. Dar le
carte scoperte o alla scoperta.
Fa i cart. Far le carte. Fa i cart o
Fa «1 gioeugh di cari. Far le Cfirte
(Zanob. Diz.). Divinazioni erotiche
delle donnicciuolc.
Fa i cact con vun o con vunna.
fig. . . . Far all'^amore, amoreggiare,
iig^r le parolozze. {teggiare.
Giugà ai cart. Fare alfe cart^. Car-'
. Giugi^ ona bella carta o ona gran
carta, lìraì^e una grandissima jppsta
(Vedi i testi addotti dal diz. in Posta
I * T. di giuoco). TiraFG un gran punto?
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CAR ( a36
• (Dàv. T«c. Germ. 4n fiiie). Tirate un
gran dado. Vale aver una gran sorte
o scampare da un gran pericolo.
' Messela i cart. Scottar le carie,
Mett insemnia x c9xt.Àccottar le carie.
Mudass i cart. fig. Voltarsi le carte,
~ ' ' Prepara i cari. Apparecchiar le carie
per giocare; e in senso cattivo Faìsi-
' ficare o Accozzar le carte» Bricconerìa
' usata dai giocatori di vantaggio.
RisVià o Giugà tnttross su ona
carta. Mettere tutto il suo in una posta
' ' ( V. i testi dei diz; in Posta T- di giuoco).
Scanna i cari. ^. in Màzz.
Sforza i cart Passare troppo
in là b troppo fnnanti 9 eccedere. Ta-
lora significa anche Dnt'e il suo mag-
giore. Darle ìf'ombe^ cioè fare Tultimo
sforzo, quello rlie i Latini diccTàno
Jìes ttedUi ad Triartos,
Tegnl-sù i cart. met. Tfon farsi
scorare, /Vtr giuoco coperto, TOier
su ìe carie. Dar varie basse.
Tra insemma i cart ... Ir a monte.
*Càrt. s. f. pi. . . . Nome generico degli
attestati pre$ientabnì at magistrati in
prova specialmente ' di nascita , do-
inicilio , Condotta , ecc.
Carta. Carta, Composto di cenci di lino,
cotone 9 > lana, ecc., e talora anche
di scorza d^ albero, di luppoli, d^alga,
di paglia , di pelle pecorina, ecc. e
perfino d^ amianto » macei*alì , triti e
ridotti in foglia sottilissima per di-
versi usi , e principalmente per uso
di scrivere e di stampare.
^SL Nel linguaggio de"* fabbricatori
e dei cartolaj la ca^ta di ogni specie
si distingue , anzi tutto, per riguardo
alle forme con cui si fabbrica, hi
Carta a rergdl. Carta a filato o a
. irecciuola, È qtie^a la carta comime ,
cosi detta dalP essere fatta con^forme
le quaK sono tessute di fflt d* ottone
che lasciano improntate sn di essa
nel verso della larghezza quelle irer-
goline o rignzze dife soiio dette in
francese P^rgeares,
Cmna con fìligranna Carta
che ha in sé impronti di riscontro o
controllo che vogliasi dlrè> in luogo
delle marche ordinarie (èrtseignes dei
Fr.), perchè destinala ad essere mone-
tata , bolldta , tisata per cambiidi, eie
) CAR
È détta cosi dalFimpronto di controlla
in filigrana metallica posto sulla for-
ma con cui si fabbrica.
Carta tutta in d'^on pezz o fada con
la macchina o a la macchina. Carla
d^ un petto? Specie di carta la quale
non si trae già foglio per foglio dai
tini come si fa della ooroone nelle
cartiere a mazzi, ma sibbene va aeuza
discontinuazione uscendo d^ una delle
macchine a cilindri adottate in questo
gecolo nelle cartiere di Francia e d^ In-
ghilterra , ed anche fra noi in quella
delPindustre sig. Paolo Molina presso
Varese. Questa carta 9 che i Francesi
chiamano Papier continu o sansfin^
va da sé continuamente ripiegandosi
sovra sé stessa come ìl pannaiuolo
farebbe delle pezze del panno, sin che
il fabbricatore non ne tronca la con-
tinuità per poi esporla a prosciugarsi.
Essa compensa in economia di tempo
e braccia e. in quantità e qualità re-
lativa la ragguardevole spesa delle
macchine da ciò^ le quali si possono
vedere nelle tavole i4» i5, 16 e 17
del Manuel dufàbriquant de papier di
Le Normand.
Carta velinna. Carta ve^inai^Vosc^
Carta fatta colle forme coperte supe-
riormente con tela a velo d** ottone»
e senza impronto alcuno di vergoline
o colonnini.
Carta velinna a vergell. Caria ve-
lina a treccinola? La carta velina di
cui sopra coir impronta delle vergo-
line(<^rge/0» e pfà comunemente eoa
quella dei soli Colonnini (poitlesey).
h««^ Ogni caria originariamente rie-
sce, fecondo la qualità degli stracci
t>nde si compone,
Azur». Turchina, ti (r. Papier azuré.
Bianca. Bianca.
Brtmella. Bigiih 11 fr. Papier bulle.
--- si dfStingne in
Cdrrta con colla. Caria incollata.
Carta con mezza colla . . . Carta stata
immersa in un'acqua ^i cotta dilavato.
Carta senza coììtktCmIanon incollata.
— e si riunisce in quintemetti^ gain-*
temi e risme 9 nelle quali i fogli pos-
sono essere
Destes. Distesi; cioè quando il fo-
glio é in tutta la sua largheaza.
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CAB ( a?7
PiegM. Jtipiegati;, cioè qanaào il
foglio è ripiegato in doe parti ^ rad-
doppiato ìd sé stesso»
"«> Quasi ogni carta poi si suddi-
stingue
— Per rispelta alla consistenza,
bontà e hellesza propria» in
Fioretta Carta di Sfpixsi-
tissima lavorazione.
Sorafinna. Sopraffina,
Finna. Fine*
Terza o Terzotta. Cantino? Carta
di qualità scadente.
Sgresgia o Brunella o Brunell. Bigia.
Aleazapaata* Di mezzo tiglio? Quella
carta che è di mezzo fra qualità e quar
lità delle sovra dette*'
*— e dìcesi anche
Carta de bonna pasta* Carta di buon
Hglio, Carta buona*
■ Carta inoartada a che canta. Carta
che suona 9 che è stagionata.
Carta «ostegnuda Carta
che ha nerbo maggior dell^^Mrdinario.
— E per riapetto ai difetti in
Carta che suga o che passa. Carta
che succhia o che bee. Quella che per
essere male incollata non regge» ma
succia e beve T inchiostro o in tutto
o in parte del foglio. .
Carta crespa, o ass* Crèsp. Carta
criata. Zostere, X^Bxisk disuguale, in-
crespata, ragnata, ecc*
Carta md lavorada o mal scimos-
sada. Carta magagnata.
Carta segnada de la corda. »...
Quella in coi s^h asciugata di subito
r incollatura per tutto fuorché nel
punto di contatto colla funicella 5u cui
era stesa ; o quella che ha in «è V im-
pronta delle legature di risma e balla.
Carta senza corp o flossa. Caria
dilegine.
Carta serniqa, e osi. Zemàja. Ifez-
zetto. Cosi chiamansi iibgli strappati,
rotti , Bporoki ch& non .si ammettono
nelle risme comuni.
Mw La canta poi si suddivide , per
riguardo agli nsi che sé né fanno., in
Carta oomunna. Carta, Quella di cui
si fa uso comunenBente per iscrivere
e stampare, ecc.
Carta de oovert o colorada. Carta
colorita? — Carta dipinta»
) CAfi
Carta de disegn. Caria da disegno.
Carta de musega o ass*^ Mùsega.
Caria di musica, Carla la quaFe rigata
che sia si distingue per punti di rigo.
Carta, de lucida. Carta da lucidare.
Carta trasparente, (abbncata col ti-
glio della, canapa, che si usa per ri-
copiare a risconterò di luce i disegni.
Carta de stepnegn o ass, Stemègna.
Caria da impannate o da finestre (Twg,
Toz. Modo di far gli erbarj nelle Ist.
hot. If 540).
Carta de tapezzarij de plafon.
Carta da tappezzerie?
Carta d"* involt. Carta da invogli? o
da involtare? {ciò.
Carta frusta. Cartastraccia odi sirac^
Carta pegora. Pergamena, Carta di
pecora. Cartapecora, Cariapecorina,
Carta pecorina. Caria pergamina.
Carta raminna o sedagna o seda-
rinna. Carta setìna o setacea? Carta
cosi detta perchè rassomiglia la seta
in sottigliezza, liscezza, lucentezza.
Carta suga. Carla sugante succhia.
Carta di cui si fa uso principalmente
per rasciugare Io scritto senza impol-
verarlo.
mm^ Ognuna di queste specie di carta
si suddistingue nel modo seguente:
'-— La Carta comunna si distingue
< in commercio coi nomi che ven^ò in-
dicando, ai quali corrispondono le
dimensioni e il peso decimali che
rìferii'ò per ciascuna di esse, della
cui notizia vo debitore ai signori Gio.
Battista Bianchi e Comp. mei quali la
• gentilezza é pari alla consumata spe-
rienza in sil&tto ramo di commercio.
S* avverta però .che le dimensioni me-
desime sono da intendersi in via d^ap-
prassimazione , e che lo stesso è da
ritenere specialmente in riguardo al
pese di ciascuna carta per ogni risma;
com? pure che rditezaa ala pel verso
deir impronta de^ colonnini (ponUsei)^
e la larghezza per ^quella delle ver-
goline(i4erge£/) di ogni foglio spiegalo.
Grand'^Aquila o vero Papàl o Pa-
palòn . . . Specie di carta alta circa
^ centimetri, larga circa «n mètro
e quattro centùnetin, e del peso di
circa iibbre nuove decimali di per
ciascuna risma.
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GAR (a38
Etefi^nt o Imperiai Elefant o Impe-
rlai roman. Carta marchigiana impe-
na/e?(AUeg* ia3> Specie di carta alta
centimetri 6i, larga 90, del peso di
lib. nu9ve decimali 49 */*•
Imperi&l. Carta imperiale. Specie
di carta alta centim. 67, larga 80 9
e del peso di lib. 53 yi-
Sottimperiàl. . • . Specie di carta
alta centim. Si, larga jH^ del peso
di lib. a6 yi.
Quadrònna per tavoletta
Specie di carta così detta per Fu-
so che ne fanno i disegnatori sten-
dendola snlle tavolette pretoriane o
da disegno. È alta centim. 62, larga
77, e delpeso di lib. 38.
Reàl. Carta reale (TATg. Viag. Ili,
45). Carta della quale si fa grande
uso specialmente in quaderni o mastri,
musica, protocolli (per lo che alcuni
la dicono anche Protocòlt)^ ecc.^ alta
centim. 489 larga 66^ del peso di lib.
i5 /..
Real Brambilla Specie di
. carta reale alta centim. 5o, larga 6^^
del peso di lib. io yi.
Real ti*e lunn. . . . Carta cosi no-
minata per esservi improntate tre mez-
zelune , la quale suol essere comu-
nemente spedita in Levante,
Real mezzan o Realin grand ....
Carta alta centim. 43 9 larga 61, del
peso di lib. i3. •
Realin o Realin piccol. . . . Carta
alta centim. 40 9 larga 55, e del peso
di lib. IO.
Spéra o Spiéra o Spiéra veneta . . .
Specie di carta cosi detta dair essere
stata fabbricata originariamente per
le impannate (j^ere), ed oggidì niolto
usitata per le slampe. £ aJta centim.
46, larga ^^ e del peso di lib. 9.
Leon o Leon spartii o Leon de
colla . . . Carta alta centim. 44 9 larga
549 del peso di lib. 8.
Leon Pavia Carta assai
usitata per le stampe, alta centim.
44 9 larga 58 9 del peso di lib. 8 yà.
Leon doppi .... Carta simile al-
l'* altra detta Leon in tutto, fuorché
nella consistenza o sia nel peso 'Che
giugne spesso alle io o 11 libbre
nuove decimali per risma.
) GAR
Leònna .<.-.. Carta atta centim. Sj 9
larga 499 ^^^ P^^<> ^^ ^^^* ^ !/••
Leònna doppia ..... Carta così
. detta dall'* avere dimensioni e peso
quasi che doppi della precedente •
Leònna boetta . . . Carta nella sua
specie assai consistente 9 alta centim.
365 larga 4^9 e del peso di lib. 8 yì.
Leonzin de colla o Leonzin spartii
od anche Leonzinna. Leonina? Leonci-*
mi?(Targ. Toz. Modo di far gli erbarj
nelle Ist. bot. I, 54o.) Carta alta cen-
tim. 37, larga 48^ del peso di lib. 5 yà .
Pellegi'in o Peliegrinna, o come la
dicono ar^he a Bergamo Mezzànna . . •
Carta alta centim. 32, larga 44» ^cl
peso di lib. 5 yi. Alconi la chiamano
anche Protocòll perchè sogliono ser-
virsene a stendere le cosi dette spe-
cies/acU che parecchi dicono pro-
tocolli e pili eomunemente processi
verbali. Nel Bresciano e nel Manto-
vano è detta Comuna e Scriver^
Fellegrìn doppi . . . Carta che nel
Bergamasco 9 nel Bresciano9 nel Man-
tov.^9 nel Venez.^ è detta Comtma o
Mezzana doppia o Scriver doppio ; alta
cent. 4^9 larga 619 del peso di lib. 9.
' Olandés o Olandésa . . . Carta alta
centim. 40 9 larga 549 del peso di
lib. 7 y;.
Trii Capèj. . • . Carta quasi simile
alPaltra detta Leònna 9 dalla marca in
fuori che ò quella di tre cappelli.
Notarli. Garto défraJdì Carta cosi
detta fra noi in origine perchè della
misura voluta dalle legigi per le scrit-
ture de^ notaj, alta cent. 289 larga Sg,
e di quasi 4 libbre decimali di peso
per ogni risma.
Olandinna . . . Carta alta 27 centim. 9
larga 4^ 9 del peso di lib. 2 yi .
Quadròtta Carta assai usata
per lettere meroantilÌ9 alta centim. 27,
larga 44* ^^^ P^^o ^ l>h. 3.
Quartin Carta da vigKettl
che consiste quasi sempre in mezzi
fogli della carta cosi detta (^MdroìXnL
ripiegati a imitatone di foglio intiero.
Vacchèlt. Caria da vaccIteUe^ cioè,
da libri di ricordo 9. quaderni cfi sa-
grestie 9 striicciafogli, ecc. che ha figu-
ra di parallelogrammo 9 oggidì uscita
quasi d'auso.
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CAR ( a39
Bislunga. . • . • Carta d^ uso eco-
nomico per le stampe» alla 4^ centim.,
larga 68, del peso di libbre 9.
Bastarda .... Nome generico di
qnelia carta la qvale o nelle dimen-
sioni o nel peso si diversifichi nota-
bilmente dalle specie su nominate
raffrontata che sia con quella qtia-
ianque di esse alla quale si possa
per qualche verso riferire.
Tajadinno. OiWa rastremata? Home
generico di quella carta che fu rita-
gliata per essere difettosa negli oitli ,
•e cosi ridotta a minor dimensione che
non fosse la sua originaria.
«— La Carta pegora si suddistingue
in Carta pecorina , cioè fatta di pelle
di pecora 9 e in Caria di capretto o
caprina 9 cioè fatta di pelle di capretto.
•— La Carta suga si suddistingue
in azzurra , bianca » rossiccia.
— La Carta de stemegn , che alcuni
preparano talora colla resina e quindi
chiamano anche Carta resinada , si
suddistingue nelle seguenti specie:
Spéra. . . . Quella medesima carta
che fu nominata più addietro.
Stemègna. Carta da impannate o da
finestre,
Stemègna doppia. . • • Cosi detta
perchè grossa più della prima.
— La Carta de lucida dividesi in
€arta de colla de pess. Foglio fatto
di colla di pesce unto con o/io(Borgh.
Riposo I, 166).
Carla pegora oliada. Carta di capret-
to unta con o/io(Borgh. Hip, 1, i65).
Carta sedana oliada. Carta unta con
olio*
— La Caria ^ inPolt dividesi in
Argentili o Milanés Sp. di
carta da incartocciare, di colore cele-
stognolo perchè fabbricata con istrac-
ci di pari colore. Si suddistingue in
Battuti , cioè passata al maglio e quindi
alcun po'* levigata , e in Minga battau^
cioè non passata al maglio e perciò
rozza e floscia o dilcgiae che dicasi.
Brunèll o Brunèlla. Fioretto da in^
t>o/tore(Targ. Tozz. Modo di far gli
erbarj nelle Istit. bot. 1 , 54o ). Carta
' bigerognola, quasi sempre o imperiale
o reale di qualità scadcnlc, di cui si
fa uso per involtare le merci.
) CAR
• Brunellòtt Fioretto? Specie di carta
non tanto bihnca che è quasi sempre
una carta reale di qualità 'messana
per uso come sopra. '
Carta de li)ra o Carta d^ ona lira o
Carta per zuccher d^ oaa lira* ....
Specie di carta di : color .blò cupo 9
cosi detta perchè i droghieri se ne
servono per incartocciarvi lo zucche-
ro, ritagliandola in mezzi fogli ognun
de'^quidi ne contiene una libbra.
Carta de dò lira ^ Carta- per zuc-
cher de dò lira.. . • Carta simile alla
suddetta ma di maggior dimensione ,
cosicché ogni suo- mezzo foglio può
contenere due liM>re- di zucohero.
Carta de fà-sù la seda. . • Specie
di caria , che d'^ ordinario suol essere
una carta imperiale di color :cele-
stogoolo e molto sottile, della quale
si fa uso per involtare le sete.
Carta de papigUott. Cartai scura da
ricci. Cai*ta che , lavorata a perfeaon
d* arte , si s\xo\ trarre dalle sfilarze
delle reti logore trite, macerale, «ce.
come i cenci comuni da carta.
De coeds • . • Specie di carta , fatta
con istracci grossolani, che si sud-
distingue in De caeus spartii ^ e De
casus con colla. La .prima- più rozza
serve a incartocciare e involgere robe
e grasce d^ ogni .specie ; la seconda ,
più levigata e più soda s^usa per in-,
volger grasce e robe macchiose.
PalpeUr. Carta nera. Nome ora quasi
disusato di carta nerastra da involti,
altrevolte usata anche pei bachi da
seta, fabbricala con istracci di lana
colorati. Forse dal francese PapéraU
Beai per zila. Carta reale da invo^
glier le cere ?• Specie di carta molto
consistente, di color blò cupo, in cui
droghieri cccrajuoli sogliono involtar
le cere.
Sacchettòn. . . . Carta cosi detta
dall^ essere adoperata per fare sac-
chetti da contenere seccumi, droghe, ■
erbe secche, ecc.
Stcmegnón. Carta da linajiU)li{TdJ'g.
Tozz. Modo di far gli erbarj Ist. hot.
I, 555). Specie di carta di color bi-
gio , rozza , bitorzoluta , . siilacciosa ,
che si fabbrica cou istracci ordiaarj
e serve per involtare robe grossolane.
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CAB ( 340
Slemegnonìn. «< r ...» Carta simile
alla precedente» ma di minor dimen-
sione e manco nerho.
-— La Carta, da lapezxarij otte pia--
Jwi si. trae dalle carte
. . Comunna. Comune ^ che .si toglie
per lo più dal PeUegrìn doppi o dal
- Leon con colla già detti sopra.
Tutt'^in dìaa pezz. D*un pesto,
«^ loL Carta de covert o colorada
prendesi fra le qualità descritte nella
Ctarta oonuinna^ e si suddistingue in
Carta lavorada. ..... Carta lavo-
rata, o sia impixmtata, cioè
ai^entada. Carta argentina,
damascoda. Calia a opera o ope^
dora. Carta dorata, (rata.
marocchinada Carta imi-
tante la grana del marrocchino.
rasada... Carta levigata come raso.
. veiutada. Carta vellutata.
Carta tinta in folla. Carta colorita.
Il Papier colore en paté dei Francesi.
Carta colorada a man. Carta dipinta
o alluminata? lì Papier enluminé dei Fr .
a varj color. Scherzosa.
fiorada a color. jCarta indianata.
marmorada. Carta marizzaia 9 a-
marizzata 9 amarezzata , e ant. mari-
zata. Carta tinta a onde con ilei di
bue, e colori da una banda sola.
moghen Carta imitante il
mangani. (a onde,
ondada. Carta ondata ^ cioè fatta
radica. ... • Carta imitante il cuojo
a marezzo.
spruzzada. Carta spruzzata(B,edi),
stellada. Carta stellata^ cioè tutta
piota a stelle.
— - La Carta raminna o sedagna o
sedarinna sì suddistingue in Sedagna
da rami , Sedagna da stoffe » Sedagna
da fiori, secondo che 8''entropone
fra le incisioni annesse ai libri e lo
stampato 9 o fra stoffe e stoffe « come
TcUuti, broccati e simili» perchè non
si sciupino nel contatto 9 o secondo
che s^ adopera nei fiori finti.
SSS Nel linguaggio generale poi vi
sono altresì le seguenti denominazioni:
Caria argentinna. Carta argentina.
Carta boUada. Carta bollata.
Carta bombònna (die anche dicesi
Carta bescòtta) Cosi chia-
)
CAB
masi quella carta su^cui furono messi
a cuocere nel forno i biscoltini» gli
spumini e simili dolci 9 e che per es-
. servi rimasto qualche po'* dei dolci
medesimi viene talvolta ricercata e
masticata dai ragazzi*
. Carta de battilor. Carta di buccio.
Quella specie di carta che è fabbricata
con intestini di bue» e nella quale si
mettono le fòglie d'oro per batterle.
Carta de birlà Sp. di carta
sottilissima colla quale si ricoprono i
gambi de* fiori finti arrotolando vela su.
Carta de cavalér. Carta da bachi?
Carta rozza, di quella detta da noi
stemegnon, che si distende sulle tavole
de* bachi da seta.
Carta de filtra. Carta emporetiea.
Carta de imbomi. Carta da brunire.
(cosi il Boer. Diz. ven. senza però ad-
durne autorità). Quella specie di carta
intonacata di smeiiglio colla quale si
brunisce Pacciajo.
Carta de letter. Carta da lettere?
(Targ. Toz* Modo di far gli erbarj
nelle Ist. hot. I, 547)*.
.Carta de letter col fil o coni el
fiiett d^or. Caria dorata nella tondatura.
Carta de memorial. Carta da sup-
plic/ie o da memoriali{*io5cJ).
Caria de minuti. Carta da bozze o
da minute{*i08C.).
Carta de pes o de stadera. Caria
da peso o da acciughe ?
Carta de strasc de coton. Caria
bambagina(horgh. Riposo I, i65)*
Carta morella. Carta turchina.
Carta rigada. Carta rigala.
Carta sgresgia. Carta rozza.
Carta sòlfa. Carta liscia^ non jrigata.
Carla.strascia o usada frusta. Carta
straccia o di straccio o da viluppi?
Carta iajada. Caria tondata o riionr-
data?
Carta de rosi Quella che
s^adopera per cuocere certe vivande
A la carta. T. de* Cuochi. .... Di-
ciamo Fa onda a la carta o Coeus a la
carta il Cuocere alla gratella il filetto
di manzo 9 le costoline, le polpette»
ec. involte nella carta spruzzata d^olio.
Carta bianca.fig. Fog//o 6ianco(Mach.
Op. IX, ii5 -— Clizia V, 4). Carta
bianca {^ql^. Un vero amore ecc. JII 9 a).
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CAR ( H
Dà carta bianca «Dar/bg/io bianco. Don-
ner carie bianche dicono anche i Fr.
Carla che canta, fig. Carta che canti.
Carta die canta. Prova scritta.
Carta canta. Ciuta canta (Fag. Ast,
bah li» 21) — Carta canta e yilan dor-
ma. A^ in Viiàn.
Carta de sicurezza, f^ in Sicurézza.
Facciada de carta. Cartata, Paf^ina^
Mett in caria. Stendere in carta ; e con
voce antiquata //tcarteggxare. Scrivere.
Carta diciamo noi ass, per Carta mone-
tata. Girava doma carta. Correvano
sole cedole.
Carta. Foglio» Quello che «"^appasta sulle
stecche dei ventagli. Un poeta pi-
sano disse
« Sebb«ji molta «Ila tìaU fero imbroglio
*• Col rado delle stecche e nua col foglio. «•
Carla. Grossa, Determinata quantità d'a-
ghi. Ona carta de gucc. Una grossa
d'aghi, ^, ancliC in Gùggia.
Carla (Ciappà la) parlandosi di gelsi. K.
Incartàda e Foeùia.
Cartabiànca. T. di Stamp. F", Bianca.
Cartabón. T. degli Artig. (luartabuono.
Squadra di legno di più grandezze.
Cainabon a angaletl. Quartabuono
ad angol retto,
Cartabón di cov de rondena. Squa-
dra zoppa?
Carlapégura. Pergtunena, Cartapecora.
Cartapecorina, Carta pecorina. Carta
pergamina, ,
Cartasuga. Carta sugante, V, in Carta.
Cartasuga, fig. Una conca fessa. Persona
che ha pochissima salute. Lo stesso
che Ifnpujla fig. ^'l
CartaUSccia. T. mil. Cartoccino (Alb. ene.
in Cartocciere), La carica delle armi
da fuoco portatili disposta a mo'^di
cilindruolo del diametro corrisponden-
te alla bocca di dette armi. Grassi nel
Diz. mil. e il Diz. art. vorrebbero che
fosse detta Cartuccia per distinguerla
dal Cartoccio che riservano alle cari-
che delle artiglierie ; ma con loro
pace il diminutivo dell^Alberti mi pa-
re più esatto, più corrispondente al
positivo maggiore Cartoccio ed al suo
continente Cartocciere ( palrònna) , e
meno usurpatore di significato ; che
Cartuccia è invoglio piano in carta;
Catioccio è invoglio cilindrico.
FoL I,
I ) CAR
Cartavòltiu T. di Stamp. K. Vòlta.
Canèe. Cartolajo, Cartajo, Carfaro, Co-
lui che vende carta e libri da scrivere.
Cartelàram. Cartilagine, Tenerume, Fra
noi si usa quasi esclusivamente nel
sig. di Pellicola o Pellictda o Pelli"
cella o Pellicina o PelUdina delPuovo.
(Euv del cartelamm del carlainm
o del carlamm. y, in QLùv.
Cartèll. Cartello, Foglio stampato o scrit-
to, e per ]o più incollalo su cartone,
che s'appicca in alcun luogo per av-
visar checchessia al pubblico.
Cartèll. s. m. T. eccles. Cartella. Quella
che s'^appende sulla porta delle chie-
se a indizio di benedizioni, indul-
genze, ecc.
Cartèll. s. f. pi. T. de^Gitt. di carat. i'òf
sire. Grosso pezzo di ferro che riceve
i diversi pezzi componenti la forma.
Cartèlla (nelle arti in genere). Piastra.
Cartèlla. T. degli Spad. Coccia. Guardia
della mano posta sotto V impugnatura
della spada.
Cartèlla. Luogo di monte. Vale credito
di somma determinata in un monte.
f^. Tom. Sin. p, ii5«
Cartèlla. T.de^Magn., Carroz.» ecc. Pa-
letta, Ferro che entra nei denti 4el
roleUone (ruzellon) delle carrozze per
impedire che non dia indietro.
Cartèlla. T. degli Stamp. Carta, Ogni
carta dello scritto di un autore, da
comporsi per la stainpa, che consta di
pagina retto e verso.
Cartèlla. Piastra, Quella lastra di ferro
sopra di cui sono incastrati gli altri
pezzi d^una serratura.
Cartèlla. Cartella, Cartolare e Cartolare
(Zaoob. Diz.). Custodia o Coperta da
carte , scritti , disegni, ecc. consistente
in un cartone raddoppiato che talora
ha anche dorso e risvolta a lucchetto.
Cartèlla. T. de^Fab. di Carte da giuoco.
Cartella, Ognuna delle divisioni della
cosi detta Stampa dell^ carte da giuo-
co; e talora anche la stessa Stampa 9
che è queirasse di bossolo in cui sono
intagliate le figure delle carte divise
in varie cartelle. ^
Cartèlla. Cartaglorìa^ e al pi. Le cariai
glorie. Quelle poste su gli altari e
contenenti il Vangelo di san Giovai)-
ni, il Gloria in «xcelsis e il Laval>o.
3i
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CAR (2
Cartèlla. PiasliYi? 5fel torcoletto da ton-
dar carte* e libri (castelètt) è quella
piastra di ferro liscio di cui è fode-
rato il primo ceppo di quello; i Fran-
cesi la chiamano Botte,
Cartèlla. T. d''ArmajuolL Cartella, Quella .
lamina di ferro in cui posano i pezzi
deir acciarino delParmi da fuoco por-
tatili. Le sue parti sono:
Spond o Daa. appoggio dello sco-
dellino « Coa. Coda » Contraf-
• Jbrie » Ponta. Dinanzi, Fronte «=■ In-
cassadura. Incastro per lo scodellino.
Cartèlla. Carte//a(*tosc.). Ognuna di quelle
cartelline in cui sono stampali saltua-
riamente varj dei novanta numeri en-
tranti nel giuoco della tombola.
Cartelón. Cartellone,
Cartéra. Cartiera, Edilizio dove si fab-
brica la carta. Si divide in
Magazzin di strasc. Stracceria?
Cà di foli Il Pourrissoir
dei Francesi.
Cà del maj. Cartiera per antono-
masia. 11 moìdin à maillet dei Frane.
Cà di tinn. Stanza dei tini? La Cham-
bre de cui^ dei Francesi.
Senat o Stendidor o Tendavd. Spanr-
diiojo, Stenditojo,
Sala. ... La Salle o SaUe d'apprét
dei Francesi.
I lavoranti nelle cartiere si chiama-
no in genere Foladin o Folador^ e si
distinguono in
Piafceuja. « . . VApprend de cuue
o yireur dei Francesi.
' Fonavo o Ponidór. Ponitore, Il Cour
cheur dei Francesi.
Levadin o Travaijn. Levadore* Il
Leveur de feutre dei Fraucesi.
Lavorant de tinna. Lavorante al tino,
VOuvreur o Plongeur dei Francesi.
Donna de tend. Spandente,
Lavorant de sala 1 cosi
• detti Sallerans o le Sallerantes dei
Francesi — Veggansi tutte queste voci
•> ai loro luoghi.
Cartéra. Cartolaja? La moglie del car-
tolajo, o la donna che fa profession
di cartolajo.
Cartinàtt. T. di Giuoc. . . . Quegli che
è solilo giocando a fa cartinna, V,
Cartinètta. .... Picciola cartina , pic-
• ciola stampa incisa. K* in Cartinna.
42 ) CAR
Cartinètta (fig. e anclie Cartinna o Cartin-
na de Franza). . . Persona tutta moda 9
attillatezza, lindura, e talora anche
leggiadria nel vestire. Pari ona cartin-
na, .. . Essere T attillatura in persona.
Cartinna. T. di Giuoc. spec. di taroc. . . .
Carta che dai in tavola quasi tu avessi
seguenza di giuoco, mentre non hai
altre carte dello stesso palo; ciò che
alle volte fassi per ingannare , alle
volte per necessità o per isvista.
Cartinna. Cartina(co9\ il testo del Baldi-
nucci poco felicemente usato dai diz.).
Carta, Rame o sia stampa incisa incor-
niciata e comunemente difesa da un
cristallo , della quale si fa ornamento
alle pareti delle stanze , come si fa*
rebbe coi quadri o dipinti.
Cartinna e Cartinna de Franza. V. in
Cartinètta ^g,
Cartón. Cartone, Fra noi la voce Carton
importa anche T idea del Cartone la-
vorato con pasta di stracci che i Fr.
dicono Carton en pdte a distinzione
di quello fatto con più fogli di carta
incollati r un sopra Paltro. Oltre al-
r esservene di ordinar j , fini , sòprai^
fini, ne sono altresì i seguenti:
Carton battuu Cartone pas-
sato al maglio e quindi levigato.
Carton de cavaler sforaa
Cartoni incollati per bachi da seta.
Carton de cilindra Cartoni
velini o inverniciati che si entropon-
gono tra fogli e fogli o stoffe e stoffe 9
ecc. quando si hanno a cilindrare.
Carton de colla... Cartone con colla.
Carton de corda Cartone
che ha molto nervo perchè fabbricato
colle sfilarze di funi vecchie trite,
macerate, peste come si fa per la carta.
Camon de piega. Cartone senza colla^
sottile, non passato al maglio, che
non ha nervo e si ripiega colla mas-
sima facilità.
Carton de pizz. . . . Cartoncino in-
collato e colorato da farvi su merletti.
Carton impastaa o Cartonzin. Car^
toni incollati 9 cioè fatti con varj fogli
di carta incollati Tuno sopra Taltro.
Quelli che i Francesi chiamano Car-
tons de pur collage,
Carton metallich Carton di
colla levigatis^imo e preparato sì che
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CAS ( 343 )
presenta nella superficie una leviga-
tezza! quasi metallica.
Carton minga battau. • . , Cartone
non passato al maglio, e rozzo.
Carton per disegna Carton
da disegno.
Anima de carton. V' in Ànema.
Cà de carton. F. in Cà.
Legg i liber dessoravia del carton.
y, in Liber.
Savè legg ci carton di liber. f^ in
Liber.
Carton. Cartella. Guardia di scritture,
f^, anche Cartèlla sig. 7.*
Cartonerà per Scàtola de capell. f^*
Cartonzin. CarloncinOm
Carùga e Car ugola {che in varie parti
dell'Alto Milanese dicesi anche Oaj-
nètta de la Madonna). Eruca, Sorta
d^ insetto dannosissimo alle uve cb^ è
il Melolontlia vitis di varj entomol. e
cbe dal consigliere Scopoli fu cbiamato
Scaraheeus ampelophagus 9 cioè Scara^
beo mangiavili^ parmi sia quello cbe
i Francesi chiamano yercoquin.
Carùgol. s. m. . . . • . Kullo scanalato
con un manubrio a stella dairun dei
capi, de^ quali si servono que'del
contado milanese che confinano col
Lodi giano in luogo di coreggiate per
battere i grani, e ciò facendovelo
strascicare sopra a furia di cavalli.
È trebbia diversa dalla macchina in-
glese da ciò.
Carùgol. V. coni, del Basso Mil
Trebbiatoio a roo^di carro a quattro
ruote col quale battesi'il grano. F.
Carrioeù.
Carùgola per Carùga. y.
Carùgola cliiamasi da alcuni contadini
idioti dell* Mio Milanese la Cantarìde.
Carùspi {che neWAlto Milanese dicono
anche Resìj o Cavali). Torso, Ciò óxe
rimane di pera, mela o simili dopo
averne levata iutorno intomo la polpa.
Carùspi e Caruspiètt. met. Mozzetta, Lo
stesso che Raspóse. F
Gas. Caso, Saccesso. Accadimento. Awe^
nimento, Evento*
A cas pensaa. A partito preso, Pre^
meditatamente, AppensaAamente, A po~
sta fatta. Meditatamente, Sludiatamente,
Al cas.. A un. bisogno, A un bel bi-
sogno, I
CAS '
Al cas che. Caso che. In Cfiso che.
In ogni caso die. Qualora, Posto che
Dato die. Se il caso si darà che.
Fa on cas. Far d* una mosca un
elefante, F, anche Spuèll.
Fassen cas. Maravigliarsi di cltec
chessia.
No vessegb cas de fagli fa o di. • • •
Non esserci via né verso di farfare ,.
éUre^ ec. Non poter venire a capo di^ ec.
On gran cas. Casaccio, Caso stra-
no. Avvenimento insolito e cattivo.
Segond i cas. Secondo il caso, Se^
condo il vento. Secondo che,
Supponemm el cas. Facciam caso
ipotetico o suppositivo, Poniam caso»
Te see on gran cas. f^. in Casètt.
\ess foeura del cas. Non si ritrovare
in quelle peste — Fa beli lù a \es8
foeura del cas. A chi non duole bene
scortica, A chi non pesa ben porta —
A chi consiglia non duole il corpo,
Yess o No yesa in cas de fa , 41 1
ecc, , , . Avere o Non avere possi-
bilità di f^&, dire, ece,
Yess in cas de ià, di e sim, • • •
Esser per' fare , dire ^ propendere
quasi a fare 9 dire; essere in procinto
di fare 1 dire , e simili.
Yess propri el so cas. Essere il
caso o il casissimo,
Càs. T. gr^mat. Caso.
Ande maa in gener, numer e cas.fig»
Scordare in genere , in numero e caso*
(Fag. Pod, Spil* III, 7). Essere cosa
di là da sconveniente o di là da mal
fatta o da mal combinata — Talora
vale anche Andare alla peggio* Esser
dei cani.
Càs è anche usato scherz. come troncatura
del latino Inducas nel modo seguente:
Noi ghe n"* ha né in ne nos né in
duu cas. È un pezzo di carne con gli
occhi (Mionos. no). Egli è un vie là
vie loro. È quadro, È vano pia che
una canna, È un capo quadro. Dicesi
dTuno scimunito, d'^un dolcione, di
uno che i Latini avrebbero accusato
d^aver in corpo un popone in luogo
di cuore.
Casa. Casa. Noi diciamo quasi sempre
Cà, in. vece di Casa ; questa ultima
voce però usiamo . talora o nel nomi-
nare i casati illustri (Casafiusca^ Casm
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CAS
(H4>
GAS
• TtiKferna, Casa ZeiMlonna^ ecc.)»
come per mostrare maggior rispetto
all« medesime col volgerci a men
rozzo parlare; o vero famigliarmente
nel salutare i nostri pari aggiugnen-
dola al cognome loro declinato con
essa, come Oh Casa Penati come iHila?
€asàa. Accasato»
Casacca. Casacca,
Volta casacca. (ìg. Incerconire. Di"
dentar cercone. Dicesi d^ vino che
va a male.
Casacchìn. Giubba da donna* Così nel-
TAlb. bass.f ed è voce pura francese
Casaqnin,
Casacchin (che altri dicono anche Vac-
caraeiìla de la segra o Vacchétta pe-
losa). . • . Scarabeino di dorso esa-
gono gibboso e di color cenericcio
carico. I più comuni sono pelosi; ve
' ne sono però anche di impili. Gli ho
trovati in Brianza gran divoi*atori
della spiga della segale; ne^ contomi
di Milano gran mangiatori del rapac-
cione. Non gli ho visti su altre pian-
' te-; mi parvero il Bruchus pisi o una
' specie dì Mantellata degli entomologi.
Casalbuttàn. Casalbuttano. Nome di pae-
se che qui sr registra perché dà luogo
' alla frase figurata e di gergo
Andà a Casalbuttàn. Allungar la
vita. Affogar nella canapa. Venir im-
• piccato.
Casamént. Casamento» Abitanza» Gh^ é
tanti ca^ament. E* vi sono molte abi"
tante '
Casàn. Lo stesso che Caséc. r,
Casànna. Gran casata. Gran casato. Buo-
na casa (Ann. Decam. pag. antipèn. ,
riga sestultima). Famiglia antica, no-
bile, patrizia, e fra noi più partico-
larmente famiglia grande, poderosa.
I casann del paes. Le maggioranze
(Sacch. Nov. 197). / gran casati» Le
grandi o nobili casate»
Casànza {che dicesi anche Bàit). Le bujose.
Voci di stil furbesco equivalenti a
carcere. K in Presòn.
Casaréngh. Casalingo»
Casarengón. ) Uomo alla buona» Dicesi
Casai-engòtt* y di chi tragga al dozzi-
nale, di chi vada vestito alIWticac-
cia o a casaccio.
•Casàss. Accasarsi,
Casca. Ad. d'tj^tt. V.
Casca, s. m. Picchiapetto. V» Papìn.
Casca. Cascare. Cadere» Fra noi però
la voce Casca è usata soltanto da chi
vuol parlare il dialetto colla garba-
tezza delle persone di alta condizione.
Cascàa. Cascato» Caduto.
Cascàa. Ad» d* (Eùv. K.
Cascàda. Cascata — In signi f. di Caduta
non si usa tra noi comunemente che
da chi vuol parlare con garbatezza;
nelle bocche volgari si sente in tale
significalo solo in quella canzone pò*
polare che incomincia La sura Jleresa
l'hajaa ona cascada^ ecc.
Cascàda. Cascata. Drappellone* Penda^
glio di cortinaggi.
Cascàda. T. de^Carroz. Balza. Copertone.
Panno di che ai ricopre la cassetta
del cocchiere nei carrozzoni di parata.
Cascàda d* acqua. Cascata*
Cascainpélt. Lo stesso che Papln. y,
Cascàmm. T. de^ Fomaj. r. Sàzi.
Cascàmm. Cascami (Gior. agr. IX, 92).
Nome collettivo di sinighella, bacac-
ci» ho2AoULCC\( strusa 9 recoU^ pon--
laa)^ ecc. e di tutto ciò che non è
seta vera. Alcuni fra noi intendono
anche per Cascàmm ciò che altri di-
cono più particolarmente Recòtt. Ba-
cacci? {Tw. fir.). Nome dei bozzoli già
spogli di quasi tutta la seta iti a
fondo della calda ja di trattura, dai
quali sì trae quella specie di filatic-
cio grossolano e floscio che ritengo
sia il Filaticcio cotto delle Tar. fir.
Cascamòrt. Cascamorto» Fa el cascamort.
Fare il cascamorto , lo spasimato 9
V innamoìxito^
Cascarteli a. Cascarilla(Min») Cascariglia
(Tar. fir.). F. Chinna.
Càscia , Casciadór, ecc» dicono i coniai
dini per Càccia , Cacciadòr, ecc.
Cascia. Cacciare» Ficcare,
Càsceti in del • . . Io v& che ti gli
metta (Ambra Furto li, 5).
Cascia ball. r. in Bàlia Bg.
Càscià-dent. Cacciar dentro, Spigner
dentro. Cacciare. Ficcare, Conficcare
'-^Intrudere. Inzeppare, Binzeppare.
Cascià-foeura. Espellere. Scacciare^
Cacciar fuori.
Cascià-fceura. Metter fuora. J^netr
tene.
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CAS (^5)
Cascìà-fcenra oda spanna d^ oeucc.
y, in (Eùcc.
G«scià-giò. Mandar giù. Ficcar g^,
Ga9cìà-giò. Ingojare. Ingollare, Man^
dar già.
Cascia ona moneda. y. coni. br. . . .
Trovar esito a una moneta per un
valor maggiore del comunemente ri-
cevuto, le più volte per frode o per
soperchieria,
Cascìass in del eoo on^ìdea. Cac-
ciarsi nel capo checchessia.- Entrar nel
' capo checchessia. Conficcarsi o Incor-
sarsi nella mente ima cosa. Scultarsi
checchessia nel cuore. Ostinarsi nel
credere checchessia.
Cascià-sù. Conficcarci^
Cascià-sù. Rampognare. Rimbrottare.
Sgridare. Garrire, y. anche Fellpp.
Cascià-sù come on asen. Himòrot-
tare acremente.
Cascià>via. Stacciare. Discacciare,
Espellere. Cacciare. Mandar via.
Podé casciass in d'^on condult. yin
Gondùtt.
Cascia (e Cascia cont el ghlaa). Stimo-
lare. Pungolare, V. in Gbiàa.
-Casciè-foeura i vacch, ecc. Cacciars
a pascere (Curo Am, past. 109).
Giugà a cascia l'asen. y. in Bòggia.
Cascia (del fasugh), Ardere. Fervere. Span-
dere gran calore.
Cascia calor. y, in Calór.
Cascia (o vero But(à). Pollare, Mettere.
Pullulare. Germogliare. Spuntare, Ham-
pollare, yenire. • Nascere, Scoppiare.
Germinare, Pollonare"-^ Buttata e But-
tare dicono nel Senese e nel Pistojese
per Germoglio^ Germogliare{Gìor. agr.
Xil, aii e passim negli articoli del-
l' eg. Landucci — Trinci Agr. pass.).
Cascia i penn. y. in Pènna.
Cascia vent, Caseià breve. Cascia Tesin.
Soffiar vento 9 Soffiar levante ^ Soffiar
' ponente.
Casciàa. Par tic. pass, di Casciass. Ficcarsi.
Dove s'cel casciaa? Dove /éyf<to?(Fag.
jtst. bai. II, 4 — Monig. Pod. di Colo-
gnole III, 9). Dove s'è egli fitto ?{Cini
Des. eSp. I, 9). Dove /è egli ficcato
dicono anche volgarmente i Toscani.
VeBS semper casciaa in d'^on sit
' Esser sempre fitto in un luogo.
CasciabàlL Carotajo, y, Balée.
GAS
Casdacavàll. y. brianE. . • . Sp. d*uccelloT
Casciaciòd. T. dell'Arti. fabb. Cacciatoja
(Baldin. Diz. dis.). Cacciato/o (Alb. basa,
in Repoussoir), Caviglia di ferro che
battuta dal martello sulla capocchia
d^ un chiodo o sur una copiglia serve
o a profondarli ne"* lavori (il che oltre
la loro superficie non sarebbe «on-
cesso al martello), o vero a balzar-
neli fuora per di sotto'. Quando serve
allo stesso uso colle copiglie è detto
dal Diz, art. Cacciacopiglie; quando
serve per profondar le bullette noi
la diciamo Casciastacchett.
Casciacùni.T. delFArti. Cacciato fa. Spina,
Gasciacùni. T. di Stamp. Cacciatoja, Legno
o Ferro di cui si fa uso per battere
le biette onde aprire o serrare e
stringere le forme di stampa nel te-
lajo da torchio.
Casciàda. GeMola (Last ri Op.. Il, aio).
Germogliamento. Messa (Alh^ enc in
Germoglio), y, anche Buttàda.
La casciàda de Tann* Le.meuc dd"
' rannata.
Casciàda (pari, d'armi da fuoco) ....
La spinta, il grado di spinta che hanno.
Casciafónd. s. m. T* di Zecca* • • • Fen*o
lungo circa mezzo metro, tondo per
una metà e riquadrato per Taltra,
col quale si caccia fuor della €orma
la lastra da tondini ivi fusa battendo
con caso su quel' fondello mobile
cV è in essa forma , o vero si ricaccia
a suo luogo lo stesso .fondell a quando,
accompagnata con^*ei fa la lastra al-
l' uscir della forma, non siasi, rad-
dirizzata questa, ridotto a luogo di
per sé.
Casciafónd. T. de' Pese. Bilancia. Sorta
di rete nota eh' è il Carrelet o Carré
o dbleret de' Francesi. .
Casciànna. Lo stesso che Bambànna. f^*
Casciass. Traforare. Intrudersi. Ficcarsi.
Insaccar dentro. Fare lo sfacciato*
Casciass. Darsi passione o pena., dcco»
rarsi. Affliggersi, Contristarsi. Sconfor*
tarsi. Crucciarsi, Contristarsi. Affan-
narsi. Tribolarsi» Stare in pena o in
travaglio.
Casciastacchèlt. T. dell'Arti fabb
Specie di cacciatoja di cui si fa uso
per profondare le bullette ne* lavori.
y, in Casciaciòd. .
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GAS
(146)
CAS
Casciavlt. T. delrArtl. Cacciavite, Piccolo
strumento da invitare o svitare viti.
Cascln. T. di Caccia. Paratore? (Say'] Om.
II, a58). Bracchiero. Bracchiere, Colui
cbe guida i bracchi ad appostar la fiera.
Cascln (che altri dicono anche Battio).
T. di Caccia. •• . . Cosi chiamansi coloro
cui ufficio è di circondare un bosco,
e battere fortemente tra le piante per
cosi far levare le lepri o altre cac-
ciagioni e farle andar nelle reti o alla
volta del cacciatore cbe sta in agguato
ad aspettarle — Questo nostro Cascin
corrisponde precisamente al volgare
frane. Traqueur come sta registrato
nel Supplimento dell^Alb. bass. con
proprietà di linguaggio il Cascin è
Chi fa la scacciala^ YAlator dei La-
tini, e serve per la pianura; il Batiin
è quello medesimo pel bosco.
Cascioeù. v. cont. brianz. Tenenune, La
vettarella de^ polloncelli nelle piante.
Casciòtta. Caciuola,
Casée. .... Quel contadino cbe accu-
disce alla fabbricazione del cacio lo-
digiano ed ancbe del butirro nelle
cascine {casón\ e cbe ne governa le
forme insino a cbe non sono conse-
gnate ai negozianti di simile cacio.
Come fabbricator del cacio direbbesi
Cascinajo(ciA Gior. agr. X, 5ia e
coirAlb. enc. in Caciaja)\ come fab-
bricator del butirro più propriamente
direbbesi Burrajo , quantunque P uso
generale di Toscana dica Burraj in
generale.
Casée de Tassa. Colui cbe go-
verna il cacio lodigiano ne^ magazzini
di chi ne fa traffico, ne sa ricono-
scere la bontà dalle apparenze este-
riori, dal suono che mandano mar-
tellate, ecc.
Caseggiàa. Edifiùo, Casìme(*iosc,), Il
complesso d^una casa piuttosto grande
o che ha più diramazioni.
Casèll. Ammazzatoio, Macello, Precisa-
mente quella stanza o quel luogo in
una beccheria dove il beccajo am-
mazza i buoi, ecc.
Casèll. s. m. BotUnoiJ^^B\T\ Op. V, 9).
Per lo più steccato a sereno, dov^ è
il fornello- in> cui allogasi la caldaja
nella quale si bolle il latte per iiirne
cacio lodigiano.
Casèll. y. Cassèll s. f. pi.
Casèlla. Casellina? Casellino? Spazio quor-
dro.' Partizione, Scompartimento,
Casèlla. Cella, Celletta, Cellina. Cèllula,
Cosi chiamansi i buchi d^ fiali delle
pecchie.
Casèlla , e per lo piti al pi. I casèll
Le sezioni della frasca da bachi da seta.
Casèlla Il manipolo che si fa
del lino al primo raccoglierlo.
Caséra (o Caséra del forma] o anche Ca-
són) .... Grandissima stanza fatta
a corridoja in cui per ordine rigo-
roso di età si vengono vie via collo-
cando a convenienti distanze le forme
di cacio lodigiano provegnenti dalle
cascine formali {cason^. Ivi i negozianti
le tengono in serbo e fanno stagionare
« per poscia venderle a chi ne dee far
consumo o traffico minuto. Corsico,
paesetto lontano tre miglia da Milano,
ha fama quasi europea per molti ma-
gazzini siffatti che vi esistono; ma-
gazzini i quali pare s^a vesserò a dir
Formaggiare col Diz. di Zanob., e For^
maggerie col Gior. Georg. VII, 147.
— ove sembra versione del fr. Fro-
magerie^ ma dove è per appuntino
corrispondente al nostro vocabolo»
Caséra Quello stanzone della
cascina formale(cii5on) in cui si con*
serva il cacio lodigiano fabbricato di
fresco fino a che si leva di li per
consegnarlo alle formaggiare {caser^
dei negozianti.
Caséra del latt Quella stanza
d^una cascina formale(c<uon) in cui
si ripone il latte all'* estate.
Caséra del saa Quella stanza
d^una cascina formale (cASon) in cui
si insala il cacio.
Caséra. Caciaja, Moglie del cascina] o o
maestra di far cacio.
Caserin. . . • Picciola formaggiara(cA5^ra).
Casèrma. Caserma, Dal francese Caseme»
Quel casamento nelle città o terre che
serve stabilmente per alloggio delle
soldatesche. La Caserma è diversa dal
Quartiere cosi per esserne molto più
grande, come pier non essere stanza
di guardia attiva come suol essere
quello. Molti però fra di noi usano
indistintamente Quarter e Caserma in
un medesimo lignificalo. 1
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CAS
(H7)
GAS
Casermàgg. . . Ogni spettanza di caserma.
£ffett de casermagg. Mobili di caserma,
Gasermér. ..... Custode di casemia.
Caserméra La moglie del cu-
stode di una caserma.
Casètt. Accidentuccio,
Oh che beli casett! Odi caso da
dar nel no^o (Sai viati Granchio I9 i)!
Casètt. Squasimodeo7 Dicesi altrui per
motteggiare: Te see pur anch on gran
cas o on gran casett o on casett mira-
bel. Oh tu sei pur singolare o ridicolo.
Oh Hi sei pure il nuosH> pesce o nibbio.
Casetta. Abitazioncella, Casina. Casuccia,
Magioncella. Casetta, Casella, Case-
rella — Casoccia — Casinina, Casuc-
cina, Caserellina,
Casgnceù. y, in Fónsg.
Casimlr. Casimir. Specie di pannina finis-
sima di più qualità e di varj colori.
Casimir liscio 9 rigato , stampato f ecc.
Casin. Casino, Casina, Piccìola casa.
Casin. Casino. Ritrovo. Ridotto -— A-
trovìo segreto,
Casin. Casino di campagna. Villino,
Casin vojaborsin Dettato
che avvisa i villini , e specialmente i
villini suburbani che i Frane, dicono
yidebouteillesj soler essere occasione
di spesa più che di rendita.
Casin. Cìdasso, Bordello. Lupanare, Po-*
stritolo; e con voce nob. Meretrìcio,
Forse da Casa^ voce di pari signifi-
cato presso gli Spagnuoli.
Vess de casin. Essere di bordello
(Bib. Calandra II, 6). Viver d'amore o*
di guadagno.
Casin. T. di Giuoc. di Big. Lo stesso che
Balln. r.
Casirceùla Quella stanza d' una
cascina formale {cason) nella quale si
insala il cacio lodigiano. Altri più pro-
priamente la dicono Caséra delsaa.
Casiroeùla Quella stanza di una
cascina formale(ca50/t) in cui si pone
il latte air inverno.
Casloeù. Castellina. V, Gasloeù o Gaslètt.
Casón. Oijci/iaybrma/e(*volg.tosc.). Bur-
raja{Gìor. agr. Vili, 227). L^ aggre-
gato di quelle stanze nelle quali il
burrajo o cacìajo che si dica mani-
pola il latte per fabbricare il cacio
lodigiano, ed anche il burro, la ricot-
ta» ecc. Tali stanze cogliono essere
cinque, cioè il Cason propriamente
detto, vale a dire il Bottino che è la
stanza de* fornelli sui quali cuocesi
il cacio; la Casera del latt^ la Casi"
roeula, la Casera del saa^ e la Casera
del forma) o semplicemente Coserà^
per le quali veggansi le sedi rispettive.
Butter de tason. F. in Buttér.
Casòtt. Casotto.
Podè fass vede in d^on casott. Pa-
rere una bertuccia in zoccoli. Essere
uno squasimodeo^ un nuovo pesce , un
nuovo nibbio 9 un uccellaccio.
Casòtt. T. di Cacc. Capanno, Capanna
fatta di frasche o di paglia dove si
nasconde T uccellatore per pigliare
gli uccelli al paretajo o alle reti
aperte.
Casòtt de Romanin. Lo stesso che Baracca
de Romanin. V, in Baracca.
Casottèll Picciol casotto.
Casottèll. T. di Cacc. Capannuccia.
CasottèH di puj Frascato mobile
ove si radducono a un bisogno i pul-
cini e il pollame vaganti nei campi.
Caspetinna. V. Caspitinna.
Càspi. Lo stesso cfte Torciàdcgh. K —
Forse la 'VOce Caspi è corruzione
dell* italiano Graspi,
Càspi. Stretta'*. Tutta la stretta d^una
volta. Per es. Jer sira al me torcett hoo
faa sett caspi. Jer sera col mio picciol
iorcolare diedi sette strette di vinaccia.
Caspia. Lo stesso che Torcia. F,
Càspita (c/ie anclie dicesi Catto, Catterà,
Catto mò. Catterà mo, Cattaloeùra, e
Cattaloeura mia noeura). Céppita. Càp-
peri. Càzzica, Cànchitnu Canchenisse.
' Cagna, Cacasego. Cacasangue. Caca-
sevo. Cacalocchio. Cànchigna. Cappizzi,
Cappucci, Affogàggine, Eli* è una fava;
e fior. Cucàja{¥Ag. Amor non opera
a C€iso I94)* Anche i Sardi dicono
Càspita e Caspìtìna^ e i Provenzali
Caspi o Caspitèlo.
Caspilln e Caspitinna. Cappiterìna, Dimi-
nutivi deir esclamazioni di cui sopra.
Càss. s. f. pi. per Form. P",
Càss. s. f. pi I monti di* mat-
tpni o tegoli cotti accatastati senza
interstizj al sereno diconsi Cass, a
differenza delle Pign che sono i me-
desimi posti sotto tetto] a o al chiuso.
• Ca55(Carcgà a), f'. Caregà.
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CAS (
Casi. I. m* Borea? Tra noi i fieni soglionsi
custodire appena avuti dal prato am-
montati o abbarcali che si dicano nelle
caseine quasi a foggia di pagliajo qua-
drato o sotto alle tettoje aperte o
anche fuor d'^esse, ma disposti per
modo da non lasciar adito alPacque
piovane, li Bassi nella sua Arìtmetica
chiama Cassero il Cass trasportando
r idea dei continente (casser voce pia-
centina per tettoja) al contenuto.
Cassa. Cassa.
Audà in d''on bauli e torna in d^ona
cassa o in d'ona valis. K in Valìs.
Ave nanch per la cassa. As^er uno in
quel servigio o in cupola» Spregiarlo.
Aomp la cassa o la scuffia o la boz-
zera o la devozion. f^. in Rómp.
Cassa. T. di St. Cassa. Quella in cui stanno
le varie lettere dei caratteri da stampa.
Bassa cassa. CassetUno delle lettere
basse o minuscole^ Casse Itin. Cassetta.
Cassa. T. di Cari. Coscio. Il coperchio
della forma da far la carta.
Cassa. // cassone a canto al letto (krei.
Talanta V, 19). Cassa da riporvi bian
cherie, vesti 9 ecc. La cassa quadri-
lunga accosto al letto fu ed è ancora
per mullìssimi nostri contadini e per
varj poveri della città T unico riposti-
rae delle loro vesti 9 biancherie 9 ecc.
Andà sul cuu o sul fond de la cassa.
iig Metter fuora il suo meglio,
come fa chi 9 tenendo ie sue robe più
preziose nascoste per cosi dire sotto
ogni altra roba in fondo al cassone che
gli serve per tutto stipo e canterano e
armadio 9 non suole metterle fuora e
adornarsene che nei dì più solenni.
Cassa. Cassa. Custodia. Specie di coppa
in cui si chiude tutto il meccanismo
deiroriuolo da tasca. Ha
Cuu. Fondo. Culo » Battuda. Bat-
tente » Borlin. Pallino » Molla. Molla
*= Sercett. Cerchio di sopra « Veder.
Cristallo. PetiXf :» Zainera. Cerniera
t» Passelt. Cannelle di cerniera.
Cassa. Cassa; e alla latina Erario. Quella
cassa per lo più di ferro a varj serrami
in cui si custodiscono i danari o^ gli
eifetti equivalenti — Cassa diciamo an-
che il danaro che altri ha a sua dispo-
sizione in cassa ; ^- e Cassa la stanza
in cui il cassiere riscuote e paga.
248 ) CAS
Ammancb de cassa. Manco o Diffalta
di cassa ? Danaro che dovrebbe secon-
do bilanci esistere in cassa e mancavi.
. Batt cassa. K. in 3àtt.
Controloeur de cassa Chi fa
da scontro o scontratorc al cassiei*c.
Fa ei cunt de cassa Scon-
trare o riscontrare o rivedere i conti
della cassa per riconoscerne lo stato.
Fond de cassa Danaro che
si ha in serbanza nella cassa per usarne
abbisogni straordinarj — Fond {o Resi-
dov) de cassa. . . . dicesi anche quel
danaro che rimane disponibile in cassa
dopo averne diffalcate le somme pagate
— fig. Scegliticcio. Marame. As^anutn
gliOf e s* applica anche alle giovani
che trovino difficilmente collocamento.
Gir de cassa Lo scrivere
in quaderno di cassa partile senza
sborsi o riscosse reali di danaro.
La cassa di inceri Cassa a
cui si rimettono le robe o i danari
trovati per caso.
La cassa di mort. . . . Cassa donde
si trae il danaro pei suffragi ai defunti;
e scherz. Cassa di pover mort
Cassa di poco vabente.
Liber de cassa Quaderno di
cassa 9 cioè libro in cui si registra in
debito e credito quanto danaro entra
in cassa e quanto n^esce.
Mett a cassa. . . . Registrare nel qua-
derno di cassa riscossioni e pagamenti.
Nettà-sù la cassa. . . • Votar la cassa,
fare tanti pagamenti da non vi lasciar
più che pochi o nessuni danari.
Omm de cassa. . . . Facchino che
sbriga i trasporti del danaro di cassa.
Partida de cassa. Partita della cassa
(Pac. Arit. aoa verso).
Provent Inceri o Ulil de cassa.
Utili risultanti in cassa dal-
r attrito delle riscossioni e de"* pagar
menti fatti in ispecie diverse di mo-
nete e con aggi temperar j diversi.
Tegni la cassa. Tener la cassa,
Viv su la cassa di pover mori.
Campare a ufo, K. anclie Mòri.
Cassa. Stagnata. Cassetta di latta nel cui
piano posa la cote da rasoj.
Cassa. Feretro. Cassa da morti.
Cassa. Sacca. Quella parte della rete in
cui affonda U pesce.
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CAS
(a49)
CAS
C»siti. Cassetta? L^ inlelaj atura o base
del torcoletto da tondar carte e libri
nel cui fondo cadono le tondature(/«-
moiufur) ,- quella che i Francesi chia-
mano Portepresse o Jne.
C'issa* Cassa, Dicesi nei gravicembali Tos-
. satura contenente la tavola armonica,
le minuge , ecc. — Custodia quella in
cui 8^ imballano i gravicembali stessi.
Cassa. Castone, Quel telaino per così
dire' in cui si lega una gioja.
Cassa. T. di Cart. Cascinotto, Cassinotto,
Nome di que^truogoli in cui si fiorisce
il pesto delle prime pile con fior di
calcina perchè si consum} il sudiciume
dei cenci. Le Piles affleurantes dei Fr.
Cassa. T. di Cart Nome di
ciascun scompartimento dello span-
ò\\o]o {senat) formato dai pilastrini
(tendon) e dalle pertiche(ten^>a?ii).
Cassa. T. d'Organ. Jrmadioicosi TAlb.
• cnc. in Organo), Quella specie di scaf-
fale sportellato che e guardia alle can-
ne e al congegno fonico deirorgauo.
Cassa. T. de^Tess. Cassa, Inlelajatura
mobile che serve a colpeggiare o a
battere il ripieno attraverso alPaper-
tura delle fila delF ordito * per fare
la tela. È divisa in
Cassa. TYavone «- Cassett. Coperchio
&» Stasg o Stasgett.iStoggi ts Portnlisc.
Poriaìicci ? a- Portacassa. Portacassa ?
Cassa. T. de'Tess. Travone, Quella parte
della cassa del telajo da tessere che
serve a tenere obbligalo il pettine.
Cassa L^intelajatura del falcione
da fare il se^nXo (triapaja).
Cassa. Cassa, lì legno in cui posano le
canne e gli acciarini delParmi da fuo-
co portatili.
Cassa d''aria Nome di ogni conge-
gno che ne* cammini o nelle stufe o
negli strumenti o nelle macchine sia
destinalo scrbatojo delfaria da distri-
buirsi secondo il bisogno.
Cassa del cappell. Cappelliera.
Cassa de Poe u ce. Còppo. Occhia j a.
Cassa del pastizz. Crostata. Cassa di pasta.
Cassa matta. F. in ÌAikii(Jalso),
Cassa del tambor. Cassa,
Cassa de ordidora. T. di Tess. Cannajo.
Panca, Panchetta — Filatojo. Arnese
che porta i rocchetti e contiene i go-
mitoli carichi di filo per T ordito».
Fot. I.
Cassa de risparmi. Cassa di risparmiò
(Gior. agr. V, iga e passim — Gior.
Georg. II , 568).
Cassa de tajà i cornis. T. d"^ Ebanisti. . . .
Ordigno consistente in un legno con
varie scanalature nelle quali si fei^
mano que"* regoletti che hanno a for-
mar cornici per farvi regolari le
augnature (i angalett),
Cassabànch. Cassapanca.
Cassée Quella specie di scaflalino
continuato che sta appeso lungo via
tutto il banco degli osti, bettolieri, eco*
Cas5èll(cAe edtri dicono Casèll o Cassètt)*
Erba raperina. Borsa pastore. Tlaspi,
Erba detta Tdlapsus bursa pastoris dai
botanici che alla primavera si mangia
ten creila nelle zuppe di riso ed erbe.
Cassér. Cassiere,
Casserà La moglie del cassiere;
o scherz. Donna che tiene la cassa.
Cassòtt. Cassetto. Cassetta.
Cassètt . Cassetta, Cassetto, Il sedile del
cocchiere nelle carrozze.
Picnton de pigna. Bracciatelli, Ba-
lestra. Traverso di parata — Cascada
Copertone — Assa de coccer. Pedana,
Monta o Sta a cassett. Jndare a
cassetta. Stare a cassetta sulla' carroz-
za o per guidare i cavalli o per altro.
Cassètt. T. de'^Tess. Copeivhio. Quella
travetta orizzontale della cassa del te-
lajo da tessere che insieme col tra-
vone(ca^5a) tiene obbligato il pettine.
Cassètt per Cassòtt. K
Cesseli per CsLSsèìì{tlaspi). r.
Cassétta. Cassetta,
Azzai de cassetta. K in A zzai.
Cassett de nasturzj. f^, in Nastiirzj^
Cassétta. , . . Nelle botteghe de"* nostri
pizzicagnoli ha il significato speciale
di picciolo scrbatojo d'ogni rosume e
d^ogni guastime di cacio, e special-
mente di cacio lodigiano, che si suol
vendere per pochissimi quattrini a
chi per meschinità qual cir ella sia
ne fa incetta — Vale anche i rosumi
stessi, per cs. On sold de cassetta.
Tanti rosumi di cacio quanti
ne vanno per un soldo.
Cassétta. Beccalojo, Specie di casscttina
quadrilunga nelle gabbie dove si dà
da mangiare agli uccelli.
Cassétta. Cassetta a uso di sputacchiera,
02
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CAS (a
Cassétta. . . . Quella specie di truogolo
in cui sta Tacqua da bagnare la mola
da torma] 9 arrotini 9 ecc> Il fr. Auge,
Cassétta Dicesi di quel peculio
particolare che non fa parte dell'ha ve-
re generale della casa. Lo spillatico
per es. é cassetta. Ohi i ha daa de
la soa cassetta. Lo pagò del suo par-
iicoìar peculio.
Cassétta. Ceppo, Quella dalle mance. An-
che quella dalle limosioe nelle chiese
é della Ceppo e CasseUa,
Cassétta. Botteghino, Il cassettoncino che
portano attorno o ad armacollo o in
ispalla i mereiai , barometraj 9 ecc.
con enti*o le loro mercanziuole.
Cassétta de decrotteur. .... Specie di
armadiolo a leggio con un rialzo nel
mezzo foggiato a suolo di scarpa sul
quale posa il piede chi vuole farsi
ripulire i calzari dai lustrastivali
{decrotteur). È detta Sellette dai Fr.
Cassétta do iinmazzcltà o per i matell.
T. de^Filatoja) di seta Arnese in
cui si allogano Tuna dopo Taltra le tras-
fusole della seta (i maUll)j onde fattine
più suoli formarne il così detto mazzo.
Cassétta de lampeditt. Portalumini ?
Cassétta del fcMigh. CassetUna Clacck.),
Cassetta, Scaldatojo di legno 9 d^otto-
ne9 ecc. con anima di ferro , ed anche
talora di tutto ferro 9 che parecchie
donne usano mettersi fra^ piedi 9 come
. fanno del veggio(f?iari) le contadine,
per iscaldarsi rovinandosi cosi avve«
nenza e salute.
Cassétta de reliqui. F'.in Relìquia.
Cassétta de viagg. f^, Sciatdglia.
Cassettcra Nome di quella gran
cassetta che rigira per di sotto tutto
il tavoliere degli orefici ; o il com-
plesso dei piccioli t irato j che ivi sono.
Cassettéra Quella particolare
qualità di stipo che i Francesi chia-
mano Serre^papiers 9 cioè Serracarte,
Guardascritture.
Cassettin. Cassettino,
Cassettìn. T. di Stamp. Cassetta, Ognu-
na di quelle cellette in cui è scom*
partita la cassa da caratteri.
Cassettóne Cassetta,^ome di quella specie
di gran tirato) tre o più dc'^quali for-
mano il cQfil dello cs^sMììont {cantata
Q etano).
5o ) CAS
Ponun. Pallino » Manetta o Maneg-
gia. Maniglia » Bocchetta. Scudetto ,
e presso alcuni anche Bocchetta,
Cassettón. T. de'Pitt., Archit. . . . No-
me degli scompartimenti o sfondi dei
rosoni nei palchi a lacunare e simili.
Càssia. Cassia. Frutto della pianta detta
Cassia fistola dai botanici.
Cassia in canna. Cassia in bastoni
(così Targ. Ist. in CatarUiocarpus fi"
stala). Cassia ne* hocciuoli o in bac-
celli o in canne?
Fior de cassia. Fior di cgtssia. Cas-
sia tratta. Cassia monda. Polpa di
cassia tratta dalle canne.
Cassine gg. . . Aggregato di casali (cAffcnn).
Cassinàsc. Casalonaccio,
Cassinoti 1 ... « Abitatore di cascine ,
Cassinée > cioè di casolari isolati per
la campagna e dipendenti dalla terra
più vicina.
Cassi ne Ita Dim* di Cassinna. f^,
Cassìnna. Cascina,
Cassinna. Casale,
Per santa Caterinna se menna i
vacch a la cassinna. Per santa Cate^
rina manicotto e cassettina {*iacch.),
y. in €aterìnna.
Cassinna. Capanna {Q^xov, Georg. Vili 9
30 4). Pagliajo {TsiVg, Toz. Viag. VI,
58). Quella specie di tettoja9 talora
murata da due o tre lati , che s^erge
le più volte sopra la stalla, dove si
ripongono fieni 9 paglie 9 strami, ecc.
Dormi aninò su la cassinna
Esser nubile parlandosi di giovani
contadini, e ciò per Tuso quasi ge-
nerale in essi di dormire, insaccati
no, sugli strami nelle capanne fino
a che una moglie non rechi loro in
dote un letto.
Cassinòtt. Capanna, Capannotto. Capan-
none ?
Ca&sinòtt. Tctloja, VHangard dei Fran-
cesi. Ricovero aperto da ogni lato,
come per es. quello che nella nostra
città porta il nome di Cassinoti de
rOspedàa,
Cassinòtta Dim. di Cassinna. K
Cassun, Cassone,
Mctt in del casson. fig. Ahbujare
checchessia.
Predega del casson« f, in Frcdega.
Cas4Ón(Caregà a). P^. in Caregà*
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CAS ( aS
Caasón. Grillo} Ponte pensile? Quella
specie dì gran cassa quadrata senza
coperchio che raccomandata a funi
ed argani si cala dalle guglie , cupo-
le , ecc. con entrovi la persona che
dere ripulire quelle yolte e muraglie
sublimi dove mole s' aggiugnerabbe
colle scale. Alcuni fra noi la chia-
mano anche con voce ambigua e di-
rei quasi erronea BalamXn,
Cassón. Frullone, Quella specie di cas-
sa in cui sta il hurattollo. Il Diz. d^art.
la dice anche Casson del frullone.
Cassón. fig. Cassa, lì cavo del petto a
cui è difesa il costato.
CassfSn. T. de^Cioccol Piede-
stallo per cosi dire della pietra da
cioccolatte. È di legno senza fondo:
su esso posa la pietra : e dai lati ha
due risalti mobili (a/) sui quali po-
sano la conca piena di cacao o di
pasta, la paletta « ecc.; sotto mettono
il braciere(copp) col fuoco.
Cassón del pozz. Tino da pozzo,
Cassón de munizion. Cassone da mani"
2ioni(Dit. art. che impiega quasi due
pagine nel riferire lo sola nomencla-
tura delle parti onde é composto).
Cassòtt. Y; cont. br. Capanno, f^. Casòtt.
Cassòtt o Cassètt. Pagliuolof Ripostiglio
« poppa nelle barche.
Castàn. s. m. Castagno, Albero noto.
Legn de castan, Cnrbon de castan,
Vassell de castan. Legno di castagno,
Carhon di castagno , Botte di legno
di castagno,
Castàn. Jd, di Colore. Castagnino, Casta-
gno, Capellino, (Eucc castan. Occhi
castagnini.
Castanèll. Castagnuolo* Castagnòlo(LaaiTÌ
Op. V, as). Picciol castagno.
Castanèssa Alberetto che par-
mi una specie di castagno salvatico.
CastanìI (in genere). Luogo selvato a
castagneto{Jj9^sX, Op. Il, 108). F, Sélva.
Castanìl (in isp.). Castagnoleta per la
palina(LsLBi. Op. Il, tzo^). Castagneto
per palina {ìàenì II, ta8). Bosco da
palina o Boscaglia a palina {idem V,
95 e altrove). Palaja o yemacchiaja
o Polloneto di castagnUTrìnci Agr. I,
181). Castagneto di porrtne o virgulti
di castagno che si coltivi per averne
pali da palare k viti.
1 ) CAS
Gasta-Susànna. K Susanna.
Castègn. s. f. pi. T. de^ Fabbrifer. . « .
Nelle molle da fuoco si chiamano
cosi quelle due come a dire mascelle
che hanno dai capi per agguantare
i tizzoni, e che spesse volte stanno
in forma di cucchiaino come per con-
tenere in sé) chiuse che siano « al-
cuna bragia.
Castègna. Castagna, Frutto del castagno»
y, anclie Belegòtt, Boroeiil, Mardn»
Pcladèj, Veronési 4 Cùni, Farù, ecOk
Risc. Biccio, Cardo » Gussa o Peli
o Dova o Dovanna. Guscio tm Rusca
o Gea. Peluja, F, anche in Marón.
Castegu o Maison a rost {che nel-
VAlto Mil, dicono Boroc&l). Bruciate.
Castegn bianch chiamano i Briamz.
quelle che noi in città diciamo Castegn
pest. y, più sotto,
Castegn che se lassa in di rise.
Castagne di ricciaja {Giov, agr. IV,
943)- Quelle castagne che dopò ab-
bacchiate lasciansi ammontate nc^ric-
CÌ9 come migliori e serbatoje^ per
venderle quando che sia fresche e
più facili a cuocersi.
Castegn crodell e anche assoluti»^
mente I Crodell. v. delfAlto Milanese,
de** Verbanensi, ecc. Castagne di caàco
o Castagne fogli aiole{Gìor, agr. IV,
:l45, VI 9 288). Castagne casoaUcce o
cascherecce (y, in Marun). Quelle èa-
stagne di qualunque specie che giuntd
a maturanza precocemente cadono
dell'albero di per sé , e così caduche
da natura non riescono serbato je.
Castegn gemell Quella
che si trovano bine in un guacio
solo, ma ognuna con peluja, da sé.
Castegn pest {che altri dicono Ca*
stegn bianch) Le castagna
diricciate e lasciate seccare nel gu-
scio, poi spogliate anche di questo a
fbrza di picchiate, le quali cotte rié^
scono di color carnicino te lasciano
una broda di pari colore. Schert. ai
direbbero Confetti di montagna.
Castègna a less. Sùcciola, Ballotta.
Castègna a less de cattiv savor per
Tumed. Succiola diacoiuola {Hurch.
Son. 6).
Castègna amara, y, Cattegna dMn-
dià fui appresso.
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CAS (25
Costerna cF India o Castagna amara.
Castagna eP India. Il frutto deirjEscu-
lus hippocastanum de^ botanici simile
a una castagna, ma non mangereccio.
Castegna garavinna Specie
di castagna.
Castegna ostanna. Castagna prima-
ticcia? (T^rg. Toz. Diz.).
Castegna rossera. Castagna dossola
o grossola(Tsirg, Toz. Diz.). Hóssolo?
(Lastri Op. Y, 88). Specie di casta-
gna che simiglia al marrone, ma ne
è più piccina , ha il guscio di colore
rossi gno, ed ha sapore dolcissimo.
Castegna salvadega. Castagna salv.^
Castegna scttembranna. Castagna
primaticcia{T^Tg, Diz.). Castagna pre-
coce, detta settembrina fra noi dal
maturare in settembre. Una varietà
ve n** ha delta Castagna primaticcia
• rossa dal Targ. Diz.
Castegna speronna. Castagna from-
^o/<i(Targ. Toz. Diz.). Fro/i«o/rt( Lastri
Op.). Quella che il Mich. chiama Ca-
stanea vesca sativa seminibus obliquis
rostratis; almeno rosi mi è sembrata.
Castegna varisella. Castagna pasti-
iie^e?(Targ. Toz. Diz.). Castagna giug-
giolanaPCCìór. e Gior. Georg. IV, ai 6).
Fra noi è tondetta, piccina e di gu-
■ scio sottilissimo.
Drovà la sciampa del gatt per tira
- foeura i castegn de la bornis. f, in Gàlt.
Castegna o Castegnoeùra. T. dei Razz.
Salterello. Castagnola. Marrone arti-
^ciolo (Diz. art.). Spezie di fuoco arti-
fiziato notissimo.
Castegnàtt. v. cont. brianz. Succiola/o.
Castagnajo. Chi vende le succiole,
cioè le castagne lesse.
Castcgnoeù. jéd. ili Fónsg. f^,
Castognoeùr. s. f. pi. ger. Ferri. Bove.
Boglte. (stagna.
Castegnoeùra. Castagnuzza. Picciola ca-
Castegnoeùra. Castagnetta. Sorla di stru-
mento noto da suono.
Castegnoeùra. Salterello. F. Castegna.
Castegnoeùra. Peretta. Pallottola di me-
tallo fornita di -varie punte che si
mette sul dorso de* barberi per ec-
citarli al corso.
Castegnoeùra. r. Pradiroeù.
-Castegnoeùra è usata anche in
Batt i castegoocur. Andando toccar
2) CAS
timo con t altro piede{CTtsc. III,25)«
Quel tagliarsi che fanno talora alcuni
cavalli urtando co* piedi posteriori
negli anteriori; vizio che i Francesi
dicono Se fourcher du cheval.
Fa i castegnoeur. Far le fiche o le
castagne o le castrafiche. È quelPatto
che colle mani si fa in dispregio al-
trui , messo il dito grosso tra T indice
e il medio.
Castelànz. s. f. pi. Xe castella. Gli abita-
coli deVastellani dipendenti da alcun
paese grosso. Vares e i so castelànz.
Varese colle sue castella j e forse anche
colle sue castellanìe o castellanerìe*
Gastelètt T. di Giuoco. Le castelline,
y. in Nós.
Castelètt. T. di Cart. Castelletto (V. Àlb.
enc. in fine di questa voce). Quel con-
gegno che tiene in guida le stanghe
dei mazzi da pila. F, anche Tremèzz.
Castclèh. T. de* Leg. di lib. . . . Quella
parte del torcolelto da ritondar la
carta e pareggiare le carte dei libri
che ha in sé il ferro e s'impugna
dal legatore per eseguir la tondatura ;
quella che i Fr. chiamano Fut à rogner.
Guid. Guide? «« Vii. FOe? b= Scioc-
chitt? Cepperelli? » Cartella. Piastra'^.
«= Ferr. Ferro.
Castelètt. T. di Giuoco del lotto ....
Metodo di registrazione di tutte le
giocate di qualche momento per mez-
zo del quale si viene a preconoscere
quante di esse potrebbero uscir cumu-
lativamente benefiziate pei giocatori ;
registro che, basato sulla tavola delle
combinazioni binarie, ternarie, qua-
dernario possibili fra i 90 numeri del
giuoco , serve di norma economica a
chi tiene il banco.
Castelettà. T. di Giuoco del lotto • . .
Riconoscere i limiti delle eventualità
di benefiziate cumulative col registro
detto Castelètt. y.
CastellettazitSn. T. di Giuoco del lotto . . .
La ricognizione di cui in Casteietià. V.
Castelìnna. Maragnuola, V, Maragnoeù.
Castcll. Castello.
Castell, aquila e leon ghe n*è per
tutt i canton. K in Àquila.
Fa caslij in aria. Far castelli o ca-
stellucci in aria o su p&nitgoli. Far di-
segni vani ; lavorar di fantasia*
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CAS
(:*53)
CAT
Tra in eastell. ùg. Meiiere in castello
' (Llppi Malmantile I, 9 •— Zanon Bag.
pana p. i a6). Fare fianco. Alzare ilfian^
co* Vale mangiar hene e bere meglio.
Castèll. CasteUi(G\oT. Geor. II, 5oi). fin-
tela jatura della frasca de'^bachi da seta.
Castèll. Castello. Le due cartelle d^un
orinolo che fermate coi colonnini ne
contengono tutto il meccanismo.
Castèll Il midollo intimo dei
cocomeri (ìnguri) che si succhiella con
un tubo di latta detto Tolla del castèll
e si vende più caro della restante
. polpa qual parte più ghiotta di tale
frutto. Questo medesimo midollo nelle
zucche dicesi da noi il Mollàsc. V.
Castèll.Afossa/cfra.Il complesso delle parti
componenti il mozzo delle campane.
Castèll. Palco. Ossatura delle rame(Trinci
. Agric. I, 97). Negli alberi, e special-
mente ne^ gelsi, è la ben ordinata di-
ramazione di que^tre o quattro rami
ne^ quali si partisce il tronco alla sua
inforcatura per cui ai forma quasi
. paniera delP albero. Ne^ gelsi alcuni
tra noi lo dicono Bòccol Cappellaccio
(Gior. agr. V, arS e altrove).
Castellànz, Castellètt, Castellinna. f^.
Castelànz, Castelètt, Castelinna.
Castiga. Castigare, Castigare . Punire.
Castiga in la gola. F. in Góla.
Castigàa. Castigato* Punito.
Resta castigàa. Rimanervi*
Castigamàtt. CastigapiattUhaXìi En.trav.).
' Conciateste. Colui che può mettere al-
trui il cervello a partilo.
Castlgh. Castigo. Gastigo. Punizione. Ga^
stigazione. Gastigatura. Gastigamento.
Gastigagione ; e scherz. Gastigatoja
e col Lasca (no V. 8, pag. 70). Casti-
gatòria.
Mett in castigh Assegnare
alcuna punizione ai fanciulli.
\ess in castigh Essere
in pena, sotto la sferza del gastigo.
Castighètt. Punizioncella.
Castitàa. Castità,
Castón. Castone, V. Cassa a pag. a^g,
Castòr. Castòro. Castore. Severo. Bìvaro.
Il Castor filerlÀn.
Castòr marin Pelle di foca di
cui si fanno pellicce.
Castoràda. Ad. di Sàja. F.
Casiorìn. Specie di stoffa.
Castorln de Polonia Specie di
pelliccia che si trae dal pervizky
(amstero turco).
Castra. Castrare. Parlando d'uomini si
dice anche Assettare. Aggiustare; par-
- landò di porci» montoni, vitelli «Sa-»
nare. Conciare. Governare; parlando
di polli Capponare.
Castra (i castegn). ^. Scanna.
Castra, ^g. Mutilare. Mozzare pari, di libri.
Castra, fig. Cimare. Spuntare. Pizzicare.
Arrestare.
Castra. fig.Coj/rare. Tarpare. Levar forza
ahrui.
Castràa. ad. Castrato. Menno. Scogliato;
nob. Evirato; scherz. Smaschiato.
Castràa. s. m. Castrato. Castrone. Agnello
grande castrato.
Castràa per Mùsegh. K
Castràa. fig. Mutilo. Mozzo. Spurgato pari.
di libri. Il Castratus libellus de"* Latini.
Castradinna (Dà ona). Fare una castrar-
tura. Castrare — e fig. Pelare. Tar-
pare. Castrare ■— e pai'l. di libri Mur
tilare alquanto.
Càsua idiotismo per Càusa, y.
CatanJch. Catafalco. Arca dei funerali
—7 Fig. noi diciamo Catafàlch anche
ogni cosa macchinosa oltre il giusto.
Catalànna. Ad, di Giustìzia. V.
Catalànna. Ad. di Brùgna. y.
Catalètt. Cataletto. Bara, e per isch. //
cocchio a quattro uom/m (Allegri i55).
Cataloga. Scrivere o Porre o Mettere a
catalogo, hesognai cataloga] tucc. Biso-
gna scriverli tutti a catalogo. Di tutti
convien tessere catalogo.
Catàlogh. Catalogo. Fa el catalogh. Tes^
ser catalogo,
Mett a o in catalogh. F, Cataloga.
Cataloghètt Breve catalogo.
Catalpa. F. Bignògna.
Catapùzza. Catapuzia, Specie di pianta
ch'^è VEuphorbia latyrus de^ botanici.
Cataratta. Cateratta.
Catastrin. Catasto. Libro in cui sono
descritti minutamente i fondi stabili
del paese colla indicazione d'^estimo,
confini, misura, valore, numero di
mappa e nome di chi li possiede.
Catastrin Dicesi anche di quello
estratto del Catasto che ogni estimato
ha diritto ad ottenere dalle autorità
per quella parte per cui vi è inscritto.
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CAT (a
Catatómha. Catacomba^ e ordinar, al pL
Le Catacombe*
Cà che la par ona catatomba. Casa
che pare una sepoltura de\'iuenti. Casa
sepolta 9 bassa 9 cupa^ oscura j a bacìo,
Catalòppia. r, Catòppia.
Càtedra. Cattedra.
In catedra pestilenzie. y, Pestilénzia.
Legg in catedra. Poter leggere in
cattedra d'alcuna cosa, cioè esserne
ìnformatissimo, apertissimo.
Monta in catedra. Salir in cattedra,
Categàn (de la eoa). . . . Borsettina o
spezie di cipolletta che si soleva fare
de^ capelli della coda annodati con un
nastro. Anche i Provenzali la chiamano
Categan; e Cadogàn i Fr. È usanza
moria fra noi già da mezzo secolo. I
Piemontesi in vece per Catogan inten-
dono i Capelli ammazzolati a spire in
sulla nuca e ivi legati per lo mezzo.
Caterinètt. Catenniane. Monache di s.Gat.*
Caterìnètt. fig. Pappi, Quella lanuggine
che si vede nella parte superiore del
seme di alcune piante, la quale al
menomo soffio si spicca e va svolaz-
zando per l'aere e impelando i vicini.
Caterinétta, v. deirAllo Mi!.
Grama vacca da macello.
Calerinin di costajceur. La Secca{^^QT.
Zan. Ritr, fig, pag. a64); cioè la Morte.
Catcrìnna. Caterina — Andà a S. Caterina
a la roeuda. K in Roeùda*
Santa Caterinna la porta on sacch
de farinna, o vero A santa Caterinna
venrgiò i yacch a la cassinna, o vero
Per santa Caterinna se menna i vacch
a la cassinna. Per santa Caterina ma^
nicotto e cassettina(*\wct\\X Per santa
Caterina la neve alla collina{*iosc.
Last. Prov. V, aSg).
Cativ. Cattivo. De là de cativ. Cattivissimo,
Cativ come la pesta. Tristo. Masca-
gno. Piti tristo che un famiglio duetto.
Noi però usiamo Cativ in senso di
Frugnolo. Nabisso. Demoniuzzo par-
lando di fanciulli.
Cativ linna in del venter de soa ma-
dèr. Cattivo di nido. Cattivo insin nel-
fuovo nel guscio. Tutto cattivantuole.
T>Qyexìike9\\v.IncatUvire'BincaUivire
Fa el cativ. Buttarsi al cattivo {Fag.
Jl Pod. spil. I, i). Fare T ostinato, il
renitente 9 lo scompiacente.
54 ) CAT
Fa el cativ. Caneggiare»
I cativ. s. pL f. Le brusche. V* in
Brùsch.
Minga cativ. Non brutto. Bello anzi
che no. Belletto, Belluccio, Belloccio-^
Che trae al buono. Discreto, Minga
cattiva robba. Merce discreta. Minga
cativa donna. Donna belloccia,
Cativàsc. Cattivaccio.
Cativéria. Indocilità. La Cattiveria dei
diz. vale malvagità.
Cativèll. Cattivello. Caitivuzzo.
Gativón. Cattivacelo.
Catòppia e Catatòppia. y. br. Trabìccolo.
Casolaraccio.
Catramonàccia. Malumore» I Venez. usano
questa nostra medesima voce (che pare
d^origine grec« Rarca^vvoO in altro
significato, cioè in quello di malìa*
Càtt. Oh cafla(*tosc. e Rime d' un poet.
pis. I, ao5). Capperi! V. Càspita.
Avegh nanca temp de di catt* Non
aver tempo di dir: Mesci.
Senza nanch di catt che tan pocch.
Senza pur rifiatare ^~ Non istate a
dire che ci ò dato.
Catta. T. degli Ortolani, Còlta. Bicollo.
Lisalatla de prima catta. Insalata di
prima colta? Dicesi di queir erba da
insalate che come prima pullula cosi
si coglie; voce di reiatione per rispet-
to a queiraltra erba la quale si ya
cogliendo di mano in mano che ya
ripullulando.
Catta. Cogliere. Probabilmente dal lati-
no Captare. Nei diz. italiani Cattare
vale solo per procacciarsi checchessia»
Catta adoss« Cogliere.
Cattà-foeura (ed anche semplicemente
Catta). Rinvenire. Trovare* Pdtrovare.
Cattà-fceura. Scegliere,
Cattà-ftioura del mazz. T^. in Màzz.
Cattà-foeura el beli e el bon. Bicor
pare. Sfiorare?
Catta formenton. Spannocchiare.
Catta galett. Sbozzolare. Sfrascare.
Cattà-giò. Cogliere. Carpire. Caltà^
giò i figh. Corre ificlU.
Cattà-sù. Toccar delle busse. Toc*
carne. Esser percosso o picchiato,
Cattà^sà. Bicogliere. Bicòrne. Catta-
su i eastegn, ì giaod, i nos. Bicorne
le castagne 9 le ghiande, le noci.
Gatta yun sui oeuv. /^ in (ftùv*
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CAT
(iiSò)
CAU
Vattel a catta. Diavol irova{kTeU Ta-
lanta IV, iS). Indovinala gn7/o(*tosc.
Vitaliano istruito stampato in Milano
del I766). Suole dir&i da chi non sa
dar notizia o ragione di checchessia.
] Un bolli bolli. Babilonia,
Cattaholda. / schianuizic. Komore, Con^
CatUbrega. / f^^^^^^ ^j ^^^^ie Cabala.
Cattabùj. ) niuppa. Intiigo.
Gattàda. Cò//a(Lastrì Opere I, 398).
Cattadiona Dim, e vezz, di Gat-
tàda. f^. Dagh ona cattadiona de ma-
gioster. Fare un po' di colia di fra-
gole. Coglier quattro fragole,
Gattadór. Cocitore, Cogliluva.
Gattailgh. Brocca, Strumento noto per
coglier iichi. y, ancìie Cattaroeù.
Cattafigh. sch. e fig... La borsa da capelli.
« Che fa insci beli yedè
» Coo cipria , catrafigh , spada e baston. »
(Bir. D. Per.).
Cattafìgh. scherz. e fig. ... I manichini.
Cattarira(A) disse il Pprta per A fusone.
In chiocca. In quantità grande.
Gattafira(In). Injila. Mata allato.
Cattafognà Far imbrogli segreti.
Gattaloeùra o Gattaloeùra mia noeura. to
stesso clte Càspita, r.
Cattamejànua Strumento agrario,
assai simigliante a quelle reti che
diconsi vangajuole(^ti<u2a), col quale
radendo la cima di quella specie di
panico che è detto Panicum crus galli
(me Janna) se ne raccolgono i semi nel
sacchetto conico pendente dairasta
cerchiala che impugna il contadino.
Cattanàj. Dix^cckiamento, Ciarpa, Ciabat-
ta, Rigaglia, Robe vecchie. F. Barlafùs.
Cattaroeù Specie di brocca ( diver-
sa però dalla comune delta Cattajigh)
della quale servonsi i contadini per
cogliere pere, mele, pésche , e simili.
£ una paletta di legno, inastata sur
una lunga pertica, nel cui piano è infis-
sa una specie di cestellino di vinchi o
rotondo o ellittico, da^cui orli escono
a guisa di denti var} sprocchi aguzzi
tiV quali rimane prigioniero il frutto
cadendo poscia nel cestello. Nel Voc.
reggiano esiste una Cavagnóla o Burga-
gnóla in esplicata che ai due nomi so-
spetto equivalente al nostro Cattaroeù,
Pertega. Palo? » Paletta. Paletta?
K> Zestin. Cestellino » Dent. ^rocchi?
Gattasù. Fhce che s' usa in questa frase :
Dà-via di cattasti. Far come i pifferi
di montagna,knàwc per dai*e e toccarne.
Càtter e Gàttera d'ora. Oh caUera{¥Bg.
Cavalier parigino III, 11 e altrove
passim). Lo stesso che Càspita. F",
Gattincùstra e simili. Afe ne incaco.
Per es. Gattincùstra a lù, s^el voeur
minga vegnigh. Io ne lo incaco , j' ei
non ci vuol venire. Specie d' esclama-
zione cui corrisponderebbe anche Tita-
liana Oh m'intasca, secondo il testo
portato dall' Alb. enc. in Mammina.
Gattlv, Cattivèria, ecc, V. Cativ, ecc.
Gatto e Gatto mò. V, Gàtt.
Gattòlegai ( Viv a la). Accattare, Limosi^
Cattòlica ) nare, V. Gercà-sù in Cerca.
Batt la cattolega. Andare all'accatto.
Càusa, che gV idioti dicono talora Càsua.
Cagione, Causa. Motivo,
Doma causa de (a, di, ecc. In punto.
In appunto. In assetto — In procinto.
Per causa mia, toa, ecc. Per cagion
mia, tua, ecc. A cagioni mie, tue, ecc.
Càusa {che il Maggi dice spesso Pìsb-
desc o Ghaevesa). T. leg. Causa. Piato.
Ayocatt di caus pers. F, in Avocàtt.
Olti*e al senso ivi esposto, questa frase
ha pure fra noi queUo d^indicare ogni
persona la quale entri a discorrere
di cose frivole e inconcludenti o di
cose non pertinenti ad essa, o a
parlare di checchessia in modo in*
concludente, sciocco o inopportuno.
A andà a cerca tanti caus pers se
fa pù nagott. Chi la guarda in ogni
nuvolo non Ja viaggio. Chi pensa a
tutto quello che può intervenire non fa
mai /iu//a (Varchi Suocera II, 1). Chi la
guarda in ogni penna non rifa il letto.
Càusa pia Nome per cosi dire
forense e comunissimo fra noi per
indicare ogni fondazione pia, di be-
neficenza, di carità. Ci venne dal
latino de"* bassi tempi Ad causas pias,
Gausèssa Causa o lite meschi-
na, di poca entità. Talora vale.anche
per Causa spallata.
Càut. ad. Cauto, Cautelato.
Càut. s. m. Cauzione. Pegno,
Col caut in man. Coi pegno in mano.
Càut. r. Càved.
Cauta. Far cauto.
Gauitàa. Cauto. Assicurato di non perdere.
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CAV <a
Ckn, Oavo. Scavo — Caifa.
Cav de aabbia. Cai^a di sabbione.
Cava. Miniera, Cava,
Cava del ferr. Ferrien^^^eì marmor.
Lapidicina ^ del zoffrcgh. Solfanaria
Solfatara t^àe Fargent. Argentiera^
del raonm. Cava del rame » del lumm
de rocca. Allumiera. Lumiera,
Cava 9 e com, al pi. I cav. . . . Quelle con-
cavità che ha il cavai vecchio sopra
le sopracciglia dette dai Provenz. les
Salieros, e da'veterinarj ital. le Concile.
Cava. T. de'^Calz. Fiosso. Fiocco. La
parte più stretta della scarpa e del
piede vicino al calcagno.
Cava per Molerà, f^.
Cava. IncoiH}. Cava de la eoa del cade*
nazz di saradur. Incavo da stanghetta
di toppa.
Cava. Cavare. Noi però adottiamo in
poche frasi la voce Cava , e le sosti-
tuiamo Tirà-foeura o Tirà-via; p. es.
Tirà'fiBura i slrivaj, Tirà-via la ma-
schera, e sim. Cavarsi gli stivali ^ Ca-
varsi la maschera o Smascherarsi, e sim.
Cava el capell. r. in Capéll.
Cavàghela. Trovarci l'utile, il conto.
Cavàghela a vun o Cavàghen. Spiccarne
(Alleg. 58). Trarne vantaggio per sé.
Cavàssela. Sculettare, Cogliersela,
Cavàssela. Uscir di checchessia. Li-
berarsi da checcìiessia.
Cava. y. Desbalà.
Cava. T. de''Setajaoli. Accavigliare. Tor-
cere la seta sul cavigliatojo perchè
prenda maggior lucentezza, e farla
in trafusole(mafe//).
Cavabusción. K, Tirabuscidn.
Cavàda. Ricavo, Rendita. Frutto,
Mett on teren in o a cavada. Met-
tere a frutto o a rendita una terra ?
Cavadin. T. di Ferriera. Gavaino. Specie
di tanaglia colla quale si tengono saldi
i grossi ferri nel fabbricarli. Pei gros-
sissimi s'ausa a pari fine la Gavaina. P".
Cavadinna. T. mus. Cavatina. Aria breve
seu^a riprese e seconda parte.
Cavadinna. Scappata? Scappatella. Scher-
mo, Discorso con cui destramente un
si schermisce da un^accusa o dal dire
il vero, o dal rispondere a proposito.
Cav adura Quella tavola sulla
f|uale sta il rcnajuolo a cavar la ghiaja
•• e la sabbia nelle cave di rena. Nel*
56) CAV
r estremo ha alcuni incavi per guida
del manico della cucchiaja(^a/roi») che
si cala* in acqua ad estrarre la rena.
Cavafórma Ferro ricurvo e
fermo in tm manico orizzontale del
quale si servono i calzolaj per levare
le forme dalle scarpe e dagli stivali.
Cavàgn. s. m. Corbello» Paniere. Nei diz.
italiani Cavagna vale Cesta o Cestone,
y. anche Cavagna.
Fond o Cuu. Fondo ? Culo ? «» Cros
del cuu. . . . ^ Cora del cuu ...» Pien-
taa. . .» Cors. . . ess Asta. . . m Orlo. . .
is Manegh. Manico? s- Straroezza. Tra-
mezza?^ Asett. . . I- Fcrololt o Tapp.
. . . «» Bacchett o Gorilt. Gretole,
Cavagna. Cesta. Canestra, Paniera, Zana,
Fra Cavagn e Cavagna corre questa
diversità che di regola il primo è più
piccino della seconda , non è * mai
quadro come ne sono parecchie delle
seconde, spesso è coperchiato, il
che non suol essere nelle seconde.
Cavagna d^ uga. Zana d'uva(L9LSÌri),
Fa cavagna d'Iona robba. fig. Goder^
ne a guerra rotta. Fame scorpacciate*
Fass torà dove comenzen i cavagn.
Far sì che altri ci abbia in cupola^
in tasca, in quel servizio.
L^ha fa a on oeuv fceura de la ca-
vagna o del cavagnoeu. ùg
Dicesi di chi fa una cosa fuor del
suo costume o che non ha mai fatta
in vita sua ; e in tale caso si dice di
lui che Ei vuol morire,
Romp la cavagna. Lo stesso che
Fiomp la torta. K. in Kómp.
Vantet cavagna cVcl manegh Té
rott. Che se né predichi. Hai fatta
assai, scrivi al paese. Si suol dire
per derisione quando altri ha fatta
un"* azione da lui stimata grande e
bella ^ che in effetto non è poi tale»
anzi è tutta il contrario — Lodatevi
cesto, che avete bel manico. Lodati
cesto che il nuinico hai bello. Dicesi
proverbialmente a chi loda sé stesso.
Cavagnàda Quanto cape in uà
paniere o in una zana.
Cavagnàda Colpo dato in un
paniere o con una zana.
Cavagnàsc. Canestraccio.
Cavagnce. Panierajo. Cesfaruolo,
Cavagnéxa. Cestarbla?
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CAV
Garvagnèlta. Cestella, Panierina,
Cavagnin. if. hrianz, per Gavagnée. V.
Cavagainna per Gavagnéra. f^.
Cayagaaeù. Canestrello. Canestrìno. Co-
nestretto. Canestruccio. Canestruolo,
Canesintzzo* PanìereiU). Panierina. Pa-
nierino. Panerina. Panerino, Ptinieruz-
zo* Picciolo canestro.
Gavezzà i oeuv in del cavagnoeu. V,
in (Eùv,
Fa cavagnoeu. Far masserìzia. Te-
sorizzare. Metter da Ò€uula. Fargruazo
o gruzzolo, jRaggranellare. Jiaggruz-
zolare.
Fa on oeuY foeura del cavagnceù.
V. in Cavagna.
Ogni fioeu porta adree el so cava-
gnoeu (cìte in campagna dicono Ogni
agnell gh^ha el so prajeil o vero £1
Signor el creja Pagnellin eont el so
pascolellin) Dettato con cui
si vuol indicare
Cht p«r noi Proy^idenza alta infinita
Yegtia, e <{uesti conforta e qoei provvede,
£ tatti «scolta , e^ poi'f « * tutti aita
come scrisse il Filicaja, q si dice spe-
cialmente a consolazione di chi si
lagni de^figliuoli troppo spesso sorve-
gnenti. Talora si potrebb^ anche dire :
Dio manda il gielo secondo i panni.
Cavagnoeu. T. de^ Confett Sp. di
dolce fatto in figura di canestrellino.
Cavagnoeùla. Canestrina.
Giugà a la cavagnoeùla
Giocare a quella specie di biribisso
che è cosi detta dalla canestrina o
umetta ond'^escono le sorti del giuoco.
Fra il Biribisso propriamente detto e
la Cavagnoeùla corre quella stessa di-
Tersità che è tra bassetta e lanzinett^
cioè che il primo frutta sempre a
chi tiene il banco che è sempre una
medesima persona « e la seconda può
fruttar più e meno secondo sorte a
tutti i giocatori , a ognun de** quali è
in arbitrio il farsi alla volta sua ban-
chiere come gli altri. La Cavagnoeùla
ebbe la sorte d"* essere descritta dal
nostro Parini delia Notte verso il fine
(I, 3^0 edizione milanese del i8oj).
Cavagnón e Cavagnònna. Cestone?
Cavagnorìn. Canesirettino. Panieràzzola.
Paneriizzola. Paneràzzolo* Panieràz-
zolo, Panieroncino, Piccioie ctneitrino.
Fol. I.
(257) CAV
Cavagnòtt. v. deirAlto Mil. CestottaJ (Chro
Maltacc. S ). Corbello, Còfino. Quello
fatto a popone di cui si fa uso per
raccogliere la foglia de^ gelsi. Nella
nostra pianura usano per ciò le sac-
ca; nelle nostre colline i cavagnòtt
o i cavagnottej {corbelli 9 Corbellini).
Cavagnottèll. Corbellino.
Cavalànt. Barocciajo. Cavallaro, Guida
di cavallo da carico o di baroccio, che
i Romani chiamano Bàtterò 9 e che fra
noi è anche una specie di Procaccio
campestre e borghigiano. Nel Basso Mi-
lanese oltre a tale idea importa in
qualche modo quella del Cavallajo o
Buttero de''cavalli della Maremma sa-
nese , cioè a dire siguifica quel Con-
tadino che accudisce ai cavalli, per
opposto al Fame) che accudisce alle
vacche, e al Bólck che accudisce ai bovi.
Gavalantin. Gafa//a/o(*sane5e maremm.
Lastri Op.). Buttero de' cavalli. Man"
driano de''cavalli. y. in Cavalànt.
Cavalaria. Cavalleria.
Squadra de cavalaria pesanta o
gre va. Sc/Uera di cavalli grossi.
Squadra de cavalaria leggiera. Schie"
ra di cavalli leggieri.
Gavalarìzza. s. f. Cavallerizza 9 e dottr.
Ippodromo. 11 luogo dove s* impara a
cavalcare. Cavallerizza dicesi anche
Tarte slessa del cavalcare.
Fa fa la cavalarizza a on cavali.
Folteggiare un cavallo*
Gavalarìzza. s. m. Cavallerizzo , e dottr.
Vlppocomo,
Cavalàsc. Cavallaccio. M/ana.Buscal/ana.
Gavaiàsc.fig. Camarlingona? Donna gran-
de e mal messa della persona.
Cavalàsc. Nabisso. Dicesi a ragazzo o a
ragazza quasi che spiritali.
Cavalàsc(ujaii3a antica), F. Mosgétt.
Cavalca. Cavalcare, y. anclte in Cavali.
Cavalca a schenna biotta. Cavalcare
a bardosso o a ridosso.
Cavalér (e in qualche parie del contado
Cavalée). Baco, s. m. usato quasi sem-
pre al plur. Bacìd. Bachi da seta.
Filugelli. Bachi Jilugelli. Bigatti; con
voce dottr. Bombici , e meglio Bom-
bici del moro -^ Nello stato di larva
noi lì diciamo BigaU o Cavaler (bachi);
in quello di ninfa o crisalide Bordbcch
Gattòzz * ( bacaoci « vennocchi ) ; in
33
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CAV ( 258
quello d' insello perfelto Parpàj (far-
falle, farfallini). Per le inalallie alle
quali vanno soggelli veggansi anche
ai loro luoghi Maa del segn^ Gialdóìij
Calcinàzz^ ecc.; pel seme veggasi So-
ménza^ ecc. I Provenzali chiamano
queslo prezioso insello Afagnàn^ con
nome così singolare per le noslre
orecchie, come è singolare la elimo-«
logia di Magna nens o Magnus nens
(gran filalore) che qualche dolio pro-
venzale ne arreca in mezzo.
Cavaler hianch. Baehi biancìU, Bachi
noslrali che fanno il bozzolo bianco ,
ma d'*un bianco sudicio diverso da
quello niveo de^ bachi cinesi.
Cavaler de la Chinnik. Bachi della
C/u/ia(Gior. agr. IV, 4^^)* Bachi i
quali appena nali hanno intorno al
collo una collana di peli bianchi , e i
piedini callosi derelani assai bianchi ;
fanno un bozzolo del candor della neve.
Cavaler camozz o camozzin. Bachi
pestellini {Gìor. Georg. IV , 42^)< Bachi
che fanno il bozzolo piccolo e strozzato
nel mezzo , vivono assai meno giorni
dei comuni, ma però fanno quattro
mute , e danno bava assai gentile.
Cavaler moscardin. Gessi o Calci--
nacci{*fioi\ e Targ. Mem. sulle ma-
lattie de^ bachi da seta negli Ann.
d'^Agr. XI , 70). A Verona sono detti
Zuccarini'^ in Linguadoca Muscardins;
in altre parli della Francia Dragées.
Cavaler quartin o indian. Bachi di
quattro volte? Bachi da seta che mu-
tano quattro volte ; i filugelli comuni.
Cavaler terzi n o terzi roeu. Bachi di
tre volte? \\ Gior. agr, tosc.(tom. I,
pag« 195) li dice Bachi di tre muiCf
però a bocca di scriltore non toscano.
Que'^bachi da seta i quali mutano
solo tre volte, hanno vita più breve
de^ comuni , ne sono più piccioli , e
fanno il bozzolo minore d* un terzo
a paragon del comune. E forse pet^
che questi per ìneno tempo espon-
gonsi ai pericoli che accompagnano
la bacatura^ il Lastri (Opere 1, 299)
dice Biichi di tre volle quelli che si
rimettono a seconda famiglia in estate,
rimessa che fu tentata una volta in
picciolissima quantità a Monlicello di
Gttsirago in Brìaiiza,
) CAV
Cavaler terzolaa o terzoraa
Bachi sguagliati, altri grossi, altri
mezzani , altri piccini , quali vegnen^
ti , quali intristiti , perchè o proce-*
denti da semi diversi, o non nali a
un tempo, o nodriti variamente.
Gattinn o Galtèll Nomi di
que^ bachi da seta i quali, o per esser
usciti di mal seme, o per essere stati
tenuti troppo affollati nella prima età,
si rimangono, quasi albini e cretini
della specie, piccini, tristi, e non
fanno bozzolo, o lo fanno di pessima
qualità, o muojono tisici in sui primi
giorni del nascer loro, o si buttan via.
Gialdón. Bachi gialli(*Gior. Georg.
I, 277). fiacche. Bachi intristili pel
cosi detto mal del giallo < ^. in Maa
del gialdón.
Andà in gialdón o Ciappà el
gialdón. InvacclUre ( Gior. agr.
tose. I, 543). Contrarre il male
cosi detto del giallo. K in Màa.
LusiroQÙ. Cìùarelle o Chiaretti(*ùov,).
Liiccioli {Gior, Georg. 11,438). Bachi
idropici a' quali riluce la pelle per
un umor biancastro corrotto che la
distende. V* è chi non li vuole idro-
pici e li repula cosi conci per alte<-
razione nelle funzioni digestive.
Marsción Bachi da seta an-*
neri ti e imputriditi per riboUimeuto,
mal governo, ecc.
Orbdn. . . . « . Bachi da seta pia
grossi dei comuni, e privi di quelle
granella dure lucide e a corona ghe
il volgo reputa occhi dei bachi.
Kesclón o Resciòtt. Frati, Bachi in^
/ratiti(Giov, agr, tose, I, 544). Que' ba-
chi da seta che per troppa frescura
di ambiente non lasciando scorrere
molle quanto basta la lor seta si stec^
chiscono incrisalidando sulle stuoje^
non salgono alla frasca , e vanno a
male. I dizionari coirautorità del Bi-
scioni definiscono la cosa non affatto
cosi; ma nel Gior. agr, toso. I, 234
e nel Gior. Geor. Il , 817 è rettificata
r idea. Quest^ ultimo li chiama anche
Biccioni tratto in inganno dal Dandolo
che toscanizzò cosi erratam. T idiotico
nostro Besclon — . Infralire è il eoa»
trarre il male — Una specie dei nostri
Besclòu sono anche i Bachi costoloni
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CAV ( a
{GìoT% agr. tose. I, 54^ i cioè quelli
che per aver ricevuto troppo cibo
negli ultimi giorni della loro quinta
età riescono troppo pingui e stecchiti
non si votando facilmente ^ e mal ma*
turando o anche ammalandosi*
S'cioppilt. £i«<rrm'(*fior.)* Sono quel
medesimo che le chiarelle (/iMira*ff)
allorché letti umidi e foglia umida o
immatura fanno si che Tidrope scop-
pii, e screpolata la pelle si muojano.
Àvegh i ca valer in sul bosch. ^vere
i bachi alla /rasca(Buon, Tane» I, a6)*
El cayaler faa che Tabbia la ga-
ietta, el deventa bordocch. // baco
da seta abboztolato eh'ei sia^ è ba-
cacelo, e di poi vermocchio.
Mand»-via i cavai er. Mandare alla
frasca i bachi.
Peli che ha lassaa-giò el cavaler.
Scoglia? Spoglia?
Somcnza de bigatt o de cavaler.
Seme di bachi, V, in Soménza.
Tegnì i cavaler* Fare i bachi{TArg,
Viag. V(, 65) — La bacaturaCiosc).
Cavaler (bariseli). Cavaliero,
Cavaler. Jd. di Per. F.
Cavalerìn. Bachino ( Gior. Georg. XV 9
393). Picciol baco da seta.
Cavalètt. T. de'^Bott. aica//e//o(Diz. Gri^
seU.). Panca cavalcioni alla quale il
bottajo rassottiglia e lavora col col*
tello a due manichi le doghe ed altre
assi da botti. È quello che i Francesi
chiamano Selle à tailler»
Cavalètt. Cavalletto.
Gamb. Ritti » Traverà. Traverse 1-
Sajett. Pimtom >• Travett. Banchina?
Cantèo?
Cavalètt. Forcella, Forcina*
S^ciopp a cavalètt. K in S'^ciòpp*
Cavalètt. T. de* Pitt. leggio. Strumento
di legno a triangolo vei*ticale con una
delle sue gambe mobile « per mezzo
della quale si può abbassare e solleva-
re, di cui si servono i pittori per reg-»
gere le tele o tavole che dipingono*
Cavalètt « T. de^ Mur. Capra, Arnese ad
uso di regger ponti o palchi posticci
per chi dipigne mura o fa altro la-*
voro intomo agli edifici.
Cavalètt. T. de^Pettin. Panca, Arnese su
cui si lavorano i pettini*
Coperta* Torchio*
S9) CAV
Cavalètt. T. de' Sei. Arcione, La parte
arcuata del fusto di una sella o d' un
basto.
Cavalètt de debanz, Cavalètt àé
dedree. Arcione • anteriore , Arcione
posteriore*
Cavalètt Nelle barche de^ nostri
laghi è quella specie di forcella in
cui si fa punto di leva al timone
(guamagg).
Cavalètt. Bietta. L'impugnatura delPar*-
co col quale si cava il suono dagli
strumenti da arco*
Cavalètt. « . . Arnese alquanto diverso
dal cavalletto comune^ consistente in
una specie di telajo concavo 9 portato
da quattro ritti, e destinato a reggere
alta da terra una botte di poca tenuta*
Cavalètt Specie di capra di cui
fanno uso i venditori di legne al mi-
nuto per pesarle^
Stanga. Stanga? 1= Traveri. Tra^
verse :» Gambetta^ ^ Ferr
de la stanga o Portastanga* . * . • »
Cavicc* Piuoli*
Cavalètt. T. de' Mattona}. K Cavalli
Cavalètt o Càvra. Fattore, Quello pei
fabbri che è pei legnajuoli il Can«
dcUierCi
Cavalètt o Càvra. T. de'Tint. i . . Nome
di queir ordigno che sostiene i torni
(tome/) de' quali si fa uso per far
ben intignerò le pezze nelle caldaje*
E nome di quegli altri ordigni sui
quali si mettono a prosciugare le robe
tinte o si posano le robe da tignere*
Cavalètt* T. de'Conciat. Capra* Strumento
sul quale si ragguagliano le pellif di-'
verso da quello detto alP inglese, e
che corrisponde, se non erro» al Che<*
valet de bois dei Francesi.
Cavalètt ingles* T* de'Conciat. Capra
alV inglesct
Cavalètt* . * 1 . Ne^ carrettini de^baroc-'
eia) detti Volantini è tina specie di
bilico fatto a V con da piede una
rotella , postò sotto il letto presso
alle stanghe ^ il quale regge in bil̀o
il carro ancorché non sia attaccato il
cavallo a reggere le stanghe* È di-
verso dal Servitàr. V*
Cavalètt a la romanna* T* dei Fa]eg# Pii'^
dica. Piètiche. Strumento di legname
aimile 4 un par di seste ypalancatef
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CAV ( a6c )
il quale serve u tener salde e soUal*
zale le travi o i panconi mentre si
segano, ed anco ad altri usi.
Cavalétt a staffa. F. Cavaletlón.
Cavalétt de ferra Posapiede di
legno fatto come un treppiè con una
delle gambe più lunga delle altre
due, sul quale si fa posare il piede
al cavallo in tempo che gli si spiana
la ferratura.
Cavalétt di cav. T. deTaleg
Quello da strignervi entro le assi in
cui s^ hanno a fare gl'incavi.
Cavalétt di pèner. T. de^Faleg
Quello messo a giacere in piana ter-
ra, in cui si fermano le assi dove
5^ hanno a fare le pédere.
Cavalétt (Giugà al) Quel giuoco
che i Francesi chiamano Cheval fondu
e i PrA'entali Chiurlétto o vero Chi-
valoun chhalet, e consiste nel saltar
che fanno più fanciulli un dopo Taltro
a cavalcioni sulla schiena d^un com-
pagno il quale se ne sta incurvato
come fosse cavallo ad aspettarli.
Cavalélta. /ngam^afiim ( Mach. Op. IX,
i85). Cavalletta, Fa ona cayaletta. Fa*
re alimi una cavalletta» Parlandosi di
dame rubate altrui e sposate sul viso
di chi le amoreggiava direbbesi la
gambata.
Cavalétta (c/te secondo parti del conta-
. do è detla anche StafietU e Cavali
de coeuv). Caundletta, Crocetia? Muc-
chio di circa trenta o quaranta co-
. voni(oevifc) di grano accavallati Tun
Taltro a foggia «li tenda campale, con
- molti de^ quali mucchi poi si fanno
le barche o h\c\ìt(med) allorché «^ ab*
barcano i grani.
Cavalètta. Vedi in Girométta.
Cayaletlón (che anche dicono Cavalétt a
staffici o Machina de Teserà), Piédica?
Piétìefte? Ordegno diverso dalla pie-
dica de"* falegnami del quale si ser-
vono i venditori di legno al minuto
per segare pedali, toppi, ecc.
Cavaliér. Caualiere, Cavaliero ^^ Al fem-
minile CatHdiera e Cavaleressa — Ca-
vmlierato dicasi la dignità del cavaliere.
Cavalier del àenX, Parasito. Scrocco-
ne, Set^occaiùre. - CavaUer d'indusUia.
Cavalier servant. Caivmiier servente*
^ Cavalier d^amore. Cav, d'alctma donna.
CAV
Fa el mestee del cavalier del dent.
Sciovemarsi ipià e là.
Cavalierin Giovane cavaliere.
Cavaliermàn. Disinvoltamente. Dal frane.
Cavaliòrement.
Cavalìn e Cavallìn. Cavallino. Cavalletto.
Poltracchio. Ronzino. Poledro. Puledro^
Giugà a pimpin cavallin. Fare a
shricchi quanti. V. in Pimpin.
Cavai in. Voce del Basso Milanese , verso
il Pavese Cavallétta. F. Saltamartin.
Cavalinétt. Puledrino. Puledruccio. Pole-
druccio. Poltruccio. Poltracchino. Poi--
irnccìiiello.
Cavai Inno, /domina.
Cavalinna o Cavallinna. Ad. di Èrba 9
Tìla , ecc. V.
CavalìU pi. di Cavalétt. F.
Cavali. Cavallo 9 e con voce poet. ant.
Vjffferranie(che forse era da dire Jf-
Jerante , cioè mangiafieno in erba, dal
prov. ^/fèmfe di pari sig. )• Al plur.
Cavaili, Cavai 9 Cava' — Le cose per-
tinenti per natura ai cavalli diconst
Cavalline; quelle per arte Cavalle-
recce o Cavalcheresche -^ I cavalli non
mansi vivono in armenti o mandre cu-
stoditi dai cavallari o giumentieri,
mmim Ncl Cavallo si osservano tre
parti principali, cioè il
Denanz. La parte dinanu.
Corp. // corpo. La cing/iialura*
Dedree. La parte di dietro.
— Nella parte dinanzi veggonsi
Coo. Testa » Orecc. Orecclùe » Zuff.
Ciuffo o Ciocca •» Gnucca. Nuca »
El Front. La Fronle ai ... . Fron-
tale » I Cav. Fossette. Conche » Pal-
-pev. Palpebre ^Z\\. Sopracciglia a» , . .
- Zigoma. Giugale *» (Eucc. Ocdd tm
Pois. Tempia >■ Ganass o Ganasson.
Ganasce » . . . • Stanghette. Barre ^
MasccU. Guance'^ Nas. Naso tm Nans.
Canali del naso «■ Peli di naris. Le
Froge o Frogi. Il Moccolo del naso.
»s Bocca. Bocca tm Muson o Musei-
la. // Musello. Muso » Lavor. Labbra
»> Baii>oxa« Mento tm Baslètt. Barbotr
se V Lengua. Lingua t» Dent. Denti
(Dent denam. Incisivi — Schejon.
Scaglioni o Piane — Ganassal. Ma-
scellari — Dentin. // primo jmorsa —
Dent de jnesa. Denti di aiass^ — Fa-
soeù. Fagiuoli, F. anc/te iu Dénl). »-
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CAV ( a6i
Coli. Còllo (locoUadura. Filo del col-
lo. Cannone del collo* Crudle —
Ciomma. Criniera* Chioma — Gana-
ruzs. Gola — Foppell. Fossetto o Ca-
naletto ) ne Spali, ^alle » Cros. //
Garrese, La Croce •* Stomegh. Petto
t» Stomegh in focura. Punta di petto
t« Ganib de denanz. Gambe dinanzi
( . . . . Braccio — . . . . Antibraccio
— - ci Ce. Falce? Gomito — Genceucc.
Ginocchio — Cali. Callo. Ugnella —
Schìnca. Stinco o Cannone -— Gipn-
lura. Nocca. Nodello — GnerVt Tenr-
dine — - Speron. Speroni o le Camelie
— Fiocch. Fiocco. Barbetta — la Pa-
3tura« Pastunde — Coronna. Coruna
-i Pasturèll. ...)"* Pè, Piede ( . . .
Punta r- Qaart. Quarti — . , • . Tal-
lone, Calcagno — Corno. Muraglia,
Parete — Ongta. Unghia — Fetton.
Fettone 9 e con voci ant. Bulesia o Bu»
lesio — Soeula. Suola — Tuelló)
— Nel corpo o nella cinghiatura
S^cenna. Dorso » Renn. Lombi' Beni
t» Goat. Costole » Vgbuj o Fianch.
Fianchi ■■ Panaci a. Fentre ■■ . . . f^ergel-
la.Ferga*^ ... Fodero t*» ... Scroto. Borsa.
— • Nella parie di dietro si veggono
Groppa. Groppa « Goa. Coda t=
Hocc de la eoa o Codon. Tronco della
còda »« Culatt e Scagnej. Natiche t»
Pont di scagnej. Punte delle natiche
«" Garon. Anche »... Cosce «• Gras-
sell. La Grasoiuola » I Gamb de dree.
Le Gambe deretane {con Giarett. Gar-
retto — GuEza del giarett. Punta del
garretto ). f^ sopra Gamba e Pee.
— Pei varj colorì di pelame dei
cavalli veggasi Mantéll.
Pei diversi camminari si vegga Con*
trapÀss, Galòpp, Pass, Strapàss, Sàlt,
Traina, Travàrga, Tròtt, Trottin, ecc.
Pei segni r. Mascarin, ecc.
Per le malattie del cavallo veggansi
Bòls, Borsìn, Capstóma, Ciappòn,
Crepàzz, Doeuja veggia o Botta veggia.
Gali, Galettón, Giavèrd» Inciodaddra,
Lunna, Mal del tir , Ponti nna , Stran-
gojón, Vertigen, Vivol, ecc.
È cosa singolare che i zoologi, cosi
facili spicciolalori di varietà e sotto-
varietà negli altri esaeri ammali, non
abbiano fatto lo stesso col Cavallo;
force Ur«Uando9Ì di cosa notissima
) CAV
pensa ronp meglio schivar briga «
sotto un Asinus e^fuus riunire tutte le
specie. I commercianti però distin-
guono le razze secondo paesi , e per-
ciò noverano Cavalli arabi ^ tartari^
turclìij harbarescìd^ normanni^ gin^
netti o giannetti^ gianettoni^ yiUani^
andaluzùf inglesi ^ /regioni o prigio-
ni , sardi , olandesi , prussiani , un-
gheresi, ecc. ecc.
Cavali bass de quart Cavallo
che ha pie largo e basso di muraglia.
Cavali bizarr. Cavedio tostano e
iROpe/ite(Gresc. Ili, aS e altrove).
Cavali bon de dà a Ciocchin. Ca-
rogna. Cavallo incarognito» Cavallo da
mandarsi alla Sardigna.
Cavali caroccee. F» sotto Cavali
mocc.
Cavali che marsciss iq stalla. Ca-
vallo stallio.
Cavali che mord. Cavallo mordace «
morditore j che morde»
Cavali che se butta giò per terra*
Cavallo che si prostende a terra-
Cavali che se drizza sui pee de-
dree. Cavallo che s'inalbera o cìie
y ijfnpenna.
Cavali che s^ingenoeuggia o minga
franch in di gamb denanz. Cavallo
che casca.
Cavali che tra. Sparacalci. Cavallo
griccioloso , calcitroso , die calcitra —
die tira calci a coppia.
Cavali che va ben de contrapass.
Cavallo ambiante. Chinea. Che cam-
mina bene di portante.
. Cavali che va de traina o trainane.
Ubino. Cavallo che va di traino o
andietta o spalletta»
Cavali de balanzin. Cavallo del bi-
lancino. U cavallo sinistro che sta in
coppia a quello che è sotto le stan-
ghe del calesso. Anche il cocchiere o
vetturino che lo guida si dice Bilan-
cino. I Francesi lo dicono Porteur.
Cavali de bara. F. soUo Cavali de
stanga.
Cavali de barca o de barchiroeu.
Cavallo che tira la barca ; e 6g. V Asi-
no ^ cioè chi dura grfin fatiche.
Cavali de caroccia. Cavallo da eoe-
duo o dm canv^zm»
C%YalXik§e^99uBarèerp'C0rndprt.
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CAV ( H62
Cavali de fitUvol Cavallo
deputato ai lavori campestri.
Cavali de montagna Vacheta
da soma de^ Sardi.
Cavali de parada. Cavallo di ri'
spetto (Fag. Rimel, i36); e fig. • . .
Uom da figura e non da fatti.
Cavali de posta. Cavallo per la pò-
sta -~ Cambiatura. Cavai di rilasso.
Cavali de rampeghin Quel
cavallo- che solo precede gli altri due
accoppiati immediatamente sotto al
carro o al calesso. P". anche sotto Ca-
vali perteghin.
Cavali de ritomo. Cavallo di rimeno
o di ritomo.
Cavali de sella. Destriere. Destriero.
Corsiero. Palafreno. Palla/reno. Cor-
siere. Corrente. Cavallo corridore o da
maneggio 9 cioè bello, nobile, ecc.
Cavali de stanga o Cavali de bara.
.... Quello che sta sotto le stanghe.
Cavali de tir. Cavallo da traino —
Cavallo da basto — Cavallo da soma
o da carico.
Cavali de truppa. Cavallo da guerra.
Cavallo deputato ad arme o milizia
(Cresc. Ili, 19).
Cavali de vicciura. Cavai vetturino
o da vettura o da nolo.
Cavali de vitta. Ronzone. Cavai
quartato^ corpacciuto^ membruto.
Cavali dur de bocca. Bocchiduro.
Duro di bocca. Che sente difficilmente
il morso.
Cavali insellaa. Cavallo sellato , cioè
che ha la schiena che piega troppo
verso la pancia.
Cavali intregh. Cavallo intero, non
castrato^ che destinato alle razze «di-
cesi Stallone. Emissario. Copritore.
Guaragno. Cavallo da monta. Cavallo
da coprire. Cavallo di guadagno.
Cavali ligaa in di spali. Cavallo at-
tnippato 9 cioè che non ha moto libero.
Cavali matt
Cavali mocc, e in passato Cavali ca-
roccce. Codimozzo se ha mozza la
sola codav Cortaldo se coda e orec-
chie; Bertone se le sole orecchie*
Cavali morduu del loff. Cavallo al-
libato» '
Cavali omhrioB: Cavai omhraiico, omr
hroso^ c/<e ambra^ o aombra adombra.
) . CAV
Cavali pajsan. Cavai rustico. Caiwl
rustico a vedere{Cresc. Ili, tS, a5« e
altrove). Cavallo che ha la testa lunga,
il collo procidenle , V aspetto brutto.
Cavali perteghim Trapélo. Il cavallo
terzo da tiro quando è attaccato pò*
rallelo agli altri due. È il Mullier o
Bricolier o Bricole de^ Frane. Quando
è attaccato in testa dei due aggiogati
immediatamente al calesso dicesi con
particolar nome Troisième dai Fr. e
da noi de rampeghin. y.
Cavali quiettcome on hh.CavalmoMf
so o mansueto o umano o sofferente.
Cavali restin o che patiss el restìn.
Cavai resùo o ritroso. Bicciitghera,
Cavali sboccasciaa o sboccaa. Cava/
sboccato. Che non sente freno, che
non cura morso.
Cavali sbriaa. ^g. Sfrenato, ^ri"
gliato. Persona disordinata.
Cavali senza cuu. Cavallo sgroppato.
Cavali senza fianch. Cavallo sfian^
caio.
Cavali sutt de fianch. Cavallo seon
rico di Ranchi.
Cavali sutlil de coli o fin de gamba.
Cavallo scarico di collo o di gambom
Cavali tiraa-sCi in di iianch o senza
fond. Cavallo scarico di venire.
A cavali donaa no se ghe guarda
in bocca, iìg. A cavai donalo non si
guarda in bocca. Il donativo s'ha a
gradire , perfetto o no cVei sia nella
propria specie. A cavai donato non
si guarda il dente o non si mira il
pelo aggiunge il Diz. ven. senz'pad*
durne autorità.
A ferr de cavali, y. in Fèrr.
Andà a cavali. Cavalcare, Ghe piaa
a andà a cavali. Gli piace cavalcare*
£1 va a cavali a schenna biotta, Co-
valca a bardosso o a bisdosso.
Andà sul cavali de san Franzesch
o Andà a cavali de la cusidura di
coìton. Andare sul cavallo di san Fran"
Cesco. Spronar le scarpe. Viaggiar pe-
doni. Essere scarpatore(*SBii. e Gior«
agr. X^ 107)9 cioè pedone.
Ave de man on cavali. Menare a
mano un cavallo.
Aveghcn de fa lece ai cava). Averne
a barelle f a sacca ^ a bigonce ^ a balle^
a corra , a ciocche $ a fusone^ a josa^
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CAV (a63
. a bussa o a busso, a stranianza, a
sbocco^ a bizzeffe 9 a cafisso^ a biscia^
a micca, m, bacchio o da far ,piazza^
■ Cioè aver grandissima quantità di
checchessia. Ohe n''è de ik lece ai
cavaj. Elle si battono pel capo.
Chi no pò balt el cavali batt la
- sella. Chi non può dar aW asino dà
al basto. Proverbio di eh. significato.
Credes de ye^ a cavali e vess
nanch a pè. fìg. Creder d'essere su un
cavallo bardato e restare a piedi* Tro-
varsi le mani piene di vento*
Dance paga e cavali trotta
Si usa ùf^, per indicare che chi ha
danari ha modo a tutto, che pagati
siamo al servigio altrui, che i quat-
trini domandano il lavoro. Il frane.
Jrgentjaii tout,
Desmonlà de cavali. Smontar del co*
vallo o del -ronzino. Smontare a piede.
Scendere, del cangilo. Dismontare del
destriere. Dismontar da cavallo , ed
anche Scavalcare ^ il qual vocabolo
però ha cera di verbo continuativo
in senso negativo come Tha il suo
fratello Cavalcare in senso positivo,
e, se non erro, vale Abbandonare il
cavallo per non breve fermata*
Di bolgir de cavali. Dir cose da
bastotie{Fag. Rime I, 277)» F^ anche in
Bólgira e Ciòd.
Fa bolgir de cavali, y. sotto Spro*
posit de cavali.
Fa el cavali de vicciura. fìg. Essere
cavai vetturino. Esser l'asino. Durar
molte fatiche.
Fa el CBiY9l\m^tx,Seorrereo Correre
la cavallina. Fare o cavarsi ogni suo
piacere senza freno o ritegno, come
fanno i cavalli che non sono imbri-
gliati. Faire le cheval écìuippé dice
Montaigne ne^suoi Saggi al lib. i,*
cap. 8.*, in fine.
¥ìk stomegh de cavali. V.in Stòmegh.
Fé ver de cavali. V, in Févera.
Gira el cavali, f^olgere il freno,
Giudes del cavali, f^. in Giùdes.
Giugà al cavali marsc, f^. in Giugà.
Giuga a cavali e bria. F. in Brla.
In mancanza de cava} se fa trotta
di asen. f^« in ksen.
Intani che ona mosca la mangia on
cavali r è fada Si dice a mo*"
) CAV
. di scherzo verso chi si vanti di sbri-
gare checchessia prestamente senza
esserne da tanto.
L^oeucc del 'padron T ingrassa el
cavaU. L'occhio del signore o L'occhio
del padrone ingrassa il cavallo. A
ben governare il fatto suo vuol essere
presenza di persona.
Maiatrà i cavaj. Scorgere cavalli
(Sacch. Nov. i55). Domar cavalli. Scoz-
zonare, ammaestrare.
Mattcomè on cavali. Matto da sette
cotte, o spacciato 9 o spolpato 9 o matto
tredici mesi dell'anno. V. in Màtt.
Hatt per i cava). Cavallajo.
Mett la bria al cavali. Imbrigliare il
cavallo — la sella. Insellare ^- el bast.
Imbastare —- i fornimenti ^oni^re.
Moccià on cavali. Scodare un cavallo.
Monta a cavali. Montare a cavallo.
Montare in sella. Salire sul cavallo.
Salir sulla groppa del. cavallo. Mon-^
tare in groppa,
N^occorr zilTolà s^'el cavali noi vosur
bev. r, in Ziffoìk,
No yess né a pè né a cavali. K. in Pè.
Ongia de cavali, y, in óngia.
On rozz d'on cavali. Brenna. JU
fona. Cavalluccio. Buscalfana, Rózza*
Cavallaccio. Bicciùghera.
Pari on cavali marin* Parer l'alfana?
Noi conosciamo solo un cosi detto Ot-
vai marino d"* imaginazione che si con-
fonde coi lioncornì e coi cavalli fan-
tastici degli stemmi ne^quali talora se
ne scorge un pajo reggere gli scudi
blasonici ; e siccome, di questi molti
se ne vedevano sugli sportelli delle
carrozze, cosi il nostro popolo, che
novera moltissimi carrozza) e carroz'^
zieri, ferito nella fantasia da quel<-
Tana di collo e da quei crinili partico-
lari di un cosi da lui nominato cavai
marino , passò ad applicare la simili-
tudine specialmente alle donne Aise*
ragnole, di collo assai lungo, con
acconciatura di capo stravagante o a
gran piume e camminanti impalate
come ceri. Fors^anche la similitudine
entrò nel dialetto per gli sfarzi caval-
chereschì di Toanniaso Marino, come
a dire Questa donna sembra uno dei
palafreni impiumati e altieri di Tom-
maso Marino.
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CAV
(a64)
CAV
Saltà-giò de cavali. Balzar da cor
vailo. Salir già dei palafreno.
Sproposit de cavali. SproposUi o
Errori da camallo. Spropositi che non
li farebbe un cavallo ^ cioè solentiis-
sìmiy bestiali.
Tegni in bria on cavali. Frenare.
Affrenare.
Vegnl a pè i cava), (idiot.). . • . Ve-
nire i cavalli sciolti» digiogati, non
insellati ne aggiogati a cocchio.
yess come el cavali del Gonella o
Ghinella. Esser l'asino. Vale esser
aggravato di fatiche.
Vess el cavali de Ciocchin. Ji^ere
più mali che il cavai della carretta.
Ytss el so cavali de battaglia, fig.
Essere il suo maggiore, il
cavai di rispetto, il suo forte.
Yeas servitor a pè e a cavali. Kin Pè.
Ziffolà per fa bev i cavaj. Fare il
zufolino ai cavalli.
Cavali (A), m. avv. J cavalcioni. A co-
valiere. V. in Cavalón.
Cerca Taseu e vessegh a cavali.
V. in Àsen.
Pont a cavali. Punto allacciato. Lo
stesso che Pont-sora. K. in Pónt.
Scala a cavoli, y. in Scàia.
Sta a cavali al fusa. fig. fT. in Fòss.
Vess a cavali, fìg. Esser a cavallo.
Lo stesso che Vess a cà. P". in Cà.
Vess a cavali de la muletta. f^. in
Mulètta.
Vess semper a cavali al foeugh. K. in
Foeùgh e Cantòn.
Cavali. Forcatura, Inforcatura* Forcata,
Parte del corpo umano dove finisce
il busto e cominciano le cosce.
CavàU. Catriosso. Arcale del petto,
CavMl. Cavtdlo. Castigo, detto atroce da
un poeta pisano e che meglio era da
dirsi inonesto e indecente , che akre
volle scusava nelle scuole facendo
alzare a cavalluccio gli scolari da pu-
nirsi e percotcndoli nel deretano a
• sferzale.
T(£iiHsì!i o Dà-via on cavali. Jbccàre
o Dare una spogliazea o un cavallo,
On cavali a cuu biott. Un cavallo
a brache calate (AUeg. l35). Una spo-
glia^za.
Cavali. T. d'Agr Ciocco fido su
tre piedi, dal quale esce un grosso
legno quadrato e biforcuto augnata—
mente, nella cui biforcatura si fa
passare la canapa per diveltarla col
mazzuolo e diliscarla prima di pas*
sarla alla macinUaf^ranto/a).
Cavali. T. de'Carraj. Tréspolo. Arnese
forato pel lungo e intelajato su quattro
piedi per uso di collocarvi dentro le
ruote onde sian ferme allorché se ne
serrano i quarti(t gavij).
CavàU o Cavalètt. T. delle fornaci di
mattoni. »... Specie di capra con-
sistente in una travetta sorretta da tre
gambe sottili in mezzo deUa quale è
un truogoletlo (navtll o mamin) e da
capo un piano incWntAoispianadora) su
cui il mattonajo spiana i mattoni.
Cavali. T. di Giuoco. Cavallo. Keglt
scacchi Cavallo e Cavaliere,
CavMI. T. de'PasUJ -. Reggetta
di ferro la quale sorregge la forma
delle paste nella campana.
Cavali. T. de^ Sart. Fondo. Quella parte
de** calzoni e simili che corrisponde
alla forcatura del corpo umano.
Cavali. T. di St. CavaHo{\>om Libr. p.6o).
Cavalletto. Quel legno a cui il com-
positore accomoda lo scritto da com-
porsi e stampare per poter leggere
comodamente, ed è il f^isorion de Fr.
Cavali , e con parola men bassa Pano, f^.
Cavali, fìg. e sch. . . • Bastone , pedone.
Cavali e Cavali a cunna. Cavalluccio ?
Trastullo da fanciulli per fare airal-
talena , alla chinlana , ecc*
CavàU Quel piantato pirami-
dale di tre paloni dal quale per una
fune pende verso il mezzo il vaglio
o crivello in cui s^ha a crivellare il
grano in sulPaja.
Cavali cìdamano in alcune parti del cort^
tado quello che in città nominiamo
Carùspi. P^,
Cavali. Ad. di Per. r,
CavàU de ca;uv. ^. Cavalètta.
CavàU de frisa. T. milit. Cavallo o Ca-
valiere di frisa o Frisia{Diti. mil.).
CavàU de la pesa. /^. in Pésa.
CavàU de la nos {che altri dicono con
voce svizzera Cros). Concameraùone o
Dissepimento della noce. Ciò che i
Frane, chiamano Zeste e i Tedeschi
Wusssatlel. Il Peschieri nel Diz« parm.
dice parergU che V abate Coloinbo
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CAV
(265)
CAV
colesse chiamftrlo Frtdio; ma la defini-
zione Gk^ei dà di questo torso per cosi
dirlo del gheriglio della noce mi pare
errata per modo che dubiterei anche
della voce columbiana se non troTassi
nell^Alb. bass. la voce Frullo usata
pure come equivalente di Zest
Cavali del rù Quel piantato
di due pali incrocicchiati da capo e
collegati da piede con una traversa,
al quale il contadino appoggia la gerla
in cui carica il letame, la terra, ecc.
che vuol trasportare a spalle qua e là
pel podere.
Cavalla. Cavalla — Ptonzina*
Cinqu e cinqu des, la cavalla Tè
nostra Dettato comune fra noi
quando si vuol esprimere reciproco
accordo, alludendo con ciò airatto di
toccarsi la mano , che sui nostri mer-
cati di cavalli ed altri bestiami è segno
del vicendevole consenso sul prezzo
pattuito fra il compratore ed il ven-
ditore. In varj scrittori leggesi spesso
un dettato che non mi pare molto
diverso dal milanese, ed è; ^ vacca
è nostra 9 e vale noi siamo sicuri del
fatto ^ la cosa è fatta, è ferma. " Come
noi siamo così^ la vacca è nostra »
(Cecchi la Moglie 9 p. 3o). « Così, la
Tacca è nostra » (Lasca V Assiuolo,
p. 65, 94)« Anche il Lalli Fusa più
d^ una volta nella sua En. trav.^ ed
è modo proverb. comune ai Napole-
tani, come può rilevarsi dal Voc. nap.
La vache est à nous dicono anche i Fr.
L^è orba la cavalla, r^ in Òrb.
Quand la cavalla V ha desegnaa de
zoppass se ghe va a roett el ciod
giust in sul pass. Quando il diatfol
vuol andare a procissione, non gli
mancano mai le croci (Lasca GelosM,^),
Citi Ila a rompere il collo trova la
strada al hujo. E vale che ai disgra-
ziati le disgrazie corrono dietro.
Cavallàda. v. a. Oaz. Mere. Soma. Quan-
ta merce porta una bestia da soma ,
e specialmente un cavallo.
Cavallin, Gavallinna, ecc. f^. Gavalin,
Gavaimna, ecc.
Cavalón. Cavallone, JRonzone. Rondone.
Gran cavallo. Noi però lo usiamo più
comunemente come voce bambinesca,
sinonima del positivo cavallo , per «s.
Voi. /.
Scappa scappa, che ven el cavalón.
Fia via,. bada al camallo,
Cavalón (A). J cavallo. A cavalcione. A
. ca^miiere, A cavalcioni. Cavalcando* Ac-^
cavalciando. Stando su checchessia eoa
una gamba da un lato e coiraltra
dall^altro.
Andà a cavalon de la cusidura di
colzon. Andare sul cavallo di san
Francesco. Spronar le scarpe* Viag-
giar pedestre.
Giugà a cavalon. Fare a andar
cavalcioni alla mazza{*fior,). Spetie
di giuoco che fanno spesse volte i
fanciulli , prendendo un bastone • e
mettendoselo fra le gambe , e eesl
. camminando a cavalcioni sopr^ esso ,
come se fossero aopra un cavallo. Il
Dict. proven9. fa menzione di questo*
giuoco deUo anche fra i Provenzali
^Aller a cìùvalon ^— Talvolta dicesi
anche del Prender un fanciullo a ea-'
valcioni a una coscia, e tentennandola
mostrare di farlo cavalcare.
Cavalòtt o Cavallòtt. C^t^ol/o^ (Lasca
cena i.* nov. f .* p. ^S). Poltracchio.
Puledraccio* PuledroUo. Bidetto. Ca-
vallo corpacciuto, ma che ha del
tozzo e del masso più che altro.
Cavalòtt. T. delle Arti Pezzo di
metallo che si sovrapponga- ad. uno^
strumento o ad una macchina .qiia-
. lunque, e che in ^erta guisa Tacca-
vaici. Cosi nei torchi da stampa di
. moderna fabbricazione, in luogo del'
cappello , che anticamente si metteva
come per finimento del torchio stes-
so, si è sostituito un lavoro di ferro
guernito d^ottone o bronzo a cui .si
dà il nome di Cavalòtt.
Cavalòtt. T. di Zecca Quella
specie d^ alari sui quali si posano ad
arroventire le lastre onde hanno a
farsi le monete.
Cavalòtt. Ad. di Per. r.
Cavamàcc. Cavamacc/ùe. Macchiajuolo.
Colui che esercita Tarte di cavar le
macchie.
Cavaòr. Lavorator d' oro vecchio ( Gior. '
Geor. II, 4o). Queir artefice che fa
professione di raccattar Toro dalle
cornici di legno vecchie , dagli stuc-
chi smessi e da ogni oggetto stato
già rness» a oro. La macina {el molin)
54
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CAV ( a66
ch'^egli adopera per ciò si vede di-
pinta a pag. i.^s della Pirotecnia del
Biringiiccio.
Cavastacchètt. T. dell'arti e di Stamp.
• Ca\fabollette, Strumento di ferro o
simile rifesso in una testata ad uso
di cavar bollette.
Cavastràsc. Cavastracci, Ferro a spire
inastato sulla bacchetta deirarmi da
fuoco portatili per trarne la borra»
la carica 9 ecc. 11 cavastracci da can-
noni, infisso sur una lunga asta 9 è
detto Garagòlo dalFAlb. euc. con voce
ricusata dagli altri diz. e fin anco da
quello d'artiglieria perchè accennata
veneziana dallo Strati co nel suo Diz.
di marina, ancorché omessa nei diz.
veneziani del Patriarchi e del Boerio.
Cavastrivàj. CamerierinOf e da alcuni
anche CavasUvalL Arnesetto per uso
di cavarsi gli strvali.
Cavaverdùra. T. de^ Cuochi
..Specie di cucchiaino, con palla da
ambo i capi a orli taglienti , del quale
i cuochi e gli scalchi si servono per
cavare dalle radiche fusiformi od altre
di certe verzure varie galanterie per
' addobbi da mensa, come stelluzze,
fiorellini , ecc. È diverso dal Higaver-
• dura, V*
Gavavidón. T. degli Armajuoli
Ferro di cui si fa uso per estrarre
il vitone dalle canne delle armi da
fuoco portatili.
Cave. s. m. T. del G. di Pallamaglio • • .
Dà cave È il trucciare colla
tua palla quella dell^ avversario per
ispignerla oltre la linea di confine
assegnata . dal giuoco. Anche i Sicil.
dicono Cava,
Càved. V. cont. delPAlto Mil. Guardiano,
' Tralcio novello o dell'anno nella vite
■ che si suol tagliare a due occhi, ed
è quasi riserva e custodia di essa^
custos come lo dicevano i Latini*
Gavedàgna. TestaVi {** Senza museruola
» il bove aratorio farebbe guasto alle
9t viti o quando è per voltare sulla
»f testata, o quando lavora presso la
» proda del campo » Gioru. Georg. X,
555 — idem XII, 85, 89 e ahrove ^
Lastri Op. I, ia6). È quel lembo di
terra nella testata de'campi che si ab-
bandona senz'arare o assolC'dre onde
) CAV
lasciarvi libertà di passo e carreggio;
é il Ialino Fersura^ cioè la testata
che rinserra tutte le porche d^un
campo. Acquajo^ Solco acquajo e Ponr-
iojo non sono punto la nostra Cape-
dagna^ e male usanli alcuni in tale
significato , come male gli usai io me-
desimo nella prima edizione di questo
mio libro. Brunetto Latini nel suo
Tesoro Vili, v, a ha certi Ciottoli e
Andamenti che molto si rassomigliano
alle nostre Cavedagne ; e il . Davan-
zali nella sua Coltivazione toscana
certe talora delle quali si può dire
altrettanto. Proda e SemitierOf regi-
strati nei nostri dizionarj, non ne
dissomigliano gran che, e vi ha gran-
de affinità anche il Capezzale de* fos-
saioli pisani registrato dalPAlb. enc.
Mi si assicura che in alcuni paesi
di Toscana è detto dove yiuzza^ dove
Ciglione 9 e dove anche Capezzagna
o Capitagna* La prima di queste voci
parmi adottata anche dal Monti(Prop.
Ili, ir, 69); e le ultime due mi si
rendono credibili sia per quella Gn-
pezzata che nel Giorn. Georg. IV,
394 mostra questo nome usato ab
antico in Toscana nel significato di
ciglione, sia per quelle Capitagne
che riporta il Gior. agr. tose. Ili, 6x3
le quali ancorché ivi dicansi poste a
seme hanno però sempre faccia di
lembo campio di testata. U Gallo nella
sua Agric. la chiama senza più Cof^e-
dagna^ e il Gagliardi nel Vocab. agr.
Capezzaggine senza però citarne au-
torità — Capiczana per lembo dicono
i Siciliani; Cavdbn e Cavdunari Fer-
raresi per argine o chiusura di fiu-
mi, gore, canaletti qualunque, Cav^
don o Capitoni molle genti di Lom-
bardia per alari, tutte idee impor-
tanti chiudimento, serrarne, come la
Cavedagna serraporche e serrasolrhi
— Io credo volentieri questa voce
un rimasuglio di bassa latinità; Caye-
dagna da Capitanea^ qw» est in cof
pile 9 cioè che sta in capo del cam-
po, e così ritengo Testata per voce
che le risponde a capello. Molti però
fra noi vogliono che sia così detta
da Cave damna, quasi lista che guardi
il campo dai passaggi importimi e
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CAV ( 267
dai danni che ne conseguitano. A
questi cosi opinanti pare che diano
qualche ragione 1 .* L^afiinità di valore
che scorgesi fra la voce Cavedagna e
il Caved de t^it che a noi suona ramo
seryatore, ramo guardiano di essa
vite; a/ Quella Capitania che Icggesi
in significato di Capitale sicuro nello
Specchio de* Confessori a pag. a6 del-
Tediiion veneziana del i538 per il Ses-
sa; 5.* £ pi& ancora raccostarsi che
fa loro il Maggi nel suo Intermesso del
Jiiso (Raccolta d^Interm. tom. II, p. 3i 4)
dove parlando di coloro che soglion
ridere repressamente dice che danno
indizio d^ essere Persone caute più che
le cavedagne.
Cavedàgna. Ne^ prati marcitoj
è quello spazio largo due metri o
poco più che si lascia tra le fosse
minori e la fossa maggiore, per darvi
il passo a^buoif alle carra» ecc.
Cavéden dicono alcuni delfJlto MiUui,
per Caveszàl. V.
Cavedìn. v. brians. Stoppa di filatìccio,
Ga velerà. Capii laiitra. Capillizio. Capei"
litio* Capellatura, Capelliera, Capellof
mento. C/tioma* Capigliara; al peggior.
C€ipellieraccia(Laaca NoY, II, 6, p. 5i a).
Cavell; e al plurale Cavèj e bass. Ca-
vi). Capello; e al plurale Capegli,
Capelli 9 Cape?y Capei ^ ed anche Cave"
gli come scrissero anticamente Fran-
cesco Sacchetti 9 Cecco Angiolierii il
Sicolo e Francesco da Barberino nei
Doc. d^ Amore ecc. -— La ciocca dei
capegli cadente e negletta dicesi Cer-
fuglio o Cemecchio^ e Cerfuglione al
pcgg. '— Chi ha tali ciocche dicesi
Jncerfugliato -^ Chi ha molti capelli
dicesi Capelluto; chi non ne ha Caho;
chi pochi Presso che CaliW^ La parte
dei capo coperta di capelli dicesi Ca-
pellata o Capillata o Capelluta — Il par-
rucchiere che vuol adoperare capelli
per tesserne capellature postir.ce da
prima li fa bollire per disugnerli
(desgrassaj)^ poi li ragguaglia da ra-
dice per riconoscerne la diversità di
lunghezza (/e tira per testa) 9 indi li
trasceglie e appaja secondo lunghezze
{je tira per ponta), poi gli arriccia
col ferro (je rizza con staffa e roc"
chett); avvoltili sui rocchetti li ribolle
) CAV
in una pentola; indi li mette a ra-
sciugare in istufa; rasciuttili gli av-
volge infarinali con farina di segale
in una gran carta, e li mette in forno
a perdere ogni minimo umidore (el
giteja elpastizz)\ dopo di che li viene
lavorando — Lo stesso parrucchiere
considera il capello diviso in
Ponta. Punta (pointe) m» Testa. Testa
(jéte) t» Cavell. Capello,
Cave] anellaa. Capelli inanellatì*
Anelli, Anellotti, Anelli de'capellii
Cave) cancliàa. y. Canellòn.
Cavej che paren lanna. Lana* Il
capello simile a quello de^mori, cor-
to, riccio, duro*
Cave) de den^nz. Capelli della Jroute*
Cavej de dree. Capelli della nuca
o della cuticagna,
Cavej de la coppa. Capelli della
collottola »» A tira i cnvij de la coppa
fan dervl la bocca (dicono con rima
da pari loro le nostre donnicciuole).
La collottola è gelosa; se ne snodi
un capello fai guaire.
Cavi) drizz in pee. Capegli iriié
Cavej fin Capelli assai sottili.
Cavej giò per i spali. Capegli spar*
pagliati. Capelli sparai; in senso spreg.
Capellacci sparsi,
Cavej gross. Capelli ruvidi^ aspri»
Cavej ingarbiaa. Ca|9e//i scompigliati^
scarmigliati, rabbaruffati 9 avviluppatì.
Cavej remiss. Capelli posticci o ap"
positicci.
Cavij liraa. Capelli distesi. Capelli
pendenti. Chiome distese o passe; quelli
che i Lat. chiamavano Cedentes crines»
Ave el sangu in di cavij. f^.mSàngu.
Avegh i cavej biond, castan, ecc.
Avere i capelli biondi , ecc< Essere di
pelo biondo 9 ecc. È da notarsi questo
capriccio nel nostro dialetto che men-
tre diciamo indifferentemente El gh'lia
i cave} negher, ross, o pure L' ò nC"
gher de cavej , Ve ross de cavej ^ non
potremmo dire Ve castan de cavej ^
Ve gris de cavej, ma si diciamo El
gh*ha i cavej castan o i cavej gris,
Ciappass o Tirass per i cavij o Dass
ona caviada. Accapigliarsi. Accapel"
tarsi. Fare a capelli. Pigliarsi a co*
pelli. Pettinarsi. Spellicciarsi* Jtabbiif'
/arsi» Scarmigliarsi, ^abbaruffarsi*
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CAV
( ar>8 )
CAV
Con gìò 1 carij. Con capellacci sparsi,
Coo de cavij. f^, in Cóo.
Fa vegnì biond i cavij* Rimbiondi"
re i capelli,
Guardet ben de toccagk on Cavell.
Guardati dallo snodargli pure un ca-
pello. Bada di non torcerai un capello.
L^ha tolt-sù pussee boti che noi
gV ha cavij in coo. V ha tocco più
picchiate che non ha peli addosso{y.
il testo del Lasca addotto dal diz. in
Panata),
Lassa andà giò i cavej per i spali
o Smolla i cavij. Lasciar svolazzare
soluti su per gli omeri i capelli,
Metlcs i man in di cavij. fig. Afe/-
tersi le man ne' capelli, Dieesi per
segno di grave di^iacenza e quasi
disperazione , sottintendendovisi met-
tervele per arrutTarl^stracciarseglìfec.
Perà i cavi}. Incalvare, Incalvire,
Per i cinqu cavij. A un pelo. Per es.
Soni staa li li per i cinqu cnvij de
no di ona bolgira. Sono stato a un
pelo per dire una mala parola o una
corbelleria o una scempiaggine.
Pettenada in cavej. In capelli 9 cioè
senza cuffia o capellino o altra co-
pertura in capo, ma con capegli ac-
conciati a festa con fiorellini 9 piu-
me, nastri, ecc. Coiffée en clieveux
dicono i Francesi.
Portalla foeura per i cinqu cavij.
Salvarsi per una gretola --* Avella por-
tadà foeura per i cinqu cavij. Averla
scappata bella. Averla avuta a buon
mercato j e inverssimeuie Essere siato
a un pelo di rimanerci,
Bobba che fa drizza i cavij in coo.
Cosa che fa arricciare i capelli 9 cioè
che fa inorridire , qui fait dresser les
fiheveux à la téle dicono anche i Fr.
Se pò nanch toccagh on Cavell.
Non comparta die gli sia torto un
capello o im pelo. Et non se gli può
toccare il naso.
Senza cavij. Calvo.
Sparti i cavij. Scrinarsi i capelli.
Sta in pee per i cinqu cavij. Reg-
gersi a gran pena,
Strappass i cavij dei coo de la
rabbia^ o simili. Pelarsi il capo o Pe-
larsi i capelli del capo. Stracciarsi i
capelli per rabbia, dolore 9 ecc.
Suttil o Fin come on Cavell. Capil-
lare,
Tegni regolaa i cavej. Tener rov-
inali i capelli,
Tirass i cavij foeura di oeucc, e ta-
lora anclie Tirass i cavij in. di oeucc.
Mandar già buffa. Abbassar visiera.
Agire alla libera, senza riguardi^ sen-
za timore. P^, anche in Bagàtt.
Vegni-giò À cavij a mazz o a fil-
zoeu. Cascare 1 cape^ a cespo a
cespo {BvLonaiT, Tancia V, a).
\ess li per i cinqu cavij o Cala
on Cavell a fò ona cossa. Esser a un
pelo di far checchessia. Vale esser
vicÌ9Ìssimo , sul punto di far qualche
cosa.
Cavèlla. T. de'^Calz. . . . > Punta d^Io
spago ridotta ad un filo solo per in-
filarvi sopra la setola.
CavcIUn. CapeUetio. Capelluzto.
Cavellhia , voce antica per Firiséll usata
nel Daz. Mere. K. Firiséll.
CaveUón. Capellaccio. Gran capello.
Cavèrna. Caverna, Luogo cavo assai.
Cavèzz. sost. m. Ruotalo. Volume di tela
che s* avvolge egualmente da due ca-
pi. Il Bellini ne^suot discorsi anato-
mici descrive precisamente il nostro
Cavezz quando dice: Fra i muscoli
degli uomini ve n* è def^i awoggolati
sopra so stessi come i ruotoli delle tele.
Forse dalla misura lineare bresciana
e cremonese d'augnai nome. Duu ca-
vèzz de tila finna. Due ruotoli di pan-
noJino{Gig\i Sorell, IV, 6).
Cavèzz. add. Assettato. Assestato, Ac-
concio, Assetto,
Andà in preson cavezz cavezz. An-
darne al bargello ripiegati ripiegati
(Cecchi Assiuolo 111, 5).
And»-via cavezz cavezz. Camminare
raccolto. Muovere raccolta la persona.
Procedere in sé ristretto.
Vestii cavezz. Feste assettata.
Ctiyèzztk,* Cavezza. Fune o sovatto che
8* usa per legar le bestie da soma in
luogo d'imbrigliarle — - Il Capestro^ il
Canapaie , le Cavezùne e il Cavezizone
sono specie particolari di cavezze.
Dormi su la cavezza, fig. Baloccarsi.
Indugiare. Badare.
Ligà con la cavezza. Incaivezzare*
, Incapestrare^
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CAV ( 26g)
Mola la cavesza. fi^. Allentar le
briglie.
Trà-via la cavezza. Scavezzarsi.
Tragh la cavezza sul coli a vun. fig.
Lasciare o Abbandonare le briglie sul
callo ad uno.
Cavezza. Accomodare. Assestare. Asset-
tare. Acconciare.
Cavezza i oeuv ia del cavagnoeu.
Assettare o Acconciare V uova nel pa-
nieruzzo o nel panieruzzolo 9 e vale
Accomodar bene i fatti proprj. F*
anche in (Eùv.
.Cavezzàda. Assettamento. Conciatura.
Acconciamento* Acconciatura.
jCavezzàda. Capezzata. Colpo di cavezza.
Lo caumlca il piccia come un Orlando ^
Gli dà una cavezzata^ e il ciuco sbietta.
(Sacc. Aim.).
Cavezzadlnna. Un po'* d'assetto.
Cavezzàl ( die nell'Alto Mil. altri dicòno
Cavéden). Cavédine. Pesce noto che
è il Cjrprimis capito dello Scopoli.
Cavezzin. Assettatuzzo.
Cavezzoeù. Sommòmmolo ( Zanon Oez.
rinc. IH, i). Scampolo. Avanzo della
pezza parlandosi di pannilanì , tele, ec.
Fa cavezzoeù. (Magg. Inter. Il » 523).
Far gonnella — Filarla sottile*
Cavezzón. Cavezzone.
Tegnl el cavezzón a vun. met. Te--
■ ner in briglia. Tenere a freno.
Cavezzorin. Scampoletto. Scampolino»
Caviàa. Caviale. Pastume d"* uova di sto-
. rione insalate che ci viene in cara-
telli da^ mari del nord ed anche da
Costantinopoli.
.Caviàda. Scapigliatura, Accapigliatura.
Accapigliamento f e ant. Capellìa,
Dà o Dass ona caviada. Lo stesso
che Ciappass per i cavij. r. in Cavell.
CaviÀda Pasta dolce fatta a fog-
gia di trecce.
Cavicc. Cavicchio. Caviglia*
Cavìcc. Pinolo,
Cavicc ingessaa in del mur. ^nr
gonceUo.
Cavìcc. fig. Detta, Sorte. Fortuna, Per ben
. conoscere tutta la famiglia di questo
proteo (come Caviggìn^ Incaviggià-
da^ ecc. ecc.) leggasi il graziosissimo
Micorso al Cavicc nelle Poesie di Carlo
Porta aventi la data 1 8a6. Vedasi an-
che in questo mio vocob. Caviggión.
CAV
Ave on.gran cavicc. Aver ìm lucer-
tola a due code. Esser nato vestito*
Aver la pera mezza. Esser uomo affòr-
UouUissimo.
.Var pussee on tocchell- de cavicc
che tutta la sapienza de sto mond.
Val più un'oncia di sorte che una
liM>ra di sapere. Fortuna e dormi.
Cavicc Caviglietta di legno Ap-
puntata colla qual« si tura un buco
fattosi in un tino o in una botte per
assaggiarne il vino di straforo 9 o per
altro motivQ. I Fr.la chiamano una
Brache e anche un Dusil o nn Faussei.
Cavicc di mazz. s. ro. pi. T. di Stamp.
.... Caviglie infisse nella coscia de-
stra dei torchi, da. stampa sulle quaK
si posano i mazzi da chi ne fa uso
per inchiostrare la forma*
Caviéra. Capelliera. V. Caveléra.
Caviggée. CStu'iccitf/e? Caviecittolo. La no-
stra voce rappresenta ai macella] quel
trave in cui sono più fori ne"* quali
si ficcano le caviglie che soslengona
pendenti i buoi, vitelli, ecc. al tempo
del macellarli dopo ammazzali. AgK
ammazzatori de^ porci un travicela
di forma ed juso eguali. Ai pizzica*-
gnoli, beccaj ed altri bottega) quella
specie di rastrdliera posta al. .di zoh
pra decloro banchi in cui sonoinolte
caviglie dalie quali pendono le gt*asce,
le carni appczzate, le candele, eco*
-^ Nei diz. italiani setaiuoli e tintori
hanno a loro disposizione il Caviglia-
tojo che ha affinità col nostro Cavig-
gée\ \ bottega} delti sopra non T hanno.
Caviggia. Caviglia. CaviccìUo.
Cavlggia. Noce. Quell'^osso che spunta in
fuori dall'* estremità anteriore dell'* osso
della tibia nella gamba deiruomo, e
che anche i Fr. chiamano Cfteville.
Caviggia. T. di Cart. Catello. Quella
parte che serve a tenere incatellate le
stanghe de^mazzi nelle pile da cenci.
Caviggia. T. de'Tint. Parrucello. Nome
di que' bastoni sui quali si ligia la seta.
Caviggia. T. de^ Tint. , Setajuoli , ecc.
Caviglia. Cavigliatojo. Cilindro di le-
gno incastrato da un capo in un mu-
ro o a dente a terzo in ima tavoletta
o simile e finito dair altro in una
testata di legno tonda per torcervi
su la seta»
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CAV
(370)
CAV
Caviggia de manegg. T. de'*Tint.
Tomo. Legno lungo e rotondo il quale
nello avvolgervi e svolgerne ì panni
gira. Serve per torcere la seta in ma-
tasse o per ordinarla alla tinta.
Caviggia stabil. T. de^Tint. Cai^iglia.
Mett in caviggia. T. de* Macell. Jp^
piccare alla cai^iglia\ e Appiccare SiS-'
sol. (Sacchetti Nov. ioa). Incavigliare
sul cavicciule pei garetti posteriori
le bestie macellate.
Gaviggiàda Colpo che si batta nella
noce del piede. Hoo tolt-sù ona cavig-
giada. Ho toccato un colpo nella noce,
Caviggiceù. Cavicchietto,
Fraa del caviggioeu. y, in Fràa.
Caviggioeùra. . . • • . Quel maschio, di
ferro che s^infizza nella testata del
timone dei carri contadineschi per
fermarvi i lacci giogali(i giongher).
Caviggión. Copicchioito,
Caviggiòn. Sortacela, Un domeneddio.
Gran ventura, gran sorte, gran fortuna.
Caviggión. Uom della fortuna? Uomo
affortunatissimo. Uom nato vestito,
Caviggión voce antica per Badée. y*
Caviggión. Ad. di Per. F.
Caviggiòtt. T. de^Tint. Cavigliaiojo*
Cavión. Zazzerone.
Cavión. . . . Soldato con elmo a criniera.
Càvol si usa da noi solo in Vari on
ci voi o ona sverza. F. in Svèrza.
•Cavolfìór. Ca^folo Jiore,
CavoUàtt (che altri dicono Latt a la
crèmm ). Cavo di latte» Crema — Pap^
pina. Composto di fior di latte, tuorli
d' uova , droghe e zucchero dibattuti
insieme e rappresi al fuoco; e dicesi
Crema di cioccolata , di caffè ^ ecc. se-
condo il sapore o Todore predominante
degringredienli che vi son mescolati.
Càvra. Capra, Dante la disse anche Ze-
ba, La Capra hircush,
Cavra salvadega. Stambecco, e dottr.
Iblee, La Capra ibexL,
Pendellin o Barbell. Téttole,
£1 corr adree anca a ona cavra
purché la gV abbia ei pattell in eoo.
Andrebbe dietro a un lucerniere sino
in Fiandra purché egli avesse uno
sdogato jo dattorno {FÌT, lucidi II, i).
Quel che i Frane, dicono Cet homme
aimerait une chèvre coiffée.
Salva la cavra e i ver». F. in Véra.
Càvra. T. mecc. Capra, Macchina com*
posta in sostanza di tre travicelli a
piramide della quale si fa uso per
sollevare verticalmente oggetti assai
pesanti. Noi confondiamo colla vera
Capra anche la Grue. Se ne veggano
le parti nel Diz. art.
Càvra. T. de^Pettin. Gt^ni. Legno. si
cui si fissa Tosso che si vuole spia-
nare col parone (yèrr ile raspa).
Càvra. T. de^Carr. Capra. Strumenti
per acconciar le ruote.
Càvra. T. de'Tint. r. Cavalètt.
Càvra. T. dé*FuhhruFaUore. V, Cavalètt.
Càvra. Ad. d* Èrba. F.
Cavrée. Capraro, Caprajo, Il Caro ( Am.
past. lib. Ili ) usa anche Guardacapre.
Cavrètt. Capretto.
V è desligaa el cavrett. fig. Gli fu
levata la cavezza. Egli ha saltato la
granata 9 ed anche Egli ha sciolto il
freno o Egli è sguinzagliato , è uscito
d^ pupilli o di donzellina. Dicesi di
persona che arrivi in istato di potere
scorrere la cavallina a suo talento V
di fare a modo suo e per lo più a
danno suo. (pni*
Cavrètta. Capretta, Picciola o giovin ca-
Cavrètta. Maniglia. Capitello. Quella par-
te del segone per cui i segatori lo
impugnano.
Cavriàda. Cavallo. Cavalletto, Cavallit'
tura. Foggia d* armatura da tetti co-
nosciutissima.
Radis o Fond. Asticciuola. Tirante.
Prima corda » Brascioeu. Puntoni (coi
loro ferramenti e palettatura^ » Omett.
Monaco » Sajett. Kazze. Monachetti.
Monttchini *= Colma o Colmegna. Comi"
gnolo t^Terzer, Travetle » Travers de
gronda. Seggiola ^Cikulir. Correnti tsx
Codeghett. Scandole.
Cavriàda a fond doppi o a trii
omitt. Cavalletto a doppia catena o a
doppia asticciuola. In questa oltre alla
parli ordinarie di cavallatura già dette
sopra hannosi anche
Ong del fond. Tacche? » Tirant
Palettatura tm Staff. Staffe? » Staffon.
Stqffbni?
Cavriceù. T.^d^A^ric. Viticcio. Cavìeolo.
Cirro. Caulicolo. Cartoccio, Capriuolo?
Capreolo? Ricciolino o Filamento, per
lo più a spirale e ramoso» ph^esce del
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GAZ
( 371 )
CAZ
I per Cambròssen. F*
sermento della vile e col quale esaa
cerca d^avviUcchiarsi ai corpi Ticini.
Il botanico riconosce il viticcio anche
in altre piante^ chi non è tale, non Io
• riconosce che nella vite. Ipoi-se dal la-
' tino Capreolus dello stesso significato.
Andà in cavriofrà. Andarsene in pam-
pani, ^ighire ? {Gèot. agr. toso. VI,
]6a). Dicesi della yite quando riesce
tutta pampinosa ed ha molti viticci
e poetava.
S^el pioeur a san March o a san
Grìghoeu Tuga la va tutta o la de-
venta in cavrioeu Proverbio
agrario dei nostri colligiani brtantei
di piana intelligenza,
^avrioeùia dicono alcuni la Vinèrbola. K.
Marron. Caprone.
Pari on cavron Aver nna
barba da Oloferne 9 una barbaccia^
essere barbuto o barbone-
Cavròscen
Cavròssen
Càzz. Pene,
Di cazzi I modo basso. Finocchi!
Zucche fritte! Zucche marinate! le
zucche ìnarine! Esclamazione usata da
chi , non menando buono il detto al-
imi 9 ha che dire in contrario.
Cazza per Tazza de lenció. 1^. in Tazza.
Cazzèda. ) Frascheria, Leggerezza ^^Ine^
Cazzarla. ( zia. Frullo. Miseria,
Che gran cazzada veramentl Una
gran cosa! Ciie gran cosa! — Che
pesce piglia egli?
Guadagna ona cazsaria de nagott.
Far Vat^anxo del Gazzetta,
Uin ona cazzarla de nagott. Sono
un asciolvere,
Cazzaroeùia e Cazziroeùla. T. dei Cald.
Casserola* Vaso di cucina noto.
Cazza vèlia, mia , e propr, la f^eliagros^
. sa detta Averla , f^erla o Castorchia
grossa da varj Toscani ( Sa vj-Oinit.).
Uccdlo che è il Lanius excubitorìAn.
Cazzin. Cazzatello, Un piccinaco, una
personcina.
Cazzincoeùra e sim. V, Cattincèstra.
Cazziroeùla. V, Cazzaroeùia.
Cazzi rolin. Dun, di Cazzirosùla. V»
Cazzirolòn. Acer, di Cazzirosùla. V,
Cazzmàtt. Zugo. V, Badée.
CazzoBÙla. F, Cazzceùra m ìMi i suoi sig,
Cazzoeùra. Cazzuola,
Cazzoràra. T. de'Mur. Méstola. Cazzuola,
Cucchiaja. Strumento che serve per
maneggiar la calcina nel murare) in-
tonacare e arricciare.
Cazzoeùra. T. de^Cuochi. Cibreo, Mani-
caretto fatto per lo più di colli e
curatelle di polli. Anche i Sicil. la
chiamano Cazzoligghia e i Sardi Cas"
sòia. Forse è voce rimastaci dopo il
governo di Ferrante Gonzaga.
Cazzoeùra. Lucerna, V, Lùmm.
Cazzuràda. Mestolata, Colpo dato con
mestola.
Cazzuràda Piena una mestola
di checchessia. Per es. Ona cazzuràda
de menestra. Una mestola di zuppa,
Cazzuréra. ..... Verguccia di ferro a
cui s^appiccano in cucina le mestole.
Cazzuréra. T. di Casearia Specie
di mestola di rame» di forma assai
diversa dalle comuni , cioè quadrata ,
sforacchiata nel fondo e larga ciirca tre
once del braccio nostrale (i5 centi-
metri) colla quale i fabbricatori del
cacio lodigiano schiumano la ricotta
bollente e la traggono del siero. Se
ne vegga la forma nella tavola an-
nessa al Caseificio del Cattaneo.
Cazzurètt. ) .. ,. ^. ,. „ «
Cazzurì n ( Mestohno. Dim. di Mestola.
Cazzurón ) o Collvérd). Mestolone, Pt^
Cazzuròtt ) lettone, Cucehiajòlo, Anatra
cosi detta dal suo becco terminante a
palla di ciicchiajo. È VAnas cfypeata
degli ornitologi.
Cazzùu. Méstola, Cazza, Strumento di
cucina che si adopera a mestare e
tramenare le vivande che si cuocono
o le cotte 9 a scodellare le zuppe 9 ecc.
Ave mangiaa el gindizzi o el cer-
vell o ringegn cont el cm\m. Avere
studiato in Buemme. Esser dotto in
Buezio, Sapere o aver imparato due h.
Avere studiato il pecorone. Aver il
cervello nelle calcagna. Essere un cer^
pel di gatta. Aver meno cervello d' un
grillo o d'un'oca. Avere il cervello so^
pra la berretta. Essere dolce di sale.
Per cosiffatti cervellini f^, Badée.
Avegh el cazzuu per el manegh.
Lo stesso che Avegh el cortell per
el manegh y, in Cortèll.
Fa cazzuu Così dicesi di
que^ piccioli sgonfi» di que^gonfietti
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GED
(a/a)
CEN
' die rilevano nelle cuciture oVe sia
rÌDiasto TÒCo alcun punto.
Fa el cazzuu o Fa cazzuu. Haggrep-
parsUCaro), Niechiare[P9in,). Far grep^
pò» Far la bacca brincia, Imbamòo-
- lare. Quel raggrinzar la bocca cbe
fanno i bambini quando vogliono co-
minciar a piangere.
Mena el caszuu o Mena el caztHu
a so moeud. T^eitere il mestolo {Pan.
Poet, XXVI, 6). Mestare nel governo
ài checchessia (Targ. Viag. V, 3i4)«
Avere il boston del governo (Qerni Ori.
Vii, 53). Far correre .il giuoco colla
sua mestala. Far le minestre j che no-
bilmente direbbesi Timoneggiare, Vale
comandare, governare, e specialmente
Aver nelle mani il maneggio di casa
(Monìg. la Vedova III, 34).
Caizùu. Castagne che non hanJaUo l*ar-
mifia(Lastri Op. V, 170). G/Uungulini
(aret.)? Quelle castagnutze inani e
scusse di pólpa che trovansi nel ric-
cio in due o più a far compagnia aMa
vera castagna. A noi cittadini la loro
forma parve quella d^una palla da
mestola, e le dicemmo Cazzàu ; ai
contadini brianzuoli quella d^un oa-
tinetto, e le dissero Baslottèj; ambo
' traslali quasi identici.
Ce. Ci. Terxa lettera delfalfabeto italiano.
Ce coetla o Ce con là eoa. T. di
Stamp Così chiamasi quel
e che ha sotto di sé una specie di
virgola arrovesciata, come il seguente
e , e che si usa soltanto nelle stampe
spagnuole e francesi nelle quali è de-
notato col nome di C cédiUe.
Fa ce o Fa on ce. Fare una curva.
Descrivere una curva.
Parla per ce. Parlar per tale e guale
(Noz. di Maca,Prol.). Parlare pel filo
della sinopia o per punta di forchetta*
Usar parole appuntate o un parlare
appuntato , cioè ricercato , affettato.
Il Cultiparlar degli Spagnuoli. I Ge-
novesi dicono Parlare sali' a*
Cecè. r. Cicé.
Céd. T. degli Archit. Far oi^vallamento o
cedimento. Non trovo esempio nei
dizion. del verbo Cedere in tal senso.
Cédola. Cartello. Monitorio. Cedola?
L^assai grande, cioè il Cedolone^ noi
sogliamo dirla oj^gidi Placàrd. V*
Cédola. Cedola. Caria monetata.
Cedràa, Cedron, ec. V. Zedràa, Zedrón^ec*
Cedùu. CediOo. Cesso.
Cél. V. Ciél.
Cémbol. Gmbalo. Cembalo. Cembalo. %i.
di tamburello intorniato di sonagli e
di girelline di lama d^oitone che st
6ttona premendone colle dita il . fondo
eh* è di cartapecora e agitandolo e
picchiandolo. Oggidì è andato in dis-
uso, e appena si vede in mano aUe
maschere. Chi lo suona dicesi Cem"
fro/ants(Alleg. a55).
Cémbol. Buoiìaccordo in genere; Gnoi^t-
cembalo , Cembalo f annetta , Pianforie^
Cimbalo , Clavicordio , Clavicembalo
. in ispecie. Oggidì comunemente noi
intendiamo per Cémbol il Pianforte^
specie di. clavicembalo particolare che
in luogo di salterelli ha martelletti^
Gamb. .Gambe? >• Cassa. Cassa ^
Tavola armonica. Tavola d'armonia »
. . . ; . Sbarra de* salterelli m^ Ponie^
se). Caif alletti d* accordatura*^ » . . •
Somiere »> Tastadoi'a. Tastiera » Re-
gister. Registri ««.... Salterelli o
Martelletti »■ Tast bianch. Tasti bian-
chi ^ Tast negber. Tasti neri, a- Banda.
Soneria? a- Pedal. Pedali «> Pedalerà.
. Pedaliera.
Cerabol a eoa. Pianforte a coda
(Diz. mus.). Quello che fa triangolo
scaleno e imita per appunto anche
nella cassa un''arpa a giacere.
Cémbol a orghen. Cembalo organi-
stico? (hit. mus.).
Cémbol a tavolin. Pianforte a ior-
volino{Diz. mus«)« Quello che ha la
forma d^un rettangolo, e chiuso ha
faccia di tavolino.
jCembol de quatter, cinq, ses ottav.
^Pianforte a quattro , cinque , sei ottave
(Diz. mus.).
CemboUn. Spinetta.
CembolÓD Gran pianforte.
Céns. Censo. Rendita» merito decapitali
dati a frutto.
Cà casca, cens cessa, terrea ten.
r, in Cà.
Céns.. Censo. Allibramento.
Censi. Allibrare, Censuare. Accensare*
Accatastare. Catastare. Addecimare.
Censii. Allibrato. Censuato. Accatastato — '
Sopportante -— JE^timato?
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CEN (
Censii*. CenstHT. BTel nostro dialetto Cen-
iot è coooscinto in ^ duo «giiificoti
' soli, cioè in quello di Revisor dei
libri 9 e in quello ^ìCapo del Con"
servaUnio musicale» Negli- altri sensi
non è comunemente usato.
Censuàri. ad. Censitale: Il Censuario- dei
diz. è sostantivo sinonimo di Livellano.
Censura. . . L^ufflzio di rètisiòne dei libri.
Cent. Ctnlo; al pi. Cenii(VM, 957). Nel
' nostro eontado dicono alla francese
ilopo il mille Vundes centy Dodes
centi ecc. {Onte cents. Dame cents)^
non mai Milla e ceni 9 Milla e da-'
seni ecc. come noi esdosiTamente
diciamo in città.
AVegb el noranta per cent de sicur
d^ona cossa. . . . Esser quasi certo di
checchessia -^ Credere checchessia a
quindici sòldi per /ira (Vett. nelle Op.
del Mach. VII , 69), cioè avere il sel-
tantacinque pel* cento di certezza che
' una cosa debba- accadere.
Cent per vun. Centuplo. Rend cent
per vun. Centuplicare'
Ciod de cent. K. in Cièd.
Festa che se fa ogni cent ann* Festa
secolare»
I/è cent ann che no se vedem,
che no ghe scrivi , o simili, È un
secolo che non ci siam pìsU, Mi par
cent'nnni da che non ci seripianió o
simili. Cioè -è gran tempo, è lunghis-
simo tempo.
Centenaroeù v. cont. Vnofvo
centesimo che fa una medesima gal-
lina. Quest^Uovo, che anche i Vencz.
chiamano Fovo- centenini mi fu assi-
curalo da varie donne del contado,
della Brianza, del Bergamasco e del
Bresciano, riuscir sempre la metà più
picciolo dei comuni Però una galli-
na che a bello studio nodrii in casa
dall^aprile al novembre i836 con ani-
mo di verificare la cosa mi fece cen-
totlo uova, senza che nel centesimo
fosse diversità alcuna dai comuni.
. Ben debbo dire dne cose; Puna che
oostaàtememe ogni terzo uovo riuséi-
va ]^iù picciolo' dei primi due; Taltra
cheairottéatanovesimo la sperìenza fu
interrotta datta muta. Veggano il vero
. altri più fortunati •« pazienti di me.
Centenée. F, Centé&iuu
FoU I.
278 ) CEN
Contener (preso assolutamente come 8in«
di Quintale). Centinajo\hoT» de^Med.
Simposio canto IV, terz/ ai. Ssser
debbono dieci cenUnaja), Fra noi in
contado usano contare dopo il migliajo
per vundes, dodes, tredes centcnee, ec.
Centènna* s. f» Centinajo, Un cento di
checchessia. •
Center. F. Centro.
Centfoeùj. Miile/oglie. Erba detta jichil'
l(Ba millefolium dai botanici.
Ccntfusùj per Fojoeù. F.
Centi nbócca. Avannotti. Ifonnati, Bian-
chetfi. L'^Alberti e ne. in Bianchetto usa
anche il nome di Cento in bocca per
denotare questa specie di picciolìssi-
mi pesciolini per non dirli b«coUni
di mare.
Centpée. Centogambe. Insetto noto che
i Latini chiamano Centipes.
Centpée per Vin di foresèlt. F»
Central (la) È .usato a modo di
sustantivo per denotare certe magi-)
slrature, certi uffizj, come Cotigrega-
zion Central, Cassa Central, e siiniit,
ed anche per indicare le città capo-
luoghi di provincia. Se un del con-
tado pavese dice Voo a la Central è
come se dicesse Fa a Pavia ; se Voa a
scoend a la Central , è come se dicesse
Fo a esigere alla Cassa govembtitfa di
Milano ; se Voo a parlann a la Central,
è come se dicesse ^o a fame parola
alla Congregazione Centrale in Milano.
Central, ag. Centrale,
Ona cà centrai. . • . . . Una caia
posta nel cuore , nelP interno del
paese, della città.
Centralizza. Fo/v centroMdurre a/ centro.
Cèntro e Center. Centro,
Pà centro Con una punta
delle seste far punto fìsso per deli-
neare coiraltra alcuna figura.
Fceura del center. EocéntricOm .
Guardia del centro. F, in Guàrdia.
Mettes in centro. Accentrarsi, Conr
eentrarsi,
\ess nel so centro, fig. Essere nel
suo centro o nella sua beva o hella
' sua piscinam
Yess foBura del so centro, fig. Esser
fuor del suo centro , cioè ■ fuori del
luogo dove s^'ajna slare» dove si ha
periaia, «ce*
35
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CER ( a74 )
Cèntro. Centro? Iiitendìtiao noi per T in-
ternò» il bellico della citlo. Andà a
s(à in del centro» AncUtre ad abUare
nel cuor del paese -^ I cà in del
' ' centro li in car. Le pigioni nei cuor
. della città sono costose.
Cèpp. Clieppia, Laocia, F. Ceppin.
Cèpp» Cepperà e der. ^^ Scèpp, Scop-
perà , ecc,
Ceppin e per lo più al pL Ceppiti. La-
schettini (BéHincìom in un suo sonetto
fra quelli del Burchiello a pag. aS^).
Cheppie. Lacce. Pescetto detto Clupea
' Aiosa o Tliryssa dai Latini. .
Ceppiti, s. m. pi Nelle cave di
Vigano è il nome di un^arenaria ros-
i signa ' schisi osa 9 che si trova a un
terzo di cava, frangibile e .a pezzetti
• o a Claretti interrotti.
Ceppiti master. . . ^ . Le arenarie
di cui sopra che coperchiano a cosi
"dire la cava. . . .
Céra. Cera (con e larga).
A la cera. AUa cera. AlVaria^ Al
oiso. Al sembiante,
Avegh beila cera. Aver buona, bella
cera»
Avegh benna cera ma cattiv stop-
pin. Essere /atto come la castagna che
fuori h bella e dentro ha la nuigor
gna. La nostra è una freddura tratta
dall'" equivoco di cera (zita che noi
' non diciamo mai cera ) con cera
. TÌSO9 per indicare che altri abben-
che abbia buon viso ha dentro chi
.la pesta, è. malsaoiccio.
I Avegh bratta cera. P". sotto VtBS
giò de cera.
Cera a mònton, e fcaura di min-
cion. . . . Buon viso a tutti, famigliari"
• tà con nessuno -r- Buon viso e guarii.
Cera averta. Cera lieta , ilare , tU-'
ìettosa^ giojosaf gentile ^ umana, AritH
na^ Cerozza.
Cera de pancott o de pett o de
pomm coti Q d^Qspedaa. Cera paHida,
Cera da malato, fiso da inierriato.
Cera da impolminato.
Cera d^ imperator o simili, Cerona.
Cerozza, Bella cera. Ariona allegra.
Lo stesso ohe Cerottòn. F*
Cera moscatella. Cera giuHf^a^ ri-
dente f gioviale, Ft andte in Cérin.
Cera sbattuda. Cera sporula*
CEJR
• Cera ncura. Cera cupa^Josca^ brusca,.
Fa cera» Far buon' oiso o buona cera.
Fa cera brusca. Aggrottar le ciglia,
accigliarsi. Far ceffo. ...
Fa pocca cera* Far magica cera,,
Ghe sarà on «piati de bonna cera.
;.;... Dicesi per iscusar le poche.
poco pregevoli vivande che un in-
. vitato, sarà per trovare da noi; al che
.r invitato 9 se è cortese, risponde
Var pussee .01^ pi^li de bonna cera
che tutt i pitanz de sto mond. la
vivanda vera è V animo e la cera,
Ves9 giò de cera. A^ere mala cera.
Essere sparuto.
Cérca (voce che noi usiamo solo piar-
la ndo di regolari meiadicanti). Cerca.
AecaUo. Accaiterìa. Accasamento. hUnr-
dietutza^e mod.* Qwéstua — Andà a la
cerca. Andare aU^accaito% e sch. all'oc-
cattolica, V, anche Gercà-s^ in Cerca.
Cerca. Cercare. Ricercare — IVtuxiare,
Andà a cerca! .... Frase che è
specie di modesta reticenza in bocca
di chi vuol dirvi che non è persona
da quanto lui in quello di che si
tratta sen^a nominarsi per appunto.
I meno modesti poi aggiungono anche
un mi, Anda a -cerca mi! quasi di-
cessero Per cercar che Jacciate non
troverete chi sia da (guanto me; in
fede mia io sono ii cesissimo a ciò
•— In generale diciamo anche Andà a
cerca! per Oh non mai! Clte dite mai!
ffon pub essere! ....
Anda a cerca ehi. Tha rotte, Dfi^
. slare il con che dorme. Stuzzicare ii
vespajo. r« Des6«dà.
Andemm HÙng« a cerca chi Tha
rotta. Non vof^amo cercare più in--
/iaASi(Guarini Idropica IV, 2). Hagio-
marno d'Orlando, Parliamo di Fiesole
Favelliamo d^ moacioni. Non tuffemus
in aqua ton^<i( Varchi Ercoi. I, i85).
Cerca i pistoll ài fraa. y. in Fràa.
Cercala o Cerca i tocch. Mendica'
re. Limosinare, Tapinare. Accanare,
Tozzolare. Pitoccare* Andar alla cerca
o a domandila. Far la cerca. Far ac^
catterìa o T accattone. Andar alP ac^
catto o all'accattoUca o alla chicchera.
Andar pezzendo. o accaitando , cercane-
do limosina o carità, F. anche Tira
de spada in Spàd«« .
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G£R
Certa Tini, per mar leper
Andar ratto* Otrcàre per mari e per
mónti* Cercare per ogni buco ? Fiutare
ogni uscio? *
Chi cerca trovava. Chi cerca- trova
'(Aéfin. Son. proemi— '^tosc. •* G«ailag.
Bvme II, lay— In senso «atiÌTO' C^'
' •cerca* rogna rogna iroua-^ Chi- cèrea
' quei che non dovrebbe trova quel i:he
non varreèbe.> • «• • . .
Sènea ober cérca uà bìanch né
- negher. Sensa più* Sènza àercar pia
■ Te wet -a cerca* tropp robb, Tit pensi
' a troppe coscia metà{S9Ìr*Spinall9.^).
Vonche cerca-sù. AecaUone. Ac^
eatiatore* Accattapane, Aecatiatoxzi,
Btendico» Mendicante.
Cercaria {che altri dicono Scercarla).
Salamandra pera 6 terrestre. Lucertola
salamandra» Rettile di color giallo
chiaztato di nero che trae inèzsò* al
rospo e mezao alla lucertola, il cui
apparire . è tenuto presagio - di piog-
gia. É la iutcerta salamandraL. ohe
in alcune parti dèi contado chiamano
llaràntola^ nel Varesino Bissaroeusa ,
a Como Motosa marinna , sul Lario
Coriizaoia^ verso il Picmoiite Piova-
na , eec* Molti la credono velenosa ;
io ne ho maneggiate parecdiie , e le
- ho sempre trovate innocue.
Cercòtt. Cercante. Cercatore*
Fa el fraa cercott. ^. in Frlia.
Cérega. Chiérica. Chérica. Tonsura^ Ror
«ora, e siiicop. Cherca — Chi ha la
chierica dicesi Chiericato. Chericato,
Tonsurato* Chiericuto. Chercuto.
Avegh la cerega* fig. e sch. Dar nella
pelatina* Dar nel calvo. ^. Piazza fig.
Fa la cerega a vun è lo stesso clte
RoBipegh la ceregadal r* in Ceregàda.
Ceregàdà* Chierica*l>Bl basso latino Cleri"
C4ilà(Ducange Lei', inf. Lat.) — Questa
voce Ceregàda non si sente più tra noi
> fuorché in quella canzona che dice
« 8« sU'han ròn U .ovrcgadU ,
w'Hiriotoft luUiatòa loMDlek, «ce»
cioè gli han rotta la chierica o sia
la testa.
Céregh. Chierico* Chérieo^ e sinc. Cheroo*
Ceregh scopatzagatt. C/tericastro»
Cereghétt. Chierichetto* Chericheilo* aUe-
ridano •— Cereghétt .piuamocchett
(a7S) CER
- pmaoandir < fibeu • d^ bxi sbir. C/i^ri-
cwLzo* Chieriéaslro^
Gcreghin. ChiericHetio*
CereghUt. s* m. fi.. Uova /ritte*
Cereghitt. s. m. pl« schérz* MafnmeUioe.
Poppelline*^ Quelle' che i Fraju:. dico-
> >jkO'PompònS* . ...x»\ .....
Cerlforàri. F. Zeriforàri o Zilblàri. .
Cerhi. Cera* Cerozsa
Cerin mostos» die-ancltediceai Cera
.indscalella.. Cerotta allegra^ gioviale»
V. ancìie Fàccia de caprizzi in Fècxua.
■ . Fa oerin./ViT buon viso abuona cera.
Cerniéra, Mastietto*.: Cerniera. Ha can-
nelli o cannellini, e perno o pemetto*
Cerds. AffahUe. GJofi^so. Ilare* Umapo*
Manieroso. Gioviate* Piacevole ^* ÌHeì
diz. Ceroso vaie di cex^{de zita)*, ,
Ceròlla. Cerozza. Cetona* Accrescitivo
di cera, ed è volto» sembianza, fac-
' eia piena « .gioviale*
Cerottón (c/ier andie diciamo Ona cera
d** imperato'r). Ariana. Cera giovialoua*
Cèrt. Certo.
Lassa elcertper IVineeit. Lasciare
il proprio per l* appellativo ; al quale
proposito couvien ricordarsi del pro-
verbio francese Qk' il ne faut /amais
' quitttr le certain pour Viiiceriain*
Certifica. Certificare*
Certificàa. Certificato*
Certosa. Cetiosa.
Certosin. Certosino. (tàda*
Frittada a la Certosinna. y. in Fril-
Cerùsegh. C/Ururgo. Cerùsico,
Cerusia. Chirurgia. Cerusla.
Gerusìsca. «S^imtifccio (Lastv Op. I, la't).
Quadrato da ammansire, cioè da spia-
• nare la terra dopo la costtggiatura.
Cervelàa, Cervelée, ecc. K Cerveliàa,
Cervellée, ecc. »
Cei«vèll. Cervello* Célabro. Cérehro e
•scherz. Cellòria. Noi usiaòno CervèlI
più volontieri nel significalo morale
che nel fisico; in questo diciamo più
oomunemente Zinivella^ Scinivej\ Sci-
nivij. y. Ve oB omm de cervell. È
persona di senno, È un buon cervello.
l'Vè chi Tomm eoo la zinivella. È qua
il fante colle cervella. Glie se vedeva
. i scinivij. Apparivano le cervelle. An-
che in italiano- si suol dire Cervello
e Cervelli nel senso morale; e più
comuaemente al pi. le Cervella o le
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CER ( 476
Cen»eUè ' nel fisico^ Frìtiwra dr unì-
Telia. Fritlo di cervella,
Andà-via el cerVell. Fendersi il capo
dal freddo, e fi^. Sfon avere il cervel
seco. Perdere- il eeruello» - >
Arà O'fpecexhd ^rta via el cer-
veli. Jria che fende la testa pel tnexsto,
y, in Brisa.
Ave mangìaacl eervell eoolel
' cazzuu.' y^ in Cauùu.
Avegh el cerveli «ora el càpell. Avere
• il cervello sopra la berretta,
Cervell de gatt o leggier. Cervel di
suglwro(;ìAon\g^ Con. di CuU III, 4)*
Cervel di gatta, Cervel di borra come
le palle. Cervellino. Dkfesi dì chi ò
tutto cervellaggine e. commette .'een-
vellinaggini » cioè azioni da cervellino
• o cervello sventato.
Cervell de matt* Cervellone. Pai%o
cittadino. CervelUecio* Cervel vago ,
' balzano^ eteroclito. Uomo stravagante.
Lambiccasi el cervell. Beccarci o
Stillarsi il cervello, Ghiribitzare.. Mu*
Unare. Darlé^spe^e al' cervello*
Pord el cervell» Dar le cervella a
rimpedulare. Perdere il cervello* Uscir
di cervello.
. Porta foeura. de cervell. Dicervellare.
Torre il cervello. Trar di cervello.
Cavar di cervello. Discervellare. Far
girare il capo. Mettere in confusione*
Torre in cervello.
Senza cervell. Dicervellato*, Mente-
catto.
Vess de porch cervell. Avere cer*
vel di gatta. Aver men cervello d'un
grillo o ìT tot' oca. Avere il cervel
nelle calcagna. Avere poca levatura.
Essere di poca o picciola levatura. .
Cervell per Frdnt. K
Cervellàa. s. m. CerveUata? Composto
' di grascia porcina e di grascia d^ar-
' nione di mi^o, scusse atfatto di
carne » trituratfs minutissimamente ,
insaUte e regalate d''aromi e di cacio
lodigiaso trito \ il quale composto
s'usa oome condhnenlo di brodi ,da
suppe o come ripieno d** altre vivande,
. e si vende insaccato in budelle tinte
in giallo collo zafierano e stroezate
a lunghezza di spanna come i salsic-
ciuoli comuni. Ho segnato con 1 la
¥oce itaUana Cervellata perchè», quan-
) CSB
inaqiie simtgli di viso. la. notlralcv
pure la dissimiglia.* per valore se
• guardasi alla «iefìntzione che ne danno
i dizionarj generali della lingua, fissi
* ••la fanno una Saisiceia composta di
. come e cervella di porco^ cioè pn-
. ninamente il rovescio • della • nostra
o CervelUUa. kmììia'A Tapg. Toz. nei
. Viaggi tomo. TI, pag» aSi»^ parago-
nando le cosi 4^tte Piètre* eaneanute
(oiottoli spugnosi e sei loro buche-
.ratcoli incrostato di aoatanze diverse
per mo^ di rappresentare marezzo) a
quel composto . di. coirne di majale che
. dir si .suole cervellata^ conferma la
delùùzione.dei dia. già d^tti e prova
la diversità, di valore ira Jbe ckie voci
toscana e veniacohi. A ogni modo
qualora si dicesse €erveBa^ alla mi*-
hmese eoa miglior tagione che non
comporti lai definizione 'dei diz.sud«-
' detti t la cosa ' camminevebbe per la
piana. Porse ia antico usarono i no-
stri padri far entrare nei loro Cef^
vellaa anche le cervella porcine^ e
di qui naoqtie il nome all^ oggetto;
ma in ogni caso conviea dire o che
appena ne li regalassero per ornato
e bizsarria^ giaoehè - troppi majali
sarebbe stato necessario ammazzare
pei; fame di proposito -con poche e
si piccine cervella quegi'' infiniti Cer-
vellaa pei quali la oneina suol fare
ricorso al pizzieagoolo » o pure che
• al tre volle pochìesimi ne usassero le
cucine 9 cosicché in tutti quei pochis-
simi potesse resistenza delle cervella
porcine giustificarne il. nome»
Cerveliaa de Monseia. /^.m Brùgna.
Fa ò fliostrà ziiT e zaff e cerveUaa.
K Zàff.
On paes doVe se ghe liga i tfces
cont el cerveliaa. Paese, ove si trovano
le vigne legate colle salsicce ; cioè dove
si nuota nelle dovizie d^ogni coia.
Cerveliaa chiamasi nel Basso JUilan, ii
Usi\( citiso). V.
Cervellarla. PivsUkeiì^* Grasce da pizzi-
cagnoli.
Cervellàsc. Cervellaccio.
Cervellée. Pivtioagnolo* Pitaioarola. Pia^
oicaruolo. Piuicheruolo», Lardaruolo,
Frasch e palpoe hin. Taìutt del
oorveUeo. . »... . • ColP akboadaie
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£HE
XV7)
CHI
' m-pampàirì e ctrla neiristolf^ le
' grasce U bilancia - presto trabocca,
e la caiaetta impingua.
Cervelléra. PitzioM^là? lardaruola?
F. in Zilcra.>
Cervellerliuia^lVm. vim%.di eervelléra4 F.
Cenrellin. CewtUnUo (coti dei dìz. ove
• il testo del Caro Lbtt. Ifyao7 è ben
..dùirerBo dalla dcfiaiuone)^ CerpeìUno,
\'BeWumote* {data,
Cerveliotegaroént. MtiwipaMaUuÀlÙL sba-
Orvis a Munimmo per- Palèua busa* ÌFk
Cesibda. Assitoi Tramezza*'
Cesa), s. m. pLT. dt'Zeceat .*••.•
Nome delle rafiUifhire che escono delle
monete neMay orarle* La CitailU de^Fr.
Centiltot. t.moBé^ Cisw^fmiL
C^S8Ìt(ei) diamo i coni, per A^qoììb. F,
Cèl0*^OnUne^Ciasse*{(ài persone). Il Diz.
di Nap. registna anche Ceto ^suIl^ an-
torilà (inoQ addoUa tcslualmeate ) di
Bottari e Pistolest.
Cétra. T.dc^Confetf Confello
oori detto, dalla .sna Ibrma di eetera 5
. spesso regalato di rosolio.
Che. 0te *— Per Quale pronome. I obucc
die te gh^ ee. Oli ocelU che hai —
Per Quanto^ El soo dome mi che do-
lor senti* So io che dolore provo —
Per Quale agg. Che omm rè? Che
nomo è? De che color eel? IH che
colore è? '^ ¥er Da che. Quanto temp
Tè che no. le ballet? Quani» tempo è
che non baili?
Alter che si traduce taluolta Italia*
namente col ripetere in saperiaUvo . la
voce poeitii^aseevemtu con tale frase.
Per es. Sìéohè te lo fet «posa? . . .
Alter che. Sicché la fai sposai . . .
. Sposa sposissima{T9i^, Marzolla hfoda
I9 7) — Alter che donna. Donnissima
' (Fag. For, Bag. Il, 3).
Che sappia mi l^è mai staa ditt o
ùmili. Non fu mai detto die io sappioé
Che te« . • • . Queste voof noi con-*
' giungiamo spesso colia tersa persona
singolare dell'indicatilo dei veiiii a
mo''d^ iterazione* Per es. E rid ohe
te rid. E ridi e n^ (Sacchetti Noy. 76);
e così d^ogni altro, come E hiassa che
te biassa, E bev che te bev, ecc.
Questo modo si può tradurre e teol-
r iterare coogiuntione e vei^vo come
nelPeMmpio del SMcbetti, e ooU'ag-
giungere al primo Tetfbo .posittTo R
.secondo reduplicativa» JSwscòs e nUa-
scia^ Bevi e^rièoH*
Con che. Con che, A patto c/ie(Fag.
Ai^, pun. Ut li)* d condiiione che.
De che. Dm che* Dal tempo che.
De che n'è. Che ne- é. Per es. E
sto scìor de eho -n^è? E coSesto \»-
' gnore che He è^ (Còcchi in Moglie I,
3)« Vedi anche i tèsti addotti dalia
' Crusea in Che inlerlrogativo»
< • L^è^n ch^el mangia. È lì che mangia^
' ' L^ ona personaa che -posa minga
' dlgh'de'no. Èpersonk che io non oso
negare.
Ve on beli cbò. È un bel ebe^ cioè
' è cosa vantaggiosa, pregiata, e sim.
Pocch de che; Foco* Foca tosa*
Che« ^ » Fra noi è prepositiva neees-
saria nelle terze- persone degf impe-
rativi dei verbi. CVel ragn^ Che sta-
• ghcn. Fadu 9' Stiano. •
Chè(per reticentapróii.* sièrascwatamenie
come adireChi^è^ky. Che cosa} Che?
Chèi Eh Pia! Oh non mai! Oh no!
Checdn. T. de^BaUil. Scàeciaia. y. Ec*
chéccia.
Chèrsa. T. dé'CoMiat^ Pietra di
cui fanno uso i cuojaj ohe radono i
cuoi per raffilare H ferro da radere*
Probabilmente dal frane- Queutse o
i^siosse di pari significato. < ,
Cheruhinna. Carabina.
Chi. CAi. Colui che. Chi le die Tè matt.
dà lo dice è passo -^ Per Alcuno che,
Credet che ghe sia minga chi te veda?
' Credi tu che non W sia chi ti i^ede?
•o^ Per Chiunque. Vegua chi vmir.
Fenga chi vìèole»
Chi. Cfiié Quale: Chi set? Chi sei? -^
Chi interroga è da noi pronunz.** ChìA*
De chi eel o De ci eel? Freue co-<
nmnissima tra i contadini briantuoli
equivalente a Di 4fual famiglia è egli?
Dei quali è?
Chi. Qui, {cenUOé
Chi*dent. Quidentro*Quicentro, Quin-
GhÌMnsci. Qtà stesso (Ah Gin9).Quicf .
ChUsù. Quassù,
De chi fin chi. Ftr filo e perseffko,
DaU^a alla z.
De chi inani. F* Inànz.-
De chi indree. F, Indrée.
Dt'chi. t^equa. T&. Toh.
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CHI (
GhQ n* è tant come cM (e si accenna
il palmo della piano) È nudo
brullo; eì non ce ne canta uno; non
ne ha un per medicina.
No me movarev de chi e iì. Non
ne volterei la mano sossopra, y. Moeùy.
Pien finna- chi (v ^accenna- il gor~
gotzule). Piena pinzo.
Quell che gh^ hoo chi <, gh^ hoc chi.
Quel ch'ho nel cuore Vito sulla lin-
gua (Fag. Jst balor. If, 8). // mio lab-
bro non mentisce i sensi del mio cuo-
re. Non so mentire ; dico il vero : noi
apieghiamo il detto additando al primo
chi il cuore 9 ed al secondo la bocca.
Tira in chi. Accostare — Tirass in
chi. Accostarsi «^ Tira in chi quell
tavol. Accosta quel tavoUno (Fag. GCln-
gan. lod, I , II) — Tlret in chi» Acco*
stati. Fatti in qua.
Toeù de chi per mett deliyxùn.a Tceù
de eoo per mett de pee. K in Cóo.
Voj! i beeu bin chi. lo ho i buoi
nella scarsella ^ cioè i danari rieayati
dalla vendita de^ buoi (Monos. ao5).
Chicchera. Chicchera. Ta%sa. — Le chic*
chere da caffè senza manico si chia-
mano dai Proyenzali con voce arabe-
sca Finjàns.
Chicchera. Gala. Attillatezza. AHiHatura.'
Fa la chicchera o Andà in chic-
chera, yestir assettalo^ attillato^ in
gala. Si noti che Pital. Andare alla
chicchera vale per Tappunto il contra-
rio» cioè limosinare, andar pezzendo.
Chicchera , Chiccherada , Chiccherki ,
Chicòheròn, Chiccherònna , ecc. Lo
stesso che Stòcch, Sloccario, Stoc-
chin, Stoccón, ecc. V.
Chicchera in gergo per Schiscètta. K
Chiccherin. Dim. di Ch icchera(f assa). F.
Chiccherinètt. Dim. di Chiccherin. y.
Chiccheròn. Chiccherone.Grmì chicchera.
Chiccheròtt Chicchera di inolia
contenenza ma tozza.
Chichingen. Alcachengi, Accatengi, Pianta
detta Phjrsalis alckeìccìfigi dai hot. che
nel suo fiore' ranciato rinchiude una
bacca dolcìgna, giallastra e grossa
quanto un lazzcruolo.
ChifTen. Pansemello? Semel?{*àor e Zan.
Cr. rinc. p. i54 e i55).
Chignoeù. Cimeo. Cónto, Bietta. Zeppa.
La nostra yoce è tutta di viso latino»
378) CHI
' Ounkolus — ^ Quel lavoro che fanno gli
. searpellini in un masso per ficcarvi
più comodamente i lor cunei e spez-
^ zarloy in vol^. fior, è detto Coniera.
Chignoeà. Cagno. Nelle calzetle è quella
. parte fatta a .cuneo che giace Cdq la
'Staffa e il aovrappiede.9 nascendo là
' ' dorè le maglie del giro partite danno
luogo a questo cuneo destinato a cch
prir la noGe(cai'iggta) del piede cal-
zata che sia hi calza.
ChigttQeà Ogni pecao di roba -che
sia fatto a bietta 9 e figurì quadrante»
. sestante» ottante» ecc. di disccu
Insed a chignom. innesto a scuàic"
. duolo ^ a scudetto,. V. Insed.
Chignoeù. Spicchio, Diceai'di quella pie-
ciola parte di eacioV pane o rimili che
si tagli a foggia dt cuneo come sopra.
Grand come on ckignoeu de forma j,
o ass. On chignoeù de fermai. Vno
scricciolo. Un fantino {RàzMÌ Balia I»
6). Persona piccina piccina.
Chignoeù. T.de^Faieg.^etfa. QueUa che
serve a fermare il ferro neUa pialla.
Chignoeù. Profane ? Scheletro ? ( Gior*
Georg.). Legno che si coccia in un foro
delia bure (^urett) deU^ aratro per
assicurar P orecchio e la stiva col
resto dello strumento.
Chignoeù. Bietta. amio(Soder. ColL Vili).
Mazzetta a cuneo che s^ adopera per
tener aperto Ip spacco negF innesti a
spacco.
Chignoeù. s. m. pi. Fondi{*ùor), (aliavi
(ftoac. e Tom. Sin. p. 390). Qiielle
. pezze che si mettono al fondo(cai»al/)
. de* calzoni quando è rotto.
Chiguòga. y, Chtlòga.
Chignolètt. Taglitelo di cacio a cuneo.
Chignolin per Chignorin. y,
Chignolón Gran taglio a cuneo
di cacio, spicchione di cacio.
Chignorin. Tagliuolo di cacio a cuneo.
Chignorin. Dim, di Chignoeù nei sig. 8.*
Chilo. Cliilo. Meno i dotti » gli altri fira noi
usano questa voce più comunemente
nella frase Fa el chilo, la quale in
«sé vale Chilificare^ ma a noi rappre-
senta un mezzo poltronesco da ciò,
cioè a dire lo starsene consolato ve-
lando rocchio e sonneferando più che
Cesare non solesse, con animo di far
buon chilo e dare quel più «1 feretro.
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CIA
Chì-ìò ì (eli» anche dicono Chi^natàgtL
Chilòga i. o Cbigiiòga),'y. cttit. Quiei.
>• Qkii» in questo luogo'. Asche i Sordi
. ^hftUno in qiiesl* «19% Inòghe.
Chimm. Cottùna, Cumino. Sarta d/ erba-
•ooilMUiferaf odorosa, detta dai bot
Cyminum cumùmnt. e . dai Tedesobi'
Kummel. Paa col cbimm; Pane regor-
iato con cumino. - •
CbÌDa. (^na, Chinchina. Chmaehina»
Corteccia del^ (3ùnèona officinàUsJ*.'
■ cbo i farm. dicono Carter perwianus»'
.1 ttostri • 4^oghiert conoscono yarie
specie di cbina che chiamano Cbma
. del Perk^ China bassa^ China in ^ari^
China mezzannà , China Lojà , China
. .eoronna^ China canolada^ China ros-
sa f China gialda^ (3dna filosa^ China
de duU color,' China CaUsaya in sort
è piatta. China de Nàanf a Salva {beffa
. ojllosa), ecc.
Cbincòsta per Scòocsi {altalena). V.
Gbinéita ^cie di. stoffa.
Cbinhu . . • Estratto o solfato di china.
Ghiri o Ghirie. Carriek. Specie di pastrano
assai quadrato, non molto lungo. e
. con maniche attillate. Oggigiorno^ una
' loggia quasi identica è qàella dei pa- •
. strano detto Paltòss.' .
Cblrile. Chirielio. Al fig. dioesi di cosa
lunga e nojosa.
Chisciaeùra. if..cont. per. Brusàda. K
Chissessia. Chiunque. Quaìunqae. Qual-
sisia. Chicchessia* Chi che sia.
Chit chit. . . • Voce da chiamare i pulcini.
Chittà {voce der. dal fr. Qnitter). Bi-
' nunziare al servigio , alt impiega
Ghàve;*. .... Parte del corno inglese.
ChiTÌv. T. mil. Chi wVa(Caro Eneide IX,
588 -**- Sacch.. Not. i5a/). Grido con
cui le sentinelle domandano il nome.
Sta sul chiviv* Stare alVerta, sul-
TawisOf in guardia, • •
CbituBù dicono ne' paesi del Milanese
Jinitimi ed Bergamasco la Brusàda. l^.
Gì dicano i cani, brianst,, speo. n^ colli
'ala iifdtando i Friulani, per Ghl. y.
Già dicesi talora per Scià. y.
Giòd^er. Dispute. Quistioni. Litigi. Piati,
¥à ói* ci^ccer, Quistionare.
GiàccerS Canxonel (Tac.Dav.Post. p.636).
Frottole! Esclamazione negativa.
Ciàccera (La). La Chiacchiera {Gigh Reg^
• 578), Parlantina* darla, ^ La loquela
(379); già:-
vivace', l'attitudine alciarfaré^ kvlra*
loquacità. El |[[b*ha òna gran' ciaéeéra
- >o> vero A' eiaecera^él sta ben. £J^' ha
.' *buona ciarla. ìHa^buona^parlanUna.*
Giàécera. Ciarda, danciaé Cicalio, Cica-
lamento, Il parlar molto ««^^vEsicocune
il moItUoquio è prossimo ^ al vanikP
quio fatto o per. visio o per iagan-*
: aare tdtrui,icosl - -
Giàcoera ,. e pe^-ló più . ò/ pi. Ciaooér ,
per Chiàcchiere;» Ciarle. Ciance, Fcie,
Favole. Frottole,
Bà di daccer. Dar.ei^ùute. Tenére
a bada. Intrattenere, InterteHere -*—
. Dà 4omà- di GÌaccer» Mkrgheggiiar in
parole. Esser largo di promesse, Assai
romore.epoca Urna. Assai paròle e
poche lance rotte. Gran chiesa e poca
festa. MoUeypenne e- poca carne. Molto
mena e poco fila. •
Doma ciaccer. Boirevolmente. Ctan-
' ciosamente.
. Fa ciacoer o Fa quàtter - ciaccer.
Crocclùare. Stare a crocchio. Far cian-
ciar e in senso di spregio Fare il
crocchione.
Gbe va»ur olter che ciaccer. i Jbtti
son maschi e le parole fismmine^ • Il
voto ^^senia V opera non bastai Biso"
gnajar di fatti, Cogliono esser fatti.
Nonvoglion esser ciance , ma fatti,
quattrini, o sim.
• Giò vin e su ciaceer. Fin dentro,
senno fuori {ÌAgqos, laS). Buon vino
favola /unga (idem 333).
• I daccer hin ciacoer, o i dance
- hin dnnee. F. in Danée.
- Mi ai ciaccer gbe credi minga. Io
non mi lascio prendere alle grida.
Se 'la va a ciaccer! A grosseggiar
. con parole! .... ^ale più con le
parole che coi fatti (V tts. 4o4)'
dhceera.Cfùacehiera. yescia.Baja. Chiap^'
pota. Mormoramento. (Chiacchierata*
Chiacohieramentó, Voce sparsa, ma
faba, in proposito delle quali voci è
necessario aver seniipre a memoria >il
precetto antico Ao^rii^/wftorsm demere,
Giàff e Giàffeta Voce con cui
si vuol esprimere quel suono- che fa
una cosa che percota nelP acqua.
Giff ciaff. y, Cìff.
Giaflfolètt. ) Barbariccia, Barbanera. Far-'
Giaifoljn. SfareUo. Nomi ideali di diavoli.
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QIA^
(a8o)
CIA
Gtàl e CìàlL Baiggè^^ Sàimunitù. K. Badée.
Gtalàda. Bmccelìena. FtigioiaUi* Fagùéo-
' iaitt*:ScimuniU^ginCiMoc€fiézaa.Scioc^
ckeria. ^ppolaài. BabbmasamggUìe.
- GioggiàUi. Cioàdatàè Grianélleria. Ina^
> aia^ Fróddura^
Gtafin. Cfuappoiino. Scummifelìó^
Ciolhuia* ScimuniUlla.
Ciàlh Sciocco — Eccone > lei grndaBiaaì :
. €ÀiiMn0 SùiocMìiò ; Cialoa. Sùoceome^^
. CìàloBÓn. Arxisteiocco, Re degli scioc"
r/ii.CialonscèU (vezzjag.ySciocchenHo;
.. CialOnsceUìÀ* SàoccIierelUno — V. an-
c/ie. Badée.
. Fà.el ciall. Fare il semplice {fieìlì
. Sfnrta 1, 3).
'Ve de ciali. Ve (li Bermarda^Km-^
' hn Bernardi prologo ).
Ye» on pov^r* cialK Essere un %fia
là vie /oro (Machìav» Opere IX, i66).
GiàUa& Baggea* Sàmtuùta, Sciocca»
Clallamaeda. v. a. JrmeggiamenÌo{Dom
. JSifr.« p.- iB3 ). Frottola, Fanfaluca.
' m Su TOtU oì«U«iiumU r i coaijMgiui
» Di flC9» òn «iar^elfae. » (Bf«9d« Caag..BMl. }
Cialuo. Baggianaccio. Scioccone*
Clama* ChiAmare* Richiedere* Domanda"
re, — Chiamar con piana voce si dice
. Sacclùamare . ; s con Xorte , Bociare « un» ;
cIùanMire addielro Richiamarti
. Andà o Manda a ciamà Yun* An"
dare o Mandare per alcuna. -
Ciamà a vun oua cossa. Richiedere
, alcuno di checchessia.
Ciamà g^sa, Ciamà pega al oam-
pée» ecc. F'm in Gi^sa» Campée , ecc.
Ciamà» Chiamare in- giudico. Citare* Ri-
chifidu^* Fa ciamà yun. Far richie-
dere, uno. Convuw^ uno in giudiuo
— Chi è cosi chiamato o convenuto
può alla volta siu . Ricom^enire . ohi
fece richieder lui.
Ciamàda, Richiamo. Chiamata. Nelle scciv
iure è quel segno che si fa per in-
dicare il luogo dove 8** ha a iatro-
• durre aggiunte, onnotasioni, oorne*
:.zi(>»Ì4 nelle stampe anteriori al nostro
.secolo era quella prima parola dWa
. pagina che 9Ì sole.v^ jfneUere in ciilce
alla pagina aqteocd.* per ilio di lettura.
Ciamór e CiiUnór. Cinmrro* Malattia «ala
de^ cavalli, r. Ciumór.
Gànfer. . . . Voce dj^ootante imperfexio-
114 nell^ oggetto « cui n applica. Qa
. danfer d*on omm.£/ii uomo inelloi Ob
cianfcr d^ou. cortell. Un coltello che
'. taglia come' e* cuce* On cianfer d*on
dance. Lo sUsso che Tenàìa waaU F*
Ciànfórlin. Fiecina •<-*< MammaUno^ .
Cionfórlinaa. Piceinaea ■»- Muhmoàmam
dio p^. CiàTO. r.
Giapètti. F. in Salsa.
Ciapòtt. Bandfoccio. Bambolo* MammaUK
Bamhocciotio*
Ciapòtt. Bazzècola* Cuirpnme».
Ciapòtt' Imbratti? Medicinali n<m ne-
cessar). Kl tOBÙ doma oiapott. ImboUa
medicine.
Ciapòtt. Imbratti? Cibi nul misti^ pattumi
' di cibi. Forae dal aicil. Oppotta che
è una vivanda di toamna^ cipoUe^ eoe.
QiapoUà. Bambineggiare*.
Giapottà. Brandeare» V* Mastino*
Ciàpottà. Lavorauhioìreé K Vessigà. In
ambedue questi sensi anche i Prov.
dicono Chipotttar ed i Frane. Oftipoier.
Ciàpottà. • . • QueUo ^guaxure e trn-
sMitar nelTaoqoa che fanno sovente
• B ianciuUi^.ciKrri^ionde precisamente
al QargoaiUer de** Francesi.
Cìapottass'el.stomegh J^. ùtStòmef^.
Ciapoltàda. Bambinaggine. Bambineràa.
Bambocccrìa. Fi di ciapottad. Dare
.incìùappolerie^ in cencio in piattole^
in ciampanelle.
Ciapottaria. Baàdnitaggjae*. Bambinerìa»
Bamboccerìa*
Ciapottaria* Batzéeola. Inaia»
Ciapotlln. TrottolìnafPmi.)» Mammolino.
Mammoletto.^N^iceherùuK Vale raga^
zetto vexxoso9 e fra noi estendeet an-
. che a denotare I>onna di beiraapelto
ma di forme delicate.
Giapottunul. JUammoietta. Faneiulletta^
Ciapotton. V. a. Castrone* PotUniceio. Cu-
citura o. rimendatura mal tota* .
Ciapotton * . . Colui che volontieri ma-
neggia acqua od altro con mal. garbo.
Qàppa. Chiappa* Natica.
. Battes i ciapp. Battersi tanea..U4>"
. strare di sentir duolo o dispiaeere
di alcuna cosa. •
< Mena i- cia|»p. Soulettare^ e prò--
priamenle quel ehe i Latini diceano
Ceoere. pari.- domini t CrissamparL>
di donne.
Mena i eiapp* iìg. lAcir di passo o
tki muniao* Lavoraret.aBntic«ni molto.
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CIA ( 281
Mena ì eìopp. Menar le seste* Cor-
rere nssai.
Podè battes i cìapp^ cui talvolta
s* aggiunge e toeù via ci «egn. Potere
sputare la sM>^ia o appiccar le voglie
all'arpione; e vale Dover dimeltere
la speranza dì ottenere checchessia.
S'en hattre Ics fesses dicono i Frane.
Ciàppa , e per lo pia al pL Ciàpp , che
anche diconsi (Euv in ciapp. Uova af-
fogate. Uova cotte e sommerse ncl-
Tacqua bollente. In Toscana però si
chiamano volgarmente Uova sode.
Fa ccBUS in ciapp. Assodare{j9Tg.
Viag. Ili, 9).
El sol sui 0IÌV9 Tacqua sui ciupp.
y, in Oliva-
Ciàppa , e per lo pia al pi, Ciàpp. T.
de^Calzoi. Quartieri, Quelle liste che
circondano il pie della scarpa fino alla
guiggia. y,VhVb, enc. in Guardione^
e TAlb. bass. in Quartiers*
Ciàppa. Coccio, Greppo. Rottame di vasi
di terra cotta.
Andà in ciapp. Andare in cocci.
Fa ciapp o Tra in ciapp. Fare in
cocci,
Ciàppa, e per lo più, al plurale Ciàpp.
T. de'Pizzicag Nomo delle due
parti in cui si fende la testa d^un
majale quando se ne vogliono cavare
le cervella; quelle che i Sardi chia*
mano Concalis de porca.
Ciàppa, dicono i coni, brianzuoli per
Tazzlnna. K
Ciàppa. Anima. Palco, Ognuna di quelle
due assicine sulle quali é inchiodata
la pelle ne^ soffietti.
Ciàppa Ferro, della figura
d^un cappel di fungo , inastato in un
toppo piombato, sul quale le stira-
tore danno la salda alle cuffie. Forse
è da dirsi italianamente Cucchiara ,
e forse Fungo a imitazione d^un ar-
nese molto simigli ante che usano gli
orinola j e che ha questo stesso nome.
Ciàppa per Cèpp o Ceppin (pesce). K.
Ciàppa dicono i Sellaj per Gròppa, r.
Ciàppa. T. de' Calzet Così di-
cesi ognuna delle parti in cui é di-
visa la cerniera del cosi detto Ahón
del telajo da far calze.
Ciàppa, e per lo pia al pi, Ciàpp. T.
de' Leg. di lib Le due facce
Fol. I.
) CIA
della coperta d' un libro che sono
collegate col dorso; quelle che i Fran-
cesi chiamano Les plais.
Ciàppa* T. de' Trippajuoli e Macoli.
l'rippa? La pelle del yenìv^ihottasc)
della quale ripulita si fa la vivanda
detta anch'* essa trippa.
Ciàppa de rìs . . . . Ognuno di qv^i
piani circondati da arginetti ne' quali
suddividesi una risaja. I Mortaresila
dicono Stanza,
Ciappà. Pigliare, Prendere,
Andà a ciappà tenchett o pescarla,
fig. y, in Pescarla.
Chi voeur tropp ciappà nagott. Chi
tutto vuole tutto perde {Ssicch, Nov.
198). Proverbio che esorta a mode-
razione nelle pretese anche giuste
chiunque non sia cosi testereccio da
voler essere o Cesare o niente.
Ciappa(cAe anclie dicesi Toeù-^ù e
Porta via o Tò dagn). Sette tuo. Tal sia
di le. Tuo danno. Il lat. Quod nactus
es^ fiabe; cape prcemia facU,
Ciappà capell. y. in CapélL
Ciappà eh' ci gh' è. L è qui covata.
Ironia per indicare che una cosarla
non c'è.
Ciappà de lontan ona robba. Farsi
da lungi. Incominciare o Farsi dalla
lontana. Pigliarla larga. Pigliar lar-
gamente — Talora anche L* antifona
è più lunga del salmo,
Ciappà el pess per la gora* y, in Pèss.
Ciappà fiaa, coragg, gust, ecc.ecc,
K in Fiàa , Coràgg , Gùst , ecc.
Ciappà in man. Pigliare, Prendere,
Prendere in mano — Impugnare. Bran-
dire. Indfrandire. Stringere.
Ciappà in paroUa. y. in Paròlla.
Ciappalla come la ven. Pigliare il
mondo come ei viene.
Ciappà la ciocca. F, in Ciòcca.
Ciappà la montagna, Ciappà la sca-
la, e sim. Prendere il monte ^ Pigliare
la scala 9 ecc., cioè Avviarvisi.
Ciappà la porta, e sim. Imboccare
la porta j V uscio, il balcone, ecCd(*tosc.
e Poema d'un autor pisano ).
Ciappà quist! (e facciamo le corna
o battiam le natiche facendo ala colla
destra).I>i codesto aw nxi(*losc.). Je m'en
bats les fesses fa dire simil. Scarron
al re Latino nel sao Firgile travesti*
36 .
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CIA (aSa)
Ciappà ronchetl o sogn. F, in Sògn.
Ciappa^sù. TogUti-sU (Caro JpoL
log). Per eft. Ciappa->sù del lego e
. lavora. To' del Ugno e fa ^(Caro
ApoU 143).
Ciappà temp. /^. in Temp.
E Yunna e dò e tr«9 ciappa ch'el
gV è • . . Dizione usata in certi giuo-
ckl, per ea. a meglio al muro, a terra
del mio moute e simili 9 in cui corsa
la moneta si fa accostare alla meta
coUo spignervela centra con tr« col-
. pettini di dito o di piede. E siccome
in qualche giuoco ciò si fa a pie zop-
po 9 cosi talvolta la dizione s^usa per
. accennare coperiamenle d^alcuno ch^ei
soppica» o che una cosa non è per
ottenersi.
Maa che se ciappa. Male contagioso
o attaccaticcio.
Qiappà. Guadagnare* Per es. Cosse ciap-
pet al di? QuauU> gndtjdagni al dì?
Hin iprimniiche eiappi. rdn Primm.
Tant quanl ne ciappa tant quant
ne speod. Tanto guadagna tanto spende
(Bfoaos. II).
CiappÀ. «ssolut Pigliar V ingoffo o i7
sapone o il boccone^ Esser preso al
boccone*
Fraa Ciappa el sta in convent;
fraa Dà V è foeura de cà. f^. in Fràa.
L*é de qui) che ciappa volentera.
E* piglierebbe. per san Giovanni. Dicesi
di coloro ch^ voUntieri pigliano pre-
aenti.
Ciappà. ▼* ^OBt. Raccogliere^ Per es. Mett-
sbott quell vas a la gronda per ciappà
- r^cqua piovanna. MelU sotto la gronda
quel ifaso per rico^iervi la piovana,
Ciappà. Catturare, Acciuffare, Far pri-
. gione. Pigliare,
Ciappà. Cogliere, Colpire. Acchiappare*
Investire — Imbroccare. Imberciare,
Bop nel brocco,
Ciappà al toL K. in VdL
Ciappà in sbiess. Cogliere a sclnann
ciò o a sUancìo o a schiso.
Ciappà. Raggiungere. Arrivare* Giunge^
re. Sopraggiungere,
Ciappà. Tenere. Occupare, Distendersi,
Estendersi, Stendersi* Per es. Ciappà
d^on sii a Tolter. Pigliar da un luogo
aii'altì^Targ. Viagg. Il, 4 io).
Ciappàa. Puri* pa$s, di Ciappà. r.
CIA
L*à ciappaa. fig. È un tritone. È
povero in canna, Dìcesi di chi è cen-
cioso e tapino. Talvolta si usa anche
parlando di Un abito logoro in sommo
grado, o d^Una persona e special-
mente d^una donna uscitji di gioventù.
Ciappa-eiàppa. ger. Sgherro, Zaffo, r,
Shìrr.
Ciappa ciappa (Fa a). Fare alfa ruffa
raffa o alla ruffbla raffola. Fare alla
grappiglia{Cwo Vers. Let. $Qn.>. Di-
cesi di molti che siano intorno alla
medesima cosa.
Ciappée dicono i Brian** per Majoleghée
o Piattée. F,
Ciappoli. Coccio. Greppo. Breve coccio.
Rottame di vaso di terra*
Giugà ai ciappej. Fare a ripiglino
o a sbrescia. Giuoco così detto dal
ripigliare coJla mano opposta alla
palma de^ cocci di terra, o simili che
si siano tirati all^ aria.
Lacca in ciappe}. ì^\ in Lacca.
Ciappìn. Demonio. Diavolo* Farfarello*
Barbariccia. Fistolo. Scarmiglione,
A cà del ciappia. A casa maladetta,
A casa calda, A casa il diavolo.
Ciappia e Ciappltt per Ceppiti. F'*
Ciappinètt. Demonietto. Frugnolino.
Ciappìnna. Diavolessa 9 e fig. Demonietto,
Ciappìtl. F"* Ccppìa{pesce).
Ciappón. . . . ^e** cavalli è un soprosso
che talora viene loro tra T unghia e
il pasturale.
Ciài*. 5. m. Lume — Luce — CJiiaro*
Avegh minga oa beli ciar o Vess
a on ciar fals. Non ai^er buon lume
(Vasari c;35).
Ciar che iaorbiss. Bagliore,
Ciar de lunna. Lampqnegg^. Lume
di luna.
Ciar fals. . . . Quello che i Fran-
cesi dicono Contre^Jour^ cioè lume
che sbatte &ur uja oggetto per modo
da farlo apparire svantaggiato.
Fa ciar. Far chiaro. Rendere Dare
o Far lume. Illuminare,
Fa ciar. Far lume o luce o chiaro.
Fa ciar o Tegni el ciar o. Porta el
ciar. Tenere il lume. Servir per lucer-
niere. Intervenire in checchessia per
utile, servigio, o comodo altrui e non
proprio; ed anche Cuocer bue. Esser
pergola* Trovarsi a dovtr seniirc
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CIA
ta83)
CU
discorrere di cose delle qaalì non t'*ab-
bia alcuna contezza , o a dover essere
presente in conversazioni ma ozioso to-
talmente — gergo. Far da candelliere
(Rime d'^nn aut. pis.) e si usa più par-
ticolarmente nelle cose di amore»
Fa cSar ai mort. P', in Mòrt.
Fass ciar. , . . • Aver modi a so-
stenere i proprj impegni , aver modi
a spendere. Per es. Chi no gh'^ha de
part quejcoss el pò mingti fass ciar
« r occorrenza • • . Chi non ha spar
regnato si trova in asso abbisogni.
Porta el ciar. K sopra Fa ciar.
Primm ciar inant di o Primm dar
de la mattinali. Sphndort antelucano.
Primm ciar # Ultem ciar del di.
Crepuscolo. Bruzzo, BrSazoh.
Tra el ciar e el scun Tra luce e
scuro* TYa lamé e Òujo. Tra giorno
é sera (Monig. Note alla scena 27
atto II del suo Pazzo per forza). Al
barlume. Al huiccio, AÌbagliaiamenfe.
Vedegh ciar. feeder chiaro. Esser
chiaro di checchessia.
Vedegh minga ciar. Èsser bufo pe^
sto per uno alcuna cosa. Non la ve-
der liscia,
Vegni al ciar d'Iona cossa* Chiarirsi
di eheccheisia, iiestar chiarito di chec-
chessia.
Vegni ciar. Far giorno. Aggiorna^
re. Sorgere il dì -— Gomenzà appenna
a vegni ciar. Albeggiare.
Ciàr. T. de"*Pitt. Chiaro^
Gièr. agg. Chiaro.
Ciar ciarisc. Chiarissimo. Di là da
chiaro.
Ve minga ciara sta faccenda. La
non è liscia.
Ciàr. C/darò, Sereno, Per cs. El temp
Tè ciar. È tempo chiaro.
Ciàr. Chiaro, Umpido. Puro. Per es. Sto
vin r è ciar. Questo vino è puro.
Chi le vosur ciara vaga a la fon-
tanna A voler ben conoscere
checchessia bisogna vederlo in fon-
te, bisogna andare al fonte.
Ciàr. Chiaro. Intelligibile. Piano,
Ciar e nett. A lettere grosse{Saicch,
Nòv. i58). Alla «pelato (Micheli in
Tàfg. Viag. VI, tt!i4). Alla scoperta.
Slò piBs Té ciar. Qitestò passo è
chiaro.
Ciàr. Chiaro. Es^idente. Manifesto.
Ciar come el so. Chiaro o Spe^
chiato come V ambra palpabile. Come
quattro e quattro otto. Più chiaro che
non il sole di mezzodì. E? va in istan^
pa. È passato in giudicato, .
Ciar come V acqua del Lamber* /^.
in Làmber.
Ciar e lampant. V. in Lampànt.
L* è ciara che V è insci. EUa è cosi
chiaramente»
Ciàr. ClUaro. Non ròco , non fiòco. Vos
ciara, Son ciut.F'oce chiara^Suon chiaro.
Ciàra. Ad. di Fórma (formaggia). K.
Ciarént. roee usata nellA frase
Ciar ciarent ( Porta Rime inedite).
(Guarissimo. Evidente. Di là da chiaro.
Ciàr d^oeuv. s. m. Chiara, Albume.
Ciarèll. Agnellin grasso? Radicchino di
seconda o terza colta , che diciamo
Ciarèll perchè ripullula meo fitto ^
pi il rado (ciar, voce straniera usata
in alcune parti del contado ).
Ciarèlla. Ostrica. Ciabattino. Sputacchio»
Fa corr a ciarèll. K. Córr.
Ciarlila, ixi 0tiarella. Notne di paese
poco distante da Rinasco fra Milano e
Pavia, che diede luogo al dettato Pari
el Diavol de la Ciarella. P". in Dìàvol.
Ciar-e-sciir. Chiaroscaro, Monocròmato»
Lo scuro e chiaro.
Ciarètt. Ad. di Vìn. K
Ctarfojà^ Ciarfojàda, Ctarfojón^ ecc. Lo
stesso che Farfojà » Farfojàda , ecc. V,
CiariHcà. Chiarire,
Cìftrifioà. Chiarire. Soffiar nella vetriieola.
Voci che in istii furbesco valgono
quanto bere«
Ciarisc. K. in Ciàr agg.
Ciarlata». Ciarlatano. Cerretano. Can-
tambanco. Ciurmaiore, Ciurmadore*
Ciurmante, dtcantone, Ceriuoio —
Cantoniere — Empirico.
Ciàriatàu. met. Ciarlatore. Fhsppatore,
Fàvt)leggitttore, Giuntatore,
Ciarlatanà. Ciurmare. Il Charlaianner
de** Franzpsi.
CisirltitaXkkdk.Cantambancaéa, Atto o modo
da cantambanco, cioè da ciarlatano.
Ciarlatanaria. Ciarlatanerìa, durmerìa,
Ciarlatànna. Cantambanca,
Ciarlatanón. Oerretanone.
Ciaròn. Chiarore, Qrah chinrtye,
Ciarùsc* Gran chiarore.
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CIA (à
Cìàsmfl. V, Ciàsmo.
Ciasmàsc Chìaror eccessivo .
Ciàsmo e Ci asma. Chiarore, Bagliore, Se-
condo il Giulini , dal greco Kat)/xa.
Il signor Lancetti nel suo Vocabolario
cremonese dice che la voce ci fu data
dai Francesi i quali pure dicono Cha-
smay intorno a che assevera meri-
tevoli d'esser lette le osservazioni
deirAccademia franzese nel voi. 6."*
delle sue Memorie.
Ciàss. Chiasso* Fracasso, Baccano, Ro-
more* Fa ciass. Far chiasso,
Ciàv. Cfiiave.
Canna. Fiuto, Canna ^ Porin o Bot-
ton. Pallino, Bottone t» Aneli. Jnello,
Capo *= Contracc. Ingegnila
Mulinella (museau fr.).
Ciav femena. Chiave femmina. Quella
forata che riceve in sé V ago della
toppa.
Ciay masVia. Cliiaue mastia{¥a^,
Jmore non opera a caso II 9 ao ).
Quella solida terminante a pallino.
Ciàv a duu contracc Chiave
la quale ha doppj ingegni, gli uni
dalPuno e gli altri dall'altro capo,
servendo così a due serrami. Alcune
chiavi si fatte sono soodevoli e si ri-
piegano a mezza canna.
£l mazz di ciav. Fascio delle cìUavi?
Fa vede per el bus de la ciav. fig.
r Mostrar per limbicco, cioè con gran
difficoltà, gelosia, riserbo.
Legn de la ciav. Materozzolo, Quel
randello a cui si raccomandano certe
chiavi , e specialmente le grosse»
Mett la ciav sott a Tiiss. K. in Ùss.
Passalla foeura per el bus de la ciav.
fig.. TYovare ima gretola. Trovar modo
a campar di pericolo.
Sarà sott ciav. Cfiiiidere a chiave.
Mettere sotto cliiave,
Toeù ona ciay de pai eh . . . Pren-
dere ad affitto un palchetto di teatro
per una sera o per un tempo con-
venuto.
Ciàv* T. rous. ChÌ€Ufe, Segnatuono.
• Ciàv. C/tiave, Ferro da volgere i bi-
scheri e i pironi degli strumenti mu-
sicali da corde.
Ciàv. Licciaiuola. Chiave da allicciar la
sega. Ferro col quale si torcono i demi
alle seghe.
84) CIA
Ciàv. T. de' Mur. e Arch. Catena, Lunga
e grossa verga di ferro la quale si met-
te da una muraglia all' altra per te-
nerle collegate insieme e render saldi
e fermi i loro recinti, e specialmente
le fiancate delle volte. Si congegnano
fortemente tali catene con alcuni pezzi
di simigliante verga di ferro chia-
mati Paletti(tirànt) che si fanno pas-
sare per un Occhio((Rvkcc) posto alle
loro testate, il che si dice Incatenare,
— Quel pezzo di rame o ferro con
cui negli edifizj si tengono unite insie-
me pietre con pietre si chiama Arpese*
Ciàv(c^e ancìie dicono Cadréga) T. dei
Macell. . . . Uno de' tagli delle bestie
bovine macellate che comprende di-
latta e Ciav, V,
Ciàv tla sé comprende Treyérs, Pilètt,
Cost-ials e Scàlf. V, — Questo taglio
confina colla Culatta^ coff Oss bus^
colla Lonza, y,
Ciàv* Cliiave, Ordignetto che dà la via
all' acqua ne' tubetti delle fontane 9
de' bagni, ecc.; quello che i Fr. dì-
cono Robinet e i Lat« dicevano Epi-
stomium,
Ciàv* T. delle arti in genere. Chiavasda.
Grosso perno di ferro invitato e con
anello da capo — Il fermare chec-
chessia con chiavarde si dice Inchia-
vardare, Chiavardare,
Ciàv (o Oss de la ciav). Ischio, Osso scia
— Chi paté di dolore forte a questo
osso ha una Sciàtica 9 e dtcesi Sciatica
o In/ermo di gotta sciatica o passione
sciatica,
Ciàv. fig, Contraccifera,
Avcgh la ciav de tutt i affari. Avere
V alfabeto per ogni parlila. Aver la
chiave de* negozj,
Ciàv Vile che nel tondatojo da
libri guida, ferma, strigne il ferro da
tonda re.
Ciàv. s. f. pi. T. dei Tessit. Traverse,
Quelle assi che attraversano e coUe-
■ gano i ritti (/lienton ) del telajo da
tessere.
Ciàv comunna. T.d'Orolog. . . . • Cer-
chiello di metallo dalla cui periferia
escono parecchie chiavicine da orolo^
gio di varie misure, onde servirsene
a seconda della . varia grossezza dei
perni di monta.
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eie
(a85)
eie
Clàv inglesa. T. de*Cayad. Chiame. Oiiape
alV inglese. SXTumenìo da cavare i denti.
Ciavò. Chioifare. Verbi tivissimi in con-
tado ma disusate in città in.si^ di
Chiudere o Serrare a chiope*
Ciavàda Il serrare a chiave.
Ciavàda • . . . • Percossa di chiave.
Ciavadìona • ... Un leggier chiudete
a chiave.
Clavadinna . . . Lieve percossa di chiave.
Ciavè]]. a. f. pi. T. di Stamp. Chiavette.
Que^mastiuzzi di ferro che passati per
le ganozEe(ajoii) del carro del torchio
da stampa e del timpano li congiun-
gono insieme; e anche quegli altri
consimili che passati per le ganozze
superiori(oggia?M) del timpano e per
quelle della fraschetta congiungono
Tuno coir altra.
Ciavèlla. Arpése*
Ciavèlla. Caviglia.
Ciavètt. Piìvni* Cosi cliiamansi ne^ cla-
vicembali e neirarpe que^ferruzzi che
vi si conficcano per avvoltolarvi in-
torno le corde*
Ciavètta. Chiavetta. Chiavicina, Dim. di
Chiave; e specialmente quella da mon-
tare r orinolo da tasca.
Ciavètta .... Specie di zipolo fatto a
chiave con cui si serra la cannella
della botte.
Vin de la ciavètta. y, in Vin.
Ciàvo. Addio, Salve. Dio ti salvi» Fatti
con Dio. Ben possa stare. Bene stia
il tale. Buon dì. Buon giorno. Buona
sera. Ti saluto. Tu sia il ben venuto.
La voce davo pare corrotta da Schia-
vo ; noi difatto diciamo anche Ciavo
suo ; cioè schiavo suo 9 servitor suo.
Ciavo obligato. y. Obligàto.
Ciavo suo o Ciavo signori. Fi son
servitore {MagsdoMì Leti. Ateismo II,
58 1) e vale È fritta, non ne facciam
nulla , e simili.
Senza nanch di Ciavo can. F. in Càn.
Ciavón. Chiavaccia.
Ciber per Ziber. f^. (Cicln.
Cìcc(on). Un pochino. Un micolino. r.
Cìcc. Ubbriaco, F. Ciócch.
Cicca Masticar tabacco.
Ciccia. Succiare. Trincare. Imbottare.
Zuffblare. F. in Bév.
Cicriàcch chiamano alcuni la Laganna. F.
Cicciàda. Tirata. Bevuta. Beverìa.
Cicciadinna. Bevutina. Dagh ona ciccia-
dìnna. Pigliarsi una buona bevuta di
vino.
CÀccì9xk.CÌUacchierare.Lingueggiare. Bet^
lingare. Ciancicare. Lingttettare. don'
ciare. Ciangolare, Cinguettare. jCtara-
mellare. ChiacchiUare — In buon sen-
so Confabulare.
Clcciaràda. Chiacchieramento. dùacclUe^
' rata. Ciarlata. Cianciamento.
Fa ona bonna cicriarada. Far come
la putta al lavato jo (Varchi Ercol. I,
195). Fotare il sacco.
Cicciarée. Lo stesso che Cicciarón. F.
Cicciarér».Cinguettiera.Ciaramella.Chiac-
chieratrice.
Cicciarètta.s.m. Taccolino. F. Cicciaj*in.
Cicciarètta. s. f. Cicaloncella (Gigi. Reg.
578). Cicaluz%a.
Cicciarin o CìCCiarèttik.Chiacchierino.Tac-
colino. Cianciosello. Cicalino.
Cicciarinna. v. brianz. . . . Sp. d^uccello.
Cicciarón. Chiacchierone, Taccola. Chiao-
chieratore.Ciancione. Cianciatore. Clan-
clero. Ciarlone, Tattamella. Cinguet-
tiere. Ciarpiere. Che toglie la volta alle
cicale. Berlingatore. Taccolato. Tacco-
lino. Gracchione. Parolajo. Tabella^
Ciccia rón . Binvesciardo.
Cicciaronón. Cicalonaccio{M.onìg. Pod*
di Colog. Ili, a4).
Ciccìn. F. Cicin.
Ciccio .... Nome che sogliamo im-
porre a quegli uccelletti che tengonsi
in gabbia a diletto , e specialmente
ai merli.
Ciccio per Ciùccio o Ciccióo. F.
CiccìoIàtlJcA.perCicolàtt sig. i.Sa.SS.'r".
Cicción. Dolcione. Baggeo. Scimunito. F.
Badée. Anche i Sicil. dicono Ciuciuni
e Ciodu in questo significato.
Cicción. Cucco, Beniamino.
Vera el cicción de la mamma. £>vi
li^co deWorto di sua madre.
Cicción del pà. // cucco del babbo.
In questi due significati però il Cucco
si riferisce sempre a ragazzo dolcia-
to, scempio, stupido, immeritevole
per sé medesimo di predilezione.
Cicciorà. Bisbigliare. Pispissare. Cinguetr
tare pianamente alf orecchio onde non
esser uditi da .'dtri. Il Cioeiolejare
de^ Napoletani , il Mussitare de^ Latini,
il Chuchoter de^ Francesi.
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eie
Cicciorà. Pigolare,
Cicciorà. Canticchiare. Canterellare. Bo-
ciacchiare, e noi lo diciamo «pecial-
mente parlando del pispissar sotto-
voce de* merli e simili uccelli che
pur di cesi Cinguettare. Anche i Sicil.
dicono duciuliari.
Ciccioritt. Bucinìo (Cini Des. e Sp. I» i).
Bisbigli. Fissi pissi. Discorsi segreti.
Gicciorlànda ( Giugà a ). Giocare alla
cicirlanda{così ne^ Giuochi deirin-
tron. ) Specie di giuoco in cui si sce-
glie uno degli astanti al quale si dà
la facoltà di comandare 9 e questi ,
collocato in luogo eminente, chiama
quelli che stanno in giro dicendo
cicirlanda^ a cui venendo risposto da
tutto il cerchio che domanda ? egli
ordina quello che intende che scab-
bia a fare 9 e tutti sono tenuti ad ob-
bedire. Fra noi si usa anche in due
soli ; e di questi il comaudatore dice
e r obbedente risponda:
C. Gcciorlanda!
O. Chi dimanda?
C. Quell bruti che lì o Queltasen li.
0. Cam' hai de ^egnìì
Dritt o start?
C. Come et vceur Ut;
e V obbedente viene o al modo or-
dinato o diverso a suo capriccio.
Cicciòtt. Buon pastricciano.
J,^ I ' ] Dolcione. K. Badée.
Cicciovàtt. \
Ciccolàtt, ecc. V. Giculàtt, ecc.
C\ck(che anche dicesi Ceco e dt^Briait^
suoli Penta o Pentìo). Codibitgnolo.
Lanciabue, Cincia codona. Codilungo.
Paglianculo {Suv] Ornit*). L^ uccello
detto Parus caudatas dagli ornitologi.
Cicero. T. di Slamp. Lettura. Sorta di ca-
rattere che sta di mezzo tra la filo-
sofìa e il testo. Dal francese Cicero.
Cicilardón. Gccialardone. Ghiottone.
Ciciminin ì {/na /icariiia(*aret. Vocab.
Cicimininin S aret.). Un tanUnetto.
Ciclo. Cecino. Ragazzo amabile.
Cicln(e Cicc). Uicolino. (echino. Pochino.
Pocolino. Micino.
Cicln. Mio caro. Mia cara.
Cicin. Foce bambin. per Pipì. Pollo.
Giclnna. Pargoletta. Speranzina.
Cicisbèo. Cicisbeo. Vaghegpno. Dame-
rino, Il Salriai disse anche con poca
(286) eie
fortuna Ammiriere. Fa el cicisbeo.
Cicisbeare. Donneare.
Cicolàtt. Cioccolata.^ Cioccolato. Ciocca-'
late. Cioccolatte.
Cicolatl a la sante. . . • Specie dì
cioccolata senza irainiglia% Dai frano.
Chocolat de sante.
Cicolà'tt a mitaa.^. . Cioccolatte fatto
per metà con cacaos di Caracca e per
metà con quello cosi detto di Lisbona.
Cicolàtt Caracca . . . , Cioccolatte
fatto con cacaos di Caracca.
Cicolàtt de vaniglia. Cioccolatte con
vainiglia. lì Chocolat vaniUe dei Fr*
Cicolàtt Lisbonna . • • Cioccolatte
fatto col cacaos cosi detto di Lisbo-
na , che riesce d"* inferior qualità.
Fa el cicolàtt. Cuocere la cioccolata*
Sbatt el cicolàtt. Frullare la cioc-
colata.
Toeù el cicolàtt. Sorbire a Sorbec*
chiare la cioccolata.
Toeujel cicolàtt o cafò? f^uole cioè--
colata o caffè?
Cicolàtt (on) .... Una chicchera di
cioccolata.
Metz cicolàtt. V. Mezz-cicolàlt.
Cicolàtt. ^g. -Scempiane. V. Badée.
Cicolàtt. Babbuffb. P'. in Felipp fig.
Cicolatlà Voce scherzetole che
vale Bere la cioccolata. Hai cicolat-
taa? Ha ella bevuta la cioccolata?
Cicolaltàa. jid. di Cafè. P'.
Cicolattée. CioccolatHere. Chi fabbrica e
vende cioccolata esclusivamente. I la-
voranti dividonsi in Omen e Pestoni, y.
Fa ona figura de cicolattée. K. ùi
Figura.
Cicolattée. fig. Baggiano. V. Badée.
Cicolattéra. Cióccolattiera. Cosi credo che
possa dirsi la moglie del cioccolat-
tiere. F. in Ziléra.
Cicolattéra. Cióccolattiera. Goccolattiere.
Vaso io cui si bolle la cioccolata. Monti
nella Proposta vorrebbe che si dicesse
esclusivamente Cioccolatiera e che si
riservasse Cioccolatiere al fabbricatore
della cioccolata; ma forse egli badò
più alla filosofia che air oso della
lingua; e anche filosoficamente par-
lando Tequivoco esisterebbe sempre
al femminile per T uscita re in ra.
Cicolatterlnna Piccioi vuo da
bollirvi la eiotcolaM»
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CIE (a87)
Cìcolalterlana Giovane moglie o
figlia di cioccolatliere.
Cìcolatterònna Gran cogoma da
cioccolata.
Cicolatlln, Pasticca % PasUgUa di cioc-
C0hta% Propriaweote pe^xettino di
cioccolata in figura di rotelU piena
che si mangia crudo. I IJapoleiani lo
chiamano Pizzetta.
Gcolaltln con tres/a o cont i he-
nisitt. .... Pasticche di cioccolata
imbrattate con treggea.
Cicolattin m. b. Ano, y* Gùu.
Cicolattin f€r Polsin. V.
Cicolattin. PuntlUno, Dalle rotelline di
cioccolata che si fanno o per dolciume
od anco medicate (Cicolattitt per i ver-
mena Panellini da bachi ) pei bambini
il Yolgo passò a denominare Cico~
lattin qualunque panellino mfidicalOy
ancorché senza mistione di cioccolata.
Clcolattinón. Acc. di Cicolattin. K
Cicolattinón chiamò il Porta con quella
sua inimitabile felicità di regalala fan-
tasia I piastrelli di zendado nero onde
copronsi que* panellini medicati che
in alcuni casi s'appongono alle tempie»
« Coi M dao braTi cieohttinon
» D« uffta iwgUar torà di polùtt ■•
(Bims tom. U , p* ai).
Cicolattón. fig. Scempiane, K Badée.
Giél. Cielo,
Ciel faa a lanna, se no pieeur incceu
pioeuv sta settimanna. y* in Lànna.
Ciel faa a pancott, se no pioeuv
incceu pioeuv sta nott. V, in Pancòtt.
Ciel ross o vent o acqua (o anche
Niver ross o ch^el pioeuv o ch'adi
boffa). Aria rossa o piove o soffia,
(*tosc. Last. Prov. V» a6o).
Ciel tutt a steli. Seren che smaglia.
Cria vendetta in ciel. K Vendétta.
Di robb che no pò sta né in ciel
né in terra. Dire dei passerotti {V ss-
ehi Ercol. 78 )• Dir cose fuori della
messa (id.)* Mandare, Scagliare, Sbale-
strare, Stia/falciare. Arrocchiare, Lan-
ciar cantoni o campanili in aria. Dir
cose che non le direbbe una bocca di
forno, Dir cose che non abbiano né
capo nò coda. Dire delle pazzie ^ dei
farfalloni 9 delle cipollate.
Guard'el ciel. C^si Iddio, Cessi.
Tolga Iddio, Iddio non vQgjtia,
CIL
Pioeuv a ciel rott. F, in Pioeuv.
Porta oi sett ciel. Lodare a cielo.
Mettere in paradiso. Lodare eccessi-
vamente.
Sentenza d^asen no va in cièl. /^.
in ksen,
Ciél. Cielo. La parte superiore di molte
cose, come Ciel di forno» di corti-
naggio 9 di carrozza , di una came-
ra, ecc.
Ciél de la bocca. Palato,
Cìir. Monello, Truffatore.
ClfT. Foce che si usa nella frase Andà
deuter a cifi* e ciafT. Sfangare. Cam-
minar pel fango, pei pantani; e an-
che Andare a guazzo. Guazzare^ cioè
camminar per Tacquu.
ClO&« Truffare, Involare,
CifTdn ecc, per Sciffón , ecc«
Ciifdn. T. de^Cappel. • . . Il feltro rozzo
non ancor conformato a cappello.
CifTonéra. V. Sciffonéra.
Cilàn. Scioccone, Galeone, F, Badée. Forse
dal latino Ctdo calonis, .
Cilanàda. Baggianata, V, Cilappàda.
Cilanón. F€ist<illaccio, Fastellone, Galeo*
naccia, Disutilaceio, Fuseragnolo,
Cilàpp e Cilàn. Bacchillone, Bighellone,
Citrullo, MatteruUo, Dolcione, Goccio-
. Ione, Dicesi d^ uomo che si balocca ,
che ha molto del semplice , che fa
delle fanciullaggini. F. anche Badée.
Cilàppa e Cilàna. Baderla^ Si dice per
ischerzo di femmina scempia e che
si balocchi.
Cilàppa dice qualche idiota per Scia-
làppa. F,
Cilàppa. Ciùcclùrillare. Buffare, Fare a
te te. Scioccheggiare, Pargoleggiare,
Bambineggiare. Faneggiare, Far baje,
scherzare , trattenersi in cose di ninna
conchiusione.
Cilappàda(c/4e anche diciamo Cilanàda,
Cinàda e Ciaiàda ). Scimunitaggine,
Scempialaggine. Baggianata, Zannata,
Beriata,
Cilappin. Motlerullo, Scioccherello,
Cilapplnna. Matterulla, Scioccherella,
CilappÓQ. Tempione, Scempiane, Doldone*
Cilappònna. Dondolona,
Cillnder. Cilindro,
Tira a cilinder. . . . Lavorare chec-
chessia per forza di. cilindri , come
9isi0ttigli«v laaùae metalliche e «imili.
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GIN
( 288 )
GIN
COlnder dicono alcuni stampatori per
Rolò. redi questa voce nel secondo
significato tipografico.
Cilinder. . . • Stretto] o da lisciare carte
e simili con lastre roventi come si
farebbe co'' cilindri.
Cilindri . • . Lisciare per forza di ci-
lindri o di strettojo. Il lat. Cilindro
calcare,
Carton de cilindri. P". in Cartón.
Cilindradùra ... Il lavorare o lisciare
per forza di cilindri.
Cilindrée. Cilindratore. Nome cbe si dà
nelle cartiere , stamperie , ecc. a cbi
liscia col torchio a cilindri le carte
o bianche o stampate.
Clmbalts. Voce che si usa nelle frasi
Andà in cimbalis. Andare in cUn-
herli? y, in Ciòcca.
Vess in cimbalis Vess in cimba-
lis bene sonantibus. Essere in cim"
berli? V. in Ciòcca.
Cimént(in genere). Frangente, Mentre,
S^imbatt che in quell ciment (Mag.
Cons. Men. i'^o),Nasce in quel mentre,
Cimént. Cimento, Tira a ciment. Provocare,
Cimenta. Provocare. Istigare, Cimentass
a (à ona cessa. Risicare, Avventurarsi,
Cimentùss. Feìiir a parole,
Cinàda. Zannata, Frasclterìa, Beriata,
Cinàda. Burla. Scherzo. Minchioneria.
Dicesi anche nel. senso di Cialàda. y,
Cinàpro. Cinabro. Molti fra noi lo di-
' cono Mini sbagliando.
Cincillà. V. br. . . . Specie d^uccello.
Cincinàa. Attillato. Azzimato» Civettino,
Cardato. Terso. Cólto,
Cincinàss. Attillarsi, Azziniarsi. Baffaz'
zonarsi. Forse dal lat. Cincinni (riccio-
lini), che r attillatura incomincia per
solito da questi , e per molti finisce
in essi. Anche i Sicil. dicono "'Ncincin-'
narisi e 'Ncincinnatu in questo senso
del latino Comptus, Concinnasi ecc.
Cincinnato. Cardato. Cólto. Terso,
Cmqu. Cinque, (trin.
Avenn in cinqu quattrin. F*. in Quat-
Bastà i so cinqu sold. y. in Sòld.
Chi te cerca sti cinqu sold? Chi ti
dimanda di questi sette soldi? (ìiLonìg.
Serva nob. I9 17).
Cinqu e cinqu des . . . Detto del
prendersi mano a mano in segno d^a-
luicizia e unione. F^ anche Cayàlla.
Cinqu e cinqu des , ti la merda e
mi i scires. P'^, in Scirésa.
Cinqu in yin. Anzi tutto. Per primo.
La prima cosa. V è cinqu in vin. È
da imbottare 9 cioè è chiaro 9 é certo.
Garoifol de cinqu fueuj. K in Ga-
ròffol.
I cinqu e cinqu des. ToccamanOm
Palmata ?
Marcia sul cinqu e desdott. Cestire
sfarzosamente. • •
Semm chi al camp di cinqu per-
tegh. V. in Camp.
Yess cinqu in vin. Esser quattro e
quattro otto. Non ci essere né spina
• né 055o(Fag. Rime III» Saa). Essere da
imbottare. Esser cosa piana, certa 9
chiara, da non ci dire contro.
Veas li per i oinqu cavij. y, in
Cavell.
Vess on cinqu quattrin de forma j.
y. in Quattrin.
Vorè eercà cinqu pce o cinqu gamb
al lofi*. Lo stesso die Cerca cinqu roeud
in don carr. y. in Roeùda.
Cinquanta. Cincischiare. Baloccare. Ba-
loccarsi,
Cinquanta el prezzi. Stiracchiare il
prezzo.
Cinquanta la rizza. Lellarla, Nin^^
noria, y. in Rizza.
Sta minga li tant a cinquanta la
rizza. Non la guardare in un filar
d'embrici o di case. Non la guardar
pel sottile. Avoir bientót fait san mar-
cile dicono i Francesi.
Cinquantìn .... Ad. di Biada, Legu-
me , ecc. che venga a maturanza in
una cinquantina di giorni.
Cinquènne. Cinquina. Numero collettivo
di cinque oggetti.
Cinquènna • . . Specie di forcone con
cinque rcbbj piatti e spuntati che
molti usano per ammostatoio^ e sic-
come in ogni faccenda è lodato quello
strumento che, servendo a più usi,
sparagna tempo e andirivieni , cosi
questa specie di forcone, che serve
tanto ad ammostare quanto a maneg-
giare e tramutar le vinacce , ha graa
lode nelle tinaje del contado. Anche
i Napolitani hanno la Cìncorenza.
Cinqu-e vòtt .... Specie di moneta
venesiana oggidì fuori di corso.
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CIO
(289)
CIO
CiDqa-è-vott sbkvMi tteU Barón-
w»io> PaliomUrd* PtdtOM* PUoceo.
Ginquiniia. T* de^Fomao. . • •• Una se-
rie di eìnque ntatloai crudi sovrap-
posti Tua r altro a rasciugarsi allV
rìtf apcita con qualche intei*vallo in
larghezza fra ogni diecina. Rasciugati
< che siano per cinquine ^ formano con
molte di queste la cosi detta GamheUa^F,
Ginqu-quàrt. fC in Fianca e in Tràv.
Cinta. Cinia o Cinto di nmra* Micinta*
Cinta» Cignere o Bicignep» di mura*
Ctniàa. Cinto o Pticinto di mura*
Ciò. Gufo* Cfiiit* Uccello noto. K.Loróceb.
Cioè. Manfanile* V. in Verga.
Ciòcca. Vbhriadkema. SSbreuM* Ebriathez'
sa» £bbriach€Ué§m Briaeheua, Ebrieuta,
ebrietà * Imbriaeamenio, Imbriacatura,
Ciappà la ciocca(cA0 anche dicasi
Ciappàla balla o la stoppa o lapojanna
e AHI.) fig. Pigiar la bertuccia^ Ver-
so^ la monna. Perder t erre, Jndu'
sc/ierarti, Jpvinauarsi. Andare alla
banda. CaocersL Ciurmarci* Caricarsi
di vino, ImbbriarsL Imbriacarsi.
Fa ciappà la ciocca o la balla a
ym(che i Brianz* dicono anche Tacca
la balla, a Tun). Ciurmare, Inciusche-'
rare alcuno. Ubbriacarlo.
Vena ihciocca(cAe anche dicesi Vess
in cimbalis o in cimbalis benesonan-
tibus o in balla), itffrer toccato ben la
f/elptifo/a(Monos. 4^ )• Essere ubbriaco.
Ciòcca (ona). Uh frullo. Un paracucchi"
no. Un* inezia. Cica. Nulla.
Ave ona robba per ona ciocca. Aùer
checchessia per un tozzo di pane.
Dà-*via o Vend per ona ciocca. Ab-
bacehiare{2àn. Diz. — Nes. Diz.)*
No vari ona ciocca. Non Pater cica
o una buccia o una fronda eli porro.
Ciòcca. V. a. Campana ^ e ant. Glogga,
Ciòcca. Campanaccio* Sp. di campana
che mettesi al cullo di quelle Tacche
che sono deputate guida della man-
dra. In alcune parti del Basso Afila-
nese la chiamano Bronza* Il Laslri
(Op. Il, 179) la dice il Campano; e
cosi pure è chiamata nella commedia
rusticale iatitol. L'Assetta 1, 5^ I, 11.
Ciòcca(t7ie alcuni dicono Bòlo) . . • Cam-
panaccio tondo che mettesi olle be-
stie da soma per accompagnare nel
roraorìo la sonagliera del Brandt* V*
Voi. L
Ciocca. lA nesso che Batlagglà. f^. .
Ciocca. Croeehiare^ Il risònar delle coso
. fesse quando sono percosse.
Ciocca. V. cont» br. Crocdùare* Essere
crocchio^ cioè malaticcio.
Ciocca. V. cont..br. Tentennare » e ùg.
Balenare* ^. Dondà.
Ciocca Il vociare del merlo* •
Ciocca .... Fischiare con quel fischio
da merli che ò detto il dbcch. K
Ciocca disse il Porta per Fkclocck,^ Di-
guazzare. Dimenare*
Cioccattée. Ebriatore* V. Giocchée.
Ciócch.. £^^naco* Ubriaco. Briaco. Eb-
bro. Ebro* Ebbriaco. Ebriaco. Elbrio.
Inebriata*. Imbriacato, Avvinazzato, //t-
ciuscheruto,Ciiiscàero.Cionco,Cioncato.
Ciocchciocdùscv. cont. Cotto come
una monna. p\ anc/te in Pàa.
Vess ciocch del sego. Essere ab"
barbugliato dal jORiio(Gher. Voc).
Ve89 semper ciocch. Esser ecce di
cucina{LoT, Med. Simp. e. 5). Diven^
tar tappa in due parole (ìd. cap«4.*).
Ciocch. s. m. • . • Specie di fischio di
latta che imita il fischiare de* merli.
Mett-gi<y o» ciocch. Nel Bassa Mil,
lo stesso che Rimbrottare. V* in Felipp.
Ciocchée (coir o stretto)* Briacone. Ub-
briacaccio, Ebbrioso. Ebrioso: InAriUf'
cane. Ebriatore, V. ancìie Sbagesciòn.
Giocchée (coirò largo) (in alcune ville e
sul lago di Como). Campanile. Dal ix>-
manzo C/ucA^r degli Svizzeri confinanti.
Cioecherabèrgh(Vess in). Lo stesso ohe
Vess in ciòcca o ciocch. f^. in Ciocch.
Cioochètta (Ciappà ona). Divenir brillo,
Ciocchètta. Campanella. Campanuzza.-
Ciocchettà. Cioncare, Imbriacarsi.
Giocchettée. Beone, y* Giocchée.
Ciocchitt(de fraa) f^. Baciocchin.
Ciocchin Nome d^una persona
incaricata altre volte di trasportare e
sotterrare in campagna i cavalli, i
buoi , gli asini , i muli , ecc. morti in
città; del che si ha fede nella grida
&6 aprile 178» del nostro Magistrato
di sanità. Tale nome e tale ufficio fe-
cero nascere i dettati seguenti:
Dà la peli a Ciocchin. F. in Péli.
Fenì in man de Ciocchin. iìg. Dare
in secco. Dar nelle rene. Far mala fine.
Podé dall a Ciocchin. Esser da rac-
comandare in Sardigna {Aììeg. 3i)«
57
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CIO ( a^o
Ciocchlsc.iBri^ricjó. oj^a/l^. V\ in Cìócch.
Ciòd. Chiùdo, Chiavèllo^ Chiopello» jéguto.
ChiovOf e con vóci aat. Cia^H} p Chiavo,
•V . Gapella o Testa. Cappelletto, Cap^
pello. Caperozzolo (a Jungo ^ a fungo
schiacciato , a cieca , a /accette , a
gruccia , quadrato ^ tondo , spianato) »
Gamba o Asta. Jsta, Fusto ( liscio ,
• ioizo^ tagliente in punta j a barbone)*
-*- La chiodàgio&e, dice l^Alb. eno.^ si
dislingue dai Toscani in quadra e piar
na. Fra la cbiodagiune quadra si com-
prendono i tozzetti da navicello e da
niurof i diacciuoU e quelli da car-
rozza e da carrette, maggiori e mi-
nori. La cbiodagione piana si distin-
gue per numeri dal io al i4* 1 chiodi
minori diconsi. &ii//eite.
Fra noi i chiodi si distinguono in
Boiz. Quadri. Tozzi ,
Fals. Smentati 9 cioè con cape-
roEzolo a gruccia — e Scapocc/iiati
Q Copiglie 9 cioè senza cappello.
Svelt. Piani, Chiodi sottili, lun-
ghi» ben affusati i.
.. e si denominano come siegue :
Ciod de barca con capella, Tbs-
. zetto da navicello,
Ciod de barca a rampin. Cìdodo a
. barbone(^iy^\,). Botdolto? Bordottino?
. Quello auncinato la cui barbuccia si
ripiega nel legno.
Ciod de basellin. • . . Chiodo tozzo,
lungo un^ oncia 9 con caperozzolo a
fungo schiacciato, usato ne* predellini
da carrozze.
Ciod de grappa o de roeuda» o Astón,
Audinna. Chiodo da carrozza o da
carretta? Chiodo da ruota {Diz, art,).
Chiodo con cappello a fungo da confic-
car i cerchioni sui quarti delle ruote.
Ciod de nav ascia. CappdloHo? Chio-
do con caperozzolo tondo schiacciato,
con otto o più pontine saglicnti all^ in-
giro nella paile inferiore perchè si
abbarbichi bene nel legno.
Ciod de navasciceù. Cldodo aguazzo?
Simile al precedente ma più piccino.
— Poi discendendo dalle maggiori alle
minori dimensioni
Ciod de cavriada. . • . Chiodo lungo
dalle dieci alle dodici once milanesi ,
cioè da^ciuque ai sei decimclri, da
conficcar le travi di comigoolo neitetti.
) CIO
Ciod' de terzera. . . . Chiodo lungo
dalle sei alle nove once milanesi , cioè
dai tr& ai qmttro decimetri e mezzo.
Ciod de oandr. Aguto ^aima/e($ac-
chetti Noy. 84 verso il fine e Nov. tgSy
Cldodo da ineorrentare?{Tmrg, Viag.
II, i54). Chiovo lungo dalle odce
quattro alle once sei milanesi , cioè
dai due ai tre deaittietrì.
Ciod de cantirett •• . ^ Chiodo lungo
^alle once tre alle quattro,, cioè' da
quindici centimetri a due decimetri.
Ciod de quaranta longh. . . . Chiodo
lungo da once tre a tre e mezzo.
Ciod de quaranta bozz o incaster.
Tozzo, Chiodo lungo dalle once due
alle due e meazo milaiiesi. ^
Ciod de cinquanta. . . • Chiodo Itin-
go come r antecedente ma piano.
« Ciod vottantin o de vóttantina , o
Grondàa , o Vottantin assolatamente,
OttanUno(SiT^t,). Chiodo lungo due on-
ce milanesi o sia un decimetro.
Ciod de yottanta nostran o No-
stranèll o Ciod de codeghett o de sofilt
o de tecc. Chiodo da incorrentare ?
(Targ. Viag. U, i34). Chiodo lungo
un po' meno d^ un- decimetro.
Ciod venezisa Chiodo più
svelto dell' ottanlino 9 più sottile, e
lungo un po' meno d^un decimetro.
Ciod venetianell o breasanell ,e assol,
Venezianèll Bressanòll. . . . Chiodo
simile al suddetto, ma assai più sottile.
Ciod de cent longh. .... Chiodo
lungo circa un^ oncia milanese.
Ciod de cent ourt Chiodo
lungo circa tre quarti . d^ oncia mil.
Ciod de plafion. la stesso che Slac-
chetlun. K.
Ciod de sarament Chiodo
lungo circa un'oncia nostrale, ma
più sottile dell^ antecedente.
Ciod de numer. . . . Chiodo lungo
un'ione! a e mezzo , cosi detto perchè
si sa correrne un novanta per libbra.
Ciod de boeu Chiodo con
caperozzolo piccino, più tozzo e corto
di quel da cavallo , e con asta schiac-
ciata, che s'ausa per ferrare i buoi.
Ve n"* è una spezie a cappello penta-
gono che noi diciamo Franzesin,
Ciod de cavali Chiodo da
ferrare cavalli. Ve ne sono di così
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CIO ( 29
detti DiatMOìtìn.^ Chiùdi con eaperòZ"
zolo a\faceeUe o Chiodo a punta di
dianumte,
Ciod de già». Rampóne acàiajato
(Montecuccali nel Gr. Dit. mìl.)» Chio-
di da ferrare le bestie da soma che
hanno a caBominare aul ghiaccio.
Ciod de mur. Tbizeito da muro.
Ciod de pes o de lira. . . . Chiodetto.
Ciod piccaa dent del tutt. ClUodo
accecalo^
. Ciod . de ramm. Chiodo di nane»
. Ciod rontan. Dorane. Chiodo di
rame o simile indorato.
Ciod senza, capella. Chiodo scapoc^
-ckiaio (Gior. agr. Vili, 5i4)* Chiodo
smentato (Dìz. art.). Copiglia.
Ciod todesch • . . • Speéie di tòK«'
setto senza cappello.
Avegh la conscienza attacch a on
oìod. j^ere ingrossata la coscienza*
Essere inonesto 9 esoso , aenza probità.
Batt el ciod. Battere il iioce(Mennni
Sat. 3.% terz. 67) o il cliiodo. Cercar
di persuadere alcuna cosa ad uno.
Di robba de ciod. Lire cose fuor
della messa{VasBrì9 p. 799). Dir cose
da bastone{¥Bg. Rime 1 , 377).
£1 mangiàrav anca i ciod. Mange-
rebbe gli agheUHPm. Fiag.Baìb. 1, 56).
Fissa o Pettà el ciod. Ficcar chio-
do. Pigliare i cocci. Star fermo nelle
proprie deliberazioni. L^ha petlaa el
ciod. Ha formo o fisso il chiodo.
Lassa nanch i ciod in di mur . . .
Disertare alfatto una casa, darle il
guasto, e per cosi dire scassinarla.
Mangiass anca i ciod de la cà. Con-
sumar Vasta e il torchio. Far Fillide
mia. Far del resto. Dar fondo a tutto
r avere ^ mangiarsi la paglia sotto.
Mett i ciod a scaletta* o in musega....
Modo vizioso d^inchiovare i ferri al
pie de"* cavalli.
Mett on ciod de traditor.... Conficcar
un chiodo per la diagonale, inchio-
dare a chiovo ficcato diagonalmente.
Quand la cavalla Tha designaa de
zoppass, se ghe va a mett el ciod
giust in sul pass. V. in Cavalla.
Kobba de ciod. Cose da chiodi (cosi
Guadag. Poes. 11, i&i).
Secch come on ciod. Più arido che
la pomicc{hxid> prologo).
I) CIO
Taoc&-*8u la»* messa. -a on •ciod^.; • •
Fuggir messa 9 nbu sentire la. messa
quando se ne ha obbligo.
Tutt a ciod. Ballettato,
Ciòd. . . . Nome di quel ferro che i fal>*
bricatori del cacio lodigiano adoperai
no per istrignere quella fone che lega
il Qascmo(la fisserà) affinchè .il cacio
fresco 8* accomodi nel medesimo a
dovere. Non è chiodo come suona il
suo nome, ma sì bene una specie
di spatola a scanalature dentate, se-
ghettata, con manico a campanella»
lunga . 18 centimetri e larga a. Se
ne vegga la figUìra nella tavola an«
. .nessa al Caseificio del Cattaneo.
Ciòd Dal mettere nella toppa (ja-*
radura) un chiodo in luogo di hott-«
cinello(6o/son) è venuto il dettato
Dà el ciod o Dà-sù el ciod. Met-*
tere la banda alPuscio(hùSQai cena 3.'»
nov. IO, p. 3oa). Chiuder T uscio.
Ciòd. T.^e^Colt. Lo stesso che Bròcca. K
Ciòd. gergo Il sigaro. In quella
. bocca el gh^ha seihper el ciod. . , •
Ha sempre il sigaro in bocca.
Ciòd e Ciodin. gergo ... Lo spadino. In
borsa e ciod. . • . Con ispada e borsa.
Ciòd. ger. scherz. Fuso. Pugnale , coltello.
ciòd de la verga o de la batta. Capitino
(*toso.) Sp. di bottoue che è in cima
dove il. manfanile(m<|iieg^) si cpngiu*
gne alla vetla(po/lura) nel coreggiato.
Ciodarìa* dùodami. Clùodame{TskTg» Viag.
1 , 334 e 345 , II , 1 37 ). Cliiodagione.
Chioderia, Chio^agione, Assortimento
di chiodi, quantità di chiodi.
Ciodéra. T. de^Fabbrifcr. Chiova/a(*ùoi.).
Chiodaja. Strumento che serve per
far la capocchia ai chiodi.
Ciodéra. T. de' Fabbrifcr. Sòffice? Dado
di ferro con uno sfondo nel mezzo
sul quale meltesi il ferro infocalo per
forarlo colla spina che dà ne^D sfondo.
Ciodin. Agutello> Jgutetto, Cliiovello. C/ùo-
Ciodin. K. Fónsg. {detto*
Ciodin. gergo. F", Ciòd.
Ciodiroeù. K Ciovirosù e Fónsg.
Ciodiroeùla. T. di Ferr. F. in Màster.
Cioddn. Chiodone.
Ciodón. T.diStamp. Chiai^arda. Ferro con
ispacco per aprire e serrare i galletti.
Ciòff o Scióif Voce imitante il
romored'uu tonfo in acqua, vipo, vcc.
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CIO
(aQa)
GIR
CkSla, s. m. e. f. £o stetso che Ciàll e
Ciàlla. K. •» I dìz. hanno Ciullo e Ciulla
per fanciullo o fors^ancbe per inesper-
to, ignorante - Gioia de massee. Scioc--
conaccio* Bue di panno V. in Badée.
Cìolàda. y, Gialàda.
Ciolàtta. sost. riferibile ad ambi i generi
Sciaccone. Babbione. — Dolciona. Bag-
gea — y. in Badée*
€iolattàda. Scempiala, F. Cilappàda.
Ciolattón. Bufoloneiywiìii Suoc, II , a).
Scioccone. V. Badée.
Ciolattònna. Baggea. Babbiona. Dolciona.
Scempiona. Monna zucca al vento*
GiolaltonÓD. Be degli sciocchi.
Giolin. 8. mi *ChiappoUno. Zugo melato.
Ciolln. Ad. di Figh. F.
Cióll. 0uUo(Uionos. p. la che lo deriva
dal greco x/XXo^). V* Badée.
Giòmma. Criniera. Crino* Crine, duoma.
Noi usiamo la voce quasi solamente par-
lando di cavalli: parlandosi d^uomini
diciamo più volentieri Cnveléra. V.
Tajà la ciomma. Scrinare.
Cionca e Gioncà-via. v. cont. Cioncare.
Mozzare* Stroncare* Troncare*
Cionciida. Giuncaia -— Felciata*
Giorlinna. Fino da imbriacar cÌPette{Mo-
mg, Serv. nob* II, a), y* Fottìggia.
Ciòs. Brolo ? ^icm/o? Campo e vigna chiù-
sa. CIdoso per Chiuso dissero gli ant.
Ci^a (Giugà a) . . . Giuoco che fanno
i contadini di varie parti del Milanese.
Tirano un danaro o sassolino a qual-
che distanza in piana terra \ poi fan-
no d* avvicinarsegli con altro danaro
o Sassuolo che traggono a quel lecco,
e ciò in modo che fra i due esista T in-
tervallo d'un dito mignolo trasvei^
so , né più né meno. Qtiando ciò sia
gridano Ciòsa (qu»st dicessero È chiù**
so r intervallo), e han vinto il giuoco.
Ciosétt. Dim, di Giòs. y.
Giòsp. £9 stesso che Mastrànsc. y.
Giòss. y. anche Broeù. Pare derivato dal-
Fantico Chioso per Chiuso.
Giòss. Jggidaccio. Giaciglio. Prato o
campo dove i pecora] rinchiudono il
gregge con una rete che lo circonda.
Gioviroeù. 0dodajuolo.
Cioviroeù. y, in Fónsg.
Ciovitt. Chiodetti, y. Giodb.
Ciovltt. fig. Sonajòli(Gher. Toc). Danari 9
e ae d'oro Occhi di civetta.
Cipè, ecc. y. Cippa, ecc.
Cip^. Minchia, Scassa. Quella specie
d* incastro eh' é inchiodato sul fondo
delle barche 'per inserirvi e fermarvi
il piede deiralbax>(«HmfélQ« ffon é
da tacere elio questa nostra scassa è
fatta donila niola unica all^inglese in-
cavata giusta il bisogno, e non di più
pezzi come la scassa delle navi d*altre
nazioni che l'Alb. enc. diiama anche
con aperto errore Castello da bass€f.
Cip). Pigolare^ e fig. SgaUetiare. V* Cippa*
Cìpln. Bèrgolo. Frasca* y* Ciribira.
Ciplòcch. Babbione* K Badée.
Giploccòn< Babbaccione* V* Badée.
Cipp4. Pigolare. Pipilare^ e ant* Piare*,
Proprio delle passere e de* pukmi.
Cippa e Cipi. SgaUettart*Sbvuarrire* Fare
il bello- Far mostra di vi vessa e di brio.
Cippa. Bisaltare* Brillare*
Cippcipp. Bissi pissi. Strepilo di voci
che fanno molte passere unite insieme.
Gippcirìpp .... Voce imitante il pi-
pilar delle passere.
Cippeli merììiidiotismo per Cippen i
merli o secando i Brianz* Pippen i
merli). Cocoja! Le zucche marine!
Ohibò! Piik su sta monna luna! Modo
di negare il detto o la domanda altrui.
Cippétt. y* Parascittùla.
Ave el cippelt in aria. Jver del
ruzzo. Far galloria*
Ciprè8s(cAe in Brianza dicono ooname-
mente Arciprèss). Santolina* Sanioii^
no. Abrotano Jemmina. Erba odorosa
notissima che i Francesi chiamano
Petit cyprès o Ojrprès de jardinf e i
Tedeschi Cypressenkraut*
Cipréss (che in Brianza dicono Pin).
Cipresso^ e cont. Arcipresso* La pianta
detta Cupressus sempervirens dai bo-
tanici. I pin d'Inverigh» de llonta-
veggi a , da Meraa dicono i Briansuoli
pei yiali di cipressi di casa Cagnoia
a Inverigo^ di casa ArchinU a Monta-
vecchia, di casa Belgio/ oso a Metaie*
Gipressinna. Ad. d'Erba. F*
Circa. Circa. Incirca. All' incirca*
Circa. In proposito* Intorno. In guanto*
Circa qnest. In guanto a questo*
Circàss. .... Specie dì stoffa di lana.
Circassiènn Foggia d' abito don-
nesco disusata; forse non sarebbe
5Uto detto male Giubbcdta aUawwssa^
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CIR^
(^3)
JCW
Clrcdi e Cirool «dititutiòiMl. T. repób. .«
Capennelloi oonTenticob v Adunanza
. popolare m cai si parla delU cose
pubbliche , e si ten^no pubUicbe al-
locuzioni da cbiunque ama farle» senza
concorso aperto delTaiitoritè pubblica*
Cìrocrfir. s. f. LeUera circolare' V epi-
• sììAa formale e encielica de( Latini
. che 9 esalusi^a giè tempo come. dieeno
i dis. dei prinòipi.edei prelati, >è scesa
oggidì in quasi tutte le elassi sociali 9
e specialmente nelle commerciali»
Circolàndum. «• m« T; degli Uffizj . • •
ProvvedinMntOy ordine o avviso che
si la circolare per iscritto simplo tra
i varj .impiagati d\uL' uffizio a comun
. regola o noliaia* È un sucèedaneo
. compendioso della lettera o d«dr av-
viso circolare manoscritto o stampato,
cosi detto dalle parole che vi si ap*
pongono Jd circuIdnAan,
Circoncis(Parlà) dioesischert, per Par-
lar conciso. .
CirconvaUsión (Strada de)* V. in Strada.
Circospètt* drcospeUo.-CireonspeUo»
Circospezión. Circospezione,
Circostanza. Circostanza» Circonstanta,
Circuì, aggirare. Attorniare* Attediare.
Stare attorno ad uno con tante' arti
fin che se ne ottenga un intento.
Girelline ne* signiiicati di circondare e
girare non è usato nel nostro dialetto*
Circuii. Aggirato, Assediato, Attorniato*
Circumclrca. J presso a poto. In quel
tomo. Di o In circa. A. un bel circa.
Circa, Incirca» A wt dipresso,
Ciribibl Grido ohe si mette dai
fanciulli giocando alla rafia raffJEi.
« Ma p«r far mmt htn lor ▼•gli* aeaU
• » Tien alto lor datù» • noi Baacoad* »
dice Dante nd Purgatorio XXIV9 37.
- Del nostro è pure un parente' lontano
il drihihì del Cocchi Prov. p. iSa.
Ciriblra. Oardelletto. Cardellino, Falim-
bello, SaUanuccia» Girellajo, Fraschie-^
re. Saltamartino* Chiappola. Fanfano —
. Frittella, Farfalla, Cervello JaUo a
tornio o da orinoli, Mulin da vento.
Carrucola, Frasca* Fraschetta» bande-
ruola. Uomo o donna giovane leggieri
e di- poco giudizio, di poca levatura.
Ciribirin. Fraschettaola, Chiappolino, Far
Umbelkuzo, Girandolino, Farfallino.
Ciribiriana» Fraschetta* Fras^hcttuoUu
Cispa. Caeoà, Minia* lÀ iSispà dei tKzi
- vale qttanto cacca d* occhi.
Dottor de la cispa. F. in Dòtt^.
Cisqnku Cicisbeo. CiPCtUno* Dileggino.
Cisqnittà. Cici^eare, Donneare,
Cisquittin. Mr. di Cisquitt* F,
Cisqnittdn. Acct, di Cisqùitt. T.
Cklo{ed anche Cisti e Cistifani). E^m*
snoli. Affi di orimoUi, Affé di crimolìo.
Affé di crisse. Affé ddV onHcHmoU
• (*cont. fior.). Oh corde da liutai Cai-
ferina o Ctispieika{*9areU Voe» aret.)
Interiezioni amiiMnative inventate per
non dire Cristo e Anticristo.
Gita. Citare. Oùàmar in giudizio-^ Ciiare.
Allearci Addurre, Mioordare.
Citàa. €AtaU> ^ Allegato, Addotto.
Citàa, Citadìuv eeC, V* Zitàa, Zitadin, ecc.
Citazión. Citazione, Citatòria, Polizza con
cui si dta — CitaMione. Allegauone, '
atto i Zitto, Silenzio, Sta. Taci, Chetati,
armati. Citte citto(iter«to). 2UUo xiiio,
Andà-via citte citto. Andar cheto-
hlieto o cheto e chinata^. ■ .
Gittò die ré chi. Ma sta che giunge*
Cittò là fenimmela.Zillo un p&^fimia-
moUpuna veita^finiamù guestanussicaì
"So se sent on atto. Non si sente
tm zitto* Niun fiata o alita o respira.
E^ v'é un tacere o un jilenxio pixffondo.
Sta citto. Star zitta. Ifon Jkre zitto.
Ciùccio^ f Scioccone. Babbtone* Ciuco.
Ciucción. > F. Badée -^ Al fem. Cine-
Ciucciòtt. 3 dònna. Baggéa.
Ciumór(o Ciamór). Cimurro, Spede d^in-
ferminà ne* cavai li# Il Commorbium dei
nostri Statuii milanesi al cap. 4^7*
sembra il Cimurro maligno o il Moc-
cio contagioso j come il Morbiwn di
poco più sotto il Moccio o sia la Morve
de*Fr . F. anche Morbo de foss in Mòrbo.
Ciurmàja. Ciurmaglia. Ciurma. Pleba-
glia, Genia^ia, Gentaccia. Canaglia.
Ciàs dicono aieuni per CAsa e Cusètta
(tonchio). V,
Ciùs. Chiuso. V. Sarèa-su.
Giùsa. Chiusa. Chiudimento. A la ciusa
del teater. Al chiudersi del teatro.
Ciùsa. Steccafa, Pescaja. Tura. Sostegno
che si fa ne^fiumi per rivolgere il corso
deir acque a mulini o simili edifizj.
Ciùsa. Cònchiusione. Chiusa, La ciusa Ve
questa che ...E*si vuot conchiudere che*».
Ciurà. Chiudere ermeticamente.
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OLA X 294
Ct««à»-giò per Saràa-giò. ^.
Ciusón. Gran pesca/a. In capo al m»-
raviglioso nostro Naviglio della Mar-
leaaDa sopra a Pademo vedesi imo di
questi Ciusón che ai direbbe Pignone*
Ciusón. T. de' Fom. Lastrone. V. S^cesù:
Civètt, Civettón. r. SciguèU, Scigueltón.
Giyil. Civile. Ciitadimesco.
Fa d'*on ci vii on criminal . . . « •
Oltre al senso positivo di Ridurre, al
foro 'criminale un^azion civile, ha
quello fig. à^ImhoUar sopra la feccia^
. cioè d'^un mal pieciolo farne un grande.
Giviltàa per Creanza. K
Cvvisoeù .... Nome di rete a maglia
stretta e. con. sugheri , di cui si fa
uso Sul laga di Como per la pesca
. del Cjrprinus idbùr.Sco^. alternativa*
mente coiràllra rete deiìA Mborée.
dìcch. T. de^Calz* Galosce. Ciacche.
.Soprascarpe che. si portaju> sopra le
ordinarie per ripararsi dalP umido e
dal fango.
Clàcch. • . . Specie di cappello a due
pizzi, col perdersi della cui moda è
andata in disuso anche la voce.
Clara. Chiara. Clara» Nome che registro
per riportare la seguente canzoncina,
una di quelle che altre volte reciUva-
no i nostri bimbi nell^ andare a letto :
Savia Clara
Imprestemm la vostra scara
De andà in paradis
A trova san Dionis;
Sai! Dionis Tè mort.
Oh** è nisaun de fagh el corp;
I angioi che cantava.
La Madonna sospirava.
Sospirava rosa e fior
Ve nasauu noster Signor;
Ve nassuu in Betelemm
Senza fassa né pattej
Per fassà quell Gesù beli, .
Gesù beli, santa Maria,
Oh che bella compagnia!
Ogni volta. che mi viene letto nel Te-
soro di Brunetto Latini essere opi-
nione di molti savj che il primo giorno
del primo secolo di questo mondo fu
ai i4 di mar^ la mente mi corre a
queste canzoni popolari, ed io mi ,vo
convincendo che popolo e dotti fanno
a gara tra loro nel ridurre Taslratlo
a concreto.
) COA
Clartnètt. Chianna, Chiarino.
Ancia. IJingaeUa. linguetta. Lingua
» Bocchin. Imboccatura » Barilett. ; . •
» Pompa » Pezzett o Pezz de
• < mezz.'. . • . . tsai Primm* pezz «>
' Bbttan o Tronba o Tromlnn o Cam-
panna. Padiglione- 1^ Ciav. Chiavi.
Qlàss. Classe. De prima clasa. Madore
' ' naie. Ve on porch dei prima class.
È im animalaecio* Ve on furbo de
prima class. È furba in chermish
Clàtt. r. Edàtt^
Glàudite. y. in Paréntesis.
Clausoku Clausola, dausuia.
Clausùrìa. Clausura, (M é-sù la elauin-
ria . . •••È vietato: toccare. .
Glavazzin. v. ant. JCimbalcCravicemhdo^
Clauicembaio, Clavicordio, Dal frane.
Clavecin. F,in G^nbol.
dientèlla. CUentda.
dò. T. de^Giojell. . . . Anello di foggia
* . oggidì disusata oonsistenle in una o
più gemme lavorate a caperozzol di
. chiodo a fungo. Dal fr. Gbif(chM>do).
Ciò. T. de^Calz. dacché. Galosce, r.
Clàcch sig. I.*
dùbb. €2iiZr(Pan. Fìag. Barò. I, 56).
Conventicola» . Conveniicolo. Combnc--
cola. Voce originarìameate inglese in-
. trodotta di recente fra noi dai Frane.
Co. Foce che si usa nella frase Ce*o«co
per dir copertamente Babbeo, ^.Badée.
Còa(«Ae anche scrivesi Cdva). Coda — Chi
ha coda è Ceduto ^ chi Tha assai lunga
Codacciuio^ chi Tha mozaa Codimotao;
le cose pertinenti alia coda si dicono
CodaU o Coderine,
A eoa de rondena. y, in Róodena.
A la eoa. Jn coda. Alla coda. J)as*
se%zo. Da sezzo, NdV ultimo luogo.
Ave eldiavol in la eoa. y. in DiàvoL
Avegh la eoa bianca. Gg, Avere la co-
da taccata di mal pelo. Essere putta sco-
dala - Avoir la queue verte dicono i Fr.
Ce con la eoa. y. in Gè.
Coa de ralt. y. in Ràtt.
Dà el didin sott a la coa. F, in Didln.
Dove noi pò mett el eoo el cascia
la coa. fìg. Dove e' non puh mettervi il
capo^ ponvi la coda. iUtte la coda
dove non va il capo. Per ogni guisa
fa d^ ottenere il suo intento.
El dia voi el vceur incnagh dent la
eoa de per tutt. y. in DiàvoL
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co A (295)
Lassagh la eoa. fig. Siuer preso al
laccio, Binumetc alla schiaeciia,
Menagh dent la eoa* £g. Dar* di
naso o Ficcare il naso in olieecfiesda,
Mena la eoa. Scodinzolare,
Meli- la eoa m meu ai j^anib. fig.
MeUersi la coda fra le gandfe. Non
. osare far motto. Zittire per timore. '
Pessift ligaa in ia- eoa. f^ in Pea^ìn.
Regolzà la eoa. ArroncigUar ha coda*
Sefaiscià la eoa. met. Torcere il pe^
lo. Grattar ia rogna ola tigna ad al-
cuno. ProDitva OH poo a sehiieiagh
la eoa! Guardati dal taecar^U il naio!
Sonettedn la eoa. K Sonétt.
Tutt i ean n»en»Qn'fa eoa^ e tutt
ìmincion ToeureD'di la soa. y, in Càn.
Vess nassua qoand el dtayal el se
peceenaya la eoya. F. in Diàvol.
Vorè vede' dove el diavoi el gh^ha
la eoa. f^, m Dikvoh
eòa. Coda. S^^cico, Quella delle vesti.
Fa eoa. Strascicare, Andare strosci-'
• conte. Fare strascico ?- Dìeesi delle v^
8ti donnesche o talari allorché in al-
cuna parte del giro inferiore pendono
per modo da andar strasciconi al pa-
vimento. ....
C6a, Coda. Chioma. Barba, Quella stri-
scia di Ince che lasciano dietro di sé le
comete; i crini, le trecce delle comete.
Coa. Codazzo? Quel lunghissimo stra-
scico , le più volte composto di molte
anella di carta, che i fanciulli appic-
cano ali* aquilotte(a la cornetta).
Con • • . • Nome delle linee curve di-
* scendenti nelle cifre arabiche.
Fa i ses con la eoa in giò. . • . Al-
terai^ i conti per frodare altrui, come
chi dovendo mettere in debito 6 scri-
vesse 9, e ripresone facesse lo gnorri
dicendo averlo fatto per errore.
Cóa. T. de' Colteli. CÓdolo. Quella parte
del coltello che s' inastft nel manico.
OSa. T. de^Goron. iVkuo(*pist.). Quella
parte d^una corona da rosario a cui
s* appicca la medaglia.
€óa o Coin di carr. Coda {A\h. enc. in
Carrozza). Stanga che unisce il carro
di dietro col carretto in var) carri ed
anche in alcune carcozte.
Cóa del cadenazz d'ona saradura. Codetta»
Cua de Tueucc. Coda deltocckio,
Cda de la vit. Puntone,
COB
cóa e Cóa spessa. OodàzMO. Sp.'di reti.r
Gbàda. • . i • •.Colpo. di coda.
Coaliczàa. scherz. Goduto»
Coanéll. Codino.- Codina, Codetta.
Coaneliln. Coderinzo(CÀro Jipol. p. aoo).
Ptcciola 'codetla
Coarlàda. T. fòr. Valibi ^ Coartata volg.
Coàscia. Codone. Códàceio.' Codazzo.
Gòàsz (o Covdlzz o Quàzs> s. f^ pi. . . . .
• Nome di quelle due . tvetce nelle eguali
le contadine .bipartiscono la loro ca-
peUatuha derelaha^e che poscia ven*'
• gono arrotolando sull^ occipite e fer-
mando colla iréodertL{speronada) aeò-
gliipiUoni(gttggioit)disposti a raggiera.
« S'ba m&'de Tecld «oapcr ....
•» 8t*óMiixii iatcl .toèoima
» D« ttrappaM i cotìm niv^ra • Bwdosiih? »
Fli i coazz . . . Acconciarsi il capo
tntrecciando i capegli come ai è* detto
sopra; ciò che si suol concedere dalle
madri alle giovani contadine sc^o'
' quando esse hanno fatta la loro pri-
ma comunione enoanstica.
Coàzza-. s. f. sing. ffen*o, I Bolognesi lo
dicono'^ìomla: noi Coaaza forse per
r opinione invalsa tra le fanciulle che
mangiata faccia loro crescere i capelli.
Cóbbi. // coW/e(Alleg. i56). La cuccia.
Àndà al cobbi o a sloffen. K. m Andà.
Gòbbi (pesce lacustre ). y. Encòbbi.
Cóbbia. Pariglia (ài cavalli accoppiati).
Mettin cobbia. Accoppiare. Appo»
jareìn gen. ^^pang/fare(cavalli)«
Còbbia. T. di Caccia. Guinzaglio. Quel
sovattolo a cui si raccomandano i cani
per tenerseli accosto fino a che non
sia il punto di sguinzagliaiii.
Cóbbia. T. di Cart. Copia. Numero di
sette od otto fogli posti a rasciugare
unitamente sullo spendite jo(5f0m2i<^)«
Cobbià. Apparigliare, Accoppiare. - Ap-
pajare — Cobbià i besti. Accodare.
Cobbià. Dormire, f. in Góbbi.
Cobbià. T. di. Caccia. Agguinzagliare ?
Cobbiàa. Accoppiato, Appajoto — Appari^
Gobhiàa. Accodato. (g^^^*
Cobbiàa. Pari. Liscio. Ben accoppiato.
Allorché la bava che si sta traendo
dai bozzoli si va avvolgendo sul naspo
ben accoppiata e non incrocicchiata
o aggrovigliata, i filatojaj dicono che
. clJU el yorsà cobbiàa.
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eoe
(^96)
eoo
Oòhbfètta. (XfppiétiAi Dim. di Coppia. •
Cobbijn • . • '. FuiM a più cappi ^^
quale i pizzicagnoli strascinano i oiajali
dal carro al macello. •
Oòbbis o Gòbis(Giugà al). Fare alla serpe.
Specie di giuoco de* noccioli- del quale
. veggasi Giaga ai gandoU ùv Ganddlla.
Còbbcs. fig. . • • Spitangona^ia più alta
fra moke peraona Ridotte in biùguta.
Coc&rda. T. milit. Nappa. Bosolaceio,
Jlosa. Dal fr. Cocarde.
€òo€. V. cont. Coito. V. in Còti e CoccL
itndann el cocc e el crù. A^. in Cru.
Gòcc* %• /m^òifgiial0(lagann.). Inta-
baccato, innamorafo. V. in Còti.
Coccaroeùla. y. Cocchiro^ùla*
Coccètta. lettiera aSeciWa(Burcb. Son. 9).
Carrittbla. Picci<»l letto che in vece
di piedi ha quattro girelle e tiensi
8ott' altri lettL
Coccètta. Fusto di sofà. Lettiera» IolCou-
chette de* Francesi.
Gòcch. Cocco. Il nucleo della Cocos nu-
d/era o sia del Cocco delle Maldive
adoperato in lavori di torniQ^» .
Avegb di cocch per el eoo, Av^
di^ capricci. Essere in surra.
Dà el cocch. Dar la soja. y.Sw^n.
Dà el cooch. Dar Vesta».
Dt eòcch e de bigtuii Tppomecon
. Vàm da bosco e da riviera. Uomo
doppio 9 finto , cattivo. '
Pari che gh^abbien daa el cocch • • .
Smembrare ammaliato 9 affatturato $ af-
fascinato.
Salta • Vegnl di cocch . . • Esser
" tocco dalla fregola di checchessia.
€2òcch. Cocca, Mezza perla fatta colla
coccia perlina.
Gòcch. Ad. di Fénsg. V.
Ceechéra. v. brianz. per Goppéra. ^''.
Cocchètta . • . . Quel bozzolo di baco
da seta che tramenato suona come se
• avesse in sé qualche osserello.
Cocchètta . . . Parte del filatojo da seta.
Cecchin. Dim.di Còcch. . • . Ovoletto.
GoGchin. y. Cocchitt.
Cocchirceùla {e in cont Coccaroeùla).
Straceoeea{Barch, Son. a23). Strumen-"
to d*^ ottone o di ferro che s** appone
alla cima del fuso per poter più age-
volmente filare. Pare che in Toscana
non sia in uso questo arnese. Quando
però sul fuso stesso alla di lui cocca
o botloncìdo superiora: si faceti un
pò* .d* annodamento allorché mi gira e
^ si torce ]perchè non iscatti, tale an-
. , nodameuto dicesi Cocca» I Piemontesi
chiamano Moscola.ì^ nostra Cùccld-
. raeuiaf i Fr. Pointe, o Ser àjmeau^
X Provenzali .J^hofich o Motueh.
Cocchitt diconti in vane parti del coor
iada i Molliti. de formenton. f^.
Cocci cocci . • • • Votti scherz. che si
usano per indicare copertamente che
un tal popone(ai«/oit) sia oggimai
CÒCC9 vale adirejDBCuo, scipito, cat-
tivo o come dicono i fagiani un
canònica {V.ocdb* reggt) e i Toscani
- ' una Uiccaf ìan%.paponeUa9 un mellone.
Còccola^ f^ Madama*
Cocoòn ( voce dì quella parie del con-
tado che è prossima al Bergamasco).
Cocchiume. F* fiondón.
Coccon de vassell. ù^ J)onfaechiot-
' ia. Dentea fozia9.maccianghera; quella
. che i Lat. dicevano Doliaris. Jèmina,
Cóceora. Còcca. Pus de coccora. f^. ut Fùs.
G6ccora* Dentò? Ugna? Quella parte
cilindrica d^una razza di ruota che
ai. commette col quarto(gvii'e^).
Coccoritt . . . Nome di quella specie di
• rigattieri che i Lat» chiamavano Cir-
culatores aucliommif i quali sogliono
concorrere a. tutti gP incanti più pre-
sto per buscarsi alcun premio del
non metter prezzo, alle robe e tacersi
lasciandole ad altri vogliosi t che per
comperarne alla volta loro.
Cocinìlia* CoeeinigliA. Fermiglio. . Pol-
vere, che ai trae dalla Coccinella ca-
cto,.. iìseceAlB.^ e colla quale si fa
lo scarlatto. Fra noi droghieri e tin-
tori la specificano in Cocinilia morel"
lonna e Cocinilia grisa.
Coclicò • . , . Sorta di colore, cioè quello
del fiore del papavero selvatipo. Dal
francese CoqueUcoU
Cocd(con ambedue gli o stretti). Cucu-
lo. Cuculio. Cucule. Cuccoveggia. Cuc-
co, Cuccuino. QuelPuccello che gli or-
nit. ehiftiuano Cuci/dus canorus^ e i Fr.
Coueou^ perchè cuculia o sia canta cucu,
El gh^ha piaa el cocA. frase cont.
brianz. .... Non vuol lavorare nel
podere. K in Òas.
Orelogg del cocò. f^. in Orelògg.
Roeusa dei cocò, F. in Rosùsa.
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eoe ( ^97 )
Gdcó(coii ambi gl'i o stretti). Uam da
Oicnliare. Babbeo, Lavaceci. K.'Badée.
Cocò (con ambi gli o stretti).. . . Giuoco.
Giugà a cocó(cui è quasi simile Vaitro
Giugà al cacù). Fare al cucu*(fior.) o
a stoppa ( in qualcbe parte d** Italia).
Specie di giuoco che fra noi si fa co-
munemente colle carte da tresette^ e
in più persone. In esso * data una
carta sola a ciascun giocatore^ e que-
sta con opportune leggi cambiata re-
ciprocamente e in giro tra i gioca-
tori stessi, viene a scoprirsi il giuoco
da chi ha re che ferma- la giocata
gridando Oocó * e resta perdente qne-
- ^li che si trova di avere in mano la
carta di minor valore fra tutte le al-
tre de" compagni, come sarebbe un asso
cVè la peggio carta e che dìeesi Cocó^
un due , ecc. ; e si continua così fin-
ché perduta tutta la* posta dai gio-
catori , rimane vincitore quel di loro
che unico alla fin del giuoco ha con-
servata o in tutto o in parte la pro-
pria posta. Forse corrisponde a que-
sto il giuoco cosi detto di Lumagré
dai Fiorentini, Nomagré dai Sanesi
(Gigli D, PiL 1 , 9), Nonmagré dai Luc-
chesi e Piacitella dagli Aretini (cioè
a dire Non m'aggrada ... 71 piacici"
' la?) registrato dai dixionarj — Questo
giuoco si fa pure con carte speciali
dette Cari de giugd a cocò le quali
variano secondo paesi ^ fra noi consi-
stono in diciannove carte binate, vale
a dire quattro di nessun conto dette
a MaiU a Maècaron^ a ^^gfS^ ^ Nuli;
dieci numerate dalP i al io; e cin-
que di conto dette 1 Ostarij\ 1 Gnmo^
9 Cavaj^ a Bragon e a Cacò* In al-
lora ha combinazioni alquanto più
complicate, ma si governa a un di
presso colle medesime leggi. Notisi
però che il Cocò figurato in queste
carte è il Cftuchu de' Francesi o VJll'
locco toscano che noi diremmo Lo-
rócch, Cottcou dicono anche i Prov. e
i Francesi, e Stop gP Inglesi. Sono
termini di questo ghioco p'ess a gotta^
Fermai Stagna ^ Corr^ Andà inani ^
Vess andaa^sà o mort e Jncocoràss* V*
Cocd Nome di quelle due carte
del giuoco di cncù figurato nelle quali
è pinto r allocco o il cucù.
I^ol. /.
eoe
Coca .... Altra spezie di giuoco ókm
si fa 'dai fanciulli con una pallottola
di legno vota e avente un piccol
foro da una parte, la quale, slanciata
- per mez£o di una cordicella avvolta
intemo a un perno che sta- in fondo
alla stessa palla, gira in terra come
• un paleo *e fa un romore quasi simile^
al verso deir allocco. Se non erro è
quella specie di trastullo che i Fran-
cesi chiamano Monfiement du diabie*
Cocò • . • Altra specie di giuoco la quale*
fasst con piastrelle tonde di legna
figurate e distinte per numeri.
Cocò. Cu cu» Quando noi vogliamo per
modo d^ intorjez. negar checchessia e'
' ad un tempo cuculiare, appuntando il
polpastrello del pollice della man de-
stra alla punta del naso e svenlolaada
per taglio il resto della mano diciamo
Coca, ed equivale a iVoe, non nejarenà
nulla ^ Non ne sarà nulla ^ Le zucche
marine n e simili ^~ La voce è comune
anche ai Toscani acll'^egual senso , au^
con gesto diflferente , come rilevasi da
quei versi di un poeta pisano
* I Nomi a »conpartir perche non ▼•{?.«..
m Ch*>ìo gli divider Sk ^nm\ monUi qui tu!
•• Ed ahò un pugnai^ e poi Mntà Co en ! >»
ed anche dalla sestina 5.^ dell» Lin-
gua d* una donna alla prova del Gna*
dagnoli-, ove però sta scritto Cuét.
Cocò dicono varj contadini MI' Alto M-
lanese per Cuccurucùu de nos. F",'
Cocò mi, cocò ti(Giugà a)
Specie di giuoco il quale si eseguisce
Còme siegue: Uno si mette a sedere
a gambe larghe, e tien le mani in
quel vano ^ un altro che gli sta ingi-
nocchiato dinanzi , fa passare o finge
dt> far passare il suo capo nel vano
• suddetto, e se il seduto può serrar^
glielo fra le mani, vince ^ se no, perde.
Gooò(coirultimo o largo). Cucco, Còcco.
Nome che i bambini danno air uovo.
GocòQoia. s. f.' // Ceppicone(*^OT\, e Rime
d^un poeta pis.). La Còccia, Cucuzzai
Zucca. Voci equivalenti a testa , capoi
Coconètt. Coc*co/ie/to('*^fior.). Giuoco 'da
veglia che si fa colle oarte da treeette.
Cocoràda .... Una partita al giucco
detto Cocó.
*Fà cocorada. Lo stesso che Io€oco^
ràss. ^. »
58
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COD
(398)
COD
Goctimer. Cett-iuolo, Cedriuolo Citriuulo,
Il Cocomenf toscano v«le quanto Vln-
guria nostra. Forse uot dal Cucumis
dc^ Latini 9 o dal Coucombre dei Fran-
cesi, o dsl Coucounibre dei Proyeuzali.
( Trii cocumer e on peveron. ^. in
• Peveron.
Cocùiner. (ìg. Citrullo. Dalcione. /^.Badée.
Cociunerìn . • . Picciolo citriuolo.
Cocumeritt in Tasee « . . Piccioli
. citriuoli conci in aceto.
Cocumer ón . \ . Gran citriuolo«
Cód. Cote. Pietra da affilar ferri da taglio.
Cód. T. d'Oref. Frassinella.
Goda. Affilare. Raffilare.
Codàda. s. f. Raffilata.
G>dadìnna. s. 1. . . . Un po^ di raffilata.
Godàzi per Guidàzz. F.
Godàujfia o Covàzxa . . . Specie di cuf-
i fla oggimai disusala. (mare,
Qodàzza. Madrina* Matrina* Santola. Co^
Godàzza per Coàzza. F.
Code* ) • . . Quel bossolo cbe ii met-
Godce. ( tono a cintola i contadini,
• entro a cui ripongono la cote. Forise
non sarebbe detto male PoHacote. Oi^
. cesi anche di.qnel vaso di legno che
i falciatori portano seco, in cui. ri-
pongono acqua per bagnare la cote
-X quando vt^gliono affilare la falce, e
> questo dubito sia il Como da bere
dei diiionarj* 1 Piemontesi lo cbia-
.mano anch'essi Coé; i Fr. lo chia-
mano Coffin a Fase de la dalle o ÉImì
. à. piene, che anche noi potremmo
: dire he uè Astuccio da cote per falcia-
tori. U Ricbelet lo chiama, se non
. erro, Couvier^ e gli Spagnuoli lo di-
• cono Coloiira»
Codec de erba dicono i Briant. il Co*
dee di cui sopra che portano aUe reni.
€odee de la sonsgta. Bossolo della
. sugnaiDìu artig.).
.<judee de . vii, v. br. . • . Bossolo
che i vigna) si mettono in cintola per
davanlie inxoi ripongono il potajuolo.
Codée per Coszòtt. r.
Oidega;. QHica. Cotenna» Propriamente
, la dite del porco.
. . . Uiganegbia de codega. f^. w Lu*
geneghin. /
Toeù-giò la codega. Scotennare*
Gòdega. Cutictigna* Cotenna o Colitia o
Caie del capo. In italiano 41 dii*ebbc
Cotenna anche la pelle tutta del corpo
umano; da noi Codega s^usa solo nel
significato esclusivo di cui sopre.
Gódega. T. agr. Co<e/ma(Zanob. Diz.).
C9/<c*a(Min. citando il Gagliardi). Pel-
licce del tememoffjàar. agr. HI, 64i
e altìx)ve — Giorn. Georg. ^->) Mag-
giWica(Alleg. 81). Maggese} Ne^ prati
è quel tessuto che le radici dell'erbe
vanno formando e che ne collega e
assoda il terreno con erba minuta.
Codega veggia. T. agr. . . • U prato
di vecchia data.
Cddega . . . Quel campo che Tanno in-
nanzi fu seminato a grano e nell^anno
andante rimane sodo. y> in Coltura.
Ctfdega. Piòta* V. Téppa.
Gòdega. T. agr. Ciglione a pellicce.
Qóàeg9i.T*àe*Faìega.Scid4fero. V. in Tràv.
Codega . . . Chi non è caciajo di pro-
fessione chiama crosta la scorza esterna
delle forme di càcio lodigiano per
intiero, cosi quella delle facce come
quella della fascia ; chi è caciajo
chiama crosta la prima , e codega
quelle delle facce piane di delle forme,
ftefa i codegheont el fceugh. F. Bela.
Gòdega. s* m. Coticone. Cotennone. Zo^
ticone. Uomo di dura cotica, rozco.
Godegà(ona bestia) . . . Far fare un
po'* miglior cotenna a un cavallo o
simile pascendolo di buon'erba.
Godegàa. InfeUrato dalle radici deWerbe
(Micheli ne* Viaggi Targ. Toz. VI, 396).
Codeghètta. Palanca. Steccone* V. in
Tràv. Stiappa rifessa , lunga, stretta,
piatta per più usi* Coitìunemente si
dice di quelle che si posano sui tra-
vicelli de* tetti perché servano a sor-
reggere le tegole ; e in allora sono i
Correnti da tetto {V. Alb. enc* in Pia-
nella ), «ioè quelle che i Fr. dicono
Latles e gFlnglesi Lat/ies. Se ne fanno
anche gli orli dei cannicci pe^ bachi
da seta, ecc.
Cfbd de codeghett. K. in Giòd.
Codeghètta. T. agr. Broncone. Nome di
que* regoli con alcune traverse da
capo sui quali in luogo di pali come
quasi a spalliera si manda la vite.
Codeghettàmm. RegoleuneiGior. agr. I,
67). Quantità di regoìUcodeghett).
Codeghettinna. Correntino.
Codeghettdn. Correnlone.
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COE
Codeghin. Lo stesso che Liiganeghin de
codpga. y» in Luganeghin.
Codegòtt. lo stesso che Liiganegòlt. K
Godegdgn. Cuticugno, Specie di veste
da camera.
Codesòlla. Anguinaia* Agno. Bubbone,
Codeaèlla dicono alcuni deWAlto MUanese
come gli Annonesi per GarDèlla. K.
Còdez» Codire* Oggidì libro contenente
le l^ggi civili % criminali, economi-
che, ecc. dello Stato — Codice* Ma-
noscritto antico.
Codili o Codlglio. T. di Giuoco dMrOm-
bre. Codiglio, Dà codiglio. Vincer co-
digfio.
Codigli e mochiglio. .... Voci
scbert. che diconsi allorché uno dei
giocatori, appena vinto codiglio, rifìi
giuoco e rivince.
Codògn. Ad, di Pòmm. F'.
Codognàda. Cotognafo ; con voce pedant.
adornato ; con voce lombarda ( am-
messa dai diz. in grazia del Bembo
cui scappò della penna) Codognata,
Nome specifico di quella melata che
si fa cocendo le mele cotogne con
mosto e miele o zucchero.
Coddn. TYonco della coda m? cafalii,
( Crescenzi ^ III , !i3 ).
Codón. V. a. Lo stesso che Cozzò tt. f^.
Codón e Codonà dicono i don Pitoni per
ischivare le voci Cojon , ecc. sen%a per-
derne affatto il sapore» V. Mincionà.
Coèna. F> Coverta.
Coètta. Codetta. Ce coetta. F* in Ce.
Coatta .... Ne^ prati marcito) è quel
canaletto o rigagnolo che si sperde
senza metter capo in alcun altro rivo.
Coètta. Buccio. Pelle fina su cui si stri-
sciano i rnsoj e sim. per asciugarli.
Coètta. reiifol/rim(*pÌ8.*Tnrg. Diz.). Coda
. di volpe. Alopecuro pratense. Spezie
d'^erba arvense che è il Cjmosurus
echinatush. Ampissima descrizione se
ne ha nelle belle Dissertazioni sopra
una gramigna che in Lombardia in-
fèsta la segale. Milano, Marcili, 1772.
Coètta de praa. Fentolana altra. Erba
arvense che è il Cynosurus cristatus.
Coètta. Tiracela, Quella striscia di pol-
vere che dal luogo donde si deve
appiccare il fuoco si stende fino alle
armi o macchine che si vogliono sca-
ricare da loBtaao e senxa ^orioolo.
( 299 )
C«U
Il Diz. H^art. dire che altri la chvi-
mano Sementella o Semìnella o Traina.
Coètta. Lo stesso, che Corderà. F,
CoeùHen. Ciòttolo. Ciotto. Sasso. Notisi
che nel Lucchese dicono Cotoni i ciot-
toloni , come da quel loro volgare
Acqua cheta mena cofani.
Coeùden. Cappellaccio(TikTg. Viag. IV,
317). CW)ito/M?(idem pass.). Cappello?
È una specie di arenaria che trovasi
le più volte a metà cava, durissima,
male atta ad esser lavorata, e come
• t^le posta da banda. Suol essere iso-
lata ed a strati alti non più d^un me-
tro. Spesso è disposta a sttunpirreii* F.
Lelt di ca*uden. Tramezznolo.
Cceùgn. ^Vioca. Cuciniera — Cucinata nei
monasteri. (cinafo*
Gosùgh. Cuoco. Cuciniere, Cucinatore, Cu-
Coeugh franzes e cantinee todesch.
F. in Cantinee.
El foeugh Té Tajutt del cmngh . ..
A sbrigar presto le vivande vuol es-
sere fuoco pronto e abbondante. Focu
libera coca dicono anche i Siciliani.
Coeùr. Cuore* Core , e con voce antica
Coraggio — Nel cuore si osser\'ano la
basCf V apice o la punta ^ le auricole^
i ventricoli 9 le valvole ^ e le colonne
o sia i lacerti. Esso è chiuso in una
borsa detta pericardio ^- Un^armndu-
ra da cuore si dice Cuoretto o Co-
retto — Chi ammalia cori dicesi met.
Coricida — Le cose attinenti al onore
diconsi Cardtaclte o Cardiache '^ e in
sig. morale Corali — Cordate diconsi
le cose foggiate a mo'* di cuore.
A dì el cceur ciar. Per dirla schietta.
In verità di cuore. A dirla col ctwre,
And^ al cceur. Toccare o Commuo^
vere o Compugnere o Aprire il cuore.
Andà al coeur. Toccare il cuore o
l'ugola* Piacere fuor di modo.
Andà-giò el cosnr. Morite o Sirug"
gersi di voglia di checchessia. Ustolare*
AndÀ-via del cosur. Uscir di mente
o dell'anima. Dimenticarsi.
Ave cceur a ona robba. Aver aura
o riguardo di checchessia. Aver a
cuore checchessia. Abbia cceur a la tea
sai ut. Abbiti cura o riguardo.
Ave cceur de di, de A, «ec. Dire
o Dare il cuore ^ o Bastare o Dare
inanimo di tUrt^Jartf ecc. .
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C(EU ( 3oo
Ave el cceur impegnaa* jéi^ere il
cuore ammalialo. Esser alma presa.
Ave in del coeur. jiver presagio.
Ave on coeur de milla lira. Jvere
un cuore come un lione{Ceccht As-
siuolo IH , 5 ) ; Essere di cuore o di
gran cuore o d'alio cuore^ cioè Essere
coraggiosissimo; ed anche Essere ma-
gnanimo, liberale, a quel modo che i
Fr. dicono Avoir un cceur de roi.
Avegh el coeur content. Avere il
cuore nello zucchero,
Cald de man fregg de coeur • • .
È un^ idea delle nostre donne che chi
ha calde le mani sia di picciolo cuo-
re, e cosi a rovescio.
Cava el coeur o V Bntmn, Strappare
il cuore. Scorare, Spezzare o Passare
il cuore. Dar nel cuore. Accorare,
Strignere il cuore.
Cava el coeur. liubare o Cavare il
cuore ^ cioè costrignere ad amare.
Coeur content e slrasc a Taria.
Chi si contenta gode(Fog, PAst, bai.
Ili, 4). K. anche in Moeùd.
Coeur de lutter o de scimes(0 Sangu
de scimcs). Cuor di bronzo ^ di ma-
cigno , di smalto^ di diamante o d' oc-
ciajo{Voc. Alunno), vale incapace di
tenerezza e compassione.
Confessi el me coeur che , , , , In
verità di cuore ^ io , , . .
Cont el coeur in man. Col cuore in
mano o sulle labbra. A grembo aperto.
Cosse te dis el coeur? Che ti tUcCy
C%e tindicuy Che ti pronostica il cuore?
Cress el coeur. . • Si suol dire da
chi singhiozza forte : Me cress el
coeur • . . Notisi che anche i Marchi-
giani chiamano Crescicuore il sin-
ghiozzo. // cor mi crebbe allor più
Jtuna spanna disse Lorenzo de^Medici
nella Nencia da Barberino ^ si, 16, in
senso affine a quello del modo nostrale.
Dà el coeur a vun. Dare o Donare
il cuore o le viscere a uno.
Dà el coBur in man a vun. Abban--
donarsi nelle mani d'alcuno. Mettere
il capo in grembo ad alcuno. Scoprir
tutto l'animo suo ad uno,
Dann el coeur o Dill el coear. //
.cuore me lo diceva ^ me lo presagiva,
V, Alb. bass. in Coeur, E dicesi delPa-
ircr «y^itQ presentioìnito dium oosa.
) CflEU
D« co»ur. Di cuore. Dei aiare*
De coeur , e per maggior Joraa Del
ver coeur. In grado sommo. Bratt de
coeur o del ver coeur. Beli de cceur.
Brutto da maladetto senno. Beilo da»-
vero. Oltre ogni creder bello,
Dervl el so coeur. Mamfesiare il
cuore. Aprirsi d' alcuna cosa con al-
cuno^ e asso!. Aprirsi con alcuno • Aprire
l* animo suo ad alcuno.
Di el so coeur ciar. Manifestar il
cuore. Dar carie scoperte,
Dolz de coeur. Tenero, TenereUo.
Donna de ben coeur. fig. Femmina
cascaticcia. Donna un poco tenorm di
calcagna.
Donna de bon coeur, che la rid e
la piang come la voeur. Donna infinia,
simulatrice,
El Signor el ved el me coeur. Id-
dio sa lamia intenzione (Salviati Gran-
chio Il 9 a ). Assicurazione dì veracità.
Fa on coeur de leon. Fare un cuor
da Marte(ksaeiXtt II, ^), Far dei ator
rocca. Far cuore* Farsi cuore.
Fa slarga el coeur. Far crescere d
cuore una spanna(hazcn Sibilla^ III, 7).
Fregg de man cald de coeur. f.
più sopra Cald de man fregg de coeur.
In del so coeur eh 1 Chi gli vtdesss
l'entragno eh!
In del so coeur noi ghe cred ona
sverza. Neil' entragno ei non ci crede
un pelo.
Intra del me coeur o in del me
coeur. In cuor mio. Nel mio me. Fm
me e me,
Lontan di oeucc lontan del coeur.
La lontananza ogni gran piaga salda,
(Fag. / genitori corretti dai Jigliuoli U
8). Dilunge da occhio dilunge da. CM»re
(Monos. 526)« Lontan dagli occhi lon-
tan dal core, Prov. di eh, significato.
Qui est loin des jrcux est loin dtz cttur
dicono anche i Francesi.
Mett el so coeur in pas. Levarsi chec-
chessia dal cuore. Levare il cuore da
checchessia* Torsi giii da checchessia.
Non applicar più a una cosa, staccarne
il pensiero, non volerla più dar suo
pensiero, gettarsela dietro le spalle.
Mett in del oosur a vun ona robba.
Mèiiere diecchessia in èuore 4^ sUcst-
no, Cacdargliola in. cepo.
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C<BU ( 301
Hettei in dei coeur ona robba. Porsi
o Mettersi in cuore checchessia f cioè
mettersi in animo, deliberare.
QKacc no vcd cerar no doeur. Se
rocchio non mira il cuor non sospira
(Monos. 336). Quel che V occhio non
vede il cuor non crede (ivi). €iò che non
Tediamo noi stessi non et accora.
On coeur el me dis fall , e Polter
no. Vun cuore mi dice/allo^ l'altro no.
Parla cont el coenr in man. Dire
col cuore o Fenire col cuore in mano.
Parlare sincerissimamente ; parler le
cceur dans la^ main dicono i Francesi.
Passe per. el ceeor. Andar per lo
cuore. Passar per Panimo, Girar per
la mente* Jndar per l'animo.
Quatti el ccenr. Occupare il cuore,
(Ambra Furto ^ III, 4). Ghe s'è
quattaa el ceour. // cor le si richiuse
e strinse, Quattass el ccsur. Stringersi
il cuore a itno(Vas. ao8 ).
Sentiss a andà el coeur in ampi o
a freguj. Sentirsi scoppiare o strug"
gere il cuore. Sentir dolore eccessivo.
Sentiss a ruga in del coenr. Au-
lirsi toccar il cuore^ cioè commuovere.
Sentiss a slarga el coeur. Sentirsi
far tanto di cuore. Sentirsi allargare
il cuore o sbarrar il cuore nel petto.
Sentiss a spezza el coeur* Sentirsi
scoppiare il cuore.
Sentiss a streng-sù el coeur. Sen-»
tirsi scemar il cuore(M.oaos* ì^o). Es-
ser dolente a cuore.
Sia sul coeur. Slare nel o sul o in
sul cuore — jtver a cuore.
Toeù el coeur. Importunare. Infa-
stidire. Seccare, Nojare. Frastornare,
Toeù minga el coeur. Lasciar tran-
quitto. Lasciar respirare.
Vegni in del coeur. Fenire in cuo-
re. Cader nelV animo. Fenire ad animo.
Correr nelVanimo.
V^ss cattiv de coenr. Aver mal cuore.
y^SÈ de bon coeur» Esser liberale.
Vesa dolz de coeur. Esser di cuor
dolce , di buon cuore. Esser dolce co-
me lo zucchero.
^ess dur de eodur. Esser ferigno,
. Vess d coeur de vun. Esser il cuor
suo. Te ^e el me coeur. Ifon ho al-
tr^ occhio in capo che te. Sei il cuor
mo. Sei il cuoìifi del corpo mio»
) C<BU
Vens senza cceur. Essere ferignó.
Aver un cuor duro o di ferro o pia
duro d^ un macigno, l&sser crudele.
Vess strenc de coeur. Esser dipic-
ciolo o povero Cìwre.
Vess tutt coeuix Esser di gran cuore.
Vess tutt coeur, ma senza fìdegh . . •
Si suol dire di chi offre molto, ma
poscia o poco o nulla risponde coi
latti alle parole; di chi è eresiologo
come dicevano i Latini; e pigliasi in
senso cosi di censura come di com-
passione, secondo che il difetto pro-
cede dair animo o dal potere.
Ceeùr (car el me). Cuor mio. Cuor elei corpo
mio. Anima mia dolce. Ben mio. Mia vita.
Coeùr. T. delle Arti. Cuore. Gli artigiani
chiamano cosi molti oggetti allorché
sono fatti in forma di cuore. Ne men-
toverò qui alcuni.
Coeùr. T. d^Orolog. Alietla della pira-
mide. Pezzetto che serve ad arre-
starla quand^è finita di caricare.
Coeùr ..... Cuoricino di cuojo con
varie divisioncdle trapunte in cui si
ficcano i ferri da far calze. Legato
in cintura con un nastro è succeda-
neo signorile al cannoùetto, cioè alla
cannetta ile fa calzett.
Coeùr. T. de^Confett. . . . Specie di dolce ,
spesso regalato di rosolio, cosi. detto
dall^ essere fatto in forma di cuore*
Coeùr. T. di Giuoc. Owri. Uno de^ quat-
tro semi delle carte da tresettc.
Sett de coeur. Lo stesso che Co-
modln. y.
Coeùr. T. de** Macel. Palla del cuore. Il
cuore delie bestie bovine macellate.
Vessiga. Fescichetiaì ^ Coronna.
Corona? *> Fressacoeur. Corlaja?
Coeùr. Cuojo. Balla de caeur.Palla a lesina.
Coeùri. I^oce cont, delV A. Mil. per Co^
ràmm. y.
Coeùs* Cuocere.
Carta de coens. V. in Cartai
Coeus el pastizs. T, de* Parrucch.
Cuocere i capelli.
Coeus in bianch. V. in Biànch.
Coeus la colcinna. Calcinare^
Coeus Tor. Incuocer l'oro,
Coeuses al foeugh. Crogiolarsi. F* ÌM
Fa coeus. Cuocere. Fét cceos k carna
.incoia? Cfiod Ac corno oggi o mi
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eoe
(3oa)
COL
C«ràs, e per lo pik Cosùses* Rodersi,
tSentirsi rodere» Consumar dalla rabbia*
Sentiss a coeiu. Cuocere altrui chec^
chessia.
Coeùs. Cuocere una/omace(SìLBch,Op, VII,
i6o). Lo dicoDo 1 fornaciai del fare una
eotta di calce , mattoni 9 eco. Quand
el cbe te coeuset? Quando /ai cotta?
Cceùva. Monella, Covone, Quel fascetto
di paglia legata cbe fanno i mietitori
nel mietere. Quella porzione di pa-
glia che rimane al di sotto della lega-
tura de** covoni dicesi Culaccino (Gior.
Georg. i838, p. Sti).
Aprii pioeuva pioeuva che faremm
gross la coeUTa. Prov, agrario equiva^
lente aWaltro Aprii n^ha trenta e se
piovess trentun farav dagn a nissun.
K« in Aprii e in Pioeùv.
^fen ... I paniera)' brianz. chiamano
così il corbello ellittico dì fattura
gentile e coperchiato a cerniera. Fa
on cofen per ona sposa . . . Farle la
cestella da contenere le biancherie da
raggiustare dopo il bucato , o simili.
Còfen . . . Specie particolare di cassa
da morti fatta come a culla. Il Cofano
dei diz. vale arca o corbello.
Cris de co£en. Affé di crimoli! Esciar
mazioni delP infimo volgo, f^. Cisto.
Cofenfòr. Forziere, Dal fr. Coffre-fort,
Coghètto. \ Dim, e vezz, di Coeùgh, a
Coghin. ) cui talvolta in mancanza
di -meglio si potrebbe corrispondere
con quel Gua Iterino che dopo lo 5(1-
dione uscì del fianco al cuoco pre-
gnante nel Afalmaniile del Lippi,
■ Cogitór. Coad/uiorCf e ant. Conjutore.
Gògnit. Conoscente. Esperto, Pratico. Qo--
gnit del mestee. Esperto nell'arte. Fra
noi Cognito non si usa nel senso ri-
' ferito dai dizionarj italiani.
Cognizión. Cognizione, Conoscenza,
Avegh minga cognizion dW mestee.
Non aver conoscenza o perizia o pror
fica d' alcun' arte. Non si conoscere
d'alcun' arte,
' Vegni in cognizion. frenare in no-
tila, Plenir a conoscere checchessia,
Cognizionétt. s. f. pi. COgnizioncelle,
'Cognòss. y. Conóss.
Cògoma .... Il Diz. di Padova regi-
' «Ira anche Cògoma togliendola al Ber-
fttQtini il qaalt la trasfe della PiaxMa
aniversaie del Garzoni* e Cùccuma
togliendola al Diz* di Bologna. La pri-
ma voce però è veneziana ; la seconda
bolognese e romanesca; e sempre poi
in significato di quel Vase che noi
diciamo propriamente Bàminnaf che
ha forma oliare, coperchio copoluto,
e manico ad ansa(¥edine la fig. nel*
rOp. dello Scappi) ; mentre diciamo
Cògoma il vaso simile alla cioccolat-
tiera^ cilindrico, con coperchio piano
e manico orizzontale.
Cója. T. de^ Macoli. • • . Quella grascia
che investe anca e culaccio.
Rampin de coja. y, in Bampin.
Cojòmber. y, Minción.
Cojón. . . . Voce bassa che le persone
civili sogliono schivare nei loro di-
scorsi usando altre frasi o parole sosti-
tutive, e spesso ricorrendo anche per
ciò a retioenze rìdicele. K. Minción*
Cojon de gatt. y. Perseghltt(coii/«aO.
Cojònàggin. Scimunitaggine, Dabbenaggi^
ne. Balordaggine, Mellonaggine, Bom^
rietàSemplicità,CastronerìaCof^oneiia
Cojon at òri. Minchionatorio.
Cojonèlla (Tra in) Mettere in coglioneUa
(*tosc. e poem. pis. I, a5o).
Cojonscèll. Coglionoello,Castroncello,Sci''
munitello, Cristianello, Balordetto, Ta-
lora diccsi per ardenza a fanciullo
che non sia tale, ma che non sia
pronto a obbedirci : Oh cojonscèll tei
daroo a dintend mi ve*. Oh cazzatello!
Oh ravanello venuto per PaseiutiOy
Coin. y, Covln. (gK^i a te!
Coirin e per lo pia al pi, Coirìtt. Co-
yacci (Davanz. Colt. Ulivi dicembre
male interpretato dai diz.). CuogliÀtr
lonX *lucch.). Ci<oyiuzo/f'(Trinci Agr. I,
i65). Bitagli di citoi( Vettori Colt. Ulivi,
p. 146). Limbellucci, Limbelli, Ritagli
di cuo] usati per letame*
Quell che vend i coirìtt. Pedueciajo?
Còl dicono in varie parti del contado
per Colarceù. y,
Yeiz el col del lacc dicono i Brian-
ztioli per quello che noi in città di-
ciamo Ave mangiaa el cuu de la gaijnr
na. y. in Gaijnna.
CoUi. Colare, y. Fa passa in Passa.
Colà el nas. r. in Ms.
Colàa. Colato,
Vess or colaa. y, in Zecehitt*
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COL
(3o3)
COL
Gblida. 8. f« Colatura. Vaiio del colare.
Fa ona colada dicono i Fabbricatori
J^ amido il Fa passa* V, in Poasà.
Colàoa. V* Collànna.
Colàoder. Coriàndolo, Coriàndolo. Co^
riandrò. Noi usiamo la voce solo in
sigaificato del seme del Coriandrum
saiivum perchè ne fanno uso i con-
fettieri e i gcssajuoH.
Colaroeù (che i privati dicono Cól o Co-
lin). Colatojo* Arnese usato nelle ca-
scine formali(ca5on) per colare il latte
appena munto onde passarlo netto
ai bacini. Consiste in un catino di
legno o di rame, emisferico « alto
la metà della sua larghezza che é di
centimetri So, con un pertugio nel
fondo ricoperto dì una teletta di crine
o lina o vero turato colla paglia.
Colarón, ecc. V. CoUarun, ecc.
Colcinàtt Fornaciaio di calce.
Colcinètta Sp. di borra che i
Fr. chiamano Bourre bianche,
Colclnna, ecc. Lo stesso che Calcinna,
ecc. y.
Gold. Caldo — Coldo e Colda usarono
gli antichi , come Francesco da Bar-
berino ne*Doc. d'amore.
Cold coldisc. Caldo caldo.
Gold come on pitton. K. inPittòn.
Fa cold in d''on sit. Esservi del mal,
andare. Abbajarvi la volpe. F. anche.
Tira aria cattiva o calda in Ària.
Né el frecc né el cold le mangia
minga el loff. F* in Lòff.
No Hi né frecc né cold. Non importar^
re. Non calere. Esser cosa indifferente.
No pali né frecc né cold* y.in Frècc.
CÒld. ad. Che è in caldo. Can cold.
Cagna colda. Cane che è in caldo f Ca-
glia a cane.
Coldàr. y. Caldàr.
Coldéra. Caldtija. Vaso di rame notissimo.
Coldéra. Càccavo, Quella caldaja ove si
fa cagliare e cuocere il latte per farne
il cacio. È di forma speciale* Se ne
vegga il tipo nella tavola annessa al
Caseificio del Cattaneo.
Coldéra. T. de^Cappell. T, in Fattùr,
Fòlla e Tinta.
Coldéra. ai/Ìa/ala(Paoletti Op. Il* 78)
ed anche Caldaja. Quanto cape in
una calda ja. Ona coldéra d** acqua bu-
jeiila. Una caldaja d^ acqua bollente.
Guiderà. . • • • Aì'nese che serv^ per
pesare il sale nelle cosi dette Campàd.
Coldinclla (A la), v. cont. br. A stdalìo.
A un caldino. In luogo meridionale.
CoìàirceÒLÌn. Caldajuola, Caldaja di rame
' capace di circa due brente adoperata
fra i caciaj e. in varj usi d^ economia
Coldón. Calduccio. (rurale.
Gole. T. de^CallIg. Corsivo. Quella specie
di carattere che ha la forma del corsi-
vo dei Fr. da quelle genti detto Coulé.
Coléga. r. Colléga.
Còlerà. T. Còllera.
Colèra, s. m. Coltra. Colera morbus. No-
me di malattia che, nota una volta
ai soli medici, è diventata notissima
anche al volgo più minuto dopo la
campagna fatta dai Russi contro i Po-
lacchi nel i83i.
Colèregh. Collerico.
Colerinua. s. f. . . . Malattia che simula il
coleru con sintomi miti e non pericolosi.
Coler<fs Ammalato di colèra.
Colezión. Colezione o Colazione della
mattina. Asciolvere; e alla contadi-
nesca Beruzto -^ In italiano Colezione
o Colazione da so sole sono voci ge-
neriche le quali comprendono sotto
di sé ogni parco mangiare che non
sia desinare o cena, come Asciolvere ^
Merenda , Pusigno — Fra noi in vece
Colezión è voce specifica come B*è in-
dicato, è il vero Jentaculum dei Latini.
Colezión a la forscett. Asciols^erea
desco molle.
liin nanch assee de fìi colezión.
Sono Un asciolvere. Dicesi per rim-
proverare scarsità di danari che altri
vi dia ih paga o premio o presto.
Segonda colezión Quella leg-
gier refezione che s^ interponga fra
r asciolvere e il pranzo.
Colezionètta. Colazioneina,
Coli. T.de*Guochi. Cb/l(Cuoco mac. pasd.)«
Sugo spremuto (kìb. bass. in Coulis).
Sugo di carni od altix) colato per uso
d' imbagnarne zuppe o vivande. Il
nostro Brvdlny o sia quel sugo che
posa sotto il grasso degli arrosti e
degli stufati , fa spesso le veci del coli
nella cucina famigliare. '
Colin. Colato jo, V. Colaroeù.
Gelinna , ecc, F. Gollluna « ecc.
Còliz. Ad. idioi. di Dolor. F.
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COL ( 3o4 )
Còli. Collo — La parte deretana, del collo
' fu detta il Cannone.
Andà con la corda.al coli . F*. in Còrda.
A rotta de coli. A fiaceacoUo. A
rompicollo» Precipitosamente*
Avegh al coU ona personna. fig.
Esser cìUamato in colpa ^del male av^
penuio ad alcuno,
Aveghela al eoli. fig. Essere chia-
mato in colpa di o/tecchessia.
Giappà per el coli. Aggai^ignare,
Prendere alle gavigne o pel collare.
Cont el coli biotl. Scollato.
Dà di puga in del coli. Battere con
coliate. Dar la collata.
Danee e messizia romp el coli a la
• giusttKia. y. in Messizia.
bedree del coll(El). Cannone del
collo» La collottola.
Fazzolelt del coli. F. in Fazzolòtt.
GliTè remedi a tuttcoss via de Foss
. del coli. Dalla morte in fuori a ogni
cosa è riparo {Lmcb Pinzoc. I,»6).
Giugagh Toss del coli. F. in Ò$s.
Lassass vegnì coni i pee in sul coli,
fig. Lasciarsi porre sul collo il cal-
cagno. Lasciarsi schiacciar le noci in
capo. Lasciarsi correre la berretta. La-
. sciarsi sopraffare » cedere vilmente.
.Loógh de coU. Collilungo.
Romp el coli a la robba. fig. Ab-
bacchiare{Zfknòh. Diz. — Nesi Diz.).
Romp el coli a ona tosa. fig. Affogare
una fanciulla. Vale maritarla male.
Rompes el coli o Toss del coli. Fiac-
carsi il collo. lìompere il collo.
Senza coli. Sgolato ^ cioè con collo
• o gola corta.
SloDgà el coli. Allmgt^'^ il collo.
Aspettare cop ansietà il mangiare.
Slongà el coli (in gergo). Allungar
la vita. Appiccare.
• Sott^ al culi. 5iiCCo//one(Dino di Tura
. Son. nelle Veglie del Afanni II» 35).
Sutt de coli. Scarico . di collo. Di-
cesi de^cavallÀ che abbian collo sot-
. tile, svelto.
Tira el coli, ai puj o sim> Tirare
il collo ai polli. Ammazzarli.
Tira el coli a la vacanza o simili.
.... Prolungarla» procrastinarla.
Tiragh el coli a vun, che anche dicesi
Bagb la corda, fig. Fare il collo. Metter
la cavez^. Tirar gjli orecchi a uno»
COL
Tocch de cama de coli. fig. Oonie cofL
tiva. CatttPOpeaMO di car/ie(Ma]m. nota
ultima ai.cant. 3.*). Uomo perverso.
Tra i braso al coli. Gittar le hrmccitL
in collo. Stare in collo. Cignere altrui
il collo colle braccia.
Tra in sul coli* Accollarsi(CMTo). Bec-
carsi in collo. Tenere o Portare in collo.
Vess dent o. Vew dent a moeuj fina
al coli. Affogare in checchessia.
Vess ona bonna pezza de coli. JSr-
sere una lieta spesa. Esser carne catUva.
Veaa pien de debit finna al coli.
r. in Débit.
Còli. Collo. Canna. Bucciuolo. Quello
de* fiaschi e simili vasi.
Sirene de coli. 0te ha eolio stroa-
zatojo.
Còli. T. mere. Collo. Dal lat. Colligo
dice il Diz. ven.; ma forse viene dal
latino Collum per fig. — » Il collo d* in-
daco è detto Ciurlo.
Còli. T. de* Frena) Asticciuola
dello sperone in cui sta infitta la spro*
naja (rosetta o ruzellin).
Còli. T. de' Macell Quel UgUo
che confina col teschio e colla coppa
e finisce nel PoUìn o Scudellìn ctuè
nello stremo dell'osso del collo nelle
bestie bovine macellate.
CòlL T. de' Tessit. Passino. Tanta tela
quanto è lungo Porditojo.
Còli, T. de* Sarti. Scollatura. La stremila
superiore del vestimento scollato.
Còli. Solino da collo. Quella parte della
camicia che ricinge il collo.
Còli. Fezto. Filo, Collana scempia, mo-
nile scempio di perle» coralli» e sim.
Còli de vii. V. in T\U
Còli del pè. Collo del piede.
Còli d'occa. r. in Òcca.
Còlla. Colla -F. anclie CoVièiìm ^ Colla
di spicchi(Borgh. Bip. I » i66 - Vas. 70)
'^ Colla cervona- Colla di rosso d*uovo.
Colla a bocca. Gomma labiale{*ùor.)^
Dal fr. Colle-à'bouche.
Colla de camuzz. Colla di limbel-
lucci o ili cuojo*
Colla de formaggitt fatto Colla de
legnamee. Màstrice di cacio. Màstica.
Màstice. Mastico.
Colla de pess. Colla di pesce ^ e
dottr. Ittiocolla.
CoUa todesca. Colla garopellam
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COL'
( 3o5 )
COL
Còlla. T. dì Gart. Colla. Quella solaEÌona
- di colla dì cuojo allamìnata in cui
s* immergono i fogli della carta per
far che regga air inchiostro da scritto.
Carta con colla , Carta con mezza
colla. Carta senza colla, y. in Carta.
Dà la colla. Incollare. Dar la colla
alla carta.
Còlla. T. de^ Pellatt. Lonza. Coda ed
estremità carnosa che dalla testa e
dalle gambe rimane attaccata alla
pelle degli animali grossi macellati
nello scorticarli.
Còlla. T. di G. di Bigi, usato nelle frasi
Batt ona colla Mandar lungi
dalla mattonella del bigliardo una
biglia che vi sia attaccata.
Dà ona colla o Mett a colla. Met-^
fere a mattonella{co5Ì TAlb. bass. in
Coller)* Spingere o mettere una biglia
in modo che sia attaccata alla mat-
ioné[ÌSi{sponda) del bigliardo.
Vess a colla. Essere attaccato{*(ior.).
Colla, CoUàa, CoUadùra dicono spesso
nelle cartiere per Inqoìlìi 9 IncoUàa, ecc.
Collanètta. Collanino(Dom Zucca p. ao5
verso).
CoUànna. Collana, ^Monile, Collana per
al collo.
CoUànna. Ot)//«rc(Binng. a47)« Specie
d'^arcucciu dì paglia, crine o borra
fitti in una tela ricoperta di bazzana
che si adatta al collo delle bestie da
tiro onde attaccarvi gli altri finimenti.
• . • • Cappuccio ^ , . . . Corpi e»
Imboccatura » Baslon. Stec-
che m:^ Testa « . . . . Tirar-
tojo ei . . . Mentre » . . . . Ferga.
CoUànna. Pagliolaja, V. Tetterà.
Collaràsc. CoUaraccio,
CoViw\n(che alcuni^ e specialmente i cont,
pronunciano Gularin). Collarino. Col--
laretto.
CoUarin. Collare o Collarino da prete.
Trà-via el coUarin. Lasciar san
Pf>/ro(Guadagn. Hime I, i4)* Cavarsi
l'abito? Fa toeù-via el coUarin a vun.
Cavar t abito a imo(Mach. Op. IX , 385).
DVcclesiastico farlo laico.
CoUarin. Anello, Ghiera. Cerchiello mem-
branoso che V edesi intorno al gambo
d^ alcuni funghi poco sotto il cap-
paUo. Targ. Toz.(Ist. I, 4^4) ^o c^>*"
ma anche Collare e Collarine f e lo
Fol. I.
distingue in mobile ^ persistente, fu-^
gacCf a ragnatelo, chiamando Cortina
queir anello che aUo svilupparsi del
fungo si lacera, si stacca dal gambo
e aderisce air orlo del cappello.
Gollarln. . . . Nome d^ogni lista che nei
varj oggetti abbia figura di collaretto.
Biccer cont el coUarin. Bicchiere'
con gorgiera. Quello in cui il liquore
non giunga aU^orlo.
Biccer senza el coUarin. Bicchiero
senta gorgiera. Quello pieno affatto
si che stia li lì per traboccare. La
frase italiana io Tho tolta in pre-
stanza alla Novella 167.* del Sacchetti.
CoUarinée. Collarettajo. Collettajo.
Gollarinna. Cravatta. Crovatta. Corvatta.
Croatta. Goletta,
Collariuna de ferr, Camaglio.
GoUarón Gran collare; e fig. Lo
slesso che Andeghée. K — Fra noi
si applicai specialmente ai laudesi deUa
dottrina cristiana neUa cattedrale.
CoUég. Collegio. Noi usiamo oggidì la
voce quasi esclusivamente nel senso
di luogo destinato alFeducazione deUa
gioventù; attempi addietro però si
usava comunemente aiìche nel senso
magistrativo allorché vantavamo i
Collegi dei Giudici^ dei Giureconsulti^
de* Nota] (de^ quali vedi il Giulini),
i Collegi dei nobili Dottori, Fisici^
Ingegneri , ecc. ( de^ quali vedi Ga-
briele e Pietro Verri), e ultimamente
i Collegi elettorali dei Possidenti , dei
Dotti e dei Commercianti aUorchè Mi-
lano era capitale del Regno d^ Italia.
Dottor de colleg. Dottore addetto
ad alcuno dei coUegi nominati s<^ra.
CoUég.T. di Giuoco. £0 stesso che CòUa. K
Colléga. s. m. Collega.
CoUéga. s. f. La brigata - // collegio o La
collega degli scapigliati. Una criocca,
CoUegètt Collegio picciolo, che
ha pochi coUegiali.
CoUegiàa. Collegiato?
Dottor collegi aa. Dottor di collegio?
CoUegiàda. Collegiata.
Colleg iàl. Appena uscito dal maestro(l)Si\i
Lep. 83) - On fa de coUegial. r. in Fa.
CoUcgi&nt. Collegiale, AUievo o Convit-
tore di un coUegio.
CoUegianlin Collegiale assai gio-
vanetto e piccino.
^9
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COL
(3o6)
COL
CòUer. Languori di stomaco -^IncendUo.
Ave di coUer sossena (Maggi VI,
ia3). Patire molto ribollimento di sto-
muco; patire d*incendìto,
Romp i coUer. Pigliare alquanto di
refezione — Il Fastidium detergere di
Simmaco nella epistola i / ad Ausonio.
Còllera. Còllera. Còllora. Ira. Izza. Stiz-
za. Sdegno -^ La collera momentanea
dicesi propriamente Collera, Sdegno,
Ardenza, e spesso ò retaggio degli
animi gentili; talora scoppia in Fu-
rore^ ed è vera malattia; talora fa
succo o saccaja e diventa Rancore,
. cioè collera tacita » perseverante» ter-
ribile a sé e ad altrui.
A la larga quand V è in collera !
Guardati dalV orso quando gli fuma
il naso.
Andaroo minga in collera ve
Tu mi farai piacere; lo avrò a buono
anzi che a mal grado.
Collera sora collera. Far sacco o sac-
caja. Accumular sdegno a sdegno.
Fa andà in collera. Far entrare in
collera.
In att de collera. iVe/ colmo della
collera. Tratto o Trasportato dalla
collera.
L^andarà minga in coUera. Non ci
sarà nulla di guasto fra me e lui. Non
s'ingrosseranno i sangui.
Lassa andà la collera. Deporre o
Posare o Por già Vira. Cessar tlalVira.
Prest la ghe salta» e prest la ghe
*p^a3a { sottintendendo collera), f^. in
Salta.
Tegni collera. Portar collera. Far
sacco. Tener ira.
CoIIètt. Goletta. Il Collet d'haòit dei Fr.
Collctt. Collare. Striscia di cuojo od al-
tro che si mette intorno al collo dei
cani e simili.
Collètt. Collo picciolo mercantile,
CoUètt de la caulinna. Z^. neirAppendice.
Collètta. T. degP Indorat. Colla dolce.
Specie di colla leggiera che si ap-
plica agli oggetti da dorarsi prima
d^ ingessarli.
Collctta. Colletta. Raccolta di limosine.
Coliin. Collicino. Picciol collo.
Collinètt. Dim. di Coliin. r.
Collinetta. Collinetta. Collinetta. Colletto.
Collicello.
Gdlinna. Collina.
Brasc de coUinna.^ Branca di coU
2ma(Targ. Viag. Ili/ 533).
Collinna che dà in foeura. Risalto
di co//imi(Targ. Viag. Ili, a38). ^rto
di collina{ìyi a 36 e passim).
Costa de la collinna. Declive di col-
/mfl(Targ. Viag. Ili, a65 ).
I collinn. Colline, dogana di col-
/iize(Targ. Viag. Ili, a63). Colli con-
tinuati.
Infilerà de collinn. Propaggine o
Diramazione o Propagazione di col-
/iiie(Targ. Viag. Ili, a36 » a39, a4o,
e passim ).
Pian in collinna. Ripiano di coUina
(Targ. Viag. Ili, a36 e pass.).
Scimma o Sciumm de la collinna.
Ciglio di collina{Tsirg. Viag. Ili, a7a).
Coll-l<kigh. Codone. Campigiana. Coda
lancea. Anatra di coda lunga, German
marino (S^LY] Ornit. Ili, i58). Queir a-
nalra salvatica che gli ornit. chiamano
Anas acuta o lòngicauda. Un maschio
da me veduto avea le timoniere lun-
ghe due sommessi; penne sopra grigio
cenere; e le penne sotto alari più cu-
pe dello stesso colore ; le penne Go-
dali lunghe lanceolate ; aveva il becco
superiormente nero, dai lati aerino
cupo ; inoltre due linee longitudinali
bianche dal capo unentisi per di sotto
al petto ; e le penne alari miste di
bianco e cenerognolo.
Coll-róss. Moriglione. Specie d" anatra
che è VAnas ferina L.
CoU-stòrt. F. StortacòU.
Coll-vérd chiamano alcuni quella specie
d'anatra che dicesi più comunemente
Cazzuròlt o Palòtt. r.
Colmègna. Comìgnolo. Colmigno. Anche
gli Aretini dicono Co//ii«giia( Vocab.
aret.). La spina , il filo , la parte più
alta dei tetti.
Copp de colmègna. F'. in Còpp.
Ratt o Ratton de colmègna. Topo
iettajuolo(*SìoT,). F. in Ràtt.
Trav de colmègna. V. in Tràv.
Colmègna. fig. Cocuzza. Zucca* Gnucca.
Cipolla. La testa, il capo.
Cologà. Collocare — Maritare.
Cologàa. Collocato — Allogato. Maritato.
Cologamcnl. Collocamento o Collocazione
in matrimonio.
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COL (3o7)
Coldgàss* Collocarsi — > Mariiarsi; • cont.
Allogarsi al mondo(Oior. agr. IX 9 287).
Cològn (Acqua de). Jcqua di Colonia- Sp.
d^acqua d^odore aromatica.
Cològoa. Colonna. Nella colonna ai osser-
vano Collarino 9 Sommo scapo ^ Imo-
scapo 9 Cinta o Cembraf Fenire En"
tasi o Gonfiezza e Fusto o Fuso. Ha
Base e Capitello^ e si considera in essa
lMj5e o Centro del fuso e la Centina, Vi
sono Colonne fusate ^ lisce ^ scanalate ^
attorte o a chiocciola ^ a bozze » a tron-^
conif ecc. rostrali^ milliarie^ ecc.
ifes»ico/oniia(Targ. Viag. I, 116).
Cològna. Caìastra. In gergo per gamba.
Cològna de vii. Cb/oiiffa(Last. Op. Il, 107).
Colonna da viti. Quella piana che
regge una vite a broncone.
Cològna. T. di Strnment. Colonna, Quel
ritto d^ un* arpa il quale ne collega
insieme il corpo e F arco (m^iola).
Nell^arpe che non hanno pedali è tutto
sodo; in quelle che gli hanno è in-
cavato per dare il passo alle vergucce
che collegano i pedali stessi col mec-
canismo organesoo dello strumento.
Colognètt. s. f. pi. Subbielli? None dei
due ritti d^ un telajo da tessere capegli
aut quali il parrucchiere tende i fili.
Colognètt o Assètt. s. f. pi. T. dei Tessit.
Crestelle del pettine da tessere.
Colognètta. Colonnetta. Colonnino, Co-
tonnetto. Colonnello. MeMzacolonnetta
(Targ. Viag. I. 116).
Colognètt de scudarla. Colonne da
stalla sfaecettmU con palla in cima.
Colognettlnna. . . • Picciola colonnetta.
Colognònna.... Colonna grande» colossale.
Colòmb favée. Voce di qualche parte del
contado. Colombaccio. Specie di co-
lombo salvatico che è il Pahonbus
major torquatus. V. Tuón.
Colómba. V. Puviònna. Noi usiamo la voce
solo nel senso di cui in Colombìtt. V,
Colómba. Stopjnnio(V, la Crusca in Stoppi^
nare). Colombina. Specie di razzo da
corda con cui si dà fuoco agli artifizj.
Colombàn. Pippimie, Merlotto, V. Badée.
Colombée. v. cont. br. per Colombéra. K
CoJombéra* CùìtHnbaja. Colombajo. Co^
lombara.
Canchea de colombeni. . • . Specie
di gangheri lusghi da un dtcimetro
t messo ai due.
COL
Puvton da colombera. f^. in Puvióa.
Colombéra. Paradiso, f^, Lobbidn.
Colombètta(rieUor de la). K. in RettiSr.
Colombhina. Fungo verdone? Verdone.
Fungo innocuo detto Agarìcus vireseens
dallo Scopoli. Il nome nostrale è usa-
to verso il Lodigiano.
Colomblnna rossa (fungo) per Rossìn. K
Colombinna rossa e gialda Voce
usata verso il Lodigiano per denotare
quella specie di fungo che è detto
dal Fries Agarico dlutaceo. Vegeta
verso r autunno ne'querceti e ne^ca-
stagneti uggiosi.
Colombinna verda smaggiada* Fungo ver'
dacchino di bosco. Fungo verdacchio.
La voce si sente verso il Lodigiano.
ColombircBÙ. Bastardo. Bastardello* Ter-
ione. Nome de** colombi prodotti da
piccione gi*ossQ accoppiato col teD*
rajuolo. y. in Puvióa.
ColombircBÙ. F. Pradiroeà.
Colombìtt. Trovatelli' Nocenùni. I fan-
ciulli esposti 9 acquali per T addietro
s^imponeva nel nostro Spedale il nome
di Colombo - Anche i lettighieri dello
Spedai maggiore della nostra città
erano detti altre volle Colombitt dalla
Colomba 9 insegna di quello stabili-
. mento che sorvola alla lettiga da essi
portala. Oggidì sono chiamati più co-
munemente col semplice nome di Por^
tondi» — Nelle nostre Gride milanesi
però i Colùmhitt sono propriamente
i Portamorti.
Color. Colore. V. anche lfeaz*coIór.
^^ Color cara|^« Colore profondo
o cupo o péeno o carico di corpo o
tinto di corpo o coperto.
Color che sgariss. Color tagliente o
ardente o vivissimo o acceso. Uno di
queVolori che il Celiini avrebbe chia-
mato Inganna etmtadini. On ross che
agarisa. Un rossa accesissimo.
Color che va in bogada. Colore cite
regge alla Usciva»
Color ciar. Color aperto o chiaro.
Color delicaa. Color morbido ojde^
licato o grazioso^ Colorino, Color leg-
giero e maocbioso.
Color Cada o maU o che smonta o
che va-giò. Colore che non regge^
Color fio. Color elèe regge.
Color naturai. Color naturaie»
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COL ( So8
Color tmort e smont o sbiayaa. Cfy-
ior dilavato » appannato » abbagliato »
sbiadato, smorto 9 spunto 9 squallido.
Color sodo. Color modesto (Gigli
neg. 577).
Color viv. Colore lieto o aperto
(Pandoir. Gov. Fam. 56). Color vivo.
— > Color amarant. Color amaranto
o amarantino o sciamito.
Color angelicch. Color colombino?
Color argeotÌQ. Colore argentino o
argentato o inargentato o arzentino o
argenteo o d'argento.
Color azur. y. Color bleu.
Color bianch. Color bianco o tdbo.
Color biancb fiorii. Candido. Can-
didissimo,
Color biancb latt. Bianco lattato. Lat-
teo. Latteggiante.Lattìcinoso — Lattimo
(Neri Art. Fetr. p. ia8). ( lato.
Color bianch perla. Color bianco per-
Color biancb sporch. Color é^ avorio
vecchio{TBT^. Vìag. Ili, 70 e pass.) —
Color albino^ subàlbido, tdbiccio, bian-
chiccio , bianchetto 9 biancolino, bian-
eucciOf biancastro, albeggiante. Bianco
leggermente sudicio.
Color biond. Biondo, Fulvo, Lionato,
Color bleu. Turchino. Azzurro, Blò,
Color bleu ciar o bleu sièl. Mavì,
Azzurrino. Azzurrigno, Azzurriccio. Asc
Murrògnolo. Celestagnolo.
Color bleu scur. Azzuolo. Torchino
bujo.Jìirchino bnmo(SaYjOmit. I,zliii).
Color bronz. Color bronzino.
Color brun. Color bruno o brunetto
o brunazzo o brunozzo.
Color cafè Colore di caffè.
Color canella. Color cannellato. Co-
lor di cannella. Carnicino grigiastro.
Color cangiant. Colore scàngio , càn-
gio o cangiante.
Color canin. Color citrino o zolfino.
Color carbon. . • . Color del carbone.
Color carmell o carmelitt o car-
melitan. Color carmelitano o carmellìto
(Alb. enc) ? Color porporino o purpu-
reo o di porpora.
Color- carotola Del colore
della carota gialla(ila«citf carota).
Color castan. Color castagnino o
tapellino o castagno o castagnolo.
Color castan ciar Colore
castagnino chiaro*
) COL
Color caftan icur. Color /ertugigna.
Color celadon. Color verdemare. Dal
fr. Fert celadon.
Color celest. Color ceruleo , celeste ,
cilestro y cilestrino 9 celestino , cappa
di cielo 9 celestrino, e ant. celesto.
Color cicolatt. Color cioccolaia(^y\
OmiL I9 4^ intr.).
Color cicolatt scur. Color seuro cioc-
colata (ivi).
Color coclicò Dei colora
de^ papaveri selvatici.
Color colconnar
Color cremes. Color chermisi o cher-
misino o crèmisi o cremisino.
Color d^acqua del nido {idiotismo
per del Nilo). • . . Color d^acqua torba.
Color d^acqua de mar. Color d'acqiuz
di mare(Targ. Viag. IV, 69) o d'acqua
marina. Color ceruleo. Color turchino
assai chiaro.
Color d^arì. Color aerino o ajerino
o verdazzurro o verdeazzurro.
Color d"* aurora. Color roseo.
Color de carna. Color carnicino.
Color d'erba. Color iT e/ifta(DaDte
Purg. XI, 59).
Color de ferr. Color ferrigno.
Color de gardinal. Color cardinor
losco; scarlatto.
Color de petitt d^imperator. Color
di principe?{ìAsLg9ÌXet.scient. 9.% 1, 1 4 a).
Color de pomm codogn. Colore co^
tognino. Colore di cotogno.
Color de quadrell o Color de sci*
rossa. Colore di matton pesto {fieri
Art. Fetr. 54). Color di mattone{Trìnci
Agr. 55). Rosso maao/i«(Savj OmiL I»
xLTi). Color di terra cotta.
Color de sangu. Color rosso sangui-
gno (Savj ivi) o sanguineo o di sangue*
Color de sangu de dragh. Color san-
gue di dragone o di drago. Color perso.
Color biadetto scuro.
Color de seda- crudai ..... Del
colore della seta quale è air uscire
delle caldaje di trattura.
Color de sloff. Coioraccio livido o
cagnazzo o squallido o spunto.
Color de terra. Color terreo ^ inter-
riatOf interrato.
Color de vin o Color vin. Colore
avvinato o vinato vinetico. Color*
del viu fosso.
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COL ( 3o9
Color de vin bianch Del
colore del vino bianco.
Color de zaffran. Color croceo o
%afferanato» Rosso giallo di zafferano.
Color di pover mort. Colore inter-
riato. Colore d'uom tratto della tomba.
Color d^IsabelU. Color Isabella(* tose.
— Sav. Omit, I, XLH — Targ. Ist.
Ili, pag. 55 1) Giallo lionato misto con
carnicino - Parlando di cavalli Falbo?
Color d^oliva. Color ulivigno o d'o-
liva»
Color d'^oliva marscia. Color d'oliva
Jradicia{ìAìch. in Targ. Viag. VI, 44 1).
Color d'or» Color giallo d'oro{Neri
Jrt. Vetr. p. 3i). Colore aurino o dorè
o dorato o rancio. Color d'oro.
Color éndecb. Color indaco, V,
Éndecb.
Color erbicocch. Color fìdviccio
(Savj OrmU\\\ iS;). Color d'albicocca.
Color giald. Color giallo.
Color gialdin. Color giailigno , gial-
luccio 9 gialletto, gialliccio ^ gialiinop
giallogno f giallognolo , (falloso.
Color gris. Color grigio o sgrigiolo
o bigio.
Color gris ferr. Grigio/erro o gris
de /erro.
Color grisin. Color bigerognolo o
bigiccio.
Color Iati e vin. Color latte e sangue?
Color levanda. Maifl, Color dello
spìgo{lavendula ojicinalis).
Color lilà. Lilla? Dividesi in Lilla
chiaro 9 Gridellino ^ Lilla cupo '^ D9I
francese Lilas,
Color limon. Color limonato {Amer.
Vcsp. Viag. p. 67).
Color Maria Luisa. Color turchi-
(niccio ?
Color maron. Color di marrone
(Trinci Agr. 56). Color tabaccato ^ cioè
di tabacco di Spagna. Tanè violato
seuro.
Color merdoè per mordoré. y. sotto.
Color mist. Mischio* Mistio,
Color mognaga Color del-
la nfieliaca(inalii5 armeniaca).
Color montanar. K. Montanàr.
Color mordere Color bruno
misto di rosso. Dal fr. Mordoré,
Color morell. Color morello.
Color morsellada. F* Morsellàda.
) COL
Color Napoleon. K Napoleòn.
Color naranz. Colore aranciato o
arancioso o rancio.
Color negber. Color neroo ghezzo.
Color negher bleu. Color nero la^
viigiia(Savj Omit, I, xLrix).
Color negher caregh. Color morato^
nero pieno.
Color negher galla. Color nero puro
(Savj Omit, I, XLiii). Color cala-
brone. Color nero vellutato (Neri Art.
Vetr, p. ia6). Nero intenso che non dà
in altro colore.
Color nisciceula. Color di nocciòla
(Savj Omit, I, XL111). Scuro rossiccio
chiaro; spadiceo.
Color olivaster. Color olivastro o
vlivastro.
Color oransg. Color rancio o ran-
ciato o aranciato o arancio o aranr
doso. Dal francese' Grange,
Color oransg caregh. Color aran-
cione(Savj Omit, III , 1 Sg e . passim ).
Color pansé. Color di viola mam-
mola ?('B&ri, Mis. p. gS).
Color panza de monega. Colore mo-
nachino ?
Color pavonazz. Color pavonazsao o
pagonazzo o paonazzo*
Color giazint. Color giacintino.
Color pel de ratt. Color topino o
soricigno.
Color perla. Color periato (Targ.
Viag. IV, III). Colore di peHaflSeri
Art, yetr, p. iSy).
Color persegh. Color persichino.
Color pìomb. Color piombino livi"
do.Color cenerino piornhaioi^s^y] Omit,
I, XLIl).
Color pistacch. Color, pistaechino o
Jesticliino,
Color ponsò. Color ponsò, o affuo^
caio o focato.
Color pures. Color tanè scuro. Del
colore delle pulci.
Color rosa o Color de rosa. Color
di rosa. Color roseo. Color rosaceo.
Color rosé. Imbalconato, Incarna^
to. Incarnatino, Scamato, Scamatino,
Color ross. Color rosso o alla latina
rubro 9 e ant. roggio.
Color ross caregh. Infaonaio, Bosso
volto o pieno. Rosso livido , tra roMO
e paonano.
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COL (3ió
Color rossin. Colore rasseUo , ros-
siccio ^ rossigno.
Color rubin. Color di rubino» Jbi-
bihoso.
Color rusgen. Color rugginoso, cioè
ocraceo ) giallo fosco.
Color sciresa. Color ciriegiuolo.
Color scisger. Color ceciato ( Targ.
Viag. 1, 6a — Savj Omit. I, xliii).
Bianco giallo.
Color scur. Color perso « cupo , bufo ,
fosco o fosco 9 oscuro , scuro, e lai. atro.
Color sgresg. CdZor scialbo o pa/-
Zi^o o sfarinato.
Color sgresgin. CS^Ior pallidiccio o
suppaliido.
Color tabacch. . • . • Color tanè.
Color tabacch de fraa. • • • Color
tanè chiaro.
Color testa de moro. Cappa di frate.
Color tortorella. Color berrettino.
Color verd botteglia. Color verde-
bruno.
Color verd ciAr. Color prassino o
jalino. Color del vetro.
Color verd de mar. Color verde
azzurro. Verdazzurro. Ferde-marei^y]
Omit. I, xliii).
Color yerd de pomm. Color verde-
cìdaro.
Color verd dragon. Color verde di
pimpinella (Neri Art. Vetr. p. y%).
Color verderba. Color verdegajo
o verde aperto.
Color verd induggia. V. Indùggia.
Color verd mirt. Color verde frollo.
Color verdolin. Color verderognolo
o verdiccio o verdigno o verdognolo
o verde porro o porraceo. Color verde
smeraldino.
Color verdon. Color verdone. Color
verde pieno.
Color vin. Colore avvinato.
Color vioeula. Color violato, violaceo.
Color violett. Color violetto.
Color zedron. Colore citrino» Color
palio citrino.
Color tenerin. Color cenerino, ci-
nerino, cenerognolo, cinericcio, ber-
retOno, cinerizio.
Color zenzuin. Color giuggiolina.
■MM Pei colori naturali o artefatti
usati dai pittori veggaosi le sedi ri-
spettive 9 ed anche la voce Teff de
) COL
pittura ^- Pei colorì del pdama dei
cavalli, vedasi la voce Mantèll.
■*■ Andà-giò el color. SUgnersim
Scolorarsi.
Ave brutt o cattiv color. Jverc
cattivo colorito?
Ciappà color. Incolorarsi. Prender
colore.
Dà el color ai polpett. Abbellire la
cosa{l}oxn Libr. a64). Colorare. Cola-
rire. Simulare.
De duu color. Biscolore — par-
lando di Pietre da intaglio Faldato —
Brizzolato.
De Pistess color o Tutt d^on co*
lor. Concolore.
De tanti color. Vario. Screziato»
Scriziato. A screzio. Divisato,
Donna de color , .cioè Donna che
lava i robb de color. V. in Dònna.
Fa beli color. Far buon sangue?
Incolorarsi? Colorarsi? Prender colo-
re? Far buon colorito? Far bell'aspetto,
bella cera. (lare.
Fa ciappà el color ai pitanz. Boso-
Mangi&-via o Smangia el color. SU-
gnere. Scolorare.
Masnà color. Minaiiiz/v i colori, e fig.
Bodere il freno. Pensare a vendetta.
Mett in color. T. d'Oref. . . • Met-
tere Toro ancor fulviccio nel crogiuo-
lo colle misture che vuol Tarte^ per
ridurlo di colore aurino cupo.
Perd . el color. Stignersi. ScolorarsL
Senza color. Scolorito,
Smangia el color. Stinf^re.Stignere.
Smari el color. ScolorirCm &norire.
Smontare. Smontar di colore.
Tra del • . . Pendere in o Tirare a
un colore. Tra al bleu. Azzurreggiare*
Pendere in azzurro.
Vegnl de tutt i color. Dipentar di
mille colori. Mutar il viso mille colori
in un punta. Dicesi dì chi per paura
o altro cangia il color del volto»
^m^ Color bianch. T. de^ Fabbri,
Coltellio. , ecc. Caldo bianco. Il mag-
gior grado di calore che si dia al
ferro senza ch*ei si fonda per po-
terlo lavorare.
Color dolz. T« di Tint. .... Co-
lore che non ha in sé acido , e che
perciò si può ounipolare seaaa «danno
«oche net paj«oli di rame non ialagnati*
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COL (3i
Color ross. T. de^Fabbr.» ecc. Caldo ^ ^
rosso o rovente^ Il grado mezzano di
calore che sì dà al feiTo per lavorarlo.
Color scIresa.T.deTabbr., Colteli, ec.
Caldo ciliegia* Quel primo grado di ca-
lore che si dà al ferro per lavorarlo.
uoloràsc. Colormccio.
Colorin. Coloretio. Colorino.
Colorista. Colorista, Bel coloritore.
Golorùsc. Coloraccio.
Colòss. Gran /usto. Corpaccio, Cristiano^
ne. Persona di corporatura colossale ,
gigantesca; persona grande e grossa
oltre il comune. .11 fr. Colosse. Dicesi
cosi a uomo come a donna ; questa ulti-
ma tradurrebbesi anche Camarlingona,
Cólp. Colpo. K anche Bòtt e Bòtta.
Colp de grazia. Cólpo di grazia
(Pacin. II 9 4^)* Il colpo ultimo che
dava il boja agli arrotati.
Colp mortai, s. m. pi. fig. / colpi
mortali{Cecchi Assiuolo V, a).
Dà la notizia tutt a on colp e eia-
vo. Mostrare il morto sulla ^ara(Salv.
Graneh, III^ 9).
Fa colp. Far colta o colpo o breccia.
Fa on beli colp o on colp de maester.
fig. Fare un bel colpo»
Tutt in d''on colp. A un tratto.
Cólp. s. m. T. di Zecca I • . • L* im-
pronto che fa il torchio sul piastrino
(tondin) che gli è sottoposto a monetare*
Cólpa. Colpa.
No aveghen né colpa né peccaa. fig.
Averci poco peccato in alcuna cosa.
Esserne poco esperto.
Colpétt. Colpetto^ On para de colpitt. Due
bottarelle{*Xosc. -Foem. d'un aut.pis.).
Colpettin. Colpettino.
C6iier{che altri dicono Cortèll o Taja-
dór). ro/te//o(Gior. georg. pass.) Col-
tro. Coltella da riscontri (per arare).
Coltura. Zappatura-'Dk coltura. Zappare.
Coltura. Coltivaùoneì (Trìacì Agr. 89 e
pass.). Quel terreno in cui neiranno
andante fu seminato il grano turco ;
che perciò fu vangato a primavera ^
e lavorato a zappa due o tre volte
fra r anno 9 motivo per cui V anno
dopo sifiatlo terreno ridiviene ottimo
letto al grano 9 come dice V assioma
volgare contadinesco El Jbrmeni el
ven via pussee ben in la coltura che
in la coderà.
I) GOL
Coltura bianca(Bfett a) . • . . Nelle no-
stre rìsaje dicesi così il tralasciare di
seminarle a riso per un qualche anno.
Coltura. Zappare (i gelsi 9 le viti 9 ecc.).
Còlz. V. cont..s. f. pL Le calze.
Colza. Calzare»
Colza avolt. fig. Imporla tropp^alto.
Colzàa. Calzato.
Andà a cà del diavd colzaa e ve-
stii, y. in Andà.
Colzée. Calzettoni(GioT. Georg. X9 3oo).
Calzerotti? CaUeroni? Quelle soprac-
calze di lana pecorina e anche di vello
di capra che si vestono d'inverno
dai pastori» da' contadini , ecc.
Colzée. Calzare. Stivalaccio assai largo.
Hin minga strivaj» hin colzée. . . •
Dicesi parlando di stivali assai larghi.
Colzètta (o nelle bocche più civili Cal-
zétta). Calza, Calzetta — - Le nostre
donne dicono che nelle calze il lavoro
progredisce cosi che
Tanti pont fa ona gaggia 9 ta).
Dò gugg fa ona cannetta(ne/la staffet-
I)ò gugg e on gugg in fa on torno»
Duu torni fa on cannettin,
Quatler cannettin fa on segnin»
Cinqu cannettin fa on segn.
Le calze poi sono :
Col pé. Calze solate(Noy* aut. san.
I9 86). Calze con peduli. Calze intiere»
cioè con gamba e pedule d'*un pezzo.
Mezz colzett. y. Mezzacalzétta.
Senza pè o Con soletta o Con scal-
fin. Calze a staffa o a staffetta. Calze
che terminano in una staffa» e alle
quali conviene poi appiccare i pedali
per calzarsene. Nelle prime sono le
parti seguenti:
Comenzin. Cominci? » Cress. Ore-
sceri? «* Calaa o Ristrett. Discresceri ?
n Pont-invers o Cusidur. Costure. /7o-
vescini t=* Armandoletta. Mandorla f^
Fior. Fiore *- Staffa. Staffetta «« Cal-
cagn. Calcagnino? «• Chignoeo. Cogno
co Pè. Pedule ^ Scimin. Cimetta? ^
Interz o interzaa • • • •
Nelle seconde oltre alle suddette
parti(ed esclusi il calcagn e il pè col
scimin, ecc.) esiste anche lo Stafibn.
Staffa » Soletta o Scalfin. Pedule. Scap^
pino, Calzetto. Soletta ( K in Solétta).
Vi sono poi le Contigie o Calze
contigiatc} le Calu a campanelle m^a*
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COL ( 3ia
tovat« dal. Caro nel prologo degli
Siraecionif forse uaa cosa medesima
. colle Calze a campanile dei diz.» ecc.
Colzelta elle va-giò per i gamb.
Calza a bracaloni o a cacajuola*
Colze U faa a gaggia. Calzette ad
<xgo(Caro Lettere ined. II, ln% note
del eh. cav. bib. Pezzana).
^ Colzett faa a telar* . . . Calze a telajo.
Colzetl sforaa Calze a trafori.
Conscienza fada a colze tta. Coscienza
camoscinai^olàdim Sat. 4** verso il fine).
— Avegh la conscienza fada à col-
ze tta. f^agliar cìiecchessia come le hia--
de, con bùc/d larghi e stretti.
Fila e fa colze U hin duu mestee
de mori de la famm. f^. in Fila.
Faa a colletta, fig Volubile,
ed anche Ambìguo. F. in Bicòcca.
Tirà-foeura i colzett. Scalzare.
Tira i colzett. fig. Tirare le calze o
il calzino. V. in Cagaràtt.
Trà-fceura i colzett. Scalzarsi.
Trà-foeura scarp e colzett. fig. SpO"
gliarsi in farsetto , Fare ogni sforzo.
Colzètta. Calza per polli.
Conoss o Toeù-via a la colzella. ^g.
Conoscer la rete dallo staggio; e per
maggior forza Conoscere e sapere chi
sono i suoi polli anche senza calza,
Golzettàscia. Calzacela, Pegg. di Calzetta.
Colzeltée. r. Calzettée.
Colzettìnna. Calzino.
Colzdn. Calzoni, Bracìie, Brachesse. Pan'
nilini. Panni di gamba; con y. ped. Pe-
rizoma; con y. ant. sch. Le Stràòide.
Canestro ; ambig. Calze — y. Pantalón.
Cavali. Fondo » Falzetta. Serra.
Finta a Patta. Braclietta. Toppa ^
Contrapatta. Pistagnino ^ Boffelt. Cu-
latta Cuu. Culo c=f Lazzirceu. Uso^
lieri 9^ SacocciLt. Taschini ^ Zen tu-
rin. Cinturini a» Zenturon. Codino »
Chignoeu. Fondi «» Fessa. Sparato,
A la Vedrà no ghe va che i col-
zon de fustagn. F'./ in Fustàgn.
Andà a cavalon de la cusidura di
colzon. Spronar le scarpe. Viaggiar
pedone. F", anche in Cavali.
Andà a moncga de san Benedett
cont i colzon sul lett. F, in Benedett.
Andà in fond di colzon. K in Food.
Cont gtò i colzon. jì braclic calate*
Bracalone» A bracaloni.
) COM
Falla in di colzon. fig. Cacarsi sotto»
Empiersi i calzoni. Cascar le brache
. o Farsela nelle brache o sotto o nei
calzoni. Perdersi d^animo, avvilirsi.
In cà gh^ è semper maa se la donna
porta i colzon , V omm el scossaa.
Quella casa non ha pace dove gaUinas
canta e gallo tace.
Lassà-giò i colzon. Sbracarsi. Calar
le brache, e ùg. Farsela nelle brache.
Calar le brache,
Lassass mett i colzon. fig. Lasciarsi
aggirare come un arcolajo.
Mett-sù i colzon. Incalzonare.
Pissass in di colzon del vìà.Scomr-
pisciarsi dalle risa.
Porta i colzon. met. Portare le calza
chiuseiponì Zucca p. 3o3 verso) o i
calzoni o le brache. Padroneggiare.
Quand tiraven-s& i colzon con la
ruzella. Quando tiravan sii le calze con
le carrucole{Cecchi Sciamiti IH, 6 in
Prov, p. 1 1 S). /n tempo che Berta filava,
Scurlà i colzon o i colzonitt. Cadere
del capisteo{*Vocab, aret.). Si suol
dire agli antegeniti allorché nascono
loro altri fratelli ; alludendosi alle
.facoltà domestiche che scemano per
ciascuno quanto più crescono i con-
dividenti.
Trà-foeura i colzon. bracarsi.
Colzonitt. s. m. pi. Calzoncini,
Scurtà i colzonitt. F* in Colzon.
Comàa. Mammana. Levatrice. Madrina,
Bàlia, Bicoglitrice. Savia donna, e vol-
garmente anche Comare.
Comaa Sciampanna. Tregenda. Ver-
siera, Biliorsa. La nostra è voce finta
per ispaventare i fanciulli ; e forse ,
come dice il Balest., dall^ essersi cosi
chiamata certa Giovanna Zampanina,
moglie di un Giovanni del Belee, la
quale convien credere che fosse di
un aspetto da far paura ai bambini.
La comaa Ranzònna. La 5iecca(Za-
non. Bitr, fig, p. a64 ) , cioè la Morte.
Mantegni el fioeù a cà de la comaa.
F. in Ficea.
Yess come ona comaa che se ferma
de per tutt. Fare come l'asino del
pentolaio.
Comànd. Comando. Comandamento,
De bon comand. /la como^(*tosc. e
poet. pis. I> 2^y). Da stn^azMo.
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COM ( 3i3
Fa i cofimid. Imporre, Ordinare.
Sciora de bon comand. CoHip€ina.
Comànd. T. dei Tessit. Comàndolo. Mian^
nodo. Nome di que* fili d* ordito che
il tessitore tiene pronti per supplire
a^ fili che si rompono nel tessere.
Comanda. Comandare, Ordinare. Impe-
rare. Imporre.
A comanda hin bon tucc o san (a
luce o meglio ghe pias a tace. La
prima scodella piace a ogniiiio(Monos.
339). A ognuno piace il comandare{ìrì).
Chi no sa la no sa comanda, p^. in Fa.
Comanda a bachetta. Comandare a
bacc/terta.
Comanda chi pò » uhbedissa chi
deve o chi tocca. Comandi chi può,
obbedisca cìd £2e</e(Pan. f^ag. Barb.
I, 49). Dettato che talora è esortazione
a obbedienza cieca ^ e talora dimostra-
zione di esser pronto a obbedire; nel
primo caso è il precetto delFapostolo
Obediie prteposilis i^estris; nel secondo
equivale a dire Sono a' vostri comandi 9
i^ vostri cenni 9 alla vostra obbedienza.
Comanda i fest. F'. in Pésta.
Comanda on^armada. Capitanare* Ca-
pitaneggiar un esercito — Capitananui.
Se te Tceti comanda, comanda sul
tò o comanda a cà toa. A casa sua
si va chi vuol fare il padrone (Vag.
Am, non op", a caso 1 9 4 )•
Te podet comanda ai gatt. 2h puoi
comandare al Jitoconei^tig. Am, non
op. a caso I9 4)*
Comanda .... Ordinare alcun lavoro
a un artiere. Gh'' è staa comandaa on
rìtratt de Fontaaelli. Gli fu allogato un
ritratto di Fontanelli. Gh^hoo coman-
daa on vestii. Gli ho ordinato un abito.
Comanda. T. di Mere, e Sensali ....
Determinare, definire il prezzo d''una
merce , porre a una merce tal prezzo
donde i contraenti non si possano
dipartire. L* ha comandaa lu el ma-
rossee vint zeccbin. Egli il cozzone
ha chiuso prezzo venti zeccìdni.
Comanda . . . Alla taverna è il doman-
dare bevande e cibi per la brigata;
e il domandatore suol essere pagatore
giusta il nostro volg. Chi comanda paga.
Comanda el eoo. T. de* Tessit. Accoman-
dolare. Rannodare o rimettere le fila
rotte delP ordito. Il
rol. I.
) COM
Cornarli. Ciarlare. Fare un mercato, nna
pispilloria, un cicaleccio o cicalamento.
Comarìnna. Comare. Comadre che TArio-
sto disse anche Comatre. Donna che
tiene il bambino d^altri a battesimo o
a cresima, ed anche la madre del
battezzato per rispetto a chi tiene a
battesimo.
Comarìnna. Dim. e vezzeg, di Comàa» y.
Comàzz per Bottarànna. y.
Gombàll. . . . Specie di barca da carico,
ed è il barcone di maggior portata
sui nostri laghi , e specialm, su quel di
Como — Per le parti y. in Barca.
Comballin. Dim. di Combàll. F.
Combina. Conceriare.^eì diz. Combinare
e derivati hanno tutt'altro significato.
Combinàss. Appuntare. Convenire, e ta-
lora znche Accozzarsi. {dere,
Combinàss. Barsi il caso. Accadere, Succc-
Combinazión. Cojo. S^è daa la combiuft*
zion. Si die il caso. Il caso portò.
Combustión(ln). In combustione. In gar-
buglio. In trambusto. A soqquadro.
In iscompiglio. In confusione^
Combùtt per Bòtt. y.
Fa a combutt. Fare o Mettere a com-
butta. Mettere in uno stesso tino la
poca uva raccolta da più proprietarj
per farne una sola svinatura da ripar-
tirsi poscia a tener del dovere — I
cosi detti Lattirceu del Basso Milanese
mettono a. combutta il latte per ripar-
tirsi poi fra loro il cacio che ne ricavano.
Come. Come. Siccome. Così come.
Come che coss? . . . paragon mozzo.
Come. Molto. Quanto mai. Assai. Di molto,.
Di moltone. Di moltissimo.
Ve grand come. Egli è assai grande,
C<>me. Come.
E come! E di che sorta! Ed in
guai modo ! Per appunto ! Così certa-
mente. Sp. d*esclamazione afiermatiy-a.
Còmed, Comedàss. y. Còmod, Gomodàss.
Comédia. Commedia * L^autor di comme-
die dicesi Commediògrafo , e disprezz.
Commediajo ; lo scriverle Commediare,
y. Burlétta, Farsa, ecc.
Preuzipi. Entraiuin. Pròtasi » Att.
Atto ts Scenoa. Scena ^ Intrecc. In-
treccio, yiluppo. Intrigo « Fin. Ca-
tastrofe. Scioglimento,
Comedi a a soggett. Soggetto (V. il
diz. in Burlétta), Commedia cosi de^a
40
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COM (3i4)
^ delVarU^ e per lo pia con ma^schere »
nella quale 9 preBssi il piano della fa-
vola e la distri buzion sua in ogni
scena , è lasciato il dialogo all'^arbitrio
dei comici.
Comedia de carater. Commedia di
carattere o d'intreccio. La cosi detta
commedia erudita, tutta dialogizzata
dal commediografo*
Se pò minga fa de dò part in co-
media* Non si può cantare . e portar
la croce» r, anche in Marta.
Comédia. Celia. Burla, Giuoco. Baja, Lo
stesso che Lòggia, r,
Comedià. Celiare, Far haje, V. Loggia.
Gomediànt. Commediante, Comico} e dottr.
Istrione.
Comedian!. Bajone. Tutto scherzi, p^.
Loggiadór.
Comediètta. Commediòla. Commedìna.
Gomeiiión. Commedione, Commedia di
gran merito.
Gomenzà. Cominciare. Incominciare. Prin-
. àpiare. Iniziare » e alla lat. Esordire.
Dar principio o cominciamento - Jcci^
gnersi — Pigliare o Imprendere o Pren-
der a dire 9 fare 9 ecc. — Avs^iare — Gli
antichi scriss. quasi sempre Comenzare.
Comenzà a V incontrari. Prendere o
Mancare il porro dalla coda,
Comenzà a rompes. Incrinare* Far
pelo.
Comenzemm intani; mettemmes a-
drce. Cominciamo a dire ^.( Lasca
SpiriU III, 3).
Comenzemm minga né I Suona che io
ballo dicesi ai fanciulli inquieti.
Che serva per comenzà. Comincia-'
. iivo. Iniziale,
^ Chi comenzà. Cominciatore — Co-
minciatrice — Cominciante.
£l tutt ci sta a comenzà. TI pia
. tristo o duro passo è quel della soglia.
Che voBur on sesin a comenzà e
■ on sold a forni. F". in Sesin.
Hin nanch asse e de comenzà. Sono
un asciolvere. Dicesi per lamentare
scarsità specialmente di danari.
Mangia e mormora basta doma co-
menzà, f^, in Mormora,
Ko savè de che part comenzà. Non
saper da che lato Jarsi{Monos. 177).
Torna a comenzà. Ricominciare. Ri^
figliare.
COM
Cgmenzàa. Cominciato, Comincio, Prin^
cipiato* Jncominciato.
Gomenzin. Comincio ? Nome di quei pri-
mi giri di punii co^({uali si dà inco-
minciamento a una calza 9 e che so-
gliono esser fatti per un verso diffe-
rente dai rimanenti 9 e spesso anche a
trafori 9 cosi per orlo e saldezza come
per ornamento. I Parmigiani lo dicono
la Prinzipiatga d^na calza,
Cómer o Cómor {cìie alcuni dicono Cól-
mer e Cùmol). Colmo,
Comèss. Commesso. Nome generico il
quale importa Tidea di persona che
agisce per sostituzione 9 cambio» in-
carico d^ alcun principale. È meno del
Comissari. Commessario o Commessa-
rio — Noi abbiamo
Comess de negozi e assoL Comèss.
Giovane di banco. Ministro, il francese
Commis.
Comess de polizia e ass. Comèss.
Ispettor di pulizia(Dcc, toscano leo-
poldino a6 maggio X777 sul buon
governo). F, anche Piespettór.
Comess de vituaglia. Grascìno. Mi-
nistro hasso del Magistrato della gra-
scia {Giudes de vituaglia) che invigila
perchè le grasce si vendano legittime
ed a misura e peso giusti.
Comètt. T. de^Funajoli Attorcere
insieme IcgnuoU per fflu*ne le funi.
Il francese Commettre,
Cornétta. Cometa.
Coa. ClUoma. Coda. Crini, Trecce.
Cornétta Specie di cuffia con ale
piccole e rialzate 9 eh'' era in moda
verso la. metà del secolo scorso.
Comètta. Aquilone, Drago volante. Cervo
volante. Nome che i fanciulli danno
a quel balocco ch'*essi fanno con carta
stesa sovra cannucce o stecche 9 il
quale mandano in aria quando spii*a
un po^ di vento , allentando lo spago
cui è raccomandato 9 e che tengono
io mano per riaverlo a piacimento.
Fra noi usano fargli certa coda con
anelli di carta o stoffa ^ similitudine
delle trecce che hanno dietro le co-
mete 9 donde forse venne il nome
vei*nacolo di questo balocco.
Comètta (Gingà a la).. Fare alla cometa,
Sp. di giuoco di carte che usava in
passato, e mal noto oggidì.
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COM (3
« E col noiDm de cornetta el gh'* è
anch on giarogb. v
(Bal.Rim.)
Comettùn. Commesso* Imposto. Comann
dato.
Come-và. m. ary. Per Io modo. Di santa
ragione — j^ modo e a verso. El gV ha
daa quatter gnocch come-va. Lo ba-
stonò di santa ragione — El gh'ha
daa ona bajada cotne-va. Gii foce un
rabbuffo a modo e a verso.
Còmica. 8. f. Attitudine a sce-
neggiare. El gh^ ha de la gran comica.
Atteggia bene.
Còmich. 8. m. Comico. V. Comediànt.
Còmich. ad. Comico.
L'è comica. Uè da ridere. È sin-
golare.
Comifò. A modo e a verso. A dovere.
Appuntino, Dal fr. Comme il faui (co-
me si dee). V. anelie Comc-và.
Comln per Chìmm. V.
Comincia. V. Comeazà.
Comissàri. Commissario. Commessario.
Chi è preposto a^negozj del pubbli-
co. Noi abbiamo
Comissàri de polizia. Commissario
di pulizia (Decreto toscano leopddino
94 n>nggio 1777)* Soprantendente al
buon governo in alcun rione della
città.
Comissarì distrettual. ... ^ 11 com-
messario governativo per la zienda
amministrativa d^ un distretto di pro-
vincia.
Comissarla. ) Comptessarìa? Commissor-
Comissariàa. \ ria? Commissariato? Cóm-
messariaio? La stanza, la residenza del
commessario governativo del distretto.
Comissión. Commessione, Commissione.
Jncumbenza; e ant. Commessa,
De commission. In commessa. Per
commessione. Lavora de commission.
Lavorare a posta. Fare un lavoro de-
terminal amente per qualcuno.
Comissionàri. T. mere. Commissionario.
Comissionètta. C^miiii«0gioto(*pÌ8t. - Cini
Des. e Sp. IH , 6).
Comittént. T. mere. Commettente,
Còmm. Como. Nome di città che qui si
registra perchè dà luogo ai dettati
Doppi come i scigoU de Comm. I/o-
m^ foffiàto(Vu. 990).
Sayon de Goinin. fig* f^* in Savón.
i5) COM
Vtm a Bergom e Toltr^a Comm. « • .
Suol dirsi quando due persone nel
loro operare* o discorrere siano som-
mamente discordi.
Còmm. // Cannes La sigla e; la Cédille
de* Francesi. F, in Ètl.
Commission e deriv. f^. Comissión, ecc,
Còmod. s. m. Comodo, Agio. Agiatezza.
' Comodità,
Tceussela o Falla con comod. Pi-
gliarsela consolata o Far checchessia
consolato,
Còmod. s. m. Cesso. Comodità. V, Càmer.
Còmod. s. m. Calesso, Vettura, KCaròccia.
Còmod. s. m. T. di Giuoco. Matta, Carta
determinata la quale a certi giuochi,
come a quello di bazzica, si fa con<*'
tare quanto un vuole , insino a dieci.
Fra noi è comunemente il sette di
cuori; e in generale ella è un sette
o un sei di qualunque palo.
Còmod (e cont. Asiòs o Asiòtt). ad. Agiato,
Ch*el staga comod. Non si scomodi.
Vess de comod. As^er agio,
Vess de comod per andà a on sit.
Esser comodo a un luogo.
Còmoda, sost. f., ed anche Cadrega de
comoda. Seggetta, Predella. Sorta di
sedia per uso d'^andar del corpo.
Comoda. Calzare, Quadrare.
Comoda minga. Non andare a verso.
Comodàda. Ad, di Polènta. K
Comoda mént. Largamente.
Comodàss. Accomodarsi. Sedersi. Ada-
giarsi,
Ch*el se comoda. S^accomodi. Segga*
Giugà a comodàss e gibilin. r, in
Trisèlt.
Comodìn (che anclie dicesi Sur Comodin
o Pader di comodìtaa). Santagio. Ser
Còmodoiy^g, oringan, lod, I, 11).
Don Agiato{k\\eg. 6a). Ser Accomoda
(Alleg. 63 — In questo significato lo
spiega il Gb. Voc, ancorché la voce
per sé medesima non si pieghi troppo
a tale signiBcanza, e il passo citato
sia poco chiaro in proposito). Voce
bassa che si dice a persona agiata e
tarda neir operare.
Comodìn {che anche dicesi Sett de coeur).
Bipieno, La cassetta dei rijiuti(fùg.
Amor non op, a cosò Ili, 6).
^rvl de <iòmódin o de sett decoBuf.
«Servir per ripieno. Si dice fra noi di
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COM (3i6
persona che non è adoperata se non a
riempire il voto^ che rimanga acciden-
• talmente. È frase usata specialmente
nelle cose erotiche, dicendosi p. e. da
una donna al suo damo: '< Te me voeu
fa servi de comodin >», cioè ti rivolgi
• a me nei momenti in cui non hai altra
. cui appigliarti.
Comodin Così chiamasi ne^ tea tri
quél secondo sipario, collocato al-
quanto più addentro del primo nel
palco scenico, il quale si caia duranti
. gP intermezzi della rappresentazione.
Comoditàa. Comodità.
Comodón. . . Agio grande, comodo grande.
ComceÙY* Commuòvere,'
Cómor. Colmo,
Misura comor. Misurare a misura
colma» Far la misura al colmo.
Cómor (pari, di campi). IncolmaU){Gìor,
Georg. VII, ii3). Addiet. di Campo
• in cui sia data alcun pò* di colma
. nel mezzo per lasciare scolare le fil-
trazioni; e Colmatura o Colmo(Gior,
Georg, y, 44) dicesi il declive che si
dà al campo nel vangare , e ciò ad
effetto di sanarlo dalP umido.
Comorlsc. yoce usata nella frase Comor
comorisc. Colmissimo (Min.).
Compàa. Compare, Compadre. Pairino.
Compaa hosard Cosi suol
dirsi per ischerzo a chi regge la mula,
a chi ajuta il bugiardo nelle sue bugie.
Compaa de Taj. Vomico. Qìxqì tale.
Compaa de ranell. Pronubo. Testi--
.. monio di nozze.
Compaa. Compare alla romanesca
(Cecchi Assiuolo V, 8).
Fass compaa. Incompararsi. Incon"
• trar comparatico o comparaggio — Far
,eomare. Diventar compare cop una
donna col tenerne un figlio a battesimo.
Invidass compaa con vun
Esibirsi altrui per compare.
Resta compia (in gergo). Hestar
compare{*rir. — Rime d' un poeta
pisano). Farsi fratello a/cfino(Sacch.
Nov. 199)9 cioè rimaner tinto da al-
cuno per debiti
VoButt resta compaa? .... Modo
basso per indicare altrui che si sta
per andare del corpo.
■ Compign. Compagno. Ai dim. Campa-
grano* Mei dialetto nostro UQU ab-
) COM
btamo che pochissime Toct indicanti
da sé sole la compagnia e il genere
di essa, come Coléga, Còmpatrón ecc.;
gli altri s^esprimono sempre per Coirr-
pagn de scosula^ d^etaa e simili. Io
italiano in vece il Compagno neirabita-
zione dicesi Coabitatore o Coabitante 9
quello nell^ufRcio Collega ^ quello di
guerra Commilitone 9 nella eredità Coe-
rede 9 nel legato Collegatario 9 nella
successione Consuccessore 9 nel nego-
zio Consocio 9 neUa scudla Condisce*
polo 9 alla tav<^a Commensale , negli
utili Compartecipe , ideila proprietà
Comproprietario o Compadrone o Con*
dòmino 9 di età Coetaneo o Coèvo 9
nella eternità Coetemo^ nell^esistenza
Coesistente 9 nella colpa Complice o
Correo, nel noviziato Connovizio, nella
donazione ricevuta Codonatario, nel
debito Condebitore, pella sicurtà Con-
fidejussore o Coimmallevadore o Corri*
sponsale , nella signoria. Consignore ,
nella servitù Conservo, nel proteggere
altrui ComproieUore , neiropera Coo-
peratore o Cooperarlo, nella estensione
Coesteso, nell'esser allattato CoUatUv
neo, nei discorso Collocutore o Gpn-
locatore, nel martirio Commartire, nel-
la patria Compatriota, nella nazione
Connazionale, nella porpora Compor-
porato, nella presidenza Compresi-
dente^ nella profession monastica Com-
professo, di provincia Comprovinciale,
di città Concittadino, di terra Con^r-
raneo, nel genere Congenere, nel ti*
tolo Coniitolare, nella visita C&nvisi-
tatore, neirobbligo Coobbligaio, ecc.
Fa on compagn. . . *. . Incontrar
conoscenza con alcuno.
I compagn catti v tiren in perdision.
Le male compagnie conducono altrui
alle forche{ìiLsichÌBY. Opere IX, ao).
Pader compagn. K. in Pàder.
Senza el pader compagn. F'. De-
seompagnàa.
Coropàgn. ad. Compagno. Uguale. Simile.
Consimile. Pariforme — Equivalente
— Equipollente Equidistante.
Aria compagna. Aria simbola.
En ven pù de compagn. Natura il
fece e poi ruppe la stampa.
Fa compagn. Imitare. Fa compagn
de mi. Imitami,
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COM ( S
On omm che no gb^è el compagn.
Uomo ùtcomparabile.
Yess iutt compagn. Esser tiM di
Ulta buccia 9 d'un pelo 9 d'un pelame ^
d'un sapore, d'una medesima panni-
na. Esser d'una pece o Esser mac-
chiati e^una stessa pece.
Compiigaa. Compagna 9 e scherz. Com-
pagnessa.
Compagna, s. f. T. di Giuoco. La rivinta»
Compagnli. Accompagnare.
Compagna. Apparigliare. Appajare, AC"
compagnare.
Compagna i parpaj. Accoppiare. Ap-
pajare le farfalle de^ bachi da seta.
El Signor je mett al roond» e lor
se compagnen. V. in Signor.
Torna a compagna. Jtaccompagnare.
Biallogare.
Compagna-via. Agguagliare. Pareggiare.
Compagna. T. di Mus. Accompagnare.
Compagnàa . Accompagnato — Accoppiato,
Appajato — Ammogliato — Adeguato.
Compagnada ben I caciaj
chiamano coai quella pasta del cacio
lodi giano che fu ridotta a cacio con
giusta misura di tempo, di caglio»
di temperatura.
L^è mej soli che mal compagnàa.
È me^io assai lo star solo che male
accompagnaio(UoQÌg. Serv.nob. Il, i5).
Compagnadór. T. mus. Accompagnatore,
Compagnamént. Accompagnamento. Ac-
compagnatura — Codazzo — Cortèo
— Associaxione — Scorta.
Compagnamént. T. mus. Accompagna-
mento.
Compagnàss. Appajarsi. Accappiarsi be*
Btie, ecc.
Compagnia. Compagnia -— Società —
Crocchio. Conversazione — Compagna-
tura - Ragione. Società - Commàndita.
Accomandita.
Compagnia brusca. Scapigliatura.
Criocca. Confrediglia, Combriccola.
Compagnia de bordocch o morta
del sogn. Compagnia melan-
. conica, trista, dissipida.
Compagnia de lader. Brigata di
ladri.
On omm de compagnia. Compagnone.
Buon compagno.
Per compagnia vun Tha mangiaa
on bò, r. M Bò.
17) CQM
Vesa .de la compagnia assol. o vero
Ves» de la compagnia de san Salva-
dor, fig Essere un tritone » un
bruco, un pitocco <— Vale anche X>àr
nelle vecchie parlando d^abiti o simili
assai logori e malandati.
Vess entraa in la compagnia, fig. e
sch. Esser entrato nel numero degli
imbrogUatiiYsL^, Ing. lod. II, 11).
Compagnia. T. ecd. Fraternità. Compor
gaia.
Compagnia. T. teatr. Compagnia.
Compagnia. T. milit. Compagnia.
CompagnJètta BrigateUa, pie-
dola compagnia.
Compagniònna Compagnia di
assai valore.
Companàdegh. Companatico. Companatica
— Camangiare.
Compari. Comparire. Apparire.
Compari. Far comparsa. Esser appari-
scente.
Compara. Comparso. Comparito.
Comparsa. Comparsa. Comparita. Com*
parizione. Comparigione — Apparita.
Apparizione. Apparimento *— Compor
riscenza. Appariscenza.
Comparsa. T. di Teat. Comparsa.
Compàss. Compasso. Le seste.
Gamb. Bracci. Pie. Aste, Gambe? •»
Botton o Brocca. Chiovola? Nocella,
Nodo? » Pont. PuftU.
Compass a botton. Compasso a no-
cella.
Compass a muda. Compasso doppio,
Ruzelli n. Stelletta «Tiralini J'i/ia/a
doppia o Tiralinee »» Gamba ta-
jenta. TVig/iocerc/uo» Stanghetta.
Cursore.
Compass a pont invers. Compasso
colle punte jtorte(Trinci Agric. I» 93)*
Un pajo di seste con le punte torta
aW in€lietro(J^rt, Mis. 81).
Compass a vit. Compasso a vite.
Compass de grossezza o a spessor
o a vott, ed anche assolutamente el
Yótt Compasso a imboccatura?
Compass de verga. Compasso scor-
ritojo. Compasso a verga.
Gompass stort. Compasso torto da
legnajuoli. Compasso curvo. Che ha le
gambe ricurvate in dentro.
Compassa. Compassare, Sostare; e fig,
Miswwt i temóni, le parokreQ^
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COM
(3i8)
COM
Compassàa. CompassoÈo; t fig« Misurato*
Ponderato; e taWolU anche Legato,
Affettato. P. es. Parlai Rid compassaa.
^Parlar colle seste. Rire^ Parler^ Faire
"par compas dicono anche i Francesi.
Compassàda. Foce usata nella frase Dagh
ona compassàda. Misurare col compas^
so. Sestare,
Compassìn. .... Pìcciol compasso.
Compassión. Compassione. Commiserar-
%ione.
Avegh compassión de van. Incre-
scer d'uno. Compassionare uno, Ai^re
o Portar compassione a imo. Prendere
o Sentir compassione d'uno, e ant. Sen-
tirsi preso in' pietanza- d'alcuno.
Fa o Mett compassión. Muovere a
compassione.
Ve mej la invidia che né compas-
sión o Ve mej tcss invidiaa che com-
patii. Egli è' meglio essere invidiato
che invidiar altri(AmhTtk Furto II, 3).
Compassòn. // sestone {Bs^rì, Mis. g5).
Gran compasso.
Compatì. Compatire.
Besogna propi pati per compati.
Corpo satollo o pieno non crede al di-
giuno o all'affamato, Prov. di eh. sig.
Gh^el me scusa sM compatissi. . . .
Scherzo che si usa con alcun dolcione
a cui si TOglia negar ragione.
Fass compati. Farsi compatire o
beffare.
Compatìbil. Compatibile,
Compatibllmént. Compatibilmente,
Compatii. Compatito.
Compatimént. Compatimento. (rio.
Compatròn. Compadrone, Comproprietà-
Gompéns. Compenso. Compensazione,
Compensagione,
Compensa. Compensare.
Compensia. Compensato,
Compesi. Fare a miccino. Sparagnare.
Vale mangiar pane con proporzionata
quantità d'altro cibo. Dal lat. Com^'
penso 9 dice il Faron de Milan e poco
bene parmi; forse volea dire dal lat.
Compendium e Compendi/acere; o forse
noi imitammo il yenez. Companizar
o il Cottfhpanegear dé^ Provenzali.
Compètt. Competere. Spettare.
Compi. Compiere.
Compi i ann. Fornir gii airm(La5ca
4nr. -IV, i). Passar gii anni.
Compi. Rimunerare. Pagare. Compensare,
Sciogliere il debito. La voce milanese
Compì appartiene ai parlar nobile» se
cosi è lecito chiamarlo; giacché anche
il dialetto milanese varia natura nelle
bocche di quelli che lo parlano a
seconda della più o meno elevata
condizion loro.
Compiàng. Compiangere. Compiagnere,
Gompiasò. Compiacere,
Compiètta. Compieta.
Compimént. Compimento. Perfezione,
Se pò minga avegh tuttcoas in com-
piment Nelle cose conviene
star contenti al ben discreto; beati-
tudine compiuta non è mercanzia di
quaggiù; sempre manca alcun che
nelle cose terrene ; tutto tutto non può
essere appieno secondo i nostri voti.
Gompinà. Compitare. Accozzar le lettere.
Leggere a campito. Rilevare e pronun-'
ciare lettera per lettera e sillaba per
sillaba. — Talora per Leggicchiare.
Compleàmu& Anniversario.
Complèss. ad. Complesso. Membruto. In-
formato.
Complèss (In). In monte. In pieno»
Complessión. Complessione. TTempera-
mento. Temperatura.
Compietà. Inierare, Far completo o com-
piuto. Dal lat. Compiere.
Gomplètt. Compiuto. Completo. Pieno,
Compii. Complire{¥9i^. Rim. Ili, 70 -*
Targ. Viag. VI, t8). Thmar conto,
Gh^è nissun che ghe complissa de fall.
jyon è persona cui compia il farlo,
Complicàa. Complicato,
Compi imèni. Complimento.
Fa i san compliment. Complire.
Sta sui compliment. Stare in sud
convenevoli.
Complimenti. Complimentare, Compiire,
Complimentàri. Complimentario, Que^
' che lui il complimento in un negozio.
Complimentàri, scherz. Complimentoso,
Complòtt. Cospirazione. • Macchinazione,
Trama. Cabala segreta. Combriccola f
e ant. Postura, Dal francese Complot,
Unione di più persone che ha per
fine di nuocere altrui, e principal-
itiente a chi comanda.
Complotta. Cospirare. Conspirare ^ e ant.
Far postura, {Composizione,
Gomponimént. Compommenio. Scrittura»
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COM ( 3i
Componìmenllii. ScriUureUa. Componi'
sioncella*
Gompònn. Comporre, Tessere* Distendere,
— - Compilare e alla lai. Componete . —
Parlaodo di cose meccaniche Costruire,
Construire — Il comporre poco o a
stento dicesi Componicchiare,
Compònn. T. di St. Comporre, Accozzare
i caratteri corrispondenti al mano-
scritto da stamparsi.
Coiuponn a la longa. T. di Stamp.
.... Il comporre gran quantità di
righe per uno stampato senza impa-
ginare, ciò che presso gli stampatori
francesi viene detto Mler ^n galèe o
en paquet, lì compositore che così
compone è quello nominato dai Fran-
cesi PaqueUer*
' Comporta. Comportare. Richiedere,
Comporta. Soffrire, Sopportare, Comporr
tare. Tollerare,
Comportàss. Comportarsi. Diportarsi.
Compòsit. T. archit. Compòsito, Italico,
Latino (ordine).
Compositór. T. di St» Compositore. Com-
ponitore, Colui che trae i caratteri
dalle cassette, e si gli acconcia che
vengano a formare il disteso deiropera
da stamparsi.
Compositór. T. di St. Compositojo. Ar-
nese di ferro , di cui si serve il com-
positore per comporre le linee ad una
ad una. Le sue parti sono
Coo. Capo? ingl. JE^aPian. Pia-
no? Corpo? ingl. Ledge t^iFerr. Cìtioc-
cioletta? Ferro? ingl. Sliders -• Vit.
f^ite.
Compositór. T. di Fond. di caratt. Com-
positore. Strumento simile al compo-
sitojo dello stampatore, ma talora
anche di legno, addetto al registro
(fiopoàr) pel pulimento delle lettere.
Compositór. T. de^Leg. di lib. . . • Sp.
di compositojo diverso dai due già
descritti e simile a un martello chiuso
da ambi i lati, con vite motrice e
con manico, del quale si fa uso per
mantenere ferme le iscrizioni che vo-
glionsi stampare sul dorso dei libri.
Compositór de miisega. Contrappuntista.
Compositore^ e con una voce tedesca
usata dal Doni Componista,
Composi ziun £ un misto di
piombo e staguQ fusi insieme oode
9) COM
si fanno pomate» vasellami, cattne da
organi, ecc. I Tedeschi la dicono
Metall per antonomasia. ^
Composizión. T. di Stamp. Composiùone.
. L' accozzar nel compositojo le lettere
per fame parole, linee, pagine da
stampare ; ed anche il Disteso delle
lettere cosi accozzate.
Composizión. T« di Fond. di caratt. « . .
L'^accozzare sul compositore le lettere*
di pari specie per ordinarle e pulirle.
Composizión. T. scolast. Z^^.' Dover.
Composizione tta. Composizioncella,
Compósta. Composta. Confezione,
Gompostéra. Baràttolo? Ve^so da conserva.
Composterìa. . . • Quantità di confezioni.
Cómpra. Compera, Compra — Compe-
ramento, Compramento.
Compra e Crompà. Comperare, Comprare,
Compra a bott o za jcombutt
Comperare a un colpo, senza ponde-
rare partitamenle il valore degli og-
getti che si vogliono acquistare.
Compra a Tingi^oss. Comperare in
di grosso.
Compra al novell o in erba. Com-
prare a novello o in erba.
Compra a mezza gamba, y» in Gamba.
Compra a pronti. Comprare a con-
tanti o per contanti o a danaro eon^
tante, .
Compra a strasciamercaa. Compe-
rar a piacere.
Compra car. Comprare caro, SopraC"
comperare, ,
Compra con di dance imprumedaa.
Comprare a danari ripresi.
Compra de foeuravia. Comperare per
iscarwiera. V, Fceuravia.
Compra gatta in sacch. Comperar
la gatta nel sacco, F. in Gatta*
Compra on debit. Comperare una
deUa.
Compra per revend. Barullare.
Comprass del maa, di fastidi, e sim.
Guadagnarsi del male — • Comperar le
briglie a contanti.
Compra vun. Cattivarsi alcuno.
Chi no te conoss no te compra o
erompa. Non ti conosco se non ti ma-
neo{Sskcch, Tior, i49)* Chi ti comprasse
per lepre getterebbe via i danari o
perderebbe tre quarti dei danari o sim*
Si dice a chi sia grandemente astuto.
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COM < 3ao
chi sprexza TOeur compra. V^ in
Sprezza.
El compra insegna a ycod. V, Vénd.
Te Tuj comprii e pceù vcnd. y, Vénd.
Vendela come la s"" è comprada. &%,
Fendere Vortolano e la carota ; il lat.
Melata referre,
Vuj comprali des Tceult. iSfit. di Vuj
daghen des a andà ai dodes. K in Dés,
Compra, fig. Comprare, Informarsi sottec-
cbi di checchessia, o Cavare i calcetti
altrui^ o vero Star a sentire» non dire
del SUO9 ma ascoltare deir altrui.
Scmper compra e mai vend. Com-
prate e non vendete* f^a in piazza e
•odi, toma a casa e godi. Nell'udire
san sempre mille buon tagli. Senti il
compagno e tu sta zitto(F9ig. jlmor non
vuole ai^ar, i , 5). Dettati de^galaatuo-
mini borgognini soliti raccorrò tutti
i bioccoli altrui e non ne lasciar mai
cadere uno deUoro; dettati de' quali
mi pare valgano meglio quelli che
dicono: Vede e iasè. Bocca chiusa e
occhio aperto non ne fu mai ignun
diserto{SBlY, Granchio li, 4). Presto
alVudire, ma a risponder tardo fa che
tu 5Ìa(Machiav. Com. in versi V, 5).
Compràa. Comperata, Comprato, Compro*
Compero»
Comprés. Compreso, Computato, (renie.
Comprò. Compratore, Comperatore* Jcqui-
Compromèttes. Compromettersi,
Podè minga compromèttes de vun.
Non poter fare a fidanza con alcuno,
Compromiss. s. m. Compromesso,
Compromiss. par tic. Compromesso,
Gompù. Quanto più, Compù el bev e
compù el ghe fa maa. Quanto più bee
tanto pia si danneggia.
Computa. Computare*
Compatta. Computato,
Comquibus. ^. Conquibus.
Comùn. Comune,
Chi fa ben a comun fa ben a nis-
sun o vero Chi serv a comun serv a
nissun o vero Lavora per el comun.
Tè on fa ben a nissun. Chi serve al
comun non serve a nessun{%ìxom Prov,
11, 7). Chi fa bene al comune non lo
fa a nessuno(hMi Congressi civili 9
pag. 39). Qui sert au commtm ne sert
à pas un dicono i Fr. Dettati poco
onof ilici per que"* paesi ove fossero
)
COM
mai veritieri, ed ai quali ogni onesta
uomo deve sostituire (checché sia per
accadergli) quelle sante parole che il
Metastasio fa dir ad Attilio Regolo (U,i)
« Lft patria i un tutto
Pi oui «iam parti Al cittadino e colpa
Considerar ti ttotio
Separato da lai. L'alile e il danno
Ch*ei conoacer dee lolo i ciò che gioTS
O nnoce alla sua patria. «
El secreti del comun. U segreto
delle sette comari, cioè noto a tutti.
Omm de comun. Guardia comuni-
taUva*
Robba de comun robba de nissun.
V interesse privato dà de^ calci al ben
;iii^^//co(Dav. TttC. Ann. VI, ì\),Qu«e
communiter administrantur communiler
negliguntur, V, sopra Chi fa ben , ecc.
Savell doma tre personn , el con-
sol, el comun e la oomunitaa. F* in
Cónsol sig, 3.*
Comunàl. Comunale, Comunitativo. Pascoly
Bosch, Praa comimal. Pascià o Terre,
Boscfd, Prati comunali, ed anche Conut-
nanza in genere(Lastri Op. V, 17).
Comunica. Jyer comunicazione. Comuni-
care — Partecipare, Comunicare —
Comunicare. Jmministrare il sagrar
mento dell'eucaristia,
Comunión. Comunione, Fra noi si usa
quasi unicamente come sinonimo di
eucaristia. Fé la comunión. Fare o
Ricevere la comunione.
Vess vora de mettela a la comu-
nión. gergo. £sser iole da darle il
Cristiano. Fra gli antichi Romani le
giovanetto ricevevano il titolo di Do*
mina solo alPetà di pubertà, cioè al
loro anno 14*'': noi nostro contado
esser ammesse alla comunione , mutar
la coda fanciullesca nelle trecce gio*
vanili, e mettersi in ischiera fra le
nubili sono una cosa sola ; di qui
forse il volgo trasse il gergo su riferito.
Comuniòrum (In). In comune. In buona
comunella.
Comuni tàa. Comunità. Comune.
Comunitaa religiosa. Comìmità.
Savell doma tre personn, el consci,
el comun e la comunitaa. V. in Cónsol
sig, a.'
Comunilt. Comunelli(GioT. Georg. I,6S5).
Comuni poco estesi , poco popolosi.
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CON ( Sa
Comùnna. ad. Comune. Aritmetega co-
miinna. Aritmetica comune*
Comùnna. Ad. d* Èrba. F.
Gomùnna. 8. f. . « . • Prigione comune
a molti carcerati.
Con. r. Cónt.
Con che. Con patto che. Purché, A
patti. A condizione che.
Con di f Con disend , Con fasend ,
e simili. Con dicendo{Pecor. Il, 5o4)«
£ Yale Dicendo, Con dire e simili. È
modo usato dagli antichi scrittori ita-
liani rimasto tuttora al nostro volgo.
Con pù. y. in Pù.
Con tant. Per quanto*
Vess con vun. Convenire con cdcuno.
Soni con lu. Sono con /ui(Targ. Viag.
IV» f5)y cioè sono del suo avviso.
Cònn. V. Còmm.
Cónca (che nelle osterie incominciano an-
die a dire Baciàccia, voce provegnente
dal francese Bachat o Bacliasson nota
ai fabbricatori di carta). Acquajo. Pila
grande per uso di lavar le stoviglie.
Andà a la conca a lava i piatt. . . .
Andare a rigovernare le stoviglie.
Ergo donca, trii conchin fan ona
conca, y. in Dònca.
Pari d^avè d* andà a la conca, e
scherzevolmente d^andà a scriv o a
scriv a la conca. F. in Scriv.
Cónca (Fa). Imbiecare. Imbarcare. Far
barca. Dicesi de** legnami quando pi-
gliano certa convessità. F. Gittàss.
Fa conca (in generale). Essei^ conr-
cavo 9 Avere concavità.
Cónca. T. de^ Cioccolat. yassojo(Uksirì
Op. I, 149)* Nome di quelle catinozze
di legno molto spase , altre delle quali
servono per ripulire il cacao, ed altre
per contenere il cacao stesso ridotto
pasta.
Cónca. T. ìdr. Sostegno. Congegno di cate-
ratte che si fa a traverso d^ un canale
o d^ un fiume per tener in collo o sia
sostenere P acqua a certa altezza e
passarla gradatamente a comodo della
navigazione. Vi sono Sostegni sempiici.
Sostegni a porte raddoppiate, e Soste-
gni di ripresa, cioè binati; e questi
ultimi costituiscono propriamente la
nostra Conca.
Fond. Camera, fiasca » Conca. Cat-
ione, Conca sa Anton. Porte, Portoni &»
Fol. I.
1) CON
Incaster. Cateratta e talora Cateratta
a ventola ^ Scaregador. liifiuto. fo-
ratore. Diversivo,
Fa conca. Passare il sostegno, fe
quel fermarsi che fanno le barche
nello spazio che corre fra i sostegni
binati, per lasciar che P acqua del
canale venga a pareggiare come il
primo anche il secondo sostegno.
Concéd. Concedere. Accordare,
Concedùu. Conceduto. Concesso.
Concentra. Concentrare. Fra noi però è
termine forense o degli uffizj, e vale
Bidurre in uno.
Concentràa. Concentrato. Ridotto in uno.
Concentràa. Cupo. Assòrto.
Concentrazión. Concentramento. Fra noi
però è termine degli uffizj, e vale
Riduzione a una.
Concepì. Concepire,
Concepìsta (voce portataci dai Tedeschi
dopo il 1814 )• Minutante?
Concert. Concerto. Concertato,
Concert. Concerto — Gariglione,
Concertàa. T. mus. Concertato.
Concertàss. Concertarsi.
Concertin. T. mus. . . . Plcciol concerto.
Concertón. T. mus. . . . Gran concerto.
Concessión. Concessione. Concedimento,
Concètt (Alunno de). Alunno minutante?
Iniziato a stendere le minute.
Cónch o Cónt. v. contad. Chiòvolo, Go-
gno{*EoT. — Gior. Georg. XII, 88).
Quel ferro arcuato con due ripiegature
dai capi che tiene ferma al timone la
catena o gombina(gio/ig^ra) del carro
da buoi. Il Vocab. siciliano dice che
in Sicilia si chiama Cunséri.
Conchée. v. a. Fasajo. Fasellajo. Fab-
bricalor di vasi.
Conchètt per Palott de barca. F,
Conchètta. Conchetta.
Conchètta. T. idr. Picciolo sostegno.
Conchin. Cóncola. Truogolo, Vaso di
legno di figura quadrangolare, che
fra noi si soppone specialmente alla
parte anteriore della botte perchè
nello spillare il vino non ne gocci in
terra, ma si raduni in esso, e altri
se ne possa servire. È detto dai Te-
deschi Weinstenderl ; e forse direb-
besi anche Conchètta, Tinozzetta o
Bigonciuolo in italiano secondo i varj
altri usi acquali venisse servendo.
4«
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CON
(3aa)
CON
Ergo donca, trli concbìn fan ona
conca, y, in Dónca.
Via di conchitt- V. in Vin.
Concistòr. Concistoro, Consistoro* Con-
sistono, Noi lo diciamo comunemente
in senso di Combriccola o Conciliabolo^
e anche nel senso raen tristo e acber-
sevole di Parlamenio o Crocchio 9 ma
sempre segreto come Fusa il Doni
nella Zucca a p. i66*
Fa concistòr. Parlamentare» Confa-*
baiare. Tener concistoro,
Conclìid. Conchiudeì'e, Concludere. Acca-
pezzare. Terminare, Venire a capo,
Concludùu. > ^ , ^ _ .
^1, > Concluso, Conchiuso.
Conclusión. Conclusione^ ConcìUusione,
Conclusioii dì matt. Sconclusione
(Min.).
Vcgui a la conclusión. Venire a o
alla conclusione^ alfattoj tC ferri. Toc-
car della fine. Venire al conclUudere.
Concór. Concorrere — Gareggiare.
Cóncora. Bozzello, Quella specie di pu-
leggia di cui ne sono molte nell** al-
beratura delle barcbe per issare e
abbassare il pennone.
Concordane. T. Grara. Le concordanze,
Concorént. Concorrente. Competitore,
Goncòrs. part. Concorso. (Calca.
Concórs. s. m. Concorso. Concorrimento.
Concórs. s. ra. Concorso. Esame fatto in
concorrenza d' altri per ottenere ciò
cbe sia da conferirsi al più meritevole.
Andà al concórs. Andare a concorso.
Andare a o in concorrenza,
Andà per concórs. Darsi per con-
corso.
Concorùu. V. Concórs.
Concreàss. v. cont. br. Concrearsi. Gem-
ma delP antico parlare italiano viva
tuttora nelle due estreme classi so-
ciali, fra i dotti e fra i conladini.
Condemàncb. A meno. No se po^ coa-
demancb. Non si può a meno.
Condanàa. Condannato,
Condanàa per Galeòtt. V.
Condemén. A meno. No Tba poduu (a
condemen. Non potè fare a meno.
Condì. Condire.
Bon de condì i vere o la verzada.
• . . • Dicesi di robe od abiti sucidi
e bisunti ; ha affinila con il Condir
i dì neri col cuffion del notar del
malefizio del Burch. Son. pag. 53 9 e
coìVEsservi tanto untume da cofuiirc
il calderon d'AUopascio del Boccac.
Nov. di fra Cipolla,
Condii. Condito. {dito,
Condimént. Condimento. Conditura. Can-
Gondiscénd. Coi^deseendere. Condiscen-
dere. Accondiscendere,
Condizión. Condizione. Patto,
Condizión. Lutto, Gramaglia, Bruno,
Condizión greva o intrega. ....
Lutto amaro, lutto grave. Fra noi con-
siste in avere tutto il vestiario este-
riore di color nero e di lana.
Mett condizión. Prender P abito di
doglia{Cìno Son. 78). Porre corruccio.
Mezza condizión. . * . . Lutto leg-
giero. Fra tfoi consiste nelP aver in:-
dosso alcun segno di bruno, e nel-
r indossar le donne abito nero di seta.
Mett ona robba de condizión. Portar
checchessia per duolo(Doni Zucca p.45).
Porta condizión. Portar ^ruRo(Doni
Zucca p. 45). Essere a bruno. Essere
in gramaglia.
Vestii de condizión. Abito di do^ia
(Gino Rime Son. 78). // bruna. Abito
da lutto o da corruccio.
Condiziona. Condizionare, Condire le
vivande.
Condótt, V. in Dottor.
Condótta .Condotta.DiportoJiiportamenlo .
Condótta. Condotta. Conduttura, Vettura.
Condótta. Condotta^ e col Caro(Lett. fam.
I, 5o4). Elezione. Condotta medica.
Condùtt. Condotto,
Casciass in don condutt. Ficcarsi in
un cesso. Andarsi a riporre. V,in Scónd.
Conduttér. Condottieri
Conèss. Connesso,
Confass. Confarsi. Jcconfarsi, Acconve-
nirsi. Affarsi, Attagliarsi,
Conferenza. Colloquio; e fra noi dair ef-
fetto passò a denotar Tefficiente dicen-
dosi Conferenza governativa il Corpo
dei Conferenti o CoUoquenti per le
cose di governo, cosi come accadde
alle voci Consiglio f Consesso e sim.
Conferi. Giovare. Far prò. Conferire.
V aria la me conferiss minga. L' a-
ria non mi si confà.
Conferma. Confermare, Affermare.
Confèss. s. m. Confessione. Scritto. Scrìtta,
Biglietto o sor ili tura in cui si cou-
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CON
(3a3)
CON
fessn d^arer ricevuto qualche ^omma«
Il Confesso dei diz. ital. Tale quanto
confessato.
Gonfess de cassa {o Qoitansa o Ri-
cevuda de cassa). Quietanza di cassa.
Fè-fosora el confess. Confessare. (^-^
tare. Far quiUxnza, Far la confessione.
Confessa. Confessare^
Confessàa. Confessato. Confeseo,
Confessàss. Confessarsi dao a loio.
Confessidn. Confessione,
Avegh la confessìon. Jvete autorità
di udire ìe confessioni{PMS9tV* Sfpec,
Pen. p. ia3).
Confessìon general. Co^ession g»-
nerale (per estensione Passav* ^eo^
Pen. p. io4 e aìxt.), Confesmone ia cui
si richiamano e dichiarano e riconfes-
sano i peccati commessi in tutta la vita.
Dill in confessioni lig. Dir* c^ccAeMù»
in ronfèssioneiCecchì Dissimili IV, 9)9
cioè in grandissimo segreto.
F2i la-soa coniéssion general. Cot^
fessarsi generalmente{^sAs, Spec. Pen.
p. i4o)*
Leve la confession. . . • • Torre la
facoltà di confessare. {nario.
Gonfessionàrì. Confessionale» Confessio-
Grattiroeula. Graticciai Scagn. Se^
dere »=> Brellin. PredellinatmiSptM, Hiliì
^ Schenal. Possale ^ Antinna. Spor-
tello » Tendinna. Cortina,
Confessor. Confessore; e con voci poco
usate Confessori} e Confessatore,
Al dottor e al confessor besogna
minga scond nagott. Bisogna al medi-
co scoprir tutto il suo male chi vuol
guarire ( AmhrtL Cofan. I, a). — £a
confessione ha da essere senza pieghe
(Passav. S)fec. Pen. p. i55). Questi due
dettati riuniti corrispondono al nostro.
Confessor de manega streccia o
larga. F". in Mànega. *
Confessor de pegor. F, in Pégora.
L'è mej marter che uè confessor.
Prima o Piuttosto martire cfie confes-
sore \ e scherxeyol. Chi entra in pri-
gione e non sa far san Pietro esce col
Cristo innanzi e il boja dietro(*fioT. —
Fag. Pime VI, note, p. a4)* F. Reglnna.
Confette. Confettare. Condire. Far con-
fezione.
Conlicià. T. de' Peli. Conciare. Dar la
concia alle pelli. Dd Con/icere de* Lat. [
Conficiarìa. Concia. Luogo dove si con-
• ciano le pelli.
Coofició. Conciatore^ Jcamdaiore. Cofa-
jo. Cojaro. Cuojajo ; con voce forse
bolognese /'e/tfcajw; e con voce antica^
forse presa dai Venea. ed estesa nel
ngnìficato» GaligaJo,ìM lat. Confecior.
GoDfidà. Confidare, Maffidare.
Besogna vardà bea con ohi se se
confida. J chi dici il tuo segreto doni
la libertà. Bada a cui f afidi.
Confidass con vua. Confidarsi con
alcuno. Fare confidenza.
Confi dént. Confidente,
Confkiént. . . . Negli nffix), e special-
mente in quelli di buon govemo(po/i-
zia\ vale Spia. Delatore, Denunziatore,
Confidenza. Cof^idenna. Confidanza. Fa-
migliaritài *
Dà confidenza. Famigliarizzarsi con
uno *- Pari, di fem. Fare a sitfurtà.
La troppa confidenza la fa perdla
riverenza. £a troppa dimestichezza io-
' glie la reverenzia{P9itÈÒ. Gà^.fian. 93).
ConUnuatio contempUhiUtatem paritr
Toeuss confidenza con vun. Pren-
dersi licenza con uno -~ Parlandosi
' di femmina Fare degli aiti biechi.
Vestii de confidensa. Vèste da ca-
Confidenziàl. Confidengiale. (mera^
Confm. Confine f e ant. Confino. Le conjinei
Gent de confin o iader o assasnn;
Genie di confini o ladri o assasàmi.
Confina. Confinare a o con. Ssser con-
tiguo.
Confina. Crogiolare. Dicesi spec. delle
vivande, e in particolare delle vennre
che si lascino per miAlo tempo al fuoco,
onde r unto le possa penetrare tutto
bene e in ogni loro parte, ed è fbfse
il Migeoter de* Francesi*
La nev desembrìnna per trii mes
la confinna. F. in 'Név«
Confìnàa. Confinato da alcun lnogo(fÌanììì
Vegl. IV, 3o).
ContìnÌLB. jid. «Tlngrèss. F.
Confin&da. Jd. di Tèrra. P'i,
Confin ànt. Confinante.
Confìsca. Confisca. Confiscazione.
Confisca. Confiscare, applicare al fisco.
Confìteor, s. m. Il Confiteor{A\h. enc.
in Confessione). La Confessione. Quella
preghiera donde il sacerdote dà prin-
cipio alla messa, cosi det^ peixhè
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CON
(3a4)
CON
incomincia dalla parola latina Confi'-
teon Son propri rivaa al Cdnfileor.
Giunsi che per appunto il prete reci-
tava il Confiteor*
Confitùra. Confettura. Confezione. Quan-
. tità di confetti. Noi abbiamo confetti
. detti jÉrmandoi, Cacào 9 Canèlla, Ca-
nella rizza ^ Canellin{che sono i Canne^
las dei Fr.)* Cedraa^ Parìante Pistàcchi
Husmarin^ Semm de melon^ f^anilia
soUaf Panilia rizza 9 ecc. y.
Gonfitura a Fuso Confetti
coperti di poco zucchero e assai farina;
confetti infimi o da contadini.
Gonfitura camolada. Confettura toT'
lata o bacata. Confetti bacati.
Gonfitura finna* Confettura fine.
Gonfitura fiorada ... Confettura a fiori.
Gonfitura mezzana . • . Confettura
di' mezzana qualità.
Gonfitura rizza. Treggia? Confetti
lotti punterelle che i Fr. chiamano
Dragées perlées.
Gonfitura sorafinna • . . Confettura
sopraffina, confetti squisiti.
Gonfitura sorafinissima . . • • Gon-
Xattura ^qubitissima.
. Fabrioator de confi tura. Confetti^
re. Confettature. Chi fa confetti.
Confluì* Gios^are. Cooperare.
Confónd. Confondere, y. Sconfónd.
Gonfondùu. Confuso»
Conforma o Confórme o Conforme la vén.
Conforme a che» Secondocliè. Secondo
casi. Secondo occorrenze. Secondo cir-
costanze. Espressioni intcrjetti ve espri-
. menti volontà di regolarsi a norma
delle circostanze*
Conformitàa. Conformità* Modo» Manie-
• . ra', la sta conformitàa la va minga.
A questo mpdo la non corre.
Ccttfortaddr, Confortatore. Confortante.
Conhriatòr'i. Lo stesso che Gésa sig. a.' P^.
Confortìn dicono s^ar) contadini brian^
zuoli per Bombón. K..
Gonfrónt. Confronto. Paragone,
Confronta. Confrontare. Paragonare*
Confùs. Confuso.
Confusión. Confusione, Guazzabuglio. Me*
scuglio, niuppo - Pecoreccio - Baglio^
ne - Parapiglia. Barabuffa. Subuglio,
Congeda. Congedare o Licenziare dalla
milizia. (lizia.
Gongedàa, Congedato Sciolto dalla mi--
Gongée. Congedo. Licenza d^aUbandonar
la milizia. (poriuniid»
Congiontùra* Congiuntura. Occasione» Op^
Congregazión. Congregazione. Sp. di ma-
gistratura. Noi abbiamo Congregazione
di Stato o Centrale^ Congregazioni
provinciali e Congregazioni municipali,
Congregazión. Congregazione o Comunità
religiosa,
Congregazión. Congregazione. Adunanza
a oggetto di porger preci a Dio ìa
comune.
Congrèss. Congresso. Ritrovìo.
Congrcss secrett. Mitrovìo serrato.
Conili. Coniglio. V. Donisoeù e Tovìst.
Coniigà* Collegare. La voce Conligà non
mi venne sentita che in bocca dei
conladini brianz* è spec. de"* panieraL
Couligàa. Connesso. Collegato.
Connèss. Connesso,
Conomia. Economia. V. Economia, ecc.-
Fa conomia. Parcheggiare»
Cionóss o Cognóss. Conoscere.
Conoss a fond vun. Conoscere di
lunga mano. Conoscere o Sapere chi
sono i suoi polli. Sapere guanto corra
il cavallo d* alcuno.
Conoss a la colzetta. r. in Colzètta.
Conoss a la faccia e assolut. Conoss.
Baffigurare. Per es. El con^s pù nis-
sun de qui) che ghe sta intoma. Non
raffigura più i circostanti.
Conoss a la nasta o al volo. Cono^
scere al fiuto o alV alito»
Chi no te conoss no te compra»
y. in Compra.
Fass conoss per quell che s''è. Farsi
scorgere un balordo ^ ed anche asso-
lutamente Farsi scorgere.
La geni se conossen ai azion. Gli
aiti e i regf^menti di fuori mostrano
, quello che l'uomo è dentro{Passav.
Spec. Pen. p. 154); ^ famigliannente
Gli asini si conoscono a' basti. A"* se^
gnali si conoscon le balle.
V amor e la toss hin dò robb che
56 fa cognoss. f\ in Tóss.
No conoss ne legg né fed. F". in Féd.
Prima de conoss polit la gent gh*ea
voeur insci. Bisogna mangiare molte
moggia di sale con uno prima che si
conosca. Molti moggi eli sale si con-*
vien manicare insieme anzi che il dona
dell' amistade si comunichi altruL
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CON
(3a5)
CON
Se oontfssèm^ o vert) L^è oii pesz
che se conossem. Conosco i miei polli,
Conossànza. v. cont. br. Conoscenza, Er^
Gonofisént. Conoscenie* (traiura,
Gonqssùu* Conosciuto* Nolo» Cògnito*
Pocch oonossuu» Mal noto.
Quanto mai t^hoo conossuu. Oh non
V auess' io mai conosciuto!
Senza vess conoasuM, Incognito. Sco^
nosciuto •— e in m. avy. Sconosciuta-
mente, Occultamente. Nascostamente.
Conotàa(8. m. usato per lo più al pi.)»
Segnali. Contrassegni, Descrizione del-
. le parti fisiche visibili a prima (ac-
cia in una persona.
Conquibus. Il cum 4fuibus{*fiQr. Marretti
- Note al Cecco da Varhmgo pag* no).
Cioè i denari, lenire cum quihus. Ve-
nir coi danari(Mon]g. Am. e toc. Ili» 7).
- Du qìdhus dicono andie i Francesi.
Con qualmént. QuabnenU che* Clic*
CÓDSC. Jd. di Bis. y.
Cdnsc(Andà). Andar a rilento » adagio ,
pianamente^ piano.
Cooscénza. f^ Consci^nza.
Cònscia» Concùn^ (ftfachiav. Op. IX 9 !ii5).
Cóncia. Conciatura, Acconciatura.
Cònscia. Conditura, Condimento.
Cònscia. Concia. Nome generico del go-
. verno che si fa ai vini coU^inibndervi
checchessia. Secondo specie assume
. nomi diversi, per es. Panacela 9 ecc.
Cònscia. Ad* di Polenta. K
Conscia. Conciare. Acconciare. Baccon-
£iare. Rassettare, Raggiustare,
Avegh el eoo a da conscia-. F', in Gòo.
Conscià de pettpoUa o come va.
. F. in Pettpòlla.
Conscià per i fest. F". in Fésla«
Consciass come on porch* Imbrut-*
tarsi. Bruttarsi. Sozzarsi a mal modo,
Conscià-sù a la roej. Rattoppare.
Racconciare. Rassettare. Rappezzare,
, Acconciare. Conciare. Rieonciare.
Speccià a conscià i lece quand el
pioeuv. y, in Tècc-
Conscià. Condire, Condizionare. Dare il
. debito condimento alle vivande*
Conscià e Conscià-8u« Raggiustare» Raf-*
fazzonare. Acconciare.
Gonsciàa. Concio, Conciato. Racconciato.
Racconciò, Rassettato,
Mal coosciaa. Mal conciato* Malr
concio.
Consciacolsèlt. Conciacalzeite,
Consciadùra. Conciatura. Acconciatura.
Racconcio, Racconciamento. Raccon-^
datura — • Pari, di scritti letterarj
Conciero. >
Conscialavésg. Acconcialavezzi* Il Garzo-
ni nella Piazza Univ, pag. i5 ha Con*
cialaveggi. Propriamente queirartefìce
clìe raccomoda i vasi detti laveggi;
e da che in città questi vasi sono quasi
scomparsi intendesi per estensione si-
nonimo di Magnàn. V.
Consciaòas • . . Racconcìatore d^ossa.
Consciénza o Conscénza. Coscienza,
Andà-giò o Scappa o Andà-glò fìnna
in terra la conscénza. Sentir suonare
la lunga. Aver gran fame.
Ave la conscienza attacch a on
ciod. Ai^r ingrossata la coscienza , ed
anche Esser uomo di scarriera. Esser
un bigio 9 un nero,
Avegh quejcoss in su ]a conscénza.
Aver checchessia sopra qoscienza^Saì"
viati Spina 9 II, a).
Aveghen paricc in su la conscénza o
su P anima. Averne parecchie dozzine
sullo stomaco{C\m Des. e Paz, IV, 7).
Esser micidiale di molti uomini{PBa69Ly.
Spec. Pen. p. i33)«
Caregass la conscénza. Caricarsi la
coscienza di checchessia,
Caregh de conscénza. Carico di co-
scienza.
Conscénza de lader. K in Làder.
Conscienza fada a colzètta. y. in
Colzètta.
In conscienza, in coscienza. In buona
coscienza. In fede mia. Per mia fé.
Coscienziosamente. In anima mia. Im-
pegno V anima mia. Dinanzi a Dio^ Per
guanto mi cale dell* imima mia,
Lassa quejcoss su la conscienza a
vun. Far coscienza di checchessia ad
alcuno. Rimettere in alcuno checches-
sia, lasciarne a lui il peso, la colpa.
Omm de conscénza. Coscienziato.
Coscienzioso*
Trass de conscénza. Tornare a co-
scienza. Feirsi coscienza. Ridursi la
mente al petto(fiecch.i Dote I , i )•
Consciénza. T. dell^Ai'ti e degli Oinbr.
Guardapetto, Arnese di legno, tal-
volta armato di ferro , che si applica
sul petto quando s'^adopera il trapano.
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CON (3i6>
Conségna. Consegna, Cànsègnazione.
CKi ricev in consegna. Coiu^gmitofiio.
Dà in consegna. Dare in sefèo o
I» guardia o in custodia. Consegnare,
Commettere una cosa a guardia.
Dh i p«gor in consegna al loflf. f^. LóiT.
Consegna. T. d** Ingegneri* Consegna?
(Tassoni Secch. rap, I» 4? )* ^^g'
gio. Inventario. Fattura. Nòia. U Ro-
niam(ne^ Sinonimi fase. IV , pag» 672
voce Legaggio ) dimostra con molta
efficacia che nessuna delle ultime qutit-
-tro yoci qui registrate equivale per
appunto alla nostra Consegna 9 e desi-
dera che questa voce sia acoetlata in
tal particolare significato nella lin-
gua generale delift natiwie. Vegga
essa se il Tassoni che addussi possa
essere padrin buono alla voce.
Dà la consegna. Far la consegna
(Tass. Secch, ivi)^
Tceù'sù la consegna. Notar la con-
segna{T9iSS. Secch. ivi )•
Conségna. T. milit. Consegna.
Consegna. Consegnare. Mimetiere, Dare
in mano «— scherc. appiccicare.
Consegnàa. Consegnato, dimesso. Dato.
Consegnàa. T. milit. . . . Arrestato in
quartiere, in campo, nel corpo di
guardia, ecc.
Conseguenza. Consegttenza,
Aobba de conseguenza. Cosa o Af-
fare di conseguenza 9 di rìliesWf d^ im-
portanza.
Conséj (e civilmente Consili). Consiglio.
Camera del consej. Camera del con-
siglio; e da qui il nostra Fa cama-
retta. r.
Consej. Consiglio di stato, guerra, ec.
Consej di noeuTcenl. // novecento?
Magistratura antica milanese cosi detta
dal numero de^ membri che le com-
ponevano. Ogni porta della città man-
dava i5o cittadini ventenni e de^mi-
gliori a comporre silTatto consiglio.
Fa consej. Tfener consiglio,
Conséj. Consiglio. V. Parer.
Dà a tra ai consej. Dare orecchio
o Tener dietro o Prestar fede o Vh-
Indire o Piegarsi ai consigli. Prendere
o Seguitare o Ascoltare- 1 consigli.
El tosù consej de mi. E" si discrede
m«co(Monos. 44)* ^ consiglia meco,
Omm de coDsej. f^ in Òmm.
CON
Robbà fada no ghe vórar carine] 9
o Cossa fada no voeur pu consej. /
consigli dopo il fatto sono fiaio da
gonfiar otri 9 cioè inutili. Del senno
di poi ne sono piene le fòsse,
Consejà. Consigliare* Dar consiglio o pa-
Gonsejàa* Oonsigliaio. (rere.
Mal consejaa. Mai consigliato.
Gonsejér» Copuigliert* Consigliero^ e an-
che Consiglio*
Contéos* Còns^iso. Oonseniimenio.
Cooséns. Impalmamento sposereceio.
Ande ft toeù-<sù el consenj. Andare
mi preU a impalmarsi o a fidanzarsi.
Consénsia. Coscienza. §^. Consciénza.
CdBsenilnn. Voce dellVAlto Mil. ... *
Giovarsene , approveceiarsene , ri-
sentirne utile.
Consèrva. Custùdim* Arnese fallo per cn-
«todir cose di pregio t facili a gua-
starsi. La voce Oonserua ne''dis. ìUt^
liani ha tutl'* altro significato.
Conserva del capali. CtippeUiera.
Conserva di libar. Busta.
Conserva di possad. Busta.
Consèrva. Confezione da acque cedrate.
Conserva. Conservare,
Savè fìi a conservasf • Sapersi riguar^
dare o aver riguardo* Siare in consi-
derazione* Badare alla propria 'salute.
Conservàa(6en). Ben conservato.
Conserrtii&t. Conservatore. Conservadore.
Conservatòriv Conservatorio.
Conservatori de mnsega. Conserva-*
torio. Grande aenola di musica vocale
e istrumentale, eretta fra «oi dal Go-
verno italiano nell^anno 1807.
Conservée. Bustajo. Stmcciajù. Chi fab-
brica buste o astucci.
Considera. Considerare.
Considerazión. Considerazione, Biguar-
do. Stima. Bispetto.
Personna de contideraftion. Persona
avuta in considerasione^ in istima^ecc.
tenuta in conto»
Consist. Consistere* (io?
Cosse consist? Che importa? Che man-'
El consist nagotta. Non montapunto.
Consistént. Consistente.
Consistènza. Consistenza.
CdnsoL Cònsole. Consolo. Noi conosciamo
e usiamo questa voce nel solo àg* di
Consolo commerciale , e nel seguente
Cónsól. Àfcsso del comune.
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CON
(3^7)
CON
Savell domaa tre persopn , el con»
solfai coinun e la comnnìisia. Essere
il segreto delle selle comari ^ cioè noto
. a tutti.
Consòl(Tàvol a), r. in Tàvol.
Consolli. Consolare. Racconsolare* Dare
^.Fare consolatone.
Are del mincion ch'*el consola. A^fer
del minchione assaHhìioUmTancialV^y).
Consolàa. ^a. Feccia. Bwao. Ventre.
Tegnl i man sul consolaa. Tener
le mani cprieseifiiìài. Caland. II , 9).
Starsi colle mani a cintola, yèueg^
giarsi la panzetia. Lo stesso che Mena
la gamba, y. in Gamba.
Consplacòri. . • . Epiteto con cui i ven-
ditori piauajuoli di sorbetti e angu-
rie gridano lor merce.,
Consolaiión. Consolazione. Consolamento%
e anticamente Consolanza e Consolo.
Consolidàa. T. mercant. Consolidato?
Gonsolinua s. f. . « . . Acqua fresca indol-
cita con regoli^ia o mele infuse vi anche
scorze di limoni e simili. È parente
della Doucetie, dei distillatori francesi.
Quell che vend la consolinna. Acqua-
frescajo. Venditor d^acqua fresca in-
dolcita con regolisia o mele.
Vend consolinna, fig. lasciare a
bocca dolce 9 cioè consolato» soddis-
fatto; dar buone parole.
Consòan (Tavol a)* Idiotismo degli arti-
giani per Tavol a consòl. K in Tàvol.
Consónt. Consunto.
Consontiv. s. m. Hendiconto.
Consonuón^ Consunùone, Andà in o per
consonxion. Dare in consunzione,
Gonsortlv Che appartiene a con-
sorteria. Strada consortiva, y. Sti'àda.
Consòrzi. Consorter}a, I oomproprietarj
di fondi rasenti strade» acque 9 ecc.
riuniti in società per provvedere alla
regolare conservazione d'^ogni artefatto
che ]e riguardi. Il Consorzio dei diz.
vale semplicemente per conversazione.
Consòrzi dicono anche molti per Scoeula.
. Ftalèmita.
Constata (neolog. forense). Chiarire. Ac^
certare. Comprovare. {tato.
Consuèti. Consuèto. Abituale. Solito. Usi-
De consuete. Per solito.
Consùlt. Consulto, Consultazione, Dicesi
quasi esclusivamenle del consiglio o
parere clip dà T avvocato al cliente 9
o del consultare che fanno pia me-
dici fra loro sulla malattia d^un am-
malato per dirgliene U parer loro.
Fa consnlt. Collegiare.
Consulto. 8. f. Consulta,
Consulta. Consultare. • .
Consuma. Consumare.
Consuma come la nev al so. f^. in Né v.
Consumagh adoss o adree. Struggersi
per checchessia. Spasimare di ch^c-
chessia. Avere grandissimo amore a
checchessia.
Li consumarav anca i ciod de la
cà. Daria/ondo a una nave di sughero
(Fag. Am. non vuole avar. II, 5). Egli
va alla consuma.
Consumàa. Consumato.
Consùmm. Consumo, Consumamento. Con»
sumazione. Consuma — Calo.
Tosù la zila a consumai, y. in Zìla.
Gónt. Con. Questa particella da noi si
scrive cont soltanto quando la parola
a cui è preposta incomincia da vocale,
p. es. cont on gatt^ cont.el eoo; di-
versamente» si scrive semplicemente
con 9 come con ti 9 con hi 9 con mi. Nel
che imitiamo in certo modo gP Inglesi
i quali al loro articolo a^ qualora sia
succeduto da una parola che cominci
per vocale o per A muta» aggiungono
una n; come an ounce^ an hour.
Cónt. s. m. Conte.
Cont de la bozzera o Cont che no
conta. Tutto titoli disunti. Gonfiamt-
goti. Fanfàno. V, anche in Contìn.
Cónt. Cìùòvolo del giogo(*Gior. Georg.
Xll, 88). r. in Cónch.
Contàa. Contèa.
* Olter che né . . . el cooUa.» (Bai. Ein.)
Contàg.C-CMitegio. Contagiane. Voce ignota
in città e viva in Brianza per le cap-
pelline cosi dette dei Mori del contag
prossime ad ogni paese e rammemo-
rai rici della pestilenza del i85o.
Contegnìss. Governarsi, Dirigersi. Rego-
larsi. Diportarsi. Nei diz. Contenersi
ha significato diverso.
Contempla. Contemplare.
Contént. Contento «— Pugo,
A sto mond gh^è nissun de con-
tént In questo mondo nessuno c'è
contento {VecoT. I, 5o9).
Chi è content moeur. Nido fatto
gaztera moria.
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CON
(3a8)
CON
Content come on gri o come la ]^a-
squa. f^. m Grl.
Content lu content tucc. Contenta lei
contenti tutti{Gior. agr. I, Srg).
Content ti content mi. Sihbene^ sia
come iH}leie.
El Signor el yocur nissun-de con-
tent. F, in Signdr.
Vess mai content. Non si tener mai
contento né appagato di cosa alcuna,
Non istar contento al dovere. Esser di
difficile co/ite/ite/«ra, e proverbialmen-
te Cercare miglior pane che di grano,
Vess on caur o Vess de coear con-
tent. y. in Coeùr.
Vess o Resta content de vun. te-
nersi contento d'alcuno.
Contenta. Contentare, Appagare, Soddis-
fare. Far contento, {pochi.
Con pocch e) se contenta. £' tira a
Contentass de pocch. Essere di fa-
cile contentatura. Stare a beccatelle.
In di robb besogna contentass. Chi
troppo tira la corda la strappa, A chi
desidera molto manca molto. Il meglio
è nemico del bene — Bisogna leccare e
non mordere — Loda il mare e tienti
alla terra — Chi ha buono in mano non
rimescoli — Quando ei ti dice buono
al paleo , non giocare alla trottola.
Se pò contentass. . . • Non è il peg-
gio andare; ci si può star contento.
Se pò minga contentaj tutt già.
Non si pub piacere a tutti{ìtlonos> 86).
Contentàa. iJontentato,
Contentèita. Contentezza, Contento, Conr
tentamenlo,
Contentìn. F'antaggino{*Cior,), Ripicco
(cosi nei Voc. ven. e bres.). Giunta
che si dà sopra una chicchera di caf-
fè , di cioccolata o simili , e che trat-
tandosi d^uUra roba si direbbe sem-
plicemente Giunta^ f^antaggio^ Sopras"
sello 9 Tarantello,
Contentìn L** ultima danza in
una festa da ballo» in una veglia.
Contentón. Arciconiento, Contentissimo,
Contèssa. Contessa,
Contessìnna. Contessina,
Contìn. Contino.
£ insci sur contìn de la houera?
ironie, E cqsì padron mio galante? E
così smorfioso mio! Eccitamento o rim-
brotto a chi sia tutto lexj o ritrosìa.
Continènza. T. de"* Pian, ed Eccl. ZJmc--
rale. Velo che talvolta ha T9g^i o
sfera dietro , e snol porsi sulle spalle
del celebrante allorché sta per <iaire
la benedizione.
Cantonitt. Grembialini,
Contiaètt Giovin contino.
Conttnov. Continuo, ^
Continua. Continuare,
Continuamént. Contìnuamente — Conti-
nuatamente,
Continuasi ón. Continuazione,
Contorna. K. Contórno.
Contorna. Assediare.
Contorna de dent ( che anche dìcana
Sfora). T. d^Intagl. in legno
Fare sbalzar via il legno dagli sfondi
degr intagli.
Contorna de foeura. T. d^Intagl. in legno.
• . . Fare sbalzar via il legno inutile
dall'esterno degli oggetti da intagliarst^
Contornàa. Contornato,
Vess mal contornàa. . . . Aver cat-
tivi ministri o perversi famigliari.
Con torna tòj. y. Trància.
Contórno e Contóma. Contorno. Dintorno.
Contórno. T. di Zecca. Cordone, Cosi
chiamasi la circonferenza della moneta
quando è ricinta come da un cordone.
Contorno a borlitt. Granitura. Cor-
done granito. Il Grenetis de"* Fr. I tal-
leri vecchi hanno la granitura.
Contorno a reseghetta. Cordone se-
ghettato? P. es. Quello della lira lom-
bardo-veneta 1857.
Contorno de rilev. Cordone rilevato.
P. es. quello del napoleone del i8oa.
Contorno incavaa. Cordone a incavo?
P. es. quello della lira italiana.
Contórno. T. di Zecca. Bilanciere. Conio
a vite.
Contoruista Nelle nostre scuole
di belle arti braidensi è detto cosi
chi disegna a semplici contorni.
Cóntra. Contro. Contra,
A la contra. Incontro. Andà o Vegni
a la contra. Andare o Fenire incontro.
A la contra o A-la-contra (Andà).
Andare a riscontrare, e scherz. a Hh"
toppare iino(Fag. Bime IH» i5 in prìn-
cipi o e altrove).
Andà contra vun. T. legai. Aver
regresso sur uno, Bivolgersi sur uno
per diritti 9 crediti ^ debiti 9 ecc.
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CON
(3^9)
CON
Mar.
Dà contra. Dar conIrvCFag.
€dla mod, I » 5). Far contro.
Per contra. Dirimpetto. Di rimpetto.
Rimpetto. Addirimpetto. Dirincontro,
Di rincontro, MV incontra. All'incontro,
Incontro, A rimpetto.
Góntra. y> deirMto Mil. Presa, Ripiano
(Targ. Viag. aio e pass.)* Tràmite.
Il piano di ciascuno degli scaglioni di
poggio coltivato a ripiani (ro/icA). È
Topposto del Siée.
Gontràa. Contrada, Strada, V. Contrada.
Contrabànd. Contrabbando, Contraddir
vieto. Frodo, V. anche Sfròs.
Fa ona robba de contraband. Fare
checchessia alla macchia o di contrab-
bando^ cioè fuitiyainente.
Contraband. in gergo pari, di cose amo-
rose. Contraddivieto?{JàixTÓì, Son. 87).
Contrabandér. V, Sfirosadór.
Contrabàsta; T. de^ Sell. Arcione anterio^
re. La Batte de devant delPEncyclop.
Contrabattùda. T. delle Arti. Battente.
Nome di quella parte d'anno stipite
cbe viene battuta dal vero battente
{beUtuda)*
Contraboflett. T. de^Carroz. Contram-
mantice. Mantice di calesso o simile
che serve a coprire il davanti della
cassa {scocca),
Contracànna. T. de^ Magn. Guida. Sp. di
canna che circonda Tago della ser-
ratura in cui entra il fusto della chiave
femmina.
Contràcc. Ingegno^ e per. lo più al pi.
GV Ingegni* Pezzo di ferro comunemen-
te di forma quadra , intaccato o trafo-
rato, e appiccato alla chiave, il quale,
passando per altri ferri appiccati alla
serratura , detti anch^ essi ingegni in
toscano , e contràcc fra noi , fa Tuffi-
ciò d'aprire e serrare — Quella specie
di T che è nella testata degli ingegni
dicesi Mulinella , e Denti o Taccile si
dicono i loro risalti.
Contracción. Acer, di Contràcc. ^«
Contrada. Contrada,
Andà in la contrada di matarazzee.
fìg. Andare a consigliarsi col piumac"
ciò. Andare in letto a dormire.
No savè di gnanch la coutraa d^ona
rossa o Savenu nancli la contrada,
ilg. Non ne sapere acca o boccicata.
Averci poco peccato in checchessia,
rol. I.
Gontradànza. Contraddanza,
Contradanza franzesa. Contraddanza
francese{*yo\g. ital.).
Contradanza incadeuada. La Catena
(Fag. Conte di Bucotondo 111, a6 ).
Ballo della catena.
Contradanza italiana. Contraddanza
italiana(*\oìg. ital.).
Contradèlla Picciola contrada.
Contradl. Contraddire.
Contradìì. Contraddetto, Part. pass, di
Contraddire.
Contradizión. Contraddizione- Contradr
dicimento. Contraddetto. Contradici-
mento,
Andà in contradizión. Cadere in
contraddizione. Contraddirsi, Contrad-
dire sé stesso.
Spiret de contradizión. i?i£ro50. (do-
satore. Oppositore o contraddittore
per mal abito, persona invasa da spi-
rito di contraddizione.
Contradotà o Fa la contradotta. Dar
contraddote.
Contradòtta. Contraddote,
Contraiaa. Contraffatto. Falsificato - Ciav
contrafaa. Contracchiavi,
Contrafàss. Contrqfasce(Dìz. mus.). Negli
strumenti da arco sono le fortezze
delle cosi dette fasce.
Contrafónd. T. dei Falegn. Contrasse*
Asse che serve come di fodera inte-
riore a certi piantati di lavoro, come
alla pianta della cassa (scocca) delle
carrozze , e simili.
Contrafurma. T. degrintagl. in legno. . . .
Pezzo di legno convesso che si adatta
a son*eggere quel tiglio o quell'acero
che s' ha ad intagliare in forma arcua-
ta e che perciò non si potrebbe fer-
mare sul bancaa che è piano.
Contrafòrt. T. dell'Arti. Fortezza, Dagli
artisti s' intende tutto ciò che serve
a maggiormente stabilire alcuna cosa
acciò resista lungamente all'uso o agli
sforzi cui dcbb" essere sottoposta.
Contrafòrt. T. de' Sarti. Fortezza. Qua-
lunque cosa con cui si soppanna o
rinforza alcuna parte del vestito ncl-
Tinteriore, ecc. Le Contraffodere sono
una delle varie fortezze.
Contrafòrt. T. de^Caìz, Fortezza. Telttccia,
Tutto ciò che riveste l'interiore della
scarpa ^— Cappelletto» Vezzo di cuojo
4a
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CON
grosso posto interìormeale in fondo
della scarpa per sostenere il tomajo.
CouUajceù. s. ra. >v. deir Alto Milanese.
Contrajueùra. a. f. S Tramiiino, Presella
(*losc.). F. in Con tra.
Contr^àl. Copertine ilella sella. Quelle
due parti di cuojo mea grandi delle
coperte (a/) che in alcune selle rico-
prono le coperte stesse» e sotto le
quali sono fermati gli sUfRìx (porior
staff).
Contràlt. T. mas. Contralto,
Gontraltàr. Contrammina, Sopravvento —
Contrascena — Talora anclie in signi-
ficato di CoA^alletta. Bassetta. Sopram-
mano -* I fiomiitti dicono anch^essi
Contraltare,
Fa de contraltar. Fare una pedina.
Fare il contrabbasso. Dicesi di chi fa
o dice cosa opposta a quello che fac-
cia o dica un altro. •
Contraraostàcc. T. de" Mago. Contrasser-
ratura. Quella lastrina di ferro incas-
sala nelle imposte o simili che serve
di hattente al iroxAe {mostacc) delia
toppa 9 e che ha in se un foro nel
quale entra quella parte di stanghetta
' che serve a chiudere.
Contramùr. T. d'Arch. Mur. ecc
Secondo muro) il fr, Contremur.
ContrantipòrL . . . Queir usciale , per
lo più rivestito di hajetta , che si met-
te d"" inverno agli usci delle stanze a
maggior difesa dal vento in luogo di
un secondo usciale o paravento.
Gontrapàginà. . .*. La pagina retta che
riesce a contatto della pagina verso ;
e secondo altri La pagins^ verso.
Goutrapàss. Ambio. Anibiadura. Portante
^^ Trapasso, Andà de contrapass.
Ambiare. Andar di portante — Andar
di trapasso — Il Contrappasso dei diz.
ital. ha diverso significato.
Goiitrapàtta. T. de'Sarti. Pistagnino. Pezzi
laterali che finiscono la ioj^^{yattd)
intiera de* calzoni.
Contrapél, Contrappelo, Dà el contrapel.
Dare il contrappelo. Radere contrap-
pelo. Dopo aver raso il pelo radere
a rovescio quel po^di residuo.
Contrapcs. Contrappeso,
Contrapés Sassaccio quadrato che
si sovrappone e ferma alla cicogua
da campana per equilibraila.
(33o)
CON
Contrapés. s. m. pi. Contrappesi. I pioni-
hi degli orologi da torre o cassetta.
Contrapés. s. m. pi. meL / contrappesi
(Fortig. Ricciard. XIV, 5G). Testes.
Gontrapesà. Contrappcsare. Far contrap-
peso,
Contrapònn . . . Registrare in proto-
collo le decisioni state apposte dalle
magistrature agli atti d'^uffiaio.
Contrapónt. T. mus. Contrappunto.
Contrapunzón. T. degf Incisori di ca-
ratteri da stampa. Contrappunzone
(Alb. enc. che registra la voce sba-
gliando però affatto la definizione).
Nome di quei pezzetti d' acciajo sui
quali s^ incidono le figure de* vani
interni delle lettere dell^alfabeto per
potere, temperati che siano, batterli ia
altri pezzuolini d' acciajo e farne ri-
saltare i punzoni. 11 contrappunzone
presenta in rilievo il vano delle let-
tere; il punzone la figura di e&se in
rilievo ; la madre la figura medesima
in incavo.
GoBU-aponzonà. T. dcgl" Incisori di ca-
rat. da stampa. Contrappumonare^liìh.
enc. che registra la voce sbagliando
affatto la definizione). Conficcare il
contrappunzone in quel pezzuole d^ac-
ciajo che deve risultar punzone da
caratteri da stampa.
Contrappeli. T. milit. ... Le seconde
cerche , la seconda chiamata che si
fa talora per certificarsi della verità
della prima.
Contràri. Contrario, V. anche Incontràri.
Contraria. Contrariare. Ostare. Intraver-
sarsi. Far contro.
CootrarietJia. Contrarie^. Ripugnanza.
Avversione. Antipatìa. •
Contraricevùda .... Fede che si dà
altrui della ricevuta avutane.
Contrarispòsta. Contrarrisposta. Fa la
contrarisposta. Contrarrispondere.
Coulrarueùda. Contraruota?
Contrascrittùra. Contrascritta.
Contrascgn. Contrassegno. Nota. Segnale.
Coutrospaléra. Contraspalliera.
Contràst. Contrasto. Contrastamtnto»
Contrasta. Contrastare, ^are in contrasto.
Fare o Aver contrasto. Batostare.
Contrasta. Contrastare (parL di^ oggetti
materiali).
GoAUa^tàa. Contrastato.
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CON ( 33
Conlrastampà. ContrastéunpaT^^J^cesì dai
libra) e stampatori delle pagine a con-
tatto che si macchiano per freschezza
di slampa.
Confratelàr • » Ne** telaj cosi detta a
•catola è quel telajo che si fa com-
baciare col telajo maestro, y* Telar.
Contratémp. Contrattempo, Sconcerto, In-
tempesUvità, Inopportunità,
Contràlt. Contratto,
Streng on contràlt. Concludere o
Stabilire o Stipulare o Celebrare un
contratto. Sottoscrivere una scritta.
Contrarre. Contraere.
Contratta. Contrattare. Tener mercato di
checchessia.
Contràlt ón. . . . Contratto assai lucroso.
Contravéder(cAe anche dicono Veder
doppi). Contrim^triata? Contrimpan-
nata. Quelle invetriate che si met-
tono il verno alle finestre nel luogo
dove d^estate voggonsi le persiane; in
qualche modo la Controfenestro dei
Provenzali.
Contravegni. Contravvenire.
Contravelén. Contravveleno, antìdoto j^os.
e fì^.
CoDtraventór. Contravventore.
Contravenziun. Contravvenzione.
Contrazentón. T. de'Scll., Carroz. ecc.
Contracignone. Cignone di rinforzo.
Contrcbul. Contribuire.
Contrèrba disse il Maggi scìierz,{Inier.
II , nyg ) per Contrajerva.
Contribuzión. Contribuzione, Contributo,
Contrli. Contrito.
Contrizión. Contrizione. Podè fàPattde
contrizion. Poter darsi morto.
Controlà. Tener riscontro? — Censurare.
Controlaria. Biscontro? -^ Censura.
Contròll. Biscontro?
Controloeùr. BisconUo(JviVg. Viaggi VII,
aSa). Begistratore, e fig. Critico. Cen-
sore. Dal francese Contróleur
« In pas (ti ptnser) l'è consejer, l'è contr^Ucur
• Ai oort di r* .... » (Bai. Rim.)
Controloeùr. Siniscalco. Maggiordomo,
Maestro di casa. Dicesi nelle case dei
principi di colui che vi fa le fun-
zioni a presso a poco del maggior-
domo dei privati.
Contrómbra. T. di Giuoco Quel
giocatore che sostiene il giuoco contro
gli altri nell'* ombre specialmente ed
I) CON
anche in altri giuochi. Le Contre o la
Chouette de* Francesi.
Cont'rórden. Contrordine, Contr^ordine.
Contumàzia. Contumacia.
Contùse . . • Foggia d^ abito doanesco
ch^era di moda nel secolo scorso e
che oggidì è andata in disuso.
» Doma ni meo di hoo Ttit aadriè , ««nUiM
« lottJuuii. » (mi. iUn.)
Gontusión. Contusione,
Contutòr. Contutore,
Convalesoént. Convalescente,
Convalescenza. Convalescenza,
Con tutt che. TuUocliè, Sebbene, Ezian^
dio che. Bencliè, Contuttoché, Con tutto.
Convegni. Convenire. Esser conveniente
— Addirsi. Affarsi.
Convegnùu. Convenuto, (nevole,
ConveniénU Conveniente, Dicevole. Conve*
Conveniènza. Convenienza. Cttnvenevo^
Uzza. Dicevolezza.
Avcgh i sa*u convenionz. scherza
.... Aver petto e persona il dovere.
Trovagh dent la soa conv«QÌ«aca.
lYovarci il suo conto,
Convént. Convento, Abitazione de^ frati.
Fraa Ciappa el sta in convent, fraa
Dà Tè foeura de cà* y, in Fràa.
La regola la manten el eonvent^
met. Chi si misura la dura.
V è quell che dà el convent. QBre-
sf è ffuel che fa Afi7<ino(Monos. 2^4)»
cioè è quel che io posso dare, è quel
che usa fra noi; ed anche È pan unto^
vale a dire è cosa opportunìssima -—
ìieW Assiuolo del Cecchi(I,'fi) leggesi:
a Di codesto desse il convento! */
«^ Mangiarii de quell che dà el con-
vent. Avrete di quel che dà la fami-
glia ^ e indica moderazione di stato
ma schiettezza e cordialità dViferta.
Per on fraa ha minga de pati el
convent. /'. in Fràa.
Con%'entÌn. Conventino. Convenluccio.
Convèrs. Converso, Servigiale. Tortone,
Convèrsa. Goma ? Compluvio ? Quella
parte esterna d'^ un tetto ove conflui-
scono le acque di due pioventi ; quella
specie di con valle che v edesi da capo
ai tetti d^ un* «la e del corpo di una
casa. È la Comière o il Noulet deTr.
Canalon de conversa. . • • . Gran
canale da gorna.
Copp de conversa. V. in Cópp»
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eoo ( 33fl
Convèrsa. T. monast. Conversa.
Conversazlón. teglia, Fegghia. Conver^
sazione — Vegliatori e f^egliatncl di-
consi i conversanti a veglia (No v. Aut.
san. II, aSo) — Sch. per Convulsióa. K.
Conversa zionétt a. Vegliuccia, P'egliettino.
Convcrsiun* T. milit. Fa ona conversion.
Far la cìiiocciola.
Conversion, idiotismo per Convulslón. K
Converti. Convertire, Volger dal male
al bene, Jìidurre sulla buona via.
Convertii. Convertito. Ravveduto,
Convitór, Convittore,
Conviv. Convivere, Far vita comune. Vi-
vere a convento o in comune,
Convocàa. s. m. Convocato. Convocazione,
Convocai ion comunale, Convocamento
comunale, Tegni convocàa* Convocare,
Convocarla, s. f. Convocazione.
Convòj. Convoglio,
Convùls. Convulso. Preso da convulsione,
Convubión. Convulsione*
Fass vegni i convulsi on. Fingersi
convulso, (sioni.
Convulsionàri . . . Chi pale di convul-
Convulsionètt. s. f. pi. Convulsioncelle,
Convulsi v. Convulsivo (efficiente e paz.).
Cónz e Conzà. F'. Cónsc e Conscià.
Cóo. Testa. Capo; scherz. Cocuzza, Zucca,
Gnucca, Cipolla; in gergo La forma
del cappelloi^kWegcx ^ pag. 343)^ ^ ^^
brutto gergo cont. pist. Il palazzo dei
pidocchi(C\n\ Des. e Sp, 1,9) — Dante
disse anche Co come dicono tuttora
i nostii contadini — Talvolta usiamo
anche noi Testa in luogo di Coo; si
vedrà sotto quella voce il quando — >
Dicesi Zuccagna la cotenna anteriore
del capo; e Tirar la zuccagna vale
AcciuiTare uno per dinanzi in modo
che si soUalzi un po'* la pelle dairosso.
A coo a coo. Testa testa, A tu per
tu. Testa per testa»
A coo a coo. A tocca e non tocca.
Tacca tacca. Rasente,
A coo biott. A capo nudo. In zucca,
A coo e pee(e in cont. A co-pee).
Capiculato^ Capopiede, Paralleli col
corpo, ma a teste opposte; IV-cò-
cul de^ Mantovani ^ Dormi a coo e
pee. Dormire capiculati ? — Meii a coo
e pee. ... Il Béclievcter àe* Francesi*
A coo in giò. A capo di sotto, A capo^
^</o(6uoaar. Tancia IV» 1). A capo al-
) COO
l* ingiù. Rimboccato, Capovolto. A cap€J
ingiù. Col capo ingiù o all' ingiù, A ca,-
po ciano. Caporovescio o Caporiverso,
Alza el coo. Alzare il capo. Levare
la testa; e fig. Rimettersi a panca.
Andà al coo. F, sotto Dà al coo.
Andà foeura del coo. Uscir di men-
te o deir animo.
Ave di gri in del eoo. V. in Gri.
Ave el coo a cà. Avere il cervei
seco. Essere in cervello.
Ave el coo a fa conscili. Aver dato
il cervello a rimpedulare o al cima-
tore. Vale esser pazzo, fuor di se.
Ave el coo a fa conscià. Porre o
piantar una vigna. Non attendere, non
badare a quel ch^ altri dica.
Ave el coo alari. Esser traviato o
sviato — Scorrere la cavallina,
Avegh de fa fìn dessoravìa del coo.
Aver che fare fin sopra i capelli. Af-
fogar nelle faccende. Aver faccende
fino a gola. Aver più faccende che
un mercato. Aver più che fare che a
un pajo di nozze.
Avegh el coo come ona pasta . . •
Avere il capo indolenzito.
Avegh el coo ligaa ligaa o Avegh
el coo come ona zucca. Essere acca-
pacciato. Aver la testa invasata o oh
tusa. Avere il capo grave o come un
cestone. Non saper uno dove ei s* ab-
bia il capo s'ei non se lo tocca.
Avegh el sere al coo. F. in Sére. .
Aveghen fin dessoravìa del coo.
Esser {nell'acqua o simile) sopra il
capo o a gola o a bocca,
Avegh ligaa-sù el coo. . . . Nel con-
tado le puerpere e le mestruate usano
allacciarsi in capo un benduccio o
un fazzoletto finché durano a esser
tali; e perciò la frase equivale a di-
pignerle in siffatto stalo.
Avegh o Avegh minga la cà in coo.
F. in Cà.
Avegh oller per el coo. Avere il capo
a tutf altro. Avere tutf altra fantasia,
Avegh quejcossa per el coo. Avere
il cimurro. Stare sopra fantasia,
Avegh semper el coo sui libcr. Avere
fitto il capo nei libri,
Avegh via el coo. Aver meno il ca-
po ; e fig. Esser senza capo , senza
giudizio^ senza €er\^ello.
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eoo ( 333
Ave i ficeu che ghe^mazza i pioeucc
in eoo* V* in Ficeù.-
Ave traa a Tari el eoo. Avert rotta
la 5Co;ya(Cecchi la Dote I9 i ).
Bassa el eoo* pos. Chinare il capo.
Bassa el eoo o el gnuccb. fig. Ar-
rendersi. Accondiscendere^ ed anche
Sottomettersi. Assoggettarsi. Umiliarsi;
e scherz. Baciare il manipolo»,
Bassee el eoo, lossee passa sta balla.
V. in VkXLMpanzana).
Batt o Dà el eoo per i mur o in
del mur. Dar del capo nelle muraglie.
Dar nelle girelle. Impazzare.
Cascia el eoo sott a la debbia. Met-
tere il capo sotto {K il Vocab. in Sotto).
Casciass in del eoo ona robba. f^. in
Cascia.
Cercagh o Guardagh • in eoo. Frase
contadinesca. Spidocchiare.
Che idea gh^ è saltaa o sim. per ^
eoo? y. in Idea.
Chi no gh^ ha eoo abbia gamb. fig.
Chi non ha cervello abbia gambe.
Ciappà o Mettes el eoo in man. Bg.
Recarsi la barba al petto diceva il
Caro nell^Apolog. p. 68. Dare le spese
al cen^ello^ e vale Pensare a'*casi suoi 9
meditare profondamente su cose di
proprio interesse» rifletter bene a un
partito , a una risoluzion da prendere.
Cont el eoo bass. A capo chino o
basso. Frontichinato — Min. registra
anche in questo significato A capo
chiuso senza citarne autorità.
Cont el eoo per ari. ;^ capo all' insù.
Colla testa insù,
Coo bass. fig. Uom cheto. Acqua cheta.
Uomo che va sotto coperta. Uom dop-
pio, simulato, fìnto; VHomo tectits
de* Latini — Besogna guardass ben di
coo bass o di acqu mort., Guardati
da queste acque chete {Gìgli Don Pi--
Ione I, i). Giuirdati dall' uom cheto
(Frane. Barberino q549 4)*
Coo bissoeu o Coo de cavij. Capo
rotto. Cervel cattivo, malvagio, che
mette in pensiero i buoni.
Coo bus. T^sta busa{Kxei, Talanta^
Prol.). Testa ripiena di pappa. Zucca.
Poponella^ e a donna Monna zucca al
vento. V, in Badée.
Coo de brucc. Capo di bue. Capo
d'assiuolo. Scioccone» F, Badée.
) COO
Coo de fò corr usa o Coo de legn
o Coo de paramaj o Coo de perucch
o Coo de romp gandoll. Capo di sti-
;Mto(Monig. Con. di Cut. Ili, 4)* Capo
da sassate, Capassone. Capo duro, di
dura apprensione.
Coo de matt. Testa di pazzo. Capo
a cantoni, Caporotto. Cervel balzano.
Costà i oeucc del eoo. y. in (Eùcc.
Dà o Andà al coo. Dare al o nel
capo. Offendere il capo , indurre gra-
vezza di capo, rendere accapacciato
più presto che ebbro , e si dice del-
r effetto de'^vini potenti o sofisticati,
e specialmente del vin nuovo che
anche i Francesi sogliono perciò tac-
ciare di capiteux. ^
Dà el coo. Dar del capo o Dar di
capo. Capitare, arrivare, ed anche
Appigliarsi a qualche partito.
Dà el coo in di stemegn o in del
mur. y. sopra Batt el coo in del mur.
Dà-giò el coo. Tirar le calze. Mo-
rire. V. in Cagaràtt.
Dà ona lavada de coo. Risciacquare
un bucato, y, in Felìpp lag.
Del coo fiuna ai pee. Da imo a
sommo, A imo a sommo. Da capo a
piò. Dal capo ai piedi.
Dolor de coo (pos. e met.). ^. Dolor.
Dondà el coo. fig. Crollare o Girare
il capo. Accennare col capo negativa o
dispìaeenza o dubitanza di checchessia.
Dormi alt de coo Giacere
con molti origlieri sotto il capo o con
ongliere assai sollevato.
Dormi bass de coo Giacere
con nessuno origliere sotto o con ori-
gliere basso e piano.
Dur de coo. Capassone, Capo duro*
Duu coo stenten a andà d'*accord.
Quante teste tanti pareri — Talvolta
equivale al dettato italiano Consiglio
di due non fu mai btu}no. y, più sotto
Tanti coo, ecc.
Fa andà-via el coo a vun. Dicervel-
lare, Discervellare. Torre il capo. Tor-
re o Rompere la testa.
Fa dori el coo. fig. Dare altrui dei
grattacapi. Tribolare alcuno.
Fa gira el coo. Dicervellare.
Fa gira el eoo., metaf. . . . Esporre
un bambino alla ruota dello spedale
de' bastardelli.
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eoo ( 334
Fa i robb cont el eoo in del sacch.
V, in Sàcch.
Fa yegni Unto de eoo. fi g. Fare alimi
il capò come un cestone o grosso come
un cestone. Tórre o Bompère o Spesr
zare il capo o la testa, Bompere la
fantasia. Intronare* Sbalordii^e.
Gira el eoo. ùf^^ Aver il capo alle
girelle — Jver meno il capo»
Giugagh el eoo. Bimetterd la testa.
Lassasi minga mangia i fasoeu in
eoo. fig. Non portar basto. .Non si la'-
sciare metter sotto , cioè soverchiare.
Lavada de eoo. fig. Lo stesso die
Felipp fig. K
Lavora de eoo. Cannarsi alcuna cosa
di capo. Inventare. Fingere. Scrivere
di sua testa.
Ve mej eoo de gatl che eoa de
lion. fig. jÉ meglio esser capo di gatta
che coda di leone.
Mangia cont el eoo in del saceh. fig.
Mangiare col capo nel sacco. Vivere
spensierato.
Mangia in eoo i fasoeu. fig. Mangiar
la torta in capo. Soverchiare.
Meli el eoo a cà o a partii 9 o Melt-
giò el eoo. fig. Mettere il cervello a
bottega o il capo a partito.
Meltes dent cont el eoo e cont i
pee. fig. Prendere checchessia a scesa di
testa, Mettercisi colle mani e co* piedi,
Meitercisi coli' arco o col midollo del-
Vosso, Spogliarsi in camicia , in far-
setto o in Jarsettino, Vale impegnarsi
con ogni forza» studio e diligenza
per ottenere o fare qualche cosa.
Mett-giò el eoo. C/iinare il capo;
e fig. Mettere il cervello a partito,
Mett i ceucc in del eoo a vun
Avviarlo 9 dargli avviamento. Mettre le
pain à la main de quelqu* un dicono
i Francesi — Vale anche Illuminarlo.
y. in (Eùcc.
Mett ona robba in del eoo a vun.
fig. Mettere checcìtessia nel capo a uno ;
e famigliarmente Sufolar negli orecchi.
Mettere una pulce nelV oreccldo.
No sa ve dove dà el eoo. Non sapere
dove darsi di capo.
No vari on eoa de rcngh. Non va-
lere un frullo, y, in S'giàfla,
Ona porzion Tè el eoo e ona por-
zioa Tè el cuu. F, in Cùu.
) eoo
Perd el eoo. fig. Perdere il capo*
Pesa pussee el eoo die né el cuu.
r. in Cùu.
Pesta ona robba in del eoo a vnn. fig.
Bibadire checchessia in capo ad uno.
Podè ipinga alza el eoo. fig. Dovere
stare terra terra come la porcellana.
Quand la montagna la gh'^ha ligaa-
su el eoo prest presi gh*emm Tacqua
ai pee. Dettato brianz. Quando Mon^
temorello ha il cappello mal villan
piglia il mantello(LasiTÌ Prov.). È pro-
nostico tratto dalFannebbiamento del-
le vette de^ monti comune anche ai
Comaschi: Quand Bisbin el gh*ha el
capell tceii-'SÙ i strivaj mett el mantell.
Quand vun l' è desgrazìaa se boria
giò on copp del tecc ci ghe va in
sul eoo a lù« y. in Cópp.
Scaldament de eoo* Scaldass el eoo 9
ecc. y. in Scaldaménti Scalda, ecc.
S'ecppà el eoo. fig. Spezzar la testa.
Bompere il capo. Sbalordire.
Scorll-adree el eoo. . . • Disperare
della saluto d^alcuno , ritenerlo sfidato.
Scorlì el eoo. Girar il capo. Dir di no.
Se borla-giò on copp el me dà in
sul eoo. y. in Cópp.
Senza eoo. Senza capo. Dicapato.
Scapato 9 e dottrinalmente Acefalo —
Al ùg. Senza cervello,
Tajà-via el eoo ai rann , ai inciod ,
ecc. Scapare le rane « le acciughe , ecc.
Tanti eoo Unti penstu 2"an^ uomini
tant animi {Ì/Lonos. i58). TanU teste
tanti cerveUi(ivi). Il latino Tot capita
tot sententite. 1 Francesi dicono Autant
de tétes autant d'opinione.
Tegni el eoo a cà. Stare in senno
o in buon senno.
Tira la peli in eoo. fig. Fare il collo»
Toeù de eoo per mett de pee. tig*
Cavar un chiodo e ficcar una cavicchia.
Scoprir un altare per coprirne un altix}.
Fare nuovi debiti per pagare i vecchi.
Toeii-foeura del eoo. Lavorar di ca-
po. Far di sua testa. Levarsi del cer-
vello uno scritto , un discorso o sim.
Toeù foeura del eoo ona robba a
vun. Trarre o TTfrre del capo una cosa
ad imo; sincerarlo o dissuaderlo.
Toeuttcl pur foeura del eoo. Léva^
telo del capo 9 cioè deponine il pen-
siero 9 cavatene di speranxa.
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eoo
(335)
eoo
Trarev via on eoo se ghc n'avess
duu. S'io avessi un altro capo^ io
batterei tanto per le mura questo die
si vedrebhon le cert^lla{hascdi Gelo^
sia V, io).
Trass in del eoo. Ridursi alla me-
moria o alla mente,
Vess pien de debet finna al eoo.
Ji^er piÌL debiti che la lepre* Aver
debito il cuor del corpo, lì terenzia^
no Animam debere.
\tss robba de trà-via el eoo. Es-
ser cosa da impa%zime f da dar nelle
girelle f da battere il capo per le mura.
Vess senza eoo. Non aver capo 9 e
fig. Aper dato il cervello al cimatore.
Góo. Intelletto. IniendimenJto. Giudizio.
. Intelligenza , e scherz. Comprendònio
o Comprendònico. Jntendacchio.
A me pocch eoo. A mio scarso giu-
dizio» Lo judiciolo meo di Anuniano
Marcellino Hist. lib. 27, cap. aS^p.GSl.
A so eoo. Vi suo capo.
Avegh minga de eoo. Essere senza
capo. Non avere mitidio. Aver una
testa ripiena di pappa.
Bon eoo. Buona testa*
Omm» Donna de eoo. V. in Ovata
e in. Dònna.
Cóo. Capo. Principio. Goo de contrada.
Capistrada(*iosc.e Rime d^un aut. pis.).
Andà in eoo. Terminare. Scadere.
• Per es. A san Michee che ven voo
in eoo de F investitura. Per san Mi-
chele venturo mi scade la investitura.
De eoo del leec. V. in Léce.
Descorr a eoo pu beli. Metter il
becco in molle. Diccsi di ebi comincia
a cicalare e non sa ebe si sia restare.
In eoo. In capo 9 cioè in fine*
In eoo de Pascià, f^. in Àscia.
In eoo del mond. In capo al mon-
do. In capo del mondo,
Vegninn a eoo, Fenir a capo di
checchessia. Far capo. Miuscirne.
\^sz in eoo. Essere a termine.
Camminar verso la fine. Avviarsi alla
fine* Esser perfinire.
Cuo ( parlandosi di mali » tumori , ecc.).
Capo. Origine.
Coo di panaris Il punto
donde ba orìgine il patereccio.
Vegni a coo. f^enir a suppurazione.
Suppurare» Far capo. Dicesi di po-
stema o simile ebe cominci a gene-
rar putredine o aprirsi.
Cóo. Capo della matassa^ il quale dicesi
Bandolo e ancbe Comandolo quando
è ancora attortigliato.
Cóo. Cerro. Frangia. Il vivagno della
tela — Coo del sibbi. F. in Sibbi.
Cóo. Capo. Pari, di viti» zuccbe» ecc.
Coo de vin o de uga. Capo da /rutto
(Trinci Agr. 54)* Quel capo che deve
dar frutto nelPannata e ebe nelle vili
a vigna (a piaga) si ripiega e tende al
rincontro.
Zucca de coo. f^. in Zucca*
Cóo. Capo ài seta» filo» cotone, ecc.
Fà-giò i coo. T. de^ Setaiuoli. Sbroc-
care la seta.
Fà-sù i coo. T. de^ Filatojaj
Lo sbreccare e il ripidire da ogni
lordura la seta in sul finir àeWaspata.
Ferr di coo. T. de^ Fiialojaj. F.in
Fèrr.
Trà-sott i eoo* T. deVilato^aj. . » .
Venir vìe via rattaccando alle fila
già avviate sul naspo le nuove fila
ebe si vanno traendo dai bozzoli gal-
leggianti neUa caldaja.
Cóo d^argent. Trecciera. V. Speronàda.
Cóo de montura. T. de* Parrucchieri.
.... Ciocco di legno foggiato a capo
d^uomo, senza però alcuna forma di
viso, sul quale i parrucchieri ven-
gono costruendo Icj parrucche. È detto
dai Francesi Téte de bois o Téte d
pemufue o Champignon d pied.
Cóo de peruccb. fig. Capo di stipilo.
V. Coo de fa corr uss in Cóo.
Cóo de peruccb. .... Ciocco simile a
quello detto Coo de montura V.; che
però talvolta ba anche la forma del
viso, sul quale si posano le parruc-
che d^ uso giornaliero per pettinarle.
Dicesi Téte a perruque dai Francesi.
Cóo de pettenà. T. de'Parrucch
Ciocco foggiato a capo d^uomo, con
viso ancbe colorato, di cui i parruc-
chieri si servono per montarvi ogni
specie di capellatura posticcia. £ un
Coo de perucch più gentile e quasi
simile per la forma al Coo de scuffi.
V. I Francesi lo dicono Poupée.
Cóo de scuffi o de madamm. Testiera. Le
modiste e le erestaje chiamano cosi
quel bustetto di cartone sul cui*capo
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GOP
(336)
COP
'montano cuffie, cappellini e simili.
Ha viso di donna, e serve a sifFatte
artiere come i modellini di fabbriche
e ornati servono agli architetti , scul-
tori, ecc., cioè è saggio dell'opera;
giudicano in sul iinto come sarà ap-
pariscente al vero il loro lavoro. I
Francesi lo dicono Poupée,
Cóo de roeuda. ^. in Tèsta.
Coo-d'òr. Piviere dorato{Say'} OmiL I,
a 56). Uccello detto Ciiaradrius plwior
lis da Linneo.
Cópa, ecc. y. Còppa, ecc.
Copài(6alsem del). Balsamo del cop"
paìba o coppaìva o copaìba^ e assol.
Coppahù. Copaà. Coppaù,
Copàl. j4d. di Còma e Vernis. A^
Copé e Coppe. T. de^Carrozz. Cappe.
Specie di carrozza o berlina dimezzala.
Copé Specie d^ofFella.
CopèUa. Coppella,
Argent de copella. Argento di cop^
pella^ cioè affinato, fine.
Copella de fina. T. di Zecca. Affi^
natojo. Quella coppella in cui s^ affi-
nano gli argenti; la quale è detta Cas-
se d* ajinage dai Francesi.
Mett in copella. Coppellare.
Podè minga stagh a copella. fig. Non
esser atto a servir di fattorino ad
uno. Non esser atto a scalzar uno.
Sta a copella. fig. Star del pari. Stare
a competenza. Stare o Reggere al pa-
ragone. Competere con uno,
CopcUìnna. T. di Zecca. Bottone, Bottone
di fino,
Copelón. y. a. V, Coppón. Dal greco
xoffrw, dice il Faron de Milan.
Copelòtt e Coppelòtt. Scappellotto,
Copenaghen Specie di tabarrone
usato particolarmente dai cocchieri.
Copèrta. T. de'Pett. Torc/iio. La lesta
della panca (cavalett) da pettini.
Copètta, Copettà, ecc. V, Coppétta, ecc.
Copètta. fig. Spalmata,
Còpia. Copia, La cosa trascritta.
Brutta copia, f^, Bruttagòpia.
Segonda copia. Ricòpia,
Tra copia. Far copia.
Còpia e Copiadùra. Trascrizione, Copia,
Copiatura{Min.). Il trascrivere.
Copia. Copiare. Trascrivere, Ricopiare.
Torna a copia. Ricopiare,
Copiàa. Copiato, Trascritto*
Copialètter. Copialettere.
Copiàscia. Malacopia*
Copiascià. . . . Essere un copistaccio 9
un plagiario — Tocca doma de co-
piascià. Esser dannato a copiare e
ricopiare tutto il nato dì,
Copin. F". Coppìn.
Copiroeùla. K. Copparoeùla.
Copista. Copista. Copiatore. Amanuense,
TYascrittore ; e scherz. Menante,
Copistarìa Quell^ ufficio dove si
ricopiano gli spacci d^ un ministero.
Copoàr o Coupoir. T. de'^Gitt. di carat.
Registro. Strumento parte di legno e
parte di ferro che serve per fare il
canale al piede delle lettere, e dar
loro il pulimento sopra e sotto del
quadro : Coupoir è pretto franzesismo.
Telar. Telajo >» Giiistificador. Tira-
giustezza? a Composi tor. Componitore
»» Sciocch. Ceppo » Pianin. Pialletto.
Cópp. Pare che questa voce insieme
colle sue corrispondenti de'varj par-
lari d'altana abbia avuto speciale mis-
sione di mostrare dal brutto Iato
quelle opere di doppio viso pel sapere
che notniniamo dizionarj. Sia nei vo-
cabolari della lingua illustre, sìa in
quelli dei dialetti d^ Italia è una con-
fusione cosi mirabile di Coppi 9 Tegole
ed Errici rimandati Tuno alPaltro, e
mutati a vicenda di piani in concavi
e di concavi in piani, da far dispe--
rare il più fermo vocabolarista che
un voglia, e rendergli enigma ciò che
per r infimo de"* manuali è chiaro più
che la luce del sole. Una semplice
occhiata di confronto alle definizioni
delle voci Tegolo ed Embrice colle
derivanti da esse^ ed ai testi onde sono
confortate ne' dizionarj italiani , una
occhiala alla parola Copo nel Diziona-
rio venez. ital. basterebbe a provare a
chiunque la verità della mia asserzio-
ne. Però a snebbiare la cosa mi venne
molto ajutando la bella Relazione sui
modelli di tegolo Minacci e Dami fatta
dal eh. sig. Municchi all'Accademia dei
Georgofili, e reg. da pag. 319 a aaQ
del voi. XI de^suoi Atti i853, quan-
tunque anche in essa (colpa certo i
vocabolaristi) siano incorse tre inesat-
tezze, cioè a dire le TeguUe hamatte
de' Latini fatte Tegole piane f mentre
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cop ( 337
o erano tutf altro o erano le concave;
le Tuiles creuses dei Francesi fatte Ca-
naletti^ mentre in vece sono i cosi detti
Frati da stanze a tetto-, e i canaletti
descrìtti come fatti in semicartoccio
conico, mentre più chiaramente vo-
Icano forse esser detti semiconi di doc-
cione. A ogni modo ben ponderata
ogni cosa, spero essermi ingegnato
di dare notizia di queste voci non
più babelicìsi come addietro , ed ec-
cola:
Cópp. TVgolo, Tégola. Nome generico
di que^ lavori di terra cotta o piani
o arcuati, lunghi poco più poco meno
di mezzo metro, che si fabbricano
nelle tegolaje per uso di coprire le
cavallature dei tetti alla romana o
airitaliana che dicasi — [il Diz. venez.
vuole che la voce 'Copp provenga dal
sassone Coppe {colmo), io credo più
volentieri che le voci latine Cupa,
Ctipulof Cupella siano state madri al
nostro Copp"] — in particolare però
si suddistinguono in
Copp roman o Coppon roman. Te-
golo. Tegola. Embrice. Specie di tegolo
piano, detto anche dai Fr. Tuile piate,
con risalti dai lati per lo lungo, po-
chissimo usato fra noi, della cui specie
io non ho visto ricoperto per intiero
che il solo granajo della Villa Greppi
a Casate Vecchio in Brianza. In To-
scana in vece e nella Media Italia
sono base della copertura dei tetti*
Copp (semplicemente detto). Tego-
/{/to(*tosc. e Monti Proposta III, 11
pag. Lviii). Doccio. Canale(*iosc. Mem.
Municchi su citata). Canal€tto{*\ucch.).
Specie di tegolo arcuato fatto a mo"* di
ctnale più largo da un capo che dal-
Taltro, di cui nella Media Italia si
servono per ricoprire le commessure
dei iilari di tegoli o tegole o embrici
piani propriamente detti, e che noi
usiamo promiscuamente come tegoli e
come tegolini, posandoli noi per con-
vesso o per dorso a far T uffìzio dei
primi, e per concavo o pei lati a far
quello dei secondi, cioè a ricoprire
le commessure dei filari di copertura
già formati co** primi. E questi nostri
Copp o Docci son quelli che i Latini
chiamavano Tegole embriciata (TegidtB
rol. I.
) COP
imbricatas), perchè si addossano Tuno
air altro per una terza parte della
loro lunghezza -, e sono pur quelli
che i Fr. chiamano Tuiles gironnées
o en gouUière o imbrìcées o concaves.
Coppon roman grand. Tegoli da
forma grande,
Coppon roman mezzane]. Tegoli da
forma piccina.
Copp a uso d^usej. Frati. Specie
d'embrici forati e fatti a guisa di cap-
puccio per dar lume a quelle stanze
a tetto delle case le quali non ne
possano avere per altro modo -, quelli
che i Fr. chiamano Tuiles creuses.
Copp de torr Tegoli trape-
ziodei per le torricelle e altre coper-
ture di tetti rotonde.
Copp a ess. Tegoli fiamminghii^ìHìXr
nicchi Mem. su cit.). Tegoli ad esse.
Specie di tegoli che si posano per
filari orizzontali a forma di esse gia-
cente C/3 , aventi in un solo pezzo il con-
cavo per dar corso alParqua, e il con*-
vesso per collegarsi col compagno.
'Copp de colmegna che alcuni di--
cono anche assolutamente Colmeguón.
Colmegnòlo{*SLreU - Vocab. aret., che
gli Aretini dicono Colmegna come noi
il colmo de* tetti ). Quel tegolo che
ricopre il colmo, la cresta, il comi-
gnolo del tetto, e che i Francesi
dicono FaUière.
Copp de conversa o Coppon. . • .
Specie di tegole grandi usate ne^ com-
pluvj de^ tetti -, quelle che i Latini
chiamavano Tegalce collicias o colli-
ciares, e che i Venez. dicono CopicamU.
Coppon de conversa. . • . Embrici
assai grandi e a gocciolatojo che. si
mettono sul colmo dc^ tetti o nel goc-
ciolatojo del piovente riunito di due
tetti. I Francesi li dicono FaÙières o
Enfofteaux.
Copp de fornas. Comignoli da for-
naci.
Copp de gronda. Gronde. Gli ulti-
mi embrici pioventi d'^un tetto.
Copp de cristall. Tegoli di cristallo.
Si lavorano da poco in qua in una
fabbrica a Porto sul Lago Maggiore.
Copp de ghisa. Tegoli diforrofoso
(Gior. Georg. XI, aaS).
Copp de marmor. Tegoli di marmo.
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COP
(338)
COP
BancK di copp. . . . Specie di tavola
su cui il tegola jo lavora i tegoli. È
larga ed ha per lato un'^asse in ìsbieco
donde si fanno scivolare i tegoli fatti
di fresco sulle assicelle (pa/e^5 fr.)
colle quali si portano a seccare in
aja. È diversa dal Cavalètt. I Francesi
dicono esclusivamente Banc a questo,
e Table al Casfalett e anche a questo.
Giappà quaj i copp. Sgìiembarsi?
y, in Quàja.
Dannaa come on copp. Arrovellato.
Tutto stizzito. Pieno di stizza.
Di copp in giò. Di copp in su.
(met.). Dal tetto in sii 9 Dal tetto in
gitt. Cred minga di copp in su. Non
credere dal tetto in sii 9 cioè non aver
credenza alle cose di fede. Bellissime
osservazioni fa il Maggi per bocca di
Ballraminna neirinterm.'* fra Tatto j.°
e !2.^ del suo Falso filosofo su questa
Spartiùon di copp come egli la chia-
ma, cioè su questo Pensare e operare
inondanamente(d!c copp in giò) diverso
dal Pensare e operare religiosamente
(di copp in 511).
£rba di copp. K. in Èrba.
Fa i copp. pianare i tegoli» Lavo-
rarli nella forma sulla tavola da ciò
(banch di copp).
Giugà a pizz o copp. y. in Pizz.
InLendesen .come on speziee a fa
copp. Addestrarvisi come il cane al-
. V uya. Il latino Fulpes boi^em agit.
Ve mort sottai mee, sott ai soeu,
8olt ai nost, ai vost copp. i? morto sul
mio 9 sul loro 9 sul nostro ^ sul vostro
(Fag. Avaro punito I, 5), cioè mori
servitore o mezzadro o pigionale di
quello a cui si nferisce il discorso.
Mett i copp .... Levare i tegoli
dal banco e allogarli sullo spazzo per
ripulirli.
Per el gran vent Ve andaa-giò tul^i
copp. Dalla furia de* venti il tetto ri-
mase distegolaio.
Porlà-sù i copp. fig. Portar la colpa
d' altrui — ed anche Ripescar le sec-
chic , cioè Racconciare con fatica gli
altrui errori.
Quand vun Tè desgraziaa se boria
giò on copp del tecc ci ghe va in
sul eoo a lù. Allo sgraziato tempesta
il pan neljbrnoi cioè pericolano anche
le cose sicure, e si dice a chi o da chi
è, come sogliamo nominarlo , un sac-
co di disdetta.
Stanza sott i copp. Soffitta. Stanza
a ietto. Il franzese Galetas.
Yess on copp de sempenriv* F* in
Semperviv.
Cópp. . • . Arnese che i cappuccini sona-
vano per chiamare a mensa. Sonare a
mensa con un tegolo(Oìorn. agr. I, 98)-
L** ora del copp. y. in Óra.
Cópp. T, de* Cioccolat. ^niciene ( cosi
rÀlb. enc. in Cioccolattiere). Specie
di cassetta di ferro con manico pure
di ferro che piena di brage s^ alloga
sotto la pietra per tenere calda e
conseguentemente liquida la pasta da
cioccolata intanto che la si va lavo-
rando. Forse in origine dall'avcr for-
ma di canaletto (co^p).
Cópp .... In alcune parti del Mila-
nese , come nella Yallemadrera, è mi-
sura di capacità dei solidi equivalente
alla Mitàa della città ed anche , se non
erro, alla Coppa degli Aretini.
Mezz-copp. P^. Mezza-mitàa.
Cópp. Randello ? I basta] chiamano cosi
quel pezzo di legno arcuato che per
cosi dire è la serraglia degli arcioni
del basto e fa canaletto per ben adat-
tarsi al filo delle schiene della bestia
da soma che V ha a portare. Forse il
Courbet dei Francesi.
Cópp. Coppe. Uno de'^quattro semi delle
carte da tarocchi, cosi detto perchè
rappresenta coppe o sia pàtere che
noi fuor di giuoco diciamo taz%.
Dà el duu de copp. fig. Dare lo
sfratto 9 il cencio 9 il gambone^ Vamr
bio. Dare o Porre il lembo o il Umbuc-
ciò altrui. Licenziare, mandar visT.
£1 duu, El trii de copp. Le due^
Le tre coppe.
Toeù-sù el duu de copp. fig. Aver
preso il pendlo(Pag. Aver cura di donne
è pazzìa III, 11). Partirsi, levarla.
Cópp abusiv. per Coeur(in giuoco). V.
Còppa. Coppa. Nuca. Collòttola. Cottala.
Cuticagna.Occipìzio. Memoria o Cervice,
A tira i cavi] de la coppa fan deri^
la bocca, y, in Cavoli.
Chi r ha in bocca V ha appos a la
coppa. Cosa mentovata per via va, F.
in Strìa.
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COP
(339)
COR
Fa coppa. Far collottola o cotefi"
na. Far buona collottola o buona co-
tenna^ Far buona cera e ingrassare.
Còppa. Capocollo? Taglio dì manzo che
confina colP aletta, colle costole dello
spigolo (cro5era) e col collo.
Coppa d^ animai. Capocollo(c05\ il
Diz. ven. senza citarne autorità), y.
Bondioeùra.
Coppa (che i più dicono Tazza o V&s).
Coppa, Masetto, La parte d'*un calice
che serve a contenere Tacqua e il vino.
Còppa .... In alcune parti del con-
tado è detta così una qualità di spia-
nuccio consistente in un rastrello
senza denti.
Coppa. Accoppare, Ammazzare,
Coppa de cortesia, y. in Cortesia.
Coppass per nagotta. Fare la panata
al diavolo. Anfanare a secco. Crepar
di fatica inutilmente; quel che i Fran-
cesi dicono Ètre Cogne Jctu qui se tue
et ne fait ricn.
Vece de coppa. F. in Véce.
Coppa. Stordire, Sbalordire,
Coppa i oeuv. Cuocer l'uova nel tegame,
Coppà-sù . . . Rastrellare con quello
spianuccio che è detto Còppa*
Coppàa. Accoppato,
Coppàa. Ad, if (Eùv. /^.
Ave coppàa i oeuv. fig. Aver fritto.
Aver fatto la zuppa nel paniere. Aver
fatto una frittata. Aver rovinato il
negozio, r affare 9 la faccenda.
Coppacavàj .... Strapazzator di ca-
valli; chi affatica ì cavalli senza di-
screzione.
CoppaOBÙy ) ^ copiroeùla. K Coppéra.
Copparoeùla S ^ ^^
Copphscia . • . Tanta di collottola ; col-
lottola rilevata, lata, grassa.
Coppe (Maggi Int. II, 17*2). K. Copé.
Coppelòtt. Scappellotto, V, Copelòtt.
Coppéra . . • Tegolo di legno con un
manichetto da capo, il quale ^erve
al tegolajo per forma del vero tegolo
di terra cotta. V, Mceùd.
Coppéra (cAe aleuta dicono Cocchéra).
Tegamino da uova. Vaso per uso di
affrittellare Puova, il quale è per lo
più di rame; lo Scappi lo chiama
Padella per fare uova affrittellate.
Coppétta Collottoletta.
Coppétta. F, Ventósa.
Coppétta. K Sciavattln (cra^toceo).
Coppin e Copìn. Collòttola, Coppa. Cot-
tala, Cuticagna. F, Còppa.
Coppin dicono in qualche parte dell'Alto
Milanese , come in Fallemadrera, ecc,
quella misuruccia d^ solidi die in città
diciamo Quartin. F,
Coppin per Mesurin. K.
Coppin. Coppettìno, F. Culètt.
Coppòn. Scappellotto — Il Coppone dei
diz. ital. vale quello che fra noi dicesi
Scamon^ o vero certa misura. F,
Coppòn. Embricione{*iosc, e Rime d^un
poeta pis. )•
Coppòn de conversa o Coppòn assoL
per Copp de conversa. P", in Cópp.
Coppòn roman. F, in Cópp.
Copponà-sù. Dare scappellotti.
Cor. Coro — Ranch del cor. Manganelle,
Cor (che nell'Alto Mil, dicono Rugavo).
T. de" Lavand. Ceneraccio, Ceneràc"
dolo. Quel panno che soprapponsi agli
altri che sono nel bigoncio del bucato.
Cor. Correre, F, Córr.
Cora córa o Cora Corinna. Carré curre
corrine {ytonìg, Ser, nob, I, i). Bilie
bilie, Curra curra, Billi billi. Belle
belle. Versi da chiamar a sé le galline.
Coradèlf^. Polmone — La Coratella dei
dizionarj ital. vale il nostro Ròse. F,
Al. Ale, Lobi >» Alctt. Alette, LobetU
CB Canaruzz. Canna, Canaletto,
Coradèlla. Pasto, Polmone degli animali
macellatisi considerato come vivanda.
Busecca o Busecchinna de coradèlla.
F, in Riisccca.
Frittura de coradèlla. Fritto di pa-*
sto o di polmone,
Coràgg. Coraggio. Cuore, Animo, Bravura,
Ciappà o Fass coragg. Incoraggiar^
si. Far cuore. Pigliar coraggio.
Con coragg. Coraggiosamente, Intre-
pidamente. Animosamente, Firilmente»
Coragg de milla lira. Gran coraggiom
Fermo coraggio» Intrepidezza,
Fa coragg. Far cuore. Incoraggiare*
Inanimire, Far coraggio.
Fa perd el coragg. Scoraggiare»
Sbigottire. Sgomentare. Avvilire,
Perd el coragg. Scoraggiarsi, J2ri-
gottirsi. Sgomentarsi, Avvilirsi,
Torna a fass coragg. Rinfrancarsi*
Biconjbrtarsi. Riprender animo. Bas^
sicurarsi, Rincorarsi. Rifarsi coraggio.
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COR (
Coraggiós. Coraggioso, Animoso, Bravo^
Intrepido. Ardito.
Coràj. s. m. pi. C(7ra//i(^iior.)- Così chia-
mansi certe pallottoline rosse che
hanno i polli d'India sotto ai bargigli
e lungo il petto. I Francesi le chia-
mano Grenades o Gilets.
Bid che passa minga i coraj. Riso
sardonico 9 sforzato , dispettoso — Jìire
qui ne passe pas le nceud de la gorge
dicono i Francesi.
Coraìtt. In alcuni luoghi deWAlto Mi-
lanese danno t/uesto nome ai fiori delle
beli idi. K Margarilln(^e///c?c).
Coràl. s. m. T. eccl. Cantorino, Lihrv
grande da coro, libro corale.
Corali. Corallo. La Madrepora ruheàL. o
Isis nohilis di Blum. 11 nostro popolo
senz^ esser zoofitologo distingue il Co-
rali in mas^c e femmina ; i fabbrica-
tori ne distinguono varie specie. Targ.
Toz. ne'^Viag. II,*i62 dice che i Li-
vornesi ne sanno annoverare quat-
tordici specie di rosso 9 e sono in
ordine di successiva bellezza i. Schiu-
ma di sangue^ 2. Fior di sangue^ 3.
Primo sangue f 4* Secondo sangue, 5.
Terzo sangue, 6, Stramoro, y. Moro,
S, Nero, 9. Strafine, io. Sopra fine,
ir. Carbonetto, 12. Paragone, i3.
Estremo, 14. Passaestremo, Veggano
i periti se mai non vi sia errore —
I corallaj chiamano Filotto il filo di
coralli di circa sei once di peso;
Corpo più fili di corallo men grosso
del filato di cui si compongono i mazzi.
•» Chi pesca il corallo di cesi Ca^^atore
o Pescator di coralli ; chi lo lavora
Corallajo; i fondi fertili di corallo di-
consi coralliferi ; la barca da pescar
coralli Corallina; quantità di coralli
dicesi Corallume; ciò che è diramato
come corallo Coralloide, e ciò che
è rosso com'*esso Corallino,
Corali bianch. Corallo bianco. La
Madrepora oculata di Blumenbach.
Corali carbonett. Corallo carbonetto.
F. sopra.
Corali eoo de fila. Corallo capofilo.
Corali mezzania o smezzaa. Mezza-
nìa. Il corallo minore di tutti che i
Livornesi assortiscono per mazzi di
sei libbre composti di cinquantaquat-
tro fila Tuno.
340) ' COR
Corali molaa. Corallo arrotato -^
affaccettato, sfaccettato.
Corali negher. Corallo nero. Ama--
paté» La Gorgonia antipathes di Pallas.
Corali sgresg. Corallo greggio,
Mazz de corali. Rappa di corallo,
Ramm de corali. Branca di corallo.
Scorza de corali. Corteccia di corallo,
Corallìn. Coralletto, Picciol corallo.
Corallin (che anche si dice Cornajolin).
.... Specie dV-ba arvense-
Corallinna. Corallina. La Corallina qf-
ficinalis de** sistematici, buon vermi-
fugo pei fanciulli.
Córamàsc' Cojaccio?
Coramèlla. T. de^ Barb. e Arrot. Buccio %
Pelle fine sulla quale si strisciano i
rasoj e simili per affilarli . Striscia
registra pure il Vocab. veneziano
senza però addume autorità.
Coràmm. Cuojo. Cojame, e con voce pe-
dantesca Cono, Il Corame dei dizion.
ital. vale quantità di pelli sottili.
Avegh el canaruzz fodraa de co-
ramm. K in Canaruzz.
Cora ria. f^. Correria.
Co rase. Cuoraccio{¥Bg. Ingan. lod,ììl, io).
Coraccio. Cuor cattivo, crudele.
Coràsc. Buon cuore. Gixm cuore. Cuor
largo , liberale. •
Coravó. T. di Cartiera. Colatoja (V. Alb.
cnc. in Colino). Arnese per cui si fa
passare la colla prima di adoperarla
per la carta. Forse il Couloir dei
Francesi.
Coravó. T. di Cartiera. Colino, Tclajetto
di legno fatto a rete con funicelle sul
quale si pone la colatoja. VArquet
dei Francesi.
Corazziér. F". Bust-de-fèrr.
Corbàtt, voce brianz. per Scorbàtt. K.
Corbattèll, voce brianz, per Scorbattìn. y.
Corbella , voce ant. per Corbello , rima-
staci oggi solo nella frase prover-
biale Manda de vali in corbella, f^,
in VàU.
Corbéra. Ad. d'tgìk, K
Corberinna. Ad. d' Ùga. y.
Corberón. p'. in Uga.
Corboglión. Brodo ristretto. Dal francese
Court-boiàllon, D^ ordinario la voce
Corboglión è da noi usala per espri-
mere quel brodo ristretto o quella
gelatina che si fa nel lessare il pesce.
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COR ( 34
Còrda. Corda, La Fwte^ e poet. // Fune.
— Noi lontani dal mare a mala pena
sappiamo che siano gomone e cavi ,
e non conosciamo né ansiere^ né dra-
glie j né drizze 9 né gherlini , ne ma-
novre j né cent^altri simili cordaggi di
marineria ; queste voci si ricerchino
allo Strafico — Vedansi ciò non ostan-
te Gamir^ Vént, ecc.
Fil. TYéfolo ts Legnoeu. Legnuolo.
Cordone.
Andà con la corda al coli. F'enir
colla coreggia al collo o in collo a
chiedere mercè. Andar supplice, in
atto di umilissima rassegnazione.
Andà su per scala e giò per corda,
fìg. Fare un ballo in campo azzurro.
Essere appiccato.
Ballarin de corda. F. in Ballarìn.
Corda del mantes.ilfenatoyc7(Diz.art ).
Corda de Monscia. gergo
La salsiccia (/ifgancga) , cosi detta da
noi perché s^adduglia come le funi e
perchè i Monzesi portano il vanto
nel farne di squisitissima.
Corda d^erba. Breino o Cavo d*erba
fatto di falasco o pattume — Stramba
o Strambo dicesi la stessa corda non
torta ma solo intrecciata — Libano
chiamasi quella fatta di giunco.
Cord di caregh. Suste.
Gir de corda. Duglia, La corda av-
voltata in cerchio per occupar meno
spazio.Fà-sù la corda in ^iv. Addugliare.
Lassass-giò cont ona corda. CoUarsi.
Tegni corda, fjg. Tener mano. Tener
il sacco. Fare spalla»
Còrda (per ant.). Corda. Quella dell'uscio
da via. Tirar la corda. Aprire altrui.
Còrda. Co/Y2a. /ime. Tortura; ant. Còlla;
in gergo la Margherita.
Dà la corda. Dare la corda o la
ftme* Mettere alla tortura. Dare tratti
. di corda ; e ant. Collare — fig. Angu*
stiare. Mettere in angustie ^ in cimento.
Dà la corda a vun. fìg. Fare il collo.
Abusare del bisogno altrui. V. in Còli.
Dare la corda nei diz. ital. ha altri sig.
Tegnl su la corda, fìg. Tenere sulla
corda. Tener dubbio , sospeso.
Còrda. T. degli Strumenta). Corda.
Cord d^azzal. Corde d' accia jo.
Cord de budell. Minuge, Corde di
biuiello.
i) COR
Cord de ferr. Corde di ferro (Dìz.
mus.).
Cord de lotton. Corde d'ottone.
Cord de seda. Corde di feto (Diz.
mus.).
Cord ramaa. Corde fasciale — Cor^
doni fasciati.
Andà-giò de corda. Scordarsi ^ e fig.
Uscir di tempera,
Mett i cord a la ghitara. Incordare
o Mettere in corde la chitarra — Tor-
naghi a mett. A'/ico/v/are(Buon. Tan-
cia II, 7).
Tocca ona corda, fìg. Toccare ima
corda o uh tasto. Parlare alla sfug-
gita di checchessia.
Vess giò de corda. Lo stesso che
Vess giò de canchen. y. in Cànchen.
Vess giò de corda, fig. Non essere
in tempera al giuoco. Non essere in
buon giuoco.
Vess in corda, fig. Essere in tempera,
in ordine 9 in assetto, in buon punto,
a giuoco. E dicesi cosi del fisico come
del morale. Se poi la metafora sia
nata fra noi dalla corda deir arco da
saettare o da quella da cordeggiare
o da quella da sonare male saprei
indovinarlo.
Còrda. T. mus. Corda{ìyiz. mus.). Esten-
sion di voce.
Còrda. T. idr., e dicesi
Fiumm in corda.
Fiumm giò de corda.
Corda, accordare. Fermare o Fare ac^
cordo.
Corda a mes , a ann , ecc. Fermare
per mesi, anni, ecc.
Corda la vicciura, o simili. Noleg-
giare la vettura.
Cordàa. Accordato — Noleggiato,
Cordàda. Ad. di Pelna. F'.
Cordàda Colpo di fune.
Corda-magna. Corda magna. Garretto,
Cordarla. Cordame. Sartiame. Funame.
Cordaggi — Gomone — Manovre —
Sarte.
Cordarla. Corderìa. Luogo dove fannosi
i cordaggi.
Cordàss. Accordarsi. Venire a patti.
« Che no m« cordareT col R« de Spegna. •
(Bel. Rim.)
Cordée. Funajo. Funajòlo. Fimajuòlo.
Cordajo, Cordajuolo, Chi fabbrica la
I f^. in Fiumm.
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COR ( 342
corda e Chi la vende — Chi fabbrica
le corde dì budella dicesi Minugiajo
(Alb. enc. in Cordajó),
Corderà c/te comunemente si dice anche
Coètta. T. degli Strum. CodeUa{GristL
Diz.)' Quel regolelto o sia quell'asse-
rella fermata sul coperchio di un vio-
lino in cui 8* infilano ed assicurano
dall' un capo le corde» detta Tirant
ncirEncycl. — Ne'^diz. ital. la Cordiera
è quello che noi diciamo Capptàst. f^.
Corderà. • . . Donna che vende corde ,
o Moglie di cordajo.
Cordétta. Cordella, Cordellina» Cordicella.
Cordicina. Funicella. Funicina; e ant.
Funicello ; dottr. Funìcolo — Le pri-
• me due voci però valgono più stretta-
mente quello che noi diciamo Strìnga
e Temètta, F. — F. anche Spàgh.
Cordettinna. . . . Picciolissima funicella.
Cordi ài. s. m.Cordiale^ Bevanda cardiaca.
Cordin. Cordoncino. V. Cordonin.
Cordi n (che anche dicesi Cor dòn). Guida.
Specie di redine con che si guidano i
cavalli da ùro^In/orcntura della guida.
Fa cordin o cordon Dicesi
tra postiglioni allorché in luogo di
montare come usa il bilancino {cavali
de halanzin) si seggono a cassetta e di
li guidano i cavalli colle redini dette
cordon o conii/^guide).
Cordón. Cordone.
Cordon. T. de"* Pettin. Costola. La parte
più grossa e rilevata del pettine.
Cordón per Cordin (guiV/a). F.
Cordón. Cordone dì peste.
Cordón. T. de^ Lastric. Guida. Cordone.
Cordón. Cordiglio de^ frati.
Cordón. Tondino. Bastoncino. Bottacci-
no 9 e dottr. i^^/ràga/o(modanatura).
Cordón. Bastone. Specie di pialla a se-
micerchio da scorniciare.
Cordón. Tèndine-
Cordón. s. m. pi. Corde del collo ^ cioè
i due nervi del collo.
Cordone. Cordellone? Accordellato. Ac-
cordellatino. Specie di sotligliume.
Cordonin. ) Cordoncino* Cordoncello.
Cordonzln. ( Cordellina.
Cordovàn. Cordovano. Pelle da scarpe
che è una specie di sommacco.
Cordovàn. Ceppatelli{*fìor. e Tomas. Sin.
p. 132). In Firenze sono propriamente
quelle parti deU^orecchio delie bestie
) COR
bovine macellate che rimangono tiif«
tavia attaccate alla pelle e sono prò»
veccio dei conciatoli acquali vengono
vendute le pelli. Fra noi denotano in
vece ogni simile cojetto o quogliattoro
o limbell uccio di carne fresca onde
i conciatori spogliano affatto affatto
le pelli vendendoli poi a chi per
meno spendere si accontenta di sif-
fatti rosumi per tutta carne.
Còregh. Cestino. Arnese di vimini» a fog-
gia di campana forata per di sopra» in
cui si mettono i bambini perchè impa-
rino a reggersi in piedi e camminare*
Gli Aretini Io chiamano il Carriuolo^
come dalla lettera di M. P. Aretino
fra quelle di Nic. Martelli p. q8 retro.
Dicesi anche Cestella^ Carniccio e
Cassetta. Questi ultimi due però sem-
brano equivalenti per appunto a quella
particolar specie di Còregh che usiamo
in villa, fatta» non di vimini» ma di
legno di noce o simili a cui diamo lo
special nome di Strenciroeii. F. I Sici-
liani chiamano Camizieddu napuUtar
na il nostro Còregh di c\\.ìk{cestellaf
cestinò)^ e Cestella di picciriddi il no-
stro Strenciroeu di villa(ciirniocio).
Còregh. Guardinfante* Guardanfante. FaU
diglia. Specie di trabiccolo che altre
volte usavano le donne per tener
distanti dal corpo e ampiamente ac-
campanate le gonnelle.
Còregh. Trabiccolo, Specie di mezza
colonna di legno cupnlnta e ingrati-
colata Siila quale si soppone un brar-
cierino di fuoco per mettervi su pan-
ni a scaldare o rasciugare.
Còregh. Cnwo(*aret.- Vocab. aret.). Ce*
stino da pulcini. Cestello di vermene
di castagno» di vimini o simili sotto
del quale ì contadini tengono i pul-
cini, i polii o le galline quando le
vogliono nei campi ma non vaganti
per essi.
Còregh 1 paniera] chiamano cosi
quella parte ai'cuata della culla che
le fa testiera.
Coreghée Fabbricatore o Ven-
ditore di guardinfanti.
Coregón. Acc.di CoTe^{guardinfantt^.F*
Corelativ (Ande). Accordarsi nel parlare.
Corengiàtt per Antiquàri(4a42<roiie) e
Tìm^lkea {tanghero), f\
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COR (343
Gorengìoeùl o Scorengioeùl. s. f. pi. v. cont.
br Quelle setole che vengono
. talora tra falange e falange intema
delie dila de** piedi a chi lavora a pie
nudo la terra.
Gorénsgia. Coreggia,
Gorensgin. Coreggiuolo. Coreggina.
Fraa del corensgin. K. in Fràa.
Gorensgión. Coreggione*
Corént , Corénla , Gorér» ecc. K. Corrént,
Corrènte, Correr, ecc.
Corespónd. K Corispónd.
Coresponsiòn. Ricognizione, Ricompensa*
Soddisfdcimenio, Soddisfazione^ Paga-
menio.
Corezióa (Cà de), y* in Cà.
Coridóra, ecc, V^ Corridóra, ecc.
Corln. Coretto cosi al proprio come al fig.
Corin. Cuoricino. Dicesi di certo pez-
zetto di tela fatto a forma di cuore
che va cucito alio sparo delle camice.
Corinoeù. Picciol cuoricino.
Corinna, f^. in Cora.
Corioeù. K. Corrioeù.
Corispónd. Corrispondere.
Corispónd. Rispondere. Le finestre ri-
spondono sopra la corte.
Corìspondént. T. mere. Corrispondente.
Corispondénza. Commercio di lettere.
Tend a la corispondénza
Accudire al commercio di lettere.
Corista. Corista.
Coriv. Corrli^o. Corribo. Facile. Credulo.
Corléra o Scorléra.// cadere o Lo scappar
d'una maglia. Certo mancamento che
succede nelle maglie di una calza.
Tirà-sù ona corìerti. Sctwalcare. Ri^
pigliare una maglia. F. Alb. enc. negli
esempi citati alla voce Calzetta. Anche
il Fag. nel Sordo fatto sentir per forza
(I, 1) ha: /( Ripigliar una maglia scap^
pata.v E lo stesso il Tom. Sin. a p. 53a.
Corlètt e Córlo. ^. Curlétt e Curio.
Còma o Còrno, e al pi. 1 corni o I
corna. Comot e al pi. Le coma ed
anche /comi -L^animale che ha coma
dlcesi Cornuto o Bicorne o Bicorno o
Bicornuto ^nohìì. Cornigero^ e alPaccr.
scherz. Comigerone — Cornato dicesi
chi abbia corna non da natura ma
per caso —-11 punto ove le corna sono
impiantate dicesi // ceppo delle corna
(Alleg. 55) — Chi ha mozze le corna
dicesi Comomozzo'^ chi le ha acute
) COR
jécuticomio — La qualità delle corna
dicesi Cornatura -— F. Còrni e Còrno.
Ave dur i corni, fig. Esser uomo di
nerbo o di ferro, y. anche in Dùr.
Ave vun in sui coma. fig. Avere uno
sulle coma 9 in odio 9 in urto 9 in di'
spetto j in uggia. Odiare chicchessia.
Corna de bò. Coma ^^ A benefizio
di chi desse in fogli o in fatture mer-
canlili fo avvertire che queste noma,
che tutti noi conosciamo sotto questo
nome comunis.% a Genova e a Trieste
sono mascherate in commercio sotto i
nomi di Aste di bue e Pastieri di bue.
Cosse gh'*é andaa a vegnì in di corni
o per i comi ? Che gli è mai caduto
in mente? Quale fantasiaccia gli è
venuta nel pensiero? Oh vedi arzigo-
golo! Oh vedi fantasticherìa !
Dà i corni in vun. Abbattersi^ Im'
battersi. Avvenirsi^ Incappare in alcuno»
Dàon dia voi sui corni, y.in Diàvol.
Di comi. Lo stesso che Di cazzi, y.
Faa a corno. Còrnicolare. Comico-
lato. Comiculato — Comicularmente.
Fa i comi. Corneggiare. Mettere le
coma alcuna bestia cornigera. Per es.
La" fa apenna adess i corni. Appena
corneggia o mette le coma o le spun-
tano le coma.
Fa i corni o i corni tt o on piatt
de cornitt. fig. Far le coma o le
fusa torte. Porre il cimiero o le coma.
Mandare a Corneto. Far marito delle
capre. Far becco. Fare 1 cannoni.
Fa i corni, fig. Far le ficìie o c/i-
strafiche - e anche yoltar la punta ad
uno. Far dispiaceri, cavallette, ecc.
Mettes i corni in eoo. fig» Avere le
coma in seno e mettersele in capo. Ap-
palesare da noi stessi il fallo fattoci
dal consorte o dall'amante , o qualun-
que altro fatto o detto che ci possa
arrecare onta o vitupero.
No è ben resegà i corna ai boeu. ^g.
V. in Boeù.
On corno o^n corno che TinccH
ronna ! Unfschioì Esci, di negativa e
disdegno a un tempo. Per es. Ben on
corno che t'incoronna ! Bene unjiscldo
(Guadag. Poes, I, 102). Coss''el vcBur
dì quest? £l voeur di on corno che
t^ incoronna. Che vuol dir questo? yuol
dir panico ^^<a(Sacch. Nov* 98)*
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COR ( 344
Pestass o Bompes i corni, fìg. Scio-
rinarsele sode. Darsi mazzate sudicie,
^agguagliarsi le costure* Battersi* Rom-
persi o Fiaccarsi .le coma o Darsi
sulle coma.
Scalda i corni. V. in Scalda.
Vari on corno. Non valere un corno»
Vegnì 1 corni, fig. I^enir la muffa
al naso. Saltar la mostarda al naso.
Vess corna e eros. Essere amici
come il can del bastone o come cani
e gatti. Stare come capre e coltellacci.
Còma. T. de'Pellin. Como.
De corna. Còrneo,
I sant moderna bln come el cor-
na, dur, stort e bus. fìg. K in Sànt.
Petlen del corno, f^. in Pèllen.
San come on conio. Sano come un
pesce come una lasca, rerde come un
aglio - S'ausa anche pari, di oggelli ma-
leriali^ ed allora equivale a Interissimo,
Saldissimo, Sto vasscll l'è san come
on corno. Questa botte è interissima.
Corna. T. de** Fabbri fé rraj , . . Arnese
di ferro ìnacciajato che si ferma o
nella morsa o ne"* fori delP ancudine
per foggiarvi sopra que"* lavori di ferro
gentili a^ quali male s^ adatterebbero
le corna delle ancudini troppo grosse.
Cornàa. Corniolo, Cornaro» Cornaro ma-
schio. Albero che è il Cornus masculaL,
Quand fìoriss el cornaa la rocca la
perd la bontaa. K. in Bócca.
Gornaa. Corniola, Cornia, Coma, Cor-
gnàle. Frutto del corniolo.
Cornabò Moneta probabilmente
ferrarese, coU'impronto d^un alicorno,
la quale correva anche fra noi , come
dice il Doni nella Zucca a pag. 46 ,
ne''primordj del secolo i5,*' Era detta
altresì Comacchione , e spendevasi in
Bergamo la scempia soldi la e la dop-
pia soldi 24 di quella moneta. Forse
essa diede il nome fra noi al seguente
insetto, se pur non Tebbe da esso.
Cornabò, e nel contado Cornabobò. Ca-
labrone di san GiovaunU^VacQÌi.). Bu-
capere, M€ingiapere(*iìor.)l Saltabecca,
Insetto notissimo che è il Lucanus
cervus o Scarabieus comutus, o Cervo
o Cerviattolo volante de^ naturalisti.
Cornare o Cornùcc. v. cont. br, . . . •
Cayicchj, e specialmente quelli del
cosi detto in città Tomell del pozz.
) COR
CoTnkda. Cornata. Colpo di corno ^ e sii
dim. Cornatella.
Cornàggia. Mulaccliia^ e poet. Corrai r^r.
Cornacchia bigia. Uccello noto die è
il Corvus comix de' naturalisti.
Cornàggia. Ghiacciuolo. Diacciuolo. Pez-
zetto di ghiaccio pendente dalle gronde
denteiti, da^ canali e simili.
Gela i cornacc. Essere i maf^^iarx
stridori o geloni. Esser un fredda che
pela.
Maggia cornàggia. V. in Màggia.
Comaggìtt(c/te altri dicono Verztft o
Vcrzitt matt). y. delPAlto Milanese.
Been bianco. Bubbolini. Pianta cannpìa
che è il Behen albumh.y le cui foglie
tenerine mangìansi la primavera nelle
zuppe dai contadini.
Cornajoeùla. Gramigna(THrg. Dii. in Pani-
cum dactylum). Sp. d'*erba arvcnsc.
Cornajoeùla . . . Canna da dar gli ajuti
a^ cavalli.
Cornajoeùla. Corniòla, Gemma nota.
Cornajoeùla . . • Mastice veneziano.
Corna jolin. r. CorallÌQ.
Cornàra. foce che s* usa nel dei. Ara
belara de ses e cornara. K. in A.ra.
Cornare. Nome di paese usato in
Andà a Cornare, fig. Andar podestà
a Cometo{R9it, Borgh. Am,fur, V, 17).
Manda a Cornare. Mandar a Cor-
neto (Ariosto nel 28.* del Furioso). È
lo stesso che Fa i comi. V, in Corna.
Cornctt. K in Cornettón e Molerà.
Cornétta. Cornetta.
Sona la cornetta, fig. Sonar la trom-
ba. Fare del cui trombetta. Spetezza-
re, scoreggiare.
Corneltun (o Cornctt). Cote arenaria.
Pietra (mo/c'rrt) nella quale predomina
il calcario, e che ha scarse e piccole
parti micacee e sabbiose, y. in Molerà.
Cornett bianch . • . Nelle Cave di
Vigano è nome dell'arenaria di co-
lore fra r argentino e il rossigno.
Cometton bianch. Pietra serena?
Cornettón ross {che dicono anche
Venon ross). Pietra bigia.
Cornett salvadegh o bastard
Specie di sasso galestrino. -
Còrni. 8. m. pi. Le Cornelia , e con Dante
(Inf.). Le coma. Voci colle quali chi
non è naturalista, e anche i natura-
listi nel discorso famigliare sogliono
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COR
(34S)
COR
denotare le antenne degrinsetti e i/ia/-
pi o tentacoli dei vermi. Per es. Lu-
maga liioiaga ca$cÌ9-f<Kura .i corni.
Lumaca iumachella metti fuor le tue
Cornelia (cioè i palpi, i tentacoli). Quell
viorin el gh'ha pui* anca longh i corni»
Quel cerambice ciabattino ha lunglàs-
sime antenne direbbe il naturalista.
Còrni. 9. m. pi. Comi, Cornale' Cornocchj
(Targ. Viag. Il, 273 e pa93Ìm). Corna
di monti, punte cstrepie di monti. I
corni de Canz. / cornocchj di Ganzo.
Corniggià. Voce cpnt. br. F. Scprniggià.
Cornin. Cornetto, Comicello, Cornicino,
le cornicine* Le comicina,
Lumaga lumaghin cascia foeura i
toeu cornin. K. in Lumàga.
Cornin. Cantuccio, Cometto^kìb" e9C. in
Gramola). Orliccio di pane.
Cornìs. s. m. Cornice. Ornamento agget-
tato che circonda uno specchio, un
quadro o sinu Noi Milanesi facciamo
questa modanatura maschia dicendo
el comis; ia lingua nazionale illustre
la vuole femmina dicendo la cornice.
Cornìs. 8.m Nelle picciolo stalle
dei poderanti (pi50/uin<) si chiama per
tal nome quel canaletto in cui racco-
gliesi il sugo del letame (e/ gius),
Cornisàmm. Corniciame.
Corniseli. T. de' Fab. d' org. . . . Cono
vano d^ ottone foggiato a imbuto di
cui si fa uso per accordar le canne
degli organi. Immesso per la punta
e dimenato allarga la luce delle can-
ne , immesso per la base porge modo
a venirle orlettando e strignendo, ce-
devolissime come sono perchè con-
sistenti in una sottil lastra di piom-
bo. Forse è detto Corniseli da Cornìs 9
perché fa alle canne una cornice, o
sporta o rientrante , ogni volta che in
esse è adoperato. Ne sono di più
grandezze per adattarsi alle* canne
nelle quali s'alia ad usare.
Corniseli. T. de** Pizzic. . . Specie d''inì-
Luto di peltro col vase fatto suir an-
dar del padiglion delle trombe , e col
canaletto augnato a vomere di penn.i,
del quale i pizzicagnoli fanno uso per
imbudellare salsicce , sanguinacci ,
salami, cervellata, ecc. infondendo
nel vase la pasta che dal canaletto
imipcsso nel budello va piauaineutc
rol, 1,
passando in esso. Credo che i Fran*
cesi lo chiamino Cornei o Boudinière'.
Cornisin. Dim. di Cornìs. /^. — - I diz.
non registrano Comicina e Cornicino
che in senso di piccole corna.
ComÌ3Ón. Cornicione.
Corniti, s. m. pi. FagioletU{*ùor. ronn
pist. luccb.. - Font. Diz.). Le silique
de^fagiuoli tenerine che ì Tedeschi
dicono Fisolen^ i Francesi .ffancotS'^
pertSf alcuni Fior. Fagiuoli in bacca.
Quando sono invecchiati noi li dicia-
mo Comón; in tale stato i cittadiifi
li ricusano, ai contadini sono delizia ,
spregiandoli essi novellini.
Fa i corniti o on piali de cornitt.
fig. f^n in Còma.
Cornili, a. m. pi. cont. ... Le due treccio*
line che dal irecciuolo(^'^) vengono
alla fronte. la città sono anche oggidì
alla moda sotto nome di Treniti. /
C(Vmo. r. Còma.
Còrno. T. de^ Calzol. Cattato ja. Alcsni
tra noi lo chiamano anche Cortteti e
CaUascarp. Zanobeiti nel suo Diz. ha
- un CometHno che pare corrispon-
dente a. questo nostro Como anziché
all'^oggetto chVgli dice rappresentare.
Còrno. Muraria. Parete, Quella parte
deiruDghia de'^cavalli che ne circonda
il piede e gli dà forma. )
Còrno. Como. Estremità delPaltare.
Còrno. Como. Strumeato musicale da
fiato. Corno de caccia. Como da caccia.
Corno ingles. Como inglese {yoìg. ix.)*
Cornón. Gran corno»
Lumaga lumagon cascia-fceura i tceu
comon. f^. in Lumàga.
Corndn. y. in Cornitt.
Comùcc V. cont. dell^Alto Bfil. Costole
di naspo o tavella. F. anche Cornàcc.
Coróbbia. Rigovernatura» Bròda. La/ua-
tura. Dal. lat. CoKuvies ?
Coróbbia. Pappolata {Lor. Med. Simp.
cant. V). Beverone,. Imbratto. Cibo
che si dà al porco nel truogolo -^ ed
anche Pastone o Mescolo che si dà
alle vacche.
Corobbiétta
Corobbiin .
Corobbiinna |
Corobbiceù
Corobbiòuna.
Sprclla.
Quel pò" di me-
sco\o{beverón) che si dà
a ciascuna vacca.
Fregona* Fantesca. V,
44
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COR (
Corògna , idiot toni, per Cològna» F.
Corògna dicono in certe parti del con-
tado per Cologna o Pìenton di pergola.
Corona. Coronare» Noi usiamo Corona solo
nel dettato Corona l'opera. V, Òpera;
altrimenti diciamo Incorona. V,
Coronàtt. Coronajo* Facitor di corone.
CoronatSa. Scoronciare, V, in Patera.
Goronèll. T. milit. Colonnello.
Coronilla. Voce del contado verso il Lo-
digiano. Erba ginestrina. Pianta eii>a-
cea, detta Coronilla varia dai botanici.
Coronln. Coroncino. Coroncina, Coro^
nella. CoroneUa,
Coronin. Cliiocciolino. Nome di paste
per lo pia dolci fatte a coroncina;
ne sono di lisce » d^ intrecciate 9 ecc.
Coronin. F. Corònna sig. nono,.
Corònna. Corona, Serto,
Roeuda corònna. F. in. Rcsàda.
Corònna* Corona, Rosario,
Avemarii. jévemmarie^'P^Xer, Pater-
nostri ta Gloria. . . .»* Coa. Pfaso{*pì5i,),
k» Argentin o Fil de Bologna. Jrchime
(*pist.). Saltaleone. Filo «» Recalchin.
• .... KB Maggetta. Maglietta? *:»Keìi-
quia o Crosetta o Hedaja. Medaglia
(Alb.enc. in Coroncione),
Dì adree la corònna di ratt. F, in Ràtt.
Divott de la corònna. Coronciajo.
Corònna. Lagrima di Giob o Giobbe. La-
grima, Sorta d^erba nota delle cui
' coccole si fanno avemmarie e pater-
• nostri per corone.
Corònna (Fa o Lavora per Santa ) che
anche dicesi Lavora per i fraa a per
la gesa de Vaver. Fare per l'amor
di Dio. Pescar pel proconsolo. Vale
far per altrì e senza proprio utile.
' Il dettato nostro ha orìgine da un
pio stabilimento detto di Santa Co-
rona dal quale si dispensano gratui-
tamente ai poveri le medicine, e i cui
• medici e chirurghi prestano loro gra-
tuita assistenza.
Iropolla de Santa Corònna. fig. Conca
fessa. Persona di salute debolissima.
Passa per Santa Corònna. fig. Passar
gratis. Passare a ufo,
Corònna. T. de' Macell. ..... Quella
po^ di grascia che nelle bestie le quali
• macellano veggono investire il cuore
alla base, così nominandola dalla sua
figura.
346 ) COR
Corònna. Borio. Nelle campane è Torlo
sul quale dà il battaglio.
Corònna. Corona, È la parte superiore
dell'unghia nelle bestie da soma, la
quale confina co* peli delle gambe.
Corònna o Coronm. Ghirlanda, Corona
di fiori che mettevasi alti*e volte in
capo , ed oggidì si posa al luogo che
vi cornsponde sulla cassa de^fanciul-
letti morti non settenni nel portarli
a seppellire. I Veneziani la dicono
Zogia da morto,
Corònna. Ad, ^Èrba. F*
Corònna d^ aj. Besta d* aglio,
Corònna de bescott. Besta di marroni?
Quella che i Francesi dicono Chapelet
de marrons.
Corònna d^ingegnee de cuntà piant . . .
Cerchio di pallottole di cni servonsi
gP ingegneri per noverar le piante
ne* fondi.
Corònna di radis. F, in Radis.
Coronón. Coroncione.
Coróss. Caporosso. Moriglione. Bibbio*
Sp. d'anatra che è YAnas PenelopeLia,
Corossolón. Codirosso maggiore. Codi-
rossolone, Cedirossone{^K\\ OmiL I ,
ai 9). Specie di merlo che è il Tlir-
ilus saxatìlis di Temminck e il Merle
de roche dei Francesi.
Còrp. Corpo; poet. Terrena soma o spo*
glia o salma; sch. Terrestre cordovano,
A corp voBuj. A corpo vuoto o di-
giuno. A stomaco digiuno,
Andà del corp. Andar del corpo.
Scaricarsi o Muoversi il ventre. Solle-
varsi per di dietro. F. Caga*
Avegh ci corp ubedient. Avere il
beneficio del corpo. Avere il corpo so-
brio o f7 ventre lubrico.
Coi*p-del-ilelitt. Corpo del delitio.
Lassa in coi-p. . . . Lasciare altrui
checchessia ad aggravio.
Meltegh tutt i sentiment del corp.
Far checchessia a tutto potere o a^
Varco dell'osso. Fare tutte le sue lotte.
Spogliarsi in farseltino o in camicia
o in capelli per far eJieccliessia,
Moeuves el corp. Smuoversi il corpo
(Ambi a Furto V , 4 ).
Morì con la voeuja o con la volontaa
in corp. Morir col cocomero in corpo
(Aiieg. 44)* Sputar la voglia. Appiccare
Attaccar la voglia all'arpione»
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COR ( 347 )
MotìmeBt de corp. AnAita di cor^
pò. Andata, Smossa* F, in Mòssa.
On corp senx* anima» Un petto di
carne con gli occAi(Monosim p. no).
Uno stupido. Un corps sans ante di-
cono pure i Francesi. F", anche in Càs.
Pettà in corp* Appiccarla* Attac-
carla* Accoccarla,
Pettà in corp on bagaj. Appiccare
il mal delle due milze,
Tegnissel in corp. Ingozzarla? Do-
ver tenere cosa che ci sia d** aggravio.
Yess duu corp e oa' anima sola.
y, in Ànema.
Vorè salta foeura Tanema del corp....
Aver un grande battito al cuore« avere
una palpitazione veemente» disordi-
nata, estrema.
Còrp. Corpo. Busto. Tronco, De corp
Tè ben fada, ma Fé brutta de faccia.
ffa bel corpo e bruito viso,
Còrp.J. de^ Sarti. Busto, Imbusto. GV im-
busti. Quella parie d^ abito che serve
a coprire il busto 9 cioè la schiena e
il petto.
Corp a cinqu fes. • . • Busto quin-
quepartito nel petto.
Corp a cceur a piegh .... Busto
bipartito' sul dinanzi^ ì cui petti rie-
scono verso r orlatura raccrespati o
foggiati a varie pieghe.
Corp a coeur rizx .... Busto bi-
partito sid dinanzi 9 i cui petti rie-
scono arroccettati.
Corp a eoeur tiraa. Imbusto accorel-
iato? Busto i coi petti riescono lisci
sul dinanzi.
Corp a coli. Imbusto scollato » cioè
che copre il collo» che ha collaretto.
Corp a drapè. Busto panneggialo? o
addrappato? Busto con un po'* di scavo
(scalf) verso il collo 9 e a due petti 9 i
quali per la metà loro verso il collo
riescono o a pieghe o arroccettati per
formare alcun po'* di panneggiamento.
Corp a ghen lazzaa dedree
Busto con petto liscio e schiena liscia
e ordinariamente allacciati e vegnenti
fino al collo.
Corp a la hambinna. • • . Busto i cui
petti sono uniti colla falda(;ie^gn) 9 e
che nella scollatura tengono il mezzo
fra i busti ]^annegg}AXì(adrapé)9 quelli
eoa collarelto(« £oU).
COR
Corp a la Stuarda Busto
tripartito o quadripartito 9 i cui petti
dinanzi vanno a finire in un trian-
golo a' vertice acuto sul ventre.
Corp a tre fes Busto il cui
petto è tripartito o sia a tre gheroni^
Corp imbottii Busto che per
adattarsi alle difettosità corporee di
alcuua donna è imbottito ove occorre)
il Corps rembourré de^ Francesi.
Corp rizz Busto coi petti
raccrespati da cima.
* Corp rizz cont el carré. • . . Busto
coi petti increspati da cima 9 le cui
crespature sono rassodate da un li-
stone d* orlo detto il ctirré,
Corp tiraa scalfaa Imbusto
liscio ma scollacciato.
Fagh dent el corp. • . . Rifare Tim-
busto in un abito* Il fr. Bencoursen
Còrp. Corpo. Complesso, totalità.
Fa tutt'^on corp. Bidurre a un corpo.
In corp. In pieno. Veud el negozi
in corp. Vendere un corpo di bottega.
Yend i fondi in corp 9 minga a mi-
sura Vendere i fondi per prezzo
di corpo, non a prezzo di perticato.
Còrp (clte il Balestr. disse malamente Sche-
nàl). T. de^Leg. di lib. Dorso. La parte
rilevata del libro. Cu/atta ^Acculattare.
Còrp. Corpo{così nei testi addotti dal diz*
per errore al paragrafo di Corpo per
ctuiavero)* Funerale* Mortorio, Esequie 9
e idiot. Ossequio.
Andà a corp. Andare al corpo (Vite
de^ Santi Padri) o al mortorip.
Coi*p intregh. v. a. Daz. mere
Funerale cosi detto di prima classe.
Fa corp e settim. È lo stesso che
Fa duu corp in don carice. ^''.Carlée.
Mezz corp Funerale cosi detto
di seconda classe.
On corp con la eros de legn. fig*
.... Un affare spallato.
Còrp. T. mil. Beggimento. Andà al corp.
Presentarsi al reggimento*
Còrp. Fittezza. Pienezza, Densità.
Ave del corp. Aver buon corpo? Es-
sere corputo. Parlandosi di vino vale
aver forza , vigore. Anche i Francesi
dicono Avoir du corps ^- F* in Vin.
Ciappà del corp . . . Prender for-
za 9 invigorire 9 quel che i Francesi
dicQao Frendrc du corps.
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COR
(348)
COR
Còrp.T. degli Strum. Corpo. Quella parie
delParpa corredala d'^animella (toi^o/a
armonega) e sordina in cui sta la ri-
sonanza dello strumento. È concava» e
forma per cosi dire il dorso delParpa.
Còrp. T. di Stamp. e Fond. di cai*at.
Corpo, V aggregato di tutte le lettere
d'* una specie di carattere da stampa.
Còrp. T. di Stamp. per Portàda* K
Corpàsc. Corpaccio, Corpone.
Corpasciùii. Corpacciuto. CorpiUo, Cor^
pidento. Corpulente^ e al superlativo
Corpacciutone,
Corpascìón. Gran corpaccio,
Corp-de-guàrdia. Corpo digiuirdia. Luogo
dove i soldati stanno a guardia, e i
soldati stessi.
Corpètt. Corpicino» Corpicciuolo, Corpi-
cello, Diminutivo di Corpo. Il Cor-
• petto dei diz. ital. vale Vestina.
Corpètt Funerale d^ un ragazzo,
o Funerale poco pomposo.
Corpetlin. Picciolo corpicciuolo o corpi-
cello o corpicino. V, anche Vilìn.
Corpettin. Busticino, Picciol imbusto.
Corpettin . . . Funerale di pochissima
pompa,, o Funerale d^un bambino.
Còrpo. Lo diciamo così nelle sole escla-
mazioni Corpo de bacco , Corpo de
bacco baccon bacchetta. Corpo de
bio bion , Corpo de Diànna , Corpo
de Tuga, Corpo d^on biss. /^. Bacco,
Bio, Diànna^ Ùga, Biss, ecc.
Corporea. F* Incorporàa. (nervo.
Corporàa. T* de^ Leg. di libn . • . Che ha
Corporadùra. Corporatura,
Corporàl. T. eccl. Corporale.
Corporazidn. Comunità, Corpo intero di
persone che vivono a comune sotto
una regola , come sono i frati e sim.
Corp-sànt. Corpo santo. Reliquia,
Quand se mceuv i corp-sant ven
foeura el so o simili Si suol
dire allorché siamo visitati da persona
che ci faccia qprcstia di sé, e che a
tale visita siano contemporanei o sole
o pioggia da molto tempo desiderati.
Corp-sànt. faille o Terre o Borgate subur-
bane o suburbicarie. Precisamente poi,
se non erro, quelli che noi diòiamo i
Corp-'Sant de Milan, de Pavia, de Lod
diconsi Le Masse a Siena. Così nel Gior.
agr. tose. X, 267 « Le Masse di Siena ^
cioè le comiioità di quel suburbia. »
Corpnsddmen. Corpusdomini, lui. Jesùt
del Corpo di Cristo.
Corpùu. Corpulento, Corputo. Corpuienie.
Córr o Cor. Correre,
Córr in vece di el Cór(irorre) dico^no
meglio di noi i contadini brianzuoJi.
A sant^Àgnesa corr la luseria per
la scesa. V, in Àgnésa.
Corr adree. Correr dietro a uno per
cercarne, per pregarlo.
Corr adree a vun« Correr dietro.
Piincorrere. Dar la caccia. Inseguire.
Corr-dent. Incorrere, 011' e cors-
dent on error. y è incorso un errore,
Corr-giò. Scendere a furia*
Corr inanz. Precorrere.
Corr in ajutt. Accorrere, yènireiR
Corr-sù. Salire a furia, {ajuto,
El corr come on lecchee o come on
livree o come ona legor. Ei corre
che par unto 9 cioè velocissimamente.
El corr eh' el par che ghe. corra
adree i lader. Corre a più potere o da
disperato o a rompicollo. Corre che
par che s'abbia 1 birri dietro. Corre a
furia , precipitosamente , senza ritegno.
El dis el sur dotor quell che no
se pò tegnl de lassa corr. K. Dotór.
Fa corr a pomm o a cìarell
Suol dirsi per dispreizare altrui,
quasi a forza di mele o di sputacchi
si avesse a farlo correre e fuggire.
Fa corr la caroccia. Scarrozzare.
Fa corr la posta. Correr la posta.
Fa corr vun a lottad (o a sassad , a
bolgett, a pugn, ecc,). Rincorrere uno
a forza di zollate(*iosc» e poema d'^un
aut. pis.).
Giugà a corres adree. Fare a rin-
corrersi 9 ed anche. ..... Venirsi
dietro Tun F altro cercandosi reci-
procamente senza mai raggiugnersi.
Lassa corr. fig. Sonar la tromba.
Spetezzare.
Lassa corr. V, Sorpassa.
L' è lì el nodar ch''el corr. Appunto
io ho il notajo a cintola{Da\ , Post, a
Tacito p« 654 P^^ induzione)'
Ve minga a corr. Tè a riva a temp*
Non vai leifare a buon* ora ^ bisogna
aver ventura{Monos. p. 109). Talvolta
Non è sempre lode Pessere i primi a
fare lefaceende^ ma lo è bensì d farle
a tempo{hs^t. Op. JI» 235).
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COR (349)
Me fan corr a pomm. Mi son tratte
le me/iisse(Alleg. pag. 38).
Mettes a corr. Cacciarsi a correre.
No podè né soltà né corr. fig. Non
poter andare né pian né ratto , cioè
non poter operare né con malnrità
né con velocita, né mal né bene.
Sentissela a corr^giò per i spali.
y, in Spalla.
Vess pussee de boria che de corr.. . .
Esser un tombolotto^ un tonfacchiotto.
Córr. Correre, Scorrere, Trattandosi di
cose lubriche, unte e agevoli a sdruc-
ciolare, andar oltre, spingersi oltre.
Fa corr on aneli. Spingere o Mandar
oltre un anello,
Córr o Corr^sóra. fig. Cor Pagresio. Far
agresto. Far l'agresto. Fare una .vin^
demmia anticipata, Approifecciarsi, Fa-
re civanzi illeciti nell^anuninistrare i
fatti altrui.
Córra (Batt la). ... Il coiTcre delle mere-
trici in istrada per invischiar nomini.
Corrarìa Il corpo de* corrieri,
ed anche T uffizio loro.
Corréut. Corrente — Ad, di Cùnt. V,
Sta in corrent. . • . Spedira i pro-
prj affari alla giornata \ non si lasciar
sopraffare dalla piena.
yess in corrent Non avere
conti, scritture, affari inespedili.
Corrent. ad. Scorso jo. Per es. Cabbi cor-
rent. Cappio o Nodo seorsojo^ e vale
che scorre agevolmente, e che ^anto
più si tira, più si serra.
Corrent. s. m Nelle scale è il nome
- dei due stipiti sui quali posano gli sca-
glioni, quelli che i Yen. dicono ^ie,
Corrénta- per Monfrìnna. K.
Corrénta. Ad. rf'Àcqua. y»
Corrénta. Cacajuola. V, Gagarellà.
Corrénta. Calcosa, Voci di gergo che
equivalgono a Strada.
Corrénta. Ridda, Biddone, Caròla? Cor-
rente? Specie di danza conosciuta.
Fa la corrénta. Riddare.
Correi» o Corér. Corriere, Corriero,
El correr de Lindo ch'^el va e el
ven quand el pò. V, in Lindo.
Correr. La posta. Il corriere.
Fa el correr. T. de*Negoz
Scriver le lettere per lo spaccio.
Correrà (A la). ... Al modo de'^corneri.
GapeU a la correrà. MonUerq.
COR
Vestii a la correrà. Abito da corriere,
Corridór. Nella cava deUe pietre da
macina di Montorfano danno questo
nome a quella delie due macine d'un
mulino che noi diciamo Cove re. y,
Corridóra. s. f. Corridojo, Corridore,
Corritojo,
Corri dorètta. Corndoretto,
Corrieeù o Corioeù. T. de"* Funaj. • . . .
Nome di quelle quattro o sei girci-
lette che stanno infìsse sur untasse,
in capo delle quali s'attacca il filo
da torcere per farne spago o fune,
e nel cui vano stài la cordeUa che
mossa dalla ruota aggira la girella e
con easìi il filo che si va attorcendo.
Ciavella.CAùiPtff/a?i=> Gringhinell. . .
Assa di corriceu. . . . Asse in cui
stanno infitti i cosi detti corriceu (vedi
sopra) che è tenuta ritta sul terreno
da un mozzo di palo detto Passonin e
da un bastoncello trasversale verso il
mezzo detto Pareti o Palett,
Corriv. Corrivo. Crèdulo.
Corrùu o Cors. Córso. Part. da Correre.
Córs. s. m. Corso, Progresso,
Cors di studi. Corso degli studi.
Fa el so cors. Fare il suo corso,
Córs. a,m,o Corsia, s: f. Corso, In gen. di-
cesi così quella largura in città dove
per diporto si fa continuo andirivieni
o a pie o in carrozza. In Milano ab-
biamo varj cosi detti Cors che rispoih-
dono a ciascuna delle Porte principali
della città, e generalmente incomin-
' ciano da quel punto ov* erano le mura
antichissime e giungono fino al cosi
detto Naviglio. Alcune di queste lar-
gure o Corsi sono precedute da Corsìe^
cioè da contrade le quali , senza es-
sere largure diritte come i corsi , con-
cedono però buon passo ai cocchi e
mettono capo ne"* corsi medesimi. La
Corsia di Serv e el Cors de Porta Ren-
' za; la Corsia del Giardin e el Cors
de Porta Noeuva, Per eccellenza però
noi chiamiamo Córs quello di Porta
Orientale , e ad esso corrispondono
in fatto la yia Toledo di Napoli , il
Corso di Roma, il Liston dei Vene-
ziani e simili — Cors diciamo anche
r aggregato dei concorrenti sul corso.
Córs. Mestruo, y. Règola.
Cór9(LÌ5G in) de jiedes* ^cc. F» Lise*
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COR ( 3So )
Cói'S. Strato, Filone* Vena, Traccia.
A cors. Stratificato» Stratiforme.
CórS) Cors de quadre j. Filone di mot'
|om{Targ, Viag. I, ^Ò6). Filare. Filar
retto. OgDuna di quelle linee di mat-
toni colle quali 9Ì va vie via ergendo
un muro. Duu cors de quadre j. Due
filaretli di maUoni, V, anche Sceùl.
A córs. T. di Mur. Rettilineo.
Córs. T. de^ Paniera] Ogni filare
di gretole che ripetuto orizzontai*
mente secondo la grandezza necessa-
ria viene costituendo una cesia, un
corbello, una gerla.
Córsa per Scórsa. V.
Córsa, met. BubacdUamento.
Fagli denl la corsa, fig. Fare agresto,
y. Córr o Córr-sù o Córregh o Andà
a Biassònn.
Gorsétt. Farsetto, Corpetto. Giustacore.
Giustacuore. Guardacuore. Dal frane.
Corset -— conlad. per Gipponin. y,
Corsettìn. Cor5e/fino(Adim.$at. II, p. 47)*
Corpettino. Farsettino.
Corsia. Corso. V. in Córs.
Corslv, cìie i calligrafi distinguono in
più specie e dicono anche Cole dal
francese Coulé. Corsivo* Cancelleresco.
Corsiv spedii. • . • Corsivo spedito.
Corsivètt. . . • Carattere corsivo piccino.
Córt. Corte. Cortile. Cavèdio.
Córt. CorU.
Córt. Palazzo regio. Reggia. Règia, Corte.
Cavalier de cort. Cortigiano»
Chi viv a cort moeur a pajee. V. in
Pajée. ( tigiana.
. Dama de cort. Dama di corte. Cor»
Cort. Corte. Nel cessato Beguo d"* Italia
Toci comuni per Tribunale.
Córt. Corteggio, Corteggiamento* Codazzo,
Coda.
Fa la cort. Adulare. Piaggiare. Per
£k la cort polii besogna fa benna
provisia de savon. /^* in Savón.
Fa la cort a ona sciora. Galanteare.
Vagheggiare, Cicisbeare. Galantiare.
Far galanteo o cicisbeato. Esser cor-
teggiatòre d* una dama.
Fa la cort a yun. Far la corte. Far
corte. Corteggiare, Coltivare t amicizia
o la benevolenza d* alcuno.
Fass la cort. Adularsi, Lisciarsi.
Piaggiarsi. Incensarci; e scherx. Aver
caUìvi viciiUé
COR
Se fa la cort a la mader per la
tosa. V, in Tósa.
Córt. Cortèo. Codazzo di spose , batte*
«imi» e simili — Corteare.
Cortàscia. • . • Corte di brutto aspetto ,
cortilaceio.
Corlelàona. V. Cortcllànna.
Gortèll.Co/le/to; al pi. i ColUlU^ e ant.
le Coltella — Il fodero del coltello
dicesi prop. Coltelliera o CoUeliesca.
Lamma. Lama {Vedi Lamroa per le
sue parti ) •- Vera. Viera, Ghiera «-
Manegh. Afoiiico •» Cupola. CocchigUa,
Aaperella o Bottone •» Sbiess* Ralla •»
• . . . J*. •» Stucch. Cimento,
Amor de fradell amor de cortelL
r. in Fradèll.
Avegh el cortell per e] manegh*
Aver la vanga per il manico (hreU
Talanta^ IV, 4)* Avere la palla in
mano. Essere in buono stato di chec-
chessia ; ed anche Tener in mano per
amor de* cani ^ e vale Avere in mano
dell^ altrui per ogni evento.
Ciappà el cortell per el manegh.
Pigliare il panno pel verso. Vale pi-
gliar il vero modo nel far checchessia.
« Drarova •! tò sptret, f«tt onor con qvcll,
V Ma ciappa per al nuaagb «1 coitcU. •
(Bai. Cer.)
Cortell die taja quell ch^el ved a
che taja oome el ghe ved. Coltello
che taglia conte e' cuce. Un castrapor-
ci. Un castraporcelli,
Cortell de cusinna. Coltellaccio.
Cortell de dervi i ostregh. Ostrìchi-
na(Scappi Op. fig.). (lame,
Cortell de dò lamm. Coltello a due
Cortell de tavola. ColuUo.
Cortell ferm in manegh. Coltello
inastato o in asta-^ che non si ripiega,
CorieU mocch. Coltello di punta
tonda.
Cortell saramanegh. Coltello da ta^
sca o che si ripiega — Coltello a molla.
Coltello da dùudere o serrare.
Mangia pan e cortell. V, in Pan.
Ona costa de cortell. V* in Còsta.
Cortell per Cólter. V.
Cortell. T. de' Cioccol. . . . Strumento
tutto di ferro semplice , ma però non
tagliente ancorché foggiato a coltello
. nella sua estremità superiore. Nel
corpo à latto a guisa di spatola» L^u-
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COR ( 35
mno per raccattare dalla pietra la
pasta di cioccolata che vi rimane qua
e là dispersa.
Cortèi!. T. dc^ Fornac Stecca di
legno colla quale foggiano e ritaglia-
no i mattoni gentili, ed anche quella
con cui rinettano la £ortnfì(el mcntd),
Gortèll. T. de^ Maniac. Coltellaccio. Stro-
mento che serve a cavar P unghia
sovra i ferri e a ribadire i chiodi.
Coiteli de banch. T. de^Bastaj
Coltello che usano i basta] , detto Cou-
temi à surUdller dai Francesi.
Cortèll de banch. T. de^Conciat., Gal-
zol.9 ecc* Manna/a a lunetta{'*Xo8c» ^-
• Dìz. artìg.). Coltello da banco. Coltello
rotondo a foggia di disco 9 traforato
nel mezzo , e tagliente in tutta la sua
circonferenza ^ di cui fanno uso i
conciatori di pelle per ragguagliare
e ripulire le pelli, i calzolaj, ecc.
per tagliarle e ricavarne i pezzi ne-
cessar j a fame scarpe , manopole , ecc»
I Francesi lo chiamano Lunette,
Cortèll de banch o Cortell de prepara
i forma. T. de^ Formaj • • . Coltello
impernato da un capo nel banco e
con un manico dall'* altro , di cui ser-
vesi il formajo per ripulire e lisciare
il legno già digi*ossalo per farne forme
da scarpe o stivali. È il Coutre dei Fr.
Cortèll de beccaria Il Couperet
de^ Francesi che lo Scappi Op. fig.
chiama SfnembraÉore.
Cortèll de brusoeula. T. de^Macell. . . •
Rassomiglia al cosi detto Cortell de
mezzenna , ma ne è più picciolo delle
quattro volte le tre, arcato in punta,
e di lama larga un decimetro.
Cortèll de qalzolar. K Trincèlt.
Cortèll de duu manegh. T. de* Formaj.
Coltello a due manichi o €la pelare.
Lama di ferro tagliente, e con due
manichi di legno, colla quale il foi^
ma)o va rappianando le forme da sti-
vali. È la Piane dei Francesi.
Cortèll de forma). . . • Coltello di lama
lunga, diritta e tagliente di sola punta
a uso d^aprir le forme.
Cortèll de formaj. . . • Coltello di lama
corta, larga, augnata e tagliente da
un solo lato a uso di tagliare a spicchj.
Cortèi! de impelizzadur Sp. di
coltella che usano gF impiallacciatori.
i) COR
Cortèll de insed. T. agr. Ooliello da n^sti
(Alb. bass. in Grejffbir).
Cortèll de mezzenna. T. de* Macel. Sifuar^
tatojo* Specie di coltella colla quale si
tagliano e appczzano le parti tenere
delle bestie.
Cortèll de pastizzaria. . * . Sp. di col-
tello da credenzieri di cui veggasi la
figura a p. 123 delPOpera dello Scappi.
Cortèll de sciumm. T. de^ Pauier. Spac-'
chino. Spaccherelh. Ferro di cui ser-
vonsi i paniera j per ispaccare i vir-
' gulti e le mazze onde hanno a in-
tcssere corbelli, panieri, ecc. e per
ripulire i panieri e sim. dagli sproccbi
de* vinchi. È il francese Épluchoir.
Cortèll de scorlegà o 8Codegà(c^ anche
dicono Scorteghin). T. de*Macell. ecc.
Scortichino,
Cortèll de scuriadee . • . Ferro da ba-
sta) e frusta] che si rassomiglia in
parte al potatojo de*contadini. U Cour
teau à picd de* Francesi*
Cortèll dritt. . . . Quello con cui i cal-
cola j ritagliano i toma) da scarpe fuor
delle pelli vitelline.
Cortèll ingles. T. de"* Conciat. ColUllo
da scamire. Coltellaccio col quale i
conciatori vanno scemando la carne
di su le pelli. Anche i Legatori di li-
bri adoprano un simile Coltello'' per
iscamire le pelli che voglion mettere
in opera nelle legature dei libri.
Cortèll senza fìl. T. de* Guantaj ....
Strumento d"* accia jo col quale s* ap-
pianano e rassottigliano(tfe sborda) le
pelli già ritagliate, per adattarle a
farne guanti. È quello che i Francesi
chiamano Couieau è doler.
Cortèlla. Coltellaccio. Spezie di coltello
da cucina, da becca] e simili. Si di-
stingue dal coltello per avere lama
non solo spuntata ma riquadrata, ed
anche per questo che ha il codolo
fermato a bullette fra due lastrine
d* osso che le fanno manico bipartito,
laddove il coltello è quasi sempre
inastato in un manico tutto d*un pez-
zo. Vedine la fig. nello Scappi Op. che
lo chiama Coltella da torta.
Cortèlla . « . Lamina d* acciajo lunga
trenta centimetri e larga otto, taglien-
te, col filo arrovesciato da una banda
per un millimetro circa ^ colla quale
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COR
(35a)
COS
sì netta la forma del cacio lodigiano
dopo l' insalatura.
Gortèlla. T. de* Confettieri. Coltello da
appfizznre?; il Véeoupoir de* Francesi.
Coriélla del lard. Coltello da mimazare.
Gortèlla de zilee. Coltello o Coltellaccio
ila acculare»
GortéUa di form(cAe allrì dicono Sco-
pèll) . • • Lunga bietta di legno, o cu-
neo che ficcasi a forza di colpi di
mazzuolo tra le due parti componenti
le forme dello strettojo da olio per
fare sì che combacino perfettamente.
Gortèlla. Jd. d' Èrba. V. /
Cortellà o Cortellà-sù. Accoltellare, Me-'
,nare altrui del coltello»
Cortellass-sù. lenire o Fare alle col"
Corlellàda. Coltellata. {iella.
Dà di cortellad a vun. Menargli
del coltello. Mar delle coltella.
Gortellàda. . . La serie di più mattoni
disposti costolone Tun contro T altro
a base della cotta nella fornace.
Gortellàda. Lastrico di mattoni per col"
tello. Lavoro di mattoni a cordone o
per taglio.
Cortelladàzza Una fiera coltellata.
Cortellànna. lumciuola. Orecc/Uo di le-
pre, Arnoglossa, Petacciuola, Piantag--
gine lunga. Erba nota che in varie
parti di Lombardia è detta anche Len-
gua de can , e che i botanici chiamano
Plantago lanceolata.
Cortellàsc. ) Coltellaccio. Coltella. Col-
Cortellàzz. i iellessa*
Cortellée. v. a. ColteHinajo. Oggidì i
Cortellee propriamente detti non si
conoscono più a Milano; esistevano
però nel 1600, e anche la Gran Comaa
Cortellera del Tanzi ce ne fa fede.
Una volta i coltelli si fabbricavano
qui; poi i forestieri la vinsero, e
cessati i nostri coltellinaj, sursero i
chincaglieri; oggidì si rifabbricano
tra noi da chi lavora anche altri ferri
da taglio.
Gortelléra. Coltelliera. Astuccio da coltelli.
Cortellera. Coltellinaja.
CortelUn. Coltellino. ColtelUtto — Pu-
gnaletto.
Cortellìnna. Ad. di Lima. r.
Cortellón. Coltella? Coltellessa? Vedine
la fig. nell'Opera dello Scappi che lo '
chiama Coltello masUo da battere.
Cortesàn. Cortigiano^ e fra noi Adulatore,
Cortèscia ( voce di qualche parte del
contado » come in Brianza). Ranuncolo
bulboso dei boU y, Botton d'^or in Òr.
Cortesia. Cortesia*
Fa cortesia. Far piacere. Usare age-
volezza nel prezzo.
Struppià o Coppa o Mazza de cor-
tesia. Confettare, Fare smisurate cor-
tesie.
Coriìn.. Cortiletto» Oortiluzzo. Corticino.
Oorticella, Picciolo cortile.
Corùzzola. Così c/iiamano iLariensi quella
salamandra che nella parte alta del
nostro contado dicono Cercaria, f^.
Corvée. ComandaU{TaTg. Viag. Ili, i56).
Soprassello di lavorar pel ooiiiime(Doni
Zucca ^ p. 100 verso) Dal fr. Corvée.
Cose (A la). Al covile. Alla cuccia.
Coscia. Cucciare, I canattieri, cacciato-
ri, ecc. dicono cosi U giacere de'^cani
a dormire. Coscià-lì. Cuccia.
Goscrltt. Descritto{GTassi Diz. mil.) Co^
scritto(*y ol^. ital. dal 1800 in qua).
Il giovane che viene scelto a reclu-r
tare la. milizia stabile del paese.
Coscriv. Descrivere(fir9LSiii Diz. mil.) Met-
tere in nota i giovani da scegliere per
la milizia stabile , che i Lat. dicevano
Conscribere milites o ad miUtiam.
Coscrizión. Coscrizione{*YÓlg. ital.). De-
scrizione{Grei8si Diz. mil.). Il lat. i>e«
lectus militum. Andà dent in la coscri-
zión , Vess foeura de la coscrizión. Toc-
care Veld voluta per essere coscritta^
Oltrepassare tale età.
Cospettà. y. Cospettonà.
Cospètto e Cospettón. Per bacco. Corpo
di dianora. y. Dlnna.
Cospettonà ed anclie. Cospettà. Sagrare.
Bestemmiare. Fare il cospettonaccio.
CÒ88. Coso,
Còssa. Cosa. K Bóbba. Nel parlar comune
noi diciamo spesso Cosse in vece di
Cosso. Per es. Cosse fét^ Cosse diset^
e non già Cossafét, Cossa diset^ come
parrebbe doversi, dire grammatical-
mente, se pure questo nostro Cosse
non è contrazione di Che coss^ è.
A cossa per cpssa. A cosa a cosa.
A una cosa per volta.
Cossa cossetta . . • Modo usato da
chi vuole mostrare misteriosità nel
rispondere f> accennar checchessia.
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cos
(353)
COS
Fa i 3Ò coss. • • Ricevere i sagra-
menti allorché s^è in pericolo di morte.
On poo de quella cossa . , • . Un
po^ di discrezione* un po'* di prudenia.
Quand se dis i coss del moud. Fedi
casi mondani ! Quando si dicono i casi
(Guadag. Bimé),
Quella cossa do yts% ammalaa. QueU
r essere ammalato*
SaYÒ ona cossa de sottTÌa. Sapere o
Intendere checcìiessia per cereboitana
o per istraforOf cioè estragiudixialm.*
Si Giovanin ripossa , abbia paura
de nissuna cossa. ^. in Giovanin.
Tre coss. T. di Giuoco. Bazzicane
(*fior.). Cricca. Bazzicoito, Tre figure
di carte, come dir tre fanti» tre re,
tre assi, ecc. che uomo abbia in mano.
C<Ssse. K in Gòssa.
Cosse fét lì? Cile musi tu?
Cosse Tè. C/ie cosa è questa? Clic c'è?
Cosse. Quanto, Cosse el var? Quanto
vale? Coss^en vceutt? Quanto ne vuoi?
Cosse? Che cosa? Che?
Cossénzia. v, cont. per Conscénza* V.
Cossètta. Cosetta. Cosetto. Cosuccia. Co-
suzza. V. anche Còssa 'e Robétla.
De quij coss cossett. F* in Còssa.
Cossètta. Fivanduzza. Fivandetta.
« Miitren nui Dwui — E a dima
» Sttunium mmgKém — dò cottcu « tr« >*
(Porta. Miserere).
Co»seìììnnvi.Cosettina,Cosellina,CosereUa.
Cossi. Cos)^ e alla fiorentina Còste. F, Insci.
Cossi cossi* Così così. Mediocremen-
te. Anche i Fr. hanno Couci couci e
i Provenzali Conci cou^a*
Sta cossi. F. in Sta.
Cossln. cuccino iu genere.
Cossi n. Guanciale. Capezzale. Origliere,
Piumaccio. Il cuscino da letto. Una per-
cossa di guanciale dicesì Guancialata.
Foeudra. Fodera t^FodreiiSi. Federa.
Cossin. Bardèlla — - Cuscinetto da sella.
Cossin. T. delFArli. Piumacciuolo? Gusci"
no? Parte di un lavoro destinata a sce-
mare attrito o a far letto a checchessia.
Cossin. T. dei Dorat Specie di
cuscinetto di legno ricoperto di pelle
sopra il quale il doratore stende lo
foglie d'*oro o d'argento di mano in
mano che lo trae del libro , per indi
riprenderle colle pinzette e applicarle
^S^' oggetti che vuole doraiHt.
Fot. L
Cossin. T. ecol. Guanciale. GuanciaUUo.
Quello su cui, come su leggio, si pone
il messale.
Cossin. T. degnaceli. Mela di culaccio?
Le lacche posteriori delle bestie bo-
vine; taglio che confina col culaccio
e colla cosi detta ciav.
Cossin ... 1 pizzicagnoli chiamano cosi
Tanca del porco allorché non è in-
salata e ridotta per anco a prosciutto
{giambón )•
Cossin de cusl. GuanciaUtto{* Eor. lucch.).
Specie di cassettina con sopravi una
imbottitura, di cui servonsi le donne
per appuntarvi i lavori quando stanno
cucendoli.
Cossin de pizz. Tómbolo. Guanciale.
Strumento sul quale si fanno lavori di
trine o simili.
Cossin de ricamm. Lo stesso che Borlòn. F.
Cossin de scagn. Cuscino. PulvinOm
Cossin de tirà-sù pizz. • • . Sp. di tombolo
grande ben tre volte V ordinario, sul
quale si rimontano i merletti usati.
Cossin di gucc. F. Cossinètt jig. 5.*
Cossinètt. Cuscinetto. Guancialino.
Cossinèlt. T. de^Calz. Guardastinco. Piu-
macciuolo posto nelP interno degli sti-
vali per guardia dello stinco.
Cossinètt o Cossin di gucc. Torsello.
Buzzo * Guancialino, Cuscinetto. Guan-
cialino di panno o drappo in cui le
donne conservano gli aghi e gli spil-
letti ficcando veli dentro per la punta.
Cossinètt. Cuscinetto, Cuscinello. Pirhac^
duolo» Piumacciuolo. F. Piumazzin.
Cossinètt d'^odor. Polviglio. Coscinetto
d'odore. Guancialetto odoroso. Il fr.
Sachet.
Cossinìtt. s. m. pi. T. di Zecca
Quegli arnesetli di metallo sui quali
stanno incisi la leggenda o il segno
qualunque che ha a venire coniato
nel cordone delle monete.
Cossinón. jéccr. di Cossin. F.
Cossdn. T. de^Carr. Cosciali. QueMue
pezzi dello sterzo che mettono in
mezzo il timone.
CÒSI. s. f. pi. Coste, y. in Èrb.
Còst. s. f. pi Quelle quattro
parli d^ una matassa di seta che per
essere state sulle costoici della tavella
riuscirono indurate e crojc, e che
dalla dipanatrice o dulia Lacannatrice
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cos
(354)
COS
Toglìonsi bagnare con scialiva o acqua
calda per esser lavorate a dovere.
Còsi de la eros. T. de'^Macell
Le costole del garrese, parte dello
schienale che sta nella spalla tra cop-
pa e lonza.
Còst-fàls. T. de'Macell. . . . Parte dello
schienale consistente nelle vere costo-
le dalla cosi detta ciav alla lombata.
Còsi. Costo, {mungue,
A cost de. Jncorchè, Se anche. Co-
A costo de coppamm, o A qualun-
que cost o A tult i cost. j4 ogni costo»
Dà al cost. Dare pel capitale.
Còsta. Còsta, Costola — NelP uomo sono
dodici: sette legittime o superiori ^ cin-
que spurie o mendose inferiori - L'ag-
gregato delle costole dicesi Costolatura
o Costolame, Le cose attinenti alle co-
stole diconsi Costali, Le doglie o lesioni
fra costa e costa diconsi Intercostali,
Ajutt de costa, y, in Ajùtt.
Ave vun semper in di cost. jéver uno
sempre dietro , e fam. Avere una mosca
culaja intomo. V è semper in di cost.
S'appicca come le mignatte. Gli è un ap^
piccaticelo. 1 Francesi dicono Sembler
gt^on ail toujours un sur ses épaules.
Dormi in costa. F. in Dormi.
In di cost. Allato, Affianchi, Accanto,
Da costa. Dallato.
Strenges in di cost. fig. ... Sce-
mar Pavere, impoverire, decadere.
Vess de la costa, o Vess de la costa
- d'Adamm. y. in Adàmm.
Vessegh ai cost o in di cost a vun.
Essere o Stare ai crini o alle coste o
alle costole d'alcuno.
Còsta. Erta. Costa, Piaggia, La Costa
dUjaa. La Costa d'Agliate. Ogni erta
distinguesi in Prima Costa , Media Co-
5//I, Alta Cofto(*prat. — Gior. Georg.
VI, 34^1 e seguenti).
A mezza costa. A mezza costa(Vas,
704 — Targ. Viag. Ili, aaó).
In costa. A pendlo(LaiSìri Op. V, ag).
In costa.
Còsta. Costa o Costola per es. di coltello
(Bartoli Mòd, mis. p. 95). Gli oggetti
fatti a costole- diconsi AceosielaU o
Spicchiuti o A costole,
Che>me le strengia (o sim,) ona costa
de cortell. Me lo stringa una grossez-
za di una costa di coltello.
Dagh in costa. T. di Giuoco. Bàttere
di costa o di costato o per banda,
' Largh ona costa o ona costinna de
cortell. Lo spazio di una costola di
coltello(hBri, Mod, mis, gS).
Mett in costa. Métter per taglio(Rìme
d*un poeta pis.). Mettere in corbona.
Mettere in serbo, o da parte danari.
/^. in Pescùzzi.
Ona costa de cortell. Una grossesr*
za di una costa di coltello.
Còsta. Acquapendente, s. f. Quello che i
Fr. dicono Fersant^Tw^, Viag. II,
iSq il quale usa anche il verbo Acqua"
pendere ivi II, 272^ IV, 276; e pass.).
Lari d'un monte? ,
Còsta (In). T. de'Murat. Per coltello.
Dicesi de^ mattoni quando posano in
terra non c«l piano più largo, ma
col più stretto.
Costà. Costare, Falere,
Costà carna salada. F. in Càma.
Costà i ceucc del eoo. F. in (Eùcc.
Costàa. Costato, ftalato, Part. di Costare.
Coslafìilsa. T. de'Macell. F, Cost-fòls.
Costajoeùla. Costerella, Piaggerella?
Costajueùr. s. f. pi. Costerecci. Costereccio.
Cosi diconsi per antonomasia le co-
stoline del porco.
Costajoeùra. Cosiolina. lì Tanzi disse La
gran Caterinin di costa] ceur per espri-
mere la morte. F, in Caterinin.
Cos tanna. Spai Iacee? Guidalesco sulle
coste? nelle bestie da soma,
Costànt. Costante, Fermo, Stabile.
Costautemént. Davvero, Da senno.
Costanza. Costanza.
Costanza e Costanzètta. Ad, di Tila. F,
Costéc. Costei, Questa. Cotesiei, Cotesta,
Costèi!, s. f. pi. T. de'^Macell. . . Carne, non
costole, ch'^è frammezzo a'due arnioni.
Costernazión. Costernazione,
Costinn; s. f. pi. . . Le costoline della
lombata nelle bestie macellate.
Costinna. Costolina.
Costinna. CosUrella, Piaggerella,
Costinna. T. de' Tabacc Tabacco
manijpolato colle costoline o sia coi
nerboiini delia fòglia della nicoziana.
GostSpàa. Costipato,
Costipàss. Costiparsi,
Costipazión. Costipazione. Costipamento,
Biserramento di petto — Nei cavalli
dicesi Morbo infestuto.
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COT ( 355 )
Toeù-8& ona costipazion. Pigliare
una infreddatura o una fredda o una
imbeccata.
Costituì* Costituire. Constituire,
Costituii. Costituito*
Auloritna costituii Le au-
torità o sia i magistrati creati e. agenti
ÌD forza della costituzione o sia della
legge sociale d'anno Stato.
Costitùtt. Costituto. Constituto. L** esame
. d^un imputato di colpa innanzi al
giudice.
Costituzión. Costituzione. Constituzione.
Lo statuto d''uno Stato.
Costituzión. Situazione. Staio. Partito.
Punto. Stretto. Costituzione? Me troeuvi
in d^ona brutta costituzión. Mi trovo
a malpartit0 9 a mal punto.
Costituzionàl Statutario.
Circol costituzionàl. y. in Circol.
Costón. Costolone. Gran costola.
Costón de plafon o Gussón. Costolone ?
Corrcntino da stuoje.
Costór. Costoro. Cotestoro. Cotesti. Co-
desti. .
Costós. Dispemlioso, Caro. Di caro prezzo.
Costréng. Costrignere. Constrignere. Co^
stringere. Astringere,
Costrètt. Costretto. Astretto, Sforzato,
Costruzión. T. graro. Costruzione.
Costruziòn (Calta la) o el costruii. Ca-
var il costrutto. Trovar il verso 9 H
bandolo 9 la congiuntura, la via.
Costù. Costui. Cotestui, Cotesti. Codesto,
Costumàa. Costumato. Avvezzo, Usato,
Assuefatto.
Costùmm. Costume.
Fed de bon costumm Polizza
di condotta. K Fedinna.
Cót. r. Cdd,
CcSt e Cótega. Cocciuola, Lo stesso die
Fiacca e Bagòttera. f^.
Co telétta. Costo lina, Braciuola. Dicesi
della cai*ne costereccia degli animali
ridotta vivanda. Dal frane. Cotelette.
Coteletta a la gradella, Braciuola
cotta sulla gm/ico/a(Seappi Op. p* ai
verso).
Coteletta a la papiliott. Braciuola
cotta incartata sulla graticola,
Coteletta fritta. Braciuola fritta,
Coteletta in dolz e bruscb. Braciuo-
la in agro dolce. {salsa,
Coteletta in ^als^. Braciuola con
COT
Coteletta. scberz. . . . Treccia di capegli
posticci con cui si guerniscc il capo
dai lati per riparare alla pocbezza o
cortezza de^ capelli naturali. E quella
cbé i Francesi chiamano Coin..
Cotelettàscia. . . . • Gran braciuola.
Cotelettinna. Braciolina,
Coténna. Cotenna, Quella parte che gal-
leggia sul siero del sangue freddato.
Cotizzà. Tassare,
Cotizzà vun in d^on porscellin de
lacc per ona scenna. Mettere un por-
cellino di latte a sovvallo,
Cotizzàa. Tassato,'
Cotón. Cotone,
Coton fatt. Cotone sodo o battuto?
Cotone a mezza torcitura , poco torto.
Coton in fil. Cotone flato,
Coton lort. Coton torto,
On cotón dicono i contadini per una
Veste di cotone.
Tila coton. F". in Tìla.
Cotona. Accotonare. Lucignolare? AUw-
cignolare? Aggrovigliar col pettine i
capegli già prima avviati e spianati 9
e ciò per amplificarne il volume* Il
frane. Créper.
Cotonàa. Accotonato,
Cotonin Filo di cotone fine*
Cotoninna Specie di tela fatta
di fil di coione grosso; quella che i
Tedeschi dicono Kattun,
Coténna. Cotonina, Sorta di tela.
Cotonscèll(on). v. cont Un abitino
di cotone* uno straccio d^ abito di
cotone.
Color, s. ro. V. coni, brianz, per Bagòt-
tera. y, On còtor. Una cocciuola.'
Cotórna. F. Coturno.
Colt. s. m. Testacelo. Còtta,
Mur de coti. F, in Mùr.
Colt. ad. Cotto,
Chi le voeur cotta e chi le vceur
cruda, fig Dicesi di cosa con-
troversa» o non gradita ugualmente
da tutti; tante teste, tanti cervelli.
Colt a less. Lessato. Allessato?
Colt a rosi. Arrostito. Arrosto,
Colt collise. Cottissimo. Tracotto —
Crogiolato.
Colt eh' el se desfa o cW el deslen-
gua in bocca, o Coti e bescoll. Cotto
spolpato. Tracotto, Stracotto,
CoU del 80. Abbronzato. ìnsito.
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COT ( 356 )
Coti in biancli. Lessato -^ Parlan-
dosi di pesci Troiaio,
Cott in padella. ÀffriUellato, Frìtto,
Cott in pressa. Jrrabhiato.
Cott in umid. K. Ùmed.
• Cuntann de coti e de cruff. fig. Dir
cosefuorì della, messa. Dinejarfalloni*
Eia cotta quella lavò? . . • Parole
• scherzevoli colle quali si suole co-
pertamente indicare che quel tale a
cui si dirigono ha parrucca; (quella
lavò cioè gaijnna^ che cosi nominiamo
per ischerso la parrucca.
Fann de coti e de crufF» fìg. Fame di
quelle coli* ulivo. Fame di marchiane,
Iniendesen quand V è cotta, fìg. Non
• ei aver peccato in checchessia. Non ne
saper boccicata,
V è cotta, fìg. Essi fatto del resto
(Dav. Tac. Fit, Jgr, 54). Jddiofave.
Abbiam frìtto, VAcUan est dei Latini.
Manda nn-giò de cott e de cruflf. fìg.
Far gotzaja. Ingozzarne,
Mezz-cott. Guascotto, l^erdemezzo.
Rdbha cotta. // cotto. Vivanda cotta.
òòtt. met. Bacato, Imbarcato. Imbardato,
Imbertonato, Bruciolato, Imbertonito,
Cott o Cocc come on agon. Cotto,
Innamorato cotto o fradicio. Cotto
spolpato. Punto bene bene* Bacato. In^
• tabaccato. Inghiottonito, Guasto, In-
gattito. Che va matto ^ che impazza^
che è nel fomuolo o nel frugnuolo,
V è cotla e bescotta. Costei sta co-
me può{Bibh, Cai, II, 5). Ella ne ca-
jca(Monos. a8). Ella ne sta a pollo
;»ejto(Cecchi Proi^. p. 54)»
Vess cott come on agon. ^enV baco
o il verme. Essere bruciolato d'alcuno.
Gocciolare, Girare; contad. Sf anfanar
d'amore ; e poet. Avere il core consti-
mato dagli amorosi vermi* Esser in-
namorato fieramente.
\ess cott per ona robba. Andar
cotto o pazzo di checchessia,
Gòtt parlando di Terreni. Confetto, Con-
fettato. Ben rìcotto,
Còtt. Ad, di Vin. r.
<:òtta. Cotta, Cottoja, Cocitura, Cottura.
Bon de cotta. Cotto jo^ Cocitojo, Vi
buona cucina. Facile a cucinarsi.
Dur de cotta. Di mala cucina. Di
mala bozzima o bollitura crudele ? Di
cattiva cottoja. Di difficile cottura.
COT
Dur de cotta, fig. Capaccio, I>i
mala apprensione. Capo duro. Capas"
sone. TesclUone.
Còtta. Fornata, I fomaj chiamano cosi
ogni quantità di pane che cuocono
in una sola e stessa volta in forno.
Còtta. . . • I cioccolaltieri danno questo
nome a tutta quella porzion di ciocco-
latte che ogni lavorante può condurre
a fine in una giornata» e che torna
alcune libbre più del cosi detto Rubbo,
Còtta. Cotta. Jié* forni di calcina è tutta
quella quantità di calce che si cuoce
in una sola e medesima volta.
Còtta, iig, Intabaccatura, Innamoramento.
Toeù-sù ona cotta. Cuocersi. V, in
Còtt e Cottura nei signif, metaf
Còtta. Còtta degli ecclesiastici.
Spallitt. Spallette? ^ Guamizion. • . •
Cotta Tizia. Cotta arroccettata{^losc,),
El gh^ ha-sù la cotta eh? V è in
cotta eh? Buona sera^ nonna(ìliomg,
Pod. di Colog. Ili, 9). Hai la cotta eh?
(*tosc. — poem. d'^un aut. pis.). Voci
d^ accoglienza a chi è briaco.
Tra capusc e cotta semj^er se bar-
botta. • . . • . Tra il clero regolare e
il secolare sempre v^ è qualche po^ di
controversia.
Cottaria. Brigata. Vele compagnia, socie-
tà — Comunelle , Simposj , Combibbie
sonO'-le occupazioni di queste che
anche ì Francesi chiamano Coterìes,
Cottcodèsch. Ciocco£fò(*aret. — Voc. aret.).
Co co bè co co fó(Monig. Serva Nob,
I, i). Versi imitanti quello che mette
la gallina allorché ha fatto Tuovo.
Fa cottcodèsch. Chiocciare, Schia^
mazzare. Proprìamente il gridar delle
galline quando hanno fatto Tuovo^e
dei polli e degli altri uccelli quando
sono scacciati o presi o spauriti.
Cottéra dicono alcuni per Stiratora di
cotte da preti.
Cottinna. Dim, di Cotta nei significati a.*
3.' 4.* r.
Cottinna (On freguj o On pò de), fìg. In-
namoramentuzzo{C€cchì Dissimili 1 , 2).
Ave ona cottinna per vunna. Essere
tm po'* coìticcio d*una{kxràiT^ Bem. 1, i).
Cottìsc. Tracotto, F, in Còtt.
Cottola. v« cont* brianz. Cocciuòla, V,
Bròssola.
Cottolo Specie di
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cov
(357)
COV
Cottura. Cottura. V. Còlta «— fig. // ca^
labron d*amore. Il brucior dell'amore,^
Innamoramento, Innamorazzamenio,
Tc£Ù-8Ù ona cottura, fig. Inùdmc^
carsi, Ingatiire, V, in Còtt met>
Cottura per Slotudùra. y.
Cottura per Slottà. F.
Cotumb ( voce che sentesi verso il Oh
mosco). Pernice rossa,Cotumice? L'uc-
cello Tetrao rufa o cotumix degli or-
nitologi.
Coturno ( e per lo più al pi. Coturni).
Calzarini, Borzacchini, UsaUini, Bolgic-
cluni. Stivaletti che giungono appena
a mezza la gamba.
Coturno. Co^timice.L^uccello detto Perdix
^nepca. dogli ornitologi.
Coturno. Pernice. È la Perdix rubra de-
gli ornitologi*
Coturno, «Stoma. È la Perdix cinereaL,
Coupoir. y, Copoàr.
Cóv. s. f. pi. Jìiprese{Aìh, enc. in Cortina),
Drappelloni. Balze, Pendagli, Pendenti,
Cascate, Calate, Parte di corlinaggio
pendente per ornamento.
Cóva, y, Cóa.
Cova. Covare, {fuoco.
Cova el foeugh. Covar la cenere o il
Cova el m^9i. Covare, Covare il male.
Essere o Stare a chioccio. Chiocciare,
Cova i oeuv. K. in (Eùv.
Fa cova o Mett giò-a cova o Mett-sù
ì gaijnn o i pòli a cov2i. Por delle
chioocie{Lasc9L ParenL I, i). Metterle
a covo.
Yess li eh* el cova. Avere o Esserci
una cosa covata. Io Vho cosù covata,
ElV ò costì ammannita, È come dire
appunto la troverai tu a covo; ella
se ne starà li ad aspettar te; sei pur
dolce : maniera ironica di rispondere
a chi ricerca qualche cosa di cui si
manca ^ si dice anche Io ho la tal
cosa bella 9 per dire io non Tho.
Cova. Nicchiare. Dicesi del rammarichio
delle donne prossime al parto.
Cova Dicesf del tempo allorché va
continuando a minacciare di rompersi.
Co vada. F, Coàda.
Covàda. Covatura. Covazione, Cova\ e
dottr. Incubazione, L'atto e la durata
del covare.
Covàda. Covata, Nidiata, Tutte Fuova
covate « un tratto da un volatile.
Govaggión. ▼. conL Codóne,
Govàiza. y. Coàzz e Coàzza.
Covazzìn e Covazzoeùla. ITreccioUna.
Ona pajoeula ona covazzoeùla. F,
in Pajoeula.
Coverà. • . * . . Convalescenza stentata.
Covèrc. Coperchio, Coverchio, Parlando
di pentole 9 caldaj, ecc. noi specifichia-
mo il Coverc coi nomi di Test se è di
ferro» Coverc se di rame o di terra
cotta, Spazzceii se di legno. P", le voci.
Toeù-giò el coverc. Scoverchiare,
Scoperchiare » Mett-sù el coverc. Co-
perchiare. Incoverchiare» Coverchiare,
El diavol el fa i pignatta ma minga
i coverc. F, in Diàvol.
Covèrc {che alcuni dicono anche Corrì-
dór). T. de'Mugn. Coperchio. La su-
periore delle macine che si muove
sopra r altra che sta immobile , detta
Fondo.
Covèrc. T, d'Archib. Fucile. Martellino.
Quel pezzo che sta sopra il focone
deir archibuso o della pistola , e nel
quale picchia la pietra focaja.
Covèrc. Portico, Porticato. Coperto? Co-
verto ? El coverc di Figin. // portico
de^ Figini, Cosi chiamasi un porticato
che sta sulla piazza della metropoli-
tana della nostra città.
Covèrc. T. degli Strumentai. Coperchio,
(cosi TAlb. enc. in Anima). Negli stru-
menti da arco è la tavola armonica
su cui stanno tese le corde.
Covèrc. Àntcnitorio. Cappelletto dei vasi
da stillare.
Covèrc... Fodera delle sponde da barche.
Covèrc. Contrascannelloifiìz. art.) nei
carri.
Covèrc. T. de* Carroz. Boccaporto, Spor-
tello col quale si chiude T apertura
del bottino {magaùn) delle can*ozze.
Covèrc. T. di Cart. Lo stesso clte Cassa. F.
Covèrc per Lapida. ^,
Covèrc del camer. Coverchio{'Burch. Son.
jyi), F, Tajée.
Covèrc de la comoda. Coverchio?
Covercèll. Coperchino, Dim. di Coperchio.
Covercèll. Pergamena. Quella carta o •
simile con cui si ferma e cuopre il
pennecchio sulla rocca.
On covercèll d*on vestii. Abito fatto
a miseria. Un saltamindosso, Festiù'
ciuola misera.
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cov
(358)
coz
Fk coT.ercell Dìcesi del-
r unghie umane quando son lasciate
crescere oltre il dovere. Allorché ciò
. accade ad uno vedesi
« Ch« ragna proloogata grinartiglw
9 La man che ad invettir la preda ha in punto m
dice il Sold. Sat. pag. 3o.
Govercìn. Copercìàno.
Covcrción Gran coperchio.
Covèrt. s. m. Portico, y. in Covèrc.
Covèrt. s. f. pi. T. de'Sell Quelle
parti di una sella su cui posano le cosce
del cavaliere» dette dai Fr. QiuwUers.
Coverta. Coperta, Coxferta.
Andà a fass dk la coverta. • . . Cer-
care un bambino da allattare ai Ti-o-
vatelli.
Coverta de lanna coni el pel longh.
Carpita, Boldrone,
Coverta de lett. Coperta. Colerla.
Coverta (yJg., che anche dicesi Coverta
de breviari e Cuverlinna). Coperta,
Coverta. Ricoperta, Copercìtiella. Man*
tello. Pretesto « scusa, apparenza; e
in proposito di Covèrt de breviari o
Covertinn è bene ricordarsi delPavviso
che dà il Lasca ne^ Parentadi , dicendo
che In casa vicine^ balie ^ comari e
simili brigate si fanno le imboscate.
Coverta. T. de' Barcar. Copertino, Quella
tela o stuoja che s* adatta sopra varj
cerchj a guisa d'^arco» e che forma una
specie di capanna nel navicello.
Coverta. Sopraccoperta. Coperta delle
lettere.
Covertàscia. Copertacela.
Covertlnna. jOopertina. Coveriina. Dim.
di Coperta.
Covertlnna. Copertina, Coveriina, Dicesi
di quella che si pone sul dorso delle
bestie da cavalcare.
Covertlnna. fig. ì^, in Coverta ^g.
Gpvertìnna. T. de'^Caizet. . . . Ferro an-
nesso a queirordigno del telajo da far
calze che si chiama il baraman [barre
à poignée de'Fr.), e che serve a coprire
la gamba della cosiddetta platina,
Covertlnna Le dipanatore e le
addoppiatrici di seta chiamano cosi
la miUassa di seta allorché per essere
sul linire ha poche fila e sembra per
cosi dire un ragna telo.
Covertiroeu. Mantellino, ManUUuccio,
Coltricella. Coperta da bambini*
Covertòtt. Copertone. Qnel panno col
. quale si copre la cassetta del cocchiere
nelle carrozze.
Covertón. Copertoio. Covertojo. Specie
di rete.
Covertònna. Copertone,
Covétt (i). Xo stesso che Covètta(/vte). K.
Covétta. Codina. Codetta.
Covétta Specie di bertovello
a maglia stretta per la pesca dei pe-
sciolini minuti.
Covétta. Sangtdnella. V. Sanguanlnna.'
Coveltòn. T. di Cac. Bertovello. Spezie
di rete nota.
Ingann. ... « Coa. • • • •
Cov In. Coderinzo. Codetta.
Rost de cov in. K. in Ròst.
Covin. Codino. Codetta. V. Coanèlli
Cov in. Frustino, Mozzone.
Cov in. Dim. di Coeùva. Covoncello. Covone
Covin di carr. f^, in Cd va. {pino.
Covdn. Codone* Gran coda.
Cov òtta. .... Coda grossa ma corta*
Cozza. Cozzare, Contraurtare.
Cozzàda. Capata. La Cozzata dei diz. ital.
vale coiio(tnissada).
Bà-dent o Dà-giò ona cozzada. Ihtr
la capata.
Cozzàss. Tenzonare. Bisticciarsi. Stare a
tu per tu.
Cozzìn. Capino. Capolino. Capitello. Cà-
puccio. Capetto. Testina. Testino. Te^
sticciuola, Testuccia. Frontezzuolo.
Cozzìn Buon ingegno» ingegno
sottile.
Cozzìn. f^. Coo de rorop gandoll in Cóo.
Cozzìn ( e per lo più al pi. 1 cozziti) de
Toeuv. Occhi delV uovo. Ingallamen-
to? e dottr. Cicatrìcula. Vescichetta
bianchiccia che vedesi nella membra-
na che investe il tuorlo delF uova , e
nella quale scorgonsi le prime tracce
della formazione del pulcino.
Cozzitt. s. m. pi. T. dei Tessit. Biannodi
da accomandolare. Que' mozziconi di
filo che tengonsi pronti da un lato
del telajo per servirsene a rannodare
quelle fila che si rompono intanto
che si viene tessendo la tela.
Cozzón e Crapón. dispreg. Teschione
(Caro Apol. pag. 196). Capassone. T'e-
staccia. Capone. Capoccia. Alza-sù
quell cozzon. Jlza quel teschione.
Cozzón. Testone, Talentacelo.
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ORA
(359)
GRE
CozzÓD. • • • Mascherone rappresentante
■ un gran capone talora anche bifronte;
il Galero de* comici Latini.
Gozzón. Girino, Cazzuòla 9 e in sanese
Pesce corpacciuto* V, Botlarànna.
Cozzòtt. Capone, Capoccia, I^estacda,
Capo grosso.
Cozzòlt. Capaccio, Testone, Vale uomo
ostinato » rozzo e di dura apprensione.
Cra era. Crà era, Cro ero. Crai cròi. Voci
imitanti il gracchiar deVorvi e simili.
Fa cra cra. Gracchiare» Cornacchiare,
Gridar crà crà,
Crabòss per Cabròssol. F'»
Cràco. f^, in Crico.
Cràizer. Lo stesso che Garantàn. ì^,
Gràpa o Grappa. Cranio. Teschio, Cràneo.
Grappa de mort. Teschio,
Grappa-perada. Monnone» Bertone.
Diccsi d" uomo calvo e pelato a guisa
d^una scimmia.
Gràpa Grappa. Sgualdrina, Meretrice,
V, Sguànsgia.
Grapètta. V. Grapin.
Grapètla . • • ^ome di que* fondelli o
bottoni sgambuti d* osso , madreper-
la» ecc. che hanno in sé quattro o
cinque fori poi quali si cuciono e fer-
mano cosi nudi alle vesti. Si usano
specialmente perchè vi stiano più
fermi per gli occhielli gli straccali
(i bretell). Hanno qualche affinità colle
Coppelle della Nov. 1 57.* del Sacchetti.
Grapin (o Grapètta). Testino, Zucchino*
Anche i Marchigiani dicono Crapino,
Grapin. T. de* Maceli. Ceppo delle cor^
na. Quella parte della testa de* buoi,
vitelli 9 ecc. in cui sono piantate le
corna.
Grapón. Testone. Capone, Testacela,
Grapòn. v. cont. Teschione, V, Gnuccón.
Grap<3u. Monnone, Zuccone, Bertone, Uom
calvo a guisa di monna o sia scimmia.
Grapònna. Cantoniera, F. Sguànsgia.
Grappa , ecc, V, Gràpa , ecc.
Grascia. V, in Decorazión.
Gravàlta. Corvatta, Cravatta, Croatta.
Prop. fr Aioi Specie di collaretto con
fìbbia che si mette intorno al collo
. in luogo di fazzoletto; moda avuta
dai militari.
Gravattlnna Sp. di collaretto di
nastro 9 raso, velo o simile, imitante
in. qualche modo la cravatta da mi-
litare, di cui le nostre donne, veden-
do noi uomini tali da usurpar loro
persin la fascetta , si sono date a far
uso insieme con altre nostre robe
come sono a dire il tabarro, i cal-
zoni e il cappello — Per estensione
vale anche una particolare specie di
velo da collo.
Graverà nelle parti finitime al Foiose
per Scarloeùggia. y.
Gréa — Terra créa dicono i Brianzuoli
per Terra crèja. V.
Greà. Creare^ e anC. Criare,
Greàa. Creato,
Greànza. Creanza. Gentilezza, Civiltà.
Greanza de vilan. f^. in Vilàn.
Vess pien de creanza. Essere creane
zatOy ben creato , gentilissimo, tutto
garbatezza j morigerato 9 e sch. Crean^
zuto,
Vess senza creanza. Essere mal crear
to, screanzato, rozzo, incivile.
Greatór. Creatore. Fra noi però la voce
Creator si usa soltanto in una certa
fola àeM" Jngiol pirottuu che qui non
occorre riferire, e nei dett. seg.
Andà al Greator. Andare fra quei
piit. f", Andà al cagar att in Cagaràtt.
Manda al Greator. Mandar a pie
di Dio. Mandare tra que^ pia.
Greatùra. Creatura, Però il nostro po-
polo lo dice solo della persona umana
specialmente appena nata, e crede-
rebbe offendere la Divinità chiamando
per tal nome le altre sue creature.
Povera creatura. Poveraccio !
Greatùra. Creato, Creatura, Dipendente,
che i Latini dicevano Ciientolo,
Greaturinna. Creaturina. Creaturella. La
nostra però è voce usata solo par-
lando di bambinelli , o detta scherze-
volmente per denotare una donnetta
che abbia del vago anzi che no.
Gréd. Oddere. Porgere o Dare credito.
Dare o Avere o Portar credenza,
Cred e no cred Té insci o vero Se
te voeutt cred ben, se de no tò dagn.
Io non vi vo*dar la mancia perchè voi
la crediate{Fag, il Trad.Jed, se. 1 .")•
Elia sta come dico»
^ol cred se noi ved. Non crede al
santo se non fa miracoli.
Vess minga de cred. Non esser ere'
dibile o credevole o credito/o^
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GRE
(36o)
GRE
Créd. Credere e Qedersi* Darsi ad in-
tendere. Farsi a credere,
Credenziàl. Credenziale, Lettera di cre^
denza o credenziale,
Credenzón(Bon)- Corrivo» Credulo, Cre-
devole ; e scherz. Che se la beve. Terra
da piantar carote. C/ie si lascia levare
a cavallo. Che se ne va alle grida, C^te
se ne va preso alle grida, Ciie arci*
crede. Min. registra anche Credenzo-
ne. Persona che crede ogni cosa fa-
cilmente.
Crédit. Credito. Riputazione, Buon nome.
Buona fama. Estimazione. Credenza,
Ave bon credit. Essere in credito.
Aver eredita.
Ave bon credit de vun. Tenere al-
cuno in buon credito.
Ave cattiv credit de vun. Non aver
in credito alcuno.
Chi paga debit perd el credit. CId
non ha debito non ha credito(U.onos»
175). Dettato che i galantuomini di-
cono per ischcrzo volendo significare
il contrario 9 e i furfanti da senno
illudendo sé medesimi e altrui.
Perd el credit. Perdere la credenza
o il credito — Ave pera el credit.
Essere mal creduto.
Crédit. Crédito, Quel che s'^ha ad avere
da altrui i contr. di Debito.
Mett a credit. Dare credito. Mettere
in credito.
Creditin, e alpi. Credilitt. . . Piccioli cre-
. diti* crediti poco rilevanti, creditucci^
Creditón. Credito sommo. Gran fama,
Creditòr. Creditore.
Creditdra. Creditrice,
Crédo. Credo. Il Credo in Deo. Il Credo
in Dio. Il Simbolo degli Apostoli.
In d^ on credo. Jn manco d* un
asciolvere. In un credo. Nello spazio
di un credo ( di due o di tre credi ).
Mett i resi] in del credo, f^. in Resia.
Creddn. Sinonimo forestiero di Terra
forta per alcuni fornaciaj. V. Tèrra
forta in Tèrra.
Credùu. Creduto t e con voce ant. disu-
sata Creso,
Crèja. K. in Tèrra.
Crèmes. C/iermisino. Cremisi, (armisi.
Cremosì. Cremisino, ClièmùsL Colore
nolo.
Crèmes. s. m. mei. Coperchiella, Raggiro, j
Cremesi. Cremisino, V, Crèmes*
Crèmm(Latt a la). V. in CavoUàlt e Làlt.
Cremortàrter. Crenu>r di tartaro.
Cren. Cnèi»( Alb. enc). Bufano tedesco
(Soder. Colt. vit. 207). Ippojàpato, Bar"
baforie. Lapazio acuio. Rafano rusti*
cano. Radice della Cochlearia armo-
raciah, che grattugiata e inforzata
coU^ aceto si mangia per salsa— -Dal
Krein dei Tedeschi.
Crènna. Fessura, Fesso. Scrèpolo. Screpo-
latura, Sfesso, Forse dal greco xpq/tvó;
(burrone), e forse dal latino Crena,
Crènna. Canale,
Crennà. Arrovellare. Schiacciare, Rugur
mare. Rodere il freno. Aver crepaggi*
¥ie. Crepare di sdegno. Avere grand'^ira
e non poterla sfogare a suo modo.
Crennin. Fessolino, f^, in Creppin.
Crepa» ecc, V, Creppà, ecc.
Crepascià del rid. Crepar dalle risa.
Schiantarsi dalle risa,
Crepàzz. RappeiCresc, HI, aS). Crepacci^
ed anche Crepacce, Malore notbsimo
ne** cavalli.
Crepe. T. d^Acquaced. Gragnolata. Gran
molata. Specie di gelato.
Crepe. Ad, di Véli. r.
Crepón. Crepone, Stoffa di lana o seta
alquanto crespa, simile al f^ell crèpp,
ma che n* è molto più fitta.
Crèpp. add. Screpolalo, Crepacctalo, Cre-
pato, Fesso, Sfesso,
Crèpp. Ad. di Véli, r,
Crèpp. sost. m. Scrèpolo. Screpolatura.
Un crepato. Crepatura^ e antic. Cre-
paccia o Crepaccio,
Crèpp. s. m. Crepatura, Spaccatura. CrO"
poto 9 e ant. Crepaccia o Crepaccio.
Sona de crepp. Crocchiare le cose
fesse. .
. Sona de crepp. fig. Starci a pigio-
ne. Balenare 9 ed anche Essere spac-
ciato o spedito.
Tra on crepp* Screpolare. Screpaz-
zare — Fendersi — Pelare o Far pelo
— Scoppiare — Spaccarsi.
Crèpp per Sfceùja. y, Sfieù}^ e Forma
de bòtta.
Crèpp. s. m. T, degli Arch. e Mur. Pelo,
Cre/ya^ra.Scrcpolatura delie muraglie.
Crèpp. Pieno pinzo,
Vess mai crepp. Essere insatollabile
o insaziabile, Non ù saziar mai.
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GRE i 36
Crèpp.^4^;ifiBiccér9 Veder, e sùn. In--
crinato*
Creppà. Screpacdare* Fendersi» Crepare*
Far crepatura. Crepolare* Screpolare ^
. e ant» Crepacciare*
A caregsil tropp et creppa el
s^ciopp. K. in S^ciòpp.
Creppa o S^cioppa! Ti caschi il
sfiato! Canchero ti mangi! Ti venga
il canchero. Schiatta!
Groppa del rid. Crepar dalle risa,
€reppà de salut. Abbondare di sor
nitd. Ciò che i Francesi direbbero
famii^lianiieiite Begorger de sante.
Se noi- disi creppi. Se noi dico
schiatto.
Creppà. Crepare» Morire. Greppi de la
paura e siiti. Morire di spavento,
E fa e fa, e poeù se creppa. Mas-
seria masseria , viene il diavolo e por-
tala via{Monos. 3^y ), Ifido Jaito gan-
zerà morta,
O stolti il tmiUù fttÙMr <he giovm!
Tutti tornimmo mlU gran mudn antica,
E il IMAM uottro mpptnm si ritro¥m(?mtxMrcm),
Se pò creppà d^on sold. £* non da-
rebbe del profferito.
Greppàa. Crepato — » Morto,
Greppàa. Screpolato — Incrinato.
Greppàda ) ( Dagh ona bonna ). Scop^
Creppadìnna i piare, V. in Cagaràtt.
Greppadùra. Screpolatura — Crinatura.
Greppadurinna. Fessolino, y. Greppia.
Creppafiàa (A). A crepa corpo.
Bev a creppafiao. Bere a garganella,
V, anche in Bév.
Sgari a creppafiàa. Gridare a gola,
Greppapànscia (A). A crepa pelle, A
crepa pancia, A crepa corpo,
Creppin. Crepacciuolo, Fessturina, Fes-
suretta, Fessolino, Picciol fesso.
Greppón Gran crepatura.
Crésma. Cresima, Crisma. Confermazio-
ne 9 ^ anticamente la Cresma.
Tegnl a cresma. Tenere o Elevare
alla cresima,
Gresmà. Cresimare. Confermare»
Gresmà. Bg. Schiaffeggiare, Celafxzare.
Cresmàa. Cresimato ^^^^g. Schiaffeggiato.
Crèsp. s. f. pi. T. de^Fabb. di carta.
Zazzere. V. in Cài-ta.
Crèsp. ad. Crespo, Rugoso. Grinzoso.
Raggrinzato. Aggrinzato. Cirsposo. De-
ventii cresp. Far le rughe* Far crespe.
Fai. I.
I ) GRE
Invecchiare. La gradazione di questo
mutarsi di giovane in vecchio è de-
scritta con assai brio dal Zanon nella
se. 5.* atto 3.* della sua Ragazza civetta.
Créspa. Crespa, Grinza. Ruga -^ Jncre^
spatura -^ Increspamento -* Corrugar
zione "*- Accrespatura,
Crespa. Crespa, Nelle camice , nelle ve-
sti e simili è il nome delle pieghe di
qualche rilevanza.
Fa i ci'esp. lo stesso che Crespa, f^,
Tìrà-giò i cresp. . . . Appianare le
crespe. {Rincrespare,
Crespa. Crespare. Accrespare* Increspare.
Ferr de crespa, y. in Fèrr.
Grespàa. Rugoso, Cresposo, V, in Crèsp.
Grespadùra. Crespamento, L^atto del cre-
spar cotte, ecc.(Uag. Interm, II, 3a^.
Cresperà. F, Grèspola.
Crespin. Ventaglio. Arnese notissimo —
Il Crespino dei dizionarj significa
certa specie d** arbusto.
Gann. Stecche ■• Carta. Foglio »
Canon. Stecconi?
Crespin. T. de^ Carroz. Rosta. Lieva,
Riunione di quattro pezzettini di ferro
attaccati insieme con vitoni o brac-
ci uoli fermati alla cassa (/cocca) , e
che formano il giuoco del mantice
della carrozza.
Crespin. Piò d'uccelline. Quelle grinze
che vengono negli angoli esterni degli
Occhi a chi va in là cogli anni.
Crespin (Fa el) Cosi dicono i
nostri cartolaj del Pigliar su parecchi
fogli di carta dalla risma abbrancandoli
tutt' insieme pei loro angoletti estremi
di destra e facendo si che staccatisi
Tun dall'^altro per di sopra diano mo-
do a poterli comodamente dinovcrare.
Crespinàda. . . . Colpo dato col ventaglio.
Crespinée. Ventaglia] o, Fentagliaro, Fab-
bricatore o venditore di ventagli.
Grespinètt. VentagUno. Dim.di Ventaglio.
Gresplnna. Créspolo. Rughetta,
Grespinón. .... Gran ventaglio.
Crespala o Crèspora o Cresperà. Amareg^
gioia. Amarella. Camamilla. Matricale.
Sorla di erba notissima che è la
Malricarìa Partlienium L.
Crespón. T. deTann. Crespone. Specie
di stoffa.
Crespón. // colon. Il più largo e il più
grosso dcgV intestini.
46
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CRE
(362)
CRI
Crespón. T. de^Pizzìc. . . . Salame imbu-
dellato nel budello dello stesso nome.
Crèspora. V, Grèspola — Per Erba ama-
ra o Erba sanpeder. y, in Erba.
Crèss. Crescere. Accrescere. Aumentare.
Cress a tutt cress. ^accrescere,
Cress de la lunna. // crescere della
luna -^ A luna crescente.
Cress el doppi. Crescere il doppio.
Far due tanti. Geminare. Adduare»
Cress el fitt. Rincarare il fitto,
Cress in man. Raffinare o Raffinire
tra le mani. Crescere in mano? Per-
fezionarsi.
Cress el cceur. P^. in Ccenr.
Grèss. Sovraccrescere. Parlando di carni
vale farsi un^ escrescenza.
Crèss. Gartoneggiare. Farsi garzone. Cre-
scere. L^ ingrandir degli adolescenti.
Ave fornii de cress o Cress pù. Aver
messo il tetto (che il Magai, let. 8.*
I, lao usa anche in senso morale).
Aver posto il tetto. Aver /atto il grop-
po. Non crescere più della persona.
Carna cbe cress mangia de spess.
y. in Cài*na.
£1 cress doma a guardagb adoss.
J^ cresce a giormtte (Monos. tSy).
Crèss. Crescere vegetando delle piante.
Cress. assol. Rincarare. Ritoccare. Ascen-
dere, y. in Pan.
Crèss. s. m. T. di Zecca. .... L** ecce-
denza di peso che trovisi in una
moneta oltre il prescritto dalla legge.
For^age la dicono i Francesi.
Crèss. 8. m. Crescere? Le donne chia-
mano con questo nome quelle più
maglie che vanno crescendo nelle
calze per farvi insensibilmente luogo
al polpaccio. Alcune dicono anche t
Cressuu — L''è vora de cress, o de fa
i cress , o de fa i cressuu. Siamo al
crescer le maglie? — È il contrario
di Calàa. Discrescere?
Cressént. Crescente,
Carna cressenta. Carnosità. Cre^
scema? e dottr. Sarcòma,
Cressiméut. Crescimento, Crescenza. Aur
mento. Accrescimento, Raccrescimento,
La crescente.
Cressinraàn (Giugà a). È a un di presso
colle carte qualunque quel giuoco me-
desimo cìic diciamo altrimenti Giugà
a vestii»» e desve8tÌ55« K. in Desvesti.
Cressuu. Cresduto. Jccresduio — Rac
cresciuto -— Rincarato,
Cres$ùvL (nelle calze), y, in Crèss.
Crésta, y. Scièsta.
erètta. Credenza. Voce che s'ausa avr.
co^ verbi Vendere, Pigliare, e sim. ,
e vale vendere o comprare, ecc. senza
ricevere o dare il preszo subito, ma
per riceverlo o darlo in altro tem-
po» che perciò dicesi anche yendercj
Comprare^ ecc. pe' tempi — Gretta ^
voce comunissima fra i bottega}, é
pretta voce romanza dataci dagli Sviz-
zeri confinanti, e una delle moltissi-
me voci nostrali che provano Pinfinito
ibridismo della nostra popolazione;
ibridismo che nasce specialmente per
mezzo delle genti montanine finitime
le quali concorrono in Milano per
esercitarvi le arti del lattaio , del tor-
niajo, del muratore, deiPimbiancatore,
del cioccolattiere, del lattivendolo, dei-
Poste, del vinattiere, ecc., e a seconda
o terza generazione sogliono porre
sede stabile fra noi.
Dà o Fa a eretta. Dare ojar cre-
denza. Credere-
Rid a eretta. Ridere agli angioli.
Cioè ridere senza saper di cbe.
Crìa disse il Maggi per Grida. GridaMando.
Cria. Gridare. Garrire,
Cria i busecch. Gorgogliare il corpo,
y, in Barbottà. (mere.
Cria i legn sul foengh. Cigolare. Ge^
Cria vendetta e Cria vendetta in
ciel. y. in Vendétta.
Perà la gaijnna senza falla cria, y»
in Gaijnna.
Cria o Cria adree a vun. Sgridare uno.
Gridare o Garrire uno. Garrire o Gri^
dare ad alcuno. Far romore in capo o
in testa ad alctmo. Rampognare.
Ave criaa adree al lolT. y. in Lóff.
Criàda. Gridata. Sgrido, Sgridamento*
Criadinna Leggier rimbrotto.
Criatór. Creatore; e ant. Criatore,
Cribbi. yaglio. Crivello, Cribro,
Sere. aw«no(*tosc.) »= VeW, Pelle.
Fa passa per i sett cribbi. fig. Spcuy
care il pelo in <iria(Paciol. Div, Prop,
p. 5 che scrive Spaccare el pelo in laire
come proverbio tose). Riveder ilpelo%
Vale esaminar severissimamente.
Oh cribbi. y. Gribbi-e-bo&U.
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CRI ( 363 )
Vess come on cribbi. fig, Es^re
come un paglio{yionos. 226)9 cioè tutto
fiforacchiato dalle ferite.
^ess passaa per i sett cribbi o per
i sett sedasz. Aver cotto il culo ne^ceei
rossi. Aver pisciato in piti d^una ne^.
Jvere scopato piùdi un cero. A vere f^ oc-'
chi nella collottola o i7 diavolo in testa.
Sapere a quanti e^ è san Biagio o dtPve
il diavolo tien la coda. Essere putta
scodata o gazza con pelata la coda. Es^
sere bagnalo e cimato. Essere astutis-
simo, e non facile ad essere aggirato.
Cribbi de ramm. T. de^Omfett
b detta così una specie di bastardella
col fondo bucherato per uso di la-
vorar le confetture.
Grìbbi del forment. Co/o(*fior. GalKz.
Ist. bot. in Triticum p. i4B)«
Cribbi d^orghen. f<% Crivèll.
Cribbià. Crivellare, fagliare. Cribrare»
Cribbià. fig. Fagliar come grano, Esaf
minare rigorosamente -^ Crivellare.
' Censurare, criticar forte.
Cribbilb. fig. Tribbiare{Pià€à. I, 5a6); Il
rovinio cbe fa la grandine nelle piante.
Cribbià. iìg. Crivellare parlandosi di fe-
rite denomini, bestie, ecc.
Cribbièa. Crivellato — IHbbiato.
Cribbiaa di cortellad, di ball, ecc.
• Crivellato di pugnalate^ ecc.
Gribbiaa di varosul. BuitenUo.
Cribbiida. Cribrazione,
Cribbiàda. fig. Stacciatura.
Cribbiadinna. . . . Leggiere stacciatura ;
• e fig Esame di qualche momento.
Cribbi addirà. yagUatura. Lo stesso die
Cribbiùsc. F.
Cribbi-e-boffitt 1 (che anche dicesi semr
. plicemente Oh cribbi I ) Poffar PJntea.
•Per bacco. Esclamazione.
Cribbiée. Faglia jo. . Faeitor di vagli.
Cribbiée. Fagliatore. Chi vaglia.
Cribbiéra. Fagliaja. s. f. di Vagliajo.
Cribbiètt ) • n- * 1 • 11
^ ., . ,. > Picciol crivello.
Cribbijn )
Cribbiòtt. . . . Crivello che trac al tozzo.
Cribbiùsc e Cribbiadàra. Vagliatura.
. Mondiglia che si ricava in vagliando.
Cricca. T. di Slamp. Cricca. Quel pezzuol
. di legno, iotilto nella coscia sinistra
del torchio d^ stampa , sul quale va a
posar la uiazia dopo dato il colpo
al pÌA'rojie.
CRI
Cricca. Oicchio. Ticchio.
Cricca. Scrocchetto? Specie di molletta
che è nelle «serrature a colpo*
Cricca. Gara. Contrasto. Briga. Picca.
Cricca. Zirlare. Mandar fuori il zirlo, voce
acuta del tordo, del pincione, e siib.
Criccadór. Zirlo. Tordo cantajuolo. Tot-
do che si tiene in gabbia per zirlare
ed allettare gli oltii tordi a calar
nelle reti — > E in generale neUo stesso
senso Uccello cantajuolo •
Criccadtf ra. . . . Quel luogo dove Atanno
gli uccelli cantajuoli in quella sp. di
frasconaje cbe noi diciamo Bressanèll.
Cricch. y. Cricchcràecb.
Fa cricch dicono alcuni /^er^Moo-
calla. F. in Kocoà.
Cricch. Cr<V:o(ZaiM>b| Diz.). MariineMo f
Specie di. leva con asta di ferro di
cui si fa uso per sollevar pesi gravi ,
come per sorreggere earr» eeeate
d'Anna carrozza allorché se ne vo--
gliano levare le ruote evi si voglia
lavorala di sotto iu su , ecc. La voice.
ci fu data d^i .Ecaocesi^ 0)ic. .^.di
varie specie , come MartineUo a lieti-
tiera^ Martinetto a (^itoa.eciC*
Cricchcràcch. Cri, cri. Cricch' :Qrkt;he.
Voci esprimenti.)! rompre cbeffifino
il vetro e il ghiaccio nel fendevsi ^ e
in generale .Vece inpàlapte. il 8i«oiio
di cosa che s^ritpli, d^o.spQppieUÙo
che si fenda. , . .. ,
Crlco. Foce usata neljia Jmse. 9o gb^à
né crico né craco. .JJL^cor^i a monte.
Repliche a nutnte. Non e* è che ripeAepe.
Grida. Grida. Bando» . ,
Criminal (Fa on). Commettere wp crifnen"
lese o un criminale , cioè aLcuna azÌAue
criminosa. . ' \y
Crisi. T. mcd. Crisi. Crise.
Crisi. Ficenda. Sinistro. Sventura. ,^
Crispo ! Crìspioi. CrispicUia{*%r0i\^ Vo-
cab. ar^t. ). F. Cisto. ' » ,., .. w
Crisi. Crij^o. Ilv^tgo .u^a. fucata T^ce
. e le sue derivate i« modi poco ade-
guati al rispetto che le.^4ey e,: ip, ne
registro alcuni de' più <;9^mii come
vocabolarista ; ma badi a schivarli
chiunque vuol dajrsi a. conpscpr/e .mo-
rigerato Cristiano*
Andà in crisi. F. in Dip.
Fa crist. Scattai^ a votqt FfU^rich.
(co^À ^ci Vqc. >en.). Non levar fupco
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CRI
(364)
ORO
<cosi TAlb. bess. in RaJUr o Prendre
un rati), Dìceaì del fucile quaodQ sba-
glia nel pigliar fuoco. 1 Sicil. dicono
Fari caiinazxu.
No ave on crist. Ifon aver un becco
d* un quattrino, V. in Quattrin.
Pari on Crist. Lo stesso che Pari
' on ecceomo. K. in Ececòmo*
Sta in crÌ9t. Stare in cristi{*(ìov,
' Pan. Paet, II, v, x6). SUire a dove-
re, F. in DrizK.
Grtst per Cristón« F* (/iisile,
dristàl]. Cristallo. Cristallo artifitiaU o
Cristall de rocca. Cristallo di mante
o di montagna. Cristallo gemma.
GrislMK Cristallo per lastrone da ve-
triate , carrozze , e simili.
Criatallàtr. Ad. diVéàer. V.
dristallée. Cristtdlaro(^rwxì), Venditore
di cristalli.
CristalllniMi ! esci. Crispieina ! ,
Grìstallón • • . Gran lastrone di cristallo.
Crislallizzàss. Cristallizzarsi. Ingemmarsi.
CrÌ8tée(Cantà el) .^ . . . In varie parti
• dell^Alto Mil. usano i ragaazi nella
Settimana santa andare di brigata re-
stiti a lesta ai casolari de* contadini
' con un palmizio in mano e cantare
' diverse orazioni relative alla passione
' di G. C.9 traendone da cjaella buòna
gente uova o secenmi o danari coi
' quali poter làené jlasquare. Ciò dicesi
Canta el cristée.
Cristian. Cristiano.
' Bon Cristian. • Buon erisHanaecio.
• Vém facile» alla buona, coibente.
Chi ama i besti ama i Cristian ...
"' Cllirf è crudele colle bestie lo è faeiU
'^ ' 'inente ' anche-^ cogli uomini (cosi a p. 62
deirAbbecedario element. lombardo).
V è propri insci de Cristian bat-
tezzaa*. Da Cristiano eUa è così,
•^ ' Oh'car 'd ìtiè Cristian. Buon uomo
mio caro* Quel Cristiano di quel mio
^ fhdrmè^tfthx Ereol. I, 188).
-'»' ^ On 'disnà de Cristian. Un desinare
^'^dà'-CmUàni: '^
"■ -PWk de Cristian. Parlami Cristiano.
(Monos. 74)- I^ieesi a chi parla in
" ihodo ' da non' essere ihteso per esor-
tarlo a più chiaro favellare.
Per ben Cristian, y. in Per.
Vess minga Cristian de Ìli ,* dì , ot-
tegni, fò fa, e sim, . . . Non trovar né
via ne verso da fare, dire, far esc
guire, e simili*
Cristiani! o Cristianin de legn! o Cri-
slianuina! Crispieina! Esclamazione.
Cristoforia Ricorrenza dei giorno
settimo di gennajo che fu dimenticata
sinora da tutù i dizionari ilaliaoL
La Cristoforia tutti fest je menna-via
o je porta-via. y» in Fèsta.
Cristón<« Antecrist e Crist). m. b. Fieri
fante. Gogna* Carogna. Dicesi a mo"* d-
imprecaaione a persona di cui siamo
malcontenti , e che operi alla peggio.
Critega. Critica. Censura. Criticazione.
Critegà. Criticare. Censurare.
Critegàa. Criticato* Censurato*
Critegh. Stiiico. Di difficile contentatu-
ra* Talora anche Cardatore, Critica'
stro. Critichilo.
Critegón. Criticastro* C^wt cardatore.
Criteri. Criterio.
GrivèU. T.de^Fab. d*org. OnVe/to(Zan.--
Diz. mus. ), Quadrilungo di cartone
con orlatura di legno, lungo tanto
quanto è il somiere , nel. quale sono
. tanti fori quanti corrispondono ai fori
del somiere stesso, che in distanza da
esso un ter^o dì braccio regge- e tiene
in sesto le canne tiUte d'^ua organo*
Crocea. Croccaref Scrosciare. È sinonimo
di Canta. F. - Dal fr. Croquery Croquant*
Croccàttt. Croccante(2Anch* Dia.). No-
celiata*. Cialda. Cialdone , ed anche
Mandorlata. Pasta dolce notissima.
Croccànt. ad. Che scroscia o stride sotto
ai denti 9 e dicesi di pane o simili.
Cròccia. v« a. Bujose. Carceri. Forse
questa nostra voce antica è trasLata
da Croccia per ostrica. '
« £1 poTer Mtncgliia frttaiit l'i in evoeci» ».
(Magg.F«k.7ik».).
Creceflss. Crocifisso.
Crocefiasin. ... Un picciol crocifisso,
e noi lo diciamo per lo piti di quelli
sculti in argento , avorio o simile da
ornarne corone, collane o simili.
Crocifer. Crocifero. Poriacroee.
Grodà. Cadere* Il vero Decidere de^Lat.
La nostra voce è d^origine romanzo-
svizzera Curdar, iou crod 9 io cado.
Crodà del sogn. j4ver una gran ca-'
ocaggine. Tracollare. Incltinare.
Crodagh nagotta o No crodagh on
pelo. iVon dare altrui del profferito*
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CRO
(365)
CRO
Dove ghe n^è quajcosi croda-via.
r. in Senti.
£1 pomm quaod l'è madur besogna
ch^ el eroda. Quando il pero è maturo
coiwien che cada{huom Prov. lU a66).
JìUU le volpi alla fine si rivedono in
pellicceria. TuHi i gruppi si riducono
al pettine» Simile al fransese Quand
lapoire esimdre elle tombe(hQUx Dìct.)
Crodà. Scanicare, Dicesi delle muraglie
quando ai scrosUmo.
Crodàa. Caduto.
Crodada. Caduta.
A la crodada di fraach o di foeuj»
V. in Frasca.
Grodadùra .... Specie di malattia dfel
neo{pry%a saliva) la quale consiste
nel cadérne in terra le granella si
tosto eh* elle vengono maturando, e
rimanersi la pianta colla spiga nuda
e infruttifera.
Crodèll. s. f. pi. Lo stesso che Castegn
- crodell. ^. in Castègna.
Crodèll. ad. Cascaticcio. Cascatojo. Che
. cade facilmente ; alla latina Deciduo»
Crodèll. Jd. di Castègna 9 Soménza ,
Vin , ecc. y.
Crodèll o Crovèll per estensione dicesi
ogni primo prodotto agrario ancorché
non ispontaneamente cascaticcio ma
procacciato dall'uomo. Per es. Gran
crovelJ Il grano trebbiato per
' primo, a differenza del rebattuu; Ca-
stegn croyell Le castagne ab-
battute per le prime.
Crodellà. Svinare. Trarre il crovello dal
tino o dalle botti dove bolli il mosto.
Crodellà . . . Goyemare il vino di stretta,
o secondo o spremuto che TOgliam
dire , per modo che si faccia come si-
mile al erovello , versandolo su que-
sto dopo ben posato.
Crodelladùra. Svinatura.
CroBÒgg. Crocchio. V. Crceùsc
Crfleùj e Cròj. Crojo. Duro» crudo, che
non acconsente, simile al cuojo ba-
gnato e poi rìsecco.
Croeùsc o Grceùgg. Crocchio. Brigata dì
crocchioni, conversazione di cicaloni,
di perdigiorni, di pancaccieri.
Croeàsc. Cricca. Brigata di persone una-
nimi in checchessia , e per lo più in
mala parte. {juolo.
YesB del croeuac. Essere consetta-'
Cròj. r. Cr«ùj.
Grompè« Comperare. Noi lo pronanziamo
volentieri come i Provenzali Croumr
par. y. Compra.
CrÀnega. Crònaca —-Al dim. Cronichetta
o Cronaehetta •— CronicKista. Cronista
chi la scrive.
La cronega scandalosa. Cronicacaia?
Cronaca scorretta? FogUeUi segreti.
Si dice fig. delle maldicenze, delle
male voci correnti in paese intorno
a checchessia.
Crònega. -fig. Mal abiicf. Pecca. Tacca.
yizio iwecchiatOf inveterato.
m, Che n dora uua6 sta cronega
Troraroo iiwM «l preUit
Da fa 00 <{«•] Mioett d« nonaga
Per ditt drea la nomm di fast. » (BaL Rinun).
Crònegh. Crònico. .
Gròppa. Gròppa — Groppone.
Porta in croppa* Portare in groppa^
e fig. Portar basto ^ cioè sopportare
ingiurìe; e al rovescio Non portare
o Non tener groppa,
Strivaj de croppa. Tromboni. V. in
Strìvàl.
Toeuss in croppa. Prendere in groppa.
Cròppa. T. de^CuDJaj. Schiena. Un**' in-
tiera pelle bovina lavorata a euojo.
Il latino Cfypeum.
Cròppa {che altri dicono Fescia de ves-
sell o Gripola). Tartaro. Taso da botte.
Cròppa. Gromma. Gruma. Doccia? Cor-
tarzo? lòja. Lordura, sudiciume ap-
pastato su checchessia.
Croppètta. lojetta.
Crós. Croce.
Manegh. Albero. Asta. Fusto >« Tra-
vers. Traversa » In quelle da altare
vedesi anche Pedestall. Piede »>....
yaso ■-.... Raggiera.
Alza la eros. Inalberar la crocea
Cros de coli, ecc. Croce da collo.
Croce pettorale,
Cros d*onor. Cavaleratico? {Doni
Zucca pag. i6a verso). Croce. Ogni
divisa di mento cavalleresco aQcorchè
non consistente in una vera croce.
' y. in Decorazión.
Fa cros e medaj. Lo stesso clte Fk
crosett e medaj. y. in Crosètta.
Fà-sù la cros. Crociare. Fare la
croce. Fare il segno della croce. Se-
gnare eoi segno deUa croce.
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CRO ( 366
Fà-sù la eros. Feare un crociane su
ckecchessia{Menz{ni Sat. a.* terz. 33.*).
Lasciar checcìiessia segnato e bene-
detto ^ cioè con disposizione dì non
ne voler sapere altro — Dar delle
mani in sulla groppa a uno.
Fagh-sù la eros. Fare il pianto a
0' di checchessia» Fare un crocione.
Dare la benedica. Mandar segnato e
benedetto» Appiccar la Sfoglia alVarpio^
ne. Aver perduta la speranza di chec-
chessia.
Fass benedl cont el manegh de la
eros. Farsi benedir eolla granata. V,
in Scovin.
Giugà a eros e lettera. Giocare a gi-
glio o faii/o(Borghini Della Mon. fior.
-— Monos. 99) o a santi e cappelletto
o a palle e santi. Giuoco da ragazzi,
che i Fr. dicono Jouer à croix ou pile^
il quale si fa gettando in aito una mo-
neta, e apponendosi a dire da qual
parte resterà voltata. Da noi si dice
Giugà a capellett quando, prima di
' gettar le monete in aria , si vanno
tramestando alquanto entro, al fondo
. d^un cappello. Dicesi anche Giugà a
tra in aria e Giugà a la brusa,
Juttà ona cà la eros • . • Morire
altrui più membri della propria fa-
miglia e non ne sentire che sgravio ;
si dice solo. dai genitori o capoccia
per rispetto a"* loro figli o ai parenti
nodriti da essi. Per es. La eros la me
jutta.Xa croce m'<i/ttto(*fior.Salvad.55).
SanU eros Tha juttaa. Santa croce
Vha a/utato(^ono8. p. 4o3). Per morte
di parecclU de'*siU)i si rimise a panca.
Jn eros. In croce. In forma di croce.
. Mett in cro8« Crocifiggere. Confic-
care in sulla croce» Mettere o Porre
o Levare o Distendere in croce. Ap-
pendere alla croce; e fig. Porre in
croce{ìionos. ao5). Serrare il basto
addosso. Sollecitare altrui importu-
namente a far checchessia.
Nfgà ei Signor in su la eros. Ne-
gare il pajuolo in cetpo. Dire die il
biscotto non ha crosta o che la neve
non è bianca. Negar cosa manifestis.
No ave gnanch la eros d' on quat-
trin. y. in Quattrin.
No capi né eros ne lettera o né
crosta joiè moli. F. in MolL
) CRO
On taj in eros. Un ta^io cruciale
dicono i chirurgi.
Podè minga canta e porta la eros.
r. in MIkrta.
Bobb de fass segn de eros. Cose da
farsene il segno della croce ^ cioè da
restarne ammirati. On fait de grands
signes de croix dicono i Francesi*
Tajà in eros. Tagliare in croce.
Tegnì in eros. Tenere in croce.{Mo^
nos. ao5). Tribolare, far stenUre,
tener a bada.
Vess eorna e eros. K. in Corna.
Vess minga bon de di dò paroll in
eros. K. Il» Paròlla.
Crós. met. Croce. Traversìa. Tnbolm*ii>*
ne* La soa eros ghe Than tucc. Ognuno-
lui il suo impiccato tdV uscio. V è ona
eros. Ella è una croce^HLonos. 3o5).
Te see ona gran eros! Ih. se'* pur
nojoso!
Crós dicono alcuni con voce romanzar-'
svizzera quello che più comun. dicia-
mo Cavali de la nos. y.
Crós ( o Binadóra ). Croce (Atti Georg.
j^òS 9 'p.B5).JddoppiatQJo. Tavella?
(se pure TAlb. enc non . erra come
dubito). Strumento simile ad una croce
quadrata fitta in un piedestallo, ne"*
cui rami si conficcano alcune cavi-
gliuole alle quali si raccomanda la
matassa della seta che si. vuol dipa-
nare , addoppiare, ecc. Un nuovo ad-
doppiatolo fu inventato dali^ingegn.
Gio. Crassi Marliani unito all'* incan-
nato jo. La macchina. tutta è lunga otto
braccia, alta uno e mezzo, e larga tre«
Ne é fatta parola dal eh. Defendente
Sacchi nelle Varietà a giugno i838
della Gazzetta di J^ilano.
Crós. T. di Slamp. Gruccia. Arnese fatto
a T che serve a stendere i fogli nello
spanditojo.
Crós. T. di Stamp. Coda del torchio.
Asta innalzata obhliqnamente in fondo
del torchio, su cui posano il timpano
e la fraschetta.
Crds. T. degli Stamp. in rame. Stella
<Alb. enc. in Manico 9 ove rimanda a
Stella^ senza poi registrare questa vo-
ce al suo luogo alfabetico). Spezie di
manubrio fatto a croce per cui mezzo
si fa muovere il cilindro che preme
• . sulla carta da stampasi. La Groiséc
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CRO
(36?)
CRO
delPEncyc. Credo che non sarebbe
mal detto Crociera o Crociata (si ve-
da r Àlb. enc. in queste due voci).
Direbbesi altresì Prese o Manichi del
torchio da stampar rami.
Crós. Crociera. Crociata, ^elle arti si
dice d'^ogni attraversamento di le^i,
ferri o simili fatti in qualche modo
a forma di croce.
CnSs. T. de** Paniera]. Crociata? Crociera?
Quella prima incrociatura di gretole
che forma centro al fondo d^una cor-
ba 9 d'Anna cesta , ecc. » e intomo alla
quale poi il panierajo va ravvolgendo
il cosi detto Cors del cuu d*on cavagn.
Crós. T. di Mese. Lo stesso che Croséra. y.
Crós . . . Quel taglio in croce che il
contadino non* manca mai di fare
nella sua pulenda di gran turco men-
tre sta cocendola» onde si renda più
sòlla e agevole a staccarsi dalla caldaja.
Crós. Crociata. Quella parte d'Anna chiesa
ch'^è fatta in forgia di croce.
Cròs de Malta. T. de^Gonfett
Dolce cosi detto dalla sua forma, spesso
regalato di rosolio.
Crós de Malta. Scarlattéa, Croce da ca-
valiere. Il fiore della Ljrchnis calcedo^
Cix>5àscia. Crocione? ■ (nioL.
Croscètt. CroccfUetto.
Crós-e-lettera. Palle e santi. Sorta di
giuoco di cui vedi in Crós.
Grosér. s. ù pi. T. de'^Pianet. Sale. Tra-
verse disposte a scala sulla pianeta.
Croséra. Cor5Ìa(*fior.). Nome di quelle
stanze lunghe a mo^ di corridoja negli
spedali in cui si mettono i letti de-
grinfeimi. Corsia , dicono i diz., è lo
spezio voto o sia non impacciato nel
mezzo di teatri e simili luoghi; ma
Tuso consacra la voce anche nel senso
detto da me più sopra ; di fatto nella
Guida di Firenze 1790 a pag. i5 leg-
gesi Vi sono stati posti de* letti si per
tutta la corsìa che in altre stanze; e
nella Statistica romana del Monchini
leggesi pure Cqrsìa. Noi le dicemmo
Crosér perchè nello Spedai grande
furono le prime corrìdoje incrocia-
te ; di poi iucrociate o no tali cor-
ridoje ritennero il nome.
Croseradi pellegrin. f^.iitPellegrìn.
Croséra » ed anche sempl. Crós. T. di
Mascalcia. Croce, Garrese» Sommità
delle spalle. Quella parte del corpo
del cavallo che, è al di sopra delle
spalle posteriormente alP incollatura.
È quella che Vegezio dice Mercurius
e che i Fr. chiamano GarroL Nel bue
è detta Spigolo. V. in Mànz.
Croséra. . . . Reggicrìvelli da fabbricatori
d'^amido quasi sim. al Crosìn sig. S.*" y.
Croséra iH)ce verbanese perNèiS&{aWero),y*
Croserinna. Corsiò/a(*roman.- Morichini ,
p4 6). Picciola corsìa da spedali*
Croserón. Acer, di Croséra. ^«
Crosètta. Crocetta.
Fa crosett(o eros) e medaj ; o Cro-
sett e medaj , staochett e coraj. Desi-
nare alla Crocetta(* hor, — Zan. /7<ig.
vana 9 p. 126). Far delle croci o delle
crocette o d^crocioni.. Far la cena
di Salvino. ApparecclUare alla Crocetta,
Vale non aver da mangiare.
Croscttinna. CroceUina.
Crosin. Crocetta,
Pont a crosin. Punto incrociato (Alb.
enc. in Incrociato), V, in Pónt.
Crosin Crocicchio di due quer-
ciuoli che i nostri carbonaj sogliono
fare nell^ imo fondo della carbonaja.
Crosin(cAe alcuni dei contado dicono Fra-
schéra). Cemitojo. Cemecchio. Quel ba-
stone o quel telaretto di legno sopra
il quale si regge e si dimena lo staccio
nella madia, intanto che si va stac-
. ciando la farina da fare il pane.
Crosin, e per lo pia al pi. Crositt . . •
Nome che diamo per lo più solo a
que** contadini che nel giorno 5 di
inaggio, in cui ogni anno si celebra
r Invenzione della S. Croce, si affollano
in Milano e nella Metropolitana per
venerarvi il S. Chiodo che ivi si
conserva.
Crositt. Crocijeri. Que* religiosi che han-
no a divisa una lunga croce in petto.
. Anticamente erano detti anche Cro-
sadUeri dai Fiorentini per quanto as-
sicura il Ciucili nella Scanzia 8.* |jla
voce Aron. In Roma sono detti Padri
della Crocetta.
Crosceù. Crogiuolo. Crociuolo; e per idio-
tismo Correggiuolo,
Crosceù. Frugnuolo, Fomuolo. Sp. di fa-
nale che s^ alluma di notte, specialm.
per pescare o uccellare. La lucerna che
v^ è dentro chiamasi Testa o Botta»
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ORO
(S68)
ORO
« L*andihra » eà tal tard oof eroMen In man
» Yna eh* él gk'aT«va dentar doma on poo
» De candifetta ohe V è dora» poch ».
( BaL Bim. )
Crosoeù • • . I falegnami chiamano cosi
per eccellenza quel pesso di crogiuolo
che sogliono adoperare in. luogo di
• lapis o di gesso per segnare loro mi-
• sure solle tavole che stanno lavorando*
Crosolln Picciolo crogiuolo.
Crosolòn. Correggiolone(J«cg, Viag. VI,
4i8). Gran crogiuolo.
Cròsón. Crociane, Gran croce.
Crosón. Tallero, Crosazzo, Moneta che
oggidì vale fra noi lire sei e eente-
• simi settanta, ed è cosi detta dalla
' croce che ha in «ma delle sue faoce.
Gróst. s. f. pi. fig* Quattro zolle,
Avegh quatter crost al sd. Essere si-
gnor di quattro zolleifiaon. Tancia I, 3
cantata). Possedere certe poche zolle
(Targ. Viag. Ili, i5'i— «idemV, 34)*
• F, anche GrostinàtU
Cròst. s. f. pL T. de* Manisc. Giarde,
Giardoni,
Cròsta. Crosta. Schianta, Stiansa^ e dottr.
• Èscara — « Chiazza — Piastra, Crosta.
Andà tutt a crost. Divenir
tutto crostato, tutto pien di croste.
Ave in sui crost vun. fig. ^i^ere uno
in uggia o sulle coma o nelle code
o a carte (quarantotto. Odiarlo.
•Dà in sui crost. fìg. Dar sulle nocca,
• Dare il mattone. Pregiudicare, nuocere.
Fà*sù la crosta. Fare la crosta. Far
crosta. Diventare incrostato e ant. m-
crosticato,
Pien de crost» Crostoso, Crostato —
Bosolafo,
Romp i crost o Pesta ì crost o Dà
sui crost. Battere, Percuotere,
Cròsta. Crosta, Corteccia, Quella del
' pane, e simili*
Fa fò la crosta a la polenta
Dare tal fuoco alla pidenda ch^ella
.abbia a fare la crostata.
El pan del servi el gh' ha sett crost.
r, in Pan.
Mangia pan, crosta e moli. Man*
giar pane e coltello, fHcesi scherz. per
denotare eh" e* non s** abbia eompana*
tico, che tocchi mangiare pane scusso.
No capi né crosta né moli o né eros
' uè lettera. F, in Mòli,
Cròsta. Crostata o Crosto (de^ pasticci).
• Se Tè fada dedrizz, la pias anca
la crosta del pastizz. K. in Pastìzz.
Cròsta o Crostlnna. T. delle Cave d*are-
naria di Vigano. Cappello, Nome di
quelle falde di pietra mal compatta,
terrosa, e inutile a*^ lavori, che rico-
prono le cave e sono tramezza fra la
terra vegetabile eie saldezze dell^ are-
nai*ia. Corrispondono in qualche modo
al Galestro che ho veduto nelle cave
toscane.
TxBÙ-via i crost o i crostinn. Sba-
lestrare? Legare il cappello alla cava.
Cròsta. Corteccia, Quella degli alberi.
y^. Scòrza.
Cròsta, r. in Tràv.
Crostln Picciola crosta, ero-
sterella risecca sulla pelle.
Croslin. Orlicelo,
Crostin. Cor£sccuioto(*san.-Noz. Maca I,
4). Crostino, Fettolin di pane da in-
zuppar nel vino. Quello che i Fr.
dicono Trempette o Zeste de Limousin,
Crostinà. Sgranocchiare -— Rosicchiare.
Rosecchiare — Bocconcelìare, Sboccon-
cellare, Mangiucchiare.
Grostinàtt. Signor di quattro zo//e(Buon.
Tancia I, 3 cantata). Una Padronella,
Voce di spregio che usano i contadini
toscani verso i piccioli proprietarj o
quelli a cui essi hanno mal animo
(Gror. agr. V, no). Poggiajuolo(*san,
e Gior. Georg. III, 288) se ne'poggi.
Possidentuccio{Gìor, agr, V, a3o in ge-
Crostinètt. Orlicciuzzo, (nere.
Crostinettin.} ^ >• .
^ . , } Orlicciuzzino,
Crostmin. 1
Crostìnna. T. delle Cave. Lo stesso che
Cròsta, f^, (pelle.
Crostòn. Crostone? Gran crosta suUa
Crost óo. T. delle Cave. Crostone, Dicesi
della parte snperiore dei tufi, delle
arenarie, de* macigni, ecc.
Cròtt. Grotton da vino^egn, Quares. Pred.
XXV, 5). Grotta, Cantina nel masso.
Cròtt. Crocchio, Malaticcio, Malsaniccio.
Fa el crott. Portare i frasconi, £s^
ser crocchio. Crocdùare. Si dice al
proprio degli uccelli quando sono
anunalati , ed al fig. anche degli uo^
mini quando si trovano in cattivo
stato di salute — Vale anche Acco-
vacciarsi, Jecovacciare,
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eau ^369d
Cròtt o Cagarùtf. ». . • « V uìUmQ nato»
lo scacanìdio come dicono i Siciliani.
Cròlt. UnJhascoueiSehraii Granchio I9 a).
Cirò^ta. Jd. di PoLénU. F.
Croltint. GroUicino.
Crotthi*.. . . • Un poivero ctocchietto,
un ragazzino malaticcio.
CroY^uCroàio» PiCrooi&ia. — Fra ^01 an-
. ni sono equiyaU^ an9he a Mìlizìòtu f^
l<(egher come ea CrovoU. ^. . in
Négher.
OtoyéU, CascaiìcciOéf^, GrodèlL
Crovèll, CrovelU, Grovelladùra» ecc. V,
Crodèll , Crodellà , Ci'odelladùra^ ecc.
Crii. T. contad. Cnado: VAn Crùd e Crùff.
Crùd {che il volgo dice Crùff e il. contad,
Crù o Crùv). Crudo, Contr, di Collo,
Andann el coli e el crù (deltalo
contad. brianz*). Andarne Vasta e il
torchio , il mosto e V acquerello » la
roba e le carni. Lasciare in checclhes*
sia le polpe e l'ossa. Spendere il cuore
o gli ocelli. Colare ogni cosa,
Crud crudisc {che altri dicono Gru
cruisc o GrnfT cruvisc). Crudissimo,
Nud e crud. f^. in Nùd.
Q crud brusaa. Come i grilli ^ sal-
tare o stare /ermo(*Sior, tt Pan» PoeU
XXVIII, i). O asso o sei. Dicesi per
denotare il Dare sempre negli estremi.
Crùd. j4d. di Làtt, Melali, eco, V.
Cruda. Ad. di Seda. K.
Crudelònna. Cagnaccia^Hleg, iZi), Cru^
doccia, Crudelaccia,
Crudcllàa. Crudeltà, Crudezza,
Crudisc. K in Crùd.
CrùfT. Crudo, F, anche Crùd.
Guntann de coti e de cruff. Dir
. cose che non le direbbe una bocca
di forno. Vale dir cose che non pos-
sono stare , bugie o falsità manifeste.
y, anche in Ciél.
Fann de coti e de cridT. Fame di
quelle coli* uliifo , cioè grosse , mar-
obiane. F, anche in Sòtt.
Mandann-giò de coti e de crufT.
Tenere in collo. Portar basto» Tenere
in groppa. Comportare, Soffrire, Avere
gran sofferenza.
Crusca. Semola. Crusca. Notisi bene che
. fra noi Sémola vale fior di farina , e
fra i Toscani e nei diz. ital. crusca — -
La Crusca si suddivide secondo gros-
sezza in Cruscay Cruschello eCrusconC'
Fol. J.
BoKà-vk on jlee de cnuca. y. Sté^.
La fkrinna del diarol Ik va ìhìU
in crusca. F, in DiàxoL. .
$tà4i a fa la crusca ai gajjan. ^
in Gaijxma.
TuU pian de crusca. Cruscoso, Se*
moloso, . ./
Tra crusca ia di oaUcc. Ve in (Eilcc.
Crusoàdo* Semolatamf^ìov, georg. II, ^%^
Specie di beverone, cioè seccume e
crusca.
Gruscàlt. v. dell'Alio Mil. Crusca/o. Chi
compera crusca per rivenderla.
Gruschée o Teri. Abburattatore. Cerni-
tore T^ e fior.. VAbburatUnà, Abbu*
rattaja. Così chiamasi nella bottega
del foraa>o quel gai*2one che ordina
le paste.
Cruschèll(Giugà.8); Giocate a crusche*
rella o a semolino. Giuoco da faiw
ciulli consìstente in ricercare dei da-
nari nascosi in alcuni monticellì dr
crusca eletti a sorte. •
Cruscbèlla. CruschereUa, >
Crusc(>n.£;nacoii6. La crusca assai grossa.
CrùzKÌ. Cruccio, Tobuss cruzzi» OvicciariM
Criuzi. Impiccia. .Briga, Impaccio. .
Grùzzi. scherz. per Gràizer ( kreatser )•
y. in Caranlàn. »
Cruzi^ià. Cn/ca^re
Ct:uzziàs5. Crucciarsi,. .
Cruzzius. Cruccioso» Cruecevolcladinato
a cruccio,
Cu- Q< La duodecima consonante dd-
raUabelo italiano. // Q.
Cu. r, Ciju.
Cuàrz. y. Foeughàrt.
Cùbbi. T. de' Boll. Fondo di dietra della
botte.
Cubiànch. y. Cuubiànch.
Cucàgna Noi diciamo cosi quella
festa in cui si fa la gara alla pianta
di cuccarla*
Fa cucagna.. Sguazzare,
Pianta de la cucagna Altis-
simo albero tutto liscio od anche insa-
ponato alla cui vetta s'appiccano pol-
lami od altre cibarie, come pure al-
cun orinolo o borsello con danari a
piacere , tutta roba esposta alla gai*a
di chi voglia avventurarsi alle tom-
bolale di quella lisciatura, e a premio
di chi sa giugner primo alla vetta e
aggu<mlarla. •
47
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cuc
.Cuttàgiìa^'iìg. CuecagtHi' FtUdià,
.Cécca. AéL ^''Èrba, Nós, M«gì6str&,
Soménza, ecc, Vw
Cucca. Corbellare. Frodare. Trtiffàre. Jc~
coccarla. Attaccarla. Appiccarla,
.• ' Cucca' milita. Non far cordovano.
Te me cucchet minga ve. Tu non me
. f accocchi. Tu 'non mi giugni al canto.
Cuccai. Guastarsi, Svunare, Biuscir eva^
nido.
« 8« bin Unt sor da cnccatt
» Far sto peliu 'fogo*
w Coma «i sbrojou d'afoitt se cnoca i not. »
(Mag. Aim.)
Cùcch. Cucco? Vece come el cucch. Pia
antico del brodetto. Pieno d^anni o d^età,
Cóoch. y4mo. Ei^ànido, Aj cucch, 4Saìy
cucch, e sim. Aglio voto. Uovo evanido,
Ciicoh. Arrabìfiato. V. in Formént.
Cùcdi. Ad. cTOmm. Freddo, Impotente.
' V, in Òmm. e in Véce.
CiicurucLiu. Citcehirìcue(*SiOT. -~ Son. dì
Mess. Laz. Bacbiere); Cucchericà{Mo'
nif^. Pod. di Colog. II, 19). Cuccurucù,
. Chiccbiricchi. Cauto del gallo.
CuGurucùa. Ghemglio. Ganglio. Polpa
della noce, che ndl^Alto MiL dicono
.' Ctocò.
Cugiàa. Cucchiajo.
Manegh. Codolo » Cuu. PaUa.
Cugìaa sforaa Specie di
cucchiaio tutto sforacchiato col quale
8i spande lo zucchero sulle fragole,
'.sul lamponi e simili, acconci che siano.
Mangia Por cont el cugiaa. f^ in Òr.
Meuestra freggia cugiaa tiraa, Tro^
vare il diavol nel. catino^ cioè Arrivar
' tardi a mensa.
Perdes in don cugiaa d*acqua. V. in
Acqua.
Riva a la levazion di cugiaa. Giun-
gere at dar dell'arme in tavola. Cosi
nel Voc. ven. , e vale Arrivare in sul
principiare del pranzo. A questa nostra
- Levaziondi cugiaa sono affini quel pas-
so del JticciardettoiV, 67) che dice
• Ha Moto •cpccliianre la forcina,
» Sngno ciao a ceoa il cuculiar c'invita. »
e quella terzina del Fagiuoli(Rime III,
i3o) che vuole
« La oonmadia a' intitoli La Cana;
» Di forcbeua, oohai, piatti, cocchia j
» S'oda la sittfooia più graU pimi, m
Cugiàa per Cugiaràda. r. .
(370) cut
Cugiaràda. Cucckiaraia. Cucchiajata ed
anche Cucchiajo. Quella quantità di
checchessia che- sta in un cucchiajo.
Cugiaréra. Cucchiajera, Busta dei cuc-
chiai. I diz. ital. registrano anche la
Forchettiera t la Coltelliera o Coltela
lesca.
Cugìarln. Cacchiarino. CuecìUaino.
Cugiarìn. Cucchiajatina. On cugiarin d^oU.
Una cucchiai atìna o Un cucchiaino
d'olio.
Cugiarón. Cucchiajone — Nelle zecche
usava già tempo un Cugiarón. Ckie-
ch^ja bucata,
Gàgn per Chignceù. V,
Cugnàa. Cognato.
Cugnàda. Cognata.
Cugnadln. Cognatino,
Gugnadinna. Cognatina.
Cuguoeù per Chignceù. V,
Culàss o Culàzz. y. Foeughlur.
Culatta. Nàtica. CIdappa.
Culatta. Anca, Ancóne. ■
Culatta. T. de^Macell. Culaccio. In genere
la parte deretana delle bestie macell-
iate separata dai tagli della coscia ^
e in ispecie la Groppa di culaccio.
Culatta Gli spazzacammini chia*
mano cosi un cencio a più doppj di
cui a guisa di culatta o batticulo si
fanno difesa al sedere quando salgono
su per le gole de^ cammini a spazzarle.
Culatta. Groppa. Groppone,
Culatta. . • . Quel sacco in cui finisce Tin-
testino retto {buell dritz o salsizzon).
Culatta. // Jìetio. Specie di budello che
lo Scappi dice Budel mastro.
Culatta de canon, de s^ciopp, ecc. Cu-
latta del cannone , delCarchibuso , ecc*
Culattìn. Chiappola {BocT, Diz. yen.).
Culattìn. T. de\\Iaeeli. ecc. Mela di cu-
laccio. La parte più tenera del culac-
cio ne'' manzi e simili. Nelle bestie
minori, come ne'porci, negli agnelli ,
ne** capretti , s** intende semplicemente
per Culaccio,
Culattìn. K. Curattìn.
Culètt. Coppettino. Quella parte d'^un ca-
lice che ne abbraccia la coppa ^ parte
che viene detta Fasuja quando è fog-
giata a mo^ di calice florale polihllo.
Culìn. Culeito.
Culiséo. scherz. Culisco, Bel di Rama.
V. Cùu.
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CUN ( 37t )
Culitt. ^nci^ì. Nelle culle sono'qtieMue
come cavalietti che le sorreggono.
Gulìtt(Gìugà ai) Cosi chiamano
in Brillnza il. giuoco detto comune-
niente fra noi Saltàformàggia. V<
Culi. Voce sinonima di Gùu , la quale
pei soliti capricci di lingua si ha per
più scurrile e da schivarsi. V.
Culón. V. Gurasción.
Culòtt. T. di Zecca e d^Orefic. Culatta.
Queiroro o quell^argento che resta in
fondo al crogiuolo beir e fuso e netto
di scoria^ il culaccino del crogiuolo.
Culòtt de crosoeu. T. di Zecca
Cosi chiamano i fonditori di zecca
quel cui di . crogiuolo che sogliono
mettere tra il fuoco e il crogiuolo
entro cui. stanno, fondando oro od
argento, onde impedire che il fuqco
non agisca con troppa ifiolenza sul
crogiuolo stesso. Altre volte usava per
tale scopo un piattello di terra cotta ,
e perciò TAlb. bass. traduce il fran-
cese C«/ot per PiaUello.
Culpa. Voce latina usata nelle frasi .
Di mea culpa. Chiamarsi in colpa
. di checchessia.
Hea culpa. A rifar di mio. Sette mio.
Cumèrlo Specie di malattia degli
uccelli che altri dicono Smorbioeù. :/^«
Gumò. Cassettone. Mobile noto. La no-
stra voce pare corrotta dal francese
Commode*
Fond. Fondo? <» Schenal. Schiena »
Porso. Dosso » Contraifond. Contraf-
fondo? *a Kegis^er. Guide? *» Cadenn.
■« Coverò» Coperto? «=» Spali.
Spalle?
Cumorìn Picciol cassettone.
Cumquìbus. V. Conquibus.
Cuna. Cullare. Ninnare.
Cuna. V. a. Svignare. Sbiettare. Fuggire.
Cunèlt {che altri dicono Cunin o Ar-
chètt). Cassetta? Jrcuccio? Arnese
che sì mette nel letto da chi vi tiene
seco i bambini per impedire che ri-
mangano soffocati.
Cunétta. V. Cunin sig. i.*
Cunétta. Goma. Colatojo. Nome di quelle
fossette acciottolate 9 ammattonate o
lastricate che si fanno tutto lungo i
due lati delle strade in vicinanza
delle banchi ne« e che servono come
scolato) laterali delle acque.
CUN
Cunétta. • • . Picciolo sfondo in una via.
Cunetlinna. jDim. di Cunétta, f^.
Cùni. jénseri. Vecchioni. Castagne cotte
in forno e spruzzate di Vin bianco ,
. serbatoje e dolcissime » forse alP uso
originario di Cuneo..
Cunin. Cu//e<fa ( Biring. Pirotec. p* Sg
verso). Picciola culla.
Gnnln. Alari. Capifuochi. Capitoni. Il
nostro Cttfif/t in tanto é diverso 'dal
Brandinaa, in quanto che n^.e più
basso e non ha il fusto alto dinanzi
come esso. Il Brandinaa corrisponde
propriamente al Chenet, ed il Cunin
alla ChevrcUe de* Francesi (vedine la
figura a culla neirOp. dello Scappi).
On cunin. Un alare(yn8. 696).
Cunin per Cunètt. f^.
Cùnna. Cuna. Culla. Zana.
Culilt o Pee. Arcioni «» Còregh. Fa-
no? *» Manescitt. Manichi? t^ Boffett o
Archett. Testiera? ArCuccio? «» Spond.
Sponde.
Baratta el fioeu in la cunna. fìg.
Scambiar le carte o i dtuli in mano.
Cùnt. Conto.
A bon cunt. A buona cautela. A ben
essere. Per buon rispetto. Per ogni
buon rispetto. Per abbondare in cau-^^
tela^ per non mancare in diligenza.
A cunt. A conto. A buon conto.
A cunt longh. A conto lungo{Psioh
Oper. I, 4o4)'
A fa el cunt senza Post el se fa
dò voeult. ùg. Chi fa il conto senza
foste l'ha a far due volte.
A [k i cunt giust. A fare i conti
giusU^Ttmci Agric. I, 99).
Al streng di cunt. Al far dei conti.
Al levar delle tende. Al ristretto. Da
ultimo. Al fin del fatto.
A tutt i cunt. A marciaforza. In ogni
modo» assolutamente, risolutamente.
Avegh dent el so cupt. Trovarci il
suo conto 9 il suo utile.
Bravo de fa cunt. Bravo aritmetico
o ragioniere o abbachista.
Butta a bon cunt. Lo stesso che
Mett el eoo a cà o a paiiii. K. in C60.
Butta a mal cunt. . . . Riuscir a male.
Cerca el cunt de menuder. Carata^re.
Fagliare. Cercare il pel nelV uovo.
Cunt avert. Conio acceso o aperto»
Cunt corenl. Conto corrente.
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CUN ( 373
Cant a iiix>n. Merito a capo tt alcun
iempo(C9iU Prat Matem, p. 54)* e volg.
Merito doppio.
Cunt de figura. Conto morto.
Cunt liquìd.Coizto riconosciuto esatto,
Cunt salda a. Conto spento, saldato,
pareggiatOé
Cunt sospes. Conto fermo*
Cunt de -spezìee Conto
alterato, esagerato» che sa di ladro-
naia. Partie d^Jpoticaire dicono an-
che i Francesi.
Dà a cunt o in cunt. Dare a buon
conto, cioè in isconto di debito.
Dà cnnt di soeu azion. y. in Aziòn.
£1 cunt Tè ciar. Due e due hanno
a far quattro» L^è cosa chiara» evi-
dente^ incontrastabile.
Fa andà per so cunt Lavora per
• SÒ ami. Fare sópra di sé.
' Fa butta a bon cunt. Far frullare.
Spingerò violentemente alcuno ad
operare.
Fa cunt adoss a vun o a ona robba.
> Far disegno sópra alcuno o sopra al-
cuna cosa. -— y, più sotto.
Fa el tò cunt. Fa conto. Fa tuo
conto. Fa ragione. Ti figura. Inuigi-
nati. Poni caso. Per es. Fa el tò cunt
che la sia gìust insci. Fa'ti conto 'tu
(Buon. Tancia IV, 1). Fa ragione die
sia per appunto così. El sarà grand,
fa el tò cunt, come ti. Appunto e* ti
pareggerà di statura.
Fa i cunt. Contare. Conteggiare.
Fa i cunt adoss a ona robba. Far
conto. Mettere a conto. Fare assegna-
mento sopra checchessia. Vale Spe-
rarne pronto conseguimento , fondarsi
sul capitale di cosa sperata.
Fa i cunt adoss a vun. Caratare.
Criticare. Tagliare i panni addosso a
uno. L'Alb. cDc. per ispiegare un
testo del Varchi sulla parola Carata-^
re usa anche la frase Fare i conti ad-
dosso — Fare i suoi conti sopra d'al-
cuno usò pure in questo senso il Berni
nelle sue Lettere (tom. V).
Fa i cunt adoss a vun per eredi-
tà. Fare assegnamento suW eredità
di alcuno. E a chi solca farlo i Latini
usavano dire Fultur est, cadauer ex"
spectat.
Fa ì cunt senza T ost. V, in Òst.
) GUN
Fa i onnt sui did. F. in Vìa.
Fa i SÒ cunt. Far conto. Disegni»*
re. Pefisarsi.
Fa maa i so cunt .... Ponderar
male i casi suoi , appigliarsi a poco
savio o poco utile partito — od an-
che Ingannarsi ne^ propr) pronostici
o nella opinione concetta intorno alla
riuscita di checchessia •
Giusta i cnnt {che negli uffizj e nei
banchi dicono spesso Liquida). Par-
reggiare i conti. Acconciar le partite.
Contare con uno.
Mett a cunt. Tornar conio. Metter
conto. Valer la pena.
Mett a cunt d^ulit. Mettere a atmnzi.
È il còntr. di Mettere d disopanzo.
Per ogni bon cunt. A ben essere
(Fag. / Gen. cor. I, 9). F"* sopra.
Podé fSi cunt d'avej pers. Poter
porre al libro dell'uscita alcuna somma,
Bend cunt de settimanna. F. in Sei-
timànna.
Salda el cunt* Saldare il conto o
le partite.
Sarà-sà i cunt. Strìgnere i conti.
Sa ve el so cunt. A^er Parco lungo.
Saper fare il suo conto. Sapersele.
Tegni cnnt. Tener conta, memoria 9
ricordo di speso.
Tegnl de cunt. Biguardare chec^
chessia. Tener conto di checchessia,
Tegni i cunt a vun. Tener le par-
tite ad alcuno. Servirlo di computi.
Tegniss de cunt come on scior.
Governarsi come un paperottolo^9ig.
L'Ast. bai. Ili, 7).
Tirà-foeura i cunt. Levare i conti,
Tirà-sù i cunt. Baccorre o Levare
il conto. Sommare,
ToBÙ-sù a cnnt. Pigliare a conto.
Comperare a danari ripresi; e Gg. . . .
Aver delle percosse in anticipazione.
Torna cunt. Tornar conto. Metter
conto. Tornar bene. Tamar utile»
Tra fìenra on cunt. . . . Dar debito.
Trovagh el cimi. Eaccapezzare chec"
chessia. Trovarci la via, il verso, il
bandolo. Rinvergare checchessia.
Trovagh minga ci cunt. Non ci tro-
vare né via né verso.
Và-là a raè cunt. /Ì tifar di mio?
Fallo per mìa fede. Je prends cela sur
moi dicono i Francesi»
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CUN ( 37S )
- Vegni |;mst ei. cunt. Tornare il
conio. £1 tmnt el yen giust. Jl conto
toma , cioè non avvi errore.
Cunlà* Noverare. Cantarei Numerare,
Fa cuntà i basTJ. /^. in Basèll * e
agg. Porse Ita affinità ed. nostro det-
- tato il volg. ital. Bàvere la capata.
Cuntà. Importare, Valere,
Cuntà on'^acca. Non montare un ago^
un/hdlo^ un hagaitinb.
EI canta nagotta. Non importa. Non
mi dà noja, ^- • •
Cuntà. ncut. Potere, Avere Autorità, cre-
dito, e€C« Essere in conto-
Cunt2i. ali. Tenere in conto — Per quell
là el cunti nanch. Di colui non mi di»
pensiero. Colui 4^ ho per da nulla; e fam.
• Vko per le due coppe o in cupola,
Cuntà su vun. Fondarsi in alcuno.
Canta e Cunlà-sù. Dire. Esporre. Bac-
conlare. Narrare, Contare,
Consolass de tess anmò lì a cuntalla*
• . . . Consolarsi d** esser tuttora vìvo.
Guntalla fiacca. V, in Fiàcch,
Cuntà tult i pett o tutt i minim
pctt cagaa. K in Pètt.
Ch'^et di parent 9 vaghel a cunta • . .
Tu dici le ragioni ai birri; io non
ho orecchi per te ; non m* importa
di te; non mi curo del fatto tuo.
Podè cuntalk Aver danari
o salute da spendere^.
Cuntà. Pagare, Contare» ù\ì* Ilo cuntaa
i so dance e .pace. Gli ho contati i
suoi danari e patta.
Cuntàa. Contato, Conto*
Cunlabàll. Contator di sogni,
Cuntàbìl. Computista, Bàgioniere»
Cuntabllitàa. Computisterìa,
Cuntàda. Contazione,
Cuntadìnna Dagh onn cnnfadinna.
Fare un pò* di novero. Noverare,
Cuntànt. Contanti,
Cuntapàss. Contapasso{Zainoh. Diz.). Conr
tapassi{Mìn.)', e doltr. Odàmetro o Per-
ambulatore, come lo nomina il Cri-
stiani(Afi>. anf. e mod. p. 35 9 nota y^).
* Macchinetta a mo"* d'^orinolo che, ri-
spondendo per una funicella al pie
d^ un uomo o alla mota d^ una car-
rozza , misura il cammino eh'' e^ fanno.
Cuntarèll. Conticino,
Cuntarellin Picciol conticino.
Cunlée. Brigai Impaccio, Bega, Impiccio^
., . No . se compra on 900 d^aj coti
cent cdntee. f^. in À.j.
Vess in don cuntee. Essere in forse^
in. impiccio 9 in imbarazzo,
Cuntéra Banco? Telonio? Sp. di
banco alletto^ sodo e eon orli rilevati
àul quale si coniano i danari dai ban-
chieri, trafficanti, e simili. È in certa
guisa il Comptoir de* Francesi o il
Countadou dei Provenzali.
Bernazz de ciintera. Mestola? (Diz.
art. Main fr.). Cucchiaja? Mestoletta
di Tutìt con un cartoccio, per impu-
gnatura» della quale si fk uso per rac-
corre i danari dai .banco .e versarli
. ne^ sacchi* . .
Cuntéra dicono alcuni per Marcadóra. Ki
Cuntìsta. Abhachista, Abbachiere»
Cupola. Cùpola,
Invòlt o VìAt, Folta » Lantemin.
Lanterna, Pergamena e» , • . . Palla,
Mela isc . . • Nodo «... Palo.
Cùpola. T. d'^Archib. Coccia. Fornitura
di ferro o altro metallo con cui si
riveste il c^cio deirarcbibngio o sim.
Cùpola. T. de' Coiteli. Cocchiglia, Spe-
cie di bottone con che si guernisce
da piede il manico dei coltelli.
Cupolìn. Cupolino, Cupoleita,
Cupolonna Gran cupola.
Cupolòtt Cupola tozsa.
Cupèrta. v. verbanense. Copertino*
Cura (la). Cura, Parrocchia — Ona cura
de foeura. Pieve. Piviere»
Cura d'^anim. Cura d'anime.
Cura. Curare, Medicare.
Cura. T. med. Cura, Curazione^
El dottor de la cui*a. // curante. Il
medico curante.
Cura. Custodire, Guardare, Cura i mort.
Cura ia cà 9 Cura i fiora. Custodire o
Guardare i morti, la casa, ifigU*
Cura. Aspettare. Badare. Abbtutare» Cu^
rà vun. Badar che passi uno,.
Cura vun. Appostare(SsLÌv , Spina lì, 6).
Badar uno(^iosc, e poet. pis. I, 65)»
f^e/eUaretiito(Ì([acchiav. IX, a4i)* SUre
alle velette, cioè alle vedette^ per
cogliere uno.
Curoscèll.
Cnrascin.
Curasción. Culaccio,
Curasciònna. Naticuta,
Coràas. ^. Iscurà,
'I Caletto? Culaccino?
1. ì
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CUR ( 374 )
Caràss. Badarsi{F9^. Cat^. par. I, 3).
Aversi cura alla salute.
Curàt. Curato. Parroco - Pievano. Piova-
no -e con voce ambigua Parrocchiano,
Curat de Tea. Piotf anello, .
£l curat de Gambolò. f^. in Gambolò«
£l curat de Zìlavegna. /^.i/iZilavègiia.
Giugà de curat. K. in Giugà*
Vess foeura i cólzon del curat. . . .
Si dice per isch. allorché veggiamo
sulla porla d^- una chiesa due semplici
strisce di panno nero collegate dalla
cartella d'iscriiione dare indizio d*al-
cun mortorio di classe inferiore*
Cnratàsc Piovanaccio.
Curatèlla, T. for. Tutela, Cura, Curerìa,
Cnratìn. Bim, vez. di Curàt. . . .
Curatón. . • . . . Piovano assai grande.
Curattin o Culattìn. T. de'^SelI. Posolino?
Striscia di cuojo che serve a soste-
nere la imbraca o braca di un fini-
mento. Si potrebbe con proprio nome
chiamare anche Portabraca*
dirètta. Piccola parrocchia — Picciola
pieve. Piviere da piovanello.
Curétta. Scoiattolo, Animaletto noto.
Curétta. T. med. Curiciattola,
Curiós. Curioso — Curios come el dolor
de venler. Curiosissimo, y, Curiosón.
Per i curios gh^èona preson n<«u-
va. V, in Presón
Curiosa. Spiare. Braccare? Origliare?
Andar investigando i segreti altrui.
Curioséll. Curiosetlo,
Curiositàa. Curiosità,
Toeuss ona curiositàa. Appagare o
Contentare -la propria curiosila, j4ppa-
gare una sua curiositaiuccia,
Curiosón ( che anche dicesi Curios come
el dolor de- venter). Curiosaccio. Fiu-
ta/atti. Fiottone, Curiosissimo,
Cùria. 5. m. F", Curio.
Curia. Currare, •
Curia .... Aggirare e stringere il ver-
ricello (curfótt) dei carri.
Curlètt dicono in varie parti delVA, Mil.
cosi al posit, come aljig, quello che noi
in città chiarmamo Tornèll del poaz. F,
Curlètt o Perseli de carr. Ferricello{Mh,
enc in Carretta), Quella sp. di curro
forato che sta dietro ai carri ne' cui
fori entrano certi pinoli che il fanno
aggirare sinché. le funi ad esso rac-
comandate e ricing^nti quanlo iita ȓd
cus
carro siand strette ' a dotere , nel
' qual punto i piuoli fermati agli ul-
timi fori noi lasciano più ravvoltarsi
e tengono ferme le cariche. In città
diciamo volentieri Preseli o Perseli in
Brianza più comancmente Curlètt* .
Curlètt • . . Nc^e nostre cascine for-
mali (ca^on) é quella Specie di curro
che s^ inasta nei ritti del cosi detto
Borliroeìi(F*) per zangolare o6moda-
mente il burro..
Curlètt. T. di Ferr. . . Quel deschetto
sul quale si lavora il ferro nel distene
dino dal mastro di sultiladora e dai
suoi lavoranti.
Curio. Curro -— Trasportare per. via di
curri dicesi Currare,
Curio o Cùria. ... I becca} chiamano
così il complesso di quella specie d''ar-
gano col quale sollevano in alto i buoi
ammazzati per isquarlarli.
Cùrpen. .... Sp. di terra da colorire
. di cui fanno uso gli ebanisti» i fale-
gnami « e simili artefici.
Cursór- Cursore,
Cùrt. s. m. T. di G. di Bigi. La Corta
. .(.*fior.). Cosi chiamasi qucirasticciuola
più corta di due terzi o della metà
delle ordinarie, di cui si fa uso quando
per la posizione del bigliardo coUV
sticciuole ordinarie si verrebbe a dar
nelle pareti , e a fallire il colpo.
Cùrt. ad. Corto, Breve»
A la pù curta.. Al più corto (Mach.
Op. VI, 45o). .
Curt de memoria. Di poca memorìtt,
Curt 4^ ingcgn. Scarso d' ingegno.
Ve la pù curta È il mezzo
più spiccio per uscir di briga. Cf*est
le plus court et le meilleur. Cest votre
plus court dicono i Francesi.
Per la pù curta. Per la più corta (sot-
tintendendosi via). Ambra Furio II, 8.
Tegni curt vun. ùg. Tenere alciaio
corto. Legar corto. Tenere a stecchetto.
Vegni ai curt o a la curta. Fenir
alle corte o a mezza lama,
Vess curt de vista. Aver corta vista,
Feder corto. Esser bircio,
Yes8 ligaa curt. fig. Essere legato
corto,. Essere stretto nelle sostanze*
Cùrt. ad. fig. ... Di poco ingegno.
Curtìn. Brevoccio.
Cùsa per Q\xiè\Mà{fonchio), F,
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CDS
(375)
CUU
Cosà (fche 4tnehe dicesi Accusa). Accusare.
Tei^inine .di giuoco 9 che vale dichia-
rare le sue carte o verzicole(icapo/)
per ri'trarne qualche vantaggio» a
tenor delle regole del giuoco.
Cusà. Dare accusa» Accusare, Antica-
. mente usavasi il verbo Cusare.
Cusàss foeura Al positivo vale
Dichiarare d^aver vinta la partita ^ al
fig. è Lo stesso che Vess gentilomm.
y, in Genlilòmm.
Cunétta, ed anche Cùsa o Ciiis, ^Tonchio.
Punteruolo del grano. Insetto gròsso
quanto una pulce il quale fora nel
punto di stacco il granello del fru-
mento e lo vota della parte farinacea^
è quello che gli entomologi chiamano
Curculio granarius.
Cusètta. ScojaìlolQ. Animaletto noto che
è il Sciurus giisLìn,
Casi, Cucire —- V uomo che cuce dicesi
Cucitore; la donna Cucitrice,
Cusi de fin. • . • Cucire finemente.
Cusi.de gross Cucire alla
grossa.
Cusi in biancheria Il Coudre
en Unge de^ Francesi — Donna che
c^uslss in biancarìa. Cucitrice,
Mi cusissi no. Jo non cucio,
Cusi. Jiisprangare, Riunire con £1 dì
ferro i vasi rotti.
Cusidùra. Otci/ura (grossa » fitta 9 ecc.).
Cusidùra. Costura,
Audà a cavali de la cusidùra di
colion. Spronar le scarpe. Pedonare,
Andare sul cavallo di san Trancesco.
Andare a piedi.
Rebatt i cusidur o Soppressa el
gallon sui cusidur. y. in Gallón.
Senza cusidur. Jnconsutile, Senza
cucitura.
Cusidijrra. // cucito,
Cusidùra o Pontinvèrs. Costura, Quella
lista di maglie a rovescio che è nella
parte dcretaila delle calze.
Cusidurètla. T. de'Calzol. Spighetta, Spi-
ghetta bianca. Linea di punti bianchi
intorno al tacco.
Gusidurinna. Un pò* di cucitura, ^
Cusìi, Cucito,
Cusii. met. Cucito ai /tonchi. Dicesi
delle mosche culaje, degP importuni.
Cusìi. Bistretto,
Cu*ìi-sù. Affollalo,
Cusin. Cugino.
Cusin del mal prategh. GiMstalarte.
Guastamestieri.
Primm cusin. Cugino fratello, Cu--
gino germano.
Segond cusin. Biscugino, Cugino in
secondo grado.
Cusinà. Cuocere, Cocere, Cucinare,
Cusinàa. Cotto,
Cusinée. Cucinajo, Cucinatore, Cuciniere,
V. CoBÙgh.
Cusinéra. Cuciniera, Cucinaja, V, Coeùga.
Cusinin. s. m. Cudnetta, Cucinuzza,
Cusinna. Cucina.
La cusinna e la tavola hin ona lima
sorda. Quando gode il corpo, tribola
■ la scarsella(hsLSctL Pinzocchera II, i).
A grassa cucimi povertà è vicina.
Pinol de cusinna e de[cott de cau-
linna. F. in Dccòtt.
Cusinna. Cugina,
Cusinón. Jcc. di Cuskma. F*. in Piaserón.
Custión. Quistione,
Custionà. Questionare* Quistionare, Con-
tendere. Bissare. Bisticciare. Batostarsi,
Custionamént. Questionamento. Contesa.
Custòd. Custode — Il custode della casa
dicesi Casiere; quel dei pedaggi Pe-
daggiere; quello delle carceri Carce-
riere; de^cani Canatiiere; deVan brac-
chi Bracchiere o Bracchiero; de' ca-
valli barberi Imbarberescatore o Barbe-
resco — yedi anche Casermée, ecc. ^-
Al fem. Custode e Custoditrice — Con
siera, ecc.
I angiol custod. fig. Gli angioli, cioè
i birri (Sai V. Spina li, 5).
Custodì. Custodire. Tenere in custodia.
Custòdia. Custodia. Guardia, Cura.
Custòdia. T. eccl. Beconditòrio.
Custòdia per Ostensòri o Cibòri. F.
Custòdia del capell. Cappelliera.
Custòdia di liber. K. Busta.
Custòpp. T. di St. Fedi Q slopp.
Cùu (che anche dicesi in alcune frasi
Culi). Culo; con voci più civili Se-
dere, Deretano o Diretano o Deretano,
jino. Podice. Sesso; con voci scher-
zevoli Forame. Anello. Bel di Boma,
Centopelo. Civile. Cocchiume, Culiseo,
Cupola, Meleto. Posteriore, Postione.
Preterito, Belvedere. Tafanario, Ou:-
chiajo, Culattario, Utriusque; in gergo
Bossolo delle spetic. Il buratto{^&or»)*
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GUU ( 376
Bus. Ano^Oggicevk. Anello^ e doitn
A cuu a cuu Culo contro culo.
A cuu indree. J culo indietro{*iosc.
e poema d^aut. pis). JRinculorU. Indie^
treggiando senxa volger faccia.
Ave el cuu che. fa pomm pomm.
Fare il cut loppe tappe. Aver paura.
Ave el cuu in del butter ( (méù
brian*.). K. in Buttér.
Ayegh bruti el cuu. Aver sporco
il culo, .^
Avegh brutt el cuti. £g." Essere in
colpa o in di/etto- Avere ià cosciènta
macchiata o calUritd'*^' Non esser
leale o netta farina ofariiià da cialde.
Avegh el cuu impesaa ìnt sul scagn.
Essere inciscrannato. Non si alzar mai
da sedere.
Avegh el cuu su la faccia. Aver
fatto buona cotenna. Quello che i
• Latini dicevano Facie geminum esse*
Avegh el foeugh al cuu. /=''. in JFoBÙgh.
Avegh grev el cuu (che anclte di-
cesi Avegh grev i strivaj) . . . Essere
pesante^ muoversi a stento, a cui pari.
Ave in culi. Moda basso e da schi-
varsi. Aver nel puro mezzo del qua-
<icf7io(Alleg. 167). Aver dove si ficca
la lu£erna(h\\e%' il^%). Aver uno donde si
soffiano le «ocADoni Zucca p, 191 ver-
so). Aver uno nell'anello o nelle code o
in cupola o nel bel di Roma o nel sedere
o in tasca o in quel servizio o in quel-
la ultimo servizio; Avere nella tacca dello
zoccolò o nello zero; Avere uno dentro
d'un sacchetto; Aver a caiie quaranta-
òtto; Aver nel mezzo del quaderno.
Ave tanli ann sul cuu. Aver parec^
chi anni adllosso(T arg. Viag. V, i).
Aver molti anni in sul gallone o in
sidle dUappe o sul buratto (Zanon Hag.
civ. Ili, 6). Essere attempato.
Avegh tanto de cuu. Essere naticuto
parlandosi di persone. Essere arcirag-
giunto parlandosi di pollami.
Ave mangiaa el cuu de la gQijni^a.
ilg. f^. in Gaijnna.
Ave. on cuu grand come ona cà.
Avere un cui che pare un vicinato o
una badia»
Basa el cuu a la veggia. F. in Vèggia.
Basem el cuu o sempl, Bàscrael.
T'ho in cyipola. JRamnU di naso —
) CUU
M cid l'arai ^^ Dicesi anche Gocurt»-
cuu basem el cum per modo d** im-
precazione acherz. contro ai galli al-
• lorchè vanno chicchiriando*
Cascem el nas in del cuu. Mi dia di
naso in tasca. Troperai culo €l tuo naso»
. Cascia el nas iti del cuu a on can,
jr. in Nàs,
Chi gh^ ha danee fa dance , e chi
• no gh'^ha dance el po*^ fa scusa el cuu
per on caudiree. K. in Candide.
Chi volta el e UH a Milan le volta
al pan. K* in Milàa.
Cosse te credei! te m^ee minga faa
coni el cuu yèl Se tun^ avessi ancor
faUo co' piedi fiksBettat II, i)-
Cuu faa come onper. . . . Culo ob-
lungo.
Cuu faa a pomm.«. Cui tondo affatto.
Cuu faa come on remissell... Culo
tonderello che par una mela casolanai
Dà el cuu per terra, fig. Dare già.
Dwre del ceffo in- terra. Fallire.
Dà el ouu • su on spinasc. fig. Dar
del culo in un cavicchio» Dar in male.
Desquattà el cuu. F. sotto Mostra
el cuu.
£1 cuu noi porta penna. . . • Det-
tato di pedagogia famigliare col quale
senza avvedercene consigliamo chi
vuol pure usare le percosse co^fan-
. ciuili a non dare che sculacciate co^
me le meno perigliose p^r la salute,
e quindi a limitarle ai soli bimbi (che
coi grandicelli lo sculacciare sarebbe
sconcezza) ai quali c'^est ridicul parler
raison dicono i Francesi — Talora si
dice anche per racconsolare chi tocchi
una culata in teiTa o in checchessia*
£l prim aan a brazz a brazz, el se-
gond patte] e fass, el terz.ann a cuu
a cuu, el quart aon quanl^e mai t'hoo
cogDosauu. . . Cenno scherzevole delle
vicende a cui suole andar soggetta
r aifeziott coBJugale in chi si marita
ricco di corpo e povero di cuore e
di mente. I contadini si limitano in
vece ad accennare la snsseguenza dei
pesi coniugali ali^allegria delle nozze
col dire El primm ann stringh e bin--
dejf el segondfass e patte/.
Fa el cuu de gaijnna. Far la bocca
d' ucchiello(¥Bg. Ingan» lod» II, 5).
I Fr. pure dicono Faire le cui de poule»
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cuu
(377
Fa ì robb con t d cuu . Far checchessia
cacatanicnte o colle gomita^ cioè- male.
Pass dà el carr per el cuu. Farsi
avere in cupola o in quel servizio. Farsi
mal volere ; ed anche Farsi spingere
forzatamente a fare o dir checchessia.
Fass lecca el cuu dal Rabozz. Jn-
dare a casa calda , cioè alP inferno.
Fass toeù in cuu o culi. Feirsi avere
in quel servizio o in cupola,
Franch de cuu. y. in Frànch.
Frega o Lecca el cuu a vun. fìg.
Adulare, Piaggiare, Lisciare.
Insci grand come Tè, gh^hoo ncl-
taa el cuu mi Dlcesi da chi
rivede uom fatta alcuno ch^ ebbe in
sua cura da bimbo.
La camisa no la ghe tocca el cuu.
fig. y, in Camisa.
Lassa ch^el cuu caragna. . . . Far
delle crocette per isparagnare.
Lusi el cuu. fig. Rilucere il pelo.
Mangiassla paja sott al cuu. f^. Pàja.
Mena el cuu o el fetlon. Culeggiarc^ e
ant. Culibare, fìimenarsi come una cu-
ireltola(¥W. Op. II, 58 — Monig. Serv.
Ftod.lfl, 14)9 e fig.Fa£ica;ìe.l^5tronzonà.
Mett el cuu al mur. fìg. Mettersi o
Stare alla dura, f^oler cliecchessia a
scesa di testa.
Mett el cuu sul pozz o Mostra el
cuu o Dà el cuu per terra. Lo stesso
che Scurattà la prcja. y, in Scuratlà.
Mett-giò el cuu in don sit. Appol-
laiarsi, Accularsi.
' Mostra ci cuu. pos. e fjg. Mostrare
il culo o il cui aitano ; ed anche pari,
di falliti Dar del culo in sul pctrone
o in sul lastìvne.
No ave camisa de quattass ci cuu.
fig. y, in Camisa.
No vorè né per i pee uè per ci
cuu. Non volere a niim patto ^ a niun
modo^ a niun partilo. Non voler al-
cuno ne cotto he emulo. Non ne voler
sapere piii nulla. Il nostro dettalo ha
origine dalla nota versione che facea
lo sgraziato chierico dclP iscrizione
Ncc pìxype nec procul posta suirarchi-
travc d'un camminetlo.
Ogni pè in del cuu el manda inanz
on pass. fig. Ogni prun fa siepe.
Ona porzion Tè el eoo e ona por-
zioii Vii el cuu Dettalo che
f^ol. I,
) CUU
indica al fìg. Ogni cosa avere il suo
peso \ ed altresì Richiedersi non ^lo
testa ma anco buona sorte per ben
riuscire nelle faccende.
Pari staa sott al cuu drcan. . . . Esser
gualcito, stazzonato, mal concio.
Pè in del cuu. y. in Pè.
Pesa pussee el eoo che né el cuu. . . .
Dettato che usiamo frequentemente
coi bimbi allorché li vediamo porgersi
col capo in fuori d'*alcuna altura, per
avvisarli del pericolo di trabalzarne.
Pettà el cuu in caroccia. Jncarroz-
zarsi. Entrare in carrozza.
Podè • gratlass el cuu (d'ona o per
ona robb a). Potere sputar la voglia
di checchessia.
Savè de cuu . . . Pari, di tabacco
vale Sentir di chiuso, di stantio, aver
sito di chiuso.
Scliiscem el cuu, lasscm el eoo , te
ve da ree cossa te faroo ... Si suol
dire come in modo enimmatico per
accennare le pulci.
Scoldà el cuu a vun. fig. Fare il
culo rosso altrui. Sculacciare.
Senza cuu. Sgroppato. Magrissimo.
Sont tant fortunaa che me bagna-
rev el cuu anch che fuss scttaa. Non
feci mai bucato eli e* non piovesse.
Streng el cuu. V. in Stréng. *•
Tacca ona brugna'al' cuu." K 'in
Brùgna. * " '
Tcmp e cuu voeuren fa come voeu-
ren lor o vero Tcmp e cuu el fa co-
me el vccur hi. Né di tempo né di
signorìa non ti dar malinconìa.
Tirà-indrec ci cuu de quajcossa. fig.
Tirarsene indietro. lìitirarsi. lìitrarsi.
Dicesi di chi si mostra dubbioso o
malvolcnteroso di fiire cliecchessia.
Tirass al cuu on bugnon. y. in Bu-
gnóu.
Tra in aria el cuu. Dare del culo
a leva. Dìccsi per lo più de** cavalli.
Tultcoss va al cuu salvo el ma-
negh del cazzuu Risposta co-
mune in bocca delle donne popolari
allorché vengano rimproverale di poca
nettezza nel cucinare , quasi volessero
dire non essere cosi schizzinoso il
ventre come il palato — Talora dicesi
per rincorare chi abbia per caso in-
ghiottito noccioli iiimili cor[>i duri.
/,8
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cuu
(378)
cuu
Usmà el cuu. sclierz. Fiutar la spe-
zieWa(Cinl Des. e Sp, IJ, 9).
Vatt a fò impienì el cuu d^aj. Fa
al barone. Va in malora. Va in c/iiasso,
Vfgni el cuu quader o Tira inai
su el cuu del scagn. Starsi inciscran-
nato. Starsi tutto il di incliiodato sur
una seggiola a leggere 9 scrivere , la-
vorare, ecc. Faire le cui eie plomb
dicono i Francesi.
Vcgni i ragner sul bus del cuu. fig.
Stare a crucca e cavoli.
Vess come cmu e camisa. Lo stesso
elle Vess scioger e buell. K in Buèll.
Vess col cuu per terra. • . . Essere
tozzo 9 nano 9 sciatto, tombolotto.
Vess on gran cuu. . . . Fra i cor-
rieri, i cavallerizzi e simili equivale
a una dichiarazione di yalenterìa nel
mestiere^ è come dire non esser se-
condo a nessuno nel reggere in sella
a lungo e continuo viaggiare.
Vess \ ra el cuu e la merda, fìg. Essere
tra Scilla e Cariddi^ tra V uscio e il
muro, tra l* incudine e il martello.
Volta el cuu. Volgere le spalle. Dare
delle calcagna»
Cùu de botteglia, de biccer, de can-
dii», de cassa, de Tusuv, e sim. Culo.
Il fondo.
Andà-giò «il cuu. Sfondarsi. Dicesi
parlando d'orci, bicchieri, ceste, ecc.
Andà sul cuu de la cassa. V. Gassa.
Fa el cuu ai candii. T. de^ Cera-
iuoli. Accular le candele,
Vedegh el cuu a ona botteglia.
Vedere il fondo a una bottiglia(così
il Guadag. Poes. II, 164 )• Vedere il
fondo a unbicchiero o sim.(Alleg. aSi).
Vess sul cuu. Star a fore aW amore
col fondo{FAg. Mar. alla moda II , 9).
Dicesi delle casse o sim. allorché le
robe in esse contenute sono sul finire.
Volta cent el cuu in su. Capovolgere,
Cùu. Falda. Nei cappelli è il fondo.
Cùu .... Quella parte della crostata
d^un pasticcio che gli è base, la quale
i Francesi chiamano VAbaisse,
Cùu d^ articiocch. Girello.
Cùu de cadrega. Sedere.
Cùu de la scuffia Fondo della cuffia.
Cùu de sacch. Via senwi capo. Vicolo
senza riuscita (Crusca in Soprassedere)-
Cùu de la guggia. Cruna.
Cùu. T. degli Strum. Fomio (cosi TAlb.
enc. in Anima ). Quella tavola che alle
volte è anche divisa in due pezzi, e
che forma la pancia per dir cosi d^un
violino o simile.
Cùu de Paris .... Culo posticcio.
Cùu de salanun. Culatta. Noi intendia-
mo per questa voce tutte le ùltime
fette sia da capo sia da piò de^ sala-
mi. Perciò ogni nostro salame ha due
culatte , e quello che chiamiamo de
fidègh ne ha tre: due collegate, e la
terza ch^'esce della sua ventricosità
deretana allorché neiraflFettarlo s"* ar-
riva ad essa.
Cùu. T. de' Panieraj. Fondo, Culo? Il
fondo dei panieri, delle corbe, delle
ceste e sim., qual che ne sia la forma.
Cros. Crociera ^ Cors ....
Cùu di caldar. Melamei^Xosc* e poema
d'^un autor pisano).
Bella come el cuu de la padella.
V. in Padèlla.
Cùu. Movescio.
Batt o Dagh de cuu. T. dql Giuoco
di Bigi Spignere la palla non
colla testa ma col pie deirasticciuola.
Linia do cuu. V, in Lìnia.
Cùu. niet. .... Sorte» fortuna» detta.
V. Cavìcc 6g.
Cùu-bianch. Culbianco, Culo bianco. Mas^
sajola. Uccello frequente ne'prati ma-
gri, nei campi gr^tosi e negli scopeti.
È la Afotacilla OenantìuilÀU'
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GIUNTE E CORREZIONI AL VOLUME PRIMO.
Tecum cogita quam multa de his
non reperisses si ipse quttsisses.
AusoK. Epist. imte Edyll. XI.
AH
A*<6Vono i cotu. briant. per Anch. Anche. Lavora
a* i b«sti. Itapifrmnù anche le bestie.
= in Abàa ag, Al>aa ùe desiupega. T^. De«inipègn.
Abào. y. SftT^nda, V6ga, Traceiù nel Vocub.
as in Accòrd. ag. Di bel />arro(Lasca Pimoc.
Ili, 2). Di bella compagnsa(Dair. Tme. Ann. Ili,
p. no) in cento tristo. V. énehe De boa e
ben in Ben nei Vi>eab.
Mi in Ac^na ag» e in g^rgo Chiarello*
Acqua «otu. Aequaberra?
Acqua d'odor. Acqua da mo(NoT. «an. II, 74)*
Balcà Tacque. Spiovere.
£1 ven T acqua a la £n ma coi tempest.
F. Tempèsta nel Votah»
N'hoo mai ama nanca on bever d'acqua.
Io non n' ebbi neppufe un bicchier d* acqua
(Monos. 289).
Tegni pn né rin ne acqoa. K. Vin nel Voe.
-m cort. Bartolomée in Bartolam^, e ag, V. Pe.
Acqua. Acqua. Per finme, rio , torrente e sìm.
I pont hin bon de passa i acqn. y. VànU
Pari on pess foeara de Tacque. V» Pèss.
Qnand dà-fcenra i acqu. In tempi d* efcre^
Acquàda. Acquaen ne . (scenta,
Acquancu. Colatojo ? Aggottatojo ? Nelle barche
è lo ipacio senza sterno a uso d'aggottare.
ss in Acqaasantin ag. (*fior. -> Gigli Sorel. IH, 6).
Vaso da acqua benedetta(T9S\amento del Bocc).
Acquasela. ^tfjiM«eM(Tirena. Op. VI, 196).
ex in Adora ag. Cosse stet li a adorali ? Che musi
tu? Che stai nuuando su quclt oggetto?
«s ut Adr^ ag,
Andà adree a la caoella. Andar rasente ecc.
Andà adree a Tun. Andar dietro a iino(Vas.
7o5). Morir quasi subito dopo lui.
Veifl adree a fa, a di, etc JEtier dietro a
fare , dire eoc.(Salviati Spina II , a).
» in Af^da ag. Alla fé, A fé, A fr di Dio.
Alla fé buona. Se U del mi solfi. Così Dio
m'ajuti.
^ in Afeaión ag. Pretxi d'afeaion. F. Pr^zi.
Africàn Specie di conleeiono incroetata di
cioocolatte.
Aghètt (Tira i). Lo tiesse the Audà al cagaratt. V.
ss in Agórd ag, Ardito(Gìor. agr. IV, 43a e Vili,
3i3). Seti lira e samnm agord. Libbre sette e
metwa ardite «»- in^9r^(Burch. Son. a p. 3o3>.
Agrùnmi(ing/. Groom). K. Grùmm nel Vocab,
Afa! Non mtUi Modo negatÌTO.
AMI
Abn. ^«(Cecclii Assiuolo l, a).
^ in Aj ag. Aj eoccb. Aglio eano.
Cofnpaa de Ta). V. Compàa nel Vocab.
ss in Ajròta ag. Forse il Contenùn d* V aj dei
Pamigiatti.
aK ù» Ala ag. Al de balenna. V. BaUnna nel Voe.
Al 8. f* pi. . . . Nelle suffe da cavalcare tono
i due ritti detti dai Francesi M^ontans,
Albergatór e Albèrgo. V. Obcrgii»ta e Obèrsg.
Album (V). Alho{C\oevu georg. II, i5).
Aleànxa. 'Fede"^ Specie d'anello ) dal francese
Sàgue à l'aUiance.
3x in Alégber ag,
Alegher come on pess* V. Fès» nel Vocab.
AndàF>giò alegker. Caricar la mano.
ATegh de sta alegher. Poter di ehecchesùa
Jare assai lar^e spete(SAec\\. "Sor, 145).
Alegrècza. Allegrexta — Abbiamo nei nostri ufli«
aiuoli alcune Preghiere clif diciamo Z seti ale~
grext de la Madonna.
AlètU. T. de' MacoU. Sfaldatura di polso. Taglio
del bue che fa parte del maggior taglio cosi
detto Spalla , ed è coritenninato dai tagli così
detti Coppa ^ Coli, Riaa e Cosr de la eros. V,
AMe. AllUpo(L»it. IV, 61, 63 e pan,). Mede. Redo.
Parlandosi di bestie bovine.
Alpèe. Uomo «T a//w(Sacob. No». 17 3).
Bi in Aitar ag. SI robaray anca su l'aitar. V»
Roba nel Vocab.
■a in Alter ag. Alter*, o Alter che. M come bene!
V. anche Che nel Vocai.
Alzàda. T. de* Credenz. Trionfocào da tavola?
ss in Alzapè ag. De' saliscendi annovera più specie
il Dia. Artigl., cioè Saliscendo a doccia, a poU
lice, a manubrio, a mat2aca»allo , co.n tetta a
coda, ecc. e sono quelli detti dai Fr. Loquet
en gouf fière y a poucier, à pieUe , ecc.
Amàbil. Ad. di Vin. V* Vln nel Vocab.
«ts in Amalia ag% Vess ammalada. Avere il mal delle
due milze (Monos* p. 404). Esser sopra parto.
Amarètt. V. il Voe. e ag. 11 Voe. piac. lo chiama
Spumiglia amara ^ «enza però addome autorità.
Anibrosìn Nome di quasi tutte le monete
milanesi coniatesi fin verso la metà del secolo
quattordicesimo, a cui dava origine Teffigie di
sant'Ambrogio che vi stava sopra,
ss in Amid ag. Ve n'ha di più qualità, cioè A
uso Paris — Sorafin ^- Fior ••>« Meuaa «^
De ris <rÌ9ÌAn4a
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AND (
Aniid canclUa. . . . li'amido nop in pani ,
ma in eaunelle come viene fatto ( aegV imbctini
a cannelle detti sighignasul) da alcuni fabbri-
catori. Le cannelle stesse poi Tengono foggiate
a spira , a frasUgli , ecc. ecc. secondo capricci.
Fa perd T amid. V' in Pèrd nel Vocab,
s=z in Amìs ag.
I amis hin qnist ( e s'accennano i quattrini).
V. il Voc, in Danée.
Arai* de capell. Anaci dallo starnuto dai
quali non si cava altro di buono che un Dio
/'a/ur< (Doni Zucca i pag. 6 verso). Amici da
buon tempo(VÌTenx. Opere II , 8 1 ).
L' è roej on amis , ecc. K Parént nel Vùcab.
8emm amis ? Modo di dire cbe si
usa* come |^r chiamarci a parte con alcttoo di
robe o beni ch'egli Tenga allora allora acqui-
stando o rinTenendo, o di cibi che stia attual-
mente godendo.
Serri d'amis. V. in Senrì nei Voeab,
Amiión. AmieoneiìAtam. Vegl* piae. Ili , 37).
sa in Atane ag. £1 primm amor. Jì prihio amore
( Poi. Ingann» 1,3). // primo amore è quel
che puote più cA'<i/frD(Mach. Com, in versi V, 3).
D' amor e accord. V. sopra Accòrd.
Fa 1' amor a ona robba. /Wr all'amore con
ehecehestia(¥ap Pod.spil. II, x5). Aspirare a
possederla.
L* amor « i dom la san long». V. in Dònna.
L* amor e! Ten de 1* amor. Prwarbio Ama,
chi fama è fatto antico. Chi vuoi servigi biso~
gna fame. Un piede ajuta /'Wlro^Monos. p. tot).
Per amor. Per t amore. Per causa. I ha
minga fenii per amor de la mort. iVon ie firù
per tamor della morte (Vas. 977).
L' amor la fa deventà gnu anca i bocc.
V' Bòggia nel Voeab. (reggiare.
ssi in Ampi ag, Avegh di aaipi de Tomit. Arco^
Anca. T. de'Maoell. Lacca ? Taglio cbe fa parte
del maggior taglio detto Culaccio. E contei^
minato dai tagli cosi detti Culaccio ^ Cotsin e
Ciav. % la parte intera del culaccio.
Anchètt (Tira i). Lo stesso che Andà al cagaratt. V.
Anconnètt.!. Tabemacoletto. Tabemacolinù.
ss: in Andà ag. Camminare. V. anche in Caminà —
Aeeoseiarey Cammìnetceltiare ^ Ciampicare^ Stri-
sciare ^ Culeggiare o Sculettare^ Buaticare sono
specie diverse di Andare.
Andagh dent. V. ifs Bràna nel Voeab.
Andà^ù. Al giuoco delle pallottole
(bòec) sig. Mandar piau«n«eBte la propria pal-
lottola al lecco.
Andà-sv a fa lista. . . . Fare o Farsi fare grossa
e continuata credenza.
FA andà. Friggere. Toma afa andà. Rifriggere.
8e la va la Ta, se de nopacienia. Se cogUeeoigOy
se non, avesti pauraf (Dota Zucca^ prol. riga x i).
Andà (parlandosi di neve). Sciogliersi.
Andà (parlandosi di cammini). Arder e(TsLr^. Viag.
VI| 58). £1 camio quaud «I va-Bv* bctogiu
38o ) ANS
legnili sa»a-sik poUt. 77 cammino quando non
arde va tenuto ben chiuso.
Andfì in di vott ann e sim. Camminare sopra
l'età di otto, nove, dieci anni e simili.
Aneda d*India. V. India nel Voeab.
= in Aneli ag. Con V aneli in did (spos). Dm-
nellato (Doni Zucca , p. 89).
= in Anema ag,
Anema busserìnna. V. Bnsserìnna nel Voeab*
Anima dannada. V» Dannàa ne/ Vocah.
Anima del Signor. V» Signor nel Voeab.
Anima freggia. V. Polla freggia nel Voeak»
Avegh su l'anima di peccaa. V. in Peccàa.
Caga r anema. Cacar le curatelle.
In cura d*anim. V» Cura nel Voeab.
Bomp o Secca o Toen Tanima. V- in B6mp.
Saltà-iòeura Panema del corp. V. CArp siet Voc.
Te caTi Pamma. Tu ciherai le cervella
(Aret. Tal. Y, 4). Espressione di bnTerìa.
Tend per Panema toa. £uimi d'attorno*
Bada a te. Non mi frastornare o nojare.
Anema. ^mma(Diz. mus.). Negiistr umcnti da
arco è un bastoncino di legno posto per ritto
nel corpo di essi strumenti, che risponde a quella
parte del ponticello su cui posa il cantino.
=s in Anee ag, PianU « seme della Pimpinella
anisum L. — Acqua anaciata.
Anes stellaa. Anice stellare o stellato» Fi-
n echio della China. Pianta e temo deXV lili-
cium anisatttm o Badiasta tmlg, ofic, dei bou
Anes risa. Anice riecioT
Anesitt. . . . Biscottini con .pizzicata d'anici sopra.
= in Angalètt ag. N^è una specie la Abbottitura
(*6iorg. Georg. XI, 119) dei Mugellani, cioè
l'Aguzzatura a becco di flauto o V Ugnare o
Tagliare a ugnatura.
= in Angiol ag. Angiol custod. V. Custòd nel Voc.
Angonìa. V. Campanna di TÌntidò in Vintidò. V.
sss in Ann pag, 27 «o/owia prima riga sestultima
dopo etemo a^., ed è parte del dettato: A cJU
pive in affeama tu» giorno par pii^ lun^ if'iua
anno (Monig. Serv. no^ III, i).
Avegh tanti anni sul cuu. V. Gùn nel Voc
Hin minga i ann ohe fa. JE* non bisogna guar-
dare al tempo(ìHono$. p. 3 8) .L'abilità non si mi-
sura dagli anni.
L'ann che ven. jL'aisno che viene(Sodtr. Colt,
viti p. 101 «^ Yett. Colt. Ul.-p, i55).
On ann con Tolter. Un anno per l'aitro(G'ìor.
Georg. II, 207, a3o « passim.). Ad «uso
comune(ìvi II, aio).
Sii qnattercent ann. V. Quattercénl nei Voc.
Tutt i ann «n passa Tua. Og^ dì s%e oa
un dì ; e si suol dire con relazione al progres-
sivo crescere o decrescere delle facoltà mentali
e fisiche dell' uomo.
Annón Fior d'annata, anno ubertoso.
ss in An»a ag. Il Machiav. Op. YI, xo6 ha Torre
ansa a uno di checchessia.
Da uiisa. J[)are adiio o attacco o presa , ccc-
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Ano ( 38t
ts M Anta «f. £ttwt ffi mal. pMMMiHifi éhim
(Poi. iii^aiiii. I« I) — Il Paoli, p. 3o5, ùu
«ncb'etM in vn proT«rbio il Pmsiar Pnua , ma
€on •ttaDtiono oltre il signif» dalla noctra «nM.
Anlavagìlia. Amtirigiktu
Intèsaa. Fttmon**
«B in Antomn «^. JWr £ Murte tu» Jlikrti^o
(Pag. Zùif .). Tar iì fom ^«ni!i(MoA. p. 5).
ApcjiDa. Appena, (Crepiire,
B=s in Apertura ag. Creptwa, Pauegh on'apeitttra*
Apissin. V, Fontlnna nei Fbcaà*
KsainKynXug.Aprìle dolct iormire{ì&oj>ot» p. 376).
Aprii pi<stiTa pioBQTa che fàreami grou la
cttora. V^ «• Piceùv nel Vocah,
Aqoilònna. A^uiIone(Tntu Seeeh. U ^ 55).
AntòrL Armìorio ^ Agg. di Terreno solite ararti.
Arbàs. ▼. a. Daz. Bfcrc. ptr Borattón(/Mjiiio). V»
Arfaat^tt. ▼• a. Daz. Mere Aihsgio? Nome antico di
due stoffe, Vuna di sola lana, l'altra di seU e lana.
Arboràa. Arhoruio — Pomifero.
Arborina. V. Srbonnn nel Vumk.
mm m Archètt mg. Tira o Sona Varebett. £e ittsso
che Andà al cagaratt. V* pte$Hi poce nel Vocmh.
Arcbètt. Archetto. Armatura di ferro numicaU onda
a*anuano seghe o Une da fabbriCirraj.
Anbettàda. Ankettmf{l>wà Com. Bur%h* p. «5).
Colpo d arco da Tiolino o sim.
Arcbitt. . . . Nell'ordine eomposito e eorintSe quei
fregioiai in meaco ai quali stanno i dentelli.
Arciprèss. e. cemt. ir. per Ciprefs(tfri«).
àkxòikal. Ad, di Mòrs, Inboccadùra, ecc. V»
Arèd (Pi). Few eompariia e eùmpewiicenut. Il Foi-
Banner de'Franoesì.
Argàster. Ergisflo(*&Qr* • Guida di Piftnte 1790,
p. 142)* Casa di lavoro fonato.
Argani. T. cent. Voee coIlcttiTa cbe indica
ogni ornato d* argento e anche d*oro che il
contadino doni alk sua iidancaU. In Toscana
dicono Gli ori(Gior. agr. 1 , 99), il cbe mostra
che spesso l'agiateaae de' produttori è in ragione
iuTorsa della fertilità delle terre producenti.
A l'argent ghe pensi mi. A^i ori ci pentù io,
Argentin. V. in Carta nel f^ocaè.
Arghen mg. Le parti delf argano orizzontale si
dicono secondo il Dia. Artigl. Fimneki e Cosee
ma JVmt^erse dei funehi ss Zeppe va Verri^
cello ss Faseimture dei fmncki a=s FmsciéUure
del perriceOo mm Pim$trm m orecchie ss Cm»i^
edlm Tommnm con ctUeneUm e rmmpo¥»e tmm Quelle
deirargano ▼erticele diconsi Sole ^ Trmwene
delle toU k Zeppe sa Bitti » CmlmttreUo del
perno deltmnimm mi Cmlmurelio del eolio sss
Aetolo ^ Aspe ms ^roni ma Animm Fwuo
<eon coppello f eolio, corpo e perno) maFotcim-
ture per le teete decritti e pel coppello dell' mni"
mei mo Collare deit mnimm sa Cannello (con
fusto a vite e dado) ^ Corista (con ehiaretta,
catenella, rampone e dado) as Perno del coi'
lare (con dado e roseun) sa Brucialeid pH
p€r9Ì del rotolù*
) AVA
Ari* ArrL Voci colle quali i mvlattieri aniqian^
al corso i moli,
ess in Aria mg, Ar\A fissa.« jAria fssa,
El tira aria cattiva». Vuol etter aria colata
òhe mi faccia colare qualche fiussion sulle rena
(Fog.^Ait.hal.l, 4). £' Vahhaja la polpe.
Fil d'arie. V. FU nel Vocah,
. Kestà a mezz'aria. Rimanere in atto.
Veda ; rébh per aria. ^.Vedi nel Vocah.
Vess on nsell de l'aria. F. Usèll nel Vocah,
Aria per Vano, Spazio •— Da aria a ona pagina.
Xo tteuo che Mett del bianch in d'ona pagi/ui.
V. Botto Biànch nel Vocah,
Aria descompagna- T« mus. Aria dissùnhola.
Arietta sfacciada. Villana aurettm(^loBii Bastvil, 3).
ArleCohio^Pà el (usugh d*). V. in Foeùgh nel Voc, .
Arma o Annètta. Borchia, V.in Hors net Voe,
Arma. Mettere in campo. Arma di seos , di preteU
e iimili. V. nel Vocah, Scusa , Frrtèst , ecc.
Armàda. Ad. di Cadr^ga. V. questa vote nel Vocah,
Armandolàa cominciano m dir alcuni per Crocàut. V»
e* in Armandolìn leva Cordiera. Scagnell. Ponti'
cello e Anima y e ag, Tirant. Coidter» ck Cadenn.
Catena,
Ars6n. Anione da sella o basto.
Art da noi ù uta ma toh in gen. ma». ; p, et* L' h
el me art che importa insci. L'arte mia puoi tosi.
sa in Artigiòech ag. d£$Mta fetraiai, Specie di cay-
ciofo senza spine e di boccia quasi tonda.
Artifizi. • . . ; • Tutto il oongegno d'un mulino.
Ascia (Cattagh 1*). Trovare Vagevol hordo.
mm in Asée ag. £1 TÌn dola el devenu di tecuk
asce rabbiaa. F. «a Via im/ Vocah.
se in Asen ag,
Avegh la belleaia de l'aiea. V, BelUzza in
qnett'Appendité.
Chi frega ase« deventa boan. V. Bocù nel Vp€k
Peli d'asen. V. FèU nel Vocah.
As^n. G<inoasr(co«i l'Alb. bass, in Couplets). Quella
specie d'anelli coi quali per mezzo di chiavette
(ciapèll) si congiugne il timpano col carro
del torchio da stampa.
Aspàda. .... Quattro matasse tratte a un tempo
sol medesimo naspo dalla trattore di seta.
Assa di corrUnu. V. Corricoù nel Vocah,
ss in Assàa ag, £ forse meglio ^#n/tf(Monos. 37S).
Assètt del petten. V. Colognètt nel Vocah.
Ast. s. f. pL Atte, Le due parti Uterali del morso.
in alcuni mhrsi diritte, in altri più o meno ar-
cuate, che sono per cosi dire i ritti del morso.
Asu. T. del Giuoco di PaUam. ...... Quell'est»
colla quale si IcTano e trncdano le palle.
Asta. V. in Ciòd nel Voeah,
A3tón. V. in Ciòd nel Vocah.
Atom. La dodicesima parte del ponto li-
neare nosuale corrispondente a un tento da
millimetro.
Attesa e Attenzión. Aspettatione, Aspetto.
ss in ATariaia ag. E mmra t aparimia(ìhtìùig.
Toc. ed Ant. U e pesa.). T. LossnrU ne/ Tee
48*
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fi AL
(58a)
fiAK
cs im Atm ly. Stfaìo ii terrm ghiujùf dope Mno
It pollt Ar«'«yiMi(T*rg.Vwg.n, S95). Corpo
deitacfuaikìb. enc). F«M(Doni Zucca p. i59
YerM)« Terra *o^(Crescen*i UT, aói) — I
ProTenzall dicono A hen apenat o tero Leis
tourtòs Moun apenadot quello eh» noi diciataio
J «M« Am «/r; il iHx. proT. raole che quel-
YAptiutt derivi dal celtico Aven eqmvalente a
fonte sJcea d* acqua; reggiano i dotti M mai
anche il nostro Apcs proreniste di qui.
TroTÌ rate*. Trovar P a«ftta(Targ. Viag. I,
e teg. 35a) — « Neppure i panconi di rena
» ed aglUja(àoè ghiaja). . . . »ui quali ordina-
» riamente si pianUno i fondamenti sono gli
» strati originar) ecc. .... al pari loro si ipopa
• » l'acqua la cjuale impedisce le pi» profonde
w e9caTaaioni(id. n , aSp). »
ÀTOcàtt (Giugà a 1*). K in <Mugà ai sproposet.
Avocattin. l)o«orf/fo(DaTanx. Post, a TVc.p. 640).
ÀTocattón. Tfoaorone. ÀTvocato di nome o merito
o sutura grande.
Bs in Auge ag. Yess in àuge. JEJfJtfr nel eolmo deUm
ruoM(Sacch. Now, 144 e 193).
Àxi^n. Arionacda^Gìoit. Agr. 1 , 1 89).
Piieu (U so axion. V, Pionù nel Vacai»
iB in Aerai ag» Toeù-giò de TaiEaa. L'acciajo è
• logorato(DKnìu. Tae» Ann. IV, SS).
Aualàa. Acàanto(J»rg. Viag. IV, 3 1 9).
B
Bà. T. deTrena) , Garros. , ecc. Guardia. La parte
inferiore dell* asta del morso cosi detto da noi
alla francese o antico. Dal fr. Bas de la branche.
Bacchètt. . . Il Fr. Bdt à hourre o Batte à kourre.
Sacchctt de candir Ferri da far le candele.
Bacchetta Verghetta di ferro lunga quasi un
metro con capoochietta da fondo e appiccagnolo
in testa , la quale i becca) ficcano e rificcano
tra pelle e carne da meato Tentre alla gola delle
bestie macellate onde fare posto all'aria con cui
s* enfiano per dì poi tamburarle.
Per bio bacco baccon bacchetta. Corpo di hocco.
Badccia(Porta Rime in. 1 39). LoitesHtckeB^déo. V.
E= in Badia ag. Le capitudini delle arti,
•Bagajaria. Lo stesto che Bardassaria. V,
Bs in Bagàtf ag. Scarta Bagatt. Pl ùs Scarta nel Voc.
xMs in Bàjla ag. De che l'ho dea a ba|la l'hoo mai
TÌst pù. Io non tho Visto dappoi in qua che io Pho
dato a halia(Coeehi Man, V, % in Prop. p. i3a).
Tabò-via de bajla. Lepore da ialia(\sM. 23 x).
Bajlòtt. Bàiio(Aialn Cofan. V, 1 1). il padre del
fanciullo che è a balia.
Bajlottèlla. ^//ep«M(Monig. Vedop. II, ft).
Bah. Ah bah ! £h non mail £scl. neg. d'orìg. fr.
Balànaa. T. de' Carrai. Bilancio. EquUikrio. Vardà
la balanaa prima de andà. Osservare se il carro
sta in hUancio prima di partirsi.
Balanzln. T. de'Gonfett. .... Ferro che sostenta la
^MleUa d« ooaiMììibmila)} la Ckivrtitt dn Fr.
BaMtU de s'cioppirorà. BocchióCvét. -Voc. aret.)»
^ in B.ilin(eatÙTO letto) ag, ConinàUCYoc, arct.).
^ ùs Balla apag. 60 dopo in ako ag. Questo ncadere
a perpendicolo in un punto determinato i quello '
che nel parlar volgare toscano dicesi Cadere
a colombella (V. il Tomas. Sin. p. 184 nou 4).
Una palla che fa campanin , un cotto aechiap»
pato nel cosiddHto èutserott e che ricade in quel
medesimo luogo ove gli era sUU posta l'insi-
dia cadono colomhello.
Bàlia. T.d'Oref^eHOAtf? Ceneratojo?
ss in Balli ag. La balla li sui tre, tre e nm.
JBtfa batte fra le tre lire, e le tre e m^ soldo^
parlando d'oscillare di prean -^ Vede come la
balla. Vedere come ella si volga o come pieghi,
Qoand, ecc. Non si può caiuar bene te dai
cuor non i«ene(Monos. p. S69).
b: in Bal6rd ag. Yorè tra balord. Voler fare balordo
(Honos. pag. 204).
Bàlsem o Balsem de medegà i piagh. gerg. I so»
najuoU. I danari -— Balsem de PEbrej , Balsiem
de sapienxa. V. Ebrèj e Sapienza nel Vocak.
Bambauàda. iVor«//lafa(Alleg. 159).
Banca per Btincma(trasto), V, il Vocab.
Bancàa o Bancàl. T. degV Intagl. in leg Quel-
Tasse piana su cut si fermano o s'incollano i
laTori da intagliarsi. Talora in luogo di essa
occorre la Contraforma. V. *- H bancale • as»
■icurato al banco dalla vite o dai gamber.
Banc6n. T. de' Macoli Tavola mastietuta a
muro per un lato, la quale s'aka e ti abbassa
a piacere e si tiene in piano con peducci mo-
bili, dorè i becca], allogatcTi le uippe delle
bestie macellate, le ripuliscono dalk grascia.
ss in Bandura ag.
Yuu che ha -voltaa benderà. Un pesce tuavo
rivolto. Una girouette frana.(Cecchi Prov. p. Se).
Bàra(Giugà a). Fare al tocea^ferro(P»c. I, 19).
■s in Baracchin ag. Baracehina(Sea^. Op. 9 verso).
BB ùs Barba ag. La barba ben ondeggiante dicest
Barbo piumosaCfu, 229); la colU e ben pel^
tinau Barba cunua.
La gh'ha tanto de barba, fig. JSlPè vecchio
(Monos. 106). Dagli quelle caluuce {ui). Ho
la barbaiUorni Lei.).
Barbala v. viva in BrianeaperysMÌÌUT comminando.
Barbirosù. V. Dént nel Vocab.
Barbis. T. de'Fren. . . Le due aste del briglionc(in'-
don o fletton) nelle quali è ferma l'imboccatura.
Barbis in genere per On tene. F. Tene nel Voc.
am in Barbósa ag. Avegh duu barboxa. Avere un
mento sotto il mentoihor, de'Med. Simpos. HI, 7).
n in Barboczàl ag. Burbosaal a maggia o mag.
gttu Barbaaiale tutto a maglie di ferro.
Barboual a gropp qnader Barbaaaale
che in luogo di magliette ha Unte campanello
piatte incatenate l'una nell'altra.
Barbozzal a gropp quader tajaa a ponta do
diamant. . . . Barbazzale che in luogo di maglio
ha campanelle piatte si wa sCiccclUtA uegU orli.
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BAT (
Barbezxal a ^pp tond Barbaxzal« che
in laogo «li nuglie ha tante campanelle tonde
incatenate Tona nell'altra.
Barboczal a receghetta. ..... Batbazzale che
nel meixo ha una piattrioa con orli seghettati.
Barboczal a reseghetta a ponta tnudaa
Barbazzale a cilindretti mobili ingrananti Fun
neir altro e con punte per orli.
Barbozzal doppi. . . Barbaz. a doppie magliette.
Barbozcal o Bolgia a la napolitanna
Barbazzale che ha dna anelli di fermo.
OB M Barca ag, dopo Acqnarcea Aggottatojo? Co-
buojof tsa Cipell. Minehiéi. Sau$a ss Borr o
TraWtt. MMtUeri sss Ponzirveo. PagUuoU di
priM ss Temm. Pagliuoìc di poppm, as Scertcej.
Certhf mùMi di matta ss Sgorbj o Cagn o
Gagmea o Cagnon. Staminan»
La barca de Padova. Tcut h eariagt àt)*fr.
La carestia la Ton in barca. V. m Carestia.
as in Barca (corrozzoisr) ag. Ha sedili d^ogni intorno,
« non rassomiglia male nna canestra, nome che
le danno anche i Siciliani dicendola Cannitira^
Bàrch. Mandria lo dice il Lastri Op. II , 149.
Barellinàda Colma nna barella.
Barètta Negl* innesti è qnel po' di coperto
che si fa sulla pianta con cencio, borra o foglie.
Barettin de monscior. Berretta a croee(Sìc, Hart.
Lett. pag, 89 retro).
BaronscelKn. RikaUimceUùiG\g\x D.Pil. I, 1).
Baròzza. Corro di poggio?(Gior. Georg. YI , 809).
Barocctoì Contiene di concime circa 66 staja di
' Yolnme, o 3a in 33 corbelli da a staja. l'uno»
Basabalaùsler. Baciapile, V* Beat nel Votai.
sBs in Basali ag, Andà insù on baselL SaUrt uno
teagjUoneCiaWon nelle Op. di Mach. VII, a 3).
=s in Basellin ag. Ciod de basellin. V» Giòd nel Vocm
Bascàll. K. in S'ciopp nel Voc.
Basgiètt. . . Grintestini tenni di pecore, porci, ecc.
Baslètt. s. f. pL Le Barèotte nei caralU.
Baslottàda. Catinata(Soy. ant. san. I, 76)*
MI in Bòst ag. Giagà al bast. K Giogà nel Voc.
1^ in Basta ag. Basu che. <Sffrpe cKe. Per ea. BasU
ch*el ciappa in man on biccer, ch*el le ronip.
Serve eh' e* pigli un éieckiero cke gli casca in
/err«(Zanon. Bag. cip. Ili , 6).
ss in Bastàrd ag. e in gorgo Fatto a itrmcào.
Bastarda. V. il Vocai. in Carta,
SBS in Bastardèlla ag. Imita una ciooeolattiera , ma
ne è assai più Cozzo e più largo.
Bx in Bastón ag. laUottire U gjuMereUa eoi
bastoni.
Bastón de collanna. . . . Àrehi di legno incastrati
e>tcrionuente nella collana delle bestie da soma.
Bastón di cann. . . . Fialletto tondo da armaiaoU.
Es in Battésem ag. SaWand el battesem l'è ona
bestia tim, . . . Con riverenza del battesimo
e nna bestia o iimili.
i» in Bàtt. T. agr. ag. Rompere U sterta è dar il
• primo battere alle spighe; Cavare il paghuolo
è tu uMÌre il grano dai covoni sciolti; Tritare
383 ) . BER
è far uscire il grano dalla pag^a ; Battere à
banco è il battere con altro che col coreggiato
(Gior. Georg. XV, a68).
Bàtt. T. del G. di Bigi. Battere la palla.
Bàtt.T.de'Macell.Tam^unirv. Tamèustare. F«PètC.
Bàttes. Duellare, Combattere còrpo a corpo^ a. solo a
soloy a testa a testa. Venir a battaglia corporale.
Battidór. Cercatore, V* Busser^e e Baitela- n«/ Voe.
Battùda. T. del Giuoco di Bigk Coipoì
Bazzila. T. de'Confett. . . . Arnese da fare i con-
fetti ; il francese Bassine,
Be he he. Be be ^(Monig. Pod. di Colog. II, 34).
Il verso dell'agnello.
ss ìis Beat ag. Fa el hosii Canta miseria. Fare
i| piagnone.
s= in Bècch ag. Del becch ven Tcenv. • V» CInv.
Beccaria (Fa), iig. Far rocckj.
Becch^e. fig Si applica a que* chirurgi che
usino i ferri volentieri e con poco riguardo.
Beh t che frecc ! Bu bu che freddo !
ss ùs Bèli ag. Bella come el con de la padella.
V. Padèlla nel Vocab.
A la bella mezza noce. Dì bella metta notte
(Salv. Spina II, 4). Bell* e condott. Beilo e
eondottoCr^g. Viag. II, 391). Hoo beli mi a
picca. Ho agio io a picchiare(Ss^Y, Spina V, 5).
Bellandàda (che altri dicono tnalam, Batlandàda).
Benandata J Fra i contadini della Brìanza ha
idea speciale e diversa dalla voce italiana corno
sta nei diz. Yale cpielia picciola mancia che il
compratore d'una bestia bovina o pecorina dà
alla guida che Y ha condotta a mano al mer^
cato. Il contadino tocca il prezzo, il cozzone la
senserìa, il cootadinello o la contadinetu la
benandata*
Bs in Bellézza ag, Avegh la bellezza de Tasen. . . .
Non aver ahro £ore nella persona in fuori
della giovinezza.
Bèllo. B X>«mo(Monig. Pod. di Colog. I, 10).
SB in Bellore ag. Brunetto Latini nel Tesoro Y, 3
la chiama Bellstla con voce usata ancora oggidì
in alcune parti di Toscana e registr. anche dalla
Crusca in BsuaUuhio per bocca del Crescenzio.
Ben con ben. 2>io con bene. Bene sta,
tss in Benedètt ag. Piente a onor de san Benedett ,
se noi tegnarà verd el tegnarà secch. V» Sèoch.
Benefizi sempliz. Benefizio. semyi/!Ktf(Tar.Yiag.I,96).
ss iis Benìs ag. Quand Y è che mangem sti be-
nis? ..... Quando si fanxio le nozze ?
Be-o*bò. B Bi-n-'buiVaLC I, 42).
Borganùn. Casana/o(Lastr. Op. ). J9iar<n»<Targ«
Yiag.YI, a4). JB«sfiayo(detto YI, 5a).
■s in Bergaminna ag. Masseria (voce però equi-
voca per noi) e meglio Vicinato la direbbero
nella^sremma sanese. El gh' ha i pò bej ber-
gamino del paes. Ha un de'miglioii vaccinati
che si conoscano in paese -— Anche le Fi^ sono
contratti quasi simiti a quelli che fanno i nostri
bergamin coi nottri filtajuoli *• V* Bàrch «
Stalla.
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BIC (
Sergmiuittna gergo Mandria di donne da
bordello; tolta la metafora dalFarmento TapcinO.
Berìn. JRfrf^(I-a»t. Op. II, l6a). ^
sa in Berinéo «^. Buztofuijo se Tenditore di
agoel fatto(^«iiife t9ic. Leó/midiuc del 17/8).
Bernardin. Bernardino — A san Bernardin cascia
la spiga el grand e el penin. V. Spiga nel voc.
Bemardóo. 7Va/cia/a(Giorn. agr. V, 333).
Bersò. Cerclùata(;X»T^ Viag. I, SS — Laslri Op.
n, 106 — JV, ixa e altrove),
ss in Bèrta ag. Mettere in cordona. Imbisacciare.
Jifsaecoeeiure.
Bescòtt. y.'in Còtt.
Bosoottin secch. . , . Qnello ebe ba la erosUU di
cncchero da noi detta giazza. lì Bitcuit gl^cé
de* Francesi»
£1 sarav on béscottin. fig. 5«rf £^e uno tue
ehero(KtkÈzi Balin T, 17).
BoMJ. T. de'Macell. AnimelUta. V- Ungna nel V.
ss in Bestèmma «^. Tra ona bestenuaa. ManiM^
HfM ^MfensiRÌa(Fir. Trin. HI, 6).
Bestemmiadorón. BestemmiéUoraccio ( Fir. Trìn,
ni , 6).
B3 in Biw Ag* E in gergo Zufolare,
Ber-in-biàncb. Beperone di farina o enuem o
triteffoilAfU Op. IV, 58 e 65).
Fa b«T in blancb. Fare un heeerone alla
hestU(TMs. Seeck. top. III , 3o e nota).
Bvrerón. Ceisi;io«M(Giof. agr. Y, 3^7). Si legga il
luogo • si vedrà ohe «[oesto sembra corrispon-
dere anco più che non Vlmpaffiata del Lastri
(Op.1V, 14, 55) o la tua Pa^ia de'méuoU
(Op. I, 338).
Vegni-giò on beTeron. . . • Frase cont. dell' A.
Mil. che Tale il Piovere e nevicare a un medesimo
tempo, che noi diremmo Fatti*» d'acqua e nei»,
na MS BÒMa ag. Forse la Sietta degli Aretini.
Bezaón. Acer, di Bèzsa. V.
Bianebètt. JlfieM(Targ. Viag. II, 3 69 e pass.).
JlfZcio kiatuo t Micio nwffo(detto VI, So 3).
Biaadiètt.. • . . • . V el tasso da cake è quello che
risnlla poco aodo « tcegliliccio.
BMaaoadbuT.de'MacclL CosM/o. Cot/rivctso. Ta^
glio della bestia bovina macellata che coni-
' prando le cost^ del torse. Ha cmifioaoti t
UgU oosi dotti poma , peito , lonem e spalla.
Biassà. T. de*llof a. • Dicesi delle macino
troppo tieoo che convien narftellaro per rtn«
derle ingorda.
^ m Biassònn ag. A-ndà a Bìaasonn. Fare il fat-
torìieo deOe Seinehe o il fanciullo delU.StineAe
(Ceccbi Meuhevie IV, ti - Ceochi Frov. p. 68).
Ftner ia mmle dicono i Francasi
Bsb^ Aeer. di Biba. T.
m ti» Bieoér «f. E ia gov. JB tmtpafente{k\Ug.
s58). La Pétriola.
Bicccr a or. Sieckier tprmnato iT •n>((NÌG.
Man. Let. 58 retro).
Biccer a ponu do diamant. Biethieri paliti
a diamMti(ÙwoÀ Zucca p. a 34).
S^) BOF
Biccer pania. Biceh ier fatto à dÌMecio{ià. 234).
Fé del biccer. Piede{1uu Seeeh. IV, 40}.
Biccerón. Bicehieronf(ÀÌÌ»g. 79).
ss in Biga ag. Molla la biga. F. in Molla nel Voe,
Bigattée. 5«£ayo(*tosc.— Gior. agr. 1 , 389, VUI ,
53, e pmsim).
Bigattéra. Bigattafa(Giotn, Goor. 1 , 10 8).
Bigia. Far forca assol. (Monig. tSfTM noi«I, 8).
BtgliettàrL T. teatr. . . • Cbi paga il biglietto se-
rale per entrare iil teatro j è toco di relaziono
contrapposta ad Ahonka. V.
BigoU ol temp. V. T^mp nel Voemh.
Bigottèll. Bacchettoncello{C\^\ì. Sor. II, 9).
Bindellìo. iVa«frvlxo(Firenc. Op. II, 60).
ss in Biòtt ag. Fa tra biott irnn. Feire spogliare
in nudo. Fare spogliar tutto itk nudo.
BirboDScèlla. JRii«/i2r//a(Caat. Cam. I, xa) — e
coM al maach. Bièaldello.
«r in Birlo ug. VoM Coeura dal birlo. Uscir di
stampaiAtìd, li ^ 1).
Ks in Biròoc ag. I Sicil. lo dicono Broeciu^ voco
alla quale il Dia. sicil. contrappose Birium
Bislónga. V. il Vocmi. in CàrU.
BlsQBÙ. f (e^n«fvccia(Last. Op. II, 196).
BisoBÙ. ▼. oonlad. Vespajo.
ss in Bissa ag. Andà in bissa. 7'om»ecA<4ijir<AUeg.
81)' Andare a èiseia(dotto aaa).
Bissa. Donna serpentosa(CAro Strace, II , a). Draga
(Bemi Ori. ina. LXV, ^9).
Bissin. i'i<foeeAine(l>oni Zucca p. 209 Terso).
Bivacca. Essere a Mmpo(8accb. Nor. m5).
Bd bo. Bu ^Doni Zucca p. 61 Terso). L*abbaiar
del cane.
Bs in Boàa ag. Granckj teneri o iiBitfia<i(8cap. Op.)«
Bòbba. J9^à/ra(Manat Veglie III, 92).
dBB in Bócca ag.
A meaia bocca. Co» ^oaca ^cin«(Fecor.
II, x53).
A tira i cavj de la coppa fan darvi la bocca.
V. in Cavell.
Fass de bonaa bocca. Boneggiarsi o Farti
hello o ^arss hucmo o AhheUirsi di checckessiMm
Boccbin. Imioceatura. Nelle chiarine<ciarMtfft) è
qool paaao in cui s* infigge la lingaella(«ncfa).
ss in Boccón ag, I boa bocoon coetea car. Ciò
eke piace aUa bocca sgusta la borsa t al che i
ghiottoni rispoadooo Cke colpa n'ha la bocca se
la roba è camf •.- Bocoon de dama. F. Dama,
sa ia BcBÙ ag, Ciad de bceo. V, Ciòd nel Vocab.
'Bomeo. fg. per Bottega o stanaa piccina; e dicesi
anche On bcBttcc d*oaa bottega ó sim. V. Taaabùs.
BcBBoe del baacb Quel fesso per cai i
bottega] o aimili fanno sosTolaro nella cassetta
del banco a danari che dalle luro osarci rtlra^
gono dagli avventori.
B6ff (giiangh). V. Giogà nei Vocab,
Boffa(Giagà a). V, in Giugà nel Vocab.
Boffètt. echara. ....•• L'armi da fuoco , e spe-
cialmente i Cannoni. Anche i ProTonxali cbi»-
'' nano Soe^fairei lo piaiòla.
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BOT (
1fto|rg)n. . . . Fig;. per Bottega o Stane» anfti pieeiaa.
^^ I . . . . Fifr. per Looffo di U da piccino.
Bogginin J 8 1^ »
Boggitt in di ganass. FoutniU ntlU got«(F9COir.
Il, 3o3).
Bojàda. Bé./ata(Doni Zucca p. 60 ▼eno).
Bofadlnna (Dagh ona). Dar due boccate éPaèhaja*
mentoCDonì Zucca p. 60 Terso),
as in Bolgitu ag. Fa i bolgett dar. Sodctn la ncn
(Nencìa da Barb. St. Si).
Tirau adree i bolgett. Fare alla jMPv(m 3i).
Bòlgia. BofthU, V. in Hors.
Bòlgia a la napoUtanna. V. Barbocsàl m
fuetfAppeniict,
ss lift Bòlgira ag, I steli la bolgira. Stcììe in là
(Alleg. 149). Mader la bolgira! Mailn mi
piacqucf (Firenz. Trin, I, i e II a). Peotiinent
la bolgira! Pentimento mi piacque I (iVosse di
Maca III, I).
Bo1Iad6r. • . • Chi bolla merci, stadere , carte, ecc.
:^ in Bolletta ag, E dipinta dal Caro Com. p* 98
per ona Pelliccia di camicia ricamata conte di
tajfitrano che pende fuor dotta brachetta.
s=s in Bolognàa ag. Yarda a no resta bolognaa!
Bada che in Bologna tu non tia Bologna(Eìr,
Lue. li, I).
Bokón. Foltoj. V. Mòrs nel Vocah.
ss in Bombonin ag» Attillato come unfor di peno
(Doni Zucca p. i33 Terso).
Bongiosàgh. V. in Gicengb nel Vocah.
Boonamesùra. J^ttowa mùura(All. 129).
Bónza. CarràiaClMt. Secch. lY, a3 nota),
ass in Borda ag. Abbordare niso(8aoc. in Gher. 8p.).
Bordelli che fa i carrett a passio, sehera. La can^
tilena de*signori dal Carttto(Dom. Zucca p. i59).
Bordicrà. Ta//o(6ior. agr. lY, 244).
Borìitu. Borianella(Ktntm dì Maca lU, x).
Bór. y. nel Vocab. TraTitt (de barca).
Boria (Giogà a la). V. in Sparpajà nel Vocab.
ss: in BorU ag. Bor1»-giò. Venir nelle paglie di uno.
Cedere — El mincson el borla-giò. O nibbio cala.
Borla-U. Stramanare. Cadere. -
Borlà-K in d'on siu Dar di petto o di capo
a un luogo. Capitare.
Toma a borlà-.giò, Tonugh a boria dent.
i{jm/MnMiv(Yasari 936).
Bórsa. T. eecl. Guejna da cofporaleCSotUaaaoXo
del Bocraccio).
Borsàscìa. BonaeciaCTmn, Secch. II , 40).
Borsin Uno dei mali del cat«llo.
Borsón. J?orsorfo(Pandolf. Gop. Pam. , pag» 37)
Arid. I, i).
s= in Bosàrd ag. Conpaa bosard« V. Compàa
nel Vocab.
Bosardón. Bugiardone(¥ìr. Trin. Ili, a.)
=s in Bosiètta «^. Bi(gmsT«(Yarc. Brcol. I , xs6).
ss in Bòtt ag. Ogni tre bott i dò. Ch*è eh' è, eoo.
Bott. Coccio, ecc. (PauH pag. 337).
ss in Bòtta (Sta a .... de martell) ag. Reggere
ai crociuolo della prova»
385) -BUD
Bòtta-Teggia Dolor Teochio nelle spalle de'oa-
TalU , diverso dalla Dmuja treggia. V. nel Voc.
Bottate. Bottaccio(Scuy. Op. . . 16). Il Macco , eoe.
Bott^gli negher. Bottiglie iitfrr(Gior. Georg. I,i x i).
Bottìggia de Tasee. Lou winaigrier de'ProTenzali.
Bottàn Nella Ghiarinafci^r«n«ir#) ò il pesa»
che altri dicono Trombin. V.
Bottón. Bottone(Coìì. Yiu I , ). Noè». QoelU
parte d' vn calice che resta fra la piant«(e/ pè}
e il e«ppettino(ci culett o la fatuja).
Bottón. Pattini? Nello mollo, ecc.
sss in Botlón d'or ag. V. anche in Ot.
Boraraù Contadinello che bada ai bnoi.
E dÌTorso dal Boaro e dal Boattiere e dal
Bifolco dei dizionari italiani.
A. san March e sai Grigtea se dà TeDOT ai
boTaneà. V» in Grigceu nel Vocab.
BoTaroenla Contadinella che bada ai bnoi.
ss in Braghóe ag. e più ciTihnente Allacciatura.,
Bragón. Bracone? Nomo di quelle due carte nel
giuoco di cueù figurato nelle qnali è dipinto
il lanco.
ss in Brandin^a ag. In generale Duino officio di
^itfi6eni(Seappi Op. iig.).
No aTCgh de Tolta i brandenaa ( BaL Rime
lY , 98). Non a»er da scialarla rÌTolgendo
Terso la staaaa queBa parte dei brandenaa ohe
snoie stare Terso la pietra, e rivolgersi solo
qoando ha da sostenere lo spiedo.
Braseiott (In d'on). AH* imbracciata*
Braseircen. t. coni, brians. . . • Ginbberellino oon
isparato l' iabosto deretano , a uso do'bambini.
Brasiroen. t. de' bare. Torbanensi. Scolmo.
as in Bruz corr. it^iniue ag. V. anche Qnadrètt.
Bràzz d'ass ag. £qnÌTa1e a metri quadrati x,4i58.
ss ut Brènta leggi l'ultima riga coùt 96 boccali,
e corrisponde precisamente a o,7S55a ettolitri
o some nnoTe decimali.
s3 in Bria dopo Sonagliera ag. Yoltoj o Campa*
nello da redini.
Bricòla. Afàzsac«ra//o. Altaleno.
Bridón. V. Filettón.
ae: m Bròssera ag. Fa d'ona brossera on bugnon.
^.D'un piedicello far una bollaccia(As9oiUÌ, io)
Broradóra. Casta da itufare i bachi (Articolo d'un
Toscano nell'Appendice alla Gazzetta prìTÌlo-
giata di Milano del 19 giugno 1839).
ss in Brngna ag.
Bmgna rancio. . . . 8e non erro è la prugna
detta Beine dande dai Francesi.
Brugna scanarda. iSaw/iM tpoccatoja?
ss? in Brusi og. Oh questa mi pute!
Bruschètt e Bruschxnètt. Agretto. Bruschetto.
! Carta bigia. V. il Vocab. in Carta.
Brùtt. Scuro. Di mala cera. L' e brott ben. È
molto scuro(f*oiv. Aut. san. 1 , 317).
Brutta (Fi la). Poro un poco d* imbrattatura di
checchessia.
=5 mBudcUdriu ag. Budel gentileiScap. Op. patf.).
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CAM
Bttlo. MangÌMmttnme€Ì(hMef:» ft45).
Boratt^n. C«f«one(llonti Prop. 1, ii, 97).
sB in Botin ng, Fontto»
BaMeù d* T acqua ;)«r Nateli. V» nel Vofh,
ButMrbi. F*' in tued ne/ Fom^.
Boltaa-giò* GMcaom'CSam. Pa//.).
=: ili Batter (Nodi ia del) a^. Fignraunente.
N«1U pag. 1 76 ittfivMo lejfgaù aempra Bm$$&i9.
Bòaa da «wtciada Nalla cottiare del Lago
Maggiora vaia «fualla SpinU che ti dà ai pe-
doni d'alberi dopo tntrati nella truuiù onde
mandarli abbaMO • al lago.
«K Im Ca « Ciòd« ag. Stnppà anca i eiod de la
cà. Far mmkmssi in fondo. Fan del hen èet-
Irtta* Seiupara tutto il tuo avere,
att in Cà ég, Tegnt • cà i cbucc , i man , ecc.
y. in dùec, Man, ecc. nel Voeaò.
Cà grand*. ... in gwgo Ai trovateiìi*
Ci Lina, fig 8' applica a partone o
• a oata la qoali «sino larghetta e magaifioeoxa.
Hai oggi copia oltre il conaneto di ▼ìvande in
Uvola r ti -viene tòsto detto l^oi Cà Lieta eh t
\*S acceal troppi più lumi cbe non porti il
biiogno o Tom del luogo, diei «oetot Voi, V è
' minga Cà Lina wè, tmona fiUj eiar.
Cà Litta in Borgh. ... 6* applica a ohi sia
il roTescio del detto pia sopra, cioè ai uiso*
ri , agU «piantati , agli avari fattovi • tiaùU.
Cà aenca nmner. . . . S'intendoi proto ataolo-'
taraente, par la oata del boja.
Cà o Cata Peoana. ...... Si dice tchene-
▼olmente pev accennare abiti rappaicati.
ss in Cadonin ag, Eicaaan a eadanin. K Bioàmm.
Cadregòtt. Seggiolone,
Cagnònna. C«^7MccM(Alleg. 1 3»). Donna erodale.
Gatjnàtt. CnuUletto.
ss in Cala on alt ag. Restar /«cofArieste Ori,
far. XVII, ia5 e XX, i!lo).
:^ in Galdànna ag, V. anche Terràcs.
aai Ut CaUod mg, V. anche Caréo.
Cali. CaUo, Ugnelh ne' cavalU.
Cahfàri (Moltrà el). V, Piàtca fg, nW Vocak.
Cahadòra. Caisatura. Caluunentù,
ss in Gamaràda dopo Paraninfo ag, ù tià Auspice.
= in Càmera ag. In camera oaHtatia. A fuat»
• tf occhi ^ ed ancba Per hene, Tel diti in oamera
caritatit. Sia dato fra noi e por hene,
^ in Geminerà ag. <^aelÌo ebe i Franeeaà dicono
Lustre sur le manteau d'uni cheminée,
Caminón. Cc»aiMnccÌD( Poent. ani. cort. V, 49).
Camitètta per Scemitètta. y.
Campanèlla. T. d'Intagl. in legno , ecc. Camper
molla? Spezie dì goociola cbe ai pone nei
fregi, ecco in ahri lavori d'iauglio.
Campanìn. . . • Nome «apriccioeo dato dagli ahmni
deirAccademia di Brera alla lezione prinui di
ornato a mano Ubera del Corso AlòertoUi.
(386) CAB
Campabìtt in del eoo o in di orecc. Zufolamenti
nel cervello o nelle orecchie ( V. i testi addotti
dai diaionarj in Zufolamento).
Campànna. Padiglione, Nelle cbiarÌMe(c/«rinerO è
il peczo estremo da piede , il Pied de' Frane.
:s in Canaj^n ag* Maloagione.
aas in Ganarùas ag, Cami/iiccio(*rom. — * Scap*
Op, p. 18). Canaletto.
as in Gànftben ag. Anche del cancken ne tono di
pio misure detti Cmnchen de>5o, de So, ecc.
tnirandar dei chiodi. V. in Cibd.
Candirlo. Como(Scap. Op. p. 4S). Quello de'galli
d'India.
Canestrèll. v. degli Sutoti degli Offellari milanesi.
8p. di doloe.
Canàtta, T. di Lotto. V, Lista ne/ Foeah,
sB in Canna d'orghen ag, Cann de legn. Canne
di legno d'organiiCoH, Vita I, 8).
Can6n e Ganonùn. V, Imboccadàra nel Vocah,
sac in Canta mg. A cantand. Mi par giiioco(Dante
Porg. II , aa).
^ in CanUrànna ag. Putir Come un ce«so(Cr.
in Piastrello).
Cantàaio. V, Pagàcìo e Ban^e nel Voeah,
sm in Cantinèlla doee dice t'appiceAno alle loene
leggi s'appiccano dietro alle scene.
Cantinìn. Cano»Mio(Doni Zucca ^ pag. 176).
Cantìr. Corrente dm tetto. Nome, ecc.
Cantonìtt. . . . Nome di c|ae' triangolozti di pelle
o di pergamena che ti mettono per fortezaa
negli angoli delle oopertore dei libri legati
in pelle o simili,
tfs In Capali ag. Sbastass el capali. Andar gin la
eìnecci«(Cecchi Rie, IH, a in Prov, p. loa).
Càpia. T. de' Frenaj. V. In Palètu nel Vocak,
Capitt Sp. di stcrie o collaretti crociati che
sorrappongonsi dai celebranti di rito romano
agli altri loro paramenti.
Capp-bàncb. Capohancoì Termine scolattaco, e
tig. Qnellaliinno Ohe abbada a* conditcepoli
cbe ha nel suo medeaimo banco, e n'c come capo.
=s in Gapp-pòst ag. Nel decreto toscano kopol-
dino a6 maggio 1777 ani buongoverno Icggeù
Capo Posto cosi scritto e Capoposto,
Capp-q[uartér. Capofoartiere? Termine tcolastico,
e vale Quell'alunno di merito che bada a tutti
i conditcepoli del proprio quartiere o riparto
di scuola.
Capp-tccBÙla. QqHtseuola? L'alunno più meritevole
d'una scuola cbe è come capo di tutta la tco»
laretoa.
ss in Capute ag. Tra capute e cotta lemper se
barbetta. V. in Còtu nel Vocah.
Caràa o Carato. Cara/o. Peso nostrale da gio-
jellierì che ti divide in quattro grana.
Gafaffa. Sèomhetture, V, Sbagaacià nel Vocah.
mm in Garàter ag, Vesa in carater. Serhare il deco-
ro, ecc. £ssere eoù fatto ^ e fam. Essere di
fuella cottoja. Essere ii tale eomaturm,
CAraterista. . . . Chi sostiene le parti buffe in teatro*
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CAV (
Bx ù» Carbonìa ag. Fótta del c«rfoiie<FMMT.
8p«c. Fenit.)*
in ss C«r«D ag. In Toicuia b pmiano a roveieio,
se pare è tottora -vìto il proT. Secondo i emlondi
a quello attendi reg. dal Monoi. a p. 38o.
Garìmàa perpetov. • . . 8p. di cabuBajo nel quale
l'inohioftro non viene mai m«uo.
^ M C«riUa ag. Per caritaa. inter. dapr. Dekl Doh}
In camera caritatiau V» Ut Càmara più topra,
OBB ili Carpògn ag. J'iHigDM(8anaovino Fall. p. 6a
verso).
Carr (de legna). .... Misura nostrale della legna
corrispondente a metri cubici 3,3692. S sedici
braccia nostrali cubiche , cioè un prisma lungo
e largo quattro braccia, ed alto uno.
Avegh on carr de reson. F. Eesón nel Voc.
Tira el carr. fig. 7<rar la torretta. Vorè o no
▼ore me tocca de tira el carr. AC eonviene per
dispetto tirare quetta earretta(Dooi Zucca p. 58).
b: in Carrcll de fà-giò ag, V. anche Firéll e Mo-
rinèll.
ss ut Carsenztn ag. CoPocàno.
Carta (A la). /ncarra/c(Scappi Op. p. 127 e pass.
Una sola volta a pag. 173 verso dice Lt la carta),
ss in Carta de strasc ecc. ag. Carta della hambagia
(Crescenai IH, 58).
Cartèlla. . . . Cartolare in cui i ragazzi ripongono
le carte e i libri che portano alla scuola.
Cartellin Titolo dei libri che s'appicca loro
sul dorso,
ss in Casa dope dice loro declinato leggi loro»
talvolta anche declinato,
ss in Cascia ag, £1 so el cascia.
Casèlla (Avegh) Essere appaltato alle poste
delle lettere; avere cesellino a se.
ss in Casètt ag. Oh tu sei pur eatosol
Casón. Gran eatOf e fig. Graneatato.
ss in Cassa ag. Còsta. Quel canaletto dalla vanga
in cui entra il vangile.
Cassa de tajà i cornis. Ceppo da ugnare a
cassetta.
Confess de cassa, y, Conféss nel Focah,
Gir de cassa. Conto morto a cassa.
Cassa. Stipo, Scarabàttola,
Cassa d*orelogg del cocd. Cassa,
^= in Castègn pest ag. Castagne monde e tecche?
Cateckismin. ..... Breve catechismo.
Catechismo. Catechismo,
Catechxsu. Catechista.
Catechètica. Catechèsi, (maestro,
=s in Càtedra (Legg in) ag. Poterne discorrere da
sBs in Catta. Vattel a catta ag. Vallo crfva( Aretino
Frontispizio dei due primi canti d'Orlandino).
Cavnbàll. r. Tirabàll nel Vocab.
ss: in CAvalér ag, Cavaler fioron. V, Fiorun nel Voc,
ss ili Cavalètt dopo Cantèo ag, . , , Piedi ss ... .
Crociata del piede.
sss in Cavili (TcEu-sM on) ag. Toccare una mula.
Cavalètt (Giugà al). Sp. di giuoco diversa dalla
già registrata. K. nel Vocab,
387) COL
Cavali £ anche nome di quelle due caMa
nel giuoco di cucù figurato nella quali è di-
pinto il eavallo con sopra il detto SaUa,
Cavili del teggion. V. Seggión nel Voc,
= WS Cavali. T. di Giuoco 41^. Chi no ciappa on
cavali merita on cavali. ... £ vale che i cavalli
alle mincbiato sono anl^e es^i carte di conto.
ss ùft Cavèzz ag. Comunemente ogni capezz suol
tirare fra noi quattro passini {tegn)^ ed ogm
pastino cinque braccia milanesL
CaviggicBÙ. Rebbj. DetUi, I caviglioolì confitti nella
traversa(g«S4a) del cosi detto retteli da funajuoli.
ss in Cavriàda dopo Travers de gronda ag, o
Grondaa.
Ciod da cavriàda. F. Ciòd nel Vocab,
ss M Cazzùn ag. Tuttooss va al ouu, via del
manegh del cassun. V. Gnu nel Vocab,
Celènza. V, Ecelènza nel Vocab.
sa in Cèmbol ag. Accordo, Arpicordo.
sa in Cent ag. Credere a nopantottopercentoCMin.),
Centpèe scherz. per Centèsim. V,
ss in Céra ag, Bonna cera a tucc, e confidenza con
nissun. . . • Buon viso a tutti , famigliarità con
nessuno.
Cerca. Volere. Chi le che me cerca? Chi mi vuole ?
ss in Cèrega ag. Corona.
ss in Ciàccera dopo Frottole ag. Frasche, VitUe,
V, anche Làpp.
Vess bon doma de ciaccer.iVon etier altro
che di parole(Sor. aut. san. 1 , 99).
Ciàcheta. Ciacche, Voci imitanti il suono che fau-
no certi oggetti nell* acciaccarsi o rompersi o
schiacciarsi.
Ciamàda. T. deTrenaj. Lo ttestfiche Zanforgnltt. V.
=s SIS Ciàpp pag. a8i ag. Uopa dure spaccate
XSpappi Op. p. ao7).
Ciàppa. ...... Nome di que' ferri ^ o per meglio
dire pezzi di ferro, onde si ferrano talora i buoi
che s' aggiogano a' carri.
ss in Ciàppa dopo Greppo ag. Ghiopa. Testa.
Ciappaciàppa. Ciajfero. Attufino. V. Shìrrnel Voc.
Ciar-fàl5. Contrallume. Quello ecc.
Ciaritt per Lusirceù (cavaler). V.
Ciàv. Chiapi. Negli strumenti da fiato sono quelle
linguette di metallo che ne aprono o turano
i fori.
Ciavèlla Quella caviglia di ferro che assi-
cura la girelletla (eorrùru) da torcere i fili da
spago o fune all' asse da ciò.
Cicolattìn. Panellino. Girella; e dottr. Trocisco.
^ ùs Cicolattinun eambia inimitabile ut rara.
Cimenta. Affilare. Mettere a fio.
Cinqu e mexz. s. m Moneta erosa uscita
di corso già da qualche tempo, e cosi detta
dal »uo valore di soldi milanesi cinque e mezzo
— Fig. Zenone.
Ciocca de red. Maestra? ^
ss in Ciodarìa ag. AgutameiGU, Voc).
Coccun Uovolu o fungo cocco assai grande.
Colètt de la cantinna. Coiatojo.
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COX - (
aa in Cològna dopo Imoscapo ag. Ratta da piedi,
€ dopo Faso ag. o Scap^
3SS in Color ag. Color de merda ^ pÒTor. fr.
cent. Colore sfarinato, dilavato, squallido.
Color de vin cariche Bruschino.
Color fomentili. . ÒAore bianchiccio f parato.
Color pÌTa. . ^. . Colore rofsigno Uccato di
ss in Color amort ag. Sfarinato. (bianco.
.«Dtnodàa. Ad. di Rì«. V. il Votai.
s= m Comodia ag, V. anche Polent^a e CioTaaìa.
ss in Conipàss ag.
Compass fedel. V. Fed^l nel Vocah.
= in Confidènza ag. Bonna cera a tace e confi»
denza con nissun. V. in Céra nella preseme Ap»
= in Confortin ag. Voce che Icggesi ripetuta-
mente negli Stlituti degli Oflfeliari mila«M|^i.
388) COP
8BK in Considera ag. Andà a contidarà! Che oc
corre? Che monta? A qua! prò?
sss in Contramòr ag. E talora vale per Ripresa
d'un muro. ,
^ e» Coafidénxa ag.
Veas in gran confidenza con Ton, Essere
kurinsiehissimo d'alcuno. Essere tutto intrinse-
cato con uno. Avere grande ù^tinsichetza •
famig^arità con alcuno.
ss in Cceùr ag. Cceur oontent el ciel le jutta.
V. in Cìéì nel Voeah.
Copètu. V. a. degli Stai, degli offallari mil. . • .
Specie di pasta dolce.
sss in Gùu ag. Sa ve de cun. ..... Alcnni lo di-
cono palpando di tabacco per accennare cU' ci
|ia in sul finire della Natola o del cartocrio.
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d.
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4
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